Fake Forgetfulness

di Erin
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Il primo (disastroso) giorno ***
Capitolo 3: *** Tasti dolenti ***
Capitolo 4: *** Stranezze ***
Capitolo 5: *** Preparativi ***
Capitolo 6: *** Cos’hai, Hermione? ***
Capitolo 7: *** Halloween ***
Capitolo 8: *** Il piano di Harry Potter e Ronald Weasley ***
Capitolo 9: *** Arriva Silvia! ***
Capitolo 10: *** Dimenticami ***
Capitolo 11: *** Riscaldami ***
Capitolo 12: *** Epilogo ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


Salve care lettrici e cari lettori

Salve care lettrici e cari lettori! Reduce da una lunga e bellissima vacanza terminata proprio ieri sera tardi, mi sono attaccata al PC e con tanti pensieri per la testa, ho deciso di iniziare a scrivere il primo capitolo del seguito di Proie Rouge.

Ovviamente anche il mio Agosto sarà impegnato (di certo non come il mio Luglio) quindi non posterò molto frequentemente.

Ma mi sono detta: perché non iniziare??!!

 

Vi lascio alla lettura di questo primo capitolo, che però sarà solo un breve prologo.

 

PS: Il titolo “Fake Forgetfulness” significa “Falsa Dimenticanza”.

 

PPS: La ff è ambientata al settimo anno, ma non tiene conto di HPB.

 

 

Baci,

Erin.

 

 

 

 

 

Fake Forgetfulness

 

Prologo

 

šsšts

 

 

 

Luoghi inviolabili della memoria
Soltanto gli orli un po’ sfocati ma così indissolubili
e così troppo intensi da dirsi
dimentica quello che è stato comunque non ritornerà

(Raf – Dimentica)

 

 

 

Brezza ancora estiva e voci concitate sfiorano il mio corpo e la mia mente occupata da mille pensieri, dolorosi e piacevoli ricordi.

 

Ho gli occhi chiusi, ma posso distintamente riconoscere suoni e odori collocandoli a chi di diritto appartengono.

 

Un via vai di persone frettolose, un grande orologio dalle pesanti lancette, lo stridio delle ruote dei treni appena giunti in stazione.

 

King’s Cross. Si ricomincia.

 

Ma i miei pensieri sono ancora li: il Proie Rouge ed, ovviamente, lui. Ricordi che tengo stretti quasi ne andasse della mia vita. Così stretti che ho paura di farmi male per l’intensità con cui stringo le unghie, ogni volta che m’invadono la mente.

 

 

 

Un sentimento così forte che spesso passa il limite
non vuoi lasciarlo andare perché infondo sai che non ti lascerà

(Raf – Dimentica)

 

 

Ricordo ancora le sue parole: Fuori dal Proie Rouge io non ti dimenticherò. Farò solo finta di averlo fatto.

Ecco perché non voglio andare avanti e dimenticare. Perché dentro di me so che lui non dimenticherà. O forse spero solo che non lo faccia. Che non mi dimentichi.

 

La coda pelosa del mio gatto batuffoloso mi solletica i polpacci scoperti per via della gonna e miagola, forse per attirare la mia attenzione.

 

Quando riapro gli occhi, probabilmente, sono più calma.

 

Sono in piedi, circondata dal nulla all’infuori del baule e di Grattastinchi.

Sono in piedi, tra il binario 9 ed il binario 10.

Sono in piedi, davanti un piccolo muro di mattoni grezzi, che sotto il tocco della mia mano diviene morbido come burro sciolto.

 

Gli occhi fulvi del mio gatto sembrano dirmi “ Su Hermione, entra. Non vorrai perdere l’espresso per Hogwarts?”

 

Entra, già. Entra in quel mondo che forse ti appartiene più di quello in cui ti trovi adesso. Entra e fatti coraggio. Affronta ciò che hai sperato di evitare per tutta l’estate.

 

E pensare che anni fa ero così felice di tornare ad Hogwarts dopo le vacanze estive. Anzi, speravo che passassero in fretta, ma purtroppo tardavano sempre a giungere al termine. Ed invece quest’estate è volata via, e paradossalmente non ne sono per nulla contenta.

 

La stazione King’s Cross babbana è affollatissima, gremita di gente che scende dai treni reduce da chissà quali vacanze, se mai per tornare a casa e riprendere la vita di tutti i giorni.

 

Anche io sto per riprendere la mia. Anche se, sicuramente, quest’anno sarà tutto decisamente diverso.

 

“ Andiamo Grattastinchi. Si torna ad Hogwarts” sussurro, lievemente, prima di lanciare qualche occhiata a destra e sinistra e passare oltre quel mucchio di apparenti mattoni chiari.

 

Hermione! Hermione! Su, avanti! Vuoi che il treno parta senza di te?!” vorrei rispondere Si Ginny, era quello che speravo ma mi trattengo e la raggiungo.

 

Prendo il baule ed il gatto, e a passo svelto mi dirigo verso il vagone da cui spunta la testa fulva di Ginny Weasley che mi afferra poco prima dello sbuffo del treno in partenza.

 

Dal finestrino saluto i signori Weasley, poi insieme alla più piccola della loro famiglia, prendo a percorrere lo stretto corridoio che fiancheggia gli scompartimenti.

 

“ Quei due! Appena li trovo mi sentiranno! Sono scappati a prendere i posti e mi hanno detto di aspettarti. Non che volessi, s’intende. Ma era meglio se ti aspettavamo in gruppo, o no? Così li abbiamo persi!” sbotta Ginny frustata, con vocina acuta.

 

Guardo oltre i finestrini del corridoio, seguendola silenziosamente. Camminando, lascia che la mia mano scorra pigramente sulle pareti del vagone. A volte mi sento come svuotata, come se lui si sia portato via un pezzo di me. Speriamo che lo custodisca bene, almeno.

 

Durante la fine di Luglio avevo sperato a lungo che nessuno si accorgesse del mio cambiamento d’umore una volta giunta alla Tana, in Agosto. E devo aver imparato a fingere molto bene, perché nemmeno Ginny ha notato qualcosa di diverso in me. Nemmeno adesso, che circospetta mi guardo intorno e sono più silenziosa del solito. Non vorrei osare troppo però, ecco perché mi affretto a rispondere e prendere in giro Harry e Ron chiamandoli “ Idioti” altrimenti la piccola si accorgerebbe del mio cupo silenzio.

 

“ Bah, io provo ad aprirne qualcuno!” dice d’improvviso la rossa, aprendone tre o quattro e chiedendo scusa per l’irruzione.

 

Ginny, non possiamo aprire tutti gli scompartimenti del treno. Lo sai, no?” mi affretto a dire, per evitare di ricevere spiacevoli sorprese.

 

La piccola Weasley sbuffa e fa qualche altro passo per il corridoio. Io le sto dietro, tirando il baule a mo di trolley, ma che pesa all’incirca tre quintali con tanto di Grattastinchi appollaiato sulla cima.

 

Volgo il mio sguardo a sinistra, verso gli scompartimenti da dove voci chiassose provengono. Tutti occupati. Spero solo di non dover fare il viaggio in piedi.

 

La chioma fulva e le braccia smaniose di Ginny mi coprono la visuale, tanto che quando mi dice “ Che palle! Ma guarda chi ci sta venendo in contro!” mi devo sporgere per controllare chi sia.

 

Appurato questo, subito mi ritraggo fingendo di non averci fatto caso. Ma il mio corpo scosso da fremiti, le mia guance rosse e il mio cuore dai battiti decisamente accelerati dicono tutt’altro.

 

Weasley, non vorrai entrare in questo scompartimento, vero? Non vedi che ci sto per entrare io?” la sua voce giunge alle mie orecchie come una frustata. Sono si più alta della piccola Ginny, ma resto quasi accovacciata per evitare che mi veda.

Sapevo che prima o poi l’avrei rivisto, ma volevo evitarlo, almeno per il momento.

 

“ Non mi sembra ci sia scritto il tuo nome, Malfoy!” lo rimbecca Ginny e capisco che doveva trattarsi di uno scompartimento vuoto in cui sia la mia amica che Draco ed i suoi amici volevano prendere posto.

 

“ Potrei comprarlo se solo volessi, Weasley. Ora, fatti da parte e fammi passare” sibila.

 

Ginny mette le mani sui fianchi, capendo di non poter tener testa al Principe delle Serpi, e si volta verso di me.

 

Mossa sbagliata.

 

Draco Malfoy fa per entrare ma ovviamente qualcosa attira la sua attenzione.

 

Ginny, spostandosi, ha rivelato la mia figura che fingeva di coccolare Grattastinchi, accovacciato sul baule. E lui evidentemente ha riconosciuto la mia chioma di boccoli castani ed è rimasto visibilmente impietrito.

 

Hermione, andiamo. Cerchiamo un altro scompartimento” dice la voce della mia migliore amica, ma non ho il coraggio di guardarla per evitare d’incontrare anche i suoi occhi.

 

Seppur li sentivo bruciare sulla mia pelle.

 

Mi alzo e l’affianco. Ginny fa qualche passo, allontanandosi inviperita dalla sua precedente postazione. Io prendo il baule e provo a portarlo con me per seguirla, ma la sua voce mi ferma.

 

Blaise, Theodore ” flebile come il più piccolo dei sussurri, riesce ad attirare la mia attenzione. “ Non mi piace questo posto. Andiamo da un’altra parte?”

 

Mi volto, non so io neanche il perché, e punto i miei occhi in quelle iridi color tempesta. Un tuffo al cuore e smetto di ragionare. Lui è sul ciglio dello scompartimento, mentre altri Serpeverde lo raggiungono in corridoio.

 

Blaise individua la mia figura eterea, sorride rivolto ai miei boccoli che disordinatamente mi cadono sulle spalle ed accenna un sorriso, o forse me lo sono immaginato solamente.

 

Da una pacca d’intesa sulla spalla di Draco e si rivolge verso di me, indicandomi lo scompartimento ormai vuoto.

 

“ Salve, Granger! E’ tutto tuo” soffia divertito, poi si volta verso Theodore e se ne va.

 

Draco chiude il trio, infila una mano in tasca e si allontana da me.

 

 

Senza voltarsi.

Did I disappoint you?
Or leave a bad taste in your mouth?

Ti ho deluso?
O ti è rimasto l'amaro in bocca?

(One – U2)

Distrattamente.

 

 

Ma ciò che fa non è per nulla distratto. Dobbiamo fingere che niente sia successo. E lui sembra farcela. Anzi, lui può farcela. Lui è Draco Malfoy.

 

Ed io?

 

Mi ridesto dopo molto, credo. Chiamo Ginny che sbuffa ancora alla punta opposta del corridoio e le faccio cenno di venire.

 

“ Sempre i soliti viziati. Chissà cosa ci può mai essere in questi posti che non vada bene, poi. Beh, meglio per noi!” dice prima di sedersi. Anche io prendo posto e sistemo le mie cose.

 

Dico di aver un lieve mal di testa, per non dover fingere di essere dell’umore adatto. Non che poi stia mentendo. La testa mi scoppia, ed anche molto. Chiudo di nuovo gli occhi e nella mia mente passa l’immagine di una camera scura, notturna, dalle tende color cremisi ed un grande letto a baldacchino. I nostri corpi uniti da magiche sensazioni ed il suo profumo.

 

Quel profumo che ho sentito anche qualche secondo prima.

 

 

Ovunque io sarò comunque mi resterà qualcosa di te
forse attimi, ma eterni.

(Raf – Dimentica)

 

 

 

 

 

šsšts

 

 

Questo, come detto, era solo un prologo, un’apertura. Prima di scrivere i seguenti capitoli e la vita di Hermione alle prese con i suoi nuovi problemi.

Un grazie a tutte le persone che hanno letto e commentato Proie Rouge, ho ricevuto recensioni fantastiche e spero di non deludervi con questo continuo. Ovviamente, ripeto, questo è solo un prologo e per di più brevissimo, giusto per non iniziare subito con il prima e vero capitolo.

 

Spero di poter postare prestissimo, anche domani!

 

Bacioni!

Erin

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Capitolo 2
*** Il primo (disastroso) giorno ***


Fake Forgetfulness

Fake Forgetfulness

 

Il primo (disastroso) giorno

 

šsšts

 

 

So when we'll wake up
Some morning rain
Will wash away our pain
When we'll wake up
Some morning rain
Will wash away our pain

 

Quando ci sveglieremo?
Un giorno la pioggia
laverà via il nostro dolore
Quando
ci sveglieremo?
Un giorno la pioggia laverà via il nostro dolore

(Rainbow – Elisa)

 

 

Musica ritmata, luci soffuse, rose rosse.

 

Il Proie Rouge.

 

Buio e Luce, mi afferri per la vita e mi attiri a te. Mi baci. Il tuo profumo m’inonda la mente.

 

 

Sgrano gli occhi d’improvviso e mi metto a sedere. Sono sudata ed accaldata, le coperte aggrovigliate attorno alle mie gambe.

 

Coperte rosse cremisi.

 

Mi porto le mani alla testa e chiudo nervosamente gli occhi. Sto impazzendo, devo dimenticare, non posso andare avanti così.

 

Lui sembra farcela.

 

Il cuscino è bagnato, per il nervosismo lo scaglio in un angolo della stanza.

 

Lacrime?

 

Scendo velocemente dal letto e mi passo le mani tra i capelli.

 

“ Ancora tu...esci dalla mia testa!” mi ritrovo ad urlare e guardandomi intorno ringrazio, perché il dormitorio è vuoto.

 

Da quante notti ormai sogno sempre quelle scene...beh, ho perso il conto. Ed ogni volta mi sento morire sempre di più.

 

La sveglia biologica del mio corpo, l’anno scorso, mi portava ad alzarmi prima del suono della sveglia. Era sempre stato così. D’altronde io sono Hermione Granger.

 

Puntuale. Ordinata. Precisa.

 

Ma perché stamattina, il primo giorno di scuola, non mi sento nessuna delle tre?

 

Forse perché sono estremamente in ritardo, vestita alla meno peggio con i capelli decisamente arruffati e perché non riesco a ricordarmi qual è la prima lezione che devo seguire.

 

Mi sento male.

 

Incontro Harry, Ron e Ginny uscire dalla Sala Grande diretti alle lezioni e mi aggrego a loro.

 

Herm! Finalmente”

 

“ Ehm…scusate. Credo di aver avuto problemi a dormire stanotte” rispondo meccanicamente. Poi, per evitare che s’insospettiscano, aggiungo: “ Per via del ciclo, ovviamente.

 

Ron ed Harry si guardano con aria comprensiva e poi mi danno una pacca sulla spalla scuotendo la testa.

 

Secondo me non hanno capito un tubo.

 

Sento Ginny sgattaiolare dietro di loro, affianco a me.

Ma il ciclo non doveva venirti tra due settimane? E’ così in anticipo?” domanda, sottovoce.

 

Ecco “ i contro” di avere un’amica così stretta. Insomma, va bene per tutto il resto, ma non puoi avere la tua privacy perchè sa tutto di te. Ed ora cosa m’invento?

 

“ Beh, ecco…ah! Si giusto, mi devono venire tra due settimane. Allora il mal di pancia di stanotte sarà dovuto a qualcosa che ho mangiato ieri sera, a casa. I miei hanno dato il solito banchetto d’addio. Durante l’inverno mi vedono solo pochi mesi, sai” non so da dove mi siano uscite queste cavolate, ma Ginny mi sorride e sembra essersela bevuta, non indagando ulteriormente.

 

Sono diventata anche una bugiarda, adesso? Ma di certo non posso raccontarle adesso ciò che nascondo e conservo così gelosamente. Non ne sarebbe pronta.

 

Perché, tu sei pronta a raccontarlo?

 

“ Io vado, ragazzi. Ho incantesimi ed altre noiose ore di lezioni. Perfino il primo giorno mi hanno messo cinque ore di fila!” sbuffa Ginny e si allontana leggermente da noi.

 

“ Noi ne abbiamo sei, pensa un po’ tu. A cominciare da Pozioni!” mormora Harry, prima di salutarla con un grosso sorriso e farla arrossire.

 

Ron sembra ancora mezzo addormentato, si trascina come un automa verso il corridoio…ma, un attimo, parlo proprio io di persone “mezze addormentate”? Io che solo adesso sto connettendo che stiamo per varcare l’ingresso dei sotterranei?

 

Mi volto indietro per vedere l’ultima volta la chioma rossa di Ginny, poi imbocco le scale che portano nei sotterranei e mi aggiusto meccanicamente i capelli e gli abiti.

 

Sono una stupida, lo so.

 

It's always times like these
When I think of you
And I wonder
If you ever
Think of me

E’ sempre in momenti come questi
Quando
ti penso
E mi chiedo
Se mai
Mi
pensi

(Vanessa Caltron – A Thousand Miles)

 

 

 

Ma forse potrei...potrei parlargli. Potrei, non so, fargli capire che...

 

“ No, no!” scuoto la testa, dandomi dell’idiota.

 

Ron ed Harry si voltano con aria sospettosa, ma dopo un mio sorriso forzato tornano a guardare davanti e varcano l’aula di Pozioni.

 

Prendiamo posto, aspettando l’arrivo dei Serpeverde ed in ultimo del professore. Cerco di distrarmi con un libro, ma non ci riesco.

 

Eccolo, è sulla porta insieme ai suoi amici. Sollevo lo sguardo verso di lui e arrossisco, credo, quando incontro i suoi occhi.

 

E’ davvero stupendo e non riesco a rispondere alle domande di Harry. Draco deve essersene perfino accorto.

 

Prende posto ai banchi dietro di noi ed io torno a fissare il mio libro, sentendo la porta sbattere e l’arrivo del professor Piton.

 

 

šsšts

 

 

Due ore decisamente interminabili. Riuscivo quasi a sentire i suoi occhi puntati sulla mia schiena, che ardevano. Mi muovevo impazientemente sulla sedia, non riuscendo a trovare una posizione adatta. Ho addirittura ricevuto un richiamo da Piton.

 

Sbuffando, rimprovero mentalmente me stessa e mi dirigo insieme ai miei amici verso le altre lezioni della giornata.

 

“ Buongiorno professoressa” saluto la McGranitt e prendo posto.

 

Probabilmente buttandomi a capofitto nello studio non ci penserò più di tanto. Lo spero.

 

“ Prima lezione dell’anno, primi avvertimenti. Per chi non lo sappia, vorrei esporre i progetti dell’anno scolastico con relativi esami. Michelle, prego” e porge in mano ad una ragazza dei programmi con l’orario delle varie materie.

 

“ Essendo vicepreside, ritengo opportuno anche indire la prima riunione dei Caposcuola e dei Prefetti in quest’aula oggi alle cinque in punto. Per discutere dell’apertura dell’anno scolastico, s’intende. Ovviamente, congratulazioni per le nomine annuali” e sorride al mio indirizzo mentre io ricambio. Sono diventata Caposcuola Gryffindor. Mi sento così onorata a rappresentare la mia casa! Ovviamente credo che Ron ci sia rimasto piuttosto maluccio. Lui è rimasto, si, prefetto, ma avrebbe voluto diventarlo lui, Caposcuola.

 

Segue la lezione, che mi vede piuttosto distratta. La McGranitt non se ne è accorta, o fa finta di non accorgersene. Ma io ho ancora la testa piena di immagini, suoni ed odori. Non riesco a mandarli via. Mi sento ridicola. E’ stata solo una notte, diamine!

 

La quarta ora abbiamo Erbologia alle serre, di nuovo con i Serpeverde. Intorno al tavolo da lavoro, con le divise della professoressa, tagliuzziamo delle erbe con cui preparare un decotto.

 

Harry e Ron sono veramente un caso perso, più Ron a dire il vero: non riesce neanche ad impugnare bene il coltello.

 

Ritorno sui miei ramoscelli, tenendo lo sguardo basso ed occupato. Lui è proprio di fronte a me, dall’altro lato del tavolo. Ed ovviamente cerco di non guardarlo. So di essere insofferente, so di doverlo vedere tutto l’anno e so che evitandolo non risolvo nulla, ma proprio non ce la faccio. E’ la situazione che mi stressa. Se almeno potessi parlargli...

 

 

'Cause everything's so wrong
And I don't belong
Living in your
Precious memories


Perché è tutto sbagliato
E non sto a mio agio
Vivendo nei tuoi
Preziosi ricordi

(Vanessa Caltron – A Thousand Miles)

 

 

Ma come potrei? Io non posso parlargli.

 

Per mettervi a bagno le erbe, allungo una mano verso la teiera che bolle su fuocherello, ma sfioro un’altra mano dalle dita chiarissime ed affusolate. Perfette.

 

Alzo lo sguardo e davanti a me c’è Draco Malfoy in tutta la sua bellezza. Ovviamente.

 

Lui ritrae la mano come scottato e si volta a guardare altrove.

 

“ La... la tua teiera è alla tua destra. Questa è la mia” mormoro e lui senza guardarmi prende quella giusta e prosegue il suo lavoro senza dire nulla.

 

Dopo cinque minuti il battito cardiaco mi è tornato normale ed anche il respiro.

 

Più o meno.

 

A testa china finisco il mio lavoro, aggiustandomi sempre i capelli che fastidiosamente mi cadono davanti al viso.

 

Dovrei ricominciare a portarli legati, erano così comodi. Ma ormai ho diciassette anni ed è normale che voglia apparire più bella, con lunghi capelli boccolosi e con quel bel sorriso che hanno le ragazze alla mia età.

 

Ma per chi, poi?

 

Metto a posto e consegno alla Sprite, facendo cenno ad Harry e Ron che li avrei aspettati nei giardini.

 

Così, uscendo, tiro un sospiro di sollievo e ripenso al brivido provato quando lui ha sfiorato la mia mano.

 

Incredibile.

 

Il sole alto nel cielo aveva dato inizio ad una splendida giornata, che adesso sembra ancora più bella.

 

Mi siedo su una panchina accanto al cespuglio di rose, lasciando cadere la tracolla al mio fianco.

 

La divisa della scuola è alquanto calda di questi periodi, gonna a pieghe si, ma camicia a maniche lunghe per nulla. Così prendo ad attorcigliare i lembi delle maniche portandole più su dei tre quarti.

 

Qualcun altro esce dalle serre, veloce quando me ad ultimare il decotto. Pensavo (speravo) fosse Neville, ma a quanto pare la sfortuna mi perseguita.

 

Fortuna o sfortuna?

 

Lui è lì, i pantaloni dal taglio classico nero e la camicia bianca arrotolata sugli avambracci, accende una sigaretta che porta alle labbra, mentre si allenta il nodo della cravatta e si sbottona i primi due bottoni.

 

Resto a fissarlo, sperando che non si accorga di me.

 

Con una mano in tasca ispira fumo e lo espira, appoggiandosi al tronco di un albero. Chiude gli occhi e fa per calmarsi. E’ nervoso? Così sembra.

 

I suoi occhi di ghiaccio colpiscono improvvisamente i miei, come un lupo che ha fiutato la sua preda e la coglie di sorpresa.

 

Così mi ritrovo a stringere il sedile della panchina tra i miei pugni ed a sostenere lo sguardo.

 

La brezza leggera fa ondulare i miei capelli e mi porta parte del fumo che lui caccia dalla bocca. Ed il suo profumo.

 

Lui continua a fissarmi, ed è da mettere i brividi.

 

Spegne la sigaretta quasi a metà con il piede sinistro e se ne va, lasciando dietro di sé il profumo francese che tanto amo e che mi provoca sempre quel groppo allo stomaco.

 

Dopo qualche minuto, escono tutti dalle serre.

 

Raggiungo Harry e Ron che sbuffano per la difficoltà dell’infuso, strappandomi un sorriso dopo i soliti complimenti.

 

Perché tu sai fare tutto, ecco cos’è. Si nasce così” brontola Ron.

 

“ No, non è vero. Io studio, quello che tu non fai.”

 

Harry sogghigna, ma quando aggiungo che neanche lui si da da fare, si rabbuia.

 

Quest’anno ci sono anche i M.A.G.O. ragazzi. Bisogna impegnarsi” raccomando e spero di riuscire a farlo anche io.

 

Le ultime due ore sono d’incantesimi ed il Professore Vitious dopo un discorso d’apertura ci espone alcuni degli incantesimi che dovremmo affrontare per conseguire i M.A.G.O.

 

Harry e Ron si sono quasi addormentati durante la lezione anche se neanche io sono riuscita ad essere attenta, guardando spesso fuori dalla finestra e scribacchiando cose senza senso sulla pergamena che avevo davanti.

 

Uscendo, noto un gruppo di Serpeverde lasciare l’aula di Trasfigurazione e il mio sguardo cade su di lui, algido e freddo come sempre, portare la sua tracolla in modo così elegante da far sciogliere. Parla con Blaise Zabini e Theodore Nott, mentre Pansy Parkinson e Daphne Greengrass squittiscono e gli gironzolano intorno.

 

Lui intravede il mio sguardo puntato sulla sua schiena e mi fissa da sopra la spalla, per poi voltarsi nuovamente.

 

 

Siamo figli di mondi diversi una sola memoria
Che cancella e disegna distratta la stessa storia

(Ti scatterò una foto – Tiziano Ferro)

 

 

Guardo altrove e resto appiccicata ad Harry e Ron, seguendoli fino in Sala Grande per il pranzo.

 

Ginny sbuffante prende posto tra me e Harry (che ovviamente le sorride) e afferra del succo d’arancia.

 

Che giornata stressante!”

 

“ Ti capisco. Stressante anche la nostra” le rispondo, servendomi del roast-beaf.

 

Ron ed Harry si tuffano sul cibo e in un’intricata conversazione di Quidditch, così io e Ginny riusciamo a chiacchierare indisturbate.

 

“ Oggi alle cinque hai l’incontro con gli altri caposcuola? Beh, la McGranitt vi farà sapere gli eventi di quest’anno, oltre alle solite raccomandazioni” esclama allegra, tagliandosi una mela.

 

Poso la forchetta e mi volto verso di lei, interrogativa.

 

“ Gli eventi di quest’anno? E quali sarebbero?”

 

“ Non so...tipo il ballo d’inverno, il ballo di primavera e quello di fine anno tanto per citarne alcuni” dice distrattamente, rivolgendomi poi la sua attenzione.

 

“ Troppi balli in questa scuola. Non che non mi faccia piacere ma...sono troppi” concludo, tagliando nervosamente la mia arancia.

 

Perché sono così nervosa?

 

“ Bah, ti fai problemi inutili. Invece si sarà da divertirsi!”

 

“ Credo. Ginny, vado in Biblioteca. Dillo anche a quei due trogloditi ingozzoni. Ci vediamo dopo” la saluto, prendo la tracolla e mi alzo.

 

“ Okay. Fammi sapere poi” mi sorride e torna a fissare i due in questione che finiscono di strafogarsi.

 

Lasciando la Sala Grande, il mio sguardo inevitabilmente sul tavolo dei Serpeverde, ma noto la sua assenza. Strano, eppure quando mi stavo per alzare dal tavolo mi sembrava di averlo visto li.

 

Esco dal portone della Sala ma ciò che mi si para davanti agli occhi mi fa fermare in mezzo all’atrio d’ingresso senza più fiato.

