I Love You...even now.

di Kagome 95
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7 ***
Capitolo 8: *** Capitolo 8 ***
Capitolo 9: *** Capitolo 9 ***
Capitolo 10: *** Capitolo 10 ***
Capitolo 11: *** Capitolo 11 ***
Capitolo 12: *** Capitolo 12 ***
Capitolo 13: *** Capitolo 13 ***
Capitolo 14: *** Capitolo 14 ***
Capitolo 15: *** Capitolo 15 ***
Capitolo 16: *** Capitolo 16 ***
Capitolo 17: *** Capitolo 17 ***
Capitolo 18: *** Capitolo 18 ***
Capitolo 19: *** Capitolo 19 ***
Capitolo 20: *** Capitolo 20 ***
Capitolo 21: *** Capitolo 21 ***
Capitolo 22: *** Capitolo 22 ***
Capitolo 23: *** Capitolo 23 ***
Capitolo 24: *** Capitolo 24 - ***
Capitolo 25: *** Capitolo 25 ***
Capitolo 26: *** Capitolo 26 ***
Capitolo 27: *** Capitolo 27 ***
Capitolo 28: *** Capitolo 28 ***
Capitolo 29: *** Capitolo 29 ***
Capitolo 30: *** Capitolo 30 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***



I Love You...even Now.

Author: Eriet (Kagome 95 )


Chapter 1: Perdonami se puoi...



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Tutto ebbe inizio quel giorno. Ancora il nostro viaggio non era giunto al termine, il nemico non era stato sconfitto. Si preannunciava una notte tranquilla. Inuyasha mi aveva pregato di non andare ma non lo ascoltai e lo punii facendolo schiantare persino al suolo. Presi la mia roba così da prepararmi per il viaggio di rientro a casa. Dopo che tutto fu sistemato, giunse il tempo dei saluti. Sango, Miroku e Shippo mi augurarono buona fortuna mentre il mezzo-demone si lamentò del mio comportamento standosene a braccia conserte. Ovviamente non prestai particolare attenzione ad Inuyasha e ai suoi capricci. Salii sulla groppa del demone gatto distrattamente. Fra i miei sospiri, Kirara , prese il volo e fu così che ci dirigemmo verso l'indaco del cielo.
Anche se amavo quel mezzo-demone, iniziai a rendermi conto che fosse davvero un bambino.
Dovevo fare ordine nei miei pensieri. Erano successe troppe cose in quel periodo. Fu per questo che nutrii il bisogno di staccare per un po' la spina. Il ricordo di quella notte in cui Kikyo tornò nel regno dei morti mi tornò alla mente prepotentemente. Quelle urla risuonarono nuovamente nella mia mente facendomi sentire ancora più male e.. Kirara curvò di colpo facendomi uscire da quel tunnel pieno di angoscia.
A causa dei miei pensieri non prestai attenzione a dove fossimo arrivate. Fu così che mi accorsi all'ultimo istante d'essere quasi giunta alla mia meta.
Fu lì che domandai al demone di lasciarmi ai margini della selva così che lei potesse, in seguito, rientrare velocemente da Sango e gli altri. La Nekomata, anche se titubante, esaudì la mia richiesta. Perdendo quota mi fece scendere. La foresta era proprio davanti a me.
La pantera dai denti a sciabola non volle subito lasciarmi andar via. Specchiandomi nei suoi occhietti castani vidi la sua preoccupazione ma stupidamente non volli ascoltarla.
Accarezzai la fronte del demone e la calmai dicendogli: "camminare non mi ucciderà di certo, sta tranquilla." Dopo quel saluto così sofferto, Kirara, varcò il cielo nuovamente e senza voltarsi sparì tra le nubi.
Sollevata, mi resi conto d'essere sola.
Tirai immediatamente un enorme sospiro di sollievo. In verità non mi comportai in quel modo per la bestiola, il mio fu puro egoismo.
Avevo un unico desiderio. Volevo solo stare un po' tra me e me così da poter riflettere, anche ad alta voce, su tutto ciò che era successo nelle settimane precedenti.
Nell'arco di poco tempo vi erano susseguite tantissime morti: l'uccisione di Hakudoshi, l'assassinio del bambino di Naraku, la dipartita di Kagura e Kanna, la caduta di Moryomaru ed infine Kikyo il quale spirò per la seconda volta a causa di quel mostro maledetto.
Da un lato fu gratificante sapere che quel pazzo di Naraku fosse finalmente solo ma, allo stesso tempo, la sua nuova e potente forma ci devastò facendoci cadere nel terrore.
Fin quanto e dove avrebbero potuto spingersi i poteri del nostro mortale nemico? non lo sapevamo.
La sfera dei quattro spiriti era caduta nelle sue inutili mani nonostante gli sforzi di tutti.
Veder morire, fra le proprie braccia, la donna che amava... distrusse Inuyasha nel profondo. Ed anche se non volevo ammetterlo, la dipartita di Kikyo, sconvolse anche me. Fra tutti la sacerdotessa godeva di una certa immunità per via dei sentimenti che nutriva l'Io di Naraku nei suoi confronti. Veder perire quella donna in un modo tanto straziante mi fece solo orrore.
In principio vi era Onigumo, l'uomo che aveva dato il via a questa storia. Egli bramava la sacerdotessa Kikyo e la sfera dei quattro spiriti. Fu così che fece un patto con i demoni che divorarono la sua anime per avere un nuovo corpo e raggiungere il suo obbiettivo. Allora, una volta ottenuto il gioiello, quale sarebbe stato il desiderio di quell'uomo se non avere la donna che avrebbe sempre voluto possedere come un oggetto?
Dividere Kikyo da Inuyasha e avere la sacerdotessa per l'eternità doveva essere il suo desiderio, vero?
Niente di più Falso.
Quando l'anima di quella povera donna sfiorò , con il suo tepore, il mio viso colmo di lacrime, sparirono con se anche le poche certezze che io e i miei amici nutrivamo nei confronti del nemico.
Io e gli altri non avevamo più idea di quale sarebbe stato il desiderio di Naraku e poco ce ne importava arrivati a quel punto.
Koga, dopo la perdita dei suoi frammenti, rimase fuori dai giochi. Le poche cose positive che accaddero in quel lasso di tempo furono: la rinascita di Koaku per merito di Kikyo e il nuovo potere appena acquisito da Sesshomaru. ' già...' pensai ripercorrendo quei momenti fino al giorno in cui gli occhi di quel bastardo fecero sussultare la mia anima.
Un tuono spezzò la quiete. Fu come se lassù qualcuno avesse voluto impedirmi di pensare a quel demonio.
Alzai il mio sguardo al cielo. Orribilmente notai una matassa di nuvole color piombo muoversi con estrema lentezza verso la grande Luna splendente.
Quella sera, il satellite lucente, troneggiava sovrano nell'alto del mondo. Neppure la povera Luna sapeva che ben presto sarebbe stata spodestata dalle tenebre. Lentamente la sua luce venne ingoiata dalle nubi. Immediatamente accelerai il mio passo. Caricai il mio zainetto giallo su entrambe le spalle ed ebbe inizio la mia maratona.
Mi maledii mentalmente per non aver approfittato della cortesia di Kirara.
Privata del faro lunare e persa tra la fitta boscaglia, non riuscii a capire dove mi stessi dirigendo. Nonostante avessi perso l'orientamento non mi persi d'animo. Proseguii imperterrita. Sperai, nel profondo del mio cuore, che il temporale non si scatenasse prima che io non fossi tornata a casa. A quel pensiero, come se gli dei stessi udendole avessero voluto castigarmi, caddero sulla mia fronte accaldata le prime gocce di pioggia che avrebbero spezzato il silenzio.
' no!' esclamai mentalmente scuotendo il capo ' devo sbrigarmi!!' fu quello che pensai poco prima che cominciassi a correre tra le ombre.
La maledetta pioggia non accennò a diminuire e in un attimo divenne torrenziale. Un imponente lampo cadde al suolo seguito da un fragoroso boato. Mi tremarono i timpani. Presa dallo spavento corsi al massimo delle mie capacità. In preda al panico, mi illusi d'essere vicina alla mia meta. A causa della mia velocità, le gocce, si tramutarono in piccoli aghi incolori che senza ritegno punsero il mio volto fradicio. Fui stupida. Invece di abbandonare il mio proposito irrealizzabile, non mi fermai e proseguii sicura di poter giungere al pozzo ancora in tempo.
Fu la mia insulsa ostinazione che mi condusse verso il baratro.
Un altra saetta illuminò il cielo. In quei pochi attimi di luce credetti di scorgere, a qualche metro di distanza, il Goshinboku. Quel grande albero divino in cui Kikyo aveva sigillato Inuyasha per 50 anni. Lo stesso arbusto celestiale che si narrava, fra i rotoli del tempio, vi abitasse uno spirito che proteggesse la mia famiglia fin dagli albori dell'Edo.
Provai un immensa gioia. Nonostante un tuono risuonasse fragorosamente alle mie spalle, sorrisi pensando d'essere finalmente a casa. Continuai così a correre ma quell'albero non ricomparve mai. La pianta , come fosse un illusione, si dissolse insieme alla scarica elettrica. Confusa non capii cosa stesse succedendo. Stanca, sia per la corsa che per la pesante borsa sulle mie spalle, decisi di fermarmi. Il cuore sembrò uscirmi dal petto. Ansimante cercai di trascinare le mie gambe via di lì. Tentai di riprendere un po' d'ossigeno ma fu impossibile. Affannata e fradicia di pioggia mi fermai gettando quella borsa per terra. Un gelido soffio di vento si alzò ed io tremai ancor più di quanto avessi mai fatto prima di allora. Scioccamente mi sforzai di proseguire. A stento, mossi qualche altro passo tirando a me la manichetta gialla dello zainetto.
Sotto le fronde degli alberi, iniziai a pensare a come poter sfuggire dalla tempesta che si era abbattuta. Mi chiesi se, arrivata a quel punto, fossi mai riuscita a trovare un riparo. L'insopportabile tintinnio della pioggia mi impedì di elaborare ogni pensiero. Presi la testa fra le mani. Mi sforzai di zittire quel caos. Proprio in quell'istante percepii qualcosa. Udii un inquietante rumore che non poté di certo appartenere alla burrasca. Furono dei rumori di passi a paralizzarmi. Mi si gelò il sangue nelle vene. Il cuore perse un battito. L' immonda paura che provai mi gettò nel panico. Gravarono su di me inesorabilmente gli sguardi di esseri che... non poterono appartenere al genere umano. Mi sentii morire. Pensai immediatamente che fossero gli sgherri di Naraku venuti per togliermi di mezzo. Con il cuore in gola portai la mia mano verso la tasca della borsa per trovare qualcosa per difendermi. D'un lampo ricordai. Incredula non riuscii ad accettare cosa avessi combinato. Per via di quello stupido litigio avuto con Inuyasha dimenticai di portar via con me sia l'arco che le frecce di Kikyo. Capii subito che sarei stata alla mercé di quei mostri senza potermi opporre. Scossi la testa ed iniziai a negare l'evidenza. Pensai che tutto ciò non potesse essere la realtà, che stessi solo esagerando. Dissi a me stessa 'al massimo saranno degli animali. ' minimizzai ' è solo frutto della tua immaginazione, Kagome ' pensai che non vi fosse nessuno. Con stanchezza mi alzai. Decisa mi voltai . Mi scontrai brutalmente con l'orrenda verità.
In un primo momento non scorsi nulla.
Scioccamente tirai un sospiro di sollievo. Fui felice di essere stata vittima solo delle mie paure. Risi di me stessa. Mi presi pure in giro e scoppiai a ridere. Ma quella serenità durò pochi attimi.
Tra le fronde di quegli alberi così alti, delle ombre nere apparvero. I loro occhi completamente rossi brillarono di luce propria. Fra le tenebre quegli avvoltoi affamati stavano attendendo pazientemente di poter addentare la propria preda.
Sembrò tutto un orrendo incubo. Fui nel panico totale.
Istintivamente indietreggiai. Mi sentii perduta. Uno di loro, vedendomi in quello stato, ghignò divertito. Dei denti aguzzi sporsero dalle sue labbra. Dai loro volti capii che fossero demoni assettati di sangue. Capii immediatamente d'essere ad un passo dal perdere la vita. Fu talmente tanta la paura che non ebbi neanche la forza di emettere alcun suono.
Si svolse tutto volecemente. Di scatto mi voltai nuovamente. Diedi le spalle a quei mostri. Lasciai lì il mio zaino. Corsi come mai feci in tutta la mia vita. Con il cuore in gola, sentii dietro di me quei bastardi saltar giù dai rami. I demoniaci aguzzini iniziarono a rincorrermi affamati. Terrorizzata urlai il nome di Inuyasha nel medesimo istante in cui un altro tuono devastò la silenziosa foresta.
Le bestie assetate di sangue mi inseguirono senza tregua. Per mia fortuna riuscii ad evitare i loro artigli per un paio di volte. Sapevo perfettamente che sarebbe stata solo questione di tempo e mi avrebbero presa. Fui in balia degli elementi. Fui preda e loro cacciatori.
Chiamai mentalmente Inuyasha non so quante volte. Pregai il mezzo-demone di venirmi a prendere. Supplicai quel ragazzo di salvarmi la vita. Avevo bisogno di quello stupido più che mai.
Gli sgherri di Naraku riuscirono a stare alle mie calcagna nonostante i miei continui tentativi di depistaggio. L'unico modo che trovai per guadagnare tempo fu non smettere di correre. Da brava sottostai al loro gioco orrendo. Giurai a me stessa che avrei venduto cara la pelle. All'ultimo istante mi scansai. Utilizzai gli alberi che ebbi attorno come fossero degli scudi. Rotolando alla mia sinistra sperai di averli seminati. Stanca e stremata pensai d'avercela quasi fatta. Vidi alcuni mostri superarmi. Mi tappai la bocca per evitare che potesse sfuggirmi qualcosa. Respirando a fatica udii pian piano solo il rumore della pioggia. Felice ispirai a gran polmoni. Alzai il mio viso al cielo. Il ritmo del mio cuore cercò di tornare alla normalità. Non sapevo dove fossero finiti quei demoni. Anche se riuscii a far sì che non mi vedessero non sarei potuta rimanere lì per sempre.
Mi alzai sulle mie gambe. Sapevo bene che i demoni possedessero un ottimo olfatto. Poggiai la mia schiena contro il tronco dell'albero.Allo stesso tempo, però, sapevo che la pioggia mi dava un discreto vantaggio su di loro.
Mi feci coraggio. Trattenni il respiro. Mi sporsi per vedere se vi fosse qualcuno.
Fortunatamente fui sola. Non persi tempo e cominciai a correre in quella direzione. Un urlo devastante alle mie spalle attirò la mia attenzione. L'albero che mi aveva protetto divenne polvere sotto i demoniaci artigli dell'oni. Vidi i suoi occhi, sapevo che sarei stata la prossima. "INUYASHA!!" Urlai continuando a correre. Fu lì che feci l'errore più grande della mia vita.
Voltandomi, per vedere se i demoni fossero ancora dietro di me, non feci caso ad una roccia poco più avanti. Quel masso segnò la mia condanna. A causa della pioggia ci scivolai sopra. Persi l'equilibrio. Caddi rovinosamente in avanti e, prima ancora che potessi toccar terra, quel bastardo sfiorò la mia schiena con i suoi artigli. Probabilmente, se non fossi inciampata, sarei stata fatta a pezzi.
Con un tonfo mi ritrovai contro la fangosa terra. Gemetti dolorante. Sentii i suoi compagni mostruosi avvicinarsi a me. Dal mio volto caddero le prime lacrime di terrore per l'inevitabile destino che mi fu proposto. La Morte era lì che mi osservava con i suoi tanti occhi scarlatti.
Il mio volto si rivolse ai miei carnefici. Riuscii a vederli tutti nitidamente. Un gruppo di giganteschi demoni di carnagione rossiccia si misero tutti in torno a me. Le bestie indossavano pochi stracci che coprivano le loro vergogne. I loro volti erano informi, al posto delle unghie sembravano avere dei coltelli affilati. Quegli occhi bramarono carne umana e con essa il mio sangue. Forse furono una decina o poco più. Tre di loro si avvicinarono al demone che mi ferì gravemente. Tremai vedendo quella mera espressione di compiacimento dipingersi sui loro volti. Mi sentii un povero animale prossimo al macello. Le lacrime scesero inondando il mio viso già umido. Desiderai solo di fuggire, d'essere a casa mia con mia madre, mio nonno e Sota. Supplicai che qualcuno venisse ad aiutarmi... Ma fui sola.
Pregai gli dei di fermare quell'incubo eppure... quello non ero un sogno. Quello che stavo vivendo era la realtà. Quella stessa realtà dove, quando la morte chiama, nulla vi si può opporre.
Il maledetto essere si avvicinò a me. Alzando i suoi artigli insanguinati al cielo, il demonio, si preparò all'ultimo atto che avrebbe segnato la mia condanna. Non emisi un fiato. Non sarebbe valso a nulla chieder pietà a quegli assassini. Serrai le mie palpebre. Mi disperai silenziosamente per la mia ingiusta fine. Pregai nuovamente in vano Inuyasha di venirmi a salvare ma fu tutto inutile. Provai un incommensurabile terrore per l'alone di morte che gravò d'un lampo sulla mia anima. Avevo ancora così tante cose da fare, da vivere, da cercare. Piansi come una bambina. Mi stavano portando via l'unica cosa che avevo.
Un devastante tuono spezzò la quiete che si era venuta a creare. Il cielo stesso annunciò la mia morte al mondo. Tremai. Istintivamente mi rannicchiai in posizione fetale nello sciocco tentativo di proteggermi. Aspettai in silenzio la mia fine.
Non pensai a nulla.
Uno schiocco.
Un viscido suono di artigli trafiggere le carni.
Un brivido mi percorse il corpo intero. Aspettai con pazienza ma incredibilmente non patii alcun dolore.
Seguirono le urla strazianti di qualcuno in lontananza.
Non comprendendo cosa fosse successo intorno a me schiusi gli occhi. Scorsi qualcosa. Inaspettatamente un devastante lampo verdastro dilaniò i corpi dei demoni. A pochi passi davanti a me apparve colui che mi salvò. Un uomo dai lunghi e fini capelli argentati fu a pochi metri dal mio corpo. Imperturbabile aspettò che i mostri facessero la loro mossa. Con una morbida pelliccia su di una spalla, l'essere, si interpose fra me e il mio boia. Con stupore notai che l'uomo indossasse uno yukata bianco con dei motivi floreali rossi ai margini della veste. Sopra il suo indumento vi era una scintillante armatura da guerriero. Il mio salvatore, dandomi ancora le spalle, portò davanti a se la sua spada e sembrò esser pronto a vibrare un altro colpo devastante. Più l'osservai e più non riuscii a capire chi fosse. Solo quando mosse la sua katana dando vita ad una scarica di lampi verde smeraldo capii. Un unico essere era capace di fare una cosa del genere.
Fui incredula. Il demonio che ri-acquisì di recente l'arto sinistro fu lo stesso che mi salvò quella sera. Per l'ennesima volta, il fratello maggiore di Inuyasha, impedì che potessi trovare la pace eterna.
" Sesshomaru.." Pronunciai quel nome shockata.
Il fratellastro di Inuyasha, lo stesso che un tempo cercò di uccidermi, mi salvò. Quel demonio ammazzò, senza esitazione, i rimanenti mostri che avevano bramato il mio sangue. Il gelido principe dei demoni, colui che professava l'odio per gli esseri umani, mi salvò destando dentro di me unicamente stupore e incredulità. Dopo l'esecuzione, Sesshomaru, si voltò verso di me impugnando la sua spada sporca di sangue. In quel medesimo istante, un devastante lampo bianco ,cadde a pochi metri dietro il demonio illuminando il suo volto umido e inespressivo. Scontrandomi con il suo sguardo glaciale un pensiero mi balzò alla mente. Credetti che in realtà lo youkai l'avesse fatto unicamente perché desiderasse aver lui il privilegio di uccidermi. Impietrita aspettai che facesse la sua mossa. Il demone con disinvoltura ripose la sua arma nella fodera. Non capii il vero motivo per il quale mi avesse salvato né il perché fosse lì eppure fui solo felice d'essere ancora in vita.
Lentamente tentai di rialzarmi nonostante quelle maledette ferite bruciassero più di mille lame.
" T-ti ringrazio" pronunciai a stento sorreggendomi sulle braccia. Stringendo i denti non riuscii a mantenere quella posizione e ricaddi al suolo. Contrassi la mia bocca nel vano tentativo di trattenere le urla di dolore. Non riuscii più a muovermi. Riaprii gli occhi e vidi il demonio essere ad appena un passo da me. Il fratellastro di Inuyasha mi osservò dall'alto della sua altezza così come fa un dio che giudica con occhi severi l'operato degli uomini. Non avrei mai dovuto sforzarmi. Stavo perdendo molto sangue. Mi chiesi unicamente come sarei riuscita a tornare a casa visto il mio stato.
Pensai che lo youkai mi avrebbe dato il ben servito lasciandomi lì a morire di stenti. Trattenendo le mie lacrime di dolore supplicai gli dei che il fratello maggiore di Inuyasha non mi abbandonasse. Non sarei mai riuscita a sopravvivere se fossi rimasta da sola. Inaspettatamente le mie preghiere furono ascoltate. Il mio cuore perse un battito. Mi sentii sollevare e quando schiusi le mie palpebre compresi cosa stesse accadendo. Constatai, con immensa sorpresa, d'essere fra le braccia di quel diavolo così imponente. Mi mancò il respiro. Non ero mai stata così vicina alla sua persona.
M-Mi prese con se senza alcuna esitazione.
"n- non devi" soffiai imbarazzata mentre ero in preda ai gemiti di dolore. Non riuscii a tenere gli occhi aperti. Poggiai la mia fronte contro il suo petto sentendomi male. Lui non fece nulla. Lo sentii soltanto correre per la foresta. Stretta a quel demone il tempo sembrò rallentare. Balzando tra gli alberi sentii la sua presa farsi più salda come se avesse paura che potessi scivolar via. Mi sentii al sicuro nonostante i tremendi boati della burrasca diventassero più forti. Non so quanto tempo passò ma in seguito la pioggia maledetta non picchiettò più sul mio corpo. Il tintinnio delle gocce d'acqua sembrò essere solo un lontano ricordo tutto ad un tratto.
Schiusi nuovamente i miei occhi e finalmente capii dove fossimo. Sesshomaru mi portò all'interno di una grotta scavata nella roccia. Costernata da quel dolore non potei evitare di lamentarmi e stringendo nella mia mano la sua veste bianca cercai di farmi forza. Senza batter ciglio il demonio mi posò accanto alla parete . Poggiai la mia nuca contro la gelida roccia inevitabilmente. Maledissi gli dei per quel maledetto bruciore. Probabilmente le unghia di quel bastardo dovevano essere infette. Durante la mia agonia sentii i passi dello youkai echeggiare in quella che sembrava essere una semplice grotta scavata nella roccia.
Mentre cercai di mettere a fuoco l' immagine del demone notai che lui tenesse tra le mani dei rametti. Per terra vi era un cumulo di cenere. Accatastando i legnetti su di esso vi passò sopra la sua mano e, come per magia, si accese il fuoco. Ancora una volta mi stupii delle sue abilità.
Infondo io non conoscevo nulla sul suo conto. Lui ed io eravamo appena degli estranei se non addirittura nemici. La stanchezza iniziò a farsi sentire. Mi si chiusero gli occhi ma riuscii velocemente a tornare in me stessa. Il mio unico compito era quello star sveglia se volevo sopravvivere al gelo della notte. La mia mente così iniziò a elaborare qualche forma di pensiero. La mia attenzione fu catturata dal fratello maggiore di Inuyasha. Nonostante i miei sforzi non riuscii a spiegarmi per quale motivo Sesshomaru mi avesse strappato alla morte. 'Perché salvarmi?' pensai sentendomi sempre peggio ' perché non lasciarmi agonizzante nella foresta in balia degli elementi?' Sesshomaru si sedette al di là del fuoco ' perché rimanere qui con me?' cercai in vano i suoi occhi per trovare una risposta alle mie domande ' Forse....provi pietà nei miei confronti?' porsi mentalmente la mia domanda allo youkai trattenendo le lacrime di frustrazione.
Mi sentii meno di zero.
Neanche ero stata capace di badare a me stessa. Se non fosse stato per quel demone sarei morta senza che nessuno lo avesse saputo. Rin doveva averlo cambiato molto.
La piccola mi aveva raccontato che Sesshomaru si era preso cura di lei. Nonostante lui odiasse gli umani con tutto se stesso quel demonio decise di riportarla in vita. Forse nel tempo aveva imparato che non tutti gli umani sono feccia. Così come i demoni ci sono gente ripugnate e gente meritevoli di stare in vita. Eppure mi chiesi se in verità non vi fosse ben altro che spingesse Sesshomaru ad essere tanto caritatevole nei miei confronti.
Il demone maggiore ignaro sedeva difronte a me. Solo quelle labili fiammelle ci dividevano l'uno dall'altra.
Vidi demonio poggiare anch'egli la sua schiena contro la parete rocciosa. In solenne silenzio aspettò con pazienza che la pioggia si placasse. Senza degnarmi d' uno sguardo portò il suo volto verso l'entrata dalla grotta.
La terribile tempesta che si scatenò non lo fece scomporre per niente. Come me, anche quell'essere, era fradicio di pioggia ma non tremava. Dalla sua frangetta cadevano i residui della tempesta con apparente lentezza.
Con immenso sforzo mi guardai intorno prima che lui si potesse accorgere che lo stessi fissando. Cercai qualcosa che mi potesse aiutare per fasciare le mie ferite. Fu una fortuna trovare un riparo come quello però non era abbastanza visto le mie condizioni. Ebbi la vaga impressione che fosse già stato utilizzato da qualcuno ma poco mi importò.
Nell'umida grotta non sembrò esserci vita. Pian piano i sibili del vento e il picchiettio della pioggia sostituirono prepotentemente il silenzio fin ad allora sovrano. Cercai di lottare contro il mio dolore ma non vi riuscii. Gemendo toccai la mia schiena. Le ferite erano troppo fresche per potersi rimarginare. Nonostante i miei lamenti strazianti lo youkai non si voltò. Fu come se quel demone non sopportasse la mia presenza. Infondo, non potei dargli torto, era stato fin troppo umano fino ad allora.
Mordendomi le labbra poggiai nuovamente la mia nuca contro la gelida roccia. Stavo perdendo molto sangue e non capii come poter riuscire a curarmi. Pensai al mio zainetto ma chissa quale fine orrenda fece.
Ispirai a gran polmoni. Spossata e stanca poggiai anche la mia schiena lentamente contro la roccia. La testa iniziò a pulsarmi come se mi avessero colpito con un macigno.
Stavo perdendo gradualmente lucidità. Anche se il dolore fu intenso sentii il bisogno di poggiarmi a qualcosa. Il demonio, assorto a guardare la pioggia, non badò a cosa facessi. Osservando la sua figura sbiadita notai come quelle fiammelle rossicce si fossero letteralmente fuse con le sue iridi dorate. Il suo viso inespressivo mi diede l'illusione che nulla avrebbe mai potuto turbarlo. Ansimando notai quell'oro scintillare. I suoi occhi ben presto catturarono la mia attenzione tanto da farmi distrarre dall'agonia delle mie ferite. Piombò un silenzio pieno del mio imbarazzo. Compresi che pian piano quel demonio stesse diventando la mia ossessione. Avevo bisogno del suo aiuto era evidente.
Sigillai i miei occhi cacciando via quei pensieri " T-ti ringrazio.." sussurrai cercando d'assaporare il tepore di quelle piccole fiamme il più possibile. Non ricevetti alcuna risposta e così non ebbi più il coraggio di parlare.
Mi sentii tremendamente in soggezione. Con il fratello maggiore di Inuyasha era sempre stato così. Fin dalla prima volta che lo conobbi, all'inizio del mio viaggio con suo fratello, mi fece sentire così piccola e insignificante. Sesshomaru era l'unica persona della mia vita per il quale provai sempre un immenso timore. Conoscevo perfettamente la sua forza e quanta ira covasse nei confronti del fratellastro. Nonostante il demonio fosse stato così benevolo nei miei confronti nessuno poteva assicurarmi che non lo facesse per poi trucidarmi in seguito. Lo youkai mi detestava per essere un umana e per aver un legame con l'odiato mezzo-sangue che disprezzava. Anche se mi aveva salvato la vita in più di un occasione non mi sarei mai fidata ciecamente del fratello maggiore di Inuyasha. 'Sesshomaru è solo un manipolatore' strinsi la mia mano con rabbia ripensando ad Izayoi ' un demonio in tutto e per tutto.' cercai di combattere contro il mio male.
Pian piano iniziai a tremare per il freddo nonostante i miei sforzi per nasconderlo agli occhi dello youkai. Il fratello maggiore di Inuyasha, annoiato, si sfilò di dosso la sua armatura per riporla di fianco a se. Seguirono poi le sue spade e così rimase con solo indosso il suo yukata bianco. Il vento soffiò nuovamente. Il freddo trapanò le mie ossa e inevitabilmente il mio corpo non riuscì quasi più a muoversi.
L'idea di quel demonio in fondo non sembrò essere così malvagia. C'era freddo e non sarebbe stata una mossa intelligente tenere in dosso la sua attrezzatura. E poi, neanche volendo, non avrei potuto attaccarlo.
Lo youkai riportò nuovamente il suo sguardo verso l'uscita così da ignorarmi ancora una volta. Seppur fosse un demone, a differenza dei suoi simili, Sesshomaru possedeva una mente calcolatrice da non sottovalutare. Il demone maggiore era tutto l'opposto del fratello. Mentre Inuyasha era: stupido, rozzo e molto ingenuo ; il diavolo dai capelli argentei era: astuto, fine e intelligente. 'Probabilmente' pensai in balia degli elementi ' lo youkai è diventato così per il suo passato ' deglutii sentendomi perduta. Sesshomaru era l'esempio lampante di chi preferisce annullare se stesso per diventare un puro essere fatto d'odio. Il risentimento nei confronti del fratello minore l'avevano reso un mostro assetato di vendetta.
Potei ben comprendere il trauma che subirono quei due. L'aver perso un padre li aveva distrutti entrambi. Chi per non averlo mai conosciuto; Chi per averlo visto morire davanti ai suoi occhi. Purtroppo anch'io comprendevo bene cosa significasse essere impotenti davanti al destino. Essere troppo orgogliosi non porta mai nulla di buono ma chi potrebbe mai capire cosa potrebbe pensare un essere come Sesshomaru? Nessuno. Le mie erano solo congetture. Infondo lui era solo un demone.
Anche se lentamente quel dolore si attenuò. Chiusi gli occhi e mi sentii sempre più stanca tanto che nutrii il desiderio di dormire. Mi abbandonai contro la parete di roccia, iniziai a perdere la sensibilità del mio corpo. La vista si fece appannata e non potei evitare di sigillare i miei occhi.
Poco prima che perdessi i sensi una voce mi riportò alla realtà.
" Cosa ci facevate qui, donna?" echeggiò la voce di Sesshomaru nella mia mente. Con immenso sforzo riaprii le palpebre. Vidi quel demonio guardandomi con i suoi occhi gelidi tutta ad un tratto.
Ebbi il cuore in gola." i-io.." risposi a stento e confusa. " Stavo tornando a casa.. e s-sono stata sorpresa da dei demoni..come hai visto.." Conclusi con voce tremante toccandomi la fronte dolorante. Intontita dal sonno credetti che il demonio volesse scrutare fin dentro la mia anima per capire se quella fosse la verità o meno. Mi si contorse lo stomaco per via della tensione.
" dite il pozzo?" chiese l'essere scostante.
" esattamente.. " annui tremando nuovamente per il freddo " erano gli emissari di Naraku, non è così?" chiesi stringendo nella mia mano il braccio destro nel vano tentativo di riscaldarmi.
" no" soffiò lo youkai seccamente.
" c-ca-capisco" dissi sentendomi gelare. Stringendomi a me cercai di trovare un po' di calore. Lo sguardo dello youkai divenne ancor più carico d'odio e non ne capii il motivo. Non fu colpa mia se mi sentii male. Ebbi un principio di ipotermia. Sentii il mio viso scottare. Le mie gambe sembrarono essere diventate di pietra. Anche se mi portò via da quel posto non ero fuori pericolo.
Vidi lo youkai alzarsi come se fosse costretto. Girò intorno al fuoco. Avvicinandosi a me credetti che avesse voluto picchiarmi solo per farmi star zitta. Chiusi gli occhi per paura di quello che stesse per farmi ma il demone maggiore, semplicemente, si sedette alla mia destra coprendomi dall'entrata. Mi apparve un ingenuo tentativo di volermi riparare dal vento che proveniva dall'esterno. Fu così che mi ritrovai ad appena un passo da lui. Mosse quella che sembrò essermi una coda e la poggiò sopra le mie ginocchia. Teneva così caldo quel morbido batuffolo bianco. Portandola al mio petto lo ringraziai di tutto cuore ma non ottenni alcuna risposta. Fui così insospettita dalla sua gentilezza. Pensai che il suo vero intento fosse di strapparmi qualche informazione su Naraku e quindi doveva tenermi in vita finché non avessi parlato. Lo sguardo di Sesshomaru tornò fuori dalla grotta. Il fuoco, nel frattempo, si stava consumando inesorabilmente.
Vedendolo per la prima volta senza quell'armatura e la sua coda mi sembrò essere un altro. Più mi sforzavo di capire e più le mie domande non trovarono risposta. Di colpo mi sentii arrossire, mi resi conto d'essere davvero fin troppo vicina a lui. Abbassando il mio sguardo notai con orrore che la mia camicetta bianca facesse trasparire le mie forme. Forse fu per questo che lo youkai distolse più volte lo sguardo da me.
Sesshomaru era sempre stato un essere di bel aspetto, negherei se dicessi il contrario e fu per questo motivo che mi sentii davvero a disaggio. Mi sentii così stupida. Il demonio portò distrattamente il suo viso verso il fuoco. Persino quelle fiamme non avrebbero potuto sciogliere i suoi occhi di ghiaccio. Non riuscii più a distogliere lo sguardo dalla sua persona e avvampando cercai di tornare in me. Tentai con ogni mezzo di trovare le parole per spezzare l' insostenibile silenzio. Poco prima che io dessi fiato alla bocca, all'improvviso, un tuono cadde fragoroso vicino all'uscita. Sobbalzai e urlando dalla paura, istintivamente, mi strinsi al braccio sinistro di quel demone. Come una bambina nascosi il viso contro il suo yukata aspettando che quel caos finisse. Quel maledetto rumore mi colse di sorpresa tanto da farmi piangere dalla paura.
Sesshomaru non si mosse, si impietrì di colpo. Il mio cuore, anche se con lentezza, tornò ad avere un battito regolare. Stretta a lui mi sentii al sicuro esattamente come con Inuyasha durante le notti tempestose a casa mia. Ebbi l'insana voglia di non volerlo lasciare andare e non capii se fosse unicamente per la sicurezza che mi stava donando oppure per il vano tentativo di dimostragli affetto. Spesso e volentieri, nei miei sogni più assurdi, si era presentata la sua figura di tremendo tiranno demoniaco, portatore di discordia e distruzione. Eppure, quando entravo nel mondo di Morfeo, non mi dispiaceva affatto incontrare lo youkai. Era tutto il contrario io ammiravo il demonio a causa di Rin. Di fatti capitava spesso che io tenessi la mano di quella bambina nei miei sogni. Forse per questo non mi dispiacque la presenza di Sesshomaru quella notte?
Anche se il demone mi odiava con tutto se stesso e bramava solo la mia morte... io... avrei solo voluto che le cose fossero andate diversamente....
Di colpo compresi l'orrendo errore che feci stringendomi a quel demone. Arrossendo vistosamente mi scostai dallo youkai d'un lampo. Chiedendogli umilmente perdono chinai il mio capo preoccupata a morte.
Avvampai per l'immenso imbarazzo che patii. Il mio comportamento infantile mi provocò vergogna ed ebbi il terrore che il demonio volesse punirmi. Anche se Rin mi raccontava spesso di come il suo padron-Sesshomaru la trattasse bene e di quanto stesse attento a lei, non potevo avere la certezza che lui non mi avrebbe usato violenza. Lo youkai aveva ridato la vita a quella bambina e per questo la piccola l'avrebbe servito fino alla fine dei suoi giorni.
Forse fu per questo che cambiai in parte idea su di lui...? trasformandolo ai miei occhi in qualcuno per cui serbare una stima latente? Infondo quale essere ridarebbe la vita ad una bambina orfana con un passato tanto terribile? ....Questo demonio lo fece.
Deglutendo a fatica fui sconvolta da me stessa. Non capii per quale ragione provai quelle strane sensazioni di conforto stando a contatto con quell'enigmatico demone.
Il fratello di Inuyasha fu ancora immobile. Pensai di avergli mancato di rispetto, o innervosito, o offeso, o peggio ancora. Con Paura tentai di far qualcosa.
" Sesshomaru, i- io..." lo chiamai preoccupata di una sua reazione brutale. Riaffiorarono alla mente i racconti di Inuyasha di colpo. Il ragazzo mi aveva raccontato, a suo tempo, le peggiori cose sul demonio e che fosse ben capace di scuoiare vivo un uomo senza alcun ripensamento. Morta dalla paura mi riavvicinai allo youkai con cautela. " i-io n-non.." dissi a stento sfiorando la manica rossa della sua veste bianca. D'un tratto, quel demone, si voltò. Mi prese per la vita e spingendomi contro di se.... Sesshomaru.. premette le sue labbra contro le mie.
Mi sentii ad un passo dal morir completamente.
Quella sua maledetta bocca tiepida fu sulla mia in un istante. Spalancai i miei occhi in preda al panico. Non capii cosa stesse succedendo. Il mio cuore sembrò uscirmi dal petto nuovamente. Divenni bollente. Fu un insano incubo il mio. Per quanta stima e attrazione abbia mai provato verso lo youkai io sapevo d'amare Inuyasha. Anche se provai delle sensazioni che con suo fratello mezzo-demone non percepii mai, sapevo che fosse sbagliato quel gesto. Fu del tutto insensato. Fu tutto privo di ogni logica. Nonostante dentro di me sapessi che fosse un errore... io non lo rifiutai e anzi mi lasciai trasportare.
Il mio cuore non smise di tamburellarmi nel petto. Lentamente chiusi i miei occhi e mi abbandonai al demonio.
Che nel profondo di me stessa, una parte di me desiderasse essere così vicina a lui? oppure fu proprio il tradimento che compii alle spalle di Inuyasha a farmi assaporare quel brio di sensazioni? forse fu esclusivamente una ripicca per quello che il mezzo-demone fece con Kikyo poco prima che spirasse? .
Poggiai le mie mani sul suo ampio petto mentre la sua presa si fece più salda come se non volesse lasciarmi più andare.
Che fosse per il freddo pungente della grotta? o per la mia stanchezza che non rifiutai quel mostro senza cuore? oppure fu solo il bisogno di affetto, di sentirmi protetta che mi spinse proprio tra le sue spire demoniache?
Probabilmente fu tutto questa matassa di sentimenti e ricordi che mi fece smarrire la ragione per una notte.
Quando sentii Sesshomaru allontanarsi dalla mia bocca pregai solo che mi baciasse una seconda volta. I miei occhi furono saldamente chiusi. Tremai nel sentire la sua grande mano sostare sulla mia guancia e il suo respiro soffiare sulle mie labbra. Il mio cuore risuonò fragorosamente per tutta la grotta. Mi mancò il respiro, sembrò che il demonio stesse lottando con tutto se stesso per impedire di baciarmi nuovamente. Immobile non credetti a quello che stesse accadendo. ' S-Se-Sesshomaru...' Lentamente il demonio si riappropriò della mia bocca e fu come morire per l'ennesima volta.
Fu questo il mio sbaglio, permettergli anche solo di baciarmi..
Baciandoci appassionatamente sentii la sua mano destra scendere verso le mie gambe. Fui troppo presa dalla sua bocca per potermi opporre. Con delicatezza mi accarezzò le cosce con i suoi artigli. Senza neanche accorgermene emisi dei sospiri. In medesimo istante, il demonio, né approfittò per approfondire quel bacio. Facendomi assaggiare la sua lingua gemetti cadendo vittima della sua brama.
Fu la prima volta che permisi a qualcuno di baciarmi in quel modo.
Fui completamente inesperta. Non seppi cosa fare. Inuyasha non mi aveva mai baciato in quel modo. La mano sinistra del demone abbandonò la mia guancia e scese al mio collo. La destra dello youkai risalì prendendo saldamente la mia vita così da costringermi contro di se. La mia camicetta bianca di colpo fu contro la veste di lui. Pian piano risposi alla lingua del demonio. Per la prima volta esplorai la bocca di un demonio. Mi sentii mancare nuovamente. Come se fosse la cosa più naturale del mondo, io e il fratello maggiore di Inuyasha, cominciammo a baciarci ancor più appassionatamente. Assopita in quel vortice di sensazioni sentii le mani di quell'essere alzarmi la camicetta e inizialmente scoprì il mio stomaco. Il contatto con le sue mani contro la mia pelle non fece altro che mandarmi il cervello in panne.
Non so perché non dissi no. Il perché non lo respinsi. Il perché non pensai ad Inuyasha almeno per un istante. Forse Sesshomaru mi stregò con i suoi occhi. Eppure la nostra fu solo attrazione pura e indiscriminata?
So solo che entrambi ci cercammo senza tregua.
Istintivamente gli buttai le braccia al collo così da impedirgli che potesse sfuggire dalla mie labbra. Sentendo quelle dita risalire verso il mio petto gemetti impaurita. Mi mancava il fiato eppure lo youkai mi convinse a giocare con la sua lingua nuovamente.
Con delicatezza mi portò a terra e fu così che mi ritrovai sotto di lui.
Nessuno mai mi aveva sfiorato in quel modo. Invece di reagire e spingerlo via presi il viso dello youkai tra le mie mani così da impedirgli di lasciarmi. Il sangue macchiò il pavimento. La schiena mi bruciava ma non quanto il desiderio di sentire quel contatto. Una mano scese verso la mia umida gonna verde. Il demone l'alzò e accarezzando l'interno delle mie cosce risalì verso l'attaccatura che l'univa al resto del corpo. Infine si fermò al mio ventre per cercare di sfilare via l'indumento verdognolo. Portando la mano al mio sedere finalmente trovò la cerniera. Sentii una scossa elettrica quando riuscì ad abbassare la lampo. Stupita in pochi attimi sfilò via l'indumento verde e la gettò da qualche parte. Iniziai ad avere paura ma prontamente la bocca famelica dello youkai fu impegnata a mordicchiare il mio labbro inferiore. Senza neanche rendermene conto, sotto le grinfie di quel demone, seguirono a far compagnia alla mia gonna: la mia camicetta e la parte superiore del yukata del diavolo. Nessuno dei due credo avesse davvero idea di cosa stesse facendo. Anche se separati da un esile pezzo di stoffa, sentire i suoi pettorali perfetti contro la mia pelle facendomi impazzire. Mi fece girare la testa in un vortice di sensazioni così appaganti. Ondeggiammo in preda al ritmo frenetico del mio cuore. Quella maledetta schiena sembrò non farmi più male. Il principe mi baciò il collo per andare sempre più giù. Spezzò il mio respiro quando sentii la sua destra scendere verso la mia intimità e l'altra bloccarmi i fianchi.
Fu tutto così dannatamente sbagliato, così maledettamente piacevole.
" no aspetta.." supplicai con voce flebile sentendo le sue dita accarezzare una parte coperta dalla stoffa dei mie slip. " Sesshomaru..." lo supplicai sentendolo strapparmi di dosso il reggiseno improvvisamente. Impietrita non capii come avesse fatto ma, prendendo in bocca parte del mio petto, gemetti sentendo una nuova fiamma ardermi dentro.
Lui fu il primo ed unico a farmi tutto ciò.
Inizialmente lo implorai di smetterla, di lasciarmi andare per via del imbarazzo che provai ma...bloccandomi i polsi contro il terreno mi obbligò a sottostare al suo volere. " fermo!!" urlai sentendo la sua bocca mordicchiarmi divertito. " n-n-no..." gemetti mentre la sua lingua si spostò all'altro mio seno. Tentai di ribellarmi ma pian piano la mia preoccupazione, la paura e la vergogna furono sostituiti dal piacere. Ben presto mi abbandonai a quello che mi fece provare. Sentii quel demonio liberarmi i polsi e accarezzandomi il collo scese fino a afferrare parte del mio petto in una mano. Mi sentii così impotente e allo stesso tempo sottomessa. Lasciandomi gemetti impaurita, non avevo idea di cosa mi avrebbe fatto a quel punto. Tramante schiusi le mie palpebre per cercare i suoi diabolici occhi. D'un colpo sentii il demonio strapparmi con una manata l'ultimo indumento che avevo in dosso. Mi sentii pura creta nelle sue avide e possenti mani. Poteva fare di me quello che voleva e non mi sarei opposta in alcun modo.
Le nostre labbra che smettevano di unirsi; I nostri corpi erano l'uno contro l'altro senza nessun ostacolo che ci dividesse; Le sue mani che percorsero le mie curve delicatamente e freneticamente.... mi fecero bramare qualcosa di più. Tutto si svolse in pochi attimi: il demonio accarezzò quella parte inviolata di me stessa e gemetti nuovamente a gran voce.
Mi sentii perduta. Non riuscii più a ragionare. La sua mano si fermò tra le mie gambe. Respirai affannosamente a pochi centimetri dalle sue labbra maledette. Mi sentii strana: Tremavo e allo stesso tempo volevo che mi accarezzasse ancora. Nell'istante in cui, con le sue dita, varcò quella soglia inviolata mi sentii diversa. Fu incomprensibile, non avevo mai provato un piacere del genere. Non contento, il demone maggiore, lo fece ancora ed ancora fin quando non decise di andare più velocemente. Sottomessa a quel piacere che mi stava facendo provare iniziai a muovermi contro di lui sperando solo che non la smettesse. Diradando, poi, le sue dita mi sentii come divisa in due. Mi bloccai ansimando e saperai che non si fermasse. I suoi occhi furono di colpo così diversi, fu come vedere un oceano fatto di lussuria.
" t-ti..T-t-ti p-prego..!" supplicai cercando di riprendere le sue labbra. Sentii qualcosa bruciare dentro di me come se quel bastardo mi avesse ferito con i suoi artigli. Nel suo viso comparve una smorfia di compiacimento e continuando ad esercitare quella pressione mi obbligò a gemere a causa sua. Soddisfatto, il demonio, si fermò. Nascondendo il mio viso contro la sua spalla percepii le sue dita riprendere a fare entra ed esci lentamente. Durante quel suo movimento monotono udii uno strano rumore echeggiare per quella grotta. Fu uno squittio ripetitivo ma piacevole. Il diavolo si spinse sempre più in profondità e quando iniziai a lamentarmi mi lasciò andare. Rincontrai i suoi occhi brucianti, ardevano dal desiderio di possedere anche il più piccolo centimetro del mio corpo. Sorreggendosi sulle braccia, prese le mie gambe e le avvolse intorno alla sua vita. Cadde la mia attenzione sotto di me. Ansimai stremata ed ansiosa. La vista fu appannata come se stessi per perdere i sensi. Quando lo vidi slacciarsi i pantaloni mi coprii gli occhi piena di imbarazzo. Non volli indagare oltre su quello che avrebbe voluto fare. Non avevo mai visto un uomo nudo e non ero ancora pronta ad un passo del genere! Ancor prima che potessi dire o fare nulla percepii qualcosa di indicibilmente bollente, rigido e ampio, premere contro la mia femminilità. Il mio respiro divenne un sibilo. Non mi azzardai ad aprire gli occhi. Mi si gelò il sangue, sentii il demonio entrare con le sue dita e allargarmi fino al mio massimo. Gemendo non riuscii a sopportare tutto ciò. Tolsi le mani dal mio viso. Sentii qualcosa star per immettersi dentro di me a forza. Mi bruciò terribilmente e mi sentii trapassata da quella spada. Aprii i miei occhi per lo stato di Shock. Non capii cosa mi stesse facendo.
Si portò sopra il mio viso e osservandomi compiaciuto realizzai cosa stesse succedendo. Quel demonio maledetto stava tentando di entrare in me con se stesso. Sesshomaru, il principe dei demoni, l'odiato fratello di Inuyasha, stava cercando di unirsi a me. Celati sotto la sua frangetta non riuscii più a vedere i suoi occhi maledetti. Conficcai le mie unghie al suolo piena d'incredulità chiedendomi se lo volessi o meno. Ma ogni pensiero fu spezzato quando afferrò i miei fianchi con decisione e spingendomi, con un colpo secco, contro di lui, mi spezzò. Entrò violentemente dentro di me mordendomi la spalla. Urlai per via dell'immenso dolore che provai in un solo istante e fu lì che realizzai. Io e Lui facemmo Sesso. Io e il fratello maggiore della persona che amavo stavamo avendo uno squallido rapporto sessuale.
Cadde una lacrima dai miei occhi sentendo qualcosa essersi ormai rotto irrimediabilmente.
" Sesshomaru" lo chiamai non riuscendo a sopportare oltre quel maledetto dolore. Mi stava uccidendo. Non riuscì a smettere di disperarmi. " siete c-così s-stretta..." roco soffiò al mio orecchio poco prima che iniziò a muoversi con lentezza dentro di me. Mi feci baciare dalle sue calde labbra piene di peccato. Pian piano quelle fitte divennero sempre più sopportabili. Tra le sue braccia mi abituai a se stesso. Passo dopo passo quel tormento si tramutò in puro e semplice piacere. Le sue spinte gradualmente diventarono sempre più decise e veloci.
Gemetti senza freno in preda a quell'insostenibile e inappagabile ebrezza che mi donò. Sesshomaru affondò i suoi artigli nei miei fianchi e , non potendone più, risposi conficcando le mie unghie nelle sue possenti spalle. Mi feci massacrare lentamente dalle sue spinte disumane. In quel momento avrei distrutto l'intero mondo pur di non farlo smettere, pur di sentirlo agitarsi dentro di me ed essere mio. Desiderai solo che non mi lasciasse più andare. Percepii il suo respiro affannato contro le mie labbra. Persi ogni senso di realtà. La testa mi girò vorticosamente, inarcai la schiena sentendomi ad un passo dal poter toccare il cielo con un dito. Non riuscii più a emettere un suono. Mi sentii come se stessi per esplodere. Quel maledetto principe dei demoni non mi diede alcuna tregua. Mi si appannò la vista appannata. Mi sentii impotente, persa, ma allo stesso tempo appagate e dolorante. Fu come se delle fiamme invadessero il mio corpo. Cercai di farlo demordere stringendo la presa che ebbi sul suo corpo ma nulla. Non riuscii a sopportare quello che mi fece. Supplicai gli dei che mi lasciasse andare ma, in risposta, spinse con più decisione contro di me nonostante le mie preghiere. Mi sentii morire, non riuscii neanche più a respirare. I miei muscoli si contrassero uno dopo l'altro, non riuscii più ad entrare in contatto con il mio cervello. Il demonio non diede alcun cenno di cedimento e ringhiò furiosamente contro il mio orecchio. Fui sul procinto di arrivare ad un limite mai solcato nella mia breve esistenza. Il mio cuore sembrò che a momenti mi dovesse schizzare fuori dal petto. Non riuscii neanche a deglutire, fui paralizzata da quelle sensazioni. Fu come se mi stessi preparando a qualcosa ma non capii a cosa. Ad ogni spinta di lui quella soglia si assottigliava sempre più. Continuò fin quando sentii il diavolo dagli lunghi capelli argentati dare quel colpo deciso e ben assestato che mi fece arrivare all'estasi pura e semplice. Emisi un urlo con tutto il fiato che ebbi in gola liberandomi di tutto ciò che fino ad allora si era accumulato dentro di me. Contraendo tutti i miei muscoli in un unico e solo istante al loro apice, sentii qualcosa dentro di me uscire senza che potessi impedirlo. Diedi tutto quello che avevo fino all'ultima goccia e, contemporaneamente, mi sentii sazia e satura. Percepii qualcosa riempire la parte più profonda di me. Scottante e in estasi gemetti sentendo il bisogno di stringermi a quel demonio. Un brivido mi percosse il corpo e con stupore entrambi fummo preda di piccoli spasmi. Cercai di riprendere fiato inspirando a gran polmoni, mi sentii mancare.
Lo youkai poggiò la sua fronte contro la mia spalla. Il colosso con stanchezza ansimò per l'immenso sforzo appena compiuto.
Una lacrima cadde dai miei occhi senza che me ne rendessi conto.
Ancora frastornata percepii qualcosa colare tra di noi...
Fu un errore, lo stesso sbaglio che avrebbe segnato la mia condanna.. per sempre.
Mi svegliai di soprassalto.
Era mattina. Fortunatamente mi risvegliai nel mio letto. Fu solo un Incubo. Intontita mi alzai e andai a prepararmi. Finalmente era arrivata l'estate al tempio Higurashi. Mi diressi in bagno a sciacquarmi la faccia come ogni mattina.
Aprii l'acqua gelida del rubinetto e con le braccia mi sorressi alla sponda del lavandino . 'ancora questo sogno...' pensai rialzando il viso così da guardarmi allo specchio.
Sospirai sonoramente e mi bagnai il viso con l'acqua gelida. Cercai di non dar peso a quello che sognai e giurai che non mi sarei fatta rovinare la giornata tanto facilmente. Dopo tanto tempo sarei potuta stare per un po' con Lui, l'unica cosa che dava un senso a questa vita. Ri-avvitai il pomello e mi asciugai il viso. Dalle scale si udirono la sua tenera risatina. Scesi alcuni scalini. Osservai dalla cima delle scale quei tre. Lui era lì in cucina tra Sota e mia madre. Stavano cercando di preparare la pasta per i biscotti. Vi era un vero e proprio Caos. La farina era dappertutto : a terra, tra i capelli, in viso, sul tavolo e sui loro pigiami. Sorridendo scesi le scale lentamente tentando di non spezzare quell'allegria. Il piccolo era in piedi su di una sedia che rideva. Il suo tenero visetto era rivolto a mia madre.
Era ancora così piccolo.
Arrivata al piano terra, il cucciolo si voltò incontrando i miei occhi. Di sicuro aveva percepito la mia presenza. " Mamma!" Esclamò felice andandomi incontro. Allargando il mio sorriso, lo accolsi tra le mie braccia. Il mio amoruccio fu felicissimo. Si, Lui era il mio dolce tesoro, il mio bambino, il mio piccolo Yoshiro.
Fu così contento di poter star finalmente un po' con la sua mamma.
" Allora, che state facendo?" chiesi incuriosita aggiustando i capelli di mio figlio "ma che avete combinato?" feci una voce buffa " e perché sei tutto bianco?" domandai togliendogli la farina dalla sua testolina argentata.
" Fahina!" rispose chiudendo gli occhietti mentre si fece pulire imbarazzato.
" vedo , vedo.." conclusi sospirando. Più cresceva e più assomigliava a...suo padre. Aveva i suoi stessi capelli argentei ed erano lunghi quanto bastavano per nascondere le sue fattezze demoniache ovvero: la luna blu che aveva sulla fronte e le sue piccole orecchiette puntute. Aveva persino gli stessi fini occhi dorati di quel demonio maledetto. Erano due gocce d'acqua cosa che, giorno per giorno, mi dava pensiero. Senza accorgermene mi persi nei miei pensieri. Yoshiro mi guardò con aria interrogativa vedendomi lì ferma a osservarlo. Senza dargli troppo peso lo sentii prendere la mia mano. Strattonando la manica mi obbligò a rimettermi sulle mie gambe .
" vieni!!" mi disse trascinandomi da mia madre. Quei due, ridendo di gusto, mi raccontarono quello che fosse successo pochi attimi prima. Fu un semplice incidente di percorso il loro. Erano sempre stati dei combina guai. Il mio piccolo si rivolse a me con un tenero sorriso mentre io li rimproveravo per non aver fatto attenzione. Tutto ad un tratto Yoshiro si nascose. Abbracciando le mie gambe, con tanto amore mi chiese scusa. Aveva ancora 2 anni ma sapeva come comportarsi. Yoshiro era davvero ben educato, sempre solare, ma allo stesso tempo era restio a conoscere gente estranea. Lui era il mio tenero cucciolotto.
" mammina" mi tirò una gamba dei miei pantaloni "oggi, paco?" mi chiese ingenuamente rivolgendomi i suoi limpidi occhioni d'oro. Non riusciva ancora a pronunciare la r poverino.
" va bene, tesoro" annuii accarezzando la sua piccola testolina argentea. "ma prima dobbiamo lavarci e sistemarci" conclusi prendendolo in braccio.
" Si !" esultò felice poggiandosi alla mia spalla.
Salii le scale con il bambino che iniziò a parlare di cosa avremmo fatto al "paco". Lo feci scendere in bagno, subito cominciò a spogliarsi mentre io uscii un momento per andare nelle mia camera. Presi i suoi vestiti e tornai da lui. Tanto fu felice che non smise di parlare neanche per un secondo.
" poi...!" continuò togliendosi l'ultimo indumento che aveva in dosso. Lo aiutai prima che si facesse male e lo presi in braccio " bello!" esclamò felice come una pasqua. " qua-qua" prese le sue paperelle preferite. Aprii l'acqua e riempii la sua vaschetta di plastica.
" la mamma sarà libera per un po' " gli spiegai sorridendo " e potrà stare con te tutto il giorno" gli annunciai mettendolo dentro vasca.
" Siii!!!" urlò Yoshiro felice agitandosi come un anguilla. Lo lavai per bene con la sua spugnetta gialla. Da brava mamma, gli passai lo shampoo per bambini tra i capelli. Iniziai a sfregar per bene mentre il mio tesoro giocava ininterrottamente con i suoi animaletti di plastica.
" come hai fatto a sporcarti anche le orecchie?" gli chiesi incredula cercando di togliere la farina anche da lì.
" non lo shio" rispose guardandomi in mezzo alla nuvola schiumosa . Yoshiro ben presto iniziò ad agitarsi come una scimmietta. Con il passare del tempo diventava sempre più difficile lavarlo.
" Yoshi caro, sta fermo avanti!" lo supplicai mentre il bambino schizzò l'acqua da ogni parte.
" Mamma! " esultò buttandomi l'acqua di sopra. " qui me- me " disse abbracciandomi teneramente. Mi bagnò tutta la maglietta del pigiama e persino i pantaloni. Scuotendo il capo in quel momento ne approfittai per sciacquandogli la testa. " Bello!!" esultò con le sue guanciotte tutte rosse sotto la colonna d'acqua.
" sei un combina guai... " lo rimproverai scioccamente. Prendendolo di peso lo feci uscire. Lo asciugai con la sua tovaglia preferita. Mentre lo avvolgevo constatai che sembrasse una specie di burrito poverino. " ora ti mangio di baci!!" esclamai sbaciucchiandogli le guance mentre lui cercava di scappare ma non poteva opporsi per sua sfortuna. Dopo avergli fatto il solletico lo feci scendere ed iniziai a vestirlo. Non potevano mancare le sue mutandine con i super eroi ovviamente! Era una delle sue fissazioni. Subito dopo gli misi i suoi pantaloncini blu e una magliettina verde piena di scritte nere. Inspirai soddisfatta, sembrò un vero ometto. Rialzandomi da terra la vecchiaia iniziava a farsi sentire visto che mi fece male la schiena. Andai in camera mia mentre mio figlio mi seguì sperando di giocare ancora insieme. Entrai nella stanza, il mio piccolino si distese nel letto e iniziò a parlare del suo zietto preferito. Tra le sue parole sconnesse mi cambiai. Cercai di prendere uno dei mie soliti vestiti quando il mio tesorino mi bloccò dicendomi.
" questo!" mi supplicò prendendo un vestitino blu un po' scollacciato. Dopo la sua nascita ero restia a vestirmi in modo < < provocante > > .
" Ma no caro, questo non è adatto" dissi imbarazzatissima, non avevo idea da dove l'avesse pescato fuori.
" questo!!" mi rimproverò con rabbia. Ero troppo stanca per fare polemiche inutili.
" solo per questa volta" chinai il capo sconfitta. Lo accontentai pur di non sentire i suoi capricci.
" si!" esclamò Yoshiro mio sedendosi sul letto nuovamente.
E fu così mi misi quel benedetto vestito blu-elettrico scollato. Non mi sentivo a mio aggio con un indumento del genere. Io ero tipo da magliette larghe , jeans e camice.. altro che vestitini! Pronta, scesi, con sotto braccio una piccola borsetta nera. Yoshi mi seguì facendomi strada per la porta d'ingresso. Lo feci sedere sull'uscio della porta per mettergli le scarpine. Non si fece pregare affatto il piccolo furbetto.
" quando tornerete" Sentii la voce del nonno " vi aspetteranno degli ottimi biscotti" annunciò il vecchietto seduto vicino al tavolo della cucina con mia madre e Sota. Quei tre stavano facendo le forme dei biscotti in quell'istante.
" lo spero nonno" risposi indossando i mie sandali neri con un accenno di tacco.
" mi raccomando" si avvicinò alla porta il simpatico anziano " non fate tardi" si raccomandò in fine il bis-nonnino.
" si!" aprii la porta " sta tranquillo!" cercai di tranquillizzarlo " a tra poco" uscii con Yoshi che salutava tutti con la sua manina. Entrando nel vialetto, il piccolo prese saldamente la mia mano. Il nostro obbiettivo fu di dirigerci verso il parchetto a pochi passi da casa. Scendemmo la lunga scalinate di marmo e finalmente ci immettemmo nella strada della piazza principale. Parlando del più e del meno, Yoshiro, non riuscì a contenere la propria felicità. Durante il percorso, d'un tratto, se ne uscì con un "Mamma è bella!" con il suo viso pieno di felicità.
" ti ringrazio tanto" dissi arrossendo sentendomi così piccola. Era un vero don giovanni in miniatura quel piccolo birbantello.
Eppure un << sei bellissima >> detto da mio figlio valeva cento volte di più di mille uomini che potevano dire lo stesso. Arrivati sul posto invitai il tesorino ad andare a giocare con gli altri bambini. Senza perdere tempo corse verso un gruppetto di loro che stava giocando con la sabbia. Lo osservai mentre parlava con quei bambini e, senza problemi, iniziò a scavare insieme a loro. Sollevata tirai un respiro di sollievo, vederlo lì con gli altri piccoli mi fece solo piacere. Yoshi, per mia fortuna, era sempre stato accettato dagli altri bambini. In particolar modo sembrava far colpo sulle bambine della sua età.
Quel furbetto aveva un gran successo tra le femminucce senza che se ne rendesse conto. Spesso, era circondato da bambine che litigavano per chi doveva giocare con lui. Mio figlio non capiva il perché del loro comportamento ma ancora ne aveva di tempo. Per questo motivo Yoshiro chiamava < < strana > > quasi ogni bambina. Quante volte le mamme, vedendolo giocare con la propria figlia, tentavano di attaccare bottone in modo sfacciato e spesso anche delirante. Ma io non davo assolutamente confidenza a delle persone del genere. La cosa che ancora di più mi dava sui nervi era il fatto di evidenziare la mia giovane età, creavano un velo di compassione perché io non avevo un marito.. Avrei preferito ucciderle piuttosto che sentire quegli stupidi discorsi che mi facevano : di essere stata < < forte > > per aver deciso di crescere un bambino tutta da sola; che la mia vita doveva essere dura senza il padre di mio figlio accanto a me ed altro ancora..... La verità era che provavano compassione nei miei confronti per aver avuto appena da adulta il mio bambino. Ma Loro cosa ne potevano sapere di come mi sentissi? Non so come solo si permettevano di sputare sentenze su ciò che non sapevano? 'Stupide oche!' pensai con rabbia. Le odiavo con tutta l'anima.
Feci un bel respiro allontanando quei cattivi pensieri da me. Il mio bambino era fin troppo piccolo per creare dei legami affettivi con qualcuno , ben che meno con delle bambine! Yoshiro aveva: me, mia madre, mio fratello e il nonno. Non gli mancava assolutamente l'affetto di cui necessitava! 'che Padre e padre!' urlai mentalmente ' io sono entrambi per lui e nessuno può permettersi di dire il contrario.' Scuotendo la testa mi diressi verso un altalena. Mi sedetti a silenziosamente guardai mio figlio cercando di scacciare le mie paure, le preoccupazioni e il dolore. Vidi Yoshiro divertirsi nella sabbia con tutti gli altri bambini. Costruirono dei castelli così belli. Tutto ad un tratto però mi venne una stretta al cuore.
'E pensare....' piantai i piedi a terra ' che ebbi la malsana idea...' mi sentii così male ' di... non averti, figlio mio...' mi vennero le lacrime agli occhi ripensando a tutto quello che avevo vissuto prima di allora.
Quando distrussi la sfera nella mia mano tutto cambiò. Il mio viaggio maledetto finì per sempre. Naraku, fece in modo che fossi inghiottita dal pozzo senza avere la possibilità di ritorno nel Sengoku. Fui strappata dai miei amici letteralmente. Passati 2 mesi pieni di angoscia e disperazione per quel tragico addio, mi accorse che mi erano < < saltate > > per 2 volte di fila. Pensai subito ad un ritardo come sempre ne avevo avuti nella mia vita ma, riflettendoci su, non mi ricordai più quando ebbi le mestruazioni. Inorridii non avendo alcun ricordo recente. Rimembrai che l'ultima fu prima che morisse Kikyo. Trasalii e arrivai alla conclusione, di non aver avuto il ciclo dopo quella notte con quel demonio. Fece l'argo, nella mia povera psiche, il timore di poter essere incinta a causa sua.
Preoccupata a morte non riuscii a spiegarmi come mi fossi cacciata in un guaio del genere. Deglutii a fatica e mi decisi. Recuperai un paio di soldi e andai in farmacia a comprare un test di gravidanza. Anche se piena di vergogna cercai nella Farmacia. Ero così giovane... mi domandai cosa avrebbero pensato le persone del negozio. Quando fu vuota mi avvicinai al bancone e chiesi alla commessa il test. Lei mi diede quella scatolina senza batter ciglio anche se sapevo che lei mi giudicasse più degli altri. Mi diressi a casa nascondendo quel sacchetto nel mio zaino. Aspettai con pazienza che tutti fossero andati via. Andai in bagno, seguii tutte le istruzioni e aspettai quella ventina di secondi fatali. Il mio cuore andava a mille, non potendo credere che potessi essere rimasta incinta. Fu solo una assurdità e ancor di più che quel demone di Sesshomaru ne sarebbe stato il padre. Non ebbi il coraggio di guardare cosa c'era scritto. Se fosse stato positivo la mia vita sarebbe cambiata per sempre e quel segreto, che avrei giurato di portare nella tomba, sarebbe stato ancora più grave. Cercai di respirare ma non ci riuscii. Dopo aver riempito i polmoni mi voltai di scatto e piena di coraggio vidi cosa ci fosse scritto. Feci cadere per terra quel bastoncino maledetto. Le lacrime inondarono il mio viso. Ero distrutta. Il risultato del test fu positivo. Ero incinta. Mi sentii senza forze. Poggiando le spalle alla parete scivolai in terra preda delle lacrime. Fui disperata ,distrutta, incredula, preoccupata, impaurita e terrorizzata tutto in un istante. 'Come è successo?' mi chiesi stringendomi a me ' Cosa posso fare?' piansi convulsamente ' Cosa dovevo fare?' nascosi il mio viso tra le mani
Be..Dopo essermi sfogata con un sonoro pianto liberatore, iniziai a ragionare trovai come unica soluzione plausibile l'aborto. Io non volevo avere il figlio di un essere che mi aveva solo ingannato e usato per una notte. Nessuno avrebbe mai dovuto sapere niente di questa storia. Sarebbe stato un altro inconfessabile segreto che mi sarei portata nella tomba così da guadagnarmi un giorno l'inferno. Feci scomparire il test con attenzione, nella settimana seguente mi informai su dove poter fare una cosa del genere e la trovai. Parlai con una dottoressa di una clinica privata accordandoci per l'indomani stesso così avrei risolto il mio < < problema. > >
Non osavo neanche toccare la mia pancia per paura che potessi affezionarmi. Quella mattina stessa ritirai dal conto di mia madre la cifra di denaro necessaria per l'intervento. Alle 9 fui davanti alla struttura. Entrai insieme ai paramedici. Sembrava essere una normale clinica come tante altre. Il plesso si trovava in periferia. Vi entrai portando con me la mia borsa. Arrivata diedi il mio nome al infermiera che mi fece accomodare in una stanza dietro di lei.
Nonostante l'orario nella stanza c'erano già 2 ragazze della mia età che aspettavano il proprio turno. Mi sedetti in quella specie di panchina. Nessuno di noi ebbe il coraggio di parlare. Evitammo di guardarci in faccia. Su ognuno di noi vi ero il peso della decisione che mai una donna vorrebbe mai prendere cioè dare la vita o toglierla. Passato un po' di tempo sfiorai il mio ventre. Più le lancette dell'orologio scorrevano e più pensai di non essere tanto sicura della mia scelta. Alzando il mio sguardo mi ritrovai sola su quella panca incolore. Un medico con camice bianco, molto giovane, mi chiamò. Entrai nella sala. Cominciarono a farmi dei test per verificare il mio stato di salute. Cercò di tranquillizzarmi ma ebbi troppa paura. Mi portarono in un altra stanza per farmi fare un ecografia che, al dire del medico, servisse per prendere le coordinate del << agente patogeno >>. Il medico mi chiese se sapessi già a che mese fossi ma scossi la testa, non lo sapevo.
Applicò il gel sopra la mia pelle. Passando quello strano strumento sotto l'ombelico lo vidi nello schermo difronte a me. Era un essere tanto minuscolo, a mala pena riuscì a distinguere il suo corpicino. Non potei credere che fosse davvero mio figlio. Il dottore mi riferì che fossi già al 4° mese di gravidanza e anche lui sembrò esserne sorpreso. Non mostravo ancora i sintomi della gravidanza, però, il piccolo era lì che cresceva silenziosamente dentro di me. Il medico fece per togliere lo strumento ma fermai la sua mano pregandolo di farmi vedere ancora per un po' quel bambino a cui avrei dovuto rinunciare per il mio e il suo bene. Desiderai di voler restare lì per sempre, avrei voluto guardare il piccolo esserino tutto il giorno, avrei supplicato per guardare quel suo minuscolo cuoricino battere ancora e ancora. Lentamente lasciai la mano di quell'uomo. Mi vergognai come una ladra.
" va tutto bene signorina?" mi chiese.
" s-Si" ebbi la lacrime agli occhi. Non potevo tenere quel bambino e lo sapevo. Una volta che la visita finì mi fece accomodare fuori all'aperto. Accarezzai il mio ventre ripensando a quel piccolo esserino indifeso che stava crescendo dentro di me. Non fui più convinta della mia scelta. Realizzai di essere madre ma allo stesso tempo io sapevo che ero troppo giovane. Lui ero solo il frutto del peccato tra due maledetti che non pensarono neanche alle conseguenze. Mia madre mi avrebbe odiata così come Inuyasha se mai l'avesse saputo. Il suo sorriso si sarebbe tramutato orrore così come quello della gente intorno a me. Mio figlio sarebbe stato un mezzo-demone, un essere odiato da tutti e io con lui. Tenendo la testa tra le mani piombai in quell'abisso pieno di dolore. Poteva essere un abominio, un mostro senza volto ne arti... Poteva essere qualsiasi cosa ma... La cosa che davvero mi spezzò il cuore fu il ricordo di suo padre. Ricordai nitidamente il volto Sesshomaru poco prima che sparissi. Lui mi diede le spalle. Il mio corpo ebbe un battito e il vomito iniziò a salirmi in gola. Non fece nulla per aiutarmi, non fece nulla per impedire che andassi via. Nonostante gli altri gridassero il mio nome... Lui non fece nulla. Mi si spezzò il cuore in mille pezzi. Non avevo un lavoro né un uomo a cui fare affidamento. Io ero troppo giovane e sapevo che avrei spezzato il cuore della mia famiglia. L'infermiera si avvicinò a me. Senza dire una parola mi portò verso la sala dove sarebbe avvenuto l'intervento. Mi distesi nel lettino spogliata di tutto. Quel piccolo esserino era anche mio figlio ma avevo troppo paura. Mi portarono in una sala totalmente bianca con il medico che mi aveva seguito precedentemente. Mettei istintivamente le mia mani a protezione della mia pancia. Il medico indossava una mascherina bianca in volto e un camice verde. Nella sua mano strinse una siringa.
Il dottore era pronto per farmi l'anestesia. Avevo il cuore in gola , non volevo che si avvicinasse a me.
"Ditemi" mi chiese guardandomi negli occhi " siete convinta di farlo ?" domandò facendomi tremare alla paura.
" io..." sussurrai terrorizzata. Era giusto il momento di prendere la mia decisione. Tenerlo o No, questo era il dilemma. Avere una vita piane di difficoltà e piena di odio oppure rifarsi una vita convivendo con il peso di aver ucciso mio figlio. L'uomo si mosse verso di me. Prendendomi il braccio cercò la vena.
" non Dovete preoccuparvi, non sentirete nulla" mi rassicurò il dottore " una volta finito e come se non fosse mai accaduto signorina" concluse avvicinando la sua siringa. Eppure, poco prima che potesse conficcarmi quell'affare nella vena, lo spinsi via colpendo la sua mano. La siringa cadde mandando in frantumi la provetta di vetro." no!" Urlai in lacrime. " i-io... i-io " Ansimai guardando il medico sconvolto per la mia reazione. " io voglio questo bambino!" Esclamai in preda ai singhiozzi " anche se non avrà un padre" toccai il mio ventre " non m'importa" mi sedetti piangendo " è pur sempre mio figlio... non potrei sopportare di togliergli la vita.." conclusi nascondendo il mio viso tra le mie mani piena di vergogna. " LUI NON HA COLPA!" gridai al cielo.
" siete sicura...?" chiese il giocane medico togliendosi la mascherina" una volta superati i 5 mesi non potrete rinunciarvi se non a rischio della vostra vita" mi avvertì molto serio poggiando una mano sulla mia spalla.
Strinsi nella mia mano il camice che indossavo " non ci sarà alcun problema, perché lui vivrà con me" dissi con voce flebile accarezzando la mia pancia. " lavorerò.. farò di tutto per tenerlo con me..." cercai di asciugarmi le lacrime. Il dottore gettò la mascherina per terra e aprendo la porta chiamò un infermiera per portarmi via.
" spero che ce la faccia signorina" disse quando uscii. Non riuscii a smettere di piangere ma ero libera finalmente.
'Si, avevo tentato di ucciderlo,' pensai uscendo da quella spirale di ricordi dolorosi. 'Di sbarazzarmi di lui.' avevo le lacrime agli occhi 'Che razza di madre sono..?che razza di mostro di madre sono, per aver tentanto di toglierti la vita?' chiesi a me stessa vedendo Yoshiro giocare tranquillamente con i suo amichetti. ' di aver tentato di negarti il diritto di esistere, piccolo mio?' volevo scomparire dalla faccia della terra.
Scoppiai in lacrime per il rimorso di aver potuto concepire una cosa del genere.
" mamma.." Mi chiamò mio figlio correndo da me preoccupato. Si accorse del mio stato d'animo d'un lampo. " mammina..?" tolse le mani dal mio viso per cercare i miei occhi. Mi abbracciò stringendomi forte forte. Sapevo che stava cercando il modo per farmi smettere di piangere. " M-Mamma..." anche io lo strinsi.
'Perdonami.. perdonami..' supplicai mentalmente contraccambiando quel suo tenero abbraccio. Non avrei mai dovuto piangere in quel modo ma la colpa mi stava divorando l'anima.
" mamma no piangehe.." mi pregò singhiozzando tra le mie braccia .
'Perdona tua madre..' le mie lacrime macchiarono la terra ' perdonala per quello che stava per farti...figlio mio ' supplicai ancora una volta al mio bambino sperando che mai nella sua vita venisse a conoscenza di quel orrendo e disgustoso Segreto, ovvero che: la sua adorata mamma aveva pensato di non metterlo al mondo.
' perdonami, ti prego Yoshiro....'
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Author notes:

