SLAYERS NEXT GENERATION di Saya_Zhao (/viewuser.php?uid=32486)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Lettera per la Tempesta ***
Capitolo 2: *** insegnamenti speciali ***
Capitolo 3: *** AQUA ***
Capitolo 4: *** 4 - Segreti Svelati ***
Capitolo 1 *** Lettera per la Tempesta ***
“Tutti
i personaggi della storia
sono maggiorenni, i fatti o i personaggi descritti non sono esistiti o
sono
inesistenti”
*°*°*°
SLAYERS NEXT GENERATION *°*°*°
*°*°*°
CAPITOLO
PRIMO *°*°*°
*°*°*°
Lettera Per la
Tempesta
°*°*°
…
*anf* … *anf* … *cought* … *anf*
…
La ragazza
correva. I lunghi
capelli biondi le sfioravano il bel viso, pieno di sudore e stravolto
dalla
paura. Paura, certo, ma anche una sicurezza e concentrazione che non
erano in
molte persone. Fuggiva da qualcuno di estremamente potente, che poteva
distruggere la vita in un solo attimo. Ma quale vita era importante?
Certo, la
sua, ma soprattutto quella del piccolo fagotto urlante che stringeva
fra le
braccia … non doveva cadere nelle mani del mazoku, o sarebbe
stata la fine. La
morte della sua adorata bambina.
- Fermati,
drago dorato! - gridò
divertita il demone. Scagliò un incantesimo sfiorando
volutamente il drago,
solo per innervosirlo. Ma lei continuò a correre, stringendo
i denti. Ormai non
ce la faceva quasi più …
La
ragazza-drago svoltò di scatto,
sorprendendo il demone dietro di lei. Ma il vantaggio durò
poco: la parete
rocciosa del monte frenò la corsa. provò alcuni
potenti incantesimi, ma nulla
scalfiva la pietra. Era fatta d’Orialchon!
- Finalmente
sei in trappola. -
esclamò la demone ridendo. Aveva lunghi capelli blu scuro e
profondi occhi
azzurri come il mare.
-
Dolphin
deep sea. The Sea King. Quale onore.
I mazoku non avevano niente di meglio?-
esclamò la ragazza drago. La regina del mare sorrise e
castò un incantesimo per
rispondere all’insulto. Ma non colpì la ragazza.
- Philia Ul
Copt. Sacerdotessa del
dio drago di fuoco. Quel mazoku non aveva una scelta migliore? - La
ragazza
sorrise stancamente senza alcun commento. Quanti avevano già
detto la stessa
frase?
- Dammela. -
- Mai. -
- Allora
temo non ci sia altra
scelta. - disse Dolphin. - DOLPH SLASH! --
Philia
impallidì, ma riuscì ad
evitare tutte le micidiali sfere nere. - FLAME BREATH! -
Dolphin fu
centrata in pieno. Per
lungo tempo la sua figura venne immersa dalla luce, ma alla fine la
mazoku ne
uscì integra, anche se parecchio stanca. - DARK CLAW! -
gridò il demone
superiore.
- CHAOTIC
DISINTEGRATE! - I due
incantesimi si scontrarono annullandosi a vicenda. Philia era senza
energie;
era il terzo combattimento che affrontava e il più
difficile. In più un lembo
dell‘incantesimo della demone le aveva ferito la gamba.
- Questa
gioco è durato fin
troppo. Vai! - esclamò Dolphin lanciando un incantesimo. Un
lungo filo nero
avvolse Philia, che non fece in tempo a spostarsi.
L’incantesimo strinse il
corpo della ragazza fino al limite; il drago dorato non riusciva quasi
più a
respirare. Ma non lasciò cadere nemmeno in quel momento il
fagotto che teneva
in mano.
- Dammela! -
gridò Dolphin.
Philia la
guardò con disprezzo.
Poi disse, boccheggiando: - M…mai!-
Dolphin
scosse la testa. Un demone
superiore non avrebbe mai capito un drago dorato, soprattutto se nel
mezzo
c’era un sentimento tanto opposto all’odio. - BLACK
VISFRANK!- mormorò. La mano
della regina del mare venne avvolta da un alone nero. - Salutami i tuoi
amici
draghi. - esclamò, trafiggendo il petto di Philia con la
mano. La ragazza
spalancò gli occhi per lo stupore; sputò sangue e
si accasciò a terra
stringendo la ferita che sanguinava copiosamente. Il suo sangue
ricoprì tutto
il terreno vicino a loro, ma non toccò il tesoro che la
ragazza drago aveva
difeso con la vita.
Il demone
superiore sorrise
guardando gli occhi del drago spegnersi. Per lei la morte di un
avversario era
come un dolce irrinunciabile. Ora restava soltanto il Traditore e il
sudicio
bambino del drago dorato.
Prese in
mano il bambino, avvolto
nelle fasce. Castò l’incantesimo necessario, ma
all’ultimo si fermò. Il
sacrificio di un bambino era una fonte di energia incredibile; solo,
bisognava
fissarlo negli occhi. Srotolò le fasce leccandosi le labbra.
- Ma cosa … -
esclamò infuriata. Il bambino non c’era! Era solo
una stupida pietra che quello
sciocco drago aveva stregato!
- Proteggila
quanto vuoi,
Traditore! Non la salverai dall’ira dei Demoni Superiori! -
gridò in preda alla
rabbia. Diede un calcio alla pietra e si teletrasportò in un
altro luogo.
- AAAAAAAH!
-
- Arashi*!
Cosa succede? - Il
padre della ragazza spalancò di colpo la porta, entrando
nella stanza della
figlia.
- Ho fatto
un sogno, Xel. Un sogno
orrendo … - sussurrò Arashi tremando. Il padre la
abbracciò teneramente.
-
E’ solo un sogno. Cosa hai
sognato? -
- Ho sognato
una ragazza … cercava
di salvare qualcosa, ma non c’è riuscita,
perché la donna che la inseguiva l’ha
uccisa … si chiamava … si chiamava …
Xel, non lo ricordo! Ma aveva dei capelli
biondi bellissimi! -
Il padre
s’irrigidì e una lacrima
gli solcò il volto. Ma si ricompose e esclamò,
cercando di rassicurare la
ragazza: - E’ stato solo un sogno … solo un sogno
… ora torna a dormire-.
- Ma ho
paura. Quando l’ha uccisa
è stato … spaventoso … come se stesse
uccidendo qualcuno che mi sta a cuore!
Come se stesse uccidendo te! -
- Dormi,
piccola … - mormorò
Xellos. Mormorò un dolce incantesimo e piano piano Arashi si
riaddormentò.
Chiuse lentamente la porta della stanza per non fare rumore.
Osservò per un
attimo ancora il bel viso della figlia. Era così innocente
… lontano da tutti i
problemi demoniaci. Sospirò, cercando i cancellare
l’immagine di Philia dalla
mente. Era sicuro che fosse lei; non era la prima volta che Arashi
sognava
quell’attimo. Ma lui l’aveva sempre cancellato
dalla memoria della ragazza …
per lei era meglio così. Non poteva sopportare lo stesso
dolore che Xellos si
trascinava dentro da anni. Quel dolore che lo colpiva tutte le volte
che
pensava a Philia, il suo amore. Quando pensava ai suoi amici che lo
avevano
chiamato traditore solo perché aveva imparato ad amare.
Quando ricordava il
sorriso del suo drago dorato … e di quanto era stato
impotente quando Dolphin
l’aveva attaccata. Il dolore per la perdita di tutto
ciò che amava … ma almeno
Arashi era lì. Figlia di Philia, figlia sua. Figlia di
demone e di drago
dorato. Arashi … cioè
“Tempesta”; quale altro nome per una bambina nata a
causa
del più grande guaio nato tra luce e oscurità?
Xel strinse
con dolore il diadema
che portava al collo, legato ad una corda dorata come un ciondolo.
L’ultimo
dono di una madre per la figlia che aveva abbandonato.
Il mattino
dopo, Arashi non
ricordava nulla.
Si
stropicciò gli occhi e sbadigliò.
Odiava andare a scuola, era così noioso. Tutto prevedibile e
sicuro. Si vestì e
osservò la propria immagine riflessa nello specchio con
curiosità, proprio come
ogni mattina. Era bella, Arashi, quasi quanto la madre. Portava i
capelli
biondi corti in un taglio sofisticato, che le incorniciava il viso
affilato,
dalla pelle morbida e chiara. Non era molto alta, ma era sottile e
aggraziata.
I tanti anni di scherma l’avevano modellata alla perfezione.
Ma pochi sapevano
quanta fatica c’era voluta! Pochi anni fa era rotonda come
una palla da calcio.
Come
vestirsi? Un altro dilemma.
Il padre le regalava sempre vestiti strani e inusuali per
l’epoca: lunghi
mantelli caldi, pantaloni morbidi e larghi o vestiti ampi e decorati.
Li teneva
chiusi nell’armadio, per non offendere Xel, ma non li metteva
mai. Non si
sentiva a suo agio con quei vestiti … non le appartenevano.
Non ancora. Infilò
i pantaloni a pinocchietto, i suoi preferiti. Erano sgualciti e
strappati nei
punti giusti, senza risultare eccessivi. La cintura bianca la metteva
sempre,
in qualsiasi occasione. Scelse la maglietta che più le stava
a cuore, quella
comprata in un viaggio con papà a S.Francisco. Poi le sue
immancabili All
Stars, colorate e meravigliose, comprate a Los Angeles l’anno
prima. E il cappello
nero morbido da pittore, che aveva decorato con bottoni colorati. Non
sapeva
perché, ma oggi indossava solo cose che per lei avevano un
significato
speciale.
Si
avvicinò allo specchio e mise
il suo filo di matita abituale. I suoi occhi le piacevano da morire
… erano
viola; non il leggero violetto che colora qualche volta gli occhi
azzurri, ma
un viola intenso, come l’ametista.
- Arashi! -
- Arrivo! -
Che palle la
scuola. L’aveva già
detto?
- Ehi,
Arashi! Come va oggi? -
- Bene
grazie. - mormorò lei. Il
saluto di Joji era un rituale. Ad Arashi non importava di Joji e a Joji
non
importava di lei. Ma perché rinunciare a un saluto fatto con
gentilezza?
Salutò
Fay e Karen e andò a
sedersi al suo posto vicino alla finestra proprio mentre entrava il
professore
di matematica. Aveva un faccia stravolta, di una persona che non aveva
dormito
e per questo era molto irritabile. Arashi sospirò annoiata e
si alzò in piedi
per il saluto. Poi si ributtò sulla sedia, lasciando
trasparire tutta la sua
noia.
<<
Ul Copt … alla lavagna. -
ringhiò il professore.
Arashi
sospirò e si alzò di nuovo.
Eseguì l’equazione di terzo grado con
facilità. Il viso del professore si
contorse nell’incredulità più totale,
per trasformarsi poi in irritazione. Le
diede un’altra equazione, più difficile, ma lei
risolse anche quella. Aveva
ereditato la memoria e la capacità d’adattamento
di suo padre; qualsiasi cosa
il professore avesse chiesto, lei lo avrebbe fatto. Con molta
probabilità.
Xellos
entrò nel suo ufficio.
Quella piccola stanzetta era veramente troppo stretta per lui, che non
si
sentiva a suo agio nemmeno nell’appartamento dove abitava. Un
bilocale a due
posti … tsé … era abituato a ben altro
… un castello sulla Wolf Pack Island era
decisamente meglio. Sospirò, sedendosi alla sua scrivania e
accendendo il
portatile. Non doveva pensare al master, ne all’universo
parallelo dove era
cresciuto. O i rimpianti sarebbero riaffiorati.
- Ma porca
… - imprecò, quando il
computer si bloccò per l’ennesima volta. Gli diede
un colpo deciso,sperando che
ripartisse. Niente da fare. Era decisamente tentato a distruggere
quell’apparecchio infernale. Un bel dragon slave, e tutto
finiva lì. Ma doveva
controllarsi.
Diamine, Xel
… non sei Lina! Tu
sei calmo, intelligente e misterioso …
Riprovò
la password. Niente. Il
codice binario? Nemmeno. Aveva impiegato mesi per imparare tutti quei
codici
strapieni di numeri, ma alla fine a cosa era servito? Il computer si
bloccava
lo stesso. Xellos sospettava che la macchinetta percepisse la sua aura
demoniaca e si bloccasse apposta tutte le volte.
- Evvvaii! -
esultò, quando il
computer ripartì, finalmente. Aveva usato un pizzico di
magia, d’accordo, ma il
fine giustificava i mezzi. ^^
Dopo il
professore di matematica
arrivò quello di storia, decisamente più allegro.
E poi, quella d’italiano, che
trascinava Ogni parola come se pesasse 9 quintali. Alloooooraaaa
raaagaaaazziiii coommmmeee vaaaa? Ogggi veeerrriiiiificaaaa!
Ma si
credeva divertente? Ci
faceva o ci era?
L’ora
di ricreazione arrivò come
un’ancora di salvezza. Due ore d’italiano, cristo
santo! Due! Qualsiasi comune
mortale sarebbe deceduto in quattro secondi e mezzo.
-
Arashi-chaan!- una voce
stridula, insistente. Ma non detestabile. Chi altri poteva essere?
- Ciao,
Misato-chan. - rispose
Arashi, finalmente contenta di vedere una faccia amica. In contrasto
con la
voce acuta, il modo di vestire e la personalità di Misato
Ono erano
incredibili: i capelli con una ciocca colorata, gli abiti sgargianti e
vistosi
con la classe tipica di Misato.
- Come vaaa?
^.^ -
-
Perché questo tono? -
- Indovina
chi è venuta a trovarmi
oggi? -
- Non lo so
… -
- Indovina
chi rimarrà a casa mia
per tutta la settimana? -
- Chi?
>>
-
Sakura-san! -
- S
… Sakura? - Oddio, Arashi se
la ricordava. Non era antipatica, e nemmeno noiosa. Era semplicemente
irritante. Ma Misato l’adorava … come poteva
odiare sua cugina?
-
SiSì … e indovina chi è venuto
con lei? -
- N
… non sa … saprei …-
balbettò
Arashi. Sapeva bene chi poteva essere l‘unico che avrebbe
accettato di
accompagnare quella peste, ma il solo pensarci la faceva arrossire.
- Viene
anche Shinichi-kuun! -
L’aveva
detto. Shin era qui!!
- E finisca
prima delle tre!
>> gridò la capoufficio, una donna O D I O S A.
Xell
grugnì un sì in risposta,
lanciando una smorfia in direzione della donna non appena lei
lasciò l’ufficio.
Il ticchettio dei tasti iniziò senza interrompersi mai. I
calcoli erano davvero
difficili e noiosi, ma doveva farli. O sarebbe stata la fine
dell’azienda. Xel
ripensò all’odioso capo e si augurò con
tutto il cuore che almeno lei
affondasse. Le maledizioni dei demoni sono dure a morire.
- Ma non
possiamo uscire prima
delle tre da scuola! - esclamò contrariata Arashi.
- Non
possiamo? - ripeté Misato
con gli occhi che le brillavano.
- No,
Misato. Non possiamo
marinare la scuola! -
(volevo
usare bruciare ma m
sembrava trpp bresciano XD Nd Aut)
- Sempre
attenta ai dettagli? Ma
lo vuoi vedere Shinichi si o no? -
-
Sì, ma… resta una settimana,
no?-
- No. Lui
parte stasera. >>
- Coooosaaa?
O.O -
-
SiSì.-
- Allora
andiamo ^.^ -
- Signor Ul
Copt. - gridò il capo.
Uffaaaa… pensò Xel. Che cosa vuole ancora?
- Si sieda.
- Xel obbedì,
riluttante. Era pur sempre un demone! Stare agli ordini di un semplice
essere
umano non era tra le sue prerogative migliori.
- Come va il
lavoro? -
- Bene. -
- Ottimo.
Volevo solo dirle che se
lo finirà entro le tre, la autorizzo ad uscire prima
dall’ufficio. Buona
giornata. >> disse alzandosi e uscendo. Xel la
seguì con lo sguardo,
visibilmente sorpreso. Dopotutto non si meritava la maledizione di un
demone.
-
Shiiiin-kuuuun! - gridò Misato,
entrando in casa. Arashi era subito dietro di lei, rossa fino ai
capelli e con
il respiro irregolare e nervoso. Si tolse le scarpe entrò in
casa dell’amica
mormorando un cortese permesso alla madre di Misato. La donna sorrise e
indicò
la stanza di sopra, scandendo le parole SHIN E’ SU. Arashi
diventò ancora più
rossa, ma salì le scale cercando di evitare lo sguardo
divertito della signora.
-
ARASHI-SAN! >> Gridò
Sakura, correndo ad abbracciarla.
-
Ouch… ciao Sakura-Chan… come
stai? -
- Bene,
grazie, Sempai. -
- Da quando
sono Sempai? O.O -
- Da quando
ho scoperto che
meravigliosa persona sei.- rispose facendole l’occhiolino.
-
M… Misato-chan!!! - esclamò
Arashi arrossendo ancora.
- Io non ho
detto proprio nulla! -
Arashi non
le ascoltò più. Sul
letto di Misato era disteso Shin. Stava leggendo un libro,
apparentemente senza
dare ascolto alle chiacchiere delle ragazze. Il corpo alto e magro
avvolto
nell’uniforme scolastica nera spiccava sulle lenzuola biache.
I lunghi capelli
neri era sparpagliati sul cuscino, incorniciando il bel viso del
ragazzo.
Arashi sentì il respiro mancargli quando lo vide.
-
Arashi-chan! - esclamò,
poggiando il libro. Gli occhi verdi come l’erba del ragazzo
si spostarono su
Arashi, osservandola da capo a piedi. Sbagliava, o le era sembrato
sorpreso di
vederla?
- Mi sei
mancata, Arashi-chan -
disse, abbracciandola. Quando le mani del ragazzo l’avvolsero
il viso di Arashi
divenne rosso come un pomodoro. Ma rispose all’abbraccio.
- Anche tu,
Shin-san. -
- Ancora con
questo san? Ti ho
detto tante volte di chiamarmi Shin-kun! Mi fa sentire meno vecchio.-
- Ma hai
solo due anni in più di
me! -
- Lo so, ma
per molti sono troppi.
