Il tempo è ciò che impedisce alle cose di accadere tutte insieme...

di dallina
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** capitolo1 ***
Capitolo 2: *** capitolo2 ***
Capitolo 3: *** capitolo3 ***
Capitolo 4: *** capitolo4 ***



Capitolo 1
*** capitolo1 ***


CAPITOLO1 Jude socchiuse gli occhi alla luce del mattino.

Era stordita e disorientata, aveva le labbra e gli occhi gonfi. Si sentiva come in preda ai postumi di una sbornia, ma non perché avesse bevuto.

Era una di quelle mattine in cui si viene a contatto con una nuova, strana realtà. Ci si chiede: è stato un incubo?

Ci si chiede: questo giorno e questa notte e domani e il resto dei miei gironi saranno diversi per quello che è successo la notte scorsa? Ma nel suo caso specifico Jude non conosceva la risposta.

O perlomeno non si era prodigata per cercarla.

Hunter era sparito, ma quello che Jude aveva provato quelle due ore era indelebile. Come un marchio a fuoco, che ti segna a vita.

Si tirò il lenzuolo azzurro su fino agli occhi.

Non faceva altro che pensare a Tommy. Più cercava di distrarsi, più il volto, i gesti, le parole del suo ex- produttore le tornavano alla mente.

Per non parlare poi degli abbracci e dei baci. Già quei baci.

La verità era che non si era mai sentita attratta in maniera tanto prepotente da nessuno. Nei due anni passati da quando si erano conosciuti si era interrogata su quel particolare magnetismo che Little Tommy Q esercitava su di lei.

Era reale? O era stato solamente un bellissimo sogno.

Si girò nel letto, voltando le spalle alla porta della sua stanza.

Volse lo sguardo verso la finestra semi aperta. Sicuramente era stata Sadie ad aprirla.

Jude era ancora immersa nei pensieri sulla notte precedente quando udì una voce dal piano di sotto.

Sempre Sadie. La avvisava che la colazione era pronta.

Da quando Jude l’aveva sorpresa a baciarsi con tommy, Sadie era diventata iper protettiva nei confronti della sorella. Voleva e doveva farsi perdonare.

Ma Jude ora non se la sentiva.

Era come se dal bel sogno di Instant Star di due anni fa, fosse stata catapultata nel alto oscuro della musica.

Quel lato nero che ti prende, ti sconvolge e ti getta nell’irrequietudine.

Si passò svogliatamente la mano sui capelli. Doveva scendere. Non poteva rifiutarsi. Il nuovo giorno la chiamava a combattere. Nuovamente.

Fortunatamente aveva la giornata libera. Darius le aveva consigliato di stare a casa a godersi un po’ di tranquillità.

“Già ma quale tranquillità?” Si disse tra se e se Jude.

In quegli ultimi mesi aveva visto sua mamma sparire con il suo avvocato a New York. Aveva visto il ritorno di Tommy, aveva visto la sua migliore amica distruggersi con le sue mani, per poi partire per quel viaggio di non ritorno. Aveva visto il suo migliore amico accusarla della morte di Patsy. Aveva visto la nuova Instant Star: Karma. Aveva visto Spid fare il filo spietato a quella sottospecie di vipera. Aveva visto sbocciare la sua storia con Tommy, l’ aveva poi sfiorire rapidamente. Aveva visto sua sorella baciare il suo ragazzo. Aveva visto il coltello di Hunter puntato sulla sua gola. Aveva visto decisamente troppo. Sicuramente per riprendersi da tutto questo aveva bisogno più di un giorno di tranquillità.

Scese velocemente le scale e si diresse in cucina.

“ Buongiorno!” disse sorridendo Sadie.

Jude non poté evitare di assumere un’aria amara. Sicuramente quello non era un buongiorno.

Jude silenziosamente si sedette sullo sgabello e sorseggiò il suo cappuccino.

“Senti…” riprese Sadie “..io volevo finire di chiarire la situazione di me e Tommy.”

Jude sollevò il capo lentamente. Aveva voglia di piangere, ma riuscì a trascinarsi fino alle scale.

“Tranquilla Sadie. Qualcuno mi ha già spezzato il cuore. Non ne voglio parlare. Vado in camera mia” disse Jude prima che le lacrime le rigassero il viso.

“Perfetto.” Disse sadie, afferrando le chiavi del suo New Beatle e dirigendosi alla G-Major.