Buona sera a tutti.
Dopo tempo e dopo anni dalla sua prima pubblicazione (che era solo un banale testo il quale sembrava un copione scritto da una bambina di prima elementare ) ecco tornare l'autrice con la sua ultima e definitiva ristesura della storia.

Dedico queste poche righe a chi ha scritto e a chi ha voluto anche solo leggere per curiosità quello che ho scritto. Non sto qui a scrivere i miei trascorsi ma sappiate che avvolte la vita è davvero imprevedibile.
Dopo essermi iscritta all'università ho rivisitato le miei priorità e fatto ordine nella mia vita.
L'evoluzione credo sia stata rilevante.  ( se ci fossero ancora piccoli errori vi prego di segnalarli in privato anche se credo non ce ne siano più. )

Grazie di cuore a tutti voi e Al prossimo capitolo.

Arrivederci.

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


I Love You...even Now.

Author: Eriet (Kagome 95 )


Chapter 2: L'angelo nato dal dolore.



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Era calata la sera ed avevamo appena finito di cenare.
“ allora” chiese mia madre poggiando il proprio bicchiere d’acqua sul tavolo della cucina “ oggi con chi vuoi dormire?” chiese al mio bambino “ con la mamma?” domandò facendogli un dolce sorriso.
“ no!” intervenne mio nonno . “ con il bisnonno, vero?” propose a Yoshiro cercando di corromperlo con uno sguardo da cucciolo.
“ emm..” disse imbarazzato girandosi i pollici “ mamma” arrossì vistosamente indicandomi.
“ ahh, uffa” si lamentò il mio nonnino chinando il capo in segno di sconfitta “ non scegli mai me” affermò e nascondendo il proprio viso sotto il braccio pianse come una fontana. Yoshi immediatamente corse dal vecchietto, abbracciandolo amorevolmente cercò di consolarlo come meglio poteva fare.
“ Me bene, bis-nonnino “ cercò di spiegarsi il mio tenero tesorino preoccupato.
“ e ti credo piccolo birbante!” lo afferrò facendolo sedere sulle proprie ginocchia. Come al solito stava solo fingendo d'esserci rimasto male... “ eheheheh” rise sonoramente soddisfatto di se “ tu sei il mio bis-nipotino preferito” iniziò a fargli il solletico.
“ ahahahaha, bahtta !” esclamò mio figlio cercando di farlo smettere. Tutti scoppiammo in una fragorosa risata.
Era dalla scomparse di mio padre che non si respirava un aria piena di gioia in questa casa. Dopo la sua morte erano cambiate molte cose. Da quel giorno la mamma e il nonno non erono stati più gli stessi e come dargli torto. La sua morte era stata un fulmine a ciel sereno...
“ allora Yoshi" si fermò finalmente il bis-nonnino " perché non raccontiamo cosa abbiamo fatto ieri tu ed io?” chiese al suo nipotino fiero più che mai. Fu così che i due iniziarono a raccontare delle loro grandiose avventure che vissero ripulendo il tempio. Mi fecero ridere. Non avevo mai visto il nonno così entusiasta per delle banali pulizie. Nonostante quei due non smettessero di parlare, io non prestai particolare attenzione alle loro parole. Mi persi in quel sorriso che aveva dipinto in volto Yoshi. Non esisteva al mondo qualcosa di più importante per me. Vederlo felice fu la giusta ricompensa per i miei sacrifici.
Quel piccoletto aveva riportato in  casa la vita che mancava da molto tempo.
Passarono le ore in un attimo.
Rimasi solo io in cucina.
 Dopo aver finito di pulire la stanza, notai che fosse quasi mezzanotte. Esausta per la missione appena compiuta, mi diressi verso camera mia. Attraversando la stanza tappezzata di parquet, vidi provenire dal salone una tenue luce. Incuriosita mi avvicinai e notai che il fascio di luce facesse capolino dai pannelli della porta scorrevole della camera. Immediatamente pensai che fosse Sota e che, come a suo solito, fosse rimasto sveglio fino a tardi a vedere la Televisione. Entrai. Quatta quatta mi avvicinai al divano con fare felino pronta ad inchiodare quello stupido per l'orario. Abbassando il mio sguardo però trovai, con mia sorpresa, qualcuno disteso sul sofà verdognolo. Inaspettatamente vidi che non fu Sota a sonnecchiare beatamente sul divano. Lì disteso c'era qualcuno di più piccolino e monello. Già, raggomitolato su quel vecchio e scomodo mobile, trovai il mio piccolo tesoro dormire. Subito capii il perché fosse lì. Yoshiro, poveretto, cercò di star sveglio per salire in camera insieme alla sua mamma. Lui era così, un piccolo angelo dal cuore candido che voleva tanto bene alla sua mammina così sbadata. Con cautela mi sedetti su di uno dei braccioli. Accarezzai la sua arruffata testolina argentata. Tra lo studio e il lavoro spesso capitava che rincasassi a casa la sera tarda. Ogni volta vederlo nel mio letto con accanto a se mia madre che gli teneva la manina artigliata mi spezzava il cuore. Nell'ultimo anno, ogni maledetto giorno, mi impegnavo per tornare da lui il più presto possibile. Era davvero un evento raro quando riuscivo a rientrare prima delle dieci di sera e quelle poche eccezioni erano sempre una festa per il mio pargoletto. Sapevo che questa lontananza lo faceva soffrire e solo in quei pochi momenti di tenerezza mi ricredevo di me stessa pensando di non essere così pessima come madre. In fondo io facevo tutto questo per il mio Yoshi, per non fargli mancare nulla nella sua vita e per far sì che un giorno lui fosse fiero della sua mammina. I miei piccoli sacrifici non erano nulla a confronto della felicità che provavo nel vedere i suoi occhioni pieni di gioia. I suoi dolci sorrisi mi davano la forza per dire al mondo: Io Sto Facendo La Cosa Giusta.
L’unica scelta sensata della mia vita fu dare alla luce Yoshiro.
Più passava il tempo e più sentivo d'essere la madre più fortunata dell’universo per avere un tale dono al mio fianco. Nonostante in cuor mio sapessi che dentro mio figlio un giorno sarebbe nato un vuoto, un dolore per non avere un... padre accanto a se....
Improvvisamente un  “ m-mamma?” spezzò il silenzio. Vidi quel piccolo birbante agitarsi. Cercò di mettersi seduto.
Rialzandomi“ saresti dovuto andare a letto “ inspirai malinconicamente. Pigiai il pulsante off del telecomando che trovai dietro la sua schiena in miniatura.
“ m-ma i-io..” balbettò Yoshiro sfregandosi gli occhioni impastati di sonno .
“ su, andiamo “ ribattei prendendolo in braccio.
“ si, mammina “ annuì buttandomi le braccia al collo. Senza opporre resistenza lo portai via con me. Dopo aver chiuso la porta, ci dirigemmo verso le scale.
“mamma mia, ormai sei proprio un ometto! “ risi salendo i gradini a fatica” tra qualche giorno, la mamma, non potrà più prenderti in braccio “ dissi scherzosamente. Ormai il mio bambino stava diventando un po’ pesantuccio per le mie povere braccia.
“ mmmh.. non è vero..” si lamentò con un filo di voce accoccolandosi ancora di più. Risi di gusto per quella tenera reazione. Con cautela riuscii a salire pure l’ultimo scalino. Affaticata aprii la porta di camera mia e lo posai nel letto.
“E ora la mamma!" annunciai al bello addormentato nel bosco " ti mette il pigiamino!” lo avvertii spogliandolo. Era troppo stanco per potermi rispondere poverino. Si trasformò in un bambolotto di porcellana con cui poterci giocare senza alcuno sforzo. Dopo averlo rivestito, gli diedi un bacio sulla fronte e cercai nell'armadio il mio di pigiama.
Spogliandomi vidi, riflesso nello specchio, mio figlio rannicchiarsi nel letto mentre abbracciava il cuscino. In quell'istante mi resi conto che il tempo fosse davvero volato via. Neanche poco tempo fa’ c’era una culla accanto al mio letto. Tra quei ricordi sbiaditi, potei vedere riflesso in quello stesso specchio delle piccole manine artigliate tentare d'afferrare goffamente le stelline del carillon che erano stato un tempo della sua mamma. Tra i suoi lamenti infantili il neonato mi faceva sempre allarmare ma ormai quelli erano solo ricordi. Riaprendo gli occhi mi voltai verso il mio angelo.
Compresi che: Yoshiro sarebbe diventato un uomo prima ancora che io me ne accorgessi. Sicuramente anche lui un giorno mi avrebbe dimenticato un po' come fece suo padre. 'Come se per quel demone' pensai schernendo me stessa ' fossi mai esistita ' Mi resi conto d'essere una vera e propria stupida.
“ Ti voglio bene mamma..” Sentii pronunciare dal mio cucciolo mentre si voltò verso sinistra. Mi si sciolse il cuore. Senza indugiare mi distesi accanto a lui e accarezzando il suo dolce visino pregai che il tempo si fermasse per un istante di modo che potessi essere felice per l'eternità .
 “ anche la mamma ti vuole tanto bene, bambino mio” sussurrai stringendo tra le braccia mio figlio. Chiudendo gli occhi spinsi via le lacrime di frustrazione che come ogni notte accompagnavano il dolore del mio peccato. Mi addormentai ascoltando la dolce melodia che da qualche anno a questa parte mi conduceva tra le braccia di Morfeo, le note di quello stesso cuoricino che mi narravano tra le ombre di non essere più sola.
Battito dopo battito divenni sempre più leggera e senza accorgermene entrai in quel mondo fatto di oscurità e quiete.
“ Kagome” una voce familiare mi chiamò da lontano ma fui troppo stanca per risponderle. Assonnata mi accucciai alla mia sinistra sperando che quell'essere la smettesse. “ Kagome” Anche se ebbi la sensazione che quella voce fosse di Inuyasha, supplicai mentalmente gli dei di farlo stare zitto. Volevo solo che mi lasciasse dormire in pace. Mi ri-girai nel letto. Infastidita cercai di schiudere i miei occhi. Tentai di trovare chi mi chiamasse con insistenza.
“ Inuyasha?” chiesi nel buio.
 Tutto ad un tratto, una grande mano bloccò il mio polso obbligandomi a stare distesa. Ancora stordita. Non capii che stesse succedendo. Vidi una figura maschile essere sopra di me. Realizzai con estrema lentezza che quel qualcuno mi stesse bloccando contro il mio letto senza un vero perché. Nel momento in cui vidi una lunga e liscia ciocca argentata sfiorare la mia mano destra tremai. Incredula non vi potei credere. Sotto shock portai il mio viso a quello dell'uomo. La sua maledetta frangetta fradicia di pioggia mi impedì di vedere parte del suo volto. “ Sesshomaru?” tremai sentendo la mano di quel demone essere sul mio corpo. ‘ no, ti prego ’ piansi sentendo quel maledetto baciarmi il collo. ‘ lasciami’ supplicai sentendo le sue labbra più e più volte. ‘ non lo f-fare…’ quel maledetto iniziò a spogliarmi di tutto. ‘no,’ poggiai una mano contro il suo petto per respingerlo. ‘ No!' gridai mentalmente mentre il fratello maggiore di Inuyasha prese il mio mento tra due dita. Vedendo finalmente le sue pozze dorate mi paralizzai. Il mio cuore batté all'impazzata, di colpo sentii quel demone farsi strada dentro di me. “No!!” urlai con tutto il fiato che avevo in gola conficcando le mie unghia nelle sue spalle. Sentii quella parte di me rompersi per l’ennesima volta. Caddero le mie lacrime al suolo. Quel maledetto mostro mi baciò con dolcezza. Poggiando la mano sulla mia , ferma al suo petto, iniziò a muoversi contro di me. ‘ non baciarmi’ pensai piangendo disperatamente. Lo youkai accarezzò il mio viso per asciugare quelle lacrime come se gli importasse cosa stessi patendo a causa sua. ‘ non asciugare le mie lacrime!’ gemetti quando i suoi artigli scesero al mio collo. ‘ la mia schiena!’ Sentii quella parte bruciarmi. Ansimante strinsi a me quel maledetto per evitare che toccassi terra con la mia schiena. ‘ fermati!!!!’ gememmo insieme nel peccato. Di colpo, come se lui avesse sentito i miei pensieri, invertì le parti. Senza preavviso mi ritrovai sopra quel demone. Le sue labbra cercavano costantemente le mie come se per lui fosse vitale. ‘ io ti odio ‘ accarezzai il suo viso perfetto tra i miei gemiti di piacere. ‘ perché fai così? ’ sedendomi su di lui vidi quei maledetti occhi splendenti cercare i miei. Muovendomi su e giù, il demone, afferrò i miei fianchi con possesso. Ondeggia al ritmo delle sue spinte. Non potei fare a meno di cercare di nascondere le mie vergogne. Avvampando con il braccio destro nascosi il mio petto e con la mano destra cercai di celare la mia femminilità. Mi sentii un verme e, come se a quel bastardo la cosa piacesse, mi alzò facendolo uscire quasi completamente da me. Sconvolta guardai sotto di me la sua erezione e con timore non capii cosa avesse in mente. Impaurita vidi quel pazzo afferrarmi il sedere e sedendosi rientrò toccando la parte più profonda di me stessa. Mi fece mancare il respiro. Sapevo che quel maledetto gioiva dentro di se nel farmi patire quel orrore, lo eccitava vedermi inerme. In un solo attimo: dolore e piacere si mescolarono. Conficcai le mie unghie contro la sua schiena, non ebbi neanche la capacità d’urlare perché mi sentii senza forze. Percepii qualcosa invadermi dentro d'un tratto. Chiusi gli occhi piena di vergogna per quel insano piacere che sentii. Tra le spire di quel diavolo dal viso angelico iniziò a girarmi la testa. Vidi nel suo volto dipingersi un terrificante sorriso pieno di malvagità. Tutto iniziò a ruotare e la schiena a bruciarmi con violenza. Sesshomaru mi gettò nuovamente per terra. Confusa non capii cosa fosse successo dentro di me. Impotente, vidi quel mostro usarmi come meglio gli aggradava. Divenni una bambola di pezza nelle sue grandi mani. Sentii il suo respiro contro la mia pelle mentre io non smettevo di godere di quello che mi stava facendo. “ Kagome” scandì il mio nome il diabolico signore del male. Delle risate in lontananza echeggiarono nel mentre il fratello maggiore di Inuyasha iniziò a sbattermi, stringermi,  mordermi e spingere contro di me come se non ci fosse un domani.
Gemetti senza alcun freno anche se una parte di me urlava ricordandomi quanto fosse sbagliato. Mi alzò le gambe al cielo. Capii quasi subito che sarebbe venuto nuovamente dentro di me. ‘ancora...’ ripetei nella mia mente tra i lamenti di piacere di entrambi. ‘ ancora, ‘ mi mise come una cagna come se avesse cambiato idea. ‘ ancora!' dovetti sorreggermi alla parete di roccia. Non riuscii a smettere di urlare. ‘ ancora !!!’  esclamò la parte più profonda di me obbligandomi a muovermi contro lo youkai fino a che non arrivammo alla fine di quel disgustoso rituale. ‘ Ti voglio ancora!!’ ammisi e tra le grida di entrambi arrivai a toccare per un solo istante il cielo. Giungemmo all'estasi pura e semplice. La stanza iniziò a girare in un turbine di sensazioni. Cadendo per terra esanime capii finalmente dove mi trovassi. Contro il pavimento roccioso compresi che fossi tornata in quella maledetta grotta di tanti anni fa. Stremata sbattei più volte le palpebre ansimando. Riuscii solo a vedere il piccolo fuocherello che accese Sesshomaru. Cadde il silenzio e chiudendo gli occhi mi assopii fin quando non capii tutto. Spaventata mi svegliai consapevole di quello che avessi fatto. Fu mattina. Lo youkata di quel demone fu sopra di me. Il pezzo di stoffa copriva le mie nudità e subito “ Sesshomaru” pronunciai il suo nome confusa. Mi voltai verso l’entrata della grotta. Mi rivestii immediatamente. Uscii con il cuore in gola. Non poteva essere scappato. Il demonio fu lì, immobile, ebbi il suo youkata tra le mani. Quel colosso mi diede le spalle. Lentamente si voltò verso di me, aveva solo in dosso la parte inferiore del suo vestiario. Quando vidi i suoi occhi, le sue labbra si mossero. Tutto tacque. Mi si gelò il cuore. Lentamente il pezzo di stoffa incolore cadde insieme alle mie lacrime macchiando la terra.
Mi svegliai di colpo.
Sudata e stanca il primo pensiero fu per mio figlio.
Voltandomi lo vidi dormire accanto a me beatamente. Sconvolta per quello che sognai decisi di alzarmi. Mi diressi in bagno di corsa. Mi sentii sempre più male. Mi venne da vomitare. Senza neanche pensarci chiusi la porta e aprii il rubinetto della doccia. Mi mancava ancora il respiro. Poggiata al lavandino sentii scoppiarmi il cervello. Cercai di distrarmi. Tentai di concentrarmi sul rumore dell’acqua che scorreva senza sosta ma, la mia mente perversa, era rimasta a quel giorno maledetto. Rivivetti quel ricordo maledetto.
“ S-Sesshomaru?” lo chiamai sull’uscio di quella maledetta grotta stringendo tra le mie mani la sua veste bianca. Li demone era lì che mi dava le spalle. Era immobile. Un brivido mi percosse la schiena. Con immensa vergogna abbassai il capo porgendogli l’indumento. “ q-Questo è v-vostro” Pronunciai piena d’imbarazzo. Non seppi proprio cosa dire. Non sapevo neanche se dargli del tu o del lei.
“ Dimentica” fu quello che disse senza neanche rivolgermi il suo sguardo.
A quel ricordo entrai nella doccia con tutti i vestiti. L’acqua fu gelida ma non quanto le parole dette da quel mostro. 
“ Dimentica quello che è successo” furono le sue ultime parole poco prima che scappassi via in lacrime.
Da quell’istante in poi la mia povera anima venne svuotata di tutto. Risentire quelle parole taglienti mi distrussero mentalmente. Poggiai la mia schiena contro la parete della doccia. Scivolai per terra.
A causa di una notte di pura follia avevo tradito tutti. Quel mostro senza cuore mi aveva usato senza indugiare probabilmente per fare un torto a suo fratello. Per quanto mi potessi pulire, la mia anima era sporca ancor di più di quanto non fosse stata la sfera unta dal sangue di quegli uomini bramosi di potere. Alzai il mio viso al cielo di modo che le mie lacrime potessero confondersi con il getto d’acqua gelida.
Io che avevo amato Inuyasha peccai senza ritegno.
Rannicchiandomi capii che l’inferno sarebbe stato l’unico luogo dove avrei mai potuto vivere un giorno. 'sono stata solo un passa tempo...’ la verità mi distrusse ancora una volta. ‘STUPIDA!' urlai piena di frustrazione 'COME UNA STUPIDA IDIOTA!’ picchiai la mano contro il pavimento biancastro ’SONO SOLO UNA PUTTANA!' piansi per tutto: per la mia stupidità, per non essere stata forte, per non aver pensato alle conseguenze e per essermi fatta trasportare da quei sentimenti così labili.
Lentamente mi calmai. Privata di ogni sentimento uscii dalla doccia. Mi guardai allo specchio. Con tutta la rabbia che ebbi in corpo colpii la mia immagine con un pugno. Lo specchio si frantumò in mille pezzi. Portai la mia mano insanguinata al mio fianco. 'Ma l'ho voluto io...’ dovetti ammettere la verità osservando l’immagine deformata ‘e me ne assumo la colpa...’ uscii dalla stanza con un asciugamano avvolto intorno al capo’ La colpa di una notte..’ aprii la porta di camera mia per prendere dei vestiti puliti ‘ di sesso senza amore...’. Nel silenzio osservai l’amore della mia vita dormire nel mio letto. ‘Che mi donò il mio angelo.' i primi raggi di sole colpirono i suoi capelli argentati.
Accarezzai la testolina di mio figlio con dolcezza. Con le lacrime agli occhi ringraziai gli dei ancora una volta per avermi donato una ragione per cui vivere su quella Terra maledetta....

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***



I Love You...even Now.

