Amitié, amour et famille

di Lila_88
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7 ***
Capitolo 8: *** Capitolo 8 ***
Capitolo 9: *** Capitolo 9 ***
Capitolo 10: *** Capitolo 10 ***
Capitolo 11: *** Capitolo 11 ***
Capitolo 12: *** Capitolo 12 ***
Capitolo 13: *** Capitolo 13 ***
Capitolo 14: *** Capitolo 14 ***
Capitolo 15: *** Capitolo 15 ***
Capitolo 16: *** Capitolo 16 ***
Capitolo 17: *** Capitolo 17 ***
Capitolo 18: *** Capitolo 18 ***
Capitolo 19: *** Capitolo 19 ***
Capitolo 20: *** Capitolo 20 ***
Capitolo 21: *** Capitolo 21 ***
Capitolo 22: *** Capitolo 22 ***
Capitolo 23: *** Capitolo 23 ***
Capitolo 24: *** Capitolo 24 ***
Capitolo 25: *** Epilogo ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


AMITIE', AMOUR ET FAMILLE





CAPITOLO 1


Quando Nicolas e José rientrarono a casa quel giorno, dopo aver terminato le prove con Olivier e Christophe, trovarono le ragazze che studiavano in salotto. Nicolas andò a baciare la sua Hélène, mentre José si sedette sul divano, salutando con un generico ‘ciao ragazze’ e ignorando Benedicte. Laly notò la cosa e, soprattutto, notò quanto la ragazza ci rimase male. Quando si accorse di essere osservata, Benedicte alzò lo sguardo su Laly e le sorrise imbarazzata. Poi radunò i suoi appunti, sparsi sul tavolo, e uscì dalla stanza. Laly guardò con occhi accusatori José. Quest’ultimo, infastidito dagli sguardi insistenti della ragazza, la affrontò.

“Che cosa c’è?”

La ragazza aggrottò la fronte, poi si alzò e si fermò davanti a lui, con le mani sui fianchi.

“Ti costa così tanto dire ciao alla tua ragazza, quando entri in casa? Sono giorni che sei scortese con lei!”

“E, dimmi un po’, a te costa tanto farti gli affari tuoi?”

José non le lasciò il tempo di ribattere, perché si alzò e lasciò anche lui la stanza, per dirigersi verso l’uscita dell’appartamento. Laly si rivolse stupita ad Hélène e Nicolas che erano stati spettatori silenziosi del breve scambio di battute fra i due.

“No, ma dico, vi sembra normale? Si può sapere cosa gli prende? E’ così strano, ultimamente!”

“Credo che fra lui e Benedicte stia succedendo qualcosa. Magari hanno discusso.”

“Beh, non è un buon motivo per comportarsi in questo modo! Avete visto come mi ha risposto?!”

Nicolas si schiarì la voce, prima di esprimere la sua opinione.

“Forse non vuole... intromissioni altrui. Se veramente è una cosa che riguarda lui e Benedicte, probabilmente non ha piacere che ci venga messa bocca da altre persone.”

“Stai dicendo che sono una ficcanaso?”

“Sto dicendo che se eviti di fargli domande, non rischi che ti risponda male.”

Laly non sapeva se essere più indignata perché José le aveva risposto male, oppure perché Nicolas le aveva appena dato della ficcanaso. Ad Hélène, tuttavia, la sua faccia parve così buffa che non riuscì a trattenere un sorriso. Si avvicinò all’amica, prendendola a braccetto, prima di voltarsi di nuovo verso Nicolas.

“Perché non vai a cercare José, mentre noi andiamo a chiedere a Benedicte se vuole un succo di frutta?”

“Va bene.”

Nicolas prese la propria giacca e le lasciò sole. Prima di andare a cercare Benedicte, Laly volle fare una domanda all’amica.

“Ma non è intromettersi anche questo?”

“No. Andiamo solo a chiedere a Benedicte se ha sete. Senza fare domande, ricorda. Se vorrà parlarci di quello che sta succedendo, ce lo dirà lei.”

Laly annuì, poco convinta. Quando bussarono alla camera di Benedicte dovettero aspettare qualche momento, prima che la ragazza aprisse la porta con gli occhi di chi ha appena pianto.

“Tutto bene Benedicte?”

Hélène fulminò con lo sguardo Laly, che fece un gesto di scusa. Non era riuscita a trattenersi.  


/***/


Nicolas riuscì a trovare José nel bar vicino a casa. Si sedette davanti a lui, che lo guardò in cagnesco.

“Se sei venuto per fare domande, puoi anche tornare a casa.”

“No, l’unica cosa che volevo sapere è sei hai già ordinato. Ma se vuoi non te lo chiedo!”

L’espressione di José si ammorbidì leggermente.

“No, non ancora.”

Nicolas chiamò il cameriere e ordinò due birre, dopodiché lo guardò di sottecchi.

“Lo so che Laly, a volte, sa essere snervante, ma non lo fa con cattiveria.”

“Non mi va di parlarne, però credo che a volte sia un po’ troppo impicciona... Mi ricorda tanto Johanna, quando fa così!”

Nicolas rise.

“Già! In effetti...”

Finalmente, anche José si rilassò, sorridendo.


/***/


Quella sera la cena passò per lo più in silenzio. Dopo che le ragazze ebbero riassettato la cucina, si spostarono tutti in salotto. Fuori aveva iniziato a piovere.

“Allora, Laly, hai notizie di Sebastien?”

“Si, ha detto che lui e la sua famiglia sono a Milano, in questi giorni. Il Duomo della città è bellissimo.”

“Ah, e quando torna te lo ha detto?”

“Penso che non rientrerà prima di dieci giorni.”

“Beh, spero che passi in fretta il tempo, perché fare le prove senza il bassista è una palla, vero José?”

Il ragazzo si limitò ad annuire. Il campanello li fece voltare tutti verso l’ingresso.

“Ma chi può essere?”

“Forse è Natalie, oggi avevamo appuntamento alla palestra, ma non si è vista.”

“Vado io.”

Laly si alzò e si diresse verso la porta di ingresso. Quando aprì e si ritrovò davanti il giovane che aveva suonato, rimase senza parole per qualche istante, prima di scoppiare a ridere, mettendosi una mano davanti alla bocca.

“Oh mio Dio, non posso crederci!!!”

I ragazzi furono attirati dalla curiosità e rimasero altrettanto sorpresi vedendo Christian, zuppo di pioggia, che li osservava sorridente.

“Ciao a tutti. So che non mi aspettavate, ma posso chiedervi di farmi entrare? Sapete, mi sento un po’... bagnato, qui fuori.”

“Ma certo! Prego”

Laly si fece da parte. Tutti erano felici di quella visita inaspettata. Tutti tranne José, che con sguardo duro fissava Benedicte. La ragazza abbassò lo sguardo, con aria rammaricata.




/***/ Questa è la storia che sto preparando da tempo, cercando di pianificarla secondo un mio schema. Un altro capitolo è pronto e lo posto domani e un terzo è già in lavorazione. Spero che vi piaccia! /***/

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


CAPITOLO 2


Nicolas aveva dato una maglietta e un paio di calzoni dei suoi a Christian. Era evidente che le taglie non corrispondevano, ma almeno erano abiti asciutti. Christian era seduto sul divano, fra Hélène e Nicolas. Laly sedeva su uno dei braccioli laterali, mentre Benedicte si era accomodata sulla poltrona. José era rimasto leggermente in disparte, in piedi contro la parete del salotto. Sembrava non fosse troppo contento di rivedere il vecchio compagno della band. Al contrario di Nicolas, che era molto felice di rivederlo.

“Allora, Christian, come stai? Sono quasi due anni, se non mi sbaglio, che di te non avevamo più notizie.”

“Già... Infatti, vorrei per prima cosa chiedervi scusa per il modo in cui sono sparito, così, su due piedi.”

“Dovresti le tue scuse soprattutto a Linda.”

“E a Johanna”

Nicolas guardò le ragazze in modo un po’ corrucciato.

“Ragazze...”

“No, Nicolas. Hanno ragione. Tuttavia, Linda è in Giappone e Johanna in Texas, per cui ho pensato di iniziare da voi.”

“Ah, vedo che sei abbastanza informato. Quindi, ti sei messo in contatto con loro?”

Christian lanciò uno sguardo veloce a Benedicte, che fece un debole sorriso, abbassando lo sguardo.

“Qualche mese dopo aver lasciato l’università e il gruppo, ho contattato Benedicte. Lei mi ha raccontato tutto quello che era successo dopo la mia fuga.”

“Ma certo, mi pare ovvio!”

Tutti si voltarono verso José, che non aveva aperto bocca dall’arrivo di Christian fino a quel momento. Il ragazzo lanciò uno sguardo accusatorio verso Benedicte, per poi lasciare il salotto, palesemente furioso. I ragazzi si guardarono imbarazzati, mentre Benedicte era in evidente imbarazzo. Christian si schiarì la voce.

“Spero di non aver detto niente di male.”

“No, non preoccuparti, Christian. E’ una questione fra me e lui. Niente di grave”

“Non ci giurerei... Insomma, sono giorni che...”

Un’occhiataccia di Hélène bastò a Laly per capire che non era il caso di continuare.

“Scusate. Insomma, Benedicte, perché non ci hai detto che Christian si era fatto vivo?”

“Me la chiesto lui di non dirvi niente.”

“Perché?”

Fu Christian, questa volta, a rispondere.

“Ho chiamato Benedicte perché volevo sapere come andavano le cose. Quando mi ha detto che Linda aveva perso il bambino e Johanna era rientrata definitivamente in Texas non me la sono sentita di tornare. Mi sentivo uno schifo per quello che avevo fatto.”

Christian abbassò lo sguardo e non fu difficile per i suoi amici capire che il periodo che doveva aver affrontato in seguito non doveva essere stato dei migliori. Hélène pensò dunque che, forse, cambiare discorso sarebbe stato meglio.

“E adesso che cosa fai Christian? Sei a Parigi di passaggio, o pensi di fermarti?”

“A dire la verità, sono tornato per restare. Sono iscritto ad una scuola di fotografia, una delle più prestigiose della Francia. Sapete, un anno fa ho fatto un corso e mi sono appassionato. Inoltre, ho avuto fortuna, perché questo istituto è a numero chiuso, ma ce l’ho fatta ad essere ammesso!”.

“Aspetta, non starai parlando della scuola di Philip Besson?”

“Si, la conosci, Nicolas?”

“Certo che la conosco! E’ la stessa scuola a cui mi sono iscritto il mese scorso!”

“Dici sul serio? Allora saremo di nuovo compagni di corso? E’ fantastico!”

Nicolas diede una pacca sulla spalla a Christian. Era davvero felice di aver ritrovato l’amico. Benedicte si congedò dal gruppo, dicendo che la mattina dopo doveva essere in facoltà presto. Gli altri, invece, rimasero ancora seduti a parlare per un po’, finché Christian non buttò un occhio sull’orologio.

“Ragazzi, si è fatto tardi. Penso che sia arrivato il momento di andare.”

“Dove abiti?”

“Per il momento in albergo. Sono rientrato in città da pochi giorni,non ho ancora trovato un appartamento.”

Hélène, Laly e Nicolas si scambiarono uno sguardo, poi il ragazzo prese la parola.

“Senti, noi abbiamo una stanza libera. Se ti va, puoi trasferirti qui.”

“Cosa? Dite sul serio?”

“Ma certo! Eravamo alla ricerca di un nuovo inquilino, ci farebbe davvero piacere se fossi tu!”

“Sarebbe fantastico!”


/***/


Benedicte entrò nella camera da letto cercando di non fare rumore. Probabilmente José era già a letto e non voleva svegliarlo, soprattutto voleva evitare di discutere ancora con lui. José, tuttavia, era ancora sveglio, seduto sul davanzale a guardare un punto indefinito al di fuori della finestra. Quando lei chiuse la porta dietro di sé, si voltò per un attimo a guardarla, per poi riportare lo sguardo altrove.

“L’altro giorno,quando mi hai raccontato della tua relazione con lui, mi avevi detto che era l’ultimo segreto che c’era fra di noi. Non avevi accennato, però, di essere rimasta in contatto con lui anche dopo la sua partenza.”

“Perché non c’entra niente con quello che era successo fra di noi. Mi ha chiamato per sapere di Linda e Johanna. Niente a che vedere con me.”

“Vi siete sentiti ancora?”

“No, c’è stata solo quella telefonata, poi di lui non ho avuto più notizie.”

“Quindi non sapevi che era tornato e che sarebbe venuto qui?”

“No, José, certo che no!”

“Sai, perché trovo veramente bizzarra la coincidenza. Tu che mi racconti della vostra relazione clandestina e lui che ricompare dal nulla poco dopo.”

Benedicte sospirò. Quando qualche giorno prima aveva deciso di parlare a cuore aperto con José, credeva di fare la cosa giusta. Così aveva deciso di raccontargli della storia che aveva avuto con Christian. Per lei era stata importante, l’unico motivo per cui si era fatta da parte perché sapeva che Christian amava troppo Johanna per lasciarla. Sapeva di aver fatto la cosa giusta. Il rimpianto che le era rimasto, da allora, era quello di aver taciuto la cosa con il suo ragazzo, facendo finta che non fosse mai successo. Adesso che si era decisa ad essere totalmente sincera e aveva confessato, non era più altrettanto sicura che fosse stata la cosa giusta. José l’aveva presa male e il fatto che Christian avesse deciso di tornare proprio in quel momento certo non aiutava.  

“Ascolta, José, se ti ho raccontato tutto è perché volevo liberarmi di questo peso. Io ti amo, amo soltanto te e la sola cosa che voglio, in questo momento, è che fra noi le cose si aggiustino.”

“Beh, io ho bisogno di tempo.”

Detto questo, José si alzò e si diresse verso la porta, superando Benedicte, che lo guardò interrogativa.

“Dove vai?”

“Vado a dormire nella stanza di Manuela.”

Non le lasciò il tempo di rispondere ed uscì.


/***/


La mattina dopo, Hélène sorprese José nella stanza che, fino a poco tempo prima, era stata occupata da Manuela. Il ragazzo era intento a rifare il letto.

“Ops, scusami, José!”

“Non preoccuparti. Avrei dovuto avvertire che dormivo qui.”

Solo allora, José notò che Hélène aveva fra le mani della biancheria pulita. La ragazza sembrava leggermente imbarazzata.

“Senti, José, non voglio di certo intromettermi nelle tue cose... Ma vorrei sapere se dormi spesso qui oppure se si è trattato di un caso. Te lo chiedo perché la camera non sarebbe più libera da oggi.”

“Che vuol dire? Torna Manuela?”

“No. A dire la verità abbiamo chiesto a Christian di trasferirsi qui e lui ha accettato.”

“Che cosa? Christian viene a stare da noi?”

“Si, perché è un problema?”

“Beh, pensavo che certe decisioni andassero prese tutti assieme!”.

Hélène era sorpresa della reazione di José.

“Dopo la partenza di Manuela, avevamo deciso di metterci alla ricerca di un altro inquilino, così da mantenere le stesse spese. Così ieri sera, parlando con Christian, ci ha detto che alloggiava in un hotel e, visto che resterà a Parigi per diverso tempo, gli abbiamo chiesto di venire qui. Meglio lui che un estraneo, no? Credevo non sarebbe stato un problema per te e Benedicte.”

“Oh, per lei non lo sarà di certo!”

“Ma José... Non capisco...”

“Lascia perdere, non c’è nessun problema, tolgo subito le mie cose. Anzi, scusami.”

Hélène rimase da sola, con ancora la biancheria pulita fra le mani. Le veniva solo una cosa che potesse giustificare l’astio di José nei confronti di Christian. Doveva parlare con Benedicte.


/***/


Nicolas bussò alla porta numero 156 dell’hotel in cui Christian alloggiava. L’amico gli aprì e lo lasciò entrare.

“Allora, fatte le valigie?”

“Si, sono quasi pronto. Siediti pure. Ti ringrazio di essere venuto a prendermi.”

“Figurati. La macchina è di sicuro più comoda della moto per il trasloco. A proposito, da quando ne hai una?”

Christian sorrise. Conosceva bene Nicolas e sapeva che quella era una delle molte domande che stava per porgli.

“L’ho comprata a Nizza, dove mi sono trasferito l’anno scorso. Diciamo che avevo voglia di fare dei cambiamenti alla mia vita e quella sembrava un buon inizio.”

Nicolas annuì, continuando a osservarlo pensieroso. Christian finì di mettere alcune cose in un borsone, prima di chiudere la zip e di posarlo a terra, vicino agli altri bagagli già pronti.

“E così sei stato per un po’ di tempo a Nizza.”

“Già. E’ lì che ho frequentato il corso di fotografia di cui parlavo ieri sera.”

“Anche quello faceva parte dei cambiamenti che volevi per la tua vita?”

“Si. Ho pensato che dovevo decidere cosa fare nella vita e mi è capitata quell’opportunità”

“E’ una buona cosa. Hai esplorato altre opportunità, prima di buttarti sulla fotografia?”

“Ok, Nicolas, fammi la domanda intorno alla quale giri da un po’, per favore.”

Nicolas fece spallucce, cercando di mostrarsi sorpreso.

“A cosa ti riferisci? Stavo cercando solo di fare conversazione. Sono due anni che non ci vediamo! Vorrei recuperare il tempo perduto.”

I due ragazzi si scambiarono un’occhiata eloquente, prima che Nicolas si alzasse dal letto sospirando.

“E va bene. Che cosa ti è successo prima di Nizza, della moto e della fotografia?”

“Quello che mi è successo tutte le volte che mi sono comportato come un cretino e un vigliacco. Solo che questa volta non avevo il mio migliore amico vicino e ci ho messo un po’ più di tempo a riprendermi.”

Nicolas mise una mano sulla spalla di Christian.

“Ma ce l’hai fatta. Da solo, per di più. E questo è molto importante.”


/***/


Laly mise un paio di libri nel proprio zaino. Mentre stava bevendo l’ultimo sorso di caffè, Hélène entrò in cucina, guardandosi intorno.

“Hey, buongiorno. Se stai cercando Nicolas, è uscito presto. Ha detto che andava ad aiutare Christian.”

“Si, me l’ha detto. Veramente mi chiedevo se avevi visto Benedicte.”

“No, non è ancora scesa. In compenso, è passato José come una furia ed è uscito. Ha grugnito qualcosa, ma non sono sicura che fosse un buongiorno.”

“Quindi Benedicte è ancora in camera sua?”

“Si, credo di si...”

Laly posò la tazza vuota nel lavapiatti, poi si diresse verso l’amica con le mani sui fianchi.

“Tu sai qualcosa!”

Hélène alzò gli occhi al cielo.

“No, non so niente. E’ solo che devo chiedere una cosa a Benedicte e volevo sapere se era ancora in casa.”

Laly la squadrò, poco convinta.

“Sicura che non abbia a che fare con i problemi che hanno quei due?”

“Ah, Laly, non sei in ritardo? Sono le nove e cinque!”

Questo suscitò il panico in Laly che diede un’occhiata all’orologio.

“Maledizione, devo essere in facoltà entro mezz’ora!”

“E allora sbrigati!”

Quando Laly prese al volo lo zaino e scappò, Hélène tirò un sospiro di sollievo. Quando ci si metteva, sapeva essere veramente insistente! Stava per andare al piano superiore per andare a parlare con Benedicte, quando, voltandosi, se la trovò davanti. Dalla sua faccia sembrava che non avesse dormito molto, la notte prima.

“Buongiorno Benedicte. Stavo giusto salendo da te.”

“Buongiorno. C’è qualche problema?”

Hélène si schiarì la voce.

“Questa mattina ho sorpreso José nella stanza di Manuela”

Benedicte si limitò ad annuire, abbassando lo sguardo. Si andò a sedere al tavolo, posandovi sopra entrambe le mani. Hélène le si sedette a fianco.

“Senti, non voglio farmi i fatti vostri, ma ho notato che le cose sono un po’ peggiorate da ieri sera, da quando è tornato Christian. Quindi volevo chiederti...”

“Gliel’ho detto. Ho raccontato a José della relazione con Christian. E’ per questo che ultimamente fra noi le cose stanno andando male. Dice che non sa se potrà fidarsi ancora di me.”

“E di certo il ritorno improvviso di Christian non è stato d’aiuto.”

“Già, per niente.”

“Ecco, allora, devo avvisarti che abbiamo invitato Christian a stare qui da noi.”

“Christian verrà a stare qui?”

Hélène annuì, mettendo una mano su quelle di Benedicte.

“Beh, allora suppongo che le cose si faranno ancora più difficili.”

“Mi dispiace. Non potevamo immaginare che ci fosse una situazione del genere fra te e José.”

“Figurati, Hélène. E poi te eri l’unica che sapeva di me e Christian. Mi portavo dentro questa cosa da troppo tempo, ormai. Avevo bisogno di essere totalmente sincera con José, di dirgli quello che era successo. Lui si è sentito così tradito. Ma come dargli torto, d’altra parte? L’ho tradito con uno dei suoi compagni e gli ho mentito per tutto questo tempo.”

Benedicte si portò le mani al volto, scoppiando a piangere. Hélène le cinse le spalle con un braccio e sospirò.

“Vedrai che si sistemerà tutto. Tu e José vi amate molto. Lui ha solo bisogno di tempo per assorbire la notizia. Stai tranquilla, io ti starò vicina.”



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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


CAPITOLO 3


I giorni passavano in fretta. Christian si era trasferito a casa dei suoi amici e, in conseguenza a questo, i malumori di José erano aumentati. Hélène cercava di stare il più possibile vicino a Benedicte, essendo l’unica a sapere come stessero realmente le cose. Christian, intanto, passava molto tempo con Nicolas, seguendolo anche alle prove con il gruppo. Un giorno, mentre i ragazzi stavano facendo una pausa durante le prove della band, Christian si mise a parlare con Christophe, il batterista che aveva preso il suo posto. José continuava a guardarlo male e, alla fine, il giovane decise di parlare con lui.

“José, puoi venire un attimo con me?”

“Perché dovrei?”
“Perché vorrei fare due chiacchiere con te.”
“Beh, non credo che abbiamo niente da dirci.”

Christian si avvicinò a lui e gli mise una mano sulla spalla, ma l’altro si divincolò bruscamente. Gli altri ragazzi si guardarono fra loro e Nicolas fece cenno a tutti di uscire.


“Ragazzi, noi andiamo a prenderci un caffè, così potete parlare tranquillamente.”


Christian ringraziò l’amico con lo sguardo e attese che tutto il gruppo uscisse dal garage.


“Si può sapere perché ce l’hai tanto con me, José? E’ da quando sono tornato che non fai altro che guardarmi male ed evitarmi!”

“Beh, non dirmi che non te lo meriteresti un po’ da tutti, questo atteggiamento, visto quello che hai fatto!”
“Ho già detto che mi dispiace per quello che ho fatto a Linda e a Johanna. E anche per aver abbandonato gli amici e il gruppo su due piedi! Tuttavia, penso che tu ce l’abbia con me per un altro motivo.”

José lo squadrò, lo sguardo torvo. Christian aveva lo sguardo colpevole, probabilmente aveva già intuito tutto, oppure Benedicte gliel’aveva detto.


“Hai già ripreso a confidarti con Benedicte?”

“No. Benedicte cerca di evitarmi, proprio come fai tu. Però ho capito che lei non ce l’ha con me. Quindi ho immaginato che l’unico motivo per cui tu possa essere così in collera con me sia...”
“Si, lei mi ha detto tutto della vostra relazione e credimi, quello che vorrei fare in questo momento, è prenderti a pugni”
“Fallo. Se ti farà stare meglio, fallo pure.”

José lo guardò e scosse la testa.


“Non cambierebbe niente! Non risolverebbe le cose con Benedicte, ad ogni modo.”

“José, mi dispiace. Ho fatto tanti errori in passato e mi sento un idiota per questo. Vorrei tanto poter tornare indietro e cambiare le cose. In questi due anni ho avuto modo di riflettere bene su quello che ho combinato. Immagino che non smetterai di avercela con me, ma, per quel che vale, sono veramente dispiaciuto per aver tradito la tua fiducia e, soprattutto, di non aver avuto il fegato di confidartelo prima”

José sospirò. Era passato tanto tempo e, malgrado la rabbia di quei giorni, si rendeva conto che il passato non si poteva cambiare. In fondo, anche lui aveva fatto numerosi sbagli, non si sentiva nella posizione di poter pretendere molto.

“Magari riuscirò a perdonarti. Io stesso non sono stato esattamente uno stinco di santo, in passato. Dammi solo un po’ di tempo.”




