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Bulma se ne stava affacciata alla finestra pensando alla nuova minaccia che
incombeva sulla Terra: Cell aveva da poco completato
la sua trasformazione assorbendo all'interno di sé C18, diventando così una
delle maggiori potenze malvagie che Goku, Vegeta, Junior e tutti gli altri avessero mai affrontato.
Aveva
fiducia in loro, logicamente, ma chi poteva sapere effettivamente cosa sarebbe
successo al suo Pianeta, e sopratutto come non avere paura?!
Fu scossa dai suoi pensieri dal pianto di Trunks,
rimasto tranquillo fino a quel momento nella sua culla. Si avvicinò al piccolo,
lo sollevò e tra le braccia della madre il bambino si calmò.
Decise di
scendere giù e preparargli qualcosa da mangiare, entrò in cucina e sistemò Trunks nel seggiolone, prese il biberon ,lo
riempì di latte e lo scaldò, qualche minuto dopo spense i fornelli e lo prese.
Era sul punto di controllare se la temperatura era al punto giusto, quando
sentì la porta dell'ingresso chiudersi in modo brusco e dei passi inquieti nel
salotto. Istintivamente posò il biberon, e si diresse verso il salotto, avrebbe
riconosciuto il rumore di quei passi tra mille, ma non poteva essere…invece
appena si affacciò sulla soglia della stanza lo vide: Vegeta
era proprio davanti a lei, sempre il solito, non si era accorto di lei,
rimase con i pugni stretti lungo i fianchi con il suo classico sguardo duro, e
sopratutto non aveva avvertito del suo arrivo.
<<
Ehi! >> azzardò Bulma entrando.
Al suono
della sua voce Vegeta portò il suo sguardo verso di lei, ma non le disse nulla.
<<
Perchè sei qui...? >> continuò Bulma sperando in una risposta dal suo visitatore.
Ma Vegeta
continuava a restare zitto ed immobile.
<<
Ti ho fatto una domanda, e mi piacerebbe sentire una risposta!!
>> disse lei spazientita mettendosi a braccia conserte.
<< Tsz >>
Fu
l'unico suono che uscì dalla bocca di Vegeta, che si avviò verso l'uscita diretto probabilmente in cucina, Bulma spalancò la bocca dalla sorpresa, non poteva
andarsene così.
<<
Vegeta, non puoi fare così, ti presenti a casa mia senza preavviso e per di più
senza neanche dirmi il perchè!! >> urlò quasi
lei.
Vegeta si
girò, alzò un sopracciglio sorpreso dal suo tono autoritario.
<<
Ho bisogno di un posto dove allenarmi, Junior ha occupato la stanza dello
spirito e del tempo! >> le rispose a quel punto, con la sua voce profonda
che non nascose il suo disappunto e disprezzo, come a voler sottolineare
l'inutilità dell'entrata di Junior in quella stanza, in quanto non sarebbe
stato mai al suo livello.
<<
Quanto pensi di rimanere? >> le chiese Bulma
con gli occhi colmi di speranza.
<<
Tre giorni, non di più! >> tagliò corto Vegeta.
Bulma annuì in silenzio, proprio in quel momento entrò sua madre.
<<
Vegeta!! >> esclamò vedendolo.
Gli andò
vicino e lo abbracciò, Bulma spalancò la bocca e
arrossì, Vegeta serrato in quell'abbraccio indurì
tutti i muscoli del corpo.
<<
Sei sempre lo stesso, diventi uno pezzo di legno
appena una signora ti sfiora >> osservò la madre di Bulma
sorridendo, civettuola come sempre.
<<
Mamma!! >> Urlò con voce stridula Bulma, che
sentendo la sua voce si portò una mano sulle labbra, arrossendo ancora di più.
<< Bulma sei sempre la stessa >> le disse l'altra senza
smettere di sorridere e scuotendo il capo, poi rivolta nuovamente a Vegeta:
<<
Vieni in cucina, ti preparo qualcosa da mangiare >>
Lo prese
per un braccio e lo condusse nella stanza di fronte, Bulma
li seguì a testa china. Entrando in cucina vide il biberon e suo figlio che la
guardava in modo interrogativo, che sbadata si era completamente scordata di
dar da mangiare a Trunks, prese il biberon,
fortunatamente sentì che il contenitore era ancora tiepido, prese in braccio il
piccolo e cominciò a sfamarlo.
Intanto
guardava sua madre cucinare canticchiando e Vegeta addossato alla parete che
guardava fuori dalla finestra, accortosi che lo stava
fissando si girò verso di lei, Bulma spalancò gli
occhi che riportò immediatamente verso Trunks, non lo
guardò più.
Quando
sua madre finì di cucinare apparecchiò il tavolo per Vegeta.
<<
Ecco fatto! >> disse soddisfatta del risultato finale, poi rivolta verso
Vegeta:
<<
Siediti!! >> lo invitò indicando la sedia ed il tavolo.
Vegeta
senza dire una parola, si avvicinò a grandi passi.
<<
Spero ti piaccia! >> disse la madre di Bulma
intrecciando le dita, poi si avvicinò alla figlia, le prese dalle braccia Trunks e le disse:
<<
Và a preparare la stanza per Vegeta... a Trunks ci
penso io >>
Bulma la guardò in un primo momento sconcertata
infine annuì ed uscì.
Salì le
scale sentendosi confusa, davanti la porta della camera che Vegeta avrebbe
occupato durante il suo breve soggiorno chiuse gli occhi, quanti ricordi
avrebbe dovuto affrontare entrando, si appoggiò contro quella porta chiusa,
sospirando mentre delle lievi lacrime di frustrazione, gioia e tristezza le
cadevano sulle guance.
Scosse il capo asciugandole, però proprio non riusciva a capire,
aveva procreato un figlio con quell’uomo eppure lui
sembrava neanche vederla, sospirò e si decise a varcare la soglia di quella
porta, che era rimasta chiusa per mesi.
Appena entrò nella stanza un'ondata di malinconia le invase
l'anima, si guardò intorno come se fosse la prima volta che vedeva quei muri,
si avvicinò titubante alla scrivania, la sfiorò con un dito, chiuse gli occhi e
rivide se stessa addormentata con la testa abbandonata sulle braccia.
Quante
notti insonni aveva passato a vegliare su Vegeta nel periodo del suo incidente
avvenuto nella camera gravitazionale. Guardò il letto sfatto, prese le lenzuola
ed una coperta e cominciò a rifare il letto, poi ci posò sopra degli
asciugamani. Bene aveva portato a compimento i suoi impegni, la stanza era
pronta per essere occupata, si girò ed uscì. Si richiuse la porta alle spalle
delicatamente, stava per andarsene quando arrivò
Vegeta.
<<
Cercavo proprio te >>
Bulma lo guardò con un'espressione interrogativa.
<<
In che cosa posso esserti utile? >>
<<
Aziona la camera gravitazionale, non ho tempo da perdere! >>
Lei
sospirò, niente da fare le loro conversazioni si riducevano a quello.
<<
Come vuoi. Vieni con me >>
S'incamminò,
sentendo i passi di Vegeta dietro di lei… neanche ci pensava a camminarle di
fianco. Giunta in giardino esaudì il volere di Vegeta.