Author: Eriet (Kagome 95 )


Chapter 3: Ricordi



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Una bellissima giornata di vacanze estive era finalmente cominciata .
Io e la mia famiglia avevamo appena finito di pranzare. Piena come un uovo mi distesi sul divano del salottino.
C'era un caldo afoso. Durante i soliti programmi della televisione, vidi che la temperatura avesse toccato i 37 gradi all'ombra. Agitai il mio ventaglio nel vago tentativo di rinfrescarmi. "ahi!" mi morsi le labbra. Sfortunatamente la mano mi faceva ancora male. Mi calmai e tirando un bel respiro cambiai mano.
Fui molto fortunata a dire il vero. Quando Mamma si svegliò credette che avessi rotto lo specchio accidentalmente. Lo stupido del Nonno invece insistette a bendarmi le ferite nonostante fossero solo dei taglietti superficiali. Mi trattarono come una bambina. Tra quel caos Yoshiro si mise a piangere. Risultato? mentre io mi feci medicare, contro voglia da mio nonno, il cucciolo preoccupato mi spiò dal corridoio con le lacrime agli occhi. Erano sempre i soliti. Troppo apprensivi e poi non era nulla di preoccupante...erano quei due che la fecero diventare una cosa mortale! Nel Sengoku avevo subito ferite ben peggiori di quella ma sarebbe stato inutile spiegarglielo.
Grattandomi la nuca cercai di scacciare via quegli stupidi ricordi.
" Pronto?!!!" urlò Sota dal corridoio. Incuriosita mi affacciai per vedere che stessero combinando.
" si!!! " Il cucciolo cominciò a correre. Era davvero instancabile il piccoletto.
“ fate piano” cercai di dire ma furono parole al vento. Fecero avanti e indietro non so quante volte quei due sciocchi. " cavolo" La mano mi bruciò appena toccai terra. Nonostante la fasciatura tenesse a bada le ferite già si era sporcata di sangue.
“ Ti prendo!!!” urlò lo zio Sota tutto ad un tratto. Sporgendomi nuovamente vidi mio fratello prendere in braccio suo nipote. Nel modo di fare però sbatté le spalle contro un armadio. A causa dell'urto violento non solo i due caddero ma con loro vennero giù vagonate di roba polverosa! Fecero un rumore assordante.
“ per l’amor del cielo!”esclamò mia madre spaventata dal boato. Io accorsi sperando che non fosse successo nulla al mio tesoro.
“ Ahii !” si lamentò quell'impiastro di Sota toccandosi la nuca. Yoshi spaventato si strinse allo zio con le lacrime agli occhi.
“quante volte te lo devo dire di non far correre tuo nipote!?” lo rimproverò la mamma agitando il cucchiaio di legno come fosse un arma. Non avevo idea del perché l'avesse in mano ma certamente fece prendere un bello spavento a mio Fratello..
“ M-ma andiamo!!" si lamentò " sono solo inciampato!” si giustificò quello scemo ridendo nervosamente.
“ guarda che macello, ora rimetti tutto apposto!!” piena d’ira ordinò a suo figlio di far ammenda. Espirando aspettai che quella pazza si calmasse. In verità... Fu tutta colpa di mia madre se fossero caduti. Siccome aveva la mania della pulizia passava la cera sul parquet un giorno si ed uno no. Capitava che anch'io facessi capitomboli allucinanti ma la signora faceva orecchie da mercante...
“ calmati, avanti mamma “ cercai di farla ragionare mentre il nonno nell'altra stanza chiese cosa fosse successo.
“ cos'è questo baccano, insomma!” entrò in scena il re dei melodrammi abbastanza infastidito.
“ non è successo nulla” rispose Sota facendo finta di nulla. All'improvviso il piccolo chiamò lo zio strattonando la sua maglietta a maniche corte. “ cosa c’è ?” portò l’attenzione su mio figlio.
“Mamma” indicò un libro aperto a metà.
“ cosa?” chiesi avvicinandomi a loro.
Incuriosito mio fratello prese l’oggetto. “ è vero, questa sei tu sorellona!” esclamò sorridendo come uno scemo.
“ c-cosa?” lo presi tra le mie mani. Incredula vidi una me molto più giovane con accanto a se i suoi amici. Sembrava essere il recital di fine anno delle medie. ‘ è il vecchio album della scuola’ pensai non vi potendovi credere. C’erano tutti: Eri, Ayumi, Yuka, Hojo, i capo classe e tutti gli altri….
“Mamma” correndomi incontro si nascose nel mio petto il piccolo batuffolo.
“si , si “ annuii io sorridendo. “ questa è proprio la tua mamma” risi dandogli la foto in mano. “ su, andiamo che ti faccio vedere un po’ di cose” prendendolo in braccio afferrai l'album e andammo in cucina. “ allora qui ci sono tante foto della mamma ai tempi della scuola” poggiai il tomo sul tavolino mentre lui non sembrò essere convinto di tutto ciò. Sfogliammo le pagine. “ Mamma mia, queste poi non me le ricordavo” arrossii vedendomi mangiare chissà che schifezza con le ragazze. Pagina dopo pagina capii che anche gli altri membri della mia famiglia si interessarono a vedere cosa vi fosse lì in mezzo. Erano come degli avvoltoi...
“ certo che eri davvero negata a recitare” sghignazzò quello stupido di Sota quando arrivai al momento della recita in cui feci la protagonista.
“ ma sta zitto!!” arrabbiata voltai pagina. “vedi, amore, mamma qui era una principessa” indicai una foto al piccolo.
“ ahh!!” esterrefatto disse con gli occhioni luccicanti. Adorava le favole sui principi e le principesse, per lui fu una vera rivelazione.
‘A quei tempi non avevo proprio nulla per la testa’ sospirai tristemente. “ bello, vero?” sorrisi al mio cucciolo cambiando pagina. Una foto cadde per terra improvvisamente.
“e questa?” chiese mio nonno raccogliendola. Forse qualcuno l’aveva messa lì per sbaglio. “ ma questa…” balbettò il vecchietto. “ non ci posso credere che ci sia ancora !“ disse porgendomela. Fui esterrefatta. Era la prima foto che scattammo quando ci trasferimmo in questa casa. All'epoca potevo avere si e no 5 anni.
“ quello è…” Sota si avvicinò con il cuore il gola mentre il piccolo batuffolo osservava. Nell'immagine mia Madre teneva tra le braccia Sota ancora neonato; io ero sotto di loro che sorridevo all'obbiettivo ed infine... “ papà..” soffiò il mio fratellino. Alla destra dell’immagine un uomo alto, con i capelli neri, sorrideva e faceva il segno della pace. Ebbi le lacrime agli occhi, non ci potei credere. 'Pensavo si fosse persa' trattenni le lacrime di commozione. Erano anni che la cercavo e non avevo idea di chi l'avesse nascosta lì dentro.
“ papà?” Yoshiro prese l’immagine tra le sue mani.
“ si” annuii “ quello lì è il papà della mamma” sorrisi stringendolo a me “ questo è tuo nonno” conclusi. Vidi Yoshiro osservare con cura quel viso così simile a quello dello zietto. Anche se consumata dal tempo, quel volto si vedeva ancora perfettamente.
“ ora basta” intervenne la mamma facendo schiantare un libro gigantesco sopra il tavolo. Era stracolmo di fotografie! “ che ne diresti di vedere delle foto tue, piccolo della nonna?” lo aprii e venimmo inondati di foto del mio batuffolo dai capelli argentati. Esterrefatto il mio figlioletto ne prese una in mano mentre io sconcertata mi chiesi quando avesse avuto il tempo di scattarle e stamparle. C'erano come minimo 10 rullini li dentro! “ guarda, questa è di quando sei nato” porse quella foto al mio amore. “ eri talmente piccolo” arrossì mia madre.
Fortunatamente lei stravedeva per il suo nipotino.
Sospirando presi l'immagine tra le mie mani e guardai dietro di essa.
< < 3 giugno 2003 ore 10:32 > > c'era scritto.
Inevitabilmente la mia mente fu catapultata a quel giorno in cui misi al mondo il mio tesoro.
Ero già incinta di 8 mesi. Cercavo di nascondere la pancia il più possibile...
Scesi le scale per prendere un bicchiere d’acqua quella mattina. A quel tempo avevo già lasciato il liceo dopo appena 2 mesi di frequentazione. Durante il tragitto per bere mi mancarono le forze e caddi tra i gradini. Dolorante percepii una forte fitta al basso ventre. All'inizio pensai che si trattasse della caduta. Spaventata cercai di farmi forza fin quando non vidi del liquido biancastro colare tra le mie gambe. Mi sentii morire e piena di preoccupazione urlai il nome di mia madre. La poveretta stava innaffiando le piante in giardino. Fortunatamente il nonno era ancora in casa e mi soccorse. D’un lampo mamma venne e mi portarono alla clinica dove lei lavorava come segretaria. Grazie alla loro estrema riservatezza potei essere seguita nel migliore dei modi per tutto il mio percorso. Nonostante aspettassi un essere per metà umano e metà demone nessuno mai fece domande.
“ tesoro, non aver paura” disse mia madre stringendomi la mano. Piangevo distesa in quel lettino d'ospedale. Ero preoccupata a morte. “ noi siamo qui” mi accarezzò il viso mentre io pregavo che non mi lasciasse da sola e che il bambino stesse bene. Entrai nella sala parto ma lei non poté seguirmi… Per la politica dell’ospedale non potevano permettere che altri parenti ,oltre il padre del bambino, potesse assistere alla nascita.
“ Kagome, deve calmarsi” la dottoressa ordinò ma stavo impazzendo dal dolore. Fu come se mi fossero state piantate 20000 coltellate nello stomaco. Tra le urla mi chiesi perché l’avessi fatto.
“ bastardo!!!” gemei ripensando a quell’inutile demone che mi aveva portato a questo.
“ signora respiri” un infermiera cercò di avvicinarsi ed io, piena di rabbia, la spinsi via facendola cadere per terra.
“ahh!!!!” Spinsi non sapendo più che cosa fare.
“ vediamo la testa, avanti spinga!” esclamarono le due donne sotto di me. Ansimando ripetei la medesima manovra.
‘ ti prego..’ urlai sperando che tutto finisse. Spingendo per un ultima volta urlai: “ Sesshomaru!! “ con tutta la rabbia che avevo in corpo. Sentii quel peso essere svanito magicamente. “ t-ti odio..” soffiai tra le lacrime mentre guardavo il soffitto “ti odio…” udii le urla infantili del mio bambino. “ ti odio con tutto il mio cuore….” Vidi quel piccolo batuffolo urlare al mondo d’essere vivo. Iniziai a ridere e ricominciai a piangere ma lo feci per la felicità. “ amore mio..” me lo porsero con ancora in corpo il cordone ombelicale. Lo strinsi sperando di non fargli del male. Era piccolo, indifeso, perfetto in ogni cosa... Nonostante le sue orecchie puntute e quella luna sulla fronte lui era bellissimo. “ il mio tesoro” gli accarezzai la sua minuscola guancetta con cautela. Aveva il viso tutto rosso.
“Complimenti Kagome, avete dato alla luce un maschietto in ottima salute.” Si complimentò la dottoressa.
“ lo so” risi non riuscendo a credere che fosse vero. All’inizio pensai persino che avesse potuto avere le orecchie di Inuyasha ma fortunatamente non fu così. Era più umano di quanto avessi mai potuto sperare. Il mio tenero batuffolo piangeva ancora e notai i suoi piccoli artiglietti stringermi il camice con forza.
“ che polmoni” si complimentò l’infermiera esterrefatta " tutta sua madre" rise svenendo. Si, purtroppo lei era stata la stessa dottoressa che un tempo fece nascere anche me.
“ Ehi, avanti” cercai di farlo smettere di piangere “ tesoro mio, sei con la mamma adesso” gli accarezzai la schiena aspettando con pazienza che si calmasse. Cullandolo appena, il neonato reagì alle mie parole. Mugolando mosse appena la testa verso di me. “benvenuto al mondo, mio piccolo Yoshi” gli accarezzai la fronte ed il cucciolo aprii i suoi occhi d’oro zecchino. Erano così gonfi eppure mi osservava come se mi stesse davvero ascoltando. “ Yoshiro Higurashi, il mio unico tesoro “ lo avvicinai al mio viso e incredibilmente il piccolo toccò la mia guancia. Sconvolta non riuscii a credere cosa avesse fatto. Non riuscii più a smettere di piangere. Non credo che lui mi avesse capito però quel gesto così misero mi fece comprendere una assoluta verità: Avevo fatto la scelta giusta. Giurai al mondo che l’avrei protetto da tutti e da tutto fin quando io fossi rimasta in vita. Senza forze, il piccolo, chiuse le palpebre e si accucciò teneramente sul mio petto. Stava ascoltando il mio cuore di certo. Poco dopo tagliarono quel cordone e dovettero portarlo via da me. Dovevano lavare via tutto quel sangue. Una volta pronto, pulito e vestito, tornò tra le mie braccia. Tutta la mia famiglia entrò senza poter nascondere la loro gioia.
“ ecco il mio bis-nipotino!” il nonno esultò cercando il suo bel visetto.
“ incredibile, ha pure un po’ di capelli” Sota notò i 4 filamenti argentati del suo minuscolo capo.
“ è così piccolo...” la mamma gli accarezzo la manina. Assonnato aprii i suoi occhi e accennò un sorriso.
“ ma ha riso!!” Sota esclamò esterrefatto “ l’hai visto anche tu mamma!!!” saltellò per tutta la stanza infesta.
“ incredibile” il nonno si avvicinò al suo nuovo idolo. Risi non riuscendo a credere che stessero idolatrando quel tesorino così tanto. D’un tratto mamma si sedette accanto a me nel lettino d’ospedale.
“ Tesoro, come lo chiamerai?” chiese accarezzandomi i capelli.
“Yoshi” dissi il nome del mio tesoro “Esattamente come papà” Stanca iniziai a sbadigliare.
“ si” annuì la mia mamma “ sono sicura che papà sarebbe stato entusiasta di conoscerlo” mi strinse facendomi poggiare sulla sua spalla.
“ si” mi addormentai stringendo tra le braccia il batuffolino che avevo messo al mondo.
“Wow” esclamò all'improvviso quel cucciolotto facendomi tornare alla realtà.
“ si, eri così piccolino” la nonna raccontò al nipotino. “ qui avevi 4 mesi” mi porse la foto. Una caterva di immagini di quel birbantello passarono tra le mie mani. Ce n’erano per tutti i gusti: Yoshiro che mangiava le pappette oppure mentre lo cullavo oppure mentre sorrideva con me e via dicendo. Addirittura c’era una foto mentre gattonava. Nuovi ricordi affiorarono nella mia testa.
Anche se aveva appena 5 mesi , o giù di lì, Yoshiro gattonava così velocemente che il nonno non riusciva mai ad acciuffarlo. Con quel ciucciolotto era talmente tenero. Un giorno, battendo le mani, attirai l’attenzione del mio tesoro e mi sedetti per terra.
“Yoshi, amore" lo chiamai " vieni dalla mamma” sorrisi battendo ancora le mani i modo ripetitivo.
“ ma-ma—“ si sorresse al muro cercando di alzarsi in piedi “Ma…” mosse i primi passetti gettando il ciuccio per terra. “ma m-ma “ alzò le mani verso di me barcollante. “ mamma!!” si alzò sulle punte ma subito dopo cadde con il sederino per terra.
“ ha parlato!!” il nonno esultò entusiasta mentre io non potei crederci. Il piccolo cucciolo mi osservò confuso non capendo che avesse fatto.
“ come mi chiamo?” domandai avvicinandomi a lui esterrefatta.
“mama!” sorrise e muovendo le braccia in avanti facendomi capire che volesse essere preso in braccio.
Un vero bambino prodigio.
In breve tempo imparò a camminare ma ancora non riusciva a esprimersi correttamente. Il piccolo angioletto cresceva ogni giorno di più.
“e qui” proseguì il nonno” è quando siamo andati al mare” sorrise quel vecchietto prendendolo in braccio. Avvolte si dimenticava che aveva settant'anni e passa il mio adorato nonnino.
“ahahahahahahah” rise il tenero amore della nostra casa ed io mi godetti quel momento. Lui era così buon e tenero..
‘ chissà’ pensai vedendolo essere lanciato in aria ‘ se un giorno ….’ Riflettei osservando i suoi occhi. Per un momento fui travolta da uno stupido pensiero… Annoiata mi alzai e uscii in cortile. Convinsi tutti a seguirmi così da giocare tutti insieme con la adorata pallina di plastica di Yoshi. Da lontano vidi il tempietto e tenendo la pallina stretta tra le mani.
" mamma!!" mi chiamò il mio tesoro agitando la sua manina.
' chissà se un giorno ci sarà permesso di tornare in quel mondo...' pensai lanciando quella pallina così da dare il via al gioco. ' Non dire scemenze.' mi rimproverai toccandomi il cuore ' Ormai il tuo tempo lì e scaduto' rammentai quello che mi disse la sfera ' ed anche se accadesse...lui ti odierebbe e basta.' ammisi sentendomi vuota.
Vidi la palla tra i miei piedi " sorellona che fai?" Chiese Sota cercando di riprendere fiato.
" Nulla " sorrisi nascondendo tutto il mio dolore " arrivo!" la presi tra le mani e andai da solo.

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Capitolo 4
*** Capitolo 4 ***


I Love You...even Now.

Author: Eriet (Kagome 95 )


Chapter 4: 3 Giugno 2006.




_______


Finalmente arrivò il grande giorno che tutti stavano aspettando.
La casa era ornata di festoni e palloncini colorati. I bambini scorrazzavano per tutto il tempio. Il mio tesoro era così bello con la sua camicetta tanto da sembrare un adulto in miniatura.
"adesso tocca a me!" Sota, lanciando la palla, diede inizio all'inseguimento. Il mio fratellino si stava divertendo a fare l'animatore non autorizzato e mia madre intratteneva gli ospiti con una delle sue solite battute.  C’era davvero un gran fermento fra: parenti, amici di famiglia, compagnetti d'asilo e i loro genitori. C'erano bambini in ogni dove e Yoshiro si stava divertendo un mondo.
" si!!" esclamò calciando la palla con i suoi amichetti.
" bravo il mio nipotino" gli batté le mani Sota prendendolo subito dopo in spalla.
“ Kagome!” di colpo sentii qualcuno esclamare. Una donna con accanto a se un uomo, mi salutò da lontano per poi andarmi incontro. Inaspettatamente vidi i miei colleghi del supermercato. Fu davvero bello vedere lì anche loro.
“ ehi! ” esultai entusiasta “ non posso crederci, siete venuti “ imbarazzata feci un inchino, infondo loro erano pur sempre i miei capi.
“ e perderci il compleanno di quel tesorino?” Seira mi rimproverò con accanto a se Johnny, suo marito. “ ecco qui” mi porse un pacchetto colorato “ da tutti i colleghi “ mi fece l'occhiolino ed io commossa la abbracciai non potendoci credere.
“ non dovevate” presi il regalo tra le mani asciugandomi le lacrime " sul serio non posso accettare" non riuscii nemmeno a guardarli negli occhi.
“ dopo tutto quello che fai al negozio questo è il minimo” cercò di far finta di nulla la donna “ e adesso dov'è Yoshiro !? " corse verso i bambini "caro! Zia Seira è qui!” iniziò a cercare il piccolo birbantello. Seira era proprio fatta così. Anche se ormai non era più una ragazzina adorava i bambini e giocare con loro.
“ la prego di scusarla “ il povero marito mi chiese facendo un inchino mortificato ma personalmente non ci vidi nulla di male. " nel caso non sia della misura giusta ci impegneremo a cambiarlo " concluse preoccupato.
" sono sicura che gli starà benissimo " gli dissi cercando di non metterlo a disaggio.
Se non fosse stato per loro non avrei mai potuto mantenere mio figlio, erano diventati un po' una seconda famiglia per me. Mi avevano dato tre mese di ferie proprio per Yoshiro. Ci tenevano davvero molto a noi. Senza perdere altro tempo tornai in casa per posare il regalo nel ripostiglio. Fu l'unico modo che trovai per impedire a quel birbantello di aprire i regali prima del tempo.
Passai per la cucina. La torta che avevo messo in forno ore prima si stava cucinando a dovere. Guardandovi dentro notai che fosse quasi pronta. Per far sì che il tempo passasse, presi qualche altro salatino e mi diressi nuovamente verso la porta che dava sul cortile.
“ è permesso?” Qualcuno aprii la porta d’ingresso.
“ si?” tornai indietro chiedendomi chi fosse. Non mi sembrò una voce conoscente.
“Kagome?” Incredula vidi Eri e le altre mie vecchie amiche di scuola entrare in cucina.
“ R-Ragazze” mi caddero dalle mani i piattini di plastica per la sorpresa. “ che sbadata...” imbarazzata raccolsi quello che mi cadde all'istante. “ mi avete fatto prendere uno spavento!” arrossii sentendomi così stupida.
“ ti diamo una mano” Yuka si chinò accanto a me. Pian piano mi aiutarono a rimettere tutto a posto. Proprio in quegli istanti una voce dentro di me chiese: ' che cosa ci fanno loro qui?'
“ Eri!" una voce maschile intervenne " Forse Kagome” qualcuno gridò spalancando la porta dov'erano apparse le tre pochi minuti prima. Vedendoci, il ragazzo, si zittì di colpo.
“Hojo?”chiesi spaventata vedendo quell'idiota catapultarsi al centro della stanza.
“ come non detto” rise nervosamente grattandosi la nuca.
“ come al solito sei inutile” Ayumi soffiò facendo crollare l’autostima del ragazzo con una sola occhiataccia.
Rialzandosi “ non credevo che il tempio organizzasse delle feste per bambini” Eri prese la parola pulendosi la gonna.
“ ahh, si” mi alzai poggiando i 2 piatti sul tavolo. “ b-be…” cercai di spiegare quando all'improvviso sentii qualcuno piangere.
“ m-mamma!!!!”il mio piccolo tesoro mi saltò al collo in lacrime entrando dalla porta di ingresso. Quella furia per poco non travolse i 4 poveri ignari.
“ Yoshi, che succede?” lo strinsi a me non riuscendo a capire cosa fosse successo in quei pochi minuti di assenza.
“ per l’amor del cielo, eccoti” un Sota ansimante si fermò sull'uscio della cucina. “ era preoccupato perché non ti trovava” cercò di dire tra i rantoli di stanchezza. " vedendo Seira poi... mio dio..." soffiò sfinito collassando quasi contro la parete di legno. Il mio fratellino era fradicio di sudore.
“ ma amore” accarezzai i capelli del festeggiato in un vago tentativo di placare le sue lacrime.
“ Mamma, no via!” piangendo come una fontana mi rispose senza staccarsi da me.
“ tesoro, ovvio che non mene vado” risi di gusto accarezzando la sua testolina. Fu così dannatamente dolce il mio bambino. " e poi dove dovrebbe andare la mamma, eh?" gli chiesi cercando il suo visetto imbronciato.
Ma... “ Tu…” Eri mi guardò sconvolta.
“ sei…” Ayumi si aggiunse terrorizzata.
“ s-s-sua “ Yuka balbettò sbiancando.
“ quello è tuo figlio!?” Hojo esclamò incredulo spezzando quell'armonia.
“ io..” arrossii grattandomi la nuca. Non seppi che dire. Yoshiro si voltò verso di loro con ira. Il gruppo di ragazzi indietreggiò. Sbiancarono e di colpo i quattro amici si strinsero tra loro terrorizzati. Confusa non capii il perché avessero reagito in quel modo.
“ Chi essere?” domandò il mio adorato bambino senza troppi giri di parole. Non ebbe alcuna risposta e così decisi di intervenire.
“ amore, sono amici della mamma” spiegai al mio tesoro facendolo scendere a terra. Lentamente mio figlio si avvicinò a loro sempre più sospettoso. Passo dopo passo vidi quegli occhietti arcuati scrutare quei visi molto scrupolosamente. Non so per quale motivo eppure mi fece ricordare vagamente quella maledetta persona ...
“ Tu” Yoshiro indicò Hojo tutto ad un tratto spezzando i miei pensieri. Talmente si spaventò che quello sciocco perse l'equilibrio finendo con il sedere per terra. “ fo-to” disse stupendo tutti i presenti.
“fo-to?” domandò il ragazzo non capendo che stesse cercando di dirgli.
“ mamma, foto” cercò di spiegare serio più che mai. Silenziosamente mi avvicinai a lui.
“ ahh, ti ricordi della foto” mi sedetti accanto a lui in modo tale che fossimo alla stessa altezza.
“mnh…” annuì quel cucciolotto più unico che raro.
“ incredibile” Sota andò dal suo nipotino in festa. “ sei un genio!!” lo prese e lo mise a cavalluccio sulle sue spalle. Yoshiro rise felicemente sentendosi il più alto del mondo.
“c-capisco” Eri balbettò non sapendo che dire.
“ noi andiamo!!” mio fratello andò verso il giardino “ piacere di avervi rivisto” accennò un inchino ai ragazzi e scappò via come un lampo. Fortunatamente Sota comprese la situazione in un battito di ciglia.
“ non correre!!” gli urlai dietro. Almeno sembrò che qualcuno si stesse divertendo in quel caos.
“ allora…” disse Yuka una volta che cadde nuovamente il silenzio.
“ non sapevamo che ti fossi sposata, Higurashi” Hojo si grattò la nuca mortificato.
“ ecco io..” abbassai il capo vergognandomi della verità.
 “ certo che è identico a suo padre” Ayumi guardò attonita la porta dove Yoshiro scomparve.
“ ma dov’è Inuyasha? “chiese Eri guardandosi intorno.
“Inu-yasha?”Ripetei quel nome non capendo perché l'avesse nominato.
Perplessa “ eh?” domandò la ragazza dai capelli lunghi e castani.
Confusa più che mai “ ma si certo, tuo marito” insistette la mia migliore amica di un tempo.
“Io non sono sposata” guardai quella sciocca in malo modo.
“ d-davvero?” Ayumi tremò sotto il mio sguardo.
“ be… comunque sia" portò una sua mano alla nuca " dov'è il caro paparino?” Eri cercò per tutta la cucina ansiosamente.
“ Non è qui” risposi abbastanza infastidita gettando i piatti nei rifiuti.
“ vi siete lasciati?” Yuka sconvolta si nascose dietro Hojo.
“ non siamo mai stati davvero insieme” soffiai sconfitta pensando che parlassero di Inuyasha. Prendendo degli altri piatti da un cassetto iniziai a deporne alcuni sul tavolo.
Infastidita “ però.. avete un bambino” Eri prese la mia mano con forza.
“ scusami?” chiesi abbastanza perplessa.
“ non mentire e smettila" chiuse le palpebre " che ti ha fatto quel farabutto?” mi disse piena di rabbia.
“ non mi ha mai fatto nulla” scostai la sua mano. Era sempre stata così impicciona e melodrammatica.
“ allora dov'è? “ insistette la ragazza con i capelli corti“ perché non è qui alla festa di suo figlio!?” mi urlò contro furibonda.
“ perché, forse, lui non è il padre di mio figlio!?!” esclamai non potendone più.
“C-cosa?” cadde a terra la stupida. “ma sono i-identici”balbettò la ragazza incredula. “ impossibile” concluse senza voce con occhi spalancati.
“ se siete venuti qui a sputare sentenze potete anche andar via” risposi sentendo il campanellino del forno.
La torta era pronta.
“ no” mi spiegò Yuka mentre io uscii il mio capolavoro dal forno con indosso le presine.
“ siamo venuti qui per te…” Ayumi spiegò dispiaciuta e mortificata.
“ come vedete ho molto da fare” Dissi riponendo i guanti sullo scaffale.
“ possiamo darti una mano?” domandò Eri piena di vergogna.
“ va bene” sospirai sentendomi alle strette.
Fu così che mi aiutarono con il dolce.
Durante il completamento della torta tutto prese un altra piega. Parlammo dei vecchi tempi e loro mi narrarono della scuola. Ammisero che quando seppero che io dovetti abbandonare gli studi ne furono molto dispiaciuti. Dopo tutto quel tempo però capirono il perché l'avessi fatto. Sarebbe stato inappropriato vedere una studentessa così giovane attraversare i corridoi con quel pancione. Al tempo non avrei retto gli sguardi e le parole della gente per questo motivo mi ritirai a casa mia aspettando con pazienza che Yoshiro nascesse.
Accendendo le candeline del dolce ricoperto di panna i ragazzi mi diedero una mano per portarla fuori di lì. Quando ci videro tutti gli invitati applaudirono aspettando con ansia un assaggio della torta.
Poggiando il vassoio sul tavolo posto vicino al Goshinboku tutti iniziarono a cantare:
“ tanti auguri a te!!!” Esultarono i presenti battendo le mani a tempo“ tanti auguri a te!!” una volta che la nonna lo prese in braccio, Yoshiro, sembrò davvero eccitato all'idea di spegnere le candeline. Al piccolo gli si illuminarono gli occhi “ tanti auguri a Yoshiro!! Tanti auguri a te!!!” esclamarono in coro i bimbi scoppiando le stelle filanti. Spegnendo le candeline con un unico soffio il festeggiato chiuse saldamente gli occhi esprimendo il suo desiderio. Quando li riaprì, in quel istante, mi sembrò davvero felice accanto mia madre, il nonno e mio fratello. Eppure nonostante questo, il mio tesoro iniziò a guardarsi in torno come se cercasse qualcosa in particolare. Mentre io cercai di tagliare la torta tra i lamenti dei golosoni bambini dell'asilo, ebbi l'impressione che su di lui fosse caduto un velo di tristezza. Mia madre , da tradizione , diede il primo pezzo di torta al nipote e silenziosamente il festeggiato si sedette sulla sedia. Lentamente iniziò a mangiare quella fetta quasi fosse costretto. Pensai con timore che il dolce non gli piacesse ma poi, fortunatamente, sembrò tutto il contrario. La torta con la panna era sempre stata una delle sue preferite e così riuscii a vedere un sorriso sul volto del mio pulcino ad ogni forchettata. Ci lavorai quasi un intera mattinata ma riuscii a fare quel dolce tutto con le mie mani.  
" davvero ottima" commentò mio fratello divorando la sua parte di dolce.
" non parlare con la bocca piena Sota" risi nervosamente. Riportai lo sguardo a Yoshiro e mi chiesi cosa cercasse con esattezza tra la folla che sorrideva intorno a lui.
La festa poi andò avanti fino alla fine del pomeriggio. Tutto andò liscio come l'olio. All'apertura dei regali,Yoshiro, fu talmente entusiasta che non volle più staccarsi dai suoi giocattoli! Prima ancora che me ne accorgessi calò il tramonto. Pian piano il tempio si svuotò. Salutai Seira e suo marito accompagnandoli alla porta. Dopo qualche risata lì lasciai andare. Chiudendo la porta dietro di me fui obbligata a tornare dentro. Respirando a gran polmoni mi preparai mentalmente ad affrontare il mio passato.
I quattro ragazzi si sedettero in cucina, senza troppe moine preparai il caffè. “ e quindi...” Eri bevette d'un fiato la bevanda appena servito. “ è per questo che ti sei ritirata da scuola?” poggiò la tazza sul tavolo.
“ esattamente” mi sedetti a capo tavola. Dal piano di sopra si udirono le voci di Yoshi e Sota che giocavano in modo tutt'altro che tranquillo.
“ ma allora… “ cercò di riprendere il discorso precedente. In sottofondo si udirono tonfi e rumori di passi provenire dal tetto.
“ se avessi voluto dirvi qualcosa l’avrei fatto a suo tempo” gelidamente risposi a qui quattro stupidi ficcanaso. “ sono contenta che siate venuti ma credo sia il momento che andiate.” Spiegai ai ragazzi alzandomi. Fui così stanca di sentire le loro domande.
“ no!” esclamò Eri sbattendo le mani contro il tavolo. “ non finché non ci dirai dov'è quello sporco bastardo che ti ha abbandonato!” urlò ed io fuori controllo gli diedi uno schiaffo in pieno viso. Non compresi per quale motivo si fosse permessa di rivolgersi a me con quel tono. Non riuscii a capire, come avesse osato darmi ordini, e tanto meno il perché io avrei dovuto rendere conto a lei delle mie azioni. Nemmeno mia madre, che avrebbe avuto tutte le ragioni del mondo, reagì in quel modo. Lei non era nessuno. Eri doveva stare al suo posto. Non c'erano ne eroi ne cattivi in questa vicenda. In questa storia non doveva intromettersi e basta.
“ Higurashi” Hojo sussurrò pieno di paura.
“ non osare parlare di lui in quel modo!”sbattei un pugno contro il tavolo di legno “ tu non sai niente della mia vita e non osare mai più dire una cosa del genere!” fui pervasa dalla rabbia.
“ Kagome…” Yuka abbracciò Eri che cadde sulle sue ginocchia in lacrime. Piangendo dalla vergogna scappai. Uscii in cortile non riuscendomi più a trattenere. 'Cosa dovevo dirle?' Pensai senza smettere di correre ' Che il padre di mio figlio non sapeva nulla? Che fu un errore il nostro? e che sicuramente lui non l’avrebbe accettato?' Fui così disgustata da me stessa. 'Ma che dico...' Riflettei meglio ' lui neanche sa d'avere un FIGLIO!' Tremando mi nascosi nel piccolo tempietto dove tutto ebbe inizio. Spezzai il sigillo. Scesi per quelle scale e mi appoggiai ai bordi del pozzo mangia ossa. “Inuyasha…” piansi cadendo sulle mie ginocchia priva di ogni forza. “ che cosa ho fatto…?” singhiozzai sperando che quella agonia un giorno cessasse per sempre. La mia mente andò irrimediabilmente ad Inuyasha ' eppure io ti amavo…’ pensai guardandovi all'interno.’ Ma allora perché non pensai a te neanche per una volta…?’ mi strinsi a me mentre le lacrime caddero sul fondo arido del pozzo. ‘ perdonami…’ mi disperai fin quando i miei lamenti si placarono completamente.  Asciugandomi il viso uscii da lì.
Fu notte quando tornai in cortile.
Senza forze mi trascinai verso casa. ‘ avrei preferito la morte che questa pena…’ ammisi a me stessa quando davanti l’albero divino vidi una piccola figura aspettarmi.
Era Yoshiro.
“mamma!” esclamò correndo tra le mie braccia.
“ bambino mio..” lo strinsi a me sentendomi una vera egoista. ‘quale esistenza ti ho riservato, figlio mio…?’ accarezzai il suo viso così piccino.
“mamma, male?” chiese con occhioni tremanti.
“ no, sto bene” sorrisi e d’un tratto Yoshiro abbassò lo sguardo. “ cosa c’è?” gli chiesi stranita cercando i suoi occhi “ non ti sei divertito oggi?” domandai alzando il suo bel visino verso di me.
“ no” scosse il capo con il volto pieno di tristezza.” Mamma, co-cosa” cercò di dire “ mm….cosa è un papa?” mi guardò molto preoccupato.
“ cos’è un papà?” cercai di decifrare le sue parole. Il piccolo annuì diventando sempre più triste.
“ bimbi avere un p-papà” guardò alla sua sinistra  malinconico. “ me, papà?” cercò una risposta.
Sospirando accarezzai la sua chioma argentea. “ Yoshiro” lui si allontanò da me di qualche passo.
“ pechè?” Ebbe di colpo le lacrime agli occhi.
“ amore mio….” Mi sedetti sulle ginocchia “ era per questo motivo che vedevi la gente ed eri triste?” lo vidi arrossire per la vergogna. Sospirai cercando di trovare le parole giuste “certo c-che hai anche tu un p-papà” raccontai la pura e semplice verità. Fu inutile mentirgli ed io stessa non me la sentii...
“ dov'è 'llora papà?” portò il suo viso verso di me esterrefatto.
“ il tuo papà” si alzò il vento “ non vive qui” cercai di dirgli la crudele verità.
“ no…qui…?” il piccolo abbassò la sua manina incredulo.
“ tanto tempo fa mamma…” chiusi gli occhi cercando di non spezzare il suo cuoricino " abitava in un altro posto molto lontano da qui..” guardai il mio piccolo amore dagli occhi dorati “e beh.... lì la mamma incontrò il tuo papà e mamma poi dovette andar via poco prima che Yoshi nascesse” sperai che questo gli bastasse anche se tutto fu molto più complicato di così…
“papà!!!” prese la mia mano cercando di farmi alzare. Persi un battito. Sicuramente voleva che lo portassi da lui.
“ Amore, papà non è di questo tempo” mi alzai sentendomi alle strette. Vedendo il suo volto capii di aver commesso un terribile errore.
“ te-po?” soffiò dubbio. Stanca ci sedemmo nella panchina vicino al Goshinboku.
“ Yoshi…Tu non sei un bambino normale..” mi decisi di dirgli tutta la verità sul suo conto e su chi lui fosse in realtà .
“ me, no, uma-no?” mi osservò come se già sapesse cosa avrei voluto dirgli.
“ in realtà tu sei un demone” serrai le mie palpebre e incuriosito,il piccolo , inclinò appena il capo alla sua sinistra guardandomi con i suoi occhi peni di innocenza . " o meglio un mezzo-demone" soffiai in fine.
“ de-mohe?” cercò di dire intimorito.
“ Si “ annuii tristemente sentendomi meno di niente.
Fu solo colpa mia se Yoshiro, in realtà, non fosse altro che un mostro...

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Capitolo 5
*** Capitolo 5 ***



I Love You...even Now.

Author: Eriet (Kagome 95 )


Chapter 5: La verità.



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Mi sedetti in cucina quel giorno e aspettai con pazienza che il bollitore facesse rumore.
Poggia il mio gomito sul tavolo ed espirai con stanchezza. Erano già passate le 10 e decisi di preparare il tè per tutti.
Mamma, nonno e Sota erano usciti per fare la spesa e ben presto sarebbero tornati. Yoshiro, invece, era un giardino che giocava con la palla che gli aveva regalo lo zio Sota. Guardai annoiata l'orologio della cucina e la mia mente iniziò a vagare. Mi resi conto che fosse passata una settimana da quando raccontai quasi tutta la verità al mio bambino. I ricordi di quella la sera erano ancora vividi nella mia testa. Chiudendo gli occhi essi presero vita catapultandomi in quel luogo.
Eravamo seduti nella panchina posta sotto le fronde del dio albero. “ i demoni non sono i mostri cattivi delle favole” raccontai a mio figlio quella sera chiudendo gli occhi.
“ papà… buono?” chiese Yoshiro con la sua vocetta infantile .
Portai i miei occhi ai suoi fatti lucidi“ si” sorridendo accarezzai la sua arruffata chioma argentea. Il piccolo di tutta risposta si accucciò e poggiò il capo sulle mie gambe.” Devi sapere che Lui, il tuo papà" iniziai a comprendere quanto lui potesse soffrire per quella mancanza "si trova in un tempo che non ci appartiene” sussurrai tristemente stringendo la sua manina.
Lasciò la mia mano“ pechè?” domandò Yoshiro con voce tremante nel mentre si rannicchiava.
“ non..." mi mancò il coraggio di dirgli la verità. "n-non lo so nemmeno ” sospirai malinconicamente non sapendo cosa dirgli. Sicuramente i suoi occhi dovevano essere lucidi e forse si vergognava di farmeli vedere. “ un tempo la mamma con una sorta di magia andava nel tempo del tuo papà ……” proseguii il mio racconto mentre il mio cuore si stringeva sempre più in quella morsa piena di dolore. “ ma tutto fu spezzato da un uomo cattivo ed è per questo non potei tornare più lì” conclusi aspettando che quella calda brezza si placasse definitivamente. ” Forza adesso andiamo a letto che è tardi, tesoro” lo presi imbraccio. Il cucciolo assonnato si fece portare a letto senza opporre resistenza.
Era ormai fatto un ometto. Entrai in cucina e arrivai fino alle scale. “ mamma, ” disse d'un tratto percorrendo gli scalini. “ papà…” sussurrò quel piccolo caro “ mi odia, vero?” chiese con la testa poggiata sulla mia spalla. Quella voce mi fece gelare il sangue nelle vene. Nonostante lui ancora non sapesse parlare bene, Yoshiro, mi chiese una cosa del genere. Spalancai gli occhi e per lo stupore persi quasi l'equilibrio. Ovviamente non seppi che rispondere. Lo strinsi a me impaurita. Fu una pugnalata al petto.
Deglutii a fatica. Sentii di colpo dell'oscurità provenire a mio figlio “ amore perché stai dicendo questo?” cercai i suoi occhi ma si rifiutò di alzare la sua fronte. Strinse la mia maglietta con forza. Iniziai a chiedermi se non fosse questo che tormentasse davvero mio figlio durante la festa. Ebbi così paura.
" finalmente siete rientrati" sentii la voce di mio fratello. Alzando gli occhi lo vidi in cima alla rampa di scale.
" scusa se ti abbiamo svegliato" dissi mortificata.
" ahaha, si è addormentato,eh?" notò il piccolo dormire beato. "Kagome ma prima con chi stavi parlando?" domandò stranito mentre io mi chiesi se quello che avvi sentito non fosse la vera voce di mio figlio ma del suo demone.
" stavo pensando ad alta voce" conclusi stringendolo.
" sorellona mentre eravamo sopra abbiamo sentito cosa stava succedendo" mi fermai sull'usco della porta " non voglio assolutamente intromettermi ma Yoshiro ha diritto di..." cercò di dirmi ma non volli ascoltare oltre.
"ahahah, su forza è tardi" lo interruppi "notte zietto" chiusi la porta dietro di me sorridendo come se non fosse mai successo nulla. Mi poggiai su di essa. Cadde il silenzio finalmente. Misi Yoshiro a letto e tirai in respiro di sollievo. Scuotendo il capo spazzai via quei pensieri sul fatto che già il cuore di mio figlio si stesse macchiando di oscurità. Sicuramente era stata la mia mente a farmi un scherzo di pessimo gusto. Alzai la testa al cielo. Ahimè Yoshiro era stato il frutto di un inganno. Lui non era nato dall'amore dei suoi genitori ma da ben altro. La verità era una sola. Mio figlio era nato da due mostri spinti sfogarono con la propria lussuria la vedetta contro un unica persona. Potai il mio viso alla mia sinistra piena di vergogna. Eppure la mia colpa era la più insopportabile. I miei occhi inevitabilmente caddero sulla scrivania a pochi passi accanto al letto. Silenziosamente osservai l'album che giorni prima era balzato fuori… Senza neanche riflettere mi alzai e lo presi tra le mani. Istintivamente giunsi alle ultime pagine e come mi immaginai quella foto ero ancora lì.
Il mio Inuyasha era lì sorridente insieme a tutti gli altri ragazzi del recital.. Ricordai che per un pelo nessuno scoprì cosa fosse successo dietro le quinte. Nessuno si aspettò un finale del genere ma almeno piacque a tutti.
Tenendo tra le mai quella immagine compresi che quello era stato uno dei tanti giorni indimenticabili della mia vita insieme al mio mezzo-demone.

Il tumore della terriera mi fece tornare alla realtà. Uscii da quel turbine di ricordi. ‘Inuyasha’ pensai osservando il cielo limpido fuori dalla finestra della cucina. ' Chissà cosa mai penserete di me tu e gli altri...’ sospirai spensi il fuoco della teiera. Il mio compito era uno: dovevo solo dimenticare per sempre quel passato e andare avanti con la mia vita. Anche se sapevo che non sarebbe stato facile, dovevo riuscirci per mio figlio. ” Amore, il tè è pronto” annunciai ad alta voce. Ma nulla. Non avendo alcuna risposta uscii in cortile. “ Yoshiro!!” Non so perché ma lo chiamai con preoccupazione. Qualcosa disse dentro di me che forse gli fosse accaduto qualcosa. Fu così che Corsi immediatamente verso il Goshinboku sperando che Yoshiro fosse lì. “Yoshi!!” Esclamai e finalmente trovai il mio amore. Quel furbacchione fu ai piedi dell'albero. Il piccolo calciando la sua pallina preferita sentì la mia voce .
“mamma!” sorpreso mi notò. Subito dopo ridendo corse verso di me. Pensai che fosse stato tutto frutto della mia immaginazione. Tirai un sospiro di sollievo. Quello era il mio mondo, anzi il nostro. Lì non esistevano gli stessi pericoli di quel passato tanto crudo e violento. La mia famiglia ci amava, avevamo tanti amici ed anche se lui fosse per metà un demonio nessuno avrebbe avuto l'intenzione di ucciderlo oppure divorarlo. Nelle peggiori delle ipotesi la gente ne avrebbero avuto terrore un po' come successe con Jineji. Ma non mi importava. Nessuno poteva giudicarci o aveva il diritto di farlo. “mammina!” esclamò il piccolo ad appena un paio di metri da me. Si svolse tutto in una manciata di secondi.
All'improvviso vidi apparire delle mani ossute dietro la schiena di Yoshiro. Morii di paura, sentii mancarmi le forze.
Sembrò l'inizio di un terrificante incubo.
“ amore mio!” cercai di afferrare la sua manina artigliata prima che quella bestia potesse prenderlo tra le sue spire maledette. Riuscii a sfiorale. Il mio tesoro non aveva idea di quello che stava succedendo alla sue spalle. Fu troppo tardi. Ancora prima che potessi tirarlo a me, quel bastardo lo prese. Quella cosa lo afferrò trascinandolo fin dentro il tempietto.
Il demone non sembrava possedere la capacità di attraversare il pozzo mangia ossa. Eppure lo vidi lanciarsi al suo interno spezzando i sigilli.
Gli ultimo talismani erano stati applicati alle porte del tempietto furono messi la notte stessa in cui io parlai di Sesshomaru a mio figlio. Forse si nascondeva nell'ombra aspettando di uscire via. Doveva essere allora la sua aura quella che sentii su per le scale la notte prima. I sigilli persero il loro potere. Il mostro con facilità sovrumana spalancò le porte.
La mia mente andò a quella notte per capire in cosa avessi sbagliato.
Quando Yoshi fu nel mondo dei sogni, io entrai nel tempietto e portai con me quella foto con Inuyasha. Guardai le figure sorridere felici un'ultima volta. Dopo quel giorno non avrei mai più potuto tenerla. Preoccupata per aver tolto il sigillo mi decisi. Strappai quella foto e gettai tutto dentro il pozzo. Uscendo chiusi le porte e mettendo dei talismani decisi che da quel giorno in poi non avrei mai permesso a Yoshiro di avvicinarsi ad un mondo tanto pericoloso. Non avrei mai potuto immaginare che quel maledetto mi stesse spiando.
Per me fu come rivivere l'incubo che mi fece piombare in quel universo sconosciuto fatto di demoni, spiriti e menzogne.
“ no!!!” corsi a più non posso mentre il mio piccolo tesoro pianse terrorizzato.
Prima di avere mio figlio sarebbe dovuto passare sul mio cadavere. Senza paura mi lanciai dentro il pozzo. Durante la mia caduta riuscii a prendere la sua manina così piccola.
“mamma!!” urlò Yoshiro e precipitammo insieme tra le ombre. Ancora gli artigli della bestia immonda tentarono di portarselo via con se. Con tutta la forza che ebbi in corpo attirai Yoshiro a me. Lo strinsi e una voluminosa ed accecante luce ci avvolse tutti inaspettatamente.
‘ lasciaci in pace, demone!!’ pensai udendo le grida strazianti di quella belva senz'anima. Una enorme nube biancastra ci avvolse. Poco dopo sbattei violentemente la schiena contro il fondo del pozzo. Pregai gli dei che ci proteggessero. La testa iniziò a bruciarmi.
Cadde il silenzio.
Piombò l'oscurità. Chiusi i miei occhi e mi abbandonai alle sue tenebre.
 
 



 
 
 
 
 
 

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Capitolo 6
*** Capitolo 6 ***



I Love You...even Now.

