Un Purosangue e una Babbana di lunariflessiva (/viewuser.php?uid=34893)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Melody ***
Capitolo 2: *** NICHOLAS ***
Capitolo 3: *** UNA BABBANA E UN PUROSANGUE ***
Capitolo 4: *** ELIZABETH PARTE PER HOGWARTS ***
Capitolo 5: *** UN GUFO PER MELODY ***
Capitolo 6: *** CAPITOLO 6 - UN AMICO “SPECIALE” ***
Capitolo 7: *** CAPITOLO 7 - UNA VISITA INASPETTATA ***
Capitolo 8: *** CAPITOLO 8 – LA SCOMPARSA DI NICHOLAS ***
Capitolo 9: *** CAPITOLO 9 - UN MESSAGGIO SUL DAVANZALE ***
Capitolo 10: *** ULTIMO CAPITOLO - CAPITOLO 10 - KING’S CROSS ***
Capitolo 1 *** Melody ***
CAPITOLO 1
MELODY
“Fammi vedere la lettera” disse Melody
Lentamente sua sorella Elizabeth le passò il sottile foglio
di pergamena
“Attenta a non sgualcirla”
Melody osservò le parole scritte sulla pergamena. A prima
vista sembrava una lettera qualunque, se non fosse per il fatto che quelle
parole dicevano cose assurde
La lettera era indirizzata ad Elizabeth Caine e annunciava
che il primo settembre sarebbero ricominciate le lezioni del secondo anno alla
scuola di magia e stregoneria di Hogwarts
Diceva inoltre che il “treno della scuola” sarebbe partito
la mattina del primo settembre alle ore 11 sul binario 9 e ¾ della stazione di
King’s Cross a Londra
Dopodiché elencava una serie di libri e accessori per la
scuola che Lizzy avrebbe dovuto comprare e che erano ancora più assurdi delle
frasi scritte nella lettera: Libri di pozioni, incantesimi, Storia della magia e
difesa contro le arti oscure. Oh, e inoltre agli studenti del secondo anno era
permesso avere un “manico di scopa personale”. Per che cosa? Per le lezioni di
spazzo?
Melody era sempre più sbalordita: “Questo è assurdo! Si può
sapere cosa diavolo ti insegnano in questa stupida scuola?”
“Te l’ho detto”, rispose sua sorella Elizabeth, “E’ una
scuola di stregoneria dove ti insegnano le arti magiche”
“Cioè, aspetta. Vuoi dire che quando finirai questa scuola
sarai una strega?”
“No, non si diventa una strega, si nasce una strega. La
scuola ti insegna come avere la magia sotto controllo, e ad usarla per azioni
buone”
Melody guardò sua sorella ancora più perplessa “ Vuoi dire
che in questi dodici anni l’hai sempre avuta questa “Magia”?”
Ma Elizabeth non rispose subito “credo di si. Solo non
sapevo da dove mi veniva o come funzionava”
“E adesso lo sai?”
“Per adesso ancora no, ma ad Hogwarts ci sono ragazzi come
me”
“Che significa come te?”
“Cioè ragazzi nati in famiglie Babbane (cioè famiglie in
cui non ci sono streghe o maghi) e che hanno per nascita la magia
“Quindi vuoi dire che io, mamma e papà siamo persone
normali?”
“Siete Babbani, ovvero non dotati di magia”
“E perché invece tu ce li hai questi poteri?”
“Non lo so, io ci sono nata così”
Nonostante fosse ancora incredula per le cose assurde che
sua sorella stava dicendo, Melody iniziò ad accettare questa verità: Sua sorella
era una strega.
L’anno scorso, quando Melody era tornata dalla colonia
estiva, non aveva trovato Elizabeth a casa. I suoi le avevano detto che era
stata ammessa in una scuola privata molto esclusiva, ma nonostante Melody fosse
triste e arrabbiata per non aver salutato sua sorella, ne lei, ne i suoi
genitori avevano approfondito l’argomento
Durante l’anno che passò nella “scuola esclusiva”, Melody
si chiedeva spesso cosa stesse facendo sua sorella, e in effetti ogni tanto
arrivavano degli strani gufi (a mezzogiorno, per di più) per portare lettere
sempre più bizzarre.
La sua scuola, diceva Lizzy, era divisa in quattro grandi
case in cui gli studenti venivano smistati il primo giorno di scuola, e in cui
trascorrevano tutti e sette anni scolastici. Lizzy era stata smistata in quella
dei “Corvonero”
Inoltre diceva di seguire lezioni come “astronomia”,
“trasfigurazione”, “erbologia” e “volo”
In cosa diavolo consisteva una lezione di volo?
La risposta arrivò un paio di mesi più tardi, in una
lettera in cui Elizabeth diceva di “stare imparando a volare con la scopa”, e
parlava di questo stranissimo sport di squadra dal nome incomprensibile che
consisteva, da come aveva capito Melody nel far entrare (volando su una scopa)
una palla in tre anelli posti quasi a quindici metri di altezza e nel picchiare
gli altri giocatori con una grossa clava di legno.
“Va bene” disse Melody restituendole la lettera “Quindi il
primo settembre devi andare a sbattere contro un muro della stazione di Londra,
devi prendere una locomotiva a vapore e devi tornare in questa scuola di
prestigiatori, giusto?”
“Più o meno” rispose Lizzy incominciano ad arrabbiarsi
“E quelle cose che devi comprare? Calderoni, manici di
scopa e tutto il resto, dove li vai a comprare, al supermercato?”
“No, a Diagon Alley”
“Dragon cosa?”
“Diagon Alley. E’ una zona di Londra dove vendono tutti gli
accessori per il mondo magico”
“Ah, ecco. E immagino si trovi nel quartiere più esclusivo
di Londra”
“Comunque puoi vederla anche tu di persona, visto che
verrai con noi”
“Ah, si? E chi l’ha deciso?”
“Mamma e Papà. Cosa credevi che ti avrebbero lasciata in
casa tutta sola?”
E perché no? Aveva già tredici anni, e da un pezzo si
riteneva in grado di stare in casa da sola, e soprattutto, da un pezzo non
credeva più alle storie di maghi e streghe.
Melody ed Elizabeth avevano solo un anno di differenza, ma
diversamente da altre sorelle che non facevano altro che litigare tutto il
giorno, loro erano fatte l’una per l’ altra.
Verso i sette anni, però Elizabeth aveva incominciato a
fare cose strane, come strane erano le cose che iniziavano ad accadere quando
lei era nei paraggi. Una volta, per esempio, giocano ne cortile di casa, Lizzy
si era arrampicata su per la grondaia, che poteva essere alta una decina di
metri. Quando Melody le disse di scendere, lei come niente fosse, scavalcò il
parapetto e si buttò giù, volendo letteralmente giù dal tetto e atterrando
dolcemente sul terreno. Melody corse istericamente da lei per vedere se si era
fatta male, ma Elizabeth non aveva neanche un graffio, come se buttandosi giù
dalla grondaia fosse stata priva di peso
Un altro episodio accadde un paio di anni fa. Entrambe si
erano appena tagliate i capelli, ed erano talmente simili da essere gemelle. Poi
però Elizabeth si cominciò a lamentare che le piacevano di più quando erano
lunghi, e il mattino dopo si svegliò con i capelli più lunghi di quindici
centimetri.
Melody era sempre più perplessa e preoccupata per questi
avvenimenti, ma si ripeteva sempre di non essere stupida, e che quelli erano
solo fatti della sua immaginazione.
Poi quella mattina era arrivata quella lettera a
sconvolgerle tutto.
Una settimana dopo l’arrivo della lettera, Melody nel
calore del suo letto pensava a quanto fosse bella l’estate solo per il fatto di
non doversi svegliare alle sette di mattina per andare a scuola, quando,
nonostante fosse il venti Agosto, sua madre entro come una saetta nella stanza
sua e di Elizabeth, spalancando porte e finestre
“Forza, sveglia, che tra un’ ora abbiamo il treno per
Londra!”
“Mmmm, ma mi spieghi cosa ci andiamo a fare il venti agosto
a Londra?”
“Dobbiamo comprare la roba per la suola di Lizzy, che tra
dieci giorni deve partire. Su, alzati!”
“Accidenti a te e la tua scuola” sbadigliò Melody al
mucchio di lenzuola alla sua sinistra e tornò a dormire
Dopo poco più di un’ora, lei Lizzy e sua madre presero il
treno che sarebbe arrivato a Londra poco prima delle dieci e si prepararono al
lungo viaggio.
Per più di un’ora sua madre ricordò a Melody che quell’anno
avrebbe avuto gli esami, e che si sarebbe dovuta impegnare di più, fin quando
Melody si rese conto che erano quasi arrivate a Londra, e ancora non sapeva dove
stessero andando
“Dov’è che si trova precisamente Dracon Agli?”
“Zitta!” scattò sottovoce sua sorella “Non bisogna nominare
i luoghi della magia in mezzo a così tanti Babbani!”
“Davvero e perché no?”
“Perché i Babbani non conoscono il mondo della magia,
scema!”
Melody la guardò scettica “Se è vero che sei una strega”
sussurrò “Come mai non ti ho mai vista fare una magia?”
“Non posso” rispose sua sorella un po’ imbarazzata
“Ah, si, e perché no? La tua bacchetta magica è in
sciopero?”
“No, perché ai maghi minorenni non è permesso fare magie
fuori dalla scuola”
“Davvero? Se no, che succede?”
Ma la risposta non la seppe mai perché erano arrivate a
Londra e dovevano scendere
Londra era una città gigantesca, ma per Melody, che ci era
stata poche volte prima di allora, sembrò un continente.
La zona dove si diressero non era una zona molto affollata,
anzi, a dire la verità era un quartiere abbastanza isolato, che anche di giorno,
metteva un po’ di paura.
Sua madre e sua sorella si stavano dirigendo verso una
catapecchia abbandonata, un edificio dove secoli e secoli prima c’era un vecchio
pub di legno, e dove ora risiedevano probabilmente generazioni e generazioni di
tarme.
“State scherzando? Non dovremo mica entrare lì dentro,
spero. E’ già un miracolo che si regga ancora in piedi”
“Certo che dobbiamo entrare qui dentro, se vogliamo andare
a Diagon Alley”, e come se niente fosse, sua madre e sua sorella aprirono la
vecchia porta ed entrarono
Non volendo rimanere da sola in un luogo così isolato
Melody affrontò la povere ed entrò
Per un attimo restò senza parole. Non solo il pub
all’interno era in perfette condizioni, ma era anche piuttosto affollato
C’erano uomini che al tavolo giocavano a delle strane carte
stregate, una donna di mezz’età stava consultando i tarocchi, mentre alcuni
giovani sedevano al banco bevendo strane bevande che quando venivano versate
emettevano un piccolo sbuffo di vapore
Ma una delle cose che colpì Melody fù l’abbigliamento:
Quasi tutti indossavano mantelli, chi verdi, grigi, viola, marroni, o in alcuni
casi neri. Molti di loro portavano cappelli a punta, o altri strani copricapi
con una falda molto larga. Addirittura una donna grassa che veniva dal giardino
sul retro, portava un buffissimo gufo impagliato sulla testa
Per non parlare poi delle magie: In mezzo ai tavoli, c’era
una scopa che da sola, spazzava tranquillamente il pavimento, mentre una teiera
galleggiava a mezz’aria tra i tavoli versando tè ai clienti. Per un attimo
Melody ebbe l’impressione che il barista stesse rispondendo ad una domanda
rivoltagli da un quadro alla parete.
Quando lei, sua madre e Lizzy entrarono, per un attmo molte
persone, tra cui il barista, si fermarono a guardarle, ma dopo un cordiale
“Buondì!” continuò tranquillamente a chiacchierare col quadro
Sempre più scioccata, Melody stava per chiedere
spiegazionia sua sorella, quando la vide dirigersi con sua madre verso il
cortile del retro da cui era uscita la signora grassa, e si affrettò a seguirle.
Nel cortile, Lizzy stava guardando un grande muro di
mattoni, contando tra se: “…dovrebbe essere…si…due a sinistra…sette dall’alto…”
dopodiché estrasse la sua bacchetta e con quella toccò un mattone più o meno al
centro del muro.
All’inizio non successe niente, ma quello che Melody vide
dopo la fece sentire come parte della pietra.
Il mattone era uscito dal muro e galleggiava a mezz’aria,
mentre dietro di lui, tutti gli altri si stavano spostando su se stessi in modo
da lasciare uno spazio abbastanza largo da lasciar passare una persona.
Melody intanto, sembrava avesse messo radici
“Mel, ma che fai lì impalata, dai vieni!” disse sua madre
trascinandola dentro
Arrivata dall’altro lato, Melody non si accorse dei mattoni
che rientravano al loro posto, sconvolta dalla vista che le si presentò davanti
C’era un’ intera città dietro quel muro. O meglio, forse
una città no, ma c’era un intero quartiere
Davanti a lei, partiva una lunghissima strada strapiena di
negozi e bancarelle di ogni tipo: librerie, negozi di frutti e ortaggi, negozi
di animali, o negozi in cui si vendevano strane piante e intrugli
C’era addirittura un negozio che vendeva manici di scopa e
un altro che vendeva mantelli, cappelli e altro ancora.
Inoltre accanto al muro da dove erano entrate, Melody vide
che c’era una stradina buia e oscura, che solo a guardarla le fece venire i
brividi.
Infine in fondo alla strada principale, c’era un enorme
edificio di marmo bianco, così freddo e austero che non poteva essere altro che
una banca
Lizzy, intanto, stava consultando il suo elenco
“…dovrei comprare i libri del secondo anno, filtri e poveri
varie, e magari anche una scop….” Poi guardando timidamente la madre, si
affrettò a dire “…ma la scopa non è necessaria, anche una stellasfreccia, chissà
quanti galeoni costa…”
Galeoni? Ma quali, le Navi?
“D’accordo” disse sua madre rivolgendosi a Melody, “noi ora
andiamo dalla Gringott a prendere un po’ di soldi, tu che fai, vieni con noi o
vuoi gironzolare un po’ per conto tuo?”
“Cos’è la Gringott?”
“E’ la banca dei maghi” disse sua madre indicando il grande
edificio bianco “E’ dove sono depositati i soldi del mondo magico, ma entrarci
non è una bella esperienza. Per raggiungere i depositi personali bisogna
scendere in profondità e viaggiare su dei carrelli che vanno quasi a 100Km/h”
Melody non aveva nessuna voglia di fare un’ esperienza
simile
“Preferisco girovagare un po’ per conto mio. A che ora ci
ritroviamo?”
Sua madre guardò l’orologio “Diciamo verso l’una, qui
davanti al Paiolo Magico”
“All’una, allora”
“Ok, e… Melody? Non entrare assolutamente nel vicolo buio
affianco” disse sua madre “E’ Notturn Alley, e anche di giorno è una strada
pericolosa”
“D’accordo, ci vediamo all’una” disse Melody, e si avviò
per la strada
Dato che amava moltissimo i libri, Melody decise che
avrebbe fatto un giro di esplorazione, e poi si sarebbe rintanata fino all’una
nella grande libreria sulla sinistra chiamata “Il Ghirigoro”
Anche se non capiva del tutto la Magia, Melody non potè
fare a meno di costatare che molti dei negozi di Dracon Agli (non aveva ancora
capito come si pronunciava) erano a dir poco affascinanti. Sulla destra c’era un
negozio di animali che vendeva non solo gufi, ma anche civette, topolini, rospi
cornuti, corvi, cornacchie, scoiattoli, tassi, marmotte e addirittura notò con
disgusto ragni grossi quanto una mano
C’era poi un altro negozio che vendeva articoli di
astronomia e astrologia: Telescopi, modellini planetari, galattici e del sistema
solare, tavole illustrate e cartine geografiche delle lune, le stelle e i
pianeti principali e la loro influenza sui segni zodiacali. Per i segni
zodiacali c’erano poi altre cartine che elencavano i segni, le corrispondenze e
le caratteristiche di ogni segno.
Melody era sempre più affascinata notando sulla sinistra un
negozio che vendeva articoli esclusivamente di divinazione: Sfere di cristallo,
tarocchi, tazze e bustine da te, o carte che illustravano i vari tipi di mano,
le linee principali e i loro significati delle varie personalità
Arrivata al freddo edificio di marmo che sua madre aveva
indicato come “La banca dei maghi” , Melody restò sbalordita nel guardare le
buffe creature che ci lavoravano: Erano dei nanetti che non arrivavano ad un
metro di altezza, tozzi, con delle faccette rugose e un lungo naso da pappagallo
A Melody enne quasi da ridere, ma si trattenne vedendo che
alcuni di loro la guardavano in malo modo
“Questi folletti non devono essere molto amichevoli” penso,
e tornò indietro
Risalendo la strada vide anche alcuni negozi più “normali”:
Oltre la libreria, c’era anche una gelateria,e un negozio di stranissimi e
invitanti dolcetti dal profumo delizioso.
Entrando nella libreria “Il Ghirigoro” notò che era
affollato di giovani e ragazzini, alcuni dei quali, indossavano un mantello -
divisa nero con una “H” cucita su petto
“Il Ghirigoro” era la libreria più bella che Melody avesse
mai visto. Era a tre piani e ogni angolo era letteralmente stipato di libri:
Libri di cucina magica, pozioni, incantesimi, libri su fantastici animali
magici, libri sul Cuee… Kwuiiiiidyck, insomma su uno sport magico, libri che
illustravano diversi tipi di scope volanti, e in un reparto isolato dagli altri,
libri su incantesimi e maledizioni, arti oscure e difesa contro le arti oscure.
Sentendosi in quel momento la persona più felice della
terra, Melody si avviò verso il reparto “Storia della magia nel corso dei
secoli” e scelse un libro da leggere |
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Capitolo 2 *** NICHOLAS ***
Nicholas Wood aveva diciotto anni ed era il figlio maggiore
del ministro inglese della magia, Christopher Wood.
