Che Dio ci aiuti - Indagare su un amore

di Serenella88
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1. Il mio blog ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2. Ma chiodo schiaccia davvero chiodo? ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3. Il mondo è piccolo ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4. Cercasi voglia di studiare anche... in vacanza! ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5. Tra chi arriva, chi parte, chi si ritrova e chi si perde... ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6. Quando star lontani non significa non star vicini ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7. Se son rose... fioriranno... ***
Capitolo 8: *** Capitolo 8. Sul filo dei ricordi ***
Capitolo 9: *** Capitolo 9. Io, te e le incognite su di noi ***
Capitolo 10: *** Capitolo 10. A volte si rincontrano... ***
Capitolo 11: *** Capitolo 11. Ancora tu... ***
Capitolo 12: *** Capitolo 12. Il tempo passa e tu non passi mai ***
Capitolo 13: *** Capitolo 13. Il tuo posto nel mio cuore ***
Capitolo 14: *** Capitolo 14. E lui tra noi... ***
Capitolo 15: *** Capitolo 15. Con le unghie e con i denti ***
Capitolo 16: *** Capitolo 16. Ritornare a casa ***
Capitolo 17: *** Capitolo 17. E poi arrivi tu... ***
Capitolo 18: *** Capitolo 18. La resa dei conti ***
Capitolo 19: *** Capitolo 19. Amore criminale ***
Capitolo 20: *** Capitolo 20. Se perdessi te... ***
Capitolo 21: *** Capitolo 21. E se fosse per sempre? ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1. Il mio blog ***


Il mio blog capitolo 1 Capitolo 1. Il mio blog


15 maggio 2013

E’ stato tremendo!
Mi è crollato il terreno sotto ai piedi! Io non faccio altro che pensare a quelle parole, mi fanno male da morire.
"Lei non è la donna adatta per me e per mio figlio. Non lo potrà essere mai. Non le affiderei mai l’educazione di un bambino, il compito di seguire la sua crescita. Fare la tata, con l’ausilio di altre persone è un conto, ma diventare una madre è un altro. Io voglio solo il meglio per mio figlio e lei non lo è di certo! Sposerò Beatrice, lei saprà prendersi cura di me e di Davide".
Ecco cosa mi ha detto.
L’ho affrontato, non potevo fare diversamente, gli ho detto che non ero il meglio, che ero inaffidabile, che non ero quello giusta, ma che lo amavo e che amavo Davide ed avrei cercato sempre e solo di dargli il massimo. Che avrei sbagliato, certo, ma non gli avrei mai spezzato il cuore, come lui stava facendo con me in quel momento! E sono corsa via! Ho pianto ininterrottamente per due ore, avrei voluto chiudermi a chiave, ma non ho potuto, qua le chiavi non ci sono.
Ho visto suor Angela, Nina, Chiara, Margherita, che poverina deve essersi anche sentita uno straccio, per una piazzata così al suo matrimonio.
Eh già la mia migliore amica si sposa ed io vengo umiliata dall’uomo che amo, sconvolto e deluso, perché ha appena scoperto da Paolo Marino che Davide è davvero suo figlio, che può fare tutti i dna possibili e immaginabili, ma che Manuela gli ha dato il suo cognome proprio per tutelare il bambino.
Cosa è successo dopo non lo so bene. Credo di aver capito che è partito con Davide perché ha bisogno di stare con suo figlio.
Suor Angela dice che ha bisogno di tempo, che non era in sé, che paradossalmente ha sfogato tutta la sua rabbia e il suo dolore su di me, non potendo più farlo con Manuela.
E che l’ha fatto perché anche lui prova qualcosa per me.
Io non ci credo e non mi interessa!
Mi ha mortificata, offesa, ferita con una ferocia, una cattiveria io non credo di essere stata mai trattata così e non lo permetto a nessuno!
Nemmeno a lui!

20 maggio 2013
Del pitone nemmeno l’ombra!
Ho sentito Davide, piccolo mio, è stato dolcissimo e mi ha detto che lui mi vorrà sempre bene, ho dovuto ripassarlo a suor Angela per non scoppiargli a piangere a telefono.
Ho gli occhi come due zampogne da giorni ormai, dormo poco e male, di mangiare nemmeno l’ombra, insomma sono davvero a pezzi e tutto questo perché? Per quello stronzo!
E’ il momento di fare delle scelte, di cambiare la mia vita!
Basta convento, basta lacrime, piagnistei, basta Guido e a malincuore basta Davide, ho sentito dire che tra un paio di settimane tornano ed io non sarò più qui!
Grazie ad un’amica di Suor Angela che vive a Milano, andrò a fare un colloquio di lavoro martedì, commessa in una boutique, non sarà il massimo, ma è un lavoro, cosa che di questi tempi sembra un miraggio!
E poi è a 175 km da qui! Certo non sono tantissimi, ma saranno pochi quando avrò nostalgia di suor Angela, di Margherita, del convento e saranno tanti per non permettermi di vederli ogni santo giorno e rimuginare su quello che è accaduto ogni singolo secondo! Ho bisogno di cambiare aria, ho sofferto troppo qui, mio padre, la mia vita sconvolta ed ora Guido!
E’ una fuga?
Sono una vigliacca?
Si è una fuga e sarò anche una vigliacca, ma io non voglio rivedere Guido Corsi mai più!

30 maggio 2013

Mio caro blog lo so, è un secolo che non scrivo, ma capirai nel frattempo le cose sono cambiate e non poco.
Non sono più a Modena da tre giorni, Dio come è difficile cambiare la propria vita.
Ho smesso di piangere per Guido ed ho cominciato a piangere perché ho dovuto lasciare tutti e tutto.
Sono triste e cerco di farmi forza, ho paura di finire al manicomio tra tutte queste emozioni, gli sbalzi d’umore, i pesi che mi portano indietro ed una spinta, uno scatto d’orgoglio che mi impone di andare avanti e di far emergere le mie potenzialità! Forse anche io valgo qualcosa e se è così è venuto il momento di dimostrarlo.
Caterina è molto dolce, è il mio futuro capo e domani sarà il mio primo giorno di lavoro. Si lo so, fare la commessa è da sfigatissimi, a Modena, forse mi sarei pure vergognata di fare la carina, stare dietro i capricci di quelle che ti fanno tirare fuori maree di vestiti, li provano e poi non li comprano, però ci voglio provare.
Qui a Milano vivo una contraddizione interna, mi sento sola, mi sento abbattuta, ma dall’altra parte, mi sento più spavalda, libera, più “grande” per affrontare le situazioni con le mie sole forze.
Ho sentito il mio piccolo, quanto è dolce, non mi parla mai di Guido, non vuole ferirmi, un bambino di 8 anni, è così sensibile, delicato, non vuole farmi soffrire e un uomo di 36 anni invece usa parole durissime, passandomi sopra come con un caterpillar nel mezzo di una festa, perché poverino lui è sconvolto!
Io lo odio!
E come dice suor Angela questo non è bello, perché finché lo odierò, penserò ancora a lui, avrò ancora qualcosa che mi lega a lui, devo raggiungere il mio obiettivo, lui per me non dovrà più esistere, dovrò essere brava a prendere una gomma e a cancellarlo dal mio cuore come se ci fosse una scritta a matita su un foglio.
Margherita mi ha detto che Chiara ha cominciato il suo percorso di discernimento, che Nina si è messa con Sergio anche se è un ex galeotto e che i Corsi si preparano a lasciare il convento.
Forse in attesa di convolare a nozze e mentre organizzano l’evento più “noioso” e “triste” dell’anno a Modena hanno stabilito di andare a convivere.
Io finchè potrò voglio restare in contatto con Davide, tornare no, non c’è la faccio, non me la sentirei, è un momento troppo delicato della mia vita, devo trovare i miei equilibri.

02 giugno 2013

Fonte: www.volamondo.it  

Oggi è festa, molti qui, si sono organizzati per delle gite fuori porta e così ne ho approfittato anche io, pranzo a sacco e partenza per Como, ho trascorso la giornata con Caterina e la sua cerchia di amicizie e devo dire la verità sono stata bene, almeno per qualche ora sono riuscita a non pensare… no non lo voglio nominare più, sono riuscita a non pensare eh va bene, mi correggo sono riuscita a pensare meno a lui!
Ora sono stremata e vado a letto e da domani nuova settimana lavorativa.

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Nota dell'autore:
Tutte le immagini senza fonte sono tratte dalla fiction Rai "Che Dio ci aiuti 2"

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Capitolo 2
*** Capitolo 2. Ma chiodo schiaccia davvero chiodo? ***


Ma chiodo schiaccia davvero chiodo?

Capitolo 2. Ma chiodo schiaccia davvero chiodo?

6 giugno 2013


Fonte: guidonia.olx.it

Caro blog,
tanto per cambiare sono a pezzi, lavoro tanto, mi concentro sulle taglie, sui modelli, sui marchi, i colori, insomma sto cercando di essere una buona “shop assistant”!

E dire che io una volta le odiavo le commesse, le consideravo il nemico numero 1 ed ora invece capisco davvero cosa significa sorridere sempre, essere disponibile ma non invadente, paziente ma risolutiva, fare i complimenti ma non sembrare ruffiana, stare in piedi ore ed ore.
E nonostante tutto, non basta!
Si Guido, sempre lui e solo lui.
E mettiamoci pure che non mi ero mai innamorata veramente prima, che quello che ho provato è stato forte, importante, ma santo cielo qua c’è gente che è stata insieme anni, sono stati fidanzati, sposati, hanno avuto dei figli e si lasciano, si rifanno delle nuove vite, io per uno con cui non sono mai stata insieme, non abbiamo convissuto, non abbiamo avuto figli, non riesco a farmene una ragione?
Si lo so, sono matta, ha ragione Suor Angela io in cuor mio mi sono illusa che Davide fosse un po’ figlio nostro e tutto questo tempo in convento fosse stato un po’ come convivere, io vivevo la favola! Peccato che la favola era solo mia, che sono un’illusa e che le favole non esistono e la realtà ti prende a pesci in faccia senza troppi preamboli.


9 giugno 2013

Domenica fuori porta, sembra un’abitudine da queste parti e Kate mi coinvolge sempre, non ho capito se le faccio troppo pena o se mi usa per rimorchiare, in entrambi i casi è molto carina con me, si vede che un’amica di Suor Angela e stare con lei mi fa sentire un po’ meno la sua mancanza.

Oggi mare, sole, relax e gavettoni, Andrea uno degli amici di Kate ci ha provato spudoratamente, sentirmi corteggiata mi ha fatto sentire lusingata per la serie “meglio trovarmi che perdermi” come ha fatto qualcuno!
Elisa la sorella di Kate dice di buttarmi, perché secondo lei “chiodo schiaccia chiodo” anche se è un motto vecchio e logorato è sempre il metodo più giusto per venire fuori da una delusione d’amore. Avrà ragione?

15 giugno 2013

Fonte: tonykospan21.wordpress.com

Un mese. Ormai è un mese da quando non ho più rivisto Guido.
Ciò nonostante ci sono ancora notti che lo sogno e i sogni spesso sono contrastanti tra di loro, in alcuni quelli che preferisco mi vendico, lo insulto, lo affronto, in altri quelli che odio, ci baciamo, lui mi confida che anche lui prova dei sentimenti per me, ci fidanziamo, in uno ho addirittura sognato di sposarlo.
Ho navigato un po’ su internet è non è un caso raro che accada, anzi un certo Freud diceva che “il sogno è l’appagamento allucinatorio di un desiderio”, nel senso che io nel sogno realizzo quello che nella realtà non è accaduto e non accadrà mai! Ma poi non è pure quello che dice Cenerentola "i sogni son desideri"? Buona quella, poi! La scarpetta, il principe, ma quanto ci aveva creduto anch'io di essere diventata la nuova Cenerentola? Hanno ragione quelle che scrivono che noi donne dovremmo fare causa per risarcimento danni alla Disney! Il principe Azzurro non esiste!
Ora mi chiedo visto che almeno nei sogni ho vissuto quello che non è successo realmente, almeno non potrei accontentarmi del sogno e finirla qui con questa storia? Ma perché il cuore non mi ubbidisce come mi ubbidiva un bambino di 8 anni? Comunque sempre leggendo questo Freud lui dice che io ho investito sul mio oggetto d’amore e che ora devo elaborare un lutto, perché l’ho perso, cioè proprio come se lui fosse morto! E inoltre devo investire questo amore su altro, io comunque ho deciso domani esco con Andrea e anche se “chiodo non scaccerà chiodo” almeno ci provo.
Mi sono illusa che potevo vivere una storia d’amore con Guido Corsi e ci ha creduto alla mia illusione. Bene ora mi voglio illudere che starò bene uscendo con Andrea e magari ci credo anche stavolta. Ora vado a letto.
Sono stanca. Il sabato in negozio è massacrante.


20 giugno 2013

Fonte: www.psichesoma.com

Sono uscita con Andrea, è carino, simpatico, ma niente di che, basta che attacca a parlare di palestra, di integratori, di proteine ed il meglio è tutto lì, ha una bella macchina sportiva ed è socio della palestra in cui lavora e dove passa la maggior parte della sua vita.
Ma chi l’avrebbe mai detto che io avrei trovato più interessante un noioso professore universitario ad un “figo da paura”, come lo definiscono Elisa e Kate?
Vogliamo parlare del fronte convento? Si lo so, diciamo che non faccia altro che parlare di Modena, del convento e dei suoi abitanti. Ma stavolta non si tratta di Guido, ho sentito Davide, lui è l’unico vero amore mio, mi ha parlato della scuola e dei suoi progressi a calcio, gioca da titolare ormai. Non ha aggiunto altro ed io ho avuto paura di chiedergli dove vive ora, visto che hanno lasciato il convento.
Ma la novità più bella è un’altra… Marghi aspetta un bambino. Io sono la prima a saperlo, ha fatto il test stamattina e domani andrà a fare le analisi cliniche, non l’ha detto ancora ad Emilio e nemmeno a suor Angela perché vuole essere prima sicura, ma non credo ci siano molto dubbi, è un medico ed una donna e queste cose una donna le sente.
La maternità deve essere una gioia unica, immensa, indescrivibile che solo chi la prova o l’ha provata può capire.
Arriverà mai il momento anche per me?
Sarò mamma?
Intanto qui si discute di vacanze, da domani è estate, io non sono in vena di vacanze folli e spensierate, ancora non ce la faccio, però ho intenzione di andare in Sicilia. Riprendere i contatti con i luoghi delle mie vacanze da bambina credo che sia un buon proposito e poi se gli altri della compagnia hanno voglia possono trascorrere le vacanze con me a San Vito lo Capo, la villetta è bella, spaziosa, così mi sentirei meno sola, meno triste nell’affrontare il mio passato remoto e sarei meno depressa nel fare i conti con il mio passato prossimo quello che non mi sono ancora lasciata dietro da Modena.

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Capitolo 3
*** Capitolo 3. Il mondo è piccolo ***


Capitolo 3. Il mondo è piccolo Capitolo 3. Il mondo è piccolo

30 giugno 2013


Fonte: www.trmtv.it

I saldi… è ufficiale, io odio i saldi! La gente ormai viene, osserva, guarda i modelli, misura capi, chiede i prezzi e poi la fatidica domanda “dal 2 luglio mettete i saldi, vero?” tu annuisci e loro “Beh allora torno il 2!” Dopodomani in negozio come dovrò andarci con il giubbotto antiproiettile, lo scudo e il manganello per gestire la folla imbizzarrita?

E poi menomale che hanno inventato la calcolatrice! Tutte quelle percentuali il 20 - il 30%, Kate dice che la domanda classica sarà “quanto è il prezzo scontato?” E tu lì, tutta carina, che fai i conti cercando di non sbagliare nemmeno un centesimo.

Comunque adesso è ufficiale, Margherita ed Emilio aspettano un bambino, pare che siano tutti entusiasti e lo credo bene! Marghi dice che se è femmina mi vuole come madrina, ed io le ho risposto “auguri e figli maschi”.

Scherzi a parte c’è ancora tanto tempo prima di questo evento, ma perché io solo all’idea di tornare al convento anche per un’ora, cado nello sconforto? Quella era casa mia fino a un mese fa ed ora invece ci metterei un oceano tra me e quel posto!

Comunque, non voglio parlare di Guido e quindi mi concentro sulla mia amichetta. Ammazza, eh! Quei due si sono dati da fare ben presto, non c’è che dire! Menomale che lui è malato di cuore ed ancora in attesa di trapianto, anzi a tal proposito, Marghi era un po’ preoccupata se non arriva presto un cuore per Emilio non ce la farà, un ragazzo così giovane, così pieno di vita che desidera avere un figlio da sua moglie, speriamo tanto che questo cuore arrivi, hanno tutto il diritto di essere felici e di formare la loro famiglia.

Ora prima che con le lacrime imbratto tutta la tastiera me ne vado a nanna.

Io ho invece ho il diritto di cancellare Guido dal mio cuore e di trovare un altro amore, ma chi l’ha detto che quando ti sei innamorata di uno lo devi amare per sempre?

Cos’è una condanna?

Io ho sempre amato essere libera! E voglio continuare ad esserlo! Mio caro prof, io non ti amerò per sempre, te lo prometto!

07 luglio 2013


Fonte: www.scienzemotorie.com

Finalmente un po’ di pace, ho i piedi che mi bollono! Se continuano così per la fine della stagione possiamo anche chiudere per sold out! Sono contenta per Kate gli affari vanno davvero bene ed anche la mia paga è stata gratificante!

Adesso però dobbiamo concentrarci sulle collezioni autunno-inverno, questa cosa non la capirò mai, un caldo che ci si scioglie come un gelato al sole ed io devo scegliere quale linea di stivali sarà il “must” per il prossimo Natale? Cose da pazzi!

Ma ti scrivo perché sono felice, davvero felice, almeno una parte delle mie preghiere si devono essere esaudite, si lo so che non sono io che ho pregato tanto, ma è stata suor Angela, è ovvio!

C’è il cuore per Emilio, Margherita era molto tesa e preoccupata, ho raccomandato Nina e le consorelle di starle vicino, si opererà domani, speriamo davvero che quest’incubo finisca presto e bene! Sarei davvero contenta se Emilio non fosse più in pericolo di vita, se la sua salute si ristabilisse, per la mia Marghi sarebbe una gioia grandissima.

Dei Corsi in convento non c’era traccia, nessuno mi ha parlato di loro ed io non ho chiesto. Tutto passa, peccato che le ferite restano e bruciano ancora tanto!

10 luglio 2013

Non ci posso credere, ancora non ci posso credere.

Un’altra botta così e credo che stramazzo al suolo proprio!

Ma perché dico io? Perché il mondo è così piccolo?

Milano, la grande Milano come dice la canzone, la grande metropoli, la città d’affari, il business, migliaia di persone ed io quella mi dovevo trovare davanti!

Diamine! Mi allontano mezz’ora dal negozio per delle commissioni, la metro è in sciopero, devo camminare molto a piedi, svolto in una strada e vedo un marciapiede, invaso da due scatoloni e delle valigie, passo vicino distrattamente e poi “Azzurra?” neanche il tempo di pensare “Questa voce non mi è nuova!” mi voltò e…

“Ma allora sei proprio tu, temevo di essermi sbagliata!”

“Beatrice”

“Si cara, ma a proposito come stai? Come ti va la vita non ci vediamo da un pò?”

“Posso strangolarla?” mi ripeto dentro di me, le rispondo con qualche frase di circostanza “tutto bene, sto bene”

“Guarda le coincidenze della vita ora che io mi trasferisco a Modena, tu vivi a Milano! Ma d’altronde non potevo fare diversamente, Guido non ha voluto un rapporto a distanza, ho accettato una cattedra nella sua facoltà, così da poter stare insieme a casa e a lavoro. Che strano eh, forse non siamo destinate a stare nella stessa città. Ci staremmo strette” aggiunge.

Lei era così calma, così tranquilla ed io ero un fuoco! La sicurezza di chi ha vinto ed ha voglia di gustarsela tutta la sua vittoria, la volontà di stringermi nell’angolo senza alcuna fretta. “Ci guadagno io, cara” la imito con quella sua aria snob “Milano è una città che ha sempre un’opportunità da offrire ed io voglio godermele tutte”

“Questione di punta di vista, ora ho un bambino di cui occuparmi, un fidanzato con cui condividere la mia vita, una casa da ordinare, un matrimonio da organizzare, come vedi anche Modena ha tante opportunità da offrire, basta solo esserne all’altezza” Colpo difficile da incassare. Ha ragione lei. Ha vinto lei.

“Abbi cura di Guido e Davide, loro hanno bisogno di tanto amore e dedizione Beatrice, spero che il veleno che hai in corpo lo abbia sputato tutto contro di me, oggi!” poi me ne sono andata senza aggiungere altro.

Ed ho pianto, me ne sono resa conto solo rientrando in negozio, quando Kate mi ha detto che sembravo un panda, perché avevo gli occhi macchiati dall’eyeliner sciolto con le lacrime. Sono corsa in bagno per lavarmi il viso, rinfrescarmi e cercare di concentrarmi sul lavoro.

E’ stata una giornata pessima! Le sue parole non mi lasciano, mi risuonano nella testa come il ritornello di una canzone, a volte più ti sono antipatiche e più le impari a memoria! E poi sono riuscita a farmi sopraffare, avrei potuto risponderle tante cose, ributtarle addosso il suo stesso veleno, usare la sua cattiveria, ma perché le risposte migliori ti vengono sempre dopo?

Comunque io non sono come lei, avrò mille difetti ma non so essere meschina, acida come piace esserlo a lei. Eppure Guido ama Beatrice ed io questo devo ammetterlo. Devo accettarlo. Nonostante tutto io mi fido del suo giudizio, loro condividono una storia da molto tempo e se vuole lei accanto avrà sicuramente delle qualità, dei pregi, dei meriti che lo hanno spinto a questa scelta. Io me lo auguro e non per lui, ma per Davide, se quella fa soffrire il mio cucciolo, io non rispondo di me e le dimostro che se voglio, so far male davvero anche io!

14 luglio 2013


Fonte: www.milanostile.it/

Mi sento ancora svuotata, a tratti mi ritorna in mente ancora lei, ancora lui, a volte penso che sia stato un segno del destino, incontrare Beatrice mi sta permettendo ancora una volta di fare i conti con la realtà, a volte, invece, mi perdo in mille fantasie, mi chiedo come sarebbe rincontrare lui, che emozioni proverei adesso?

Adesso che sono in una specie di limbo, adesso che non lo amo più perdutamente, ma che non ho nemmeno smesso di amarlo ancora.

Sarei capace di guardarlo negli occhi? Mi batterebbe ancora forte il cuore?

Lo tratterei male? O mi scioglierei come neve al sole?

E se ci fosse stato anche lui, accanto a lei, per fare il trasloco? Sarei davvero sprofondata?

Domani saranno due mesi che non lo vedo.

Una volta durante una lezione di biologia, una professoressa mi disse che dopo 50 giorni di lontananza il nostro corpo  dimentica quello dell’altro. Ma è davvero così?

Anche se il mio cuore non c’è ancora riuscito, il mio corpo l’ha fatto?

Io ricordo ancora il colore intenso dei suoi occhi, il suo modo di sorridere, i suoi sguardi fulminanti quando è arrabbiato, io ricordo ancora il suo tocco, la sua vicinanza fisica e nemmeno quegli stramaledetti baci sono riuscita a dimenticarmi.

Ho parlato con suor Angela, Emilio è finalmente fuori pericolo, il trapianto è riuscito e malgrado terapie, controlli che dovrà fare, ora Emilio sta bene ed anche la gravidanza di Margherita procede al meglio, nonostante gli stress e le emozioni forti che sta vivendo.

Intanto, io non esco più con Andrea, è un ragazzo intelligente ed ha capito che non ero nello stato d’animo giusto, continuiamo a frequentarci in comitiva, nulla di più.

Ho convinto Kate ed Elisa per andare in vacanza in Sicilia, poi forse ci raggiungono anche i ragazzi.

Un paio di giorni fa ho conosciuto Marilù, è una signora di una cinquantina d’anni molto simpatica ed estrosa, ha una casa di moda, un marchio tutto suo, produce abbigliamento, ha dato un’occhiata a dei bozzetti che ho fatto in negozio nei tempi morti e dice che sono brava, che sono buoni, forse ho delle capacità.

Suo figlio è docente al Politecnico di Milano, si lo so un altro professore universitario, ma l’idea di lavorare nella moda mi piace. Martedì vado alla facoltà di Moda e Design, per un percorso di orientamento, ora che lavoro, se le tasse d’iscrizione non sono troppo alte, forse potrei iscrivermi, ci sono tante persone che si dividono tra lavoro e studio, perché non potrei riuscirci io?

E poi sarebbe anche un modo per tenermi la testa occupata, per avere degli obiettivi da raggiungere, qualcosa in cui credere.


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Capitolo 4
*** Capitolo 4. Cercasi voglia di studiare anche... in vacanza! ***


Capitolo 4. Cercasi voglia di studiare anche usata

Capitolo 4. Cercasi voglia di studiare anche... in vacanza!

17 luglio 2013


Fonte: it.123rf.com

E ti pareva che, quando dovevo fare qualcosa io, non era tutto complicato?

Sono stata al Politecnico ieri, Madonna mia, io di nuovo all’università e non come quando frequentavo Legge a Modena, che lo facevo solo per accontentare mio padre, fingevo di sostenere esami, non aprivo un libro neanche sotto tortura, cercavo solo di tirarmela per rimorchiare, stavolta ero emozionata davvero, perché frequentare Moda e Design sarebbe gratificante.

Mi piacerebbe sul serio.

Ecco sarebbe un po’ come un sogno, ma credo che resterà tale!

Un test d’ingresso con materie come cultura generale, disegno e rappresentazione, storia, storia dell'arte e del design, geometria, logica e comprensione verbale. E quando lo superò io quest’esame?

Il test è fissato per il 6 settembre, devo studiare tutta l’estate e chissà poi se ho delle reali possibilità di essere ammessa.

Il figlio di Marilù, Lorenzo Barricati, è stato molto molto disponibile, oltre ad essere un bel pezzo di prof.! Avrà sui 40 anni, ma è così affascinante, simpatico, alla mano, di certo non un signorino precisino, so tutto io, a cui non voglio più pensare. Comunque, Lorenzo è stato gentile, mi ha consigliato dei testi su cui studiare, si è mostrato perfino disposto ad aiutarmi con le materie più ostili.

Mi ha dato il suo bigliettino da visita, ma gli ho anticipato che non credo che approfitterò del suo aiuto, Kate ed Elisa hanno degli amici che studiano già al Politecnico, chiederò a loro di darmi una mano.

Io ci provo, che posso fare?

21 luglio 2013


Fonte: www.iloveinternet.net
Studiare, studiare, studiare, ecco quello che posso fare, tutti vanno al mare, ai laghi, in piscina ed io chiusa dentro, aria condizionata a palla, a sgobbare sui libri.

Da non credere, credo che se mi vedesse mio padre, gli verrebbe un colpo!

Ma io voglio riuscirci, devo, ci tengo tanto, anche se non sarà facile!

Nel pomeriggio mi raggiungono Luca, Ettore e Alessia, non ho capito se mi aiuteranno a studiare o faremo baldoria, io li ho avvisati o mi aiutano concretamente oppure possono andarsi a prendere anche l’aperitivo fuori. Mi verso una tazza di latte di mandorla e via, ritorno alla mia battaglia quotidiana con i libri. Aiutatemi.

1 agosto 2013


Notte Stellata di Vincent Van Gogh

Mio caro blog, non ti ho abbandonato credimi, trovare il tempo per fare tutto sta diventando un’impresa!

Il caldo ormai è pressante, in negozio l’afflusso è diminuito, ma molti si preparano a partire per le vacanze e quindi vengono per gli acquisti last minute.

Kate è un angelo, mi permette di studiare nelle pause, spesso, mi concede di arrivare più tardi o di andare via prima, li sto stressando tutti con questa storia dell’esame, loro però mi stanno aiutando e mi stanno vicino, spero di non deludere nessuno. Quando ho chiamato in convento non ho detto nulla, non mi va di farli partecipi di una cosa così… così incerta.

Poi vengo bocciata e magari qualcuno si fa pure una bella risata e mi dirà “che non sono all’altezza”.

Come se non bastasse si avvicinano le vacanze, vacanze e libri si possono conciliare?

Oppure sono inconciliabili come io e qualcun altro!

Il 10 partiamo per San Vito, voglio trascorrere la notte di San Lorenzo sulla spiaggia, a guardare le stelle, magari riesco a beccarne una cadente che realizza il mio desiderio.

Anzi, facciamo che per essere sinceri di desideri ne avrei due e quindi mi servirebbero due stelle!

A proposito di Lorenzo l’altro giorno in negozio è passato il prof., Lorenzo Barricati, mi ha fatto morire dalle risate, è così “caciarone”, disinvolto, mi piace parlare con lui. Mi ha invitato per un caffè ma ho rifiutato, in questo periodo ho una sola priorità i miei amati ed odiati libri.

Torno a studiare. ;(

10 agosto 2013

Finalmente siamo in viaggio. Sicilia mia quanto sei bella, ma quanto è difficile raggiungerti.

Per adesso siamo in tre, io la Kate e la Elisa come dicono a Milan! Siamo piene di bagagli, come se dovessimo stare lì mesi e invece solo due settimane poi dobbiamo ritornare, più passa il tempo, più si avvicina il mio esame, più tremo di paura!!!

Ho chiesto anche a Marghi, se voleva raggiungerci qualche giorno con Emilio, ma mi ha detto che il viaggio sarebbe un po’ faticoso, trascorrerà le vacanze con la famiglia in Riviera Romagnola. Ormai, sono quasi tre mesi di gravidanza, alla prossima ecografia, si saprà il sesso del nascituro, incrociamo le dita.

Suor Angela e Suor Costanza accompagnano i bambini di una casa famiglia in una gita in montagna.

Nina va all’estero con Sergio.

I Corsi sono desaparecidos, nel senso che, Suor Angela mi ha detto che da quando convivono si vedono poco in convento, non so nemmeno se si sono sposati, se hanno fissato una data. Mah! Sembrano avvolti dal mistero. Di sicuro, l’ultima volta che ho parlato con Davide era entusiasta di una vacanza al mare con il papà.

Ora spengo tra poco ci imbarchiamo. Buona vacanza a tutti.


Fonte: lacucinadidolced.blogspot.com 

11 agosto 2013

Altro che stelle cadenti! Cielo nuvoloso e di stelle neanche l’ombra, accidenti ultimamente la sfiga tutta a me?

Mi si è appiccata addosso come il caldo! Stare qui mi fa sentire un po’ aria di casa ed ultimamente non saprei più davvero cosa o dove è casa mia. Prima il mega appartamento con mio padre, la domestica e la sua segretaria che sentivo più di lui. Poi il convento, quella era davvero casa mia ed ora la mansarda che condivido con Kate ed Elisa.

Questa villetta è davvero un posto mio! E’ stata lo scenario delle mie prime cotte, dei "filarini" estivi, di quando anche se pochi giorni vedevo mia madre e stava un po’ con me, solo qui e solo a volte ho sentito di avere avuto una famiglia anche io.

Se penso che mio padre la voleva vendere per fuggire via con la sua amante. Menomale che non l’ha fatto più! Anzi ho rilevato la sua quota ed ora è solo mia!

Mi sto rilassando davvero e riesco a studiare anche meglio in questo posto. Per Ferragosto ci raggiungono i boys, pensa te che "caciara" diventa!
Comunque, quasi mi dimenticavo, ma ho scritto perché mi è successa una cosa piacevole stanotte. Mentre eravamo in spiaggia, mi è arrivato un messaggio carinissimo di Lorenzo, il prof. di Design, non so come abbia avuto il mio numero, credo che lo abbia ricavato dalla madre, altrimenti è stata Kate, era rammaricato perché non aveva ricevuto i miei auguri di buon onomastico. Che figuraccia, eh? Ci siamo messaggiati un po’, insomma è stato simpaticissimo. Chissà se c’è trippa per gatti.

Per adesso studio, studio, studio, aspetta come ha detto quello “studio matto e pazzeschissimo” eh vabbè! “Matto e disperatissimo”. Il pazzeschissimo è un’altra cosa.

15 agosto 2013

Buon Ferragosto a tutti. Musica in spiaggia, balli, drink! Oggi niente libri! Direi che me lo merito.

Vado a divertirmi. Baci baci.

15 agosto 2013 ore 18.30


Fonte: www.airafrique.it

Pure Ferragosto, quello pure Ferragosto riesce a rovinarmi, ma la colpa come al solito è mia, solo mia, sempre mia.

Ma perché, perché quell’uomo ha il potere di cambiare i miei stati d’animo?

Non è successo nulla, nulla ed io sono qui a tremare come una foglia con 40 gradi all’ombra!

Io lo odio. Io mi odio.

Ero stesa sul lettino, prendevo il sole e mandavo sms di buon Ferragosto, quando mi squilla il telefono. Lo prendo distrattamente e sul display che mi compare “GUIDO” ho pensato mi venisse un coccolone!

Dopo tre mesi, tre mesi di silenzio assoluto, tre mesi di lontananza che significa quella chiamata. All’improvviso mi spavento “oddio e se è successo qualcosa a Davide?”

Rispondo immediatamente, allontanandomi dagli altri, cercando un posto più silenzioso per parlare.

“Pronto?” dall’altra parte non sento nulla “Pronto, Guido?”

“Azzurra sono io” era Davide

“Amore mio, dimmi tutto”

“Come stai? Volevo augurarti buon ferragosto” mi dice lui.

“Sto bene, sto bene, sono in spiaggia e mi sto divertendo”

“Anche io sono in spiaggia, lo sai noi siamo in Sicilia e tu?”

No adesso davvero, davvero mi viene un infarto ho pensato! “Anche io tesoro sono in Sicilia”

“Ah che bello, allora siamo vicini”

“Dipende dal posto, guarda che la Sicilia è grande, dove siete?”

“Eh su un’isola… aspetta” e poi si sente in lontananza “Papà, come si chiama qui Favana?”

“Favignana, sono le isole Egadi”

“Azzurra” riecco Davide.

“Si amore ho sentito anche io, siete qua vicino allora, Favignana è molto bella” ho detto trattenendo le lacrime “La conosco bene, divertiti tanto eh!”

