Far longer than Forever, or maybe not.

di Akane92
(/viewuser.php?uid=31000)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** New Life ***
Capitolo 2: *** I Want Her ***
Capitolo 3: *** Accident ***
Capitolo 4: *** Awakening ***
Capitolo 5: *** Live Together ***
Capitolo 6: *** Welcome Home ***
Capitolo 7: *** Kendra ***
Capitolo 8: *** First Kiss ***
Capitolo 9: *** Will You Marry Me? ***
Capitolo 10: *** Marriage ***
Capitolo 11: *** A Wolf ***
Capitolo 12: *** New Threat ***
Capitolo 13: *** Training ***
Capitolo 14: *** Murders ***
Capitolo 15: *** Fears ***
Capitolo 16: *** Celebration ***
Capitolo 17: *** Tale as old as time ***
Capitolo 18: *** Pregnant ***
Capitolo 19: *** Trouble ***
Capitolo 20: *** Far longer than Forever ***



Capitolo 1
*** New Life ***


New Life

 

POV Hope

Quando ero piccola non avrei mai pensato che la mia vita sarebbe stata così. Non avrei mai pensato che un giorno avrei lasciato la mia Beacon Hills, la mia famiglia, per due anni andando a vivere nella Grande Mela e poi al mio ritorno mi sarei trovata di fronte mille novità: lupi mannari, cacciatori, Kanima e chi più ne ha più ne metta. Quelle cose che per me esistevano solo nel mondo della fantasia e delle leggende, ormai erano diventate parte della mia realtà. Non avrei mai pensato di vedere Scott, il mio migliore amico, trasformarsi in un lupo mannaro proprio di fronte a me, né avrei pensato di fare amicizia con il resto dei lupi. E sicuramente non avrei mai pensato di incontrare un lupo burbero, un po’ antipatico e asociale, una vera e propria Bestia degna del suo nome, e di trovare in lui qualcosa di buono, di bello, di meraviglioso. Non avrei mai pensato di trovare in una persona come Derek l’amore. Io sognavo il principe azzurro, dai grandi occhi chiari, forte e gentile, che veniva a prendermi con il suo cavallo bianco! E invece mi ero innamorata di un lupo mannaro con una camaro nera con seri problemi di gentilezza, almeno nei primi momenti della nostra conoscenza. Di certo, quando ero piccola, non avrei mai pensato di affezionarmi a tal punto ad un ragazzo così fino a capire il perché del suo comportamento, fino a capirlo fino in fondo, fino a riuscire a cambiarlo, a fargli credere ancora nell’amore e nell’amicizia, nella fedeltà, nella bontà. Non avrei mai pensato di arrivare ad amare così tanto una persona, fino ad essere torturata da una pazza cacciatrice pur di non rivelare nulla su di lui, fino a tornare da lui correndo e infrangendo molte regole della strada solo per non farlo morire. Sicuramente non avrei mai pensato che un ragazzo arrivasse ad amarmi così tanto fino a lasciarsi morire per me. In fondo io ero una semplicissima ragazza, come tutte le altre che ci sono al mondo! Anzi, di ragazze più belle e intelligenti di me ce ne sono a milioni, pensavo, mentre Derek era talmente bello e affascinante che a volte mi trovavo a paragonarlo ad una divinità greca! Eppure, aveva scelto me, aveva amato me, e mi amava ancora, così come io amavo lui ogni giorno di più. Nessuno dei due si stancava dell’altro, nessuno dei due ne aveva mai abbastanza. Di certo, quando ero piccola, non avrei mai pensato che la mia vita sarebbe stata così bella, grazie a Derek ed ai miei amici.
Erano passati sei anni dalla lotta con il branco di Alpha, sei anni da quando ero tornata senza fiato da Derek, sei anni da quando lo avevo aiutato a curare le ferite provocate dagli Alpha, sei anni da quando capii che non potevo star lontana da lui. Successero molte cose, e stranamente Beacon Hills in quegli anni sembrava essere davvero tranquilla, a parte qualche lupo Omega che ogni tanto girovagava nella radura e che impegnava un po’ il branco, ma per il resto, tutto era tranquillo. Il branco continuava a riunirsi nella vecchia casa Hale per gli allenamenti una volta o due alla settimana, visto che non c’era alcun pericolo, mentre le altre sere le passavamo senza dover assistere a lotte di vario tipo, come un normalissimo gruppo di amici, al quale pian piano si unirono anche Ethan ed Aiden, sebbene non fossero sempre presenti e sebbene avessero precisato che non facevano parte del branco di Derek. Comunque, l’anno successivo alla battaglia contro gli Alpha, riuscimmo a diplomarci tutti insieme e Lydia prese anche il massimo dei voti, sorprendendo davvero molte persone. Nel frattempo, tutti facemmo domanda per il college, e tutti ricevemmo la risposta positiva da parte di uno dei college della California molto famoso per la formazione che dava agli studenti, così decidemmo di andarci tutti insieme, sebbene ognuno studiasse cose differenti. Fu davvero, davvero tanto difficile lasciare casa mia, il mio papà, il mio Derek, ed anche il mio Kopa. Già, perché al college non potevo portare animali, né avrei voluto che il mio cane vivesse chiuso in una stanza, così decisi di lasciarlo a Derek, con il quale ormai andava tanto d’accordo. Anche per Derek fu difficile affrontare la separazione e per tutti i giorni che precedevano la mia partenza non mi lasciò neanche per un secondo, aiutandomi con i preparativi e tutto il resto. Pochi giorni prima che io partissi insieme a mio fratello e agli altri, mi confessò che temeva che io lo dimenticassi, perché al college avrei conosciuto tanti ragazzi a cui lui avrebbe voluto aprire la gola in due perché sapeva che ci avrebbero provato con me in tutti i modi, almeno così disse. Mi fece tenerezza in quel momento, mentre lo rassicuravo del fatto che per me esisteva solo lui. Comunque, quando partii non riuscii a trattenermi dal piangergli addosso mentre lo stringevo a me, abbracciandolo per l’ultima volta prima di salire in auto con Scott, Lydia e Stiles. I primi tempi lo vedevo spesso, visto che veniva a trovarmi ogni weekend insieme a Kopa! Pian piano però, abituandoci all’idea, cominciammo a vederci di meno, magari una o due volte al mese, e ovviamente nei periodi di festa. Il college mi piaceva, e soprattutto adoravo il fatto di essere in camera con Lydia ed Erica. Decisi di studiare lettere e giornalismo, ovviamente, e gli esami andavano sempre bene, grazie al cielo! Ogni giorno vedevo mio fratello e questo mi faceva sentire meno mancanza di casa, e poi ero riuscita ad insegnare a Derek come usare Skype, così da poter vedere i suoi bellissimi occhi ogni sera prima di andare a dormire. Quando l’anno accademico terminava tutti tornavamo a Beacon Hills e ci godevamo l’estate e il relax, ed io mi godevo Derek il più che potevo, ogni giorno ed ogni ora, fin quando non arrivava l’ora di ripartire e tornare sui libri. Comunque, esattamente dopo cinque anni, dopo che tutti ormai eravamo diventati maggiorenni, dopo tutti gli esami e i problemi che il college poteva portare, al cui primo posto c’era la lontananza da casa, riuscimmo a laurearci, di nuovo, tutti insieme! Alla cerimonia di laurea erano presente praticamente tutti quanti, tutte le nostre famiglie, tutti i nostri amici. Fu Lydia a tenere il discorso di fine anno, prima che il preside consegnasse a tutti noi quel foglio con cui ci dichiarava laureati. Mi vennero gli occhi lucidi quando vidi mio padre, che a sua volta stava per piangere guardando me e Stiles, seduto affianco a Derek e Peter. Erano bellissimi, tutti e tre, ma ovviamente il mio cuore cominciò a battere all’impazzata quando vidi il mio Alpha in giacca e cravatta, sorridente, e con gli occhi pieni di orgoglio. Fu una bella cerimonia, e subito dopo andammo tutti insieme a pranzo, insieme ai genitori di Lydia e a Melissa, la madre di Scott. Era fatta, un’altra parte della mia vita si era appena conclusa ed io ero finalmente laureata, pronta ad entrare nel mondo del lavoro e felice di ritornare nella mia Beacon Hills insieme alla mia famiglia e a Derek. La sera della cerimonia ovviamente ci fu una festa enorme e meravigliosa, e riuscii anche a convincere Derek ad accompagnarmi, sebbene non si sentisse molto a suo agio, soprattutto a causa dei mille ragazzi ubriachi che mi guardavano, infatti dovetti avvisarlo un paio di volte del fatto che i suoi occhi stavano cominciando a prendere una piccola colorazione rossa. La festa finì davvero molto tardi e Derek si fermò a dormire con me, Lydia, Erika e Boyd nella stessa stanza, nella nostra vecchia stanza che avremmo abbandonato il giorno stesso, tornando finalmente a Beacon Hills.
Io, Stiles e Derek fummo subito accolti da mio padre che ci aiutò a disfare le valigie e a risistemarci nelle nostre vecchie stanze, non abbandonandoci per il resto della giornata. Fu bello passare un po’ di tempo anche con lui, ma non appena arrivò la sera annunciai che avrei dormito da Lydia perché sentivo già la sua mancanza, ovviamente mentendo.
Non appena chiusi la porta dell’ingresso del loft di Derek fui assalita dal mio Kopa, dal mio adorato Kopa che ormai era cresciuto ma che era rimasto un giocherellone e un adorabile cane. Non appena furono finite le “feste” del mio dalmata, fui assalita anche da Derek, anche se in modo diverso. Mi portò con le spalle al muro, cominciando a spingere il suo corpo contro il mio, facendomi sentire quanto fosse eccitato, baciandomi come non poteva baciarmi da tempo, e cominciando già a cercare di spogliarmi. Risposi al bacio, accarezzando il corpo del mio Alpha, sempre più accaldata ed eccitata a mia volta, sentendo le forti braccia di Derek sollevarmi e portarmi su per le scale, fino in camera sua, fino al suo letto, dove mi fece sdraiare e dove cominciò a spogliarmi del tutto. Ci ritrovammo nudi in pochi, pochissimi secondi, ed entrambi continuavamo a baciarci e ad accarezzarci, in ogni singola parte dei nostri corpi. Era incredibili quanto le sue carezze continuassero a farmi venire i brividi, dopo tutti quegli anni. Non eravamo così soli e sicuri da mesi, e finalmente potemmo dar sfogo alla passione che avevamo dovuto contenere dentro di noi, lasciandoci andare e continuando a fare l’amore per tanto, tanto tempo, finendo perfino nella doccia, posto che ormai adoravamo. Quando Derek venne dentro di me urlai per l’ultima volta, sentendo ancora il mio corpo tremare per tutto quello che avevo passato, per tutto il piacere che avevo provato. Stanchi e bagnati ci aiutammo a vicende per asciugarci e per poi tornare a letto, ancora nudi, stringendoci l’uno all’altra.
<< Eri davvero tanto contento di vedermi >> esordii io appoggiata al petto di Derek, sentendo la sua risata sopra di me.
<< Lo sono ancora. Non puoi immaginare quanto sia bello sapere che dopo questi tre mesi non dovrai partire di nuovo. Sei di nuovo mia >>
<< Sempre stata, lo sai >>
Derek si spostò e fece spostare anche me, in modo da tornare a guardarmi negli occhi.
<< Hope, c’è una cosa che volevo chiederti >> annunciò, con un po’ di insicurezza nello sguardo e nella voce.
Corrugai le sopracciglia, non riuscendo a capire. << Dimmi >>
<< Ci stavo pensando da un po’, da un bel po’ in realtà … >> abbassò lo sguardo, accarezzando la collana con il ciondolo a forma di lupo che mi aveva regalato lui anni fa, e che era l’unica cosa rimasta sul mio corpo. << Stiamo insieme da tanto ormai, tu sei maggiorenne e vieni qui a casa mia quasi sempre, o io vengo da te, sai … >> si bloccò di nuovo, prendendo fiato. << Mi chiedevo se volessi venire ad abitare qui >> disse poi tutto d’un fiato, tornando a guardarmi in attesa di una mia reazione.
Inizialmente spalancai gli occhi, visto che mai mi sarei aspettata una richiesta del genere. Io non ci avevo mai pensato, onestamente, ma mi resi conto che in fondo aveva ragione. Ero grande ormai, maggiorenne, laureata e responsabile, era ora di andare via di casa, no? Sorrisi, ancora incredula. << Dici sul serio? >>
<< Sì, ovviamente se tu dei d’accordo >>
<< Se sono d’accordo?! Certo che lo sono! Mi hai appena chiesto di vivere con te, come potrei non essere d’accordo? >>
Anche Derek finalmente sorrise, baciandomi le labbra ancora una volta. Ero entusiasta all’idea di trasferirmi da lui, così avrei anche smesso di dire bugie a mio padre. Pensai a lui, però, a come l’avrebbe presa. Ero appena tornata a casa dopo cinque anni e me ne andavo di nuovo? Stiles aveva già detto che molto probabilmente sarebbe andato via di casa, mentre io non avevo neanche cominciato a pensare ad una cosa del genere. Volevo davvero vivere con il mio Alpha, ma forse questa cosa avrebbe distrutto mio padre.
<< Perché all’improvviso sei agitata? >> mi chiese Derek, sempre attento ai miei battiti cardiaci.
Sospirai << Derek, voglio davvero vivere con te. So già che sarà bellissimo! Solo che stavo pensando a mio padre .. >>
<< Dici che non sarà d’accordo? >>
<< No, no, non questo. Sono sicura che si aspetti che prima o poi io gli dica una cosa del genere, ma sono appena tornata e Stiles sta già cercando casa .. Ho paura che ne sarebbe distrutto >>
Lo sguardo di Derek si rattristì subito. << Va bene, non m’importa >>
<< Non ti sto dicendo di no. Magari, ecco, potremmo dirglielo dopo l’estate. Passo questi tre mesi a casa mia e poi glielo diciamo, così avrò passato comunque del tempo con lui. Che ne dici? >>
<< Per me va bene >> di nuovo un piccolo sorriso pervase il suo viso. << L’importante è che tu sia felice >>
<< Sarò felicissima quando mi trasferirò qui, vedrai. Grazie per avermelo chiesto >>
Derek mi carezzò la guancia, mettendomi poi una ciocca di capelli dietro l’orecchio, non abbandonando i miei occhi. << Ti amo >> sussurrò.
Il mio cuore ormai galoppava. << Ti amo anche io, futuro coinquilino! >>
<< Dormi ora, sei stanca >>
<< Tutta colpa tua >> lo feci ridere di nuovo, mentre mi poggiavo di nuovo sul suo petto e lui mi cingeva con un braccio. << Buonanotte >>
<< Buonanotte, amore >> rispose lui, dando il colpo di grazia al mio cuore.
Chiusi gli occhi, cercando di addormentarmi, ma ormai ero davvero troppo eccitata all’idea di trasferirmi da lui. E poi, mi misi a pensare alla prima volta in cui mi chiamò “Amore”, anche se in realtà fui io la prima a chiamarlo così, non facendolo neanche apposta: era successo anni fa, un paio di mesi dopo la battaglia contro gli Alpha e poco prima del mio compleanno. Era un sabato sera ed eravamo nel suo loft dopo aver passato la serata con il branco ed io aprii il frigo, assetata, mentre Derek andava verso il bagno. Fu una cosa del tutto naturale per me, ed accadde senza che io me ne accorgessi. Prima che entrasse in bagno, gli chiesi << Vuoi un po’ d’acqua, amore? >> facendolo immobilizzare. Solo dopo aver pronunciato quella parola mi resi conto di quanto fosse grande. Sbarrai gli occhi, mentre Derek continuava a darmi le spalle con la maniglia ancora stretta nella sua presa. Chiusi il frigo, facendo dei piccoli passi verso di lui, quasi sperando che si fosse bloccato per un altro motivo. << Ehm .. Derek? >> lo guardai, aveva anche lui gli occhi sbarrati e aveva cominciato ad avere il respiro corto. Sembrava terrorizzato. << Stai bene? >>
Voltò il viso verso di me, ancora immobile con il resto del corpo. << Tu .. Tu mi hai.. Mi hai chiamato .. >>
Perfetto, avevo appena traumatizzato il mio ragazzo, pensai. << Ok, scusami! Davvero, io non volevo farti sentire così! Mi spiace, giuro che non lo farò più >>
<< No, no! >> disse all’improvviso lui, muovendosi così velocemente da portarsi dietro la maniglia della porta, rompendola e facendomi sussultare. Si guardò la mano che non abbandonava la stretta << Oh, poi la sistemo >> disse, gettando la maniglia a terra.
<< Sicuro di stare bene? >> chiesi ancora.
<< Sì, scusa >> fece un respiro profondo << Dillo di nuovo >>
<< Cosa? >>
<< Chiamami di nuovo così. Mi .. Mi piace >>
<< Sei sicuro? Sembravi terrorizzato >>
<< No, mi hai solo preso alla sprovvista. Io non sono mai stato chiamato così >> mi confessò, facendomi provare ancora tenerezza per il ragazzino che era dentro di lui.
<< Davvero? >>
<< Sì, ed è bello. Non ero terrorizzato, il mio cuore stava impazzando, però. Ti prego, dillo di nuovo >>
<< Beh, ehm .. Ti avevo chiesto se volessi dell’acqua, amore >> ripetei, sebbene suonasse meno naturale della prima volta.
Derek sorrise, abbandonando l’espressione terrorizzata. << Dio, è bellissimo >>
Sorrisi anche io, guardandolo rilassarsi.
<< Posso chiamarti anche io così? >> chiese poi.
<< Certo >>
Sospirò. << Bene. Comunque sì, vorrei dell’acqua, grazie >> sembrava che volesse davvero chiamarmi così anche lui, ma non ce la fece, non subito almeno. Anche quella volta, quando andammo a dormire, mi strinse a sé, e con voce un po’ tremante disse << Buonanotte, amore mio >>. Fu io allora ad avere il cuore che impazziva.
Mi addormentai ripensando a questo momento e agli altri mille momenti che avevamo passato insieme, pensando anche che ormai avevamo una vita davanti a noi, una vita piena di momenti meravigliosi come quello.
Come già sapevo, passai la maggior parte dei miei giorni d’estate insieme a Derek e al branco, ma mi lasciavo sempre degli spazi liberi per mio padre, per passare del tempo con lui, immaginandomi già la conversazione sul mio trasferimento. L’estate passò davvero troppo velocemente, e ad agosto andai due settimane al mare con Derek, Stiles e la sua ragazza ( perché mio fratello si era fidanzato con una bella ragazza di nome Wendy al college, e ormai stavano insieme da quasi un anno ), Scott ed Allison ( che erano tornati insieme ), Lydia e Peter ( già, anche Peter e Lydia ormai stavano insieme da quattro anni! Lasciarono sorpresi tutti noi, davvero tutti. All’inizio anche io non riuscivo ad accettare la cosa, soprattutto per la differenza di età che c’era fra loro, ma poi mi resi conto che non ero nessuno per giudicare e che mi bastava vedere la mia migliore amica felice ed innamorata. Poi, comunque, feci parlare Derek con suo zio e l’Alpha mi disse che Peter era sincero, che non aveva nessun secondo fine e che sembrava davvero innamorato ). Furono due settimane meravigliose, soprattutto perché potevo ammirare Derek Hale in costume da bagno e abbronzato, e per me quella era davvero una visione divina. Comunque, una volta a Beacon Hills mi misi a cercare lavoro e ad inviare il mio curriculum ovunque, così come tutto il resto del branco, e quando arrivò settembre avevamo tutti ricevuto offerte e posti di lavoro. Io ricevetti la chiamata dal giornale della città che mi offriva un posto fisso e da un altro giornale per teenager che mi chiese di scrivere articoli per la sezione dedicata ai libri e non potevo che essere felicissima! Derek nel frattempo, come mai faceva da anni, continuò a lavorare nella polizia insieme a mio padre, che quando partii per il college chiese al mio Alpha se fosse interessato a lavorare per le forze dell’ordine, e lui accettò volentieri, facendo diminuire la criminalità a Beacon Hills. Mio fratello, laureato in psicologia, diventò il consulente del liceo, anche se prima o poi avrebbe desiderato aprirsi uno studio suo. Lydia, laureata in matematica, diventò invece la supplente nella scuola media, anche se volevo insegnare al liceo, ma ero sicura che ci sarebbe arrivata presto. Scott, laureato in scienze motorie, diventò il nuovo allenatore della squadra di lacrosse, mentre cercava altri lavori qua e là.  Allison a quanto pare non aveva ancora trovato un vero e proprio lavoro, diciamo che era entrata nell’ “azienda” di famiglia. Isaac si era laureato in medicina veterinaria e subito il Dottor Deaton lo prese con se nel suo ambulatorio, mentre Erica si era laureata in legge e aveva cominciato a lavorare per uno degli avvocati più importanti della città, nonché padre di Jackson, dal quale seppe che il figlio stava bene e che si trovava a Londra ma che no, non sarebbe tornato, non per ora almeno. Infine Boyd cominciò a lavorare come meccanico. Insomma, tutti più o meno eravamo entrati nel mondo del lavoro, nel mondo degli adulti, e sembrava davvero che tutto stesse andando per il verso giusto, che i guai se ne fossero andati per sempre. Pensavo che ormai potevamo vivere le nostre vite in pace, in serenità, senza problemi. Ma a quanto pare, mi sbagliavo.
 







------------------------------------------
Ciao a tutti, rieccomi! **
Ecco il sequel, almeno l'inizio xD Spero davvero che vi piaccia e che non vi deluda mai! Fatemi sapere cosa ne pensate, anche dei vari mestieri che ho dato ai personaggi :) Vi ringrazio ancora per tutto il supporto che mi aveva dato con "Hope", spero di trovare anche qui tante belle recensioni! A presto! <3
 

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** I Want Her ***


I Want Her

 

POV Derek

Sei anni. In sei anni, la mia vita era completamente cambiata, e tutto grazie ad una piccola, bellissima ragazza che aveva qualche anno in meno di me e che mi aveva fatto innamorare e ritornare a vivere. Dopo la battaglia contro il branco di Deucalion tornò tutto alla normalità: niente minacce, niente pericoli, niente lupi mannari, niente mostri di nessun genere, solo qualche Omega che capitava dalle parti di Beacon Hills ma che non causava nulla di grave. Stranamente, sembrava che potessimo vivere le nostre vite in pace e tranquillità, e così mi godetti Hope ogni giorno di più. Il suo ultimo anno di scuola non fu semplice, soprattutto perché non voleva deludere suo padre e voleva ottenere dei buoni voti per arrivare al college già preparata. Cominciò a parlarmi del college qualche mese prima di diplomarsi, e la cosa cominciò fin da subito a spaventarmi. Il college che aveva scelto, e che pian piano scelsero praticamente tutti i membri del branco, non era molto distante da Beacon Hills, visto che comunque si trovava in California, ma non era la distanza del college a spaventarmi, perché sapevo che in qualunque momento sarei potuto salire in macchina e andare da lei. La cosa che più mi spaventata era proprio l’ambiente del college, pieno di nuovi ragazzi che Hope avrebbe conosciuto ogni giorno e che avrebbero potuto conquistarla e trattarla meglio di come io potessi fare. Non le dissi nulla, non subito almeno, perché vedevo quanto per lei fosse importante andare al college e studiare, vedevo quanto il suo cuore scalpitasse ogni giorno quando andava verso la cassetta delle lettere per vedere se era arrivata la lettera di risposta. Quando finalmente arrivò, il suo cuore scalpitò ancora di più e Hope corse da me, con le mani che tremavano, chiedendomi di aprire la busta e di leggere il contenuto al posto suo. Fui io allora ad agitarmi, perché sapevo che se mai ci fosse stata una risposta negativa, sarebbe stato devastante per lei. Grazie al cielo, non fu così. Lessi ad alta voce la risposta positiva del college e Hope cominciò a salterellare per tutta casa sua, abbracciandomi e sfoggiando un sorriso sincero che mostrava tutti i perfetti denti bianchi. Nonostante la mia paura, fui orgoglioso di lei, così come lo ero quando la vidi ricevere il diploma insieme a zio Peter e suo padre, che si lasciò sfuggire qualche lacrima vedendo Hope e Stiles diplomati. Fui orgoglioso anche di Stiles, ed ero sollevato perché sapevo che sarebbe andato al college con sua sorella e che sarebbe stato con lei, così come tutti gli altri. L’estate successiva passò in un lampo, e la data della partenza di Hope e del resto del branco era sempre più vicina. Di lì a poco mi sarei ritrovato quasi del tutto solo, se non fosse stato per mio zio. La paura cominciò a farsi sentire sempre di più e pochi giorni prima della partenza confessai ad Hope quello che pensavo, sperando che mi capisse. Lei mi rassicurò dicendomi che esistevo solamente io per lei, e fu rassicurante sentire il suo cuore dire la verità. Anche lei comunque sembrava essere un po’ triste per la sua partenza, anche perché sapeva che oltre a dover lasciare me e suo padre, avrebbe dovuto lasciare anche Kopa, dal quale non si era mai separata. Quando mi chiese se lo potessi tenere con me aveva le lacrime agli occhi, e il giorno della partenza pianse davvero, abbracciando prima me e poi il suo amato dalmata, che sembrava capire tutto. Restai a guardare l’auto dove era salita fin quando non scomparve dalla mia vista, e tornai a casa con Kopa al guinzaglio, che continuava a girarsi indietro, sperando che la sua padrona tornasse. Tornato a casa, la prima sensazione fu quella di avere un vuoto dentro. Non come quando l’anno prima mi aveva lasciato per salvarmi da Deucalion, quello era stato molto peggio, ma sentivo come se qualcosa mi mancasse, come se avessi perso una parte di me. Anche casa mia sembrava più vuota, e il suo odore non era forte come al solito. I primi giorni furono davvero, davvero difficili, e anche Kopa sembrava essere in depressione visto che passava le giornate guardando fuori dalla finestra, aspettando il ritorno di Hope, che però non tornava. La lontananza mi uccideva, e per i primi mesi andavo a trovare Hope quasi ogni weekend insieme a Kopa, che le faceva le feste come non l’avevo visto mai fare. Rivedere Hope era bellissimo, ma il tempo passava troppo velocemente e non potevo permettermi di restare lì con lei e gli altri, perché sapevo che erano pieni di impegni. Pian piano, cominciai ad andare a trovare Hope sempre di meno, in parte perché riuscivo a vederla grazie ad un programma che lei mi aveva insegnato ad usare sul computer, sebbene non fosse la stessa cosa, e in parte perché sapevo di doverle lasciare i suoi spazi, sapevo che aveva bisogno di vivere l’esperienza del college come tutti. Contavo i giorni che mancavano al suo ritorno per le feste, mentre il tempo sembrava essere sempre più lento. Le giornate non passavano mai, avrei pagato pur di riavere lei e il branco con me, perfino Stiles e il suo stupido chiacchiericcio cominciarono a mancarmi!
Un giorno, mentre portavo Kopa a fare la sua solita passeggiata post-pranzo, lo sceriffo Stilinski mi venne incontro, chiedendomi come stessi.
<< Sto bene, grazie >> mentii << E lei? >>
<< Anche io sto bene, ma la casa sembra vuota senza Stiles ed Hope >> capii perfettamente quello che intendeva. << Beh, come passi il tempo? >> mi chiese poi. Pensai che era davvero una domanda insolita.
<< Ehm.. Porto Kopa a spasso, faccio qualche lavoretto a casa >> e mi deprimo sul letto osservando il soffitto pensando a sua figlia, pensai.
<< Tu non hai un lavoro vero? >>
<< No >> risposi solamente, non capendo dove volesse andare a parare.
<< E ti piacerebbe averne uno? Per passare il tempo >>
<< Sì, ma non saprai che fare >>
<< Sai, stanno per reclutare dei nuovi poliziotti. Qui a Beacon Hills ce ne vogliono davvero, dopo tutto quello che è successo. Mi chiedevo se fossi interessato, potrei mettere una buona parola >> mi spiegò, lasciandomi ancora sorpreso. Voleva che io lavorassi nella polizia, io! Un ex-sospettato. << Ovviamente non sei costretto >> aggiunse poi, notando la mia espressione.
<< Sì, mi piacerebbe provare >> risposi, più per educazione che per vera convinzione. Non ero sicuro, non lo ero affatto. Non mi vedevo in divisa, non mi vedevo come uomo di legge.
<< Allora se ti va ci vediamo domani alla stazione di polizia, d’accordo? >>
<< D’accordo. Grazie >> risposi, per poi salutarlo e continuare a portare Kopa in giro. Inizialmente pensai che non mi sarei presentato, che non era il lavoro che faceva per me. Ma poi mi resi conto che forse sarei potuto davvero essere d’aiuto, che i miei sensi da lupo avrebbero aiutato la polizia nelle indagini, nelle ricerche, e in qualunque altra cosa facessero. Quando la sera stessa dissi ad Hope della proposta di suo padre, lei ne fu entusiasta, e quella fu la cosa che mi fece andare il giorno dopo alla stazione di polizia, nonostante le risate di Stiles e Scott che avevo sentito al telefono con Hope. In poco tempo, con esercitazioni, test, esami di routine, diventai prima aiutante della polizia, e in qualche mese vero e proprio poliziotto. Mio zio Peter si mise a ridere quando indossai la divisa davanti a lui, ma mi disse di essere orgoglioso di me. Quando finalmente il primo anno accademico terminò anche Hope poté vedermi in divisa, e la sua reazione mi lasciò sorpreso e contendo allo stesso momento, visto che mi disse che ero molto attraente e che la facevo impazzire, cosa che mi dimostrò quando tornammo a casa mia. Facendo il poliziotto, il tempo passava più velocemente e si avvicinavano sempre più in fretta i momenti in cui avrei potuto riabbracciare la mia ragazza che tornava dal college con sempre più esami superati e sempre più vicina alla laurea, che arrivò cinque anni dopo. La cerimonia fu semplice e veloce ed eravamo presenti tutti quanti, tutti in giacca e cravatta per ammirare Hope, Stiles, Scott, Lydia, Erica, Isaac e Boyd laurearsi nelle varie materie che avevano studiato. Era presente anche Allison, così come la sua famiglia, ma io ero più concentrato su Hope e il mio branco. Ero felice che quegli anni fossero passati, che io ed Hope fossimo riuscito a superarli insieme, più forti di prima, che dopo quel giorno avrei di nuovo avuto Hope tutta per me, per sempre, senza altre partenze. Sentii il suo cuore battere all’impazzata quando ricevette la laurea, era bellissima. La sera stessa mi convinse ad accompagnarla alla festa di tutti i laureati, alla quale andai soprattutto per tenerla d’occhio e tenerla lontana da ragazzi ubriachi che la guardavano come solo a me era concesso fare. La festa terminò molto tardi e restai a dormire nella camera di Hope, Erica e Lydia, mentre il giorno dopo potemmo finalmente tornare a Beacon Hills, tornare a casa. Avrei tanto voluto dire ad Hope << Torniamo a casa nostra >> ma non potevo. Ormai era come se vivessimo insieme visto che quasi ogni sera dormivano insieme e passavamo il resto della giornata insieme, ma ognuno aveva casa propria ed Hope continuava a mentire a suo padre dicendo che dormiva da Lydia ed io continuavo a nascondermi nell’armadio quando sentivo suo padre tornare e salire nella sua stanza. Desiderai di non dover fare più tutto questo, di avere Hope tutta per me nel mio loft, senza ulteriori bugie, di vederla alzarsi serena senza dover scappare a casa sua, di avere i suoi vestiti e le sue cose in camera mia, di sentire il suo odore sempre presente. Desideravo vivere con lei, con tutto me stesso, e desideravo dirglielo, chiederglielo, sperando che mi rispondesse di sì. Volevo lei, lei e basta, con me, per sempre.
Dopo che tornammo a Beacon Hills, dopo che lei e Stiles passarono la giornata con loro padre, Hope gli disse che avrebbe dormito da Lydia, ed insieme ci dirigemmo verso il mio loft. Ero pronto e deciso nel chiederle di vivere con me, ma vederla lì, sulla porta di casa, mentre giocava con il suo dalmata, mi fece dimenticare tutto per un attimo. In quegli anni la vidi crescere e diventare donna, eppure non era cambiata: era rimasta la ragazza dagli occhi grandi e verdi e dai capelli lunghi e rossi come il sangue che avevo amato fin dalla prima volta che la vidi. Non riuscendo a trattenere i miei istinti e la mia eccitazione, fui su di lei in pochissimo tempo, e in pochissimo tempo la spogliai per ammirare ancora il suo corpo, per sentirlo ancora sul mio, per accarezzarlo e baciarlo. Finalmente potemmo fare l’amore come non lo facevamo da tempo, finalmente potei sentirla mia ancora una volta. Non so quanto durò con precisione, desideravo solo non smettere mai, ma anche il mio corpo aveva le sue esigenze e dovetti lasciarmi andare dentro di lei, sfinito e ansimante, e bagnato a causa dell’acqua che cadeva sopra le nostre teste, visto che ci ritrovammo nella doccia.
Quando fummo a letto, ancora nudi e abbracciati, mi ritornò in mente quello che volevo chiederle e dovevo chiederle, e feci un grande respiro, facendomi coraggio.
<< Hope, c’è una cosa che volevo chiederti >> annunciai, insicuro senza volerlo.
<< Dimmi >> disse lei, corrugando le sopracciglia.
<< Ci stavo pensando da un po’, da un bel po’ in realtà … >> abbassai lo sguardo, accarezzando la collana che le avevo regalato anni fa, che lei indossava sempre. Quando provavo a toglierla, mi rimproverava, dicendo che non se la sarebbe mai tolta. << Stiamo insieme da tanto ormai, tu sei maggiorenne e vieni qui a casa mia quasi sempre, o io vengo da te, sai … >> presi fiato, visto che cominciava a mancarmi il respiro. Ero in preda all’ansia, senza comprenderne a pieno il motivo. Continuavo a sperare che Hope mi capisse e mi rispondesse di sì, così ritornai a guardarla negli occhi, cercando di non rimanerne ancora una volta ammaliato e continuai a dire tutto d’un fiato << Mi chiedevo se volessi venire ad abitare qui >>
Inizialmente  lei spalancò gli occhi, facendo aumentare la mia ansia. Era troppo presto? Non era pronta? Non voleva? Era troppo per lei? La mia testa cominciò ad essere piena di domande e di dubbi, almeno fino a quando sul suo viso non comparve un sorriso sorpreso << Dici sul serio? >> mi chiese poi.
<< Sì, ovviamente se tu dei d’accordo >>
<< Se sono d’accordo?! Certo che lo sono! Mi hai appena chiesto di vivere con te, come potrei non essere d’accordo? >> ritornai a respirare normalmente dopo che sentii la sua risposta. Il suo cuore non mentiva, ed era felice, così come lo ero io. Sorrisi, baciandole ancora una volte le piccole labbra e continuando a sentire i nostri cuori galoppare per la felicità. Il suo però ebbe uno sbalzo, non dovuto alla contentezza.
<< Perché all’improvviso sei agitata? >> domandai, facendola sospirare.
<< Derek, voglio davvero vivere con te. So già che sarà bellissimo! Solo che stavo pensando a mio padre .. >>
<< Dici che non sarà d’accordo? >> la interruppi, cominciando a sentirmi meno felice.
<< No, no, non questo. Sono sicura che si aspetti che prima o poi io gli dica una cosa del genere, ma sono appena tornata e Stiles sta già cercando casa .. Ho paura che ne sarebbe distrutto >> mi spiegò lei. In parte la capii, ma comunque il desiderio di averla lì con me era talmente forte che quando sentii quelle parole non potei fare a meno di sentirmi un po’ giù di morale.
<< Va bene, non m’importa >> mentii.
<< Non ti sto dicendo di no. Magari, ecco, potremmo dirglielo dopo l’estate. Passo questi tre mesi a casa mia e poi glielo diciamo, così avrò passato comunque del tempo con lui. Che ne dici? >>
A quelle parole sorrisi di nuovo, perché sapevo che era sincera, sapevo che teneva tanto a suo padre, e le avrei concesso il tempo che voleva. Per la prima volta dopo sei anni desiderai che l’estate passasse in fretta. << Per me va bene. L’importante è che tu sia felice >>
<< Sarò felicissima quando mi trasferirò qui, vedrai. Grazie per avermelo chiesto >>
Di nuovo, sentii il suo cuore sincero. Non desideravo sentire altro. << Ti amo >> sussurrai, carezzandole la guancia e sistemandole dietro l’orecchio una ciocca rossa che le era caduta sul viso.
<< Ti amo anche io, futuro coinquilino! >>
<< Dormi ora, sei stanca >>
<< Tutta colpa tua! >> mi fece ridere, mentre mettevo un braccio intorno al suo corpo e la stringevo ancora a me, pronto a passare la notte con lei. << Buonanotte >>
<< Buonanotte, amore >> risposi, pensando a quando fosse facile e naturale ormai chiamarla così. Non accadeva spesso, soprattutto non quando eravamo in compagnia. Mi piaceva chiamarla così quando eravamo solo io e lei, perché volevo che solo lei sentisse. Amavo chiamarla così, ed amavo essere chiamato così, fin dal primo momento in cui l’aveva fatto.
Durante l’estate lasciai del tempo ad Hope da passare con suo padre, sperando che prima o poi gli parlasse della mia proposta di convivenza. Non sapevo né immaginavo quale potesse essere la reazione dello sceriffo, ma ero quasi sicuro che avrebbe fatto fare ad Hope quello che desiderava. Ad agosto andai per due settimane al mare insieme ad Hope, suo fratello e la sua ragazza, Scott, Allison, zio Peter e Lydia. Quando scoprimmo di Lydia e mio zio, Hope rimase shockata e mi chiese subito di parlare con lui, perché voleva essere sicura che le sue intenzioni fossero buone e che non facesse del male a Lydia. Io personalmente non l’avrei fatto, perché erano liberi di fare ciò che volevano e perché non mi piaceva impicciarmi degli affari loro, ma comunque feci in modo di fare quella chiacchierata con mio zio, che era avvenuta anni prima, nella sua casa accanto al mio loft.
<< Quindi, tu e Lydia, eh? >> chiesi, non sapendo neanche come iniziare il discorso.
Mio zio mi guardò corrugando le sopracciglia, e facendomi poi un piccolo sorriso. << Vuoi davvero parlarne? >>
<< No >> confessai << Ma Hope mi ha chiesto di farlo >>
<< E scommetto che lei ha parlato con Lydia >>
Annuii << Vuole solo essere sicura che la sua migliore amica non soffra >>
Mio zio alzò gli occhi al cielo << Credi che voglia farla soffrire? >> Alzai le spalle, concentrandomi per sentire il suo cuore. << No che non voglio! Perché dovrei? Tu faresti mai soffrire Hope? >>
<< No, ovviamente >>
<< E’ la stessa cosa. Se avessi dieci anni di meno non staremmo neanche facendo questo discorso, vero? >>
<< Dieci anni? >> chiesi, trattenendo una risata.
<< E va bene, un po’ di più! >>
<< Non è una questione di età >>
<< Ah, no? >>
Fui io ad alzare gli occhi al cielo stavolta. << Forse un po’ >>
<< Senti, non so come sia successo, onestamente. Ma mi sono affezionato a lei, ogni giorno, sempre di più. E non sono solo affezionato, lei mi piace. Mi piace stare con lei, mi piace ascoltarla. E’ molto intelligente, sai? Oltre ad essere bellissima >>
<< Lo so >> risposi, e il suo cuore era sincero. Hope ne sarebbe stata felice.
<< Quindi, Hope può stare tranquilla. Non farò del male a Lydia, né la farò soffrire. Anzi, è lei che mi fa male con tutti i graffi che mi fa ogni volta che … >>
Alzai le braccia, interrompendolo << Non voglio sapere nulla! E’ già abbastanza strano fare questo discorso con te >>
<< Beh, non è che abbiamo mai avuto una vita normale, no? >>
<< In effetti … >> il discorso terminò lì e la sera stessa riferii tutto ad Hope, che da quel giorno si tranquillizzò e accetto a pieno la storia fra mio zio e la sua migliore amica.
Comunque, quelle due settimane furono rilassanti per tutti noi. Dovemmo solo trattenerci dal parlare di lupi mannari visto che la ragazza di Stiles, Wendy, non ne era a conoscenza. Non sapevo come si erano messi insieme con precisione, sapevo solo che stavano insieme da quasi un anno e che si erano conosciuti al college perché frequentavano lo stesso corso, tutto qui. Stiles era rimasto quello di sempre, il ragazzino, ormai ragazzo, che mi faceva impazzire con poche parole, ma ora era innamorato e ricambiato, il che lo faceva essere ancora più nervoso ma meno impegnato nell’infastidirmi perché impegnato con la sua ragazza. Il mare mi piacque, e mi piacque soprattutto Hope in bikini e abbronzata, mi piacque vivere solo con lei anche se per due settimane e mi piacque non avere altri pensieri.
A settembre tutti i ragazzi del branco ormai avevano un lavoro, e fui felice nel vedere che Isaac aveva raggiunto il Dottor Deaton nel suo studio e che anche Erica e Boyd, che stavano ancora insieme, si erano sistemati. Hope una sera mi annunciò che il giorno dopo avrebbe pranzato con suo padre in modo da dirgli della mia proposta, e mi fece felicissimo perché finalmente il mio desiderio si sarebbe avverato. Mi mandò un sms la mattina dopo, dicendomi che Lydia aveva la mattina libera e che lei aveva appena finito e quindi sarebbe andata con la sua amica a fare shopping, per poi andare a pranzo con lo sceriffo. Cominciai ad essere agitato in parte, anche perché in quel momento io ero proprio alla stazione di polizia con il padre, che ancora non sapeva nulla. Non vedevo l’ora che arrivasse l’ora di pranzo e il pomeriggio, magari avremmo potuto cominciare a portare le sue cose da me la sera stessa, pensai, fantasticando troppo. Non avrei mai immaginato che quel giorno per noi sarebbero ricominciati i guai, a partire dalla telefonata che mi fece Lydia poco dopo.
<< Derek, devi venire subito qui! Hope ha avuto un incidente! >>
 







-------------------------------------------------------
Ciao a tutti! **
Che bello aver ricevuto già 6 recensioni per il primo capitolo, vi ringrazio immensamente! E ringrazio anche chi ha inserito la storia fra preferite e seguite!
G R A Z I E! *_______________*
Fatemi sapere se anche questo capitolo con il POV del nostro bell'Alpha vi è piaciuto, spero tanto di si :)
Siete meravigliosi! <3 
A presto! :**

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Accident ***


Accident

 

POV Hope

Settembre era arrivato davvero troppo in fretta e nonostante amassi il mio lavoro cominciavo a rimpiangere le belle giornate estive passate al mare con Derek. Ogni mattina ormai tutti e due ci recavamo a lavoro, lui in stazione insieme a mio padre ed io alla sede del giornale di Beacon Hills, avevo perfino un angolo tutto mio! Una scrivania mia, un mio computer, una mia sedia, fogli, penne, riviste, tutto. Mi piaceva stare lì, e oltre agli articoli per il giornale della città potevo scrivere anche gli articoli per l’altro giornale dedicato ai teenager per cui lavoravo, mandandoli poi alla capo redattrice. Adoravo scrivere, ma continuavano a mancarmi da morire Kopa e Derek, dei quali avevo una foto sulla scrivania. Per non parlare di Stiles, lui mi mancava davvero tanto. Sapevo che una volta tornati a casa sarebbe andata a finire così, ormai eravamo grandi, entrambi fidanzati e con nuovi lavori, di certo non rimanevamo molto tempo da dedicare a noi, da soli. Continuavamo a mandarci sms per tutto la giornata dicendoci cosa facevamo, dove mangiavamo, se dormivamo a casa, se potevamo trovare del tempo per vederci nel pomeriggio, cosa che accadeva raramente. Quando arrivò settembre mi resi conto che era arrivato anche il momento di dire a mio padre della proposta che mi aveva fatto Derek, così gli proposi di pranzare insieme in modo da poter parlare senza essere disturbati. Dissi a Derek della mia decisione e il sorriso che sfoderò fu dolce, tenero, sereno e sicuro allo stesso tempo, come se gli stessi facendo un regalo che voleva con tutto se stesso. Non capiva che era lui il regalo più grande al mondo. Quel giorno terminai di scrivere gli articoli molto prima del previsto e chiesi al mio capo se potevo andare e lui acconsentì, così approfittai e chiamai subito Lydia, chiedendole se fosse libera.
<< Sì, oggi non avevo lezioni! Ci vediamo fra dieci minuti al centro commerciale! >> non poteva che propormi di fare shopping. Mentre uscivo scrissi un sms a Derek per avvisarlo: “ Ho finito prima, vado a fare shopping con Lydia e poi a pranzo con papà. Stai tranquillo, ci vediamo dopo :* “. Scrissi di stare tranquillo perché avevo notato che oltre ad essere felice era anche agitato, temendo che mio padre non la prendesse bene. Ricevetti la sua risposta neanche due minuti dopo “ Stai attenta. “, protettivo e pieno di ansie, come sempre. Non avevo una macchina ( sia perché mio padre, soprattutto dopo tutte le spese per il college, non poteva permettersi un’altra auto oltre la jeep, sia perché io non avevo mai accettato la proposta di Derek di regalarmene una, sarebbe stato davvero troppo ), così salii sulla mia bicicletta e pedalai verso il centro commerciale, dove Lydia mi stava già aspettando all’ingresso. Fu una normale mattinata di shopping con Lydia, quindi dovetti entrare in quasi tutti i negozi, reggerle i vestiti fuori dal camerino, darle pareri su ognuno di essi e fare la fila con lei alla cassa, mentre io riuscii a comprarmi solo un completo intimo carino, che a detta della mia migliore amica avrebbe fatto impazzire l’Alpha. Parlammo del più e del meno, come al solito, e ovviamente di Derek e Peter, argomento che trattavamo sempre. Mi piaceva vederla felice e innamorata, e a parer mio lo era molto di più ora rispetto a quando stava con Jackson, perché era diventata più matura e perché non doveva nascondere la sua intelligenza di fronte a Peter, che le aveva spesso detto che l’amava soprattutto per quello, oltre che per la sua bellezza. La mattinata si sarebbe anche conclusa nel più normale dei modi, ma ovviamente gli imprevisti non mi abbandonavano mai! Mentre eravamo in un negozio, io con mille abiti fra le braccia e Lydia nel camerino che cercava di infilarsi un abito troppo stretto, sentimmo la voce di donna al microfono del centro commerciale che chiedeva al proprietario di una determinata macchina con una precisa targa di spostarla perché ostruiva il passaggio. Ovviamente, la macchina era di Lydia. << Ma dove diavolo l’hai lasciata? >> chiesi, mentre lei non riusciva a liberarsi dal vestito. Mi lanciò improvvisamente le chiavi.
<< Vicino ad una entrata secondaria, non pensavo desse fastidio! Puoi andare a spostarla tu? Io ti raggiungo appena mi libero! >>
Acconsentii alla richiesta, lasciando Lydia nel negozio e correndo verso la sua auto, che obbiettivamente stava dando fastidio a molte macchine che non appena mi videro cominciarono a suonare sempre di più. Entrai in auto e la spostai il più velocemente possibile, cominciando a cercare posti liberi nel parcheggio del centro commerciale che sembrava essere pieno, così decisi di metterla fuori dal parcheggio, in strada, dove vedevo dei posti liberi. Dovetti fare il giro del centro a causa delle strade a senso unico e per arrivare ai posti liberi dovevo attraversare un incrocio senza alcun segnale stradale, così mi fermai e vedendo che un’altra auto mi stava dando precedenza rimisi la marcia e rimisi in moto l’auto. Fu strano ed improvviso, mi sembrò come se qualcosa di dannatamente forte avesse spinto l’auto di Lydia e l’avesse fatta girare. L’ultima cosa che vidi fu l’auto che prima mi aveva dato precedenza procedere velocemente verso di me, poi un rumore assordante, vetri rotti, dolore, buio.
 