L’anno prima, Nicholas si era diplomato a pieni voti ad
Hogwarts presso la casa dei Serpeverde, e da un anno lavorava presso il
Ministero della magia come segretario personale de Ministro.
Suo padre gli aveva detto che doveva cominciare dal basso,
come aveva fatto lui, ma neanche aveva fatto niente per nascondergli che da lì a
vent’anni, trenta al massimo, lui sarebbe stato suo successore al ministero
Nicholas, come suo padre, era stato un discreto sostenitore
di Voldemort, e dopo la sua caduta definitiva, avvenuta più di cinque anni fa,
suo padre aveva continuato come se niente fosse, ad esercitare e perfezionarsi
nelle arti oscure, solo che ora doveva farlo in maniera ancora più segreta.
Purosangue da ben quindici generazioni, Nicholas aveva
altri due fratelli, di quindici e undici anni, e insieme alla sua famiglia
viveva in un grande maniero, (o in un piccolo castello, a seconda dei punti di
vista) nel Nord della Scozia. Li, Nicholas, aveva non solo tre stanze a sua
completa disposizione, ma anche elfi domestici, cavalli alati, unicorni,
giardini, campi da Quiddich, e una serie di scope personali.
Ma quello a cui Nicholas ambiva di più, era il laboratorio
sotterraneo di suo padre. Egli infatti, aveva nei sotterranei, un laboratorio
completo di arti oscure, a cui si accedeva solo pronunciando una parola d’ordine
ad un dipinto all’ingresso dell’entrata. Nicholas aveva chiesto più volte a suo
padre di poter partecipare con lui ai suoi esperimenti oscuri, ma egli aveva più
volte risposto che Nicholas era troppo giovane, e che quando sarebbe venuto il
momento, lo avrebbe messo al corrente di tutte le sue conoscenze. Ma Nicholas,
come tutti i giovani, era impaziente, e già da qualche settimana, passeggiava
ore ed ore davanti al dipinto provando e riprovando tutte le parole d’ordine che
gli venissero in mente
Ad ogni modo, diversamente da suo padre, il quale si
materializzava ogni mattina al ministero, Nicholas, ogni qualvolta si
smaterializzava dalla Scozia, si materializzava a Londra quasi privo di forze. I
grandi spostamenti hanno sempre bisogno di grandi energie, e per lui, che aveva
la patente da poco più di un anno, questi spostamenti così lontani tra loro, gli
portavano via una grande quantità di forza fisica.
Fu così che quella mattina materializzandosi davanti al
negozio “Sinistre” di Notturn Alley, Nicholas dovette appoggiarsi alla nuda e
fredda pietra della strada per non svenire.
Decise di fare colazione “Al dolce incantato” di Diagon
Alley, e di risalire verso la mezza al “Ghirigoro” per quei libri sulle
maledizioni della mente che doveva ritirare per conto di suo padre.
Solo che la maggior parte delle strade e dei negozi di
Diagon Alley era frequentato soprattutto da Babbani e Mezzosangue. Nicholas non
sopportava di vederli, figuriamoci camminare per le stesse strade o frequentare
gli stessi negozi. Nicholas odiava i babbani più di chiunque altro, perciò
cercava di stare lontano il più possibile da loro e dal loro inconsistente mondo
Fortunatamente in Scozia il suo maniero era protetto da un
potentissimo incantesimo che mostrava a qualsiasi babbano un edificio in rovina.
Se poi qualcuno si azzardava lo stesso ad entrare, sua madre sguinzagliava
fantasmi di ogni tipo, così se il povero sfortunato non moriva d’infarto,
scappava via urlando e a gambe levate
Dopo aver ripreso le forze a base di zuccotti di zucca, e
pasticcini alla crema, verso le dodici e trenta Nicholas si avviò verso il
Ghirigoro. Verso quell’ora, la gente tornava a casa dagli acquist, quindi la
libreria non era affollata di ragazzini urlanti, topi di biblioteca e sucidi
mezzosangue come alle dieci del mattino, così che quando Nicholas entrò c’erano
solo un paio di adulti, tra bambini, e una ragazzina che leggeva.
Appena lo vide, la commessa del negozio, che aveva sempre
avuto un debole per lui, iniziò subito a starnazzargli intorno. Nicholas sapeva
di esercitare un certo fascino, soprattutto sulle donne più grandi di lui.
“Signor Wood che piacere rivederla è davvero sempre un
onore averla nella nostra libreria se avessi saputo che sarebbe passato avrei
messo il negozio in ordine e suo padre sta bene immagino sia impregnato di
lavoro….”
Santo, cielo, Nicholas non sopportava quella gallina che
parlava in continuazione senza mai riprendere fiato, decise di arrivare subito
al dunque:
“Miss Page, dovrei ritirare alcuni libri e varie pergamene
che mio padre aveva ordinato dalla biblioteca centrale del ministero della
magia russo, dovevano arrivare ieri”
“Il ministero russo? Oh, cielo, mi faccia controllare”
disse sfogliando una lunga pergamena sul bancone
“Oh, si sono arrivati, ma sono nel deposito della nostra
filiale a Dowftown. Se ha un po’ di tempo posso smaterializzarmi a prenderli.”
“Quanto tempo per la precisione?” Nicholas non voleva
restare inchiodato lì per chissà quante ore. Che razza di incompetenti
lavoravano in quella stupida libreria?
“Oh, una ventina di minuti, una mezz’oretta al massimo”
“D’accordo, ma faccia presto”
E mentre Miss Page si smaterializzava, Nicholas si avviò al
reparto “Arti oscure”, vicino al reparto “Storia della magia”. La ragazzina
stava ancora leggendo senza mai staccare gli occhi dal libro, così che cercando
di non farsi notare Nicholas la osservò. Anche nella penombra del negozio,
Nicholas notò che aveva capelli castani molto lunghi e occhi che sembravano di
un verde scuro. Poteva avere al massimo quattordici anni. Strano che non
comprasse libri per Hogwarts, il treno partiva tra una decina di giorni, e di
solito tutti i mocciosi che entravano al Ghirigoro, poi ne uscivano con le borse
strapiene di libri.
Per un attimo la mocciosa si accorse che qualcuno la stava
osservando, e dopo averlo guardato perplessa per un attimo, continuò
tranquillamente a leggere. Nicholas guardò il libro che stava leggendo “Storia
di streghe sopravvissute al medioevo”. Una lettura un po’ pesante per una
ragazzine di quell’età
“Non dovresti leggere quel libro” le disse serio Nicholas
Lei lentamente si girò di nuovo verso di lui perplessa
“Perché no?”
“E’ un libro un po’ pesante per te”
Lei guardò prima il libro e poi Nicholas “Mi piacciono i
libri pesanti”
Ora il perplesso divenne Nicholas. La mocciosa non sembrava
il classico topo da biblioteca a cui piacciono i libri pesanti
“Non dovresti fare acquisti per Hogwarts?”
“Per cosa?”
“Per Hogwarts. Per la scuola”
“Ah, quella. No, non sono io che vado ad Hogwarts.”
“Ah, si? E perché no?”
La ragazzina ci pensò un attimo prima di rispondere “Be,
penso sia perché io non sono una strega?”
Per una attimo Nicholas pensò che stesse scherzando
Ma l’espressione della mocciosa era seria
“Non sei una strega?”
“No, io non so usare la magia. Mia sorella si, è una
strega. E’ lei che va ad Hockua…..be, insomma alla scuola di magia”
Scioccato, per un attimo Nicholas si sentì fisicamente
male. Gli venne lo sbandamento e per un attimo gli mancò letteralmente il fiato.
Aveva dato confidenza ad una babbana!
Una babbana!
Una sporca, sudicia, meschina mocciosa babbana!
Dopo aver ripreso lentamente fiato, si chiese furibondo
cosa ci facesse una babbana nel mondo della magia.
Ma certo. Se questa stupida babbana aveva una sorella
mezzosangue, allora anche lei poteva entrare nel mondo della magia!
Nicholas decise che appena tornato al ministero avrebbe
detto a suo padre di cambiare immediatamente quella legge |
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Capitolo 3 *** UNA BABBANA E UN PUROSANGUE ***
Seduta nel Ghirigoro, Melody spesso guardava continuamente
l’orologio per essere sicura di non tardare all’appuntamento con sua madre e sua
sorella, ma questo accadeva prima che quel misterioso ragazzo da poco entrato
nella libreria le rivolgesse la parola
“Ti senti bene? Mi sembri sconvolto!”
“Sto bene!” le disse il ragazzo bruscamente
Melody quasi si turbò per quel tanto repentino cambio di
atteggiamento nei suoi confronti
“Anche tu vai alla scuola di magia?”
“No” rispose lui sempre bruscamente
“Perché no? Per caso sei stato espul….?”
“Guarda, stupida babbana, che io ad Hogwarts ero lo
studente più brillante della scuola!”
A sentirlo a Melody vennero i brividi. La sua voce era
veramente cattiva., fredda e tagliente come la lama di un coltello. E poi perché
l’aveva chiamata “Babbana”? Melody era sicura di aver già sentito quel nome, ma
non ricordava dove
“Perché mi hai chiamata Babbana?”
“Perché è quello che sei! Sei una che non ha poteri
magici, quindi sei una stupida babbana!”
“Guarda che il mio nome completo è Melody Jane Sarah Caine”
“Nicholas Christopher Gregory Wood. Discendente naturale di
Christopher Wood, capo supremo del ministero inglese della magia”
Questa era la frase ufficiale che Nicholas pronunciava ogni
qualvolta doveva presentarsi. Gliela aveva insegnata personalmente suo padre
cinque anni prima dicendogli che ogni volta che la pronunciava doveva ricordarsi
della superiorità del suo rango. Ma ora, nel momento in cui la pronunciò, la
frase gli lasciò in bocca uno gradevole senso di amaro.
“Davvero? Vuoi dire che anche nel mondo della Magia c’è un
governo con leggi e minis….”
“Ma certo che c’è un ministero e delle leggi, stupida! Cosa
credi che solo nel tuo sporco, rozzo insignificante mondo babbano ci siano dei
ministri e delle leggi?”
Questo era veramente troppo
Melody non era certo un cuor di leone, ma raramente si
faceva insultare in questo modo, specialmente da un tizio che conosceva appena,
quindi decise di rispondergli per le rime:
“Scusami tanto se ho parlato, Mago Merlino, ma di solito io
parlo con persone stupide come me, non con un ministro, o il figlio di un
ministro che se ne va con la puzza sotto il naso ad insultare la gente! Ora se
non ti dispiace devo tornare dalla mia madre Babbana, per tornare nella mia casa
babbana del mio paese babbano” e detto questo si voltò per uscire
“Oh, e salutami la fata Morgana”
Nicholas rimase senza parole
Scioccato gli chiese come aveva potuto permettersi una
sudicia mocciosa babbana più piccola di lui di parlargli in quel modo. Nessuno
si era mai permesso di prendersi gioco di lui in questo modo e rimanere ancora
impunito per un crimine del genere, specialmente una femmina!
Ad Hogwarts non gli era mai successa una cosa del genere!
Di solito le tante ragazze che gli sbavavano dietro lo riempivano di regali e di
complimenti, e più lui trattava male, più loro gli si avvinghiavano. Valle a
capire, le ragazze!
Furibondo, Nicholas corse fuori dal negozio pensando di
lanciarle una maledizione, ma uscito dalla porta principale il cuore quasi gli
si fermò quando i suoi occhi si posarono sulla ragazzina fuori dal negozio.
Spesso, la prima impressione può essere…, come
dire…fuorviante
Il Ghirigoro, non è molto illuminato, anzi è decisamente in
penombra. Il motivo è che la libreria è illuminata principalmente da migliaia di
candele magiche sospese sul soffitto che danno al negozio un’ aria un po’ tetra
Ne consegue che una persona vista sotto la luce delle
candele, molto spesso può rivelarsi con una spetto totalmente diverso quando si
esce alla luce del sole
Uscendo alla luce del sole Nicholas pensò che questa non
poteva essere la mocciosa con cui aveva parlato un attimo fa
Questa aveva degli stupendi riflessi biondi tra i lunghi
capelli castani, e quegli occhi che all’interno del negozio aveva classificato
come “verde palude”, ora avevano il colore delle foglie in primavera.
Inoltre questa aveva una carnagione così chiara, i tratti
del viso così delicati che curiosamente, la prima parola che a Nicholas venne in
mente fu “Innocente”
No, assolutamente, questa non poteva essere la mocciosa con
cui aveva parlato un attimo fa nel negozio. Dovevano essere due persone
completamente diverse.
Ma Nicholas si sbagliava eccome!
Infatti, appena visto che l’aveva seguita anche fuori dal
negozio, Melody diventò furibonda:
“Che c’è, adesso? Non ti è bastato insultarmi dentro il
negozio? Vuoi continuare ad umiliarmi anche qui fuori?”
Per un attimo Nicholas si sentì di nuovo invadere dalla
rabbia, ma dopo un momento disse lentamente “Mi dispiace. Non era mia intenzione
umiliarti. E’ solo che….solo che non mi capita spesso di parlare con persone
come te.”
“COME ME?!”
“Cioè… si, con persone che non hanno sangue magico nelle
vene”
“Sangue magico?! Ma guarda che io sono come tutte le altre
persone!”
“Si, però vedi, se la mia famiglia scopre che ho parlato
con una babb….cioè, con una persona di sangue non magico, sarebbe capace di
ripudiarmi”
A Melody vennero i brividi “Che razza di famiglia può fare
una cosa del genere?”
“La mia” Nicholas cercò di trovare le parole giuste per non
offenderla “Vedi, la mia famiglia da più di quindici generazioni frequenta solo
maghi e streghe purosangue, e anch’io non posso sgarrare, altrimenti verrei
ripudiato e diseredato”
“Purosangue? Che significa?”
“I Purosangue sono i maghi e le streghe nati da altri maghi
e streghe, mentre ci sono i mezzosangue, che sono i maghi e le streghe nati da
un genitore o da entrambi i genitori babbani, cioè persone con sangue non
magico”
“Come mia sorella”
“Come tua sorella. Vedi, sono quindici generazioni che la
mia famiglia frequenta e si sposa solo con persona di sangue purissimo, e non
oso neanche immaginare cosa mi succederebbe se io infrangessi questa tradizione”
“Quindi, tu non puoi neanche frequentare gente come mia
sorella”
“No”
Dopo un attimo di silenzio, Melody si accorse che stava
facendo tardi all’appuntamento con sua madre “senti, io ora devo andare…Nicholas,
giusto? Ma mi ha fatto piacere parlare…” e accennando appena a un sorriso “….ed
essere insultata da te”
Detto questo, Melody si diresse verso il muro di mattoni
del “Puledro Impannato”
“Melody?”
“Si?”
“Posso mandarti un gufo uno di questi giorni?”
Melody si girò perplessa “Un gufo? E che me ne faccio di un
gufo?”
Nicholas scoppiò a ridere “Ti porta una mia lettera”
Melody rise anche lei “Un gufo? E’ così che voi scrivete
alla gente? Va bene, ma io come faccio a risponderti?”
“Basta che tu rispondi alla lettera e che la dai allo
stesso gufo”
“Ah. D’accordo, allora. A presto!”
“Ciao”
Melody restò a guardarlo un attimo mentre si allontanava
nel buio del vicolo che sua madre le aveva detto di non andare , “Nockturn Alley”
o qualcosa del genere, poi voltandovi si allontanò
“Stai scherzando?”
“Ti dico di no! L’ho incontrato nella libreria sulla
sinistra, subito dopo quel muro di mattoni”
“Il Ghirigoro? Ma ci sono stata anch’io! E non ho visto ne
te, ne lui!”
“Be, probabilmente perché era troppo presto. Quando sono
andata io era quasi vuota”
“Ho capito. E allora?”
“E allora cosa?”
“Be…. Com’è lui?” chiese maliziosamente sua sorella
“In che senso?”
“Dai, che hai capito benissimo! E’ carino?”
Melody non potè fare a meno di sorridere “Be… è un tipo.
Alto, con i capelli biondi e gli occhi castani”
“Accidenti! Te lo se trovato pure biondo!”
Continuando a sorridere senza un senso, Melody guardò fuori
dal finestrino
Lei, sua madre e sua sorella stavano affrontando il lungo
viaggio che da Londra le stava portando al loro piccolo paese
“Ma lo rivedrai, non è vero?”
“Non lo so, mi ha detto che mi avrebbe scritto un gufo, o
qualcosa del genere, ma chissà, forse si è già dimenticato come mi chiamo”
Ma sua sorella ormai quasi non la ascoltava più, presa com’
era a fantasticare
“Oh, com’ è romantico! Magari vi vedrete di nascosto, e
scapperete per una fuga d’amore, e vi sposerete in gran segreto alle vostre
famiglie…”
Elizabeth, come Melody, a volte leggeva così tanto che
spesso faticava a rimanere con i piedi ben saldati a terra
“Lizzy, devi smettere di leggerti in continuazione Romeo e
Giulietta!”
“E perché? Su un libro ho letto che Shakespeare per le sue
opere prendeva spunto dalla vita quotidiana!”
“Si, dalla vita quotidiana del cinquecento!” disse Melody
ridendo
“Ad ogni modo, se questo tizio va ad Hogwarts dovrei averlo
già visto”
“Non credo che tu l’abbia visto ad Ocuarz, o come diavolo
si chiama. Credo che la scuola l’abbia già finita. Figurati che ha detto di
essere il figlio del ministro della magia”
Sua sorella si impietrì a questa notizia “Scusa, come hai
detto?”
“Ho detto che ha detto di essere il figlio del ministro
della magia”
Lentamente sua sorella si voltò verso di lei “Stai
scherzando?”
“No, che non sto….Lizzy, ma che ti prende? Sembra che tu
abbia visto un fantasma!”
“Non ci sei andata lontano, Melody. Dimmi che ti sei
sbagliata. Dimmi che il ragazzo che hai conosciuto a Diagon Alley non è il
figlio del ministro della magia”
“Invece credo proprio che lo sia. Ma perché Lizzy? Che c’è
che non va nel ministro della magia?”
