Lui? Poi c'era lui...

di Hp_Nameless
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Un regalo inaspettato ***
Capitolo 3: *** Festa ***
Capitolo 4: *** Pigiama party, o almeno l'inizio di uno ***
Capitolo 5: *** Il verdetto ***
Capitolo 6: *** Una sorpresa decisamente inaspettata ***
Capitolo 7: *** Fratelli ***
Capitolo 8: *** Louis b-day ***
Capitolo 9: *** At laste here (finalmente qui) ***
Capitolo 10: *** Happy B-Day ***
Capitolo 11: *** Côte d'Azur ***
Capitolo 12: *** 'Cause love is better than us ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


 
Titolo:Lui? E poi c’era lui...
Autore: Hp_Ily
Fandom: One Direction
Genere:Romatico, Sentimentale
Rating: Giallo-Arancio (diciamo che in alcuni punti POTREBBE sfiorare l'arancione, forse)
Avvertimenti: Fluff, Happy Ending,
Personaggi: Niall Horan, Zayn Malik, Louis Tomlinson, Harry Styles, Liam Payne, Sofia De Luca, Danielle Peazer, Eleanor Calder, Perrie Edwards, Chantelle Evans, Charlotte Evans, Abigail Johnson
NoteCome ho già detto nella descrizione, io non sono una Directioner, ma solo una ragazza che pensa che i One Direction siano dei bravi cantanti e anche dei bei ragazzi. La storia è nata dal nulla, davvero dal nulla. Mi è venuta in mente la coppia e poi ci ho scritto intorno. Vi dico che è un pochino incasinato... :)
 

Lui? Poi c'era lui...
Prologo: La famigerata Londra

 

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Finalmente, dopo tanto tempo, ero atterrata nella famigerata Londra! Ai miei non avevo detto il vero motivo, gli avevo semplicemente che avrei voluto finire lì gli studi per perfezionare il mio inglese (che era già perfetto), e loro se l’erano bevuta.
In realtà volevo finire gli studi lì perché Niall vi si sarebbe trasferito tra poco. Lo conoscevo perché eravamo stati in vacanza nella stessa città ed avevamo legato moltissimo.
Lì a Londra ho alloggiato nella residenza dei miei zii Yaser e Trisha e dei miei cugini Doniya, Zayn, Waliyha e Safaa, la residenza Malik.
Quando fui certa di averla trovata, salii le scale che conducevano al portico e suonai il campanello. Venne la zia ad aprirmi, e mi stritolò in un abbraccio che solo lei sapeva dare, solo lei o la mamma.
“Sofia, finalmente sei arrivata. Noi ti aspettavamo per pranzo!” mi urlò la zia in preda ad una crisi. Nella mia famiglia se uno saltava un pasto poteva accadere un putiferio! Fortuna che arrivò lo zio a salvarmi: “Trisha, lasciala in pace. Magari è a dieta che ne sai tu!” non appena udii la sua voce mi fiondai al suo collo: io adoravo lo zio. Mentre io lo abbracciavo sentii un gran trambusto per le scale, e poi Zayn in mutande che correva verso di me. Quel ragazzo non sarebbe mai cambiato, girava in mutande nonostante io, con il body e la felpa, avessi freddo. [http://www.polyvore.com/cgi/set?id=73687214&.locale=it]
Comunque quando mi vide mi corse incontro e ci abbracciammo per molto tempo. Io e Zayn eravamo molto legati, e quando eravamo stati divisi, molti anni prima, entrambi avevamo sofferto molto, ma poi ce n’eravamo fatti una ragione. Ora invece potevamo stare di nuovo insieme, e per molto tempo.
Quando mi staccai dal suo collo mi ritrovai la piccola (per così dire) Waliyha, e la abbraccia fortissimo. Quando fummo divisi fu lei fece salire il morale a Zayn. E poi fu il turno di Safaa. Lei non si ricordava di me, ma era comprensibilissimo, e mi guardava con aria di sfida. Non si era mossa dall’ultimo gradino delle scale e aveva osservato me e Zayn abbracciati con circospezione. Forse pensava che volessi portarle via il fratello. Comunque fu Zayn a portarla vicino a me, ed io l’abbracciai. Si tolse bene presto dalla mia stretta aggrappandosi al corpo di Zayn come a voler far capire che lui era suo. Che dolce! Era cresciuta da come me la ricordavo, ed era diventata bellissima: aveva dei lunghi capelli marroni, mossi, e dei penetranti occhi blu notte.
“Ehm ehm” aveva tossito la zia intimando a Zayn di andare a vestirsi. Non era suo solito andare in giro in mutande, non lo riteneva un buon esempio per le bambine.
“Oh, scusate, torno tra un attimo” aveva detto lui una volta resosi conto delle condizioni in cui si trovava.
“Ma qui manca qualcuno. Dov’è Doniya?” chiesi con fare interrogativo notando la mancanza della primogenita di casa Malik.
“Doniya è partita per studiare fuori, ma sarà presto di ritorno per qualche giorno di tregua”
Sorrisi, le volevo molto bene, e per me era sempre stata una sorta di sorella maggiore. Poi mi squillò il telefono, era Ginevra, mia sorella maggiore, più grande di me di 3 anni:
“Ciao Ginny!”
“Ciao Fifi, come stai? Sei arrivata? È tutto a posto?”
“Sì, tranquilla Ginny, tutto a posto. Come sta Andrea?”
“Gli manchi tanto, come manchi tanto anche a noi. Vabbè, ora passami la zia che mamma l vuole parlare.”
“Ok, ci sentiamo!”
Passai il telefono alla zia e lei stette per un bel po’ al telefono con la mamma, ma io non mi fermai a sentire cosa dicevano.
“Sosò, vieni, ti mostro la tua camera.”
“Arrivo Jawaa. Un momento, ma questa è la tua stanza.”
“si, spero non ti dispiacerà dividerla con me. Vedi, stavamo facendo aggiustare la stanza di Doniya, ma i lavori sono bloccati, mentre le piccole già dormono insieme.”
“Oh, non c’è problema, basta solo che non russi.” Dissi con fare scherzoso mentre lo zio si accingeva a portare su per le scale una delle mie tante valigie. La prima che arrivò nella stanza fu il trolley a chiazze e il borsone correlato. “Carine” disse Zayn, ma io lo zittii con uno sguardo e lui si precipitò di sotto a prendere l’altra valigia e l’altro borsone, questi a motivo molto colorato. Scesi anch’io, e portai di sopra il beauty con tutte le trousse, i profumi e le creme che non avrei mai usato, e trovai le piccole che portavano, una a testa, le valigie a motivo parigino. Che dolci!
Ma non era mica finita lì. In aeroporto avevano smarrito altri due borsoni neri e un trolley verde smeraldo.
Quando tutto fu di sopra si ritornò alla normalità. Safaa tornò a guardare la televisione, Waliyha tornò studiare e io iniziai a disfare le valigie, con Zayn che mi gironzolava intorno commentando ogni cosa che vi tiravo fuori.
“Spero tu abbia portato trousse a vestitini attillati piccola, perché ti porterò a molte feste.”
“Sei fortunato Zayn, la mamma mi ha infilato in valigia tutte le trousse, i profumi e le creme che tenevo esposte ma che non usavo mai. Oh, e credo mi abbia aggiunto un'altra valigia con tutti i vestitini e le gonne che io non avrei voluto portare” dissi con tono scocciato.
“Beh, tua madre sa come si vive qui” rispose con un ghigno.
Poi la zia urlò: “Zayn scendi, c’è Louis”
A quelle parole non mi diede nemmeno il tempo di chiedere chi fosse Louis che già mi aveva afferrato per il polso e trascinata giù per le scale.
“Ciao Tommo, lei è mia cugina Sofia, viene dall’Italia.” Arrossii. Non ero abituata a conoscere ragazzi così… così… carini. Sì, carini, e molto più grandi di me. Oh, diciamo pure che non ero abituata a socializzare con i ragazzi in generale.
“Piacere, Louis Tomlinson.” Mi tese la mano, ed io non potei fare a meno di stringergliela e presentarmi a mia volta: “Piacere, Sofia De Luca.” Dissi con un sorriso.
Poi si rivolse a Zayn che mi guardava divertito. Mi sarei vendicata! “Zayn, mi dispiace stasera non posso proprio venire. Fizzy deve andare ad un compleanno e c’è bisogno di qualcosa che la accompagni e la riporti a casa.”
“Non fa niente amico! Va’ con Felicite.”
Poi Louis se ne andò, e io fulminai Zayn con lo sguardo.
“Era la voce di Louis quella che ho sentito?” entrò nella discussione Waliyha.
“Sì, ma è già andato via. e poi smettila, è troppo grande per te!” la riprese Zayn serio.
“Si si, come no. Per te tutti sono grandi o tutti hanno una brutta faccia. Lo so Zayn, lo so.”
Io guardavo la scena divertita. Sapevo che Zayn era molto protettivo, ma non immaginavo fino a questo punto. Insomma, Waliyha dovrà pur vivere la sua vita, no?
“Louis è il suo migliore amico. Se ti interessa ha 19 anni, quindi misà che è troppo grande per te.” Disse rivolta a me. Che caratterino la ragazza!
Tornammo sopra, e Zayn mi disse che il giorno seguente ci sarebbero state le selezioni per la squadra di calcio della Ski High, la nostra scuola. Io frequentavo il penultimo anno della scuola secondaria, mentre Zayn l’ultimo anno.
Me lo disse perché sapeva che io ero una grandissima tifosa di calcio, e sperava che io fossi andata a fargli il tifo il giorno seguente e che l’avrei aiutato a passare le selezioni.
Naturalmente lo aiutai, e gli mostrai tutte le partite della mia squadra preferita, l’Inter, per far sì che ne imparasse le tattiche.
Verso sera la zia ci chiamò per la cena, e ci precipitammo entrambi giù per le scale, lui per il nervosismo del giorno seguente, io per le prelibatezze della zia.

***

La notte Zayn dormì come un angioletto, mentre io non riuscii a chiudere occhio. Forse per l’emozione della nuova scuola, forse per il rimorso di aver abbandonato i miei genitori, i miei fratelli, mia sorella, i miei amici, le mie compagne di danza.
La danza… lo sport che più adoravo in assoluto. Mi ero fatta tante amiche al corso, ed avevo un ottima insegnante. Forse era proprio la danza che mi aveva fatto esitare a mollare tutto più e più volte. A Milano ballavo hip-hop, un po’ di latino e jazz. Il jazz, il mio stile preferito. Grazia e potenza nello stesso istante. Durante quelle lezioni, mentre saltavo o giravo, mi sentivo unica nel mio genere, mi sentivo perfetta nonostante i miei mille difetti. Ne ero sicura, quella sarebbe stata la cosa che mi sarebbe mancata di più di Milano, persino più del calore del San Siro!

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Capitolo 2
*** Un regalo inaspettato ***


Lui? Poi c'era lui...
Capitolo 1: Un regalo inaspettato 

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Quelle poche ore che dormii non furono sufficiente a farmi calare nel mio solito sonno pesante. Mi svegliai molto presto perché sentii dei rumori provenienti dalla stessa stanza in cui dormivo. Venivano da oltre la tenda che Zayn aveva insistito per mettere sostenendo che io avessi bisogno di privacy. Mi alzai, e nonostante fossi in pigiama [http://www.polyvore.com/cgi/set?id=73788231&.locale=it] mi sporsi oltre la tenda per vedere cos’era tutto quel trambusto.  
A quella vista strabuzzai gli occhi, non ero sicura di quello che stavo vedendo.
C’era Zayn che infuriava a un operaio vicino a lui intimandogli di fare attenzione e di non fare rumore, e poi c’era una sbarra. Avrei sempre voluto avere una sbarra in casa, e ora eccola lì, a pochi passi da me. Corsi da Zayn e gli scoccai due enormi baci. Mi aggrappai a lui e non mi lascia finché non fu lui a chiedermelo. “Ehi, scimmietta, mi stai soffocando.” Sorrisi, gli volevo troppo bene, troppo, troppo bene, e sarebbe stato impossibile non volergliene.
Tornai nella mia camera, mi preparai [http://www.polyvore.com/cgi/set?id=73689894&.locale=it] e poi scesi di sotto a fare colazione.
Quando fu ora io e Zayn andammo a scuola con lo scooter, mentre zio accompagnava le ragazze in macchina.
La Ski High non era proprio un bell’ambiente in realtà. Davanti la scuola c’erano i ragazzi della squadra di rugby tutti insieme contro quelli del primo anno, la squadra di calcio in un angolo che tentava di inquadrare nuovi possibili giocatori, e le cheerleader in divisa sedute a gambe accavallate vicino la fontana. La prima impressione non era proprio buona. Chiesi a Zayn perché gli zii lo avessero mandato a scuola lì, e lui mi disse che il livello di apprendimento è molto alto.
Al suono della campanella mi recai in segreteria per ritirare il mio orario.

  Lunedì Martedì Mercoledì Giovedì Venerdì
1à ora Letteratura Scienze Poesia Algebra Geografia
2à ora Storia Geografia Poesia Algebra Poesia
3à ora Storia Algebra Tecnologi Inglese Geometria
4à ora Scienze Inglese Religione Letteratura Geometria
5à ora Arte Inglese Motoria Letteratura Scienze
PAUSA PRANZO PRANZO PRANZO PRANZO PRANZO
6à ora   Musica   Tecnologia
7à ora   Musica   Motoria  
           
Cooman: letteratura Wilson: storia White: scienze Harris: arte Peterson: geografia Hughes: algebra, geometria Davies: Inglese, poesia Wroght: geografia Hills: tecnologia Green: motoria
 
Le restanti 6° e 7° ora del lunedì, mercoledì e venerdì sarebbero state adibite agli allenamenti e alle attività alternative.  Di attività non è che ce ne fossero proprio molte, perciò decisi di tentare le selezioni per le cheerleader che ci sarebbero stare il pomeriggio stesso.

***

Quando arrivai in classe la lezione di letteratura era naturalmente già iniziata, e la professoressa Cooman, dopo avermi presentata alla classe, mi fece sedere accanto a un certo Styles.
“Ciao, io sono Harry” mi disse un ragazzo riccioluto dagli occhi verdi.
“Piacere Sofia” gli risposi io.
“Harry smettila!” gli disse una ragazza biondina quasi sicuramente una cheerleader (l’avevo vista vicino la fontana).
“Scusala Sofia, lei è Abigail, la mia ragazza”
“Non farci caso, lei fa sempre così” disse una voce alle mi spalle “Comunque piacere Danielle Peazer” concluse con fare gentile. “Sofia De Luca” risposi con un sorriso.
L’ora di storia c’era sempre Harry, ma non la sua ragazza, né Danielle. Conobbi però due gemelle: Charlotte e Chantelle Evans, due ragazze che mi sembrarono molto gentili e disponibili.
All’ora di pranzo arrivai in mensa ma non sapevo da dove iniziare. Insomma, in Italia non avevamo mense così! Fortunatamente trovai Zayn e non lo mollai per tutta l’ora. Mi fece sedere al suo stesso tavolo, sotto gli occhi confusi dei suoi amici.
Un ragazzo mi pare si chiami Alvin, disse: “Ehi Zayn, non ci presenti la tua amica” e tutti risero, tutti tratti Zayn, che lo guardò torvo e gli disse: “No Hill, non ve la presento.”
Poi uno si fece avanti e mi disse: “Piacere Ben”, e Zayn, per tutta risposta lo allontanò con uno strattone e gli disse: “Sta’ lontano da lei Moore!”
A quel punto mi sembrò opportuno intervenire, così disse: “Basta Zayn. Sta’, tranquillo, va tutto bene.”
“No, non va tutto bene. Non li ascoltare, sono degli idioti!” mi rispose rabbioso.
“Ok, allora senti, lì c’è una ragazza che ho conosciuto all’ora di letteratura, vado a sedermi vicino a lei.”
“No! No, resta qui, ti prometto che starò calmo.”
Annuii e così non mi allontanai dal tavolo.
Poco dopo si avvicinò un ragazzo, mano nella mano con Danielle.
Tutti al tavolo iniziarono a dire cose tipo: “Payne, ma non la lasci mai quella.”
Lui se ne infischiò, e si rivolse a Zayn: “Malik?”
“Sono io, sì’.”
“Le selezioni iniziano alle 4, subito dopo quelle delle cheerleader.”
“Grazie Liam, sarò puntale.”

***

Mentre andavamo al campo accennai a Zayn quella cosa della cheerleader, ma non la prese molto bene. “La cheerleader? Ma sei impazzita Sofia? Quelle lì sono tutte troie, ed io non voglio che lo diventi anche tu.”
“Oh andiamo Zayn, secondo te potrei diventare una troia? Solo quelle brave diventano troie e si fanno tutta la squadra di calcio.”
“è proprio questo il punto, tu diventerai brava! E poi non voglio perderti Sosò.”
“Ma non mi perderai, sta’ tranquille. Sei dolcissimo Jawaa”
“Quando hanno passato le selezioni anche Betty Smith e Eveleen Robinson erano come te. Proprio come te, ed ora guardale, sempre in giro in minigonna e tacchi a spillo, a nascondersi sotto chili di trucco. Non voglio Sofia, non voglio!”
“Ascoltami Zayn, le attività pomeridiane fanno tutte schifo, e qui non c’è una scuola di danza adatta a quello che mi piace fare. Il cheerleading è l’unica opportunità che ho per non mandare in fumo i miei anni di allenamenti. E poi, se diventerò come loro, sei autorizzato a cacciarmi dalla squadra e anche a rispedirmi a Milano se necessario. Ok?”
“Ok. Ma ora corri che le selezioni stanno per iniziare.”
“Ti adoro!”