 

POV Derek

<< Derek, devi venire subito qui! Hope ha avuto un incidente! >>
Non poteva essere vero. Non doveva essere vero. Non di nuovo. Non ora che le nostre vite stavano scorrendo tranquille, come quelle di qualsiasi altra coppia di fidanzati. La mia vita non poteva mettermi alla prova un’altra volta, non poteva mettermi di fronte ad un’altra difficoltà, ad una difficoltà e ad un dolore che avevo già patito quando Hope era stata catturata dai cacciatori. Non poteva aver avuto un incidente, non ora, non quando mancava poco alla realizzazione del mio desiderio di felicità. Sentii il mio cuore sobbalzare, insieme al mio respiro, alla mia voce, e il mio cervello andò completamente in tilt.
<< Cosa? >> fu l’unica cosa che riuscii a chiedere inizialmente, in piedi, di fronte alla mia scrivania, nel mio ufficio accanto a quello del padre di Hope, cercando le chiavi della macchina, pronto ad andare da lei.
<< Hope ha avuto un incidente d’auto! Sta arrivando l’ambulanza, devi venire subito in ospedale! >> la voce di Lydia era rotta dalle lacrime, ma era forte e spaventata. Sentii dall’altra parte del telefono il suono della sirena dell’ambulanza.
<< Dove siete?! Come sta?! >> chiesi ancora, finalmente trovando le chiavi della macchina e uscendo dall’ufficio. Stavo di nuovo per essere sopraffatto dal panico, dall’agitazione, dall’ansia, dalla rabbia.
<< Al centro commerciale, ma l’ambulanza è arrivata ormai! Non lo so come sta, ha perso conoscenza! Oh, Derek .. >>
<< Arrivo >> dissi solamente, rimettendomi il cellulare in tasca.
Hope, la mia Hope aveva perso conoscenza. Me la immaginai svenuta, sdraiata a terra, prova di sensi, e cominciai a sentire il sangue pulsarmi nelle vene. Dovevo calmarmi, dovevo vederla. Quando passai di fronte all’ufficio dello sceriffo il mio cuore fu pervaso per un attimo da una strana sensazione, come se mi stesse dicendo che dovevo avvisare anche lui. Mi tornò alla mente quando Hope mi fece vedere “Pocahontas”, costringendomi più che altro, e a quando mi disse che l’insegnamento che dovevo trarre da quel film era di ascoltare il mio cuore. Decisi di farlo in quell’occasione, e spalancai la porta dell’ufficio dello sceriffo, che mi guardò sorpreso. << Derek, cosa.. >>
<< Hope ha avuto un incidente d’auto! Lydia mi ha appena chiamato per avvisarmi >>
Sentii il cuore dello sceriffo cominciare a scalpitare. Si alzò in piedi e venne verso di me, quasi correndo. << Dov’è? >> chiese.
<< Stanno andando in ospedale >> risposi, seguendolo verso l’uscita.
<< Andiamo. Guido io >> annunciò, e guidò come probabilmente non aveva mai guidato, sfrecciando verso l’ospedale con la sirena accesa, passando fra le macchine e facendo sorpassi che molte volte mi fecero pensare che saremmo finiti anche noi in un incidente d’auto. La mia mente nel frattempo era sempre più annebbiata e senza volerlo continuavo ad immaginare Hope nel peggiore dei modi, come quando la vidi distesa a terra, piena di ferite e ossa rotte, tanti anni fa. Fu una visione orribile e devastante, e non doveva accadere di nuovo, non l’avrei sopportato. Chiunque fosse stato ad aver fatto del male ad Hope, l’avrebbe pagata. Lo sceriffo parcheggiò l’auto proprio di fronte all’entrata dell’ospedale ed entrambi corremmo dentro, notando subito Lydia in lacrime che ci guardò come se fossimo un miraggio. Superai lo sceriffo, andando verso la ragazza. << Dov’è? >> per poco non ringhiai, non riuscendomi quasi più a trattenere. Era da tempo che non mi sentivo così, era da tempo che il lupo dentro di me non si faceva sentire in modo così forte.
<< L’hanno portata via, non mi hanno permesso di andare con loro >> sembrava che anche Lydia volesse urlare.
<< Come sta? >> chiese lo sceriffo che ci aveva raggiunto. << Com’è successo? >>
<< Non lo so! Una macchina l’ha presa in pieno ad un incrocio! E’ tutta colpa mia .. >> continuava a piangere, con il viso stravolto.
<< Colpa tua? >> chiesi, non capendo più nulla.
<< Le avevo chiesto di andare a spostare la mia auto! Io non potevo immaginare che .. >> si bloccò, singhiozzando ancora e coprendosi il viso con le mani.
Lo sceriffo ci sorpassò, raggiungendo un’infermiera e cominciando ad urlarle contro perché lei non sapeva né poteva dire nulla. Stavo impazzendo. Hope era in ospedale ed io non sapevo neanche in quali condizioni si trovasse, se stava bene, se fosse in fin di vita. Quel pensiero mi fece rabbrividire. Se fosse stata in fin di vita, io potevo salvarla! Potevo darle il morso, potevo guarirla! Di nuovo, un brivido mi pervase tutto il corpo. Ma non avevo freddo. Sudavo, la testa mi scoppiava, il cuore sembrava volermi uscire dal petto, le gambe e le mani mi tremavano, e cominciai a sentire il lupo ululare di rabbia dentro di me. Mi presi la testa fra le mani, chiudendo gli occhi, cercando di calmarmi. Volevo urlare, volevo correre ed andare da Hope. Sentii una mano sulla mia spalla, e una voce familiare vicino al mio orecchio. << Calmati, Derek >>
Non riuscii a rispondere. Se l’avessi fatto, avrei ringhiato. Continuavo a tenere gli occhi chiusi e stretti, sentendo che il rosso si stava facendo spazio nel verde. << Calmati ho detto >> di nuovo quella voce. << Non puoi trasformarti, non qui, non ora. Andrà tutto bene >>.
Andrà tutto bene, come poteva saperlo? << Fai un respiro profondo e apri gli occhi >>
Tentai di respirare profondamente, ma non ci riuscii. << Andrà tutto bene >> di nuovo quelle parole. Liberai la testa dalla mia stessa stretta, cominciando a respirare in modo più regolare e incatenando di nuovo il lupo, almeno per quel momento. Aprii gli occhi, mio zio era di fronte a me, e lo sceriffo mi guardava spaventato.
<< Derek, tutto bene? >> mi chiese poi.
<< Era un attacco di panico, non è vero? >> rispose mio zio per me, ed io annuii ancora agitato. Un attacco di panico, forse lo era stato davvero. Avevo di nuovo il respiro corto, mi sentivo tremendamente sudato, e il mio cuore non aveva tregua.
<< Sta arrivando Melissa, ora chiediamo a lei >> spiegò lo sceriffo, voltandosi di nuovo, aspettando la mamma di Scott.
<< Che ci fai qui? >> chiesi a mio zio.
<< Mi ha chiamato Lydia. Stai bene ora? >>
<< No che non sto bene! >>
<< Ti stavi trasformando, lo sai questo? >> sussurrò, in modo che il padre di Hope non sentisse.
<< Certo che lo so! >>
<< E allora calmati! Non puoi trasformarti, è pieno di gente qui! >>
<< Ma davvero? Vorrei vedere te! La testa mi sta scoppiando! Non so come sta Hope, non so se sopravvivrà, non so nulla! >>
<< Ho detto calmati, Derek! >>
<< Non ci riesco! >>
Non ci riuscivo davvero. Ogni secondo che passava mi sentivo sempre peggio. Vidi mio zio voltarsi nella stessa direzione in cui era voltato lo sceriffo e mi sussurrò << Sta arrivando Melissa >> che comparve esattamente due secondi dopo. Mi avvicinai insieme a lui e Lydia, e lo sceriffo chiese subito come stesse Hope.
<< Non lo so con precisione >> rispose lei. Sentivo che anche il suo cuore era agitato, e ciò non faceva altro che farmi stare peggio.
<< Non puoi dirci cos’ha? >> chiese ancora lo sceriffo << Dov’è? Cosa le stanno facendo? >>
L’infermiera alzò piano le braccia, come se si volesse difendere all’onda di domande. << E’ con i medici, la stanno visitando e curando, forse ci sarà bisogno di un’operazione >> disse quest’ultima parola guardandomi, come se sapessi.
<< Operazione?! >> urlò lo sceriffo << Quale operazione? >>
<< Sentite, non posso dirvi nulla! Appena saprò qualcosa di nuovo vi prometto che correrò qui a dirvelo! >>
<< Mi stai dicendo che devo restare qui ad aspettare di sapere se mia figlia sta bene o no?! >>
Lei sospirò, e il suo sguardo sembrò rattristirsi. << Lo so che è dura >> fu la sua unica risposta, che confermò quanto aveva detto lo sceriffo.
<< Bene, aspettiamo >> sbuffò lui, voltandosi << Chiamo Stiles >>
<< Io chiamo Scott e gli altri >> disse Lydia, mentre Melissa cominciò ad allontanarsi. La seguii, raggiungendola vicino alla porta che mi era proibito oltrepassare.
<< Ehi >> la chiamai.
<< Derek, non posso farti passare >>
<< Ascolti, lei lo sa che cosa sono. Se Hope sta morendo, io posso salvarla >> sussurrai, guardandola con occhi supplichevoli.
<< Se Hope stesse morendo, ti avrei già fatto passare per aiutarla >>
Quelle parole mi fecero tornare a respirare regolarmente, almeno per un po’. Hope stava male, ma non stava morendo. Fu quasi un sollievo saperlo.
Mi sedetti accanto a mio zio e a Lydia, che stava avvisando tutti di quello che era successo.
<< Sei più tranquillo ora? >> mi chiese mio zio, che aveva sentito la breve conversazione che avevo avuto con la madre di Scott.
<< Non proprio >>
<< Non sta morendo >>
<< Non dovrebbe neanche soffrire, nemmeno un po’ >> sibilai, stringendo i pugni.
<< Lo so, ma è stato un incidente. Poteva capitare a chiunque >>
<< Ha già sofferto abbastanza in passato, non ricordi? >>
<< Come se fosse ieri. Ma non possiamo farci nulla, ora. Non sono stati cacciatori, lupi o altri mostri >>
<< Come fai a saperlo? >>
<< Vedi quella donna laggiù? >> indicò una donna che poteva avere una cinquantina d’anni, seduta, con il viso preoccupato << E’ la moglie del tizio che era nell’altra auto. Lui sta bene ma lo stanno ancora visitando, gliel’hanno appena detto >>
Non risposi più. Poco tempo dopo, mentre noi continuavamo ad aspettare in preda all’ansia, arrivano Scott e Stiles insieme.
<< Dov’è? Come sta? Cos’è successo? Che ha?! >> le mille domande provenivano ovviamente dal ragazzo logorroico, e lo sceriffo rispose a tutte. << Come non sappiamo ancora nulla? Ti sei lamentato?! Hai urlato?! Dio, sto impazzendo >>
Mentre Stiles urlava e gesticolava attirando l’attenzione di tutti, Scott si avvicinò a me a mio zio. << E’ stato davvero un incidente? >>
<< A quanto pare >> rispose mio zio.
<< Non sapete nulla? >>
<< Non sta morendo, altrimenti tua madre avrebbe fatto passare Derek per aiutarla >>
<< Ha detto così? >>
Annuii, mentre lui si sedeva affianco a me. << Starà bene, vedrai. E’ forte >>
<< Lo so >> sapevo che era forte, lo era sempre stata. << Speriamo >>
Fummo raggiunti anche da Isaac, Boyd ed Erica e passò un’interminabile ora prima che Melissa si facesse rivedere, durante la quale sia Scott che mio zio dovettero ricordarmi più volte di rimanere calmo quando la mia mente veniva invasa da pensieri orribili. Quando la madre di Scott ricomparve, tutti ci alzammo e andammo da lei, circondandola e riempiendola di domande. << Allora? >>, << Come sta? >>, << Sta bene? >>, << E’ guarita? >>, << Dov’è la mia sorellina? >>.
<< Ragazzi, Hope sta bene >> rispose la madre di Scott. Quelle parole mi sembrarono le più belle che avessi mai sentito in vita mia. Hope stava bene! La mia Hope stava bene! Ricominciai a respirare normalmente, e quasi tutti tirarono un respiro di sollievo. Inizialmente, non mi resi conto che sul volto dell’infermiera non c’era alcun segno di felicità, al contrario di tutti i nostri visi.
<< L’hanno operata? >> chiese lo sceriffo.
<< No, non c’è stato bisogno. E’ avvenuto in modo naturale >>
<< In modo naturale? >> chiese Stiles.
Melissa sospirò. << Sì. Come vi ho detto, Hope sta bene. Ma per il bambino, ehm .. il feto, non abbiamo potuto fare nulla >>
Bambino? Feto? Che bambino? Che feto? Che stava dicendo? C’era anche un bambino? E cosa c’entrava il feto?
<< F-feto? >> chiese lo sceriffo.
<< Sì, il feto >>
<< Quale feto? >> domandai io, non capendoci più nulla.
<< Ma come, non lo sapevate? Oh, mio Dio .. >> l’infermiera si mise le mani sulla bocca, guardandomi spaventata.
<< Non sapevamo cosa?! >> chiesi ancora.
<< Hope era incinta, Derek. Lei ha .. ha avuto un aborto naturale, a causa dell’incidente >>
Aborto? Incinta? Hope era incinta?! Da quando? Come?! No, non era possibile! O forse si?
Di nuovo, il respiro diventò corto, brividi mi pervasero il corpo insieme a sudore freddo, mentre sentivo gli sguardi di tutti puntati verso di me.
<< Hope era incinta? >> chiesi, come se volessi averne la conferma. Non poteva essere così. Non poteva essere incinta!
<< Sì, da quasi due mesi >>
Due mesi?! No, no, no. Non era possibile. Il mio cuore batteva troppo forte, il cervello non mi dava tregua e cominciò ad essere invaso da mille pensieri. Quando era successo? Come? Perché non lo sapevo?!
<< Derek, non lo sapevi? >> mi chiese Stiles, guardandomi con gli occhi sbarrati.
<< No, io non .. >> mi mancava il respiro. Non mi sentii più le gambe. Per poco non caddi a terra, Scott e Isaac mi presero al volo, sorreggendomi con le loro braccia.
<< Ok, calmati. Va tutto bene >>
Va tutto bene? Come poteva andare tutto bene?! La mia Hope aveva appena subito un incidente che l’aveva portata ad abortire un feto di cui io non sapevo nulla! Non poteva essere vero.
<< Lei lo sapeva? >> mi chiese Melissa.
<< No. Non credo, almeno. Io non .. >> lo sapeva? No che non lo sapeva. Perché non me l’avrebbe dovuto dire, poi? No, non lo sapeva. Noi usavamo sempre la protezione, sempre! In quel momento, non riuscivo a ricordarmi quando poteva essere successo. Non era possibile. Hope era incinta. Sarei potuto diventare padre e non ne ero neanche a conoscenza. Io, padre! Non ci avevo mai minimante pensato! Non potevo diventare padre, non così! Senza pianificarlo, senza che nessuno dei due sapesse nulla!
<< Ascolta, Hope fra un po’ si sveglierà. La sua stanza è la tredici, se vuoi andare a parlarle, ok? >>
Annuii piano, rimettendomi in piedi sulle mie gambe mentre Melissa si allontanava.
<< Derek? >> la voce del padre di Hope mi chiamò. << Non sapevi nulla, davvero? >>
<< No, nulla >> risposi, ancora incredulo, sorpreso, agitato come mai.
<< Dio .. >> rispose lo sceriffo, rimettendosi seduto.
<< Devi andare da lei >> esclamò Lydia << Devi dirglielo >>
<< Io? >>
<< E chi, sennò? Se davvero non lo sapeva, devi dirglielo tu. Vorrà sicuramente vederti >>
Anche io volevo vedere Hope, con tutto il mio cuore, ma non ero pronto a fare un discorso simile. Come potevo dirglielo? Non ero ancora riuscito a crederci io stesso e ora dovevo dirlo a lei?
<< Vai, Derek >> di nuovo lo sceriffo mi parlò. << Noi restiamo qui >>
<< Facci sapere, però >> aggiunse Stiles, preoccupato come tutti.
Guardai lo sceriffo, Stiles, mio zio, e tutti quanti. Dovevo andare io da lei, nessun’altro avrebbe potuto dirle una cosa del genere se non io. Forse le avrei spezzato il cuore, l’avrei sconvolta così come ero sconvolto io, ma dovevo farlo. Lei stava bene, per me bastava quello. Annuii e mi diressi verso la stanza di Hope. Quando aprii la porta la vidi sdraiata sul letto, con qualche graffio qua e là sulle braccia e uno sul viso, insieme ad un bernoccolo sulla fronte. Respirava, e sentire il suo cuore mi fece sentire meglio almeno un po’. Anche quella volta, la trovai meravigliosamente bella. Mi sedetti accanto a lei, prendendole la mano, e aspettando il suo risveglio. 







----------------------------------------------------
Ciao a tutti! **
Eccovi il capitolo fresco fresco :D Spero davvero che vi sia piaciuto! Fatemelo sapere :) e secondo voi Hope sapeva o no? 
Comunque, continuo a ringraziarvi per il tempo che spendete per scrivere le vostre bellissimi recensioni, siete unici! *___________*
A presto! <3

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** Awakening ***


Awakening

 

POV Hope

E’ incredibile quanto noi esseri umani siamo deboli e fragili, dal punto di vista fisico, oltre che da quello interiore ovviamente. Se fossi stata un lupo mannaro come lo erano Derek o Scott, probabilmente quell’incidente d’auto non mi avrebbe fatto nulla se non qualche raschietto che sarebbe poi guarito in poco tempo e probabilmente non avrei neanche perso conoscenza, svenendo non appena battei la testa. Odiavo svenire, lo odiavo davvero. Non mi era capitato spesso nella mia vita, grazie al cielo, ma era una cosa che non sopportavo. Quando ero piccola papà portò me e Stiles al mare e io ero così felice che non volevo stare neanche per un secondo sotto l’ombrellone, restando a giocare con mio fratello sotto la luce cocente del Sole anche durante le ore più calde. Stavamo giocando con i racchettoni quando mi resi conto di avvertire un forte dolore al braccio e alla schiena e pensai subito che fosse dovuto al fatto che stessi giocando troppo. Subito dopo, cominciai a non vedere più bene, cominciai a vedere Stiles come se fossi sott’acqua, e mi accasciai sulla sabbia, sentendo la testa pesante e confusa, risvegliandomi poi fra le braccia di mio padre che correva verso la macchina. Quella volta dell’incidente fu diverso, totalmente. Non avvertii alcun dolore al braccio o alla schiena, né cominciai a vedere male. Anzi, sentii benissimo qualcosa, come un urto, che fece voltare l’auto di Lydia che guidavo io, vidi benissimo l’altra auto arrivare contro di me, e sentii perfettamente il rumore assordante dello scontro. Vidi i vetri rompersi per l’impatto e i pezzi cadere su di me, sentii la mia testa sbattere chissà dove e un dolore immediato e forte, che mi fece sentire debole, che mi fece perdere i sensi e svenire all’istante. Fu davvero strano, perché era come se improvvisamente fossi comodamente sdraiata su qualcosa di comodo, come su un materasso nuovo di zecca, e mi sentivo leggera. Vedevo tanti colori intorno a me, sembrava come se fossi in quel preciso momento che c’è quando ti stai per addormentare ma non sei ancora del tutto addormentato, mi sentivo in pace. E poi, di nuovo all’improvviso, la pace finì, e sentii il mio corpo avere degli spasmi di dolore, ma io vedevo solo nero e oscurità, non sentivo nulla, solo un dolore che non avevo mai provato. Non era forte come altri che purtroppo avevo provato, era solo diverso, proveniva da dentro di me, da dentro il mio corpo, e io volevo solo che smettesse. Ancora, successe una cosa strana. Più desideravo che il dolore smettesse, più sembrava andarsene, come se stesse scivolando via dal mio corpo. Non so quanto tempo ci misi, sinceramente a me parvero pochi secondi, ma il dolore andò via da dentro di me, e finalmente potei tornare alla pace che avevo provato poco prima. Ero libera e potevo rilassarmi, come se non fosse successo nulla, come se non mi ricordassi dell’incidente. Era finita, il dolore non c’era più e ora potevo dormire su quella cosa morbida su cui mi trovavo, senza altre preoccupazioni. Probabilmente, riuscii ad addormentarmi davvero, ma solo quando mi svegliai capii tutto.
Aprii gli occhi e nello stesso momento in cui lo feci la pace andò via, per lasciare spazio ad un terribile e martellante mal di testa. La luce del Sole sul mio viso mi fece richiudere gli occhi e me li stropicciai con una mano, perché l’altra era come bloccata da una presa stretta e forte. << Hope? >> una voce, la sua voce, mi stava chiamando.
<< Mmmh >> mugugnai, per poi schiarirmi la voce.
<< Mi senti? >>
<< Sì >> risposi, riaprendo gli occhi. Ero in ospedale, ovviamente. Derek era accanto a me, ma non aveva affatto un bell’aspetto: sembrava non dormisse da giorni, il viso era bianco e gli occhi erano contornati da delle strane occhiaie. Mi stava stringendo la mano destra, e sembrava proprio non avesse alcuna intenzione di lasciarla andare. Non ebbi tempo di dire altro, di salutarlo, di fare nulla, lui fu subito sulle mie labbra e mi baciò come se non lo facesse da tempo, accarezzandomi piano la guancia. Risposi al bacio, capendo il suo stato d’animo, probabilmente era stato in pensiero per me ed ora era felice di vedermi, così come lo ero io. Si allontanò un po’ dalle mie labbra, respirando affannosamente per riprendere fiato, e guardandomi negli occhi. Anche se non era nel migliore dei suoi aspetti, per me continuava ad assomigliare ad una divinità greca.
<< Scusa >> disse, tornando a sedersi << Come ti senti? >> mi chiese subito, con la voce tremante.
<< Ho mal di testa >> portai la mano libera sulla fronte, sentendola decisamente troppo grande. La mia espressione confusa fu subito colta da Derek, che mi spiegò.
<< Hai un bernoccolo, hai battuto la testa. Ti ricordi? L’incidente d’auto >>
<< Oh sì, è vero >> ricordavo perfettamente. Mi guardai e vidi qualche graffio sulle braccia, ma non sembrava avessi nulla di grave, e continuavo a non spiegarmi l’espressione del viso di Derek, preoccupata e timorosa. << Cos’hai? >> chiesi.
<< Io? >> sembrava cascare dalle nuvole.
<< Sì, sembri preoccupato. Non ho niente di grave, no? >> mi guardai ancora e mossi le gambe, non avevo nulla di rotto.
<< No, no. Non hai niente .. >>
Posai la mano sinistra sulla sua, che non abbandonava la mia. << Cos’hai? Ti ho fatto preoccupare, vero? Scusami! Vieni qui >> lo tirai a me e lui assecondò il movimento, alzandosi per darmi un piccolo, leggero, casto bacio sulle labbra.  Lo guardai corrugando le sopracciglia, mentre tornava seduto. << Derek, hai reagito meglio quanto ero piena di ferite e ossa rotte! >> continuava a non rispondermi. << Mi spieghi cos’è successo? Ti ha chiamato Lydia dopo l’incidente? >>
<< Sì, subito dopo, ma era già arrivata l’ambulanza >>
<< Ambulanza?! Pensavo mi aveste portato voi qui >>
<< No, io e tuo padre siamo arrivati dopo. Non ci hanno fatto entrare, non sapevamo nulla >>
<< Oh, Dio! Papà! Come sta? Si è agitato? E’ fuori? E Stiles?! >>
<< Sono entrambi fuori, insieme a Scott e gli altri >>
<< Siete stati veloci a venire >>
<< Io, tuo padre e tuo zio sì, gli altri sono arrivati dopo. Abbiamo aspettato un’ora prima di sapere qualcosa, io stavo impazzendo >>
<< Un’ora? A me sembrano essere passati pochi minuti >> cominciai ad essere confusa.
<< Perché sei svenuta. A me invece sembrava che i minuti non passassero mai. Ho rischiato anche di trasformarmi >>
<< Oh, Derek, mi dispiace tantissimo. Non volevo, non è stata colpa mia >>
<< Com’è successo? Ti ricordi? >>
<< Stavo attraversando un incrocio, l’altra auto mi aveva dato precedenza ma poi ho sentito come se qualcosa avesse fatto girare la macchina di Lydia e l’altra auto mi è venuta incontro >> spiegai, guardando Derek sbarrare gli occhi.
<< Hai sentito qualcosa? >>
<< Sì, non ti so spiegare esattamente cosa. Ma anche chi guidava l’altra auto è qui? >>
<< Sta bene. Hope, cerca di ricordare cos’è stato a spostare l’auto >>
<< Non lo so, non so spiegartelo. Era come se qualcosa l’avesse colpita >> Derek abbassò lo sguardo e strinse i pugni, pensando a chissà che cosa. << Derek? >>
<< Immaginavo che non fosse successo a caso >>
<< Che intendi dire? >>
<< Non è stata un’altra macchina a spostare la tua, e non sei stata tu. Può essere solo stato qualcosa, o qualcuno, di abbastanza forte da farlo >> mi spiegò, abbandonando per un po’ l’espressione agitata e continuando a stringere i pugni, sembrava volesse ringhiare.
<< Un lupo? >> domandai, visto che era la prima cosa che mi era venuta in mente.
<< O un altro mostro >> annuì.
<< Tu non sei un mostro >>
<< Più o meno >>
<< No, per niente. Comunque, possiamo pensarci dopo? Non capisco perché sia passato tutto quel tempo dall’incidente! Come mai avete dovuto aspettare un’ora? >> vidi di nuovo il viso di Derek cambiare, rattristirsi.
<< Ci sono state complicazioni >> sussurrò, sospirando. Aprì le mani, e sembrava come se stessero cominciando a tremare.
<< Perché ho battuto la testa? >> chiesi, visto che mi sembrava l’unica cosa più grave del resto.
<< No, no >>
<< E per cosa? >> Derek fece un profondo respiro, prendendomi la mano destra con entrambe le mani e guardandola. Aprì la bocca, ma la richiuse subito, e chiuse anche gli occhi. << Derek? >>
<< Sì, scusa >> riaprì gli occhi e tornò nei miei, ma non sembrava stare meglio. Ora tremava davvero, e il viso tornò ad essere attraversato da espressioni tristi e preoccupate.
<< Cosa c’è? Mi stai facendo preoccupare >> confessai. Non era da lui stare così.
<< E’ che io non … Non so come dirtelo. Non so neanche spigarmi come sia successo. Né quando. Non so nulla, non mi sono accorto di nulla. Non so neanche se tu lo sapevi >>
<< Sapevo cosa? >>
Respirò ancora affondo prima di ricominciare a parlare. << Melissa, la madre di Scott, inizialmente era venuta da noi a dirci che forse avevi bisogno di un’operazione, senza dirci quale o perché. L’ho seguita e le ho detto che se stavi male, io potevo aiutarti. Sai .. >>
<< Il morso >> continuai io.
Lui annuì. << Anche se spero di non arrivare mai a questo punto. Comunque, mi ha fatto capire che non ce n’era bisogno ed è tornata dopo un’ora a dirci che stavi bene, che non c’era stata alcuna operazione perché .. beh, era avvenuto naturalmente >>
<< Che cosa? >> io non me intendevo molto di medicina, ma sapevo che quando una persona aveva bisogno di essere operata, ne aveva bisogno e basta. Non esistevano miracoli o robe del genere che facevano sparire il male dal tuo corpo.
Sospirò << Vorrei tanto che non fosse successo nulla >>
<< Derek! >> lo ammonì, io volevo sapere! Cosa c’era stato di così pericoloso in me da dovermi sottoporre ad un’operazione che poi non c’era più stata?
<< Hope, tu .. tu hai .. >> mi strinse di più la mano e deglutì il nulla, facendomi forza per continuare a spiegarmi << Hai abortito, in modo naturale >>
Sbarrai gli occhi. << Cos..? No! Non può essere! >> Abortito? Io? Ma se non ero incinta! Una ragazza non può abortire senza essere incinta! No, non poteva essere vero, si erano sbagliati! Si erano assolutamente sbagliati!
<< Quindi neanche tu lo sapevi? >>
<< No! No, non è vero! >> liberai la mia mano da Derek, che mi guardava spaventato.
<< Hope .. >>
<< Che ha detto Melissa? >>
<< Hope, ti prego, calmati. Il tuo cuore sta .. >>
<< Non m’importa del mio cuore! Dimmi che ha detto! >>
Derek non mi aveva mai guardato con gli occhi così pieni di paura. << Ha detto che eri incinta da quasi due mesi, e che a causa dell’incidente hai abortito >> mi spiegò, cercando di toccarmi ancora, ma io mi spostai. Capii tutto, capii perché mentre avevo perso conoscenza sentivo quel dolore dentro di me, quel dolore che stava scivolando via dal mio corpo perché non desideravo altro che andasse via. Ero stata io, l’avevo voluto io.
<< Hope? >>
<< Io non capisco >> sussurrai, più a me stessa che a lui.
<< Neanche io, credimi >>
<< L’ho sentito >>
<< Cosa? Che hai sentito? >>
<< L’aborto. Mentre ero svenuta, sentivo dolore dentro il mio corpo e poi è andato via, perché ero io a volerlo. Lo stavo cacciando io >> istintivamente, mi misi entrambe le mani sulla pancia, cominciando a realizzare quello che era appena successo. << Io ero incinta >> lo dissi ad alta voce per convincermi da sola. << Quando è successo? >> chiesi poi, alzando lo sguardo verso Derek che mi guardava con gli occhi lucidi. Derek Hale, con gli occhi lucidi? Non gli detti molta importanza in quel momento, ero troppo sconvolta.
<< Non lo so. Ha detto quasi due mesi, quindi penso a fine luglio >>
<< Fine luglio? >> cominciai a pensare a quel periodo, un periodo bellissimo e spensierato. Non eravamo ancora stati in vacanza, ma era come se lo fossimo. Passavamo giornate intere insieme, nel suo loft, a coccolarci e a fare l’amore per recuperare il tempo perso durante il college. Ricordai che per due giorni Derek era sommerso di lavoro a causa di una banda di ladri e non potemmo stare molto insieme, così la mattina del terzo giorno Derek mi svegliò portandomi subito nella nostra tanto amata doccia. Ricordai di come, entrambi eccitati e con un unico pensiero in testa, non ci ricordammo del preservativo, almeno non subito. Derek lo mise quando ormai eravamo a metà rapporto, ed eravamo entrambi sicuri del fatto che non potevamo correre rischi perché era comunque venuto dopo. A quanto pare, ci eravamo sbagliati. << La doccia >> sussurrai.
<< Come? >>
Spigai tutto a Derek, facendogli ricordare dell’accaduto. << Non c’è altra spiegazione >>
<< Sono stato stupido >>
<< Lo siamo stati entrambi. E io ora ho .. oddio, io ho .. >> sentii gli occhi riempirsi di lacrime al solo pensiero. Io avevo ammazzato mio figlio. Il figlio di Derek. Nostro figlio. Per uno stupido incidente d’auto. Forse non era ancora del tutto un bambino, forse era ancora un piccolo feto non ancora formato, ma c’era. Fino a qualche ora fa, lo avevo dentro di me, e io non lo sapevo. Non mi ero neanche accorto della mancanza del ciclo, troppo presa da Derek, dalla sua proposta di vivere insieme, dall’estate, dal mio nuovo lavoro. Ero stata un’idiota, una stupida, una sconsiderata, e ora non potevo fare più nulla. Avevo sempre pensato al fatto che un giorno sarei rimasta incinta, ma non pensavo che succedesse così. Volevo aspettare un altro po’, parlarne con Derek, fare le cose per bene e con calma. E invece avevo rovinato tutto. Avevo appena sconvolto la mia vita e quella di Derek, come se non ne avessimo già passate abbastanza. Forse però questa era la cosa peggiore.
<< No, Hope! Non pensarci neanche! >> l’Alpha tentò ancora di toccarmi, probabilmente di abbracciarmi, ma io mi spostai, sentendo le lacrime rigarmi il viso.  << Hope, che c’è? >> mi chiese preoccupato. Era la prima volta che lo rifiutavo.
<< Voglio mio fratello >> sussurrai, prendendomi le ginocchia come se volessi abbracciarmi da sola. In realtà, in quel momento, avevo bisogno solo di mio fratello.
<< Cosa? >> sapevo che aveva sentito, lui poteva sentire tutto. Ma non capiva, non capiva perché in quel momento preferivo qualcun altro a lui.
<< Voglio Stiles. Ho bisogno di mio fratello. Ti prego >>
<< Ma io .. >>
<< Derek, ti prego >> lo supplicai ancora, e lui annuì in silenzio, alzandosi. Sembrava davvero triste mentre mi guardava per l’ultima volta.
Neanche un minuto dopo, la porta della mia stanza fu spalancata da Stiles e i suoi occhi diventarono rossi non appena incontrarono i miei. << Oh, Hope >>  
<< Vieni qui, ti prego >> lo pregai, spalancando le braccia.
Mio fratello chiuse la porta con un calcio senza neanche voltarsi e corse da me, sedendosi e abbracciandomi. Sentii i suoi singhiozzi nei miei capelli. Piangemmo insieme, stretti, senza lasciarsi, per qualche minuto, senza dire una parola.
<< Scusami, Stiles >> dissi fra i singhiozzi, senza mollarlo.
<< Se mi hai fatto venire qui per scusarti, me ne vado >>
<< Ma io .. >>
<< Tu niente! >> sciolse l’abbraccio, per guardarmi negli occhi << Hope, non hai nessuna colpa, nessuna! E’ successo, poteva succedere a chiunque. Sai quanti incidenti d’auto ci sono al giorno? >>
<< Io ero .. >> ancora una volta, non mi fece finire la frase.
<< Non lo sapevi! Non potevi saperlo! Succede a tantissime ragazze, anche se usano il preservativo, perfino la pillola! Avanti, abbiamo sempre visto insieme “Teen Mom” su MTV! Hai tutto il diritto di sentirti triste, ma non devi sentirti in colpa! >>  era incredibile, mio fratello era incredibile. Riusciva a farmi sorridere anche in momenti del genere, anche per un solo secondo nominando un programma televisivo.
<< E’ come .. come se fossi stata io a .. >>
<< No, Hope! No! Non hai ucciso nessuno, ok? Non è stata colpa tua! Vuoi sapere cos’ha detto Melissa, mh? Anche se ha detto che lo dirà anche a te >>
<< Che ha detto? >>
<< Che il feto non ha potuto sopravvivere all’impatto, allo scontro! Non sei stata tu, è stato l’incidente. Anche se non avessi avuto un aborto naturale, ti avrebbero dovuta operare >>
<< L’ha detto a te? >>
<< E a papà, poteva dirlo solo ai familiari veri e propri >>
<< Come sta papà? >>
<< E’ solo scosso, come tutti. Sta bene, vuole solo vederti >>
<< Mi dispiace così tanto >>
<< Ehi, avrai tante, tantissime occasioni per donarmi tanti bei nipotini scodinzolanti! >>
<< Scodinzolanti? >>
Sorridevamo con i volti rossi e gli occhi ancora bagnati, avremmo fatto ridere.
<< Certo, tanti piccoli cuccioli, come Derek! Speriamo piuttosto che non prendano il suo carattere >>
<< Come sta? L’hai visto? >>
<< E’ il più scosso di tutti, ovviamente. Non se l’aspettava. Quando Melissa ci ha detto tutto, sembrava stesse svenendo. Isaac e Scott lo hanno dovuto reggere! E poi quando mi è venuto a chiamare aveva gli occhi sbarrati, ma che gli hai fatto? Comunque e’ qui fuori, e sono sicuro che sta ascoltando e che per questa mia battuta sul suo carattere avrò un paio di minacce di morte >>
<< Zero privacy con i lupi, eh? >>
<< Già, ma lui ti ama. Glielo leggo negli occhi agitati e pieni di voglia di tornare qui dentro per stringerti al posto mio. Dici che con questa frase riesco a non essere minacciato? >>
Mi fece sorridere di nuovo. Avevo proprio bisogno di lui, avevo bisogno del suo sarcasmo, delle sue battute, del suo sorriso, dei suoi abbracci e delle sue parole.
<< Grazie, Stiles >>
<< Mi prometti di non sentirti in colpa? Per favore. Se vuoi puoi continuare a piangere, penso che lo farò anche io, ma niente sensi di colpa. Sei giovane, lo siamo entrambi. Fra qualche anno saremo circondati di bambini, solo che i tuoi vorranno azzannare i miei! >>
<< Va bene >> risposi, trattenendo una risata e asciugandomi le lacrime.
<< Chiamo Derek? Ha sofferto abbastanza lì fuori >>
<< Sì, grazie >>
<< Ci vediamo dopo. Ti voglio bene >>
<< Anche io >> mi baciò delicatamente la fronte, uscendo dalla stanza.
Derek entrò subito e il suo viso era ancora più stravolto, bianco, e triste. Si avvicinò piano al mio letto, restando in piedi.
<< Scusa per prima, non volevo respingerti >>
Lui annuì e notai ancora i suoi occhi lucidi. << Posso toccarti, adesso? >>
<< Puoi abbracciarmi, adesso? >>
Non se lo fece chiedere due volte e si sedette affianco a me, stringendomi fra le sue forti braccia mentre io ricominciavo a sentire le lacrime scendere sul mio viso.
<< Non piangere >> sussurrò, accarezzandomi.
<< Ho il permesso di Stiles. Lo hai minacciato? >>
<< No. Anche io vorrei che i nostri figli abbiano il tuo carattere e non il mio >> il mio cuore sussultò di felicità nel sentire Derek pronunciare “i nostri figli”. Mi liberai dalla stretta di Derek, tornando a guardare i suoi meravigliosi occhi verdi.
<< Derek, ti amo così tanto. Mi dispiace per tutto questo. Non volevo andasse così. Non sapevo niente, non avrei mai voluto che accadesse >>
<< Tu sei forte, non è stata colpa tua. Ti amo anche io, più della mia stessa vita, lo sai. Mi sono sentito morire quando ho saputo dell’incidente e poi dell’aborto. Sapevo che saresti stata male, sapevo che sarei stato io a darti questa notizia orribile e non sapevo come affrontare la cosa. Non capivo più nulla >>
<< Neanche io ci ho capito più nulla. Non ne avevamo mai neanche parlato >>
<< Beh, possiamo farlo adesso >> rivedere il sorriso di Derek fece sorridere anche me. Voleva parlare del nostro futuro, e non c’era cosa più bella. Lo baciai, buttandomi su di lui e sentendo ancora il suo sorriso nel mio. << O magari dopo, Melissa sta arrivando >>
Melissa stava venendo da noi, da me, per spigarmi tutto. Dovevo affrontare la cosa, ma non volevo essere sola. << Resti con me, vero? >>
<< Fin quando lo vorrai >>
<< Significa per sempre >>
Il sorriso che fece fu indescrivibile. Era sincero, bellissimo, pieno di gioia. << Per sempre >> confermò, prendendomi la mano per baciarla.







-----------------------------------------
Ciao a tutti! **
Scusate il ritardo, ma gli impegni mi sommergono! Ho finito adesso di scrivere il capitolo e spero tanto che vi piaccia, fatemelo sapere :D
Io continuo a ringraziarvi per le vostre STUPENDE recensioni, non so più che dirvi! Mi fate sempre felicissima, davvero tanto! Vi adoro, Grazie! *______*
A presto! <3

