Just a rainy cold day..or maybe not?

di _Elizabeth_
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** I...I can't believe it... ***
Capitolo 2: *** And now? ***
Capitolo 3: *** And it's evening already... ***
Capitolo 4: *** A friend is one of the best gift you can have... ***
Capitolo 5: *** Are you still here? ***
Capitolo 6: *** It's just a talk,calm down ***
Capitolo 7: *** Time flies... ***
Capitolo 8: *** Very sweet breakfast... ***



Capitolo 1
*** I...I can't believe it... ***


Era una giornata grigia,piovosa.
Quando mi alzai e,in vestaglia e ciabatte, andai in cucina,trovai un vassoio con la colazione che mi aspettava.
Vicino alla caraffa del succo d’arancia c’era un  biglietto da parte  di Mark,scritto di fretta con una penna blu su un post-it rosa:
<< Buongiorno,tesoro. Mi dispiace,ma c’è stata un’emergenza in ospedale e sono dovuto  andare via prima del previsto. Per fortuna,prima che il mio cercapersone cominciasse a suonare,sono riuscito a prepararti la colazione. Spero che sia di tuo gradimento. Se non ti piace,portala al cane dei vicini,lui adora le mie frittelle. Dormi pure quanto vuoi, se Charlotte comincia a fare l’isterica,ti copro io. Ti darò il buongiorno come si deve,quando ci incontreremo in ospedale. Per adesso,ti dico solo che ti amo.                                                          Mark>>.
Sorrisi e mi sedetti. Chissà perché,quella mattina non avevo molta fame. Mangiai  un toast e una frittella,pur non avendone voglia,perché altrimenti non avrei resistito  fino all’ora di pranzo. Mi feci una doccia,mi vestii e andai in ospedale.
Appena entrai in reparto,Charlotte mi corse incontro.
-Lo so…-dissi,senza neanche farla parlare- Lo so…sono in ritardo. Mi dispiace.
-Non preoccuparti.-prese una cartella dal banco delle infermiere- Ho bisogno di un favore.
- Certo. Chiedi pure.
- E’ finalmente  arrivato il midollo compatibile per una mia paziente. Lila Reece.
- La bambina con l’anemia falciforme?
- Sì,proprio lei.-sfogliò la cartella- Non possono mandarlo qui da Seattle. Devo andare a prenderlo di persona. Molto probabilmente starò via per tutta la mattina.
-Ok.-sorrisi- Cosa vuoi che faccia?
- Fra mezz’ora ho una biopsia del midollo su una mia paziente di sedici anni.  Ma devo partire subito. Quindi,mi chiedevo se per piacere,potresti farla tu al posto mio.
-Certo. Dov’è la sua cartella?
-Eccola qui- mi porse la cartella che aveva in mano-Grazie mille. Ti devo un favore.
-Di niente.-le risposi- Spero che Lila si rimetta presto.
Andai a cambiarmi e poi mi diressi verso la sala prelievi. Mi lavai,mi legai i capelli e mi misi la mia cuffietta preferita,quella rosa con i fiori bianchi,e la mascherina.
La paziente era ancora sveglia,quando entrai nella sala.
-Ciao,Brooke - le dissi- Sono la dottoressa Johnson. La dottoressa Miller ha avuto un imprevisto e mi ha chiesto di sostituirla.
-Va bene.-sorrise debolmente- Non sentirò dolore,vero?
- Sarai anestetizzata. Non sentirai nulla.-le presi la mano- Quando ti sveglierai sarà tutto finito.
-Ok.
-Sei pronta?
-Sì.
-Bene.- l’anestesista le mise una mascherina- Respira nella maschera.
Pochi minuti più tardi,Brooke dormiva. Presi l’ago e cercai di prelevarle un po’ di midollo,ma non ci riuscii. Mi girava la testa in maniera pazzesca. Girava tutto intorno.
-Dottoressa…-mi chiese  Kim,un’infermiera che era nella stanza- Si sente bene?
- E’ solo un capogiro.
- Ha bisogno di una pausa? Chiamo qualcuno per sostituirla?
- No. Non c’è bisogno.
-Ne è sicura?
-Sì…- mi girai verso di lei- Betadine e bisturi,per favore.
Kim  passò del disinfettante sulla zona su cui dovevo intervenire e mi diede un bisturi.
-Oddio…-dissi- Oddio…
- Dottoressa…vuole che chiami qualcuno?
-Sto…sto  per vomitare…
 Lasciai cadere in terra il bisturi,mi misi una mano sulla bocca e corsi fuori dalla sala prelievi.
Corsi in bagno e vomitai. Non so quanto tempo ci rimasi. So solo che quando uscì dal bagno e mi guardai allo specchio,ero pallida come uno straccio. Mentre stavo tornando in sala prelievi,Emma mi corse incontro.
- Buongiorno- mi disse- Cosa ti è successo?-la sua voce divenne preoccupata- Sei bianca come un lenzuolo.
- Non preoccuparti.-cercai di sorridere- Ho avuto solo un po’ di nausea. Ora mi è passato tutto.
-Ti sei sentita male in sala prelievi?
-Sì. Ho avuto un capogiro e poi sono dovuta correre in bagno a vomitare. Non sono riuscita a fare una biopsia. Charlotte mi ucciderà.
- Non preoccuparti. Se ne sta occupando la Corday.
-Grazie al Cielo.-sospirai- Come fai a sapere che sono stata male in sala prelievi?
- Me lo ha detto Kim. Era così preoccupata…
- Mi dispiace.
- Non essere ridicola. Non devi dispiacerti.-sorrise- Può capitare a tutti.
 
.Un’ora più tardi,stavo sfogliando la mia agenda. Dovevo controllare quando era fissato un appuntamento con un paziente.  Un giorno del mese precedente era cerchiato di nero. All’improvviso mi venne in mente una cosa. Sfogliai velocemente le pagine del mese di Dicembre,quello in cui ci trovavamo in quel momento. Niente cerchio nero intorno alla data prevista.
-Non può essere vero…-dissi con voce flebile - Non posso crederci…non può essere vero…
Chiamai Emma al cercapersone. Mi raggiunse in poco tempo.
-Cosa succede?-mi chiese,preoccupata- Non ti senti bene?
Sorrisi.
-Per favore…-dissi- Per favore ho bisogno di un prelievo.
-Per quale motivo?-era ancora più preoccupata- Chi ti ha chiesto di farlo?
Non risposi. Le mostrai la mia agenda e le feci notare il cerchio mancante.
- Non vorrai dire che…che…
- Non lo so.
-Ti faccio un prelievo.
-Grazie.
Mezz’ora più tardi,arrivarono i risultati delle analisi.
- Emma…non ci riesco. Ti prego,aprila tu per me.
-Calmati. Leggo io per te.
-Grazie.
-Di nulla.
Emma aprì la busta e lesse le analisi.
-Allora?-chiesi- Com’è il livello delle beta HCG?
-Alto.
-Oh mio Dio…Oh mio Dio…fa vedere.
-Calmati.-mi passò i fogli- Leggi tu stessa.
Lessi i valori. 
-Ti sei convinta,ora?
Emma mi sorrise e mi abbracciò.
-Oh mio Dio…non ci posso credere…
Emma mi abbracciò ancora più forte.
-Come ti senti? Emozionata?
-Oh mio Dio… Non posso crederci…non posso credere di essere…oh mio Dio…
Emma mi guardò dritto negli occhi.
-Tesoro mio…-mi disse- Non ti agitare. Capisco che sei sconvolta e sorpresa…ma è una cosa bellissima…ti sta succedendo una cosa bellissima.
-Sì…hai..hai ragione.
- Non agitarti,per favore.-mi  sorrise- Farai male al bambino,se ti agiti cosi- prese le mie analisi- Sai cosa facciamo,adesso?
-No.
-Andiamo a cercare Laura. Le fai vedere le analisi e le spieghi come stanno le cose. Lei ne sa più di noi. Ti farà un’ecografia di conferma.
- Tu…tu vieni con me…vero? Non credo di farcela da sola…
-Certo che ti accompagno.- mi prese per mano- Su,vieni con me.".

