Alone.

di Valentinee
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** I hear the ticking of the clock I m lying here the room s pitch dark I wonder where you are tonight. Capitolo 1. ***
Capitolo 2: *** L'incontro. ***



Capitolo 1
*** I hear the ticking of the clock I m lying here the room s pitch dark I wonder where you are tonight. Capitolo 1. ***


Londra, 23:45. Chanelle allungò furtivamente una mano verso il contenitore di pillole che portava nascosto in borsa, attenta che nessuno la scorgesse. Fece cadere sulla sua mano una decina di pillole dal colore biancastro dopodiché le mandò giù con dell’acqua. Si guardò allo specchio, gli zigomi erano sempre più scavati in quel viso dai dolci lineamenti. La mascella sembrava scolpita da uno di quei scultori dell’antica Grecia, i suoi grandi occhi azzurri spiccavano nella complessità di quel viso ormai segnato dalle esperienze dei suoi ventun’ anni di età. Prese alcune ciocche dei suoi biondi capelli e li accostò al viso in modo che cercassero di colmare la quasi totale assenza delle guance. Il colorito era pallido, non che avesse mai avuto un colorito scuro o semi abbronzato. In seguito si fece scivolare i jeans addosso di una striminzita taglia 38. Poi indossò una canotta attillata,una giacca e dei tacchi,non che ne avesse bisogno dato il suo metro e ottanta d’altezza. Infine uscì dalla porta del retro in modo tale da sfuggire agl’occhi indiscreti dei paparazzi. Camminava, e ancora camminava ad un tratto si fermò in un locale notturno e una volta adagiatasi su uno di quei sgabelli in pelle che facevano da cornice al bancone ordinò da bere,niente cibo. Sollevò gli occhi sul volto florido del barista e disse:’Ancora un altro’. Mentre il barista incontrava il suo sguardo,gli occhi della ragazza persero qualsiasi espressione e divennero vitrei. A un tratto riemerse nei suoi pensieri l’immagine di una bambina seduta in una poltroncina. La fanciulla impugnava uno spartito musicale e tendeva la mano. –Papà- disse la bambina sorridendo. E poi a un tratto un susseguirsi irrequieto di immagini,chiamate,urla,disperazione,dolore. Dolore, quella parola aveva dominato nella vita della giovane ragazza. L’incubo perseguitava Chanelle,la soffocava come un cuscino premuto sul viso. Più la figura si avvicinava più aumentava la percezione del dolore. Sarebbe voluta fuggire ma non ne era capace. La figura avvicinandosi cominciava ad avere una fisionomia e un volto, sua madre. Finalmente il terrore che aveva preso possesso del suo corpo fu susseguito da una frenetica adrenalina che la portò a reagire. Chanelle si premette una mano contro il viso, continuando a ingurgitare quel bicchiere di alcool. Tentò di ripararsi gli occhi con le mani,ma non ci riuscì. I ricordi stavano prendendo il sopravvento su di lei. Chanelle sbattè le palpebre e guardò il volto del giovane ragazzo, sconvolta,vedeva due visi uguali sotto l’effetto dell’alcool. Riuscì a chiedere:’Dove si trova il bagno?’Ottenendo come risposta:’Da quella parte,signorina’. Il ragazzo guardò la strana luce spegnersi negli occhi della ragazza. Spalancò la porta del bagno che si richiuse alle sue spalle e corse verso un wc a rimettere tutto ciò che aveva in corpo,chiaramente solo liquidi dato che il suo corpo non riceveva nutrimento da un bel po’ ormai. Rimetteva,rimetteva e ancora e ancora. Stava vomitando anche l’anima accasciata com’era in quel bagno. Finalmente si alzò, di diresse verso lo specchio e tentò di nascondere le due grandi occhiaie che ormai facevano un solco sul suo viso con un po’ di cipria in polvere e poi si affrettò a eliminare tutto il mascara che le era colato sul viso. Raccolse la borsa, saldò il conto e uscì dal locale con in mano una birra dirigendosi verso il grande vialone alberato che era la ‘Principal street of London.’










Spazio scrittrice: Ciao a tutti,questa è la mia prima storia quì. Grazie a quanti leggeranno,recensiranno e anche a quelli che criticheranno la storia. Ma adesso passiamo ai commenti sulla storia. Protagonisti della storia sono il bellissimo Matt Bomer,uomo ambito e di successo con uno charme seducente capace di attirare l'attenzione di molte donne e Chanelle,una ragazza ventunenne dilaniata dai suoi drammi interiori. Cosa succederà tra i due? Vi anticipo che il rapporto s'intensificherà ma Chanelle non sarà facile da conquistare soprattutto se Bomer crederà di avere a che fare con una delle tante modelle del giorno d'oggi. Riuscirà il nostro direttore editoriale a sorprendere Chanelle? Beh,per scoprirlo aspettate i prossimi capitoli. Non mancheranno sorprese,nuovi arrivi e ritagli piccanti! Un bacio, La vostra Valentine.