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** Live Together ***


Live Together
 

POV Derek

Avrei preferito affrontare mille mostri, lupi, e Kanima piuttosto che dire ad Hope quello che era successo. Ma dovevo farlo. Mentre lei era ancora addormentata mi stavo perfino preparando un discorso lungo e delicato, ma quando finalmente sentii i suoi occhi aprirsi me lo dimenticai tutto, troppo felice di vederla sveglia. Non appena si svegliò completamente non potei fare a meno di baciarla, furono l’istinto e il cuore a guidarmi in quel gesto. Lei mi guardò fin da subito preoccupata, sicuramente perché il mio aspetto non era dei migliori. Le spiegai come erano andate le cose, almeno all’inizio, senza riuscire ad accennare minimante l’aborto, e il suo ricordo dell’incidente mi lasciò perplesso.
<< Stavo attraversando un incrocio, l’altra auto mi aveva dato precedenza ma poi ho sentito come se qualcosa avesse fatto girare la macchina di Lydia e l’altra auto mi è venuta incontro >> mi aveva spiegato, e quel “qualcosa” attirò subito la mia attenzione.
<< Hai sentito qualcosa? >>
<< Sì, non ti so spiegare esattamente cosa. Ma anche chi guidava l’altra auto è qui? >> era assurda, si preoccupava del tizio che l’aveva investita!
<< Sta bene. >> le risposi, chiudendo subito quel discorso. Ero concentrato su altro. << Hope, cerca di ricordare cos’è stato a spostare l’auto >>
<< Non lo so, non so spiegartelo. Era come se qualcosa l’avesse colpita >> lo sapevo! Non poteva mai essere un caso, non nella mia vita. Chissà quale tipo di essere aveva colpito l’auto di Lydia e chissà qual era il suo motivo! Preso dai mille pensieri e della rabbia, mi dimenticai di rispondere ad Hope che mi chiamò << Derek? >> facendomi accorgere di come avevo stretto i pugni.
<< Immaginavo che non fosse successo a caso >> sibilai, sperando di trovare in fretta l’essere che aveva causato tutto questo e di stringergli la gola fino a farla scoppiare.
<< Che intendi dire? >>
<< Non è stata un’altra macchina a spostare la tua, e non sei stata tu. Può essere solo stato qualcosa, o qualcuno, di abbastanza forte da farlo >> cercai di non ringhiare mentre le spiegavo quello che pensavo e quello che quasi sicuramente era vero.
<< Un lupo? >>
<< O un altro mostro >> risposi annuendo.
<< Tu non sei un mostro >> sottolineò lei. Per lei non lo ero, ma la Bestia era ancora dentro di me, nascosta, pronta ad attaccare. Era solo in disparte, non si era scatenata negli ultimi anni e ora sembrava pronta a riemergere per la vendetta.
<< Più o meno >> annunciai, stringendo ancora i pugni e cercando di mantenere la calma, pensando al vero motivo per cui ero lì.
<< No, per niente. Comunque, possiamo pensarci dopo? Non capisco perché sia passato tutto quel tempo dall’incidente! Come mai avete dovuto aspettare un’ora? >> sapevo che prima o poi mi avrebbe chiesto qualcosa del genere, ma non ero pronto. Per niente. Liberai le mani dalla mia stessa presa, cominciando a sentire strani brividi.
<< Ci sono state complicazioni >>
<< Perché ho battuto la testa? >> chiese lei ingenuamente.
<< No, no >>
<< E per cosa? >>
Respirai profondamente, prendendole di nuovo la mano destra con entrambe le mani e guardandola. Aprii la bocca ma era come se le parole mi si fermassero in gola, e la richiusi, insieme agli occhi, cercando ancora una volta le parole giuste. << Derek? >> mi chiamò lei, ancora.
<< Sì, scusa >> riaprii gli occhi per tornare nei suoi, pieni di agitazione. Anche il suo cuore cominciò ad accelerare, ma mai quanto il mio.
<< Cosa c’è? Mi stai facendo preoccupare >> sapevo benissimo che la stavo facendo preoccupare e questo aumentava ancora di più la devastazione che stava avvenendo dentro di me.
<< E’ che io non … Non so come dirtelo. Non so neanche spigarmi come sia successo. Né quando. Non so nulla, non mi sono accorto di nulla. Non so neanche se tu lo sapevi >>
<< Sapevo cosa? >>
Era troppo, davvero troppo. L’incidente, il sapere che non era avvenuto per caso, l’aborto, il dare alla notizia ad Hope. Come potevo affrontare tutto questo?  Respirai ancora affondo prima di ricominciare a parlare. << Melissa, la madre di Scott, inizialmente era venuta da noi a dirci che forse avevi bisogno di un’operazione, senza dirci quale o perché. L’ho seguita e le ho detto che se stavi male, io potevo aiutarti. Sai .. >>
<< Il morso >> mi aiutò lei.
Annuii. << Anche se spero di non arrivare mai a questo punto. Comunque, mi ha fatto capire che non ce n’era bisogno ed è tornata dopo un’ora a dirci che stavi bene, che non c’era stata alcuna operazione perché .. beh, era avvenuto naturalmente >>
<< Che cosa? >>
Sospirai, desiderando di tornare indietro nel tempo. << Vorrei tanto che non fosse successo nulla >>
<< Derek! >> questa volta più che un richiamo, sembrava mi stesse sgridando. Voleva sapere, glielo leggevo in viso, lo sentivo.  
<< Hope, tu .. tu hai .. >> deglutii il nulla, facendomi forza, pronunciando quelle parole che mi sembrarono orribili << Hai abortito, in modo naturale >>
Come avevo immaginato, l’espressione di Hope cambiò subito. Gli occhi le si spalancarono, increduli, e la bocca rimase semi aperta, shockata. << Cos..? No! Non può essere! >> e anche lei, come me, non riusciva a crederci. Perlomeno, ebbi la conferma che neanche lei ne era conoscenza.
<< Quindi neanche tu lo sapevi? >> chiesi, volendo la vera conferma da lei stessa.
<< No! No, non è vero! >> con un movimento veloce e improvviso, liberò la sua mano dalla mia stretta, facendomi preoccupare più del dovuto.  
<< Hope .. >> sussurrai, ma lei cominciò ad alzare la voce, e il suo cuore sembrava volerle uscire dal petto.
<< Che ha detto Melissa? >>
<< Hope, ti prego, calmati. Il tuo cuore sta .. >>
<< Non m’importa del mio cuore! Dimmi che ha detto! >>
Ero spaventato. Per la prima volta in vita mia, Hope mi faceva paura. << Ha detto che eri incinta da quasi due mesi, e che a causa dell’incidente hai abortito >> le spiegai, cercando di riprenderle la mano, ma lei si spostò. Anche i suoi ormai fissavano il nulla, concentrati, increduli e impauriti. << Hope? >>
<< Io non capisco >> sussurrò, continuando a non guardarmi.
<< Neanche io, credimi >>
<< L’ho sentito >>
Mi lasciò sorpreso, del tutto. << Cosa? Che hai sentito? >>
<< L’aborto. Mentre ero svenuta, sentivo dolore dentro il mio corpo e poi è andato via, perché ero io a volerlo. Lo stavo cacciando io >> si mise entrambi le mani sulla pancia e disse ad alta voce << Io ero incinta >> come per convincersi da sola. Quel gesto, quelle parole, il suo cuore, la sua voce, mi fecero sentire malissimo. Ero io quello che doveva proteggere Hope da tutto e da tutti, e invece in quei mesi non mi ero accorto di nulla e ora lei soffriva forse come non aveva mai sofferto. Sentii i miei occhi diventare lucidi, cosa che non succedeva da tantissimi anni. << Quando è successo? >> chiese poi lei, alzando finalmente lo sguardo verso di me. Sembrava quasi non accorgersi del fatto che anche io stavo provando un dolore interiore terribile, e questa cosa non fece altro che aumentarlo.
<< Non lo so. Ha detto quasi due mesi, quindi penso a fine luglio >>
<< Fine luglio? >> chiese, come se si stesse rivolgendo a se stessa. Resto per un po’ in silenzio, a guardare la sua pancia, pensando. << La doccia >> sussurrò infine.
<< Come? >>
<< A fine luglio tu sei stato impegnato per due giorni interi per dei ladri, e il giorno dopo presi da altro ci siamo dimenticati del preservativo, te lo sei messo quando ormai avevamo iniziato. Non c’è altra spiegazione >>
Aveva ragione, non c’era altra spiegazione, e la colpa era tutta mia. Mi ricordai di quello che era successo, di come la voglia, l’istinto, l’eccitazione prevalsero sulla ragione fino a farmi dimenticare di una cosa fondamentale come quella. << Sono stato stupido >>
<< Lo siamo stati entrambi. E io ora ho .. oddio, io ho .. >> non riuscì a terminare la frase, ma il suo cuore parlò per lei. Pensava di aver ammazzato lei stessa il feto, il bambino. Gli occhi le si riempirono di lacrime, che cominciare a cascare sul suo bellissimo viso.
<< No, Hope! Non pensarci neanche! >> volevo abbracciarla, volevo stringerla fra le mie braccia e dirle che andava tutto bene, che poteva farcela insieme, più forti di prima, potevamo andare avanti. Ma lei si spostò ancora.  << Hope, che c’è? >> chiesi, più preoccupato che mai. Lei non aveva mai rifiutavo neanche una mia carezza. Mai.
<< Voglio mio fratello >> sussurrò, prendendosi le ginocchia e stringendole a sé.
<< Cosa? >> perché? Perché lui e non io? Perché non voleva mai? Pensava forse che era colpa mia?
<< Voglio Stiles. Ho bisogno di mio fratello. Ti prego >>
<< Ma io .. >> io volevo stare con lei. Non volevo andarmene! Volevo restare io lì a consolarla, a parlarle fin quando lei non avrebbe capito.
<< Derek, ti prego >> mi supplicò di nuovo. Leggevo nei suoi occhi rossi e pieni di lacrime che voleva Stiles e non me. Ma continuavo a non capirne il motivo. Mi misi in piedi, sentendo il mio cuore spaccarsi in due, sebbene non del tutto. Annuii verso Hope, non riuscendo a pronunciare neanche una parola, e mi voltai verso la porta, chiudendola poi alle mie spalle senza guardare di nuovo dentro. Mi misi accanto alla porta, con la schiena appoggiata al muro, non riuscendo ad allontanarmi. Presi il cellulare dalla tasca e scrissi un sms a Stiles “ Vieni qui. Subito. “. Non volevo allontanarmi da Hope, non in quel momento. Quando suo fratello arrivò il suo sguardo era spaventato e sorpreso allo stesso tempo, ma non gli detti occasione di chiedermi come stessi, perché non avrei saputo come rispondere. << Hope vuole vederti. Entra >> non se lo fece ripetere due volte.
Sentire Hope pregare suo fratello di andare da lei mi provocò una stretta al cuore, perché desideravo che quelle parole fossero rivolte a me e non a lui. Non si dissero nulla per qualche minuto, sentivo solo i loro singhiozzi. Ma quando iniziarono a parlare, quando cominciai a sentire la loro conversazione, mi resi conto del perché Hope aveva bisogno di suo fratello e non di me in quel momento. Loro erano legati da qualcosa che capivo benissimo perché anche io l’avevo provato anni prima, quando Laura faceva ancora parte della mia vita. Il legame che c’è fra fratelli è un legame forte, quasi invincibile. Loro avevano passato la vita insieme, avevano condiviso tutto, e Hope sentiva di dover condividere anche quel momento orribile con suo fratello. Rimasi piacevolmente sorpreso dal fatto che Stiles riuscì quasi subito a strappare un sorriso ad Hope, a rassicurarla, a farle capire che non era stata colpa sua, che poteva succedere a chiunque. La frase che mi fece sorridere dentro di me però fu << Ehi, avrai tante, tantissime occasioni per donarmi tanti bei nipotini scodinzolanti! >> bambini scodinzolanti, solo lui poteva arrivare a pensare una cosa del genere!
<< Scodinzolanti? >>
<< Certo, tanti piccoli cuccioli, come Derek! Speriamo piuttosto che non prendano il suo carattere >> non perdeva occasione di farmi innervosire, ma non aveva tutti i torti. Stiles continuò a consolare sua sorella, finendo con << Mi prometti di non sentirti in colpa? Per favore. Se vuoi puoi continuare a piangere, penso che lo farò anche io, ma niente sensi di colpa. Sei giovane, lo siamo entrambi. Fra qualche anno saremo circondati di bambini, solo che i tuoi vorranno azzannare i miei! >> e facendomi sorridere, sebbene interiormente, ancora.
<< Va bene >>
<< Chiamo Derek? Ha sofferto abbastanza lì fuori >>
<< Sì, grazie >>
<< Ci vediamo dopo. Ti voglio bene >>
<< Anche io >> sentii il rumore di un piccolo bacio, e poi Stiles mi fu di nuovo accanto.
<< Che brutta cera, sourwolf! >> annunciò.
<< Tu ti sei visto? >> chiesi, visto che anche lui aveva il viso bagnato e gli occhi rossi.
<< Entra >> si fece da parte.
<< Grazie >> dissi, ma non era solo perché mi aveva appena aperto la porta. Lui annuì, capendo tutto.
Quando entrai Hope aveva smesso di piangere, ma i suoi occhi erano ancora tristi.
<< Scusa per prima, non volevo respingerti >>
Quelle scuse sincere riuscirono a riattivare il mio cuore. << Posso toccarti, adesso? >>
<< Puoi abbracciarmi, adesso? >> ma solo quando mi chiese di abbracciarla tornai finalmente a sentirmi meglio. La strinsi a me, sussurrando << Non piangere >> perché aveva appena ricominciato. Le accarezzavo i capelli, non volendo mai più andarmene.
<< Ho il permesso di Stiles. Lo hai minacciato? >>
<< No. Anche io vorrei che i nostri figli abbiano il tuo carattere e non il mio >> sentii il suo cuore avere un sussulto quando pronunciai quelle due paroline. Le avevo pronunciate senza neanche accorgermene o dar loro importanza. Era naturale per me pensare al nostro futuro, insieme. Lei sciolse l’abbraccio, tornando a guardarmi.
<< Derek, ti amo così tanto. Mi dispiace per tutto questo. Non volevo andasse così. Non sapevo niente, non avrei mai voluto che accadesse >> Il mio cuore esplose di felicità.
<< Tu sei forte, non è stata colpa tua. Ti amo anche io, più della mia stessa vita, lo sai. Mi sono sentito morire quando ho saputo dell’incidente e poi dell’aborto. Sapevo che saresti stata male, sapevo che sarei stato io a darti questa notizia orribile e non sapevo come affrontare la cosa. Non capivo più nulla >>
<< Neanche io ci ho capito più nulla. Non ne avevamo mai neanche parlato >>
<< Beh, possiamo farlo adesso >> riuscii a sorridere e a farla sorridere con quella parole, mentre lei si buttava sulle mie labbra per baciarle e per continuare a sorridere. << O magari dopo, Melissa sta arrivando >> annunciai, sentendo i passi dell’infermiera arrivare.
Hope sembrò agitarsi di nuovo, probabilmente perché sapeva di dover affrontare di nuovo la cosa. << Resti con me, vero? >>
<< Fin quando lo vorrai >>
<< Significa per sempre >>
Non chiedevo altro. << Per sempre >> confermai, prendendole la mano per baciarla.
Melissa ci spiegò tutto, tutto quello che era successo dentro il corpo di Hope e che aveva provocato la morte prematura del feto. Ci disse che Hope aveva sicuramente battuto la pancia contro qualcosa e che il colpo era stato fatale per il feto. Continuava a chiamarlo così, il feto. Eppure io non facevo altro che immaginarmi un neonato dagli occhi chiari. Ero sicuro che anche Hope non riuscisse ad immaginare che un bambino, lo sentivo. Mentre Melissa continuava a spiegarci con mille termini medici quello che era accaduto, non lasciai la mano di Hope neanche per un secondo e lei versava lacrime silenziose, ascoltando. Tirammo entrambi un sospiro di sollievo quando l’infermiera disse che questo aborto non avrebbe influenzato per nulle le eventuali gravidanze future, e riuscimmo a sorridere un po’. Dopo la spiegazione medica che ci doveva, Melissa chiese ad Hope come si sentiva. << Sto bene. Sono solo .. scossa. Non sapevo nulla >> rispose lei, asciugandosi le lacrime.
<< Può capitare. Lo sai quante donne arrivano anche a partorire senza neanche sapere di essere incinte? >>
<< Davvero? >> chiese Hope sbalordita. Neanche io riuscivo ad immaginarmi come si potesse arrivare ad una cosa del genere.
<< Sì, tantissime! Comunque, l’importante è che tu stia bene. Dopo pranzo ti faremo qualche altro controllo e nel pomeriggio potrai tornare a casa, va bene? >>
<< Va bene! Melissa, puoi far venire qui mio padre, per favore? >>
<< Certo, non vede l’ora di vederti >> rispose sorridente l’infermiera, uscendo dalla stanza e lasciandoci di nuovo soli. Hope mi guardò sorridendo, con uno sguardo quasi divertito e strano.
<< Che c’è? >>
Lei non mi rispose, continuava a guardarmi e a stringermi la mano. Solo in quel momento realizzai cosa aveva in mente. << Vuoi parlargliene adesso?! >>
<< Perché no? >> chiese lei facendo spallucce.
<< Perché è già abbastanza sconvolto! >>
<< Non voglio più aspettare >>
Non feci in tempo a risponderle perché mi era appena arrivato un sms sul cellulare ed entrambi leggemmo il contenuto. Era di zio Peter. “ Poco fa lo sceriffo ha parlato con il tizio dell’altra auto. Ho sentito tutto, e non ha mentito. Ha detto che ha visto qualcosa andare a sbattere contro l’auto di Hope, un animale grosso e nero. Ha detto che poteva essere un orso, un leone di montagna, o un lupo. Abbiamo visite. “.
<< Un nuovo lupo? >> chiese Hope.
<< Già >> rimisi il cellulare al suo posto, cercando di non frantumarlo in mille pezzi.
<< Cosa vuole? >>
<< Non lo so, ma lo scoprirò. E poi lo ucciderò >>
<< Derek! >> mi sgridò lei, ma non volevo ascoltarla.
<< No, Hope, non cominciare! Ha cercato di ucciderti, lo capisci? >>
<< Potresti parlargli, prima di ucciderlo! >>
<< Oh, sì, gli parlerò eccome. Con i miei artigli conficcati nella sua gola! >>
Hope alzò gli occhi al cielo, senza rispondermi. << Tuo padre arriva >> annunciai.
Lo sceriffo aprì la porta pochi secondi dopo, correndo verso la figlia ed abbracciandola. Io mi feci da parte, mettendomi in piedi.
<< Stai bene? Come ti senti? >>
<< Sto bene, papà. Scusami >>
<< Non devi scusarti! Mi dispiace tanto piccola mia >>
<< Anche a me. Non volevo farti preoccupare >>
<< Mi basta che tu stia bene >> rispose lo sceriffo, abbracciando di nuovo sua figlia. Poi mi guardò << Derek, tutto bene? >>
Quella famiglia non smetteva mai di sorprendermi. << Sì, grazie >>
<< Volevamo parlarti di una cosa >> cominciò Hope, liberandosi dalla stretta del padre che si sedette accanto a lei.
<< Ditemi >> sentii il suo cuore agitarsi un po’, chissà cosa si aspettava che dicessimo. In realtà, anche il mio cuore cominciò a non essere nelle migliori condizioni.
<< Beh, ecco … >> Hope mi guardò ancora, forse sperando che fossi io a dire qualcosa. Ma si sbagliava. << Quando sono tornata dal college quest’estate, Derek mi ha chiesto una cosa. Sai, siamo grandi e stiamo insieme da tanto ormai … >>
<< Vi sposate? >> chiese all’improvviso lo sceriffo fermando Hope. Lo chiese in modo tranquillo ma noi, o almeno io, ci rimasi quasi morto. Sposarci? Matrimonio? Stavano succedendo troppe cose, tutte insieme!
<< No, no! >> rispose subito Hope, cominciando a diventare rossa sulle guancie << Derek mi ha chiesto di andare a vivere con lui >>
<< Oh, beh, immaginavo che prima o poi mi avresti detto una cosa del genere. Tuo fratello sta già cercando casa … >>
Hope prese la mano di suo padre << A te va bene? >>
<< Sì. Mi basta che tu sia felice >>
<< Sono felice con Derek >> rispose lei, facendo sussultare il mio cuore.
<< E tu, la tratterai bene? >> mi chiese suo padre.
<< Assolutamente >>
<< Sai benissimo che ho sempre la pistola con me, vero? >> quella minaccia camuffata da battuta mi fece sorridere, ma almeno era andato tutto bene. Il padre di Hope aveva detto di sì, per lui andava bene che sua figlia venisse a vivere con me, nel mio loft. Il mio desiderio di felicità si era appena avverato. Nonostante la giornata non fosse iniziata nel migliore dei modi e fosse continuava in modo ancora peggiore, ora sembrava davvero migliorare. Io ed Hope eravamo forti, soprattutto quando eravamo insieme, e quella sconvolgente notizia del suo aborto ci aveva travolti, ci aveva fatto stare male, ma l’avevamo affrontata insieme e avremmo continuato ad affrontarla per molto tempo, ne ero sicuro. Una notizia del genere, un momento del genere, non scompare così all’improvviso. Ma sapevo che ce l’avremmo fatto, sapevo che l’avrei fatta, grazie a lei. Durante il pranzo Melissa dette il permesso a tutti di entrare nella stanza di Hope e dopo le varie domande che ci fecero sull’accaduto, versando anche qualche lacrima, demmo loro la notizia della convivenza e riuscimmo a fargli sorridere. Ancora una volta, ci fu il discorso sul matrimonio. Erica chiese ad Hope << A quando le nozze? >> scherzando, ma il cuore di Hope sembrò accelerare per la gioia solo a sentir nominare quella parola. Forse era pronta. Forse voleva davvero passare il resto della sua vita con me, e c’era solo un modo per renderlo davvero ufficiale: il matrimonio. Non avevamo mai parlato neanche di quello. Forse lo avremmo fatto una volta a casa. A casa nostra. Finalmente potevo dirlo! Finalmente potevo avere Hope tutta per me, ogni giorno, ogni ora. Finalmente potevo svegliarmi accanto a lei senza dover correre via, e addormentarmi con lei senza bugie e timori. Potevamo iniziare la nostra vita insieme. Nonostante le difficoltà, ce l’avremmo fatta. Insieme. 








----------------------------------------
Ciao a tutti! **
Eccovi il nuovo capitolo con il POV dell'Alpha, spero davvero che vi piaccia! Sinceramente, a me non fa impazzire. Diciamo che è un capitolo di transizione o magari solo un brutto capitolo, probabilmente potevo fare di meglio. Scusate :(
Comunque, ancora una volta, G R A Z I E! Siete meravigliosi! *______*
A presto! <3

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** Welcome Home ***


Welcome Home

 

POV Hope

Nonostante l’orribile notizia che avevo avuto, ero riuscita a tornare a sorridere. Grazie a mio fratello, ai miei amici, e soprattutto grazie a Derek. Mio padre aveva acconsentito a farmi andare a vivere con lui e il sorriso che l’Alpha sfoderò mi riempì il cuore. Era davvero felice, come lo ero anche io. Fu imbarazzante sentir parlare di matrimonio da mio padre e da Erica, ma pensare a Derek vestito da sposo che mi aspetta alla fine della navata della chiesa mi faceva sentire terribilmente e stranamente felice e mi faceva sognare ad occhi aperti. Come per i bambini, non avevamo mai pensato al matrimonio. Non ne avevamo mai parlato e non sapevo neanche cosa ne poteva pensare lui. Quando mio padre nominò le nozze la reazione di Derek fu insolita, sembrava gli fosse andata qualcosa di traverso. Comunque, non ci pensammo più, almeno non subito. In ospedale mi fecero dei vari controlli e la sera stessa mi comunicarono che potevo tornare a casa. Quando i medici uscirono dalla mia stanza Derek tornò subito dentro e mi aiutò a mettermi in piedi. Notai che avevo i vestiti completamente rovinati e sporchi e mi sentivo uno straccio, ma di nuovo il viso del bellissimo lupo mi fece sorridere e mi fece sentire meglio. Chissà se sapeva il potere che aveva su di me.
<< Lo sai che sei tremendamente bello? E’ ingiusta questa cosa >> esclamai, facendolo ridere un po’.
<< Hai battuto di nuovo la testa? >>
<< No. Stavo solo pensando a te >>
<< Come ti senti? >>
<< Meglio, ora >>
<< Torniamo a casa? >> quando pronunciò la parola casa, i suoi occhi sembravano brillare.
<< Torniamo a casa >> confermai, abbracciando il mio Alpha.
Prima di arrivare al suo, nostro, loft, Derek parcheggiò l’auto nel vialetto di casa mia, della mia ormai vecchi casa. << Tuo fratello ti ha preparato il borsone per stanotte. Domani torniamo a prendere il resto >> mi spiegò. Quando entrammo in casa il primo ad accogliermi fu ovviamente Kopa che mi fece le feste e che abbracciai inginocchiandomi. Mio fratello e mio padre erano davanti a me, con accanto a loro il mio enorme borsone da viaggio. << Ehi >> gli salutai, andando verso di loro e aprendo le braccia. Mi abbracciarono entrambi, ed io ero immersa fra due dei tre uomini più importanti della mia vita. Il terzo stava osservando la scena dietro di me.
<< Quindi, te ne vai davvero >> cominciò Stiles, tirando su con il naso.
<< Ci vedremo sempre, ogni volta che vorrai. E lo stesso vale per te! >> annunciai, indicando poi anche mio padre.
<< Lo so. Qui ti ho messo il pigiama, i vestiti per domani e altre cose >>
<< Grazie >>
<< Verrai qui domani? Nel pomeriggio posso aiutarvi >>
<< Sì, grazie >>
<< Derek, non venire a lavoro domani. Avrai molto da fare qui >> disse mio padre e il lupo annuì, sapendo che aveva ragione. Non sarebbe stato facile impacchettare tutta la mia roba, e ci avremmo messo sicuramente tutta la giornata.
<< Ci vediamo domani? >> chiesi, rivolta a mio padre. Lui mi tirò a sé, abbracciandomi di nuovo.
<< Mi mancherai tanto >> sussurrò.
<< Anche tu >>
<< Domani pranziamo tutti insieme >> affermò, sciogliendo l’abbraccio.
Annuì e tornai da Derek, che nel frattempo aveva preso il borsone. Salutai per l’ultima volta la mia meravigliosa famiglia e chiamai Kopa a me.
Una volta in auto, chiesi a Derek se potesse sentire quello che Stiles e mio padre stessero dicendo. << Tuo padre ha chiesto a Stiles se ha fatto la cosa giusta a permettermi di vivere con me. Tuo fratello ha detto di sì, perché ti amo >>
Sorrisi fra me e me immaginandomi la scena.
Quando fummo davanti al suo loft Derek aprì la porta e Kopa corse subito sul divano. Io stavo per raggiungerlo, ma Derek mi bloccò dicendo << Devo fare una cosa >> e con un gesto inaspettato mi prese fra le sue braccia in modo da farci varcare la soglia insieme. << Benvenuta a casa >>
<< Non pensavo fossi così tradizionalista >>
<< Dicono porti fortuna >> rispose lui, poggiandomi delicatamente sul divano accanto a Kopa e baciandomi la fronte.
<< Credi a queste cose? >>
<< E tu credi ai lupi mannari? >>
<< Hai ragione. Quindi posso credere anche alle fate e ai vampiri? >>
<< Suppongo di sì >>
<< Ma tu non hai mai incontrato un vampiro! >>
L’Alpha alzò gli occhi al cielo, conoscendo la mia ossessione per i vampiri. << No, Hope >>
<< Che peccato … >>
<< Peccato? Vorresti che io incontrassi un vampiro? >>
<< Solo per vederne uno dal vivo, per vedere se sono come immagino! >> mi giustificai, facendolo sorridere.
<< Ti assicuro che non brillano alla luce >>
<< E tu che ne sai? >>
Aprì la bocca per rispondere alla mia provocazione, ma poi alzò di nuovo gli occhi al cielo. Magari stavo esagerando.
<< Ok, la smetto >> annunciai.
<< No, non sei tu. Lydia e mio zio stanno per bussare alla porta >>
<< Davvero? >> chiesi felice a Derek, ma non ebbe il tempo di rispondere perché lo superai ed andai verso la porta, aprendola e trovandomi davanti Peter e Lydia.
<< Ehi, come sapevi .. ? >> chiese Lydia.
<< Derek vi ha sentito >>
<< Giusto! Senti, vi va di vedere il nuovo film con Johnny Depp? Dicono sia bellissimo! >> chiese, mostrandomi il dvd che aveva fra le mani.
Stavo per rispondere di sì, che mi sarebbe piaciuto tantissimo vedere quel film, che magari avremmo potuto ordinare la pizza ed invitare anche Stiles, Scott e tutti gli altri, ma Derek, arrivato al mio fianco, mi precedette.
<< In realtà, Hope è molto stanca. Rimandiamo a domani? >> chiese, rivolto soprattutto a suo zio, che annuì subito.
<< Hai ragione, è stata una giornata pesante >> disse l’altro lupo.
<< Va bene, ma domani niente scuse! Anche perché, ormai siamo vicini >> annunciò Lydia, sorridendo e battendo le mani. Ci salutammo e una volta chiusa la porta mi rivolsi a Derek.
<< Hai detto una bugia >>
<< Lo so >>
<< E Peter può sentirlo >>
<< Esatto >>
<< E perché non ha detto nulla? >>
<< Perché ha capito >>
<< Capito cosa? >>
Derek mi prese di nuovo fra le braccia e corse verso il divano, facendomi sdraiare e mettendosi sopra di me. Tutto questo in meno di tre secondi.
<< Stasera non ti voglio condividere con nessuno. Ti voglio tutta per me >>
E con tutta, intendeva davvero tutta.
Mi lasciai andare alle sue carezze e ai suoi baci, rispondendo come meglio potevo. Non ci fu alcun angolo o parte del mio corpo a non essere accarezzata e baciata dal lupo, che sembrava essere più eccitato che mai e trasmetteva tutta quella voglia anche a me. Dal divano ci spostammo sul letto in camera sua, dove finalmente liberi dai vestiti potemmo di nuovo essere una cosa sola, l’uno dentro l’altra. Per un momento pensai che tutto il vicinato potesse sentirci, a causa di tutti i rumori e le urla di piacere. Volevo che Derek non smettesse mai di baciarmi ed accarezzarmi, volevo che non uscisse mai da dentro di me. Volevo che restassimo una cosa sola. Dopo che Derek venne dentro di me si liberò velocemente del preservativo che aveva messo fin da subito e tornò ad abbracciarmi, mentre io ansimavo ancora.
<< Ho capito cosa intendevi >>
Sentii la leggere risata di Derek sulla mia spalla e mi girai per immergermi di nuovo nei suoi occhi, che sorridevano insieme a tutto il suo viso. << Posso chiederti solo una cosa? >> lui annuì << Come ha fatto tuo zio a capirlo? >>
<< Odoravo di eccitazione, davvero tanto >>  mi spiegò, come se la cosa fosse del tutto normale.
<< Esiste un odore di eccitazione? >>
<< Sì. Esistono odori per quasi ogni cosa >>
<< Capisco >> in realtà non capivo molto.
<< Posso chiederti io una cosa, adesso? >> mi chiese l’Alpha.
<< Dimmi >>
<< Ho fatto bene a .. insomma, a mettere il preservativo? >>
Non mi aspettavo per niente una domanda del genere. << Oh, beh … Sì, se volevi metterlo >>
<< Tu volevi che io lo mettessi? >>
<< Non lo so >> era inutile mentire, lui poteva sentire tutto.
<< Mmh? >>
<< Non lo so. Non ne abbiamo mai parlato >>
<< Lo stiamo facendo ora >>
Avevamo appena iniziato quel discorso. Perfetto, pensai. << Beh, io non avevo mai pensato a .. cioè, io voglio dei bambini, prima o poi. Non so cosa ne pensi tu >> mi resi conto che avevo appena formulato una frase quasi priva di senso.
<< Io non mi sono mai immaginato come padre >> sussurrò lui, abbassando lo sguardo << Non so neanche se ne sarei capace >>
<< Neanche io. Io non so neanche a chi fare riferimento, io non ho mai avuto una mamma. Ma penso venga naturale, una volta che accade >>
<< Io .. beh, a me piacerebbe avere dei figli da te >>
Quella sua affermazione mi fece sorridere << Davvero? >>
<< Sì, se anche tu lo vuoi >>
<< Vorrei anche io dei figli da te, un giorno. Possiamo fare con calma. Sai, come fanno tutti >>
<< Parli del matrimonio? >> la sua voce tremò quando pronunciò l’ultima parola.
<< Oh, beh, anche >> sussurrai, un po’ imbarazzata.
<< Cosa ne pensi? >>
<< Mi stai chiedendo cosa ne penso del matrimonio in generale o cosa ne penso del matrimonio con te? >>
Lui alzò le spalle << Tutti e due >>
<< Ho sempre sognato il matrimonio. Penso sia una cosa bellissima. E penso che lo vorrò >>
<< Lo vorrai? >>
<< Se me lo chiedi >>
Derek non rispose.
<< Quando sarai pronto. Non dobbiamo forzare le cose >>
L’Alpha tornò a sorridere. << Va bene >>
<< Comunque, tornando a discorsi un po’ meno seri, grazie >>
<< Per cosa? >>
<< Per essermi stato vicino oggi, per avermi detto cos’era successo, per essere stato presente quando ho parlato a mio padre della convivenza. Per la meravigliosa serata >> aggiunsi, sorridendo maliziosa e facendo sorridere anche lui.
<< Ci sarò sempre >>
<< Anche io >>
<< Dormi ora, sei stanca >>
<< Buonanotte mio bellissimo Alpha >>
Gli baciai delicatamente le labbra, poggiando la testa sul suo petto mentre lui mi cingeva le spalle. << Buonanotte amore mio >>
La mattina dopo mi svegliai accanto al mio Derek, che dormiva nella stessa posizione in cui entrambi ci eravamo addormentati. Quella notte non si era dovuto nascondere nell’armadio ed io non avevo dovuto mentire a mio padre. Era meraviglioso. Mi spostai, baciandogli piano la fronte e alzandomi dal letto. Andai in bagno per farmi una doccia a rinfrescarmi. Ero ancora un po’ addormentata, ma quando mi affacciai alla finestra mi sembrò di vedere due puntini rossi fra gli alberi. Chiusi gli occhi, ma quando gli riaprii non c’era più nulla. Feci la doccia e indossai vestiti puliti, uscendo dal bagno e vedendo ancora Derek addormentato sul letto. Scesi le scale e Kopa mi fu accanto, facendomi le feste come suo solito. Presi il cellulare e trovai molti messaggi, fra cui quello del mio capo che mi diceva di aver saputo dell’incidente e che potevo prendermi due o tre giorni di vacanza. Altri messaggi erano di Lydia, che mi ricordava dell’appuntamento che avevamo preso per la sera, Scott, che mi chiedeva come stessi, e ovviamente Stiles, che mi augurava il buongiorno e diceva che non vedeva l’ora del pranzo. Mi misi a preparare la colazione a Derek, che scese una mezz’oretta dopo, ancora in boxer e con i capelli arruffati.
<< Hai osato fare la doccia senza di me? >> mi chiese, mentre Kopa faceva le feste anche a lui.
<< Solo perché non volevo svegliarti. E poi guarda, ti ho preparato la colazione! >>
<< Sei perdonata, ma ci rifaremo stasera >>
<< Siediti >> ordinai ridendo, e l’Alpha obbedì.
<< Non devi andare al lavoro, vero? >>
<< No. Il mio capo ha detto che posso prendermi due o tre giorni di vacanza. Possiamo andare subito a casa ad impacchettare tutto! >>
Facemmo colazione insieme e poi aspettai che Derek si preparasse per poi andare alla mia vecchia casa per iniziare. In due ore, non riuscimmo ad impacchettare neanche metà della mia roba. Sia perché ogni volta che avevo un oggetto o una foto in mano raccontavo a Derek la storia legata all’oggetto o alla foto, sia perché lui mi interrompeva spesso e volentieri con baci abbastanza lunghi. Arrivò presto l’ora di pranzo ed il primo a tornare a casa fu Stiles, che mi abbracciò sollevandomi da terra. Quando arrivò mio padre scendemmo tutti e pranzammo insieme, come spesso facevamo ormai. Nel pomeriggio Lydia e Peter vennero a dare una mano con i pacchi e finalmente alle sette di sera avevamo finito, così Derek e Stiles poterono riempire le loro auto di tutta la mia roba e portarla al loft, dove sarebbe rimasta per tanto, tanto tempo. L’appuntamento con gli altri era alla nove così io e Derek avemmo un’oretta per restare da soli, sebbene la prima cosa che feci fu prendere lo scatolone con tutte le foto e portarlo in camera. Presi una foto mia e di Derek e la misi sul comodino, cominciando poi a metterne altre in giro. << Vuoi una mano? >> mi chiese lui non appena salì. Annuì e anche lui cominciò a mettere foto e oggetti qua e là, chiedendomi poi << Questa dove vuoi metterla? >>
Mi voltai e vidi che aveva fra le mani la foto di mia madre, della mia bellissima mamma. La presi, mettendola sul comodino accanto al mio posto. << Va bene qui? >> chiesi.
<< Puoi metterla dove vuoi >>
Sorrisi, baciando ancora una volta il mio Alpha meraviglioso.
Restammo ancora un po’ a svuotare il primo scatolone e poi cominciarono ad arrivare gli altri, alle nove e mezza eravamo tutti. Ordinammo la pizza e finalmente potemmo vedere il nuovo film di Johnny Depp, bellissimo come sempre. Era appena finito il film e stavamo cominciando a chiacchierare come sempre, quando Derek ricevette una telefonata.
<< Pronto? … Kendra?! >> chiese, sorpreso. Notai che anche Peter sembrava sorpreso da quella telefonata. E ora chi diavolo era Kendra?







---------------------------------------------
Ciao a tutti! **
Scusate il ritardo, come al solito lo studio mi uccide >.< Comunque, vi ringrazio tanto per le recensioni che mi avete lasciato per l'ultimo capitolo che non meritava affatto tutte quelle belle parole, siete stupendi! *_____*
Spero che questo capitolo sia migliore! A presto! <3

Ritorna all'indice


Capitolo 7
*** Kendra ***


Kendra

 

POV Derek

Avere finalmente Hope tutta per me era un sogno che si avverava, e non avrei permesso mai a nessuno di portarmela via. Ecco perché quando sentii arrivare mio zio e Lydia alla nostra porta preparai una bugia per evitare di passare la serata tutti insieme. Avevo aspettato quel momento per troppo tempo e quella per me era stata una giornata difficile e faticosa, l’unica cosa che volevo era Hope, solo Hope. Mio zio capii benissimo che stavo mentendo, ma il mio odore gli fece capire anche il motivo. Non solo volevo passare la prima serata nel loft ormai nostro con lei, ma io volevo lei, il suo corpo, tutto il suo corpo, ogni parte, e soprattutto volevo che il mio corpo entrasse nel suo. Volevo le sue mani su di me, i suoi baci, le sue carezza, volevo sentire ancora i gemiti, le urla, volevo sentire il cuore di Hope impazzire. Odore di eccitazione, nient’altro. Anche Hope si rese conto che mio zio poteva aver sentito la mia bugia e spiegai anche a lei il motivo per cui non aveva battuto ciglio. Più che con le parole, glielo spiegai in fatti. E fu meraviglioso, come sempre.
Quando, sfiniti, ritornammo ad abbracciare sul letto, ormai nostro, raccolsi tutte le forze che avevo e mi feci coraggio, perché sapevo che prima o poi avremmo dovuto affrontare quel discorso.
<< Posso chiederti io una cosa, adesso? >>
<< Dimmi >>
<< Ho fatto bene a .. insomma, a mettere il preservativo? >> non sapevo in quale altro modo chiederlo. Hope non si aspettava di certo una domanda del genere.
<< Oh, beh … Sì, se volevi metterlo >> sembrava confusa.
<< Tu volevi che io lo mettessi? >> le chiesi ancora, cercando di riformulare al meglio la domanda.
<< Non lo so >> rispose, mentre il suo cuore cominciava ad accelerare. Ma io non mi accontentavo di certo di quella risposta.
<< Mmh? >>
<< Non lo so. Non ne abbiamo mai parlato >>
<< Lo stiamo facendo ora >> insistetti. Dovevo farlo. Dovevo capire.
<< Beh, io non avevo mai pensato a .. cioè, io voglio dei bambini, prima o poi. Non so cosa ne pensi tu >>
<< Io non mi sono mai immaginato come padre >> sussurrai, quasi imbarazzato, abbassando lo sguardo << Non so neanche se ne sarei capace >> prima di conoscere Hope io non ero mai stato capace di amare qualcuno fino in fondo, come potevo ora immaginarmi con un piccolo esserino fra le braccia? Un esserino troppo fragile per un mostro come me. Io non ero neanche dotato di molta pazienza, come potevo affrontare un bambino?
<< Neanche io. Io non so neanche a chi fare riferimento, io non ho mai avuto una mamma. Ma penso venga naturale, una volta che accade >>
Cominciai ad immaginarmi Hope sdraiata su un letto e con fra le braccia un bambino dagli occhi verdi come i suoi. Cominciai ad immaginarmi Hope come una mamma, e mi sembrava bellissimo. Forse, con il suo aiuto, anche io potevo diventare un papà.
<< Io .. beh, a me piacerebbe avere dei figli da te >> confessai, guardando il viso di Hope che veniva invaso da un’espressione felicissima.
<< Davvero? >>
<< Sì, se anche tu lo vuoi >>
<< Vorrei anche io dei figli da te, un giorno. Possiamo fare con calma. Sai, come fanno tutti >>
La prima cosa che mi venne in mente fu il matrimonio, perché tutti fanno così. Prima il matrimonio e poi i figli, come da tradizione, no? << Parli del matrimonio? >> la mia voce tremò, senza che io neanche me ne accorgessi.
<< Oh, beh, anche >> sussurrò lei, mentre le sue guancie diventavano più colorate.
<< Cosa ne pensi? >>
<< Mi stai chiedendo cosa ne penso del matrimonio in generale o cosa ne penso del matrimonio con te? >>
Alzai le spalle, perché non sapevo con precisione cosa rispondere, né cosa volevo sapere. << Tutti e due >>
<< Ho sempre sognato il matrimonio. Penso sia una cosa bellissima. E penso che lo vorrò >> il suo cuore sembrava essere pieno di felicità mentre lei mi diceva quella che pensava. Ma io ero più concentrato sull’ultima parte della frase.
<< Lo vorrai? >>
<< Se me lo chiedi >> rispose lei, ancora imbarazzata ma sorridente. Lei volevo che fossi io a chiederle di sposarmi, com’era giusto d’altronde. Ma io ero pronto? Non avevo mai preso in considerazione l’idea del matrimonio, né avevo mai avuto grandi esempi da seguire. Solo mio padre e mia madre. Erano una coppia felice, sì, ma erano stati divisi troppo presto. Io potevo affrontare una cosa del genere? Potevo inginocchiarmi e chiedere ad Hope di sposarmi? Lei come mi avrebbe risposto? E se non fosse stata pronta? Ma aveva appena detto che lo avrebbe voluto se io l’avessi chiesto. La mia testa stava impazzendo a causa di tutti quei pensieri, e dovetti concentrarmi al tempo stesso per evitare di tremare per una cosa così stupida. I troppi pensieri mi fecero anche dimenticare di rispondere. << Quando sarai pronto. Non dobbiamo forzare le cose >> aggiunse Hope, quasi leggendomi nel pensiero. Era incredibile e assurdo. Quella ragazza ormai riusciva a capirmi senza che io proferissi parola e non era neanche dotata di qualche superpotere al contrario mio. Mi fece tornare a sorridere e il mio sorriso fece comparire anche il suo. Forse era questo uno dei significati del matrimonio. Capirsi a vicenda, comprendersi, sostenersi. Sorridere insieme. Io sorridevo solo grazie al sorriso di Hope da tanti anni ormai, e avrei fatto di tutto per vedere quel sorriso fino alla fine dei miei giorni. A quanto pare, ero già pronto.
<< Va bene >>
<< Comunque, tornando a discorsi un po’ meno seri, grazie >>
<< Per cosa? >>
<< Per essermi stato vicino oggi, per avermi detto cos’era successo, per essere stato presente quando ho parlato a mio padre della convivenza. Per la meravigliosa serata >> le sue ultime parole e il suo sorriso malizioso mi fecero quasi ridere.
<< Ci sarò sempre >> annunciai, quasi come una promessa. Almeno per me lo era.
<< Anche io >>
<< Dormi ora, sei stanca >>
<< Buonanotte mio bellissimo Alpha >>
Mi baciò le labbra e poi tornò a poggiarsi sul mio corpo, mentre io la cingevo con le braccia. << Buonanotte amore mio >>
Non mi addormentai subito, ero immerso da troppi pensieri. La mia vita stava di nuovo avendo dei cambiamenti, dei bellissimi cambiamenti. Non sapevo ancora quando o come chiedere ad Hope di sposarmi, ma l’avrei fatto molto presto. Perché sapevo che lei lo desiderava, perché lo desideravo anche io, perché la volevo con me per sempre, perché volevo vederla diventare mamma, perché volevo vederla mentre mi aiutava a diventare un papà.
Il giorno dopo andammo a casa di Hope, la sua vecchia casa, per incominciare ad impacchettare tutta la sua roba. Ma non riuscimmo a fare molto. Sia perché Hope con i pantaloncini in jeans corti e stretti mi faceva impazzire, sia perché adoravo sentire le sue storie legate ad oggetti o a foto. Mi raccontò la storia di un paio dei suoi peluches, mi raccontò delle foto con suo fratello e suo padre al mare, della foto al parco con Scott, delle loro chiacchierata e dei loro giochi, delle foto di Kopa, di quanto era carino da cucciolo e di quanto era casinista, mi raccontò delle foto con Lydia, dei loro pigiama party, mi raccontò del viaggio a New York, delle foto del college, e senza che ce ne accorgessimo era arrivata l’ora di pranzo e con essere anche Stiles e lo sceriffo. Pranzammo tutti insieme per poi rimetterci ad impacchettare tutta la roba di Hope, aiutati anche da mio zio e Lydia che erano arrivati nel pomeriggio. Riuscimmo a finire tutto entro l’ora di cena e quella sera la passammo al nostro loft, tutti insieme, compresi gli altri Beta. Fu una serata normale fino a quando dopo la pizza e il film non ricevetti una telefonata.
<< Pronto? >>
<< Derek! Ciao! Come stai? Ti ricordi di me? >>
Non risposi perché no, quella voce femminile non mi ricordava proprio nulla.
<< Oh, avanti! Sono Kendra! >>
<< Kendra?! >>
Rimasi molto sorpreso da quella telefonata. Kendra era stata la mia migliore amica da quando ero piccolo fino ai miei quattordici anni, quando la sua famiglia si trasferì da qualche altra parte negli Stati Uniti. La sua famiglia, come la mia, era formata da licantropi. Erano i suoi genitori, lei e suo fratello più piccolo, Tom, e abitavano non molto lontano dalla mia vecchia casa nella radura. Erano molto vicini a noi e le nostre famiglie erano grandi amiche, ma dopo la loro partenza non avemmo più loro notizie. Fu due anni prima di Kate e dell’incendio, due anni prima che la mia vita cambiasse completamente. Non mi aspettavo di certo una chiamata da lei, e anche mio zio sentendo la sua voce restò sorpreso.
<< Sì! Ti ricordi, non è vero? >>
<< Sì, certo >>
<< Abiti ancora a Beacon Hills? >>
<< Sì, perché? >>
<< Oh, che bello! Sono tornata anche io! >>
<< Davvero? >>
<< Sì! Beh, per ora sto in hotel, sono tornata proprio oggi. Da quanto tempo che non ti sentivo! >>
<< Come hai avuto il mio numero? >>
<< E’ sempre lo stesso, non lo hai mai cambiato. E tu da quando sei così scontroso? >>
<< Oh, è che .. >>
<< Non fa niente, stai tranquillo! Posso venire a trovarti o hai da fare? >> mi chiese subito, mentre la sua voce sprizzava allegria. Era sempre stata una ragazzina allegra e solare, ci divertivamo molto insieme, da piccoli.
<< No, no, ehm .. puoi venire >> risposi, guardando Hope che a sua volta mi guardava confusa. Dissi l’indirizzo del mio loft a Kendra al telefono e lei rispose dicendo che sarebbe stata lì in un lampo, chiudendo la telefonata e non permettendomi di rispondere.
<< Chi era? >> mi chiese Hope.
<< Una vecchia amica >>
<< E sta venendo qui? >> chiese poi Stiles.
<< Sì >> risposi solamente, mentre tutti ormai erano concentrati su di me.
Mio zio prese la parola. << E’ Kendra, fa parte di una famiglia di licantropi che era molto vicina alla nostra. Andarono via da Beacon Hills due anni prima dell’incendio e ora vuole rivedere Derek >>
<< Meno male che Wendy non è qui >> sospirò Stiles, sollevato. In effetti aveva ragione, la sua ragazza non sapeva ancora nulla di tutti noi.
<< Eravate amici? >> mi chiese Isaac.
<< Sì, abbastanza >>
<< Beh è bello che stia venendo qui, no? >> Hope sorrise all’idea, chissà perché.
<< Sì, sono solo sorpreso >>
Una decina di minuti dopo noi lupi sentimmo dei passi arrivare verso il mio loft, Kendra era arrivata. Bussò alla porta e tutti si voltarono verso di me, in attesa che fossi io ad andare ad aprire. Sospirai e mi alzai, andando verso la porta, pronto a trovarmi faccia a faccia con una parte del mio passato. Quando aprii, Kendra era davanti a me e sorrideva. Era cambiata molto, ovviamente. Era poco più bassa di me, i capelli erano più lunghi di come me li ricordavo, ma erano sempre castani scuri e i suoi occhi sempre neri. Non me la ricordavo neanche così abbronzata e “formata”, forse perché a quattordici anni doveva ancora svilupparsi.
<< Ciao Derek! >> mi salutò, continuando a sorridermi.
Abbozzai un sorriso anche io, comunque contento di vederla << Ciao Kendra >>
<< Sei cambiato tantissimo! >>
<< Anche tu >>
<< Beh, non mi abbracci? >> mi chiese, aprendo le braccia.
Di nuovo, la richiesta mi lasciò sorpreso, ma non potei fare a meno di avvicinarmi a lei e abbracciarla, sebbene il suo abbraccio sembrasse più stretto del mio. Sentii il sussurro di Stiles << Da quando Derek abbraccia persone che non siano Hope? >>. Idiota.
Quando mi liberai dalla stretta di Kendra, sentii un odore strano, ma al tempo stesso familiare. << Sei un’Alpha >> affermai, e lei annuì.
<< Anche tu. Oh, ma eri in compagnia >> disse poi, mettendosi una mano davanti alla bocca << Non volevo disturbare >>
<< Non fa niente. Entra >> mi feci da parte per farla entrare e chiudere la porta, mentre mio zio si alzava e andava verso di lei. Guardai Hope, che accennava un sorriso. Kopa nel frattempo, sdraiato accanto alla sua padrone, cominciò a ringhiare. A Kendra bastò un piccolo sguardo per farlo smettere, ed Hope perse il sorriso, accarezzando il suo cane.
<< Ciao, Kendra >> la salutò mio zio.
<< Peter?! Ma, ma tu .. >>
<< No, non sono morto. Cioè, lo ero, è una storia lunga >>
Kendra fece per rispondere, ma Stiles la interruppe. << Lui era l’Alpha e voleva ucciderci tutti così Derek l’ha ucciso ed è diventato l’Alpha ma poi è rinato in un modo a me ancora quasi ignoto grazie all’aiuto di Lydia, la sua ragazza, e ora è un Beta come tutti gli altri >>
<< Grazie, Stiles >> disse mio zio, alzando gli occhi al cielo.
<< Di nulla >> rispose il ragazzo, facendogli l’occhiolino.
<< Da quando gli esseri umani possono sapere il vostro segreto? >> chiese Kendra, guardando Stiles, Hope e Lydia. Non ebbi tempo di rispondere, Kendra rivolse lo sguardo ad Allison, abbandonando l’espressione serena che aveva in volto << E da quando i cacciatori possono entrare in casa tua? >>
Scott strinse a sé Allison << Lei è diversa >> risposi io. Forse era la prima volta che difendevo Allison, e lasciai sorpresi quasi tutti. << Ci ha aiutato in più occasioni >> continuai, facendo rilassare la nuova arrivata.
<< Capisco >>
Mi avvicinai al resto del gruppo << Comunque, questo è il mio branco >>
<< Un branco strano >>
Non risposi alla provocazione. << I miei Beta sono Scott, Isaac, Erica, Boyd e Peter >> annunciai, indicando ciascuno di loro, come per presentarli.
<< Piacere di conoscervi >>
<< Poi ci sono Lydia, Allison, Stiles ed Hope >>
<< Piacere. Quindi, giusto per ambientarmi, Lydia è la ragazza di Peter e Allison di Scott, giusto? >>
<< Sì >>
<< E come mai il tuo cuore sembra essere sul punto di esplodere quando hai pronunciato il nome di quella ragazza? >> mi chiese Kendra, indicando Hope che sorrise.
<< Hope è la mia ragazza >> annunciai, guardandola e sorridendole.
<< Non ci posso credere! Hai una ragazza? >>
<< Da tanti anni, ormai >> risposi, mentre Hope si alzava e veniva al mio fianco, allungando una mano verso Kendra.
<< Sono contenta di conoscerti >>
<< Anche io, Hope! Non pensavo che Derek potesse mai avere una ragazza, sai, dopo Kate >>
Hope non rispose. << Sai di Kate? >> chiesi io, visto che non mi spiegavo il come.
<< So tutto, Derek. Volevo tornare qui da te e Laura quando ho saputo dell’incendio, ma i miei genitori non me lo permisero, avevano paura per me >>
<< Ah. Comunque, lei è completamente diversa >> dissi, stringendo Hope a me.
<< Lo vedo, siete carinissimi! >>
<< Vuoi sederti? >> le chiese Hope.
<< Oh, no grazie. Ero passata solo per un saluto veloce e non volevo disturbare! >>
<< Quindi, resti a Beacon Hills? >> chiesi io.
<< Sì, per ora. Ci sono così tante cose che voglio raccontarti e che tu devi raccontarmi! >>
<< Perché non pranzi qui da noi domani? >> chiese Hope sorridente.
<< Vivete insieme? >>
<< Ehm, sì, da ieri >> rispose Hope sorridendo imbarazzata.
<< Oh, ho fatto in tempo allora! >> disse Kendra ridendo << Mi farebbe molto piacere, grazie! Comunque ora devo proprio andare >>
La accompagnai alla porta << Ci vediamo domani >> la salutai.
Lei, inaspettatamente, mi abbracciò ancora. << Mi sei mancato >> Non risposi. << A domani >> mi salutò, facendomi l’occhiolino.
Non parlammo più di lei, non per il momento. Pian piano anche tutti gli altri cominciarono ad andare via e l’ultimo fu Stiles. Quando lui e sua sorella furono alla porta, sentii la loro conversazione. << Domani vengo anche io a pranzo qui >>
<< Va bene >> rispose Hope.
<< Non mi piace quella lì >>
<< Ma che dici! >>
<< Non mi piace, ed io ho fiuto per queste cose! Comunque, ci vediamo domani >>
<< Stai tranquillo, è solo una vecchia amica di Derek >>
Nel frattempo, ricevetti un sms anche da mio zio: “Domani ne parliamo.”
Neanche a me l’arrivo di Kendra era risultato così bello come a quanto pare era risultato ad Hope, ma non le detti molta importanza. Volevo solo godermi il resto della notte con la mia Hope, come avevamo fatto la notte prima.