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Capitolo 2
*** And now? ***


 
 
 Emma mi accompagnò da Laura. Le spiegai come stavano le cose,le feci vedere il mio emocromo.
- Sì…-sorrise- L’ HCG è alto.
- Non ci posso credere…non ci posso credere…- ripetei per l’ennesima volta- Non posso credere di…
- Liz…- Emma mi guardò dritto negli occhi- E’ una cosa bellissima. Calmati. Va tutto bene.
- Emma ha ragione. Ti sta succedendo una cosa bellissima- Laura mi si avvicinò- Ma per  sicurezza ti faccio fare un paio di controlli. Ripetiamo l’emocromo e facciamo le analisi delle urine.
-Va…va bene. Ho già  fatto portare in laboratorio un campione di urina.- mi scoprii un braccio- Per…per favore può pensarci una di voi due a prelevarmi del sangue? Non lo so…mi sento più a mio agio se è una di voi due a farmi questo prelievo…
-Ci penso io –Emma mi prelevò un altro campione di sangue- Lo faccio portare in laboratorio,ok?
-  Grazie- le dissi.
-Di niente- si diresse verso la porta- Torno subito.
Mi sistemai meglio lo stetoscopio intorno al collo,così,tanto per fare qualcosa.
-Come ti senti?-mi domandò Laura- Emozionata?
-Moltissimo.-tentai di sorridere- Non riesco neanche a crederci.
Laura mi sorrise,a sua volta.
- E fisicamente come stai?
-Ho avuto nausea e vomito stamattina. E vertigini. Ma questo te l’ho già detto. E ora sto molto meglio.
-Bene Sono contenta.- mise in ordine qualche foglio sparso sulla scrivania- Oltre a emocromo e analisi delle urine,vorrei farti un’ecografia. Soltanto per stare più tranquilli.
- Va bene.
-Appena Emma torna dal laboratorio iniziamo,ok?
-Grazie mille,Laura. Per tutto quello che stai facendo per me.
- Non devi ringraziarmi.-sorrise e mi diede un camice da paziente- Indossa questo per favore.
Emma entrò nella stanza pochi minuti più tardi.
-Devo farle un’ecografia.- Laura mi si avvicinò- Credo che abbia bisogno che tu le stia vicino.
-Certo.
-Ok…- prese il gel per le ecografie- Elizabeth,per favore,puoi stenderti sul lettino?
Mi sdraiai sul lettino e mi tirai su il camice,con il cuore che mi batteva all’impazzata. Ero emozionatissima. Emma era in piedi accanto a me.
- Emma…
-Sì?
-Tu…per favore puoi restare qui con me?
Emma mi prese la mano e me la strinse forte. Ero sicura che l’avrebbe lasciata andare solo alla fine dell’esame. Ero fortunatissima ad avere un’amica come lei e le volevo un bene dell’anima.
- Certo che resto qui con te, Liz. - mi guardò-  Vuoi che chiami Mark?
- No,non c’è bisogno. Starà sicuramente operando in questo momento. Se va tutto bene…se è vero che…
-…aspetti un bambino… -completò la frase al posto mio e sorrise- Non ti sembra vero,eh?
-No…non riesco neppure a dirlo.-arrossii e poi sorrisi- Glielo dirò stasera a casa,quando torneremo dal  lavoro. Con calma.
-Ok.
- Liz…- Laura mi si avvicinò- Sei pronta? Posso iniziare?
-Sì.
-Il gel potrebbe essere un po’ freddo. Ma per il resto,come sai,non sentirai nulla.
Laura mi spruzzò un po’ di gel sulla pancia e cominciò a muovere il trasduttore sulla mia pelle. Lo spostava avanti e indietro,da una parte e dall’altra.
-Le immagini cominciano ad arrivare-continuò a spostare il trasduttore- Guarda sullo schermo.
Girai il viso verso lo schermo e Emma,continuando a stringermi forte la mano,fece lo stesso.
-Ecco qui,guarda. Questo qui è il sacco amniotico e…
Laura sorrise e mi indicò un punto preciso  dell’immagine,un’insieme di cellule che si trovava all’interno dell’amnios-  …e questo puntino qui,riesci a vederlo?
Annuii,emozionatissima.
-Questo qui è il tuo bambino.
 Non riuscivo a crederci. Era bellissimo. Non potevo crederci. Era tutto vero. Sarei diventata mamma qualche mese più tardi. Due lacrime mi rigarono le guance.
- Liz…tesoro…- Emma mi strinse più forte la mano-  Stai piangendo? Non devi piangere. Va tutto bene.
- Lo so.-replicai,asciugandomi le lacrime- Sono lacrime di gioia. Non riesco a crederci. E’ una cosa bellissima.
Laura mi sorrise una seconda volta e poi tornò ad osservare attentamente lo schermo.
- Congratulazioni Liz . - mi disse- Direi che sei…mmm…  quasi alla quinta settimana. Non riesco ancora a sentire il battito ma…-Laura mi guardò- Liz,va tutto bene?
Senza accorgermene,mentre Laura esaminava l’ecografia, avevo continuato a piangere silenziosamente,e le lacrime mi stavano rigando le guance. Ero quasi alla quinta settimana,secondo quanto mi aveva appena detto Laura. Una vita si stava sviluppando dentro di me in quel momento e otto mesi più tardi sarei diventata mamma. Cioè…io…la timida Elizabeth… proprio io sarei….non riuscivo a crederci. Era una cosa bellissima. Provai ad asciugarmi nuovamente le lacrime e a rassicurare Laura e Emma,che mi stavano guardando preoccupate.
-Sì. Sì,sto..sto bene.-dissi- E’ solo che…non riesco a crederci…
Emma,rincuorata,mi sorrise.
-Tesoro…su,calmati.-mi strinse più forte la mano- So che sei sorpresa…ma è una cosa bellissima. Calmati.
-Ci…ci proverò- mi asciugai le lacrime rimaste- Mi dispiace avervi fatto preoccupare…io…
- Liz,non scusarti con me - Emma mi accarezzò i capelli- Non serve.
- Non devi scusarti neanche con me. Sono abituata a reazioni simili alla tua. E’una cosa normale,Liz. - intervenne Laura sorridendomi come aveva fatto Emma - Dicevo che non riesco ancora a sentire il battito,ma non c’è nessun problema…
- Si può sentire a partire dall’ottava settimana.-precisai d’impulso,quasi come se stessi rispondendo ad una domanda- E’ difficile trovarlo prima dell’…ops!- mi misi le mani sulla bocca- Laura,ti ho tolto le parole di bocca…
- Non c’è problema,tranquilla. Il battito si può sentire a partire dall’ottava settimana,come hai appena detto. Di conseguenza,non è un problema se non riesco ancora a trovarlo.- mi passò una lunga striscia di carta assorbente- Rivestiti pure.
Mi ripulii la pancia dal gel con la striscia di carta che mi aveva dato Laura.  Poi mi rivestii,senza ancora riuscire a credere a ciò che avevo appena visto e a ciò che mi stava succedendo in quel momento. Tremando a causa dell’emozione e molto probabilmente anche a causa della grande paura che sentivo,mi sedetti  su una sedia di fronte alla scrivania. In quel momento si sentì un cercapersone suonare.  Presi il mio cercapersone e lo controllai. Nessuna chiamata.