<<
Ecco fatto, devi solo entrare e regolare la gravità... >> gli disse scostandosi
dall'entrata, rimanendo in attesa di una sua reazione,
ma lui si sdraiò per terra cominciando a fare delle flessioni. Lei lo guardò
tristemente, scosse il capo e lo lasciò da solo, ai suoi allenamenti, aveva
bisogno solo di quelli per sentirsi realizzato.
Rientrata
in casa si sedette sul divano e accese la tv, fu raggiunta dal padre.
<<
Vegeta quando è arrivato? >>
<<
Circa un'ora fa... >> gli rispose con voce piatta senza distogliere lo
sguardo dallo schermo.
<<
Vedo che non ha perso tempo, si sta già allenando >> notò suo padre
avvicinandosi alla finestra.
<<
E' venuto solo per quello... >> fece una pausa poi riprese <<
Ovviamente tralasciando il suo bisogno di avere un posto dove mangiare e
dormire, come se questa casa fosse un albergo!>> disse lei risentita.
<<
Non prendertela, dopotutto si sta preparando per salvarci tutti! >> le
disse il padre dandole una pacca sulla spalla.
<<
Lo so, ma a volte mi piacerebbe che lui mostrasse un minimo di riconoscenza
>> affermò Bulma sconsolata prendendosi il viso
tra le mani.
<<
Pretendi un po’ troppo, ti pare?! >> rise suo
padre.
Lei lo
guardò sentendosi un po’ ridicola, conscia della stupidaggine che aveva detto,
figurarsise
Vegeta era in grado di provare gratitudine, e anchese fosse stato possibile, non lo avrebbe mai
ammesso, orgoglioso com'era.
<<
Quanto pensa di trattenersi? >> le chiese suo padre a titolo informativo.
<<
Tre giorni >>
<<
Solo?!E' venuto poco rispetto alla sua ultima visita
>> notò il signor Brief, grattandosi la barba.
<<
Già, ha fretta di rinchiudersi nella stanza dello Spirito e del Tempo >>
gli spiegò Bulma.
Il signor
Brief annuì.
<<
Me ne vado un pò nel laboratorio... >>
<<
A che stai lavorando, papà? >> si incuriosì Bulma.
<<
Oh lo vedrai molto presto... >> disse con tono misterioso.
Rimasta
sola, Bulma si sdraiò sul divano, aspettando l'ora
giusta per andare in cucina ad aiutare sua madre a preparare la cena. Guardò la
tv senza vero interesse, qualche istante dopo prese sonno.
Nel sogno
Bulma sentì delle braccia cingerle la vita da dietro,
era una stretta forte e decisa ma non soffocante, anzi protettiva, si appoggiò tranquilla contro quel torace appoggiando le mani su quegli avambracci,
girò leggermente la testa indietro strofinando la guancia sulla spalla del suo
amante, sorridendo felice. Gli si mise di fronte, non staccandosi da quella
presa di ferro, subito le labbra dell'altro cercarono avide le sue, che erano
protese prontamente, il bacio era passionale ma con un
fondo di dolcezza che lei percepì. Un brivido la percosse lungo la schiena. Non
era un brivido come quelli che si provano quando si ha
paura o si sente freddo, era un brivido portatore di piacere, rabbrividì e sentì
la stretta farsi ancora più salda, allora gli cinse il collo, e rispose a quel
bacio, mentre una lacrima le scese delicatamente lungo una guancia…
Bulma si svegliò di scatto, si guardò intorno sconcertata e capì d'aver
sognato, ma allora perchè sentiva ancora sulle labbra il sapore di quel bacio?! Sottile era il confine tra la realtà e il sogno, tutto
ciò che lei aveva appena sognato era avvenuto davvero, quelle braccia l'avevano
stretta, quelle labbra avevano cercato le sue. Si
passò un dito tremante sulle labbra, cercando di trattenere il ricordo fugace
di quel bacio, pensando a quel tempo lontano, quando quelle sensazioni erano
reali e vivide.
Guardò
l'orologio: le sette e mezza, cavolo quanto aveva dormito. Si stiracchiò e si
alzò, andò alla finestra sperando di scorgere Vegeta ma
il prato era vuoto, evidentemente era ancora nella camera. Andò in bagno, si
sciacquò il viso e poi si diresse in cucina dove trovò sua madre che disponeva
le pentole sul tavolo con già indosso il grembiule.
<<
Oh ti sei svegliata, tesoro >> le disse quando
si accorse della sua entrata.
<<
Posso aiutarti in qualcosa, mamma? >> le chiese gentilmente.
<< Mmm... no, la cucina è il mio regno, perciò sciò! >>
le disse dandole una leggera pacca sul sedere con il mestolo.
<< Come non detto, me ne vado >>
si arrese Bulma uscendo.
Decise di
sedersi nuovamente sul divano senza accendere la televisione, sospirò e lasciò
vagare la memoria molto indietro, si ricordò della prima volta che era venuto a
casa sua, in quell'occasione l'aveva invitato lei:
<<
E tu bel fusto, non vieni? >>
Gli aveva
passato leggero un dito sotto il collo, a quel gesto Vegeta arrossì
anche se lei non lo notò nemmeno, e da quel giorno il suo rapporto con Ianco si era incrinato fino a rompersi del tutto. Ricordava
che se ne stava sdraiata in giardino sorseggiando limonate
mentre lo osservava fare i suoi esercizi giornalieri, e poi
all'esplosione della camera gravitazionale, era corsa preoccupata verso di lui
senza pensare minimamente che il suo ragazzo attuale era dietro di lei che la
osservava con gli occhi fuori dalle orbite. Si era presa cura
di lui durante la sua convalescenza, lo guardava allibita allenarsi
pieno di bende e lividi…
Una sera se ne stava sdraiata sul
letto provando a leggere un libro, anche se si era rivelata un'ardua impresa,
il rumore della doccia che Vegeta si stava facendo la distraeva. Aveva lasciato
la porta della sua camera aperta così quando lui uscì
dal bagno e passò davanti la sua camera la scorse, Bulma
indossava solo una larga maglietta che le lasciava completamente scoperte le
gambe, quando lei si accorse che lui la stava fissando, fermo davanti la sua
camera con indosso solo l’asciugamano, avvampò di vergogna, distolse lo sguardo
dalla sua direzione ma quando lo riportò verso l'uscio della sua camera lui era
ancora lì. Fu Vegeta ad andarsene, lasciando Bulma
leggermente delusa, riportò la sua attenzione sulle pagine del libro che
continuava a tenere tra le mani ed inutilmente lesse due righe, chiuse il libro
sbuffando, spense la luce e si rigirò su un fianco sperando di prendere sonno
in fretta.
Qualche minuto dopo si sentì
nuovamente fissata, si issò a sedere e guardò verso il
corridoio, cercò di mettere a fuoco e le sembrò di vedere una sagoma, ma con
quel buio pesto era difficile a dirsi, così accese la luce e lo rivide, si era
vestito. Lo guardò sconcertata, piegò la testa da un lato in
attesa di una sua reazione, si aspettava che da un momento all'altro se ne
sarebbe andato, ma lui non si mosse.