 

Davanti a me, appoggiati ad una delle colonne di pietra che costeggiano il corridoio destro, ci sono Draco Malfoy e Pansy Parkinson che si baciano appassionatamente.

 

Sembra che Draco l’abbia appena afferrata e le sue mani scorrono febbrili lungo la schiena della Parkinson, che lei inarca subito. Lei gli passa una mano tra i capelli ed approfondisce il bacio.

 

Un tonfo sordo, il libro che avevo estratto dalla borsa è per terra. La bocca aperta e gli occhi sgranati, non connetto neanche di averli interrotti e che adesso si sono voltati verso di me.

 

Hermione, aspetta! Ci vediamo alle cinque direttamente nell’aula della McGranitt?” sento la voce di Ron alle mie spalle, ed in mezzo secondo anche Harry mi affianca.

 

Seguono il mio sguardo ed Harry ridacchia.

 

Ma che schifo! Un po’ di contegno, no? Vuoi farci vomitare Malferret?” aggiunge Harry con la faccia disgustata, aggiustandosi la borsa in spalla e raccogliendomi il libro che afferro debolmente.

 

Draco, con le labbra arrossate e l’espressione soddisfatta si volta verso il moro.

 

“ Geloso, Potter? Perché tu non hai nessuna che voglia stare con te? Perché sei insulso e ridicolo?” lo beffeggia, infilando una mano in tasca mentre, tenendo Pansy per la vita, la esibisce a mo di trofeo.

 

Ron poggia una mano sulla spalla di Harry, che probabilmente ha voglia di lanciare un pugno al Principe delle Serpi, e lo calma.

 

Harry, andiamo via. E’ solo un’idiota” si incamminano, poi si voltano e mi cercano con lo sguardo qualche passo più indietro, ma il mio stato catatonico non mi permette di seguirli.

 

La Parkinson, dubbiosa, mi rivolge uno sguardo di sufficienza e Draco uno freddo, anzi, glaciale. Sento gocce salate puntellarmi gli occhi.

 

Un passo dopo un altro raggiungo i miei amici, e spariamo dietro un angolo verso i dormitori.

 

Ma cosa è preso alla Mezzosangue? Hai visto come guardava?” sento stridere la voce del carlino alle mie spalle.

 

“ Bah, non ne ho idea Pansy. Forse anche lei è gelosa di non aver un ragazzo per fare certe cose” e ridacchia.

 

Cattiveria pura.

 

Ormai sono lontana da loro, ma stringo i pugni e digrigno i denti. Mi ha preso per il culo? Tutte quelle parole dolci quest’estate erano solo per portarmi a letto? Ed io che ci sono cascata in pieno. Non è cambiato, non è cambiato per niente. Sempre il solito stronzo. Quanto lo odio! Basta, io posso dimenticare. Ed adesso posso davvero farlo, perché riesco di nuovo ad odiarlo.

 

Aggiusto la tracolla e i boccoli dietro l’orecchio destro, ma non riesco ad alzare il viso per guardare Ron che mi richiede dove incontrarci nel pomeriggio.

 

S-si Ron. Nell’aula” mormoro, poi dico di voler andare in Biblioteca e fuggo via.

 

Lo odio.

 

 

šsšts

 

Camminando lungo il corridoio del quinto piano, sospiro e mi guardo intorno con aria stralunata.

 

Sono stata in Biblioteca a leggere un buon libro, ma ho dovuto chiuderlo perché raccontava di una storia d’amore che non sarebbe dovuta nascere. Con il secondo tomo, la stessa storia.

 

Sono tornata in dormitorio a posare la tracolla, mi sono aggiustata la camicia bianca arrotolata sulle braccia e sono uscita, verso le cinque meno qualche minuto.

 

E adesso sono davanti questa porta, rimuginando sui miei pensieri.

 

Meccanicamente, quando un pensiero mi attraversa la testa, mi passo una mano sulle pieghe della gonna, quasi a volerle aggiustare. Lo stesso ho fatto con i miei capelli, prima, nel dormitorio, rendendoli meno crespi.

 

Perché?

 

Forse perché, quel preciso pensiero, riguardava qualcuno in particolare.

 

E se Draco Malfoy è diventato Caposcuola?

 

Scuoto la testa e appoggio la mano sulla maniglia e con forza apro la porta, richiudendomela alle spalle.

 

“ Buonasera, professoressa” saluto la McGranitt che alza il viso da innumerevoli carte e ricambia.

 

Saluto i Prefetti di Tassorosso ed il loro caposcuola, anche se non mi sarei aspettata l’avesse ricoperto Ernie Macmillan. Così come mi fa strano vedere Padma Patil con la C dorata appuntata sul petto, ma la saluto così come gli altri Prefetti di Corvonero.

 

Ron mi viene incontro, stranamente con Ginny al seguito.

 

“ Visto, hanno nominato Ginny come secondo Prefetto. Perfetto, no?” sbuffa infastidito, ma io lo ignoro e do le mie congratulazioni a Ginny, tutta felice.

 

La porta si apre e fanno il loro ingresso Draco Malfoy, Blaise Zabini e Pansy Parkinson.

Distolgo lo sguardo, ma non prima di appurare che una C splendente è appuntata sul petto di Draco, mentre gli altri due hanno solo la P.

 

Perfetto.

 

Spero di non aver compiti che mi associno a lui, in alcun modo.

 

La McGranitt si alza e cammina verso di noi, che divisi in gruppi di case, abbiamo creato una specie di cerchio intorno alla sua figura.

 

“ Salve, ragazzi. Prima di tutto, ripeto, complimenti per le nomine. Come ogni hanno, dei due Prefetti della Casa, uno ne viene scelto affinché diventi Caposcuola. L’altro viene affiancato da un Prefetto appena scelto, più giovane, a cui dovrà fare da “tutor”. Chi è già stato Prefetto l’anno precedente, cioè, dovrà aiutare il compagno a muoversi meglio nell’ambiente e aiutare perfettamente la scuola. Per quanto riguarda i Caposcuola, prego, fate un passo avanti e venite di fronte a me” aggiunge poi e i rappresentanti delle quattro case le si dispongono dinanzi.

 

Vedo gli occhi argentei di Draco saettare sul mio seno e diventare lame taglienti scorgendo la spilla da Caposcuola.

 

Lui mi odia?

 

“ Bene. Ripresento i Caposcuola per ognuno di voi. Ernie Macmillan per Tassorosso” i due prefetti di HufflePuff, Hannah Abbott e Justin Finch-Fletchley, applaudirono sorridenti. “ Padma Patil per Corvonero” e Luna Lovegood, facendo tintinnare i suoi gingilli, e Antony Goldstein, applaudirono compiaciuti. “ Draco Malfoy per Serpeverde” ed il biondo ricevette un sorriso malizioso da Pansy Parkinson e una pacca sulla spalla da Blaise Zabini. “ E ovviamente, per la mia casa, Hermione Granger per Grifondoro” annuncio seguito da forti applausi dei due fratelli Weasley. Due occhi d’argento, d’altro canto, sussultano quasi al suono del mio nome.

 

“ Ora” continua la McGrannit “ I Prefetti da oggi hanno il compito di perlustrare i corridoi e punire, sottraendo punti. Questo di giorno, mi sembra ovvio. Per quando riguarda le perlustrazioni notturne, saranno affidate ai quattro Caposcuola, che tutte le sere faranno le loro ronde fino alle 24:00, per assicurarsi che nessuno sia in giro nel castello. I Prefetti così come i Caposcuola, hanno il compito di sottrarre punti, ma dovranno riferire a questi ultimi di eventi più importanti, che direttamente riferiranno a me, Vicepreside. Se la questione dovesse farsi complicata, sarà poi coinvolto il preside. Ma non pensiamo al peggio” sorrise, all’indirizzo di tutti. “ Dovrete gestire anche i comitati, i club e tutto ciò che vorrà essere istituito ad Hogwarts, per poi riferirlo a me che personalmente l’approverò. All’infuori di ciò, ho bisogno di alcuni di voi che si occupino di alcune questioni riguardanti la scuola e le sue organizzazioni” torna alla cattedra ed estrae dal cassetto delle pergamene rilegate.

 

Sono a mezzo metro da Draco, credo, e posso sentire forti scariche elettriche passarmi per il corpo. D’altro canto, quando il mio sguardo cade sulla Parkinson che cinguetta poco più dietro, provo un odio profondo e mi ripeto mentalmente che io odio Draco Malfoy, perché è uno stronzo.

 

“ Ecco, una piccola lista dei club che per forza dovete istituire voi Caposcuola e voi Prefetti. A gruppi di massimo due persone di case diverse, con la supervisione di un terzo - un Caposcuola - si istituisce il Club e si cercano quelli che vogliono aderivi” distribuisce una pergamena ad ognuno e ne tiene una lei, per leggere ad alta voce: “ Club dei Duellanti, Club dei Giovani Giornalisti, Club per la Salvaguardia dell’Ecologia Magica, Club per le Ripetizioni Scolastiche, in vista dei M.A.G.O., sapete. Ed ovviamente, ma per questo si fa un eccezione, il Comitato per l’organizzazione delle feste scolastiche, per cui i soli ed unici partecipanti saranno i quattro Caposcuola, all’infuori dei quali nulla dovrà trapelare, affinché le feste siano delle meravigliose sorprese” sorride e tra le sue mani appare un contenitore cilindrico.

 

Intanto, dato che a stento ho connesso che dovrò lavorare a stretto contatto con Draco Malfoy e gli altri due per organizzare gli eventi di Hogwarts, tremo impercettibilmente e vado in iperventilazione.

 

“ Professoressa, con tutto il rispetto, non credo di essere la persona più adatta a ricoprire un simile ruolo” se ne esce Draco Malfoy, elegante e posato come sempre. “ Il ruolo di organizzatore di feste scolastiche non mi si addice per nulla e vorrei esimermi”.

 

Stavo anche io per dire la mia, ma la McGranitt lo guarda ferita ed innervosita allo stesso tempo, come una bambina a cui è appena stato tolto un giocattolo.

 

“ Ma...ma, signor Malfoy, lei è impazzito? Solo i Caposcuola possono avere questo bellissimo compito!” la sua vocina diventa acuta. Padma sorride e cinguetta quasi a se stessa per la meraviglia di quel progetto. La McGranitt riattacca “ Non può esimersi da un compito del genere, voi DOVETE farlo. E non ammetto discussioni!”

 

Lui inarca un sopracciglio e alza le mani in segno di resa, guardandola.

 

“ Come vuole” concede e lei sembra calmarsi.

 

Sorride di nuovo e mostra ciò che ha tra le mani.

 

“ Ecco, ora i Prefetti pescheranno un biglietto da questo cilindro e così saranno associati a gruppi di due per istituire i Club. Ovviamente, per la cooperazione tra le quattro Case, il cilindro è stato stregato in modo che verranno associate per forza due persone di case diverse. Ora, a voi” timidamente si fanno avanti i primi e pescano a ruota i bigliettini.

 

Vengono associati Luna e Blaise per istituire il Club per la Salvaguardia dell’Ecologia Magica, decisione che vede la prima superfelice, ma il secondo piuttosto frustato. Poi Hannah ed Antony per il Club dei Giovani Giornalisti, Ginny e Justin per il Club dei duellanti e Ron e Pansy per istituire il Club per le Ripetizioni Scolastiche.

 

La McGranitt rimane piuttosto sconvolta da questo sorteggio, per l’estrazione finale, s’intende.

 

Weasley e la Parkinson il Club per le Ripetizioni Scolastiche?

 

“ Quindi, i Caposcuola associati a questi Club saranno, per mia decisione ovviamente: Padma Patil per Club per la Salvaguardia dell’Ecologia Magica. Cara, dovrai gestire al meglio le relazioni estere della Scuola, con le altre istituzioni di Ecologisti e via dicendo. Ernie Macmillan per il Club dei Giovani Giornalisti, che dovrà trattare con la Gazzetta del Profeta per conto della Scuola. Draco Malfoy per il Club dei Duellanti. Dovrà mantenere l’equilibrio al meglio e gestire gli incontri. E Hermione Granger” sospira e giuro di aver sentito qualcosa come E Merlino ci ha salvato “ Gestirà al meglio il Club per le Ripetizioni Scolastiche”.

 

Avrei voluto gestire quello dei Giovani Giornalisti, ma mi rendo conto di essere molto, ma molto più utile in quello per le ripetizioni. Poveri ragazzi che finiranno in quel club! Dovrò lavorare sodo, molto sodo, altrimenti finiranno per mostrare agli esaminatori dei M.A.G.O. strategie di Quidditch ed i vari stili che esistono per lisciare i capelli con le lozioni di Madama Rose.

 

“ Bene, potete andare” i Prefetti salutano e lasciano l’aula, ma la professoressa ferma noi Caposcuola.

 

“ Stasera davanti il mio ufficio. Ogni sera sarà così. Poi inizierete la ronda. Avete preferenze su come accoppiarvi per le ronde serali?” sposta la testa a destra ed a sinistra, squadrandoci in attesa.

 

Nessuna risposta.

 

“ Bene, lo farò io. Allora, vediamo...”

 

“ Professoressa, mi scusi” la sua voce è sempre una lama tagliente che mi squarcia il cuore. “ Vorrei stare con la Patil, se non le dispiace” domanda e le mie viscere si arrovellano.

 

Mi volto di scatto verso Padma, rossa in viso, che sorride come un ebete.

 

“ Oh” fa la McGranitt stupefatta “ Oh, signor Malfoy, certo. La Granger sarà con Macmillan, allora” ci sorride e ci congeda.

 

Mi sembra il respiro mi sia venuto meno, mi sento solo trascinare sottobraccio da Ernie che decanta la nostra unione, la forza che ci lega e ciò che dovremmo fare. Più avanti Padma sta timidamente avvicinandosi a Draco che la prende per la vita e le sorride in modo seducente.

 

La mia mano trema mentre scende lungo il braccio di Ernie e va ad impugnare la sua mano. Lui smette di parlare ed arrossisce.

 

“ Andiamo, Ernie” dico risoluta, lui annuisce tutto felice ed insieme superiamo i due. Sento due occhi prepotenti sulla mia schiena, ma non mi volterei per nulla al mondo. Voleva Padma? E che se la tenesse stretta! Che si tenesse stretta anche Pansy Parkinson! Che stia con tutte le donne che vuole. Lui non è nessuno per me, io nessuno per lui. Due persone talmente opposte da mettere i brividi.

 

 

Qualsiasi siano le distanze fra due punti diversissimi ed opposti fra di loro
disperati come missili sparati verso cieli lontanissimi
al di là delle galassie dentro a un buco nero.

(Tiromancino – Strade)

 

 

Gli opposti si attraggono.

 

Mi viene una rabbia! Io, Hermione Granger, non mi faccio mettere i piedi in testa da nessuno. Sarò io a farlo ingelosire ed innervosire, perché sarò io ad uscirne indenne.

 

Io voglio uscirne indenne.

 

Perché questa situazione fa troppo male.

 

 

Vorrei uscire stanotte,
dimenticare il tuo nome.

(Tiromancino  Nessuna Certezza)

 

 

 

šsšts

 

 

Eccomi giunta con il secondo capitolo! O meglio, il primo vero e proprio capitolo. Sono di corsa quindi un veloce ringraziamento alle fanciulle che hanno recensito il prologo precedente. Siete fantastiche!*_____*

 

Baci!

Erin

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Capitolo 3
*** Tasti dolenti ***


Comunque vada vado via

Fake Forgetfulness

 

Tasti dolenti

 

šsšts

 

 

Comunque vada vado via
e chiedo alle mie mani di fermare il battito del cuore 
perchè il mio cervello non sopporta più il rumore
che mi porta indietro al tempo in cui le ore passavano leggere 
e mi riperdo...

 (Tiromancino – Strade)

 

 

Le autunnali giornate di Ottobre sono quasi alla porte. La fresca brezza delle sei di pomeriggio di alza, accarezzando l’erba umida dei giardini di Hogwarts, sfiora la superficie del Lago Nero, rincorrendo qualche passerotto pigro tra le cime frondose degli alberi, fino a risalire lungo le mura del castello. S’intrufola nelle finestre lasciate aperte, per non curanza o appositamente, per poter chiudere gli occhi, come me, e sentire il vento pizzicarti il viso.

 

Riapro gli occhi, guardando la pergamena che ho davanti. Mordicchio leggermente la punta della piuma, pensando a come proseguire in modo appropriato il compito che ci ha assegnato il professor Vitious.

 

“ Fate una ricerca approfondita sugli incantesimi d’appello praticati nel medioevo. E che sia pronta per i primi d’ottobre.”

 

La voce dell’insegnante mi riecheggia nella mente, che già provata com’è, decide autonomamente che è decisamente ora di una pausa.

 

Faccio scivolare, spingendo delicatamente, il calamaio e la pergamena di qualche centimetro lontano da me, sul tavolo. Appoggio i gomiti e sospiro, rilassando le membra e facendo qualche torsione del polso, che ha scritto freneticamente per due ore, senza sosta. Credo anche di essere a buon punto, quindi una piccola pausa posso permettermela. E poi non riesco ad entrare in Biblioteca senza farmi almeno un giro tra i suoi scaffali.

 

Sposto la sedia all’indietro, mentre il rumore del legno cesellato stride sul pavimento marmoreo, consumato da secoli di andirivieni alla ricerca di tomi polverosi adatti a qualche assurda ricerca.

 

Mi aggiusto la gonna nera a pieghe, spazzolandola, così come le maniche della camicia bianca che indosso. Prendo la piuma che ho usato per scrivere e me la sistemo a mo di fermaglio per i capelli, tirandoli su in una crocchia debole, a cui sfugge qualche riccio.

 

“ Bene...” sussurro, mettendo le mani sui fianchi, mentre un piede ondeggia su e giù e il mio labbro inferiore viene morso leggermente.

 

Alzo una mano ed inizio a passarla lungo le copertine dei tomi, leggendone i titoli. Incontro qualche libro d’incantesimi, forse utile per la mia ricerca. Ed anche se la tentazione è forte, decido di scuotere la testa e cambiare scaffale, per leggere qualcosa che riesca a rilassarmi.

 

Lo sapevate che nella terza sezione a partire dal fondo della Biblioteca, ci sono tantissimi libri su storie d’amore travagliate tra maghi e streghe, che se mai di famiglie nemiche non potevano ne vedersi ne parlarsi? Ops, guardate un po’...Romeo e Giulietta in realtà erano due maghi, lei purosangue e lui no. Ecco, ora è spiegato tutto.

 

Ne prendo qualcuno, incuriosita, ed inizio a sfogliarlo. Per Merlino, non avevo mai letto roba del genere! Uno di questi volumi s’intitola “La tragica storia di Leopoldo e Margarita”, ma non sono in vena di romanticismi, così esco saggiamente dalla sezione e prendo qualche libro d’incantesimi che possa tornami utile.

 

“ Li prendo in prestito, Madama Prince” avverto la Bibliotecaria che riemerge da una valanga di pergamene, piume e libri. Mi fa un cenno distratto e ricomincia a scrivere.

 

“ Confido sulla sua puntualità, Miss Granger” borbotta a capo chino, indaffarata.

 

“ Come sempre, Madama”.

 

Lasciando la Biblioteca, cammino per i corridoi affollati del castello. Gruppi di ogni Casa discutono tra loro, ridono, scherzano. Mi tocca riprendere i Prefetti di Tassorosso, Hannah e Justin, che invece di fare il loro lavoro, sghignazzano e si comportano peggio dei primini che alle loro spalle lanciano delle caccabombe. Un gruppo di Corvonero arriva da destra e assale i primini, con della sostanza corrosiva. Qualche grido di alza, ma sembra che sia l’unica ad accorgersene.

 

“ Insomma, Hannah e Justin, la smettete di amoreggiare? Dietro di voi si sta scatenando l’inferno!” esplodo, mentre loro confusi si staccano e guardando alle loro spalle.

 

Che siano loro a riprenderli, io non ho proprio voglia. Stanca ed infastidita, mi dirigo a passo di marcia verso la Sala di Riunione dei Caposcuola, per la riunione settimanale del mercoledì.

 

Abbiamo già fondato i diversi Club e verso le otto devo anche passare a revisionare il lavoro svolto da Ron e dalla Parkinson per le Ripetizioni. Che angoscia! Quest’anno ho troppe cose da fare!

 

Sbuffando, svolto l’angolo e m’intrufolo nell’atrio del settimo piano, dove una statua in armatura mi aspetta minacciosa al varco che limita l’accesso alla Stanza delle Organizzazioni.

 

“ Sono Caposcuola, idiota” sibilo mostrando la spilla e lui con un inchino mi lascia passare. Ovviamente, sono misure di sicurezza adottate dalla McGranitt: nessuno all’infuri dei Caposcuola può organizzare gli eventi dell’anno e noi, ad ottobre, già dobbiamo organizzare i Ballo d’inverno, che si terrà a Dicembre. Ed ovviamente discutere dell’andamento dei vari Club, di cui ognuno di noi è responsabile.

 

Entro lentamente, senza neanche degnare di un’occhiata i presenti.

 

E’ una stanza rettangolare, ma molto grande e con grandi drappi e tendaggi scuri alle finestre dagli archi ogivali, un rosone centrale e molte armature lungo i bordi del perimetro. Un bellissimo tappeto divide il maestoso camino con le poltrone su cui ci sono già tutti e tre i Caposcuola, riuniti in cerchio a discutere animatamente.

 

Un rivolo di fumo aleggia dinanzi un biondino scompostamente elegante, il Caposcuola HufflePuff sembra infastidito da qualcosa e la voce squillante di Padma echeggia fastidiosa nell’etere, accompagnata da un odore della boccettina di smalto che ha lasciato aperto sul tavolino accanto sé.

 

“ Il Ballo d’inverno è un evento serio, ragazzi!” squittisce, come se l’avesse ribadito dopo un lungo discorso contro quest’affermazione.

 

“ Si, Patil. Ne va della nostra vita non organizzarlo già da ora...come minimo” sibila infatti l’ironico Draco Malfoy, semidisteso su una poltrona stile Luigi XIV verde scuro, con una sigaretta tra le labbra che oscilla alle sue parole.

 

Ernie ride ed ovviamente Padma incrocia le braccia sotto il seno, indispettita.

 

“ Buonasera” saluto, mentre la mezzaluna formata dalle tre poltrone rivolge la sua attenzione alla sottoscritta. Poso la tracolla sulla mia scrivania a sinistra della Stanza e mi lascio cadere sulla mia poltrona che sta a chiudere il cerchio.

 

Non mi volto neanche a guardare alla mia sinistra, perché c’è Draco. Direttamente, mi giro verso destra, verso Ernie, e di fronte, verso Padma.

 

“ Parlavate già del Ballo d’Inverno?” chiedo, estraendo un blocchetto ed una piuma, appuntando qualcosa.

 

“ Già” conferma Ernie e sento Padma sibilare qualcosa a denti stretti, inferocita.

 

“ Mi sembra un po’ presto...” concedo, mentre una nuvola di fumo mi arriva da sinistra insieme al suo profumo francese.

 

Non devo voltarmi verso di lui.

 

“ E’ quello che le abbiamo detto io e Malfoy. A Padma, ovviamente” ribadisce Ernie, estraendo anche lui un blocco ed una piuma-prendi-appunti.

 

“ Piuttosto, parliamo d’altro. Come vanno i club?” chiedo, alzando lo sguardo verso i due Caposcuola, ignorando palesemente Il Principe Slytherin. Strano, ma in altre occasioni non sentirsi al centro dell’attenzione, o comunque degnato di un minimo di attenzione, lo avrebbe molto infastidito. Invece, adesso, è li in silenzio che non sussurra neanche una parola, come se questo fatto che venisse ignorato da me e di conseguenza anche dagli altri due, impegnati a parlare con la sottoscritta, non lo infastidisse.

 

“ Bene. Insomma, con questo diverbio tra le Case, i fondatori non vanno proprio d’accordo... mugugna Ernie, sfogliando il blocco. “ Però abbiamo molti iscritti!”

 

“ Già, anche da me è così” dice Padma, ravvivandosi una ciocca di capelli dietro l’orecchio. “ Sono già una trentina le persone che fanno parte del club. Non l’avrei mai detto”.

 

Bene, mi sono fregata con le mie stesse mani. Abbassando lo sguardo e fingendo di scrivere alcuni appunti sul mio blocco, devo per forza chiederlo anche a Draco.

 

“ Da te, Malfoy?” poche parole, strette e concise, evitando di guardarlo anche per un solo secondo.

 

“ Tutto in ordine” poche parole, strette e concise, evitando di darmi troppa confidenza.

 

Mi mancano le sue mani che scorrevano febbrili sul mio corpo.

Mi mancano le sue labbra gonfie che saggiavano il mio collo.

Mi manca il suo respiro caldo che s’infrangeva sulla mia pelle.

 

“ No, non è vero...” mormoro, come a voler convincere me stessa.

 

Perché non dovrebbe essere vero?” chiede contrariato Draco alla mia sinistra ed inevitabilmente alzo lo sguardo di scatto verso di lui, consapevole di aver pensato a voce alta. “ Sai benissimo che lo è...” aggiunse, ora guardandomi.

 

I nostri sguardi restano incatenati per qualche secondo. Lui non sa quanto di vero ha detto, per Merlino! Mi sento un groppo alla gola ed al cuore che non riesco a mandar via. Apro la bocca, ma solo dopo qualche balbettamento riesco a parlare.

 

Lo-lo so che il club dei duellanti va bene. No-non dicevo a te. Ho pensato a voce alta” aggiungo infine, velocemente.

 

Draco continua a guardarmi e leggo nei suoi occhi qualcosa che non riesco a capire. Sto per parlare ancora, quando lui si alza e preme la sigaretta nel posacenere sul tavolino in mogano scuro, mettendo poi le mani in tasca.

 

“ La riunione è finita. Abbiamo detto ciò che c’era da dire”. Un’affermazione che suona quasi come un ordine. Non aspetta un secondo di più e lascia la Stanza, infilandosi la tracolla di pelle nera.

 

Non mi sono neanche voltata per seguirlo andar via, ho solo sentito il brusio degli altri due Caposcuola e lo stridio delle loro sedie contro il pavimento, segno che stavano per seguire il consiglio del Principe Slytherin.

 

La mano di Ernie si poggia sulla mia spalla e lui mi dice qualcosa che suona come un saluto, così come fa anche Padma. Ed in breve sono da sola, sola con tre poltrone vuote di fronte a me, sola rannicchiata in questa poltrona a piangere silenziosamente, sola con i miei pensieri, i miei dubbi, i miei rimorsi.

 

Non ce la faccio. E’ più forte di me. Draco Lucius Malfoy è più forte di me. Mi basta incrociare il suo sguardo e tutte le mie convinzioni, le promesse fatte a me stessa cadono come se fossero fatte di polvere. Non riesco a dimenticare. Non riesco a dimenticarlo.

 

Mi alzo, dopo quella che mi è sembrata un’eternità. Già il cielo oltre le finestre è più scuro; infatti, notando l’ora, mi accorgo che sono le otto.

