SLAYERS NEXT GENERATION

di Saya_Zhao
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Lettera per la Tempesta ***
Capitolo 2: *** insegnamenti speciali ***
Capitolo 3: *** AQUA ***
Capitolo 4: *** 4 - Segreti Svelati ***



Capitolo 1
*** Lettera per la Tempesta ***


“Tutti i personaggi della storia sono maggiorenni, i fatti o i personaggi descritti non sono esistiti o sono inesistenti”

 

 

 

*°*°*° SLAYERS NEXT GENERATION *°*°*°

 

*°*°*° CAPITOLO PRIMO *°*°*°

 

*°*°*° Lettera Per la Tempesta °*°*°

 

 

 

… *anf* … *anf* … *cought* … *anf* …

La ragazza correva. I lunghi capelli biondi le sfioravano il bel viso, pieno di sudore e stravolto dalla paura. Paura, certo, ma anche una sicurezza e concentrazione che non erano in molte persone. Fuggiva da qualcuno di estremamente potente, che poteva distruggere la vita in un solo attimo. Ma quale vita era importante? Certo, la sua, ma soprattutto quella del piccolo fagotto urlante che stringeva fra le braccia … non doveva cadere nelle mani del mazoku, o sarebbe stata la fine. La morte della sua adorata bambina.

- Fermati, drago dorato! - gridò divertita il demone. Scagliò un incantesimo sfiorando volutamente il drago, solo per innervosirlo. Ma lei continuò a correre, stringendo i denti. Ormai non ce la faceva quasi più …

La ragazza-drago svoltò di scatto, sorprendendo il demone dietro di lei. Ma il vantaggio durò poco: la parete rocciosa del monte frenò la corsa. provò alcuni potenti incantesimi, ma nulla scalfiva la pietra. Era fatta d’Orialchon!

- Finalmente sei in trappola. - esclamò la demone ridendo. Aveva lunghi capelli blu scuro e profondi occhi azzurri come il mare.

 - Dolphin deep sea. The Sea King. Quale onore. I mazoku non avevano niente di meglio?- esclamò la ragazza drago. La regina del mare sorrise e castò un incantesimo per rispondere all’insulto. Ma non colpì la ragazza.

- Philia Ul Copt. Sacerdotessa del dio drago di fuoco. Quel mazoku non aveva una scelta migliore? - La ragazza sorrise stancamente senza alcun commento. Quanti avevano già detto la stessa frase?

- Dammela. -

- Mai. -

- Allora temo non ci sia altra scelta. - disse Dolphin. - DOLPH SLASH! --

Philia impallidì, ma riuscì ad evitare tutte le micidiali sfere nere. - FLAME BREATH! -

Dolphin fu centrata in pieno. Per lungo tempo la sua figura venne immersa dalla luce, ma alla fine la mazoku ne uscì integra, anche se parecchio stanca. - DARK CLAW! - gridò il demone superiore.

- CHAOTIC DISINTEGRATE! - I due incantesimi si scontrarono annullandosi a vicenda. Philia era senza energie; era il terzo combattimento che affrontava e il più difficile. In più un lembo dell‘incantesimo della demone le aveva ferito la gamba.

- Questa gioco è durato fin troppo. Vai! - esclamò Dolphin lanciando un incantesimo. Un lungo filo nero avvolse Philia, che non fece in tempo a spostarsi. L’incantesimo strinse il corpo della ragazza fino al limite; il drago dorato non riusciva quasi più a respirare. Ma non lasciò cadere nemmeno in quel momento il fagotto che teneva in mano.

- Dammela! - gridò Dolphin.

Philia la guardò con disprezzo. Poi disse, boccheggiando: - M…mai!-

Dolphin scosse la testa. Un demone superiore non avrebbe mai capito un drago dorato, soprattutto se nel mezzo c’era un sentimento tanto opposto all’odio. - BLACK VISFRANK!- mormorò. La mano della regina del mare venne avvolta da un alone nero. - Salutami i tuoi amici draghi. - esclamò, trafiggendo il petto di Philia con la mano. La ragazza spalancò gli occhi per lo stupore; sputò sangue e si accasciò a terra stringendo la ferita che sanguinava copiosamente. Il suo sangue ricoprì tutto il terreno vicino a loro, ma non toccò il tesoro che la ragazza drago aveva difeso con la vita.

Il demone superiore sorrise guardando gli occhi del drago spegnersi. Per lei la morte di un avversario era come un dolce irrinunciabile. Ora restava soltanto il Traditore e il sudicio bambino del drago dorato.

Prese in mano il bambino, avvolto nelle fasce. Castò l’incantesimo necessario, ma all’ultimo si fermò. Il sacrificio di un bambino era una fonte di energia incredibile; solo, bisognava fissarlo negli occhi. Srotolò le fasce leccandosi le labbra. - Ma cosa … - esclamò infuriata. Il bambino non c’era! Era solo una stupida pietra che quello sciocco drago aveva stregato!

- Proteggila quanto vuoi, Traditore! Non la salverai dall’ira dei Demoni Superiori! - gridò in preda alla rabbia. Diede un calcio alla pietra e si teletrasportò in un altro luogo.

 

- AAAAAAAH! -

- Arashi*! Cosa succede? - Il padre della ragazza spalancò di colpo la porta, entrando nella stanza della figlia.

- Ho fatto un sogno, Xel. Un sogno orrendo … - sussurrò Arashi tremando. Il padre la abbracciò teneramente.

- E’ solo un sogno. Cosa hai sognato? -

- Ho sognato una ragazza … cercava di salvare qualcosa, ma non c’è riuscita, perché la donna che la inseguiva l’ha uccisa … si chiamava … si chiamava … Xel, non lo ricordo! Ma aveva dei capelli biondi bellissimi! -

Il padre s’irrigidì e una lacrima gli solcò il volto. Ma si ricompose e esclamò, cercando di rassicurare la ragazza: - E’ stato solo un sogno … solo un sogno … ora torna a dormire-.

- Ma ho paura. Quando l’ha uccisa è stato … spaventoso … come se stesse uccidendo qualcuno che mi sta a cuore! Come se stesse uccidendo te! -

- Dormi, piccola … - mormorò Xellos. Mormorò un dolce incantesimo e piano piano Arashi si riaddormentò. Chiuse lentamente la porta della stanza per non fare rumore. Osservò per un attimo ancora il bel viso della figlia. Era così innocente … lontano da tutti i problemi demoniaci. Sospirò, cercando i cancellare l’immagine di Philia dalla mente. Era sicuro che fosse lei; non era la prima volta che Arashi sognava quell’attimo. Ma lui l’aveva sempre cancellato dalla memoria della ragazza … per lei era meglio così. Non poteva sopportare lo stesso dolore che Xellos si trascinava dentro da anni. Quel dolore che lo colpiva tutte le volte che pensava a Philia, il suo amore. Quando pensava ai suoi amici che lo avevano chiamato traditore solo perché aveva imparato ad amare. Quando ricordava il sorriso del suo drago dorato … e di quanto era stato impotente quando Dolphin l’aveva attaccata. Il dolore per la perdita di tutto ciò che amava … ma almeno Arashi era lì. Figlia di Philia, figlia sua. Figlia di demone e di drago dorato. Arashi … cioè “Tempesta”; quale altro nome per una bambina nata a causa del più grande guaio nato tra luce e oscurità?

Xel strinse con dolore il diadema che portava al collo, legato ad una corda dorata come un ciondolo. L’ultimo dono di una madre per la figlia che aveva abbandonato.

 

Il mattino dopo, Arashi non ricordava nulla.

Si stropicciò gli occhi e sbadigliò. Odiava andare a scuola, era così noioso. Tutto prevedibile e sicuro. Si vestì e osservò la propria immagine riflessa nello specchio con curiosità, proprio come ogni mattina. Era bella, Arashi, quasi quanto la madre. Portava i capelli biondi corti in un taglio sofisticato, che le incorniciava il viso affilato, dalla pelle morbida e chiara. Non era molto alta, ma era sottile e aggraziata. I tanti anni di scherma l’avevano modellata alla perfezione. Ma pochi sapevano quanta fatica c’era voluta! Pochi anni fa era rotonda come una palla da calcio.

Come vestirsi? Un altro dilemma. Il padre le regalava sempre vestiti strani e inusuali per l’epoca: lunghi mantelli caldi, pantaloni morbidi e larghi o vestiti ampi e decorati. Li teneva chiusi nell’armadio, per non offendere Xel, ma non li metteva mai. Non si sentiva a suo agio con quei vestiti … non le appartenevano. Non ancora. Infilò i pantaloni a pinocchietto, i suoi preferiti. Erano sgualciti e strappati nei punti giusti, senza risultare eccessivi. La cintura bianca la metteva sempre, in qualsiasi occasione. Scelse la maglietta che più le stava a cuore, quella comprata in un viaggio con papà a S.Francisco. Poi le sue immancabili All Stars, colorate e meravigliose, comprate a Los Angeles l’anno prima. E il cappello nero morbido da pittore, che aveva decorato con bottoni colorati. Non sapeva perché, ma oggi indossava solo cose che per lei avevano un significato speciale.

Si avvicinò allo specchio e mise il suo filo di matita abituale. I suoi occhi le piacevano da morire … erano viola; non il leggero violetto che colora qualche volta gli occhi azzurri, ma un viola intenso, come l’ametista.

- Arashi! -

- Arrivo! -

Che palle la scuola. L’aveva già detto?

 

- Ehi, Arashi! Come va oggi? -

- Bene grazie. - mormorò lei. Il saluto di Joji era un rituale. Ad Arashi non importava di Joji e a Joji non importava di lei. Ma perché rinunciare a un saluto fatto con gentilezza?

Salutò Fay e Karen e andò a sedersi al suo posto vicino alla finestra proprio mentre entrava il professore di matematica. Aveva un faccia stravolta, di una persona che non aveva dormito e per questo era molto irritabile. Arashi sospirò annoiata e si alzò in piedi per il saluto. Poi si ributtò sulla sedia, lasciando trasparire tutta la sua noia.

<< Ul Copt … alla lavagna. - ringhiò il professore.

Arashi sospirò e si alzò di nuovo. Eseguì l’equazione di terzo grado con facilità. Il viso del professore si contorse nell’incredulità più totale, per trasformarsi poi in irritazione. Le diede un’altra equazione, più difficile, ma lei risolse anche quella. Aveva ereditato la memoria e la capacità d’adattamento di suo padre; qualsiasi cosa il professore avesse chiesto, lei lo avrebbe fatto. Con molta probabilità.

 

Xellos entrò nel suo ufficio. Quella piccola stanzetta era veramente troppo stretta per lui, che non si sentiva a suo agio nemmeno nell’appartamento dove abitava. Un bilocale a due posti … tsé … era abituato a ben altro … un castello sulla Wolf Pack Island era decisamente meglio. Sospirò, sedendosi alla sua scrivania e accendendo il portatile. Non doveva pensare al master, ne all’universo parallelo dove era cresciuto. O i rimpianti sarebbero riaffiorati.

- Ma porca … - imprecò, quando il computer si bloccò per l’ennesima volta. Gli diede un colpo deciso,sperando che ripartisse. Niente da fare. Era decisamente tentato a distruggere quell’apparecchio infernale. Un bel dragon slave, e tutto finiva lì. Ma doveva controllarsi.

Diamine, Xel … non sei Lina! Tu sei calmo, intelligente e misterioso …

Riprovò la password. Niente. Il codice binario? Nemmeno. Aveva impiegato mesi per imparare tutti quei codici strapieni di numeri, ma alla fine a cosa era servito? Il computer si bloccava lo stesso. Xellos sospettava che la macchinetta percepisse la sua aura demoniaca e si bloccasse apposta tutte le volte.

- Evvvaii! - esultò, quando il computer ripartì, finalmente. Aveva usato un pizzico di magia, d’accordo, ma il fine giustificava i mezzi. ^^

 

Dopo il professore di matematica arrivò quello di storia, decisamente più allegro. E poi, quella d’italiano, che trascinava Ogni parola come se pesasse 9 quintali. Alloooooraaaa raaagaaaazziiii coommmmeee vaaaa? Ogggi veeerrriiiiificaaaa!

Ma si credeva divertente? Ci faceva o ci era?

L’ora di ricreazione arrivò come un’ancora di salvezza. Due ore d’italiano, cristo santo! Due! Qualsiasi comune mortale sarebbe deceduto in quattro secondi e mezzo.

- Arashi-chaan!- una voce stridula, insistente. Ma non detestabile. Chi altri poteva essere?

- Ciao, Misato-chan. - rispose Arashi, finalmente contenta di vedere una faccia amica. In contrasto con la voce acuta, il modo di vestire e la personalità di Misato Ono erano incredibili: i capelli con una ciocca colorata, gli abiti sgargianti e vistosi con la classe tipica di Misato.

- Come vaaa? ^.^ -

- Perché questo tono? -

- Indovina chi è venuta a trovarmi oggi? -

- Non lo so … -

- Indovina chi rimarrà a casa mia per tutta la settimana? -

- Chi? >>

- Sakura-san! -

- S … Sakura? - Oddio, Arashi se la ricordava. Non era antipatica, e nemmeno noiosa. Era semplicemente irritante. Ma Misato l’adorava … come poteva odiare sua cugina?

- SiSì … e indovina chi è venuto con lei? -

- N … non sa … saprei …- balbettò Arashi. Sapeva bene chi poteva essere l‘unico che avrebbe accettato di accompagnare quella peste, ma il solo pensarci la faceva arrossire.

- Viene anche Shinichi-kuun! -

L’aveva detto. Shin era qui!!

 

- E finisca prima delle tre! >> gridò la capoufficio, una donna O D I O S A.

Xell grugnì un sì in risposta, lanciando una smorfia in direzione della donna non appena lei lasciò l’ufficio. Il ticchettio dei tasti iniziò senza interrompersi mai. I calcoli erano davvero difficili e noiosi, ma doveva farli. O sarebbe stata la fine dell’azienda. Xel ripensò all’odioso capo e si augurò con tutto il cuore che almeno lei affondasse. Le maledizioni dei demoni sono dure a morire.

 

- Ma non possiamo uscire prima delle tre da scuola! - esclamò contrariata Arashi.

- Non possiamo? - ripeté Misato con gli occhi che le brillavano.

- No, Misato. Non possiamo marinare la scuola! -

(volevo usare bruciare ma m sembrava trpp bresciano XD Nd Aut)

- Sempre attenta ai dettagli? Ma lo vuoi vedere Shinichi si o no? -

- Sì, ma… resta una settimana, no?-

- No. Lui parte stasera. >>

- Coooosaaa? O.O -

- SiSì.-

- Allora andiamo ^.^ -

 

- Signor Ul Copt. - gridò il capo. Uffaaaa… pensò Xel. Che cosa vuole ancora?

- Si sieda. - Xel obbedì, riluttante. Era pur sempre un demone! Stare agli ordini di un semplice essere umano non era tra le sue prerogative migliori.

- Come va il lavoro? -

- Bene. -

- Ottimo. Volevo solo dirle che se lo finirà entro le tre, la autorizzo ad uscire prima dall’ufficio. Buona giornata. >> disse alzandosi e uscendo. Xel la seguì con lo sguardo, visibilmente sorpreso. Dopotutto non si meritava la maledizione di un demone.

 

- Shiiiin-kuuuun! - gridò Misato, entrando in casa. Arashi era subito dietro di lei, rossa fino ai capelli e con il respiro irregolare e nervoso. Si tolse le scarpe entrò in casa dell’amica mormorando un cortese permesso alla madre di Misato. La donna sorrise e indicò la stanza di sopra, scandendo le parole SHIN E’ SU. Arashi diventò ancora più rossa, ma salì le scale cercando di evitare lo sguardo divertito della signora.

- ARASHI-SAN! >> Gridò Sakura, correndo ad abbracciarla.

- Ouch… ciao Sakura-Chan… come stai? -

- Bene, grazie, Sempai. -

- Da quando sono Sempai? O.O -

- Da quando ho scoperto che meravigliosa persona sei.- rispose facendole l’occhiolino.

- M… Misato-chan!!! - esclamò Arashi arrossendo ancora.

- Io non ho detto proprio nulla! -

Arashi non le ascoltò più. Sul letto di Misato era disteso Shin. Stava leggendo un libro, apparentemente senza dare ascolto alle chiacchiere delle ragazze. Il corpo alto e magro avvolto nell’uniforme scolastica nera spiccava sulle lenzuola biache. I lunghi capelli neri era sparpagliati sul cuscino, incorniciando il bel viso del ragazzo. Arashi sentì il respiro mancargli quando lo vide.

- Arashi-chan! - esclamò, poggiando il libro. Gli occhi verdi come l’erba del ragazzo si spostarono su Arashi, osservandola da capo a piedi. Sbagliava, o le era sembrato sorpreso di vederla?

- Mi sei mancata, Arashi-chan - disse, abbracciandola. Quando le mani del ragazzo l’avvolsero il viso di Arashi divenne rosso come un pomodoro. Ma rispose all’abbraccio.

- Anche tu, Shin-san. -

- Ancora con questo san? Ti ho detto tante volte di chiamarmi Shin-kun! Mi fa sentire meno vecchio.-

- Ma hai solo due anni in più di me! -

- Lo so, ma per molti sono troppi. - sussurrò guardandola a fondo. Arashi arrossì ancora di più. Sarebbe svenuta, lo sentiva.

- Lo sai che sei molto carina, oggi? - si complimentò Shin, accarezzandola una guancia. (passiamo oltre alla reazione di Arashi nd Aut XD)

- OOOH! Shinichi! Oggi sei molto diretto, vedo. - disse la signora Ono entrando nella stanza. -Volete qualcosa da bere? Vi porto un te’? -

- si grazie mammina adorata! - gridò Misato.