Quella sera, a casa, l’atmosfera era leggermente più distesa. José rientrando, aveva chiesto a Benedicte di andare a cena fuori, per parlare un po’ della loro situazione. Christian, dopo aver parlato con l’amico di un tempo era più tranquillo. I ragazzi stavano ricordando le loro tante disavventure legate al periodo che avevano passato quando ancora stavano dei dormitori dell’università. Cercavano tutti di non nominare Johanna perché avevano notato che ogni volta che accennavano all’argomento, Christian si faceva un po’ più triste. Alla fine lui e Nicolas raccontarono alle ragazze quando si erano incontrati e come avessero deciso di formare il gruppo con Etienne e, in seguito, José.


“Qualcuno ha più avuto notizie di Etienne e Cathy?”

“No. Chissà, magari Etienne è ancora... Dov’è che era finito?”
“In Finlandia, se non sbaglio.”
“Già.”

Nella sala calò il silenzio. Probabilmente stavano pensando tutti la stessa cosa, ossia al modo in cui Etienne era sparito nel nulla, lasciando Cathy nella disperazione. Nessuno osava dire niente, perché la fuga di Etienne ricordava troppo quello che, tempo dopo, aveva fatto Christian, con l’aggravante di essersi lasciato alle spalle, oltre Johanna in lacrime, anche Linda incinta. Per fortuna, il diversivo arrivò dalla porta che si aprì e, dalla quale, entrò Sebastien. Laly si alzò urlando di felicità e corse fra le braccia del fidanzato. Tuttavia, il buon umore di Laly scemò ben presto, quando la ragazza vide che Senbastien non era da solo. Infatti le era bastato lanciare uno sguardo oltre la porta d’ingresso rimasta aperta per vedere che Sebastien aveva compagnia. Lentamente, mentre mille domande le frullavano nella mente, Laly si allontanò da Sebastien, che aveva immaginato una reazione del genere, ma non era riuscito a fermare l’esuberanza della ragazza. Fu solo quando si accorse che nella stanza c’era anche Christian, che anche il suo sguardo si fece stupefatto. Tuttavia, per la seconda volta in quei brevi minuti, non fu capace di evitare quello che stava accadendo. La sua accompagnatrice si fece timidamente strada fino a rimanere sulla porta. Tutti ammutolirono, mentre Christian sbiancò, per niente preparato a quell’incontro.






Ciao. Lo so, sembra passata una vita, eppure eccomi di nuovo qua. Ho ripreso, finalmente, questa storia.

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Capitolo 4
*** Capitolo 4 ***


Capitolo 4

Quella scena aveva qualcosa di surreale. Christian si era alzato, ancora senza parole. I ragazzi erano rimasti esterrefatti, ognuno con gli occhi puntati sulla nuova ospite. Solo Laly continuava a fissarla per ragioni molto diverse rispetto agli altri. Il suo fidanzato si presentava a quell’ora della sera, mentre avrebbe dovuto essere ancora in Italia, per di più accompagnato nientemeno che da Linda. Aveva davvero una brutta sensazione riguardo a come sarebbe finita la serata. Soprattutto vedendo come Sebastien si parò davanti a Linda, quasi a protezione, e si rivolse direttamente a Christian.

“Che ci fai qui tu?”
“Io...”
“Sebastien, per favore.”

Linda guardò Sebastien direttamente negli occhi e fra i due parve scorrere un dialogo silenzioso. Alla fine, lui sospirò e si rivolse a Laly.

“Possiamo andare un attimo di sopra? C’è una cosa di cui ti devo parlare.”

Laly annuì, ma le veniva difficile staccare gli occhi dalla bionda che era arrivata col suo fidanzato. Quella storia non sembrava portare a niente di buono. I due si diressero in silenzio al piano di sopra, mentre nel salotto regnava l’imbarazzo. Linda continuava a rimanere ferma sulla soglia, come se fosse pronta a scappare da un momento all’altro. Christian era in piedi, incerto su cosa fare, persino su cosa dire. Gli altri assistevano alla scena come paralizzati. Non avevano avuto il tempo neanche di salutare Sebastien e Linda e certamente si sentivano di troppo in quella situazione. Si scambiarono dei veloci sguardi e poi fecero quello che avevano sempre fatto in situazioni imbarazzanti, simili a quella. Iniziarono a dileguarsi in silenzio, ritirandosi ad uno ad uno in cucina.

“Linda...”
“E così sei tornato. Un po’ in ritardo, non ti pare?”
“Senti, mi dispiace moltissimo per quello che ti ho fatto!”
“Hai idea di quanto ho sofferto, per colpa tua? Di quello che ho passato? Credi che basti, dopo due anni, dirmi che ti dispiace?”
“No, so che le mie parole non potranno mai colmare il dolore che ti ho fatto provare, ma vorrei solo che tu capissi che sono cosciente del male che ti ho fatto e che non potrò mai perdonarmi per questo.”

Linda lo guardò. Lo aveva amato tanto. Dopo che Johanna era tornata, aveva paura che lui sarebbe tornato da lei, ma era rimasto. Almeno per un po’ e, in quel breve lasso di tempo, si era illusa che fra loro potesse davvero funzionare. Anche quando lui l’aveva scaricata ed era partito con Johanna, era stata disposta a perdonarlo. Al cuor non si comanda, ed era evidente che Johanna era l’unica donna che Christian avrebbe potuto amare. Quando aveva scoperto di essere incinta un piccolo barlume di speranza si era riacceso in lei. Forse non avrebbe avuto Christian tutto per sé, ma almeno avrebbero avuto un figlio che li avrebbe legati e di cui avrebbero potuto prendersi cura. Non si era aspettata che lui fuggisse senza neanche una parola. Poi c’era stato l’aborto. Ci aveva messo così tanto tempo a riprendersi da tutto quel dolore. Perdonarlo non sarebbe stato facile, eppure Linda si rendeva conto che lui era sincero.

“Mi fa piacere che tu ti sia finalmente reso conto delle conseguenze delle tue azioni. Purtroppo agli errori fatti nel passato non si può sempre rimediare.”
“Lo so bene, credimi. Ho perso tutto e non posso che dare la colpa a me stesso. Ero così immaturo, così stupido. Anche se non basta, sappi che sono veramente dispiaciuto. Non solo per il bambino, ma anche per averti lasciato, partendo così all’improvviso con Johanna. Non avrei dovuto. Pensavo davvero di amarti. Sei una brava persona, non ti meritavi tutto quello che ti ho fatto passare.”
“Hai ragione, non lo meritavo, ma... Magari col tempo riuscirò a perdonarti. In fondo, è passato del tempo. Adesso mi sono rifatta la mia vita. Ho ripreso a fare la modella.”
“Davvero? Grazie Linda. Anche se ci vorranno anni, per me è importante che tu stia anche solo considerando l’idea di perdonarmi, un giorno.”


Intanto, al piano di sopra, si stava svolgendo un altro tipo di conversazione. Sebastien ci aveva fatto dei giri intorno, ma alla fine disse, deciso, quello per cui era lì.

“Laly, fra noi è finita.”

La ragazza sembrò solo in parte sorpresa. In fondo, la vista di Linda le aveva già fatto intuire qualcosa.

“Oh, hai ritrovato la tua Linda, allora!”
“Laly, per favore, non fare così!”
“Non fare così? Avrei dovuto immaginarlo, che prima o poi sarebbe successo! Tanto c’è sempre stata lei, no? In tutto questo tempo, tu hai sempre pensato a lei!!”
“No, non è affatto così! Ti assicuro che è successo tutto per caso! L’ho incontrata a Milano, lei era lì per una sfilata. Era l’unica persona che conoscevo a parte i miei, capisci? Siamo usciti un paio di volte per parlare un po’ e, alla fine, mi sono reso conto che fra noi stava nascendo qualcosa.”
“Ma che romantico!”

Il tono sarcastico di Laly fece alzare gli occhi al cielo a Sebastien. Certo non poteva reagire come avrebbe fatto una ragazza qualunque, piangendo o arrabbiandosi! Lei doveva essere sarcastica tutto il tempo!

“Mi dispiace, non è una cosa che mi sono andato a cercare, va bene? E’ successo e basta!”

Dato che erano nella loro camera, Sebastien iniziò a cercare un borsone, dove mettere alcune cose che aveva lasciato lì.

“Che stai facendo?”
“Sto prendendo le mie cose. Domani ho l’aereo per tornare in Italia.”

Questo si che fece infuriare Laly.

“Ah! Quindi se sei qui stasera è per riprenderti le tue cose, non per rivedere me! E già che c’eri ne hai approfittato per scaricarmi!! E te la sei pure portata dietro, quella... Quella...”
“Non ci provare! Linda è una brava ragazza. Anche per lei è stata una sorpresa quello che è capitato.”
“Oh, certo! La dolce e ingenua Linda!”

Laly non poteva dimenticare che, anche in passato, Linda aveva cercato di portarle via Sebastien. Forse per lui era stato casuale il loro incontro a Milano. Ma non per Linda! Di questo diventava sempre più sicura Laly.

“Piuttosto, che ci fa Christian qui? Come avete potuto accoglierlo nuovamente a braccia aperte?”
“Chi ti dice che lo abbiamo accolto a braccia aperte, scusa? E poi è cambiato, ha passato un brutto periodo anche lui, dopo quello che è successo”
“Lo stai scusando?”
“Io non sto scusando nessuno! Poi vuoi proprio parlare di Christian, quando tu ti sei appena presentato all’improvviso con la tua amichetta per scaricarmi?”

Stufo di discutere con lei, Sebastien chiuse il borsone e lasciò la camera, sapendo già che lei lo avrebbe seguito, come infatti fece.

“Ora te ne vai? Hai già trovato il nido d’amore per te e la tua amichetta?”
“Per favore, smettila di chiamarla così!”
“No, non la smetterò, mai! Da quanto tempo va avanti la vostra tresca, eh? Mi hai mentito per tutte le tue stupide vacanze, immagino!”
“Te l’ho già detto, ci siamo incontrati per caso. Sono venuto per parlarti apposta, non appena ci siamo resi conto di amarci ancora!”
“AH! Magari ti dovrei anche ringraziare per il disturbo, eh?”

I due arrivarono al piano inferiore e le urla di Laly richiamarono nella stanza anche Nicolas e Hélène, che si erano aspettati di sentire Linda urlare, non Laly. Anche Christian guardava la scena stupito, mentre la bionda aveva abbassato gli occhi, imbarazzata. Prima che qualcuno potesse chiarire la situazione, rientrarono dalla loro cena anche José e Benedicte, stranamente di buon umore. Entrambi rimasero sulla porta di casa, perplessi. Linda, sospirando, guardò Sebastien.

“Possiamo andare?”
“Direi che è meglio!”
“Si, sparite! Andate a coronare il vostro sogno d’amore da un’altra parte! Preferibilmente il più lontano possibile da qui!!!!!”

José e Benedicte si fecero da parte per far uscire Sebastien e Linda.

“Che cosa diamine è successo qui dentro stasera?”

L’innocente domanda di José fu accolta da un verso che sembrava quasi un ringhio, da parte di Laly, che subito dopo girò i tacchi e tornò al piano superiore.  



Ciao! Immagino che vi aspettavate un'altra persona, al posto di Linda! Posso solo dirvi di avere fiducia in me! Fatemi sapere che ne pensate, mi raccomando!! xxx

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Capitolo 5
*** Capitolo 5 ***


Capitolo 5


La mattina dopo, Christian e Nicolas raggiunsero insieme la cucina, dove Hélène era già all’opera per preparare la colazione.

“Buongiorno Hélène.”
“Buongiorno Christian. Dormito bene?”
“Beh, la camera è perfetta, ma stanotte avevo qualche pensiero a tenermi sveglio.”

La ragazza annuì, comprensiva. L’incontro imprevisto con Linda non doveva essere stato facile, per lui.

“Perché non vi sedete? Vi verso un po’ di caffè.”

José e Benedicte si unirono a loro.

“Caffè, ma che buona idea!”
“Buongiorno! Qualcuno è di buonumore, stamani!”
“Finalmente, aggiungerei!”

Josè diede una pacca sulla schiena a Nicolas per la battuta, poi si sedette vicino a lui.

“Benedicte ed io abbiamo qualcosa da dirvi.”

La coppia si scambiò uno sguardo complice.

“Abbiamo deciso di prenderci un po’ di tempo per noi. Andremo a fare una piccola vacanza.”
“Si, abbiamo pensato che stare un po’ da soli potrà aiutarci a ritrovarci.”
“Come mai mi suona familiare, tutto questo?”
“Nicolas, stamani sei un distributore di battute, non è vero? In effetti, se ha funzionato una volta, perché stavolta dovrebbe essere diverso?”

Hélène sembrava entusiasta di quell’idea. Christian non disse niente, non volendo intromettersi in alcun modo. Solo Nicolas non sembrava esserne particolarmente contento.

“Immagino che farò meglio a chiamare Olivier e Christophe per dirgli che sospenderemo le prove per un po’.”
“Invece potreste cercare un nuovo bassista, mentre non ci sono! E poi una pausa non farà male a nessuno.”
“Sono d’accordo con lui, Nicolas. Ultimamente sei molto occupato, fra l’università, il corso di fotografia e le prove con il gruppo.”

Nicolas fissò la sua fidanzata, con aria divertita.

“Ah, grazie del sostegno, amore mio!”
“Credo che tutto questo sarcasmo mattutino ti stia facendo male, amico mio!”

Stavolta lo sguardo che Nicolas rivolse a José era un po’ meno amichevole. Christian si alzò.

“Nico, forse dovremmo andare. Altrimenti faremo tardi al corso.”
“Hai ragione. Ci vediamo più tardi. Quando partite voi due?”
“Domani mattina.”

José si affrettò a finire il suo toast, mentre i ragazzi si preparavano ad uscire.

“Aspettatemi! Esco con voi!”

Le ragazze rimasero da sole.

“Secondo te è una brutta idea, la nostra?”
“Per niente! Potrà farvi solo bene. Allora, dove avete intenzione di andare?”

Prima che Benedicte potesse rispondere, Laly fece il suo ingresso. Le ragazze si scambiarono uno sguardo preoccupato. Stupendole, lei si sedette al tavolo canticchiando e, dopo aver preso del succo di frutta, alzò lo sguardo interrogativo sulle due.

“Cosa avete da guardare?”
“Niente, solo pensavamo che oggi saresti stata un po’ più... triste?”

Benedicte sperò di non scatenare qualche scenata con quella frase. Certe volte, Laly era un po’ imprevedibile.

“E perché mai?”

Hélène la guardò perplessa.

“Forse perché ieri Sebastien ti ha lasciato per Linda?”
“Ah, per quello!”

Laly fece un gesto di noncuranza.

“Va tutto bene, ragazze! Eri sera ho reagito in modo esagerato. In fondo, non è tutta questa tragedia!”

Hélene e Benedicte continuarono a guardarla, senza capire quell’atteggiamento. Laly sbuffò, come faceva sempre quando i suoi ragionamenti non risultavano chiari agli altri.

“Ieri sera ero molto arrabbiata. Insomma, non si piomba a quell’ora di sera a casa per mollare la fidanzata per l’ex! Poi, però, ho riflettuto. In questo periodo senza Sebastien non sono stata poi così male. Si, certo, mi mancava, ma, ripensandoci bene, prima che lui partisse, la nostra storia si stava, come dire... appiattendo! Eravamo diventati talmente noiosi! Adesso, invece, ho davanti a me milioni di possibilità! Posso dare finalmente una svolta alla mia vita! Capite, vero? Accidenti, anche questa mattina è tardi! Io vado! Ciao ciao!”

Le due ragazze rimasero senza parole ed entrambe le fecero un cenno di saluto. Una volta rimaste, nuovamente, sole, si guardarono e scoppiarono a ridere.

“Beh, direi che l’ha presa piuttosto bene!”
“Si, non l’avrei mai detto!”




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Capitolo 6
*** Capitolo 6 ***


Capitolo 6


Aveva parcheggiato dall’altro lato della strada rispetto all’appartamento occupato da Hélène e gli altri. Il battito del suo cuore era accelerato da quando aveva deciso di andare a far loro visita. Non li vedeva da un sacco di tempo e tante cose erano cambiate! Aveva avuto il loro indirizzo grazie ad una ragazza che conosceva da tempo e che lavorava all’assegnazione dei dormitori per gli studenti universitari. Era andata subito lì a cercare Hélène e si era molto stupita nello scoprire che aveva lasciato i dormitori per andare ad abitare in un grande appartamento insieme al resto del gruppo. Era sera ormai e tutte le luci della casa erano spente. Evidentemente aveva scelto un momento sbagliato, nessuno era in casa. Stava per mettere in modo e andarsene, rassegnandosi a dover rimandare quell’incontro, quando vide i fari di un’auto avvicinarsi e parcheggiare proprio nel vialetto. Sorrise con affetto vedendo Nicolas ed Hélène scendere dai sedili anteriori dell’auto. Dai sedili posteriori scese per prima Laly, con i capelli molto più lunghi di quanto ricordasse. A ruota, scese Christian, suscitando in lei un’amara sorpresa. Che cosa ci faceva lui lì? I quattro stavano ridendo insieme per chissà cosa e sembravano tutti rilassati e a loro agio. Non aveva previsto una cosa del genere! Da quanto tempo era tornato? E com’era possibile che i suoi amici lo avessero perdonato? Se ricordava bene, Nicolas non voleva neanche sentire pronunciare il suo nome, da quanto era arrabbiato e deluso. Ancora sconvolta, riavviò l’auto e lasciò la sua postazione. Non poteva andare a bussare a quella porta, come aveva immaginato di fare, se Christian era lì.

/***/

I ragazzi avevano appena fatto rientro da un pub dove erano andati a fare una bevuta. Nessuno di loro si era accorto dell’auto parcheggiata dall’altro lato della strada, che era partita sgommando poco prima che entrassero in casa. José e Benedicte erano partiti da qualche giorno e non avevano dato loro notizie. Tutti si auguravano che fra loro le cose potessero migliorare. Speravano di vederli tornare più uniti di prima, così com’era già successo in passato. Si sedettero sul divano a parlare un po’, prima di andare a letto. Laly, che aveva mantenuto il suo buonumore dopo essere stata mollata da Sebastien, si rivolse a Nicolas.

“Allora, Olivier e Christophe come hanno preso la notizia che non suonerete per un po’?”
“Oh, bene. A quanto pare tutti avevano voglia di una pausa.”
“Tutti tranne te, mi sembra di capire.”

Nicolas sbuffò. Per lui suonare era sempre stato un piacere, ma in effetti, doveva ammettere che quella pausa non gli stava dispiacendo del tutto. Gli dava più tempo per dedicarsi al corso di fotografia.

“Diciamo che sto iniziando a pensare anche io che male non farà. Inoltre, Olivier ha lanciato una buona idea. Possiamo infatti approfittare per l’assenza di Josè per cercare un nuovo bassista.”

Hélène lo guardò per un attimo.

“Ma non dovreste essere tutti insieme per prendere una simile decisione?”
“Sono sicuro che José apprezzerà, tranquilla. Christian, ci darai una mano?”
“Io?”

Il ragazzo sembrava molto sorpreso da quella domanda e Nicolas non capiva perché.

“Si, certo. La tua opinione è molto importante, per me. Ne ho parlato con i ragazzi e anche loro pensano che ci sarai molto utile, per scegliere la persona giusta.”
“Non saprei... Sai, ormai è da tanto che non suono. Temo di aver chiuso con la musica!”

Nicolas lo guardò, scettico. Poteva anche aver smesso di suonare, ma lui lo aveva osservato, mentre assisteva alle loro prove. Di certo non aveva perso l’interesse per la musica. Come aveva immaginato, la resistenza dell’amico durò poco. Dopo qualche momento di silenzio, capitolò.

“E va bene! Vi darò una mano!”
“Grazie amico. Sapevo che non avresti detto di no!”
“Bene, ragazzi. Direi che si è fatto tardi. Che ne dite di andare a letto?”

/***/

I ragazzi erano al garage, in attesa del prossimo candidato a prendere il posto di Sebastien. Erano giorni ormai che avevano iniziato la ricerca per il nuovo bassista, con scarsi risultati, almeno per il momento. Finalmente udirono bussare alla porta e Nicolas si alzò per aprire.

“Jimmy? Sei proprio tu?!”

Anche Christian si alzò, per salutare l’amico di vecchia data. Lo avevano conosciuto tramite Linda, qualche anno prima. Le ragazze erano rimaste abbagliate da lui, soprattutto Laly, se non ricordava male. I ragazzi fecero le presentazioni con Olivier e Christophe e poi parlarono a lungo. Alla fine, quando un paio d’ore più tardi, Christian e Nicolas lasciarono il garage, il gruppo aveva un nuovo bassista.

/***/

Hélène rientrò a casa per prima, quel giorno. Non appena aprì la porta, vide per terra una piccola busta da lettere, con sopra il suo nome. Pensò subito a qualche sorpresa romantica da parte di Nicolas, ma quando la raccolse si rese conto che non era la sua scrittura, sebbene le sembrasse vagamente familiare. Prima di chiudere il portone dietro di sé, si guardò in giro, ma non c’era nessuno nei dintorni. Chiunque avesse fatto passare quella busta da sotto la porta doveva essere già andato via. Sempre più incuriosita, si affrettò ad aprirla. Non trovò molte informazioni utili a decifrare il mittente, dato che sopra c’erano solo delle indicazioni su un posto e un orario, oltre a una piccola nota dove le si chiedeva di andare da sola. Si trattava di un appuntamento per l’indomani al nuovo bar che avevano aperto vicino all’università. Tutto ciò era veramente molto strano. Malgrado alcuni leciti dubbi, qualcosa dentro di lei le suggeriva di fidarsi. Decise che sarebbe andata all’appuntamento senza parlarne con nessuno. Nascose in fretta il biglietto e la busta nella borsa, sentendo delle voci dietro la porta. Nicolas e Christian entrarono, con l’aria particolarmente soddisfatta.

“Ciao ragazzi!”

Nicolas la baciò con trasporto.

“Abbiamo una notizia fantastica!”
“Allora ditemela, che aspettate?”
“Abbiamo trovato un bassista!”
“Finalmente!”
“E non è tutto! E’ una vecchia conoscenza. Ti ricordi di Jimmy?”

Laly scese le scale quasi correndo.

“Jimmy? Quel Jimmy??”

I tre la guardarono stupiti.

“Ma tu che ci fai a casa?”
“Stavi per caso origliando?”

Laly era molto scocciata. Perché fossilizzarsi su quelle piccolezze quando, fino a qualche momento prima, stavano parlando di Jimmy e, dentro di lei, si era accesa la speranza che fosse lo stesso per cui aveva perso la testa. I suoi amici non riuscirono a trattenere le risa. Laly non cambiava veramente mai!



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Capitolo 7
*** Capitolo 7 ***


Capitolo 7



Hélène uscì di casa. Era riuscita a non dire niente a Nicolas del suo appuntamento misterioso, anche se non le piaceva mentirgli. Era perfino riuscita a liberarsi di Laly, che voleva a tutti i costi andare con lei in università. Aveva dovuto inventare che, prima di andare alle lezioni, doveva vedersi con sua sorella Justine per parlare di questioni importanti di famiglia. Tutte quelle bugie le pesavano, eppure qualcosa dentro di lei le suggeriva che ne valeva la pena. Continuava a pensare che quella scrittura le fosse familiare. Arrivò all’appuntamento con qualche minuto di anticipo. Una volta entrata nel piccolo bar, si guardò intorno, non sapendo bene chi dovesse cercare. Alla fine, optò per sedersi ad un tavolo vuoto. Lei non aveva idea di chi dovesse incontrare, quindi era meglio che non andasse in giro per i tavoli a fare domande. Per ingannare il tempo, diede un’occhiata al menù posato sul tavolo. Quando rialzò lo sguardo, sgranò gli occhi, incredula. La giovane donna che stava davanti a lei era un po’ diversa dall’ultima volta che l’aveva vista, aveva i capelli un po’ più lunghi ed era vestita in modo molto più femminile di quanto usasse fare fino a quando si erano frequentate. Il suo sorriso, però, era sempre lo stesso. Il sorriso della sua migliore amica.

“Johanna!!”

Hélène si alzò e le due amiche si strinsero in un lungo abbraccio.

“Oh, la mia Johanna! Non hai idea di quanto tu mi sia mancata, in questi anni!”
“Anche tu, Hélène, mi sei mancata tantissimo!”

Le ragazze si sedettero, continuando a sorridersi.

