Che Dio ci aiuti - Indagare su un amore di Serenella88 (/viewuser.php?uid=429385)
Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.
Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1. Il mio blog ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2. Ma chiodo schiaccia davvero chiodo? ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3. Il mondo è piccolo ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4. Cercasi voglia di studiare anche... in vacanza! ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5. Tra chi arriva, chi parte, chi si ritrova e chi si perde... ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6. Quando star lontani non significa non star vicini ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7. Se son rose... fioriranno... ***
Capitolo 8: *** Capitolo 8. Sul filo dei ricordi ***
Capitolo 9: *** Capitolo 9. Io, te e le incognite su di noi ***
Capitolo 10: *** Capitolo 10. A volte si rincontrano... ***
Capitolo 11: *** Capitolo 11. Ancora tu... ***
Capitolo 12: *** Capitolo 12. Il tempo passa e tu non passi mai ***
Capitolo 13: *** Capitolo 13. Il tuo posto nel mio cuore ***
Capitolo 14: *** Capitolo 14. E lui tra noi... ***
Capitolo 15: *** Capitolo 15. Con le unghie e con i denti ***
Capitolo 16: *** Capitolo 16. Ritornare a casa ***
Capitolo 17: *** Capitolo 17. E poi arrivi tu... ***
Capitolo 18: *** Capitolo 18. La resa dei conti ***
Capitolo 19: *** Capitolo 19. Amore criminale ***
Capitolo 20: *** Capitolo 20. Se perdessi te... ***
Capitolo 21: *** Capitolo 21. E se fosse per sempre? ***
Capitolo 1 *** Capitolo 1. Il mio blog ***
Il mio blog capitolo 1
Capitolo 1. Il mio blog
15 maggio 2013
E’
stato tremendo!
Mi è crollato il
terreno sotto ai piedi! Io non faccio altro che pensare a quelle
parole, mi fanno male da morire.
"Lei non
è la donna adatta per me e per mio figlio. Non lo
potrà essere mai. Non le affiderei mai
l’educazione di un bambino, il compito di seguire la sua
crescita. Fare la tata, con l’ausilio di altre persone
è un conto, ma diventare una madre è un altro. Io
voglio solo il meglio per mio figlio e lei non lo è di
certo! Sposerò Beatrice, lei saprà prendersi cura
di me e di Davide".
Ecco cosa
mi ha detto.
L’ho
affrontato, non potevo fare diversamente, gli ho detto che non ero il
meglio, che ero inaffidabile, che non ero quello giusta, ma che lo
amavo e che amavo Davide ed avrei cercato sempre e solo di dargli il
massimo. Che avrei sbagliato, certo, ma non gli avrei mai
spezzato il cuore, come lui stava facendo con me in quel momento! E
sono corsa via! Ho pianto ininterrottamente per due ore, avrei voluto
chiudermi a chiave, ma non ho potuto, qua le chiavi non ci sono.
Ho visto
suor Angela, Nina, Chiara, Margherita, che poverina deve essersi anche
sentita uno straccio, per una piazzata così al suo
matrimonio.
Eh
già la mia migliore amica si sposa ed io vengo umiliata
dall’uomo che amo, sconvolto e deluso, perché ha
appena scoperto da Paolo Marino che Davide è davvero suo
figlio, che può fare tutti i dna possibili e immaginabili,
ma che Manuela gli ha dato il suo cognome proprio per tutelare il
bambino.
Cosa
è successo dopo non lo so bene. Credo di aver capito che
è partito con Davide perché ha bisogno di stare
con suo figlio.
Suor Angela
dice che ha bisogno di tempo, che non era in sé,
che paradossalmente ha sfogato tutta la sua rabbia e il suo dolore su
di me, non potendo più farlo con Manuela.
E che
l’ha fatto perché anche lui prova qualcosa per me.
Io
non ci credo e non mi interessa!
Mi
ha mortificata, offesa, ferita con una ferocia, una cattiveria io non
credo di essere stata mai trattata così e non lo permetto a
nessuno!
Nemmeno
a lui!
20
maggio 2013
Del pitone nemmeno
l’ombra!
Ho sentito
Davide, piccolo mio, è stato dolcissimo e mi ha detto che
lui mi vorrà sempre bene, ho dovuto ripassarlo a suor Angela
per non scoppiargli a piangere a telefono.
Ho gli
occhi come due zampogne da giorni ormai, dormo poco e male, di mangiare
nemmeno l’ombra, insomma sono davvero a pezzi e tutto questo
perché? Per quello stronzo!
E’
il momento di fare delle scelte, di cambiare la mia vita!
Basta
convento, basta lacrime, piagnistei, basta Guido e a malincuore basta
Davide, ho sentito dire che tra un paio di settimane tornano ed io non
sarò più qui!
Grazie ad
un’amica di Suor Angela che vive a Milano, andrò a
fare un colloquio di lavoro martedì, commessa in una
boutique, non sarà il massimo, ma è un lavoro,
cosa che di questi tempi sembra un miraggio!
E poi
è a 175 km da qui! Certo non sono tantissimi, ma saranno
pochi quando avrò nostalgia di suor Angela, di Margherita,
del convento e saranno tanti per non permettermi di vederli ogni santo
giorno e rimuginare su quello che è accaduto ogni singolo
secondo! Ho bisogno di cambiare aria, ho sofferto troppo qui, mio
padre, la mia vita sconvolta ed ora Guido!
E’
una fuga?
Sono una vigliacca?
Si è una
fuga e sarò anche una vigliacca, ma io non voglio rivedere
Guido Corsi mai più!
30 maggio 2013
Mio caro blog lo so,
è un secolo che non scrivo, ma capirai nel frattempo le cose
sono cambiate e non poco.
Non sono
più a Modena da tre giorni, Dio come è difficile
cambiare la propria vita.
Ho smesso
di piangere per Guido ed ho cominciato a piangere perché ho
dovuto lasciare tutti e tutto.
Sono triste
e cerco di farmi forza, ho paura di finire al manicomio tra tutte
queste emozioni, gli sbalzi d’umore, i pesi che mi portano
indietro ed una spinta, uno scatto d’orgoglio che mi impone
di andare avanti e di far emergere le mie potenzialità!
Forse anche io valgo qualcosa e se è così
è venuto il momento di dimostrarlo.
Caterina
è molto dolce, è il mio futuro capo e domani
sarà il mio primo giorno di lavoro. Si lo so, fare la
commessa è da sfigatissimi, a Modena, forse mi sarei pure
vergognata di fare la carina, stare dietro i capricci di quelle che ti
fanno tirare fuori maree di vestiti, li provano e poi non li comprano,
però ci voglio provare.
Qui a Milano vivo una
contraddizione interna, mi sento sola, mi sento abbattuta, ma
dall’altra parte, mi sento più spavalda, libera,
più “grande” per affrontare le
situazioni con le mie sole forze.
Ho sentito
il mio piccolo, quanto è dolce, non mi parla mai di Guido,
non vuole ferirmi, un bambino di 8 anni, è così
sensibile, delicato, non vuole farmi soffrire e un uomo di 36 anni
invece usa parole durissime, passandomi sopra come con un caterpillar
nel mezzo di una festa, perché poverino lui è
sconvolto!
Io lo odio!
E come dice
suor Angela questo non è bello, perché
finché lo odierò, penserò ancora a
lui, avrò ancora qualcosa che mi lega a lui, devo
raggiungere il mio obiettivo, lui per me non dovrà
più esistere, dovrò essere brava a prendere una
gomma e a cancellarlo dal mio cuore come se ci fosse una scritta a
matita su un foglio.
Margherita
mi ha detto che Chiara ha cominciato il suo percorso di discernimento,
che Nina si è messa con Sergio anche se è un ex
galeotto e che i Corsi si preparano a lasciare il convento.
Forse in
attesa di convolare a nozze e mentre organizzano l’evento
più “noioso” e
“triste” dell’anno a Modena hanno
stabilito di andare a convivere.
Io
finchè potrò voglio restare in contatto con
Davide, tornare no, non c’è la faccio, non me la
sentirei, è un momento troppo delicato della mia vita, devo
trovare i miei equilibri.
02
giugno 2013
Fonte: www.volamondo.it
Oggi
è festa, molti qui, si sono organizzati per delle gite fuori
porta e così ne ho approfittato anche io, pranzo a sacco e
partenza per Como, ho trascorso la giornata con Caterina e la sua
cerchia di amicizie e devo dire la verità sono stata bene,
almeno per qualche ora sono riuscita a non pensare… no non
lo voglio nominare più, sono riuscita a non pensare eh va
bene, mi correggo sono riuscita a pensare meno a lui!
Ora sono stremata e
vado a letto e da domani nuova settimana lavorativa.
Grazie a Lisbeth17 per il banner
Nota dell'autore:
Tutte le immagini senza fonte sono tratte dalla fiction Rai "Che Dio ci
aiuti 2"
|
Ritorna all'indice
Capitolo 2 *** Capitolo 2. Ma chiodo schiaccia davvero chiodo? ***
Ma chiodo schiaccia davvero chiodo?
Capitolo 2. Ma chiodo
schiaccia davvero chiodo?
6
giugno 2013
Fonte: guidonia.olx.it
Caro blog,
tanto per cambiare
sono a pezzi, lavoro tanto, mi concentro sulle taglie, sui modelli, sui
marchi,
i colori, insomma sto cercando di essere una buona “shop assistant”!
E dire che
io una volta le odiavo le commesse, le consideravo il nemico numero 1 ed ora
invece capisco davvero cosa significa sorridere sempre, essere
disponibile ma
non invadente, paziente ma risolutiva, fare i complimenti ma non
sembrare
ruffiana, stare in piedi ore ed ore.
E
nonostante tutto, non basta!
Si Guido,
sempre lui e solo lui.
E
mettiamoci pure che non mi ero mai innamorata
veramente prima, che quello che ho provato è stato forte,
importante, ma santo
cielo qua c’è gente che è stata insieme
anni, sono stati fidanzati, sposati,
hanno avuto dei figli e si lasciano, si rifanno delle nuove vite, io
per uno
con cui non sono mai stata insieme, non abbiamo convissuto, non abbiamo
avuto
figli, non riesco a farmene una ragione?
Si lo so, sono matta, ha ragione Suor
Angela io in cuor mio mi sono illusa che Davide fosse un po’
figlio nostro e tutto
questo tempo in convento fosse stato un po’ come convivere,
io vivevo la
favola! Peccato che la favola era solo mia, che sono
un’illusa e che le favole
non esistono e la realtà ti prende a pesci in faccia senza
troppi preamboli.
9 giugno 2013
Domenica fuori porta, sembra
un’abitudine da queste parti e Kate mi coinvolge sempre, non
ho capito se le
faccio troppo pena o se mi usa per rimorchiare, in entrambi i casi
è molto
carina con me, si vede che un’amica di Suor Angela e stare
con lei mi fa
sentire un po’ meno la sua mancanza.
Oggi mare, sole, relax e
gavettoni, Andrea
uno degli amici di Kate ci ha provato spudoratamente, sentirmi
corteggiata mi
ha fatto sentire lusingata per la serie “meglio trovarmi che
perdermi” come ha
fatto qualcuno!
Elisa la sorella di Kate dice di buttarmi, perché secondo
lei
“chiodo
schiaccia chiodo” anche se è un motto
vecchio e logorato è sempre il
metodo più giusto per venire fuori da una delusione
d’amore. Avrà ragione?
15 giugno 2013
Fonte:
tonykospan21.wordpress.com
Un mese. Ormai è un
mese da
quando non ho più rivisto Guido.
Ciò
nonostante ci sono ancora notti che lo sogno e i sogni spesso sono
contrastanti
tra di loro, in alcuni quelli che preferisco mi vendico, lo insulto, lo
affronto, in altri quelli che odio, ci baciamo, lui mi confida che
anche lui prova
dei sentimenti per me, ci fidanziamo, in uno ho addirittura sognato di
sposarlo.
Ho navigato un po’ su internet è non è
un caso raro che accada, anzi
un certo Freud
diceva che “il
sogno è l’appagamento allucinatorio di un
desiderio”, nel senso che io nel sogno realizzo
quello che nella realtà non è
accaduto e non accadrà mai! Ma poi non è pure
quello che dice Cenerentola "i
sogni son desideri"?
Buona quella, poi! La scarpetta, il principe, ma quanto ci aveva
creduto anch'io di essere diventata la nuova Cenerentola? Hanno ragione
quelle che scrivono che noi donne dovremmo fare causa per risarcimento
danni alla Disney! Il principe Azzurro non esiste!
Ora mi chiedo visto che almeno nei sogni ho vissuto
quello che non è successo realmente, almeno non potrei
accontentarmi del sogno
e finirla qui con questa storia? Ma perché il cuore non mi
ubbidisce come mi
ubbidiva un bambino di 8 anni? Comunque sempre leggendo questo Freud
lui dice
che io ho investito sul mio oggetto d’amore e che ora devo
elaborare un lutto,
perché l’ho perso, cioè proprio come se
lui fosse morto! E inoltre devo
investire questo amore su altro, io comunque ho deciso domani esco con
Andrea e
anche se “chiodo non scaccerà chiodo”
almeno ci provo.
Mi sono illusa che
potevo vivere una storia d’amore con Guido Corsi e ci ha
creduto alla mia
illusione. Bene ora mi voglio illudere che starò bene
uscendo con Andrea e
magari ci credo anche stavolta. Ora vado a letto.
Sono stanca. Il sabato in
negozio è massacrante.
20 giugno 2013
Fonte: www.psichesoma.com
Sono
uscita con Andrea, è carino,
simpatico, ma niente di che, basta che attacca a parlare di palestra,
di
integratori, di proteine ed il meglio è tutto lì,
ha una bella macchina
sportiva ed è socio della palestra in cui lavora e dove
passa la maggior parte
della sua vita.
Ma chi l’avrebbe mai
detto che io avrei trovato più
interessante un noioso professore universitario ad un “figo
da paura”, come lo
definiscono Elisa e Kate?
Vogliamo parlare del
fronte
convento? Si lo so, diciamo che non faccia altro che parlare di Modena,
del
convento e dei suoi abitanti. Ma stavolta non si tratta di Guido, ho
sentito
Davide, lui è l’unico vero amore mio, mi ha
parlato della scuola e dei suoi
progressi a calcio, gioca da titolare ormai. Non ha aggiunto altro ed
io ho
avuto paura di chiedergli dove vive ora, visto che hanno lasciato il
convento.
Ma la novità più bella è
un’altra… Marghi aspetta un bambino. Io sono la
prima
a saperlo, ha fatto il test stamattina e domani andrà a fare
le analisi
cliniche, non l’ha detto ancora ad Emilio e nemmeno a suor
Angela perché vuole
essere prima sicura, ma non credo ci siano molto dubbi, è un
medico ed una
donna e queste cose una donna le sente.
La maternità deve essere una gioia
unica, immensa, indescrivibile che solo chi la prova o l’ha
provata può capire.
Arriverà mai il momento anche per me?
Sarò mamma?
Intanto qui si discute di
vacanze, da domani è estate, io non sono in vena di vacanze
folli e
spensierate, ancora non ce la faccio, però ho intenzione di
andare in Sicilia.
Riprendere i contatti con i luoghi delle mie vacanze da bambina credo
che sia
un buon proposito e poi se gli altri della compagnia hanno voglia
possono
trascorrere le vacanze con me a San Vito lo Capo, la villetta
è bella,
spaziosa, così mi sentirei meno sola, meno triste
nell’affrontare il mio
passato remoto e sarei meno depressa nel fare i conti con il mio
passato
prossimo quello che non mi sono ancora lasciata dietro da Modena.
Grazie a Lisbeth17 per il banner
|
Ritorna all'indice
Capitolo 3 *** Capitolo 3. Il mondo è piccolo ***
Capitolo 3. Il mondo è piccolo
Capitolo
3. Il mondo è piccolo
30
giugno 2013
Fonte: www.trmtv.it
I
saldi… è ufficiale, io odio i
saldi! La gente ormai viene, osserva, guarda i modelli, misura capi,
chiede i
prezzi e poi la fatidica domanda “dal 2 luglio mettete i
saldi, vero?” tu
annuisci e loro “Beh allora torno il 2!” Dopodomani
in negozio come dovrò
andarci con il giubbotto antiproiettile, lo scudo e il manganello per
gestire
la folla imbizzarrita?
E
poi menomale che hanno
inventato la calcolatrice! Tutte quelle percentuali il 20 - il 30%,
Kate dice
che la domanda classica sarà “quanto è
il prezzo scontato?” E tu lì, tutta
carina, che fai i conti cercando di non sbagliare nemmeno un centesimo.
Comunque
adesso è ufficiale,
Margherita ed Emilio aspettano un bambino, pare che siano tutti
entusiasti e lo
credo bene! Marghi dice che se è femmina mi vuole come
madrina, ed io le ho
risposto “auguri e figli maschi”.
Scherzi
a parte c’è ancora tanto
tempo prima di questo evento, ma perché io solo
all’idea di tornare al convento
anche per un’ora, cado nello sconforto? Quella era casa mia
fino a un mese fa
ed ora invece ci metterei un oceano tra me e quel posto!
Comunque,
non voglio parlare di
Guido e quindi mi concentro sulla mia amichetta. Ammazza, eh! Quei due
si sono
dati da fare ben presto, non c’è che dire!
Menomale che lui è malato di cuore
ed ancora in attesa di trapianto, anzi a tal proposito, Marghi era un
po’
preoccupata se non arriva presto un cuore per Emilio non ce la
farà, un ragazzo
così giovane, così pieno di vita che desidera
avere un figlio da sua moglie,
speriamo tanto che questo cuore arrivi, hanno tutto il diritto di
essere felici
e di formare la loro famiglia.
Ora
prima che con le lacrime
imbratto tutta la tastiera me ne vado a nanna.
Io
ho invece ho il diritto di
cancellare Guido dal mio cuore e di trovare un altro amore, ma chi
l’ha detto
che quando ti sei innamorata di uno lo devi amare per sempre?
Cos’è
una condanna?
Io ho sempre amato essere
libera!
E voglio continuare ad esserlo! Mio caro prof, io non ti
amerò per sempre, te
lo prometto!
07
luglio 2013
Fonte: www.scienzemotorie.com
Finalmente
un po’ di pace, ho i
piedi che mi bollono! Se continuano così per la fine della
stagione possiamo
anche chiudere per sold out! Sono contenta per Kate gli affari vanno
davvero
bene ed anche la mia paga è stata gratificante!
Adesso
però dobbiamo concentrarci
sulle collezioni autunno-inverno, questa cosa non la capirò
mai, un caldo che
ci si scioglie come un gelato al sole ed io devo scegliere quale linea
di
stivali sarà il “must” per il prossimo
Natale? Cose da pazzi!
Ma
ti scrivo perché sono felice,
davvero felice, almeno una parte delle mie preghiere si devono essere
esaudite,
si lo so che non sono io che ho pregato tanto, ma è stata
suor Angela, è ovvio!
C’è
il cuore per Emilio,
Margherita era molto tesa e preoccupata, ho raccomandato Nina e le
consorelle
di starle vicino, si opererà domani, speriamo davvero che
quest’incubo finisca
presto e bene! Sarei davvero contenta se Emilio non fosse
più in pericolo di
vita, se la sua salute si ristabilisse, per la mia Marghi sarebbe una
gioia
grandissima.
Dei
Corsi in convento non c’era
traccia, nessuno mi ha parlato di loro ed io non ho chiesto. Tutto
passa,
peccato che le ferite restano e bruciano ancora tanto!
10
luglio 2013
Non
ci posso credere, ancora non
ci posso credere.
Un’altra
botta così e credo che
stramazzo al suolo proprio!
Ma
perché dico io? Perché il
mondo è così piccolo?
Milano,
la grande Milano come
dice la canzone, la grande metropoli, la città
d’affari, il business, migliaia
di persone ed io quella mi dovevo trovare davanti!
Diamine!
Mi allontano mezz’ora
dal negozio per delle commissioni, la metro è in sciopero,
devo camminare molto
a piedi, svolto in una strada e vedo un marciapiede, invaso da due
scatoloni e
delle valigie, passo vicino distrattamente e poi
“Azzurra?” neanche il tempo di
pensare “Questa voce non mi è nuova!” mi
voltò e…
“Ma
allora sei proprio tu, temevo
di essermi sbagliata!”
“Beatrice”
“Si
cara, ma a proposito come
stai? Come ti va la vita non ci vediamo da un pò?”
“Posso
strangolarla?” mi ripeto
dentro di me, le rispondo con qualche frase di circostanza
“tutto bene, sto
bene”
“Guarda
le coincidenze della vita
ora che io mi trasferisco a Modena, tu vivi a Milano! Ma
d’altronde non potevo
fare diversamente, Guido non ha voluto un rapporto a distanza, ho
accettato una
cattedra nella sua facoltà, così da poter stare
insieme a casa e a lavoro. Che
strano eh, forse non siamo destinate a stare nella stessa
città. Ci staremmo
strette” aggiunge.
Lei
era così calma, così
tranquilla ed io ero un fuoco! La sicurezza di chi ha vinto ed ha
voglia di
gustarsela tutta la sua vittoria, la volontà di stringermi
nell’angolo senza
alcuna fretta. “Ci guadagno io, cara” la imito con
quella sua aria snob “Milano
è una città che ha sempre
un’opportunità da offrire ed io voglio godermele
tutte”
“Questione
di punta di vista, ora
ho un bambino di cui occuparmi, un fidanzato con cui condividere la mia
vita,
una casa da ordinare, un matrimonio da organizzare, come vedi anche
Modena ha
tante opportunità da offrire, basta solo esserne
all’altezza” Colpo difficile
da incassare. Ha ragione lei. Ha vinto lei.
“Abbi
cura di Guido e Davide,
loro hanno bisogno di tanto amore e dedizione Beatrice, spero che il
veleno che
hai in corpo lo abbia sputato tutto contro di me, oggi!” poi
me ne sono andata
senza aggiungere altro.
Ed
ho pianto, me ne sono resa
conto solo rientrando in negozio, quando Kate mi ha detto che sembravo
un
panda, perché avevo gli occhi macchiati
dall’eyeliner sciolto con le lacrime.
Sono corsa in bagno per lavarmi il viso, rinfrescarmi e cercare di
concentrarmi
sul lavoro.
E’
stata una giornata pessima! Le
sue parole non mi lasciano, mi risuonano nella testa come il ritornello
di una
canzone, a volte più ti sono antipatiche e più le
impari a memoria! E poi sono
riuscita a farmi sopraffare, avrei potuto risponderle tante cose,
ributtarle
addosso il suo stesso veleno, usare la sua cattiveria, ma
perché le risposte migliori
ti vengono sempre dopo?
Comunque
io non sono come lei,
avrò mille difetti ma non so essere meschina, acida come
piace esserlo a lei.
Eppure Guido ama Beatrice ed io questo devo ammetterlo. Devo
accettarlo. Nonostante
tutto io mi fido del suo giudizio, loro condividono una storia da molto
tempo e
se vuole lei accanto avrà sicuramente delle
qualità, dei pregi, dei meriti che
lo hanno spinto a questa scelta. Io me lo auguro e non per lui, ma per
Davide,
se quella fa soffrire il mio cucciolo, io non rispondo di me e le
dimostro che
se voglio, so far male davvero anche io!