<< Vieni qui...
>> lo invitò ad entrare lei.
Vegeta entrò senza mostrare alcun
segno di imbarazzo, ma lei capì che ne provava dal
fatto che le si mise davanti continuando a restare in piedi e a fissarla.
<< Siediti,
non mordo mica >> gli disse indicando il letto con un largo
sorriso sulle labbra.
Bulmaraccolse le gambe contro il petto per fargli un po’
di posto, lui si sedette continuando a fissarla.
<< Perchè continui a fissarmi
così? >> gli chiese tra l'imbarazzo e la curiosità.
Vegeta non le rispose.
<< Certo che non sei di molte
parole... >>
Improvvisamente Vegeta
si protese verso di lei baciandola avidamente, Bulma
rimase ad occhi spalancati dalla sorpresa arrossendo, ci mise un po’ a
lasciarsi andare al bacio chiudendo gli occhi, trascinata da quella nuova
sensazione…
Bulma fu riscossa dai suoi pensieri dall'ingresso di Vegeta.
<<
Mi hai fatto prendere un colpo >> disse sobbalzando per il rumore della
porta che lui si chiuse alle spalle.
<<
Tipico di voi donne, vi spaventate al minimo rumore >>
<<
Ero soprapensiero, di solito non mi spavento per così poco! >> si offese Bulma.
Vegeta se
ne andò senza dirle nulla.
<<
Torna qui...Cafone! >> gli urlò rossa in viso per l'indignazione
sbracciandosi dal divano.
A cena
Vegeta le era seduto di fronte, nonostante conoscesse
l'appetito di un sayan, rimase comunque scioccata
dalla sua voracità, scosse il capo e mangiò a testa china.
Dopo aver
finito di mangiare Bulma riassettò la cucina mentre Vegeta tornò al suo allenamento. Quando ebbe
finito di pulire i piatti, Bulma prese Trunks e salì di sopra, entrò nella camera che divideva con
il piccolo, lo cullò fino a che non prese sonno, infine lo adagiò nella culla.
Andò ad affacciarsi alla finestra, guardò il cielo sopra di lei pieno di
stelle. Un giorno era già passato ne rimanevano solo due, ma non era sicura che
sarebbero andati diversamente da quello appena trascorso, Vegeta aveva solo una
cosa in testa: riuscire a sconfiggere Cell
dimostrando così di essere più forte di Goku.
La
mattina seguente Bulma fu svegliata da un raggio di
sole, sbatté gli occhi, sbadigliò e si alzò. Guardò nella culla di Trunks, ma il piccolo non c’era, evidentemente sua madre
era entrata e lo aveva preso.
Infatti quando entrò la vide con il piccolo in braccio.
<< Buongiorno >> disse entrando.
La madre
le sorrise, Bulma si sedette
e cominciò a fare colazione. Quando ebbe finito posò la tazza nel lavandino e
vide una miriade di piatti sporchi, Vegeta si era già alzato e a quanto pare si
era sfamato.
Aprì
l’acqua del lavandino e cominciò a lavare tutti quei piatti sporchi, ritornando
ai ricordi interrotti la sera prima…
La mattina dopo quando Bulma si svegliò, completamente nuda, Vegeta non era lì con
lei, si alzò in tutta fretta e si rimise la maglia che indossava prima
dell’entrata di Vegeta in camera sua. Scese le scale di corsa con il cuore in
gola, entrò in cucina ma non trovò nessuno, uscì fuori
in giardino diretta nella camera gravitazionale ma questa era spenta: Vegeta
non c’era più.
Chinò il capo a nascondere il viso
completamente bagnato dalle lacrime, non seppe dire quanto tempo rimase così.
Ad un tratto si decise
a tornare in casa, andò a farsi un bel bagno caldo. Immersa in quel
piacevole tepore chiuse gli occhi e ripensò alla notte
precedente, una notte che non avrebbe maidimenticato, era stata la sua prima volta, si riscoprì sorridere tra le
lacrime al ricordo dei baci e delle carezze di Vegeta, si immerse completamente
nell’acqua.
Una volta che si fu asciugata e
vestita, andò in camera sua, guardò il letto sfatto, non aveva il coraggio di
rifarlo, ci si sdraiò cercando qualche prova che dimostrasse che Vegeta aveva
dormito su quel letto, ma non trovò nulla, passò una mano sul copri materasso sgualcito, affondò il viso sul cuscino e
inspirò, ma non era rimasto neppure il suo odore.
Stanca si alzò, disfece
il letto con violenza, buttò il tutto per terra e scoppiò in un grido di
dolore, chissà quanto tempo sarebbe passato prima di poterlo rivedere…
<<
Accidenti! >>
Imprecò Bulma rompendo una tazza e tagliandosi. Si portò il dito
ferito alla bocca e succhiò sulla ferita, corse in bagno a disinfettarla e a
mettersi un cerotto. Scosse la testa, i ricordi l’avevano talmente assorbita
che neanche si era accorta di quel che faceva, così non andava.
Decise di
lavarsi, fece uscire l’acqua per riempire la vasca, mentre aspettava si
spogliò, si coprì con un’ asciugamano e si legò i
capelli. Quando finalmente la vasca si riempì al punto giusto, entrò. Chiuse
gli occhi e rilassò i muscoli, lasciandosi completamente andare, li riaprì quando sentì un rumore e vide Vegeta davanti a lei,
spalancò gli occhi dalla sorpresa, si immerse fino a che la schiuma le copri il
seno.
<<
Ma dico non si bussa? >> gli urlò contro rossa in viso.
<<
Chissà che c’è da vergognarsi tanto! >> replicò lui.
<<
Scherzi vero?!>> gli chiese infastidita dal suo
comportamento.
Lui non
rispose.
<<
Beh perché sei ancora qui? >> volle sapere Bulma
dato che restava fermo sulla porta.
Vegeta
non si mosse.
<< Allora,
te ne vuoi andare?! Non c’è niente da vedere! >>
<<
Io non ne sono così sicuro! >> ribadì Vegeta con un sorriso sarcastico.
Si
avvicinò a lei.
<<
Che pensi di fare? >> gli chiese allarmata.
Vegeta
continuò ad avanzare, si inginocchiò per essere alla sua altezza, le sfiorò con
le labbra il collo.
<<
No fermo… Che fai! >> gli disse lei presa alla sprovvista.
Lui non
sembrò averla sentita, passò un dito sul suo collo sentendo una vena pulsarle,
le sue labbra salirono fino a quelle di lei, che cercò in un primo momento di
opporre resistenza, poi vinta dal piacere si abbandonò, mentre la mano di
Vegeta esplorava il suo collo e le sue spalle fino a scendere un po’ più giù.
<<
Allora, vuoi davvero che mi fermi? >> le chiese con malizia
Bulma leggermente arrossata scosse debolmente la testa. Allora Vegeta la
baciò nuovamente, mentre con una mano le accarezzò un seno, Bulma
gemette, gli circondò il collo con le braccia ma quando lo attirò a sé, lui si
scansò da lei, la guardò un ultimo momento infine se ne andò, lasciando Bulma perplessa con il cuore che le batteva all’impazzata.