“Che non va, Melody c’è il fatto che il ministro della
magia è un mostro! Non hai neanche idea delle cose che si leggono ogni giorno
sul profeta”
“Chi è il profeta?”
“Vuoi dire “cosa” è! La gazzetta del profeta è la gazzetta
dei maghi. E’ un quotidiano. La settimana scorsa c’era la notizia di un
mezzosangue che aveva tentato di rapinare la Gringott, e il ministro l’ha
sbattuto ad Azkaban senza neanche farlo processare!
“Azca – che?”
“Azkaban, la prigione dei maghi. E un’altra volta ha fatto
ammazzare un mezzosangue dai dissennatori perché si era permesso di colpire un
purosangue con una maledizione senza perdono!”
“Oddio… mi viene il mal di testa con tutti questi nomi
strani! E ora chi sono questi dissennacosi?”
“Vorrai dire “cosa” sono! I dissennatori sono delle
creature malefiche che si nutrono dei sentimenti buoni, e possono portare via
l’anima di una persona, finchè quella non è altro che un guscio di carne senza
spirito!”
“Mi sembra un film dell’orrore. Come fanno questi “cosi” ad
uccidere le persone?”
“Te l’ho appena detto! Gli succhiano l’anima dalla bocca!”
“Oddio, che schifo! Ma si può sapere cosa c’entrano si
“dissennacosi” col ministro della magia?”
“C’entrano, perché il ministro odia i mezzosangue e detesta
i babbani, e quando deve giustiziare qualcuno lo fa uccidere da loro!”
“E’ disgustoso! Ma perché nessuno si ribella?”
“Perché la gente perbene la lascia stare. Lui è malvagio
solo con gli assassini, i ladri e i criminali, e c’è moltissima gente che pensa
che quello che fa lui è giusto”
Melody era senza parole. Faticava a credere che il ragazzo
conosciuto solo poche ore prima potesse essere il figlio di una persona del
genere! Certo l’aveva insultata, e c’era stato un momento in cui Melody aveva
notato una scintilla di sadica malvagità nei suoi occhi, ma era stato soltanto
un piccolissimo attimo. No, non poteva essere lui. Il ragazzo che aveva
incontrato quella mattina non c’entrava niente con quella persona orribile che
Elizabeth le aveva descritto. C’era del buono in quel ragazzo, Melody glielo
aveva letto negli occhi
“Lizzy, io non credo che il ragazzo che ho incontrato
stamattina sia il figlio di questo ministro. Non c’è per caso un altro ministro
della magia?”
“No, Melody, ce n’è solo uno. E comunque credo che il
ragazzo che hai conosciuto sia suo figlio, perché è apparso più volte sul
profeta, e da come me l’hai descritto, sembra lui. Come ti ha detto che si
chiama?”
“Nicholas mi pare, ma potrei sbagliarmi”
“Io invece non mi sbaglio, Melody, ne sono sicura. Anzi,
quando torno ad Hogwarts voglio chiedere a qualche ragazzo del settimo anno se
l’ha conosciuto”
Dopo di questo chiusero l’argomento, ma Melody non riusciva
a togliersi dalla testa quello sguardo malefico che gli aveva visto solo per un
attimo in quegli occhi. Ma forse era stata solo una sua impressione, si disse
Melody scuotendo la testa. Nicholas non era cattivo, ne era sicura
O quasi |
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Capitolo 4 *** ELIZABETH PARTE PER HOGWARTS ***
E arrivò anche il primo settembre.
Melody stava ancora pensando a come fosse fortunata a stare
con il volto affondato nel calore del suo cuscino, mentre sua sorella quel
giorno sarebbe dovuta partire per la scuola, quando esattamente come dieci
giorni prima, alle otto di mattina, sua madre entrò freneticamente nella stanza,
spalancò le finestre le disse che tra un ora sarebbero uscite
Il padre era a lavoro come al solito, così che alle nove e
mezza, affondandosi in grandi sbadigli, Melody, Elizabeth e sua madre salirono
sul treno per andare a Londra.
Stranamente, Lily era al colmo della felicità, non solo
perché avrebbe rivisto tutti i suoi amici, ma anche perchèsua madre le aveva
permesso di comprarsi una scopa nuova fiammante
“Non è pregiata come le Nimbus o le Firebolt, ma può
arrivare a quasi 70 Km/h”
Lizzy continuava a vantarsi con Melody, senza sapere che
sua sorella non capiva assolutamente di che diavolo stesse parlando
In quei dieci giorni, Melody non aveva avuto notizie di
Nicholas, e il gufo che lui aveva promesso di spedirle non era mai arrivato
Ma neanche Melody se ne preoccupava. Aveva altre cose a cui
pensare
Tra una quindicina di giorni, Melody avrebbe ricominciato
anche lei ad andare a scuola, ed era ora di pensare agli esami che si sarebbero
tenuti a fine anno. Inoltre aveva bisogno di molti articoli di cartoleria:
Penne, quaderni, colori, diari, ecc…
King’s Cross è una stazione larga e con tantissimi binari,
così che poco prima delle undici, Melody, Lizzy e sua madre si diressero sul
fondo del binario nove
Melody si accorse che molte persone si dirigevano li, e sia
corse anche con stupore che molti portavano strani carrelli con sopra enormi
bauli di legno e strani animali.
Ma la cosa più scioccante Melody la vide una volta arrivata
alla fine del binario 9: Un ragazzino che poteva essere forse la metà di lei era
appena sparito oltre il muro che divideva il binario 9 e 10 Forse era stata
un’allucinazione, anche perché sua madre e sua sorella sembravano quasi
indifferenti
“Chi entra per prima?” chiese Elizabeth
“Lascia entrare prima me tesoro, così ti aspetto dall’altra
parte” e senza dire altro sua madre entrò letteralmente nel muro
“Allora Melody! Sbrigati o perderaò il treno!”
“Perderai il treno? E dove lo devi prendere il treno nel
muro? Io lì non ci entro neanche morta!”
Ora Lizzy perse le staffe: “Insomma Melody! Possibile mai
che tu debba creare sempre problemi? Nel caso tu non te ne sia accorta sto per
partire per la scuola, e nel caso tu non te ne sia accorta, non ci rivedremo
fino alle vacanze di Natale, quindi dato che sei mia sorella, ti voglio salutare
sul binario su cui parte il treno, sono stata abbastanza chiara?” e detto questo
Melody si sentì sbattere con la faccia contro il muro
Ma il muro Melody non lo incontrò mai
Come ogni persona che crede che davanti alla sua faccia ci
sia il muro, e invece si trova il vuoto, Melody inciampò e cadde a terra
“Accidenti a te, Lizzy, ma si può sapere che diavolo ti è
pre….”
Ma le parole le si fermarono in bocca quando vide lo
spettacolo che le si presentò
Davanti a lei cominciava un lunghissimo binario dove
stazionava una stupefacente locomotiva con l’insegna “Espresso per Hogwarts”.
Melody guardò in alto, e vide che il binario portava un
curiosissimo numero: 9 e ¾
La lunghissima locomotiva, era il tipo di treno di cui
Melody aveva visto solo nei film, nei libri o forse qualche modellino
giocattolo. Il vagone principale, Melody lo riusciva a vedre solo a stento,
perché si trovava proprio alla fine del binario, a decine di metri di distanza.
Ma la cosa più strana è che il binario sengnato come 9 e ¾
era letteralmente straripante di gente, soprattutto genitori, ragazzi e bambini
Alcuni dei più piccoli, piangevano disperati attaccandosi
alla gonna della madre, mentre altri si rincorrevano per tutta la lunghezza del
binario, facendosi dispetti
Altri ragazzi invece (quasi tutti più grandi di lei),
indossavano quello strano mantello nero con la “H” cucita sul petto che Melody
aveva già visto indosso ad alcuni ragazzi nel “Ghirigoro”
Melody rimase impietrita dallo stupore a quello spettacolo
“Ah eccoti qua! Mi chiedevo se fossi già entrata” disse sua
madre venendole incontro
Poco dopo sbucò anche sua sorella che si accorse subito
dello stupore di Melody
“Bello, vero? La prima volta anch’io rimasi impietrita. Mi
dai una mano a montare il baule?”
Melody aiutò distrattamente Lizzy a caricare il baule sul
treno, ma non riusciva a smettere di guardarsi intorno. All’interno il treno era
tutto rivestito di velluto color porpora, e lungo il corridoio e fuori dalle
porte dello scompartimento c’erano piccole lampade ad olio. Negli scompartimenti
poi c’era una fila di comode poltrone su ogni lato, così grandi e spaziose che
un gorilla ci si sarebbe potuto comodamente sdraiare.
Affacciandosi al finestrino, Melody vide che dall’interno
lo spettacolo che le si presentava davanti era ancora più….magico! Sembrava uno
di quei dipinti impressionisti che ritraggono colline, paesaggi e campagne
sconfinate, pensò melody mentre osservava il verde spazio infinito che si
stendeva davanti a lei.
Ora non biasimava affatto Elisabeth se sprizzava di gioia
all’idea di tornate nella sua scuola. Se questo era lo scenario che si
presentava a Londra, figuriamoci cosa sarebbe potuto esserci in Scozia!
Ah, la Scozia! Melody non l’aveva mai vista, ma i suoi
genitori ci avevano trascorso il loro viaggio di nozze, e da quello che
raccontavano sempre, Melody sapeva che doveva essere stupenda!
I suoi pensieri furono interrotti dal fischio del treno
“Melody scendi, il treno sta per partire!”
“Oddio, è vero!” Melody ebbe giusto il tempo di saltare sul
binario che il treno incominciò a muoversi
Poi ad un tratto si bloccò. Elizabeth stava per andarsene.
Stava partendo, e non si sarebbero più riviste per quasi tre mesi
Al pensiero, le salì un groppo alla gola, e si voltò verso
sua sorella che evidentemente aveva capito perché le mandò una bacio con la mano
“Ti voglio bene! Ci vediamo a Natale!”
“Anch’io ti voglio bene! Ciao!”
“Ciao mamma! Vi mando un gufo!” ma ormai il treno aveva
preso velocità, ed era sempre più piccolo e distante
Ora tutta la gente incominciava a risalire il binario per
tornare alle proprie occupazioni, e anche sua madre le disse che l’ avrebbe
aspettata fuori dalla stazione
Se n’era andata. Lei ed Elizabeth non si erano mai separate
per più di qualche settimana, e ora non si sarebbero più riviste per tre….
“Non dirmi che già ti manca!”
Oddio.
Melody non aveva bisogno di girarsi verso la persona che
aveva parlato
Aveva riconosciuto perfettamente quella voce, anche se in
quell’ unica occasione che l’aveva sentita, era fredda e tagliente come il
ghiaccio
Ma stavolta Melody decise di non farsi intimidire: “Oh, ma
guarda chi si vede! Il figlio del ministro figlio dei babbaschi!!”
“Babbani. Dal tuo tono ironico suppongo che tu non mi abbia
ancora perdonato di averti chiamata così”
“No infatti. Cos’è successo al gufo che dovevi mandarmi? E
stato preso dall’ accalappiagufi?”
“Mamma mia come sei pungente! No, veramente è che mio padre
mi ha massacrato di lavoro”
“Oh, certo. Un uomo d’ affari come te deve essere molto
impegnato! Non dimentichiamoci che sei il figlio di bla bla bla Wood, ministro
del regno di bla bla bla…”
Dall’espressione stupefatta di Nicholas, Melody capì di
averlo impressionato, quindi continuò su questa strada “Sai che mia sorella mi
ha messo al corrente della tua reputazione?”
“La mia reputazione?”
“Si. O meglio, di quella di tuo padre. Di come odi tutti
quelli come me e mia sorella, di come faccia torturare le persone da quei ….dissennaqualcosa”
“Dissennatori. Guarda che mio padre non c’e l’ha contro i
babbani e mezzosangue” ma ancora prima di finire la frase, Nicholas si rese
conto di che assurdità avesse detto “O meglio, è vero che mio padre non mostra
molta simpatia verso coloro che non provengono da famiglie di origine
purosangue, ma contro ogni ladro, assassino o criminale del mondo magico, lui
attua la giusta punizione!”
“Si, certo. Soprattutto contro quelli come me e mia
sorella, vero?”
Nicholas non rispose
“Con me ci stai parlando però”
“Si e se mio padre lo sapesse….”
“Ti ripudierebbe, certo.”
Melody si accorse che il binario ora era quasi vuoto
“Senti, mi daresti una mano per uscire di qui? Sai mi fa un po’ senso passare di
nuovo per quel muro….”
Nicholas quasi non scoppiò a ridere “Si, immagino che tu
non ci sia abituata….” E delicatamente la spinse contro il muro, così che Melody
si ritrovò di nuovo tra il binario 9 e 10 della stazione di King’s Cross
“Senti, c’è mia madre che mia aspetta fuori dalla stazione.
Se non ci vediamo, buona fortuna …..” stava per dire con tuo padre “…per tutto”
“D’accordo, grazie. Melody?”
“Si?”
“Giuro che prima o poi ti arriverà quel gufo”
“D’accordo, ciao”
“Certo, come no!” pensò Melody. E di corsa raggiunse sua
madre fuori dalla stazione
Dopo aver accompagnato i suoi fratelli più piccoli a
prendere il treno per Hogwarts, Nicholas si rimaterializzò velocemente al
ministero.
L’atrio come al solito era pieno di gente che andava e
veniva dai diversi piani, a parte qualche sudicio mezzosangue in attesa di
qualche processo.
Nicholas non potè fare a meno di ripensare a quello che
Melody gli aveva detto pochi minuti prima: Era vero che suo padre trattava i
criminali mezzosangue molto più duramente dei purosangue?
Si, è vero, disse una vocina dentro di lui. Ma Nicholas si
disse che non poteva farci niente. Suo padre era il Ministro della magia, e se
quello gli sembrava il modo giusto di fare giustizia, allora erano affari suoi.
E poi non era certo il primo. Anche suo nonno, e il padre e il nonno di suo
nonno la pensavano così.
Semplicemente Nicholas non poteva farci nulla
Nicholas notò che alcuni dei mezzosangue in attesa di
processo erano alquanto giovani. Uno addirittura non poteva avere più di sedici
anni. Incuriosito gli si avvicinò:
“Cos’ha fatto?” chiese al mago di sicurezza che lo
sorvegliava
“Oh, buongiorno, signore…Cos’ha fatto? Oh,un gesto molto
grave, signore! Ha violato per ben cinque volte il divieto di uso delle arti
magiche per i minorenni al di fuori della scuo….”
“Ma non è colpa mia!” si difese subito il ragazzino “Il
ministero ha spezzato entrambe le bacchette dei miei genitori e non sappiamo più
come….”
Ma Nicholas non lo fece continuare “Ah, quindi anche i tuoi
genitori devono aver fatto qualcosa di grave. Bell’esempio! Portalo all’ultimo
livello e processalo”
“Subito signore” disse il mago di sicurezza dirigendosi
verso gli ascensori
Spezzare la bacchetta a qualcuno, significava proibire a
vita l’uso della magia da parte di un mago o una strega. Ma ovviamente il
ministro in più di un occasione aveva chiuso un occhio (o anche entrambi) quando
il mago o la strega in questione era un purosangue
L’ufficio del ministro della magia si trovava al primo
livello, sopra a tutti gli altri dipartimenti, il che era un lusso.
Suo padre era seduto alla sua enorme scrivania di
pregiatissimo legno intagliato fumando una lunga pipa altrettanto pregiata, e
come al solito, era strapieno di lavoro.
Quando Nicholas entrò nello studio, lui non alzò neanche
gli occhi, preso com’era a studiare una lunghissima pergamena
“Si può sapere dove diavolo sei stato, invece di pensare a
lavorare?”
“Dove vuoi che sia stato la mattina del 1° settembre? Alla
stazione, è ovvio!”
Stupito suo padre alzò gli occhi per guardarlo
“Alla stazione? E a fare cosa? Nel caso te ne fossi
dimenticato, io ti pago per farmi da segretario, non per andartene a spasso per
Londra!”
“E tu, nel caso te ne fossi dimenticato hai due figli
piccoli che stamattina sono partiti per Hogwarts.
Non li hai neanche incontrati o salutati prima di partire,
neanche il piccolo Liam che inizia i primo anno!”
Ma suo padre aveva già cambiato argomento: “Si, come dici
tu. Ora piantala di dire stupidaggini e riordinami immediatamente queste
pergamene per data. Oggi ci sono più di tre processi, e quei vecchi decrepiti
del Wizengamort mi danno ancora fastidio per quegli stupidi mocciosi babbani e
il divieto delle arti magiche per i minorenni”
“Si, ne ho incontrato uno giù che poteva avere si e no
quindici anni. Non sono un po’ troppo giovani per processarli?”
Ma suo padre fu maligno come al solito “E chi vuole
processarli? Li sbatto ad Azkaban per un paio di settimane, e poi se sono ancora
vivi se ne possono tornare da dove sono venuti”
“Dovresti sentire le loro ragioni”
“E chi se ne frega delle loro ragioni? Sono soltanto sudici
babbani e mezzosangue, o per usare il loro fetido linguaggio, bastardi,
illegittimi. Chi diavolo se ne frega delle loro ragioni?”
Poi però si girò perplesso verso Nicholas “E poi cos’è
all’improvviso tutto questo interesse per i Babbani e i mezzosangue? Non ti ho
insegnato proprio niente?”
“Oh, si, mi hai insegnato parecchio! Mi hai sempre detto
che bisogna trattare babbani e mezzosangue come gente inferiore, di colpire
sempre alle spalle finchè se ne ha l’occasione, di attaccare i più deboli, e di
sacrificare tutto e tutti pur di raggiungere i propri…”
“Ora non iniziare a fare il moralista con me! Mi sono
sempre ritenuto un ministro della magia saggio e clemente! Ho sempre governato
in maniera giusta e leale!”
