Il Capriccio di Afrodite

di Sabu_chan
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Introduzione ***
Capitolo 2: *** Primo capitolo ***
Capitolo 3: *** Secondo capitolo ***
Capitolo 4: *** Terzo capitolo ***
Capitolo 5: *** Quarto capitolo ***
Capitolo 6: *** Quinto capitolo ***
Capitolo 7: *** Sesto capitolo ***
Capitolo 8: *** Settimo capitolo ***
Capitolo 9: *** Ottavo capitolo ***
Capitolo 10: *** Nono capitolo ***
Capitolo 11: *** Decimo capitolo ***
Capitolo 12: *** Undicesimo capitolo ***
Capitolo 13: *** Dodicesimo capitolo ***
Capitolo 14: *** Tredicesimo capitolo ***
Capitolo 15: *** Quattordicesimo capitolo ***
Capitolo 16: *** Quindicesimo capitolo ***
Capitolo 17: *** Sedicesimo capitolo ***
Capitolo 18: *** Diciassettesimo capitolo ***
Capitolo 19: *** Diciottesimo capitolo ***
Capitolo 20: *** Diciannovesimo capitolo ***
Capitolo 21: *** Ventesimo capitolo ***



Capitolo 1
*** Introduzione ***


Questo capitolo è un'introduzione alla storia e ai suoi autori.

L'idea è nata su un vecchio forum dedicato a Slayers: perchè non scrivere una fanfiction a più mani?

Così è stato e, grazie alla varietà di utenti e dalle loro passioni personali, è nato qualcosa di incredibilmente lungo e a tratti... esilarante!

Per svariate ragioni, non è stato possibile collegare ad ogni capitolo il suo proprietario, ma grazie a un po' di intuito (per chi conoscere gli autori) capirete chi ha scritto cosa.

Non voglio dimenticare nessuno, se capitasse per favore segnalatemelo, ma gli autori che ricordo sono:

- Sabu-chan: me ovviamente, amante della coppia Lina x Naga

- Andre: rintracciabile nella sua pagina qui su EFP come Andrechan, amante principalmente di Philia x Xellos

- Rowena: sorella di Andre, amante di Zellgadis x Amelia

- Killkenny: rintracciabile su EFP con lo stesso nome, amante... dei darklord, in generale.

- Fibrizio: amante di... non saprei dirlo, credo tutte le coppie straight

- Lei Magnus: amante di sè stesso, cioè del grande filosofo Lei Magnus

...

Chi ho dimenticato? Segnalatemelo voi!


Dichiaro di avere il permesso per pubblicare questa opera. Mi appartiene solo in determinati capitoli, tutti gli altri sono delle persone su citate e di quelle ahimè mancanti.

Sperando di aver fatto cosa gradita nel pubblicarla a un pubblico più ampio, non mi resta che augurarvi buona lettura!


AVVERTENZE

Contiene scene shoujo ai e shonen ai.

Niente robacce spinte, contiene parolacce, contiene termini che potrebbero offendere i più ma vi assicuro che non hanno nessuna intenzione di farlo.

Rating verde, aperta a tutti.

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Capitolo 2
*** Primo capitolo ***


IL CAPRICCIO DI AFRODITE

PRIMO CAPITOLO

 

 

 

 

 

Quattro ragazzi guardavano ammutoliti l’insegna appesa davanti a loro. Il primo a rompere il silenzio fu un biondino: «Rina, ma sei PROPRIO sicura che dobbiamo entrare in questa città ?». La ragazza interpellata, uno scricciolo dai capelli rossi, sospirò:«Ne abbiamo già parlato. E’ l’unico modo per arrivare al tempio di Obsal, e ci faranno entrare solo se rispettiamo le..ehm..abitudini dei cittadini, quindi rimanete seri e muoviamoci.
Qualche giorno prima…
«Ragazzi, ancora un pò e finalmente arriveremo ad Amodos!- gli occhi di Rina diventarono dei cuoricini - E non vedo l’ora di gustare la squisita bevanda locale!!». Il gruppo stava marciando attraverso una fitta foresta, Rina e Gourry in testa, seguiti da Amelia che canticchiava sommessamente  e da Zelgadiss, le braccia incrociate e l’espressione più corrucciata che mai.”Un’altra giornata persa. Altro tempo prezioso che potrei dedicare alla ricerca della mia cura sprecato in itinerari gastronomici! Ma perchè sto ancora con loro?"
«Tsk, tsk, Rina-san, mi meraviglio di te! Entrare in una città  senza prima procurarsi una guida turistica?»
Tutti gli Slayers fecero un balzo in avanti.Xelloss. «Che cosa ci fai qui?» Zelgadiss aveva preso il demone per il bavero. «Calma, calma Zel-chan! Non vi interessano i miei preziosi consigli?» “Zel-chan" imprecò e scaraventò Xelloss per terra. Amelia, invece, era più interessata: «Che cosa sai della città , Xelloss-san? E’ vero che la bevanda “il capriccio di Afrodite" è così buona come dicono?»
Xelloss si rialzò da terra e tirò fuori un libriccino.«Buona?Bè si, molto buona e non è mica l’unica cosa famosa della città! Al centro di essa è situato il tempio di Obsel, e si racconta che in un’ala nascosta dell’edificio siano celate conoscenze segrete, risalenti ai tempi della Kouma Sensou!»
L’attenzione di Zelgadiss parve risvegliarsi. Rina si stava chiedendo per quale motivo Xelloss li stesse aiutando, ma decise che non le importava, tra poco avrebbe potuto mettere le sue mani su un tesoro, magari preziosissimo!
«Muoviamoci Gourry!» Rina prese lo spadaccino per un braccio.« Aspettate, non vi ho detto tutto!» «Cosa c’è ancora da sapere?» Rina si girò stizzita. «Bè, non a tutti è permesso accedere alla città.»
Zelgadiss stava rileggendo per l’ennesima volta il cartello: -Amodos, città sacra di Obsel! Accesso consentito solo a gay e lesbiche- «Assurdo! Come può esistere una città del genere?!» Iniziò a sbattere la testa contro il muro.
«Zell, poche chiacchere: prendi a braccetto Gourry e inizia ad ancheggiare, se no qui facciamo notte!» Rina era furibonda. Gourry e Zell si guardarono, poi distolsero lo sguardo, orripilanti. «Coraggio, è solo una finta, siamo tra amici!- tentò di conciliare Amelia – Io non ho nessun problema a camminare mano nella mano con Rina!» «Ma perché dobbiamo vestirci anche di rosa?» mugulà Gourry. Rina perse la pazienza, incenerì i due ragazzi e iniziò a trascinarli di peso.
Stavano per varcare l’ingresso della città, quando Rina ricevette uno spintone. Le era passata al fianco una ragazza di alta statura, con la testa coperta da un cappuccio. Sentì la donna ridere sguaiatamente in lontananza. Quella risata le ricordava qualcosa…
Xellos si teletrasportò sul tetto di una casa e iniziò a leggere con calma la guida turistica.
«Uhm, Capiccio di Afrodite, interessante! Ingredienti selezionati, grande lavorazione e… - girò la pagina, lesse il paragrafo successivo e sorrise – Ops! Mi sono dimenticato di dire ai ragazzi che se un etero la beve si innamora della prima persona dello stesso sesso che vede… ma come sono sbadato!»
 
 
 
 

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Capitolo 3
*** Secondo capitolo ***


IL CAPRICCIO DI AFRODITE
 
SECONDO CAPITOLO

 

«Uhm…» Rina si grattò furiosamente la testa, non capiva perché ma sentiva che c'era qualcosa che in quella faccenda non quadrava affatto.
«Cosa c’è, Rina-san? Sembrerebbe tu abbia visto un fantasma...» chiese Amelia alla compagna, stringendole accentuatamente la mano, vedendo che le guardie all''ingresso della città le squadravano a puntino.«Nulla tesoro.... tesoro... ehm, è che ho visto quella donna entrare come nulla fosse in città, senza una... compagna... mi chiedo se non sia una di questa parti...» 
“Eppoi...- pensò tra sé e sè- io quella risata l'ho già sentita..."
«Ehi ragazino, ma lo sai che sei proprio un amore con quel vestitino?» esclamò il proprietario di un negozio di sartoria. Purtroppo, le regole della città erano rigorossisime: nella coppia uno doveva far la parte dell’uomo ed un la donna... ed in questo caso, strano ma vero, la donna fu scelta.... ed era Zelgadiss... «DANNAZIONE!! Rina, quando usciremo da questo inferno vedrai che ti combino!» «Suvvia Zell caro, non vedi che sei proprio un bel pezzo di figliolo!» La chimera stava per sfoderare la spada, quando Gourry lo fermò prontamente, trattenendolo per le braccia.
«Dai Zell caro...- esagerò il falsetto sfoggiando una voce amorevole- non fare così,... suvvia Zellino... accontentiamo Rina e poi andiamo via» «CHI CA**O SAREBBE ZELLINO????» esclamarono in coro Zell e Amelia.
Rina si grattò la punta del naso, trattenendo una fragorosa risata. Notò intanto che il proprietario del negozio la fissava intensamente e la ragazza, infastidita dal suo comportamento, gli chiese cosa non andava in lei.
«Semplice, ragazza mia... vedo in te tutta la virilità di uomo perfetto! Petto al punto giusto, carattere all'avanguardia... sì, un vero uomo virile...» «TRATTENETEMI O LO STROZZO!!!!!!!!!!»
La chimera rise segretamente per la rivincita sulla ragazza, ma non fece in tempo a replicare che lui ed il suo caro vestitino andarono in fumo... chissà  perchè...
Il gruppo si avvicinò al centro della città, Amelia teneramente avvinghiata al braccio destro di Rina, e Gourry che con orrore passava il suo braccio intorno alle spalle di Zell, che intanto di era riempito il viso di cosmetici e rossetto. «Dai ragazzi, un ultimo sforzo- sorrise balda la maga -Quello deve essere uno dei locali dove servono la famosa bevanda!» I quattro si avvicinarono al tavolo e Rina ordinò il cocktail per tutti. La ragazza non stava più nella pelle, quando invece la pelle le schizzò via causa un''acuta risata che le rimbombò nelle orecchie, frantumandole i timpani: OOOOOOHHH OHOHOHOHOH!!!!!!!!!!! OOOOOOOOOOHHH OHOHOH!!!!!
Il panico le salì fino al cervello, che scoppiò immancabilmente quando la risata si avvicinò. Sembrava però che nessuno, a parte loro, facesse caso a quell''esagitata che rideva a tal modo (probabilmente era conosciutissima nel posto).
«RINA INVERSE! Non mi sarei mai aspettata che tu entrassi in questa città! Ah già, ricordo... il tuo seno è così piatto che a scambiarti per uomo ci vuole poco, OHOHOHOH!!!» «GWAAAAAAAAA!!!!!! NA-GA?? E' mai possibile che ovunque vada il tuo incubo mi perseguiti?!» «Sarà forse che tra noi c'èun certo feeling?» chiese la donna ammiccante... e ciò fece non poco preoccupare la rossa. Nel mentre venne servito al loro tavolo il famoso cocktail. Ma nessuno dei tavolanti ne toccò una sola goccia, più presi a capire la discussione delle due.
Rina si voltò nervosamente verso il tavolo ed afferrò il bicchiere che le era stato servito, bevendone il contenuto senza gustarlo proprio perchè era innervosita. Ma presto un doloroso malditesta si sostituì al suo nervoso, facendola immancabilmente sentir male. La ragazza poggiò male il bicchiere sulla tavola, facendolo cadere e rompersi a terra. Si portò una mano alla testa, ansando per il dolore.
«RINA-SAN! Va tutto bene? Cos''hai?!» chiese ansiosa la principessa, accorrendo in suo aiuto. La ragazza non capiva, ma tutt'un tratto... quella risata... sì, quella di Naga... le sembrò il suono più dolce dell’universo...
Aprì gli occhi in direzione della donna, che la guardava non capendo cosa le stesse succedendo. Le si avvicinò lentamente, giusto il tempo che Rina le schizzasse addosso. Senza pensarci due volte la ragazza baciò appassionatamente le labbra della maga del serpente, che non seppe come reagire e rimase ad occhi spalancati, mentre Rina cercava di arrampicarsi sul suo corpo.
«Naga, amore mio...» «AMORE CHEEEEEE??????? FATEMI VOMITARE!!!!!!!!!» La donna cercò quasi invano di togliersi di dosso la ragazza.
Intanto, un altro personaggio rifece la sua comparsa in scena. «A tutto c’è una spiegazione!» disse Xellos, con il solito ghigno sulle labbra. Ma forse era troppo tardi, perché intanto anche Zelgadiss sorseggiò, non curante della situazione, il famoso cocktail…
 