- Con te faccio i conti dopo. - esclamò la signora sorridendo.

- Perché?? O.O -

- Hai saltato scuola, No? ^^ -

- Mammaaaaa! Era per una buona causa >.< -

- Sarà… Vieni giù ad aiutarmi. Anche tu, Sakura. -

 

Finalmente ho finito! Esultò Xel. Prese la sua roba e si avviò sulla strada di casa. Erano le due e mezza. La giornata si prospettava magnifica, ma Xel sentiva un nodo d’angoscia che gli stringeva la gola. Il suo istinto di demone gli diceva che di lì a poco sarebbe successo qualcosa. Ma cosa?

 

 

- Arashi! Stai tremando! - mormorò Sin a bassa voce. -Hai freddo? -

- No, sto bene… sono solo …-

- Nervosa? -

- Come lo sai? - chiese lei.

- Tutte le volte che mi vedi ti comporti così. Prima pensavo che fossi timida, ma ormai ci conosciamo da molto tempo e non so più cosa pensare … ti senti a disagio con me? -

(che stupidotto questo XDXD nd Aut)

- No… è che … - mormorò Arashi, arrossendo ancora. Che dire?

Shin sorrise e si avvicinò ancora di più. Ormai i visi dei due ragazzi era alla distanza di un respiro. Arashi aveva paura, ma non osava ritrarsi. Non voleva offendere Shin… e poi era così bello stare accanto a lui … vedere quelle pozze di smeraldo così vicine la rendeva più calma. Espirò, accorgendosi di aver trattenuto il respiro per tutto quel tempo. Shin sorrise, abbracciandola stretta.

- Ecco, così. Rilassata…-

- Shin, io … -

- Shh… - sussurrò lui, cullandola. Il profumo del ragazzo inebriò Arashi. Sapeva di fresco… era davvero buono. Non lo avrebbe mai scordato. Appoggiò la testa contro il petto del ragazzo. Il cuore di lui batteva forte, instancabile, quasi correndo come le pulsazioni che scuotevano quello di Arashi. La ragazza si sorprese e alzò il viso, incontrando quello di Shin. Era così bello … gli occhi erano magnetici e non riusciva più a staccare lo sguardo. I capelli neri che accarezzavano il viso di Shin erano bellissimi … quanta invidia … avrebbe voluto essere parte di loro per toccare sempre il viso del ragazzo …

Erano vicinissimi; Shin alzò la testa di Arashi lentamente, avvicinandola ancora di più. I nani si sfiorarono con un movimento dolce e tenero. Shinichi appoggiò le labbra sul quelle di Arashi, aspettando. La ragazza era nervosa e il cuore le batteva a mille. Ma, quando sentì le labbra di lui posarsi, si rilassò e ogni pensiero scomparve. Piano dischiuse le labbra, lasciando che la lingua di lui entrasse nella sua bocca …

 

ARASHI!

 

- AH! - Gridò Arashi, tappandosi le orecchie per il male.

- Ho fatto… qualcosa di male? - chiese Shin preoccupato.

- No… - mormorò lei in preda al male e all’angoscia di aver rovinato il più bel momento della sua vita. -No, tu … non …-

 

Arashi!!

Fuoco. Fuoco, ovunque. Una chioma viola che giaceva a terra, confondendosi con le fiamme. Due occhi ametista che la guardavano preoccupati ed imploranti e uno strano bastone magico disteso poco più in là, la sagoma di una donna bellissima, dai capelli corti, che sollevava prepotentemente il corpo di Xel ...

 

- Scusami, Shin-kun, scusa! Devo andare! >> disse Arashi afferrandole sue cose e precipitandosi fuori.

- Ma Arashi! -

- Scusa! Mio papà … incendio … sta male …>> ma ormai era già fuori dalla porta, correndo verso la sua casa.

 

- Papà!! - girdò tra le lacrime quando vide il piccolo appartamento avvolto dalle fiamme. -Papà!- Si buttò, cercando di entrare, ma due mani forti la fermarono.

- Signorina, ma che fa? E’ pericoloso! - le urlò il poliziotto.

- C’è mio padre lì dentro! -

- Non puoi fare più niente. Se c’è qualcuno dentro è già morto, mi dispiace.-

- NO! - Gridò. E un attimo dopo, scomparve.

 

Ma cosa è successo? Un attimo prima il poliziotto la teneva saldamente, impedendole di compiere qualcosa di avventato. Un attimo dopo era lì … tra le fiamme.

- Papà! - gridò. Le fiamme erano altissime, ma non sembravano naturali. Sembravano alimentate da qualcosa … o da qualcuno. Sentì qualcosa scricchiolare sopra di lei. Alzò la testa, appena in tempo: una grande asse stava crollando. Arashi si accucciò a terra, spaventata, ma qualcosa frenò la caduta del legno. Alzò ancora lo sguardo, intimorita. Una strana donna stava tenendo sollevata l’asse senza che il fuoco la scottasse. E il sorriso di lei era spaventoso … e inquietante.

- Tu sei la Tempesta? - chiese ridendo.

Arashi spalancò gli occhi per lo stupore. Pochi sapevano il significato del suo nome …

- Sono io. -

Il sorriso della donna si allargò ancora di più. Lanciò l’asse e mormorò qualcosa, facendo apparire una barriera scura che le protesse dalle alte fiamme. - Io sono la Grande Bestia. -

Arashi la guardò terrorizzata. Lo sguardo divertito della donna le metteva paura e sentiva che intorno a lei aleggiava uno strano e fortissimo potere. Chi era?

- Arashi! - gridò Xellos, entrando di colpo nella barriera scura.

- Oooh, ora riesci ad entrare nella barriera del tuo master, Xel? -

Xel non la sentì. Lo sforzo gli era costato caro. Tossiva e sputava sangue, ma si era rialzato comunque sulle gambe tremanti per proteggere la figlia. Alzò il bastone e attivò un potente incantesimo di difesa.

- Non la toccherai! - ringhiò rabbioso - non le farai del male! -

La donna ridacchiò. - Vuoi sfidarmi, Xel? Vuoi sfidare il tuo master? -

-Se è per proteggere Arashi, ucciderò anche te, Zelas. - Zelas sorrise e scosse la testa. Schioccò le dita e una palla di fuoco gigantesca le comparve fra le mani. Xel impallidì ma respinse l’attacco con il bastone. Ma Zelas attaccò ancora, senza lasciargli tregua. Un incantesimo oscuro trapassò la fragile barriera del demone, dirigendosi verso Arashi. Ma Xel la protesse con il suo corpo, accusando il colpo in pieno e volando tre metri più in là.

- Papà!- esclamò correndo accanto a lui.

- Così non va, Xel. - ridacchiò la donna -se proteggi lei non salverai te stesso. Eri il demone più meravigliosamente individualista, come ti sei ridotto? Tutta colpa dell’Amore? - disse quasi sputando sull’ultima parola.

Xel tossì - S … sai, Ma … master … Mi fai … p … pena …-

- Uh? Ti faccio pena? -

- Sì, per … perché tu … tu non sai co … cosa è l’amore … -

Zelas creò un’altra palla di fuoco, lanciandola contro il demone che non la evitò. I suoi vestiti e la sua pelle erano coperti di bruciature, il viso e le ferite del corpo grondavano di sangue. Ma gli occhi violetti del demone era più vivi che mai, ed erano tornati ad avvolgere Arashi con una barriera protettiva. Zelas scagliò un altro incantesimo ma la barriera di Xel difese i due e restituì colpo al mittente, cogliendola di sorpresa.

- Arashi … -

- Papà! Non parlare! Starai peggio … vedrai che andrà tutto bene … vivrai - gridò lei fra le lacrime.

Xel scosse la testa sorridendo. - Non andrà bene. Ormai sono allo stremo … -

- Papà! -

- Arashi! Ascolta. Non abbiamo tempo. - disse, tappandogli la bocca. - Questo mondo non è più sicuro. Non lo sarà nessun altro e tanto meno quello in cui stai per tornare. Ma è casa tua … solo lì potrai scegliere la tua strada e continuare a vivere … solo lì potrai decidere il tuo destino … -

- Ma cosa stai dicendo, papà? -

- Prendi … prendi questa lettera. Quando arriverai a Saillune, chiedi di Lina Inverse. Lei dovrebbe abitare ancora lì. Aprila solo quando sarai a casa sua! Solo allora sarai al sicuro, per un po’. -

- Chi è questa Lina Inverse? -

- Prendi il mio bastone e questo diadema. -

- Papà! Non ti voglio lasciare! - gridò lei.

Xle sorrise e le accarezzò il viso, togliendole le lacrime. - Devi vivere, Arashi. Anche tua madre lo vorrebbe. Non lasciare che il nostro sacrificio sia vano … -

- Papà! -

Xel socchiuse gli occhi, trattenendo una smorfia di dolore. Con la mano destra manteneva attiva la barriera che li proteggeva da Zelas, mentre con la sinistra castava un incantesimo particolarmente potente. Sotto i piedi di Arashi si formò un’eclissi luminosa; la ragazza sentì i piedi sprofondare nel varco creato dal padre. Si sentiva confusa e stanca, con gli occhi doloranti per il pianto. Afferrò il bastone del padre mentre sentiva una strattonata alle caviglie che la trascinò ancora più giù. Era immersa con tutto il corpo. Guardò il padre un’ultima volta, così concentrato nel creare l’incantesimo che avrebbe salvato almeno lei.  - Papà! - gridò, tendendo la mano verso di lui. Ma ormai l’incantesimo era stato completato e Arashi cadde nel vuoto.

 

- Uffa, Xellos … mi hai tolto tutto il divertimento trasportandola nel nostro universo. Adesso Dynast si arrabbierà. -

Xellos sorrise. Perfino muovere le labbra gli procurò un dolore lancinante. Le forze lo avevano completamente abbandonato e ora lui giaceva a terra inerme, grondante di sangue. Zelas lo guardò con pietà.

- Grazie … - sussurrò Xel con le ultime energie.

- Per cosa? - esclamò sorpresa Zelas.

- Perché tu non mi chiami “Traditore” … - e spirò.

 

Era caduta in quel vortice strano, che sembrava non avere fine. L’aveva circondata una sorta di dimensione azzurrognola che assorbiva ogni suono, perfino il grido incessante che usciva dalla sua gola spaventata. Alla fine, quando sentì il respiro mancare e i polmoni chiedere aria, su di lei era comparso il cielo, arrossato dal sole che tramontava. Si era sentita avvolta dall’aria fresca come non mai … e in quell’attimo era stata felice … ma le lacrime le avevano ribagnato il viso, e lei era tornata nello stato d’incoscienza e dolore in cui vegetava prima.

Stava trapassando le nuvole più basse. L’atterraggio era imminente … ma Arashi non faceva nulla per salvarsi, ne per arrestare la caduta. I suoi occhi erano spenti, diretti in un luogo per lei ormai irraggiungibile. Quando fu in prossimità della terra, il bastone di Xel si attivò automaticamente per difendere la vita del nuovo padrone. Creò una barriera magica che attutì l’impatto. Si formò una voragine gigantesca e un rumore assordante spaventò gli animali e gli uomini che vivevano in quei luoghi.

Arashi era sdraiata a terra. Non aveva la forza di alzarsi. Stringeva il bastone con tutte le forze che aveva; era l’unico oggetto che le rimaneva di suo padre. Le sue ultime parole erano state per lei il colpo di grazia. Devi vivere, Arashi. Anche tua madre lo vorrebbe. Non lasciare che il nostro sacrificio sia vano…

Ma lei non ce la faceva, non ancora. Il dolore e l’odio che provava verso se stessa non si erano ancora placati. Si odiava di non essere stata abbastanza forte da salvare suo padre; si odiava perché era fuggita lasciandolo al suo destino. Si odiava perché era stata la causa della morte dei suoi genitori.

Così restò lì, sdraiata a terra, fra la polvere, senza muovere un dito. Stringeva stretto a sé il bastone e il medaglione che Xel gli aveva donato in punto di morte. Respirava piano, silenziosamente. Sembrava che fosse morta. I suoi occhi erano spenti, privi di qualsiasi emozione se non profondo dolore. Grandi lacrime gli rigavano il volto, bagnandole il colle, inzuppandogli la maglietta. Il sole era offuscato dalla coltre umida che velava i suoi occhi e ogni rumore era ovattato. Non sentiva più nemmeno il vento freddo della sera che le soffiava implacabile sulla pelle, facendola rabbrividire di freddo. Era come un vegetale, viveva ma non sembrava nemmeno in grado di respirare. E, quando un ombra passò su di lei, osservandola curiosa, non si mosse. Non reagì nemmeno quando l’ombra la prese in braccio, trascinandola lontano da quel posto, portandola nella sua dimora.

 

- Mamma, dici che è viva? -      

-Vuoi stare un po’ zitta, Yuzuriha**? Si sta svegliando. -

Arashi aprì gli occhi. Era su un letto morbido, forse troppo, imbottito di paglia e piume d’oca. Sopra di e li vedeva indistinte le sagome di tre teste … tutte e tre chinate su di lei con aria preoccupata. Si stropicciò gli occhi, chiedendosi quanto tempo aveva dormito. Osservò i tre strani personaggi; le due donne avevano la stessa indomabile chioma rosso-fuoco, ma nello sguardo di una c’era una potenza e una decisione … anche strafottenza, se vogliamo dire … pari a nessun altro. La guardava con sguardo attento e preoccupato. L’uomo biondo invece sembrava non capire una parola di ciò che stava succedendo.

- Come stai, piccola? - chiese la rossa con una dolcezza che Arashi non si sarebbe mai immaginata.

- Io… io … bene … - balbettò. - Dove sono? -

- Sei a casa nostra, che domande. - intervenne il biondo, credendo di aver detto chissà cosa.

- Sta’ un po’ zitto, tu! - gridò la rossa mentre una vena gli pulsava impaziente sulla fronte.

Improvvisamente Arashi si ricordò di suo padre, della promessa, della lettera, di tutto. Anche della lotta nella sua casa e del viaggio “dimensionale”. Sentì ancora una volta le lacrime e gridò, con voce roca:

- Vi prego, devo trovare immediatamente Lina Inverse! -

La rossa tornò a fissarla con aria truce. - Cosa vuoi dalla grande maga Lina Inverse? - chiese.

- Io … io non lo so … mio papà mi ha detto di trovarla una volta tornata nel suo mondo … mi disse di trovare Saillune, dove viveva Lina Inverse e … di chiedere la sua protezione … - Arashi non riuscì più a controllare i singhiozzi e tacé.

- Chi è tuo padre? - volle sapere la rossa, questa volta con più gentilezza.

- Si … si chiama Xellos. Xellos Ul Copt. -

La rossa rimase impietrita, sentendo quel nome. Si strinse il cuore, come se si fosse fermato improvvisamente. Guardò la ragazza con occhi velati dalle lacrime e pieni di dolore. - Xel … - mormorò.

- Chi è Xellos Ul Copt? - chiese il biondo.

- MA ALLORA SEI FESSO PER DAVVERO! - gridò furibonda la rossa, mollando un pugno incredibile sotto il mento del povero uomo.

 

Arashi guardò Lina mentre serviva il te’. Scoprire che la maga che doveva trovare era lei, l’aveva messa un po’ in soggezione. Sembrava innocua, ma quando voleva era scatenata. Si arrabbiava spesso, soprattutto con Gourry, il marito, che pareva cascare sempre dalle nuvole. In qualche modo quei due si completavano a vicenda. Quando le aveva rivelato la sua identità, Arashi l’aveva fissata per mezz’ora. Era piccola, bassa e dal seno piatto (come osiiii!! NdLina). L’avanzare dell’età si notava solo da qualche ruga sulle tempie e attorno agli occhi, ma per il resto sembrava giovane come non mai. I capelli rossi erano come un faro in mezzo all’oceano, con qualche accenno argentato, mentre gli occhi castani brillavano di vita. Sul volto aveva sempre stampato un sorriso perfido e intelligente, eppure, in qualche modo, Arashi sentiva di potersi fidare di lei. Percepiva attorno alla maga una potenza incredibile mista a un temperamento combattivo. Ma sincero …

- Sei sicura di volerla leggere in mia presenza? - chiese Lina, indicando la lettera.

- S … sì. - disse Arashi -Non credo d poter comprendere tutto ciò che è scritto qua dentro … ho bisogno di aiuto. Voglio leggerla tutta, anche se può farmi molto male. >>

Lina annuì. -Avevo intuito che eri speciale, quando Yuzuriha ti ha portata a casa dicendo che eri caduta dal cielo. LON, all’inizio pensavo che stesse diventando scema come suo padre, visto che è una spadaccina abile quanto lui. Ma quando ho visto i tuoi occhi viola mi hai ricordato qualcuno … -

-Conoscevi bene mio padre? -

- Beh, non posso dire di conoscerlo a fondo. Non eravamo nemmeno amici. Abbiamo condiviso molte avventure spericolate … lui era così ambiguo e misterioso. Credo che sia cambiato veramente solo quando ha sposato Philia. -

- Perché dici questo? -

-Leggi la lettera … Non posso spiegarti se non sai i principi. Sarebbe più difficile che dirlo a Gourry. -..- -

Arashi annuì e strappò la busta. La lettera era lunga e piene di parole. Arashi toccò la carta ingiallitala tempo, ricordando ancora il volto del padre. Ma sta volta si impose di non piangere e lesse ad alta voce:

 

Bambina,

Se stai leggendo questa lettera vuol dire che io sono morto.