14
luglio 2013
Fonte: www.milanostile.it/
Mi
sento ancora svuotata, a
tratti mi ritorna in mente ancora lei, ancora lui, a volte penso che
sia stato
un segno del destino, incontrare Beatrice mi sta permettendo ancora una
volta
di fare i conti con la realtà, a volte, invece, mi perdo in
mille fantasie, mi
chiedo come sarebbe rincontrare lui, che emozioni proverei adesso?
Adesso
che sono in una specie di
limbo, adesso che non lo amo più perdutamente, ma che non ho
nemmeno smesso di
amarlo ancora.
Sarei
capace di guardarlo negli
occhi? Mi batterebbe ancora forte il cuore?
Lo
tratterei male? O mi
scioglierei come neve al sole?
E
se ci fosse stato anche lui,
accanto a lei, per fare il trasloco? Sarei davvero sprofondata?
Domani
saranno due mesi che non
lo vedo.
Una
volta durante una lezione di
biologia, una professoressa mi disse che dopo 50 giorni di lontananza
il nostro
corpo dimentica
quello dell’altro. Ma è
davvero così?
Anche
se il mio cuore non c’è
ancora riuscito, il mio corpo l’ha fatto?
Io
ricordo ancora il colore
intenso dei suoi occhi, il suo modo di sorridere, i suoi sguardi
fulminanti
quando è arrabbiato, io ricordo ancora il suo tocco, la sua
vicinanza fisica e
nemmeno quegli stramaledetti baci sono riuscita a dimenticarmi.
Ho
parlato con suor Angela,
Emilio è finalmente fuori pericolo, il trapianto
è riuscito e malgrado terapie,
controlli che dovrà fare, ora Emilio sta bene ed anche la
gravidanza di
Margherita procede al meglio, nonostante gli stress e le emozioni forti
che sta
vivendo.
Intanto,
io non esco più con
Andrea, è un ragazzo intelligente ed ha capito che non ero
nello stato d’animo
giusto, continuiamo a frequentarci in comitiva, nulla di più.
Ho
convinto Kate ed Elisa per
andare in vacanza in Sicilia, poi forse ci raggiungono anche i ragazzi.
Un
paio di giorni fa ho
conosciuto Marilù, è una signora di una
cinquantina d’anni molto simpatica ed
estrosa, ha una casa di moda, un marchio tutto suo, produce
abbigliamento, ha
dato un’occhiata a dei bozzetti che ho fatto in negozio nei
tempi morti e dice
che sono brava, che sono buoni, forse ho delle capacità.
Suo
figlio è docente al
Politecnico di Milano, si lo so un altro professore universitario, ma
l’idea di
lavorare nella moda mi piace. Martedì vado alla
facoltà di Moda e Design, per
un percorso di orientamento, ora che lavoro, se le tasse
d’iscrizione non sono
troppo alte, forse potrei iscrivermi, ci sono tante persone che si
dividono tra
lavoro e studio, perché non potrei riuscirci io?
E poi sarebbe anche un modo
per
tenermi la testa occupata, per avere degli obiettivi da raggiungere,
qualcosa
in cui credere.
Grazie a Lisbeth17 per il banner
|
Ritorna all'indice
Capitolo 4 *** Capitolo 4. Cercasi voglia di studiare anche... in vacanza! ***
Capitolo 4. Cercasi voglia di studiare anche usata
Capitolo 4. Cercasi voglia di studiare anche... in
vacanza!
17
luglio 2013
Fonte:
it.123rf.com
E
ti pareva che, quando dovevo
fare qualcosa io, non era tutto complicato?
Sono
stata al Politecnico ieri, Madonna
mia, io di nuovo all’università e non come quando
frequentavo Legge a Modena,
che lo facevo solo per accontentare mio padre, fingevo di sostenere
esami, non
aprivo un libro neanche sotto tortura, cercavo solo di tirarmela per
rimorchiare, stavolta ero emozionata davvero, perché
frequentare Moda e Design
sarebbe gratificante.
Mi
piacerebbe sul serio.
Ecco
sarebbe un po’ come un sogno,
ma credo che resterà tale!
Un
test d’ingresso con materie
come cultura generale, disegno e
rappresentazione, storia, storia dell'arte e del design, geometria,
logica e comprensione
verbale. E quando lo superò io quest’esame?
Il test è fissato per il 6 settembre,
devo studiare tutta l’estate e chissà
poi se ho delle reali possibilità di essere ammessa.
Il
figlio di Marilù, Lorenzo Barricati, è stato
molto molto
disponibile,
oltre ad essere un bel pezzo di prof.! Avrà sui 40 anni, ma
è così affascinante, simpatico, alla mano, di
certo non
un signorino precisino, so
tutto
io, a cui non voglio più pensare. Comunque,
Lorenzo è stato gentile, mi
ha consigliato dei testi su cui studiare, si è mostrato
perfino disposto ad
aiutarmi con le materie più ostili.
Mi ha dato il suo bigliettino da visita, ma gli ho
anticipato che non credo
che approfitterò del suo aiuto, Kate ed Elisa hanno degli
amici che studiano
già al Politecnico, chiederò a loro di darmi una
mano.
Io ci provo, che posso fare?
21
luglio 2013
Fonte:
www.iloveinternet.net
Studiare, studiare, studiare, ecco quello che posso
fare, tutti vanno al
mare, ai laghi, in piscina ed io chiusa dentro, aria condizionata a
palla, a
sgobbare sui libri.
Da non credere, credo che se mi vedesse mio padre,
gli verrebbe un colpo!
Ma io voglio riuscirci, devo, ci tengo tanto, anche
se non sarà facile!
Nel
pomeriggio mi raggiungono Luca, Ettore e Alessia, non ho capito se mi
aiuteranno a studiare o faremo baldoria, io li ho avvisati o mi aiutano
concretamente oppure possono andarsi a prendere anche
l’aperitivo fuori. Mi
verso una tazza di latte di mandorla e via, ritorno alla mia battaglia
quotidiana con i libri. Aiutatemi.
1
agosto 2013
Notte
Stellata di Vincent Van Gogh
Mio caro blog, non ti ho abbandonato credimi,
trovare il tempo per fare tutto
sta diventando un’impresa!
Il caldo ormai è pressante, in negozio
l’afflusso è diminuito, ma molti si
preparano a partire per le vacanze e quindi vengono per gli acquisti
last
minute.
Kate è un angelo, mi permette di
studiare nelle pause, spesso, mi concede
di arrivare più tardi o di andare via prima, li sto
stressando tutti con questa
storia dell’esame, loro però mi stanno aiutando e
mi stanno vicino, spero di
non deludere nessuno. Quando ho chiamato in convento non ho detto
nulla, non mi
va di farli partecipi di una cosa così…
così incerta.
Poi vengo bocciata e magari qualcuno si fa pure una
bella risata e mi dirà
“che non sono all’altezza”.
Come se non bastasse si avvicinano le vacanze,
vacanze e libri si possono
conciliare?
Oppure sono inconciliabili come io e qualcun altro!
Il 10 partiamo per San Vito, voglio trascorrere la
notte di San Lorenzo
sulla spiaggia, a guardare le stelle, magari riesco a beccarne una
cadente che
realizza il mio desiderio.
Anzi, facciamo che per essere sinceri di desideri
ne avrei due e quindi mi
servirebbero due stelle!
A proposito di Lorenzo l’altro giorno in
negozio è passato il prof.,
Lorenzo Barricati, mi ha fatto morire dalle risate, è
così “caciarone”,
disinvolto, mi piace parlare con lui. Mi ha invitato per un
caffè ma ho
rifiutato, in questo periodo ho una sola priorità i miei
amati ed odiati libri.
Torno a studiare. ;(
10
agosto 2013
Finalmente siamo in viaggio. Sicilia mia quanto sei
bella, ma quanto è
difficile raggiungerti.
Per adesso siamo in tre, io la Kate e la Elisa come
dicono a Milan! Siamo
piene di bagagli, come se dovessimo stare lì mesi e invece
solo due settimane
poi dobbiamo ritornare, più passa il tempo, più
si avvicina il mio esame, più
tremo di paura!!!
Ho chiesto anche a Marghi, se voleva raggiungerci
qualche giorno con
Emilio, ma mi ha detto che il viaggio sarebbe un po’
faticoso, trascorrerà le
vacanze con la famiglia in Riviera Romagnola. Ormai, sono quasi tre
mesi di
gravidanza, alla prossima ecografia, si saprà il sesso del
nascituro,
incrociamo le dita.
Suor Angela e Suor Costanza accompagnano i bambini
di una casa famiglia in
una gita in montagna.
Nina va all’estero con Sergio.
I Corsi sono desaparecidos, nel senso che, Suor
Angela mi ha detto che da
quando convivono si vedono poco in convento, non so nemmeno se si sono
sposati,
se hanno fissato una data. Mah! Sembrano avvolti dal mistero. Di
sicuro,
l’ultima volta che ho parlato con Davide era entusiasta di
una vacanza al mare
con il papà.
Ora
spengo tra poco ci imbarchiamo. Buona vacanza a tutti.
Fonte: lacucinadidolced.blogspot.com
11
agosto 2013
Altro che stelle cadenti! Cielo nuvoloso e di
stelle neanche l’ombra,
accidenti ultimamente la sfiga tutta a me?
Mi si è appiccata addosso come il
caldo! Stare qui mi fa sentire un po’ aria di casa ed
ultimamente non saprei
più davvero cosa o dove è casa mia. Prima il mega
appartamento con mio padre,
la domestica e la sua segretaria che sentivo più di lui. Poi
il convento,
quella era davvero casa mia ed ora la mansarda che condivido con Kate
ed Elisa.
Questa villetta è davvero un posto mio!
E’ stata lo scenario delle mie prime
cotte, dei "filarini" estivi, di quando anche se pochi giorni vedevo
mia madre e
stava un po’ con me, solo qui e solo a volte ho sentito di
avere avuto una
famiglia anche io.
Se penso che mio padre la voleva vendere per
fuggire via con
la sua amante. Menomale che non l’ha fatto più!
Anzi ho rilevato la sua quota
ed ora è solo mia!
Mi sto rilassando davvero e riesco a studiare anche
meglio
in questo posto. Per Ferragosto ci raggiungono i boys, pensa te che
"caciara"
diventa!
Comunque, quasi mi dimenticavo, ma ho scritto perché mi
è successa una
cosa piacevole
stanotte. Mentre eravamo in spiaggia, mi è arrivato un
messaggio
carinissimo di Lorenzo, il prof. di Design, non so come abbia avuto il
mio
numero, credo che lo abbia ricavato dalla madre, altrimenti
è stata Kate, era
rammaricato perché non aveva ricevuto i miei auguri di buon
onomastico. Che
figuraccia, eh? Ci siamo messaggiati un po’, insomma
è stato simpaticissimo. Chissà
se c’è trippa per gatti.
Per adesso studio, studio, studio, aspetta come ha
detto quello “studio
matto e pazzeschissimo” eh vabbè!
“Matto e
disperatissimo”. Il pazzeschissimo
è un’altra cosa.
15
agosto 2013
Buon Ferragosto a tutti. Musica in spiaggia, balli,
drink! Oggi niente
libri! Direi che me lo merito.
Vado a divertirmi. Baci baci.
15 agosto 2013 ore 18.30
Fonte:
www.airafrique.it
Pure Ferragosto, quello pure Ferragosto riesce a
rovinarmi, ma la colpa
come al solito è mia, solo mia, sempre mia.
Ma perché, perché
quell’uomo ha il
potere di cambiare i miei stati d’animo?
Non è successo nulla, nulla ed io sono
qui a tremare come una foglia con 40 gradi all’ombra!
Io lo odio. Io mi odio.
Ero
stesa sul lettino, prendevo il sole e mandavo sms di buon Ferragosto,
quando mi squilla il telefono. Lo prendo distrattamente e sul display
che mi
compare “GUIDO” ho pensato mi venisse un coccolone!
Dopo tre mesi, tre mesi di
silenzio assoluto, tre mesi di lontananza che significa quella
chiamata.
All’improvviso mi spavento “oddio e se è
successo qualcosa a Davide?”
Rispondo
immediatamente, allontanandomi dagli altri, cercando un posto
più silenzioso
per parlare.
“Pronto?” dall’altra
parte non sento nulla “Pronto, Guido?”
“Azzurra sono io” era Davide
“Amore mio, dimmi tutto”
“Come stai? Volevo
augurarti buon ferragosto” mi dice lui.
“Sto bene, sto bene, sono in spiaggia e
mi sto
divertendo”
“Anche io sono in spiaggia, lo sai noi
siamo in Sicilia e tu?”
No
adesso davvero, davvero mi viene un infarto ho pensato!
“Anche io tesoro sono
in Sicilia”
“Ah che bello, allora siamo
vicini”
“Dipende dal posto, guarda che
la Sicilia è grande, dove siete?”
“Eh su un’isola…
aspetta” e poi si sente in
lontananza “Papà, come si chiama qui
Favana?”
“Favignana, sono le isole Egadi”
“Azzurra” riecco Davide.
“Si amore ho sentito anche io, siete qua
vicino allora, Favignana è
molto bella” ho detto trattenendo le lacrime “La
conosco bene, divertiti tanto
eh!”
“Si anche tu, ah aspetta”
“Salutala scricciolo e augurale buon
ferragosto
anche da parte mia” ho sentito la sua voce,
gliel’ha detto, con tono dolcissimo,
doveva essere accanto a lui perché l’ho sentito
distintamente
“Guido ti saluta
e ti dice buon ferragosto pure lui”
“Grazie amore, ricambia e salutami anche
Beatrice. Ora devo andare. Ci sentiamo presto. Ciao”
“Si ti saluto Beatrice,
ciao”
Me l’ha detto anche Kate che è
l’unica a cui ho avuto il coraggio di
raccontare tutto, è stato carino e molto gentile a farmi
telefonare da Davide e
a farmi un augurio di circostanza, non c’è nulla
di più!
Ma io ci sto troppo
male, sono a 50/60 km da qui! E sono in vacanza insieme come una vera
famiglia!
Io, perché? Perché non smetto
di amarlo, perché?
Quello mi ha distrutto, mi ha
costretto a sconvolgere tutta la mia esistenza e mi augura pure buon
ferragosto,
mentre decide la data di nozze con la fidanzata?
Tre mesi fa mi ha trattata
peggio di uno straccio vecchio ed ora mi saluta e mi augura buon
ferragosto con
quel tono?
Due sono le cose o è fuori lui o sono
fuori io?
Eh vabbè, sono io ad
essere fuori, io ad ingrandire tutto, a ingigantire tutto quello che fa
o non
fa, a passare ai raggi x ogni suo atteggiamento,
perché ci spero ancora!
Neanche più un briciolo di dignità mi
è rimasta? Comunque, solo sentire la sua
voce da lontano mi ha mandato in escandescenza, questo purtroppo mi ha
fatto
capire tante cose, ancora non sono venuta fuori dal tunnel e rivederlo
è
qualcosa da evitare assolutamente. Se non riesco ad affrontare i miei
fantasmi
da lontano come potrei da vicino? Dopo l’esame volevo andare
a Modena, ma non è
proprio il caso. Non sono ancora in grado di affrontare nessuno, non
riesco
ancora ad affrontare un bel niente!
Da domani ritorno a studiare. E solo il mio
esame quello su cui mi devo concentrare.
18
agosto 2013
Ho
riletto l’ultimo pezzo che ho scritto e diciamo che rende
abbastanza
l’idea di come stavo!
Una
matta!
Adesso
per fortuna sono un po’ più tranquilla,
ho sentito Lorenzo in questi giorni ed ho attaccato la pippa pure a
lui! Gli ho
parlato di Guido e devo dire la verità, è stato
molto comprensivo, mi ha
ascoltato sul serio, non era solo un modo per provarci, per fare il
carino,
l’ho sentito vicino! Mi sta aiutando anche a studiare, mi ha
inviato degli
appunti, degli schemi, un amico così mi ci voleva!
Ora
torno sui libri con una
promessa che ho fatto a me stessa, basta scappare, basta isterie, basta
lacrime, tremiti, basta tutto! Ho cambiato idea! Se vengo promossa a
quest’esame vado a Modena e
succeda quel che succeda.
Grazie a Lisbeth17 per il banner
|
Ritorna all'indice
Capitolo 5 *** Capitolo 5. Tra chi arriva, chi parte, chi si ritrova e chi si perde... ***
Capitolo 5. Tra chi arriva, chi parte, chi si ritrova,
chi perde...
Capitolo 5. Tra chi
arriva, chi parte, chi si ritrova,
chi si perde…
25
agosto 2013
Fonte:
www.ukrlandia.com.ua
Ed oltre alle autostrade intasate, i treni
affollati, le navi piene, pure
l’aeroporto non scherza mica. L’estate
sta finendo, si ritorna alla
base, l’esame è sempre più vicino, che
esaurimento!
Ora
siamo all’aeroporto, ci
sono Kate, Elisa e Andrea, gli altri sono andati via un paio di giorni
fa.
Oddio no!
Aspetta
devo chiudere.
Ti
prego fa che non siano loro!
***
Imbarco 6. Aeroporto di Trapani.
“Ma
dobbiamo aspettare la fila
anche noi” chiese candidamente Davide.
“No,
abbiamo l’imbarco veloce,
non ci penserei proprio a stare in coda in mezzo a tutta questa gente,
pensa
quanti microbi, bleh!”
Guido
guardò Davide con dolcezza.
Il
piccolo, intanto, si diede
un’occhiata intorno e…
“Azzurra…
Azzurra… Azzurra” urlò
il bambino andandole incontro, lei ebbe appena il tempo di chiudere il
portatile, di raggiungerlo per abbracciarlo e prenderlo in braccio.
“Amore
mio” lo strinse forte.
Beatrice
si mostrò subito
contrariata da quell’incontro, si avvicinò a
Guido, appoggiandosi al suo
braccio.
“L’avevo
detto io che eravamo
vicini”
“Si,
infatti"
"Ma stai partendo?
Torni a Modena anche tu?”
“No
Daviduzzo, io torno a Milano,
ora abito lì”
Lui
si intristì ed Azzurra lo
baciò e lo abbracciò di nuovo.
“Ti
voglio bene piccolo”
“Anche
io Azzurra ti voglio bene sempre”
Da lontano un
hostess cominciò a chiamare l’imbarco.
“Dobbiamo
andare” disse prontamente Beatrice indirizzato al
suo fidanzato.
Guido si
staccò da lei e raggiunse Davide e Azzurra.
“Ciao”
disse apparentemente distaccato ma con un tono e uno sguardo che
tradivano
mille emozioni.
“Ciao
Guido” lo salutò lei con una calma e una dolcezza
esteriori che erano lontane anni luce da quello che provava dentro.
“Ma sono
davvero io che parlo? Ma davvero ho di fronte lui?”
si chiese tra sé e sé.
“Come
stai?” domandò lui malinconico.
“Bene,
molto bene, anche voi vedo”
“Si…
si… Azzurra io… mi dispiace
per…”
“Lascia
perdere Guido. Abbi cura di Davide. Buon viaggio”
concluse lei con la voce rotta dalla commozione.
“Davide
tesoro, dobbiamo andare,
su” Beatrice irruppe tra loro come una furia. La sua premura
nei confronti del
bambino era finta come una banconota da 2 euro!
Si
allontanarono, mentre lei
ritornò al posto che occupava prima, stringendo tra le
braccia il pc.
30
agosto 2013
Non
ho più scritto qui, non avevo
il coraggio! Ho trascorso giornate intere a studiare e a dimenticare.
Può
finire tutto così, con un incontro fortuito
all’aeroporto e un mi dispiace in
ritardo di mesi?
Quando
l’ho visto temevo di morire, quando si è
avvicinato a
noi, speravo, Dio solo sa quanto ho sperato che mi dicesse che si era
sbagliato
e che voleva me!
Mi
arrendo.
Lo
amo. Lo penso.
Si
può amare una persona per cui
tu vali poco e niente?
Sono
una contraddizione vivente, ma è più forte di me
ed
io sono stanca di lottare contro i miei sentimenti. Non lo perdono, ma
non lo riesco a dimenticare.
Ora
mi concentro solo sull’esame
e poi superata l’ammissione universitaria, ci sarà
un altro l’esame ben più
difficile da affrontare, quello del mio cuore, della mia vita.
06
settembre 2013
E’
stato un massacro! Sono
stanchissima. Mi sono svegliata prestissimo che poi non avevo proprio
dormito, quindi mi sono solo alzata al suono della sveglia che tenevo
d'occhio da ore.
Una
coda, un caldo, la suddivisione per lettere del cognome, aule
enormi e anonime con migliaia di noi tesi e speranzosi.
I
risultati si avranno
solo tra una settimana, li pubblicheranno su internet, dovrò
accedervi con
delle credenziali che mi hanno rilasciato al termine della prova. Mi
sono
confrontata con altre ragazze, non credo di aver fatto molti errori o
almeno
lo spero, però la concorrenza è spietata, ne
eravamo davvero tanti.
Ora
vado a dormire.
Andare
a
dormire alle 22.00 è tristissimo, da sfigati proprio,
però sono troppo stanca.
Poi
domani si esce per divertirmi un po’. Lorenzo mi ha mandato
un msg molto
carino alla fine della prova, mi ha nuovamente invitato per un
aperitivo ed
alla fine ho accettato. ;)
08
settembre 2013
Ieri poi ho preso
l’aperitivo con Lorenzo e sono stata bene, lo ammetto, ma
per me continua ad essere come un amico, niente di più! Ma
cosa credevi che
perché ero riuscita a trattenermi due giorni fa e a non
scrivere di lui, non lo
pensassi?
Sbagliato!
Lui non mi lascia mai, i miei
pensieri, i miei sogni, le
mie fantasie, i miei sospiri, sono pieni di lui!
A volte mi faccio paura!
Addirittura temo che dovrei farmi curare. Quando si finisce di essere
innamorata e si comincia ad esserne ossessionata?
Di sicuro, sto comprendendo
che è meglio affrontare i miei sentimenti, perché
quando tentavo di combatterli
facevo pure peggio.
Sarà il fascino
del proibito? Sarà che quello che non si
può avere, brilla più di quello che hai a portata
di mano?
Non lo so, so solo
che vicino o lontano, proibito o non, ricambiata o no, io
avrò sempre un posto
nel mio cuore per Guido!
Perché
è stato il mio primo amore! Il primo di cui mi
sono innamorata. Il primo che ho amato. Chiunque amerò dopo
di lui, nel
confronto con lui, arriverà sempre per secondo!
Il
dopo impregna il prima, si
insinua, tenta di soppiantare i ricordi, ma non lo sorpassa mai! Non
può sostituire ciò che l'ha preceduto, deve solo
trovare
posto e mettersi in coda!
Mica ricordi
tutti i baci che dai?
Tutte le volte in cui hai
fatto l’amore?
Tutte le vacanze
che hai fatto?
Tutte le sigarette che hai
fumato?
Tutti le volte che hai
incontrato un amico?
Tutte le gite scolastiche?
Eppure per ognuna delle cose
che ha segnato la nostra vita anche solo per un’immagine, un
profumo, una
parola, un’emozione, una sensazione noi ricordiamo la prima
volta.
Oddio che pensiero profondo!
Che bella considerazione che ho fatto! Ma quanto sono
diventata riflessiva, giudiziosa, attenta!
Ma mi hanno fatto bene
tutti i libri che ho studiato per l’esame oppure sono stata
contagiata dalla “guidinite”,
tre mesi fa e non me sono accorta?
No, la
“guidinite” no!