 

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Capitolo 4
*** Terzo capitolo ***


IL CAPRICCIO DI AFRODITE
 
TERZO CAPITOLO

 

«Bè, dovete sapere che l’intruglio “Capirccio di Afrodite” è una bevanda molto particolare… infatti la leggenda vuole che per ovviare la moltitudine dei propri abitanti e alle scarse risorse della città di Amodos… un chierico potente di Obsel decise di creare una pozione in grado di fare innamorare due persone dello stesso sesso. L’intendo era quello di salvaguardare l’amore e la ricchezza per tutti.» disse il mazoku dal caschetto viola.
«Zell, sputa quella roba!- disse Amelia molto agitata, ma la ragazza non fede in tempo a fermare la chimera – Chiudi gli occhi, Zell!» gridò la principessa. In un lampo ella prese una bandana di stoffa nera e la legò agli occhi della chimera.
«Amelia, che fai?» disse Zell molto turbato. «Ti ho salvato, Zelgadiss.san, per l’amor del cielo non toglierti la benda…» rispose prontamente la principessa di Sailune che gli avvinghiò a piova e gli ripetè le parole del demone. «Ca**o, mi doveva capitare anche questa… mi volete proprio bene: ora Golem, Demone, Uomo e frocio/cieco, non ho bisogno solo di una cura ma di un miracolo.» imprecò la chimera.
Naga era riuscita a svincolarsi da Rina legandola ad una sedia. Mentre Gourry non aveva capito nulla di quello che stava succedendo e, assetato come un dannato, iniziò a bere il cocktail… ma stranamente non gli accadde nulla, quando all’improvviso Xellos gli apparve di fianco.
«Vediamo un po’, perché non ha fatto effetto su di te, Go…» ma non fece in tempo a finire di dire Gourry che fu avvinghiato dal biondo (effetto ritardato). «I love you, Xellos!- disse il cavaliere grondante di cuoricini e di amore- Voglio vivere una vita felice piena di pace e amore insieme a te!» «Noooo, amore pace gioia, rischio col rimetterci…» disse il mazoku disgustato, ma non riuscì a svincolarsi da Gourry che lo tratteneva di potenza e il suo amore per il demone aveva innescato una travolgente passione negli occhi del demone... che per un attimo trasalì
«Xellos, in che diavolo di condizione c'hai messo? Io, Amelia principessa di Sailune, paladina della giustizia ti ordino di fare cessare questo casino..." disse Amelia con voce altisonante... (mentre quelli della locanda iniziarono a domandarsi il perchè di tanta premura... se erano gay...). Il mazoku riuscì a malapena a pronunciare qualcosa su di una cura in un tempio diroccato ad ovest ... che sparì insieme a Gourry.
 
 
 
 
 
 
 
 
 

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Capitolo 5
*** Quarto capitolo ***


IL CAPRICCIO DI AFRODITE
 
QUARTO CAPITOLO

 

…che sparì insieme a Gourry, per ricomparire vicino all’oste del locale. «Mi scusi buon uomo, avete una camera libera per me e il mio amico?» disse con un sorriso malizioso.
Amelia guardò il demone inorridita: «Xellos, sapevo che eri infido, spregevole e ingannatore, ma non che eri frocio!» «No no, Amelia-san!- Xellos agitava l’indice sinistro in segno di diniego- Noi demoni non abbiamo sesso, come dire, che uomo o donna per noi non fa differenza! E poi non voglio perdermi la reazione di Gourry quando se tornerà normale ih ih ih!»
Gourry era avvinghiato alla caviglia di Xellos e gli mormorava parole dolci: «Amore, che gioia stare qui con te!» mentre Xel iniziava ad avere mal di testa.
«Ora basta!- prese un fazzoletto di stoffa e imbavagliò Gourry- E non voglio più sentir parlare di amore, di gioia, solo di perversione!» e si teletrasportò con lui in camera.
Naga, Zell e Amelia, gli unici “normali” rimasti, erano seduti attorno a un tavolo. Naga chissà perché aveva indossata una maschera in fretta e furia, ed era da qualche minuto buono che non rideva più.
Amelia invece era in preda al panico: «Che facciamo, Zell, che facciamo?! Qui la situazione è tradiga!»
Rina si divincolava furiosamente sulla sedia, mormorando cose indicibili, e ogni tanto Naga era costretta ad aggiungere qualche metro di corda. «Visto che Gourry per stanotte è, ehm, occupato- disse Zell- dobbiamo cercare una cura domattina, sempre che Xellos non ci abbia torati il solito bidone.»
«Ragazzi!- Naga attirò l’attenzione dei due- vi pago quanto volete ma per stanotte tenere Rina a 10 kilometri da me! Amelia, ehm, ragazzina, perché non controlli tu questa assatanata fino a domattina?»
«Ok, ma mi sa che per stanotte le corde non basteranno.» «Amelia, per favore, ordina una camera per me- disse Zell- il più lontano possibile da quei due!» infatti si udivano strani rumori provenire dalla camera di Gourry e Xell.
Quella notte Amelia era l’unica che dormiva come un sasso. Rina, legata al letto affianco alla principessina con delle manette e la catena di un’ancora, era in preda ad un sonno inquieto e ogni tanto mormorava il nome di Naga. L’oggetto del desiderio di Rina, invece, non riusciva a prendere sonno e teneva un occhio aperto e uno chiuso, temendo da un momento all’altra l’arrivo di una furia dai capelli rossi, benché fosse in una camera al lato opposto della locanda.
Zell, invece, dopo aver sonnecchiato per un po’, si era svegliato in preda ad un bisogno impellente. «Acc, e ora come faccio? Non devo togliermi la benda, potrei incappare in qualche maschio sonnambulo. Uhm, mi pare che in fondo al corridoio ci sia un bagno» La chimera uscì dalla propria camera e si avvicinò al fondo del corridoio a tentoni. Il bagno era situato proprio lì, alla sua destra. Invece Zell aprì la porta a sinistra.
«Zel-chan, che ci fai qui? Vuoi unirti a noi?» disse Xellos. Zell urlò come una femminuccia. «Ehi Zel!- Gourry riuscì a parlare poiché Xell gli aveva da tempo tolto il bavaglio e non solo quello- Perché tieni quel fazzoletto sugli occhi? Stai giocando a mosca cieca?» e afferrò la benda della chimera...
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

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Capitolo 6
*** Quinto capitolo ***


IL CAPRICCIO DI AFRODITE
 
QUINTO CAPITOLO

 

«DANNAZIONE!!!» imprecò Rina, più furiosa che mai, cercando a morsi e divincolamenti vari, ad allentare la presa delle catene. «AMELIAAAAAAAA!!!!!! Ti prego!! Sono....ehm...sono tornata normale!! Slaccia ‘ste robe, ti scongiuro!!»
La principessa stropicciò gli occhi al suo fianco e si volse dalla parte della maga. La guardò per un attimo, poi si rigirò nel letto.
«AMELIAAAAAAAAAAAA!!!!.............uh?.......aspetta un........eh eh….FIRE BALL!!!»
La chimera si coprì in fretta e furia gli occhi con entrambe le mani, cercando di sfuggire alle mani voluttuose del biondino, che intanto l'aveva afferrato per le cosce e lo stava trascinando nel letto, dove lo attendeva anche il demone. «Oooh, Zell-chan! Come siamo schizzinosi! Dai, siamo tra amici....» «AMICI UN CORNO!!!» strepitò, cercando di guadagnare terreno verso la porta.
Xellos ebbe un'idea e si teletrasportò davanti a Zell. Il solo vederselo comparire davanti fece venire un tutffo al cuore alla chimera, che cadde sia per lo spavento che per il forte strattone di Gourry. Ma quando riaprì, gli occhi..... non ebbe un solo viso davanti.... entrambi gli uomini lo stavano fissando, entrambi sorridenti, entrambi... entrambi...... il cuore di Zelgadiss era in tumulto, il cocktail iniziava a sortire degli effetti, dovette prendere una decisione, dovette scegliere la persona che gli era più cara.... e.... non bastò un attimo che la sentenza fu decisa.
«XELLOS, AMORE MIO!!!!!!»
«Oooooh, Zell-chan.......ehm......Zell-chan....CHE SCHIFO!!!!!» (si vede che la loro rivalità si  era tramutata in qualcosa di diverso... anche perchè ki odia ama^^)
«Xellos... - sussurrò Gourry all''orecchio del demone - ora abbiamo compagnia... che ne dici se... pss pss...»
« Menage a trois? Uhm...e Zell... eh eh.... lo so io che parte fargli fare...» dise beffardo il demone.
Naga era ormai stremata dal sonno e dovette autoconvincersi che Rina era fuori gioco, e la convinzione fu tanta che gli occhi le si chiusero automaticamente.Sognava di essere in un' enorme distesa praterica e combattere contro alcuni demoni. Poi ad un tratto... una magia di fuoco... forse non fece in tempo a schivarla, forse non aveva calcolato le distanze oppure... non sapeva il perchè... ma faceva tanto, taaaanto caldo....
«Suvvia Naga.....lascia che mi diverta un po' con te...»
E questa frase...da dove spuntava?
La maga stropicciò lentamente gli occhi, e subito dopo percepì un peso sul suo corpo... già, un peso... a cavalcioni... sulle sue cosce...
«Dai Naga....sfoghiamo il nostro amore...»
Ci vollero circa cinque secondi prima che la maga del Serpente si accorse che la maga del Dragon Slave le era addosso.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

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Capitolo 7
*** Sesto capitolo ***


IL CAPRICCIO DI AFRODITE
 
SESTO CAPITOLO

 

