Il Carillon Bharatajan

di Damhia_robertadamiano
(/viewuser.php?uid=235225)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** L'Imboscata ***
Capitolo 2: *** La missione ***
Capitolo 3: *** Una settimana difficile ***
Capitolo 4: *** Tutto da scoprire ***
Capitolo 5: *** Grazie ***
Capitolo 6: *** Grazie ***
Capitolo 7: *** Grazie ***
Capitolo 8: *** Grazie ***
Capitolo 9: *** Grazie ***
Capitolo 10: *** Grazie ***
Capitolo 11: *** Grazie ***
Capitolo 12: *** Grazie ***
Capitolo 13: *** Grazie ***
Capitolo 14: *** Grazie ***
Capitolo 15: *** Grazie ***
Capitolo 16: *** Grazie ***
Capitolo 17: *** Grazie ***
Capitolo 18: *** Grazie ***
Capitolo 19: *** Grazie ***
Capitolo 20: *** Tutto... ***



Capitolo 1
*** L'Imboscata ***


Ciaoo a tutti! Finalmente sono riuscita a sistemare i capitoli e i vari errori.
Spero che non ce ne siano altri, ma se li trovate fatemelo presente. I vostri consigli 
e le vostre critiche sono sempre ben accette.
Ringrazio tutti quelli che mi seguono e chi si imbarca per la prima volta all'interno di questa storia.
BUONA LETTURA!=)
Damhìa                                                

 

 



1

L’imboscata

 

 

In una sera apparentemente tranquilla per le persone che dormono nei loro caldi letti, è totalmente diversa per chi sta lottando allo stremo delle forze.Sharon e la sua famiglia stanno combattendo contro degli spietati assassini che amano cacciare di notte e dormire di giorno. E loro nella foresta e solo con l’ombra della tiepida luna, riescono perfettamente a vedere. Invece, Sharon non ha più le forze neanche per respirare, figuriamoci lottare con altri tre di quelle creature notturne. La sua famiglia cerca di rimanere in piedi, ma anche loro non ce la fanno più.Nel cielo notturno la luna evidenzia le chiazze cremisi nei loro abiti e, soprattutto, nei canini di quelle bestie. Hanno già fatto sei vittime tra uomini e donne quella notte. Sharon li avrebbe vendicati costi quel che costi. La ragazza sta lottando con un colosso pieno di muscoli, alto due metri con grandi occhi rossi come il sangue. Le labbra in un continuo ghigno la fanno mandare in bestia. Come una macchina senza freni cerca di sferrare più colpi possibili, ma lui è molto veloce e la maggior parte li evita con molta facilità e grazia. In un battito di ciglia le arriva un colpo in pieno stomaco facendola piegare in due col fiato mozzato. I suoi genitori hanno circondato uno dei vampiri sferrando il colpo finale con uno stiletto d’argento dritto al cuore. Il vampiro in men che non si dica si polverizza trasportato via dal vento. Sharon non ha il tempo di riprendersi che le arriva un pugno in faccia, stendendola a terra. Il fratello maggiore sta lottando con un altro di quei maledetti succhia-sangue. La ragazza rimane stordita e in quell’arco di tempo accade l’immaginabile. Altri cinque vampiri appaiono da dietro gli alberi. Il vampiro la blocca a terra, senza poter muovere un muscolo. L’ultimo ad uscire è un succhia-sangue con occhi infuocati dalla fame, lunghi capelli neri legati all’indietro in una coda bassa e un abito elegante giacca e cravatta. Sharon non ha il tempo di emettere suono che i vampiri si attaccano alla gola dei genitori, mentre quello vestito elegantemente stende con un colpo il fratello maggiore e lo trascina vicino a lei. Adesso più di prima la ragazza è convinta di essere caduta in una trappola bella e buona. Non sono per niente vampiri di poco conto, tutt’altro, pensa. I genitori si dimenano, inchiodati, tra le braccia dei vampiri. Li vede e non può fare niente per salvarli. Li sente urlare per i modi brutali con il quale stanno succhiando il sangue dal collo dei genitori. Le manca il respiro e la gola si secca facendole male. Si dimena, cercando di colpire il vampiro che la trattiene a terra e che le fa vedere quella scena raccapricciante. Vede ancora tutto appannato, non sa ancora come non sia finita KO. Ma il colore scarlatto che scorge scivolare lento dalla bocca dei vampiri lo vede chiaramente, quasi con la stessa chiarezza del giorno.
«Alzala. Falle vedere la morte dei suoi genitori» ordina il non-morto in cravatta con tanto di sorriso.
Si dimena sempre più per fargli lasciare la presa, ma non funziona. Urla per l’irritazione.
«Lasciami maledetto succhia-sangue schifoso!» urla tirando un calcio indietro, nei gioielli di famiglia. Lui si accovaccia con un impercettibile lamento e lascia la presa. Sharon coglie l’occasione per correre a salvare i suoi genitori, ma viene ripresa all’istante con un altro sestante pugno allo stomaco che le toglie il respiro. Le lacrime iniziano a rigarle il volto, anche se non vuole far vedere la sua debolezza. Osserva inerme gli ultimi respiri esalati dai genitori che la guardano con occhi ormai vitrei e senza vita. Urla quando li gettano a terra come sacchi della spazzatura.
«Ops! Ma tu guarda, sono morti. Peccato, non c’è stato alcun divertimento. Eppure erano rinomati cacciatori di vampiri» si burla il vampiro col codino.
«Sei un assassino schifoso!» urla con le lacrime ormai ad offuscarle la vista. Quello che la tiene ride.
«Speravo durassero di più» continua nonchalance. «Però c’è sempre tuo fratello» ride con malignità.
Lo alza con una sola mano e si porta il collo del ragazzo alla bocca. Passa la lingua sui lunghi canini, mentre la guarda con aria di sfida.
«Lascialo stare! Cosa vuoi?» chiede, senza neanche comprendere il perché di quella domanda. Cosa può mai volere un vampiro da loro, semplici umani?
Il vampiro sorride e butta il ragazzo svenuto a terra, ritraendo i suoi bianchi canini affilati in quella sue dentatura perfetta.
«Mi piace la domanda che hai fatto» dice soddisfatto. «Ho messo in atto questa scena per un solo scopo» la guarda. «Voglio che mi porti un raro artefatto» conclude, senza dare troppe spiegazioni.
«Perché non te lo vai a prendere tu? Sei un vampiro, non dovresti avere problemi a rubare» sbotta.
«Vedi. Colui che ce l’ha è un vampiro. E io non posso rubare qualcosa che appartiene ad uno della mia razza» si avvicina alla ragazza.
«Non capisco» scuote la testa. «Perché io?»
«A lui piacciono le donne. E’ estremamente gentile, per essere un vampiro» fa una smorfia di disappunto. «Aiuta gli umani dando loro vitto e alloggio in cambio di sangue. Questa è una mossa intelligente, devo ammetterlo. A volte lo faccio pure io. Solo che non le lascio vive. Adoro cacciare» ghigna.
«Se è un umano che ti serve, ripeto la domanda. Perché io?» si è già stufata di chiederglielo.Vuole infilzare quel vampiro come un pollo allo spiedo, per cuocerlo a fuoco lento e farlo agonizzare.
«Gli umani sono deboli ess…»
«Anch’io sono umana» interrompe il discorso del vampiro.
In un battito di ciglia il non-morto si trova a due centimetri dalla sua faccia e le stringe il collo, ringhiando come un animale feroce.
«Non ho finito di parlare. Quindi sei pregata di non interrompere mentre mi esprimo» stinge ancora di più le sue fredde mani sul tenero, caldo e pulsante collo. Vede i canini del vampiro che si allungano e Sharon non ha il tempo di ribellarsi che si piomba sul collo affondando i canini nella carne. Sharon non si è aspettata una mossa del genere ed rimasta senza fiato, con la paura di morire. Dopo forse la terza sorsata del vampiro, Sharon si sente con le gambe e l’intero corpo senza forze. Se non fosse per l'essere che la tiene, sarebbe sicuramente caduta a terra. In un attimo si rende conto di quanta vita scorre nelle sue vene. Sharon chiude gli occhi aspettando che le tenebre l’avvolgano, ma così non è. Il vampiro passa la lingua sul collo della ragazza.
«Davvero deliziosa» si lecca le ultime gocce cremisi dalle labbra, lentamente. Sharon sviene, non prima di sentire distintamente la voce del vampiro.«E va bene, termineremo il nostro discorso un’altra volta. Ho aspettato duecento anni, che sarà mai un giorno in più? Caricateli in macchia e andiamo» ordina e si dirige spedito oltre il bosco.