-E’ il mio.-disse Emma,bloccando la suoneria-  Il signor Kane è di nuovo in ipercortisolemia a causa del Cushing…
Il morbo di Cushing era una malattia endocrina che causava un malfunzionamento delle ghiandole surrenali e le induceva a produrre più ormoni rispetto alla normale quantità fisiologica. Il Cushing causava quindi un’eccessiva produzione di un ormone in particolare,il cortisolo. Questo ormone  veniva prodotto dalla parte più interna delle surrenali,stimolate dall’ACTH,ormone prodotto dall’ipofisi. L’ipercortisolemia,inoltre,  portava ad iperglicemia dato che il cortisolo stimolava la gluconeogenesi epatica,facendo produrre quindi una maggiore quantità di glucagone rispetto al normale e aumentando la percentuale di glucosio presente nel flusso sanguigno.
- Morbo di Cushing?- non potei fare a meno di intervenire nel discorso- Cosa sta alterando la normale attività delle surrenali?
- Un microadenoma localizzato nell’ipofisi. Glielo rimuoveranno domani mattina.-sospirò- Nel frattempo devo tenere sotto controllo i suoi livelli di cortisolo.
- Vai pure,tranquilla- la rassicurai- Sto meglio adesso.
Emma mi si avvicinò.
- Liz..ne sei proprio sicura?- mi chiese,preoccupata-  Sei sicura di potertela cavare da sola? Posso chiamare la Smith e chiederle di occuparsi del signor Kane al posto mio…
- Emma,stai tranquilla.- sorrisi- Vai pure.
-Puoi andare.- intervenne Laura- Mi occupo io di Liz.
- Vado,allora.-si avvicinò alla porta- Chiamami se hai bisogno di me,ok?
-Ok. Vai e non preoccuparti per me.
Emma uscì dalla stanza e si chiuse la porta alle spalle.
 Pochi minuti più tardi,Laura si sedette  di fronte a me e mi porse una cartellina azzurra in cartoncino sottile. La aprii,curiosa. Al suo interno c’erano i referti dell’ecografia che lei stessa mi aveva appena fatto.  Guardai ancora una volta le immagini,attentamente,una per una. Accarezzai delicatamente la superficie di una di esse e concentrai la mia attenzione sul quel minuscolo puntino bianco, su quella piccola massa di cellule che già amavo più di ogni altra cosa al mondo. Non riuscivo ancora a crederci,mi sembrava troppo bello per essere vero…troppo…beh…troppo assurdo. Infatti non avevo mai creduto possibile che mi potesse accadere ciò che mi stava accadendo in quel momento. Non riuscivo a credere che stesse succedendo proprio a me…nonostante l’ecografia testimoniasse che era tutto vero,che in quel momento c’era…c’era una vita che stava crescendo dentro di me…io..io ancora non riuscivo a crederci. Dopo aver dato un’ultima occhiata alle immagini,chiusi  la cartellina.
- Ti vanno bene?- Laura mi sorrise- Così ogni tanto puoi dare un’occhiata alle immagini e convincerti che è tutto vero.
 Sorrisi a Laura
-Grazie Laura,davvero.  Grazie mille.
- Non devi ringraziarmi,te l’ho già detto.-mise in ordine un paio di fogli sparsi sulla scrivania- Hai già un ginecologo che ti segua durante la gravidanza?
 Non ci avevo ancora pensato. Non avevo ancora pensato  a chi avrei voluto fosse il mio medico per i successivi otto mesi.  Dovevo ancora capire che tutto mi stava succedendo per davvero e che di lì a poco più di trentacinque settimane avrei avuto un bambino…che di lì a poco meno di otto mesi io e Mark…dovevo ancora metabolizzare la cosa. E,inoltre,essendo medico,era sempre molto strano e difficile per me immaginarmi nei panni di una paziente.
Arrossii.
- Non ne hai uno? –mi chiese Laura
- A dire la verità,no.-ammisi- Devo ancora abituarmi all’idea…non…non riesco ancora a credere che…-e mi accarezzai la pancia,con infinita delicatezza.
- Non preoccuparti. Da una parte,il fatto che tu non abbia ancora un medico che ti segua è un bene.
Non capivo dove Laura volesse arrivare:perché era un bene?
-Perché?
- Perché speravo tanto di poterti seguire di persona…se vuoi.
Laura era una bravissima ginecologa,un’ottima ostetrica e un’eccellente chirurgo neonatale. Aveva qualche anno più di me,ma l’avevo  da sempre ammirata,sia come persona,sia come medico e chirurgo.  Non credevo che lei,con tutte le procedure complesse che doveva eseguire,con tutti gli impegni che aveva,con tutte le pazienti che ogni giorno visitava e seguiva scrupolosamente,si offrisse volontariamente di prendersi cura di me per un periodo tanto lungo.
La guardai,con gli occhi colmi di gratitudine.
- Mi piacerebbe moltissimo averti come ginecologa e ostetrica,Laura.  Mi sentirei…-mi posai nuovamente una mano sulla pancia-…entrambi ci sentiremmo in mani super sicure,se fossi tu a prenderti cura di noi. Grazie,grazie ancora.
- Di niente,Liz .-mi sorrise nuovamente- Allora,per ora puoi andare. Ci vediamo fra tre settimane per una visita. Quasi sicuramente,la prossima volta che ci vedremo,riuscirò a sentire il cuore del piccolo.
 Un’altra lacrima di gioia mi rigò una guancia,senza che io potessi fare niente per fermarla. Laura stava dicendo che in poco tempo si sarebbe potuto sentire il battito cardiaco del bimbo. Il battito del cuore di mio figlio…o di mia figlia. Fin da quando ero una ragazzina,infatti,avevo sempre avuto il vago desiderio di avere una bimba un giorno,di avere una piccola principessina di cui potermi prendere cura,alla quale poter insegnare tutto quello che sapevo,una bimba da poter coccolare quanto più potevo e da poter stringere forte a me.
Asciugai in tutta fretta quella lacrima argentea.
-Hai  indicazioni da darmi?
- Beh,credo che tu le conosca già tutte.-mi si avvicinò- Non fare sforzi inutili,non lavorare troppo e riposati ogni volta che puoi. Mangia sano,bevi molta acqua e,soprattutto,chiamami a qualsiasi ora se hai bisogno di qualcosa,se ti servono chiarimenti o se avverti fastidi strani,oltre a quelli normali che già sai che si verificano durante la gravidanza. A qualsiasi ora.
-Ti ringra…
- Non ringraziarmi- mi interruppe lei- Liz…
-Dimmi tutto.
 E Laura mi abbracciò forte,come aveva già fatto Emma un’ora prima.