«AAAAAAAAAAH!»
Naga si alzò a sedere di scatto, riuscì a divincolarsi e assestò un pugno in faccia a Rina, mandandola a schiantarsi sul pavimento.«STAMMI LONTANA! Già normalmente sopportare la tua presenza è difficile, ma adesso sei proprio fuori come un balcone!»
Rina si mise a sedere e iniziò a massaggiarsi la mascella dolorante, mentre dai suoi occhi iniziarono a sgorgare delle lacrime.
«Vuoi dire che non mi vuoi bene?» piagnucolò, la testa bassa e gli occhi fissi sul pavimento. Il comportamento di Rina colse Naga di sorpresa. Era la prima volta che la vedeva così triste, così vulnerabile…
«VUOI DIRE CHE NON MI VUOI BENE?!» Rina aveva smesso di piangere, si era alzata, e il suo sguardo prometteva un Dragon Slave entro cinque secondi.
«Ah, ecco…» Naga riflettè sul modo di uscire fuori dall’impaccio. «Ma ceeeeerto che ti voglio bene, tesoro! E’ solo che… sono molto timida e le tue… attenzioni speciali verso di  me.. mi hanno spaventata. Sai, io non voglio consumare prima del matrimonio.»
Rina sbattè gli occhi a più riprese. “Naga vergine?” pensò.
«Speriamo la beva… senti, se vuoi possiamo essere..ehm… amiche speciali… ma io per il momento vorrei fare solo lunghe passeggiate mano nella mano.»
Un grosso gocciolone comparve sulla fronte della maga con i capelli rossi.
Amelia si era svegliata con una gran sete. D’istinto guardò alla sua destra e si accorse che la sua amica non c’era più: le catene che la legavano erano completamente fuse. La ragazza si alzò con un sospiro. «Che seccatura.»
Mentre attraversava il corridoio diretta alla stanza di Naga, Amelia sentì, la voce di Zelgadiss provenire dalla camera di Xelloss e Gourry. Il panico si impossessò di lei.
«XELLOSS, COSA STAI COMBINANDO?!» La principessa entrò come una furia nella stanza, e si schiantò contro Zelgadiss. La chimera era vestita con un completino di pelle nera, gli stivali di cuoio e le calze a rete, una bandana gialla ad avvolgergli i capelli. Gli altri due ragazzi erano decisamente meno vestiti.
Amelia si voltò verso Xelloss e lo fissò con uno sguardo pieno di odio.
«Non essere così arrabbiata, Amelia-san. E’ lui che è entrato nella stanza per sbaglio, io non c’entro niente.» La ragazza gli puntò contro un dito, tremante d’ira.
«Tu…- d"improvviso il suo viso cambiò espressione e si distese in un gran sorriso - L"hai voluto tu, Xelloss-san.» e iniziò a recitare il più lungo e caramelloso discorso sulla giustizia noto a memoria d’uomo. Xelloss assunse un colorito verdognolo, si accasciò a terra e fu costretto a teletrasportarsi altrove per non soccombere.
«Amore, no! Non te ne andare!!» urlarono Gourry e Zel all’unisono.
“Un giorno mi ringrazierete.” pensò Amelia mentre li metteva a nanna con uno sleeping. Uscendo dalla stanza andò a sbattere contro Naga, che stava correndo tenendo per mano una sorridente Rina.
«Giusto te cercavo, neanche la baby-sitter sai fare!» «Scusami, non è colpa mia… ehi, aspetta un attimo...dove ho già  visto questo viso?» Era la prima volta che vedeva Naga senza maschera.
«Senti Amel…ehm… ragazzina, non importa se è buio, dobbiamo andare subito in quel tempio a nord di cui parlava il tuo amico, io non ce la faccio più.»
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

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Capitolo 8
*** Settimo capitolo ***


IL CAPRICCIO DI AFRODITE
 
SETTIMO CAPITOLO

 

«Va bene, Gracia.» disse Amelia con la solita sbadataggine che la contraddistingueva... si scusò subito dello scambio di persona. “Ma io quella faccia l'ho già vista da qualche parte...”
Mentre Gourry e Zelgadis stavano in atteggiamenti molto poco convenienti ... Amelia, affranta,  iniziò a colpire di martellate la chimera gridando «Zell, ritorna in te , Onegai Onegai Onegai»
La chimera  iniziò ad essere sbattuta da una parte all''altra della locanda carambolando per ogni dove fino a che all'improvviso si fermò in aria e cadde a terra di sasso... distruggendo i piani sottostanti.
Gourry intanto dormiva con l''acconciatura di Sailor Moon .
Zel era caduto all''interno di una cantina della locanda e Amelia lo aveva inseguito fino alla fine dello squarcio , quando ad un tratto gli occhi di Zelgadis divennero Rossi Fuoco.
«Amelia TI VOGLIO , TI DESIDERO , TI PRETENDO per ME»
Zel più indiavolato che mai afferrò Amelia e la baciò con forza.
 
Angolo dell''autore
Lei_Magnus : Salve a tutti. Per spiegare il comportamento della chimera analizzeremo cosa è successo. Dato che Zelgadis è  solo per un 1/3 uomo, il filtro ha effetto solo in quella parte .... e ha scatenato uno strano comportamento tale che Zel diventa Maniaco Etero per 1/3 del giorno (parte demone) Normale per 1/3 del giorno (parte Golem) Gay per 1/3 del giorno (parte uomo condizionata dal filtro).
 
 
 
 
 
 
 
 

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Capitolo 9
*** Ottavo capitolo ***


IL CAPRICCIO DI AFRODITE
 
OTTAVO CAPITOLO

 

Amelia era intrappolata come in una morsa nell’abbraccio di Zelgadiss, che la baciava dappertutto.
La principessa non sembrava molto sofferente. “Però come è bono Zel col completino di pelle… ma che vado pensando! Una paladina della giustizia come me non può approfittare dell’infermità  mentale di una persona!" «MONO VOLT!»
Zelgadiss, colpito dalle scariche ellettriche, mollò la presa. Amelia lo colpì con un altro Sleeping.
«Speriamo che questo duri abbastanza perchè io riesca ad ammanettarlo… Grac- ehm, Naga-san, per favore puoi prendere due cavalli dalla stalla della locanda? Dobbiamo trasportare via di qui questi due pazzoidi!»
«Ok, ragazzina, ti chiami Amelia, giusto?» (incoronata attrice da premio oscar)
Ormai era quasi l’alba. Amelia e Naga erano da tempo uscite dalla locanda in direzione del tempio, dopo aver sistemato sui cavalli Zel e Gourry a mo’ di sacchi di patate. Entrambi i ragazzi erano più che indecenti: Zelgadiss col suo abbigliamento da prostituta, Gourry in perizoma e capelli sempre acconciati alla Sailor Moon.
Rina, invece, trotterellava dietro a Naga e con voluttà  le osservava il posteriore.
«Naguccia, my love, sei sicura di voler rimanere vergine?»
«Si, amore.»
«Ma non posso neanche toccarti le tette?»
«No, amore, nella nostra relazione deve esserci rispetto! (a bassa voce) Come è facile farla fessa OOOOHOOOHHHOO!»
La chimera, in quel momento, si svegliò di soprassalto ma, poichè era legato come un salame, non riuscì a muovere un muscolo. «Dove sono? Cosa è successo? CHE CI FACCIO VESTITO DA PORNOSTAR?!?!?»
«Zel, sei tornato in te!- disse Amelia - Ma.non ti ricordi niente di quello che è successo stanotte?»
«Mmmmh…- Zel aveva un forte mal di testa - …ho fatto un sogno strano, anzi orribile! Ero in camera con Xelloss e Gourry e… no, è troppo orribile!»
«Ehm, Zel, non era un sogno ^____^»
«NOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO-»
Amelia pensò: “Dunque, quindi Zel è in parte normale, in parte frocetto, in parte sex machine?... quando torna sex-machine?!? ^_^
«-OOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO!!!!! *blink* Xelloss, dove sei?! Avevi detto che mi colpivi col frustino!! Ti voglio!» La principessa sospirò. “Aridaglie…”
Ad un certo punto Naga scivolò su di una pozza d’acqua e cadde all’indietro sbattendo la sua capoccia contro quella di Rina. «Uff, Naga, pesi più di un bisonte, togliti di dosso!»
Naga si girò e abbracciò la maga. «Rina-chaaaaaan! Ammoreeee! Lasciati affogare tra le mie tette!»
«NOOO! AIUTOOO! Ame, dammi una mano invece di guardare!»
Ma Amelia non fece nulla e si limitò a pensare: “Curioso! Con lo scontro delle teste si è invertito l’effetto dell’incantesimo.”
«Ehi, ragazzi, siamo arrivati!» La principessina aveva scorto in lontananza un enorme tempio diroccato. Lasciò Rina e Naga per terra che si rotolavano e corse nella direzione dell’edificio, ma non riuscì neanche a varcarne l’entrata che fu spinta all’indietro da una forza misteriosa.
Apparve una strana figura fluttuante. «Sono lo spirito del gran sacerdote di Obsal! Sciocca eterosessuale, come hai osato cercare di penetrare nel mio tempio?!?»
Amelia si grattò la testa. «Ehm, mi perdoni, gran sacerdote, ma cercavo solo una cura per i miei amici contro gli effetti del Capriccio di Afrodite
Il gran sacerdote sorrise. «Vuoi l’antidoto, eh?BWAHAHAHAHA non credere che sarà così semplice, prima tu e i tuoi amici dovrete superare tre prove, e fino ad ora nessuno ne è uscito vivo WAHAHAHAHAAHHA!»

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Capitolo 10
*** Nono capitolo ***


IL CAPRICCIO DI AFRODITE
 
NONO CAPITOLO

 

«Di cosa trattano queste tre prove?»
Il gran sacerdote si lisciò la lunga barba bianca e stette a guardare il cielo... osservò le nuvole...le cime degli alberi... gli uccellini volare...
«VORRESTI DIRMI CHE NON SAI NEMMENO TU COSA SIANO ‘STE PROVE?!?» sbraitò la pricipessa, strozzando immancabilmente l''anziano.
Tossendo un poco e ricomponendosi come meglio poteva, assumendo un contegno nobile e rispettabile, continuò a lisciarsi la barba. «Cough cough...ragazzina, non è questo il modo per... ehm, salvare i tuoi amici... rispetto cara, tanto rispetto... comunque... NON E' AFFATTO VERO CHE NON CONOSCO LA TRE PROVE MA......!!» il vecchio si fermò tutt'un tratto preso dall'osservare il terriccio sulla punta dei suoi calzari.
“Ehm, come faccio a dirle che... l'età, gli acciacchi, insomma......" pensò il vecchio, mentre Amelia osservava sempre più inorridita le due compagne rotolarsi nella terra, a suon di rumorosi schiocchi di labbra e cazzoti vaganti.
«Senta, si capisce benissimo che non si ricorda di queste tre prove… ma come può constatare la cosa è abbastanza grave.»
«OH! Non lo metto in discussione, in effetti quella donna ha un gusto di vestire mooolto pittoresco...»
«VECCHIACCIO!!! Adesso basta fare la brava ragazza! Cosa devo fare per le mie amiche?!? Parla o giuro che... che la GIUSTIZIA interverrà!!»
Il vecchio, al solo sentire la parola giustizia, balzò indietro e iniziò a respirare affannosamente «tu tu tu tu tu tu... saresti… sei Amelia Will Tesla Seilune!!!»
«E-S-A-T-T-A-M-E-N-T-E! E se non ti muovi a dirmi che diavolo devo fare... LE FORZE DEL BENE INTERVERRANNO AL POSTO MIO!!!»
Il sacerdote si ricompose e riprese a lisciarsi la barba, nervosamente. «Ecco... diciamo che… le prove...te le spiegherò strada facendo.»
“E’ già un buon risultato.” pensò la principessa, che con la coda dell''occhio teneva sotto controlo le due fameliche bestie alle sue spalle, di cui Rina stava letteralemtne affogando nelle prosperità  di Naga, la quale a sua volta stringeva all''ultimo respiro la ragazza.
«Amore mio, tra poco la luna sarà di nuovo alta e la notte tornerà giovane...»
«NAGA, VAI A FARTI FOTTERE!!! Eppoi PURTROPPO mi ricordo perfettamente ciò che mi hai detto: non volevi mantenere la tua verginità?»
Naga allentò la presa per un attimo, il tempo di pensare... poi riabbrecciò con tutte le sue forze la maga, sospirando vistosamente.
«Per te, Rina amore mio, sarei disposta a perdere ANCORA UNA VOLTA la mia verginità ...»
«LO SAPEVOOOOOO!!!!!!!!!»
 