“Si anche tu, ah aspetta”

“Salutala scricciolo e augurale buon ferragosto anche da parte mia” ho sentito la sua voce, gliel’ha detto, con tono dolcissimo, doveva essere accanto a lui perché l’ho sentito distintamente

“Guido ti saluta e ti dice buon ferragosto pure lui”

“Grazie amore, ricambia e salutami anche Beatrice. Ora devo andare. Ci sentiamo presto. Ciao”

“Si ti saluto Beatrice, ciao”

Me l’ha detto anche Kate che è l’unica a cui ho avuto il coraggio di raccontare tutto, è stato carino e molto gentile a farmi telefonare da Davide e a farmi un augurio di circostanza, non c’è nulla di più!

Ma io ci sto troppo male, sono a 50/60 km da qui! E sono in vacanza insieme come una vera famiglia!

Io, perché? Perché non smetto di amarlo, perché?

Quello mi ha distrutto, mi ha costretto a sconvolgere tutta la mia esistenza e mi augura pure buon ferragosto, mentre decide la data di nozze con la fidanzata?

Tre mesi fa mi ha trattata peggio di uno straccio vecchio ed ora mi saluta e mi augura buon ferragosto con quel tono?

Due sono le cose o è fuori lui o sono fuori io?

Eh vabbè, sono io ad essere fuori, io ad ingrandire tutto, a ingigantire tutto quello che fa o non fa, a passare ai raggi x ogni suo atteggiamento, perché ci spero ancora! Neanche più un briciolo di dignità mi è rimasta? Comunque, solo sentire la sua voce da lontano mi ha mandato in escandescenza, questo purtroppo mi ha fatto capire tante cose, ancora non sono venuta fuori dal tunnel e rivederlo è qualcosa da evitare assolutamente. Se non riesco ad affrontare i miei fantasmi da lontano come potrei da vicino? Dopo l’esame volevo andare a Modena, ma non è proprio il caso. Non sono ancora in grado di affrontare nessuno, non riesco ancora ad affrontare un bel niente!

Da domani ritorno a studiare. E solo il mio esame quello su cui mi devo concentrare.

18 agosto 2013

Ho riletto l’ultimo pezzo che ho scritto e diciamo che rende abbastanza l’idea di come stavo!

Una matta!

Adesso per fortuna sono un po’ più tranquilla, ho sentito Lorenzo in questi giorni ed ho attaccato la pippa pure a lui! Gli ho parlato di Guido e devo dire la verità, è stato molto comprensivo, mi ha ascoltato sul serio, non era solo un modo per provarci, per fare il carino, l’ho sentito vicino! Mi sta aiutando anche a studiare, mi ha inviato degli appunti, degli schemi, un amico così mi ci voleva!

Ora torno sui libri con una promessa che ho fatto a me stessa, basta scappare, basta isterie, basta lacrime, tremiti, basta tutto! Ho cambiato idea! Se vengo promossa a quest’esame vado a Modena e succeda quel che succeda.


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Capitolo 5
*** Capitolo 5. Tra chi arriva, chi parte, chi si ritrova e chi si perde... ***


Capitolo 5. Tra chi arriva, chi parte, chi si ritrova, chi perde...

Capitolo 5. Tra chi arriva, chi parte, chi si ritrova, chi si perde…

25 agosto 2013


Fonte: www.ukrlandia.com.ua

Ed oltre alle autostrade intasate, i treni affollati, le navi piene, pure l’aeroporto non scherza mica. L’estate sta finendo, si ritorna alla base, l’esame è sempre più vicino, che esaurimento!

Ora siamo all’aeroporto, ci sono Kate, Elisa e Andrea, gli altri sono andati via un paio di giorni fa.

Oddio no!

Aspetta devo chiudere.

Ti prego fa che non siano loro!

***

Imbarco 6. Aeroporto di Trapani.

“Ma dobbiamo aspettare la fila anche noi” chiese candidamente Davide.

“No, abbiamo l’imbarco veloce, non ci penserei proprio a stare in coda in mezzo a tutta questa gente, pensa quanti microbi, bleh!”

Guido guardò Davide con dolcezza.

Il piccolo, intanto, si diede un’occhiata intorno e…

“Azzurra… Azzurra… Azzurra” urlò il bambino andandole incontro, lei ebbe appena il tempo di chiudere il portatile, di raggiungerlo per abbracciarlo e prenderlo in braccio.

“Amore mio” lo strinse forte.

Beatrice si mostrò subito contrariata da quell’incontro, si avvicinò a Guido, appoggiandosi al suo braccio.

“L’avevo detto io che eravamo vicini”

“Si, infatti" "Ma stai partendo? Torni a Modena anche tu?”

“No Daviduzzo, io torno a Milano, ora abito lì”

Lui si intristì ed Azzurra lo baciò e lo abbracciò di nuovo.

“Ti voglio bene piccolo”

“Anche io Azzurra ti voglio bene sempre”

Da lontano un hostess cominciò a chiamare l’imbarco.

“Dobbiamo andare” disse prontamente Beatrice indirizzato al suo fidanzato.

Guido si staccò da lei e raggiunse Davide e Azzurra.

“Ciao” disse apparentemente distaccato ma con un tono e uno sguardo che tradivano mille emozioni.

“Ciao Guido” lo salutò lei con una calma e una dolcezza esteriori che erano lontane anni luce da quello che provava dentro. “Ma sono davvero io che parlo? Ma davvero ho di fronte lui?” si chiese tra sé e sé.

“Come stai?” domandò lui malinconico.

“Bene, molto bene, anche voi vedo”

“Si… si… Azzurra io… mi dispiace per…”

“Lascia perdere Guido. Abbi cura di Davide. Buon viaggio” concluse lei con la voce rotta dalla commozione.

“Davide tesoro, dobbiamo andare, su” Beatrice irruppe tra loro come una furia. La sua premura nei confronti del bambino era finta come una banconota da 2 euro!

Si allontanarono, mentre lei ritornò al posto che occupava prima, stringendo tra le braccia il pc.

30 agosto 2013


Non ho più scritto qui, non avevo il coraggio! Ho trascorso giornate intere a studiare e a dimenticare.

Può finire tutto così, con un incontro fortuito all’aeroporto e un mi dispiace in ritardo di mesi?

Quando l’ho visto temevo di morire, quando si è avvicinato a noi, speravo, Dio solo sa quanto ho sperato che mi dicesse che si era sbagliato e che voleva me!

Mi arrendo.

Lo amo. Lo penso.

Si può amare una persona per cui tu vali poco e niente?

Sono una contraddizione vivente, ma è più forte di me ed io sono stanca di lottare contro i miei sentimenti. Non lo perdono, ma non lo riesco a dimenticare.

Ora mi concentro solo sull’esame e poi superata l’ammissione universitaria, ci sarà un altro l’esame ben più difficile da affrontare, quello del mio cuore, della mia vita.

06 settembre 2013

E’ stato un massacro! Sono stanchissima. Mi sono svegliata prestissimo che poi non avevo proprio dormito, quindi mi sono solo alzata al suono della sveglia che tenevo d'occhio da ore.

Una coda, un caldo, la suddivisione per lettere del cognome, aule enormi e anonime con migliaia di noi tesi e speranzosi.

I risultati si avranno solo tra una settimana, li pubblicheranno su internet, dovrò accedervi con delle credenziali che mi hanno rilasciato al termine della prova. Mi sono confrontata con altre ragazze, non credo di aver fatto molti errori o almeno lo spero, però la concorrenza è spietata, ne eravamo davvero tanti.

Ora vado a dormire.

Andare a dormire alle 22.00 è tristissimo, da sfigati proprio, però sono troppo stanca.

Poi domani si esce per divertirmi un po’. Lorenzo mi ha mandato un msg molto carino alla fine della prova, mi ha nuovamente invitato per un aperitivo ed alla fine ho accettato. ;)

08 settembre 2013


Ieri poi ho preso l’aperitivo con Lorenzo e sono stata bene, lo ammetto, ma per me continua ad essere come un amico, niente di più! Ma cosa credevi che perché ero riuscita a trattenermi due giorni fa e a non scrivere di lui, non lo pensassi?

Sbagliato!

Lui non mi lascia mai, i miei pensieri, i miei sogni, le mie fantasie, i miei sospiri, sono pieni di lui!

A volte mi faccio paura! Addirittura temo che dovrei farmi curare. Quando si finisce di essere innamorata e si comincia ad esserne ossessionata?

Di sicuro, sto comprendendo che è meglio affrontare i miei sentimenti, perché quando tentavo di combatterli facevo pure peggio.

Sarà il fascino del proibito? Sarà che quello che non si può avere, brilla più di quello che hai a portata di mano?

Non lo so, so solo che vicino o lontano, proibito o non, ricambiata o no, io avrò sempre un posto nel mio cuore per Guido!

Perché è stato il mio primo amore! Il primo di cui mi sono innamorata. Il primo che ho amato. Chiunque amerò dopo di lui, nel confronto con lui, arriverà sempre per secondo!

Il dopo impregna il prima, si insinua, tenta di soppiantare i ricordi, ma non lo sorpassa mai! Non può sostituire ciò che l'ha preceduto, deve solo trovare posto e mettersi in coda!

Mica ricordi tutti i baci che dai?

Tutte le volte in cui hai fatto l’amore?

Tutte le vacanze che hai fatto?

Tutte le sigarette che hai fumato?

Tutti le volte che hai incontrato un amico?

Tutte le gite scolastiche?

Eppure per ognuna delle cose che ha segnato la nostra vita anche solo per un’immagine, un profumo, una parola, un’emozione, una sensazione noi ricordiamo la prima volta.

Oddio che pensiero profondo! Che bella considerazione che ho fatto! Ma quanto sono diventata riflessiva, giudiziosa, attenta!

Ma mi hanno fatto bene tutti i libri che ho studiato per l’esame oppure sono stata contagiata dalla “guidinite”, tre mesi fa e non me sono accorta?

No, la “guidinite” no!

Uno che si accontenta della strada più facile, che fa una scelta di cuore in base al curriculum vitae, i master, le lauree, uno che è vigliacco con se stesso, ti lascia in un cortile di un convento con una piazzata e poi, quando ti rincontra, sembra un cane bastonato, col suo “mi dispiace”, non può avermi contagiato proprio per niente!

Non a niente a che fare con me!

Buonanotte, mio blog!


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Capitolo 6
*** Capitolo 6. Quando star lontani non significa non star vicini ***


Capitolo 6. L'effetto sorpresa

Capitolo 6. Quando star lontani non significa non star vicini

12 settembre 2013

Ho l’ansia a mille!

Domani ci saranno i risultati dell’esame, anche se saranno domani, io da stamattina faccio il login sul quel sito sperando che compaia qualcosa, un’anteprima, una freccia, un voto, un punteggio, ma niente!

Uffà, sarà un’altra nottataccia lo so, menomale che ho il lavoro che mi distrae.

Ho sentito il convento, suor Angela è sempre presa da mille cose, gestisce il convitto, il bar, la residenza universitaria e pure la casa famiglia! E’ tornata ad occuparsi  della “Divina Provvidenza”, anche perché lì fa volontariato Chiara e collaborare insieme è il modo migliore per sostenere lei e la sua scelta.

Ho parlato con Margherita, ha saputo il sesso del bambino!

Secondo te cosa poteva essere? Maschio.

Pare che Emilio stia impazzendo a comprare qualsiasi cosa, di azzurro, per neonati rientri nella sua visuale.

Nina ha vinto il concorso in Magistratura. Mamma mia quella ragazza è un genio! Tutti dicono che è difficilissimo, non c’è niente da fare quando hai talento emerge! Le auguro una bella carriera, se lo merita davvero!

Non sono riuscita a parlare con Davide, suor Angela mi ha insospettito, è stata un po’ evasiva, ma perché poi?

Intanto, tutti maturano, raggiungono successi personali e professionali ed io commessa sfigata, single perché innamorata, non ricambiata e domani verrò pure bocciata all’ammissione per Moda e Design!

Sono triste :’(

13 settembre 2013



Fonte: www.andromedafree.it

Siiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii!!! Sono stata ammessa! Pazzeschissimo, vero?

Ancora temo che non sia vero, qualcuno mi può dare un pizzicotto? Ce l’ho fatta per il rotto della cuffia, ma dal 1 ottobre, sarò una matricola di Moda e Design!

E adesso si che si può festeggiare sul serio! Stasera happy hour e discoteca.

Complimenti a me stessa, finalmente sto trovando la mia strada, questo mi aiuterà sicuramente ad essere più serena, meno inquieta e forse forse anche un po’ felice?

16 settembre 2013


Ho deciso, la prossima settimana, vado a Modena.

Se uno vuole crescere deve affrontare le cose e non scappare!

La mia vita qui mi sta cominciando a dare sicurezza, maturità, tranquillità. Ho dei progetti, degli obiettivi, ho il lavoro, tra poco dovrò pensare ai corsi universitari, alle lezioni, agli esami.

Oddio! Ma perchè queste cose mi fanno ritornare in mente qualcuno?

Il rimedio per dimenticare un professore universitario non è, di certo, iscriversi all’università! Per la serie “scoprire di avere il diabete e andare a lavorare in una fabbrica di cioccolato!”

Comunque, facoltà a parte e non volendo esasperare quella specie di rapporto che ho avuto con Guido, non vado a Modena solo per lui, ma anche per mio padre!

Esce di galera! Aveva un buon avvocato Antonio Ferretti, è un suo vecchio amico, ed è riuscito a fargli avere una riduzione della pena. Mi ha chiamata proprio Antonio ieri, dice che mio padre non gliel’ha chiesto direttamente, ma gli ha fatto capire che vorrebbe vedermi.

Nemmeno se fosse un cane avrei il coraggio di lasciarlo solo dopo il carcere.

E’ mio padre.

Sarà sempre una persona importante per la mia vita ed io gli voglio bene.

Ma perché ogni volta che chiamo in convento e chiedo di Davide ricevo risposte scarse, incongruenti, frettolose, ma che sta succedendo?

Ed è anche perché mi manca il mio piccolo che vado al convento, non ho avvisato nessuno, almeno l’effetto sorpresa me lo posso concedere?

23 settembre 2013


Sono a Modena. Sono al convento. Sono ad uno dei tavolini del bar, scrivere da qui mi da uno strano effetto, è tutto un miscuglio di emozioni, di sensazioni, di ricordi, di lacrime e di sorrisi.

Vuoi sapere come è andato il mio effetto sorpresa? Che la sorpresa l’hanno fatta a me! E’ proprio vero, mai fare sorprese, mai! Spesso si riceve l’esito opposto e ti becchi una delusione stratosferica.

Suor Angela è poco distante da me, le brillano ancora gli occhi, mi ha dato la mia vecchia stanza e mi ha detto che me la conserverà sempre, che potrò ritornarci ogni volta che vorrò. Non la finiva più di abbracciarmi e baciarmi.

Nina sta traslocando, ha avuto il suo primo incarico in Toscana, credo che la seguirà anche Sergio e il fratello di lui. Hanno trovato un centro che può occuparsi del ragazzo ed essere anche un sostegno per loro che stanno cercando di realizzarsi professionalmente.

Chiara non l’ho ancora vista, ma passerò più tardi alla casa famiglia per salutarla.

Suor Costanza è stata dolcissima, lo sapevo io che sotto quel fare burbero, c’era un cuore buono, mi ha detto che le manco tanto. Mancano tanto anche a me tutti loro.

Poco fa, sono arrivati anche Margherita ed Emilio, io gliel’ho detto “Marghi se continui così diventi una mongolfiera!”

Scherzi a parte, è bellissima, così solare, rilassata, tranquilla, sprizza energia ed allegria da tutti i pori. Ormai sono cinque mesi. Io adoro toccarle la pancia e sentire il pupo che scalcia e si muove. Più tardi, usciamo insieme, shopping prémaman e post parto all’ennesima potenza!

Mio caro blog, credo che manchi qualcosa...

Eh si, ho parlato di tutti, ma manca qualcosa: mio padre.

Uscirà di prigione domani. Chissà cosa proverò rivedendolo. Spero solo che questa esperienza non lo abbia provato troppo. La vita è fatta di sbagli, nessuno di noi ne è immune! E forse io adoro ancora di più il mio papà oggi, perché neanche lui è infallibile, è umano, imperfetto, impulsivo, proprio come me! Quando lo hanno arrestato cercavo ancora la sua approvazione, quando mi disse che era fiero di me, mi commossi, oggi sono io ad essere fiera di lui. Lui ha sbagliato, ha pagato e adesso sento, davvero, di avere un padre che mi vuole bene.

Ora vado. Marghi mi reclama.

24 settembre 2013


Basta mettersi l’animo in pace, armarsi di pazienza, di amore, di buona volontà e le cose belle vengono da sé, mentre quelle brutte si acquietano! Si vede che sono tornata in convento?

Ho visto mio padre, abbiamo parlato a lungo. Tra un paio di settimane, dovrebbe uscire anche la sua compagna. Mi ha detto che hanno continuato a scriversi e a volersi bene.

Un suo amico e collega gli ha proposto un’attività di consulenza nel suo studio, non sarà granché, ma è un modo per cominciare, per venire fuori da questa brutta storia in cui si è ficcato!

Sta frequentando anche la cappella, mio padre ritrovato cattolico veramente non me lo sarei mai aspettato. Con Suor Angela poi, stanno cominciando a filare d’amore e d’accordo, addirittura commentano la loro esperienza del carcere, si confrontano, si sostengono. Cose che fino a pochi mesi non credevi di poter mai vedere con i tuoi occhi.

Resto ancora un paio di giorni, poi devo tornare a casa. Casa mia non è più qui. Mio padre ha la sua compagna e la sua vita da ricostruire, io devo proseguire sulla mia strada. Mi mancano i miei amici, mi manca l’impegno e l’insegnamento che mi sta dando il lavoro in negozio, non vedo l’ora di seguire i corsi che iniziano a breve. Non ho detto nulla a nessuno, non mi sembrava il caso.

Un tempo vivevo di apprezzamenti, di pseudo ammirazioni, di autocelebrazioni che aspettavano di essere alimentate dal consenso altrui. Ora sto imparando a fermarmi ai fatti, a dargli il giusto peso. L’umiltà non fa male di certo! Anzi, mi fa sentire più forte di prima.

28 settembre 2013

Home sweet home.

Milano. Ore 22.00 comincia la movida.

E’ vero che sono diventata assennata, umile, generosa, ma al Saturday Night di Milano non ci rinuncerò mai!

Tra poco si va a ballare.

Si sono triste, si intuisce?

Erano due i motivi che mi spingevano a Modena ed io ho parlato sempre e solo di uno, mio padre! Quanti bei propositi, eh? Affronto la mia vita! Non scappo! Lo amo e lo ammetto! Non combatto contro me stessa!

Tutte illusioni! Noi donne a volte siamo più innamorate delle nostre illusioni che del loro contenuto! Questo non significa che io non amo Guido! Ma che come tutte, amo illudermi, ed è un amore da cui non ci si può sottrarre!

Guido, Davide e Beatrice non vivono più a Modena.

Ecco finalmente sono riuscita a sputare il rospo!

Dopo pochi mesi di convivenza e dopo la vacanza estiva sono partiti per Berlino. Si hai capito bene Berlino!

Alla fine non vi ha rinunciato più, pare che, grazie al sostegno della sua futura moglie, abbia deciso di sfruttare quell’importante occasione professionale. A Davide è dispiaciuto lasciare tutti, ma è sempre felice di stare con il suo papà e qualunque posto con lui è la sua casa.

Suor Angela mi ha detto che Beatrice è stata determinante nella scelta di Guido. Ed anche lei in qualche modo ha appoggiato la loro partenza. “Loro sono una famiglia che si sta saldando e forse le nostre intromissioni non giovano al loro equilibrio” questo mi ha detto.

Io speravo che, quella, fosse la famiglia di cui avrei fatto parte anche io, quella che avrei contribuito a costruire!

Alla fine Miss Moscetta ce l’ha fatta ad allontanarli da tutto e da tutti!

Spero solo che siano felici.

Io ora torno un po’ indietro e poi spero di fare i miei passi avanti. L’università, un lavoro soddisfacente e chissà arriverà anche per me l’uomo dei progetti, l’uomo con cui costruirò la mia famiglia.

6 ottobre 2013


Si tra poco mi raccoglieranno con il cucchiaino! Vivo in un frullatore! E’ così!

Allora martedì, mercoledì e giovedì tutta la mattinata in facoltà, devo seguire i corsi, lunedì e venerdì mattina faccio uno stage alla casa di moda di Marilù, la madre di Lorenzo, i pomeriggi sono a negozio, ormai lavoro part-time con Kate, non potevo più fare tempo pieno, la paga si è ridotta, ma qualcosina lo compenso con lo stage. La sera studio, la notte dovrei dormire!

E’ stancante, sono sfiancata ed è solo la prima settimana, però per ognuna delle cose che faccio, impiego tanta energia perché mi piacciono, adoro imparare cose nuove, adoro migliorare il mio disegno, studiare tecniche, conoscere teorie.

Sto frequentando Lorenzo, lo devo ammettere, non mi lascia un attimo. Che sia un messaggino, una telefonata, un caffè durante le pause tra una lezione e un’altra lui c’è sempre.

Mi ha detto che sto migliorando molto, ma io sono un po’ perplessa per questo fatto che lui è un professore ed io la matricola. Certo lui insegna all’ultimo anno, quindi tecnicamente per ora non è il mio docente, però lo sai come sono le persone, chiacchierano, pettegolano ed io ho mollato Modena, ho mollato tutto per farcela da sola, sicuramente, non voglio passare per quella che se la fa con il professore per essere protetta da lui ed agevolata!

Anche Marilù è molto amorevole con me, addirittura mi vuole affiancare alla sua migliore stilista per poter realizzare una mia linea di borse! La casa di moda è in espansione, a dire il vero usano solo prodotti italiani e si dedicano molto alla manifattura, mi piace questa filosofia! Il padre di Lorenzo, è morto sei mesi fa, nonostante il divorzio da Marilù, credeva molto in lei, avevano un rapporto di grande rispetto e affetto, lui le ha lasciato una grossa somma di denaro da investire per lo sviluppo dell’azienda e per la crescita del marchio.

Sono stanca, ma ho l’adrenalina a mille e grinta da vendere!

12 ottobre 2013


Fonte: luirig.altervista.org

Caro blog, oggi è il compleanno di Davide, compie 9 anni, come passa in fretta il tempo!

Ho mandato un messaggino al pitone, chiedendogli il contatto skype per videochiamare il mio piccolo.

Avrò almeno il diritto di fargli gli auguri?

Non mi ha nemmeno risposto al messaggio, pensa un po’ quanto mi tiene in considerazione! Pochi minuti fa, mi ha aggiunto ai suoi contatti e Davide mi ha videochiamata.

Quanto sta crescendo, diventa sempre più bello! Non ti dico poi! Parla tedesco e pure inglese! Infatti mi faceva i trabocchetti mischiando le lingue e facendomi partecipe delle sue nuove conoscenze. Sul tedesco sono una frana! Niente proprio! Ma sull’inglese me la cavo, perché devo seguire pure io un corso per ottenere un’idoneità di lingua all’università.

Comunque tra le competenze di Guido, la disciplina, la rigidità di Beatrice, la sua astuzia e la scuola prestigiosa che gli stanno facendo frequentare quel bambino mi diventerà un premio Nobel!

Ora vado a prepararmi, stasera ristorante spagnolo e sangria a volontà, poi ci raggiunge anche Lorenzo, quando c’è lui so già che, oltre a non deprimermi per il mio amore non corrisposto, mi godrò la serata spensierata.

***

16 Ottobre 2013. Berlino. Una birra in compagnia.

“Allora Guido, ci sediamo lì?” Marcello gli indicò un tavolo libero che era accanto alla vetrina del pub in cui si erano incontrati.

“Fratellino ora che siamo soli puoi vuotare il sacco!”

“Non c’è nessun sacco da vuotare. Devo ambientarmi qui, devo occuparmi di Davide, della sua formazione e poi c’è Beatrice, sono un po’ preso, ho tanti impegni”

“Davide è stupendo, sai? Quando ci avete invitato per il weekend sono stato molto felice di vederti e di conoscere un po’ di più il mio nipotino!”

Guido rise “E’ la cosa migliore che abbia fatto in vita mia e fino a pochi mesi fa nemmeno lo sapevo”

“Sei ancora arrabbiato con Manuela per avertelo tenuto nascosto? E’ per questo che hai sempre quell’aria da funerale?”

“Quando credevo di riuscire a superare il tradimento di Manuela, quando pensavo di essere riuscito a prendere di nuovo in mano la mia vita sentimentale, è arrivato il colpo finale! E che colpo! Manuela è stata la donna che ho amato di più al mondo, con tutto me stesso, ma quando è finita ha lasciato solo macerie dentro di me. Comunque io non ho l’aria da funerale!”

“Oh si, invece! E poi non so perché, ma qualcosa mi dice anche che non c’entra solo Manuela, che mi dici di Azzurra, la tata di Davide?”

A Guido andò di traverso la birra. Era così trasparente per suo fratello?

“Sono mesi che non la vedo! Ha lasciato Modena ed ora credo che vivi a Milano”

“Un peccato davvero, amava tantissimo Davide ed anche…” prese una pausa e poi aggiunse “te!”

“Non era quella giusta, non in questo momento!”

“Ma perché quando ci si innamora, si considera se c’è una giusta o no? Ma tu fratellino ti innamori con il cuore o continui a far funzionare solo la testa?”

“Con il cuore ma non lo lascio mai decidere senza la testa! Non mi va di collezionare relazioni e flirt senza senso per il capriccio di un momento. Con Azzurra, sarebbe finita prima ancora di cominciare, non avrebbe funzionato ed io ora che sono padre non posso permettermi di destabilizzare mio figlio!”

“Ah! Ah! Ah! Touchè! Allora provavi qualcosa per lei, non hai detto non c’era niente tra noi, ma che sarebbe finita, che non avrebbe funzionato. E’ a lei che pensi?”

Forse il rapporto confidenziale con il fratello, forse la tensione accumulata da tempo, forse la birra che aveva allentato le sue difese Guido finalmente chiarì i suoi sentimenti “Si, è a lei che penso! Sono passati 5 mesi dopo quella sfuriata, quando l’ho persa per sempre ed io non sono riuscito a togliermela dalla testa!”

“E allora cosa ci fai a Berlino con un’altra donna? Io non ti capisco guarda!”

“Perché è Beatrice la donna che ho scelto! Lei mi è accanto da anni, sa come sono fatto, sa di cosa ho bisogno, sa organizzare la casa, sa cosa è meglio per l’educazione di Davide, la sua formazione. Con lei niente sorprese, colpi di testa, stravaganze. Dopo Manuela io non permetterò più a nessuno di giocare con i miei sentimenti, di ferirmi! E poi sono venuto a Berlino perché è una grande occasione per la mia carriera. Inoltre è solo un anno. L’estate prossima torniamo di nuovo a Modena, adesso vivere lì mi sembrava impossibile, mi venivano in mente troppe cose, per quando ritorneremo spero di aver definitivamente chiuso quel capitolo.”

“Ah ho capito! Ma l’hai più rivista?”

“No… si! All’aeroporto di Trapani, abbiamo trascorso le vacanze ad un soffio gli uni dall’altra! Quando l’ho vista mi è scoppiato il cuore in petto! Era così bella, con un’aria molto più matura, aveva un tono così dolce, così affettuoso con Davide. Non lo so perché ma per un attimo ho perso la testa, ho perso il controllo e mi sono avvicinato, forse l’avrei anche pregata in ginocchio di tornare con noi, di perdonarmi e di stare con me. Ma poi Beatrice e quello che ho letto nei suoi occhi mi hanno bloccato! C'era freddezza, indifferenza, delusione. Anche se mi ha amato ora l’ho persa e non posso più tornare indietro”.

“Non pensi di provarci nemmeno? Di confessargli i tuoi sentimenti, le tue paure, le tue perplessità, stai sprecando un amore Guido e quelli che non tornano di nuovo, non è uno dei tuoi esami universitari che se va male lo rifai, potresti non rivederla mai più! Potrebbero non esserci mai più tempo per voi!”

“Il discorso finisce qui! Una famiglia non si costruisce per tentativi, facendo prove ed errori. Beatrice mi ama ed io tengo a lei. Amo Davide e per lui sono pronto a far funzionare questo rapporto dandogli la famiglia di cui ha bisogno! Quello che provo per Azzurra passerà, finirà! Ed ora basta per favore!"

“Se ti scaldi così tanto non ne parliamo più. Discorso chiuso. Ma non sei proprio lucido fratellino. La vita è tua e fai come credi. Tanto quanto decidi tu, farti tornare sui tuoi passi è praticamente impossibile. Ragionevole, giusto e imparziale con gli altri, inflessibile, testardo e rigido quando si tratta di te. Facciamoci un altro giro di birra e auguri per la tua famiglia!”


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Centaur;">Nota dell'autore: Gli eventi che sono introdotti dall'asterisco non sono narrati dal blog di Azzurra, ma sono avvenimenti reali e non raccontanti dalla protagonista.

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Capitolo 7
*** Capitolo 7. Se son rose... fioriranno... ***


Capitolo 7. Se son rose... fioriranno...

Capitolo 7. Se son rose fioriranno

01 novembre 2013

Mio caro blog, mi sei mancato tantissimo!

Sono settimane che non scrivo i miei pensieri, le mie perplessità, i miei dubbi. Troppo da fare e tutto insieme!

Ma almeno è arrivato il weekend di Ognissanti un po’ di tregua ai corsi universitari, al fermento in negozio per i nuovi campionari, alle vetrine da organizzare per lo shopping natalizio e alla collezione di borse primavera-estate che sto disegnando alla Masalor, la casa di moda di Marilù.

Ma in che periodo vivo?

Ho capito che non esistono più le mezze stagioni, ma io mi trovo a fissare cappotti di montone e pellicce, a scegliere abiti in cotone e lino e a disegnare borse da mare, non mi stupirei se con il freddo che fa qualche mattina esco con un vestito di lana e infradito ai piedi!

Ma la moda mi piace, è la mia strada, sto imparando tanto e voglio dare sempre di più!

Poi ho una piccola news da darti, non sarà tanto news, d’accordo, ma sto uscendo con Lorenzo. Sola, intendo! No, non è successo ancora nulla, ma non escludo più che possa succedere.

10 novembre 2013


Fonte: www.anordestdiche.com

Non puoi capire dove sono!

Parigi! <3

Lorenzo mi ha fatto una sorpresa! Che romantico! Ancora tremo! Mi aveva detto che saremmo andati per due giorni fuori per scegliere dei materiali per le borse. Io credevo che andassimo in Toscana e invece all’aeroporto siamo saliti sul volo per Parigi con i biglietti che lui aveva acquistato.

Che dolce! E chi se lo aspettava che esistessero ancora uomini così?

Di quelli che ti mandano rose, ti scrivono frasi d’amore, ma non solo, ti ascoltano ore ed ore, ti aiutano se hai bisogno, ti insegnano quello che non sai e ti lasciano sbollire se sei stanca o arrabbiata.

Ne ho avuti altri così?

Non credo proprio! Si, è vero ho già ricevuto rose e bigliettini ma al solo scopo di portarmi a letto, ho avuto un uomo che mi ha aiutato, mi ha insegnato tanto e poi mi ha mollato quando volevo crearmi una famiglia con lui. Ne ho avuto un altro che era pure pronto a sposarmi per aiutarmi con Davide, per realizzare il mio sogno, ma in quel momento non ero io ad essere quella giusta.

Non amavo lui, non ero pronta per un rapporto senza il vero amore.

Ora, invece, è tutto diverso!

Stare insieme ad una persona non significa, per forza, sentirti il cuore in gola quando lo vedi, ma sapere che su di lui puoi contare, sempre! Che non sei sola! Che lui vuole te e puoi realizzare dei progetti insieme. Che non ti deluderà!

Mio caro blog io, ora, voglio Lorenzo accanto a me!

16 novembre 2013


Il bacio di F. Hayez
Fonte: www.arte.it

Ci siamo baciati!

E’ accaduto a Parigi! E' stato bellissimo, ma niente di più. Ci siamo tenuti per mano, ci siamo abbracciati, abbiamo dormito nella stessa camera, ma non ha mai oltrepassato i limiti che gli ho messo.

Dove lo trovo un altro uomo così? Sarei pazza a farmelo scappare.

Finalmente, sto tornando a vivere, sto tornando a credere nell’amore!

Lo so che devo sembrare una stupida, una ragazzina frigida e isterica, che non cerca il contatto fisico e che sta avendo un corteggiamento che farebbe impallidire una dama dell’800.

Lo so, sono fuori dai miei tempi, sono anacronistica! Ma io sono io e lui non ha fatto una piega!

E’ stato così comprensivo, anzi mi ha detto che tiene a me perché non sono scontata. Non sono finta. Finalmente qualcuno che mi apprezza per come sono!

Mio caro Lorenzo Barricati che fortuna averti trovato!

25 novembre 2013

Il Natale sta arrivando!

Io amo il Natale, abbiamo il negozio sotto sopra per le vetrine da preparare, tra una quindicina di giorni finisco i corsi e poi devo sostenere 4 esami in due mesi! Questi sono pazzi!

Vorrei capire i docenti universitari cos’hanno in testa quando predispongono i piani di studio?

Per non parlare di quello che hanno nel cuore!

Ma non voglio parlare di questo, per gli esami chiederò aiuto a Marco, Marina, Alessia, sono i miei compagni di corso e stiamo pensando di studiare in gruppo! Anche Lorenzo si è offerto di aiutarmi ma non voglio.

Ora stiamo insieme ed io sto bene.

Il fatto che posso contare su di lui, non significa che io voglia dipendere da lui! I tempi in cui volevo essere “mantenuta” e basta, sono proprio passati!

Adesso voglio essere fautrice del mio destino.

Sempre e comunque.

Prima di chiudere due cose, Marghi sta benone, ancora pochi giorni e poi prenderà l’astensione obbligatoria a lavoro. Non vedo l’ora che nasca questo scricciolo, me lo devo spupazzare per bene! Competo per il ruolo di “zia” preferita e si sa io non amo perdere!

Per quanto riguarda la mia gioia “tedesca” invece, ci siamo risentiti via skype, Davide mi è sembrato tranquillo e questo per me è la cosa più importante. Il mio bene per lui non finirà mai!

08 dicembre 2013


Fonte: www.fotocommunity.it

Ci risiamo!

Non sono a Milano, ma a Praga!

Almeno, nel tour di capitali promosso da Lori, spero di evitarmi Berlino!

Il mio “proffi” non lo farebbe mai!

Comunque se ne sta approfittando e mi porta sempre in giro.

Ho un contratto con la Masalor, quindi tra la retribuzione in negozio e la provvigione per la mia collaborazione con la casa di moda non posso lamentarmi, devo ammetterlo! Ragion per cui, lui organizza viaggi ed io acconsento solo se mi fa pagare la mia parte.