***

“Il Cheerleading non è una cavolata, ricordatevelo ragazze, perché se pensate di entrare perché sapete fare una capriola, beh, vi sbagliate, e di grosso anche. Certo, ci sono persone a cui viene molto più semplice, persone come me o come  loro,  ma queste sono solo poche eccezioni.”
Abigail aveva appena finito di parlare e ci stavano distribuendo le uniforme per le selezioni. Io, stranamente, fui la penultima.
Le avevo viste scartare persone preparate tecnicamente e ritmicamente perché non sapevano fare la capriola, e io ero terrorizzata.
La mia audizione fu più dura delle altre: dovetti eseguire una specie di coreografia che mi fece vedere Abigail sul momento, mi fecero fare le ruote, le capriole, le rondate, e poi mi chiesero di fargli vedere ‘qualcosa che già sapevo fare’. Io gli mostrai i salti e i giri che mi riuscivano bene, e tutte ne rimasero affascinate. Abigail fu costretta a prendermi, nonostante le sarebbe piaciuto scartarmi perché avevo parlato con Harry.
Quando mi mandarono a sedere erano già le 4:05, e perciò l’ultima partecipante, Eleanor Calder, u avvantaggiata: le fecero fare solo ruota e capriola visto che erano fuori orario per le audizioni del calcio.
Mentre lei si esibiva mi andai a sedere vicino a Zayn. “Zayn, mi si vedeva il culo, vero?”
“Eh… Si, Sofia, ti si vedeva” disse con un ghigno divertito
“Dannazione! Quelle divise sono cortissime. Misà che cercherò qualcosa da metterci sotto!” affermai sicura delle mie idee.
“E io ero quello che credeva saresti diventata come loro?” chiese ironico con fare scherzoso
“Mh… sì, Zayn, eri tu…” sorridemmo entrambi, e poi lo spedii alle sue audizioni.
Naturalmente fu accettato nella squadra (come non prenderlo dopo i miei suggerimenti), anche se i ragazzi sembravano un po’ perplessi dalle sue tattiche!
Quando ebbe finito si avvicinò a me, ma prima di lui arrivò Abigail. “Spero tu sia contenta Barbie. Harry mi ha lasciato, ora è tutto tuo!” non mi diede nemmeno il tempo di replicare che già era scomparsa tra le sue amiche. Intanto era arrivato Zayn.
“Che voleva quella?” chiese indicando la biondina in lacrime
“Il ragazzo l’ha lasciata e crede che sia giusto incolpare me visto che sono seduta vicino a lui.”
“E perché eri seduta vicino a lui?”
“Smettila Zayn. Accompagnami in segreteria piuttosto, ho come l’impressione che farà di tutto per buttarmi fuori e io non voglio, perciò andrò a comunicare io stessa che seguirò il corso di fotografia il lunedì e quello di Cheerleading il mercoledì e il venerdì!”.
Mi accompagnò in segreteria e ne uscimmo abbracciati sotto gli occhi scandalizzati della segretaria che si era fatta chissà quale strana idea quando Zayn aveva accennato alla sbarra nella nostra stanza!
Quando arrivammo a casa Zayn sembrava sul punto di comunicarmi qualcosa di importante in ogni istante, ma ancora non ci era mai riuscito.
Prima di cena prese coraggio e me lo disse: “Ascolta Sofia,  Alvin darà una festa, e mi ha chiesto di venire con te. Io però non potrò venire, quindi se vuoi tu puoi anche non andare.”
“No, non c’è problema, voglio andarci! Basta solo che mi dici qual è la casa.”
“Oh, no, non ti ci mando da sola. Andrai con Louis. Andrete insieme alla festa e ti riaccompagnerà a casa. Non ti allontanare mai da lui, e non drogarti o roba del genere.” Sorrisi, mio cugino si preoccupava così tanto per me. Annuii e decisi che il vestito l’avremmo scelto insieme. Era molto protettivo anche nei miei confronti, anche se in materia di vestiti non badava a coprire nulla!
Alla fine optammo, anzi, optò, per un tubino rosa (che brutto colore!) e delle scarpe nere. [http://www.polyvore.com/cgi/set?id=73694529&.locale=it]

***

Quando arrivò, Louis si comportò da vero gentiluomo. Mi aprì la portiera del taxi, pagò lui sia l’andata sia il ritorno e alla festa fece altrettanto.

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Capitolo 3
*** Festa ***


Lui? Poi c'era lui...
Capitolo2: Festa!

 

Quando arrivammo da Alvin la musica era già altissima e le cheerleader già stavano dando mostra di quello che sapevano fare. Io mi sedetti sul divano accanto a Louis, e perlopiù parlammo per tutta la serata. Mi raccontò del divorzio dei suoi genitori, del compagno della madre da cui aveva preso il cognome, di sua sorella biologica Georgia, delle figlie della madre e del compagno e delle gemelle. Doveva essere proprio un bravo fratello.
Poi mi invitò a ballare, ma quando arrivammo al centro della pista Locked out of Heaven di Bruno Mars era già finita, ed era partito un lento. Già che ci trovavamo iniziammo a ballare, anche se io mi sentivo un po’ in imbarazzo a ballare un lento con il migliore amico di mio cugino!
Però alla fine si rivelò rilassante. Nessuno dei due andò oltre gli ‘amici che ballano insieme’  e così non successe nulla. Alla fine tornammo a sederci e ed io notai che stava fissando insistentemente Eleanor, la ragazza che aveva fatto l’audizione dopo di me, e così decisi di chiamarla.
“Ciao Eleanor!”
“Ciao Sofia!”
“Oh, scusa, che maleducata. Lui è Louis Tomlinson.”
“Piacere Eleanor”
“Piacere Louis”
A quel punto mi sembrò opportuno lasciarli soli, e così feci finta di andare a salutare Abigail. Purtroppo per me mi avvicinai a lei un po’ troppo, dandogli così il tempo di notarmi e di urlarmi in faccia che Harry l’aveva lasciata per colpa mia.
Ormai era ufficiale: quella ragazza si faceva troppe paranoie! E poi per quale motivo avrebbe dovuto lasciare lei per me. Io non metto in mostra le gambe, non metto reggiseni imbottiti per ingrandire il seno, né uso push-up per far risaltare il sedere. Tutte cose che Abigail naturalmente faceva, o almeno si presupponeva facesse!
Stufa delle sue lagne, me ne tornai al divanetto dove Louis ed Eleanor stavano felicemente flirtando fregandosene altamente di me. Meglio così, non mi sarebbe piaciuto rovinare la serata al migliore amico di mio cugino visto che me lo sarei ritrovato a casa molto spesso.
Dopo poco un ragazzo si avvicinò al dj e gli chiese di mettere One Day di Asaf Avidan, o almeno il dj mise quella, un po’ mixata però.
Poi il riccio si avvicinò a me ed in quel momento lo riconobbi: Harry.
“Le va di ballare, milady?” mi chiese tendendomi la mano con un sorriso. Sorrisi a mi volta, in fondo adoravo i gentleman inglesi, ma adoravo ancor di più Abigail che m’insultava con le amiche.
“Perché no, milord? ” afferrai la sua mano e mi lasciai trasportare al centro della pista. Adoravo ballare jazz, ma quella non era la musica adatta; quella era più musica da discoteca, e io non sapevo come ballarla senza rendermi ridicola o volgare.
Alla fine vidi Harry alzare le braccia, e seguii i suoi passi iniziando a saltellare. Fortuna che il mio vestito era talmente attillato da non riuscire a staccarsi dalle mie gambe altrimenti tutta la pista avrebbe visto le mie culottes! Brulicava di gente, eravamo tutti molto vicini tanto che spesso mi giravo convinta che qualcuno mi stesse chiamando. Non ero abituata alle feste, e questo Harry l’aveva capito, e probabilmente se ne stava un po’ approfittando. Con la scusa della pista troppo affollata si avvicinava a me sempre di più, finché a separarci non ci furono che pochi millimetri.
Harry aveva capito il mio imbarazzo perché si avvicinò ancor di più e mi chiese di andare di sopra a parlare perché lì c’era troppa gente. Io lì per lì accettai perché non mi sembrava ci fosse niente di strano ad andare a parlare di sopra. Poi, quando oltrepassammo molte coppiette per le scale, capii a cosa sarebbe voluto arrivare, però era troppo tardi.
Aprì la porta della stanza e mi fece sedere sul letto. Io ubbidii, anche se avevo paura del dopo. Ero ancora vergine e non avrei voluto perdere la verginità così, con uno conosciuto da meno di 24 ore. Però, con mio sommo stupore, lui non iniziò a sbottonarsi nulla. Anzi, s’infilò la giacca (“Fa freddino qui, non ti pare” aveva detto) e si sedette accanto a me.
“Allora, cos’è che ti ha spinto a trasferirti a Londra?”
“L’inglese. Voglio perfezionare il mio inglese.”
“Se se, il tuo inglese è già perfetto. C’è qualche altro motivo sotto, me lo sento. Ora spara.”
“Non è vero. E poi volevo rivedere le mie cugine, mio cugino e i miei zii. Mi mancavano molto.”
“La sentimentale con me non attacca baby. Sputa il rospo!”
“Oh, e va bene. In realtà tra pochi giorni si trasferirà qui un mio amico dall’Irlanda. L’ho conosciuto perché un paio di anni fa siamo andati in vacanza nella stessa città ed abbiamo legato molto.”
“Un amico? E tu sei venuta qui da… da dove vieni?”
“Dall’Italia, precisamente da Milano, Lombardia.”
“Ah. E tu sei venuta fin qui da Milano per un amico?”
“Si, è solo un amico. E smettila di guardarmi con quegli occhi.”
“Perché cos’hanno i miei occhi?”
“Niente. Sono solo molto belli.”
“Grazie. Hai detto che sei venuta qui con per i tuoi cugini, chi sono?”
“Le mie cugine non penso che tu le conosca, una è grande ed è fuori a studiare, le piccole una frequenta la scuola primaria, mentre l’altra credo faccia il primo ad un'altra scuola secondaria. Mio cugino penso tu lo conosca: Zayn, Zayn Malik.”
“Malik? Vuoi dire quel bestione scuro con i capelli neri?”
“Sì, proprio lui! E non è un bestione, è il mio cuginetto.”
“Scusa ma non è più grande?”
“Sì, deve fare 17 anni tra qualche mese.”
“Ah. Mh… Scendiamo?”
“Sì.”
Mi sentivo così sollevata. Si era fatto tardi, così decisi di andare a cercare Louis. Naturalmente non lo trovai, e non vidi nemmeno Eleanor. Pensai che si fossero appartati per essere più tranquilli quando eccolo spuntare da dietro una colonna.
“Penso che si ora di andare Sofia.”
“Sì, Louis, penso proprio di sì.”
E c’incamminammo verso il taxi. Non parlammo molto, eccetto quando lui mi chiese dov’ero finita ed io gli risposi che ero di sopra con Harry. Dovetti ripeterglielo almeno 300 volte che non era accaduto nulla. Harry aveva la fama del Don Giovanni, e le cambiava spesso le ragazze. Louis non sarebbe voluto essere Harry se Zayn avesse creduto, anche solo per un momento, che Styles si era fatto sua cugina!

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Capitolo 4
*** Pigiama party, o almeno l'inizio di uno ***


Lui? Poi c'era lui...
4 pigiama party, o almeno l’inizio di uno

 


Com’è andata la festa Sosò? Mi chiese Zayn qualche giorno dopo.
“Bene Jawaa” risposi sincera.
“Hai conosciuto qualcun altro? Mi serve un altro po’ di palestra per intimidirlo?” chiese scherzosamente.
“Smettila scemo! In effeti ho conosciuto meglio Harry Styles.” Risposi ridendo.
“Styles eh? Rimedio l’indirizzo in pochi minuti. Faccio solo qualche telefonat…” ma non lo lasciai finire.
“Smettila Zayn. Siamo solo amici, e poi non mi fa nulla di male…”
“Mh… Vabbè, per questa volta l’ha scampata!”
“Ascolta Zayn, io so che tu vuoi solo il bene per me, ma così non fai del bene. Se lui mi facesse soffrire allora sì, ti appoggerei pienamente, ma siamo solo amici, quindi.”
Sembrava rassegnato, convinto ma rassegnato. Gli sorrisi perché sapevo che vedendomi felice avrebbe sorriso, ed io adoravo il suo sorriso. I suoi denti bianchi come il latte erano perfetti con la pelle scura, e il ghigno che gli appariva alle volte era davvero bellissimo. Lo abbracciai, così, senza un preciso motivo. Avevo bisogno d’affetto, e lui era l’unico che riusciva a darmi tutto l’affetto di cui avevo bisogno tra quelle persone.

***

La vita a Londra passava monotona: scuola, allenamenti, compiti, relazioni, test, e molte foto.
Nulla di veramente interessante, anche se avevo legato molto con Eleanor, Danielle, Charlotte e Chantelle.
“Beh, ho saputo che oggi ci sarà la partita Zayn” disse Safaa.
“E anche l’esibizione di Sofia nella nuova coreografia” aggiunse Waliyha.
“Beh sì, devi ammettere tesoro che l’altra era un po’ banale” completò zia Trisha.
In effetti la coreografia ideata per l’inizio del campionato era davvero orrenda: solo incitamenti per i nostri con qualche spaccata e nulla di più, nulla piroette o roba del genere.
“Chi sarà la tua base Sofia?” mi chiese poco dopo lo zio.
“Oh, nessuno. Diciamo pure che sto antipatica alla capo cheerleader e poi sono troppo pesante, nessuno riesce a prendermi” completai un po’ sconsolata.
“Ma non ti faranno mica fare la base?” chiese Safaa improvvisamente interessata. Negli utimi tempi aveva messo da parte quei sentimenti contorti e si era dimostrata gentile.
“No, non farò la base, semplicemente farò altre cose” le risposi sorridendo.
“Possiamo andare a vederli pà?” chiese Waliyha “così vediamo anche come gioca Zayn” completò per lei Safaa.
Zio Yaser annuì, e le ragazze corsero ad abbracciarlo. Io mi sentivo di troppo in quell’abbraccio a cui si erano aggiunti anche Zayn e zia Trisha, quindi me ne andai di sopra a chiamare Milano. Non riuscii nemmeno a fare il numero che mi squillò il telefonino.
“Pronto”
“Ginevra! Da quanto tempo non sentivo la tua voce! Mi manchi tanto.”
“Luca. Ciao Luca, anche tu mi manchi tanto. Come vanno le cose a Milano?”
“Molto bene. Poi ci avviciniamo a Natale, quindi…”
“Ma Luca, mancano ancora 5 settimane.”
“Sì, lo so. A te come vanno le cose? Com’è Londra?”
“Oh, molto bene, Londra è davvero fantastica. Prima o poi verrete a trovarmi e ve la farò vedere!”
“Io ci sto. Bisogna solo convincere mamma e papà.”
“Come sta Jacopo? Non lo sento da tantissimo tempo lui.”
“Lui sta bene. Anche la mamma sta bene.”
“Sì, so della mamma. Lei la sento più spesso perché Ginevra e Andrea mi tempestano di telefonate.”
“Ah. Ora scusa, ma lei è qui, e ti vuole assolutamente parlare! Ciao”
“Ciao”
“Pronto pesciolina?”
“Ciao mamma!”
“Stai bene? Fa tanto freddo lì?”
“Sto bene grazie, e no, ci si abitua al freddo londinese dopo alcune settimane! Ma Andrea e Ginevra stano bene? No perché non mi chiamano da un bel po’ di giorni.”
“Oh sì, stanno bene. Andrea è un po’ arrabbiato con te, mentre Ginevra è sommersa dalle verifiche.”
“Mh… Primo quadrimestre, capisco! Ma perché Andrea ce l’ha con me?”
“Non lo so. Lui ha solo detto che lo hai abbandonata. Ora devo andare. Ti saluta Jacopo.”
“Ricambia! Ciao”
Per quale motivo mio fratello dovrebbe avercela con me? Bah. C’è qualcosa che ho dimenticato. Ah sì! Prima che mi chiamasse Luca mi era arrivato un messaggio da parte di Eleanor.
“Ciao Fia, questa sera al pigiama party ci sarà anche mia cugina ed una sua amica. Io non ne sapevo niente, è stata mia madre ad invitare la figlia del fratello di papà e lei stava con una sua amica! =(”
“Ciao Lee. Non preoccuparti, non c’è nessun problema. Ci vediamo stasera. =*  ”
Quella sera ci sarebbe stato un pigiama party da Eleanor. Era stato ideato per festeggiare la nostra A nella relazione per il corso di Fotografia, ma ora c’erano delle intruse. Vabbè, non sarebbe stato un problema.
Ma ora la cosa più importante era chiamare Andrea e chiedergli spiegazioni, però venni interrotta da Zayn. “Perché sei scappata di sopra?” mi chiese poggiato sullo stipite della porta
“I-io… ecco io… mi sentivo di troppo” dissi quasi balbettando.
“Ma tu non sei di troppo” mi disse avvicinandosi e incrociando le braccia sotto il petto.
Gli sorrisi. Non sapevo cosa dire o cosa fare e non volevo rovinare la sua felicità.
“Ma Doniya? Doveva venire ma non si è più fatta viva!” chiesi per cambiare argomento. Non mi piaceva l’atmosfera che si era andata a creare.
“Beh, lei è rimasta bloccata per via degli esami arretrati” rispose un po’ dispiaciuto. Poi, vedendo che stavo mettendo il mio bellissimo pigiama in una borsa domandò: “Scusa ma cosa ci devi fare con un pigiama? E poi dov’è quel bellissimo pantaloncino rosa con il corpetto nero? ”
Sorrisi e gli risposi: “Stasera vado ad un pigiama party da Eleanor, e non mi posso mettere il corpetto col pantaloncino!” Scoppiai a ridere e lui chiese: “Chi Eleanor? Eleanor Calder?”
“S-si…” risposi un po’ incerta “Perché?”
Rise di nuovo e solo dopo si decise a rispondermi: “No perché Louis non fa altro che parlarmi di lei.” “Non per vantarmi, ma li ho presentai io!” dissi sorridendo
“Credo che lui si sia proprio innamorato” mi rispose Zayn scuotendo la testa.
“Perché fai così? Cos’hai contro l’amore?” gli chiesi io.
“No, niente. Solo che cupido ancora non mi ha colpito” disse rassegnato.
“Oh Jawaa. Non ti facevo così sentimentale. E comunque non sei l’unico qui in mezzo!” risposi scherzosamente. Sapevo gli avrei strappato un sorriso, e infatti sorrise.
“Dai, ti aiuto a preparare il borsone. Ma sei proprio sicura di voler portare questo pigiama e non l’altro? Quello mi piace di più!” Gli lanciai un cuscino in faccia e lui mi riempì di solletico finché non fui costretta a implorargli perdono. Poi fu lui ad accompagnarmi da Eleanor con il motorino.