 

“ Devo passare al Club di Ripetizioni...” dico mentalmente, forse a voce alta. Devo smetterla di pensare senza controllarmi, finendo per parlare, poi! Afferro stizzita la mia borsa e ci rimetto dentro la piuma ed il blocco.

 

Sto per uscire, quando tornando indietro mi pervade la volgia di fare qualcosa che non avrei mai dovuto fare: sedermi sulla poltrona di Draco.

 

C’è il suo profumo impregnato nella stoffa, posso sentirlo anche a distanza. Adesso però sono accucciata contro lo schienale e penso a quella notte, ancora una volta. Cosa mi disse?

 

“Farò solo finta di aver dimenticato.”

 

Come posso credere che stia facendo finta? Sembra tutto così reale!

 

Scuotendo la testa mi do della stupida: è tutto reale. Era l’euforia del momento dopo l’amplesso, qualcos’altro ha parlato per lui.

 

Scendo nervosamente dalla sua poltrona e lasciò la stanza, mentre la porta di chiude dietro di me.

 

Imbocco la strada per andare al Club di Ripetizioni, irritata dal fatto che non riesco a governare i miei pensieri e le mie emozioni, come faccio con il resto delle cose.

 

We're one

but we're not the same

Well we hurt each other
Then we do it again

 

 

Noi siamo una sola cosa
ma
non siamo la stessa cosa

ci feriamo a vicenda
e poi lo rifacciamo ancora

(One – U2)

 

 

 

šsšts

 

 

E’ strano vedere la Parkinson così. Insomma, è sempre nervosa-presuntuosa-altezzosa, me oggi sembra turbata da qualcosa. Incenerisce qualunque persona gli capiti a tiro con un solo sguardo, soprattutto i piccoli primini che sono li solo per dei consigli sui compiti da svolgere.

 

“ Arrangiati da solo! Oggi non è giornata” la sento distintamente dire quando entro definitivamente nell’aula dove stanno tenendo il club.

 

Ron sembra in serie difficoltà, quindi mi tocca togliere la tracolla, fare un sospiro profondo e aiutare praticamente tutti i ragazzi del club con i compiti.

 

La Parkinson continua a mandare sguardi infuocati e sibilare a denti stretti, così i ragazzi decidono saggiamente di non chiederle più nulla.

 

Ma io non resisto dalla tentazione di andarla a stuzzicare un po’. Sono una temeraria, lo so.

 

“ Ehilà, Parkinson! Come mai di cattivo umore oggi?” ridacchio, sentendomi leggermente meglio.

 

Lei si gira e poi si volta nuovamente, dandomi le spalle ancora.

 

“ Non sono affari tuoi!”

 

Faccio qualche passo e mi porto alle sue spalle.

 

Cosa c’è? Il tuo Dracuccio non è stato carino con te, oggi? Non ti ha baciato con abbastanza foga?” non so neanche da dove mi sono uscite queste parole cariche di malignità e cattiveria, ma le ho dette.

 

Ma ciò che mi resta più impresso è il suo volto e poi le sue parole.

 

Quando si volta, è in lacrime. Poi sibila “ Tu...tu non sai quello che dici, Mezzosangue! Fatti gli affari tuoi!” e corre via dal Club, sbattendosi la porta alle spalle.

 

Prima era nervosa, adesso è scoppiata a piangere correndo via. E dopo che le ho detto di Draco. Ho toccato un tasto dolente?

 

 

 

šsšts

 

 

Scusate l’immenso ritardo! Mi spiace davvero di aver postato dopo così tanto tempo, ma sono stata impegnata e poi sto scrivendo un libro che mi prende i pochi momenti liberi della giornata.

Spero di poter postare al più presto!

 

Baci, Erin.

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Capitolo 4
*** Stranezze ***


Fake Forgetfulness

Fake Forgetfulness

 

Stranezze

 

šsšts

 

Che giorno sia non sai mentre vai
dove adesso non mi vedi
ovunque sei sarai
dentro i miei sogni ormai

(Tiromancino - Muovo Le Ali Di Nuovo)

 

 

A dispetto di quello che si crede in giro, amo la domenica. Posso alzarmi tardi nel mio comodo ed accogliente letto a baldacchino, scostare le tende e farmi inondare dal piacevole tepore della luce solare mattutina.

 

A favore di quello che si crede in giro, odio la domenica. Questo perché è un giorno inutile, che non tenendo impegnata in alcun chè di veramente impegnativo, mi fa pensare e viaggiare con la mente su cose cui non dovrei assolutamente soffermarmi. Neanche per un secondo.

 

Questo è il mio stato d’animo da qualche mese a questa parte. Sono cambiata dentro più di quanto avrei creduto possibile e mi sento così strana a volte che stento a riconoscermi.

 

Scendo dal letto sbadigliando, trovando la mia bellissima stanza da caposcuola disordinata e caotica, camminando come un automa verso il bagno. Meglio dire che ormai sono un automa. Non c’è più nulla in me che mi faccia venir voglia di vivere: sembro un vegetale. Almeno prima provavo qualche stato d’animo. Gioia o felicità no, ma almeno rabbia si. Invece adesso mi ritrovo ad Ottobre inoltrato completamente svuotata di ogni emozione, di ogni sensazione. Il che alle volte potrebbe essere un bene, ma alle volte no. Potrebbe essere un bene perché almeno non mi sento male, non mi viene da piangere. E’ però controproducente perché questo mio stato di catatonia provoca da parte dei miei amici un’insistente voglia di sapere cosa mi succede, tempestandomi di domande delle più assurde e disparate.

 

Qualche giorno fa, ad esempio, Ronald mi si è avvicinato silenziosamente mentre ero seduta in Biblioteca, con la testa nascosta fra le braccia e gli occhi chiusi.

 

Herm, stai dormendo?” mi chiese sottovoce.

 

All’inizio avevo ben pensato di fingere che si, stavo dormendo. Ma poi alzai la testa della braccia e scossi la testa.

 

“ Hai fame? Ti porto qualcosa? Oggi non hai toccato niente in Sala Grande. Ti senti male? Vuoi che ti porti in infermeria? Sembri pallida. Vuoi che...”

 

Ron, sto bene” avevo risposto solo, fermando il flusso di domande che avrebbe potuto far fuoriuscire dalla sua bocca.

 

Uno sguardo oltre le sue spalle chinate su di me, intravedo la chioma rossa di Ginny Weasley e quella bruna e spettinata di Harry Potter, immobili, che attendono e mi fissano.

 

“ Dì anche a loro che sto bene. Davvero” e con queste parole prendo i libri che avevo sul tavolo di mogano scuro e lo sorpasso, senza guardarlo, uscendo dalla sala.

 

Ora che ci ripenso, loro non c’entrano assolutamente nulla. Non dovrei essere così fredda con loro. Cercano solo di aiutarmi, in fin dei conti. Si preoccupano...

 

Ma davvero non riesco neanche più a fingere di star bene, adesso.

 

Esco dalla stanza dopo una doccia che credevo fosse stata rigenerante, ma purtroppo mi ritrovo con lo stesso umore di prima.

 

Con abiti semplici, un jeans ed un pullover blu scuro, inizio a percorrere il corridoio del terzo piano, per salire alla Guferia. Sono stata tutta la notte a scrivere una lettere chilometrica, soprattutto di sfogo, a mia cugina Silvia. E’ l’unica che sa quello che è accaduto ed è che come se in lei trovassi un appoggio, un sostegno su cui contare, un qualcosa che mi faccia capire che ciò che ricordo non è per effetto di qualche strana pozione. Perché da quando ho messo piede a scuola, il Proie Rouge sembra solo un sogno mai accaduto.

 

Il mio pensiero vola verso te
per raggiungere le immagini
scolpite ormai nella coscienza
come indelebili emozioni
che non posso più scordare
e il pensiero andrà a cercare
tutte le volte che ti sentirò distante
tutte le volte che ti vorrei parlare
per dirti ancora
che sei solo tu la cosa
che per me è importante...

(Tiromancino – Per me è Importante)

 

 

Per fortuna i corridoi sono deserti e così come la Guferia, dove alcuni volatili ancora pigramente dormono o mangiucchiano un po’ di semi.

 

Mi avvicino ad uno che sembra più arzillo e gli lego il bigliettino alla zampa, sussurrandogli il nome delle persona che deve cercare. Sembra anche decisamente intelligente, così che prende il volo e lo seguo sparire oltre la finestra, finché non scompare alla mia vista.

 

Il sole ormai meno caldo rispetto a quello di settembre mi inonda il viso, tanto da farmi desiderare di uscire in giardino e stendermi su qualche panchina assolata, addormentarmi e non risvegliarmi più.

 

Che sciocca...” mormorò, riaprendo gli occhi, mentre mi ritrovo a percorrere l’ampio corridoio, dove le mie scarpe risuonano ovattate perché prive di tacco.

 

Mi sposto un boccolo da viso, perfettamente in ordine e morbido, come il resto della mia capigliatura, che mi scivola lungo le spalle fino a metà schiena. A dispetto di quello che avrei potuto pensare, non mi sto tralasciando fisicamente ed esteticamente. Per me è diventato inconsciamente morboso avere sempre tutto in ordine, perfetto, sotto il mio controllo. Impeccabile. Forse perché da quando non riesco a controllare più i miei stati d’animo, le mie emozioni ed i miei sentimenti, cerco di tenere sotto controllo ciò che posso governare.

 

Delle voci provengono concitate e acute dalla fine del corridoio, dal perpendicolare a quello che sto percorrendo io. Infatti si fanno sempre più vicine, quando vedo apparire da destra le ultime due persone che avrei mai desiderato d’incontrare, e subito sento il mio cuore iniziare a battere di nuovo.

 

Draco, non ti capisco...cosa ti succede, per Merlino!”

 

La voce di Pansy è tutta una lacrima, agitata ed implorante, mentre si mantiene a debita distanza da un biondino che cammina lentamente con le mani in tasca. Veste di nobiltà, con un pantalone dal taglio classico ed un pullover grigio, elegante e sensuale in ogni singolo movimento.

 

Pansy, cosa c’è da capire nelle parole Noi non stiamo insieme?” chiede, stanco e sbuffante, ma anche questa sua noncuranza risulta così regale e sensuale. Nessuno avrebbe potuto esprimere della noncuranza così perfettamente.

 

“ Io, ecco...ma se tu mi baci, io credo di piacerti...poi mi dici che era perché in quel momento non avevi niente da fare...ma poi in altre situazioni, soprattutto quando c’è gente, mi tieni stretta a te. Come a voler far capire che sono la tua ragazza! Insomma, Draco io non capisco...” mormora ora piangendo, ma il Principe Slytherin alza solo la testa sopra la spalla e la guarda, senza fermarsi.

 

“ Adesso non piangere. E’ da sciocche” la riprende con freddezza, ma inevitabilmente tornando a guardare avanti intravede la mia figura, immobile al centro del corridoio alla sua sinistra.

 

Sembra sobbalzare, sembra perdere la sicurezza che tanto lo contraddistingue, poi accelera il passo e si porta una sigaretta tra le labbra, nervosamente, prima di sparire oltre l’altro angolo. Pansy si volta verso di me e si nasconde il viso tra le mani, scappando da dove è venuta, disperata.

 

Resto qualche secondo ancora ferma, incapace di ordinare i miei pensieri.

 

Dopo qualche secondo riprendo a camminare senza nessun mutamento sul viso. Piatto, ecco com’è. Ed il cuore ha battuto solo una volta, appena ha visto ciò che l’ha conquistato e poi dilaniato. Poi basta. Tutto è tornato come prima. E mi appresto a raggiungere la fine del corridoio, per trovare un posto in cui poter stare tranquilla anche se con lo sguardo perso nel vuoto.

 

 

šsšts

 

 

Il tempo non ha mai cambiato le cose. Ciò che mi resta da fare è reagire, ma mi sento così stupida quando cerco di farlo e tutto i risulta così difficile e impossibile.

 

Pigramente sono seduta alla mia scrivania della Stanza delle Organizzazioni, riordinando alcuni documenti e rapporti che dovrò consegnare in giornata alla McGranitt, sullo svolgimento del mio Club, per dirne una.

 

In verità, cerco di andarci solo di rado, una volta a settimana. Fosse per me, non ci andrei neanche quell’unica volta. Ma mi rendo conto che, primo, hanno bisogno di me e secondo, stare lì mi distrae almeno in parte. Però non vado spesso perché c’è Pansy Parkinson e la cosa mi provoca un fastidio immane. Anche se da quello che ho capito non è la ragazza di Draco Malfoy. Ma ciò non toglie che non riesco a vederla.

 

La Stanza delle Organizzazioni è vuota, all’infuori di me e Ernie, che sta sistemando gli articoli di giornale che ha prodotto il suo club.

 

Hermione, ma anche tu hai così tante carte?! Insomma, dico io, è domenica! Dovremmo avere un giorno completamente libero, prima o poi, o no?” sbotta portandosi le mani ai capelli ed osservando le sue carte con orrore crescente.

 

Anche io ho dei documenti da compilare. Siamo tutti nella stessa barca” rispondo, ma lo dico con una voce così piatta che Ernie ovviamente non può esimersi si alzare il capo verso di me e corrucciare la fronte.

 

“ Ehi caposcuola, successo qualcosa?” chiede interdetto, sporgendosi dalla sua scrivania.

 

Prontamente scuoto la testa: non voglio che un altro si aggiunga alla lista “ Riempiamo di Domande Hermione Granger”.

 

“ Ah, okay. Mi era sembrato...” e per mia fortuna torna a scrivere, così che per evitare altro, sistemo le mie cose sulla scrivania, chiudo i cassetti e mi infilo la tracolla.

 

“ Io ho finito. Ciao, Ernie” saluto atona.

 

Lui mi rivolge un sorriso che però ignoro e lascio la stanza in gran fretta. Un sospiro di sollievo lascia le mie labbra quando varco la porta e le armature che fanno da guardia.

 

Mi appoggio con la schiena al muro di pietra qualche metro più in là, lasciandomi scivolare verso il basso e portandomi le mani alle tempie.

 

Che mal di testa...” mormoro, socchiudendo gli occhi.

 

Qualche secondo di puro silenzio, il corridoio vuoto e l’aria immobile. Il mal di testa va scemando, ma qualcosa distrae i miei pensieri...

 

Granger

 

No, non è la sua voce. La sua voce la riconoscerei tra mille, anche se non ne vado fiera. E’ di un ragazzo, sempre elegante e sicura, ma dolce e...stranamente non familiare. O meglio, non così familiare.

 

Apro gli occhi e poggio le braccia sulle ginocchia che ho portato davanti al seno. Lui è accovacciato davanti a me, dubbioso.

 

Blaise Zabini?” domando, guardandolo in faccia, ma con espressione piatta. Avrei dovuto avere come minimo un’aria stralunata, ma invece ostento una calma ed una pacatezza assurda, come se Blaise Zabini mi parlasse tutti i giorni.

 

“ Guarda come ti sei ridotta” appura, sollevando una mano per scostarmi un boccolo dal viso.

 

“ Non mi sono ridotta in alcun modo” rispondo solo, priva d’emozioni. Lascio addirittura che sfiori il mio viso, senza trovare la forza di scostargli la mano.

 

“ Non mi riferisco ad un fattore estetico. Sei sempre perfetta, Granger” mi guarda un po’, la sua espressione è seria e preoccupata. “ Sto parlando del tuo stato d’animo. Insomma, sei a pezzi” aggiunge e tutto ciò provoca in me solo un sopracciglio alzato.

 

“ A pezzi? No, sto benissimo.”

 

“ Capisco che a me non vuoi dirlo, ma dovresti...con qualcuno dovresti pur parlare, insomma” sembra sapere ogni cosa di me, sembra che tra me e lui ci sia una forte amicizia quando poi non abbiamo mai condiviso un bel niente insieme. E pensare che si sta preoccupando per me.

 

“ Ti ripeto. Sto benissimo” cosa potrei dirgli mai, poi? Insomma, è o non è il miglior amico di Draco Malfoy?

 

“ Certo” conviene per nulla convinto e si alza, guardandomi dall’alto. “ Mi stai dicendo che hai rimosso tutto?”

 

Non so dove trovo la forza di annuire, ma ostento una sicurezza che spero lo convinca.

 

Ora sorride, però. Ma sembra una risata amara, rassegnata.

 

“ Uguali, tu e lui. Ho sempre odiato queste false dimenticanze”

 

 

šsšts

 

Il sole tramonta oltre le montagne che circondano il castello, imbevendo tutta Hogwarts di caldi colori romantici.

 

I Giardini sono pieni di coppiette che passeggiano per mano o semplicemente gruppi di ragazzi che ridono gioiosi, si scambiano battute, si divertono.

 

Mi sento così fuori luogo in mezzo a questa moltitudine di persone felici; mi sento così fuori luogo mentre cammino lungo il viale limitato dai cespugli verdeggianti, lo stesso viale cosparso dello sciocco di baci e risate amorevoli; mi sento così fuori luogo semplicemente per il fatto che non ho nulla da condividere con loro. Non sarò mai felice come loro.

 

Quando stamani Zabini è venuto a parlarmi e poi se n’è andato dopo quella strana frase, avrei voluto chiamarlo e gridargli “ Aspetta!” ma la mia voce assente, quasi fossi stata muta. I miei occhi erano rimasti vacui e spenti, persi nel vuoto. Tutto attorno a me aveva perso consistenza e mi sentivo ancor più svuotata di prima.

 

Come mi sento tutt’ora.

 

Non riesco a capire il motivo che l’abbia spinto a venirmi a parlare, non ho neanche la forza per rifletterci su. Solo di una cosa sono sicura: non credo ad una parola di quello che ha detto.

 

“Uguali, tu e lui. Ho sempre odiato queste false dimenticanze”

 

Non lo crederò mai. Ha solo pensato che dicendo una cosa del genere mi avrebbe risollevato il morale. Che stupido!

 

Draco Malfoy ha davvero dimenticato ogni cosa di me.

 

 

Se non mi vuoi
non mi aspettare mai
mentre
te ne vai
sai che non ti cercherei
e non mi cercherai

(TiromancinoLa Distanza)

 

 

Continuo a camminare per un po’, finché non decido di fermarmi su una panchina. Gioco con i sassolini calciandoli senza forza con i piedi, rimanendo con lo sguardo fissi su di essi.

 

“ No no, ha detto di sì. Però era strano. Oddio, è sempre un Dio del sesso, ma mi è sembrato che lo facesse senza alcuna voglia...senza...senza vedermi” una voce femminile piuttosto familiare e lacrimante giunge alle mie orecchie ma resto ferma, senza voltarmi, non avendo motivo di farmi i fatti degli altri.

 

Poi parla un’altra voce.

 

“ Su dai, sai che è fatto così. Per Merlino, lo sanno tutti! Usa le ragazze che vanno con lui...non le considera come esseri pensanti. E’ il prezzo da pagare per finire nelle sue lenzuola” le dice l’amica, leggermente arrabbiata.

 

Si ma...io non credo sia sempre stato così, lui. Sapevo a cosa andavo incontro, ma a me è sembrato vuoto...anzi, svuotato” mormora la ragazza in lacrime e forse segue un abbraccio, perché per un po’ nessuna delle due parla più.

 

E’ lui, è Draco Malfoy. Lascia perdere, Padma” sento dopo qualche minuto, al ché mi volto di scatto e vedo Padma Patil piangere tra le braccia di una ragazza.

 

Provo quasi pena per lei, ma allo stesso tempo rabbia ceca. Due sentimenti così contrastanti che d’un tratto si annullano e mi vien voglia solo di lasciare quel posto e andare altrove.

 

Non c’è un posto in cui io possa stare tranquilla.

 

 

Vorrei soltanto che la notte ora velocemente andasse
E tutto ciò che ho di te di colpo non tornasse.

(Ti scatterò una foto – Tiziano Ferro)

 

 

 

 

 

 

 

 

šsšts

 

 

Eccomi tornata dopo un tempo ragionevolmente breve, con un altro capitolo. Un Grazie enorme a tutte le persone che recensiscono, perché grazie ad i vostri commenti riesco a scrivere con più motivazione.

Grazie moltissime quindi a Sheila (Un raggio di sole in mezzo a questa incessante pioggia...ma grazie!*_______* I tuoi dubbi e le tue domande verranno presto chiarite!^^), Piperina ( Mi adori?! Mio Dio, mi sento onorata! *______* Sono felice che la mia ff ti faccia provare queste emozioni e, anche per te, i tuoi dubbi verranno presto chiariti!), Shavanna (Si, forse Herm ha esagerato. Ma era stata presa dal momento, infatti neanche lei credeva che aveva davvero detto quelle parole così cattive a Pansy. Anche se in fin dei conti non la sopporta! :P), Mars ( La frase chiave: la Parkinson in crisi per via di Draco è un ottimo segno. Basta, non dico nulla...), LaTerrestreCrazyForVegeta ( Scrivi così bene che ti si perdona qualsiasi ritardo....me onorata!*______* Grazie! Spero che questo capitolo ti piaccia come gli altri).

 

Un bacione ragazze,

alla prossima!

 

Erin

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 5
*** Preparativi ***


Fake Forgetfulness

Fake Forgetfulness

 

Preparativi

 

šsšts

 

 

 

When you try your best but you don't succeed
When you get what you want but not what you need
When you feel so tired but you can't sleep
Stuck in reverse

 

Quando fai del tuo meglio ma non riesci ad ottenere ciò che vuoi
Quando ottieni ciò che vuoi ma non è quello di cui hai bisogno

Quando ti senti così stanco ma non riesci a dormire
Bloccato al contrario

 

(Coldplay - Fix You)

 

 

“ No Ginny, se parli così veloce non ti capisco. Guarda, ti sei rovesciata anche il succo di zucca sulla gonna” dico indicandole la gonna completamente zuppa, ma senza enfasi.

 

“ Oh, chi se ne frega della gonna!” esclama, dirigendovi sopra l’incantesimo gratta e netta.

 

La guardo, sorridente e felice per qualcosa che non ho ancora capito.

 

“ Dicevi?”

 

Ginny da una rapida occhiata a tutta la Tavolata Griffyndor, per assicurarsi che nessuno la senta.

 

Siamo a pranzo e Ginny da in numeri cercando di spiegarmi qualcosa di ignoto al resto del mondo.

 

“ Dicevo...” continua “...che c’è qualcosa in programma, un ballo, una festa! Insomma, la McGranitt dovrebbe comunicarvelo oggi” ripete, tutta entusiasta.

 

Non mi volto neanche, continuo a bere qualcosa a cui non presto attenzione.

 

“ Mi raccomando, un po’ più di gioia, eh!” mi rimbecca lei, mettendo le mani sui fianchi.

 

“ Ah, si” rispondo distrattamente. “ Ma tu come fai a saperlo? Non doveva essere una cosa segreta tra noi caposcuola? Non lo so neppure io...” aggiungo atona, sorseggiando dal mio calice.

 

“ Si, ma hai davanti a te una perfetta spia. Vabbè, diciamo che è stato per caso...ma mi sono trovata davanti all’ufficio di Silente, e la McGranitt glielo stava comunicando...ma non ho sentito altro” mormora dispiaciuta, ma poi allarga le sue labbra in un sorriso.

 

Ma ovviamente me lo dirai tu, oggi. D’altronde è mercoledì, il giorno di riunione” aggiunge, tutta felice.

 

Mi volto verso di lei, prestando veramente attenzione dopo la sua ultima frase. Oggi è mercoledì! Non me ne ero neanche resa conto...

 

Annuisco distrattamente e mi alzo da tavola con la borsa a tracolla, uscendo dalla Sala Grande.

 

Non mi volto neanche indietro per sentire perché Ginny continua a chiamarmi, procedo per la mia strada, percorrendo i corridoi fino al dormitorio.

 

Alle cinque avrò la riunione così, adesso, prenderò un po’ di tempo per me.

 

Qualche giorno fa mi è arrivata la risposta di Silvia, dove lei mi raccontava quanto ora stesse bene anche se Blaise le mancava tanto.

 

Vorrei tanto stare come lei...bene, insomma. Pensai appena finito di leggere la lettera, in un pomeriggio tetro e piovoso.

 

Perché no? Non ha senso, lo sai vero?” esclama innervosita una voce d’un tratto, senza che io riesca a vedere la persona che ha parlato, forse perché proveniente da qualche aula alla mia destra.

 

“ Smettila, Blaise. Tu non capisci...”

 

Poi quella voce.

 

La sua voce.

 

Mi fermo d’improvviso al centro del corridoio, cercando di capire da dove provenga.

 

“ Beh, forse non sarò nella tua testa, ma capisco benissimo! E ti ripeto: sei un idiota” lo rimbecca Blaise, innervosito.

 

Chissà di cosa stanno parlando...

 

Però non odo risposta in merito. Solo un rumore di qualcosa che cade e poi ciò che ho temuto si avvera.

 

Draco Malfoy esce dalla porta dell’aula poco avanti a dove mi trovo io, che sono immobile ed incapace di reagire.

 

E mi vede.

 

Cammina Hermione, fingi di non aver sentito nulla, fingi di aver sempre camminato, senza fermarti!

 

Ma non riesco a muovermi. Dannazione!

 

Mi fissa e mi sento nuda sotto i suoi occhi d’argento, che sono come delle calamite per me, mi attirano a lui. E non mi permettono di muovermi, ancor più di prima.

 

Per Merlino! Perché sono così debole?

 

Lui muove un passo, verso di me. Lento, calibrato. Uno dietro l’altro, senza fretta, raggiungendomi.

 

D’improvviso mi sento di nuovo viva, sento il mio cuore battere ed i miei polmoni riempirsi nuovamente d’aria.

 

Era da tempo che non mi sentivo così.

 

Posso sentire il suo profumo. Ora è quasi vicino a me.

 

Ma il suo sguardo si sposta altrove...e mi supera, lasciando dietro di sé solo quell’essenza francese.

 

Resto immobile a guardare davanti a me, finché non sento più i suoi passi, segno che, ormai, è lontano chissà dove dietro di me.

 

Anche Blaise esce da quella porta, poco dopo, ma velocemente ed innervosito.

 

Si volta a guardarmi, ma poi scuote la testa ed amareggiato se ne va dalla parta opposta a dove sono io, sparendo dietro l’angolo dopo un secondo.

 

E mi sento così vuota che non mi accorgo neanche che il mio viso si è inumidito, anche se non so per quale motivo.

 

 

And the tears come streaming down your face
When you lose something you can't replace
When you love someone but it goes to waste
could it be worse?

 

Quando le lacrime si versano sul tuo viso
quando
perdi qualcosa che non puoi rimpiazzare
quando ami qualcuno ma tutto va perduto
potrebbe andar peggio?

 

(Coldplay - Fix You)

 

Era come se fossi rinata, tutta d’un tratto. Poi morta nuovamente, pochi istanti dopo.

 

 

šsšts

 

 

E quindi dovrete organizzare il Ballo di Halloween. E che sia in grande stile” conclude la McGranitt, dopo un lungo discorso sull’importanza di questo evento.