Di certo non è un prof canonico, invece di incentivarmi a studiare, mi spinge a mollare tutto e a viaggiare con il cuore e con la mente! Poi, se non supero nemmeno un esame con lui me la prendo, cosa crede?

Per Natale, credo resteremo a Milano, cena in famiglia, sono invitata a casa Barricati e poi dopocena tutti insieme nella mansarda che dividiamo io Kate ed Elisa.

Modena?

Nemmeno l’anno scorso ho trascorso la Vigilia lì, infatti raggiunsi Gianandrea a Mosca.

La nascita di Gesù è un evento religioso importantissimo ed in convento è particolarmente sentito! Quella notte ha ragione suor Costanza, meglio non mischiare sacro e profano, spiritualità e materialità, pace, amore, armonia con risate, schiamazzi e chiacchiere.

Per fine anno non lo so, chi vivrà vedrà. Io a Modena ci tornerei! Mi mancano troppo! Tutti!

***

Febbraio 2017 Milano. Uffici Masalor.

“Ehi, che stai leggendo?” Azzurra sobbalzò

“Non volevo spaventarti, scusami”

“No… no scusami tu non ti avevo nemmeno sentito entrare”

“Me ne sono accorto, cos’è un romanzo d’amore? Un racconto erotico-sentimentale come quelli che vanno di moda negli ultimi anni?”

“No, è la mia vita. Buffo, vero?” disse girando lo schermo del computer verso di lui

“Il mio blog! Che roba è?”

“Lo sai anni fa, quando sono arrivata a Milano, tenevo un blog! Era un modo per mettere un ordine nei mie pensieri, per fare chiarezza nei miei sentimenti e per sentirmi meno sola, lasciare Modena non fu affatto facile, è stata una delle scelte più importanti della mia vita”.

“Quanti anni sono passati ormai?”

“Quattro! Mi sembrano pochi mesi, eppure, sono quattro anni”

“Noi due invece stiamo insieme da tre anni, vero?”

“Già”

“Quando mi hai fatto faticare per conquistarti. Ero sempre un fratello, un amico, un confidente non mi consideravi proprio come uomo!”

“Dai adesso non fare la vittima! Non è vero che non mi interessavi come uomo, ma avevo bisogno di tempo, avevo delle ferite profonde, difficili da far rimarginare con un colpo di spugna”

“Menomale che ci sono riuscito! E’ proprio vero chi la dura la vince! Ed io ho vinto il premio più bello del mondo amore mio” la baciò “ora ti lascio al tuo blog, mi raccomando salta le parti che riguardano il sexyprof e concentrati su di me!”

Lei rise.

***

Febbraio 2017. Modena. Convento degli Angeli.

“Allora hai preso tutto?” chiese Suor Angela con fare apprensivo.

“Si credo di si, poi, voi mi raggiungete tra poche settimane, vero?” domandò Guido, scompigliando i capelli di Davide “Posso stare tranquillo?”

“Certo papà, guarda che adesso ho 12 anni, non sono più un bambino!”

“Difficile accettarlo sai”

“Oh su su, che poi fai tardi, il taxi è già qua fuori da un po’, a Milano c’è una procura che ti aspetta, caro giudice!”

“Già, ancora, non ci credo, quando ho fatto il concorso in magistratura non ci stavo con la testa, eppure sono riuscito a vincerlo!”

“Io sono orgoglioso di te, papà! Ti voglio bene!”

“Anche io, giovanotto! Mi dispiace tanto lasciarti qui, ma non so ancora dove alloggerò, devo superare l’impatto iniziale con il lavoro, tu devi frequentare ancora la scuola per tre mesi, già mi manchi”

“Dai papà è meglio così anche per me, lo sai che qui al convento con le consorelle e con Suor Angela mi sento come a casa mia, comunque ti raggiungiamo presto, promesso. Ora vado a prepararmi la borsa, più tardi ho l’allenamento di calcetto”

Si abbracciarono e poi Davide si allontanò.

“Che belli che siete! Stai facendo la cosa giusta Guido ed anche io sono fiera di te!”

“Io non lo sono per niente, per colpa mia Davide cambierà l’ennesima casa, l’ennesima scuola, le amicizie, la squadra di calcetto, tutto perché ha un padre incapace che non è riuscito a dargli una famiglia!”

“Le storie finiscono purtroppo! Tu e Beatrice ci avete provato tanto, vi siete impegnati, stavate anche per sposarvi, ma non eravate fatti l’uno per l’altra. Non avete mai fatto mancare nulla a Davide e gli avete dato il vostro appoggio, il vostro affetto, continuare a fingere un’armonia, una complicità inesistente non era più possibile!”

“Non avrei mai dovuto scegliere Beatrice, vero?”

“Guido tormentarsi così non ha senso. Ora hai di nuovo preso in mano la tua vita. Davide ha bisogno di te e insieme ce la farete anche questa volta. Poi, io che ci sto a fare scusa? Non sono una parte della vostra famiglia, anche io?”

“Si, certo. Ma è dura, in fondo, se i rapporti con Beatrice non fossero stati così tesi tanto da spingermi a lasciare la cattedra all’università, saremmo rimasti qui, sarebbe stato più facile ricominciare a Modena, in convento.”

“E invece hai vinto il concorso ed ora c’è Milano di fronte a voi. Io non credo alle coincidenze sai? Forse, sotto sotto allontanarvi un po’ da qui vi farà bene. Buon viaggio” gli augurò la consorella accompagnandolo al taxi.

“Grazie di tutto Suor Angela. Ti voglio bene”

“Anche io” si abbracciarono.

“Vi chiamo stasera”


Grazie a Lisbeth17 per il banner

Nota dell'autore: Gli eventi che sono introdotti dall'asterisco non sono narrati dal blog di Azzurra, ma sono avvenimenti reali e non raccontanti dalla protagonista. Inoltre, in questo capitolo, come in quello a seguire, vi è un salto temporale di alcuni anni, infatti, Azzurra nel suo blog racconta cosa le è accaduto a cavallo tra 2013 e 2014, ma sono eventi che lei sta rileggendo attraverso lo schermo del computer, perché nella realtà ci troviamo nel 2017 ed è proprio attraverso il suo blog e le situazioni che ha vissuto precedentemente che capiremo cosa è successo anni prima, cosa si svilupperà nel suo presente e... futuro.

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Capitolo 8
*** Capitolo 8. Sul filo dei ricordi ***


Capitolo 8. Tra passato e presente

Capitolo 8. Sul filo dei ricordi

***

Milano. Casa di Azzurra ed Elisa.

Azzurra è seduta sul divano, ha il suo pc davanti, pagina aperta sul suo vecchio blog e prosegue con la lettura là dove si era interrotta.

16 dicembre 2013


Fonte: www.bigodino.it

Tra l’incudine e il martello!

Devo ancora fare una decina di regali di Natale ed in negozio siamo piene di gente, la corsa al regalo è scattata presto quest’anno, forse perché essendoci ancora crisi le persone preferiscono organizzarsi prima e meglio. Vengono, osservano, si fanno un’idea, ritornano, cercano cose carine, utili e non troppo costose.

E poi ci sono io nel ruolo della cliente!

Insomma sti regali di Natale avrò il diritto di farli anche io o no?

Ma tra corsi che stanno finendo, casa di moda e negozio, praticamente quando li devo acquistare di notte? Esistono centri commerciali aperti 24 ore su 24 per chi essendo commessa ha gli stessi orari di lavoro dei negozi?

Menomale che c’è il mio “proffi”, pure a fare i regali mi aiuta!

San Lorenzo, ecco come lo devo chiamare!

Eh, già tra un po’ non sarà più il mio “proffi”! Ha deciso di lasciare la cattedra universitaria, Marilù sta per quotare in borsa la loro casa di moda, la Masalor, ed ora più che mai ha più bisogno delle competenze e del sostegno del suo unico figlio. Lei presidente e lui vicepresidente! Per me cambia solo che invece di vederlo all’università, lo vedo a lavoro, anche se devo ammetterlo Lori trova il modo di essermi vicino anche quando non lo è fisicamente.

Kate, Elisa, Alessia dicono che sono fortunata! Che uno così in giro non si trova! Lo credo anche io devo essere sincera.

In giro non sono tutti così… me lo tengo stretta e speriamo bene.

28 dicembre 2013

E alla fine niente Modena!

Io me lo sentivo che il mio progetto di tornare a casa, eh si vabbè in convento, pure i lapsus mi vengono, il mio progetto di tornare in convento andava a farsi benedire!

Che ci tornavo a fare?

Margherita ed Emilio vanno dalla famiglia di lei, tra un paio di mesi nascerà il pargoletto ed ora Marghi ha bisogno di massimo riposo. Suor Angela e Chiara organizzano una cena di beneficenza alla casa famiglia. Nina nemmeno torna, non mi sembrava l’occasione adatta.

Che tristezza, un anno fa eravamo tutte lì, con i nostri sogni, i nostri progetti, le nostre illusioni, le nostre piccole gioie e i grandi tormenti, ora ognuna per la sua strada… Per fortuna che, tra skype, facebook, whatsapp e i cari vecchi sms non tutto è perduto. Una frase, una foto, un link, uno smile e nessuno è davvero lontano.

Ora vado a studiare!

Si, lo so, sono ridicola, sui libri il 28 dicembre, ma è così! I miei colleghi universitari mi hanno avvisata “cara matricola ora che sei qui, per tre anni scordati vacanze di Natale e ferie estive o prima o dopo le sessioni di esame non ti daranno tregua”!

02 gennaio 2014


Fonte: christmasstockimages.com

Ed eccoci qua, finalmente 2014!

Oddio, ho fatto una personale statistica, mi sono accorta che gli anni dispari mi portano sfiga!

Mi è successo di tutto!

Mia madre se ne è andata in un anno dispari, pure la mia tata inglese, mio padre è andato in galera, sono diventata povera e soprattutto ho preso quella bella fregatura, da Guido, l’anno scorso che era dispari! Quindi, adesso, mi aspetto solo cose belle!

07 gennaio 2014


Fonte: www.carefreetravel.co.uk

Oggi ho fatto una bella chiacchierata con il mio cucciolo tedesco, mi ha detto che per fine anno non sono tornati a Modena perché sono andati al parco divertimenti di Disneyland Paris. Era così contento delle tante attività che fa a scuola, poi sta frequentando anche un corso di studio per la batteria ed è ancora appassionatissimo di calcio, spesso va allo stadio a vedere una squadra, una cosa tipo Herta Berlino, sta giocando in una scuola calcio cittadina, ma deve guadagnarsi il posto da titolare. Poi mi ha detto che forse torneranno a Modena tra un paio di mesi. Mi manca tanto!

Per non farmi mancare nulla ho chiamato anche Margherita. Ormai ci siamo, secondo il dottore all’incirca un mese e il bambino nasce! Non ci sto più nella pelle, non vedo l’ora di conoscerlo, di prenderlo in braccio. Anche Marghi mi ha detto che non vede l’ora perché ormai si sente una balena, dormire le è diventato difficile ed il peso comincia ad essere motivo di affaticamento. Gliel’ho detto “Stringi i denti sorellina mia, tra poco sarai travolta dalla gioia più grande della vita, la nascita di un figlio. E’ il senso di una vita intera”.

Ora dopo telefonate, consigli, lacrimucce ed emozioni varie, io dovrei andare a studiare ed anche di corsa, perché tra una settimana ho il mio primo esame universitario e non lo sa nessuno, nemmeno Lorenzo, l’ho detto solo a Kate, ho una strizza non quantificabile!

Oh Gesù, aiutami tu!

E questa preghiera deve essere uno dei postumi della vita in convento. A presto mio blog.

14 gennaio 2014


Fonte: www.cultmagazine.net

27

Ho preso 27, credevo di aver sentito male quando la docente me l’ha detto! Mi sono convinta solo quando ho visto il voto accanto a dove ho firmato.

Quando, poi, sono uscita dall’aula temevo di svenire, io che sono andata lì così tranquilla, così spedita, come se non avessi nulla da perdere, mica me ne sono accorta che in fondo all’aula c’erano Kate, Elisa, Alessia, Marco, Andrea e pure Lorenzo!

Lorenzo poi mi ha regalato una rosa, mi ha detto che sarà solo la prima delle tante che riceverò per ogni esame che sosterrò!

Io ora sto troppo bene!

28 gennaio 2014

Oggi ho sostenuto un altro esame, si trattava di una prova pratica, di cui avremo i risultati tra qualche giorno, se lo supero e nel mese di febbraio, riesco a “combinare” un altro esame, ho svoltato! Nel senso che fare 3 esami su 4 al primo semestre è un ottimo risultato!

Ma vuoi vedere che, stavolta, veramente riesco a laurearmi?

Se solo ci penso mi vengono le lacrime agli occhi, questo è il mio progetto ed io devo portarlo a termine.

Ma lo sai che ho appena visto Marghi tramite skype?

Il dottore le ha dato risposo assoluto, perché ha avuto già un principio di contrazioni. Comunque visto che anche lei è un medico, mi ha detto che seguirà scrupolosamente le indicazioni che ha ricevuto.

Io, intanto, comincio a preparare la valigia, pare che il mio “nipotino” abbia fretta di venire al mondo e non mi posso certo tirare indietro, presto o tardi, si va a Modena.

Chissà cosa accadrà!

12 febbraio 2013


Fonte: commons.wikimedia.org

Ho superato anche il secondo esame, voto 25, più che buono direi!

Adesso spero di sostenere un altro per fine mese e poi amen per questa sessione.

Ora mi merito una piccola pausa. Sono in treno per Modena.

Margherita, stanotte, è stata di nuovo male, potrebbe essere un altro falso allarme, anche se il dottore è deciso a preparare il parto a breve, per evitare di affaticare il bambino o creare dei problemi per lei, oggi sarebbe stata in ospedale per ulteriori controlli, ma forse domani o dopodomani, vista la posizione poco chiara del piccolo potrebbero decidere per un cesareo. Ed io voglio esserle vicino.

Questo momento non me lo perdo per nulla al mondo!

Lorenzo voleva accompagnarmi ma io gliel’ho detto, nonostante l’affetto che provo per lui, i sentimenti che ci legano, Modena è Modena e qui c’è posto solo per me.

Ho bisogno di starci da sola, di ritrovare il contatto con quello che ero e che riesco ad essere ancora solo quando sono qui!

Non so come spiegarlo, ma Modena per me è come un vecchio vestito che hai nell’armadio anche se non ti entra più, se è fuori moda, non riesci a disfartene e non lo daresti mai a nessun altro, anche se a volte nemmeno lo noti lì sul fondo del guardaroba, però, sai che c’è e che nessuno te lo tocca!

E’ solo tuo, sempre tuo!

Forse mi raggiunge Kate, tra un paio di giorni, deve sbrigare delle faccende per una sua vecchia proprietà che è situata in zona, inoltre, vuole riabbracciare Suor Angela, non si vedono da qualche annetto e ne vorrebbe approfittare per ritrovarla.

Tra poco scendo.

Ecco Modena.

Mio caro blog, quando una cosa ti entra nel sangue e difficile mandarla via, con la mente riesci a fingere, ma con il cuore non si può barare!

13 febbraio 2013

Quando sono arrivata alla stazione ho trovato le tre consorelle, suor Costanza, suor Angela e la novizia Chiara, vederla in abiti monacali mi ha fatto un effetto!

Marghi ed Emilio sono in ospedale, più tardi vado a trovarli.

Nina non riesce a rientrare, ha un caso difficile da seguire che non può mollare.

Per i Corsi non si è capito, Guido aveva detto che non potevano esserci, ma ieri ha chiamato confermando che forse tra oggi e domani arriveranno.

Pensa te, che gioia!

Ritornare per qualche giorno in convento e ritrovarci come ospiti pure la famiglia felice!

Uffà!

Menomale che, dopodomani, arriva anche Kate almeno non sarò sola e sarà meno traumatica questa convivenza forzata.

L’unica gioia vera sono questo bambino che verrà e ritrovare anche solo per poche ore il mio Davide.


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Capitolo 9
*** Capitolo 9. Io, te e le incognite su di noi ***


Capitolo 9. Io, te e le incognite su di noi

Capitolo 9. Io, te e le incognite su di noi

***

Modena. 14 febbraio 2013. Ore 16.00

Chiostro del convento.

“Suor Angela non si preoccupi, lo scialle l’abbiamo preso, la borsa con le tutine anche, lì c’è il tiralatte, per adesso non manca niente! E se non ci sbrighiamo conosceremo Valentino quando compirà un anno”

“Azzurra!”

Lei si voltò e vide Davide correrle incontro

“Amore”

Si abbracciarono affettuosamente

“Beh! E io? Un abbraccio così io non me lo merito?” gli chiese subito suor Angela e lui passò ad abbracciare anche lei.

Alzando la testa, i loro sguardi si incrociarono, Guido aveva un borsone a tracolla ed un piccolo trolley con le ruote. Lo stesso punto. Erano allo stesso punto dell’ultima volta. Maggio dell’anno prima. Lei accennò un sorriso ironico. Beffardo il destino.

“Buonasera Guido, ben arrivati” lo accolse suor Angela.

“Grazie, saremmo dovuti arrivare stamattina ma abbiamo avuto un imprevisto”

“Non c’è problema, lo sai, il vostro appartamento è sopra ed è già pronto per essere usato”

“Ne sono felice, siamo un po’ stanchi ed abbiamo qualcosina da mettere a posto”

“Ma Beatrice?” chiese ancora la consorella

“No, lei non è potuta venire con noi, non si sentiva molto bene, ha preferito evitare il volo”

Tra loro due, niente, nemmeno una parola, un gesto, un saluto, ma perché lui, ogni volta che terminava una frase, guardava lei piuttosto che suor Angela?

Davide le aveva preso la mano e gliela stringeva forte.

“Suor Angela stavate andando in ospedale da Margherita e dal neonato?” chiese Guido.

“Si, vuoi unirti a noi?”

“No, non oggi, spero di passare in ospedale nei prossimi giorni. Lei sa che sono qui perché c’è un convegno internazionale domani ed ho appuntamento con il rettore Alfieri, dobbiamo concordare il mio intervento e poi sistemare ancora delle cose”

Ah, ecco! Mi sembrava strano a me che un menefreghista come lui si facesse questo viaggetto Berlino-Modena per il parto di un’amica!

“Ma avrai bisogno di qualcuno che si occupi di Davide?” domandò quasi ingenuamente suor Angela.

Lui guardò di nuovo lei.

“Se pensa che io torno ad essere di nuovo la tata di Davide si sbaglia di grosso! Ma cosa ha nel cervello i buchi del formaggio che mangia a Berlino?”

“Azzurra posso stare di nuovo con te quando Guido lavora?”

“Ma certo amore. Per i giorni che resterò qui, non ho problemi, cercherò di dedicarti tutto il tempo a mia disposizione”. No non è incoerenza, perché se me le chiede lui le cose non le faccio, ma se le chiede Davide è un altro conto! “Adesso vieni con noi in ospedale e andiamo a conoscere il bambino di Margherita”

Lui continuava a fissarla frastornato. Poi il suo cellulare cominciò a squillare e si allontanò, Azzurra approfittò per sistemare le cose che dovevano portare a Margherita nel nuovo pulmino di Suor Angela ed aspettò lì che la suora uscisse per andare in ospedale.

Il parto cesareo era stata la scelta più idonea e solo un paio d’ore prima era venuto al mondo un bellissimo maschietto di 3 kg, 200 gr e siccome era nato in un giorno stupendo, nel giorno dedicato all’amore e agli innamorati, i genitori avevano deciso di chiamarlo Valentino, come il santo patrono di quella data.

Margherita era ancora mezza intontita dai farmaci, Emilio sorrideva e parlava del suo bambino con chiunque incontrasse in ospedale. Nella clinica vi era il servizio di rooming-in, quindi il piccolo era nella sua culletta in camera con la madre e riceveva periodicamente l’assistenza delle infermiere per le sue necessità.

Azzurra, all’inizio, temeva di prenderlo in braccio, aveva paura di fargli male, di non tenerlo a suo agio, poi aveva capito il modo di cullarlo e non se ne sarebbe più staccata! Davide gli faceva le boccacce e aveva promesso di regalargli tutti i suoi giochi di quando era piccino. Suor Angela li guardava tutti commossi, il miracolo della vita è il più grande tra quelli che Nostro Signore ci ha riservato.

Al rientro in convento.

“Azzurra sta squillando il telefono, puoi andare tu mentre vado a preparare qualcosa per cena?” le chiese Suor Angela.

“Certo”

Lei arrivò al telefono “Pronto?”

“Pronto, scusi forse ho sbagliato, è il convento degli Angeli, Modena”

“Si, è qui, chi cerca?”

“Sono Beatrice”

“Ah, Beatrice, sono Azzurra!”

“Azzurra, Azzurra Leonardi, è che ci fai tu lì? Non vivevi a Milano, dovevi sfruttare le occasioni che la città offriva”

“Infatti vivo lì, sono venuta qui solo qualche giorno per il parto di Margherita, comunque parlare della mia vita con te è l’ultima delle cose che preferisco fare, quindi, ti chiamo Davide”

“Veramente cercavo Guido, non riesco a rintracciarlo al cellulare”

“Ah Guido non c’è, ti passo suor Angela saprà esserti d’aiuto più di me. Buona serata Beatrice” e se ne andò poggiando la cornetta.

Davide rientrava in quel momento in sala, dopo aver lavato le mani per la cena, quando lei gli disse che c’era Beatrice a telefono il bambino non sembrò particolarmente entusiasta, le rispose che la vedeva tutti i giorni e che quella sera voleva stare con lei ed aiutarla ad apparecchiare.

Dopo cena, Guido non era ancora rientrato, ma Davide era molto stanco, il viaggio, l’ospedale, il convento, l’avevano affaticato non poco.

Azzurra si offrì di accompagnarlo nel vecchio appartamento del custode, l’ambiente era rimasto pressoché immutato, era stato ripulito e rifornito per ospitare al meglio i Corsi. Quando aveva aperto la porta aveva avuto un tuffo al cuore, impossibile non ricordare tutte le volte che era andata lì un anno prima, le mattine in cui ci passava per andare a prendere Davide ed accompagnarlo a scuola, le litigate che aveva avuto con Guido, le prese in giro, i momenti di sostegno reciproco, i baci e quasi baci, ma perché il destino la stava rimettendo di fronte a tutto questo? Di nuovo?

C’era una grande novità al posto del letto di una piazza e mezza, occupato da Guido precedentemente, ora ce n’era uno matrimoniale e Davide insistette per dormire lì perché voleva compagnia. Azzurra si sedette accanto, gli tenne la mano per fargli sentire che gli era vicina, poco dopo si appoggiò, si tolse le scarpe e la stanchezza prese il sopravvento anche su di lei. Era così bello il calduccio respirare vecchi odori, ritrovare quel tepore, quella pace…

Quando Guido rientrò, fu sorpreso dallo strano silenzio, aveva incrociato suor Angela in cucina, mentre mangiava un boccone veloce, la consorella gli aveva riferito che Davide era andato a letto e che gli aveva fatto compagnia Azzurra. Se suo figlio adesso dormiva, lei dov’era?

Facile da scoprire, era accanto a lui dividevano quello che doveva essere il suo letto. Davide riposava sereno, con un’espressione dolce sul viso, come se si stesse beando di quella vicinanza, anche lei era rilassata e se possibile sembrava ancora più bella!

Non aveva più il vestito con gli stivali con cui l’aveva incontrata al mattino. Aveva un pantalone da tuta grigia scuro attillato al punto giusto, un maglione oversize celeste chiaro e i capelli raccolti in una coda, era poco truccata ed era un incanto!

Dopo essersi fermato ad osservarli ed aver sorriso di fronte a quel quadretto dolcissimo, Guido ritornò in cucina per prendersi un bicchiere d’acqua!

Doveva stare tranquillo, perché dentro di sé era scoppiata la terza guerra mondiale.

Testa/Opzione A: vai di là delicatamente svegliala, ringraziarla e congedala senza nemmeno rivolgere uno sguardo.

Cuore/Opzione B: vai di là, accoccolati accanto a loro e goditi quest’opportunità straordinaria che la vita ti sta offrendo. Non rinunciare a lei Guido, non di nuovo! Stavolta, non puoi farlo!

Il cuore decisamente il cuore!

“Scusami, mi devo essere addormentata mentre ero con Davide, me ne vado via subito!” era lei che con voce mezza assonnata l’aveva raggiunto in cucina ed aveva scelto per lui, stava vincendo la testa nulla da fare.

“Devo fare qualcosa, devo dirle qualcosa” pensò agitato.

Era già diretta alla porta quando la bloccò.

“Aspetta… aspetta!”

Si voltò ed il modo in cui si guardarono era più eloquente di mille parole, nessuno dei due voleva che l’altro se ne andasse, nessuno dei due aveva il coraggio di parlare, nessuno dei due sapeva bene cosa fare, ma entrambi volevano la stessa cosa, stare lì, starci insieme e chiudere fuori da quella porta Beatrice, Lorenzo, Milano, Berlino, la ragione e l’istinto, la sofferenza e l’euforia, la lontananza e le incomprensioni.

“Azzurra, grazie. Grazie davvero per tutto quello che stai facendo per Davide”

“Solo questo sono riuscito a dire! Ahhh!”

“Io adoro Davide, gli vorrò sempre bene e stare con lui non mi pesa”

Lei voleva andarsene, ma lui continuava a trattenerla per un braccio.

“Ma è naturale questa cosa? Ha la febbre? Ha bevuto? Sta impazzendo? Cos’ha? Non mi parla, mi guarda e mi fa sta facendo sciogliere come se fossi neve ad agosto”

“Guido se non c’è altro, forse sarebbe meglio che io me ne andassi”

“Oddio! No… NO”

“No aspetta”

“Di nuovo? Che devo aspettare che esca il sole alle undici di sera? Ma perché non lo capisce che così mi fa male? Guido ti prego chiedimi di tutto, insultami di nuovo, confessami anche sei un terrorista, ma non tenermi qui così! Mi illudo, mi fai male!”

“Mi dispiace”

“Un’altra volta? Oddio no non ce la faccio!” pensò lei.

“Ma ti si è incantato il disco, professore?” si disse lui.

“Senti Guido ho capito che ti dispiace, me l’hai già detto all'aeroporto. Le cose sono andate così, sarà colpa tua, sarà colpa mia, non sarà colpa di nessuno di noi due! Se i sentimenti non ci sono, non si possono farli comparire come per magia, l’amore non si costruisce a tavolino Guido”

“Ma io ti amo. Si, ti amo” pensò lui “Perché le cose che dici mi sembrano più adatte a descrivere il rapporto tra me e Beatrice e non il nostro! Tu cosa provi per me? Hai detto che mi amavi? Era solo una ripicca, uno sfogo, delle cose dette così senza dargli un peso o le provavi davvero?”

“E adesso muto come un pesce, io parlo e lui mi guarda come se fossi un marziano! Io vorrei entrare dentro quella testa e capire, anche solo per un secondo, ma cosa pensi?”

Drin! Drin! Drin!

La realtà irruppe nei pensieri e nelle mezze confessioni.

Era il cellulare di Azzurra, appoggiato sul tavolo di fronte a loro, lo prese di scatto, ma questo non impedì a lui di leggere il nome sul display “AMORE”

Azzurra rifiutò la telefonata, avrebbe richiamato Lorenzo con calma, pochi minuti dopo, non le sembrava il caso di stare al cellulare con Davide che dormiva nell’altra stanza, di fronte a lui e in quella casa.

“Devo andare. Buonanotte”

Lui sembrava una furia “Hai ragione, quando l’amore chiama” le disse ironico, tagliente, duro.

“Prova a cercare anche il tuo di amore, anche lei ha provato a chiamarti, un vero peccato se non fosse riuscita a rintracciarti” se ne andò sbattendo la porta.

“Stronzo! Questo è davvero stronzo? Ma di chi mi sono innamorata io? Di uno che non fa pace con il suo cervello e vuole mandarmi in frantumi il cuore?”

“Stronzo! Ma tu sei davvero stronzo? Ma ti rendi conto che stai cominciando a dare i numeri, che un attimo prima dici una cosa e quello dopo l’esatto opposto. E non provare a giustificarti dicendo che lei è a mandarti in tilt! Ci sai andare benissimo da solo!”

Scena memorabile proprio! Porca miseria! Freddo cane! Lacrime che scendevano contro la sua volontà e la porta che separava l’esterno dell’appartamento del custode dall’interno del convento chiusa, non c’era modo per farla aprire!

“Azzurra!”

“No ancora, maledizione no!”

“Quella porta è chiusa a chiave, Suor Angela me ne aveva parlato, dopo le 11, una delle suore a turno ha il compito di chiuderla, c’è stato un tentativo di furto qualche mese fa e io stesso le ho consigliato questa soluzione”

Lei ebbe il tempo di asciugarsi le lacrime e ritrovare la voce

“Tu mi stai dicendo che sono rimasta chiusa fuori?”

“Beh tecnicamente si, ma puoi stare da noi”

Lei rabbrividì e non era solo il freddo.

“Io non posso stare da voi, non voglio”

“Vieni” lui la circondò mettendole addosso la sua giacca “stai tremando e qua fuori al freddo non ci puoi stare!”

“Infatti non ci sto, ora chiamo suor Angela e mi faccio venire ad aprire”

Lui sospirò sconsolato.

5 telefonate e la suora non rispose o dormiva come un sasso o aveva scoperto il potere del tono silenzioso al cellulare.

“Guarda che puoi continuare a dormire con Davide ed io me ne vado in cameretta, non ho intenzione di attentare alla tua virtù, stai tranquilla”

“Non avevo dubbi” rispose lei rientrando in casa.

“Io si” farfugliò lui.

Lei non capì o forse fece finta di non capire, meglio trovare un equilibrio perché quella serata e quella nottata stavano prendendo una brutta piega.

Quando rientrarono lei si tolse immediatamente la giacca, come se avere addosso qualcosa di suo la infastidisse, nonostante tutto continuava a tremare e lei lo sapeva bene, non era il freddo.

“E’ così tra mezz’ora circa sarà finito un altro San Valentino” disse lui per trovare un argomento di conversazione.

“Già, ma tanto tu non l’hai mai festeggiato!”

“Tu sì, però. Sbaglio o l’anno scorso hai avuto un San Valentino indimenticabile?”

“Eh come no! La notte in cui mi sono lasciata con Gianandrea ed ho finalmente ammesso di amare solo te, come posso dimenticarmelo?”

“Si, infatti, indimenticabile proprio, ci sto facendo ancora i conti!” si lasciò sfuggire.

“Ma perché senti ancora Gianandrea?”

“Gianandrea? E perché non dovrei sentirlo? Mi ha invitato a Tokyo per il suo matrimonio a Giugno, sposa una modella straniera, una certa Anja”

“Fissato con il matrimonio il ragazzo”

“Innamorato, direi! Molto innamorato e la donna giusta per lui ed alcuni uomini sono ancora capaci di innamorarsi prima e sposarsi poi, pensa un po’”

“Incassa caro prof! Non te ne farò passare una!”

Il cellullare vibrò nuovamente, stavolta era un messaggio, sempre di Lorenzo, rispose con poche parole, solo scuse, solo bugie “SCUSAMI, TUTTO BENE, MI ERO GIA’ ADDORMENTATA, SONO UN PO’ STANCA, CI SENTIAMO DOMANI. UN BACIO ANCHE A TE. BUONANOTTE”

Mentre lei scriveva, lui armeggiava nervosamente in cucina.

“Ma che fa? Cucina? Ha fame? Ottimo momento per congedarmi e andare in camera con Davide”.

“I messaggini, non ha risposto a telefono ed ora le manda i messaggini, ha un altro non c’è dubbio! E tu professore che pensavi che si facesse il sangue amaro per te, che avesse sofferto per come vi eravate lasciati? Che illuso!”

“Ho preparato una tisana, ti va una tazza? Siamo entrambi un po’ stanchi, nervosi e penso ci faccia bene rilassarci un po’”

“Si, grazie, io non sono nervosa, sono perfettamente tranquilla, non sono più abituata a stare qui, a stare con voi, si insomma alla vita in convento. Ecco tutto!”

“Capisco e a Milano come vivi?”

“Si, certo! Adesso devo stare qui a conversare con lui, come due vecchi amici, questo è troppo!”

“A Milano? Vita notturna, tanta sana vita notturna, happy hour, discoteche, lavoricchio un po’ in negozio, fortunatamente Kate, Caterina l’amica di suor Angela, è molto buona con me, è un capo-amico e mi lascia molta flessibilità sugli orari, insomma mi diverto, sono libera e mi godo la vita”

“Ah, che soddisfazione! Vedere quella faccia è una soddisfazione, finalmente adesso mi diverto un po’ anche io! Tutte balle! Stasera a quanto pare sono in vena di dire fesserie a destra e manca. Mi credi una stupida, incapace e inconcludente? Eccotela servita!”

“E cosa ti aspettavi, che ti dicesse che aveva una relazione stabile, un lavoro gratificante, dei progetti, degli obiettivi, magari che avesse ripreso a studiare, è la solita, sempre la solita! Non ti sbilanciare, non svelarti, non scoprirti, ci resteresti solo male! Lei non fa per te”

“Beh, si è fatto tardi, forse è meglio che vado a dormire, mi dispiace che qui in convento tu dovrai rinunciare alla tua vita notturna ed accontentarti di andare a letto alle undici e mezza! Buonanotte” e se ne andò nella vecchia cameretta di Davide.

“Brava! Complimenti! Brava, non c’è che dire, ci fosse una volta che non lo fai diventare nero, c’hai un talento proprio!”

Ripose le tazze nel lavandino, spense il cellulare e si diresse in camera da letto.

Fu una notte inquieta, con poco sonno e tanti pensieri. Quando si rese conto che erano circa le sei si alzò, in casa regnava il silenzio più assoluto, si avviò fuori e come credeva la porta per tornare in convento ora si apriva, tornò nella sua vecchia stanza, andò a fare una doccia per mettere ordine nei suoi pensieri.

Lui l’aveva sentita andare via e non si era mosso, non aveva mosso un dito per trattenerla. Non ci doveva tornare in quel convento. Lei, lui e Davide ancora lì era insopportabile per la sua salute mentale.

Poco dopo si ritrovarono a far colazione con le consorelle, nonostante l’unico posto libero fosse accanto a lui, Azzurra scelse di consumare la sua colazione in piedi vicino al bancone del bar.

“Zuri, alla fine ti ho trovata, buongiorno”

“Kate, che bello vederti!”