----------------------------------------------------
Ciao a tutti! **
Scusate il ritardo, ma a fine maggio ho due esami nello stesso giorno e non so più dove sbattere la testa >.<
Comunque, spero che questo capitolo vi piaccia! Cosa ne pensate di Kendra? XD
Ovviamente, G R A Z I E per le recensioni! *__________*
A presto! <3

Ritorna all'indice


Capitolo 8
*** First Kiss ***


First Kiss

 

POV Hope

Non avrei mai pensato di ritrovarmi di fronte ad una persona del passato di Derek. Derek non mi aveva mai parlato di questa Kendra o della sua famiglia, che a quanto pare era molto vicina agli Hale, a detta di Peter. La reazione di Derek non mi fu del tutto chiara, più che felice di rivedere una sua vecchia amica mi sembrava sorpreso ed incredulo, come suo zio. Io invece, almeno inizialmente, ero abbastanza contenta di conoscere una persona che proveniva dal passato di Derek e che non gli aveva fatto del male ma anzi gli era stata amica. Quando Derek aprì la porta per accogliere Kendra tutti ci girammo, curiosi di vedere la nuova arrivata. Era bellissima, davvero bellissima. Era alta quasi quanto Derek, con lunghi capelli castani e occhi scuri, magra e abbronzatissima. Mi sembrò una modella e per un solo, piccolo istante desiderai avere il suo corpo. Non potevo lamentarmi del mio, ma la sua altezza era perfetta e anche la sua abbronzatura era da invidiare. 
<< Ciao Derek! >> esclamò, con voce allegra.
Derek non sembrava altrettanto felice. << Ciao Kendra >>
<< Sei cambiato tantissimo! >>
<< Anche tu >>
<< Beh, non mi abbracci? >>. Derek sembrò sorpreso da quella richiesta della sua amica che aveva aperto le braccia, ma acconsentì. Fu davvero strano vedere Derek abbracciare una persona, terribilmente strano.
<< Da quando Derek abbraccia persone che non siano Hope? >> sussurrò Stiles, facendomi distrarre dalla mia quasi-gelosia causata da un abbraccio del tutto innocente. Mi sentii un’idiota.
<< Sei un’Alpha >> esclamò poi Derek, liberatosi dall’abbraccio.
<< Anche tu. Oh, ma eri in compagnia >> disse lei, mettendosi una mano davanti alla bocca << Non volevo disturbare >>
<< Non fa niente. Entra >> Derek si spostò per far entrare Kendra e non appena chiuse la porta mi guardò. Gli sorrisi, ma lui non lo fece. Nel frattempo Kopa, sdraiato vicino a me, cominciò a ringhiare. Kendra voltò lo sguardo verso di lui per un secondo solo, ma le bastò per farlo smettere. Quella sua “mossa” non mi piacque, ovviamente, ma non potevo farci nulla.
<< Ciao, Kendra >> la salutò Peter e stavolta fu lei a restare sorpresa nel vedere il licantropo.
<< Peter?! Ma, ma tu .. >>
<< No, non sono morto. Cioè, lo ero, è una storia lunga >>
<< Lui era l’Alpha e voleva ucciderci tutti così Derek l’ha ucciso ed è diventato l’Alpha ma poi è rinato in un modo a me ancora quasi ignoto grazie all’aiuto di Lydia, la sua ragazza, e ora è un Beta come tutti gli altri >> spiegò Stiles, facendo alzare gli occhi di Peter verso il cielo, che però lo ringraziò.
<< Da quando gli esseri umani possono sapere il vostro segreto? >> chiese poi Kendra, guardando prima Stiles e poi me e Lydia. Infine, si voltò verso Allison << E da quando i cacciatori possono entrare in casa tua? >>
<< Lei è diversa. Ci ha aiutato in più occasioni >> spiegò Derek, lasciando increduli tutti noi e facendo rilassare la nuova arrivata. Il rapporto fra Derek e Allison negli anni era ovviamente migliorato, ma lui non era mai arrivato a difenderla in quel modo. << Comunque, questo è il mio branco >> continuò poi.
<< Un branco strano >> non aveva tutti i torti, ma c’era davvero bisogno di puntualizzarlo?
<< I miei Beta sono Scott, Isaac, Erica, Boyd e Peter >> spiegò Derek, presentandoli.
<< Piacere di conoscervi >>
<< Poi ci sono Lydia, Allison, Stiles ed Hope >>
<< Piacere. Quindi, giusto per ambientarmi, Lydia è la ragazza di Peter e Allison di Scott, giusto? >>
<< Sì >>
<< E come mai il tuo cuore sembra essere sul punto di esplodere quando hai pronunciato il nome di quella ragazza? >> chiese la lupa, indicandomi mentre sorridevo a causa della sua frase. Era bello sapere che il cuore di Derek batteva ancora forte solo nominandomi, infondo anche il mio sembrava esplodere ogni volta che lo vedevo.
<< Hope è la mia ragazza >> annunciò, rispondendo al mio sorriso e facendo sussultare il mio cuore. Come poteva essere così bello?
<< Non ci posso credere! Hai una ragazza? >>
<< Da tanti anni, ormai >>
Decisi di alzarmi ed andare verso di loro, allungango una mano verso Kendra << Sono contenta di conoscerti >>
<< Anche io, Hope! Non pensavo che Derek potesse mai avere una ragazza, sai, dopo Kate >>
Non risposi, perché non sapevo cosa dire. Non mi piaceva parlare di Kate, né sentirla nominare, e sapevo che anche Derek preferiva non pensarci. Di nuovo, mi chiesi che bisogno c’era di puntualizzare una cosa del genere, ma cercai di fare un sorriso di cortesia.
<< Sai di Kate? >> le chiese Derek, non capendo.
<< So tutto, Derek. Volevo tornare qui da te e Laura quando ho saputo dell’incendio, ma i miei genitori non me lo permisero, avevano paura per me >>
<< Ah. Comunque, lei è completamente diversa >> esclamò, stringendomi a sé e facendomi tranquillizzare. Probabilmente aveva sentito il mio cuore in preda all’agitazione a causa del nome di Kate.
<< Lo vedo, siete carinissimi! >>
<< Vuoi sederti? >> le chiesi, per educazione.
<< Oh, no grazie. Ero passata solo per un saluto veloce e non volevo disturbare! >>
<< Quindi, resti a Beacon Hills? >>
<< Sì, per ora. Ci sono così tante cose che voglio raccontarti e che tu devi raccontarmi! >>
<< Perché non pranzi qui da noi domani? >> le chiesi ancora, sorridendole e cercando di essere il più cordiale possibile. Infondo era una vecchia amica di Derek ed ero felice per lui, dovevo essere felice per lui.
<< Vivete insieme? >> chiese la nuova licantropa, con un tono che sembrava dire “Non è possibile!”
<< Ehm, sì, da ieri >> risposi imbarazzata.
<< Oh, ho fatto in tempo allora! Mi farebbe molto piacere, grazie! Comunque ora devo proprio andare >>
Io annuii, mentre Derek la accompagnava di nuovo alla porta. << Ci vediamo domani >> la salutò.
Lei abbracciò di nuovo il mio Alpha e un brivido mi percorse la schiena. Non potevo essere gelosa di uno stupido abbraccio! Non dovevo. << Mi sei mancato >> aggiunse lei, mentre io cercavo di non guardare troppo. << A domani >> salutò poi, facendo l’occhiolino. Era solo un’amica, solo un’amica, continuavo a ripetermi in testa. E’ del tutto normale che si abbraccino e che lei sia così contenta. Anche io abbracciavo spesso Stiles e Scott, era normale. Tutto normale.
Nessuno parlò o chiese nulla di Kendra e pian piano tutti cominciarono ad andare via. Mio fratello si bloccò alla porta, annunciandomi << Domani vengo anche io a pranzo qui >>
<< Va bene >>
<< Non mi piace quella lì >>
<< Ma che dici! >> in realtà non avrei voluto rispondere così. Avrei voluto chiedergli il perché, avrei voluto dirgli quello che pensavo sul serio, ma Derek era a pochi passi da noi e sapevo che poteva sentire tutto. Non volevo che pensare che la sua amica non mi piacesse, volevo che sapesse che ero felice per lui.
<< Non mi piace, ed io ho fiuto per queste cose! Comunque, ci vediamo domani >>
<< Stai tranquillo, è solo una vecchia amica di Derek >>
Salutai mio fratello e poi ritornai da Derek, passando il resto della notte come ormai facevamo sempre. I suoi baci e le sue carezze mi fecero dimenticare di Kendra, almeno per il momento.
La mattina seguente fui svegliata dal rumore della doccia, o meglio dal suono dell’acqua che scorreva. Derek non era più accanto a me e notai che erano già le otto di mattina, lui doveva tornare al lavoro. Restai nel letto, aspettando che Derek ritornasse in camera e quando lo vidi ringraziai ancora una volta il cielo per avermi donato un essere umano, o licantropo, come lui. Mi si presentò davanti con addosso solo un asciugamano che copriva le sue parti basse e aveva i capelli ancora scompigliati e bagnati, poteva esistere modo migliore di iniziare la giornata?
<< Buongiorno >> mi sorrise lui, venendosi a sedere affianco a me.
<< Ti prego, dammi sempre il buongiorno in questo modo >>
Lo feci ridere, mentre si piegava per arrivare a darmi un bacio. << Solo se tu farai lo stesso >>
<< Per me va bene >>
<< Come ti senti? >> mi chiese, sempre attento alla mia salute. In effetti non era passato molto tempo dal giorno terribile dell’aborto.
<< Bene. Penso che domani tornerò a lavoro >>
<< Se te la senti >>
<< Me la sento >> sapevo che Derek preferiva sapermi sana e salva a casa piuttosto che in giro a scansare incidenti, ma dovevo assolutamente tornare al lavoro. << Quando torni? >>
<< Per l’ora di pranzo. Hai bisogno di qualcosa? >>
<< No. Verrà anche Stiles, te l’ho detto? >>
<< No, ma l’ho sentito ieri. Non gli piace Kendra, eh? >>
<< Vedrai che gli passerà. Comunque, è meglio che tu vada a vestirti altrimenti ti farò far tardi, molto tardi >>  sorrisi maliziosamente al mio Alpha che mi baciò ancora, prima di fare come gli avevo chiesto.
Passai la maggior parte della mattinata ad annoiarmi davanti alla tv e quando finalmente arrivò l’ora di pranzo potei iniziare a preparare. Il primo ad arrivare al loft fu mio fratello.
<< Ho dovuto mentire a Wendy >> annunciò amareggiato non appena entrò in casa, per poi buttarsi sul divano.
<< Perché, scusa? >>
<< Perché voleva venire anche lei qui a pranzare, saresti stata d’accordo no? >>
<< Certo >>. Adoravo Wendy, era una ragazza solare e divertente e amava ascoltare, il che era perfetto per un ragazzo logorroico come mio fratello. Mi piaceva vederli insieme, mi piaceva vedere mio fratello felice e innamorato. L’unico problema era tenerle nascosto dei licantropi e di tutto il resto.
<< Ecco. Ma io ho pensato che i due bei licantropi cominceranno a parlare proprio di licantropi e altre cose strane per le orecchie di Wendy, quindi ho dovuto dire che l’amica di Derek è antipatica >>
<< Stiles! >>
<< Che c’è?! Cos’altro potevo dire? >>
<< Qualsiasi cosa >>
<< E’ stata la prima cosa che mi è venuta in mente! Comunque, quando arriva? >>
<< A momenti, suppongo >>
<< Sei davvero felice come sembravi ieri? >>
<< E’ solo un’amica >> risposi, cercando di convincere anche me stessa.
<< L’ha abbracciato. Più volte >>
<< Io abbraccio sempre te e Scott >>
<< Io sono tuo fratello. E Scott, beh, è Scott! >>
<< E Kendra è Kendra. Sono amici, tutto qui >>
<< Come vuoi, a me non piace >>
Non risposi, terminando lì la conversazione su Kendra. Non volevo rendere la cosa ancora più difficile di quanto lo era già. Circa una decina di minuti dopo sentimmo bussare alla porta ed io pensai subito che fosse Derek, andando ad aprire.
Era Derek. Con Kendra. Tutto normale, era tutto normale.
<< Ciao >> salutai entrambi.
La mia faccia perplessa doveva essere molto esplicita visto che Derek mi spiegò subito << Mentre tornavo ho visto Kendra venire qui a piedi, così le ho dato un passaggio >>
<< Oh, hai fatto bene! Entrate >>
<< Grazie >> mi rispose Kendra, sorridendo sotto i baffi.
<< Il pranzo è pronto >> annunciai, mentre mi voltavo verso mio fratello che mi lanciò uno sguardo come per dirmi “Te l’avevo detto!”, per poi salutare i nuovi arrivati.
Occupammo i quattro lati del tavolo ed io mi sedetti di fronte a Derek dopo aver servito a tutti il primo piatto. << Buon appetito >> dissi poi, iniziando a mangiare.
<< E’ molto buono, Hope >>
<< Grazie Kendra >>
<< Sai fare altro, oltre a cucinare? >>
Quella domanda mi era sembrata abbastanza ambigua. << Ehm, sono una giornalista >>
<< Oh, che brava >> il suo entusiasmo non era affatto contagioso.
<< Kendra, mi avevi detto che mi avresti spiegato tutto >> esclamò Derek.
<< Bene, visto che sei così impaziente .. Quando ci siamo trasferiti la nostra vita era abbastanza tranquilla, ma come ti ho detto quando ho saputo quello che era accaduto qui volevo tornare, i miei non me lo permisero. Siamo stati bene fino a quando non abbiamo incontrato il branco di Deucalion >>
<< Deucalion?! >>
Il ricordo di Deucalion, di Kalì, Ennis, dei cacciatori, mi fece rabbrividire. Erano ricordi lontani ormai, eppure dentro di me erano ancora vicini.
<< Sì. Per prima cosa, uccisero i miei genitori, perché non volevano far parte del branco. Io e mio fratello volevamo vendicarli, ma non ce l’abbiamo fatta. Tom è morto, io sono riuscita a scappare e ad uccidere uno di loro, diventando un’Alpha. Sono venuta qui perché dopo tanto tempo ho saputo che sei stato tu ad eliminare quel branco >>
<< Mi spiace >> disse Derek, abbassando lo sguardo. Anche io mi dispiacqui per lei, sicuramente non era stato facile perdere tutta la famiglia in un modo così brutto e atroce.
<< Non fa niente, è passato. Anzi, ti ringrazio per averli eliminati >>
<< Siamo stati aiutati dai cacciatori, dagli Argent. Altrimenti sarebbe stato molto più difficile >>
<< Comunque ora non ci sono più, è questo che mi interessa! Ora voglio vivere serena nella mia amata Beacon Hills con il mio vecchio migliore amico! >> esclamò, rivolgendo uno sguardo felice a Derek. << Piuttosto, perché non mi racconti di te e Hope? >>
L’Alpha mi sorrise << E’ una storia lunga >>
<< Una storia lunga e romantica! >> intervenne mio fratello << Sai, all’inizio è stato difficile fargli ammettere quello che provava, ma quando è successo eravamo tutti sotto shock! Nessuno credeva che Derek sarebbe stato capace di amare così tanto Hope. Era disperato quando i cacciatori rapirono Hope per attirare lui, ma riuscimmo a sconfiggerli! Per non parlare della lotta contro il branco di Deucalion, Derek era disperato, ma quando è arrivata Hope si è ripreso alla grande! Sono una forza, insieme >> concluse la frase terminando anche il suo primo piatto.
<< Che storia! Sono curiosa, chi ha preso l’iniziativa per il primo bacio? >> chiese Kendra, rivolta ad entrambi.
<< Io. Eravamo in camera sua e lei stava piangendo perché ero stato ferito dai cacciatori e quindi .. >> Derek stava continuando a raccontare, ma fu interrotto dalla lupa.
<< Allora è proprio una tua caratteristica! Ricordo che anche al nostro primo bacio prendesti l’iniziativa! >>
Se non avessi già finito di bere l’acqua, l’avrei sputata tutta addosso a Derek. Mi misi a fissare il piatto vuoto di fronte a me, mentre nella mia testa echeggiavano tre parole: Nostro. Primo. Bacio.
<< Ehm, il vostro primo bacio? >> chiese Stiles, incredulo quanto me.
<< Sì! Come, Derek non vi ha detto nulla? Fu poco prima della mia partenza! Entrambi non avevamo ancora baciato nessuno e decidemmo di provare insieme, per vedere com’era. Fu Derek ad iniziare e non fu per niente un bacio casto! >> rise, terminando la frase.
Io continuavo a fissare il piatto, incredula, sentendo i nervi arrivare a fior di pelle.
<< Hope? >> mi chiamò Derek.
<< Che storia carina. Vi porto la carne >> risposi, senza neanche guardarlo.
Per il resto del pranzo riuscii ad evitare lo sguardo preoccupato di Derek e mi limitai a rispondere con monosillabi a qualsiasi domanda mi ponessero lui o Kendra, mentre mio fratello il più delle volte rispondeva per me. Quando terminammo mi sentii libera, visto che ero stata costretta ad ascoltare non so quante altre storie felici sull’infanzia e la preadolescenza di quei due. Kendra disse che doveva scappare e così ci salutò, abbracciando Derek, ovviamente. Quando accompagnai mio fratello alla porta, mi chiese << Vuoi che resto? Posso dire a Wendy che farò più tardi >>
<< No, vai pure. Grazie di tutto >>
Abbracciai Stiles sentendomi un po’ meglio, ma quando chiusi la porta dovetti di nuovo sentire lo sguardo di Derek su di me.
<< Hope? >> mi chiamò ancora.
<< Vado a lavare i piatti >> annunciai, superandolo, ma lui mi prese per un braccio, facendomi voltare.
<< Cos’hai? >>
<< Nulla, voglio solo lavare i piatti >>
<< Stai mentendo >>
<< Posso andare in cucina? >>
<< Perché non mi guardi? >>
Alzai lo sguardo, incontrando i suoi occhi preoccupati. Non riusciva a capirmi.
<< Dimmi cos’hai, ti prego >>
Sbuffai << Secondo te? >>
<< Hai cambiato umore da quando Kendra ha parlato del bacio >>
<< Appunto >>
<< Stai così per quello? Non significa niente! >>
<< Lo so, hai ragione. Ora posso andare? >>
<< Stai continuando a mentirmi. Hope, eravamo dei bambini >>
<< Degli adolescenti, o quasi. E comunque non mi interessa, eri libero di fare ciò che volevi. Sei libero anche adesso. Mi chiedo solo perché tu non me l’abbia detto >>
<< Era una cosa che avevo quasi dimenticato! Non ha alcuna importanza! >>
Alzai le spalle << Come vuoi >>
<< Hope, smettila. Non puoi essere gelosa di Kendra >>
<< Io non .. >> sbuffai ancora, sapendo che era inutile mentire << Sì, sono gelosa. Lei è perfetta, non ha nulla che non va. Insieme sembrereste due divinità scese dal cielo! E poi ti guarda in un modo .. e quegli abbracci .. >>
<< Se è per questo anche io ho dovuto sopportare quel ragazzino, Ethan, quando ti corteggiava >>
<< Stai parlando di una cosa successa anni fa >>
<< Perché, tu no? >>
<< Uffa! Hai ragione, basta! Mi ha solo dato fastidio, poteva evitare >>
<< Questo è vero. Ma non puoi essere arrabbiata con me per una cosa del genere >>
<< Non sono arrabbiata con te! Dico solo che mi sarebbe piaciuto sapere già questa cosa, invece di venirla a sapere così >>
<< Va bene, ti chiedo scusa >>
<< Non fa niente >>
<< Ci stai pensando ancora >>
<< Penso a lei! E’ così dannatamente perfetta .. >>
<< Oh mio Dio, Hope! Lei potrà anche essere perfetta ma per me è solo una vecchia amica! Non significa nulla! Sei tu che ai miei occhi sei perfetta! Sono i tuoi occhi a farmi impazzire! E’ il tuo corpo che fa eccitare il mio! Sei tu che mi hai fatto innamorare! Sei tu che mi hai fatto cambiare ed imparare ad amare! Sei tu la ragazza di cui sono innamorato e che amo con tutto me stesso! Sei tu la ragazza che voglio sposare! >>
Spalancai gli occhi, forse avevo capito male. << Cosa? >>
Derek sospirò, calmandosi, e fece due passi in avanti, per ritrovarsi a pochi centimetri da me. << Sei tu la ragazza che voglio sposare >> ripeté, con voce più tranquilla e sicura.
Non riuscivo a credere che Derek Hale si stesse inginocchiando di fronte a me.
 







---------------------------------
Ciao a tutti! **
Chiedo scusa per il ritardo, gli esami sono sempre più vicini T_T 
Spero che questo capitolo vi piaccia! Grazie mille per le recensioni, come sempre siete gentilissimi e stupendi! *______*
A presto! <3
PS: Il trailer della terza stagione e lo sneak peek mi hanno letteralmente sconvolta. ANSIA.

Ritorna all'indice


Capitolo 9
*** Will You Marry Me? ***


Will You Marry Me?

 

POV Derek

La notte che passai con Hope, dopo il ritorno di Kendra e dopo la sua presentazione al branco, fu meravigliosa. Non solo perché la passai a fare l’amore con lei, ma anche perché mi permise di pensare. Pensare a Kendra mi aveva fatto tornare alla mente gli anni della mia infanzia e della mia prima adolescenza, quando vivevo la mia vita nel modo più normale possibile, nonostante fossi un licantropo. Mi aveva fatto ripensare alla mia famiglia, a mia madre, mio padre, mia sorella, a tutti i miei zii e i miei cugini. Eravamo una famiglia numerosa e felice ed io non me ne ero mai reso conto se non quando mi fu strappata via. Amavo la mia famiglia, l’amavo ancora, anche se non c’era più. E amavo la mia nuova famiglia, la mia piccola nuova famiglia composta dalla mia ragazza e il suo cane, da suo padre, suo fratello e i nostri amici. Guardando Hope dormire fra le mie braccia mi resi conto che non potevo chiedere di meglio, che non potevo fare altro che ringraziare chiunque si trovasse nel cielo per aver fatto in modo che io la incontrassi. Avevo una nuova famiglia solo grazie a lei e stavo cominciando a pensare di renderla più grande solo grazie a lei. Non ero ancora del tutto pronto all’idea di diventare padre, ma all’idea di diventare un marito sì. Volevo diventare il marito di Hope, volevo che lei diventasse mia moglie, volevo che fosse mia in tutti i modi possibili, per sempre.
La mattina dopo mi svegliai prima di Hope e decisi di lasciarla dormire ancora un po’, alzandomi e andando in bagno. Mentre ero sotto la doccia la sentii svegliarsi e poco dopo fui di nuovo da lei, che era ancora nel letto in slip e reggiseno, mezza addormentata. Il suo cuore batté più in fretta quando mi vide arrivare ed io sorrisi ascoltandolo.
<< Buongiorno >> la salutai, andandomi a sedere affianco a lei.
<< Ti prego, dammi sempre il buongiorno in questo modo >>
Mi resi conto che si riferiva al fatto che indossavo solo un asciugamano e risi, baciandole le labbra. << Solo se tu farai lo stesso >>
<< Per me va bene >>
<< Come ti senti? >>
<< Bene. Penso che domani tornerò a lavoro >>
Non volevo dirle che secondo me sarebbe stato meglio per lei restare a casa ancora un po’, così optai per una risposta diversa. << Se te la senti >>
<< Me la sento >> sembrava come se mi stesse dicendo “Stai tranquillo, non c’è bisogno di preoccuparsi”, ma per me il giorno dell’incidente era ancora troppo vicino.  << Quando torni? >>
<< Per l’ora di pranzo. Hai bisogno di qualcosa? >>
<< No. Verrà anche Stiles, te l’ho detto? >>
<< No, ma l’ho sentito ieri. Non gli piace Kendra, eh? >>
<< Vedrai che gli passerà. Comunque, è meglio che tu vada a vestirti altrimenti ti farò far tardi, molto tardi >>  mi sorrise, facendomi ben intendere cosa volesse dire. La baciai di nuovo e feci come mi aveva chiesto, anche perché quella mattina avevo altro da fare, prima di andare al lavoro.
Visto che mio zio non lavorava, mi presentai dietro la porta di casa sua non appena uscii dalla mia.
<< Buongiorno, Derek >> mi salutò, ancora in mutande.
<< ‘Giorno. Lydia non c’è? >>
<< No, aveva lezione alla prima ora. La cercavi? >>
Mi sarebbe stato utile un suo consiglio, molto utile, ma feci spalluce facendo finta di nulla. << Hai da fare? >>
<< No. Vuoi entrare a parlare di Kendra? >>
<< Parleremo in macchina. Vestiti >>
<< Dove diavolo vuoi andare a quest’ora? >> mi chiese, sorpreso.
<< Vestiti >> ripetei.
Alzò gli occhi al cielo. << Sempre molto eloquente, eh? >>
Una volta in auto, mio zio mi chiese ancora dove avessi intenzione di andare.
<< Lo scoprirai. Allora, cosa volevi dirmi su Kendra? >>
<< Non ti sembra strano il suo arrivo, proprio dopo l’incidente di Hope? >>
Corrugai le sopracciglia, non avevo pensato minimamente al collegamento dei due avvenimenti. << Che motivo avrebbe Kendra di far del male ad Hope? E poi, neanche la conosceva >>
<< E secondo te chi potrebbe essere stato? >>
<< Qualcuno che voleva arrivare a me. Kendra non c’entra >> risposi, convinto. La mia migliore amica dell’infanzia di certo non aveva alcun motivo di voler fare del male ad Hope o a me, no?
<< Che cosa ci facciamo al centro commerciale?! >> domandò ancora mio zio, una volta nel parcheggio del centro.
<< Scendi >> risposi, appena parcheggiai.
Condussi mio zio verso la destinazione del nostro piccolo viaggio e quando arrivammo lui sgranò gli occhi, incredulo. << Perché mi hai portato in una gioielleria? >>
<< Prova a pensarci >> risposi, entrando e andando subito verso la vetrina con gli anelli al suo interno.
<< Oh, Dio >>
<< Mmh? >> mugugnai, neanche guardandolo, troppo concentrato a cercare un anello che potesse piacere ad Hope.
<< Vuoi chiedere ad Hope di sposarti?! >>
<< Già >>
<< Oh, Dio! Ma quando .. Quando l’hai deciso? >>
<< Stanotte >>
<< E lei sospetta qualcosa? >>
<< Forse >>
<< Perciò cercavi Lydia? >>
<< Sì >>
<< Volevi un consiglio? >>
<< Sì >>
<< E ora vuoi un consiglio da me? >>
<< Esatto >> continuavo a rispondere a tutte quelle domande guardando tutti gli anelli che avevo davanti agli occhi. Erano davvero troppi. Come avrei potuto scegliere?
<< Mio Dio. Mio nipote si sposa >>
<< Se lei dirà di si >>
<< Dopo tutto quello che avete passato, credi davvero che potrebbe risponderti di no? >>
Alzai le spalle. << Chissà. Ora, vuoi darmi una mano o vuoi continuare con le domande? >>
Mio zio non fu molto utile, soprattutto perché sceglieva sempre degli anelli troppo vistosi e grandi, che quasi sicuramente sarebbero piaciuti a Lydia, ma non ad Hope.
Fui io a scegliere dopo una ricerca che durò quasi mezz’ora. Era un anello piccolo e semplice, con un diamante sopra che splendeva proprio come gli occhi della mia Hope. Per lei sarebbe stato perfetto.
Riaccompagnai mio zio a casa sua, sperando che Hope non si accorgesse di nulla e prima di ripartire, mio zio mi disse << Congratulazioni, allora >>
Abbozzai un sorriso. << Grazie >>
<< Fammi sapere >> mi fece l’occhiolino e si voltò verso casa sua.
Fu imbarazzante lavorare accanto allo sceriffo con l’anello in tasca. Lui forse sospettava qualcosa, ma di certo non sapeva che avrei chiesto a sua figlia di sposarmi proprio quella sera. Pensai che forse avrei dovuto dirglielo, che forse avrei dovuto prima chiedere a lui, ma cacciai l’idea dalla mia testa. Non eravamo più nel sedicesimo o diciottesimo secolo, infondo.
Mentre tornavo a casa, immerso nei pensieri, cominciai a sentire un odore familiare a causa del finestrino aperto e mi resi conto che Kendra stava camminando in direzione del mio loft. Mi fermai accanto a lei, che si girò sorridendomi. << Derek! >>
<< Vuoi un passaggio? >> le chiesi, cercando di rispondere al sorriso.
<< Certo, ti ringrazio! >>
Non le detti occasione di avvicinarsi a me perché feci ripartire subito l’auto, dirigendosi verso casa mia.
<< Saremo solo noi tre? >>
<< Ci sarà anche il fratello di Hope, Stiles >>
<< Oh, il ragazzino di ieri. Simpatico >> sentii il suo cuore mentire, chiedendomi se quello fosse del sarcasmo.
<< E’ solo un gran chiacchierone. Allora, vuoi dirmi cosa ti è successo? >>
<< Quanta fretta! Te lo dirò a pranzo >>
Sceso dall’auto mi resi conto che Stiles era già in casa e sentii i passi di Hope venire verso la porta dopo che avevo bussato. Il sorriso le sparì dal volto quando mi vide insieme a Kendra, per lasciare spazio ad un’espressione sorpresa e quasi infastidita.
<< Mentre tornavo ho visto Kendra venire qui a piedi, così le ho dato un passaggio >> spiegai subito, capendo l’ambiguità della situazione.
<< Oh, hai fatto bene! Entrate >>
Ci mettemmo subito a tavola ed Hope ci servì i primi piatti, augurandoci buon appetito. Fui felice di sentire Kendra fare i complimenti ad Hope, ma rimasi perplesso della domanda che le fece subito dopo.
<< Sai fare altro, oltre a cucinare? >>
<< Ehm, sono una giornalista >> rispose la mia ragazza, cercando di mascherare un leggero fastidio.
<< Oh, che brava >>
Decisi di mettere fine a quella situazione ambigua e leggermente imbarazzante. << Kendra, mi avevi detto che mi avresti spiegato tutto >> esclamò Derek.
<< Bene, visto che sei così impaziente .. Quando ci siamo trasferiti la nostra vita era abbastanza tranquilla, ma come ti ho detto quando ho saputo quello che era accaduto qui volevo tornare, i miei non me lo permisero. Siamo stati bene fino a quando non abbiamo incontrato il branco di Deucalion >>
<< Deucalion?! >> domandai, incredulo e sorpreso. Non avrei mai pensato che anche la famiglia di Kendra avesse incontrato il branco di Alpha. Sentii i cuori di Stiles ed Hope accelerare, il ricordo della battaglia era ancora vivo dentro di loro.
<< Sì. Per prima cosa, uccisero i miei genitori, perché non volevano far parte del branco. Io e mio fratello volevamo vendicarli, ma non ce l’abbiamo fatta. Tom è morto, io sono riuscita a scappare e ad uccidere uno di loro, diventando un’Alpha. Sono venuta qui perché dopo tanto tempo ho saputo che sei stato tu ad eliminare quel branco >>
<< Mi spiace >> potevo capire benissimo cosa significava perdere la propria famiglia a causa di un assassino e mi dispiacqui tanto per la mia vecchi amica, che però fece un sorriso.
<< Non fa niente, è passato. Anzi, ti ringrazio per averli eliminati >>
<< Siamo stati aiutati dai cacciatori, dagli Argent. Altrimenti sarebbe stato molto più difficile >>
<< Comunque ora non ci sono più, è questo che mi interessa! Ora voglio vivere serena nella mia amata Beacon Hills con il mio vecchio migliore amico! Piuttosto, perché non mi racconti di te e Hope? >>
Rivolsi lo sguardo ad Hope, sorridendole e sentendo il suo cuore battere di felicità.  << E’ una storia lunga >>
<< Una storia lunga e romantica! >> intervenne Stiles, ovviamente. << Sai, all’inizio è stato difficile fargli ammettere quello che provava, ma quando è successo eravamo tutti sotto shock! Nessuno credeva che Derek sarebbe stato capace di amare così tanto Hope. Era disperato quando i cacciatori rapirono Hope per attirare lui, ma riuscimmo a sconfiggerli! Per non parlare della lotta contro il branco di Deucalion, Derek era disperato, ma quando è arrivata Hope si è ripreso alla grande! Sono una forza, insieme >>
<< Che storia! Sono curiosa, chi ha preso l’iniziativa per il primo bacio? >> chiese Kendra, rivolta ad entrambi.
<< Io. Eravamo in camera sua e lei stava piangendo perché ero stato ferito dai cacciatori e quindi .. >> volevo continuare a raccontarle cos’era successo quel giorno di tanti anni fa, ma lei mi interruppe.
<< Allora è proprio una tua caratteristica! Ricordo che anche al nostro primo bacio prendesti l’iniziativa! >>
La reazione di Hope e Stiles fu la stessa: occhi sgranati, palpitazioni, sudore freddo. Anche io ne rimasi sorpreso in parte, non ricordando quasi per niente quell’episodio della mia infanzia, o adolescenza. Non aveva importanza, non l’aveva mai avuta.
<< Ehm, il vostro primo bacio? >> le domandò Stiles, ancora incredulo.
<< Sì! Come, Derek non vi ha detto nulla? Fu poco prima della mia partenza! Entrambi non avevamo ancora baciato nessuno e decidemmo di provare insieme, per vedere com’era. Fu Derek ad iniziare e non fu per niente un bacio casto! >> rise, terminando la frase.
Non stavo ascoltando con attenzione quello che Kendra stava raccontando, preoccupato per Hope che continuava a fissare il piatto vuoto davanti a lei. << Hope? >>
<< Che storia carina. Vi porto la carne >> rispose, senza guardarmi, ancora con il cuore a mille.
Per tutto il resto del pranzo Hope non mi rivolse neanche un piccolo sguardo, sembrava totalmente assente, nel suo mondo. Se io o Kendra le rivolgevamo qualche domanda, lei rispondeva a monosillabi o era suo fratello a rispondere per lei. Cominciai a preoccuparmi, non l’avevo mai vista così. Era davvero gelosa per una stupidaggine del genere?
Kendra se ne andò non appena il pranzo terminò perché aveva da fare, doveva fare un colloquio di lavoro, e Stiles fu accompagnato alla porta da sua sorella.
<< Vuoi che resto? Posso dire a Wendy che farò più tardi >> le chiese.
<< No, vai pure. Grazie di tutto >>
Si abbracciarono, e finalmente restai da solo con Hope, che continuava a non guardarmi. Era frustante.
<< Hope? >> la chiamai ancora.
<< Vado a lavare i piatti >> annunciò lei, cercando di superarmi. La presi per un braccio, facendola voltare verso di me.
<< Cos’hai? >>
<< Nulla, voglio solo lavare i piatti >> il suo cuore accelerò, perché mi stava mentendo?
<< Stai mentendo >>
<< Posso andare in cucina? >>. Era anche furba, aveva fatto una domanda per evitare di mentirmi.
<< Perché non mi guardi? >>
Finalmente alzò lo sguardo, ma i suoi occhi non mi fecero affatto sentire meglio. Sembrava arrabbiata, nervosa, scocciata.
<< Dimmi cos’hai, ti prego >> la supplicai.
Sbuffò, incrociando le braccia. << Secondo te? >>
<< Hai cambiato umore da quando Kendra ha parlato del bacio >>
<< Appunto >> confermò. Era come avevo immaginato, era gelosa per una stupidaggine successa anni fa che non contava nulla e che non aveva mai contato nulla.
<< Stai così per quello? Non significa niente! >> le spiegai, cercando di capirla. Ma non ricevetti la reazione che volevo.
<< Lo so, hai ragione. Ora posso andare? >>
<< Stai continuando a mentirmi. Hope, eravamo dei bambini >>
<< Degli adolescenti, o quasi. E comunque non mi interessa, eri libero di fare ciò che volevi. Sei libero anche adesso. Mi chiedo solo perché tu non me l’abbia detto >>
<< Era una cosa che avevo quasi dimenticato! Non ha alcuna importanza! >>
Alzò le spalle, ancora innervosita. << Come vuoi >>
<< Hope, smettila. Non puoi essere gelosa di Kendra >>
<< Io non .. >> sbuffò ancora, prima di iniziare a gesticolare << Sì, sono gelosa. Lei è perfetta, non ha nulla che non va. Insieme sembrereste due divinità scese dal cielo! E poi ti guarda in un modo .. e quegli abbracci .. >>
<< Se è per questo anche io ho dovuto sopportare quel ragazzino, Ethan, quando ti corteggiava >> le feci notare, ma lei alzò gli occhi al cielo.
<< Stai parlando di una cosa successa anni fa >>
<< Perché, tu no? >>
<< Uffa! Hai ragione, basta! Mi ha solo dato fastidio, poteva evitare >> non stava più mentendo, finalmente.
<< Questo è vero. Ma non puoi essere arrabbiata con me per una cosa del genere >>
<< Non sono arrabbiata con te! Dico solo che mi sarebbe piaciuto sapere già questa cosa, invece di venirla a sapere così >>
<< Va bene, ti chiedo scusa >>
<< Non fa niente >> ma il suo cuore diceva ben altro.
<< Ci stai pensando ancora >>
<< Penso a lei! E’ così dannatamente perfetta .. >>
Quella ragazza era incredibile! Mi stava facendo innervosire per una cosa successa anni prima, priva di significato, solo perché credeva che Kendra fosse fisicamente migliore di lei. Persi per un po’ la pazienza e senza rendermene conto le parole cominciarono ad uscirmi dalla bocca con un tono di voce quasi arrabbiato, ma sincero.
<< Oh mio Dio, Hope! Lei potrà anche essere perfetta ma per me è solo una vecchia amica! Non significa nulla! Sei tu che ai miei occhi sei perfetta! Sono i tuoiocchi a farmi impazzire! E’ il tuo corpo che fa eccitare il mio! Sei tu che mi hai fatto innamorare! Sei tu che mi hai fatto cambiare ed imparare ad amare! Sei tula ragazza di cui sono innamorato e che amo con tutto me stesso! Sei tu la ragazza che voglio sposare! >>
Sembrava che il cuore di Hope si fosse fermato per uno o due secondi, l’avevo quasi shockata. << Cosa? >>
Sospirai, calmandomi e facendo due passi verso di lei. Una volta a pochi centimetri dal suo viso, ripetei la frase con più tranquillità.  << Sei tu la ragazza che voglio sposare >>.
Mi inginocchiai proprio di fronte a lei, ormai stava succedendo, anche se non nel modo che avevo immaginato. Hope si mise una mano sulla bocca, sorpresa, spaventata, mentre ancora una volta il suo cuore scalpitava.
<< Hope, sei tu l’unica ragazza che ai miei occhi è perfetta. Sei tu l’unica ragazza con cui voglio passare il resto della vita >> con una mano uscii dalla tasca il piccolo pacchettino blu con dentro l’anello, aprendola, e con l’altra presi la mano sinistra di Hope << Vuoi sposarmi? >> le chiesi, sentendo la mia voce tremare. Avevo paura, paura della sua reazione, che non arrivava. I suoi occhi si fecero lucidi, ma lei era ancora immobile.
<< Hope, dovresti dire qualcosa >> sussurrai, sorridendole.
Lei si riprese all’improvviso, anche se non del tutto, e liberò la bocca dalla sua mano, riuscendo a sussurrarmi un piccolo << Sì >> che mi riempì il cuore di gioia. Mi rimisi in piedi, prendendo l’anello e mettendolo all’anulare di Hope, che finalmente mi sorrideva.
<< Derek, io .. >>
<< Sssh >> sussurrai, prendendola fra le braccia e baciandola con tutta la passione e la felicità che avevo dentro di me. Lei mi strinse fra le sue braccia, continuando a baciarmi, mentre alcune lacrime cominciavano a bagnarle il viso. Mi sedetti sul divano, ancora con la mia Hope fra le braccia. << Ti chiedo di sposarmi e ti metti a piangere? >> scherzai, cercando di farla sorridere.
<< Derek, scusami >>
<< Non devi scusarti >>
<< Sì, invece. Mi stavo arrabbiando per una cosa stupida e tu mi hai appena chiesto di sposarti. Sono un’idiota >>
<< Una bellissima idiota >>
<< Non riuscivo neanche a dirti niente >>
<< Ti piace l’anello? >>
<< E’ bellissimo! Grazie >> rispose, baciandomi ancora << Sei stato dolcissimo, meraviglioso! Ti chiedo scusa, lo so che non significa niente. Ti amo tanto, Derek >>
<< Anche io, tantissimo, ma smettila di piangere >> la pregai, asciugandole le lacrime con le dita e baciandole il naso. << Stai bene? Sembrava avessi smesso di respirare >>
<< Credo proprio di non aver respirato. Non me l’aspettavo >>
<< Non ti aspettavi che volessi passare la vita con te? >>
<< No. Non mi aspettavo che me lo chiedessi oggi, così >>
<< Volevo portarti a cena stasera, ma le parole sono uscite dalla mia bocca senza che me ne accorgessi >>
<< E’ stato perfetto >>
<< Davvero? >>
<< Sì, e tu sei perfetto >> mi accarezzò la guancia, mentre entrambi i nostri cuori scoppiavano di felicità.
<< Pronta a diventare la signore Hale? >>
<< Pronta >> mi rispose, baciandomi ancora.
Non mi sarei mai stancato di quei baci, mai.







-----------------------------------------------
Ciao a tutti! **
Vi chiedo umilmente scusa per il ritardo ma sono sommersa dallo studio e in più al piano di sopra hanno iniziato a ristrutturare l'appartamento e la testa mi scoppia a causa di tutti quei martellamenti >.< Nonostante tutto questo, avevo proprio bisogno di scrivere questo nuovo capitolo, spero davvero che vi piaccia! G R A Z I E, G R A Z I E, G R A Z I E per le recensioni, mi rendete felicissima! *__________*
A presto! <3
PS: questo è l'anello di fidanzamento di Hope, è il secondo, quello con la scritta "Ariel" XD
 
http://www.bambini.eu/wp-content/uploads/2009/10/Anelli-Principesse-Disney-2.jpg 

Ritorna all'indice


Capitolo 10
*** Marriage ***


Marriage

 

POV Hope

Non poteva essere vero, continuavo a ripetermi nella mia testa. Eppure Derek era proprio lì, inginocchiato di fronte a me, con gli occhi che quasi brillavano, sorridente, bellissimo, mentre io ero in piedi a cercare di mantenere la calma.
<< Hope, sei tu l’unica ragazza che ai miei occhi è perfetta. Sei tu l’unica ragazza con cui voglio passare il resto della vita >> smise per un attimo di incantarmi con la sua voce, mentre con una mano prendeva la mia e con l’altra uscì una scatolina dalla tasca dei suoi pantaloni. Quella scatolina. Mi dimenticai come si faceva a respirare. << Vuoi sposarmi? >>. Quella domanda. Mi ero immaginata fin da piccola come sarebbe stato quel momento, avevo immaginato una cena, oppure la Torre Eiffel, oppure un bel laghetto, i fuochi d’artificio .. invece era successo nella mia nuova casa, ma mi era sembravo comunque perfetto. << Hope, dovresti dire qualcosa >> sussurrò Derek, sorridendomi. Mi ero totalmente persa nei pensieri mentre i miei occhi si facevano lucidi e avrei voluto rispondergli “Sì, certo che voglio sposarti! E me lo chiedi? Io voglio passare ogni giorno della mia vita con te! Ti amo tantissimo, Derek!”, e invece dalla mia bocca uscii un piccolo, breve, sussurrato << Sì >>, che fece sorridere il mio Alpha in un modo assolutamente meraviglioso e contagioso. Si rimise in piedi, prendendo l’anello e mettendomelo al dito. Non l’avevo neanche notato molto, troppo impegnata e rapita dagli occhi verdi di Derek, ma era davvero bellissimo. Piccolo, elegante, semplice, proprio da me.
<< Derek, io .. >> cominciai, ma fui subito interrotta.
<< Sssh >> sussurrò, prendendomi fra le braccia e baciandomi con passione mentre anche io lo stringevo a me e mentre sentivo le lacrime rigarmi il viso. Non piangevo di felicità da tanto tempo. Derek si sedette sul divano e mi posizionò sulle sue gambe, continuando a sfoggiare il sorriso che amavo.
<< Ti chiedo di sposarmi e ti metti a piangere? >> scherzò lui.
<< Derek, scusami >>
<< Non devi scusarti >>
<< Sì, invece. Mi stavo arrabbiando per una cosa stupida e tu mi hai appena chiesto di sposarti. Sono un’idiota >>
<< Una bellissima idiota >>
<< Non riuscivo neanche a dirti niente >>
<< Ti piace l’anello? >>
<< E’ bellissimo! Grazie >> lo baciai, mentre rielaboravo le parole da dirgli nella mia testa << Sei stato dolcissimo, meraviglioso! Ti chiedo scusa, lo so che non significa niente. Ti amo tanto, Derek >>
<< Anche io, tantissimo, ma smettila di piangere >> mi ordinò, più come una preghiera, mentre con la mano mi asciugava delicatamente le lacrime, baciandomi poi il naso. Era troppo dolce. << Stai bene? Sembrava avessi smesso di respirare >>
<< Credo proprio di non aver respirato. Non me l’aspettavo >>
<< Non ti aspettavi che volessi passare la vita con te? >>
<< No. Non mi aspettavo che me lo chiedessi oggi, così >>
<< Volevo portarti a cena stasera, ma le parole sono uscite dalla mia bocca senza che me ne accorgessi >>
Ormai io non potevo immaginarmi altro modo che quello. Non volevo la cena romantica, o la Torre Eiffel, o i fuochi d’artificio. Mi bastava casa nostra. Mi bastava lui. << E’ stato perfetto >>
<< Davvero? >>
<< Sì, e tu sei perfetto >> risposi, accarezzandoli la guancia un po’ ruvida a causa della sua solita barbetta.
<< Pronta a diventare la signore Hale? >>
<< Pronta >>. Lo ero davvero, e non vedevo l’ora. << Ma quando hai preso l’anello? >>
<< Stamattina, prima di andare a lavoro. Mi ha accompagnato mio zio >>
<< Davvero? >>. Cercai di immaginarmi la scena e mi sembrò una cosa dolcissima il fatto che Peter avesse accompagnato Derek per decidere su una cosa importante come quella.
<< Sì. In realtà all’inizio cercavo Lydia, ma era già a scuola >>
<< Ti ha aiutato? >>
<< Un po’, ma alla fine ho scelto io >> disse, sfiorandomi l’anello.
<< Hai scelto benissimo! >>
<< Sai, penso che dovremmo cominciare a parlare dell’organizzazione, no? >> mi chiese, un po’ insicuro.
<< Certo, ma abbiamo tempo >>
<< Tempo? >> mi sorrise, stringendomi ancora << Io voglio sposarti il più in fretta possibile >>
Il mio cuore si stava sciogliendo << Parliamone, allora >>
<< Dove ti piacerebbe celebrarlo? >>
Alzai le spalle << Per me è uguale >>
<< Hope .. >> mi rimproverò, sapendo che stavo mentendo.
<< Ok. Mi piacerebbe celebrarlo in chiesa, la stessa chiesa in cui si sono sposati i miei >> confessai.
<< E chiesa sia >>
<< Sicuro? Non voglio obbligarti >>
<< Non mi obblighi. E poi, se non ricordo male, anche i miei genitori si sposarono in una chiesa qui a Beacon Hills. Magari è la stessa >>
Era bello sapere che anche per Derek la famiglia era ancora importante, così la domanda che gli feci mi venne spontanea << Tuo zio ti farà da testimone? >>
<< Sì. E visto che sono quasi sicuro che Scott e Stiles saranno i tuoi … >>
<< Precisamente  >> confermai, sorridente.
<< … l’altro sarà Isaac >>
<< Ne sarà felice! >>
<< Lo spero >> era incredibile quanto Derek fosse insicuro per certe cose, mi faceva tenerezza.
<< Lo sarà sicuramente. Lydia invece mi farà da damigella d’onore! >> annunciai.
<< Non avevo dubbi >> il sorriso sul volto di Derek sparì improvvisamente, e l’Alpha alzò gli occhi al cielo << Potresti scegliere un altro testimone? >> mi chiese poi.
<< Perché? >>
<< Perché vorrei ammazzare tuo fratello >>
<< Cos’ha fatto? >>
<< Sta per bussare alla porta >>. E proprio quando Derek terminò la frase, sentimmo bussare.
Mi alzai io, divertita, ed aprii la porta a mio fratello che mi superò senza neanche salutarmi, dicendo << Ti prego, dimmi che ho dimenticato qui il telefono! >>
<< L’hai dimenticato in bagno, idiota >> rispose Derek, puntando ancora una volta gli occhi verso il cielo.
<< Grazie, sempre gentile! >>
<< Come puoi dimenticare il telefono in bagno? Cosa diavolo ci fai?! >>
<< Tu come lo occupi il tempo quando fai i tuoi bisogni? >> chiese Stiles, gesticolando come suo solito e facendomi ridere. << Oh, scusa. Tu non vai in bagno, vero? Scavi una fossa in giardino? >> scherzò ancora mio fratello, pericolosamente.
Derek si mise in piedi, con tutta l’intenzione di andare verso Stiles per fargli chissà che cosa, ma io mi misi in mezzo giusto in tempo e mi rivolsi a mio fratello.
<< Stiles, non noti niente di nuovo? >> chiesi, aprendo le braccia.
Lui mi guardò, corrugando le sopracciglia << Onestamente, no >>
Sorrisi, mettendo la mano sinistra proprio di fronte al suo viso, con Derek ancora dietro di me << Guarda meglio >>
Gli occhi di mio fratello puntarono proprio l’anello << Un anello? >> io annuii << Ti ha regalato un anello per farsi perdonare per aver portato qui quella tipa? >>
<< No, Stiles. Pensa bene a cosa significa un anello, soprattutto un anello sull’anulare della mano sinistra … >>
L’espressione annoiata di Stiles mutò, per lasciare spazio a due occhi spalancati e ad un sorriso gigantesco. << Oh, mio Dio! >> esclamò, prendendomi la mano per guardare meglio << E’ un anello di fidanzamento! E quello è un diamante! Dio, Derek, quanti cavolo di soldi hai? >>
<< Stiles! >> lo rimproverai io, immaginandomi la faccia omicida di Derek dietro di me.
<< Ti sposi! Oh, Dio, ti sposi! >> urlò mio fratello, abbracciandomi e stringendomi fino a sollevarmi da terra. << Non ci credo! Te l’ha chiesto ora? >>
<< Poco fa >>
<< Diventerò tuo cognato! >> esclamò verso Derek.
<< Purtroppo >> rispose l’Alpha, ma stava tentando di soffocare un sorriso.
<< Non ci posso credere! Vi sposate davvero? >>
<< Sì, sei il primo a saperlo, dopo Peter >>
<< Oh, viene prima lo zio psicopatico di me? >>
<< Ha solo accompagnato Derek a comprare l’anello, perciò lo sa >> spiegai, mentre Stiles mi prendeva ancora la mano.
<< L’anello è molto bello. Bravo, Derek >>
<< Non devi dirlo a nessuno >> ordinai a Stiles, che subito sembrò sconvolto.
<< Cosa?! >>
<< Non ancora! Vogliamo dirlo noi, no? >> chiesi conferma a Derek, che annuì.
<< Magari stasera, possiamo invitarli >> annunciò poi l’Alpha.
<< Va bene, starò zitto. E come farete con papà? >>
Guardai Derek, che alzò le spalle. << Io devo andare a lavoro fra poco, puoi venire con me >>
Annuii, sorridente.
<< Posso venire? >> chiese ancora Stiles.
Il << No! >> secco e deciso provenne sia da me sia da Derek.
Esattamente un’ora dopo, io e l’Alpha eravamo di fronte alla stazione di polizia, pronti ad affrontare mio padre e a dargli la notizia. << Pronto? >> chiesi a Derek.
<< Pronto >> rispose, ma fra i due il più agitato era sicuramente lui.
<< Hope, che sorpresa! >> mi salutò mio padre, venendomi incontro ed abbracciandomi. << Come mai qui? Stai bene? >>
<< Benissimo! E tu? >>
<< Sto bene. Derek mi ha detto che la convivenza procede bene >>
<< Ha ragione. In realtà, volevamo dirti una cosa >> annunciai, mentre Derek si metteva affianco a me, respirando piano.
Feci anche io un respiro profondo << Mi ha chiesto di sposarmi >>
Mio padre sorrise, abbassando lo sguardo << E dal bellissimo e costoso anello che porti al dito suppongo che tu abbia risposto di si, vero? >>
<< Sì, ci sposiamo! >>
<< Oh, Hope >> si avvicinò a me per abbracciarmi ancora << Sono felice per te >> sciolse l’abbraccio, ed io notai i suoi occhi lucidi << E anche per te, ovviamente! >> allungò una mano verso Derek, che gliela strinse sorridente. << Oh, al diavolo! >> disse poi mio padre, tirando Derek per abbracciare anche lui, facendo rimanere sorpresi entrambi.
<< Grazie >> rispose Derek.
<< L’hai detto a tuo fratello? >>
<< Sì, per ora lo sapete solo voi due e Peter >>
<< Sono davvero contento! Ovviamente, Derek, sai bene come devi trattare mia figlia >>
<< Lo so >>
Restammo ancora un po’ con mio padre, ma poco dopo dovetti abbandonare sia lui che Derek al loro lavoro e tornare a casa dal mio Kopa, per poi organizzare la serata e chiamare tutti quanti. Dissi a Derek di chiamare anche Kendra. Infondo, anche lei era un’amica, no?
I primi ad arrivare furono Stiles e Wendy, ancora ignara di tutto, stranamente. Vedevo benissimo mio fratello scalpitare dalla voglia di dirglielo, ma stava riuscendo a trattenersi. Arrivarono anche Lydia e Peter e poi Derek tornò dal lavoro, seguito da tutti gli altri.
<< Potete dirlo, ora? >> mi sussurrò Stiles all’orecchio.
<< Manca ancora Kendra >>
<< Ma dovete dirlo! >>
<< Dirci cosa? >> chiese Scott, che poteva tranquillamente sentirci.
<< Niente, niente >> risposi io, fulminando mio fratello con lo sguardo.
Passarono altri dieci minuti di chiacchiere normali, ma Stiles sembrava sul punto di scoppiare. << Se non lo dici tu, lo dico io! >> mi sussurrò ancora, attirando ancora l’attenzione di Scott e lo sguardo omicida di Derek.
<< Si può sapere cosa nascondete voi tre? >>
<< Ok, basta >> Stiles si mise in piedi, sfuggendo dalla presa di Derek e si mise al centro del salone, attirando l’attenzione di tutti. << Hope e Derek si sposano! >> urlò poi, alzando le braccia al cielo.
Derek ed io non avemmo tempo di rimproverarlo o, nel caso di Derek, di buttarsi al suo collo perché fummo letteralmente sommersi da domande, festeggiamenti, sorrisi e abbracci.
<< Davvero? >>, << Quando è successo? >>, << Avete deciso la data? >>, << Oh, Dio! >>, << Non ci credo! >> e altre domande e esclamazioni simili ci riempirono finchè la porta di casa non fu aperta da Kendra, sorridente.
<< Ehi, cosa festeggiate? >> chiese.
<< Derek ha chiesto ad Hope di sposarlo! >> esclamò, ovviamente, Stiles, con un tono di voce che sembrava dire “Alla faccia tua!”
Kendra guardò Derek << Davvero? >>
<< Sì >> rispose l’Alpha, stringendomi a sé.
L’amica di infanzia di Derek venne verso di noi e ci abbracciò, lasciandomi un attimo sorpresa. << Sono contenta >> disse, ma non lo era e non mi serviva il superudito per capirlo.
Comunque feci finta di nulla e sia io che Derek cominciammo a rispondere a tutte le domande che i nostri amici ci avevano posto, spiegando che era successo dopo pranzo e che non sapevamo nulla, visto che dovevamo ancora organizzare.
<< Io però devo chiedervi una cosa! >> annunciai, prendendo la mano di mio fratello e rivolgendomi anche a Scott << Mi fareste da testimoni? >>
Stiles e Scott si guardarono e risposero all’unisono << E ce lo chiedi? >>
<< Che bello! E Lydia, tu.. >> stavo per chiederle se volesse farmi da damigella d’onore, ma lei mi interruppe, cominciando a saltellare.
<< Sì, sì, voglio essere la damigella d’onore! >> venne ad abbracciarmi, facendo ridere tutti quanti.
<< Ovviamente anche voi tre sarete damigelle! >> esclamai, indicando Allison, Erica e Wendy, tutte e tre sorridenti e felici. Mi voltai verso Kendra, e la buona educazione ebbe la meglio su di me << Kendra, mi farebbe piacere se anche tu volessi farmi da damigella >>
<< Oh, non so se .. >>
<< Sei un’amica di Derek, mi farebbe piacere >> spiegai, sperando che non mi rendesse la cosa ancora più difficile.
<< Bene. Grazie >>
<< Ehi, non vale! Voglio sapere chi saranno i testimoni del mio futuro cognato! >>
Derek abbassò lo sguardo, ancora un po’ insicuro, per poi rialzarlo verso Isaac e Peter << Beh, io avevo pensato a voi due. Ovviamente se a voi va bene .. >>
Peter andò verso suo nipote seguito da Isaac, e gli mise una mano sulla spalla << Ne sarei onorato >> esclamò, mentre Isaac si faceva avanti per abbracciare il suo Alpha << Io invece ne sarei felice! >>. Fu una scena dolcissima e dovetti trattenermi dal scoppiare in lacrime. Mi sarei ricordata per sempre questi momenti.
Restammo a “festeggiare” fino a tardi e pian piano tutti cominciarono ad andare via. Mentre Derek era con suo zio di sopra, a parlare di chissà cosa, io, Lydia e Kendra eravamo al piano di sotto.
<< Derek sembra davvero felice >> disse la licantropa.
<< Beh, sì >> risposi, non capendo dove voleva andare a parare.
<< Sei tu a renderlo così >>
Alzai le spalle << Tutti noi >>
<< Soprattutto tu. Sarebbe davvero un peccato se dovesse succederti qualcosa, lui ne sarebbe distrutto. Forse tornerebbe quello di prima, chissà >>
<< Che intendi dire? >>
<< Oh, nulla. Lascia stare. Io devo scappare, salutate Derek e Peter da parte mia >> ci sorrise la lupa, facendomi rabbrividire. Per un solo, piccolo istante, mi ricordò il sorriso agghiacciante della cacciatrice di tanti anni prima.
<< Quella ragazza è strana >> esclamò Lydia quando Kendra ormai era uscita.
Annuii, pensando che non fosse solo strana. Mi sembrava anche pericolosa.