 

Si congeda e lascia la Sala delle Organizzazioni con un sorrisino divertito.

 

“ Bene! Io dico che potremmo iniziare con il progetto per l’addobbo della Sala Grande, essendo tra solo una settimana...” inizia Padma, ma non la sento.

 

Sono persa nel vuoto, fissando un punto imprecisato della mia scrivania, seduta sulla poltrona ma senza avere percezione né dello spazio né del tempo.

 

E’ come se intorno a me non esistesse nulla, né Ernie, né Padma...

 

Ed ovviamente Draco Malfoy, che oggi non si è presentato.

 

Non credo di aver pianto, poco prima. O almeno, non ricordo di aver asciugato lacrime. Inizio a dimenticare i profumi e le parole di quella sera, come se tutto nella mia mente fosse diventato ovattato e distorto.

 

“ Terra chiama Hermione!” esclama Ernie con tutta l’aria di uno che l’ha ripetuto molte volte.

 

“ Eh?”

 

“ Ma come?! Ti stiamo chiamando da un’infinità di tempo!”

 

Infatti, come presumevo.

 

“ Beh, ad ogni modo, tu che ne dici? Sentito quello che abbiamo detto?” interviene Padma, con un sorriso.

 

Li guardo ad intermittenze, cercando di ricordarmi qualcosa dei loro discorsi. Ma davvero non ho sentito nulla.

 

“ No, non ho sentito.”

 

Si guardano interrogativi, poi si avvicinano alla mia scrivania e si siedono sui bordi.

 

“ Sicura di stare bene?” chiede Ernie, preoccupato.

 

Stiro un sorriso forzato, cercando di trovare una scusa.

 

“ Si, ho solo un po’ di mal di testa...” fingo di portarmi una mano alle tempie e loro sembrano crederci.

 

Anche se in effetti il mal di testa ce l’ho. Eccome.

 

“ Beh, vai in infermeria. Voglio che tu sia in ottima forma per questa settimana di preparativi!” esclama Padma, così, seguendo il suo ottimo consiglio, annuisco.

 

Mi alzo come un zombie, sotto il loro sguardo vigile ed attento.

 

Lascio la sala, sotto i loro mormorii circa il mio stato.

 

Ma non m’importa più di nulla ormai. Non sento più nulla. Sembra che tutto mi scivoli addosso senza che io lo avverta.

 

E così mi dirigo in infermeria, varcando la porta con una mano sulla fronte.

 

Tutta la sala è immersa nel lieve e tenue bagliore di un tramonto di ottobre, che colora il bianco dei separè e delle brande di una calda luce rilassante.

 

“ Madama Chips?” chiedo in un sussurro, prima che questa appaia dalla sinistra, sporgendosi dal suo ufficio.

 

“ Signorina Granger, ha mal di testa?” chiede, individuando subito la mia mano.

 

Così annuisco e lei mormora qualcosa come “ Ho io quello che serve” e scompare dietro una dispensa.

 

Faccio qualche passo, guardandomi intorno. Non c’è nessuno ad occupare quei letti, immacolati e spogli. Mi lascio cadere su una sedia, sospirando stancamente e strizzando gli occhi per una fitta alla testa.

 

Quando la guaritrice riappare alla mia vista, mi sorride con una fialetta di colore verde tra le mani.

 

“ Ecco” dice, porgendomela. “ Prendine metà adesso e metà tra tre ore” mi raccomanda, così ringraziandola lascio l’infermeria.

 

Uscendo, noto che i corridoi sono pieni di ragazzi che girovagano qui e li, parlando tra loro o semplicemente passeggiando, per andare a seguire qualche club pomeridiano.

 

Imbocco la scala per salire alla Torre Griffyndor, quando qualcuno mi afferra il braccio, facendomi fermare.

 

“ Cos’è quella fiala?”

 

Non mi volto neanche, perché so chi ha pronunciato quelle parole. Ed è anche normale che si preoccupi per me. D’altronde, sono la sua migliore amica.

 

 

 

 

šsšts

 

 

 

Eccoci qui al quinto capitolo! E’ un periodo un po’ strano per me, non riesco a trovare il tempo di mettermi al computer e quando lo trovo faccio tutt’altro che scrivere.

Mi sento strana, non so neanche io perché. Bah, spero che questo strano umore mi passi presto.

 

PS: Grazie a tutte di cuore, siete fantasticheee!*_________*

 

 

Bacioni,

Erin.

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Capitolo 6
*** Cos’hai, Hermione? ***


Lui non mi vuole più, lo so

Fake Forgetfulness

 

Cos’hai, Hermione?

 

šsšts

 

 

“ Cos’è quella fiala?”

 

Non mi volto neanche, perché so chi ha pronunciato quelle parole. Ed è anche normale che si preoccupi per me. D’altronde, sono la sua migliore amica.

 

Poi mi giro ma resto immobile sulle scale, mormorando un flebile

Lascia perdere”.

 

Ma Harry non è affatto intenzionato a lasciar perdere, così mi prende per mano e mi trascina giù dalle scale.

 

Harry, ma cosa...?” balbetto spaesata.

 

“ Seguimi. Dobbiamo parlare” mi dice solo, con un tono di voce così...diverso. Sembra davvero arrabbiato. Ma no...più che altro, preoccupato.

 

Voltiamo un angolo e percorriamo un corridoio fino alla fine, finché Harry non mi spinge dentro un’aula in disuso e chiude la porta.

 

Lo guardo interrogativo ma lui non risponde, si limita a dirmi – o meglio, ordinarmi – di sedermi.

 

Così mi siedo su un banchetto e lui prontamente si posiziona davanti alla sottoscritta.

 

“ Di cosa...?

 

Ascoltami bene...in questi giorni te l’ho, come dire, data buona. Ho notato che ti isolavi e sembravi tanto un automa e...non ti ho detto niente, vero?” chiede, sporgendosi verso di me.

 

Sembra intenzionato ad avere una conferma, così annuisco senza emettere però altri suoni.

 

“ Ecco, vedi ho voluto concederti il tuo spazio perchè ormai non sei più una bambina. Ho pensato che, probabilmente, potevi riuscire a cavartela da sola. Beh...mi sbagliavo” mi sussurra, con voce malinconica.

 

Io abbasso lo sguardo, torturandomi le mani in grembo.

 

“ Vuoi dirmi cosa ti succede?”

 

Lascio vagare il mio sguardo sulle pieghe nere della gonna della mia divisa, non sapendo cosa dirgli. In realtà, non ho neanche la forza di dire una bugia, ma non posso neanche dire la verità.

 

“ Ti prego...dimmelo, Hermione.”

 

Un sussurro ed improvvisamente, sentendo il mio nome, alzo gli occhi su di lui, schiudendo la bocca.

 

“ Io...io” non so minimamente cosa dire, ma poi deglutendo, cero di proseguire. “ Io...niente Harry, niente. Stanchezza, credo. Per lo studio e...” sussurro poi, ma lui mi interrompe bruscamente, alzando il tono di voce.

 

Ma andiamo! Tu sei come...per Merlino, svuotata. Non ti ho mai visto così, per quanto tu abbia potuto studiare!” esclama poi, infervorato.

 

Lo guardo per qualche secondo, mentre digrigna la mascella e guarda la finestra, furioso.

 

“ Io...Harry davvero ho mal di testa. La fiala me l’ha data Madama Chips” mormoro, alzando una mano e andando a sfiorargli il viso.

 

I polpastrelli delle mie dita sfiorano appena il suo volto così freddo, che subito lui si ritrae.

 

“ Non mi credi?” domando in un sussurro, mentre qualche lacrima invadente già tenta d’infrangere le barriere dei miei occhi.

 

“ No. Mi spiace, ma non ti credo per niente” alza nuovamente lo sguardo su di me e poi muove un passo indietro.

 

“ Ora devo andare. Fa come se mai avessimo parlato. Ma ricorda...devi uscire da questo momento di crisi. Ti prego, fallo per...per me. Sì di nuovo felice, come prima” mi dice, prima di lasciare silenziosamente la stanza e scomparire dalla mia vista.

 

Finalmente e purtroppo, sono di nuovo sola.

 

 

šsšts

 

 

Esco dal mio dormitorio verso le dieci, dopo aver cenato in Sala Grande, per un incontro straordinario con i Caposcuola riguardo la festa di Halloween. Come squittisce Padma “ Ormai dobbiamo impegnarci seriamente, essendo tra pochi giorni!”. Ovviamente, verso mezzanotte mi toccano anche le ronde notturne, come ogni sera.

 

Camminando lentamente per uno dei tanti bui corridoi del Castello, mi accingo a raggiungere il settimo piano con una miriade di pensieri per la testa.

 

Quando sono scesa in Sala Grande, qualche ora dopo la chiacchierata con Harry Potter, lui mi ha rivolto un sorriso sincero e solare, chiedendomi di sedersi accanto a lui. Mi ha guardato per alcuni secondi, poi mi ha anche servito del roast-beaf nel piatto, dicendo che mi vedeva sciupata. Anche Ron e Ginny mi hanno rivolto dei sorrisi amichevoli, strani e sospetti a mio dire. Forse Harry avrà detto loro del mio stato da automa, come lo definisce lui, ed anche se non vuole più affrontare l’argomento con me, s’impegna a farmi sorridere ed a farmi stare bene.

 

Alzando le spalle, decidendo che forse è meglio non pensare a cose così inutili, mi ritrovo nell’atrio del settimo piano, dove una statua in armatura mi aspetta davanti l’ingresso che limita l’accesso alla Stanza delle Organizzazioni.

 

Hermione Granger, Caposcuola Griffyndor” dico stancamente e la suddetta armatura, con un inchino, apre le porte e mi lascia passare.

 

E subito la voce di Padma mi invade la testa.

 

“ Non hai nessun progetto?! Ma dico io, sei un deficiente!” sbraita contro un Ernie paralizzato ed impalato di fronte a lei, mentre l’Innominato è appoggiato al muro di fronte a me, accanto al camino, a sfogliare un libro consunto e dall’aria prestigiosa.

 

“ Buonasera...” saluto, poi tiro su le mani del mio maglione verde scuro, causa il troppo calore per via di quell’immenso camino, ed ironicamente aggiungo “...problemi?”

 

Infatti, me ne pento subito. Dopo la fiala di Madama Chips sto meglio, va bene, ma ciò non toglie che il solo pensiero di mettermi in mezzo ad una discussione come quella mi da la nausea.

 

Vedi Herm, avevo dato ad Ernie il compito di occuparsi dell’addobbo della sala, su che stile improntarlo insomma. Ma lui non ha fatto n-i-e-n-t-e!” scandisce le parole sulla faccia mortificata del Caposcuola Hufflepuff.

 

Mi sento in dovere di intervenire, quindi mi preparo psicologicamente per un’ora e più d’inferno.

 

“ Va bene, vuol dire che Ernie lo farà stasera o domani massimo” lancio uno sguardo al ragazzo in questione che alza un pollice e mi ringrazia con il labiale.

 

“ Tu, Padma, di cosa ti occupi?” domando e lei, come avevo previsto, resta in silenzio.

 

“ Invece di criticare gli altri, pensa prima a te stessa la prossima volta” dico con fermezza, prima di sedermi sulla mia scrivania, prendere una piuma tra le mani e stilare la lista con i compiti assegnatici.

 

“ Allora...Padma, meglio che prendiamo noi in mano la situazione della parte estetica della Sala Grande, quindi abbiamo il compito di occuparci della sua organizzazione in tutti i suoi dettagli” scorgo di sottecchi che Draco Malfoy posa il libro e si appresta a raggiungerci, appoggiandosi ad una poltrona.

 

Mi ripeto mentalmente che devo farlo perché ne sono in grado...e proseguo.

 

“ Poi...Ernie e Malfoy si occuperanno della musica e della parte del buffet, ovvero chi ingaggiare per suonare ed i cibi e le bevande da servire” spiego senza alzare gli occhi dal foglio.

 

Padma guarda Ernie, poi Draco ed annuisce.

 

“ Va bene...allora, vieni Hermione, noi di qui iniziamo a fare un disegno su come vorremmo fosse abbellita la Sala” dice, avviandosi alla sua scrivania.

 

E noi inizieremo ad organizzare la nostra parte. Ho già qualche idea” dice Ernie, andando verso Draco Malfoy.

 

C’è un momento, breve seppur intenso, nel quale, per guardare Ernie, poso lo sguardo su Draco, i suoi occhi di tempesta s’incatenano ai miei e non riesco a muovermi, quando ormai il Caposcuola Hufflepuff si dirige verso la sua scrivania.

 

Poi Draco abbassa lo sguardo e si volta, andando da Ernie. Si siede scompostamente sulla scrivania dell’altro Caposcuola, prendendo una pergamena ed un foglio tra le mani. Autorevole impone già le sue idee ed elegantemente si passa una mano tra i capelli.

 

So di non poter restare qui, a fissarlo, al centro della Sala delle Organizzazioni. Così torno a guardare Padma e la raggiungo.

 

Sarà una sera di infinita noia. Spero almeno di passare una bella serata ad Halloween. Ma un pensiero s’intrufola nella mia mente: senza di lui, io non posso passare una bella serata.

 

Scuoto la testa, volendo impedire ai miei ricordi di sopraffarmi. E mi dedico anima e corpo al progetto di cui già parla Padma.

 


Comunque vada vado via
in questa notte taglio col coltello il buio tutto intorno
tanto so che quando torna il giorno
sarà solo il ricordo di qualcosa che avrei avuto ed ho perso.

(Tiromancino – Strade)

 

 

šsšts

 

Poco prima di mezzanotte, Ernie mormora qualcosa dall’altro capo della Sala, raccoglie le sue cose e viene da me con un bel sorriso.

 

“ Andiamo? Siamo di ronda” mi dice e mentalmente mi convinco di sorridere ed annuire, lasciando delle pergamene a Padma che sta riunendo le sue.

 

Comunque, siamo proprio buon punto io ed Hermione” dice lei ad alta voce, come per vantarsene.

 

Aggira la scrivania e si porta davanti, aspettando il suo compagno di ronda.

 

Anche io e Malfoy, se è per questo” sibila Ernie probabilmente ancora inferocito con Padma per qualche ora prima.

 

Lasciando la Sala, dopo aver spento il camino e sistemato tutto, mi accorgo del silenzio di Draco Malfoy. Suvvia, non è mai stato così silenzioso! Ha sempre la sua da dire, chi prendere in giro per sentirsi superiore e via dicendo. Perché mai, da quando è iniziata la scuola e soprattutto stasera, sembra così cambiato?

 

Lancio un ultimo sguardo alla sua schiena, fasciata da un cashmere nero, mentre si allontana con Padma Patil. E costringo me stessa ad allontanarmi con Ernie per la ronda serale.

 

Passata mezz’ora, mi rendo conto che da oggi in poi non sopporterò più Ernie. Non gli rivolgerò mai più la parola, non farò più nulla che implichi l’entrare in contatto con lui. Causa? Non ha smetto un millesimo di secondo di parlare. Ma respira?

 

“ ...perchè poi, quando Justin mi ha lanciato l’expelliarmus al Club Duellanti, io non mi sono fatto trovare impreparato. Ho alzato la bacchetta e...”

Parla e parla di cose che, vorrei dirglielo, non mi interessano minimamente. Ed ogni tanto ammicca nella mia direzione e cerca di avvicinarsi ed un sorriso amaro si distende sul mio volto.

 

Come può solo pensare che io possa stare con un altro ragazzo?

 

E’ vero, lui non sa.

 

Ma mi sembra tanto un affronto nei miei riguardi. Sento montare dentro di me una sorta di ira, come se dentro di me si risvegliasse qualcosa.

 

Sarà che dopo la chiacchierata con Harry ho ripreso un po’ di vigore. Non che sia cambiato molto, ma non mi sento più sempre così apatica. Qualche volta, si accende in me anche la rabbia.

 

“ Ernie, credo che per stasera abbiamo finito. Io me ne torno al mio dormitorio” dico ad un certo punto, fermandomi al centro del corridoio.

 

Sto per voltarmi nella parte opposta, quando la voce di Ernie mi richiama.

 

“ Ehi...ti accompagno?”

 

Oddio, non ce la faccio più!

 

“ No!” esclamo e forse mi giro fin troppo nervosamente verso di lui, ma non riesco ad apparire più calma.

 

Lui sbatte gli occhi non capendo, schiudendo la bocca ma non parlando. Così non mi resta che voltarmi e andarmene, lontano dalle sue parole.

 

Svoltando l’angolo, un piccolo sospiro di sollievo. Breve istante in cui i miei polmoni prendono aria perché dopo cinque minuti, ormai al sesto piano, dei passi raggiungono le mie orecchie. Ed un profumo francese mi arriva alle narici.

 

Un profumo, che riconoscerei tra mille.

 

Cammino, cammino. Non oso fermarmi tanto meno fargli accorgere che ho avvertito la sua presenza, alle mie spalle.

 

E così cammino, verso il mio dormitorio. E spero che la strada sia così lunga da farmi perdere i riferimenti di tempo e spazio, come quando ero con lui.

 

Chiudo gli occhi per un secondo, continuando a camminare lentamente, con calma, avvolta da quei corridoi tetri illuminati solo dalla debole luce delle fiaccole.

 

Per Merlino, non so che fare. E se mi voltassi a parlargli? Si certo, per dirgli cosa, poi? Ho così tanto da dirgli che se dovessi voltarmi in questo momento sicuramente non riuscirei a parlare.

 

Che stupida che sono.

 

E lui poi...perchè non mi ferma? Perché non mi chiama? Siamo solo io e lui adesso, senza nessun altro.

 

Allora mi ha davvero dimenticato...

 

Continuo a camminare e lui è sempre dietro di me. Vorrei non arrivasse il bivio che divide i sotterranei dalla torre est, in cui io dovrò salire.

 

Ma purtroppo giunge ed io non mi sono voltata, lasciando che se ne andasse. Ovviamente c’è anche il mio orgoglio Griffyndor che non mi ha permesso di voltarmi per ricevere un altro colpo al cuore.

 

E così sto salendo le scale verso la torre ed i suoi passi mi giungono ora lontani, sempre più lontani.

 

E’ così assurdo pensare una cosa simile. Insomma, lui non mi vuole. Punto, fine della storia. Ma perché allora lo penso con così tanta intensità e non riesco a dimenticarmi di lui?

 

Dimenticare...che strana parola. E che idiozia. Io non potrò mai dimenticarmi di lui. Solo, forse, potrei smettere di amarlo.

 

Si, certo...smettere di amarlo.

 

 

 

Un’altra idiozia.

 

 

 

 

 

 

šsšts

 

 

 

 

 

Bene, eccoci giunti alla fine del sesto capitolo. Che ve pare finora della mia ff? Solo una cosa a tutte voi che mi seguite e commentate: state attente ai particolare, niente è inserito a caso. E’ difficile, certo, ma niente è come sembra.

 

Ed infine un Grazie megagalattico a tutte voi! Siete meraviglioseee!*___________*

 

Bacioni!!

Erin.

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Capitolo 7
*** Halloween ***


Fake Forgetfulness

Fake Forgetfulness

 

Halloween

 

šsšts

 

 

Ed inaspettatamente il giorno di Halloween è arrivato. Non pensavo che il tempo in questi giorni sarebbe trascorso così in fretta, forse perché lavorare a stretto contatto con una persona in particolare mi aveva fatto presagire il peggio.

 

Ed invece non l’ho proprio visto e sono arrivata indenne fino al 31 ottobre. Lui ed Ernie avevano i loro compiti ed io e Padma i nostri, situazione che ci ha permesso di lavorare più distanti possibili.

 

Ed ora, nel pomeriggio tardo di questo mercoledì, siamo riuniti nella Sala Grande addobbata di tutto punto ed ovviamente chiusa da stamani per evitare che a qualcuno venisse rovinata la sorpresa. Ergo, tutti gli studenti sono stati mandati ad Hogsmeade e torneranno stasera, il castello è vuoto all’infuori del preside e di alcuni prof come la McGranitt che ci sta comunicando qualche notizia dell’ultima ora.

 

“ Bene, ottimo lavoro davvero, complimenti” dice dopo qualche secondo in cui il suo sguardo ha vagato per la Sala, soffermandosi su tutti i particolari.

 

Padma è piuttosto compiaciuta e non nascondo di esserlo anche io, seppur io abbia sempre odiato le feste. Troppo caos, troppa gente e poi in genere non ballo neanche...

 

Tranne quella volta.

 

Scuoto la testa, decisa che in questo momento è l’ultima cosa a cui devo pensare, costringendomi a guardare la McGranitt. Alzando lo sguardo, però, i miei occhi incrociano quelli di Draco Malfoy, argentei e penetranti come sempre, tanto che mi tremano quasi le ginocchia.

 

“ Va bene...che dire. Siete liberi fino alle 21.00, ora in cui si apriranno le porte della Sala Grande ed entreranno tutti gli alunni del Castello. In quell’occasione, sarete già presenti in Sala, ovviamente” ci comunica e poi con un sorrisino scompare dalla nostra vista, lasciando quell’immensa Sala.

 

Padma si lascia andare ad un sospiro, soddisfatta. Poi guarda Ernie e sorride, come per scusarsi di averlo aggredito quella volta.

 

“ A conti fatti, avete svolto un bel lavoro...” gli dice ed Ernie lusingato si passa una mano dietro la nuca, forse imbarazzato.

 

“ Anche tu ed Hermione...insomma, la Sala è splendida” risponde dopo essere arrossito leggermente.

 

Che quei due si piacciano, in realtà?

 

Ma, peggio ancora...qui c’è amore da tutte le parti?

 

“ Io vado...a finire delle cose” voglio allontanarmi di li, proprio non li sopporto anche se...infondo, sono felice per loro. Ma mi viene da pensare a troppe cose a cui non dovrei.

 

Padma si volta con un sorriso raggiante ed annuisce, così come Ernie. Ovviamente Draco non mi degna di uno sguardo, ma infondo meglio così.

 

E lascio la Sala, stando subito meglio lontano da lui, ma sentendomi contemporaneamente peggio di averlo così distante da me, in tutti i sensi.

 

Non so neanche dove andare...forse, meglio che mi butti su qualche bel libro in attesa delle nove. Il vestito da indossare l’ho già scelto ieri.

 

šsšts

 

 

E’ strano che ora sia così vicino a me, che mi guardi con quegli occhi intensamente dolci. Ed è strano che stia sollevando una mano per accarezzare il mio viso e premere le sue labbra sulle mie...

E poi schiude la bocca, come per dirmi qualcosa...

 

Heeeerm! Sono le otto, sei pronta??” che voce strana che ha, sembra quella di Ginny...

 

Herm!” ancora, ma che succede?

 

Apro gli occhi di scatto e mi ritrovo distesa con il libro stretto in grembo sul mio letto, mezza addormentata.

 

“ Mi sono...mi sono...addormentata!” esclamo infine, sconvolta, mettendomi a sedere. Ma come ho potuto? Dov’è che ho la testa?!

 

“ Ma che scema... dov’è che hai la testa? Tu sei la prima a dover stare in Sala Grande insieme agli altri Caposcuola!” mi rimprovera infatti Ginny, sedendosi sul letto vestita di tutto punto.

 

“ Oh per Merlino...” mormoro fra me, scattando in piedi e dirigendomi verso il bagno.

 

“ Faccio subito, promesso!” gli urlo dal bagno, sentendola ridere.

 

“ Promesso? Non è che lo fai per me...piuttosto è la McGranitt che ti pietrificherà se arrivi in ritardo...” ridacchia, lasciandosi cadere sul mio materasso e sospirando.

 

Mi infilo sotto la doccia e cerco di sbrigarmi in dieci minuti. Mi insapono accuratamente ma anche velocemente. Sono davvero una sbadata! Non sono mai stata così disorganizzata!

 

Esco dalla doccia e prendo un asciugamano. Con la bacchetta mi asciugo i capelli in morbidi boccoli, come ormai li porto da quella volta...

 

Aprendo la porta, vedo che Ginny sta finendo di truccarsi davanti alla mia specchiera. Così mi dirigo dietro il separè e mi tolgo l’asciugamano, indossando la biancheria intima e poi l’abito che avevo lasciato appeso alle mie spalle. In fin dei conti, non è una festa di Halloween babbana. Siamo semplicemente vestiti eleganti, essendo una festa che richiama a vestirsi un po’...come noi, ecco. Sarebbe assurdo vestirsi da strega e cose così. Anche se i colori scuri come il nero predomineranno nella Sala Grande.

 

Il mio abito è semplice, anche se una volta uscita dal separè Ginny mi intravede dallo specchio e si volta, estasiata.

 

“ Ma come ti sta bene, Herm...non sembri neanche tu” mormora quasi sconvolta.

 

E già, Ginny non mi ha mai visto elegante. Abbozzo un sorriso e passando davanti lo specchio mi rendo conto che sto anche meglio di...beh, di quella volta. L’abito è nero, ovviamente, un corpetto che poi si collega ad una gonna lunga ma leggermente ampia, con ricami sempre neri, stilizzati. Tacchi ovviamente alti, anche se non molto (altrimenti non li saprei portare) e i miei lunghi boccoli che ricadono lungo le spalle e per un po’ dietro la schiena.

 

“ Si dai, sei stupenda. Basta guardarti, ora ti trucco che devi andare!” esclama Ginny, riportandomi alla realtà.

 

E così mi volto verso di lei, guardandola stranita per qualche secondo ma ormai è tardi...si sta dirigendo verso di me armata del suo beauty.

 

šsšts

 

 

Bene, sono le nove. Che mai si dica che Hermione Granger non sia puntuale!

 

Sono qui, appoggiata al una colonna ricoperta di edera nera e gigli bianchi. La Sala Grande è semplicemente spettacolare...non avrei mai detto che mi sarei trovata d’accordo con Padma, per le decorazioni. E’ tutta abbellita di bianco e nero, i pavimenti sono diventati di marmo nero così come le colonne, per dare quell’aria più cupa ma elegante. Le colonne lungo la Sala, ricoperte di edera nera e gigli bianchi, sono di stile corinzio, sormontate da archi maestosi. Infondo un palco con il gruppo scelto da Ernie e Draco, sta accordando gli strumenti e il buffet serpeggia lungo il tavolo infondo alla Sala. Le luci, un’alternanza di chiaro-scuro, mi ricordano tanto il Proie Rouge, dal quale forse inconsciamente ho copiato. Una grande sfera argentea troneggia sul soffitto della Sala, sminuzzando le luci in piccole sferette che risplendono sulle mura e sui nostri corpi, in questa speciale penombra.

 

Mi volto verso Ernie e Padma, che parlano fra loro animatamente - e molto confidenzialmente aggiungerei - e riesco a metter da parte quella specie di invidia che provo, essendo solo felice per loro.

 

A momenti si dovrebbero aprire le porte della Sala Grande ed intanto lascio la colonna alla quale sono appoggiata, intravedendo Draco Malfoy che fuma una sigaretta, sbuffando fumo verso l’alto. E’ appena arrivato e non posso fare a meno di arrossire e notare quanto sia bello in quello smoking nero, dalla fattura classica, con camicia bianca sotto la giacca.