“Non è vero, è tu lo sai! Ci sono una marea di mezzosangue
finiti ad Azkaban solo per aver fatto un incantesimo proibito, mentre quel
gruppo di purosangue che tre mesi fa ha cercato di rapinare la Gringott non è
stato neanche processato!”
Ma Nicholas sapeva che questa discussione avrebbe portato
solo guai, quindi si fermò
Conosceva troppo bene suo padre da sapere che era inutile
discutere con lui, tanto si sarebbe comunque fatto quello che aveva deciso
Anche il ministro della magia però rimase sorpreso da
quello scatto di nervi di Nicholas.
Suo figlio! Che come lui aveva sempre disprezzato i
mezzosangue, che come lui, aveva sempre detestato Londra per il solo fatto che
era strapiena di babbani, ora si trovava quasi a difenderli!
Nella mente oscura e assetata di poter del ministro iniziò
ad insinuarsi un atroce sospetto: Suo figlio gli nascondeva qualcosa!
Un sorriso maligno però gli increspò quasi immediatamente
le labbra: Se Nicholas gli nascondeva qualcosa, lui sarebbe riuscito a
scoprirlo. |
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Capitolo 5 *** UN GUFO PER MELODY ***
Appena arrivata a casa, melody si buttò sul letto senza
neanche svestirsi.
Che giornata!
I viaggi a Londra erano estenuanti! Così tanto tempo da
passare in treno!
Sconsolata guardò il letto accanto al suo, il letto che
sarebbe rimasto vuoto per la maggior parte dell’anno, e desiderò tantissimo che
Elizabeth fosse rimasta ancora un po’
Poi quardò la scrivania, che ingombra com’era di peluches,
foto, oggettini e ninnoli vari, non lasciava quasi spazio per la roba della
scuola
La scuola! Quante cose, aveva ancora da comprare! Per non
parlare poi dei libri!
Melody fece una smorfia di disgusto al pensiero dei libri
che avrebbe dovuto comprare!
La famiglia Caine non era povera, ma tra libri di scuola,
abbigliamento, spese mediche e altre cose se ne andavano sempre una marea di
soldi!
L’anno scorso, quando ad Elizabeth era arrivata la
pergamena che annunciava che era stata ammessa alla scuola di magia, i suoi
genitori avevano immediatamente deciso di rifiutare. La scuola di magia non era
certo un istituto statale, e loro non potevano assolutamente permettersi di
mantenere Lizzy ad una scuola privata
Il professor Sapientis, il preside della scuola, aveva però
inviato un gufo, dicendo che nella stanza 350 della banca dei maghi “Gringott”
di Diagon Alley, c’era un bel gruzzoletto a loro disposizione per tutto il
necessario.
E così Lizzy era partita per la scuola di magia
Erano più o meno passate le dieci, quando il cellulare di
Melody iniziò a suonare una famosa canzone di discoteca
“Pronto? Vale, ciao! Come va? Bene, si….Oh, la solita noia,
e le tue vacanze invece? Sei andata in Francia, poi?”
Per un po’ Melody continuò a chiacchierare con la compagna
di classe “Lizzy? Ehm…., Si è andata a quella scuola esclusiva…Eh, si mi manca
già un casino….per i soldi?”
E ti pareva
“…Be, diciamo che Papi sta facendo gli straordinari….no,
veramente si trova da qualche parte in Scozia, non so precisamente dove….e tu
che hai combinato in Provenza….No, ma scherzi? Davvero? E com’è?.....Oh, insomma
ma com’è possibile che per incontrare un bel ragazzo devi andare in Francia? Qui
ti devi rivolgere ad una agenzia specializzata!....Io?....Mah, diciamo si e
no!...”
Melody non sapeva se parlare o no di Nicholas “…beh,
diciamo che ho incontrato un tipo, ma è un po’ strano, non ho avuto ancora il
tempo di inquadrarlo bene…, si una cosa passeggera…più o meno, si….Senti, mia
madre mi sta chiamando, casomai ci rivediamo a scuola ok? D’accordo ciao”
Non era del tutto vero che sua madre la stava chiamando.
Era solo che Melody non se la sentiva ancora di parlare di Nicholas alle altre
persone. Si, a sua sorella l’aveva detto, ma lei ora era ad Hogwarts…..
Il fatto era che Melody non sapeva ancora se fidarsi di lui
o no. Aveva qualcosa di ambiguo….
A volte il destino è beffardo. Magari una mattina pensi
“speriamo che stamattina tra la posta non ci sia qualche bolletta da pagare”, e
non hai ancora finito di pensarlo che dalla cassetta della posta ti scivola
fuori il conto del telefono
Ora Melody stava appunto pensando “Chissà se Nicholas si
ricorderà della promessa di mandarmi quel gufo!” che fuori dalla finestra vide
un grosso gufo scuro dagli occhi verdi che picchiettava educatamente alla
finestra aspettando di essere introdotto
“Ehi, e tu da dove vieni?” chiese stupita Melody, ma il
gufo si limito a guardarla severamente come a dire “Allora, mi fai entrare o
no?”
Appena aprì la finestra, il curioso volatile prese a
svolazzare per tutta la stanza facendo un baccano colossale
“No, che fai….zitto! Sono le dieci di sera, accidenti a
te!….se i miei scoprono che c’è un gufo nella stanza succede il finimondo….no,
zitto, ho detto zitto!”
Dopo essere svolazzato per una decina di minuti, il gufo si
appollaiò in cima al letto di Elizabeth e li si calmò
“Oh, finalmente! Allora, non dovresti avere una lettera per
me?
In risposta, il gufo gracchiò e scosse la testa
Melody andò a chiudere la finestra “Oh, peccato, credevo
che avessi quella famosa lett…..”
“Io volevo scrivetela, ma ho pensato fosse meglio venire di
persona”
“AAAHHH!!!!” Melody cacciò uno strillo voltandosi, e
scoprendo che al posto del gufo ora c’era Nicholas in carne e ossa
“MA DA DOVE DIAVOLO SEI ENTRATO…COME HAI FATTO…E DOV’E’
ANDATO A FINIRE IL GUFO…INSOMMA SI PUO’ SAPERE DA DOVE SBUCHI FUORI?!”
“Zitta!….vuoi abbassare la voce per favore? Guarda che sei
stata tu stessa a farmi entrare dalla finestra”
Troppo scioccata per parlare, Melody evitò di di dirgli che
aveva fatto entrare un gufo dalla finestra, non lui
“Ehi, rilassati! Ero io il gufo”
“Tu?! Ma come….”
“Sono un animagus. Posso trasformarmi in gufo ogni volta
che voglio. Anche mio padre lo è. Solo che lui si trasforma in un enorme corvo
dalle piume color inchiostro”
“Mi prendi in giro? Com’è possibile che il gufo sia tu? E’
impossibile! Davvero pensi che io possa credere ad una tale assurd…..”
Ma non aveva ancora finito di parlare che Nicolas cominciò
a rimpicciolire, sempre più velocemente, e man mano che rimpiccioliva, dal corpo
gli spuntavano delle lucide piume marroni.
Ed eccolo lì, il gufo che aveva fatto entrare dalla
finestra.
“Allora?” disse il gufo
Melody era pietrificata dallo stupore “Allora è una cosa
che non ho mai visto fare a nessuno”
Il gufo diede dei piccoli gracchiii in quella che doveva
essere una risata “E’ ovvio, sei una Babbana!”
“E tu invece sei uno stupido Barbagianni! Disse Melody
sprezzante
Ma Nicholas non sembrava essersi offeso “Carina la tua
stanza. Anche se sembra un po’ la stanza delle bambole con tutto questo rosa,
che schifo!”
“Se sei venuto solo per prendermi in giro e insultare la
mia stanza puoi anche andartene”
Ma Nicholas girò di scatto il suo collo pennuto “No, se
sono venuto qui non è per insultarti”
E nel giro di cinque secondi ritornò in forma umana “ Sono
venuto qui perché mi mancavi…..”
Melody si sentì avvampare
“…Sono venuto qui perché ti ho pensata tutto il giorno”
Melody lo guardò di sfuggita negli occhi, e vide che
nell’oscurità erano diventati simili a due smeraldi
“Sai…..anch’io oggi ….è capitato…..ehm…volevo dire….anche a
me è capitato….sai….di pensarti….ecco….cioè….” ma Melody non riuscì a continuare
perché Nicholas le si faceva sempre più vicino
“Cioè cosa?” chiese dolcemente prendendola tra le braccia
“Cioè….ecco…..niente” disse lei un attimo prima che le
labbra di Nicholas si posassero sulle sue
Melody non si rese subito conto di quanto fossero morbide
le sue labbra, e del sapore dolcissimo che aveva la sua lingua. Quando se ne
rese contò si sentì calda, sicura e protetta, e non riuscì a spiegarsi perché le
sue mani si sollevassero istintivamente ad accarezzargli il collo e i capelli
“Nicholas io…..”
“Io cosa?”
“Io….non ti conosco neanche…”
Ma Nicholas continuava ad abbracciarla, mentre Melody
poteva sentire attraverso i vestiti il battito accelerato del cuore di Nicholas
“E’ per questo che sono qui” sussurrò lui dolcemente
“Perché mi piaci e perché voglio conoscerti”
Per un tempo indefinibile rimasero abbracciati
“Mi piacerebbe rimanere così per tutta la vita” pensò
Melody mentre Nicholas continuava a sfiorarle i capelli con le labbra, ma
purtroppo il suo orologio a cucù annunciò solennemente che era mezzanotte
“Accidenti è così tardi! Devo tornare a casa prima che mia
madre mi dia per disperso”
“Si, è ovvio, devi andare” Melody si staccò a fatica dalle
braccia di Nicholas
“Senti, domani purtroppo ho da fare, ma vedo se posso
ripassare mercoledì ok? A che ora vanno a dormire i tuoi?”
“Più o meno verso le dieci”
“D’accordo, allora aspettami per le dieci e mezza ok?”
“D’accordo” E prima che Melody potesse resistergli,
Nicholas la tirò a se e le stampò un bacio sulle labbra
“A dopodomani!” disse, e volò fuori dalla finestra
Dopo che Nicholas fu sparito nel buio della notte, Melody
per un bel po’ lasciò che l’aria fresca delle sere di Agosto le sferzasse ancora
il viso, perché si sentiva ancora avvampare di calore.
Aveva baciato un ragazzo!
Se in quel momento le sue compagne di scuola avessero
potuto leggere i suoi pensieri, l’avrebbero presa in giro per l’eternità, ma
Melody a tredici anni non aveva mai neanche baciato un ragazzo. Ora l’aveva
provato di persona, capiva molto meglio le sue amiche. Era una sensazione
stupenda baciare un ragazzo e trovarsi tra le sue braccia. Ti faceva sentire
così al sicuro e protetta che in quel momento tutto e tutti sparivano.
Al ricordo del bacio di Nicholas le si aprì una voragine
nello stomaco da farle quasi male
Quella notte il sonno di Melody fu popolato dei tipici
sogni che fanno le adolescenti quando iniziano a conoscere l’amore: Nicholas, i
suoi occhi e le sue braccia, i suoi baci, e sempre lui, Nicholas, Nicholas,
Nicholas
Per i due giorni successivi, Melody fu sovraeccitata, fin
quando Mercoledì sera, non riusciva a fare a meno di guardare continuamente
l’orologio. Erano le sette, mancavano tre ore, erano le otto, mancavano due ore,
le nove, le nove e trenta…
“Melody, ricordati che domani usciamo alle nove” le disse
sua madre poco prima di andare a dormire
“D’accordo buonanotte”
Fu un sollievo quando circa una mezz’oretta più tardi dalla
sua stanza sentì i suoi genitori che si ritiravano in camera
Erano le dieci un quarto, ma continuò a leggere il libro
che la prof. di Italiano aveva assegnato alla sua classe per le vacanze senza
capirne neanche una parola
Finalmente una mezz’oretta dopo, sentì una zampetta
picchiettare alla finestra
“Nicholas!” esclamò Melody, precipitandosi ad aprire la
finestra
Nicholas atterrò sul letto di Elizabeth e scuotè le ali
dalla brina della sera
“Ma guardati!” disse ridendo Melody “Hai le penne tutte
arruffate!”
“Eh, lo so” disse Nicholas saltando giù dal letto e
atterrando sul pavimento in forma umana “E’ che ho avuto un volo spaventoso. Il
vento continuava a deviarmi troppo a sinistra. Mio padre mi ha tenuto al
ministero fino alle nove passate, non voleva mai lasciarmi andare”
Mentre Melody chiudeva la finestra, sentì lui che le
circondava le spalle e le depositava un bacetto sul collo “E tu cos’hai fatto
invece?”
“Oh, niente di particolare. Ieri sono andata al mercato con
mia madre, mentre oggi pomeriggio ho dovuto leggere un noiosissimo libro di
scuola. Domani mattina invece andiamo al centro commerciale per comprare la roba
di scuola”
“Cos’è un centro commerciale?”
“E’ un grande edificio dove puoi comprare tutto quello di
cui hai bisogno: cose per la scuola, per la casa, mobili, vestiti, alimentari,
cd, dvd…”
“Cosa sono i “CDVD”?”
“No, una cosa sono i cd, che sono dei dischi dove si
ascolta la musica, e un’altra cosa sono i dvd, che sono dischi dove si possono
vedere dei film. Ora ti faccio vedere” e prendendo il primo dvd che le capitò
sotto mano lo inserì nel lettore e lo fece partire
“Grande! Ma anche voi babbani quindi adoperate la magia per
far funzionare questi strumenti”
“No, veramente noi ci rivolgiamo alla scienza”
“Chi è?”
“Chi?”
“La persona a cui vi rivolgete. Scienza”
“No, scienza non è una persona, è una specie di magia. Solo
che non si fa con gli incantesimi, ma con le invenzioni. Per esempio, come a voi
la magia vi permette di spostare le cose senza usare le mani, la scienza ci
permette di poter parlare con persone lontane anche migliaia e migliaia di Km
con uno strumento chiamato “Telefono”
“Accidenti!”
“Eh, già. Oh, e c’è invece un altro strumento che ci
permette di trasferire sulla carta una qualsiasi immagine della nostra vita,
così da poterle guardare e riguardare quando ci pare e piace”
“Ah, vuoi dire le fotografie? Ma quelle ce l’abbiamo anche
noi!”
“Davvero?”
“Certamente che esistono le fotografie nel mondo magico!
Anche quelle grandi e grosse come il bellimbusto che tieni appesa davanti al tuo
letto”
“Ehi, lascia stare Jonny Depp, è il mio unico amore!”
“Il tuo unico amore?”
Melody avvampò “Cioè si, volevo dire….è famoso….ed è
bellissimo…..”
Nicholas decise di ricambiarla con la stessa moneta “Eh,
si, ti capisco. Anche ad Hogwarts, sai quando io ero al quinto anno c’era una
ragazza che stava al settimo anno di Tassorosso….Suzanne qualcosa, aveva certe
tett…..”
“Nicholas!”
“Che c’è, è vero! E poi c’era Catherine di Corvonero che
aveva un culo….”
“Oh, basta non ti voglio sentire!” disse Melody otturandosi
le orecchie
Ma ovviamente questo non le impedì di vedere Nicholas che
si sbellicava dalle risate
“Oh, e va bene basta, la smetto!” disse togliendole
dolcemente le mani dalle orecchie
“Comunque nel mio mondo le foto si muovono”
“Cosa? Stai scherzando?”
“No. Le nostre foto le sviluppiamo in una pozione speciale
che le fa muovere”
“Wow! Mi piacerebbe un casino averne un po’ di quella
pozione”
“Spiacente, ma è severamente proibito a qualsiasi mago o
strega esportare nel mondo babbano qualsiasi manufatto del mondo magico”
Per un po’ rimasero in silenzio a guardarsi “Sai mi sei
mancato molto oggi. Non facevo altro che guardare l’orologio, non vedendo l’ora
che arrivasse stasera”
“Lo so. Vieni qui”
Dolcemente Melody si accoccolò tra le sue braccia proprio
come fa un cagnolino nel calore della sua cuccia, e quando le labbra di Nicholas
si posarono sulle sue, Melody pensò che quella fosse la sensazione più bella
della vita”
“Sai, qualche volta potremmo vederci di mattina” propose
Nicholas
Melody mugolò. Le sarebbe piaciuto un casino, ma sarebbe
stato veramente difficile una volta cominciata la scuola”
“Però dovremo fare attenzione al mondo magico, specialmente
a mio padre. Ha la bruttissima abitudine di comparire quando meno te l’aspetti”
“Perché ce l’hai tanto con tuo padre?”
“Non sono io ad avercela con lui. E’ lui ad avercela con
persone come te. Se sapesse che sto con una babbana sarebbe capace di farmi
uccidere”
“Dai, non ci credo. E’ pur sempre tuo padre! Sei sangue del
suo sangue, carne della tua carne, non farebbe mai una cosa simile a suo
figlio!”
Melody vide Nicholas accennare un sorriso “Come si vede che
non conosci mio padre”
“Perché?”
“Lui non è mai stato un padre molto presente. L’unica cosa
che gli sta veramente a cuore è la sua carriera. Non permetterebbe mai a suo
figlio di mettere in pericolo la sua reputazione frequentando una babbana. Se
non fosse che è mio padre lo odierei a morte”
“E tua madre che ne pensa?”
“Oh, mia madre è quel tipo di persona che pensa solo allo
sfarzo e al lusso. Quando si tratta di prendere decisioni è una debole. Non si è
mai opposta alle decisioni di mio padre, perché sa che non avrebbe nessuna
speranza di prevalere. E ha ragione”
“Secondo me stai drammatizzando un po’ troppo. Nessuno è
così privo di cuore”
Sorridendo ancora Nicholas la prese tra le sue braccia “Tu
hai solo tredici anni Melody, sei ancora così piccola, come puoi capire! Ma io
ho già afferrato come funziona il mondo. Le persone di potere sono capaci di
qualsiasi cosa quando sentono minacciato questo potere, e non esitano ad
eliminare chiunque si metta sulla loro strada, persino i propri figli”
“Ti prego, cambiamo argomento”
“Perché?”