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Capitolo 3
*** And it's evening already... ***


Il resto della giornata trascorse tranquillamente. Feci un paio di biopsie,visitai alcuni pazienti. Alle 21.00 andai a cambiarmi. Avevo finito il turno  e sapevo che Mark mi stava aspettando a casa.
- Susan…-dissi a un’infermiera dell’accettazione-  Ho finito il turno per oggi-mi misi il cappotto- Buonanotte.
Mentre mi stavo dirigendo verso l’uscita,una voce mi chiamò.
-Dottoressa Johnson…la prego venga subito di sopra. E’ un’emergenza.
Era Helen,una delle infermiere più simpatiche del reparto.
La seguii subito.
-Cosa succede?-le chiesi,mentre eravamo in ascensore.
- Lauren Sloan. Non riesce a respirare.
L’avevo visitata quella mattina. Aveva tosse e qualche linea di febbre. Sembrava una semplice influenza,ma l’avevo comunque sottoposta ad alcuni esami di routine. Dall’emocromo risultava che avesse una grave leucopenia. Le avevo trovato un letto in reparto e  la mattina seguente avevo intenzione di sottoporla ad una biopsia del midollo per capire a cosa fosse dovuta la carenza di globuli bianchi che presentava.
-Aveva i leucociti molto bassi. Temo che abbia preso un’infezione. Probabilmente ha una polmonite. Ce lo dirà la radiografia al torace che le farò fare appena sarà possibile.
L’ascensore si fermò. Uscii e seguii Helen fino alla stanza di Lauren.
Entrai e mi avvicinai alla paziente. Respirava faticosamente e portava una maschera che le somministrava ossigeno.
-Signorina Sloan…-cercai di sorriderle,di confortarla- Cosa le succede?
-Faccio…faccio fatica a…-si tolse la maschera-…a respirare… e…e mi fa male il petto…
- Si metta la maschera. Le serve ossigeno- presi uno stetoscopio e controllai com’era la situazione- Com’è la saturazione,Helen?
- 75 con l’ossigeno.
-E’ troppo bassa. Devo intubarla.
-Cosa…cosa succede?- Lauren era spaventata- Cosa mi sta succedendo?
- Signorina Sloan…devo metterle un tubo in gola per aiutarla a respirare.-provai a sorriderle di nuovo- Non sentirà niente. Posso farlo?
Lauren annuì.
-Ok- mi infilai un paio di guanti e un camice- Somministrate etomidate e succinilcolina.
-Fatto,dottoressa.
- Mi serve un laringoscopio,per favore.
Helen me ne porse uno. Cercai di vedere le corde vocali di Lauren,ma non ci riuscii. C’era troppo muco.
-E’ sicuramente una polmonite. Dobbiamo farle una radiografia al torace,appena possibile.-sospirai- Aspiratore,per favore. Non riesco a vedere niente.
Aspirai quanto più muco potei,e finalmente riuscii a vedere le sue corde vocali. Sorrisi.
-Riesco a vedere le corde,ora.-mi girai verso Helen - Mi serve un tubo da 7 e mezzo,per favore.
Infilai il tubo tra le corde vocali di Lauren,mentre Helen continuava a ventilare con l’AMBU. Poi le auscultai il torace per controllare se il tubo si trovasse in trachea o meno.
-Ok- dissi,posando lo stetoscopio- Il tubo è ben posizionato.-guardai il monitor-  E la saturazione è salita a 97. Bene.-mi tolsi i guanti- Portatela a fare una radiografia toracica appena possibile. E se si tratta di polmonite, datele del Cefotaxime.
-A chi facciamo vedere la radiografia,dottoressa?
-La controllerò io. La signorina è una mia paziente. E’giusto che sia io a controllare i suoi esami-sorrisi- Portatela giù in radiologia,è urgente. E poi fatemi vedere subito le sue lastre.
Uscii dalla stanza ed Emma mi corse incontro.
-Come stai?-mi domandò,preoccupata- Va tutto bene? Hai cenato?
-Stai tranquilla. Sto bene.
-Da quanto tempo sei di turno? Fra quanto stacchi?
- Sono qui da stamattina alle 9.00. Stacco fra mezz’ora al massimo. Devo solo controllare la radiografia toracica di una mia paziente. Temo che abbia preso una polmonite,poverina.
- Anch’io sono qui dalle 9.00 di stamattina e ho staccato mezz’ora fa.
Arrossii,non sapendo come giustificarmi, mentre sentivo che Emma mi stava congelando con lo sguardo.
- Liz…-sospirò,ancora più preoccupata di prima-…perché sei ancora qui? Dovresti essere a casa da un pezzo.
-Lo so…-mi morsi il labbro-…il fatto è che la mia paziente non riusciva a respirare…è stato molto difficile intubarla…temevo di dover eseguire una tracheotomia. –sospirai a mia volta- Controllo la  radiografia, poi, se è necessario,metto la paziente sotto flebo e torno a casa. Lo prometto.
-Devi per forza aspettare la radiografia? Non può controllarla qualcun altro?
-Voglio darle un’occhiata personalmente. La signorina Sloan è una mia paziente. Se sarà necessario,poi farò vedere la sua lastra ad uno pneumologo,per essere più sicura sulla diagnosi che formulerò e sulla cura che le prescriverò…ma devo essere io la prima a darle un’occhiata.
-E va bene.- mi sorrise- Ma poi,per piacere,torna a casa.
-Sì. Promesso.
Alzai la mano per legarmi i capelli e mi cadde lo sguardo sulla fede d’oro bianco che portavo al dito.
-Oddio…
- Che succede?- Emma mi prese la mano- Non ti senti bene? Chiamo Laura?
-No…va tutto bene.-cercai di tranquillizzarla- E’ solo che mi sono completamente dimenticata di Mark. Dovevamo cenare insieme…non ci siamo visti per niente oggi. Quando mi sono alzata stamattina,era già uscito per un intervento urgente. E a pranzo aveva una craniotomia…mentre io…io…-mi accarezzai la pancia,dolcemente- mentre io e te…
-…eravamo con Laura per un’ecografia.-sorrise di nuovo- Non riesci ancora a  crederci?
- No.-sorrisi- Ho dimenticato di dirti una cosa importantissima.
-Dimmi tutto adesso,se vuoi.
-Grazie mille per tutto quello che hai fatto per me oggi. E per tutto quello che fai per me sempre. Ti voglio davvero bene.
- Anch’io te ne voglio.-mi abbracciò stretta e io la strinsi forte a me,come se volessi prendere un po’ del coraggio che aveva- Te ne voglio proprio tanto.
In quel momento,un chirurgo che aveva la stessa età di Mark e che, a mio parere, era carino quanto lui, uscì dall’ascensore che avevo di fronte. Si avvicinò piano ad Emma,(che non poteva vederlo perché era di fronte a me e dava le spalle agli ascensori)chiedendomi a gesti di non dirle niente.
Le si avvicinò a passi felpati e poi,quando fu proprio dietro di lei,le coprì gli occhi con le mani.
-Chi sono?-le chiese,con dolcezza e cercando di camuffare la voce.
-Il mio principe azzurro- e Emma si girò e si ritrovò stretta tra le sue braccia- Com’è andata la tua angioplastica?
-Bene. Siamo riusciti a eliminare tutti i  trombi che  ostruivano le coronarie del signor Patterson.
- L’ho sempre detto che ho sposato il miglior chirurgo cardiotoracico di tutta New York.
Infatti, anche Emma era sposata da un paio d’anni,proprio come me. Il suo principe azzurro era il dottor Simon Hathaway,primario di chirurgia cardiotoracica del New York Grace. Era un ragazzo gentilissimo.   Ero contentissima per loro. Erano una bellissima coppia,stavano benissimo insieme. E in più,Simon e Mark erano grandi amici,proprio come lo eravamo Emma e io.
- Eh,sì.- Simon sorrise e fece una faccia buffa- Modestamente sono il migliore in questo campo-la baciò dolcemente- Quando stacchi?
- Devo aspettare ancora mezz’ora. Tu va’ a cambiarti,io ti aspetto all’uscita. Devo fare una cosa con Elizabeth…e poi torniamo a casa insieme.
-Ok.
-Potete andare a casa già da ora- dissi- Dovete riposare. So che siete molti stanchi. Non dovete preoccuparvi per me. Non voglio darvi fastidio.
- Ma non ci dai nessun fastidio!- Emma sorrise- Vero,Simon?
-Verissimo.
Simon mi si avvicinò e mi  salutò con un baciamano. Diventai rossa come un pomodoro,mentre Emma rideva.
-Buonasera Liz…-mi disse,sorridendo- Non ti ho vista per tutto il giorno. Come stai?
-Bene,grazie.-sorrisi a mia volta-  E  a te come va? Sei stato in sala operatoria per tutto il giorno?
-Sono un po’ stanco- sbadigliò-   Ho operato per tutto il giorno. Due trapianti di cuore,un’angioplastica e un  aneurisma aortico da sistemare. La solita routine.
-Hai notizie di Mark? Ti ha parlato di me o…o ti ha detto di dirmi qualcosa? Mi sono appena accorta che il mio cellulare è scarico…quindi non ho potuto ricevere chiamate…
- Beh…mi ha chiamato mezz’ora fa,mentre mi stavo preparando per l’angioplastica. Era preoccupato perché non eri ancora tornata a casa. L’infermiera mi ha detto che eri impegnata con una paziente ipossica, e  quindi gli ho detto che saresti tornata a casa dopo averla visitata. Stai tranquilla.
-Grazie mille Simon - feci un respiro di sollievo- Grazie mille.
-Non c’è bisogno di ringraziarmi-mi fece l’occhiolino- Vado a cambiarmi.-baciò di nuovo Emma - A dopo.
-A dopo.- Emma gli mandò un bacio da lontano e poi si rivolse a me- Vado a prendere la borsa e poi scendo in radiologia per vedere a che punto sono con quelle radiografie. Tu intanto va’ nella stanza per chi è di guardia e sdraiati per qualche minuto. Lo so che sei molto stanca. Hai bisogno di riposare- mi sorrise-ora più che mai.