 

L’incessante scuotimento e il dondolio frenetico fa venire il mal di mare a Sharon che apre gli occhi, ritrovandosi legata come un salame a mani e piedi. Dà una lenta occhiata in giro e nota di essere sdraiata sui sedili posteriori di una jeep. Le gira la testa e chiude gli occhi per alcuni minuti. Tanto, anche volendo non può andarsene da lì. Soprattutto legata e con un vampiro alla guida e un altro al lato passeggero. Di scatto riapre gli occhi ricordandosi del fratello. Le sale l’angoscia quando non lo vede insieme a lei. Pensa di averlo perso per sempre e le lacrime tornano pungenti a farle visita, ma le trattiene con un enorme groppo alla gola. Il respiro si blocca e non riesce più a respirare per il dolore che prova per la perdita dei suoi familiari. Non ha il tempo di pensare che lo sportello si apre e viene trascinata fuori dall’abitacolo. Il corpo della ragazza non risponde, si accorge in ritardo che non ha forze.
«Ti sei svegliata eh!» sorride il vampiro caricandola in spalla come un sacco di patate. «Così Evan sarà più contento» s’incammina il non-morto.
L’unica cosa che Sharon riesce a vedere è il fondoschiena del vampiro e il terriccio che scricchiola sotto gli stivali neri borchiati.
«Dov’è mio fratello? Cosa gli avete fatto?» colpisce con i pugni la schiena possente del vampiro.
«Tuo fratello è già dentro» la sistema brutalmente sulla spalla.
«Ehi!» si lamenta la ragazza.
Il non-morto sale le scale e apre il portone della villa dirigendosi nel soggiorno, dove la butta sgarbatamente sul divano color panna.
«Ringrazia di stare su un morbido divano anziché nella camera delle torture» ghigna di sghembo, spaparanzandosi accanto a lei, poggiando i piedi sul tavolino in mogano scuro.
Sharon si accorge che gli occhi del vampiro sono verdi e non rossi come li ha visti mentre hanno lottato. Capelli biondi tirati all’indietro con il gel e un piercing d’argento sotto il labbro inferiore. Un viso squadrato con il naso leggermente irregolare. Un corpo possente e muscoloso come un pugile. E i suoi cazzotti ne sono la dimostrazione, pensa amaramente. Può avere al massimo trent’anni, parlando di età umana. Si guarda intorno. Il soggiorno spazioso ha mobili classici in legno scuro con soprammobili e accessori di tutti i generi, di inestimabile valore. Vasi decorati a mano, gingilli vari e quadri di pittori famosi che decorano la stanza in modo appropriato.
«Giù i piedi dal tavolino, Jordan.» Il vampiro col codino si siede sul divano opposto.
Sharon l’osserva portarsi alla bocca un sigaro e accenderlo. Nota i suoi occhi scuri come la profondità del mare osservarla. Aspira il sigaro e butta fuori il fumo dalla bocca. Il suo viso ovale è coperto da una lieve barba ben curata. Sharon pensa che in età umana può avere massimo quarant’anni. Ha il fisico completamente diverso da quello di Jordan. Gli unici muscoli che ha sono quelli della tonda pancia dentro la camicia bianca che protende oltre la cintura dei pantaloni. Si alza le maniche della camicia facendo apparire un grosso orologio in oro. Allenta la cravatta levandosela e sbottonandosi leggermente la camicia. Aspira nuovamente il sigaro in silenzio, mentre accavalla una gamba sopra l’altra.
Jordan, accanto a lei, toglie i piedi da sopra il tavolino e allarga le braccia sulla spalliera del divano sfiorandole una spalla. Lei si scosta disgustata. Mi vogliono far perdere la pazienza per caso? Oppure cucinarmi a fuoco lento? Perché non parlano?
Sharon si sente frustrata, arrabbiata e con una punta di paura perché non ha idea di cosa aspettarsi da quei loschi tipi. Ancora silenzio.
«Maledizione! Cosa volete?»
«Ah voi umani non sapete proprio aspettare. Una cosa che ho imparato in duecento anni è la pazienza mia cara» aspira il sigaro.
«Io non ho a disposizione duecento anni, quindi» fa spallucce con un ghigno. «Dov’è mio fratello?» chiede.
«Tutto al suo tempo. È ancora vivo. Dipende da te se lasciarlo vivere o no.»
Sharon non ha il tempo di rispondere con le rime che un giovane vampiro, vestito con pantaloni alla militare e una t-shirt a maniche corte nera, arriva con in mano una valigetta che dà ad Evan. L’impazienza di Sharon aumenta ancora di più.
Evan con tutta la tranquillità di questo mondo poggia la valigetta sul tavolino e la apre facendone uscire dei fogli.

 

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** La missione ***


2

La Missione

 

Jordan slega mani e piedi della ragazza e le porge i fogli consegnati dal non-morto seduto nel divano panna di fronte a loro. La ragazza si massaggia i polsi e prende i fogli dando una fugace occhiata.
«Questo è il vampiro di cui mi hai parlato?» domanda.
«Sì, è lui.» Spegne il sigaro all’interno del posacenere. La ragazza controlla gli altri fogli. «Quello è l’oggetto che devi cercare.»
La ragazza alza un sopracciglio guardandolo di traverso, infuriata.
«Tu… tu hai ucciso la mia famiglia per un maledettissimo portagioie?» si avventa su di lui, buttando i fogli a terra e prendendo lo stiletto all’interno dello stivale.
In un nano secondo il vampiro in t-shirt nera si precipita addosso a lei con una forte gomitata sul fianco. Il vampiro la prende per la lunga chioma nera, legata in un alta coda di cavallo, mentre con l’altra mano stringe il braccio facendole cadere lo stiletto, udendo il suo ghigno all’orecchio. Evan invece si è visto tutta la scena godendosela con quel ghigno fastidioso stampato in faccia.
«Non è un semplice portagioie. Sono un vampiro, ma non così masochista da inimicarmi quelli della mia specie.»
«Hai ucciso la mia famiglia!! Voglio vedere mio fratello, ora» stringe i denti per il pungente dolore alla testa. Il vampiro dietro di lui ha stretto così tanto la presa che pensa di aver perso delle ciocche di capelli. La ragazza si dimena scalciando.
«Ragazzina vedi di non farmi arrabbiare. Io non sono paziente come il mio Signore» le ringhia all’orecchio il vampiro dagli occhi castani come i capelli.
«Jordan vai a prendere il ragazzo» ordina il codino.
Jordan sparisce in un battito di ciglia e ritorna subito dopo con il fratello tra le mani ancora svenuto, sporco di terriccio e sangue.
Il succhia-sangue allenta un po’ la presa dai capelli per farglielo vedere, ma non la lascia libera.
Controlla che il fratello sia tutto interno, ma a parte l’essere addormentato non ha nessun problema e si rilassa. Almeno lui è ancora vivo.
«Il mio patto è questo. Tu entri in casa del Signore vampiro. Rubi l’artefatto e io libero tuo fratello, solo quando mi avrai consegnato il portagioie» mette ai patti.
«Va bene» risponde in fretta. Non vuole che accada qualcosa al fratello. Il vampiro sorride.
«Molto bene. Ma, se entro un mese non mi porti ciò che ho chiesto… Scriverai tu la sua sorte» termina. Sharon sgrana gli occhi.
«Come faccio ad entrare in casa di questo… Signore vampiro?» chiede con tutta la calma possibile.
«Questo spetta a te pensarci. Hai una settimana per infiltrarti in quella casa.»