“Mi fai venire i brividi”
“D’accordo, allora. Hai mai volato?”
“Volato? Certo che no! Gli esseri umani non possono mica
volare!”
“Si, invece. Ora devo andare, ma domani sera ti porterò un
amico speciale!”
“Un amico speciale?”
“La pianti di ripetermi? Si, un amico molto speciale con
cui potrai farci un bel violetto. Alle dieci e trenta?”
“D’accordo”
“Allora ciao” Nicholas le diede un dolce bacio di saluto e
poi si dileguò fuori dalla finestra
Melody restò ancora un po’ a guardare fuori anche molto
dopo che Nicholas se n’era andato. Ma poco prima che chiudesse la finestra,
giurò di aver visto passare proprio davanti al suo davanzale un grosso corvo
nero |
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Capitolo 6 *** CAPITOLO 6 - UN AMICO “SPECIALE” ***
Ormai si avvicinava il giorno in cui Melody avrebbe ripreso
le lezioni. La scuola sarebbe cominciata da lì ad una settimana.
Oltretutto quell’anno essendo in terza, avrebbe dovuto
sostenere gli esami, e provò una fitta di angoscia al pensiero di quanto tempo
avrebbero portato via alle altre cose
Tra queste c’era anche il ragazzo che da un paio di notti
non la faceva dormire, importunandola con i suoi sogni di baci, e che ora
tardava a avvenire
Melody guardò l’orologio. Accidenti erano le 11 e mezza! Ma
perché Nicholas non veniva?
Iniziò a preoccuparsi che avesse avuto altro da fare, o
peggio che gli fosse successo qualcosa
Ma finalmente dopo dieci minuti, eccolo arrivare davanti al
suo davanzale, con le penne tutte arruffate
“Scendi in giardino” disse senza neanche atterrare
“In giardino? Perché?”
“Fallo e basta” disse Nicholas dileguandosi nel buio della
notte
Perplessa, Melody cercò di fare il meno rumore possibile (I
suoi genitori dormivano già da una mezz’oretta) e togliendosi le ciabattine,
scese silenziosamente nel giardino sul retro
In giardino c’era Nicholas appollaiato sul cancelletto di
legno “Seguimi”
“Dove? Insomma Nicholas aspetta!” ma lui stava gia volando
oltre la strada buia davanti alla sua casa, così Melody si precipitò ad
inseguirlo
Dopo un paio di minuti si ritrovò senza fiato. E’ un pò
difficile tenere il passo (o il volo) con un gufo
“Nicholas, si può sapere dove mi stai portando?”
“Dopo! Seguimi e basta!”
Dopo aver superato il suo quartiere, Nicholas si diresse
verso la discarica abbandonata in fondo alla strada. Solo dopo essere entrato,
riprese la sua forma umana
Melody intanto era ancora senza fiato per la lunga corsa
“Nicholas, si può sapere che ci facciamo qui?”
“Zitta! Mi spiace di averti fatto arrivare fin qui, ma il
mio amico è troppo grosso per aspettare nel tuo quartiere!”
“Troppo grosso!?” Chi, o che diavolo le aveva portato
Nicholas? Melody iniziò ad avere paura, mentre Nicholas la conduceva verso il
fondo della discarica
“Non preoccuparti, di solito è buonissimo con le femmine!”
“Si può sapere chi è questo tuo amico?”
“Nevemanto”
“Nevemanto? Che razza di nome è?”
“Gliel’ho dato io questo nome perché ha il manto bianco
come la neve”
“Allora è un cavallo?”
“Non proprio. Ma vieni a vedere tu stessa cos’è” e
arrivarono nel punto più buio e isolato della discarica
E fu allora che Melody lo vide
Non era un cavallo, ma qualcosa di molto più splendido
bianco e possente
Un unicorno
Melody aveva visto gli unicorni solo nei libri di favole, o
sentiti narrare in qualche vecchissima leggenda che suo nonno leggeva a lei e a
Elizabeth quando erano piccole, e Melody se li era figurati come dei cavalli
bianchi con un corno sulla fronte
Ma questo era più grosso di qualsiasi cavallo Melody avesse
mai visto!
E il colore! Era talmente bianco che man mano che gli si
avvicinava le facevano male gli occhi
Era talmente bianco che nel buoi pesto della discarica
riluceva come un faro abbagliante nella notte
“Oh, Dio!” furono le prime parole che riuscì a pronunciare
“Ti piace?”
“Se mi piace!? E’ la cosa più bella che abbia visto in
tutta la mia vita!”
“E non hai ancora visto niente!” disse Nicholas prima di
fischiare una corta melodia assai curiosa
In quel momento, Nevemanto staccò dai fianchi possenti due
gigantesche ali bianche, grandi come Melody non aveva mai visto neanche nelle
aquile
“Allora?”
Allora, Melody non riuscì a spiaccicare una parola.
Era talmente bello e luminoso che Melody sentì gli occhi
inumidirsi di lacrime
“E’ così bello!”
“Lo so. Ma ti piacerà ancora di più quando lo cavalcherai”
Ancora con le lacrime agli occhi, Melody lo guardò
lentamente “Stai scherzando?”
“Certo che no!”
“Ma io ho paura a cavalcare un animale del genere!”
“Non preoccuparti, non ti lascerà cadere”
“Non è lui, sono io. Non ho mai volato prima, e….”
“…e dato che probabilmente non ti ricapiterà mai più, lo
farai adesso. Dai vieni!”
Nicholas fischiò di nuovo, e trotterellando, Nevemanto si
avvicinò al suo padroncino e alla sua curiosa creatura amica
“Dai, accarezzagli la testa!”
“Non ci arrivo alla testa” ma come se Nevemanto avesse
capito le parole di Melody, chinò il capo e si lasciò accarezzare
“Dio, quanto sei bello!”
“Dai, ora saligli in groppa!”
Melody era ancora un po’ intimorita “Nevemanto, mi faresti
salire in groppa?”
In risposta, l’unicorno si abbassò sulle zampe così che
Melody potè salire
“Brava, così! Ora ascoltami. Metti le gambe davanti alle
ali…, si, così…, e tienile strette sui fianchi, perché vola molto veloce…e
tieniti ben stretta al collo. Capito?”
“Si… ci sono”
“D’accordo, allora” disse Nicholas prima di fischiare di
nuovo in quel modo curioso
In quel momento, come una macchina che si mette in moto, i
fianchi di Nevemanto iniziarono a vibrare, e sbattendo le ali, l’unicorno si
precipitò in avanti
Quando le sue zampe si staccarono dal terreno, Melody sentì
un improvviso mancamento d’aria che durò solo un attimo, dopodiché lei e
Nevemanto salirono sempre più su nel cielo buoi della notte
Fu la sensazione più bella che Melody avesse mai provato in
vita sua, il vento le scompigliava i lunghi capelli e l’aria fredda della sera
le sferzava il viso
A Melody venne quasi il folle istinto di staccare le
braccia dal collo per spalancarle al vento, e di urlare di gioia, ma Nevemanto
andava così veloce che ci ripensò e si tenne più stretta al collo.
L’unicorno capiva tutte le sue sensazioni, prima ancora che
Melody riuscisse a provarle: Quando sentiva che Melody tremava dalla paura,
rallentava o si abbassava di un paio di metri, quando invece sentiva che si
eccitava, accelerava o eseguiva strabilianti acrobazie.
Addirittura, ad un certo momento, Nevemanto si gettò a
velocità folle verso la terraferma per poi risalire solo un attimo prima di
toccare il suolo.
Melody era al colmo dell’euforia, sentiva l’adrenalina
scorrerle a velocità folle nelle vene.
Dop quelle che parvero ore, Nevemanto discese dolcemente a
spirale fino ad atterrare di nuovo nella buia e sporca discarica.
Melody per diversi minuti non riuscì a smettere di tremare,
tanto che le ci volle l’aiuto di Nicholas per scendere.
Aveva il viso rigato di lacrime, ma non sapeva se fosse
stato il vento a fargliele uscire, o la gioia di aver volato
“Allora?”
“Allora?! E’ stato….è stato….stupendo, meraviglioso, folle,
entusiasmante, strabiliante…..”
“D’accordo, credo di aver afferrato il concetto. Ne è valsa
la pena allora?”
“Assolutamente si! E’ assurdo! Sono appena scesa, ma mi
piacerebbe tantissimo rifarlo!”
“Guarda che non è mica una giostra. Temo non sia possibile,
è già un miracolo se qualche babbano non ti ha visto”
Melody sospirò “Lo so, non ci avevo pensato. Comunque sono
sicura che me la ricorderò finchè vivo quest’esperienza!”
Nicholas sorrise e le accarezzò una guancia “Ne sono sicuro
anch’io”
Strofinandosi le braccia per riscaldarsi, l’occhio di
Melody si soffermò un attimo sull’ orologio
“Accidentaccio, è già l’una! Se i miei si sono svegliati
succede un casino! Me ne devo proprio andare!”
Silenziosamente, salutarono Nevemanto e si avviarono fuori
dalla discarica
L’unicorno si avviò per seguire il suo padroncino, ma lui
gli disse di stare fermo e di aspettare il suo ritorno. La sua amica, però gli
accarezzò dolcemente la candida criniera, e lo ringraziò più volte per il
piacevolissimo volo
Dopo essersene andati, Nevemanto trotterellò in giro per
quel luogo sconosciuto in cerca di un po’ di erba da brucare.
Nicholas accompagnò Melody fin dentro la porta sul retro
(Le brave ragazze di tredici anni non dovrebbero mai tornare a casa all’una,
specialmente se sono da sole!), ma quando si stava avviando silenziosamente
verso la sua stanza, lui la trattenne per la mano
“Senti, Melody, domani purtroppo non posso venire da te, ho
un affare da sbrigare insieme a mio padre, però dopodomani sarò da te verso le
undici, d’accordo?”
“D’accordo. A dopodomani allora!” e si avviò per le scale
“Melody?”
“Si, che c’è?”
“Ti voglio bene!”
Melody non potè fare a meno di sorridere “Anch’io ti voglio
bene! A dopodomani”
“Ciao!”
Silenziosamente Melody rientrò nella sua camera, (i suoi
genitori fortunatamente non si erano svegliati) sorridendo all’ultima cosa che
le aveva detto Nicholas: “Ti voglio bene”, una frase che poteva essere carica di
promesse.
Nella fretta di raggiungere Nicholas aveva lasciato aperta
la finestra, così che ora la stanza era gelata. Un attimo prima di chiuderla,
vide di nuovo il grosso corvo nero della sera prima passare davanti alla sua
finestra.
C’era qualcosa che le ricordava il corvo nero, ma Melody
non riusciva in nessuna maniera a ricordarsi dove e da chi l’avesse sentito
Pensando che probabilmente si trattava di una faccenda
senza importanza, Melody si rinchiuse nel calore delle coperte e subito si
addormentò
Quando Nicholas atterrò nel suo maniero, erano passate le
due. Di solito avrebbe risparmiato tempo trasformandosi in gufo, o meglio
ancora, materializzandosi, ma ora c’era Nevemanto con lui. Nicholas sentiva la
stanchezza posarsi sulle sue spalle, ma doveva accompagnare l’ Unicorno nella
stalla e prepararlo per la notte, così che quando attraversò il grande portone
di quercia di casa sua, erano quasi le due e mezza. Sua madre era a dormire,
così come gli elfi domestici, e il resto del personale di servizio, ma dalla
porticina che conduceva ai sotterranei, improvvisamente sbucò suo padre
“Dov’eri a quest’ora?”
“Ehm…sono andato fuori con degli amici a bare qualcosa”
“Quali amici?”
“Ah, vecchi compagni di Hogwarts. Piuttosto, perché anche
tu sei sveglio?”
“Ero nel laboratorio”
“Ah, si certo, il tuo segretissimo laboratorio di arti
oscure! Vorrei sapere quando mi permetterai di partecipare ai tuoi incantesimi”
“Quando verrà il momento. Sei ancora troppo immaturo!
Nicholas ascoltami quando ti parlo!” sibilò suo padre puntandogli addosso la
bacchetta
“Ti ascolto, papà. Ma se permetti, ora sono molto stanco,
quindi dovrai conservare la tua quotidiana dose di umiliazioni a domattina”
“Non permetterti di parlarmi in questo modo!” disse ancora
suo padre, sibilando per non svegliare la casa
Ma a Nicholas evidentemente non importava molto di
svegliare la casa “E perché? Perché sei mio padre? Sono stanco di essere
trattato come un povero demente solo perché tu sei il re dell’universo! Buona
notte!”
“Aspetta” Nicholas sapeva che se avesse risposto di nuovo,
suo padre sarebbe stato capace di gettargli un incantesimo, quindi si limitò a
voltarsi
“Domani sera dovrai andare da solo da Gruber per fargli
firmare quelle pergamene, io non posso venire”
“Perché?”
Dopo un attimo di silenzio, Christopher Wood sorrise
maleficamente “Ho un piccolo problema da risolvere”
Quando suo padre sorrideva in quel modo, significava che
c’era qualche mezzosangue da torturare o arrestare, ma Nicholas, limitandosi ad
annuire, rientrò stancamente nelle sue stanze |
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Capitolo 7 *** CAPITOLO 7 - UNA VISITA INASPETTATA ***
Quella sera, i genitori di Melody sarebbero andati prima a
teatro, e in seguito a bere qualcosa a casa di alcuni amici
Questa per Melody era una fortuna, perché non solo aveva la
casa a sua completa disposizione, ma anche perché le sarebbe piaciuto da morire
passarla insieme a Nicholas.
Il piccolo problema era però che anche Nicholas quella sera
aveva altro da fare, così Melody, sapendo che i genitori non sarebbero rientrati
prima delle due, prese la busta di patatine più grande che riuscì a trovare in
casa, e si preparò a godersi un bel film con Jonny Depp sul divano del salotto
Peccato però che già verso le 11 e mezza Melody era
sprofondata nei cuscini, così che quando a mezzanotte (il film era finito da
poco) sentì un continuato picchiettare alla finestra di camera sua, Melody
scattò in piedi, e spense il televisore, lasciando la busta di patatine sul
divano.
Stava giusto pensando a quanto fosse felice che Nicholas
fosse riuscito a passare anche quella sera, che quando vide il grosso corvo che
da un paio di giorni svolazzava fuori la sua finestra, rimase senza parole
Il grosso corvo nero continuava a picchiettare fuori dalla
finestra chiedendo di essere ammesso, così che Melody, senza pensarci due volte,
aprì la finestra e lo fece entrare.
Ma il corvo non era ancora sceso dal davanzale, che prese
immediatamente una forma umana
Ora, Melody di solito non aveva paura degli adulti, (aveva
smesso di nascondersi dietro la gonna della mamma dopo i sette anni), ma quando
vide l’uomo in cui il corvo si era trasformato, le uscì d’istinto uno strillo,
perché quello era l’uomo più imponente, più scuro, più grosso e pauroso che
avesse mai visto in vita sua.
Non solo era vestito completamente di nero, ma nei suo
occhi color carbone, c’era qualcosa di profondamente malefico, di immensamente
cattivo
Melody capì immediatamente che se qual mostro era lì, non
era certo per una visita di cortesia
“C…che…che cosa vuole da me?” disse Melody con voce
tremante di paura, ma in risposta l’uomo pronunciò una sola parola
“Crucio”
In quell’istante, strillando, Melody provò il dolore più
grande che una persona possa mai provare
Come se un’infinità di aghi appuntiti ti venissero trafitti
nella carne, o un’infinità di scariche elettriche ti attraversasse il corpo.
Melody strillava e strillava, tanto che ad un certo punto la voce divenne rauca
Dopo quelle che parvero ore, il dolore cessò e Melody,
smettendo di contorcersi si afflosciò a terra quasi priva di sensi. Ma doveva
essere ancora cosciente, perché vide l’uomo aspettare che si riprendesse,
dopodiché avvicinò il suo viso e la fissò disgustosamente negli occhi. Melody
poteva sentire il suo alito puzzolente fin dentro la gola
“Fa male, vero?” disse l’uomo sorridendo malignamente
“Ora ascoltami bene” sussurro “Prova di nuovo ad
avvicinarti a mio figlio e il dolore che ti farò provare sarà cento volte
superiore a quello che hai provato adesso”
Melody non riusciva a smettere di tremare, anche con la
voce incrinata, riuscì a dire debolmente
“Io non conosco suo figlio”
“Ma certo, che lo conosci, fetida babbana. Sono giorni che
lo vedo arrivare ed andarsene dalla tua finestra”
E come un puzzle i cui pezzi vanno finalmente ognuno al
loro posto, Melody finalmente capì! Nicholas! Quello era il padre di Nicholas!
Come aveva fatto a dimenticarsene! Nicholas le aveva detto che lui e suo padre
erano “Agus”, “Anigus”, be, insomma qualcosa del genere. Solo ora le veniva in
mente! Nicholas poteva trasformarsi in gufo, mentre suo padre assumeva le
sembianze di un grosso corvo nero. Che stupida era stata a non aver prestato
attenzione alle sue parole. Ora però capiva perché il padre di Nicholas le stava
facendo quello, lui odiava a morte quelli come lei e sua sorella, Nicholas lo
ripeteva continuamente!
Quando l’uomo nero la vide spalancare gli occhi, capì che
lei aveva finalmente capito di chi stava parlando, così continuò:
Si, piccola insozza babbana, hai capito bene di chi parlo.
Ora nel caso il tuo cervello sia ancora meno sviluppato di quelli della tua
lurida razza bastarda, te lo ripeterò ancora una volta: Sta lontana da Nicholas,
o in confronto a quello che ti farò io, la morte ti sembrerà un sollievo, mi hai
capito bene?”
Poi senza aspettare una risposta, si avviò verso la
finestra per andarsene. Un attimo prima che volasse via, il corvo girò il suo
collo pennuto e le disse: “Attenta, ti sorveglio!”