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Capitolo 4
*** A friend is one of the best gift you can have... ***


 Seguii il suo consiglio. Andai nella stanza del medico di guardia e mi sdraiai su uno dei letti liberi. Non c’era nessun altro oltre a me.  Fissai il soffitto per qualche minuto,cercando di non pensare a tutte le paure che avevo in quel momento,a tutti i sentimenti che stavo provando. Ne stavo provando tantissimi…tutti diversi,tutti contemporaneamente. Ero felice,mi sentivo al settimo cielo…non riuscivo ancora a crederci…mi sembrava di aver inghiottito il mondo intero.  Ero anche molto molto spaventata. Cominciai a farmi mille domande. Molte di esse erano sciocche,ma in quel momento ero talmente stanca e impaurita che mi sembrarono sensate.
E se Mark l’avesse presa male? Se si fosse arrabbiato con me? Se non avesse voluto tenere il bambino? 
 Sapevo che non avevo motivo di preoccuparmi di quel genere di cose. Amavo Mark e  anche lui mi amava,l’aveva giurato davanti a Dio e ad una folla di persone,nel giorno del nostro matrimonio. Me lo ripeteva cento volte al giorno,dalla mattina quando mi svegliavo…fino alla sera,quando mi addormentavo, stretta tra le sue braccia. Mi sosteneva sempre e riusciva sempre a farmi sorridere,a tirarmi su. Era dolcissimo con me.  Sapevo che mi amava follemente, che non mi avrebbe mai fatto soffrire  e che non mi avrebbe mai costretta a interrompere la gravidanza. Sapevo che sarebbe stato felice come lo ero io,sapevo che quelle domande che mi stavano spaventando tanto erano stupide,sapevo che non avrei neanche dovuto farmele,sapevo di non avere motivo di soffrire come stavo facendo. Ma,nonostante sapessi tutte queste cose,nonostante sapessi che non dovevo preoccuparmi…un paio di lacrime mi rigarono le guance e in pochi secondi scoppiai a piangere.
Dieci minuti dopo,sentii bussare alla porta. Era Emma.
- Liz…sei li’ dentro?-chiese- Posso entrare?
Mi asciugai il viso in fretta. Non volevo che  Emma si preoccupasse per me più di quanto lo era già.
-Sì…sì- risposi – Entra pure.
Emma entrò nella stanza e mi si avvicinò.
- Ho la radiografia della tua paziente-mi sorrise- Ti va se andiamo di là a darle un’occhiata?
- Sì…-provai a sorridere a mia volta- Va…va bene.
- Liz…sei sicura di stare bene? Non hai una bella cera…
- Sono…sono solo un po’ stanca.
Non potevo crollare. Non potevo piangere davanti a lei. Si stava già preoccupando troppo per me. Le volevo molto bene…era la mia migliore amica. Non volevo che soffrisse a causa mia. Stava già facendo così tanto per me. Cercavo di sorriderle,di farle capire che stavo bene. Ma ero sicura che lei aveva già capito che non era così. Mi conosceva troppo bene,riusciva a capire quando le mentivo…riusciva a capire quando  c’era qualcosa che non andava… e riusciva sempre a farmi sorridere.
-Sei sicura che vada tutto bene?
- S…sì.
Emma mi guardò dritto negli occhi.
- Liz…tesoro…- mi mise un braccio intorno alle spalle- Cosa ti succede? Qual è il problema? Cosa c’è che non va? Su,raccontami tutto.
Scoppiai in lacrime una seconda volta. Emma mi abbracciò forte.
-Non ti fa bene agitarti così…-mi accarezzò i capelli- Qual è il problema? Su,dimmi tutto.
- Cosa…cosa succede se…se…
-Se? Dai,dimmi.
-Se Mark…se lui non vuole tenere il bambino? Se si arrabbia?
- Oh,Liz…-mi sorrise- Non devi neanche pensare a queste cose. Mark ti ama. Non ti farebbe mai soffrire,ti ama troppo per farlo.
- E se…se mi chiede di interrompere la gravidanza?
- Non lo farà. Liz,lui ti ama…e tu lo sai. Ti ama follemente e amerà allo stesso modo anche la bimba che porti in grembo.-mi asciugò le lacrime con un fazzoletto- E ora,per favore,smetti  di piangere. Fai male alla bambina,se ti agiti così.
Sorrisi. Ora non avevo più paura. Emma era riuscita a sistemare tutto,come sempre.
- Come sai che è una bambina? E’ troppo presto per saperlo,è solo di poche settimane.
-Non lo so…ho questa sensazione- sorrise-E poi…so che tu vorresti che fosse una bambina. Ho ragione?
-Sì.-sorrisi a mia volta- Vorrei tanto che fosse una bimba.
Mi accarezzai la pancia un’altra volta e poi mi alzai dal letto.
-Andiamo a controllare la radiografia della tua paziente?- Emma aprì la porta della stanza-Ce la fai?
-Certo.
Pochi minuti più tardi Emma ed io avevamo davanti la radiografia di Lauren.
-C’è un addensamento-lo indicai-Proprio qui.
-E’ polmonite anche secondo me- Emma prese la lastra- La faccio vedere al dottor Rhodes. E già su questo piano.
-Grazie.
Il dottor Rhodes confermò la nostra diagnosi e quindi  somministrai a Lauren una dose di Cefotaxime.
Appena uscii dalla sua stanza, il mio cercapersone cominciò a suonare. Scesi subito in Pediatria. 

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Capitolo 5
*** Are you still here? ***