Uno che si accontenta della
strada più facile, che fa una scelta di cuore in base al
curriculum vitae, i
master, le lauree, uno che è vigliacco con se stesso, ti
lascia in un cortile
di un convento con una piazzata e poi, quando ti rincontra, sembra un
cane
bastonato, col suo “mi dispiace”, non
può avermi contagiato proprio per niente!
Non a niente a che fare con
me!
Buonanotte, mio blog!
Grazie a Lisbeth17 per il banner
|
Ritorna all'indice
Capitolo 6 *** Capitolo 6. Quando star lontani non significa non star vicini ***
Capitolo 6. L'effetto sorpresa
Capitolo
6. Quando star lontani non significa non star
vicini
12
settembre 2013
Ho l’ansia a mille!
Domani ci saranno i risultati dell’esame,
anche se
saranno domani, io da stamattina faccio il login sul quel sito sperando
che compaia qualcosa, un’anteprima, una freccia, un voto, un
punteggio,
ma niente!
Uffà, sarà un’altra
nottataccia lo so, menomale che ho il lavoro che
mi distrae.
Ho sentito il convento, suor Angela è
sempre presa da mille cose,
gestisce il convitto, il bar, la residenza universitaria e pure la casa
famiglia! E’ tornata ad occuparsi
della “Divina
Provvidenza”, anche perché lì fa
volontariato Chiara e collaborare insieme è il
modo migliore per sostenere lei e la sua scelta.
Ho parlato con Margherita, ha
saputo il sesso del bambino!
Secondo te cosa poteva essere? Maschio.
Pare che
Emilio stia impazzendo a comprare qualsiasi cosa, di azzurro, per
neonati rientri nella sua visuale.
Nina ha vinto il concorso in Magistratura. Mamma
mia
quella ragazza è un genio! Tutti dicono che è
difficilissimo, non c’è niente da fare
quando hai talento emerge! Le auguro una bella carriera, se lo merita
davvero!
Non sono riuscita a parlare con Davide, suor Angela
mi ha insospettito, è stata
un po’ evasiva, ma perché poi?
Intanto, tutti maturano, raggiungono successi
personali e professionali ed io commessa sfigata, single
perché innamorata,
non ricambiata e domani verrò pure bocciata
all’ammissione per Moda e Design!
Sono
triste :’(
13
settembre 2013
Fonte: www.andromedafree.it
Siiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii!!!
Sono stata ammessa!
Pazzeschissimo, vero?
Ancora temo che non sia vero, qualcuno mi
può dare un
pizzicotto? Ce l’ho fatta per il rotto della cuffia, ma dal 1
ottobre, sarò una
matricola di Moda e Design!
E adesso si che si può festeggiare sul
serio!
Stasera happy hour e discoteca.
Complimenti a me stessa, finalmente sto trovando
la mia strada, questo mi aiuterà sicuramente ad essere
più serena, meno
inquieta e forse forse anche un po’ felice?
16
settembre 2013
Ho deciso, la prossima settimana, vado a Modena.
Se uno vuole crescere
deve affrontare le cose e non scappare!
La mia vita qui mi sta cominciando a
dare sicurezza, maturità, tranquillità. Ho dei
progetti, degli obiettivi, ho il lavoro, tra
poco dovrò pensare ai corsi universitari, alle lezioni, agli
esami.
Oddio! Ma perchè queste cose mi fanno
ritornare in mente qualcuno?
Il rimedio per dimenticare un professore
universitario non è, di certo,
iscriversi all’università! Per la serie
“scoprire di avere il diabete e andare
a lavorare in una fabbrica di cioccolato!”
Comunque, facoltà a parte e non
volendo esasperare quella specie di rapporto che ho avuto con Guido,
non vado a
Modena solo per lui, ma anche per mio padre!
Esce di galera! Aveva un buon
avvocato Antonio Ferretti, è un suo vecchio amico, ed
è riuscito a fargli avere
una riduzione della pena. Mi ha chiamata proprio Antonio ieri, dice che
mio
padre non gliel’ha chiesto direttamente, ma gli ha fatto
capire che vorrebbe
vedermi.
Nemmeno se fosse un cane avrei il coraggio di
lasciarlo solo dopo il
carcere.
E’ mio padre.
Sarà sempre una persona importante per
la mia vita ed io
gli voglio bene.
Ma
perché ogni volta che chiamo in convento e chiedo di Davide
ricevo risposte scarse, incongruenti, frettolose, ma che sta succedendo?
Ed è anche
perché mi manca il mio piccolo che vado al convento, non ho
avvisato nessuno,
almeno l’effetto sorpresa me lo posso concedere?
23
settembre 2013
Sono a Modena. Sono al convento. Sono ad uno dei
tavolini del bar, scrivere
da qui mi da uno strano effetto, è tutto un miscuglio di
emozioni, di
sensazioni, di ricordi, di lacrime e di sorrisi.
Vuoi sapere come è andato il
mio effetto sorpresa? Che la sorpresa l’hanno fatta a me!
E’ proprio vero, mai
fare sorprese, mai! Spesso si riceve l’esito opposto e ti
becchi una delusione
stratosferica.
Suor Angela è poco distante da me, le
brillano ancora gli occhi,
mi ha dato la mia vecchia stanza e mi ha detto che me la
conserverà sempre, che
potrò ritornarci ogni volta che vorrò. Non la
finiva più di abbracciarmi e
baciarmi.
Nina sta traslocando, ha avuto il suo primo
incarico in Toscana,
credo che la seguirà anche Sergio e il fratello di lui.
Hanno trovato un centro
che può occuparsi del ragazzo ed essere anche un sostegno
per loro che stanno
cercando di realizzarsi professionalmente.
Chiara non l’ho ancora vista, ma
passerò più tardi alla casa famiglia per
salutarla.
Suor Costanza è stata
dolcissima, lo sapevo io che sotto quel fare burbero, c’era
un cuore buono, mi
ha detto che le manco tanto. Mancano tanto anche a me tutti loro.
Poco fa, sono
arrivati anche Margherita ed Emilio, io gliel’ho detto
“Marghi se
continui così
diventi una mongolfiera!”
Scherzi a parte, è bellissima,
così solare,
rilassata, tranquilla, sprizza energia ed allegria da tutti i pori.
Ormai sono
cinque mesi. Io adoro toccarle la pancia e sentire il pupo che scalcia
e si
muove. Più tardi, usciamo insieme, shopping
prémaman e post parto all’ennesima
potenza!
Mio caro blog, credo che manchi qualcosa...
Eh si, ho parlato di tutti,
ma manca qualcosa: mio padre.
Uscirà di prigione domani.
Chissà cosa proverò
rivedendolo. Spero solo che questa esperienza non lo abbia provato
troppo. La
vita è fatta di sbagli, nessuno di noi ne è
immune! E forse io adoro ancora di
più il mio papà oggi, perché neanche
lui è infallibile, è umano, imperfetto,
impulsivo, proprio come me! Quando lo hanno arrestato cercavo ancora la
sua
approvazione, quando mi disse che era fiero di me, mi commossi, oggi
sono io ad
essere fiera di lui. Lui ha sbagliato, ha pagato e
adesso sento, davvero, di avere un padre che mi vuole bene.
Ora vado. Marghi mi reclama.
24
settembre 2013
Basta mettersi l’animo in pace, armarsi
di pazienza, di amore, di buona
volontà e le cose belle vengono da sé, mentre
quelle brutte si acquietano! Si
vede che sono tornata in convento?
Ho visto mio padre, abbiamo parlato a lungo.
Tra un paio di settimane, dovrebbe uscire anche la sua compagna. Mi ha
detto
che hanno continuato a scriversi e a volersi bene.
Un suo amico e collega gli
ha proposto un’attività di consulenza nel suo
studio, non sarà granché, ma è un
modo per cominciare, per venire fuori da questa brutta storia in cui si
è
ficcato!
Sta frequentando anche la cappella, mio padre
ritrovato cattolico
veramente non me lo sarei mai aspettato. Con Suor Angela poi, stanno
cominciando
a filare d’amore e d’accordo, addirittura
commentano la loro esperienza del
carcere, si confrontano, si sostengono. Cose che fino a pochi mesi non
credevi
di poter mai vedere con i tuoi occhi.
Resto ancora un paio di giorni, poi devo
tornare a casa. Casa mia non è più qui. Mio padre
ha la sua compagna e la sua
vita da ricostruire, io devo proseguire sulla mia strada. Mi mancano i
miei
amici, mi manca l’impegno e l’insegnamento che mi
sta dando il lavoro in
negozio, non vedo l’ora di seguire i corsi che iniziano a
breve. Non ho detto
nulla a nessuno, non mi sembrava il caso.
Un tempo vivevo di apprezzamenti, di
pseudo ammirazioni, di autocelebrazioni che aspettavano di essere
alimentate
dal consenso altrui. Ora sto imparando a fermarmi ai fatti, a dargli il
giusto
peso. L’umiltà non fa male di certo! Anzi, mi fa
sentire più forte di prima.
28
settembre 2013
Home sweet home.
Milano. Ore 22.00 comincia la movida.
E’ vero che sono
diventata assennata, umile, generosa, ma al Saturday Night di Milano
non ci
rinuncerò mai!
Tra poco si va a ballare.
Si sono triste, si intuisce?
Erano due
i motivi che mi spingevano a Modena ed io ho parlato sempre e solo di
uno, mio
padre! Quanti bei propositi, eh? Affronto la mia vita! Non scappo! Lo
amo e lo
ammetto! Non combatto contro me stessa!
Tutte illusioni! Noi donne a volte siamo
più innamorate delle nostre
illusioni che del loro contenuto! Questo non significa che io non amo
Guido! Ma
che come tutte, amo illudermi, ed è un amore da cui non ci
si può sottrarre!
Guido, Davide e Beatrice non vivono più
a Modena.
Ecco finalmente sono riuscita a sputare il rospo!
Dopo pochi mesi di convivenza
e dopo la vacanza estiva sono partiti per Berlino. Si hai capito bene
Berlino!
Alla fine non vi ha rinunciato più, pare
che, grazie al sostegno della sua
futura moglie, abbia deciso di sfruttare quell’importante
occasione
professionale. A Davide è dispiaciuto lasciare tutti, ma
è sempre felice di
stare con il suo papà e qualunque posto con lui è
la sua casa.
Suor Angela mi
ha detto che Beatrice è stata determinante nella scelta di
Guido. Ed anche lei
in qualche modo ha appoggiato la loro partenza. “Loro sono una famiglia che si
sta saldando e forse le nostre intromissioni non giovano al loro
equilibrio” questo mi ha detto.
Io speravo che, quella, fosse la famiglia di cui
avrei fatto parte anche io, quella
che avrei contribuito a costruire!
Alla fine Miss Moscetta ce l’ha fatta ad
allontanarli
da tutto e da tutti!
Spero solo che siano felici.
Io ora torno un po’ indietro
e poi spero di fare i miei passi avanti.
L’università, un lavoro soddisfacente
e chissà arriverà anche per me l’uomo
dei progetti, l’uomo con cui costruirò la
mia famiglia.
6
ottobre 2013
Si tra poco mi raccoglieranno con il cucchiaino!
Vivo in un frullatore! E’
così!
Allora martedì, mercoledì e
giovedì tutta la mattinata in facoltà, devo
seguire i corsi, lunedì e venerdì mattina faccio
uno stage alla casa di moda di
Marilù, la madre di Lorenzo, i pomeriggi sono a negozio,
ormai lavoro part-time
con Kate, non potevo più fare tempo pieno, la paga si
è ridotta, ma qualcosina
lo compenso con lo stage. La sera studio, la notte dovrei dormire!
E’
stancante, sono sfiancata ed è solo la prima settimana,
però per ognuna delle
cose che faccio, impiego tanta energia perché mi piacciono,
adoro imparare cose
nuove, adoro migliorare il mio disegno, studiare tecniche, conoscere
teorie.
Sto frequentando Lorenzo, lo devo ammettere, non mi
lascia un attimo. Che sia
un messaggino, una telefonata, un caffè durante le pause tra
una lezione e
un’altra lui c’è sempre.
Mi ha detto che sto migliorando molto, ma io sono
un
po’ perplessa per questo fatto che lui è un
professore ed io la matricola.
Certo lui insegna all’ultimo anno, quindi tecnicamente per
ora non è il mio
docente, però lo sai come sono le persone, chiacchierano,
pettegolano ed io ho
mollato Modena, ho mollato tutto per farcela da sola, sicuramente, non
voglio
passare per quella che se la fa con il professore per essere protetta
da lui ed
agevolata!
Anche Marilù è molto
amorevole con me, addirittura mi vuole
affiancare alla sua migliore stilista per poter realizzare una mia
linea di
borse! La casa di moda è in espansione, a dire il vero usano
solo prodotti
italiani e si dedicano molto alla manifattura, mi piace questa
filosofia! Il
padre di Lorenzo, è morto sei mesi fa, nonostante il
divorzio da Marilù,
credeva molto in lei, avevano un rapporto di grande rispetto e affetto,
lui le
ha lasciato una grossa somma di denaro da investire per lo sviluppo
dell’azienda e per la crescita del marchio.
Sono stanca, ma ho l’adrenalina a
mille e grinta da vendere!
12
ottobre 2013
Fonte: luirig.altervista.org
Caro blog, oggi è il compleanno di
Davide, compie 9 anni, come passa in
fretta il tempo!
Ho mandato un messaggino al pitone, chiedendogli il
contatto
skype per videochiamare il mio piccolo.
Avrò almeno il diritto di fargli gli
auguri?
Non mi ha nemmeno risposto al messaggio, pensa un
po’ quanto mi tiene in
considerazione! Pochi minuti fa, mi ha aggiunto ai suoi contatti e
Davide mi
ha videochiamata.
Quanto sta crescendo, diventa sempre più
bello! Non ti dico
poi! Parla tedesco e pure inglese! Infatti mi faceva i trabocchetti
mischiando
le lingue e facendomi partecipe delle sue nuove conoscenze. Sul tedesco
sono
una frana! Niente proprio! Ma sull’inglese me la cavo,
perché devo seguire pure
io un corso per ottenere un’idoneità di lingua
all’università.
Comunque tra le
competenze di Guido, la disciplina, la rigidità di Beatrice,
la sua astuzia e
la scuola prestigiosa che gli stanno facendo frequentare quel bambino
mi
diventerà un premio Nobel!
Ora vado a prepararmi, stasera ristorante spagnolo
e
sangria a volontà, poi ci raggiunge anche Lorenzo, quando
c’è lui so già che,
oltre a non deprimermi per il mio amore non corrisposto, mi
godrò la serata
spensierata.
***
16
Ottobre 2013. Berlino. Una birra in compagnia.
“Allora Guido, ci sediamo
lì?” Marcello gli indicò un tavolo
libero che era
accanto alla vetrina del pub in cui si erano incontrati.
“Fratellino ora che siamo soli puoi
vuotare il sacco!”
“Non c’è nessun
sacco da vuotare. Devo ambientarmi qui, devo occuparmi di
Davide, della sua formazione e poi c’è Beatrice,
sono un po’ preso, ho tanti
impegni”
“Davide è stupendo, sai?
Quando ci avete invitato per il weekend sono stato
molto felice di vederti e di conoscere un po’ di
più il mio nipotino!”
Guido rise “E’ la cosa migliore
che abbia fatto in vita mia e fino a pochi
mesi fa nemmeno lo sapevo”
“Sei ancora arrabbiato con Manuela per
avertelo tenuto nascosto? E’ per
questo che hai sempre quell’aria da funerale?”
“Quando credevo di riuscire a superare il
tradimento di Manuela, quando
pensavo di essere riuscito a prendere di nuovo in mano la mia vita
sentimentale, è arrivato il colpo finale! E che colpo!
Manuela è stata la donna
che ho amato di più al mondo, con tutto me stesso, ma quando
è finita ha
lasciato solo macerie dentro di me. Comunque io non ho l’aria
da funerale!”
“Oh si, invece! E poi non so
perché, ma qualcosa mi dice anche che non
c’entra solo Manuela, che mi dici di Azzurra, la tata di
Davide?”
A Guido andò di traverso la birra. Era
così trasparente per suo fratello?
“Sono mesi che non la vedo! Ha lasciato
Modena ed ora credo che vivi a
Milano”
“Un peccato davvero, amava tantissimo
Davide ed anche…” prese una pausa e
poi aggiunse “te!”
“Non era quella giusta, non in questo
momento!”
“Ma perché quando ci si
innamora, si considera se c’è una giusta o no? Ma
tu fratellino ti innamori con il cuore o continui a far funzionare solo
la
testa?”
“Con il cuore ma non lo lascio mai
decidere senza la testa! Non mi va di
collezionare relazioni e flirt senza senso per il capriccio di un
momento. Con
Azzurra, sarebbe finita prima ancora di cominciare, non avrebbe
funzionato ed io ora che sono padre non posso permettermi
di destabilizzare mio figlio!”
“Ah! Ah! Ah! Touchè! Allora
provavi qualcosa per lei, non hai detto non
c’era niente tra noi, ma che sarebbe finita, che non avrebbe
funzionato. E’ a lei che pensi?”
Forse il rapporto confidenziale con il fratello,
forse la tensione
accumulata da tempo, forse la birra che aveva allentato le sue difese
Guido
finalmente chiarì i suoi sentimenti “Si,
è a lei che penso! Sono passati 5 mesi
dopo quella sfuriata, quando l’ho persa per sempre ed io non
sono riuscito a
togliermela dalla testa!”
“E allora cosa ci fai a Berlino con
un’altra donna? Io non ti capisco
guarda!”
“Perché
è Beatrice la donna che ho scelto! Lei mi è
accanto da
anni, sa
come sono fatto, sa di cosa ho bisogno, sa organizzare la casa, sa cosa
è
meglio per l’educazione di Davide, la sua formazione. Con lei
niente sorprese,
colpi di testa, stravaganze. Dopo Manuela io non permetterò
più a nessuno di
giocare con i miei sentimenti, di ferirmi! E poi sono venuto a Berlino
perché è
una grande occasione per la mia carriera. Inoltre è solo un
anno. L’estate
prossima torniamo di nuovo a Modena, adesso vivere lì mi
sembrava impossibile, mi venivano in mente troppe cose, per quando
ritorneremo spero di aver definitivamente
chiuso quel capitolo.”
“Ah ho capito! Ma l’hai
più rivista?”
“No…
si! All’aeroporto di Trapani, abbiamo trascorso le vacanze ad
un
soffio gli uni dall’altra! Quando l’ho vista mi
è
scoppiato il cuore in petto!
Era così bella, con un’aria molto più
matura, aveva
un tono così dolce, così
affettuoso con Davide. Non lo so perché ma per un attimo ho
perso la testa, ho
perso il controllo e mi sono avvicinato, forse l’avrei anche
pregata in
ginocchio di tornare con noi, di perdonarmi e di stare con me. Ma poi
Beatrice e quello che ho letto nei suoi occhi mi
hanno bloccato! C'era freddezza, indifferenza, delusione. Anche se mi
ha amato ora l’ho persa e non posso più tornare
indietro”.
“Non pensi di provarci nemmeno? Di
confessargli i tuoi sentimenti, le tue
paure, le tue perplessità, stai sprecando un amore Guido e
quelli che non
tornano di nuovo, non è uno dei tuoi esami universitari che
se va male lo
rifai, potresti non rivederla mai più! Potrebbero non
esserci mai più tempo per
voi!”
“Il discorso finisce qui! Una famiglia
non si costruisce per tentativi,
facendo prove ed errori. Beatrice mi ama ed io tengo a lei. Amo Davide
e per lui
sono pronto a far funzionare questo rapporto dandogli la famiglia di
cui ha
bisogno! Quello che provo per Azzurra passerà,
finirà! Ed ora basta per favore!"
“Se
ti scaldi così tanto non ne parliamo più.
Discorso
chiuso. Ma non sei proprio lucido fratellino. La vita è tua
e
fai come credi. Tanto quanto decidi tu, farti
tornare sui tuoi passi è praticamente impossibile.
Ragionevole,
giusto e imparziale con gli altri, inflessibile, testardo e rigido
quando si tratta di te. Facciamoci un altro giro di
birra e auguri per la tua famiglia!”
Grazie a Lisbeth17 per il banner
Centaur;">Nota
dell'autore: Gli eventi che sono introdotti dall'asterisco non sono
narrati dal blog di Azzurra, ma sono avvenimenti reali e non
raccontanti dalla protagonista.
|
Ritorna all'indice
Capitolo 7 *** Capitolo 7. Se son rose... fioriranno... ***
Capitolo 7. Se son rose... fioriranno...
Capitolo
7. Se son rose fioriranno
01
novembre 2013
Mio caro blog, mi sei mancato tantissimo!
Sono settimane che non scrivo i
miei pensieri, le mie perplessità, i miei dubbi. Troppo da
fare e tutto
insieme!
Ma almeno è arrivato il weekend di
Ognissanti un po’ di tregua ai
corsi universitari, al fermento in negozio per i nuovi
campionari, alle vetrine
da organizzare per lo shopping natalizio e alla collezione di borse
primavera-estate
che sto disegnando alla Masalor, la casa di moda di Marilù.
Ma in che periodo
vivo?
Ho capito che non esistono più le mezze
stagioni, ma io mi trovo a
fissare cappotti di montone e pellicce, a scegliere abiti in cotone e
lino e a
disegnare borse da mare, non mi stupirei se con il freddo che
fa qualche
mattina esco con un vestito di lana e infradito ai piedi!
Ma la moda mi piace,
è la mia strada, sto imparando tanto e voglio dare sempre di
più!
Poi ho una
piccola news da darti, non sarà tanto news,
d’accordo, ma sto uscendo con
Lorenzo. Sola, intendo! No, non è successo ancora nulla, ma
non escludo più che
possa succedere.
10
novembre 2013
Fonte: www.anordestdiche.com
Non puoi capire dove sono!
Parigi! <3
Lorenzo mi ha fatto una sorpresa! Che
romantico! Ancora tremo! Mi aveva detto che saremmo andati per due
giorni fuori
per scegliere dei materiali per le borse. Io credevo che andassimo in
Toscana e
invece all’aeroporto siamo saliti sul volo per Parigi con i
biglietti che lui
aveva acquistato.
Che dolce! E chi se lo aspettava che esistessero
ancora uomini così?
Di
quelli che ti mandano rose, ti scrivono frasi d’amore, ma non
solo, ti
ascoltano ore ed ore, ti aiutano se hai bisogno, ti insegnano quello
che non
sai e ti lasciano sbollire se sei stanca o arrabbiata.
Ne ho avuti altri così?
Non credo proprio! Si, è vero ho
già ricevuto rose e bigliettini ma al solo
scopo di portarmi a letto, ho avuto un uomo che mi ha aiutato, mi ha
insegnato
tanto e poi mi ha mollato quando volevo crearmi una famiglia con lui.
Ne ho
avuto un altro che era pure pronto a sposarmi per aiutarmi con Davide,
per
realizzare il mio sogno, ma in quel momento non ero io ad essere quella
giusta.
Non amavo lui, non ero pronta per un rapporto senza
il vero amore.
Ora, invece, è
tutto diverso!
Stare insieme ad una persona non significa, per
forza, sentirti il
cuore in gola quando lo vedi, ma sapere che su di lui puoi contare,
sempre! Che
non sei sola! Che lui vuole te e puoi realizzare dei progetti insieme.
Che non ti
deluderà!