-----------------------------------------------
Ciao a tutti! **
Chiedo scusa per il ritardo, sono imperdonabile. Ho passato tutto il tempo a studiare e grazie al cielo gli esami sono andati bene ** e questi lavori al piano di sopra non aiutano! Ho scritto il capitolo con tutti questi dannati rumori in testa, odio quel trapano >.<
Spero che comunque il capitolo vi piaccia e continuo a ringraziarvi per le recensioni, siete unici! *__________*
A presto! <3

Ritorna all'indice


Capitolo 11
*** A Wolf ***



 

A Wolf

 

POV Derek

Era passato un mese da quando avevamo annunciato il matrimonio. O meglio, da quando Stiles aveva annunciato il matrimonio mio e di sua sorella. Quel mese fu molto frenetico e pieno di impegni per la nostra vita, mia e di Hope, perché un paio di giorni dopo l’annuncio andammo in chiesa a chiedere quando sarebbe stato possibile sposarci e mai avremmo immaginato che il parroco ci rispondesse: << Una coppia ha disdetto proprio una settimana fa. E’ disponibile il sabato prima di Natale, a voi andrebbe bene? >>. Io ed Hope ci guardammo, increduli e confusi, visto che non ci aspettavamo una data disponibile così vicina. Significava preparare tutto in meno di tre mesi e sapevo che non sarebbe stato semplice, ma il mio desiderio di avere Hope tutta per me prevalse e risposi subito di sì, facendo sorridere la mia futura sposa. Avevamo una data, il 22 dicembre, e proprio perché era così vicina, il mese che passò fu pieno. Di tutto. Lavoro, impegni, organizzazione del matrimonio, ricerche. Le ricerche però non coinvolsero Hope, ma solo me e mio zio, ancora preoccupati per l’incidente avvenuto poco tempo prima a causa di un “animale”. Non trovammo nulla, nessuna traccia di nuovi licantropi o di qualsiasi altro mostro nei paraggi, ma non ci demmo per vinti. Qualcosa doveva essere successo, ed io dovevo scoprirlo.
Io ed Hope lavoravamo per tutto il giorno, tutti i giorni, ad eccezione del weekend, durante i quali eravamo impegnati con il matrimonio. Lydia, la damigella d’onore, era sempre presente in quei giorni. Dal mattino alla sera. Non lasciava Hope sola neanche per un secondo e sembrare essere più eccitata lei della vera e propria sposa. Ci portava fogli su fogli, colori su colori, fiori, nastri, fiocchi, di tutto, e noi dovevamo decidere ogni cosa, ogni minuscolo, piccolo, insignificante, particolare. A me sarebbe bastava una chiesa, la mia Hope in abito da sposa, una cena con i soliti amici e parenti e poi una bella e lunga notte con la mia ormai moglie. E invece, no. Dovevamo scegliere gli invitati, i fiori, sia quelli del bouquet che quelli per le decorazioni in chiesa e nel luogo dei festeggiamenti, dovevamo scegliere i colori, le sedie, i tavoli, le candele, il cibo, la torta, il colore e la dimensione della torta, i “regalini” per gli invitati, la lista di nozze, i vestiti delle damigelle, ogni cosa! Gli unici particolari dai quali ero escluso riguardavano Hope, ovvero vestito, acconciatura e trucco, ed ero felice di non sapere nulla visto che volevo restare sorpreso almeno per una cosa, la più importante.
Un altro che non ci lasciava mai soli durante i weekend era Stiles, ovviamente. Voleva partecipare anche lui all’organizzazione, soprattutto perché era troppo curioso e non avrebbe resistito tre mesi senza sapere tutto quanto. Rischiò più volte di essere azzannato a causa delle sue continue, petulanti, battute idiote.
Ormai io ed Hope restavamo da soli solamente di notte e il più delle volte dormivamo e basta, a causa della stanchezza e del mal di testa che spesso e volentieri Stiles ci faceva venire.
Quattro settimane dopo l’annuncio, un sabato mattina, mi svegliai con le carezze di Hope, che mi guardava sorridente.
<< Buongiorno >> mi salutò, continuando ad accarezzarmi il petto.
<< Come mai sorridi? >> le chiesi, visto che al solo pensiero di ritrovarmi Lydia e Stiles fra i piedi mi veniva da piangere, anziché sorridere.
<< Ho due sorprese per te >> annunciò, mettendosi seduta.
<< Mi dai il permesso di azzannare tuo fratello? >>
<< No, meglio. Ho detto a Lydia e a Stiles di lasciarci un po’ soli, stamattina saremo solo io e te >>
Mi sembrarono le parole più belle che potessi ascoltare: soltanto io e lei. << Questa sorpresa è meravigliosa >> esclamai, facendola ridere.
<< Magari l’altra ti piacerà di più >>
<< Impossibile >>
<< Dici? Guarda sotto la coperta >>
Hope sorrideva maliziosa, mentre io, corrugano le sopracciglia, sollevavo la coperta che le copriva il corpo. << Oh, Dio. Ritiro tutto >> esclamai, guardando il meraviglioso completo intimo rosso che Hope indossava, ridendo. << Quando l’hai preso? >>
<< Ieri pomeriggio sono andata con Lydia al centro commerciale. Stavamo scegliendo l’intimo per la prima notte di nozze e poi ho visto questo qui, così ho deciso di farti una sorpresa >> spiegò lei, mentre io non riuscivo a guardarla negli occhi, sentendo l’eccitazione salire dentro di me.
<< Quindi, ne indosserai uno ancora più bello dopo il matrimonio? >> chiesi, immaginandomi scene meravigliose.
<< Durante il matrimonio >> precisò lei, facendomi letteralmente impazzire.
<< Potrei saltarti addosso durante la cerimonia >>
<< Perché non lo fai ora? >>
Non me lo feci ripetere due volte. Ci liberai dalla coperta e fui subito sul corpo di Hope, premendo con il mio, facendole sentire quanto con delle sole, semplici parole e con un completo intimo mi aveva fatto eccitare. Quella mattina però era lei a voler condurre il gioco, almeno all’inizio, e si posizionò sopra di me, cominciando a baciare ogni parte del mio corpo, arrivando fino alla mia erezione.
<< Hope >> sussurrai << Non ce la faccio più >>
Sentii il suo sorriso << Va bene >> si spostò, mettendosi sdraiata accanto a me << Sono tutta tua >> annunciò poi, facendo sorridere anche me.
Le tolsi, a malincuore, il perfetto completino che indossava cercando di non farlo in mille pezzi come era successo altre volte, perché volevo vederglielo indossare ancora tante, tante volte. Fui immediatamente dentro di lei, che gemette insieme a me, e mentre mi muovevo su di lei le sue carezze e i nostri baci mi facevano rabbrividire sempre di più, mi facevano scoppiare il cuore. Quando fui certo di averle fatto raggiungere il culmine del piacere, venni dentro di lei, liberandomi nell’ultimo gemito e sdraiandomi poi accanto a lei, ancora ansimante.
<< Mi eri mancato >> sussurrò lei.
<< Anche tu, non sai quanto >>
<< Piaciute le sorprese? >>
<< Anche troppo >>
La sua risata fece sorridere anche me. La baciai ancora, stringendola a me. << Derek? >> mi chiamò.
<< Mmh? >>
<< Non hai messo il preservativo. Di nuovo >> annunciò. In effetti, aveva ragione. Era successo anche l’ultima volta e mi ero già scusato con Hope, che però non sembrava arrabbiata, anzi.
<< Ah, già. Scusami >> risposi, imbarazzato. In realtà, farlo senza preservativo mi piaceva molto, molto di più.
<< No, non scusarti >>
<< E’ che non ci ho pensato >>
<< Non fa niente. Possiamo continuare così, se vuoi >>
Hope sembrava decisa, sicura, e mi trasmise la sua sicurezza, facendomi capire che in realtà, ormai, eravamo totalmente liberi di fare quello che volevamo, eravamo liberi di fare l’amore senza precauzioni, liberi di avere un bambino.
<< Lo voglio >> risposi, sicuro anche io.
Gli occhi di Hope sembrarono illuminarsi << Davvero? >>
<< Sì >> confermai, baciandole le labbra che amavo con tutto me stesso. << Quindi, che mi stavi dicendo a proposito del completo intimo per il matrimonio? >>
<< Ah no, scordatelo! Non saprai nulla >> rispose lei, cercando di allontanarmi con la mano.
<< Un indizio? >>
<< Assolutamente no >>
<< Almeno il colore? Dai, ormai so li so tutti! È crema, tortora, panna, glicine, rosa antico? >> stavo elencando una piccola parte di tutti i nuovi colori che avevo imparato a conoscere durante l’organizzazione del matrimonio ed ad ogni colore la risata di Hope aumentava, scaldandomi il cuore.
Non potei continuare a far ridere Hope, perché un rumore attirò la mia attenzione. Un rumore simile ad un ramo che si spezza. Come se un piede, o una zampa, ci fosse finita sopra. Quel rumore proveniva da troppo vicino.
<< Derek? >> mi chiamò Hope, preoccupata. Aveva notato il mio cambiamento improvviso.
Mi misi un dito sulla bocca, facendole capire che doveva far silenzio. Mi mossi lentamente, il più lentamente che potei, mettendomi in piedi e andando accanto alla mia finestra. Mi sporsi un po’, guardando gli alberi e gli arbusti, senza vedere nulla di particolare. Mi concentrai di più e non appena usai i miei occhi da Alpha, intravidi fra i cespugli due occhi rossi, che sparirono subito dopo. Dovevo sbrigarmi! Mi voltai verso l’interno della stanza e presi i miei boxer, frugando poi nell’armadio e prendendo i primi vestiti che mi capitarono fra le mani.
<< Che succede? >> mi chiese Hope, ancora preoccupata.
<< Resta in casa, qualsiasi cosa succeda. Non aprire a nessuno >> le ordinai.
<< Ma … >>
Andai a fianco a lei, ancora seduta sul letto, e le baciai la fronte << Fai come ti ho detto >>
Lei annuì << Stai attento >>
Uscii da casa nostra velocemente, andando verso gli alberi, verso la radura, verso quegli occhi. Corsi per un bel po’ prima di sentire un ululato e di cambiare direzione verso quest’ultimo, cominciando a trasformarmi. Dei rumori mi attiravano verso la direzione dell’ululato, ma non appena sembravo arrivato, altri rumori attirarono la mia attenzione verso la direzione opposta. E poi un altro ululato, diverso, più forte, mi attirò verso la parte più interna della radura. Ogni volta che sembravo avvicinarmi a qualcosa, a qualcuno, c’era qualcos’altro che mi faceva cambiare direzione. Correvo, correvo senza fermarmi, senza prendere fiato. Realizzai che non era un solo lupo. E che, molto probabilmente, si stavano prendendo gioco di me. Ringhiai con tutta la forza che avevo dentro di me << Avanti! Fatti vedere! >>, ma nessuno rispose. Continuavo a correre, non volevo fermarmi, non potevo fermarmi. Se c’erano dei lupi, erano sicuramente i responsabili dell’incidente di Hope. Erano i responsabili della morte di mio figlio. E dovevano pagarla cara. Cominciai a sentire anche strani, nuovi odori attorno a me, simili allo strozzalupo, che però non mi facevano sentire male, ma anzi mi facevano sentire più forte. Era strano, ma non ebbi tempo per pensare, troppo impegnato a continuare a seguire gli ululati che ormai mi penetravano nella testa, facendomi impazzire. Mi accorsi che più correvo, più il mio corpo sembrava reagire a tutto quello sforzo, e sembrava cambiare, sembrava diventare più forte. Il cuore mi batteva troppo velocemente e mi resi conto di quello che stava succedendo, fermandomi e respirando affannosamente come mai mi era successo. Mi stavo trasformando. Cominciai a ringhiare, ad urlare, senza smettere di correre e di seguire i rumori, gli odore, gli ululati, mentre il mio corpo cambiava, del tutto. Mi stavo trasformando in un lupo.
 
 
POV Hope

Erano passati venticinque minuti. Venticinque minuti e Derek non era ancora tornato a casa. Stavo impazzendo. Camminavo avanti e indietro per tutta la casa aspettando il suo ritorno, contando i minuti, i secondi. Kopa mi guardava come se fossi una pazza. Fu lui però a spaventarmi quando, all’improvviso, cominciò ad abbaiare verso la porta. Non sembrava essere arrabbiato o sulla difensiva, sembrava che avesse sentito arrivare qualcuno che gli piaceva. Mentre mi domandavo cosa avesse, sentii qualcuno bussare alla porta. O meglio, qualcuno raschiare la porta. Era proprio il tipico rumore di un raschio. Per due volte. Kopa era dietro la porta, abbaiava felice e la odorava. Mi avvicinai a lui, non sapendo se aprire o meno. Il mio cane guardò prima me e poi di nuovo la porta, sembrava volesse dirmi “ Beh, che aspetti? “. Guardai prima attraverso lo spioncino, ma non vidi nulla o nessuno, così decisi di aprire.
<< Aaah! >> urlai, richiudendo subito la porta.
Un lupo. Un enorme lupo dagli occhi rossi e pieno di ferite era dietro la porta di casa mia.
Cominciai ad avere seriamente paura, pensando che quello poteva essere un nuovo lupo, un nuovo Alpha arrivato in città. E non sapevo ancora dove si trovava Derek e perché non era tornato. Kopa, nel frattempo, aveva cominciato a battere la zampa contro la porta e a mugugnare, sembrava stesse piangendo.
<< Non vorrai che io apra la porta?! >> gli chiesi, e lui continuo a guardarmi e a battere la zampa. Forse quel lupo aveva solo bisogno di aiuto, pensai.
Mi feci coraggio, riaprendo la porta. Il lupo mi guardò e con piccoli passi entrò dentro casa, superandomi, per poi sdraiarsi accanto al divano. Kopa gli fu subito vicino e cominciò a leccargli le ferite, mentre io non riuscivo a credere a quello che stavo vedendo. Mi avvicinai anche io, inginocchiandomi accanto al lupo e al mio cane. Sembrava che il lupo facesse fatica anche a respirare. Mi stava guardando ed anche io cominciai a guardarlo meglio. I suoi occhi rossi mi fecero capire quello che era successo. Il cuore mi arrivò in gola.
<< Derek? >>
Il lupo chiuse gli occhi, facendo su e giù con la testa. Stava annuendo!
<< Oh, mio Dio! Derek, cosa hai ..? >>
Non terminai la frase perché la porta di casa fu spalancata da Peter << Hope, ti ho sentita urlare! Cosa..? Oh, merda >> chiuse la porta, venendo ad inginocchiarsi accanto a me.
<< E’ Derek >> annunciai.
<< Lo sento. Cosa è successo? >> mi chiese, cominciando ad analizzare il corpo del lupo.
<< Non lo so! E’ appena arrivato >>
<< Non riesce a ritrasformarsi >> annunciò Peter, prendendo fra le braccia il lupo.
<< Cosa? Perché? >>
<< Troppe ferite. Andiamo da Deaton, guido io >>
Prendemmo l’auto di Peter e non potemmo evitare che anche Kopa venisse con noi, era preoccupato anche lui. Io mi sedetti dietro, con la testa del lupo, di Derek, sulle mie gambe, e lo accarezzavo. << Tranquillo, starai bene >> sussurravo, per convincere anche me stessa.
Sapevo che prima o poi Derek si sarebbe trasformato in un lupo vero e proprio, ma non ero pronta psicologicamente ad affrontarlo. E poi, stava malissimo. Era troppo.
Quando entrammo nell’ambulatorio, Deaton restò spiazzato << Oh, mio Dio! E’ Derek? >> chiese, facendoci passare.
<< Sì, è arrivato a casa in queste condizioni >> risposi io, mentre Peter poggiava Derek sul tavolo metallico del veterinario.
<< Non sai chi l’ha ridotto così? >>
<< Non so nulla. E’ andato via di casa mezz’ora fa perché aveva visto qualcosa, credo >>
<< E’ stato attaccato, ovviamente >> esclamò Peter << E non riesce a ritrasformarsi per le ferite >>
<< Già >> rispose Deaton, prendendo dello strozzalupo da un cassetto che aveva chiuso a chiave. << Gli curerò le ferite dall’interno, sembrano essere di Alpha >>
<< Soffrirà? >> chiesi io.
<< Non più di quanto ha sofferto già >>
Quella risposta non mi fece affatto sentire meglio.
<< Aspettate fuori. Vi chiamo io >>
L’attesa fu straziante, terribile, angosciante. Neanche le parole rassicuranti di Peter mi fecero stare meglio. Solo Derek poteva.
<< Potete entrare >> annunciò Deaton, venti minuti dopo.
<< Vai tu, Hope. Lui vuole te >> mi disse Peter, ed io fui subito dal mio Derek, seguita da Kopa.
Derek era seduto sul tavolo, con addosso dei vestiti stretti, sicuramente del veterinario. Non era nelle migliori condizioni, le ferite c’erano ancora. Ma era vivo, e stava meglio. Non appena mi vide, mi sorrise << Ciao amore mio >>
Corsi da lui e lo abbracciai, sperando di non fargli male. << Stai bene? >>
<< Ora sì >> sciolse l’abbraccio, baciandomi la fronte.
Kopa si mise su due zampe, poggiandosi sulla gamba di Derek << Grazie, Kopa >> disse l’Alpha accarezzando il dalmata. << Sei stato bravo >>
<< Ti ha riconosciuto anche da lupo >>
<< E mi ha anche leccato le ferite >>
<< Ti vuole bene >>
<< Lo so >> rispose lui, continuando ad accarezzare il cane con una mano e con l’altra a stringere me.
<< Sai, sei bellissimo anche da lupo >>
Il sorriso che l’Alpha mi rivolse mi riempì il cuore di felicità.








---------------------------------
Ciao a tutti! **
Perdonate il mio ritardo, lo studio continua a togliermi tempo e creatività! Spero che questo capitolo vi piaccia **
Oltre a ringraziarvi, come sempre, per le stupende recensioni, questa volta devo ringraziare anche Hazel92! Ha salvato il capitolo, letteralmente xD
A presto! <3

Ritorna all'indice


Capitolo 12
*** New Threat ***


New Threat

 

POV Derek

Era successo tutto troppo in fretta, in troppo poco tempo. Mi ero trasformato in un vero e proprio lupo per la prima volta e avevo bisogno di tempo per abituarmi a tutte quelle novità, al mio nuovo aspetto, alle mie zampe, al mio udito, alla mia vista, al mio olfatto, ma non lo ebbi. Non ebbi neanche il tempo di pensare. Fui circondato da tre lupi dagli occhi rossi, da tre nuovi Alpha, che continuavano a girarmi intorno, confondendomi. Chi erano? E cosa volevano? Erano gli stessi che avevano causato l’incidente di Hope?
Ringhiai contro uno di loro, il più grande, e quello fu per loro l’inizio della battaglia. Furono subito su di me e qualsiasi mio tentativo di resistere, di divincolarmi, di morderli a mia volta fu inutile. Quei tre erano furbi, mi colpirono in parti del corpo sensibili e che presto mi impedirono di muovermi. Ero a terra, nel mio corpo di lupo, ricoperto di ferite e sangue, debole, sfinito, dopo solo alcuni minuti di lotta. Il più grande dei tre mi venne di fronte e sembrava volesse ridermi in faccia, lo percepivo dal suo odore, era molto divertito nel vedermi sdraiato a terra, inerme. << Chi siete?! >> urlai nella mia testa, ma dalla mio bocca da lupo uscì solo un ringhio. Quella volta, sembrò che tutti e tre mi stessero ridendo in faccia, per poi voltarsi verso gli alberi e scomparire, lasciandomi lì.
E lì rimasi, finché non sentii un po’ di forza ritornare dentro il mio corpo che mi permise di rimettermi sulle quattro zampe. Non avevo capito come mi ero trasformato in un lupo, ed ora non capivo come potevo tornare ad essere un umano. Provai a pensarci, a volerlo, ma il mio corpo sembrava non avere alcune intenzione di tornare normale.
Mi rassegnai, cominciando a zoppicare verso l’uscita della radura, verso la luce, verso casa mia, verso Hope. Sperai che nessuno mi vedesse, che nessuno si spaventasse alla vista di un grande e grosso lupo nero con gli occhi rossi che zoppicava per la città. Mi nascondevo fra i cespugli, fra i piccoli alberelli, finchè finalmente, con sempre meno forze, vidi casa mia. Mi guardai intorno e non appena fui totalmente sicuro che nessuno mi potesse vedere, feci una piccola corsa che mi costò cara fino alla porta, sentendo i passi di Hope che non si fermavano e sentendo l’abbaiare di Kopa sulla porta. Alzai una zampa e cercai di bussare, ma ovviamente il massimo che potei fare fu raschiare la porta, sperando che Hope aprisse mentre la sentivo avvicinarsi. Sentivo il suo odore ancora più forte di come normalmente lo sentivo ora che era un lupo, sentivo il profumo che si era spruzzata addosso, l’odore del suo bagnoschiuma, del suo shampoo, il mio odore confuso sul suo corpo. La sentii guardare dallo spioncino della porta, e poi finalmente aprirla.
<< Aaah! >> urlò non appena mi vide, o meglio, non appena vide il lupo, e richiuse la porta. In effetti, era una reazione più o meno sensata. Sentii il suo respiro farsi affannato, mentre Kopa sembrare fare dei mugolii, come se stesse piangendo.
<< Non vorrai che io apra la porta?! >> chiese lei al suo cane, che di tutta risposta cominciò a battere la zampa sulla porta. Lui mi aveva riconosciuto, lui poteva sentire il mio odore, e ora stava cercando di farlo capire ad Hope.
Infine, facendo un enorme e profondo respiro, Hope riaprì la porta. La guardai, consapevole di non poterle dire nulla, e feci dei piccoli passi, andando dentro casa e superandola, fino ad arrivare vicino al divano, accanto al quale mi sdraiai, cercando di riposare. Kopa fu subito accanto a me e la sua reazione stupì sia me che Hope: mi stava leccando le ferite, come se volesse aiutarmi a guarire. Era incredibile. Hope, facendosi coraggio, si avvicinò a me, inginocchiandosi al mio fianco e guardandomi meglio, guardandomi negli occhi. Sentii il suo cuore sussultare.
<< Derek? >>
Aveva capito. Quella ragazza era straordinaria! Chiusi gli occhi, cercando di fare su e giù con la testa, come se stessi annuendo.
<< Oh, mio Dio! Derek, cosa hai ..? >>
La porta di casa fu aperta da mio zio, che sembrava essere spaventato << Hope, ti ho sentita urlare! Cosa..? Oh, merda >> terminò la frase così una volta che mi vide, capendo tutto.
<< E’ Derek >> annunciò Hope.
<< Lo sento. Cosa è successo? >> chiese lui, cominciando ad analizzare le mie ferite.
<< Non lo so! E’ appena arrivato >>
<< Non riesce a ritrasformarsi >> Esclamò mio zio, sollevandomi da terra.
<< Cosa? Perché? >> chiese Hope, ed erano le stesse domande che mi stavo facendo dentro la mia testa.
<< Troppe ferite. Andiamo da Deaton, guido io >>
Dentro l’auto di Peter, Hope posizionò la mia testa ricoperta di peli sulle sue gambe, accarezzandomi e sussurrandomi << Tranquillo, starai bene >>.
Arrivati all’ambulatorio, Deaton restò spiazzato << Oh, mio Dio! E’ Derek? >> chiese, facendoci passare.
<< Sì, è arrivato a casa in queste condizioni >> spiegò Hope, mentre mio zio mi poggiava sul tavolo metallico che ormai conoscevo bene.
<< Non sai chi l’ha ridotto così? >>
<< Non so nulla. E’ andato via di casa mezz’ora fa perché aveva visto qualcosa, credo >>
<< E’ stato attaccato, ovviamente >> esclamò mio zio << E non riesce a ritrasformarsi per le ferite >>
<< Già >> rispose Deaton, prendendo dello strozzalupo da un cassetto che aveva chiuso a chiave. << Gli curerò le ferite dall’interno, sembrano essere di Alpha >>
<< Soffrirà? >> domandò Hope, preoccupata.
<< Non più di quanto ha sofferto già. Aspettate fuori. Vi chiamo io >>
Le parole di Deaton non furono per niente rassicuranti, e quelle che vennero dopo non furono migliori. << Derek, ascoltami. Devi inghiottire un po’ di questo >> mi mostrò dello strozzalupo, facendomi spaventare e spalancare gli occhi rossi << Lo so, ti farà male. Brucerà, ma ti farà tornare normale. Sei pronto? >>
No che non ero pronto!
<< Apri la bocca >> sentii la mano del veterinario aiutarmi ad aprire la bocca, sentii la sua mano mettere sulla mia lingua lo strozzalupo << Ingoia, presto >> e a malincuore, timoroso e spaventato, dovetti obbedire.
Come aveva preannunciato il veterinario, lo strozzalupo mi provocò bruciore in tutto il corpo, a partire dalla lingua, fino a finire nel mio stomaco e propagarsi, facendomi sentire debole, facendomi sentire più umano del solito, incapace di reagire ad un dolore e ad una sostanza simile. Non so esattamente come funzionò, ma funzionò. Sentii di nuovo il mio corpo cambiare, sentii le mie zampe allungarsi, il mio muso rimpicciolirsi, i miei peli da lupo scomparire. Risentii il mio corpo, quello vero, quello da umano.
<< Fermo! Cosa senti? >>
Tossii, schiarendomi la gola che sentivo ancora in fiamme << Brucia >> risposi, ancora sdraiato su quel tavolo, incapace di muovermi.
Il veterinario mise una mano dietro il mio collo, facendomi sollevare un po’ il viso << Bevi questo >> mi ordinò, porgendomi un bicchiere.
<< Cos’è? >>
<< Acqua, muoviti >>
Feci come mi aveva detto, bevendo l’acqua che placò in parte le fiamme dentro di me.
<< Come va? >>
<< C’è ancora >>
Questa volta, mi porse un’intera bottiglia di acqua fredda << Bevi finchè non sparisce. Io ti cerco dei vestiti >> con queste sue parole, mi fece rendere conto che ero completamente nudo e così mentre con una mano reggevo la bottiglia dalla quale bevevo, con l’altra mi coprivo, o almeno tentavo, le mie parti intime.
Nel giro di cinque minuti il bruciore svanì del tutto e Deaton mi aveva trovato dei jeans e una maglietta, ovviamente troppo stretti. << Avevo solo quelli >>
<< Vanno bene. Grazie >>
<< Allora, cos’è successo? >>
<< Posso vedere Hope, prima? >>
Deaton annuì << Cinque minuti, poi parliamo >>
Mi misi seduto su quel tavolo metallico, aspettando Hope che arrivò subito dopo, con un viso preoccupato, occhi lucidi e con una mano sulla bocca.  << Ciao amore mio >> la salutai, sorridendole, mentre notavo che Kopa era proprio accanto a lei.
Hope corse da me, abbracciandomi. Mi sentii meglio, stringendola a me. << Stai bene? >>
<< Ora sì >> sciolsi l’abbraccio, baciandole la fronte.
Kopa si mise su due zampe, poggiandosi sulla mia gamba << Grazie, Kopa. Sei stato bravo >> accarezzai il dalmata, che sembrava sorridermi.
<< Ti ha riconosciuto anche da lupo >>
<< E mi ha anche leccato le ferite >>
<< Ti vuole bene >>
<< Lo so >>
<< Sai, sei bellissimo anche da lupo >>
Sorrisi alle sue parole, sentendo il suo cuore accelerare. << Ti ho fatto preoccupare? >>
<< Un po’, non mi aspettavo di ritrovarti così >>
<< Scusami >>
<< Scusami tu, non volevo chiuderti la porta in faccia! >> ridemmo insieme, e la porta dell’ambulatorio fu di nuovo aperta.
<< Dobbiamo parlare >> annunciò mio zio, seguito dal veterinario.
<< Non so spiegarvi come sia successo >> dissi loro, visto che sapevo che era quello che volevano sapere.
<< Provaci. Quando è successo? A cosa pensavi? >>
<< Ero nella radura, inseguivo gli ululati. Mi stavano facendo impazzire, letteralmente, ed io non facevo altro che pensare che volevo vendicarmi, perché probabilmente sono stati questi dannati lupi a causare l’incidente >> guardai Hope, che annuì, capendo.
<< Quindi, ancora una volta, è stata Hope a darti la forza >> annunciò il dottore, ed io confermai annuendo.
<< Sì. Ho sentito come uno strano odore, prima di trasformarmi. Era simile allo strozzalupo >>
<< E’ il tipico odore che si sente quando stai per diventare un lupo vero e proprio >> mi spiegò mio zio, che era stato un Alpha prima di me.
<< Cos’è? >> chiesi, ma lui alzò le braccia.
<< Non ne ho idea >>
Guardai Deaton << Non chiedere a me, di questo non so nulla. So solo che, la prima volta che diventati lupi, dovete essere spinti da qualcosa, dovete trasformarmi per un obiettivo preciso, e il tuo era proteggere Hope e vendicarti >>
<< Quanti erano? >> mi chiese poi mio zio.
<< Tre Alpha >>
<< Non hai riconosciuto nessuno? >>
<< No, sono odori nuovi. Erano davvero forti e veloci, insieme >>
<< E Kendra? >>
Corrugai le sopracciglia << Non ho sentito il suo odore, non sappiamo neanche se può trasformarsi >>
<< Sai che può essere totalmente diverso. Per ora, sappiamo che è un’Alpha e tanto basta >>
<< Che motivo avrebbe di farmi del male? >>
<< Non lo so, ma è una possibilità >>
<< Kendra è tornata? >> chiese all’improvviso il veterinario.
<< Conoscevi Kendra? >>
<< Derek, conoscevo tutti. Come sta? E la sua famiglia? >>
<< Dice che sono tutti morti >> rispose mio zio.
<< Perché, non le credi? >>
<< Non lo so, Derek. Mi sembra tutto strano, troppo strano >>
<< Comunque, la cosa importante ora è capire chi sono questi lupi. Dovreste ritrovarli >> suggerì Deaton.
<< Abbiamo bisogno di nuovi allenamenti, a quanto pare >> annunciò mio zio.
Annuii << Sì, fin da subito >>
<< Anche per te intendo, nipotino. Devi imparare a trasformarti per bene >>
<< Come? >>
<< Ti aiuterò io >> mi fece l’occhiolino, sorridendomi.
<< Qualsiasi cosa accada, dovete informarmi. Derek, oggi niente allenamenti per te, le ferite devono guarire per bene, prima >>
Annuii ancora, capendo che ormai la “chiacchierata” era finita.
 
Una volta a casa io ed Hope ci sdraiammo sul nostro divano, con Kopa ai nostri piedi.
<< Hai bisogno di qualcosa? >> mi chiese lei.
<< Solo di abbracciarti >> risposi, stringendola a me.
<< Quindi, pensavi a me prima? >>
<< Pensavo a proteggerti, a vendicarti >>
<< Non c’è bisogno di vendicarmi >> alzò gli occhi al cielo.
<< Hope, ti hanno ferita. Sai bene cosa ha portato quell’incidente >>
Non rispose, come se volesse dimenticare. << Nuova minaccia, allora >>
<< Sì, ma tu non devi pensarci. Non ti faranno più del male, ti proteggerò >>
<< Ma perché fare del male a me e poi a te? Devono avere qualche motivo >>
<< Lo scoprirò presto, e poi li ucciderò >>
<< Derek .. >>
<< Non voglio parlarne ora >>
<< No? >> sembrava quasi meravigliata.
<< No. Voglio godermi il resto della mattinata con te, visto che oggi pomeriggio saremo di nuovo sommersi da fogli, nastri, colori, stoffe .. >>
La feci ridere e il suono della sua risata mi riempì il cuore.
<< Manca sempre meno >> sospirò lei, accennando un sorriso imbarazzato.
<< Lo so, e non vedo l’ora >> sorrisi, baciando le labbra morbide della mia futura sposa.
 
 
 
 





------------------------------
Ciao a tutti **
Perdonate il mio ritardo T_T Ho già scritto in "Lost Little Girl" il motivo, in pratica un incendio vicino casa mia ha fatto saltare i fili e sono senza internet :( ho dovuto chiedere in prestito il pc del mio ragazzo xD
Comunque, spero davvero che il capitolo vi piaccia e vi ringrazio infinitamente per le recensioni, siete meravigliosi *________*
A presto! <3
 

Ritorna all'indice


Capitolo 13
*** Training ***


 

Training

 

POV Hope
 
<< Lydia, come devo spiegartelo? Non m’importa nulla del tipo di fiocco che ci sarà dietro le sedie in sala?! >> esplose Derek, dopo una lunga conservazione sui fiocchi e sui vari tipi di fiocchi esistenti.
Era passata una settimana da quando Derek si era trasformato in un lupo e quel sabato pomeriggio non era molto contento di dover parlare dell’organizzazione del matrimonio con Lydia e Stiles, non che lo fosse mai stato. Solo che quel sabato sembrava particolarmente e facilmente irritabile. Forse perché si stava avvicinando la luna piena, o forse perché durante i due allenamenti che aveva avuto con suo zio non era riuscito a ritrasformarsi in un lupo e questo lo aveva fatto innervosire.
<< Sono dettagli importanti! >> rispose Lydia all’Alpha.
<< Importanti? Tu credi che dei fiocchi siano importanti?! >>
<< Vuoi dare ad Hope il matrimonio perfetto, oppure no? >> gli chiese poi Lydia, continuando ad essere convinta che ogni minimo particolare fosse assolutamente da decidere e da valutare.
Derek mi guardò, quasi esasperato << Certo che lo voglio! Ma non credo che a lei interessino i fiocchi sulle sedie! Non è vero, Hope? >>
Odiavo stare in mezzo. Volevo dare ragione a Derek, ma non volevo deludere la mia migliore amica che stava mettendo anima e corpo per organizzarmi il matrimonio e rendere tutto impeccabile. Ogni volta che uno di loro due mi faceva una domanda del genere, dovevo trovare un modo per non ferire nessuno.
<< Sentite, stiamo parlando delle nozze da stamattina, che ne dite di fare una pausa? Vi va un po’ di gelato? >>
Stiles alzò subito una mano << A me sì! >>
<< Non possiamo >> sbuffò l’Alpha.
<< Perché no? >> gli chiesi, mentre lui si alzava e andava verso la porta d’ingresso.
<< Abbiamo visite >> annunciò, aprendo la porta.
Di fronte a lui c’erano Peter con un braccio alzato e il pugno chiuso, come se fosse pronto a bussare, e Scott e Isaac. << Che c’è? >>
<< Vedo che ti stai divertendo >> scherzò Peter, superando il nipote << Ciao ragazzi >> arrivò fino al tavolo dove eravamo seduti, baciando i capelli di Lydia.
<< Come mai la visita di cortesia? >> chiese Stiles.
<< Ho avuto un’idea >> rispose Peter, sorridente.
<< Quale idea? >> domandò l’Alpha.
<< Per gli allenamenti >>
<< Aspetta, noi stavamo organizzando il matrimonio! >> s’intromise Lydia.
<< Tesoro, credi sia più importante allenarci per combattere i nuovi lupi o organizzare il matrimonio? >> le chiese Peter, accarezzandole la spalla.
<< Il matrimonio, ovviamente! >>
<< … Dovevo immaginarlo. Beh, dovrete continuare domani >>
<< Posso continuare solo con Hope >> rispose lei, riprendendo dei fogli fra le mani.
<< No, piccola mia. Hope verrà con noi >> annunciò il Beta, guardandomi.
Io corrugai le sopracciglia, confusa. Cosa c’entravo io con gli allenamenti?
<< Perché? >> chiese ancora Derek.
<< Perché lei è fondamentale, come sempre >>
<< Cosa dovrebbe fare, sentiamo? >>
<< Lo scoprirai. Stiles, vuoi venire? Potresti essere d’aiuto >>
<< E andiamo! >> rispose mio fratello, alzandosi e facendo sorridere Scott.
<< Ma mi state lasciando sola! >> esclamò Lydia, imbronciandosi.
<< Mi farò perdonare, va bene? >> Peter fece l’occhiolino a Lydia, mentre Derek alzò gli occhi al cielo.
<< Vogliamo andare o no? >>
 
Ci avviamo verso la vecchia casa abbandonata degli Hale, ormai ridotta malissimo. Era l’unico posto in cui i licantropi potevano allenarsi senza preoccuparsi di rompere nulla di importante, quindi gli allenamenti continuavano a tenersi lì.
Quando entrammo, rimasi sconvolta. La casa era ancora più malridotta di come ricordavo. C’era polvere ovunque, rifiuti, piante cresciute qua e là e una strana sensazione pervase il mio corpo. << Tutto bene? >> mi chiese Derek, sempre attento alle mie emozioni.
<< Sì >> risposi, ma non era del tutto vero.
<< Allontanati >> ordinò Peter al nipote, che corrugò le sopracciglia, non capendo cosa suo zio avesse intenzione di fare.
Prima di allontanarsi da noi, mi rivolse uno sguardo preoccupato mentre io cercavo di sorridergli. Andò in quello che un tempo doveva essere il salotto di quella casa, seguito da Isaac, Scott e mio fratello, mentre io e Peter restammo vicino alla porta d’ingresso.
L’Alpha si voltò << Qui va bene? >> chiese, mentre gli altri tre andarono dietro di lui, voltandosi poi anche loro.
<< Benissimo. Isaac, legalo >>
<< Cosa?! >> esclamammo io e Derek insieme, io spaventata, lui confuso.
Non mi ero neanche accorta che a terra ci fosse una catena larga, spessa e metallica che Isaac ora aveva fra le mani, e con la quale cominciò a legare Derek, in modo che non potesse muovere le braccia.
<< Fermo e fatti legare. Non devi essere capace di muoverti >> spiegò Peter, mentre Isaac continuava a legare Derek, sempre più stretto, finendo con l’inserire un lucchetto e chiuderlo. Derek non poteva muovere le braccia, vederlo così mi faceva stare malissimo, sebbene sapessi che non era in vero pericolo.
<< Bene. Ragazzi, cominciamo >>
Non ci capii più nulla. In due secondi, Derek si ritrovò con le ginocchia a terra, mentre i tre ragazzi lo tenevano fermo con le braccia, mentre io mi ritrovai con gli artigli di Peter sul collo, senza che mi facesse male, ovviamente. Eppure, mi spaventai tantissimo. Non mi aspettavo che l’allenamento consistesse in tutto quello che stava accadendo. Mi sembrava più una tortura.
<< Che stai facendo?! Non toccarla! >> urlò Derek, cercando di divincolarsi, inutilmente. Mi si strinse il cuore a vederlo così.
<< Non immaginare me! immagina che io sia uno degli Alpha, immagina che io stia conficcando i miei artigli nel collo della tua Hope mentre gli altre due ti tengono fermo. Non riesci a muoverti, eppure io con un solo, semplice gesto potrei porre fine alla vita della tua amata >>
<< Lasciala! >> ringhiò Derek, ormai trasformato, anche se non del tutto.
Era tutta una questione psicologica. Peter mi stava usando per far capire a Derek cosa sarebbe potuto succedere. Suo zio strinse di più, cingendomi il corpo con l’altro braccio.
<< L’unico modo che hai per liberarti e venire qui è trasformarti! Trasformati, o la uccido! >> urlò Peter, anche lui trasformato.
Derek ringhiò ed urlò ancora, tentando in tutti i modi di divincolarsi, di scappare dalla presa dei due Beta e di mio fratello, ma sembrava essere tutto inutile. Mi distruggeva vederlo così, disperato, solo perché non riusciva a salvarmi la vita.
<< Derek .. >> sussurrai, mentre lui non smetteva un attimo di muoversi e di urlare.
<< Se fossi uno di loro, lei sarebbe già morta! Sarebbe a terra, senza vita, con il collo squarciato! Mentre tu non riesci ancora a liberarti! >> urlò ancora Peter.
Derek non disse nulla, ma continuava ad urlare, a dimenarsi, mentre il mio cuore sembrava non essere pronto a reggere tutto quello.
<< Lo senti? Senti il suo cuore?! E’ spaventata a morte! E tu sei ancora lì! >>
<< Lasciatemi! >> urlò l’Alpha ai suoi Beta, ma fu tutto inutile.
<< Bene, guarda, allora! >> ordinò Peter, e con un rapido gesto mi posizionò a terra, sdraiata, mentre lui era sopra di me, con una mano mi teneva la pancia mentre con l’altra fu di nuovo sul mio collo, con gli artigli ben in vista.
Vidi Derek spaventato, lo vidi infuriarsi, lo vidi stringere i denti e ringhiare.
<< Libera il lupo che è in te! Ascoltalo! >> urlò infine Peter, e poi accadde.
Derek, il mio Derek, si trasformò. Vidi tutto. Lo vidi cambiare davanti ai miei occhi. Vidi la catena diventare improvvisamente troppo larga per contenere il suo corpo che pian piano diventava più stretto, più piccolo, più peloso. Vidi il naso e la bocca di Derek allungarsi in un vero e proprio muso, vidi le sue mani trasformarsi in zampe, così come i suoi piedi. Le sue orecchie allungarsi e farsi più a punta, mentre l’unica cosa che restava com’era erano i suoi occhi rossi, fissi su me e Peter. Derek era diventato un lupo.
Si liberò dai vestiti che erano diventati larghi o che si erano strappati e con un balzo riuscì ad uscire dalla presa della catena, cominciando a ringhiare contro i suoi Beta per poi correre verso di me, puntando però a Peter.
Suo zio liberò subito la presa, allontanandosi da me << Derek, controllati! >> ma fu inutile. Il lupo fu sopra il Beta, spingendolo fino a farlo ritrovare con le spalle a terra, ringhiandogli contro.
<< Derek! >> urlai, facendolo voltare verso di me. << Sto bene! Non devi fargli del male! Era solo una prova! >> mi misi seduta mentre cercavo di far calmare il lupo, che però tornò con il muso verso lo zio, ringhiando ancora.
<< Derek, ci sei riuscito. Lei sta bene, l’hai salvata >> sussurrò Peter.
Il lupo smise di ringhiare, ma non si mosse dal corpo del Beta.
<< Controllati, ora. Non hai più bisogno del lupo. Torna a pensare da uomo >>
L’Alpha inclinò la testa, liberando suo zio. Venne accanto a me, sotto lo sguardo attento di tutti, e mi guardava dritto negli occhi.
<< Sei stato bravo. Grazie >> gli sorrisi, accarezzandogli il pelo nero e morbido dietro l’orecchio.
Lui si avvicinò ancora, leccandomi il collo.
<< Sto bene. Peter non mi ha fatto niente. Puoi ritrasformarti >>
Derek, il lupo, chiuse gli occhi, come se si volesse concentrare meglio.
E poi accadde di nuovo, ma al contrario. Il corpo nero e peloso del lupo lasciò spazio a quello umano del mio Derek, che però si ritrovò nudo di fronte a tutti.
<< Hope, al volo! >> mi disse Stiles, lanciandomi i boxer, ancora intatti, di Derek. Glieli passai, non riuscendo a trattenere un sorriso, mentre Derek li indossava, arrossendo un po’. Il mio cuore finalmente ebbe un po’ di tregua.
Gli occhi verdi del mio Alpha si rivolsero ancora a me << Stai bene, davvero? >>
<< Sì, sei stato bravissimo >> gli risposi, abbracciandolo e sentendo il suo bellissimo petto nudo sulle mie braccia.
Lui ricambiò l’abbraccio ma lo sciolse quasi subito, rimettendosi in piedi e voltandosi verso lo zio. << Hai idea di cosa mi hai fatto passare?! >>
<< Ma ha funzionato, no? >>
<< Potevi farle del male! >>
<< Non le avrei mai fatto male. Ma avevo bisogno di lei >>
<< Non farlo mai più! >> ringhiò Derek, puntandogli contro l’indice.
<< Non servirà. Ora puoi controllarti >>
<< Derek, mi sa che dovrai tornare a casa senza maglietta >> annunciò mio fratello, che aveva in mano la maglietta grigia di Derek, ormai inutilizzabile, e i jeans strappati ma ancora per una volta utilizzabili, almeno per tornare a casa.
<< E tu, idiota! Peter era con gli artigli sul collo di tua sorella e tu restavi lì senza far nulla?! >>
<< Punto primo: sapevo che non le avrebbe fatto nulla. Punto secondo: credi che sarei riuscito a fare qualcosa? Punto terzo: non stavo fermo, anzi, stavo aiutando loro a tener fermo te! >>
L’Alpha sbuffò, strappando dalle mani di mio fratello i suoi jeans e indossandoli.
 