Ti voglio bene, piccola. La decisione che ho preso è sofferta, ma non piangere per me.

L’ho fatto per proteggere ciò che avevo di più caro.

La dimensione dove sei cresciuta non è la nostra terra, piccola.

Lo sentivi, vero? Non ti sentivi diversa da tutti coloro che ti stavano attorno?

Non sentivi un dolore amaro in fondo al cuore?

Sai cos’era? Era la nostalgia. La nostalgia della tua terra.

Sapevo che un giorno saresti dovuta tornare. Eppure ho cercato di trascinarti via lo stesso,

Sacrificando me stesso e colei che amavo più della mia vita.

Perdonami, Arashi. Perdonami. La colpa è solo mia.

Il mondo dove ti trovi adesso è basato su leggi millenarie,

Su poteri incredibili e su magie che non puoi immaginare.

Quello è l’universo del dio demone Shabranidgo e del dio drago Cephied.

Quello è il mondo creato da LON, Lord Of Nightmares.

E’ governato dagli umani, ma nell’ombra due gruppi rivali combatto una guerra che dura ormai da millenni, fin dall’epoca della creazione. Da quando siamo nati, non facciamo altro che combatterci, perché questo è il volere di LON, il demone dorato.

I draghi dorati, sono il bene, la luce, la vita.

I Mazoku sono l’oscurità, il male, la morte.

Io, sono un demone.

Tua madre era un drago.

 

- Era? Vuol dire che è morta? - esclamò Arashi, incredula. - CREDEVO SE NE FOSSE ANDATA! -

- Non piangere, piccola. Vai avanti. -

 

Abbiamo lottato a lungo, da rivali, odiandoci a vicenda.

Ma, alla fine, non so neanche io come,

Il mio piccolo drago dorato ha fatto breccia, costringendo anche un demone come me a provare l’amore.

Credevo di morire, perché per i demoni non c’è niente di più letale.

E invece, sono vivo. Ed ho amato. Sono cambiato, non sono più al servizio di Shabranigdo.

I poteri li ho ancora, ma nessun mazoku può darmi più ordini. Libero, ma condannato, perché un demone che prova l’amore è per tutti i suoi simili un Traditore.

Eppure sono felice di aver scelto tua madre, perché sei nata tu, bambina mia.

Sai perché tu sei la Tempesta?

Perché quando nascesti, una vera e propria bufera si scatenò sui Draghi dorati e sui Mazoku.

Tu hai il sangue nero di Ruby Eye Sahbranigdo

E quello dorato di Cephied, il Dragon Lord.

Sei nata dal’unione dei loro poteri, sei la figlia dell’amore impossibile.

E per loro, per entrambi, sei un pericolo.

Il tuo potere è paragonabile a quello di LON in persona, perché riunisce in un solo individuo la forza del bene e quella del male. L’elemento di congiunzione non è l’odio, ma l’amore. Per questo i due poteri si sono uniti così bene. Sei unica, tesoro. E sei in pericolo.

Entrambe le fazioni cercheranno di eliminarti o di trascinarti dalla loro parte;

Tu non devi cedere a nessuna di loro, piccola, perché sarebbe la fine.

La libertà che desideravamo per te morirebbe in quell’istante.

Devi fuggire da loro. Stagli il più lontano possibile.

Devi capire te stessa per scegliere il tuo destino.

Non cedere alle loro esigenze. Perché la parte che sceglierai sarà la vincitrice, in eterno.

Non so qual è il futuro che ti attende, Arashi.

Vorrei saperlo, per aiutarti.

Ma non posso.

Perdonami.

Vorrei essere lì. Vorrei starti vicino. Ma … non posso.

Ti voglio bene.

Sei il tesoro più grande che la vita mi ha dato …

Ti augurò tutto la felicità, Arashi.

Sarà difficile, ma devi resistere.

Fallo per me e tua madre.

Vivi libera, come avremmo voluto essere noi.

Sii libera di amare …

 

Arashi la rilesse, ancora. La terza volta, grandi lacrime le offuscarono viso, impedendole di continuare. Mamma e papà erano morti. Lei era in pericolo. Ma era sola, questo era ciò che più la spaventava. Sola, unica. Che differenza faceva?

- Arashi … - mormorò Lina, appoggiando una mano sulla spalla della ragazza.

- LASCIAMI STARE! - gridò lei, sparendo nel nulla.

Lina sospirò. Non era andata lontano, perché un mago alle prime armi non era in grado di allontanarsi troppo. Forse era in un’altra stanza, magari in giardino, ma non di più. Raccolse la lettera e la rilesse ancora, ricordando in una volta tutte le avventure passate con quei due che continuavano a litigare. Sorrise, sapendo che quando si erano sposati erano le due persone che si amavano di più.

Mormorò un incantesimo, che rivelò un ultima frase nascosta dal Mazoku. Era rivolta a lei.

 

P.S. Lina, ricordi la nostra promessa? E’ giunta l’ora di mantenerla.

 

- Certo che la ricordo, Xellos. Insegnerò tutto ciò che so ad Arashi. -

 

*°*°* fine primo capitolo *°*°*

 

* Arashi significa “Tempesta”

 

** Yuzuriha … questo invece vuol dire “Spada Che Protegge”  bello, vero?^^

 

Scusate, stra mega fan di Xellos… lo so che avreste preferito che vivesse. Ma io sono una tragediografa d natura >.< Questa FanFic mi è venuta in mente durante le pallose ore di diritto … il Diritto concilia la fantasia … forse perché una strega ci fa da insegnante XDXDXD

 

Uhm… e poi … fatemi pensare … ah, sì^^ scusate, lo so i miei nomi non sono proprio in stile Slayers. Infatti non credo che troveremo mai una “Arashi” o una “Yuzuriha” nel mondo di Hajime Kanzaka! … altri fan noteranno che i nomi dei figli sono tutti presi da X (CLAMP) … ^^ scusate, non ho saputo resistere … i significato dei nomi mi piaceva troppo …

 

Dite che è un po’ troppo drammatica? Boh … Stile mio, non Hajime Kanzaka …

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Capitolo 2
*** insegnamenti speciali ***


“Tutti i personaggi della storia sono maggiorenni, i fatti o i personaggi descritti non sono esistiti o sono inesistenti”



*°*°*° SLAYERS NEXT GENERATION *°*°*°

*°*°*° CAPITOLO SECONDO *°*°*°

*°*°*° Insegnamenti speciali °*°*°



Arashi era ricomparsa poco più in là. I suoi teletrasporti erano incontrollabili e deboli, e avvenivano solo quando la ragazza sentiva il disperato bisogno di andarsene. Si guardò attorno: il giardino dietro la casa di Lina era grande, un gigantesco campo d’erba.
Sentiva una grande oppressione al cuore. Aveva bisogno di sfogarsi, camminare … e di pensare. Da quel che aveva capito, quel mondo era basato sulla magia. Due esseri, che rappresentavano la luce e l’oscurità, erano a capo di quei luoghi, mentre gli umani, né luce né oscurità, lo abitavano indisturbati.
Sembrava tutto così assurdo! E suo padre era un demone. Anzi, era il priest di un demone superiore e uno dei mazoku più potenti! E sua madre, una vestale dei draghi di fuoco. L’opposto.
Si sentiva confusa. E disperatamente sola. Fino a poco prima era nella stanza di una ragazzo … a pensare solo ciò che pensano tutte le adolescenti di quel mondo. E ora… in un luogo sconosciuto, in una casa di una sconosciuta, senza sapere cosa fare, né dove andare. Suo padre aveva detto che presto i demoni e i draghi l’avrebbero cercata; beh, se questo era vero, la necessità di andarsene dalla casa di Lina era primaria.
Che confusione! Si sentiva ancora scossa dalla morte di Xel e dalle scoperte appena fatte. Eppure non poteva fare a meno di essere curiosa, voleva sapere di più su quel mondo e su ciò che l’aspettava!
Non sapeva proprio che fare. Come aveva detto Lina? OH, LON…
- EHI, TU! CHE CI FAI QUI? -
La voce della ragazza la riscosse. Si era allontanata parecchio dalla casa di Lina, sperando di non incontrare nessuno. Invece aveva trovato proprio la figlia della maga, Yuzuriha … era proprio la copia di Lina Inverse. Gli stessi capelli rosso fuoco, la stessa corporatura minuta (Va meglio così? Nd Aut - Sì, può andare.. Nd Lina) e la stessa aria irriverente e scaltra. Solo, quei due grandi occhi azzurri, piccolo ricordo del padre…
- Te lo ripeto. Cosa fai qui?! - esclamò Yuzuriha.
- scusa, scusa… non ti volevo disturbare … - si affrettò a rispondere Arashi.
Yuzuriha piegò la testa di lato, osservandola con curiosità. La reazione di Arashi l’aveva sorpresa; di solito, o scappavano o scappavano …
- Ti alleni con la spada?- chiese Arashi.
Yuzuriha nascose la spada dietro di sé, infastidita.
- oh, beh… - esclamò imbarazzata Arashi - scusami, non volevo offenderti … -
Yuzuriha spalancò gli occhi, sempre più sorpresa per le risposte della ragazza. Sorrise e si sedette, invitando Arashi a fare lo stesso - Non mi da’ affatto fastidio… solo che molte persone credono che non dovrei allenarmi con questa spada. Credono che io sia troppo gracile… Bah! Gliela farò vedere io! -
Arashi rise. Era parecchio che non si sentiva a suo agio con qualcuno.
- Di solito vengono qua e fanno commenti poco gentili sul fatto che io sono una donna… ma io sono la grande Yuzuriha Gabriev, figlia della maga Lina Inverse e dello spadaccino Guorry Gabriev! Non mi può battere nessuno! BWAHAHAHAHAH - esclamò ridendo.
Arashi non riuscì a trattenersi. Scoppiò a ridere, rotolandosi sull’erba. Yuzuriha la guardò stralunata, ma alla fine la imitò, senza trattenersi. Era proprio strana quella ragazza!
- Ti senti meglio, ora? - chiese alla fine Yuzuriha.
- Perché mi chiedi questo? -
- Beh, dopo quello che è ti è successo … dovevi volere molto bene a tuo padre, perché quando ti ho trovata piangevi fissando il cielo… -
Arashi si adombrò, ma sorrise trattenendo le lacrime - Gli volevo tanto bene. Mi era rimasto solo lui. Ma gli ho promesso che sarei andata avanti … e poi lui mi ripeteva spesso che ero la sua principessa speciale, e che sarebbe morto per salvarmi. Beh, lo ha fatto alla lettera. -
Anche Yuzuriha sorrise. - E’ proprio un amico di mia madre … anche lei farebbe lo stesso … dopo essersi lamentata per una settimana, intendo. - e rise. - Uhu… si è fatto tardi. Il sole sta per calare. Sarà meglio andare … papà ha già preparato la cena! -

°*°*°*°

La tavola era imbandita fino all’eccesso. Arashi la guardò stupita e schifata, perché non c’era un angolo di spazio vuoto. Tre maiali arrosto, piatti di verdure a non finire, ciotole di salse, filetti di pesce, cosce di pollo e quintali di pane. E solo quattro posti a sedere. Dov’era tutto il restante esercito che avrebbe dovuto partecipare?
- Buon appetitooo ^.^ - esclamò Yuzuriha sedendosi.
- Buon appetito, tesoroo… SOTTO A CHI TOCCA! - gridò Lina, afferrando la forchetta a mo’ di vanga.
Arashi spalancò gli occhi, più che sorpresa, finché un enorme gocciolone non le si formò sul viso. Sembrava che i tre non mangiassero da giorni. Tritavano + cibo che potevano alla velocità della luce, rubandolo perfino dagli altri piatti.
- EHI! SPADACCINO COL CERVELLO SPAPPOLATO! MOLLA QUELL’OSSO! -
- MA LINAA… AH! YUZURIHA! RIDAMMI IL MIO FILONE DI PANE! -
- TI ARRANGI PAPI! MANGIA PIU’ SVELTO EHEH… ^.^ -
- Ehi! Quello è il mio piatto- gridò Arashi, mollando un pugno a Guorry che aveva tentato di prendersi il suo pesce.
- AHIA! -
- BRAVA, ARASHI! COSI’ SI FA! -
- MA LINAAAAAA … -
- NON TI AZZARDARE! QUELLO E’ IL MIO MAIALE! -

-Sconvolta?- chiese Yuzuriha, osservando la faccia dell’amica.
- Abbastanza -
- abituatici. La cena da noi è sempre così … facciamo sempre linfatica a trovare la quantità adatte … sniff … deperiremo, prima o poi … soooob … -
- Ehm … - Arashi non disse nulla, ma il gocciolone che aveva sulla fronte parlava da sé.
- BURP…OOH…Ora si che sono piena … - esclamò Lina massaggiandosi lo stomaco. - Bene! Arashi, vieni con me. -
- IO? O.o -
- Sì, tu. Oddio, Guorry non ti ha contagiato, vero? Hai lo stesso sguardo da pesce lesso. Ora sono piena, rifocillata … posso adempiere alla mia promessa. -
- promessa? O.O -
- alza le chiappe e poche storie! - gridò Lina spazientita.

°*°*°*°

Lina la portò nel giardino dietro la casa, nell’angolo più lontano e remoto che conosceva. Nel terreno c’erano parecchi buchi e voragini, un brutto segno. Arashi aveva sempre più paura di quella donna.
- Bene. Cominciamo l’addestramento. -
- cheee? -
- l’addestramento magico. Che ti credi? Sarai un mezzo drago e mezzo demone, ma i tuoi poteri non li sai controllare. Perfino Naga ti potrebbe battere … -
- ma io non so come usarli! -
- per questo ci sono io. Ma prima credo … non sei mai stata iniziata, vero? -
- iniziata?-
- lo sapevo … quel mazoku buono a nulla … - esclamò Lina. - finché un mago non è iniziato, non può controllare la sua magia. Può compiere alcuni incantesimi, certo, ma mai secondo la sua volontà. Quindi, a questo punto … - Prese un bastone e tracciò un ampio cerchio, con all’interno due pentacoli che si incrociavano fra loro. Accese cinque piccole fireball (in mancanza di candele nelle vicinanze Nd Lina) e le pose alle punte del pentagono inverso. Poi spinse Arashi al centro del sigillo e si sedette a terra.
- bene. Ora cerca di non pensare a nulla … -
- Cosa stai … -
- SILENZIO! - Gridò spazientita la maga. Incrociò le dita, concentrandosi. Presto una serie di lampi dorati la circondò; era l’energia magica della donna che si manifestava.

-- Sotto il cielo e sotto le stelle, sopra il fuoco e tra la terra
Io invoco il padre di ogni cosa, il gran signore degli incubi
Prego il demone dagli occhi rubino e il dio drago che tutto governa
Invoco la forza di ogni elemento, chiamo l’oscurità e la luce
Un nuovo umano chiede di essere partecipe al mistero ancestrale
Egli chiede che la forza della magia scorra nelle sue vene
Concedetegli questo dono, padri di ogni cosa
Permette la nascita di un nuovo stregone!  --

Il sigillo sotto ad Arashi si illuminò, circondandola. Fu come essere trapassata in ogni parte del corpo da quella strana luce; migliaia di piccoli aghi al perforarono, ma il dolore durò un attimo; al suo posto, solo una sensazione di grande calore e di … di potenza.
- tutto bene? . Chiese Lina, aiutando la ragazza ad alzarsi. Arashi si sentiva intontita, ebbra di quella strana forza che le percorreva le vene. Lina sorrise e disse: - Sì, anche per me è stato così … -
- Bene! Ora cominciamo l’allenamento! -

- Ma che fine hanno fatto quelle due?! - esclamò Yuzuriha a Guorry. Erano passate più di tre ore dalla partenza delle due maghe. La notte era già inoltrata, e Yuzuriha cominciava a preoccuparsi. Lo spadaccino, invece, dormiva alla grossa, con una bolla di muco che usciva dal naso. Yuzuriha sospirò, scacciando un gocciolone da sopra la fronte.
- Ho capito … vado a cercarle … -

- No! Arashi, così non va bene! Anche se sei riuscita subito negli incantesimi più semplici, non significa che puoi fare lo stesso con una magia alla portata del Dragon Slave!-
- Ma Lina-sama! Ci posso riuscire! -
Yuzuriha si chiese se aveva sentito bene. Sua madre che insegnava a qualcuno la tecnica del Dragon Slave? Peggio, che lasciava che venisse usata senza motivo? (perché, Lina la usava sempre con un motivo? Nd Aut - zitta se tieni alla vita Nd Lina) Il mondo stava per finire e lei non lo sapeva??
- Ouf… e va bene… prova pure… ma qualcosa di piccolo, mi raccomando! -
- certo, Lina-sama! - gridò esultante Arashi.chiuse gli occhi e unì le mani, castando l’incantesimo,mentre una bolla rossa d’energia le si formò nelle mani.