“Allora, cosa fai di ritorno in Francia?”
“Beh, ecco. Mi sono trasferita qui un mese fa per un nuovo lavoro. Ti ricordi mio zio, quello miliardario? Ha una nuova filiale qui a Parigi e mi ha chiesto se mi interessava un lavoro. La Francia mi mancava veramente tanto, così ho deciso di tornare.”
“Ma è meraviglioso! Un mese, hai detto? E perché non ti sei fatta viva prima?”

Johanna abbassò lo sguardo.

“In realtà, non me la sentivo, all’inizio. Sai, per me è stato molto difficile riprendere la mia vita, una volta tornata in Texas. Ci ho messo tanto a voltare pagina e avevo paura che, rivedervi, avrebbe riaperto vecchie ferite.”

Hélène annuì, comprensiva.

“Poi però, non ho resistito. Essere qui a Parigi e non poterti chiamare era dura, così sono andata ai dormitori e ho scoperto che tu e gli altri avevate deciso di andare a vivere insieme da un’altra parte. A proposito, avete scelto davvero una bella zona.”
“Johanna, ma se sai dove abitiamo, perché non sei venuta a casa, invece di mandarmi quel biglietto misterioso?”

Uno scambio di sguardi bastò ad Hélene per capire.

“Hai visto Christian, non è vero?”

Johanna sospirò pesantemente.

“Ero venuta, voi non c’eravate. Poi vi ho visto rincasare e insieme a voi ho visto lui. Così me ne sono andata. Non me la sono sentita.”
“Oh, Johanna! Lascia che ti spieghi.”
“No, non hai niente da spiegarmi. Christian è sempre stato un fratello per Nicolas e anche tu gli sei sempre stata molto affezionata, quindi non devi giustificarti.”
“No, forse non devo. Però voglio che tu sappia che è stato lui a cercarci. Ha capito i suoi sbagli, ha sofferto e adesso sta ricominciando la sua vita. Ha persino parlato con Linda.”

Johanna ne fu molto sorpresa.

“Davvero? Quando?”
“Poche settimane fa. E’ una storia lunga, comunque, si sono trovati faccia a faccia e hanno avuto modo di chiarire.”
“Chiarire? Mi vuoi dire che lei l’ha perdonato?”
“No, però ha capito che lui è sinceramente dispiaciuto per quello che è successo e gli ha detto che, magari col tempo, potrà perdonarlo.”

Johanna annuì, un po’ perplessa. Lei non riusciva neanche ad incontrarlo, figuriamoci a perdonarlo! Hélène parve rendersi conto di quanto Johanna fosse turbata, così mise la sua mano sulla sua, poggiata sul tavolo.

“So che hai sofferto. E non ti chiedo di perdonarlo, o di incontrarlo.  Ti chiedo, però, di fidarti di me, quando ti dico che, oltre ad essersi reso conto della gravità di quello che ha fatto, ha sofferto molto, in questi due anni.”
“Mi ha fatto soffrire troppo. Non credo che sarò mai in grado di perdonarlo. Anzi, ti prego, non dirgli che sono tornata. Per il momento, non dirlo a nessuno, va bene? Ho bisogno di un po’ di tempo.”
“Se è quello che vuoi, va bene. Anche se credo che Laly mi ucciderà, se verrà a sapere che sei tornata ed io lo sapevo!”

Quest’ultima affermazione strappò un sorriso a Johanna e portò l’argomento della discussione sulla loro amica. Hélène le raccontò di come Laly avesse reagito in modo stranamente positivo quando Sebastien l’aveva scaricata per Linda. Johanna non si sarebbe aspettata un comportamento simile da parte di Sebastien, ma Hélène ammise che il ragazzo non sembrava molto felice prima della partenza per l’Italia. Quando Johanna chiese di José e Benedicte, Hèlène le disse che, al momento, erano in vacanza, ma evitò di parlarle dei motivi che li avevano spinti a partire. Johanna non aveva mai saputo della breve relazione clandestina fra Benedicte e Christian e non era il caso che lo sapesse in quel modo, dopo anni. Le due amiche passarono dei bei momenti insieme. Ad entrambe sembrava che tutto quel tempo che avevano vissuto separate non fosse mai esistito. Si diedero un altro appuntamento ed Hélène promise di non farne parola con nessuno.


I ragazzi erano al garage a suonare. Avevano deciso di provare anche senza José, per prendere maggiore confidenza con Jimmy, il ‘nuovo’ arrivato. Laly entrò senza neanche bussare e i ragazzi interruppero il pezzo che stavano suonando.

“Laly, che ci fai qui?”
“Sono venuta a trovarvi! Volevo sentire un po’ della vostra musica!”

Nicolas era scettico, al riguardo. Pensava che fosse molto più probabile che fosse lì per un’altra ragione. Infatti, la ragazza non smentì i suoi sospetti, tutt’altro.

“Jimmy! Ma che piacere rivederti! Nicolas mi aveva accennato qualcosa sul tuo ritorno!”

Mentre tutto il gruppo alzava gli occhi al cielo, Laly andò ad abbracciare il bassista.

“Anch’io sono contento di rivederti, Laly!”

La ragazza ridacchiò, con fare civettuolo. Nicolas seppe in quell’istante che Laly non sarebbe rimasta single a lungo.


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Capitolo 8
*** Capitolo 8 ***


Capitolo 8


José e Benedicte avevano telefonato per comunicare agli amici che il loro ritorno era alle porte. Aveva anche accennato a una grossa sorpresa che li avrebbe lasciati senza parole, ma erano stati avari di dettagli che potessero far presupporre cosa dovessero aspettarsi. Nel frattempo, Hélène e Johanna avevano continuato a vedersi di nascosto per un paio di settimane, dal loro primo incontro. Ogni volta Hélène inventava una scusa diversa, pur rendendosi conto che non poteva andare avanti ancora per molto. Nicolas, infatti, era diventato sempre più sospettoso e le faceva un sacco di domande ogni volta che la vedeva uscire da sola. Laly e Jimmy avevano preso a frequentarsi e fra loro c’era già scappato il primo bacio. Christian e Nicolas si stavano impegnando sempre di più nel loro corso di fotografia e, a breve, avrebbero avuto un esame per testare il loro apprendimento. Da qualche giorno, Parigi era sotto una pioggia incessante. I ragazzi passavano la maggior parte del loro tempo a casa. Il gruppo aveva smesso di provare, aspettando il ritorno di José. Visto il tempaccio, per quella domenica pomeriggio, avevano deciso di guardare un film tutti insieme. Furono tutti molto stupiti, quando Hélène, non aspettando neanche la fine del film, si alzò e tornò poco dopo con la giacca e la borsa tra le mani.

“Vai da qualche parte?”
“Si, in effetti si. Non mi va di restare tutto il giorno chiusa in casa.”
“E dove vuoi andare, con questo tempo?”
“Voglio fare un salto dai miei.”
“Potresti almeno aspettare la fine del film!”

Per una volta, Nicolas fu d’accordo con Laly.

“Comunque se vuoi, ti accompagno!”
“Oh no, non preoccuparti! I miei hanno deciso di fare dei lavori in casa e vogliono parlare con me riguardo al futuro utilizzo della mia vecchia camera da letto! Una cosa noiosa, te lo assicuro!”

Hèlène gli diede un bacio, fece un cenno di saluto anche a Christian e Laly e se ne andò. Nicolas rimase per un attimo a fissare la porta dalla quale la sua fidanzata era appena uscita, pensieroso. Poi si schiarì la voce e si rivolse a Christian.

“Hey, amico! Che ne dici se andiamo a prenderci un’altra birra?”

Nicolas gli indicò la porta della cucina. Christian non comprese subito, poi intuì che voleva parlare con lui, così si alzò. Laly era troppo presa dal film per preoccuparsi dei due che lasciarono la stanza e si chiusero la porta alle spalle. Christian aprì il frigo per prendere due birre e ne porse una a Nicolas, che, invece di prenderla, iniziò a camminare avanti e indietro per la cucina.

“Credo che Hélène nasconda qualcosa!”

Christian sospirò, appoggiando le birre sul tavolo.

“Cosa te lo fa pensare?”
“Hai notato che, ultimamente, esce sempre da sola? Non è la prima volta che non vuole che non vada con lei!”
“Magari ha bisogno di passare del tempo con la sua famiglia! Oppure...”

Alla prospettiva di un’altra ipotesi, Nicolas si fece interessato.

“Oppure?”
“Oppure non stai simpatico ai suoi!”
“Ma che stai dicendo? La sua famiglia mi adora! Comunque io credo che ci sia qualcos’altro sotto!”
“Pensi che abbia un altro?”

Nicolas non si era spinto così in là con le sue supposizioni, ma non pensava che Hélène fosse capace di una cosa del genere. Eppure aveva bisogno di scoprire che cosa gli nascondesse.

“Che ne dici se la seguiamo?”
“Adesso? E se, mentre scopriamo che non fa niente di male, ci scopre?”
“Ti prego, Christian!”
“E va bene, andiamo! Cosa facciamo con Laly?”
“Usciamo da qui, non si accorgerà neanche della nostra assenza! Nel film c’è il suo attore preferito!”


Hélène e Johanna erano sedute nello stesso bar di sempre. Ormai era diventata per loro un’abitudine.

“Sai, Johanna, non credo che potrò continuare a mentire agli altri ancora a lungo, soprattutto a Nicolas.”

Johanna sospirò. Si era aspettata quella conversazione già da un po’. Non si sentiva ancora pronta a incontrare Christian e Hélène era l’unica che sapeva non gli avrebbe mai detto niente sulla sua presenza a Parigi. Capiva, tuttavia, di aver messo l’amica in una situazione poco simpatica. Non poteva pretendere che Hélène mentisse tutto il tempo solo per vedersi di nascosto con lei. Non voleva che si creassero incomprensioni fra lei e Nicolas. Sapeva insomma che il suo era un comportamento alla soglia dell’egoismo. E di certo non era da lei.

“Capisco. Allora immagino che dovremmo smettere di vederci.”

Hélène le prese una mano fra le sue.

“Proprio non riesci a pensare neanche di incontrarlo? Non ti chiedo di perdonarlo e sono sicura che capirebbe che non vuoi vederlo. Sai, è molto cambiato...”
“No, Hélène.”
“Potremmo almeno dirlo a Nicolas? Lui terrà il segreto, se glielo chiedo.”

Johanna ci pensò un po’ su.


Nicolas e Christian videro la macchina di Hélène parcheggiata in una strada vicino all’università. Si stavano dirigendo verso la casa dei Girard, lontana da lì. Se Hélène era in quei paraggi voleva dire che aveva davvero mentito. Nicolas ci rimase un po’ male, perché, in cuor suo, aveva sperato di essersi fatto delle paranoie per niente. Aveva già deciso che se avessero visto che Hélène era davvero dai suoi, avrebbe girato la macchina e non si sarebbe più fatto domande. Tuttavia, la macchina era proprio quella della sua fidanzata e ciò cambiava tutto. I ragazzi cercarono parcheggio, poi scesero.

“Dove potrebbe essere? Dubito che sia andata in facoltà, dato che è domenica!”
“Potremmo provare a quel bar!”

Nicolas indicò il bar dall’altro lato della strada.

“Non ci sono mai stato! Non è molto che l’hanno aperto, vero?”
“Christian, non siamo qui per prendere un caffè! Andiamo solo a vedere se Hélène è lì dentro. E con chi è, soprattutto.”

Si avvicinarono alla vetrina e diedero una sbirciata all’interno. Quando videro Hélène seduta al tavolo con una persona che dava loro le spalle, cercarono di avvicinarsi di più, senza attirare troppo l’attenzione, anche se non era facile, dato che non passavano inosservati, zuppi com’erano. L’unica cosa che riuscivano a distinguere era la capigliatura riccioluta che era sicuramente di una donna. A quella constatazione, Nicolas tirò un sospiro di sollievo. Anche se era abbastanza sicuro che lei non lo tradisse, negli ultimi minuti si era sentito molto più insicuro a riguardo. Christian, intanto, sembrava guardare con molto interesse la donna che era con Hélène. Quel poco di gestualità che riusciva a vedere gli ricordavano qualcosa di familiare.

“Che facciamo, entriamo?”
“Non credo che sia una buona idea!”

Christian si voltò verso di lui, sorpreso.

“Vuoi dire che mi hai fatto venire fino qui, mi hai fatto prendere tutta questa pioggia, e poi ce ne andiamo senza capire con chi sia Hélène?!”
“Non sembra niente di losco. Non voglio che pensi che non mi sono fidato di lei!”

I due amici presero a discutere e ciò attirò l’attenzione di Hélène, che sgranò gli occhi quando li riconobbe da lontano. Che cosa ci facevano lì? L’avevano seguita, evidentemente! Chissà se avevano già riconosciuto Johanna? E cosa poteva fare per evitare una catastrofe?


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Capitolo 9
*** Capitolo 9 ***


Capitolo 9



Johanna si rese conto che la sua amica si era distratta.Stava per voltarsi per capire cosa avesse attirato l’attenzione di Hélène, quando quest’ultima la bloccò.

“Non ti voltare, per favore.”
“Perché?”
“Sai quello che ti stavo dicendo prima, a proposito di Nicolas e dei suoi sospetti?”

La giovane americana annuì, confusa.

“A quanto pare, avevo ragione. Mi ha seguita. Adesso è qui fuori e non è da solo.”

Comprendendo quello che era sottointeso nelle parole di Hélène, Johanna sentì il panico invaderla. Non era pronta per vederlo.

“Ci stanno guardando, ma non capisco se ti hanno riconosciuta. Anche se presumo di no.”
“Devo andare via.”
“E come pensi di uscire, senza che ti vedano?”
“Puoi distrarli, magari! Esci a parlare con loro, io troverò un modo per filare via.”

Hélène non era sicura che fosse una buona idea, però se Johanna non voleva incontrare Christian, lei non poteva costringerla. Sospirando, si alzò e si avviò verso la porta. Vedendo quella scena, Nicolas comprese che ormai erano stati scoperti. Christian, invece, continuava a fissare la donna misteriosa che continuava a dar loro le spalle e quasi non si accorse di Hélène, che li raggiunse, girò intorno a loro, facendo in modo che, per parlare con lei, fossero entrambi costretti a dar le spalle alla porta del locale.

“Che cosa ci fate qui voi due?”
“Hélène, possiamo spiegarti tutto”
“Mi avete seguita?”
“Beh, a quanto pare non sei dai tuoi, come ci avevi detto!”

Hélène non poteva biasimare Nicolas. Dopotutto, era vero che aveva mentito e non era la prima volta che lo faceva, per coprire i suoi incontri segreti con Johanna. Cercò di inventare una storia plausibile al volo, anche se non era facile. Nel frattempo, Johanna si era alzata e si era diretta, nel modo più furtivo possibile, verso l’uscita. Proprio mentre stava uscendo dalla porta, Christian diede un’occhiata dentro il locale e vide che la donna misteriosa non era più seduta al tavolo. Istintivamente, si voltò prima che Hélène potesse rendersi conto della situazione e si trovò faccia a faccia con Johanna. Nicolas, dopo essersi voltato a sua volta ed essere rimasto di sasso, guardò Hélène in cerca di risposte. Entrambi, tuttavia, rimasero in silenzio per cercare di capire cosa sarebbe successo. Christian e Johanna erano, per la prima volta, di nuovo faccia a faccia.

/***/

Il film che Laly stava guardando con tanto interesse era terminato ormai da dieci minuti buoni. Dieci minuti in cui aveva setacciato ogni angolo della casa alla ricerca di Nicolas e Christian. Non le ci volle molto a capire che i due si erano dati allo spionaggio, ma decise che, per una volta, non voleva intromettersi in quella storia. Dato che era da sola ed era anche smesso di piovere, decise di fare una telefonata a Jimmy. Se i suoi amici l’avevano lasciata da sola, doveva pur trovare un modo per passare il resto del pomeriggio! Stava giusto per comporre il suo numero, quando il campanello di casa suonò. Magari era fortunata ed era proprio Jimmy! Quando aprì, il suo sorriso smagliante si trasformò in un’espressione sorpresa e confusa. Davanti a lei c’era Natalie in lacrime. Quando alzò la testa e la vide, le gettò le braccia al collo, piangendo sempre più disperata. Un po’ impacciata, Laly ricambiò l’abbraccio. Sembrava che dovesse rinunciare all’idea di vedere il suo Jimmy.

“Che cosa è successo?”
“Ho combinato un casino con Olivier! Non so cosa devo fare!”
“Iniziamo col finire di entrare in casa, così puoi calmarti e raccontarmi tutto.”

Laly sperò che Hélène facesse ritorno a casa presto. Lei era sicuramente più brava a gestire i problemi di cuore.

/***/

Per entrambi quella era una situazione imbarazzante, difficile da affrontare. Christian aveva immaginato per tanto tempo quel momento, quello in cui si sarebbe trovato di nuovo a tu per tu con lei. Aveva, da una parte, desiderato di rivederla per poter implorare il suo perdono e, dall'altra parte, aveva temuto di leggere nel suo sguardo tutta la delusione e l'odio che si meritava per quello che le aveva fatto. Non c'era traccia di quei sentimenti, tuttavia, negli occhi di Johanna.
La giovane americana aveva tutt'altri pensieri. Anche lei aveva pensato spesso a cosa avrebbe provato nel ritrovarsi davanti il suo Cricri. Era rimasta talmente delusa dal fatto che lui fosse scappato come un codardo davanti alla gravidanza di Linda. Era convinta che non avrebbe mai potuto perdonargli una cosa del genere, nonostante sapesse che lo avrebbe amato per tutta la vita. Era tornata in Texas, pensando che fosse l'unico modo per rifarsi una vita lontano dai ricordi che conservava a Parigi. Tuttavia, aveva scoperto che una parte di lui avrebbe per sempre fatto parte della sua vita. Ci aveva messo un po’, ma alla fine aveva deciso di accettare anche quella sfida. Sapeva che probabilmente non avrebbe più rivisto Christian, ma non le era importato. Invece ora, il pensiero di averlo lì, davanti a lei, le fece pensare che avrebbe dovuto proteggere il suo segreto, perché niente era più importante.
 
"Johanna, sai, ho sperato tanto che questo momento arrivasse, perché avevo un sacco di cose da dirti e adesso non so neanche da che parte iniziare..."
 "Senti, Christian, sinceramente non credo di voler avere questa conversazione con te."
 "Perché no? Io ci tengo tanto. Voglio chiederti perdono. Mi sono comportato in un modo così orribile con te..."
 "No, Christian. Tu ti sei comportato in un modo orribile con Linda! Talmente orribile che per tanto tempo mi sono sentita in colpa anche io!"
 "Che cosa stai dicendo, Johanna? Tu non hai fatto niente di male!"
 "Si, invece! Sono io che ti ho cambiato così profondamente! Quando ti ho conosciuto eri diverso! Eri timido, gentile… Una persona molto diversa da quello che sei diventato. Non saresti mai fuggito via da una responsabilità del genere!"
 "No, non è vero!"
 "Si che è vero! E tu lo sai bene!"
 
Johanna cercò di calmarsi. Non voleva apparire fragile agli occhi di Christian. Si sentiva molto confusa. E combattuta. Una parte di lei non aveva mai smesso di credere di essere responsabile per quello che Christian era diventato. Inoltre, lo amava ancora; averlo così vicino le rammentava quanto lui le era mancato, nonostante tutto. Eppure la sua vita non era più la stessa da un anno a quella parte. Aveva delle nuove responsabilità e non poteva permettersi di farlo rientrare nella sua vita come se niente fosse successo. L'unica cosa di cui era certa, era che voleva allontanarsi il più possibile da lui, ma Christian, intuite le sue intenzioni, le si parò davanti.
 
"Aspetta. Ti prego, lascia che ti dica almeno una cosa, prima di andartene. Tu non hai nessuna colpa per quello che è successo. E' vero, tu mi hai cambiato, molto. Da quando ti ho conosciuta la mia vita è cambiata. Ma in meglio. Sono stato malissimo, quando sono scappato via. Se fosse successo prima di conoscere te non sarei stato tanto male. Non avrei avuto il senso di colpa a tormentarmi ogni giorno. Johanna, tu sei la cosa più bella che mi sia capitata nella vita e mi dispiace per come mi sono sempre comportato con te."
 
Christian la guardò negli occhi e Johanna ricambiò il suo sguardo. Sapeva che, molto probabilmente, era sincero, ma questo non cambiava le cose. In quel momento l'unica cosa di cui aveva bisogno era di allontanarsi da lui, per riflettere.
 
"Mi hai ferito troppe volte. Non sono più sicura di poter tornare a fidarmi di te, perciò, per favore, non parliamone più."
 
Johanna andò via, prima che le lacrime le scendessero dagli occhi.




Ciao! Sono stata un pò assente e chiedo scusa! Comunque spero che questo capitolo vi piaccia! A presto!! xxx

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Capitolo 10
*** Capitolo 10 ***


Capitolo 10


Laly controllò l’orologio e sospirò. Era ancora da sola con Natalie, che continuava a piangere contro la sua spalla, raccontando a tozzi e bocconi quello che era successo. A quanto pareva, aveva tradito Olivier con Christophe e, malgrado il momento, Laly non poteva dirsi sorpresa del tutto. In fin dei conti, Natalie era stata fedele anche troppo a lungo, conoscendola. Le ragazze ne avevano parlato e avevano pensato che, forse, Olivier era davvero il ragazzo giusto per lei, dato che sembrava averla cambiata. I fatti dimostravano che si erano sbagliate. Finalmente, sentì delle voci fuori la porta d’ingresso, qualcuno era arrivato a salvarla, o perlomeno, ad aiutarla! Le speranze di Laly, tuttavia, erano destinate ad infrangersi miseramente. Dalla porta, entrò prima Christian, il volto teso e pallido. Lui non la degnò di uno sguardo e si diresse al piano superiore senza nemmeno rendersi conto della presenza delle due ragazze. Dopo, entrarono Nicolas ed Hélène, ma anche loro, le ignorarono, troppo presi a discutere fra di loro.

“Non posso credere che tu me l’abbia tenuto nascosto!”
“Non potevo parlartene, lei mi ha chiesto espressamente di non dirlo a nessuno!”
“Si, ma io non sono nessuno! Non hai pensato che, fra le altre cose, avrei potuto evitare che succedesse l’irreparabile?”

Nicolas indicò le scale, riferendosi a Christian, che si era chiuso in un preoccupante silenzio da quando Johanna si era allontanata.

“Beh, avresti potuto farlo anche se ti fossi fidato di me, invece di pedinarmi!!”

Persino Natalie aveva smesso di piangere e aveva alzato la testa dalla spalla di Laly, sentendo i due alzare sempre di più il tono della voce. Era insolito vedere Nicolas e Hélène litigare a quel modo. Laly si schiarì la voce e, finalmente, la coppia si rese conto della loro presenza. Hélène, vedendo la faccia di Natalie, si avvicinò al divano.

“Che cosa ti è successo?”

Nicolas intuì che erano affari fra donne e decise di provare a parlare con Christian. Le lasciò sole e si incamminò per le scale.

/***/

Johanna aveva sbattuto il portone di casa dietro di sé con forza. Sentiva ancora il cuore batterle furiosamente. Rivedere Christian era stata una prova per la quale non era ancora pronta. Mentre saliva le scale, cercò di riacquistare la calma. Non poteva entrare in casa così sconvolta. Sul pianerottolo, chiuse per un attimo gli occhi e fece un respiro profondo. Fu sorpresa così dalla donna di mezza età che aprì la porta di casa.

“Tutto bene, Johanna?”

Johanna entrò in casa, annuendo.

“Come sta?”
“La febbre si è un po’ alzata, ma adesso sta dormendo.”
“Potevi telefonarmi, sarei rientrata immediatamente!”
“Non deve preoccuparti, veramente è stato un angioletto malgrado l’influenza.”
“Grazie per esserti presa cura di lui anche oggi che è domenica. Non so cosa farei senza di te”
“Per me è sempre un piacere.”

Mentre parlavano, si erano avvicinate ad una delle camere da letto. Johanna aprì la porta per sbirciare all’interno e, vedendo che era tutto sotto controllo, la richiuse.

/***/

“Natalie ha tradito Olivier. Con Christophe.”

Laly fu spicciativa e, sicuramente, anche brusca. Tuttavia, vedendo le lacrime iniziare a scorrere di nuovo sulle guance di Natalie, sapeva che ci avrebbero messo una vita a ricostruire i fatti.