- sussurrò guardandola a fondo. Arashi arrossì
ancora di più. Sarebbe svenuta,
lo sentiva.
- Lo sai che
sei molto carina,
oggi? - si complimentò Shin, accarezzandola una guancia.
(passiamo oltre alla
reazione di Arashi nd Aut XD)
- OOOH!
Shinichi! Oggi sei molto
diretto, vedo. - disse la signora Ono entrando nella stanza. -Volete
qualcosa
da bere? Vi porto un te’? -
- si grazie
mammina adorata! -
gridò Misato.
- Con te
faccio i conti dopo. -
esclamò la signora sorridendo.
-
Perché?? O.O -
- Hai
saltato scuola, No? ^^ -
- Mammaaaaa!
Era per una buona
causa >.< -
-
Sarà… Vieni giù ad aiutarmi.
Anche tu, Sakura. -
Finalmente
ho finito! Esultò Xel.
Prese la sua roba e si avviò sulla strada di casa. Erano le
due e mezza. La
giornata si prospettava magnifica, ma Xel sentiva un nodo
d’angoscia che gli
stringeva la gola. Il suo istinto di demone gli diceva che di
lì a poco sarebbe
successo qualcosa. Ma cosa?
- Arashi!
Stai tremando! - mormorò
Sin a bassa voce. -Hai freddo? -
- No, sto
bene… sono solo …-
- Nervosa? -
- Come lo
sai? - chiese lei.
- Tutte le
volte che mi vedi ti
comporti così. Prima pensavo che fossi timida, ma ormai ci
conosciamo da molto
tempo e non so più cosa pensare … ti senti a
disagio con me? -
(che
stupidotto questo XDXD nd
Aut)
-
No… è che … - mormorò
Arashi,
arrossendo ancora. Che dire?
Shin sorrise
e si avvicinò ancora
di più. Ormai i visi dei due ragazzi era alla distanza di un
respiro. Arashi
aveva paura, ma non osava ritrarsi. Non voleva offendere
Shin… e poi era così
bello stare accanto a lui … vedere quelle pozze di smeraldo
così vicine la
rendeva più calma. Espirò, accorgendosi di aver
trattenuto il respiro per tutto
quel tempo. Shin sorrise, abbracciandola stretta.
- Ecco,
così. Rilassata…-
- Shin, io
… -
-
Shh… - sussurrò lui, cullandola.
Il profumo del ragazzo inebriò Arashi. Sapeva di
fresco… era davvero buono. Non
lo avrebbe mai scordato. Appoggiò la testa contro il petto
del ragazzo. Il
cuore di lui batteva forte, instancabile, quasi correndo come le
pulsazioni che
scuotevano quello di Arashi. La ragazza si sorprese e alzò
il viso, incontrando
quello di Shin. Era così bello … gli occhi erano
magnetici e non riusciva più a
staccare lo sguardo. I capelli neri che accarezzavano il viso di Shin
erano
bellissimi … quanta invidia … avrebbe voluto
essere parte di loro per toccare
sempre il viso del ragazzo …
Erano
vicinissimi; Shin alzò la
testa di Arashi lentamente, avvicinandola ancora di più. I
nani si sfiorarono
con un movimento dolce e tenero. Shinichi appoggiò le labbra
sul quelle di
Arashi, aspettando. La ragazza era nervosa e il cuore le batteva a
mille. Ma,
quando sentì le labbra di lui posarsi, si rilassò
e ogni pensiero scomparve.
Piano dischiuse le labbra, lasciando che la lingua di lui entrasse
nella sua
bocca …
ARASHI!
- AH! -
Gridò Arashi, tappandosi
le orecchie per il male.
- Ho
fatto… qualcosa di male? -
chiese Shin preoccupato.
-
No… - mormorò lei in preda al
male e all’angoscia di aver rovinato il più bel
momento della sua vita. -No, tu
… non …-
Arashi!!
Fuoco.
Fuoco, ovunque. Una chioma
viola che giaceva a terra, confondendosi con le fiamme. Due occhi
ametista che
la guardavano preoccupati ed imploranti e uno strano bastone magico
disteso
poco più in là, la sagoma di una donna
bellissima, dai capelli corti, che
sollevava prepotentemente il corpo di Xel ...
- Scusami,
Shin-kun, scusa! Devo
andare! >> disse Arashi afferrandole sue cose e
precipitandosi fuori.
- Ma Arashi!
-
- Scusa! Mio
papà … incendio … sta
male …>> ma ormai era già fuori
dalla porta, correndo verso la sua casa.
-
Papà!! - girdò tra le lacrime
quando vide il piccolo appartamento avvolto dalle fiamme.
-Papà!- Si buttò,
cercando di entrare, ma due mani forti la fermarono.
- Signorina,
ma che fa? E’
pericoloso! - le urlò il poliziotto.
-
C’è mio padre lì dentro! -
- Non puoi
fare più niente. Se c’è
qualcuno dentro è già morto, mi dispiace.-
- NO! -
Gridò. E un attimo dopo,
scomparve.
Ma cosa
è successo? Un attimo
prima il poliziotto la teneva saldamente, impedendole di compiere
qualcosa di
avventato. Un attimo dopo era lì … tra le fiamme.
-
Papà! - gridò. Le fiamme erano
altissime, ma non sembravano naturali. Sembravano alimentate da
qualcosa … o da
qualcuno. Sentì qualcosa scricchiolare sopra di lei.
Alzò la testa, appena in
tempo: una grande asse stava crollando. Arashi si accucciò a
terra, spaventata,
ma qualcosa frenò la caduta del legno. Alzò
ancora lo sguardo, intimorita. Una
strana donna stava tenendo sollevata l’asse senza che il
fuoco la scottasse. E
il sorriso di lei era spaventoso … e inquietante.
- Tu sei la Tempesta?
- chiese
ridendo.
Arashi
spalancò gli occhi per lo
stupore. Pochi sapevano il significato del suo nome …
- Sono io. -
Il sorriso
della donna si allargò
ancora di più. Lanciò l’asse e
mormorò qualcosa, facendo apparire una barriera
scura che le protesse dalle alte fiamme. - Io sono la Grande
Bestia. -
Arashi la
guardò terrorizzata. Lo
sguardo divertito della donna le metteva paura e sentiva che intorno a
lei
aleggiava uno strano e fortissimo potere. Chi era?
- Arashi! -
gridò Xellos, entrando
di colpo nella barriera scura.
- Oooh, ora
riesci ad entrare nella
barriera del tuo master, Xel? -
Xel non la
sentì. Lo sforzo gli
era costato caro. Tossiva e sputava sangue, ma si era rialzato comunque
sulle
gambe tremanti per proteggere la figlia. Alzò il bastone e
attivò un potente
incantesimo di difesa.
- Non la
toccherai! - ringhiò
rabbioso - non le farai del male! -
La donna
ridacchiò. - Vuoi
sfidarmi, Xel? Vuoi sfidare il tuo master? -
-Se
è per proteggere Arashi,
ucciderò anche te, Zelas. - Zelas sorrise e scosse la testa.
Schioccò le dita e
una palla di fuoco gigantesca le comparve fra le mani. Xel
impallidì ma
respinse l’attacco con il bastone. Ma Zelas
attaccò ancora, senza lasciargli
tregua. Un incantesimo oscuro trapassò la fragile barriera
del demone,
dirigendosi verso Arashi. Ma Xel la protesse con il suo corpo,
accusando il
colpo in pieno e volando tre metri più in là.
-
Papà!- esclamò correndo accanto
a lui.
-
Così non va, Xel. - ridacchiò la
donna -se proteggi lei non salverai te stesso. Eri il demone
più
meravigliosamente individualista, come ti sei ridotto? Tutta colpa
dell’Amore?
- disse quasi sputando sull’ultima parola.
Xel
tossì - S … sai, Ma … master
…
Mi fai … p … pena …-
- Uh? Ti
faccio pena? -
-
Sì, per … perché tu … tu
non sai
co … cosa è l’amore … -
Zelas
creò un’altra palla di
fuoco, lanciandola contro il demone che non la evitò. I suoi
vestiti e la sua
pelle erano coperti di bruciature, il viso e le ferite del corpo
grondavano di
sangue. Ma gli occhi violetti del demone era più vivi che
mai, ed erano tornati
ad avvolgere Arashi con una barriera protettiva. Zelas
scagliò un altro
incantesimo ma la barriera di Xel difese i due e restituì
colpo al mittente,
cogliendola di sorpresa.
- Arashi
… -
-
Papà! Non parlare! Starai peggio
… vedrai che andrà tutto bene … vivrai
- gridò lei fra le lacrime.
Xel scosse
la testa sorridendo. -
Non andrà bene. Ormai sono allo stremo … -
-
Papà! -
- Arashi!
Ascolta. Non abbiamo
tempo. - disse, tappandogli la bocca. - Questo mondo non è
più sicuro. Non lo
sarà nessun altro e tanto meno quello in cui stai per
tornare. Ma è casa tua …
solo lì potrai scegliere la tua strada e continuare a vivere
… solo lì potrai
decidere il tuo destino … -
- Ma cosa
stai dicendo, papà? -
- Prendi
… prendi questa lettera.
Quando arriverai a Saillune, chiedi di Lina Inverse. Lei dovrebbe
abitare
ancora lì. Aprila solo quando sarai a casa sua! Solo allora
sarai al sicuro,
per un po’. -
- Chi
è questa Lina Inverse? -
- Prendi il
mio bastone e questo
diadema. -
-
Papà! Non ti voglio lasciare! -
gridò lei.
Xle sorrise
e le accarezzò il viso,
togliendole le lacrime. - Devi vivere, Arashi. Anche tua madre lo
vorrebbe. Non
lasciare che il nostro sacrificio sia vano … -
-
Papà! -
Xel
socchiuse gli occhi,
trattenendo una smorfia di dolore. Con la mano destra manteneva attiva
la
barriera che li proteggeva da Zelas, mentre con la sinistra castava un
incantesimo particolarmente potente. Sotto i piedi di Arashi si
formò
un’eclissi luminosa; la ragazza sentì i piedi
sprofondare nel varco creato dal
padre. Si sentiva confusa e stanca, con gli occhi doloranti per il
pianto.
Afferrò il bastone del padre mentre sentiva una strattonata
alle caviglie che
la trascinò ancora più giù. Era
immersa con tutto il corpo. Guardò il padre
un’ultima volta, così concentrato nel creare
l’incantesimo che avrebbe salvato
almeno lei. -
Papà! - gridò, tendendo la
mano verso di lui. Ma ormai l’incantesimo era stato
completato e Arashi cadde
nel vuoto.
- Uffa,
Xellos … mi hai tolto
tutto il divertimento trasportandola nel nostro universo. Adesso Dynast
si
arrabbierà. -
Xellos
sorrise. Perfino muovere le
labbra gli procurò un dolore lancinante. Le forze lo avevano
completamente
abbandonato e ora lui giaceva a terra inerme, grondante di sangue.
Zelas lo
guardò con pietà.
- Grazie
… - sussurrò Xel con le
ultime energie.
- Per cosa?
- esclamò sorpresa
Zelas.
-
Perché tu non mi chiami
“Traditore” … - e spirò.
Era caduta
in quel vortice strano,
che sembrava non avere fine. L’aveva circondata una sorta di
dimensione
azzurrognola che assorbiva ogni suono, perfino il grido incessante che
usciva
dalla sua gola spaventata. Alla fine, quando sentì il
respiro mancare e i
polmoni chiedere aria, su di lei era comparso il cielo, arrossato dal
sole che
tramontava. Si era sentita avvolta dall’aria fresca come non
mai … e in
quell’attimo era stata felice … ma le lacrime le
avevano ribagnato il viso, e
lei era tornata nello stato d’incoscienza e dolore in cui
vegetava prima.
Stava
trapassando le nuvole più
basse. L’atterraggio era imminente … ma Arashi non
faceva nulla per salvarsi,
ne per arrestare la caduta. I suoi occhi erano spenti, diretti in un
luogo per
lei ormai irraggiungibile. Quando fu in prossimità della
terra, il bastone di
Xel si attivò automaticamente per difendere la vita del
nuovo padrone. Creò una
barriera magica che attutì l’impatto. Si
formò una voragine gigantesca e un
rumore assordante spaventò gli animali e gli uomini che
vivevano in quei
luoghi.
Arashi era
sdraiata a terra. Non
aveva la forza di alzarsi. Stringeva il bastone con tutte le forze che
aveva;
era l’unico oggetto che le rimaneva di suo padre. Le sue
ultime parole erano
state per lei il colpo di grazia. Devi vivere, Arashi. Anche tua madre
lo
vorrebbe. Non lasciare che il nostro sacrificio sia vano…
Ma lei non
ce la faceva, non
ancora. Il dolore e l’odio che provava verso se stessa non si
erano ancora
placati. Si odiava di non essere stata abbastanza forte da salvare suo
padre;
si odiava perché era fuggita lasciandolo al suo destino. Si
odiava perché era
stata la causa della morte dei suoi genitori.
Così
restò lì, sdraiata a terra,
fra la polvere, senza muovere un dito. Stringeva stretto a
sé il bastone e il
medaglione che Xel gli aveva donato in punto di morte. Respirava piano,
silenziosamente. Sembrava che fosse morta. I suoi occhi erano spenti,
privi di
qualsiasi emozione se non profondo dolore. Grandi lacrime gli rigavano
il
volto, bagnandole il colle, inzuppandogli la maglietta. Il sole era
offuscato
dalla coltre umida che velava i suoi occhi e ogni rumore era ovattato.
Non
sentiva più nemmeno il vento freddo della sera che le
soffiava implacabile
sulla pelle, facendola rabbrividire di freddo. Era come un vegetale,
viveva ma
non sembrava nemmeno in grado di respirare. E, quando un ombra
passò su di lei,
osservandola curiosa, non si mosse. Non reagì nemmeno quando
l’ombra la prese
in braccio, trascinandola lontano da quel posto, portandola nella sua
dimora.
- Mamma,
dici che è viva? -
-Vuoi stare
un po’ zitta,
Yuzuriha**? Si sta svegliando. -
Arashi
aprì gli occhi. Era su un
letto morbido, forse troppo, imbottito di paglia e piume
d’oca. Sopra di e li
vedeva indistinte le sagome di tre teste … tutte e tre
chinate su di lei con
aria preoccupata. Si stropicciò gli occhi, chiedendosi
quanto tempo aveva
dormito. Osservò i tre strani personaggi; le due donne
avevano la stessa
indomabile chioma rosso-fuoco, ma nello sguardo di una c’era
una potenza e una
decisione … anche strafottenza, se vogliamo dire
… pari a nessun altro. La
guardava con sguardo attento e preoccupato. L’uomo biondo
invece sembrava non
capire una parola di ciò che stava succedendo.
- Come stai,
piccola? - chiese la
rossa con una dolcezza che Arashi non si sarebbe mai immaginata.
-
Io… io … bene … - balbettò.
-
Dove sono? -
- Sei a casa
nostra, che domande.
- intervenne il biondo, credendo di aver detto chissà cosa.
-
Sta’ un po’ zitto, tu! - gridò
la rossa mentre una vena gli pulsava impaziente sulla fronte.
Improvvisamente
Arashi si ricordò
di suo padre, della promessa, della lettera, di tutto. Anche della
lotta nella
sua casa e del viaggio “dimensionale”.
Sentì ancora una volta le lacrime e
gridò, con voce roca:
- Vi prego,
devo trovare
immediatamente Lina Inverse! -
La rossa
tornò a fissarla con aria
truce. - Cosa vuoi dalla grande maga Lina Inverse? - chiese.
- Io
… io non lo so … mio papà mi
ha detto di trovarla una volta tornata nel suo mondo … mi
disse di trovare
Saillune, dove viveva Lina Inverse e … di chiedere la sua
protezione … - Arashi
non riuscì più a controllare i singhiozzi e
tacé.
- Chi
è tuo padre? - volle sapere
la rossa, questa volta con più gentilezza.
- Si
… si chiama Xellos. Xellos Ul
Copt. -
La rossa
rimase impietrita,
sentendo quel nome. Si strinse il cuore, come se si fosse fermato
improvvisamente. Guardò la ragazza con occhi velati dalle
lacrime e pieni di
dolore. - Xel … - mormorò.
- Chi
è Xellos Ul Copt? - chiese
il biondo.
- MA ALLORA
SEI FESSO PER DAVVERO!
- gridò furibonda la rossa, mollando un pugno incredibile
sotto il mento del
povero uomo.
Arashi
guardò Lina mentre serviva
il te’. Scoprire che la maga che doveva trovare era lei,
l’aveva messa un po’
in soggezione. Sembrava innocua, ma quando voleva era scatenata. Si
arrabbiava
spesso, soprattutto con Gourry, il marito, che pareva cascare sempre
dalle
nuvole. In qualche modo quei due si completavano a vicenda. Quando le
aveva
rivelato la sua identità, Arashi l’aveva fissata
per mezz’ora. Era piccola,
bassa e dal seno piatto (come osiiii!! NdLina). L’avanzare
dell’età si notava
solo da qualche ruga sulle tempie e attorno agli occhi, ma per il resto
sembrava giovane come non mai. I capelli rossi erano come un faro in
mezzo
all’oceano, con qualche accenno argentato, mentre gli occhi
castani brillavano
di vita. Sul volto aveva sempre stampato un sorriso perfido e
intelligente,
eppure, in qualche modo, Arashi sentiva di potersi fidare di lei.
Percepiva
attorno alla maga una potenza incredibile mista a un temperamento
combattivo.
Ma sincero …
- Sei sicura
di volerla leggere in
mia presenza? - chiese Lina, indicando la lettera.
- S
… sì. - disse Arashi -Non
credo d poter comprendere tutto ciò che è scritto
qua dentro … ho bisogno di
aiuto. Voglio leggerla tutta, anche se può farmi molto male.
>>
Lina
annuì. -Avevo intuito che eri
speciale, quando Yuzuriha ti ha portata a casa dicendo che eri caduta
dal
cielo. LON, all’inizio pensavo che stesse diventando scema
come suo padre,
visto che è una spadaccina abile quanto lui. Ma quando ho
visto i tuoi occhi
viola mi hai ricordato qualcuno … -
-Conoscevi
bene mio padre? -
- Beh, non
posso dire di
conoscerlo a fondo. Non eravamo nemmeno amici. Abbiamo condiviso molte
avventure spericolate … lui era così ambiguo e
misterioso. Credo che sia
cambiato veramente solo quando ha sposato Philia. -
-
Perché dici questo? -
-Leggi la
lettera … Non posso
spiegarti se non sai i principi. Sarebbe più difficile che
dirlo a Gourry. -..-
-
Arashi
annuì e strappò la busta.