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Capitolo 2
*** capitolo2 ***


CAPIOTLO2 L’orologio sul comodino si era proprio fermato.

Era rotto. Rotto come il cuore della ragazza che osservava la lancetta a forma di chitarra ferma sul numero 6.

Aveva bisogno di sfogarsi. Urlare. Piangere. Gridare al mondo intero il suo dolore. Ma ora come ora non aveva nessuno con cui farlo.

Solo Jamie.

Ma non aveva voglia di vederlo.

C’era solo una persona con cui voleva parlare. Solo con lei.

Jude sospirò profondamente , si scostò i capelli dal collo e si vestì velocemente. E senza rendersene conto era già alla guida della sua Mastang.

Ora, e da molto tempo, il modo migliore che Jude conosceva per calmare la mente e il cuore era guidare e perdersi in quei lunghi tragitti senza una meta precisa. Ma ora sapeva dove voleva andare. A volte sentiva che lo stato meditativo indotto dalle lunghe, quiete miglia la aiutava a pensare. Altre volte invece, pensava di guidare verso una soluzione, altre che stava solo scappando via.

Quanto poteva essere difficile  dimenticare tutto??

Fu ciò che pensò Jude  appena arrivata al lago. Lì dove poco tempo fa aveva salutato per l’ultima volta la sua migliore amica.

“Ciao…” disse, sfiorando l’erba, che incolta cresceva ai bordi di quella grande pietra.

Aprì le braccia verso il cielo. Chiuse gli occhi e sospirò profondamente.

“ Come è successo?” chiese Jude.

“Come è successo che la vita che credevo fantastica, sia andata distrutta in così poco tempo? Sai dirmelo? Perché la vita è così ingiusta??” chiese Jude.

La rabbia esplose in lacrime fredde e malinconiche.

“che scema! So già che cosa mi risponderesti: “La vita non è giusta Lady Harrison, ma è più giusta della morte.” Tipico tuo Patsy. Tipico tuo anche andartene così vero? E poi sarei io quella sta scappando?? No quella che è scappata sei tu!”

Ora le lacrime non avevano più nessuno ostacolo. Correvano libere sul viso. Libere di sprigionare tutta la rabbia, l’odio e la paura che Jude aveva.

“Mi hai lasciata sola ora che io ho proprio bisogno di te! Questo non dovevi farmelo Patsy! Non dovevi farmelo…” disse Jude lasciandosi cadere sul prato.

Anche in quel momento il volto di Tommy si faceva largo tra i suoi pensieri.

Sapeva che Tommy aveva cercato di proteggerla. Lo sapeva, eppure non si era mai data la pena di scoprire perché. Aveva evitato, come aveva evitato tante cose.

E nello stesso attimo seppe, nella maniera in cui ogni tanto le cose si sanno e basta, che Patsy lo aveva saputo. Adesso lei poteva sapere tutto…..

Tutto quello che Jude si rifiutava di cercare.

L’orgoglio. L’unico colpevole di quella situazione. L’orgoglio di entrambi.

Quanto diavolo poteva essere difficile chiedere scusa?

Mai nessuna parola era stata così difficile per Jude, fino a quel momento.

Guardò le nuvole abbracciarsi e baciarsi nel cielo limpido. Con il dito seguì le sfumature del cielo fino ad incrociare uno stormo di uccelli che volavano liberi. Nessun obbligo gli impediva di non volare via.

“allora io vado via Patsy. Mi manchi” disse Jude dirigendosi verso la sua macchina.

Si sentiva leggermente meglio, ma ancora a pezzi. Pazienza.

Alzò il volume della radio all’interno dell’abitacolo.

Sorprendentemente stavano trasmettendo una sua canzone.

“Time To Be Your 21 one..”

Le note di quella canzone invasero l’intero abitacolo dell’auto.

Oltre il danno anche la beffa.

“Tom Quincy, riuscirò a dimenticarti una volta per tutte” disse mentre il ritornello della canzone prendeva vita.

Si sforzava di essere bugiarda con se stessa. Era l’unico modo per guarire da quella che Sadie definiva tommite (N.D.A)

Ma purtroppo amava Tommy.

 

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Capitolo 3
*** capitolo3 ***


CAPITOLO3  Una volta risalita sulla sua macchina non era ritornata subito a casa, ma aveva continuato quella lunga corsa automobilistica. Non aveva voglia di tornare a casa. Anche perché non c’era nessuno ad aspettarla.