Detto questo, sparì nel buio della notte
Per più di dieci minuti, Melody rimase paralizzata sul
pavimento. Non riuscì a muovere un muscolo, ne a smettere di piangere. Il dolore
che aveva provato, l’aveva spossata in tutte le membra del suo corpo. Sul
pavimento stava morendo di freddo, e le sue gambe non volevano smettere di
inarcarsi, così dopo molta fatica, si alzò lentamente e si infilò nel calore
delle sue coperte
Passarono quindici, trenta, quarantacinque minuti, ma
Melody non riusciva assolutamente ad addormentarsi, né a smettere di piangere,
fin quando, dopo più di un’ora finalmente la stanchezza si impossessò di lei, e
lentamente si addormentò
Quando i suoi genitori tornarono, trovarono sul divano del
salotto, una busta di patatine mangiata per metà e la loro bambina che dormiva
tranquillamente nella sua stanza.
Il giorno dopo Melody si svegliò con un infinita tristezza
nel cuore, ma ci mise cinque minuti buoni per ricordarsi quello che era successo
la sera prima, e altri cinque minuti per convincersi che non era stato un
incubo.
Quando finalmente se ne rese conto, un mare di ricordi e di
conseguenti lacrime si riversarono nella mente e negli occhi di Melody: Quel
disgustoso che la torturava con quello che probabilmente era un incantesimo, gli
spasmi di dolore, il suo inevitabile contorcersi e quella voce malefica nelle
orecchie “Ti sorveglio”, “Sta lontana da Nicholas”, “Un dolore cento volte più
forte” “La morte ti sembrerà un sollievo”
Melody sentì il suo corpo improvvisamente privo di forza
afflosciarsi a terra
Cosa doveva fare ora?
Il cuore, e soprattutto la voragine nello stomaco, le
diceva che Nicholas stava diventando ogni giorno più importante per lei
Ma ora?
Cosa avrebbe fatto?
Cosa avrebbe detto a Nicholas?
Come avrebbe potuto sperare di continuare a vederlo dopo
quello che le era successo la notte scorsa?
Melody ripensò all’ultima frase che lui le aveva detto
prima di lasciarla due giorni prima: “Ti voglio bene”. Si sentì avvampare il
viso e il collo pensando al suono della sua voce che diceva una cosa così dolce…
Pensò a tutti i tipici sogni adolescenziali che in quelle
pochissime ore si erano affollati nella sua mente, pensò a quelle poche volte
che Nicholas aveva posato le sue labbra sulle sue, al calore del primo abbraccio
di un ragazzo, alla sensazione di protezione e di sicurezza che Melody aveva
provato solo sentendo le mani di Nicholas sulla sua schiena….
E ora doveva finire tutto
Al pensiero Melody si sentì morire, il corpo scosso dai
singhiozzi e le lacrime che le appannavano la vista…
Per tutto il giorno non uscì dalla sua stanza.
Alla mamma disse di non sentirsi bene (il che in effetti
era vero), non mangiò quasi niente rimanendo semplicemente sul letto, immobile a
piangere, così che alla sera si trovo letteralmente distrutta, il viso rosso e
gonfio, ma il suo corpo aveva smesso di tremare
A volte succede, (come appunto nel caso di Melody) che una
persona si trovi di fronte a un problema e pianga, urla, si dispera e si dibatta
per cercare una soluzione. Poi dopo essersi calmati, ci si è così stanchi di
parlare e di pensare, che ci si trova con la mente assolutamente vuota. Ed è
proprio allora che essa inizia a ragionare in maniera fredda e logica, e così
quando meno te lo aspetti, la soluzione arriva
Alle nove di sera Melody si sentiva esattamente così:
fredda e logica
Durante il giorno aveva scaricato tutte le sue emozioni, e
ora si sentiva del tutto svuotata, impassibile e razionale quasi come una
macchina
Ora sapeva cosa doveva fare
Quando circa tre ore dopo Nicholas atterrò sul davanzale
della finestra, lei era già lì ad aspettarlo. Con calma aprì la finestra e lo
fece entrare
“Ciao, sapessi che giornata spaventosa! Si è alzato un
vento della miseria che mi ha scompigliato tutte le penne….”
Per un attimo la sua vista le mozzò il fiato. Con i capelli
( o meglio le piume) scompigliati dal vento e i vestiti in disordine, Nicholas
sembrava ancora più bello di quello che non fosse già.
Ma Melody rimase in silenzio, aspettando che finisse
“…già non bastava che quello sfruttatore di mio padre mi ha
tenuto al ministero fino alle dieci, quell’ infame…”
“Si, sono perfettamente d’accordo con te” pensò Melody
“Speriamo non si metta anche a piovere accidenti….ma Melody,
che c’è, non hai detto ancora una parola…”
“E che non mi sento molto bene….”
“Oh, poverina! Vediamo se riesco a farti sentire un po’
meglio….”
“No, Nicholas asp….” Ma fu inutile. Nicholas le stampò un
tenero bacetto sulla bocca
“Nicholas, ti prego….” Ma lui non si fermò, così che prima
che se ne accorgesse, Melody si ritrovo stretta tra le sue braccia
“Sai, ieri ero un vecchio membro del ministero per fargli
firmare delle pergamene, e non vedevo l’ora che finisse per poter passare da te,
ma era quasi mezzanotte quando me ne sono andato, quindi ho lasciato perdere….”
Melody non si sentiva affatto a suo agio. Poco prima
dell’arrivo di Nicholas si era riproposta di essere impassibile, ma ora sentiva
che tutte le sue difese le stavano venendo meno
“Nicholas?”
“Si, che c’è?”
“io….io dovrei dirti una cosa importante…”
Nicholas la lasciò andare un attimo per guardarla negli
occhi “Cosa?”
“Io….” Dannazione ai quei maledetti occhi verdi!
“Ecco… io…io credo che non dovremmo più vederci”
Nicholas la allontanò di più per guardarla meglio
“Cosa?!”
“Si. Ecco, credo faremmo meglio a prendere ognuno la
propria strada”
“Quale strada?”
“La nostra strada, Nicholas. Forse faremmo meglio a
separarla”
“Mi stai lasciando?!”
“Ecco, in pratica si.”
Melody ripetè parola per parola tutto quello che durante le
ultime ore si era imposta di imparare a memoria
“Io….io credevo che tu mi piacessi, ma mi sono accorta che
mi sbagliavo. Se rimango con te mi sembra di prenderti in giro, perché mi sono
accorta che in fondo ti considero solo un amico….”
C’era qualcosa che non andava. Melody si sentiva un
fastidiosissimo groppo alla gola che le rendeva difficile parlare
“Melody, ma stai scherzando?”
“No, Nicholas, non …..non sto….scherzando….”
Oddio, no, non adesso! Melody cominciava a sentirsi gli
occhi umidi
“Non ti credo”
“CREDICI NICHOLAS PERCHE’ E VERO!” Ora sentiva le lacrime
scenderle lentamente dagli occhi, sapeva che tra poco sarebbero cominciati i
singhiozzi. Doveva fare assolutamente qualcosa.
“Se vuoi, possiamo rimanere amici, possiamo spedirci
qualche lettera di tanto in tanto….” disse voltandosi per andare a chiudere la
finestra (ma in realtà per nascondere le lacrime)
“Davvero? E perché?” Dal tono della voce, Melody capì che
Nicholas stava cominciando ad arrabbiarsi
“Te l’ho detto. Non mi piaci più”
“Ah, ma davvero?” Rispose Nicholas in tono beffardo “Allora
perché stai piangendo?”
Eccoli lì. Erano arrivati anche i singhiozzi. Il corpo di
Melody iniziò a tremare
“Non è per te. Sto piangendo per motivi miei personali”
“Melody” Nicholas perse la pazienza e andando alla finestra
la fece voltare verso di se “Ho detto che non ti credo. Pensi veramente che sia
uno stupido? L’altro ieri quasi esplodevi di gioia per aver cavalcato Nevemanto,
e oggi non vuoi più vedermi? Mi credi davvero così scemo? Sai, dovresti
esercitarti un po’ meglio a dire le bugie, perchè tuoi occhi gonfi di lacrime ti
tradiscono un po’ troppo presto”
Melody non seppe cosa rispondere. Aveva programmato di
lasciare Nicholas in modo freddo e diretto, e invece aveva rovinato tutto, come
al solito.
Nicholas aveva ragione: le bugie non le sapeva proprio
raccontare
“Dimmi cosa ti è successo”
“No…non è successo…niente. Cosa ti fa pensare che mi sia
successo qualcosa?”
“Il fatto che ora eviti di guardarmi negli occhi. Te l’ho
detto, ti devi esercitare un po’ di più. Allora, me lo dici cosa ti è successo?”
Melody fece il catastrofico errore di guardarlo di nuovo
negli occhi. E quello che le dissero fu che poteva fidarsi di lui, che qualsiasi
problema fosse successo, dovevano risolverlo insieme
E allora gli disse tutto
Tutto quello che le era successo la sera prima. Dell’uomo
nero, di come lui l’avesse torturata e minacciata di ucciderla se si fosse
azzardata ad avvicinarsi a Nicholas, della sofferenza che aveva provato, e degli
spasmi dolore che aveva subito. Tutto
Man mano che parlava Melody vedeva Nicholas diventare man
mano più furioso di rabbia.
Quando poi aveva detto che “l’uomo nero” aveva pronunciato
una parola simile a “Crus, crucius….non mi ricordo bene la parola esatta”
Nicholas dalla rabbia tentò di strapparsi i capelli
Quando Melody finì di parlare, Nicholas si sedette sul suo
letto con la testa tra le mani e per più di dieci minute non si mosse e non
parlò
“Ora capisci perché non ci possiamo più vedere?”
Nicholas lentamente alzò la testa per guardarla “Sapevo che
mio padre era uno sporco bastardo, spilorcio, infame assetato di potere, di
gloria…..ma non immaginavo minimamente che sarebbe arrivato a fare una cosa del
genere….” dopodiché sembro come parlare a se stesso “…contro una ragazzina, una
povera ragazzina che non gli aveva fatto niente di male….non riesco a crederci!”
disse dando un violentissimo pugno al davanzale della finestra
“Melody…..ascoltami! Ora me ne devo proprio andare, ma ti
giuro che questa cosa sarà risolta prima di domani….in un baleno…..Mio padre è
un pazzo se pensa di poter decidere chi devo o non devo frequentare…..te lo
giuro….gli parlerò io…..”
E dopo averle dato un bacio un po’ troppo violento sulla
bocca saltò giù dalla finestra volando nel buio della notte
Melody dalla finestra lo guardò fin quando non sparì. Non
aveva idea di che cosa Nicholas avrebbe fatto, ma aveva una gran paura. Paura
per Nicholas e per quello che suo padre poteva dirgli o addirittura fargli.
Sperando in cuor suo che le cose sarebbero migliorate, Melody si infilò nel
calore del suo letto e si addormentò immediatamente |
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Capitolo 8 *** CAPITOLO 8 – LA SCOMPARSA DI NICHOLAS ***
Dopo aver lasciato Melody, Nicholas volò come un pazzo per
tutta la notte
La pioggia aveva cominciato a cadere, leggera ma
insistente, ma lui non si fermò, neanche quando sentì le piume farsi man mano
più pesanti
Come aveva potuto fare suo padre una cosa del genere a
Melody, che non gli aveva mai fatto niente di male, che non sapeva neanche chi
era!
Possibile che fosse davvero così meschino da minacciare una
ragazzina indifesa solo perché lo frequentava?
Ma a Nicholas venne quasi da ridere quando si rese conto
che avrebbe dovuto saperlo che avrebbe fatto una cosa del genere.
Aveva sempre saputo fino a che livelli sarebbe stato capace
di arrivare suo padre pur di non perdere la faccia, la reputazione, pur di non
infangare il nome della sua famiglia
Era tutta una vita che suo padre odiava i babbani, proprio
come suo nonno e il padre e il nonno di suo nonno. Era un odio che andava avanti
da generazioni.
Glielo avevano inculcato sin da quando era piccolo: Noi
siamo di stirpe purosangue, siamo di razza superiore, non abbiamo il sangue
sporco, in qualunque posto del mondo magico andiamo, con chiunque parliamo o
chiunque frequentiamo, dobbiamo pretendere il rispetto che le persone inferiori
a noi ci devono portare.
Fino ad allora Nicholas l’aveva sempre pensata così.
Poi era arrivata Melody.
Pensandoci bene, Nicholas non la conosceva neanche da
molto, sapeva a stento il suo nome e la sua età, era quasi una sconosciuta. Ma
in quel poco tempo lei era riuscita a sconvolgerlo, lui e il suo mondo, il suo
mondo e tutte le regole e le convinzioni che ne facevano parte.
Solo ora Nicholas si rendeva conto di come si comportasse
diversamente quando era con lei, un comportamento che stava assumendo anche
quando lei non era presente, con la sua famiglia.
Solo ora Nicholas si rese conto di quanto Melody fosse
riuscita a cambiarlo.
Ma si rese anche conto di quanto fosse stato stupido a
metterla in pericolo in questo modo. Era colpa sua se Melody aveva quasi
rischiato di morire sotto la maledizione Cruciatus, era colpa sua se suo padre
l’aveva minacciata.
In fondo suo padre aveva ragione. Non avrebbe mai dovuto
dare confidenza ad una babbana.
Ma era ora che la sua famiglia smettesse di vivere nelle
convinzioni ereditate dai suoi antenati e si aprisse ai nuovi cambiamenti del
mondo magico, era ora che si adeguasse alla realtà. E la realtà era che i
purosangue si stavano estinguendo poco a poco.
Ora ci avrebbe pensato lui a cambiare le cose. Ora che
Melody era diventata importante per lui non poteva tornare indietro. Avrebbe
risolto lui la situazione, avrebbe parlato con suo padre e avrebbe aggiustato
tutto.
Ahimè, Nicholas non aveva neanche idea di quanto si
sbagliasse!
Dalla frustrazione emise un lungo e acuto strillo da gufo.
Non se la sentiva di tornare a casa, non ancora. La sua rabbia divampava ancora
come un incendio, doveva spettare che si calmasse.
Ma man mano che volava Nicholas sentiva la pioggia farsi
sempre più fitta, così che fu costretto a fermarsi sotto la volta di un
campanile
Quando Nicholas atterrò nel suo maniero ormai stava
incominciando ad albeggiare, ma ne fantasmi, ne elfi domestici aspettavano il
suo ritorno, e neanche suo padre, il che era un bene, perché si sentiva ancora
ribollire dalla rabbia
Non vide suo padre fino al pomeriggio seguente
I suoi fratelli più piccoli erano ad Hogwarts e Pirka, la
piccola elfa personale di sua madre, non si azzardava a svegliare la sua padrona
prima di mezzogiorno, così quella mattina Nicholas, approfittando del freddo
sole uscito dopo la pioggia, prese Nevemanto è andò a fare una passeggiata sulle
alte brughiere scozzesi
Quando tornò, i numerosi elfi domestici stavano
materializzando la tavola per il pranzo, ma il suo elfo personale, Krikon, gli
disse che il “Padroncino è atteso dal Padrone nello studio grande”
“Finalmente!” pensò Nicholas
Era ora di mettere fine a questa storia una volta per tutte
Stava per bussare quando la porta si spalancò “per magia” e
la voce profonda di suo padre gli ordinò seccamente di entrare, così Nicholas
oltrepassò la soglia andando incontro al buio e chiudendosi la porta dietro di
se
Melody non vide più Nicholas ne la sera dopo, ne quella
dopo, ne quella dopo ancora.
Nicholas le aveva detto che avrebbe risolto la cosa in un
baleno, ma Melody sapeva perfettamente che non era così
Tre giorni dopo la sera in cui lei e Nicholas si erano
rivisti, Melody ricominciò la scuola. Quello era il suo terzo anno, quindi
quell’anno ci sarebbero stati gli esami, e Melody sapeva che se avesse voluto
seguire pari passo il programma, avrebbe dovuto cominciare a studiare fin dal
primo giorno.
Dopo due mesi di vacanze, era una gioia poter finalmente
rivedere le sue amiche e spettegolare di tutto quello che avevano fatto in quei
mesi. La sua compagna di classe, Sarah, le raccontò della Costa Azzurra,
Michelle invece si lamentò perché tutta l’estate era rimasta in paese a fare da
babysitter a tre piagnucolosissime bambine, mentre Jane disse di essere stata in
Italia, a Capri e di aver conosciuto un ragazzo. Melody infine raccontò di
Elizabeth e della sua scuola esclusiva, e di quanto le mancasse, nonostante
fossero passati meno di un mese.
“Non ti preoccupare Mel, vedrai che Lizzy ti scriverà
spesso”
“Lo so, ma il fatto è che già vorrei rivederla”
“E’ strano però che lei sia stata ammessa a questa scuola e
tu invece no” disse Jane
“Credo ti scelgano in base al quoziente intellettivo. A mio
cugino è capitato così” rispose Sarah
“Mah, comunque immagino che in queste scuole si studi il
triplo che nelle scuole normali” osservò Michelle
“Si, per non parlare poi delle tasse! Per i miei genitori
era praticamente impossibile mantenerci tutte e due alla scuola privata”
concluse Melody
Durante i giorni successivi una parte di Melody seguiva le
lezioni, ma un’altra parte però era ansiosa di avere notizie di Nicholas. Melody
stava iniziano seriamente a preoccuparsi per questo silenzio
Finalmente una settimana dopo, arrivò qualche notizia;
purtroppo però non da Nicholas, ne da suo padre, ne da Nevemanto, né da qualche
gufo dagli occhi giallo – verdi
Di solito la domenica, Melody e i suoi genitori andavano a
passare la giornata a casa dei suoi nonni in campagna, ad una decina di km di
distanza dal paesino dove vivevano.
Anche essendo circondata dalla nidiata dei suoi cuginetti
più piccoli, la domenica però era anche il giorno in cui Melody sentiva di più
la mancanza di sua sorella. Chissà cosa faceva Elizabeth la domenica; magari la
passava studiando oppure uscendo con le sue amiche all’aria aperta delle
stupende colline scozzesi!