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Capitolo 2
*** L'incontro. ***


1:45, Londra. La donna con i grandi occhi azzurri era lì, così vicino che se avesse allungato una mano sarebbe riuscita a toccarla. Improvvisamente il dolore fu dappertutto. Mentre la guardava,Chanelle fu sopraffatta dal panico e dall’orrore. La madre fece per afferrarla. Con le ultime forze rimaste lei si ritrasse. ‘Faremo di lei la più grande top model di tutti i tempi, vedrete.’ Una volta aperti gli occhi Chanelle emise un grido di disperazione:’O mio Dio,dove mi trovo?’ Scivolò dal letto sul pavimento e si aggrappò all’estremità del letto per non perdere l’equilibrio. Con un verso simile a quello di un animale spaventato,Chanelle si mise le mani sugli occhi. Le immagini dell’incubo continuavano ad affollarle la mente,perciò non sapeva se si fosse svegliata o se stesse ancora dormendo date le strane circostanze in cui si trovava. Le sembrava di essere sveglia pochi momenti prima ma adesso non ne era poi così sicura. Sarebbe voluta fuggire, ma l’unica cosa che poteva fare era rannicchiarsi contro la testiera del letto. La testiera del letto premuta contro la schiena e la nuca la faceva stare male, e gradualmente il dolore fisico l’aiutò a tornare alla realtà. Era stato solo un sogno,si disse. Un terribile sogno che però la toccava nel profondo. L’incubo l’attanagliava ancora, ottenebrava la sua coscienza offuscando sia la conclusione del sogno, sia la consapevolezza che non si trovasse a casa sua. Chanelle si sollevò dal letto e notò che indossava un pigiama di seta color crema e poi con fare lento si guardò intorno, niente di quello che c’era lì le era familiare. Si doveva trattare di una reggia a giudicare dalla sontuosità degli ambienti, esplorò con lo sguardo la stanza, era grande con delle tecniche di pittura notevoli applicate alle pareti, tutto di un bianco e nero che rendevano l’ambiente moderno e asettico allo stesso tempo. Sentì un pianoforte suonare, la sinfonia di Mozart che suo padre le aveva insegnato quando aveva poco più di sei anni, lentamente aprì la porta e si ritrovò davanti ad un enorme corridoio, le pareti anch’esse dipinte dello stesso bianco della camera da letto e le porte di un attuale nero elegante e sterile, sulle pareti erano affissi dei quadri che delineavano sculture e pitture, probabilmente a giudicare dai loro modelli doveva trattarsi di qualche pittore contemporaneo che aveva rivisitato le opere alla luce della cultura moderna, ad un tratto scese delle scale di vetro trasparente affiancate da una ringhiera nera laterale e sentì il suono dell’acqua oltre quello della musica, s’intravedeva infatti una parete dalla quale discendeva dell’acqua insieme ad un insieme di profumazioni fragranti e sassi che incorniciavano il tutto. Ad un tratto una scarica di adrenalina le si tramutò in tutto il corpo. Brividi iniziarono a percorrerle il corpo, dalla testa ai piedi. Una sensazione di stupore insieme a delle sfumature di terrore presero il sopravvento, l’irrazionalità dominava su di lei. Un uomo, un bellissimo uomo. A giudicare dall’aspetto poteva avere una trentina d’anni. La sensazione di squilibrio e di stordimento la fecero accasciare a terra, la testa aveva cominciato a pesare e le gambe di una magrezza sconcertante le si fecero molli e deboli. Ad un tratto non sentì più nulla, nessuna melodia, solo urla e dolore. Chanelle era di nuovo in preda all’incubo, questa volta non stava dormendo ma era in uno stato di inconsapevolezza durante la veglia, aveva gli occhi sbarrati di un azzurro impenetrabile, uno sguardo perso nel vuoto e una voglia di fuggire via, fuggire da se stessa per rifugiarsi in uno degli angoli più bui del pianeta, finalmente il sonno prese il sopravvento e lei ne fu vittima. Trascorsa circa un’ora Chanelle svegliatasi, stava riprendendo coscienza, si trovò distesa sul letto dove si era svegliata poco tempo prima e spaventata, si chiese come avesse fatto a tornare al piano di sopra. Poi vide quel ragazzo, quel bellissimo ragazzo adagiato su una poltrona guardarla con gli occhi fissi e imperscrutabili, dalla sua espressione di poteva percepire lo spavento e il terrore che aveva provato. Chanelle una volta ritrattasi contro la spalliera del letto e dopo aver scrutato quell’uomo disse- :

’Mi sapresti dire dove mi trovo? Come sono arrivata qui? E poi tu chi sei?' 

Lui lentamente risposte-

’Sono Matthew Bomer direttore della Bomer Journalistic Company, ieri sera lei si trovava sulla Principal Street of London ed era in uno stato di incoscienza, dal momento che dei giovani rampolli del quartiere le stavano facendo delle avances non gradite mi sono permesso di intervenire portandola qui dato che non era in grado di dirmi quale fosse il suo indirizzo di casa.'