-- … Più tenebroso dell'oscurità,
più scarlatto del sangue che scorre,
sepolto nel fluire del tempo,
nel tuo nome immenso prometto me stessa all'oscurità
E colui che sarà tanto sciocco da osare opporsi a noi … --

- FERMATIIIII! - gridò disperata Yuzuriha. Ma ormai era tardi …

-- … verrà distrutto dal potere in tuo ed in mio possesso …
… DRAGON SLAVE!! … --

Dalle mani della ragazza partì un raggio rosso dall’energia distruttiva, che rase al suolo i pochi alberi rimasti nelle vicinanze. Ma la potenza del raggio non si era ancora esaurito… e si avvicinava pericolosamente a Saillune…
- ARASHI! Modifica la traettoria! - gridarono spaventate madre e figlia.
Il raggio rosso mancò le porte della città per pochi metri. Arashi era riuscita a deviarlo, mandandolo verso il cielo, verso una sfortunata colonia di uccelli che passava in quel punto. Caddero uno per uno addosso alle tre donne, arrostiti per bene. Forse leggermente bruciacchiati.
- Oh, beh… - esclamò Lina alzando le spalle - Se non altro abbiamo guadagnato la cena di domani sera … -

*°*°*°*°*°

Lina chiusa la porta della stanza da letto che le due ragazze condividevano. Yuzuriha e Arashi dormivano alla grossa. Salì nella sua camera; Gourry era già nel letto, ad aspettarla.
- sei preoccupata, Lina?- chiese il marito, notando la sua espressione pensierosa. Lina si riscosse e gli sorrise.
Guorry sarà anche tonto, pensò, ma mi capisce sempre.
- sì e No. - mormorò la maga - sono un po’ intimorita. Arashi oggi ha imparato in sole tre ore tutti gli incantesimi più semplici che conoscevo, ed è riuscita a sviluppare un Dragon Slave al primo colpo. Ne ha anche modificato la traettoria!. Ha castato senza problemi perfino il Ra’Tilt! E’ incredibile … avevo capito che la magia in lei è potente, ma non credevo fino a questo punto. Mi fa paura pensare che dovrò insegnarle ogni cosa … ma l’ho promesso a Xel. Pensa, quando l’ho iniziata, è stato come se tutta la magia che aleggiava lì intorno si fosse condensata in lei. Era una forza immensa … eppure sento chiaramente che i suoi poteri sono al minimo. In più, stando accanto a lei … - si morse un labbro, incerta se proseguire - accanto a lei ho provato la stessa identica sensazione di quando LON mi ha aiutato a sconfiggere l’Hellmaster…non credevo che l’avrei sentita ancora. E’ stato…incredibile. - concluse guardando Gourry.
- ma … - balbettò Lina, mentre una grossa vena gli pulsava in testa. Gourry si era addormentato! - BRUTTO SPADACCINO CON IL CERVELLO A FORMA DI MEDUSA! NON TI ADDORMENTARE MENTRE PARLOOOOOOOO! - L’urlo fece tremare letteralmente i muri delle città più vicine. Guorry si svegliò di colpo, inebetito, e non riuscì a schivare in tempo il pugno di una Lina infuriata.
- AHIOOOOO! -
-BEN TI STA! Avevi promesso che non ti saresti più addormentato mentre parlo! - esclamò Lina mettendo il broncio. Gourry l’abbracciò stretta - scusami. Mi perdoni? - Lina sbuffò, e Guorry rise.
- Va bene! Vuol dire che stanotte nessuno dormirà! -
- Gourry! - esclamò la maga arrossendo fino alla punta dei capelli (e oltre… ^.= Nd Aut). Lo spadaccino sorrise  e la baciò, fino a che sentì ogni resistenza di Lina cedere. Sorrise maliziosamente e spense la luce.
(non ho resistitooo … ^.^ Nd Aut.)

La mattina dopo arrivò in fretta. Arashi si era svegliata abbastanza presto, prima di tutti. Aveva deciso di ringraziare Lina e la sua famiglia preparandogli almeno la colazione. Ricordando la cena della sera prima, aveva preparato ogni cosa in abbondanza: parecchio pane e molti vasetti di marmellata, latte, caffè, te, uova fritte e pancetta. Era veramente moltissima roba; se non lo avesse visto con i suoi occhi, non avrebbe creduto che i Gabriev erano in grado di sbafarsi tutto.
- Uuh… che carina! Hai preparato tu la colazione! - esclamò Yuzuriha entrando nella cucina.
- Sì- rispose Arashi - spero solo che sia abbastanza  ^_^* -
- fa vedere - disse la ragazza spostandola. - uno, due, tre … dieci piatti? - ridacchiò stupita.
- sono troppi? -
- No. Troppo pochi. Con questi non si sfama neanche la mamma. ^.^ … diamoci sotto e prepariamo il resto! -
Arashi scacciò il gocciolone sulla sua fronte e disse: - No! Aspetta. So come fare. -
- Sai come fare? Guarda che se non ti sbrighi mamma si sveglia … e ti assicuro che non è molto gentile quando è affamata. O.O - mormorò preoccupata.
-Non ti preoccupare, ho detto. - mormorò qualche frase sotto voce,poi puntò i palmi delle mani verso il tavolo e gridò: - DUPLICATION! -  i piatti sopra il tavolo si sdoppiarono una, due, tre volte, ma solo alla sesta volta si fermarono del tutto. Ogni cosa era stata moltiplicata per sei;  a vista d’occhio, c’erano almeno mezzo quintale di cibo sulla tavola imbandita.
- Va meglio? ^_^* -
- *.* Arashi … -
- Non è ancora abbastanza?!?! O.O -
- *.* Arashi … -
- … ? -
- *.* -
- ???? -
- INSEGNAMI QUELL’INCANTESIMO! - gridò Yuzuriha
SBONK! Arashi cadde a terra, incredula per ciò che aveva detto la ragazza.

*°*°*°

- Arashi! Concentrati! - esclamò Lina. Era passata una settimana dall’arrivo della ragazza; ogni giorno lei e Lina si erano allenate instancabilmente nel grande prato, provando fino a tarda sera. Arashi imparava in fretta le formule e i metodi di evocazione; solo, la tecnica di controllo era da migliorare.
- Ci sono … LAGUNA BLADE! - l’incantesimo scaturì perfettamente dalle sue mani, senza alcun errore. La spada oscura vibrò incerta per pochi secondi, ma Arashi la mantenne stabile. Fece qualche affondo, colpendo l’aria, fino a quando non si sentì stremata. Lasciò l’incantesimo e la spada nera scomparve.
- Incredibile. - sussurrò Lina.
- Cosa? -
- L’hai tenuta attiva per quasi quindici minuti. Nemmeno io ho mai raggiunto questo record le prime volte. -
Arashi arrossì. Eppure gli incantesimi erano così facili! Le uscivano sempre bene. Come se li praticasse da sempre.
- A questo punto, mi rimane solo un incantesimo da insegnarti. -
- Qual è, Lina-sama? E’ molto potente? -
- Lo è. Questo incantesimo, come il Laguna Blade, prende la sua forza dal Lord of Nightmares in persona. Alcuni dicono che, castandolo, si evochi l’essenza stessa del demone dorato. E’ un incantesimo molto potente, con il quale potresti sconfiggere un demone del calibro di Phibrizio, l’Hellmaster… -
- Potrei sconfiggere un demone superiore?? O.O -
- Sì. Ma è molto rischioso usare questo incantesimo. Perché con esso devi controllare l’essenza del Caos… e se per caso ti sfuggisse, sarebbe la fine per tutto … la fine del mondo, la fine di tutte le persone che ami. -
- E’ terribile! - Esclamò Arashi.
- Sì. C’è sempre la possibilità di controllarlo, ma è molto piccola. Va usato solo in casi di ESTREMA necessità … anzi, è meglio non usarlo affatto. Io stessa ho fatto voto di non usarlo mai più. -
- Allora perché me lo insegni, Lina-sama? -
Lina sorrise - Perché l’ho promesso a Xel. Perché, per quanto pericoloso, deve restare la memoria di questo incantesimo. Lo insegno a te perché sono quasi certa che potresti controllarlo, anche se per poco tempo. -
- Grazie della fiducia, Sensei. -

°*°*°*

-Lina-sama, chi sono quelle persone? - chiese Arashi indicando un folto gruppo armato che si avvicinava a passo svelto verso la casa della maga. Lina sorrise pericolosamente e scrocchiò le dita. Se erano banditi, avevano trovato pane per i loro denti. Aveva voglia di prendere a pugni qualcuno di diverso da Gourry.
- Oh, ma non sono banditi … - esclamò delusa, notando il simbolo reale che portavano sull’armatura. Guardie di Saillune. Ma cosa volevano da loro? Lina cercò di ricordare cosa aveva fatto di male, ma non le veniva in mente nulla. Aveva fatto la brava, ultimamente.
- Alt! Fermi, voi là!- gridò quello più grosso di tutti.
- Desidera qualcosa da noi ? - chiese Lina con finta innocenza.
- Sei tu la maga Lina Inverse? -
- Sì-
- Questa è casa tua e del tuo consorte Gourry Gabriev? -
- Sì … - Lina sembrava spazientita.
- E qui abita tua figlia Yuzuriha Gabriev e l’ospite Arashi Ul Copt? -
- Sìììììììììììì! - gridò infuriata Lina, facendo uscire fumo dalle narici. Si ratteneva a stento.
La guardia arretrò, spaventata. - Allo … Allora tua figlia e La … la signorina Ul Copt Mi … mi devono seguire al castello … -
- E perché mai? -
- ordine di sua altezza la regina di Saillune -
- O.O Amelia? Cosa può volere dalle ragazze? O.O-
- Io… io … non saprei! E poi … non ti rivolgere così alla nostra sovrana, protettrice della giustizia del regno! -
Lina lo fulminò con gli occhi e l’omone si fece piccolo piccolo. - Non sarà invece che le vuole Phil? - esclamò maliziosa.
- Il nostro principe non farebbe mai una cosa tanto priva di onore! - disse contrariato l’uomo.
- Proprio figlio di sua madre -..- - mormorò Lina sottovoce.
Alla fine, con l’approvazione di Lina, le guardie del castello erano tornate al palazzo con le due ragazze. Arashi era nervosa. Cosa aveva fatto? Era passata nemmeno una settimana e già era stata convocata al palazzo del regno. Come lo aveva chiamato Lina-sama? Regno di Saillune, la capitale della magia bianca. Eppure tutti i suoi abitanti le sembravano un attimino … uhum … pazzi? Esagerati? Un po’ come i paladini della televisione?
Speriamo che sia solo un impressione, pensò sospirando. Qui sembrano tutti così dediti alla giustizia e alle regole …
- Il castello! - esclamò Yuzuriha, indicando l’imponente costruzione. Arashi rimase a bocca aperta: il palazzo, interamente costruito nel marmo bianco, era enorme; le torri erano altissime, sembravano toccare il cielo con la loro punta acuminata. Le mura bianche erano decorate con piccoli rami e foglie. Delle grosse porte d’accesso entravano e uscivano carri e persone in piena attività. C’erano parecchie guardie, ma l’atmosfera che si respirava era di pace e calma.
- E’ così … - mormorò Arashi, senza trovare le parole giuste.
- Calmo? Pacifico? Noioso? Stressante? Sempre uguale? - propose Yuzuriha.
- diverso da casa vostra  -..-
- Fermatevi qua. - esclamò la guardia. Sua maestà la regina arriverà presto! -
Arashi osservò la sala del trono. Era vuota, non c’era anima viva. Sui tre troni non era seduto nessuno; eppure poteva giurare di aver visto qualcuno nascosto dietro le tende… e aveva la sensazione che a breve sarebbe accaduto qualcosa di spiacevole…
- Oh, oh No. - sospirò Yuzuriha - preparati! -
Arashi non fece in tempo a chiedersi per cosa, che una violenta nube di fumo le investì. Sentì il rumore indistinto dei passi di molte persone che entravano nella sala e un chiaro e indistinguibile Tonf, come un gigantesco masso che cade a terra. E poi una voce chiara e squillante che…
- NOI, AMELIA WILL TESLA SAILLUNE E PHILIONEL EL DI SAILLUNE , SUPREMI ALLEATI DELLA GIUSTIZIA, NON POSSIAMO RITIRARCI  DAVANTI A DUE SERVE DEL MALE COME VOI… -
- serve del male? - bisbigliò Arashi, incredula.
- AMMETTETE LE VOSTRE COLPE, E FORSE LA LAMA DELLA GIUSTIZIA NON CALERA’ SU DI VOI … - il fumo iniziò a diradarsi, e Arashi poté distinguere la sagoma di una ragazza dai capelli scuri che sbraitava dalla cima di una roccia altissima (kissà come ci è arrivata qua dentro Nd Yuzuriha) puntando l’indice verso loro due con fare minaccioso. Accanto a lei un ragazzo quasi uguale a lei che la imitava in tutto e per tutto…
- AVETE OSATO COLPIRE IL MIO REGNO CON UN DRAGON SLAVE NON AUTORIZZATO … - gridò la ragazza piena di Phatos (ke bella parola Nd Aut ^^) Arashi si ricordò dell’incantesimo e iniziò a fischiettare fingendo di non saperne nulla.
- MA SOPRATTUTTO … AVETE COLPITO UNO STORMO DI POVERI PICCOLI E INDIFESI UCCELLI! -concluse il ragazzo.
Le mascelle delle due ragazze si allungarono fino a toccare terra. Da qualche parte, nella stanza, qualcuno sospirò rassegnato.
- IN NOME DEL WWF, FRATELLO MINORE DELLA GIUSTIZIA, NOI VI PUNIREMO! - poggiarono il peso del corpo sulla gamba sinistra piegata in avanti; alzarono il braccio destro in aria puntando il loro dito e il loro sguardo su un punto imprecisato in alto. - NON IMPORTA QUANTO SIETE FORTI, LA GIUSTIZIA TRIONFERA’ SEMPRE! - esclamarono saltando della roccia. Eseguirono due avvitamenti coordinati e … appena toccarono terra scivolarono sbattendo il muso uno sopra l’altro. Arashi faceva sempre più fatica a credere a ciò che vedeva.
- AHIOOOO! MAMMA! ALZATI! - gridò il ragazzo.
- ALZATI TU, PHIL! NON VEDI CHE MI SEI CADUTO SOPRA? -
- NON E’ VERO! SEI TU CHE SEI IN CIMA!-
Da un lato della stanza uscì un uomo con una chiara espressione rassegnata e una decine di grossi goccioloni sul capo. Mormorò qualcosa tipo “ma dovete farlo proprio tutte le volte?” e si affrettò a liberare madre e figlio.
Tossicchiò ed esclamò, imbarazzato:  - Come avrete già capito, questi due pazzoidi sono la regina e il principe (sigh) di Saillune … il mio nome è Zelgadiss Graywords, re di Saillune. Non so perché la mia cara mogliettina vi abbia fatto chiamare, ma spero che non sia solo per questo - concluse sospirando.
- ZEL! BISOGNA PUNIRE CHIUNQUE NON RISPETTI LE REGOLE! - gridò convinta la ragazza.
- ESATTO, MAMMA! DIGLIELO! -
Arashi guardava i due con gli occhi fuori dalle orbite. Phil e Amelia erano uguali in tutto e per tutto, nel carattere e nell’aspetto; solo, Amelia non aveva quelle strane macchie scure che Phil aveva sparse sul viso … chissà cosa erano.
- Vostra Altezza - ricordò Yuzuriha richiamando l’attenzione - Perché ci avete chiamate? -
- Oh, Yuzuriha, che ci fai qui? -
- ^-^* Altezza, ci avete chiamati voi -
- Io? - Amelia era stupita.
- mamma … - bisbigliò Phil - le ho fatte chiamare io … -
- Perché, Phil? -
- Ecco… pochi giorni fa è venuta una strana vecchietta al palazzo. Diceva di conoscere sia te che Lina-sama. Mi ha detto che vi ha aiutato molto durante la lotta contro il principe degli inferi e che … ehm … desiderava incontrare la prossima generazione. ^_^* -     
- La prossima generazione? - esclamò Zel - Chi era questa donna? -
- Ehem … papi … era piuttosto strana … era molto bassa, con orecchie lunghe e a punta; aveva la pelle olivastra e camminava appoggiandosi su un bastone ricurvo … di più non ricordo; ma aveva l’aria molto saggia e … vissuta? -
- Non sarà mica … - esclamarono Zel e Amelia insieme.
- Aqua! - concluse Lina. Era comparsa improvvisamente nella sala; entrambi erano feriti, e si reggevano in piedi a stento. Gourry aveva uno squarcio lungo almeno dieci centimetri nel petto, e si reggeva in piedi solo con l’aiuto della maga. Stringeva fra le mani una spada senza lama, arrossata dal sangue suo e dei suoi avversari. Lina, dal canto suo, aveva tante piccole ferite che non si erano ancora del tutto rimarginate; sembrava stanchissima, come dopo una lotta magica. Improvvisamente cedette, e i due crollarono a terra. Lina sputava sangue e tossiva continuamente, stremata e al limite delle forze.
- Mamma! - gridò terrorizzata Yuzuriha, correndo ad aiutare i genitori.
- Lina! - urlarono i due regnanti.
La maga li scacciò via in malo modo - Non saranno due tagli a … *cought* … uccidermi. Piuttosto aiutate Gourry! -
- Certo, Lina-san. - concordò Amelia. Chiamò due servi che portarono Gourry dal medico del castello. Lo spadaccino era ridotto malissimo; ormai delirava dalla febbre. Forse le spada di quelli che il avevano attaccati erano state avvelenate.
-Cosa è successo? - esclamò spaventata Arashi. Se era per causa sua non se lo sarebbe mai perdonato …
Lina sorrise, capendo i suoi pensieri. - E’ successo e basta, Arashi. Voi eravate partite da poche ore quando sono arrivati loro. -
- Demoni ?! - gridarono Amelia e Phil furiosi.
- No. - disse Lina scuotendo la testa. - *coff*  Draghi dorati, con a capo Milgazia. -
- Draghi? Non è possibile! -
- Cosa credevi, Amelia? Non solo i demoni che desiderano la nostra morte. Perfino i draghi dorati, nonostante la loro apparente aura di luce, desiderano la morte dei loro avversari. Tutto ciò che vi chiedo è di non domandare nulla e darci ospitalità, almeno fino a quando io e Guorry non saremo in grado di ricostruire la nostra casa … -
- Lina, non devi neanche chiederlo. Siamo qui per questo, da sempre, no? - mormorò Zel.
Lina sorrise e chiuse gli occhi, lasciandosi finalmente andare. - Mamma! - gridò Yuzuriha piangendo. - MAMMA! -
- Calmati, Yuzuriha, calmati - esclamò Phil stringendola a se’ - ha solo bisogno di riposo, tutto qui … la magia l’ha solo sfiancata -
- Phil …-
Arashi piangeva silenziosamente. Perché doveva accadere tutto questo? Ogni persona a cui voleva bene pagava per lei. Perché? Lina-sama e Gourry erano vivi, almeno … ma la prossima persona non poteva essere altrettanto fortunata. L’avevano protetta, come suo padre e sua madre … e stavano rischiando di morire … strinse i pugni fino a farli sbiancare. Qualcuno avrebbe pagato per questo, pensò rabbiosamente. Per tutto. Non mi interessa più se sono draghi o demoni, entrambi hanno lo stesso obbiettivo …
- A questo punto, rimane solo una cosa da fare - disse Zel dopo aver portato Lina in infermeria.
- Cosa? - domandò Arashi, risoluta.
- Dobbiamo sapere cosa voleva Acqua da voi. E’ pur sempre un drago, ma in realtà è una proiezione della memoria e della conoscenza dell’Acqua Lord; sono certo che ha intenzione di aiutarci. - tutti annuirono convinti - Inoltre - continuò Zel - credo che i draghi e i demoni abbiamo attaccato noi solo per colpire qualcun altro … e le parole di Aqua lo confermano. I vecchi eroi si devono far da parte per la nuova generazione …  -