Visto che mi è stato fatto notare che i ricordi possono essere confusi
con il presente, ho pensato di scrivere i flashback in corsivo da ora in poi e
di correggere i capitolo precedenti
Visto che
mi è stato fatto notare che i ricordi possono essere confusi con il presente,
ho pensato di scrivere i flashback in corsivo da ora in poi e di correggere i
capitolo precedenti.
5
Bulma restò sbalordita, immobile nella vasca da bagno, finché non sentì
l’acqua farsi gelata: rabbrividì ed uscì.
Si coprì
con l’asciugamano e si diresse nella sua camera, si chiuse la porta alle spalle
e si rivestì. Guardandosi allo specchio, cercò di vedere se il tempo aveva
lasciato sul suo viso qualche segno, e se per questo poteva risultare meno
attraente agli occhi di Vegeta, visto che lui non era andato fino in fondo
quella mattina… Si era fermato solo ad un bacio, passionale certo ma pur sempre
unsemplice bacio, e ad una carezza sul
seno. Ma non trovò nulla di rilevante rispetto a quattro anni prima, sospirò e
scese giù.
Come
sempre trovò la madre occupata nel preparare da mangiare, ma entrando
completamente nella stanza trovò una sorpresa… Trunks,
quello venuto dal futuro, era seduto al tavolo mentre parlava con sua nonna.
<< Trunks!! >>
Esclamò Bulma andandogli incontro con gli occhi illuminati dalla
felicità.
<<
Mamma >> gli rispose lui abbracciandola.
<<
Perché ci hai messo tanto a venire qui… dov’eri? >> le chiese staccandosi
leggermente da lui, quel tanto che le permetteva di guardarlo in faccia.
<<
Ero da Chichi, mi stavo allenando con Goku e Gohan, meglio che farlo da
solo >> si giustificò lui.
<<
Non saresti stato da solo, invece… >> lo informò con un largo sorriso Bulma.
<<
Che vuoi dire, non ti seguo >> lo sguardo di Trunks
era sconcertato.
<<
Tuo padre è qui! >> esclamò la signora Brief,
intromettendosi nella conversazione.
<<
Grazie, mamma! >> la fulminò Bulma.
<<
Oh, non c’è di che! >> le rispose tornando alla sua occupazione iniziale,
senza notare il sarcasmo nella voce della figlia.
<<
Davvero mamma, papà è qui?! >> Trunks era
felice della notizia, in fondo erano gli ultimi attimi che passava con il
padre, quando sarebbe tornato a casa, nel suo futuro, Vegeta non ci sarebbe
stato.
<<
Sì, Trunks, tuo padre è qui… >> gli confermò Bulma facendogli una lieve carezza sul viso.
<<
E quando è arrivato, dov’è ?? >> Trunks era
entusiasta.
<<
E’ qui da due giorni, ora si trova nella camera… >>
<<
Vado da lui! >> disse Trunks interrompendo la
frase di Bulma, precipitandosi fuori.
Bulma scosse la testa, la madre notandolo:
<<
Perché hai quell’espressione contrariata, non sei
forse felice che tuo figlio sia qui?! >>
<<
Non è per quello >>
<<
E allora che c’è? >> le chiese la signora Brief
noncapendo.
<<
Vegeta è scontroso con il figlio, e questo non mi piace… non potrebbe almeno
fingere di essere contento di averlo al suo fianco?! >>
La madre
scoppiò a ridere.
<<
Cos’hai da ridere tanto, scusa? >> le chiese irritata
<<
Niente, è solo che… Vegeta è contento di averlo qui, ma di certo non lo darà
mai a vedere >> spiegò l’altra scuotendo il capo.
<<
E tu da quand’è che lo conosci così bene, da poter dire cosa pensa o cosa
prova?! >> la stuzzicò Bulma sentendosi un po’
gelosa, sua madre riusciva ad essere molto più spontanea di lei con Vegeta.
<<
Oh, come se tu non lo conoscessi bene quanto me!! >>
Furono
interrotte dalla voce di Vegeta.
<<
Ma tu non eri a casa di Goku?! >> disse
aggredendo suo figlio.
Bulma si precipitò
in salotto, seguita da sua madre.
<<
Vegeta!!! >> lo rimproverò Bulma mettendosi con
le mani sui fianchi.
<<
Che vuoi, donna? Non ti intromettere! >> le urlò Vegeta contro.
<<
Non intromettermi?? Io non mi sto affatto intromettendo, Trunks
è libero di star qui quanto vuole, è anche casa sua!! >> urlò Bulma senza lasciarsi intimidire dal tono di Vegeta.
<<
Lo so, ma volevo allenarmi, senza mocciosi tra i piedi! >> ruggì Vegeta.
<<
Sei, sei… >> Bulma non trovò la parola giusta.
Trunks le si mise di fianco cercando di calmarla.
<<
Mamma, non fa niente… non devi prendertela così! >>
<<
Ecco… sei spregevole Vegeta!! >> continuò Bulma
senza badare minimamente a Trunks.
<<
Sono cosa?! >> disse Vegeta a braccia conserte.
La
signora Brief capendo che la discussione si sarebbe
protratta per le lunghe, fece segno al nipote di seguirlo in cucina. Trunks sospirando deluso la seguì.
Intanto
tra Vegeta e Bulma la lite continuava.
<<
Ripeti ciò che hai detto, se ne hai il coraggio! >> la provocò Vegeta.
<<
Sei spregevole, come padre e come persona! >> lo accusò lei.
<<
Ah sì?! >> disse Vegeta visibilmente irritato.
<<
Sì, mi chiedo come ho potuto fare un figlio con te!! >> esplose lei.
Vegeta
sollevò un sopracciglio dalla sorpresa fulminandola con lo sguardo, le mani
strette lungo i fianchi, cominciarono a tremargli violentemente per la rabbia.
<<
Bene, sai che ti dico?! Io me ne vado >>
<<
Bene! La porta è quella, nessuno ti trattiene. >> urlò Bulma indicando la porta.
Vegeta
non se lo fece ripetere due volte, aprì la porta, fece due passi e spiccò il
volo: in due minuti scomparve dalla sua vista.
Bulma spalancò la bocca dalla sorpresa, cosa aveva combinato? Si mordicchiò
il labbro inferiore, incapace di muoversi e di metabolizzare un pensiero.
La trovò
così Trunks:
<<
Mamma ?! >> le disse andandole vicino, appoggiandole leggera una mano
sulla spalla.
Bulma alzò gli occhi colmi di lacrime verso il figlio.
<<
Cos’è successo? >> le chiese preoccupato.
<<
Se ne è andato…! >> gli rispose distogliendo lo sguardo.
<<
Vado a cercarlo…vedrai che tornerà! >>
<<
No! >> lo trattenne lei.
Trunks la guardò con un’espressione interrogativa.
<<
No, lascialo andare… lo rivedrai domani… >>
<<
Ma? >> Trunks continuava a non capire.
<<
E’ meglio così! Staremo più tranquilli senza di lui. >> quelle parole
risuonarono fasulle alle sue stesse orecchie.<< Scusa >> si congedò dal figlio.