 

La settimana passa molto velocemente per Sharon e il fratello Boris. Le sono venute in mente una marea di soluzioni, ma di fatto niente di concludente. Ha provato scene sopra scene facendo soltanto ridere i vampiri che l’hanno udita dai piani superiori. Sharon osserva sorridente il fratello maggiore. Gli occhi azzurri come i suoi e i capelli neri a spazzola. Una corporatura nel normale, ma con grande forza, sempre umanamente parlando. In apparenza può sembrare alto e smilzo, ma sotto i suoi abiti si nascondono muscoli d’acciaio.
«Non devi andare Sharon. Sono vampiri, non ci possiamo fidare di loro» si alza da terra camminando avanti e indietro per la cella, con le brande come unica decorazione. Lei ancora seduta appoggiata al muro lo guarda e sbuffa.
«Lo so, ma non ho altra scelta. Quanto tempo ci vorrà mai per prelevare da una casa un cofanetto!» dice isterica e con una punta di sarcasmo.
«Una casa piena di vampiri, Sharon. Di vampiri!» sottolinea Boris.
«Ho capito! Ma non voglio vederti fare la fine di mamma e papà» si alza da terra.
«Hai ragione. Mi dispiace» l’abbraccia. «Significa che andrò io a prendere quest’oggetto. Sono il fratello maggiore, no?» la stringe a sé.
«Mi dispiace per te, ma sei la nostra assicurazione. È lei adesso si deve muovere. Ogni minuto che perdi è un minuto in meno di vita per tuo fratello.»
Evan è davanti a loro con la porta della cella aperta, con un gesto della mano la invita ad uscire.
«Chi dice che deve essere una donna? Posso benissimo farlo io» ribadisce il fratello.
«Sarebbe una proposta allettante.» Evan si avvicina a Sharon e le prende il mento. Il fratello reagisce, ma viene bloccato da un altro vampiro appena entrato. È Jordan con un ghigno. «Avere tua sorella al posto tuo? Con una donna si possono fare molte più cose. Visto che qua dentro siamo tutti maschi» ride baciandole il collo con le fredde labbra. Sharon rabbrividisce al suo tocco. Il vampiro ghigna mettendo in bella mostra i canini appuntiti e gli occhi cambiati al nuovo colore rosso.
«Non toccarla bastardo! Sharon vai e torna presto» dice alla fine il fratello.
«Che ragazzo intelligente.» Il vampiro allontana il viso, riluttante, dal collo della ragazza. «Spero tu abbia un’idea per entrare in quella casa. Vatti a fare una doccia. Nessuno deve sentire l’odore di vampiro addosso a te.»
Escono tutti e tre chiudendo dentro la cella Boris che urla il nome della sorella.

Picchiata fino allo stremo. Più disperata di così non si può essere. Per tutta la settimana non ha fatto altro che leggere le informazioni che le hanno dato sul Signore vampiro e la sua stirpe. Ha preso ragazze di strada, ragazzini con problemi, giovani donne che hanno perso le speranze. Ha visto nelle foto i volti di tutti quegli umani. Con tutte quelle persone là dentro, sicuramente non sono lì per sfamare solo un vampiro. 
È pomeriggio ed è per strada dove alcuni di quei ragazzi a quell’ora terminano di fare la spesa. Jordan e l’altro vampiro non si sono fatti dei problemi a pestarla di brutto e i vestiti che indossa sono logori, ma non ha trovato soluzione migliore.
Vede i due giovani avanzare e mette in atto la scena.
Alza il cappuccio, infila le mani dentro la tasca della felpa stracciata e si avvicina a loro. Adocchia la borsa della ragazza. Appena le è accanto le scippa la borsa e loro la rincorrono. Come previsto.
«Ehi, ridammi la borsa. Ladro!» la inseguono. Si gira a guardare indietro e vede il ragazzo svoltare per un altro vicolo. Sorride e corre ancora più velocemente. «Maledizione, fermati» urla la ragazza.
Il ricciolino dai capelli biondi salta il muretto e le finisce addosso buttandola faccia a terra.
«Lasciami! Lasciami!» urla Sharon dimenandosi.
Il ragazzo la gira per guardare in faccia il ladro e rimane a bocca aperta.
«Lasciami!» urla di nuovo tirando un cazzotto al ragazzo. Si dispiace, ma non può fare altrimenti.«Maledizione! Mi hai colpito!» le blocca le mani.
La ragazza dai capelli castani si avvicina e prende la borsa caduta a terra e la guarda.

«Cosa ti hanno fatto?» chiede. Ah! Le ragazze con il cuore esistono ancora.
«Non sono affari vostri. Lasciatemi!»
«Non se ne parla nemmeno. Se ti lasciamo sicuramente andrai a derubare qualche povera vecchietta e noi non possiamo permettertelo.»
«Lasciatemi. Ho bisogno di soldi, voi non capite» urla Sharon a terra.
«Fidati di noi, ti capiamo eccome. Possiamo aiutarti» sorride dolcemente la ragazza, abbassandosi al suo livello.
«No, non potete. Lui mi troverà e ucciderà la mia famiglia se non porto i soldi» piange Sharon. Che attrice che sono! Ho sbagliato mestiere. Ma in fondo quello che Sharon ha detto è vero, se non porta al vampiro quello che ha chiesto non si farà scrupoli ad uccidere il fratello.
«Ti aiuteremo. C’è una persona che può farlo e può aiutare la tua famiglia. Fidati e vieni con noi» termina la ragazza porgendole la mano. Sharon la prende; il ragazzo si alza insieme a lei. Sorride dentro per la vittoria.

Evan, nascosto dietro un albero, ghigna soddisfatto di tutta la scena che ha visto recitare alla cacciatrice. Appena la vede avanzare insieme ai nuovi amici sparisce dalla loro visuale.

Sharon insieme a Maria e Anthony si dirigono in una villa con tanto di alto cancello in ferro battuto a chiudere il muro. Fuori dalla città, nel verde della vegetazione, ma non così distante dalla vita cittadina.
«Stai tranquilla. Sono persone per bene. Sì, insomma hanno qualche piccola differenza, però è tutto okay.» Maria cerca di tranquillizzarla. Persone eh? Chiamarli così è un eufenismo!
Si fermano davanti al cancello, mentre Anthony va a suonare al citofono e il cancello si apre. Lo varcano camminando sul viottolo, che si apre in un enorme parcheggio, fino alle scale della veranda. Quando entrano si trova nell’ingresso dove, più avanti, una scala porta ai piani superiori, mentre al pianterreno ci sono la cucina, un enorme soggiorno e una sala svago accanto, tutto in stile moderno con le tonalità di bianco, grigio e nero. Trova assurdo che in una casa del genere ci possa essere un reperto antico. Poi si dà della scema perché un oggetto così antico non può mica stare all’interno di una vetrina esposta! Sbuffa mentalmente. Ha solo un mese per cercarlo. I ragazzi la richiamano dai suoi pensieri. Non si è accorta di essersi fermata in mezzo al corridoio.
«Andiamo» sussurra il ragazzo.
«Perché parlate piano?» domanda sottovoce anche lei.
«È che il padrone sta ancora dormendo. Anche gli altri, veramente» risponde Anthony facendole segno di andare con loro.
«Quali persone dormono di giorno?» chiede avvicinandosi a loro, guardandosi intorno.
I due si guardano per capire chi di loro deve parlare e cosa dire soprattutto.
«Forse è meglio che questa sera parli direttamente con il Signore, così ti spiegherà tutto. Adesso andiamo» termina Maria.
«Come volete.» Sharon scrolla le spalle.
Scendono le scale e si trovano davanti ad una sala giochi con tanto di divani e televisione piatto, al plasma, attaccata alla parete e tre ragazzi spaparanzati sul divano marrone a guardarla. Altri due invece giocano al calcio balilla. I due giovani le fanno segno si seguirla e si dirigono in un corridoio e la fanno entrare in una stanza con un letto ad una piazza e mezzo e il bagno interno. Solo con una piccola finestrella sul tetto che dà la visuale sul terreno.
«Per il momento puoi restare qui. Appena si svegliano andiamo di su a presentarti, così decidono se puoi rimanere» scrolla le spalle Maria. «Adesso vieni che ti presento» sorride.
Escono dalla stanza e vanno nel soggiorno.
«Ragazzi vi presento… Scusa come ti chiami?» chiede Maria.
«Sharon» risponde semplicemente.
«Benvenuta Sharon, qui ti troverai benissimo. Rimarrà qui Maria?» chiede un ragazzo con le lentiggini sul viso e i capelli rossigni, ricciolini.
«Non lo so» risponde Sharon con gli occhi da cucciola.
«Sono sicura che il nostro Signore Alek ti farà stare» sorride con i suoi denti leggermente storti.
I ragazzi uno ad uno si presentano e Sharon non ricorda più neanche un nome. Lì dentro ci vivono in sette quattro maschi e tre donne. La mettono a suo agio, le parlano delle grandi qualità del presunto “uomo” e di quelli che abitano lì insieme a lui. Ma stanno molto sul vago. E lei non chiede poi molto.