- Susan…chiesi all’infermiera- Chi ha chiesto un consulto?
- La dottoressa Light. E’ in sala visita 2.
Mi diressi verso la stanza che mi era stata indicata. Conoscevo solo di vista la dottoressa Light,ma me l’avevano descritta come un medico molto preparato.
Entrai nella sala. Una ragazzina era seduta sul lettino e una donna alta e mora  la stava visitando.
-Buonasera…-dissi- Sono la dottoressa Johnson.
La dottoressa Light posò lo stetoscopio e mi si avvicinò.
-E’ lei l’ematologa? Ho chiesto di mandare qui qualcuno di Ematologia.
-Sì. Sono proprio io.-sorrisi- Dottoressa Elizabeth Johnson,tanto piacere.
Le porsi la mano e lei me la strinse.
-Dottoressa Rachel Light. Pediatra. Il piacere è mio.
Sorrisi.
-Come posso aiutarla?
-Intanto,mi piacerebbe che lei mi desse del tu. Le dispiace?
-Niente affatto. Anzi,ti sarei molto grata se anche tu lo facessi con me.-sorrisi di nuovo- Come posso aiutarti?
Rachel si avvicinò alla ragazzina.
-Amelia Collins,dodici anni. Ricoverata ieri per forti dolori addominali e problemi gastrointestinali. Dall’emocromo risulta una percentuale molto alta di megaloblasti.
-Posso vedere le sue analisi,per favore?
-Certo.-mi porse un foglio-Leggi pure.
Lessi attentamente il foglio.
- La bilirubina è un po’ alta. E gli eritrociti sono bassi. Credo che si tratti di anemia perniciosa.
-Cosa mi consigli di fare?
-Ripeti l’emocromo e fa’ uno striscio per controllare la forma degli eritrociti. Poi controlla se i valori del fattore di Castle sono nella norma. Se gli eritrociti sono ovali e ipocromici e se c’è una carenza del fattore antianemico, è un’anemia perniciosa. Si cura somministrando vitamina B12 e ferro.
-Ho capito.-riprese il foglio-Grazie mille Elizabeth. Mi sei stata di grande aiuto.
-Non c’è bisogno di ringraziarmi.-sorrisi di nuovo- Domani mattina darò un’occhiata più approfondita ad Amelia. Ora stacco.-mi avvicinai alla porta-Buonanotte Rachel.
-Buonanotte Elizabeth. Grazie ancora.
Sorrisi di nuovo e poi uscii dalla stanza.
Emma mi corse incontro. Sperai che non fosse arrabbiata. Non avevo proprio bisogno di litigare,ero già stanchissima.
- Elizabeth…-mi disse,preoccupatissima- Sono le dieci e mezza. Avresti dovuto staccare un’ora e mezzo fa.
-Lo so. Il fatto è che mi hanno chiamata per un consulto e ho finito adesso.
-Va bene. Ma ora,per favore,torna a casa. Devi riposare. E credo che tu debba fare due chiacchiere con Mark. Torna subito a casa,ti prego.
- Spero che vada tutto bene con Mark. Sono spaventatissima.
-Non hai motivo di preoccuparti. Andrà tutto benissimo,ne sono sicura. Vuoi che ti accompagni a casa? Hai bisogno di un po’ di sostegno morale?
La abbracciai forte. Le volevo davvero un sacco di bene. Ed ero fortunatissima ad avere un’amica come lei. Sapevo che lei ci sarebbe sempre stata per me,come io ci sarei sempre stata per lei. La lasciai andare dopo qualche minuto.
-No,grazie. Credo di farcela da sola. Ti ringrazio infinitamente per esserti offerta di aiutarmi.-le sorrisi- Ti voglio davvero bene.
- Anch’io te ne voglio.-mi prese per mano- Su,andiamo a casa.
-Non c’è bisogno che mi accompagni fino all’uscita. Scommetto che Simon è fuori ad aspettarti.  Corri da lui. Non preoccuparti per me.
- Devo accompagnarti e devo tenerti per mano- sorrise- E’ solo per essere sicura che non scappi di nuovo a visitare pazienti. E’ solo per assicurarmi che tu vada direttamente a casa senza fermarti ancora una volta.
-Va bene. Grazie mille.
Emma mi accompagnò fuori dall’ospedale. Le diedi la buonanotte. Poi mi misi in macchina e mi diressi dritta a casa.

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Capitolo 6
*** It's just a talk,calm down ***


 
Pensai a come dare la notizia a Mark per tutta la durata del viaggio verso casa. Alla fine decisi di dirglielo e basta,semplicemente.
Entrai in casa,appesi il cappotto e la sciarpa all’attaccapanni. Poi mi diressi in cucina,dove trovai Mark intento a preparare la cena.
-Ciao…-dissi- Che cosa stai preparando?
-Amore mio! Sei tornata finalmente! Temevo che non rientrassi più…
Posò sul tavolo la teglia che aveva in mano e mi si avvicinò. Mi strinse forte a sé e poi mi baciò dolcemente.  Mi lasciò andare dopo qualche minuto. Il potere che lui aveva su di me era incredibile.  Bastava un bacio come quello che mi aveva appena dato per farmi dimenticare tutte le paure e tutti i problemi che avevo. Mi bastava vederlo per sentirmi più tranquilla.  Per mia fortuna,questo suo potere funzionò anche quella sera. Infatti,appena le nostre labbra si staccarono,capii ancora meglio di prima quanto lui mi amasse.  Mi convinsi una volta per tutte che Mark mi amava follemente e che sarebbe stato felicissimo,una volta che gli avrei detto che aspettavo un bambino.
-Mi dispiace averti fatto preoccupare- giocherellai per un po’ con i miei guanti- C’è stata un’emergenza con una mia paziente. E poi mi hanno chiamata per un consulto.
-Non preoccuparti tesoro- sorrise- Simon mi ha parlato della tua paziente.-si sedette accanto a me- Mi dispiace per stamattina. Mi hanno chiamato per un intervento d’urgenza.
-Non devi dispiacerti-sorrisi,a mia volta- Com’è andata la tua craniotomia?
-C’è stata una complicazione durante l’intervento. Il cuore del paziente si è fermato per qualche secondo. Per fortuna siamo riusciti a farlo ripartire e ho potuto continuare a rovistargli nel cervello. Prima di andarmene gli ho dato un’occhiata. Le sue analisi postoperatorie sono buone e credo che si rimetterà presto.
-Sono contenta che sia andato tutto bene.-mi tolsi i guanti- Cosa c’è per cena?
- Lasagne- si avvicinò al forno- Cinque minuti e sono pronte.
Sorrisi ancora una volta.  Raccolsi tutto il coraggio che avevo in quel momento,feci un respiro profondo,e mi ripetei che non avevo motivo di preoccuparmi.
- Mark…io…-cominciai- io devo dirti una cosa molto importante.
Mi si avvicinò.
-Dimmi tutto tesoro- si sedette e mi guardò- Ti ascolto.
- Il fatto è che non…non so proprio come…come dirtelo.
- Non aver paura. Non ti mangio- sorrise- Dillo e basta.
Feci un altro respiro profondo e ricordai a me stessa che Mark mi amava e che sarebbe stato contentissimo quando gli avrei dato la notizia.
- Ok- provai a sorridere- Il fatto è che…che…
- Elizabeth…amore mio…-mi sorrise di nuovo- Su,dimmi. Non preoccuparti. Non ti mangerò.
Guardai Mark dritto negli occhi. Credevo di non riuscire a dirglielo esplicitamente,a parole. Decisi di andare a prendere il mio emocromo e di fare in modo che lo capisse da solo. Poi…non so come successe,non so dove trovai il coraggio. Mi stavo alzando dalla sedia per andare a prendere le analisi quando all’improvviso udii me stessa dire:
- Il fatto è che aspetto un bambino. Diventerai papà.
L’avevo detto. Non riuscivo a credere di esserci riuscita. Era come se il mio cervello avesse capito che mi trovavo in difficoltà e avesse ordinato alla mia bocca di parlare,di sua volontà. Ritornai me stessa dopo qualche secondo. Cercai di sorridere,nonostante stessi tremando di paura. Nonostante avessi paura della reazione che Mark avrebbe avuto.
Presi la mia borsa. Mi tremavano le mani e mi ci volle qualche minuto per riuscire ad aprirla. Ci rovistai dentro e dopo qualche secondo trovai quello che cercavo e lo tirai fuori.
-Laura mi ha fatto un’ecografia.
Sorrisi e feci vedere a Mark la prima fotografia del nostro angioletto. La guardò per qualche secondo. Non sorrise. Rimase solo a fissare l’ecografia per qualche minuto,senza dire una parola. Mi spaventai a morte. Pensai di averlo fatto arrabbiare,pensai che non volesse tenere il bambino. Pensai che non mi amasse più. Trattenni le lacrime,facendo un sforzo più grande di me.
-Non…non dici niente?- domandai,con voce flebile- Lo so che forse non è il momento giusto…-deglutii,spaventatissima- se…se vuoi posso…posso…
Non riuscii a  finire la frase. Mark mi abbracciò forte e mi baciò come non aveva mai fatto prima.
-Ti amo…ti amo, Elizabeth - mi disse.
Mi strinsi forte a lui e finalmente riuscii a smettere di tremare come una foglia.  Finalmente riuscii a respirare,a tirare un  sospiro di  sollievo. Finalmente il peso che mi aveva schiacciata per tutta la giornata…tutte le preoccupazioni  che  si erano rovesciate su di me come un’ onda,come un enorme  macigno mentre tentavo di riposare poche ore prima, tutto parve dissolversi…svanire. Finalmente,mentre ero al riparo tra le braccia di Mark,mi sentii veramente a casa…mi sentii al sicuro da ogni pericolo.
  Improvvisamente mi tornò la voce, voce che,fino a pochi minuti,credevo di aver perso.
-Anch’io ti amo Mark.- dissi- Anch’io ti amo.
Senza neanche rendermene conto,mentre  ero abbracciata a Mark,talmente vicina al suo petto da riuscire a sentire nitidamente il battito del suo cuore,mi sentii le guance bagnate. Mi toccai una guancia con un dito e mi accorsi di stare piangendo. Le lacrime di spavento che fino a pochi minuti prima avevo lottato tanto per trattenere,trasformatesi finalmente in lacrime di gioia ed emozione,in quel momento mi stavano rigando le guance.
Mi misi una mano sulla pancia e Mark posò la mano destra sopra la mia,in modo che le nostre dita si intrecciassero le une alle altre.
-Piccola correzione- sorrise- Viamo.
E mi baciò un’altra volta.