Mio caro blog io, ora, voglio Lorenzo accanto a me!
16
novembre 2013
Il bacio di F. Hayez
Fonte: www.arte.it
Ci siamo baciati!
E’ accaduto a Parigi! E' stato
bellissimo, ma niente di più. Ci siamo tenuti per mano,
ci siamo abbracciati, abbiamo dormito nella stessa camera, ma non ha
mai
oltrepassato i limiti che gli ho messo.
Dove lo trovo un altro uomo così? Sarei
pazza a farmelo scappare.
Finalmente, sto tornando a vivere, sto tornando
a credere nell’amore!
Lo so che devo sembrare una stupida, una ragazzina
frigida e isterica, che non cerca il contatto fisico e che sta avendo
un
corteggiamento che farebbe impallidire una dama dell’800.
Lo so, sono fuori dai
miei tempi, sono anacronistica! Ma io sono io e lui non ha fatto una
piega!
E’
stato così comprensivo, anzi mi ha detto che tiene a me
perché non sono
scontata. Non sono finta. Finalmente qualcuno che mi apprezza per come
sono!
Mio caro Lorenzo Barricati che fortuna averti
trovato!
25
novembre 2013
Il Natale sta arrivando!
Io amo il Natale, abbiamo il negozio sotto sopra
per le vetrine da preparare, tra una quindicina di giorni finisco i
corsi e poi
devo sostenere 4 esami in due mesi! Questi sono pazzi!
Vorrei capire i docenti
universitari cos’hanno in testa quando predispongono i piani
di studio?
Per non
parlare di quello che hanno nel cuore!
Ma non voglio parlare di questo, per
gli esami chiederò aiuto a Marco, Marina, Alessia, sono i
miei compagni di
corso e stiamo pensando di studiare in gruppo! Anche Lorenzo si
è offerto di
aiutarmi ma non voglio.
Ora stiamo insieme ed io sto bene.
Il fatto che posso
contare su di lui, non significa che io voglia dipendere da lui! I
tempi in cui
volevo essere “mantenuta” e basta, sono proprio
passati!
Adesso voglio essere
fautrice del mio destino.
Sempre e comunque.
Prima di chiudere due cose, Marghi
sta benone, ancora pochi giorni e poi prenderà
l’astensione obbligatoria a
lavoro. Non vedo l’ora che nasca questo scricciolo, me lo
devo spupazzare per
bene! Competo per il ruolo di “zia” preferita e si
sa io non amo perdere!
Per
quanto riguarda la mia gioia “tedesca” invece, ci
siamo risentiti via skype,
Davide mi è sembrato tranquillo e questo per me è
la cosa più importante. Il
mio bene per lui non finirà mai!
08
dicembre 2013
Fonte:
www.fotocommunity.it
Ci risiamo!
Non sono a Milano, ma a Praga!
Almeno, nel tour di capitali
promosso da Lori, spero di evitarmi Berlino!
Il mio “proffi” non lo farebbe
mai!
Comunque se ne sta approfittando e mi porta sempre
in giro.
Ho un contratto con
la Masalor, quindi tra la retribuzione in negozio e la provvigione per
la mia
collaborazione con la casa di moda non posso lamentarmi, devo
ammetterlo! Ragion
per cui, lui organizza viaggi ed io acconsento solo se mi fa pagare la
mia
parte.
Di certo non è un prof canonico, invece
di incentivarmi a studiare, mi
spinge a mollare tutto e a viaggiare con il cuore e con la mente! Poi,
se non
supero nemmeno un esame con lui me la prendo, cosa crede?
Per Natale, credo resteremo
a Milano, cena in famiglia, sono invitata a casa Barricati e poi
dopocena tutti
insieme nella mansarda che dividiamo io Kate ed Elisa.
Modena?
Nemmeno l’anno
scorso ho trascorso la Vigilia lì, infatti raggiunsi
Gianandrea a Mosca.
La
nascita di Gesù è un evento religioso
importantissimo ed in convento è
particolarmente sentito! Quella notte ha ragione suor Costanza, meglio
non
mischiare sacro e profano, spiritualità e
materialità, pace, amore, armonia con
risate, schiamazzi e chiacchiere.
Per fine anno non lo so, chi vivrà
vedrà. Io
a Modena ci tornerei! Mi mancano troppo! Tutti!
***
Febbraio
2017 Milano. Uffici Masalor.
“Ehi, che stai leggendo?”
Azzurra sobbalzò
“Non volevo spaventarti,
scusami”
“No… no scusami tu non ti
avevo nemmeno sentito entrare”
“Me ne sono accorto,
cos’è un romanzo d’amore? Un racconto
erotico-sentimentale come quelli che vanno di moda negli ultimi
anni?”
“No, è la mia vita. Buffo,
vero?” disse girando lo schermo del computer
verso di lui
“Il mio blog! Che roba
è?”
“Lo sai anni fa, quando sono arrivata a
Milano, tenevo un blog! Era un modo
per mettere un ordine nei mie pensieri, per fare chiarezza nei miei
sentimenti
e per sentirmi meno sola, lasciare Modena non fu affatto facile,
è stata una
delle scelte più importanti della mia vita”.
“Quanti anni sono passati
ormai?”
“Quattro! Mi sembrano pochi mesi, eppure,
sono quattro anni”
“Noi due invece stiamo insieme da tre
anni, vero?”
“Già”
“Quando mi hai fatto faticare per
conquistarti. Ero sempre un fratello, un
amico, un confidente non mi consideravi proprio come uomo!”
“Dai adesso non fare la vittima! Non
è vero che non mi interessavi come
uomo, ma avevo bisogno di tempo, avevo delle ferite profonde, difficili
da far
rimarginare con un colpo di spugna”
“Menomale che ci sono riuscito!
E’ proprio vero chi la dura la vince! Ed io
ho vinto il premio più bello del mondo amore mio”
la baciò “ora ti lascio al
tuo blog, mi raccomando salta le parti che riguardano il sexyprof e
concentrati su di me!”
Lei rise.
***
Febbraio 2017. Modena. Convento
degli Angeli.
“Allora hai preso tutto?”
chiese Suor Angela con fare apprensivo.
“Si credo di si, poi, voi mi raggiungete
tra poche settimane, vero?” domandò Guido,
scompigliando i capelli di Davide “Posso stare
tranquillo?”
“Certo papà, guarda che adesso
ho 12 anni, non sono più un bambino!”
“Difficile accettarlo sai”
“Oh su su, che poi fai tardi, il taxi
è già qua fuori da un po’, a
Milano c’è una procura che ti aspetta, caro
giudice!”
“Già, ancora, non ci credo,
quando ho fatto il concorso in magistratura non
ci stavo con la testa, eppure sono riuscito a vincerlo!”
“Io sono orgoglioso di te,
papà! Ti voglio bene!”
“Anche io, giovanotto! Mi dispiace tanto
lasciarti qui, ma non so ancora
dove alloggerò, devo superare l’impatto iniziale
con il lavoro, tu devi
frequentare ancora la scuola per tre mesi, già mi
manchi”
“Dai papà è meglio
così anche per me, lo sai che qui al convento con le
consorelle e con Suor Angela mi sento come a casa mia, comunque ti
raggiungiamo
presto, promesso. Ora vado a prepararmi la borsa, più tardi
ho l’allenamento di
calcetto”
Si abbracciarono e poi Davide si
allontanò.
“Che belli che siete! Stai facendo la
cosa giusta Guido ed anche io sono
fiera di te!”
“Io non lo sono per niente, per colpa mia
Davide cambierà l’ennesima casa,
l’ennesima scuola, le amicizie, la squadra di calcetto, tutto
perché ha un
padre incapace che non è riuscito a dargli una
famiglia!”
“Le
storie finiscono purtroppo! Tu e Beatrice ci avete provato tanto, vi
siete impegnati, stavate anche per sposarvi, ma non eravate fatti
l’uno per
l’altra. Non avete mai fatto mancare nulla a Davide e gli
avete
dato il vostro
appoggio, il vostro affetto, continuare a fingere un’armonia,
una
complicità inesistente non era più
possibile!”
“Non avrei mai dovuto scegliere Beatrice,
vero?”
“Guido tormentarsi così non ha
senso. Ora hai di nuovo preso in mano la tua
vita. Davide ha bisogno di te e insieme ce la farete anche questa
volta. Poi,
io che ci sto a fare scusa? Non sono una parte della vostra famiglia,
anche io?”
“Si, certo. Ma è dura, in
fondo, se i rapporti con Beatrice non
fossero stati così tesi tanto da spingermi a lasciare la
cattedra
all’università, saremmo rimasti qui, sarebbe stato
più facile
ricominciare a Modena, in convento.”
“E invece hai vinto il concorso ed ora
c’è Milano di fronte a voi. Io non
credo alle coincidenze sai? Forse, sotto sotto allontanarvi un
po’ da qui vi
farà bene. Buon viaggio” gli augurò la
consorella accompagnandolo al taxi.
“Grazie di tutto Suor Angela. Ti voglio
bene”
“Anche io” si abbracciarono.
“Vi chiamo
stasera”
Grazie a Lisbeth17 per il banner
Nota
dell'autore: Gli eventi che
sono introdotti dall'asterisco non sono narrati dal blog di Azzurra, ma
sono avvenimenti reali e non raccontanti dalla protagonista. Inoltre,
in questo capitolo, come in quello a seguire, vi è un salto
temporale di alcuni anni, infatti, Azzurra nel suo blog racconta cosa
le è accaduto a cavallo tra 2013 e 2014, ma sono eventi che
lei
sta rileggendo attraverso lo schermo del computer, perché
nella
realtà ci troviamo nel 2017 ed è proprio
attraverso il
suo blog e le situazioni che ha vissuto precedentemente che capiremo
cosa è successo anni prima, cosa si svilupperà
nel suo
presente e... futuro. |
Ritorna all'indice
Capitolo 8 *** Capitolo 8. Sul filo dei ricordi ***
Capitolo 8. Tra passato e presente
Capitolo 8.
Sul filo dei ricordi
***
Milano.
Casa di Azzurra ed Elisa.
Azzurra è seduta sul divano, ha il suo
pc davanti, pagina aperta sul suo
vecchio blog e prosegue con la lettura là dove si era
interrotta.
16
dicembre 2013
Fonte:
www.bigodino.it
Tra l’incudine e il martello!
Devo ancora fare una decina di regali di
Natale ed in negozio siamo piene di gente, la corsa al regalo
è scattata presto
quest’anno, forse perché essendoci ancora crisi le
persone preferiscono
organizzarsi prima e meglio. Vengono, osservano, si fanno
un’idea, ritornano,
cercano cose carine, utili e non troppo costose.
E poi ci sono io nel ruolo
della cliente!
Insomma sti regali di Natale avrò il
diritto di farli anche io o
no?
Ma tra corsi che stanno finendo, casa di moda e
negozio, praticamente
quando li devo acquistare di notte? Esistono centri commerciali aperti
24 ore
su 24 per chi essendo commessa ha gli stessi orari di lavoro dei negozi?
Menomale che c’è
il mio “proffi”, pure a fare i regali mi aiuta!
San Lorenzo, ecco come lo devo
chiamare!
Eh, già tra un po’ non
sarà più il mio “proffi”! Ha
deciso di
lasciare la cattedra universitaria, Marilù sta per quotare
in borsa la loro
casa di moda, la Masalor, ed ora più che mai ha
più bisogno delle competenze e
del sostegno del suo unico figlio. Lei presidente e lui vicepresidente!
Per me
cambia solo che invece di vederlo all’università,
lo vedo a lavoro, anche se
devo ammetterlo Lori trova il modo di essermi vicino anche quando non
lo è
fisicamente.
Kate, Elisa, Alessia dicono che sono fortunata! Che
uno così in
giro non si trova! Lo credo anche io devo essere sincera.
In giro non sono
tutti così… me lo tengo stretta e speriamo bene.
28
dicembre 2013
E alla fine niente Modena!
Io me lo sentivo che il mio progetto di tornare
a casa, eh si vabbè in convento, pure i lapsus mi vengono,
il mio progetto di
tornare in convento andava a farsi benedire!
Che ci
tornavo a fare?
Margherita ed Emilio vanno dalla famiglia di lei,
tra un paio di mesi nascerà il pargoletto ed ora Marghi ha
bisogno di massimo
riposo. Suor Angela e Chiara organizzano una cena di beneficenza alla
casa
famiglia. Nina nemmeno torna, non mi sembrava l’occasione
adatta.
Che
tristezza, un anno fa eravamo tutte lì, con i nostri sogni,
i nostri progetti,
le nostre illusioni, le nostre piccole gioie e i grandi tormenti, ora
ognuna
per la sua strada… Per fortuna che, tra skype, facebook,
whatsapp e i cari vecchi
sms non tutto è perduto. Una frase, una foto, un link, uno
smile e nessuno è
davvero lontano.
Ora vado a studiare!
Si, lo so, sono ridicola, sui libri il 28
dicembre, ma è così! I miei colleghi universitari
mi hanno avvisata “cara
matricola ora che sei qui, per tre anni scordati vacanze di Natale e
ferie
estive o prima o dopo le sessioni di esame non ti daranno tregua”!
02
gennaio 2014
Fonte:
christmasstockimages.com
Ed eccoci qua, finalmente 2014!
Oddio, ho fatto una personale statistica,
mi sono accorta che gli anni dispari mi portano sfiga!
Mi è successo di tutto!
Mia madre se ne è andata in un anno
dispari, pure la mia tata inglese, mio
padre è andato in galera, sono diventata povera e
soprattutto ho preso quella
bella fregatura, da Guido, l’anno scorso che era dispari!
Quindi, adesso, mi
aspetto solo cose belle!
07
gennaio 2014
Fonte: www.carefreetravel.co.uk
Oggi ho fatto una bella chiacchierata con il mio
cucciolo tedesco, mi ha
detto che per fine anno non sono tornati a Modena perché
sono andati al parco
divertimenti di Disneyland Paris. Era così contento delle
tante attività che
fa a scuola, poi sta frequentando anche un corso di studio per la
batteria ed è
ancora appassionatissimo di calcio, spesso va allo stadio a
vedere una squadra, una cosa tipo Herta Berlino, sta giocando in una
scuola
calcio cittadina, ma deve guadagnarsi il posto da titolare. Poi mi ha
detto che
forse torneranno a Modena tra un paio di mesi. Mi manca tanto!
Per non farmi
mancare nulla ho chiamato anche Margherita. Ormai ci siamo, secondo il
dottore
all’incirca un mese e il bambino nasce! Non ci sto
più nella pelle, non vedo
l’ora di conoscerlo, di prenderlo in braccio. Anche Marghi mi
ha detto che non
vede l’ora perché ormai si sente una balena,
dormire le è diventato difficile
ed il peso comincia ad essere motivo di affaticamento.
Gliel’ho detto “Stringi
i denti sorellina mia, tra poco sarai travolta dalla gioia
più grande della
vita, la nascita di un figlio. E’ il senso di una vita intera”.
Ora dopo telefonate, consigli, lacrimucce ed
emozioni varie, io dovrei
andare a studiare ed anche di corsa, perché tra una
settimana ho il mio primo
esame universitario e non lo sa nessuno, nemmeno Lorenzo,
l’ho detto solo a
Kate, ho una strizza non quantificabile!
Oh Gesù, aiutami tu!
E questa preghiera
deve essere uno dei postumi della vita in convento. A presto mio blog.
14
gennaio 2014
Fonte: www.cultmagazine.net
27
Ho preso 27, credevo di aver sentito male quando la
docente me l’ha
detto! Mi sono convinta solo quando ho visto il voto accanto a dove ho
firmato.
Quando, poi, sono uscita dall’aula temevo
di svenire, io che sono andata lì così
tranquilla, così spedita, come se non avessi nulla da
perdere, mica me ne sono
accorta che in fondo all’aula c’erano Kate, Elisa,
Alessia, Marco, Andrea e
pure Lorenzo!
Lorenzo poi mi ha regalato una rosa, mi ha detto
che sarà solo
la prima delle tante che riceverò per ogni esame che
sosterrò!
Io ora sto
troppo bene!
28
gennaio 2014
Oggi ho sostenuto un altro esame, si trattava di
una prova pratica, di cui
avremo i risultati tra qualche giorno, se lo supero e nel mese di
febbraio,
riesco a “combinare” un altro esame, ho svoltato!
Nel senso che fare 3 esami su
4 al primo semestre è un ottimo risultato!
Ma vuoi vedere che, stavolta,
veramente riesco a laurearmi?
Se solo ci penso mi vengono le lacrime agli occhi,
questo è il mio progetto ed io devo portarlo a termine.
Ma lo sai che ho appena
visto Marghi tramite skype?
Il
dottore le ha dato risposo assoluto, perché ha
avuto
già un principio di contrazioni. Comunque visto che anche
lei
è un medico, mi ha detto che seguirà
scrupolosamente le
indicazioni che ha
ricevuto.
Io, intanto, comincio a preparare la valigia, pare
che il mio
“nipotino” abbia fretta di venire al mondo e non mi
posso certo tirare
indietro, presto o tardi, si va a Modena.
Chissà cosa accadrà!
12
febbraio 2013
Fonte:
commons.wikimedia.org
Ho superato anche il secondo esame, voto 25,
più che buono direi!
Adesso
spero di sostenere un altro per fine mese e poi amen per questa
sessione.
Ora
mi merito una piccola pausa. Sono in treno per Modena.
Margherita, stanotte, è
stata di nuovo male, potrebbe essere un altro falso allarme, anche se
il
dottore è deciso a preparare il parto a breve, per evitare
di affaticare il
bambino o creare dei problemi per lei, oggi sarebbe stata in ospedale
per
ulteriori controlli, ma forse domani o dopodomani, vista la posizione
poco
chiara del piccolo potrebbero decidere per un cesareo. Ed io voglio
esserle
vicino.
Questo momento non me lo perdo per nulla al mondo!
Lorenzo voleva
accompagnarmi ma io gliel’ho detto, nonostante
l’affetto che provo per lui, i
sentimenti che ci legano, Modena è Modena e qui
c’è posto solo per me.
Ho
bisogno di starci da sola, di ritrovare il contatto con quello che ero
e che riesco ad essere ancora solo quando sono qui!
Non so come spiegarlo, ma Modena per
me è come un vecchio vestito che hai nell’armadio
anche se non ti entra più, se
è fuori moda, non riesci a disfartene e non lo daresti mai a
nessun altro,
anche se a volte nemmeno lo noti lì sul fondo del
guardaroba, però, sai che c’è e
che nessuno te lo tocca!
E’ solo tuo, sempre tuo!
Forse mi raggiunge Kate, tra
un paio di giorni, deve sbrigare delle faccende per una sua vecchia
proprietà
che è situata in zona, inoltre, vuole riabbracciare Suor
Angela, non si vedono da
qualche annetto e ne vorrebbe approfittare per ritrovarla.
Tra poco scendo.
Ecco Modena.
Mio caro blog, quando una cosa ti entra nel sangue
e difficile
mandarla via, con la mente riesci a fingere, ma con il cuore
non si può
barare!
13
febbraio 2013
Quando sono arrivata alla
stazione ho trovato le tre consorelle, suor
Costanza, suor Angela e la novizia Chiara, vederla in abiti monacali mi
ha
fatto un effetto!
Marghi ed Emilio sono in
ospedale, più tardi vado a trovarli.
Nina non riesce a rientrare,
ha un caso difficile da seguire che non può
mollare.
Per i Corsi non si
è capito, Guido aveva detto che non potevano
esserci, ma ieri ha chiamato confermando che forse tra oggi e domani
arriveranno.
Pensa te, che gioia!
Ritornare per qualche giorno
in convento e
ritrovarci come ospiti pure la famiglia felice!
Uffà!
Menomale che, dopodomani,
arriva anche Kate almeno non sarò sola e sarà
meno traumatica questa convivenza
forzata.
L’unica gioia vera
sono questo bambino che verrà e ritrovare anche
solo per poche ore il mio Davide.
Grazie a Lisbeth17 per il banner
|
Ritorna all'indice
Capitolo 9 *** Capitolo 9. Io, te e le incognite su di noi ***
Capitolo 9. Io, te e le incognite su di noi
Capitolo
9. Io, te e le
incognite su
di noi
***
Modena. 14 febbraio 2013. Ore 16.00
Chiostro del convento.
“Suor Angela non si preoccupi, lo scialle
l’abbiamo preso, la borsa con le
tutine anche, lì c’è il tiralatte, per
adesso non manca niente! E se non ci
sbrighiamo conosceremo Valentino quando compirà un
anno”
“Azzurra!”
Lei si voltò e vide Davide correrle
incontro
“Amore”
Si abbracciarono affettuosamente
“Beh! E io? Un abbraccio così
io non me lo merito?” gli chiese subito suor
Angela e lui passò ad abbracciare anche lei.
Alzando la testa, i loro sguardi si incrociarono,
Guido aveva un borsone a
tracolla ed un piccolo trolley con le ruote. Lo stesso punto. Erano
allo stesso
punto dell’ultima volta. Maggio dell’anno prima.
Lei accennò un sorriso
ironico. Beffardo il destino.
“Buonasera Guido, ben arrivati”
lo accolse suor Angela.
“Grazie, saremmo dovuti arrivare
stamattina ma abbiamo avuto un imprevisto”
“Non c’è problema,
lo sai, il vostro appartamento è sopra ed è
già pronto
per essere usato”
“Ne sono felice, siamo un po’
stanchi ed abbiamo qualcosina da mettere a
posto”
“Ma Beatrice?” chiese ancora la
consorella
“No, lei non è potuta venire
con noi, non si sentiva molto bene, ha
preferito evitare il volo”
Tra loro due, niente, nemmeno una parola, un gesto,
un saluto, ma perché lui, ogni volta che terminava
una frase, guardava lei piuttosto che suor Angela?
Davide le aveva preso la mano e gliela stringeva
forte.
“Suor Angela stavate andando in ospedale
da Margherita e dal neonato?” chiese Guido.
“Si, vuoi unirti a noi?”
“No, non oggi, spero di passare in
ospedale nei prossimi giorni. Lei sa che sono qui perché
c’è un
convegno internazionale domani ed ho appuntamento con il rettore
Alfieri, dobbiamo
concordare il mio intervento e poi sistemare ancora delle
cose”
Ah, ecco! Mi sembrava
strano a me che un menefreghista
come lui si facesse questo viaggetto Berlino-Modena per il parto di
un’amica!
“Ma avrai bisogno di qualcuno che si
occupi di Davide?” domandò quasi
ingenuamente suor Angela.
Lui guardò di nuovo lei.
“Se pensa che
io torno ad essere di nuovo la tata di
Davide si sbaglia di grosso! Ma cosa ha nel cervello i buchi del
formaggio che
mangia a Berlino?”
“Azzurra posso stare di nuovo con te
quando Guido lavora?”
“Ma certo amore. Per i giorni che
resterò qui, non ho problemi, cercherò di
dedicarti tutto il tempo a mia disposizione”. No
non è incoerenza, perché se me le chiede lui le
cose non le faccio,
ma se le chiede Davide è un altro conto!
“Adesso vieni con noi in ospedale
e andiamo a conoscere il bambino di Margherita”
Lui continuava a fissarla frastornato. Poi il suo
cellulare cominciò a
squillare e si allontanò, Azzurra approfittò per
sistemare le cose che dovevano
portare a Margherita nel nuovo pulmino di Suor Angela ed aspettò
lì che la
suora uscisse per andare in ospedale.