La lettera era lunga e piene di parole. Arashi toccò la
carta ingiallitala
tempo, ricordando ancora il volto del padre. Ma sta volta si impose di
non
piangere e lesse ad alta voce:
Bambina,
Se stai
leggendo questa lettera
vuol dire che io sono morto.
Ti voglio
bene, piccola. La
decisione che ho preso è sofferta, ma non piangere per me.
L’ho
fatto per proteggere ciò che
avevo di più caro.
La
dimensione dove sei cresciuta
non è la nostra terra, piccola.
Lo sentivi,
vero? Non ti sentivi
diversa da tutti coloro che ti stavano attorno?
Non sentivi
un dolore amaro in
fondo al cuore?
Sai
cos’era? Era la nostalgia. La
nostalgia della tua terra.
Sapevo che
un giorno saresti
dovuta tornare. Eppure ho cercato di trascinarti via lo stesso,
Sacrificando
me stesso e colei che
amavo più della mia vita.
Perdonami,
Arashi. Perdonami. La
colpa è solo mia.
Il mondo
dove ti trovi adesso è
basato su leggi millenarie,
Su poteri
incredibili e su magie
che non puoi immaginare.
Quello
è l’universo del dio demone
Shabranidgo e del dio drago Cephied.
Quello
è il mondo creato da LON,
Lord Of Nightmares.
E’
governato dagli umani, ma
nell’ombra due gruppi rivali combatto una guerra che dura
ormai da millenni,
fin dall’epoca della creazione. Da quando siamo nati, non
facciamo altro che
combatterci, perché questo è il volere di LON, il
demone dorato.
I draghi
dorati, sono il bene, la
luce, la vita.
I Mazoku
sono l’oscurità, il male,
la morte.
Io, sono un
demone.
Tua madre
era un drago.
- Era? Vuol
dire che è morta? -
esclamò Arashi, incredula. - CREDEVO SE NE FOSSE ANDATA! -
- Non
piangere, piccola. Vai
avanti. -
Abbiamo
lottato a lungo, da
rivali, odiandoci a vicenda.
Ma, alla
fine, non so neanche io
come,
Il mio
piccolo drago dorato ha
fatto breccia, costringendo anche un demone come me a provare
l’amore.
Credevo di
morire, perché per i
demoni non c’è niente di più letale.
E invece,
sono vivo. Ed ho amato.
Sono cambiato, non sono più al servizio di Shabranigdo.
I poteri li
ho ancora, ma nessun
mazoku può darmi più ordini. Libero, ma
condannato, perché un demone che prova
l’amore è per tutti i suoi simili un Traditore.
Eppure sono
felice di aver scelto
tua madre, perché sei nata tu, bambina mia.
Sai
perché tu sei la Tempesta?
Perché
quando nascesti, una vera e
propria bufera si scatenò sui Draghi dorati e sui Mazoku.
Tu hai il
sangue nero di Ruby Eye
Sahbranigdo
E quello
dorato di Cephied, il
Dragon Lord.
Sei nata
dal’unione dei loro
poteri, sei la figlia dell’amore impossibile.
E per loro,
per entrambi, sei un
pericolo.
Il tuo
potere è paragonabile a
quello di LON in persona, perché riunisce in un solo
individuo la forza del
bene e quella del male. L’elemento di congiunzione non
è l’odio, ma l’amore.
Per questo i due poteri si sono uniti così bene. Sei unica,
tesoro. E sei in
pericolo.
Entrambe le
fazioni cercheranno di
eliminarti o di trascinarti dalla loro parte;
Tu non devi
cedere a nessuna di
loro, piccola, perché sarebbe la fine.
La
libertà che desideravamo per te
morirebbe in quell’istante.
Devi fuggire
da loro. Stagli il
più lontano possibile.
Devi capire
te stessa per
scegliere il tuo destino.
Non cedere
alle loro esigenze.
Perché la parte che sceglierai sarà la
vincitrice, in eterno.
Non so qual
è il futuro che ti
attende, Arashi.
Vorrei
saperlo, per aiutarti.
Ma non posso.
Perdonami.
Vorrei
essere lì. Vorrei starti
vicino. Ma … non posso.
Ti voglio
bene.
Sei il
tesoro più grande che la
vita mi ha dato …
Ti
augurò tutto la felicità,
Arashi.
Sarà
difficile, ma devi resistere.
Fallo per me
e tua madre.
Vivi libera,
come avremmo voluto
essere noi.
Sii libera
di amare …
Arashi la
rilesse, ancora. La
terza volta, grandi lacrime le offuscarono viso, impedendole di
continuare.
Mamma e papà erano morti. Lei era in pericolo. Ma era sola,
questo era ciò che
più la spaventava. Sola, unica. Che differenza faceva?
- Arashi
… - mormorò Lina,
appoggiando una mano sulla spalla della ragazza.
- LASCIAMI
STARE! - gridò lei,
sparendo nel nulla.
Lina
sospirò. Non era andata
lontano, perché un mago alle prime armi non era in grado di
allontanarsi
troppo. Forse era in un’altra stanza, magari in giardino, ma
non di più.
Raccolse la lettera e la rilesse ancora, ricordando in una volta tutte
le
avventure passate con quei due che continuavano a litigare. Sorrise,
sapendo
che quando si erano sposati erano le due persone che si amavano di
più.
Mormorò
un incantesimo, che rivelò
un ultima frase nascosta dal Mazoku. Era rivolta a lei.
P.S. Lina,
ricordi la nostra
promessa? E’ giunta l’ora di mantenerla.
- Certo che
la ricordo, Xellos.
Insegnerò tutto ciò che so ad Arashi. -
*°*°*
fine primo capitolo *°*°*
* Arashi
significa “Tempesta”
** Yuzuriha
… questo invece vuol
dire “Spada Che Protegge”
bello, vero?^^
Scusate,
stra mega fan di Xellos…
lo so che avreste preferito che vivesse. Ma io sono una tragediografa d
natura
>.< Questa FanFic mi è venuta in mente durante
le pallose ore di diritto
… il Diritto concilia la fantasia … forse
perché una strega ci fa da insegnante
XDXDXD
Uhm…
e poi … fatemi pensare … ah,
sì^^ scusate, lo so i miei nomi non sono proprio in stile
Slayers. Infatti non
credo che troveremo mai una “Arashi” o una
“Yuzuriha” nel mondo di Hajime
Kanzaka! … altri fan noteranno che i nomi dei figli sono
tutti presi da X
(CLAMP) … ^^ scusate, non ho saputo resistere … i
significato dei nomi mi
piaceva troppo …
Dite
che è un po’ troppo
drammatica? Boh … Stile mio, non Hajime Kanzaka …
|
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Capitolo 2 *** insegnamenti speciali ***
“Tutti i personaggi della storia sono maggiorenni, i fatti o
i personaggi descritti non sono esistiti o sono inesistenti”
*°*°*° SLAYERS NEXT GENERATION
*°*°*°
*°*°*° CAPITOLO SECONDO
*°*°*°
*°*°*° Insegnamenti speciali
°*°*°
Arashi era ricomparsa poco più in là. I suoi
teletrasporti erano incontrollabili e deboli, e avvenivano solo quando
la ragazza sentiva il disperato bisogno di andarsene. Si
guardò attorno: il giardino dietro la casa di Lina era
grande, un gigantesco campo d’erba.
Sentiva una grande oppressione al cuore. Aveva bisogno di sfogarsi,
camminare … e di pensare. Da quel che aveva capito, quel
mondo era basato sulla magia. Due esseri, che rappresentavano la luce e
l’oscurità, erano a capo di quei luoghi, mentre
gli umani, né luce né oscurità, lo
abitavano indisturbati.
Sembrava tutto così assurdo! E suo padre era un demone.
Anzi, era il priest di un demone superiore e uno dei mazoku
più potenti! E sua madre, una vestale dei draghi di fuoco.
L’opposto.
Si sentiva confusa. E disperatamente sola. Fino a poco prima era nella
stanza di una ragazzo … a pensare solo ciò che
pensano tutte le adolescenti di quel mondo. E ora… in un
luogo sconosciuto, in una casa di una sconosciuta, senza sapere cosa
fare, né dove andare. Suo padre aveva detto che presto i
demoni e i draghi l’avrebbero cercata; beh, se questo era
vero, la necessità di andarsene dalla casa di Lina era
primaria.
Che confusione! Si sentiva ancora scossa dalla morte di Xel e dalle
scoperte appena fatte. Eppure non poteva fare a meno di essere curiosa,
voleva sapere di più su quel mondo e su ciò che
l’aspettava!
Non sapeva proprio che fare. Come aveva detto Lina? OH, LON…
- EHI, TU! CHE CI FAI QUI? -
La voce della ragazza la riscosse. Si era allontanata parecchio dalla
casa di Lina, sperando di non incontrare nessuno. Invece aveva trovato
proprio la figlia della maga, Yuzuriha … era proprio la
copia di Lina Inverse. Gli stessi capelli rosso fuoco, la stessa
corporatura minuta (Va meglio così? Nd Aut - Sì,
può andare.. Nd Lina) e la stessa aria irriverente e
scaltra. Solo, quei due grandi occhi azzurri, piccolo ricordo del
padre…
- Te lo ripeto. Cosa fai qui?! - esclamò Yuzuriha.
- scusa, scusa… non ti volevo disturbare … - si
affrettò a rispondere Arashi.
Yuzuriha piegò la testa di lato, osservandola con
curiosità. La reazione di Arashi l’aveva sorpresa;
di solito, o scappavano o scappavano …
- Ti alleni con la spada?- chiese Arashi.
Yuzuriha nascose la spada dietro di sé, infastidita.
- oh, beh… - esclamò imbarazzata Arashi -
scusami, non volevo offenderti … -
Yuzuriha spalancò gli occhi, sempre più sorpresa
per le risposte della ragazza. Sorrise e si sedette, invitando Arashi a
fare lo stesso - Non mi da’ affatto fastidio… solo
che molte persone credono che non dovrei allenarmi con questa spada.
Credono che io sia troppo gracile… Bah! Gliela
farò vedere io! -
Arashi rise. Era parecchio che non si sentiva a suo agio con qualcuno.
- Di solito vengono qua e fanno commenti poco gentili sul fatto che io
sono una donna… ma io sono la grande Yuzuriha Gabriev,
figlia della maga Lina Inverse e dello spadaccino Guorry Gabriev! Non
mi può battere nessuno! BWAHAHAHAHAH - esclamò
ridendo.
Arashi non riuscì a trattenersi. Scoppiò a
ridere, rotolandosi sull’erba. Yuzuriha la guardò
stralunata, ma alla fine la imitò, senza trattenersi. Era
proprio strana quella ragazza!
- Ti senti meglio, ora? - chiese alla fine Yuzuriha.
- Perché mi chiedi questo? -
- Beh, dopo quello che è ti è successo
… dovevi volere molto bene a tuo padre, perché
quando ti ho trovata piangevi fissando il cielo… -
Arashi si adombrò, ma sorrise trattenendo le lacrime - Gli
volevo tanto bene. Mi era rimasto solo lui. Ma gli ho promesso che
sarei andata avanti … e poi lui mi ripeteva spesso che ero
la sua principessa speciale, e che sarebbe morto per salvarmi. Beh, lo
ha fatto alla lettera. -
Anche Yuzuriha sorrise. - E’ proprio un amico di mia madre
… anche lei farebbe lo stesso … dopo essersi
lamentata per una settimana, intendo. - e rise. - Uhu… si
è fatto tardi. Il sole sta per calare. Sarà
meglio andare … papà ha già preparato
la cena! -
°*°*°*°
La tavola era imbandita fino all’eccesso. Arashi la
guardò stupita e schifata, perché non
c’era un angolo di spazio vuoto. Tre maiali arrosto, piatti
di verdure a non finire, ciotole di salse, filetti di pesce, cosce di
pollo e quintali di pane. E solo quattro posti a sedere.
Dov’era tutto il restante esercito che avrebbe dovuto
partecipare?
- Buon appetitooo ^.^ - esclamò Yuzuriha sedendosi.
- Buon appetito, tesoroo… SOTTO A CHI TOCCA! -
gridò Lina, afferrando la forchetta a mo’ di vanga.
Arashi spalancò gli occhi, più che sorpresa,
finché un enorme gocciolone non le si formò sul
viso. Sembrava che i tre non mangiassero da giorni. Tritavano + cibo
che potevano alla velocità della luce, rubandolo perfino
dagli altri piatti.
- EHI! SPADACCINO COL CERVELLO SPAPPOLATO! MOLLA QUELL’OSSO! -
- MA LINAA… AH! YUZURIHA! RIDAMMI IL MIO FILONE DI PANE! -
- TI ARRANGI PAPI! MANGIA PIU’ SVELTO EHEH… ^.^ -
- Ehi! Quello è il mio piatto- gridò Arashi,
mollando un pugno a Guorry che aveva tentato di prendersi il suo pesce.
- AHIA! -
- BRAVA, ARASHI! COSI’ SI FA! -
- MA LINAAAAAA … -
- NON TI AZZARDARE! QUELLO E’ IL MIO MAIALE! -
-Sconvolta?- chiese Yuzuriha, osservando la faccia dell’amica.
- Abbastanza -
- abituatici. La cena da noi è sempre così
… facciamo sempre linfatica a trovare la quantità
adatte … sniff … deperiremo, prima o poi
… soooob … -
- Ehm … - Arashi non disse nulla, ma il gocciolone che aveva
sulla fronte parlava da sé.
- BURP…OOH…Ora si che sono piena … -
esclamò Lina massaggiandosi lo stomaco. - Bene! Arashi,
vieni con me. -
- IO? O.o -
- Sì, tu. Oddio, Guorry non ti ha contagiato, vero? Hai lo
stesso sguardo da pesce lesso. Ora sono piena, rifocillata …
posso adempiere alla mia promessa. -
- promessa? O.O -
- alza le chiappe e poche storie! - gridò Lina spazientita.
°*°*°*°
Lina la portò nel giardino dietro la casa,
nell’angolo più lontano e remoto che conosceva.
Nel terreno c’erano parecchi buchi e voragini, un brutto
segno. Arashi aveva sempre più paura di quella donna.
- Bene. Cominciamo l’addestramento. -
- cheee? -
- l’addestramento magico. Che ti credi? Sarai un mezzo drago
e mezzo demone, ma i tuoi poteri non li sai controllare. Perfino Naga
ti potrebbe battere … -
- ma io non so come usarli! -
- per questo ci sono io. Ma prima credo … non sei mai stata
iniziata, vero? -
- iniziata?-
- lo sapevo … quel mazoku buono a nulla … -
esclamò Lina. - finché un mago non è
iniziato, non può controllare la sua magia. Può
compiere alcuni incantesimi, certo, ma mai secondo la sua
volontà. Quindi, a questo punto … - Prese un
bastone e tracciò un ampio cerchio, con
all’interno due pentacoli che si incrociavano fra loro.
Accese cinque piccole fireball (in mancanza di candele nelle vicinanze
Nd Lina) e le pose alle punte del pentagono inverso. Poi spinse Arashi
al centro del sigillo e si sedette a terra.
- bene. Ora cerca di non pensare a nulla … -
- Cosa stai … -
- SILENZIO! - Gridò spazientita la maga. Incrociò
le dita, concentrandosi. Presto una serie di lampi dorati la
circondò; era l’energia magica della donna che si
manifestava.
-- Sotto il cielo e sotto le stelle, sopra il fuoco e tra la terra
Io invoco il padre di ogni cosa, il gran signore degli incubi
Prego il demone dagli occhi rubino e il dio drago che tutto governa
Invoco la forza di ogni elemento, chiamo
l’oscurità e la luce
Un nuovo umano chiede di essere partecipe al mistero ancestrale
Egli chiede che la forza della magia scorra nelle sue vene
Concedetegli questo dono, padri di ogni cosa
Permette la nascita di un nuovo stregone! --
Il sigillo sotto ad Arashi si illuminò, circondandola. Fu
come essere trapassata in ogni parte del corpo da quella strana luce;
migliaia di piccoli aghi al perforarono, ma il dolore durò
un attimo; al suo posto, solo una sensazione di grande calore e di
… di potenza.
- tutto bene? . Chiese Lina, aiutando la ragazza ad alzarsi. Arashi si
sentiva intontita, ebbra di quella strana forza che le percorreva le
vene. Lina sorrise e disse: - Sì, anche per me è
stato così … -
- Bene! Ora cominciamo l’allenamento! -
- Ma che fine hanno fatto quelle due?! - esclamò Yuzuriha a
Guorry. Erano passate più di tre ore dalla partenza delle
due maghe. La notte era già inoltrata, e Yuzuriha cominciava
a preoccuparsi. Lo spadaccino, invece, dormiva alla grossa, con una
bolla di muco che usciva dal naso. Yuzuriha sospirò,
scacciando un gocciolone da sopra la fronte.
- Ho capito … vado a cercarle … -
- No! Arashi, così non va bene! Anche se sei riuscita subito
negli incantesimi più semplici, non significa che puoi fare
lo stesso con una magia alla portata del Dragon Slave!-
- Ma Lina-sama! Ci posso riuscire! -
Yuzuriha si chiese se aveva sentito bene. Sua madre che insegnava a
qualcuno la tecnica del Dragon Slave? Peggio, che lasciava che venisse
usata senza motivo? (perché, Lina la usava sempre con un
motivo? Nd Aut - zitta se tieni alla vita Nd Lina) Il mondo stava per
finire e lei non lo sapeva??
- Ouf… e va bene… prova pure… ma
qualcosa di piccolo, mi raccomando! -
- certo, Lina-sama! - gridò esultante Arashi.chiuse gli
occhi e unì le mani, castando l’incantesimo,mentre
una bolla rossa d’energia le si formò nelle mani.