°°°fine capitolo°°°

Ps. Scusate se prima Xel mi è uscito così tanto OOC… ma non ci posso fare nienteXD il mio subconscio vorrebbe vederlo così XD e scusate se vi ho fatto aspettare tanto, ma ho avuto parecchi problemi con il mio computer

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Capitolo 3
*** AQUA ***


°*°*°*°*°* SLAYERS NEXT GENERATION °*°*°*°*°*

°*°*°* CAPITOLO TERZO°*°*°*

°*°*°* AQUA °*°*°*


- Come ti senti, Sensei? - mormorò Arashi.
- Ora sto meglio, grazie. -
Arashi si mordeva il labbro costringendosi a non piangere. Aveva avuto così paura che Lina morisse … lei e Yuzuriha, durante la convalescenza dei genitori di lei, erano rimaste vicine, sorreggendosi a vicenda. Yuzuriha non voleva perderei suoi genitori … mentre Arashi non voleva più che qualcuno morisse per lei. Mai più.
Quando finalmente Phil le aveva annunciato che i due erano salvi … beh, dire che aveva fatto i salti di gioia era poco. Lei e Yuzuriha si erano abbracciate piangendo. Lacrime di sollievo, di liberazione. Phil aveva sorriso e le aveva portate dalla maga e dallo spadaccino. Era un ragazzo dolce, il principe di Saillune; una persona che capiva al volo cosa provava una persona. Se non fosse stato così fissato con la giustizia …
Ora Yuzuriha era dal padre. Parlavano sottovoce, e Yuzuriha era al settimo cielo. Arashi invece sedava di fronte a Lina, senza dire nulla. Piangeva soltanto, cercando di non farsi scorgere.
- Non piangere, Arashi. Sono viva, perché sprecare lacrime?- esclamò Lina sorridendo.
Arashi ridacchiò. - Sono contenta che non sei morta. Non volevo perdere anche te … - e ricominciò a piangere piano.
Lina sbuffò - Andavi così bene prima, mentre ti comportavi come Xellos. Non iniziare a copiare quella frignona di tua madre!-
Arashi rise ancora, questa volta con più sicurezza - E’ strano. Dovrei essere io a sollevarti il morale. - mormorò
- Già - borbottò Lina. Cercò di alzarsi a sedere, digrignando i denti per lo sforzo.
- Lina-sama! Non ti devi alzare! -
- Oh, per favore! Non saranno due ferite a fermare la grande Lina Inverse! - borbottò issandosi completamente a sedere. - Piuttosto credo che dovremmo parlare. -
Arashi si adombrò. Conosceva ciò che Lina voleva sapere. - Io non ho ancora deciso. -
- Arashi! Non puoi rimanere indecisa per sempre. Finché sarai nel dubbio, sarai più volubile agli attacchi dei draghi e dei demoni. Devi trovare la strada da percorrere. Devi sapere perché le due fazioni ti vogliono o dalla loro parte, o morta! E credo che Aqua sia la risposta più vicina. -
- Se anche lei fosse un nemico? Se mi attaccasse a tradimento? -
- Un frammento dell’AcquaLord non lo farebbe mai. -
- In ogni caso, se devo andare ci andrò da sola. Non voglio rischiare la vita dei miei amici. -
- Sbagli ancora. Aqua ha detto “la generazione successiva”; non sei solo tu! Hai bisogno di persone forti che stiano al tuo fianco, di persone amiche che non ti abbandoneranno mai! E poi, ormai, anche Yuzuriha e Phil ci sono dentro fino al collo. Aqua si è rivolta a Phil, mentre Yuzuriha è la figlia di una maga e di uno spadaccino che hanno “tradito” gli ideali dei draghi dorati. Il modo migliore per proteggerli è tenerli accanto a te. -
Arashi non aveva risposto. Era uscita dalla camera a testa bassa, ma Lina capì di aver fatto centro.

°*°*°*°*

Arashi volse le spalle una volta per tutte a Saillune. Mentre lei, Phil e Yuzuriha si allontanavano dalla città bianca non aveva fatto altro che voltarsi e rimirarla, sempre una volta di più. Era strano che le dispiacesse così tanto lasciarla; ma, infondo, per lei era stata come una seconda casa. Aveva con se pochi oggetti; la lettera e il bastone del padre, il diadema della madre appuntato al mantello e quattro talismani che Lina le aveva donato. Servivano ad aumentare i poteri … i “demon’s blood”, che avrebbero quadruplicato il suo potere. Arashi li strinse con affetto; anche quelli, ormai, erano diventati un regalo di una persona importante.
Il bosco nei dintorni di Saillune era molto fitto, pieno di alberi e vegetazione; in poco tempo ogni ricordo della città scomparve nella natura. Yuzuriha sembrava molto a suo agio, mentre Phil incespicava un po’ nel tentativo di mantenere il passo svelto della ragazza. Erano amici da moltissimo tempo; anche se spesso rispettavano le formalità, si volevano un bene dell’anima. Arashi sospettava che ci fosse qualcosa di più da parte di Phil, ma il principe era così riservato che non si poteva dire nulla. Quando parlava della giustizia, era un ciclone che nessuno poteva fermare; ma se si trattava della sua vita privata, era più chiuso di una cassaforte.
Viaggiavano ormai da più di sei ore quando finalmente Yuzuriha si decise a chiedere:
- Ehm, qualcuno sa dove stiamo andando? ^.^ -
SBONK! Arashi cadde a terra sotto il peso dell’incredulità. Quando si rialzò aveva un enorme bernoccolo sulla testa.
- Come sarebbe a dire “dove stiamo andando?” Da Aqua, no? -
- Sì, ma … dove è Aqua? -
Arashi rimase in silenzio e guardò Phil. Il principe sorrise esitante ed esclamò:
- Non ne ho la più pallida idea! -
SBONK! Arashi e Yuzuriha caddero contemporaneamente a terra.

-Non ci posso credere! - gridò per l’ennesima volta Yuzuriha - siamo partiti senza sapere dove andare! - strappò con un morso rabbioso metà della carne sul suo spiedino. - Phil! Pensava fossi più pignolo! -
- Pignolo? O.O Ma scusami! Come facevo io a sapere dove trovare quella vecchia? Mi è comparsa davanti e un attimo dopo non c’era più! -
- Dovevi reagire! Non sei tu l’esperto in magia bianca, qui? -
- Sì … ma come faccio a fermare un drago? Peggio, una proiezione di AcquaLord! -
Yuzuriha sbuffò. Si erano fermati sola al calar del sole. Lei e Arashi avevano catturato la cena con le loro armi; ora stava cocendo al ritmo del fuoco scoppiettante che avevano acceso insieme.
- Dai, non è così grave. - disse Arashi, cercando di calmare le acque.
- Non è grave? Non è grave? Hai idea di quanto sia grande la penisola dei demoni? Sempre che sia nella penisola! -
- Non credo che sia andata molto lontana da Saillune. - ragionò Arashi.
- Perché?-
- Ci voleva parlare, no? Se hai bisogno di dire qualcosa di veramente importante, non scompari andandotene chissà dove. Per cui credo che Aqua non sia molto lontana. Forse si trova in un luogo in cui il suo potere è più forte … -
- Hai ragione - concordò Phil - Papà mi aveva raccontato che, per salvare Lina da Garv, Aqua aveva speso molte energie, rischiando quasi di scomparire. Sono passati quasi quarant’anni, è vero, ma per quel che ne so la magia bianca è lenta a ricostituirsi. Aqua è in un posto con una protezione spirituale molto elevata. Un luogo dove i demoni non possono disturbarla. Forse un posto dove nemmeno i draghi possono andare. -
- Se fosse così, la sua lealtà sarebbe indiscutibile. - disse Arashi.
- Esatto. -
- E ditemi, di grazia, esiste un posto simile? - chiese Yuzuriha.
Arashi guardò Phil con aria interrogativa. Lei non ne sapeva assolutamente nulla di quei posti. Forse lui …
- Beh, un posto così effettivamente c’è. E non è nemmeno molto lontano.-

°*°*°*

Camminarono per due o tre giorni ancora (meno male che era vicino! Nd Yuzuriha). Dovevano attraversare tutto il bosco che circondava Saillune, per raggiungere l’unico punto in cui era possibile attraversare il profondo crepaccio che divideva la montagna. Phil ricordava di una grotta speciale in cui andava da bambino con la madre. Quello poteva essere l’unico luogo dove trovare Aqua, perché la magia bianca lì era incredibilmente potente e intensa. I cristalli e le stalattiti all’interno fungevano da catalizzatore per la magia bianca, raddoppiando la forza magica della grotta.
- Uffaaaaa - sbadigliò Yuzuriha. - Phil, quando arriviamo?-
- Te l’ho detto. Ancora un giorno di cammino e saremo lì. -
- Uffaaaaaa … -
Arashi rise allegramente. Phil e Yuzuriha continuavano a batti beccare, spezzando sempre il silenzio delle giornate. -
 - Piantala di lamentarti! Non è così lungo, il via … -
- Silenzio! - lo interruppe bruscamente Yuzuriha. All’improvviso era diventata tesa come un filo, e aveva stretto la mano sulla spada. Il silenzio attorno a loro era quasi totale, si sentiva solo il vento tra le foglie e il verso indistinto degli animali della foresta. Arashi socchiuse gli occhi, concentrandosi … sentiva l’aria che faceva frusciare gli alberi, mentre poco più il là si poteva distinguere chiaramente il verso di una tigre a caccia. Rabbrividì sperando che l’animale fosse più lontano di quanto immaginava … e poi capì perché Yuzuriha si era allarmata di colpo. C’era una sottile nota stonata e intermittente tra la quiete della foresta; non era un rumore, non apparteneva a nulla di umano o animale … era una dissonanza con l’ambiente circondante, come un buco che appare e scompare tra le dimensioni … e una sensazione di vuoto opprimente mentre il suono lugubre continuava …
- A terra! - gridò Yuzuriha. Un’enorme lingua di fuoco scaturì all’improvviso dal nulla, sfiorando le teste dei ragazzi stesi. Phil mormorò un incantesimo di protezione appena in tempo, rinchiudendo i tre in una bolla di luce.
- Cos’è? - gridò Yuzuriha spaventata. Aveva sfoderato la spada, ma con il fumo creato dal fuoco l’arma era inutile. La ragazza stringeva la lama tremando, senza muoverla. Era ferme immobile, si guardavano attorno come un animale spaurito; tutto quel fumo la confondeva, non vedeva nulla …
- E’ un demone - esclamò con rabbia Arashi. La nota discordante che aveva percepito era la dimensione astrale che il demone aveva usato per teletrasportarsi. - Phil, togli la barriera! -
- Arashi! Se tolgo la barriera il fuoco … - urlò incredulo il principe.
- Lo so! Ma guarda! Il fuoco non è naturale, deriva dal demone che ci sta attaccando! E finché sono sotto la barriera non posso eliminarlo senza rischiare di colpire anche voi! - gridò di rimando. - Quando ti do il via, lascia l’incantesimo! - Phil annuì, pronto.
Arashi inspirò a fondo. Tese l’orecchio, cercando di captare il rumore del demone. La temperatura era diventata altissima, e stava soffocando sotto quella barriera sottile … si concentrò, scacciando ogni pensiero. Libera la mente, le ripeteva sempre la sua Sensei. Per sentire l’aura di un demone non devi pensare a nulla. A nulla!
E poi la sentì. Una sensazione veloce e malsana, disarmante, che si muoveva a velocità disumana tra gli alberi. E il suono chiaro e semplice di un continuo incantesimo di fuoco che veniva invocato … Ora, il demone era proprio …
- PHIL! VAI! - Phil mollò di colpo la barriera. Arashi si girò su se stessa con agilità, e trovò sopra di lei il demone che li aveva attaccati. Sorrise e completò l’incantesimo che aveva castato centrando in pieno il mazoku.
- VAN REHL! - dalle mani della ragazza si sprigiono una sottile ragnatela ghiacciata, che congelò all’istante ogni focolaio attizzato dal demone. Il mazoku fissò spaventato la ragazza, cercando poi di far riapparire un’altra fiammata; ma la ragnatela aveva a volto anche le sue mani e non riuscì a ripetere l’incantesimo di fuoco.
- Eh, no! - rise Arashi. - non scamperai alla pena così facilmente, demone da quattro soldi. RA TILT! - gridò, disintegrando il mazoku.
- Accidenti! - esclamò Yuzuriha rialzandosi. - Meglio non farti arrabbiare, Arashi. -
- Come hai percepito l’aura del mazoku? - chiese Phil incredulo.
- Non è difficile. Se liberi completamente la mente riesci a sentire le differenze tra gli animi di due o più persone. Capisci se una persona è malvagia e approfittatrice o gentile o disponibile. Nel caso dei mazoku non senti assolutamente nulla. Solo desolazione e odio. Senti solo i sentimenti umani di cui si nutrono -
- Non dev’essere una bella sensazione. -
- Affatto. -

- Yuzuriha,posso chiederti una cosa? - domandò Arashi esitante. Erano passate quasi tre ore dalla lotta magica, eppure Arashi sentiva quel tarlo roderle dentro come se tutto fosse appena accaduto. Phil era più avanti, in avanscoperta. L’occasione si era presentata, doveva avere coraggio e dire ciò che pensava.
- Dimmi. -
- Prima, quando il demone ci ha attaccati … perché non hai reagito? -
Yuzuriha si irrigidì. Credeva che nessuno l’avesse notato. - Non lo - ammise infine - ho avuto … paura, credo. -
Arashi annuì. - La spada … non è più quella di prima, vero? -
La ragazza la fissò stupita, portando istintivamente la mano alla spada. - No, hai ragione. Come l’hai capito? -
-Cammini in modo diverso … - esclamò sorridendo Arashi - prima avevi una spada lunga, che intralcia il passo delle persone più basse (io non sono bassa!! Nd Yuzuriha >.< ) ; ogni tanto spostavi il peso sull’altra gamba, per riprendere l’equilibrio. E la tua precedente spada era più sottile, leggera. Ora il tuo passo è tornato normale, ma è decisamente più marcato, come se avessi sulle spalle qualcosa di molto pesante. -
-Non ti sfugge niente. -
Arashi arrossì. - Mi viene naturale. Da quando sono qui sono più attenta ai particolari. (proprio come Xel Nd Aut^^) -
Yuzuriha sorrise e estrasse la spada dal fodero. Arashi rimase a bocca aperta; la spada era senza lama!
- LUCE! - gridò Yuzuriha,mettendosi in posizione d’attacco. Dall’elsa della spada fuoriuscì un denso bagliore luminoso che tagliò l’aria, sostituendo la lama in ferro. La Gornova! Arashi rimase senza fiato. Perfino Lina-sama aveva detto che era scomparsa!
- Anchio credevo che fosse svanita durante lo scontro con Dark Star - mormorò Yuzuriha, accarezzando la lama senza farsi alcunché. - Ma poco dopo che Seorius scomparve con le cinque armi di luce, dev’essere accaduto qualcosa di strano. Io credo che le armi debbano essere unite solo in caso di necessità, come quando servirono per sconfiggere Dark Star. Ma una volta che il loroobbiettivo è concluso … si separano, per non lasciare insieme tutto quel potere. - sorrise - questo lo pensiamo io e papà. (Gourry pensa?? Nd Lina)E‘ statolui che l‘ha ritrovata quasi vent‘anni fa… non l‘ha mai detto nemmeno a mamma. L‘ha tenuta nascosta per quando sarebbe servita ancora. E l‘ha data a me … ma io non sono stata in grado di usarla. Mi vergogno, sai? -
-perché?-
- Perché ti ho detto di essere brava e coraggiosa con la spada, ma appena ho avuto la possibilità di dimostrarlo veramente non ho fatto nulla. - mormorò mortificata.
- Yuzuriha! Non pensare nemmeno una cosa del genere! - esclamò contrariata Arashi - Hai esitato perché non conosci la forza della spada, non perché non sei in grado! Ti ho visto allenarti con la spada, so che sei bravissima. Hai solo avuto un dubbio, ma non è grave. Tutti, la prima volta, hanno paura. -
Yuzuriha sorrise - Grazie. Ma non dirlo a Phil … lui non vorrebbe che usassi la spada. Figuriamoci una spada di luce … -