***

“Lee sono sotto casa tua :* ” Dopo pochi secondi mi venne ad aprire già in pigiama.
Ci salutammo e lei mi fece strada verso la sua camera. Con mio sommo dispiacere notai ben presto che Chantelle, Charlotte, Danielle la cugina di Eleanor e la sua amica erano già lì. Appena entrata nella stanza fui salutata dalle gemelle: “Ciao Fia!” mi dissero in coro. “Ciao Charlie, ciao Elle, ciao Peazi!” gli risposi.
Poi subentrò Eleanor che mi presentò le altre: “Lei è mia cugina Honey”
“Piacere Sofia De Luca”
“Piacere Honey Calder! E lei è la mia amica Perrie Edwards”
“Piacere Perrie”
“Piacere Sofia. Scusate tanto il ritardo ma è tutta colpa di Zayn, mi ha accompagnato lui” disse alle ragazze che ormai avevano imparato a conoscere Zayn.
“Zayn? Vuoi dire Zayn Malik?” mi chiese Honey facendo l’occhiolino a Perrie, che le intimò di smetterla, cosa che lei non fece assolutamente.
“Sì, perché?” le chiesi, e lei mi rispose abbastanza esplicitamente: “No, c’è qualcuna qui che è cotta di lui!” rispose voltandosi verso Perrie “ Ops, forse ho detto troppo” aggiunse mettendosi un dito sulle labbra. A quel punto Perrie arrossì violentemente e abbassò lo sguardo.
“Honey! Ma saranno pure affari suoi!” sbottò Eleanor sull’orlo di una crisi di nervi per il comportamento della cugina.
“Fatti gli affari tuoi, Lee” calcò sull’ultima parola come se fosse chissà cosa; e detto questo se ne uscì dalla stanza sbattendo la porta e andando via.
Perrie si alzò per seguirla probabilmente, ma Eleanor si interpose tra lei e la porta e la fece sedere di nuovo. “Non andare con mia cugina! Resta pure qui con noi se ti va. E non preoccuparti, non diremo a nessuno che ti piace Zayn.” Lei arrossì di nuovo “No, ma non mi piace Zayn”
“Dire che non ti piace Zayn è come dire che a Elle non piace Harry” disse Charlie beccandosi una cuscinata in faccia dalla gemella, e poi io aggiunsi “O come dire che a Peazi non piace Liam!”
Scoppiamo tutte a ridere, rubando anche un sorriso anche a Perrie.
“Perrie, come fai ad essere amica di mia cugina?” le chiese Eleanor
“Beh, diciamo che è l’unica che è riuscita a sopportarmi” rispose lei.
Eleanor sospirò e poi con un cuscino finito per sbaglio su Danielle iniziò la battaglia.
“Questa me la paghi Lee!”
“Cosa? Elle passami il cuscino!”
“Vediamo se riesci a bloccare questa sorella.”
Poi, dopo un paio di cuscinate ci voltammo verso Perrie.
“E tu non credere di salvarti solo perché sei la nuova arrivata!”
Nel bel mezzo della battaglia Zayn aprì la porta dicendo: “Sofia, cosa diamine hai fatto a tuo fratello?” Io mi voltai verso di lui e lo raggiunsi fuori, dove continuò a parlare
“Ha chiamato a casa dicendo che non la chiami da giorni e che pensi solo a Niall.”
“Potevi dirgli di non mentire, anche perché l’ho tempestato di sms e lui non mi ha mai risposto.”
“Bene. E chi è questo Niall?”
“E a te cosa importa, scusa? Ah già, scusa. Vabbè, ne parliamo domattina Zayn!”
Feci per tornare nella stanza ma lui mi afferrò per il braccio e mi abbracciò. Adoravo i suoi abbracci, mi imprimevano calore! Sfortunatamente una folata di vento aprì la porta della stanza, e quindi tutte videro che stavo abbracciando Zayn. Quando ci lasciammo fu un po’ imbarazzante e lui si dileguò dopo un banale: “Ciao ragazze.”
Quando rientrai le ragazze mi sommersero di domande del tipo: “Chi è Niall?” o “Cosa ha a che fare con tuo fratello?” a cui fui naturalmente costretta a rispondere.
“Niall è il motivo per cui sono venuta qui a Londra. Ci siamo conosciuti qualche estate fa a Venezia, dove entrambi eravamo in vacanza. Abbiamo legato moltissimo e così ci siamo scambiai numero e indirizzi di posta. Quest’estate lui mi  ha detto che si sarebbe trasferito qui dall’Irlanda (suo paese di origine) e io avevo deciso di venire qui per lui. Con i miei, completamente all’oscuro del fatto si sarebbe trasferito qui, ho inventato che volevo perfezionare l’inglese.”
“E questo Niall è carino?” mi chiese Charlie.
Carino. Lui era molto di più che carino. Lui era dolce, coccoloso, amorevole, profondo, sensibile.
“Un po’, ha i capelli biondi e gli occhi azzurri.”
Tutte risero e mi chiesero altre notizie che io non volli dare. Chiusi la discussione su Niall concentrandomi su Zayn. “E domani sera Zayn non mi farà dormire se non lo dico anche a lui!”
“V-voi dormite in-insieme?” chiese Perrie sbarrando gli occhi e facendosi chissà quale idea!
“No, cioè sì. Insomma, sto da loro e visto che la stanza di sua sorella (che avrei dovuto prendere io) la stanno aggiustando e visto che le altre due sorelle già dormono insieme, io dormo in stanza con Zayn.” Risposi sputando tutto fuori perché non volevo che potesse pensare male. Poi, vedendola ancora un po’ incerta aggiunsi: “Se vuoi te lo presento!”
A quelle parole lei quasi impazzì, ma non dalla felicità: “No! Non devi parlargli di me, per nessuna ragione al mondo! Non deve sapere che esisto!”
“Ok, ok, sta’ calma, Fia non glielo dirà” la tranquillizzò Eleanor.
Dopo un po’ mi squillò il telefonino che io non sentii, e per questo Zayn si precipitò da Eleanor.
“Scusate ragazze, ho bisogno di Sofia. Sosò, vieni un po’ fuori per favore!”
Aveva una faccia sconvolta, sembrava quasi terrorizzato e allo stesso tempo preoccupato!
“Jawaa che c’è? hai una bruttissima cera!”
“Louis, è pe... Lui stava… e poi il taxi… e poi le urla..” farneticava tutto insieme, non si capiva nulla, solo parole sconnesse. Lo incitai a respirare e a ricominciare da capo.
“Ok. Allora, visto che tu saresti uscita avevo invitato Louis a casa. Non ha ancora compiuto 18 anni, quindi non ha ancora la patente. È venuto in taxi, ma davanti casa nostra un camion gli è finito addosso. Il tassista è riuscito a uscire dall’auto illeso, mentre Louis lo hanno tirato fuori i pompieri. Ora è all’ospedale ma non so come sta.”
Ed ecco spiegata la faccia sconvolta e la fretta con cui si era precipitato.
“Io credo che Eleanor debba saperlo”
“Sì, lo penso anch’io. Tu va’ dentro e dille di vestirsi, io…” ma fu interrotto proprio dalla sottoscritta.
“Ok, Eleanor vestiti, ora” dissi alla mia amica, e poi urlai alle altre nella stanza “Anche voi vestitevi, e muovetevi. Perrie non mi guardare così, svelta. E Danielle cerca i miei abiti per favore.”
“Sofia, che diavolo succede?” mi chiese Eleanor incredula. Incredula, non sospettosa.
Prima che io potessi iniziare a parlare le altre erano già tutte pronte e le mandai fuori da Eleanor. Io rientrai nella stanza e mi vestii noncurante del fatto che Zayn potesse vedermi in intimo: cosa me ne poteva fregare, da piccoli facevamo il bagno insieme! E poi lui stava pensando a Louis.
Quando anch’io fui pronta uscimmo tutti insieme e chiamammo un taxi.  Io, Perrie, Zayn ed Eleanor andammo in uno, mentre Chantelle, Charlotte, Danielle e una Honey impicciona s’infilarono in un altro.
In poco tempo arrivammo in ospedale, e come una che non ancor non sa nulla Eleanor non la prese bene. Per tutto il viaggio tormentò Zayn, tanto che Perrie dovette sedersi tra di loro per dividerli. Ma Zayn si era lasciato sfuggire il nome del suo migliore amico e lei chissà cosa aveva potuto pensare quando, entrando nell’ospedale, c’era una barella con un ragazzo moro che urlava, e cacciava lacrime dai suoi occhi azzurri!
Eleanor iniziò a piangere e riuscì solo a dire: “Louis” tra un singhiozzo e una altro.


N.d'A.
Salve a tutti , lettrici e lettori.
Voi forse vi starete chiedendo perché questa qui scrive le note mentre Louis sta in ospedale?
Le scrivo perché volevo ringraziare alcune persone, tipo Eli_99 e Mrs_Malik_95 che hanno inserito la storia tra i preferiti, maliksherat che l'ha inserita tra le ricordate e infine, ma non meno importanti, Emme_98 e franci_una_direzione che l'hanno inserita tra le seguite. Ringrazio inoltre DreamNini, hannies, Kirha e di nuovo franci_una_direzione che recensiscono la storia.
Vi voglio bene.
A presto
Ily

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Capitolo 5
*** Il verdetto ***


Lui? Poi c'era lui...
Capitolo cinque: Il verdetto



“Lee non fare così, vedrai che starà bene. Dopotutto anche il dottore ha detto che non è nulla di grave”
Danielle le stava ripetendo quelle parole da qualche ora forse, ma finché Louis non sarebbe uscito dalla sala operatoria e un dottore non le avrebbe detto che stava bene non si sarebbe tranquillizzata.
Tanto per allentare la tensione, dopo tutto questo mi chiamò mio fratello:
“Pronto Andrea come stai?”
“Bene”
“Perché sei così freddo?”
“Perché tu non mi hai detto che ti trasferivi a Londra per quel Niall. Non l’avrei presa male, sai?”
“Andrea, per favore. Anche se io mi fossi trasferita a Londra per Niall ciò non significa che non ti voglio più bene o che ti voglio rimpiazzare Andrew!”
“Sei sicura? Non è che poi ti dimentichi di me? E cos’è questo casino? Sei con lui, non è vero? Non è vero, Sofia?”
“No, non è vero, sono in ospedale!”
“Come in ospedale? Ti è successo qualcosa?”
“No, io non ho nulla. Un amico ha fatto incidente sotto casa”
“E questo amico è Niall?”
“No! E smettila, tanto ancora non si è trasferito!”
“Meglio così!”
“Andrea smettila! Ti dimostrerò che non vi ho dimenticato né abbandonato. Ora devo andare, vi voglio bene!”
Misi subito giù senza aspettare una sua risposta perché il dottore era uscio dalla sala operatoria.
“Dottore, dottore come sta?” chiese Lee innervosendosi alla risposta che il dottore le riservò “Scusi signorina, ma non sono tenuto a rilasciare informazioni” le disse tranquillo.
“La prego dottore” disse Eleanor supplicante.
Il dottore si allontanò, ma fece capire di voler essere seguito per ulteriori informazioni.
“Dottore, dottore scusi, a me può dare qualche informazione?” chiese Zayn avvicinandosi al dottore
“Sì, non volevo dirlo alla signorina perché mi sembrava un po’ scossa. Allora, l’intervento al braccio è riuscito alla perfezione, quindi con la riabilitazione tornerà come prima. Purtroppo ha una costola incrinata”
“Ci sono stati danni cerebrali?” chiese di nuovo Zayn
“Apparentemente no, ma ce lo assicureremo al suo risveglio” gli rispose il dottore.
Era strano come quelle persone riuscissero a mantenere sempre un atteggiamento freddo e distaccato.
“Grazie mille dottore” furono le ultime parole di Zayn che, finita la conversazione, tornò dai suoi amici a cui si era aggiunta la mamma di Louis.
“Signora Tomlinson” iniziò Zayn per attirare l’attenzione
“Oh Zayn, dov’è Louis?” chiese la donna che probabilmente si era precipita lì in preda alla paura visto che indossava ancora il pigiama.
“Signora, stia tranquilla ho parlato col dottore ed ha detto che è andato tutto bene. Se vuole parlarci anche lei il dottore è lì.”
“Che dio sia lodato!” disse la donna tirando un sospiro di sollievo nel vedere la barella con il figlio raggiungere la stanza dov’era stata accompagnata con Zayn.
“Ciao Lou!” disse Zayn alla figura che giaceva inerme sul lettino. Poi uscì e lasciò che la madre vegliasse sul figlio ancora sotto effetto di anestetici.
Zayn tornò vicino a noi e ci disse tuto quello che il dottore gli aveva riferito. Dopo averci tranquillizzati convinse Chantelle, Charlotte, Danielle e Honey ad andare a dormire. Voleva mandare via anche me, Eleanor e Perrie, ma io decisi che non mi sarei mossa senza di lui. Lee naturalmente non diede spiegazioni, ma si capiva che voleva rimanere con Louis, mentre Perrie non aveva dove andare senza Eleanor.
Verso le 4 del mattino la signora Tomlinson uscì dalla stanza dicendo a Zayn di badare a Louis perché lei doveva correre a casa dalle gemelle. Mio cugino però si sentiva buono e perciò permise ad Eleanor di entrare. Io e lui ci fermammo oltre il vetro a guardare la ragazza che lentamente si avvicinava Louis. Gli prese la mano e iniziò ad accarezzargliela. Gli parlò, probabilmente, dei proprio sentimenti per lui, finché lui non si svegliò alle fatidiche parole. Quando lui riuscì ad aprire gli occhi la guardò e le sorrise. Lei si chinò su di lui e gli diede un bacio sulla fronte.
A quel punto io e Zayn decidemmo di lasciarli soli e tornammo da Perrie, che intanto si era appisolata sulle sedie. Notai che Zayn più volte l’aveva guardata quella sera, e così lo intimai a raggiungerla.
“E perché dovrei?” aveva detto “non è mica interessata!”
“Beh, tu sei interessato di sicuro” gli avevo risposto io mandandolo da lei.
Quando gli fu vicino si tolse la giacca e la usò come coperta, ma per sua sfortuna lei si svegliò. I loro occhi restarono incrociati per alcuni istanti, finché lui non le disse: “Wow, hai dei bellissimi occhi. Sono simili a quelli di mia cugina”
Lei gli sorrise e poi disse: “Le ragazze mi hanno detto che sono leggermente più scuri di quelli di Sofia.” Aspetta, quindi lei non sapeva che io ero la cugina di Zayn!
 “Ma lei è mia cugina” rispose lui in tono ovvio.
Decisi di allontanarmi, non me la sentivo di rovinare un momento così bello. Mentre passeggiavo nel parchetto dell’ospedale iniziai a riflettere. Per colpa di Niall avevo litigato con mio fratello e con mia sorella, e per merito suo mi ero trasferita a Londra e avevo ritrovato i miei parenti e trovato delle amiche e degli amici stupendi. Per merito suo Zayn e Perrie stavano parlando, e sempre per merito suo avevo presentato Eleanor e Louis. In fondo aveva fatto del bene a tutti, tranne che a me. Ormai era da moltissimo tempo che non lo vedevo, e sentivo il bisogno di parlargli, di riabbracciarlo. Eravamo rimasti in contatto via e-mail, ma non era mai stata la stessa, anche perché spesso passavamo lunghi periodi senza mai scriverci.
Mentre continuava a riflettere passeggiando nel parco mi si avvicinò un ragazzo alto, moro, che poi riconobbi essere Alvin Hill, l’amico di Zayn. Probabilmente lui non mi riconobbe, perché disse solo un flebile “Scusi” per attirare la mia attenzione e dopo avermi messo un volantino in mano scappò via. Il foglio era di un concerto di pianoforte in un teatro nel centro di Londra.
Io sapevo suonare il pianoforte, e pensandoci bene avrei potuto fare qualche spettacolo per racimolare qualche spicciolo per la promessa fatta ad Andrea.
In effetti mi era venuta un’ideuzza per sorprenderli, ma avevo bisogno di un bel po’ di denaro! Per farmi perdonare avrei potuto invitarli a passare le vacanze di Natale in Inghilterra, cosicché mamma potesse passare le sue vacanze con Jacopo. In effetti era da un po’ di tempo che Jacopo voleva portarla in vacanza fuori, ma per impossibilità di figli di lui o di lei, non ci era ancora riuscito. Ora però, se io gli levavo di torno Andrea e Ginevra, e lui lasciava Luca con l’ex moglie, avrebbero finalmente potuto godersi la loro vacanza, ed ero sicura che Jacopo me ne sarebbe stato per sempre grato.
Mentre pensavo ad un modo per liberare mia madre e il suo compagno dai figli, l’opportunità mi se presentò davanti! Un volantino che presentava lo stesso indirizzo di quell’altro nel quale si cercava personale per il teatro. Bingo! E poi così avrei preso due piccioni con una fava: avrei guadagnato dei soldini lavorando al teatro e avrei persino potuto approfondire la conoscenza del mio strumento preferito. Che fortuna!




N.d'A.
Scusate tanto per il ritardo nell'aggiornare. Avevo il capitolo già pronto, ma tra un impegno e un altro non ho trovato il tempo
Spero che almeno il capitolo sia dewgno dell'attesa.
A presto
Ily

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Capitolo 6
*** Una sorpresa decisamente inaspettata ***