-- … Più tenebroso dell'oscurità,
più scarlatto del sangue che scorre,
sepolto nel fluire del tempo,
nel tuo nome immenso prometto me stessa all'oscurità
E colui che sarà tanto sciocco da osare opporsi a noi
… --
- FERMATIIIII! - gridò disperata Yuzuriha. Ma ormai era
tardi …
-- … verrà distrutto dal potere in tuo ed in mio
possesso …
… DRAGON SLAVE!! … --
Dalle mani della ragazza partì un raggio rosso
dall’energia distruttiva, che rase al suolo i pochi alberi
rimasti nelle vicinanze. Ma la potenza del raggio non si era ancora
esaurito… e si avvicinava pericolosamente a
Saillune…
- ARASHI! Modifica la traettoria! - gridarono spaventate madre e figlia.
Il raggio rosso mancò le porte della città per
pochi metri. Arashi era riuscita a deviarlo, mandandolo verso il cielo,
verso una sfortunata colonia di uccelli che passava in quel punto.
Caddero uno per uno addosso alle tre donne, arrostiti per bene. Forse
leggermente bruciacchiati.
- Oh, beh… - esclamò Lina alzando le spalle - Se
non altro abbiamo guadagnato la cena di domani sera … -
*°*°*°*°*°
Lina chiusa la porta della stanza da letto che le due ragazze
condividevano. Yuzuriha e Arashi dormivano alla grossa. Salì
nella sua camera; Gourry era già nel letto, ad aspettarla.
- sei preoccupata, Lina?- chiese il marito, notando la sua espressione
pensierosa. Lina si riscosse e gli sorrise.
Guorry sarà anche tonto, pensò, ma mi capisce
sempre.
- sì e No. - mormorò la maga - sono un
po’ intimorita. Arashi oggi ha imparato in sole tre ore tutti
gli incantesimi più semplici che conoscevo, ed è
riuscita a sviluppare un Dragon Slave al primo colpo. Ne ha anche
modificato la traettoria!. Ha castato senza problemi perfino il
Ra’Tilt! E’ incredibile … avevo capito
che la magia in lei è potente, ma non credevo fino a questo
punto. Mi fa paura pensare che dovrò insegnarle ogni cosa
… ma l’ho promesso a Xel. Pensa, quando
l’ho iniziata, è stato come se tutta la magia che
aleggiava lì intorno si fosse condensata in lei. Era una
forza immensa … eppure sento chiaramente che i suoi poteri
sono al minimo. In più, stando accanto a lei … -
si morse un labbro, incerta se proseguire - accanto a lei ho provato la
stessa identica sensazione di quando LON mi ha aiutato a sconfiggere
l’Hellmaster…non credevo che l’avrei
sentita ancora. E’ stato…incredibile. - concluse
guardando Gourry.
- ma … - balbettò Lina, mentre una grossa vena
gli pulsava in testa. Gourry si era addormentato! - BRUTTO SPADACCINO
CON IL CERVELLO A FORMA DI MEDUSA! NON TI ADDORMENTARE MENTRE
PARLOOOOOOOO! - L’urlo fece tremare letteralmente i muri
delle città più vicine. Guorry si
svegliò di colpo, inebetito, e non riuscì a
schivare in tempo il pugno di una Lina infuriata.
- AHIOOOOO! -
-BEN TI STA! Avevi promesso che non ti saresti più
addormentato mentre parlo! - esclamò Lina mettendo il
broncio. Gourry l’abbracciò stretta - scusami. Mi
perdoni? - Lina sbuffò, e Guorry rise.
- Va bene! Vuol dire che stanotte nessuno dormirà! -
- Gourry! - esclamò la maga arrossendo fino alla punta dei
capelli (e oltre… ^.= Nd Aut). Lo spadaccino
sorrise e la baciò, fino a che sentì
ogni resistenza di Lina cedere. Sorrise maliziosamente e spense la
luce.
(non ho resistitooo … ^.^ Nd Aut.)
La mattina dopo arrivò in fretta. Arashi si era svegliata
abbastanza presto, prima di tutti. Aveva deciso di ringraziare Lina e
la sua famiglia preparandogli almeno la colazione. Ricordando la cena
della sera prima, aveva preparato ogni cosa in abbondanza: parecchio
pane e molti vasetti di marmellata, latte, caffè, te, uova
fritte e pancetta. Era veramente moltissima roba; se non lo avesse
visto con i suoi occhi, non avrebbe creduto che i Gabriev erano in
grado di sbafarsi tutto.
- Uuh… che carina! Hai preparato tu la colazione! -
esclamò Yuzuriha entrando nella cucina.
- Sì- rispose Arashi - spero solo che sia
abbastanza ^_^* -
- fa vedere - disse la ragazza spostandola. - uno, due, tre
… dieci piatti? - ridacchiò stupita.
- sono troppi? -
- No. Troppo pochi. Con questi non si sfama neanche la mamma. ^.^
… diamoci sotto e prepariamo il resto! -
Arashi scacciò il gocciolone sulla sua fronte e disse: - No!
Aspetta. So come fare. -
- Sai come fare? Guarda che se non ti sbrighi mamma si sveglia
… e ti assicuro che non è molto gentile quando
è affamata. O.O - mormorò preoccupata.
-Non ti preoccupare, ho detto. - mormorò qualche frase sotto
voce,poi puntò i palmi delle mani verso il tavolo e
gridò: - DUPLICATION! - i piatti sopra il tavolo
si sdoppiarono una, due, tre volte, ma solo alla sesta volta si
fermarono del tutto. Ogni cosa era stata moltiplicata per
sei; a vista d’occhio, c’erano almeno
mezzo quintale di cibo sulla tavola imbandita.
- Va meglio? ^_^* -
- *.* Arashi … -
- Non è ancora abbastanza?!?! O.O -
- *.* Arashi … -
- … ? -
- *.* -
- ???? -
- INSEGNAMI QUELL’INCANTESIMO! - gridò Yuzuriha
SBONK! Arashi cadde a terra, incredula per ciò che aveva
detto la ragazza.
*°*°*°
- Arashi! Concentrati! - esclamò Lina. Era passata una
settimana dall’arrivo della ragazza; ogni giorno lei e Lina
si erano allenate instancabilmente nel grande prato, provando fino a
tarda sera. Arashi imparava in fretta le formule e i metodi di
evocazione; solo, la tecnica di controllo era da migliorare.
- Ci sono … LAGUNA BLADE! - l’incantesimo
scaturì perfettamente dalle sue mani, senza alcun errore. La
spada oscura vibrò incerta per pochi secondi, ma Arashi la
mantenne stabile. Fece qualche affondo, colpendo l’aria, fino
a quando non si sentì stremata. Lasciò
l’incantesimo e la spada nera scomparve.
- Incredibile. - sussurrò Lina.
- Cosa? -
- L’hai tenuta attiva per quasi quindici minuti. Nemmeno io
ho mai raggiunto questo record le prime volte. -
Arashi arrossì. Eppure gli incantesimi erano così
facili! Le uscivano sempre bene. Come se li praticasse da sempre.
- A questo punto, mi rimane solo un incantesimo da insegnarti. -
- Qual è, Lina-sama? E’ molto potente? -
- Lo è. Questo incantesimo, come il Laguna Blade, prende la
sua forza dal Lord of Nightmares in persona. Alcuni dicono che,
castandolo, si evochi l’essenza stessa del demone dorato.
E’ un incantesimo molto potente, con il quale potresti
sconfiggere un demone del calibro di Phibrizio,
l’Hellmaster… -
- Potrei sconfiggere un demone superiore?? O.O -
- Sì. Ma è molto rischioso usare questo
incantesimo. Perché con esso devi controllare
l’essenza del Caos… e se per caso ti sfuggisse,
sarebbe la fine per tutto … la fine del mondo, la fine di
tutte le persone che ami. -
- E’ terribile! - Esclamò Arashi.
- Sì. C’è sempre la
possibilità di controllarlo, ma è molto piccola.
Va usato solo in casi di ESTREMA necessità …
anzi, è meglio non usarlo affatto. Io stessa ho fatto voto
di non usarlo mai più. -
- Allora perché me lo insegni, Lina-sama? -
Lina sorrise - Perché l’ho promesso a Xel.
Perché, per quanto pericoloso, deve restare la memoria di
questo incantesimo. Lo insegno a te perché sono quasi certa
che potresti controllarlo, anche se per poco tempo. -
- Grazie della fiducia, Sensei. -
°*°*°*
-Lina-sama, chi sono quelle persone? - chiese Arashi indicando un folto
gruppo armato che si avvicinava a passo svelto verso la casa della
maga. Lina sorrise pericolosamente e scrocchiò le dita. Se
erano banditi, avevano trovato pane per i loro denti. Aveva voglia di
prendere a pugni qualcuno di diverso da Gourry.
- Oh, ma non sono banditi … - esclamò delusa,
notando il simbolo reale che portavano sull’armatura. Guardie
di Saillune. Ma cosa volevano da loro? Lina cercò di
ricordare cosa aveva fatto di male, ma non le veniva in mente nulla.
Aveva fatto la brava, ultimamente.
- Alt! Fermi, voi là!- gridò quello
più grosso di tutti.
- Desidera qualcosa da noi ? - chiese Lina con finta innocenza.
- Sei tu la maga Lina Inverse? -
- Sì-
- Questa è casa tua e del tuo consorte Gourry Gabriev? -
- Sì … - Lina sembrava spazientita.
- E qui abita tua figlia Yuzuriha Gabriev e l’ospite Arashi
Ul Copt? -
-
Sìììììììììììì!
- gridò infuriata Lina, facendo uscire fumo dalle narici. Si
ratteneva a stento.
La guardia arretrò, spaventata. - Allo … Allora
tua figlia e La … la signorina Ul Copt Mi … mi
devono seguire al castello … -
- E perché mai? -
- ordine di sua altezza la regina di Saillune -
- O.O Amelia? Cosa può volere dalle ragazze? O.O-
- Io… io … non saprei! E poi … non ti
rivolgere così alla nostra sovrana, protettrice della
giustizia del regno! -
Lina lo fulminò con gli occhi e l’omone si fece
piccolo piccolo. - Non sarà invece che le vuole Phil? -
esclamò maliziosa.
- Il nostro principe non farebbe mai una cosa tanto priva di onore! -
disse contrariato l’uomo.
- Proprio figlio di sua madre -..- - mormorò Lina sottovoce.
Alla fine, con l’approvazione di Lina, le guardie del
castello erano tornate al palazzo con le due ragazze. Arashi era
nervosa. Cosa aveva fatto? Era passata nemmeno una settimana e
già era stata convocata al palazzo del regno. Come lo aveva
chiamato Lina-sama? Regno di Saillune, la capitale della magia bianca.
Eppure tutti i suoi abitanti le sembravano un attimino …
uhum … pazzi? Esagerati? Un po’ come i paladini
della televisione?
Speriamo che sia solo un impressione, pensò sospirando. Qui
sembrano tutti così dediti alla giustizia e alle regole
…
- Il castello! - esclamò Yuzuriha, indicando
l’imponente costruzione. Arashi rimase a bocca aperta: il
palazzo, interamente costruito nel marmo bianco, era enorme; le torri
erano altissime, sembravano toccare il cielo con la loro punta
acuminata. Le mura bianche erano decorate con piccoli rami e foglie.
Delle grosse porte d’accesso entravano e uscivano carri e
persone in piena attività. C’erano parecchie
guardie, ma l’atmosfera che si respirava era di pace e calma.
- E’ così … - mormorò
Arashi, senza trovare le parole giuste.
- Calmo? Pacifico? Noioso? Stressante? Sempre uguale? - propose
Yuzuriha.
- diverso da casa vostra -..-
- Fermatevi qua. - esclamò la guardia. Sua maestà
la regina arriverà presto! -
Arashi osservò la sala del trono. Era vuota, non
c’era anima viva. Sui tre troni non era seduto nessuno;
eppure poteva giurare di aver visto qualcuno nascosto dietro le
tende… e aveva la sensazione che a breve sarebbe accaduto
qualcosa di spiacevole…
- Oh, oh No. - sospirò Yuzuriha - preparati! -
Arashi non fece in tempo a chiedersi per cosa, che una violenta nube di
fumo le investì. Sentì il rumore indistinto dei
passi di molte persone che entravano nella sala e un chiaro e
indistinguibile Tonf, come un gigantesco masso che cade a terra. E poi
una voce chiara e squillante che…
- NOI, AMELIA WILL TESLA SAILLUNE E PHILIONEL EL DI SAILLUNE , SUPREMI
ALLEATI DELLA GIUSTIZIA, NON POSSIAMO RITIRARCI DAVANTI A DUE
SERVE DEL MALE COME VOI… -
- serve del male? - bisbigliò Arashi, incredula.
- AMMETTETE LE VOSTRE COLPE, E FORSE LA LAMA DELLA GIUSTIZIA NON
CALERA’ SU DI VOI … - il fumo iniziò a
diradarsi, e Arashi poté distinguere la sagoma di una
ragazza dai capelli scuri che sbraitava dalla cima di una roccia
altissima (kissà come ci è arrivata qua dentro Nd
Yuzuriha) puntando l’indice verso loro due con fare
minaccioso. Accanto a lei un ragazzo quasi uguale a lei che la imitava
in tutto e per tutto…
- AVETE OSATO COLPIRE IL MIO REGNO CON UN DRAGON SLAVE NON AUTORIZZATO
… - gridò la ragazza piena di Phatos (ke bella
parola Nd Aut ^^) Arashi si ricordò
dell’incantesimo e iniziò a fischiettare fingendo
di non saperne nulla.
- MA SOPRATTUTTO … AVETE COLPITO UNO STORMO DI POVERI
PICCOLI E INDIFESI UCCELLI! -concluse il ragazzo.
Le mascelle delle due ragazze si allungarono fino a toccare terra. Da
qualche parte, nella stanza, qualcuno sospirò rassegnato.
- IN NOME DEL WWF, FRATELLO MINORE DELLA GIUSTIZIA, NOI VI PUNIREMO! -
poggiarono il peso del corpo sulla gamba sinistra piegata in avanti;
alzarono il braccio destro in aria puntando il loro dito e il loro
sguardo su un punto imprecisato in alto. - NON IMPORTA QUANTO SIETE
FORTI, LA GIUSTIZIA TRIONFERA’ SEMPRE! - esclamarono saltando
della roccia. Eseguirono due avvitamenti coordinati e …
appena toccarono terra scivolarono sbattendo il muso uno sopra
l’altro. Arashi faceva sempre più fatica a credere
a ciò che vedeva.
- AHIOOOO! MAMMA! ALZATI! - gridò il ragazzo.
- ALZATI TU, PHIL! NON VEDI CHE MI SEI CADUTO SOPRA? -
- NON E’ VERO! SEI TU CHE SEI IN CIMA!-
Da un lato della stanza uscì un uomo con una chiara
espressione rassegnata e una decine di grossi goccioloni sul capo.
Mormorò qualcosa tipo “ma dovete farlo proprio
tutte le volte?” e si affrettò a liberare madre e
figlio.
Tossicchiò ed esclamò, imbarazzato: -
Come avrete già capito, questi due pazzoidi sono la regina e
il principe (sigh) di Saillune … il mio nome è
Zelgadiss Graywords, re di Saillune. Non so perché la mia
cara mogliettina vi abbia fatto chiamare, ma spero che non sia solo per
questo - concluse sospirando.
- ZEL! BISOGNA PUNIRE CHIUNQUE NON RISPETTI LE REGOLE! -
gridò convinta la ragazza.
- ESATTO, MAMMA! DIGLIELO! -
Arashi guardava i due con gli occhi fuori dalle orbite. Phil e Amelia
erano uguali in tutto e per tutto, nel carattere e
nell’aspetto; solo, Amelia non aveva quelle strane macchie
scure che Phil aveva sparse sul viso … chissà
cosa erano.
- Vostra Altezza - ricordò Yuzuriha richiamando
l’attenzione - Perché ci avete chiamate? -
- Oh, Yuzuriha, che ci fai qui? -
- ^-^* Altezza, ci avete chiamati voi -
- Io? - Amelia era stupita.
- mamma … - bisbigliò Phil - le ho fatte chiamare
io … -
- Perché, Phil? -
- Ecco… pochi giorni fa è venuta una strana
vecchietta al palazzo. Diceva di conoscere sia te che Lina-sama. Mi ha
detto che vi ha aiutato molto durante la lotta contro il principe degli
inferi e che … ehm … desiderava incontrare la
prossima generazione. ^_^* -
- La prossima generazione? - esclamò Zel - Chi era questa
donna? -
- Ehem … papi … era piuttosto strana …
era molto bassa, con orecchie lunghe e a punta; aveva la pelle
olivastra e camminava appoggiandosi su un bastone ricurvo …
di più non ricordo; ma aveva l’aria molto saggia e
… vissuta? -
- Non sarà mica … - esclamarono Zel e Amelia
insieme.
- Aqua! - concluse Lina. Era comparsa improvvisamente nella sala;
entrambi erano feriti, e si reggevano in piedi a stento. Gourry aveva
uno squarcio lungo almeno dieci centimetri nel petto, e si reggeva in
piedi solo con l’aiuto della maga. Stringeva fra le mani una
spada senza lama, arrossata dal sangue suo e dei suoi avversari. Lina,
dal canto suo, aveva tante piccole ferite che non si erano ancora del
tutto rimarginate; sembrava stanchissima, come dopo una lotta magica.
Improvvisamente cedette, e i due crollarono a terra. Lina sputava
sangue e tossiva continuamente, stremata e al limite delle forze.
- Mamma! - gridò terrorizzata Yuzuriha, correndo ad aiutare
i genitori.
- Lina! - urlarono i due regnanti.
La maga li scacciò via in malo modo - Non saranno due tagli
a … *cought* … uccidermi. Piuttosto aiutate
Gourry! -
- Certo, Lina-san. - concordò Amelia. Chiamò due
servi che portarono Gourry dal medico del castello. Lo spadaccino era
ridotto malissimo; ormai delirava dalla febbre. Forse le spada di
quelli che il avevano attaccati erano state avvelenate.
-Cosa è successo? - esclamò spaventata Arashi. Se
era per causa sua non se lo sarebbe mai perdonato …
Lina sorrise, capendo i suoi pensieri. - E’ successo e basta,
Arashi. Voi eravate partite da poche ore quando sono arrivati loro. -
- Demoni ?! - gridarono Amelia e Phil furiosi.
