our strange story

di Lady of dark
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** the start of my hell ***
Capitolo 2: *** The rebirth ***
Capitolo 3: *** Oh mother ***



Capitolo 1
*** the start of my hell ***


Our strange story

Era morto, Jonh Kramer, conosciuto da tutti come "Jigsaw",era morto.

Non aveva lasciato traccia di se, se ne era andato esattamente come era arrivato, silenzioso, sofferente a causa delle ferite che la vita gli aveva recato e che avrebbe continuato a recargli fino a che non fosse stato lui il primo a cedere, e cosi era stato si era lasciato trasportare via dalla morte come da una piacevola onda, stanco di vivere, ma soprattutto prosciugato dalla forza di volontà di continuare a combattere una guerra che non conosceva tregua e tantomeno una possibile, paradisiaca fine.

Avevo seguito i suoi ultimi istanti di vita, avevo udito le sue ultime volontà e lo avevo visto sorridere per l'ultima volta, un sorriso che risulatava quasi stonato sul suo volto stanco e corrugato eppure un sorriso che lasciava intravedere la gioia di un uomo che finalmente stava per deporre le armi e per incontrare e assaporare la pace assoluta ed eterna.

-"Amanda?"- mi chiamò con la sua solita voce bassa e rauca.

-"Jonh... sono qui con te... non temere"- risposi, sentivo le lacrime premermi violentemente contro le pupille per uscire.

-"Amanda... io non ce la farò, non questa volta, la mia morte è stata fin troppo rimandata e sono terribilmente stanco Amanda... Sono stanco davvero di combattere contro questa malattia che mi divora da dentro, stanco di guardare la lenta agonia di me stesso e del mio corpo che diventa sempre più debole. Ho combattuto, sono stato una grande guerriero, temerario e coraggioso... ma ora sento che è il momento per me di incontrare una pace estrema che posso trovare solo morendo, è per questo che io ora ti chiedo di portare a termine la missione da me iniziata.... mi fido solo di te Amanda, di te che hai deciso di appartenermi corpo e sangue senza volere niente in cambio se non la mia protezione. Eri sola, la tua unica compagna era la droga che ti stava distruggendo fisicamente e psicologicamente, ma io ti ho salvato mettendoti davanti alla morte e tu hai trovato la forza di volontà... ti ho visto crescere e diventare progressivamente la donna forte e orgogliosa che ora mi trovo davanti e alla quale sto affidando questo incarico che rappresenta tutta la mia vita. Spero di potermi fidare Amanda..."-

Sapevo che erano le sue ultime parole, che la fine era giunta e che ora aveva bisogno solo di certezze.

-"Non ti deluderò... onorerò per sempre la fiducia che stai riponendo in me"-

-"Promettilo!"- mi supplicò allo stremo delle forze.

-"Io... te lo prometto"-

-"Grazie Amanda... sei diventata una donna fantastica, nulla a che vedere con la ragazzina viziata che conoscevo"- pronunciò queste parole con il sorriso sulle labbra e sentii le guance arrossire. Teneva a stento gli occhi aperti, guardai le sue labbra scolorite e sentii l'impulso di baciarlo, un desiderio che reprimevo da tanto, troppo tempo eppure non potevo, sarebbe stato inopportuno, scorretto ma soprattutto imbarazzante, dopotutto lui era sposato...

-"Amanda... avvicinati!"- Avvicinarmi? E perchè mai? Esitai, stupita da una richiesta tanto insolita, fu la durata di un'attimo, la sua mano si sollevò lentamente e inizò ad accarezzarmi i capelli, ero arrossita? Sperai di no... sarei sembrata una povera stupida, sarei... le sue labbra si posarono sulle mie con una tale passione che mi lasciò senza fiato, fu un bacio lungo, disarmante, l'atto che ci proclamava ufficialmente complici e colpevoli.

-"Credi che sia sbagliato tutto ciò?"- domandai esitante, staccandomi dolcemente da lui.

-"Ho perso la concezione di giusto e sbagliato tanto tempo fà Amanda... penso che una differenza cosi radicale non esista... che il limite tra i due sia troppo sottile per essere percepito da un'uomo...ho fatto tante cose sbagliate nella vita ma questo è lo sbaglio migliore che io abbia mai fatto...ti amo... Amanda... non dimenticarlo mai..."- erano le sue ultime parole poi i suoi occhi si chiusero... per sempre...

-"No! Jonh!.... anche io ti amo..."- urlai lasciandomi cadere a terra, sottomessa e lacerata da una nuova sofferenza, violenta e acuta che mi aveva lacerato il petto procurandomi una dolorosa ferita che sanguinava imperterrita, piangevo senza lacrime, il mio inferno era appena cominciato.