Author: Eriet (Kagome 95 )


Chapter 6: Il Sengoku



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Nella tranquillità del silenzio udii qualcuno piangere.
“mamma...” ripeté una voce infantile "mamma!!" gemette disperato il piccolo tra la nebbia. La testa iniziò a farmi male, confusa aprii i miei occhi cercando chi fosse. Era qualcuno di importante ma non capii cosa lo facesse piangere incessantemente. Quando vidi quei capelli argentati e i suoi occhioni d'oro pieni di lacrime compresi d'un lampo chi fosse.
Assonnata e stanca schiusi nuovamente le mie palpebre “Yoshiro” lo chiamai attirando la sua attenzione. “Amore mio" cercai di rialzarmi ma il mio adorato bambino mi abbracciò spaventato a morte. "sto bene” sorrisi “ è tutto apposto” accarezzando le sue spalle sperai che si calmasse un po'.
“ma.. ” Si allontanò da me. Coprendosi il viso con una mano cercò in tutti i modi di asciugarsi le lacrime con i polsi senza riuscirvi. In quel momento ricordai cosa ci fosse successo. In flash vidi quel demone prenderlo, il pozzo ed infine quella caduta che mi fece perdere i sensi. Non c'era da stupirsi che il piccolo ne fosse terrorizzato.
Dolorante “ Mamma sta bene” spiegai a Yoshiro sedendomi. La testa iniziò a girami di nuovo. Portai il peso in avanti per non cadere. Mi toccai la nuca aspettando con pazienza che tutto si fermasse. Mio figlio si zittì tremando. " non devi preoccuparti" lì dove poggiai la mano iniziò a bruciarmi con violenza. Non potevo permettermi di svenire un'altra volta. Il mio unico dovere era portare via di lì Yoshiro. Solo allora mi sarei potuta permettere di abbandonarmi alla stanchezza. Ansimando portai il mio sguardo istintivamente sotto di me. Vidi una pozza di sangue proprio accanto alla mia persona. Guardai la mia mano unta di un rosso intenso e rimisi insiemi i pezzi. A causa della caduta violenta dovevo essermi provocata una ferita alla testa. Fortunatamente in fondo al pozzo il terreno era prevalentemente sabbioso altrimenti sarei morta sul colpo. “ è solo un graffio” gattonando raggiunsi una delle pareti del pozzo. Poggiandomi a quei sassi mi alzai sulle gambe. Sperai con tutto cuore di non essere tornata nel passato ma, il ricordo di quelle luci durante la lotta con quel mostro, mi fece pensare al peggio.
“ ma… sangue..” indicò la pozza rossa con orrore il mio bambino.
“ Ehi” riuscii poggiare le mie mani sulle sue piccole spalle. Non doveva preoccuparsi per me. “ascoltami bene, adesso usciremo di qui " lo avvisai guardandolo dritto negli occhi per dargli sicurezza " tu abbraccia solo la mamma” lo presi imbraccio. " e andrà tutto bene" lo strinsi a me. Tra quella nebbia composta di polvere e sabbia mi feci coraggio. Alzai il mio sguardo al cielo per trovare un modo per uscire. Camminai verso la parete opposta e li con grande sorpresa vidi un rampicante. Non era un buon segno ma non potevo perdere la mia occasione.  Corsi“ tieniti stretto" arrivai il più vicino che potei alla piante. "e non lasciare la mamma per nulla al mondo!” ordinai al bambino afferrando uno dei rami. Strattonai un paio di volte la povera pianta. Fortunatamente sembrò reggere il mio peso. Yoshi strinse a se la sua mamma. Misi un piede sulla parete e passo dopo passo scalai l’impervia parete di roccia. ‘ avanti’ invitai me stessa a non cedere al dolore che dilaniava il mio corpo ' ancora un po' ' mi ripetei non arrendendomi alla stanchezza. Con fatica guadagnai qualche altro centimetro. Il mio piccolo era visibilmente provato da questa esperienza terrificante ma una volta usciti di lì avrei potuto fare chiarezza su tutto. Di colpo una forte raggio di luce mi accecò. Persi la presa per un paio di istanti. Tentai di aggrapparmi alla pianta nuovamente. Per un miracolo riuscii ad evitare di cadere giù. Strinsi i denti ' per un soffio' pensai ma inevitabilmente mi ritrovai a un bivio. Il mio corpo sembrava non farcela più. Avevo due scelte: abbandonare la presa e morire attutendo la caduta di mio figlio; oppure resistere quel tanto che bastava per raggiungere la salvezza di entrambi. Oscurità o luce? vivere o morire? La libertà era così vicina. Non potevo gettare la spugna. Raccolsi tutte le mie forze, raggiunsi la sponda del pozzo e uscii . Nel modo di fare caddi con il fondo-schiena. Yoshi tremava poveretto ma ridendo gli dissi che finalmente era tutto apposto. Lui mi buttò le braccia al collo sollevato. Ero davvero felice di essere fuori di lì. Tirai un enorme sospiro di sollievo e mi godetti quell'abbraccio. Nel mentre accarezzavo quella testolina i miei occhi caddero sul terreno. Vidi con sorpresa dei fili d'erba. Inevitabilmente mi guardai intorno. I miei timori divennero fondati in pochi attimi. Io e mio figlio eravamo stati catapultati nel passato senza possibilità di opporci.
Yoshiro si strinse al mio petto e guardando la mia stessa direzione " wow..." soffiò sorpreso. " bello " era la prima volta che vedeva un paesaggio del genere. Confesso che mi ricordò un po' quella me del passato, quella ragazzina ingenua che per la prima volta varcò il confine tra questo e l'altro mondo. Anch'io pensai che quel luogo fosse bello e allo stesso tempo strano. All'apparenza sembrava un luogo idilliaco ma purtroppo non lo era affatto.
Feci scendere in terra mio figlio. Ammetto che non seppi davvero che dire al piccolo. Non ebbi neanche il tempo di poter pensare ad una spiegazione che una sensazione mi fece fermare il cuore.
Sentii qualcosa avvicinarsi a gran velocità verso di noi. Incredibilmente anche Yoshiro sembrò averlo percepito.
Mi alzai. Spaventato, mio figlio, mi abbracciò le gambe. Tremò dalla paura il piccolo non sapendo che fare. Generalmente Yoshiro non avrebbe mai reagito in quella maniera. Il trauma subito fece si che il piccolo si mettesse subito in allarme. Cercai di dire qualche parola di conforto ma una figura conoscente, pochi secondi dopo, fece capolino dagli alberi. Ebbi il cuore in gola. Un uomo chino sulle propria ginocchia scese dagli alberi. Quelle orecchie da cane e il suo vestito rosso potevano appartenere solo ad un unica persona. Rialzandosi sulle sue gambe vidi il mio Inuyasha a pochi metri davanti a me. I suoi occhi si scontrarono con i miei, sul suo volto si dipinse lo sgomento puro e semplice. In seguito Shippo, Rin e Kaede apparvero dietro il mezzo-demone. Tutti e 3 assunsero la sua stessa medesima espressione. Mi si strinse lo stomaco. Come potevo giustificare la mia presenza lì? Pensai semplicemente che fosse stato il destino a farmi ricongiungere con loro ma la realtà era ben diversa. Più che destino compresi che fosse giunta l'ora in cui avrei pagato per le mie colpe. Il mio incubo ricorrente divenne reale. Pensai che fosse arrivato il giorno in cui sarei stata giudicata da quegli occhi dorati.
“ aspettateci!” Sango esclamò arrivando insieme a Miroku e tre piccoli pargoletti. " ma che!?" mi indicò stupefatta la mia vecchia amica di un tempo.
“Kagome?” Inuyasha disse spezzando quel silenzio imbarazzante. Lui cercò di avvicinarsi a me. Istintivamente feci un passo indietro e portai una mano sulla testa di mio figlio.
‘ no, ti prego ’ supplicai con il cuore in gola ' non ti avvicinare' pregai mentalmente. Yoshiro si nascose immediatamente dietro di me. Non potevo sapere come avrebbe potuto reagire il mezzo-demone alla vista di quel figlio nato dal suo maledetto padre demoniaco.
“Kagome, sei davvero tu?” Shippo chiese affiancando il mezzo demone con voce rotta dalla commozione. Anche io fui felice di vederli ma... Nulla era più come prima da molto tempo.
“ Mammina" spezzò tutto la vocina di Yoshiro " chi s-sono?” si sforzò di chiedere il mio piccolo amore uscendo la sua testolina argentata da dietro le mie gambe.
“m-ma…m-mamma?” Sconvolto ripeté Miroku cadendo quasi per terra dallo stupore. Il mio tesorino timoroso si nascose nuovamente dietro di me. I loro sguardi furono un misto di stupore ed orrore. Non sappi come reagire.
Titubante, Yoshiro, uscì nuovamente la sua testolina così da poter osservare tutti i presenti. “mammina” disse con occhioni lucidi per essere al centro dell'attenzione ingiustamente.
“ no, non piangere” lo presi subito imbraccio “ su, su “ lo dondolai facendolo calmare. “ e queste lacrime?" gli sorrisi asciugando quelle goccioline salate. “quelli che vedi sono vecchi amici della mamma”gli accarezzai i capelli “ e sono brave persone” lo tranquillizzai con tono dolce.
“ si” annuì riportando lo sguardo ai presenti.
“ sentite, che ne direste di parlare in un luogo più adeguato?” domandai sperando che accettassero la mia proposta.
“ ce-certamente “ Kaede disse facendo strada verso la propria casa. Durante il tragitto potei ben immaginare quali sarebbe state le domande che avrebbero affollato le menti di quelle persone. I : Cosa è successo? chi è quel bambino? E quando è successo che lei aspettasse e partorisse un bambino? Sicuramente tutti pensarono che Inuyasha fosse il padre di quel cucciolo ma, sia io che il mezzo-demone, sapevamo perfettamente che non fosse vero. Guardandolo con minuziosa attenzione si potevano scorgere delle somiglianze con il suo vero padre. Il taglio dei suoi occhi, le orecchie, la sua luna, le sue espressioni e il portamento erano identici a quelle di Sesshomaru, il suo unico papà. Yoshiro prese poco o nulla da me. Solo il tempo avrebbe deciso in seguito se questo sarebbe stato un male o meno.. Poco importava in quegli istanti. La mia unica preoccupazione era rivolta alla reazione di Inuyasha una volta saputa la verità.
Arrivati a casa di Kaede mi accomodai vicino al fuoco. Il mio cucciolo non osò staccarsi da me per un solo istante, forse aveva intuito il pericolo imminente.
“ che bello trovarvi fra di noi, divina Kagome!” Miroku esultò facendo sedere quei piccoli birbantelli. “ bambini, salutate  immediatamente la zia Kagome” disse ai 3 piccoli incuriositi.
“ciao” dissero in coro le due figliole mentre il bambino più piccolo rise di gusto. Doveva avere qualche settimana di vita.
“ loro sono Yumi, Ai “ indicò le bambine “ e lui è il nostro piccolo Ryu” accarezzò la testolina del piccolo neonato.
“già” Sango rise divertita.
“ molto piacere” chinai appena il capo ma il mio cucciolo non ebbe voglio di parlare. Di sfuggita vidi lo sguardo di Inuyasha che mi fece tremare di paura. Odio puro e semplice trapelò dai suoi occhi.
“ quindi come ti chiami?” chiese Rin al mio piccolo che non gli diede confidenza.
“ Yoshiro” lo guardai spingendolo a fare conversazione.
“e quanti anni hai?” cercò di capire la ragazza ma mio figlio contrariato si nascose. Poggiando la sua fronte contro il mio collo chiuse gli occhi.
“ ha sonno” accarezzai la sua piccola nuca. “ non è vero ?” cercai una risposta. Iniziai a trovarmi in difficoltà.
“mmh…” annui il mio tenero cucciolino. Risi e lo cullai fin quando non si addormentò.
“ che carino “ disse Rin avvicinandosi a me.
“ è molto tenero” risposi fiera di lui.
“ Bambine andate fuori a giocare” Sango ordinò alle sue figlie. Fu così che giunse la resa dei conti. Con estrema cura deposi il mio cucciolo su di un futon preparato dalla ragazza con il codino. “Kagome…” d’un tratto mi chiamò l’ex sterminatrice di demoni “ma quel bambino…” cercò di dire preoccupata guardando la fronte del cucciolotto. Ebbi il cuore in gola, portai il mio sguardo ai presenti.
“ è di Sesshomaru, non è così?” Inuyasha disse duro come la roccia.
“ C-cosa!?” esclamò Shippo incredulo balzando in aria.
“i-io..” dissi terrorizzata.
“Quindi non è figlio tuo?” Miroku si catapultò dall’amico in preda al panico.
“ ma io credevo che…” Kaede non capii più nulla.
“ esattamente, la luna sulla sua fronte lo conferma” si alzò freddo e distaccato.
“Non è come sembra” cercai di spiegare alzandomi in piedi.
“ ha abusato di te!?” Tuonò sbattendo un pugno contro la parete di legno. Tremando abbassai lo sguardo. “ non è così!?” Inuyasha mi afferrò per le spalle cercando nei miei occhi una conferma. Non ebbi il coraggio di parlare, vidi solo l'odio puro e semplice i quelle iridi. “ lo ammazzo!!” esclamò fuori di se dirigendosi all'uscita.
“ Fermo!! “ istintivamente lo presi per un braccio “ non sono andati così i fatti!” cercai di spiegare. “ t-ti prego…” balbettai sciogliendo quella presa. Incredula spalancai i miei occhi piena di orrore. Realizzai di aver confessato tutto in pochi attimi. Inuyasha si paralizzò di colpo.
“ quindi..” si voltò verso di me con estrema lentezza “ tu..” mi guardò pieno di disgusto. In quell'istante precipitai in quel baratro fatto di vergogna e terrore dove avevo avuto, fin dalla mia gravidanza, il timore di cadere. Nella mia mente avevo vissuto dei momenti del genere mille e mille volte ma, mai come allora, tutto fu così reale. “ cioè t-tu vo-volevi?” mi afferrò per il polso brutalmente. Senza poterlo evitare caddero le prime lacrime di frustrazione e collera.
“Inuyasha, t-ti prego” cercai il suo perdono " A-Ascoltami" ma la sua rabbia ribollì per poi esplodere come una bomba ad orologeria.
“ Tu..” mi stritolò il polso “ lurida puttana!” urlò dandomi un sonoro schiaffo in pieno viso che mi spedì contro una delle pareti di legno della capanna.
“Inuyasha fermati!”  Miroku bloccò il mezzo-demone poco prima che mi si accanisse contro.
“ sei solo una puttana!” cercò di scavalcare l’amico. Intontita cercai di rialzarmi. In due cercarono di tenerlo. Era diventato un furia. La testa cominciò a farmi male ed ebbi l'impressione di non essere più nel mio corpo.
“mammina!!” sentii le urla del mio bambino in lontananza.
“ Yoshi” sorrisi vedendo la stanza girare vorticosamente.
“ sangue” disse preoccupato "sangue" ripeté impietrito. La ferita non si era ancora rimarginata del tutto. Per via dell'urto mi si riaprì aggravandosi ulteriormente.
“ Kagome!” Rin esclamò preoccupata “ Kaede-sama delle bende!” ordinò alla vecchia ma io non riuscii più a reggermi sulle braccia.
“ no!!” ringhiò il mio piccolo mezzo-demone uscendo le zanne. La sua natura demoniaca iniziò a prendendo il sopravvento.
“Yoshi, no!” presi la sua mano e caddi contro il pavimento senza più alcuna forza in corpo.
“ mamma, mamma” la sua voce echeggiò nella mia mente.
“Kagome, resistete!!!” Credo che Rin disse ma fu tutto così confuso e appannato. Forse persi i sensi per un po', non lo so o forse arrivò davvero la mia ora. Ricordo solo che mi risvegliai subito dopo e Yoshi fu accanto a me come se nulla fosse successo. Il viso del mio cucciolo era sollevato. Lo abbracciai forte. In tutto quel tempo non aveva fatto altro che tremare e piangere. Tra me e me promisi a me stessa che non sarebbe mai più successa una cosa del genere.
Sia Kaede che gli altri miei amici mi stettero vicino ma guardandomi intorno notai che Inuyasha fosse scomparso.
Mi sentii male. Chiesi a me stessa per quale ragione il destino mi avesse riservato una esistenza così effimera. La verità doveva essere affrontata e non si potevano cambiare le cose. Accarezzai il viso di mio figlio che mi si accoccolò sulle gambe. Presi una decisione quel giorno. Decisi che avrei superato ogni mia punizione senza paura per il bene di mio figlio. Inuyasha aveva avuto tutte le ragione di trattarmi in quel modo. Io avevo detto di amarlo ed ero stata la stessa persona che aveva avuto un avventura con il suo fratellastro. Lo avevo ingannato. Anche se l'amore che avevo provavo per lui era stato sincero non fu un impedimento per far si che concedermi ad un altro. Probabilmente l'amore che provavo per Inuyasha non era così forte.
Le cose erano diverse da quelle che credevamo sia io che Inuyasha e avremmo dovuto accettarle. Io ero la madre del figlio di Sesshomaru. Ed anche se una parte di me amava ancora quel mezzo-demone, un'altra provava solo disgusto per quel sentimento egoista. Amore o meno, poco importava. Sapevo che avrei dovuto pagare quel errore per tutto il resto della vita per poter cercare il perdono di Inuyasha ma... Portandomi una mano sul petto espirai. Compresi fin da subito che più sarei rimasta lì e più avrei sofferto non solo per Inuyasha ma anche per quel demone che non avrei mai pensato di poter rincontrare.

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Capitolo 7
*** Capitolo 7 ***


I Love You...even Now.

Author: Eriet (Kagome 95 )


Chapter 7:  Inuyasha



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Inuyasha non si fece vedere per qualche tempo. Dopo quella violenta discussione non fu facile spiegare a mio figlio la situazione. L’improvviso cambiamento sconvolse Yoshiro ancora di più del ricordo di quel demonio maledetto che attentò alle nostre vita. Quell'evento traumatico lo segnò nel profondo. Giungemmo, volenti o meno, ad un punto nel quale non saremmo dovuti arrivare. Come spiegare a Yoshiro che: la persona che mi ridusse in fin di vita non fosse altro che suo zio? che il mezzo-demone cane avesse tutte le ragione per essere arrabbiato con me per averlo tradito? che Inuyasha non fosse cattivo e che la colpa fosse solo mia ? 
Ero stata io ad professare a tutti d’amare Inuyasha con ogni fibra del mio corpo ma, a conti i fatti, non lo feci. 
Fummo costretti dal destino a ritornare in quel luogo maledetto. 
Tentai invano di tornare al mio tempo. Quella stessa mattina cercai di oltrepassare il pozzo con mio figlio ancora dormiente fra le braccia ma fu tutto inutile. Il varco non si aprì. Nel fondo di quel portale piansi lacrime amare. Sperai con tutto il mio cuore che fosse solo un orribile incubo e di svegliarmi al più presto. Sospirai scacciando via gli stupidi ricordi di quando ebbe inizio l'avventura con Inuyasha e tutti gli altri. 
In cuor mio sperai che non fossero state le mie lacrime ad aver riattivato quel meccanismo contorto. La distruzione della sfera aveva spezzato quel legame per eternitá e allora...per quel motivo io e mio figlio eravamo stati costretti a tornare indietro ? Perché era apparso quel mostro ? Furono queste le domande che mi posi più e più volte senza darmi risposta. 
Uscii dal pozzo e ritornai a casa di Kaede. Fortunatamente stavano ancora dormendo.
Non raccontai la mia disavventura a nessuno. Entrai e mi sedetti. 
Gli altri si sarebbero arrabbiati con me. A causa delle mie ferite non dovevo sforzarmi. Chiudendo gli occhi decisi di aspettare con pazienza che il varco si riaprisse.
"Mamma, bene?" Prese la mia mano il cucciolo svegliandosi.
"Si, adesso si" Gli sorrisi dolcemente quel giorno.
Passarono le giornate e gli abitanti del villaggio iniziarono a chiedersi chi fosse Yoshiro e cosa lui fosse.
Fortunatamente né Rin né Kaede sembrarono avere delle riserve nei miei confronti.
Sango in quei giorni cercó di chiedermi cosa mi fosse successo ma evitai sempre le sue domande. Le ferite per la caduta si rimarginarono pian piano.
Una settimana dopo il mio arrivo decisi di incamminarmi per la foresta. Ancora un volta sperai che il pozzo desse segni di vita. Mi ritrovai ai piedi del grande albero divino. Lo contemplai. Il Goshiboku beffardo mi protesse dai raggi del sole e ascoltò la mia preghiera silenziosamente. Mi diressi verso il pozzo ma neanche la mia supplica diede l'effetto sperato.
Si fece pomeriggio. Decisi di ritonare sotte le fronde dell'albero divino per trovare un po' di conforto. Dietro quel tronco udii delle risate infantili. Incuriosita mi sporsi quanto bastasse per capire cosa stesse succedendo. Vidi Yoshiro giocare con le figlie dei miei vecchi compagni di viaggio. 
E si, senza perdere altro tempo, Sango e Miroku convolarono a nozze dopo la morte di Naraku. 
Ad appena un anno dalla mia dipartita nacque la loro primogenita Yuka e poi Akane. Fortunatamente le piccole presero tutto dalla mamma. Il piccolo maschietto invece nacque appena 3 settimane prima del mio ritorno ma questo non impedì a quel pargoletto di farsi sentire con i suoi pianti infantili. Nonostante tutto non mi sembrava che a quei due mancasse qualcosa. Infondo li invidiai. Non erano né ricchi né poveri. Entrambi avevano un passato orrendo alle spalle... eppure erano felici di stare l’uno accanto all’altra con i loro bambini. Erano una famiglia. Il loro desiderio si era avverato senza intoppi. 
Osservai da lontano mio figlio, in quel praticello, rincorrere le piccole figlie di Miroku. Il paparino, poco più in là, stava giocando con il suo piccolo maschietto. Sango era una donna davvero fortunata. Anche se il babbo aveva avuto un passato da dongiovanni ormai sembrava aveva messo la testa a posto. Infondo non era un mistero che al signor Miroku piacessero i bambini. 
“ ahahaahahah, non ci prendi!” la piccola Yuka di 3 anni e mezzo trascinò la sorellina via con se. Yoshi le ricorse cercando di acciuffarle. 
In quell’istante mi chiesi cosa avessi portato via a mio figlio.
“ Cosa è un papa?” mi balzarono alla mente le sue parole. Nonostante fosse ancora piccolo il cucciolo si era posto una domanda del genere.  Yoshiro era molto intelligente. Forse dagli altri bambini aveva appreso cosa potesse essere un papà. Negli ultimi tempi avevo notato della tristezza nei suoi occhioni d’oro ed finalmente capii il perché. Lui stava soffrendo a causa della mancanza di questo < <  Padre > > non capendo bene cosa fosse.' Durante il suo compleanno, allora,' pensai sentendomi sempre più male ' lui stava davvero cercando qualcuno tra la folla. Sta aspettando invano quella persona che tanto si chiedeva chi fosse. ' Mi si strinse il cuore. 
Odiavo così tanto l’idea che il mio tesoro potesse soffrire che non mi ero nemmeno accorta che lui già lo stava facendo. Mi vennero le lacrime agli occhi. Capii di aver condannato Yoshiro a vivere una vita piena di dolore senza che me ne rendessi conto. Inuyasha mi aveva parlato di cosa significasse essere dei mezzo-demoni. Questa è la maledizione che spetta a colore che sono nati dall'unione tra un demone e un umano. Il loro destino è disseminato di dolore e sofferenza. Per quanto potessi volergli bene compresi che sarebbe mai stato abbastanza. Ero stata cieca. Mi ero illusa di poter riuscire a farmi carico di tutto ma... per quanto mi sforzassi, Yoshiro, già iniziava a sentire quel vuoto che avrei voluto che non patisse mai. ' Sono solo una stupida!' chinai il capo.
D'un tratto mio figlio cadde e sbattè la faccia contro il terreno. A causa della botta gli si scompigliarono i capelli e furono evidenti le sue fattezze di demone. Le orecchie puntute e quella luna fecero capolino. 
“ahahaha" risero le bambine " Demone! Demone! Demone!” lo indicarono le due prendendolo in giro. I suoi occhi furono di colpo pieni di paura.
‘ Yoshi’ corsi da lui sperando che la smettessero. Mio figlio non era un demonio come suo padre. 
“ adesso basta” all’improvviso Inuyasha apparve dagli alberi infastidito. “ lui non è un demone” si mise fra di loro a braccia conserte.
“ zio!!” esultarono le piccole mentre Miroku accorse preoccupato che accadesse qualcosa. Senza perdere tempo rimproverò le figlie per quello che avevano detto. Assistetti alla scena in disparte.
“  alzati” Inuyasha porse una mano verso mio figlio con riluttanza. Più di tutti, Inuyasha conosceva il dolore d’essere né un demone né un umano.
Yoshi aveva la testa bassa. Ebbi un brutto presentimento. Di colpo graffiò la mano di suo zio. “ ahi” gemette il ragazzo dalla orecchie da cane. Yoshi si alzò e indietreggiò a capo chino. Non aveva mia fatto una cosa del genere.
“ demohe” ringhiò contro chi cercò di dargli una mano. “ via!!!!!” esclamò trattenendo le lacrime. Chiamai il suo nome e tentai di intervenire. La natura di mio figlio cominciò a cambiare molto velocemente. L’odio che nutriva per lo zio evidentemente fece breccia nel suo fragile cuoricino. 
“Divina Kagome” disse Miroku un istante prima che il piccolo scappasse via nella foresta in lacrime.
“ Yoshi!!” lo chiamai inseguendolo. Non doveva allontanarsi da solo. Qualsiasi cosa lo tormentasse io sarei sempre stata lì per lui. “ amore mio!!”  corsi a per di fiato, fin quando non lo persi di vista. Era troppo veloce per me che infondo ero un semplice essere umano. “ piccolo mio, dove sei!?” urlai per tutta la foresta. Senza perdere tempo cercai tra gli alberi. “ Yoshiro!!” lo chiamai nuovamente quando sentii qualcuno correre tra la foresta, ebbi così paura che si trattasse di un demone.
“ Kagome” Inuyasha saltò fuori dai cespugli.
“ Inuyasha” andai verso di lui sperando che mi desse una mano.
“ dov’è?” mi chiese poco prima che sentimmo un urlo acutissimo.  Il mezzo-demone dalle orecchie da cane si fiondò verso l'origine delle urla. Correndo in quella stessa direzione pregai gli dei che non fosse successo nulla. 
“ Amore!!” scesi la collina e rividi Inuyasha. Il ragazzo aveva accanto a se il mio piccolino. Il cucciolo era pieno di graffi. Fu evidente che Yoshiro fosse caduto non accorgendosi della discesa. 
“ eccolo” Si voltò il ragazzo vestito di rosso soddisfatto.
“ Yoshi” strinsi il piccolo a me preoccupata.
“mamma” contraccambiò dolorante.
“ ma che hai fatto, amore mio? ” presi tra le mani il suo viso tutto sporco. Non disse nulla e si nascose nel mio petto. Il cucciolo stava soffrendo e di certo si preoccupò anche lui per la sua vita. “ va tutto bene. . .” accarezzai la nuca del mio piccino “ adesso c'è la mamma qui con te “ sussurrai al suo orecchio. Con quell'abbraccio cercai di far sentire a Yoshiro quanto la sua mamma gli volesse del bene. Pendendo il pargoletto imbraccio, ritornammo da Miroku insieme ad Inuyasha. Il cucciolo chiudendo gli occhi si accoccolò sulla una mia spalla. 
Il sole stava calando.
“ non si è fatto nulla” intervenne il mezzo-demone dalle orecchie da cane annoiato vedendomi così protettiva. “ è solo scivolato.” Incrociò le braccia seccato. 
Risi. “ grazie, Inuyasha ” dissi durante il tragitto. Fortunatamente mio figlio già sonnecchiava. “ grazie per avermi aiutato” oltrepassai una radice con fatica.
“ non…devi…” soffiò malinconicamente il ragazzo. 
“ vedi, io” cercai di dire ma inciampai contro qualcosa.
“ attenta!” mi fermò prendendomi per i fianchi. Fui un po’ stanca, ormai Yoshiro stava diventando troppo pesante per me.
“si” annuii sentendomi una stupida. Lentamente il ragazzo si scostò da me. Un brivido mi percosse la schiena. 
“Kagome…” mi guardò con i suoi occhi d’oro.
“ avanti non preoccupati” sorrisi a quello sciocco mezzo-demone “ sto bene e che ormai sta diventando un ometto”Rissi facendogli strada.
“ t-ti chiedo scusa.” ad un certo punto soffiò Inuyasha. “ non avrei mai dovuto reagire in quel modo…” proseguì ed io mi fermai ascoltando le sue parole. “ ma quando ti ho visto con quel bambino…” raccontò stringendo un pugno “ non potevo crederci.” sentii la sua frustrazione, il mio cuore si stritolo sotto quella morsa ricolma di dolore e vergogna.
“lo so..” poggiai una mano sulla testa di mio figlio. Ma tutto fu interrotto da Sango e Rin che fecero la loro comparsa. Quelle due povere donne ci cercarono per tutta la foresta senza sosta. Chiamando gli altri da lontano convinsi Inuyasha a tornare a casa di Kaede per la cena. 
Da quella sera in poi tutto fu diverso. 
Il mio mezzo-demone si dimostro più amorevole di sempre eppure Yoshiro non volle che gli stessi vicino. Cercai di fargli capire, nei giorni successivi, che avrei perdonato Inuyasha ma il sangue che fece scorrere in quelle quattro mura per il mio tesoro fu imperdonabile. Yoshi odiava Inuyasha con tutta l’anima. Sperai ingenuamente che con il tempo mio figlio avrebbe potuto convincersi del contrario. I sentimenti che provavo per il mezzo-demone non ero totalmente scomparsi.
I giorni passarono velocemente. Yoshiro sembrò essere accettato sia dai miei amici di un tempo sia dalla gente del villaggio. Una sera guardando l’orizzonte mi chiesi se mamma, nonno e Souta stessero bene. La nostra vita era lì e avremmo dovuto farvi ritorno al più presto. Pregai per loro e rialzandomi mi diressi verso < < Casa > >. 
'Forse sono tornata proprio per Inuyasha?' pensai e vidi il mezzo demone infondo alla via intento a litigare con Shippo 'Forse questa è l’occasione per avere una seconda possibilità?' accennai un sorriso scendendo giù per gli scalini del tempietto ' Eppure ' percepii un peso piombarmi sulle spalle. Con preoccupazione sentii il mio stomaco contorcersi. Un pensiero mi trafisse la mente spezzando tutte le mie certezze. Anche se non lo diedi mai a vedere, quella sera, il mio corpo reagì pensando al giorno in cui Sesshomaru sarebbe tornato nelle nostre povere vite. Osservando mio figlio passeggiare mano nella mano con Rin sperai solo che sarebbe avvenuto il più tardi possibile se non mai.

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Capitolo 8
*** Capitolo 8 ***


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Author: Eriet (Kagome 95 )


Chapter 8:  Addio





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Passò quasi un mese dal nostro ritorno nel Sengoku. 
Inuyasha ed io parlavamo amabilmente. Yoshi non approvava questa relazione e spesso interveniva cercando di cacciare il mezzo-demone. Iniziò per fino a chiamarlo zio < < demohe brutto > > .
Ovviamente la cosa cominciò ad irritare il mezzo-demone dalle orecchie da cane e così si creò un certo astio. Spesso e volentieri cercavo di placare i due fuochi ma nulla. Più il tempo passava e meno quei due sembravano poter andare d'accordo. 
Una mattina, però, stanca per aver pulito la casa dell'anziana donna, mi distesi sull'uscio della porta e chiusi gli occhi. 
Era tutto talmente tranquillo che un pisolino si rivelò una delle migliori idee degli ultimi tempi. 
Immediatamente la mia mente iniziò a sognare:
Vidi il mio bambino camminare per la foresta ridacchiando.
“bello!” disse con la sua vocetta infantile trovandosi in un verde praticello con dei coniglietti mangiucchiare l'erbetta. Il mio tenero curiosone, con occhi luccicanti, si avvicinò ai piccoli animali pelosetti per acchiapparli. Appena uno dei conigli si accorse della sua presenza scapparono tutti a zampe levate. “ femmo!!” li ricorse riuscendo a seguire il loro ritmo. Era così felice in quel momento che mi si riempì il cuore di gioia. D’un tratto i cuccioletti si nascosero in un buco nel terreno. “noo!!” Yoshiro infilò la manina dentro la tana. Non riuscendo ad arrivare a suoi piccoli amici cercò in ogni modo di infilarsi. Il buco però era troppo stretto e senza successo cercò di entrarvi. Yoshi fu così buffo e goffo. " uffa.." si sedette per terra imbronciato. Di colpo una voce profonda interruppe l' idillico momento. Quel rantolo intervenne facendomi sussultare. Yoshiro si voltò spaventato e tutto divenne più scuro.
“ ehi, ma che bel bambino”parlò l'essere e il piccolo sbiancò dalla paura. Dietro di se apparvero tre orribili orchi dalle corna lunghe e la pelle rossastra.
“eheheeheeh” ridacchiò l'altro mostro mentre mio figlio spaventato indietreggiò.
“ scappa!!” gli ordinai con tutto il fiato che avevo in gola. Immediatamente il mio tesoro iniziò a correre a più non posso tra gli alberi della foresta.
“ ma dove vai?” Chiese una delle bestie inseguendolo. “ è ora di pranzo” apparve quel bastardo davanti a Yoshiro con la colina in bocca. Terrorizzato il cucciolo riuscì a passargli tra le gambe. Grazie alla sua statura gli sfuggi ai suoi aggressori. Mi sentii inutile. Assistetti a quella scena tanto straziante senza poter intervenire. Fui un povero spettatore impotente che pregava invano gli dei di farsi che il suo adorato bambino ce la facesse. Yoshiro corse il più velocemente possibile. Scorsi delle lacrime scivolare dai suoi occhi d'oro.
 “ vieni qui “ Tuonò il più grasso dei tre aggressori prendendolo per un braccio. Quel bastardo lo trattenne. Io gridai il nome di mio figlio terrorizzata.
“ mammaaa!!!!!!” urlò Yoshiro poco prima che il terreno sotto di se cedesse. Tra i gemiti di paura il cucciolo fu inghiottito tra le tenebre del dirupo supplicando invano il mio aiuto.
“Yoshi!!!!” urlai cercando di afferrare la sua mano. 
Seduta compresi che fosse un incubo. Incredula immediatamente uscii fuori per cercare il mio bambino. Era stato tutto fin troppo reale per essere stato solo un stupido sogno. 
“ ehi, Kagome tutto bene?” Inuyasha tranquillamente stava tornando con Shippo verso la capanna di Kaede.
“ dov’è?” lo presi per la canotta rosso sangue.
“ di chi stai parlando?” mi chiese preoccupato non riuscendo a capire a cosa mi stessi riferendo.
“ Yoshi! Dov’è mio figlio!?” lo spinsi facendolo cadere per terra.
“ ehi" si lamentò toccandosi la nuca "sei sicura che non sta giocando con le bambine nella piazza?” domandò e senza prestagli attenzione mi diressi con il cuore in gola verso il villaggio di Musashi. Chiamai mio figlio interrottamente sperando che qualcuno mi rispondesse. Preoccupato Inuyasha mi raggiunse ripetendomi se fosse successo qualcosa.
“ Yoshiro," cercai di ignorare quell'idiota senza speranza " bimbo mio, dove sei?!” Ebbi le lacrime agli occhi. 
Non c’era nessuno.
I piccoli erano già andati tutti a mangiare. Chiesi alle donne e agli uomini che passarono da quelle parti ma nulla. Nessuno mi seppe dire dove fosse andato. Spaventata a morte caddi sulle ginocchia senza forze.
“ Divina Kagome” Sentii la voce del signor Miroku alla mia sinistra. Preoccupato si sedette accanto a me. " cosa succede?" chiese ma ormai le mie lacrime di disperazione avevano già macchiato il terreno.
" Yoshi" soffiai senza voce. " non si trova!!" nascosi il mio viso tra le mie mani.
" che cosa!?" seguii la voce di Sango impaurita.
“ Kagome calmati” cercò di dire il mezzo-demone vestito di rosso poggiandomi una mano sulla spalla.
“ allora non era un sogno” sussurrai tra i singhiozzi.
“ ma di che parli?” mi chiese quello stupido dai capelli argentati.
“ Inuyasha” lo strinsi a me senza smettere di piangere. ‘ ho così tanta paura’ pensai facendomi stringere dalle sue braccia.
“ lo troveremo, non devi preoccuparti” mi confortò Inuyasha. Tra i singhiozzi convulsi pregai soltanto il cielo che Yoshiro stesse bene.

 

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Capitolo 9
*** Capitolo 9 ***



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Author: Eriet (Kagome 95 )


Chapter 9:  Sesshomaru





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 “ Che caldo” Jacken commentò disteso sulla sella di Ah-Houn. 

“ non ti starai rilassando un po’ troppo?” gli lanciai una delle mie occhiate e come fu prevedibile il rospo cadde per terra supplicandomi come un verme di perdonarlo. Proseguii ignorando lo stupido sgorbio.
“ Padrone la prego, mi aspetti” cercò di seguirmi ma non volli perdere altro tempo. Avevo promesso a Rin che gli avrei donato un nuovo abito. Nessuno sapeva che fossi da quelle parte e nessuno l’avrebbe mai dovuto sapere.  “ padron-Sesshomaru” alle parole di quel mostriciattolo sentii qualcosa dentro di me sussultare. Quel battito inaspettato, nato dal profondo del mio essere, mi fece fermare nel bel mezzo della foresta.
‘ cos’è?’ pensai non riuscendo a trovare una risposta. 
D’un tratto sentii le urla di un bambino. 
Senza perdere altro tempo mi lanciai all’inseguimento. Qualsiasi cosa fosse stato sapevo che l'infante ne sarebbe stato coinvolto. Balzando nel cielo vidi un gruppo di demoni scendere una sorta scogliera. Sotto di loro vidi una piccola figura immobile. ‘bestie’ soffiai andando in soccorso di quello che sembrò essere un cucciolo di umano.
“ questo si che sarà un lauto pasto” disse uno di quegli oni dalla pelle rossa come il sangue. Pregustando il momento di assaporare la carne del bambino iniziò a ridere.
“ davvero?”soffiai divertito. Sospeso nel cielo vidi quegli sciocchi voltarsi. Ancor prima che capissero chi fossi li disintegrai con i miei artigli.
“ ma che…” disse uno dei sopravvissuti spaventato a morte. 
“ Se-sesshomaru, il signore dei demoni qui?” il fratello mi presentò raccontando la cruda e semplice realtà. Il mio titolo in quegli anni era divenuto tale. Senza perdere tempo li uccisi entrambi. Non potevo permettere che qualcuno sapesse dove fossi. I loro corpi senza vita pian piano divennero cenere. Negli ultimi tempi gli oni di montagna avevano preso l'abitudine di diventare cacciatori di umani solo per via della loro pigrizia.
“ Mio signore!” sopraggiunse Jacken. Scrollando dai miei artigli il loro sangue percepii uno strano odore provenire dal piccolo alle mie spalle. “ ma questo” si avvicinò il rospo alla minuscola vittima. Voltandolo i miei occhi si posarono sulla sua figura. Il bambino era vestito di poveri stracci umani. Eppure con stupore vidi che il piccolo umano possedesse degli strani capelli argentati. “ per l’amor del cielo” esclamò il mio servitore non potendoci credere. “ pensate che sia ancora vivo?” osservai il bambino con attenzione. Ero senza parole. Il piccolo era tutto pieno di graffi. Probabilmente era caduto dalla scogliera per sfuggire a quegli infami. Nonostante il suo odore fosse prevalentemente umano c'era qualcosa che non mi convinceva affatto. Sotto le ombre degli alberi notai, in quel visetto, qualcosa di terribilmente familiare. Nel modo di metterlo seduto Jacken fece si che quella piccola testolina andasse all'indietro. In quell'istante compresi tutto. Non vi potei credere. “ m-ma questo!?”  esclamò il mio servo facendo cadere il piccolo per terra a causa della paura. Sotto quella chioma scompigliata fecero capolino: una luna blu e delle orecchie puntute. Sconvolto non potei crederci. All'inizio pensai che fosse il figlio di chissà quale demone. Eppure quando vidi le sue fattezze e l'associai all'odore fu palese che egli non fosse altro che un mezzo-demone. La fronte però parlava molto più del resto. Solo i demoni maggiori della stirpe Inu-youkai possedevano quel marchio. La mia mente lavorò freneticamente per trovare una qualche risposta in fretta. Non esistevano mezzi-demoni con quel simbolo, era una cosa impossibile. Cercai di rimembrare ogni ricordo che mi potesse ricollegare al piccolo. Riflettei e riflettei.. fin quando un unico pensiero mi trafisse la mente. Fu come un lampo a ciel sereno. Quell’odore di umano, l’essenza che mi sembrò terribilmente familiare non poté che essere di nessun altra a parte lei. 
“ mio signore?” Jacken chiese vedendomi avvicinare una mano sulla sua fronte. Quello era l’odore di quella donna, la femmina umana che scomparse nel nulla anni prima. Spostai completamente i fini capelli argentei della sua frangetta per ammirare meglio quella luna.
Il mio essere ebbe l'ennesimo sussulto‘ i-impossibile ‘ pensai non riuscendo a credere che fosse vero. ‘ possibile che... ‘ accarezzai la sua piccola fronte. 
Tutto iniziò ad avere un senso. 
Anche l'età che mi parve avere bambino era compatibile. Sembrò impossibile ma se il mio istinto si svegliò fu perché sentii che quel qualcuno fosse in pericolo. Non potei crederci ma non poterono più esserci dubbi sulla sua persona. 
Quel piccolo era il frutto di quella notte. 
Io, il signore dei demoni, che amai quella donna umana una sola notte… avevo dato la vita a qualcosa. Fui incredulo. Non riuscii a scostare la mano dal suo viso disteso e privo di qualunque espressione. 
“ padrone lo conoscete?” chiese spiegazioni il mio servo ma senza altri indugi presi il piccolo tra le mie braccia.
‘ Kagome..’ pronunciai il nome di quella donna alzandomi.
Dopo la morte di quell’impiastro la femmina scomparve davanti i nostri occhi per sempre. 
' Eppure,' pensai ' se il piccolo è davvero mio figlio ' uscii dalla foresta. ' perché la donna non me ne parlò ?' silenziosamente mi diressi verso il villaggio degli umani 
“ padrone ma…dove andate?” la voce di Jacken mi apparve lontana milioni di chilometri. Un inspiegabile rabbia cominciò a scorrermi dentro. 
'Che sia tornata?' Pensai balzando tra i rami degli arbusti. 
Poco importava in verità. Una volta arrivati al villaggio degli umani sapevo che avrei finalmente trovato tutte le risposte alle mie domande.

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Capitolo 10
*** Capitolo 10 ***



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Author: Eriet (Kagome 95 )


Chapter 10:  Yoshiro 





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Piansi disperata contro il petto di Inuyasha.
Nonostante i nostri sforzi nessuno sapeva dove si fosse diretto Yoshiro. I ragazzi setacciarono i boschi vicini ma nulla. Non vi fu alcuna traccia del mio bambino. Lo sgomento, la paura che quell' incubo potesse essere reale mia distrusse l'anima.  Il mio mezzo-demone non seppe più che fare. Gli amici furono così dispiaciuti per me da non riuscire più a parlare. Alcune donne del villaggio sembrarono realmente amareggiate dalla vicenda. Supplicai la gente di dirmi dove fosse ma nulla... Anche se loro avessero visto qualcosa non avrebbero parlato. Lo vidi nei loro occhi. A nessuno di loro importava se mio figlio fosse morto o meno. Il mio adorato angioletto dagli occhi d'oro per loro era meno di niente. Lui era solo un mezzo-demone. Nonostante non fosse colpa sua portava quel peso. Quegli sciocchi non capivano. Yoshiro era come gli altri bambini della sua età. Il mio tesoro provava paura esattamente con tutti loro, era forse più umano di tutti loro. 
Il mio cuore fu sul punto di rompersi in mille pezzi.
Avevo sognato la morte del mio unico figlio e non ero riuscita ad impedire che accadesse. Mi sentii inutile. L’immagine del mio piccolo urlare e chiedere aiuto mi dilaniava l'anima.
" Yoshiro" piansi ancora. Fu tutta colpa mia.
Fui una stupida sconsiderata.
L'unica colpa era la mia. Mi inginocchiai 'Solo perché mi sono concessa di riposarmi un paio di minuti!!' pensai disperata poggiando il capo al terreno. Rapidamente mi resi conto di non essere stata migliore di quegli sporchi paesani. Non possedevo scuse. Ero l'unica responsabile per la vita di Yoshiro. Ero io la stupida madre negligente che non aveva assolto il suo compito.
Avevo perso la cosa più importate della mia vita in un modo così idiota. Udii la gente mormorare quanto io fossi una pessima madre e che quella fosse la giusta punizione per aver concepire il figlio di un demone. 
" grr che hai detto brutta vecchiaccia!?" urlò Inuyasha prendendo per la gola una di quelle donne. 
" lasciami demone!" supplicò e il ragazzo la lanciò sulla folla. 
" siete orrendi, voi conoscete perfettamente Kagome e quello che ha fatto " li rimproverò tutti. 
" infatti, come potete dire queste cose?" Intervenne Miroku spalleggiando l'amico. 
" Su,Kagome lo troveremo " Sango mi abbracciò. 
" Signora Kagome, la prego"Rin disse commossa." è colpa mia " singhiozzò la povera ragazzina anche se sapevo che la colpa non fosse affatto sua. 
Quella gente che non capiva che il mio bambino non fosse affatto un mostro. Iniziarono a innervosirsi gli unico con gli altri.
“ Yoshi!!” urlai tra i singhiozzi nascondendomi dagli occhi altrui. Tutto rapidamente mi sembrò essere perduto. Ovunque fosse stato Yoshiro sicuramente sarebbe stato troppo tardi. Disperandomi, sentii il peso degli sguardi della gente. Desiderai solo di morire. Non  avevo più nulla, mi avevano tolto l'unica ragione per il quale ero rimasta in vita fino ad allora.
Tutto ad un tratto sentii la voce di una delle figlie di Sango e Miroku. " Rin, guarda!" la sentimmo dire. 
Improvvisamente Rin esultò vedendo qualcuno in lontananza. Calò un inquietante silenzio. 
“ ma che..?” balbettò d'un tratto la ragazzina spaventata. Ancor prima che mi voltassi riconobbi la sua forza demoniaca.
‘ impossibile’ mi girai incredula. Lentamente la sua imponete figura si fece strada tra le casupole del villaggio.
" padrone" soffiò la piccola Rin incredula.
Dietro la sua figura vi era il suo draghetto a due teste che lo seguiva senza esitare. Con la sua veste da grande condottiero la gente lo fece passare. Immediatamente mi chiesi cosa ci facesse lì. Notai fin da subito che Sesshomaru tenesse tra le braccia qualcosa. 
I paesani, a quella visione, scapparono dentro le proprie case terrorizzati a morte.

Cercai di rialzarmi con l'aiuto di Sango. Incredula scorsi il visetto del mio piccolo Yoshiro tra le braccia del padre. Mi scoppiò il cuore di felicità. Istintivamente gli corsi incontro.
“oh mio dio!” vidi quel demone fermarsi a metà strada“ Piccolo mio!!!” presi il piccolo tra le mie braccia. Scoppiai  in pianto pieno di felicità. ‘amore mio, stai bene!!’ esultai mentalmente baciando la sua piccola testolina argentata. Senza forze caddi sulle mie ginocchia stringendolo ancora. Fu un miracolo. “ bambino mio…” tramai dall'emozione. Non mi interessò più di nulla. Yoshiro era salvo. Tutto quello che mi importava era che fosse vivo. Yoshiro era tornato da me sano e salvo. Il mio tesorino dormiva beatamente e immediatamente pensai che fosse svenuto per lo spavento 'povero caro...' singhiozzai accarezzandogli le guanciotte sporche e piene di graffi. Sicuramente il piccolo aveva combattuto contro qualcosa o qualcuno per restare in vita. " per fortuna stai bene, piccolo mio" mi ero dimenticata letteralmente del resto. 
“ Che cosa ci fai qui, fratello?” Inuyasha intervenne facendomi tornare prepotentemente alla realtà. Ero a pochi passi dalla sua persona. Non ebbi il coraggio di guardare negli occhi il demonio.
“ Rin” Seshomaru chiamò la ragazza con la sua tipica voce monocorde “ qui c’è quello che mi avevi chiesto” spiegò e un Jacken impaurito corse a per di fiato dalla ragazzina tenendo tra le mani un pacchetto.
“ g-grazie padrone” Rin asciugandosi le lacrime prese il dono. Scartò il pacco e vi trovò con sorpresa un kimono di rosso sgargiante. Portando il mio sguardo alla bambina scorsi con la coda dell'occhio quel viso impresso nei miei ricordi. Sesshomaru non era cambiato affatto d'allora. Inuyasha era di fronte al fratello dopo la mia crudele rivelazione. Stava per scatenarsi una lotta tra di due fratelli. Si sentiva nell'aria che sarebbe accaduto qualcosa. Sarebbe bastato un non nulla per scatenare l'inferno.
Ma...“ mam-….” fortunatamente si udì una vocina provenire tra le mie braccia. “ mamma…” proferì il mio unico tesoro con stanchezza.
“ ehi” accarezzai il suo faccino incontrando i suoi occhioni dorati.
Sbattendo più volte le palpebre e poi capì chi fossi “mamma!!” mi abbracciò forte forte.
“ sono qui” cercai di farlo calmare.
“ scusa, scusa” mi supplicò in lacrime. "Mammina!!!!" Esclamò stringendo tra le mani la mia veste bianca. 
“ stai bene, il resto non importa” asciugai le lacrime del mio cucciolo prendendo il suo visetto tra le mani. Yoshiro poveretto cercò di calmarsi. Sicuramente aveva provato molta paura durante la sua disavventura. Non riuscii ad essere arrabbiata con lui. Era sano e salvo, questo era la cosa più importante. 
" ti voglio tanto bene mamma !! " poggiò la sua guancia sopra la mia. 
" lo so amore" gli baciai la fronte " anche io te ne voglio " sollevata gli sorrisi più felice che mai. " avanti non piangere più..." gli accarezzai i capelli. Tutto era finito per il meglio. Anche gli altri ne furono sollevati. 
" ci hai fatto preoccupare tutti!" Inuyasha lo rimproverò malamente. Anche gli altri annuirono.
" scusa  " chiese umilmente perdono chinando il capo. Risi vedendo che anche loro si fossero affezionati al mio bambino.