 

Sono pensierosa...stranamente ma anche normalmente pensierosa. Ed i miei pensieri sono diretti ad una persona in particolare, ovviamente. Forse per l’ambiente o forse per la festa, che mi ricorda la prima volta che ballai sul serio e davvero in una discoteca, incontrandolo.

 

Sono un po’ di giorni che desidererei tornare indietro nel tempo e non averlo mai incontrato, però. Ci sto pensando seriamente...ma forse è infantile, devo cercare di superare questa cosa da sola.

 

Sento d’improvviso i suoi occhi posarsi su di me, mentre giocherello con un fuocherello sospeso a mezz’aria, come altri, sopra le nostre teste, come lucciole.

 

Avverto i suoi occhi d’argento su di me e mi sento morire, ma inispiegabilmente mi volto.

 

Voglio vedere se ha il coraggio di guardarmi in faccia.

 

Lentamente, incrocio il suo sguardo ed anche se siamo da parti opposte della Sala posso avvertire la sua mutata espressione ed il suo studiarmi, quasi estasiato.

 

In quel momento le porte si spalancano e la Sala Grande viene sommersa da eleganti studenti con le loro dame ed i loro bei vestiti. Ed io perdo di vista Draco. Ovviamente il destino è contro di me...mi sa che forse dovrei riprendere a studiare divinazione!

 

Mi faccio largo tra la folla della Sala, cercando di raggiungere Ginny, Harry e Ron, intravedendoli grazie ai capelli rossi di quest’ultimo.

 

“ Oh, eccovi ragazzi...” dico con un sospiro di sollievo, riuscendo a raggiungerli.

 

“ Ehi Herm!” squittisce Ginny. “ Ma che bella festa! La Sala Grande è stupenda!” esclama ed anche Harry e Ron annuiscono.

 

“ Si, che festa super!” conviene Ron accanto a Lavanda che gli è attaccata come una piattola.

 

Mi viene da sorridere se penso che un tempo Ron-Ron mi piaceva...e sono più che contenta che sia rimasto con Lavanda.

Invece Ginny ancora non si decide a dichiararsi ad Harry così come viceversa...e così mi sento di troppo.

 

Vabbè, ci vediamo dopo...io vado di là” annuncio, dirigendomi verso il buffet.

 

E d’improvviso, senza più occupazioni, senza più nulla da fare, mi sento di nuovo...vuota.

Ed anche così...sola, in questo momento. Sola, seppure immersa in una folla impersonale che parla a voce alta e balla, sovrastando quasi la musica.

 

E cammino, cammino incontrando facce che non conosco e che non voglio conoscere...

 

Staring blankly ahead
Just making my way
Making my way
Through the crowd

 

Lo sguardo fisso e distratto avanti a me
Soltanto facendomi strada
Facendomi strada
Fra la folla

(Vanessa Carlton-A Thousand Miles)

 

 

E cosa vorrei davvero adesso?

 

Evadere.

 

Scappare il più lontano possibile, lontano da tutti e da tutto. Non essere più nemmeno io...dimenticare il mio stesso nome.

E così lascio la Sala Grande, varcando l’imponente portone di quercia.

Mi lascio trasportare dall’istinto, camminando per non so dove, per non so cosa.

 

I corridoi sono vuoti...ci sono solo io nel mio splendido vestito nero che carezza il pavimento, le mie spalle nude ed i miei boccoli ancora perfettamente ordinati.

 

Guardo fuori la luna, attraverso le vetrate. Deve essere una bellissima serata, li fuori.

 

E se uscissi? Forse mi congeler...

 

Ma non riesco a ultimare il pensiero per ciò che mi si para davanti.

 

Sono così...vicini, o meglio così avvinghiati. Si baciano con passione e si toccano...ed io non ho la forza di tornare indietro così come di continuare a camminare.

 

Semplicemente me ne resto lì, come la prima volta...solo che in questo momento Draco Malfoy ha un’altra ragazza tra le braccia.

 

I due si baciano imperterriti...e forse questo mi da il coraggio di riprendere a camminare dopo qualche minuto.

 

Anche se, lo ammetto, sembro in trance.

 

“ Mezzosangue...sola soletta per il castello durante una festa?” la voce odiosa della Greengrass mi giunge all’orecchio, ma non mi fermo, non ne ho intenzione.

 

Spero di aver conservato almeno il mio portamento a testa alta, mentre proseguo, senza una meta, verso un luogo in cui poter stare in pace.

 

“ Cosa succede? Il tuo Pel di Carota si sta baciando con un’altra...?”

 

Chissà perché dopo quella frase mi fermo anche se resto di spalle. Forse perché ho sentito solo Il tuo  e  si sta baciando con un’altra.

 

Silenzio, per alcuni secondi. Ma non riprendo a camminare, mi volto lentamente con una rabbia forse mal simulata.

 

“ Non vedo cosa t’importi di dove vado o cosa faccio...e non capisco neanche il perché tu mi abbia rivolto la parola. Si vede che Malfoy non è un baciatore provetto dato che cerchi d’impegnare la bocca per fare altro!” sbotto d’improvviso, cercando però di dirlo con tutta la calma possibile.

 

In quel momento Draco lascia i fianchi di Dafne e si volta verso di me.

 

Che strano sguardo che ha...

 

Mi si posiziona davanti e poi...ride. Mi ride in faccia! Per Merlino, la mano si sta muovendo da sola e ...sciaff!

 

No ragazzo no, no ragazzo no

Del mio amore non ridere...

Non ci gioco più quando giochi tu,

sai far male da piangere.

No ragazzo no, no ragazzo no

Tu non mi metterai tra le dieci bambole

Che non ti piacciono più.

(Patty Pravo – La Bambola)

 

 

Draco si porta la mano destra al volto, nel punto in cui l’ho schiaffeggiato.

 

E’ stato un attimo.

 

Ed io ho ancora la mano levata a mezz’aria mentre i nostri occhi non si lasciano un istante.

 

Però lui sembra avere un’espressione quasi...compiaciuta. E abbozza uno strano sorriso, come soddisfatto.

 

“ Finalmente ti sei decisa...” lo sussurra quasi, così che riesca a sentirlo solo io.

 

Sbatto le ciglia, non capendo la sua frase. Forse devo aver sentito male...

 

“ Ci sono riuscito a quanto pare” ancora quel tono di voce basso.

 

Il sorrisino è sparito, però, dal suo volto. Io lo guardo ancora per qualche secondo, senza capire.

 

“ A...a fare cosa?” chiedo infine, spaesata.

 

Adesso la sua espressione diviene quasi amara e mette di nuovo le distanze tra me e lui.

 

“ A farmi odiare di nuovo da te”.

 

 

 

 

 

 šsšts

 

 

 

Ed eccoci al settimo capitolo. Avete capito qualcosa in più adesso, vero? Beh, ancora ci sono molte cose da mandare avanti...spero che la mia storia continui a piacervi! -__^

 

Un bacio come sempre a tutte quelle che recensiscono ma anche a tutti quelli che leggono solo la mia ff!

 

GRAZIE per i commenti al precedente cap! Siete meraviglioseeeee*__________________*

 

 

Bacioni!!

Erin.

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Capitolo 8
*** Il piano di Harry Potter e Ronald Weasley ***


Fake Forgetfulness

Fake Forgetfulness

 

Il piano di Harry Potter e Ron Weasley

 

šsšts

 

 

Non riesco a dormire, nemmeno a chiudere occhio. Sono stesa a pancia su, sul letto a due piazze, avvolta nelle mie calde coperte, a guardare il soffitto della mia stanza da Caposcuola.

 

Mi porto l’altro cuscino al petto e lo stringo con forza, facendo riapparire di nuovo nella mia mente quelle immagini di qualche ora fa, per capirci qualcosa in più. Qualcosa che, probabilmente mi è sfuggito...

 

Lui si stava baciando con la Greengrass, quest’ultima mi prende in giro ed io mi innervosisco. Le rispondo a tono e...e lui ride.

Così istintivamente gli do uno schiaffo e lui...lui ne sembra soddisfatto! Mi dice che finalmente è riuscito a farsi odiare di nuovo da me...

 

Riapro gli occhi quando le immagini smettono di scorrere nella mia mente per far posto ai mille pensieri machiavellici che iniziano a tormentarmi.

 

Non riesco a trovare una risposta alle mie domande...solo riesco ad essere cosciente del fatto che lui vuole che io lo odi.

 

Non posso neanche piangere in questo momento...non ne ho la forza.

 

Mi sento solo come i primi giorni di scuola, di nuovo maledettamente svuotata e non come questi ultimi giorni in cui, di tanto in tanto, mi scappava un sorriso.

 

Ho capito finalmente che lui non ha mai tenuto a me e che stava cercando in tutti i modi, da due mesi a questa parte, di farsi odiare di nuovo dalla sottoscritta. Probabilmente aveva capito che per me dopo il Proie Rouge non era finita...mentre per lui non contavo più niente – come se mai fossi contata qualcosa! – e quindi voleva che la smettessi di pendere dalle sue labbra.

 

Stringo più forte il cuscino al petto e mi do della stupida per non averlo capito prima. Ma questo non toglie che i miei sentimenti non riescono ad evanescere così, d’un tratto.

 

E sto ancora in questo letto a tormentarmi, cercando di trovare questo sonno nascosto chissà dove.

 

Ma mi sento così maledettamente vuota, passiva e spenta. Mi volto a pancia in su e mi limito a fissare il soffitto, persa. Chissà se avrò ancora il coraggio di dormire, sapendo di trovarlo nei miei sogni...

 

 

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Novembre

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Dicembre

 

 

“ Non riesco a capire cosa le sta succedendo...basta, voglio parlarle!”

 

“ Oh no, Ron. Te l’ho già detto. Primo, non sei la persona più adatta. E...”

 

Ginny! Come non sono la persona più adatta! Sono il suo migliore amico, se non devo parlarle io, chi...

 

E secondo” continua Ginny, come se non l’avesse ascoltato. “ Ci ho provato tante volte, anche Harry l’ha fatto. Se non ci siamo riusciti noi...” mormora, infine, intristita.

 

Ma Ron mette il broncio e incrocia le braccia al petto, sbuffando.

 

Ma qualcosa si deve pur fare...”

 

Ron, Ginny ha ragione. Io ci ho parlato molto volte, ma è come...è come se non esistesse. E’ come se il suo corpo ci fosse e la sua mente no. E’ assurdo, l’ho perfino scossa una volta. Ma nulla, niente, nada. Mi guarda senza vedermi, annuisce senza – sono sicuro – ascoltarmi. Non so cosa fare, anche io non nervoso quanto te... conviene Harry, con lo stesso sguardo triste che hanno anche gli altri.

 

Si voltano verso Hermione, che poco dietro di loro cammina, come la persona più normale del mondo. Ma il suo sguardo è perso e vitreo, come un cadavere. Un zombie. Un automa.

 

Mione? Abbiamo pozioni, seguici” sussurra Ginny, avvicinandosi a lei e prendendola sotto braccio.

 

Passivamente la riccia si fa condurre, senza opporre resistenza, limitandosi ad annuire.

 

Ginny guarda i due ragazzi con aria disperata e li sorpassa, scendendo nei sotterranei.

 

“ Si, ma qualcosa dobbiamo pur farla. Indaghiamo, per la miseria! E cerchiamo di capire cosa le sta succedendo! Non riesco a guardarla così. Non ci riesco!” ripete il rosso digrignando i denti, ma Harry si limita a sospirare.

 

“ Beh, durante questo mese io qualcosa l’ho scoperta. Allora...non sapevo dove metter mani e quindi sono andato a ritroso, passando in rassegna tutti mesi passati. Durante questi mesi di scuola, se non così, è stata comunque diversa. Molto diversa. In ogni caso, assente. E così ho pensato a qualcosa successo in estate. E dato che alla Tana non mi sembra accaduto niente di chè...” mormora Harry, lasciando a Ron il tempo di annuire e convenire con i suoi punti.

 

“ Beh, hai presente Silvia, la cugina francese di Hermione?” chiede, spiazzandolo.

 

“ Si, ehm...certo. Ma cosa c’entra lei?” fa voltandosi verso l’amico, appena all’entrata dei sotterranei.

 

“ Ho spedito qualche gufo, sembrando il più normale possibile. E sono venuto a sapere dai genitori che ha passato Luglio lì. E lei, lo sai, non ha mai voluto passare l’estate in Francia con quella tipa strana, per quanto l’adorasse” spiega, lentamente.

 

Ron rimane a meditare un po’, annuendo.

 

“ Beh, pensi che c’entri Silvia in questa situazione? Pensi che sia successo qualcosa ad Hermione lì, in Francia?” domanda poi Ron un po’ incerto.

 

Harry annuisce, voltando l’angolo e trovandosi l’aula di pozioni davanti agli occhi.

 

“ Allora contattiamo questa Silvia. Siamo al ventidue di Dicembre, oggi è l’ultimo giorno di scuola. Potremo organizzare un incontro e far passare le vacanze ad Herm con la cugina. Perché se è andata veramente come dici tu, è l’unica che può aiutarla” dice Ron, con una piccola speranza sul volto.

 

“ Già. Speriamo.”

 

šsšts

 

Hermione! Sveglia, avanti! Si va alla Tana!” urla la voce di Ginny al di là della porta della camera della Caposcuola.

 

Nessuna risposta arriva in merito. Solo silenzio.

 

“ Guarda che ho la parola d’ordine...e come sempre non ho paura di usarla!” la minaccia quasi, ma non lei non ha la forza di rispondere. Come sempre.

 

Così dopo qualche secondo dei passi irrompono nella stanza e una chioma rossa mi le para davanti, con le mani sui fianchi e l’aria imperiosa.

 

“ Sei ancora così? Ma tra mezz’ora dobbiamo andare!” esclama scandalizzata, togliendole poi il cuscino da sopra la testa.

 

Poi va ad aprire le tende calate sopra i finestroni, inondando la stanza di luce.

 

E la guarda, distesa inerme su quel letto. Harry e Ron le hanno parlato di quello che vogliono fare ed anche a lei sembra la soluzione più giusta.

 

Herm...” ora lo sussurra quasi, mentre l’altra ragazza scivola già dal letto, un piede dopo l’altro. Si dirige verso il bagno e Ginny l’aspetta pazientemente, la vede uscire e sistemare lentamente le sue cose nel baule, vestirsi e poi incamminarsi verso di lei.

 

“ Bene...vedo che sei pronta. Andiamo, allora” le dice in un sorriso, ma ha in risposta solo uno sguardo perso e vuoto. Fa quasi paura. E Ginny spera vivamente che si possa risolvere la situazione con il piano di Harry e Ron.

 

šsšts

 

Hermione guarda dal finestrino del treno, facendosi scorrere sotto gli occhi immagini che non carpisce. Ma non sa che al suo fianco, nel suo scompartimento, si sta discutendo della sua rimessa in sesto.

Ginny è la più dubbiosa, forse perché crede che se non c’è riuscita lei non ci riuscirà nessuno. Harry invece è il più fiducioso e crede in questo piano più che mai. Ron è semplicemente preoccupato per Hermione e le proverebbe tutte. Si limita a guardarla ed a scuotere la testa, intristito.

Arrivati alla stazione di Londra, scendono dal treno ed ad attenderli è la signora Weasley con il marito, sorridenti ed affabili baciando tutti. Harry e Ron avevano spedito un gufo ai genitori di Hermione, dicendogli che avrebbero passato il Natale insieme. L’avevano anche detto alla riccia, ma non erano sicuri che avesse afferrato.

E quando Molly si volta verso la figlia più piccola, accanto ad Hermione, ha un piccolo sussulto.

“ Sta male, cara Ginny?”

“ No, mamma. E’ solo stanca” dice con un sorriso, rassicurando la madre. Ma si volta verso Hermione e spera che si risolva davvero, questa volta, la situazione.

E’ così strano sentirla silezione, assente...la sua voce che rimprovera Harry e Ron, che consola Ginny. I suoi sorrisi e le sue occhiate al tavolo dei serpeverde, le prese in giro, i suoi occhi al cielo quando qualcosa non andava per il verso giusto.

Manca la vera Hermione. Manca a tutti. E silenziosi si avviano verso l’auto del signor Weasley, guardandosi negli occhi, speranzosi.

 

 

šsšts

 

Ciao a tutte! Scusate per questo enorme ritardo, ma il mio pc si era fuso. Ma adesso sono tornata, e posterò l’altro capitolo il giorno del mio compleanno, il 18. Mi faccio un auto regalo! =)

Come potete vedere in questo capitolo Hermione si è svuotata. E’ come se non fosse più tra noi, assente e persa. Nella seconda parte del capitolo ho usato il punto di vista dei ragazzi per far capire proprio questo, per far comprendere la sua assenza.

Un grazie a tutti quelli che hanno recensito e che hanno solo letto, siete sempre meravigliosi!!^^

 

Bacioni!

Erin

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 9
*** Arriva Silvia! ***


Fake Forgetfulness

Fake Forgetfulness

 

Arriva Silvia!

 

šsšts

 

 

 

Mi sento così felice! Finalmente queste vacanze di Natale sono arrivate e potrò rivedere mia cugina!

 

Sistemo la valigia e prendo le ultime cose, dovendo star lontana da scuola per qualche giorno.

 

Ho sentito i suoi amici...in fin dei conti, mi sembra che ci siano dei problemi. Mi sono sembrati...imploranti, per telefono, anche se – ne sono abbastanza certa – che Hermione non abbia detto nulla di quella sera al Proie Rouge ai suoi amichetti maghi.

 

Ed a questo punto, l’unica cosa che mi viene da pensare è che lei non si sia ripresa per niente e che stia ancora pensando a lui...e che, facendo due più due, sia accaduto qualcosa di ancora peggiore di ciò che mi aspetto...

 

Lentamente, chiudo la zip della valigia e resto a rimirare la piccole L e V concatenate sullo sfondo scuro, come se il mio sguardo si andasse perdendo.

 

Se ripenso alla parole in quella lettera firmata da Harry Potter e Ronald Weasley...

 

[...] Abbiamo bisogno di te. Hermione non sta tanto bene... Crediamo che tu possa darle una mano! Perché non passi il Natale con noi a casa di Ron?[...]

 

Ho risposto subito a quella lettera dandogli la mia completa disposizione. Ho lasciato che i miei partissero senza di me per i Carabi ma...per Hermione, questo ed altro.

 

Se ha bisogno di me, io ci sarò.

 

Lei lo sa.

 

Io ci sono sempre.

 

 

šsšts

 

L’aereo è stato decisamente puntuale e sono arrivata all’aeroporto di Londra in men che non si dica.

 

Ovviamente giungere alla Londra Magica, come mi hanno spiegato nella lettera, è molto complicato. Così attendo loro, che mi passino a prendere.

 

Aspetto qualche minuto, poi un auto celeste sbuca sulla strada, vecchiotta e malandata, ma graziosa. C’è un bruno con degli evidenti occhi verdi ed un evidente cicatrice che si braccia per salutarmi, facendomi capire che è Harry Potter.

 

Così, attraverso la strada e provo a raggiungerli, mentre il suo amico rosso – che presumo sia Ronald – accosta sul marciapiede opposto.

 

“ Ehilà! Silvia Von Roudier?” urla Harry mentre sto attraversando.

 

Appena sono da loro, poso la valigia a terra e sorrido.

 

“ Si, sono io. E voi siete Harry...” indico lui, poi mi abbasso e indico la massa di capelli rossi che sta cercando di spegnere il motore.

 

“ ...e Ronald”.

 

“ Prego...” farfuglia lui, uscendo completamente dalla vettura e chiudendo lo sportello. “ Chiamami Ron”.

 

Ron, okay” sorrido e subito i due baldi giovani si offrono di portarmi la valigia, sistemandola nel portabagagli.

 

“ E’ meglio se stai dietro...gli sportelli di quest’auto sono poco affidabili” mi suggerisce Harry ed anche se la risposta è la mia faccia confusa, non obietto e mi siedo dietro.

 

“ Ci siete tutti?” domanda Ron e noi annuiamo.

 

Quando l’auto parte, si sente un rombo sinistro quasi la vettura avesse 50 anni il che mi fa un po’ spaventare.

 

Puntello un dito sulla spalla di Ron, che sobbalza quasi.

 

“ Siamo certi che quest’auto sia sicura?” chiedo titubante, seppur speranzosa.

 

Ma certo! Ehm...sei abituata a volare, vero?”

 

C’è qualcosa nella sua voce che non mi convince, ma non ci faccio caso ed alzo le spalle semplicemente.

 

“ Ovvio, prendo aerei continuamente.”

 

C’è un attimo di silenzio, mentre svoltiamo per una stradina ignota e vuota.

 

Mi sembra strano imboccare questa via, che sembra porti ad un boschetto.

 

“ Ehm...ma dove stiamo andando?” che la Londra Magica sia dopo quel bosco?

 

Harry tossicchia e da una gomitata a Ron, che per poco non sbanda.

 

“ Ah ecco...si...vedi, è molto semplice” sembra stia cercando di divagare, o è solo molto agitato perché non sa portare la macchina.

 

Spero più che sia la prima ipotesi.

 

“ In breve l’auto deve rendersi invisibile ed alzarsi in volo, altrimenti non riusciamo a raggiungere casa di Ron” dice d’un fiato – e come se fosse la cosa più naturale del mondo – Harry Potter.

 

Resto in silenzio, sgranando gli occhi. Stanno scherzando, vero?

 

“ State scherzando, vero?” chiedo velocemente, poggiando le mani su entrambi i sedili e sporgendomi al centro.

 

Tutti e due scuotono la testa, in un chiaro segno che non stanno scherzando.

 

“ Devo ancora abituarmi alla magia...e credo che mai ci riuscirò...” mormoro guardandomi intorno e tornando a schiacciarmi contro il sedile, impugnando saldamente lo schienale dietro di me.

 

Ronald Weasley preme un bottone di ferro e sorridendo dice che adesso siamo invisibili. Poi abbassa una leva e l’auto inizia a sollevarsi dal terreno ed in breve siamo a mezz’aria tra gli uccelli.

 

Inutile dirvi che il mio grido acuto avrebbe risvegliato tutta Londra.

 

“ Ehm...chiudi gli occhi, se ti da fastidio” mi consiglia Harry, guardandomi dallo specchietto retrovisore.

 

Scuoto la testa. “ Immaginerò di stare su una giostra di qualche LunaPark” biascico in preda al panico, tesa come una corda di violino.

 

Il viaggio procede tranquillamente e la mia tensione inizia a scemare. Per fortuna Ron sembra saper portare questo aggeggio anche se Harry ride continuamente, contagiando anche l’amico.

 

“ Ridete addirittura? Niente vertigini e cose simili?” mi viene da domandargli.

 

Ron mi sorride dallo specchietto retrovisore ed Harry si volta appena.

 

“ No, siamo abituati. E comunque stavamo ridendo per altro. Per la prima volta che abbiamo preso quest’auto, di nascosto a 12 anni. Le portiere si aprirono ed io scivolai giù...per fortuna Ron mi afferrò e riuscimmo a cavarcela!” esclama infine, ridendo ancora.

 

Ora capisco il perché della sua frase iniziale e quindi del perché mi abbia fatto sedere dietro.

 

“ Beh, è comunque un episodio che non ricorderei con allegria” borbottò, con le unghie ficcate nel sedile sentendo l’ansia rimontare.

 

Ridono ancora, per qualche secondo.

 

“ Tranquilla, è tutto a posto. Adesso Ron è capace, non succederà nulla”.

 

Per fortuna non sono state le ultime parole famose, perché il viaggio è andato davvero liscio e neanche tanto lungo.

 

L’unico momento in cui ho tremato è stata la rapida picchiata verso il suolo, quasi Ronald volesse perforare il terreno.

 

Chissà quali dei ci hanno ascoltato, però! Siamo vivi e vegeti ed una porta si sta aprendo al di là del giardino, la piccola porta di una casa molto alta ma stretta, quasi una torre.

 

Ne escono due persone con i capelli rossi, suppongo i genitori di Ron. La madre è molto preoccupata.

 

“ Tutto bene, cari?” chiede agli amici di Hermione, mentre scendiamo dall’auto.

 

Poi mi rivolge un sorriso e si presenta come la signora Molly Weasley, madre di Ronald.

 

“ Piacere mio, signora. Sono Silvia Von Roudier, la cugina di Hermione” mi presento, stringendole la mano. Almeno quest’usanza è uguale anche nel mondo magico.

 

“ Oh cara, lo so lo so. Ti stavamo aspettando. Hermione è dentro, ignara di tutto, con mia figlia minore Ginny. La troverai molto simpatica” mi spiega, facendomi strada lungo il sentiero che porta alla casa.

 

Mi viene presentato anche il padre di Ron, Arthur Weasley che si offre di portarmi la valigia, discutendo poi con il figlio ed Harry delle nuove prodezze della sua auto.

 

Il giardino è molto strano, cosparso di vecchi strumenti, oggetti rotti e siepi mal tagliate. Ci sono anche gnomi saltellanti e parlocchianti, che più volte mi hanno fatto sobbalzare.

 

La casa colonica si presenta molto dimessa, piena di aggiustamenti qui e li, di rattoppature come se fosse una vecchia giacca marrone scucita in più punti.

 

Ed è vero, io sono abituata a vivere nel lusso. Ma sono sincera quando dico che nessuna casa in cui ho messo piede finora mi ha dato più calore, allegria e felicità di Casa Weasley, che loro chiamano anche la Tana.

 

Per non parlare dell’interno! Un insieme di magia e semplicità che non ti riesce a far sentire a disagio o in imbarazzo, anche se io non conosca questa gente: anzi, è così accogliente che mi sembra di conoscerla da sempre, per quanto io sgrani gli occhi ad ogni strano oggetto che svolazza o che si muove da solo.

 

Intravedo la chioma riccioluta di mia cugina, seduta a gambe incrociate sul divano con di fronte un ragazza dalla chioma rossa, anche se Hermione non sembra prestarle attenzione.

 

Quella che presumo sia Ginny, alza una mano e mia saluta, indicandomi poi silenziosamente Hermione, che non ha alzato neanche lo sguardo per vedere chi è entrato.

 

“ A questo punto mi sento davvero offesa, essendo ignorata in questa maniera... esordisco con le mani sui fianchi ed un’aria da finta arrabbiata.

 

Sento Ron ed Harry alle mie spalle come in attesa, mentre i genitori del primo sono saliti al piano di sopra.

 

Hermione alza di scatto la testa, come presa da una scossa elettrica, ed incontra i miei occhi con i suoi dorati da cerbiatta. Le ho sempre invidiato quegli occhi, per quanto i miei verdi siano belli!

 

Dischiude le labbra e mi fissa ancora: sembra incredula.

 

“ Silvia?” me lo domanda, quasi, come se davvero non credesse ai suoi occhi.

 

E chi se no!” esclamo e quasi contemporaneamente ci buttiamo l’una nelle braccia dell’altra, incontrandoci a metà strada tra i nostri percorsi.

 

Sento la mia spalla inumidirsi e capisco che la mia cugina maggiore sta piangendo, il ché, anche se sembra assurdo, mi fa piacere. E’ un modo come un altro per sfogare le proprie emozioni.