“Natalie! Come hai potuto?”
“Il fatto è che, negli ultimi tempi, mi sono sentita trascurata. Olivier è tutto preso dai suoi esami, mentre Cristophe è stato molto gentile con me. Mi ha anche invitato ad andare insieme a un concerto. Olivier non si è mostrato minimamente geloso, così mi sono sentita ancora più messa da parte e ho deciso di andarci, anche solo per ripicca!E poi, beh, una cosa tira l’altra e... E’ successo! Solo che Olivier ha scoperto tutto e mi ha chiesto di lasciare l’appartamento che dividevamo!”

Hélène si ricordò allora di un dettaglio che aveva notato fuori l’appartamento, nonostante fosse presa a litigare con Nicolas.

“Allora è tuo il borsone qua fuori?”

Laly drizzò le orecchie, avendo un terribile presentimento.

“Quale borsone?”
“Si, è mio. Il fatto è che, momentaneamente, non ho un posto dove andare, così mi chiedevo se per voi non fosse un problema...”
“Puoi rimanere qui tutto il tempo che vuoi! Al momento non abbiamo camere libere, ma sono sicura che per Laly non sarà un problema dividere la stanza con te!”

Ecco le parole tanto temute da Laly! Natalie si girò a guardarla speranzosa e Laly le sorrise.

“Davvero? Sarebbe fantastico! Tu sei stata molto dolce con me!”

/***/

Nicolas aveva bussato alla porta di Christian, salvo entrarci un attimo dopo senza aspettare che l’amico gli desse il permesso. Christian era in piedi, davanti alla finestra, con lo sguardo perso nel vuoto.

“Come stai?”

Christian si voltò verso di lui.

“Non lo so. E’ stato totalmente inaspettato.”
“Lo immagino. Ti assicuro che non avevo la minima idea che fosse qui!”
“Già, come al solito lei è sempre così imprevedibile!”

Un sorriso nostalgico comparve per qualche istante sulla faccia di Christian, prima che abbassasse la testa con l’aria sconfitta.

“Non mi perdonerà mai. Gliel’ho letto in faccia. Non voleva neanche ascoltare quello che avevo da dire.”
“E’ stato inaspettato anche per lei, non credi? Forse ha bisogno di un po’ di tempo.”
“Non credo che il tempo cambierà le cose. E’ stata molto chiara.”

Nicolas si avvicinò all’amico e gli mise la mano sulla spalla. Non c’era molto che potesse dire per farlo sentire meglio. La reazione di Johanna era giustificabile, ma Nicolas sapeva che Christian ci soffriva molto e aveva tanto sperato di farsi perdonare dall’amore della sua vita.


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Capitolo 11
*** Capitolo 11 ***


Capitolo 11


Qualche giorno dopo l’incontro non programmato con Christian, Johanna era di nuovo seduta davanti ad Hélène. La cosa positiva era che non dovevano più farlo di nascosto.

“Mi dispiace veramente tanto per l’altro giorno.”
“Non è certo colpa tua, Hélène.”

L’umore di Johanna non era dei migliori, tuttavia Hélène non poté trattenere la domanda.

“Com’è stato rivederlo?”
“Per niente facile, ma neanche come l’avevo immaginato. non sai quante volte ho pensato a cosa avrei potuto dirgli, semmai un giorno me lo fossi ritrovato davanti. Ho immaginato di urlare, di fare qualche scenata, invece domenica non ne ho avuto la forza. Volevo solo allontanarmi il prima possibile da lui”

Hélène annuì, comprensiva. Johanna la guardò un paio di volte, negli occhi una domanda che non si arrischiava a fare, sentendo sentimenti contrastanti. L’amica, che la conosceva ancora tanto bene, non ebbe bisogno che aprisse bocca, per capire quello che Johanna voleva sapere.

“Christian è rimasto sconvolto, sai? Come te, non se l’aspettava proprio e ci ha messo un po’ a riprendersi.”

Lo sguardo di Johanna si fece triste. Il cameriere portò loro del caffè. Quando posò la tazza davanti ad Hélène, la ragazza fece un’espressione disgustata e l’allontanò.

“Hélène, che succede?”
“Non lo so, ma questo odore è terribile!”

Johanna la guardò sorpresa, sapendo che l’amica non diceva mai di no davanti a una tazza di caffè.

/***/

Nicolas aveva trovato la distrazione giusta per tirare su di morale Christian. Quella mattina aveva ricevuto una telefonata da Cristophe. Dopo quello che era successo, il ragazzo aveva deciso di lasciare il gruppo. In seguito, aveva ricevuto un’altra chiamata, questa volta da parte di Olivier, che gli comunicava praticamente la stessa cosa. E per lo stesso motivo. Così, nel gruppo rimanevano in tre. José avrebbe trovato delle belle sorprese, al suo ritorno. Per fortuna, non doveva ricominciare una nuova ricerca per trovare un batterista. Ce l’aveva sotto il suo stesso tetto. Sempre che Christian, che da quando era tornato sosteneva di aver chiuso con la musica, accettasse la sua proposta. Nicolas entrò in casa e si chiuse la porta alle spalle. Christian era seduto sul divano davanti alla tv. Nicolas alzò le sopracciglia vedendo che stavano trasmettendo cartoni animati.

“Che stai facendo?”
“Ciao Nicolas. Ti assicuro che sono molto più interessanti di quelle due in cucina!”

Christian indicò la porta che si era premurato di chiudere per non sentire la conversazione fra Laly e Natalie. Quest’ultima continuava a lamentarsi del fatto che né Olivier, né Christophe volessero più parlare con lei.

“Capisco. Ti ricordi quando abbiamo deciso di formare la nostra band, io, tu ed Etienne?”

Christian fece un sorriso malinconico. Bei tempi, quelli!

“Certo che me lo ricordo, come fosse ieri! Perché questa domanda?”
“Perché stavo pensando che sono rimasto l’unico a portarla avanti e proprio oggi sono rimasto senza batterista. Quindi, mi stavo chiedendo se volevi riprendere il tuo posto.”

Christian non sembrò molto entusiasta della proposta ricevuta e questo sorprese un po’ Nicolas. Aveva sperato che l’amico sarebbe stato felice di riprendere a suonare.

“Non credo che sia una buona idea, Nicolas.”
“E perché mai? Quel posto è tuo di diritto! Non eri forse tu a sostenere sempre che, un giorno, saremmo diventati famosi?”
“A quanto pare non ho portato molta fortuna, finora!”
“Beh, mai dire mai! E comunque sarebbe veramente fantastico riaverti nel gruppo! Perché non vuoi, scusa?”
“Il fatto è che non mi siedo dietro una batteria da quando... Beh, da quando ho fatto tutto quel casino. Credo di aver chiuso con la musica, ecco tutto.”
“Non raccontare queste scemenze, soprattutto a me!”

Nicolas sospirò. Forse sarebbe stato più difficile del previsto, ma sarebbe riuscito a convincerlo.

“Prometti che almeno ci penserai? Hai tempo fino al ritorno di José.”
“E va bene. Ci penserò.”
“Fantastico!!”

Nicolas, euforico come se gli avesse già detto di si, si sedette vicino all’amico. Dalla cucina uscirono Natalie e Laly.

“Mi dispiace dovermene andare, riprenderemo la nostra conversazione al mio ritorno, va bene?”
“Ma certo, Natalie! Vai pure, non vorrai fare tardi?”

Laly attese, piuttosto impazientemente, che Natalie prendesse la sua borsa e uscisse di casa, prima di pararsi davanti ai due ragazzi seduti sul divano.

“Avanti, ditemi che cosa vi ho fatto di male!”

I due si scambiarono uno sguardo, prima di guardare Laly interrogativi, non sapendo a cosa si riferisse.

“Quanto durerà ancora questa storia? Per quanto tempo ancora dovrò sopportarla? Avete idea di cosa voglia dire sentirla parlare sempre della stessa cosa? Olivier/Christophe, Christophe/Olivier! Non ne posso più!! Mi ha preso per la sua più cara confidente e, per di più, dividiamo anche la camera da letto! Se non ponete fine a tutto questo, vi chiederò di scegliere fra me e lei!!”

Malgrado l’esasperazione e la rabbia evidenti sul volto di Laly, Nicolas e Christian stavano nascondendo entrambi un sorriso. Non potevano darle torto. In effetti, da quando Natalie si era stabilita in quella casa, era sempre appiccicata alla povera Laly. Lo sguardo di Laly si fece più minaccioso, così Nicolas cercò una risposta da darle.

“Senti, proverò a parlarne con Hélène, però non posso prometterti nulla. Non la vorrai mica mettere in mezzo ad una strada?”
“Non voglio neanche diventare pazza, se è per questo!”

Laly tornò in cucina senza aggiungere altro.

/***/

Quella sera, i ragazzi si erano radunati nel salotto. Per la gioia di Laly, Natalie aveva declinato l’invito ad unirsi a loro per un buon film e si era ritirata in camera. Laly sperò che si addormentasse prima che la raggiungesse. Verso metà film, i ragazzi si voltarono sorpresi verso l’ingresso, sentendo le chiavi girare nella toppa. José e Benedicte entrarono, accendendo le luci che i ragazzi avevano spento per vedere meglio il film.

“Buonasera gente!!”
“Che bello, siete tornati!”

Con un gesto, José frenò tutti gli entusiasmi.

“Altolà! Fermi tutti, abbiamo una sorpresa!!”

Laly, Hélène, Nicolas e Christian si erano già alzati per andare a salutare gli amici, ma si fermarono alle parole del ragazzo. José e Benedicte si fecero da parte. Da quella porta, negli ultimi mesi, avevano visto entrare delle vecchie conoscenze che non vedevano da tempo, tipo Christian stesso, o Linda. Tuttavia, la loro sorpresa fu maggiore delle precedenti volte, vedendo entrare, mano nella mano, Etienne e Cathy.



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Capitolo 12
*** Capitolo 12 ***


Capitolo 12


Com’era bello ripercorrere i bei tempi andati con gli amici appena ritrovati! I ragazzi avevano organizzato una cena al volo ed erano tutti intorno al tavolo. Rivedere Etienne e Cathy dopo tanto tempo, e per di più insieme, era stata veramente una grande sorpresa. Benedicte spiegò loro che li avevano incontrati dopo qualche giorno l’arrivo nella splendida località turistica che avevano scelto per evadere da tutto. Erano ovviamente rimasti senza parole, ma avevano condiviso ben volentieri parte della loro vacanza per trascorrere dei bei momenti insieme. A quel punto, Hélène, con un velo di imbarazzo, chiese ai suoi vecchi amici come si erano ritrovati e aveva preso la parola Cathy.

“Dopo aver lasciato Parigi, sono rimasta per un anno intero a Tolosa, non sapendo cosa fare della mia vita. Dopo essermi stufata di quella monotonia, mi sono fatta coinvolgere da mia cugina Sophie in un viaggio ai Caraibi. Ed è stato lì che ho incontrato Etienne.”

Nicolas si voltò verso l’amico.

“E tu come ci sei finito, dalla Finlandia ai Caraibi?”
“E’ una storia lunga. Diciamo che ho inseguito la ragazza sbagliata.”

Etienne guardò di sottecchi Cathy, che cercava di fare l’indifferente. In realtà lui sapeva quanto quell’argomento fosse ancora un nervo scoperto per Cathy.

“A dire la verità, dopo soli tre mesi in Finlandia, non avevo più motivo di rimanervi. Non sono riuscito a tornare a Parigi. Mi vergognavo troppo per quello che avevo fatto e poi sapevo per certo che Cathy non era più qui. Così ho iniziato a fare il giramondo. In effetti, è stato un caso che mi trovassi ai Caraibi, proprio quando Cathy ci è andata in vacanza con sua cugina.”

Sentendolo fare quel racconto, Christian aveva abbassato la testa. Lui capiva bene come dovesse essersi sentito Etienne, quando aveva deciso di non tornare a Parigi. Laly, che era l’unica ad aver incontrato per la prima volta Etienne e Cathy, ma ne aveva sentito parlare un sacco, dimostrò la sua proverbiale mancanza di tatto.

“E tu, dopo tutto quello che ti ha fatto passare, te lo sei pure ripreso?”

Tutti la guardarono sgranando gli occhi e Cathy rimase per un attimo perplessa da quella confidenza. Non poté, tuttavia, non paragonarla a Johanna.

“Bene, vedo che l’elemento ficcanaso non vi manca neanche adesso! Con tutta la mia simpatia, Laly, sia chiaro.”

José, che non era aggiornato sulle ultime novità, annuì con decisione.

“Puoi dirlo forte! Laly sopperisce sempre di più alla mancanza di Johanna, da quel punto di vista!”

Il volto di Christian si rabbuiò per un istante, per poi cercare di riacquistare il buonumore. Il fatto che Johanna non fosse disposta a perdonarlo, lo faceva stare male, ma non era il caso di farsi compatire dagli amici.

“Beh, scusate, ma almeno io sono diretta e sincera! Scommetto che morite tutti dalla voglia di sapere in che modo sono tornati insieme, ma io sono la sola che ha avuto il coraggio di chiederlo apertamente!”
“E va bene, allora vi racconto in breve. La prima volta che ci siamo trovati faccia a faccia, sono rimasta talmente sconvolta, da scappare via senza nemmeno dire una parola! E’ stato lui a cercarmi, anche se io, all’inizio, non volevo sentire cosa aveva da dirmi.”
“Si, mi ha dato tanto filo da torcere. Per fortuna, non avevo perso il mio fascino e, alla fine, è capitolata!”

Etienne sembrava troppo compiaciuto per i gusti di Cathy, che gli diede uno schiaffetto sul braccio per farlo smettere di darsi tutte quelle arie. Sentendosi abbastanza soddisfatta per il momento, Laly rivolse le sue indelicate attenzioni su José e Benedicte.

“E voi due, allora? Avete smesso di litigare tutto il tempo? Sei riuscita a farlo smettere di abbaiare?”

José si stava alzando per darle contro, ma Benedicte lo fermò. Non c’era verso che quei due andassero d’accordo.

“Io e José stiamo benissimo, Laly. Grazie per l’interessamento!”
“Anzi, cosa ci siamo persi?”

Laly colse la palla al balzo e iniziò a elencare le cose che erano successe da quando i due erano partiti.

“Allora, per prima cosa, il gruppo ha un nuovo bassista, che poi è anche una vecchia conoscenza, ossia Jimmy! Che, fra l’altro, è anche il mio nuovo fidanzato! Poi, vediamo... Ah, ma certo! Hélène si vedeva di nascosto con Johanna, che, a quanto pare è di nuovo a Parigi, anche se io non l’ho ancora incontrata, ma Nicolas e Christian le hanno scoperte. E, dulcis in fundo, Natalie ha tradito Olivier con Christophe, così ora abita a casa nostra, in camera mia terrei a precisare. In conseguenza a questo, sia Olivier che Christophe hanno lasciato il gruppo, così ora avete perso batteria e percussioni! Credo di non aver dimenticato niente. Ragazzi, che ne dite?”
“Direi che hai detto tutto. Forse non nel migliore dei modi, ma non hai tralasciato niente.”

Josè era talmente confuso da quelle informazioni date tutte insieme e così velocemente, che non sapeva da che parte cominciare. Benedicte fu più veloce di lui, nella reazione.

“Che cosa? Johanna è tornata?”
“Si, ma, aquanto pare, solo Hélène è autorizzata a vederla!”
“Laly, per favore, non cominciare! Poi non mi sembra il momento adatto.”

Hélène, con un gesto discreto, indicò Christian. Non era necessario fare quelle scene davanti a lui, che già stava male per il rifiuto ricevuto. Il ragazzo, tuttavia, si alzò.

“Non dovete farvi scrupoli, davanti a me. Johanna è tornata, ma è stata molto chiara. Non vuole avere niente a che fare con il sottoscritto. E di certo, non posso biasimarla per questo. Adesso, scusate, ma vado in camera mia. Etienne, Cathy, è stato bello rivedervi dopo tutto questo tempo.”

Christian uscì dalla stanza ed Hélène lanciò uno sguardo di rimprovero verso Laly, che alzò le spalle. Etienne si schiarì la voce.

“Scusate se porto la discussione su un altro argomento, ma Laly ha detto che siete senza batterista. José mi aveva parlato dei cambiamenti nella band, ma adesso che Christophe è andato via, avete Christian, no?”
“Infatti! Etienne ha ragione! Dov’è il problema? C’è Christian! Delle percussioni possiamo anche fare a meno per un po’.”
“A dire la verità, Christian mi ha chiesto del tempo per pensarci. Sono due anni che ha smesso di suonare e non sa se vuole riprendere.”

Etienne parve sorpreso.

“Aspetta, stiamo parlando di Christian! Ci ha portato all’esasperazione in passato con tutti i suoi castelli in aria! Diceva che saremmo diventati delle rockstar famosissime, era quello che ci credeva più di tutti. Com’è possibile che abbia rinunciato a suonare?”
“Vedi, Etienne, Christian ha passato un periodo molto difficile. Non so se José e Benedicte ti hanno parlato di quello che è successo.”
“Si, mi hanno detto che ha messo incinta una ragazza e poi è fuggito, spezzando il cuore di Johanna.”
“Esatto. Ti ricordi quando Johanna ha tradito Christian con John Wonder?”

Ad Etienne bastò quell’accenno per capire a cosa si riferisse Nicolas. Sapeva che, malgrado la sua maschera di sfacciataggine, Christian era un ragazzo fragile. La conversazione fu interrotta dall’arrivo di Nathalie dal piano superiore, che rimase molto sorpresa a vedere tutta quella gente. Non fu accolta in modo troppo caloroso da Cathy, che non l’aveva mai presa in simpatia.

“A quanto ho sentito, il lupo perde il pelo, ma non il vizio!”

Punta sul vivo, Nathalie le lanciò un’occhiataccia, poi si rivolse a Laly, con aria dispiaciuta.

“Laly, ho una notizia che potrebbe non farti molto piacere.”
“Dimmi tutto.”
“Ho ricevuto una telefonata da una mia vecchia amica, a cui si è liberata una camera. Mi ha proposto di andare a vivere a casa sua e io ho accettato. Visto quanto io e te ci siamo avvicinate in questo periodo, ho pensato che ci saresti potuta rimanere male. Però sai, qui siete già in tanti e si tratta davvero di una bella zona, per cui spero che potrai perdonarmi.”

Laly, che si era aspettata di sentire tutt’altro, dovette farsi forza per nascondere l’entusiasmo e apparire invece amareggiata.

“Beh, io capisco, sai? Non devi preoccuparti, anzi mi fa piacere per te.”
“Davvero? non sei arrabbiata?”
“Ma no, figurati!”
“Bene, mi fa piacere!”

Nathalie abbracciò Laly, la quale ricambiò controvoglia. Quando Nathalie tornò in camera per preparare i bagagli, Laly poté finalmente esultare. A vedere quella gioia, Cathy sospirò, sollevata.

“Per un attimo ho davvero creduto che tu fossi realmente dispiaciuta. Non ti conosco, ma mi sarebbe dispiaciuto scoprire che eri affezionata a quella serpe!”
“Credimi, nessuno più di me voleva liberarsi della sua presenza!”

Cathy scoppiò a ridere, poi guardò l’orologio.

“Credo che sia ora per noi di lasciarvi.”

Hélène si avvicinò all’amica di vecchia data.

“Così presto? Quanto vi fermerete a Parigi?”

Cathy e Etienne si scambiarono uno sguardo, sorridendo.

“Ecco, a dire la verità, per sempre! In tutta la serata, abbiamo dimenticato di dirvi che adesso siamo sposati ed eravamo in luna di miele, quando abbiamo incontrato José e Benedicte!”



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Capitolo 13
*** Capitolo 13 ***


Capitolo 13


Hélène era in piedi, davanti allo specchio del bagno, almeno da dieci minuti buoni, intenta a fissare il suo riflesso con aria seria e pensierosa. Quella mattina si era svegliata con la nausea e la cosa ormai si ripeteva con una preoccupante quotidianità. Aveva il ciclo in ritardo e non le ci era voluto molto a mettere insieme i pezzi. Semmai aveva immaginato quel momento in passato, non se lo era di certo prospettato così negativo. Aveva sempre creduto che il momento in cui una donna scopre di essere incinta dovesse essere uno dei momenti più belli della vita. Peccato che sapere che la notizia non sarebbe stata gradita a Nicolas la rendeva molto nervosa e non le permetteva di godersi il momento. Ne avevano già parlato in diverse occasioni, Nicolas non voleva avere figli. Di sicuro non nell’immediato futuro. Hélène stessa non sapeva come sentirsi riguardo all’eventualità che la gravidanza fosse reale. Sapendo di non poter rimanere chiusa in bagno per tutta la mattina, si riscosse e decise che sarebbe passata dalla farmacia appena uscita di casa.

/***/

Christian bussò alla porta del garage dove i ragazzi suonavano. Il posto era sicuramente più accogliente di quello che li aveva ospitati all’inizio. Era più grande e anche più luminoso. La musica all’interno della stanza si interruppe e Nicolas gli aprì la porta.

“Christian! Potevi anche entrare senza bussare!”

Nicolas lo fece passare e Christian, entrando, fece un cenno di saluto a José e Jimmy. Notò che l’umore non era dei migliori. Conosceva bene José e poteva dire per certo che qualcosa lo stava infastidendo. Forse era il fatto di suonare senza batteria che non gli andava a genio.

“Allora, come mai da queste parti?”
“Sono passato per sapere se l’offerta di rientrare nel gruppo è sempre valida.”
“Stai scherzando? Sarebbe stupendo se tu riprendessi il tuo posto!”
“Bene, sono qui per questo!”

Nicolas, entusiasta della notizia, lo abbracciò. Perfino Josè sorrise e sembrava più rilassato.

“Finalmente qualcosa di buono!”

Il suo tono era sarcastico, ma solo Jimmy sembrò farci caso, accigliandosi.

/***/

Nel pomeriggio, Hélène stava passeggiando per le strade di Parigi con mille pensieri in testa. Aveva comprato il test di gravidanza, ma non aveva ancora trovato il coraggio per farlo. Si era limitata a nasconderlo in un posto sicuro. Si impose di smettere di pensarci e affrettò il passo per raggiungere Johanna, che la stava aspettando in un grazioso parco. Vista la bella giornata, le due amiche avevano deciso di disertare il solito bar e trascorrere il loro tempo insieme all’aperto. Johanna e Hélène si scambiarono un veloce abbraccio, poi presero a camminare.

“Ho da dirti una cosa eccezionale! José e Benedicte sono rientrati dalla loro vacanza di riconciliazione e hanno portato con sé una bella sorpresa!”

Johanna inarcò le sopracciglia. Era sempre stata molto curiosa, così fece cenno a Hélène di continuare.

“Sono tornati in compagnia di Etienne e Cathy!”

Johanna parve più perplessa che altro.

“Etienne e Cathy? Insieme?”
“Si, la cosa ha sconvolto anche tutti noi, ma si sono sposati da poco e, pensa, erano in viaggio di nozze, quando si sono trovati davanti José e Benedicte.”

L’espressione di Johanna si fece ancora più attonita.

“Non posso crederci!”
“Si, in effetti non credevamo ai nostri occhi!”

Hélène ridacchiò, ma vedendo che l’amica rimaneva seria, si ricompose.

“Tutto bene, Johanna?”
“Non riesco a credere che Cathy possa aver perdonato Etienne e che l’abbia addirittura sposato!”

Stavolta toccò ad Hélène rimanere perplessa.

“Ma, Johanna, loro sono felici insieme adesso e il passato se lo sono lasciato alle spalle. Ci hanno messo del tempo a ritrovarsi e sicuramente non è stato facile, ma le persone cambiano e di errori ne abbiamo fatto tutti...”
“Come ha fatto Cathy a lasciarsi alle spalle il fatto che lui sia scappato dietro ad una sconosciuta? Come ha fatto a perdonarlo?”

Hèlène sospirò, d’un tratto irritata. A volte Johanna sapeva essere ottusa nei suoi giudizi. Solitamente lei era comprensiva, ma quel giorno, forse complice le sue preoccupazioni, si sentiva particolarmente insofferente.
“Il fatto che tu non sia disposta a perdonare Christian, non significa che agli altri non sia concessa una seconda opportunità. Etienne ha commesso uno sbaglio e di certo Cathy non ci è passata sopra con leggerezza. Ci ha messo del tempo a perdonarlo, poi ha capito che lui era sincero e che l’amava ancora. Non ci vedo niente di male in questo.”
“Stai forse cercando di dirmi qualcosa? Ti crea qualche problema il fatto che io non voglia avere più niente a che fare con Christian?”
“Mi crea qualche problema il fatto che sembra che tu non voglia avere a che fare con nessuno, oltre a me! Non vuoi vedere neanche Laly, o Nicolas! Tutti stanno iniziando a pensare che non sia solo Christian, il problema!”