***

 

Alek apre gli occhi nell’oscurità della sua stanza; inspira una boccata d’aria per mettere in ventilazione il corpo e viene inebriato da un odore dolciastro di un misto di agrumi e spezie che insieme stanno benissimo. Si alza dal letto e apre le tende. È quasi sceso il tramonto. Inspira per sentire nuovamente quel dolceamaro profumo rendendosi conto che non appartiene a nessuno degli umani lì presenti; il suo udito ascolta un nuovo battito. Indossa una camicia, il pantalone e scende al piano di sotto dove l’odore è più penetrante.
«Maria! Anthony!» urla Alek scendendo le ultime scale.
Quando arriva al pian interrato incrocia gli occhi azzurro cielo di una ragazza seduta sul divano. Con un viso ovale, naso perfetto, labbra carnose. Vestita con abiti sporchi e strappati. Le guarda nuovamente il volto percosso da lividi e graffi. Guardandola dalla testa ai piedi la ragazza assomiglia ad un gattino randagio. Poi osserva i due ragazzi che hanno un grande sorriso rivolto verso lui.
«Mi avete portato un randagio questa volta? Vi avevo detto di non volere più nessuno» li rimprovera. «Penseranno che sono diventato un rammollito» si passa una mano fra i capelli castani.
«Mi ha rubato la borsa» dice di botto Maria.
«Vuoi che la punisca?» ghigna il vampiro.
Alek sente il cambiamento del palpitante cuore della ragazza e sorride.
«Non ti farò del male. Se non ce n’è motivo» dice serio. «Quindi sei una ladra?» chiede appoggiandosi all’angolo del muro.
«Per vivere si fa questo e altro» risponde scrollando le spalle.
«Chi ti ha ridotto così?» domanda.
«Gente» risponde calma.
«Ha bisogno di aiuto. Faranno del male alla sua famiglia se non porta i soldi a quelle canaglie» interviene Maria.
Il vampiro guarda intensamente la ragazza che ha il battito cardiaco accelerato.
«Gli avete detto chi sono e cosa faccio o voglio?» domanda ai due ragazzi. Gli altri sono saliti in cucina a mangiare. I due scuotono la testa. «Andate di sopra a mangiare. Ci penso io ad informarla» fa un cenno della testa e con velocità vampiresca si siede sul divano accanto a lei; per la paura salta dal divano, allontanandosi. I due ragazzi sono riluttanti a lasciarla sola, ma lo sguardo minaccioso del Signore vampiro li fa arrendere e salgono al piano di sopra.
«Siediti» ordina.
«Come hai fatto? Tu eri là» indica ad occhi sgranati.
«Siediti» dice più minaccioso. «Non farmelo dire un'altra volta. Odio essere ripetitivo» fa una smorfia. La ragazza prende posto accanto a lui incrociando gli occhi ambra del vampiro chiazzati di rosso. «Brava bambina.»
Lo guarda schifato.
«Perché quella faccia?» chiede avendo notato lo sguardo di disgusto.
Silenzio…
«Non sei loquace per niente» constata. Lei mette le mani conserte come una bambina capricciosa e Alek scoppia a ridere. La ragazza lo guarda ad occhi stretti.
«Ti faccio ridere così tanto?» domanda irritata Sharon. Lui non risponde, ma la guarda negli occhi insistentemente.
«Dunque sei una ladra?» domanda nuovamente.
«Qualche problema con i ladri?» chiede ancora più nervosa.
«Quando faccio delle domande voglio ottenere delle risposte, e non altre domande» dice seccato.
«Anch'io pretendo la stessa cosa. Tu non rispondi e non lo faccio neanche io» risponde a tono.
«Bene» fa una pausa. «Inizio col dirti che sì, ho dei problemi con i ladri. Le brutte abitudini sono dure a morire. E premetto che se vuoi stare in questa casa, sotto il mio tetto, se ti trovo a rubare qualcosa che mi appartiene non mi farò alcuno scrupolo a darti la punizione che ti meriti. Altrimenti» fa una pausa.
«Altrimenti?» domanda la ragazza con l'ansia alla gola.
«Puoi sempre farti manipolare la mente, così non avrai più voglia di rubare» conclude con una nuova luce nuova negli occhi.
«Te lo puoi sognare!» la ragazza si alza dal divano. «Tu non manipoli proprio niente.»
«Allora stai molto attenta a quello che fai» la guarda minacciandola non solo con le parole, ma anche con lo sguardo. Quando Alek cambia radicalmente il colore dei suoi occhi nota un brivido di freddo scuotere la ragazza.
«Adesso passiamo alle informazioni su di me» ghigna, mostrando l'allungarsi dei canini. «Io sono un Signore vampiro.»

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Una settimana difficile ***


3

Una settimana difficile

 