Lui? Poi c'era lui...
Capitolo 6: Una sorpresa decisamente inaspettata



Nei giorni seguenti Louis uscì dall’ospedale, e decidemmo che per il suo imminente compleanno gli avremmo fatto una festa a sorpresa. Dopotutto 18 anni non si compiono mica tutti i giorni!
Io però avevo altro a cui pensare, e quell’altro consisteva nel modo per racimolare più soldi possibili. Il lavoro a teatro era proficuo ma molto stancante, e spesso per arrotondare mi facevano anche fare dei brevi concerti con il piano, però non era ancora abbastanza.
Con i soldi racimolati, infatti, sarei solo riuscita a pagare un biglietto di andata-ritorno per uno di loro, e non sarei comunque riuscita a pagargli l’albergo.
Poi eravamo anche sotto periodo natalizio, quindi i prezzi degli alberghi sarebbero stati decisamente troppo alti.
Quando Zayn, una sera di fine novembre, accennò al regalo che volevo fare ai miei fratelli, gli zii si entusiasmarono a tal punto da ospitarli lì in casa.
“Che idea fantastica Sofia” aveva iniziato zia Trisha, e poi lo zio Yaser aveva continuato proponendo: “Potremmo mettere dei vecchi materassi in cantina, e loro potrebbero dormire lì; cosa ne pensate?”
“Penso che sia un’idea fantastica, grazie” avevo detto io liberandomi dal peso di dover pagare loro l’albergo.
E così c’era un problema in meno di cui occuparsi!
Quel pomeriggio, dopo gli allenamenti con le cheerleader e dopo essere stata a teatro per parlare di un concerto che il direttore voleva farmi fare, tornai a casa e passai la notte a computer per cercare dei voli economici.
“Ma vuoi smetterla con quel pc? Domattina hai l’ultimo test di scienze e se prendi un brutto voto non potrai rimediare prima delle vacanze di Natale!” aveva detto Zayn verso le 2 della notte. In effetti il giorno seguente avrei avuto quel famoso test di scienze, e dovevo assolutamente recuperare la mia B in quella materia, o mio padre mi avrebbe fatto fuori.
“Scusa Jawaa, ma sai quanto ci tengo a far venire Ginevra e Andrea, dopo quello che è successo non sono sicura che mi abbia perdonato” gli risposi girandomi verso il suo letto e facendogli gli occhioni dolci. Sapevo che non sarebbe mai riuscito a resistere a quella faccia!
“Oh, e va bene, ma tra un quarto d’oro stacchi e ti metti a letto” ribatté lui ributtandosi sul suo cuscino.
Io, naturalmente, dopo mezz’ora ero ancora appiccicata al computer per cercare l’offerta migliore. Dopo due lunghe ore di lavoro sprecato, finalmente la trovai, trovai l’offerta adatta.
Due posti andata-ritorno nello stesso volo ad un prezzo davvero basso, ma non ancora accessibile per me. Decisi lo stesso di bloccare la prenotazione e subito dopo mi fiondai sul letto con tutti i vestiti e le scarpe ancora addosso, se non altro sarei stata già pronta per il mattino successivo!
***
A mio parere quel giorno la sveglia suonò fin troppo presto, ed io naturalmente dopo averla staccata mi riaddormentai. Ci servì Zayn e un quarto d’ora all’inizio delle lezioni per farmi volare dal letto.
“Te l’avevo detto io di non passare la notte vicino a quel computer!” aveva esclamato quando, arrivati davanti la scuola, i bidelli stavano per chiuderci fuori.
“Senti, non è colpa mia se ho trovato tardi l’occasione per far venire Ginevra e Andrea” avevo ribattuto io dandogli un colpetto sulla spalla e andando nell’aula di scienze dove avrei già dovuto iniziare il famoso test.
“Signorina De Luca, ma le sembra questa l’ora di presentarsi in classe il giorno dell’ultimo test per la valutazione intermedia?”
Quanto casino per 5 minuti di ritardo!
“Scusi professore, mi dispiace tanto” tentai inutilmente di giustificarmi beccandomi occhiate accusatorie da parte del professore che minacciò di mettermi una F.
Non ho mai preso una F in vita mia, e questa non sarà la mia prima volta.
Mi sedetti velocemente all’unico banco libero e iniziai a compilare il test che il professore aveva preparato.
Fortunatamente durante le sue lezioni rimanevo affascinata da quello che scoprivo, e quindi ricordavo tutti gli argomenti trattati nonostante non avessi studiato un granché, oh, diciamo pure per niente.
Quando la campanella segnò la fine dell’ora dovevo solo ricontrollare alcune risposte, che mi accinsi a ricalcare in penna prima che il mio già arrabbiatissimo professore decidesse di odiarmi ancor di più.
Le ore successive passarono in fretta, ma fu durante il pranzo che avvennero le cose più insolite. Abigail era ancora della convinzione che volessi rubarle Harry, il quale era a conoscenza della sua innata gelosia verso di me. Quello che però forse lui non sapeva era il motivo dell’innata gelosia. Infatti Abigail stava con Harry non solo perché era davvero un gran bel ragazzo, ma anche perché non poteva arrivare a Zayn. Un giorno, dopo gli allenamenti, lei credeva di essere rimasta sola con Eveleen e Betty e io l’avevo sentita dire alcune cose, del tipo: “Mio dio ma avete visto quanto cavolo è bono Zayn. È così… così… perfetto. Con quei capelli arruffati, e quegli occhioni che sembrano dire: «Oh Aby, sono qui tutto solo, vieni a farmi compagnia». Porca miseria non riesco a capire come quel ragazzo riesca ad essere così sexy.”
Beh, che mio cugino è un gran figo ne sono consapevole, ma non pensavo fino a questo punto avevo pensato lì per lì.
Comunque a pranzo mi sedetti accanto ad un appena uscito dall’ospedale Louis e vicino ad un pensieroso Zayn. In effetti dopo la prima ora era stranamente scandalizzato. Dopo aver chiesto a Louis come andasse il suo braccio, decisi di rivolgermi a Zayn.
“Ehi Jawaa” iniziai, di solito se lo chiamavo così si rilassava “ma che hai oggi?”
“No, niente” mi rispose pensieroso
Niente? Questa non me la dai a bere cugino. E poi non mi hai nemmeno chiamato Sosò, qui c’è qualcosa sotto, e stai sicuro che la scoprirò.
“Andiamo Zayn, ti conosco come le mie tasche. Devo forse ricordarti che sono io quella che ti ha faccio finalmente conosce Perrie? Che sono io quella ch…” mi stavo accingendo a elencargli tutte le cose che avevo fatto per lui da anni ormai, ma lui mi fermò prima che potessi completare.
“Oh e va bene, basta che stai zitta! Ho trovato una lettera nel mio armadietto, nel quale qualcuno sosteneva di avere una voglia pazza di saltarti addosso” ripeté le ultime parole a memoria, come se avesse letto e riletto quella lettera tante di quelle volte da conoscerla a memoria ormai.
Ero quasi sicura di sapere chi fosse il mittente della lettera e così mi voltai verso il tavolo delle cheerleader dove una più che imbarazzata Abigail si apprestava a fissare insistentemente Zayn con sguardo colpevole.
Colpita e affondata, baby.
Questa potevi anche risparmiartela.
Oh, no che non dovevo!
Scherzi della mia testa a parte, provavo un po’ di pena per Abigail. Insomma, anch’io sapevo che cosa volesse dire desiderare ardentemente un ragazzo e non potersi nemmeno avvicinare a lui.
Dopo pranzo salutai distrattamente Louis ed Eleanor che stavano andando a casa, mi diedi appuntamento con Chantelle, Charlotte, Danielle e Perrie alla fine dei corsi e oltrepassai Zayn che stava cercando di allontanare Alvin e Ben per dirigermi da Abigail.
Quando solo pochi metri mi separavano dal suo corpo fui intercettata da Harry.
“Ciao Sofia” disse allegramente
“Ciao Harry” dissi un po’ rassegnata
“Che c’è, non sei contenta di vedermi, forse?” mi chiese mettendo su una faccia triste che non avrebbe ingannato proprio nessuno.
“No, Harry, non è per te”
“E allora perché?”
“No, nulla. Ora lasciami andare o farò tardi alla mia lezione, e tu alla tua!” esclamai cambiando discorso.
“Oh, mi hanno cambiato corso, quindi vengo con te alla nostra lezione di musica”
Sospirai scuotendo il capo, quel ragazzo era davvero impossibile!
Durante le due ore la professoressa ci diede un nuovo pezzo da imparare, per tutte e due le ore tentammo di provarlo tutti insieme. Naturalmente erano solo tentativi.
***
All’uscita da scuola trovai tutte le ragazze sedute vicino ai muretti. Ero uscita dalla porta con Harry alle calcagna, e non volevo immaginare la reazione di Chantelle, che però non tardò ad arrivare. Non appena vide sbucare Harry dalle mie costole si raddrizzò e fece finta di fare l’indifferente. Aspettai che Danielle fosse sparita con Liam e che Eleanor si sistemasse poco più in là con Louis prima di spedire Perrie da un ormai sempre più afflitto Zayn.
Dopo mi dileguai portandomi via Charlie con l’intento di lasciare soli Chantelle e Harry.
Quando fummo abbastanza lontane iniziammo a ridere come due sceme, beccandoci sguardi di sufficienza da parte degli ignoti passanti.
“Ma secondo te a casa mi ucciderà?” mi chiese Charlie un po’ timorosa della reazione della sorella.
“Beh, è probabile” le risposi un po’ scherzosamente, anche se in realtà ero un po’ preoccupata.
“Guarda sta venendo verso di noi. Ora ci ammazza ne sono sicura!” disse rivolgendomi uno sguardo implorante aiuto. Ma la reazione ci lasciò entrambe perplesse, dal momento che arrivò con un sorriso a 32 denti.
“Ahhhh, non ci posso credere!” furono le uniche parole che riuscì a dire, seguita a ruota dalle urla della gemella. Odiavo quando facevano le telepatiche. Mi sentivo esclusa!
“Harry l’ha invitata ad uscire” disse Charlie eccitata quasi quanto la sorella.
E così finalmente ero riuscita a creare anche un'altra coppia.
Purtroppo non ero molto pratica nelle mie combinazioni amorose.
O forse sono io che porto iella? Bah, problemi loro!
***
Appena arrivai a casa accompagnata da un rinsavito Zayn mi precipitai in camera a chiamare Andrea e Ginevra per riferirgli dell’imminente viaggio.
“Pronto?” la voce che mi rispose sembrava stanca, afflitta, come se non si fosse mosso di lì per giorni aspettando una telefonata importante ancora non arrivata.
“Ehi, Andrea, sono io, Sofia, ho una sorpresa per voi!” dissi entusiasta
A quelle parole la voce dall’altro capo del filo sembrò resuscitare
“Davvero?! Fifi la voglio sapere subito!”
“Verrete qui per le vacanze d Natale!” dissi eccitata.
Dopo un lunga pausa continuai “Pronto? Andrea ci sei?” chiesi un po’ preoccupata.
“D-dav-davvero?” chiese incredulo
“Sì, dico davvero. Starete qui dagli zii così anche mamma e Jacopo potranno avere la loro vacanza. Vi ho già prenotato il volo, muovetevi solo a fare le valige. Devo andare, dì tutto alla mamma e salutami tutti!”
Oh, ero così agitata quando misi giù che non avrei saputo dire a chi battesse di più il cuore tra me e Zayn, il quale era appena entrato nella stanza.
“Jawaa ma che cos’hai?”
“Oh, beh, ho parlato con Perrie” mi disse molto entusiasta.
“Uh, e di cosa avete parlato?” chiesi sempre più incuriosita.
“Di nulla in particolare in realtà: della scuola, delle partite…” ma io lo interruppi intervenendo nella sua vita privata.
“Per quale diavolo di motivo non l’hai invitata a uscire?”
“E se non le piaccio? Se mi dice di no?” mi chiese preoccupato.
Io gli sorrisi semplicemente e lo abbraccia come segno d’incitamento. Io sapevo quello che provavano Perrie e Zayn l’uno per l’altra, e volevo davvero aiutarli.
“Ok, ora prendi il cellulare e dille che hai bisogno di vederla, subito. Eccoti il numero” dissi porgendogli un biglietto.
“Io ce l’ho già il suo numero, solo forse lei non ha il mio” terminò grattandosi il capo a mo’ di scusa. Dopo averlo incitato decisi che una doccia mi avrebbe fatto molto bene, e mi avrebbe fatto molto bene controllare la mia posta elettronica.
***
Cara Sofia,
mi dispiace di non averti scritto per tutto questo tempo, ma ho avuto una serie di sfortunati eventi che mi hanno fatto perdere tutti i dati del computer, comprese la tua e-mail, e così solo oggi vi ho potuto riaccedere. Spero che la tua Italia sia sempre bella e splendente come la ricordo. Io sono ancora in Irlanda, perché la serie di sfortunati eventi non ci ha permesso di partire per Londra. Ora abbiamo prenotato il volo però, e il 29 atterrerò nell’aeroporto Standet.
A te come va? Stai bene, tutto a posto lì?
Spero di non averti dato dispiaceri
Niall
Finalmente! Finalmente quel ragazzo si rifaceva vivo dopo tutto quel tempo. Non riuscivo a crederci, eppure non riuscivo ad essere arrabbiata con lui. Nonostante una parte del mio cervello riuscisse a formulare solo e soltanto insulti all’essere spregevole che mi aveva detto di arrivare a Londra all’inizio di settembre e che poi si presentava solo a fine dicembre, l’altra parte lo perdonava, e lo giustificava per di più, perché lui era l’unico ragazzo che era riuscito a rendermi felice, la ragazza più felice del mondo!


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Capitolo 7
*** Fratelli ***


Lui? poi c'era lui...
Capitolo 7: Fratelli



Era un bruttissimo giorno, eppure io ero la ragazza più felice di tutta Londra; ma che dico Londra, di tutta la Gran Bretagna.
Quel 22 dicembre diluviava, il temporale si accaniva impetuoso sulla finestra della mia camera mentre io me ne stavo davanti al computer a leggere e rileggere la mail che avrei dovuto inviare a Niall. Sembrava perfetta, senza errori e senza fraintendimenti, eppure qualcosa non mi convinceva.
Caro Niall,
mi dispiace per la serie di sfortunati eventi che ha colpito la tua famiglia, ma sono contenta che finalmente riuscirai a partire. Oggi il meteo segna un bellissimo tempo per come siamo a metà dicembre, eppure qui c’è una vera tempesta in atto. Forse ti sembrerà strano, ma ciò è possibile perché non mi trovo nella caotica Milano, né nella bella Venezia. Mi trovo a Londa, precisamente in una villetta non lontano dal Tamigi. Mi sono trasferita qui all’inizio di settembre, e non so per quanto mi fermerò: forse solo un anno, forse finché non avrò terminato gli studi.
Appena arrivata ero impaziente di rivederti, ma poi, non ricevendo tue notizie per molto tempo, ho pensato che ti fossi dimenticato di scrivermi, o che magari non ti saresti più trasferito. Ora che so la verità sono felice, molto felice.
Con la speranza di rivederti molto presto
Sofia.

***

Era un bruttissimo giorno quello, eppure io ero la ragazza più felice di tutta Londra; ma che dico Londra, di tutta la Gran Bretagna.
La tempesta non aveva intenzione di placarsi, ed io ero ancora ipnotizzata dalle sottili gocce di pioggia che bagnavano la mia finestra per rendermi conto che era finito il tempo per pensare ad un modo per andare a prendere Andrea e Ginevra all’aeroporto senza bagnarmi completamente.
“Sosò” esordì Zayn per attirare la mia attenzione “Sosò si sta facendo tardi per andare a prendere Andrea e Ginevra”
Quelle parole mi risvegliarono dalla trans in cui mi ero rifugiata, e così scesi di sotto ed entrai nel taxi che Zayn mi aveva fatto chiamare. Non c’erano né lo zio né la zia, erano dovuti partire pochi giorni prima per un imprevisto che non capii molto bene.
All’aeroporto i miei fratelli non si fecero attendere (forse anche perché ero in tremendo ritardo) e appena mi videro corsero ad abbracciarmi. Avevo detto loro di portare abiti pesanti visto che lì non faceva poi così caldo, e Ginevra mi ha preso alla lettera. Indossava un lungo maglione beige con la Tour Eiffel e un paio di legging beige e neri. Sopra indossava un maglioncino di lana e nella mano portava un trench nero. [http://www.polyvore.com/cgi/set?id=74659146&.locale=it]
Forse non avrei dovuto intimidirli così tanto sul clima.
Non erano cambiati così tanto. Andrea era cresciuto, diventando più alto, mentre Ginevra era ancora dimagrita, cambiamento che riuscì a notare nonostante il suo largo maglione. Portava la sua fedelissima Louis Vuitton, dalla quale non si separava mai per troppo tempo, mentre notai con piacere che ad Andrea erano ricresciuto i capelli.
“Non potete immaginare quanto mi siete mancati ragazzi” esordii io
“Anche tu ci sei mancata” disse Andrea stringendosi forte a me.
“Sai Fifì, la mamma all’inizio non voleva mandarci da soli, dicendo che eravamo troppo piccoli per venire da soli, ma poi Jacopo le ha mostrato i biglietti per Hawaii e si è stranamente convinta” mi disse Ginevra.
“A proposito di regali, mi è parso divedere un bellissimo anello al tuo dito, cos’è?” chiesi incuriosita alzando la mano di mia sorella che si fece pallida in viso. Di solito ci confessavamo reciprocamente le cotte, ma non mi aveva parlato di nessun ragazzo in vista.
“Gliel’ha regalato Nicolò al suo compleanno e non se l’è più tolto!” aveva detto Andrea che, con la sua fame di ficcanaso, sapeva sempre tutto in famiglia.
“Oh, e va bene” iniziò lei rassegnata “ci siamo messi insieme qualche giorno dopo la tua partenza.”
“Fuori diluvia e io avevo intenzione di portarvi ad un ristorante non lontano da qui, però forse è meglio se ci fermiamo al McDonald dell’aeroporto, così tu” continuai indicando Ginevra “potrai spiegarmi la vicenda di Nicolò!”

***

La cena all’aeroporto non fu una tragedia dopotutto, in particolare perché passai la sera ad ascoltare la storia di Ginevra e Nicolò mentre Andrea fingeva di guardare oltre il vetro quando in realtà non si stava perdendo una parola della nostra conversazione.
Tornammo a casa in taxi verso le 9 e là li aspettavano Zayn, Waliyha e Safaa mentre riempirli di baci, abbracci e quant’altro.
Anche loro avevano già mangiato, e perciò decidemmo di vederci il film Panic Room, lo stesso film che Zayn mi aveva costretto a vedere la prima sera di pernottamento. Safaa più volte era corsa tra le braccia di Zayn, mentre Andrea teneva stretto a sé un cuscino (“Smettila di chiederlo Ginevra, non ho paura!”).
Quando, due orette più tardi, il film finì, accompagnai Ginevra e Andrea giù in cantina dove zia Trisha aveva allestito dei materassi e delle coperte per farli stare comodi, mentre Zayn metteva a letto Safaa e poi dava la buonanotte a Waliyha. Immediatamente dopo salimmo in camera anche noi, e gli chiesi come stesse procedendo tra lui e Perrie visto che lei non accenava a spiccicare parola sui loro progressi, e lui mi disse che voleva chiederle di diventare la sua ragazza.
Ero così quel giorno, per lui, per me, per Niall, per Andrea e Ginevra, un po’ per tutti. Ero talmente eccitata che non riuscivo a prendere sonno in nessun modo, ore dopo però, Morfeo mi attirò a sé.

***

Il mattino seguente fui svegliata da Safaa che in realtà cercava di svegliare Zayn perché il temporale le incuteva terrore. Era il 23 dicembre, e mancava un solo giorno al compleanno di Louis. Naturalmente non avevamo ancora fatto nulla per la festa, eccetto ordinare la torta, e così decidemmo di incontrarci tutti a casa Malik per discutere dei preparativi.
Verso le 10 e 30 c’eravamo quasi tutti: Chantelle, Charlotte, Danielle, Perrie, Liam, Harry, Zayn e Georgia (la sorella maggiore delle minori di Louis). Naturalmente non ci saremmo stati solo noi alla festa, ma anche molte altre persone.

***

La faccenda si risolse in poche fortunatamente, così potei dedicarmi a tempo pieno ai miei fratelli quel pomeriggio. Pranzammo da Nando’s, e poi li portai a fare un giro per Londra. Fortunatamente non piovve, altrimenti si sarebbe prospettato un brutto pomeriggio.
Dopo pranzo li portai innanzitutto al British Museum (visto che Andrea doveva fare una ricerca proprio su quello decisi che era meglio se lo avesse visto dal vivo) e finita l’escursione li portai a visitare Webmister Habbey, un abbazia assolutamente spettacolare. Andrea però non aveva molta vogli di visitare luoghi religiosi o dove correva il rischio di imparare qualcosa in più del dovuto, e perciò alla fine decidemmo, verso 5 del pomeriggio, di visitare il Bucking Palace, monumento che nemmeno io avevo mai visitato. All’uscita Andrea restò incantato dal Big Ben, mentre Ginevra si divertiva a scattare foto a qualunque cosa.
Mentre passeggiavamo, verso ora di cena, incontrammo Louis ed Eleanor che erano seduti su una panchina del parco. Io all’inizio non li avevo notati, perciò fu lui a chiamarci.
“Ehi, Sofia” disse alzando il braccio per attirare la mia attenzione.
“Ciao Lou, ciao Lee” dissi avvicinandomi a loro “loro sono i miei fratelli: Andrea e Ginevra”
“Piacere Louis” esordì quest’ultimo con un sorriso
“Ciao, io sono Eleanor” disse anche lei con un sorriso, poi continuò “non sapete quanto desideravo conoscervi dopo che Fia mi ha parlato di voi”
“Che ci fate qui?” chiese Louis
“Oh, niente, gli facevo fare giro turistico per Londra” dissi, poi guardai i miei fratelli e aggiunsi “bene, ora che vi conoscete vi lasciamo soli piccioncini” e poi sparimmo.
Li portai al McDonald per cena, facendoci raggiungere anche da Zayn, Walyiha e Safaa.
Io presi il McChicken, Zayn il Chicken Mitic, Walyiha il Disco Fever, Ginevra il McToast, Andrea l’hamburger e Safaa l’Happy Meal. Insomma, una cena non proprio leggera!
Infatti quando tornammo a casa Waiyiha non si sentì proprio benissimo, e per questo ci tenne svegli per un bel po’ di tempo per la preoccupazione.