 
 
 
 

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Capitolo 11
*** Decimo capitolo ***


IL CAPRICCIO DI AFRODITE
 
DECIMO CAPITOLO

 

Rina si era davvero stufata di avere il campo visivo oscurato dall’enorme davanzale di Naga.  La accecò con un Lighting, riuscì a svincolarsi da lei e, prima che si riprendesse, le aveva già  lanciato un Dill Brand addosso. Naga fece solo in tempo ad urlare: «Ti amooooo!» prima di essere scaraventata in aria.
La maga osservava la sua amica allontanarsi sempre di più, finchè non diventò soltanto un puntino all’orizzonte. Si asciugò una lacrima con un dito.
«Addio, Naga, mi mancherai… si, si, come no.» Rina scoppiò in una fragorosa risata.
«Sei stata crudele, Rina-san!» «Ma se tempo un paio di ore e ce la ritroviamo di nuovo tra i piedi!» 
La rossa posò una mano sulla spalla di Amelia. «Non perdiamo tempo. Non sono stata, ehm, molto in me in queste ultime ore, sono stata sempre appresso a quella arpia quindi ricordo poco, potresti spiegarmi in breve cosa è successo?»
Le due ragazze si sedettero su di una pietra del tempio e Rina venne informata degli ultimi sviluppi. Finito il racconto, la maga rimase a lungo pensierosa
«Allora, fammi capire…»
«Si?»
«Gourry è diventato gay senza rimedio, Naga pure, e Zel, da brava chimera quale è, ha tre personalità  diverse a piacere?»
«Proprio così.» Amelia si voltò a guardare Zel che  si divincolava cercando di liberarsi. La principessa non voleva sapere in che stato era adesso
«E perché cerchiamo la cura proprio qui?»
Amelia sbattè più volte gli occhi, non capendo dove l’amica volesse arrivare. «Ma Xelloss ha detto  il tempio…» «Xelloss ha detto che la cura si trovava in un tempio diroccato AD OVEST. E se guardi la posizione del sole ti accorgerai che siamo ad EST della locanda.»
Amelia continuava ad essere poco convinta, poi all’improvviso le arrivò un’illuminazione: «Ci sono DUE templi ad Amodos?»
«Certo, ragazzine, perchè, non lo sapevate?- Il sacerdote di Obsal, non sentendosi preso in considerazione da dieci minuti buoni, si era deciso ad intervenire nella conversazione. -Secoli orsono, oltre al dio Obsal in questa città si venerava anche la dea Yag. Ma presto i sacerdoti delle due divinità entrarono in conflitto e, per mia fortuna, le vestali di Yag furono scacciate. Il loro tempio è disabitato da tempo… solo il fantasma di una sacerdotessa racchiona che si ostina a infestare il luogo… »
“Non che in questo tempio ci sia di meglio…” pensò Rina.
«Ehi, aspetta un attimo!- Amelia era in preda ad atroci dubbi - Perché mi hai detto che nel tuo tempio avrei trovato una cura per i miei amici?!?»
«Per due motivi: il primo è…- il sacedote si accarezzò la barba a più riprese e prese ad osservare il sole che faceva da capolino tra le montagne.       
Un grosso gocciolone comparve sulla fronte di Amelia. «Non ti ricordi NEANCHE cosa c’è nascosto nel tuo tempio, vero?»
Rina cadde con la faccia per terra, mentre il sacerdote aveva preso a singhiozzare.
«E il secondo?» Amelia stava perdendo la pazienza. Il sacerdote scoppiò in un pianto dirotto.
«BUAAAAAAH!!! Nessuno mi fa mai compagnia, mi sento solo! Gli abitanti di Amodos pensano solo ad organizzare gay pride e nessuno che venga a trovare il caro vecchio fantasma locale! BUAAAAAH!»
Rina ed Amelia diedero delle pacche compassionevoli al povero vecchietto(come fantasma era abbastanza consistente).  
Si udì un tonfo. Zel era riuscito a scendere da cavallo e stava cercando di togliersi le manette. Le due ragazze cacciarono un urlo.
«Non preoccupatevi, per il momento sono normale! Ma prima che ridiventi qualsiasi cosa vi avverto: lasciate perdere il rincoglionito per ora, prima ridiventiamo etero meglio è. al tesoro di Obsal ci pensiamo dopo!»
Alle parole di Zel, il rincoglionito prese a piangere più forte di prima.
«Coraggio, coraggio...» Amelia gli aveva messo un braccio intorno al collo. «Possiamo portarlo con noi, che mi fa tenerezza?»
 
 
 

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Capitolo 12
*** Undicesimo capitolo ***


IL CAPRICCIO DI AFRODITE
 
UNDICESIMO CAPITOLO

 



«Non se ne parla nemmeno!» esclamò Rina, dirigendosi indietro verso la città.
«Ma Rina,- fece Amelia intenerita dai singhiozzi del fantasma- non ti fa pena?» «Per nulla!- ribattè l’amica, rivolgendosi poi a Zelgadiss, lì accanto - E tu ricomponiti che sei indecente!» Così dicendo ritornò a voltarsi indietro facendo per andarsene quando venne improvvisamente bloccata da come una barriera, venendo respinta indietro da una forte energia.
«Ma che succede?» fece seco, voltandosi verso Amelia ed il vecchietto che ghignò. «Povera ragazza, mi spiace dirvelo ma non potete andarvene!»
«Cosa?!- esclamò la maga - Che vuol dire che non ce ne possiamo andare?!
«Mi sono scordato di dirvi che il tempio è colpito da una maledizione che costringe chiunque vi entri a non potersene andare senza aver superato le tre prove!» «Che cavolo stai blaterando!?» ringhiò Rina afferrandolo per il mantello, mentre il vecchietto fece per ritirarsi indietro, difendendosi. «Non è colpa mia, così sono le regole!» sorridendo appena, quasi ne fosse compiaciuto.
«E chi l’ha stabilita questa regola idiota, di grazia!?» disse la ragazza, quasi volendoselo mangiare. Intanto Gourry  si era svegliato, legato come un salame sul suo cavallo, cominciando a chiamare Zelgadiss con parole sdolcinate. Quest’ultimo, percorso da un brivido freddo lungo tutto il corpo, cercò di far finta di ignorarlo, evidentemente imbarazzato di fronte ad Amelia, che non la smetteva di fissarlo con un misto di compassione e desiderio.
«Sai Zell,- disse quest’ultima colma d’amore negli occhi- anche così non sei male!» «Amelia, ti prego...- fece il ragazzo disperato- non infierire ulteriormente.»
«Allora!» disse intanto Rina, al vecchio che pareva essersi addormentato.
«Bè, dicevamo…-- fece egli ridestandosi- dicevamo della regola, vero? Bè, dovete sapere che l’ho inventata io!
Era la goccia che fece straboccare il vaso! Rina si sentì percorsa da una rabbia irrefrenabile e non potè trattenersi dal sfogarla su quello che ora vedeva più che mai come uno stucchevole vecchiaccio!
«Ti faccio vedere io che cosa succede a prendersi gioco della grande Rina!» urlava, contorcendolo e torturandolo, mentre questi supplicava pietà.
«Dai basta, Rina!- fece Amelia felice più che mai di avere un’occasione per essere costretta a restare con Zel, impossibilitato a cambiarsi e prossimo all’ennesima trasformazione - e che trasformazione aspettava Amelia, secondo i suoi calcoli.
«Ascolta la tua amica!- supplicò il fantasma- Non è colpa mia, l’ho fatto perchè nessuno veniva mai a trovarmi ed era l’unico modo per costringere la gente a restare!»
«Ci credo che non venisse nessuno!- fece ricomponendosi Rina.- Comunque sia non voglio restare qui un attimo di più ! Ne ho abbastanza di questa città e dei suoi abitanti!» Così dicendo si diresse verso laddove c’era la barriera e fece per evocare la Laguna Blade, quando comparve tutto ad un tratto Xelloss.
«No, Rina! Non ti consiglio di farlo, altrimenti romperai l’incantesimo che regge questo tempio e non avrai altro modo per trovare un antidoto di contro il Capriccio di Afrodite!»
«Xellos tesoro!- esclamò amorevolmente Rina, avvicinandoglisi con amore e afferrandolo per il collo, cominciando col strozzarlo -Demone da quattro soldi, come osi presentarti di nuovo dopo che ci hai cacciato in questo pasticcio!?»
«Lascia che ti spieghi…» implorò questi con piacere masochista.
«Cos’altro hai in mente?» fece la maga, lasciandolo ma non facendosi ingannare.
«Xelloss amore mio!» esclamò tutto ad un tratto Gourry balzandogli addosso.
«Amelia, ma come ha fatto a liberarsi?!- domandò Rina cercando Amelia ed accorgendosi che era sparita, come pure Zelgadiss. - Ma che sta succedendo?!» Fece la maga guardandosi attorno, mentre vide avvicinarsi a Xelloss e Gourry il vecchiaccio, con la bava alla bocca e gli occhi allucinati.
«Ragazzi…- sbavava- fatemi unire a voi!»
«Dovremo pure ricompensarlo, non trovi caro?- osservò Gourry stringendo Xelloss per terra - Visto che mi ha aiutato a liberarmi!»
«Certamente!» fece il demone con sadico piacere.  
Rina non stava più nella pelle! Quel demone, quel vecchio schifoso.. e poi … e poi… E POI GOURRY!
Gridò a squarcia gola. «Non te lo permetterò MAI! MEGA BRAND!»
L’incantesimo colpì tutti e tre e quando la luce si fu dileguata né il vecchio né Xelloss c’erano più, solo Gourry, steso al suolo e un pò bruciacchiato, privo di sensi.
«Chi l’avrebbe mai detto che mi sarei arrabbiata tanto…» mormorò seco Rina, guardando l’amico malconcio.
 