Isaac tornò all’ambulatorio del Dottor Deaton mentre Scott andò da Allison, noi altri invece tornammo a casa mia e di Derek, che però si fermò non appena mettemmo piede in giardino. << Kendra è dentro con Lydia >> annunciò.
Oh perfetto, pensai, ci mancava anche lei.
<< Ciao ragazzi! >> ci salutò lei una volta che aprimmo la porta, inclinando poi la testa << Derek, perché sei mezzo nudo? >>
<< Ho strappato la mia maglietta. Che ci fai qui? >>
<< Volevo venire a salutarvi ma ho trovato solo Lydia, così la stavo aiutando con tutte queste, ehm .. cose, per il matrimonio >>
Tutti ci avvicinammo al tavolo, mentre Derek mi cingeva le spalle con un braccio.
<< Sai niente di tre nuovi Alpha arrivati in città? >> chiese poi Peter all’altra Alpha.
<< Tre Alpha? Dove? Da quando? >>
<< Da un po’. Sai nulla? >> chiese ancora il Beta.
<< No che non so nulla. Perché dovrei? >>
Sia Derek che Peter alzarono le spalle.
Kendra chiese ancora degli Alpha e Peter le spiegò e raccontò tutto quello che era successo, mentre Derek mi sembrava visibilmente scocciato. Una volta terminato il discorso sugli Alpha, Lydia e Stiles ricominciarono a parlare di fiocchi, colori e sedie e Derek non faceva altro che sbuffare, fino a quando non si avvicinò a suo zio, sussurrandogli qualcosa all’orecchio.
<< Lydia, è quasi ora di pranzo, ti va di mangiare fuori? >> chiese il Beta alla mia migliore amica, che sorrise subito.
<< Certo! >>
<< Kendra, Stiles, vi unite a noi? >>
<< No, io vado da Wendy. Ci vediamo stasera, Hope? >>
<< Certo >> risposi a mio fratello.
<< Kendra? >> chiese ancora Peter.
<< No, io.. devo andare a casa. Sarà per un’altra volta >>
Nel giro di cinque minuti, io e Derek fummo di nuovo soli e la prima cosa che l’Alpha fece fu mettermi con le spalle al muro, letteralmente, e baciarmi con passione.
<< Ma si può sapere cosa hai detto a tuo zio? >>
<< Gli ho solo chiesto se sentiva bene il mio odore >>
<< Odore? >> chiesi, confusa.
<< Ricordi quando ti parlai dell’odore dell’eccitazione? >> mi sorrise, alzando un sopracciglio. Ancora una volta, mi chiesi come faceva ad essere così bello.
<< Oooh, capisco. Hai quell’odore? >>
<< Già, ed è molto forte >> rispose, cominciando a baciarmi il collo.
<< Sai che altro odore sento io? Sudore >>
Derek tornò a guardarmi, con sguardo divertito << Mi stai dicendo che puzzo? >>
<< Ti sto dicendo che hai bisogno di una doccia >>
L’Alpha colse al volo la mia frase, capendo bene cosa intendevo, sorridendomi ancora e sollevandomi da terra, pronto a portarmi con lui nella doccia del nostro bagno e farmi sentire e capire al meglio il suo odore di eccitazione.








--------------------------------------------
Ciao a tutti! **
Eccovi il nuovo capitolo, questa volta non vi ho fatto aspettare tanto :D 
Spero che vi piaccia e vi ringrazio per le recensioni, come sempre *______*
A presto! <3
Ps: Io e Hazel92, altra autrice di EFP ( leggete le sue ff, meritano davvero :) ), abbiamo creato una pagina su facebook dedicata a Teen Wolf  e alle nostre fanfiction, passate? ** 
https://www.facebook.com/HazelAkaneInTeenWolfWorld

Ritorna all'indice


Capitolo 14
*** Murders ***


Murders

 
POV Derek
 
Era stato devastante e straziante, letteralmente.
Non avrei mai immaginato che mio zio potesse arrivare a quel punto, al punto di usare Hope per scatenare il lupo dentro di me. Fu terribile guardarla in balia degli artigli di mio zio, in balia di qualcosa che non poteva affrontare o combattere. Sapevo, dentro di me, che Peter non le avrebbe mai fatto del male, non sul serio, ma sapevo anche che quella ipotetica situazione poteva accadere per davvero. Sapevo che se gli Alpha le avevano fatto del male una volta, avrebbero potuto farlo ancora, chissà quando, chissà come.
Io e il branco continuammo gli allenamenti, ma imposi la condizione che Hope non fosse mai presente, per evitare altre idee che sfioravano la pazzia di mio zio. Lei, ovviamente, non accettò subito ma protestò per quasi un giorno intero, desiderando starmi accanto in quei momenti, ma le feci capire che era meglio che lei restasse fuori da tutto quel trambusto che gli allenamenti procuravano. Nei pomeriggi e nelle serate in cui io e gli altri andavamo nella mia vecchia casa, lei restava con suo fratello, Lydia, Allison e a volte persino Erica e Kendra, visto che anche loro erano damigelle.
Mentre lei lavorava e continuava ad organizzare il matrimonio, sempre con l’aiuto della damigella d’onore, io imparavo a trasformarmi ancora e a gestire meglio il lupo che si trovava dentro di me e che ormai usciva sempre più spesso. Da lupo, cambiava quasi tutto. I sensi erano amplificati più del normale, sentivo e vedevo cose nuove, ero più veloce, più attento, più furbo e più forte. In poche settimane di allenamento, riuscii a controllarlo a pieno e potei finalmente trasformarmi quando volevo, solo pensandolo, per poi ritornare umano a mio piacimento. L’unico inconveniente era il restare privo di vestiti, cosa che spesso faceva ridere tutti e faceva infuriare me.
Impegnati sempre di più, io con il lupo e Hope con il matrimonio, i nostri momenti da soli si riducevano alle notti, quando non crollavamo addormentati e sfiniti, e quando finalmente potevo averla tutta per me, come mi piaceva averla.
Mancava ormai meno di un mese al matrimonio, e quelle settimane non furono affatto tranquille: strane uccisioni, o “omicidi” accadevano a Beacon Hills. Ero sempre andato sul luogo del delitto insieme allo sceriffo e al terzo omicidio capii, aiutato da Stiles, che qualcosa poteva formare uno schema. Si trattava di omicidi, sicuramente dalla mano dei nuovi Alpha, di ragazze sposate o che si dovevano sposare. La prima era una ragazza sposata da neanche un mese, poco più grande di Hope; la seconda una donna sui quarant’anni che si era sposata due giorni prima; e infine, una ragazza a cui mancava un mesetto per sposarsi.
<< Tre omicidi, tre spose, o quasi. Non credi sia una sorta di avvertimento? >> mi domandò Stiles, mentre tutti insieme ragionavamo su quello che stava succedendo. Sentii immediatamente il cuore di Hope accelerare.
<< Quindi, stai dicendo che vogliono uccidermi? >> domandò lei.
<< Nessuno ti ucciderà, né ti farà del male >> risposi io, non dando tempo a suo fratello di continuare a spaventarla.
<< Non puoi saperlo con certezza >>
<< So con certezza che ora sono in grado di fronteggiare chiunque ti si avvicini >>
<< Non sto dicendo questo. Sto dicendo che Stiles ha ragione, che loro, chiunque siano, stanno uccidendo ragazze, spose o future spose, per un motivo >>
<< E’ solo una supposizione fatta da tuo fratello >>
<< Mio fratello su queste cose ha quasi sempre ragione >>
Il sorriso di Stiles mi fece innervosire ancora. Invece di dirle qualcosa per tranquillizzarla, sembrava continuare sulla sua strada.
<< So che vuoi proteggermi >> continuò Hope, accarezzandomi la guancia e notando il mio stato d’animo << Ma devi ammettere che ha ragione. E’ uno schema >>
Sbuffai, cercando di non perdermi negli occhi supplichevoli di Hope, e annuii. << Bene, è uno schema. D’ora in avanti, ti proteggeremo >>
Lei alzò gli occhi al cielo << Non intendevo questo >>
<< Lo intendo io >>
<< Non mi proteggete già? >>
<< Ancora di più ora che sappiamo quello che stanno facendo >>
<< Derek … >> cominciò lei, ma la bloccai.
<< No. Discorso chiuso >>
E terminò lì, come avevo detto. E, come avevo detto, da quel giorno Hope fu controllata quasi sempre da uno di noi.
 
Mancavano otto giorno al matrimonio ed io ero in uno stato di profondo ansia e paura perché sapevo che in pochi giorni la mia vita sarebbe cambiata, ovviamente in meglio, ma non sapevo perché comunque ero spaventato. E se non fossi stato all’altezza? E se Hope avesse avuto un ripensamento e mi avesse lasciato lì in chiesa da solo? E se non fossi stato un buon marito o un buon futuro ed eventuale padre?
La mia ansia non fu di certo aiutata quando quella mattina ricevemmo una telefonata in centrale per un ennesimo omicidio. Pregai che non si trattasse di una ragazza, pregai che non si trattasse di una sposa fino a quando io, lo sceriffo e altri poliziotti non arrivammo sul luogo del delitto, cioè la casa della ragazza. Avevo visto molte scene in vita mia tragiche, orribili, piene di sangue e corpi fatti a pezzi, ma quando vidi la ragazza a terra, davanti ad uno specchio, con il vestito da sposa ormai sporco di sangue e rotto in più parti, mi vennero i brividi. La finestra della stanza era frantumata, qualcuno era entrato da lì e aveva ucciso la ragazza proprio mentre stava provando il suo vestito da sposa. Indagammo subito su di lei e in poche ore scoprimmo che aveva la stessa età di Hope, e che si sarebbe sposata il giorno prima della nostra data di nozze. Fu shockante.
Terminammo le indagini all’ora di pranzo e mentre tornavo a casa in auto, la prima cosa che feci fu chiamare Hope, preoccupato e ansioso più che mai.
<< Ehi, Derek! >> mi rispose lei, sembrava avesse appena finito di ridere. Tirai un respiro di sollievo.
<< Dove sei? >>
<< Da Lydia, come ti avevo detto >>
Solo in quell’istante mi tornò in mente che quella mattina, quel sabato mattina in cui fui costretto a lavorare, Hope mi aveva avvertito che avrebbe passato l’intera giornata con Lydia e le altre, per provare il vestito per l’ultima volta prima della cerimonia e per il suo addio al nubilato.
<< Derek? >>
<< Sì, ci sono >>
<< Cosa succede? >>
Sbuffai, sapendo che non avrei potuto tenerle nascosta una notizia del genere. << Un altro omicidio >>
<< Oh, Dio! Chi? Quando? >>
<< Stamattina. Era una ragazza, lei .. >>
<< Era una sposa >> continuo lei, con tono dispiaciuto.
<< No, si sarebbe sposata sabato prossimo >>
<< Un giorno prima di noi >>
<< Esatto. Noi l’abbiamo .. l’abbiamo trovata in casa sua, stava provando il suo vestito >>
<< Oh, no! Ma come possono fare cose del genere? Come?! >> il tono dispiaciuto lasciò spazio ad un tono arrabbiato.
<< Non lo so. Li fermeremo >>
<< Come se non si fanno vivi se non per uccidere qualcuno? >>
<< Troveremo un modo >>
Sbuffò, non rispondendomi.
<< Resterai da Lydia? >>
<< Sì, a quanto pare la festa si terrà qui >>
<< Stai attenta >>
<< Sono con una licantropa, forse due se Kendra arriva, ed una cacciatrice, starò bene. Piuttosto, fai attenzione tu >>
<< Stai tranquilla >>
<< Che programmi hai per stasera? >>
Alzai gli occhi al cielo, lasciandomi sfuggire un piccolo sorriso. << Hope, so benissimo che stasera tuo fratello e Scott verranno a “rapirmi” per portarmi in qualche locale >>
<< Come fai a …? >>
<< Vi ho sentiti bisbigliare ieri sera >>
<< Sei uno spione! >> rise lei, facendomi sentire meglio. Stavo per sposarla e ancora non capivo come faceva a farmi sentire felice con pochi, semplici gesti.
<< No, sono un lupo >>
<< Un lupo ficcanaso >>
<< Promettimi che starai attenta, e che mi chiamerai per qualsiasi cosa >>
<< Te lo prometto. E tu promettimi che non finirai a letto con nessuna spogliarellista! >>
Mi fece ridere, di nuovo. << Non finirò a letto con nessuna altra donna nella mia vita oltre te >>
<< Allora divertiti >>
<< Ci proverò >>
<< Voglio che tu ti diverta. Starò bene >>
<< Va bene. Buon divertimento anche a te >>
<< Ci sentiamo dopo, amore mio >>
<< A dopo, amore >>
 
Come avevo ben previsto, Stiles e Scott si presentarono dietro la porta del loft alle dieci, vestiti come se dovessero andare a qualche festa.
<< Sorpresa! Ti portiamo al tuo addio al celibato! >> esordì Stiles, aprendo le braccia.
<< Ma davvero? >>
<< Perché non sei sorpreso? >>
<< Vi ho sentito ieri sera. E poi, non volevate cogliermi di sorpresa, rapirmi? >>
<< Sì, ma quasi sicuramente tu avresti pensato che fosse un rapimento o un “attacco” vero degli Alpha quindi abbiamo rinunciato all’idea di incappucciarti e di portarti al locale, ma, ehi!, guarda un po’ fuori >>
I due ragazzi si spostarono, permettendomi di vedere.
<< Una limousine? >>
<< Sì, futuro cognato! Forza, andiamo a festeggiare una delle ultime tue sere da celibe! >>
Nella limousine c’erano anche mio zio, Isaac e Boyd e mi obbligarono subito ad aprire una bottiglia di champagne e di bere insieme a loro, per poi farmi continuare a bere nel locale in periferia dove mi portarono. Mi costrinsero anche a mettere dei soldi in uno di quei sottospecie di completi intimi, che non lasciavano niente all’immaginazione, di una delle spogliarelliste. Assistemmo a tutto il loro “spettacolo” e una ragazza arrivò anche a “ballare” praticamente sopra di me, ma, nonostante mi divertissi, continuavo a pensare che il corpo di Hope fosse il migliore di tutti e il solo ed unico a farmi eccitare. Continuammo a bere, ridere, guardare quelle ragazze fino a notte fonda, fino a quando non ritornammo nella limousine e potei tornare a casa mia, nel mio letto, con la testa che quasi mi scoppiava.
Cercai di addormentarmi, cercai di riposare, ma sembrava essere tutto inutile. Una strana sensazione pervase il mio corpo, una strana sensazione di ansia, timore, quasi tristezza. Quando riuscii ad addormentarmi, quando ormai era quasi l’alba, non riuscii a calmarmi. Sognai Hope. La sognai con un bellissimo abito bianco che le calzava a pennello, mentre allo specchio si sistemava i capelli, sorridendo con gli occhi lucidi. Era stupenda. Ma poi, l’immagine cambiò. Hope era ricoperta di sangue, il vestito era diventato per metà rosso, strappato, rovinato, e il sorriso splendente della mia sposa era diventato un grido di terrore mentre un lupo grosso e con la bava alla bocca si buttava sopra di lei, squarciandole la gola con i denti e colpendola poi al petto, al cuore, quasi assicurandosi che morisse davvero.
<< NO! >> mi svegliai urlando, tremando, sudando, mentre le prime luci del sole entravano dalla finestra. Il mio urlo fece abbaiare Kopa, ma non gli detti importanza. Presi subito il telefono mentre le mani continuavano a tremarmi, mentre quasi non riuscivo ad arrivare al suo numero.
<< Derek ? Cosa ..? >> rispose con voce assonnata.
<< Stai … stai bene? >> tremai, chiedendoglielo.
<< Sì, sto bene. Cosa hai? >>
<< N-niente, io … >>
<< Derek? >>
<< Ho bisogno di te >>
<< Stai bene? Sei ferito?! >>
<< No, io … >> respirai ancora, cercando di calmare il mio corpo in preda al panico << Ho solo bisogno di te >>
<< Arrivo >> fu la sua risposta, che terminò la telefonata.
Sentii un’auto arrivare, sentii i passi di Hope, il suo cuore battere forte, preoccupato, sentii la porta aprirsi, << Derek? >>, sentii l’abbaiare di Kopa, la sentii salire le scale, e poi finalmente la vidi.
Non mi disse nulla, mentre mi guardava con preoccupazione e correva verso di me, verso il letto, abbracciandomi subito e stringendomi a sé.
<< Perché tremi? Sei tutto sudato! >>
Non risposi, continuando a stringerla a me, sentendomi sollevato nel vederla viva.
<< Derek, mi fai preoccupare >>
<< Non lo so >> risposi, tremando di meno << Non so perché sto così >>
Lei sciolse l’abbraccio, guardandomi negli occhi e accarezzandomi la fronte. << Voi lupi non potete avere la febbre, vero? >>
<< No, non è questo. Io .. >>
<< Hai preso o bevuto qualcosa di strano? >>
<< No, no. Stavo bene, e poi ti ho sognata. Era un incubo >>
<< Che incubo? >>
<< Ho sognato la stessa scena che ho visto oggi, ma c’eri tu >>
Lei sbarrò gli occhi per un secondo, tornando poi a sorridermi dolcemente, continuando ad accarezzarmi. << Sono qui, sto bene >>
Sospirai, tornando ad abbracciarla, a stringerla, a immergere il naso nei suoi capelli,  nel suo profumo, nel suo odore che mi faceva tornare a respirare regolarmente.
<< Hai smesso di tremare >>
<< Solo perché ci sei tu >>
<< Nessuno mi porterà via da te, capito? Nessuno >>
<< Lo so >>
Fui io stavolta a sciogliere l’abbraccio, ma solo perché morivo dalla voglia di baciarla. La baciai con passione, quasi con rabbia, senza lasciarla andare, tirandola verso di me, facendola sdraiare e stringendola ancora con un braccio. Ne avevo bisogno. Avevo bisogno di sentirla accanto a me.
<< Ti amo >> le sussurrai, lasciandola respirare un attimo per poi tornare sulle sue labbra, mentre anche lei rispondeva al bacio e mi accarezzava il petto nudo.
Si spostò un po’, facendo un lungo respiro << Ti amo anche io, da morire. Ma ti ricordo che ho bisogno di respirare >>
Non risposi, perso nei suoi occhi e nel suo sorriso.
<< Stai bene, ora? >>
<< Sì. Scusami, non volevo farti preoccupare >>
<< Lo so, non fa niente. Io non ti lascio, in nessun modo >>
Le accarezzai i capelli lunghi e morbidi, che il sole faceva splendere e sembrare ancora più rossi. << Vorrei che potessimo arrivare al matrimonio senza altri pensieri >>
<< Siamo io e te, nessun altro pensiero >>
<< Lo sai che non è così >>
<< Facciamo finta che lo sia. Arriveremo a domenica sani e salvi, avremo solo un po’  d’ansia, ma solo per il matrimonio >>
Sorrisi anche io, senza smettere di accarezzarla. << Non vedo l’ora >>
<< Anche io >>
Riprendemmo a baciarmi, ad accarezzarci, e a fare l’amore come io amavo fare, come non mi sarei mai stancato di fare. Con Hope fra le braccia, riuscii ad addormentarmi e a fare sogni sereni e felici. Tutto andava bene, quando ero con lei.
 
 
 





--------------------------------
Vi chiedo perdono. Sono orribile, non so neanche io da quanto tempo non aggiornavo! In questo periodo ho avuto tantissimo da fare, ho organizzato un po' di cose e in più lunedì ho l'ultimo esame della sessione estiva ed ho anche una brutta sensazione al riguardo. Non avevo nè tempo nè voglia di scrivere, e vi chiedo ancora scusa. Spero riusciate a perdonarmi con questo capitolo. Vi ringrazio tanto per il vostro supporto :)
Alla prossima <3

Ritorna all'indice


Capitolo 15
*** Fears ***


Fears

 
POV Hope

Stavo cominciando a pensare che la mia vita, la vita di Derek, la nostra vita insieme, non sarebbe mai stata tranquilla e serena. Avevamo affrontato difficoltà e pericoli fin da quando ci eravamo conosciuti: prima Ethan, Deucalion e il suo branco ed ora questi nuovi Alpha, insieme agli omicidi delle spose o quasi spose, e Kendra. Sapevo perfettamente che lei in confronto a tutto il resto era niente, eppure c’era qualcosa in lei che mi spaventava, che mi faceva stare allerta. Non riuscivo a spiegarlo a nessuno perché neanche io capivo se erano solo delle mie stupide sensazioni da ragazza gelosa e insicura o delle vere e proprie “minacce”. Erano i suoi occhi. Il modo in cui mi guardava e mi parlava. Il modo in cui guardava Derek, così pieno di desiderio e felicità, il modo in cui gli parlava, sempre sorridente e gentile. Sembrava pronta a fare qualsiasi cosa per lui. E forse, lei poteva davvero farlo. Se un qualcosa, un qualcuno, si fosse avventato o avesse minacciato Derek, lei, una licantropa Alpha, avrebbe sicuramente potuto fare qualcosa. Io invece, come al solito, ero alquanto inutile. Ero servita agli allenamenti per far trasformare Derek, lo avevo aiutato, ma più di questo nulla. Se uno dei nuovi Alpha arrivati in città avesse fatto qualcosa a Derek, io non avrei potuto fare altro che urlare e chiedere aiuto.
Ero preoccupata, lo ero davvero, ma non volevo che Derek lo pensasse, perché vedevo benissimo quanto lui era preoccupato per me. Questa volta, aveva un buon motivo per esserlo davvero. Lì fuori c’era qualcuno, lupo o non lupo, che andava in giro ad uccidere ragazze spose o quasi per un motivo, quello di avvertire noi due.
Avevo paura che mio fratello avesse ragione, avevo paura che la prossima sarei stata io, che Derek soffrisse ancora a causa mia. Perfino mio padre, che di tutto il resto non sapeva nulla, cominciò a preoccuparsi per me, perché anche io a breve sarei stata una sposa. Non era un bel modo per arrivare all’altare. Le uniche mie preoccupazioni dovevano solo essere legate a Derek, o magari a come mi sarei presentata quel giorno, al vestito, al trucco, ai capelli, alle mille domande che mi dovevo porre: sarò davvero giusta per lui? E se non lo fossi? Se lui mi lasciasse lì? Se si accorgesse che non sono adatta a lui?
E invece, mi domandavo se ci sarei arrivata all’altare, o quanti giorni sarei sopravvissuta dopo il matrimonio. Non era giusto, non lo era affatto. Volevo vivere la vita con Derek serenamente, soprattutto in occasione del nostro matrimonio, ma non ce lo stavano permettendo.
Nonostante tutto quanto, nonostante le mille paure e minacce, dovevo essere forte. Avrei affrontato il mio matrimonio felice e ansiosa, ma solo per le comuni ansie che hanno tutte le spose. Avrei reso Derek contento, lo avrei tranquillizzato e non mi sarei fatta prendere dal panico. Al diavolo lupi e omicidi! Volevo dare a Derek ciò che meritava, e lo avrebbe avuto.
 
Era un sabato mattina e quella sera ci sarebbe stato il mio addio al nubilato, così come ci sarebbe stato quello di Derek, anche se lui non lo sapeva. Andai fin dalla mattina a casa di Lydia, per sistemare le ultime cose, per provare il vestito per l’ultima volta, per prepararmi al meglio, visto che ormai mancava davvero poco.
<< Hope, non pensavo avresti indossato un completino così sexy sotto il vestito! >> esclamò Erica, prendendo in mano, appunto, il mio completino intimo che avevo scelto appositamente per la prima notte di nozze.
<< A Derek piacerà molto, fidati >> disse Lydia, ridendo insieme ad Allison.
Fecero ridere, ed imbarazzare, anche me.
<< Dite che Kendra arriverà? >> domandò Allison, frugando fra i trucchi nel mio beautycase.
<< Ha detto di sì. Infondo, è una damigella anche lei >> risposi, anche se una parte di me desiderava non arrivasse mai.
<< A me non piace quella lì >> annunciò Erica, facendo annuire anche Lydia ed Allison.
<< Avanti, non siate cattive .. >>
<< Non puoi dirmi che a te sta simpatica, Hope! >>
<< Beh, no. Ma è una vecchia amica di Derek, a quanto pare l’unica, e se per lui è importante allora lo è anche per me >>
<< Non mi piace comunque. E’ strana … il modo in cui lo guarda, il modo in cui guarda te .. >> le parole di Erica mi fecero pensare che forse le mie non erano solo sensazioni infondate, che forse, almeno un po’, avevo ragione.
<< Che intendi? >> domandai, facendo finta di nulla.
<< Ti guarda come se volesse essere lei al tuo posto, come se volesse essere lei la sposa, ad ogni costo. E vedo benissimo quanto Derek le piaccia >>
<< Allora non l’ho notato solo io! >> esclamò Lydia, continuando << Ti ricordi quando ci avete trovate a casa vostra, quando voi eravate all’allenamento? >> mi chiese, ed io annuii << Sembrava non fosse per nulla interessata al matrimonio, sembrava volesse darmi consigli sbagliati facendolo apposta, come se desiderasse che qualcosa non fosse al posto giusto >>
Avrei tanto voluto dire ciò che pensavo davvero alle mie amiche, ma avevo paura di farlo. << Magari sono solo vostre sensazioni. Non penso sia cattiva >>
<< Tutto può essere, ed io comunque la tengo d’occhio >> disse Erica, sicura di sé e di ciò che mi aveva detto.
<< E poi, è anche maleducata! E’ in ritardo di quasi due ore, non credi non voglia esserci per niente? >> mi domandò ancora Lydia.
<< Arriverà, vedrete >> risposi.
<< Spero proprio di no! >> esclamò Allison, con gli occhi puntati su degli ombretti che aveva in mano. Si accorse del silenzio che le sue parole avevano provocato ed alzò lo sguardo, mettendosi una mano sulla bocca << Oh, scusate, ho pensato ad alta voce >> rise, coinvolgendo anche noi.
La suoneria del mio cellulare colse la mia attenzione e sorrisi vedendo chi mi stava chiamando.
<< Ehi, Derek! >>
<< Dove sei? >> mi chiese subito lui, come se fosse in ansia.
<< Da Lydia, come ti avevo detto >>
L’Alpha non rispose, immerso in chissà quali pensieri.
<< Derek? >>
<< Sì, ci sono >>
<< Cosa succede? >> domandai, visto che quasi sicuramente qualcosa era successo. Derek non si comportava così senza motivo. La mia domanda attirò l’attenzione delle altre, ed Erica sicuramente aguzzò l’udito per sentire la telefonata.
Sentii il lupo sbuffare, prima di rispondermi. << Un altro omicidio >>
<< Oh, Dio! Chi? Quando? >>
<< Stamattina. Era una ragazza, lei .. >> Derek si bloccò ancora, ma sapevo benissimo come continuare la sua frase.
<< Era una sposa >>
<< No, si sarebbe sposata sabato prossimo >>
<< Un giorno prima di noi >>
<< Esatto. Noi l’abbiamo .. l’abbiamo trovata in casa sua, stava provando il suo vestito >>
<< Oh, no! Ma come possono fare cose del genere? Come?! >> domandai, con tono adirato. Era incredibile! Non potevano continuare ad uccidere spose, ragazze, donne o quel che erano, solo perché poi volevano arrivare a me. Mi dispiacqui per quella ragazza, immaginandola felice mentre si provava il suo vestito, impaziente, e un attimo dopo uccisa, morta, senza un vero motivo legato a lei.
<< Non lo so. Li fermeremo >>
<< Come se non si fanno vivi se non per uccidere qualcuno? >>
<< Troveremo un modo >>
Sbuffai, non rispondendogli. Sapevo che voleva trovare un modo, ma come avrebbero potuto? Quegli Alpha erano furbi, e sicuramente non si sarebbero fatti trovare in modo facile. Sicuramente, sarebbero stati loro a venire da noi, da me.
<< Resterai da Lydia? >> mi chiese Derek, cambiando argomento, forse per farmi sentire meglio.
<< Sì, a quanto pare la festa si terrà qui >>
<< Stai attenta >> non poteva mancare questa sua frase.
<< Sono con una licantropa, forse due se Kendra arriva, ed una cacciatrice, starò bene. Piuttosto, fai attenzione tu >>
<< Stai tranquilla >>
<< Che programmi hai per stasera? >>
<< Hope, so benissimo che stasera tuo fratello e Scott verranno a “rapirmi” per portarmi in qualche locale >>
Spalancai gli occhi, non capendo.<< Come fai a …? >>
<< Vi ho sentiti bisbigliare ieri sera >>
<< Sei uno spione! >> risi, sentendo anche la sua risata dall’altra parte del telefono. Mi sentii più leggera sapendo che stava bene, che stava ridendo.
<< No, sono un lupo >>
<< Un lupo ficcanaso >>
<< Promettimi che starai attenta, e che mi chiamerai per qualsiasi cosa >>
<< Te lo prometto. E tu promettimi che non finirai a letto con nessuna spogliarellista! >>
Sentii ancora la sua meravigliosa risata. << Non finirò a letto con nessuna altra donna nella mia vita oltre te >>
Come poteva essere così dolce? Come? << Allora divertiti >>
<< Ci proverò >>
<< Voglio che tu ti diverta. Starò bene >>
<< Va bene. Buon divertimento anche a te >>
<< Ci sentiamo dopo, amore mio >>
<< A dopo, amore >>
Non appena chiusi la telefonata, sia Lydia che Allison domandarono cosa fosse successo. Guardai Erica, che sapeva già tutto, e spiegò loro dell’ennesimo omicidio.
<< Sono dei mostri >> disse Lydia.
<< Li prenderemo >> annunciò Allison, con la stesse voce sicura di Derek.
<< Come? Non si fanno vivi >>
<< Lo faranno. Mando un messaggio a mio padre, per avvertirlo >>
Annuii, mentre Erica si voltava verso la porta. << Mi spiace dirlo, ma è arrivata >> e ovviamente si riferiva a Kendra.
Andò Lydia ad aprirle, e la lupa si presentò sorridente, forse come non l’avevo mai vista. << Ciao ragazze! >> ci salutò, ma noi non rispondemmo con lo stesso entusiasmo, visto la notizia che avevamo avuto << Che succede? >> chiese Kendra, sedendosi sulla poltrona, lontana da tutte noi.
Erica alzò gli occhi al cielo << Un altro omicidio, un’altra sposa >>
<< Come? Quando? >> chiese Kendra, non con eccesivo stupore.
<< Poco fa, a casa della ragazza. L’hanno uccisa mentre si provava il suo vestito >> continuò Erica. Sembrava come se fosse allerta, attenta a qualsiasi cosa, a qualsiasi movimento o magari sbalzo del cuore di Kendra.
<< E’ stato Derek a dirvelo? >>
Annuii. << Mi ha chiamato lui >>
<< Capisco. Dobbiamo aspettarcene altri, allora >> annunciò, quasi come se fosse sicura di quello che stava dicendo.
<< Forse >> rispose Erica.
Ci fu un po’ di silenzio, durante il quale Erica e Kendra si guardavano, e non in modo carino. Fu Lydia, come sempre, a prendere in mano la situazione.
<< Basta pensarci, su! Siamo qui per Hope, per il suo matrimonio che avverrà in modo tranquillo e perfetto, vero? >>
Sorrisi alla mia migliore amica, e lo fecero anche Allison ed Erica. Kendra si limitò ad annuire.
La giornata passò tranquillamente, nonostante io continuassi a notare come Kendra risultasse falsa nei confronti di tutte noi. Cercava di sorridere, di essere cortese e partecipe, ma non mi servivano i sensi di lupo per accorgermi che non era come sembrava. Quando provai il vestito, tutte le mie amiche si emozionarono, Lydia scoppiò in lacrime, Erica ed Allison sorridevano con gli occhi lucidi, mentre lei si limitava a sorridere, e non le riusciva molto bene. Provammo il trucco, i capelli, ci facemmo foto e video insieme, ci facemmo manicure e pedicure a vicenda, vedemmo un film romantico, fantasticammo sul nostro futuro,  passammo una vera e propria giornata fra ragazze, fra amiche.
Per la sera, per il mio addio al nubilato, Lydia aveva organizzato tutto alla perfezione. Aveva ordinato del cibo squisito e abbondante, aveva fatto rifornimento di tutti gli alcolici possibili e, ovviamente, aveva invitato tre spogliarellisti. Per la serata ci raggiunse anche Wendy, la ragazza di Stiles, e tutte noi ci divertimmo soprattutto grazie agli spogliarellisti, che arrivarono a ballarmi intorno per non so quanto tempo, con delle sole, piccole mutande addosso mentre io non facevo altro che ridere e coprirmi gli occhi con le mani. Mi divertii molto, ma pensai anche tanto a Derek. Speravo che si stesse divertendo anche lui, che non stesse pensando a quello che stava accadendo in quei giorni, che fosse felice e spensierato.
Quando la serata terminò era molto tardi e tutte eravamo sfinite e mezze addormentate. Mentre le altre si preparavano per la notte, Kendra mi prese in disparte. Ebbi un po’ di paura, in effetti, ma mi feci forza. Erica era a pochi metri da me, poteva sentire tutto, e Kendra lo sapeva.
<< Ti ringrazio per la serata, Hope >>
<< Oh, di niente. Ma è stata Lydia ad organizzare tutto >>
Sembrò quasi ignorare la mia risposta << Non rimarrò per la notte. Ho delle faccende da sbrigare >>
Faccende da sbrigare? Di domenica mattina all’alba? In una città dove non conosci nessuno? << Oh, sicura? >>
<< Sì. Sarò impegnata, in questi giorni. Ci rivedremo al matrimonio, o forse prima .. >>
<< Beh, quando vuoi >>
<< Hai sentito Derek? >>
La domanda mi lasciò perplessa. << No. Perché? >>
 Lei alzò le spalle. << Curiosità. E’ stato un piacere >> mi fece l’occhiolino, quasi facendomi rabbrividire. Salutò le altre e scomparve. Tirai un respiro di sollievo.
 Mi addormentai accanto a Lydia, sfinita e felice per la serata. Non mi sarei aspettata una telefonata di Derek, non così tardi, o presto, comunque.
<< Derek ? Cosa ..? >> risposi, schiarendomi la voce, ancora presa dal sonno.
<< Stai … stai bene? >> mi chiese. La sua voce mi fece spaventare, sembrava stesse tremando.
<< Sì, sto bene. Cosa hai? >>
<< N-niente, io … >> non continuò. Il mio cuore accelerò tantissimo, mentre mi mettevo seduta.
<< Derek? >>
<< Ho bisogno di te >>
<< Stai bene? Sei ferito?! >> mi alzai, cercando i miei vestiti. Notai gli occhi gialli di Erica nel buio, era sveglia anche lei.
<< No, io … >> lo sentii respirare, come se avesse bisogno di aria. << Ho solo bisogno di te >>
<< Arrivo >> risposi, chiudendo la telefonata e cominciando a vestirmi.
<< Hope, che è successo? >> mi domandò Erica.
<< Non lo so. Sto tornando a casa, avvisi tu le altre? >>
<< Sì, ma mandami un messaggio quando arrivi. Chiaro? >>
<< Chiaro >> la superai, prendendo la mia borsa e correndo verso la mia auto.
Perché Derek sembrava stare male? Cosa gli era successo?
Guidai velocemente fino a casa nostra, spalancai la porta e fui subito accolta da Kopa, ma non potevo accarezzarlo, non in quel momento. << Derek? >> lo chiamai. Salii in fretta le scale arrivando fino in camera nostra e vedendolo mi sentii sollevata. Non era ferito.
Corsi da lui, abbracciandolo e stringendolo a me.
<< Perché tremi? Sei tutto sudato! >>
Non mi rispose, mi strinse solo più forte a sé.
<< Derek, mi fai preoccupare >>
<< Non lo so >> rispose, con voce ancora tremante << Non so perché sto così >>
Mi liberai dalla sua stretta, guardando i suoi occhi grandi e verdi, spaventati. Gli misi una mano sulla fronte. << Voi lupi non potete avere la febbre, vero? >>
<< No, non è questo. Io .. >>
<< Hai preso o bevuto qualcosa di strano? >>
<< No, no. Stavo bene, e poi ti ho sognata. Era un incubo >>
<< Che incubo? >>
<< Ho sognato la stessa scena che ho visto oggi, ma c’eri tu >>
Doveva essere stato un incubo terribile, ma lo capii. Si era preoccupato per me a tal punto da stare male. Sorrisi al mio Alpha, accarezzandogli la guancia. << Sono qui, sto bene >>
Sospirò e mi abbracciò ancora. Lo strinsi a me, finalmente avevo capito e potevo calmarmi anche io.
<< Hai smesso di tremare >>
<< Solo perché ci sei tu >>
<< Nessuno mi porterà via da te, capito? Nessuno >>
<< Lo so >>
Sciolse l’abbraccio, baciandomi le labbra. Lo fece con passione, con molta passione, sembrava non volesse più lasciarmi andare. Cominciai a sentirmi accaldata, come solo lui poteva farmi sentire.
<< Ti amo >> mi sussurrò, lasciandomi respirare per due secondi e per poi tornare a baciarmi, mentre io accarezzavo il suo bellissimo petto nudo.
Mi spostai, sorridendogli. << Ti amo anche io, da morire. Ma ti ricordo che ho bisogno di respirare >>
Non mi rispose, ma mi sorrideva. E mi bastava. Il suo sorriso mi sarebbe bastato per sempre.
<< Stai bene, ora? >>
<< Sì. Scusami, non volevo farti preoccupare >>
<< Lo so, non fa niente. Io non ti lascio, in nessun modo >>
<< Vorrei che potessimo arrivare al matrimonio senza altri pensieri >>
<< Siamo io e te, nessun altro pensiero >>
<< Lo sai che non è così >>
Sì, lo sapevo. Ma non doveva essere così.
<< Facciamo finta che lo sia. Arriveremo a domenica sani e salvi, avremo solo un po’  d’ansia, ma solo per il matrimonio >>
Derek non smetteva di sorridere, né di accarezzarmi, mentre la luce del sole gli faceva brillare gli occhi. << Non vedo l’ora >>
<< Anche io >>
Riprendemmo a baciarmi, ad accarezzarci, e Derek finalmente ritornò sereno. Avremmo superato anche questa difficoltà, avremmo superato anche quel pericolo. Ce l’avremmo fatta, insieme.







-------------------------------------------------
Ciao a tutti! **
Eccovi il capitolo, finalmente! Vi chiedo scusa per il ritardo, cercherò di aggiornare più in fretta :)
Spero vi piaccia, è un capitolo che riprende molto quello precedente, volevo più che altro parlare di Kendra. Nel prossimo ci sarà il matrimonio :)
Grazie ancora per tutto il supporto, siete unici. <3
Alla prossima :D

Ritorna all'indice


Capitolo 16
*** Celebration ***


Celebration
 
POV Hope
Era da poco passata la mezzanotte e ciò significava che il giorno del mio matrimonio era arrivato. Ancora non ci credevo. Ero nel mio letto, nel mio vecchio letto, della mia vecchia casa, almeno da due ore eppure non ero riuscita ad addormentarmi, troppo eccitata, nervosa e ansiosa all’idea. Avevo passato il sabato sera con mio padre e mio fratello ed entrambi avevamo deciso di dormire lì, soprattutto perché la mattina dopo mi sarei dovuta svegliare presto per tutti i preparativi e Derek non poteva assolutamente vedere nulla.
Sentii la porta della mia stanza aprirsi.
<< Posso dormire con te? >>
Il sussurro di mio fratello mi fece sorridere e mi voltai verso di lui. << Mi chiedevo quando saresti arrivato >>
Feci sorridere anche lui mentre chiudeva la porta e mi raggiungeva a letto. Mi mise un braccio intorno alla spalla ed io poggiai la testa sul suo petto, sentendo il suo cuore battere velocemente.
<< Non riesci a dormire? >> mi domandò.
<< Troppi pensieri >>
Stile sospirò, stringendomi. << Mi erano mancati questi momenti >>
<< Puoi venire sempre a dormire a casa mia, lo sai >>
Sentii la sua risata soffocata. << Certo, così quando Derek mi troverà nel letto con te mi manderà a dormire nella cuccia di Kopa, ovviamente se è di buon umore >>
Fece ridere anche me mentre immaginavo la scena.
<< Papà è stato felice di averci tutti e due a cena. Solo noi tre >>
<< Come i vecchi tempi >> aggiunsi io, continuando ad ascoltare il battito cardiaco di mio fratello che pian piano si faceva più regolare.
<< E’ emozionato per domani. Lo siamo tutti >>
Sospirai. << Spero che vada tutto bene >>
<< Sarà così. Niente può rovinare il matrimonio di mia sorella. E poi, saremo circondati da lupi e cacciatori e ..>>
<< Stiles? >>
<< Mmh? >>
<< Dici che dovrei dire a papà tutto quanto? >>
Sembrò sussultare. << T-tutto? Intendi tutto tutto? Perché? >>
<< Come gli spiegherò il fatto che suo nipote avrà zanne e artigli? >>
Questa volta, Stiles sussultò davvero. << Sei incinta?! >>
<< No, no. Cioè, non lo so >>
<< Come, non lo sai? Che significa? >> domandò, spostandosi per guardarmi in faccia.
<< Beh, sai .. io e Derek non stiamo usando, ehm.. precauzioni >> risposi, imbarazzata e ringraziando che fosse buio per evitare che mio fratello guardasse il mio volto rosso.
<< Oh. Da quanto? >>
<< Da dopo l’incidente >>
Stiles non mi rispose, ma si alzò subito in piedi e cominciò a togliersi il pigiama, nervosamente.
<< Che stai facendo? >> gli chiesi, mettendomi seduta.
<< Vado in farmacia >>
Spalancai gli occhi, ma lui non mi rivolse neanche uno sguardo. << Stiles, è mezzanotte >>
<< Deve essercene una aperta! Non puoi dirmi una cosa del genere e pensare che io rimanga col dubbio. Torno subito >> si spiegò, sebbene mi fosse sembrato un folle, e poi uscì dalla porta.
Era uscito di casa in piena notte solo per comprare un test di gravidanza, solo per sapere se io fossi incinta. E se lo fossi stata? Se dentro di me stesse già crescendo qualcosa? Non solo avevo l’ansia per il matrimonio che sarebbe cominciato di lì a poche ore, ma ora il mio corpo veniva attraversato da brividi a causa della curiosità senza freni di mio fratello. Mi misi in piedi e andai in cucina, facendo il minimo rumore possibile per evitare che mio padre si svegliasse, e bevvi quattro grandi e pieni bicchieri di acqua, sperando che presto mi venisse da far pipì. Ritornai in camera e cominciai a camminare avanti e indietro a piedi nudi, pensando che di lì a poco forse avrei scoperto qualcosa che avrebbe cambiato la mia vita e quella di Derek. E lui come avrebbe reagito? Quando e come glielo avrei detto?
Vidi dalla finestra la jeep  di Stiles esattamente dopo venti minuti che era andato via. Quando aprì la porta della mia stanza, aveva il respiro corto, sembrava avesse corso.
<< Trovato! >> annunciò, alzando in cielo il test di gravidanza che teneva stretto in mano. << Pronta? Ho preso quello che ti dice se e da quando sei incinta >>
Presi il test fra le mani. Stavo tremando.
<< Ho paura >> confessai, rigirandomi quella piccola scatolina fra le mani.
<< Cosa? Hai affrontato lupi, cacciatori e tutto il resto, ed ora hai paura di un test? >>
Non gli risposi. Alzai semplicemente lo sguardo su di lui. E mi capì.
<< Vieni qui >> disse, aprendo le braccia e mettendole intorno al mio corpo, stringendomi, baciandomi piano i capelli. << Sono sicuro che, se sei incinta, Derek sarà felicissimo. E papà, ed anche io, e tutti quanti. Ti vedo già, sai? Sarai una mamma perfetta, lo so. E anche Derek sarà un bravo papà, nonostante io lo veda già impazzire a causa dei pannolini >>
Sorrisi al pensiero. << E se non dovesse essere positivo? >>
<< Allora aspetteremo >>
Sciolsi l’abbraccio, facendo un respiro lungo e profondo. << Vado in bagno >>
Stiles annuì << Ti aspetto qui >>
Mi chiusi in bagno e aprii subito la confezione del test, leggendo bene le istruzioni ed eseguendole subito dopo. Tremavo ancora. Quando finii tornai in camera mia e trovai mio fratello in piedi ad aspettarmi. << Allora? >>
Gli porsi il test. << Deve passare ancora un minuto e mezzo, circa. Vedi tu, io non ho il coraggio >>
Mi sedetti sul letto e Stiles fece lo stesso, con il test fra le mani e gli occhi puntati su di esso.
Fu il minuto e mezzo più lungo della mia vita.
Intravidi gli occhi di Stiles spalancarsi. << Cosa? >> chiesi.
<< Oh, Dio >>
<< Stiles? >>
<< Mio. Dio. >>
<< Stiles! >>
Lui alzò gli occhi su di me, finalmente. << Due linee. Due mesi >> disse, voltando il test verso di me. Erano comparse due linee rosse ed affianco a loro la scritta ‘2Mesi’.
Spalancai anche io gli occhi, mettendomi entrambe le mani sulla bocca. << Dio >>
<< Mio Dio! >> esclamò Stiles, con voce più alta.
<< Sono incinta >> dissi, sorridendo.
<< Sei incinta! >> urlò mio fratello, abbracciandomi e ridendo mentre io gli sussurravo di abbassare la voce. << Hope, è magnifico! >>
Risi guardando mio fratello eccitato come un bambino davanti ai regali di Natale.
<< Quando lo dirai a Derek? >>
<< Oh, Dio, non lo so >>
<< Posso dirlo a papà? >>
<< No, Stiles! Ascolta, per favore, non dirlo a nessuno. Domani lo dirò a Derek, dopo il matrimonio, e poi potrai dirlo a chi vorrai. Va bene? >>
Sbuffò. << Va bene >>
<< Giuramelo! >>
<< Lo giuro, lo giuro! Lo giuro per il bene del mio futuro nipotino, che si chiamerà ..? >>
<< Non lo so. Non ne ho mai parlato con Derek >>
<< Ma devi avere qualche idea! >>
<< Beh, sì. Pensavo ad Alec e Talia >> confessai, sorridendo.
<< I nomi dei genitori di Derek? E’ una cosa dolcissima, davvero >>
<< Se lui sarà d’accordo >>
<< Non vedo l’ora! Quanto manca? >> cominciò a contare con le dita della mani << Sette mesi! Devo prepararmi >>
<< Tu devi prepararti? >>
<< Certo! >>
Mi fece ridere, ancora. Restammo a parlare del futuro bambino per almeno altre due ore, ma poi il sonno ebbe la meglio su entrambi.
Quella notte, sognai un bambino dai capelli scuri, gli occhi verdi, e un sorriso da sciogliere il cuore.
 