- No. - disse Lina scuotendo la testa. - *coff* Draghi
dorati, con a capo Milgazia. -
- Draghi? Non è possibile! -
- Cosa credevi, Amelia? Non solo i demoni che desiderano la nostra
morte. Perfino i draghi dorati, nonostante la loro apparente aura di
luce, desiderano la morte dei loro avversari. Tutto ciò che
vi chiedo è di non domandare nulla e darci
ospitalità, almeno fino a quando io e Guorry non saremo in
grado di ricostruire la nostra casa … -
- Lina, non devi neanche chiederlo. Siamo qui per questo, da sempre,
no? - mormorò Zel.
Lina sorrise e chiuse gli occhi, lasciandosi finalmente andare. -
Mamma! - gridò Yuzuriha piangendo. - MAMMA! -
- Calmati, Yuzuriha, calmati - esclamò Phil stringendola a
se’ - ha solo bisogno di riposo, tutto qui … la
magia l’ha solo sfiancata -
- Phil …-
Arashi piangeva silenziosamente. Perché doveva accadere
tutto questo? Ogni persona a cui voleva bene pagava per lei.
Perché? Lina-sama e Gourry erano vivi, almeno …
ma la prossima persona non poteva essere altrettanto fortunata.
L’avevano protetta, come suo padre e sua madre … e
stavano rischiando di morire … strinse i pugni fino a farli
sbiancare. Qualcuno avrebbe pagato per questo, pensò
rabbiosamente. Per tutto. Non mi interessa più se sono
draghi o demoni, entrambi hanno lo stesso obbiettivo …
- A questo punto, rimane solo una cosa da fare - disse Zel dopo aver
portato Lina in infermeria.
- Cosa? - domandò Arashi, risoluta.
- Dobbiamo sapere cosa voleva Acqua da voi. E’ pur sempre un
drago, ma in realtà è una proiezione della
memoria e della conoscenza dell’Acqua Lord; sono certo che ha
intenzione di aiutarci. - tutti annuirono convinti - Inoltre -
continuò Zel - credo che i draghi e i demoni abbiamo
attaccato noi solo per colpire qualcun altro … e le parole
di Aqua lo confermano. I vecchi eroi si devono far da parte per la
nuova generazione … -
°°°fine capitolo°°°
Ps. Scusate se prima Xel mi è uscito così tanto
OOC… ma non ci posso fare nienteXD il mio subconscio
vorrebbe vederlo così XD e scusate se vi ho fatto aspettare tanto, ma ho avuto parecchi problemi con il mio computer
|
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Capitolo 3 *** AQUA ***
°*°*°*°*°* SLAYERS NEXT
GENERATION °*°*°*°*°*
°*°*°* CAPITOLO
TERZO°*°*°*
°*°*°* AQUA °*°*°*
- Come ti senti, Sensei? - mormorò Arashi.
- Ora sto meglio, grazie. -
Arashi si mordeva il labbro costringendosi a non piangere. Aveva avuto
così paura che Lina morisse … lei e Yuzuriha,
durante la convalescenza dei genitori di lei, erano rimaste vicine,
sorreggendosi a vicenda. Yuzuriha non voleva perderei suoi genitori
… mentre Arashi non voleva più che qualcuno
morisse per lei. Mai più.
Quando finalmente Phil le aveva annunciato che i due erano salvi
… beh, dire che aveva fatto i salti di gioia era poco. Lei e
Yuzuriha si erano abbracciate piangendo. Lacrime di sollievo, di
liberazione. Phil aveva sorriso e le aveva portate dalla maga e dallo
spadaccino. Era un ragazzo dolce, il principe di Saillune; una persona
che capiva al volo cosa provava una persona. Se non fosse stato
così fissato con la giustizia …
Ora Yuzuriha era dal padre. Parlavano sottovoce, e Yuzuriha era al
settimo cielo. Arashi invece sedava di fronte a Lina, senza dire nulla.
Piangeva soltanto, cercando di non farsi scorgere.
- Non piangere, Arashi. Sono viva, perché sprecare lacrime?-
esclamò Lina sorridendo.
Arashi ridacchiò. - Sono contenta che non sei morta. Non
volevo perdere anche te … - e ricominciò a
piangere piano.
Lina sbuffò - Andavi così bene prima, mentre ti
comportavi come Xellos. Non iniziare a copiare quella frignona di tua
madre!-
Arashi rise ancora, questa volta con più sicurezza -
E’ strano. Dovrei essere io a sollevarti il morale. -
mormorò
- Già - borbottò Lina. Cercò di
alzarsi a sedere, digrignando i denti per lo sforzo.
- Lina-sama! Non ti devi alzare! -
- Oh, per favore! Non saranno due ferite a fermare la grande Lina
Inverse! - borbottò issandosi completamente a sedere. -
Piuttosto credo che dovremmo parlare. -
Arashi si adombrò. Conosceva ciò che Lina voleva
sapere. - Io non ho ancora deciso. -
- Arashi! Non puoi rimanere indecisa per sempre. Finché
sarai nel dubbio, sarai più volubile agli attacchi dei
draghi e dei demoni. Devi trovare la strada da percorrere. Devi sapere
perché le due fazioni ti vogliono o dalla loro parte, o
morta! E credo che Aqua sia la risposta più vicina. -
- Se anche lei fosse un nemico? Se mi attaccasse a tradimento? -
- Un frammento dell’AcquaLord non lo farebbe mai. -
- In ogni caso, se devo andare ci andrò da sola. Non voglio
rischiare la vita dei miei amici. -
- Sbagli ancora. Aqua ha detto “la generazione
successiva”; non sei solo tu! Hai bisogno di persone forti
che stiano al tuo fianco, di persone amiche che non ti abbandoneranno
mai! E poi, ormai, anche Yuzuriha e Phil ci sono dentro fino al collo.
Aqua si è rivolta a Phil, mentre Yuzuriha è la
figlia di una maga e di uno spadaccino che hanno
“tradito” gli ideali dei draghi dorati. Il modo
migliore per proteggerli è tenerli accanto a te. -
Arashi non aveva risposto. Era uscita dalla camera a testa bassa, ma
Lina capì di aver fatto centro.
°*°*°*°*
Arashi volse le spalle una volta per tutte a Saillune. Mentre lei, Phil
e Yuzuriha si allontanavano dalla città bianca non aveva
fatto altro che voltarsi e rimirarla, sempre una volta di
più. Era strano che le dispiacesse così tanto
lasciarla; ma, infondo, per lei era stata come una seconda casa. Aveva
con se pochi oggetti; la lettera e il bastone del padre, il diadema
della madre appuntato al mantello e quattro talismani che Lina le aveva
donato. Servivano ad aumentare i poteri … i
“demon’s blood”, che avrebbero
quadruplicato il suo potere. Arashi li strinse con affetto; anche
quelli, ormai, erano diventati un regalo di una persona importante.
Il bosco nei dintorni di Saillune era molto fitto, pieno di alberi e
vegetazione; in poco tempo ogni ricordo della città
scomparve nella natura. Yuzuriha sembrava molto a suo agio, mentre Phil
incespicava un po’ nel tentativo di mantenere il passo svelto
della ragazza. Erano amici da moltissimo tempo; anche se spesso
rispettavano le formalità, si volevano un bene
dell’anima. Arashi sospettava che ci fosse qualcosa di
più da parte di Phil, ma il principe era così
riservato che non si poteva dire nulla. Quando parlava della giustizia,
era un ciclone che nessuno poteva fermare; ma se si trattava della sua
vita privata, era più chiuso di una cassaforte.
Viaggiavano ormai da più di sei ore quando finalmente
Yuzuriha si decise a chiedere:
- Ehm, qualcuno sa dove stiamo andando? ^.^ -
SBONK! Arashi cadde a terra sotto il peso
dell’incredulità. Quando si rialzò
aveva un enorme bernoccolo sulla testa.
- Come sarebbe a dire “dove stiamo andando?” Da
Aqua, no? -
- Sì, ma … dove è Aqua? -
Arashi rimase in silenzio e guardò Phil. Il principe sorrise
esitante ed esclamò:
- Non ne ho la più pallida idea! -
SBONK! Arashi e Yuzuriha caddero contemporaneamente a terra.
-Non ci posso credere! - gridò per l’ennesima
volta Yuzuriha - siamo partiti senza sapere dove andare! -
strappò con un morso rabbioso metà della carne
sul suo spiedino. - Phil! Pensava fossi più pignolo! -
- Pignolo? O.O Ma scusami! Come facevo io a sapere dove trovare quella
vecchia? Mi è comparsa davanti e un attimo dopo non
c’era più! -
- Dovevi reagire! Non sei tu l’esperto in magia bianca, qui? -
- Sì … ma come faccio a fermare un drago? Peggio,
una proiezione di AcquaLord! -
Yuzuriha sbuffò. Si erano fermati sola al calar del sole.
Lei e Arashi avevano catturato la cena con le loro armi; ora stava
cocendo al ritmo del fuoco scoppiettante che avevano acceso insieme.
- Dai, non è così grave. - disse Arashi, cercando
di calmare le acque.
- Non è grave? Non è grave? Hai idea di quanto
sia grande la penisola dei demoni? Sempre che sia nella penisola! -
- Non credo che sia andata molto lontana da Saillune. -
ragionò Arashi.
- Perché?-
- Ci voleva parlare, no? Se hai bisogno di dire qualcosa di veramente
importante, non scompari andandotene chissà dove. Per cui
credo che Aqua non sia molto lontana. Forse si trova in un luogo in cui
il suo potere è più forte … -
- Hai ragione - concordò Phil - Papà mi aveva
raccontato che, per salvare Lina da Garv, Aqua aveva speso molte
energie, rischiando quasi di scomparire. Sono passati quasi
quarant’anni, è vero, ma per quel che ne so la
magia bianca è lenta a ricostituirsi. Aqua è in
un posto con una protezione spirituale molto elevata. Un luogo dove i
demoni non possono disturbarla. Forse un posto dove nemmeno i draghi
possono andare. -
- Se fosse così, la sua lealtà sarebbe
indiscutibile. - disse Arashi.
- Esatto. -
- E ditemi, di grazia, esiste un posto simile? - chiese Yuzuriha.
Arashi guardò Phil con aria interrogativa. Lei non ne sapeva
assolutamente nulla di quei posti. Forse lui …
- Beh, un posto così effettivamente
c’è. E non è nemmeno molto lontano.-
°*°*°*
Camminarono per due o tre giorni ancora (meno male che era vicino! Nd
Yuzuriha). Dovevano attraversare tutto il bosco che circondava
Saillune, per raggiungere l’unico punto in cui era possibile
attraversare il profondo crepaccio che divideva la montagna. Phil
ricordava di una grotta speciale in cui andava da bambino con la madre.
Quello poteva essere l’unico luogo dove trovare Aqua,
perché la magia bianca lì era incredibilmente
potente e intensa. I cristalli e le stalattiti all’interno
fungevano da catalizzatore per la magia bianca, raddoppiando la forza
magica della grotta.
- Uffaaaaa - sbadigliò Yuzuriha. - Phil, quando arriviamo?-
- Te l’ho detto. Ancora un giorno di cammino e saremo
lì. -
- Uffaaaaaa … -
Arashi rise allegramente. Phil e Yuzuriha continuavano a batti beccare,
spezzando sempre il silenzio delle giornate. -
- Piantala di lamentarti! Non è così
lungo, il via … -
- Silenzio! - lo interruppe bruscamente Yuzuriha.
All’improvviso era diventata tesa come un filo, e aveva
stretto la mano sulla spada. Il silenzio attorno a loro era quasi
totale, si sentiva solo il vento tra le foglie e il verso indistinto
degli animali della foresta. Arashi socchiuse gli occhi, concentrandosi
… sentiva l’aria che faceva frusciare gli alberi,
mentre poco più il là si poteva distinguere
chiaramente il verso di una tigre a caccia. Rabbrividì
sperando che l’animale fosse più lontano di quanto
immaginava … e poi capì perché
Yuzuriha si era allarmata di colpo. C’era una sottile nota
stonata e intermittente tra la quiete della foresta; non era un rumore,
non apparteneva a nulla di umano o animale … era una
dissonanza con l’ambiente circondante, come un buco che
appare e scompare tra le dimensioni … e una sensazione di
vuoto opprimente mentre il suono lugubre continuava …
- A terra! - gridò Yuzuriha. Un’enorme lingua di
fuoco scaturì all’improvviso dal nulla, sfiorando
le teste dei ragazzi stesi. Phil mormorò un incantesimo di
protezione appena in tempo, rinchiudendo i tre in una bolla di luce.
- Cos’è? - gridò Yuzuriha spaventata.
Aveva sfoderato la spada, ma con il fumo creato dal fuoco
l’arma era inutile. La ragazza stringeva la lama tremando,
senza muoverla. Era ferme immobile, si guardavano attorno come un
animale spaurito; tutto quel fumo la confondeva, non vedeva nulla
…
- E’ un demone - esclamò con rabbia Arashi. La
nota discordante che aveva percepito era la dimensione astrale che il
demone aveva usato per teletrasportarsi. - Phil, togli la barriera! -
- Arashi! Se tolgo la barriera il fuoco … - urlò
incredulo il principe.
- Lo so! Ma guarda! Il fuoco non è naturale, deriva dal
demone che ci sta attaccando! E finché sono sotto la
barriera non posso eliminarlo senza rischiare di colpire anche voi! -
gridò di rimando. - Quando ti do il via, lascia
l’incantesimo! - Phil annuì, pronto.
Arashi inspirò a fondo. Tese l’orecchio, cercando
di captare il rumore del demone. La temperatura era diventata
altissima, e stava soffocando sotto quella barriera sottile
… si concentrò, scacciando ogni pensiero. Libera
la mente, le ripeteva sempre la sua Sensei. Per sentire
l’aura di un demone non devi pensare a nulla. A nulla!
E poi la sentì. Una sensazione veloce e malsana, disarmante,
che si muoveva a velocità disumana tra gli alberi. E il
suono chiaro e semplice di un continuo incantesimo di fuoco che veniva
invocato … Ora, il demone era proprio …
- PHIL! VAI! - Phil mollò di colpo la barriera. Arashi si
girò su se stessa con agilità, e trovò
sopra di lei il demone che li aveva attaccati. Sorrise e
completò l’incantesimo che aveva castato centrando
in pieno il mazoku.
- VAN REHL! - dalle mani della ragazza si sprigiono una sottile
ragnatela ghiacciata, che congelò all’istante ogni
focolaio attizzato dal demone. Il mazoku fissò spaventato la
ragazza, cercando poi di far riapparire un’altra fiammata; ma
la ragnatela aveva a volto anche le sue mani e non riuscì a
ripetere l’incantesimo di fuoco.
- Eh, no! - rise Arashi. - non scamperai alla pena così
facilmente, demone da quattro soldi. RA TILT! - gridò,
disintegrando il mazoku.
- Accidenti! - esclamò Yuzuriha rialzandosi. - Meglio non
farti arrabbiare, Arashi. -
- Come hai percepito l’aura del mazoku? - chiese Phil
incredulo.
- Non è difficile. Se liberi completamente la mente riesci a
sentire le differenze tra gli animi di due o più persone.
Capisci se una persona è malvagia e approfittatrice o
gentile o disponibile. Nel caso dei mazoku non senti assolutamente
nulla. Solo desolazione e odio. Senti solo i sentimenti umani di cui si
nutrono -
- Non dev’essere una bella sensazione. -
- Affatto. -
- Yuzuriha,posso chiederti una cosa? - domandò Arashi
esitante. Erano passate quasi tre ore dalla lotta magica, eppure Arashi
sentiva quel tarlo roderle dentro come se tutto fosse appena accaduto.
Phil era più avanti, in avanscoperta. L’occasione
si era presentata, doveva avere coraggio e dire ciò che
pensava.
- Dimmi. -
- Prima, quando il demone ci ha attaccati …
perché non hai reagito? -
Yuzuriha si irrigidì. Credeva che nessuno l’avesse
notato. - Non lo - ammise infine - ho avuto … paura, credo. -
Arashi annuì. - La spada … non è
più quella di prima, vero? -
La ragazza la fissò stupita, portando istintivamente la mano
alla spada. - No, hai ragione. Come l’hai capito? -
-Cammini in modo diverso … - esclamò sorridendo
Arashi - prima avevi una spada lunga, che intralcia il passo delle
persone più basse (io non sono bassa!! Nd Yuzuriha
>.< ) ; ogni tanto spostavi il peso sull’altra
gamba, per riprendere l’equilibrio. E la tua precedente spada
era più sottile, leggera. Ora il tuo passo è
tornato normale, ma è decisamente più marcato,
come se avessi sulle spalle qualcosa di molto pesante. -
-Non ti sfugge niente. -
Arashi arrossì. - Mi viene naturale. Da quando sono qui sono
più attenta ai particolari. (proprio come Xel Nd Aut^^) -
Yuzuriha sorrise e estrasse la spada dal fodero. Arashi rimase a bocca
aperta; la spada era senza lama!
- LUCE! - gridò Yuzuriha,mettendosi in posizione
d’attacco. Dall’elsa della spada
fuoriuscì un denso bagliore luminoso che tagliò
l’aria, sostituendo la lama in ferro. La Gornova! Arashi
rimase senza fiato. Perfino Lina-sama aveva detto che era scomparsa!
- Anchio credevo che fosse svanita durante lo scontro con Dark Star -
mormorò Yuzuriha, accarezzando la lama senza farsi
alcunché. - Ma poco dopo che Seorius scomparve con le cinque
armi di luce, dev’essere accaduto qualcosa di strano. Io
credo che le armi debbano essere unite solo in caso di
necessità, come quando servirono per sconfiggere Dark Star.
Ma una volta che il loroobbiettivo è concluso …
si separano, per non lasciare insieme tutto quel potere. - sorrise -
questo lo pensiamo io e papà. (Gourry pensa?? Nd
Lina)E‘ statolui che l‘ha ritrovata quasi
vent‘anni fa… non l‘ha mai detto nemmeno
a mamma. L‘ha tenuta nascosta per quando sarebbe servita
ancora. E l‘ha data a me … ma io non sono stata in
grado di usarla. Mi vergogno, sai? -
-perché?-
- Perché ti ho detto di essere brava e coraggiosa con la
spada, ma appena ho avuto la possibilità di dimostrarlo
veramente non ho fatto nulla. - mormorò mortificata.