Eppure, a spezzare quell'armonia, si intromise quel demonio.
Di colpo Sesshomaru si voltò verso dov'era venuto. 
Con il cuore in gola vidi le sue spalle. Pietrificata non sappi cosa fare. Il mio piccolo seguii il mio sguardo. Quella fu la prima volta che Yoshiro vide suo padre da quando era stato messo al mondo. In silenzio vidimo quel demonio dal lunghi capelli argentei muovere qualche passo verso dov'era apparso. Non so se io avrei dovuto fermarlo eppure Yoshi si staccò da me per correre da lui. 
“ 'spetta!” gli urlò il mio bambino. Era qualche centimetro da quel mostro imponente. Inaspettatamente il diavolo senza sentimenti obbedì. Tutti rimassimo di sasso per via della sua reazione. Mi sentii la testa svuotata di ogni cosa. Non ebbi idea del perché lo avesse fermato. Il vento soffiò. 
I filamenti argentei d'entrambi galleggiarono nella brezza estiva. 
“Grashie” Yoshiro si chinò al suo cospetto . “Grashie davveo tanto” rialzò il suo piccolo visetto con riconoscenza. 
Il mio cuore perse un battito.
“Tks” soffiò Sesshomaru come se ne fosse divertito. Mi alzai toccandomi lo sterno dolorante. “non far disperare tua madre” sentenziò il signore dei demoni “ non lo merita.” Concluse riprendendo il suo cammino. Le mie gambe iniziarono a tremarmi e dovetti sorreggermi ad Inuyasha per evitare di cadere.
“ Shi” arrossi annuendo Yoshiro. “Ciao!!” esclamò salutandolo con la sua manina mentre Jacken inseguì il suo padrone supplicandolo di aspettarlo.
‘ Sesshomaru’ pensai avvicinandomi al mio piccolo tesoro.
" mamma va tutto bene?" il piccolo non capì che cosa avessi.
" si, a-adesso andiamo " presi la sua mano e tornammo a casa di Kaede.
Dopo quell'evento mi chiesi più volte se Sesshomaru avesse capito o meno che Yoshiro fosse suo figlio. In realtò non ebbi il coraggio di darmi una risposta. Mi sentii intontita come se mi avessero dato una botta fortissima alla testa. Eppure, nonostante il mio scetticismo, quella scena tanto surreale l'avevo realmente vissuta.
“ ahahaahahaha” rise felicemente mio figlio stringendomi la mano “ mamma” inclinò appena la testa verso sinistra con un caldo sorriso in volto. Non avevo mai visto Yoshi così felice in tutta la mia vita. Mille domande mi balzarono alla mente. Che i due avessero parlato? Forse Sesshomaru disse la sua verità al figlio? Mi sembrò un'assurditá. Milioni di domande mi trafissero la mente mentre mi feci trascinare dal mio cucciolo verso la capanna dell'anziana miko. Sentii un vuoto dentro tutto ad un tratto.
 Sedendoci dentro la piccola casupola, Yoshiro si mise a giocare con Rin. La mia mente andò a quel demonio e alle sue maledette parole.
'Perché aver tutti questi riguardi nei miei confronti?' pensai. Non ne aveva alcun motivo di comportarsi in quel modo e perchè nominare proprio me. Mi scoppiò la testa.
“ Kagome?” domandò Sango preoccupata facendomi uscire da quella spirale di domande senza risposta. Senza neanche accorgermene arrivò l’ora cena.
“ mamma?” chiese mio figlio confuso vedendomi in quello stato.
“ ah si, giusto” mi alzai ridendo nervosamente “ vi do subito una mano” alzai le maniche bianche del mio Kimono ed iniziai a mescolare il riso della pentola. “ chi ne vuole un po’?” feci finta di nulla nascondendo dietro un bel sorriso la mia irrequietezza.
“ io!!” Esclamò Shippo con la bava alla bocca. Una volta divise le porzioni di riso con verdure, pregammo gli dei e li ringraziammo per il cibo che stavamo per mangiare. 
“ Rin” tra un boccone e l’altro, mio figlio, tirò la manica della nuovo Kimono della ragazzina.
“ dimmi” rispose addentando con gusto quei chicchi bianco avorio. 
“ Avanti, Yoshiro” cercai di imboccarlo ma lui si rifiutò.
“ signoeh” si alzò andando tra le braccia della ragazza che per poco non  fece volare la ciotola per terra.
“ eh?” confusa la ragazza strinse al petto la sua scodellina.
“ Tesoro, lasciala mangiare” sospirai con stanchezza.
“ Signohe!!” La fissò con occhioni luccicanti. Mi fece un po’ di paura, non lo nego.
“ Parli di padron-Sesshomaru?” chiese ingenuamente la ragazzina con il codino. Il piccolo annuii più volte ridendo.
“ lui, buono? ” chiese alla piccola sedendosi sulle sue ginocchia. La mia mano perse ogni forza a causa dello stato di shock che patii.
“ certo” annuì in risposta Rin “anche a me ha salvato la vita e più di una volta” poggiò la ciotola iniziando a narrare le imprese di quel demone.
“ wow”  gli occhi d’oro di mio figlio traboccarono d'ammirazione per quel mostro. Mi sentii sempre più male. Come poteva chiedere di Sesshomaru? Che davvero quel mostro gli avesse detto qualcosa?
“ e be..” La ragazzina arrossì imbarazzatissima. “ p-potrei definirlo il mio padre a-adottivo” balbettò grattandosi la nuca. A quella parole scoppiai.
“adesso basta!” alzandomi sbattei un piede contro il pavimento. Senza troppe premure afferrai mio figlio per il colletto. “ lascia mangiare Rin in pace.” gli ordinai riportandolo tra le mie braccia.
“ m-ma mamma!!” mi rispose infastidito cercando di scappare ma io categorica mi sedetti. “ lasciami!!” tentò di fuggirmi inutilmente.
“ avanti, adesso mangia” gli porsi alla bocca il riso.
“ noo!!!” scostò il viso in malo modo.
“ Se non mangi poi non crescerai e rimarrai piccolo” lo avverti ma quel cucciolo cocciuto schivò ogni mia mossa. Tappandosi la bocca con le mani scosse la testa facendomi demordere dal mio intento. Era insopportabile quando faceva i capricci. Sconfitta espirai sonoramente. “ cosa deve fare la mamma per farti mangiare?”  annoiata domandai a mio figlio.
“Signohe” mi guardò dritto negli occhi con la faccia imbronciata. Confusa non capii che centrasse quel demonio in quel momento.
“ f-forse vuole che gli parliate di lui...?” tentennante Rin intervenne facendomi andare su tutte le furie.
“ si” annuì Yoshiro tornando tra le braccia della ragazza. Spezzai le bacchette osservando quello sciocco insistere. Lo conosceva da meno di un giorno e già voleva sapere tutto su di lui. “ M-mamma?” preoccupato si nascose dietro la piccola con il codino. Chinai il capo mentre la mia ira crebbe ancora ed ancora. “m-mammina…?” domandò il mio bambino con voce tremante. Di colpo tutta quella rabbia scompare diventando tristezza. 
'Yoshiro ha tutto il diritto di chiedere di suo padre' pensai sconfitta. Purtroppo non ero nessuno per impedirglielo. “ il demone che ti ha salvato" mi decisi a parlare " si chiama Sesshomaru” iniziai a raccontare a capo chino. “ non è un essere umano ma bensì un demone” guardai i suoi occhioni pieni di ingenuità. “ ed è anche il fratello maggiore di Inuyasha” guardai alla mia sinistra non sopportando oltre il suo sguardo.
“ demohe?” di colpo fu davanti a me incurioso più che mai.
“ si” chiusi i miei occhi seccata. 'Possibile che davvero lui non sappia nulla?' Mi ricredetti di me stessa.
“ Signohe-demohe buono?” mi strattonò per un braccio.
“ certamente ” soffiai non sopportando la sua insistenza nei confronti di quel mostro senz'anima. Quel furbetto di mio figlio si sedette sulle mie gambe aspettando che parlassi. “ E va bene”  sospirando mi arresi. “però devi mangiare” gli ordinai e prendendo quella ciotola il bambino si infilò tutto il riso in bocca. ‘ assurdo’ pensai vedendolo masticare. “tanto tempo fa la mamma conobbe questo signore insieme allo zio Inuyasha “ fu la prima volta che mi prestò tanta attenzione “ e be….” Non sappi cosa dirgli, in verità Sesshomaru non era certo uno stinco di santo. Era un diavolo a tutti gli effetti. Cercando di non deludere le aspettative di mio figlio ingenuamente segnai la mia condanna... “ e-ed è un principe!” mi balzò alla mente sapendo che gli avrebbe fatto piacere.
“ Phincipe?” ingoio immediatamente incredulo.
“ esattamente “ alzai un indice da brava maestrina. “ e adesso mamma deve andare a pulire i piatti” mi alzai  facendolo scendere dalle mie gambe. Volli solo scomparire.
“ noo!!” si lamentò il piccolo inseguendomi. “ phincipe!!” mi tirò i pantaloni rossi in cerca di attenzione.
“ mi dispiace” risposi prendendo le ciotole " adesso devo andare" uscii ma Yoshiro non si arrese.
“ mamma!!” mi inseguii dispettoso. Andando insieme verso il fiume cercò di farmi capire il suo dissenso accucchiando parole senza senso. Scoppiai a ridere e gli promisi che gli avrei raccontato una nuova storia intitolata: la storia del principino mezzo-sangue. Dopo di ciò Yoshiro non fece più i capricci. Mi salvai. Per una volta avevo  evitato di fare un vero e proprio disastro. Non ero ancora pronta a parlare di quel demonio e ben che meno di quel dolore che mi torturava l’anima da tre anni.

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Capitolo 11
*** Capitolo 11 ***



I Love You...even Now.

Author: Eriet (Kagome 95 )


Chapter 11:   Vergogna 





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Story Notes:

l'avere un figlio sconvolgerà il nostro Sesshomaru? La miko Riuscirá a dire a verità a suo figlio? Inuyasha cosa farà in questo incubo? Scopritelo leggendo.
Aggiungerò i nuovi capitoli nei prossimi giorni. Siamo arrivati a 40 commenti ! aahahahhahaha. No, non è necessario in verità perché pubblicherò lo stesso il finale indipendentemente dal numero di commenti. Un saluto a tutti è un buon 2016. <
Saluti By Eriet

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Mi ritrovai nuovamente nell’oscurità e quel battito di cuore risuonò nuovamente tra le tenebre. Mi sentii bollente improvvisamente. Una mano accarezzò il mio collo con dolcezza. Quel tocco fu fin troppo familiare. Non ebbi il coraggio di schiudere le mie palpebre per vedere chi fosse, mi piacque così tanto che decisi di lasciarlo fare. Assaporai quelle sensazioni ormai dimenticatevi.
‘ io conosco questo tocco ' pensai sentendo una sua mano scendere e stringermi un fianco possessivo. Quell'essere fece in modo che non potessi sottrarmi a lui. Improvvisamente sentii il suo respiro a qualche centimetro dalle mie labbra. Mi sentii mancare. Il mio aguzzino passò le sue dita tra i miei lunghi capelli neri.  In breve tempo persi il controllo sul mio stesso corpo. Fui inerme. Soggiogata al suo volere diventati sua schiava. Lentamente la sua mano così grande si poggiò sulla mia guancia delicatamente. Voleva unire le sue labbra con le mie. Tentennante vi provò ma non osò rubarmi un semplice bacio. Mi sentii ardente e stremata dal suo comportamento osai anch’io cercar lui. Stringendo la mia mano sul suo ampio petto fui ad un millimetro dalla sua bocca. Stavo impazzendo eppure lui mi fermò. Il suo respiro affannato mi fece comprendere che anche quell'essere fosse nelle mie stesse condizioni. Il suo pollice accarezzò il mio labbro inferiore. Mi fece alzare. Indietreggiando, la mia schiena si poggiò contro un muro freddo come il ghiaccio. Mi mancò l’aria.
“ S-Sesshomaru..” sussurrai il suo nome vedendo i suoi maledetti occhi d’oro essere l'unica luce nell’oscurità. Quel demonio finalmente premette le sue labbra contro le mie. Preda delle mie sensazioni ricambiai buttandogli le braccia al collo. Lo youkai dei lunghi capelli argentei mi baciò il collo ed io gemetti senza controllo. Non avevo idea di dove fossimo, ne del perché eppure io mi sentii così bene. Quel maledetto leccò il mio collo ed accarezzandomi il corpo compresi con stupore che non avessi nulla a dosso. Il fratello maggiore di Inuyasha riprese la mia bocca famelico. Quando assaporai la sua lingua quel fuoco divampò in ogni fibra del mio corpo. Quel cuore in lontananza batté sempre più velocemente mentre la mano del padre di mio figlio fece scendere la sua destra verso le mie gambe. “ Sesshomaru!” esclamai riaprendo i miei occhi impaurita. Ancora una volta stavo rivivendo nella mia testa quel peccato. Una parte di me mi disse di scappare, l’altra invece mi impose di rispondere alla brama del demonio. Eppure, nonostante sapessi a cosa avrebbe portato tutto questo, non ebbi la forza di allontanarmi. Quello che provai fu così intenso che ben presto quei pensieri svanirono nel nulla. “ ti prego” le sue mani andarono al mio petto. Mi fece impazzire, non volli che mi lasciasse andare. Strinsi nelle mie mani i suoi capelli d’argento quando riniziò a baciarmi. Le sue unghie così taglienti  non riuscirono mai a ferirmi. Tra i gemiti di piacere riprese nuovamente le mie labbra. Una sua mano arrivò alla mia femminilità . “ n-no” tremai mentre il principe dei demoni mi accarezzò intimamente. Sentendomi impotente serrai le mie palpebre. Cercai di opporgli resistenza ma il mio intero corpo reagì al demonio. “ smettila..” supplicai piena di vergogna. Lo vidi accennare un sorriso per poi baciarmi ancora una volta. Stupita e scioccata sentii un secondo cuore battere insieme al primo. Essi si mischiarono fin quando  il rumore non divenne assordante ed uno solo . Mi prese i miei polsi e li bloccò contro la parete alla mie spalle. Prigioniera lo assecondai giocando con la sua lingua piena di peccato.
“ Dimmi che non mi vuoi “ soffiò tra quel baci spasmodici.  “ dimmi che non vuoi che lo faccia “ guardandomi dritto negli occhi lasciò il mio polso destro. Tremai mentre la sua mano accarezzò il mio collo con le nocche gentilmente. “ fermami “ sussurrò al mio orecchio sfidandomi. Poco dopo il mio respiro fu spezzato a causa delle sue dita che senza pudore entrarono in me. Quel mostro mi strappò via un forte gemito pieno della mia vergogna. “ Kagome” pronunciò il mio nome muovendosi dentro e fuori. “ perché non mi fermi? “ ansimò ma io non ebbi neanche la forza di parlare. Tra le lacrime tentai di serrare le mie gambe ma non vi riuscii. Il piacere che mi donò fu troppo appagante. Mordendomi le labbra guardai quei suoi maledetti occhi lucenti. Caddi nella sua rete un altra volta. Abbandonai ogni mio tentativo di resistergli e semplicemente mi feci osservare tra le tenebre mentre io godevo a causa sua. “ liberati,” allentò la presa sul mio polso sinistro nel fra tempo “ scappa,” alzò la mia gamba destra avvolgendola alla sua vita. “no?” sentii la sua eccitazione sfiorarmi . “ uccidimi adesso”  soffiò per poi leccarmi il mio collo. “ puoi farlo” portò la mia mano sinistra  al suo cuore mentre mordeva il mio labbro inferiore con avidità.
“ no” mi lamentai in preda agli spasmi. Non ne potei più di quel gioco perverso.
“allora… “ disse allontanandosi da me “ cos’è che vuoi?” chiese con un malvagio sorrisetto in volto. Di colpo mi sentii sola ed abbandonata sprovvista del suo calore. I suoi occhi furono così penetranti e glaciali. Quel volto non tradì alcuna emozione. Il mio cuore sembró stesse per scoppiare come nell'istante in cui realizzai , con tra le braccia Yoashiro, che lui fosse a pochi passi da me dopo così tanto tempo. Affannata cercai di prender aria ma fu tutto inutile.
“ io.. “ cercai di rispondere alla sua domanda. Abbassando il mio capo vidi sotto di me una specie di pozzanghera. Terrorizzata osservai quel liquido colar tra le mie gambe. Morii di vergogna nuovamente. Riportai il mio viso al signore del male. ‘ perché mi fai questo?’ Scoppiai in lacrime comprendo le mie nudità come meglio potei fare. Le sue mani batterono contro il muro.
“ dimmi cosa vuoi.” portò il mio viso a suo con uno strattone. Quell'essere si sorresse sulle sue braccia aspettando che parlassi.
“ I-Io” avvampai mentre la testa iniziò a girarmi vorticosamente.
“ Kagome..” disse il mio nome pieno di desiderio ed io vittima dei miei sentimenti dissi la verità.
Accarezzai il suo viso e ... : ” Ti…odio….” Soffia terrorizzata dalle mie stesse parole. Tentennando unii le nostre bocche. Lo bacia cercando di trasmettergli i reali sentimenti che celavo dentro al mio cuore….
Pian piano Sesshomaru rispose eppure io non riuscii più a smettere di piangere. ‘  voglio solo essere amata da te…’ pensai mentre il demonio mi fece distendere sotto di lui. ‘ ti voglio…’ ammisi sentendo le sue zanne affondare nel mio collo 'Sesshomaru ‘ gemetti  avvolgendo le mie gambe intorno ai suoi fianchi. Senza esitazione entrò dentro di me distruggendomi dal dolore.
-Lo sai che ti sta solo usando- una voce echeggiò in lontananza.
‘Si lo so…ma…’ pensai sentendolo muoversi “ ti prego non smettere” supplicai  inarcando la schiena per l'immenso piacere che provai.
-Lo sai che per lui tu non sei nulla- La verità parlò tra le tenebre.
‘ lo so’ ammisi gemendo come una cagna. Strinsi tra le mie mani i suoi capelli cercando di reggere il suo ritmo.
-Allora perché lo stai facendo?-Chiese la mia maledetta coscienza.
“ così da brava” sussurrò il demone divertito “, avanti urla “ dissi prendendomi per il collo  “ stupida cagna” i suoi canini divennero ben visibili.
-Perché lo hai fatto?- insistette la voce eppure non provai paura di quel mostro senza cuore.
“ la troia di mio fratello” violento spinse sempre più forte. “ urla, avanti “ mi ordinò mettendomi sul fianco destro. “ ancora più forte” mi tirò i capelli obbligandomi a vedere il suo volto.
‘ perché….’ Gemetti più forte senza distogliere lo sguardo dal mio padrone. ’ Volevo solo essere amata da lui …?’ nuove lacrime inondarono il mio volto.
“ Brava” sorrise con malvagità sporcandomi dentro con tutto quello che aveva in corpo. “ così da brava” portò il suo viso al suo per poi baciarmi con dolcezza.
‘ infondo io lo amo’ chiusi i miei occhi assaporando quel momento tanto semplice.
“Kagome…” il suo volto tornò esattamente come quello di un tempo, privo di alcuna espressione . Dolcemente però scostò i capelli dal mio viso sudato e stanco.
 “ perché infondo “ tremai mentre Sesshomaru ascoltava le mie parole “io ti amo ancora” mi strinse ancor prima di sapere quel che avessi da dire. Senza dire altro ci distendemmo insieme contro quel pavimento così freddo. Sesshomaru  prese la sua veste e ci compri entrambi. Davanti a me vi fu solo la cenere di quegli arbusti della grotta. Assonnata sigillai le mie palpebre, il demonio mi fece voltare verso di lui e mi strinse a se protettivo forse per paura che potessi sentir freddo.
“ Kagome…” soffiò infine ed io venni inghiottita nuovamente nell’oblio.

Svegliandomi non vi potei credere. Incredula compresi che quello fosse uno dei tanti sogni che mi dilaniava l’anima. Voltandomi vidi Yoshiro dormire accanto a me beatamente. Confusa uscii sperando che nessuno si fosse accorta di nulla. Andai al fiume per lavar via dal mio viso le mie lacrime. ' c-che significa' mi sedetti cogliendo tra le mie mani l'acqua. ' che c-cosa vorrebbe dire? ' singhiozzai stingendomi a me. ' perché sono stata così debole?' esclamai mentalmente negando con tutta me stessa le parole che non potevano essere di certo rivolte a lui. Alla fine mi convinse che fosse solo un altro dei miei odiati incubi riguardanti quel dominio che tanto odiavo.








 

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Capitolo 12
*** Capitolo 12 ***



I Love You...even Now.

Author: Eriet (Kagome 95 )


Chapter 12:   Un padre 





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‘ mio figlio ’ pensai guardando il cielo limpido. Dopo quell’incontro inaspettato non potei credere che tutto ciò fosse vero. Fu una sola notte, una maledetta notte di alcuni anni fa in cui io persi il senno a causa di quella femmina umana. Demoni ed umani essendo entità opposte non potrebbero mai generare dei figli, per questa ragione i mezzi-demoni sono una cosa più unica che rara in questo mondo. Non c’erano dubbi che quel bambino fosse figlio mio. Il suo viso, i suoi capelli e quella luna blu sulla fronte parlavano da se. Il mio istinto reagì dicendomi di salvare il mio unico erede. Come se il mio io volesse punirmi quella stessa notte sognai quella donna ancora una volta. Con ingenuità, al tempo, non pensai a questa conseguenza così rara. Kagome poco dopo la morte di quel mostro scomparse esattamente com’era apparsa in questo mondo. Poiché fu la protettrice della sfera, senza quell'oggetto, aveva assolto il suo compito ed ebbi la mia conferma da Inuyasha stesso poco tempo dopo non vedendola lì con lui. Dopo tutto quello che scoprii in questi giorni pensai che fosse stata tutta una scusa e che la miko fosse tornata al suo mondo unicamente perché fosse gravida di mio figlio. Espirando scacciai via quegli ultimi pensieri. Un senso di inquietudine mi avvolse, l’unico responsabile di tutta questa storia ero unicamente io. Sicuramente la vita di quella donna si trasformò in un inferno in terra da quel giorno. A causa di quel bambino mezzo-sangue aveva di certo attirato le ire della gente e come dargli torto. D’un tratto sentii qualcosa muoversi alle mie spalle. Aspettai con impazienza che quell’essere si mostrasse. Inaspettatamente saltò fuori dai cespugli il piccolo mezzo-demone che avevo salvato pochi giorni prima.
“ mmmhh!” cadde per terra cercando di liberarsi dalle foglie. “ahi” si toccò un braccio, era tutto pieno di graffi. Incredulo non seppi che dire. Ero lontano chilometri da dove abitavano gli umani eppure quel cucciolo mi trovò lo stesso.
Preda della mia preoccupazione “ va tutto bene?” chiesi senza neanche accorgermene.
“nh!” gli si drizzarono le orecchie voltandosi verso di me. “ Signohe!” mi sorrise correndomi incontro. “ qui, iku” mi abbraccio teneramente quel cucciolo ed io pietrificato non sappi come comportarmi. Non avevo idea se sapesse chi io fossi ma realizzai che fosse semplicemente spaventato. Era troppo piccolo per capire e tentennante avvicinai la sua mano alla minuscola nuca argentata. “ Demohe” rialzò il suo viso sorridendo teneramente. Non vi potevo credere, era incredibilmente simile a sua madre e non ebbi il coraggio di avvicinarmi oltre per paura che potessi fargli del male.
“ Padrone m-ma?” arrivò Jacken con dietro di se il mio drago a 2 teste. “c-cosa?” gli cadde di mano il cibo che era riuscito a raccogliere. “ ma da dov’è!??!” strepitò quel rospo facendo spaventare il mio cucciolo. Il bambino si nascose nel mio petto con le lacrime agli occhi “ insomma, m-ma!!” cercò di proseguire confuso più che mai. “ come c’è arrivato!?” esclamò infuriato camminando avanti e indietro.
“ Jacken” sbottai pieno di rabbia stringendo il piccolo terrorizzato. Il basso e verdognolo demone sbiancò di colpo.
“ i-io” balbettò notando il mio cucciolo in lacrime. “ n-no, aspetti non era mia intenzione” nel panico agitò le mani in dissenso “ ehi, no!! Non piangere” supplicò strisciando per terra. “ g-guarda, lo vuoi?” corse porgendogli un frutto trovato da quella parti. Il cucciolo lo guardò con sguardo attonito. “ avanti, è tuo se lo vuoi” mosse la sua ossuta mano sperando che reagisse allo stimolo. Incuriosito il bambino prese tra le sue mani il frutto e l’osservò sedendosi tra le mie gambe. “ questo si chiama: frutto del diavolo “ gli spiegò il mio servo “ è molto simile a una pesca ma è molto buono “ proseguì Jacken con una risatina malefica.
“ Pes-c-c-a?” si sforzò di dire il piccolo.
“ ecco, br-bravo, ehehehehe” rise il verde mostriciattolo grattandosi la nuca.
‘ idiota’ schioccai uno sguardo contro quell’impiastro. Immediatamente l’essere cadde nelle tenebre del suo comportamento inappropriato.
“mnnh, buono!” addentò il frutto demoniaco con le guance tutte rosse. Da buon figlio di demone, divorò tutto in pochi secondi. “ me, Yoshi” d’un tratto disse balzando davanti a Jacken che cadde per terra terrorizzato.
“ ehehehe, c-come?” indietreggiò cercando di capire che avesse detto.
“ me” portò una mano al petto “ Yo-shi-I-yo” si sforzò di farsi capire come meglio poté fare.
“ tu Yoshiyo?” chiese il rospo più confuso di prima.
“ no!!” scosse la testa il bimbo dai capelli argentati “ Yoshi-I-yo!” si sforzò ancora una volta e ricordando le parole di sua madre capii.
“ Yoshiro” soffiai il nome di mio figlio. Il cucciolo si voltò annuendo felicemente.
“ Yoshi-i-yo!”  cercò di ripete senza successo. “ ufff…” imbarazzato chinò il capo non riuscendo a dire perfettamente il suo nome. Istintivamente gli accarezzai il capo sperando che si calmasse. Il cucciolo rialzò il suo sguardo, i suoi occhioni d’oro tremavano. Accennai un sorriso, non c’erano parole che avrebbero potuto descrivere quel momento. Percepii qualcosa e vedendo il suo tenero sorriso pregai gli dei che lo risparmiassero dal dolore d’essere né un demone né un essere umano. La colpa non era sua ma mia che sedussi sua madre e l’obbligai a portare in grembo mio figlio. Mi sentii un verme per il bastardo che ero. Ebbi la conferma che lui ignorasse chi io fossi e forse sarebbe stato meglio così. Sua madre amava Inuyasha e quando lo vidi accanto a lei compresi che il suo amore nei suoi confronti non s’era spento. Scostando la mia mano ripensai a quando rividi Kagome dopo tutto quel tempo. La scorsi da lontano mentre piangeva tra le braccia di quel bastardo. I loro odore immischiato nella brezza mi fecero soltanto vomitare, portando il viso a mio figlio riuscii a calmarmi. Decisi di proseguire il mio cammino per il bene di quel cucciolo indifeso. Le sue lacrime e poi il suo cuore scoppiarono di gioia quando Kagome riprese Yoshiro con se. Di colpo tutto quello che vi fosse stato prima scomparve, mio figlio era tornato da colei che lo aveva messo al mondo ed fu tutto quello che importava in quell'istante. Espirando tornai alla realtà.
“ perché sei venuto qui?” chiesi riportando la mia mano al terreno.
“ signohe!” sprezzante mi indicò. Dubbio non compresi esattamente a che si riferisse.
“ per il padrone?” Jacken proferì dietro mio figlio.
“ si” annuì per poi sedersi esattamente come me. “ me” si toccò nuovamente il petto. “ mnnhh “ batte due volte il palpo sul suo sterno “ signohe!” mi indicò nuovamente ma immediatamente comprese che non fosse stato molto chiaro come credeva. Nonostante questo pensai di aver capito a cosa si riferisse. L’aveva avvertito il suo essere più profondo che io fossi lì, esattamente come successe con me quel giorno.
 “ ho capito” mi alzai chiudendo gli occhi. L'unico problema fu capire come fosse finito così lontano da casa.
“ ah…!!” si lamentò qualcuno sbucando fuori dagli alberi “ Yoshi!!” esclamò  mentre cercava di riprendere fiato.
“ Rin” Jacken la indicò confuso più che mai.
“ Jacken, p-padrone!?” terrorizzata scattò sull’attenti. “ ma c-cosa?” balbettò non sapendo che dire. Quando l’occhio cadde su Yoshiro comprese “ finalmente ti ho trovato” si rassereno espirando.  
Il piccolo rise “ signohe” inclinò la testolina verso la sua destra .
“ si, lo vedo” si avvicinò la ragazzina. “ sai che non dovresti allontanarti, poi la mamma potrebbe preoccuparsi” lo rimproverò con stanchezza.
“ m-ma..” cercò di dire alzandosi in piedi.
“ ha ragione” lo guardai dall’altro della mia altezza. Il piccolo subito si chinò al cospetto della ragazza.
“su, non devi” Rin agitò le braccia piena di dissenso. “ non devi chiedermi scusa” si gratto la nuca “ solo non farlo più, va bene?” rise nervosamente arrossendo.
“ Si” annuì il bambino, era davvero ben beneducato.
“ Dovreste tornare a casa” spiegai ad entrambi “ si sta facendo tardi” mi votai  facendo strada verso il bosco.
“ m-ma” si lamentò il piccolino. Dovevo farlo per il bene suo e di sua madre. " Signohe" lo sentii afferrare i mie pantaloni ma non ce la feci.
" ci rivedremo presto" lo tranquillizzai poggiando la mia mano sulla sua piccola testolina argentea e così gli promisi che ci saremmo rivisti.
" si" annuii e saltandomi con la sua manina artigliata da lontano lo vidi andare via mano nella mano con Rin.
" signore...ma... quel bambino.." cercò di dire Jacken ed io proseguii il mio cammino per quella foresta. " L-lui... è..." balbettò cercando di trovare la forza per chiedermi la verità. " vostro" lo interruppi immediatamente.
 " Jacken" mi voltai guardando i suoi occhi.
" perdonatemi!!! non è affar miooo!!" pianse convulsamente prostrandosi ai miei piedi " la prego!! non uccidetemi!!!" supplicò ancora una volta. Ignorandolo proseguii verso la mia strada. Nessuno doveva sapere che avessi avuto un figlio da un umana, almeno finché io non avrei trovato le risposte alle mie domande.

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Capitolo 13
*** Capitolo 13 ***



I Love You...even Now.

Author: Eriet (Kagome 95 )


Chapter 13:   Un principe





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“ mamma!” mi disse disteso nel suo futon più felice che mai. Uscire ogni tanto da questo posto gli poteva solo far bene. “ principhe” prese la mia mano portandosela alla guancia.
“ giusto” annuii ricordandomi che dopo quella sera in cui rividi Sesshomaru non avessi più continuato quella storia.
“ Allora” iniziai a riprendere il racconto. “quindi... C’era una volta un principe di un regno molto ma molto lontano. Il piccolo però sapea perfettamente di non essere umano. Il principino ignorava chi fosse suo padre e la regina, sua madre, stringendolo tra le sue braccia gli promise che un giorno l’avrebbe conosciuto.“ Soffiai accarezzando la sua fronte.
“ si” annuii arrossendo.
Il piccolo, divenuto un ragazzo, allora decise di abbandonare la reggia. Salutandolo da lontano la mamma chiese agli dei che proteggessero suo figlio dalle guerra. Fu così che ebbe inizio la sua ricerca. Il principe mezzo-sangue fu disposto a tutto pur di ritrovare il re ovvero il grande condottiero che gli aveva donato la vita.” Il piccolo amore mio si stava già immaginando la scena “ trovare il suo papà non sarebbe stata un impresa facile. Non conosceva nulla di lui e molti pensavano che non vi fosse più. Eppure il piccolo-principino non si abbatté e sapendo che suo padre fosse un demone si convinse che fosse ancora vivo. Tra draghi, tempeste e fiamme il principe mezzo-sangue non si arrese e proseguì il suo cammino. Inarrestabile combatté fino allo stremo le voci della gente. – è morto- recitavano – torna a casa- lo supplicavano ma il principe non si arrese. Arrivando ai confini del mondo il nostro eroe cadde stremato sotto le grinfie dei demoni di cui tanto aveva sentito parlare. –padre mio..- recitò guardando la luna alta nel cielo. – possibile che voi non vi siete più?- i demoni iniziarono a circondare il ragazzo inerme. –madre mia adorata- pianse – perdonatemi. – supplicò poco prima che i suoi occhi si chiusero. “ Yoshiro ebbe le lacrime agli occhi poverino. “ e poco prima che gli artigli di quelle bestie potessero fargli del male una figura imponente intervenne proteggendo il ragazzo- chi sei..?- cercò di dire ma la sua vista appannata non gli permise di veder altro se non una figura lucente.” Un sorriso apparve sul viso del mio piccino.
“ Papà!!” esclamò sedendosi di botto. Risi di gusto annuendo.
e bene…. Quando si risveglio il giovane ferito gravemente alla spalla si ritrovò le ferite fasciate- dove sono?- chiese non trovando nessuno. – e queste?- toccò le bende pulite. – chi..?- domandò fin quando dei passi non si udirono per la grotta. – pat pat- il rumore si fece sempre più intenso – pat pat- “ colpii il pavimento con le nocche riproducendo il rumore di passi. “ A causa del sole dietro le spalle dell’uomo non potè vedere il volto del suo salvatore.- chi siete?- il piccolo principe chiese ignaro.- perché siete venuto in questo luogo?- domandò il re al proprio figlio. – son giunto fin qui per trovare un demone- chiuse i suoi occhi il ragazzo– non conosco il suo nome so solo che amò una donna tanti anni orsono- raccontò cercando di abituarsi al luce del sole. – comprendo- il re-demone si voltò dando le spalle al giovane. - ella è la regina di un regno e …- cercò di fine il principe ma venne interrotto. – il demone che voi cercare è morto tempo fa- spiegò uscendo dalla grotta l'uomo imponente. –aspettate!!- cercò di fermalo il ragazzo mezzo-sangue ma uscendo l’essere scomparve. – perché se ne è andato..?- domandò e per terra d’un tratto vide un fiore… lo stesso fiore che la regina sua madre amava. Il giovane allor comprese che egli non fosse altro che suo padre. “ conclusi il mio racconto per quella sera.
“ wow!” esultò mio figlio sveglio più che mai.
“ avanti adesso a dormire” sospirai con stanchezza.
“ mamma…” chinò il capo. “ papà…mi-oh ?” si sforzo più che mai a dire quelle poche parole. “ emnh” arrossì sapendo di non essere bravo a parlare.
“ va bene, ti svelerò un segreto” gli sussurrai all’orecchio." ma devi promettermi che poi andrai a dormire" gli feci l'occhiolino.
“ ah!!” gli si drizzarono le orecchie “ si, si ,si “ annuii febbricitante.
“ e bene, devi sapere che anche il tuo papà è un guerriero” gli raccontai sotto voce.
“ d-davveho?” mi guardò con occhioni luccicanti.
“ e si” gli misi l’indice sulla bocca “ e adesso a nanna ” gli feci segno di rimanere in silenzio. Mio figlio mi abbracciò felicemente per poi addormentarsi. Forse stavo sbagliando, forse stavo alimentando delle false speranze in lui ma “ papà..” accarezzandogli la nuca sussurrò mentre dormiva. Inconsapevolmente Yoshiro aveva già incontrato suo padre come se il destino avesse scelto ancora una volta per noi. ‘Se-Sesshomaru…’ guardai la luna fuori dalla finestra. ‘ dove sarai adesso?’ chiesi per poi vedere Inuyasha rientrare nella capanna.
“ Kagome, tutto bene?” domandò preoccupato portando della bacinella d’acqua.
“ si” annuii vedendo gli Kaede e Rin dormire beatamente. Forse dovevo smetterla e finalmente chiudere quella storia per l’amore che nutrivo ancora per Inuyasha.
“ avanti va a dormire.” Si mise al suo solito posto accanto all’entrata.
“ si” gli risposi. L’intero mio corpo alla sua vicinanza divenne di pietra. Facendo finta di nulla mi addormentai sperando che questi momenti sarebbero passati e con esso il mio tormento…




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Capitolo 14
*** Capitolo 14 ***



I Love You...even Now.

Author: Eriet (Kagome 95 )


Chapter 14:  Un figlio 





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Non so quanto tempo passò, forse meno di una settimana, mi ritrovai nel giardino in cui incontrai Yoshiro. Mio figlio stava rincorrendo Jacken sperando di prenderlo. Il demone verdognolo, spaventato, pregò il piccolo di fermarsi. Osservando il cielo compresi che ben presto quelle belle giornate sarebbero trascorse lasciando, al posto di quel sole limpido, le tenebre delle nuvole cariche di pioggia. Sarei stato ore ed ore ad osservare quel cucciolo ridere in quel luogo. Avvolte avevo l’impressione di rivedere sua madre quando giocava con Rin in quel passato pieno di incomprensioni. 
“ Padrone, pensate di dirgli la verità?” chiese d’un tratto la ragazza seduta accanto a me.
“ non ho diritto di far nulla” gli spiegai con franchezza. “ solo sua madre possiede l’autorità di raccontagli la verità” espirai accentando io stesso la verità dei fatti. Io non c’ero stato, anche se io non sapessi della sua esistenza, la mia mancanza non era giustificata. Kagome tornò al suo mondo gravida di un uomo che non amava eppure decise lo stesso di tenere il frutto di un mio sbaglio. I demoni non provano amore, sono esseri senz’anima che vivono la loro vita per combattere e difendere avvolte chi si reputa importante.
“ eppure..” chiese la ragazzina che trattavo come una figlia “io credo che Kagome…” cercò di dire con timore poco prima che Yoshiro mi balzasse addosso.
“ Signohe” mi strinse forte poggiando la sua guancia contro la mia. A causa della sua forza persi l’equilibrio e caddi per terra.
“ P-Padrone!!” esclamò Rin preoccupata a morte mentre quel piccolo scalmanato rise di gusto. Doveva possedere una forza davvero eccezionale.  Gli accarezzai le testa dolcemente, ,mi si era affezionato molto.  Stringendolo tra le mie braccia mi rimisi seduto e mi chiesi come facesse quella povera donna a gestirlo tutta da sola.
“ Mio signore, va tutto bene?” Jacken ci raggiunse.
“ Si” accennai un sorriso vedendo il faccino spensierato del mio cucciolo.
“ ahh!!” notò la pelliccia bianca accanto a me. I suoi occhi dorati iniziarono a risplendere di luce propria. “ iku, iku” la abbracciò adorandola. “ bella” il suo visetto divenne tutto rosso.
“ ti piace?” gli domandai incuriosito.
“ si” annuì sedendosi tra mie gambe senza lasciarla andare. D’un tratto ovviamente la moko-moko rispose ed iniziò a muoversi stupendo il piccolo.“ wow!” esclamò mentre la < < bestiola > > cercò di liberarsi. “ bella!!!!!” la stritolò talmente forte che per poco non la fece soffocare..
“ piano Yoshiro” cercò Rin di farlo demordere ma per me poteva anche fare, non era importante.
“ mia” rise accarezzandola.
“ un giorno potrei averne una se solo lo vorrai” gli spiegai semplicemente.
“ davveho?” mi fissò incuriosito.
“ si “ confermai con franchezza. Nonostante lui fosse un mezzo-demone la sua natura suggerì che potesse un giorno anche ereditare la mia stessa moko-moko.
“ bello!!” corse trascinando via con se quella pelliccia bianchiccia che probabilmente chiedeva pietà silenziosamente.
“ mamma mia.. è instancabile” Jacken si abbandonò sul terreno.
“ degno di suo padre ” soffiai e facendomi accarezzare il viso da quella brezza estiva mi alzai. Senza aggiungere altro raggiunsi il cucciolo. Anch’io alla sua età non riuscivo a star fermo. Senza esitazione la sua manina così piccola strinse la mia. Non so per quale motivo eppure quel semplice gesto mi fece un certo effetto. Anche se io non fui presente, anche se non sapevo che io avessi avuto un figlio non avrei mai rinunciato ad un bambino con un animo così puro come il suo. Possedeva un briciolo delle mie fattezze ma per il resto non possedeva nulla di mio e questo fu solo un bene.
“ Demohe” affermò camminando fieramente per il verde praticello . “ Demohe!” canticchiò dondolando le nostre mani durante il tragitto.
‘ già’ pensai lasciandolo fare. Sembrava essere davvero felice di appartenere ad una razza superiore rispetto a quella degli umani. Sicuramente lo disprezzavano e non l’avevano accettato nella loro comunità. Come avrebbe potuto infondo, lui non era né l’una né l’altra cosa. Yoshiro era un incrocio, un ibrido scomodo per il resto del mondo.
“ Fiohi!” Esclamò il piccolo lasciando la mia mano. Senza perdere tempo raggiunse i fiori di campo appena sbocciati. Avvicinandoli li annusò. “ buono” rise teneramente. Era fin troppo buono ed indifeso per difendersi dagli occhi degli uomini . Non sembrava serbasse rancore eppure in questa vita il pesce piccolo divora il più grande senza esitazione. Sapersi difendere fu la prima cosa che mi insegnarono quando fui solo un cucciolo e forse avrei fatto bene ad insegnare a mio figlio le medesime cose. “ Signohe” corse verso di me con  tra le mani un mazzolino di fiori rossicci. La mia moko-moko si era appollaiata sulla sua spalla. Non avevo idea di come avrei impartire delle lezioni d’auto-difesa senza che sua madre lo venisse a sapere. Tutti i miei pensieri si dissolsero quando mio figlio inciampò. Ad un passo da me precipitò  verso il terreno.
‘ Yoshiro’ pensai afferrandolo per la canotta istintivamente. Riuscii ad impedire che si facesse del male per un soffio. Lentamente lo adagiai per terra. Aveva ancora gli occhi serrati quando gli dissi : “ devi fare più attenzione”. Il cucciolo riaprendo gli occhi si stupii che non gli fosse accaduto nulla. La pelliccia strascinò ai miei piedi per poi ritornare sulla mia spalla destra.
“ si “ guardò quell’essere batuffolo con ammirazione, doveva essere una cosa dell’altro mondo per lui. Abbassando lo sguardo raccolse i fiori che gli erano volati uno per uno. Silenziosamente mi sedetti sulle mie ginocchia e lo aiutai. Gli porsi quei fiori rimanenti e il piccolo cucciolo lì guardò tristemente.
“ sono sicuro che a vostra madre piaceranno” mi rialzai annoiato. “ andiamo” gli posi la mano e con un po’ esitazione l’afferrò non lasciandola più andare. Tornando da Rin compresi con amarezza che il tempo a nostra disposizione era già scaduto.
“ Che belli” la ragazza si avvicinò a Yoshiro. “ però adesso è ora di andare”  si rialzò “ avanti” porse la mano a Yoshiro. Titubante alzò il suo viso così d’incontrare il mio sguardo. Con quegli occhino lucidi mi stava chiedendo qualcosa.
“ dovete andare” gli lasciai la sua manina artigliata. Il cucciolo abbassò il capo mentre Rin insisteva  per far si che ritornassero a casa. Voltandomi qualcosa mi prese per la manica del mio Youkata.
“ Sessho-mahu “ Yoshiro cercò di dire il mio nome. Incredulo attirò la mia attenzione. Essere chiamato per nome mi fece raggelare il sangue e poco prima che lui tentasse di ripetere il mio nome posai una mano sulla sua testolina.
“ domani tornerò qui,” dissi senza riflettere “ va bene?” gli domandai e nel volto del piccolo cucciolo tornò il sorriso.
“ si” annuì febbricitante.
“ bravo” soffiai scompigliandogli i capelli. Yoshiro prese la mano di Rin seduta stante.
“ ciao Signohe!” mi salutò il bambino tra le braccia della sua  < < Zietta > > . Il mio essere si rasserenò. L'Essere stato chiamato con il proprio nome mi fece sentire così distante come se si fosse rivolto ad uno sconosciuto oltre che disonorevole. < < Signore > > o < < Demone > > andavano più che bene visto la situazione. Sperai con tutto me stesso che non si ripetesse un episodio simile e una volta calata la sera mi preparai a mantenere la parola data a mio figlio. Quella stessa mattina arrivai, puntualmente Rin e mio figlio furono li ad aspettarmi. Fu così che un altro giorno ebbe inizio.
 

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Capitolo 15
*** Capitolo 15 ***



I Love You...even Now.

Author: Eriet (Kagome 95 )


Chapter 15:   Una madre 





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Negli ultimi tempi Yoshiro si appassionò a raccogliere le erbe officinali. Stava sempre con Rin, non che la cosa non mi dispiacesse ma non volevo che quella povera ragazza si stancasse. In breve tempo Rin divenne la sua zietta preferita. D’un tratto la stuoia si scostò e mio figlio uscì con dietro di se la sua eroina con in spalla un cesto di vimini fatto a mano.
“ Ciao!” mi salutò mio figlio trascinando la poveretta con il codino via con se.  Quella mattina presto era più febbricitante che mai.
“ fate attenzione!” gli urlai dietro mentre la povera Rin confusa cercò di tenere il passo del mio cucciolo.
“ già vanno così presto?” Kaede uscì incuriosita.
“ a quanto sembra” Risi asciugandomi la fronte.
“ Tks, come no” La voce di Inuyasha intervenne, quello sciocco come al suo solito si era disteso sul tetto della capanna.
“ ahh, buon giorno a te Inuyasha” lo vidi scender giù contrariato.
“ se lo dici tu” grugni il mezzo-demone muovendo le sue orecchiette adorabili.
“ oggi abbiamo la luna storta?” alzai con fatica la bacinella di legno con dentro ancora i panni da strizzare.
“ da qui” mi prese l’oggetto dalle mani facendomi strada.
“ troppo gentile” sorrisi raggiungendolo.
“ finiscila” arrossì arrivando alla zona dove appendere i panni. “ ecco” soffió soddisfatto per poi gettare in terra la bacinella.
“Si “ mi sedetti così da iniziare a strizzare il primo lenzuolo. “ erano belli i fiori che mi ha portato Yoshiro ieri sera, vero?” chiesi mentre Inuyasha con le braccia incrociante cercò di ignorarmi. “ mi chiedo dove l’abbia presi, non ne ho mai visto di simili da queste parti” misi tutta la mia forza per tirar via l’acqua dal panno bianchiccio.
“ sono fiori, posso crescere ovunque “ commentò acido guardando la sua destra.
“ hai ragione” tristemente mi alzai e sbattei con forza le lenzuola per aria. “ sono solo fiori” soffiai appendendolo.’ E' inutile sforzarmi, le cose non torneranno mai come prima. ‘ pensai risedendomi per terra per prendere la magliettina di Yoshiro.
“ Sesshomaru ” soffiò nel silenzio il mezzo-demone vestito di rosso. Mi si fermò il cuore. “ Tks, mi stupisco solo del fatto che quel bastardo l’abbia salvato” Acido continuò parlando di Yoshiro. “ credi che lui abbia capito che sia suo figlio?” cercò una risposta ma terrorizzata abbassai il capo.
“ forse..” mi sforzai di dire anche se era palese che fosse suo figlio.
“ cosa pensi di fare? “ domandò voltandosi completamente verso di me. “ Sesshomaru è suo padre e se rivendicasse i suoi diritti?” insistette e scuotendo la testa mi alzai stringendo la magliettina di mio figlio appena lavata.
“ Q-Quali d-diritti?” tremando mi diressi verso il filo teso a mezz’aria. “ tuo fratello odia i mezzi-demoni” spiegai subito “ non avrebbe mai voluto un figlio da un essere umano” raccontai la crudele verità appendendo il piccolo indumento. “ quali diritti avrebbe… per essere stato una sola notte con una donna u-umana?” trattenni le lacrime di dolore.
“ Kagome..” disse il mio nome Inuyasha ma ormai quel liquido maledetto cadde dai miei occhi. Bagnandomi il viso mi strinsi a me.
“ che diritti avrebbe?” singhiozzai abbassando lo sguardo “ quali diritti avrebbe quel demonio sul mio angelo!?” gli urlai contro fuori di me.
“ i-io” balbettò spaventato. Non potendone più iniziai a correre verso la foresta. Non potevo farcela, non potevo riuscirci quella volta. “ Kagome!!” mi urlò dietro. “  fermati!” cercò di convincermi ma non riuscii a fermarmi, volevo stare da sola. Desiderai solo scomparire per l'eternità. Durante la mia fuga vidi il Dio Albero. Ingenuamente lo raggiunsi sperando di trovare un po' di pace. Correndo a per di fiato fui a qualche metro dal suo tronco. “ ti ho detto fermati, maledizione! “ esclamò sbattendomi la schiena contro l’arbusto. Ebbi così paura. “ c-cosa è successo?” ansimò  bloccandomi per i polsi . “ cosa è successo 3 anni fa!?” ringhiò pieno d'ira. “ Cosa è successo tra te e Sesshomaru!?!” Colmo di rabbia sferrò un pugno contro la corteccia dell’albero. Pochi millimetri e mi avrebbe ucciso. “ devi dirmelo” le sue zanne uscirono dalla sua bocca e quegli occhi dorati si tinsero di rosso.
“ i-io..” tramai scivolando per terra. “ io…” precipitai nei miei incubi peggiori. “ i-io..” ripetei pietrifica ricordando quel giorno infame. “ mi sono fatta usare da quel demone” nuove lacrime caddero dal mio volto privo di espressione. “ è stata solo una notte “ ricordai quel maledetto darmi le spalle sull’uscio del umida grotta. “ è stato solo un sbaglio da dimenticare “ cadde lo youkata di quel demonio per terra e con esso anche le mie illusioni. “ io ti amo Inuyasha” guardai il vuoto tornando nel presente. “ ma non rinuncerei mai a Yoshiro” lo sentii piangere contro il Goshinboku. “ Perdonami” Chiesi con umiltà. Inuyasha si disperò frantumandomi il cuore.
“ Perché,Perché!? PERCHE’ !? “ colpì più volte quel povero tronco innocente.
‘ sono stata debole’ pensai sentendo quei pugni picchiare ancora l’albero. ‘ perché i suoi occhi mi fecero cadere in quell’illusione ? ‘ si lamentava il ragazzo dai capelli argentati sempre più forte. ‘Perché?’ mi si ripresentò prepotentemente il viso di Sesshomaru dopo tre anni di assenza. ‘ sono un idiota. ’ sigillai le mie palpebre mentre il mezzo-demone fece tremare l’albero. Il ragazzo ansimando cadde per terra. ‘ che cosa ti ho fatto?’ vidi quel povero hanyo-youkai con il cuore a pezzi.
“ Ti odio” disse quando lo strinsi tra le mie braccia. “ maledetta s-stupida” nascose il suo viso contro la mia spalla singhiozzando convulsamente.
“ lo so..” presi la sua collana e tirandola le perle si dispersero per tutto il terreno sottostante.
“ m-ma c-che?” mi guardò incredulo per poi toccarsi il collo.
“ sei libero” gli spiegai, il nostro legame si era rotto ormai da tempo. “ dimenticami “ con stanchezza mi abbandonai contro la corteccia del Goshinboku. “ ti ho causato fin troppa sofferenza… non avrei mia dovuto trattarti in quel modo” ricordai tutto quelle volte che l’avevo maltrattato, che lo avevo fatto sentire un idiota e poi il mio tradimento.
“ Kagome” mi chiamò nuovamente.
“ ti chiedo solo di perdonarmi” guardai il suo viso per un ultima volta.
“ ha giurato, quel maledetto giorno di tanti anni fa” prese la mia mano” che ti avrei  protetto e sarei stato al tuo fianco fino al resto della mia vita” recitò deciso più che mai.
“ Inuyasha” sentii le sue parole con incredulità. Il mezzo demone mi strinse a sé. Spiazzata mi feci accarezzare i capelli dalla sua mano artigliata.  “ grazie” strinsi tre mie dita il suo vestito rosso. “ grazie… “ sperando dentro di me che quel momento durasse per l’eternità.