Al Signore vampiro di nome Alek non piacciono i ladri. Le cose per Sharon si mettono di male in peggio. Ha un fratello nelle mani di non-morti senza scrupoli, e lei si trova all’interno di una casa in balìa di altri succhia-sangue del cavolo. Non ha potuto nemmeno dare una degna sepoltura ai suoi genitori. Solo a pensarci le viene in mente la scena della loro morte, vivida come se stessero morendo un'altra volta davanti ai suoi occhi. Le salgono le lacrime e un nodo alla gola da toglierle il respiro. Nel frattempo si dirige in cucina. Cerca di riprendersi ed entra salutando i suoi nuovi amici. Prende una tazza, latte e cereali e si siede insieme a loro a fare colazione. La parte buona della situazione è che i vampiri di notte, la maggior parte, escono e di giorno dormono tutti. Tranne qualche rara eccezione. Poi è grata di aver fatto il patto con la "personificazione del diavolo", che in cambio di ospitalità, lei si dedica alle pulizie della casa, visto che nessuno se ne occupa. Così con la scusa può cercare tranquillamente quel maledetto portagioie.
Sharon non fa altro che pensare, a cosa può mai servire un carillon ad un vampiro? Non riesce proprio a darsi una spiegazione. Forse vuole regalarlo alla sua amata? E allora perché non comprarlo dal diretto interessato? Perché nasconderlo agli occhi di tutti? Cosa contiene in realtà al suo interno? Il giro di domande per Sharon sono infinite e nessuno può darle delle risposte, a meno che non lo trovi e lo scopra da sola.
«Allora, quale di loro ti piace?» domanda improvvisamente la ragazza quasi trentenne, bionda e piena di orecchini a circondarle le orecchie.
«Parli con me?» chiede Sharon alzando gli occhi su di lei.
«Ovvio! Allora?» insiste.
«Non capisco a cosa ti riferisci» guarda la tazza di cereali e ne mangia una cucchiaiata buona.
«Non dirmi che non ti piace nessuno di quei busti, perché non ti crederò mai» continua, umettandosi le labbra con la lingua.
«Dovresti invece. Non sono interessata a nessuno di loro, ho ben altro per la testa in questo momento.» Come salvare mio fratello dalle grinfie di quelle schifose creature, ad esempio.
Le si chiude lo stomaco e butta tutto nel lavello. Sciacqua la tazza e la cucchiaia, li infila nella lavastoviglie e se ne va, senza dare spiegazioni a nessuno.
Così, come tutte le mattine di quella settimana, si arrotola le maniche e comincia a pulire la casa di sana pianta. Sharon è passata una settimana e sei ancora a niente. Devi darti una mossa se vuoi trovare tuo fratello vivo. Senza quel carillon siamo tutti e due fregati, pensa storcendo le labbra. Ha controllato la casa un paio di volte. Mobili, vetrine, armadi, scaffali, tutto tranne le stanze dei vampiri. Entrare lì è come cercare di evadere da una prigione. Impossibile, senza i mezzi giusti. Ma quale sono i mezzi? Deve trovare un modo per entrare, soprattutto nella camera di quel vampiro mi-sento-un-cavolo-e-mezzo-e-qui-comando-solo-io. Solo a pensarci le vanno in fumo le orecchie.
Tanto è arrabbiata che al primo sfioramento della spalla salta un palmo da terra con il cuore in gola che batte a raffica. Si gira e incontra gli occhi rame di un vampiro con le spalle appoggiate contro il muro, dalla pelle alabastro, a petto nudo con l'addome scolpito e una sottile linea di peli neri che scende fino a nascondersi sotto il pantalone di tuta a vita bassa.
«Ti piace quello che vedi?» domanda con un sorriso sghembo, infilando le mani in tasca.
«A dire il vero, no» risponde, incrociando le braccia al petto, guardandolo negli occhi tinti dal nuovo rosso intenso. Quegli occhi le fanno paura. Non fanno altro che ricordarle la morte dei genitori e i volti di quei mostri che la guardano con quel rosso vivo, minacciandola di essere la prossima vittima. Un brivido le sale su tutta la colonna vertebrale.
«Ti faccio paura per caso?» domanda sorridente. Lei non risponde, si gira con in mano la sua pezza e si dirige in un’altra stanza.
Uno sbuffo d'aria fredda la fa arrestare. Davanti a lei, a chiuderle il passaggio, c'è quel vampiro. Il non-morto si avvicina alla ragazza fino ad incontrare i loro corpi. Il vampiro l'avvolge con le forti braccia muscolose e avvicina le labbra al suo orecchio. Sharon al contatto sente la pelle fredda del succhia-sangue e un soffio altrettanto fresco sul collo. Cerca di divincolarsi dalla presa, ma con scarso successo. Lui geme vicino all’orecchio e le guance le si colorano di rosso.
«Mhm. Mi tocchi i punti giusti ragazza» sussurra con voce roca. Sharon è così vicina al corpo del vampiro che sente il rigonfiamento di lui sfiorarla. Sente un improvviso senso di calore pervaderle tutto il corpo. Non va con un uomo dai tempi dei tempi, poi riflette e le arriva un secchio d'acqua gelata. Lui non è un uomo, è un maledetto vampiro che non si farà scrupoli ad ammazzarti. Quel calore l'abbandona così come è arrivato. Cerca di liberarsi ulteriormente, ma in risposta lui si stringe sempre di più al suo corpo, mentre una mano le spinge i lunghi capelli neri portandole la testa all'indietro e la gola pulsante scoperta al tocco delle labbra fresche. Il vampiro inspira profondamente schiacciando il naso nel collo. I canini iniziano a graffiarle la pelle. Il cuore le accelera, così come le pulsazione delle vene. Lei cerca di allontanarsi, ma lui la stringe sempre di più a sé. Non ha alcuna intenzione di lasciarla andare via.
«A...» ansima la ragazza per gli inaspettati brividi che le procurano quei graffi. «As-Aspetta» prova a dire Sharon.
Quando sente la pressione dei canini sulla gola inizia ad avere paura. Deve ancora salvare suo fratello e vendicarsi della morte dei genitori. Non vuole morire senza prima riuscire a compiere la sua missione. L'unica volta che è stata morsa, durante un combattimento, ha provato un dolore lacerante che le ha lasciato un segno indelebile, senza tralasciare il morso di Evan.
Il cuore palpita come in una gara fra cavalli. Riesce a sentire i battiti del cuore fino alle orecchie.
«Ti prego... non» trema Sharon.
«Cloud!» tuona una voce profonda.
Il vampiro con occhi rossi e i canini all’infuori si allontana con malavoglia dal suo collo e la lascia andare.
«Se hai un’incontrollata fame c'è Giulia di sotto che sarà contenta di poterti soddisfare.»
«Alek. Io credevo che la ragazza…» viene interrotto.
«La ragazza ha un altro tipo di accordo. Dillo anche agli altri» fa cenno di andarsene e Cloud con la coda in mezzo alle gambe scende al pian interrato.

***

Qualcosa disturba il sonno di Alek. Sente un odore aspro, intenso. L'odore di qualcuno che ha paura. Quando si accorge a chi appartiene quel profumo le palpebre si aprono di scatto con le iridi iniettate di rosso e i canini già fuori. Si alza dal letto ed esce dalla camera da letto. Quando vede l'amico Cloud avvinghiato alla ragazza vorrebbe staccargli la testa con le sue stesse mani. Però contare fino a dieci lo ha fatto calmare prima di compiere una qualche sciocchezza. Non sa proprio cosa gli sia preso. Ordina a Cloud di andare, prima di mettergli, per davvero, le mani addosso. Ed è contento che l'amico abbia capito all'istante il suo umore.
Osserva la ragazza che ha gli occhi sgranati e le braccia strette a sé, come per proteggersi. È spaventata. Vederla così lo fa innervosire ancora di più, e non riesce a darsi una dannata spiegazione. Mai si è abbassato a compromessi, fino a quando non ha messo piede lei in quella casa. Ha osato mettere regole sul suo modo di vivere e dell'accordo di vitto e alloggio dei suoi pasti. Incredibile! E lui è stato lì ad ascoltare e annuire, fino ad accettare. È una ladra, rammenta il vampiro. A lui i ladri non sono mai piaciuti, soprattutto da quel terribile giorno di duecentosettanta anni fa.
«Mi dispiace per il suo comportamento. Non ho ancora avvertito nessuno del nostro patto.» Incredibile si sta pure scusando. Pensa di essere affetto da qualche malattia vampiresca a lui sconosciuta.


Sharon non apre bocca, si limita ad una scrollata di spalle e ritorna al suo maledetto lavoro. Neanche casa sua nei suoi ventidue anni ha mai brillato in quel modo. Stupido carillon, maledetti vampiri, maledetta io e quando ho accettato di fare la cacciatrice. Maledetta a quando ho insistito quella sera ad andare nella foresta per una spiata che ho ricevuto da un amico. Jonathan, riflette immediatamente.


Alek sente dall'odore della ragazza la frustrazione, ma non riesce a capire se è dovuto a quello che è successo prima. Scrolla le spalle e rientra in camera, oscurata dalle tende. Si butta sul letto e cerca di prendere sonno. Quel sonno che non ha voglia di farsi vivo. Le sue orecchie captano la musica ascoltata attraverso le cuffie e i movimenti della ragazza che balla e pulisce. Ode anche il quasi sussurro della voce morbida della ragazza che canta, storpiando a volte alcune parole. Un sorriso gli affiora sulle labbra, senza riuscire a trattenersi. Chiude gli occhi portando un braccio sulla fronte. Allontana le sue distrazioni, fino a non sentire più alcun rumore. Il silenzio prende il sopravvento.
L'odore di arancia e cannella è insistente e non riesce a fare a meno di sentirne il profumo. I canini scendono convulsamente e si alza dal letto frustrato e affamato. Scosta la tenda e chiude leggermente gli occhi per l'arancione di quel meraviglioso tramonto. Almeno è riuscito a dormire qualche ora, anche se a lui sembrano solo pochi minuti. Va a fare una doccia che lo quiete, si veste e scende con molta calma le scale fino al pian interrato, sentendo quel delizioso nettare sempre più intensamente. Si dirige verso quell'aroma ed apre la porta della camera notando la ragazza sul letto, addormentata. Si avvicina velocemente a lei e si siede senza far alcun movimento brusco. Vede il viso perfetto e quasi del tutto sgonfio dalle botte ricevute. Non ha più quei lividi violacei a colorarle il viso. Le scosta una ciocca nera come la pece dalla fronte portandogliela dietro l'orecchio. A quel gesto la ragazza gira il volto dall'altro lato lasciando scoperto il collo segnato da una vecchia cicatrice. I canini gli fanno male, mentre guarda intensamente quella gustosa vena pulsante. Avvicina il naso sul collo e inspira quella fragranza come un animale. I canini sembrano allungarsi ancora di più e graffia la sua pelle, bramante.