 

“ Quanto sono felice che tu sia qui!” esclama, stringendomi forte.

 

Restiamo abbracciate per un tempo che pare interminabile. Con la coda dell’occhio, vedo Harry e Ron sorridere e Ginny alzare i pollici in segno di approvazione.

 

Quando ci stacchiamo, Hermione si passa la manica del maglione sotto gli occhi, asciugandosi le guance bagnate.

 

“ Allora, mi dici cosa ti sta succedendo? Qui sono tutti in pensiero per te!” le faccio notare, aprendo le braccia come per indicare tutti.

 

Hermione dirige lo sguardo prima su Ginny, poi sui due alle mie spalle. Sembra dirgli grazie con lo sguardo, grazie di avermi portato da lei.

 

Ma quando si rivolge a me, non risponde come mi sarei aspettata.

 

“ Niente. Io sto bene”

 

Mi viene quasi da ridere e lo faccio, una risata di certo non allegra.

 

“ Bene? Ma ti sei vista? Sembri uno zombie. Hai pianto come se non piangessi da secoli- e probabilmente è così, perché come al solito ti sei tenuta tutto dentro. E vieni a dirmi anche che non è successo niente?! “ sbraito con ancora un sorriso sulle labbra.

 

Lei abbassa lo sguardo, incapace di guardarmi negli occhi.

 

“ Silvia, forse è meglio che sali nella tua camera e ti sistemi, se mai Hermione ti fa vedere dov’è” propone Ron, con le mani in tasca tremanti.

 

Poi si rivolge a mia cugina, quasi titubante.

 

“ E’ la vecchia camera di Percy,Mione” le dice, e lei annuisce distrattamente e si avvia per prima.

 

Guardo gli amici di Hermione con preoccupazione. A quanto pare, è più complicato del previsto.

 

“ Pensaci tu, noi abbiamo fatto tutto il possibile” sussurra Ginny, alzandosi dal divano e raggiungendo Harry, a cui braccio si aggrappa.

 

Io annuisco e li ringrazio, salendo al piano di sopra. Per le scale incontro anche i genitori di Ron che mi ripetono dove sia la stanza. Anzi, mi raccomandano di non entrare nell’ultima stanza infondo al corridoio perché ci sono i loro figli Fred e George che stanno trafficando con degli intrugli.

 

Annuisco, leggermente spaventata. Sicuramente non entrerò in quella stanza!

 

Invece mi dirigo verso la camera in cui alloggerò durante queste feste di Natale. Spingo la porta ed entro nella penombra di quell’ambiente, molto pulito ed ordinato. Si vede che il loro figlio Percy era un fissato della perfezione. Beh! Almeno starò in una bella stanza!

 

Ma la visione di Hermione mi distoglie dai miei pensieri, lei rannicchiata sul “mio” letto con le gambe portate al petto e la fronte china sulla ginocchia. Niente era mai riuscita a turbarla, niente a ridurla in quello stato.

 

Eppure eccola li, ridotta ad un vegetale. Vorrei strozzare quel biondino dei miei stivali! Ma prima devo capirci di più, devo sentire cosa ha da dire mia cugina e cercare di darle un po’ di energia.

 

“ Ehi Herm...come stai?” incomincio, dirigendomi verso il letto e sedendomi accanto a lei, poggiando le spalle contro il muro al cui ridosso è sistemato.

 

Lei non alza lo sguardo, mugugna qualcosa che sembra un Tutto bene.

 

“ Come stai veramente, non come vuoi che gli altri sappiamo che tu stia!” esclamo chinandomi verso di lei per vederle gli occhi.

 

Lei solleva la testa senza guardarmi, fissando un punto imprecisato davanti a lei. Ma almeno, è un passo avanti.

 

“ Io...non sto così male. Passerà” mormora, debolmente.

 

La prendo le per spalle, costringendola a voltarsi verso di me.

 

“ La smetti di mentirmi?!” esplodo, fissandola in quegli occhi vuoti e sgranati, come se fosse tornata solo adesso alla realtà, come se solo adesso avesse ripreso i contatti con il mondo.

 

Mi aspetto quasi che mi dica “ Dove sono? Cos’è successo?”, ma non è così che accade.

 

Sto male, è vero. Ma dirlo non cambierà la situazione” mormora, abbassando lo sguardo sulle mie braccia che ancora mantengono verso di me le sue spalle.

 

“ Certo che la cambierà! Devi sfogarti, parlarne. E poi devi superare questa storia, se è necessario. Altrimenti devi andare da lui e riprendetelo!” esclamo ad alta voce, quasi sgridandola, ma è per scuoterla. So che non è una situazione facile e non le do così tante colpe del suo comportamento.

 

Lei alza un attimo lo sguardo su di me e le sue mani si muovono appena sul letto, stringendo il lenzuolo fino a far sbiancare le nocche.

 

“ Lui...lui non mi vuole. In più occasioni ha finto che io non esistessi, oppure appena mi vedeva – sembrava lo facesse apposta – si baciava con un’altra. E l’ultima volta che ci siamo visti...ha praticamente fatto in modo di esasperarmi finché lo schiaffeggiassi. Poi ha detto che finalmente era riuscito a farsi odiare di nuovo da me...e sorrideva, soddisfatto. Anche se alla fine sembrava un sorriso leggermente amaro, non so” mi disse in un fiato, come se stesse cercando di mandar giù una medicina disgustosa. Più in fretta, meglio è.

 

Feci scivolare le mani dalle sue spalle  e rimasi in silenzio per alcuni minuti, dandole il tempo di starsene un po’ per i fatti suoi.

 

“ Ti ricordi cosa mi avevi detto, dopo quella sera?” le domando, facendole alzare lo sguardo verso di me, con una traccia di sorpresa nei suoi occhi.

 

“ Mi avevi detto che Draco ti aveva fatto capire che mai ti avrebbe dimenticato, ma che avrebbe finto di averlo fatto...”

 

Feci una pausa, guardandole le sue reazioni.

 

“ Senti Hermione, da quello che ho capito tu e lui non potete stare insieme! Vero? Bene...” aggiunsi, quando lei debolmente annuì.

 

“ ...quindi è normale che lui si comporti così. E poi ho più esperienza in queste cose di quanto ne abbia tu! Adesso ti dico la mia versione dei fatti, che secondo me è molto vicina alla realtà” faccio un’altra pausa, sistemandomi meglio sul letto a gambe incrociate.

 

“ Allora...primo: mi dicesti in una lettera che il primo giorno si era comportato in modo strano. Il fatto del vagone, dello scompartimento...

 

Vedo Hermione socchiudere gli occhi e darmi finalmente l’impressione di rivedere la mia vera cugina. Si sistema sul letto meglio, poi alza lo sguardo verso di me.

 

“ Si...eravamo solo io e Ginny, e Draco ed i suoi a non aver trovato uno scompartimento libero. Così...”

 

 

Weasley, non vorrai entrare in questo scompartimento, vero? Non vedi che ci sto per entrare io?”

 

“ Non mi sembra ci sia scritto il tuo nome, Malfoy!”

 

“ Potrei comprarlo se solo volessi, Weasley. Ora, fatti da parte e fammi passare”

 

 

“...e poi Ginny si volta verso di me e rivela la mia presenza. Appena Draco mi vede, cambia espressione. E Ginny mi dice di andare a trovare un altro scompartimento...

 

 

Hermione, andiamo. Cerchiamo un altro scompartimento”

 

 

“ ...Ginny fa qualche passo, allontanandosi inviperita dalla sua postazione. Io faccio per prendere il baule ma...”

 

 

Blaise, Theodore. Non mi piace questo posto. Andiamo da un’altra parte”

 

Draco ha lasciato lo scompartimento a voi, sciocca. Appena si è accorto che c’eri tu, ti ha ceduto il posto” la vedo sgranare gli occhi maggiormente, come consapevole di qualcosa che le era sfuggito.

 

“ Su, analizziamo tutti i punti, così facciamo chiarezza in questa faccenda” la incito e lei si concentra, cercando di ricordare alla perfezione ed in ordine cronologico.

 

“ Beh, allora...il secondo giorno siamo andati alle serre di Erbologia. Lui è uscito prima come me, ultimando presto l’esercitazione...

 

“ Non tralasciare nulla. Devi dirmi tutto, anche i suoi piccoli gesti, così capisco” la interrompe, lei annuisce e poi continua.

 

Fumava...fumava appoggiato ad un albero. Mi ricordo che chiuse gli occhi, abbandonando la testa contro la serra dietro di lui. Sembrava...nervoso, o per lo meno agitato. Ah, poco prima ci eravamo anche sfiorati le mani per aver sbagliato a prendere le rispettive teiere. Poi appena mi ha visto, ha spento la sigaretta e se n’è andato” s’interrompe per qualche secondo, permettendomi di parlare.

 

“ Non ti è mai venuto in mente che fosse stato agitato per via tua? Per il fatto che stava cercando di dimenticarti eppure tu eri sempre lì, addirittura a sfiorargli la mano per sbaglio? E quando ti ha visto fuori, ha pensato che non poteva trattenersi dall’avvicinarsi e quindi ha preferito andarsene...” dissi e la vidi sorridere, amaramente.

 

Se davvero fosse così...” sospira. “ Dopo pranzo, intanto, lo vedo baciarsi con una ragazza che io odio, Pansy Parkinson. Ricordo che stavo mangiando e che il mio sguardo inevitabilmente si era posato sul tavolo dei Serpeverde e l’avevo visto. Poi, appena stavo per alzarmi per uscire dalla Sala Grande, volgo di nuovo lo sguardo lì e noto la sua assenza. E fuori dalle porte della Sala Grande lo trovo con quella...ma sembrava l’avesse appena afferrata, ricordo” mi racconta ancora ed io sorrido.

 

“ Qui è evidente che appena ti ha visto in procinto di uscire, sia scappato avanti per andarsi a baciare con quella e farsi vedere da te...ma non credo per farti provare gelosia o cos’altro. Come mi hai detto prima, lui voleva farsi odiare da te e lo sai perché? Affinché lo dimenticassi, perché secondo me tu sei così trasparente che aveva visto nei tuoi occhi i sentimenti che provavi ancora per lui. E voi non potete stare insieme. Quindi ha cercato di farsi dimenticare da te” concludo, guardandola negli occhi.

 

Succede qualcosa che mi sorprende. Ed è bellissimo, perché è come vederla rinascere. Tutto in lei riacquista fibra e vigore, i lunghi boccoli sembrano più morbidi, gli occhi del profondo dorato ammaliante di sempre, le labbra più rosse, il portamento più eretto, il viso più disteso...

 

 

...

 

 

Mi rendo conto che qualcosa si è mosso in me, come se dopo un periodo in cui mi sembrava di galleggiare in un limbo fossi rinata. Le parole di Silvia provocano una scossa dentro di me, come un defibrillatore. E mi sento di nuovo io, Hermione Jean Granger. Sono di nuovo io.

 

E mi passa davanti tutto ciò che è successo fino a quel momento, tutto ciò che riguarda Draco Lucius Malfoy.

 

Dopo quel bacio con la Parkinson, ricordo ancora il suo sguardo tagliente sul mio seno dov’era appuntata la spilla di Caposcuola. E se era solo perché aveva paura di passare troppo tempo con me, e se era perché si stava impegnando a dimenticarmi?

 

Poi ha scelto Padma per affiancarlo nelle ronde notturne e quando era sicuro che lo guardassi, le ha messo una mano sulla vita in quel gesto lascivo...

 

Alla riunione dei Caposcuola non mi degna di uno sguardo, limitandosi a rispondere ad una mia distratta domanda su come andava il suo club...

 

“ Da te, Malfoy?” poche parole, strette e concise, evitando di guardarlo anche per un solo secondo.

 

“ Tutto in ordine” poche parole, strette e concise, evitando di darmi troppa confidenza.

 

Mi mancano le sue mani che scorrevano febbrili sul mio corpo.

Mi mancano le sue labbra gonfie che saggiavano il mio collo.

Mi manca il suo respiro caldo che s’infrangeva sulla mia pelle.

 

“ No, non è vero...” mormoro, come a voler convincere me stessa.

 

Perché non dovrebbe essere vero?” chiede contrariato Draco alla mia sinistra ed inevitabilmente alzo lo sguardo di scatto verso di lui, consapevole di aver pensato a voce alta. “ Sai benissimo che lo è...” aggiunse, ora guardandomi.

 

I nostri sguardi restano incatenati per qualche secondo. Lui non sa quanto di vero ha detto, per Merlino! Mi sento un groppo alla gola ed al cuore che non riesco a mandar via. Apro la bocca, ma solo dopo qualche balbettamento riesco a parlare.

 

Lo-lo so che il club dei duellanti va bene. No-non dicevo a te. Ho pensato a voce alta” aggiungo infine, velocemente.

 

Draco continua a guardarmi e leggo nei suoi occhi qualcosa che non riesco a capire. Sto per parlare ancora, quando lui si alza e preme la sigaretta nel posacenere sul tavolino in mogano scuro, mettendo poi le mani in tasca.

 

“ La riunione è finita. Abbiamo detto ciò che c’era da dire”. Un’affermazione che suona quasi come un ordine. Non aspetta un secondo di più e lascia la Stanza, infilandosi la tracolla di pelle nera.

 

 

Ora capisco il perché di quello sguardo. Ha ragione Silvia: aveva letto qualcosa nei miei occhi, aveva capito che i miei sentimenti non era cambiati. E subito dopo quel gesto stizzoso di spegnere la sigaretta e andarsene con quella frase, quasi innervosito.

 

Agitato? Impaurito da cosa sarebbe potuto succedere se mi avesse lasciato coltivare i miei sentimenti per lui?

 

Nel pomeriggio la Parkinson era così irata e quando le chiesi con voce cattiva se il suo Dracuccio non l’aveva baciata abbastanza, lei mi aveva risposto quasi con le lacrime agli occhi che non sapevo quello che dicevo. In quel caso, se davvero è come dice Silvia, lui l’aveva baciata solo per me e quindi prima di quel pomeriggio le aveva detto che non se ne parlava proprio di stare insieme. Ed ovviamente lei ci era rimasta troppo male.

 

Infatti, qualche giorno dopo...

 

Draco, non ti capisco...cosa ti succede, per Merlino!”

Pansy, cosa c’è da capire nelle parole Noi non stiamo insieme?”

“ Io, ecco...ma se tu mi baci, io credo di piacerti...poi mi dici che era perché in quel momento non avevi niente da fare...ma poi in altre situazioni, soprattutto quando c’è gente, mi tieni stretta a te. Come a voler far capire che sono la tua ragazza! Insomma, Draco io non capisco...

“ Adesso non piangere. E’ da sciocche”

 

 

Soprattutto quando c’è gente...Quando ci sono io?

 

Poi mi vede. Ricordo che sembra sobbalzare, sembra perdere la sicurezza che tanto lo contraddistingue, poi accelera il passo e si porta una sigaretta tra le labbra, nervosamente, prima di sparire oltre l’altro angolo.

 

Il pomeriggio c’è l’incontro con Blaise Zabini.

 

“ Guarda come ti sei ridotta” appura, sollevando una mano per scostarmi un boccolo dal viso.

 

“ Non mi sono ridotta in alcun modo” rispondo solo, priva d’emozioni. Lascio addirittura che sfiori il mio viso, senza trovare la forza di scostargli la mano.

 

“ Non mi riferisco ad un fattore estetico. Sei sempre perfetta, Granger” mi guarda un po’, la sua espressione è seria e preoccupata. “ Sto parlando del tuo stato d’animo. Insomma, sei a pezzi” aggiunge e tutto ciò provoca in me solo un sopracciglio alzato.

 

“ A pezzi? No, sto benissimo.”

 

“ Capisco che a me non vuoi dirlo, ma dovresti...con qualcuno dovresti pur parlare, insomma” sembra sapere ogni cosa di me, sembra che tra me e lui ci sia una forte amicizia quando poi non abbiamo mai condiviso un bel niente insieme. E pensare che si sta preoccupando per me.

 

“ Ti ripeto. Sto benissimo” cosa potrei dirgli mai, poi? Insomma, è o non è il miglior amico di Draco Malfoy?

 

“ Certo” conviene per nulla convinto e si alza, guardandomi dall’alto. “ Mi stai dicendo che hai rimosso tutto?”

 

Non so dove trovo la forza di annuire, ma ostento una sicurezza che spero lo convinca.

 

Ora sorride, però. Ma sembra una risata amara, rassegnata.

 

“ Uguali, tu e lui. Ho sempre odiato queste false dimenticanze”

 

 

Perché non ho riflettuto prima alle parole di Blaise? Ora acquistano tutto un altro significato. E se Draco veramente stava fingendo di avermi dimenticato? Così gelido e perfetto, come sempre?

 

Ricordo che poi sentii parlare Padma Patil ed un’altra ragazza, piangendo.

 

“ No no, ha detto di sì. Però era strano. Oddio, è sempre un Dio del sesso, ma mi è sembrato che lo facesse senza alcuna voglia...senza...senza vedermi” disse Padma.

 

“ Su dai, sai che è fatto così. Per Merlino, lo sanno tutti! Usa le ragazze che vanno con lui...non le considera come esseri pensanti. E’ il prezzo da pagare per finire nelle sue lenzuola” le dice l’amica, leggermente arrabbiata.

 

Si ma...io non credo sia sempre stato così, lui. Sapevo a cosa andavo incontro, ma a me è sembrato vuoto...anzi, svuotato”.

 

Anche queste parole acquistano nuovo senso. Svuotato...proprio come me.

 

Mi viene alla mente alla quella conversazione di qualche tempo dopo tra Draco e Blaise, che origliai per sbaglio.

 

Perché no? Non ha senso, lo sai vero?”

“ Smettila, Blaise. Tu non capisci...”

“ Beh, forse non sarò nella tua testa, ma capisco benissimo! E ti ripeto: sei un idiota”

 

Esce Draco Malfoy da un’aula e mi guarda, così intensamente, così sorpreso di trovarmi li. Ma non mi parla. Mi supera, andandosene. Poi esce Blaise si volta a guardarmi, ma poi scuote la testa ed amareggiato se ne va dalla parta opposta a dove ero io.

 

Guarda me amareggiato, scuotendo la testa...come a voler dire: chi lo capisce! Però guardandomi, come se fossi stata io il fulcro del discorso...

 

Draco Malfoy non si presenta alla riunione il pomeriggio stesso.

 

Quel pomeriggio è lo stesso che vado da Madama Chips e prendo qualcosa per la testa per poi parlare con Harry.

 

Ricordo anche che in quei giorni Draco era così silenzioso, così diverso...non faceva più battute pungenti, non si comportava come suo solito. Era cambiato, molto cambiato.

 

E quella sera ci ritroviamo a camminare insieme per tornare nei rispettivi dormitori, dopo le ronde. Camminiamo io avanti e lui dietro per un tempo che pare interminabile ma non ci cerchiamo, non ci fermiamo. Arrivati al varco che porta al mio dormitorio ed al suo, ci separiamo...

 

Poi arriva la sera del Ballo di Halloween. Stavamo tutti e due in pista, però da parti opposte della Sala. Quando il suo sguardo si posò su di me, sembrò spogliarmi con gli occhi...in quel momento, di sicuro posso affermare con certezza che si sentisse attratto da me.

 

Ma poi...

 

Sono così...vicini, o meglio così avvinghiati. Si baciano con passione e si toccano...ed io non ho la forza di tornare indietro così come di continuare a camminare.

 

Semplicemente me ne resto lì, come la prima volta...solo che in questo momento Draco Malfoy ha un’altra ragazza tra le braccia.

 

I due si baciano imperterriti...e forse questo mi da il coraggio di riprendere a camminare dopo qualche minuto.

 

Anche se, lo ammetto, sembro in trance.

 

“ Mezzosangue...sola soletta per il castello durante una festa?” la voce odiosa della Greengrass mi giunge all’orecchio, ma non mi fermo, non ne ho intenzione.

 

Spero di aver conservato almeno il mio portamento a testa alta, mentre proseguo, senza una meta, verso un luogo in cui poter stare in pace.

 

Cosa succede? Il tuo Pel di Carota si sta baciando con un’altra...?”

 

Chissà perché dopo quella frase mi fermo anche se resto di spalle. Forse perché ho sentito solo Il tuo  e  si sta baciando con un’altra.

 

Silenzio, per alcuni secondi. Ma non riprendo a camminare, mi volto lentamente con una rabbia forse mal simulata.

 

“ Non vedo cosa t’importi di dove vado o cosa faccio...e non capisco neanche il perché tu mi abbia rivolto la parola. Si vede che Malfoy non è un baciatore provetto dato che cerchi d’impegnare la bocca per fare altro!” sbotto d’improvviso, cercando però di dirlo con tutta la calma possibile.

 

In quel momento Draco lascia i fianchi di Dafne e si volta verso di me.

 

Che strano sguardo che ha...

 

Mi si posiziona davanti e poi...ride. Mi ride in faccia! Per Merlino, la mano si sta muovendo da sola e ...sciaff!

 

Draco si porta la mano destra al volto, nel punto in cui l’ho schiaffeggiato.

 

E’ stato un attimo.

 

Ed io ho ancora la mano levata a mezz’aria mentre i nostri occhi non si lasciano un istante.

 

Però lui sembra avere un’espressione quasi...compiaciuta. E abbozza uno strano sorriso, come soddisfatto.

 

“ Finalmente ti sei decisa...” lo sussurra quasi, così che riesca a sentirlo solo io.

 

Sbatto le ciglia, non capendo la sua frase. Forse devo aver sentito male...

 

“ Ci sono riuscito a quanto pare” ancora quel tono di voce basso.

 

Il sorrisino è sparito, però, dal suo volto. Io lo guardo ancora per qualche secondo, senza capire.

 

“ A...a fare cosa?” chiedo infine, spaesata.

 

Adesso la sua espressione diviene quasi amara e mette di nuovo le distanze tra me e lui.

 

“ A farmi odiare di nuovo da te”.

 

 

E’ stato dopo quella frase che tutto ha perso significato per me e sono come morta. Ma seppur sia doloroso, mi viene da pensare che forse ha ragione Silvia, che lui abbia fatto di tutto per farsi odiare da me affinché lo dimenticassi...perchè sapeva che da sola, non ce l’avrei fatta.

 

“ Casa farai, adesso?” la voce di Silvia mi riporta alla realtà, quando capisce che il flusso dei miei pensieri si è interrotto.

 

Alzo lo sguardo verso di lei e scuoto la testa.

 

“ Sai, Silvia, ho capito una cosa: se devo soffrire, voglio che sia per una cosa certa e non piena di crepe e falle, incertezze e dubbi. Voglio capire cosa sta succedendo...e se è veramente come appare, allora mi metterò il cuore in pace. Ma almeno, potrò dire di aver provato invece di starmene inerme ad aspettare che il mondo mi si rovesci addosso” dissi d’un fiato, facendola sorridere.

 

Si sporge ad abbracciarmi ed io la stringo a me, sussurrandole “ Grazie” per delle volte che mi parvero infinite.ciocca. lasciato lo scompartimento n altro scompartimento.a.

are insieme! into di averlo fatto.  ellcome se solo adesso avesse

 

 

È vergognoso esser stanchi d'indagare se ciò che cerchiamo è eccellente.
(Marco Tullio Cicerone)

 

 

 

 

šsšts

 

 

Hola! Eccomi a voi con un ritardo stratosferico, ma spero abbiate apprezzato il capitolo!! Tanti auguri a tutti per questo nuovo anno, che vi porti tutto ciò che di più desiderate!

 

Ps: grazie per tutte le recensioni!!!*_________*

 

Baci, Erin.

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Capitolo 10
*** Dimenticami ***


Fake Forgetfulness

Fake Forgetfulness

 

Dimenticami

 

šsšts

 

 

E allora tiro due righe sul conto
e sono stanca di scappare da quello che ho intorno

(Tiromancino  Muovo Le Ali Di Nuovo)

 

 

E’ come se ogni parola che parla d’amore diventi musica, per le mie orecchie. Sono qui, ad aspettare l’espresso per Hogwarts con accanto i miei amici che ridono, si divertono e si rattristano, si, per via del ritorno a scuola.

 

Non avrò mai ringraziato abbastanza Silvia per quello che ha fatto per me e poi, quando è stato il mio turno di chiederle come stava...ho capito che non sono l’unica in questa situazione. Silvia pensa ancora a Blaise, anche se quando ne parla scuote la testa e sorride, dicendomi che non è niente. E’ forte lei...o fa la forte, non lo so. Forse la sua apparente forza sarebbe crollata se si fosse trovata nelle miei situazioni. Bah, chissà...

 

Lo sbuffo della locomotiva mi riporta alla realtà e Ginny mi prende sottobraccio e mi conduce sul treno, seguite da Harry e Ron, troviamo uno scompartimento.

 

“ Sapete che Silente ha indetto una gita ad Hogsmeade, oggi? Dice che le vacanze finiscono domani, precisamente...e non vuole caricarci subito oggi stesso d’impegni...” esclama d’un tratto la mia migliore amica, tutta felice.

 

A Ron quasi non cade la cioccorana dalla bocca e mugugna qualcosa di incomprensibile prima di ingoiare.

 

“ Meno male...io le ricerche di Piton non le ho ancora finite”

 

“ Come se oggi, invece di andare ad Hogsmeade, ti mettesti a studiare...” ridacchio, seppur leggermente.

 

Ed in breve ho 3 paia di occhi sgranati, puntati su di me. Harry sbatte le palpebre più volte, prima di deglutire.

 

“ Finalmente ci degni della tua presenza... ma lo dice benevolo e amichevole, così abbozzo un sorriso.

 

“ Non ricordo l’ultima volta che abbiamo parlato, Herm” aggiunge lui, leggermente rattristato.

 

Lascio vagare per poco i miei pensieri altrove, ricordandomi che invece abbiamo parlato, una volta.

 

“ Si è vero...mi dispiace esser stata fuori con la mente, in questi ultimi tempi... alzo lo sguardo verso Harry, che mi sorride come per dire L’importante è che ora sei con noi!

 

Però noi abbiamo parlato, Harry. Quella volta in cui mi hai chiesto come stavo, in quell’aula...e mi fece anche bene parlare con te” aggiungo con un accenno di sorriso.

 

Lui assume un’aria corrucciata, cosicché mi ricordo la sua frase finale: Fa come se mai avessimo parlato. Forse non vuole dirlo davanti Ron e Ginny!

 

Quindi mi alzo e gli chiedo di seguirmi fuori sotto lo sguardo incuriosito dei due fratelli. Usciamo dallo scompartimento e facciamo sue passi nel corridoio.

 

“ Scusa Harry, forse volevi parlarne in privato... gli dico, camminando lentamente al suo fianco.

 

Hermione...io non ho una memoria così debole...me lo ricorderei se avessimo parlato... sembra pensieroso e turbato.

 

Mi fermo d’improvviso, non capendo.