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Capitolo 16
*** Capitolo 16 ***



I Love You...even Now.

Author: Eriet (Kagome 95 )


Chapter 16:   E un mezzo-demone 





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“ moko-moko. Moko- moko!!” Yoshiro mise la pelliccia sopra la sua testolina argentata che dondolava avanti e indietro. Anche a quella maledetta appendice pelosa iniziò a piacergli la compagnia del cucciolo. Scodinzolando, la moko-moko , mi diede l’impressione che anche a lei la cosa la facesse divertire. Rin andò a cogliere delle erbe lí mi diede l'occasione di poter restar da solo con mio figlio.
“ Demohe buono” all’improvviso mi indicò .
“ esistono varie categorie di demoni a dire il vero” il piccolo si sedette tra le mie gambe con tra le braccia la moko-moko. “ infatti...” cercai di dire ma compresi ben presto dal suo faccino dubbio che non avrebbe capito granchè“ è esattamente come mi hai detto” gli accarezzai la testolina rendendomo conto del mio sbaglio e il cucciolo arrossí.
“ Iku! “ affermò sorridendo e mi chiesi: come poteva essere possibile che, un cucciolo così buono come Yoshiro, possedesse il mio sangue in corpo. D’un tratto il piccolo si alzò in piedi e me lo ritrovai proprio davanti al viso. “ mmmh..”  mi mise le mani sulle guance e interdetto sul da farsi  non capii che avesse in mente. Poggio le se manine sul mio volto. Inclinandomi il capo verso destra mi guardò con attenzione gli zigomi. Pensai che il cucciolo si stesse domandando per quale ragione avessi quei segni in viso. Ancor prima che potessi parlare lui avvicino prepotentemente il mio viso verso di lui. Incuriositò mi alzò la frangetta febbricitante . “ Ahh!!!” con occhioni luccicante vide la mia luna sulla fronte. “ me, me!!” ripeté più volte lasciandomi il viso. Non capii a che si riferisse. “ me demonhe buono!” si alzò la sua frangia facendomi vedere quel marchio identico al mio. “ me , signohe!” mi abbracciò teneramente senza tener conto dell’armatura. Nel modo di fare, il piccolo, si graffiò la guancia sinistra.
“ attento” lo vidi cadere con il fondoschiena per terra. D'un lampo ebbe gli occhi lucidi e impotente vidi prepararsi per piangere. La moko-moko si avvicinò al cucciolo incuriosita.
“ ahhh!!!!!” esplose diventando una fontana. Urando come un ossesso, Yoshiro, piagnucolo senza sosta. Per la prima volta nella mia longeva vita da Demone non seppi come intervenire. Non sapevo nulla sui bambini e ben che meno sugli esseri umani.
“ Yoshiro” lo chiamai sperando che mi sentisse.
“ sangue!!” gemette portando le manine al viso per tentare di asciugarsi le lacrime. “mamma sangue!!” li lamentò spaventato a morte.
“ Kagome?”a quelle parole scattai in avanti prendendo la sua manina. Il piccolo si bloccò incredulo quanto me per la mia reazione. ‘ io…’ lasciai lentamente il suo polso.
“ Sigh” singhiozzò guardandomi con i suoi occhioni d’oro. Senza dire altro lo presi e gli asciugai il viso strappandomi una manica della mia veste bianca. Tremando il piccolo mi lasciò fare. La pelliccia pelosa andò tra le braccia del bambino per dargli conforto.  “ mamma..” disse tristemente guardando il vuoto. “ zio bua” raccontò stringendo la moko-moko. “ mamma buona, zio bua a mamma” i suoi occhi tremarono. “ mamma tanto sangue” soffiò malinconicamente. Strinsi un pugno vendendo il terrore sul viso di mio figlio. Pensai l’avessero ridotta in fin di vita, solo ed unicamente , perché fosse la madre di mezzo-demone. Se solo fossi stato lì avrei sventrato quegli umani con i miei artigli. “ Inu-hayasha” d’un tratto disse il cucciolo “ zio cattivo, mamma bua, Rin buona, mamma tanto buona” nascose il suo tenero visetto tra la lanosa pelliccia.
“ zio cioè Inuyasha?” domandai incredulo. Yoshiro annuì lentamente.
“ zio cattivo ma mamma buona, lei bene Inu-hayasha” rialzò il capo cercando di raccontare cosa fosse successo. “ lui cattivo, me via” ringhiò pieno di rabbia. “ mamma via da zio!” si morse le labbra pieno di frustrazione.
‘ bastardo’ ringhiai mentalmente. Senza pensarci due volte lo afferrai per il polso e lo obbligai a scontrarsi con i miei occhi. “ sta bene?” domandai “ mamma sta bene?” insistatte perdendo il controllo. “ ti ha forse fatto del male?” cercai in quelle pozze dorate un risposta. Shoccato il piccolo scosse la testa e sollevato lo lasciai andare. Come poteva quel bastardo farle del male dopo tutto quel che lui fece a lei? Ebbi la tentazione di correre e prendere quell’impiastro maledetto. Se solo avesse osato toccare mio figlio l’avrei spedito all’altro mondo dopo averlo torturato nel peggiore dei modi.
“ Sessho-mahu?” mi chiamò il cucciolo preoccupato. Di colpo mi accorsi di stringere fra le mie dita i fili d’erba.
‘ che cosa sto facendo?’ pensai lasciando tutto e mi domandai perché avessi di quelle reazioni inaspettate.
“ Signohe?” quatto quatto Yoshiro si avvicinò. Strattonandomi appena la manica del mio yuokata riuscii ad attirare la mia attenzione. Il mio sguardo si posò sul bambino che mi regalò un bel sorriso. “ demohe bene a mamma”  le sue guance arrossirono appena stupendomi nuovamente. “ cosa è?” come se nulla fosse accaduto si risedette tra le mie gambe e toccò la mia armatura.
“ questa?” chiesi confuso dalla sua domanda. Il mio cucciolo annuì. Scacciai via quei pensieri malsani dalla mente così da accontentare mio figlio.
“ è un armatura” gli spiegai pacatamente“ serve per proteggere il corpo dai nemici" chiusi i miei occhi con stanchezza.
“ohhh” notò alla destra della mia cintura le spade. “ Gueiero!!” esclamò febbricitante.
“ si “ non potrei controbattere. Estrassi Tenseiga dal suo fodero e gliela porsi. Non gli sembrò vero. Fortunatamente quella spada non avrebbe mai potuto ferirlo. Yoshiro fu al settimo cielo e senza esitazione avvolsi la sua manina nell'elsa della katana.
Alzando l'arma verso il cielo, mio figlio ,venne rapito dalla lucentezza della lama. Agitandola insieme a me immaginai per un momento quel piccolo diventare un uomo ed usare la spade per difendere se stesso o chi poteva amarlo.
“ Iku!” esclamò pieno di vita. Realizzai in quell'istante che quella sarebbe stata la prima volta che mio figlio avesse brandito fra le mani un arma. “ bello” batté le mani in festa il cucciolo.
“ le armi non sono dei giocattoli” riposi Tenseiga al suo posto.
“ me guierro”si sforzò di dire mio figlio. “ me divene gueiero come pa-pà” tentennando cercò di dire anche se le sue parole non furono perfette compresi perfettamente cosa stesse cercato di dirmi. “ così io fa bua ad Inu-Hyasha” Affermò stringendo un pugno davanti a se con un sorriso pieno di speranza.
‘Papà…’ ripetei mentalmente sentendomi un verme. Io ero suo padre… e neanche lo sapeva.
Vidi un fulmine attraversargli gli occhi e di colpo prese la mia mano. “ Pinciphe!!!” esclamò tutta ad un tratto. “ castello!!!!! “ quello sguardo pieno di ammirazione mi fece venire i brividi. Come sapeva che io avessi quel titolo ? cosa aveva detto sua madre per farlo comportare in quel modo così ... strano? 

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Capitolo 17
*** Capitolo 17 ***



I Love You...even Now.

Author: Eriet (Kagome 95 )


Chapter 17:   L'amore di un padre





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Ancor prima che me ne accorgessi fummo alla fine di agosto. Yoshiro decise quella mattina di andare con me e Rin nella foresta per una tranquilla passeggiatina. Rassicurai Inuyasha che quel giorno non avrebbe potuto seguirci. Ahimé fu richiesta la loro abilità di sterminatori in un villaggio vicino ed ovviamente Miroku volle che il mezzo-demone lo seguisse a tutti i costi. Così, Dopo aver salutato Kaede e Shippo; io, Rin e Yoshiro ci inoltrammo nella foresta.
Tra le ombre degli alberi il piccolo camminò felicemente stringendo la mia mano. Ben presto sarebbe cresciuto e non avendo idea di cosa sarebbe accaduto. Man mano che il tempo passasse quelle orecchiette puntute si sarebbero notate sempre di più. Forse avrei dovuto applicare un sigillo su di lui, un po' come fece il padre di Inuyasha sul figlio, ma era ancora troppo piccolo per capire. Non avevo idea di come tenere a bada il suo sangue demoniaco e in quel mondo la violenza era all'ordine del giorno. Nel futuro tutto sarebbe stato diverso ma purtroppo il destino aveva deciso per noi. In cuor mio sperai che la mia famiglia se la stesse cavando anche senza di me. Di sicuro non reagirono bene alla notizia della nostra scomparsa. Temevo che il nonno non avesse retto ad un così duro colpo. Fortunatamente capii che pensare al peggio non mi avrebbe di certo aiutato. Respirai a pieni polmoni. Cacciai via quei pensieri malsani. Arrivammo ad un bivio. Cercai di prendere sulla destra ma Rin mi fermò. Non capivo cosa la agitasse tanto, infondo l'una o l'altra non sarebbe cambiato nulla. Non seppe darmi una vera propria spiegazione. Feci due passi verso sinistra ma il cucciolo ridendo lasciò la mia mano proseguì verso il lato destro. " Yoshiro no!" Rin immediatamente lo ricorse preoccupata.
" Aspettate!" cercai di raggiungerli. Uscendo da quegli alberi il sole improvvisamente mi accecò .
“ bello! “ sentii esclamare Yoshiro con la sua tenera vocina. Tra gli accecanti raggi di sole, il mio bambino saltellò felice verso una piccola radura disboscata.  In quel calmo e tranquillo praticello sembrò che regnasse la pace. Rin però mi affiancò con aria preoccupata.
“ amore, non correre!” sperai che il mio tesoro udisse la mia voce. Passo dopo Passo, tra quei fili d’erba e il fievole vento, notai il terrore negli occhi della mia figlioccia. Non capii inizialmente e cercai di chiederle che cosa gli fosse preso tutt'a un tratto.
“ Signohe” spezzò i miei pensieri il piccolo sghignazzando. Il mio intero corpo ebbe un battito. “ Signohe!” voltandomi lentamente vidi mio figlio stringere la mano di quel demonio nel vano tentativo di trascinarlo via con sé. Rin paralizzata non riuscii a proferir parola ed io non capii cosa ci facesse lì quell’essere dai lunghi e lisci capelli argentei. Timorosa rialzai il mio sguardo. Nutrii il desiderio di vedere quei maledetti occhi d’oro. Il suo sguardo fu rivolto a suo figlio. Portai una mano al cuore e le sue pozze dorate si scontò violentemente con mio. Il viso che tanto avevo sognato, che mi tormentava ogni notte, era davvero rimasto uguale a quello di un tempo. Quella maledetta brezza si alzò facendo fluttuare nel vento quei filamenti d’argento purissimo.
“ S-Sesshomaru” uscì dalle mie labbra quel nome tanto odiato.
“ Signohe!!” Esclamò il mio angelo riuscendo a far muove qualche passo al demonio. Anche se con timidezza il piccolo lo portò al mio cospetto. Né io né il fratello maggiore di Inuyasha avemmo il coraggio di sciogliere i nostri sguardi. “ mamma, Signohe!” esordì mio figlio con dietro le sue spalle il padre. Non ebbi idea di cosa avesse in mente quel furfante.
“ si” abbassai lo sguardo sentendomi schiacciare da qualcosa. Yoshi rise e lasciando la mano del suo papà prese con sé Rin. “ Chiappahello!” Esclamò correndo via con la ragazzina confusa.
" ehi no! aspetta!" Ancora il piccolino non riusciva a pronunciar perfettamente la lettere R. Sia io che quel demonio osservammo il mio angioletto giocare con la sua adorata zietta. Ben presto mi resi conto d’essere ad appena un metro dal demone cane. Nonostante tutto, istintivamente, sentii che in lui vi fosse qualcosa di diverso..
“ come si comporta?” chiese Sesshomaru dandomi ancora le spalle. All’inizio non seppi cosa rispondere. In quegli attimi di confusione mi chiesi persino se si riferisse a mio figlio o a Rin.
“ …molto bene..” tentennate gli risposi. Una folata di vento gelida ci investì. Istintivamente mi coprii gli occhi.
“ spero che le cose con mio fratello stiano andando bene” Voltandosi appena mi trafisse con il suo sguardo privo di ogni sentimento. Mi mancò la voce e tremai. Quando quel soffiò cessò il demonio vestito di bianco andò alla sua destra come se non riuscisse a sopportar oltre la mia presenza.
“ Sesshomaru “ sussurrai facendo un passo verso la sua direzione. Ebbi l’insana voglio di prendere la manica del suo Youkata; di spiegargli che tra me e suo fratello non ci fosse stato nulla ; di dirgli che quello che provavo per Inuyasha non fosse lo stesso amore che il mezzo-demone provasse per Kikyo. Eppure non né ebbi il coraggio. Io non ero nessuno. Il mio fiato sarebbe andato sprecato inutilmente. Al principe dei demoni non gli sarebbe di certo importato. Con le lacrime agli occhi osservai quel diavolo fuggir via come nei miei peggiori incubi. Io ero solo un essere umano. Una femmina con la quale ebbe uno squallido rapporto carnale. Quale diritto possedevo per parlare? Quale? ......Nessuno.
“ No!” urlò Yoshiro d'un tratto. Prendendo con un balzo la mano di Sesshomaru spezzò quell'incubo insopportabile.
‘ Yoshiro’ vidi mio figlio far fermare quel colosso. Le mie lacrime furono sul punto di strabordare dai miei poveri occhi.
“ No addahe via” il mio angelo chiese al suo papà ormai completamente pietrificato. Coprii con entrambe le mani la mia bocca nel caso che involontariamente un gemito di dolore potesse uscir via. Lentamente il demone completo si voltò verso il piccolo. “ prego” con voce tremante il cucciolo incontrò le pozze d’oro di Sesshomaru. Lo stava supplicando di rimanere con noi. Il demonio sembrò soffrirne lui stesso per quel gesto. Lasciando la sua manina artigliata poggiò quello stesso arto sulla testa del bambino. Il cucciolo si stava trattenendo per non piangere anche se i suoi piccoli lamenti parlavano da sé.  “ mamma...” mi chiamò. Istintivamente corsi e mi sedetti alla sua sinistra.
“ amore mio, perché piangi?” con il cuore in gola domandai a mio figlio.  Quelle calde lacrime rigavano già il suo bel faccino. “ Yoshiro” preoccupata accarezzai le sua piccola guancetta sinistra tutta arrossata.
“ No via” Singhiozzò ed inaspettatamente Sesshomaru si sedette così da essere alla stessa altezza di mio figlio. In silenzio accarezzò i capelli del mio dolce angioletto. Fu così umano in quell'istante che non vi potei credere...

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Capitolo 18
*** Capitolo 18 ***



I Love You...even Now.

Author: Eriet (Kagome 95 )


Chapter 18:   La Cena 





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Tanto fatto tanto detto, quella sera il principe dei demoni cenò con noi quello stesso giorno.
“ Iku!” il mio piccolo angelo mangiò contento fra me e suo padre come se fosse tutto normale. Inuyasha alla mia destra osservò il fratello, l’atmosfera si fece tesa più che mai a causa della sua presenza. Eppure nessuno di noi avrebbe previsto che sarebbe andata a fine così.
Sesshomaru inaspettatamente si sedette così da essere alla stessa altezza di suo figlio. “ signohe” il mio tesoro guardò con occhi tremanti il demonio.
“ Era per questa ragione che avevi insistito ?” chiese il fratello maggiore d’Inuyasha mentre io non capii a cosa si riferisse.
“ p-padrone?” Rin domandò alle mie spalle.
“ si” annuii il cuccioletto facendomi raggelare il sangue.
“ m-ma che dici Yoshiro!” la ragazza agitò le braccia in preda al panico. Non vi potevo credere, loro si erano già incontrati in mia insaputa.
“ era per questo che tu e Rin uscivate così presto?” fu come ricevere una pugnalata al petto. Come avrei potevo immaginare una cosa del genere?
“ I-Io” tremò preoccupato mio figlio. Perché mi aveva fatto una cosa del genere? Che cosa gli aveva detto per farmi questo dietro alle mie spalle? Sicuramente fu opera di Sesshomaru.
" Sesshomaru potrebbe rivendicare i suoi diritti su suo figlio, Kagome" le parole di Inuyasha mi trafissero la mente facendomi patire l'inferno. Mi sentii morire dentro, lui non aveva alcun diritto su Yoshiro. Stringendo un pugno volli uccidere quel mostro maledetto. Come poteva farmi anche questo!? L'aveva usato solo per arrivare a me? Cosa voleva ancora dalla mia esistenza se già mi aveva rubato l'anima?
“ non è così” intervenne con quella sua voce monocorde. Nel silenzio lo vidi rialzarsi. “ Tempo fa lo ritrovai in questo stesso luogo “ iniziò a spiegare dall’alto della sua altezza. “ Rin era sfinita e non era riuscita a fermarlo” mi guardò dritto negli occhi. “ Yoshiro," sentii per la prima volta chiamarlo con il suo nome " tuo figlio” pronunciò quelle parole piene di amarezza “ mi ha chiesto di presentarmi qui per via della curiosità che nutre nei miei confronti” concluse il demonio dai lunghi capelli argentati .
“ p-rincipe, mamma!!” mi tirò per la manica bianca del mio kimono.
“ quindi è per questo che l’hai scomodato?” accarezzai la testolina del mio unico tesoro dolcemente. L'angioletto annuì e fui così sollevata in quell'istante.
“mm… ma no via” riportò il suo musetto al padre.
“ ma non stava andando via” mentii solo ed unicamente per la felicità di mio figlio. “ il principe stava solo andando sotto quegli alberi per il sole” lo presi imbraccio.” Cosa che dovresti fare anche tu” feci strada verso la foresta. Yoshiro rise felice mentre quel demonio e la sua figliastra ci seguirono in silenzio. Con stanchezza mi sedetti poggiando la mia schiena contro uno di quegli alberi. Con li piccolo al fianco aspettai con pazienza che gli altri ci raggiungessero. “ ora si che si ragiona” sorrisi ma vedendo quei due tentennare il cucciolo corse tra le gambe del padre.
“ signo-re!!”  sembrò finalmente aver imparato a pronunciare la R. Lo trascinò alla mia sinistra dove si sedette con il piccolo tra le gambe. “ signo-re D-Demone Buono!” mi spiegò  battendo le sue piccole manine divertito.
“ ahahahaahah, si Yoshiro, hai ragione” scoppiai a ridere mentre lo youkai accennò un sorriso vedendo suo figlio dare spettacolo. 'Al cuore purtroppo non si comanda' pensai mentre Yoshiro e Rin cercarono di raccontarmi qualcosa. Nonostante lui non sapesse che Sesshomaru fosse suo padre istintivamente qualcosa gli diceva di volergli del bene. La verità sarebbe stata troppo cruda e orribile eppure mi chiese come avrebbe reagito una volta detto il vero. Forse mi avrebbe odiato per tutta la vita, forse mi avrebbe abbandonato per sempre ma se tornammo in quel luogo vi doveva essere una ragione. Yoshiro aveva diritto di conoscere suo padre e quindi di stargli accanto.  Anche se Sesshomaru non mi aveva mai amato sembrava voler bene a suo figlio.. Erano davvero due gocce d’acqua e più li guardavo e più mi vergognavo di far vivere quella menzogna alla mia unica ragione di vita. "che bravo" battei le mani vedendolo contare fino a 10, stava crescendo davvero un fretta.
“ si sta facendo tardi” Si voltò Rin vedendo il sole calare alle sue spalle.
“ no..” si lamentò il piccolo tre le braccia di suo padre.
“ che ne dici amore se questa sera il principe ceni con noi?” mi avvicinai al viso del mio bambino.
“ si!!” esultò il mio piccolo angioletto. “ signore! Signore!” esultò osservando il padre. “ phego!!” con le lacrime agli occhi supplicò lo youkai.
“ Va bene” disse il demone cane mentre Yoshiro lo strinse affettuosamente.
“ iku!!” si accoccolò sul suo petto. Vedendo quella scena qualcosa in me scattò, mio figlio poteva anche provare affetto per suo padre ma lui non avrebbe dovuto farci l'abitudine. L'avrei protetto anche da quel demone se fosse stato necessario. Aveva ridotto in mille pezzi il cuore e la mia anima ma avrei impedito che potesse fare la stessa cosa con il sangue del mio sangue.
“ si è proprio affezionato, eh?” accennai un sorriso vederlo così attaccato alla sua persona. “ adesso andiamo, che mamma deve aiutare Kaede” mi alzai con stanchezza anche se mi sforzavo, il mio risentimento verso quel demonio, era ancora vivido. “ su “ porsi una mano verso mio figlio.
“ si” prese la mia mano così da allontanarsi da quella bestia. Dopo pochi passi Yoshi si voltò aspettò che il demonio si alzasse. “ ‘diamo!” quando fu accanto a noi prese la sua mano. Senza indugiare trascinò entrambi via con se. Aveva una forza incredibile di certo era merito del suo sangue demoniaco.
“ amore non correre” cercai di farlo ragionare mentre l’angioletto rise felice più che mai. Rin poverina fu lasciata indietro. Arrivando alla collina vidimo il villaggio in lontananza per la prima volta pensai che avremmo dato l’impressione d'essere una vera famiglia. Quando arrivammo al villaggio per tutti fu uno Shock ma io desideravo solo il bene di mio figlio. Anche se il dolore che patii mi stava distruggendo dentro, Yoshiro aveva il diritto di star accanto al suo papà tanto desiderato.

 “ umhh…” brontolò lo stomaco del mio amore attirando la mia attenzione. Il cucciolo imbarazzato si toccò il suo pancino, anche se aveva già mangiato il mio tesoro non fu sazio. “ fame” disse con le lacrime agli occhi osservando il pesciolino di Inuyasha.
“ Tieni” presi quel pesce con le bacchette e lo misi sul mio piatto.
“ ehi! Ma è mio!” inveii il mezzo demone fuori di se.
“ su via Inuyasha” lo ammonii mentre imboccai il mio piccolino.
“ ma che significa io- “ cercò di dire e osservandolo in malo modo lo vidi sbiancare di brutto. “ v-va b-bene” tremando si rimise al suo posto.
‘ idiota’ dissi mentalmente per poi tornare a Yoshiro.
“ buono” le suo guanciotte divennero rossicce, senza protestare si divorò un altro pesciolino. Non l'avevo mai visto avere tutto quell'appetito forse fu tutto merito di quel principe che idolatrava. Dopo che gli pulii il musettino, il mio bambino, prese la pelliccia di quel demone tra le mani. “ bella” strusciò le sue guanciotte su di essa attirando l’attenzione di Sesshomaru. “Mamma bella” si accoccolò tra le mie braccia stringendo quella cosa bianca.
“ ahahahahah, ma no amore mio” arrossì sentendo quei maledetti sguardi su di me.
“ si, Ha ragione Yoshiro” Intervenne Miroku ricevendo un sono colpo di Hiraikotsu in testa.
“ non esagerare tu brutto…” lo prese per il colletto trasformandosi in un demonio mentre il povero ragazzo chiese perdono in lacrime.
“ mamma, mia” mi strinse a se forte forte mentre sentii quella pelliccia pelosa ondeggiare tutto intorno a noi. Lo sguardo infastidito d’Inuyasha mi fece trasalire sembrò essersi trasformata in  una strana lotta di sguardi.
“ basta tesoro” avvampai sentendomi tra due fuochi ardenti. Era così dolce il mio cuccioletto ma ormai avevo anche io i miei anni “ sei proprio un casanova” risi nervosamente sperando di far cadere tutto nella leggerezza.
“ signore?” d’un tratto Yoshiro si voltò verso il suo papà. “ mamma bella?” mi indicò con il suo pollice destro in bocca. Ovviamente mi sentii trapassare il cuore da parte a parte. Come gli era venuto in mente di chiedergli una cosa del genere!?
“ Yoshi” gli tappai la bocca imbarazzatissima.
“ se lo è per te, credo lo sia per tutti” disse semplicemente sigillando i suoi occhi. E lì capii che fosse una specie di complimento il suo. Il mio tesoro ebbe gli occhioni luccicanti.
“ Signore!!” balzò letteralmente su suo padre e cercai di fermarlo ma ormai era troppo tardi. Inaspettatamente quel mostro gelido non si scompose e il piccolino si mese a cavallo della sua testa abbracciandolo. Molto spaventata sperai che non avesse tirato i capelli dello youkai. Tra le risatine di mio figlio quella cosa pelosa si mosse e strisciò dal suo padrone. “ Moko!” esultò mio figlio vedendo quella cosa ondeggiare in festa.
“ Moko-Moko” riaprì i suoi occhi il gelido signore del male.
“ bella!” se la mise sulla testa per poi ondeggiare il capo a destra e a sinistra. Fu davvero terrificante vedere qualcosa del genere e non credo proprio che a Sesshomaru potesse far piacere.
“ amore, su adesso calmati” mi alzai cercando di farlo demordere. Inaspettatamente suo padre lo prese e lo mise tra le sue gambe lentamente.
“ guihero” abbracciando l’affare peloso disse sorridendomi il pulcino.
“ già…” soffiai incontrando nuovamente gli occhi di Sesshomaru.
“ qui” mi ordinò Yoshiro sbattendo la manina contro il pavimento alla destra dello Youkai vestito di bianco. Con diffidenza obbedii trovandomi ad appena qualche centimetro dal fratello maggiore di Inuyasha. Il cucciolo si avvicinò al mio orecchio “ bene principe” sussurrò quel piccolo diavoletto non potendoci credere. Che cosa voleva dire? Iniziò a ridere improvvisamente come se si stesse prendesse gioco di me, scappò via facendomi cadere sulla spalla di quel demonio. Immediatamente lo richiami. “ Iku  “ riprese tra le braccia la pelliccia di Sesshomaru con quel sorrisetto in volto. Avrei voluto punirlo a dovere quando mi accorsi di star stringendo lo youkata del demonio dai lunghi capelli lunghi. Mettendo un braccio intorno alla mia vita, Sesshomaru, non sembrò essere particolarmente felice del suo gesto.
“ Yoshi ma che fai?” chiese Rin molto preoccupata, erla prima volta che si comportava in quel modo così strano.  La coda lo spinse verso di noi e per poco non diede una facciata per terra. Yoshiro si rialzò da terra, Sesshomaru prese la sua testolina con una mano e incontrando i suoi occhi tetri il mio tesoro si spaventò davvero tanto.
“ chiedi scusa”  gli ordinò facendolo sedere per terra senza troppe premure dopo avermi lasciato. Forse l’aveva visto come una mancanza di rispetto? Non lo So ma fu davvero arrabbiato.
“ scusa mamma” fece una faccia imbronciata l’angioletto.
“ ahahahahah, su , non è niente” Risi nervosamente non credendo davvero che Sesshomaru mi avesse difeso in quel modo.

 

 

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Capitolo 19
*** Capitolo 19 ***



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Author: Eriet (Kagome 95 )


Chapter 19:  La luna 





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La luna si alzò su nel cielo. Poggiata sulle ginocchia dello youkai, vi trovai la testolina argentata del mio piccino. Si era proprio scatenano quel giorno. Nel mondo dei sogni, Yoshiro, strinse quella pelliccia bianca come per paura che potesse scappar via. Sesshomaru distaccato guardò da tutt'altra parte. Silenziosamente mi avvicinai.
“ perdonalo” presi mio figlio imbraccio senza riuscire a farlo staccare da quell' affare lanoso.
“ non devi” disse nel silenzio della capanna il demonio. Mancai solo un paio di minuti per pulire le scodelle. Kaede e Rin erano già dentro i loro futon. Sango e Miroku, accovacciati vicino al fuoco, ronfavano con i loro piccoli tesori tra le braccia. Sicuramente tentarono di stare svegli ma si erano addormentati pesantemente. Infondo era troppo tardi per tornare a casa loro. Infine Inuyasha, seduto vicino alla porta di ingresso, mi diede l’impressione che dormisse anche lui.
“ ti ringrazio per essere rimasto” misi il piccolo nel lettino fatto di stoffa che avevo preparato poco prima. Accarezzando la fronte di Yoshiro vidi quella maledetta luna blu identica a quella di Sesshomaru. Cadde pesantemente il silenzio e mille domande mi trafissero la mente tra cui il perché lui fosse ancora lì. Non mi diede alcuna risposta ed il cuore iniziò a battermi sempre più forte pensando che forse fosse rimasto per .. N-noi... “ Se-Sesshomaru” pronunciai il suo nome qualche istante prima che si alzasse in piedi. Non abbi il coraggio di vedere il suo viso, fu come rivivere un incubo. “ t-tu..” cercai di dire ma quel demonio mi aveva già dato le spalle. Il mio cuore si fermò. Sesshomaru scostò la stuoia che faceva da porta. Mi alzai e non seppi che fare. Una parte di me pregò che non se ne andasse, che dicesse il mio nome di modo di parlare io e lui fuori dalla case per la situazione.. L'altra però cadde nella paura e sperò che se ne andasse via per sempre, che non avrei avuto nulla da dargli se non che lo odiassi con tutta me stessa!
“ Notte” soffiò infine uscendo. Un unica e semplice parola, il demonio fece cadere la stuoia dietro le sue spalle.
‘ aspetta’ pensai correndo versò l’uscita. Delle lacrime inondarono i miei occhi. “ Sesshomaru” lo chiamai nuovamente ma ormai quel demone maledetto era scomparso… Mi pentii di quello che desiderai. Quello che mi tormentava era sapere se lui sapesse di capito d'essere il padre di Yoshiro. Non sopportavo quella situazione.
“Kagome…” Inuyasha mi poggiò una mano sulla spalla ma preda del mio dolore mi nascosi sul petto e piansi liberando la frustrazione chi accumulò quei 3 anni di angoscia. Senza neanche rifletterci il povero ragazzo mi strinse a se. Avrei potuto continuare a mentire a me stessa ma la verità fu uno ed una sola: una ragazzina stupida e infatuata di un mezzo-demone era stata messa incinta del fratello demoniaco di quest’ultimo. Questi erano i fatti. Che amassi o meno Inuyasha non aveva più importanza. Che mi fossi fatta usare da quel mostro di Sesshomaru che sfruttò la mia attrazione nei suoi confronti, era irrilevante. Per quel demone fui solo un passatempo con il quale gli era scappato un figlio mezzo-sangue. Ma allora perché giocarsi di me? Perché guardarmi con i suoi occhi diabolicamente profondi? Perché difendermi? Perché stare alle mie bugie? Perché accontentare mio figlio? Queste erano le domande che mi tormentavano. Sapevo di non meritarmi tutto questo… era una punizione troppo crudele anche per una lurida puttana come me. D'un tratto Yoshi uscii dalla casupola assonnato spezzando quel fiume di dolore e disperazione. Talmente mi sono persi tra i miei pensieri che nemmeno notai che fosse sorta l'alba nel piccolo villaggio. Asciugandomi gli occhi sperai solo che il cucciolo non si accorgesse di cose fosse successo a sua madre.
" mamma" si stropicciò gli occhietti l'angioletto " dov'è signore?" Chiese avvicinandosi a me preoccupato.
" è andato via" tornai dentro così che lui non potesse vedere il mio viso. Non doveva vedermi in quello stato così pietoso.
“ M-Mamma..” mi seguì timoroso l'amore mio. Non potevo dare altro dolore a mio figlio, era ingiusto. Così con uno sforzo disumano cancellai tutto e mi feci dipingere sul volto un sorriso.
" aveva sicuramente qualcosa di importante da fare tesoro.. non ti preoccupare “ recitai quella parte maledetta per il suo bene “presto o tardi ritornerà a far visita a te e Rin" Presi le robe da lavare ostentando un sorriso.
" si mammina.." rispose non convinto delle mie parole.
" ehi! cos'è questa faccia?" sussurrai, prendendo il suo bel visetto tra le mani lo portai al mio ridendo “ non essere triste , vedi che lui è un principe" mi fissò Yoshiro confuso "e ha molte cose da sbrigare" gli rammentai da brava maestrina facendogli un occhiolino. Lui meritava solo la serenità.
" vero!" disse entusiasta ricordando quel piccolo dettaglio.
" si si" gli accarezzai la testolina vedendolo così felice.
" castello!" esclamò con occhioni luccicanti.
" shhh" lo zitti prendendogli la sua piccola manina “ gli altri ancora dormo” gli spiegai sotto voce uscendo dalla capanna. “ e adesso andiamo a lavare i vestiti” diedi la bacinella ad Inuyasha che riluttante la prese. Silenziosamente ci seguii abbastanza infastidito.
“ CASTELLO!” urlò infine Yoshi più felice che mai. Era inutile combattere o mentire. Immergendo le robe in acqua vidi quei due cercare di aiutarmi. Erano a qualche metro da me che stava provando a sciacquare un fazzoletto. Anche se spaventato dal finire in acqua riuscii a lavare il pezzetto di stoffa incolore. Yoshiro stava crescendo e voleva bene a suo padre incondizionatamente dal fatto che lo sapesse o meno. Inuyasha alla sua sinistra cercò di fargli capire come si faceva ma ovviamente gli screzi fra i due non ebbero fine. In quei momenti credetti che il mio tesoro avesse prese le parte peggiore dei suoi genitori. Con la faccia imbronciata per non aver usato subito il sapone arrossì per imbarazzo. Era così tenero avvolte. Quando risi e si voltò verso di me, nuovamente il viso di Sesshomaru mi venne alla mente. Non avevo ancora idea di come comportarmi ma mentire mi sembrò la cosa più giusta.
" caro, ha ragione Inuyasha" gli spiegai avvicinandomi a loro.
" mamma, principe!" si alzò tirandomi la gonna. " dove è castello signore?" insistette il povero piccolo.
" i-io" cercai di dire ma non seppi cosa rispondergli, io non sapevo nulla di suo padre.
"mamma, mamma, mamma" ripeté ancora ed ancora urlando. Il mio povero cuore si sgretolò in mille pezzi. Io davvero conoscevo poco e nulla sul quell'essere maligno. " mamma, mamma , mamma, ..." continuò quella voce a martellarmi il cervello.
" Basta!" urlò di colpo Inuyasha alzandosi. " Lasciala stare" esclamò non potendone più." Lei non sa nulla di quel mostro!" gli ringhiò contro perdendo le staffe. Era quella la verità purtroppo, io davvero non conoscevo nulla di suo fratello.
" non è vero!" ripose il mio cucciolo furibondo senza staccarsi da me.
" invece è la verità" furono furono faccia faccia. I due mezzi-demoni serrarono le loro zanne tra le ringhia sommesse. " quello è un essere malvagio, Stupido idiota" continuò senza darmi ascolto.
" Tu cattivo! " rispose poggiando la sua fronte contro la sua senza timore " signore buono!" lo difese a spada tratta.
" ahahahah, buono?" rise di gusto Inuyasha rialzandosi.
" Inuyasha, basta." mi chinai abbracciando mio figlio pieno di rabbia. " tu non hai idea di quanto sia cattivo" raccontò con quegli occhi privi di luce " e quante orrende cose ha fatto" quel ghigno maledetto mi fece tornare alla mente la gente uccise quel demonio nel corso degli anni. Delle vite che aveva spezzato senza alcun motivo e il sangue che scorreva tra le sue mani come un fiume in piena.
" basta.." supplicai sentendomi morire.
" E' solo un mostro" proseguì trafiggendomi con le sue parole la mia anima. " Non prova sentimenti " mi rivenne in mentre quella notte maledetta. " Lui prova solo odio" la testa iniziò a bruciarmi. " e disgusto verso la vita stessa" strinsi a me Yoshiro sperando di scacciare quelle immagine dalla mia testa.
' Basta' supplicai rivivendo il dolore e la vergogna che patii.
" ti sta solo usando" disse la voce di Inuyasha. Rivivendo quella scena disgustosa sentii le mie grida rimbombarono nella mia psiche diabolica.
'Sesshomaru stava ridendo.' vidi quel mostro ghignare divertito vicino al mio collo ' la sua era una vendetta' gli occhi di quel mostro privi di sentimento mi fece raggelare.
" bugia!" La voce di Yoshiro intervenne bloccando tutto quella matassa di ricordi. " bugia!!" urlò mentre glo occhi di quel fantoccio furono celati sotto la frangia argentata del demonio." signore, buono!" insistette mentre rammentai quella mano stretta nella mia. Incredula non capii che stesse succedendo nella mia mente. Io e lo Youkai , sì, eravamo ancora una cosa sola però... " tu sei cattivo!" sentii mio figlio accusare Inuyasha. " Signore bene me!" lo sentii gridare a gran voce. Con timore, dentro quel ricordo, avvicinai la mia mano al viso del padre di mio figlio. " bene Rin!" quando lo sfiorai Sesshomaru poggiò la sua mano sulla mia delicatamente. " bene zii!!" mi sentii avvampare e anche nel viso di quel mostro dai lunghi capelli argentei vidi un leggero rossore. " bene Mamma!!!!" Tuonò il mio angelo.
" Kagome.." aveva detto quella notte guardandomi con occhi colmi di una strana luce. La sua mano destra stringeva la mia e la sinistra era poggiata sulla mia mano ferma della sua guancia appenna arrossita. Dicendo il mio nome spinse contro di me quella notte per poi donarmi il figlio che tanto amavo e che avrei protetto per il resto della mia esistenza .
'Yoshi aveva ragione ?' Chiesi a me stessa incredula.

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Capitolo 20
*** Capitolo 20 ***



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Author: Eriet (Kagome 95 )


Chapter 20:   Macchie Nere  





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Nel silenzio mi alzai. Uscendo dal tempio vidi l'anziana Kaede contemplare la tombe dalla sua adorata sorella.
' Kikyo' pensai fermandomi poco dietro l'anziana donna. ' tu che avresti fatto al mio posto?' pensai ripensando a quel giorno.
Dopo quel ricordo, tornai finalmente alla realtà. Mio figlio saltò addosso a suo zio che cadde per terra. Con terrore vidi quelle piccole unghie affilate conficcarsi nel collo del ragazzo vestito di rosso. Nonostante Inuyasha avesse afferrate i suoi piccoli polsi, il mio bambino, non diede cenno di cedimento. Anche se lentamente, stava soffocando lo zio mezzo-demone. Il sangue demoniaco di Yoshiro stava prendendo il sopravvento sulla sua coscienza orribilmente.
" fermo!" esclamai in preda al panico sperando che si fermasse.
" tu zitto!!" urlò contro allo zio mentre gli occhi di quest'ultimo si stavano tingendo di rosso.
" grrr" anche lo zio iniziò a reagire a quella spirale negativa. Incredula vidi entrambe le pupille macchiarsi di sangue.
" vi ho detto basta!" gli ordinai con le lacrime agli occhi, dovevano solo smetterla. Non avevo idea di come fossero arrivati a quel punto ma non c'era alcuna ragione di tentare di uccidersi l'un l'altra.

Un brivido percosse la mia schiena di colpo. Una fredda brezza si alzò facendomi tremare esattamente come quella mattina maledetta in cui Inuyasha perse il controllo e aggredì pieno di rabbia.
Non ebbi più voce. Volevo anzi sapevo di dover fare qualcosa ma il mio corpo si rifiutò di muoversi. Il mezzo-demone più grande reagì. Prendendo di peso mio figlio riuscì ad invertire le parti. Lo scaraventò contro il terreno. " muori!" esclamò afferrando le spalle del cucciolo. Yoshiro cercò di divincolarsi ma lui era solo un bambino e non poteva nulla contro la forza di un adulto. " piccolo bastardo, muovi!" gridò strangolandolo con una mano sola.
Stava succedendo tutto davanti ai miei occhi." padre mio.." sussurrò Yoshiro in lacrime sprovvisto di aria. I suoi polsi caddero contro il terreno facendomi piombare nella paura.
" Yoshi.." mossi un passo finalmente " COSA FAI!!" Corsi da mio figlio " ti prego basta!!" afferrai il braccio del suo aggressore. Se non lo avessi fatto avrebbe sicuramente ucciso mio figlio. Il mezzo-demone vestito di rosso cercò di spingermi via ma non avrei lasciato che lo uccidesse.
" Sta zitta sporca puttana!" con una spallata finii per terra. " la colpa è tua" mi guardò con quelle pupille scarlatte. " la colpa è solo Tua!!" mi ringhiò " tua e di maledetto demonio!" cercai di rialzarmi invano. Mi aveva fatti davvero molto male. Tra i miei lamenti di dolore, vidi che almeno si fosse fermato " vi siete divertiti vero? e adesso mi divertirò un po' io" riportò lo sguardo al bambino che tossiva, tremava e piangeva. " stai zitto tu!" gli urlò contro dandogli subito dopo un calcio allo stomaco. Cercai di fermarla ma non riuscivo nemmeno ad alzarmi. " tuo padre è solo un bastardo, un demone approfittatore che si è vendicato contro di me " era completamente impazzito. D'un tratto vidi Tessaiga essere impugnata dal mezzo-demone cane. Il terrore invase il mio corpo. Rialzando il mio viso, vidi quella iridi d'orate ferme su di lui. Sarebbe morto sotto la sua furia omicida e nessuno sarebbe intervenuto per salvarci. Le sue unghie affilate come rasoi andarono contro di me. Afferrandomi per la nuca mi alzò da terra. " vero, mamma?" mi schernì. Eravamo ad un passo dalla morte.

" mammina" Yoshiro mi chiamò rannicchiandosi di lato. mano nella mano con Rin appena tornati dal villaggio.
" adesso basta!!" La mia mano d'istinto andò al suo petto e lo spinsi via con la poca forza spirituale rimasta. Il ragazzo dalle orecchie da cane cadde per terra svenuto. Ansimando mi trascinai dal mio tesoro. Il mio angelo era caduto con forza nel mondo dei sogni. Fortunatamente Rin e Kaede accorsero subito da noi. Entrambi i due mezzi-demoni erano stati vittime del proprio potere demoniaco. Non avevo idea di cosa avessi fatto esattamente al mio Inuyasha. Mentre giaceva in quel letto sperai con tutto il cuore di non aver ucciso la persona di cui un tempo ero stata e forse di cui ero ancora innamorata. Erano stati trasportati entrambi a casa di Kaede grazie all'aiuto di alcuni uomini del villaggio. Aspettammo con impazienza che si svegliassero. Tutti mi chiesero una spiegazione sull'accaduto ma non seppi dire nulla. Sapevo che era colpa mia e ovviamente non mi sarei mai perdonata di questo. Quella stessa notte, mentre accudivo i due malcapitati Yoshiro iniziò a sudare.
" papà..." sussurrò d'un tratto il cucciolo mentre si agitava. " papà mio..." sognava ingenuamente il mio angioletto irrequieto tra le braccia di Morfeo. Nell'assordante silenzio di quella notte le parole di Inuyasha alla mente. A capo chino mi rimisi a dormire, avevo tutti gli arti indolenziti. Mi sforzai ma chiusi unicamente gli occhi.
Solo quando la luna fu alta nel cielo udii distintamente i passi di qualcuno dirigersi verso l'uscita. Era Inuyasha, lo sapevo bene. Senza muore un muscolo aspettai con impazienza che facesse qualcosa. Percepii i suoi occhi osservarmi tra le ombre ma non avevo neanche la forza di parlare. Strizzai gli occhi per impedire alcun ripensamento. Pregai gli dei affinché lui potesse pensare che io stessi dormendo. Quegli istanti nella mia testa sembrarono eterni e poi... udii scostò quella stuoia maledetta. Inuyasha si dileguò ancora una volta nella notte.
Per un istante mi sentii sollevata ma poi mi sentii vuota. Ci eravamo promessi, tanto tempo fa, che io e lui saremmo stati sempre al fianco dell'altro. Erano solo parole, vane di due ragazzini che neanche sapevano cosa significasse Amore.
Avevo lottato tanto per farmi amare da quel mezzo-demone, per sostituirmi a Kikyo e avere il suo cuore tutto per me... e c'ero pure riuscita. Riflettendo sul passato compresi che la sacerdotessa della sfera aveva avuto tutte le ragione per odiami. Io volevo l'uomo che amava ed era per questo che desiderava la mia morte. Non aveva più una vita mentre io ero solo una ragazzina un po' tonta, sciocca e viva. Mi sentii più sporca di prima. Nella mia anima erano sempre più evidenti le macchie nere dei miei peccati. Io ero viva mentre lei era stata solo un anima dentro un fantasma di argilla che desiderava stare ancora una volta con chi amava con tutto il cuore.

" Kagome.." Kaede mi vide avvicinarsi alla lapide di sua sorella maggiore.
' Ti chiedo perdono per tutto il male che ti ho fatto' pensai sfiorando quella tegola di legno. ' per aver cercato di rubarti chi amavi' avevo già le lacrime agli occhi. ' non ho colpa per quello che ti è successo ma anche se ti assomiglio io non sono te' chinai il capo distrutta. ' se tu fossi me adesso sapresti cosa fare probabilmente ' poggiai quelle collana di perle accanto al sacrario. ' ma credo che tu non avresti mai fatto quello che ho fatto io alle spalle di tutti e di tutto ' mi rialzai sulle mie gambe.
" va tutto bene?" chiese Kaede stranita mentre io silenziosamente mi diressi verso quella che potevo chiamare casa.
' KiKyo, spero un giorno di raggiungerti ovunque tu sia' guardai per un ultima volta quella lapide sapendo che anche il suo amato era lì che stava osservando quella scena da non molto lontano.

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Capitolo 21
*** Capitolo 21 ***



I Love You...even Now.