Ad ogni modo, dopo aver mangiato la deliziosa torta di
mirtilli che solo sua nonna sapeva fare,
Melody e la sua famiglia si erano ritrovati nel salotto per
il te pomeridiano.
Ad un tratto dopo una stupida pubblicità di assicurazioni,
il televisore del soggiorno annunciò:
“…ci interrompiamo per annunciare una notizia a dir poco
sconcertante: Ci è appena giunta voce dal primo ministro inglese che un
pericolosissimo maniaco è evaso dal carcere di massima sicurezza scozzese. Il
suo nome è Nicholas Wood, ha diciannove anni ed è stato condannato a sette anni
per triplo omicidio aggravato”
Melody fissò sconcertata il viso di Nicholas che aveva
riempito tutto lo schermo
“…nostante l’età, Wood è molto molto pericoloso. Tre anni
fa è stato giudicato colpevole dell’accusa di avere violentato e ucciso tre
ragazze di quindici, tredici e undici anni. Scotland Yard avverte la popolazione
di fare la massima attenzione, chiunque abbia informazioni o avvistamenti è
pregato di chiamare al num…”
Melody si alzò e corse in bagno tappandosi le orecchie. Non
era vero, non era vero quello che stavano dicendo di Nicholas alla televisione,
lui non era così, dovevano aver fatto un tremendo sbaglio, Nicholas non poteva
aver fatto tutte quelle cose, lui aveva detto di essersi diplomato alla scuola
di magia poco più di un anno fa, non poteva essere stato in carcere!
Melody corse nel bagno e sbattè la porta alle spalle, non
sentendo così il televisore che diceva che era stata messa una taglia di tremila
sterline su chiunque avesse trovato Wood
Incredula si sedette sul water a fissare stupidamente
l’armadietto dei medicinali di fronte a lei
Nicolas non poteva aver fatto tutte quelle cose…. Era
praticamente assurdo! Lei lo conosceva….forse non da molto, è vero, ma
abbastanza da sapere che lui non era un criminale, era una brava persona…..
“Oh, Nicholas dove sei?” pensò disperatamente Melody “Cosa
ti è successo, dove sei andato a finire? Cosa è successo tra te e tuo padre?”
Uscendo dal bagno, non potè fare a meno di sentire i
commenti della sua famiglia indignata:
“E’ incredibile” stava dicendo suo padre “che questi
maniaci oggigiorno siano sempre più giovani! Ora neanche le ragazze più grandi
possono andare in giro da sole! E’ assurdo….undici, tredici e quindici anni….è
orribile!”
“Si è ’ orribile” stava intanto continuando sua madre “Io
ho sempre paura che a Mel e Lizzy possa succedere qualcosa di simile quando
escono con le amiche. Io le costringo a ritirarsi sempre alle nove, alle dieci
al massimo, se è sabato domenica, ma le a volte vedo certe ragazzine….”
“Oh, non me ne parlare….” Stava ribattendo sua nonna “E’
incredibile che oggigiorno a queste adolescenti sia permesso fare di tutto!
Dovreste vedere, quando vado a fare la spesa, certe ragazzine di neanche tredici
anni che fumano e devono a gambe aperte sui motorini…invece di andare a scuola
si mettono a sbaciucchiarsi come se niente fosse in mezzo alla strada, con quei
tacchi a spillo e quelle minigonne cortissime…peggio che se fossero delle
prostitute….è ovvio che poi il mondo è pieno di maniaci…certe ragazze proprio se
la cercano….ai miei tempi mio padre mi avrebbe dato un ceffone solo se mi fossi
messa una maglietta un po’ più scollata…meno male che almeno Lizzy e Melly sono
delle brave ragazze…”
“Ah, guarda, se Lizzy e Melly si vestissero in questo
modo…” stava rispondendo suo padre “non le farei uscire più di casa neanche per
andare a scuola! Ma fortunatamente loro sono delle brave ragazze, non come
queste ragazzine che si vedono in giro….Melody….tutto a posto bimba?” disse
vedendola uscire dal bagno
“Si, è solo un giramento di testa…” il che
sorprendentemente era vero.
Una marea di domande senza risposta si stavano riversando
nella mente di Melody
Dov’era Nicholas? E suo padre? Cosa gli era successo? Cosa
si erano detti? Perché Nicholas non si difendeva, perché non diceva che non era
vero niente?
Ma in risposta, la coscienza le inviò un ricordo del loro
primo incontro a Diagon Alley, quando Nicholas l’aveva guardata con uno sguardo,
e le aveva parlato con un tono di voce che poteva essere definito con una sola
parola: malefico.
Quel ricordo le si insinuò nella mente fino a farle sorgere
un dubbio: E se invece mi sbagliassi? Se alla TV avessero ragione? Se Nicholas
aveva veramente ucciso quelle tre ragazze, se veramente era stato in galera e
invece aveva finto di stare a scuola? Se in tutto questo tempo non avesse fatto
altro che raccontarmi bugie?
In fondo Melody conosceva Nicholas da poco meno di un mese,
e si erano frequentato soltanto un paio di volte, e di più solo di sera. Ma
Nicholas cosa faceva durante il giorno? Certo lui diceva di lavorare al
ministero con suo padre, ma se non fosse stato vero?
No, non era possibile, era assurdo. Anche lei aveva tredici
anni, e di occasioni di farle del male Nicholas ne aveva avute a centinaia,
eppure non l’aveva mai fatto.
Il giorno dopo a scuola, ovviamente non si parlava d’altro
La sua compagna di banco Bridget era furiosa. I suoi
genitori, presi da un attacco di paranoia le avevano intimato di ritirarsi ogni
sera alle dieci, quando di solito lei si ritirava a mezzanotte.
Ma la parte di lei che la ascoltava (l’altra non poteva
fare a meno di preoccuparsi per Nicholas) evitò di dirle che lei si ritirava
tutte le sere alle nove.
Dopo la notizia del giorno prima, Melody si sentiva
apatica, non aveva voglia di fare niente.
Alla terza ora, la prof di Italiano si sentì in dovere di
fare un lungo e noiosissimo monologo (le piaceva così tanto ascoltarsi mentre
parlava che una volta Melody si chiese perché non avesse fatto l’avvocato) sui
maniaci, sul fatto di non restare mai sa sole la sera tardi, di evitare le
strade deserte e oscure e ble bla bla…
Nei giorni successivi al telegiornale continuavano ad
arrivare notizie contrastanti e numerosi avvistamenti (ovviamente quasi sempre
fasulli)
Addirittura, il venerdì successivo, un vecchietto di
settant’anni raccontò all’ennesimo talk show di pettegolezzi di aver incontrato
Wood che passeggiava col cane nel suo giardino, e di averlo invitato
tranquillamente in casa a bere una tazza di tè
“Cosa dice e fa la gente, pur di apparire in televisione!”
pensò Melody disgustata e si avviò in camera sua per fare i compiti
Finalmente il Mercoledì successivo, (erano passate quasi
due settimane dall’ultima volta che aveva visto Nicholas) in uno dei notiziari
della sera Melody vide una cosa che la sconvolse
Il primo ministro stava parlando dello splendido lavoro di
indagini che stavano svolgendo gli organi di sicurezza (certo, come no!) quando,
dopo aver risposto alla domanda di un giornalista, si voltò a parlare con un
uomo alla sua sinistra, un uomo grosso e tutto vestito di nero:
Il padre di Nicholas!
Melody quasi non schizzò dalla sedia quando lo vide!
Che ci faceva in tv quell’uomo?
Perché non era alla ricerca di suo figlio?
Dall’espressione a Melody quasi sembrò che non fosse
neanche minimamente preoccupato per la scomparsa di Nicholas!
Non riusciva veramente a capire….
Dov’ era Nicholas? Perché suo padre non era preoccupato per
lui, perché non lo stava cercando?
E soprattutto, perché si mostrava in televisione con le
persone che volevano arrestarlo e probabilmente ucciderlo?
Ucciderlo……
A Melody tornò in mente un frase che Nicholas aveva detto:
“Mio padre sarebbe capace di uccidermi se sapesse che ci vediamo…” e Melody gli
aveva risposto che nessun padre sarebbe capace di fare una cosa del genere…
Ma ora non ne era più così sicura
Possibile che nella scomparsa di Nicholas c’entrava in
qualche modo suo padre?
Melody non sapeva più cosa doveva pensare…
“Oh, Nicholas come vorrei che fossi qui!” pensò Melody
“Come vorrei anche una piccolissima prova che tu stai bene e che non ti è
successo niente!”
Dopo aver parlato con il padre di Nicholas il primo
ministro disse: “I nostri organi di sicurezza sono schierati in tutta la Gran
Bretagna, e abbiamo già individuato alcuni luoghi in cui Wood è sicuramente
stato. Inoltre stiamo preparando un piano di cattura estremamente accurato, tra
un paio di giorni, una settimana al massimo Wood sarà nelle nostre mani”
Dopodiché il telegiornale trasmise la notizia del sesto
matrimonio di una famosa spogliarellista inglese
Oltre che sconvolta per aver visto il padre di Nicholas in
Tv, Melody era anche perplessa: C’era qualcosa che non quadrava in tutta questa
faccenda, Melody ne era sicura! Nicholas aveva detto che suo padre odiava a
morte i Babbani, ma allora perché si mostrava in pubblico con uno di loro?
Decisamente c’era qualcosa che non quadrava in tutta quella
faccenda |
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Capitolo 9 *** CAPITOLO 9 - UN MESSAGGIO SUL DAVANZALE ***
Da un paio di giorni Melody si sentiva strana con un senso
di aspettativa.
Aver visto il padre di Nicholas in tv con il primo ministro
inglese non solo l’aveva sconcertata, ma l’aveva anche allertata.
Melody non ne era sicura, ma aveva un presentimento. Aveva
l’impressione che stava per succedere qualcosa.
Quella sera prima di addormentarsi, sua madre entrò nella
sua stanza mentre Melody leggeva un libro
“Amore potrei parlarti un minuto?”
“Dimmi mamma, che c’è? Si tratta di Elizabeth?”
“No, lei sta bene. Dovremmo ricevere una sua lettera da un
momento all’altro”
“Che succede allora?”
Ma sua madre non rispose subito “Lo so che posso sembrarti
un po’ paranoica, ma vorrei che da oggi in poi facessi più attenzione quando vai
a scuola”
“Mamma! Non crederai anche tu alle stupidaggini che dicono
dal telegiornale!”
“Non sono stupidaggini Melody! Oggigiorno i maniaci vanno
in giro come persone normali e si appostano soprattutto fuori dalle scuole! Hai
sentito di quel ragazzo che ha ucciso tre ragazzine innocenti, di cui una più
piccola di te!”
A Melody venne quasi da piangere sentendo la voce incrinata
che aveva sua madre. La guardò. Stava tremando come una foglia.
“Ti prego, promettimi solo che starai attenta quando
uscirai di casa!”
“D’accordo, te lo prometto”
A quella risposta sua madre sembrò rilassarsi, e con un buonanotte si voltò per
uscire
“Mamma?”
“Si, tesoro?”
“E se le cose che dicono al telegiornale non fossero vere?”
“Che vuoi dire?”
“Se quel ragazzo fosse innocente? Se non fosse colpevole di
aver ucciso quelle tre ragazze?”
“Questo lo deciderà la giustizia amore. Non preoccuparti di
questo. La giustizia sa fare bene il suo dovere. Buonanotte”
“Buonanotte”
Melody era ancora molto giovane, ma era abbastanza
intelligente da sapere che la giustizia ogni giorno viene comprata da uomini
colpevoli, ricchi e potenti. Giudici, avvocati, magistrati, ministri, nessuno
resiste i soldi. E purtroppo a farne le spese sono sempre i poveri, i deboli e
gli innocenti
Sperando in cuor suo che Nicholas non fosse rimasto vittima
di una di queste corruzioni, Melody spense la luce e si addormentò
Sembravano passate ore quando si svegliò credendo che fosse
mattina, ma guardando fuori dalle imposte vide che il cielo era ancora buio.
L’orologio sul suo comodino segnava le tre e quindici.
A svegliarla era stato un rumore simile al ticchettio della
pioggia fuori dai vetri, ma fuori non stava piovendo.
Dicendosi di non essere sciocca ad avere queste
allucinazioni, si rimise a dormire
Il mattino dopo Melody si risvegliò un po’ rintronata. Ci
mise dieci minuti per ricordarsi di cosa l’aveva svegliata la notte precedente,
così quindici minuti dopo si diresse incuriosita verso la sua finestra con lo
spazzolino in una bocca piena di dentifricio
All’inizio non notò niente, ma poi si accorse con stupore
che tra gli infissi esterni era rimasto bloccato un minuscolo quadratino di
carta bianca.
Sempre più incuriosita, lo prese, accorgendosi che al tatto
era molto umido, come un pezzo di carta che è stato sottoposto all’acqua e poi
si sia asciugato
Aprendolo, Melody non si accorse che le sue mani tremavano,
ma non di freddo
All’interno, con una calligrafia sbiadita dall’acqua erano
scritte tre parole:
KING’S C 10
DOM. 2 AM
Per un istante Melody fissò quelle parole come se non
avessero senso. Poi nella sua mente apparve un solo nome: Nicholas
Quel messaggio non poteva essere di altri che di Nicholas
Un vortice di pensieri si riversò nella mente di Melody:
Nicholas! Nicholas le aveva mandato un messaggio! Voleva vederla!
Accidenti a lei! Se la notte prima si fosse alzata a vedere
cos’era quel rumore magari l’avrebbe incontrato!
Cercando di mettere ordine nei suoi pensieri sovraffollati,
Melody studiò con attenzione il piccolo pezzetto di carta:
KING’S C 10
All’ inizio non capì subito cosa significasse quella sigla,
ma pensandoci bene capì che doveva trattarsi di King’s Cross, la stazione di
Londra; e il dieci doveva riferirsi presumibilmente al binario 10
“Melody! Sbrigati, sono già le sette e quarantacinque!”
“Si, mamma, sono pronta!”
DOM. 2 AM
Quella parte invece era facilissima: Dom stava per
“domenica” e “2 am” stava per le due del pomeriggio
Nicholas le aveva mandato un messaggio! Voleva vederla!
Per un istante continuò a fissare le parole sul foglio,
come se quelle potessero parlare e dirle quello che doveva fare.
Ma il brivido di eccitazione che stava cominciando a
scorrerle giù per la schiena le diceva che lei aveva già deciso.
Si!
Sarebbe andata a Londra!
Avrebbe rivisto Nicholas e tutto si sarebbe risolto!
Immediatamente, come se non fossero mai esistite, le due
settimane precedenti scomparvero all’istante, e con loro i notiziari, le accuse,
le raccomandazioni e le paranoie di sua madre.
Avrebbe rivisto Nicholas, questa domenica!
Ovviamente ai suoi non avrebbe dovuto dire niente, o al
massimo inventarsi qualche scusa. Non aveva detto neanche di conoscere il
ragazzo che appariva tutte le sere in Tv, quindi perché non continuare a non
dire niente ai suoi?
Una vocina nella testa però le disse che lei non era mai
uscita più di cinque Km dal suo paesino, e ora doveva andare a Londra, che di Km
ne distava quasi trenta!
“Oh, al diavolo!” le rispose Melody
La sua mente era affollata di progetti: King’s Cross,
Londra, Nicholas, domenica alle due del pomeriggio, Nicholas, Domenica, Nicholas,
il pullman per Londra e poi sempre Nicholas, Nicholas, Nicholas!
Per un attimo Melody pensò di precipitarsi sul letto e di
saltare dalla gioia, ma sua madre entrò sul piede di guerra per annunciarle che
se non fosse uscita tra dieci minuti, l’ avrebbe trascinata a scuola per i
capelli
Durante il giorno, la mente di Melody continuava a lavorare
ad un ritmo troppo frenetico per lasciarle il tempo di seguire le lezioni: Ad
una decina di minuti da casa sua, c’era la stazione dei pullman che partivano
per Londra, per Birmingham, Oxford, Cambridge, Bristol, e altre città inglesi.
Dal suo paesino ci sarebbero volute più o meno un paio
d’ore per arrivare a Londra, e un’altra mezz’oretta per arrivare a King’s Cross.
Melody si disse di scaricare quel pomeriggio stesso da
internet una mappa di Londra.
Era giovedì, quindi avrebbe avuto altri due giorni pieni a
disposizione per preparare un piano (dato che in Inghilterra, come in molti
altri paesi europei, il sabato è un giorno festivo e quindi non c’è scuola)
Ovviamente, avrebbe dovuto inventarsi qualcosa con i suoi
genitori, ma ci avrebbe pensato più tardi; inoltre doveva informarsi sull’orario
dei pullman e sul costo del biglietto (anche se quello non era un problema,
Melody aveva dei soldi da parte)
Per i due pomeriggi successivi, Melody girò tutto il
piccolo paesino, informandosi degli orari, dei prezzi, delle coincidenze da
prendere (fortunatamente ogni giorno c’era un pullman che arrivava direttamente
a Londra, quindi non c’erano coincidenze da prendere), chiedendo informazioni
alla biglietteria e scaricando da internet un’ accuratissima mappa di Londra
“Ok! E’ facile!” si disse Melody quel sabato pomeriggio
“Basta andargli vicino tutta sorridente e chiederglielo gentilmente! Si, è
questo il trucco!”
Melody si fece coraggio e si avvicino a suo padre immerso
nello schermo del computer “Papi?”
“Si, scricciolo, cosa c’è?”
Nonostante i loro dodici e tredici anni, Melody ed
Elizabeth per il loro padre erano ancora “scricciolo” e “pulcino”
“Valery domani mi ha invitata a passare la domenica dai
suoi nonni. Ci posso andare?”
“Chi?”
“Valery! La mia amica di scuola che venne a pranzo a casa
nostra prima dell’estate! Non ti ricordi?”
“Veramente no. E dove ti ha invitata?”