Salì le
scale lentamente ripetendosi nella testa una sola parola: stupida!
Tra pochi
giorni il combattimento contro Cell sarebbe iniziato,
rischiava di perdere il suo Vegeta per sempre, e lei cosa aveva fatto?! L’aveva
preso a male parole, allontanandolo. Forse non lo avrebbe più rivisto… il solo
pensiero le serrava la gola e le disintegrava il cuore.
Si buttò
sul letto coprendosi il viso con il cuscino, i singhiozzi le facevano tremare
violentemente la spalle, strinse i pugni pensando solo ad una cosa:
A volte,
quando il presente ci fa male, tanto da rendere doloroso persino respirare, si
pensa ad attimi più felici, frugandoli e trovandoli solo nella memoria.
Così
accadde a Bulma quel pomeriggio, difficile e
insopportabile era il pensiero della realtà attuale tanto da doversi tuffare
completamente e senza riserve indietro nel tempo.
Dopo
la loro prima volta Vegeta tornò a casa di Bulma dopo
una settimana: Vegeta sembrava far finta di non ricordare cosa fosse successo
l’ultima volta che si erano visti, questo ferì profondamente Bulma. Riprese a spiarlo durante i suoi allenamenti, gli
chiedeva stupidaggini al minimo pretesto, lui il più delle volte grugniva e la
lasciava delusa, mandando a farsi benedire la gentilezza e la pazienza che lei
gli riservava.
Bulma quel periodo passò notti insonni, a pensare all’uomo che
dormiva nella stanza di fianco alla sua… arrivò persino a pensare che le mani
di Vegeta che accarezzavano con desiderio il suo corpo, facevano parte di un
sogno, uno dei tanti che l’avevano accompagnata durante quel periodo di
lontananza.
Ma poi
scosse la testa, ricordando vivide le emozioni e i brividi che l’avevano
percossa da capo a piedi quella notte.
Una
sera si alzò in punta di piedi, si diresse davanti la porta di Vegeta che era
chiusa, la aprì senza fare il minimo rumore, si avvicinò al letto dove lui
dormiva: lo guardò con stupore, non se lo immaginava addormentato, eppure lui
era lì, visibilmente rilassato e con gli occhi chiusi… la bellezza che gli
attribuiva le mozzava il fiato. Con titubanza allungò una mano verso il suo
viso, voleva sentire la sua pelle sotto la sua… ma
Vegeta, con ancora gli occhi chiusi, le imprigionò il polso in una presa di
ferro.
Bulma gemette per il dolore, la mano di Vegeta
era troppo forte e robusta per il suo fragile polso. A
quel lieve lamento Vegeta aprì gli occhi, quando i suoi occhi
incontrarono quelli azzurrissimi di Bulma si sollevò
a sedere:
<<
Che ci fai tu qui? >>
Bulma non riuscì a pronunciare parola.
<<
Allora…? >> la scosse lui, continuando a stringere il polso di Bulma nella sua mano.
<<
Mi… fai ma…male >> balbettò Bulma.
Solo
allora Vegeta se ne rese contò, portò il suo sguardo alla sua mano che
intrappolava quel piccolo pallido polso. Senza proferire parola lo lasciò.
<<
Grazie… >> gli disse Bulma massaggiandosi il
polso diventato rosso.
Vegeta
la fissava corrucciato:
<<
Allora posso sapere che ti ha spinto ad interrompere il mio sonno? >> la
aggredì.
<<
Io… Io, non sarei dovuta venire >> disse Bulma
spalancando gli occhi e andandosene.
Ma Vegeta
la trattenne, lei si fermò e si girò a guardarlo rossa in
viso e perplessa, temendo che il cuore le uscisse dal petto.
<<
Sì? >> azzardò Bulma.
Vegeta
non disse niente, con un balzo fu in piedi, le si mise
di fronte, circondandole i fianchi la attirò a sé, le labbra di Vegeta si
posarono su quelle di Bulma, che immediatamente si
dischiusero…Vegeta affondò una mano tra i capelli di Bulma;
quando le loro labbra si allontanarono Bulma era
senza respiro, lo guardò con un’espressione interrogativa: che cosa avrebbe
fatto, ora?
Vegeta
la sollevò senza il minimo sforzo e la adagiò sul letto, in un attimo le fu
accanto, Bulma si girò a guardarlo impaziente:
le mani di Vegeta partirono all’esplorazione delle gambe nude
di Bulma, fino a sollevarle la veste mentre lei
appoggiò le mani sulle sue braccia, accarezzandole in un moto regolare e
ripetitivo.
Vegeta
fece scivolare lentamente la biancheria intima di Bulma,
seguita dalla sua, lei aprì le gambe consentendo l’accesso a
Vegeta… pochi istanti dopo Bulma fu invasa da
quelle stesse sensazioni provate una settimana prima. Chiuse gli occhi
lasciandosi trasportare da quel piacere, talmente forte da risultare quasi
doloroso.
Qualche
settimana dopo Bulma si rese conto di essere rimasta
incinta: in bagno si specchiò, senza capire bene come si sentisse… senza che
lei potesse farci molto un sorriso le passò luminoso sulle labbra.
Corse
giù in giardino, felice della novità, voleva dirlo subito a Vegeta… ma quando
si trovò a pochi centimetri da lui si bloccò: come avrebbe appreso la notizia,
aveva paura che lui non avrebbe detto niente o peggio che se ne sarebbe andato.
Quando
lui la scorse le venne, stranamente, incontro.
<<
Devi dirmi qualcosa? >> le chiese sospettoso.
<<
In effetti sì, ma come hai fatto a capirlo? >>
gli chiese curiosa.
<<
Si vede lontano un miglio la tua impazienza! >> le spiegò con il suo
solito tono.
<<
Ah… comunque non so come la prenderai…ma…
sono…incinta! >>
Vegeta
alzò un sopracciglio sorpreso, ma poi si ricompose e gli disse:
<<
Bene… C’è qualcos’altro? >>
<<
Ehm… no! >>
Lo
vide allontanarsi: tutto qui? Gli aveva appena detto che sarebbe diventato
padre e lui cosa le aveva risposto?! C’è
qualcos’altro, come se quello non bastasse!!
Passavano
i giorni che diventavano settimane, le settimane mesi, e la pancia di Bulma cresceva a visto d’occhio…Vegeta non era un compagno
premuroso, non le stava accanto, non faceva progetti sul futuro, non si
interessava se sarebbe stato maschio o femmina, né gli importava scegliere un nome… maBulma notò che qualcosa
in lui era cambiato: anche se da lontano, senza osare avvicinarsi a lei, la
guardava, non la perdeva di vista un attimo, timoroso (forse?) che avrebbe
potuto succederle qualcosa.
E
soprattutto quando decise che era tempo di andarsene, lui glielo disse di
persona: Bulma era al settimo mese
quando Vegeta le disse semplicemente.