Author: Eriet (Kagome 95 )


Chapter 21:   La malattia dei Mezzo-sangue





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L’autunno era alla porte e con esso un nuovo capitolo della mia esistenza.
Tutto ad un tratto mi ritrovai ad essere padre di un piccolo mezzo-demone che mi assomigliava in modo sconcertante. Quando mi ritrovai al cospetto di sua madre non nego che il mio essere ebbe un sussulto. Sicuramente il piccolo aveva intuito l'astio fra me e la sua mamma. Come darle torto infondo? Io ero il demone tentatore a cui si era concessa. Fu tutta colpa della mia follia, del suo corpo che mi fece annebbiare la vista, del suo odore maledettamente dolce e l'odio che provavo per mio fratello a spingermi così oltre. Già, quell'inetto mezzo-sangue, che dopo tutto amava ancora. Per un istante quando cadde quel silenzio tra di noi, nella radura, capii che la cosa migliore fosse sparire esattamente come quella umana desiderava. Nel momento in cui quella piccola manina prese la mia tutto si bloccò. Non fu come quella notte in cui, trovandola dormiente fra le mie braccia, mi avvicinai accarezzando il viso di quella donna e sentii il nome di mio fratello soffiar via dalle sue labbra femminili. Tutto era diverso, non importava cosa potesse essere successo, adesso vi era una piccola creatura che avrebbe solo sofferto a causa nostra. Non avrei mai potuto far patire del dolore a mio figlio e tanto meno dargli colpe che non aveva. Così assecondai il gioco di quella donna, per un istante mentre il mio cucciolo prese le mani mie e di sua madre, provai una strana sensazione. Fu come se, per un attimo, mi sentissi parte di qualcosa che fosse più grande di me. Vedere quella piccola copia di me essere così felice mi fece dimenticare tutto il resto. Ovviamente ad Inuyasha la cosa non piacque ma poco mi importava. Quando Yoshi mancò di rispetto a sua madre non ci vedetti più. Anche se sua madre non provava nulla per me ero io ad avere la colpa di tutto ciò. Non meritava di certo d'essere tratta come un oggetto. Per mio figlio aveva sicuramente fatto tanti sacrifici: aveva sopportato il peso di quegli occhi colmi di disapprovazione della propria gente e dubito fortemente che la sua famiglia fu contenta di ritrovarla gravida di un altro uomo. Non era questo il futuro che la donna desiderava per se stessa, forse voleva solo avere una semplice vita insieme a mio fratello. Per questo motivo, una volta che il cucciolo si addormento e sua madre lo mise a letto, me ne andai. Inuyasha mi stava osservando in silenzio eppure i suoi timori erano infondati. Io avevo preso l'innocenza della sua donna per darmi un discendente ma la sua anima perfetta era legata alla sua per l'eternità. Dopo quel giorno non avevo idea di cosa mi riservasse il futuro ma non desideravo che mio figlio soffrisse a causa mia più di quanto non lo facesse già. Quel piccolino meritava solo il meglio, per questo motivo avrei impedito che scoprisse la verità, anche a costo di dire che suo padre fosse lo stesso Inuyasha.
‘ Yoshiro…’ soffiai mentalmente. Per un momento mi chiesi cosa stesse facendo il mio cucciolo sotto quel cielo nuvoloso.
“ Jacken!!” udii un urlo familiare poco lontano dalla dimora in cui stavo alloggiando.
“ per l’amor del cielo!!" gemette correndo verso la casa " Padrone!” il rospo andò verso di me con le lacrime agli occhi. Alzandomi mi diressi verso il bambino e nel modo di fare penso che calpestai il mio servitore. Poco m'importava a dire il vero. Non potevo credere che il piccolo si fosse allontanato tanto da casa tutto da solo. Non vi era alcuna traccia di Rin.
“ signore…” disse preoccupato poco prima che lo presi per i fianchi e lo alzai. Forse mi aveva seguito o forse era semplicemente successo qualcosa eppure Yoshiro era lì con me.
“ cosa fai qui?” chiesi una spiegazione. Tremando il cucciolo chiuse gli occhi come se avesse paura di una mia qualche reazione violenta su di lui. Non capii cosa avesse e molto indispettito lo presi in braccio aspettando che capisse che non avrei mai fatto del male.
“i-io..” balbettò abbassando il capo. D’un tratto mi abbracciò e si nascose nel mio petto. Un brivido mi percosse la schiena sentendo l’odore di quell’ obbrobrio di mio fratello sul suo corpo. I suoi occhietti senza luce mi fecero capire d'un lampo che i miei sospetti fossero fondati.
“ Padrone, ma che ha?” il rospo osservò il bimbo fermò in quella posizione.
“ Jacken, abbiamo un ospite” gli rammentai a quello scansa fatiche che era ancora per terra.
“ si signore!” scattò sull’attenti entrando nel panico. “ vado subito!” mi fece strada dentro casa. Accarezzai le piccola testolina argentata di mio figlio una volta che mi sedetti. Fortunatamente non avevo indosso la mia armatura. Tra i suoi singhiozzi, iniziai a sentirmi così male. Non potevo far altro che aspettare che si calmasse così da raccontarmi cosa fosse successo.
“Yoshiro..” d'istinto dissi il suo nome, finalmente riuscii a vedere il suo musetto tutto rosse e umido. Cos’era successo per portarlo fin qui? Non potendo sopportare oltre quella situazione presi la mia pelliccia e gliela avvicinai. Immediatamente la Moko-Moko si strinse a mio figlio che sembrò per un attimo essersi calmato.
“ moko” la chiamò accarezzandola mentre l’appendice si strisciò contro il suo faccino ancora bagnato dalle sue piccole lacrime. Forse erano stati quegli umani a farlo soffrire per via della sua natura demoniaca ed era fuggito via. Sapevo quanto fosse tortuosa la vita di un mezzo-sangue. Sei né l’uno né l’altro. Essi sono orribili scherzi della natura scomodi al mondo eppure la colpa non era minimamente sua ma mia. Forse vedendomi al villaggio avevo attirato le ire di quegli sporchi animali che si vantando di avere un anima. Chiunque lo avesse ridotto in quel modo sarebbe morto sotto le mie mani. Eppure qualcosa mi diceva che Inuyasha centrasse più di quanto apparisse in realtà.
“ mamma…” sussurrò stringendo la pelliccia.

 

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Capitolo 22
*** Capitolo 22 ***



I Love You...even Now.

Author: Eriet (Kagome 95 )


Chapter 22:   La vendetta che cade sui figli





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Il piccolo dormiva in quel futon che aveva preparato Jacken per quella notte.
Nel cielo il sole stava per scomparire e presto avrebbe regnato la luna. Mio figlio senza preavviso si era presentato confuso e spaventato a morte. Dopo avergli dato la pelliccia chiamò sua madre e cadde in un sonno profondo. Mettendolo a letto il cucciolo chiamò più volte la madre che probabilmente lo stava cercando senza sosta. Sentii una strana morsa stringermi le viscere in quel momento. Sicuramente era successo qualcosa ad entrambi. Avvicinandomi al musetto disteso del mio cucciolo le mie mani si mossero da solo. Istintivamente accarezzai con cautela la fronte di modo tale che non si svegliasse. Sembrava che fosse più calda del normale, non mi era sconosciuto la fragilità degli esseri umani e le loro malattie. Quando Naraku era ancora su questa terra anche Rin era stata vittima di qualcosa di simile. Forse lo stesso cambio di stagione lo aveva preso alla sprovvista ma non si spiegava l'odore di Inuyasha sul suo corpicino. Quando mosse la sua testolina verso sinistra però vidi un orrenda ferita sulla spalla che si appena rimarginata. Quelli era i segni di artigli di quel mezzo-demone che neanche osavo chiamare fratello. Sotto quel minuscolo kimono grigiastro vi era la prova inequivocabile dell'infamia di quell'idiota. Fu come se un fulmine mi attraversasse la mente, tutto fu chiaro di colpo ma allo stesso tempo non potevo credere che Inuyasha avesse davvero osato alzare un dito su mio figlio. Non riuscivo a capire come avesse osato aggredire il sangue del mio sangue.
Sapevo già che la madre di Yoshiro era stata vittima di violenza come se lei davvero avesse la colpa di quello che era successo 3 anni fa. Non c’era dubbio che fosse andata in quel modo: Il mio caro fratellino aveva avuto la bella idea di far pagare le mie colpe al mio cucciolo innocente. Se avesse davvero avuto gli attributi avrebbe dovuto affrontarmi quella stessa notte. Sapevo che era stato uno sbaglio non ucciderlo quando era solo un neonato. Se solo quella baldracca maledetta non fosse morta sotto la mia lama, adesso, sarebbe stato tutto diverso. La feccia non muore mai. Di sicuro non avrei mai conosciuto quella femmina dai capelli mossi né Rin e non sarei neanche stato padre del mio cucciolo. Di una cosa ero sicuro che avrei ucciso quel bastardo.
“ papà…” gemette di colpo il piccolo agitandosi nel sonno. “ papà!” urlò convulsamente nel bel mezzo di un incubo.
" Yoshiro " gli accarezzai la testolina ‘ tuo padre e qui figlio mio’ pensai strinsi la sua manina artigliata. " Jacken, porta dell'acqua" Ordinai al mio servitore impalato accanto alla porta.
" si mio signore! " schizzò fuori alla ricerca di quel bene.
" padre..." disse Yoshi mentre la sua fronte si fece più bollente del fuoco stesso. " Mamma..." sudato portò la sua testa a destra e toccandosi la spalla si rannicchiò. " no, mamma..." tremando prendendo tra le mani il suo kimono. " no" ripeté per poi tenendo la sua testolina argentata come se gli stesse per scoppiare.
Sentii qualcosa in me frantumarsi. Cercai di capire cosa farfugliasse tra i gemiti di dolore." Dov'è la mamma?" chiesi sperando che mi desse una spiegazione.
" Inu-ya-sha..." ansimò stremato dal dolore che stava patendo. Jacken arrivò finalmente con la bacinella e un panno. Immediatamente il rospo iniziò a strizzare il pezzo di stoffa così da renderlo umido.
" Yoshiro" accarezzai il suo viso sperando che riaprisse gli occhi, doveva star sveglio. Pian piano riuscii a schiuderli e finalmente le sue pozze dorate si scontrarono con le mie.
" papà..." sussurrò senza neanche riuscire a tenere oltre gli occhi aperti. Anche se lentamente riuscimmo a farlo distendere nuovamente. Jacken gli mise il panno sulla fronte con cautela. Ebbi così paura che potessi perderlo che urlai a quel povero diavolo di trovare un rimedio più in fretta di quanto non avrebbero messo le mie unghie a scquoiarlo vivo. " mamma... papà.." ansimò in preda ai deliri della malattia il piccolo.
" Yoshiro, sono qui" strinsi la sua manina così piccola mentre gemeva dal dolore. " resisti" gli ordinai più impotente che mai. ' perdonarmi per non essere stato accanto a te fino adesso’ chiesi perdono sentendomi inutile. Quegli attimi per me durarono un eternità. Ogni suoi respiro alimentava in me la paura di perderlo. Alla mente mi vennero alla mente quello poco tempo che avevo passato con il mio unico figlio. Il suo cuoricino non poteva spegnersi davanti ai miei occhi. Ora che lo avevo ritrovato quel bastardo né gli dei avrebbero mai potuto portarmelo via. Avrei dato la mia vita in cambio della sua senza esitazione, non mi importava del resto. Yoshiro era mio figlio e avrei dato tutto pur di tenerlo con me.
“ Padrone…” Jacken entrò nuovamente con tra le mani delle foglie. Di colpo il piccolo aprii i suoi occhi, il suo cuore tamburellava senza controllo. “ mio dio “ cadde il rospo per terra  spaventato. Negli occhi di mio figlio vi era il vuoto. Le ferite che aveva il corpo iniziarono a brillare di un rosso scarlatto come se si stessero riaprendo senza un vero perché. Indispettito non capii che stesse accadendo. Il respiro del cucciolo era sempre più affannoso. Le sue pozze dorate iniziarono a diventare rosse come se il sangue stesse invadendo il suo corpo e lì capii. Yoshi si stava trasformando davanti ai nostri occhi forse per via di quella malattia sconosciuta.  Gli misi una mano sul petto e lo chiamai più volte chiedendogli di ascoltarmi.
“ Yoshiro, svegliati” gli imposi preoccupato a morte mentre quella che sembrava essere una rabbia incontrollata lo fece ringhiare come una bestia in gabbia.
“ per l’amor del cielo” strepitò Jacken dileguandosi.
Senza rendermene conto stavo assistendo alla mostruosa trasformazione del mio cucciolo in un demone assetato di sangue. I suoi artigli si piantarono al pavimento. Le sue urla assordanti mi fecero impazzire a sua volta. Fu come se io stesso sentii il dolore stava patendo il suo piccolo corpicino. Quei tagli vividi si fecero strada ai suoi polsi e capii che Yoshiro non avrebbe resistito alla perdita di tutto quel sangue.
' che cosa ti hanno fatto figlio mio?' bloccai i suoi polsi contro il pavimento così da evitare che si potesse fare del male. Il cucciolo cercò subito di liberarsi ma ci voleva ben altro per potersi divincolare. Dopo quell'urlo feroce sentii un forte odore di sangue demoniaco provenire da mio figlio. Di colpo le zanne del demonio fuori controllo si piantarono nel mio braccio destro. Aveva perso definitivamente il lume della ragione, quello che bramava adesso era unicamente della carne probabilmente umana.

 

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Capitolo 23
*** Capitolo 23 ***



I Love You...even Now.

Author: Eriet (Kagome 95 )


Chapter 23:   Tumulto tra le fronde  





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“ Yoshiro!” Urlai Correndo per quella enorme foresta. D'un tratto inciampai violentemente contro il terreno. Non riuscii neanche a rialzarmi per via della botta. Sorreggendomi sulle braccia ,gemetti dal dolore. La caviglia mi fece malissimo. “ no!” toccai la mia gamba mentre le lacrime inondarono il mio viso stanco e sporco di terra. Non potevo fermarmi, dovevo proseguire ad ogni costo. Non potei fermarmi, anche con una gamba rotta dovetti proseguire. Mio figlio era fuggito chissà dove. Fu per colpa mia e della mia stupidità che il mio povero cucciolo si diresse verso la foresta.
“ mamma” quel maledetto ricordo mi balzò alla mente prepotentemente “ mamma!!” mi chiamò quella mattina il mio piccolo cuccioletto correndo da me per chissà quale ragione ma… vedendomi in compagnia di Inuyasha caddero dalle sue mani i fiori colti non molto lontano da lì.
Spezzando quei pensieri mi alzai aiutata da un albero. Yoshiro era lì da solo.
Dopo quello che successe tra me ed Inuyasha al fiume, il mezzo-demone venne chiedendomi perdono tempo dopo. Amaramente dovetti perdonarlo perché sapevo, nel profondo del mio cuore, che non fosse stato lui a parlare quel giorno. Il demone, quelle parti puramente bestiali in lui. Quella bestia prese il sopravvento quella volta. Due persone, due facce delle stessa medaglia. Inuyasha quella mattina prese la mia mano nella sua. Non provai nulla, anche se intuii cosa volesse dirmi. Capii che forse sarebbe giusto accettare semplicemente l’amore che Inuyasha nutriva nei mie confronti. Mi arresi all'evidenza. Yoshiro aveva bisogno di un padre e a Sesshomaru, ovviamente, la cosa non poteva importare. Nutrii il bisogno di sentirmi per una volta al sicuro e infondo io mi era innamorata di Inuyasha fin dalla prima volta che lo lidi, no? Era cos,ì Giusto? Giusto? Persa in quel mare di ricordi.... non feci nulla. Quella mattina cedetti. Ascoltai le parole di Inuyashae e mi imposi che la mia risposta sarebbe stata solo e soltanto SI.
“ Kagome” disse il mio nome il ragazzo dalle orecchie da cane. Proprio nell’istante in cui mi sforzai di non respingerlo sentii Inuyasha avvicinarsi a me sempre più. Non mi opposi al suo tentativo di baciarmi. Fu quel gesto che diede inizió a tutto questo. Un attimo prima che lui potesse unire le sue labbra con le mie apparve il mio unico figlio. Ferma tra le braccia di suo zio, vidi l'estrema delusione dipingersi sul volto di mio figlio. ‘ come puoi?’ sapevo cosa mi stesse chiedendo. ‘ come poi solo stare vicino a chi ci voleva morti?’ domandò con i suoi occhi d'oro.
Spinsi via Inuyasha “ Amore..!” Cercai di avvicinarmi a Yoshi ma lui si scostò bruscamente. Cercai di consolarlo e spiegargli le mie ragioni ma... Per la prima volta, Yoshiro, in preda alla rabbia, ferì la mano con i suoi artigli.
“ via!” mi ordinò con le lacrime agli occhi. Mi sentii sporca d’entro. Quel mezzo-demone di Inuyasha mi soccorse. Negli occhi del mio tesoro vidi la paura. L'orrore per aver fatto sanguinare la propria madre. Mio figlio fuggì immediatamente nella foresta e suo zio mi bloccò così da impedirmi di raggiungerlo.
“ lasciami!” ordinai a quello sciocco cercando di liberarmi dalla sua presa.
“ Kagome accettalo, ormai tuo figlio non ha più il controllo di se stesso” mi disse quel pazzo voltandomi verso di lui “ è solo un pericolo" mi guardò dritto negli occhi " sia per te che per tutti noi” a quella parole la rabbia mi diede la forza di sferrargli un calcio sullo stomaco che lo spedì a terra. Nessuno poteva osare dire quelle cose sul mio bambino.
“ mio figlio non è così!!” tuonai a quell’idiota scuotendo il capo.
“ non possiede un'anima” disse quelle bestialità l'essere che un tempo amai con tutto il cuore.
 “ non è vero!” indietreggiai tremando “se credi che gli permetta di farsi del male, ti sbagli di grosso!!!” scoppiai in lacrime e correndo via andai alla ricerca di Yoshiro. Sin da quando era nato, eravamo stati noi due contro il mondo. Ancor prima che nascesse, sapevo bene che non sarebbe stato facile crescerlo ma io gli feci una promessa: L'avrei protetto al costo della mia vita e Avrei fatto di tutto pur di dargli la vita che meritava.

“ Amore mio, dove sei?” chiesi vedendo all'orizzonte delle nuvole grigio piombo addensarsi. Passo dopo passo ebbi la vaga impressione di essere già stata in quel luogo. “ piccolo mio!” urlai per la foresta sperando che mi sentisse. Un rombo di tuonò spezzò il silenzio, immediatamente caddi per terra a causa dello spavento. Con il cuore in gola vidi quel lampo di luce cadere sul mondo. Affaticata, mi feci coraggio ma la mia caviglia iniziò a farmi sempre più male. Si era lussata alla mia prima caduta. Gemendo dal dolore mi appoggiai su di tronco d'albero e mi rimisi in piedi. Zoppicando cercai di velocizzare il mio passo. Ogni momento era prezioso. Senza fiato e sfiancata dal dolore mi fermai poggiandomi ad un altro arbusto. Rialzando il mio sguardo trovai davanti a me qualcosa. Proprio ad appena 3 passi da me, per terra, trovai un pettine rosa. Orribilmente capii che quello fosse lo stesso oggetto che persi quella notte di 3 anni fa. Un lampo cadde ad appena un metro dalla mia persona. Il tuono che si produsse echeggiò per tutta la foresta. Caddi nuovamente contro il terreno paralizzata dal terrore. Qualche altro passo e sarei stata ridotta in cenere. L'albero era ormai divorato dalle fiamme. La notte scese in pochi attimi e con essa le prime gocce di pioggia. 'Se è davvero il luogo in cui mi sono persa 3 anni fa' pensai stringendomi a me ' significa che quei mostri sicuramente verranno ad attaccarci ! ' compresi immediatamente.  Un tetro urlo di bambino mi fece sobbalzare. “ YOSHI!” anche  se la gamba mi faceva ancora male mi gettai all'inseguimento. La tempesta ebbe iniziò scatenando il caos. La pioggia divenne sempre più forte ma non mi arresi. Tra i lampi finalmente vidi il mio tenero tesoro. Stava tremando un mostro gigantesco lo stava per attaccare. “ lascialo!” tuonai tirandogli un pezzo di legno in testa. Voltandosi verso di me capii, l'oni aveva ferito Yoshi al fianco destro. “ se vuoi qualcuno, prendi me!” attirai l'attenzione del suo aguzzino. Ben presto fui circondata da decine di Oni rossi come il sangue. Mi sentii finita, schivando quelle bestie riuscii a prendendo mio figlio tra le braccia. Quei bastardi ci accerchiarono e in quei brevi attimi di terrore cercai di trovare una breccia così da porter mettere insalvo almeno il mio adorato figlio. Il piccolo cercò di parlare ma la sua bocca si macchiò del suo stesso sangue. Quel mostro con abile mossa riuscii a sottrarmi mio figlio spingendomi via. " no!!!" supplicai nel mentre altre mani mi bloccarono i polsi. L'oni, che sembrò essere il capo della banda, sollevò mio figlio al cielo prendendo per la gola. Con le lacrime agli occhi cercai di liberarmi ma fu tutto inutile. Il mio adorato tesoro, la mia unica ragione di vita stava per venire strangolato davanti ai miei occhi. Yoshiro urló inerme, le sue calde pozze dorate iniziarono ad perdere la luce. Quando perse ogni forza notai i suoi occhi senza vita e il sangue collò dalla bocca fin alla sue pallide manine artigliate. ' ti prego' chiusi i miei occhi scoppiando in lacrime. ' ti prego salvalo' supplicai mentalmente un dio che sembrò non esistesse più. Il mio piccolo stava morendo sotto i miei stessi occhi e non potevo fare nulla per impedirlo !
" Yoshi!" una voce improvvisamente tagliò l'aria spezzando tutto. Un ombra apparve dietro quel pazzo che stava distruggendo la mia vita. Una lama trafisse il petto della bestie senz'anima e in un colpo solo la uccise dividendo il suo corpo a metà. Ancor prima che il cadavere toccasse terra, notai che colui che salvò il mio tesoro fosse un essere vestito di bianco. Stringendo a mezz'aria il mio adorato bambino iniziò a scendere verso l'umido terreno. I suoi lunghi e lisci capelli argentaei bagnati di pioggia non ebbero neanche il tempo di cadere sue spalle visto che tagliò l'aria nuovamente con la sua spada. In meno di un secondo sterminò i rimanenti oni che ci tesero una trappola. Quando vidi il viso del nostro salvatore non potei credere che fosse quello di Sesshomaru. Sembrò un maledetto angelo e , come tre anni fa, impedì che un innocente morisse sotto gli artigli di quei pazzi.
" S-Sesshomaru" tremando pronunciai il suo nome. Fradicio di pioggia strinse tra le sue braccia il mio piccolo amore come se fosse suo. L'ultimo demone mi trattenne come ostaggio. Quel bastardo strinse i miei polsi e supplicai invano che mi liberasse.
" ahahahaha" mi afferrò la bestia e spinse la mia schiena contro il suo corpo. " se non vuoi che uccida la donna" minacciò quel bastardo stringendomi il collo. " dammi immediatamente quel bambino " ringhiò senza esitazione alzandomi a mezz'aria. Mi mancò il respiro in quella morsa. Eppure, nonostante la richiesta di quel pazzo, i gelidi occhi del signore dei demoni chiesero solo vedetta. D'un lampo quel demonio di Sesshomaru si mosse e senza preavviso colpi il ricattatore. Finalmente fui libera mentre la testa di quella bestia immonda cadde al suolo. Precipitando al suolo toccai il terreno con le mie gambe ma un forte gemito di dolore uscì inevitabilmente dalla mia gola. Caddi con il corpo in avanti, la caviglia mi fece malissimo per via delle botta ricevute. Inaspettatamente , invece di sbattere il viso contro il terriccio, un braccio mi avvolse la vita. Fui tra le sue braccia del signore del male invece che contro la fangosa terra. Il demone mi strinse a se sia con il nostro bambino. Dalle sue labbra di Sesshomaru sentii che stesse ansimando come se avesse corso per giorni senza fermarsi. Il mio cuore fu sconvolto da un forte battito quando mi resi conto d'essere così vicina a lui.
" Kagome.." disse il mio nome poco prima che quel tuono risuonasse per l'intera foresta. Lo abbracciai forte e piangendo sotto quella pioggia torrenziale ringraziai dio d'averlo mandato a salvarci.

 

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Capitolo 24
*** Capitolo 24 - ***



I Love You...even Now.

Author: Eriet (Kagome 95 )


Chapter 24:   La tempesta che travolse gli amanti 





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Kagome accarezzò dolcemente la testa di Yoshiro. Dopo quello che successe ci rifugiammo in quella stessa grotta di 3 anni fa dove persi il controllo. L'importante fu che loro fossero all'asciutto.
“ mammina..” sussurrò mio figlio nel sonno riaprendo appena i suoi occhi. Fortunatamente entrambi stavano bene.
“ va tutto bene, adesso dormi caro” lo tranquillizzò la madre ostentando un caldo sorriso. Con gli anni la donna era diventata molto più bella. Quella sera in cui fui loro ospite in casa della vecchia miko notai il cambiamento. Era divenuta una donna oltre che una madre devota. Chiudendo gli occhi, Kagome, si abbandonò alla pare di roccia. Accarezzando quella piccola testolina argentea iniziò a cullare il suo bambino con premura. Nel silenzio della grotta così umida mi assopii a vedere quel viso che da tempo tormentava la mia mente. Quando la donna riaprii i suoi occhi, le fiammelle del fuoco fecero risplendere i suoi grandi occhi azzurri. Scostai il mio sguardo rendendomi conto di quello che stesse accadendo. Non potevo cascarci una seconda volta. Guardando fuori dalla grotta mi chiesi semplicemente a cosa lei potesse pensare di tutto questo. Guardando il corpicino di nostro figlio sentii le mie viscere stringersi in una morsa. Vedendo quelle ferite maledette iniziò a crescermi qualcosa dentro.
“ è Stato Inuyasha, vero?” chiesi senza troppi giri di giri di parole.
“ i-io..” balbettò la femmina umana comprendo quelle ferite con le lacrime agli occhi. Lei non poteva opporsi a quel bastardo ma io lo avrei distrutto con le mie mani.
“ una volta che questo inferno sarà finito, ” mi alzai in piedi pieno d’ira osservando la tempesta davanti a me“ dirai addio al tuo uomo” ringhiai stringendo in un pugno tutta la mia rabbia.
“ I-Inuyasha non era in se!” immediatamente lo difese quella sciocca.
“ lo era” la guardai dritto negli occhi “ tanto quanto bastava per fargli quello!” gli dissi la crudele verità ma a lei non sembrò importargli.
“ Non è così!” mi rispose con altrettanta rabbia. “ come puoi dirlo visto che tu neanche c’eri!?!” si alzò andandomi contro.
“ Allora perché sarebbe scappato via!?!” sferrai un pugno contro la parete roccia. “ è solo un miracolo che sia ancora in vita! “ cercai di riprendere il controllo ma fu impossibile. Uscii di senno.
“ S-Sesshomaru” tremò vedendomi così adirato.
“ papà….” Soffiò Yoshiro attirando l’attenzione di entrambi. Il mio povero cucciolo stava lottando contro il suo dolore, era evidente. Kagome mi diede le spalle e sfinito la resi partecipe di quello che fosse successo lontano dai suoi occhi.
“ Quando arrivò da me,” iniziai a raccontare “ era completamente terrorizzato “  Kagome si irrigidì di colpo. “ ha iniziato a sanguinare e a stare male in fretta per via di quelle ferite…” si voltò la donna con occhi pieni di preoccupazione “ripeteva continuamente il tuo nome fino a quando non ha perso il controllo“ un lampo cadde fragoroso alle mie spalle.
“ no…” la donna si strinse a se con terrore.
“ la sua furia fu così devastante che non ho potuto fermare la sua corsa” chiusi gli occhi rammentando nella mia mente quella furia demoniaca. “ avrebbe potuto fare del male a te e a se stesso” tuonai pensando a quel bastardo di Inuyasha. “ è solo colpa di quel mezzo-demone!”
“ basta!!” mi gridò contro “ sta zitto!” dai suoi occhi iniziarono a scorrere le prime lacrime di dolore.
“ grr..”Mi fece impazzire di collera, come poteva difenderlo ancora?! “ basta!” andai verso l’uscita, l’avrei ucciso quella notte stessa che vi fosse tempesta o meno.
“ ti prego” supplicò mettendosi davanti a me.
“ Anche se lo ami, questa volta non lo risparmierò!” la scansai uscendo di lì.
“  Sesshomaru, a-aspetta!” sotto quella pioggia mi prese da dietro. “ SMETTILA!” singhiozzò terrorizzata.
“ ti ho detto basta!” non ne potei più e la feci cadere contro l’umida terra.“ nessuno può osare alzare un dito su mio figlio!” l’eco di quelle parole rimbombarono per tutta la foresta “ e tanto meno sulla donna che l’ha messo al mondo.” Ansimai vedendola rialzarsi sulle braccia a fatica. In quel momento realizzai che io non fui affatto migliore di mio fratello. Non avrei mai dovuto comportarmi in quel modo.
“ S-Sesshomaru…” balbettò Kagome con timore. “ t-Tu…” cercò di dire mentre io l’aiutai a rialzarsi. Poggiandosi al mio petto non riuscì più a reggersi sulle sue stesse gambe. Le sue caviglie non riuscirono più a reggere il suo stesso peso.
‘ Non avrei dovuto farlo’ la strinsi e me senza pensare. Fu solo colpa mia se lei versò le sue lacrime. Se solo quel giorno di tre anni fa non avessi rovinato la sua vita…
“Sesshomaru…” disse il mio nome sotto la pioggia..Quei suoi maledetti occhi. Lei che era così fragile e indifesa. Avvicinai il mio viso al suo, ebbi la maledetta tentazione di unire le mie labbra con le sue ma riuscii a fermarmi. Non potevo farlo, non volevo commettere un'altra atrocità nei suoi confronti. Il suo odore maledetto mi fece pian piano perdere il controllo. Iniziò a mancarmi l’aria, il suo cuore iniziò a battere più forte. “ non lasciarmi…” sussurrarono le sue morbidi labbra di cui non avrei mai potuto cancellarne il ricordo. Non riuscii più ad oppormi a quel desiderio. Lei sembrò volerlo quanto me. Ansiosi ci baciammo appassionatamente sotto quella mostruosa tempesta. A nessuno dei due importò che la pioggia cadesse su di noi e poco dopo l'amai come mai feci con una donna. Ma lei non era semplicemente questo, lei era la madre di mio figlio, Kagome era e sarebbe stata per sempre la mia donna. 

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Capitolo 25
*** Capitolo 25 ***


I Love You...even Now.

Author: Eriet (Kagome 95 )
 

Chapter 25: Demoni e umani non possono vivere insieme

 

 

 

 



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" ne siete davvero sicuro?" La voce di quella femmina demoniaca echeggiò fra le ombre degli alberi.
" si " gli diedi le spalle " Sono pronto" chiusi i miei occhi " per prenderti come mia sposa" dissi con stanchezza.
" ne sono davvero felice" la sentii rispondere muovendosi verso la mia persona. " Non vi deluderò mio signore" si chinò al mio cospetto " o dovrei chiamarla semplicemente Sesshomaru?" chiese quasi divertita. Avrei voluto ucciderla ma non potevo farlo. Dovevo farlo e basta.
" no!" gridò una voce infantile dietro a dei cespugli. " voi non vi potete sposare con quella lì!" capitolò fuori confuso e arrabbiato. Non avevo idea del perché Yoshiro fosse lì ma di certo la cosa sorprese sia me che quella demonessa.
" Che vuole questo sporco mezzo-demone?" domandò quella serpe dalla lingua biforcuta. " chi ti ha dato tutta questa confidenza!? sparisci!" si avvicinò al bambino piena d'ira. .
" no!" gli urlò contro con i tutti i suoi capelli scompigliati.
" Insolente!" Alzò la sua mano artigliata pronto per punirlo. Yoshiro si parò il viso ma non potevo permettere una cosa del genere. Nessuno poteva picchiare mio figlio davanti ai miei occhi.
" prova solo a toccarlo" gli afferrai il polso " e ti ammazzo" la intimai a ripensarci stritolando per bene il suo arto. Con i suoi occhi verdi colmi di terrore la femmina dai capelli blu si fermò. " togliti adesso " la spinsi via.
Taiga " s-si.." disse confusa. " vi chiedo perdono" strisciò via come il verme che era sempre stata.
Aspettai con impazienza che stupida uscisse di scena" cosa ci fai qui?" Presi la parola gelidamente. Il bambino si alzò sulle sue gambe e si asciugò il viso sporco di lacrime e terra.
"ho sentito che voi foste qui e..." cercò di spiegare stringendo un pugno. Erano ormai tre mesi dal nostro ultimo incontro. Non avevo sue notizie da allora. Era cresciuto molto più di quello che mi sarei aspettato. Sentendo la mia presenza si catapultato per incontrarmi di certo. " Chi era quella donna?" fece un passo in avanti con rabbia.
" non sono cose che possono riguardare un ragazzino come te" lo rimproverai amaramente. Non doveva mettere bocca sulle decisioni di suo padre.
" Menzogna!" urlò quello sciocco " Voi non potete sposare quella donna" proseguì testardo.
" ho già preso la mia decisione" conclusi seccamente dandogli le spalle. " e adesso torna da tua madre" gli ordinai infastidito.
" Yoshi??" si udì in lontananza la voce di quella donna umana. " tesoro, dove sei?" chiese persa tra gli alberi vicini.
" ma io..." disse il cucciolo confuso.
" ho detto va!" gli ordinai con furia.
" ti odio!" gridò scappando tra le braccia di sua madre. Avevo meditato con sofferenza la mia decisione e sapevo fosse la cosa più giusta da fare. Esseri umani e demoni non possono vivere insieme. Kagome avrebbe trovato la felicità con il suo maledetto Inuyasha così Yoshiro avrebbe avuto il padre che desiderava tanto. Dovetti ammettere la sconfitta. Mio fratello aveva vinto ed io avevo perso la guerra.
" Yoshi!" la miko urlò sorpresa probabilmente abbracciando suo figlio.
" mamma!!" sentii le lacrime di Yoshiro scorrere. " ti prego digli che non può " chiese ma io mossi un passo verso la direzione opposta rispetto alla loro. " ti prego mamma digli che non può sposare quella donna!" continuò disperato.
" ma di chi parli?" ovviamente la donna non capì.
" del principe " gli spiegò.
" che cosa?" udii una nota sgomento nella sua voce.
" si, mamma, il signore era qui e si sposa e... e..." disse nel panico il cucciolo. Qualcosa mi fece fermare e quel qualcosa non era altri che curiosità.
" va tutto bene " cercò di calmare il figlio. " raccontami tutto" proseguì il piccolo raccontandogli quello che aveva visto con i propri occhi.
Mi chiesi quale reazione avrebbe avuto quella femmina umana, forse ira o stupore. "... ma io non voglio che sposi quella donna!" concluse il bambino tra un singhiozzo e l'altro.
Ila femmina fece un bel respiro " dovresti essere felice per lui, invece" rispose Kagome con una calma disarmante. " vuol dire che ha trovato la sua principessa, come succede nelle favole" udendo quella risata mi voltai incredulo. Non mi sarei mai aspettato una compostezza del genere.
" no!" gridò il bambino con insistenza " non è lei che dovrebbe sposare, mamma!" la rimproverò con ira. Spinto da una irrefrenabile curiosità li spiai come fossi un ladro. " io volevo che..." cercò di spigarsi. " m-mamma..." la strinse forte pieno di vergogna.
" non possiamo farci nulla" la vidi accarezzare la nuca di suo figlio con la morte negli occhi.
" non è vero" scosse il capo. " Non è VERO!" la spise via e se ne andò chissà dove.
" Yoshiro..." lo vide andare via. Era seduta nell'erba con il suo solito kimono da sacerdotessa. Dopo attimi di silenzio scoppiò in lacrime vomitando tutto il dolore e la disperazione che aveva in corpo. " Sesshomaru..." Accasciandosi sul terreno si lamentò come se gli avessero estratto le viscere. Avevo deciso, era giusto rompere quel legame per il bene suo e di mio figlio. Fu solo grazie a questa motivazione che trovai la forza di andarmene via dalla donna che amavo. Mi diressi al palazzo di mia madre dove mi accolse Jacken molto preoccupato.
" la padrona la sta aspettando " prese immediatamente la parola "padrone va tutto bene?" chiese il rospo sull'uscio della porta.
" si, va tutto bene" mentii salendo le scalinate che conducevano al trono di mia madre. " e adesso vattene" gli ordinai mentre colei che mi aveva generato mi aspettava con impazienza.







 

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Capitolo 26
*** Capitolo 26 ***


capitolo 26

I Love You...even Now.

Author: Eriet (Kagome 95 )


Chapter 26: L'amore di una donna





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" si sposa?"sussurrai distesa quel letto.
Quel giorno io e mio figlio eravamo usciti dal villaggio contro la volontà di Kaede. In compagnia di Sango, Miroku e i suoi bambini eravamo andati alle terme. Rin era con noi. Lei si era incaricata di tenere sott'occhio il piccolo ma, come spesso accadeva, Yoshiro si allontanava da tutti e da tutto. Stava comprendendo la sua diversità e questo non faceva che alimentare il lui un senso di solitudine devastante. Durante la nostra ricerca sentii un aura conoscente. Dopo aver capito dove fosse diretto successe quello che sapevo sarebbe successo prima o poi. Sesshomaru avrebbe continuato la sua vita. Yoshiro alla notizia era scappato chissà dove ed io fui trasportata in delle stanze della locanda.
Udii dei passi al di là della stanza. Se non fosse stato per l'aiuto dei miei amici non sarei tornata " ho trovato tuo figlio " sentii la voce d'Inuyasha dietro la porta chiusa della stanza. " adesso è con Rin" concluse, dopo attimi di esitazione fece per andarsene.
" aspetta..." mi sedetti. Si fermò nel silenzio della notte. " grazie " dissi con sincerità. Inuyasha era a conoscenza di tutto quello che era successo fra me e suo fratello mesi prima. Di quella notte, dell'attacco, la paura e la verità che accompagnò la tempesta " per restare accanto a me nonostante tutto " conclusi a capo chino.
"te l'ho promesso" se ne andò via tra le ombre della notte.
Avevo il cuore rotto in mille minuscoli pezzi. Suo fratello maggiore mi aveva distrutto e con me anche suo figlio.
Yoshi non era a conoscenza delle verità ma sentiva e voleva disperatamente avere vicino quel padre tanto desiderato. Il suo sangue sapeva la verità e lo conduceva dal principe dei demoni ogni volta. Ma per quanto lui volesse in cuor suo che i suoi genitori stessero insieme non sarebbe mai accaduto nulla del genere. Il cucciolo mi aveva chiesto tante volte perchè Sesshomaru dopo quella mattina di tre mesi prima non avesse fatto più ritorno, dove fosse finito e perché non venisse più a trovarlo. Si sentì abbandonato ma la colpa non era certo la sua. Il piccolo ovviamente non sapeva di quanto ci fossimo amati sotto quella pioggia torrenziale io e il suo papà. Non sapeva che quelle mani avevano ancora stretto il mio cuore nella morsa asfissiante dell'amore. Quella notte io e lui dormimmo al fianco di nostro figlio ignaro di ogni cosa. Dopo anni di agonia e dolore mi sentivo di aver toccato il cielo con un dito. Tutto sembrava al suo posto, tutto era come doveva essere. Mentre il fuoco scoppiettava strinsi il piccolo tra mie braccia. Feci dormire Yoshiro tra me e suo padre per evitare che sentisse freddo. " ti somiglia così tanto.." avevo detto mentre lui ci coprì con la sua veste. Sesshomaru non disse nulla. " non andartene più.."  sentii stringermi e baciarmi la fronte con tenerezza. " t-ti amo.." confessai tra le lacrime " ti amo tanto Sesshomaru..."poco prima di addormentarmi sussurrai felice. Avevo rifiutato quei sentimenti fino a quel giorno ma era stupido negare la verità. La verità era che mi ero innamorata di quel demone e quando si avvicinò al mio corpo capii che non fossi la sola a provare quella devastante e maledetta attrazione. Forse non avevamo molto in comune ma avevamo un passato che ci univa nel profondo i noi stessi.
Il giorno seguente mi svegliai per prima. Sesshomaru dormiva e sul suo petto vi era figlioletto. Erano identici, Yoshiro non aveva preso nulla della sua povera mamma se non il suo dolore. Il dolore che prova qualcuno che ha fatto molti sbagli nella sua vita e che non vuole commetterne degli altri.
Lì osservando l'alba sorgere sorrisi dopo tanto tempo. Mi ero davvero innamorata di un demone senza nemmeno rendermene conto. Un colpo di fulmine devastante che ci aveva attraversato entrambi senza ritegno. Ma....Ma i demoni e gli umani non possono vivere insieme. Chiunque ci avesse provato alla fine sarebbe morto nel più triste delle tragedie.I figli di chi commisero il peccato erano condannati a essere dei reietti odiati da entrambe le razze.
Più io sarei rimasta con Sesshomru più ne avrei sofferto il distacco e con lui anche mio figlio. Vidi il demone aprire gli occhi nel silenzio della mia disperazione. A capo chino guardai il suo viso, dovevo essere forte, dovevo dire quello che pensavo una volta per tutte. Lui si sedette stringendo ancora il piccolo tra braccia. Tutta la mia fermezza sparì quando incontrai i suoi occhi " piano, non svegliarlo " tremai
sentendomi più piccola che mai. Con delicatezza lo adagiò alla sulla sua pelliccia bianca.
" pensi di dirgli la verità?" mi chiese gelido più che mai accarezzando la testolina del figlio.
" C-Credo che sia ancora troppo piccolo per capire " Arrossii e mi alzai. Presi i nostri vestiti che avevo lasciato vicino al fuoco così che si asciugassero.
" prima o poi perderà il controllo" gli lanciai i suoi vestiti ed io mi misi i miei.
" non accadrà" scossi il capo "perchè ci sarò io accanto a lui"  soffiai facendo il fiocco ai miei pantaloni.
" potrebbe uccidere anche te" insistette con quella sua voce monocorde. " i mezzi demoni sono creature troppo instabili " commentò sentendo i suoi occhi sulla mia persona.
" credi che non lo sappia?!" mi girai con furia.
" hai ragione "disse sorridendo amaramente "Tu lo sai fin troppo bene" divenne gelido come il ghiaccio. Per la prima volta dopo tanto tempo ebbi paura di lui. Ma " voglio portarlo dal vecchio per trovare la soluzione più adeguata" si alzò e si vestì come nulla fosse accaduto.
" e se non ci fosse un modo per controllare il tuo sangue?" chiesi mentre lui riponeva le sue spade al fianco. 
" Sesshomaru  troverà una soluzione in un modo o nell'altro, donna " le parole di Inuyasha mi rimbobarono in testa. " da oggi mi occuperò io di lui" disse avvicinandosi a Yoshiro " hai già fatto abbastanza" lo prese tra le sue braccia.
" credi di poter fare quello che vuoi ?" la rabbia mi ribollì fin dentro le ossa. " io sono sua madre, sono io che l'ho generato " gli ricordai con ira " sono solo io a decidere per la sua vita e non tu! " gli gridai contro.
" Lui è mio figlio, donna " si avvicinò a me con occhi pieni del medesimo sentimento oscuro " è sono io a decidere per lui " mi prese per la casacca " è sangue del mio sangue " mi spinse contro il muro " Lascia che mi occupi io di lui e sparisci dal tuo adorato Inuyasha " soffiò pronto a piantarmi le zanne piene di veleno nella trachea.
" aahahaah" risi quasi divertita dal suo comportamento " Credi di potermelo portare via in questo modo? " sfidai il suo sguardo d'oro.
" se solo me lo avessi detto" piantò la sua mano contro il muro alle mie spalle " avrei risolto questo problema molto tempo fa" Ero bloccata, non ebbi scampo.
" mio figlio non è mai stato un tu problema!" lo spinsi via da me ma era irremovibile.  
" credi mi abbia fatto piacere scoprire che la donna che aveva giaciuto con me, a mia insaputa, avesse dato alla luce un figlio ?" mi chiese ma non ebbi il coraggio di rispondere  " rispondimi" mi afferrò i capelli della nuca con rabbia.
" ti ho già detto che non sapevo di esserlo! " gemetti spaventata a morte.
" sei sparita come nulla fosse " mi ringhiò contro " scappando via con Mio figlio " Strinse la presa." guardami quando ti parlo!"  mi scaraventò contro il pavimento della grotta.
" perchè tu lo avresti voluto?" Tremando cercai di rialzarmi. mosse qualche passo verso di me " si onesto " con le lacrime agli occhi cercai di proteggermi mettendomi in posizione fetale.
" cosa vorresti dire?" Era ad appena un passo da me.
" di la verità" le lacrime non smettevano di scorrere " t-tu non mi avresti mai permesso di tenere...un figlio bastardo?" dissi la verità " me lo avresti strappato via come stai facendo adesso...." singhiozzai aspettandomi una qualche reazione violenta. Lui stette in silenzio, immobile. Rimase lì fermo a guardarmi per un po' di tempo probabilmente per via del disgusto che provava verso la mia persona." Credi che sia stato bello?" mi rialzai prendendomi di coraggio " una sorpresa di certo" azzardai un amaro sorriso " una donna sola con un bambino mezzzo-demone che non Doveva Essere Concepito! " mi sorressi con le braccia. " ho provato a fare in modo che il problema fosse risolto ma non ci sono riuscita" mi asciugai il viso dalle lacrime " non ne ho avuto il coraggio " confessai tutto. Un nuovo e crudo silenzio invase la grotta nuda e spoglia. " è mio figlio, io non posso uccidere mio figlio"  sussurrai priva di ogni forza. " anche se un giorno mi ucciderà non importa...sarà la giusta punizione per una come me" Tramai. Tutto il mio dolore stava prendendo forma in quel momento. " per una come me..." Rialzai il mio sguardo. Il piccolo si mosse. Si stava svegliando dal suo sonno. Aprendo i suoi occhioni vide il viso che io non ebbi più il coraggio di guardare.
Stropicciandosi gli occhi "Signore....?" disse incuriosito. Yoshiro non aveva alcuna colpa. Sesshomaru lo fece scendere a terra, gli accarezzò la testa " ahahaha "rise il piccolo divertito. Il demone poi si0 alzò sulle sue gambe " Signore, dove andate?" e superando la mia persona se ne andò via " Signore, dove andate!" portando con sé le sue spade " aspetti!" cercò di seguirlo Yoshiro.
" No, sta fermo" lo presi per il polso repentinamente.
" ma mamma...!" cercò di liberarsi ma lo strinsi più forte. " mi fai male..." gemette spaventato.
" Non dovrai più vederlo" gli ordinai con rabbia.
" ma..." chiese guardando fuori dalla caverna. " che cosa..." lo interruppi.
" non dovrai più vederlo!" Gridai fuori di me.
" m-mamma" non capì il piccolo. Alzandomi mi diressi verso la parete e contro di essa piansi sapendo di averlo per perso per sempre. "mamma perchè piangi? mamma, mamma..."
 
Dopo quel giorno non rividi più Sesshomaru per molto tempo fino a quella sera. Un conato di vomito mi salì in gola, il disgusto che provavo per me stessa non faceva che farmi stare sempre più male. Passarono le ore, i giorni e le settimane, nonostante fossi tornata al villaggio grazie all'aiuto di Inuyasha che, su richiesta di Miroku, mi portò via dalla locanda. Ero sempre più distante. Non avevo più la forza di fare nulla. Così Miroku e Sango decisero di ospitarmi per un po'. Non riuscivo nemmeno ad alzarmi dal letto. Non avevo appetito, non sentivo più nulla nemmeno le parole della gente. Giorno dopo giorno ero più lontana dal mondo e dalla vita.
" mammina..." Alle volte però sentivo solo una voce "alzati...è mattina " il piccolo mi scosse la spalla ma non risposi. " mamma, dai oggi il sole è così bello" aprì la finestra. Guardai fuori e vidi i caldi raggi di sole penetrare dentro la stanza buia.
" sono molto stanca " richiusi i miei occhi.
" per favore " singhiozzò preoccupato. Ma non Avevo la forza di alzare nemmeno un dito. Si inginocchiò alla mia destra ma non provavo pena per lui.
" sono molto stanca" soffiai ancora una volta. Sapevo di dargli un dispiacere ma non riuscivo a nascondere il mio dolore. Ero stanca solo molto stanca.
E poi un giorno " Hai intenzione di lasciarti morire!?" Non so quanto tempo dopo avvenne "Allora!?" le giornate erano tutte uguali. Ricordo solo che Inuyasha entrò come una furia dentro la mia stanza. " C'è tuo figlio che chiede di te!" mi urlò contro una miriadi di verità. "...é così non dici nulla?" ansimò per via di tutte quelle parole dette " allora vorrà dire che ti farò uscire a calci da qui!" mi si avvicinò, tolse la coperta e mi afferrò il polso. Credo che vi fossero gli altri che gli chiesero di farla finita. " non puoi stare male per un mostro del genere!" Non avevo la forza di fermarlo. Mi sentii come una bambola di pezza. Vuota e senz'anima. Calò il silenzio. " K-Kagome.." disse con preoccupazione.
" per favore lasciami "gli chiesi senza forze. " sono molto stanca " era tutto nero intorno a me.
" Kagome ma tu..." mi chiamò ancora una volta.
" te lo chiedo per pietà... lasciami in pace" piansi e finalmente mi lasciò andare contro il futon" lasciatemi sola " supplicai  " voglio stare da sola "nascosi il mio viso tra le mani. " Lasciatemi sola " Non avevo più voglia di vivere. Ero distrutta dal dolore. Volevo morire, dormire e non svegliarmi più.




























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Capitolo 27
*** Capitolo 27 ***


capitolo 26

I Love You...even Now.