 

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Capitolo 13
*** Dodicesimo capitolo ***


IL CAPRICCIO DI AFRODITE
 
DODICESIMO CAPITOLO

 



Nel frattempo però Rina osservò che Naga in qualche modo era riuscita a volare via dal tempio, sebbene fossero bloccati lì. Iniziò dunque a pensare a cosa avrebbe potuto combinare affinchè risolvesse il problema. Dopo un po’ venne alla deduzione che lo scudo attorno al tempio probabilmente in alto non c’era, altrimenti il volo dell’amica non si spiegava. L’unico problema era che da solo non avrebbe potuto portare seco sia Guido che i cavalli e che necessitava assolutamente di Amelia e Zelgadiss. Mentre Guido si riprendeva sbrindellato sul pavimento, Rina cominciò a cercare furtivamente Amelia e Zelgadiss. Dopo poco stadio li trovò sul pavimento a fare bislacche pose copulative che, tra le altre cose, vagliò oscene. Quando venne gli impartì di smetterla e di rivestirsi, dacchè non si sentiva assolutamente costretta a guardare Amelia livida dal sesso e Zelgadiss famelico di tettame.
Così li riportò al punto di origine, facendo ridestare Guido con qualche cinquina e attirando i cavalli che le iniziarono ad andare sui nervi. Poi, dopo aver spiegato il suo piano, ribadì al gruppo: «Bene, adesso tu, Amelia, e Zelgadiss mi dovrete aiutare a tirare su i cavalli d Guido. Inizieremo con i cavalli.»
Così in tre presero un cavallo e iniziarono ad alzarlo. Rina lo prese per il collo, Zelgadiss per la pancia e Amelia sostenendone l’ano. Tuttavia a metà volo il cavallo si imbizzarrì per via della grossa altitudine e iniziò a nitrire, nonché a tirare calci con gli zoccoli e, arrivato al culmine della smania, iniziò a rigettare dal posteriore materie fecali che andarono dritte in faccia ad Amelia che, perso ogni controllo, cominciò a precipitare assieme alle cacche e cadde esattamente sulla testa di Guido, che non aveva ancora realizzato che rimanere in quel luogo sarebbe stato pericoloso.
Comunque Rina impavida continuò e finalmente riuscirono a tirare, assieme alla chimera, il primo cavallo. Così fece anche per il secondo, questo volta però non chiedendo nemmeno aiuto ad Amelia, capendo che costei era troppo impegnata a recuperare il maquillage della faccia.
Infine tirarono fuori anche Guido. Quindi Rina proferì: «Finalmente siamo riusciti a uscire da questo stupidissimo tempio ove sicuramente non vi era alcunché di interessante e, inoltre, mi sono potuta risparmiare le tre prove che sicuramente sarebbero state bazzecole per me, ma visto che mi trovo insieme a tre stolti, ci sarebbero stati grossi problemi.»
«E ora cosa facciamo?- ribadì Amelia continuando- Dove possiamo trovare il filtro dell’eterna eterosessualità?»
«Amelia!- rispose furibonda Rina- Noi cerchiamo il metodo per tornare normali, quindi se tu un giorni diventerai omosessuale per forze maggiori, potrai strusciarti anche con quella gnoccolona di Naga!»
«Naga? Già, quella ragazza mi era un tantino famigliare. Assomigliava tanto alla mia povera sorellina Gracia.» miagolò Amelia un po’ triste.
«Ebbene, ora ci incammineremo per il bosco, in cerca di nuove speranze!» proclamò Rina saltando su un cavallo.
Così, si incamminarono con Amelia che venne nuovamente aggredita da Zelgadiss e che iniziarono a rifare atti sessuali piuttosto raccapriccianti su un cavallo, accompagnati da gemiti e un love talking scurrile e grottesco. Nel mezzo del cammin si ritrovarono per una selva oscura e sentivano un lieve rumore di urli provenienti, come bene ipotizzò Rina, da una caverna.
Dovevano assolutamente trovare il bandolo della matasse e si misero ben bene a cercare, finchè non trovarono l’ingresso di una gigantesca grossa; poi Rina disse: «Si sente bene. R’ questa la foce di questi orripilanti rumori. Suvvia, andiamo a scoprire di cosa si tratta!»
Proprio in quel momento Zelgadiss abbandonò Amelia e attaccò Guido che, a sua volta, iniziò dolcemente a godere dell’indole di cui da tempo necessitava. Amelia intanto ribadì a Rina: «Io ho paura di entrare. Ci saranno senza dubbio pipistrelli, mostriciattoli. Questa porta mi dà tanto il senso di qualche orgia satanica. E’ meglio non entrare!»
«No, bisogna entrare, anche perché le stupide risatine provenienti dal didietro mi ricordano tanto la tua sorella Gracia!» rispose Rina ironicamente.
«Gracia? Ma come ti permetti, la mia adorata sorellina non sarebbe mai stata così scostumata!»

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Capitolo 14
*** Tredicesimo capitolo ***


IL CAPRICCIO DI AFRODITE
 
TREDICESIMO CAPITOLO

 



Il gruppo continuò a percorrere la caverna… una caverna senza fine. L’uscita sembrava fosse una chimera (non stiamo parlando di Zell…). Quando ad un certo punto Lina si fermò e si accorse di una statua che prima non aveva notato… la statua rappresentava il vecchio chierico di Obsal.
«Lina, ma dove stiamo andando?» chiese Amelia con la solita voce petulante.
«Amelia, noi stiamo andando….- dicendo queste parole la maga si mise alle spalle di Amelia, per poi prenderla per il collo -  DA NESSUNA PARTE! SE NON FOSSI STATA TANTO IDIOTA NON AVREMMO SBAGLIATO TEMPIO!» urlò Lina molto infuriata, stringendo forte il collo della paladina della giustizia. Tutto faceva supporre che l’avrebbe uccisa… quando ad un tratto lasciò andare la principessa che riprese conoscenza.
«Ma Lina, ho fatto solo un errore!» disse Amelia con la poca voce che aveva in corpo.
«Sei una buona a nulla, e poi stai zitta che forse ho trovato la soluzione.» disse la maga dai capelli rossi, seccata dalla petulanza di Amelia.
La rossa si mise inposizione per castare un terribile incantesimo.
«No, Lina, il Dragon Slave non qui!» gridò Amelia inpreda al terrore e cercando un riparo.
 
Stelle che risplendete in mezzo alla notte più nera
In nome del più antico patto della Terra
Vi prego al mio comando di concedermi il potere dell’oscurità
 
Fearis Breed!
 
Si creò una crepa nella parete di fronte alla maga e una colomba oltrepassò il varco.
«Lina, sei sempre la migliore!» disse Amelia sviolinando un po’
«Amelia, forza, ti prendi Zell che io prendo Gourry. RAYWING!»
Il gruppo riuscì finalmete a uscire dalla caverna e si mise in marcia versio il tempio che avrebbe concesso loro la guarigione sperata.
Lungo il cammino però fece la sua apparizione un tizio vestito con una giacca di pelle, i capelli lunghi di colore rosso, con in mano uno scettro color cremisi.
«Io sono Pyrokar, e sono qui per punirvi in nome di Obsal!» disse lo straniero.
«Io sono Lina Inverse, esponici le tue intenzioni oh straniero, ma sappi che se vorrai combattere non ci tireremo indietro.» disse Lina con molta fermezza.
«Stolta mortale, la pgherai per questo affronto. Subirai le ire del fuoco divino di Obsal!» disse lo straniero e con strani gesti iniziò ad evocare qualcosa.
 
Obsal, infondimi il potere
Libera il fuoco delle catene
Distruzione presto giungerà
Allo stolto che affrontarmi vorrà
 
Un cerchio di fuoco si espanse da Pyrokar verso il gruppo degli Slayers…
Intanto dall’alto si sentì arrivare un missile… no, un razzo. No, un meteorite… NO, NAGA!
«Naga?!» sì, proprio lei, Naga, e arrivò giusto tra le braccia di Lina, che sbattè la faccia a terra… e riprendendo conoscenza disse «Naga, tesoro mio… mi dispiace per te, ma ora devi morire.»
Lina scaraventò in alto naga con la magia per poi, quando si trovò all’altezza del suo pugno, gridare «Pugno segreto della Naga nascente!» (Naga è anche un serpente con sembianze femmili, quindi ci sta bene come drago…) (citazione da Ranma, NdSabu)
L’evocatrice di golem finì tra le braccia di Pyrokar, che così perse la concentrazione per il suo incantesimo.


-Nota dell’autore-
 
Questi sono i guardiani del Tempio di Obsal:
 
Pyrokar=custode del fuoco divino
Tsunamikar=custode del potente maremoto  
Thunderkar=custode della folgore 
 Gheokar= custode della forza della natura

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Capitolo 15
*** Quattordicesimo capitolo ***


IL CAPRICCIO DI AFRODITE
 
QUATTORDICESIMO CAPITOLO

 



Naga era k.o., abbandonata tra le braccia di Pyrokar.
“Però, che strafiga, quasi quasi rimpiango di essere gay...” pensò il guerriero, poi si prese a schiaffi da solo per allontanare quel pensiero impuro e infne gettò via il corpo di Naga, come se fosse una cosa infetta.
Si rivolse a Rina. «Stolta mortale, io sono uno dei quattro guerrieri di Obsal, i protettori dell’omosessualità nel mondo, come hai osato indurmi così, in tentazione! Tu e i tuoi tre amici non vedrete l’alba di un nuovo giorno! Compagni, risorgete!»
Ci fu un terremoto che fece spaccare in due la terra sotto i piedi degli Slayers. Dalla faglia uscì un guerriero biondo e massiccio vestito in armatura verde e con un mano una mazza fatta di edera rampicante.
In cileo invece comparve una nuvola nera, che scatenò un improvviso temporale. Le gocce di pioggia, cadendo, crearono una pozza d’acqua sul terreno, che si addensò prendendo la forma umana di un ragazzo dai lunghi capelli corvini, vestito con una tunica blu da sacerdote.
Dalla nuvola si generò anche un fulmine che, appena toccò il suolo, fece comparire un tipo dalla capigliatura nera stile punk, vestito da metallaro con tutti gli accessori (borchie, cinture, ecc.) color oro.
«Siamo Gheokar, Tsunamikar e Thunderkar, ai tuoi ordini, Pyrokar-sama!»
Il guerriero del fuoco pensò al perché lui non avesse avuto un’entrata in scena così figa, poi ci rinunciò e indicò Amelia, Zell e Gourry. «Uccidete questi eretici, alla ragazzina impertinente ci penso io!»
Amelia alzò la mano. «Mi scusi, signor Pyro, ma che minchia vuole? Siamo usciti da sto tempio di Obsal, sono tre capitoli ormai che cerchiamo di andare al tempio di Yag, a voi quattro idioti che vi frega?»
Pyro ci pensò su. «Bè. Non abbiamo un cazzo da fare, vi basta come risposta?- tutti lo guardadono malissimo – No eh? Il vero motivo è che vogiamo impedirvi di raggiungere il tempio di Yag, perché dovete rimanere tutti gay per sempre WAHAHAHAH! Ora basta perdersi in chiacchere, preparatevi a morire!»
Tsunamikar si avventò contro Amelia, Gheokar contro Zelgadiss e Thunderkar contro Gourry, mentre Pyrokar tentava di arrostire Rina con il suo solito colpo di fuoco.
Tsunamikar concentrò le sue energie su di una grossa gemma che portava sull’abito talare.
 