<<
Domani me ne vado >>
Bulma lo guardò tristemente, ma non gli chiese qual’era la sua prossima meta, sicura che questa volta
sarebbe tornato da lei, gli disse invece:
<<
Aspetto un figlio maschio… lo chiamerò Trunks >>
Vegeta
annuì semplicemente, voleva andarsene come era nel suo stile, senza dare segni
di approvazione o di disgusto, ma le gambe non reagivano al suo volere, se ne
restavano inchiodate al pavimento, ad un tratto anche le sue mani sfuggirono al
suo controllo, presero con dolcezza il viso di Bulma,
che non si rivelò meno sorpresa di lui: guardò sconcertata quelle mani, senza
pensarci due volte, le prese tra le sue. Intanto Vegeta aveva smesso di lottare
contro se stesso e si lasciò trasportare dai suoi veri desideri e impulsi… si
chinò verso di lei e le appoggiò, prima delicatamente, poi con decisione, le
labbra sulle sue… Con quel bacio non voleva dirle: << ti desidero >> ma semplicemente: << Ho bisogno di
te >> Tutte emozioni che Vegeta era incapace di esprimere a parole, e fu
grato, nella parte più recondita di lui, che anche il corpo sapesse parlare e
trasmettere in certi momenti, i sentimenti meglio della voce.
Quando
si allontanò da lei, la lasciò da sola, senza aggiungere nient’altro… maBulma quella volta non
ci rimase male, perché aveva capito che Vegeta, a modo suo, le aveva detto di amarla!
Bulma si asciugò gli occhi, si mise a sedere lentamente portandosi una mano
sulla fronte: aveva un’emicrania terribile, ma quanto aveva pianto?
Qualcuno
bussò alla sua porta:
<<
…avanti…>> invitò Bulma con voce debole.
La porta si
aprì delicatamente e apparve la figura di Trunks con
un vassoio in mano.
<<
Come ti senti? >> le chiese dolcemente.
Bulma alzò le spalle.
<<
Ti ho portato qualcosa da mangiare >> disse lui entrando e avvicinandosi
al suo letto.
<<
Grazie, ma non ho fame >> gli rispose scuotendo il capo.
<<
Mamma…devi mangiare >>
Trunks posò il vassoio sul comodino vicino al letto e le si sedette accanto. Bulma di
slancio lo abbracciò:
<<
Cercate di non farvi ammazzare! >>
Trunks la abbracciò accennando ad un sorriso:
<<
Non è un addio, non per il momento…dopo l’allenamento nella Stanza dello
Spirito e del Tempo tornerò qui >>
Bulma sciolse l’abbraccio.
<<
Almeno tu…tornerai da me! >> affermò Bulma
facendogli una leggera carezza e ammiccando un sorriso velato dalle lacrime.
Trunks scosse il capo.
<<
Che c’è? >> gli chiese sua madre.
<<
Vorrei poter convincere papà a tornare qui…ma non ho
una tale influenza su di lui >> disse Trunks
sospirando desolato.
<<
Nessuno ce l’ha…Vegeta ascolta solo se stesso, nessuno
può convincerlo a fare qualcosa che non voglia realmente >> cercò di
rassicurarlo sua madre prendendo una mano di Trunks
tra le sue.
Trunks sorrise alle parole di Bulma.
<<
Ti lascio un po’ da sola… cerca di mangiare qualcosa >> si raccomandò lui
alzandosi. Bulma annuì.
Quando
suo figlio uscì dalla camera lasciandola sola, Bulma
guardò verso il vassoio. Senza la minima voglia prese la mela vicino al piatto
di riso, se la rigirò tra le dita: avrebbe dovuto darle un morso, non mangiava
da quella mattina ed erano le tre passate, ma non sentiva fame nemmeno a
spararsi.
Sospirando
si decise a darle un morso, chissà magari era vero il motto che dice “la fame vien mangiando”.
Si alzò
continuando a mangiare la sua mela, si diresse verso la finestra dove vide suo
figlio fare una serie di esercizi…non che non gli volesse bene, ma quanto
avrebbe voluto vedere Vegeta al suo posto!…Purtroppo però
lui non c’era e non sarebbe tornato grazie alla sua intelligenza: ma come le
era venuto in mente di insultarlo, sapendo benissimo che se la sarebbe presa a
morte?
Scosse il capo con decisione, fare quei pensieri era inutile e anche
nocivo, dato che più ci pensava e più si faceva del male…
Finì la
mela che posò sul vassoio, bevve un sorso d’acqua, decise
di non pensarci più: aveva degli impegni come madre, era giusto che tornasse
alla solita vita, occupandosi amorevolmente del suo piccolo.
Vegeta
l’aveva lasciata, forse non sarebbe tornato sui suoi passi, allora tanto meglio
non pensarci più.
Mi rendo conto
che il capitolo è corto, ma mi farò perdonare con i prossimi…ancora un po’ di
pazienza la ff è quasi terminata!!
Aspetto
il vostro parere nelle recensioni e colgo l’occasione per ringraziarvi
dell’entusiasmo che mi mostrate!
Bulma decise di mettere in atto i suoi buoni propositi da subito: andò in
bagno a sciacquarsi la faccia. Si guardò un momento prima
di uscire e andare al piano di sotto, come un’idiota cominciò a sorridere
davanti allo specchio. Quando trovò l’espressione giusta, quella che avrebbe
convinto tutti che lei stava bene anche senza Vegeta, uscì a cercare il piccolo
Trunks.
Entrò in
salotto e lo trovò seduto sul grande tappeto ai piedi del divano, circondato
dai più svariati giocattoli. Gli andò vicino, si inginocchiò e lo sollevò tra
le braccia:
<<
Eccolo qui, il mio ometto!!>> esclamò Bulma sorridente.
Trunks finalmente tra le braccia della madre cominciò a sorridere.
Bulma portò il figlio stretto al seno:
<<
Mi dispiace di averti trascurato… non lo farò più, te lo prometto >> gli
disse strofinando una guancia contro quella di Trunks.
La trovò
così la signora Brief:
<<
Era da tanto che non ti vedevo così affettuosa con tuo figlio >>
Bulma la guardò e le sorrise:
<<
Lo so, hai ragione! Suo padre mi ha distratta, ma non si ripeterà più! >>
<<
L’ho già sentita, lo vedremo quando Vegeta tornerà!
>>
<<
Sai benissimo che lui non tornerà >> le disse accigliata Bulma.
<<
Certo, certo… ma dove vuoi che vada? Vegeta non riesce a star lontano da qui!
>> rise la signora Brief.
<<
Tu sai sempre tutto, vero? >> le chiese Bulma
stanca della sua presunzione.
<<
Io non so tutto, ma conosco Vegeta! >> ribadì la madre per nulla offesa
dal tono scorbutico e sarcastico di Bulma.
Bulma stanca di parlare con lei, annuì e lasciò cadere il discorso.
<<
Vado a fare una passeggiata con Trunks >> poi
rivolta al piccolo << Che dici ti va di fare un giretto con la mamma?! >>
Trunks le fece un largo sorriso in
risposta.
<<
Allora è deciso... si va! >>
Prima di
uscire lo adagiò nel passeggino:
<<
Bene, ora siamo pronti per andare! >> disse Bulma
con le mani sui fianchi, facendo l’occhiolino al figlio.