 

Sharon apre gli occhi con il cuore in gola quando sente il vampiro attaccata al suo collo, lo stesso lato in cui un non-morto l'ha morsa facendola quasi morire dissanguata. Quella volta si è salvata per un pelo. La fortuna l'ha assistita. Non riesce a vedere il volto del succhia-sangue, pensa sia di nuovo quello di stamattina. Porta le mani sul petto scolpito del vampiro e cerca di spingerlo via, ma in risposta le stringe un braccio intorno alla vita per tenerla ferma. Il cuore di Sharon scalpita all’impazzata.
Sharon non riesce a muoversi. Caccia la saliva in gola più volte e la paura prende il sopravvento. Lei è una cacciatrice, per giusto non dovrebbe avere timori di loro. Ne ha uccisi in grande quantità, ma non può fare mosse sbagliate. Ha uno stiletto sotto al cuscino, ma se lo usa non ha più speranze. Prova a girarsi. Lui non fa niente per impedirglielo, si è allontanato leggermente. Vede il volto animalesco del Signore vampiro e il ringhio simile a quello di un leone.
«A-Alek» ansima per la paura.


Lui la guarda per un attimo e con velocità esce da quella stanza chiudendosi la porta alle spalle. Vede per il corridoio Serena. Una ragazza con i capelli neri corti e gli occhi come la pece, il corpo come quello di una modella e gambe lunghe in quel vestitino rosso, corto sotto al sedere.
Serena lo vede e sorride invitandolo in camera sua in quella camminata sexy. Serena si avvicina prendendolo dal colletto della camicia e si fa trasportare all'interno della stanza. È bramoso ed ha fame, e non solo di sangue.

<

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** Tutto da scoprire ***


4

Tutto da scoprire

 

La ragazza gli ha chiesto la giornata libera ad Alek, ma con molta riluttanza, forse per via dell'accaduto della sera precedente. Non ha domandato niente sull'episodio e lui non ne ha fatto parola. È sembrato tutto molto naturale.
«Certo, prenditi la giornata libera» conferma il Signore.
Con lei lontana forse può ritornare al suo lavoro senza venire continuamente disturbato dall'inebriante fragranza della ragazza. Non riesce a pensare logicamente con lei in casa e i suoi amici se ne stanno rendendo conto.
Sharon lo saluta timidamente con la mano ed esce di casa. Lui si sente finalmente libero e va a sedersi sulla poltrona del suo ufficio leggendo le carte che Cloud gli ha appena consegnato. Sbuffa e vede che alcuni vampiri sotto la sua protezione si stanno facendo notare un po' troppo.
«Cosa succede con quella nuova?» domanda con nonchalance l'amico.
«Con me niente. Piuttosto dovrei essere io a porti questa domanda» sorridono entrambi.
«Se per te non è un problema voglio provarci» si passa il pollice sulle labbra ghignando. «Ha qualcosa che mi attira» termina tornando a leggere le carte.
Già, ha qualcosa di strano quella ragazza, pensa Alek. Soprattutto perché ogni volta che è in casa sembra guardarsi sempre circospetta. Ha già detto di odiare i ladri? E pensare che quella piccola ladra lo fa ammattire, anche solo sentire il suo respiro.
«Allora?» alza gli occhi Cloud verso l'amico.
«Allora cosa?» chiede Alek senza capire.
«Da quando quella ragazza è entrata in questa casa non sei più lo stesso. Che ti succede?» domanda seriamente preoccupato.
«Non è niente, davvero. Puoi fare quello che vuoi» sbuffa e porta gli occhi ai documenti illuminati dalla calda luce del sole.
«A parte la mia giovane stirpe ribelle. L'altra questione come è messa?» domanda Alek.
«A quanto pare il vampiro è di nuovo in città e ha già fatto strage. Una settimana fa due dei nostri hanno trovato otto corpi dissanguati all’interno della foresta» mette al corrente.
«Perché mai si trova qui? Maledizione. Vedi di farlo pedinare, senza che se ne accorgano» si alza per cercare qualcuno da cui bere. Ha una fame insaziabile, non riesce a capirne il motivo.

***

 

Sharon cammina sul marciapiede quando qualcuno la sbatte contro un muro, presa alla gola. La ragazza dà un ginocchiata in mezzo alle gambe del vampiro e gli conficca lo stiletto preso dallo stivale dritto dentro lo sterno che scricchiola e si libera dalla presa. Il vampiro spezza un urlo strappandosi lo stiletto e acchiappandola dai capelli, stringendole lo stesso stiletto intorno al collo.
«Il mio Signore vuole sapere a che punto sei» ringhia Jordan.
«È difficile. I vampiri sono sempre all'interno della casa. Non ho ancora trovato niente» risponde con voce strozzata.
«Al capo questo non piacerà. Lo sai cosa accade se non trovi quello che sta cercando» ghigna malvagiamente.
«Il mese non è ancora finito. Ce la posso fare» dice portando la mano sul polso del vampiro che la sta strozzando. Riesce a respirare appena. «Ho ancora due settimane a disposizione. Lo troverò prima dello scadere del termine.» Jordan allenta la presa e la gira verso di sé.
Ha gli occhi rossi e i canini ben visibili. Si lecca il labbro inferiore e la guarda come se la volesse mangiare. Forse è proprio così, pensa Sharon.
Il vampiro si avvicina con i suoi muscoli scoppiettanti e annusa il suo profumo.
«Un vero peccato non essere tu il nostro ostaggio, mi sarei diverto di più» la lascia e scompare così come è arrivato.
Sharon si sistema il giubbotto e ritorna a camminare come nulla fosse. Deve darsi una mossa, ma prima deve fare visita a qualcuno.
Appena arriva all'officina meccanica Sharon saluta normalmente.
«Ciao Jonathan» alza la mano la ragazza.
«Sharon!»
Il ragazzo la spinge buttandola a terra, correndo fuori dall'officina. Sharon sbuffa e si alza rincorrendolo.
«Jonathan! Maledetto che non sei altro, fermati!» corre cercando di raggiungerlo. «Voglio solamente parlare.» E poi picchiarti fino allo stremo delle forze, mandandoti in ospedale con una marea di ematomi.
Il ragazzo alto e slanciato vestito da lavoro svincola fra due palazzi e lei lo segue. Ha il fiato corto e il cuore pompa ad una velocità assurda. La gola è secca e le brucia. Maledizione, ma quanto corre?
Jonathan salta da un alto muretto e lei fa lo stesso, ma inciampa cadendo faccia a terra sull'asfalto. Dice tante di quelle parolacce che inorridisce da sola. Si alza e ricomincia a inseguirlo. Attraversa la strada ritrovandosi con le macchine a un centimetro da lei con i clacson che suonano e le parole impronunciabili dei guidatori. Se ne frega ed entra in una strada accorgendosi che Jonathan è entrato in un vicolo ceco.
«La corsa è finita» prende fiato; lui si volta.
«Non pensavo...» Sharon non lo lascia finire.
«Non pensavi cosa? Di essere ancora viva» urla. «Pezzo di merda, ti sei venduto ai quei schifosi assassini» indica a vuoto. «Cosa ti hanno promesso, mh?»
«I lavori in officina stavano andando male. Loro mi hanno dato un mucchio di soldi per portarti in quella foresta» spiega.
«Sei un bastardo! Da te non me lo sarei mai aspettato. Cristo! Io mi sono sempre fidata, ti ho considerato come un secondo fratello maggiore» le lacrime salgono prepotenti.
«Sharon» si avvicina; lei coglie l’occasione e gli spacca il naso. Jonathan trattiene un gemito di dolore asciugandosi il sangue con una manica. «Non volevo Sharon, perdonami e facciamo pace, ti va?» si avvicina di più e l'abbraccia. Sharon lo lascia fare, ma per poco.
Tira pugni sul suo petto con le lacrime che le rigano il volto.
«Hai fatto uccidere la mia famiglia!» urla inginocchiandosi a terra tra le braccia di Jonathan. «Hai fatto uccidere la mia famiglia!» ripete disperata col corpo fremente.
«Mi dispiace Sharon. Mi dispiace. Sono stato... io non ci ho più visto quando sono venuti» la stringe a sé realmente provato. «Vieni a stare a casa da me. Riparerò a quello che ho fatto. Non mi perdonerò mai per la morte dei tuoi genitori. Io ero un amico stretto di Boris, non gli avrei mai voluto fare del male. Io..» le parole non gli escono.
«Non posso» si riprende immediatamente. «Boris non è morto. Quei vampiri lo hanno preso e vogliono scambiarlo con un oggetto. Devo riuscire a trovarlo e salvare mio fratello» si allontana da lui alzandosi.
«Sharon. Se hai bisogno di aiuto chiamami, cercherò di fare il possibile» si gratta la testa, alzandosi pure lui. La ragazza fa un cenno con la testa, si asciuga le lacrime e se ne va mordendosi la lingua. Alla fine non ha fatto niente di tutto quello che ha pensato. Avrebbe voluto picchiarlo fino a spezzargli le ossa e invece...invece non ha fatto niente, si è solamente messa a piangere come una bambina.
Il tempo da soleggiato cambia radicalmente e si mette a piovere. Si alza il cappuccio in testa e cammina sotto la pioggia versando tutte le lacrime che in quella settimana non ha fatto uscire. La pioggia diventa forte e si ritrova bagnata fradicia. Nella strada di ritorno trova il suo stiletto a terra dove Jordan l'ha attaccata alla gola. Lo alza e lo infila dentro allo stivale. Le lacrime non vogliono fermarsi. Non sa come rientrare in quella casa che pullula di vampiri. Ridotta in quello stato pietoso; sicuramente Maria le chiederà delle spiegazioni, e lei non ne vuole dare. A nessuno. Senza accorgersene è arrivata in quella mega casa. Si siede a terra strofinando le spalle al muro e dà un pugno sulla dura pietra, facendosi male. Nota il sangue sulla mano e se la strofina per allievare la fitta, ma questo almeno non la fa pensare. Ed è un sollievo quel dolore. Si pulisce sopra ai pantaloni scuri e si alza asciugando le ultime lacrime versate.
Prima di entrare in casa strizza la felpa e il giubbotto come può.