Finalmente era arrivata Kate, adesso sì che poteva confidarsi con qualcuno che conosceva esattamente quello che stava vivendo in quel momento.

“Caterina” Suor Angela si alzò e le andò incontro abbracciandola.

“Angela, ma tu non cambi mai, eh! Sicura di non aver fatto il patto con qualcuno per non invecchiare”

“Oh… oh… con quello lì patti proprio non esistono, è l’amore di Gesù a nascondere i segni del tempo che passa, è solo l’amore a rendere belli”

Intanto loro due non potevano a fare a meno di guardarsi e questo fu eloquente per tutti, soprattutto per suor Angela che chiese a Caterina “Di questa creatura qui, invece, che mi dici? Sempre scalmanata?”

“Zuri è un amore, guarda, non sai quanto si dà da fare, mi aiuta tantissimo”

Guido le guardò perplesso “Ma come non aveva detto che non lavorava mai e che si dedicava solo alla bella vita?”

“No…” Azzurra interruppe Kate e le pestò un piede “Nel senso che sono sempre piena di cose da fare, la zumba in palestra, gli happy hour con gli amici, le gite fuori porta, i centri estetici e poi la aiuto tantissimo indossando i capi d’abbigliamento che mettiamo in vendita, così ho sempre cose nuove e i clienti apprezzano meglio la merce”

“Ma posso stare tranquilla?” chiese suor Angela

“Certo!” rispose Caterina “E poi sapessi quante ore passa a st…”

“Shopping!” e le pestò di nuovo il piede.

“Ahi!” si lamentò Caterina.

“A fare shopping, si lo so, ho un brutto difetto, l’amore per lo shopping non mi è passato” e poi rivolgendosi a Guido “disse l’amore per quello non mi passerà mai”

“Mi devo preoccupare?” domandò perplessa la consorella.

“No, Suor Angela non si preoccupi, Kate glielo può confermare, sto davvero mettendo la testa a posto, ma lo faccio con calma, piano piano, mica ho fretta” l’amica annuì e lei proseguì “Bene, ora Kate sarà stanca per il viaggio, andiamo a posare le sue cose in camera mia, ci vediamo dopo” e dopo aver parlato alla velocità della luce e aver praticamente spinto l’amica fuori dal bar trasse un sospiro di sollievo.

Sulle scale Kate le chiese il perché di quei pestoni e delle false notizie che aveva dato su di se davanti agli altri e lei ammise che per ripicca la sera prima aveva mentito a Guido sulla sua vita a Milano, ora non voleva farglielo scoprire, meglio lasciar pensare che continuava a combinare poco o niente, tanto era quello più facile da credere, era più comodo per tutti.

In mattinata, lei era in giardino stava leggendo un libro, suor Angela e Davide erano usciti insieme e Kate doveva risolvere quella faccenda sulla sua proprietà a Modena.

Lui la raggiunse e quando le chiese “cosa leggi?” nel tentativo di nascondere il testo universitario e di minimizzare lo fece cadere a terra. Si chinarono a raccoglierlo e stavolta erano vicini, troppo vicini, nessun quasi baciò, stavolta lui prese l’iniziativa e si baciarono.

Fu un bacio prima appassionato, impetuoso, esigente, poi appagante, rilassato, soddisfacente per concludersi in modo esitante, esitante come lo erano loro e adesso?

“Cosa significa questo?” chiese Azzurra

“Perché non ce la faccio più a lottare contro me stesso, un secondo prima ti desidero, quello dopo ti insulto e nello stesso tempo c’è sempre quella vocina dentro di me che mi dice “se la vuoi, provaci”

“Sto sognando! No, vi prego, ditemi che non sto sognando, che è la realtà, vi prego, perché altrimenti quando mi sveglio e scopro che era solo un sogno, mi viene lo sconforto”

“Io lo so, l’ho capito che hai un altro, poi c’è Beatrice, il nostro matrimonio, la tua vita a Milano, io lo so che è tutto molto complicato, ma per una volta Azzurra, per una volta ho fatto una cosa che desideravo ed ora schiaffeggiami, respingimi, mandami pure al diavolo, io ci ho provato!”

“Lui mi vuole, vuole me ed io? Anche io voglio sempre e solo lui?”

“Amore”

“No, non era stata lei a pronunciare quella parola tanto agognata”

“Beatrice… Beatrice come mai sei qui?” chiese lui confuso.

“Devo darti una notizia e non volevo più aspettare, non potevo, perciò ho deciso di raggiungervi”

“Che succede? Stai ancora male? Devo preoccuparmi?”

“No amore, non c’è nulla di cui preoccuparsi, ho un ritardo, aspettiamo un bambino!”

“Se c’è un momento, un attimo in cui ti crolla il mondo addosso, era senz’altro quello!”

Mentre si abbracciavano e lui pareva sconvolto non meno di lei da quella notizia, Azzurra scappò via, questo era troppo! Veramente troppo! Corse in camera e fece la valigia in 5 minuti, non sarebbe rimasta a Modena un giorno di più, quei due non avrebbe voluto vederli mai più, non ci sarebbe tornata mai più!

In poche ore la notizia si diffuse in convento, tutti a fare le felicitazioni per il nuovo arrivo, lei uscì con Kate per sfogarsi un  po’ e poi per andare a salutare Emilio, Margherita e Valentino che qualche giorno dopo sarebbero usciti dall’ospedale e sarebbero tornati a casa.

C’era una sola frase che ripeteva continuamente “voglio tornare a Milano!”, per fortuna che c’era Kate con lei altrimenti avrebbe dato di matto, ne era sicura, l’amica, invece, riuscì a farla calmare e a farle sbollire per quanto poteva la rabbia, la delusione, l’illusione!

Sarebbero partite nel pomeriggio e quando tornarono in convento, erano tutti riuniti in sala per il pranzo, appena entrò lei cercò di non guardare nella direzione di nessuno, ma sentiva chiaramente lo sguardo di lui su di sé, Davide le corse incontro e la invitò a sedersi a tavola con tutti loro. Azzurra lo abbracciò gli spiegò che non aveva molta fame perché avevano mangiato un boccone fuori, dovevano andare a prendere le valigie e a chiamare un taxi perché avevano preso i biglietti per il treno delle 16.00.

“Ma non capisco Caterina è arrivata stamattina, mi aveva detto che si fermava un paio di giorni e poi pure tu cara perché tutta questa fretta di tornare a Milano?”

“Ecco suor Angela sono stata proprio io a chiederle di rientrare prima, tra dieci giorni finiranno i saldi e dobbiamo riorganizzare le vetrine e sistemare le nuove collezioni, abbiamo un po’ da fare in negozio” fu Kate a salvarla e ad evitarle di dover spiegare il vero motivo e quanto faceva male.

“Azzurra ma lo sai che tra qualche mese avrò un fratellino o una sorellina? Io sono molto felice, sai, al bambino che verrà avrò tante cose da insegnare”

“Infatti, il fratello maggiore è un ruolo importantissimo, non dimenticartelo mai” poi alzò il viso “A proposito non vorrei sembrare scortese, non vi ho fatto ancora i miei auguri, felicitazioni” disse sincera ma con un magone allo stomaco che le faceva mancare il respiro!

“Grazie! Grazie cara!” rispose Beatrice soddisfatta e si alzò per abbracciarla e baciarla sulle guance.

Guido non si mosse, non ebbe il coraggio, ma lo sguardo ancora una volta parlò per lui. Sconvolgimento, sorpresa, tristezza, gioia inattesa, un misto di emozioni e sentimenti che erano assolutamente incoerenti tra di loro, ma notevolmente forti e determinanti.

Stavolta era, davvero, finita per sempre?



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Capitolo 10
*** Capitolo 10. A volte si rincontrano... ***


Capitolo 10. A volte ritornano

Capitolo 10. A volte si rincontrano...

16 febbraio 2013

Sono di nuovo a Milano, da ieri sera, io non metterò mai più piede a Modena.

Stop!

Fine!

Chiuso!

Cosa è successo? Farei prima a descriverti cosa non è successo, ho ritrovato Davide e stavo ritrovando anche Guido, credevo di vivere un sogno, invece, mi sono svegliata in una realtà da incubo.

E’ successo di nuovo, prima mi illude, io ci casco e poi zac!

Pugnalata alle spalle!

Stavolta credevo di dare di matto, di urlare, di piangere, di impazzire, al contrario, sono stata anche più brava dell’altra volta, zitta e muta, ho incassato e portato a casa.

Anzi, sono stata anche così matura, gli ho fatto pure gli auguri.

Ormai c'ho fatto il callo, un’abituèe ad essere mandata in mille pezzi da Guido Corsi, ed ora, mi tocca rifare il puzzle e ricostruirmi pezzo dopo pezzo, giorno dopo giorno, lacrima dopo lacrima, rimpianto dopo rimpianto.

Guido sposerà Beatrice ed avranno un bambino, un figlio loro.

Io sono fuori dalla loro vita. Adesso, non mi resta che mettere fuori dalla mia porta, dal mio cuore lui e Davide.

20 febbraio 2013

Mio caro blog, ho preso un’altra decisione, l’ennesima, l’ultima che riguarda... te.

Non scriverò più qui, non ha senso e non mi fa bene.

Devo chiudere i ponti con il passato, prima o poi arriva il momento di mettere la parola fine alle cose e questo è il mio momento.

Adesso è davvero finita!

Basta sogni, speranze, illusioni, tentennamenti, ripicche, ripensamenti, baci, partenze, arrivi, basta a tutto!

Sei stato un amico fedele, una valvola di sfogo, un alleato silente e prezioso nello scavare dentro me stessa, ma sei nato sotto una cattiva stella.

Ogni volta che scrivo qui, lo faccio per parlare di lui ed anche se non lo scrivevo pensavo a lui, mi dispiace ma è finita anche con te, dal 15 febbraio ho spezzato ogni legame con quella città, con quell’uomo, con quell’amore.

Addio!

***

“Azzurrina? Zuri? Ci sei?”

“Cosa? Ah, Elisa quando sei rientrata?”

“Allora devo preoccuparmi sul serio?”

“Perché?”

“Azzurra, io ero già qui quando sei tornata da lavoro, mi ha salutato a stento, poi, ti sei fiondata a quel pc e temevo ti avessero ipnotizzato attraverso lo schermo, ma si può sapere cosa leggi? Sembra che non ti lasci nemmeno il tempo di respirare”

“Il mio blog!”

“Un blog, ma è una cosa arcaica ormai. Da quant’è che scrivi un blog?”

“Infatti, non lo scrivo adesso, lo facevo tre/quattro anni fa, stamattina ho ricevuto un’email dal sito sul quale mi ero registrata, dicono che a causa di un rinnovamento cambieranno piattaforma e dato che sono anni che non accedo più, mi chiedono se voglio mantenere ancora il mio vecchio account con delle innovazioni oppure se voglio chiuderlo per sempre”

“E tu?”

“Ecco!” disse eliminando definitivamente il suo account e il vecchio blog.

“Oddio, no! Che peccato!”

“Oh, si, invece, è la cosa più giusta, anzi, avrei dovuto farlo anni fa, non so perché non l’avevo fatto, forse mi mancava il coraggio, ora non ha più senso”

“Ma aspetta adesso che mi ci fai pensare raccontava della tua storia d’amore per… per Guido, è stato uno dei tuoi primi amori, un grande amore”

“Guido Corsi è stato un grande amore, sicuro!” si fece una grossa risata ironica “Un amore a senso unico, talmente grande che ora lui è felicemente sposato con un’altra donna, hanno Davide e un figlio insieme di almeno un paio d’anni.”

“Potevi tenerlo per ricordo”

“Il ricordo di un fallimento, no grazie, non ci tengo. Ma noi non dovevamo andare in quella nuova vineria che hanno aperto in centro?”

“Si hai ragione, mi finisco di preparare e andiamo, niente Lori stasera?”

“Partita a tennis”

“Contro Felipe?”

“Ma sei pazza? Se quei due giocano contro a tennis finisce a racchettate in faccia. Lasciamo stare che è meglio Lorenzo e Felipe ormai competono per qualsiasi cosa, l’azienda, le collezioni, i consigli di amministrazione, su chi teneva veramente a Marilù, il tennis, persino su chi ha l’ufficio più grande! L’aria alla maison è diventata irrespirabile, guarda”

“Hai dimenticato che competono anche per te”

“Oddio non me lo ricordare, Felipe è un viscido, io non so come abbia fatto Marilù a sposarlo, a dargli la presidenza della casa di moda, era un’ambiente familiare, rilassato, stimolante, creativo, di successo attualmente sembra una dittatura, lui detta legge e noi ad eseguire come burattini! La maison in borsa sta precipitando, da un lato se fosse ancora viva Marilù credo che sarebbe un dolore grandissimo per lei. Speriamo che questa nuova campagna pubblicitaria vada bene”

“Beh la protagonista sei tu e fattelo dire amica mia, sei uno schianto!”

“Certo! Una top model, proprio!" rispose ironica "Andiamo su”

Vineria. Ore 22.00

“Giulio, ciao! Scusami ho fatto tardi, ma non mi oriento ancora benissimo qui ed ho sbagliato indirizzo”

“Nessun problema, non preoccuparti. Allora, come ti trovi in procura?”

“Molto bene, anche se sono arrivato da poco, sono molto stimolato, il lavoro non manca ed anche se gli anni di insegnamento mi avranno un po’ arrugginito il procedimento penale resta un ambito che mi ha sempre coinvolto particolarmente, con i suoi punti oscuri e con le sue peculiarità. Da avvocato ho sempre cercato di dare il meglio da Giudice per le Indagini Preliminari non sarò da meno”

Qualche tavolo più in là.

“Allora ancora non avete fissato una data?” disse Elisa toccandole l’anello di brillanti che da due settimane ornava il suo anulare sinistro.

“No Eli, visto come siamo messi alla casa di moda, non c’è tregua, io pensavo a Maggio, a quel punto per le collezioni future ci sarà ancora tempo e per quella primavera-estate è tutto già finito e rifinito”

“Ottima scelta, ma farete un rito cattolico o solo civile?”

“Io vorrei sposarmi in chiesa, ho sempre sognato lo strascico, le rose bianche, la marcia nuziale, la navata della chiesa da percorrere, ma Lorenzo non è credente e quindi settimana prossima andremo in comune per iniziare l’iter burocratico”

Poco distante.

“Ah, quindi tuo figlio l’anno prossimo dovrà frequentare le scuole superiori?”

“Si, avevamo fatto la preiscrizione a Modena il mese scorso, ma ora i piani sono cambiati e quindi opterà per una scuola a Milano, pensavamo a…” poi Guido si interruppe “Azzurra” si lasciò sfuggire con un filo di voce.

Ma era davvero lei?” dando uno sguardo in giro gli era parso di intravedere due ragazze che si avviavano alla toilette e tra queste, una sembrava proprio lei, possibile che si fosse confuso?

“Azzurra? E che istituto è? Io non l’ho mai sentito nominare”

“No Giulio, scusami. Ho sbagliato, mi sono sbagliato, Davide vuole iscriversi al liceo classico, ora mi sto informando sulle varie sedi, sull’offerta formativa, le attività curricolari, extracurricolari”

“Cosa saggia da parte tua, noi genitori dovremmo sempre supervisionare su chi ha il compito di far maturare i nostri ragazzi” poi guardò l’orologio “Si è fatto un po’ tardi, andiamo?”

“Si, certo, ti dispiace se vado un attimo in bagno?” chiese Guido

“Fai pure con comodo, visto che abbiamo già pagato il conto ti aspetto all’ingresso”

Toilette donna.

“Eli, ma possibile che sei sempre al bagno?”

“Zuri ma cosa vuoi da me, tra acqua, tisane al thè verde, al finocchio e integratori alimentari bevo più di due litri di liquidi al giorno e normale che vada spesso in bagno”

“Peccato che non abbiamo ancora inventato il water portatile saresti la cliente numero uno, proprio!”

“Eccomi, eccomi e poi che ci ho messo 2 minuti, ma tu piuttosto che hai?”

“Io niente, perché?”

“Prima di entrare alla toilette un altro po’ ti mangiavi uno con gli occhi ed ora sei impaziente di tornare in sala, chi era quello?”

“Ma quando mai, non ho guardato nessuno, mi è sembrato di intravedere uno che conoscevo, ma c’è tanta di quella gente di là e poi lui era impegnato in una conversazione, non avevo una visuale ottimale, sicuramente mi sono sbagliata, tutto qui”

Quando uscirono dal bagno, Azzurra fissò nuovamente quel tavolino, ma non c’era più nessuno dei due uomini che aveva visto precedentemente.

“Chi era?”

“Ma chi? Cosa?”

“Non far finta di non aver capito perché lo sai benissimo, quello di prima, quello che hai fissato, era pure un bell’uomo, molto affascinante, interessante ed ora la prima cosa che hai fatto appena tornate in sala è stato guardare di nuovo quel punto del locale”

“Te l’ho già detto, mi sono sbagliata, non ti capita mai di scambiare una persona con un’altra?”

“Certo che mi capita, infatti, ti sarai anche sbagliata, ma con chi? Io voglio sapere chi credevi di aver visto?”

“Nessuno”

“Zuri quando ti devo tirare le parole dalla bocca con le tenaglie ti odio. Confessa e basta!”

“Guido”

“Guido... Guido Corsi, quello del blog!” quasi urlò Elisa.

“Non alzare la voce. Eh, deve essere stata proprio colpa di quello stupido blog! Mi sono confusa, è sicuro. Due giorni a leggere tutte quelle stupidaggini, a ripercorrere i postumi di un amore finito prima ancora di cominciare ed ecco il risultato, le allucinazioni. Andiamo via va, sono stanca”

“Andiamo”

Poco dopo anche Guido si apprestava ad andare via, diede un'ultima occhiata in sala, andando alla toilette non aveva incrociato nessuno ed uscendone di quelle due ragazze non c'era nemmeno l'ombra, si era sbagliato sicuramente! Milano era una metropoli e in un locale così affollato, dopo 3 anni, avrebbe rincontrato lei? Stupido... assurdo... insensato... pura immaginazione.

"Caro Corsi, toglitelo dalla testa, non sai nemmeno se vive ancora a Milano e tu ti illudi di rincontrarla. Fantasia. Benedetta/maledetta fantasia!"


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Capitolo 11
*** Capitolo 11. Ancora tu... ***


Capitolo 11. Ancora tu...

Capitolo 11. Ancora tu…

Una settimana dopo. Masalor.

“Amore” la chiamò Lorenzo mentre lei strappava dei bozzetti che aveva fatto “che succede?”

“Succede che sono un po’ nervosa e non mi viene nemmeno un’idea per la nuova collezione, tutte cose senza senso, già viste!”

“Abbiamo ancora tempo, lo sai che la creatività è strana, prende corpo quando meno te l’aspetti”

“Già! A te, piuttosto, come va con le politiche aziendali, il consiglio di amministrazione, le azioni in borsa?”

“Male, purtroppo. In borsa siamo a picco e la morte di Felipe non ci voleva. Insomma tra di noi le cose non erano rosee, al contrario, ma morire così, così giovane per un malore, alla casa di moda poi, devo cercare di limitare i danni, ora prenderò la presidenza e tenterò di sistemare le cose, le idee verranno e speriamo di avere un po’ di fortuna. Poi tra poco ci sposeremo e questo mi rende felicissimo”

 “A proposito della morte di Felipe sono stata convocata in commissariato venerdì mattina”

“Anche io domani”

“Sono un po’ intimorita, lo sai? Non sono mai stata interrogata, cosa mi chiederanno, cosa devo rispondere, cosa c’entro io?”

“Ma sarà solo un colloquio, sei una persona informata sui fatti, dovrai solo rispondere a domande relative alle circostanze, al tuo grado di conoscenza con Felipe”

“Volevo andarci con Elisa ma è fuori casa per un convegno dell'ordine dei farmacisti, Kate ha la bambina piccola, mi accompagni?”

“Mi dispiace, ma non posso. Ho una riunione con dei soci, però di qualsiasi cosa tu abbia bisogno, chiamami. Io ci sono sempre per te tesoro”

“Grazie” e si baciarono.

Questura di Milano. Ore 10.00

“Ispettore Magliani”

“Ah, buongiorno giudice Corsi, vuole assistere all’interrogatorio per il caso Pérez?”

“Si, ho letto l’autopsia, non è stato un malore, non si è trattata di morte naturale, Pérez ha avuto uno shock anafilattico, pare che avesse ingerito una sostanza, forse di tipo farmacologica a cui era allergico, quindi, la situazione cambia notevolmente, si è trattato di omicidio”

“Potrebbe essere stato un errore, uno sbaglio, una tremenda casualità? Perché pensa ad un omicidio?

Guido lo guardò rispondendogli secco “Perché vi era una concentrazione doppia di quello che poteva anche solo tollerare e gli avevano condito il pranzo. Non credo che Pérez si fosse divertito ad assumere un farmaco a cui era allergico unendolo al suo pasto” poi gli chiese perplesso “Ha ricevuto anche lei il pre-rapporto del medico legale, vero?”

“Si, si, ma meno di un’ora fa e ci avevo dato solo un’occhiata” fu colto in fallo l’ispettore.

“Anche io l’ho ricevuto meno di un’ora fa, ma l’ho letto attentamente, ieri ha sentito Lorenzo Barricati, il vicepresidente della Masalor, stamattina invece chi ascolta?”

“La dottoressa Leonardi”

Quel cognome risvegliò qualcosa in lui “Azzurra Leonardi” pensò dentro di se poi rise “Non può essere lei Azzurra Leonardi e la dottoressa Leonardi non potrebbero essere mai la stessa persona, sicuro! Sai quante persone al mondo o anche solo a Milano si chiameranno Leonardi?”

E poi Guido piantala, ma cos’è un’ossessione ora vedi Azzurra e senti parlare di lei ovunque? Torna in te!

“Chi è?” chiese  all'ispettore.

“Uno dei dirigenti della Masalor”

Vabbè, non è lei! Se prima avevo avuto anche solo il minimo dubbio ora sono sicurissimo

“E’ la stilista di punta e coordina il team degli stilisti della maison, anzi, sarà anche la testimonial del prossimo catalogo primavera-estate”

“Fa tutto lei?”

“Beh se posso permettermi signor giudice mi è sembrata una donna in gamba, preparata, competente e molto molto bella”

“E adesso dov’è questa Miss Italia?” “Già la immagino questa dottoressa Leonardi, bella, viziata, ricca, capricciosa, piena di sé, sarà un interrogatorio da cappio al collo

“E nel mio ufficio, le ho portato un caffè poco fa, era un po’ agitata, volevo lasciarle il tempo di tranquillizzarsi un attimo”

Guido era alquanto infastidito dalle premure di Magliani “Ispettore questa, ora, è un’indagine per un omicidio, il caffè, la pubblicità, le modelle, le collezioni non ci devono interessare se non sono strettamente attinenti al caso. Non si perda dietro due occhi dolci, quattro moine e un paio di gambe lunghe. Andiamo”

“Prego” lo fece accomodare nel suo studio, aprì la porta, lei si alzò in piedi e così si ritrovarono uno di fronte all’altra, tre anni dopo.

“La dottoressa Leonardi, lui è il gip, il dott. Corsi, assisterà all’interrogatorio” Magliani come era doveroso fare, si occupò delle presentazioni, non sapendo che, forse, erano scontate in quel caso.

Azzurra… è Azzurra! Dottoressa… dirigente… stilista… testimonial… Azzurra… ma allora è davvero lei!

Guido? E che ci fa qui, Guido? Gip? Ma che significa? Ora è un giudice? Ed è a Milano? Anche l’altra sera… era lui…

Lei si fece scappar di mano il bicchierino vuoto del caffè e lui si abbassò prontamente per prenderlo, fece la stessa cosa anche lei e così si ritrovarono viso a viso, di nuovo, un’altra volta, con le mani di entrambi una accanto all’altra.

Azzurra si ritrasse subito come se avesse preso la scossa al solo tocco, lui invece gettò il bicchierino nel cestino.

Tre anni dopo, ancora loro e di nuovo così quasi pronti ad un bacio...

“Vogliamo incominciare?” domandò stranito l’ispettore. “Ma come? Dice a me di non farmi abbindolare dal fascino femminile e poi lui sembra imbambolato? Ma non è strano questo giudice Corsi?

“Dottoressa Leonardi… da quanti anni lavora alla Masalor?” domandò lui a bruciapelo.

“Da quasi quattro anni”

“Quattro anni?” chiese lui sorpreso e alzando il tono di voce.

“Si, quando sono arrivata a Milano, facevo la commessa in una boutique e nel tempo libero mi divertivo a fare dei bozzetti. Marilù, la proprietaria della casa di moda li ha notati e mi propose prima uno stage e poi un contratto di lavoro”

“Ma lei non è laureata?” domandò ancora lui zittendo Magliani che accennava a una domanda.

“Ma certo che lo sono!” disse Azzurra quasi strillando, poi abbassò i toni “Mi sono laureata in Moda e Design al Politecnico di Milano l’anno scorso, ho lasciato definitivamente la boutique, visto che lavoravo alla maison già da tempo. Marilù, oltre a puntare sulle mie collezioni, mi ha affidato il compito di dirigere gli altri stilisti emergenti che sono il cuore della casa di moda. Come vedi non sono un’incapace” disse perdendo il controllo

Magliani la guardò visibilmente stupito “ma cosa sta succedendo qui?”

Lui tossì e lei aggiustò il tiro “Come vede signor giudice sono molto apprezzata alla casa di moda, Marilù era una donna straordinaria, una donna a cui devo tanto”

“E di suo marito, cosa ci dice?” intervenne anche l’ispettore.

“Felipe? Si erano sposati 7/8 mesi fa, Marilù l’aveva conosciuto durante un viaggio alle Canarie, era un animatore turistico, lei diceva che era stato un amore travolgente, che le dava nuova vita, peccato poi che cinque mesi fa ha scoperto di avere un male tremendo, fulminante, non c’è stato nulla da fare, Lorenzo ancora si dispera, ancora si chiede se abbiamo fatto tutto il possibile per lei”

“Lorenzo Barricati?” domandò lui.

“Si” rispose lei guardandolo per la prima volta diritto negli occhi, mentre con le dita torturava quell’anello che c’era all’anulare sinistro. A quel punto l’altra domanda che Guido aveva in mente non la fece nemmeno. Scontata, ovvia. Stanno insieme.

A proposito di anelli a lei venne subito un’associazione guardando le sue dita “e la fede nuziale?” “Neanche la vera nuziale porta? Andiamo bene

Lui si rese conto di cosa stava guardando lei e quasi fece segno di no con la testa.

“No? Ed ora questo no che significa? Che sono invadente? Che sono inopportuna? Che non cambio mai? No, non cambio mai, posso pure essermi laureata, realizzata professionalmente ed essere soddisfatta sul piano sentimentale, con Guido Corsi e per Guido Corsi io non cambio mai”

“I suoi rapporti con il signor Pérez?” fu Magliani a riportarli alla realtà.

“Era il presidente della Masalor, il mio capo, l’organo decisionale più importante, non avevamo una conoscenza profonda, era un rapporto strettamente professionale, abbastanza impersonale. Lui decideva e a noi spettava eseguire”

“Non era un rapporto collaborativo? Uno scambio di idee, di valutazioni?” osservò lui.

“Poco. Molto poco, Felipe era autoritario, difficile che cercasse il confronto con gli altri”

“Nemmeno con il figlio della sua defunta moglie e sua nuora?” fu lui a domandarlo e lei quasi impallidì

“No, nemmeno con noi” rispose.

“Che strano però” riprese lui grattandosi la testa “Un ambiente creativo, la moda, le tendenze ed un capo autoritario che non si confronta con nessuno e decide solo lui per tutti, non deve esserci stato un bel clima in quest’azienda e lei dottoressa Leonardi come viveva tutto ciò?”

“Io ho sempre cercato di fare bene il mio lavoro, di farlo con tutto l’impegno di cui sono capace e se un’idea non andava bene, me ne facevo venire un’altra e un’altra ancora! Lavorare con Felipe a volte era massacrante, ma io amo quello che faccio e non mi pesa”

“Secondo lei c’era qualcuno che aveva interesse ad uccidere Felipe Pérez?” chiese l’ispettore.

“Uccidere? Come uccidere? Ma non è stato ucciso!” constatò sotto shock.

“Si, invece! Il signor Perez è stato… avvelenato in qualche modo. Ha ingerito qualcosa a cui era allergico” confermò lui “A proposito dottoressa Leonardi lei dove ha trascorso la pausa pranzo del 20 febbraio scorso”

“Ero alla Masalor come sempre”

“Sola?” chiese lui.

“In genere pranzo con Lorenzo, quindi ero con lui”

“Controlleremo” rispose Magliani “Per il momento è tutto dottoressa, la ringrazio molto per la collaborazione, è stata utilissima. Si tenga a disposizione se ci fosse ancora bisogno di lei” si voltò verso Guido che contrariamente a lui non aggiunse una parola.

“Grazie a lei, è stato molto gentile ispettore. Arrivederla” gli allungò la mano, ignorò lui e se andò.

“Cosa ne pensa?” chiese Magliani per stemperare la tensione che era calata in quella stanza.

“Cosa?” domandò Guido a sua volta non avendo capito il suo quesito

“Intendevo questo Pérez non era uno stinco di santo”

“Ma non per questo meritava di essere ucciso, ora scusi ispettore devo andare, voglio il rapporto di questo interrogatorio per stasera” corse via come un matto per raggiungerla “Azzurra… Azzurra”

Adesso mi senti, stavolta parliamo

Non ho nessuna intenzione di parlargli! Non voglio sentirlo! Non voglio sapere niente!

Lei finse di non sentirlo ed accelerò il passo.

“Azzurra!” “Azzurra!” stavolta si sentì chiamare da qualcun’altro di fronte a lei e non era una sola persona, ma due.

“Suor Angela! Davide!”

Ma sono ancora a Milano? O sono finita di colpo a Modena e non me ne sono accorta?

Che tempismo! Mio figlio e suor Angela

“Tesoro, ma quanto tempo? Sei un incanto! Stupenda. Ma, come stai?”

“Bene, bene" rispose alla consorella e poi guardò il suo ometto cresciuto "Davide? Oh mio Dio, Davide ma come sei cresciuto! Sei diventato così… così grande, che bello che sei!”

“Anche tu sei bellissima Azzurra e sarai per semprissimo la mia tata pazzeschissima”

“Oh tesoro” si abbracciarono “e comunque spero te l’abbiamo insegnato che pazzeschissimo non si dice e neanche per semprissimo”

Vocabolario Azzurra Leonardi tata e adesso laureata e dirigente di moda” pensò Guido, li raggiunse puntualizzando subito “avevi un amore smodato per i superlativi assoluti”

“Niente che con una buona grammatica non si sia potuto risolvere” rispose lei senza nemmeno guardarlo.

Lo posso cancellare con la gomma cancellabile? Non lo voglio sentire!”

 Poi si rivolse alla consorella “Suor Angela che bello rivederla. La posso abbracciare?”

“Ma certo, tesoro! Un tempo non me l’avresti, mica, chiesto mi saresti saltata al collo direttamente”

Quante cose avrei fatto un tempo che adesso non farei o non direi più?” si chiese lei

“Le voglio bene suor Angela” e si strinsero commosse.

“Ma come mai siete qui? Vi tratterete molto?”

“Solo pochi giorni. Poi Davide deve finire la scuola a Modena”

“Ah! Capisco”

E Beatrice? Mah, forse è a Modena con l’altro figlio

Con lui, invece, il gelo totale, nessuno sguardo, ne una parola, ne un gesto, nemmeno fosse stato trasparente!

“Azzurra?” l’ennesima voce diversa che ripeteva il suo nome.

“Lorenzo, ciao”

Eh, certo! Per completare il quadro ci voleva Lori, ma cosa ho fatto di male io stamattina per trovarmi qui, così, tra di loro?” pensò Zuri.

“Buongiorno” disse Lorenzo salutando tutti e mettendosi accanto a lei “Amore sono riuscito a liberarmi dalla riunione ed ho pensato di venirti a prendere, ho notato che eri un po’ tesa per l’interrogatorio e volevo starti vicino”

E’ arrivato il principe azzurro” sentenziò Corsi.

“Grazie, hai avuto un pensiero carinissimo Lori”

Amore sei impagabile” osservò lei

Per lui i superlativi assoluti gli sono rimasti però!” rimuginò Guido.

La situazione era piuttosto imbarazzante, carica di interrogativi più o meno velati e più o meno risolti e risolvibili.

“Non mi presenti i tuoi amici, non credo di conoscerli”

Sagace il tipo!” considerò il giudice

“Infatti, lei è suor Angela”

“Ah la famosa Suor Angela, Azzurra mi ha parlato così tanto di lei ed io devo ringraziarla anche se solo ora ho il piacere di conoscerla, lei per la mia futura moglie è stata un vero dono del cielo”

La futura moglie? Lei la sua futura moglie? Devo sopportarla ancora per molto sta manfrina?

“Lui è Davide”

“Ciao! Molto piacere, anche di te so tante cose, il calcio come va? E la batteria la suoni ancora?”

“Si, suono ancora e il calcio va bene, grazie” rispose il ragazzo con poco entusiasmo.

“Ora pure Davide, tieni giù le zampe da mio figlio Barricati! La batteria? Il calcio? Azzurrina mia il vizio di parlare sempre troppo non te lo sei tolta, vero?”

“Lori però così non vale! Non puoi ridirgli tutto quello che ti ho confidato”

“Lasciami indovinare Guido Corsi”

“Ora tocca a me, finalmente!”

“Il giudice Guido Corsi” lo corresse lui allungandogli la mano “il famoso Lorenzo Barricati, di lei so tante cose anche io sa e non me l’hanno raccontante, le ho lette nel fascicolo per la morte di Pérez” osservò lui duro e freddo.

E Guido Corsi  sarà sempre colui che non si fa mettere i piedi in testa da nessuno”

“Nulla da nascondere signor giudice, può prendere su di me tutte le informazioni che crede, io sono a completa disposizione” rispose con estrema gentilezza Lorenzo.

“Ora credo sia meglio andare caro, ho degli impegni alla maison”

“Azzurra non ti va di venire a pranzo con noi?” chiese Davide “sarebbe bello come ai vecchi tempi”

Oddio amore ma certo che ci verrei a pranzo con voi…” pensò dentro di sé “Ti ringrazio Davide ma non credo sia il caso” rispose ad alta voce

Io invece credo che sia proprio il caso. Ci sono tante cose che devo scoprire Azzurrina” constatò il giudice.

“Amore non li vedi da tanto tempo, è una bella occasione per stare un po’ insieme, perché non sarebbe il caso?” la incalzò il fidanzato.