- Yuzuriha! Non pensare nemmeno una cosa del genere! -
esclamò contrariata Arashi - Hai esitato perché
non conosci la forza della spada, non perché non sei in
grado! Ti ho visto allenarti con la spada, so che sei bravissima. Hai
solo avuto un dubbio, ma non è grave. Tutti, la prima volta,
hanno paura. -
Yuzuriha sorrise - Grazie. Ma non dirlo a Phil … lui non
vorrebbe che usassi la spada. Figuriamoci una spada di luce
… -
°*°*°*°*
- E questo… cosa diamine è?!?! - esclamarono
all’unisono Yuzuriha e Arashi, spalancando gli occhi
incredule.
- Il ponte da attraversare ^^ L’unico, tra l’altro.
- disse Phil. Il “ponte” era in stato pietoso, con
le corde consumate dal vento e dall’acqua. Le assi, quelle
rimaste, erano marcite e rischiavano di spezzarsi da un momento
all’altro, facendo cadere il malcapitato nel profondo
crepaccio al di sotto. La spaccatura nella roccia era lunghissima,
almeno cinquanta metri di attraversata sospesa nel vuoto.
- N … non si può usare il Levitation? -
balbettò Arashi senza distogliere lo sguardo.
- Qui la magia non funziona … - mormorò
mortificato Phil.
- Come che su ogni ponte pericolante la magia non funziona? -
esclamò Yuzuriha.
- E’ la legge di … . Se c’è
la possibilità che una cosa vada storta, lo andrà
sicuramente. -..- -
- ^_^* Phil ti credevo più ottimista …
-
- Sai com’è, ogni volta che faccio il mio discorso
sulla giustizia non riesco mai ad atterrare in piedi … -
- Sì, ma tu la sfiga te la attiri proprio ^_^* - concluse
Arashi.
Fissarono ancora per un bel po’ di tempo il malridotto ponte
in completo silenzio. Arashi deglutì, cercando di scacciare
il magone che aveva in gola. Fece un respiro profondo e
cominciò l’attraversata.
Un piede, poi l’altro. Le assi in legno scricchiolavano
paurosamente e davano segni di cedimento a ogni suo passo. Avanzava
lentamente, senza osare aggrapparsi alle corde laterali: erano quelle
con l’aspetto peggiore. Aveva la brutta sensazione che se le
avesse toccate sarebbero state le prime a spezzarsi.
- Accidenti! - gridò improvvisamente, aggrappandosi alla
corda. Un’asse sotto i suoi piedi si era spezzata, facendole
perdere l’equilibrio. Il ponte traballò
pericolosamente, ma resistette. Arashi rimase ferma un attimo,
aspettando che il suo cuore riprendesse il ritmo naturale, poi si
convinse ad alzarsi e proseguire.
Era quasi alla fine quando Yuzuriha e Phil gridarono terrorizzati: -
ARASHI! VOLTATI! -
La ragazza si voltò di scatto. Il sole era stato oscurato da
un’improvvisa massa nera; un drago nero! L’animale
planò in picchiata verso il ponte, ruggendo minacciosamente.
Spalancava e richiudeva le fauci per intimorire Arashi, mostrando i
suoi denti affilati.
- Eh, no! - esclamò rabbiosa Arashi - la legge di
… non avrà il sopravvento! - unì le
mani e iniziò un noto incantesimo:
- … Più tenebroso
dell'oscurità,
più scarlatto del sangue che scorre,
sepolto nel fluire del tempo,
nel tuo nome immenso prometto me stessa all'oscurità
E colui che sarà tanto sciocco da osare opporsi a noi
…
verrà distrutto dal potere in tuo ed in mio possesso
…
… DRAGON SLAVE!! …
Il raggio rosso colpì in pieno il drago. Arashi
faticò a mantenere il controllo mentre il ponte sotto di lei
traballava e ondulava; sentiva ogni asse scricchiolare sotto il peso
del rinculo del potente incantesimo; ma, alla fine, il drago scomparve,
disintegrato dal dragon slave prima che il ponte cedesse.
- Due attacchi in un solo giorno. Ragazzi, qualcuno porta sfiga! -
gridò rivolta ai due compagni di viaggio.
°*°*°*
Finalmente, dopo un altro giorno di cammino e di caccia spietata ai
poveri animali della foresta per placare la fame di Yuzuriha, i tre
ragazzi arrivarono al luogo indicato da Phil. Era sulla cima della
montagna più alta del regno di Saillune, che lo sovrastava.
Verso l’orizzonte si potevano perfino scorgere le torri e le
guglie della capitale della magia bianca.
Arashi e Phil percepirono subito la magia presente nella grotta.
L’anfratto entrava fino alle viscere della montagna, ma
già dall’entrata si poteva avvertire la sensazione
magica che vi aleggiava intorno. Arashi divenne sempre più
tesa man mano che penetravano nell’oscurità; si
sentiva osservata come non mai, come se ogni roccia della caverna fosse
l’occhio del drago che dovevano incontrare. La temperatura
scese bruscamente con il passare del tempo. Arashi e Yuzuriha si
stringeva una con l’altra, cercando di scaldarsi un
po’. Nemmeno un incantesimo di Phil servì a
riscaldare la temperatura.
Finalmente, dopo un tempo che ai ragazzi parve infinito, arrivarono
nell’anticamera della grotta. Arashi rimase a bocca aperta:
ovunque sulla parete rocciosa pendevano innumerevoli stalattiti e
stalagmiti trasparenti, che riflettevano la luce proveniente da
un’apertura sul punto più alto del soffitto. Ogni
stalattite era circondata da cinque cristalli purissimi, che insieme
formavano l’ombra di un pentacolo diritto. Arashi
capì la fonte di quella protezione magica così
potente; i cristalli, insieme alla potenza naturale delle stalagmiti,
fornivano una protezione quasi imbattibile verso gli esseri
indesiderati.
- Incredibile … - mormorò meravigliata.
Osservò la sua immagine riflessa nei cristalli: era una
riproduzione perfetta … anzi, sembrava migliore
dell’originale, come se fosse stata avvolta da una strana
aurea lucente.
- Oh, oh No. - sussurrò Yuzuriha, indicando davanti a se.
C’era una grandissima porta scolpita nella roccia, con incise
miglia di piccole gemme colorate che illustravano la storia di un luogo
o meglio, di una città.
- la Porta di Saillune … - mormorò Phil in un
soffio. La storia raffigurata era proprio quella di Saillune e di chi
aveva varcato le soglie di quella porta. Nel riquadro più in
basso, verso la fine, c’era la chiara immagine di una
vecchietta sorridente con strana orecchie appuntite e la pelle color
smeraldo opaco. Quella era …
- Aqua! - sussultarono insieme i tre. Dunque il drago era passato oltre
quella porta.
- C’è solo un problema … -
mormorò Phil indicando l’ultimo riquadro della
porta. C’era un sottile rientranza, appena visibile a occhio
nudo. Era molto piccola, e sia Arashi che Phil avevano la netta
sensazione che …
- E’ una porta magica. Da quell’apertura
può passare solo una persona. - mormorò Arashi
contrariata.
Phil annuì. - Chi va? - chiese.
- Io. - esclamò decisa Arashi.
- Ne sei certa? - domandò Yuzuriha preoccupata. - Aqua
potrebbe rivelarti cose che non vorresti sapere. -
Ma Arashi scosse la testa sorridendo ed entrò nella piccola
apertura.
°*°*°*°
- Ben arrivata, figlia della Tempesta. -
Stava galleggiando! Osservò incredula Arashi. Galleggiava in
un mare oscuro!
Mosse qualche piccolo passo verso la vecchietta. Attorno a lei
percepiva una forza e una saggezza veramente grande. Aveva paura di
lei, ma per qualche strana ragione non riusciva a non fidarsi
completamente. Aqua le rivolse un sorriso caloroso e le si
avvicinò, per osservarla bene.
- Sei proprio come tua madre Philia, Arashi. Ma gli occhi …
gli occhi sono di quel demone di tuo padre. - mormorò
sorridendo.
- Sai perché sei qui? -
- No, Aqua-sama. -
- Chiamami pure Aqua - esclamò gentilmente il drago.
Arashi arrossì - Aqua. -
- Ecco, così va meglio. Dimmi, piccola, sai
perchè sei speciale? -
Ancora quella frase che la tormentava. Lei non desiderava affatto
essere speciale!
- No, Aqua. -
- Io sono una proiezione della Claire Bible, Arashi. Perciò
guarda: - volse la mano verso il mare oscuro. Arashi venne risucchiata
e intorno a lei cominciarono a scorrere immagini di una vita passata.
= Philia corre. Ha un vestito bianco veramente bellissimo, ed
è al settimo cielo. Là, sull’altare dei
monti Katart, l’aspetta Xellos. Il demone le sorride, facendo
scintillare i suoi occhi color ametista, e Philia non riesce a
trattenere un tuffo al cuore. Le stringe le mani e la bacia con
passione, felice di a verla finalmente fra le sue mani. Anche Philia
sorride: hanno dovuto lottare molto per coronare il loro sogno. Attorno
a loro ci sono gli amici più cari, quelli che non li hanno
abbandonati scoprendo la loro decisione. C’è Lina
e Gourry, Zel, Amelia e il loro pacifico bambino, Phil, che ha solo due
mesi. Poi c’è Valgaav … ha solo tre
anni, ma è già ritornato un promettente drago
ancestrale. E infine, con gran sorpresa dei due sposi,
c’è anche Zelas. Lei sorride, e anche se non
concorda con la decisione di Xel, è venuta comunque a
salutare il suo priest.
Philia sorride raggiante e completa le parole che la legheranno per
sempre al suo amato Xel. =
- Ma cosa… -
-E’ solo il ricordo di tua madre quando si sposò.
Ti prego, non interrompere più. Guarda e basta. -
= Philia accarezza affettuosamente il suo grande pancione. Sono passati
quasi due anni dal suo matrimonio e ormai la nascita della sua bambina
è imminente. Xel è il più ansioso dei
due; le gironzola attorno, coprendola di attenzioni. Philia sorride,
è felice; nemmeno la solita preoccupazione le sfiora la
mente. Nella casa che hanno acquistato all’esterno della
penisola dei demoni ci sono ogni protezione magica pensabile, e son al
sicuro. Nessuno le attaccherà ancora. =
= E’ nata! Philia stinge amorevolmente fra le braccia il suo
più grande tesoro. Arashi, si chiamerà, come Xel
desidera. La bambina ha i suoi capelli dorati e il suo viso, ma gli
occhi sono di Xel, due pozze color ametista. Xel le stinge in un
abbraccio felice e pieno d’affetto e, in quel momento, Philia
si sente protetta e al settimo cielo. =
- BASTA! - gridò Arashi con le lacrime agli occhi. Vedere
sua madre felice chela stingeva senza preoccupazioni era un dolore
insopportabile. La nostalgia e la voglia di rivederla erano troppo
forti … - Basta, prego, Aqua! -
Aqua la guardò malinconica - Mi dispiace farti stare male.
Ma era necessario … hai capito ora perché sei
speciale?-
Arashi scosse la testa. - Arashi - mormorò Aqua - Non sei la
prima che ha nel sangue Cephiel e Shabranidgo. Ci sono stati molti
altri prima di te … Valgarv, Inoushi, Gentax,
Zanfer… e altri che ormai sono stati dimenticati. Ma essi
avevano unito le due parti con la forza e l’odio, mentre tu
… le hai unite con l’amore che c’era fra
i tuoi genitori. Mentre gli altri erano solo esseri divisi dentro, che
provavano sofferenze atroci quando attingevano ad entrambi i poteri, tu
sei l’unione perfetta delle due metà. Esse si sono
amalgamate in te, donandoti una forza pari a quella del Gran Signore
degli Incubi. -
- Paragonabile perfino a LON? - mormorò spaventata Arashi.
Aqua annuì. - Ma, vedi … c’è
una leggenda narrata fra gli uomini che dice:
“ gioisca colui che può vantare d‘esser
nato
Dal patto stipulato fra luce e oscurità
Poiché egli sarà l‘unico che
avrà l‘onore
Di mantenere alto il viso di fronte al Caos in persona
Per chiedere qualsivoglia egli desideri”
- Cosa significa, Aqua? -
Il drago scosse la testa, scoraggiato. - Nemmeno
l’Acqualord lo sapeva. C’è solo una
razza che custodiva questo segreto, ma è andata persa dopo
la Kouma Sensou. Gli unici che ne erano a conoscenza erano i draghi
ancestrali, i nostri fratelli di sangue -
- E non c’è nessun modo per risolvere
l’enigma? - gridò sconcertata la ragazza.
Aqua, stranamente, sorrise. - Forse. La possibilità
è remota, ma c’è. Vedi … -
mormorò facendo comparire fra le mani l’immagine
di un ragazzo dai capelli verdi - Questo è
l’ultimo sopravvissuto dei draghi ancestrali. Purtroppo, dopo
la lotta con Dark Star, questo ragazzo è morto e per mano
del demone dorato è tornato alla vita, perdendo tutti i suoi
ricordi. -
- Quindi non è possibile scoprire nulla … -
Aqua sorrise ancora. - Non ho detto questo. Basterà
fargliela tornare … -
- Com’è possibile? -
- Purtroppo non posso dirtelo … per i draghi dorati questo
è tabù. -
- Allora perché mi dai una speranza vana? - gridò
rabbiosa Arashi.
- Io non posso dirlo, Arashi. Ma qualcun altro sì. -
mormorò un incantesimo e accanto a lei comparve un uomo
imponente, alto quasi due metri. Indossava un saio nero con un
cappuccio che gli nascondeva buona parte del viso, ma gli occhi dorati
scintillavano perfino nel buio della grotta. Sulle spalle portava le
tre armi - tre katane che Arashi capì essere speciali - e un
emblema cucito sulla spalla destra. Arashi lo guardò
sospettosa, ma l’uomo non la degnò di uno sguardo,
continuando a fissare Aqua con astio.
- Il suo nome è Razor. Ti sarà fedele,
poiché deve rispettare un patto e vuole coronare il suo
più grande desiderio. Egli è un drago dorato
sconsacrato, passato dalla parte dei demoni sotto il comando di Garv
Chaos Dragon. Fidati delle sue capacità, ma non della sua
persona. -
L’uomo sbuffò divertito, ma Aqua lo
congelò con uno sguardo.
- Andate. Phil e Yuzuriha hanno bisogno d’aiuto. E, Razor, se
sgarri in qualsiasi modo so dove trovarti, ricordalo. -
°*°*°*
Phil sedette stancamente su una roccia sporgente ai lati della porta.
Arashi era entrata da pochissimo tempo, eppure lui non riusciva a
calmarsi. Il desiderio che la ragazza uscisse al impresto era troppo
forte … aveva una strana sensazione chiuso in quella grotta.
- Sei nervoso, Phil? - chiese Yuzuriha.
- Tu no? -
- Si, ma mi fido ciecamente di Arashi. -
- Come puoi dire questo? La conosci da molto poco. Io stesso la
considero solo una ragazza in difesa … ha pur sempre tre
anni in meno di me. -
Yuzuriha sorrise - mi fido perché ho visto la sua forza. Mi
fido perché mia mamma si fidava, e sai quanto è
difficile che Lina lo faccia. -
Phil rise - credo tu abbia ragione. -
Rimasero in silenzio per parecchio tempo. Phil tamburellava stancamente
sulla porta, scandendo il tempo che scorreva lento.
Sbadigliò annoiato. Da qualche parte doveva esserci una
fonte, perché il rumore dell’acqua era costante.
Plic … Plic … le gocce che cadevano dalle
stalagmiti gli davano sui nervi, ormai.
- Hai sentito? - esclamò improvvisamente Yuzuriha poco dopo.
- Cosa? -
- Ssssh! -
Phil rimase in silenzio. Un rumore di passi! Avanzava lento e senza
fretta, ma con grande sicurezza. Phil sentiva i nervi a fior di pelle;
le distanze, però, nella grotta non si percepivano bene e in
poco tempo l’essere fu lì.aveva i lunghi capelli
azzurri stretti in una treccia e gli occhi color del cielo.
Avanzò con l’agilità di un gatto verso
di loro, guardandoli sprezzante.
- Allora? Dov’è? Dov’è la
figlia di quel traditore? -
- Se parli di Arashi, sei arrivata tardi. Ha già raggiunto
Aqua - rispose acida Yuzuriha.
La ragazza s’infuriò ed esclamò: -come
osi rivolgerti in questo modo a Sherra, stupido essere umano? -
Il sopracciglio di Yuzuriha tremava paurosamente per la sua
irritazione. Stringeva la spada, già pronta ad attaccare.
- Sherra, dici? E chi sei? - chiese ingenuamente Phil.
Le due donne caddero a terra incredule. Sherra, indignata, gli
gridò nelle orecchie: - come chi sono io? Sono il General di
Dynast! -
- Aaaaaah - mormorò Phil. Poi l’orrore
più puro si dipinse sul suo volto.
- Oh, bene. - disse compiaciuta la ragazza - vedo che qualcuno ha
ancora paura di me. -
- Tu … - la voce di Phil tremò per la rabbia.
- Io? -
- Tu … -
- ??? -
- TU SEI UN DEMONE! SEI MALVAGIA! SEI UNA NEMICA DELLA GIUSTIZIA! -
SBONK! Yuzuriha e Sherra caddero a terra incredule.
- Credevo avessi scordato una buona volta queste panzane! -
gridò Yuzuriha.
- ora basta … - mormorò Sherra irritata. - questa
farsa sta durando fin troppo! - chiamò a se un incantesimo e
una bolla nera carica di energia le si formò fra le mani.
Lanciò a ripetizione decine di quelle micidiale sfere
addosso ai due, senza fermarsi attimo. Phil fu veloce, e rinchiuse
Yuzuriha in una barriera protettiva, ma non riuscì a fare
altrettanto con se stesso. Tre bolle lo colpirono prima che potesse
mettersi al riparo.