Obsal, quest’acqua maledici
Raccoglial in una sacra onda che colpisca e distrugga i miei nemici
E la mente e il cuor confonda!
 
Le gocce di pioggia ancora rimaste a terra, la rugiada sugli alberi e tutta l’acqua che era intorno si raggrupparono, formando una grossa onda che il guerriero scagliò contro Amelia.
La principessa semplicemente colì l’onda con una Freeze Arrow e questa si ghiacciò ctutta senza poter avanzare oltre.
Anche Gourry e Zell non ebbere difficoltà con i loro avversari: Zell (che al momento era normale) si accorse che i suoi incantesimi di terra erano molto più forti di quelli di Gheokar. Gourry con la Spada di Luce riuscì a respingere facilmente le scariche elettriche originate dalle borchie di Thunderkar, poi fece un occhiolino al ragazzo metallaro e tentò un approccio con lui.
Quella mezza calzetta di Pyrokar, invece, nulla poteva contro i Garv Flare e le Fireball di Rina. Resosi conto  che la disfatta era imminente, disse, rivolto ai suoi compagni: «Ragazzi, siamo costretti a rivelare la nostra vera identità. Trasformiamoci e facciamo tremare di paura questi sciocchi!»
«Ok, capo!» risposero in coro.
Pyrokar prese ad agitare il suo scettro, Gheokar si colì da solo con la sua mazza, Thunderkar incrociò le braccia tenendo davanti al viso le borchie che aveva ai polsi, mentre Tsunamikar fece risplendere la sua gemma.
«POTERE DI OBSAL! VIENI A ME!»
Tutti i guerrieri diventarono nudi. Rina e Amelia si coprirono gli occhi dal disgusto, mentre Gourry e Zell (tornato gay) sbavavano. Poi quattro idioti di Obsal vennero avvolti da un fascio di luce e, quando scomparve si ritrovarono… tutti e quattro vestiti alla marina retta!
«Sono Sailor Tsunami, padrone delle onde!»
«Sono Sailor Gheo, la terra è il mio elemento!»
«Il mio nme è Sailor Thunder e del fulmine sono il sovrano!»
«Sono Sailor Pyro, il paladino dei gay, il combattente che veste alla marinara, e sono venuto fin qui per punirvi in nome di Obsal!»
Rina e Amelia vomitavano in un angolo.
«Bleah, che schifo, con quei vestiti gli si vedono le mutande.»
«E le gambe pelose con le calze a rete, Rina, te le scordi?»
 
 

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Capitolo 16
*** Quindicesimo capitolo ***


IL CAPRICCIO DI AFRODITE
 
QUINDICESIMO CAPITOLO

 



«Rina, che cavolo facciamo?»
«Uhm, ho un''idea, non mi sembrano tanto furbi questi tizi... vediamo»
La maga si avvinò al capo del gruppo e lo stette a fissare per qualche istante. «Vorresti sfidarmi dunque...ma hai letto le regole?»
«Regole? Uhm,- fece uscire dal nulla un libretto - il regolamento del buon paladino dice di accettare le condizioni del nemico e farsi pestare... non mi sembra molto privilegiante...»
«Infatti ecco le mie condizioni, sarò breve e concisa: voglio sfidare uno dei tuoi! Se perdo, bè, rimarremo… uhm... rimarranno per sempre gay, altrimenti se vinco io ci lascerete in pace a tempo indeterminato.»
L'uomo ci pensò un po', poi annuì, del resto doveva attenersi al copione di ogni buono contro il cattivo.
Rina scelse. «Voglio combattere contro... uhm… coso, Pyros...»
«NON SONO UN POKéMON!!!» gridè l'uomo in questione. Egli si avvicnò alla ragazza, sfoggiando tutta la sua bellezza, passandosi una mano tra i capelli e lasciandoli svolazzare al vento. Appena si ritrovò davanti a Rina iniziò a recitare la formula di un incantesimo di fuoco. Creò una piccola sfera infuocata, che direzionò verso la rossa.... che parò il colpo senza meraviglia nè fretta.
«IL MIO TURNO!» E a volte bisogna pure stupirsi che in mancanza di tempo un Dragon Slave può essere richiamato in meno di un batter d''occhio.


«Rina-chan, dici che ci potremo fidarci?»
«Ame Ame... figurati! Non vedi che basta una mia occhiata per farli star buoni?»
Zelgadiss stava per avvinghiarsi a Gourry quando, entrambi sentirono lo sguardo gravoso della maga alle loro spalle. Promisero di stare buoni, quindi li slegarono.  
«Oh Zell... se solo fossi in modalità sex machine...» «E NO EH!! Zelluccio è solo mio!!!» gridò    Gourry di rimando. I tre litigarono furiosamente.  
Intanto la maga preferì isolarsi e, preso cuscino e coperta, si sistemò in un angolo lontano da rumori ed occhi indiscreti. Sembrava dovesse iniziar finalmente una bella dormita, quando la ragazza sentì un rumore di passi provenire da dietro di lei: Naga.
Inizialmente Rina non disse nulla in proposito, ma quando vide che la donna si distese al suo fianco, ebbe un qualche dubbio sulle sue intenzioni. «Naga... per favore.» ma la donna non disse nulla e restò semplicemente a guardarla.
Le due non mossero un muscolo, ma la stanchezza della ragazza si fece quasi subito sentire, il che le fece cambiare idea e preferì coricarsi piuttosto che continuare a fissarla inutilmente. Si rigirò    nelle coperte e le dette le spalle. Ma la ragazza non potè gustarsi un buon inizio nottata. Un paio di braccia si strinsero dolcemente atorno al collo di Rina, che d'impulso portò le sue mani su di esse.
Non ebbe però il coraggio di sciogliere quell'abbraccio tanto piacevole... gentile... forse era perchè era ancora sotto l''effetto della botta in testa, ma non si sarebbe comunque mai aspettata che Naga fosse così... calda... e presto si accorse che forse il calore era dovuto dal suo respiro, che da un po' di tempo si depositava regolarmente sulla pelle del suo collo.
No, non sapeva reagire. Non voleva reagire. Stava bene, era...piacevole...tanto quanto furono piacevoli le sue labbra premute gentilmente sulla sua spalla, dopo aver accuratamente scostato la maglia. Non...non DOVEVA! Ma come resistere? Era così difficile, per lei, che di tali emozioni, non aveva mai provate...  
«N-Naga...» mormorò al vento quando le sfilò la maglia dalla testa e prese a baciare il suo corpo esposto in parte alla rassicurante ombra e parte alla curiosa luna. Se la sua vita fosse dipesa dal suo silenzio, a quest'ora sarebbe già morta. Non le sembrava vero, ma in quei momenti Rina Inverse non sapeva reagire.
Mormorò qualcosa al buio, lo gridò più forte perché la sentisse. E la sentì.
Perchè non le fu più necessario ripetere.
 

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Capitolo 17
*** Sedicesimo capitolo ***


IL CAPRICCIO DI AFRODITE
 
SEDICESIMO CAPITOLO

 



«Naga, ti adoro, vieni fra le mie braccia…  BWAAAAAH!»
Rina si era messa ad urlare e si era rivestita in tutta fretta: si era accorta per la prima volta di avere uno spettatore
«Vi prego, continuate, non fate caso a me!» Sailor Pyro era appollaiato su un albero e roteava il suo bastone rosso. Aveva i capelli bruciati e il corpo completamente bendato.
«HOHOHOHO! Si vede che anche i gay sono attirati dalla mia bellezza e si nascondono pur di riuscire a guardarmi!»
«Gay o non gay, hai firmato la tua condanna a morte amico! Dragon Slave!» 
Il guerriero stavolta si aspettava già una reazione del genere, per cui per proteggersi iniziò ad assorbire l’energia dell’incantesimo tramite il suo bastone… una mossa sbagliata! Il Dragon Slave era troppo potente e il sovraccarico di energia fece rompere lo scettro.
«NOOOOOOO! La sacra arma di Obsal è andata distrutta! Ho perso i miei poteri Sailor!»
Quando lo scettro si era rotto, Rina era rimasta intontita per qualche secondo, poi all’improvviso tutto le fu più chiaro. Amelia e Gourry, ancora intenti ad azzuffarsi per Zel, udirono un urlo lancinante provenire dalla vicina radura.
Rina era intenta a pestare a sangue quel cretino di Obsal. «Maledetto, che orrore! HO FATTO L’AMORE CON UNA DONNA! …Non so come ci sia riuscito, ma mi ha fatto cambiare gusti sessuali un’altra volta… CHE SCHIFO! IDIOTA SEGUACE DI UN DIO IDIOTA, CHE CI FA LA TUA BRUTTA FACCIA ANCORA QUI? NON TI E’ BASTATO PERDERE UNA SFIDA?!?»
Sailor Pyro, se non fosse stato troppo impegnato a sputare denti e sangue, le avrebbe spiegato che il patto prevedeva che non avrebbero più usato i loro poteri CONTRO gli Slayers, ma questo non impediva ai sacerdoti del VERO e UNICO AMORE di far provare alla loro nemica un’emozione così bella.
«Rina-san, che cosa ti è successo?» Amelia aveva raggiunto l’amica in fretta e furia, trascinandosi dietro Zel per non lasciarlo nelle grinfie di Gourry, che li seguiva a poca distanza.
Rina lasciò andare il rottame che una volta era Sailor Pyro, buttò le braccia al collo dell’amica e scoppiò in un pianto dirotto.
«BUAAAH! CHE SCHIFO! CHE ORRORE! Questo idiota mi… mi...» Amelia cercava di confortare la maga come meglio poteva, pur non capendo cos’era successo.
Naga si rialzò e si aggiustò le pieghe del vestito. «Rina, si vede che sei troppo stupida per apprezzare le attenzioni della grande Naga, HOHOHOHO!» e scappò via, più che altro per non far vedere a Rina che ci era rimasta davvero male.
Zelgadiss, che giusto in quel momento era tornato normale, comprese al volo la situazione e appoggiò la mano sulla spalla di Rina, mormorando: «Ti capisco, questa maledetta città… sono già due giorni che compio azioni orrende e mi faccio schifo da solo.»
Amelia smise di consolare l’amica e fissò Zelgadiss con gli occhi sbarrati, che presto si riempirono di lacrime. «Ma… ma…» si voltò e si mise a correre.
Zel rimase stupito per un attimo, poi si accorse di aver fatto una gaffe e si mise a correrle dietro.     «Aspetta! Non stavo parlando di… di te e io! Non scappare!»
Anche Rina si mise a correre, voleva restare sola!  
Rimasero solo Gourry e Sailor Pyro. Anche il guerriero avrebbe voluto correre via, ma non aveva più neanche un arto funzionante.
Gourry si sedette su di una pietra e si grattò la testa. «Ma perché scappano tutti?- sospirò - Che palle   questa giornata, HO FAME!»
 