°*°*°*°*

- E questo… cosa diamine è?!?! - esclamarono all’unisono Yuzuriha e Arashi, spalancando gli occhi incredule.
- Il ponte da attraversare ^^ L’unico, tra l’altro. - disse Phil. Il “ponte” era in stato pietoso, con le corde consumate dal vento e dall’acqua. Le assi, quelle rimaste, erano marcite e rischiavano di spezzarsi da un momento all’altro, facendo cadere il malcapitato nel profondo crepaccio al di sotto. La spaccatura nella roccia era lunghissima, almeno cinquanta metri di attraversata sospesa nel vuoto.
- N … non si può usare il Levitation? - balbettò Arashi senza distogliere lo sguardo.
- Qui la magia non funziona … - mormorò mortificato Phil.
- Come che su ogni ponte pericolante la magia non funziona? - esclamò Yuzuriha.
- E’ la legge di … . Se c’è la possibilità che una cosa vada storta, lo andrà sicuramente. -..- -
-  ^_^* Phil ti credevo più ottimista … -
- Sai com’è, ogni volta che faccio il mio discorso sulla giustizia non riesco mai ad atterrare in piedi … -
- Sì, ma tu la sfiga te la attiri proprio ^_^* - concluse Arashi.
Fissarono ancora per un bel po’ di tempo il malridotto ponte in completo silenzio. Arashi deglutì, cercando di scacciare il magone che aveva in gola. Fece un respiro profondo e cominciò l’attraversata.
Un piede, poi l’altro. Le assi in legno scricchiolavano paurosamente e davano segni di cedimento a ogni suo passo. Avanzava lentamente, senza osare aggrapparsi alle corde laterali: erano quelle con l’aspetto peggiore. Aveva la brutta sensazione che se le avesse toccate sarebbero state le prime a spezzarsi.
- Accidenti! - gridò improvvisamente, aggrappandosi alla corda. Un’asse sotto i suoi piedi si era spezzata, facendole perdere l’equilibrio. Il ponte traballò pericolosamente, ma resistette. Arashi rimase ferma un attimo, aspettando che il suo cuore riprendesse il ritmo naturale, poi si convinse ad alzarsi e proseguire.
Era quasi alla fine quando Yuzuriha e Phil gridarono terrorizzati: - ARASHI! VOLTATI! -
La ragazza si voltò di scatto. Il sole era stato oscurato da un’improvvisa massa nera; un drago nero! L’animale planò in picchiata verso il ponte, ruggendo minacciosamente. Spalancava e richiudeva le fauci per intimorire Arashi, mostrando i suoi denti affilati.
- Eh, no! - esclamò rabbiosa Arashi - la legge di … non avrà il sopravvento! - unì le mani e iniziò un noto incantesimo:

-  … Più tenebroso dell'oscurità,
più scarlatto del sangue che scorre,
sepolto nel fluire del tempo,
nel tuo nome immenso prometto me stessa all'oscurità
E colui che sarà tanto sciocco da osare opporsi a noi …
verrà distrutto dal potere in tuo ed in mio possesso …
… DRAGON SLAVE!! …  

Il raggio rosso colpì in pieno il drago. Arashi faticò a mantenere il controllo mentre il ponte sotto di lei traballava e ondulava; sentiva ogni asse scricchiolare sotto il peso del rinculo del potente incantesimo; ma, alla fine, il drago scomparve, disintegrato dal dragon slave prima che il ponte cedesse.
- Due attacchi in un solo giorno. Ragazzi, qualcuno porta sfiga! - gridò rivolta ai due compagni di viaggio.

°*°*°*

Finalmente, dopo un altro giorno di cammino e di caccia spietata ai poveri animali della foresta per placare la fame di Yuzuriha, i tre ragazzi arrivarono al luogo indicato da Phil. Era sulla cima della montagna più alta del regno di Saillune, che lo sovrastava. Verso l’orizzonte si potevano perfino scorgere le torri e le guglie della capitale della magia bianca.
Arashi e Phil percepirono subito la magia presente nella grotta. L’anfratto entrava fino alle viscere della montagna, ma già dall’entrata si poteva avvertire la sensazione magica che vi aleggiava intorno. Arashi divenne sempre più tesa man mano che penetravano nell’oscurità; si sentiva osservata come non mai, come se ogni roccia della caverna fosse l’occhio del drago che dovevano incontrare. La temperatura scese bruscamente con il passare del tempo. Arashi e Yuzuriha si stringeva una con l’altra, cercando di scaldarsi un po’. Nemmeno un incantesimo di Phil servì a riscaldare la temperatura.
Finalmente, dopo un tempo che ai ragazzi parve infinito, arrivarono nell’anticamera della grotta. Arashi rimase a bocca aperta: ovunque sulla parete rocciosa pendevano innumerevoli stalattiti e stalagmiti trasparenti, che riflettevano la luce proveniente da un’apertura sul punto più alto del soffitto. Ogni stalattite era circondata da cinque cristalli purissimi, che insieme formavano l’ombra di un pentacolo diritto. Arashi capì la fonte di quella protezione magica così potente; i cristalli, insieme alla potenza naturale delle stalagmiti, fornivano una protezione quasi imbattibile verso gli esseri indesiderati.
- Incredibile … - mormorò meravigliata.
Osservò la sua immagine riflessa nei cristalli: era una riproduzione perfetta … anzi, sembrava migliore dell’originale, come se fosse stata avvolta da una strana aurea lucente.
- Oh, oh No. - sussurrò Yuzuriha, indicando davanti a se. C’era una grandissima porta scolpita nella roccia, con incise miglia di piccole gemme colorate che illustravano la storia di un luogo o meglio, di una città.
- la Porta di Saillune … - mormorò Phil in un soffio. La storia raffigurata era proprio quella di Saillune e di chi aveva varcato le soglie di quella porta. Nel riquadro più in basso, verso la fine, c’era la chiara immagine di una vecchietta sorridente con strana orecchie appuntite e la pelle color smeraldo opaco. Quella era …
- Aqua! - sussultarono insieme i tre. Dunque il drago era passato oltre quella porta.
- C’è solo un problema … - mormorò Phil indicando l’ultimo riquadro della porta. C’era un sottile rientranza, appena visibile a occhio nudo. Era molto piccola, e sia Arashi che Phil avevano la netta sensazione che …
- E’ una porta magica. Da quell’apertura può passare solo una persona. - mormorò Arashi contrariata.
Phil annuì. - Chi va? - chiese.
- Io. - esclamò decisa Arashi.
- Ne sei certa? - domandò Yuzuriha preoccupata. - Aqua potrebbe rivelarti cose che non vorresti sapere. -
Ma Arashi scosse la testa sorridendo ed entrò nella piccola apertura.

°*°*°*°

- Ben arrivata, figlia della Tempesta. -
Stava galleggiando! Osservò incredula Arashi. Galleggiava in un mare oscuro!
Mosse qualche piccolo passo verso la vecchietta. Attorno a lei percepiva una forza e una saggezza veramente grande. Aveva paura di lei, ma per qualche strana ragione non riusciva a non fidarsi completamente. Aqua le rivolse un sorriso caloroso e le si avvicinò, per osservarla bene.
- Sei proprio come tua madre Philia, Arashi. Ma gli occhi … gli occhi sono di quel demone di tuo padre. - mormorò sorridendo.
- Sai perché sei qui? -
- No, Aqua-sama. -
- Chiamami pure Aqua - esclamò gentilmente il drago.
Arashi arrossì - Aqua. -
- Ecco, così va meglio. Dimmi, piccola, sai perchè sei speciale? -
Ancora quella frase che la tormentava. Lei non desiderava affatto essere speciale!
- No, Aqua. -
- Io sono una proiezione della Claire Bible, Arashi. Perciò guarda: - volse la mano verso il mare oscuro. Arashi venne risucchiata e intorno a lei cominciarono a scorrere immagini di una vita passata.

=  Philia corre. Ha un vestito bianco veramente bellissimo, ed è al settimo cielo. Là, sull’altare dei monti Katart, l’aspetta Xellos. Il demone le sorride, facendo scintillare i suoi occhi color ametista, e Philia non riesce a trattenere un tuffo al cuore. Le stringe le mani e la bacia con passione, felice di a verla finalmente fra le sue mani. Anche Philia sorride: hanno dovuto lottare molto per coronare il loro sogno. Attorno a loro ci sono gli amici più cari, quelli che non li hanno abbandonati scoprendo la loro decisione. C’è Lina e Gourry, Zel, Amelia e il loro pacifico bambino, Phil, che ha solo due mesi. Poi c’è Valgaav … ha solo tre anni, ma è già ritornato un promettente drago ancestrale. E infine, con gran sorpresa dei due sposi, c’è anche Zelas. Lei sorride, e anche se non concorda con la decisione di Xel, è venuta comunque a salutare il suo priest.
Philia sorride raggiante e completa le parole che la legheranno per sempre al suo amato Xel. =

- Ma cosa… -
-E’ solo il ricordo di tua madre quando si sposò. Ti prego, non interrompere più. Guarda e basta. -

= Philia accarezza affettuosamente il suo grande pancione. Sono passati quasi due anni dal suo matrimonio e ormai la nascita della sua bambina è imminente. Xel è il più ansioso dei due; le gironzola attorno, coprendola di attenzioni. Philia sorride, è felice; nemmeno la solita preoccupazione le sfiora la mente. Nella casa che hanno acquistato all’esterno della penisola dei demoni ci sono ogni protezione magica pensabile, e son al sicuro. Nessuno le attaccherà ancora. =

= E’ nata! Philia stinge amorevolmente fra le braccia il suo più grande tesoro. Arashi, si chiamerà, come Xel desidera. La bambina ha i suoi capelli dorati e il suo viso, ma gli occhi sono di Xel, due pozze color ametista. Xel le stinge in un abbraccio felice e pieno d’affetto e, in quel momento, Philia si sente protetta e al settimo cielo. =

- BASTA! - gridò Arashi con le lacrime agli occhi. Vedere sua madre felice chela stingeva senza preoccupazioni era un dolore insopportabile. La nostalgia e la voglia di rivederla erano troppo forti … - Basta, prego, Aqua! -
Aqua la guardò malinconica - Mi dispiace farti stare male. Ma era necessario … hai capito ora perché sei speciale?-
Arashi scosse la testa. - Arashi - mormorò Aqua - Non sei la prima che ha nel sangue Cephiel e Shabranidgo. Ci sono stati molti altri prima di te … Valgarv, Inoushi, Gentax, Zanfer… e altri che ormai sono stati dimenticati. Ma essi avevano unito le due parti con la forza e l’odio, mentre tu … le hai unite con l’amore che c’era fra i tuoi genitori. Mentre gli altri erano solo esseri divisi dentro, che provavano sofferenze atroci quando attingevano ad entrambi i poteri, tu sei l’unione perfetta delle due metà. Esse si sono amalgamate in te, donandoti una forza pari a quella del Gran Signore degli Incubi. -
- Paragonabile perfino a LON? - mormorò spaventata Arashi.
Aqua annuì. - Ma, vedi … c’è una leggenda narrata fra gli uomini che dice:
“ gioisca colui che può vantare d‘esser nato
Dal patto stipulato fra luce e oscurità
Poiché egli sarà l‘unico che avrà l‘onore
Di mantenere alto il viso di fronte al Caos in persona
Per chiedere qualsivoglia egli desideri”
- Cosa significa, Aqua? -
Il drago scosse la testa, scoraggiato.  - Nemmeno l’Acqualord lo sapeva. C’è solo una razza che custodiva questo segreto, ma è andata persa dopo la Kouma Sensou. Gli unici che ne erano a conoscenza erano i draghi ancestrali, i nostri fratelli di sangue -
- E non c’è nessun modo per risolvere l’enigma? - gridò sconcertata la ragazza.
Aqua, stranamente, sorrise. - Forse. La possibilità è remota, ma c’è. Vedi … - mormorò facendo comparire fra le mani l’immagine di un ragazzo dai capelli verdi - Questo è l’ultimo sopravvissuto dei draghi ancestrali. Purtroppo, dopo la lotta con Dark Star, questo ragazzo è morto e per mano del demone dorato è tornato alla vita, perdendo tutti i suoi ricordi. -
- Quindi non è possibile scoprire nulla … -
Aqua sorrise ancora. - Non ho detto questo. Basterà fargliela tornare … -
- Com’è possibile? -
- Purtroppo non posso dirtelo … per i draghi dorati questo è tabù. -
- Allora perché mi dai una speranza vana? - gridò rabbiosa Arashi.
- Io non posso dirlo, Arashi. Ma qualcun altro sì. - mormorò un incantesimo e accanto a lei comparve un uomo imponente, alto quasi due metri. Indossava un saio nero con un cappuccio che gli nascondeva buona parte del viso, ma gli occhi dorati scintillavano perfino nel buio della grotta. Sulle spalle portava le tre armi - tre katane che Arashi capì essere speciali - e un emblema cucito sulla spalla destra. Arashi lo guardò sospettosa, ma l’uomo non la degnò di uno sguardo, continuando a fissare Aqua con astio.
- Il suo nome è Razor. Ti sarà fedele, poiché deve rispettare un patto e vuole coronare il suo più grande desiderio. Egli è un drago dorato sconsacrato, passato dalla parte dei demoni sotto il comando di Garv Chaos Dragon. Fidati delle sue capacità, ma non della sua persona. -
L’uomo sbuffò divertito, ma Aqua lo congelò con uno sguardo.
- Andate. Phil e Yuzuriha hanno bisogno d’aiuto. E, Razor, se sgarri in qualsiasi modo so dove trovarti, ricordalo. -