***

 

Alek parcheggia l'auto dentro al garage e inspirando sente quell'odore meraviglioso che lo fa impazzire. Deve essersene accorto anche Cloud perché l'osserva in modo strano. Sa di non averlo per niente convinto con le sue parole. Alek spegne la macchina e l’amico esce di fretta e furia per raggiunge la ragazza in veranda.

«Ciao, pulcino bagnato» la guarda alzando le sopracciglia, sgomento. Prende la chiave e apre la porta facendola passare per prima.
«Grazie» dice e non gli dà retta più di tanto. Si dirige in camera sua, molto lentamente. È una giornata schifosa e non solo meteorologicamente parlando. Sharon sente un leggero sbuffo che assomiglia ad una risata e si volta per vedere Alek sorridere all'amico che ha le sopracciglia alzate fino all'attaccatura dei capelli. Per quale motivo poi, non lo sa. Si rigira e torna a camminare scendendo le scale, sbuffando come un'ossessa.
«Sharon, ma sei tutta bagnata! Vatti a fare un bel bagno caldo e copriti, prima di prenderti un malanno» ordina Maria. È stupefatta che ancora non abbia chiesto il perché di quella faccia scura.
«Mi spieghi cos'hai oggi?» domanda. Ah! Ha parlato troppo presto.
«Non è niente. È solo una giornata storta» dice velocemente infilandosi in camera.
Si spoglia degli abiti, mentre l'acqua della doccia si riscalda ed entra. L'acqua calda l'accoglie facendola rilassare. Ci rimane almeno una mezz'ora buona perché è riuscita ad azzerare lo scaldabagno. Si asciuga avvolgendo l'asciugamano intorno al corpo. Quando esce dal bagno si trova coricato sul letto quel vampiro di nome Cloud che sfoglia le pagine di un libro che ha finito di leggere.
«Artefatti antichi. Strano ed interessante questo libro. Non pensavo ti potesse piacere un testo del genere» dice.
«Non mi conosci. È ovvio che non sai cosa mi piace. Posso chiederti perché sei nella mia stanza?»
«Hai ragione non ti conosco. Infatti è quello che voglio fare. Voglio sapere tutto su di te» alza gli occhi su di lei, squadrandola dalla testa ai piedi con sguardo malizioso e occhi tinti di rosso.
«Ma io non voglio conoscere te» incrocia le braccia al petto poggiandosi allo spigolo della porta del bagno.
Cloud dal letto si para davanti a lei in un lampo, con i canini in bella mostra, bloccandola all'angolo. Una mano la lascia sul muro, mentre l'altra le sfiora una guancia. Sharon ha uno stiletto sotto al cuscino, mentre l'altro lo ha lasciato in bagno. In ogni caso sempre troppo lontana per prenderne uno. Si spiaccica al muro per non essere toccata da quel succhia-sangue.
«Hai paura di me? Fai bene ad averne» muove la testa portandola di lato, con un sorriso maligno «Mi piace la tua paura. Il tuo cuore batte forte, il sangue scorre veloce e il tuo profumo...Mhm. Il tuo profumo diventa più intenso, forte.» Avvicina la mano al petto della ragazza per sentire il palpitante cuore e la sua pelle calda.
Sharon gli scosta la mano allontanandosi e si avvicina alla porta aprendola.
«Vattene. Non sono il vostro maledetto pasto. Ho fatto un accordo con il tuo amico» sbotta. Forse è stata troppo dura, deve ricordarsi che quello è pur sempre un vampiro.
Cloud si scrocchia l'osso del collo rimanendo nella posizione di prima, volta solo la testa verso di lei con un sorriso.
«Hai ragione, ma sono sicuro che ti farò cambiare idea» si avvicina nuovamente a lei, ma con sua grande sorpresa se ne va. Ha trattenuto il fiato senza essersene accorta. Chiude la porta, si veste e va a buttarsi nel divano insieme a Maria, Serena a la bionda con mezzo chilo di stucco. Anthony si butta addosso a loro, mentre sgranocchia una patatina. Sharon gliene ruba una.
«Ehi, ma che ti sei fatta al mano?» domanda il ragazzo. Sharon osserva il polso leggermente gonfio, con un enorme livido violaceo.
«Niente. Ho sbattuto contro un muro» risponde senza pensarci.
«Sei unica, ma come fai?» ride Anthony. Sharon fa spallucce sorridendo.
Cala sera molto velocemente e i ragazzi si riuniscono in cucina facendo a gara a chi tocca cucinare. Stasera cucina la bionda in abitino succinto. Non sa perché, ma quella ragazza le sta antipatica più dei vampiri stessi. Quella è capace di avvelenarle il mangiare, e non è l’unica. Anche Serena ha qualche problema con lei, anche se non ne conosce il motivo. Mentre parlotta con Maria sente due vampiri e la voce di Alek in corridoio.
«Le nostri fonti hanno detto che sta cercando qualcosa» dice una voce maschile rauca.
«Non sanno cosa?» domanda Alek. Non sente la risposta dell'altro. «Evan è tornato in città e non è mai un bene quando c'è lui in giro.»
Sharon tossisce sentendo quel nome. Le è andata l'acqua di traverso e non riesce a respirare. Gli occhi le si riempiono di lacrime; le arrivano delle pacche sulla schiena che allievano il suo malessere.
«Grazie» risponde con un filo di voce.
«Prego» risponde la voce sensuale e profonda del Signore vampiro. Lei si irrigidisce. «Tutto a posto? Sharon» marca il suo nome di proposito. O almeno così sembra a lei.
«Sì, tutto okay» si schiarisce la gola.
«Molto bene. Non vorrei avere una morte sulla coscienza» si allontana Alek, andando dal vampiro barbuto di corporatura pienotta. Oddio, spera proprio di non essersi fregata.