L’espressione che andava delineandosi sul volto scarno e pallido della ragazza lasciava trasparire confusione e disorientamento sotto la potente carica elettrica che gli occhi grigi di quel giovane uomo esercitavano su di lei. Chanelle avvertì una sensazione polare nella stanza e sentì il bisogno di fuggire via, si rese conto di stare indossando solo il reggiseno e fece per prendere la canotta che indossava la sera prima ma era troppo debole anche per alzarsi, i sintomi dell’anoressia che stava cercando di reprimere si stavano ripresentando. ‘Mi raccomando signorina, faccia questa cura e non si dimentichi che è una malattia mortale’, l’eco di quelle parole le rimbombava in testa, parole che lei non aveva ascoltato e che forse avrebbe voluto che qualcuno le ripetesse per evitare che accadesse, che si verificasse, che lei fosse affetta da anoressia. Da quando aveva otto anni la gente che la circondava, cominciando da sua madre, continuava a ripeterle che lei non poteva permettersi di essere normale, doveva essere superiore a tutti, la più bella, la più magra ma anche la più infelice. Purtroppo la vita le aveva portato via l’unica persona che l’avesse davvero capita fino ai suoi 6 anni, l’unica persona a cui non importava la sua taglia di pantaloni o il colore degl’occhi o ancora che cosa sarebbe diventata una volta cresciuta, suo padre. La reminiscenza di queste immagini terminò nella mente di Chanelle che era immobile sul letto, con gli occhi impenetrabili fissi su quell’uomo. Finalmente fu strappata a quei ricordi proprio da lui.

‘Miss Smedley?’ ‘Non è in grado di alzarsi dal letto, faccio chiamare un medico’.

‘Harold, chiama la dott. Venice. Ora.’

‘Subito, signore’.


Chanelle riprese coscienza di sé e nonostante il persistente dolore alle gambe si alzò molto velocemente ma cadde per terra. L’uomo dai penetranti occhi grigi attraversò velocemente la stanza e accorse in aiuto della ragazza accasciata a terra. Chanelle piangeva, non aveva più forze.

‘Miss Smedley?’ E’impazzita? Si è fatta male? Sta arrivando la dottoressa a visitarla.

‘Senta, io non la conosco e non voglio niente da lei. Mi lasci andare’.

‘Signorina, lei non si regge in piedi, non posso lasciarla andare.'

‘Ah no? E lei chi sarebbe per farlo?'


Chanelle si scostò velocemente i capelli dalla spalla, lasciandola trasparire. L’uomo gettò lo sguardo su questo particolare. Lei aveva lo sguardo infuocato, se solo avesse avuto la forza avrebbe potuto buttare giù un muro.

‘Non sono nessuno, ma la sua sicurezza m’interessa.’

‘A me non importa ciò che lei pensi, adesso mi lasci andare o la denuncio per rapimento.’

‘Non mi faccia ridere, non si tratta di rapimento’.

‘Per lei, per me potrebbe esserlo, io non la conosco e lei mi vuole trattenere qui a tutti i costi’.

‘Se non l’avessi fatto a quest’ora chissà dove si troverebbe, quei ragazzacci non avevano buone intenzioni. Ora aspetti la dottoressa e poi è libera di tornare a a casa.’


Arrabbiato, il giovane uomo chiuse la porta con forza e uscì lasciando la ragazza turbata. Le sensazioni di Chanelle si sovrapponevano una sull’altra, terrore, paura, angoscia ma anche un’attrazione potente da quell’uomo, lei aveva cercato di imporsi ma lui non le aveva dato scelta. Per la prima volta a qualcuno che non fosse stato suo padre le importava di lei, allora forse poteva fidarsi di lui. Successivamente decise che avrebbe aspettato la dottoressa.




Spazio scrittrice:Bentrovati ragazzi/e,come state? Cosa pensate del secondo capitolo di questa storia? Beh,possiamo notare da una parte l'atteggiamento orgoglioso e offeso di Chanelle che si tramuterà nei confronti di Matt in disapprovazione e arroganza e dall'altra quello di Matt, interessato,voglioso(anche se cerca per il momento di nasconderlo),dolce e capace di dimostrare a Chanelle la propria perseveranza circa la prognosi e la successiva cura del suo stato di salute. Matt avverte che c'è qualcosa che non và al riguardo. Da cosa lo nota? Bè,dalla magrezza sconcertante della sua corporatura,dal suo viso pallido,dalla gracilità delle sue ossa. Ma perchè tanto interesse nei confronti di una ragazza salvata da un pericolo? D'altronde è solo un'estranea. Oppure il nostro Matt avrà qualche ragione per farlo? Se volete saperlo continuate a seguire la storia. Vi ricordo le entrate in scena di diversi personaggi e tanti momenti interessanti. Grazie a tutti. Un bacio. La vostra Valentine. xx

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