La
camminata con Trunks, nonostante fosse una splendida
giornata di sole che suo figlio sembrava apprezzare mentre
giocava allegro con delle farfalle, non ebbe gli effetti sperati su Bulma: salutava senza interesse i passanti che riconosceva,
chiacchierava gentilmente con chi le chiedeva:
<<
Come stanno i suoi?>>
<< Quant’è cresciuto Trunks e che
bel bambino! Quanto ha adesso? >>
Ma non
era effettivamente con loro, lei ce la metteva tutta…ma
era difficile, troppo difficile, tenere lontano Vegeta dalla sua vita, anche
perché rivedeva la sua stessa espressione in Trunks,
sia in quello piccolo che nel ragazzo maturo del futuro. Il pensiero di Bulma vagava lontano, oltre i muri del Palazzo, oltre la
porta delle stanza dello Spirito e del Tempo... chissà
che cosa aveva di tanto speciale quella stanza?! Bah, ad una comune mortale
come lei non era dato scoprirlo.
Quando
tornarono a casa, la cena era già servita in tavola, la voce della signora Brief li accolse nell’ingresso:
<<
Forza!! E’ tutto pronto >>
Bulma prese Trunks dal passeggino, entrò in cucina
e lo adagiò sul seggiolone, subito il bimbo cominciò a battere le mani sul
vassoio reclamando la “pappa”.
In un
momento la nonna lo accontentò, mentre sua madre prendeva posto vicino aTruks: nel sedergli
affianco gli sfiorò una guancia in segno di saluto.
I due
giorni successivi non furono molto diversi dal precedente: Bulma
come aveva promesso a se stessa si occupò di suo figlio… giocava con il piccolo
e portava da mangiare o da bere al grande, cullava il piccolo per farlo
addormentare e incoraggiava il grande nell’affrontare lo scontro contro Cell.
Dopo
pranzo si sedette sul divano con entrambi i Trunks:
l’uno le stava in braccio, l’altro accanto… accese la tv e solo mezz’ora dopo
entrambi si erano addormentati, quello piccolo le si era
stretto al seno continuando a tenere tra la sua manina il suo indice, mentre
quello grande aveva appoggiato la testa sulla sua spalla. Bulma
li osservò sorridendo, passò una mano tra i capelli del Trunks
del futuro: era grande e grosso ma così addormentato non c’era tanta differenza
con quello attuale, sembrava indifeso allo stesso modo anche
se non lo era affatto. Si avvicinò a lui, facendo attenzione a non
svegliare il piccolo che le dormiva tra le braccia,e gli posò un lieve bacio sulla fronte
mentre una lacrima le scorse lungo una guancia. La trovò così sua madre:
<<
Si sono addormentati, guarda che carini! >>
<<
Sì… >> assentì Bulma tra le lacrime.
Avrebbe
voluto che suo figlio non dovesse combattere contro quel mostro di Cell né che finito lo scontro sarebbe dovuto tornare a
casa, in un mondo devastato dal dolore, dove la prima parola che aveva dovuto
imparare era statasopravvivenza. Portò lo sguardo verso il piccolo e sorrise, cercando di essere
ottimista: Trunks era venuto dal futuro proprio per
impedire che quella realtà si avverasse, doveva aver fiducia in lui e in tutti
gli altri… sì, il futuro sarebbe cambiato!
Si alzò
con ancora tra le braccia il piccolo Trunks che
adagiò nel box, ma nell’alzarsi aveva svegliato l’altro Trunks:
<<
Stenditi e riposati… ne hai bisogno! >>
Lui annuì
con lo sguardo appannato dal sonno e seguì il suo consiglio.
Rimasta
sola Bulma decise di andare a sbirciare nel
laboratorio di suo padre, quando vide qual era il suo progetto restò allibita.
<<
Ma stai lavorando ad un aereo?!! >>
<<
Oh Bulma >> gli disse accorgendosi di lei.
<<
Stai lavorando ad un semplice aereo?! >>
ribadì lei.
Il padre
rise.
<<
Che c’è da ridere tanto! >>
<<
Non è un semplice aereo! Può trasformarsi in un sommergibile >>
<<
Tutto qui?!>> disse ancora incredula <<
Tutta quest’aria di mistero per questo? >> disse indicandolo.
<< Mmm…Già! >> ammise il signor Brief
<< Che ne dici mi dai una mano? >>
<<
Ehm… senza offesa, ma mi aspettavo di più! >>
E tornò
su in casa, ancora sconcertata.
Qualche minuto prima di coricarsi pensò che il primo giorno senza Vegeta
era passato, un altro e anche suo figlio l’avrebbe lasciata, anche se solo per
quarantotto ore.
Il giorno prima della partenza di Trunks per il
Palazzo del Supremo, si rivelò alquanto monotono: Bulma
si ritrovò a fare le stesse cose del giorno precedente. La sera entrò nella
stanza che Trunks occupava:
<<
Ti ho svegliato?! >>
Lui
vedendola si alzò a sedere sul letto.
<<
No, tranquilla non avevo ancora preso sonno! >>
Bulma si avvicinò a lui.
<<
Volevo solo darti la buona notte>>
<<
Grazie… >> le disse lui imbarazzato.
<<
Aspetterò il tuo ritorno >>
Trunks non disse nulla.
<<
Me ne vado, ti lascio dormire >>
<<
Buona notte, mamma >>
Bulmagli sorrise e lasciò la stanza.
La
mattina seguente, si alzò abbastanza presto tanto da riuscire a salutare suo
figlio:
<<
Mi raccomando… rafforzati eh?! >> gli disse
abbracciandolo.
<<
Contaci! >> gli disse regalandole un dolce sorriso.
Un attimo
dopo non c’era più… rientrò in casa pensando che ormai Vegeta doveva essere fuori da quella stanza, chissà dove intendeva
trascorrere quel periodo.
A pranzo
mangiò controvoglia, nessuno parlava… quando ad un
tratto tutti si girarono verso l’uscio della cucina:
<<
Beh che c’è da guardare?? >>
A Bulma cadde la forchetta nel piatto, non poteva crederci…
Vegeta era lì, davanti ad i suoi occhi, con le mani sui fianchi e la fronte
aggrottata.
Istintivamente
si alzò:
<<
Sei tornato? >> gli chiese incredula e pallida in volto.
Vegeta la
ignorò:
<<
Si può avere da mangiare qualcosa in questa casa? >>
<<
Ma certo! Siediti pure >> gli disse la signora Brief
invitandolo a mettersi comodo, mentre lei apparecchiava anche per lui. <<
Bene, ora possiamo rimetterci tutti a mangiare!!
>>
<<
Per me no… >> disse Bulma scuotendo la testa. <<
Non ho fame! Scusate >>
Ed uscì
dalla stanza… andò in camera sua, si affacciò alla finestra: non poteva
crederci… Vegeta era tornato, era lì.. adesso non
avrebbe fatto sciocchezze, doveva riconquistarlo, non poteva lasciarlo andare
via così.
Era
ancora assorta nei suoi pensieri, quando vide Vegeta dirigersi verso la camera
gravitazionale… istintivamente appoggiò il mento su una mano e cominciò a
sorridere, felice del suo ritorno.
Vegeta
anche quando tornò Trunks, non se ne andò… lo vide
arrivare un pomeriggio:
<<
Papà… sei qui! >> gli disse andandogli in contro.