Johanna abbassò lo sguardo, con aria colpevole.

“E’ vero, non me la sento di vedere nessuno, ma mi ferisce sapere che tu non capisca le mie ragioni.”
“Non si tratta delle tue ragioni, ma del tuo egoismo!”

Hélène si voltò e si allontanò, cercando di trattenere le lacrime. Quel breve scambio di battute l’aveva sconvolta più del dovuto. Si sentiva particolarmente emotiva e non voleva continuare quel litigio perché aveva paura di cosa avrebbe potuto dire. Johanna rimase incredula e delusa ad osservare la sua amica andarsene. Possibile che Hélène non la capisse? Aveva sofferto così tanto in passato, che aveva paura di rivivere i suoi sbagli. Non ce l’aveva con i suoi amici, ma non riusciva ancora a pensare di poter riprendere la sua vecchia vita. Soprattutto se ciò includeva Christian.




Vi è mai capitato che a scatenare una discussione con una buona amica fosse un pretesto per sfogare la rabbia per qualcosa che non c'entrava niente? A me si... Non è bello, ma se l'amicizia è solida e reale ne esce intatta o forse anche rafforzata. Sembra un discorso contorto anche a me, ma so quello che dico, anche se non riesco a spiegarlo bene! Comunque, non allarmatevi per le incomprensioni fra le due... La strada è ancora molto lunga.... A presto!!!

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Capitolo 14
*** Capitolo 14 ***


Altolà! So che ho molto di cui scusarmi, tipo un tempo infinito nell'aggiornare, ma spero di farmi almeno un pochino perdonare con questo capitolo! Besitos! =)



Capitolo 14

Etienne e Cathy si erano trasferiti poco lontano dalla casa dei ragazzi, per cui era normale che i due si facessero vedere spesso. Inoltre, occasionalmente, Etienne aveva iniziato a sostituire Jimmy nella band, quando quest’ultimo veniva “requisito” da Laly, che ormai libera dalla presenza opprimente di Natalie, voleva recuperare il tempo perduto. Il rientro nel gruppo, per Christian, era stato ottimo. L’impegno, insieme al corso di fotografia che frequentava insieme a Nicolas lo tenevano abbastanza impegnato per non pensare troppo al fatto che Johanna non volesse più saperne niente di lui. Questo almeno durante la giornata. La sera rimaneva ancora un momento difficile, quando si ritrovava da solo in camera tenere a bada i pensieri non era per niente semplice. Tuttavia, quella che sembrava avere sempre più pensieri per la testa in quel periodo sembrava essere Hélène. Un mattina, attese che tutti fossero usciti di casa per fare il test che da giorni teneva nascosto. Il suo cuore batteva all’impazzata, mentre aspettava l’esito. Non sapeva neanche lei cosa augurarsi, troppo confusa e spaventata. Passati i minuti di attesa, si decise a guardare come fosse il test. Malgrado dentro di sé avesse intuito che sarebbe stato positivo, come in effetti era, l’unica reazione che ebbe fu quella di prendere il cellulare e comporre un numero di telefono.

“Ho bisogno di vederti subito.”

Poche parole, il tempo per stabilire un posto e mise giù. Si sentiva come una pentola pronta ad esplodere, eppure mantenne una calma apparente, mentre si preparava ad uscire. I quel momento, Hélène aveva bisogno di sfogarsi e dire tutto a qualcuno e l'unica persona che voleva vedere era Johanna, malgrado non la sentisse dal giorno in cui avevano litigato. Lei e Johanna avevano passato molto tempo fianco a fianco negli anni passati, affrontando tutto insieme, erano l'una la roccia dell'altra. La loro era un'amicizia speciale e né Laly, né Benedicte, per quanto ottime amiche, avevano mai rappresentato per Hélène quello che per lei era stata Johanna. Le due amiche si erano date appuntamento al parco, vicino all'appartamento di Johanna. Quando si videro, bastò loro un abbraccio, per dimenticare la lite che avevano avuto.
 
"Mi dispiace per quello che ho detto, l'altro giorno!"
"Ma no, Johanna! Anche io ho detto delle cose che non pensavo realmente. Non pensiamoci più, va bene?"
"Si, però voglio che tu sappia che hai ragione, non sono stata totalmente sincera con te… Ma sai, si tratta di una cosa complicata, che non sa nessuno."
"Non ti preoccupare, quando vorrai parlarmi delle tue cose, io sarò qui. Sai, anche io ho un 'segreto', a dire la verità. E' per questo che ti ho chiamato. Avevo bisogno di parlare con un'amica."
"Allora andiamo a sederci, così mi racconti tutto."
 
Le due amiche scelsero una panchina all'ombra, in una zona non troppo frequentata, per poter discutere con calma.
 
"Allora, Hélène. Che succede?"
 
La ragazza abbassò gli occhi per posarli sulle proprie mani. Non sapeva da che parte iniziare. Se era così difficile dirlo ad un'amica, come avrebbe fatto a parlarne con Nicolas?  Johanna le mise una mano sulla spalla, per spronarla, così Hélène alzò gli occhi e si decise a dirlo e basta.
 
"Sono incinta."
 
La sorpresa che si dipinse sul volto di Johanna fu impossibile da dissimulare. Il tono usato dall'amica, non proprio entusiastico, tuttavia, la fece riprendere in fretta. La guardò con comprensione, immaginando bene come si sentisse.
 
"Deduco che non sia esattamente una cosa benvoluta."
 
Hélène scosse la testa, asciugandosi una lacrima.
 
"Più che altro, è inaspettata. Non so neanche io cosa pensare. Sono così confusa… E non ho idea di cosa ne potrà pensare Nicolas…"
 
Johanna le passò un braccio intorno alle spalle e sospirò. Forse era arrivato il momento di rivelare anche lei il proprio segreto. Magari sarebbe stato d'aiuto ad Hélène.
 
"Oh, Johanna, non so che cosa fare! Non so come dirlo a Nicolas, non so se sono pronta per una cosa del genere!"
"Ascoltami. Tutto questo è normale, te l'assicuro. E' una cosa che può apparire spaventosa, all'inizio. So come ti senti."
"Che vuoi dire Johanna? Perché, scusami, ma dubito che tu possa capire quello che sto provando."
 
Johanna si alzò, porgendo la mano ad Hélène, che la guardò stranita. Prendendo la mano dell'amica, si alzò anche lei.
 
"Vieni con me. E' l'ora che ti faccia conoscere qualcuno."

/***/

Laly e Jimmy stavano mangiando un gelato, mentre passeggiavano per il centro. La ragazza notò che lui continuava a fissarla, così, imbarazzata, si decise a chiedere qualche spiegazione.

“Che cosa c’è?”
“Perché continui a fissarmi?”
“Perché sei la più bella ragazza che abbia mai visto!”
“Che adulatore!”

Laly si sporse per baciarlo.

“Non lo dico solo per rubarti qualche bacio. E’ la verità. Lo penso fin dalla prima volta che ti ho visto. Ho capito subito che eri speciale e forse avrei lottato di più se non avessi creduto che il tuo destino fosse con Sebastien.”
“Anch’io pensavo che sarei rimasta con Sebastien per sempre. Ma niente è per sempre e la nostra storia non ha saputo resistere al tempo.”
“Non è colpa tua, se lui ha incontrato la sua ex in Italia...”
“Sarebbe successo prima o poi. Già da tempo le cose fra noi erano cambiate, solo che mi rifiutavo di vederle. Adesso che ho te, capisco che non ero più innamorata di lui come un tempo.”

I due si scambiarono uno sguardo dolce, poi ripresero a camminare mano nella mano.

/***/

Le due amiche uscirono dal parco e Johanna condusse Hélène verso casa sua. Cercò, senza successo le chiavi nella propria borsa, ma dovette arrendersi all'evidenza di aver dimenticato di prenderle.
 
"Cosa? Le hai dimenticate? Non dirmi che sei rimasta fuori di casa!"
"No, tranquilla! Mi faccio aprire subito."
"Non mi hai mai detto di vivere con qualcuno!"
 
Johanna la guardò, imbarazzata, voltandosi un attimo verso il citofono per suonare. Hélène sbirciò, ma sul citofono c'era solo il nome dell'amica.
 
"Diciamo che fa parte di quello che ancora non sai di me."
 
Quando udirono lo scatto del portone, Johanna lo spinse per aprire e fece cenno all'amica di entrare. Percorsero le scale in silenzio. Hélène aveva per un attimo dimenticato il suo problema, troppo curiosa di sapere cosa nascondesse Johanna. Quest'ultima, da parte sua, era ansiosa di vedere cosa avrebbe detto Hélène davanti a quello che le stava per mostrare. Finalmente, arrivarono davanti al piccolo portoncino, che era socchiuso. Prima di entrare, Johanna fermò Hélène.
 
"Voglio che tu sappia che, se non te l'ho detto prima, è solo perché non sapevo come avresti reagito; ma è da tanto tempo che avrei voluto metterti al corrente della cosa."
 
Hélène la guardò senza comprendere, tuttavia l'amica, senza aggiungere altro, aprì la porta ed entrò in casa.
 
"Mio piccolo Jo-jo, sono a casa!"
 
Quello che vide Hélène la lasciò senza fiato. Non si sarebbe mai e poi mai aspettata di vedersi comparire un bambino dalla camminata ancora incerta, con le braccine tese in avanti, che sorrideva a Johanna. Dietro di lui una donna di mezz'età, che stava attenta che non cadesse. Johanna accorciò la distanza che la separava dal piccolo per prenderlo in braccio e stringerlo forte a sé. Dopo averlo sbaciucchiato, si voltò verso Hélène, che era rimasta di sasso. Si avvicinò a lei con il bambino ancora in braccio.
 
"Mia cara Hélène, ti presento il mio Jonathan."




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Capitolo 15
*** Capitolo 15 ***


Capitolo 15

"Non posso crederci, Johanna!"

Hélène e Johanna erano sedute sul divano, con il bambino fra di loro che giocava tranquillo.

"Lo immagino, eppure guardami, sono qua, con un figlio. Tutto questo è reale. Ora ci credi che riesco perfettamente a capire come ti senti?"

"Certo! Ma senti una cosa, non voglio essere indiscreta, ma…"

"Se vuoi sapere chi è il padre, ovviamente la risposta è scontata: Christian."

"Christian? Ma come è possibile?"

"L'ho scoperto appena rientrata in Texas. All'inizio ero sconvolta e anche arrabbiata. Mi sembrava impossibile che il destino mi avesse giocato un tiro del genere! Poi è subentrato il timore. Ero sola, con la certezza che cercare Christian sarebbe stato praticamente inutile. Infine, ho pensato che sarebbe stato bello avere una parte di lui per sempre con me."

Johanna accarezzò dolcemente i capelli del piccolo, neri come quelli del padre. Pensava al suo Cricri ogni volta che compiva quel gesto.

"Hélène, il punto è che devi solo capire che cosa vuoi. Quello che ti posso dire io è che un figlio ti cambia la vita. E' veramente un dono. Certo, non è una passeggiata, ma qualsiasi difficoltà viene ricompensata ogni volta che lo guardi."

/***/


Etienne e Cathy si erano ritrovati a passeggiare vicino alla loro vecchia università. Avevano tanti ricordi legati a quel posto, anche se poi, per loro, quell’avventura era terminata in un modo un po' brusco.

“Che ne dici di fare un salto dal nostro vecchio amico Alfredo? Mi piacerebbe tornare nel locale almeno una volta!”

“Dico che è un’ottima idea, amore!”

I due ragazzi si diressero verso il locale nel quale erano soliti passare il loro tempo libero. Da fuori sembrava tutto uguale al solito, tranne che per il cartello “Vendesi attività” che stava appeso sulla parete. Etienne e Cathy si guardarono per un attimo, poi decisero di entrare. Anche l’interno del locale era rimasta pressoché lo stesso, solo che, a differenza dei tempi in cui lo frequentavano, era quasi vuoto. Etienne fermò un cameriere.

“Mi scusi, abbiamo visto il cartello qua fuori... Come mai vendete?”
Il giovane ragazzo si guardò intorno, indicando il locale praticamente vuoto.

“Questo posto ormai non rende più molto. Il proprietario ha deciso di trasferirsi e quindi vende. Voi chi siete?”

“Siamo ex studenti universitari. Passavamo qua praticamente tutto il nostro tempo libero.”

“Beh, sembra che gli studenti di adesso abbiano cambiato le loro abitudini. Scusate, adesso devo lasciarvi.”

Entrambi uscirono un po' amareggiati dal locale. Era brutto sapere che presto quel posto avrebbe chiuso i battenti. Sarebbe stato bello poter fare qualcosa per salvare il loro bar preferito.

/***/

Hélène guardò l’amica un attimo, prima di decidersi a parlare. Sperava di non portare ad un altro litigio fra di loro, tuttavia non poteva trattenersi.

“Johanna, non credi che Christian debba sapere che ha un figlio?”

“Credi che gli importerebbe, dopo come si è comportato con Linda?”

“So che non credi al cambiamento di Christian, ma credo che dovresti dargli una possibilità. Non dico che devi dirgli subito del bambino. Magari potresti prendere le cose con calma.”

“In che senso?”

“Potresti iniziare a venire da noi ogni tanto, tastare il terreno. Sono sicura che se chiederai a Christian del tempo per farti capire se è ancora degno della tua fiducia non ti deluderà e ti lascerà tutto lo spazio di cui hai bisogno.”

Johanna parve riflettere sulle parole dell’amica. Sempre accarezzando i capelli di suo figlio, si stava chiedendo se avrebbe potuto fare quel passo. Si trattava di dare una possibilità di dare un padre a suo figlio, non poteva tirarsi indietro.

“In effetti potrebbe essere una buona idea.”

/***/

Cathy conosceva troppo bene suo marito ormai per non capire che stava pensando freneticamente a qualcosa. E sapeva anche di cosa si trattava.

“Amore, cosa hai in mente?”

“Stavo pensando che dobbiamo fare qualcosa per Alfredo!”

“Tipo cosa?”

“Magari posso chiedere ai ragazzi di organizzare una serata nel locale. Questo dovrebbe attirare gente, no?”

“Si, ma hai sentito quel cameriere. Alfredo ha già deciso di vendere, non credo che cambierà idea solo per una serata di incassi!”

“Hai ragione. Eppure non posso rimanere a guardare! Devo fare qualcosa!”

Cathy controllò il cellulare, su cui era appena arrivato un messaggio.

“Ehi, Benedicte ci ha invitato a casa loro questa sera. Potresti approfittarne per parlare con gli altri di questa cosa. Magari ad Alfredo potrebbe comunque fare piacere avere una serata diversa prima di chiudere.”

“Perché no, dille che andiamo.”

/***/

Nicolas e Christian entrarono in un piccolo bar. Avevano appena terminato l’ultimo corso di fotografia della settimana e avevano deciso di prendersi un caffè, prima di andare al garage a fare le prove con il resto del gruppo. Capitava spesso di finire in quel bar e Nicolas aveva notato che la giovane cameriera faceva gli occhi dolci a Christian. Non aveva capito se l’amico non se ne fosse ancora reso conto, oppure fingesse di ignorarla. Quel giorno, quando la ragazza portò loro un caffè, si schiarì la voce.

“Ciao ragazzi, questa sera, in via del tutto eccezionale, rimaniamo aperti fino a tardi. Viene un ospite speciale e a sorpresa a suonare. Siete interessati?”

Malgrado la giovane avesse parlato al plurale, aveva guardato per tutto il tempo Christian, manifestando apertamente il suo interesse. Nicolas attese la reazione dell’amico. In fondo, la ragazza era veramente carina e lui era single.

“Ti ringrazio, ma io e il mio amico abbiamo altri programmi per la serata.”

Il suo tono era stato abbastanza freddo da far comprendere alla ragazza che l’interesse non era ricambiato, così girò i tacchi e si allontanò dal tavolo. Nicolas sapeva che, in passato, Christian non si sarebbe lasciato sfuggire l’occasione. Evidentemente, non era ancora riuscito a superare il fatto che Johanna non volesse più vederlo.



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Capitolo 16
*** Capitolo 16 ***


Capitolo 16


Quando Hélène era tornata a casa quel pomeriggio, era stata informata che nella serata Etienne e Cathy sarebbero andati a trovarli. Le ragazze stavano così dando una sistemata al salotto. La conversazione era monotematica. Laly stava illustrando a Benedicte e a Hélène quanto fosse gentile Jimmy, quanto fosse attento, quanto fosse meraviglioso, insomma. Le ragazze la lasciavano parlare, in fondo contente di vederla così serena. Hélène ogni tanto si perdeva nei suoi pensieri. Dopo aver parlato con Johanna, aveva deciso che avrebbe dovuto dire a Nicolas la verità al più presto. Quella serata non le sembrava il momento migliore, ma l’indomani avrebbe dovuto trovare del tempo solo per loro due, per dargli la notizia. Nicolas, José e Christian entrarono in casa, di ritorno dalle prove della band. Rimasero tutti e tre a guardare le ragazze tutte prese dalle faccende domestiche e si scambiarono degli sguardi.

“Immagino che l’idea di buttarci sul divano sia da escludere...”

Laly si avvicinò a loro.

“Bravo José, vedo che quando ti impegni, capisci le cose al volo!”

Josè la guardò male. Non si perdeva mai una battuta quella ragazza. Nicolas tentò un approccio più cauto.

“Come mai tutto questo affaccendamento?”
“Stasera vengono Etienne e Cathy.”
“Si, per cui, dato che noi stiamo pulendo, voi maschietti siete pregati di sparire dalla circolazione.”
“Laly! Non c’è bisogno di scacciarli. Magari vogliono darci una mano...”
“Io vado a fare una doccia.”
“Io ho fame, vado in cucina a mangiare qualcosa.”

Mentre José e Christian, sotto lo sguardo indignato di Laly si allontanavano, Nicolas si avvicinò a Hélène, dandole un piccolo bacio.

“Ciao.”
“Ciao. Senti, domani mattina ti va se stiamo insieme, solo io e te?”

Nicolas vide un’ombra passare sul viso della fidanzata.

“Si, tutto bene?”
“Certo.”

/***/

Dopo l’arrivo di Etienne e Cathy, i ragazzi si erano accomodati tutti in salotto.

“Oggi io e Cathy siamo andati da Alfredo.”
“Ma dai! E’ passato veramente tanto tempo dall’ultima volta che ci siamo andati!”
“Beh, allora fate in fretta, se volete trovarlo aperto!”
“Che vuoi dire, Cathy?”
“Che il locale è in chiusura.”

Tutti i ragazzi erano dispiaciuti. Quel locale era stato a lungo il loro principale punto di ritrovo ed era stato testimone di tanti avvenimenti.

“Che peccato.”
“Si, però Etienne avrebbe un’idea.”

Cathy fece cenno al marito di parlare.

“Si, in effetti stavo pensando che voi ragazzi potreste organizzare una serata. Forse non basterà per tenerlo aperto, ma almeno sarà un bel modo per chiudere.”
“Non è male come idea, Etienne!”

Decisero che José, Christian e Etienne sarebbero andati la mattina dopo a parlare con Alfredo per organizzare qualcosa. Mentre i ragazzi si concentrarono già su un’eventuale scaletta di pezzi da suonare, le ragazze si misero a parlare di altro. Le discussioni quasi sovrastarono il suono del campanello. Ci volle qualche secondo prima che le voci calassero abbastanza per capire che c’era qualcuno alla porta. Fu Hélène, per un attimo presa dalla speranza che fosse chi pensava lei, ad alzarsi per andare ad aprire. Sorrise felice di fronte alla giovane donna alta dagli inconfondibili capelli rossi che stava dall’altra parte della soglia.

“Johanna!”

Cathy, Laly e Benedicte corsero verso di lei per abbracciarla, avendone finalmente la possibilità. Anche i ragazzi si avvicinarono all’ingresso. Tutti, tranne Christian che rimase in disparte. Dopo aver salutato tutti, Johanna si rese conto che Christian, malgrado si fosse alzato, era rimasto lontano dal gruppetto che si era creato. Sospirando, fu lei ad avvicinarsi a lui, sorprendendolo.

“Ciao.”
“Ciao.”

Era evidente l’imbarazzo fra i due, così Christian si schiarì la voce.

“Senti, se preferisci io posso andare via.”
“No, ti prego, resta.”

Johanna fece un sorriso tirato, cercando di rassicurare Christian, mentre Hélène sorrideva felice. Finalmente la sua migliore amica aveva deciso di fare un passo verso Christian. Johanna, tuttavia, ci teneva ad essere chiara, anche col rischio di sembrare brusca.

“Questo non vuol dire che ti ho perdonato, o che abbia intenzione di farlo presto. E’ solo un piccolo passo verso la mia vecchia vita, i miei vecchi amici. Fra cui, ovviamente, ci sei anche tu. Ti chiedo di lasciarmi spazio e tempo. Magari un giorno...”
“Saprò aspettare tutto il tempo che ti servirà, Johanna. Nel frattempo ti dimostrerò che sono veramente cambiato.”

Johanna annuì, poi, si voltò verso gli altri, con il sorriso sulle labbra.

“Allora, dear friends, vi è mancata la vostra amica texana?”
“Non sai quanto, Johanna! Non sai quanto!”

Il resto della serata passò velocemente, fra chiacchiere, risate e tanti bei ricordi. Quelli più tristi, quelli che risvegliavano più malinconie vennero lasciati da parte.



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Capitolo 17
*** Capitolo 17 ***


Capitolo 17


Nicolas ed Hélène erano pronti per uscire. Hélène era molto nervosa, non sapeva ancora con quali parole avrebbe potuto dire a Nicolas che era incinta. Certo, il racconto di Johanna le aveva dato un po' di coraggio, se lei era riuscita ad affrontare tutto da sola, lei non aveva nulla da temere. Nicolas sarebbe rimasto al suo fianco. O almeno, così sperava.

“Allora, andiamo?”

“Si, certo.”

“Aspettate!”

Christian li fermò mentre erano già sulla porta di casa.

“Hélène, posso chiederti di lasciarmi il numero di Johanna?”

La ragazza guardò l’amico con una punta di ammonimento negli occhi.

“Mi sbaglio, o Johanna ti ha detto di lasciarle spazio e tempo?”

“Lo so, ma ho pensato che invitarla a prendere un caffè qui da noi non può fare così male, no?”

“Ma non dovevi andare con José ed Etienne a parlare con Alfredo?”

“Si, infatti vorrei invitarla per questo pomeriggio. Questa casa è un porto di mare, quindi non capiterà di certo che saremo soli e questo dovrebbe rendere tutto più semplice, no? Ti prego Hélène, non intendo forzare le cose con Johanna, ma voglio dimostrarle che sono veramente cambiato.”

Gli occhi supplichevoli di Christian ebbero la meglio.

“E va bene, aspetta che prendo il cellulare.”

Christian si voltò per prendere un pezzo di carta e una penna, non riuscendo a nascondere la soddisfazione.


/***/


Più tardi, nell’arco della mattinata, Laly si ritrovò da sola a casa. Dopo aver attaccato un po' di musica di sottofondo, si mise sul divano con il suo astuccio pieno di smalti, pronta per dedicarsi alla manicure. Quella sera aveva un appuntamento con Jimmy e voleva essere perfetta. Ad interromperla ancor prima di iniziare il suo lavoro, fu il telefono. Laly sbuffò e andò a rispondere.

“Pronto?”

“Ehi, Laly, sono Cathy, ti disturbo?”

“Non se è una cosa veloce.”

Cathy inarcò le sopracciglia. Non si sarebbe mai abituata ai modi bruschi della giovane.

“Ok, senti Benedicte è in casa?”

“No, tornerà per pranzo, perché?”

“Avevo bisogno di parlare con lei, magari passo nel pomeriggio.”

“Ok, le dirò che l’hai cercata.”

“Grazie.”

“Bene, adesso scusa, ma ho da fare.”

Laly posò il cordless sul tavolo davanti a sé, poi iniziò a scegliere lo smalto da mettere. Tuttavia, il campanello la interruppe nuovamente. Sospirando scocciata, andò ad aprire la porta, chiedendosi come mai quel giorno non poteva avere un attimo per se stessa. Quando aprì la porta, non riuscì a nascondere la sorpresa nel trovarsi davanti Sebastien e Linda.