Il parto cesareo era stata la scelta più
idonea e solo un paio d’ore prima
era venuto al mondo un bellissimo maschietto di 3 kg, 200 gr e siccome
era nato
in un giorno stupendo, nel giorno dedicato all’amore e agli
innamorati, i
genitori avevano deciso di chiamarlo Valentino, come il santo patrono
di quella data.
Margherita era ancora mezza intontita dai farmaci,
Emilio sorrideva e
parlava del suo bambino con chiunque incontrasse in ospedale. Nella
clinica vi
era il servizio di rooming-in, quindi il piccolo era nella sua culletta
in
camera con la madre e riceveva periodicamente l’assistenza
delle infermiere per
le sue necessità.
Azzurra, all’inizio, temeva di prenderlo
in braccio, aveva paura di fargli
male, di non tenerlo a suo agio, poi aveva capito il modo di cullarlo e
non se
ne sarebbe più staccata! Davide gli faceva le boccacce
e aveva promesso di
regalargli tutti i suoi giochi di quando era piccino. Suor Angela li
guardava tutti
commossi, il miracolo della vita è il più grande
tra quelli che Nostro Signore
ci ha riservato.
Al rientro in convento.
“Azzurra sta squillando il telefono, puoi
andare tu mentre vado a preparare
qualcosa per cena?” le chiese Suor Angela.
“Certo”
Lei arrivò al telefono
“Pronto?”
“Pronto, scusi forse ho sbagliato,
è il convento degli Angeli, Modena”
“Si, è qui, chi
cerca?”
“Sono Beatrice”
“Ah, Beatrice, sono Azzurra!”
“Azzurra, Azzurra Leonardi, è
che ci fai tu lì? Non vivevi a Milano, dovevi
sfruttare le occasioni che la città offriva”
“Infatti vivo lì, sono venuta
qui solo qualche giorno per il parto di
Margherita, comunque parlare della mia vita con te è
l’ultima delle cose che
preferisco fare, quindi, ti chiamo Davide”
“Veramente cercavo Guido, non riesco a
rintracciarlo al cellulare”
“Ah Guido non c’è,
ti passo suor Angela saprà esserti d’aiuto
più di me.
Buona serata Beatrice” e se ne andò poggiando la
cornetta.
Davide rientrava in quel momento in sala, dopo aver
lavato le mani per la
cena, quando lei gli disse che c’era Beatrice a telefono il
bambino non sembrò
particolarmente entusiasta, le rispose che la vedeva tutti i giorni e
che
quella sera voleva stare con lei ed aiutarla ad apparecchiare.
Dopo cena, Guido non era ancora rientrato, ma
Davide era molto stanco, il
viaggio, l’ospedale, il convento, l’avevano
affaticato non poco.
Azzurra si offrì di accompagnarlo nel
vecchio appartamento del custode,
l’ambiente era rimasto pressoché immutato, era
stato ripulito e rifornito per
ospitare al meglio i Corsi. Quando aveva aperto la porta aveva avuto un
tuffo
al cuore, impossibile non ricordare tutte le volte che era andata
lì un anno
prima, le mattine in cui ci passava per andare a prendere Davide ed
accompagnarlo a scuola, le litigate che aveva avuto con Guido, le prese
in
giro, i momenti di sostegno reciproco, i baci e quasi baci, ma
perché il
destino la stava rimettendo di fronte a tutto questo? Di nuovo?
C’era una grande novità al
posto del letto di una piazza e mezza, occupato
da Guido precedentemente, ora ce n’era uno matrimoniale e
Davide insistette per
dormire lì perché voleva compagnia. Azzurra si
sedette accanto, gli tenne la
mano per fargli sentire che gli era vicina, poco dopo si
appoggiò, si tolse le
scarpe e la stanchezza prese il sopravvento anche su di lei. Era
così bello il
calduccio respirare vecchi odori, ritrovare quel tepore, quella
pace…
Quando Guido rientrò, fu sorpreso dallo
strano silenzio, aveva incrociato
suor Angela in cucina, mentre mangiava un boccone veloce, la consorella
gli
aveva riferito che Davide era andato a letto e che gli aveva fatto
compagnia
Azzurra. Se suo figlio adesso dormiva, lei dov’era?
Facile da scoprire, era accanto a lui dividevano
quello che doveva essere
il suo letto. Davide riposava sereno, con un’espressione
dolce sul viso, come
se si stesse beando di quella vicinanza, anche lei era rilassata e se
possibile
sembrava ancora più bella!
Non aveva più il vestito con gli stivali
con cui
l’aveva incontrata al mattino. Aveva un pantalone da tuta
grigia scuro
attillato al punto giusto, un maglione oversize celeste chiaro e i
capelli
raccolti in una coda, era poco truccata ed era un incanto!
Dopo essersi fermato
ad osservarli ed aver sorriso di fronte a quel quadretto dolcissimo,
Guido
ritornò in cucina per prendersi un bicchiere
d’acqua!
Doveva stare tranquillo,
perché dentro di sé era scoppiata la terza guerra
mondiale.
Testa/Opzione
A:
vai di là delicatamente svegliala, ringraziarla e congedala
senza nemmeno
rivolgere uno sguardo.
Cuore/Opzione
B: vai di là, accoccolati accanto a loro e
goditi quest’opportunità straordinaria che la vita
ti sta offrendo. Non
rinunciare a lei Guido, non di nuovo! Stavolta, non puoi farlo!
Il cuore decisamente il cuore!
“Scusami, mi devo essere addormentata
mentre ero con Davide, me ne vado via
subito!” era lei che con voce mezza assonnata
l’aveva raggiunto in cucina ed
aveva scelto per lui, stava vincendo la testa nulla da fare.
“Devo fare
qualcosa, devo dirle qualcosa” pensò agitato.
Era già diretta alla porta quando la
bloccò.
“Aspetta… aspetta!”
Si voltò ed il modo in cui si guardarono
era più eloquente di mille parole,
nessuno dei due voleva che l’altro se ne andasse, nessuno dei
due aveva il
coraggio di parlare, nessuno dei due sapeva bene cosa fare, ma entrambi
volevano la stessa cosa, stare lì, starci insieme e chiudere
fuori da quella
porta Beatrice, Lorenzo, Milano, Berlino, la ragione e
l’istinto, la sofferenza
e l’euforia, la lontananza e le incomprensioni.
“Azzurra, grazie. Grazie davvero per
tutto quello che stai facendo per
Davide”
“Solo questo
sono riuscito a dire! Ahhh!”
“Io adoro Davide, gli vorrò
sempre bene e stare con lui non mi pesa”
Lei voleva andarsene, ma lui continuava a
trattenerla per un braccio.
“Ma
è naturale questa cosa? Ha la febbre? Ha bevuto?
Sta impazzendo? Cos’ha? Non mi parla, mi guarda e mi fa sta
facendo sciogliere
come se fossi neve ad agosto”
“Guido se non c’è
altro, forse sarebbe meglio che io me ne andassi”
“Oddio!
No… NO”
“No aspetta”
“Di nuovo?
Che devo aspettare che esca il sole alle
undici di sera? Ma perché non lo capisce che così
mi fa male? Guido ti prego
chiedimi di tutto, insultami di nuovo, confessami anche sei un
terrorista, ma
non tenermi qui così! Mi illudo, mi fai male!”
“Mi dispiace”
“Un’altra
volta? Oddio no non ce la faccio!” pensò
lei.
“Ma ti si
è incantato il disco, professore?” si disse
lui.
“Senti Guido ho capito che ti dispiace,
me l’hai già detto all'aeroporto. Le cose sono
andate così, sarà colpa tua, sarà
colpa mia, non sarà colpa di nessuno di noi due!
Se i sentimenti non ci sono, non si possono farli comparire come per
magia,
l’amore non si costruisce a tavolino Guido”
“Ma io ti
amo. Si, ti amo” pensò lui
“Perché le cose che dici mi
sembrano più adatte a descrivere il rapporto tra me e
Beatrice e non il nostro!
Tu cosa provi per me? Hai detto che mi amavi? Era solo una ripicca, uno
sfogo,
delle cose dette così senza dargli un peso o le provavi
davvero?”
“E adesso
muto come un pesce, io parlo e lui mi guarda
come se fossi un marziano! Io vorrei entrare dentro quella testa e
capire, anche
solo per un secondo, ma cosa pensi?”
Drin! Drin! Drin!
La realtà irruppe nei pensieri e nelle
mezze confessioni.
Era il cellulare di Azzurra, appoggiato sul tavolo
di fronte a loro, lo
prese di scatto, ma questo non impedì a lui di leggere il
nome sul display
“AMORE”
Azzurra rifiutò la telefonata, avrebbe
richiamato Lorenzo con calma, pochi
minuti dopo, non le sembrava il caso di stare al cellulare con Davide
che
dormiva nell’altra stanza, di fronte a lui e in quella casa.
“Devo andare. Buonanotte”
Lui sembrava una furia “Hai ragione,
quando l’amore chiama” le disse ironico,
tagliente, duro.
“Prova a cercare anche il tuo di amore,
anche lei ha provato a chiamarti,
un vero peccato se non fosse riuscita a rintracciarti” se ne
andò sbattendo la
porta.
“Stronzo!
Questo è davvero stronzo? Ma di chi mi sono
innamorata io? Di uno che non fa pace con il suo cervello e vuole
mandarmi in
frantumi il cuore?”
“Stronzo! Ma
tu sei davvero stronzo? Ma ti rendi conto
che stai cominciando a dare i numeri, che un attimo prima dici una cosa
e
quello dopo l’esatto opposto. E non provare a giustificarti
dicendo che lei è a
mandarti in tilt! Ci sai andare benissimo da solo!”
Scena memorabile proprio! Porca miseria! Freddo
cane! Lacrime che
scendevano contro la sua volontà e la porta che separava
l’esterno
dell’appartamento del custode dall’interno del
convento chiusa, non c’era modo
per farla aprire!
“Azzurra!”
“No ancora,
maledizione no!”
“Quella porta è chiusa a
chiave, Suor Angela me ne aveva parlato, dopo le
11, una delle suore a turno ha il compito di chiuderla,
c’è stato un tentativo
di furto qualche mese fa e io stesso le ho consigliato questa
soluzione”
Lei ebbe il tempo di asciugarsi le lacrime e
ritrovare la voce
“Tu mi stai dicendo che sono rimasta
chiusa fuori?”
“Beh tecnicamente si, ma puoi stare da
noi”
Lei rabbrividì e non era solo il freddo.
“Io non posso stare da voi, non
voglio”
“Vieni” lui la
circondò mettendole addosso la sua giacca “stai
tremando e
qua fuori al freddo non ci puoi stare!”
“Infatti non ci sto, ora chiamo suor
Angela e mi faccio venire ad aprire”
Lui sospirò sconsolato.
5 telefonate e la suora non rispose o dormiva come
un sasso o aveva
scoperto il potere del tono silenzioso al cellulare.
“Guarda che puoi continuare a dormire con
Davide ed io me ne vado in
cameretta, non ho intenzione di attentare alla tua virtù,
stai tranquilla”
“Non avevo dubbi” rispose lei
rientrando in casa.
“Io si” farfugliò
lui.
Lei non capì o forse fece finta di non
capire, meglio trovare un equilibrio
perché quella serata e quella nottata stavano prendendo una
brutta piega.
Quando rientrarono lei si tolse immediatamente la
giacca, come se avere
addosso qualcosa di suo la infastidisse, nonostante tutto continuava a
tremare
e lei lo sapeva bene, non era il freddo.
“E’ così tra
mezz’ora circa sarà finito un altro San
Valentino” disse lui
per trovare un argomento di conversazione.
“Già, ma tanto tu non
l’hai mai festeggiato!”
“Tu sì, però.
Sbaglio o l’anno scorso hai avuto un San Valentino
indimenticabile?”
“Eh come no!
La notte in cui mi sono lasciata con
Gianandrea ed ho finalmente ammesso di amare solo te, come posso
dimenticarmelo?”
“Si, infatti, indimenticabile proprio, ci
sto facendo ancora i conti!” si
lasciò sfuggire.
“Ma perché senti ancora
Gianandrea?”
“Gianandrea? E perché non
dovrei sentirlo? Mi ha invitato a Tokyo per il
suo matrimonio a Giugno, sposa una modella straniera, una certa
Anja”
“Fissato con il matrimonio il
ragazzo”
“Innamorato, direi! Molto innamorato e la
donna giusta per lui ed alcuni
uomini sono ancora capaci di innamorarsi prima e sposarsi poi, pensa un
po’”
“Incassa caro
prof! Non te ne farò passare una!”
Il cellullare vibrò nuovamente, stavolta
era un messaggio, sempre di
Lorenzo, rispose con poche parole, solo scuse, solo bugie
“SCUSAMI, TUTTO BENE, MI ERO
GIA’ ADDORMENTATA, SONO UN PO’ STANCA, CI SENTIAMO
DOMANI. UN BACIO ANCHE A TE.
BUONANOTTE”
Mentre lei scriveva, lui armeggiava nervosamente in
cucina.
“Ma che fa?
Cucina? Ha fame? Ottimo momento per
congedarmi e andare in camera con Davide”.
“I
messaggini, non ha risposto a telefono ed ora le
manda i messaggini, ha un altro non c’è dubbio! E
tu professore che pensavi che
si facesse il sangue amaro per te, che avesse sofferto per come vi
eravate
lasciati? Che illuso!”
“Ho preparato una tisana, ti va una
tazza? Siamo entrambi un po’ stanchi,
nervosi e penso ci faccia bene rilassarci un po’”
“Si, grazie, io non sono nervosa, sono
perfettamente tranquilla, non sono
più abituata a stare qui, a stare con voi, si insomma alla
vita in convento.
Ecco tutto!”
“Capisco e a Milano come vivi?”
“Si, certo!
Adesso devo stare qui a conversare con
lui, come due vecchi amici, questo è troppo!”
“A Milano? Vita notturna, tanta sana vita
notturna, happy hour, discoteche,
lavoricchio un po’ in negozio, fortunatamente Kate, Caterina
l’amica di suor
Angela, è molto buona con me, è un capo-amico e
mi lascia molta flessibilità
sugli orari, insomma mi diverto, sono libera e mi godo la
vita”
“Ah, che
soddisfazione! Vedere quella faccia è una
soddisfazione, finalmente adesso mi diverto un po’ anche io!
Tutte balle!
Stasera a quanto pare sono in vena di dire fesserie a destra e manca.
Mi credi
una stupida, incapace e inconcludente? Eccotela servita!”
“E cosa ti
aspettavi, che ti dicesse che aveva una
relazione stabile, un lavoro gratificante, dei progetti, degli
obiettivi,
magari che avesse ripreso a studiare, è la solita, sempre la
solita! Non ti
sbilanciare, non svelarti, non scoprirti, ci resteresti solo male! Lei
non fa
per te”
“Beh, si è fatto tardi, forse
è meglio che vado a dormire, mi dispiace che
qui in convento tu dovrai rinunciare alla tua vita notturna ed
accontentarti
di andare a letto alle undici e mezza! Buonanotte” e se ne
andò nella vecchia
cameretta di Davide.
“Brava!
Complimenti! Brava, non c’è che dire, ci fosse
una volta che non lo fai diventare nero, c’hai un talento
proprio!”
Ripose le tazze nel lavandino, spense il cellulare
e si diresse in camera
da letto.
Fu una notte inquieta, con poco sonno e tanti
pensieri. Quando si rese
conto che erano circa le sei si alzò, in casa regnava il
silenzio più assoluto,
si avviò fuori e come credeva la porta per tornare in
convento ora si apriva,
tornò nella sua vecchia stanza, andò a fare una
doccia per mettere ordine nei
suoi pensieri.
Lui l’aveva sentita andare via e non si
era mosso, non aveva mosso un dito
per trattenerla. Non ci doveva tornare in quel convento. Lei, lui e
Davide
ancora lì era insopportabile per la sua salute mentale.
Poco dopo si ritrovarono a far colazione con le
consorelle, nonostante
l’unico posto libero fosse accanto a lui, Azzurra scelse di
consumare la sua
colazione in piedi vicino al bancone del bar.
“Zuri, alla fine ti ho trovata,
buongiorno”
“Kate, che bello vederti!”
Finalmente era arrivata Kate, adesso sì
che poteva confidarsi con qualcuno
che conosceva esattamente quello che stava vivendo in quel momento.
“Caterina” Suor Angela si
alzò e le andò incontro abbracciandola.
“Angela, ma tu non cambi mai, eh! Sicura
di non aver fatto il patto con
qualcuno per non invecchiare”
“Oh… oh… con quello
lì patti proprio non esistono, è
l’amore di Gesù a
nascondere i segni del tempo che passa, è solo
l’amore a rendere belli”
Intanto loro due non potevano a fare a meno di
guardarsi e questo fu
eloquente per tutti, soprattutto per suor Angela che chiese a Caterina
“Di
questa creatura qui, invece, che mi dici? Sempre scalmanata?”
“Zuri è un amore, guarda, non
sai quanto si dà da fare, mi aiuta
tantissimo”
Guido le guardò perplesso “Ma
come
non aveva detto che non lavorava mai e che si dedicava solo alla bella
vita?”
“No…” Azzurra
interruppe Kate e le pestò un piede “Nel senso che
sono sempre
piena di cose da fare, la zumba in palestra, gli happy hour con gli
amici, le
gite fuori porta, i centri estetici e poi la aiuto tantissimo
indossando i capi
d’abbigliamento che mettiamo in vendita, così ho
sempre cose nuove e i clienti
apprezzano meglio la merce”
“Ma posso stare tranquilla?”
chiese suor Angela
“Certo!” rispose Caterina
“E poi sapessi quante ore passa a st…”
“Shopping!” e le
pestò di nuovo il piede.
“Ahi!” si lamentò
Caterina.
“A fare shopping, si lo so, ho un brutto
difetto, l’amore per lo shopping
non mi è passato” e poi rivolgendosi a Guido
“disse l’amore per quello non mi
passerà mai”
“Mi devo preoccupare?”
domandò perplessa la consorella.
“No, Suor Angela non si preoccupi, Kate
glielo può confermare, sto davvero
mettendo la testa a posto, ma lo faccio con calma, piano piano, mica ho
fretta”
l’amica annuì e lei proseguì
“Bene, ora Kate sarà stanca per il viaggio,
andiamo a posare le sue cose in camera mia, ci vediamo dopo”
e dopo aver
parlato alla velocità della luce e aver praticamente spinto
l’amica fuori dal
bar trasse un sospiro di sollievo.
Sulle scale Kate le chiese il perché di
quei pestoni e delle false notizie
che aveva dato su di se davanti agli altri e lei ammise che per ripicca
la sera
prima aveva mentito a Guido sulla sua vita a Milano, ora non voleva
farglielo
scoprire, meglio lasciar pensare che continuava a combinare poco o
niente,
tanto era quello più facile da credere, era più
comodo per tutti.
In mattinata, lei era in giardino stava leggendo un
libro, suor Angela e Davide
erano usciti insieme e Kate doveva risolvere quella faccenda sulla sua
proprietà a Modena.
Lui la raggiunse e quando le chiese “cosa
leggi?” nel tentativo di
nascondere il testo universitario e di minimizzare lo fece cadere a
terra. Si
chinarono a raccoglierlo e stavolta erano vicini, troppo vicini, nessun
quasi
baciò, stavolta lui prese l’iniziativa e si
baciarono.
Fu un bacio prima appassionato, impetuoso,
esigente, poi appagante,
rilassato, soddisfacente per concludersi in modo esitante, esitante
come lo
erano loro e adesso?
“Cosa significa questo?” chiese
Azzurra
“Perché non ce la faccio
più a lottare contro me stesso, un secondo prima
ti desidero, quello dopo ti insulto e nello stesso tempo
c’è sempre quella vocina
dentro di me che mi dice “se la vuoi, provaci”
“Sto
sognando! No, vi prego, ditemi che non sto
sognando, che è la realtà, vi prego,
perché altrimenti quando mi sveglio e
scopro che era solo un sogno, mi viene lo sconforto”
“Io lo so, l’ho capito che hai
un altro, poi c’è Beatrice, il nostro
matrimonio, la tua vita a Milano, io lo so che è tutto molto
complicato, ma per
una volta Azzurra, per una volta ho fatto una cosa che desideravo ed
ora
schiaffeggiami, respingimi, mandami pure al diavolo, io ci ho
provato!”
“Lui mi
vuole, vuole me ed io? Anche io voglio sempre e solo lui?”
“Amore”
“No, non era
stata lei a pronunciare quella parola
tanto agognata”
“Beatrice… Beatrice come mai
sei qui?” chiese lui confuso.
“Devo darti una notizia e non volevo
più aspettare, non potevo, perciò ho
deciso di raggiungervi”
“Che succede? Stai ancora male? Devo
preoccuparmi?”
“No amore, non c’è
nulla di cui preoccuparsi, ho un ritardo, aspettiamo un
bambino!”
“Se
c’è un momento, un attimo in cui ti crolla il
mondo addosso, era senz’altro quello!”
Mentre si abbracciavano e lui pareva sconvolto non
meno di lei da quella
notizia, Azzurra scappò via, questo era troppo! Veramente
troppo! Corse in
camera e fece la valigia in 5 minuti, non sarebbe rimasta a Modena un
giorno di
più, quei due non avrebbe voluto vederli mai più,
non ci sarebbe tornata mai
più!
In poche ore la notizia si diffuse in convento,
tutti a fare le
felicitazioni per il nuovo arrivo, lei uscì con Kate per
sfogarsi un po’
e poi per andare a salutare Emilio,
Margherita e Valentino che qualche giorno dopo sarebbero usciti
dall’ospedale e
sarebbero tornati a casa.
C’era una sola frase che ripeteva
continuamente “voglio tornare a Milano!”,
per fortuna che c’era Kate con lei altrimenti avrebbe dato di
matto, ne era
sicura, l’amica, invece, riuscì a farla calmare e
a farle sbollire per quanto
poteva la rabbia, la delusione, l’illusione!
Sarebbero partite nel pomeriggio e quando tornarono
in convento, erano
tutti riuniti in sala per il pranzo, appena entrò lei
cercò di non guardare
nella direzione di nessuno, ma sentiva chiaramente lo sguardo di lui su
di sé,
Davide le corse incontro e la invitò a sedersi a tavola con
tutti loro. Azzurra
lo abbracciò gli spiegò che non aveva molta fame
perché avevano mangiato un
boccone fuori, dovevano andare a prendere le valigie e a chiamare un
taxi
perché avevano preso i biglietti per il treno delle 16.00.
“Ma non capisco Caterina è
arrivata stamattina, mi aveva detto che si
fermava un paio di giorni e poi pure tu cara perché tutta
questa fretta di
tornare a Milano?”
“Ecco suor Angela sono stata proprio io a
chiederle di rientrare prima, tra
dieci giorni finiranno i saldi e dobbiamo riorganizzare le vetrine e
sistemare
le nuove collezioni, abbiamo un po’ da fare in
negozio” fu Kate a salvarla e ad
evitarle di dover spiegare il vero motivo e quanto faceva male.
“Azzurra ma lo sai che tra qualche mese
avrò un fratellino o una sorellina?
Io sono molto felice, sai, al bambino che verrà
avrò tante cose da insegnare”
“Infatti, il fratello maggiore
è un ruolo importantissimo, non
dimenticartelo mai” poi alzò il viso “A
proposito non vorrei sembrare
scortese, non vi ho fatto ancora i miei auguri,
felicitazioni” disse sincera ma
con un magone allo stomaco che le faceva mancare il respiro!