°*°*°*

Phil sedette stancamente su una roccia sporgente ai lati della porta. Arashi era entrata da pochissimo tempo, eppure lui non riusciva a calmarsi. Il desiderio che la ragazza uscisse al impresto era troppo forte … aveva una strana sensazione chiuso in quella grotta.
- Sei nervoso, Phil? - chiese Yuzuriha.
- Tu no? -
- Si, ma mi fido ciecamente di Arashi. -
- Come puoi dire questo? La conosci da molto poco. Io stesso la considero solo una ragazza in difesa … ha pur sempre tre anni in meno di me. -
Yuzuriha sorrise - mi fido perché ho visto la sua forza. Mi fido perché mia mamma si fidava, e sai quanto è difficile che Lina lo faccia. -
Phil rise  - credo tu abbia ragione. -
Rimasero in silenzio per parecchio tempo. Phil tamburellava stancamente sulla porta, scandendo il tempo che scorreva lento. Sbadigliò annoiato. Da qualche parte doveva esserci una fonte, perché il rumore dell’acqua era costante. Plic … Plic … le gocce che cadevano dalle stalagmiti gli davano sui nervi, ormai.
- Hai sentito? - esclamò improvvisamente Yuzuriha poco dopo.
- Cosa? -
- Ssssh! -
Phil rimase in silenzio. Un rumore di passi! Avanzava lento e senza fretta, ma con grande sicurezza. Phil sentiva i nervi a fior di pelle; le distanze, però, nella grotta non si percepivano bene e in poco tempo l’essere fu lì.aveva i lunghi capelli azzurri stretti in una treccia e gli occhi color del cielo. Avanzò con l’agilità di un gatto verso di loro, guardandoli sprezzante.
- Allora? Dov’è? Dov’è la figlia di quel traditore? -
- Se parli di Arashi, sei arrivata tardi. Ha già raggiunto Aqua - rispose acida Yuzuriha.
La ragazza s’infuriò ed esclamò: -come osi rivolgerti in questo modo a Sherra, stupido essere umano? -
Il sopracciglio di Yuzuriha tremava paurosamente per la sua irritazione. Stringeva la spada, già pronta ad attaccare.
 - Sherra, dici? E chi sei? - chiese ingenuamente Phil.
Le due donne caddero a terra incredule. Sherra, indignata, gli gridò nelle orecchie: - come chi sono io? Sono il General di Dynast! -
- Aaaaaah - mormorò Phil. Poi l’orrore più puro si dipinse sul suo volto.
- Oh, bene. - disse compiaciuta la ragazza - vedo che qualcuno ha ancora paura di me. -
- Tu … - la voce di Phil tremò per la rabbia.
- Io? -
- Tu … -
- ??? -
- TU SEI UN DEMONE! SEI MALVAGIA! SEI UNA NEMICA DELLA GIUSTIZIA! -
SBONK! Yuzuriha e Sherra caddero a terra incredule.
- Credevo avessi scordato una buona volta queste panzane! - gridò Yuzuriha.
- ora basta … - mormorò Sherra irritata. - questa farsa sta durando fin troppo! - chiamò a se un incantesimo e una bolla nera carica di energia le si formò fra le mani. Lanciò a ripetizione decine di quelle micidiale sfere addosso ai due, senza fermarsi attimo. Phil fu veloce, e rinchiuse Yuzuriha in una barriera protettiva, ma non riuscì a fare altrettanto con se stesso. Tre bolle lo colpirono prima che potesse mettersi al riparo.
- PHIL! - gridò Yuzuriha fra le lacrime. La barriera si spense nell’attimo in cui Phil cadde a terra stremato. - PHIL! - Corse ad aiutare il ragazzo. Le sfere nere, che avevano distrutto mezza caverna, avevano bruciato la pelle e c’erano parecchie ustioni e ferite che ancora aperte. Phil tossì, sputando sangue; respirava a fatica e aveva perso conoscenza.
- Accidenti - sussurrò disperatala ragazza -ora mi servirebbe davvero il Resurrection, mamma … -
Si asciugò le lacrime e spostò Phil dietro una roccia, al sicuro. Doveva resistere… almeno fino a quando Arashi non fosse uscita dalla sala dietro la porta. Ti prego, Phil … resisti …
- Non è morto? Allora è duro, il ragazzo. - esclamò sprezzante Sherra.
Yuzuriha s’infuriò. Sfoderò la spada con un gesto secco e gridò rabbiosa: - LUCE! - La spada del padre brillò e una spessa lama lucente scaturì dall’elsa vuota. Yuzuriha si beò un attimo dell’espressione incredula di Sherra, poi attaccò fulminea.
Un fendente, un affondo, un colpo dopo l’altro. Sherra li evitava con difficoltà, scomparendo e riapparendo dalla dimensione astrale. Yuzuriha era molto veloce e la Gornova era un avversario temibile; il General di Dynast sapeva benissimo che la spada poteva ferire perfino un demone come lei … con un balzo acrobatico evitò l’affondo di Yuzuriha e scomparì nella dimensione astrale. Yuzuriha rimase immobile, ansante e sudata, ad attenderla. Tese l’orecchio, aspettando di percepire la stessa orribile sensazione che aveva provato nel bosco.
Eccola! La ragazza si girò di scatto e scoprì con orrore il piano della demone: appena uscita dalla dimensione astrale aveva colpito una decine di stalagmiti sopra di lei con un raggio d’energia; ne evitò la maggior parte, ma qualcuna inevitabilmente la graffiò. L’ultima stalattite, si staccò esattamente da sopra il moribondo Phil; Yuzuriha lanciò un gridò disperato e si buttò di slancio, senza pensare a nulla. Spostò il ragazzo di colpo, ma non riuscì a fare lo stesso con se stessa. L’affilata roccia le trafisse la mano, facendo sprizzare il sangue da ogni vena. Yuzuriha lanciò un gridò assordante, che riempì ogni angolo della caverna. La mano destra era inutilizzabile, impalata al terreno da un pezzo di stalattite.
- Uh uh… -mormorò divertita Sherra - cosa abbiamo qui! - e rise a crepa pelle. - Se cerchi di proteggere lui non salverai te stessa - sospirò rassegnata - ecco perché non capirò mai voi umani. Troppo altruisti - la guardò maligna e le sferrò un calcio nelle costole. Yuzuriha sentì il grido venir soffocato dalla mancanza d’aria nei polmoni, mentre un fiotto di sangue caldo le attraversò la gola. Sherra rise ancora e la colpì una, due, tre volte, lasciandole solo il tempo di provare un immenso dolore.
-Allora? - esclamò soffocando le risate - Non reagisci? -
Yuzuriha strinse la mano sinistra sulla spada. Lanciò un grido deciso e colpi Sherra con la spada, ferendola a una spalla. La demone rimase interdetta per un attimo, poi strinse la spalla in preda a fitte lancinanti.
- TU! - ululò - MALEDETTA CAGNA! NON USCIRAI VIVA DA QUESTO BUCO! - saltò sopra uno sperone e, ridendo come impazzita, lanciò un potente incantesimo sulla roccia portante della grotta. Poi sparì nella dimensione astrale.
Yuzuriha staccò la stalattite dalla mano digrignando i denti e sforzandosi di non urlare. Il dolore era quasi insopportabile, e la spda diventata sempre più pesante … la legò in vita e si trascinò fino a Phil. Con grande sforzo sollevò di peso il ragazzo appoggiandolo sulle spalle. La mano destra sanguinava copiosamente, e Yuzuriha si sentiva prosciugata di tutto il suo prezioso liquido rossastro. Riuscì a muovere qualche passo, prima di cadere a terra: respirava a fatica, il battito era diventato irregolare e inconsistente. Il corpo le formicolava tutto e sentiva con orrore uno strana sensazione diffondersi nel corpo. Guardò la stalattite e capì: il minerale era nocivo, e come un veleno la stava annientando dentro. Con un ultimo barlume di lucidità si accasciò sopra a Phil in modo da proteggerlo dalla caverna che stava crollando.

- cosa è successo? - gridò terrorizzata Arashi non appena uscì. La grotta stava crollando su se stessa; enormi rocce si staccavano dal soffitto formando crepe che attraversavano l’instabile superficie.
- YUZURIHA! PHIL! - gridò terrorizzata. Li scorse nel centro della grotta; erano distesi uno sopra l’altro, in coscienti, e perdeva parecchio sangue dalle ferite aperte. C’era stato un combattimento …
Yuzuriha era ricoperta di polvere e frammenti di roccia; sopra di loro, incombente e terrorizzante, il soffitto stava per cedere e schiacciarli. Arashi si teletrasportò accanto a loro e li trascinò appena in tempo lontano da quel macello.
Poco dopo lei e Razor furono fuori.
- Quanto sei bravo con il Resurrection? - chiese gelida Arashi.
- Non abbastanza da curare quello lì. La ragazza ancora ancora. - mormorò semplicemente lui.
- Allora aiuta Yuzuriha. -
- Hai tuoi ordini. - esclamò sarcastico. Arashi lo fulminò con lo sguardo. Eppure l’uomo fece quanto gli era stato ordinato senza protestare.
Arashi rivolse nuovamente la sua attenzione su Phil. Qualsiasi incantesimo lo avesse colpito, era stato letale; Arashi si morse un labbro e si concentrò. Appoggiò i palmi delle mani sul corpo esanime del ragazzo e mormorò :
- Resurrection!- glielo aveva insegnato Zelgadis-sama prima di partire, ma non lo aveva mai provato. Ne conosceva solo la formula d’evocazione,e non era certa di guarire completamente il ragazzo. Sentì l’energia del suo corpo abbandonarla lentamente, per trasferirsi in quello del giovane ragazzo. Dopo quasi dieci minuti Phil non era ancora guarito, e Arashi era provata. La vista le si stava annebbiando e sentiva gli arti sempre ripesanti.
- Fermati! - esclamò atono Razor - rischi di morire. -
Arashi non l’ascoltò. Mancavano pochi attimi al completamento dell’incantesimo … ancora poco … ecco! Finalmente aveva finito. Phil era salvo, e il respiro del ragazzo tornò regolare. Arashi sorrise e svenne.

Arashi si svegliò di colpo. Era nel mezzo della foresta, senza sapere come ci era arrivata. Accanto a lei scoppiettava allegro un grosso fuoco. L’accampamento di fortuna era stato realizzato da poco.
Sentiva ancora la testa girare come una trottola. Aveva recuperato le forze, ma sentiva la fame roderle lo stomaco. Ma Yuzuriha e Phil dovevano essere appena andati a caccia …
- Ben sveglia. -
Arashi sia lodi scatto, sapventata. Dall’altra parte del fuoco sedeva un inquietante uomo avvolto in un saio nero.
- Chi sei ?! -
- Ouf … non dirmi che non ti ricordi nulla per favore … -
Arashi lo fissò senza capire. Poi in un secondo tutti i ricordi le tornarono alla mente …
- Razor! -
- Ecco, brava. - e riprese a tagliuzzare la legna.
Arashi lo guardò imbarazzata. poi si fece coraggio e chiese,con voce più ferma possibile:
- Chi sei tu? -
- Domanda inutile … comunque, se ci tieni tanto, sono un drago dorato sconsacrato, o meglio, passato dalla parte dei demoni. -
- Perché? -
Razor sembrò infastidito dalla domanda - fatti miei. -
- E cosa devi ad Aqua? -
Razor sbuffò - siamo in vena di domande, eh? Non è una cosa che ti deve interessare. Diciamo che lei mi ha … salvato … e io devo pagarle un presso adeguato. -
- Mi posso fidare dite? -
L’uomo rise - fai troppe domande idiote. Te lo ha detto anche quell‘inutile vecchia: fidati della mia forza, ma non della mia persona. Ma se proprio vuoi una risposta, sappi che ti potrai fidare di me fino al compimento della mia missione per Aqua. -
Arashi lo squadrò diffidente.
- Ora sarò io a farti delle domande. Il tuo nome?-
- Arashi Ul copt. -
Razor sussultò. - Figlia della vestale del drago di fuoco Philia Ul Copt?-
- Sì, perché? -
Razor sorrise sarcastico - E’ strana la vita. Mi tocca proteggere quella che dovevo uccidere. -
- COSA? - gridò infuriata Arashi. Ma Razor non si mosse di un centimetro.
- Non amo raccontare del mio passato, ma mi sembra doveroso in questo momento. Sappi che dopo la morte di Garv Chaos Dragon io sono diventato un … sicario,diciamo. Ero al servizio del committente più generoso. Una vita splendida. Davvero. E, un giorno, mi capitò l’ordine di uccidere lei, tua madre.Allora era incinta. E se quel demone mi avesse detto tutto … -
- Ti saresti rifiutato di uccidere mia madre? -
- No. Avrei solamente alzato il prezzo dei miei servigi. Non mi sono mai fatto problemi ad uccidere anche donne e bambini. Ma non sopporto che i miei 'clienti' mi nascondano i particolari. Volevano che uccidessi tua madre e te? Benissimo, lo avrei fatto senza alcun problema. Ma avrebbero dovuto dirmi tutto e subito, non farmi scoprire la verità per mano di Xellos, che quasi mi uccise in quell'occasione -
Arashi rimase stupefatta, ma dopo scoppiò a ridere. La morale di quell’uomo era … assurda! Ma lei non poteva giudicarlo.
- E perché mi vuoi aiutare? - chiese all’improvviso la ragazza - oltre per il fatto di Aqua. C’è anche un altro motivo. -
Razor sorrise - Beh, come mi disse tuo padre in quell’occasione … Sore wa, himimitsu desu. -


°*°*°*°* FINE CAPITOLO TERZO °*°*°*°*



Kill Kenny … visto ke l’ho infilato? E cm ci è entrato a pennello ^^

A proposito, qual è la differenza tra stalattite e stalagmite?? L’ho cercata per mezz’ora, ma niente.Così vi siete ritrovati un bel mix di termini …sorry … ^^

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Capitolo 4
*** 4 - Segreti Svelati ***


°*°*°* SLAYERS NEXT GENERATION °*°*°*

°*°*°* CAPITOLO QUARTO °*°*°*

°*°* Segreti Svelati °*°*



- uffa – sbuffò Yuzuriha..
Phil cominciò a preoccuparsi per davvero. Era la quarta volta in un quarto d’ora che Yuzuriha sbuffava annoiata. E non c’era nulla di più pericoloso di una Yuzuriha annoiata. Aveva affettato quattro alberi prima che riuscisse a fermarla…
- PHIL!
- S-Sì?
- Perché quello schifoso lucertolone non ci ha voluto con noi?
Phil roteò gli occhi. Da quando Razor e Arashi erano partiti quella era l’ennesima volta che rispiegava tutto daccapo per calmare la ragazza…

°°Flashback°°
- Se siamo fortunati - molto fortunati - disse Razor - il drago ancestrale è in una base all’interno della penisola. Se non lo siamo, potrebbe essere in uno dei tanti covi dei draghi dorati sparsi per il continente.-
Arashi deglutì, visibilmente preoccupata. Tutto il suo entusiasmo sulla ricerca si era spento in un attimo.
- Quali sono le basi più vicine? - chiese alla fine.
- La più vicina è quella nel distretto di Saillune - esclamò Razor tracciando un segno sulla mappa geografica davanti a loro. - Non è molto grande. Ci sono poche probabilità che sia lì. -
- E cos’altro proponi, allora?? - sbottò Yuzuriha acida.
- Ma controllare non ci costa nulla. Tanto è sulla strada per la base della Valle dei Draghi. Potremmo trovare qualche informazione. - esclamò il drago, ignorando completamente la ragazza.
- Ma … - esclamò Phil - non prenderla così alla leggera! Entrare nella base dei draghi senza permesso non è così facile. E’ molto rischioso! Non puoi proporlo come fosse niente. Come faremo ad entrare? –
- Voi due non verrete.
- Come sarebbe a dire che noi non veniamo? – gridò Yuzuriha lanciando uno sguardo gelido al drago sconsacrato. Oh, se non le piaceva quel Razor…
- Siete per caso draghi dorati? Avete artigli, code, ali?
Yuzuriha arrossì. Maledì il drago per averle tolto il piacere di ribattere.
- chi tace acconsente. – sibilò Razor, facendo infuriare ancora di più la ragazza.
- Ma nemmeno Arashi è in grado di diventare drago… - osservò Phil.
Razor sbuffò e disse: - Non ancora. Ma essendo mezzo drago può ingannare i dorati molto meglio di voi. Inoltre il diadema di vestale del Dio drago di Fuoco di sua madre li confonderà ancora di più… -
- si ma… - provo a dire Arashi.
- Ora basta!- ordinò Razor. - Yuzuriha e Phil no. No posso fare da balia anche a voi. Riuscirò a malapena a coprire il mio sigillo di drago maledetto, figurarsi proteggere anche voi due! Arashi è mezzo drago e quindi può, voi siete umani per intero e quindi no. Caso chiuso!
Yuzuriha si trattenne solo grazie all’aiuto di Phil. Era in casi come quello che il lato Linesco emergeva. E, mentre Arashi e Razor si avviavano, sbuffò per la prima volta.

°°° Fine Flashback°°°

- entreranno e cercheranno il drago ancestrale. Se quel Valgarv non si trova lì, l’obbiettivo diverrà automaticamente il rotolo con tutte le ubicazioni dei draghi dell’armata.
Yuzuriha sbuffò ancora più seccata. Iniziò a torcersi le dita per il nervosismo, trattenendosi a stento dall’esplodere.
- ORA BASTA!! – urlò alla fine – TROVIAMO QUALCOSA DA FARE! -
- Yuzuriha, che fai? Non vorrai scendere all’accampamento? -
- No! - esclamò la ragazza - ma nessuno mi ha detto che non mi posso divertire un po’! -
Phil la seguì senza protestare troppo. In fondo, anche lui non ne poteva più di aspettare.


°*°*°*°*
-ALT! Il vostro nome. -
Arashi si fermò, immobile. Ugh! Ecco a cosa non aveva previsto! Pensò impallidendo Arashi. Aveva pregato che tutto filasse liscio e di riuscire ad entrare alla base senza problemi. Guardò Razor in cerca d’aiuto, ma dopo un eloquente sguardo alla “diqualcosaidiotaprimachetiammazzino”, il drago la ignorò prontamente.
- Io… io sono… - Non le veniva niente in mente di sensato. Razor la stava fulminando con gli occhi, mormorando a denti stretti.
- Io sono Pucci. -
SBONK! Razor cadde a terra, incredulo.
- Pucci? ^_^* - ripeté incredulo il drago dorato che l’aveva fermata - Che … che nome particolare. E i tuoi genitori, chi sono? -
- Ehm … mia mamma è… si chiama Rosa LanSloy, mentre mio papà è … è Black Ul Storm.-
- Sei una Ul Storm? - chiese perplesso il drago. Arashi si maledì per la sfortuna. Doveva centrare proprio il nome di una famiglia conosciuta?
- Sì…- mormorò appena percettibilmente.
- Mai sentiti nominare. - esclamò lui cercando di ricordare. Arashi sorrise e sospirò di sollievo.
- Comunque, in quanto vestale del dio drago del fuoco, devi indossare questa spilla magica. – esclamò, consegnandole una strana spilla colorata con l’effige di Cephied.
- perché?
La guardia la guardò malissimo. – non hai sentito? Sembra che delle spie si siano infiltrate nelle basi. La spilla serve come riconoscimento e protezione. Da quale base hai detto che vieni?
- s-sono di Sephiria. –
- beh, è un po’ lontano dalla Centrale nella valle. Forse la notizia non è ancora arrivata. – ammise, lasciandola andare.