 

Ma come...aspetta, cerco di fartelo tornare alla mente. Era un pomeriggio ed io ero andata da Madama Chips per farmi passare il mal di testa. Tu mi incontri e mi chiedi cos’è la fiala verdastra che ho con me. Poi mi porti in un’aula e mi chiedi cosa c’è che non va. Poi...

 

“ Vuoi dirmi cosa ti succede?”

 

Lascio vagare il mio sguardo sulle pieghe nere della gonna della mia divisa, non sapendo cosa dirgli. In realtà, non ho neanche la forza di dire una bugia, ma non posso neanche dire la verità.

 

“ Ti prego...dimmelo, Hermione.”

 

Un sussurro ed improvvisamente, sentendo il mio nome, alzo gli occhi su di lui, schiudendo la bocca.

 

“ Io...io” non so minimamente cosa dire, ma poi deglutendo, cerco di proseguire. “ Io...niente Harry, niente. Stanchezza, credo. Per lo studio e... sussurro poi, ma lui mi interrompe bruscamente, alzando il tono di voce.

 

Ma andiamo! Tu sei come...per Merlino, svuotata. Non ti ho mai visto così, per quanto tu abbia potuto studiare!” esclama poi, infervorato.

 

Lo guardo per qualche secondo, mentre digrigna la mascella e guarda la finestra, furioso.

 

Ricordo anche che eri molto arrabbiato, non era da te. Non ti avevo mai visto così. E poi...

 

“ Io...Harry davvero ho mal di testa. La fiala me l’ha data Madama Chips” mormoro, alzando una mano e andando a sfiorargli il viso.

 

I polpastrelli delle mie dita sfiorano appena il suo volto così freddo, che subito lui si ritrae.

 

Si, ti sei ritratto. Anche quello mi è sembrato strano. Eri, diverso...però, ti ripeto, parlare con te mi ha fatto bene anche se non ti ho detto tutto...

 

“ Non mi credi?” domando in un sussurro, mentre qualche lacrima invadente già tenta d’infrangere le barriere dei miei occhi.

 

“ No. Mi spiace, ma non ti credo per niente” alza nuovamente lo sguardo su di me e poi muove un passo indietro.

 

“ Ora devo andare. Fa come se mai avessimo parlato. Ma ricorda...devi uscire da questo momento di crisi. Ti prego, fallo per...per me. Sì di nuovo felice, come prima” mi dice, prima di lasciare silenziosamente la stanza e scomparire dalla mia vista.

 

Mi hai detto di farlo per te ed io ho cercato, giuro, ma ero comunque piena di pensieri che...” alzo lo sguardo e leggo nei suoi occhi ciò che mai avrei voluto leggere.

 

Il nulla.

 

E’ come l’espressione di uno che sta ascoltando una storia per la prima volta nella sua vita.

 

Harry?”

 

“ Oddio...io non ricordo niente di tutto questo!” esclama, stranito.

 

Lo guardo interdetta e anche spaventata.

 

“ Mi stai prendendo in giro?”

 

“ No, no!” si affretta a dire. “ Davvero io...ma sei sicura che hai parlato con me?”

 

“ Non sono pazza fino a questo punto” sibilo.

 

“ Scusa, non volevo dire questo”.

 

E restiamo in silenzio, cercando di capire cosa stia succedendo. Lui continua a non ricordare ed io a ripetergli frasi di quel pomeriggio. Ma nulla, lui non ricorda. Ed a me sembra tutto così assurdo.

 

 

A volte l'uomo inciampa nella verità, ma nella maggior parte dei casi si rialza e continua per la sua strada.
(Winston Churchill)

 

šsšts

 

Ho sistemato il baule, appeso gli abiti che abiti e riordinato tutto. Mi infilo un jeans scuro ed un maglione blu a collo alto, degli stivali beige a punta tonda e mi guardo allo specchio.

 

Non ci capisco più niente.

 

Se non era Harry, quel giorno, allora sono davvero impazzita?

 

Oppure...un’idea mi balena nella mente, ma la reprimo nel medesimo istante. Chi avrebbe interesse a parlare con me assumendo le sembianze di Harry?

 

Svuoto la testa e mi aggiusto i lunghi boccoli color caramello. Il mio sguardo dorato è di nuovo aperto, limpido, seppur dentro di me tutto urli. Ma non mi va più di stare male. Gli parlerò, lo farò. E se andrà male almeno la smetterò di crearmi questi meccanismi perversi nella mente. Tanto, questo è l’ultimo anno...

 

Herm? Sei pronta?” mi urla Ginny da fuori la camera che mi hanno assegnato come Caposcuola, così mi ridesto dai miei pensieri.

 

Afferro il cappotto dal taglio classico-francese che mi ha regalato mia cugina e lo infilo, prendendo la tracolla di pelle e uscendo dalla camera.

 

“ Come sei bella! Finalmente sembri tornata in te!” esclama tutta felice ed io mi apro in un sorriso a trentadue denti che la rossa di sicuro merita, dopo tutto quello che sta facendo per me. Ed io non mi sono neanche confidata con lei...ma lo farò al più presto, giuro.

 

“ Grazie Ginny. Anche tu stai benissimo! Allora, andiamo?”

 

Sono tutti contenti del mio cambiamento. Harry e Ron mi guardano felici, fanno battute e mi fanno stare bene con la loro sola presenza. E persone come Neville, Dean, le sorelle Patil, Luna mi sono venute a salutare chiedendomi di come avevo passato le vacanze.

 

Arrivati ad Hogsmeade, la giornata non poteva essere delle migliori. Aria natalizia e festosa aleggia ovunque, la neve è bianca splendente sotto i raggi del sole debole seppur caldo.

 

I miei stivali affondano in questo manto bianco e l’aria fresca mi pizzica le narici, facendomi stare bene come non lo ero da tanto.

 

Ginny sembra impazzita! Corre avanti e dietro tra le vetrine dei negozi, esclamando che ci sono i saldi e che vuole sbizzarrirsi e rifarsi il guardaroba. Anche io ho voglia di cambiare e la seguirò nei suoi numerosi acquisti. E sono davvero tanti!

 

Alla fine, verso l’una, sentiamo un brontolio allo stomaco e capiamo che è meglio fare una pausa ed andare a mangiare qualcosa. E’ complicato, però, sedersi ai Tre Manici di Scopa e trovare una sistemazione a tutte quelle buste!

 

“ Per Merlino, Ginny! Abbiamo comprato abiti e accessori per un esercito! Credo di aver finito quasi tutti i soldi che ho racimolato questo natale!” esclamo stupita, rimirando le buste ai miei piedi.

 

Lei è felicissima, lo è ogni volta che compra qualcosa. Per cui ciò che ho detto non può non farla sentire ancora meglio.

 

“ Che bello!” squittisce infatti, portandosi le mani alla bocca.

 

Ordiniamo dei saltimbocca e delle BurroBirre, parlando con entusiasmo di tutto ciò che non si siamo dette in quel periodo.

 

“ E poi, Herm... io ed Harry ci siamo baciati!” tenta di reprimere il grido con la bocca, ma credo che l’abbiano sentita tutti in sala.

 

Io sgrano gli occhi e per poco il boccone non mi cade dalle labbra. Ingoio e la guardo nuovamente.

 

Nooo! Davvero?? Non ci posso credere!”

 

Lei annuisce, tutta felice.

 

E quando?”

 

Mi racconta l’episodio, una sera a casa sua, durante le vacanze di Natale, ovvero qualche giorno fa, mentre io ero – come lei ama definirmi – in trance.

 

“ Si è svegliato il piccolo Harry! Meno male” conviene anche lei e ridiamo di gusto, finendo poi di mangiare.

 

Nel pomeriggio, verso le cinque, stiamo passeggiando per Hogsmeade.

Ci sono coppiette, gruppi di amici di tutte le Case, qualche professore e alcuni abitanti di quel villaggio che entrano ed escono dai negozi.

 

Vedo infondo Harry e Ron uscire da Mielandia carichi di buste, salutarci, e poi entrare al negozio dei fratelli Weasley.

 

Sorrido a Ginny e quando riporto lo sguardo avanti, lo vedo.

 

Avvolto in un cappotto classico nero, in tutta la sua eleganza. I capelli spettinati di quel biondo chiarissimo e quei occhi di ghiaccio e si spostano sui visi dei suoi amici, salutandoli, per poi restare solo con Blaise Zabini accanto ad un negozio di manici di scopa.

 

Ginny ovviamente non si accorge di dov’è puntata la mia attenzione e continua a camminarmi accanto, ignara. D’altronde, lei non sa.

 

Un impulso mi dice di andare da lui e parlargli, adesso. Ma davanti a persone che potrebbero vedermi e...no, questo non m’importa. Più che altro, prenderlo davanti a Blaise e dirgli se possiamo parlare...anche se Blaise è Blaise, e capirebbe. Ma se lui non volesse parlarmi? Come diavolo faccio ad avvicinarlo?

 

Herm, vogliamo andare a negozio di scope? Devo ritirare la mia che era stata leggermente danneggiata” mi dice d’un tratto Ginny ed io mi volto di scatto come se avesse detto la più terribile ed insieme la più bella delle frasi.

 

Che hai?” deve essersene accorta.

 

“ No, nulla. Andiamo”

 

E così c’incamminiamo. Mancano pochi metri e i miei occhi dorati si soffermano sulla linea delle sue labbra, mentre parla con il suo amico.

 

Blaise scoppia in una risata che coinvolge anche Draco ed insieme entrano nel negozio di scope. Merda!

 

Ginny ma non c’è un altro negozio di questo tipo?” perché d’un tratto ho così paura?

“ Ma io l’ho fatta riparare qui la mia scopa... mi spiega, come se lo stesse dicendo ad una bambina di 5 anni.

 

“ Ah, giusto” mormoro con un sorriso, per non farle capire nulla.

 

E quando entriamo, il campanello sopra la porta tintinna, annunciando la nostra presenza. Per fortuna è affollato e se sto attenta, non mi vedrà mai.

 

Ginny individua la signorina che l’aveva servita l’altra volta e si dirige da lei, evitando mucchi di persone che parlano a voce alta e ammirano gli ultimi modelli esposti.

 

Ginny è così veloce a dileguarsi, che d’improvviso la perdo. Non vedo più la sua chioma rossa e così invece di scalpitare per cercarla, l’aspetto dove mi trovo. Tanto deve passare di qui per uscire. Piano perfetto. Beh, non tanto. Perché se mi fossi mossa, probabilmente non mi sarei trovata faccia a faccia con Draco Malfoy e Blaise Zabini.

 

“ Ehi, Granger. Che ci fai in un negozio di manici di scope?” mi saluta Blaise, accanto ad un Draco che sembra voler distogliere lo sguardo.

 

“ Ho accompagnato Ginny Weasley. Però l’ho persa da qualche parte...” mi guardo intorno ma ancora non la vedo.

 

“ Ti trovo in ottima forma, Caposcuola. Davvero ottima” conviene compiaciuto il moro, così torno a guardarlo.

 

“ Si, le vacanze di Natale mi hanno fatto bene” cerco di non guardare Draco e di restare calma, naturale; ma quando sento i suoi occhi sul mio viso inizio a sentirmi male.

 

“ Beh io...io vado a cercarla. Ci vediamo al castello” saluto, guardando sempre e solo Blaise. Lui mi fa un cenno con la testa e scopare insieme a Draco, uscendo dal negozio.

 

Tiro un sospiro di sollievo e maledico Ginny per avermi lasciata sola. Ah, ma quando l’acchiappo che le faccio!

 

 

šsšts

 

 

E’ passata quasi una settimana da quel giorno ad Hogsmeade. Le lezioni sono ricominciate con grande sconforto di Harry e Ron, che sembrano due zombie ogni volta che si trascinano a lezione.

 

Così come le lezioni, sono riaperti anche il club. Ed io ho un sacco di lavoro da fare!

 

Di riunioni di Caposcuola, per fortuna, non ce ne sono per ora, non essendo eventi imminenti da organizzare. Ma mi tocca passare buona parte dei pomeriggi al Club di Ripetizioni ad aiutare Ron e la Parkinson, che è decisamente più acida e scontrosa del solito. Non che la cosa mi turbi, dato che la evito completamente.

 

Stasera, tanto per dirne una, dopo la cena in Sala Grande, abbiamo la ronda notturna che Silente ci ha pregato di fare, dato che – sue parole – : “ Non voglio che i ragazzi siano ancora con la testa nelle zucche natalizie e vogliosi di fare baldoria nei corridoi”.

 

E chi deve fare il lavoro sporco? Noi Caposcuola!

 

“ Ragazzi, vado dalla McGranitt per firmare la pergamena delle ronde serali. Spero di tornare presto in dormitorio” sbuffo, alzandomi dal tavolo e lasciando la Sala.

 

Vedo alzarsi anche Ernie e Padma, che mi sorridono e mi raggiungono. Non vedo Draco, però. Chissà che fine ha fatto.

 

I corridoi sono desolati e silenziosi, senza l’ombra neanche di un fantasma. La luce delle fiaccole batte fioca sui muri dinanzi, regalando quel tepore un po’ spettrale che ha sempre caratterizzato Hogwarts di sera.

 

“ Passate bene le vacanze?” mi chiede Ernie, camminando lungo la scalinata per il piano superiore.

 

Si si, benissimo. E voi?”

 

“ Bene bene” dicono in coro, salendo.

 

Vabbè che avremo tempo per parlare nella ronda di stasera, così da ingannare il tempo!” esclama il Caposcuola di Tassorosso, affiancandomi.

 

Arrivati davanti l’ufficio della McGranitt, bussiamo. Dopo poco la porta si apre e la professoressa siede dietro una scrivania, impegnata a scrivere alcune cose su una pergamena.

 

“ Oh, buonasera. Sedetevi” ci accoglie, indicandoci delle sedie in tessuto rosso, si abbinano con i colori Gryffindor di quella stanza.

 

Un secondo dopo entra anche Il Principe delle Serpi, chiudendosi la porta alle spalle.

 

“ Bene, ragazzi” parla l’insegnante di Trasfigurazione, tenendo gli occhi fissi sulla pergamena. “ Firmate qui ed iniziate la ronda”

 

Io ed Ernie prendiamo il foglio tra le mani, quasi insieme, e stiamo per firmare quando i miei occhi cadono sulle coppie di quella sera.

 

“ Professoressa? Ci dev’essere un errore” dico cercando di mantenere la calma.

 

“ Quale, signorina Granger?” indaga, da dietro gli occhiali sottili.

 

“ Io sono in coppia con Macmillan. E’ sempre stato così” le indico il foglio e le fa un’espressione strana. Quasi divertita.

 

“ Mia cara, le coppie non possono essere sempre le stesse. Se hai qualche interesse per il signor Macmillan, coltivalo in altre occasioni. Il preside vuole che non siano sempre le stesse coppie durante le ronde serali” dice d’un fiato, sorridendomi e poi tornando a scrivere sulla sua pergamena.

 

Io sgrano gli occhi e non so se arrossire o sbraitare, ma il fiato mi viene meno e non riesco a fare nulla di ciò.

 

Padma mi guarda con aria indispettita, probabilmente perché vorrebbe fare lei coppia con chi, invece, è spettato a me.

 

Ernie sembra deluso ma anche contento, forse dell’affermazione della McGranitt.

 

“ Ci saranno altre occasioni” mi dice, facendomi l’occhiolino ed io rabbrividisco pensando che devo risolvere anche questa questione al più presto.

 

Firmiamo, senza dire nulla. Noto con la coda dell’occhi Draco che impugna la piuma, la intinge nell’inchiostro e le sue dita affusolate e diafane delineano con eleganza la sua firma.

 

“ Bene, potete andare. Come sempre, se ci sono problemi, segnalatemeli” ci congeda e noi usciamo, senza guardarci negli occhi.

 

Poi Ernie mi viene accanto e mi sorride, si dilegua con Padma e mi sorride ancora, voltando la testa dietro sopra la spalla. Quando spariscono dietro un angolo, mi rendo conto che lui e Padma stavano per avvicinarsi e non vorrei che Ernie s’illudesse di una cosa che non esiste, lasciando perdere Padma. Ma ho cose più importanti a cui pensare: adesso, sono in una situazione alquanto complicata.

 

Siamo in un corridoio deserto, io e Draco Malfoy. A debita distanza, si, ma non posso fare a me di pensare alcune cose che non dovrei minimamente accogliere nella mia mente.

 

Mi aggiusto nervosamente una ciocca di capelli dietro l’orecchio e mi volto a guardarlo, dall’alto della sua bellezza, con le mani in tasca e lo sguardo disteso.

 

“ Andiamo?” mormoro e lui annuisce, camminandomi al fianco in silenzio.

 

Un silenzio che pesa come non mai. Un silenzio che si può tagliare con un coltello. Un silenzio che non vedo l’ora di annullare.

 

Perlustriamo qualche corridoio dei primi due piani, limitandoci a dire “ Nulla” oppure “ Tutto in ordine” e continuando a camminare.

 

Sento i suoi passi risuonare sul pavimento come un’eco lontana, ma che s’infrange su di me e mi fa tremare. Per non parlare del suo profumo, così invadente e sinuoso, mi arriva alle narici ed al viso, imporporandomelo. Ed il suo respiro – si, riesco a sentirlo – mi scuote dall’interno come una forza capace di fare qualsiasi cosa.

 

Mi fermo d’improvviso nel corridoio e lui fa qualche passo in più prima di accorgersene, poi mi imita. Alza lo sguardo sopra la spalla destra, con le mani in tasca e l’aria distante.

 

“ Visto qualcosa?” dice, indifferente.

 

Ma io lo guardo e davvero non ce la faccio più a tacere. Il flusso di parole che trattengo da troppo ha bisogno di evadere.

 

“ Noi dobbiamo parlare” sussurro e nei suoi occhi passa qualcosa che non riesco a decifrare.

 

Si volta completamente verso di me, alzando un sopracciglio.

 

E di cosa?”

 

“ Si, certo. Come se non lo sapessi...”

 

Granger, a che gioco stai giocando?”

 

Una fitta al cuore dopo le sue parole, così fredde e sprezzanti.

 

Hermione...” mormoro a bassa voce.

 

Cosa?”

 

Hermione. Devi chiamarmi Hermione” ripeto a voce più alta e lui fa qualche passo verso di me, poi si ferma di nuovo.

 

“ Non c’è niente di cui dobbiamo parlare. Punto” sibila, poi si volta e fa qualche passo. Ma la mia voce lo richiama.

 

“ Invece si. E se tu non vuoi, ascolta almeno me” non vorrei torturami le mani, ma non posso farne a meno.

 

Lui si volta nuovamente, puntando quelle iridi d’argento nei miei occhi dorati.

 

“ Non ne ho intenzione”

 

Semplice, diretto, efficace. E le lacrime iniziano a puntellarmi dietro le palpebre, ma non voglio farle uscire.

 

Draco, ti prego. Devi ascoltarmi” non so da dove mi sia uscita questa voce rotta e supplicante, ma cerco di riprendermi almeno un po’.

 

“ Non fare così...non impuntarti su una cosa così stupida”

 

“ Non è stupida”

 

“ Fa che lo diventi, allora” mormora con un’espressione decisamente più dolce. Ma i suoi occhi sono freddi come sempre, imperscrutabili.

 

Non riesco ad abbassare lo sguardo, perché ho paura che facendolo lui potrebbe sfuggirmi o sparire nel nulla, come un bellissimo sogno.

 

“ Non ci riesco” sussurro poco dopo.

 

“ Devi riuscirci. E’ fondamentale”

 

Le sue parole mi sembrano così inutili, così vane. Eppur così indispensabili, come ossigeno per i miei polmoni.

 

“ Si, è vero. E’ fondamentale che io dimentichi. D’altronde, sto facendo del male solo a me stessa. Tu...tu stai così bene. Ti sei ripreso in fretta. Pensavo diversamente, dopo quello che mi hai detto” dico amareggiata.

 

Distolgo un attimo lo sguardo, non riuscendo più a sostenere il suo. Ma le sue parole catturano la mia attenzione.

 

Ma cosa ne puoi sapere, tu? Io...mah, lasciamo stare” si volta e fa per andarsene.

 

Ma qualcosa in me m’impedisce di star ferma. E così un passo dopo l’altro, sempre più veloci, lo raggiungo e lo afferro per un polso.

 

“ Aspetta...”

 

I suoi occhi mi fulminano, taglienti e gelidi.

 

“ Non toccarmi” sussurra ma io faccio scivolare la mia mano nella sua e intreccio le mie dita alle sue.

 

Lui resta di spalle, guardando dinanzi a sé.

 

“ Smettila. Non stai facendo del male solo a te stessa” dice ancora, stringendo però la mia mano nella sua, quasi fino a farmi male.

 

Non capisco, non capisco più nulla. Sento solo il bisogno di toccarlo, di stare con lui...

 

“ Guardami negli occhi. Non voltarmi la faccia, ti prego” lo supplico con voce flebile e lui si volta, tenendo ancora stretta la mia mano nella sua.

 

Hermione, tu non capisci...”

 

Un brivido lungo la schiena al suono del mio nome, alla vista dei suoi occhi e avvertendo la sue pelle a contatto con la mia.

 

“ Spiegamelo, allora” sussurro, incredibilmente vicina a lui.

 

“ Tu devi dimenticarmi...” lascia le mie dita ed entrambe le sue mani si poggiano sulle mie spalle, mentre lui si fa più vicino al mio viso.

 

Non...non voglio” mormoro, senza riuscire a trovare più le parole che tanto mi erano ribollite nella mente.

 

E invece devi farlo” adesso è più serio, ma quasi implorante.

 

“ Devi dimenticare tu e devi farlo per me. Perchè io non ci riesco, Hermione. Io non riesco ancora a dimenticarti e probabilmente non ci riuscirò mai. Ho fatto quelle cose davanti a te, così orribili, perché devi essere tu a dimenticare. Perché...mi sono accorto che io non riesco a farlo e volevo lo facessi tu. Che tornassi ad odiarmi...”

 

La mia bocca dischiusa vorrebbe dire qualcosa, ma nella mia mente rimbombano solo le sue parole e tutto il mio corpo trema fra le sue braccia, che inconsciamente si sono strette ancora di più intorno a me, in quello che sembra un abbraccio.

 

“ Odiami, ti prego” mi sussurra ancora e i suoi occhi sembrano pozze d’argento fuso e caldo.

 

“ Io...io...come faccio ad odiarti? Io...non potrei mai...” farfuglio e sento le mie ginocchia cedere, se non fosse per la sua presa intorno al mio corpo.

 

Le sue mani, poi, si portano lentamente al mio viso e Draco poggia la fronte sulle mia, stringendo gli occhi come per cancellare la mia immagine dalla sua mente.

 

“ Ti prego...dimmi che mi odi, dimmi che mi odi. Guardami negli occhi con la rabbia che provi nei miei confronti, disprezzami con i tuoi insulti, odiami...ti scongiuro” ripete, sforzandosi di tenere gli occhi chiusi, mentre il suo respiro s’infrange sul mio viso.

 

Le mie mani, tremanti, si sollevano a mezz’aria e vanno a cingergli i lati del viso, cosicché lui riapra gli occhi e mi guardi ancora, e ancora, e ancora.

 

Quando le sue iridi incontrano le mie, i nostri nasi si sfiorano e le nostra ciglia quasi si carezzano.

 

“ Odiarti, io? Credo che nessuna pozione al mondo riuscirebbe a farmi provare odio nei tuoi confronti. Non più. Draco Malfoy, io ti amo” gli sussurro quasi sulle labbra così semplicemente che meraviglio anche me stessa.

 

“ No...tu non puoi... tu non devi...” sussurra, accennando ad un movimento con la testa, chiudendo più volta gli occhi.

 

Hermione, tu devi vivere la tua vita, stare bene ed essere felice. Noi non possiamo. Io...io ti darei solo dispiaceri, io...non sono fatto per amare” dice ancora, cercando di convincermi.

 

You see everything
You see every part
You see all my light
And you love my dark
You dig everything
Of which I'm ashamed
There's not anything to which you can't relate
But you're still here

 

Tu vedi tutto,

vedi ogni cosa,

vedi tutta la mia luce

e ti piace la mia oscurità,

scavi dentro tutto ciò

di cui mi vergogno
non c'è niente che non ti riguardi,

ma sei ancora qui

(Alanis MorrissetteEverything)

 

Che frase sciocca! Ognuno di noi è fatto per amare...e poi, se vuoi la mia felicità, aprimi il tuo cuore. Perché senza di te mi sento morire” gli confesso, stringendo di più le mani sulle sue guance e sorridendogli a fior di labbra.

 

“ Ho fatto tanto perché tu potessi essere felice senza di me...ho addirittura preso la pozione polisucco e sono diventato Potter per parlarti e cercare di convincerti. Pensavo che uno come lui...un tuo amico avesse potuto...”

 

“ Sei stato tu?” lo interrompo e lui annuisce, quasi sulle mie labbra.

 

“ Non ti ho persa di vista neanche un secondo. Sapevo sempre cosa facevi, dov’eri. Ma non interferivo nella tua vita, se non quella volta. Perchè leggevo nei tuoi occhi sentimenti per me, quando mi guardavi...e ho voluto essere crudele con te, cercare di farmi odiare, di farmi disprezzare. Ma ti guardavo sempre con brama e desiderio della tua pelle...anche se da lontano, perché quello è il mio posto” mi dice guardandomi negli occhi e carezzandomi il viso a pochi centimetri dal suo.

 

“ No, ti sbagli. Il tuo posto è accanto a me. Io voglio che sia così” lo correggo cercando le sue labbra come se fossero la cura al veleno che è strisciato nelle mie vene in tutto questo tempo.

 

“ Spero che non te ne pentirai. Perché se mi apri il tuo cuore, se lo fai Hermione, sarà difficile per me allontanarmi da te. Non ci riuscirei mai...”

 

“ E allora non farlo” sussurro, prima di baciarlo.

 

Le mie labbra toccano le sue e il calore della sua bocca mi invade, le sue mani scendono a stringermi la vita e mi attraggono a lui, un bacio avvolgente e da mozzare il fiato.

 

Mi alzo sulle punte e gli cingo il collo con le mie braccia, lasciandomi catturare da quel bacio passionale, famelico, da quella brama che ognuno ha dell’alto.

 

E sento le sue mani scorrere febbrili sul mio corpo.

Le sue labbra gonfie che saggiano il mio collo.

Il suo respiro caldo che s’infrange sulla mia pelle.

 

 

 

 

šsšts

 

 

 

 

GrazieGrazieGrazie per tutti i bei commenti che mi avete lasciato! Spero vi piaccia anche questo capitolo.

 

Per quelli che me lo chiedono, la mia ff “Dardi Avvelenati... è per ora sospesa. Non ho mai tempo e sinceramente riesco a stento a postare in questa. Ma credo di finirla, prima o poi!

 

Baci,

Erin.

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Capitolo 11
*** Riscaldami ***


Fake Forgetfulness

Fake Forgetfulness

 

Riscaldami

 

šsšts

 

 

E sento le sue mani scorrere febbrili sul mio corpo.

Le sue labbra gonfie che saggiano il mio collo.

Il suo respiro caldo che s’infrange sulla mia pelle.