“Grazie! Grazie cara!” rispose
Beatrice soddisfatta e si alzò per abbracciarla
e baciarla sulle guance.
Guido non si mosse, non ebbe
il coraggio, ma lo sguardo ancora una volta
parlò per lui. Sconvolgimento, sorpresa, tristezza, gioia
inattesa, un misto di
emozioni e sentimenti che erano assolutamente incoerenti tra di loro,
ma
notevolmente forti e determinanti.
Stavolta era, davvero, finita per sempre?
Grazie a Lisbeth17 per il banner
|
Ritorna all'indice
Capitolo 10 *** Capitolo 10. A volte si rincontrano... ***
Capitolo 10. A volte ritornano
Capitolo 10.
A volte si rincontrano...
16 febbraio 2013
Sono di nuovo a Milano, da ieri sera, io non
metterò mai più piede a
Modena.
Stop!
Fine!
Chiuso!
Cosa è successo? Farei prima a
descriverti cosa non
è successo, ho ritrovato Davide e stavo ritrovando anche
Guido, credevo di
vivere un sogno, invece, mi sono svegliata in una realtà da
incubo.
E’
successo di nuovo, prima mi illude, io ci casco e poi zac!
Pugnalata alle
spalle!
Stavolta credevo di dare di matto, di urlare, di
piangere, di
impazzire, al contrario, sono stata anche più brava
dell’altra volta, zitta e muta,
ho incassato e portato a casa.
Anzi, sono stata anche così matura, gli
ho fatto
pure gli auguri.
Ormai c'ho fatto il callo,
un’abituèe ad essere mandata in mille
pezzi da Guido Corsi, ed ora, mi tocca rifare il puzzle e ricostruirmi
pezzo
dopo pezzo, giorno dopo giorno, lacrima dopo lacrima, rimpianto dopo
rimpianto.
Guido sposerà Beatrice ed avranno un
bambino, un figlio loro.
Io sono fuori
dalla loro vita. Adesso, non mi resta che mettere fuori dalla mia
porta, dal mio
cuore lui e Davide.
20
febbraio 2013
Mio caro blog, ho preso un’altra
decisione, l’ennesima, l’ultima che
riguarda... te.
Non scriverò più qui, non ha
senso e non mi fa bene.
Devo chiudere
i ponti con il passato, prima o poi arriva il momento di mettere la
parola fine
alle cose e questo è il mio momento.
Adesso è davvero finita!
Basta sogni,
speranze, illusioni, tentennamenti, ripicche, ripensamenti, baci,
partenze,
arrivi, basta a tutto!
Sei stato un amico fedele, una valvola di sfogo, un
alleato silente e prezioso nello scavare dentro me stessa, ma sei nato
sotto
una cattiva stella.
Ogni volta che scrivo qui, lo faccio per parlare
di lui ed
anche se non lo scrivevo pensavo a lui, mi dispiace ma è
finita anche con te,
dal 15 febbraio ho spezzato ogni legame con quella città,
con quell’uomo, con
quell’amore.
Addio!
***
“Azzurrina? Zuri? Ci sei?”
“Cosa? Ah, Elisa quando sei rientrata?”
“Allora devo preoccuparmi sul
serio?”
“Perché?”
“Azzurra, io ero già qui
quando sei tornata da lavoro, mi ha salutato a
stento, poi, ti sei fiondata a quel pc e temevo ti avessero ipnotizzato
attraverso lo schermo, ma si può sapere cosa leggi? Sembra
che non ti lasci
nemmeno il tempo di respirare”
“Il mio blog!”
“Un blog, ma è una cosa
arcaica ormai. Da quant’è che scrivi un
blog?”
“Infatti, non lo scrivo adesso, lo facevo
tre/quattro anni fa, stamattina ho
ricevuto un’email dal sito sul quale mi ero registrata,
dicono che a causa di un
rinnovamento cambieranno piattaforma e dato che sono anni che non
accedo più,
mi chiedono se voglio mantenere ancora il mio vecchio account con delle
innovazioni oppure se voglio chiuderlo per sempre”
“E tu?”
“Ecco!” disse eliminando
definitivamente il suo account e il vecchio blog.
“Oddio, no! Che peccato!”
“Oh, si, invece, è la cosa
più giusta, anzi, avrei dovuto farlo anni fa, non so
perché non l’avevo fatto, forse mi mancava il
coraggio, ora non ha più
senso”
“Ma aspetta adesso che mi ci fai pensare
raccontava della tua storia
d’amore per… per Guido, è stato uno dei
tuoi primi amori, un grande amore”
“Guido Corsi è stato un grande
amore, sicuro!” si fece una grossa risata ironica
“Un amore a
senso unico, talmente grande che ora lui è felicemente
sposato con un’altra
donna, hanno Davide e un figlio insieme di almeno un paio
d’anni.”
“Potevi tenerlo per ricordo”
“Il ricordo di un fallimento, no grazie,
non ci tengo. Ma noi non dovevamo
andare in quella nuova vineria che hanno aperto in centro?”
“Si hai ragione, mi finisco di preparare
e andiamo, niente Lori stasera?”
“Partita a tennis”
“Contro Felipe?”
“Ma sei pazza? Se quei due giocano contro
a tennis finisce a racchettate in
faccia. Lasciamo stare che è meglio Lorenzo e Felipe ormai
competono per
qualsiasi cosa, l’azienda, le collezioni, i consigli di
amministrazione, su chi
teneva veramente a Marilù, il tennis, persino su chi ha
l’ufficio più grande!
L’aria alla maison è diventata irrespirabile,
guarda”
“Hai dimenticato che competono anche per
te”
“Oddio
non me lo ricordare, Felipe è un viscido, io non so come
abbia
fatto
Marilù a sposarlo, a dargli la presidenza della casa di
moda,
era un’ambiente
familiare, rilassato, stimolante, creativo, di successo attualmente
sembra una
dittatura, lui detta legge e noi ad eseguire come burattini! La
maison in borsa sta precipitando, da un lato se fosse ancora
viva
Marilù credo che sarebbe un
dolore grandissimo per lei. Speriamo che questa nuova campagna
pubblicitaria
vada bene”
“Beh la protagonista sei tu e fattelo
dire amica mia, sei uno schianto!”
“Certo! Una top model, proprio!" rispose
ironica "Andiamo su”
Vineria. Ore 22.00
“Giulio, ciao! Scusami ho fatto tardi, ma
non mi oriento ancora benissimo
qui ed ho sbagliato indirizzo”
“Nessun problema, non preoccuparti.
Allora, come ti trovi in procura?”
“Molto bene, anche se sono arrivato da
poco, sono molto stimolato, il
lavoro non manca ed anche se gli anni di insegnamento mi avranno un
po’
arrugginito il procedimento penale resta un ambito che mi ha sempre
coinvolto
particolarmente, con i suoi punti oscuri e con le sue
peculiarità. Da avvocato
ho sempre cercato di dare il meglio da Giudice per le Indagini
Preliminari non
sarò da meno”
Qualche tavolo più in là.
“Allora ancora non avete fissato una
data?” disse Elisa toccandole l’anello
di brillanti che da due settimane ornava il suo anulare sinistro.
“No Eli, visto come siamo messi alla casa
di moda, non c’è tregua, io
pensavo a Maggio, a quel punto per le collezioni future ci
sarà ancora tempo e
per quella primavera-estate è tutto già finito e
rifinito”
“Ottima scelta, ma farete un rito
cattolico o solo civile?”
“Io vorrei sposarmi in chiesa, ho sempre
sognato lo strascico, le rose
bianche, la marcia nuziale, la navata della chiesa da percorrere, ma
Lorenzo
non è credente e quindi settimana prossima andremo in comune
per iniziare l’iter
burocratico”
Poco distante.
“Ah, quindi tuo figlio l’anno
prossimo dovrà frequentare le scuole
superiori?”
“Si, avevamo fatto la preiscrizione a
Modena il mese scorso, ma ora i piani
sono cambiati e quindi opterà per una scuola a Milano,
pensavamo a…” poi Guido
si interruppe “Azzurra” si lasciò
sfuggire con un filo di voce.
“Ma era davvero
lei?” dando uno
sguardo in giro gli era parso di intravedere due ragazze che si
avviavano alla
toilette e tra queste, una sembrava proprio lei, possibile che si fosse
confuso?
“Azzurra? E che istituto è? Io
non l’ho mai sentito nominare”
“No Giulio, scusami. Ho sbagliato, mi
sono sbagliato, Davide vuole
iscriversi al liceo classico, ora mi sto informando sulle varie sedi,
sull’offerta formativa, le attività curricolari,
extracurricolari”
“Cosa saggia da parte tua, noi genitori
dovremmo sempre supervisionare su
chi ha il compito di far maturare i nostri ragazzi” poi
guardò l’orologio “Si è
fatto un po’ tardi, andiamo?”
“Si, certo, ti dispiace se
vado un attimo in bagno?” chiese Guido
“Fai pure con comodo, visto che abbiamo
già pagato il conto ti aspetto
all’ingresso”
Toilette donna.
“Eli, ma possibile che sei sempre al
bagno?”
“Zuri ma cosa vuoi da me, tra acqua,
tisane al thè verde, al finocchio e
integratori alimentari bevo più di due litri di liquidi al
giorno e normale che
vada spesso in bagno”
“Peccato che non abbiamo ancora inventato
il water portatile saresti la
cliente numero uno, proprio!”
“Eccomi, eccomi e poi che ci ho messo 2
minuti, ma tu piuttosto che hai?”
“Io niente, perché?”
“Prima di entrare alla toilette un altro
po’ ti mangiavi uno con gli occhi
ed ora sei impaziente di tornare in sala, chi era quello?”
“Ma quando mai, non ho guardato nessuno,
mi è sembrato di intravedere uno
che conoscevo, ma c’è tanta di quella gente di
là e poi lui era impegnato in
una conversazione, non avevo una visuale ottimale, sicuramente mi sono
sbagliata, tutto qui”
Quando uscirono dal bagno, Azzurra fissò
nuovamente quel tavolino, ma non
c’era più nessuno dei due uomini che aveva visto
precedentemente.
“Chi era?”
“Ma chi? Cosa?”
“Non far finta di non aver capito
perché lo sai benissimo, quello di prima,
quello che hai fissato, era pure un bell’uomo, molto
affascinante, interessante
ed ora la prima cosa che hai fatto appena tornate in sala è
stato guardare di
nuovo quel punto del locale”
“Te l’ho già detto,
mi sono sbagliata, non ti capita mai di scambiare una
persona con un’altra?”
“Certo che mi capita, infatti, ti sarai
anche sbagliata, ma con chi? Io
voglio sapere chi credevi di aver visto?”
“Nessuno”
“Zuri quando ti devo tirare le parole
dalla bocca con le tenaglie ti odio.
Confessa e basta!”
“Guido”
“Guido... Guido Corsi, quello del
blog!” quasi urlò Elisa.
“Non alzare la voce. Eh, deve essere
stata proprio colpa di quello stupido blog! Mi sono confusa,
è sicuro. Due giorni a leggere tutte quelle stupidaggini, a
ripercorrere i
postumi di un amore finito prima ancora di cominciare ed ecco il
risultato, le
allucinazioni. Andiamo via va, sono stanca”
“Andiamo”
Poco
dopo anche Guido si apprestava ad andare via, diede un'ultima occhiata
in sala, andando alla toilette non aveva incrociato nessuno ed
uscendone di quelle
due ragazze non c'era nemmeno l'ombra, si era sbagliato sicuramente!
Milano era una metropoli e in un locale così affollato, dopo
3
anni, avrebbe rincontrato lei? Stupido... assurdo... insensato... pura
immaginazione.
"Caro
Corsi, toglitelo dalla testa, non sai nemmeno se vive ancora a Milano e
tu ti illudi di rincontrarla. Fantasia. Benedetta/maledetta fantasia!"
Grazie a Lisbeth17 per il banner
|
Ritorna all'indice
Capitolo 11 *** Capitolo 11. Ancora tu... ***
Capitolo 11. Ancora tu...
Capitolo 11.
Ancora tu…
Una settimana dopo. Masalor.
“Amore” la chiamò
Lorenzo mentre lei strappava dei bozzetti che aveva fatto
“che succede?”
“Succede che sono un po’
nervosa e non mi viene nemmeno un’idea per la
nuova collezione, tutte cose senza senso, già
viste!”
“Abbiamo ancora tempo, lo sai che la
creatività è strana, prende corpo
quando meno te l’aspetti”
“Già! A te, piuttosto, come va
con le politiche aziendali, il consiglio di
amministrazione, le azioni in borsa?”
“Male, purtroppo. In borsa siamo a picco
e la morte di Felipe non ci
voleva. Insomma tra di noi le cose non erano rosee, al contrario, ma
morire
così, così giovane per un malore, alla casa di
moda poi, devo cercare di
limitare i danni, ora prenderò la presidenza e
tenterò di sistemare le cose, le
idee verranno e speriamo di avere un po’ di fortuna. Poi tra
poco ci sposeremo
e questo mi rende felicissimo”
“A
proposito della morte di Felipe
sono stata convocata in commissariato venerdì
mattina”
“Anche io domani”
“Sono un po’ intimorita, lo
sai? Non sono mai stata interrogata, cosa mi
chiederanno, cosa devo rispondere, cosa c’entro io?”
“Ma sarà solo un colloquio,
sei una persona informata sui fatti, dovrai
solo rispondere a domande relative alle circostanze, al tuo grado di
conoscenza
con Felipe”
“Volevo andarci con Elisa ma è
fuori casa per un convegno dell'ordine dei
farmacisti, Kate ha la bambina piccola, mi accompagni?”
“Mi dispiace, ma non posso. Ho una
riunione con dei soci, però di
qualsiasi cosa tu abbia bisogno, chiamami. Io ci sono sempre per te
tesoro”
“Grazie” e si baciarono.
Questura di Milano. Ore 10.00
“Ispettore Magliani”
“Ah, buongiorno giudice Corsi, vuole
assistere all’interrogatorio per il
caso Pérez?”
“Si, ho letto l’autopsia, non
è stato un malore, non si è trattata di morte
naturale, Pérez ha avuto uno shock anafilattico, pare che
avesse ingerito una
sostanza, forse di tipo farmacologica a cui era allergico, quindi, la
situazione cambia notevolmente, si è trattato di
omicidio”
“Potrebbe essere stato un errore, uno
sbaglio, una tremenda casualità?
Perché pensa ad un omicidio?
Guido lo guardò rispondendogli secco
“Perché vi era una concentrazione
doppia di quello che poteva anche solo tollerare e gli avevano condito
il
pranzo. Non credo che Pérez si fosse divertito ad assumere
un farmaco a cui era
allergico unendolo al suo pasto” poi gli chiese perplesso
“Ha ricevuto anche
lei il pre-rapporto del medico legale, vero?”
“Si, si, ma meno di un’ora fa e
ci avevo dato solo un’occhiata” fu colto in
fallo l’ispettore.
“Anche io l’ho ricevuto meno di
un’ora fa, ma l’ho letto attentamente, ieri
ha sentito Lorenzo Barricati, il vicepresidente della Masalor,
stamattina
invece chi ascolta?”
“La dottoressa Leonardi”
Quel cognome risvegliò qualcosa in lui
“Azzurra
Leonardi” pensò dentro di se poi rise
“Non
può essere lei Azzurra Leonardi e la dottoressa Leonardi non
potrebbero essere
mai la stessa persona, sicuro! Sai quante persone al mondo o anche solo
a Milano si chiameranno Leonardi?”
“E poi Guido
piantala, ma cos’è
un’ossessione ora vedi Azzurra e senti parlare di lei
ovunque? Torna in te!”
“Chi è?” chiese
all'ispettore.
“Uno dei dirigenti della
Masalor”
“Vabbè,
non è lei! Se prima
avevo avuto anche solo il minimo dubbio ora sono sicurissimo”
“E’ la stilista di punta e
coordina il team degli stilisti della maison,
anzi, sarà anche la testimonial del prossimo catalogo
primavera-estate”
“Fa tutto lei?”
“Beh se posso permettermi signor giudice
mi è sembrata una donna in gamba,
preparata, competente e molto molto bella”
“E adesso dov’è
questa Miss Italia?” “Già
la immagino questa dottoressa Leonardi, bella, viziata, ricca,
capricciosa,
piena di sé, sarà un interrogatorio da cappio al
collo”
“E nel mio ufficio, le ho portato un
caffè poco fa, era un po’ agitata,
volevo lasciarle il tempo di tranquillizzarsi un attimo”
Guido era alquanto infastidito dalle premure di
Magliani “Ispettore questa, ora,
è un’indagine per un omicidio, il
caffè, la pubblicità, le modelle, le
collezioni non ci devono interessare se non sono strettamente attinenti
al
caso. Non si perda dietro due occhi dolci, quattro moine e un paio di
gambe
lunghe. Andiamo”
“Prego” lo fece accomodare nel
suo studio, aprì la porta, lei si alzò in
piedi e così si ritrovarono uno di fronte
all’altra, tre anni dopo.
“La
dottoressa Leonardi, lui è il gip, il dott. Corsi,
assisterà
all’interrogatorio” Magliani come era doveroso
fare, si
occupò delle presentazioni, non sapendo che, forse, erano
scontate in quel caso.
“Azzurra…
è Azzurra! Dottoressa…
dirigente… stilista… testimonial…
Azzurra… ma allora è davvero lei!”
“Guido? E che ci
fa qui, Guido? Gip?
Ma che significa? Ora è un giudice? Ed è a
Milano? Anche l’altra sera… era lui…”
Lei si fece scappar di mano il bicchierino vuoto
del caffè e lui si abbassò
prontamente per prenderlo, fece la stessa cosa anche lei e
così si ritrovarono
viso a viso, di nuovo, un’altra volta, con le mani di
entrambi una accanto
all’altra.
Azzurra si ritrasse subito come se avesse preso la
scossa al solo tocco,
lui invece gettò il bicchierino nel cestino.
Tre anni dopo, ancora loro e di nuovo
così quasi pronti ad un bacio...
“Vogliamo incominciare?”
domandò stranito l’ispettore. “Ma come? Dice a me di non farmi abbindolare
dal fascino femminile e poi lui sembra imbambolato? Ma non è
strano questo
giudice Corsi?”
“Dottoressa Leonardi… da
quanti anni lavora alla Masalor?” domandò lui a
bruciapelo.
“Da quasi quattro anni”
“Quattro anni?” chiese lui
sorpreso e alzando il tono di voce.
“Si, quando sono arrivata a Milano,
facevo la commessa in una boutique e
nel tempo libero mi divertivo a fare dei bozzetti. Marilù,
la proprietaria
della casa di moda li ha notati e mi propose prima uno stage e poi un
contratto
di lavoro”
“Ma lei non è
laureata?” domandò ancora lui zittendo Magliani
che accennava
a una domanda.
“Ma certo che lo sono!” disse
Azzurra quasi strillando, poi abbassò i toni “Mi
sono laureata in Moda e Design al Politecnico di Milano
l’anno scorso, ho
lasciato definitivamente la boutique, visto che lavoravo alla maison
già da
tempo. Marilù, oltre a puntare sulle mie collezioni, mi ha
affidato il compito
di dirigere gli altri stilisti emergenti che sono il cuore della casa
di moda.
Come vedi non sono un’incapace” disse perdendo il
controllo
Magliani la guardò visibilmente stupito
“ma cosa sta succedendo qui?”
Lui tossì e lei aggiustò il
tiro “Come vede signor giudice sono molto
apprezzata alla casa di moda, Marilù era una donna
straordinaria, una donna a
cui devo tanto”
“E di suo marito, cosa ci
dice?” intervenne anche l’ispettore.
“Felipe? Si erano sposati 7/8 mesi fa,
Marilù l’aveva conosciuto durante un
viaggio alle Canarie, era un animatore turistico, lei diceva che era
stato un
amore travolgente, che le dava nuova vita, peccato poi che cinque mesi
fa ha
scoperto di avere un male tremendo, fulminante, non
c’è stato nulla da fare,
Lorenzo ancora si dispera, ancora si chiede se abbiamo fatto tutto il
possibile
per lei”
“Lorenzo Barricati?”
domandò lui.
“Si” rispose lei guardandolo
per la prima volta diritto negli occhi, mentre
con le dita torturava quell’anello che c’era
all’anulare sinistro. A quel punto
l’altra domanda che Guido aveva in mente non la fece nemmeno.
Scontata, ovvia.
Stanno insieme.
A proposito di anelli a lei venne subito
un’associazione guardando le sue
dita “e la fede nuziale?”
“Neanche la vera nuziale porta?
Andiamo bene”
Lui si rese conto di cosa stava guardando lei e
quasi fece segno di no con
la testa.
“No? Ed ora questo no che significa? Che
sono invadente? Che sono
inopportuna? Che non cambio mai? No, non cambio mai, posso pure essermi
laureata, realizzata professionalmente ed essere soddisfatta sul piano
sentimentale, con Guido Corsi e per Guido Corsi io non cambio
mai”
“I suoi rapporti con il signor
Pérez?” fu Magliani a riportarli alla
realtà.
“Era il presidente della Masalor, il mio
capo, l’organo decisionale più
importante, non avevamo una conoscenza profonda, era un rapporto
strettamente
professionale, abbastanza impersonale. Lui decideva e a noi spettava
eseguire”
“Non era un rapporto collaborativo? Uno
scambio di idee, di valutazioni?”
osservò lui.
“Poco. Molto poco, Felipe era
autoritario, difficile che cercasse il
confronto con gli altri”
“Nemmeno con il figlio della sua defunta
moglie e sua nuora?” fu lui a
domandarlo e lei quasi impallidì
“No, nemmeno con noi” rispose.
“Che strano però”
riprese lui grattandosi la testa “Un ambiente creativo,
la moda, le tendenze ed un capo autoritario che non si confronta con
nessuno e
decide solo lui per tutti, non deve esserci stato un bel clima in
quest’azienda
e lei dottoressa Leonardi come viveva tutto ciò?”
“Io ho sempre cercato di fare bene il mio
lavoro, di farlo con tutto
l’impegno di cui sono capace e se un’idea non
andava bene, me ne facevo venire
un’altra e un’altra ancora! Lavorare con Felipe a
volte era massacrante, ma io
amo quello che faccio e non mi pesa”
“Secondo lei c’era qualcuno che
aveva interesse ad uccidere Felipe Pérez?”
chiese l’ispettore.
“Uccidere? Come uccidere? Ma non
è stato ucciso!” constatò sotto shock.
“Si, invece! Il signor Perez è
stato… avvelenato in qualche modo. Ha
ingerito qualcosa a cui era allergico” confermò
lui “A proposito dottoressa
Leonardi lei dove ha trascorso la pausa pranzo del 20 febbraio
scorso”
“Ero alla Masalor come sempre”
“Sola?” chiese lui.
“In genere pranzo con Lorenzo, quindi ero
con lui”
“Controlleremo” rispose
Magliani “Per il momento è tutto dottoressa, la
ringrazio molto per la collaborazione, è stata utilissima.
Si tenga a
disposizione se ci fosse ancora bisogno di lei” si
voltò verso Guido che
contrariamente a lui non aggiunse una parola.
“Grazie a lei, è stato molto
gentile ispettore. Arrivederla” gli allungò la
mano, ignorò lui e se andò.