“Dai suoi nonni. Il sabato e la domenica va a casa loro e
rimane tutta la giornata. Posso andarci?”
“Scricciolo, ma anche tu la domenica la passi a casa dei
tuoi nonni”
“Si, lo so, ma per una volta non fa niente, no? Oh, ti
prego!”
Suo padre staccò un attimo gli occhi dal computer per
guardarla in faccia “Con chi ci andate tu e la tua amica?”
“All’andata prendiamo il pullman, e al ritorno ci viene a
prendere sua madre”
Ma suo padre non sembrava ancora del tutto convinto
“Oh, dai, papino, ti prego!…..”
“Mmmm….e va bene. Ma tieni il telefono acceso, che durante
la giornata ti chiamo, d’accordo?”
“Siiiii! Grazie Papino!” e tutta pimpante uscì dallo studio
L’ultima volta che si erano visti, Nicholas le aveva detto
che non era brava a mentire, e che doveva esercitarsi un pò di più
“Vediamo cosa ne dici ora, saputello!” rise Melody dentro
di se |
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Capitolo 10 *** ULTIMO CAPITOLO - CAPITOLO 10 - KING’S CROSS ***
L’indomani mattina Melody si svegliò di buon ora più felice che mai
Avrebbe rivisto Nicholas!
Al pensiero il suo cuore fece un salto di gioia.
Allegra come non mai, Melody si vestì con più cura del solito, spazzolando la sua lunga chioma castana fino a farla diventare morbidissima
Alle undici era pronta per uscire
“Allora io vado, ci sentiamo oggi pomeriggio”
“Ciao tesoro, sta attenta!....e chiama se ci sono problemi!”
“D’ accordo, ciao!”
La prima fase del piano era completata
Ora si passava alla seconda
Melody si diresse verso la stazione dei pullman, ad una quindicina di minuti di distanza, e comprò un biglietto per Londra
Il pullman sarebbe partito alle 11.45, e sarebbe arrivato a Londra più o meno alle 13.30
Mentre aspettava che il pullman partisse, Melody si ritrovò ad immaginare cosa avesse fatto Nicholas in quelle tre settimane. Dov’era stato, cosa aveva fatto di male per dover scappare?
Mentre il pullman affrontava le due ore di viaggio per Londra, i dubbi di Melody si intensificarono
Di nuovo si ritrovò a pensare: E se fosse vero che Nicholas è un maniaco? Se in tutto questo tempo le aveva raccontato soltanto bugie? Se era vero che Nicholas era stato in prigione, allora cosa le sarebbe successo?
Le viscere di Melody si riempirono di piombo, a questa eventualità. In un lampo le tornarono tutti gli avvenimenti delle settimane prima: I notiziari, gli avvistamenti, l’aver visto il padre di Nicholas accanto al primo ministro, il quale a sua volta diceva: “…stiamo preparando un piano di cattura estremamente accurato, tra un paio di giorni, una settimana al massimo Wood sarà nelle nostre mani…”
“No, è assurdo” si ripetè Melody “Forse non lo conosco da molto, ma credo di conoscerlo abbastanza da sapere che non è cattivo! A me non ha mai fatto niente di male!”
Peccato però che il quotidiano che la signora di fronte a lei stava leggendo la dicesse molto diversamente: “Avvistato Woods nei pressi di Gatwick” e come sottotitolo “Scotland Yard vicina a catturare il pericolosissimo maniaco adolescente”
“Gatwick è vicinissimo a Londra!”
Melody distolse lo sguardo dal giornale e si disse non pensarci
Finalmente poco dopo le tredici e trenta il pullman arrivò a Londra, e grazie alla mappa scaricatasi da Internet, meno di venti minuti dopo Melody arrivò alla stazione di King’s Cross, che era così grande e così piena di binari che quando arrivò al binario 10 erano passate di poco le due
“Strano che la stazione sia così poco affollata” pensò Melody, ma poi si ricordò che quel giorno era domenica, e che quindi la maggior parte di viaggiatori e pendolari quel giorno non viaggiavano
Aspettava da una decina di minuti quando dietro di se sentì un debole gracchiare
“Nicholas!” esclamò subito Melody
Dalla gioia di rivederlo sano e salvo stava per prenderlo in braccio per accarezzargli dolcemente le piume, ma in risposta il gufo gracchiò più forte, ordinandole di abbassare la voce, poi si voltò e fece segno a Melody di seguirlo
Insieme si diressero verso uno stretto cunicolo in fondo alla stazione e attraverso una porticina aperta di ferro su cui c’era un cartello “Vietato l’ingresso ai non autorizzati”
Dentro era completamente buio, ma Melody riuscì a distinguere moltissimi cavi elettrici di colori diversi. L’unico filo di luce entrava dal sottile spiraglio lasciato aperto dalla porta
Una volta dentro, finalmente Nicholas riprese il suo aspetto umano
“Melody…” ma Nicholas non riuscì a dire nient’ altro perché Melody gli si buttò letteralmente tra le braccia
“Nicholas come mi sei mancato! Ero così preoccupata che potesse esserti capitato qualcosa di brutto!”
“Ora sto bene”
Per un po’ rimasero senza parlare, restando abbracciati a scambiarsi baci. Melody sentì il corpo di Nicholas che tremava, così lo strinse più forte a se cercando di fermare i brividi che lo scuotevano, ma non serviva a molto. Con le braccia gli circondò il collo e affondò i suoi capelli nel petto di Nicholas. Era una sensazione bellissima sentire il suo cuore che batteva. Melody sarebbe voluta rimanere così per tutta la vita
A fatica si staccarono l’uno dall’altra, e solo allora Melody riuscì a guardare con più attenzione il viso di Nicholas.
Ma quello che vide la lasciò pietrificata
Nicholas era totalmente diverso dall’ultima volta che lo aveva visto
Nonostante entrasse solo un filo di luce alle sue spalle, Melody si accorse subito delle occhiaie profonde che gli solcavano il viso. I suoi occhi verdi, che Melody aveva paragonato a degli smeraldi ora la guardavano totalmente spenti, privi di vita.
I capelli erano tutti disordinati, come disordinati, sporchi e strappati erano i suoi vestiti.
Ma la cosa che colpì di più Melody era il vedere Nicholas dimagrito notevolmente, sciupato. Il suo viso era magro e scarno come quello di un teschio
Vedere Nicholas ridotto in questo stato le procurò una voragine nello stomaco
“O Dio! Cosa ti hanno fatto? Come ti hanno ridotto?” Cosa ti è successo?”
Nicholas aveva la voce ridotta a non più di un sussurro
“E’ stato mio padre, Melody. Quando gli ho detto che stavamo insieme è come impazzito! E’ andato letteralmente fuori di cervello! Mi ha detto che mi avrebbe ucciso piuttosto che vedermi con una sporca fetida babbana. Ha detto che non mi avrebbe permesso di rovinargli la reputazione, di rovinargli tutto quello che in tanti anni si era costruito intorno”
“Oh, no, no, non ci credo Nicholas! Come può un padre fare questo a suo figlio!?”
“Credici Melody!” La voce di Nicholas era così roca “Lo hai visto anche tu la sera che non ci siamo visti, di che cosa è capace!”
“Ma tu sei suo figlio Nicholas! Sei carne della tua carne, sangue del suo sangue, non conta proprio niente questo?!”
“Ma perché non capisci? Mio padre non si è mai occupato di noi, di me e dei miei fratelli più piccoli, preso com’era dalla sua sete di potere! Noi siamo cresciuti con la servitù, con gli elfi domestici, i fantasmi, a parte le rare volte in cui nostra madre passava un po’ di tempo con noi!”
“Forse tuo padre non è il migliore dei padri, molti scelgono i soldi e il lavoro ai loro figli, anche mio padre ogni tanto lo fa, ma non ci posso credere che ha cercato di ucciderti!”
“Invece si, Melody. Mi ha torturato proprio lì nel suo studio, dicendomi di pentirmi per l’oltraggio che avevo commesso. Mi ha detto che mi avrebbe ucciso, avrebbe ucciso te, tua sorella e tutta la tua famiglia fin quando non mi fossi pentito di quello che avevo fatto”
“No, no, basta, non voglio più ascoltarti, è troppo orribile, troppo orribile….”
Melody si dibatteva in preda alle lacrime cercando di scacciare quelle orribili frasi
Ma la coscienza le inviò una verità ancora più orribile delle orribili frasi che stava dicendo Nicholas
Era tutta colpa sua
Tutta colpa sua se Nicholas era stato torturato in quel modo, tutta colpa sua se il padre di Nicholas aveva quasi ucciso suo figlio, tutta colpa sua se ora anche sua madre, suo padre e sua sorella erano in pericolo per colpa sua….
“Ma io….non capisco….io ti ho visto al telegiornale, e dicevano che sei stato in galera e che sei fuggito, hanno detto che hai ucciso delle ragazzine innocenti….”
“No, Melody! Quella è stata tutta opera di mio padre! Quando gli ho detto che non mi importava niente della sua reputazione, e che volevo avesse una fine quel suo odio per i babbani e i mezzosangue, lui mi ha quasi ucciso! Mi ha scagliato addosso una maledizione, e io per un pelo non sono morto! Sono fuggito di casa e lui ha inventato tutta la storia del maniaco per riuscire a trovarmi e finirmi!”
“Ma tu hai detto che tuo padre odia i babbani, e invece la settimana scorsa io l’ho visto al notiziario insieme al primo ministro inglese! Com’è possibile?”
“Appunto! Non capisci? Mio padre tiene sotto il primo ministro sotto la maledizione Imperius e gli fa dire e gli fa fare quello che vuole! E’ così che ha inventato tutta la storia del maniaco, non è vero niente! Lui vuole solo avermi nelle sue mani!”
“Oh, Dio, Dio, ma io non ci credo! Perché farebbe una cosa del genere? Perché ce l’ha tanto con i Babbani e i Mezzosangue, cosa gli abbiamo fatto di male?”
“E’ un odio che è cresciuto di figlio in figlio nella mia famiglia, e con mio padre è aumentato notevolmente! Non gli importa di nessuno, solo di se stesso e del suo potere. Riesci ad immaginare cosa direbbero gli altri purosangue di lui se si sapesse che suo figlio sta con una babbana? Perderebbe immediatamente tutto il suo potere, gli altri purosangue lo costringerebbero a dimettersi dalla carica di ministro, sarebbe la fine per lui! Quelle stesse persone che ci hanno sempre temuto, ammirato e guardato con rispetto, quelle stesse persone che ci hanno sempre considerato dei superiori, ora ci deriderebbero! Tu non puoi capire Melody, non puoi capire cosa significhi vivere in una famiglia del genere”
Dopodiché Nicholas si accasciò sul pavimento e scoppiò a piangere
Melody si inginocchiò davanti a lui e gli prese la testa tra le mani. Solo ora cominciava a capire cosa Nicholas avesse dovuto sopportare in quelle settimane. Il dover scappare di casa, non potersi rivolgere a nessuno, non potersi nascondere da nessuna parte, con la paura che tutta la Gran Bretagna lo stesse cercando, e che prima o poi l’avrebbero trovato….
E a quel punto cosa sarebbe successo?
Melody si sentiva il cuore scoppiarle dai sensi di colpa
Lei era stata la causa di tutti quei disastri, aveva messo in pericolo non solo Nicholas, ma tutta la sua famiglia, sua sorella che ora studiava tranquillamente nella sua scuola di magia, l’aveva messa in pericolo.
Melody si sentì morire all’idea di perdere la sua famiglia
“E’ vero” si disse Melody accennando ad un sorriso “Il padre di Nicholas aveva ragione. Il mio mondo e il suo mondo non si sarebbero mai dovuti incontrare. Io e Nicholas non ci saremmo mai dovuti conoscere. Se solo non ci fossimo frequentati, a quest’ora io sarei dalla mia nonna come ogni domenica, e Nicholas sarebbe a passare la domenica con la sua famiglia. Ma tutto questo è successo. Ed è solo colpa mia”
Per colpa sua, ora le persone che amava di più al mondo stavano rischiando la loro vita
“Nicholas, cosa faremo ora?”
Lentamente Nicholas si alzò e la guardò negli occhi “Tu non puoi farci niente Melody, ma io….”
“Tu cosa?...”
“Io…. Io me ne devo andare, Melody”
“Andare dove?”
“Via. Via da Londra, via dall’ Inghilterra, via dalla Gran Bratagna”
Melody sentì la sua voce che si incrinava “E io cosa faccio Nicholas?”
“Tu non puoi fare niente, Melody”
“Ma…. Ma io voglio aiutarti!”
“Lo so che vuoi aiutarmi Melody, ma non possiamo restare insieme, lo capisci o no? Pensa alla tua famiglia, al rischio che correrebbe se ci continuassimo a vedere!”
Aveva ragione. Melody si rese conto di avere già abbastanza creato un infinità di guai e di problemi a tutti quanti, ai suoi genitori, a Nicholas e anche a suo padre, ma in quel momento nella sua mente si stava formando un folle desiderio, di quelli che si provano una sola volta solo per istinto, e che la maggior parte delle volte ci conducono sempre verso la direzione sbagliata
“Nicholas? E se io……”
“Se tu cosa?”
“Ecco….e se….e se io…..venissi con te?”
Per un attimo vide gli occhi verdi di Nicholas brillarsi di speranza “Tu….saresti pronta a venire con me? A lasciare la tua casa, la tua famiglia, i tuoi amici, il tuo mondo per venire con me?”
“Si”
“Ma perché?”
“Perché……perché sono…..innamorata di te”
A quell’ affermazione di amore il cuore di Nicholas si riempì di felicità. Da quando l’aveva conosciuta non aveva fatto altro che desiderare questo, che lei gli dicesse di amarlo e di essere pronta a lasciare tutto per lui.
Lentamente strinse Melody tra le braccia e cercò dolcemente le sue labbra.
Non voleva altro.
Non desiderava altro che lei rimanesse con lui, insieme, e che potessero crearsi una nuova vita insieme, liberi da tutti i problemi e da tutti gli ostacoli che la gente continuava a mettere loro davanti
Ma poi?
Cosa avrebbe fatto suo padre?
Come avrebbe reagito?
E’ vero, Christopher Wood non era stato il migliore dei padri. Non aveva avuto né per Nicholas ne per i suoi fratelli un parola di affetto, di comprensione, di amore. Solo umiliazioni e rimproveri. Anche ad Hogwarts, nonostante Nicholas fosse uno degli studenti migliori, suo padre riusciva solo a guardare coloro che erano migliori di lui.
Ma nonostante tutto Nicholas aveva vissuto per diciotto anni nella stessa casa con suo padre, e lo conosceva abbastanza bene da sapere che se non poteva sfogare il suo odio contro Melody, avrebbe infierito contro le persone che le stavano più care
La sua famiglia
Con orrore immaginò Elizabeth, la sorella più piccola di Melody, ora ad Hogwarts che sarebbe stata uccisa; i suoi genitori che sarebbero stati costretti a sopportare per ore la maledizione Cruciatus fino a quando non fossero morti di dolore
Nicholas si sentì un verme schifoso ad accettare che Melody fosse disposta a rinunciare a tutto questo per lui
Non poteva permetterlo
“Melody?”
“Si, che c’è?”
“Mi spiace, ma non posso portarti con me”
Lentamente Melody si stacco dalle sue braccia per guardarlo negli occhi “Perche?!”
“Perchè voglio proteggerti”
“Ma io voglio stare con te! Non ti importa di questo?”
“Si, che mi importa, Melody, come potrebbe non importarmi….io…..io ti amo”
“Oh, Nicholas….Anch’io ti amo! Allora perché non possiamo andarcene insieme?”
“Perché sarebbe la tua famigli a pagarne le conseguenze, Melody. Tu non conosci mio padre”
“Si, che lo conosco. Ti ricordo che anch’io sono stata torturata e quasi uccisa da tuo padre”
“Allora sai bene che se tu verresti con me, mio padre se la prenderebbe con la tua famiglia, con tua sorella, con i tuoi genitori, con i tuoi nonni. Saresti veramente disposta a lasciare che questo succedesse solo per me?”
Melody sentì le lacrime che iniziavano a scenderle per le guance “Si”
“No, non ci credo Melody. Ora probabilmente non ti importerebbe, ma dopo qualche tempo mi odieresti, e odieresti te stessa per quelli che hai fatto alla tua famiglia”
“Non mi importa. Io voglio restare con te”
Il Big Ben suonò le tre del pomeriggio
“Ora devo proprio andare Melody”
“No, Nicholas ti prego!”
Ma Nicholas si era già tramutato in gufo e stava volando fuori dallo stanzino. Melody gli vide scendere dagli occhietti una lacrima che lentamente si disperse nelle piume
“Addio”
“Nicholas!”
“Ti prego Melody devo andare! Se mi trovano qui fuori sono spacciato!”
“NICHOLAS TI SCONGIURO, PORTAMI CON TE!!!!”
Ma Nicholas era già sparito
Melody dalla disperazione si afflosciò a terra. Non solo era tutta colpa sua per quello che era successo, ma ora aveva anche perso il suo ragazzo, il suo primo ragazzo, colui che le aveva dato il primo bacio, che per primo le aveva fatto sentire tra le sue braccia la sensazione di protezione, di tranquillità.
E ora era tutto finito
Nicholas se n’era andato e probabilmente non l’avrebbe rivisto mai più
Melody rimase a piangere sul marciapiede del binario per quelle che le sembrarono ore, e sarebbe rimasta ancora di più se improvvisamente non fosse squillato il suo cellulare
“P….pronto….”
“Tesoro tutto bene?”
“S….si tutto bene papà”
“Scricciolo che ti succede? Vuoi che ti venga a prendere?”
“N….no, t…..tranquillo, va tutto bene”
“Allora perché stai piangendo, amore?”
“Niente, non preoccuparti”
“Allora, dimmi, dove sei Melody?”
Lentamente Melody si alzò, si asciugò le lacrime con la mano, e sia avviò all’ uscita della stazione
“Sto tornando a casa”
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