<< Hope, non ti avevo detto di dormire molto stanotte? Dovrò fare un miracolo per nascondere queste borse sotto gli occhi! >> mi sgridò Lydia, guardandomi allo specchio mentre cominciava ad armeggiare con non so quante trousse di trucchi.
<< E’ stato Stiles a tenermi sveglia >>
<< Ehi! >> urlò mio fratello, ancora nel letto.
<< Non avevo dubbi >> esclamò Lydia, alzando gli occhi al cielo. << Ora ferma. Inizio la mia opera d’arte >>
Lydia riuscì a nascondere perfettamente le mie occhiaie e a fare una base per il viso perfetta. Aggiunse il mascara e un po’ di ombretto chiaro sugli occhi, insieme ad un po’ di matita per contornarli. Infine, usò una tinta labbra e poi un rossetto, e la sua opera d’arte terminò. << Stai benissimo >>
Cominciò a truccarsi lei e nel frattempo arrivarono Allison, Erica e Wendy, che costrinse Stiles a darsi una mossa, mentre Kendra era in ritardo.
<< Spero arrivi già truccata e pettinata, perché avrà solo il tempo di mettersi il vestito! >> esclamò Lydia, visibilmente irritata.
Kendra arrivò quando ormai tutte le altre damigelle erano pronte e Lydia la costrinse a mettersi subito il vestito, uguale a quello delle altre. Erano dei vestiti senza spalline, con scollo a cuore e lunghi fino alle ginocchia, color ambra chiaro. Solo quello di Lydia aveva un fiocco intorno alla vita. Erano tutte bellissime.
<< Tocca a te, ora! >> annunciò Erica, battendo le mani.
Mi sembravano tutte eccitate all’idea di vedermi finalmente vestita da sposa, mentre l’unica che sorrideva appena era Kendra, che spesso mi rivolgeva sguardi confusi. Non volli darle molta importanza, troppo eccitata al pensiero che stava davvero per arrivare il momento di salire sull’altare.
Lydia mi aiutò ad infilarmi il vestito e le scarpe e quando mi voltai, le mie amiche sorridevano e avevano gli occhi lucidi.
<< Hope, sei bellissima >>
Il mio vestito era bianco, così come lo avevo sempre sognato. Senza spalline e maniche, con il bustino con scollo a cuore ed una gonna che avvolgeva perfettamente il mio corpo, allargandosi solo alla fine per diventare un piccolo strascico che dava un tocco in più al vestito, che aveva dei ricami di pizzo. Era un vestito semplice e me ne ero subito innamorata da quando lo vidi al negozio, il tipico modello a sirena. Lydia mi mise una spilla fra i capelli che aveva raccolto lasciando libere alcune ciocche per contornare il mio viso e mise il velo, dandomi infine il bouquet.
<< Aspetta! >> esclamò Erica, frugando nella sua borsa << Qualcosa di blu >> aggiunse, porgendomi una giarrettiera blu.
<< Oh, Dio >> dissi in una risata << Aiutatemi a metterla >> le pregai, e quando finirono Lydia sorrise ancora.
<< Ora sei perfetta. Chiamo tuo padre e gli altri >>
Al piano di sotto c’erano mio padre ed i due testimoni, Stiles e Scott. Tutti e tre, quando mi videro, spalancarono la bocca, quasi increduli, e sorrisero.
Vidi subito gli occhi lucidi di mio padre.
<< Hope, sei .. sei stupenda >> disse Stiles, mentre Scott accanto a lui annuiva.
<< Io non so neanche come descriverti >> disse il mio migliore amico.
<< Papà, ti piaccio? >> domandai a mio padre.
Lui fece qualche passo in avanti, fino a trovarsi di fronte a me. I suoi occhi erano sempre più lucidi, e il mio cuore cominciò ad accelerare.
<< Sei bellissima, come tua madre >>
La sua frase mi colpì il cuore.
<< Devo darti una cosa .. >> disse, estraendo dalla tasca un piccolo contenitore ed aprendolo. Era un braccialetto. << Tua madre lo indossò il giorno delle nostre nozze. Era di tua nonna. Serve, qualcosa di vecchio, no? >> disse, tirando su con il naso.
Sentii anche i miei occhi farsi più umidi. Detti un bacio a mio padre e lo abbracciai. << Grazie papà >>
Mi strinse a sé, baciandomi la guancia.
<< Signor Stilinski, non deve far piangere Hope! Il trucco! >> si intromise Lydia, facendo sorridere sia me che mio padre, che mi mise il braccialetto al polso destro.
<< Andiamo? >> chiese infine mio padre.
<< Andiamo >> confermai, facendo un ultimo respiro profondo.
 
POV Derek
Non avevo dormito molto quella notte. Ero ansioso, come mai lo ero stato in vita mia. Avevo paura. Paura che qualcosa non andasse come Hope desiderava, paura che qualcosa non andasse per il verso giusto.
Quando mi svegliai per l’ultima volta erano le otto di mattina e avevo dormito solamente due ore. Mi misi seduto e Kopa si alzò subito sulle quattro zampe.
<< Vuoi fare una passeggiata? >>
La sua risposta fu prendere il guinzaglio fra i denti.
<< Andiamo >>
Passeggiai con Kopa per venti minuti, lasciandolo libero di giocare e fare ciò che voleva, mentre continuavo a pensare a quello che stava per accadere.
<< Il tuo battito si sente a chilometri di distanza >> osservò mio zio, uscendo da casa sua quando io stavo tornando alla mia. << Perché sei preoccupato? >>
<< Secondo te? >>
<< Andrò tutto bene. Hope è al sicuro, ci sono Erica e Scott con lei, ed anche Allison >>
<< E Kendra >>
Mio zio sbuffò. << Sai come la penso al riguardo. Comunque, non voglio parlarne, non oggi. Oggi è il tuo giorno >>
<< Nostro giorno >>
<< Lydia mi ha detto che è a casa di Hope già da un’ora. Tu invece sei ancora in maglietta e pantaloni della tuta. Vuoi sposarti così? Muoviti, ti do una sistemata >> annunciò, andando verso casa mia. << Kopa! >> chiamò poi il dalmata, che lo seguì.
<< Sistemata? >> chiesi, non muovendomi di un passo.
<< Muoviti, Derek! >>
Mio zio mi tagliò la barba, lasciandone solo un po’, aggiustandola e aggiustandomi perfino i capelli. << E’ davvero necessario tutto questo? >> domandai, guardandolo allo specchio.
<< Sì. E’ il tuo matrimonio, la tua sposa sarà splendida. Vuoi almeno arrivare alla sua altezza? >>
Alzai gli occhi al cielo.
Quando Isaac arrivò io e mio zio eravamo già pronti, vestiti e profumati di tutto punto. Mi sentivo un po’ ridicolo. << Derek, stai benissimo! >>
<< Grazie >>
<< Sei pronto? Una volta oltrepassata quella porta, non si torna indietro. Tornerai qui dentro da uomo sposato, a fianco della signora Hale >>
Feci un respiro profondo. << Sono pronto >>
 
La chiesa era già piena quando arrivai. Amici, parenti, ovviamente di Hope, tutti i colleghi miei e di suo padre, i colleghi di Hope, amici di scuola e alcuni del college. Molti non erano neanche stati invitati al ricevimento, eppure erano lì. Vidi Boyd, il padre di Allison, la madre di Scott, Ethan, Aiden. Intravidi sua zia Marge e la cugina Beth e alzai gli occhi al cielo. Avevo sperato fino all’ultimo che non venissero, ma a quanto pare dovevo affrontare anche loro, quel giorno.
Mi misi sull’altare, mentre cominciavo a sudare freddo. Stava succedendo davvero.
<< Stanno arrivando >> mi disse mio zio, che si era messo in piedi accanto a me insieme ad Isaac che continuava a sorridermi. La notizia non mi fece sentire affatto meglio, ma anzi cominciai quasi a tremare.
<< Calmati >> sussurrò mio zio.
Le prime ad entrare in chiesa furono le sue damigelle, tutte vestite uguali e tutte più belle del solito. Si posizionarono ai loro posti ed Erica mi fece l’occhiolino, mentre Lydia continuava a sorridere mostrando i denti, felice, e Peter le mandò un bacio volante.
Arrivarono anche Stiles e Scott e si posizionarono sull’altare, proprio come i miei testimoni. Entrambi mi sorrisero ed io ricambiai, pensando che loro avevano già visto la mia Hope. Li invidiai tantissimo.
La musica partì e tutti quanti si voltarono verso l’entrata della chiesa.
Infine la vidi, ed il mio cuore si fermò.
Sorrisi senza neanche farlo apposta vedendola. Indossava un abito bianco, che le calzava a pennello, il velo le copriva appena il viso, un po’ più rosso del solito. I suoi capelli rossi erano stati raccolti ed alcune ciocche invece erano libere sul suo viso. Quando alzò gli occhi su di me, sorrise anche lei.
Suo padre la teneva stretta per il braccio, aiutandola a non farla cadere mentre pian piano attraversava la navata con tutti gli occhi puntati su di lei. Sentivo il suo cuore battere all’impazzata, sembrava stesse per esplodere, proprio come il mio.
Quando finalmente arrivò da me, non riuscii a toglierle gli occhi di dosso. Suo padre le prese la mano e la posò sulla mia, sorridendole e sorridendo poi anche a me. Abbassai un po’ il capo, come per ringraziarlo.
Mentre la musica terminava, sussurrai << Sei meravigliosa >>
<< E tu sei bellissimo >>
I nostri cuori ormai danzavano.
La cerimonia fu semplice, proprio come entrambi la desideravamo. Non riuscivo a smettere di sbirciare Hope, persi il conto di quante volte lo feci. Sorrideva, sempre.
<< Derek Hale, vuoi tu prendere Hope Stilinski come tua legittima sposa? >>
<< Lo voglio >>
<< E tu Hope Stilinski, vuoi prendere Derek Hale come tuo legittimo sposo? >>
Hope prese fiato prima di rispondere. << Lo voglio >>.
Perfino la sua voce mi sembrava meravigliosa in quel momento.
<< Vi dichiaro marito e moglie. Derek, puoi baciare la sposa >>.
Spostai delicatamente il velo dal viso di Hope, il viso di mia moglie, e finalmente potei guardarla meglio. Era perfetta. Le sorrisi, mettendole una mano sulla guancia, accarezzandola, prima di baciarla delicatamente davanti a tutti quanti, mentre la musica ripartiva, gli applausi aumentarono ed i nostri cuori battevano all’unisono.





-----------------------------------------------------------------
Ciao a tutti! :)
Vi chiedo perdono per il ritardo, scusatemi. Spero che con questo capitolo possiate perdonarmi! Ho parlato solo del pre matrimonio e della celebrazione, nel prossimo ci sarà la festa :D 
Ho completamente inventato il nome del padre di Derek, spero sia azzeccato! 
Ditemi se il capitolo vi è piaciuto! e vi ringrazio per le recensioni, ovviamente <3
Alla prossima! ;)
ps: se vi va, passate dalla mia nuova ff su Tom Hiddleston ;)

Ritorna all'indice


Capitolo 17
*** Tale as old as time ***


 
Tale as old as time


 
POV Derek

 « Derek, guarda in camera! » mi ripeté, per l’ennesima volta, il fotografo.
Eravamo fuori dalla sala ricevimenti, io e la mia nuova, bellissima, sposa, insieme alle nostre famiglie, o meglio, alla nostra famiglia, impegnati a fare le foto ufficiali del matrimonio.
Io ed Hope eravamo al centro di tutti quanti, ed io non riuscivo a smettere di guardarla, cosa che al fotografo a quanto pare non andava bene. Ma non mi importava. Lei era troppo, troppo bella, con una luce negli occhi che la illuminava, con un sorriso sincero ed un cuore che batteva all’unisono con il mio.
« Derek, avrai tutta una vita per guardarla! Concentrati, ho fame! » esclamò Stiles, che si trovava accanto a sua sorella.
« Ed io ho freddo! » continuò Lydia.
In effetti, nonostante fossimo in California, era comunque il 22 dicembre.
Alzai gli occhi al cielo, sentendo la risata soffocata di Hope affianco a me, e voltando gli occhi verso il fotografo che scattò un paio di foto a tutti noi. Dopo aver scattato altre foto, con damigelle, testimoni, alcune con amici, altre con parenti, arrivò il turno delle foto solo per me ed Hope e tutti gli invitati poterono entrare nella sala ricevimenti.
Quando finalmente, dopo venti minuti, anche io e la mia sposa terminammo di fare le foto, il fotografo ci disse di aspettare ancora un attimo fuori, perché avrebbero dovuto annunciare la nostra entrata in sala.
« Sei pronto ad affrontare tutti quanti? » mi domandò Hope, mentre sentivo la voce del deejay annunciarci.
« Posso affrontare qualsiasi cosa, con te » le risposi, baciandole la fronte.
Fummo accolti in sala da applausi, urla, fischi e risate, mentre in sottofondo c’era una versione moderna della marcia nuziale. Fui sbalordito nel vedere quanto tutto, lì dentro, fosse perfetto: fiori, tavoli, sedie, fiocchi, candele, luci, colori. Era tutto curato nel minimo dettaglio, tutto come aveva previsto Lydia insieme ad Hope, tutto come avevano organizzato da mesi.  Non avrei mai pensato che sarebbe stato tutto davvero così tremendamente perfetto.
Io ed Hope attraversammo l’ampia sala fino ad arrivare al nostro tavolo rotondo, che si trovava al centro di tutti gli altri. Alla nostra destra, c’erano mio zio, Lydia, il padre di Hope, Stiles, Wendy e sua cugina e sua zia. Alla nostra sinistra, invece, il resto del mio branco, Scott, Isaac, Erica, Boyd, Allison e suo padre, la madre di Scott, il dottor Deaton e Kendra.
Il deejay, che a quanto pare aveva il compito di dirigere un po’ tutto, invitò gli ospiti a fare un altro applauso per me ed Hope, che arrossì al mio fianco, e poi di andare a servirsi al buffet per gli antipasti.
« Ci sarà un buffet per tutto? » domandai.
Hope mi guardò come se mi stesse dicendo “Sei serio?”. « Sei molto informato sul nostro matrimonio, a quanto vedo » scherzò, facendomi sorridere.
« Sono informato su fiocchi, candele, nastri .. »
« Solo gli antipasti sono a buffet » mi interruppe lei, per poi baciarmi delicatamente le labbra « Vuoi sapere qualcos’altro? »
« Beh, aspetto ancora di sapere cosa c’è sotto quel vestito » sussurrai, provocando ancora rossore sulle guancie di Hope.
« Lo scoprirai stanotte, forse »
« Forse? Sono mesi che aspetto »
« Se non saremo troppo stanchi »
Stavo per risponderle che io non sarei mai stato troppo stanco per vederla come me la immaginavo da tempo, ma mio zio non me lo permise, avvicinandosi al nostro tavolo e poggiando la mano libera sulla mia spalla.
«Non vai a prendere qualcosa per la tua sposa, nipote? »
« Stavo per farlo » risposi, alzandomi ed allontanandomi dal mio tavolo, con l’orecchio sempre teso per sentire cosa mio zio ed Hope stessero dicendo.
« Te l’ho detto che sei bellissima, signora Hale? »
Un brivido mi percorse la schiena. Signora Hale.
« Grazie, Peter. Anche tu non stai affatto male » rispose Hope, dopo che il suo cuore aveva accelerato per qualche battito a causa del complimento.
« Ti piace come ho sistemato Derek? »
« E’ bellissimo ». Sentii lo sguardo di Hope su di me, sebbene fossi di spalle.
Un’altra mano sulla spalla mi fece distrarre e voltare.
« Non ti avevo mai visto in smoking, sai » mi disse Kendra, sorridendomi.
Alzai le spalle. « Non è il mio stile di tutti i giorni »
« Ti preferisco in jeans e maglietta »
Non risposi, perché non sapevo cosa dirle. Grazie? No, non aveva fatto un complimento. Una semplice opinione.
« Derek! »
La voce di Beth, la cugina di Hope, mi fece voltare di nuovo. Cominciavo a non sentirmi più molto a mio agio. Voltandomi, prima ancora di guardare Beth, cercai gli occhi di Hope. Anche lei mi stava guardando, mentre parlava con suo fratello. Riuscii a rilassarmi un po’.
« Ciao Beth » la salutai, cercando di sorriderle.
Indossava un abito rosso, molto scollato, ed i suoi capelli erano biondi e lunghi. « Stai benissimo! » disse lei, accarezzandomi la spalla.
« Grazie. Hai, ehm, cambiato colore di capelli? »
Odiavo quelle conversazioni. Cosa diavolo potevo dirle? Di solito, quando mi trovavo con gente che non faceva sentire a mio agio, Hope era accanto a me per tranquillizzarmi o per prendere in mano la situazione. Ora invece, era troppo lontana.
« Oh, sì! Un annetto fa, circa. Sono contenta te ne sia accorto! »
Come avrei potuto non accorgermene? Sembravano essere del colore dei giubbotti catarifrangenti.
« Dopo ballerai con me, sai? Almeno un ballo me lo devi »
Feci un respiro profondo, prima di fare l’ennesimo sorriso finto. « Sì, ehm, ok »
Spostai lo sguardo, continuando a riempire i piatti che avevo fra le mani. Grazie al cielo, Beth si allontanò.
« Non sapevo avessi un’ammiratrice » scherzò Kendra, ancora accanto a me.
« E’ solo la cugina di Hope »
« Beh, il suo cuore corre quando ti guarda. Non lo senti? »
« Non ci ho fatto caso »
« Già, non fai caso a tante cose, ultimamente ... »
Corrugai le sopracciglia. « Che intendi? »
« Oh, nulla, stai tranquillo. Torniamo a sederci? »
Acconsentii, sebbene non comprendessi appieno la sua frase.
Quando fui di nuovo seduto accanto ad Hope, mi sentii meglio. Come se fossi più leggero.
« Hai parlato con Beth? » domandò lei.
« Vuole ballare con me »
Lei rise. « Non avevo dubbi »
« Non c’è da ridere »
Hope smise subito, accarezzandomi la guancia. « Sopravvivrai anche a questo »
« Dici? Preferirei combattere con quei dannati lupi lì fuori »
« Pensa solo a divertirti. E’ la nostra festa » sentii nel suo tono di voce un piccolo accenno di tristezza, e mi fece male.
« Non intendevo dire che preferirei combattere piuttosto di stare qui. Io mi diverto con te, e con il branco. Ma non mi divertirò a ballare con tua cugina! »
« E allora invita qualcun altro, no? Erica, Lydia, Allison .. »
Mi venne da ridere. « Allison? Davvero mi ci vedi a ballare con lei? »
Hope alzò le spalle. « Perché no? »
« Beh .. » non sapevo cosa risponderle, in effetti. « Sarei un po’ a disagio, tutto qui »
« Invita Erica e Lydia e vai sul sicuro, allora. C’è anche Kendra »
« Giusto. Perché tuo fratello sta prendendo il microfono? »
Forse, però, non volevo sapere la risposta.
« Non ne ho idea » rispose Hope, con un filo di paura nella voce.
Stiles, nel frattempo, era arrivato al microfono e aveva battuto due volta il dito sopra, in modo da attirare l’attenzione. Alzai gli occhi al cielo, sperando che non dicesse o facesse niente di imbarazzante.
« Salve! Per chi non mi conoscesse sono Stiles, il fratello di Hope! Beh in realtà tutti dovreste conoscermi … » cominciò a gesticolare, come suo solito « .. comunque, sono qui perché vorrei dire due parole. Ecco, beh, vorrei dire due parole a mia sorella ed al mio nuovo cognato » si rivolse a noi, ed Hope sorrise verso suo fratello, che a sua volta ricambiò. « Sono davvero, davvero felice per voi. Sono felice che tutto stia andando bene e che sia tutto perfetto come lo aveva programmato Lydia! Sono felice che, finalmente, abbiate deciso di sposarvi. In realtà, Derek, non pensavo che avresti mai avuto il coraggio di chiederglielo! Ma voi due mi sorprendete sempre. Insomma, non so quanti di voi conoscano Derek, ma lui è, insomma, è come un lupo brontolone! »
Alla parola lupo mi venne da sorridere. Aveva usato il “come”, giusto per non far sapere a tutti quanti che ero effettivamente un lupo, brontolone o no.
« Non avrei mai pensato che un lupo, cioè, un ragazzo come te sarebbe piaciuto a mia sorella. E non avrei mai pensato che tu ti saresti innamorato di lei! Anche se, come ben sai, l’ho capito fin dall’inizio » mi fece l’occhiolino, mentre Hope corrugava le sopracciglia.
Ricordavo perfettamente quando, anni prima, quando Ethan era ancora a ronzare intorno ad Hope, Stiles aveva per la prima volta insinuato che io mi fossi innamorato di sua sorella. Ed aveva ragione, sebbene all’epoca io non ero ancora pronto ad ammetterlo perfino a me stesso.
« Per me siete perfetti insieme. Sono contento che l’uno abbia l’altra, e viceversa. Amo mia sorella come forse la ama solo mio padre e te, Derek, e sono contento che lei sia amata da te. » disse, rivolgendomi lo sguardo. Inchinai un po’ il capo, sorridendogli. « E voglio bene anche te, brontolone, anche se non te l’ho mai detto. Forse. E sono felice che Hope ti abbia amato, ti ami, e ti amerà per sempre. »
Quando disse le ultime parole, in sala scoppiò un grande applauso che durò a lungo. Hope aveva gli occhi lucidi ed entrambi il cuore a mille. Baciai la mia sposa, ma Stiles attirò ancora l’attenzione, facendo un paio di colpi di tosse, finta, al microfono.
Quando ci voltammo, continuò.
« Volevo solo terminare dicendo che ora è il momento del primo ballo degli sposi! La canzone l’ho scelta io, perché mi sembrava perfetta, per voi » lasciò il microfono sorridente e fece l’occhiolino verso di me, mentre il deejay ritornava alla sua posizione.
Riconobbi fin da subito la canzone: “Tale a sold as time”, la Bella e la Bestia. Stiles aveva ragione, era perfetta.
Mi alzai, porgendo una mano verso Hope che la prese subito. Mentre le prime note e le prime parole della canzone cominciavano, io e la mia sposa arrivammo al centro della sala. Sentivo il suo cuore agitato, felice, che batteva insieme al mio.
Circondai Hope con le mie braccia ed insieme cominciammo a ballare, guardandoci negli occhi e sorridendo, senza dire una parola. La canzone parlava per noi.
“Tale as old as time, true as it can be. Barely even friends, then somebody bends, unexpectedly. Just a little change, small, to say the least. Both a little scared, neither one prepared, Beauty and the Beast. Certain as the sun, rising in the East. Tale as old as time, song as old as rhyme, Beauty and the Beast.”
« Lo sapevi? » domandai, quando non ci furono più parole e le note si fecero più lontane, fino a sparire, per poi dar spazio ad altre, diverse, di un’altra canzone. « Della canzone? » continuai.
« No. Ti è piaciuta? »
Annuii. « E’ solo grazie a te che non sono più la Bestia »
« E’ solo grazie a te che mi sento una principessa »
 
Quando lo sceriffo venne a chiedermi di poter ballare con sua figlia, corsi da Lydia e lei accettò di ballare insieme a me, sebbene fosse sorpresa.
« Stai per caso evitando qualcuno, Derek? » mi domandò, indicandomi con lo sguardo Beth.
« Precisamente »
La damigella d’onore rise. « Allora, come ti sembra? Sono stata brava? »
« E’ tutto perfetto, Lydia. Io .. grazie »
« Figurati. Sono sicura che ti piacerà anche l’ultima sorpresa »
« Il completino intimo di Hope » disse, facendomi l’occhiolino.
Sorrisi imbarazzato, rivolgendo lo sguardo altrove. « Vedremo » risposi solamente, sebbene nella mia mente pensavo che qualsiasi cosa Hope avesse indossato, mi avrebbe fatto impazzire ugualmente. Dovetti sforzarmi  per evitare che quei pensieri prendessero il sopravvento anche sul mio corpo, altrimenti avrei fatto qualche figuraccia e non solo mio zio avrebbe sentito il mio odore di eccitazione.
Quando il terzo ballo lento terminò la musica si fece più movimentata e finalmente potei riavvicinarmi ad Hope, che insieme a suo fratello e Scott mi incitavano a ballare ed a muovermi un po’. Feci il possibile, divertendomi grazie a loro.
Il pranzo andò benissimo ed io riuscii ad evitare di ballare con persone a me poco gradite, ballando solo insieme ad Hope, Lydia ed Erica. Kendra non si muoveva durante i balli lenti, restando seduta al suo posto. Ogni volta che la guardavo, mi sembrava come se stesse spiando qualcosa, o qualcuno, ma non le davo troppa importanza, impegnato a pensare ad Hope e me. La mia sposa, al contrario mio, ballò con tantissima gente che non vedeva l’ora di dirle quanto fosse bella: suo padre, Stiles, Scott, mio zio, Isaac, Boyd e perfino il padre di Allison e il dottor Deaton. Durante i balli più movimentati, ballò anche con le sue damigelle, sempre senza Kendra, però.
Quando terminammo di mangiare la seconda portata era ormai sera ed il deejay prese la parola, invitando chiunque volesse a raggiungerlo al microfono per dirci qualche parola. Il primo ad alzarsi, spinto da Stiles, fu lo sceriffo.
Prima di parlare, fece un lungo respiro. Il suo cuore era in preda al panico, ed i suoi occhi cominciarono subito a farsi lucidi. « Beh, come tutti sapete io sono il padre di Hope, di quella bellissima, meravigliosa ragazza vestita di bianco » indicò Hope, che sorrise. Le strinsi la mano, sentendo che anche il suo cuore cominciava ad accelerare « E’ ovvio che anche io sono felicissimo per voi. Sono felice di sapere che Hope sarà per sempre amata e protetta da te, Derek. Sono felice che anche tu abbia lei, perché so, lo vedo, che ti ama. E so che te lo meriti » sorrisi anche io « .. e so che tu sai che io ho una pistola, quindi tratta mia figlia come una principessa e nessuno si farà male » con quelle parole fece ridere l’intera sala. « L’ultima cosa che vorrei dire è che .. Hope, so quanto tu ci tenessi che tua madre fosse qui con te, con noi. » il cuore di Hope sussultò. Fu lei a stringermi più forte la mano, mentre i suoi occhi diventavano lucidi proprio come quelli del padre. « Ma lei c’è, lei ti sta guardando. E sono sicuro, sicurissimo, che sta pensando che in quell’abito sei stupenda. Sono sicuro che è felice di vederti con Derek, di vederti ballare e ridere insieme a lui, a tuo fratello, a Scott e a tutti i tuoi amici. Assomigli tantissimo a lei, ogni giorno di più. » lo sceriffo fece un altro lungo respiro, prima di concludere. « Lei sta sorridendo insieme a te, in questo momento, lo so. Ed è fiera di te e Stiles, di come siete cresciuti. Vi vogliamo bene, piccole pesti. Ve ne vorremo per sempre. »
Il discorso dello sceriffo aveva provocato a quasi tutti gli occhi lucidi, ma nonostante questo tutti sorridevano. Hope abbracciò suo padre e subito i due furono raggiunti da Stiles, che sembrava davvero essere sul punto di piangere. In vita mia, non avevo mai conosciuto una famiglia tanto forte e legata quanto la loro.
Anche mio zio, subito dopo il padre di Hope, prese la parola. All’inizio anche lui disse che era felice per noi, che sapeva che ci saremmo amati per sempre, che ci augurava ogni bene. Fu la conclusione del suo discorso a colpirmi. « Derek, sono sicuro che lassù i tuoi genitori e le tue sorelle sono felici per te così come lo sono io. A loro Hope sarebbe piaciuta tantissimo. E sarebbero stati contentissimi di vedervi insieme. »
Anche Lydia, Erica, Isaac e Boyd parlarono al microfono, ma le parole che mi colpirono furono quelle di Scott. « Io considero Hope come una sorella, da sempre. Così come in varie occasioni e per vari motivi Derek si è dimostrato essere come il fratello maggiore che non ho mai avuto. Sono felice di vederli insieme ».
Anni prima, quando tutto era incominciato, quando avevo trovato Scott nella radura, quando avevo incontrato per la prima volta Hope, non avrei mai, mai pensato che sarei arrivato a quel punto. Non avrei mai pensato che avrei riavuto una famiglia così bella.
 

POV Hope

Il mio matrimonio fu perfetto. E non solo grazie a Lydia ed a tutto quello che aveva programmato. Fu perfetto dall’inizio alla fine. Dal mio primo passo in chiesa fino al ritorno a casa. Nonostante le paure, nonostante tutto quello che in quei mesi era accaduto e stava ancora accadendo, quel giorno fu meraviglioso.
Non vedevo già l’ora di rivedere foto e video, soprattutto del primo ballo e del momento della torta, quando avevo sporcato il viso di Derek con la panna e lui mi aveva ricambiato il favore mettendomi un po’ di glassa sul naso per poi baciarmelo.
Arrivati a casa, Derek mi prese in braccio e mi portò fino in camera da letto, con Kopa dietro di noi intento a farci le feste, felice di riaverci di nuovo a casa con lui.
Nonostante fossimo entrambi stanchi, niente avrebbe fermato Derek dal scoprire finalmente cosa avessi sotto il vestito da sposa. Capii che il mio completino intimo blu intonato alla giarrettiera gli era piaciuto molto da come mi aveva guardata, da come me lo aveva strappato di dosso e da come quella notte facemmo l’amore, senza fermarci mai, quasi senza riprendere fiato, per poi addormentarci l’uno nelle braccia dell’altra.
Anche la mia prima notte di nozze fu meravigliosa.
 
« Buongiorno, signora Hale »
Sentii il sussurro di Derek ed il mio corpo rabbrividii. Sorrisi, senza aprire gli occhi, sentendo il suo corpo caldo ancora accanto al mio.
« Mi spiace svegliarti, ma devo » sussurrò ancora il mio Alpha.
Mi voltai verso di lui ed aprii gli occhi, incontrando i suoi. « Buongiorno » baciai delicatamente le labbra di mio marito. Sapevano di menta. Osservandolo meglio, notai che mentre io ero ancora nuda, coperta solo dal lenzuolo, lui indossava una maglietta verde e dei jeans. « Ti sei già alzato? »
« Cinque minuti fa. Da quanto sto sentendo, Stiles ha avuto la brillante idea di portarci il pranzo e di invitare tutti qui »
« Stai sentendo? »
Lui annuì. « Sono già tutti qui sotto. Aspettano di sentire qualche rumore per poi suonare il campanello »
 
« Sorpresa! » sentii urlare mio fratello al piano di sotto, mentre finivo di prepararmi. «Vi abbiamo portato il pranzo! »
Derek aveva ragione, c’erano proprio tutti. Suo zio, Lydia, Stiles, Scott, Allison, Kendra, Isaac, Erica e Boyd, tutti lì, sorridenti, per noi. Erano stati carini a portarci il pranzo e quando scesi tutti mi accolsero con un applauso, mentre Stiles si buttò a capofitto fra le mie braccia.
« Allora, piaciuta l’ultima sorpresa, Derek? » sentii chiedere Lydia all’Alpha, che arrossì un po’ senza risponderle.
In meno che non si dica fu tutto pronto per il pranzo e tutti ci sedemmo intorno al tavolo, continuando a parlare del giorno prima, della festa, e di tutto il resto.
Stava andando tutto bene, fino a quando non feci notare a Derek che si era sporcato appena appena i pantaloni.
« Oh, non me ero accorto » rispose lui.
« Figurati » esclamò Kendra.
Non la compresi. Anche Derek corrugò le sopracciglia.
« Mi spieghi che vuol dire? E’ la seconda volta che insinui che non mi accorgo delle cose »
« Niente, lascia stare »
« Kendra. Spiegami. » ordinò l’Alpha con voce ferma.
La lupa guardò Derek per qualche secondo, come se con lo sguardo volesse sfidarlo, e poi parlò. « Oh, avanti, Derek! Sono giorni, mesi, che sei talmente preso da tutte queste frivolezze, da questo matrimonio e dal tuo amore per Hope che non ti rendi conto di tante cose! Gli omicidi, i lupi arrivati in città! Sei talmente preso da tutt’altro che non ti sei neanche reso conto che Hope è incinta! »
Non ci volevo credere.
Calò il silenzio, improvvisamente. Tutti l’avevano sentita, e tutti ora avevano gli occhi puntata su di me. Forse avevo smesso di respirare, o forse stavo solo per svenire. Forse avrei dovuto urlarle contro qualcosa, o dirle di stare zitta. Non stavo capendo più nulla, sentivo solo un grande, terribile, raccapricciante silenzio intorno a me.
Mi voltai e incontrai gli occhi di mio marito. Derek non mi aveva mai guardata con occhi così spaventati prima di quel momento. 







-------------------------------------------------------
Ciao a tutti! :)
Vi chiedo scusa di non aver aggiornato per così tanto tempo, ma fra università, esami e problemi di internet sono stata impegnata. Vi chiedo scusa anche perchè ho notato che questa storia viene seguita sempre meno e probabilmente la colpa è mia, anzi, sicuramente. Forse gli aggiornamenti troppo lenti, o forse la monotonia, non so. Comunque, continuerò la storia fino alla fine, perchè ci tengo troppo :)
Spero che il capitolo vi sia piaciuto e grazie a chi continua a recensire, grazie davvero! <3
Alla prossima! :**

Ritorna all'indice


Capitolo 18
*** Pregnant ***


Pregnant
 

POV Hope
Non sapevo cosa dire. Le parole mi morivano in gola.
Gli occhi di Derek erano immobili, terrorizzati, quasi vitrei. Mi accorsi che la paura stava attraversando il mio corpo. Cosa potevo dirgli? Come potevo spiegarglielo? Perché Kendra aveva dovuto rovinare tutto?
Spostai lo sguardo alla ricerca di quello di mio fratello. Anche lui, come me, sembrava avere paura. Aveva la bocca spalancata e sembrava sul punto di dire qualcosa, ma il silenzio continuava a regnare e nessuno osava dire nulla.
Quando ritornai con lo sguardo su Derek, i suoi occhi non erano più puntati su di me, ma sulla mia pancia. Erano concentrati, attenti.
« Derek .. » sussurrai, ma lui non si mosse.
« Hai due battiti » esclamò, non spostando gli occhi « Battono all’unisono, ma sono due » continuò.
Stava sentendo il battito cardiaco di nostro figlio.
« Lo senti? » misi una mano sulla pancia, accarezzandola appena.
Lui annuì. Si voltò verso suo zio, che annuì a suo volta sorridendo. Notai che tutti avevano lo sguardo puntato su di me e sicuramente tutti i lupi mannari presenti in quella stanza stavano ascoltando il battito cardiaco di mio figlio.
Quando Derek tornò a guardarmi la pancia, sorrideva. Fu un sollievo, un vero sollievo che mi alleggerì il cuore. Sembrava piacergli, quel suono.
« Lo sapevi? »
Annuii.
« Perché non me l’hai detto? »
Il sorriso di Derek svanì nel momento stesso in cui mi fece quella domanda. I suoi occhi erano dubbiosi, ma non più spaventati come all’inizio.
« Da quanto lo sai? »
« Dalla notte prima del matrimonio. Te l’avrei detto oggi ma .. » mi guardai intorno, per poi abbassare il capo. Volevo sparire, letteralmente. « .. aspettavo che fossimo soli »
« Prima non eravate soli? » la domanda di Kendra mi fece venire voglia di avere gli artigli e le zanne proprio come Derek.
Mio marito si voltò verso Kendra. « Stanne fuori » le disse, con voce ferma.
Kendra spalancò la bocca, sorpresa. « Come, scusa? »
« Mi hai sentito »
« Scherzi, vero? Ti ho appena detto che tua moglie è incinta e questo è il ringraziamento? Chissà quando lo avresti saputo! »
« Gliel’avrei detto oggi stesso! » esclamai, alzando la voce più del dovuto.
Derek alzò una mano verso di me, come se volesse bloccarmi. « Non c’è bisogno »
« Sono mesi che è incinta e tu sembri essere caduto dalle nuvole! Il suo amore, la sua attenzione, ti indeboliscono! Te ne rendi conto, Derek? »
Non ci potevo credere. Non poteva davvero star dicendo quelle cose. Era un incubo.
« Ehi! » urlò Stiles, mettendosi in piedi.
Anche Derek si alzò, allungando un braccio verso mio fratello e Scott, che aveva gli occhi gialli. « Calmi » ordinò loro, per poi rivolgersi di nuovo a Kendra. « Con questo stai insinuando che stando con Hope sono debole? »
« Non te ne rendi conto, eh? »
« Mi rendo conto che tu non capisci. Hope è la mia forza, non la mia debolezza. Ora, se non ti spiace, va’ via »
« Cosa? »
« Kendra. Vattene » la voce autoritaria di Peter pervase tutta la stanza.
Kendra si alzò in piedi ed i suoi occhi mutarono, diventando rossi. Derek si mise subito in piedi, davanti a me. Cosa diavolo voleva fare? Attaccare?
La lupa ringhiò appena, senza neanche aprire la bocca. Guardò prima me e poi Derek, per poi muoversi verso la porta ed uscire da casa nostra, sbattendola alle sue spalle. Derek e tutti gli altri restarono a fissare la porta, probabilmente fino a quando non furono sicuri che la lupa si fosse effettivamente allontanata.
L’Alpha fece un respiro profondo e abbassò lo sguardo su di me. « Ed in quanto a te .. », il suo movimento fu così veloce che non mi resi conto di come fossi finita sollevata fra le sue braccia. Vidi solo il suo sorriso prima che le sue labbra si posassero sulle mie. Mi stava baciando davanti a tutti, infischiandosene, mentre il branco ci osservava ridendo.
« Non sei arrabbiato? » domandai, ancora avvolta da lui.
« Arrabbiato? Mi hai appena reso felicissimo, Hope » sussurrò, ma tutti poterono sentirlo. Mi mise di nuovo sul pavimento e mi abbracciò ancora.
« Ehi, Alpha, attento al mio nipotino! » esclamò Stiles.
« Al nostro nipotino » lo corresse Scott.
« E’ anche mio, se è per questo » continuò Peter.
« Guardate che la prima sono io » disse Lydia, facendo due passi verso di me e venendo ad abbracciarmi.
« Ed i legami di sangue dove li mettiamo? » domandò Stiles, aggiungendosi all’abbraccio. « E comunque, io lo sapevo già! »
« Lo sapevi? » domandò Allison.
« Le ho comprato io il test, l’altra notte! » spiegò mio fratello.
« Sul serio? » domandò Derek, mettendogli una mano sulla spalla.
« Sì, dovevi vedere la sua faccia! »
« Bene, direi che posso iniziare! » esclamò Lydia.
« A fare cosa? » domandai.
« Ad organizzare la festa per il bambino, no? »
Gli occhi di Derek tornarono ad essere terrorizzati non appena sentirono quelle parole.
 
Finimmo di pranzare continuando a scherzare ed a parlare del bambino e Derek ed io non ci allontanammo l’uno dall’altra neanche per un istante. Tutti quanti sembravano essere felicissimi della notizia e ci dimenticammo di Kendra e di come la notizia era effettivamente venuta allo scoperto. Insieme a Derek decisi che nel pomeriggio saremmo andati da mio padre, l’ultima persona importante a cui doveva essere data la notizia. Stiles ci pregò per venire anche lui, ma glielo impedimmo.
Restati da soli, Derek mi rivolse ancora il suo sorriso meraviglioso mentre ci sdraiavamo sul divano, per rilassarci.
« Anche io ho una sorpresa per te » esclamò « Non è per nulla paragonabile a questo, però »
« Che sorpresa? »
Lui fece un respiro profondo, uscendo dalla tasca posteriore del pantalone che indossava una busta bianca. « Aprila »
Presi la busta e la aprii. Dentro c’erano due fogli bianchi ripiegati. Quando lessi cosa c’era scritto, per poco non saltai dalla gioia. « Biglietti aerei per Parigi? »
L’Alpha annuì. « Visto che abbiamo dovuto rimandare il viaggio di nozze per tutto quello che sta succedendo, ho prenotato un volo per San Valentino »
Io e Derek avevamo parlato del nostro viaggio di nozze mesi prima ed entrambi avevamo deciso di rimandarlo ad un tempo migliore, quando magari tutti quegli omicidi sarebbero finiti, quando i nuovi lupi se ne sarebbero andati da Beacon Hills.
« Oh, Derek! E’ meraviglioso! » abbracciai il mio Alpha, sentendo il suo bacio nei miei capelli « Parigi! » esclamai ancora, stringendo i biglietti al petto.
« Due settimane, solo per noi »
« E per lui » dissi, indicandomi la pancia e sorridendo felice.
« O lei » continuò Derek, baciandomi.
« Derek, a proposito, mi dispiace. Io non volevo che lo sapessi in questo modo »
« Non è stata colpa tua »
« Potevo dirtelo stamattina, appena svegli. O al matrimonio »
Lui fece di no con la testa. « Mi sta bene così »
« Non volevo andasse così »
« E’ ok. L’importante è che stia bene » disse, abbassando lo sguardo sulla mia pancia.
« Lo senti ancora? »
Annuì, sorridendo. Allungò una mano verso di me, poggiandola delicatamente sulla mia pancia. « Lo sentirò fino a quando nascerà »
« Sai, ehm .. io ho già pensato a due possibili nomi »
« Quali? » mi chiese, curioso, senza allontanare la mano da me.
« Alec e Talia »
Ne rimase sorpreso, glielo lessi negli occhi. « Davvero? »
Alzai le spalle ed annuii. « Sono due nomi bellissimi »
« A me piace anche Claudia »
Il nome di mia madre. Il mio cuore sussultò.
« Facciamo così: se è maschio, Alec. Se è femmina, Claudia »
Sorrisi al mio Alpha, che non smetteva di accarezzarmi. « Va bene »
Lui sospirò. « Non riesco a crederci »
« Neanche io »
« Mi chiedo se.. insomma.. »
« Sarai un ottimo padre »
Lui alzò lo sguardo su di me. Quegli occhi. Era possibile che mi sembravano ogni giorno sempre più belli? « Mi aiuterai a non impazzire? »
« Certo »
« Credo che dovremmo andare da Deaton »
« Perché? »
Lui alzò le spalle. « Mi chiedo se sarà un lupo mannaro a tutti gli effetti »
Aveva ragione. Io ero umana, lui un lupo. Cosa sarebbe stato nostro figlio? « Vuoi andare oggi, dopo che passiamo da mio padre? »
Annuì. « Sì, voglio sapere »
 
Raggiungemmo mio padre nella mia vecchia casa e la notizia ovviamente lo lasciò senza parole, all’inizio. Sgranò gli occhi, dopo che avevo terminato di spiegargli che ero incinta. Aprì la bocca, ma non uscì alcun suono. Risi a vederlo mentre si alzava per venire ad abbracciarmi. Quando gli tornò la voce, ci disse che era felicissimo e che non potevamo dargli notizia migliore. Notai i suoi occhi lucidi e per poco non mi misi a piangere anche io. Essere incinta aveva degli strani effetti.
 
« Hope, Derek! Che bella sorpresa! » ci accolse Deaton, una volta che arrivammo all’ambulatorio.
« Dobbiamo dirle una cosa » cominciò Derek.
« Sei incinta? » domandò scherzando il veterinario. Quando vide me e Derek sorridere e tacere, spalancò gli occhi. « Sei incinta sul serio? »
Annuii e ricevetti l’abbraccio del dottore, che si congratulò con me e Derek. « Sono contento! Immagino anche voi, è una notizia splendida »
« In realtà, ci chiedevamo se, ecco.. » tentai di spiegare la veterinario qualcosa, ma Derek in queste cose era più bravo di me.
« Sarà un lupo mannaro? »
Deaton deglutì. « Non posso rispondervi con esattezza. I tuoi geni, Derek, sono sicuramente più forti di quelli di Hope e prevarranno, ma ovviamente il bambino avrà anche i geni umani »
« Sarà una specie di ibrido? » domandò ancora Derek.
« Penso che sarà un lupo mannaro, ma non come voi. Probabilmente riuscirà a controllare la parte umana più facilmente e magari non sarà soggetto all’effetto della luna piena o dello strozzalupo »
« Non ci sono stati, ehm, casi come questo? » gli chiesi.
« Sicuramente sì, ma non da queste parti. Le uniche famiglie di lupi qui erano gli Hale e la famiglia di Kendra. Posso documentarmi, però, e chiedere in giro. »
« Sarebbe magnifico! » esclamai.
« Da quanto tempo sei incinta? »
« Due mesi »
Il veterinario annuì. « Fra due mesi, quando il bambino sarà più sviluppato, dovrei visitarti. Così controlliamo meglio tutto quanto. Nel caso dovessi avere anomalie, fammi sapere. Ovviamente sbalzi d’umore, nausea, vomito e voglie improvvise sono normali »
Annuii.
« Sono sicuro che andrà tutto bene, comunque »
Quella frase mi fece sentire meglio.
 
Io e Derek continuammo a vivere la nostra vita di tutti i giorni. La nostra meravigliosa vita insieme. Festeggiammo il Natale come ormai facevamo da anni, tutti insieme, con mio padre ed il nostro branco. Furono delle feste meravigliose e l’argomento principale ovviamente era il bambino. Tutti sembravano essere felicissimi ed attenti a me, più del solito, e sembrava come se tutto stesse andando nel migliore dei modi.
Non ci furono altri omicidi ed i lupi ormai non si facevano vedere da tempo.
Ero felice, lo ero davvero, eppure un piccolo dubbio mi tormentava da giorni. Un dubbio che solo una persona poteva togliermi. Aspettai che le feste finissero, che io, Derek e gli altri ricominciassimo a lavorare ed a vivere tranquillamente, prima di fare quella telefonata.
« Kendra, ho bisogno di parlarti ».
 