 

La sua bocca famelica bacia la mia spalla nuda e le mie mani, bramose, carezzano il suo torace scolpito. Piccoli gemiti e sospiri riempiono l’etere e mi sembra di sentire quell’atmosfera, quel profumo indimenticabile del Proie Rouge fondersi all’essenza francese che usa Draco.

 

Gli occhi chiusi, la bocca perennemente dischiusa, è incredibile come Draco Lucius Malfoy riesca a farmi perdere la cognizione del tempo e dello spazio. L’unica cosa che riesco ad avvertire sono i nostri cuori battere all’impazzata, quasi volessero uscire dai rispettivi corpi e fondersi in un unico grande corpo pulsante...

 

“ Per tutti i settimanali di Strega Moderna!”

 

Mi volto di scatto, non capendo chi sia stato a parlare. Sento le labbra di Draco ancora sulla mia guancia, staccarsi poi lentamente mentre le sue mani scivolano via dalla mia vita.

 

Cazzo” sibila il biondino al mio fianco.

 

Sbatto le palpebre, le ciglia e metto a fuoco: Padma Patil ed Ernie McMilliam?

 

Spalanco la bocca, ma non riesco a muovermi. Loro due sono lì, davanti a noi, al centro del corridoio, pietrificati. Anzi no, Padma trema.

 

Che diamine...” biascica Ernie, prima che Padma gli tappi gli occhi con una mano e lo volti di spalle.

 

“ Rivestitevi, insomma!” urlacchia, voltandosi anche lei di spalle.

 

E’ in quel momento che realizzo davvero in che situazione mi trovo.

 

Mi volto verso Draco, la camicia completamente aperta, le labbra rosse e i pantaloni sbottonati. Io, d’altro canto, con la gonna alzata e il reggiseno in bella mostra, non sono da meno.

 

“ Per Merlino, per Merlino!” farfuglio velocemente, sistemandomi come meglio riuscivo.

 

“ Abbiamo fatto una cazzata, una grossa cazzata!” borbotta infervorato Draco ed io evito di guardarlo, finendo di rivestirmi.

 

“ E’ tutta colpa tua, Granger” lo sento dire ancora e di colpo m’immobilizzo, restando con gli occhi fissi sulle sue mani che richiudono i bottoni della camicia.

 

Infondo ha ragione, è colpa mia. Ma l’orgoglio mi fa dire altro.

 

“ Colpa mia? Ma se tu...” ma non finisco la frase, perché torno a guardarlo negli occhi.

 

Draco Lucius Malfoy sorride, quel sorriso malizioso che ho sempre adorato.

 

“ Ma se io...?” mi sussurra, avvicinandosi di nuovo a me, pericolosamente.

 

Se tu non avessi...se non avessi...” ma non riesco a finire la frase balbettante che lui mi prende il mento con la mano destra, carezzandomi con il pollice il labbro dischiuso.

 

Se io non avessi fatto cosa?” mi ripete con quella voce bassa e sensuale.

 

Mi si avvicina lentamente all’orecchio, portandomi una mano dietro la nuca.

 

“ Non sai quanto avrei voglia di fare l’amore con te...

 

“ Finito lì dietro?!” esclama d’un tratto Padma, riportandoci alla realtà.

 

Ci allontaniamo l’uno dall’altro, sebbene io sia ancora stordita.

 

“ Ovviamente” dice tranquillo Draco ed i due si girano.

 

“ Cacchio Malfoy, mica sapevo della vostra tresca!” inizia Ernie, ammiccando.

 

Padma incrocia le braccia al petto, infastidita, ma tutti e due sono troppo presi da me e dalla mia faccia da pesce lesso per guardare Draco estrarre la bacchetta.

 

Oblivion!” esclama lui, facendoli cadere per terra come sacchi di patate.

 

E’ accaduto tutto in pochissimo secondi e neanche me ne sono resa conto.

 

Draco!” esclamo correndo verso i loro corpi. “ Adesso perderanno tutta la memoria...ma che ti è saltato in mente?!

 

Non mi giunge risposta, così mi volto innervosita e lo vedo sorridere.

 

Draco tu...”

 

Ma sai che sono immensamente bravo ad incantesimi, no?”

 

“ E cosa c’entra?! Io non capisco come tu...”

 

E che l’incanto Oblivion se pronunciato con ferme intenzioni le rispetta?”

 

“ E con questo?! Non ti...”

 

“ Ho solo pensato ad eliminargli la memoria degli ultimi dieci minuti. Ora si riprendono e tutto sarà come prima” scuote la testa davanti al mio nervosismo e mi raggiunge, dandomi la mano per alzarmi da terra.

 

Dai, rimettiamoli in piedi. E...” si volta a guardarmi, mentre rialza Ernie. “...dovremo un po’ fingere. D’accordo?”

 

Annuisco, benché l’idea di evitarlo o addirittura di trattarlo male mi da un fastidio immane.

 

“ Ah! Che mal di testa...” farfuglia Ernie, riprendendosi.

 

Ma dove ci troviamo? Non eravamo di ronda?” attacca Padma, stropicciandosi gli occhi.

 

“ Si, infatti” intervengo io, assumendo un’aria stupita dal suo comportamento.

 

“ Ah, che idioti. Peggio di quel Paciock. Su, non voglio perdere tempo con voi, torniamo nei dormitori” biascica Draco, infilando le mani in tasca e assumendo la sua solita aria indifferente e superiore.

 

Padma sbuffa e va avanti, trascinandosi Ernie per un braccio.

 

E non vi scannate voi due, là dietro!” esclama, mettendo una bella distanza fra noi e loro.

 

“ Figurati! Faremo ben altro!” esclama Draco, poco prima di essere fulminato da un mio sguardo inceneritore.

 

Eddai, mica hanno capito...” ridacchia, prendendomi per la vita e baciandomi a fior di labbra, bacio che diventa d’un tratto passionale.

 

Sono io a staccarmi, seppur di controvoglia.

 

Draco, potrebbero vederci diamine!”

 

“ Esiste l’oblivion...”

 

“ Oh Merlino, che caso perso che sei!” borbotto con un mezzo sorriso, riprendendo a camminare.

 

E così per tutto il tragitto. Ad esempio, ad un certo punto...

 

Granger, sei davvero petulante! Quante volte devo dirti che non devi toccarmi con le tue mani da mezzosangue?” si lamenta lui a voce alta.

 

Io resto qualche secondo in silenzio, guardando prima lui, poi dinanzi a me. Non riesco ad assimilare quello che mi ha detto, benché sappia che non lo pensa davvero.

 

Poi sento le sue labbra al mio orecchio.

 

“ Non prendermi in parola...le tue mani possono e devono toccare ogni secondo della giornata il mio corpo” mi sussurra.

 

Io mi volto, sfiorandogli il naso con il mio. Ci ritroviamo in meno di un secondo così vicini che le nostre ciglia si toccano.

 

Draco sei...”

 

In quel momento si girano Padma ed Ernie e cosa faccio io? Gli do uno schiaffo per giustificare la vicinanza!

 

“ ...sei un imbecille!” dico a voce alta, facendo qualche passo e superandolo.

 

Padma si volta dinanzi, scuotendo la testa accanto ad Ernie.

 

“ Quei due sono come cane e gatto...nati per essere nemici!” borbotta ed io sento ridacchiare Draco alle mie spalle, anche se la mano premuta sulla guancia dolorante non riesce proprio a toglierla.

 

 

šsšts

 

Il mattino dopo, un rumore assordante tenta di svegliarmi, un rumore insistente proveniente dalla porta della mia camera da Caposcuola.

 

Così mi alzo, trascinandomi per un po’ la coperta prima che questa cada definitivamente dal mio corpo e sbadiglio, passandomi una mano nei capelli.

 

Vado ad aprire e vengo scaraventata dentro la camera da due occhi di ghiaccio, l’unica cosa che riesco a vedere.

 

“ Su Granger! Volevi farmi stare ore lì ad aspettarti? La gente poteva insospettirsi...”

 

Poi le forti braccia mi lasciano la vita e lui va a richiudere la porta.

 

“ Ma cosa...?” metto a fuoco, stropicciandomi gli occhi.

 

Draco è lì davanti a me, con la schiena poggiata contro la porta dinanzi a me, le mani in tasca dei pantaloni neri dal taglio classico, con un’aria divertita fino all’invero simile.

 

“ Buongiorno” sussurra, così sensualmente che quasi arrossisco.

 

“ Ma tu...tu, che diamine ci fai qui?” biascico, passandomi le mani sul pigiama per aggiustarmelo ed una mano nei capelli, tentando di arginare la folta criniera mattutina.

 

“ Sono venuto a portarti la colazione, così dopo andiamo ad Hogsmeade. Oggi è sabato” mi dice ed io connetto solo in quel momento che il giorno prima era stato un bellissimo venerdì e che accanto a lui c’è un vassoio pieno di brioche.

 

Mi apro involontariamente in un sorriso, tornando a guardarlo.

 

Che dolce che sei...allora il Draco freddo e glaciale lo posso considerare solo un ricordo?” lo stuzzico, sorridendo.

 

“ Io sono sempre stato galante” finge d’offendersi.

 

Io sorrido ancora, i suoi occhi s’illuminano e inizia a camminare verso di me, lentamente...

 

Oppure, potremo restare qui...” mormora, continuando a camminare piano.

 

“ Ah si? E per quale motivo?” dico, fingendo di non aver capito la sua allusione, mentre mi puntello sui talloni.

 

Ovviamente lui capisce che sto scherzando, ergo continua a camminare, una passo dopo l’altro.

 

“ Ci sono tanti buoni motivi. Uno di questi, è l’evitare il freddo di Hogsmeade e starsene qui, al coperto...

 

Ma a te piace il freddo” intervengo, facendolo sorridere.

 

E tu come lo sai?” curva le labbra in una dolce smorfia, continuando a raggiungermi lentamente.

 

“ Si dice in giro...” rispondo vagamente. “ Altri motivi?”

 

“ Invece di uscire, potremo prendere questi momenti per ripassare le materie che abbiamo sottovalutato” aggiunge, ed io scoppio a ridere.

 

Okay, basta! Sono ufficialmente sconvolta dalle tue scuse!” rido ancora e non mi accorgo che ormai è a pochi centimetri da me.

 

Sollevo la testa, per guardarlo negli occhi. Le sue mani scendono sulle mie e il mio riso si trasforma in un dolce sorriso. S’intrecciano alle mie dita, portandosele al collo e quindi attirandomi a sé.

 

Mi ritrovo sollevata sulle punte, ad un millesimo dalle sue labbra, con il respiro fermo alla bocca dei polmoni.

 

“ Allora, ecco la verità” mormora sulle mia labbra, salendo con le sue a carezzare la mia guancia, poi l’orecchio destro.

 

“ Sei incredibilmente bella, anche di primo mattino. Ed è immensa la mia voglia di fare l’amore con te” sussurra ed in un batter di ciglia mi ritrovo coinvolta in un bacio passionale senza precedenti.

 

Le sua labbra saggiano le mie e le sue mani scendono sui miei fianchi, possessive.

 

Io faccio un passo indietro, staccandomi da lui e sorridendo.

 

“ Non te la darò vinta così facilmente” gli dico, mettendo le mani sui fianchi.

 

Ci guardiamo, per un tempo che mi pare interminabile. Poi lui sorride e mi guarda dall’alto della sua eleganza.

 

“ Dimmi, Granger...”

 

“ Torni all’uso dei cognomi?”

 

“ Beh, ci stiamo sfidando” ribatte lui. Io sorrido divertita.

 

“ Bene. Allora, prova a prendermi...”

 

Ed in pochi secondi, sono già dall’altra parte della stanza, aggiro poltrone, oggetti caduti sul pavimento, mentre Draco mi rincorre.

 

“ Tanto ti prendo! Sono più veloce”

 

Ma io più furba!” esclamo, nascondendomi dietro il separè e poi uscendo dalla parte opposta rispetto a quella che lui si aspettava.

 

Per qualche minuto, non riesce a prendermi. Poi improvvisamente me lo trovo alle spalle, le sue braccia forti mi cingono il corpo e le sue labbra mi sfiorano il collo.

 

“ Presa...” sussurra e le sue labbra si poggiano sulla mia spalla scoperta, provocandomi un brivido lungo la schiena, ed il mio corpo perde di forza, come sempre, quando mi trovo tra le sue braccia.

 

Mi volto a sinistra, incontrando il suo viso e dischiudendo le labbra per dire qualcosa, ma davvero non mi riesce.

 

Draco cattura le mie labbra in un bacio famelico, mentre la sua mano sale ad afferrarmi la nuca. In un attimo, siamo uno davanti all’altro, a baciarci come mai prima.

 

Le sue mani scendono sui miei vestiti, infilandosi sotto di essi, fredde...anzi, gelide.

Mi sfugge un gemito nella sua bocca, tirando la pancia all’indentro istintivamente e Draco se ne accorge.

 

“ Riscaldami” mormora sulle mie labbra, ad occhi chiusi.

 

E’ strano come le sue labbra abbiano pronunciato quella parola, tanto da lasciarmi a guardarlo per qualche secondo. E’ stato come se in quella parola fosse racchiuso più di un significato, più di un solo desiderio. Carnale e spirituale, fusi insieme.

 

Così, le mie mani salgono sul suo viso e carezzano ogni centimetro dei suoi lineamenti, mentre lui resta ad occhi chiusi completamente inebriato dai miei tocchi, dai miei sospiri.

 

Gli premo una mano sul petto, facendolo poi camminare all’indietro, finché le sue gambe non toccano il bordo del letto, sul quale lo spingo, mettendomi sopra di lui.

 

Lui apre gli occhi, due lame d’argento fuso e mi afferra per i fianchi, mettendosi a sedere con me a cavalcioni sopra di lui.

 

Mi guarda con occhi colmi di desiderio, che lascivi scivolano lungo il mio corpo.

 

Io dischiudo le labbra, ma non so cosa dire. Vorrei essere io a fargli perdere la testa, a condurre tutto, a riscaldarlo...ma anche se apparentemente possa sembrare così, è lui che con i suoi piccoli tocchi e con i suoi occhi, conduce il gioco.

 

Le mie mani iniziano a sbottonargli la camicia, scoprendo ogni volta centimetri in più del suo torace scolpito. Le mani mi tremano, come se stessi rivivendo quella sera...

 

E lui ferma le mie mani e le bacia, ad occhi chiusi, più volte, lentamente...ma io continuo a tremare, anche più di prima.

 

E’ una danza lenta, la nostra. Lenta a sensuale, in cui vestiti scivolano via, lungo i nostri corpi, accompagnati da sospiri e battiti del cuore come note di una melodia che possiamo udire solo io e lui.

 

Ed è incredibile sentire di nuovo le sue labbra toccare ogni centimetro del mio corpo, le sue mani carezzare ogni punto sensibile e i suoi occhi guardarmi in quel modo che fa perdere la ragione.

 

Come un cacciatore, bramoso, selvaggio, ma che ama la sua preda.

 

E allora le mie mani scorrono su di lui, mentre lui è dentro me, e la mia schiena s’inarca verso il suo corpo, perché non mi basta, perché vorrei che ci fondessimo in una cosa sola.

 

Poi l’amplesso, agognato, ricercato, voluto e profondo, ci riempie. Riempie i nostri corpi che cessano quella dolce e sensuale danza, ma che non possono fare a meno di restare uniti, stretti l’uno all’altro.

 

Draco...per me sei importante” sussurro, mentre il mio seno si alza vicino al suo petto, mosso ancora dai respiri accelerati.

 

Perché mi dici questo?” mi chiede lui, ad occhi chiusi, tra un bacio ed un altro sulla mia pelle.

 

Perché ho paura che tu non l’abbia capito” rispondo, sempre in un sussurro, sollevando le mie mani tra le sue, per poi baciargliele.

 

Alzo lo sguardo verso di lui e lo vedo corrucciare la fronte.

 

Draco...sto tremando” dico interdetta, sollevando una mano a mezz’aria per farglielo vedere. “ Come fai a non capirlo?”

 

“ E’ che non riesco a leggerlo nei tuoi occhi...

 

“ Di cosa hai paura?”

 

Che tu stia mentendo...”

 

Resto immobile a fissarlo, senza trovare più parole.

 

Hermione, quello che mi hai dimostrato ieri nessuno mai prima me l’aveva dimostrato. E quelle due parole...sai, è per me difficile pensare che qualcuno provi determinati sentimenti per me” dice tutt’un fiato, guardandomi negli occhi.

 

“ Non devi dire così...non devi pensare certe cose...

 

Lui mi porta un dito sulle labbra, zittendomi.

 

“ Lo so” mi dice. “ Non pensare che non mi fidi di te.”

 

Lo abbraccio, mi stringo a lui più forte che posso, lasciandogli tanti piccoli baci sul collo.

 

“ Allora...non avere dubbi quando ti dico che ti amo” gli sussurro all’orecchio, lentamente.

 

Lui s’irrigidisce, il cuore inizia a battergli ancora più forte di prima e le sue mani perdono presa sulla mia vita.

 

Stringimi...”

 

E lui mi stringe di nuovo a sé, poggiando la testa sulla mia spalla.

 

“ Scusami...”

 

“ Non scusarti. Voglio che tu con me esprima tutto te stesso.

 

E se questo ti allontanerà? E se guardando dentro di me non troverai niente di buono?” dice velocemente, ma a voce molto bassa.

 

Io sorrido davanti a me, stringendolo ancor di più, dicendolo come se fosse la più ovvia delle cose.

 

“ Niente potrà mai allontanarmi da te. E’ davvero impossibile”

 

 

šsšts

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Eccomi!! Scusate il gigantesco ritardo, ma ho scritto un racconto per un concorso, che ho inviato qualche giorno fa, e sono stata impegnata con quello. Chiedo ancora perdono!! Grazie a tutti quelli che hanno commentato nel cap precedente, ho letto dei commenti davvero bellissimi che mi hanno fatto commuovere! Spero che questo vi piaccia...

 

Erin.

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Capitolo 12
*** Epilogo ***


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Fake Forgetfulness

 

Epilogo

 

šsšts

 

 

 

Hermione, svegliati è tardissimo!”

Sento dei rumori, fastidiosi, oltre la porta della mia camera da Caposcuola. Mi sembra di sognarli o forse esistono davvero...

 

“ ‘Mione! Sto per sfondare la porta!”

 

Non so perché sto sognando Ginny e Silvia insieme, perchè Silvia non può mettere piede ad Hogwarts. E se fosse Draco? Forse vuole che lo apra, altrimenti tutti lo vedono fuori dalla mia porta e si insospettiscono!

 

Mi alzo di scatto. Scendo dal letto inciampando nelle coperte, cadendo anche per terra; mi rialzo, stropicciandomi gli occhi. Metto la mano sul pomello della porta – me lo ricordavo diverso... – e apro, facendo si che un’onda di luce mi attraversi.

 

Non vedo subito chi è, ma improvvisamente vengo sommersa da una valanga di pizzo e tulle verde mela, insieme a voci urlanti.

 

Qualcuno sposta le tende, inondando la stanza di luce e finalmente i miei occhi vedono e capiscono.

 

Era stato tutto un sogno. Un sogno così realistico che avevo quasi pensato, per un attimo, di trovarmi ancora ad Hogwarts, di avere ancora diciassette anni, di trovarmi nella mia stanza da Caposcuola.

 

Invece le espressioni arrabbiate delle mie damigelle mi fanno capire tutto il contrario.

 

“ Scusate ragazze...”

 

“ Scusate?! Ma è tardissimo, farai tardi in chiesa, tua madre e tuo padre sono giù, tutti nervosi!”

 

Giusto, stavo a casa dei miei, perché solo dopo il matrimonio saremmo andati a vivere insieme. La nostra futura casa ancora non l’avevo ancora vista, però...

 

Hermione Jane Granger, cadi da questo stato di dormiveglia, va’ a lavarti e vestirti!” mi urla Silvia e io mi riscuoto.

 

Sto lì, adesso, a guardarle. Silvia, Ginevra, Michelle e AnnaLou – le due cugine del mio futuro marito – vestite con degli abiti splendidi verde mela, elegantissime e composte.

 

Sorrido come una scema, emozionata e commossa. Ma mi devo muovere!

 

“ Per Merlino, avete ragione!” esclamo, correndo in bagno a prepararmi.

 

Non ci posso credere di aver perso tutto quel tempo. Lui sarà già in chiesa? I suoi genitori staranno pensando che anche il giorno del matrimonio faccio tardi? E mia madre? Sta già morendo d’infarto?

 

Mi lavo più in fretta che posso. Uscita fuori, Ginny pensa ad un incanto per sistemarmi i capelli, alzandomeli in una crocchia morbida boccolosa, piena di piccoli fiorellini.

 

Silvia mi aiuta a mette il vestito, un bellissimo abito bianco chiarissimo, tutto lavorato a mo’ di corpetto nella parte superiore e con una gonna di tulle nella parte inferiore.

 

Michelle ed AnnaLou mi aiutano a mettere il velo, i guanti di pizzo fino ai gomiti, mi truccano e mi allacciano le scarpe. E’ proprio vero che sono un team fortissimo. Mi ricordo di quando mi aiutarono a preparare la festa a sorpresa al mio – adesso – futuro marito. Sono state grandiose!

 

“ Su, scendiamo avanti!”

 

Corro – o almeno cerco di farlo – per le scale di casa mia e scendo al piano di sotto, dove mia madre appena mi vede già scoppia a piangere. Mi abbraccia e mi mette al collo la sua collana, quella che aveva quando si sposò con mio padre.

 

Stavo per dirle quanto le volessi bene, quando Silvia mi trascina per un braccio urlando che è tardi, ficcandomi nella limousine con autista che il mio lui aveva insistito nel mandarmi. Dentro, salgono anche le mie damigelle mentre i miei genitori ci anticipano con la loro auto.

 

Il tragitto per arrivare in chiesa è adrenalinico. Lui ha acconsentito a sposarsi in una chiesa babbana perché i miei ci tenevano parecchio, e di questo gli sarò sempre grata. E poi adesso i miei genitori lo adorano...veramente lo adorano dal primo giorno che si è venuto a presentare a casa, portando fiori e dolcetti.

 

“ Allora, tu parti dalla prima navata, tu sistemi questo...no no...!” sento lamentarsi le quattro damigelle, ma sono troppo presa dai miei pensieri.

 

Non vedo l’ora di arrivare a destinazione, di percorrere quella navata e vedermelo davanti, vestito con uno smoking nero e l’aria emozionata. Stringo il bouchet e quasi non rischio di rovinare le rose bianche – le preferite di sua madre – che ho imparato ad apprezzare. E’ una donna molto in gamba e anche il padre, da diversi anni a questa parte, è cambiato radicalmente. Una volta lo vidi parlare anche con mio padre sul calcio babbano, visione assolutamente indescrivibile.

 

Il paesaggio scorre oltre il finestrino, mandandomi tanti di quei ricordi. Il parco in cui passeggiamo la prima volta che lui venne in questa città, il ristorante dove cenammo con le nostre famiglie, la mia scuola elementare che una volta gli portai a vedere.

 

E’ incredibile quanto tempo sia passato. Ormai ho venticinque anni e se da una parte mi sembra passata un’eternità da quando ho messo piede ad Hogwarts, allo stesso tempo questi anni sono trascorsi velocissimi e mi sembra ieri che mi sono diplomata ad Hogwarts e ho iniziato fare la Medimaga. Oppure quando lui ha litigato con i suoi genitori, non frequentandoli per parecchi anni, diventando Diplomatico per il Ministero della Magia.

 

“ Arrivati” annuncia l’autista e io ritorno alla realtà. Ci siamo già?

 

Le mie damigelle sono più confusionarie di me che invece, quando sono ansiosa, cado in un silenzio più totale.

 

Scendo dall’auto e vedo loro farmi l’occhiolino, prima di precedermi e fare il loro ingresso in chiesa, per posizionarsi sull’altare.

 

Tremo, ma non vedo l’ora di sposarlo. Di passare la vita con lui e di poter finalmente dire che è mio marito.

 

Un passo, un altro, sento subito la mano di mio padre afferrarmi e così gli sorrido, mentre insieme saliamo i gradini della chiesa.

Superiamo il portone e sono sull’uscio, con tutti gli occhi puntati addosso e la musica nuziale che sta spandendo le sue note nella sala.

 

C’è odore d’incenso e tutti sorridono, felici. Vedo mia madre in prima fila accanto ai suoi genitori, che mi guarda con un fazzoletto già sotto gli occhi.

 

Ma i miei occhi dorati sono nei suoi, come sempre. Non vedo più niente, né mia madre, né gli ospiti, il prete, la chiesa e non sento più il profumo d’incenso e la musica.

 

Io sento solo il suo profumo.

 

C’è solo lui per me, avvolto in quello splendido completo nero, i capelli chiarissimi stranamente sistemati all’indietro – come un ragazzo d’altri tempi – i denti perlacei in bella vista e il sorriso tremante.

 

 

Non ho mai visto Draco così emozionato.

 

Mio padre mi accompagna da lui e Draco china appena la testa, salutandolo. Quando mio padre torna al suo posto e la musica cessa, lui mi stringe la mano e si avvicina al mio orecchio.

 

“ Dio mio...quanto sei bella”

 

Arrossisco e non oso voltarmi verso di lui, altrimenti lo bacio ancor prima che il prete ce lo permetta.

 

“ Tu sei più bello, non c’è confronto. Vederti tutto emozionato poi...”

 

Lui sorride, voltandosi a guardare il prete che inizia a parlare. Il cuore mi batte forte e mi manca il respiro.

 

“ Amore...”

 

Mh?”

 

“ Stanotte ho sognato i primi tempi. Il Proie Rouge e tutto il resto”

 

Mi volto appena, perché non ero stata io a parlare.

 

“ Scherzi, Draco? Io ho fatto il medesimo sogno, ti giuro!” esclamo a voce bassa, sconvolta.

 

“ Forse perché stiamo affrontando una cosa che cambierà la nostra vita e...almeno a me, non pare ancora possibile di avere la fortuna di passare il resto della vita con te. Mi sembrava così impossibile che fino a stamattina credevo che tu fossi ancora così lontana... dice, intrecciando le dita nelle mie.

 

“ Ti amo, Draco” sussurro, stringendo la sua mano nella mia.

 

“ Ti amo, Hermione. Per sempre”

 

“ Per sempre.”

 

 

šsšts

 

 

Eccoci giunti alla fine. Spero questo epilogo ci piaccia. Non volevo lasciare la storia in sospeso, quindi ho preferito ultimarla così perché ne sto iniziando un’altra e non volevo cadere nel banale raccontando i soliti avvenimenti che avvengono nella vita di Draco ed Hermione ad Hogwarts, anche perché l’ho fatto in altre storie e forse lo farò in futuro con altre ancora. Questa ho pensato di farla finire così, come se tutti i capitolo precedenti fossero stati i ricordi di un Hermione in procinto di sposarsi.

Ringrazio tutti quelli che continuano a commentarmi, sperando che continuiate a leggere le mie storie, come EDERA, di cui ho appena pubblicato il primo capitolo.

 

Alle prossime storie,

Erin.

 

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