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Capitolo 18
*** Diciassettesimo capitolo ***


IL CAPRICCIO DI AFRODITE
 
DICIASSETTESIMO CAPITOLO

 

 
 
Rina si fermò, aveva sentito le parole dell’amico e scappare forse non era da lei: no, la grande maga Rina non sarebbe mai scappata, che scappino gli altri piuttosto, si era detta.
«Hai ragione, Gourry. – fece Rina tornando da lui – Tutto questo movimento mi ha fatto venire fame!»
«Bene! – esclamò Gourry – Allora andiamo a mangiare da qualche parte!» sorrise alla maga, mentre in cuor suo sperava di rincontrare Xellos: quanto gli sarebbe piaciuto!
Rina lo guardò un po’ perplessa, pensava: “Non voglio più andare con te in giro, non finchè sei in codeste condizioni… povero Gourry, gay, lesbiche… ma chi me l’ha fatto fare di venire in codesta città!”.
Così pensando gli si apprestò, mentre lui la guardava un po’ tonto come sempre, gli avvicino una mano poggiandogliela sulla spalla.
«Gourry… - il ragazzo la guardò perplesso - …MONO VOLT!» esclamò lei, mentre l’amico venne percorso da una forte scarica elettrica, svenendo. «Che tontolone che sei.» fece lei seco.
Si guardò intorno, né Zell né Amelia c’erano più e l’unica persona rimasta era quella checca alla marina, come pensò seco, che non le sarebbe certamente sevita. I due fuggiaschi non li avrebbe certamente cercati: erano abbastanza grandi per occuparsi da soli dei propri affasi. Adesso la cosa più importante era quella di trovare un rimedio a quello stupido elisir che si erano bevuti.
A lei era passato battendo la testa con Naga, ma gli altri come avrebbero fatto? A chi passare l’effetto e da chi riacquistare la virilità? Inoltre l’effetto non era garantito e sarebbe potuto succede di tutto!
Non c’erano alternative, dovevano recarsi a Yag, dalle famose vestali, per vedere se avrebbero potuto trovare una soluzione efficace.
 
«Amelia, fermati!- gridò Zelgadiss correndo appresso alla ragazza, che si era fermata in mezzo ad una delle strade della città, proprio su un incrocio – Non andare oltre!» le intimò, mentre questa fece per voltarsi.
Erano infatti appena rientrati in città e il ragazzo non aveva alcuna intenzione di andare oltre, sicuramente non nelle condizioni in cui era: avrebbe potuto imbattersi in chiunque ed inoltre non voleva proseguire da nessuna parte, conciato com’era!
«Zell…?» fece lei, ma non ebbe il tempo di concludere la frase che dalla strada perpendicolare arrivò un carro ad altissima velocità, i cui cavalli imbizzarriti non facevano cenno a fermarsi.
Zelgadiss lo vide e prontamente si scaraventò sulla ragazza, portandola via dall’incrocio, mentre il carro passò lasciandosi indietro una scia di polvere.
I due si sedettero sul suo, avendo battuto vicendevolmente il capo, e se lo stavano strofinando.
«Accidenti, che botta!» fece Amelia.
Zelgadiss alzò in quel momento lo sguardo e come si guardarono esclmarono a vicenda: «Accidenti, ma sono io!»
 
Rina stava intanto volando insieme a Gourry, grazie al Raywing, verso il tempio di Yag.
“Così arriveremo di certo prima, - pensava – sperando di non incontrare più né guardiani né paladini del pene!”
«Questa stupida città…- disse guardandola dall’alto - …spero di non doverla mai più rivedere, quando questa storia sarà conclusa.» e in quel momento le cadde l’occhio verso il basso, laddove alcune strade secondarie si incrociavano e non c’erano altre persone al di fuori di due figure che riconobbe subito: erano Zelgadiss e Amelia.
«Eccoli! – si disse seco – Sapevo che non avrei dovuto cercarli.» così dicendo scese verso il basso, atterrando al suolo nei pressi e rompendo la bolla magica che circondava lei e l’amico svenuto.
«Amelia, Zell! – esclamò – Si può sapere che fine avevate fatto?»
«Vedi, io mi sono messo ad inseguire Amelia, – fece Amelia con sommo stupore di Rina – quando è arrivato un carro di corsa…»
«Zelgadiss si è buttato a salvarmi!» fece Zelgadiss.
In quel momento i due si guardarono mentre Rina abbaiò: «Ma cosa state dicendo?! Site forse impazziti?!»
«Ormai credo di sì.» fece Amelia.
«Io sono Amelia!» disse Zelgadiss, mentre lui, Zelgadiss, indicò Amelia.
«Amelia! – fece Amelia – sai che è maleducato indicare con il dito?» e Zelgadiss parve sconvolto ed interdetto.
«BASTA COSI’! – urlò Rina con tutta la voce – Mi state facendo impazzire! Allora, cerchiamo di capirci! Volete dire che tu, Zelgadiss – lo indicò – non sei Zelgadiss ma sei Amelia, e che Amelia è Zelgadiss?»
«Esattamente!» fecero i due in coro.
«Lo sapevo! – fece la maga scuotendo il capo disperata – LO SAPEVO CHE DOVEVO LASCIARVI STARE!» poi guardò Gourry svenuto, concludendo che l’unica sperando era il tempio di Yag.
«E’ l’unico modo che abbiamo per porre fine a questa tragedia!»

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Capitolo 19
*** Diciottesimo capitolo ***


IL CAPRICCIO DI AFRODITE
 
DICIOTTESIMO CAPITOLO

 

 
 
Magicamente Naga giunse al tempio di Yag, si addentrò e venne accolta da una guardia giovane e muscolosa che le disse: «La stavamo aspettando. Attenda un attimo.»
Naga aspettò nella hallo del tempio, grande e oscuro, con gigantesche statue marmoree, scale che erano una vera chiccheria e altro, tra cui quadri con scene di battaglia.
Poi, dopo cinque lunghissimi minuti, venne scortata in un’altra grandissima stanza dove l’attendeva la signorina Pupetski, che le disse: «Ebbene, benvenuta nel mio tempio. Io ti darò la pozione per l’eterna eterosessualità.»
«Dell’eterna eterosessualità?! Ma questo è un orrore! Non la voglio assolutamente. Lei è un’impostora, una da chiudere in prigione!»
«Ma cosa dice? Sono le pozioni dell’eterna eterosessualità, dell’eterna naturalezza! E’ il più bel dono che io possa dare!» ribattè la Pupetski, e Naga rispose: «Sarebbe questo un presente?! Ma lei rende la vita degli altri un incubo, non se ne parla affatto!»
Così naga balzò dal divano orientale e fece per andarsene, quando la Pupetski disse: «Lupinski, Szmeski, Purgovski, chiudere le porte! Questa donna non può scappare!»
I tizi asserragliarono Naga nella sala, sigillando ben bene le porte del tempio. Poi la Pupetski proseguì: «Dove pensa di fuggire? Questo per me è un onore: la deve bere. La beva e potrà fare sesso tutta la vita! Non la beva e rimarrà una flaccida pagliaccia che leccherà poppume e mintolume per sempre diventando una schiava di sé stessa.»
Naga brontolò: «Brutta scellerata, l’anormale sei tu che ti strusci con queste schifose guardie nottetempo!»
Dicendo questo, prese un coltello, che scaraventò contro la Pupetski, che però evito e controbattè: «Guardie, imprigionatela!»
Le guardie accorsero e ammanettarono Naga, legandola su una ferrea cislonga. Poi venne la Pupetski che disse: «Ebbene, ora per te l’incubo finirà. Berrai il filtro e finalmente ritornerai la sessuomane di sempre. Naturalmente in chiave eterosessuale.» bisbigliò ovviamente la Pupetski.
Così prese il filtro e lo imboccò a Naga, che all’improvviso, dopo qualche istante, iniziò famelica di sesso a guardare ferocemente una guardia che, non rispondendo alle sue istanze, iniziò ad aggredire violentemente, sebbene avesse le catene, fino ad arrivare a una sorta di stupro.
Poi la Pupetski le rispose: «Bene. Ora vado al convitto del sesso che si tiene al piano di sopra. Dopo una cerimonia in nome dell’eterosessualità, si terrà un’orgia.»
Così fu. Naga andò al convitto dove c’erano tutti i membri del tempio di Yag e, dopo una cerimonia con tanto di rinfresco e orchestra, le luci si abbassarono e le guardie portarono una dozzine di enormi letti circolari affinchè si tenessero le orge rigorosamente eterosessuali.
Ci fu di tutto: inculi, copulazioni, palpeggi, protrazioni, vigilanze dei luoghi irsuti, esalazione di nettari, urli afrodisiaci e goedrecci e molto altro.
Dopo questa amena scorpacciata di sesso genuino con le giuste precauzioni, vi fu il bagno notturno che si teneva nelle profonde del tempio. Erano grosse piscine di vapori dove si faceva sesso a tutto spiano. Quando finì il tutto, tutti si rivestirono e andarono nella hall del tempio dove la Pupetski li avrebbe salutati. Lì diede un sigillo a tutti i membri affinchè tutti sapessero non solo che fossero membri del tempio, ma anche che erano rigorosamente eterosessuali.
Naga chiese alla Pupetski se le avrebbe potuto lasciare altre tre pozioni ma la Pupetski rispose che, in caso le volesse portare seco, avrebbe dovuto comprarle in quanto la pozione gratuita poteva essere presa soltanto con l’obbligo della cerimonia benedizionale. Altrimenti ammontavano a 500.000 monete d’oro, anche se si prese la briga di specificare che il prezzo poteva variare asseconda del cliente, ma al di sotto di 500.000 monete ribattè che poche volte si sbilanciava.    