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** Grazie ***


Grazie a tutti voi, cari lettori, per aver letto la storia Il carillon di Bharatajan. Dopo tanti anni ho deciso che questa storia merita di venire revisionata, corretta soprattutto e sistemata nel migliore dei modi. Non lo riporterò su Efp, ma potrete trovarlo più avanti su Amazon. Se volete maggiori informazione, potete rimanere sintonizzati.
Grazie a tutti voi!
Un abbraccio
Roberta Damiano - Damhia - 

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** Grazie ***


Grazie a tutti voi, cari lettori, per aver letto la storia Il carillon di Bharatajan. Dopo tanti anni ho deciso che questa storia merita di venire revisionata, corretta soprattutto e sistemata nel migliore dei modi. Non lo riporterò su Efp, ma potrete trovarlo più avanti su Amazon. Se volete maggiori informazione, potete rimanere sintonizzati.
Grazie a tutti voi!
Un abbraccio
Roberta Damiano - Damhia - 

Ritorna all'indice


Capitolo 7
*** Grazie ***


Grazie a tutti voi, cari lettori, per aver letto la storia Il carillon di Bharatajan. Dopo tanti anni ho deciso che questa storia merita di venire revisionata, corretta soprattutto e sistemata nel migliore dei modi. Non lo riporterò su Efp, ma potrete trovarlo più avanti su Amazon. Se volete maggiori informazione, potete rimanere sintonizzati.
Grazie a tutti voi!
Un abbraccio
Roberta Damiano - Damhia - 

Ritorna all'indice


Capitolo 8
*** Grazie ***


Grazie a tutti voi, cari lettori, per aver letto la storia Il carillon di Bharatajan. Dopo tanti anni ho deciso che questa storia merita di venire revisionata, corretta soprattutto e sistemata nel migliore dei modi. Non lo riporterò su Efp, ma potrete trovarlo più avanti su Amazon. Se volete maggiori informazione, potete rimanere sintonizzati.
Grazie a tutti voi!
Un abbraccio
Roberta Damiano - Damhia - 

Ritorna all'indice


Capitolo 9
*** Grazie ***


Grazie a tutti voi, cari lettori, per aver letto la storia Il carillon di Bharatajan. Dopo tanti anni ho deciso che questa storia merita di venire revisionata, corretta soprattutto e sistemata nel migliore dei modi. Non lo riporterò su Efp, ma potrete trovarlo più avanti su Amazon. Se volete maggiori informazioni, potete rimanere sintonizzati.
Grazie a tutti voi!
Un abbraccio
Roberta Damiano - Damhia - 

Ritorna all'indice


Capitolo 10
*** Grazie ***


Grazie a tutti voi, cari lettori, per aver letto la storia Il carillon di Bharatajan. Dopo tanti anni ho deciso che questa storia merita di venire revisionata, corretta soprattutto e sistemata nel migliore dei modi. Non lo riporterò su Efp, ma potrete trovarlo più avanti su Amazon. Se volete maggiori informazioni, potete rimanere sintonizzati.
Grazie a tutti voi!
Un abbraccio
Roberta Damiano - Damhia - 

Ritorna all'indice


Capitolo 11
*** Grazie ***


Grazie a tutti voi, cari lettori, per aver letto la storia Il carillon di Bharatajan. Dopo tanti anni ho deciso che questa storia merita di venire revisionata, corretta soprattutto e sistemata nel migliore dei modi. Non lo riporterò su Efp, ma potrete trovarlo più avanti su Amazon. Se volete maggiori informazioni, potete rimanere sintonizzati.
Grazie a tutti voi!
Un abbraccio
Roberta Damiano - Damhia - 

Ritorna all'indice


Capitolo 12
*** Grazie ***


Grazie a tutti voi, cari lettori, per aver letto la storia Il carillon di Bharatajan. Dopo tanti anni ho deciso che questa storia merita di venire revisionata, corretta soprattutto e sistemata nel migliore dei modi. Non lo riporterò su Efp, ma potrete trovarlo più avanti su Amazon. Se volete maggiori informazioni, potete rimanere sintonizzati.
Grazie a tutti voi!
Un abbraccio
Roberta Damiano - Damhia - 

Ritorna all'indice


Capitolo 13
*** Grazie ***


Grazie a tutti voi, cari lettori, per aver letto la storia Il carillon di Bharatajan. Dopo tanti anni ho deciso che questa storia merita di venire revisionata, corretta soprattutto e sistemata nel migliore dei modi. Non lo riporterò su Efp, ma potrete trovarlo più avanti su Amazon. Se volete maggiori informazioni, potete rimanere sintonizzati.
Grazie a tutti voi!
Un abbraccio
Roberta Damiano - Damhia - 

Ritorna all'indice


Capitolo 14
*** Grazie ***


Grazie a tutti voi, cari lettori, per aver letto la storia Il carillon di Bharatajan. Dopo tanti anni ho deciso che questa storia merita di venire revisionata, corretta soprattutto e sistemata nel migliore dei modi. Non lo riporterò su Efp, ma potrete trovarlo più avanti su Amazon. Se volete maggiori informazioni, potete rimanere sintonizzati.
Grazie a tutti voi!
Un abbraccio
Roberta Damiano - Damhia - 

Ritorna all'indice


Capitolo 15
*** Grazie ***


Grazie a tutti voi, cari lettori, per aver letto la storia Il carillon di Bharatajan. Dopo tanti anni ho deciso che questa storia merita di venire revisionata, corretta soprattutto e sistemata nel migliore dei modi. Non lo riporterò su Efp, ma potrete trovarlo più avanti su Amazon. Se volete maggiori informazioni, potete rimanere sintonizzati.
Grazie a tutti voi!
Un abbraccio
Roberta Damiano - Damhia - 

Ritorna all'indice


Capitolo 16
*** Grazie ***


Grazie a tutti voi, cari lettori, per aver letto la storia Il carillon di Bharatajan. Dopo tanti anni ho deciso che questa storia merita di venire revisionata, corretta soprattutto e sistemata nel migliore dei modi. Non lo riporterò su Efp, ma potrete trovarlo più avanti su Amazon. Se volete maggiori informazioni, potete rimanere sintonizzati.
Grazie a tutti voi!
Un abbraccio
Roberta Damiano - Damhia - 

Ritorna all'indice


Capitolo 17
*** Grazie ***


Grazie a tutti voi, cari lettori, per aver letto la storia Il carillon di Bharatajan. Dopo tanti anni ho deciso che questa storia merita di venire revisionata, corretta soprattutto e sistemata nel migliore dei modi. Non lo riporterò su Efp, ma potrete trovarlo più avanti su Amazon. Se volete maggiori informazioni, potete rimanere sintonizzati.
Grazie a tutti voi!
Un abbraccio
Roberta Damiano - Damhia - 

Ritorna all'indice


Capitolo 18
*** Grazie ***


Grazie a tutti voi, cari lettori, per aver letto la storia Il carillon di Bharatajan. Dopo tanti anni ho deciso che questa storia merita di venire revisionata, corretta soprattutto e sistemata nel migliore dei modi. Non lo riporterò su Efp, ma potrete trovarlo più avanti su Amazon. Se volete maggiori informazioni, potete rimanere sintonizzati.
Grazie a tutti voi!
Un abbraccio
Roberta Damiano - Damhia - 

Ritorna all'indice


Capitolo 19
*** Grazie ***


Grazie a tutti voi, cari lettori, per aver letto la storia Il carillon di Bharatajan. Dopo tanti anni ho deciso che questa storia merita di venire revisionata, corretta soprattutto e sistemata nel migliore dei modi. Non lo riporterò su Efp, ma potrete trovarlo più avanti su Amazon. Se volete maggiori informazioni, potete rimanere sintonizzati.
Grazie a tutti voi!
Un abbraccio
Roberta Damiano - Damhia - 

Ritorna all'indice


Capitolo 20
*** Tutto... ***


Grazie a tutti voi, cari lettori, per aver letto la storia Il carillon di Bharatajan. Dopo tanti anni ho deciso che questa storia merita di venire revisionata, corretta soprattutto e sistemata nel migliore dei modi. Non lo riporterò su Efp, ma potrete trovarlo più avanti su Amazon. Se volete maggiori informazione, potete rimanere sintonizzati.
Grazie a tutti voi!
Un abbraccio
Roberta Damiano - Damhia - 

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=1666009