***

Quel mattino del 24 dicembre io, Zayn ed Eleanor andammo a presentare la sala del locale in cui avremmo svolto la festa quella sera. Il barista ci disse di non portare alcolici perché ce li avrebbe forniti lui, però ci specificò di non portare dei ragazzini troppo piccoli e mentre lo disse mi guardò. Zayn mi giustificò dicendo che ero abbastanza grande per stare lì, ma che non avrebbe portato né le sue sorelle né mio fratello. La notizia non gli fece per nulla piacere, però poi riuscimmo a tenerli buoni anche con l’aiuto di Doniya, che avevamo supplicato di aiutarci tramite webcam.

***

Verso le 9 e 30 di quella sera io e mia sorella eravamo pronte nei nostri vestitini e ci accingevamo a dirigerci nel locale della festa. Ginevra aveva passato tutto il pomeriggio a farsi le unghie, e poi, dopo essersi vestita con ore di anticipo, si era chiusa in bagno per farsi il trucco. Io non avevo avuto di questi problemi: non avevo messo ombretto né matita né mascara, a solo un po’ di lucidalabbra, e mi ero dedicata un po’ ai capelli, che alla fine avevo raccolto con dei boccoli. Avevo poi indossato la mia collanina col fiocco e gli orecchini correlati e il mio inseparabile anello con l’infinito! [http://www.polyvore.com/cgi/set?id=74672504&.locale=it]



N.d'A
Salve a tutti. spero che questo capitolo vi piaccia. A me personalmente, piace un bel po'. Comunque, non sono qui per dirvi ciò che penso. Innanzitutto ringrazio tutte le lettrici e i lettori che continuano a recensire, e tutti quelli quelli che continuano a tenere la storia tra preferiti/seguiti, e in particolare Skyler_directioner che è una nuova arrivata. 
Bene, dopo i ringraziamenti vi devo chiedere una cosa: se postassi una mini fan fiction di due piccoli capitoli (che probabilmente saranno fusi in una OS) qualcuno la leggerebbe?
A presto
Ily

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Capitolo 8
*** Louis b-day ***


Lui? Poi c'era lui...
Capitolo 8: Louis b-day



Appena arrivati al locale io e Zayn ci mettemmo all’ingresso per accogliere gli ospiti e per dargli un posto in cui nascondersi, mentre Ginevra visitava la sala.
Verso le 10 Eleanor ci fece sapere che lei e Louis stavano per arrivare, e così ci nascondemmo tutti.
Dopo pochi minuti era calato il silenzio più totale. Nessuno osava chiedere dove fosse Louis per paura di rovinare la sorpresa. Quando sentimmo la maniglia scricchiolare e poi la porta aprirsi cigolando accendemmo la luce e saltammo tutti fuori dalle nostre postazioni aprendo alcolici, urlando “Sorpresa!” oppure lanciando coriandoli e roba varia.
Louis era felice, gli si leggeva negli occhi, e tutti corremmo a fargli gli auguri. Alla festa c’era molta gente, tra cui i suoi compagni di classe: Agatha Simpson, Aida Martin, Jenelle Black, Cody Sprouse Elliot King, Hester Thompson, Ivy Tipton, Christian Ward, Chip Cooper, Ern Scott, Julianne Bennet, Cole Patel, Evan Davis, Jeane Morrison, Ibbie Clark e sua sorella Hittie, per non parlare di Chantelle, Charlotte, Danielle, Liam, Perrie, Ben, Alvin, Harry, Bettie, Eveleen e naturalmente Abigail, che per l’occasione indossava un vestitino particolarmente corto!

***

Verso mezzanotte Harry si avvicinò a me con una bottiglia di birra in mano e disse
“Ehi baby, cosa ci fa una bella ragazza come te seduta qui tutta sola?” io non gli risposi, stavo cercando Chantelle con lo sguardo e quando la vidi ballare con un ragazzo, Cody mi pare, mi alzai dal divano e raggiunsi Charlie al piano bar. “Ma che fa Elle? Non le piaceva…?”
“Si, styles…” disse Charlotte “…le piaceva, ma visto che si fila solo te ha deciso di provarci con quel ragazzo carino lì, Cody.”
Tornai a sedermi accanto a Harry, che intanto aveva continuato a parlare da solo (chissà quant’ha bevuto) e cercai Louis con lo sguardo. Lui ed Eleanor stavano abbracciati al centro della pista, forse un po’ brilli per rendersi conto di star barcollando. Zayn, invece, era praticamente finito tra le braccia di Perrie, che lo stava accompagnando su una poltrona dall’altra parte della sala completamente sbronzo (non che lei stesse meglio in realtà!).
Harry, che stava ancora parlando da solo, mi porse la sua bottiglia di birra vuota, e io andai  prendergliene un'altra, procurandone una anche per me.
Tornai al divano e bevvi il primo sorso: era acida, frizzante, e aveva un cattivo odore, non proprio il massimo. Decisi di berne un altro po’, ma non riuscii nemmeno a posare le labbra vicino al collo che Zayn mi si avvicinò nel tentativo di farmi la ramanzina.
“Metti immediatamente giù quella bottiglia Sofia” abbaiò mentre si avvicinava a me barcollando.
Tu dici a me di mollare la bottiglia? Ma sta’ zitto Zayn.
“Oh, andiamo Zayn, lasciale fare ciò che vuole” disse Harry ciondolando nel tentativo di rimettersi in piedi.
“Non t’impicciare Styles” sbraitò Zayn rivolto a Harry.
“Ma senti da che pulpito vien la predica” esclamai balzando in piedi “Zayn sei ubriaco fradicio!”
“E questo cosa c’entra? Io ho 15 anni, tu13!”
“13? Ma scherzi? Ne farò 14 tra 6 giorni” sbottai
“E con questo? Sei ancora piccola!”
“Ma se tu ti sei preso la prima sbronza a 12 anni”
“Ne avevo quasi 13. E poi non c’entra nulla, è diverso!”
“Sicuro?” e detto questo ripresi la bottiglia che avevo poggiato a terra e mi attaccai al collo. La scolai tutto d’un fiato, quella sostanza giallastra s’insinuava nella mia bocca e ricopriva le mie labbra di schiuma. Il suo sapore aspro lo avvertii sin da subito, sin da quuando e prime goccioline di schiuma erano arrivate alle papille gustative. Però non mi fermai, non dovevo, ormai era una sfida personale.
Quando ebbi ingurgitato anche l’ultima goccia mi sentivo leggera, più leggera che mai, e non riuscivo a pensare a nulla. Iniziai a barcollare a caddi all’indietro sul divano, accanto a Harry. Ero lucida, riuscivo a capire tutto ciò che accadeva accanto a me, però non riuscivo a reggermi in piedi. A quel punto Zayn si era arrabbiato e aveva sbattuto a terra la sua bottiglia vuota facendola rompere. i pezzi erano schizzati in tutte le direzioni colpendo probabilmente anche le mie gambe. Forse aveva esagerato quella volta.
O forse Zayn ha esagerato con l’alcool!
“Zayn calmati adesso!” dissi tentando di rialzarmi senza grande successo.
“Calmarmi? ”
“Ok, ascolta, usciamo a prendere una boccata d’aria”
Lo presi per un braccio e lo trascinai fuori meravigliandomi del mio precario equilibrio.
“Sai perché ricordo ancora la mia prima sbronza?” chiese una volta fuori. Poi, con una lucidità sorprendete, continuò: “Alla prima sbronza accadono sempre cose strane Sofia. Io ricordo la mia prima sbronza perché quella notte ho… ho perso… ho avuto la mia prima volta!” all’inizio sembrò tentennare, poi vuotò le parole in fretta.
“Io non voglio che tu abbia oggi la tua prima sbronza perché poi potrebbero accadere cose di cui pretesti pentirti”
“Scusa Zayn” dissi abbracciandolo “mi dispiace ma io non lo sapevo. Perché non mi racconti tutto?” mi staccai da lui, gli occhi fissi in un punto indeterminato oltre il suo capo.
“Avevo quasi 13 anni, e c’era una ragazza più grande che mi piaceva da morire. Un giorno la seguii e mi trascinò ad una festa. Stavo per andarmene ma un gruppo di ragazzi mi porse una birra ed io la bevvi tutta per fare il figo. Poi, la ragazza… ecco lei…”
Mentre parlava teneva lo sguardo fisso sul cemento che ricopriva la strada. Vederlo così mi faceva stare male, non ero abituata a vederlo docile, innocuo, ma sempre forte, spavaldo, con la battuta pronta. Non riusciva a finire la frase, e sinceramente non ce la facevo a vederlo così. Lo abbraccia di nuovo, lui non oppose resistenza né si mosse. Restò immobile a fissare il cemento. Anche da fermo il suo corpo emanava calore, un calore enorme che riusciva a farmi sentire a casa ogni giorno.

***

La festa intanto stava andando avanti anche senza di noi, e fui felice che nessuno, eccetto Perrie, si fosse accorta della nostra mancanza. Quando rientrammo infatti trovammo Louis ed Eleanor che ancora ballavano al centro della pista, Harry seduto sul divano, Danielle e Liam si erano appartati su un divanetto isolato e parlottavano fitti fitti.
Chissà cosa stanno architettando qui due!
Io andai subito versa la pista da balla dove trovai una scatenata Chantelle che ballava con Cody Sprouse, mentre sua sorella Charlie ballava da sola con Perrie. Gli amici di Zayn, Alvin e Ben, gli ronzavano intorno con nonchalance.
Mi buttai subito in mezzo alla mischia facendo sì che Zayn e Perrie si rincontrassero. Charlotte prese a ballare con Julianne, una sua vecchia compagna di scuola, mentre Harry si avvicinava a me.
Io mi ero un po’ ripresa e riuscivo a restare in equilibrio sui tacchi per un periodo di tempo estremamente lungo per una che ha appena finito di scolare la sua prima birra.
Harry mi ronzava intorno ballando con tutte le ragazze che si ritrovava davanti. Quando partì Scream & Shout di Will.am e Britney Spears tutta la sala iniziò al saltare, si sentiva rumore di tacchi sbattuti sul pavimento ogni istante che passava e si vedevano le mani in aria, tutte le mani in aria. Anche Harry, che a stento si reggeva in pedi quando era arrivato al mio fianco, prese a saltare e ad agitarsi, provocandosi un paio di spintoni che lo fecero cadere. Si udì un solo tonfo sordo calpestato immediatamente dai suoni da discoteca e dai tacchi che continuavano a sbattere sul pavimento.
Lo aiutai ad alzarsi e lo presi sulla spalla: non riusciva nemmeno più a reggersi in piedi. Lo feci sedere sul divano e gli feci poggiare la testa su un cuscino. Non sapevo bene cosa fare in questi casi, perciò decisi di sedermi accanto a lui per controllare che tutto procedesse per il meglio. D’altronde non c’era molto altro da fare alla festa: Liam e Danielle, che avevano spesso di parlottare, erano tornati a ballare; Louis ed Eleanor erano seduti al piano bar; Zayn e Perrie era su una poltrona; Ginevra aveva fatto amicizia con alcuni ragazzi; Charlotte si stava scatenando con una vecchia amica mentre Chantelle faceva conoscenza con Cody.
E mentre tutti si divertivano, io ero seduta accanto ad un dolorante ed infermo Harry!

***

Alle 3 e 11 di quel mattino facemmo uscire l’enorme torta pensata per Lou.
Era a tre piani, tutta ricoperta di zucchero. Dentro aveva un strato di pan di spagna ed era ricoperta, ai bordi, da panna e nutella: una vera delizia!
Ne diedi un po’ anche a Harry, con la speranza che si potesse risvegliare un po’, e in effetti con l’incremento degli zuccheri si riprese.
Verso le 4, comunque, anche io, Ginevra e Zayn lasciammo la sala facendo restare soli Eleanor e Louis. Ebbene, qualcosa mi diceva che lei aveva una sorpresa!



N.d'A.
Salve a tutti.
Vi spiego il motivo di tutto questo ritardo (di solito aggiorno ogni 4 giorni, questa volta 8!): ho pubblicato una mini fan fiction su Justin Bieber. Per chi volesse leggerla, si chiama 
I'm sexy and I know.
Colgo l'occasione per rigraziare le 4 lettrici che hanno messo la storia tra le preferite, e le altre 4 che l'hanno messa tra le seguite.
A presto
Ily

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Capitolo 9
*** At laste here (finalmente qui) ***


Lui? Poi c'era;era lui...
Capitolo8: At last here (finalmente qui)