Author: Eriet (Kagome 95 )


Chapter 27: Un padre-demone 




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Fui davvero disgustato dal suo comportamento. Nonostante i miei sforzi lei era lì immobile a chiedere pietà per sè stessa. Ricordavo bene quanto Kagome fosse attaccata alla sua vita: I suoi sforzi disumani per sopravvivere e le sue speranze mai deluse. Che cosa le aveva fatto mio fratello per ridurla in uno stato così pietoso? Volevo solo ucciderlo una volta per tutte.
" Kagome alzati..." Sango cercò di convincere l'amica e avvicinandosi al suo corpo la scosse. 
Nei suoi occhi non c'era più la stessa luce di un tempo. Erano vuoti, spenti, privati dell'anima.
" sei cattiva!" esclamò all'improvviso Yoshiro dietro di me. " TU SEI SOLO UNA MAMMA CATTIVA!" gli urlò contro il figlio piagnucolando " la colpa è tua!!" ma la donna non ebbe alcuna reazione. " TI ODIO, TI ODIO!!!!"  Uscì di lì correndo come il vento.
" Inuyasha va e inseguilo" mi ordinò Miroku. Così inseguii il piccolo mezzo-demone.
" va via mostro!" cercò di colpirmi l'insignificante bastardello ma ovviamente riuscii ad evitare i suoi artigli.
" sta fermo piccolo idiota"! con un balzo lo afferrai  bloccandolo contro il terreno.
" TU NON SEI MIO PADRE" uscì le sue zanne. " NON PUOI DIRMI QUELLO CHE DEVO FARE!" mi fece letteralmente volare contro un albero. La forza che possedeva era davvero terrificante ma dovevo aspettarmelo. Infondo lui ero il figlio di Sesshomaru e della mia Kagome.
" piccolo bastardo" mi fece male la spalla. " che cosa credi di fare?" il bambino rimase in silenzio e poi si voltò come se avesse visto qualcosa. In un batter d'occhi il mezzo-demone corse in direzione della montagna " Yoshi! porca miseria..." dolorante tentai di inseguirlo. Sapevo che se non lo avessi fermato si sarebbe fatto del male. Nonostante lo odiassi per quello che rappresentava non volevo che Kagome avesse una vera ragione per togliesi la vita. " YOSHII" urlai nel bel mezzo di una radura che separava la foresta dalla montagna. I suo odore si faceva sempre più lontano. Non capii dove si stesse dirigendo quel pazzo così di fretta. Non sentivo nessun odore in particolare che potesse provocare una tale furia. Forse si stava solo fuggendo da qualcosa, ma cosa? " Yoshi!" dissi nuovamente il suo nome. Dopo un po' di tempo riuscii a trovarlo " che che stai facendo!?" incredulo lo vidi. Quel piccoletto stava cercando di scalare la montagna. Con orrore notai che il suo sangue demoniaco aveva già dipinto il suo volto con strani segni rossastri. " STUPIDO STA FERMO!!" Non ebbi nemmeno il tempo di riflettere. Con una mano sola e con la forza delle mie sole gambe lo seguii. " BRUTTO STUPIDO SCENDI!" strepitai ma la mia voce non arrivò a quel piccolo impiastro. Passo dopo passo mi avvicinai sempre più. D'un tratto una pietra cedette. " ahh!!"Piantai le unghia di entrambe le mani contro la roccia. Per pura fortuna riuscii ad evitare di scivolare di sotto. Se fossi caduto so per certo che non sarei rimasto illeso dopo lo schianto. " Maledizione Yoshi dove vai?!"
" ah..." A causa di un forte vento alcune rocce di staccarono dalla cima. I massi caddero su di lui ma non si fermò. Era deciso a farcela proseguì.
" Yoshi!" Aveva davvero preso la cocciutaggine di suo padre così come la sua arroganza. Come poteva pensare di farcela?!" Rispondimi maledetto bastardo!" mi tenni stretto alle rocce per evitare che il vento mi facesse finire di sotto.
" Va via!" mi urlò contro quel piccolo pazzo.
" Così ti ammazzerai!" gli spiegai invano " e vuoi che tua madre trovi una vera ragione per togliersi la vita?!" dissi la crudele verità così da scuotere la sua coscienza " Ascoltami e scendi! " urlai pieno d'ira.
Come fu prevedibile quella predica non ebbe alcun effetto" NO!" quella parola fu detta così forte rimbombò per tutta la vallata. " NON VOGLIO CHE LA MAMMA PIANGA ANCORA PER ME!" ma quello stupido mise un piede in fallo. Scivolò giù e per sua fortuna riuscì a frenarsi penzolando come una banderuola. "papà..." disse pieno di paura l'arrogante e cocciuto ragazzino.
" maledizione ," fummo in una bruttissima situazione. Compresi velocemente che avessi due scelte: o andare da lui oppure tornare indietro a chiedere aiuto. Maledicendomi decisi di raggiungerlo, il suo corpicino non avrebbe retto per molto tempo. Mi feci scivolare di sotto, tanto quanto bastava per tirarlo su." forza, afferra la mia mano " distesi il mio braccio verso di lui. Pieno di paura, il piccolo, non alzò nemmeno il suo viso. La roccia iniziò a creparsi e non avrebbe retto per molto tempo." fidati di me maledizione!" agitai la mia mano. Proprio quando il piccolo alzò il suo viso nella mia direzione cademmo entrambi di sotto. Prontamente afferrai il bambino e grazie ad una potentissima cicatrice del vento riuscimmo a sopravvivere all'impatto.
Al mio risveglio ci ritrovammo in una foresta. C'erano alberi rotti, pietre e cenere ovunque." Ehi, sei vivo?" chiesi vedendo il bambino a pochi passi lontano da me. " cof "  dovevo aver sbattuto lo sterno durante l'impatto perché non riuscii a respirare bene. Con un immenso sforzo mi trascinai verso Yoshiro e sfogando la mia rabbia gli diedi un sonoro pugno in testa" questo è per avermi ascoltato!" gli spiegai pieno d'ira. Il piccolo si mise a piangere. Pian piano mi pentii del mio gesto e decisi di sedermi accanto a lui " non piangere" distolsi lo sguardo sentendomi uno stupido.
" Inuyasha!" con la sua vocina infantile mi buttò le braccia al collo e mi strinse forte. Non so perché ma proprio in quel momento mi venne in mente Kagome. Tante volte mi aveva stretto in quello stesso modo ringraziandomi per essere ancora viva. " Inuyasha..." Doveva aver avuto davvero paura.
Imbarazzato " va tutto bene" gli accarezzai le spalle sperando che la smettesse al più presto. Non avevo fatto nulla di speciale infondo. Minuti più tardi non si staccò e così " torniamo a casa adesso" Lo allontanai da me sentendomi mancare il respiro. Tossendo cercai di alzarmi ma..
" non voglio tornare a casa!" urlò tra le lacrime afferrando il mio pantalone " non voglio " scosse il capo abbracciandola  " sigh " cercò di asciugarsi il viso con la sua manina ma fu tutto inutile. Effettivamente dopo tutto quello che era successo non sarebbe stato di certo il massimo. Forse sarebbe stato meglio se per un po' Yoshiro sarebbe stato lontano dalla mamma. Chissà, forse questa lontananza avrebbe dato a Kagome la giusta spinta per accorgersi o che la sua vita non era per niente inutile visto che aveva pur sempre un figlio.
" va bene" mi maledii per essere così buono " ma a-adesso l-lasciami!!! " alzai la gamba e scuotendola lo scaraventai per terra.
" s-si.." mi fece pena ma non mi avvicinai. Ormai era grande e doveva cavarsela da solo. Zoppicando il piccolo mi seguì senza protestare. Entrambi eravamo messi un po' male ma per lo meno eravamo ancora non vita. Nonostante fosse notte compresi dove fossimo finiti. Non fummo molto lontani dal luogo in cui io e mia madre vivemmo quando fui solo un bambino. Così mi decisi e andammo il quel luogo. Entrammo in quella vecchia e logora capanna. Era rimasto tutto esattamente come allora. Tazze, arnesi e stuoie. Senza troppi complimenti cercai della legna per il fuoco.
" perché sei salito lì sopra?" chiesi accedendo il focolare. Ma il piccolo poggiando il mento sulle sue ginocchia non mi rispose.' è identico a tuo padre' Avevo gli stessi irritanti atteggiamenti. Ignorare era la specialità di Sesshomaru e il figlio aveva ereditato quella bellissima abilità. Lo avrei voluto strangolare, odiavo essere ignorato.
" tu" disse il piccolo tutto ad un tratto spezzando i miei pensieri" Tu conosci il mio papà, vero?" Domandò senza distogliere lo sguardo dal fuoco.
" perché me lo chiedi?" non capii cosa centrasse in quel momento quel gran bastardo di Sesshomaru in quel momento.
" cos'è un errore?" si sedette a gambe incrociate ma nel suo viso non apparve nessuna espressione.
" Yoshi" Per la prima volta ebbi davvero paura di quel marmocchio. Non sembra per niente un essere umano.
" io ..." disse "sono un mostro?" chinò appena il capo celando i suoi occhi dietro la sua frangetta argentata.
" ma che stai dicendo?" domandai sentendo in lui una forza negativa paurosa.
" allora perché..." disse " il mio papà non mi ha mai cercato?" domandò ma i suoi occhi era vuoti " tutti gli altri bambini hanno un papà" la sua calma era sempre più inquietante " perché il mio papà non vuole vedermi?" si tappò le orecchie tremando come una foglia.
Era evidente che una forza più forte di lui stesso lo stava tormentando " Yoshi.." cercai di avvicinarmi ma quell'aura m'impedì ogni movimento.
" Cos'ho che non va?"  Chiese sempre più terrorizzato.
" Sentimi bene!" attirai la sua attenzione " la colpa non è di certo Tua!" Gridai. All'improvviso riuscii a muovermi nuovamente ma Yoshiro sembrava essere scomparso. Mi guardai intorno preoccupato e poi...
" il signor Sesshomaru ti odia, perché?" D'un tratto mi ritrovai quel piccolo mezzo-demone proprio davanti al mio viso che mi osservava con i suoi grandi e gelidi occhi dorati.
" non sono affari tuoi " ringhiai ma non si mosse di un centimetro.
" lui è un demone e tu invece sei come me" si rialzò mettendosi dritto. " tu non sei suo fratello. " annunciò con la sua voce monotona e priva di sentimento.
" hai ragione, non lo sono "scossi il capo " abbiamo solo parte del sangue in comune " raccontai pieno di vergogna.
" che cosa vuol dire?"  se ne stupì e finalmente nei suoi occhi vidi una piccola luce brillare.
" che io e lui abbiamo madri diverse e uno stesso padre" mi misi seduto a gambe incrociate" adesso basta sta qui e riposati! " gli ordinai con ira.
" Com'era il tuo papà?" chiese il piccolo sedendosi alla mia sinistra incuriosito.
"  n-Non " sentii nuovamente il mio spazio invase senza alcun motivo. Avvampando decisi di dire il vero " non lo so...!" gli urlai contro " lui...è morto quando sono nato " chiusi i miei occhi muovendo le mie orecchie innervosito " adesso dormi e lasciami in pace !" lo spinsi via da me e mi distesi su di un fianco così da dargli le spalle.  Forse non avrei dovuto trattarlo in quel modo ma la rabbia che mi generava quella sua voce stridula era peggio di qualsiasi altra cosa. Di sfuggita osservai al sua piccola figura nel buio. Sforzandosi si rialzò sulle sue braccia e in quel momento rividi me alla sua età. Eravamo più simili di quanto avrei voluto ammettere ma non era affar mio. Erano successe troppe cose e non era mio compito doverlo aiutare.

" ero salito li sopra" prese nuovamente la parola " perchè ho avuto l'impressione che quel demone si fosse diretto da quella parte " si sedette il piccolo "voglio trovare mio padre" mi disse con convinzione " forse se lo trovo la mamma tornerebbe a sorridere" raccontò quello stupido " mi aiuteresti?" cercò la mia approvazione ostentando un sorriso.
" sei forse impazzito!?" gli lanciai contro un legno che gli colpì la fronte. 
Timoroso "Ti p-prego Inuyasha... " si toccò la testa per via del colpo subito " tu conosci il mio papà " tremò ancora.
" no, mi rifiuto!" Gli diedi nuovamente le spalle.  La rabbia mi stava rimontando dentro. Come poteva chiede questo a me? Io che ero stato tradito e umiliato da quel Bastardo di un Sesshomaru!!?
" non voglio che la mamma stia ancora male !" cercò di spiegarsi
" e credi sul serio che quel bastardo possa farla sentire meglio?" lo presi per la casacca facendolo scontrare contro la parete di legno. Avrei voluto riempirlo di botte ma capii che non era giusto, la colpa per una volta non era sua. " perchè non lo chiedi al tuo amatissimo signor Sesshomaru dove si trova tuo padre?" lo lasciai andare facendolo cadere per terra " sono sicuro che lui sappia dove sia " Accennai un sorriso. Ero davvero stanco di quella enorme bugia.
" il signor non è più qui " spiegò il piccolo mortificato.
" che cosa?" fui preso alla sprovvista.
"  è partito diverso tempo fa" guardò alla sua sinistra " mi ha detto che per via del suo matrimonio con una demonessa sarebbe andato via per molto tempo" soffiò sconsolato.
"che cosa stai dicendo!?" non potei credere alla sue parole. " e Kagome...." feci un passo indietro " la m-mamma è a conoscenza di tutto questo?"  domandai sempre più sconcertato.
" si " Annuì. Adesso avevo capito perché Kagome fosse distrutta dal dolore.  Ingenuamente Kagome aveva dover pensato che Sesshomaru avrebbe finalmente preso le sue responsabilità e invece lui aveva già un'altra femmina con cui si sarebbe sposato.
" Gliela farò pagare" uscirono dalla mia bocca quelle parole. " Sai dove sia andato?"chiesi al bambino.
" no... " chinò il capo sconfitto.
Così " Andremo da lui. " Era l'unica decisione sensata. Nonostante odiassi questo ruolo era arrivato il momento di porre una fine a tutta questa follia.
" che cosa? " chiese il piccolo " ma mamma mi ha proibito di... " cercò di spiegarsi ma lo interruppi bruscamente.
" Vuoi conoscere tuo padre, giusto !?" esclamai tutto d'un fiato.
" s-si " annuì mettendosi sull'attenti.
" allora" uscii dalla capanna deciso più che mai. " dovrai chiedere a lui personalmente." aveva toccato il fondo. Presi il piccolo e lo caricai sulle spalle. Fu così ci dirigemmo quella notte da una persona che avrebbe sicuramente saputo dove fosse Sesshomaru.
" Inuyasha che ci fai qui?" Presi quel vecchio tonto e lo sbattei per terra. " ahhh non uccidermi!non uccidermi!! non ho fatto nulla!!"pianse quel vecchio tonto dagli occhi a palla.
" dimmi dov'è mio fratello?!" esclamai questa volta non l'avrebbe passata liscia.

 










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Capitolo 28
*** Capitolo 28 ***


capitolo 26

I Love You...even Now.

Author: Eriet (Kagome 95 )


Chapter 28: Il matrimonio. 




___________________________

Era già passati tre mesi o poco più. Tutto era pronto. Ero seduto sul trono. Poggiai il mio mento sulla mano destra.  Annoiato osservai i presenti. Dal lì potevo ben vedere quella gente lasciare i loro stupidi doni.
Mia madre il giorno in cui dissi le mie intenzioni fu stranito ma compiaciuto della mia scelta. Alla notizia non aveva perso tempo a spargere la voce nel paese. Quello in cui si sarebbero svolte le nozze era il palazzo della mia futura moglie. Le femmine della sua razza erano in fermento. Seduto su quello stupido trono volevo soltanto che tutto finisse il più infetta possibile. Fare il mio dovere e dimenticare ogni cosa.
" mio signore, c'è la tribù Yoro! " urlò Jaken alla mia destra.
" non mi interessa " chiusi i miei occhi. In verità desideravo essere mille miglia lontano da lì. Entrare da quella porta e vedere e mio figlio un ultima volta.
" certo che rimani sempre un bel tipo" Disse una voce irritante "potresti almeno salutarmi " Quello stupido ragazzotto era venuto anche lui a quella disgustosa farsa a cui mi ero prestato.
" sono stanco " mi alzi e ignorando le parole di Jacken entrai dentro il palazzo.
" aspettate mio signore!" esclamò alle mie spalle. Quella vegera della mia futura moglie era lì dentro. Nonostante i miei sforzi ancora una volta la mente andava a lei e a mio figlio. Nonostante le sue urla erano impresse nella mia mente non avrei mai fatto del male a mio figlio, mai. Yoshiro non aveva colpa, la colpa era di suo padre e come tale capii dalle sue parole che sarebbe stato giusto prendere una decisione per quanto crudele sarebbe stata. Andare via e far si che lei ritrovasse la serenità insieme ad Inuyasha. Demoni e esseri umani non posso vivere insieme.
Poggiai una mano sulla porta. Varcata quella soglia sarei entrato nella sala della cerimonia. Feci la mia scelta ma...il destino è infausto. Sentii una sensazione familiare. Mi fermai di colpo " Padrone.." Quella sensazione l'avevo già sentita una volta. Mi fece vibrare il petto e compresi: Yoshiro, mio figlio doveva essere lì vicino.
Fui sopreso ma immediatamente compresi. Se fosse arrivato a palazzo lo avrebbero ucciso seduta stanto. Solo una domanda mi assalì la mente: 'Perché sei spinto così lontano ?' pensai.
Uscii immediatamente fuori dal palazzo e volai verso la sua direzione " Sesshomaru" Mia madre mi vide " ma dove sta andando ?" chiese a qualcuno dei presenti ma non avevo tempo da perdere. Doveva essere successo qualcosa di molto grave se il piccolo si era spinto così a Nord.
" sarà nervoso "  sentii pronunciare da qualcuno probabilmente in risposta a mia madre.
Cavalcando il cielo percepii, pochi attimi dopo, gli odori di Totosai e Inuyasha insieme a quello di mio figlio. La cosa mi fu sospetta. Gli andai incontro e quando riuscii a vederli " aiutooo!!!" afferrai la mucca demoniaca tre le mie fauci. La lanciai  lei e i suoi fantini verso il cielo. Feci in modo che il piccolo non si facesse del male. Cadde contro la mia schiena. Sbigottito e impaurito aspettai che si rialzasse.
" ah..." si nascose con paura ma guardo i miei occhi capii chi fossi " signore!" Yoshiro scivolò sopra la mia testa sorridendo.
" che cosa ci fai qui?"gli chiesi senza mostrare alcun tipo di emozione.
Ma " maledetto bastardo!" urlò quell'idiota di mio fratello interropendolo. Sfortunatamente si erano salvati.
" per un pelo non ci ha ammazzato a tutti!" pianse il vecchio e constatai che i due si erano salvati per della sua mucca sbilenca.
" te la farò pagare!" agitò un pugno Inuyasha ma non era il momento. Controllai per bene che dietro di me non ci fossero ospiti indesiderati.
" seguitemi" dissi e scendendo li condussi in un luogo isolato. Tornai in sembianze umane mentre presi tra le braccia Yoshiro.
Inginocchiandomi " perché siete venuti?"  lo feci scendere a terra
" Signore !!" si mise a piangere il piccolo. Mi strinse forte. Doveva aver provato molta paura durante il viaggio. Non sapevo che fare se stringerlo a me o ... respingerlo.
" siamo venuti per te" Disse Inuyasha a braccia conserte. Non sembrava contento.
" la mamma..." disse nascondendo il viso tra le mani. " la mamma sta molto male!" mi raccontò il piccolo piagnucolando.
" Sta male?" non capii.
" credo sia meglio che io vado " cercò di svignarsela Totosai ma Inuyasha lo fermò.
" no, tu resti qui vecchio " lo prese per la casacca. Il povero vecchio si mesi in un angolino a piangere.
" Cosa stai dicendo?" chiesi cercando di vedere i suoi occhi.
Poggiai una mano sulla sua testolina" sigh " si calmò mentre gli accarezzavo quei capelli così simili ai miei
" signore, siamo venuti per sapere dove si trovi il mio papà "cercò di spiegarmi " la mamma" prese la mia mano " sta molto male e...." trattenne le lacrime mentre la portò da davanti a se  " sono sicuro che il papà potrebbe guarire la mamma " la lasciò  " voi sapete dove sia, vero?" mi guardò dritto negli occhi, quegli occhi innocenti che chiedevano solo la verità. Una parte di me il quell'istante volle prenderlo e stringerlo dicendogli il vero ma non potevo. Cercai di dire qualcosa ma Inuyasha mi diede un pugno in pieno viso mandandomi al tappeto "fermo!" Esclamò Yoshi mentre io ero guardavo il cielo diventare sempre più rosso. Stava tramontando il sole " che stai facendo!" cercò di difendermi il piccolo mettendosi tra me e suo zio.
" Lurido bastardo, vuoi dirmi che non sai perché Kagome stia male?!" Sedendomi vidi l'ira nei suoi occhi  " che cosa le hai fatto per ridurla in quello stato" ringhiò inutilmente.
" Non so di cosa stai parlando" chiusi i miei occhi.
"
 ti sei divertito, vero?" domandò pacatamente " credi che sia un gioco? " mosse dei passi verso di me.
" fermo!" Yoshiro cercò di fermarlo ma prontamente il mezzo-demone balzò pronto ad affondare i suoi artigli nella mia carne,
" Non è affar mio!" bloccai il suo colpo  " Kagome ha già fatto la sua scelta !" lo mandai contro una roccia stanco delle sue parole " E adesso andate via prima che uccida entrambi"  diedi le spalle ad entrambi.
" signore.... " Yoshiro cercò di avvicinarsi a me.
" Andate via!" a causa della mia ira lo respinsi facendolo cadere per terra. Non gli feci del male ma dovevano andare via prima che...
" Sesshomaru" Taiga. " perché parli con questi pezzenti il giorno delle nostre nozze?" Chiese apparendo dagli alberi.   
Le miei peggiori paure divennero realtà. Se lei aveva udito tutto allora Yoshiro poteva essere in grossi guai. " stavo andando via " le dissi semplicemente.
" ora ricordo" si avvicinò alla mia persona " tu devi essere il figlio bastardo del grande generale cane" osservò divertita Inuyasha " e tu..." posò lo sguardo sul bambino.
" andiamo" le ornai facendo strada ma...
" Kagome" Ebbi l'orrenda conferma che lei avesse udito tutto " ho già sentito questo nome..." mi fermai aspettando solo che quella maledetta facesse la sua mossa.
" signore! aspetta " Yoshiro cercò di avvicinarsi a me  " non andate via! " Totosai fermò il piccolo.
" Sta fermò !" il vecchio cercò in tutti i modi di fermalo ma si liberò.
" ahahaha " quella serpe si parò davanti a lui   " vuoi morire forse?" uscì la sua lingua biforcuta.
" Yoshiro!" Inuyasha fu accanto a Totosai.
" mi dai fastidio" lo avvolse tra le sue spire. Mossi un passo verso la sua direzione. " sporco mezzo-demone" sibilò adottando le sue vere sembianze.
" lasciami" supplicò.  " signor Sesshomaru! " il cucciolo portò la mano verso la mia direzione. Mi chiese aiuto, fu una palese richiesta.
" lascialo" le ordinai " è solo un bambino " ma se avesse notato il mio stato di agitazione si sarebbe di certo insospettita.
" potremmo servirlo come portata principale " rise stringendolo più forte.
" Sesshomaru fa qualcosa!" Inuyasha urlò disperato mentre sentivo pian piano le sue piccole ossa iniziare a creparsi sotto il peso di quella vegera.
" ti ho detto lascialo " la intimai ancora una volta.
" è solo un mezzo-demone Sesshomaru" si fermò. Riuscii finalmente ad attirare la sua attenzione, Inuyasha avrebbe potuto usare Tessaiga e le sole mani nude non avrebbero scalfito le sue squame. " però ho molta fame " lo osservò bene " so per certo che la carne di mezzo-demone sia molto buona " iniziò a soffocarlo nuovamente.
" ah...." la sua piccola gola non avrebbe resistito per molto
" cosa c'è Sesshomaru?" mi chiese quella bastarda. " non mi dirai che tieni ad un essere tanto miserabile " i suoi occhi avevano intuito la mia preoccupazione. Dovevo intervenire? e come avrei potuto salvarlo?
" non re..." il suo volto divenne sempre più pallido.
" lascialo " dissi ancora una volta ma fu solo un sussurro.
" MUORI RIFIUTO!!" Gli spezzò le ossa di tutto il corpo.
"Signore!"  Le sue urla disperate riempirono la vallata.

" Yoshi..." Mi sentii impotente.
" SEI UN MOSTRO!!" gli urlò contro Inuyasha piangendo.
" Ti mangerò in un sol boccone" aprì le sue fauci pronto per a saziarsi delle sue carni.
" papà..." sussurrò il bambino e da quel momento il poi il mio corpo si mosse senza alcun controllo.
" Non lo toccare!!" trasformandomi la presi per la gola.
" bastardo!" gemette quando gli staccai la testa.  " è così che mi tratti tua moglie?" ritornò in sembianze umanoidi.
" serpe maledetta! " presi il bambino tre le braccia. Era ancora vivo ma era svenuto per il dolore.
" perché tieni tanto a quel piccolo bastardo!" mi urlò contro ma notai degli strani segni sul suo corpo. " be... tanto non riuscirai a salvarlo" rise divertita.
" che vuoi dire maledetta pazza!" gli urlò contro Inuyasha sfoderando Tessaiga.
" che le mie spire non lo lasceranno impunito " dai suoi occhi vitrei capii che stesse dicendo il vero. Tramite il solo contatto con le sue scaglie riusciva a tramettere un veleno potentissimo. Taiga era una delle demonesse più forti e caparbie della regione. " morirà in ogni caso "
" Te la farò pagare!!" Inuyasha e quell'arida serpe ingaggiarono un amaro combattimento.
" Yoshi... apri gli occhi..." accarezzai il volto di mio figlio mentre quelle chiazze nere iniziarono a risalire verso il collo. Totosai gli diede dell'acqua ma ormai sembrava condannato.
" Sesshomaru..." Totosai poggiò una mano sopra la mia spalla.
" STA ZITTO!" lo spinsi via. ' tu sei forte, forza apri gli occhi' strinsi il piccolo a me.
" muori!" Inuyasha scagliò una cicatrice del vento ferendola.
" ah..." Taiga rantolò contro il terreno. " bastardo"
" Stai zitta prima che ti ammazzi!"La minacciò puntandogli l'arma alla gola. " ora ho capito..." sputò il suo sangue sporco " quello mezzo-demone è... tuo figlio non è così?" domandò in fin di vita.
" che cosa?" Chiese Totosai sbalordito.
" adesso capisco tutto , quella femmina " rantolò  " quella femmina umana era lei " disse quella maledetta serpe.
Poco prima che la uccidessi con le mie mani il piccolo si sveglio
" signore... " disse tossendo.
" Yoshi" gli tenni la testa.
" mi fa male la testa..." cercò di tenere gli occhi aperti.
" si.. " Fui così felice. 
" Sento molto freddo..." tremò anche se ormai il veleno stava salendo fino al suo volto. Tolsi la mia casacca e gliela avvolsi tutta intorno.
"Dammi " ordinai a Totosai di darmi dell'acqua.
Lo feci bere ma" G-Grazie.." tossì del sangue nero. " sto morendo, non è vero?" chiese il bambino, lo aveva capito da solo.
" esatto" rise la donna.
" sta zitto maledetta! " gli diede un calcio allo suo ventre pieno di ferite e ustioni "e dimmi come posso guarire il piccolo!" gli urlò contro.
" Non esiste una cura. "disse con stanchezza.
" Yoshiro " gli accarezzai il volto. " respira " ansimava come se qualcosa gli impedisse di respirare. I suoi organi stavano collassando. " sono qui "
"Sa " mi guardò " ho sempre desiderato avere un papà..." mi disse " e... so che lei adesso avrà un altra famiglia" caddero le prime lacrime " ma desideravo tanto che lei un giorno avreste sposato la mia mamma " caddero dal suo volto " avrei tanto voluto che lei fosse il mio papà " sussurrò con amarezza. " adesso mamma non piangerà più... " le forze lo stavano abbandonando.
" Yoshiro!" tremai per la prima volta.
" le chiedo scusa" soffiò sempre più stanco.
" non devi farlo..." pianse lacrime di sangue. " tu non hai colpa"  lo strinsi forte al mio petto. " la colpa è di tuo padre..." accarezzai suoi capelli ancora una volta. " è solo colpa mia.."  piansi " se solo l'avressi saputo, non avrei mai permesso tutto questo..." dissi il vero " Tu padre ha amato tua madre" narrai " non sapeva che la quella donna aspettasse un bambino" fui sfinito.
" signore...?" sussurrò.
" figlio mio " gli accarezzai il volto  " figlio mio adorato..."  il suo cuore si stava per fermare " che cosa ti ho fatto...?" chiesi distrutto dal dolore.
" papà..." sorrise mentre anche il suo volto si tinse di nero mentre la sua manina cercò di posarsi suo suo volto. La strinsi forte " ti...voglio...b..." cercò di dire ma il suo cuore di fermò di colpo. Il suo corpo perse ogni forza mentre le sue divennero neri come la pece.
" Yoshiro..."mi sentii mancare.
" è questo ciò che spetta ai figli di demoni e umani " furono le ultime parole di quella maledetta. " una morte piena di sofferenza "

  

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Capitolo 29
*** Capitolo 29 ***


capitolo 26

I Love You...even Now.

Author: Eriet (Kagome 95 )


Chapter 29: Addio. 




___________________________

Distesa in quel letto aspettai che il tempo passasse. Solo il Silenzio mi fece compagnia quel giorno. Il sole stava tramontando. La cerimonia doveva essere finita chissà da quanto tempo. 
Immagine Sesshomaru con un'altra donna mi devastò l'anima. Desiderai solo che il mio cuore si fermasse così da evitare che quei sentimenti potessero farmi ancora più male.
Avevo giurato a me stessa che non mi sarei fatta usare da lui ma invece fui solo una debole. Toccando quel mio ventre gonfio mi raggomitolai e chiusi gli occhi sperando fosse l'ultima volta.
All'improvviso un " Mamma
" vocina conoscente mi chiamò da dietro la porta della stanza. Battendo le nocche " mamma..." mi chiamò ancora una volta Yoshiro.
" sei ancora lì?" domandai seccata. "cosa vuoi?" non riuscii più a provare compassione per lui. Ero stanca, stanca di ogni cosa.
" mi dispiace tanto.." scoppiò in lacrime quell'ombra dietro i pannelli.
" di cosa ti dovresti dispiacere?" non capii alzandomi appena sulle braccia.
" mamma..." la sua voce stridula " mi dispiace tanto di non essere quello che avresti voluto...!" si poggiò alla porta piangendo a dirotto. " mi odi così tanto?" mi chiese disperato. "mamma..!!" mi chiamò quel bambino così insistentemente.
" sparisci!" gli ordinai stanca delle sue lamentele.
" mamma" ebbe paura credo.
" ho detto vattene, lasciami in pace!" gli urlai contro.
Silenzio. Nemmeno un alito di vento, nulla. Il sole fu quasi scomparso quando " mamma..mi fa tanto male...." sussurrò Yoshi con voce apparentemente calma." mi fa male il petto..." mi alzai piena di rabbia. Desuderai che stesse zitto. Non riuscii a sopportate altro " MAMMA!" mi diressi verso di lui pronta per punirlo a dovere.
" smettila di piangere!" Urlai aprendo la porta di scatto ma..Con mia immensa sorpresa però " che cosa?"
non ci fu nessuno " d-dov'è.." mi chiesi guardandomi intorno confusa e disorientata.
" Kagome con chi stai parlando?" Sango apparve dal corridoio visibilmente preoccupata.
" Yoshi..." le risposi  " era qui un momento fa..." lo cercai con mio sguardo ma le tenebre della notte scesero fra di noi.
" Che stai dicendo?" mi chiese " lui è partito Kagome " disse con timore.
" che cosa...!?" la presi per le spalle. " come partito!?" gridai sorpresa e spaventata.
" ah..." gemette dal dolore, la strinsi con troppo forte.
" S-Scusami" la lasciai ansimando.
" Kagome..." mi prese lei per le braccia subito dopo " Nelle tue condizoni non dovresti muoverti" si spiegò molto preoccupata.
" è andato da Sesshomaru " ribattei senza pensare " gli avevo proibito di vederlo!" urlai a gran voce liberandomi della ragazza.
" Kagome.." cercò di fermarmi.
" vattene!" urlai e poco dopo ebbi un forte conato di vomito. Trascinandomi fuori della casa, Sango mi portò in giardino dopo rigettai l'anima.
" Kagome ..." Sango cercò di aiutarmi tenendomi ci capelli.
" non mi toccare!" la respinsi " v-vattene!" le urlai con tutto il fiato che ebbi in gola " Yoshi, dov'è il mio bambino!?!" Scoppiai in lacrime " Yoshi!!" mi poggiai alla parete di roccia sentendo il mio petto bruciare. 
Scappai via dalla casa e iniziai a cercarlo nei dintorni. Correndo sentii che qualcosa non andasse. Fu come se qualcosa fosse scomparso per sempre dal mondo tutto ad un tratto. Il sole non vi fu più e con esso anche una parte di me fu come cancellata per sempre. Mi accasciai a terra in silenzio, distrutta e priva di ogni forza. Non so quanto tempo dopo ma Shippo riuscì a trovarmi. Chiamò gli altri. Miroku parlò ma non sentii nulla di quanto stesse dicendo. Mi alzò e prendendomi con sé mi riportò dentro casa. Mi distesero nel letto. I presenti mi osservano preoccupati ma solo lacrime solcavano il mio volto. " è morto" dissi semplicemente. " è morto" ripetei un ultima volta. Il mio corpo da quel momento non lo sentii più mio. Si spezzò qualcosa dentro di me per sempre.
Come uno specchio. Il dolore fu così forte da romperlo in mille pezzi.
Le persone, le cose, i colori scomparvero così come le parole.
Tutto fu nero.
Non esistette più niente,
nemmeno le mie lacrime.
Niente.
Niente.
Nulla.

























































Nulla ebbe più senso.



















" mamma..."













Yoshiro?




































Vidi delle lettere galleggiare tutta ad un tratto sopra di me.


" Kagome " sembravano parole conoscenti.



Muovendo gli occhi guardai una mano poggiata contro un futon. Accanto ad essa comparve qualcuno. Sembrò essere un uomo alto, si sedette accanto a quella mano fredda.

" Kagome " prese quella mano. Le sue unghie non furono altro che artigli affilati.



" parlami.." sussurò. Notai che i suoi capelli argentei ricadero accanto al suo Yukata.



" perché sei qui?" chiesi senza pensare. 



" sono esattamente dove, Sesshomaru, deve essere" disse portando quella che non fu altro che la mia mano al suo viso. La baciò. 
" dov'è tua moglie?" domandai.
" Perchè non me lo hai detto?" chiese quel demone accarezzandomi la pancia gonfia sopra la coperta
" cosa avrei dovuto dirti?" cercai di dire. Quel maledetto mi prese e mi strinse a sè. " non ti avvicinare a me " gli ordinai ma non lo fece. " tu stavi per sposarti" piansi "se lo avessi saputo prima non mi sarei mai fatta toccare da te " mi morsi le labbra.
" ma lo hai fatto " mi disse al mio orecchio stringendomi la nuca.
" lasciami " Gli ordinai " cosa sarebbe cambiato" cercai di liberarmi da lui " saresti tornato sulla tua decisione per questo bambino?!" urlai guardando con orrore i suoi occhi " non ti avrei mai costretto a restare con me.." dissi il vero " Va via ti prego.." lo supplicai.
" no " mi strinse ancora più forte.
" Sesshomaru..." chiesi con agonia.
" Non mi sono sposato, non posso farlo"i colori pian piano tornarono  " i nostri figli hanno bisogno di entrambi." Aggiunse categorico.
" che stai dicendo..? " non capii.
" non farmi andare più via" mi ordinò prendendo il  mio viso.
" ma..." non seppi che dire.
" Kagome dillo" chiuse gli occhi.
" cosa vuoi che ti dica?"  non capii.
" di quello che hai detto quella notte ancora una volta " tocco la mia pancia con la sua destra.
" no... non posso farlo" cercai di fuggire da lui " lasciami! " gridai spaventata.
" dillo " mi ordinò avvicinando le sue labbra alle mie.
" ti amo..." soffiai rapita dal suo respiro  " ti amo Sesshomaru..."  unì le sue labbra con le mie spezzando quel maleficio maledetto. Lentamente lo strinsi a me, sempre più forte fino ad ammettere a me stessa che non avrei mai più voluto lasciarlo andare. Sentii la porta aprirsi alle sue spalle e vidi Yoshiro.
" ecco l'acqua " entrò con una ciotola in mano " mamma !" esclamò incredulo.
" Yoshiro " Ci fermammo.
" mamma si è sveglia" urlò felice. " Zio!! Presto" disse nel corridoio.
" piccolo mio adorato" lo chiamai.
" mamma!!" si lanciò verso di me.
" Kagome" gli altri accorsero a vedere.
" finalmente " sentii dire da Inuyasha.
" ho avuto così paura" pianse il piccolo.
" caro, amore mio, perdonami" lo strinsi forte forte. Sesshomaru gli accarezzò la nuca.
" Signor Sesshomaru..." singhiozzò cercando di asciugarsi le lacrime.
" non piangere" gli disse suo padre.
" si..." chinò il capo il cucciolo. " sigh"  ma non ci riuscì poverino. " sono così felice" cercò di dire.

 












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Capitolo 30
*** Capitolo 30 ***


capitolo 30

I Love You...even Now.

Author: Eriet (Kagome 95 )


Chapter 30: The End.




___________________________


Dopo che Sesshomaru tornò, Inuyasha si mise da parte. Presto sarebbe nata una nuova vita e per il mio bene decise di non iniziare una guerra con il fratello ma solo di rimandarla.
Per volere di Sesshomaru dovetti trasferirmi in un posto più sicuro. Né ai demoni né agli umani sarebbe piaciuta la nascita di un futuro "mostro" portatore di sventura. Yoshiro fu entusiasta di poter stare con il suo tanto desiderato papà e di avere un fratellino o una sorellina. Il cucciolo non si oppose minimamente. Rin sarebbe venuta con noi questo per badare a me. Gli altri furono preoccupati dalla decisione del demone. Inuyasha cercando di contenere la rabbia si oppose e proprio in quell'istante Sesshomaru chiese al fratello di venire con noi stupendo tutti i presenti. Fu così che partimmo. Ci rifugiammo nello stesso luogo in cui Inuyasha e Izaioi vissero prima che lei morisse.
Passarono i giorni molto velocemente forse anche troppo velocemente.
" ahahahah, ciao sorellina" salutò il mio pancione Yoshiro
entrando nella stanza. Fui distesa a letto.
" piano che potresti farle del male " Inuyasha all'entrata era a braccia conserte. Osservava suo nipote con disappunto. A causa della gravidanza non avrei potuto occuparmi di Yoshiro e questo Sesshomaru lo sapeva, fu per questo che chiese a suo fratello di venire con noi. " dov'è Sesshomaru?" si guardò intorno molto incuriosito. " e Rin?" mi guardò.
" è andata a prendere il necessario per il parto " gli dissi facendo profondi respiri. " Sesshomaru sta mattina è uscito molto presto " chiusi gli occhi.
Non era una persona di molte parole e la notte precedente.
" ahhh" gemetti.
" cosa succede?" chiese avvicinandosi a me.
" eh... la bambina vuole nascere mi sa" risi cercando di non pensare al dolore.
" bambina?" chiese osservando la mia pancia gonfia.
" si, lo sento " abbassai lo sguardo imbarazzata. " cosa pensi?" domandai non capendo perché avesse uno sguardo triste. Non disse nulla fino a che non presi la sua mano.
" cosa fai?" non capì cosa volessi fare.
" senti?" poggiai la mano sul mio ventre.
" sento anche da qui " mi disse molto serio.
Fece per alzarsi " aspetta" lo fermai " dormiresti accanto a me questa n-notte?" chiesi con il cuore in gola.
" si " non si oppose per niente.
" abbracciami " mi strinsi a lui.
" si " lo fece.
" è per il bambino?" domandai preoccupata.
" no..." soffiò solamente. Lo guardai dritto negli occhi.
" andrà tutto bene " sorrisi appena.
" avrei dovuto esserci prima" soffiò appena.
" ci sei adesso e a mi basta" strinsi la sua mano e anche se con lentezza ci baciammo appassionatamente. Il mio cuore batté forte, mi sentii al sicuro finalmente dopo tanto tempo. " ti amo.." sussurrai poco prima di dormire o quasi.
All'alba Sesshomaru uscì in silenzio. Cercai di fermalo ma lui mi ordinò solo di pensare al bambino.
" manca poco prima che nasca, " disse Inuyasha abbastanza infastidito " spero per lui che non mi faccia incazzare !" sbottò di rabbia.
" smettila di offendere il mio papà!" rispose Yoshiro.
" tu sta zitto!" si chinò sul piccolo. Una rissa era in procinto di nascere.
" non litigate..." gli chiesi stanca e poi urlai dal dolore. Una forte fitta al ventre mi fece piegare in due.
" mamma!" Yoshi corse da me
" Kagome!!" così come Inuyasha spaventati a morte. " ma è tutto bagnato" osservò le lensuola.
" non è n-niente..." mentii, fui entrata in travaglio qualche ora prima ma non volli allarmare nessuno. " mi sono rotte le acque ma va tutto bene " mi distesi nuovamente respirando a gran polmoni.
" perchè piangi mamma!?!" disse il piccolo.
" perchè tra pochissimo nascerà la tua sorellina" accarezzai il visetto di Yoshiro. " sono così felice, tesoro mio " risi come una stupida.
" vado a cercare Sesshomaru " disse immediatamente Inuyasha.
" quindi..." una presenza apparve nella stanza " è qui che si trova quella umana ..." una voce femminile intervenne. " ti ha nascosto molto bene" Mi voltai verso l'entrata per vedere chi fosse.
Una donna molto bella dai capelli argentei e avvolta da una pelliccia si diresse verso di noi. " e tu chi sei!?" Inuyasha estrasse la spada inutilmente.
" maledetto" fu spedito contro muro come per magia. Le sue fattezze mi ricordavano molto quelle di Sesshomaru. " maledetto mezzo-demone " disse con estrema calma " sarai l'ultimo a morire " proseguì avvicinandosi a me.
" mamma!!" Yoshiro mi strinse forte piangendo. Vidi le sue due dita diventare di colore verde smeraldo. Protessi il bimbo con il mio corpo e prontamente qualcosa mi ferì la schiena con brutalità. " mamma!!" Yoshiro fu nel panico mentre io urlai dal dolore. " che hai fatto alla mia mamma?!" urlò pieno di rabbia.
" STAI ZITTO!!!" Strinsi il bambino mentre quella donna demoniaca mi picchiò ancora. Il sangue macchiò il pavimento così come le mie lacrime.
" ti prego..." supplicai pietà. " S-Sesshomaru" chiamaii disperata. " i-il mio bambino" tremai in preda allo sgomento.
" lasciala !" sentii l'urlo di Inuyasha ma la donna riuscì a farlo schiantare contro il pavimento. " chi diavolo sei?!" gridò con rabbia. " dov'è Sesshomaru ?" chiese con furia alla demonessa" è stato lui a chiamarti!?" cercò di rialzarsi.
" tu " la demonessa dagli occhi dorati che sembrava una dea sia avvicinò a mio figlio.
" non lo toccare!" cercai di impedirgli di strapparmelo via. " ti prego non lo toccare !!" picchiandomi riuscì a prendere il bambino.
" mamma!!" cercò di scappare ma la sua presa era troppo dura.
" è solo colpa tua " mi guardò dritto negli occhi.
" lascialo!!" mi trascinai verso di loro ma la bambina fu in procinto di nascere.
" sta zitta" alzandolo per il braccio.
" mam- " gli trafisse il petto.
" ah..." non potei crederci " Yo...Yoshiro" fece ricadere il suo corpicino a terra.
" Doveva essere fatto " commentò non mostrando alcuna emozione.
" MALEDETTA!!" Inuyasha la prese alla gola " TI AMMAZZO!" esclamò cercando di ucciderla eppure lei con uno schiaffò si liberò facilmente.
" come osi toccare Inu-Hime TU maledetto mezzo-demone?" Inuyasha ne fu visibilmente scosso.
" Y-Yoshiro!"presi tra le mie braccia i resti di mio figlio mentre la bambina fu quasi completamente nata.
" cosa avrà mai potuto trovare in te da farci un figlio? " urlai per via del dolore.
" SESSHOMARU TI PREGO DOVE SEI!?" piansi guardando il soffitto. Abbandonandomi senti delle urla provenire sotto le lenzuola sporche di sangue.
" non verrà mai..." la demonessa prese l'infante
" mio figlio!!" gridai.
" sai " prese la parola " anche quel mezzo demone somigliava molto a mio figlio" commentò osservando il volto del neonato.
" che cosa vuoi dire ?" non capii " dammelo! " la supplicai tra le lacrime. Persi così tanto sangue da non potermi muovere.
" è stata colpa tua se sono stata costretta a farlo " fui circondata da degli Oni. " ahahahah" rise di gusto " è davvero una bella bambina" mi guardò gelidamente.
" parla!" gli ordinai lanciando Tessaiga. Nel silenzio uno di quei Oni rossastri gettarono a terra un corpo. " Se-Sesshomaru..." fu u-ucciso senza pietà. Inuyasha fu preso dalle guardie.
" le mele marce devono essere eliminate " dondolò la bambina che pianse sempre più forte " lo sapeva eppure ha voluto lo stesso prendersi gioco di me facendomi rendere agli occhi di tutti uno zimbello" raccontò " esattamente come suo padre" disse con ira " ma sta volta" accarezzò la testa della bambina " non risparmierò nessuno. " ghignò pregustando già la sua vendetta. Uscì, cercai di strisciare ma non ebbi alcuna forza. Sentii la bambina piangere sempre più forte, volli salvarla, volli almeno una volta tenerla tra le mie braccia!.
" LASCIATELA, LASCIATELA! NON HA COLPA !!" Gridai con tutto il fiato che avevo in gola " LA MIA BAMBINA!!" quel urlo straziante fu l'ultimo suono che si udì in quella casa.
Tutto tacque nessun urlò, nessun fiato.
" Solo il sangue può lavare mia questa maledizione " si udì un sussurro.
" No, no!!!" mi agitai come un ossesso, volevo solo ucciderla per tutto quello che aveva fatto.
Doveva essere un lieto fine,
doveva essere il finale che infondo al mio cuore avevo sempre sognato.
Una famiglia, l'amore, una vita serena con Yoshiro ma il mondo è crudele.
Come una stupida lo dimenticai proprio il giorno in cui pensai che vi fosse una speranza,
in realtà fu solo la fine di tutti.
" Uccidetela." si udì il suo ordine.
" KAGOME, NOO!!! " è questo il destino che tocca a coloro che danno la vita a dei mezzi-demoni....Kaede mi aveva avvertito.



Chapter End Notes:

Domande possibili :
Inu-Hime? qui è la madre di Sesshomaru.
perché finisce così? perché le due voci narranti sono Kagome e occasionalmente Sesshomaru, morti loro finisce anche il racconto.
cosa succede in seguito? Inuyasha cercherà di uccidere Inu-Hime fallendo miseramente. Rin vedendo lo scempio crederà che sia stato Inuyasha a compiere un massacro e quindi verrà cacciato.
E poi? non ci sono più tracce di lui .
perchè un finale così triste? molto semplice tutta la storia (nonostante fosse un prototipo ) posso dire di essermi impegnata ma purtroppo il mondo è davvero un posto molto crudele. Non si può trovare la felicità mentendo o cambiando idea. Quel cumulo di bugie ha solo creato caos inquinando il mondo circostante.
ma non esisteva un altro finale? la risposta è si. Tecnicamente io avevo già scritto un finale su di un sito dismesso da anni : Inuyasha Portal. Ricordavo il finale ma tra commenti negativi e avendo perso il testo originale decisi di riscrivere tutto per intero
ma non era un finale positivo ? Si, ma come ho detto non lo ritenevo il più adatto, forse inizialmente si nella prima stesura ma in questa stesura preferisco un finale del genere.
Scrivi altre storie? si, voglio riprendere le altre, avevo già annunciato che quest'anno avrei concluso una storia dopo un altra ( sto per prendermi la laurea e sono molto più matura di un tempo )
Non mi piace questo finale, perché non ne fai un'altro? ritengo che sia un finale molto corto ma diretto non ho voluto esagerare per via del target, sono mortificata se il finale non sia di tuo gradimento
Hai davvero fatto uccidere Kogane? visto e considerato che sarebbe stato riproporre lo stesso identico personaggio di un'altra mia fan fiction be' credo che sia stata la scelta migliore. Ho tratto temi come l'aborto, di crudeltà ne abbiamo visto abbastanza.
Finisce così? eh, si ragazzi è finita.



Considerazioni personali
Ebbene mi sento in dovere di ringraziare tutti coloro che hanno atteso pazientemente che io trascrivessi un copione e che lo facessi diventare qualcosa di " leggibile". E' stato molto difficile fare questo finale e ringrazio voi tutti per il supporto durante questo tempo che è sembrato interminabile.
Ps: Aspettatevi qualche aggiustamento su questa storia (tra errori di grammatica e ecc....)

un abbraccio a tutti e supportate gli originali !

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