- PHIL! - gridò Yuzuriha fra le lacrime. La barriera si
spense nell’attimo in cui Phil cadde a terra stremato. -
PHIL! - Corse ad aiutare il ragazzo. Le sfere nere, che avevano
distrutto mezza caverna, avevano bruciato la pelle e c’erano
parecchie ustioni e ferite che ancora aperte. Phil tossì,
sputando sangue; respirava a fatica e aveva perso conoscenza.
- Accidenti - sussurrò disperatala ragazza -ora mi
servirebbe davvero il Resurrection, mamma … -
Si asciugò le lacrime e spostò Phil dietro una
roccia, al sicuro. Doveva resistere… almeno fino a quando
Arashi non fosse uscita dalla sala dietro la porta. Ti prego, Phil
… resisti …
- Non è morto? Allora è duro, il ragazzo. -
esclamò sprezzante Sherra.
Yuzuriha s’infuriò. Sfoderò la spada
con un gesto secco e gridò rabbiosa: - LUCE! - La spada del
padre brillò e una spessa lama lucente scaturì
dall’elsa vuota. Yuzuriha si beò un attimo
dell’espressione incredula di Sherra, poi attaccò
fulminea.
Un fendente, un affondo, un colpo dopo l’altro. Sherra li
evitava con difficoltà, scomparendo e riapparendo dalla
dimensione astrale. Yuzuriha era molto veloce e la Gornova era un
avversario temibile; il General di Dynast sapeva benissimo che la spada
poteva ferire perfino un demone come lei … con un balzo
acrobatico evitò l’affondo di Yuzuriha e
scomparì nella dimensione astrale. Yuzuriha rimase immobile,
ansante e sudata, ad attenderla. Tese l’orecchio, aspettando
di percepire la stessa orribile sensazione che aveva provato nel bosco.
Eccola! La ragazza si girò di scatto e scoprì con
orrore il piano della demone: appena uscita dalla dimensione astrale
aveva colpito una decine di stalagmiti sopra di lei con un raggio
d’energia; ne evitò la maggior parte, ma qualcuna
inevitabilmente la graffiò. L’ultima stalattite,
si staccò esattamente da sopra il moribondo Phil; Yuzuriha
lanciò un gridò disperato e si buttò
di slancio, senza pensare a nulla. Spostò il ragazzo di
colpo, ma non riuscì a fare lo stesso con se stessa.
L’affilata roccia le trafisse la mano, facendo sprizzare il
sangue da ogni vena. Yuzuriha lanciò un gridò
assordante, che riempì ogni angolo della caverna. La mano
destra era inutilizzabile, impalata al terreno da un pezzo di
stalattite.
- Uh uh… -mormorò divertita Sherra - cosa abbiamo
qui! - e rise a crepa pelle. - Se cerchi di proteggere lui non salverai
te stessa - sospirò rassegnata - ecco perché non
capirò mai voi umani. Troppo altruisti - la
guardò maligna e le sferrò un calcio nelle
costole. Yuzuriha sentì il grido venir soffocato dalla
mancanza d’aria nei polmoni, mentre un fiotto di sangue caldo
le attraversò la gola. Sherra rise ancora e la
colpì una, due, tre volte, lasciandole solo il tempo di
provare un immenso dolore.
-Allora? - esclamò soffocando le risate - Non reagisci? -
Yuzuriha strinse la mano sinistra sulla spada. Lanciò un
grido deciso e colpi Sherra con la spada, ferendola a una spalla. La
demone rimase interdetta per un attimo, poi strinse la spalla in preda
a fitte lancinanti.
- TU! - ululò - MALEDETTA CAGNA! NON USCIRAI VIVA DA QUESTO
BUCO! - saltò sopra uno sperone e, ridendo come impazzita,
lanciò un potente incantesimo sulla roccia portante della
grotta. Poi sparì nella dimensione astrale.
Yuzuriha staccò la stalattite dalla mano digrignando i denti
e sforzandosi di non urlare. Il dolore era quasi insopportabile, e la
spda diventata sempre più pesante … la
legò in vita e si trascinò fino a Phil. Con
grande sforzo sollevò di peso il ragazzo appoggiandolo sulle
spalle. La mano destra sanguinava copiosamente, e Yuzuriha si sentiva
prosciugata di tutto il suo prezioso liquido rossastro.
Riuscì a muovere qualche passo, prima di cadere a terra:
respirava a fatica, il battito era diventato irregolare e
inconsistente. Il corpo le formicolava tutto e sentiva con orrore uno
strana sensazione diffondersi nel corpo. Guardò la
stalattite e capì: il minerale era nocivo, e come un veleno
la stava annientando dentro. Con un ultimo barlume di
lucidità si accasciò sopra a Phil in modo da
proteggerlo dalla caverna che stava crollando.
- cosa è successo? - gridò terrorizzata Arashi
non appena uscì. La grotta stava crollando su se stessa;
enormi rocce si staccavano dal soffitto formando crepe che
attraversavano l’instabile superficie.
- YUZURIHA! PHIL! - gridò terrorizzata. Li scorse nel centro
della grotta; erano distesi uno sopra l’altro, in coscienti,
e perdeva parecchio sangue dalle ferite aperte. C’era stato
un combattimento …
Yuzuriha era ricoperta di polvere e frammenti di roccia; sopra di loro,
incombente e terrorizzante, il soffitto stava per cedere e
schiacciarli. Arashi si teletrasportò accanto a loro e li
trascinò appena in tempo lontano da quel macello.
Poco dopo lei e Razor furono fuori.
- Quanto sei bravo con il Resurrection? - chiese gelida Arashi.
- Non abbastanza da curare quello lì. La ragazza ancora
ancora. - mormorò semplicemente lui.
- Allora aiuta Yuzuriha. -
- Hai tuoi ordini. - esclamò sarcastico. Arashi lo
fulminò con lo sguardo. Eppure l’uomo fece quanto
gli era stato ordinato senza protestare.
Arashi rivolse nuovamente la sua attenzione su Phil. Qualsiasi
incantesimo lo avesse colpito, era stato letale; Arashi si morse un
labbro e si concentrò. Appoggiò i palmi delle
mani sul corpo esanime del ragazzo e mormorò :
- Resurrection!- glielo aveva insegnato Zelgadis-sama prima di partire,
ma non lo aveva mai provato. Ne conosceva solo la formula
d’evocazione,e non era certa di guarire completamente il
ragazzo. Sentì l’energia del suo corpo
abbandonarla lentamente, per trasferirsi in quello del giovane ragazzo.
Dopo quasi dieci minuti Phil non era ancora guarito, e Arashi era
provata. La vista le si stava annebbiando e sentiva gli arti sempre
ripesanti.
- Fermati! - esclamò atono Razor - rischi di morire. -
Arashi non l’ascoltò. Mancavano pochi attimi al
completamento dell’incantesimo … ancora poco
… ecco! Finalmente aveva finito. Phil era salvo, e il
respiro del ragazzo tornò regolare. Arashi sorrise e svenne.
Arashi si svegliò di colpo. Era nel mezzo della foresta,
senza sapere come ci era arrivata. Accanto a lei scoppiettava allegro
un grosso fuoco. L’accampamento di fortuna era stato
realizzato da poco.
Sentiva ancora la testa girare come una trottola. Aveva recuperato le
forze, ma sentiva la fame roderle lo stomaco. Ma Yuzuriha e Phil
dovevano essere appena andati a caccia …
- Ben sveglia. -
Arashi sia lodi scatto, sapventata. Dall’altra parte del
fuoco sedeva un inquietante uomo avvolto in un saio nero.
- Chi sei ?! -
- Ouf … non dirmi che non ti ricordi nulla per favore
… -
Arashi lo fissò senza capire. Poi in un secondo tutti i
ricordi le tornarono alla mente …
- Razor! -
- Ecco, brava. - e riprese a tagliuzzare la legna.
Arashi lo guardò imbarazzata. poi si fece coraggio e
chiese,con voce più ferma possibile:
- Chi sei tu? -
- Domanda inutile … comunque, se ci tieni tanto, sono un
drago dorato sconsacrato, o meglio, passato dalla parte dei demoni. -
- Perché? -
Razor sembrò infastidito dalla domanda - fatti miei. -
- E cosa devi ad Aqua? -
Razor sbuffò - siamo in vena di domande, eh? Non
è una cosa che ti deve interessare. Diciamo che lei mi ha
… salvato … e io devo pagarle un presso adeguato.
-
- Mi posso fidare dite? -
L’uomo rise - fai troppe domande idiote. Te lo ha detto anche
quell‘inutile vecchia: fidati della mia forza, ma non della
mia persona. Ma se proprio vuoi una risposta, sappi che ti potrai
fidare di me fino al compimento della mia missione per Aqua. -
Arashi lo squadrò diffidente.
- Ora sarò io a farti delle domande. Il tuo nome?-
- Arashi Ul copt. -
Razor sussultò. - Figlia della vestale del drago di fuoco
Philia Ul Copt?-
- Sì, perché? -
Razor sorrise sarcastico - E’ strana la vita. Mi tocca
proteggere quella che dovevo uccidere. -
- COSA? - gridò infuriata Arashi. Ma Razor non si mosse di
un centimetro.
- Non amo raccontare del mio passato, ma mi sembra doveroso in questo
momento. Sappi che dopo la morte di Garv Chaos Dragon io sono diventato
un … sicario,diciamo. Ero al servizio del committente
più generoso. Una vita splendida. Davvero. E, un giorno, mi
capitò l’ordine di uccidere lei, tua madre.Allora
era incinta. E se quel demone mi avesse detto tutto … -
- Ti saresti rifiutato di uccidere mia madre? -
- No. Avrei solamente alzato il prezzo dei miei servigi. Non mi sono
mai fatto problemi ad uccidere anche donne e bambini. Ma non sopporto
che i miei 'clienti' mi nascondano i particolari. Volevano che
uccidessi tua madre e te? Benissimo, lo avrei fatto senza alcun
problema. Ma avrebbero dovuto dirmi tutto e subito, non farmi scoprire
la verità per mano di Xellos, che quasi mi uccise in
quell'occasione -
Arashi rimase stupefatta, ma dopo scoppiò a ridere. La
morale di quell’uomo era … assurda! Ma lei non
poteva giudicarlo.
- E perché mi vuoi aiutare? - chiese
all’improvviso la ragazza - oltre per il fatto di Aqua.
C’è anche un altro motivo. -
Razor sorrise - Beh, come mi disse tuo padre in
quell’occasione … Sore wa, himimitsu desu. -
°*°*°*°* FINE CAPITOLO TERZO
°*°*°*°*
Kill Kenny … visto ke l’ho infilato? E cm ci
è entrato a pennello ^^
A proposito, qual è la differenza tra stalattite e
stalagmite?? L’ho cercata per mezz’ora, ma
niente.Così vi siete ritrovati un bel mix di termini
…sorry … ^^
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Capitolo 4 *** 4 - Segreti Svelati ***
°*°*°* SLAYERS NEXT GENERATION
°*°*°*
°*°*°* CAPITOLO QUARTO
°*°*°*
°*°* Segreti Svelati °*°*
- uffa – sbuffò
Yuzuriha..
Phil cominciò a preoccuparsi per davvero. Era la quarta
volta in un quarto d’ora che Yuzuriha sbuffava annoiata. E
non c’era nulla di più pericoloso di una Yuzuriha
annoiata. Aveva affettato quattro alberi prima che riuscisse a
fermarla…
- PHIL!
- S-Sì?
- Perché quello schifoso
lucertolone non ci ha voluto con noi?
Phil roteò gli occhi. Da quando Razor e Arashi erano partiti
quella era l’ennesima volta che rispiegava tutto daccapo per
calmare la ragazza…
°°Flashback°°
- Se siamo fortunati - molto fortunati - disse Razor - il drago
ancestrale è in una base all’interno della
penisola. Se non lo siamo, potrebbe essere in uno dei tanti covi dei
draghi dorati sparsi per il continente.-
Arashi deglutì, visibilmente preoccupata. Tutto il suo
entusiasmo sulla ricerca si era spento in un attimo.
- Quali sono le basi più vicine? - chiese alla fine.
- La più vicina è quella nel distretto di
Saillune - esclamò Razor tracciando un segno sulla mappa
geografica davanti a loro. - Non è molto grande. Ci sono
poche probabilità che sia lì. -
- E cos’altro proponi, allora?? - sbottò Yuzuriha
acida.
- Ma controllare non ci costa nulla. Tanto è sulla strada
per la base della Valle dei Draghi. Potremmo trovare qualche
informazione. - esclamò il drago, ignorando completamente la
ragazza.
- Ma … - esclamò Phil - non prenderla
così alla leggera! Entrare nella base dei draghi senza
permesso non è così facile. E’ molto
rischioso! Non puoi proporlo come fosse niente. Come faremo ad entrare?
–
- Voi due non verrete.
- Come sarebbe a dire che noi non veniamo? – gridò
Yuzuriha lanciando uno sguardo gelido al drago sconsacrato. Oh, se non
le piaceva quel Razor…
- Siete per caso draghi dorati? Avete artigli, code, ali?
Yuzuriha arrossì. Maledì il drago per averle
tolto il piacere di ribattere.
- chi tace acconsente. –
sibilò Razor, facendo infuriare ancora di più la
ragazza.
- Ma nemmeno Arashi è in grado
di diventare drago… - osservò Phil.
Razor sbuffò e disse: - Non ancora. Ma essendo mezzo drago
può ingannare i dorati molto meglio di voi. Inoltre il
diadema di vestale del Dio drago di Fuoco di sua madre li
confonderà ancora di più… -
- si ma… - provo a dire Arashi.
- Ora basta!- ordinò Razor. -
Yuzuriha e Phil no. No posso fare da balia anche a voi.
Riuscirò a malapena a coprire il mio sigillo di drago
maledetto, figurarsi proteggere anche voi due! Arashi è
mezzo drago e quindi può, voi siete umani per intero e
quindi no. Caso chiuso!
Yuzuriha si trattenne solo grazie all’aiuto di Phil. Era in
casi come quello che il lato Linesco emergeva. E, mentre Arashi e Razor
si avviavano, sbuffò per la prima volta.
°°° Fine Flashback°°°
- entreranno e cercheranno il drago ancestrale. Se quel Valgarv non si
trova lì, l’obbiettivo diverrà
automaticamente il rotolo con tutte le ubicazioni dei draghi
dell’armata.
Yuzuriha sbuffò ancora più seccata.
Iniziò a torcersi le dita per il nervosismo, trattenendosi a
stento dall’esplodere.
- ORA BASTA!! – urlò
alla fine – TROVIAMO QUALCOSA DA FARE! -
- Yuzuriha, che fai? Non vorrai scendere all’accampamento? -
- No! - esclamò la ragazza - ma nessuno mi ha detto che non
mi posso divertire un po’! -
Phil la seguì senza protestare troppo. In fondo, anche lui
non ne poteva più di aspettare.
°*°*°*°*
-ALT! Il vostro nome. -
Arashi si fermò, immobile. Ugh! Ecco a cosa non aveva
previsto! Pensò impallidendo Arashi. Aveva pregato che tutto
filasse liscio e di riuscire ad entrare alla base senza problemi.
Guardò Razor in cerca d’aiuto, ma dopo un
eloquente sguardo alla
“diqualcosaidiotaprimachetiammazzino”, il drago la
ignorò prontamente.
- Io… io sono… - Non le veniva niente in mente di
sensato. Razor la stava fulminando con gli occhi, mormorando a denti
stretti.
- Io sono Pucci. -
SBONK! Razor cadde a terra, incredulo.
- Pucci? ^_^* - ripeté incredulo il drago dorato che
l’aveva fermata - Che … che nome particolare. E i
tuoi genitori, chi sono? -
- Ehm … mia mamma è… si chiama Rosa
LanSloy, mentre mio papà è …
è Black Ul Storm.-
- Sei una Ul Storm? - chiese perplesso il drago. Arashi si
maledì per la sfortuna. Doveva centrare proprio il nome di
una famiglia conosciuta?
- Sì…- mormorò appena
percettibilmente.
- Mai sentiti nominare. - esclamò lui cercando di ricordare.
Arashi sorrise e sospirò di sollievo.
- Comunque, in quanto vestale del dio drago del fuoco, devi indossare
questa spilla magica. – esclamò,
consegnandole una strana spilla colorata con l’effige di
Cephied.
- perché?
La guardia la guardò malissimo. – non hai sentito?
Sembra che delle spie si siano infiltrate nelle basi. La spilla serve
come riconoscimento e protezione. Da quale base hai detto che vieni?
- s-sono di Sephiria. –
- beh, è un po’ lontano dalla Centrale nella
valle. Forse la notizia non è ancora arrivata. –
ammise, lasciandola andare.
- Ul Storm… - sussurrò arcigno Razor quando
superarono la guardia. - Che nome idiota! -
- Che ne sapevo io? -
Razor rise sarcastico e aggiunse – Comunque, è
strano che finalmente fingano di accorgersi delle spie.
Arashi cercò di chiedere ancora qualcosa, ma il drago la
zittì.
- Noi non ci conosciamo. Sai cosa fare e ricorda che abbiamo due giorni.
E in men che non si dica sparì. Arashi lo chiamò
per un po’, ma alla fine si rassegnò e
iniziò a esplorare il campo. Parecchi draghi si giravano a
guardarla; non era ancora abituata ad essere così grossa e
avanzava con passo incerto e traballante.
Certo che era strana la vita; prima ragazza, poi maga e infine
… quasi drago. Si sentiva così strana…
diversa. Accidenti, com’era possibile sentirsi a volte un
demone, a volte un drago dorato? Quante persone potevano vantare di
avere una doppia personalità che non creava problemi mentali?
Ma ormai aveva imparato che ogni logica e ogni certezza che aveva in
quella penisola non valeva.
Cercò di ricordare l’immagine del ragazzo. I
capelli verdi, una fascia rossa che li sollevava sulla testa e uno
strano corno che sbucava sopra la fronte … occhi dorati e
due tagli rossi sulle guance … e un’espressione
indecifrabile, triste ma allo stesso tempo euforico e strafottente
…
Era proprio un bel ragazzo. Le ricordava un po’
Shinichi…più che altro nello sguardo
così strano e misterioso. Un ragazzo cui non sai mai cosa
passa per la testa. Scosse il capo, cercando di scacciare quei
pensieri. Ricordare Shin le faceva male…
La base dei draghi era molto ben organizzata; le strade erano tutte
uguali e parallele, che convergevano nella zona centrale. Secondo la
descrizione di base provvisoria che le aveva dato Razor, si aspettava
di trovare delle grandi tende e un gran via vai di draghi dorati.