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Salve a tutti, ho appena finito di scrivere questo primo capitolo di una fiction che spero davvero vi piaccia. Ho scelto come protagonisti Amanda Young e Mark Hoffman, anche se questo primo capitolo ho deciso di dedicarlo alla coppia Amanda/Jonh perchè ho sempre immaginato dietro alla sofferenza di Amanda un sentimento per Jonh mai rivelato. Ci tengo a puntualizzare che questa fiction resta comunque dedicata alla mia coppia preferita ovvero Amanda/Mark, ma volevo rendere la morte di Jonh un po' più drammatica e aggiungervi un tocco di romanticismo, che spero vi abbia soddisfatto. Detto questo vi chiedo di lasciare un commento, anche per sapere se devo corregere qualcosa per i prossimi capitoli. Alla prossima!

Lady of dark 

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Capitolo 2
*** The rebirth ***


Capitolo 2

The rebirth:

Avevo fatto il mio ingresso nell'inferno disarmata e sconvolta.

La morte di Jonh mi aveva annullata completamente, ero diventata l'ombra di me stessa, vuota e agonizzante. Non avevo più lacrime per piangere ne voce per urlare, avevo solamente un' anima completamente vuota e una vita da ricostruire. Dovevo ricominciare dal nulla, senza una casa dove abitare ne soldi per sopravvivere. Jonh era tutto, la mia essenza, il respiro della mia vita, avevo dato per scontato che lui ci sarebbe stato per sempre ad amarmi incondizionatamente e a proteggermi, solo dopo la sua scomparsa mi rendevo conto di quanto le mie opinioni, le mie speranze e la mia vita fossero state costruite sopra illusioni. Mi ero lasciata convincere da un mondo costruito di sogni senza però mai capire che le illusioni finiscono, tutto finisce, ed ero li senza forza di reagire a lasciare che il dolore mi lacerasse. No! Non è cosi che doveva essere, dovevo assolutamente rialzarmi e combattere, a costo di morire in quella folle lotta per la sopravvivenza, ma non potevo arrendermi, non io e non cosi! Afferrai le mie armi e mi preparai a combattere contro il dolore.

Dovevo distruggere quei ricordi dolorosi che mi avrebbero disarmata e sopraffatto, cosi presi una decisione estrema, afferrai della benzina e con violenza la versai per tutta la stanza, volevo anzi desideravo distruggere quel dannato luogo che rappresentava il mio fallimento. La disperazione iniziale aveva lasciato spazio ad una grande ira, forte e ingestibile. Provavo un sentimento crescente di rabbia verso Jonh, verso il suo ultimo gesto alquanto ambiguo. Perchè, mi chiedevo incessantemente, baciare una donna di cui conosci i suoi sentimenti verso di te alla fine della tua vita, perchè darle un piacere cosi desiderato e atteso per poi lasciarla annegare in una amarezza e in un dolore tali da lacerarla? Mi ponevo questi quesiti ogni secondo della mia vita da quando il dolore aveva iniziato ad annullarmi, ma sapevo che mai e poi mai avrebbero avuto risposta. Mi sentivo ridicola a fingere di odiare un'uomo che amavo con tutta me stessa, dopotutto come avrei potuto odiarlo se perdonavo involontariamente tutti i suoi peccati? La verità era che mi mancava terribilmente...

Ma dovevo lottare, come lui, dovevo essere una grande guerriera. Esitai quando avvicinai la benzina al corpo di Jonh, lo osservai combattendo contro l'impulso di prenderlo tra le braccia e piangere sopra la sua pelle bianca, ma sopraffai questo impulso e, guidata da una forza nuova, gettai la benzina anche sul suo corpo morto. Uscii dalla stanza e accesi un fiammifero, permisi per l'ultima volta ai ricordi e alla storia contenuta in quelle pareti e in quell'uomo di pervadermi il corpo, poi gettai il fiammifero acceso con violenza sulla benzina.

Il fuoco divampò in un lampo, e io lo osservai con adorazione, dopotutto era come se stesse bruciando la mia sofferenza, il tempo dei riampianti era finito. Sarei andata a vivere da mia madre, non era certo la migliore delle sistemazioni ma almeno era un punto di inizio.

 

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Capitolo 3
*** Oh mother ***


Oh Mother

La vidi da lontano, sorrideva, un sorriso caldo e rassicurante, splendente sul suo viso chiaro e perfetto. Poi si voltò e la osservai in tutto il suo splendore, bella e diafana come sempre, con i capelli lievemente scuri che le ricadevano dolcemente sulle spalle donando alla sua figura un'eleganza unica, e gli occhi, in apparenza semplici occhi scuri, nascondevano e celavano la fatica, la forza e l'infinito coraggio di una donna profondamente combattiva.