/***/


Hélène e Nicolas stavano passeggiando già da diversi minuti in silenzio. Mentre Nicolas la teneva teneramente per mano, Hélène stava combattendo una lotta interna. Doveva parlargli, doveva dirgli quello che stava succedendo, ma non riusciva ad aprire bocca. Percependo che qualcosa non andava, Nicolas decise di prendere la situazione in mano. Si fermò e la fronteggiò, costringendola a guardarlo negli occhi.

“Mi vuoi dire che sta succedendo? E’ da diversi giorni che sei strana e sto iniziando a preoccuparmi. Ho atteso che tu fossi pronta per parlarmi di qualsiasi cosa ti stia tormentando, ma adesso voglio che tu parli con me. Per favore.”

“Ok, hai ragione. Devo dirti una cosa.”

“Sai che puoi dirmi tutto.”

“Si, ma ti assicuro che non è facile.”

“Così mi fai preoccupare ancora di più. Stai male per caso?”

“No, non sto male. Però quello che sto per dirti cambierà tutto.”

Nicolas la guardava accigliato. Hélène prese un profondo respiro e decise che tergiversare avrebbe solo peggiorato le cose.

“Io mi sono resa conto di avere un ritardo, così ho fatto un test. Sono incinta, Nicolas.”


/***/


José e Christian incontrarono Etienne appena fuori del bar che avevano frequentato per anni tutti insieme.

“Bene, entriamo?”

Christian si schiarì la voce.

“Voi andate, io vi raggiungo fra un minuto. Devo fare una telefonata, prima”

“Ok, ma cerca di muoverti.”

Christian annuì, poi tirò fuori il cellulare dalla tasca e il foglietto sul quale aveva segnato il numero di Johanna e compose il numero, sentendo il suo cuore battere più velocemente.

“Pronto?”

“Johanna, sono io, Christian. Prima che ti arrabbi, o decidi di riattaccare, lasciami parlare un secondo, per favore.”

Christian udì un sospiro provenire dall’altra parte della linea.

“Non riattaccherò. Dimmi.”

“Hélène mi ha dato il tuo numero. Volevo sapere se poteva farti piacere venire a prendere un caffè da noi, oggi pomeriggio. Ti giuro che non è un modo per metterti pressione addosso. Vorrei solo avere modo di passare del tempo con te.”

“Christian...”

“No, ti prego, non accetterò un rifiuto. So che non devo aspettarmi un tuo perdono, ti chiedo solo di accettare il mio invito. Sarai libera di andartene quando vuoi.”

Gli attimi di silenzio che seguirono alle sue parole lo fecero temere di aver esagerato e attese di sentir cadere la linea da un momento all’altro.

“Va bene.”

“Sul serio?”

“Si, ma non farti strane idee. Questo non cambierà niente.”

“Certo, tranquilla. Passa pure quando vuoi.”

José uscì dal locale per trovarlo ancora con il telefono in mano e un sorriso da un orecchio all’altro.

“Buone notizie?”

“Ottime. Andiamo.”


/***/


L’imbarazzo di Sebastien e Linda era piuttosto evidente, ma Laly reagì in modo del tutto inaspettato, soprattutto dopo averli squadrati per un minuto buono con un’espressione indecifrabile.

“Ragazzi, ma che bella sorpresa! Entrate pure! Che ci fate qui? Già stufi dell’Italia?””

I due si scambiarono uno sguardo perplesso, di fronte al sorriso smagliante stampato in faccia a Laly.

“In realtà stiamo pensando di trasferirci in pianta stabile laggiù, così siamo tornati in Francia per sbrigare alcune faccende burocratiche e abbiamo pensato di passare per un saluto.”

“Oh, ma che bell’idea!”

Non comprendendo se il tono di Laly fosse sarcastico o meno, Sebastien cercò di capire come affrontarla. Un po' intimorito da come avrebbe potuto reagire, si rivolse a lei.

“E tu come stai?”

“Io? Una meraviglia! Sto benissimo, davvero! Spero che vi fermerete abbastanza per avere l’opportunità di conoscere Jimmy!”

“Jimmy? Chi è Jimmy?”

“Il nuovo bassista della band, nonché il mio fidanzato! Questa sera sarete nostri ospiti qui, così potrete conoscere lui. Inoltre, ci sono un sacco di novità che vi siete persi, in questi mesi!”

“Sicura che non sia il caso di parlarne con gli altri, prima di organizzare una cena?”

“Gli altri saranno felicissimi di vedervi, tranquilli! Certo, è vero che saremo tanti, ma che importa? Tanto io non so cucinare!”

Sebastien aveva parlato a Linda dell’eccentricità raggiunta negli ultimi tempi prima della sua partenza da parte di Laly, ma la giovane modella rimase ugualmente senza parole.




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Capitolo 18
*** Capitolo 18 ***


Capitolo 18


“Nicolas, puoi dire qualcosa, per piacere? Questo silenzio è snervante.”

Hélène sospirò, quasi sopraffatta dall’ansia. Quel silenzio aiutava solo ad incrementare le sue paure. Rendendosi conto dell’effetto che stava avendo sulla sua ragazza, Nicolas si schiarì la voce.

“Scusami, è solo che...”

Forse a quella frase lasciata a metà, Hélène avrebbe preferito il silenzio. Solo quando un sorriso eccitato comparve sulla faccia di Nicolas, sentì il nodo dell’ansia nel suo stomaco sciogliersi.

“Non posso crederci, avremo un bambino! E’ una cosa... così straordinaria, ed enorme! Non so cosa dire!”

Nicolas la prese fra le braccia e Hélène si lasciò andare al sollievo e alla gioia.

“Quindi non sei arrabbiato?”

“Arrabbiato? Perché dovrei esserlo?”

Nicolas si scostò da lei quel che bastava per guardarla negli occhi.

“Pensavo che tu non volessi dei figli, soprattutto non adesso.”

Nicolas sospirò.

“Beh, pensavo che avremmo iniziato a parlarne una volta che le nostre vite fossero state più stabili. Magari con delle carriere avviate e una casa tutta per noi, non te lo nascondo. Ma stiamo parlando di un figlio nostro e non potrei mai prendermela per una cosa del genere.”

“Davvero?”

“Certo. Vedrai che andrà tutto bene. Presto saremo una famiglia e ce la caveremo alla grande.”


/***/


Al loro rientro a casa, José e Christian avevano trovato Sebastien e Linda. Nonostante la conversazione che avevano avuto l’ultima volta che si erano visti, Linda con Christian si mostrò molto cordiale, pur mantenendo le distanze. Il piccolo gruppetto decise di pranzare qualcosa insieme.

“Allora, ragazzi, com’è andata da Alfredo?”

“A quanto pare questo è l’ultimo mese di apertura del locale e Alfredo non ha nessuna intenzione di cambiare idea a riguardo. Tuttavia, abbiamo pattuito di suonare là per i prossimi sabati e in più per l’ultima serata in assoluto. Non servirà a molto, ma ci permetterà di salutare quel posto a modo nostro.”

“E’ un vero peccato che chiuda.”

“Laly mi ha detto che avete un nuovo bassista.”

“Si, Jimmy. E’ molto bravo. Sai, adesso a dire la verità, con il ritorno di Etienne, a bene vedere, non abbiamo che l’imbarazzo della scelta!”

“E con questo cosa vorresti dire, José? E’ un modo per dire che avete intenzione di sbarazzarvi del mio Jimmy?”

“Certo che no, Laly! E poi Etienne non ha intenzione di tornare a suonare. Dicevo solo per dire.”


/***/


Benedicte parcheggiò l’auto sul vialetto di casa. Quando scese, vide Cathy che attraversava la strada, diretta verso di lei.

“Cathy!”

Le due amiche si abbracciarono.

“Come mai da queste parti?”

“Laly non ti ha dato il mio messaggio?”

“No, non l’ho sentita per tutta la mattina e sono appena arrivata.”

“Allora spero di non disturbarti, volevo parlare con te di un’idea che mi è venuta.”

“Vieni, andiamo dentro a parlarne.”

Le ragazze si unirono al gruppo raccolto intorno al tavolo in cucina. Benedicte fece le presentazioni fra Linda e Cathy, mentre con Sebastien non fu necessario. Anche se per poco tempo, i due si erano già conosciuti prima che Cathy lasciasse Parigi tempo indietro. Il pranzo ormai era terminato. Laly trovò la scusa di dover assolutamente fare delle lavatrici, pur di andare al piano di sopra. Ne aveva avuto abbastanza di vedere Sebastien e Linda e far finta che la cosa non le importasse più. José, Christian e Sebastien rimasero al tavolo della cucina per discutere di musica davanti a un buon caffè, mentre le ragazze si spostarono in salotto. Quando il campanello suonò, tuttavia, Christian apparve trafelato per poter andare lui alla porta. Vedendo Johanna sulla porta, sorrise felice.

“Ciao Johanna, ti prego, entra.”

La giovane texana vide subito Linda e, molto sorpresa, andò ad abbracciarla.

“Oh mio Dio!”

Attirati dal trambusto, anche i ragazzi uscirono dalla cucina.

Linda e Johanna si abbracciarono. Christian le osservò. Hélène gli aveva detto che Johanna, prima di ripartire per il Texas, era stata molto vicina a Linda. Johanna abbracciò anche Sebastien. Non vedeva entrambi da tanto tempo.
 
"Non sapevo che eravate tornati!"
 
"Neanche noi sapevamo che eri in Francia! Allora, come stai?"

“Benissimo! E voi?”

Le urla concitate di Laly che stava scendendo le scale di corsa, attirarono l’attenzione di tutti.

“Presto, correte, il bagno si sta allagando! Quella dannata lavatrice ha combinato un disastro!!!”

Benedicte e Cathy andarono su con Laly, mentre José tornava in cucina seguito da Sebastien per prendere degli attrezzi. Quando si trattava di guai provocati, direttamente o indirettamente, da Laly, era il caso di partire armati. Christian sospirò. Non era certo così che pensava sarebbero andate le cose, quando quella mattina aveva deciso di invitare Johanna per un caffè. Dal piano superiore le ragazze chiedevano rinforzi, così Christian si avvicinò a Johanna.

“Scusami, ma il caffè dovrà aspettare, temo.”

“Vai pure.”

José e Sebastien lo seguirono con tutti gli attrezzi che erano riusciti a trovare, lasciando Johanna e Linda da sole. Si sedettero sul divano.

"Allora, Johanna! Che cosa mi racconti?"
 
"Beh, a parte che mi sono nuovamente trasferita in Francia… Tutto bene, come al solito! E te? Hélène mi ha detto tutto su come te e Sebastien vi siete ritrovati!"
 
"Si, è stato davvero incredibile. E assolutamente inaspettato! Adesso siamo molto felici. In più, tornare e trovare Laly felice accanto a Jimmy ci ha fatto stare meglio. Sebastien si è sentito in colpa nei suoi confronti. E tu? Hai ritrovato il tuo Cricri?"
 
Johanna abbassò gli occhi.
 
"Non proprio. Diciamo che siamo solo cercando di essere amici, per il momento. Tu dovresti capirmi, trovo ancora impossibile perdonarlo per quello che ci ha fatto."
 
"Non sono d’accordo, invece.”

Di fronte allo sguardo sbigottito di Johanna, Linda cercò di essere più chiara.

“Senti, è passato del tempo e il dolore è passato. Poi sai, adesso ho ritrovato Sebastien e ho compreso che, pur avendo amato Christian, non era la stessa cosa. Certo, ho sofferto molto per quello che mi ha fatto, ma lui si è scusato e ho capito che era veramente sincero. Non penso che serva a molto portare rancore a vita. Christian ha sbagliato, mi ha chiesto scusa e le cose sono andate come sono andate. Dovresti guardare avanti anche te, Johanna. Io penso che tu sia la sua anima gemella. Dovresti dargli un'altra possibilità."
 
Linda si fermò un attimo, prima di continuare.
 
"Se proprio vuoi saperlo, credo che se fossi stata tu ad aspettare un bambino, lui non sarebbe fuggito via in quel modo!"
 
Johanna spalancò la bocca. Era una frase che non avrebbe mai voluto sentirsi dire da Linda!
 
"Te l'ha detto lui? E' una cosa… Meschina!"
 
"Ma no! Certo che non me l'ha detto lui. Ma io ne sono sempre stata convinta. Christian non mi ha mai amato come ha amato te!"
 
Johanna scosse la testa, confusa. Christian scese le scale frettolosamente. In quel momento, Johanna ricevette una telefonata e si allontanò per parlare con la sua babysitter.

“C’è qualche problema? ... Non preoccuparti, arrivo subito.”

Christian, con i pantaloni bagnati alle caviglie per il disastro che stava avvenendo al primo piano, non poteva credere a quello che aveva appena sentito. Quando Johanna ripose il cellulare nella borsa mettendosela sulle spalle si avvicinò a lei.

“Non andrai già via?”

“Scusami, Christian. Purtroppo si tratta di una cosa importante. Però ci vediamo un altro giorno, promesso.”

Gli sorrise, per rassicurarlo. Ovviamente le serviva del tempo per riflettere su quello che le aveva detto Linda, ma voleva veramente tentare di capire se era vero che era cambiato.


/***/


Come al loro solito, José e Laly stavano litigando nel mezzo del corridoio, mentre Sebastien riponeva gli attrezzi nella loro cassetta. Cathy e Benedicte erano le sole che cercavano di asciugare il pavimento del bagno.

“Pensavo di farti questa domanda mentre eravamo comodamente sedute sul divano, ma oggi la vedo difficile. Di cosa volevi parlarmi?”

“Stavo pensando che sarebbe bello se noi ragazze ci prendessimo un weekend solo per noi... In fondo, i ragazzi passano del tempo insieme al nuovo garage quando fanno le prove. Anche se non suona più, Etienne ci passa spesso.”

“Del tempo solo per noi? Direi che si può fare. E’ veramente una vita che non stiamo più tutte insieme!”

I toni fra José e Laly si stavano alzando, così a Cathy venne naturale sporgersi per capire se dovevano intervenire. Benedicte le fece un gesto di noncuranza.

“Tutto nella norma, fino a che non arrivano alle mani nessuno interviene. Queste liti sono all’ordine del giorno, ormai!”

Cathy annuì, un po' perplessa.



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Capitolo 19
*** Capitolo 19 ***


CAPITOLO 19

Non era stato facile organizzare il loro weekend al femminile. Per farlo, c'erano voluti diversi giorni. Quella che aveva avuto più difficoltà era stata Johanna, che non sapeva a chi lasciare Jonathan e, a dire la verità, non era neanche troppo propensa a farlo. A risolverle il problema, aveva pensato Hélène, che aveva convinto sua madre a prendersi cura del piccolo. Johanna, a quel punto, si era convinta e quando aveva chiesto ad Hélène se per la madre non fosse troppo disturbo guardare Jonathan, Hélène aveva risposto che, in ogni caso, le sarebbe servito come allenamento per il futuro! Fra i ragazzi, l'unico ad avere avuto qualche perplessità era stato Nicolas, preoccupato per Hélène. Il fatto che Johanna fosse al corrente della gravidanza, aveva tranquillizzato il ragazzo almeno un po'. Il venerdì, una volta sistemate tutte le loro faccende, le ragazze caricarono i bagagli sull'auto e partirono. A dire la verità, non andavano troppo lontano. Il centro benessere che avevano prenotato si trovava appena fuori città, cosa che era servita a convincere ulteriormente Johanna a partire. In fondo, per qualsiasi problema, non avrebbero impiegato troppo tempo a tornare a casa.

/***/

Le ragazze stavano facendo la pedicure tutte insieme, con una maschera idratante sul viso allo stesso tempo. Nel frattempo, si ritrovarono a parlare di amore.

“Ragazze, sapete una cosa? Da quando io e José abbiamo fatto quella vacanza insieme, le cose fra noi sono migliorate tantissimo! Finalmente siamo riusciti a parlare di tutte le incomprensioni passate e, adesso, mi sembra che niente possa mettersi fra di noi!”
“Menomale Benedicte, perché i vostri rapporti erano veramente pessimo, ultimamente!”

Cathy si schiarì la voce, guardando Laly.

“Certo che tu non hai filtri quando parli, eh?”
“Tu non c'eri, ti assicuro che a casa eravamo tutti convinti che si sarebbero lasciati!”
“Davvero?”
“Laly, perché non la pianti e non ci parli un po' di Jimmy?”
“Come se non lo facesse già abbastanza!”

Laly mollò una pacca oltraggiata a Johanna, che scoppiò a ridere.

“Stavo scherzando! Allora, quanto è fantastico il tuo Jimmy, questa settimana?”

Laly alzò gli occhi al cielo, poi prese a elogiare quello che lei definiva l'amore della sua vita. Le ragazze continuavano a scambiarsi sguardi ammiccanti, anche se in realtà non potevano essere che felici per la loro amica.

“Lui è così dolce, e premuroso! Beh, non premuroso quanto lo era Sebastien, in ogni caso non sono mai stata così felice in tutta la mia vita!”

Benedicte approfittò del fatto che Laly avesse nominato Sebastien per chiedere una cosa che cercava di capire da tempo.
 
“Scusa se tiro fuori un argomento forse per te poco piacevole, ma ho ancora stampata in mente la serata in cui Sebastien si è presentato a casa con Linda per lasciarti. Ricordo che tu, direi con delle buone ragioni, fossi furiosa con entrambi. Poi quando qualche giorno fa sono tornati, li hai accolti a braccia aperte! Ora, capisco che sei di nuovo felice con Jimmy, ma davvero non ti fa più effetto vedere Sebastien e Linda insieme?”
“Se devo essere sincera, no. In realtà, la sera che Sebastien mi ha lasciata ero veramente furibonda, è stata una cosa inaspettata! Ma quando ho avuto modo di rifletterci un po', beh, ecco... Alla fine mi sono sentita come sollevata! Sebastien e io non eravamo più felici come un tempo e questo prima che lui andasse in Italia. Credo che la nostra storia fosse già finita, quindi no, non mi dispiace vederlo con Linda. E poi adesso ho Jimmy! Non ci lasceremo mai!”
“Sei molto fiduciosa, Laly. Vorrei avere la tua stessa fede nell'amore eterno!”
“Oh, Johanna, non dire così, troverai anche tu la tua anima gemella”
“Ce l'hai già, ti aspetta a Parigi con quegli occhi da cucciolo in cerca di perdono!”
“Laly, per favore. Possiamo non toccare quel tasto?”

Johanna non voleva sentire parlare di Christian. Le sue idee erano ancora molto confuse. Le ragazze avrebbero voluto poter far qualcosa per lei. Cathy si schiarì la voce.

“Johanna, capisco benissimo che tu ancora non te la senta di prendere in considerazione l'idea di perdonare Christian, però promettimi di rifletterci bene. Prendi me. Non pensavo che sarei mai stata capace di perdonare Etienne, eppure guardaci adesso! Siamo felicemente sposati. Inizialmente, quando me lo sono trovato davanti, non potevo credere che il destino mi avesse giocato uno scherzo tanto beffardo. Ho provato con tutta me stessa a tenerlo a distanza, ad odiarlo perfino, però la verità è che non l'ho mai dimenticato, malgrado il male che mi aveva fatto. Lui non si è mai arreso, ha cercato di farmi capire giorno dopo giorno che mi amava ancora e alla fine non ho potuto più mentire al mio cuore.”
“Le tue parole sono molto belle, Cathy. Sono felice che tu abbia ritrovato la felicità con Etienne, ma non sono ancora pronta per dare una seconda possibilità a Christian e non so se lo sarò mai.”
“Non lo saprai mai, se non ci proverai!”
“Laly!”
“Hélène, non sgridarmi. Come al solito, sono stata l'unica che ha avuto il coraggio di esprimere quello che pensiamo tutte!”

Hélène scosse la testa, rassegnata ai modi bruschi di Laly. Johanna invece ridacchiò, una volta era lei quella che non riusciva a tenere la bocca chiusa. Nel guardare le sue amiche, Hélène decise che voleva condividere con loro il suo piccolo segreto. Tranne Johanna, le altre non sapevano nulla.

“Ragazze? Ho una cosa di cui voglio assolutamente parlarvi! Però promettete di non dire a Nicolas che ve l'ho detto, ok?”

Johanna sorrise sorniona, capendo dove l'amica voleva andare a parare. Per evitare eventuali gelosie da parte delle altre, decise che avrebbe finto di non sapere nulla.

“Avanti parla, adesso ci hai incuriosite.”
“Sono incinta!”
“Un mini Nicolas in arrivo!”
“Sarà il primo bebè del gruppo, ci pensate?”

Johanna abbassò gli occhi, dopo aver scambiato uno sguardo complice con Hélène. Non voleva dire alle sue amiche di Jonathan. Non perché non di fidasse di loro, sapeva che ne sarebbero state felici, solo che aveva deciso che il prossimo a doverlo sapere doveva essere Christian. E, in quel momento, decise che avrebbe dovuto dirglielo al più presto. Le sue amiche avevano ragione. Non avrebbe mai saputo se Christian era davvero cambiato, se non gli avesse dato una possibilità reale per dimostrarlo.

/***/

I ragazzi erano tutti insieme al garage. Durante una pausa dalle loro interminabili prove, era arrivato Etienne con delle birre. A nessuno di loro sfuggiva il fatto che José guardasse il cellulare tipo ogni cinque minuti.

“Ehi, aspetti una telefonata importante?”
“No, stavo solo pensando se non fosse il caso di fare una chiamata veloce a Benedicte.”
“Sembra che le cose, fra voi, vadano alla grande.”
“In effetti è così. Anzi, a dire la verità, avrei una cosa da dirvi. Però dovete promettermi che terrete le bocche chiuse!”
“Di che si tratta?”
“Voglio chiedere a Benedicte di sposarmi.”

I ragazzi brindano con le loro birre alla bella notizia.

“Quando hai intenzione di farlo?”
“Beh, devo ancora trovare il momento giusto a dire la verità. Voglio organizzare qualcosa di speciale.”
“Ovviamente, la band, anche senza lo sposo, è già assunta per il ricevimento, vero, José?”

Tutti risero alla battuta di Christian, ma Jimmy si schiarì la voce prima di parlare.

“Ecco, a proposito della band, ragazzi... Ho una cosa da dirvi. Io devo lasciarla, fra due mesi parto per l'Australia.”
“Che cosa?”
“Già, mia sorella abita lì e mi ha trovato un ottimo lavoro.”
“Laly lo sa?”
“Non ancora, a dire la verità. Dite che la prenderà male?”

Nicolas, Christian e José si guardarono fra loro un po' perplessi. Etienne ne rimase fuori, perché non la conosceva ancora troppo bene.

“Fossi in te, gliene parlerei appena torna dal weekend con le altre.”
“E buona fortuna!”

Nicolas dette una pacca a José per il commento sarcastico.

“A dire la verità, vorrei chiederle di venire con me, perché non vorrei che la nostra storia finisse.”
“Ti prego, sì! Portatela dietro!”
“José, piantala!”
“Certo, se José e Benedicte si sposano e Laly parte per l'Australia, la casa sarà molto vuota. E io sarò il terzo incomodo fra Nicolas e Hélène.”
“Christian, non lo dire neanche per scherzo! Anche se, in effetti, anche io ho una novità...”

Tutti guardarono Nicolas, pronti a una nuova rivelazione.

“Se Hélène scopre che ve l'ho detto senza che lei fosse qui, probabilmente ce l'avrà con me per il resto della mia vita, però non ce la faccio a tenermelo per me! Hélène aspetta un bambino!”
“Oh mio Dio!”
“Questa le batte tutte!”
“Ok, direi che la birra non è più sufficiente, dobbiamo festeggiare a modo. Andiamo in un bar, dai!”

Ognuno prese le giacche e uscirono tutti insieme.



/Non avete le allucinazioni, sono tornata. Sto lavorando di nuovo a pieno ritmo sulla storia, oggi pobblico altri due capitoli, oltre a questo. Inutile dire che so benissimo di averci messo un sacco di tempo a riprendere la storia e non mi aspetto un bentornata! Però, anche se nessuno l'avrebbe detto, non avrei mai lasciato questa storia senza una conclusione a vita! Infatti non ne ho altre in sospeso. Detto questo, un grazie a chiunque abbia voglia di continuare a seguirmi./



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Capitolo 20
*** Capitolo 20 ***


CAPITOLO 20

Una nuova settimana era iniziata. Hélène e Johanna stavano facendo colazione insieme al bar dove si erano frequentate di nascosto, quando nessuno sapeva che Johanna era tornata in Francia.