Il mattino dopo la festa mi risvegliai con un po’ di mal di testa, ma quello messo male era Zayn. Gli zii avevano provato a chiamare a casa tutta la sera, ma nessuno gli aveva risposto, ed ora pretendevano delle spiegazioni. Zayn, che non si era ancora ripreso dalla sbronza, anzi, aveva due enormi occhiaie e barcollava ancora, fece di tutto per far credere ai genitori di aver chiamato una baby-sitter, ma alla fine si rassegnò e dovette subire la ramanzina via telefono.
***
I miei fratelli erano dovuti ripartire subito dopo Natale per alcuni problemi a Milano tra mamma e papà, però quei pochi giorni che erano rimasti se li erano goduto. Avevo anche lasciato scegliere loro i propri regali: per Ginevra un bellissimo vestitino violetto, mentre per Andrea una divisa da calcio. Ne avevo dovuto prendere uno anche per Luca, e avevo scelto un bel pallone da calcio. Per Zayn, invece, comprai una giacca da bomber, perché sapevo che da qualche tempo aveva gli occhi su una esposta in un negozio al centro di Londra. Con mio sommo stupore anche Zayn e i miei fratelli mi fecero un regalo: una T-shirt autografata dei Beatles.
[http://www.polyvore.com/cgi/set?id=74761431&.locale=it]
***
Anche il 29 era arrivato, e io fremevo dalla voglia di rincontrare Niall. Lui mi aveva detto l’aeroporto da cui sarebbe arrivato, ma non l’ora, e perciò non potevo passare lì tutta la vigilia del mio compleanno. In ogni caso Zayn mi aveva cacciato via perché doveva sistemare delle cose importanti per la mia festa di compleanno, così decisi di andare a fare una capatina a Bucking Palace per documentarmi sulla Monarchia Costituzionale. La professore ci aveva detto che dopo le vacanze ci avrebbe interrogato sulla divisione del nostro governo, e anche se io ero sicuro che mi avrebbe chiesto quello italiano decisi di informarmi meglio anche su quello inglese.
Ore dopo ero stufa e andai a sedermi su una panchina nel bel mezzo del parco. Più precisamente mi lanciai su una panchina nel bel mezzo del parco, ricevendo sguardi imbarazzati dalla coppietta che sedeva la mio fianco. Ero talmente stanza che non mi ero nemmeno accorta della loro presenza, e anche se sarebbe sembrato brutto, decisi di non muovermi, ma si far andare via loro.
Una decina di minuti più tardi una voce (fin troppo conosciuta) mi risvegliò dalla trans.
“Ehi Sofia, che ci fai qui? Perché non sei a casa ad organizzare la festa?” mi chiese Harry insospettendosi.
“Zayn mi ha mandato via… dovevano preparare delle cose” dissi ripensando al modo (al quanto maleducato) in cui mi aveva cacciato fuori.
“Davvero?” chiese interrogativo
“Si” e intanto si sedette accanto a me, nel posto in cui prima stava l’allegra coppietta.
Iniziammo a parlare e mi chiese se avevo notizie di Niall; gliene avevo parlato verso la metà di settembre, il giorno della mia prima festa. Mentre noi parlavamo mi arrivò un messasggio:
‘Ciao Sofia, io sono appena arrivato all’aeroporto… Se vuoi ci possiamo vedere. Baci Niall’
Quando mi alzai per precipitarmi all’aeroporto mi voltai verso Harry e alla fine andammo insieme.
***
“Sofia” mi sentii chiamare appena arrivata sulla soglia dell’entrata principale. Scrutai attentamente tra la folla, ma di Niall nessuna traccia. L’aeroporto era gremito di gente a quell’ora e non riuscivo a scorgere nessun ciuffo biondo scuro tra le teste che mi vagavano davanti.
Mentre ero tra la folla mi sentii chiamare di nuovo, mi voltai e trovai Niall alle mie spalle che mi sorrideva. Era cambiato dall'ultima volta che l’avevo visto: era cresciuto ( dall’alto del mio metro e settanta, dovevo mettermi sulle punte per arrivare alla punta del suo naso), avevo perso peso e mi sembrava persino di notare dei muscoli avvolti nel pesante maglione. Poi i suoi capelli erano biondo acceso, molto più chiari di come me li ricordavo. I suoi occhi, invece, erano rimasti gli stessi: blu come il cielo che guardavamo a Venezia, gli stessi occhi del bambino che si abbuffava senza esser mai sazio e poi suonava sulla spiaggia. Lo abbracciai e lui ricambiò l’abbraccio istantaneamente abbassandosi di alcuni centimetri permettendomi di prendergli il collo; dopotutto credevi di essergli mancata.
Quando ci staccammo mi ricordai si Harry, così mi scostai e dissi: “Niall, lui è Harry…”
“Piacere Harry Styles disse Harry tendendo la mano”
“… Harry, lui è Niall” completai
“Piacere Niall Horan” disse lui stringendo la mano tesa di Harry
“Così finalmente conosco il famoso Niall” iniziò Harry “ Sofia mi ha parlato tanto di te” completò indicandomi.
Arrossii, in genere non mi piace essere al centro dell’attenzione, figuriamoci davanti a Niall e sopo che Harry aveva appena ammesso che gliene avevo parlato troppo!
“Ma dove sono i tuoi genitori Niall?” chiesi cambiando argomento.
“Non sono potuti venire” disse un po’ sconfortato “per il momento starò da una famiglia che ha accettato di ospitarmi, i Malik mi pare”
A quelle parole sussultai, aveva forse detto Malik?
“come scusa? I Malik? Vuoi dire Yaser e Trisha Malik?” chiesi, la confusione leggibile nei mio occhi.
“Sì, sono proprio loro!” esclamò felice “Perché, li conosci?”
“Sì, abito da loro”
Harry, palesemente soddisfatto di aver conosciuto il ragazzo di cui gli avevo a lungo parlato, tolse il disturbo fingendo un impegno improvviso.
“Perché stai da loro?” mi chiese Niall curioso.
“Sono i miei zii”
E ora tanti tasselli tornavano al loro posto: gli zii, prima di partire, ci avevano detto che sarebbe arrivato un ragazzo, e per questo non potevo prendere la camera di Doniya, l’avrebbe presa lui!
“Allora” disse “carino il tuo ragazzo!”
Sbaglio, o ha detto ragazzo?
“Cosa? Harry? No, ti sbagli, lui non è…”
“Tranquilla, non devi mentirmi. L’ho capito che è il tuo ragazzo, dopotutto è normale: ti sei trasferita pensando di trovarmi, non sono arrivato e hai trovato un altro”
Il suo discorso non faceva una piega, anche se aveva frainteso, e di molto anche.ù
“No Niall, lui è un ragazzo che frequenta alcuni corso con me”
Mi stava mettendo decisamente in imbarazzo.
“Mh…” disse incerto, poi continuò: “ho un certo languorino”
“Vedo che non sei cambiato Niall”  dissi ridendo e portandolo al locale aeroportuale in cui avevo mangiato con Ginevra e Andrea.
“Vedo che anche tu non sei cambiata molto” disse guardandomi mentre ingurgitavo il mio panino. Risi.
Allora si ricorda le gare a chi mangiava di più
“Beh, mettiamola così: nessuno ha perso le proprie abitudini” Risi mentre pronunciava quelle parole.
“Anche se devo dire che tu sei cambiato: capelli più chiari, decisamente più alto, muscoloso…”
“Tu invece hai lo stesso viso da angioletto, solo molti centimetri in più”
Arrossii, in fondo aveva detto che avevo il viso da angelo…
Continuammo a pranzare tranquillamente, parlando delle novità e dei suoi capelli tinti, e di primo pomeriggio lo portai a casa.
Avevo dimenticato le chiavi, così fui costretta a bussare. Sentii Zayn urlare a Safaa di smetterla di giocare perché era arrivato il nuovo tizio, e poi vii la sua sagoma infilarsi un pantaloncino sull’orlo della porta mentre tentava di non cadere. Quando la aprì notai con piacere che aveva messo i pantaloncini al contrario e si era buttato sulle spalle una felpa.
“Zayn” sbraitai spostando gli occhi dai suoi muscoli al suo viso “si accolgono forse gli ospiti a torso nudo!”
“Jawaa” dissi per farmi perdonare l’occhiata torva che avevo appena rimediato “lui e Niall, il nuovo ospite!” aggiunsi indicando Niall he si trovava al mio fianco.
“Zayn” disse lui in tono burbero.
Lo feci accomodare e lo lasciai fare amicizia con Safaa e Waliyha mentre io portai Zayn nell’altra stanza.
“Zayn ma come ti viene in mente di trattarlo così?” chiesi spingendolo verso il muro.
“È il Niall per il quale ti sei trasferita qui, non è vero? Non è vero?” replicò costringendomi a guardarlo negli occhi.
“Sì è lui ma ti giuro che non sap..” ma non riuscii a finire la frase perché mi interruppe.
“State insieme?” chiese in tono duro.
“Cosa?”
“Ti ho chiesto se state insieme”
“No, c…”
“Promettimi che non farai sesso con lui!”
“Zayn ma cosa fai farfuglian…”
“PROMETTILO!”
“Ok, lo prometto, e comunque non avevo alcuna intenzione di farlo, se t’interessa saperlo…”
Uscimmo dalla stanza così, senza rivolgerci la parola, e tornammo nel salone dove Niall stava facendo amicizia con Waliyha e Safaa.
Lo portai di sopra per mostrargli la sua stanza, e lui mi chiese dove avrei dormito io, così gli mostrai la stanza condivisa con Zayn e lui si offrì di cedermi quella do Doniya così io avrei potuto dormire da sola e lui sarebbe stato con Zayn, ma io rifiutai. Decisi saggiamente che era meglio per lui se si teneva alla larga da Zayn, e dormirci insieme non sarebbe stato certo il miglior modo per farlo!
***
Quella sera Zayn doveva accompagnare Safaa da un’amica e Waliyha ad una festa e poi sarebbe dovuto uscire con Louis. Inizialmente aveva deciso di annullare tutto per tenere d’occhio Niall, ma poi lo convinsi ad uscire, e così rimanemmo soli.
Mi misi subito ilpigiama (anche se mi vergognavo della canotta striminzita e dei minuscoli pantaloncini), mi sedetti sul divano e iniziai a fare zapping. Poco dopo arrivò lui, in pantaloncino e t-shirt (pigiama presupponevo, anche se io non ero nella posizione per parlare) e si sedette accanto a me. Quando la pelle scoperta della sua gamba sfiorò la mia gamba avvertii un brivido strano, come se qualcosa mi avesse appena accarezzato il lembo di pelle che mi aveva sfiorato.
“Che guardi?” chiese sistemandosi in un angolino di divano.
“Per ora faccio zapping” risposi stringendomi a mia volta per non occupare tutto il divano. Probabilmente si sentiva in imbarazzo perché era un po’ arrossito mentre mi guardava, e dopotutto avrei potuto evitare di dormire così, ma era l’unica alternativa al pigiamone soffocante.
Quanto diamine è bella!
Chi ha parlato?
Sono un pensiero di Niall, facci l’abitudine.
Arrossii anch’io allo scherzetto del mio cervello, e feci un sorrisino ripensando al commento.
“Ferma! Torna indietro! Qui!” disse a scatti mentre io mandavo dietro i canali. Mi aveva fatto fermare sul film Harry Potter e la Camera dei Segreti. Lo guardai di sottecchi e lo vidi arrossire di nuovo.
Cos’avrà pensato stavolta?!
“Uh, Harry Potter, io ho visto tutti i film e letto tutti i libri, che sono di gran lunga migliori” dissi sistemandomi un po’ meglio verso il centro del divano.
“Davvero?” chiese lui, gli occhi blu a stellina che guardavano dritti nei miei. “Noto che ancora leggi moltissimo!” completò alla fine. Gli sorrisi e iniziammo a vedere il film.
Dopo poco mi alzai, interrompendo il silenzio, dicendo che sarei andata a fare i pop-corn, e sentii il suo cervello fare un altro commento che mi fece arrossire ancor di più.
E che sedere! Mio dio quanto è bella, ma che dico bella, bellissima! Magari fosse mia…
Mentre preparavo i pop-corn stavo canticchiando e davo le spalle alla porta, quindi non lo sentii né lo vidi arrivare. Mi cinse i fianchi, le mani ghiacciate, e un altro brivido mi corse lungo la schiena, fino ad arrivare al capo. Mi dimenticai completamente i pop-corn e rimasi immobile, senza riuscire a muovere un dito.
“Serve una mano?” chiese con la sua dolcissima voce. Quanto mi era mancato!
Prese a sfiorarmi i capelli con il mento, pur sapendo bene che io non sopportavo che mi si toccassero.
Che fai, mi provochi?
Ero immobile, come paralizzata, stretta tra le sue gelide mani che ancora cingevano i miei fianchi. Non riuscivo più a respirare, non ero mai stata così vicina ad un ragazzo, e anche se sapevo che lui non era un ragazzo qualunque, tremavo. Forse per l’emozione, non so, ma tremavo.
Probabilmente si era accorto che qualcosa non andava perché aveva smesso di toccarmi i capelli e si stava lentamente allontanando.
Poi parlai, per una frazione di secondo riuscii solo a dire “No!”, non volevo che si allontanasse da me, non volevo che smettesse di sfiorarmi i capelli. Quando mi sentì si fermò, un po’ incerto, scrutando con attenzione il mio corpo immobile.
Si avvicinò di nuovo, ma questa volta si immobilizzò senza sfiorarmi a pochi centimetri da me, forse per cogliere qualche reazione. I pop-corn iniziarono a scoppiettare e a fuoriuscire dalla padella. Uno gli finì nella maglietta e lo vidi a terra, un altro mi finì in testa e poi cadde anch’esso.
Vedendo che io non mi muovevo prese il coperchio della padella che avevo poggiato sul tavolo e si avvicinò di nuovo: per metterlo doveva passarmelo. Trovò un altro modo, lo prese con entrambe le mani e me lo fece passare sul capo, mettendosi in punta di piedi per poggiarlo delicatamente. Ora le sue braccia mi cingevano il collo, le mani ancora ferme sul coperchio. Mi allontanai istintivamente dalla padella facendo aderire i nostri corpi. Sentii un altro brivido, anzi due, di cui uno era probabilmente il suo. Non sapevo perché l’avevo fatto, non ero consapevole di quello che stava accadendo. Non riuscivo a respirare bene e inoltre avevo momentaneamente tolto i miei occhiali perché si stavano appannando, e il risultato era che vedevo tutto sfocato.
Strinse le braccia attorno alla pancia, mettendosi con sforzo in punta di piedi per non sfiorarmi il seno, anche se a me in quel momento non interessava: ormai non mi interessava se per abbracciarmi mi sfiorava il seno o se si avvicinava ancora di più; sentivo che era un momento magico, e tale doveva restare.
Furono i pop-corn a riportarmi alla realtà. Mi staccai in fretta e controvoglia dalla sue braccia perché quei cavolo di pop-corn stavano per bruciare.
“ehm, io torno dentro…” disse palesemente imbarazzato.
Forse non è stata una buona idea.
Quando anch’io rientrai lui si era spaparanzato sul divano e non si era accorto che stavo arrivando (siano benedette le ciabatte che dimenticavo sempre di indossare!). solo dopo capii perché non si muoveva: aveva chiuso gli occhi, e mi sembrava di percepire i suoi pensieri.
Smettila Niall, calmati cazzo, devi smetterla! Ok, vi siete abbracciati per mezzo secondo e poi è scappata dai pop-corn, non ti basta questo? No, dico, non ti basta? E tu non provare a muoverti!
Solo quando mi sedetti e gli feci il solletico aprì gli occhi si accorse di me. Mi guardò, arrossendo furiosamente, ma non si mosse di mezzo millimetro mentre un ghigno sadico gli compariva sul viso.
Non ti muovere!
Io lo guardai sorridendogli e gli porsi la scodella con i pop-corn. Era così dannatamente bello con quel  ghigno. Prese la scodella, la poggiò a terra e guardò comparire sul mio viso uno sguardo interrogativo. In men che non si dica si era raddrizzato e aveva preso a solleticarmi la pancia. Iniziai a ridere e contorcermi tentando di divincolarmi dalle sue bracci che mi tenevano immobile, ma era impossibile, era diventato troppo forte. Iniziarono a uscirmi le lacrime dagli occhi per il troppo ridere, e lui si fermò, interpretando male quel segno del corpo. Purtroppo per lui io mi alzai nel momenti stesso in cui mi mollò , gli feci la linguaccia e poi corsi via in cucina, chiudendomi la porta alle spalle e ridendo come una matta.
Stavolta non mi freghi Horan.
Dopo alcuni minuti andai a riaprire la porta che avevo chiuso a chiave, e mentre mi muovevo vidi la mia immagine riflessa da un coltello. Alla vista orripilata dei miei capelli mi bagnai le mani e le iniziai a passare su di essi, ma fui bloccata da alcune dita che mi solleticarono le ascelle facendomi scattare giù le braccia e colpendo nelle costole il mio ‘aggressore’.
Dalla sua bocca uscì un poco dignitoso: “Ahh” e poi si piegò in due reggendosi il ventre con le mani.
Io corsi via dalla cucina rifugiandomi sul divano della sala dove fino a poco prima era stato lui, mi distesi preoccupandomi di occuparlo tutto e chiusi gli occhi.
In pochi istanti lo sentii poggiarsi sulle mie gambe, o meglio sulle cosce, e non ibbi il tempo di aprire gli occhi che già aveva iniziato a farmi il solletico. Tentai, invano, di divincolarmi, ma i suoi muscoli mi trattennero. Ci riuscii solo dopo dieci minuti buoni di sofferenza e risate sonore, dopo di che iniziai a farglielo io.
D’un tratto mi feci distrarre da una chiave infilata nella toppa, e lui ne approfittò per torturami ancora.
Quando Zayn entrò mi rivolse uno sguardo scettico (forse perché non riuscivo a smettere di ridere) e poi chiese di parlarmi in privato. Lo seguii in cucina, dove lui mi fece la solita domanda: “State insieme, non è vero? Ti prego, non mentirmi!” disse un po’ rassegnato .
“No, no non ti sto mentendo, non stiamo insieme” dissi sicura.
“Però ti piacerebbe… ammettilo”
“Io… ecco… è che…” dissi  un po’ balbettando. Lui mi sorrise, rassegnato, e disse: “Andiamo ammettilo! Guarda che non ti ho fatto promettere di non starci insieme. E poi, da quando ti sei trasferita, ti ho vista così felice solo mentre c’erano Ginevra e Andrea. A proposito…” ma lo interruppi.
“E quando ti abbraccio! Tu non vedi il mio viso mentre ti abbraccio” mi avvicinai a lui per abbracciarlo, ma lui e mi respinse, mi guardò torva, e disse: “Aspetta, ho qualcosa da chiederti: cosa diamine stavate facendo? Perché tu mi hai fatto una promessa, ricordi?”
“Sì, ma ci stavamo solo facendo il solletico” dissi arrossendo, e poi dandogli le spalle.
Dopo alcuni minuti di si avvicinò di nuovo dandomi un bacio sulla guancia, mi voltai, e con mio sommo stupore Zayn non c’era più. Mi trovavo davanti a Niall, era lui che mi aveva rubato quel bacio, era lui il ragazzo che si era avvicinato a me un po’ incerto, e poi mi aveva delicatamente rubato una bacio. Lui e solo lui, con i suoi capelli biondi e i suoi occhi color cielo.
Si grattò il capo a mo’ di scusa, ma gli afferrai la mano per farlo smettere, il privilegio di spettinargli i capelli era solo mio.
Sentimmo una altro rumore, e così decidemmo di tornare nella sala e vedere il film, finché non mi addormentai mentre Harry Potter distruggeva l’Horcrux.


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Capitolo 10
*** Happy B-Day ***


N'dA.
Salve a tutti!
Bene, questa volta un po' di note perché avrei alcuni dubbi. 
Sto scrivendo una nuova fan fiction su Justin Bieber, di cui questo sarà il banner. Se ci cliccate sopra vi porterà direttamente ad uno spoiler. Sarei contenta se mi diceste cosa ne pensate, e sopratutto se vale la pena iniziare a pubblicare proprio ora che mancano solo due capitoli alla fine di quest'altra fan fiction.

http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=1822248

Lui? Poi c'era lui...
Capitolo 10: Happy b-day




Non fui certa di ciò che accadde dopo, ma ricordo che qundo, il mattino dopo, mi svegliai, indossavo un lungo un lungo pantaloncino e mi trovavo nel letto di Niall.
Aspetta, nel letto di Niall?
Fui svegliata da Safaa che era venuta per farmi gli auguri, e poi sentii Zayn e Niall discutere.
“Cosa ci fa nel tuo letto, Niall?” chiese Zayn mandando la calma a farsi friggere.
“Dorme, cosa dovrebbe fare?” rispose ovvio Niall.

“Perché lì?” sbottò Zayn.
“Perché si era addormentata e non volevo che tu la svegliassi quando saresti tornato”
“Quindi non è successo niente?”
“No, non abbiamo fatto nulla se è a quello che alludi”.
Poi sentii dei passi e un gran trambusto nel corridoio. Quando entrarono io mi ero appena seduta sul letto. Zayn mi sedette accanto, mi scoccò due baci sulle guance e poi mi abbracciò. Niall, invece, mi diede due baci sulle guance, come due conoscenti, e si allontanò in fretta lasciami solo il tempo di sussurrare: “Perché mi hai messo i pantaloncini?”

Zayn uscì di corsa e Niall lo seguì a ruota, lasciandomi sola nella stanza. Mi vestii velocemente, indossando una tuta e una felpa, curiosa di scoprire il motivo di tanta fretta.
Quando scesi l’ultimo gradino mi immobilizzai: c’era Chantelle che parlava con Niall, e lo metteva anche molto in imbarazzo dato il colorito della sua pelle; sentivo le voci di Elelanor, Perrie e Charlotte provenire dalla cucina, mentre vidi Zayn, Louis e Liam che discutevano con Danielle a proposito di quella cosa. Waliyha era scesa di corsa quando aveva sentito Louis, e mentre scendeva le scale mi aveva urtata rischiando di farmi cadere; per mia fortuna era tanto impegnata che non se ne accorse nemmeno.
Io però non riuscivo a staccare gli occhi da Niall e Elle, ero troppo curiosa di sapere cosa gli stava dicendo per farlo arrossire a quel modo.
Basta! Ma questa non sta mai zitta?
I suoi pensieri a volte mi rallegravano, sapere che a lui non interessava ciò che lei gli stava dicendo mi faceva sentire bene.
Poi sentii Louis che urlava che sarebbe venuto di sopra a chiamarmi, e io tentai di arrivare in fretta nella mia stanza, senza troppo successo dato che mi trovò sulle scale mentre pregavo di non essermi fatta nulla. Nel tentativo di sbrigarmi, infatti, avevo sbattuto la caviglia sullo scalino.
“Stai bene Sopì?” chiese pensieroso.
“Si si, sto bene, grazie” risposi con nonchalance.

“Tanti auguri!” esclamò aiutandomi ad alzarmi.
“Grazie Lou” disse abbracciandolo.
Scendemmo insieme di sotto, dove fui sommersa dagli abbracci. Chantelle, in particolare, sembrava in vena di coccole, e non sembrava volersi staccare dal mio collo.