Si fermò al semaforo rosso dell’incrocio dove un anno fa aveva visto sparire Tommy. Si guardò in giro.

Ad ogni angolo della strada c’era una giovane coppia di innamorati che si stuzzicavano a vicenda. Poi il suo sguardo si posò su una coppia di vecchietti. Ancora innamorati dopo anni e anni di matrimonio. Lui teneva la mano della moglie come se avesse tra le mani un bocciolo di rosa.

Era dolce, gentile, delicato. Jude non poté fare a meno di sorridere provando però una stretta micidiale allo stomaco.

Ecco che di nuovo ricadeva in quel baratro. Stava toccando il fondo e vedeva una lucina piccola piccola in alto. L’uscita di quel tunnel che sapeva non avrebbe mai terminato: Tommy.

Quando finalmente giunse a casa era quasi mezzanotte.

Era stata fuori tutto il giorno.

Infilò piano le chiavi nella toppa della serratura della porta d’entrata. Due giri. Era di nuovo in casa. Sembrava che non ci fosse nessuno. Un messaggio in segreteria.

La luce rossa lampeggiava.

La voce metallica di una signorina incominciò a parlare.

“Avete un nuovo messaggio. Per ascoltarlo premere 1”

L’ indecisione era forte.

Premere o non premere?

Jude non aveva la più pallida idea di che cosa potesse nascondere quel messaggio.

Si interrogava su chi glielo potesse aver lasciato

Jamie? Darius? Portia? Papà? O magari Tommy?

Il suo cuore palpitava come non mai.

Premette 1.

Nuovamente la voce di Sadie riempiva quella casa vuota.

“Sono fuori. Non torno a casa a dormire. Bacio”

“Meglio” pensò Jude trascinandosi nel letto ancora disfatto dalla mattina.

Si infilò il pigiama. Una maglietta e un paio di boxer maschili e si gettò nel letto.

Aveva bisogno di staccare. Sconnettere il cervello per almeno un anno.

Non aveva toccato cibo dal giorno prima, ma non aveva fame.

Era in uno stato di dormiveglia quando all’improvviso sentì dei piccoli battiti sulla sua finestra.

Accese la luce e si affacciò alla finestra.

Sotto c’era l’unica persona che avrebbe voluto vedere e che allo stesso tempo non avrebbe voluto vedere.

Tommy era appoggiato alla sua Porche nera e tirava sassolini alla finestra della camera di Jude.

Lei non disse nulla, lasciò che fosse lui a parlare.

“ Ti dispiacerebbe fare una passeggiata con me?” chiese lui.

Lei annuì. Scomparve per qualche secondo dalla finestra e andò in strada con una felpa e le scarpe da ginnastica.

Per un po’ camminarono in silenzio.

Senza pensarci si incamminarono verso il molo,lei si sedette  e lui si sedette accanto a lei.

Se avevano un posto tutto loro, era quello.

La luna era piena e abbastanza luminosa per riflettere le loro ombre nell’acqua.

“Parlerò solo io per un po’, e tu starai ad ascoltare okay?” disse lui tutto d’un fiato.

Lei annuì.

“Forse dirò cose che probabilmente non ti piaceranno.”la avvertì.

Lei annuì di nuovo.

“All’inizio, quando è cominciato tutto era contento di starti vicino in qualsiasi modo”

Jude abbassò lo sguardo, giocherellando con il suo anello a stella.

“Poi però l’amicizia non mi bastava. Sapevo che però, prima o poi, il mio passato sarebbe ritornato per vendicarsi. Ora che ero di nuovo felice. Ora che ero felice con te.”

Tenendo lo sguardo basso, lei parve annuire.

“E abbiamo passato del tempo insieme e abbiamo fatto della bella musica e ci siamo divertiti.”

La voce di Tommy stava incominciando a tremare, ma tenne duro e proseguì.

“Sapevo che il mio passato sarebbe ritornato. Ma mi ero ripromesso che non ti avrei mai ferito, che ti avrei protetto. A qualsiasi costo. Ma al momento in cui c’era da difenderti, la soluzione migliore mi è sembrata allontanarti dalla mia vita. Avrei fatto di tutto per cambiare la situazione, ma non vi era altra via d’uscita.”

Lei emise un singhiozzo solitario.

“ Jude, se ho spezzato il tuo cuore, ho spezzato il mio mille volte di più.”