“Beh, in fondo, Lorenzo ha ragione, farebbe piacere anche a me parlare un po’ con te, sapere del lavoro, di come stai e poi se non ho capito male ti sposi, insomma, ci sono tante cose da raccontarsi” si intromise suor Angela.

Lei guardò lui.

Si lo voglio sapere anche io” pensò Guido rispondendo ad una domanda immaginaria.

Se ci sei tu, non ci verrei nemmeno morta

“Facciamo così questo è il mio numero” Azzurra passò il bigliettino a Davide “oggi purtroppo devo sistemare delle cose alla casa di moda, ma possiamo vederci domani, cosa dite?”

“Ok” lo prese Davide

“Va bene” confermò la consorella.

“Un piacere avervi conosciuto, mi avvio alla macchina amore” si allontanò Lorenzo

“E’ stato bello rivedervi” concluse Azzurra commossa “A domani”

Se ne stava andando, ma poi tornò a guardare loro e soprattutto lui “Ah! Salutami tua moglie e il vostro bambino o bambina” disse con tono sincero e pacato, poi sorrise e corse via.

Loro tre, invece, rimasero a guardarsi stupiti “Ma Azzurra cosa sapeva? Credeva ancora che lui e Beatrice si fossero sposati e avessero avuto un figlio loro?”

L’indomani si accordarono per un pranzo, purtroppo Guido riuscì ad arrivare solo con notevole ritardo e quindi l’atmosfera fu tranquilla e rilassata per lungo tempo, lei, Davide e suor Angela parlarono di tutto, del convento, della residenza universitaria, di Nina, di Margherita che era finalmente diventata medico-legale, della casa famiglia, di suor Maria che poi era il nome che aveva preso Chiara da consorella. Azzurra raccontò del suo lavoro di stilista, degli anni di studio, lavoro e comitive di amici e non fece mistero del suo desiderio di sposarsi e di avere finalmente la sua famiglia, poi toccò a Davide che le raccontò i suoi interessi, le sue passioni, lo sport, la scuola e perfino un feeling in corso con una ragazzetta della sua classe.

“Aveva ragione papà, le donne sono e saranno sempre un mistero”

“Ah, per tuo padre sicuramente tesoro! E lo resteranno sempre!” sentenziò lei in tutta sincerità

“Grazie per la fiducia!” le rispose a tono lui entrando in quel momento nel ristorante “E comunque non posso darti torto! Io non vi capirò mai e tu per me resterai sempre un mistero” lo sguardo di lei passò dallo sgomento per essere stata colta in fallo a parlare male di lui, allo stupore totale per la sua affermazione “e che significa che io resterò sempre un mistero? Cosa c’entro io?

Tornarono ad una conversazione generica, rilassata, tranquilla, poco dopo furono raggiunti da Kate, suo marito Giovanni e la loro piccolina Marianna di sei mesi, Caterina ci teneva ad incontrare suor Angela e a trascorrere un po’ di tempo insieme, circa un’ora dopo Guido rientrò a lavoro e grazie a dei cugini di Kate ed Elisa, Davide fece amicizia con alcuni suoi coetanei ed organizzarono una partitella di calcio.

Un paio di giorni dopo, suor Angela e Davide ripartirono e prima di andare via passarono alla casa di moda per salutarla affettuosamente, Azzurra era davvero felice di averli ritrovati, tre anni prima le sembrava aver fatto la cosa giusta tagliare i ponti con Modena, con quella famiglia che aveva lì e che l’aveva aiutata a crescere, a maturare e a diventare una donna, ora con il senno di poi, pensò di aver sbagliato tanto, non aveva più visto Davide, con suor Angela solo un paio di telefonate in tanti anni, non vedeva più Nina da quando se ne era andata via e perfino con Margherita aveva rallentato quasi del tutto i rapporti, si era data anima e corpo allo studio, al lavoro, alla relazione con Lorenzo, alle sue care amiche che le erano state tanto vicino, tutto sempre e solo per un motivo: lui!

O meglio lui, Beatrice, il loro matrimonio e la famiglia che aveva costruito insieme, per lei non c’era posto, decisamente.


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Capitolo 12
*** Capitolo 12. Il tempo passa e tu non passi mai ***


Capitolo 12. Il tempo passa ma tu non passi mai

Capitolo 12. Il tempo passa e tu non passi mai


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Pochi giorni dopo.

Da quando suor Angela e Davide erano partiti, la vita di Guido era quasi completamente dedicata al lavoro, spesso prendeva un aperitivo con i colleghi oppure faceva qualche uscita con i vecchi amici di un tempo, quelli che frequentava quando raggiungeva Beatrice a Milano anni prima.

C’era anche qualche collega o vecchia amica che non nascondeva un interesse per lui, ma nella sua testa e nel suo cuore ora più che mai c’era una sola persona.

Erano l’una, l’una e mezza di notte, aveva bevuto un po’ e non aveva nessuna intenzione di andare a casa “lei cosa starà facendo?” “Naturale sarà con lui” quella constatazione lo colpì come una frustata e quasi senza rendersene conto si ritrovò sotto casa di Azzurra ed Elisa, avevo letto l’indirizzo nel fascicolo relativo al caso Pèrez. “Avrà pure il suo anello al dito, ma non vivono insieme” si ricordò del sollievo che aveva provato a quella considerazione.

Poco dopo, si fermò un’auto davanti all’ingresso del condominio, lui intuì che i due nell’abitacolo si baciassero e poi scese dalla vettura Azzurra, proprio lei. Scese dalla macchina anche Guido e sentì Lorenzo dirle “vuoi che ti accompagni?” lei rispose “No, grazie” si avviò al cancello e dopo aver armeggiato con le chiavi, accedette al porticato del condominio. L’auto di Lorenzo se ne andò e lui istintivamente raggiunse il cancello ed entrò seguendola.

Azzurra accelerò il passo, non aveva sentito il cancello chiudersi dietro di sé e questa cosa le mise agitazione, arrivò al secondo portoncino che permetteva l’accesso alle scale era aperto e si affrettò ad entrare per chiuderlo velocemente, ma qualcuno glielo impedì, il neon delle scale doveva essersi fulminato, era buio e la fioca luce dei lampioni in strada che penetrava illuminava poco o nulla.

“Ahhhh!” urlò lei spaventata.

“Azzurra”

“Guido!” gridò ancora lei “Ma sei impazzito? Mi stava prendendo un colpo!”

“Si, lo so, scusami, hai ragione, scusami”

“Ma da dove sei spuntato? Che ci fai qui, sotto casa mia?”

“Ho letto il tuo indirizzo in questura, ti aspettavo e quando sei rientrata ti ho seguito”

“Com’è giudice di giorno e molestatore di notte?”

Lui rise alla sua battuta “Eccola la mia Azzurra, irriverente, divertente, schietta, sincera”

“Ignorante, superficiale, inconcludente, inaffidabile, era questa la “tua” Azzurra. Che poi non siamo mai stati insieme quindi non sono mai stata tua” rabbrividì per il freddo e lui l’abbracciò per riscaldarla, per proteggerla, per tenerla vicino.

Lei rimase di stucco, inizialmente era rigida come il tronco di un albero, poi si sciolse e ricambiò l’abbraccio.

Successivamente si staccò “Forse è meglio se entriamo in casa, dai, ci prendiamo una cosa da bere e poi ce ne andiamo a letto, magari mi spieghi anche cosa avevi di così urgente da attraversare tutta la città e venire a casa mia alle due di notte. Davide mi ha detto che abiti in tutt’altra zona”

Quando entrarono nell’appartamento, Guido notò subito l’ambiente accogliente, ordinato, ma fresco, colorato, vissuto eppure rilassante.

“Bello qui, ci vivi sola?”

“No con Elisa, la sorella di Kate, l’amica di suor Angela”

“Non volevo disturbare non credevo che ci fossero altre persone, starà dormendo”

“Eli è a Londra, convegno internazionale di farmacia, è socia di una farmacia nel centro di Milano ed anche dottore di ricerca all’università”

“Cosa prendi?”

“Vorrei un caffè, ti dispiace? Ho bevuto un po’ e non sono molto abituato”

“Ah, ecco, ora ho capito! Ma l’integerrimo professor Corsi dov’è finito?”

Lui rise ancora e poi rispose amaro “Spero di averlo sepolto da qualche parte, non voglio essere mai più così, quell’integerrimo lì ha fatto molti danni al mio cuore, ci sono stati morti e feriti e tu sei stata uno di quelli”

Lei si voltò dopo avergli porto il caffè fumante che era appena uscito dalla macchinetta espresso “Mi devo preoccupare?” chiese con sincera apprensione “C’è qualcosa che non va con Beatrice, vero?”

Lui rise ancora annuendo

“Guido fa parte delle storie d’amore avere degli alti e bassi, è così per tutte le coppie, poi avete un bambino piccolo, ora tu sei lontano da tua moglie, mi sembra normale che sia difficile. Comunque, io non sono proprio la persona adatta con cui venirne a parlare. Tre o quattro anni fa tu mi hai rifiutato per Beatrice ed anche se ora le cose sono cambiate radicalmente il ruolo dell’amica consigliera, credimi, non mi si addice”

“Azzurrina mia, quanto hai ragione! Quante cose sono cambiate radicalmente, ma i miei sentimenti per te mai, mi spieghi perché nonostante tutto io ho continuato ad amarti? Sempre! Ogni giorno, qualunque cosa sia successa dentro di me, c’eri tu! Mi spieghi perché quando ti ho rivisto la settimana scorsa io credevo di avere un infarto? E’ passato tutto, è finito tutto, ma tu non sei mai passata Azzurra Leonardi”

“Si, infatti, avevo ragione a dovermi preoccupare, penso che tu non abbia bevuto un po’, ma troppo, devi essere sbronzo forte! Non sei consapevole delle cose che mi hai appena detto, se vuoi ti chiamo un taxi, te ne vai a casa, ti fai una bella dormita, domani sarai come nuovo ed io mi dimenticherò pure di averti incontrato stasera”

“Io, invece, non voglio dimenticare un bel niente, io non ti dimenticherò mai”

“Guido, adesso basta!” si infervorò lei “Tu non mi hai voluto, ti sei sposato, hai dei figli, una famiglia e tra poco ne avrò una anche io con Lorenzo, non voglio più sentire nulla, smettila”

“Mi hai mai pensato in questi anni? Dopo quel giorno, quel bacio al chiostro del convento, sono passati tre anni e nessuno ha mai saputo più niente dell’altro, non sono entrato mai, nemmeno per una volta, nei tuoi pensieri?”

“No! Non ti ho mai pensato, va bene? Sono andata avanti!” gli disse mostrandogli l’anello all’anulare “e tu l’hai fatto prima di me, questo discorso non ha senso”

“Io e Beatrice non ci siamo mai sposati e non abbiamo avuto figli insieme”

Azzurra stava rimettendo a posto le tazze del caffè quando le caddero da mano e si frantumarono in mille pezzi.

“Maledizione!” disse chinandosi a raccogliere i cocci, ma lui la fermò.

“Lascia stare” ed ora erano uno di fronte all’altra con gli occhi lucidi e una marea di interrogativi che mandavano in subbuglio i loro cuori.

“Ma come… com’è possibile?”

“La gravidanza di Beatrice era extrauterina, qualche settimana dopo fu ricoverata d’urgenza e non c’è stato nessun bambino, tra di noi le cose quando tornammo a Berlino andavano anche benino, ma quando ritornammo a Modena la situazione precipitò notevolmente. Beatrice cercava un figlio a tutti i costi convinta di avermi deluso per non avermene dato uno, il matrimonio veniva sempre rimandato per un motivo o per l’altro, i convegni, gli anni accademici, i falsi allarmi di una gravidanza, i medici che abbiamo girato in Italia e nel mondo alla ricerca di un’eventuale infertilità insistente. Quante volte abbiamo reagito, abbiamo avuto delle fasi di speranza, di impegno reciproco e poi il baratro le incomprensioni, le rivendicazioni, le liti, le lontananze. Successivamente, abbiamo rotto, non ce la facevo più e credo che quel clima anche per Davide fosse diventato dannoso. Lì è cominciato un altro dramma. Beatrice non ha mai accettato che fosse finita, in facoltà era diventato impossibile, avevo fatto il concorso in Magistratura quando stavano ancora insieme, i risultati sono arrivati quando ci eravamo già lasciati e questo incarico di lavoro è diventato un’occasione da non perdere, la spinta a ricominciare”

“Mi dispiace Guido, lo dico davvero, io non credevo, io non lo sapevo che ci fosse stato tanto tormento, tanto dolore. Ma ora tu e Davide avete ancora tante possibilità davanti a voi. Io credo in te. Tu sei un uomo bello, attraente, interessante, un professionista infaticabile, una persona competente, attenta ed un padre speciale, non ti manca proprio niente.”

“Lo pensi davvero?”

“Si” rispose lei sinceramente

“Anche se ti ho rifilato una delusione enorme? Ti ho umiliata davanti alle persone più care che avevi al matrimonio della tua migliore amica, ti ho offesa, derisa, maltrattata”

“Guido ti prego” lo interruppe lei “adesso basta rinvangare il passato. Non servirà a nulla, riporterà alla luce solo cose spiacevoli. E poi anche io avrò le mie colpe”

“A tal proposito” rise lui “Quante bugie mi hai detto l’ultima che ci siamo visti?”

Rise anche lei “Era una piccola vendetta, volevo solo continuare a farti credere quello che pensavi di me, che ero una buona a nulla, un’incapace, purtroppo lo pensavo anche io, ero molto insicura  e non credevo nelle mie possibilità. Poi è arrivata Milano, Kate, Elisa, i nostri amici, l’università, la moda ed anche Lorenzo ed ora mi sento una persona migliore”

“Eri già la migliore, peccato che chi avessi accanto prima non facesse altro che sottolineare i tuoi difetti, le tue lacune, i tuoi errori, senza accorgersi dello splendido dono che sei! Prima tuo padre, poi io, ci voleva Lorenzo per capire che sei speciale” sospirò “solo un pazzo ti avrebbe lasciato andare via ed io lo sono stato”

Lui tentò di baciarla e lei si scostò “Guido, per favore”

“Ho bisogno di te, amore. Non ho mai avuto bisogno di una persona in maniera così disperata come di te”

“Ci faremo solo altro male” rispose Azzurra fissandolo

“Dimmi che non provi quello che sto provando io adesso, ti prego, dimmelo ed io me ne vado, non mi rivedi mai più”

“Guido…” disse flebile lei

“Dimmi che non vuoi baciarmi anche tu, che questa carica erotica soffocante che sento io non la senti anche tu, dimmi che non mi desideri, che non mi vuoi, che non mi hai mai amato, che non mi ami, dimmi qualsiasi cosa che mi permetta di andarmene. Dimmelo”

Ma lei rimase muta a fissarlo

“Se non me lo dici e resti ferma così a fissarmi, io non rispondo più di me” si baciarono con foga, quasi con rabbia, ma fu un’esplosione di passione e desiderio

“Azzurra se non lo vuoi, me lo devi dire adesso” le disse mentre continuava a baciarla, ad accarezzarla, a toccarla

“Ti voglio Guido, ti voglio” ammise anche lei

E il loro desiderio esplose, non ci furono più parole, quelle hanno uno strano potere a volte basta una parola per toccare il cielo con un dito o sprofondare all’inferno, non ci furono promesse, ne confessioni, ne respingimenti.

Fu una notte di passione, di dolcezza, di foga, di delicatezza, di gioia, di tenerezza, fu tutto ma condito con il niente, perché quando due persone si amano nel corpo come nell’anima non c’è bisogno di null’altro che di loro stessi.

Al risveglio le trasgressioni che la notte concede, le evasioni che il sesso permette, le incognite che il buio dissolve, ritornarono più prepotenti che mai…

Quando Guido si mosse nel letto, non la trovò accanto a lui, si alzò ed Azzurra aveva indossato la biancheria ed una camicia molto più grande della sua taglia, era seduta sul davanzale della finestra e stava fumando.

“Buongiorno” le augurò lui

“Ciao”

“Tu fumi?” le chiese Guido sorpreso.

“In verità, non lo faccio quasi mai, solo quando sono molto nervosa, in questo momento potrei fumarmene un pacchetto intero”

“Sei così nervosa per colpa mia, vero?”

“No, per colpa mia, tu non hai legami attualmente, non hai tradito nessuno, quella ad un passo dall’altare sono io e mi faccio schifo!”

Lui si avvicinò per abbracciarla e lei si spostò “Guido lascia perdere, inutile girarci intorno, inutile cercare di indorarti la pillola, meglio essere sincera e dirtelo chiaramente, quello che è successo tra di noi stanotte, è stato un errore, un enorme errore”

“E perché?”

“Perché Lorenzo non se lo merita, lui mi è stato accanto sempre, negli ultimi quattro anni è stato la mia vita, mi ha consolata, mi ha incoraggiata, mi ha amata, mi ha aiutata, non mi ha mai abbandonata ed io questo non dovevo farglielo”

“Io lo so che ti ho ferita, che ti ho lasciata sola, che ho distrutto tutto quello che poteva esserci tra di noi, ma ti prego Azzurra, dammi una possibilità, dammene una sola ed io non ti deluderò, cercherò di meritare il tuo amore”

“Io amo Lorenzo e per noi non c’è futuro, non c’è stato 4 anni fa e non ci sarà ora”

“No, non è così noi ci siamo ritrovati, anche stanotte noi ci siamo amati, ci amiamo ancora”

“Guido è inutile, se fai così rendi solo tutto più penoso, per favore vattene, stanotte non è mai esistita”

“No, io non me ne vado perché tu mi ami ed io amo te, tu questo non puoi negarlo”

“Si, invece, perché… perché…”

“Perché siamo stati insieme allora? Perché ti sei abbandonata a me? Noi siamo stati felici, tu mi sei mancata troppo per poterti perdere di nuovo.”

“Volevo vendicarmi, va bene?”

“Vendicarti?’”

“Si, volevo farti provare cosa significa essere usata e poi gettata come tu hai fatto con me, io ti amavo Guido, io volevo solo te, io avrei fatto di tutto per avere una famiglia con te, ma non ero all’altezza, c’era Beatrice era di buona famiglia, sapeva comportarsi, non era mai sopra le righe, era sempre adatta alle occasioni, sempre composta, sempre così perfetta Miss Moscetta, aveva i master, due lauree. Ora perché vorresti me, Guido? Perché ho la laurea anche io? Perché sono una dirigente di un’azienda? Adesso ho i requisiti per essere la tua donna? Per entrare nel tuo esclusivissimo club? Non mi interessa più, grazie! Se sono questa oggi non è merito tuo!”

Lui non aprì più bocca, asciugò una lacrima e se ne andò.

E quando richiuse la sua porta alle sue spalle sbattendola, anche lei pianse a dirotto.

 

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Capitolo 13
*** Capitolo 13. Il tuo posto nel mio cuore ***


Capitolo 13. Il tuo posto nel mio cuore

Capitolo 13. Il tuo posto nel mio cuore

Poche ore dopo, Elisa rientrò ed Azzurra ebbe modo di sfogarsi un po’ con l’amica, Guido, invece, si tuffò dritto nel lavoro “chi è causa del suo mal pianga se stesso” e lui aveva sbagliato tanto, tutto! Azzurra aveva ragione ad essere arrabbiata con lui, ma perchè gliel'aveva voluta far pagare così? In quel modo! Per quello non la giustificava affatto. L’aveva illuso, lo aveva punito, si era vendicata in modo così ignobile, erano stati insieme e poi? Poi quella fregatura al mattino, era tutto finto, fasullo, falso! L’aveva ingannato. Ma l’aveva fatto, davvero, solo per ripicca? Non poteva crederci, non voleva crederci, non ci credeva!

Intanto evitare di pensare a lei a lavoro, stava diventando impossibile, in quell’indagine c’era anche lei, anzi, c’era soprattutto lei.

Pérez era stato ucciso intenzionalmente, qualcuno aveva intriso il suo cibo di benzodiazepine, sostanza che era alla base di molti farmaci, soprattutto psicofarmaci, sostanza a cui Felipe era allergico e gli aveva provocato uno shock anafilattico, doveva essere stato intenso ed immediato impedendogli di chiamare aiuto, era morto solo nel suo ufficio ed era stato ritrovato solo alcune ore dopo. Gli interrogatori si erano susseguiti ed avevano permesso di ricostruire i movimenti e le circostanze di quel giorno. E il nodo era diventata proprio lei, Magliani l’aveva sentita altre due volte e lui aveva evitato di presenziare, i coinvolgimenti personali e la professionalità delle indagini erano legate a doppio filo in quel caso di cronaca, meglio evitare di alimentare altro. I poliziotti avevano rinvenuto nell’immondizia del terzo piano della Masalor una boccetta di gocce di un sonnifero che conteneva benzodiazepine, su quel piano c’erano solo due uffici quello di Azzurra e di Ettore Converso, uno degli stilisti della maison da almeno dieci anni. E poi c’era la questione degli alibi e dei moventi. Parecchi avevano dei malumori nei confronti di quel capo tirannico e menefreghista, ma non tali da ucciderlo, soprattutto in quel modo, Felipe non aveva molti rapporti con i suoi dipendenti, nemmeno con i più stretti collaboratori, conosceva pochissimo chi lavorava con lui ed anche lui era uno sconosciuto per loro. Chi lo aveva ucciso, aveva usato un’informazione precisa, doveva sapere della sua allergia, avevano usato il suo punto debole e chi poteva essere? Amici? Beh se l‘avevano ucciso non dovevano essere così amici, Pérez era a Milano da meno di un anno, conosceva perlopiù amici della sua defunta moglie, pochi rapporti e maltenuti. Una persona di famiglia? Ma la famiglia di Pérez era spagnola, nessuno dei membri era in Italia, tranne quella acquisita e quindi entravano in gioco Lorenzo e di riflesso anche lei. Da questo punto di vista, Lorenzo aveva un movente ma lei no. Però Barricati aveva un alibi, era al tennis club e lei invece aveva mentito su quest’aspetto, aveva detto di essere stata con Lorenzo ma non era così, ricordava male? Ma perché avrebbe dovuto ucciderlo poi? Inoltre Pérez non era tutto casa e chiesa, non aveva rapporti in azienda, non aveva molti amici, a lavoro era svogliato, prepotente ed incompetente, passava spesso le sue giornate a giocare a tennis e a donne. Quelle non gli mancavano mai, erano il suo vizio e dunque un ambito molto vasto in cui indagare. Però il P.M. stava cominciando a nutrire forti dubbi si di lei. E se il pubblico ministero le avesse notificato un’informazione di garanzia?

Erano passati 15 giorni da quando erano stati insieme.

“Amore mio, come sei bella” le aveva detto Lorenzo all’arrivo al locale dove cenavano di solito.

“Grazie Lorenzo, sei molto caro”

“Allora che ne dici del ristorante che ti ho portato a vedere l’altro giorno? Io penso che sia perfetto per noi, guarda che il proprietario anche se è un mio amico mi ha detto che se vogliamo prenotarlo, dobbiamo decidere la data altrimenti ce lo soffiamo da sotto il naso. A maggio ci sono molti matrimoni in vista”

“Si, va bene”

“E poi per i fiori, ho deciso di designare gli addobbi, ti dispiace?”

“No… no va bene”

“Oh, grazie amore ci tengo tanto, voglio che quel giorno sia tutto stupendo. Ah, per le foto, ho pensato di affidare l’incarico a Norbert, il fotografo ufficiale della maison”

“Andrew Norbert?”

“Si, non sei d’accordo forse? E’ stato lui ad occuparsi del nuovo catalogo della casa di moda, quello in cui tu sei protagonista, sta diventando un vero successo, quel catalogo è il nostro rilancio, gli addetti ai lavori sono entusiasti e tra poco sarà pubblicato in pompa magna”

“Non voglio quel fotografo e non mi va di parlare nemmeno di quel catalogo”

“Non capisco, come mai?”

“Non mi va, è stata una parentesi, l’ho fatto per il bene dell’azienda e non c’è niente di cui parlare. Non sono una modella e non lo farò mai più”

“Va bene… va bene… allora c’è Vanessa Bruzzi, è una brava fotografa anche lei, soprattutto per gli esterni ed ha collaborato spesso per noi”

“Si Vanessa è in gamba”

“Poi dobbiamo scegliere le bomboniere, i confetti, il tuo abito? Chi te lo disegna?”

“Faccio da sola, anzi, pensavo di provarci già stasera, a casa, perché in maison ho paura che non sarà al sicuro dalle tue incursioni”

“Infatti! Ah, per la data tesoro? Per la settimana prossima dobbiamo avere la data altrimenti perdiamo il ristorante”

“Si… si per la settimana prossima la data e il ristorante, ho capito Lorenzo sarà la quinta volta che me lo dici da stamattina”

“Scusami, sono un po’ nervoso, emozionato, ma non dovrebbero essere le spose ad essere impazienti?”

“Io sono solo molto stanca e voglio andare a casa, ti dispiace?”

“Va bene ti riaccompagno”

Quando rientrò c’era Elisa

“Sposina cara, come va?”

“Eli per favore, il prossimo che mi parla del matrimonio lo strangolo”

“Nervosette, vero? Sei una sposina anomala, lo sai? Di solito le promesse spose non vedono l’ora di organizzare l’evento, di parlarne per ore, di raccontarti tutti quei dettagli di cui non ti frega niente, ma ascolti per generosità, ti chiedono consigli sul colore bianco latte o bianco nuvola delle rose, tu zero quasi come se questo matrimonio non fosse il tuo e quando te ne parlano sembra una condanna a morte, mah!”

“Nell’ultimo mese, la mia esistenza è stata stravolta, sono stata interrogata già tre volte e non è un mistero che la polizia sospetta di me per la morte di Pérez, sono notti intere che non chiudo occhio, ho tradito il mio fidanzato con l’uomo che ho amato di più nella mia vita e mi sento in colpa. Ho un senso di colpa che mi sta distruggendo, mi sento in colpa con me stessa per quello che provo per Guido, mi sento in colpa con Guido per come l’ho trattato, mi sento in colpa con Lorenzo perché non merita tutto questo. Io non ce la faccio più, questo è un incubo!”

“Oh, tesoro, vieni qui” Elisa l’abbracciò “per la morte di Pérez non preoccuparti nemmeno lo sanno pure le pietre che non faresti male ad una mosca, l’ispettore Magliani è bravo ed anche Guido è uno in gamba, stanno facendo le indagini e vedrai presto verrà fuori la verità così che anche il minimo infondato sospetto sarà spazzato via. Per il matrimonio, invece, Azzurra fai chiarezza con te stessa, non sposare Lorenzo solo per affetto, per gratitudine, per abitudine, per riconoscenza, per amicizia, se ami ancora Guido, sei hai sempre amato solo lui, ammettilo a te stessa e al mondo intero. Promettimi che ci penserai”

Lei annuì

“Senti io dovevo andare fuori con Andrea e poi volevo andare a dormire da lui, ma ora  lo chiamo e disdico tutto, non mi va di lasciarti da sola, resto con te”

“No… no… non lo fare, esci e divertiti. Non è necessario che resti qui, anzi restare un po’ da sola mi farà bene, poi volevo disegnare qualche abito da sposa, lo sai che disegnare mi rilassa”

“Va bene, ma disegni per te o per la casa di moda?”

“Per tutte e due, se non sarà per me li userò per la maison”

“Buonanotte ciccia, ci vediamo domani”

“Buonanotte anche a te”

Provò a fare un paio di disegni che puntualmente finirono per terra accanto al cestino della carta straccia, la creatività l’aveva abbandonata, mentre la stanchezza era preda di lei. Era esausta, la maison, le prossime collezioni, l’indagine sulla morte di Felipe, il matrimonio con Lorenzo e poi… Guido, era troppo per lei. Preoccupazioni, ansie, tensioni, quel periodo della sua vita era un tunnel buio senza via d’uscita! Era come brancolare in una selva oscura senza intravedere la luce, senza trovare la retta via, sola e angosciata. Cercava di farsi forza e di darsi coraggio, è un brutto momento, passerà, ma più passava il tempo, più si complicavano le cose, era stanca… molto stanca… troppo stanca. “E’ un anno dispari… un altro anno sfigato e siamo solo a Marzo!

“Azzurra! Azzurra, ti prego rispondimi!”

“Ahhhhhhhhhhh!” urlò lei di soprassalto e si trovò distesa sul divano con Guido accanto che la circondava e che la scuoteva tenendola per le spalle “GUIDO!”

Lui la lasciò e poi fece un lungo sospiro di sollievo “Mi hai fatto venire un infarto! Non hai idea di quanto mi sia preoccupato”

“TU?” Si mise a sedere, mentre lui rimase accanto a lei “Senti giudice, io credo che tu abbia fuso qualche rotella, io sono a casa mia e sto dormendo sul divano. Vengo svegliata da te che mi scuoti, che hai la faccia di uno che temeva stesse arrivando un terremoto e mi dici pure che ti ho fatto preoccupare?”

“E’ mezz’ora che suono al citofono, non mi rispondevi, il telefono è staccato, ho temuto che ti fosse successo qualcosa”

“Mi sono addormentata, non ho il diritto di dormire in santa pace, ultimamente ho il sonno pesante, dormo poco e niente e quando mi addormento..”

“Non senti nemmeno le cannonate”

“Prendi in giro, tu!” e si voltò dall’altra parte con fare indifferente “Oh! Ma aspetta, ma tu come diavolo sei entrato a casa mia, al quarto piano e con le chiavi inserite nella toppa? Ti hanno dotato del potere di passare attraverso i muri?”

“No… non proprio” rise di gusto “ma quello di passare attraverso le finestre aperte saltando dal pianerottolo”

“Che cosa?” lei sgranò gli occhi “Guido, ma sei pazzo? Potevi sfracellarti di sotto!”

“Eh, lo so, ma in quel momento non ci ho pensato, sapevo che eri in casa, ho incontrato Lorenzo che andava via mentre venivo qua, ho visto la tua coinquilina uscire, sono stato qualche minuto giù a schiarirmi le idee e poi quando ho provato a contattarti tu non rispondevi, io mi sono spaventato, credimi”

“Mi dispiace, ma non l’ho fatto di proposito. E comunque l’idea che tu potevi cadere dal 4 piano mi rende inquieta. Non lo fare mai più!”

“Va bene” rispose lui toccandole il naso con una carezza “però tu promettimi che quella finestra la lasciate chiusa, non è sicuro, chiunque potrebbe entrare qui dentro e voi siete due ragazze sole”

“Ma è la finestra del bagno ed è vero che per come è posta lasciarla aperta e un po’ pericoloso, ma non è mai successo niente, non si è mai introdotto nessuno, io ed Eli facciamo quasi a gara a chi la lascia aperta di più”

“E fate male” si arrabbiò lui “Promettimi che ci starai attenta”

“Va bene lo prometto. Ma tu che ci facevi qui? Un altro interrogatorio, caro giudice?” chiese nervosa

“No, ma sarai convocata prossimamente”

“Ancora! Io non ce la faccio più! Ma cosa volete da me. Io ho detto tutto. Io non c’entro niente con Pérez lo conoscevo a stento, vi state accanendo contro di me. Guido io non sarei mai capace di fare del male a nessuno e tu lo sai, mi conosci”

“Ti sbagli, io ti conoscevo, io credevo di sapere com’eri fatta, ma ora non so più niente, hai imparato a raccontare le bugie Azzurra ed hai imparato a spezzare il cuore degli altri, ora sai far male, un male cane”

“Beh, si vede che ho avuto un buon maestro! Tu credi che io abbia ucciso un uomo?” si avvicinò e lo guardò dritto negli occhi “TU DAVVERO MI CREDI CAPACE DI UNA COSA DEL GENERE?” urlò con tutta la rabbia, il dolore, il rancore che aveva in corpo.

Lui non rispose continuando a fissarla

“VAI FUORI! FUORI DA CASA MIA SUBITO!” lo spintonò verso l’uscio e lui la bloccò “Io ti odio… io ti odio… vattene” cominciò a piangere e singhiozzare, lui la strinse forte e lei che aveva provato ad allontanarlo dandogli dei colpi sul petto si abbandonò contro di lui, senza più forze, senza lottare, alla ricerca disperata di amore, di affetto, di protezione.

“Calmati, amore calmati, sta tranquilla amore mio” quelle parole così dolci, così tenere, ebbero un potere rassicurante e lei si lasciò cullare.

Lottare contro di lui è inutile” constatò sconsolata “Mi sbagliavo quando pensavo che mi sarebbe passata, io sono condannata ad amare Guido Corsi, per sempre, tutta la vita

“Io non credo che sia stata tu, non ci ho mai creduto, nemmeno per un istante”

Lei alzò gli occhi verso di lui “mi posso fidare di te?”

“Si, io farò di tutto, di tutto per far venire fuori la verità in questa brutta storia”

Le loro labbra erano così vicine, la passione e la rabbia si alimentavano a vicenda, più erano contro, più avevano vogliano di litigare, di ferirsi, di sbranarsi, più saliva il desiderio, l‘ardore, l’impeto, la voglia era incontenibile, la smania di rubare alla razionalità, alla realtà, ai problemi, alle indagini, quelle ore di felicità pura, di completamento fisico, di sesso sfrenato e incontrollabile.

Tra loro era così, combattersi era la strada che li portava ad unirsi, la guerra li conduceva ad arrendersi l’uno nelle braccia dell’altra, amore ed odio, guerra e pace, ragione e sentimento, indifferenza e dipendenza, lasciarsi e prendersi, era un rapporto da manicomio, ma stava diventando qualcosa a cui non era possibile rinunciare.

Fecero l’amore sul pavimento, troppo lontana la camera da letto e stavolta rimasero abbracciati sulla moquette, lei distesa con la testa sulle sue gambe e lui seduto che le accarezzava il viso con una mano e giocava con i suoi capelli con l’altra.

Maledette parole, ma era necessario pronunciarle?

“Ho parlato con Davide ieri” disse lei per rompere il ghiaccio.

“Lo so”

Lei lo guardò perplessa “e chi te l’ha detto? Davide non di sicuro perché è arrabbiato con te”

“La lista si allunga” ironizzò lui

“Uhm”

“Comunque, me l’ha detto suor Angela, lei non mi ha ancora tolto la parola a differenza di voi due. Davide sta cominciando a dirmi le bugie e questa cosa non mi piace. Fa tardi quando ha il permesso di uscire, spesso non studia e un paio di volte ha pure marinato la scuola ed io queste cose non le accetto”

“Sempre il solito tu! Ha dodici anni cosa vuoi che faccia? Il soldatino di piombo? Deve crescere, stare fuori, corteggiare le coetanee e prendere anche le sberle se servono a farlo maturare, a sviluppare la sua indipendenza, a formare il suo carattere. Ma tu alla sua età che facevi? E non mi rispondere che eri un robottino perché non ci credo?”