Invece, le tende non c’erano affatto; alla base del pendio
roccioso era stato costruito un grande castello in pietra, mentre
tutt’attorno si allargavano gli edifici centrali, come la
palestra, il laboratorio, la sala dei saggi. Credeva anche di trovare
solo draghi; invece, pochi erano rimasti nella forma draconica, per lo
più quelli non ancora in grado di mutare a sembianze umane o
quelli che dovevano superare il proprio grado nell’esercito.
Erano più uomini che draghi; a quel punto,
cominciò a credere che Razor non volesse semplicemente
Yuzuriha e Phil fra le scatole.
Girava così, per la base, con la testa fra le nuvole, presa
da mille pensieri. E questo non sfuggì a nessuno,
soprattutto grazie al luminoso diadema che portava al collo…
Venne come strappata dai suoi pensieri, con forza e decisione.
Sbatté violentemente contro qualcosa, o meglio, contro
qualcuno. L’impatto fu violento, e Arashi cadde rovinosamente
a terra.
- Ahia! – borbottò massaggiandosi la testa. Cosa
aveva urtato? Alzò gli occhi e vide un enorme ragazzone, con
la pelle giallastra e una lunga coda che gli spuntava da dietro, che
troneggiava su di lei.
- Trasformazione male eseguita, vero? – sibilò
sarcastica.
La faccia del ragazzo si contorse in un ghigno di rabbia.
- sei una vestale del dio drago di fuoco?
- E con questo? – rispose lei
rialzandosi a fatica.
Dolore. Sangue, vomito. Arashi il sentì tutti e tre
contemporaneamente risalirle l’esofago, mentre il ragazzone
la colpiva con un diretto nello stomaco. Le sembrò che il
respiro non riuscisse più a tornare.
- mi è stato detto che se batto una vestale sarò
promosso caposquadra!
Arashi maledì mentalmente il deficiente che aveva messo in
giro quella voce.
- Io sono Thund, e ti batterò!
– gridò colpendola di nuovo.
Arashi volò lontano, sbattendo violentemente il braccio nel
tentativo d frenare la caduta. E sentì scricchiolare
pericolosamente qualcosa, poi più nulla.
Thund la caricò letteralmente, come un bisonte infuriato. Il
poco controllo che aveva sulla trasformazione in un umano era
un’arma a suo vantaggio, perché ogni tanto i denti
diventavano lunge zanne e la pelle s’induriva come
l’acciaio.
Arashi si girò appena in tempo, chiamando a sé la
barriera più potente che conosceva. Thund cozzò
con violenza contro la sua barriera, e lei sentì il braccio
fare scintille per il dolore. Attorno a loro gli amici del ragazzone
avevano stretto un cerchio che impediva a chiunque di vedere cosa
accadeva all’interno. Continuavano a gridare il nome del
ragazzo con veemenza, come tifosi allo stadio, intontendo ancora di
più Arashi. E lei percepì la barriera diventare
sempre più debole man mano che la sua concentrazione
diminuiva…
Con uno schiocco violento, la barriera e il suo braccio si spezzarono
contemporaneamente per la pressione esercitata dai colpi del ragazzo.
Arashi si accasciò al suolo, stringendo l’arto
spezzato con tutta la forza che aveva. Perché la sua magia
si era esaurita così presto? Quel ragazzo l’aveva
assorbita, in qualche modo, altrimenti la sua barriera avrebbe retto
ancora per ore! E, anche se avesse ceduto per forza di cose…
non avrebbe dovuto sentirsi così…così
debole…
Prima di chiudere gli occhi vede solo un’ombra dorata
coprirla e poi più nulla.
°*°*°*°*
- Yuzuriha, ma ne sei sicura?-
bisbigliò Phil, visibilmente contariato. – va
contro la giust… mmmM!!! -
La spadaccina gli aveva tappato la bocca in tempo.
- se tiri fuori ancora la giustizia,
giuro che me la prendo con TE invece che con LORO. –
sussurrò minacciosa. E a Phil non restò che
sbuffare in silenzio per nulla convinto.
- Phil… vuoi fare silenzio?
Guarda che ci sentono!!!
- Umpf… almeno potresti fare
come tua madre… lei irrompeva con stile!
- PRIMO: tu che diavolo ne sai? SECONDO:
non ho magie distruttive su alta scala a portata di mano. Come faccio a
battere in un colpo solo venti scagnozzi come quelli là?
Eppure credevo avessi un cervello!
I due ragazzi si spostarono dietro una roccia, evitando la ronda che
passava in quel momento. Il sorriso di Yuzuriha si allargò
ancora di più quando, finalmente, scoprirono
dov’era il tanto atteso tesoro dei briganti. Oh, faceva
paura, in quei momenti. Il carattere di sua madre emergeva in tutto per
tutto.
- ALL’ATTACCOOOO!
- poveri briganti… - bisbigliò Phil prima di
seguire Yuzuriha all’assalto.
°*°*°*°*
Razor scattò, evitando per un pelo le guardie superiori.
Doveva stare attento… molto più attento di quella
ragazzina. Quante persone conoscevano il suo segreto, la sua vera
identità, fra i draghi dorati? Abbastanza. C’era
almeno una possibilità su venti che una di quelle persone si
trovasse lì.
Inoltre doveva evitare accuratamente tutti i draghi con poteri
superiori… ergo: saggi, vestali, guardie superiori e
generali. Loro sarebbero stati in grado di avvertire la maledizione del
suo sigillo in un batter d’occhio…
‘Maledetta vecchia’ pensò, ricordando
che tutta quella storia era solamente colpa di Aqua.
‘Lei sarà in grado di realizzare il tuo
desiderio… gnè-gnè… intanto
però devo farle da balia; questo me l’hai
nascosto, vecchia cospiratrice…’
E aveva perfino dovuto nascondere le sue katane, le sue katane!
D’accordo che l’aura demoniaca l’avrebbe
avvertita perfino un uovo; ma le sue katane, dannazione!
Aveva lascito Arashi da quasi sette ore… sette ore a
girovagare come un’ombra per quel posto. Il problema non
stava nel ‘girovagare come un’ombra’; era
un sicario, c’era abituato. Anzi, quasi quasi gli piaceva
essere invisibile…
Il vero problema era quel posto. Draghi, draghi, draghi… a
decine, una marea. Ipocrisia e falsità nascoste dal
luccichio dorato di quelle corazze. Bleah. Erano ore che contava fino a
cento per non perdere la pazienza. Ore che cercava di pensare a
qualcos’altro… tutto, pur di non pensare a Shay, a
quel giorno.
‘Dannazione’ esclamò, schiaffeggiandosi
mentalmente. ‘CONCENTRAZIONE’
Saltò al secondo livello degli edifici, leggero e veloce.
Nessuno si accorse di nulla.
‘se le mie katane fossero una falce, qualcuno potrebbe
scambiarmi per la morte’ pensò soddisfatto di
sé.
Le guardie di quelle camere erano mezze addormentate. Barcollavano
appoggiandosi sulle lance lunghe. Razor non riuscì ad
evitare un mormorio di disgusto e disapprovazione. Ogni secondo che
passava lì confermava la sua scelta di anni fa.
‘Servirò il male… perché il
male è sempre uguale, non viene meno ai suoi ideali. Il bene
che tu persegui, fratello… non è mai tale,
né mai lo sarà. E’ solo
l’ipocrisia di un mondo perfetto.’
Gongolò un attimo ripensando alla faccia incredula
e… schifata del fratello maggiore. L’aveva
sbattuto fuori dalla sua casa, ma ne era valsa la pena solo per
quell’espressione…
Finalmente la sua preda sbucò fuori delle sue stanze. Un
grosso e grasso drago dorato, con la pelle sfumata di
giallo… non che fosse poco abile nel trasformarsi, no. Il
suo punto debole, sicuramente, era un dolce troppo pieno di panna.
Portava sotto braccio una decina di grossi tomi, pieni di fogli
svolazzanti. Gli spessi occhiali da talpa lasciavano intendere sulle
sue capacità visive. Il custode. Colui che conosceva tutti i
segreti di quella base e l’ubicazione di tutti i nuclei
dell’attività draconica. Colui che
custodiva… il rotolo che Razor cercava.
Sorrise sarcastico e divenne l’ombra della sua vittima.
°*°*°*°*°*
- Come ti senti?
Oblio. Un nulla piacevole, senza dolore, senza emozioni. La pace della
mente… era morta? Figurarsi, per un pugnetto del genere;
più che altro, quella sensazione le ricordava
l’intontimento dopo l’anestetizzazione durante quel
soggiorno in ospedale… quello in cui papà aveva
seriamente rischiato di essere licenziato per ‘il troppo zelo
nei confronti della figlia’…
Arashi aprì gli occhi piano. Il sole le ferì le
cornee, e lei si coprì con una mano. La sinistra,
perché la destra era tenuta ferma da qualcosa…
Sotto la testa un morbido cuscino. Sulla fronte un asciugamano bagnato.
Aria pulita, calore appena tiepido. E, il respiro regolare e calmo di
una persona…
- Razor? – prechè le
era venuto in mente di colpo quel nome?
- Dolente, non sono un drago sconsacrato.
Razor è qui? Ora capisco perché vai in giro a
cercare guai.
Non era Razor… ma allora c… non era Razor?!?!
Arashi si alzò di scatto, facendo volare lo straccio che le
bagnava la fronte. Si guardò intorno, spaesata. Sveglia. E
in men che non si dica il braccio le ricordò cosa era
successo.
- ecco, vedi… non agitarti. Il braccio fa male, vero?
Eh… succede, quando idioti del genere usano il Steel Fire
solo per una rissa. Sai, quell’incantesimo, oltre a
decuplicare le forse in una determinata parte del corpo, toglie anche
le forze e la magia all’avversario. Molto utile…
peccato che ora tutti lo usino.
- chi sei? – mormorò lei lasciandosi cadere sul
futon dell’uomo.
- Mi chiamo Loslex. Drago dorato, Generale del dio drao del Fuoco,
mezzo demone eccetera eccetera…
- M… Mezzo demone? – ripeté incredula.
- Oh, non come te. Mezzo demone nel senso che prima ero demone, ora
sono un drago dorato. Proprio il contrario del tuo amico sicario.
- Come me? Tu sai chi sono?
- Certo che lo so! Non è difficile, sai? Draghi e demoni non
se ne accorgerebbero subito, ma persone come me o Razor, che sono sia
uno che l’altro… beh, per noi non è
difficile. Non saprei spiegarlo nemmeno io. E poi… ragazza,
non ti sei mai vista la schiena? Hai un gigantesco drago
d’ombra che te la occupa interamente.
- Un… un drago d’ombra?
- E’ un sigillo. Non chiedermi perché hai un
sigillo sulla schiena… forse è proprio questo che
impedisce ai poteri congiunti di luce e oscurità
riscontrarsi dentro te. Sta di fatto che hai un enorme drago nero che
ti occupa tutta la schiena come un tatuaggio. Dev’essere
ricomparso quando sei tornata in questo mondo…
Arashi ci mise un po’ a connettere. Schiena-drago
d’ombra-demone-segreto. Schiena-drago
d’ombra-demone-segreto. Schiena-drago
d’ombra-demone-segreto. Schiena-drago
d’ombra-demone-segreto.
- COME SAREBBE UN DRAGO
D’OMBRA? E COM’E’ CHE MI HAI VISTO LA
SCHIENA? E POI… AHIA!
Loslex le aveva improvvisamente torto il braccio. Il dolore fu
lancinante e incredibilmente forte… ma durò un
attimo. Il braccio tornò normale un secondo dopo. Arashi lo
mosse, scuotendolo con forza. Ma nessun osso scricchiolò
senza alcun tipo di dolore. Era…intero? G-guarito? Come
aveva fatto quel drago a…?
Finalmente lo guardò in faccia. Non era più molto
giovane, eppure nell’armatura da generale faceva ancora la
sua bella figura. I capelli erano molto brizzolati, ormai, ma si notava
ancora qualche ciocca del vecchio castano. Non doveva avere molto
più di cinquant’anni. Ma quando vide i suoi
occhi… il cuore le mancò un colpo. Quegli occhi
vivaci e di un bizzarro color ametista. Così simili a quelli
di suo padre. E quella stessa aria misteriosa…
- Xel? – lo chiese lo stesso,
dando voce ad una flebile speranza.
Il drago sorrise.
- Vedo che oltre agli occhi hai preso
anche la perspicacia del mio fratellino.
°*°*°*°*
- Tutto questo va contro la giustizia.
– osservò Phil mentre Yuzuriha contava le monete
guada… rubate.
- Phil-chan sei troppo severo. In fin dei
conti anche loro le avevano rubate, no? ^^
- Sì, ma…
Phil rinunciò sbuffando. Yuzuriha era al settimo
cielo… lui un po’ meno. Quando aveva visto la
ferocia e il divertimento con cui Yuzuriha aveva minacciato di
affettare i malcapitati briganti aveva rinunciato a
redimerla… era chiaro che Yuzuriha era troppo simile a Lina.
Alla fine, l’aveva costretto a teletrasportarli entrambi
lontano dall’accampamento. Non era molto pratico,
così erano finiti in una radura poco lontana, dove
c’era anche un piccolo laghetto con le acque termali.
- Uaha! 20mila monete d’oro, 44
rubini e ben 27 diamanti! Non è molto ricco come bottino, ma
mica male!
- Ve-ventimila monete un piccolo bottino?
Ma a Saillune c’è gente che pagherebbe per avere
un cifra simile!
- Poi possiamo vendere i
rubini… diciamo a 500 monete d’oro
l’una… o magari li porto da mamma che li trasforma
in amuleti… allora il prezzo sale, diciamo mille monte
d’oro in contanti l’uno…
Phil sospirò rassegnato. Yuzuriha era completamente partita.
La ragazza contava allegramente le monete, con un sorriso che le
attraversava il volto. Phil arrossì violentemente. Quando
sorrideva così liberamente Yuzuriha era ancora
più carina…
- Ehi, Phil-kun, che hai?–
esclamò Yuzuriha guardandolo preoccupata –Sei
tutto rosso… non avrai mica la febbre?–
esclamò, accostando preoccupata le labbra sulla fronte del
ragazzo per misurare la temperatura.
Phil arretrò di colpo, mentre il rossore aumentava fino
all’estremo e uno strano fumo fuoriuscì dalle sue
orecchie.
- Phil, che hai?- chiese ancora lei. Poi sorrise e propose - troppa
tensione, il tuo GiustiziaTermometro è andato in tilt. Ci
vuole un bagno. -
Se Phil avesse avuto qualcosa in bocca in quel momento lo avrebbe
sputato fuori per quelle parole.
- il…il bagno?
- Sì! Hai presente quella cosa
che si fa quando si è sporchi? Oddio, non so quanto i
ragazzi lo facciano, però…
- Non è quello il punto.
Io… cioè…tu…noi…
Yuzuriha sorrise. – Sei come un fratello, per me. Che vuoi
che mi importi se mi vedi in mutande? –
- Si… ma…
ma…
La ragazza alzò le spalle e si tolse i vestiti.
L’aria della sera era fresca, così si
tuffò immediatamente nell’acqua calda.
Phil rimase un po’ ad osservarla. I capelli rossi che
risplendevano sotto il sole, la pelle morbida bagnata
dall’acqua calda…
Si costrinse a smettere di pensarci, quando uno strano gonfiore riempi
i suoi pantaloni.
Però le aveva dato fastidio ciò che lei aveva
detto con tanta leggerezza.
‘Come fratelli…’
- Dai, Phil-kun! Vieni! L’acqua
è stupenda!
Phil si immerse senza accorgersene. L’acqua era
bollente…
‘come fratelli…’
Yuzuriha lo spruzzò con l’acqua, invitandolo a
giocare. L’acqua bassa non nascondeva più la
biancheria bagnata e trasparente… che non celava
più nulla di lei…
‘come fratelli…’
Yuzuriha gli si avvicinò. Perché Phil non reagiva?
- Phil-kun, ma che hai? –
chiese sempre più ansiosa, avvicinandosi per guardarlo
meglio.
- Phil, ma… stai piangendo?
‘come fratelli…’
- Io non ti considerò affatto
come una sorella – mormorò con voce bassa, roca.
Non riuscì a resistere; la prese per un braccio e la
baciò con irruenza, senza aspettarsi una risposta. E invece
lei reagì… labbra su labbra, lingua su lingua.
Una lotta infinita, dolce e desiderata. Un gioco stupendo, costruito
sulle labbra di entrambi...
- Phil… - mormorò
Yuzuriha.
Phil le appoggiò un dito sulle labbra, invitandola a tacere.
La rese in braccia e l’adagiò sul terreno
ricoprendola di baci, assaggiando ogni centimetro della sua pelle.
- Phil… - la richiesta della
ragazza si fece sempre più debole. Eppure lei sentiva che
era sbagliato…
- ti voglio… -
mormorò Phil, stringendola ancora di più.
E lei si lasciò andare. Era qualcosa costruito da tempo, un
sentimento che era cresciuto con loro. Phil se nera solo accorto
prima…
°*°*°**°*
Fine quarto capitoloXD è un po' hard... mica tanto =...= mi
è piaciuto tantiximo scriverlo... l'idea della relazione fra
Yuzuriha e Phil mi ronzava in testa già da un po'.
Tra l'altro anche Loslex lo volevo inserire...volevo che fosse un
demone convertito drago, il contrario di Razor. Però non
sapevo come renderlo credibile... inzomma, diciamolo, io sn Una Akatsuki
e Organizzazione XIII fan, qnd è ovvio ke sn dalla parte dei
demoni =...= .. potete notare ke 'Loslex' è l'acronimo di
'Xellos' ... altro omaggio a Kingdom Hearts X3
L'illuminazione x Slex-kun è arrivata mentre leggevo il 25 di Naruto...quello con la storia d Itachi BWAHAHAHAHAH
ora basta, se no vi anticipo trpp dl next cappy. Tra l'altro, ho dovuto
spezzarlo a metà, perchè originariamente era unito
al successivo, ma stava diventando decisamente troppo lungo!!!!
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