Mi osservò a lungo, non era uno sguardo incredulo ne uno sguardo carico di rimprovero, erano gli occhi di qualcuno che ha atteso per moltissimo tempo quell'evento. Le corsi incontro, spinta dalla voglia di riabbracciarla e di chiederle perdono, avevo una sola parola nella mente che si ripeteva all'infinito: "Mamma".

Ero davanti a lei e la vergogna mi pungeva crudelmente, ma non le permisi di sovrastarmi, non ora. L'abbracciai con tutto l'amore possibile e sentii il suo odore di mirra tra i capelli pervadermi le narici. In quel momento capii che era quella l'unica persona che davvero meritava il mio amore, l'unica persona che meritava le mie lacrime e il mio dolore. In quel preciso istante anche il più minuzioso e impercettibile dettaglio che rappresentava mia madre mi sembrò incredibilemente raro e inestimabile.

-"Amanda..." Disse lei prendendomi il viso tra le mani

-"Mamma..." Era meraviglioso pronunciare nuovamente quella parola dopo tanti anni.

-"Come stai, Amanda? Mi sei mancata piccola mia... tanto... tantissimo"- mormorò mentre lacrime di gioia le percorrevano il volto.

-"Non piangere, mamma... anche tu mi sei mancata da morire, voglio chiederti perdono per le mie azioni..."- e piansi, un pianto liberatorio e sincero.

-"No, non chiedermi perdono... non lo merito, le tue scelte, per quanto esagerate, sono state solo l'ovvia conseguenza del mio comportamento egoista e autolesionista. Ma voglio ricominciare Amanda, sai ho fatto un' anno di disintossicazione dall'alcool e mi ha insegnato tanto, sono una persona molto più forte e determinata ora. Voglio costruire con te quel rapporto che non abbiamo mai avuto e che tu hai sempre desiderato."- mi parlò con una nuova luce negli occhi che mi era sconosciuta, le labbra le tremavano a causa delle lacrime.

-"Hai ragione, mamma, le mie scelte sono state davvero eccessive, fuggire di casa abbandonandoti al tuo destino è stato un'atto vile e imperdonabile. Ma ora sono qui, ho affrontato un lungo e interminabile perdiodo di sofferenza e ho solo bisogno di affetto e di sapere che c'è qualcuno che mi ama. Non posso biasimarti per il tuo rifugio dai problemi nell'alcool, sai mamma in questi anni sono stata vittima della droga ma sono riuscita a salvarmi, vivevo in funzione di un'oggetto, ogni singola cellula del mio corpo aveva un bisogno costante di essa... Ma ora sono libera e decisa a ritrovare me stessa e a cercare un posto per me nel mondo. Inizierà da qua, in questo misero quartiere di New York, la mia disperata ricerca della felicità."- Era una promessa che facevo più che a mia madre a me stessa. Erano le parole ufficiali che dovevo impegnarmi a non violare e che come base avevano la forma più sacra di rispetto: il rispetto per se stessi. Nei suoi occhi non lessi disprezzo, anzi sul loro sfondo scuro mi parve di scorgere un velo di ammirazione. Non mi chiese del passato, ne la causa della sofferenza che avevo dovuto affrontare e contro cui ogni giorno combattevo per impedirle di squarciare nuovamente il mio debole cuore. Cosi era mia madre, non guardava il passato poichè ciò che era finito lo era e per sempre, i peccati, le azioni e le parole nel momento in cui morivano non avevano più alcun valore ne etico ne morale.

-"Tutto ciò che è avvenuto nel passato, Amanda, è finito e non può più raggiungerci, siamo cambiate nel profondo, siamo due anime che si conoscono per la prima volta, ciascuna con un fardello pesante sulle spalle ma entrambe rese forti dalla vita sempre cosi crudele e spietata. Ma abbiamo saputo rialzarci e ora ci ritroviamo insieme, con ancora moltissimo tempo da vivere e da riempire. Nonostante non saremo mai inscalfibili ora che siamo insieme possiamo darci forza e sostegno a vicenda. Scaleremo le montagne, vinceremo tutte le battaglie e superemo tutti gli ostacoli futuri insieme...Bentornata a casa piccola!"- Mi abbracciò e per la prima volta dopo anni mi sentii protetta da quelle dolci mani materne.

Aveva ragione, fino a quando saremo rimaste insieme niente poteva fermarci.

 

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