“Si… no… a dodici anni sono tornato per la prima volta fuori dopo mezzanotte, ero con Marcello e i miei mi consentirono di andare ad una festa con lui, le ragazze erano più grandi, ma io non me la cavai male”

“Pure dongiovanni”

“Poi nell’adolescenza ho avuto le mie ribellioni anche io”

“Oh mio Dio allora sei normale, non vieni da Marte?”

“Stupidina! Birra, qualche sigaretta, concerti e pure un paio di fumatine niente male”

“Guidoooo!”

“Lo so che non si fa, ma forse se non ci avessi provato, non saprei che non mi sono perso niente, solo scena e smania di emulazione”

“E perché Davide non dovrebbe trasgredire, non avrebbe il diritto a ribellarsi?”

“Perché io mi preoccupo per lui”

“E i tuoi non si erano preoccupati per te? Eppure ti hanno dato fiducia”

“Si… si saranno pure preoccupati, ma io ero molto affidabile, sapevo scrivere dritto anche quando sbavavo, ho sempre studiato e raggiunto risultati notevoli. Sapevo coniugare piacere e dovere. Me la meritavo la fiducia”

“Ed anche Davide la merita, tu riuscirai ad addormentarti sereno solo quando sarà rientrato, ma lo lascerai libero di tornare tardi, di essere se stesso senza ripicche, sensi di colpa, oppressioni. Davide è un ragazzetto straordinario Guido e non solo perché è tuo figlio, ma perché ama la vita ed ama gli altri semplicemente, è ancora piccolo, ma sa guardare il mondo e saprà affrontarlo e tu sarai lì nell’angolo a gioire con lui e ad offrirgli la tua spalla quando sarà deluso o amareggiato”

“E tu?” la domanda completa era “E tu dove sarai?” ma gli si bloccò in gola

“Io?” glissò lei riferendosi al passato e non al futuro “Io, invece, scrivevo storto anche dentro le righe perfettamente diritte che mi avevano disegnato gli altri, amavo mettere alla prova chiunque mi volesse un briciolo di bene, non so se li sfinivo io o mollavano loro, ma alla fine ero spesso sola. Volevo mia madre e lei non voleva essere madre. Volevo mio padre e lui non cercava altro che un posto in cui scaricarmi senza avere fastidi. Alla fine ho imparato che posso bastarmi anche da sola, non ho bisogno di elemosinare l’amore da qualcuno per esistere, non ho bisogno di “aggrapparmi” per forza a qualcuno per essere. Posso amare e posso essere amata perché sono io, perché l’amore è parte di me, io lo dono e ricevo tantissimo, questa cosa mi rende felice”

“Con Lorenzo sei felice?” fargli quella domanda gli costò uno sforzo immane e non perché era difficile formulare il quesito, anzi quell’interrogativo lo angosciava non poco, ma era la risposta che temeva.

Lei rise amaramente “Lorenzo è stata la mia stella nella notte… ogni 10 agosto, nella notte della delle stelle cadenti io non esprimo più desideri, quello che avevo quattro anni si è esaudito avendo conosciuto lui. Io so che di lui posso fidarmi incondizionatamente. Abbiamo avuto le nostre liti, le piccole incomprensioni, qualche scontro, ma lui c’è sempre stato per me ed io per lui, mi ha lasciato sbagliare, mi ha insegnato a lavorare, abbiamo viaggiato, mi ha lasciato i miei spazi e pure se avevo bisogno, anche solo di uno sguardo, il suo non mi lasciava mai. Io non gli sarò mai grata abbastanza per tutto, io non lo dimenticherò mai. Ma se fossi stata davvero felice con lui, non sarei tra le tue braccia”

Lui la strinse più forte, baciandole la tempia “Amore mio… io non ti merito lo so… ho capito che non potevo più fare a meno di te quando tu non c’eri più… ho provato a convincermi che non avevo bisogno di nessuno, non avevo mai avuto bisogno di nessuno, perché con te doveva essere diverso? Ma tu sei diversa… tu sei la donna che ha sciolto il ghiaccio intorno al mio cuore… tu hai fatto quello che nemmeno io credevo potesse accadere. Ti ricordi quando mi dicesti che io non soffrivo perché non usavo il mio cuore? Tu sei stata quella che ne ha preso il possesso senza che me ne rendessi nemmeno conto. Tu sei la ferita dentro me che non potrà mai risanare nessun altro. Io per te ho sofferto tantissimo tesoro mio, perché quando ti ho fatto del male, quando ti ho mandato via, quando ti ho allontanata solo in quel momento ho, veramente, capito cosa significa sentire qualcosa spezzarsi dentro il petto”

Fu lei a baciarlo “Perché non mi hai mai cercato? Se, davvero, non potevi stare senza di me perché non hai mosso un dito?”

“Perché mi vergognavo! Chi sbaglia è giusto che paghi. L’ho sempre pensata così. La mia pena è stata vivere senza di te. Il rapporto con Beatrice è stato complicato, mi ha sfinito, ho, sempre, tentato di tenere tutto insieme ma avevo sbagliato ad incastrare i pezzi. Tre anni fa, quando abbiamo trascorso la notte nel vecchio appartamento in convento, quando ci siamo baciati, io avrei dato davvero un calcio a tutto pur di stare con te, ma c’era la gravidanza di Beatrice e poi sei sparita ed io pensavo meglio così, ma tu sei sempre stata lì amore mio, nel posto dove nessun altro era mai riuscito a fare tanto, nel mio cuore. A volte ho pensato di ritrovarti a Modena, a volte ho sperato di sapere qualcosa di te da suor Angela, da Margherita e tu, invece, sei stata bravissima, sei completamente sparita. Me lo meritavo”

“E quando ci siamo rincontrati?” gli chiese lei

“Intendi alla vineria o in questura?”

Lei rise “Alla vineria non ci siamo proprio incontrati, adocchiati direi. Comunque non ho mai dubitato nemmeno per un secondo che fossi tu, ma era troppo strano, in un locale del centro, di sera, a Milano, ho cercato in tutti i modi di convincermi che mi ero sbagliata, temevo pure sbucasse Beatrice da un momento all’altro, dato i suoi trascorsi milanesi e avrei fatto di tutto per volatilizzarmi però ero così curiosa”

“Io, contrariamente, pensavo non fossi tu. Chissà perché nonostante mi abbiano trasferito a Milano, invece, di pensare che fosse più facile ritrovarti nella stessa città ero convinto tu non vivessi più qui. Solo una volta ho sentito parlare suor Costanza e suor Angela di te e lei diceva che ti sentiva poco perché tu eri sempre in giro… cambiavi città ogni settimana… Che ne so io ho pensato che avessi trovato un fidanzato ricco che ti manteneva, ti permetteva di viaggiare e di non avere vincoli, legami”

“Mi amerai pure da 4 anni, caro professore, anzi caro giudice, ma non hai mai cambiato idea su di me? Mai detto magari è cambiata, si è laureata, ha una professione, ha una carriera, si è sposata, ha dei figli?”

“No, lo ammetto, forse perché mi piacevi pure fuori dagli schemi, non lo so Azzurrina mia, ma io credo che ti amerei pazzamente qualunque cosa fossi diventata. Di sicuro, sono fiero di te, anzi sei stata così brava a tirare fuori il tuo talento, a trovare un lavoro che ti gratifica. Sei come uno scrigno pieno di gioie e hai ancora tanti beni preziosi dentro di te e tanto oro da dare a chi ti circonda, tu sei il mio tesoro Azzurra io non posso più perderti”

Si baciarono “Io, poi, vorrei capire perché non sei mai uscito dalla mia vita, credimi ci ho provato tanto! Ti ho odiato e ti amavo, ti ho ignorato e ti amavo, mi sono costruita una vita e non ho mai smesso di amarti, che potere malefico hai tu nei miei confronti?”

“Speriamo che qualunque cosa sia ad unirci non finisca mai” si baciarono ancora… e poi ancora… e ancora e finirono per fare di nuovo l’amore.

Dopo aver dormito poco e nulla per l’intensa nottata di amore e confidenze, fecero colazione insieme, lei gli chiese solo il tempo di parlarne con Lorenzo, non voleva tenere il piede in due scarpe non era il tipo, sarebbe stata dura, lasciare il proprio fidanzato poco dopo una proposta di matrimonio e mentre lui organizzava le loro nozze. Ma fingere era inutile ed arrivare sull’altare per poi mollare tutto in modo scenografico era solo roba trita e ritrita da film e fiction. Amava Guido, aveva amato sempre e solo lui, voleva vivere quell’amore, il suo amore. Era intenzionata anche a lasciare la casa di moda, aveva un buon curriculum, era talentuosa  e in quel periodo di boom economico le occasioni non mancavano e le offerte nemmeno. L’indagine per la morte di Pérez si sarebbe conclusa e Lorenzo avrebbe salvato la Masalor e l’avrebbe rilanciata, se c’era uno in grado di farlo, quello era Lori anche senza di lei e le tensioni che si sarebbero create tra loro, così sarebbe stato più semplice.


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Capitolo 14
*** Capitolo 14. E lui tra noi... ***


Capitolo 14. E lui tra noi...

Capitolo 14. E lui tra noi…

Le settimane a seguire, furono piuttosto complicate. Lorenzo era partito per un impegno improvviso e poco prima di partire lei era solo riuscita a dirgli che aveva bisogno di parlare del loro rapporto. Lasciarlo non era facile ne per lui, ne per lei stessa. Aveva significato così tanto per lei.

Ma voleva Guido, la sua passione e il suo tormento, la gioia infinita, la felicità che nasce dal cuore e si dirama in ogni vaso sanguigno, che ti scorre nelle vene, l’amore che non puoi dimenticare mai. Amavano parlare di tutto, amavano fare l’amore, amavano imparare a fidarsi l’uno dell’altra.

Si amavano.

E qualcuno di solito ermetico e introverso, doveva anche essersi lasciato sfuggire qualcosina con suor Angela che le telefonava molto spesso e che non faceva altro che ripeterle che “era felice per lei e che le vie del signore sono infinte”, anzi, una volta le aveva citato pure Venditti “Certi amori non finiscono, fanno dei giri immensi e poi ritornano” lei era fatta così tra il Vangelo e i cantautori romani le massime non le mancavano di certo.

Per Guido non era facile, dividerla con Lorenzo era dura da mandar giù, ma si sarebbe trattato solo di pochi giorni poi, finalmente, sarebbe stato tempo per loro, il modo in cui le mostrava i suoi sentimenti era struggente, sempre attento, premuroso, amorevole, appassionato, sempre pronto a baciarla, a mandarle messaggini, glielo si leggeva negli occhi che non poteva fare a meno di lei. Era pazzamente innamorato di lei e nonostante il tempo lontani, ora lui era pronto a dichiararlo al mondo intero, pronto ad affrontare Lorenzo, a parlarne con Davide, a dirlo in convento, non voleva perdere un attimo di più. Stavolta era tutto più difficile per lei.

Masalor. 19 Aprile 2017.

“Zuri?”

“Kate? Elisa? Entrate pure?”

“Ti disturbiamo?” chiese Caterina

“Si, in effetti, lo sapete che senza appuntamento non ricevo”

Loro due la guardarono stranite

“Ma sto scherzando? Ma se siete le mie migliori amiche. Piuttosto, come mai da queste parti?”

“Volevamo invitarti a pranzo e fare quattro chiacchierare in libertà, ultimamente trovarti a casa è un‘impresa! O è l’azienda o sono interrogatori privati con il giudice” constatò Elisa

“Dai non è vero, non scherzare su questo, anzi, c’è Magliani di là con i suoi uomini che stanno ascoltando Converso” disse e loro si voltarono a guardare dai vetri degli uffici, quello adiacente al suo “poi non so nemmeno che altro stanno cercando da quando è morto Felipe non c’è stata più pace qua dentro, prima era lui a scatenare l’inferno, ora la polizia e Guido”

“Lupus in fabula” proprio grazie ai vetri e dato che dal corridoio c’era prima l’ufficio di Converso e poi il suo, videro arrivare Guido.

Pur sapendo perfettamente dove era collocato il suo studio ed avendo chiaramente intravisto lo sguardo delle tre puntato su di lui, il giudice le ignorò. Strano che non le avesse detto niente, è chiaro che sulle indagini c’era il massimo riserbo, ma non le aveva fatto nemmeno un accenno che sarebbe passato alla Masalor. Che sospettassero di Ettore? Forse non gliene aveva parlato per evitare fughe di notizie, oppure, non le aveva detto nulla o la stava ignorando completamente perché lei quel giorno avrebbe parlato con Lorenzo del loro rapporto. “Guido mi ama e si fida di me, per questo fa così, non c’è bisogno che mi dica tutto, lui sa che io capirò ed io so di poter contare su di lui

Magliani lasciò l’ufficio accanto ed entrò nel suo dopo aver scambiato qualche parola e un paio di sguardi carichi di tensione con lui.

E adesso che succede?

“Dottoressa Leonardi devo notificarle questo”

“Cos’è?”

“Lo apra dottoressa e poi le consiglio di nominare un avvocato di fiducia e farsi assistere, credo che ne avrà bisogno”

“Un avvocato, ma di cosa si tratta?” intervenne anche Kate.

“Informazione di garanzia, ma che significa? Io non capisco”

Oddio la stanza cominciò a girarle vorticosamente intorno… le pareva di non sentire più le parole degli altri… gli occhi erano pesanti e difficili da tenere aperti, le gambe molli come gelatina.

“Lei è ufficialmente iscritta nel registro degli indagati per la morte di Felipe Pèrez, mi dispiace dottoressa, ma sono emersi nuovi elementi ed era inevitabile”. Azzurra uscì dal suo ufficio come una furia e si diresse verso di lui, Kate, Elisa e Magliani la seguirono, era pallida come un lenzuolo e sembrava poter svenire da un momento all’altro.

“Tu sei un farabutto, un vigliacco, un bugiardo, hai detto che mi credevi! Hai detto che mi credevi! Maledetto il giorno in cui sei rientrato nella mia vita” e dopo questo sfogò crollo su se stessa e fu lui a sorreggerla

“Azzurra… Azzurra…” sentì la voce di lui in panico prima di perdere i sensi.

Fu Elisa a soccorrerla si spostarono nella saletta del pian terreno che era adibita per il primo soccorso. Furono subito allertati Lorenzo, appena rientrato alla Masalor e il medico aziendale.

Il dottor Cortillo le sentì la pressione, il battito cardiaco, Elisa e Lorenzo rimasero dentro con lei, mentre Kate aspettava fuori e si mise subito in contatto con suo marito Giovanni che era un avvocato penalista. Da lì fuori anche un’altra persona non si mosse.

Pian piano intorno a sè si delineavano le voci e i volti, era così stanca, ma perché doveva aprire gli occhi, lei voleva dormire.

“Tesoro… tesoro… mi senti” la chiamò Lorenzo vistosamente preoccupato.

“Si… dove siamo… voglio dormire”

“Amore siamo alla Masalor, sei svenuta, il dottor Cortillo ti ha appena visitata”

“Ah, dottore, come sto?” cominciò a riprendersi lei.

“Bene, bene, nulla da rilevare ad un primo controllo, il suo fidanzato e la sua amica mi hanno spiegato che è un periodo di forte stress per lei, state organizzando il vostro matrimonio, c’è molto lavoro, perdere i sensi può essere un episodio irrilevante o può nascondere qualcosa di più preoccupante da tenere in considerazione. Ad ogni modo, per scrupolo, le ho prescritto una serie di analisi cliniche da fare, si tratta di un check up completo, poi potrà far vedere i risultati al suo medico di fiducia”

“Grazie dottore” rispose Elisa “Le prendo io e la costringerò a farle, meglio togliersi ogni dubbio”

“Va bene, allora vado. Buona giornata signorina e cerchi di riposarsi di più”

“Grazie di tutto” strinse la mano al dottore, dopo essersi rimessa in piedi, si sentiva ancora un po’ stordita.

“La accompagno dottore” Lorenzo aprì la porta, Kate entrò chiedendole come stava e poi c’era lui, là fuori. Occhi negli occhi, i suoi tristi, preoccupati, ansiosi, quelli di lei furenti, delusi, fiammeggianti. Fu lei la prima a distogliere lo sguardo da Guido, Lorenzo notò tutto e dopo aver fatto strada al medico, si avvicinò a lui “Giudice Corsi, mi dispiace essere brutale, ma lei qui non è il benvenuto, tutto quello che sta facendo alla mia fidanzata è abominevole. Azzurra non ha colpe e lei lo sa meglio di me. Se la conoscesse davvero si renderebbe conto benissimo che non può aver ucciso proprio nessuno”

“Le indagini sono in corso e noi faremo tutto il possibile per accertare la verità. Sono emersi nuovi elementi molto gravi e il PM ha preordinato l’informazione di garanzia, perché da questo momento in poi sarà necessario predisporre misure più specifiche” disse guardando lei.

“Io penso solo una cosa, caro giudice, lei dovrebbe garantire il regolare svolgimento delle indagini, ma non è in grado di svolgere il suo ruolo”

“Ma come si permette Barricati, badi bene a quello che sta dicendo”

“Io sono sicuro di quello che sto dicendo! Lei è prevenuto nei confronti della mia fidanzata, non è forse chiaro a tutti questo? Lo sappiamo tutti noi qui presenti che un tempo Azzurra ha lavorato per lei e l’ha amata, ma poi le cose sono andate come sono andate, lei ha rifiutato Azzurra ed ora dopo anni di distanza si ritrova ad indagare su di lei. Azzurra è bella, è affermata, ci stiamo per sposare e lei invece Corsi? Lei è geloso marcio, non è obiettivo, lei per la mia futura moglie non è in grado di garantire un bel nulla ed è per questo che io farò un esposto alla Procura, la farò sollevare dalle indagini giudice”

“Se c’è qualcuno, qua, che non sa proprio nulla di come stanno le cose, è lei!” guardò Azzurra “Sta farneticando Barricati!”

“Adesso basta! Non ne posso più di nessuno di voi due! Sono stanca e voglio tornare a casa”. Kate ed Elisa si offrirono di accompagnarla.

“Vai pure tesoro, contatterò i migliori avvocati della città e gli spiegherò io la situazione, farò di tutto pur di proteggerti amore mio”

Lui rimase lì impassibile, lei gli passò accanto ignorandolo e andò via.

Quando giunse a casa era quasi ora di pranzo…

“Zuri preparo una pasta veloce? Aspetta… aspetta… zucchine o sugo pronto asparagi e gamberetti?”

“Oddio mi viene da vomitare… non voglio la pasta. Voglio qualcosa di più buono. Vorrei un dolce?”

“Un dolce a pranzo? Mah!”

“Si abbiamo la nutella, vero? Pane e nutella mi rimetterebbe al mondo”

L’amica scrollò le spalle, cominciando a prepararsi la sua pasta

“Oh, no! Eli!”

“Che c’è? Che succede? Non voglio la cioccolata, voglio qualcosa di salato, tipo… tipo patatine fritte”

“Patatine fritte? Azzurra mi devo preoccupare sul serio? Ma cos’è sta novità? Prima Nutella e poi patatine fritte a pranzo, ci credo che hai la nausea, il solo pensiero mi disgusta. Senti più tardi vado a prenotarti le analisi al laboratorio qua sotto, domattina fai i prelievi, non sento ragioni”

“Va bene” acconsentì lei.

Nel pomeriggio, si mise al suo tavolo da disegno, attacco d’ispirazione, le vennero fuori un paio di modelli niente male. Citofonarono, lei pensava fosse Lorenzo, si erano sentiti telefonicamente poco prima, l’aveva rassicurata sulle indagini e sull’iscrizione nel registro degli indagati, nonostante la consulenza con il marito di Caterina, Lorenzo voleva rivolgersi ad un grande studio legale che conosceva lui, erano i migliori, le aveva detto. Paolini era un vecchio amico del padre e avrebbe fatto tutto per tirarla fuori da quella situazione, il prima possibile. Glielo aveva assicurato che per il matrimonio tutta quella faccenda sarebbe stata solo un brutto ricordo. Già, il matrimonio! Ma ci sarebbe stato mai quel matrimonio? Stare ancora con lui che senso aveva? Lei lo stava per lasciare Lorenzo quel giorno stesso, lo avrebbe fatto sicuramente fino a poche ore prima. lo avrebbe mollato per Guido. Per quello che la stava mandando in galera per omicidio, era assurdo. Tutto assurdo.

Quando bussarono alla porta non era affatto chi aveva immaginato…

“Buonasera dottoressa Leonardi”

“Ispettore che ci fa a casa mia, che succede ancora?”

“Mi dispiace molto dottoressa, ma è il mio lavoro, non posso sottrarmi alle mie responsabilità”

“Mi sta arrestando?”

“No, non ancora, almeno! Oltre all’informazione di garanzia, stamattina dovevo notificarle questo, ma poi è stata male ed anche il giudice Corsi ha preferito evitare di importunarla ulteriormente per darle il tempo di riprendersi un po’”

Il giudice Corsi mi ha dato un po’ di tempo per riprendermi? Ma per favore! Il giudice Corsi mi sta distruggendo ed io addirittura dovrei ringraziarlo! E’ un pirla come dicono a Milano” avrebbe voluto dirlo ad alta voce, ma in quel momento aggiungere il reato di offesa a pubblico ufficiale a quelli già a lei ascritti non le sembrava il caso.

“Cos’è? Ispettore io non ci capisco nulla di queste cose” disse leggendo velocemente il contenuto “misure cautelari coercitive… obbligo di dimora… divieto di accesso alla società Masalor”

“Che significa? Da questo momento in poi, lei ha l’obbligo di indicare un luogo dove sarà sempre reperibile per eventuali accertamenti o controlli, in genere la propria casa, dovrà presentarsi ai nostri uffici, negli orari e nei giorni stabiliti, inoltre, le è fatto divieto di accedere alla società presso cui presta il proprio lavoro, perché il PM ritiene che lei possa inquinare le prove e alterare il quadro dell’omicidio”

“Io non ho fatto nulla” disse scoppiando a piangere “Ed ora non potrò più andare a lavorare?”

“No, dottoressa. L’interrogatorio di garanzia è fissato tra pochi giorni, venga con il suo avvocato, sarà dura dottoressa il gip Corsi sta facendo l’impossibile per venire a capo di quest’indagine, ma il Pm Manfredini è convinto della sua colpevolezza, non escluderei che proponesse il suo arresto al gip”

L’ispettore se ne andò ed Azzurra scoppiò in lacrime di nuovo, ebbe una crisi di pianto ed Elisa che non l’aveva lasciata sola un attimo le preparò una camomilla.

Quando ri-citofonarono per lei non fu difficile intuire chi fosse, Lorenzo non era di certo, le aveva appena detto che l’avrebbe raggiunta un paio d’ore dopo perché era in riunione con i soci. Il suo cellulare, intanto, trillava insistentemente da ore.

“Non aprire” chiese ad Elisa

“Perché?”

“Perché non lo voglio vedere. Non voglio sapere nulla. Tutto quello che ho da dire lo saprà all’interrogatorio, oltre questa stramaledetta indagine non c’è niente di cui parlare, niente da dire”

“Credi che sia Guido?”

“Sono sicura che sia lui! E’ l’uomo che mi diceva che non avrebbe voluto mai più farmi del male. E’ l’uomo per cui voglio lasciare Lorenzo, mandando a monte un matrimonio e cambiando tutta la mia vita, lui! Con Guido la storia si ripete ed io ci casco sempre. Prima mi catapulta in Paradiso e poi mi fa sprofondare all’Inferno. Ed io ora non ce la faccio più!”

Il citofono continuava a suonare senza interruzione.

“Lo mando via?”

“No! Chiudi il citofono per favore, avvisa tu gli altri che è staccato, che è rotto, inventati una scusa per chiunque volesse venire. Prima o poi si stuferà e se ne andrà. Il giudice Corsi non merita più nemmeno i miei rifiuti, il nulla ecco tutto quello che avrà da me”

Elisa ubbidì e poi la vide dirigersi in bagno rapidamente. Vomitò anche l’anima. Tra i vari cibi che aveva mescolato, la tensione nervosa ed emotiva, forse, era assolutamente normale che le voltasse lo stomaco.

“Come va?” le chiese  avvicinandosi e tastandole la fronte.

“Mi sento un po’ meglio ora. Forse è stato un bene essermi liberata”

“Vuoi che chiami il nostro medico?”

“No, non è necessario un altro medico, sono stata visitata stamattina e domani farò le analisi, è tutto a posto non preoccuparti”

“Sicura?”

“Si. Eli puoi farmi solo un favore?”

“Dimmi”

“Chiudi la finestra del bagno”

“Va bene. Hai freddo?”

“No, ho paura che un’idiota se ne approfitti”

“No… non capisco. Che c’entrano Guido e la nostra finestra del bagno?”

“Perché stavolta se non si frantuma lui da solo e me lo ritrovo davanti, lo butto io giù dal quarto piano”

“Ah, adesso ho capito, pensi che come un novello Romeo si intrufoli di nuovo dalla nostra finestra?”

“Romeo di sta cippa! Mi ha scritto se non mi apri tu, trovo il modo di entrare ed io lo sto solo aiutando a lavorare di fantasia”

“Voi con questa storia vi fate male sul serio prima o poi. Ma se gli chiudiamo la finestra non hai paura che potrebbe cadere di sotto?”

“Se cade di sotto non mi dispiace affatto!” rise amaramente “Almeno, in tal caso, si tratterebbe di suicidio e non mi accuserebbero di omicidio” e dopo aver riso ritornò a piangere.

“Ehi” Eli l’abbracciò

“Ho i nervi a pezzi, scusami”

“Sei sicura?”

“Di cosa?”

“Che sia solo il nervosismo”

“Perché? Pensi che sia anche malata? Beh per completare il quadro sarebbe perfetto”

“Svenimenti, nausee, strane voglie, sbalzi di umore istantanei, il ciclo mestruale?”

Stavolta rise a crepapelle “Elisa non sono incinta! Non ci pensare neanche. Ipotesi che non è da prendere nemmeno in considerazione”

“Tu rispondi? Da quanto tempo non hai le regole, io non mi ricordo che tu abbia avuto le mestruazioni recentemente”

Prese il cellulare “Vedi le ho avute il 15… il 15…” si interruppe

“Aprile? Pochi giorni fa?”

“No. Il 15…”

“Marzo?” chiese ancora Eli

“Febbraio. Non ho le mestruazioni da più di due mesi”

Elisa fischiò per tutta risposta.

“No… non è vero… non è possibile! Tu lo sai? Eli, tu lo sai che questo non è possibile!”

“Invece è possibile. Contraccettivi?”

“No, nessuno, non credevo di averne bisogno. Io…”

“Ho capito! Lo so il motivo per cui non usi la pillola, complimenti per la frittata amica mia, non ti manca proprio nulla in questo periodo, eh?”

“Elisa, io non sono incinta! Non lo sono!”

“C’è solo un modo per togliersi il dubbio, domani farai le analisi, ma per stasera possiamo accontentarci di questo” estrasse dalla sua borsa una scatoletta

“Un test di gravidanza?”

“Si, per la cronaca una brava farmacista non si fa mai mancare nulla. E questo è quello che ha dato la notizia in anteprima a milioni di donne in decenni. Adesso lo sai come funziona, pochi secondi, certezza matematica e periodo di concepimento calcolato”

“Il periodo di concepimento? Proprio su quello non ho nessun dubbio”

Pochi minuti dopo, Azzurra tornò in sala, l’ennesima sconvolgente notizia della giornata, dopo l’avviso di garanzia, l’iscrizione nel registro degli indagati, l’ira per Guido, lo svenimento e la misura cautelare, ne era arrivata un’altra a chiudere il cerchio, a complicare il quadro o forse a semplificarlo di colpo. Era incinta.


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Capitolo 15
*** Capitolo 15. Con le unghie e con i denti ***


Capitolo 15. Con le unghie e con i denti

Capitolo 15. Con le unghie e con i denti

Lo diede ad Elisa senza profferire parola, era più eloquente il suo sguardo che guardare lo stick del test.

INCINTA 2 MESI.

“Come ti senti? Cosa provi?”

Azzurra che aveva uno sguardo teso e ansioso, scoppiò a ridere di colpo “Vuoi la verità? Sono felice… sono felice… sono pazzamente felice!”

“Oh, tesoro!” le corse incontro l’amica abbracciandola.

Poco dopo le raggiunse anche Caterina.

“Allora, che succede?” disse chiedendo ad entrambe e poi si rivolse alla sorella “Quando mi hai chiamato chiedendomi di venire, ho temuto il peggio”

“Ricapitolando, non ho più un lavoro, o meglio non ci posso più andare, mi stanno quasi per arrestare, non sposerò Lorenzo e non voglio avere più niente a che fare con Guido”

“Prospettive allettanti Zuri, ma ho come l’impressione che non mi hai detto ancora tutto”

“Sono incinta” confessò tutto di un fiato.

“Incinta?” Kate le chiese sorpresa “Ma sei sicura? Zuri… tu incinta?”

“Si, sono sicura, grazie ad Eli, ho fatto il test poco fa e poi domani mi sottoporrò anche alle analisi cliniche”

“Beh, non mi sembra vero, io sono… sbigottita”

“Non dirlo a me, guarda! Se solo penso a tutti i miei progetti… alle rinunce… alle paure… e a questa” disse prendendo una brochure dal tavolino accanto al divano

“Apprezza il lato positivo” considerò Kate “Devi rimandare un certo viaggetto in Spagna”

“O forse non lo devi fare proprio più!” la rimbeccò Eli.

“Auguri Azzurra. Io sono mamma ed è l’esperienza più grande, più gratificante, più significativa di tutta la vita, è straordinario”

“Grazie Kate. Anzi, quando avrò bisogno di aiuto, di consigli, spero di poter contare su di voi e su di te”

“Non c’è nemmeno da dirlo, of course!” rispose Elisa.

Più tardi, arrivò Lorenzo e rimasero un po’ soli.

“Tesoro, come stai?”

“Mai stata meglio" rispose ironica e pungente lei "Lo sai che non potrò più venire alla maison, questa cosa è assurda” rispose esausta

“Lo so, amore, lo so, anzi ho parlato con i nostri avvocati, sei in buone mani, non devi preoccuparti di nulla. Te l’ho promesso e tu sai che le promesse le mantengo, questa brutta storia presto sarà solo uno spiacevole ricordo”

La strinse forte e le diede coraggio, ma presto quelle promesse sarebbero andate in frantumi...

“Mi dispiace non poterti stare accanto come vorrei in questo momento, mi dispiace tanto tesoro. Ma dopo la morte di Pérez e con la maison sull’orlo del fallimento, purtroppo, è un momentaccio anche per me, non ho mai tempo, proprio ora che tu hai più bisogno di me”

“Tu sei eccezionale Lorenzo, io non credo di aver mai conosciuto una persona come te, non hai proprio nulla da recriminarti. Anzi, le colpe sono solo mie, ho sbagliato in passato ed ho continuato a fare gli stessi errori, io…” scoppiò a piangere

“Vieni qui” la strinse di nuovo “Non voglio vederti piangere, facciamo così, basta parlare di cose brutte e sgradevoli. Ti do due buone notizie, va bene? All’interrogatorio di garanzia ci saranno i nostri legali, non sarai sola e loro stanno già studiando il caso per risolverlo celermente, insomma perché non sospettano di Ettore Converso? Tra di loro c’erano stati molti scontri ultimamente. Oppure qualcuna delle sue donne? Fuori dalla maison era così incline al sesso facile. Ma perché mettono sotto pressione noi due, io da quando è morto Felipe sto lottando con le unghie e con i denti per la casa di moda. Un omicidio non è certo la pubblicità di cui avevamo bisogno. E tu, ma che motivo avevi tu per voler morto quell’uomo? Ed è proprio per questo che ho definitivamente eliminato anche un altro problema”

“Quale?” chiese lei sospirando

“Il giudice Corsi” rispose tranquillamente

 Lei sgranò gli occhi “Guido?”

“Si, amore, non sarà più un ostacolo per le indagini, quell’uomo non è lucido secondo me, non mi stupirei se stessero sospettando di te, perché lui non è in grado di svolgere al meglio il suo lavoro. Tramite gli avvocati stiamo già presentando un’istanza e spero di cuore che per quando farai l’interrogatorio di garanzia lui venga sollevato dall’incarico”

La testa le girava come se si trovasse al centro di un vortice, lei e Guido, Lorenzo e lei, Guido e Lorenzo. Guido stava veramente facendo il doppio gioco? Le donava amore, gioia e poi la pugnalava così, trattandola come una criminale, un’assassina! Poteva mai avere ragione Lorenzo a pensare a lui in malafede? Ma perché l’aveva voluta, l’aveva amata, l’aveva cercata se poi indagava contro di lei, non le aveva detto una parola dei provvedimenti che avrebbero preso contro di lei, non le aveva mostrato alcuna fiducia. Cos’era un modo subdolo e meschino di stare con lei, di prendersela e poi presentarle il conto? Avrebbe voluto dare la testa nel muro per far sparire almeno qualcuno di quegli interrogativi! No, al contrario, avrebbe voluto sbattere lui con la testa contro il muro così forse avrebbe ricavato delle risposte! E a Lorenzo cosa passava nella sua di testa? Non era più logico che il prevenuto, geloso e incerto fosse proprio lui? Qualunque rapporto avrebbe stabilito con Guido in seguito e in qualunque modo sarebbe andata quella maledetta indagine, era il momento di mettere in chiaro le cose. Per lei e Lorenzo era già finita da troppo per continuare a stare ancora insieme.

“Lorenzo, io devo parlarti…”

“Ah, amore devo parlarti anche io di un’altra cosa” la interruppe lui “E’ una questione che mi addolora molto, ma è giusto così”

Un’altra volta lei si allarmò, l'espressione di lui non prometteva nulla di buono e lei per altre notizie sconvolgenti quel giorno non era proprio preparata.