***

L’inizio della festa era previsto per le 9, ed io alle 8 e 30 non ero ancora pronta. Avevo già fatto trucco (solo un po’ di matita che Zayn mi aveva costretto ad indossare) e capelli, ma mi mancava il vestito. Non sapevo proprio cosa indossa: volevo qualcosa di carino, che non sembrasse troppo provocante né troppo casual, e che soprattutto non fosse troppo corto, e ciò che cercavo non sembrava essere da nessuna parte, finché non lo ricordai, finché non ricardai quel vestito. Me l’aveva regalato la mia migliore amica al mio 13° compleanno, anche se io non l’avevo mai indossato. Era lungo fin sulle ginocchia, e aveva le spalle larghe. Sotto il seno c’era un laccetto rosa, intonato con i fiori che ricoprivano l’abito candido. Indossai anche i tacchi (sempre obbligata da Zayn) e poi i gioielli: la collana con i due cuori che i miei fratelli mi avevano regalato, il braccialetto con il quadrifoglio che mi aveva regalato Niall alcune estati prima, gli orecchini a stella e naturalmente l’anello con l’infinito. [http://www.polyvore.com/cgi/set?id=75322307&.locale=it]
***
Quando arrivai al locale la musica era già altissima e alcuni invitati erano già arrivati. C’erano tutte le mie migliori amiche, Zayn, Louis, Liam, Niall e Harry. Appena arrivata solo Harry mi vide, mi venne incontro e mentre mi faceva gli auguri sussurrò: “Sexy il vestitino”. Mi fece arrossire, e quando se ne accorse sorrise spostandosi il ciuffo di ricci che si ritrovava sul capo. Solo pochi istanti dopo il locale era quasi pieno, e scoprii che Zayn aveva insistito per invitare molti miei compagni di corso, insieme a tutte le cheerleader e a metà squadra di calcio!
E meno male che avevo detto una festa intima!
Fui trascinata al centro della pista non appena il dj partì con Scream and Shout. Anche se non mi andava, ballai moltissime canzoni, finché, con i piedi doloranti, mi sedetti al bancone del bar, dove udii la conversazione di Niall e Chantelle.
“M raccomando, fa’ come ti ho detto e sar tua” non capii se lei disse sarò o sarà, forse perché mi stavo scolando un intera bottiglia di birra, ma co
munque mi diede alquanto fastidio.
“Ma come scusa?” le richiese lui con un tono strano.
Chantelle lo afferrò per un braccio e poi li vidi sparire entrambi su per le scale che portavano alle stanze di sopra.
Cosa diamine ci vanno a fare quei due lì?
I miei pensieri furono di nuovo interrotti da Harry, che mi prese per un braccio e mi trascinò al centro della pista da ballo per altre sei o sette canzoni. Era davvero stenuante ballare per tutto quel tempo, figuriamoci con quei trampoli poi! Quando vidi Niall scendere le scale sorridendo con i capelli tutti spettinati e il viso arrossato seguito da Chantelle che si sbellicava dalle risate mi fece rinsavire, e mi fece pensare a cosa avrebbero potuto fare. Così mi avvicinai a Harry, l’unico che ascoltasse le mie paranoie su Niall, e poggiai il viso nell’incavo della sua spalla mentre partiva un lento. Sempre odiati i lenti, ma quello era partito proprio al momento giusto, proprio mentre Niall ci guardava. Harry stava sorridendo mentre mi sussurrava all’orecchio che era meglio se mi fossi staccata, ma non era nei miei desideri far capire a Niall che era un gioco in così poco tempo.
“Sofia, guarda che ci sta rimanendo male, smettila” mi disse per l’ennesima volta dopo tre minuti passati così.
“Hazza smettila, oppure mi stai dicendo che non mi vuoi?” chiesi scherzando.
“No per carità, per me potresti restare così per sempre, solo che non è carino per lui, la stai facendo soffrire”
“Io lo sto facendo soffrire? E lui che se n’è andato di sopra probabilmente a pomiciare con Chantelle!”
“Cosa? Con Chantelle? Dici davvero?”

Il suo tono sembrava un misto tra esasperato, preoccupato e rassegnato, anche se non ne comprendevo il motivo. Mi staccò dalla sua spalla e io andai a sedermi su un divano con la speranza che più nessuno sarebbe venuto a chiedere di torturami. Passai per il bar e presi una birra. Una volta seduta iniziai a scrutare l’etichetta, un po’ incerta sul da farsi. Poi guardai Zayn mezzo brillo che ballava con Perrie, e bevvi il primo sorso. Non aveva lo stesso sapore della birra bevuta alla festa di Louis, era meno pesante, più amara, acida, e molto schiumosa. Bevvi un altro sorso, e di nuovo quel sapore amaro mi pervase la bocca. Un altro, un altro ancora. Ad ogni sorso mi sentivo più leggera, sollevata dal pavimento. La bottiglia finì molto in fretta, forse anche troppo in fretta. Il barista me ne portò un’altra, e la bevvi anch’essa troppo in fretta. Poi di nuovo un’altra, e un’altra ancora.
Ero brilla, ok, probabilmente più sbronza che brilla, e non mi sentivo molto bene. Avevo un gran mal di testa e mi pareva di star camminando sulla luna. Quei cavolo di tacchi, poi, non rendevano le cose più facili.
Dopo la birra alla festa di Louis mi sentivo già un po’ brilla, mentre ora alla terza mi sentivo un misto tra molto brilla e poco sbronza; probabilmente questa era più leggera, e perciò aveva avuto tardi lo stesso effetto.
Verso mezzanotte, quando si decisero a prendere la torta, volevano tutti fare le foto, e così fui costretta a mettermi al centro del tavolo, assumendo ogni volta pose un po’ schiocche e tentando di non sembrare ubriaca: con le cheerleader feci finta di lanciare i pompon; con le gemelle stetti immobile mentre le due mi baciavano le guance (effetto specchio); Liam e Louis mi presero imbraccio; con Eleanor, Danielle e Perrie feci una faccia bizzarra, davvero strana; ne feci una anche con Zayn, abbracciati, e con Niall. La foto con quest’ultimo risultò piuttosto normale, eravamo semplicemente vicini, ed entrambi sorridevamo.
Quando finalmente finimmo la sala iniò a svuotarsi, e in men che non si dica eravamo rimasti solo io, Zayn e Niall. Zayn andò subito a parlare col direttore del locale lasciandoci soli. Ero un po’ sbronza, anche se ero consapevole di ciò che mi accadeva intorno, con Niall che si avvicinò e mi sussurrò: “Non ti ho ancora dato il mio regalo”. Mi voltai, e vidi tra le sue mani 
 n piccola cofanetto di pelle blu senza decorazioni né scritte. Me lo porse e poi, imbarazzato, finse di ricevere una telefonata e si allontanò.
Quando lo aprii rimasi esterrefatta: il cofanetto conteneva un bellissimo anello grigio con due foglie grigie non appoggiate benissimo che sporgevano verso l’alto; era bellissimo.[http://www.polyvore.com/guess_hematite-tone_triple_fan_ring/thing?id=67422637&.locale=it] Poi ci si metteva anche il fatto che era stato lui a regalarmelo, e che quindi lo rendeva ancor più speciale. Inizia a piangere, ma me ne accorsi solo quando una lacrima mi sfiorò le labbra. Era un pianto senza singhiozzi. Un pianto… un pianto… Non so che pianto era, so solo che era un pianto particolare.
E giusto per completare l’opera Niall mi vide e si avvicinò subito.
Ci manca solo che pensi che sia una frignona!
“Ehi Sofia, che c’è, che ti prende?”
Cosa mi prendeva? Non lo sapevo nemmeno io, come spiegarlo a lui? Cos avrei potuto dirgli? Ero quasi convinta che le prime lacrimucce fossero di gioia per il magnifico regalo, poi le altre di rancore, di rabbia per me stessa, per avergli fatto del male mentre ballavo con Harry. Continuavo a piangere, sempre senza singhiozzi, mentre le braccia di Niall mi stringevano forte contro il suo petto.
I suoi abbracci erano diversi da quelli di Zayn. Tra le braccia di Zayn mi sentivo piccola, sempre una bimba coccolata e protetta; mentre tra le braccia di Niall mi sentivo la donna più fortunata al mondo, la donna più bella, la donna più forte, ma soprattutto la donna più amata. Si, tra le sue braccia mi sentivo amata. Il suo era un amore travolgente, troppo forte per essere spezzato , troppo debole per continuare a vivere se non ricambiato, e anche se lui non lo sapeva, io lo ricambiavo, quel sentimento così forte lo provavo anch’io per lui.

Dopo il suo abbraccio iniziai a vedere tutto scuro, e mi pareva di sentire in lontananza  una discussione tra Zayn e Niall.

***

Il mattino dopo, quando mi svegliai, mi trovavo nel mio letto, e accanto a esso c’era il letto sfatto di Zayn. Avevo un gran mal di testa, e l’unica cosa che ricordavo era che Niall mi aveva regalato un bellissimo anello.
Scesi le scale di corsa quando l’eco delle urla di Niall e Zayn mi riscuonò nelle orecchie. Con mio sommo stupore l’immagine che mi si prospettava davanti non includeva un ring né un ambulanza, ma solo un tavolo, delle sedie, biscotti, cereali e latte.
“Buongiorno” dissi allegramente fingendo di star bene.
“Buongiorno quindicenne” disse Zayn.
“ ’giorno” disse Niall interrotto da uno sbadiglio.
“Hai mal di testa?” chiese Zayn sospettoso.
Come diavolo fai a sapere che ho mal di testa?

“Beh, veramente si” risposi sincera. Avevo la testa che stava per scoppiare, e non sapevo cosa fare per farlo passare. Qualcosa mi diceva che oki, tachipirine e medicinali vari non avrebbero avuto nessun effetto, e infatti Zayn mi disse: “Non prendere medicine, non funzionano. L’unico rimedio è una sana dormita”
Sana dormita! Che pensi sia scema?
“Ma io l’ho fatta, e non ha funzionato!”
“No, io intendevo un’altra dormita” rispose lui divertito guardandomi di sottecchi.
“Mi prendi per il culo?” chiesi sorridendo
“Come osi?” rispose lui fingendosi esterrefatto. Gli tirai uno scappellotto sulla nuca e mi diressi verso la sedia vuota accanto a Zayn, difronte a Niall.
Fu una colazione tranquilla, intervallata solo dalle occhiate scrutatrici di Zayn, che, tra l’altro, m’innervosivano molto.
“Beh, io vado” disse dopo aver ingurgitato mezza scatola di cereali con mezza tazza di latte.
Un silenzio imbarazzante cadde tra me e Nial, che fu poi spezzato proprio da lui.
“Perché piangevi ieri sera? L’anello faceva proprio schifo o era colpa della birra?”
Lo sapevo, sapevo che prima o poi avrebbe chiesto spiegazioni, e dovevo essere in grado di fornirgliele.

“Ma che dici, l’anello è bellissimo” dissi sorridendo.
“Ah” finse di credermi “Quindi era la birra?”
“No”
Mi ero sempre chiesta fino a che punto potesse arrivare la mia idiozia, e ora ero certa che stesse toccando limiti fin troppo alti. Nemmeno io sapevo il motivo delle lacrime, perché non dirgli che era la birra? Certo, non mi avrebbe mai creduto, ma non avrebbe fatto ulteriori domande.
Quando dissi di no infatti mi scrutò interrogativo e rimase a fissarmi per un po’. Quando si riprese riuscì solo a dire: “Eh?”
“Mm… ecco… io” tentai di iniziare, ma con scarsi risultati, e ricevendo solo altri sguardi interrogativi da parte sua.
Mannaggia a me e alla mia boccaccia del cazzo!
“Scusa” dissi poi senza riflettere. Scusa, di tutto ciò che potevo dirgli scelsi proprio scusa.
“E per cosa?” chiese Niall aggrottando le sopracciglia perplesso.
“Ieri ero arrabbiata con te perché ti ho visto sempre con Chantelle, e quando siete scesi dalle stanze sopra i
l locale non c’ho visto più. Ho preso Harry e mi sono messa a ballare mentre lui mi faceva la telecronaca delle tue espressioni mentre ci guardavi”
“Cosa?! Chantelle? Cosa c’etra Chantelle? Io e lei stavano solo… ecco… parlando” disse arrossendo.
Si, certo,parlando, e io sono Babbo Natale: Oh, oh, oh.
“E poi scusa” aggiunse sempre più perplesso “perché ti ha dato fastidio vedermi con Chantelle?”
Abbassai lo sguardo pregando Dio, Allah, Budda e tutte le divinità che mi venivano in mente per farmi scomparire all’istante. Ero arrossita furiosamente alla sua domanda, e il ghigno che comparve sul suo viso mi fece capire che iniziava a schiarirsi le idee.
“Ah, tu pensavi che io e Chantelle… ma come ti viene in mente? Lei mi ha solo detto…” poi s’interruppe e arrossì anche lui.
Due peperoni! Chissà cosa gli avrà detto Elle!
“Cosa” lo incitai “Detto cosa?”
“No, nulla… Lo senti il cellulare? Sento il mio cellulare squillare” e poi sparì per le scale.
Dopo l’inizio del nuovo anno io e Niall parlammo davvero poco, ma soprattutto non parlammo più della conversazione post-compleanno.
Non indossai mai il suo anello, non perché non fosse bello, ma perché non riuscivo ancora a 
trovare l’occasione giusta.
Poi, verso la metà di febbraio, tutta la famiglia Malik (compresi io e Niall) fu invitata ad una cerimonia. Era una specie di ballo per fare non so cosa; roba da inglesi insomma.

***

Quel giorno pioveva, anche se faceva caldo per una sera di metà febbraio. Doveva essere una serata elegante, e perciò tutti fummo tutti fummo costretti a indossare abiti adatti, come smoking  e quant’altro. Io non ne avevo proprio molti di abiti del genere, e alla fine optai per un vestito arancione, lungo fino al ginocchio. Era a bretelle con la spalla larga, anche se una di esse era ricoperta da una specie di manica; aveva un cinturino nero più o meno all’altezza della vita. Indossai anche degli stivaletti bassi con il tacco, neri, e le calze. Mi mancavano solo i gioielli quando Niall entrò in camera.
“Ma l’anello non l’hai mai messo?” chiese osservando il cofanetto chiuso riposto sul mio comodino.
“Veramente aspettavo che fossi tu a mettermelo” risposi porgendogli la mano e il cofanetto. Lo aprì, ne estrasse l’anello e me lo infilò al dito; era davvero magnifico!
Finii in fretta e, dopodiché ci avviammo verso la sala.
[http://www.polyvore.com/cgi/set?id=75627046&.locale=it]
Arrivati lì c’erano dovunque ragazze che si atteggiavano nei loro abiti elegan
ti, lanciando frecciatine al nostro tavolo di tanto in tanto. Odiavo quelle ochette che passavano lì e ridevano. A un certo punto non ce la feci più, e, preso Zayn per un braccio, lo portai fuori nel giardino deserto.
“Ti prego smettila di sorridere ogni volta che una di quelle oche passa davanti al nostro tavolo perché sennò le soffoco con le loro stesse risate”
“Ma dai, mica ti danno fastidio?”
Strabuzzai gli occhi e respirai profondamente nel tentativo di non saltargli addosso e strozzarlo con la sua stessa cravatta.
“Stanno aprendo le danze, meglio tornare dentro” dissi a denti stretti.
Quando entrammo c’erano tutti gli uomini che invitavano le donne a ballare. Gli zii erano già in posizione iniziale nell’attesa che l’orchestra iniziasse a suonare il valzer. Zayn invità a ballare una delle ochette, mentre io e Niall ci fermammo al tavolo.
“Allora ti piaceva davvero l’anello, non fai altro che guardarlo”. In effetti Niall mi aveva sorpreso più volte ad osservare l’anello. Il colore grigio scuro contrastava meravigliosamente con le mie dita pallide.
“Beh sì, è davvero bellissimo” risposi annuendo. Poi, mentre io ero ancora assorta nella contemplazione dell’anello, si alzò, tese la mano e disse: “Milady, mi concede questo ballo?”
Gli sorrisi, misi la mia mano nella sua e poi mi alzò, trasportandomi tra le molteplici coppie e ricevendo sguardi strani dalle ochette.
Ma cosa cacchio guardano? Lui non ha niente di speciale.
Niente di speciale… Lui è dolce, simpatico, premuroso, sensibile…
Ok basta sembro una scema.

Dopo il valzer tornammo tutti a sederci al tavolo, con le ochette che continuavano a mandare frecciatine a Niall e Zayn.
Mi stanno davvero innervosendo.
Quando si riaprirono le danze Zayn invitò a ballare un’altra ragazza, e le altre si misero a fissare Niall.
“Dì loro che sei fidanzato, ti fissano!” sbottai
“Oh, ma a me non danno fastidio” rispose divertito
“Ma a me si” gli urlai.
Si voltò verso di me, mi guardò sorridente e disse: “Sei gelosa?”
Arrossii, e risposi con voce acuta: “Cosa? Io? Non… ma che…”
“Ti ho beccata, sei gelosa!” esclamò sorridendo,
“E se anche fosse?” dissi io nel tentativo di recuperare un briciolo di dignità
“Anche io”
Ma questo proprio ora deve mettersi a farfugliare parole senza senso?

“Anche tu cosa?”
“Sono geloso” rispose come se mi stesse dicendo che 1 + 1 fa 2
“E di chi?” chiesi incuriosita
“Di loro” e indicò dei ragazzi seduti a un tavolo alle nostre spalle che guardavano il nostro tavolo. Lo guardai esterrefatta, ma lui non continuò.
Tornai a osservare il mio bellissimo anello per il resto della serata. Era troppo bello per stare sulla mia pelle, davvero troppo speciale per stare sul mio dito, troppo particolare per trovarsi sulla mia mano.