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Capitolo 7
*** Time flies... ***


Author's Note: Prima di tutto voglio ringraziare chi ha letto la storia,chi l'ha inserita nelle preferite e  soprattutto lulubellula che,con la pazienza e la dolcezza di un angelo, ha trovato un po' di tempo per lasciare splendide recensioni..nonostante tutti i suoi impegni. So,thank you..so so much,you always make my day.
Fino a cinque minuti fa,pensavo di finire qui questa storia..stavo per cambiarne lo stato,quando ho pensato che forse potevo aggiungerci qualche altro capitoletto.
So...here you are! Hope you'll enjoy;)    Liz

 "  Faceva un caldo da morire e,pur non capendo assolutamente nulla di meteorologia e temperature,credevo di poter affermare con sicurezza che quella mattina a New York,il termometro toccasse quasi i 40 gradi…c’era un caldo insopportabile. Ero nella nostra stanza da letto,distesa sul letto ad occhi chiusi. Avevo gli occhi chiusi,ma non stavo dormendo. Stavo pensando. Stavo pensando a moltissime cose. Pensavo al fatto che ormai era luglio e che,quindi,la gravidanza era quasi giunta al termine,pensavo al fatto che dì lì a pochi giorni sarei diventata mamma. Mio Dio,non riuscivo ancora a crederci…cioè..io sarei diventata mamma,io avrei presto avuto una bimba da crescere,una bimba a cui insegnare tutto quello che sapevo…una piccola principessina,che sarebbe stata sicuramente bellissima e che avrebbe di sicuro rallegrato tutti con lo splendido sorriso che avrebbe avuto. Speravo che non prendesse quasi nulla da me e che invece assomigliasse molto a Mark…speravo che avesse i suoi stessi occhi azzurri,quegli occhi dolcissimi  che io amavo guardare, quel suo sguardo che aveva su di me un effetto straordinario,che riusciva a rallegrarmi e a distrarmi da ogni preoccupazione,grande o piccola che fosse. Speravo che la nostra piccolina avesse i suoi stessi capelli color miele e soprattutto che ereditasse il suo carattere e non il mio. Comunque ero certa che fosse bellissima già da quel momento e,ovviamente,le volevo già un sacco di bene. La amavo più di ogni altra cosa al mondo. L’avevo amata fin dal primo momento,l’avevo amata fin da quando,quasi nove mesi prima,mi ero sentita male in sala prelievi e poi avevo scoperto di aspettarla. Tenendo gli occhi ancora chiusi,allungai il braccio e mi accarezzai dolcemente la pancia,quasi come se volessi convincermi  che tutto stava accadendo per davvero. Poco dopo sentii la bimba scalciare. Sentii il suo minuscolo piedino che si muoveva dentro di me,che sembrava quasi battere contro la mia mano…e capii che non si trattava di un sogno dal quale,da un momento all’altro,mi sarei potuta svegliare,capii che era tutto vero.
- Elizabeth…amore mio…
La voce di Mark,quella voce calda e più dolce dello zucchero,interruppe l’interminabile flusso dei miei pensieri. Pochi secondi più tardi sentii il rumore di un vassoio  che  veniva appoggiato sul comodino. Poi sentii le  sue mani che mi accarezzavano il viso con dolcezza, come per togliermi i capelli dagli occhi,sentii le sue labbra che si posavano sulla mia guancia per darmi un bacio dolce e pieno d’amore.
-…tesoro mio…sei sveglia?
- Mmmm…
Aprii lentamente un  occhio e poi anche l’altro. Mark era semi sdraiato  accanto a me,dalla sua parte del letto. Mi guardava e mi sorrideva. Mi accarezzò i capelli e mi baciò nuovamente,questa volta sulle labbra.
- Buongiorno,tesoro – gli dissi con un sorriso,una volta che le nostre labbra si furono staccate- E grazie per il bacio di prima.
- Di nulla- mi sorrise nuovamente- Sono contento che tu l’abbia sentito. Credevo che stessi dormendo e temevo che non fossi riuscita a sentirlo.
- Non dormivo. Avevo solo gli occhi chiusi. Stavo pensando.
-Ah,davvero?- mi si avvicinò ancora un po’- E a cosa stavi pensando?
-Pensavo ad un sacco di cose. Pensavo al fatto che presto diventeremo genitori,al fatto che prestissimo una bellissima bimba entrerà nelle nostre vite.
Sorrisi e mi accarezzai di nuovo la pancia.
-Ci pensi? Mark…stiamo per diventare genitori…non mi sembra vero,mio Dio…
- Non sembra vero neanche a me,Elizabeth. Mi sembra troppo bello per essere vero. Ma è la realtà,tesoro.- continuò a sorridermi- A quanto pare, sono stato talmente buono da meritare una moglie bellissima…
Diventai rossa e Mark mi baciò sulla fronte.
-… e una splendida bambina.
A quel punto,Mark mi accarezzò la pancia. Poi vi posò sopra le labbra e la baciò con infinita delicatezza,convintissimo che la piccola riuscisse a sentirlo,nonostante  ci fossero la placenta,il liquido amniotico,la mia pelle e tutte le altre membrane che avevano il compito di proteggerla e di separarla dal mondo esterno.
-Aspetta un secondo…-rifletté,continuando a tenere una mano posata sulla mia pancia-…chi ha detto che è una bambina? Potrebbe anche essere un maschietto…sì,potrebbe essere un bel maschietto al quale potrei insegnare a giocare a football e a grigliare gli hamburger…poi potremmo andare insieme allo stadio a vedere le partite dei Bears..e poi…
Sorrisi ascoltando  i suoi progetti.
- Mi dispiace contraddirti,tesoro.-replicai- Ma sono più che sicura che qui dentro- mi posai entrambe le mani sulla pancia- c’è una principessina e non un principino. So che è una femminuccia. Fidati di me. Ne sono più che certa.
- E come fai ad esserne così sicura?- mi guardò in un modo che,a suo parere,avrebbe dovuto farmi sentire colpevole- Hai sbirciato durante l’ultima ecografia,rompendo il nostro patto? Oppure hai convinto Laura a dirtelo e l’hai costretta ad infrangere la promessa che le abbiamo fatto fare mesi fa?
Mark aprì il cassetto del comodino e ne estrasse una lucina,come quelle che entrambi usavamo spesso per controllare i riflessi oculari dei nostri pazienti. Non avevo idea di come quella lucina avesse potuto finire lì…era un mistero per me. La accese e la puntò verso di me,come se si trattasse di una torcia e come se ci trovassimo in una stazione di polizia durante un interrogatorio… proprio come se lui fosse il commissario e io invece vestissi i panni della colpevole che era stata appena scoperta.
-Coraggio,confessa,donna!- esclamò con finta severità,continuando a tenere la lucina puntata verso il mio volto- Confessa la tua colpevolezza!
Risi.
- Non ho niente da confessare,caro comandante- gli tolsi la lucina dalle mani- Non ho infranto nessun patto,non ho sbirciato durante le ecografie e non ho nemmeno corrotto Laura a infrangere la promessa. Lo so e basta. Lo sento. Intuito femminile.
- Ok. Per questa volta ti credo,Lizzie.
-Per  questa volta?- feci una faccia delusa e gli tirai un cuscino- Tu dovresti fidarti sempre di me. Sono  tua moglie,non potrei mai mentirti o tradirti in alcun modo. Ti amo. Ti amo troppo per farti soffrire.
- Lo so. Scherzavo!- mi tirò indietro il cuscino- Ti credo,Lizzie e ti crederò sempre. Ti amo ora e ti amerò per tutta la vita.
E mi baciò sulle labbra una seconda volta."