“Pensavo che avresti detto alle altre di Jonathan.”
“Avrei tanto voluto farlo. Solo che ho capito che non sarebbe corretto nei confronti di Christian. Voglio che sia lui lo sappia per primo.”
“Mi sembra giusto. Pensi di farlo presto?”
“Beh, ci ho riflettuto a lungo. Dopo tante considerazioni, ho capito che difficilmente mi sentirò pronta a fidarmi di Christian in tempi brevi. Però ho capito anche che, una chiave, potrebbe essere proprio Jonathan.”
“Quindi, glielo vuoi far conoscere, vedere come reagisce e, da lì, capire se puoi fidarti o meno di lui?”
“Qualcosa del genere. Jonathan è ancora abbastanza piccolo, nel peggiore dei casi, non si ricorderà neanche di lui. Non so se faccio la cosa giusta, ma non posso continuare così. Voglio cercare di dare una svolta a questa situazione. Tu che ne pensi?”
“Penso che fai bene.”

/***/

Nella casa dei ragazzi, intanto, Nicolas e Christian stavano uscendo di casa per andare a seguire il loro corso di fotografia. Quando aprirono la porta di casa, si trovarono davanti Jimmy.

“Buongiorno ragazzi.”
“Ciao Jimmy!”
“Laly è in casa?”
“Si. Laly, c'è Jimmy!”

La ragazza arrivò dalla cucina in fretta. Christian e Nicolas scossero la testa e andarono via. Laly si fiondò fra le braccia del suo fidanzato.

“Buongiorno, che bella sorpresa!”
“Buongiorno a te, splendore! Ho bisogno di parlarti di una cosa importante.”
“Oh, ok, vieni. Andiamo in camera mia.”

Mentre i due salivano al piano superiore, anche Benedicte e José uscirono dalla cucina. Benedicte stava già prendendo la borsa dall'attaccapanni, pronta per uscire, quando il ragazzo la fermò.

“Ehi, ti va se questa sera usciamo a cena? Solo io e te?”
“Certo che mi va!”

José sorrise e si sporse verso di lei per baciarla.

“Perfetto. Allora ci vediamo più tardi.”

/***/

Nicolas e Christian stavano per entrare nella loro aula, quando quest'ultimo ricevette un messaggio sul cellulare. Leggendolo, sorrise. Nicolas ammiccò verso di lui.

“Buone notizie?”
“Ottime. Johanna vuole vedermi questo pomeriggio.”
“Ah, Cricri, ricordati solo di non montarti troppo la testa! Mi sembra che la tua Johanna voglia prendere le cose molto con calma!”
“A me basta sapere che vuole vedermi per sentirmi bene.”

Dall'altra parte della città, Johanna mise via il cellulare, dopo aver letto la risposta che le aveva inviato Christian. Hélène la conosceva bene, sapeva che non era totalmente convinta di aver preso la decisione giusta.

“Johanna, va tutto bene?”
“Si, anche se non sarà facile. Cosa faccio, se quando vede Jonathan scappa via a gambe levate?”
“Ok, se vuoi posso occuparmi io di Jonathan. Che ne pensi?”
“Penso che tu sia la migliore amica che esista!”

La giovane americana la abbracciò.

/***/

“TU TI TRASFERISCI DOVE???”

Certo Jimmy non si aspettava una reazione del genere. Subito dopo averle detto dei suoi piani per l'Australia, Laly era stata tipo pietrificata per due minuti buoni ed ecco che adesso urlava come una matta, con gli occhi di fuori.

“Laly, per favore, lasciami spiegare.”
“E cosa vuoi spiegare, eh? Il modo in cui hai deciso di abbandonarmi?”
“In realtà, se mi lasci parlare...”
“Ah, tu vuoi parlare! Avanti, allora, parla. Pensa, potrei perfino far finta di ascoltare le tue stupide ragioni!”
“Laly, puoi cercare di calmarti? Stai facendo un gran casino senza neanche sapere tutto!”

Ovviamente, la ragazza aveva la risposta pronta anche in questo caso, ma fece uno sforzo per trattenersi. Non volendo sprecare l'occasione, Jimmy si affrettò a parlare.

“Ho ricevuto un'offerta di lavoro che non puoi capire! E' un'occasione imperdibile. Devo essere lì entro due mesi. La cosa più importante che tu devi sapere, tuttavia, è che io vorrei che tu venissi con me.”
“Che cosa?”
“Non ti chiedo di decidere su due piedi. Anzi, voglio che ci rifletti bene, perché capisco che è una decisione molto difficile da prendere. Qui tu hai tutta la tua vita, i tuoi amici e...”

Il ragazzo non riuscì a terminare la sua frase, perché Laly si attaccò al suo collo per baciarlo. Jimmy ricambiò il bacio, seppur perplesso dall'ennesimo cambio di umore di Laly.  Probabilmente non si sarebbe mai abituato fino in fondo ai modi stravaganti della ragazza.  

/***/

Cathy e Benedicte stavano pranzando insieme.

“Stasera José mi ha chiesto di uscire a cena, noi due da soli.”
“Wow, una serata romantica in vista quindi!”
“A volte mi pesa un po' dividere la casa con gli altri. Vorrei passare più tempo da sola con José. L'unico posto della casa dove possiamo stare da soli alla fine è solo la camera da letto. Però mi piacerebbe anche vedere un film sul divano una sera, o una colazione tranquilla a due... Non mi fraintendere, sto bene con gli altri, non mi sto lamentando di loro. Beati voi che avete una casa tutta vostra.”
“Beh, in effetti, non sono sicura che potrei dividere la nostra casa con altri... Anche se, ogni tanto mi annoio. Sto cercando un impiego, non riesco più a stare tutto il giorno a casa...”
“Hai già un'idea di cosa ti piacerebbe fare?”
“Non ancora, ma mi sto guardando in giro. Vorrei fare qualcosa che mi appassiona.”
“Quello che cercano tutti, credo.”

Benedicte guardò l'orologio.

“Adesso devo proprio andare.”
“Ok, noi ci vediamo domani. Buona serata.”




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Capitolo 21
*** Capitolo 21 ***


CAPITOLO 21

Nel pomeriggio, Hélène si stava preparando per andare da Johanna a fare la babysitter. Nicolas entrò nella loro camera e fece un cenno verso di lei.

“Ehi, stai per uscire?”
“Si, devo fare un favore ad un'amica...”
“Pensavo che avremmo passato un po' di tempo insieme, oggi.”

Hélène parve pensarci un attimo, poi un sorriso enigmatico apparve sul suo viso.

“Se sei libero, puoi sempre venire con me.”
“Devo passare prima dal garage per controllare una cosa, però dopo sono libero. Sempre che non sia un problema per la tua amica.”
“Penso proprio di no. Facciamo così, ti do il suo indirizzo. Quando avrai sbrigato le tue cose, puoi raggiungermi direttamente lì, ok?”
“Va bene.”

I due si salutarono con un bacio. Hélène scrisse a Johanna, per avvisarla che Nicolas sarebbe andato con lei, ma che non aveva intenzione di dirgli che Jonathan era suo figlio.

/***/

Laly, passando per il corridoio, vide Benedicte nella sua camera con un sacco di vestiti sul letto. Senza preoccuparsi di bussare, entrò nella stanza e si mise seduta scansando alla meglio una pila di abiti.

“Che stai facendo?”
“Sto cercando qualcosa da mettere questa sera.”
“Occasione?”
“Una cena romantica con José.”

A Benedicte non sfuggì la smorfia fatta dall'amica.

“Che cosa c'è?”
“Scusa, è che trovo difficile trovare un nesso fra José e qualcosa di romantico!”
“Invece ti assicuro che, quando vuole, sa essere molto romantico.”
“Vuoi sapere chi è realmente romantico?”
“Scommetto che stai per dire Jimmy!”
“Esatto, mia cara! A proposito, fra due mesi io e lui ci trasferiamo in Australia.”

Benedicte smise di guardare nel suo armadio e si voltò sconvolta verso di lei.

“Che cosa?”
“Sì, me l'ha chiesto oggi.”
“E tu cosa gli hai detto?”
“Ovviamente di sì, cos'altro avrei dovuto dirgli?”
“Per esempio, data la portata di quello che mi stai chiedendo, devo perlomeno pensarci?”

Laly alzò gli occhi al cielo.

“Ma noi ci amiamo! A cosa dovrei pensare, prima di dirgli di sì?”
“Laly, state insieme solo da qualche mese! Non ti sembra un po' presto per decidere su due piedi di trasferirti con lui dall'altra parte del mondo?”
“Tu dici che avrei dovuto rifletterci sopra? A me sembrava talmente una bella idea!”
 
Benedicte la fissò, senza parole.

/***/

Johanna e Christian stavano camminando per quello che lei ed Hélène avevano soprannominato il "parco delle confessioni". Finora avevano parlato pochissimo, scambiandosi qualche battuta su argomenti generici. Nella testa di Johanna continuavano a risuonare le frasi di Linda, in particolare una: "Se proprio vuoi saperlo, credo che se fossi stata tu ad aspettare un bambino, lui non sarebbe fuggito via in quel modo". Ormai aveva deciso, glielo avrebbe detto oggi. Continuare a tergiversare sarebbe servito solo a farle salire ancora di più l'ansia, così si schiarì la voce.

“Christian, oggi ho voluto vederti perché devo dirti una cosa molto importante.”

“Va bene, ti ascolto.”

Ovviamente non poteva dirglielo e basta. Voleva prima chiarire alcune cose.


"Christian, sai che non amo parlare di quello che è successo quando tu… Si, insomma, del passato. Però, credo che sia inevitabile, a questo punto."

"Mi stai dicendo questo perché hai parlato con Linda?"
"No, Linda non c'entra niente. Anche se mi ha fatto riflettere su alcune cose. Vedi, il fatto è che per me è stato veramente difficile accettare il fatto che tu te ne sia andato a quel modo, lasciando Linda incinta e sola. So che lei ti ha perdonato, però mi sono spesso chiesta cosa avresti fatto se, al suo posto, ci fossi stata io."

Johanna lo guardò dritto negli occhi, con il cuore che le batteva all'impazzata. Per lei, quello che lui avrebbe detto, era di vitale importanza. Christian ricambiò il suo sguardo, con serietà.

"Credi che io non mi sia mai fatto questa domanda?"

Christian distolse lo sguardo da lei e riprese a camminare, imitato da lei.

"Io amavo Linda. Sono rimasto con lei, quando te sei tornata dall'America, perché ero felice. So che quello che sto per dire può sembrare brutto, però è la verità. Voglio essere sincero con te. Il rapporto con Linda era molto più facile da gestire. Con lei stavo bene, veramente. Solo in un secondo momento mi sono reso conto che era perché non la amavo nello stesso modo in cui ho sempre amato te. Ed è stato allora che ho capito che non potevo continuare a mentire a me stesso. La mia vita era con te, solo con te. E quella vacanza, quel lungo periodo che abbiamo passato insieme, noi due da soli, è stato il più bello della mia vita. Quando, appena tornati, Linda mi ha chiamato e mi ha detto della gravidanza, ho sentito il mondo crollarmi addosso. Sapevo che da lì in poi sarebbe cambiato tutto. Che i nostri progetti sarebbero andati in fumo e non potevo sopportarlo."
"Christian, saresti dovuto rimanere e affrontare le cose. Potevamo gestire la faccenda e, magari, rimanere insieme…"

Johanna non sapeva cosa le diceva a fare, quelle cose. Non avrebbero aggiustato niente, perché anche lei era incinta e, probabilmente, sarebbe ugualmente andato tutto a monte. Ma quello che voleva far capire a Christian era che scappare era stato un gesto da vero codardo, non giustificabile.

"So che ho sbagliato, ma sai la mia grande propensione a fare stupidaggini. Non reagisco mai in modo riflessivo e mi infilo sempre in un mare di guai. Vedevo tutto nero e non sapevo cosa fare. Non volevo deluderti e non volevo quel bambino. Così ho fatto la cosa più facile, anche se mi rendevo conto che era la più sbagliata."

La ragazza annuì. Fino a lì, le era tutto chiaro. Lui, tuttavia, non si era ancora espresso su quello che più premeva a Johanna. Aveva bisogno di capire se Christian era scappato perché non voleva un figlio, di chiunque esso fosse.

"Christian, ho bisogno di sapere. Hai detto che non volevi quel bambino. Vorrei capire se non lo volevi perché non vuoi figli, oppure se era il momento e, forse, anche la donna sbagliata. So che ti può sembrare strana questa domanda, ma per me è importante."

Christian sembrò rifletterci per qualche momento, perché camminò senza proferire parola. Poi si fermò, e mise una mano sul braccio di Johanna.

"Vuoi sapere se sarei scappato via anche se fossi stata tu ad aspettare un bambino, ho capito. Johanna, ero disposto a sposarti e quello che volevo era costruire una famiglia insieme a te. Non sarei scappato via. Forse non sarebbe stato facile da accettare, perché sarebbe comunque stato un altro grande passo, per il quale non mi sentivo pronto, ma sarei rimasto. Per te sarei rimasto."

Lei lo fissò. A lungo, senza parlare. Lui aveva risposto alla sua domanda, e le aveva detto esattamente quello che lei avrebbe voluto sentirsi dire. Adesso veniva la parte difficile. Non poteva dirgli: 'Bene, mi fa piacere, perché, in effetti, ero veramente incinta e, a due passi da qui, c'è nostro figlio.'. Christian le mise una mano sulla guancia e Johanna si destò dai suoi pensieri. Lui la stava fissando con uno sguardo che conosceva bene. Sapeva che stava per baciarla, ma lei non poteva lasciarglielo fare. Doveva raccontargli la verità o, perlomeno, mostrargliela. Così si allontanò leggermente da lui.

"Christian, vorrei che tu venissi con me, adesso. Devo mostrarti una cosa."

/***/

Il piccolo Jonathan si era addormentato sul divano, al sicuro fra Nicolas e Hélène, che continuavano a fissarsi, felici e innamorati come non mai.

"Non posso crederci che, fra un anno, ci sarà nostro figlio, in mezzo a noi."

Hélène gli sorrise dolcemente. Aveva temuto la reazione di Nicolas, ma si diede della sciocca. Meglio di così non sarebbe mai potuta andare. Accarezzò i capelli del piccolo, che dormiva.

"A proposito, adesso mi puoi anche dire di chi è questo angioletto."
"Oh, non preoccuparti. Se tutto andrà bene, i suoi genitori saranno qui a breve. Piuttosto, vado a portarlo nel suo lettino, almeno sarà più comodo."

Hélène si alzò e prese delicatamente fra le braccia Jonathan, dirigendosi verso la zona notte dell'appartamento. Nicolas, rimasto da solo, si alzò e si guardò in giro. La sua attenzione fu attirata da una sciarpa, appesa all'attaccapanni, vicino all'ingresso. L'aveva già vista da qualche parte. Quando ebbe un flash di Johanna con la stessa sciarpa, la sua mandibola toccò quasi terra, mentre udì dei passi al di là del portone farsi sempre più vicini. Subito dopo, le chiavi nella porta e Johanna la aprì, trovandosi faccia a faccia con Nicolas.

"Oh, ciao Nicolas!"

Johanna gli diede una pacca sulla spalla, oltrepassandolo e facendo entrare anche Christian. Nicolas, ancora a bocca aperta e incredulo, passò il dito indice dall'uno all'altra, prima che Hélène arrivasse in suo soccorso. Christian, intanto, guardava l'amico perplesso.

"Nicolas, tutto bene?"
"Ciao ragazzi. Tieni, Johanna, noi andiamo, ok?"

Dopo aver passato una radiolina a Johanna, Hélène prese le loro giacche e spinse Nicolas fuori dalla porta. Christian continuò a fissare la porta, stupito.

"Ma… Che cosa aveva Nicolas? E poi, dove siamo e cosa ci facevano loro qui?"
"Siamo a casa mia. E Hélène e Nicolas mi stavano facendo un piccolo favore."
"Ah, e così abiti qui?"

Christian si guardò intorno. Johanna guardò la radiolina fra le sue mani e si disse che era meglio approfittare che il bambino dormisse, per dare la notizia a Christian.

"Christian, è ora che tu sappia il motivo per cui ti ho portato qui."

Lui annuì, un po’ confuso. Ancora non era riuscito a comprendere la reazione di Nicolas alla loro vista. Johanna non sapeva da che parte iniziare e, vedendo a terra il peluche preferito di suo figlio, lo raccolse e iniziò a giocarci. Christian la guardò ancora più stupito e indicò il gioco.

"Quello… Johanna, cos'è che devi dirmi di preciso?"

Forse lui iniziava a comprendere, perché la sua espressione divenne seria e puntò lo sguardo prima sul peluche che Johanna aveva per le mani e poi sulla radiolina che aveva posato sul mobile accanto a lei. La ragazza sospirò, stringendo il giochino di Jonathan fra le mani.

"Quando sono tornata in Texas, ero a pezzi. E stavo male. All'inizio non ho dato peso ai miei malesseri, pensando fossero dovuti allo stress della situazione che stavo vivendo. Poi mi sono decisa a fare delle analisi. E ho scoperto di aspettare un bambino. Ero sconvolta. Eppure non ho avuto dubbi. L'ho tenuto. Ho pensato che sarebbe stata una parte di te che avrei avuto sempre al mio fianco."

Johanna non aveva il coraggio di alzare gli occhi su Christian. Si grattò un sopracciglio e attese che lui dicesse qualcosa. Christian, tuttavia, era letteralmente impietrito.



/Per quello che riguarda gli sviluppi, conto di farli appena ho almeno un paio di capitoli pronti, quindi direi che conto di aggiornare tipo una volta a settimana./



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Capitolo 22
*** Capitolo 22 ***


CAPITOLO 22

“Non puoi essere seria, Laly. Non ti sto dicendo che dovevi assolutamente dire di no, ti sto solo dicendo che non è una decisione che puoi prendere così su due piedi!”

Laly sospirò, poi abbassò gli occhi, l'entusiasmo di poco prima completamente svanito.

“La verità è che ho paura di perderlo. Non hai idea di come mi sono sentita quando mi ha detto che si trasferiva in Australia! Ho pensato che mi avrebbe abbandonata anche lui! Quando mi ha chiesto di andare con lui mi sono sentita obbligata a dirgli di si subito, perché avevo paura che potesse lasciarmi!”
“Vuoi dire che ti ha messo alle strette?”
“... No, ha detto che avrei dovuto pensarci bene.”
“Laly! Di cosa hai paura, allora? Jimmy vuole soltanto essere sicuro che andare con lui sia quello che vuoi veramente! Non puoi andare con lui solo perché hai paura di rimanere da sola!”
“Quindi cosa devo fare adesso?”
“Devi dirgli che hai bisogno di tempo. Non credo che se la prenderà. Vedrai, andrà tutto bene.”
“Grazie Benedicte.”

Laly la abbracciò, stupendo un po' Benedicte.

/***/

Christian aveva assorbito le parole di Johanna come un pugno allo stomaco. Non si accorse quasi dei lamenti che provenivano dalla radiolina. Johanna la prese e si diresse verso la camera da letto, pensando fosse meglio lasciargli un po’ di tempo. Quando Christian si riprese un attimo, vide che lei aveva appoggiato il peluche sul mobile, dove poco prima c'era posata la radiolina. Si avvicinò e lo toccò. Un orsetto che suonava la batteria. Un figlio. Johanna aveva dato alla luce un bambino. Il suo bambino. Il loro bambino. Ecco perché voleva sapere cosa avrebbe fatto se lei fosse stata al posto di Linda. Guardò con insistenza la porta dietro la quale era sparita Johanna. Là c'era suo figlio. Prese con sé il peluche e si diresse verso quella porta. La aprì con discrezione. Vide Johanna, seduta su una poltrona, alzare lo sguardo su di lui. In braccio aveva il bambino. La prima cosa che notò furono i capelli del suo stesso colore. Il piccolo aveva gli occhi socchiusi e il ciuccio in bocca. Quando si accorse della sua presenza, si sfregò gli occhi con una manina e li aprì maggiormente. Probabilmente aveva notato il suo giocattolo preferito fra le sue mani, perché lo indicò prontamente. Johanna se lo girò fra le braccia, per farlo sedere sul suo grembo e rimase ad osservare Christian. Lui guardava il bambino con un po’ di timore, ma avendo capito che voleva il peluche, si avvicinò e glielo porse. Il bambino lo prese e se lo strinse contro, sorridendo e facendo quasi cadere il ciuccio dalla bocca. Solo allora gli sguardi di Christian e Johanna si incrociarono. Per Johanna era difficile capire cosa stesse passando per la testa di Christian in quel momento, però vedere che non era scappato non appena aveva appreso la notizia era abbastanza da farle sperare che tutto sarebbe andato per il meglio.

/***/

Nicolas e Hélène stavano tornando a casa, in macchina. Il ragazzo non aveva ancora aperto bocca, Hélène sapeva che era rimasto scioccato, probabilmente nella sua testa aveva un sacco di domande.

“Nicolas, non hai ancora detto niente...”
“Io... Quel bambino... Non posso credere che sia figlio di Johanna e Christian.”
“Lo so, anche io sono rimasta scioccata quando Johanna mi ha detto che aveva un bambino e che il padre era Christian.”
“Da quanto tempo lo sai?”
“Da qualche settimana. All'inizio Johanna lo ha tenuto nascosto anche a me.”
“Perché non l'ha detto subito a Christian? Insomma, è anche suo figlio, lui aveva diritto di sapere!”
“Aveva paura che lui non fosse davvero cambiato e che sarebbe scappato di nuovo via. Puoi biasimarla?”
“No, non dopo tutto quello che Christian le ha fatto passare.”
“Adesso ha trovato il coraggio e io sono felice per lei. Per entrambi, a dire la verità.”
“E se... E se Johanna avesse ragione? E se Christian reagisse male?”
“Io non credo che lo farà. Christian è veramente cambiato. Certo, non dico che sarà facile per lui accettarlo, probabilmente avrà bisogno di un po' di tempo, ma scommetto che, alla fine, tutto andrà per il meglio.”
“Lo spero tanto. Johanna non si merita un'altra delusione.”

/***/

Jonathan si era riaddormentato e Johanna lo aveva messo di nuovo nel suo lettino. Dopo, in silenzio, lei e Christian erano tornati in salotto e Johanna aveva fatto cenno a Christian di sedersi sul divano. Lei gli si sedette accanto.

“Come si chiama?”
“Jonathan.”

Christian annuì. Johanna lo osservò, cercando di intuire, per l'ennesima volta, i suoi pensieri.

“Christian, so che non è quello che ti aspettavi, vorrei solo capire che stai pensando.”
“Difficile da dire anche per me. Credo di essere ancora troppo scioccato per elaborare razionalmente la novità. Per ora, le uniche cose a cui riesco a pensare sono che ha i miei stessi capelli e che non so altro di lui.”
“Mi dispiace di avertelo tenuto nascosto finora. Quando è successo, visto come avevi reagito di fronte alla gravidanza di Linda, non ho avuto il coraggio di farmi viva con te. Poi, quando sono arrivata qui e ti ho rivisto... Non sapevo che pensare. Non sapevo come avresti reagito, non sapevo qual era la cosa giusta da fare.”
“Sono stato un vero stronzo con te in passato, quindi posso capire perché non volevi dirmelo. Perché hai deciso di farlo adesso? Pensavo non mi avessi ancora perdonato...”

Johanna sospirò.

“Ho pensato che non potevo andare avanti così. Più il tempo passava, più l'idea di tenerti nascosto tuo figlio mi sembrava orribile. Devo essere sincera, avevo, e forse ho, ancora paura della tua reazione, ma era giusto che tu sapessi.”
“Non scapperò di nuovo, se è questo ciò di cui hai paura. Sono veramente cambiato, non ho più intenzione di sfuggire alle mie responsabilità. Anche se capisco che hai tutte le ragioni per pensarlo. Vorrei conoscerlo e far parte della sua vita, ma a piccoli passi. Avrò bisogno di tempo.”
“Certo, Christian. Prenderemo le cose con calma.”

I due si fissarono per qualche altro momento, poi Christian si schiarì la voce e si alzò.

“Io... Adesso è meglio che vada. Magari domani potrei passare da qui...”
“Certo. Vieni in mattinata, sono a casa e Jonathan di solito è sempre sveglio.”
“Perfetto allora. A domani.”
“A domani, Christian.”

/***/

Il ristorante che aveva scelto José aveva un'atmosfera molto romantica. I due avevano cenato, passando una piacevole serata. Ora che la cena era volta al termine, José sembrava un po' nervoso. Benedicte se ne rese conto, seppur non capendone il motivo.