“Cosa ne pensa?” chiese
Magliani per stemperare la tensione che era calata
in quella stanza.
“Cosa?” domandò
Guido a sua volta non avendo capito il suo quesito
“Intendevo questo Pérez non
era uno stinco di santo”
“Ma non per questo meritava di essere
ucciso, ora scusi ispettore devo
andare, voglio il rapporto di questo interrogatorio per
stasera” corse via come
un matto per raggiungerla “Azzurra…
Azzurra”
“Adesso mi
senti, stavolta parliamo”
“Non ho nessuna
intenzione di
parlargli! Non voglio sentirlo! Non voglio sapere niente!”
Lei finse di non sentirlo ed accelerò il
passo.
“Azzurra!”
“Azzurra!” stavolta si sentì chiamare da
qualcun’altro di fronte
a lei e non era una sola persona, ma due.
“Suor Angela! Davide!”
“Ma sono ancora
a Milano? O sono
finita di colpo a Modena e non me ne sono accorta?”
“Che tempismo!
Mio figlio e suor Angela”
“Tesoro, ma quanto tempo? Sei un incanto!
Stupenda. Ma, come stai?”
“Bene,
bene" rispose alla consorella e poi guardò il suo ometto
cresciuto "Davide? Oh mio Dio, Davide ma come sei cresciuto! Sei
diventato così… così grande, che bello
che
sei!”
“Anche tu sei bellissima Azzurra e sarai
per semprissimo la mia tata
pazzeschissima”
“Oh tesoro” si abbracciarono
“e comunque spero te l’abbiamo insegnato che
pazzeschissimo non si dice e neanche per semprissimo”
“Vocabolario
Azzurra Leonardi tata e
adesso laureata e dirigente di moda”
pensò Guido, li raggiunse puntualizzando
subito “avevi un amore smodato per i superlativi
assoluti”
“Niente che con una buona grammatica non
si sia potuto risolvere” rispose lei
senza nemmeno guardarlo.
“Lo posso
cancellare con la gomma
cancellabile? Non lo voglio sentire!”
Poi
si rivolse alla consorella “Suor
Angela che bello rivederla. La posso abbracciare?”
“Ma certo, tesoro! Un tempo non me
l’avresti, mica, chiesto mi saresti saltata
al collo direttamente”
“Quante cose
avrei fatto un tempo che
adesso non farei o non direi più?” si
chiese lei
“Le voglio bene suor Angela” e
si strinsero commosse.
“Ma come mai siete qui? Vi tratterete
molto?”
“Solo pochi giorni. Poi Davide deve
finire la scuola a Modena”
“Ah! Capisco”
“E Beatrice?
Mah, forse è a Modena
con l’altro figlio”
Con lui, invece, il gelo totale, nessuno sguardo,
ne una parola, ne un
gesto, nemmeno fosse stato trasparente!
“Azzurra?” l’ennesima
voce diversa che ripeteva il suo nome.
“Lorenzo, ciao”
“Eh, certo! Per
completare il quadro
ci voleva Lori, ma cosa ho fatto di male io stamattina per trovarmi
qui, così,
tra di loro?” pensò Zuri.
“Buongiorno” disse Lorenzo
salutando tutti e mettendosi accanto a lei
“Amore sono riuscito a liberarmi dalla riunione ed ho pensato
di venirti a
prendere, ho notato che eri un po’ tesa per
l’interrogatorio e volevo starti
vicino”
“E’
arrivato il principe azzurro”
sentenziò Corsi.
“Grazie, hai avuto un pensiero
carinissimo Lori”
“Amore sei
impagabile” osservò
lei
“Per lui i
superlativi assoluti gli
sono rimasti però!” rimuginò
Guido.
La situazione era piuttosto imbarazzante, carica di
interrogativi più o
meno velati e più o meno risolti e risolvibili.
“Non mi presenti i tuoi amici, non credo
di conoscerli”
“Sagace il tipo!”
considerò il
giudice
“Infatti, lei è suor
Angela”
“Ah la famosa Suor Angela, Azzurra mi ha
parlato così tanto di lei ed io
devo ringraziarla anche se solo ora ho il piacere di conoscerla, lei
per la mia
futura moglie è stata un vero dono del cielo”
“La futura
moglie? Lei la sua futura
moglie? Devo sopportarla ancora per molto sta manfrina?”
“Lui
è Davide”
“Ciao! Molto piacere, anche di te so
tante cose, il calcio come va? E la
batteria la suoni ancora?”
“Si, suono ancora e il calcio va bene,
grazie” rispose il ragazzo con poco
entusiasmo.
“Ora pure
Davide, tieni giù le zampe da mio figlio
Barricati! La batteria? Il calcio? Azzurrina mia il vizio di parlare
sempre
troppo non te lo sei tolta, vero?”
“Lori
però così non vale! Non puoi ridirgli tutto
quello che ti ho confidato”
“Lasciami indovinare Guido
Corsi”
“Ora tocca a
me, finalmente!”
“Il giudice Guido Corsi” lo
corresse lui allungandogli la mano “il famoso
Lorenzo Barricati, di lei so tante cose anche io sa e non me
l’hanno
raccontante, le ho lette nel fascicolo per la morte di
Pérez” osservò lui duro e
freddo.
“E Guido Corsi sarà sempre colui
che non si fa mettere i
piedi in testa da nessuno”
“Nulla da nascondere signor giudice,
può prendere su di me tutte le
informazioni che crede, io sono a completa disposizione”
rispose con estrema
gentilezza Lorenzo.
“Ora credo sia meglio andare caro, ho
degli impegni alla maison”
“Azzurra non ti va di venire a pranzo con
noi?” chiese Davide “sarebbe
bello come ai vecchi tempi”
“Oddio amore ma
certo che ci verrei a
pranzo con voi…” pensò dentro
di sé “Ti ringrazio Davide
ma non credo sia il caso” rispose ad alta voce
“Io invece credo
che sia proprio il
caso. Ci sono tante cose che devo scoprire Azzurrina”
constatò il giudice.
“Amore non li vedi da tanto tempo,
è una bella occasione per stare un po’
insieme, perché non sarebbe il caso?” la
incalzò il fidanzato.
“Beh, in fondo, Lorenzo ha ragione,
farebbe piacere anche a me parlare un po’
con te, sapere del lavoro, di come stai e poi se non ho capito male ti
sposi,
insomma, ci sono tante cose da raccontarsi” si intromise suor
Angela.
Lei guardò lui.
“Si lo voglio
sapere anche io”
pensò Guido rispondendo ad una domanda immaginaria.
“Se ci sei tu,
non ci verrei nemmeno
morta”
“Facciamo così questo
è il mio numero” Azzurra passò il
bigliettino a
Davide “oggi purtroppo devo sistemare delle cose alla casa di
moda, ma possiamo
vederci domani, cosa dite?”
“Ok” lo prese Davide
“Va bene” confermò
la consorella.
“Un piacere avervi conosciuto, mi avvio
alla macchina amore” si allontanò
Lorenzo
“E’ stato bello
rivedervi” concluse Azzurra commossa “A
domani”
Se ne stava andando, ma poi tornò a
guardare loro e soprattutto lui “Ah! Salutami
tua moglie e il vostro bambino o bambina” disse con tono
sincero e pacato, poi
sorrise e corse via.
Loro tre, invece, rimasero a guardarsi stupiti
“Ma Azzurra cosa sapeva?
Credeva ancora che lui e Beatrice si fossero sposati e avessero avuto
un figlio
loro?”
L’indomani si accordarono per un pranzo,
purtroppo Guido riuscì ad arrivare
solo con notevole ritardo e quindi l’atmosfera fu tranquilla
e rilassata per
lungo tempo, lei, Davide e suor Angela parlarono di tutto, del
convento, della
residenza universitaria, di Nina, di Margherita che era finalmente
diventata
medico-legale, della casa famiglia, di suor Maria che poi era il nome
che aveva
preso Chiara da consorella. Azzurra raccontò del suo lavoro
di stilista, degli
anni di studio, lavoro e comitive di amici e non fece mistero del suo
desiderio
di sposarsi e di avere finalmente la sua famiglia, poi toccò
a Davide che le
raccontò i suoi interessi, le sue passioni, lo sport, la
scuola e perfino un feeling
in corso con una ragazzetta della sua classe.
“Aveva ragione papà, le donne
sono e saranno sempre un mistero”
“Ah, per tuo padre sicuramente tesoro! E
lo resteranno sempre!” sentenziò lei
in tutta sincerità
“Grazie per la fiducia!” le
rispose a tono lui entrando in quel momento nel
ristorante “E comunque non posso darti torto! Io non vi
capirò mai e tu per me
resterai sempre un mistero” lo sguardo di lei
passò dallo sgomento per essere
stata colta in fallo a parlare male di lui, allo stupore totale per la
sua
affermazione “e che significa che io
resterò sempre un mistero? Cosa c’entro io?”
Tornarono ad una conversazione generica, rilassata,
tranquilla, poco dopo
furono raggiunti da Kate, suo marito Giovanni e la loro piccolina
Marianna di
sei mesi, Caterina ci teneva ad incontrare suor Angela e a trascorrere
un po’
di tempo insieme, circa un’ora dopo Guido rientrò
a lavoro e grazie a dei
cugini di Kate ed Elisa, Davide fece amicizia con alcuni suoi coetanei
ed
organizzarono una partitella di calcio.
Un paio di giorni dopo, suor Angela e Davide
ripartirono e prima di andare
via passarono alla casa di moda per salutarla affettuosamente, Azzurra
era
davvero felice di averli ritrovati, tre anni prima le sembrava aver
fatto la
cosa giusta tagliare i ponti con Modena, con quella famiglia che aveva
lì e che
l’aveva aiutata a crescere, a maturare e a diventare una
donna, ora con il senno
di poi, pensò di aver sbagliato tanto, non aveva
più visto Davide, con suor
Angela solo un paio di telefonate in tanti anni, non vedeva
più Nina da quando
se ne era andata via e perfino con Margherita aveva rallentato quasi
del tutto
i rapporti, si era data anima e corpo allo studio, al lavoro, alla
relazione
con Lorenzo, alle sue care amiche che le erano state tanto vicino,
tutto sempre
e solo per un motivo: lui!
O
meglio lui, Beatrice, il loro matrimonio e la famiglia che aveva
costruito insieme, per lei non c’era posto, decisamente.
Grazie a Lisbeth17 per il banner
|
Ritorna all'indice
Capitolo 12 *** Capitolo 12. Il tempo passa e tu non passi mai ***
Capitolo 12. Il tempo passa ma tu non passi mai
Capitolo 12.
Il tempo passa e tu non passi mai
Grazie a Lisbeth17 per il banner
Pochi giorni dopo.
Da quando suor Angela e Davide erano partiti, la
vita di Guido era quasi
completamente dedicata al lavoro, spesso prendeva un aperitivo con i
colleghi
oppure faceva qualche uscita con i vecchi amici di un tempo, quelli che
frequentava quando raggiungeva Beatrice a Milano anni prima.
C’era anche
qualche collega o vecchia amica che non nascondeva un interesse per
lui, ma
nella sua testa e nel suo cuore ora più che mai
c’era una sola persona.
Erano
l’una, l’una e mezza di notte, aveva bevuto un
po’ e non aveva nessuna
intenzione di andare a casa “lei cosa starà
facendo?” “Naturale sarà con lui”
quella constatazione lo colpì come una frustata e quasi
senza rendersene conto
si ritrovò sotto casa di Azzurra ed Elisa, avevo letto
l’indirizzo nel
fascicolo relativo al caso Pèrez. “Avrà pure il
suo anello al dito, ma non
vivono insieme” si ricordò del
sollievo che aveva provato a quella
considerazione.
Poco dopo, si fermò
un’auto davanti all’ingresso del
condominio, lui intuì
che i due nell’abitacolo si baciassero e poi scese dalla
vettura Azzurra,
proprio lei. Scese dalla macchina anche Guido e sentì
Lorenzo dirle “vuoi che
ti accompagni?” lei rispose “No, grazie”
si avviò al cancello e dopo aver
armeggiato con le chiavi, accedette al porticato del condominio.
L’auto di
Lorenzo se ne andò e lui istintivamente raggiunse il
cancello ed entrò
seguendola.
Azzurra accelerò il passo, non aveva
sentito il cancello chiudersi dietro
di sé e questa cosa le mise agitazione, arrivò al
secondo portoncino che
permetteva l’accesso alle scale era aperto e si
affrettò ad entrare per
chiuderlo velocemente, ma qualcuno glielo impedì, il neon
delle scale doveva
essersi fulminato, era buio e la fioca luce dei lampioni in strada che
penetrava illuminava poco o nulla.
“Ahhhh!” urlò lei
spaventata.
“Azzurra”
“Guido!” gridò
ancora lei “Ma sei impazzito? Mi stava prendendo un
colpo!”
“Si, lo so, scusami, hai ragione,
scusami”
“Ma da dove sei spuntato? Che ci fai qui,
sotto casa mia?”
“Ho letto il tuo indirizzo in questura,
ti aspettavo e quando sei
rientrata ti ho seguito”
“Com’è giudice di
giorno e molestatore di notte?”
Lui rise alla sua battuta “Eccola la mia
Azzurra, irriverente, divertente,
schietta, sincera”
“Ignorante, superficiale, inconcludente,
inaffidabile, era questa la “tua”
Azzurra. Che poi non siamo mai stati insieme quindi non sono mai stata
tua”
rabbrividì per il freddo e lui
l’abbracciò per riscaldarla, per proteggerla,
per tenerla vicino.
Lei rimase di stucco, inizialmente era rigida come
il tronco di un albero,
poi si sciolse e ricambiò l’abbraccio.
Successivamente si staccò
“Forse è meglio se entriamo in casa, dai, ci
prendiamo una cosa da bere e poi ce ne andiamo a letto, magari mi
spieghi anche
cosa avevi di così urgente da attraversare tutta la
città e venire a casa mia
alle due di notte. Davide mi ha detto che abiti in tutt’altra
zona”
Quando entrarono nell’appartamento, Guido
notò subito l’ambiente
accogliente, ordinato, ma fresco, colorato, vissuto eppure rilassante.
“Bello qui, ci vivi sola?”
“No con Elisa, la sorella di Kate,
l’amica di suor Angela”
“Non volevo disturbare non credevo che ci
fossero altre persone, starà
dormendo”
“Eli è a Londra, convegno
internazionale di farmacia, è socia di una
farmacia nel centro di Milano ed anche dottore di ricerca
all’università”
“Cosa prendi?”
“Vorrei un caffè, ti dispiace?
Ho bevuto un po’ e non sono molto abituato”
“Ah, ecco, ora ho capito! Ma
l’integerrimo professor Corsi dov’è
finito?”
Lui rise ancora e poi rispose amaro
“Spero di averlo sepolto da qualche
parte, non voglio essere mai più così,
quell’integerrimo lì ha fatto molti
danni al mio cuore, ci sono stati morti e feriti e tu sei stata uno di
quelli”
Lei si voltò dopo avergli porto il
caffè fumante che era appena uscito
dalla macchinetta espresso “Mi devo preoccupare?”
chiese con sincera
apprensione “C’è qualcosa che non va con
Beatrice, vero?”
Lui rise ancora annuendo
“Guido fa parte delle storie
d’amore avere degli alti e bassi, è
così per
tutte le coppie, poi avete un bambino piccolo, ora tu sei lontano da
tua moglie,
mi sembra normale che sia difficile. Comunque, io non sono proprio la
persona
adatta con cui venirne a parlare. Tre o quattro anni fa tu mi hai
rifiutato per
Beatrice ed anche se ora le cose sono cambiate radicalmente il ruolo
dell’amica
consigliera, credimi, non mi si addice”
“Azzurrina mia, quanto hai ragione!
Quante cose sono cambiate radicalmente, ma i
miei sentimenti per te mai, mi spieghi perché nonostante
tutto io ho continuato
ad amarti? Sempre! Ogni giorno, qualunque cosa sia successa dentro di
me, c’eri
tu! Mi spieghi perché quando ti ho rivisto la settimana scorsa
io credevo di avere
un infarto? E’ passato tutto, è finito tutto, ma
tu non sei mai passata Azzurra
Leonardi”
“Si, infatti, avevo ragione a dovermi
preoccupare, penso che tu non abbia bevuto
un po’, ma troppo, devi essere sbronzo forte! Non sei
consapevole delle cose
che mi hai appena detto, se vuoi ti chiamo un taxi, te ne vai a casa,
ti fai
una bella dormita, domani sarai come nuovo ed io mi
dimenticherò pure di averti
incontrato stasera”
“Io, invece, non voglio dimenticare un
bel niente, io non ti dimenticherò
mai”
“Guido, adesso basta!” si
infervorò lei “Tu non mi hai voluto, ti sei
sposato, hai dei figli, una famiglia e tra poco ne avrò una
anche io con
Lorenzo, non voglio più sentire nulla, smettila”
“Mi hai mai pensato in questi anni? Dopo
quel giorno, quel bacio al
chiostro del convento, sono passati tre anni e nessuno ha mai saputo
più
niente dell’altro, non sono entrato mai, nemmeno per una
volta, nei tuoi
pensieri?”
“No! Non ti ho mai pensato, va bene? Sono
andata avanti!” gli disse
mostrandogli l’anello all’anulare “e tu
l’hai fatto prima di me, questo
discorso non ha senso”
“Io e Beatrice non ci siamo mai sposati e
non abbiamo avuto figli insieme”
Azzurra stava rimettendo a posto le tazze del
caffè quando le caddero da
mano e si frantumarono in mille pezzi.
“Maledizione!” disse chinandosi
a raccogliere i cocci, ma lui la fermò.
“Lascia stare” ed ora erano uno
di fronte all’altra con gli occhi lucidi e
una marea di interrogativi che mandavano in subbuglio i loro cuori.
“Ma come…
com’è possibile?”
“La gravidanza di Beatrice era
extrauterina, qualche settimana dopo fu
ricoverata d’urgenza e non c’è stato
nessun bambino, tra di noi le cose quando
tornammo a Berlino andavano anche benino, ma quando ritornammo a Modena
la
situazione precipitò notevolmente. Beatrice cercava un
figlio a tutti i costi
convinta di avermi deluso per non avermene dato uno, il matrimonio
veniva
sempre rimandato per un motivo o per l’altro, i convegni, gli
anni accademici,
i falsi allarmi di una gravidanza, i medici che abbiamo girato in
Italia e nel
mondo alla ricerca di un’eventuale infertilità
insistente. Quante volte abbiamo
reagito, abbiamo avuto delle fasi di speranza, di impegno reciproco e
poi il
baratro le incomprensioni, le rivendicazioni, le liti, le lontananze.
Successivamente,
abbiamo rotto, non ce la facevo più e credo che quel clima
anche per Davide
fosse diventato dannoso. Lì è cominciato un altro
dramma. Beatrice non ha mai
accettato che fosse finita, in facoltà era diventato
impossibile, avevo fatto
il concorso in Magistratura quando stavano ancora insieme, i risultati
sono
arrivati quando ci eravamo già lasciati e questo incarico di
lavoro è diventato
un’occasione da non perdere, la spinta a
ricominciare”
“Mi dispiace Guido, lo dico davvero, io
non credevo, io non lo sapevo che
ci fosse stato tanto tormento, tanto dolore. Ma ora tu e Davide avete
ancora
tante possibilità davanti a voi. Io credo in te. Tu sei un
uomo bello,
attraente, interessante, un professionista infaticabile, una persona
competente, attenta
ed un padre speciale, non ti manca proprio niente.”
“Lo pensi davvero?”
“Si” rispose lei sinceramente
“Anche se ti ho rifilato una delusione
enorme? Ti ho umiliata davanti alle
persone più care che avevi al matrimonio della tua migliore
amica, ti ho
offesa, derisa, maltrattata”
“Guido ti prego” lo interruppe
lei “adesso basta rinvangare il passato. Non
servirà a nulla, riporterà alla luce solo cose
spiacevoli. E poi anche io avrò
le mie colpe”
“A tal proposito” rise lui
“Quante bugie mi hai detto l’ultima che ci siamo
visti?”
Rise anche lei “Era una piccola vendetta,
volevo solo continuare a farti
credere quello che pensavi di me, che ero una buona a nulla,
un’incapace,
purtroppo lo pensavo anche io, ero molto insicura
e non credevo nelle mie possibilità. Poi
è
arrivata Milano, Kate, Elisa, i nostri amici,
l’università, la moda ed anche
Lorenzo ed ora mi sento una persona migliore”
“Eri già la migliore, peccato
che chi avessi accanto prima non facesse altro
che sottolineare i tuoi difetti, le tue lacune, i tuoi errori, senza
accorgersi
dello splendido dono che sei! Prima tuo padre, poi io, ci voleva
Lorenzo per
capire che sei speciale” sospirò “solo
un pazzo ti avrebbe lasciato andare via
ed io lo sono stato”
Lui tentò di baciarla e lei si
scostò “Guido, per favore”
“Ho bisogno di te, amore. Non ho mai
avuto bisogno di una persona in maniera
così disperata come di te”
“Ci faremo solo altro male”
rispose Azzurra fissandolo
“Dimmi che non provi quello che sto
provando io adesso, ti prego, dimmelo ed
io me ne vado, non mi rivedi mai più”
“Guido…” disse
flebile lei
“Dimmi che non vuoi baciarmi anche tu,
che questa carica erotica soffocante
che sento io non la senti anche tu, dimmi che non mi desideri, che non
mi vuoi,
che non mi hai mai amato, che non mi ami, dimmi qualsiasi cosa che mi
permetta
di andarmene. Dimmelo”
Ma lei rimase muta a fissarlo
“Se non me lo dici e resti ferma
così a fissarmi, io non rispondo più di
me” si baciarono con foga, quasi con rabbia, ma fu
un’esplosione di passione e
desiderio
“Azzurra se non lo vuoi, me lo devi dire
adesso” le disse mentre continuava
a baciarla, ad accarezzarla, a toccarla
“Ti voglio Guido, ti voglio”
ammise anche lei
E il loro desiderio esplose, non ci furono
più parole, quelle hanno uno
strano potere a volte basta una parola per toccare il cielo con un dito
o
sprofondare all’inferno, non ci furono promesse, ne
confessioni, ne
respingimenti.
Fu una notte di passione, di dolcezza, di foga, di
delicatezza, di gioia,
di tenerezza, fu tutto ma condito con il niente, perché
quando due persone si
amano nel corpo come nell’anima non c’è
bisogno di null’altro che di loro
stessi.
Al risveglio le trasgressioni che la notte concede,
le evasioni che il
sesso permette, le incognite che il buio dissolve, ritornarono
più prepotenti
che mai…
Quando Guido si mosse nel letto, non la
trovò accanto a lui, si alzò ed
Azzurra aveva indossato la biancheria ed una camicia molto
più grande della sua
taglia, era seduta sul davanzale della finestra e stava fumando.
“Buongiorno” le
augurò lui
“Ciao”
“Tu fumi?” le chiese Guido
sorpreso.
“In verità, non lo faccio
quasi mai, solo quando sono molto nervosa, in
questo momento potrei fumarmene un pacchetto intero”
“Sei così nervosa per colpa
mia, vero?”
“No, per colpa mia, tu non hai legami
attualmente, non hai tradito nessuno,
quella ad un passo dall’altare sono io e mi faccio
schifo!”