<<
Poche smancerie… non siamo qui in vacanza! Muoviti a cambiarti e vieni subito
ad allenarti! >> disse con tono autoritario.
Trunks entrando in casa vide sua madre:
<<
Papà è qui… ci alleniamo insieme! >> disse esultante prendendola in
braccio. << Devo andarmi a cambiare! >>
Bulma rimessa a terra, scosse il capo felice che Vegeta lo avesse accettato
per allenarsi insieme a lui.
Nonostante
l’impegno di Bulma, la situazione con Vegeta non era
migliorata. Lui non la guardava minimamente, a stento le parlava, e sempre per
cose futili. Prima che Trunksarrivasse
e che lui se ne andasse Vegeta l’aveva baciata con passione, ma quella
situazione non si ricreò più.
Sfacciatamente
Bulma gli passava davanti coperta solo da un
asciugamano, ma lui non mostrava segni d’interesse, lei ne fu colpita: “cavolo non gli interesso neanche più come donna!” Era il
pensiero costante nella testa di Bulma.
L’ultima
sera che passarono insieme, l’aria era tesa: Vegeta mangiava indifferente
maTrunks era a testa china, mangiava a
stento, più che altro con il cibo ci giocherellava.. Bulma
notandolo gli appoggiò una mano sul polso, e con un sorriso lo invitò a
continuare la sua cena.
Il primo
a lasciare la stanza fu Vegeta, Bulma sospirò e finì
il suo pasto… e poi eccola nuovamente a riassettare la cucina, pensando a tutt’altro.
Quando
tutti i piatti furono puliti, Bulma non si diresse
immediatamente in camera, vagò per la casa in cerca di Vegeta, non voleva
andare a dormire, voleva stare con lui, ma si rese conto che si stava allenando
fuori in giardino, così si arrese. Lo rincontrò in corridoio
poco prima di coricarsi, lui se ne stava andando quando lei lo bloccò:
<<
Aspetta! >>
Vegeta
senza battere ciglio si girò, la guardò in attesa.
<.. Io… >> Bulma non sapeva
che dire.
<<
Tu, cosa? >>
Bulma ispirò e scosse la testa.
<<
Volevo solo augurarti buona fortuna >>
<< Tsz >>
Le voltò
le spalle ed entrò nella sua camera, mentre Bulma
rimase lì in corridoio avvolta dal buio… completamente
in lacrime, si portò una mano alla bocca e in singhiozzi si ritirò in camera
sua.
Al buio
si cambiò e si sdraiò sotto le coperte… chiuse gli occhi continuando a
piangere.
Qualcosa
la svegliò nel cuore della notte, c’era qualcosa di estraneo nel suo letto,
vicino a lei… aprì gli occhi e vide Vegeta che la fissava.
<<
Ce ne hai messo di tempo ad accorgerti della mia presenza >>
Bulma spalancò gli occhi, stava per dire qualcosa ma
Vegeta glielo impedì mettendole una mano sulla bocca.
Bulma cominciò a sudare freddo, senza riuscire a far nulla lo guardava
sconcertata: le labbra di Vegeta le sfiorarono il collo, Bulma
poteva sentire il suo respiro su di lei, mentre il suo aumentava senza il
minimo controllo.
Vegeta le
tolse la sua mano dalle labbra:
<<
A patto che tu non cominci a blaterare… non sono venuto qui
per sentire le tue chiacchiere >>
Bulma annuì in
silenzio, restando immobile in attesa di una sua
mossa.
Vegeta
lentamente le sfilò la lunga maglietta che lei usava per dormire, lasciandole
come unico indumento le mutande.
Vegeta
sorrise alla vista del seno nudo di Bulma, erano
passati anni dalla prima volta che l’aveva vista così, ma a suo parere niente
era cambiato: era rimasta la stessa, riusciva a produrre su di lui lo stesso
desiderio provato la loro prima volta.
Subito le
sue mani esplorarono la geografia del corpo di Bulma,
senza fretta indugiarono sul seno, sulla pancia fino ad arrivare nella zona più
segreta di una donna: giocherellò con le sue mutandine, poi in un attimo riuscì
a sfilargliele.
Le mani
di Vegeta a quel punto risalirono fino a fermarsi sui fianchi di Bulma, le sue labbra premettero su quelle di lei, che le
mosse avidamente.
Quando Vegeta fu dentro di lei, Bulma si
strinse ancora di più a lui: era passato troppo tempo dall’ultima volta che
quei brividi la avevano percossa, fino a farla tremare.
Lo stesso
piacere le invase il corpo, era quasi insopportabile ma
troppo appagante per farne a meno… un urlo le morì in gola, mentre un altro
ebbe il coraggio di uscire e prendere vita;
<<
… Ti amo… >> gli disse dandogli un bacio tra il collo e la spalla.
Nell’udire
quelle parole, Vegeta non si fermò né cercò i suoi occhi, ma la sua bocca
s’impossessò prepotentemente di quella di Bulma.
Bulma senza interrompere quel bacio impetuoso, gli posò una mano sul petto,
proprio lì dove batte il cuore: quello di Vegeta in quel momento era
velocissimo, talmente tanto che a Bulma sembrò di
poterlo toccare sotto il suo palmo.
Quando
entrambi furono sazi l’uno dell’altra, si lasciarono andare esausti con gli
occhi chiusi… ad un tratto Bulma sentì Vegeta al suo
fianco muoversi:
stava per alzarsi e lasciarla sola, lei lo prese per una mano.
<<
Per favore… non te ne andare sta notte! Resta con me… >> gli disse con
occhi supplichevoli.
Vegeta
senza dire una sola parola, le si sdraiò nuovamente
affianco mentre lei gli si strinse contro…appoggiò il capo sul petto possente
di Vegeta cercando la sua mano che trovò in un attimo, intrecciò le sue dita a
quelle di lui: solo in quel momento si rilassò e riuscì a chiudere gli occhi,
sorridendo beata e confortata dalla vicinanza dell’uomo che amava.
La
mattina appena sveglia mosse una mano in cerca di
Vegeta, ma l’altra parte del letto era vuota, si alzò di scatto… si mise la
prima cosa che trovò, uscì dalla sua camera e si diresse in quella di Trunks: era vuota, il letto fatto, aleggiava un fastidioso
silenzio…se ne erano andati tutti e due.
Uscì
fuori in giardino, a piedi nudi l’erba le faceva il solletico… alzò lo sguardo
al cielo, si riparò gli occhi dal sole con una mano.
“
Rendetemi fiera di voi… Vegeta, Trunks: vi amo con
tutta me stessa “
Pensò Bulma guardando l’orizzonte… i dieci giorni concessi da Cell erano finiti, ed ora era giunto il momento di
combattere.
FINE
Ora che
la mia ff è giunta al termine mi sembra doveroso dire
GRAZIE per il sostegno e l’interesse che avete mostrato… sia tramite le
numerose recensioni ( alcune mi hanno fatto quasi commuovere ) sia attraverso l’inserimento
tra i vostri preferiti della mia storia!!
Grazie
ancora, con la speranza di ritrovarvi così numerosi in una possibile futura fan
fiction.