“José, tutto bene?”
“Si, certo. Stasera sei più bella del solito.”
“Ti ringrazio. Vuoi andare?”
“Non ancora. Prima ho da dire una cosa. Sono felice che abbiamo ritrovato la nostra serenità. Ti amo e la vacanza che abbiamo fatto insieme mi ha fatto capire quanto è bello stare io e te da soli. Mi piacerebbe che fosse questo il nostro futuro. Dividere tutto il resto della mia vita con te è quello che desidero di più al mondo.”
“José...”
“Aspetta, non ho finito. Non puoi interrompermi sul più bello.”

José si alzò e andò davanti a lei, inchinandosi.

“Benedicte Beaulais, vuoi sposarmi?”

Per un paio di istanti, che a José parvero ore, Benedicte non ebbe reazione apparente, poi alcune lacrime iniziarono a scenderle sulle guance e sorrise.

“Si!!”

Gli si buttò fra le braccia e entrambi finirono a terra, ridendo. L'attenzione degli altri clienti del ristorante era incentrata sulla coppia, ma a loro non interessava, mentre si baciavano appassionatamente.

/***/

A casa, Nicolas bussò alla porta della camera di Christian, che aveva saltato anche la cena. Nicolas era un po' preoccupato, così si era deciso a vedere come se la passasse l'amico. Christian aprì la porta, dalla sua espressione era evidente che si aspettasse quella visita. Si fece da parte per far entrare Nicolas in camera, poi chiuse la porta.

“Tutto bene, amico?”
“Ho un figlio, sto ancora cercando di capire cosa significhi.”
“Capisco l'enormità della cosa. Io ne avrò uno fra qualche mese e a volte non riesco ancora a crederci.”
“Così... tu e Hélène lo sapevate...”
“A dire la verità, io l'ho scoperto oggi. Ho raggiunto Hélène, che mi ha detto che stava facendo un favore ad un'amica. Non avevo idea che quell'amica fosse Johanna.”
“Difficile non crederti, ora capisco perché eri così sconvolto, quando ci hai visti.”
“Già. Hélène, invece, lo sapeva già da un po'.”
“Neanche questo mi stupisce. Hélène e Johanna sono sempre state molto legate, come due sorelle.”

I due amici rimasero in silenzio per qualche momento.

“Ha i miei capelli...”
“Si, ora capisco chi mi ricordava infatti.”

Christian ridacchiò, poi tornò serio.

“Cosa farai, adesso che sai tutto?”
“Non lo so. Cioè, so che non scapperò e che voglio far parte della sua vita. Solo che mi sembra tutto così... Non se neanche come definirlo. Io e Johanna siamo d'accordo su prendere le cose con calma.”
“Mi sembra sensato.”
“E' solo che ho paura di rovinare tutto. Di solito è quello che mi riesce meglio.”
“Non rovinerai tutto. Devi solo stare tranquillo e fare quello che ti senti. Io e Hélène saremo al tuo fianco. Sai che puoi sempre contare su di noi, no?”
“Lo so. E ti ringrazio per la fiducia.”

Nicolas gli mise una mano sulla spalla.



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Capitolo 23
*** Capitolo 23 ***


CAPITOLO 23

Quando il telefono squillò quella mattina, i ragazzi erano radunati in cucina per la colazione. Fu Nicolas ad alzarsi per andare a rispondere.

“Pronto? Ciao Jimmy! Vuoi Laly? Si, un attimo solo.”

Laly si tirò per terra, sotto il tavolo, stupendo tutti. Nicolas si voltò e si guardò per un secondo in giro, poi abbassò la testa per affacciarsi sotto il tavolo. Laly fece gran gesti con le braccia, scuotendo la testa. Perplesso, Nicolas si schiarì la voce, prima di riprendere in mano la cornetta del telefono.

“Scusa Jimmy, pensavo che Laly fosse ancora in casa, ma, a quanto pare, è uscita presto questa mattina. Vuoi lasciarle un messaggio? … Va bene, glielo farò sapere. Ciao, a presto.”

Una volta terminata la telefonata, Laly uscì da sotto il tavolo, sedendosi di nuovo a mangiare come se niente fosse. Tutti la guardarono, attoniti. Josè posò la tazza che aveva in mano, scuotendo la testa.

“Ok, farò io la domanda a questa strampalata. Che cosa è appena successo?”
“Strampalata a chi?”
“Perché ti sembra di esserti comportata in modo normale, poco fa?”
“Beh, non sono affari tuoi, impiccione!”

Hélène tentò un approccio più cauto.

“Va tutto bene con Jimmy?”
“Certo che sì! Perché me lo chiedi?”

José sospirò, poi, esasperato, si alzò e annunciò che stava uscendo, dopo aver baciato Benedicte. Quest'ultima, forse comprendendo quello che stava succedendo, si alzò, andando vicino a Laly.

“Riguarda per caso quello di cui mi hai parlato qualche giorno fa? Ti prego, dimmi che avete parlato e che gli hai detto che ti serve un po' di tempo per pensare.”
“E' evidente che mi serva più tempo. Quindi me lo sto prendendo e basta.”
“Ma come! E a lui non hai detto nulla?”

Christian e Nicolas, non volendo entrare troppo nei dettagli, si dileguarono in fretta, mentre Hélène era molto curiosa.

“Di che state parlando, ragazze?”
“Jimmy ha detto a Laly che fra un paio di mesi si trasferirà in Australia e le ha chiesto di andare con lui. Prima lei gli ha risposto subito di sì, senza pensarci neanche su, poi ha deciso di rifletterci un po' su, senza però avvisare Jimmy!”
“Ehi, ti ricordo che sei stata tu a insistere, affinché ci riflettessi sopra! Mi hai fatto la paternale!”
“Certo, perché credo che tu abbia preso una decisione troppo grande senza neanche pensare, ma ti ho anche detto di parlare con Jimmy!”

Laly sbuffò, scocciata. A quel punto, intervenne di nuovo Hélène.

“Laly, Benedicte ha ragione. Devi parlare subito con Jimmy! Non puoi evitarlo in eterno!”
“Eh va bene, se insistete così tanto, più tardi lo chiamerò, promesso. Anche se sono sicura di avere ragione io.”
“Come sempre.”

/***/

In un'altra casa di Parigi, Etienne e Cathy si stavano preparando per uscire.

“Amore, stasera farò tardi. Dobbiamo fare prove extra, questo sarà l'ultimo sabato di apertura di Alfredo e stiamo preparando qualche pezzo in più.”
“Va bene. Che peccato, ogni volta che penso al fatto che quel locale sta chiudendo per sempre, ho il magone.”
“Dispiace anche a Alfredo, so che sta cercando qualcuno che lo prenda in gestione.”

Etienne notò uno sguardo strano sul volto della moglie. Uno sguardo che, ormai, aveva imparato a conoscere.

“Che cos'hai in mente?”
“Per ora solo un'idea vagante su cui ho bisogno di lavorare. Te ne parlerò più avanti. Adesso andiamo.”

/***/

Mentre saliva le scale del palazzo dove abitava Johanna, Christian si chiese se quel nervosismo che gli attanagliava lo stomaco sarebbe mai svanito. Magari quando fosse stato più a suo agio con quella nuova situazione, gli sarebbe sembrato tutto più naturale. Voleva davvero fare le cose a modo, questa volta. Sia con Johanna che con suo figlio. Arrivato davanti alla porta dell'appartamento, bussò, anche se aveva già citofonato al portone e la porta di ingresso era socchiusa. Udì Johanna urlargli di entrare. Lui lo fece, richiudendosi la porta alle spalle.

“Siamo in bagno, è l'ora del bagnetto, per Jojo!”

Christian li raggiunse e sorrise, vedendo il piccolo nella vaschetta giocare allegramente con l'acqua.

“Puoi passarmi quell'asciugamano, per favore?”

Christian fece come gli era stato detto, ma Johanna sembrò riflettere velocemente e quando lui fece per passarglielo, lei sorrise e gli indicò come posizionarlo. Capendo le intenzioni di Johanna, Christian si agitò.

“Johanna, guarda che io non ho mai tenuto un bambino in braccio in vita mia! Non credo sia una buona idea!”
“Beh, a parte il fatto che direi che è l'ora che tu inizi a farlo, non mi dirai mica che hai paura?”

Christian fece un'espressione corrucciata, cercando di non far trasparire il fatto di sentirsi leggermente offeso dalle insinuazioni della texana. Ma Johanna lo conosceva troppo bene.

“L'ho detto solo solo per provocarti, Christian! Sono sicura che te la caverai egregiamente.”
“E se invece lo facessi cadere? Non potrei mai perdonarmelo.”
“Quante storie! Jonathan non può certo rimanere qui a sguazzare nell'acqua tutta la mattina!”

Con risoluzione, Johanna tirò il bambino fuori dall'acqua. Christian ebbe appena il tempo di aprire a modo l'asciugamano, prima che Johanna gli mettesse in braccio il piccolo. Johanna lo aiutò a coprire bene Jonathan e, insieme, lo asciugarono. Il piccolo sembrava perfettamente a suo agio fra quelle braccia paterne che non aveva mai conosciuto prima.

“Vieni, portiamolo in camera, così potrai mettergli il pannolino e vestirlo!”
“Cosa? Io?”
“Io so già farlo alla perfezione, quindi sì, proprio tu, mio caro!”

/***/

Laly era rimasta da sola, a casa. Alla fine, si decise e prese il telefono in mano, componendo il numero di Jimmy.

“Pronto?”
“Jimmy, sono io, Laly.”
“Finalmente! Che fine hai fatto? Sono giorni che non riesco a mettermi in contatto con te!”

Laly alzò gli occhi al cielo, pensando quanto fosse esagerato!

“Beh, ho avuto da fare, non ne fare una tragedia. Piuttosto, quando possiamo vederci? Ho bisogno di parlare con te.”
“Stamani ho da fare. Però possiamo pranzare insieme.”
“Perfetto. Vengo io da te. A dopo.”

Laly riattaccò, non rendendosi conto che aveva lasciato Jimmy un po' interdetto. Si sarebbe mai abituato ai suoi modi?

/***/

A casa di Johanna, Jonathan era vestito e stava giocando sul suo tappeto. C'era voluto un po' di tentativi, ma alla fine Christian era riuscito a sistemarlo. Certo, sembrava che avesse combattuto una dura battaglia, a guardarlo adesso, in piena contemplazione del loro bambino, ma un'espressione esausta sul volto. Sentendosi osservato, Christian distolse lo sguardo da Jonathan per posarlo su di lei.

“Che c'è?”
“Sei stato molto bravo, oggi.”
“Grazie. Ci tengo davvero a diventare un buon padre.”
“Lo so, vedo quanto ti impegni.”

Johanna lo pensava davvero. Tutte le sue paure e i suoi dubbi stavano sparendo, vedendo quanto Christian si adoperasse per gestire al meglio quella nuova condizione. Immaginava non dovesse esser facile scoprire di essere padre da un giorno all'altro, ma sembrava aver reagito molto bene.

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Capitolo 24
*** Capitolo 24 ***


CAPITOLO 24


Jimmy e Laly si erano appena seduti al loro tavolo. Il ragazzo aveva atteso che fosse lei a parlare per prima, ma alla fine non resistette.

“Ok, Laly, ho cercato di essere molto paziente, ma adesso ho bisogno di sapere. Hai per caso cambiato idea riguardo all'Australia e non sai come dirmelo? E' per questo che mi hai evitato, ultimamente?”
“Ma di che parli? Non ti ho evitato, ho avuto soltanto da fare. E comunque non ho cambiato idea. O, almeno, non del tutto. Cioé, la verità è che non ho un'idea, ecco!”
“Che cosa vuol dire?”
“Io non so cosa voglio! Vorrei venire con te, ma questo significherebbe lasciare tutta la mia vita, i miei amici... Però non è che non voglio più stare con te, lo capisci?”
“Laly, ti avevo detto di prenderti del tempo per riflettere, invece di dirmi subito di sì.”
“E infatti, è quello che ho fatto! Ho riflettuto ed è per questo che non ho avuto tempo per te.”
“E non hai pensato che dirmelo sarebbe stata una buona idea, invece di lasciarmi in sospeso per giorni?”
“Jimmy, per favore, non farla tanto lunga... Siamo d'accordo tutti e due che mi serve del tempo. Adesso lo sai, quindi direi che siamo a posto, no?”

Jimmy la guardò perplesso. All'inizio il temperamento di Laly lo aveva molto colpito e l'aveva trovata interessante. Tuttavia, adesso che si trovava a dover fare i conti con il suo strano modo di ragionare, faceva un po' di fatica a pensare che fosse una cosa di lei positiva.

/***/

Benedicte era sola in casa, quando venne raggiunta da Cathy, che le aveva chiesto se potevano incontrarsi. Le due si accomodarono in salotto. A Benedicte non era sfuggito il blocco che l'altra ragazza teneva stretto al petto.

“Allora, di cosa volevi parlarmi?”
“Del futuro! Del nostro futuro, se lo vogliamo!”
“Ah, wow, che entusiasmo! Lascia che ti ricordi che sto già per sposare José, prima che ti faccia strane idee!”
“Ma dai! Non intendevo certo niente del genere, tranquilla! No, io parlo del nostro futuro lavorativo. Davanti a noi abbiamo un'opportunità che non dovremmo lasciarci sfuggire.”
“Hai mai pensato di fare la venditrice? Perché secondo me sei molto portata. Non mi hai ancora detto cosa hai in mente, eppure mi stai già convincendo!”
“Etienne mi ha detto che Alfredo sta cercando qualcuno che prenda in gestione il locale che chiude questo weekend.”

Cathy la guardava con un'espressione elettrizzata, ma Benedicte non capiva dove l'amica volesse andare a parare, quindi le fece cenno di continuare.

“Sai quando l'altro giorno ti ho detto che avevo bisogno di trovare qualcosa in cui buttarmi? Che non riuscivo più a stare a casa?”
“Si, certo.”
“Bene, perché ho pensato che questa potrà essere la mia occasione per crearmi un futuro!”

A quel punto, Benedicte collegò le due cose.

“Vuoi dire che vuoi prendere in gestione il locale di Alfredo?”
“Perché no? Certo, da sola sarebbe un impegno forse troppo grande per me, infatti sono alla ricerca di qualche socia! O socio!”

Cathy le fece l'occhiolino.

“Mi stai chiedendo di diventare tua socia in questa cosa? Cathy, ti rendi conto che noi due non abbiamo nessuna esperienza in questo campo?”
“Si, lo so. Ma so anche che possiamo farcela, se ci mettiamo tutto il nostro impegno. Il locale avrà sicuramente bisogno di una ristrutturata, ma non possiamo farci abbattere al primo ostacolo, no?”
“Beh, al primo no, ma io ne vedo davanti già molti...”
“Stai demolendo il mio entusiasmo...”
“Cathy, la tua è un'idea fantastica, dico solo che dobbiamo fare dei conti, delle valutazioni, prima di imbarcarci in questa avventura!”

Cathy, a quel punto, posò il blocco sul tavolo davanti a loro, aprendolo.

“Tadààà! Come vedi, non sono una completa sprovveduta!”
“Di sicuro sei molto determinata!”

Benedicte sfogliò stupita le pagine del blocco, in cui Cathy aveva appuntato le idee, i progetti e i calcoli che aveva fatto fino a quel momento.

/***/

“E' stato pazzesco! Non mi ero mai sentito così in tutta la mia vita!”

Nicolas sorrise di fronte all'euforia di Christian. Erano sulla strada per andare al loro corso di fotografia e Christian non aveva mai smesso di parlare della mattinata passata a casa di Johanna.

“Non credevo che sarei mai stato capace di prendermi cura di un bambino, invece mi è piaciuto tantissimo e non penso che potrei ancora vivere senza quelle sensazioni che ho provato oggi. Oh, Nicolas, lascia che ti dica una cosa. Ho sempre pensato che fosse un'esagerazione, ma è proprio vero che un figlio ti cambia una vita!”
“Beh, sono sicuro che fra qualche mese la penserò esattamente come te!”
“Ci puoi scommettere, amico!”

/***/

Hélène e Johanna erano a casa di quest'ultima. Jonathan stava facendo il riposino pomeridiano, così il tono della loro conversazione era basso.

“Com'è andata con Christian? Stamani era tutto agitato, prima di uscire di casa. Agitato in senso positivo, sia chiaro!”
“Oh, capisco perfettamente cosa intendi. Nel percorso da casa vostra a qui non gli è passata l'agitazione... Però devo ammettere che se l'è cavata molto bene con Jonathan. Certo, all'atto pratico di prendersi cura di lui è ancora impacciato, ma mi ha molto sorpreso. Si sta impegnando tanto.”
“Già, non fa altro che parlare di lui e passa molto tempo a guardare le foto che ha di lui sul cellulare. Vuole costruire un rapporto con il piccolo e credo che voglia recuperare il tempo perduto.”
“Già, certo se avessi saputo che avrebbe reagito così, non avrei aspettato tutto questo tempo per dirglielo.”

Hélène mise una mano sulla spalla di Joahnna, per tirarla su.

“Johanna, è normale che tu abbia avuto paura... Dato il modo improvviso e burrascoso in cui le cose fra voi sono finite, chiunque avrebbe agito come hai fatto tu, te lo assicuro! Devi pensare al presente e al futuro. Jonathan non ricorderà del tempo in cui suo padre non era presente, ma avrà un futuro con lui.”
“Già, questa è sicuramente la cosa più importante.”

Hélène conosceva troppo bene Johanna, per non capire che c'era dell'altro nella sua testa.

“Johanna... C'è qualcos'altro di cui vuoi parlare?”
“Beh, a dire la verità... Sì. Il fatto è che io sono ovviamente felice per questa situazione. Ancora non riesco a credere che Christian, oltre a sapere di Jonathan, voglia essere parte della sua vita.”
“Ma... Perché mi sembra ovvio che ci sia un ma nell'aria.”
“Ho passato gli ultimi due anni e mezzo a cercare di dimenticare Christian. Non è stato per niente facile. Mi sono dovuta ripetere più volte che non meritavo un uomo del genere accanto a me. Ho pensato e ripensato senza sosta a quanto mi ha fatto soffrire, a tutto quello che mi ha fatto passare. Non è stato facile, ma pensavo di avercela fatta. Il problema è che, adesso, mi sembra che, a mano a mano, le mie difese stiano crollando. Averlo sempre intorno, vederlo insieme a Jonathan... Non pensavo che fosse cambiato veramente, ma adesso mi sto ricredendo. E... questo vuol dire che i miei sentimenti per lui stanno riemergendo e non sono pronta per questo.”
“Oh, Johanna... Sono sicura che Christian non cercherà in nessun modo di forzare le cose fra voi, anche se è ovvio che ti ama ancora. Prenditi tutto il tempo che ti serve per capire quello che vuoi, ma sappi che una storia d'amore come quella fra te e Christian difficilmente ha una parola fine in fondo.”
“Quanto mi sei mancata, Hélène, con la tua saggezza!”

Le due amiche non riuscirono a trattenere una risata.


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Capitolo 25
*** Epilogo ***


Piccola e dovuta premessa prima di questo capitolo conclusivo. Ci tengo a scusarmi per l'ultimo dei miei _ahimè_ tanti ritardi nell'aggiornare. Anche se devo aggiungere che penso che questo sia giustificabile. Allora, avevo in mente questo epilogo da molto tempo. Era già lì, già pronto come chiusura per questa storia. Tuttavia, mi sono trovata impantanata nell'indecisione di come arrivarci. Vedevo davanti a me due scelte: o tirare alla lunga con una serie di capitoli che però mi sarebbero sembrati sempre di più privi di sostanza o “troncare” in qualche modo la narrazione e arrivare dritti al punto. Alla fine ho optato per quest'ultima scelta per, come si dice, “non allungare la minestra”!



EPILOGO


Otto mesi dopo

La chiesa che avevano scelto Benedicte e José era in una zona fuori dal centro. Non era molto grande, ma sembrava essere perfetta per il tipo di cerimonia che la coppia aveva in mente. Alla fine, avevano optato per pochi invitati, ma buoni. L'importante è che fossero presenti le loro famiglie e i loro amici.

Dietro le prime panche occupate dalle famiglie, c'era Hélène, che al suo fianco, nella parte opposta alla navata centrale, aveva la carrozzina, con la piccola Thècle che dormiva tranquilla. La piccola era nata con parto naturale due mesi prima, dopo 13 ore di travaglio. Accanto a Hélène erano seduti Christian e Johanna, con Jonathan in mezzo a loro. I due erano tornati insieme, dopo mille tentennamenti, da ormai tre mesi e anche se non avevano ancora accennato nulla agli amici, meditavano già sul fare un fratellino o una sorellina a Jonathan. Dietro di loro c'erano Sebastien e Linda, tornati per festeggiare con gli amici di un tempo.
Vicino l'altare, i testimoni e lo sposo aspettavano l'arrivo della sposa. Sorprendentemente, José aveva scelto come sua testimone, al fianco di Nicolas, Laly, che aveva deciso di raggiungere Jimmy in Australia solo dopo il matrimonio. Nonostante e loro perenni liti, questo gesto stava a delineare quanto affetto in realtà c'era fra i due. Benedicte, invece, aveva chiesto a Etienne e Cathy di essere i suoi testimoni.

In quel clima di attesa, si respirava una ventata di aria nuova. Il matrimonio fra José e Benedicte segnava solo l'ultimo dei grandi passi che erano stati fatti nell'ultimo anno. Tante cose erano cambiate. La casa che era stata al centro della loro nuova vita al di fuori dei dormitori universitari sarebbe rimasta vuota in tempi brevi. Christian si era trasferito definitivamente nell'appartamento di Johanna, mentre Hélène e Nicolas avevano trovato una casa vicino a quella dei genitori di Hélène e ci erano andati a stare un mese prima che nascesse la bambina. José e Benedicte avevano trovato un appartamento libero nello stesso palazzo dove vivevano Cathy e Etienne e le loro cose erano già quasi tutte lì, anche se, per il trasferimento definitivo, avevano deciso di aspettare di essere rientrati dal viaggio di nozze. Laly entro tre giorni avrebbe raggiunto il suo Jimmy. Ognuno di loro aveva delle strade nuove davanti a sé, ma l'unica cosa che sapevano di sicuro è che non si sarebbero divisi gli uni dagli altri.

Era un po' difficile, dato che, al rientro di Benedicte e José, li aspettava l'inaugurazione del locale che un tempo era di Alfredo, locale che Cathy, Benedicte e Johanna si erano impegnate a gestire insieme. Il nome che avevano scelto, “La Gouttiére” (trad. la grondaia), poteva sembrare di cattivo gusto, ma a loro faceva pensare ai tempi dei dormitori, quando per andare da una stanza all'altra, usavano spesso le grondaie di nascosto. Ovviamente, il locale avrebbe avuto la sua band personale, formata dai ragazzi. Adesso che Jimmy era partito, Etienne aveva ripreso il suo posto di bassista e la formazione era tornata ad essere quella originale.

Finalmente, partì la classica marcia nuziale, annunciando l'entrata in chiesa della sposa. Benedicte entrò a braccetto di suo padre. Il suo vestito lungo e bianco aveva un taglio molto semplice ma elegante e le donava tantissimo. Tutti gli occhi erano puntati su di lei, in particolar modo quelli innamorati di José. Il padre di Benedicte la scortò fino all'altare, poi andò a sedersi con il resto della famiglia. Mentre la cerimonia aveva inizio, Cathy si voltò verso le panche per sorridere a Hélène e Johanna, che dopo essersi scambiate tra di loro uno sguardo complice, le sorrisero di rimando. Era passato un sacco di tempo da quel lontano giorno in cui Nicolas, Christian e Etienne avevano notato Cathy da Alfredo e si erano tanto goffamente avvicinati al suo tavolo. Da lì a coinvolgere Hélène e Johanna il passo era stato breve e in ancor meno tempo tre nuove coppie erano nate e altri amici si erano uniti e separati dal gruppo. Adesso, tuttavia, erano tutti riuniti lì, per un evento tanto bello. Di sicuro non l'ultimo evento felice a cui avrebbero assistito tutti insieme.

 Fin


 

Un altro motivo per cui questa storia mi rimarrà nel cuore, al di là dei gradimenti che può aver avuto o meno per i lettori, è che mi ha permesso di scoprire l'esistenza della traduzione francese del nome Tecla, il nome di mia nonna, morta da tempo, purtroppo. “Thècle”, il nome che ho scelto per la bambina di Hélène, è pertanto un omaggio a lei. Grazie a chiunque deciderà di arrivare fino alla fine del racconto. Spero che per qualcuno ne sia valsa la pena.

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