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Capitolo 11
*** Côte d'Azur ***


Lui? Poi c'era lui...
Capitolo 11: Côte d'Azur




Naturalmente le vacanze erano finite, e si avvicinava il periodo delle gite scolastiche. Il mio corso di fotografia non riusciva a raggiungere il numero per andare a Barcellona, e per questo fummo divisi e associati a varie classi. Io sarei dovuta andare in Francia, più precisamente in Costa Azzurra, con compagni di un anno più grandi.
“Ragazzi, andiamo in Costa Azzurra!” esclamai appena varcata la soglia di casa
“Cosa?!” chiese Niall preoccupato “Dev’esserci stato un errore, noi andiamo in Costa Azzurra”
“E allora andremo in gita insieme” dissi passandogli di fianco.
Salii le scale, e poco dopo mi ritrovai Zayn in camera.
“Cosa vuol dire che vai in vacanza con Niall?” mi chiese preoccupato
“Che andiamo in gita insieme, mi sembra ovvio” risposi tranquilla
“Ma quindi vuol dire che… e io… e voi.. amore…”
“Calmati Zayn, se continui a farfugliare non capirò proprio nulla” dissi afferrandogli le spalle
“Ok... ”
“E ora via. Devo prepararmi per la partita. E dovresti farlo anche tu, o gli R H S falliranno!”
Dovevo prepararmi davvero per la partita, e quindi tecnicamente non gli avevo mentito. Anche se, in realtà, la partita era stato un buon pretesto per cacciarlo fuori e riflettere.
Sarei andata in vacanza con Niall, e ciò significava una settimana in cui lui se la sarebbe spassata con tutte le ragazze, mentre io sarei stata sempre sola visto dal sorteggio nessuna delle mie migliori amiche era capitata con me. Da una parte ero felice di poter stare una settimana sola con lui, senza Zayn, gli zii o gli amici a fare domande; dall’altra ero preoccupata, non sapevo quanto poteva farmi male, e non avevo molta voglia di sperimentarlo.
Mentre riflettevo mi preparai, e poi mi accorsi di essere già pronta con un bel po’ di anticipo. Andai lo stesso al campo per ripassare la coreografia.
Accesi lo stereo.
Cinque. Sei. Sette. Otto.
Passo. Passo. Calcio in aria. Giro. Salto. Stop.
Passo. Passo. Giro. Giro. Stop.
Piramide.
Giù. Su. Giù. Stop.
Capriola. Slancio.
Cammino. Cammino. Cammino. Ruota. Stop.
La sequenza non era difficile, ma era molto acrobatica, e quindi mi sentivo sempre un po’ insicura.
Alla fine sentii degli applausi. Mi voltai, e vidi una figura poggiata allo stipite del portone. Ballavo senza occhiali, e quindi non riuscii a distinguere dei dettagli particolari che mi facessero intendere chi fosse.
“Sei brava” disse sorridendo. Le sue parole riecheggiarono nell’enorme palestra come l’eco di un urlo su una montagna. Ora lo riconoscevo, era una voce fin troppo familiare.
“Grazie” risposi sorridendo lievemente e tornando a concentrarmi sulla coreografia nella speranza che il ragazzo misterioso rivelasse il suo nome.
“Forse però la divisa è un po’ corta” affermò ridendo. In effetti corta era un termine molto riduttivo dal momento che la divisa era solo una mini-gonna e un top che copriva giusto il seno. Naturalmente sotto la gonna c’era il pantaloncino.
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“Ti si è visto il pantaloncino dal primo passo che hai fatto”
Un momento, ha detto dal primo passo.
“E tu cosa ne sai? Credevo fossi arrivato ora…” chiesi preoccupata
“Spesso vengo qui prima delle partite, e mi metto a fissare il campetto da calcio dalle finestre” rispose con tono vacuo.
“Ah” fu l’unica cosa che riuscii a rispondere.
“Comunque davvero, sei molto brava. Perché non fai danza? Potresti migliorarti ancora di più” chiese avvicinandosi al centro della palestra dove stavo provando la sequenza.
“Beh, in realtà a Venezia facevo danza, ma qui non sono riuscita a trovare una scuola carina… comunque continuo ad allenarmi con la sbarra che mi ha regalato Zayn”
“Sei un talento sprecato allora” disse sorridendo “Piuttosto, con chi andrai in gita?”
“Con Niall, è l’unico che conosco bene dei ragazzi che verranno”
“Ah… Speravo andassi con Dani, così avresti potuto parlarle” rispose sconfortato, e in quel momento lo riconobbi: Liam.
“Perché? È successo qualcosa?” chiesi curiosa
“L’altro giorno abbiamo litigato e non risponde più alle chiamate né ai messaggi”
“Mi dispiace tanto” risposi sincera. Tra tutte le coppie che c’erano a scuola, la loro era quella che preferivo di gran lunga. Non so perché, ma avevano qualcosa di estremamente tenero, si era creata una strana intesa tra di loro.
“Ehi De Luca, la partita sta per iniziare, muoviti” una voce cruda alle mie spalle mi fece distrarre, poi continuò dolce  “ Oh, ciao Liam”. Mi voltai, e vidi Eveleen in tutta la sua bellezza che mi guardava torva dall’alto verso il basso. Fu in quel moment che ricordai di aver letto il nome di una cheerleader tra la lista di persone che sarebbero venute in osta Azzurra.
“Senti Eveleen, ma tu dove vai in gita?” chiesi avvicinandomi
“A Praga, Abigail a Milano e Betty in Costa Azzurra. Perché?”
“Semplice curiosità” risposi sorridendole e seguendola verso il campo da calcio. Quella ragazza era riuscita a darmi tute le informazioni che volevo senza che io dovessi prendermi la briga di chiedergliele.
Vidi che Waliyha era riuscita a convincere gli zii a portarla alla partita, e con lei c’erano anche Safaa e Niall. La presenza di quest’ultimo mi incuteva un po’ d terrore, anche se non  ne comprendevo davvero il motivo. Insomma, era un mio semplice amico, perché dovevo aver paura di farci una brutta figura?
Davvero strano.
Quando tutte fummo nella posizione iniziale mi sentii debole, una sensazione strana. Di solito, prima di un esibizione, non ero mai nervosa; poi, quando la musica stava per partire, avevo il batticuore. Tutto si risolveva quando le prime melodiose note arrivavano al mio cervello.
Ma questa volta era diverso. Le note non fecero che trasmettermi ansia.
E se non fossi pronta? Se fosse tutto uno sbaglio?
Più volte avevo eseguito quella coreografia, anche se mai davanti a un pubblico, e mi sentivo troppo debole per fare la piramide, la capriola, l’immagine finale.
Poi partii, iniziai a svolgere meccanicamente la sequenza e mi sbloccai. Fui come risucchiata in un altro universo in cui mi trovavo sola, in una stanza tutta bianca. C’eravamo solo io e l’eco delle note che mi risuonava nel cervello. Fu allora che iniziai a metterci la faccia. Sorrisi, per tutta l’esibizione sorrisi, anche nei momenti più pericolosi o dolorosi. Spesso ammiccavo a persone a caso nel pubblico per sentirmi sicura di me stessa.
Danzare mi rendeva speciale, mi rendeva unica. Mentre svolgevo quei passi mi sentivo una farfalla che volteggiava su tutte, era in quei momenti che mi sentivo perfetta, proprio in quei momenti mi sentivo adatta a fare ciò che stavo facendo.
Quando la musica finì mi rimase solo l’ultima nota nella testa, come il tormentone di un estate che non accinge ad essere dimenticato.
Un po’ mi dispiaceva che fosse già finito, anche se, a pensarci bene, era stato un bene dato che le gambe stavano per cedermi. Riuscii appena a raggiungere gli spalti per guardare la partita quando mi accasciai sotto gli sguardi preoccupati di zia Trisha. La sentii sussurrare qualcosa a zio Yaser a proposito di una mia dieta o roba del genere: probabilmente credeva non avessi mangiato abbastanza.  Dopo l’ennesima vittoria della squadra la zia ordinò la cena al McDonald, perché forse pensava che così sarei stata meglio.
In effetti dopo essermi ingozzata mi sentivo diversa: mi sentivo piena e ingrassata, ma le gambe continuavano ad essere deboli.
Sarà solo stanchezza

***

I preparativi per il viaggio continuavano nel migliore dei modi. Stavo cercando di mettere in valigia le cose più indispensabili e soprattutto più leggere.
In Francia fa caldo, no?
“Sofia, posso farti una domanda?”
La sua voce mi fece sobbalzare, mi voltai e me lo ritrovai davanti. Non eravamo così vicini dalla sera in cui arrivò.
“Dimmi” risposi io cercando di restare calma e tentando, senza troppi risultati, di non far aumentare il mio battito cardiaco.
“Ma cos’avete sempre da parlare tu e Zayn?” e si avvicinò ancor di più
Eh? E io che mi aspettavo chissà che!
“Ma no, nulla… noi.. niente”
Se balbetto mi crederà ancor di meno.
“Sicuro? Non è che mi state nascondendo qualcosa? Ogni tanto mi guarda male” disse abbassando lo sguardo
“No. No Zayn è solo molto protettivo. Alla fine abbaia, ma non morde”
Se se, morde, eccome se morde.
“Quindi se dovessi abbracciarti non avrebbe nulla in contrario?” chiese avvicinandosi e stringendo le braccia intorno al mio collo. Ricambiai il caloroso abbraccio circondandogli la schiena e sussurrandogli all’orecchio: “Sono davvero contenta di venire in gita con te”

***

Naturalmente il giorno della partenza non tardò affatto ad arrivare, anzi, si presentò più in fretta del previsto.
La scuola ci aveva fornito una lista di tutto le cose che dovevamo portare:
·       Abito elegante ma moderato;
·       Tuta e scarpe da ginnastica leggeri;
·       Costume ciabatte da mare;
·       Abiti scuri lunghi.
Tutto ciò naturalmente da sommare a tutti gli altri abiti che avrei dovuto portare!
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“Waliyha! Safaa! Sofia sta per partire, venite a salutarla” urlò la zia alle ragazze al piano superiore. Safaa si fiondò al mio collo e fui costretta a prenderla in braccio per sostenerla. Waliyha invece mi abbracciò, mi diede un bacio e poi mi lasciò andare. Poi caddi tra le grinfie della zia, che non accennava a volersi staccare per farmi partire, e infine salutai lo zio. Lui, credo, era quello che si era contenuto di più nel dar a vedere che gli sarei mancata.
Zayn mi accompagnò fuori mentre Niall iniziava a salutare la famiglia.
“Mi raccomando Sofia, sta’ attenta a lui” disse in un sussurro.
“Zayn… Ancora con questa storia… Basta!” esclamai stufa delle sue proteste per qualcosa di inesistente.
“Lo so che con lui sei felice, anche se non state insieme, però mi preoccupo per te” ripose dispiaciuto.
“Ma io so badare a me stessa Zayn, e tu lo sai bene, anche se ogni tanto lo dimentichi” dissi dandogli una pacca sulla spalla.
“Questo è vero… Però ricordo che quando sei tornata dalla vacanza a Venezia non stavi poi così bene dopo averlo lasciato lì”
“Allora, andiamo?” intervenne il soggetto del discorso intromettendosi.
“Sì, andate o Louis mi ucciderà… ciao”
Ci allontanammo dal portico in fretta, scendemmo le scale e raggiungemmo l’auto di Louis sul ciglio della strada.
Ormai era tutto pronto, bisognava solo partire!




N.d'A.
Salve a tutti! Bene, eccovi il vostro capitolo, spero sia soddisfacente. Volevo solo dirvi che il prossimo capitolo sarà l'ultimo, per questo, per aggiungere un po' di suspance, lo pubblicherò dopo il secondo e il terzo della fan fiction su Justin Bieber, di cui questo è il banner. Se vi incuriosisce, potete cliccarci su e si aprirà il prologo!

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Capitolo 12
*** 'Cause love is better than us ***


N.d'A.
Prima di lasciarvi a leggere l'ultimo capitolo della storia, ci tenevo a fare un paio di ringraziamenti: a 
Mrs_Malik_95iledirectionEli_99 e Dark Flower per aver inserito la storia tra le preferite; a Skyler_directionerlucryfanfictionfranci_una_direzione e AcquaMarina_Horan per aver inserito la storia tra le seguite; e poi di nuovo a franci_una_direzione e Dream_Nini per aver recensito costantemente. GRAZIE A TUTTI!
Dopodiché vi lascio al capitolo, perché penso di avervi già già stressato e fatto aspettare abbastanza!
A presto
Ily

Lui? Poi c'era lui..
Capitolo 12: 'Cause love is better than us



“Posso?” Una voce al mio fianco mi distolse dalla melodia che stavo ascoltando. Niall, con tutti i capelli biondi arruffati e la maglietta color bianco latte sporcata di cioccolato, mi stava chiedendo si sedersi. Sorrisi alla vista di tutte le ragazze che facevano spostare amiche e borse per liberargli il posto, tutte convinte che non lo avrei fatto sedere. Fino a quel momento già Betty era venuta a chiedermelo, e anche Nathan Brad Shaw, un ragazzo moro, bassino, con dei buffi occhiali. Non avevo fatto sedere nessuno dei due usando come scusante la mia borsa a tracolla, ma a Niall non seppi resistere.
“Sì” dissi facendomi spazio nel sedile adiacente al finestrino per permettergli di prendere il sedile che dava sul corridoio.
Dopo che si fu seduto io rimisi le cuffie, mentre lui guardava con insistenza un punto imprecisato del viso. Dopo poco era già divenuto insopportabile restare oggetto dei suoi pensieri.
“Si può sapere cosa guardi?” sbuffai togliendomi una cuffia.
“Io? Ma no, nulla… è che…” disse distogliendo lo sguardo e coprendosi il viso con la mano.
“Come bugiardo sei anche peggiore di me, sai Niall?” risi bloccandogli il braccio.
“Ok…” disse prendendo fiato “mi chiedevo se…” ma si bloccò di nuovo, si girò con il viso e puntò i suoi occhi nei miei. Era da tanto tempo che non li guardavo, i suoi occhi blu così profondi, interminabili in tutta la loro estrema bellezza. Quando li guardavo era come se mi perdessi in un mare profondo, ma non avevo affatto voglia di essere salvata, mi sarebbe piaciuto rimanere lì, ferma, immobile a sprofondare nel suo universo.
Non me ne ero affatto accorta, ma si stava avvicinando al mio viso, si avvicinava sempre di più, in cerca di un contatto che io non potevo negargli. Le nostre guance si sfiorarono per un attimo, giusto il tempo che bastava per farmi percepire il suo respiro caldo sulla mia pelle pallida.
Ci fu un momento in cui le nostre labbra si sfiorarono, e poi su unirono, iniziando ad essere una cosa sola. I nostri respiri si mischiavano e noi non potevamo certo impedire loro di farlo.
Fu un bacio che durò solo pochi secondi, ma incise nei nostri cuori delle emozioni che sarebbero durate in eterno.

***

La Costa Azzurra era davvero fantastica, e anche i francesi erano tutti per bene ed educati. Gli abiti eleganti ci servirono per una cena di gala durante la quale assistemmo ad un dibattito. Beh, quasi tutti. Io e Niall eravamo troppo impegnati a sorriderci e scambiarci sguardi dolci per accorgerci del resto del mondo. Per tutto il dibattito non ero riuscita a staccargli gli occhi di dosso. Nel suo smoking non sembrava affatto un pinguino come Alec Miller, che nella sua giacca nera non riusciva a muoversi, o come Bill Cox, il cui pantalone stava per cedere. Lui era perfetto. Il pantalone gli calzava a pennello, mentre la camicia bianca gli sfiorava leggermente il petto; la giacca nera, invece, era poggiata sul retro della sua sedia. Lo stavo fissando da molto tempo ormai, impassibile, persa in tutta la sua perfezione, quando una voce mi riportò alla realtà.
“Che fai De Luca, fissi Horan?” Conoscevo quella voce, era Betty. Probabilmente faceva così per conto dell’allora assente Abigail. Peccato però, che appena lei aprì bocca tutti si voltarono a fissarmi, tutti compreso Niall. Si era sentito tirato in ballo, probabilmente, per questo replicò al posto mio: “Allora? Che c’è Betty, ti serve qualcosa da Sofia?” chiese guardandola fisso negli occhi.
“No, Niall”  riprese con voce dolce. Voleva forse aggraziarselo per poi passarlo ad Abigail? No, non glielo avrei mai permesso.
“Tranquillo Niall, Betty non stava chiedendo nulla” subentrai io.
Il resto del dibattito proseguì normalmente, intervallato solo da qualche risata di scherno da parte di Betty e altre ragazze che ogni tanto mi sorprendevano a guardare Niall, ma ormai avevo smesso di farci caso.
Alla fine del dibattito gli accompagnatori ci riportarono in albergo per la cena. Ci servirono una porzione ciascuno di buonissima pasta. Era davvero squisita e perciò la divorai tutta morendo dalle risate ogni volta che Niall ingurgitava un boccone. Quando mangiava era davvero ridicolo: infilava bocconi enormi nella bocca e poi li ingoiava in pochissimi istanti. Era incredibile la portata di stomaco di quel ragazzo! Dopo la pasta ci portarono la bistecca, un’enorme bistecca piena di aceto balsamico con contorno di insalata e patate: una vera bomba a orologeria per stomaci delicato o normali, o comunque diversi da quello senza fondo di Niall.
Tutto. Aveva divorato tutto. I camerieri lo guardavano stupefatti ritirando i piatti lucidi dal suo posto.

***

Toc. Toc. Il rumore di una mano sbattuta sulla porta mi riportò alla realtà.
“Chi è?” chiesi alzandomi dal letto vuoto della stanza. Le mie compagne erano tutte andate nelle stanze delle ragazze più grandi. “Vieni anche tu, ci saranno bei ragazzi” aveva tentato Betty, forse con la speranza di allontanarmi da Niall. In realtà non era lui il motivo per cui mi trovavo ancora in camera .
Arrivati a metà settimana era diventato stremante stare svegli fino a tardi per poi svegliarsi prestissimo il mattino successivo.
“Sono io” disse una voce familiare oltre la porta. Risultava dolce, profonda, ma allo stesso tempo forte e sensuale. L’avevo ascoltata con piacere così tante volte che ormai riconoscerla era diventato fin troppo semplice.
Mi avvicinai alla porta e con la voce tentai di sembrare brusca: “E se io non volessi aprirti” esordii scoppiando in una fragorosa risata subito dopo e accasciandomi a terra.
“Dai So, apri la porta” insistette il ragazzo oltre il legno spesso.
“Eccomi” dissi aprendo e appoggiandomi allo stipite per farlo passare.
“Buonasera” esordì lui scrutando la stanza “Ma sei sola?”
“Sì” risposi con voce flebile “Le mie compagne mi hanno abbandonato” riposi sistemandomi sul letto. Niall mi seguì e prese l’MP3 che giaceva sulle leggere coperte del letto di Betty.
“Che ascoltavi?” chiese curioso rigirandosi l’aggeggio tra le mani.
“Canzoni” risposi ovvia
“Grazie” ribatté “Fin lì c’ero arrivato anch’io”
In effetti la mia era stata una risposta abbastanza stupida.
“Ascoltavo Locked Out of Heaven”
“E chi la canta?” chiese guardandomi incuriosito con gli occhioni sgranati.
“Come chi la canta? Sei forse impazzito Niall” chiesi guardandolo infuriata.
Non conosce Bruno Mars? Gli dovrò dare qualche lezione sulla musica.
“No, non sono impazzito” rispose rabbuiandosi.
“È di Bruno Mars” sospirai rassegnata.
Dopo avermi sorriso continuò a girare l’MP3 per scrutarlo da tutte le angolazioni, poi prese a leggere i titoli delle canzoni. Lo vidi soffermarsi su una in particolare e poi schiacciare play infilandosi una cuffia. Mi stavo giusto chiedendo quale canzone avesse scelto quando iniziò a cantare a squarciagola, e per di più con un’orrenda pronuncia, la canzone di Annalisa: “Mi sorprende ritrovartisulle scale quando torno a casa…”
Scoppiai a ridere e inizia a cantare anch’io. Diciamo che gracchiavo mentre ridevo visto che la pronuncia italiana di Niall era simile alla pronuncia inglese di mio fratello Andrea, ovvero non ci si capiva una mazza!
Quando la canzone finì eravamo sdraiati sul letto, immobili, a ridere come due scemi. Iniziò la canzone di Rihanna California King Bed, un amore di canzone.
Mi accoccolai tra le sue braccia, quella canzone era nostalgica e mi faceva sentir bisogno di amore, un amore che ora potevo avere. E fu così che mi addormentai, tra le note dolci di California King Bed e tra le braccia del ragazzo perfetto. Era proprio così che eravamo, petto a petto, palmo a palmo, io rannicchiata tra le sue enormi braccia e lui accoccolato sul mio viso.
Perché l’amore è qualcosa che ti pervade, che ti scorre nelle vene, che si impossessa di te, e quando te ne rendi conto purtroppo non puoi fare più nient’altro né pensare a qualcun altro che non sia la persona che ami.






Solo un ultima cosa: non è che vi piacerebbe passare dalla mia nuova fan fiction su Justin Bieber? Si chiama Love is old, Love is new, Love is old, Love is you, e questo è il banner:

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