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Capitolo 8
*** Very sweet breakfast... ***


Quando le nostre labbra si staccarono,pochi secondi più tardi, feci una strana espressione e mi portai nuovamente la mano alla pancia. Infatti la bimba mi aveva appena tirato un calcetto molto più forte del precedente. Dovevo per forza avere  una faccia che lasciava trasparire la mia sofferenza,perché Mark,due secondi dopo avermi guardato negli occhi,si affrettò a posare la sua mano sulla mia e a stringermi forte le dita.
-Non preoccuparti,Mark – replicai alcuni secondi più tardi,quando la piccola si fu calmata- E’ passato tutto,ora. Sto bene.- sorrisi- Stiamo bene.
- Cos’è stato?- lo vidi cambiare colore,improvvisamente- Era una contrazione?
- Oh,no. –sorrisi una seconda volta,tentando di rassicurarlo- E’ solo che la piccolina mi ha appena tirato un calcetto più forte di quelli che mi tira di solito. Calmati.
- Grazie al Cielo – sospirò di sollievo e poi mi sorrise – Sei sempre testarda,eh?
-Ebbene sì. Lo sono. Ma perché me l’hai chiesto?
- Tesoro,ti ho già detto che è un maschietto e non una femminuccia.
- E io ti ho appena spiegato che so per certo che è una bambina.Ne sono sicurissima. Rassegnati. –replicai- Comunque credo che la piccola abbia appena cercato di farci capire che ha voglia di fare colazione.
- A dire la verità,credo che non sia il bambino...
- O la bambina…-precisai con una strizzata d’occhio.
-…o la bambina- mi sorrise- ad avere voglia di mangiare. Credo che sia la sua mamma quella che ha fame. Ho ragione?
- Beh…diciamo che siamo entrambe molto affamate.
-A questo posso rimediare subito.- prese il vassoio di cui avevo sentito il rumore pochi minuti prima e lo posò di fronte a me- Ecco qui la colazione,Lizzie.
 Guardai il vassoio,stracarico di cibo. C’era un piatto colmo di pane tostato con  sopra uno strato di crema al cioccolato alto almeno un centimetro. Accanto a quest’ultimo,poi, c’era un bicchiere di spremuta d’arancia e una caraffa piena del medesimo liquido.  Sospirai,appena vidi quel succo. Infatti,avrei voluto bere un caffè ma,dato che la caffeina avrebbe potuto nuocere alla salute della bimba, dovevo accontentarmi dei succhi di frutta o di altre bevande fino alla fine dell’allattamento.    Distolsi  lo sguardo dalla caraffa e  spostai gli occhi sul resto del cibo posto sul vassoio.Vidi che su un altro piatto c’erano alcune brioches ripiene di marmellata e spolverizzate di zucchero a velo. Inoltre,come ultima cosa, notai con un sorriso che   un angolo del vassoio era occupato da un vaso che conteneva un paio di rose bianche.
Sorrisi.
- Ti ho già detto che ti amo...- guardai Mark e presi una fetta di pane tostato-...vero?
- Sì,l’hai fatto.- si versò un bicchiere di spremuta d’arancia e ne bevve un sorso- Ma non mi dispiacerebbe affatto sentirmelo dire un’altra volta
- Ti amo.-  feci un gran sorriso e poi staccai  mezza fetta di pane tostato con un solo morso- Ma come facevi a sapere che avevo voglia di crema di cioccolato?
- E’ semplice. Sono tuo marito e di conseguenza so tutto di te.-mi pulì la bocca sporca di cioccolato con un tovagliolo- Incluso il fatto che dipendi dal cioccolato.
 Alcuni minuti più tardi,mentre stavo attaccando una brioche con marmellata di albicocche,un cercapersone cominciò a suonare. Era il cercapersone di Mark: non poteva trattarsi del mio,in quanto  in  quel momento ero in congedo per maternità. Ormai non lavoravo da quasi un mese. Il mio lavoro mi mancava terribilmente e avevo l’assurda paura di dimenticare tutto quello che  sapevo...avevo paura che quando sarei tornata al lavoro,non avrei più saputo fare un aspirato midollare o una biopsia o non mi sarei ricordata più come curare un’anemia falciforme o come diagnosticarla.  Sorrisi.
-Perché stai sorridendo?-mi domandò Mark prendendo il suo cercapersone- Speravi che fosse il tuo,vero?
-Oh,no –mi morsi il labbro- Cioè...per un momento l’ho sperato,nonostante sapessi già che non poteva essere il mio. Mi manca tantissimo il mio lavoro –ammisi- E,a dire la verità, ho paura di dimenticare tutto durante questo periodo di pausa forzata.
Mark era perplesso.
-Dimenticare tutto?
- Sì. A dire la verità, sono spaventatissima. Temo che quando ritornerò a lavorare non ricorderò più nulla,che non ricorderò più come fare una biopsia...o...come curare un’anemia sideropenica...o...o come leggere ed interpretare un emocromo...- sorrisi debolmente e mi accarezzai la pancia,per l’ennesima volta – Ma questa vacanza forzata serve per far stare bene la nostra bimba,quindi sono contenta di non lavorare per un periodo,nonostante tutte le preoccupazioni che questo congedo mi procura.
Mark rise.
-Oh,tesoro. Tu? Dimenticare tutto?
Annuii,con un sospiro.
-Prima ho sorriso perché mi sono ricordata che mi accadeva esattamente la stessa  identica cosa quando ero una studentessa. Ogni  volta,durante le vacanze estive,avevo paura che una volta tornata tra i banchi,non avrei più saputo fare nulla e che i miei voti sarebbero precipitati,non permettendomi di prendere un diploma decente e di entrare a Medicina. Per rincuorarmi,allora,guardavo E.R. e dopo traducevo qualche riga di greco o di latino,nonostante lo trovassi tanto utile quanto difficile.
-E poi? Alla fine delle vacanze,quando tornavi tra i banchi eri ancora in grado di tradurre? O non ricordavi più nulla?
-Beh...-ammisi,arrossendo- All’inizio mi spaventavo perché mi sembrava di non ricordare neanche le basi...ma poi...non so come succedeva,ma riuscivo sempre a tradurre più o meno bene.
- Visto? – mi sorrise- Tu non dimenticherai nulla,Elizabeth. Non dimenticherai niente...ti sembrerà di averlo fatto,ma dopo pochi minuti dal tuo arrivo in reparto,ti ricorderai ogni singola cosa...proprio come ti succedeva alle superiori. Ti verrà tutto automatico,stai tranquilla. Ami il tuo lavoro e quindi...
Non lo lasciai finire di parlare. Mi buttai tra le sue braccia,stando ben attenta a non far cadere quel che restava della colazione sulle lenzuola candide del letto, e poi lo baciai sulle labbra,molto delicatamente.
Era buffo. Fino a ...mmmmm... circa tre anni prima,quando io e Mark c’eravamo innamorati mentre lavoravamo insieme su un caso complicato,io non avevo mai avuto un appuntamento(tranne una cena con un mio compagno di classe quando avevo appena otto anni,ma ovviamente quello non contava)né avevo mai  baciato un ragazzo. A dire la verità,credevo che sarei rimasta zitella a vita a causa della mia timidezza,del mio essere molto riservata e del fatto che non ero esattamente miss America. Poi avevo conosciuto Mark e...era stato una specie di colpo di fulmine. La cosa più assurda stava nel fatto che fosse accaduto...in modo così naturale,nonostante io fossi totalmente ignorante riguardo quel genere di cose.

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