“Non voglio che ci sposiamo. Tu lo sai che fino a pochi giorni era la cosa che desideravo di più al mondo, ma ora non è così”

“Hai ragione Lorenzo, io…”

“Credo che anche il nostro progetto di andare in Spagna al momento è da rimandare” ma perché lei voleva dirgli delle cose e lui le rispondeva tirando fuori dell’altro e interrompendola sempre? “non preoccuparti, non devi spiegarmi nulla, io ti capisco. Tu sei confusa, sei agitata, sei stressata per questa storia delle indagini, ti dispiace perché è l’uomo che hai amato che ti vuole sbattere in galera e stai male al solo pensiero che qualcuno possa dubitare di te, piccola mia. Un matrimonio non si celebra in queste condizioni, sarebbe un’imposizione ed io amore mio lo sai che non ho mai voluto importi nulla”

“Lorenzo io ho bisogno di dirti la verità, voglio essere sincera, non voglio più nascondermi, mentire, le cose sono cambiate molto nell'ultimo periodo e sono cambiate per me nei tuoi confronti. Io non vedo più futuro per noi. Io ho creduto di amarti più di ogni altra cosa al mondo, io, a modo mio, ti ho amato tanto, fino a pochi mesi senza esitazione avrei visto il mio domani con te, ma non è più così e non sarebbe mai stato davvero così"

“Ma cosa dici amore? Tu sei solo angosciata, hai paura, ti senti sola, ci sono io qui, amore, come sempre”

"E' proprio questo il punto ero angosciata, avevo paura e ne ho ancora tanta, ho fatto tanti sbagli, ho negato l'evidenza ed ho continuato a credere che non era cambiato proprio niente, avevo paura di restare sola, di andare incontro all'ennesima fregatura, ero sicura che quello che avevamo costruito in questi tre anni non meritasse di essere buttato all'aria dall'oggi al domani"

"E' per lui, vero?"

Lei non rispose

"Lui ti ha deluso ancora e ti deluderà sempre"

"Non è trincerandomi dietro un rapporto che non è amore vero che mi posso difendere dalle delusioni di Guido e dalle amarezze che mi darà chiunque altro a cui affiderò il mio cuore. Non è giusto, non funziona, fa solo altro male"

"Ma noi ci amiamo Azzurra, abbiamo costruito la nostra relazione con pazienza, con fatica, con amicizia, con fiducia, con rispetto, con tenacia. Che cosa ti ha mai dato lui, eh? Cosa? Ti ha offeso, umiliato, sottostimato, ti ha sempre tenuta lontano, non se ne è mai fregato nulla di te, non ti ha mai asciugato una lacrima lui"

"Io lo so che ti devo tanto, che tu sei stata la mia ancora di salvezza, un bene profondo, il migliore..."

"NO TI PREGO, NO" urlò Lorenzo "Non dirmi che mi vuoi bene come un amico, come un fratello che non vuoi rovinare il nostro rapporto, ti prego, mi reputo troppo intelligente per sopportare queste idiozie. Io comunque ti capisco, nonostante tutto, lui ne farà un'altra Azzurra e poi un'altra ancora... e tu tornerai a cercare me, io lo so"

"Non è così Lorenzo, non dire così"

"Io continuerò ad aiutarti con le indagini, io non ti ho mai lasciato sola e non lo farò stavolta, tu ne verrai fuori da questa storia te lo prometto, fosse l'ultima cosa che faccio"

Azzurra non ebbe il coraggio di ribattere, Lorenzo era profondamente deluso e addolorato, con il tempo avrebbe compreso che era davvero finita, avrebbe smaltito la rabbia, il dispiacere, avrebbe imparato a fare a meno di lei, a prendere in mano le redini della sua vita proprio come avrebbe fatto anche lei.

Lui cercò di darle un bacio sulla fronte, ma la ragazza evitò e poi lo vide allontanarsi. Dopo un’altra bella dose di lacrime amare concluse “ed ora devo pensare a te piccolo mio. A te, che sei qui dentro di me e ne dovrai affrontare di sfide nei prossimi giorni. Ma io ti proteggerò a tutti i costi. Spero solo che il test non si sia sbagliato. Spero solo che tu ci sia davvero. Un dono dal cielo per me. Dopo aver perso ogni speranza che potesse accadere ora potresti essere qui per noi. No, sei qui per me. Uno che mi vuole aiutare a tutti i costi, quell’altro che mi vuole arrestare. Tu non dovrai temere nulla. Tu sei mio e nessuno ti farà del male”

“Papà, ma allora davvero posso venire al concerto?”

“Si, puoi, domani cerco di recuperare i biglietti, così quando arrivi qui stiamo un po’ insieme”

“Sono contento, senti ma Azzurra non me la passi stasera?”

“No… stasera no… non c’è”

“Ah, che strano prima ha provato a cercarla anche suor Angela e non ha risposto al cellulare, sai perché?”

“Oggi è stata una giornata un po’ difficile Davide”

“Per lei o per te, non ho capito?”

“Diciamo per tutti e due, va a letto presto e non far disperare suor Angela”

Dopo essersi salutati, anche se era mezzanotte, Guido decise di uscire a prendere una boccata d’aria, buttò la spazzatura e cominciò a passeggiare a piedi, in uno dei viali centrali poco distante da casa sua, due attacchini che si accingevano a tappezzare tutti gli spazi pubblicitari in giro, si fermò di fronte ad uno che odorava di colla fresca.

Masalor. Per noi che vestiamo voi. Per voi che siete uno di noi

Ecco appunto, lei.

Bella da morire, sorridente, appassionata, donna. La donna che fino al giorno prima era stata sua e che quella mattina aveva tanto odio e disprezzo negli occhi, purtroppo, rivolti a lui. Si sentiva tradita da lui, delusa da lui, umiliata da lui, un’altra volta. Passavano gli anni e lui per Azzurra Leonardi commetteva sempre gli stessi errori. Insicura lei, incapace lui, infame il destino con loro.

Doveva parlarle, doveva spiegarle, lui non la credeva colpevole era ovvio, ma non poteva rifiutare le richieste del P.M.! Come avrebbe spiegato i suoi rifiuti di fronte a quel quadro di indagini preliminari? Senza alibi, il sedativo a base di benzodiazepine che aveva potuto procurarsi facilmente convivendo con una farmacista e il movente, tra gli ultimi documenti firmati dal presidente Pèrez per la Masalor, c’era il provvedimento per il suo licenziamento.

Ricostruire come erano andate le cose non fu difficile, tra le persone ascoltate ci fu anche il fotografo Norbert, il quale riportò esattamente una discussione piuttosto accesa che era avvenuta sul set fotografico per la preparazione del nuovo catalogo della casa di moda. Azzurra si era offerta per fare quel servizio spinta dalle migliori intenzioni, Felipe aveva scelto personalmente le modelle per le precedenti pubblicazioni, individuare i criteri di selezione non era difficile, passare per il suo letto. Quando lei si era candidata al ruolo di testimonial per salvare l’azienda, il presidente non aveva battuto ciglio, ma poi proprio durante gli scatti relativi alla sessione estiva, dove di stoffa ce n’era poca e di sensualità molto di più, si era presentato lì. Non lo faceva mai. Lorenzo era fuori città per dei contratti e Pèrez era intenzionato a presentare il conto ad Azzurra. La ragazza lo aveva cacciato via in malo modo, appena intuite le sue volgarità, i sue doppi sensi, non si era lasciata nemmeno avvicinare. Felipe gliel’aveva giurata di fronte a tutta la troupe “me la pagherai verginella innocente, dalla mia casa di moda prima sbatto fuori te e poi quell’incapace del tuo futuro marito!” E per paura di perdere il proprio lavoro, la propria affermazione, per l’umiliazione subita, per quel lavoro al quale da sempre lei e Lorenzo stavano dando l’anima che Azzurra avrebbe avvelenato intenzionalmente il suo pasto?

Questo poteva crederlo Manfredini, ma non lui. Neanche se l’avesse vista con i suoi occhi farlo ci avrebbe creduto, mai, e se per qualche strano potere soprannaturale fosse stato così non gli sarebbe importato, l’avrebbe coperta, l’avrebbe protetta, le avrebbe offerto il suo aiuto ad ogni costo.

Non era in sé, era ovvio!

Lunedì mi dimetto, non posso continuare a seguire questo caso. Un giudice, un ex avvocato, un ex professore di diritto, disposto ad andare contro la legge, contro la giustizia, contro il ruolo di garante che dovrebbe svolgere, per lei, per la donna che amava più di se stesso.

Ma dov’era finito Guido Corsi? Ma il cervello dove lo aveva lasciato? Il dovere, la fiducia, il rispetto poteva finire pure tutto per aria se c’era lei? “Mi manca, vorrei parlarle, vorrei spiegarle, vorrei aiutarla”.

C’è qualcosa che non mi convince, c’è qualcosa che non mi torna, c’è qualcuno che ci sta incastrando” quando arrivò in Procura per chiedere di essere rimosso dall’indagine per l’omicidio Pèrez, fu anticipato da una busta, era la Procura a sollevarlo dall’incarico.

Un po’ se lo aspettava, Lorenzo Barricati gliel’aveva giurata, ma c’era un solo motivo per cui non aveva mollato fino a quel momento.

La verità.

Azzurra non aveva ucciso Felipe, quindi c’era un assassino in libertà, eppure tutto sembrava essere stato costruito ad arte per incolpare lei, perché?

Chi aveva interesse a mandarla in galera per omicidio e chi aveva realmente ucciso Pèrez?

Senza di lui, dopo di lui, chiunque avrebbe seguito quelle indagini, l’avrebbe fatto partendo dai presupposti giusti?

O si sarebbe fermato alle apparenze? E le apparenze erano tutte contro di lei.

Il giudice che l’avrebbe sostituito avrebbe cercato la verità?

Nella sua testa mille interrogativi, tanta confusione e poche certezze, anzi una soltanto, ho bisogno di parlare con lei. No, ma prima di parlare con lei, ho bisogno di aiuto e di un alleato e qui a Milano attualmente ne ho solo uno, Magliani.

Ora che era fuori dalle indagini, ma dopo aver letto attentamente tutta la documentazione, lui poteva essere la chiave di volta, qualunque cosa era stata sottovalutata, trascurata, interpretata male, avrebbe rivisto ogni cosa ed il confronto informale con la polizia, con Ettore precisamente, era indispensabile.

Nonostante tutto, non riuscì a parlare con lei, tra l’obbligo di dimora, qualcuno sempre pronto a negargliela al citofono, come alla porta, al citofono, stranamente anche i contatti con Modena non erano più tanto agevoli. Avrebbe rivisto Davide che andava a trovarlo la settimana successiva e suor Angela sembrava sempre distante con lui, di poche parole, dovevano aver saputo qualcosa anche al convento. Le notizie volano e quelle cattive poi hanno una marcia in più.

Pochi giorni dopo.

“Pronto?”

“Giudice Corsi, sono Magliani”

“Ettore dimmi, che succede?”

“La dottoressa Leonardi”

“L’hanno arrestata, vero?”

“No, non è più reperibile nel luogo di dimora”


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Capitolo 16
*** Capitolo 16. Ritornare a casa ***


Capitolo 16. Ritornare a casa

Capitolo 16. Ritornare a casa

“No, proprio adesso, no. Dannazione!" imprecò Guido "Ma dov’è?”

“Non lo so giudice, la stiamo cercando anche noi. Io non ho ancora avvertito il suo sostituto, ma non potrò temporeggiare per molto”

“Dove sei amore? Dove ti sei cacciata?” pensò lui.

“Dammi solo qualche ora, solo qualche ora Ettore e la riporto in questura”

“Diciamo che fino a domani mattina credo di poter gestire la situazione, ma se domattina non sarà qui le cose si metteranno molto male per lei”

“Va bene Ettore, grazie, ti tengo aggiornato, qualsiasi cosa, qualsiasi avvertimi”

“Certo dottore, la stessa cosa vale per lei”

“Hai ragione, Masetti è un’idiota, era già convinto che tu fossi colpevole prima ancora di avere il caso, ieri all’interrogatorio di garanzia è stato un bastardo! Da dietro quel vetro ho visto tutto, ho sentito tutto e non ho potuto fare niente, mi sono sentito impotente. Io non ho mai pregato in vita mia, ma stavolta più che mai spero e prego. Fa che tu sia a casa Azzurrina mia”

Modena.

Bar del convento.

“Davide… Davide perché non mi aiuti a scaricare i giocattoli per i bambini della casa famiglia?”

“Ma suor Angela sto parlando con Lua, non possiamo fare dopo?”

“Sempre a rimandare tu, eh? Pigrone! Con l’adolescenza sei diventato un “rimandatario””

“Un che?” chiese stupito Davide

“Uno che rimanda sempre le cose”

“Valentino… Vale guarda che in quel bicchierino c’era il mio lambrusco, non lo bere tesoro di zia Costanza”

“Ma che succede? Come il Lambrusco madre superiora” rimbrottò Margherita

“Era solo un goccino” rispose suor Costanza

“Sta tranquilla amore, nella peggiore delle ipotesi nostro figlio scoprirà i piaceri dell’alcol a tre anni” rispose Emilio serafico e Marghi gli diede un colpetto sul braccio in segno di dissenso.

“State tutti calmi, eccolo qua, il bicchierino, il lambrusco dentro intatto, perché Valentino a suor Maria Chiara consegna sempre tutto, vero?” e il piccolo le diede un bacino affettuoso.

“Azzurra… ma Azzurra, tesoro cosa ci fai lì?” chiese Suor Angela sorpresa

Lei avanzò di qualche passo senza profferire parola.

“Azzurra” Davide le corse incontro e la abbracciò. Poi fu seguito da suor Costanza “Cara bentornata, è sempre bello rivederti, è passato così tanto tempo” constatò emozionata

“Azzurra” la salutò calorosamente anche Chiara, o meglio Maria o forse suor Maria Chiara. Si strinsero forte.

Poi le si avvicinò Emilio che la salutò ed anche Valentino fu molto dolce, venne conquistato dal sorriso di lei e le diede anche un bacino. Margherita, invece, non si mosse, come se nulla fosse successo.

Attimi di tensione, suor Angela che guardava le sue due ragazze così vicine eppure così distanti emotivamente. Emilio e il piccolo accanto a Marghi, Maria Chiara accanto a lei e suor Costanza e Davide alle spalle di Azzurra.

“Ragazze…” provò solo a dire la consorella

“No suor Angela io con lei non ci parlo” rispose Margherita

“Nemmeno io, una vera amica resta tale anche se la vita ti ha portato lontano da lei. E poi io le ho sempre telefonato, era lei che aveva mille impegni”

“Beh, io non volevo sentirti solo a telefono, volevo che vivessimo nella stessa città, che ogni tanto ci potessimo prendere un aperitivo, un caffè al bar”

“Ma anche a me sono mancante queste cose”

“Ohhhhh! Azzurra!” le corse incontro il medico legale.

“Ohhhhhh! Marghi” e si abbracciarono, come se da tre anni prima non fosse passato nemmeno un giorno.

“Azzurra, ma papà?” chiese ingenuamente Davide

“Eh, bella domanda” rispose di getto suor Angela

“E… tuo padre… tuo padre è rimasto a Milano”

“Ah, pensavo sareste venuti insieme”

“Non era il caso” chiuse lei.

Poco dopo cenarono tutti riuniti e si divertirono molto, anche lei riuscì a sorridere, a rilassarsi, se Guido Corsi era l’amore destinato a provare per sempre, Modena e il Convento degli Angeli sarebbero stati per sempre la sua casa.

“Sono a casa, sono tranquilla, qui sono al sicuro, qui nessuno mi farà del male, nessuno mi porterà in galera, qui io e il mio bambino siamo al sicuro almeno per qualche ora”

Prima di andare via dal convento, Margherita la raggiunse nel chiostro

“Azzurra”

“Ehi, Marghi”

“Tieni” disse passandogli una boccettina

“Che cosa sono?”

“Vitamine per la gravidanza, immagino che tu le stia prendendo e siccome sei arrivata senza nemmeno una borsa, penso che te le sia dimenticate”

“Eh… ma… come hai fatto a capirlo?”

“Ti ho osservata, è vero che quasi non ci vediamo da tre anni, ma sono donna anche io, sono stata incinta anche io e in corsia di gravidanze ne ho viste”

Lei la abbracciò “Grazie Margherita, sei un tesoro, sei sempre la mia sorellina?”

“Sempre. E poi non voglio essere indiscreta, ma secondo me, la tua fuga qui, la gravidanza e l’incognita su un certo giudice sono tutte collegate tra loro. C’entra Guido, vero?”

Lei annuì senza parlare

“Oh, ma voi due lontani pare che non riuscite a stare, ci soffrite, vi mancate, vicini poi fate pure più danni, mettersi d’accordo e fare chiarezza con i vostri sentimenti non è più facile?”

“No” rise lei amaramente “Non riusciamo a fare chiarezza insieme, io non riesco a capire un tubo di tutto quello che mi sta succedendo e lui… lui? Forse non l’ho mai capito, quindi figuriamoci ora”

“Ma vi amate, vi siete sempre amati cara Azzurra, è questo non cambierà mai, non l’hai mai cambiato nessuno”

Poi vennero raggiunte da Emilio e Valentino e poco dopo andarono via.

Adesso toccava a suor Angela.

“Cara”

“Suor Angela non sposerò più Lorenzo, ci siamo lasciati, ho sempre amato Guido e solo lui, ma la polizia e il nuovo giudice mi vogliono arrestare, anche Guido mi avrebbe fatto arrestare, perché anche lui mi crede colpevole di quell’omicidio. Io non ucciso nessuno, non voglio andare in galera e lei mi deve aiutare”

Ecco a volte le cose se le dici tutte di un fiato, è meglio!

“Tesoro” suor Angela l’abbracciò e lei pianse, pianse a dirotto “Eh come posso aiutarti figlia mia, ti cercheranno e verranno qui”

“Lo so, quando verranno qui, lei dovrà proteggermi”

“Azzurra, tesoro, ma tu ti rendi conto di quello che mi stai chiedendo? Questo è un reato, qui siamo in convento”

“L’ha già fatto qualche anno fa, si ricorda, io lo so che le chiedo tanto, ma lei non si è mai rifiutata di dare un posto a chi ne aveva bisogno ed ora io ne ho bisogno disperato, non voglio stare per forza in convento e non si tratta di molto, stanotte e domani mattina al massimo”

“Oh, piccola mia, ma così ci mettiamo nei guai tutte e due"

"La prego suor Angela, ho solo lei che può aiutarmi" le lacrime cominciarono di nuovo a rigarle le guance

"Va bene, va bene, come posso tirarmi indietro, eh? Io non ti abbandonerei mai tesoro, mai. Ma poi che farai? Dove andrai? Mica potrai scappare tutta la vita Azzurra?”

“Domani pomeriggio grazie ad un amico recupero dei soldi che ho messo da parte su un conto, mi daranno un po’ di ossigeno e mi permetteranno di andarmene per sempre e poi qualcosa mi inventerò, ma non voglio finire in galera suor Angela, non voglio e non è giusto perché io non ho fatto nulla”

“Io lo so che non sei stata tu e sono sicura che non sei sola, anche Guido crede in te. Scappare non serve mai Azzurra”

“Senta madre se sono venuta qui è per ritrovare la mia famiglia e per essere aiutata, consolata, capita, se vuole farmi la morale vuol dire che questo non è più il posto che cercavo e così come sono venuta me ne vado”

“E dove? Non lo pensare nemmeno, una soluzione la troviamo, qualcosa come al solito mi invento e questa è la volta buona che grazie a te e insieme a te ci finisco anche io in galera, di nuovo. Ci facciamo mettere in cella insieme, va bene?" sorrise e riuscì a strappare un sorriso anche a lei "Ascolta, vado a prendere delle chiavi di un posto alla casa famiglia che forse almeno per stanotte può andare bene”

Poche ore dopo. Azzurra e la consorella con una borsa che le aveva preparato la suora si apprestavano ad uscire dal chiostro del convento per raggiungere un posto più sicuro.

“Io comunque sono sempre più convinta che dovremmo farci aiutare da Guido” osservò suor Angela

Lei per tutta risposta rise “Guido e aiutarmi sono un soggetto e un verbo incompatibili, suonerebbe meglio Guido e arrestarmi. L’avviso di garanzia me l’ha mandato lui ed anche l’obbligo di dimora e se mi dovessero beccare, mi arresteranno per colpa sua. L’ha voluto lui!"

 “Io non ho voluto un bel niente!” fu la voce di Guido ad interromperle e farle sobbalzare.


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Capitolo 17
*** Capitolo 17. E poi arrivi tu... ***


Capitolo 17. E poi arrivi tu...

Capitolo 17. E poi arrivi tu...

“Guido, menomale, sei arrivato anche tu”

“L’ha avvisato lei suor Angela, vero? Tipico da parte sua, io cercavo pace e protezione e credevo di poterla trovare a casa mia ed invece come nelle migliori famiglie anche lei mi tradisce alla spalle chiamando lui”

“Azzurra smettila” la richiamò Guido “Non mi ha avvisato suor Angela, ci sono arrivato da solo che ti eri rifuggiata qui, diciamo che erano due le opzioni più probabili per una fuga iniziale: San Vito lo Capo o qui, ma in Sicilia saresti stata sola e qui invece c’era una famiglia, la tua famiglia che ti avrebbe accolto”

“Adesso però sono costretta a fuggire immediatamente, perché tu ora chiamerai la polizia e mi farei arrestare vero signor la giustizia-sono-io?”

“Devo avvisare Magliani, è ovvio”

“Guido” rimase sorpresa suor Angela “Non puoi farle questo, dobbiamo aiutarla a venirne fuori da questa storia”

La ragazza, intanto, ebbe un capogiro e si appoggiò ad una colonna del chiostro, sedendosi in terra.

“Azzurra, Azzurra” la aiutò a sostenersi la consorella.

“Sto bene… sto bene… adesso mi passa” respirò profondamente

Lui la raggiunse e si chinò vicino a lei “Ma hai fatto delle analisi? Hai visto altri medici? Stavi svenendo di nuovo Azzurra, adesso ti porto in ospedale” disse lui preoccupato

“Non sono affari tuoi cosa ho fatto io, non voglio andare in nessun ospedale, va bene? Chiama Magliani e finiamola qui. Non ce la faccio più. Fammi arrestare giudice Corsi, così tu avrai il tuo colpevole ed io forse troverò un po’ di tranquillità. Questa tensione mi sta uccidendo a poco a poco”

“Io non voglio mandarti in galera, ma come devo dirtelo? Io lo so che tu non sei colpevole, ho sempre creduto in te”

“Certo, è come me l’hai dimostrato? I giudici le loro dichiarazioni d’amore e di fiducia le fanno con gli avvisi di garanzia?”

“Quello te l’ha mandato il P.M., lui è sempre stato convinto della tua colpevolezza ed io non potuto fare un bel niente per impedirglielo, ho sempre cercato di scoprire la verità e di dipanare la matassa, qualcuno ci vuole incastrare Azzurra prima ci ha provato con te e poi ha continuato facendo fuori dalle indagini me e non credo che ci voglia un genio per capire di chi si tratta”

“Lorenzo Barricati” concluse per loro Suor Angela

“Lorenzo? Ma voi state farneticando? Lorenzo? Io e Lorenzo stavano per sposarci fino a poche settimane fa, perché avrebbe dovuto uccidere Felipe, anzi perché avrebbe voluto incastrare me? Quando hanno ucciso Pérez io e te non c’eravamo ancora incontrati, noi progettavamo le nostre nozze, eppure voi già sospettavate di me”

“Questa cosa non me la riesco a spiegare neanche io, la cosa che non mi torna è perché abbia voluto incastrare te che eri la sua fidanzata, ma io sono sicuro che dietro tutto c’è lui, abbiamo anche cominciato a trovare delle prove a suo carico. Magliani è dei nostri e per questo che devo avvisarlo, Lorenzo sta seguendo una terapia psichiatrica ultimamente, lo sapevi?”

“Che cosa? Uno psichiatra? Una terapia?”

“Si, va da un dottore, due volte alla settimana, fa una cura a base di benzodiazepine da sei mesi circa”

“La morte di Marilù” intuì lei dispiaciuta

“Deve essere stato davvero un brutto colpo per lui”

“Ma voi non sospettavate di Lori, perché ha un alibi? Era al tennis club quella pausa pranzo”

“Ettore sta lavorando proprio su quello, al tennis club, c’era la sua macchina, ma forse non c’era lui, non abbiamo ancora nulla di concreto contro di lui, appena salterà fuori un elemento determinante, sarò io a denunciarlo, è solo questione di tempo Azzurra e tu devi resistere. Io e Magliani stiamo facendo il possibile per scoprire come sono andate le cose. Io mi fido di te, tu fidati di me”

“Si voglio fidarmi di te, perché ho bisogno di averti accanto” disse lei rasserenandosi un po’.

“Ah… devo chiederti una cosa, Barricati aveva prenotato un viaggio in Spagna, la famiglia di Pérez è spagnola, sai cosa voleva farci, ci potrebbe essere un collegamento con il delitto?”

 “No quel viaggio non ha nulla a che fare con l’omicidio, quel viaggio riguardava noi ed ormai non ha più senso”

“Il vostro viaggio di nozze?” chiese suor Angela curiosa

“No, era per me, per noi, stavamo prenotando un intervento di fecondazione eterologa assistita in una clinica specializzata di Barcellona. Noi volevamo un figlio, lo abbiamo desiderato, ma Lorenzo è sterile, avevamo deciso di rivolgersi ad una struttura molto qualificata in Spagna”

“Perché in Italia la fecondazione eterologa non è ammessa dalla legge” constatò lui.

“Esatto, Guido io stanotte non voglio tornare a Milano, non me la sento, sono molto stanca”

“Chiamo Magliani e lo avviso, domattina però dobbiamo passare in questura per la firma”

Lei annuì e Guido si allontanò

“Vedi tesoro, una soluzione arriverà, lui da lassù veglia su di noi, ed anche se ci mette un po’ di tempo talvolta, poi arriva. Vedrai che le cose si sistemeranno, non hai nulla da temere, perché tu sei innocente e come dicevo io, quando la verità è in marcia nessuno la può fermare, arriverà il trionfo della verità anche per te, vedrai”

Azzurra finalmente riuscì a sorridere e suor Angela la abbracciò

“A proposito di verità, no? Questa storia degli svenimenti, mi devo preoccupare?”

“No… non c’è nulla di cui preoccuparsi… devo stare solo un po’ attenta, i primi mesi è così”

“I primi mesi di cosa?” chiese ingenuamente suor Angela, sospettando la risposta

“Sono incinta”

“Azzurra” la guardò piena di gioia la consorella.

E poi si distinse chiaramente il rumore di qualcosa che andava in frantumi: il cellulare di Guido.

“Tu… tu sei incinta?” chiese lui sconvolto

“Suor Angelaaaa, Azzurraaaaa ma dove siete finite?” vennero raggiunti da qualcun altro.

“Papà, ma allora ci sei anche tu?”

“Davide, ciao” e per guardare suo figlio finalmente Guido staccò gli occhi da lei. Lo salutò abbracciandolo, poi il ragazzo si scostò per chiedere “Come mai non mi hai detto che arrivavi papà?”

“Una sorpresa, noi volevamo farti una sorpresa” improvvisò Azzurra

“Beh se volevate farmi una sorpresa e venire qui a Modena, penso che dovevate organizzarvi meglio, non siete arrivati nemmeno insieme e le vostre facce da funerale non mi piacciono granché”

“Sai tesoro, gli anni passano, io invecchio, tu cresci a vista d’occhio e diventi un tipetto maturo e giudizioso e questi due testoni qui restano sempre gli stessi, che ne dici di lasciarli un po’ da soli e di andare a preparare la camera nel vostro vecchio appartamento?”

“Va bene” acconsentì Davide dopo aver lanciato uno sguardo sconsolato ai due testoni in questione.

Guido le si sedette accanto e le prese la mano “Allora come stai? Come ti senti? Hai bisogno di qualcosa? Vuoi che chiamiamo Margherita?”

“Guido…. Guido… frena sto bene. Sto bene davvero, non ho bisogno di niente e con Margherita ci ho già parlato poco fa, anzi mi ha dato anche le vitamine che prendo da qualche giorno e che nella fretta ho dimenticato a Milano”

“E perché prendi le vitamine? C’è qualche problema? Ma sei stata dal dottore? Cosa dice?”

“Ehi… ehi… calma, il mestiere di Giudice ti si addice lo sai? Mi pare di essere di nuovo sotto interrogatorio. Sto bene Guido, dopo il test di gravidanza positivo e gli esami di laboratorio sono stata dalla mia ginecologa a Milano, va tutto bene e le vitamine servono solo per il benessere mio e del bambino”

“Un bambino… Tu ti rendi conto… un bambino… un bambino nostro? Azzurra è nostro! Noi due insieme. Io… io non ci posso credere”

Lei sorrise “Già a volte non ci posso ancora credere neanche io, eppure è qui” disse poggiandosi una mano sul ventre e poi con l’altra mano prese la sua e lo invitò a fare lo stesso. Le loro mani congiunte sul suo pancino appena pronunciato, quasi impercettibile.

“Ti amo Azzurra Leonardi… io ti amo… ti amo con tutto me stesso”

“Anche io ti amo Guido Corsi… ti amo… e questo non potrà cambiarlo mai niente e nessuno”

Si baciarono e poi raggiunsero l’appartamento del custode nel convento. Quella notte sarebbero stati lì tutti insieme, lei, lui, Davide e il bambino che stava crescendo dentro di lei, per dare corpo e anima a quell’amore, per suggellare quella famiglia. Una vera famiglia. Una famiglia d’amore.

Il giorno seguente Azzurra e Guido spiegarono la grande novità a Davide che fu entusiasta dell’idea che avrebbe avuto un fratello o una sorella.

“Ma sia chiaro” gli aveva detto “il mese prossimo vengo a vivere con voi a Milano e non programmate di usarmi come babysitter perché non ci penso nemmeno. Sono felice del nuovo arrivo che ci sarà, anche perché così io avrò meno fiato sul collo, soprattutto da papà”

E loro due risero di gusto.

Mentre guidava verso Milano, Guido cercava di avere un’andatura tranquilla, di evitare frenate brusche, la velocità era costante e rigorosamente sotto la norma, spesso si voltava ad osservarla, le chiedeva se aveva bisogno di qualcosa, le stringeva la mano.

“Guido perdonami”

“Abbiamo sbagliato entrambi Azzurra”

“No, non è vero, da quando ci siamo rivisti sono successe così tante cose ed ho vissuto momenti così contrastanti dentro di me, non erano i miei sentimenti a non essere chiari, quelli purtroppo lo sono sempre stati, lo sono stati fin troppo. Era la mia testa ad avere una confusione difficile da gestire. L’indagine, gli interrogatori, il matrimonio con Lorenzo, i problemi alla Masalor, vivevo una realtà complessa ma tutto sommato tranquilla, ordinaria, poi rivedo te e i tormenti dentro di me ricominciano. Fingo di essere indifferente, mi autoconvinco che tu sei sposato, che hai un bimbo piccolo con Beatrice, sospiro e vado avanti e poi quella notte. La notte in cui sei venuto da me ho ceduto, io ti ho sempre voluto Guido e sentirti dire quelle parole, scoprire che provavamo le stesse emozioni, per me è stato uno shock. Potevo avere tutto quello che avevo sempre desiderato e che credevo irrimediabilmente perso. Allo stesso tempo mi sono sentita in colpa, dare un calcio a quattro anni di vita non è facile, non era per niente semplice. Volevo punire me per aver tradito, per aver fatto del male a Lorenzo ed ho colpito te mandandoti via così”

“Lo so… ma io stavolta non sono disposto a lasciarti, non voglio perderti, l’ho già fatto una volta e mi è costato caro. Mi hai ferito Azzurra e non hai avuto fiducia in me, nemmeno per l’indagine, non mi hai mai dato la possibilità di parlarti, di spiegarti che quei provvedimenti dovevo adottarli per forza, non credere che non mi abbiano fatto male, io cercavo di salvare il salvabile, non potevo dirti il punto delle indagini e le misure cautelari che ti avrebbero riguardato, ma ho sempre cercato di scoprire la verità perché non ho mai dubitato di te, mai”

“Si, è vero, non avevo fiducia in te, avevo paura Guido, paura che mi lasciassi di nuovo, che mi considerassi di nuovo una persona superficiale, non degna di te, paura che finisse di nuovo, che andasse tutto a rotoli e un’altra volta, credimi, non l’avrei sopportata. Ho cercato di proteggermi e l’ho fatto scaricando sempre le colpe su di te, era semplice, stupido ed anche un po’ catartico”

“Il passato è passato che sia stato 4 anni fa, che sia stato il mese scorso ognuno di noi ha rischiato di mandare a fondo l’altro senza capire che avevamo entrambi bisogno di restare a galla io con te e tu con me”

“Ed ora ci saranno anche Davide e questo fagiolino qui” disse toccandosi il pancino “a dare forza alla nostra barca in mezzo al mare mosso. Non saremo un transatlantico, non avremo una ciurma proprio perfetta ed organizzata, ma non affonderemo” sorrise lei

“Puoi starne certa” ricambiò il sorriso lui.


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Capitolo 18
*** Capitolo 18. La resa dei conti ***


Cap. 18 La resa dei conti

Capitolo 18. La resa dei conti

Passarono in questura per la firma e Magliani fece intuire a Guido di avere delle novità su cui voler discutere, ma preferiva evitare di farlo di fronte ad Azzurra.

Lui la riaccompagnò a casa e poi avrebbe raggiunto l’ispettore.

“Sei sicura che non vuoi che salga con te?”

“No, non ti preoccupare, penso che ci sia Eli, ho fatto prendere un bello spavento anche a lei e a Kate, poi mi metterò a tavolo di disegno e lì le energie mi torneranno sicuramente”

“Va bene, basta che non ti muovi di casa. Ricordati dell’obbligo di dimora oltre che di firma”

“D’accordo signor giudice” rispose con uno sbuffo divertito lei.

“Ti chiamo più tardi” le diede un bacio Guido “qualsiasi cosa chiamami tu”

Fu lei a darle un altro bacio, prima di scendere dall’auto e di rincasare, quando entrò nell’appartamento si rese conto ben presto che era vuoto. Aprì le tapparelle e si preparò un caffè, in cucina c’era un post-it di Eli

Sono fuori per delle lezioni universitarie e poi farmacia. A stasera. Fai la brava

Si mise al tavolo da disegno e si voltò un paio di volte in direzione del bagno le era parso di sentire dei rumori “Meglio chiudere la finestra o abbassare la tapparella”

“Troppo tardi amore mio”

“Ahhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhh!” venne braccata alle spalle e qualcosa di duro e freddo puntato alla tempia, era una pistola.