- Ul Storm… - sussurrò arcigno Razor quando superarono la guardia. - Che nome idiota! -
- Che ne sapevo io? -
Razor rise sarcastico e aggiunse – Comunque, è strano che finalmente fingano di accorgersi delle spie.
Arashi cercò di chiedere ancora qualcosa, ma il drago la zittì.
- Noi non ci conosciamo. Sai cosa fare e ricorda che abbiamo due giorni.
E in men che non si dica sparì. Arashi lo chiamò per un po’, ma alla fine si rassegnò e iniziò a esplorare il campo. Parecchi draghi si giravano a guardarla; non era ancora abituata ad essere così grossa e avanzava con passo incerto e traballante.
Certo che era strana la vita; prima ragazza, poi maga e infine … quasi drago. Si sentiva così strana… diversa. Accidenti, com’era possibile sentirsi a volte un demone, a volte un drago dorato? Quante persone potevano vantare di avere una doppia personalità che non creava problemi mentali?
Ma ormai aveva imparato che ogni logica e ogni certezza che aveva in quella penisola non valeva.
Cercò di ricordare l’immagine del ragazzo. I capelli verdi, una fascia rossa che li sollevava sulla testa e uno strano corno che sbucava sopra la fronte … occhi dorati e due tagli rossi sulle guance … e un’espressione indecifrabile, triste ma allo stesso tempo euforico e strafottente …
Era proprio un bel ragazzo. Le ricordava un po’ Shinichi…più che altro nello sguardo così strano e misterioso. Un ragazzo cui non sai mai cosa passa per la testa. Scosse il capo, cercando di scacciare quei pensieri. Ricordare Shin le faceva male…
La base dei draghi era molto ben organizzata; le strade erano tutte uguali e parallele, che convergevano nella zona centrale. Secondo la descrizione di base provvisoria che le aveva dato Razor, si aspettava di trovare delle grandi tende e un gran via vai di draghi dorati. Invece, le tende non c’erano affatto; alla base del pendio roccioso era stato costruito un grande castello in pietra, mentre tutt’attorno si allargavano gli edifici centrali, come la palestra, il laboratorio, la sala dei saggi. Credeva anche di trovare solo draghi; invece, pochi erano rimasti nella forma draconica, per lo più quelli non ancora in grado di mutare a sembianze umane o quelli che dovevano superare il proprio grado nell’esercito. Erano più uomini che draghi; a quel punto, cominciò a credere che Razor non volesse semplicemente Yuzuriha e Phil fra le scatole.
Girava così, per la base, con la testa fra le nuvole, presa da mille pensieri. E questo non sfuggì a nessuno, soprattutto grazie al luminoso diadema che portava al collo…
Venne come strappata dai suoi pensieri, con forza e decisione. Sbatté violentemente contro qualcosa, o meglio, contro qualcuno. L’impatto fu violento, e Arashi cadde rovinosamente a terra.
- Ahia! – borbottò massaggiandosi la testa. Cosa aveva urtato? Alzò gli occhi e vide un enorme ragazzone, con la pelle giallastra e una lunga coda che gli spuntava da dietro, che troneggiava su di lei.
- Trasformazione male eseguita, vero? – sibilò sarcastica.
La faccia del ragazzo si contorse in un ghigno di rabbia.
- sei una vestale del dio drago di fuoco?
- E con questo? – rispose lei rialzandosi a fatica.
Dolore. Sangue, vomito. Arashi il sentì tutti e tre contemporaneamente risalirle l’esofago, mentre il ragazzone la colpiva con un diretto nello stomaco. Le sembrò che il respiro non riuscisse più a tornare.
- mi è stato detto che se batto una vestale sarò promosso caposquadra!
Arashi maledì mentalmente il deficiente che aveva messo in giro quella voce.
- Io sono Thund, e ti batterò! – gridò colpendola di nuovo.
Arashi volò lontano, sbattendo violentemente il braccio nel tentativo d frenare la caduta. E sentì scricchiolare pericolosamente qualcosa, poi più nulla.
Thund la caricò letteralmente, come un bisonte infuriato. Il poco controllo che aveva sulla trasformazione in un umano era un’arma a suo vantaggio, perché ogni tanto i denti diventavano lunge zanne e la pelle s’induriva come l’acciaio.
Arashi si girò appena in tempo, chiamando a sé la barriera più potente che conosceva. Thund cozzò con violenza contro la sua barriera, e lei sentì il braccio fare scintille per il dolore. Attorno a loro gli amici del ragazzone avevano stretto un cerchio che impediva a chiunque di vedere cosa accadeva all’interno. Continuavano a gridare il nome del ragazzo con veemenza, come tifosi allo stadio, intontendo ancora di più Arashi. E lei percepì la barriera diventare sempre più debole man mano che la sua concentrazione diminuiva…
Con uno schiocco violento, la barriera e il suo braccio si spezzarono contemporaneamente per la pressione esercitata dai colpi del ragazzo. Arashi si accasciò al suolo, stringendo l’arto spezzato con tutta la forza che aveva. Perché la sua magia si era esaurita così presto? Quel ragazzo l’aveva assorbita, in qualche modo, altrimenti la sua barriera avrebbe retto ancora per ore! E, anche se avesse ceduto per forza di cose… non avrebbe dovuto sentirsi così…così debole…
Prima di chiudere gli occhi vede solo un’ombra dorata coprirla e poi più nulla.

°*°*°*°*
- Yuzuriha, ma ne sei sicura?- bisbigliò Phil, visibilmente contariato. – va contro la giust… mmmM!!! -
La spadaccina gli aveva tappato la bocca in tempo.
- se tiri fuori ancora la giustizia, giuro che me la prendo con TE invece che con LORO. – sussurrò minacciosa. E a Phil non restò che sbuffare in silenzio per nulla convinto.
- Phil… vuoi fare silenzio? Guarda che ci sentono!!!
- Umpf… almeno potresti fare come tua madre… lei irrompeva con stile!
- PRIMO: tu che diavolo ne sai? SECONDO: non ho magie distruttive su alta scala a portata di mano. Come faccio a battere in un colpo solo venti scagnozzi come quelli là? Eppure credevo avessi un cervello!
I due ragazzi si spostarono dietro una roccia, evitando la ronda che passava in quel momento. Il sorriso di Yuzuriha si allargò ancora di più quando, finalmente, scoprirono dov’era il tanto atteso tesoro dei briganti. Oh, faceva paura, in quei momenti. Il carattere di sua madre emergeva in tutto per tutto.
- ALL’ATTACCOOOO!
- poveri briganti… - bisbigliò Phil prima di seguire Yuzuriha all’assalto.

°*°*°*°*

Razor scattò, evitando per un pelo le guardie superiori.
Doveva stare attento… molto più attento di quella ragazzina. Quante persone conoscevano il suo segreto, la sua vera identità, fra i draghi dorati? Abbastanza. C’era almeno una possibilità su venti che una di quelle persone si trovasse lì.
Inoltre doveva evitare accuratamente tutti i draghi con poteri superiori… ergo: saggi, vestali, guardie superiori e generali. Loro sarebbero stati in grado di avvertire la maledizione del suo sigillo in un batter d’occhio…
‘Maledetta vecchia’ pensò, ricordando che tutta quella storia era solamente colpa di Aqua.
‘Lei sarà in grado di realizzare il tuo desiderio… gnè-gnè… intanto però devo farle da balia; questo me l’hai nascosto, vecchia cospiratrice…’
E aveva perfino dovuto nascondere le sue katane, le sue katane! D’accordo che l’aura demoniaca l’avrebbe avvertita perfino un uovo; ma le sue katane, dannazione!
Aveva lascito Arashi da quasi sette ore… sette ore a girovagare come un’ombra per quel posto. Il problema non stava nel ‘girovagare come un’ombra’; era un sicario, c’era abituato. Anzi, quasi quasi gli piaceva essere invisibile…
Il vero problema era quel posto. Draghi, draghi, draghi… a decine, una marea. Ipocrisia e falsità nascoste dal luccichio dorato di quelle corazze. Bleah. Erano ore che contava fino a cento per non perdere la pazienza. Ore che cercava di pensare a qualcos’altro… tutto, pur di non pensare a Shay, a quel giorno.
‘Dannazione’ esclamò, schiaffeggiandosi mentalmente. ‘CONCENTRAZIONE’
Saltò al secondo livello degli edifici, leggero e veloce. Nessuno si accorse di nulla.
‘se le mie katane fossero una falce, qualcuno potrebbe scambiarmi per la morte’ pensò soddisfatto di sé.
Le guardie di quelle camere erano mezze addormentate. Barcollavano appoggiandosi sulle lance lunghe. Razor non riuscì ad evitare un mormorio di disgusto e disapprovazione. Ogni secondo che passava lì confermava la sua scelta di anni fa.
‘Servirò il male… perché il male è sempre uguale, non viene meno ai suoi ideali. Il bene che tu persegui, fratello… non è mai tale, né mai lo sarà. E’ solo l’ipocrisia di un mondo perfetto.’
Gongolò un attimo ripensando alla faccia incredula e… schifata del fratello maggiore. L’aveva sbattuto fuori dalla sua casa, ma ne era valsa la pena solo per quell’espressione…
Finalmente la sua preda sbucò fuori delle sue stanze. Un grosso e grasso drago dorato, con la pelle sfumata di giallo… non che fosse poco abile nel trasformarsi, no. Il suo punto debole, sicuramente, era un dolce troppo pieno di panna. Portava sotto braccio una decina di grossi tomi, pieni di fogli svolazzanti. Gli spessi occhiali da talpa lasciavano intendere sulle sue capacità visive. Il custode. Colui che conosceva tutti i segreti di quella base e l’ubicazione di tutti i nuclei dell’attività draconica. Colui che custodiva… il rotolo che Razor cercava.
Sorrise sarcastico e divenne l’ombra della sua vittima.

°*°*°*°*°*

- Come ti senti?
Oblio. Un nulla piacevole, senza dolore, senza emozioni. La pace della mente… era morta? Figurarsi, per un pugnetto del genere; più che altro, quella sensazione le ricordava l’intontimento dopo l’anestetizzazione durante quel soggiorno in ospedale… quello in cui papà aveva seriamente rischiato di essere licenziato per ‘il troppo zelo nei confronti della figlia’…
Arashi aprì gli occhi piano. Il sole le ferì le cornee, e lei si coprì con una mano. La sinistra, perché la destra era tenuta ferma da qualcosa…
Sotto la testa un morbido cuscino. Sulla fronte un asciugamano bagnato. Aria pulita, calore appena tiepido. E, il respiro regolare e calmo di una persona…
- Razor? – prechè le era venuto in mente di colpo quel nome?
- Dolente, non sono un drago sconsacrato. Razor è qui? Ora capisco perché vai in giro a cercare guai.
Non era Razor… ma allora c… non era Razor?!?!
Arashi si alzò di scatto, facendo volare lo straccio che le bagnava la fronte. Si guardò intorno, spaesata. Sveglia. E in men che non si dica il braccio le ricordò cosa era successo.
- ecco, vedi… non agitarti. Il braccio fa male, vero? Eh… succede, quando idioti del genere usano il Steel Fire solo per una rissa. Sai, quell’incantesimo, oltre a decuplicare le forse in una determinata parte del corpo, toglie anche le forze e la magia all’avversario. Molto utile… peccato che ora tutti lo usino.
- chi sei? – mormorò lei lasciandosi cadere sul futon dell’uomo.
- Mi chiamo Loslex. Drago dorato, Generale del dio drao del Fuoco, mezzo demone eccetera eccetera…
- M… Mezzo demone? – ripeté incredula.
- Oh, non come te. Mezzo demone nel senso che prima ero demone, ora sono un drago dorato. Proprio il contrario del tuo amico sicario.
- Come me? Tu sai chi sono?
- Certo che lo so! Non è difficile, sai? Draghi e demoni non se ne accorgerebbero subito, ma persone come me o Razor, che sono sia uno che l’altro… beh, per noi non è difficile. Non saprei spiegarlo nemmeno io. E poi… ragazza, non ti sei mai vista la schiena? Hai un gigantesco drago d’ombra che te la occupa interamente.
- Un… un drago d’ombra?
- E’ un sigillo. Non chiedermi perché hai un sigillo sulla schiena… forse è proprio questo che impedisce ai poteri congiunti di luce e oscurità riscontrarsi dentro te. Sta di fatto che hai un enorme drago nero che ti occupa tutta la schiena come un tatuaggio. Dev’essere ricomparso quando sei tornata in questo mondo…
Arashi ci mise un po’ a connettere. Schiena-drago d’ombra-demone-segreto. Schiena-drago d’ombra-demone-segreto. Schiena-drago d’ombra-demone-segreto. Schiena-drago d’ombra-demone-segreto.
- COME SAREBBE UN DRAGO D’OMBRA? E COM’E’ CHE MI HAI VISTO LA SCHIENA? E POI… AHIA!
Loslex le aveva improvvisamente torto il braccio. Il dolore fu lancinante e incredibilmente forte… ma durò un attimo. Il braccio tornò normale un secondo dopo. Arashi lo mosse, scuotendolo con forza. Ma nessun osso scricchiolò senza alcun tipo di dolore. Era…intero? G-guarito? Come aveva fatto quel drago a…?
Finalmente lo guardò in faccia. Non era più molto giovane, eppure nell’armatura da generale faceva ancora la sua bella figura. I capelli erano molto brizzolati, ormai, ma si notava ancora qualche ciocca del vecchio castano. Non doveva avere molto più di cinquant’anni. Ma quando vide i suoi occhi… il cuore le mancò un colpo. Quegli occhi vivaci e di un bizzarro color ametista. Così simili a quelli di suo padre. E quella stessa aria misteriosa…
- Xel? – lo chiese lo stesso, dando voce ad una flebile speranza.
Il drago sorrise.
- Vedo che oltre agli occhi hai preso anche la perspicacia del mio fratellino.

°*°*°*°*

- Tutto questo va contro la giustizia. – osservò Phil mentre Yuzuriha contava le monete guada… rubate.
- Phil-chan sei troppo severo. In fin dei conti anche loro le avevano rubate, no? ^^
- Sì, ma…
Phil rinunciò sbuffando. Yuzuriha era al settimo cielo… lui un po’ meno. Quando aveva visto la ferocia e il divertimento con cui Yuzuriha aveva minacciato di affettare i malcapitati briganti aveva rinunciato a redimerla… era chiaro che Yuzuriha era troppo simile a Lina. Alla fine, l’aveva costretto a teletrasportarli entrambi lontano dall’accampamento. Non era molto pratico, così erano finiti in una radura poco lontana, dove c’era anche un piccolo laghetto con le acque termali.
- Uaha! 20mila monete d’oro, 44 rubini e ben 27 diamanti! Non è molto ricco come bottino, ma mica male!
- Ve-ventimila monete un piccolo bottino? Ma a Saillune c’è gente che pagherebbe per avere un cifra simile!
- Poi possiamo vendere i rubini… diciamo a 500 monete d’oro l’una… o magari li porto da mamma che li trasforma in amuleti… allora il prezzo sale, diciamo mille monte d’oro in contanti l’uno…
Phil sospirò rassegnato. Yuzuriha era completamente partita. La ragazza contava allegramente le monete, con un sorriso che le attraversava il volto. Phil arrossì violentemente. Quando sorrideva così liberamente Yuzuriha era ancora più carina…
- Ehi, Phil-kun, che hai?– esclamò Yuzuriha guardandolo preoccupata –Sei tutto rosso… non avrai mica la febbre?– esclamò, accostando preoccupata le labbra sulla fronte del ragazzo per misurare la temperatura.
Phil arretrò di colpo, mentre il rossore aumentava fino all’estremo e uno strano fumo fuoriuscì dalle sue orecchie.
- Phil, che hai?- chiese ancora lei. Poi sorrise e propose - troppa tensione, il tuo GiustiziaTermometro è andato in tilt. Ci vuole un bagno. -
Se Phil avesse avuto qualcosa in bocca in quel momento lo avrebbe sputato fuori per quelle parole.
- il…il bagno?
- Sì! Hai presente quella cosa che si fa quando si è sporchi? Oddio, non so quanto i ragazzi lo facciano, però…
- Non è quello il punto. Io… cioè…tu…noi…
Yuzuriha sorrise. – Sei come un fratello, per me. Che vuoi che mi importi se mi vedi in mutande? –
- Si… ma… ma…
La ragazza alzò le spalle e si tolse i vestiti. L’aria della sera era fresca, così si tuffò immediatamente nell’acqua calda.
Phil rimase un po’ ad osservarla. I capelli rossi che risplendevano sotto il sole, la pelle morbida bagnata dall’acqua calda…
Si costrinse a smettere di pensarci, quando uno strano gonfiore riempi i suoi pantaloni.
Però le aveva dato fastidio ciò che lei aveva detto con tanta leggerezza.
‘Come fratelli…’
- Dai, Phil-kun! Vieni! L’acqua è stupenda!
Phil si immerse senza accorgersene. L’acqua era bollente…
‘come fratelli…’
Yuzuriha lo spruzzò con l’acqua, invitandolo a giocare. L’acqua bassa non nascondeva più la biancheria bagnata e trasparente… che non celava più nulla di lei…
‘come fratelli…’
Yuzuriha gli si avvicinò. Perché Phil non reagiva?
- Phil-kun, ma che hai? – chiese sempre più ansiosa, avvicinandosi per guardarlo meglio.
- Phil, ma… stai piangendo?
‘come fratelli…’
- Io non ti considerò affatto come una sorella – mormorò con voce bassa, roca. Non riuscì a resistere; la prese per un braccio e la baciò con irruenza, senza aspettarsi una risposta. E invece lei reagì… labbra su labbra, lingua su lingua. Una lotta infinita, dolce e desiderata. Un gioco stupendo, costruito sulle labbra di entrambi...
- Phil… - mormorò Yuzuriha.
Phil le appoggiò un dito sulle labbra, invitandola a tacere. La rese in braccia e l’adagiò sul terreno ricoprendola di baci, assaggiando ogni centimetro della sua pelle.
- Phil… - la richiesta della ragazza si fece sempre più debole. Eppure lei sentiva che era sbagliato…
- ti voglio… - mormorò Phil, stringendola ancora di più.
E lei si lasciò andare. Era qualcosa costruito da tempo, un sentimento che era cresciuto con loro. Phil se nera solo accorto prima…

°*°*°**°*


Fine quarto capitoloXD è un po' hard... mica tanto =...= mi è piaciuto tantiximo scriverlo... l'idea della relazione fra Yuzuriha e Phil mi ronzava in testa già da un po'.
Tra l'altro anche Loslex lo volevo inserire...volevo che fosse un demone convertito drago, il contrario di Razor. Però non sapevo come renderlo credibile... inzomma, diciamolo, io sn Una Akatsuki e Organizzazione XIII fan, qnd è ovvio ke sn dalla parte dei demoni =...= .. potete notare ke 'Loslex' è l'acronimo di 'Xellos' ... altro omaggio a Kingdom Hearts X3
L'illuminazione x Slex-kun è arrivata mentre leggevo il 25 di Naruto...quello con la storia d Itachi BWAHAHAHAHAH
ora basta, se no vi anticipo trpp dl next cappy. Tra l'altro, ho dovuto spezzarlo a metà, perchè originariamente era unito al successivo, ma stava diventando decisamente troppo lungo!!!!




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