Mi sorpresi del fatto che Kendra accettò di vedermi quel giorno stesso. Era la mattina dell’otto gennaio e Derek si trovava a lavoro insieme a mio padre, mentre io avevo la giornata libera.
Invitai Kendra a venire a casa mia e così lei fece, presentandosi alla porta un’ora dopo della mia chiamata. Non avevo detto nulla a Derek perché sapevo che si sarebbe opposto o sarebbe voluto essere presente. Dovevo vedermela io, io e basta.
« Ciao, Hope »
Sorrisi, falsamente, a Kendra, facendola entrare in casa. « Posso offrirti qualcosa? » le domandai, mentre Kopa le ringhiava contro. Bastò uno sguardo della lupa per farlo smettere.
« No, grazie » si posizionò sul bracciolo del divano, incrociando le braccia. « Allora, cosa vuoi? »
Feci un respiro profondo, prendendo una sedia e sedendomi di fronte a lei. « Voglio che tu mi dica perché hai detto a Derek che sono incinta »
Lei alzò gli occhi al cielo. « Perché mi ero rotta di fingere di non saperlo. Derek è cambiato completamente, da quando è con te. Era impossibile non accorgersi dei due battiti, soprattutto perché è un Alpha! »
« Ma era una cosa privata! Mia e sua! »
Lei alzò le spalle.
« Perché ti comporti così? Io ho apprezzato il fatto che tu sia tornata, sono contenta che Derek abbia una vecchia amica. Ma perché comportarti così? »
« Oh, è semplice. Ti odio, Hope »
Sgranai gli occhi. « Ah »
« Non dirmi che hai creduto ai miei sorrisi ed ai miei pochi complimenti »
« Perché dovresti odiarmi? »
« Perché sei una stupida, insignificante, umana! Cosa hai tu più di me? Perché sembra che Derek si rincitrullisca ogni volta che ti vede? Morirebbe, per te, e questo non mi sta bene. Però, devo ammetterlo, sei coraggiosa »
« Coraggiosa? »
Lei annuì, sorridente. « Hai invitato un lupo mannaro a casa tua senza paura. Sono un’Alpha, Hope, te lo sei dimenticato? »
« E questo cosa c’entra? »
« Oh, avanti, Hope! So che sei anche un minimo intelligente. Cos’ha un Alpha? »
« Un branco »
« Precisamente. E il branco fa tutto ciò che il suo Alpha vuole »
« Non ti capisco »
« Rettifico. Non sei intelligente. Avevo pensato di tenerti in vita ancora per un po’, sai? Ma quando mi hai chiamata prima, mi sono detta: perché non oggi? »
Sussultai, mettendomi in piedi. « Che? »
« Oh, su! Non te ne rendi conto? Ti osservo da mesi, da prima ancora che io mi facessi viva e venissi qui. Volevo tornare da Derek, volevo riaverlo, lo volevo nel mio branco. E poi, torno a Beacon Hills e lo vedo così, rimbambito per un’umana! E non tentare di chiamare nessuno! » urlò, notando il mio movimento per cercare di prendere il cellulare. « Non sei curiosa? Non ti sei mai chiesta chi fosse stato a provocare il tuo incidente? Io avevo sentito anche quella volta che tu eri incinta! E, anche quella volta, Derek non si era accorto di nulla. Pensai che una perdita del genere vi avrebbe sconvolto, vi avrebbe fatto litigare o tu saresti stata troppo debole per affrontarlo. E invece no. Sei stata brava. Derek ti ha persino chiesto di sposarti! »
«Hai provocato tu l’incidente? » domandai con un filo di voce.
« Non io, mio fratello »
« Tuo fratello? Ma avevi detto che era morto! Era stato ucciso dal branco di Deucalion! »
« Il mio branco e quello di Deucalion erano molto amici, a dir la verità »
«Hai mentito anche a Derek, per tutto questo tempo! »
Dovevo avere paura, eppure il mio corpo sembrava ricevere scariche di adrenalina. Tremavo, ma non perché avevo paura di lei.
« Ho fatto di peggio. Inoltre, speravo che uccidere delle spose sarebbe bastato, ti sarebbe sembrato come avvertimento, ed invece … »
« Hai ucciso tu tutte quelle povere donne!? »
« Io, mio fratello e mio cugino. Il mio branco di Alpha »
« Sei un mostro! » urlai « Derek non ti perdonerà mai! »
« Non avrà tempo di perdonarmi. Sarà troppo impegnato a piangere sul tuo cadavere! »
Il suo movimento fu troppo veloce. Il suo pugno troppo forte. Persi i sensi, senza riuscire a fare o dire altro, senza riuscire a reagire.
 
Quando riaprii gli occhi, mi sentii male. Mi venne da vomitare ma non ci riuscii. Lo stomaco mi bruciava, insieme agli occhi. Non mi trovavo più a casa mia. Tentai di muovermi, ma fu inutile. Ero a terra, su un pavimento sporco e rovinato. C’era odore di bruciato intorno a me, di legna ed un grande caldo. Mi resi conto di esser completamente legata con una corda che mi impediva di muovermi senza sentire ulteriore dolore.
« Ben svegliata, Hope »
Mi spaventai nel sentire la sua voce. Kendra mi sorrideva, ed i suoi occhi erano rossi.
« Sai, mio fratello è un tipo teatrale. Ha pensato che sarebbe stato bello farti morire in questo modo, soprattutto perché Derek ne uscirebbe distrutto »
Aprii la bocca per parlare, ma la gola mi bruciava troppo.
« Sei nella vecchia casa Hale, se è questo che ti stai chiedendo. Ti ho dato un paio di pugni e calci, probabilmente è per quello che senti dolore. Il cuore del tuo bambino batte ancora. Deve aver preso dal padre » rise un po’ ed un rumore la fece voltare « Vorrei restare ma non ho più tempo. Addio, umana »
Non potei controbattere. Non potei fare nulla.
Solo qualche minuto dopo, quando riuscii a vedere e sentire meglio quello che stava accadendo mi resi conto che la casa stava andando in fiamme.








-------------------------------------------------
Ciao a tutti! :)
Chiedo scusa per il ritardo! Ho notato che, purtroppo, la storia non sta avendo più molto successo. Era quello che temevo visto che sono legata ad Hope come con nessuna altra storia. Ho deciso quindi di velocizzare i tempi, perchè non voglio che la storia muoia del tutto. Penso manchino altri due, tre capitoli al massimo per la fine. Ringrazio tutti coloro che continuano a leggerla e seguirla, spero che questo capitolo vi piaccia!
Alla prossima! <3

 

Ritorna all'indice


Capitolo 19
*** Trouble ***


Trouble
 
POV Derek

« Oh, avanti, Derek! Sono giorni, mesi, che sei talmente preso da tutte queste frivolezze, da questo matrimonio e dal tuo amore per Hope che non ti rendi conto di tante cose! Gli omicidi, i lupi arrivati in città! Sei talmente preso da tutt’altro che non ti sei neanche reso conto che Hope è incinta! »
Mi immobilizzai, letteralmente. Non riuscivo a credere a quelle parole, non riuscivo a credere che fosse stata Kendra a pronunciarle. Intorno a me, a noi, ci fu subito silenzio. Anche se ci fossero state urla, comunque, probabilmente non ci avrei fatto neanche caso. Ero terrorizzato. Avevo gli occhi fissi su Hope e sentivo il suo cuore battere all’impazzata, il suo respiro farsi corto. Aveva paura anche lei? O non si aspettava una frase del genere da Kendra? Perché dirlo, poi? Perché Hope non lo aveva detto a me, prima? Era vero? Davvero non mi ero accorto di nulla?
Mentre Hope voltava appena lo sguardo io abbassai il mio, concentrandomi sul suo corpo. All’inizio non riuscivo a sentire altro se non il suo battito cardiaco che ormai galoppava. Concentrandomi meglio, focalizzandomi con tutti i miei sensi su di lei, sentii qualcos’altro. Sembrava come se il suo battito cardiaco fosse aumentato di volume, ma non era possibile. Ciò che era possibile, invece, era che un altro battito cardiaco fosse in lei.
Era vero. Hope era incinta.
« Derek .. » sussurrò lei. La voce le tremò.
« Hai due battiti. Battono all’unisono, ma sono due » esclamai, rivelando la cosa non solo a lei e a tutti, ma anche a me stesso.
« Lo senti? » la sua voce ora sembrava sorpresa. Hope mise una mano sulla sua pancia, accarezzandola appena, mentre io annuivo.
Mi voltai, cercando mio zio. Non appena i nostri occhi si incontrarono, lui annuì e sorrise. Lo sentiva anche lui. Probabilmente tutti, chi poteva, stavano sentendo il battito cardiaco di mio figlio. Mio figlio. Il figlio di Hope. Nostro figlio. Il pensiero di lui, o lei, di quel piccolo esserino che si trovava in Hope, mi fece sorridere.
« Lo sapevi? » domandai, non riuscendo a staccare gli occhi dal corpo di mia moglie.
Lei annuì. Il suo cuore cominciò a calmarsi.
« Perché non me l’hai detto? » le chiesi, tornando serio. « Da quanto lo sai? »
« Dalla notte prima del matrimonio. Te l’avrei detto oggi ma .. » si guardò intorno, imbarazzata. Prima di continuare, abbassò il capo. « .. aspettavo che fossimo soli »
« Prima non eravate soli? » la voce di Kendra pervase tutta la stanza.
Sentii Hope agitarsi. Entrambi i battiti tornarono ad accelerare. Era infastidita. Era quasi rabbia, quella che percepivo. Hope non voleva che lei si intromettesse.
« Stanne fuori » le ordinai, cercando di restare calmo.
La mia vecchia amica spalancò la bocca. « Come, scusa? »
« Mi hai sentito »
« Scherzi, vero? Ti ho appena detto che tua moglie è incinta e questo è il ringraziamento? Chissà quando lo avresti saputo! »
« Gliel’avrei detto oggi stesso! » urlò Hope. Mi sorprese vederla così.
Sollevai una mano verso di lei. « Non c’è bisogno »
« Sono mesi che è incinta e tu sembri essere caduto dalle nuvole! Il suo amore, la sua attenzione, ti indeboliscono! Te ne rendi conto, Derek? » continuò Kendra.
« Ehi! » urlò Stiles, mettendosi in piedi. Capii la sua reazione, capii che non riusciva più ad assistere a quella scena.
Dovetti alzarmi anche io, allungando un braccio verso Stiles e Scott, che aveva fatto un passo avanti. « Calmi » dissi loro. « Con questo stai insinuando che stando con Hope sono debole? » domandai poi a Kendra, che incrociò le braccia come se la risposta fosse ovvia.
« Non te ne rendi conto, eh? »
Lei non sapeva nulla. Non sapeva che prima, prima di incontrare Hope, prima di innamorarmi di lei, di essere amato da lei, di avere paura di perderla, ero debole. Solo grazia a lei, alla mia ancora, ero diventato l’Alpha che ero, l’uomo che ero. Solo grazie a lei non ero più debole.
« Mi rendo conto che tu non capisci. Hope è la mia forza, non la mia debolezza. Ora, se non ti spiace, va’ via »
« Cosa? »
Riaprii la bocca per ripeterle di andare via, ma non furono mie le parole pronunciate in modo autoritario e quasi fiero, rivolte alla lupa. « Kendra. Vattene »
Lei scattò in piedi ma non fece altri movimenti. I suoi occhi rossi però mi preoccuparono e d’istinto mi posizionai fra lei ed Hope, ancora seduta. Kendra ringhiò spostando lo sguardo fra me ed Hope, ma non fece altro se non uscire sbattendo la porta. Corse via in pochi secondi, allontanandosi da casa nostra.
Era andata via. Feci un respiro profondo, di sollievo e mi voltai verso mia moglie.
« Ed in quanto a te .. » la sollevai, prendendola fra le braccia e baciandola con tutta la felicità che avevo in corpo.
« Non sei arrabbiato? »
« Arrabbiato? Mi hai appena reso felicissimo, Hope » sussurrai, rimettendola in piedi ed abbracciandola. Continuavo a sentire i due battiti. Era meraviglioso.
« Ehi, Alpha, attento al mio nipotino! » esclamò Stiles.
« Al nostro nipotino » lo corresse Scott.
Mio zio si avvicinò a loro, aggiungendo. « E’ anche mio, se è per questo »
« Guardate che la prima sono io » concluse Lydia, abbracciando la sua migliore amica.
Tutti volevano il bambino, tutti erano felici della notizia, tutti volevano parlarne e giustificare il fatto che quel bambino sarebbe stato in parte anche loro. Lo sarebbe sicuramente stato, in un modo o nell’altro. Quel bambino, però, prima di ogni altra cosa, sarebbe stato il figlio di me ed Hope, nostro figlio. Il mio bambino. Avrei protetto lui e sua madre con ogni mia forza, fino al mio ultimo respiro.
 
Per i giorni successivi, mi sembrò di essere in pace. C’era tranquillità e serenità, nessun problema. Niente più omicidi, niente più tracce dei nuovi Alpha. Sperai con tutto me stesso che fossero andati via, che avessero deciso di lasciare Beacon Hills.
Riuscimmo a goderci le feste nel migliore dei modi. Hope fu felice della sorpresa che le feci per il nostro viaggio di nozze e non faceva altro che pianificarlo, scrivendo ciò che dovevamo visitare, dove dovevamo mangiare, cosa mangiare, cosa fare e cosa comprare. Anche io non vedevo l’ora di passare quelle due settimane con lei a Parigi, soprattutto perché ormai non parlava d’altro.
Il bambino invece era ovviamente al centro di tutto. Mi sorpresi ad essere ancora più protettivo nei confronti di mia moglie, ora che sapevo che era incinta. Non lo fui solo io, ovviamente: Stiles non le permise di bere neanche un sorso di bevande alcoliche durante le feste, neanche per i brindisi, e suo padre non faceva altro che chiederle come stesse. Lydia stava già organizzando la festa per la nascita e questa volta il suo entusiasmo contagiò anche Erica ed Allison, che non smettevano un attimo di sperare che fosse una bambina a nascere.
Fui sollevato nel sapere che Deaton non era preoccupato per lui, il bambino, che era sicuro che sarebbe andato tutto bene. Mio figlio non sarebbe stato un lupo mannaro qualsiasi. Anche mio zio mi disse che probabilmente sarebbe stato più capace di tutti a noi a controllare il lupo dentro di sé, a non essere soggetto alla luna piena ed a tutto il resto. Mi promise di aiutarmi, nel caso ne avessi avuto bisogno. E probabilmente, ne avrei avuto bisogno. Quando gli dissi che Hope aveva pensato ad Alec e Talia come nomi per il bimbo, vidi i suoi occhi diventare un po’ lucidi, ma non glielo feci notare. Alla fine, però, se fosse stata una bambina l’avremmo chiamata Claudia, come la madre di Hope. Era giusto così.
Le feste, a mio parere, terminarono anche troppo presto.
 
« Come mai già in piedi? » domandai ad Hope una volta uscito dal bagno, pronto per andare a lavoro.
Lei alzò le spalle, mentre faceva colazione con il pc davanti a sè. « Pensavo di mettermi un po’ a scrivere »
La raggiunsi, baciandole la fronte.
« Ti aspetto a pranzo? »
Annuii, chinandomi ancora per arrivare alle sue labbra. « Ti amo » sussurrai, sentendo il suo sorriso.
« Anche io »
Ascoltai per qualche secondo il cuore del bambino, in silenzio. Hope sapeva cosa stavo facendo, le avevo confessato qualche giorno prima che adoravo ascoltarlo. « Ci vediamo dopo » le dissi infine. Salutai anche Kopa con una carezza veloce e mi avviai.
Non avrei mai immaginato che quell’otto gennaio sarebbe diventato uno dei giorni più brutti della mia vita.
 
In centrale era stata una mattinata calma e tranquilla: da giorni non c’erano omicidi né ulteriori indizi e non potevamo fare altro che continuare a riesaminare tutti gli elementi che già avevamo, senza poter dare una vera spiegazione ai parenti delle povere vittime. Lo sceriffo mi chiese di sua figlia, di come stesse, cosa che ormai mi chiedeva tutti i giorni da quando aveva saputo della gravidanza ed io gli risposi che era a casa a godersi una giornata libera. Poco prima della fine del mio turno, ricevetti una chiamata da Stiles.
« Sono a lavoro » gli risposi.
« Buongiorno anche a te, cognato! »
Alzai gli occhi al cielo. Non faceva altro che chiamarmi così, ormai.
« Che c’è? »
« Sai dov’è Hope? Non risponde al cellulare »
« A casa. Probabilmente è in bagno o probabilmente non vuole risponderti »
Sentii la sua risata falsa. « Divertente. Ascolta, Wendy e Scott devono restare a lavoro per pranzo. Posso venire da voi? »
« No »
« Lo prendo come un sì. Sto già andando, ci vediamo lì »
Sbuffai, rimettendo il cellulare in tasca.
 
La jeep di Stiles era giù parcheggiata sul vialetto di fronte a casa mia quando arrivai io. Probabilmente lui e sua sorella era dentro a cucinare insieme mentre mi aspettavano. Scesi dall’auto, ma quando arrivai alla porta mi resi conto che c’era qualcosa che non andava. Non era chiusa, bensì socchiusa, e non appena la spalancai non fui accolto da nessuno, né da Hope, né da Stiles, né da Kopa, che era solito venire subito a salutarmi. Il piano di sotto era completamente vuoto, almeno così credevo.
Qualcosa non andava.
« Hope? Stiles? »
Non ricevetti alcuna risposta. Un abbaio appena accennato attirò la mia attenzione. Proveniva da dietro il divano. « Kopa? » lo chiamai, mentre correvo da lui.
Non avrei mai immaginato di vederlo così. Il dalmata era accasciato a terra e aveva entrambe le zampe posteriori insanguinate e quasi sicuramente rotte. Mi inginocchiai subito accanto a lui, che continuava a cercare di abbaiare, e misi una mano sul suo corpo, prendendo un po’ del suo dolore. « Chi ti ha fatto questo? »
Lui mi guardò e poi guardò dietro di me. desideravo che mi parlasse, che mi spiegasse, ma non poteva. Continuava semplicemente ad abbaiare appena, a muoversi ed a soffrire. « Non muoverti » gli ordinai e lui obbedì subito, restando fermo mentre cercavo di farlo sentire meglio. Chi diavolo poteva aver fatto del male ad un cane?
« D-Derek .. » la voce di Stiles mi fece voltare.
Quando lo vidi, mi rimisi in piedi. Era terrorizzato, gli occhi erano pieni di paura e ansia ed il suo corpo era immobile. Non era solo. Accanto a lui, con gli artigli sulla sua gola, c’era un ragazzo. Alto, moro, con gli occhi neri. Sorridente.
Strinsi i pugni.
« Ciao, Derek »
« Lascialo andare » ringhiai.
« Non ti ricordi di me? »
Corrugai le sopracciglia. Quel ragazzo non mi ricordava nessuno.
Lui rise. « Kendra aveva ragione. Sei peggiorato, col tempo »
Kendra? Guardai meglio il ragazzo. Sentii il suo odore. Gli occhi neri sembravano divertiti e mi ricordarono gli occhi di qualcun altro, di Kendra. Gli stessi occhi.
« Thomas? »
« Bravo! Chiamami Tom, comunque » mi fece l’occhiolino.
« Tu dovresti essere .. »
« Morto? No. Io .. »
« Hanno Hope, Derek! » urlò Stiles, interrompendo il lupo, che gli strinse ancora di più il collo.
«Non ti avevo detto di tacere, umano? »
Feci un passo in avanti, allungando il braccio. Tom indietreggiò, ridendo.
« Fermo, Derek, o gli taglio la gola prima ancora che tu possa arrivare qui »
Ritrassi il braccio e strinsi di nuovo i pugni. Non potevo fare nulla.
« Dov’è Hope? »
« In compagnia di mia sorella e mio cugino. Tranquillo, è in buone mani »
« Perché hai ferito il mio cane? »
Lui alzò le spalle. « Era fastidioso. Un po’ come questo qui » indicò Stiles, ancora immobile.
« Che cosa vuoi? »
« Trattenerti un po’. Non sei curioso di sapere cosa ci faccio qui? Perché sto facendo questo? » sembrava molto divertito, rideva ogni volta che terminava di parlare.
Io invece stavo morendo dalla voglia di gettarmi sul suo collo e squarciarlo.
« Voglio sapere dov’è Hope »
Il lupo sbuffò. « Pensi sempre a lei. Sei noioso, sai? »
« Perché Kendra mi ha detto che eri morto? »
« Finalmente! Una domanda interessante! Beh, penso per non farti insospettire. Sai, gli omicidi, i lupi .. »
« Siete stati voi? Avete ucciso voi quelle donne?! » ringhiai, mentre la voglia di avventarmi su di lui continuava a crescere.
Kopa era ferito, Stiles era in pericolo e non sapevo dove si trovasse Hope. In più, ero lì da solo. Non sapevo cosa fare.
« Sì! Siamo noi i tre Alpha, Derek. E’ stato divertente. Erano avvertimenti, per come la vede Kendra. Lei non voleva che tu sposassi Hope. Ah, non voleva neanche che lei fosse incinta. Per questo mi ha chiesto di farle fare un piccolo incidente d’auto, qualche tempo fa. Peccato che l’abbia ingravidata di nuovo »
« Sei stato tu?! Tu hai provocato l’incidente?! » urlai e ringhiai allo stesso tempo.
Tom rise ancora. « Sì! »
Tanto stavo stringendo i pugni, che gli artigli mi stavano ferendo le mani. « Lascia andare Stiles e parliamo meglio della faccenda »
Il cellulare cominciò a squillare nella mia tasca. Non gli detti importanza, troppo concentrato sul lupo di fronte a me.
« Rispondi, sarà importante »
Ringhiai ancora.
Lui roteò gli occhi. « Facciamo così. Rispondi o lo ammazzo, mh? »
Per lui sembrava essere tutto un gioco. Presi il cellulare e guardai il nome sul display. « Sceriffo? » risposi.
« Derek! Abbiamo un’emergenza! La tua vecchia casa, la tua villa nella radura, è in fiamme! I pompieri non riescono ad arrivare, pare abbiano problemi con le macchine! Dobbiamo andare, ora! »
« Ed indovina chi c’è, nella vecchia villa? » domandò il lupo, sorridente.
Lasciai cadere il cellulare dietro di me e ringhiai ancora verso il lupo. Non fui io, però, ad avventarmi su di lui. La porta di casa mia fu spalancata con un solo calcio e mio zio si lanciò sul lupo, prendendolo di sorpresa.
Stiles era libero. Lo raggiunsi mentre mio zio cominciava a lottare contro l’Alpha.
« Corri! Vattene! Avvisa Scott e gli altri! Dobbiamo andare nella radura! »
Stiles annuì, bloccando con una mano il sangue che gli usciva dalla ferita che aveva sul collo e correndo fuori da casa mia.
Mio zio, nel frattempo, era già stato ferito da Tom e finalmente potei avventarmi su di lui, trasformandomi, sebbene non del tutto. Il ragazzo si ritrovò con la schiena sul pavimento ma riusciva comunque ad evitare parte dei miei colpi. I suoi occhi erano diventati rossi.
Quando fummo in due su di lui, quando mio zio mi raggiunse, si divincolò e colpì prima me e poi lui, facendolo sbattere contro il muro. Lo vidi trasformarsi in lupo e sfondare la finestra, per correre verso la radura.
Ringhiai ancora, mentre lo vedevo allontanarsi.
« Andiamo, Derek! » urlò mio zio.
« Kopa è ferito! Tu sei ferito! » gli indicai la ferita sul petto, abbastanza profonda.
« Guarirò e Kopa anche! Dobbiamo andare, insieme! »
Mi voltai un attimo per vedere Kopa, ancora a terra. Anche lui mi stava guardando. Mi si strinse il cuore a doverlo lasciare così, ma non avevo scelta. « Tornerò, te lo prometto » dissi al mio cane. Forse era l’adrenalina e la paura che avevo in corpo a farmi avere allucinazioni, ma per un attimo mi sembrò che il cane mi avesse sorriso.
 
Corsi insieme a mio zio verso la radura, verso la nostra vecchia casa. L’odore di bruciato si sentì fin da subito.
« Derek, devi trasformarti! »
« Non ancora! »
Correvo, non pensavo ad altro. Correvo verso la mia casa, verso il fuoco, verso Hope. L’odore diventava sempre più forte e tanto più cresceva tanto più io correvo. Tanto più correvo, tanto più avevo paura. Paura di non arrivare in tempo, di non farcela a fronteggiare tre Alpha, di non riuscire a rivedere Hope, di perdere lei ed il mio bambino.
Fui io il primo ad arrivare, avevo superato mio zio fin da subito.
Mi bloccai non appena vidi casa mia. L’avevo già vista in fiamme, anni prima, e la ricordavo perfettamente. Era identica e mi fece provare la stessa paura di quando ero un ragazzino. Quel fuoco mi aveva già portato via la mia famiglia un tempo, non poteva farlo di nuovo. La paura pervase il mio corpo mentre assistevo immobile a quello spettacolo orribile, mentre il calore cresceva insieme alle fiamme che diventavano sempre più alte.
« Ehilà, Derek! »
Mi voltai verso la voce di Kendra. Anche lei sorrideva.
« Tu! » corsi verso di lei, prendendola per il collo e mettendola con le spalle contro il ramo di un albero. « Dov’è Hope? »
« Penso si trovi nella tua vecchia stanza »
« Perché fai questo? »
« Per farti tornare quello di un tempo! Forte, un vero Alpha! »
Ringhiai e feci per attaccarla, ma un lupo mi scaraventò via e mi fece ritrovare a terra. Thomas, il lupo, ringhiava sopra di me, immobilizzandomi.
« Hai rivisto già mio fratello, vero? »  mi domandò Kendra, sorridente.
« Kendra! » urlò mio zio, arrivato in quel momento. Anche lui sembrò scioccato nel vedere la casa, ma non restò a lungo fermo, correndo verso la lupa che nel frattempo alzò gli  occhi al cielo.
Un secondo lupo si avventò su mio zio ed anche lui si ritrovò a terra.
« Lui è mio cugino, Alan. Lo abbiamo incontrato quando siamo andati via da Beacon Hills. Anche lui, come noi, voleva essere nel branco di Deaucalion » ci spiegò Kendra, avvicinandosi a noi.
« Deucalion ci disse che per entrare nel suo branco dovevamo diventare Alpha ed uccidere i nostri Beta. Così facemmo. Ma poi venimmo a sapere che qualcuno aveva fatto fuori lui ed il suo branco! Non è stato carino, sai, Derek? »
Cercavo di divincolarmi, di colpire il lupo, ma ogni movimento era inutile. Era troppo grosso, troppo forte. Avevo bisogno di trasformarmi.
« Però abbiamo pensato che potevamo creare un branco di Alpha tutto nostro, insieme a te. Dovevi essere diventato fortissimo per essere riuscito a sconfiggere Deucalion. Invece ti abbiamo ritrovato qui, rammollito e debole! Oh, avanti, smettila di lottare. La tua Hope probabilmente è già morta soffocando a causa di tutto quel fumo! »
« E tu smettila di parlare, stronza! » la voce di Erica distratte tutti quanti e la mia Beta si avventò su Kendra, facendola cadere a terra.
Subito dopo, grazie a Boyd ed Isaac anche io e mio zio fummo liberati dai lupi e riuscimmo a rimetterci in piedi.
« Derek, va’ da Hope! » urlò Scott, arrivato in quello stesso momento.
Non me lo feci ripetere due volte, correndo verso la casa in fiamme. Non fu facile arrivarci. Fui bloccato da Tom e lui stesso fu bloccato da Scott e Peter, che riuscirono a liberare il passaggio. Le fiamme erano altissime e mi facevano paura, ma non potevo non entrare. Mi buttai da una finestra, sfondandola e ritrovandomi nel mio vecchio ingresso. Le scale, ormai, erano quasi inesistenti. Feci un respiro profondo e saltai, arrivando ai gradini più alti, ancora intatti. Feci un passo in avanti ma il pavimento cedette sotto i miei piedi. Riuscii ad aggrapparmi a ciò che ne restava con una mano ed a sollevarmi con tutta la forza che avevo in corpo, evitando le fiamme che stavano già bruciando in parte i miei vestiti anche solo sfiorandoli.
« Hope! » la chiamai. Nessuna risposta.
Stavo sudando e non solo per le fiamme. Avevo caldo, un caldo terribile, ed il fumo cominciava a farmi lacrimare gli occhi. Tossi appena, raggiungendo la mia vecchia stanza.
Fra le fiamme ed il fumo, c’era il corpo di mia moglie. A terra, legata. Corsi da lei, sperando che il pavimento continuasse a reggere il mio peso e mi inginocchiai, liberandola dalla corda che le avvolgeva i polsi e le caviglie.
« Hope? Hope! Rispondimi! » la sollevai e la presi in braccio. Il suo battito, i suoi due battiti, erano deboli. Quasi impercettibili, ma c’erano.
« Derek? » gli occhi di Hope si aprirono e rivedere quel verde fu meraviglioso « Scusa »
« Non parlare, resta solo sveglia, ok? Non chiudere gli occhi! »
Lei tossì. C’era troppo fumo, troppe fiamme.
Ricordai che doveva esserci una finestra e avanzai verso quella direzione. Aldilà del fumo, la finestra c’era davvero. Eravamo al secondo piano e le fiamme stavano per raggiungerci. Non potevo fare altro se non uscire da lì. « Hope, ascoltami! Devi tenerti bene a me, ok? Non lasciarmi! Devo saltare! »
Lei annuì e mi prese il collo, stringendolo a sé. Mi guardai per un attimo indietro e poi guardai giù. Saltai e nello stesso istante, mi trasformai. Mentre eravamo ancora in aria, mi voltai in modo che Hope fosse sul mio corpo una volta arrivati a terra. Caddi di schiena e sentii qualche osso fratturarsi, mentre Hope si accasciava sul mio corpo di lupo. Si spostò appena, continuando a tossire.
Fui al suo fianco, mentre si sdraiava con il volto rivolto verso il cielo. Allungò una mano per accarezzarmi il muso. « Grazie » sussurrò.
Avrei voluto baciarla, ma non potevo fare altro che leccarle il collo. I due battiti c’erano ancora, ma era sempre più deboli.
« Derek! » qualcuno urlò il mio nome. Erica. Non capii l’avvertimento e fui subito allontanato da Hope da un altro lupo. Da Thomas.
Le ringhiai contro e lei fece lo stesso. Mi mossi verso il suo collo ma lui fu più veloce di me e mi morse il petto, facendomi ululare di dolore. Intorno a noi tutti stavano combattendo. Intravidi un lupo a terra, immobilizzato da Isaac, Boyd e mio zio. Si trattava del cugino di Kendra. Lei invece, da lupa, stava lottando contro il resto del branco.
Thomas era forte, agile e veloce. Ma lo ero anche io. Lo fronteggiai ripensando a tutto quello che mi aveva rilevato, a tutto ciò era ora sapevo. Era stato lui a causare l’incidente, a far perdere il bambino ad Hope, ad uccidere delle donne innocenti ed ora era parte di tutto quello che stava succedendo. La rabbia fu più forte della paura e mi dette la forza necessaria per riuscire a fronteggiare l’Alpha rivale, che sembrava continuare a ridere mentre lottavamo. Non rise più, però, quando con gli artigli riuscii a rompergli una zampa. Dentro di me, pensai: “Questo è per Kopa!”. Lo sentii ululare di dolore mentre continuavo a morderlo ed a dargli zampate in pieno muso. Non ci vedevo più. Arrivai al suo collo con le mie zanne e lo squarciai. Lui indietreggiò appena, continuando a sanguinare. Lo vidi ritornare umano. Lo vidi morire davanti ai miei occhi.
L’ululato di Kendra fu fortissimo, quasi assordante. Non si aspettava una cosa del genere. I suoi occhi rossi incontrarono i miei e subito riuscì a liberarsi di Scott ed Erica per correre verso di me. Ero pronto a combattere anche contro di lei ma prima ancora che lei arrivasse da me, ci fu il rumore di uno sparo e Kendra si accasciò a terra.
Guardai aldilà del suo corpo. Lo sceriffo. Il padre di Hope. Aveva appena sparato a Kendra. Lei si voltò verso di lui, ringhiandogli contro. Vidi anche Stiles accanto a suo padre, ancora ferito. Kendra si rimise sulle zampe e cominciò a correre verso lo sceriffo. Le fui subito dietro ma ancora una volta il suo corpo fu fermato da uno sparo, che questa volta proveniva da Chris Argent. Lo guardai e lui annuì. Sapeva che ero io.
Lo sceriffo nel frattempo si era avvicinato all’altro lupo, al cugino di Kendra. La situazione stava migliorando e sollevato potei ritornare da Hope.
Quando le fui accanto, però, la paura ricominciò a pervadere il mio corpo. Non sentivo nessun battito. Gli occhi di mia moglie erano chiusi e il suo corpo era fermo. Il suo viso, bianco. No, non poteva essere vero. Spinsi il muso su di lei, chiamandola, urlando il suo nome dentro di me. Lei non poteva sentirmi. Mi concentrai meglio, mi sforzai con tutto me stesso per cercare di sentire il suo battito, ma non sentivo niente. Non poteva essere morta, non doveva essere morta!
« No, papà! Quello è Derek! »
Un altro rumore di sparo. Un altro dolore al petto. Persi i sensi in quello stesso istante.
 
 
 
 
POV Hope

Non sentivo più puzza di bruciato. Il fumo sembrava essere sparito. Anche il dolore non c’era più. Niente più rumore, niente di niente. Non sentivo assolutamente nulla, inizialmente. Ero sveglia o dormivo ancora? Che cosa era successo?
« Hope, ti prego, svegliati »
La voce di Derek.
Volevo rispondergli, ma non ci riuscivo. Sono qui, Derek! Sono sveglia! Ti sento!
« Ti prego, fai uno sforzo »
Perché riuscivo a sentirlo ma non lo vedevo? Perché tutto intorno a me era buio?
« Hope, ti prego »
La sua voce era triste, malinconia, priva di speranza. Odiavo sentirla così. Lottai con me stessa per riuscire a sentire meglio ciò che stava accadendo intorno a me. C’era odore di pulito, di sapone. Sentivo il mio corpo, finalmente! La mia mano era stretta da qualcuno, da qualcuno che tremava. Era caldo. Era Derek. Tentai di stringerla anche io, ma lui era più forte di me, indubbiamente.
« Hope? » la sua voce, ora, era cambiata. C’era speranza. « Hope, mi senti? »
Sollevai gli angoli della bocca. « Ti sento » sussurrai.
Aprii gli occhi e la prima cosa che vidi furono i suoi. Il suo verde, quel verde che amavo.
« Hope! »
Mi abbracciò, avvolgendomi fra le sua forti braccia.
« Sei sveglia, finalmente! »
Strinsi mio marito con tutta la forza che avevo in corpo. « Derek .. » lui si allontanò appena da me, ma solo per baciarmi e prendermi il viso fra le mani. Mi baciò con tenerezza.
Si allontanò per permettermi di respirare, di riprendere fiato, ma subito dopo mi baciò ancora, con più passione e forza di prima.
« Ti amo, ti amo, ti amo » sussurrò « Anche se sei stata tremendamente stupida ed incosciente, ti amo »
« Scusami, io non .. »
« Zitta » mi baciò di nuovo, impendendomi di parlare. « Ho passato le ventiquattro ore più brutte della mia vita. Ho temuto di perderti, di perdere il bambino »
Il bambino! Mi toccai la pancia « Sta bene? »
L’Alpha sorrise. « Sta bene. E’ forte, come te »
« Come te, vorrai dire »
« Promettimi che non inviterai più a casa nostra un licantropo Alpha senza avvisarmi »
« Te lo prometto. Io non pensavo che .. »
« Lo so, neanche io. Lo avrebbe fatto comunque, in un modo o nell’altro, ma non stuzzicare mai più un Alpha, o un Beta, o chiunque! »
« Mi dispiace tanto »
Mi sentivo un’idiota e lo ero stata. Non avrei mai immaginato che Kendra era la responsabile di tutto, che fosse stata lei a causare l’incidente ed uccidere le spose. Non avrei mai immaginato che sarebbe arrivata fino a quel punto. Ero stata un’idiota e non solo per me, ma per il bambino, per Derek, per tutti quanti. Ricordai le ultime cose che avevo visto, il branco lottare con gli Alpha.
« Come stanno gli altri? »
« Stanno tutti bene. Avevano ferite, ma sono guariti. Tuo fratello anche »
« Stiles? Come? »
Derek fece un respiro profondo e mi spiegò tutto quanto, fin dal principio. Perfino Kopa era ferito! Mi sentii malissimo una volta sentito, ma Derek mi tranquillizzò dicendo che ora si trovava da Deaton e che stava bene. Mi raccontò di Kendra, Tom e Alan, di come erano intervenuti tutti quanti, il branco, gli Argent, persino mio padre.
« Cosa? Mio padre?! »
Derek annuì. « E’ stato lui ad avvertirmi dell’incendio. E’ arrivato insieme a tuo frattelo. Ah, mi ha anche sparato »
« Cosa?! »
« Era un proiettile normale, non mi ha fatto male. Mi ha solo fatto perdere i sensi. Ero un lupo, non pensava fossi io »
«Ti ha visto da lupo? » domandai spaventata.
« Sì. Gli abbiamo raccontato tutto, io, Stiles e Scott, insieme a Chris e Deaton. Sa tutto. E’ un po’ sconvolto, ma sono sicuro che gli passerà »
Mio padre, lo sceriffo che non si spiegava mille cose legate ai lupi mannari, ora sapeva tutto.
« Dov’è? »
« Sono tutti fuori, ad aspettare il tuo risveglio. »
« Sarà arrabbiato con me? »
« Perché dovrebbe? »
« Gli ho mentito per tutto questo tempo! »
« Capirà. Quando abbiamo avuto la conferma che il bambino stava bene ha sussurrato che non vede l’ora di essere nonno. L’ho sentito, ma non gliel’ho detto »
Sorrisi, pensando a mio padre come un nonno.
« Vuoi che vada a chiamarli? »
« Prima mi baci ancora? »
Lui sorrise, facendo come gli avevo chiesto. Gli accarezzai i capelli, sentendomi meglio e più leggera. « Ti amo » esclamai « Sei ancora sicuro di passare il resto della tua vita con me? Dopo tutto quello che ho combinato? »
« Ci sarò sempre, per proteggere te e nostro figlio. Mi basta solo che la smetti di cacciarti nei guai. Tu hai salvato me, io ho salvato te. Siamo pari »
« Continueremo a salvarci per sempre » scherzai, stringendo la mano di mio marito.
« Per sempre » confermò lui.
Non mi sarei mai stancata di quel sorriso, di quegli occhi. Sperai di rivederli anche in nostro figlio, un giorno.







-----------------------------------------
Ciao a tutti! :)
Ho scritto un capitolo lunghissimo, LOL. 
Spero vi sia piaciuto, è il penultimo. La prossima volta, la storia finirà. :)
Ringrazio immensamente chi ha recensito, grazie! *____* Fatemi sapere cosa ne pensate di questo capitolo e della storia. Ci vediamo all'ultimo capitolo ;) <3

 

Ritorna all'indice


Capitolo 20
*** Far longer than Forever ***


Far Longer than Forever
 

POV Derek
Sono passati sei anni.
Sei anni dal giorno in cui scoprimmo tutto quanto. Sei anni dal giorno in cui combattemmo tutti insieme. Sei anni dal giorno in cui non ci furono più segreti, per nessuno. Sei anni dal giorno in cui temetti di perdere l’amore della mia vita ed il bambino che portava in grembo. Bambino che, ora, cammina accanto a me e stringe fra le mani la sorpresa che abbiamo preparato insieme per sua madre.
« Papà, sei sicuro che alla mamma piacerà la torta? » mi domanda Alec, facendomi voltare verso di lui.
« L’adorerà » lo rassicuro, posandogli una mano sulla testa e chinandomi appena per arrivarci. Lui mi sorride e continua a camminare, velocemente, impaziente di raggiungere la stanza dove Hope si trova.
Mi soffermo a guardarlo e mi rendo conto che Hope ha completamente ragione quando dice che è la mia piccola versione: capelli neri ed occhi verdi, proprio come me. Ammetto che la cosa non mi dispiace affatto, ma dentro di me spero che la piccola Laura quando diventerà grande avrà lunghi capelli rossi e grandi occhi verdi, come sua madre.
Già, Laura. Nostra figlia, nata da quasi ventiquattro ore, che Alec ora incontrerà per la prima volta. Io l’ho vista appena nata e dal primo momento mi è sembrata subito perfetta. Abbiamo deciso di chiamarla così, come mia sorella maggiore. Anni prima avevamo deciso che se mai avessimo avuto una femmina, il suo nome sarebbe stato Claudia, come la madre di Hope. Circa un anno fa, però, Stiles domandò a sua sorella se poteva chiamare lui così sua figlia, che fra pochi giorni compirà un anno. Hope ovviamente gli disse che non c’era neanche bisogno di domandarle il permesso e così ora ho una nipotina bionda, con occhi color nocciola, di nome Claudia, ed ogni giorno spero che assomiglierà più a sua madre, Wendy, piuttosto che a quel logorroico di mio cognato.
« Piacerà anche a Laura, papà? » mi chiede ancora Alec, con occhi pieni di speranza, indicando il recipiente fra le sue mani con dentro la torta. Lo tiene così stretto che ho paura che possa frantumarlo da un momento all’altro.
« E’ ancora troppo piccola per mangiarla »
« Le conserviamo un pezzo per quando cresce? »
La sua ingenuità mi fa sorridere. « Magari gliene facciamo un’altra, eh? Siamo arrivati » gli dico e lui si ferma davanti alla porta della stanza d’ospedale. Prendo la maniglia e guardo mio figlio, il mio Alec, negli occhi. « Sei pronto? Una volta entrato, sarai un fratello maggiore »
Lui annuisce, quasi saltellando. « Proteggerò Laura! » esclama, riprendendo parte del discorso che io e sua madre gli abbiamo fatto sull’essere un fratello maggiore.
Soprattutto quando sarà adolescente ed i ragazzi cominceranno a ronzarle intorno, penso ma non dico a mio figlio, che attende impaziente che io apra la porta.
I suoi occhi si illuminano ed il suo cuore accelera quando finalmente lo faccio.
« Mamma! » esclama, superandomi correndo.
Mi volto e decido di godermi la scena.
« Piccolo mio! » esclama Hope, seduta sul letto. Ha fra le braccia Laura, avvolta in una coperta bianca e rosa ricevuta da Lydia alla festa per la nascita della bambina. Accanto a lei c’è suo padre, nonno per la seconda volta, che riceve la mia bambina fra le braccia in modo tale che Hope possa sollevare Alec e stringerlo a sé.
Sono bellissimi.
« Io e papà ti abbiamo fatto una sorpresa! »
« Davvero? »
Mia moglie alza gli occhi verso di me ed incontra i miei. Sto guardando tutto ciò che desidero, tutto ciò che voglio. E’ tutto racchiuso in due meravigliosi occhi verdi.
Annuisco e la raggiungo, baciandole delicatamente la fronte. « Come stai? » le domando, accarezzandole i capelli.
Lei mi sorrise e si volta verso Laura, ancora in braccio al nonno. « Siamo stanche »  mi risponde, sorridendo prima a me e poi a nostra figlia.
Laura ha gli occhi chiusi ed io comincio a sperare che gli apra, perché voglio rivederli. Voglio rivedere gli occhi della mia bambina.
« Vuoi tenerla tu? » mi domanda lo sceriffo ed io annuisco, prendendo in braccio mia figlia.
Sembra quasi che lei abbia ascoltato la mia preghiera e non appena la stringo a me apre gli occhi, mostrandomi ancora un po’ di verde, di blu e di meraviglia. « Ciao Laura » le sussurro. Forse il diventare padre mi ha rimbambito, ma ho come l’impressione che lei mi stia sorridendo.
« Alec, questa è Laura » mi siedo accanto ad Hope ed Alec si fa in avanti per osservare meglio sua sorella. Si stanno guardando per la prima volta.
« E’ piccolissima » osserva lui, allungando una mano.
«Fai piano » gli dice il nonno, preoccupato.
Ma Alec sa controllarsi, lo fa fin dalla nascita. E’ un lupo mannaro, ma è diverso. Non è mai stato soggetto all’effetto della luna piena e fino ad ora si è trasformato solo due volte, le uniche due volte in cui ha fatto i capricci per delle stupidaggini. Entrambe le volte è riuscito a trattenersi e a non combinare guai, tornando umano in poco tempo. Gli ho già spiegato, in parte, cosa significa essere un lupo mannaro e che la cosa deve restare segreta. Lui ha capito fin da subito e sa di essere speciale, ma sa anche di doverlo tenere nascosto e di non dover trasformarsi a suo piacimento. Aspetto che sia più grande per spiegargli tutto il resto.
Accarezza delicatamente la guancia di Laura e sorride. « E’ carina » esclama infine. Posso ritenermi soddisfatto. « Ti abbiamo fatto una torta, mamma! E’ al cioccolato! »
« Aww, Alec, grazie! Fra un po’ arriveranno anche zio Stiles, Scott, Allison e Victoria. Possiamo mangiarla insieme a loro »
Victoria è la figlia di Allison e Scott, nata pochi mesi dopo Alec. Allison era incinta e nessuno lo sapeva, neanche lei. Scott le chiese di sposarla e non appena Victoria compì tre mesi, ci fu il loro matrimonio. Dopo il loro matrimonio, circa un anno dopo, ci fu quello di Erica e Boyd che ora sono genitori di un piccolo di nome Jack. Lui e Victoria sono i migliori amici di Alec e lui li adora, così come loro adorano lui. Erica è di nuovo incinta di un altro maschio, mentre Isaac si sposerà fra sei mesi con una licantropa arrivata tre anni fa in città, Maia. Era un’Omega, arrivata da lontano, ed ora fa parte del branco.
Gli unici a non essere sposati ed a non aver avuti figli sono Lydia e mio zio, che a quanto pare ed a quanto dicono stanno bene così. Se sta bene a loro, sta bene anche a noi.
Il bambino annuisce, scivolando via dal grembo di Hope e rimettendosi in piedi. « Victoria? » domanda, tutto eccitato. «Nonno! Andiamo a trovarla al parcheggio? Così le indichiamo la strada! » la domanda fa sorridere tutti, mentre lo sceriffo si alza ed annuisce al nipote, portandolo fuori mentre esclama « Torno subito, sorellina! »
« Dici che avrà i tuoi occhi? » domando ad Hope, mentre lei mette un braccio intorno alla mia spalla e mi bacia la guancia, poggiando poi il mento su di me.
Entrambi stiamo guardando sorridenti nostra figlia. « Sicuramente saranno verdi »
« Ma io voglio che siano come i tuoi. Voglio anche i capelli rossi »
« E se non sarà così? »
Mi volto verso di lei, occhi dentro occhi. « Ne facciamo un altro »
La faccio sorridere e mi bacia ancora, sulle labbra. Ci baciamo e sorridiamo, con Laura fra di noi. « Ne vuoi già un altro? »
Alzo le spalle e bacio ancora mia moglie, meno delicatamente, più come piace fare a me. « Chissà, un giorno .. Ora ho voi, mi ritengo anche troppo fortunato. »
 
Non ho mai creduto nei lieti fini, mi sono sempre detto che sono cose da favole per bambini, cose che riguardano principi, principesse e via dicendo. Mi sbagliavo.
Quando guardo Hope, quando la stringo a me, quando faccio l’amore con lei e la bacio, quando sento il suo cuore che batte per me, quando mi dice che mi ama, quando guardo Alec, quando corre da me per abbracciarmi, quando gioco con lui, quando lo aiuto, quando mi dice “ti voglio bene, papà”, quando guardo Laura ed immagino il futuro insieme a lei, capisco che il lieto fine esiste e che è diverso per ogni persona.
Loro, la mia famiglia, sono il mio lieto fine. 

 

The End.





-------------------------------------------------
E' finita, questa volta per davvero. Mi sento triste e sono sicura che scrivere di Hope e Derek mi mancherà, ma prima o poi questo momento doveva arrivare :')
Spero davvero che la storia vi sia piaciuta, dall'inzio alla fine. Ringrazio tutti coloro che l'hanno solo letta, chi l'ha inserita fra seguite, ricordate e preferite e chi ha speso tempo per scrivermi le recensioni, che continuo ad adorare. Vi ringrazio infinitamente! <3
Tre persone vorrei ringraziare specialmente, perchè ci sono sempre state: PennyRose, marmar e Hazel92 .. Grazie, ragazze! :*
Non so come terminare se non dicendovi ancora Grazie.
Magari ci risentiremo in altre ff, in Lost Little Girl o nelle future ff che scriverò su Teen Wolf ( ho in mente una su Tyler Hoechlin ed una con protagonista Stiles ). Alla prossima! <3

 

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=1803774