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Capitolo 20
*** Diciannovesimo capitolo ***


IL CAPRICCIO DI AFRODITE
 
DICIANNOVESIMO CAPITOLO

 

 
 

Rina, Gourry, Amelia e Zell, noncuranti delle due statue litigiose, entrarono nel tempio. All’interno, su di un enorme trono d’oro tempestato di diamanti, sedeva una donna bionda vestita succintamente.
«Bene, altri visitatori oggi! Benvenuti, io sono Pupetski, l’umile sacerdotessa di Yag.»àì
“Umile?” pensò Zel (che in realtà era Amelia) osservando lo sfarzo che li circondava.
«Altri visitatori – disse Rina – Dimmi Pupetski, mica è passata di qui una ragazza molto alta con le tette stile mongolfiera?»
«Sì, è una vostra amica?»
«Diciamo che più che amica è una piantagrane.»
«Se la vedete, ditele di ripassare di qui. Col filtro afrodisiaco che le ho dato mi ha fatto guadagnare un sacco di soldi con i miei clienti!»
Rina scacciò una goccia dal suo viso. «Bando alle ciance, bella, caccia le pozioni per guarire dagli effetti del Capriccio di Afrodite!»
Pupetski esplose in una fragorosa risata. «AHAHAHAHAH! Ancora con quella bufala del cocktail? Alla vostra età credete in tutto quello che vi dicono? Figuriamoci se quel chierico inetto di Obsal sa preparare un filtro magico AHAHAHAH!»
Le mascelle di Rina, Amelia e Zell toccarono il suolo, mentre Gourry si chiedeva di che cocktail stessero parlando.
Amelia (cioè Zel) tremando puntò il dito contro la sacerdotessa. «Cosa?! Il cocktail? Una bufala? Ma io con Xellos… e Gourry… poi Rina con Naga…»
La sacerdotessa smise di ridere. «Hai capito bene, ragazzina, la bevanda è innocua, semplice succo di limone aromatizzato. Se vi sono successe cose strane è colpa dei folletti che infestano la zona.»
«Folletti?» la confusione mentale di Rina, Zell e Amelia era in aumento, mentre Gourry pensava se i folletti fossero qualcosa che si mangia.
«Questi piccoli mostriciattoli – continuò la Pupetski – approfittano della leggenda che gira sulla famosa bevanda per prendere in giro i turisti, facendoli innamorare l’uno dell’altro o peggio scambiandogli la personalità.»
Ame/Zell e Zell/Ame si guardarono, poi si inginocchiarono davanti alla sacerdotessa e dissero all’unisono: «La prego, Pupetski-san, ci dica che sa come trovare una cura a tutto questo!»
«Ma certamente! – la donna si fregò le mani – Vi posso dare un filtro di protezione contro gli incantesimi dei folletti!»
«Cosa aspetti? Sgancia!» disse Rina.
La sacerdotessa protese la mano. «Fanno 500.000 monete d’oro a pozione!»
Rina, Ame e Zell scivolarono all’indietro. Poi la rossa disse: «Brutta strozzina, ti accontenti di poco… va bè, Amelia-cioè-Zell, tira fuori il sigillo di Saillune!»
Zell (nel corpo di Amelia) frugò nelle tasche per trovare il sigillo, mentre la vera Amelia pensò al suo papino che la strozzava per aver speso una barca di soldi.
«No, no, accetto solo soldi in contanti!» disse l’arpia.
Amelia tirò un sospiro di sollievo, mentre Rina si strappava i capelli. «Ragazzi, ci toca mettere mano al portafoglio, facciamo una colletta!»
Ame/Zell, Zell/Ame e Gourry si vuotarono le tasche: erano piene di ragnatele.
«Maledetti stupidi! Ora secondo voi dovrei pagare io un milione e mezzo di monete per voi tre?»
«Due milioni. – la corresse il vero Zell – Meglio se prendi un filtro anche per te, nel caso un folletto per divertirsi decidesse di farti ri-innamorare di Naga.»
Rina si spalmò la mano sulla faccia. «Ok, per stavolta pago io, ma quando sarà tutto finito andremo a Saillune e il padre di Amelia mi rimborserò fino all’ultimo centesimo!»
Ame/Zell rifece il suo pensiero catastrofico.
Rina tirò fuori alcuni sacchi di monete più vari oggetti magici pregiati. «Questa roba dovrebbe bastare.» disse Rina.
La sacerdotessa arraffo tutto con ingordigia. «Lupinski, Szmeski, Purgovski!» i tre assistenti portarono quattro bottigliette e ne diedero una ciascuno agli Slayers. Dopo che tutti ebbero bevuto, Amelia e Zel si guardarono l’un l’altro.
«Evviva, siamo di nuovo noi stessi!» Amelia si toccò il davanzale, mentre Zell si guardò nei pantaloni.
«Rispondi, Gourry. – disse Rina – Quale è il tuo più grande amore?»
«Il cibo!» rispose il biondino.
«Ok, è tornato normale anche lui. Possiamo andare…» i quattro si avviarono così verso l’uscita.
«Aspettate! – disse Pupetski – Vi ho detto che il filtro dura solo 24 ore?»
Rina afferrò la vestale e iniziò a picchiarla. «NO, NON CE LO HAI DETTO! E ora come facciamo, brutta megera?»
«AHI! No, c’è un modo per annullare definitivamente OHI le maledizioni: uccidere il folletto che vi ha AHI fatto l’incantesimo oppure convincerlo a togliervelo! AAAAHI!» Rina la picchiò più forte.
«E come li vediamo questi folletti, se notoriamente sono invisibili?!»
«AHI aspetta, ragazzina, lasciami, sono disposta a darvi degli occhiali magici per vedere i folletti alla modica cifra di 10.000 monete d’oro!»
«Ma io ti do 10.000 bastonate!»
«Aspetta Rina! – disse Zell – Dai, abbiamo bisogno di questi occhiali.»
Rina lasciò la vestale e sbuffò. «E io pago!» si frugò le tasche ma riuscì a trovare solo pochi spiccioli. «Ooops, sono quasi al verde! Tutta colpa di quell’arpia!»
L’arpia suggerì: «Perché non mi date il vostro compagno biondo per una setitmana? Con la sua bellezza riuscirò a spillare abbastanza soldi alle mie clienti ninfomani!»
Rina non ci pensò su neanche un attimo. «OK!»
 
 
 

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Capitolo 21
*** Ventesimo capitolo ***


IL CAPRICCIO DI AFRODITE
 
VENTESIMO CAPITOLO

 

 
 

Mentre il povero Gourry non capiva bene cosa stesse sucedendo, la Pupetsky già  lo stava conducendo in una sala buia soterranea, da cui provenivano strani lamenti e urla di ogni sorta. 
«Lina... sei sicura di cosa stai facendo?» chiese leggermente preoccupato il ragazzo.
«Oh, Gourry... non sai quanto mi dispiace... ma il destino a volte… quel tremendo destino che spezza i cuori impavidi e li sottomette alle stringhe dell''inferno... mi dispiace Gourry... cerca SOLO di guadagnare abbastanza ^^»
«AH! Ho capito adesso, brutta bastarda! E dire che DOVREMMO essere amici!» Ma il ragazzo era ormai troppo lontano perchè la maga potesse sentirlo, anche se... in fondo in fondo, moooooolto in fondo, le dispiaceva davvero, nonostante i soldi premessero più sulla sua anima che il destino del suo amico.  
«Ma Lina-san... sei davvero sicura?» le si avvicino Amelia
« Oh Amelia, non p-r-e-o-c-c-u-p-a-r-t-i! Gourry è un giovane baldo e promettente, se si diverte un po’ gli farà solo bene.»
Intanto, altrove.
«Dove...sono?!»
Naga si ritrovò distesa a terra, sull''erba di un prato sconosciuto. Si alzò a sedere e si guardò attorno, scrutando nel'ombra della ormai notte. «Eppure.. questo posto... ma non sono dietro la grotta?!»
La donna si alzò totalmente in piedi ed iniziò a correre attorno al luogo, per capire dove fosse l'entrata. Anche se, in una frazione di secondo, ebbe l''impressione di essere osservata...  
«GWAAAAAAAAAAAAAAHHHHHH!!!» ma non fece in tempo a capire se la sua sensazione era fondata che inciampò in... Lina.
Le due si guardarono un po' perse, ora un po' svampite. Lina sempre seriamente preoccupata delle condizioni della maga del Serpente, Naga strettamente legata al... ehm....lavorio della notte precedente... e NON quello con Lina...  
«Lina... ma dove eri andata a finire?»
«A ME LO CHIEDI?! Sei tu che sei fuggita dopo... ehm.... ecco...»
«Oh, mi ricordo benissimo... non ti preoccpuare, sarò muta come un pesce.»   
Intanto alle spalle della ragazza arrivarono anche Zelgadiss ed Amelia, i quali ebbero un attimo di indecisione su cosa fare con la donna. «Tu... Naga... la tizia qua dentro ci ha detto che..tu...»
La donna non capì al volo, ma le bastò tradurre i loro sguardi terrorizati e le loro gote arossate, e comprese ed arrossì a sua volta. «Bè, per fortuna ciò che è successo NON me lo ricordo, nemmeno con uno sforzo mentale... invece...» e dette uno sguardo a Lina, come per dirle che ciò che era successo tra loro se lo ricordava PIU' che bene.
Ma la conversazione non durò a lungo che attorno a loro iniziarono a levarsi delle risatine per nulla simpatiche, dai cespugli, dai rami degli alberi. Al solo movimento di uno di questi, le risate cessarono.
«Lina! Gli occhiali!» le intimò la chimera, capendo di chi poteva trattarsi. La maga inforcò le lenti speciali e focalizzò il nemico: il folletto di cui parlava la Pupetsky era infatti seduto comodamente su di un ramo poco illuminato dalla luce della luna, ed il suo atteggiamento fece accapponare al pelle della ragazza, poichè sembrava in tutto e per tutto... ad un certo... Hellmaster.  
«Vedo che...mi vedi.» «TSE! Che battuta fuori moda!- ribattè la rossa- Se fossi in te verrei subito qui a darci spiegazioni, o preferisci un saluto più caloroso?» e tra le sue mani scintillò una magia simile al Fireball.  
«Oh, ma di quali spiegazioni avresti bisogno?»  
«TU MI STAI PRENDENDO PER IL CULO!!! Voglio sapere PERCHE'. Perchè diavolo ci hai cambiato gusti sessuali? Perchè noi? E soprattutto... non sai quanto sia grande lo sbaglio che hai fatto facendomi perdere l'orgoglio!»
Zelgadiss comprese, Amelia meno che mai.
«Lina-san, ma a cosa ti stai rifer-» «SILENZIO!!!» la maga assunse tutt'un tratto un colore rosso vivo, senza contare che Naga la stava osservando con la coda dell''occhio.
«Ah! Sì, ma guarda un po'... ma che strano.. ero sicuro che avreste capito al volo... e dire che la sacerdotessa ve l'ha spiegato per bene...»
«NO NO NO!! Ho capito benissimo che quella pozione del cavolo era del semplice succo di limone... ma voglio sapere dannatamente perchè ci hai fatto tutto questo!»
«Ah! Adesso comprendo *see, buonanotte*... capisco... pensate forse che sia stato IO a farvi cambiare gusti sessuali?»  
«Ah no? Mia nonna forse?»
«No no, lasciami finire... intendevo.. è vero, sono io che ho aggiunto, uhm, la ciliegina sulla torta, ma avete fatto tutto da soli...»
I ragazzi si guardarono l''uno nelle pupille dell''altro, senza capire che diamine di concetto dovesse sparare da un momento all''altro.  
«Semplice... io ho semplicemente risvegliato le vostre sessualità  assopite, qundi non ho dovuto faticare molto. Solo con quella ragazzina non sono riuscito a far nulla, purtroppo lei davvero ama quel rocciosetto.»
«COSACA**OVAIADIREINGIRO???» dissero tutto d’un fiato contemporaneamente sia Zelgadiss che Amelia.
La principessa si voltò verso la sua amica, che le stava proprio a fianco e vide, forse con orrore, che Lina era immobile, con gli occhi sbarrati, impietrita dir poco. Naga lo era QUASI altrettanto, solo che almeno lei era consapevole di ciò che aveva scelto di fare... ma Lina molto probabilmente non lo era. 
«Ed-io-dunque-amerei......Naga?»
«Oh, ma a quanto pare sì!» rispose sogghignando il folletto.  
«Amo....non amo... amo... non amo... AMO... NON AMO........... ..............DRAGON SLAVE!!!!!!!!!!!!!!!!!»

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