Jude stava per piangere. Sapeva che non sarebbe riuscita a trattenersi per molto. Voleva andare via da lui prima che succedesse. Lei si alzò per andarsene, ma lui le prese le mani e la strinse a sé. Con un grido soffocato la abbracciò, senza dire più nulla.

“ Ti dirò questo Jude.” Disse Tommy continuando ad abbracciarla.

“ Se tu vorrai io tornerò a far parte della tua vita, altrimenti tu andrai avanti, lo so. E io passerò il resto della mia vita senza di te.”

Adesso Jude doveva proprio andarsene. Si sciolse dall’abbraccio di Tommy e nascose il viso bagnato, tra le mani.

“Ti amo. Non smetterò mai.” Promise lui. Questa volta era stato un tesoro.

Jude si voltò e corse via.

 

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Capitolo 4
*** capitolo4 ***


CAPITOLO 4  Esiste un’infezione grave, mortale chiamata endocardite: è un’ infiammazione del cuore. La bisnonna di Jude era morta così da giovane e Jude pensò di averla.

Anzi, ne era sicura.

Era di nuovo a letto a diagnosticarsi questo male. Non riusciva a togliersi dalla testa le parole di Tommy.

Poco prima dell’alba, Jude si alzò ed entrò in bagno.

 Fece una lunga doccia calda, si avvolse in un asciugamano, prese un pettine dalla mensola sotto lo specchio ed iniziò a pettinarsi i lunghi capelli biondi.

Era stanca. Era frastornata. Le sembrava di essere morta.

Erano tre anni che aspettava che Tommy le aprisse il suo cuore. Tre lunghi anni.

Ed ora che lui glielo aveva aperto lei si trovava spaesata.

Quella sera avrebbe preferito rispondere a Tommy. Lo doveva a se stessa, ma anche a lui.

Doveva dirgli la verità. Era giusto così.

Si vestì di corsa, non si asciugò nemmeno i capelli e d’istinto afferrò le chiavi della macchina.

Sapeva esattamente dove si trovava Tommy in quel momento. Il suo cuore le diceva che Tommy era lì, che non se ne sarebbe andato tanto facilmente.

Tempo cinque minuti ed era già arrivata al molo.

Parcheggiò la macchina accanto a quella di Tommy.

Si guardò in giro. Tommy era seduto su una panchina nel parchetto vicino al molo.

Lui come la vide non poté fare a meno di sorridere.

Lei gli si avvicinò lentamente.

“ Avresti voglia di fare una passeggiata con me?” sussurrò.

Lui si alzò e la seguì.

“Ora parlerò un po’ solo io e tu saturai ad ascoltare, ok?” proseguì lei.

“ Ok” disse lui, mettendosi le mani in tasca.

“Mi fidavo. Credevo che t’importasse di me…”disse con la voce rotta.

“lo sai che è così” disse lui interrompendola.

Lei lo guardò con gli occhi lucidi

“Poi sei diventato freddo e io non riuscivo a capire che cosa fosse successo, o che cosa avessi fatto per farti allontanare. Hai lasciato che credessi in te e poi mi hai tradita. È così che fai? Lasci che le persone ti vengano vicine per poi poterle deludere? Mi sentivo così vicina a te, e poi tu non c’eri più.” Jude trasse un piccolo respiro, prima di continuare. Si asciugò le lacrime dagli occhi prima che scendessero.

“La ragione per cui ieri sera sono scappata è che avevo bisogno di fare chiarezza.  Di capire se avevo voglia di soffrire ancora. Non ho mai sofferto così tanto lo sai? E la ragione per cui ti ho licenziato è che quando sono con te i miei pensieri non vanno dritti. Devo metterli in ordine io con il senno di poi. Sono stata uno schifo. Ma c’è una cosa di cui sono sicura, e credo sia giusta e in tutti questi giorni continuo a tornare su questo punto, ed è che adesso mi serve del tempo. Ne ho il diritto non credi?”

Lui scosse la testa, per poi annuire con un cenno del capo. Sembrava disgustato da sé stesso.

“ ti capisco Jude…credimi ti capisco. Ma sappi che i miei sentimenti per te non cambiano.”

“se è per quello nemmeno i miei per te.” Disse lei alzandosi sulle punte dei piedi per baciarlo sulla guancia.

“Ci vediamo in giro.” disse lei tornando verso la macchina.

“aspetta….ci sono speranze che tu torni da me.?” Chiese lui.

“ Non lo so” disse lei correndo verso la macchina.

 

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