“Zitta, stai zitta, altrimenti ti ammazzo Azzurra e credimi ne sarei capace”

“Lorenzo… Lorenzo lasciami”

“No mia cara, tu devi seguirmi in un posticino, quindi, meglio mettersi d’accordo o lo fai con le buone o ti costringo con le cattive e non ti conviene secondo me”

“MA SEI IMPAZZITO! TU SEI PAZZO” urlò lei

“BASTA! Non voglio sentirti dire una parola di più, per tua fortuna stavolta non sarai tu a parlare, a disperarti, a farti consolare, stavolta tocca a me… voglio spiegarti tante cose, amore bello, ma non qui, ho bisogno dell’atmosfera giusta, del posto giusto”

“Ma dove mi vuoi portare? Ma cosa vuoi da me? Lasciami, ti prego”

“Ti lascio ad una condizione… tu vieni con me senza fare storie, senza battere ciglio, altrimenti preparati al peggio Zuri cara”

“Io non voglio venire con te da nessuna parte, vattene via, oppure mi metto a urlare, o chiamo la polizia, oppure chiamo...”

“NO! Tu non chiami proprio nessuno, è chiaro. Lo vuoi capire o no che ti ammazzo come un cane se non fai quello che ti dico io!” le disse premendole di nuovo la pistola alla tempia.

“Il bambino! Il mio bambino non posso metterlo in pericolo. Non posso” constatò lei.

“Va bene… va bene, parliamo, mi vuoi spiegare delle cose, d’accordo, sediamoci con calma e ne parliamo”

Lui mollò la presa e si mise davanti a lei sempre con l’arma in pugno.

“Non qui!”

“Ma io ho l’obbligo di dimora, di firma, non posso muovermi da questa casa”

“Però il tempo per scappare stanotte a Modena l’hai avuto?”

Lei sbarrò gli occhi “lo sai anche tu?”

“Sapessi quante cose so tesoro mio, non sarà un problema andare a un km da qui, andiamo alla Masalor, puoi stare tranquilla. Azzurra tu puoi fidarti di me, sempre”

“Alla Masalor? Perché?”

“Perché lì è cominciato tutto e lì finirà, non devi avere timore di nulla”

“E’ pazzo, Lorenzo è impazzito, ha davvero bisogno dello psichiatra, delle cure” pensò lei intimorita e preoccupata.

“Senti io non ho molto tempo, va bene, quindi o decidi di tua spontanea volontà oppure ti ci porto io, non farmi arrabbiare Azzurra, come vedi io ti lascio sempre la possibilità di scegliere”

“Alla Masalor, non mi ha proposto di andare in aperta campagna e se avesse voluto farmi veramente del male, l’avrebbe già fatto, poi alla maison ci sono decine di persone ogni giorno, il custode, la sicurezza”

“Va bene, ma basta che facciamo in fretta, visto che lo sai, dopo quella stupida fuga di ieri sera e di stanotte, la polizia mi sta addosso e non voglio mettermi in altri guai”

“Faremo presto non preoccuparti, ma devi lasciare qui tutto, borsa, cellulare, non voglio che nessuno ci disturbi”

Lei annuì e si apprestò a seguirlo alla porta e poi lui si voltò per un’ultima minaccia “non provare a fare scherzi Azzurra perché ti giuro che te la faccio pagare se solo ti azzardi”

Lei annuì di nuovo, quell’incubo sarebbe mai finito?

***

“Ettore, allora, quali novità ci sono? E perché non me ne hai voluto parlare davanti ad Azzurra, io con lei ormai non ho più segreti”

“Perché le novità riguardano sempre Lorenzo Barricati e dato i rapporti tra loro due, non voglio rischiare fughe di notizie, dottore. C’è un nuovo filone di indagine, da pista embrionale quella del possibile omicidio ordito dal nuovo presidente della Masalor sta prendendo sempre più piede, anche il giudice che l’ha sostituita se ne sta convincendo sempre più, al punto che sta pensando di rivedere e revocare i provvedimenti restrittivi a carico della dottoressa Leonardi”

“Ma questa è una notizia bellissima, finalmente qualcosa sta cominciando a girare nel verso giusto, io lo sapevo che tu Magliani sei un ottimo investigatore e che da quel quadro così perfetto, avresti intravisto le crepe. Cosa è emerso?”

“L’alibi di Lorenzo Barricati non esiste più. Ha lasciato la macchina al tennis club, ha affittato un campo più isolato, l’hanno visto prima, l’hanno visto dopo l’ora in cui ha noleggiato il campo, ma non durante, la sua auto è sempre stata parcheggiata lì, ma dalla Masalor a quel circolo anche a piedi la distanza può essere coperta tranquillamente in pochi minuti”

“Non c’è nessuno che può testimoniare di averlo visto allenarsi su quel campo, ma nessuno l’ha nemmeno visto alla Masalor” concluse Guido.

“Ed è qui che si sbaglia, qualcuno che l’ha visto alla casa di moda ed ha reso informazione sui fatti proprio stamattina, l’ho torchiato personalmente mi creda e sono stato molto bravo”

“Davvero? Chi?”

“Il custode della maison, ha visto Barricati entrare e uscire, ovviamente il caro Lorenzo ha giocato la carta affettiva, Sandro Cassani, lavora lì da più di trent’anni, fu Savino Barricati stesso ad assumerlo, il padre di Lorenzo, con gli anni era diventato un uomo di fiducia della famiglia ed anche la cara signora Marilù riponeva estrema fiducia in lui, per Lorenzo, invece, ha rappresentato il padre che ha perso qualche anno fa. Ma gli ho ricordato qualche articolo del codice penale, qualche condanna in cui si incorre se si favoreggia un delinquente, se si omette ciò che si conosce, se si mente sui fatti. Vuole bene a Barricati ci tiene al suo lavoro, ma la Masalor è ormai affondata e il custode è un buon uomo ha capito che collaborare era la scelta più idonea”

“La casa di moda è condannata, vero?”

“Beh dopo la morte dei suoi proprietari originari, dopo lo scandalo dell’omicidio di Pèrez e se arrestiamo anche Barricati, credo che della Masalor resteranno solo macerie”

“Povero amore mio ci ha creduto così tanto in quel progetto ed ora sta andando tutto a monte”

***

“Perché mi vuoi portare alla casa di moda?” Azzurra cercò di usare toni calmi e pacati “Se vuoi parlarmi, se vuoi spiegarmi potevamo restare anche a casa mia”

“No, non era il posto giusto, alla Masalor ho preparato una sorpresa per te”

“Una sorpresa?” chiese lei non sapendo se interpretare questo messaggio come una consolazione, come una nota positiva o come qualcosa di tetro, paranoico, sinistro. Non aveva un bel presentimento però, il tono di Lorenzo non le piaceva, non l’aveva mai visto così, parlare in quel modo, agire in quel modo. Possibile che negli ultimi sei mesi la persona che aveva accanto era cambiata così tanto e lei non se ne era mai accorta? Oppure era sempre stato un altro e lei non l’aveva mai visto? Può un uomo dolce, sensibile, disponibile, affettuoso, complice come Lorenzo diventare uno che ha forse commesso un omicidio e ti punta una pistola addosso costringendoti a seguirlo?

“Non avere timore di me, se fai così mi deludi amore, sono io, sono il tuo Lorenzo e voglio solo dimostrarti che quando si ama si è disposti a tutto per il proprio amore. Dopo la morte di mia madre, io ho solo due grandi amori nella mia vita Azzurra, te e la Masalor e non avrei mai voluto perdere nessuno dei due”

“Si, era decisamente fuori di sé e questo la angosciava, aveva paura per sé e aveva paura per il suo fagiolino, che diavolo aveva in mente Lorenzo? Le avrebbe fatto del male?” era terrorizzata ed in quel momento avrebbe voluto solo una cosa: Guido!

***

Guido era da più di mezz’ora che cercava di rintracciare Azzurra e non vi riusciva, cellulare e telefono di casa squillavano sempre a vuoto, aveva chiamato Elisa e Kate e nessuna delle due l’aveva né vista né sentita? Cosa era successo ora?

“Si è semplicemente addormentata come l’altra volta, te l’ha detto anche lei che quando dorme non sente nemmeno le cannonate, ha il sonno pesante. E’ incinta, sarà stata stanca per il viaggio e si è addormentata” pensò Guido mentre si dirigeva a casa sua “Oh mio Dio è incinta e se si fosse sentita male? E se non fosse riuscita a chiamarmi? Se fosse svenuta? Forse ha battuto la testa! Elisa non era in casa. Oh mio Dio” constatò accelerando con l’auto per arrivare al più presto. Citofonata interminabile, nessuna risposta. Approfittando del fatto che qualcuno uscisse dal cancello, entrò arrivando alla porta d'ingressp, scampanellate, pugni alla porta e il suo nome urlato, niente! Non c’era altra soluzione, pensò guardando la finestra del suo bagno, era aperta, spalancata per la precisione, non sapeva se esserne più contento perché così avrebbe avuto accesso immediato all’appartamento oppure esserne adirato per il rischio che comportava.

Saltò in casa, cominciò a chiamarla e a cercarla in tutte le stanze, nessuna traccia, proprio nessuna, ma era tutto lì, borsa, cellulare, soldi, documenti, tutto. “E adesso dove sei? Dove sei finita Azzurra? Non può essere stato un altro colpo di testa, no, perché avresti dovuto fuggire di nuovo, ora che le indagini su Barricati sono a buon punto, ora che ti scagioneranno, dove sei?”

***

L’ansia di Azzurra esplose, Lorenzo non l’aveva condotta alla Masalor, ma ai magazzini della maison, si trattava di un capannone, che era posto dietro la casa di moda, quasi sempre isolato, poco frequentato, controllato solo saltuariamente dal custode.

“Perché siamo qui, avevi detto alla maison, non ai magazzini”

“Perché abbiamo bisogno di un po’ di privacy” la fece scendere dall’auto sempre tenendola sotto la minaccia dell’arma, lei provò ad assestargli un colpo per disarmarlo e per scappare, ma Lorenzo la prese subito, la gettò in terra e le mollò due schiaffi facendole colare il sangue dal naso.

“Non ci provare mai più brutta stronza e ringrazia che non ti abbia sparato!”

Lei pianse e cercò di tenere una mano sul ventre come per creare una piccola e forse inutile barriera protettiva per il suo bambino.

Quando la trascinò nel capannone la situazione fu ancora più drammatica, lì c’era una corda già pronta, come se per qualcuno fosse arrivato il momento di eseguire una condanna a morte. Era lei la condannata?


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Capitolo 19
*** Capitolo 19. Amore criminale ***


Cap. 19 Amore criminale

Capitolo 19. Amore criminale

Guido allertò immediatamente Magliani.

“Giudice Corsi ha dimenticato di chiedermi qualcosa?”

“Azzurra è sparita”

“Ma cosa sta dicendo giudice? Come sparita? Di nuovo?”

“Si, sono molto preoccupato Ettore, non ha con sé praticamente nulla e a casa sua non c’è”

“Potrebbe essere scappata un’altra volta, ha finto di collaborare e invece preparava un piano alternativo”

“No, non questa volta Magliani. Gliel’ho detto che sospettavamo di Barricati e che c’era uno spiraglio per lei, perché sarebbe dovuta andare via ancora? E dove poi? Senza un soldo, senza documenti, senza carte di credito, anche la macchina è qui e poi Azzurra è incinta, ha bisogno di riposo, è successo qualcosa di grave me lo sento”

“Si, forse, ha ragione lei, allerterò le pattuglie, la cercheremo. Faremo tutto il possibile Guido. Cerca di stare calmo e qualsiasi cosa ti viene in mente avvisami prima, non fare gesti avventati, non prendere iniziative prima di avermi consultato”

“Va bene”

Chiusa la conversazione, cominciò a girare quella casa in lungo e in largo, quello era l’ultimo posto in cui era stata e lì doveva essere successo qualcosa, ma chi o cosa l’avevano spinta ad andarsene?

“Qualcuno, ma certo qualcuno!” pensò raccogliendo da terra un orologio maschile che lui riconobbe.

“Lorenzo, questo è di Lorenzo!” aprì la porta e se ne andò sbattendola dietro di sé “Alla Masalor, quel pazzo l’ha portata alla Masalor me lo sento”

***

“Perché? Perché quella corda?” chiese Azzurra in preda al panico

“E’ per te cara mia” disse con una calma disarmante Lorenzo “La dottoressa Leonardi, manager di moda, stilista, testimonial e già iscritta nel registro degli indagati per l’omicidio Pérez si è tolta la vita oppressa dal senso di colpa per il delitto che ha compiuto”

“Tu sei malato, tu sei matto, TU FARNETICHI”

“No mia cara, io ragiono così bene, non vedi come sono stato bravo in questi ultimi mesi? Il mio piano iniziale era perfetto, ma poi le cose sono mutate ed ho dovuto cambiare le carte in tavola più volte, eppure sono così bravo che oggi chiuderò per sempre questa storia, tra poche ore sarò un uomo libero e affranto per la perdita della sua fidanzata e promessa sposa”

“Perché vuoi uccidermi Lorenzo?” domandò in lacrime

“Ma come sei ingenua talvolta piccola mia, ecco una delle cose che ho amato fin da subito di te, non sei mai stata meschina, calcolatrice, pianificatrice, hai sempre avuto troppa fiducia negli altri, ma poca nell’uomo che hai amato incessantemente. Guido Corsi avrà pure fatto molto errori in passato nei tuoi confronti, ma tu da quando lo hai rivisto non gliene hai perdonata una, hai continuato a stare con me e a fidarti di me, ma non di lui”

“Ma tu chi sei? Che cosa sai? Ma cosa hai fatto?”

“Facciamo così esaudirò la tua sete di conoscenza, così poi scaricò i miei segreti dalla mia coscienza e te li porti tu nella tomba”

“Non può essere vero, no se mi ama come dice non può uccidermi, forse vuole solo spaventarmi, si piccolino mio non preoccuparti sta solo bleffando”

“Ho ucciso io Felipe” lo confessò come se fosse la cosa più naturale del mondo.

“Come.. mah... cosa hai fatto? Perché lo hai ucciso?”

“Mi sono costruito un alibi ci ho lavorato qualche settimana ed ho calcolato, tempi, percorsi, abitudini, è stato semplice, fai credere a tutti di essere in un posto ed invece non lo sei, il farmaco era mio, lo assumo regolarmente da mesi, da dopo la morte di mia madre, lo vedi come è strano il destino? A me per superare la depressione legata al lutto di mia madre, è stato prescritto un farmaco a base di una sostanza che per Felipe era letale. Non ho mica colpe per questo”

“Lorenzo tu hai ucciso un uomo, come non hai colpe?”

“Pérez meritava di morire, lui ci stava togliendo tutto amore mio, era diventato il padrone della mia azienda, aveva circuito mia madre, l’aveva illusa ed io avevo dovuto già assistere impotente a questo, sai quante volte ci ho discusso, i nostri rapporti si erano compromessi per colpa sua. Felipe fingeva di non volere le sue ricchezze, di volerla amare per quella che era. TUTTE BALLE. Poi mia madre ha cominciato a stare male e solo noi ce ne siamo davvero occupati, non volevo contraddirla, non volevo avvelenarle il sangue ulteriormente ma ha fatto il più grande errore della sua vita quando gli ha lasciato la presidenza. E’ stata colpa sua se mia madre è morta in sei mesi, nessuno me lo toglierà mai dalla mente che è stato lui a distruggerla. Ed ora stava mandando in pezzi anche la MIA casa di moda. Quell’uomo era capace di frantumare qualsiasi cosa toccasse. Lo sai perché la MASALOR si chiama così? LO SAI?” le urlò contro

“Marilù una volta mi disse che aveva a che fare con i vostri nomi” rispose lei spaventata.

MArilù, SAvino e LORenzo  Barricati. C’è scritto Felipe per caso da qualche parte, eh? LUI COSA C’ENTRAVA? COSA?”

“Lorenzo, calmati, io capisco che Felipe era un uomo arrogante, presuntuoso, tirannico, era un bastardo hai ragione, ti ha fatto male, probabilmente ne ha fatto a Marilù e voleva farne anche a me, non aveva pietà per nessuno, non aveva rispetto per niente, ma ucciderlo è abominevole. E poi perché hai cercato di incolpare me, noi stavamo per sposarci Lorenzo, perché mi hai incastrato?”

“Perché, mentre cercavo di riprendermi la Masalor per noi, ho perso anche te. Io non volevo buttarti nel fango, amore, non volevo, inizialmente, il mio piano era perfetto, volevo far cadere i sospetti su Converso”

“Il nostro stilista? Ma è uno dei miei più stretti collaboratori, ha l’ufficio accanto al mio ed insieme noi tre abbiamo lavorato giorno dopo giorno per anni”

“Oh, senti Azzurra, mi serviva un colpevole e il suo carattere irruento e rissoso calzava a pennello, aveva avuto vari scontri con lui documentabili da molte testimonianze ed è per questo che ho fatto ritrovare quel farmaco nella spazzatura del vostro piano, era per lui non per te”

“Ma le cose sono andate storte, vero? Quel giorno lui mi chiese un permesso, sua figlia piccola si era sentita male a scuola e andò a prenderla e non ritornò più alla maison, quindi uno valeva un altro, siamo stati tutte pedine nelle tue mani, hai pensato di sacrificare me”

“No, avrei risolto questo inconveniente, stavo già studiando delle soluzioni alternative, io sono bravo in queste cose, hai visto come sono stato bravo? Sono bravo! Ti avrei tirato fuori dai guai e ti avrei salvato un’altra volta, ma non te lo sei meritata. SGUALDRINA” gli gridò in faccia.

“Tu sapevi di me e di Guido, tu lo hai sempre saputo” cominciò a piangere disperata. Quel quadro era sempre più comprensibile, ma sempre più drammatico.

***

“Giudice novità?”

“Sono quasi arrivato alla Masalor, deve essere stato quel pazzo di Lorenzo a rapirla, a costringerla a seguirlo, devo trovarla Magliani, quello le farà del male”

“Stiamo arrivando anche noi giudice, saremo lì tra pochi minuti, ci ha chiamato il custode poco fa, mi ha preso alla lettera quando gli ho detto che qualsiasi novità conoscesse doveva comunicarcela, pare che ci sia la macchina di Lorenzo posteggiata innanzi al magazzino della maison, è un capannone alle spalle dell’azienda”

“Ci vado subito”

“No, giudice ci siamo anche noi, stia fermo lì e ci aspetti potrebbe mettere in pericolo la sua vita e quella della dottoressa Leonardi, non si muova”

“Va bene” chiuse Guido. In barba a quelle parole, c’erano Azzurra e suo figlio là dentro e lui non avrebbe aspettato un minuto di più.

***

“Io sapevo che Guido Corsi era a Milano da prima che lo sapessi tu, l’ho scoperto per puro caso, sono stato fortunato, quello è stato un vero colpo di fortuna, gli ho messo un investigatore alle calcagna, so che vi siete anche incontrati per caso in un locale qualche sera prima che ti interrogasse, ho saputo subito che il caso era stato affidato a lui, l’avrei evitato ma non ho potuto, è così fin dal principio ho dovuto trasformare ogni inconveniente in opportunità, ti avrebbe difeso e protetto ad ogni costo, ma dato i vostri legami passati l’avrei potuto far sbattere fuori dalle indagini quando avrei voluto ed al momento giusto l’ho fatto, ma tu caro amore mi hai deluso, mi hai deluso più di tutti. Sei finita tra le sue braccia come se non aspettassi altro da 4 anni, io volevo perdonarti Azzurra credimi, io volevo, ci ho provato, ma non ho potuto”

“Ma quello che mi hai detto fino a qualche giorno fa, le belle parole, le promesse, questo amore che dici di provare per me…”

“Ma, infatti, io ti amo Azzurra e ti ho amato moltissimo e tu mi ha lasciato, archiviato così, buttato via come una scarpa vecchia, sapevo che l’avresti fatto, mi sono preparato il discorsetto. Ti è piaciuto il modo in cui ho recitato che ti avrei aiutato lo stesso e che alla fine saremmo tornati insieme, sono stato convincente, vero? Mi serviva solo un modo per prendere tempo, per farti avere ancora fiducia in me, vedi ti stavo preparando la sorpresa” disse mostrandole la corda appesa “Questo è un momento molto delicato delle indagini, Magliani e il tuo giudice stanno dando fastidio in giro, fanno domande, cercano informazioni, devo fermarli, devo stroncargli ogni possibilità di arrivare a me e quindi gli consegnerò te, si rassegneranno”

“Vuoi far credere che mi sia suicidata? Non ci crederanno mai, mai! Il tuo piano è inutile e fallirà con te”

“Oh, invece si, si convinceranno, guarda questa?” gli mostrò una lettera scritta con la sua calligrafia dove lei spiegava i motivi che l’avevano spinta al suicidio, c’era una parola per tutti, per i suoi amici, il convento, Lorenzo e il suo amore “Vedi è stata il mio ultimo atto ed è perfetta, nessun perito potrà mai dubitare che non sia stata scritta da te, l’ho pagata un sacco di soldi, dovresti complimentarti con me” si avvicinò per baciarla e lei gli sputò in volto “Adesso basta, la tua ora è finita puttana, finalmente mi vendico anche del male che mi hai fatto tu e ti ammazzo”

“Tu non ammazzi proprio nessuno, bastardo” fu la voce di Guido a interromperli.


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Capitolo 20
*** Capitolo 20. Se perdessi te... ***


Cap. 20 Se perdessi te

Capitolo 20. Se perdessi te…

“GUIDO” urlò spaventata Azzurra. Aveva desiderato che lui li raggiungesse, aveva paura ed un’angoscia che le bloccava il respiro ma vederlo davvero lì significava un’altra cosa, ora oltre a lei e al loro bambino era in pericolo anche lui.

“Ma che bel quadretto, anche il giudice innamorato, ma quanto siete teneri?”

Guido cercò di raggiungerla ma Lorenzo lo intimorì con l’arma facendolo restare a pochi passi da lei

“Lorenzo, ti prego” lo supplicò Azzurra “Ti prego lasciaci andare, non fare altre sciocchezze, non serve più a nulla ormai, ti prego”

Lui annuì ed abbassò l’arma.

La ragazza raggiunse Guido dando le spalle a Lorenzo, ma proprio in quel momento si udirono le sirene spiegate delle volanti della polizia che erano all’esterno del magazzino, Lorenzo impugnò di nuovo la pistola ed esplose un colpo diretto a loro, Guido si rese conto immediatamente che la pallottola avrebbe colpito Azzurra e quindi scansando lei venne ferito lui.

Lo sparo risuonò nell’aria e il grido di Azzurra che seguì fu straziante, Magliani e i suoi uomini entrarono immediatamente circondando Barricati che stavolta gettò l’arma a terra e si fece arrestare senza battere ciglio.

Guido era in un pozzo di sangue, ancora cosciente ma estremamente affaticato per il dolore lancinante.

“Amore…” pronunciò faticosamente

“Sono qui… sono qui… tesoro mio… non ti affaticare… stai calmo, stai calmo… hanno già chiamato l’ambulanza stanno arrivando”

“Tu stai… bene… il bambino e Davide...”

“Si… stiamo bene, noi stiamo bene e poi andremo da Davide, ma tu non lasciarci, Guido non lasciarci più ti prego”

Lui accennò un sorriso e poi perse i sensi “GUIDOOOOOO, AMOREEEEEEEE”

Magliani la raggiunse e le stette vicino incoraggiandola “Sembra sia stato colpito alla spalla, stia tranquilla Azzurra, vedrà, il giudice è forte, se la caverà”

Quando i medici arrivarono Azzurra salì in ambulanza con loro e durante il tragitto telefonò ad Elisa e poi a Suor Angela, lei doveva sapere e Davide... “Oddio Davide, se succede qualcosa di irreparabile a Guido, lui…” asciugò le lacrime e si fece forza, lei e la consorella si accordarono per risentirsi di nuovo quando c’erano notizie più sicure sullo stato di salute di Guido e poi avrebbe deciso di conseguenza.

Quelle ore prima al pronto soccorso e poi fuori dalla sala operatoria furono interminabili, venne raggiunta da Elisa, da Caterina, dal marito di lei e spesso anche Magliani le telefonava per avere notizie. Grazie a Eli aveva bevuto una spremuta, ma lo stomaco era così contratto da essere serrato. Voleva solo che le dicessero che Guido stava bene. Solo questo.

Fu il primario ad uscire per primo, era ormai notte fonda, aveva perso molto sangue e la pallottola si era conficcata in una posizione delicata della spalla, andava estratto subito e ci erano riusciti solo con un intervento di chirurgia delicato e complesso. Le condizioni generali erano tutto sommato buone, ma era molto debilitato, per sicurezza era stato trasportato in terapia intensiva e la prognosi era riservata, ma il primario si era lasciato sfuggire che comunque allo stato delle cose non vi era pericolo di vita salvo complicazioni emergenti.

Azzurra lo ringraziò piangendolo, poco dopo dalla sala operatoria uscì la dottoressa Bondi, era amica di Elisa e si mostrò molto ottimista e disponibile. Nonostante non era la prassi, offrì una branda in una stanza dove Azzurra, dato il suo stato, avrebbe potuto riposarsi qualche ora. Fino all’indomani nessuno poteva accedere alla terapia intensiva e restare in ospedale era pressoché inutile, ma dato che Azzurra si era mostrata irremovibile, Gaia Biondi si era premurata di offrirle questa soluzione, un po’ scomoda, ma pressochè agevole per consentirle di restare lì per il resto della nottata.

Il giorno dopo.

Prima dell’ora di visita concessa per la terapia intensiva, Elisa l’aveva raggiunta portandole un ricambio, aveva cercato di darsi una sistemata, aveva gli abiti della sera precedente ancora sporchi di sangue e cercò di dare colore al viso pallido e stanco.

Per l’ingresso pomeridiano sarebbero arrivati anche Suor Angela e Davide, lui aveva bisogno del padre e a Guido avrebbe fatto piacere avere accanto suo figlio.

La dottoressa Biondi la rassicurò sulle sue condizioni, la notte era passata abbastanza tranquilla anche se i postumi dell’anestesia erano stati difficili da smaltire, spesso il dolore era forte e solo ampi dosaggi di antidolorifico riuscivano a sedarlo.

Quando entrò lui dormiva, si avvicinò al letto e lottò contro se stessa per non piangere “Se perdessi te” inghiottì a vuoto “se perdessi te niente avrebbe più senso”, gli accarezzò il viso, delineò il contorno del suo naso, posò il dito sulle sue labbra.

Lui cominciò a lamentarsi e a muoversi nel letto come se fosse tormentato “Tesoro… tesoro… sta tranquillo, stai tranquillo”

“Azzurra” quasi gridò aprendo gli occhi

“Sono qui, amore, sono qui” lui si rassicurò guardandola “Come stai, eh?”

“Mi fa male… a volte mi fa un male insopportabile, ma sto bene non preoccuparti” le disse accarezzando anche il suo viso “Sei stanca?”

“Un po’”

“Amore devi andare a casa e devi dormire, tu sei incinta e non ti devi stancare così, io sto bene, sono solo un po’ malconcio, ma sono un osso duro, io! Non dirmi che non te ne eri mai accorta?”

“Sei una testa dura e ne sono stata consapevole fin dal primo momento in cui ti ho conosciuto”

Risero insieme

"Non farmi ridere, non ci riesco, mi fa male, mi fa male tutto"

“Mi dispiace, ma ben ti sta! Magliani mi ha detto che ti aveva avvertito di non entrare e di non mettere in pericolo nessuno e invece no, tu proprio l’eroe dovevi fare?”

“Non volevo fare l’eroe, non volevo che quel pazzo facesse del male a te o al nostro bambino”

“Mi hai fatto morire di paura Guido, non lo fare mai più ti prego”

Lui sorrise e la baciò “Nemmeno tu però, la prossima volta che ti fidanzi valuta meglio la salute mentale della persona che ti metti accanto”

“Oddio, caro giudice, già che ci siamo, chiedo una perizia psichiatrica anche per te?”

“Molto divertente, non c’è che dire. Menomale che ti ho raccomandato di non farmi ridere. Sono a pezzi. Adesso però mi prometti che vai a casa?”

Lei annuì e l’infermiera l’avvertì che il turno di visite era finito.


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Capitolo 21
*** Capitolo 21. E se fosse per sempre? ***


Capitolo 21. E se fosse per sempre?
 


 
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“Papà? Papà?” Davide era in piedi accanto al suo letto

“Dado. Cosa ci fai tu qui?” rispose lui confuso
“Papà io avrei anche evitato di venire, gli ospedali mi fanno venire in mente sempre brutti ricordi, sai la mamma…”
“Lo so tesoro, lo so hai ragione”
“Quindi la prossima volta se puoi evitare questi scherzi te ne sarei grato”
Guido sorrise e gli scompigliò i capelli “Papà lo sai che ci metto un’ora a sistemarli”
“Troppi per un rubacuori come te, non c'è bisogno di chissà quale look per fare colpo, cadono tutte ai tuoi piedi”
“Diciamo che evito l’esempio di mio padre” scherzò lui.
“Hai ragione, in fatto di donne non sono il massimo, ma ora più che mai so cosa voglio e Azzurra è la donna giusta per me”
“Per noi vorrai dire, non ti dimenticare che di Azzurra come tata e come “mamma” mi sono innamorato prima io di te” lui sorrise di nuovo
“Anche io mi sono innamorata prima di te Dado” Azzurra fece il suo ingresso in stanza “Tuo padre non si rassegna al fatto che lui viene per secondo e poi quando arriverà anche tuo fratello o tua sorella, passa addirittura al terzo posto, pensa un po’”
“Sono rovinato, lo sento”
“Azzurra ma in terapia intensiva non si entra uno per volta?”
“Si, Dado ma mi hanno concesso una piccola eccezione perché tuo padre domani viene spostato in reparto e poi appena possibile ci saranno le dimissioni. Il peggio è passato” disse sorridendo ad entrambi.
Qualche giorno dopo, furono Azzurra, Davide, Elisa e Suor Angela ad andar a prendere Guido che usciva dall’ospedale, avrebbe trascorso la convalescenza a casa delle due amiche e poi c’erano progetti importanti da affrontare. La Masalor era definitivamente fallita e la Procura alla luce dei fatti recenti aveva proposto a Guido, quando sarebbe rientrato in servizio, la possibilità di un trasferimento in un luogo a sua scelta.
Anche Azzurra aveva ricevuto un’altra proposta, la possibilità di rilevare le quote di una piccola casa di moda di una sua vecchia amica a Modena, non era una maison come la Masalor, ma il lavoro da fare e le soddisfazioni che ne sarebbero derivate non erano di poco conto, poi poteva essere l’occasione giusta per ritornare finalmente e definitivamente a casa?
Alla successiva ecografia di Azzurra, Guido volle accompagnarla per sfortuna della sua ginecologa, non era stato zitto un minuto, un interrogatorio, uno dei suoi soliti ma stavolta diretto alla dottoressa, una raffica di domande incalzanti con un “vago, vaghissimo” senso di apprensione. Era così dolce, premuroso ed attento alle sue esigenze e a quelle del bimbo in arrivo. Finalmente la felicità aveva bussato alla sua porta e sembrava incredibile dopo tanto tempo che per loro potesse esserci davvero tanto amore e tanta gioia da condividere.
Il mese seguente decisero insieme di trasferirsi a Modena, Guido scelse di essere assegnato alla procura di Reggio Emilia, circa un tre quarti d’ora di distanza, Azzurra invece decise di rilevare l’azienda di moda che le avevano proposto, grazie a Guido e a Suor Angela riuscì a trovare collaboratori e collaboratrici seri, affidabili e volenterosi. Era un nuovo progetto in cui imbarcarsi oltre a quello della maternità e a quello di dare le fondamenta alla famiglia che stava prendendo vita, forma, colore, calore, amore, ma stavolta non era sola, aveva Guido accanto a se, aveva l’affetto di Davide, c'era suor Angela, il convento ed aveva la sua città a darle forza e coraggio.
All’inaugurazione di G.A.D.A – Moda & Glamour, Azzurra era in dolce attesa da ormai sei mesi, la gravidanza procedeva tranquilla e dopo un primo periodo vissuto in convento, avevano acquistato un appartamento in centro, ma a pochi passi dal convento. Avevano scoperto il sesso del nascituro ed avevano deciso anche il nome ANGELA, Azzurra era stata categorica un bambino o una bambina si sarebbe trattato di un angelo scese dal cielo per loro.
Inoltre non era nel convento degli angeli e grazie a Suor Angela che era nato il loro immenso amore?
Dopo la festa per la nuova casa di moda a cui avevano partecipato amici, parenti, colleghi di lui, suore del convento, il padre di lei, Guido approfittò del silenzio in cui era piombata la casa per creare un angolo romantico in terrazzo, sistemò un tavolo con delle candele profumate, un mazzo di rose rosse che le aveva regalato lui stesso per la nuova avventura che si apprestava a vivere professionalmente e poi una scatoletta di velluto blu al centro del tavolo. Azzurra era al piano di sotto che sistemava il salone e lui la invitò a raggiungerlo. Lo scenario più bello era offerto dal cielo illuminato da centinaia di stelle che creavano un manto infinitamente suggestivo. Quando lei arrivò fu sorpresa dalle candele, dalle rose e da quella scatoletta. Guido si inginocchiò aprendo quel piccolo scrigno e le porse un anello di brillanti “Azzurra io voglio dividere la mia vita con te, voglio una famiglia con te, voglio prendermi cura dei nostri figli con te e affrontare qualunque cosa la vita vorrà riservarci insieme. Vuoi diventare mia moglie?”
Lei sorrise commossa “Si voglio essere tua per sempre” Lui le infilò l’anello baciandola.






Per quella notte, per quelle stelle, per quei baci, per un abbraccio, per la passione,
per Davide, per la vita che sarebbe nata, per l'amore, per lui, per lei, per se stessi, per tutti e quattro,
 per tutto questo e molto altro ancora,
per sempre insieme.
 


 

"Coloro che vivono d'amore vivono d'eterno"
(E. Verhaeren)






 

Grazie, grazie di cuore a chi ha letto questa storia, a chi ha recensito, apprezzato, a chi vi ha lasciato uno sguardo fugace, a chi non è piaciuta, a chi vi ha dedicato anche solo un attimo della sua attenzione. E' stata la mia prima volta, non avevo mai scritto una storia vera e propria, non avrei mai nemmeno creduto ed invece eccomi qui a chiudere quest'avventura e ad essere felice di averla vissuta e grata a tutti coloro che l'hanno condivisa con me. Non ho mai avuto chissà quali pretese, è stato solo uno modo per divertirmi, per svagarmi, per giocare un pò con la fantasia, spero di avervi lasciato una piacevole lettura e di avervi restituito anche solo un briciolo del tanto affetto che ho sentito da parte vostra nei miei confronti. Profondamente riconoscente, Serena.
 

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