Lui si avvicinò per abbracciarla e lei
si spostò “Guido lascia perdere,
inutile girarci intorno, inutile cercare di indorarti la pillola,
meglio essere
sincera e dirtelo chiaramente, quello che è successo tra di
noi stanotte, è
stato un errore, un enorme errore”
“E perché?”
“Perché Lorenzo non se lo
merita, lui mi è stato accanto sempre, negli
ultimi quattro anni è stato la mia vita, mi ha consolata, mi
ha incoraggiata,
mi ha amata, mi ha aiutata, non mi ha mai abbandonata ed io questo non
dovevo
farglielo”
“Io lo so che ti ho ferita, che ti ho
lasciata sola, che ho distrutto tutto
quello che poteva esserci tra di noi, ma ti prego Azzurra, dammi una
possibilità, dammene una sola ed io non ti
deluderò, cercherò di meritare il
tuo amore”
“Io amo Lorenzo e per noi non
c’è futuro, non c’è stato 4
anni fa e non ci
sarà ora”
“No, non è così noi
ci siamo ritrovati, anche stanotte noi ci siamo amati,
ci amiamo ancora”
“Guido è inutile, se fai
così rendi solo tutto più penoso, per favore
vattene, stanotte non è mai esistita”
“No, io non me ne vado perché
tu mi ami ed io amo te, tu questo non puoi
negarlo”
“Si, invece,
perché… perché…”
“Perché siamo stati insieme
allora? Perché ti sei abbandonata a me? Noi
siamo stati felici, tu mi sei mancata troppo per poterti perdere di
nuovo.”
“Volevo vendicarmi, va bene?”
“Vendicarti?’”
“Si, volevo farti provare cosa significa
essere usata e poi gettata come tu
hai fatto con me, io ti amavo Guido, io volevo solo te, io avrei fatto
di tutto
per avere una famiglia con te, ma non ero all’altezza,
c’era Beatrice era di
buona famiglia, sapeva comportarsi, non era mai sopra le righe, era
sempre
adatta alle occasioni, sempre composta, sempre così perfetta
Miss Moscetta,
aveva i master, due lauree. Ora perché vorresti me, Guido?
Perché ho la laurea anche
io? Perché sono una dirigente di un’azienda?
Adesso ho i requisiti per essere
la tua donna? Per entrare nel tuo esclusivissimo club? Non mi interessa
più,
grazie! Se sono questa oggi non è merito tuo!”
Lui non aprì più bocca,
asciugò una lacrima e se ne andò.
E quando richiuse la sua
porta alle sue spalle sbattendola, anche lei
pianse a dirotto.
|
Ritorna all'indice
Capitolo 13 *** Capitolo 13. Il tuo posto nel mio cuore ***
Capitolo 13. Il tuo posto nel mio cuore
Capitolo 13. Il tuo posto nel mio cuore
Poche ore dopo, Elisa rientrò ed Azzurra
ebbe modo di sfogarsi un po’ con
l’amica, Guido, invece, si tuffò dritto nel lavoro
“chi è causa del suo mal
pianga se stesso” e lui aveva sbagliato tanto, tutto! Azzurra
aveva ragione ad essere arrabbiata con lui, ma perchè
gliel'aveva voluta
far pagare così? In quel modo! Per quello non la
giustificava affatto. L’aveva illuso, lo aveva punito, si era
vendicata in modo
così ignobile, erano stati insieme e poi? Poi quella
fregatura al mattino, era
tutto finto, fasullo, falso! L’aveva ingannato.
Ma l’aveva fatto, davvero, solo
per ripicca? Non poteva crederci, non voleva crederci, non ci credeva!
Intanto evitare di pensare a lei a lavoro, stava
diventando impossibile, in
quell’indagine c’era anche lei, anzi,
c’era soprattutto lei.
Pérez era stato ucciso intenzionalmente,
qualcuno aveva intriso il suo cibo
di benzodiazepine, sostanza che era alla base di molti farmaci,
soprattutto
psicofarmaci, sostanza a cui Felipe era allergico e gli aveva provocato
uno
shock anafilattico, doveva essere stato intenso ed immediato
impedendogli di
chiamare aiuto, era morto solo nel suo ufficio ed era stato ritrovato
solo
alcune ore dopo. Gli interrogatori si erano susseguiti ed avevano
permesso di
ricostruire i movimenti e le circostanze di quel giorno. E il nodo era
diventata proprio lei, Magliani l’aveva sentita altre due
volte e lui aveva
evitato di presenziare, i coinvolgimenti personali e la
professionalità delle
indagini erano legate a doppio filo in quel caso di cronaca, meglio
evitare di
alimentare altro. I poliziotti avevano rinvenuto
nell’immondizia del terzo
piano della Masalor una boccetta di gocce di un sonnifero che conteneva
benzodiazepine, su quel piano c’erano solo due uffici quello
di Azzurra e di
Ettore Converso, uno degli stilisti della maison da almeno dieci anni.
E poi
c’era la questione degli alibi e dei moventi. Parecchi
avevano dei malumori nei
confronti di quel capo tirannico e menefreghista, ma non tali da
ucciderlo,
soprattutto in quel modo, Felipe non aveva molti rapporti con i suoi
dipendenti, nemmeno con i più stretti collaboratori,
conosceva pochissimo chi
lavorava con lui ed anche lui era uno sconosciuto per loro. Chi lo
aveva
ucciso, aveva usato un’informazione precisa, doveva sapere
della sua allergia,
avevano usato il suo punto debole e chi poteva essere? Amici? Beh se
l‘avevano
ucciso non dovevano essere così amici, Pérez era
a Milano da meno di un anno,
conosceva perlopiù amici della sua defunta moglie, pochi
rapporti e maltenuti.
Una persona di famiglia? Ma la famiglia di Pérez era
spagnola, nessuno dei
membri era in Italia, tranne quella acquisita e quindi entravano in
gioco
Lorenzo e di riflesso anche lei. Da questo punto di vista, Lorenzo
aveva un
movente ma lei no. Però Barricati aveva un alibi, era al
tennis club e lei invece
aveva mentito su quest’aspetto, aveva detto di essere stata
con Lorenzo ma non
era così, ricordava male? Ma perché avrebbe
dovuto ucciderlo poi? Inoltre Pérez
non era tutto casa e chiesa, non aveva rapporti in azienda, non aveva
molti
amici, a lavoro era svogliato, prepotente ed incompetente, passava
spesso le
sue giornate a giocare a tennis e a donne. Quelle non gli mancavano
mai, erano
il suo vizio e dunque un ambito molto vasto in cui indagare.
Però il P.M. stava
cominciando a nutrire forti dubbi si di lei. E se il pubblico ministero
le
avesse notificato un’informazione di garanzia?
Erano passati 15 giorni da quando erano stati
insieme.
“Amore mio, come sei bella” le
aveva detto Lorenzo all’arrivo al locale
dove cenavano di solito.
“Grazie Lorenzo, sei molto caro”
“Allora che ne dici del ristorante che ti
ho portato a vedere l’altro
giorno? Io penso che sia perfetto per noi, guarda che il proprietario
anche se
è un mio amico mi ha detto che se vogliamo prenotarlo,
dobbiamo decidere la
data altrimenti ce lo soffiamo da sotto il naso. A maggio ci sono molti
matrimoni in vista”
“Si, va bene”
“E poi per i fiori, ho deciso di
designare gli addobbi, ti dispiace?”
“No… no va bene”
“Oh, grazie amore ci tengo tanto, voglio
che quel giorno sia tutto
stupendo. Ah, per le foto, ho pensato di affidare l’incarico
a Norbert, il
fotografo ufficiale della maison”
“Andrew Norbert?”
“Si, non sei d’accordo forse?
E’ stato lui ad occuparsi del nuovo catalogo
della casa di moda, quello in cui tu sei protagonista, sta diventando
un vero
successo, quel catalogo è il nostro rilancio, gli addetti ai
lavori sono
entusiasti e tra poco sarà pubblicato in pompa
magna”
“Non voglio quel fotografo e non mi va di
parlare nemmeno di quel catalogo”
“Non capisco, come mai?”
“Non mi va, è stata una
parentesi, l’ho fatto per il bene dell’azienda e
non c’è niente di cui parlare. Non sono una
modella e non lo farò mai più”
“Va bene… va bene…
allora c’è Vanessa Bruzzi, è una brava
fotografa anche
lei, soprattutto per gli esterni ed ha collaborato spesso per
noi”
“Si Vanessa è in
gamba”
“Poi dobbiamo scegliere le bomboniere, i
confetti, il tuo abito? Chi te lo
disegna?”
“Faccio da sola, anzi, pensavo di
provarci già stasera, a casa, perché in
maison ho paura che non sarà al sicuro dalle tue
incursioni”
“Infatti! Ah, per la data tesoro? Per la
settimana prossima dobbiamo avere
la data altrimenti perdiamo il ristorante”
“Si… si per la settimana
prossima la data e il ristorante, ho capito
Lorenzo sarà la quinta volta che me lo dici da
stamattina”
“Scusami, sono un po’ nervoso,
emozionato, ma non dovrebbero essere le
spose ad essere impazienti?”
“Io sono solo molto stanca e voglio
andare a casa, ti dispiace?”
“Va bene ti riaccompagno”
Quando rientrò c’era Elisa
“Sposina cara, come va?”
“Eli per favore, il prossimo che mi parla
del matrimonio lo strangolo”
“Nervosette, vero? Sei una sposina
anomala, lo sai? Di solito le promesse
spose non vedono l’ora di organizzare l’evento, di
parlarne per ore, di
raccontarti tutti quei dettagli di cui non ti frega niente, ma ascolti
per
generosità, ti chiedono consigli sul colore bianco latte o
bianco nuvola delle
rose, tu zero quasi come se questo matrimonio non fosse il tuo e quando
te ne
parlano sembra una condanna a morte, mah!”
“Nell’ultimo mese, la mia
esistenza è stata stravolta, sono stata
interrogata già tre volte e non è un mistero che
la polizia sospetta di me per
la morte di Pérez, sono notti intere che non chiudo occhio,
ho tradito il mio
fidanzato con l’uomo che ho amato di più nella mia
vita e mi sento in colpa. Ho
un senso di colpa che mi sta distruggendo, mi sento in colpa con me
stessa per
quello che provo per Guido, mi sento in colpa con Guido per come
l’ho trattato,
mi sento in colpa con Lorenzo perché non merita tutto
questo. Io non ce la
faccio più, questo è un incubo!”
“Oh, tesoro, vieni qui” Elisa
l’abbracciò “per la morte di
Pérez non
preoccuparti nemmeno lo sanno pure le pietre che non faresti male ad
una mosca,
l’ispettore Magliani è bravo ed anche Guido
è uno in gamba, stanno facendo le
indagini e vedrai presto verrà fuori la verità
così che anche il minimo infondato
sospetto sarà spazzato via. Per il matrimonio, invece,
Azzurra fai chiarezza con
te stessa, non sposare Lorenzo solo per affetto, per gratitudine, per
abitudine, per riconoscenza, per amicizia, se ami ancora Guido, sei hai
sempre
amato solo lui, ammettilo a te stessa e al mondo intero. Promettimi che
ci
penserai”
Lei annuì
“Senti io dovevo andare fuori con Andrea
e poi volevo andare a dormire da
lui, ma ora lo
chiamo e disdico tutto,
non mi va di lasciarti da sola, resto con te”
“No… no… non lo
fare, esci e divertiti. Non è necessario che resti qui,
anzi restare un po’ da sola mi farà bene, poi
volevo disegnare qualche abito da
sposa, lo sai che disegnare mi rilassa”
“Va bene, ma disegni per te o per la casa
di moda?”
“Per tutte e due, se non sarà
per me li userò per la maison”
“Buonanotte ciccia, ci vediamo
domani”
“Buonanotte anche a te”
Provò a fare un paio di disegni che
puntualmente finirono per terra accanto
al cestino della carta straccia, la creatività
l’aveva abbandonata, mentre la
stanchezza era preda di lei. Era esausta, la maison, le prossime
collezioni,
l’indagine sulla morte di Felipe, il matrimonio con Lorenzo e
poi… Guido, era
troppo per lei. Preoccupazioni, ansie, tensioni, quel periodo della sua
vita
era un tunnel buio senza via d’uscita! Era come brancolare in
una selva oscura
senza intravedere la luce, senza trovare la retta via, sola e
angosciata.
Cercava di farsi forza e di darsi coraggio, è un brutto
momento, passerà, ma
più passava il tempo, più si complicavano le
cose, era stanca… molto stanca…
troppo stanca. “E’ un anno
dispari… un
altro anno sfigato e siamo solo a Marzo!”
“Azzurra! Azzurra, ti prego
rispondimi!”
“Ahhhhhhhhhhh!” urlò
lei di soprassalto e si trovò distesa sul divano con
Guido accanto che la circondava e che la scuoteva tenendola per le
spalle
“GUIDO!”
Lui la lasciò e poi fece un lungo
sospiro di sollievo “Mi hai fatto venire
un infarto! Non hai idea di quanto mi sia preoccupato”
“TU?” Si mise a sedere, mentre
lui rimase accanto a lei “Senti giudice, io
credo che tu abbia fuso qualche rotella, io sono a casa mia e sto
dormendo sul
divano. Vengo svegliata da te che mi scuoti, che hai la faccia di uno
che
temeva stesse arrivando un terremoto e mi dici pure che ti ho fatto
preoccupare?”
“E’ mezz’ora che
suono al citofono, non mi rispondevi, il telefono è
staccato, ho temuto che ti fosse successo qualcosa”
“Mi sono addormentata, non ho il diritto
di dormire in santa pace,
ultimamente ho il sonno pesante, dormo poco e niente e quando mi
addormento..”
“Non senti nemmeno le cannonate”
“Prendi in giro, tu!” e si
voltò dall’altra parte con fare indifferente
“Oh!
Ma aspetta, ma tu come diavolo sei entrato a casa mia, al quarto piano
e con le
chiavi inserite nella toppa? Ti hanno dotato del potere di passare
attraverso i
muri?”
“No… non proprio”
rise di gusto “ma quello di passare attraverso le
finestre aperte saltando dal pianerottolo”
“Che cosa?” lei
sgranò gli occhi “Guido, ma sei pazzo? Potevi
sfracellarti
di sotto!”
“Eh, lo so, ma in quel momento non ci ho
pensato, sapevo che eri in casa,
ho incontrato Lorenzo che andava via mentre venivo qua, ho visto la tua
coinquilina uscire, sono stato qualche minuto giù a
schiarirmi le idee e poi
quando ho provato a contattarti tu non rispondevi, io mi sono
spaventato,
credimi”
“Mi dispiace, ma non l’ho fatto
di proposito. E comunque l’idea che tu
potevi cadere dal 4 piano mi rende inquieta. Non lo fare mai
più!”
“Va bene” rispose lui
toccandole il naso con una carezza “però tu
promettimi che quella finestra la lasciate chiusa, non è
sicuro, chiunque
potrebbe entrare qui dentro e voi siete due ragazze sole”
“Ma è la finestra del bagno ed
è vero che per come è posta lasciarla aperta
e un po’ pericoloso, ma non è mai successo niente,
non si è mai introdotto
nessuno, io ed Eli facciamo quasi a gara a chi la lascia aperta di
più”
“E fate male” si
arrabbiò lui “Promettimi che ci starai
attenta”
“Va bene lo prometto. Ma tu che ci facevi
qui? Un altro interrogatorio,
caro giudice?” chiese nervosa
“No, ma sarai convocata
prossimamente”
“Ancora! Io non ce la faccio
più! Ma cosa volete da me. Io ho detto tutto.
Io non c’entro niente con Pérez lo conoscevo a
stento, vi state accanendo
contro di me. Guido io non sarei mai capace di fare del male a nessuno
e tu lo
sai, mi conosci”
“Ti sbagli, io ti conoscevo, io credevo
di sapere com’eri fatta, ma ora non
so più niente, hai imparato a raccontare le bugie Azzurra ed
hai imparato a spezzare
il cuore degli altri, ora sai far male, un male cane”
“Beh, si vede che ho avuto un buon
maestro! Tu credi che io abbia ucciso un
uomo?” si avvicinò e lo guardò dritto
negli occhi “TU DAVVERO MI CREDI CAPACE
DI UNA COSA DEL GENERE?” urlò con tutta la rabbia,
il dolore, il rancore che
aveva in corpo.
Lui non rispose continuando a fissarla
“VAI FUORI! FUORI DA CASA MIA
SUBITO!” lo spintonò verso l’uscio e lui
la
bloccò “Io ti odio… io ti
odio… vattene” cominciò a piangere e
singhiozzare,
lui la strinse forte e lei che aveva provato ad allontanarlo dandogli
dei colpi
sul petto si abbandonò contro di lui, senza più
forze, senza lottare, alla
ricerca disperata di amore, di affetto, di protezione.
“Calmati, amore calmati, sta tranquilla
amore mio” quelle parole così
dolci, così tenere, ebbero un potere rassicurante e lei si
lasciò cullare.
“Lottare contro
di lui è inutile”
constatò sconsolata “Mi
sbagliavo quando
pensavo che mi sarebbe passata, io sono condannata ad amare Guido
Corsi, per
sempre, tutta la vita”
“Io non credo che sia stata tu, non ci ho
mai creduto, nemmeno per un
istante”
Lei alzò gli occhi verso di lui
“mi posso fidare di te?”
“Si, io farò di tutto, di
tutto per far venire fuori la verità in questa
brutta storia”
Le loro labbra erano così vicine, la
passione e la rabbia si alimentavano a
vicenda, più erano contro, più avevano vogliano
di litigare, di ferirsi, di
sbranarsi, più saliva il desiderio, l‘ardore,
l’impeto, la voglia era incontenibile,
la smania di rubare alla razionalità, alla
realtà, ai problemi, alle indagini,
quelle ore di felicità pura, di completamento fisico, di
sesso sfrenato e incontrollabile.
Tra loro era così, combattersi era la
strada che li portava ad unirsi, la
guerra li conduceva ad arrendersi l’uno nelle braccia
dell’altra, amore ed
odio, guerra e pace, ragione e sentimento, indifferenza e dipendenza,
lasciarsi
e prendersi, era un rapporto da manicomio, ma stava diventando qualcosa
a cui
non era possibile rinunciare.
Fecero l’amore sul pavimento, troppo
lontana la camera da letto e stavolta
rimasero abbracciati sulla moquette, lei distesa con la testa sulle sue
gambe e
lui seduto che le accarezzava il viso con una mano e giocava con i suoi
capelli
con l’altra.
Maledette parole, ma era necessario pronunciarle?
“Ho parlato con Davide ieri”
disse lei per rompere il ghiaccio.
“Lo so”
Lei lo guardò perplessa “e chi
te l’ha detto? Davide non di sicuro perché
è
arrabbiato con te”
“La lista si allunga”
ironizzò lui
“Uhm”
“Comunque, me l’ha detto suor
Angela, lei non mi ha ancora tolto la parola
a differenza di voi due. Davide sta cominciando a dirmi le bugie e
questa cosa
non mi piace. Fa tardi quando ha il permesso di uscire, spesso non
studia e un
paio di volte ha pure marinato la scuola ed io queste cose non le
accetto”
“Sempre il solito tu! Ha dodici anni cosa
vuoi che faccia? Il soldatino di
piombo? Deve crescere, stare fuori, corteggiare le coetanee e prendere
anche le
sberle se servono a farlo maturare, a sviluppare la sua indipendenza, a
formare
il suo carattere. Ma tu alla sua età che facevi? E non mi
rispondere che eri un
robottino perché non ci credo?”
“Si… no… a dodici
anni sono tornato per la prima volta fuori dopo
mezzanotte, ero con Marcello e i miei mi consentirono di andare ad una
festa
con lui, le ragazze erano più grandi, ma io non me la cavai
male”
“Pure dongiovanni”
“Poi nell’adolescenza ho avuto
le mie ribellioni anche io”
“Oh mio Dio allora sei normale, non vieni
da Marte?”
“Stupidina! Birra, qualche sigaretta,
concerti e pure un paio di fumatine
niente male”
“Guidoooo!”
“Lo so che non si fa, ma forse se non ci
avessi provato, non saprei che non
mi sono perso niente, solo scena e smania di emulazione”
“E perché Davide non dovrebbe
trasgredire, non avrebbe il diritto a
ribellarsi?”
“Perché io mi preoccupo per
lui”
“E i tuoi non si erano preoccupati per
te? Eppure ti hanno dato fiducia”
“Si… si saranno pure
preoccupati, ma io ero molto affidabile, sapevo
scrivere dritto anche quando sbavavo, ho sempre studiato e raggiunto
risultati
notevoli. Sapevo coniugare piacere e dovere. Me la meritavo la
fiducia”
“Ed anche Davide la merita, tu riuscirai
ad addormentarti sereno solo
quando sarà rientrato, ma lo lascerai libero di tornare
tardi, di essere se
stesso senza ripicche, sensi di colpa, oppressioni. Davide è
un ragazzetto
straordinario Guido e non solo perché è tuo
figlio, ma perché ama la vita ed
ama gli altri semplicemente, è ancora piccolo, ma sa
guardare il mondo e saprà
affrontarlo e tu sarai lì nell’angolo a gioire con
lui e ad offrirgli la tua
spalla quando sarà deluso o amareggiato”
“E tu?” la domanda completa era
“E tu dove sarai?” ma gli si bloccò in
gola
“Io?” glissò lei
riferendosi al passato e non al futuro “Io, invece,
scrivevo storto anche dentro le righe perfettamente diritte che mi
avevano
disegnato gli altri, amavo mettere alla prova chiunque mi volesse un
briciolo
di bene, non so se li sfinivo io o mollavano loro, ma alla fine ero
spesso
sola. Volevo mia madre e lei non voleva essere madre. Volevo mio padre
e lui
non cercava altro che un posto in cui scaricarmi senza avere fastidi.
Alla fine
ho imparato che posso bastarmi anche da sola, non ho bisogno di
elemosinare
l’amore da qualcuno per esistere, non ho bisogno di
“aggrapparmi” per forza a
qualcuno per essere. Posso amare e posso essere amata perché
sono io, perché
l’amore è parte di me, io lo dono e ricevo
tantissimo, questa cosa mi rende
felice”
“Con Lorenzo sei felice?”
fargli quella domanda gli costò uno sforzo immane
e non perché era difficile formulare il quesito, anzi
quell’interrogativo lo
angosciava non poco, ma era la risposta che temeva.
Lei rise amaramente “Lorenzo è
stata la mia stella nella notte… ogni 10
agosto, nella notte della delle stelle cadenti io non esprimo
più desideri,
quello che avevo quattro anni si è esaudito avendo
conosciuto lui. Io so che di
lui posso fidarmi incondizionatamente. Abbiamo avuto le nostre liti, le
piccole
incomprensioni, qualche scontro, ma lui c’è sempre
stato per me ed io per lui,
mi ha lasciato sbagliare, mi ha insegnato a lavorare, abbiamo
viaggiato, mi ha
lasciato i miei spazi e pure se avevo bisogno, anche solo di uno
sguardo, il
suo non mi lasciava mai. Io non gli sarò mai grata
abbastanza per tutto, io non
lo dimenticherò mai. Ma se fossi stata davvero felice con
lui, non sarei tra le
tue braccia”
Lui la strinse più forte, baciandole la
tempia “Amore mio… io non ti merito
lo so… ho capito che non potevo più fare a meno
di te quando tu non c’eri più…
ho provato a convincermi che non avevo bisogno di nessuno, non avevo
mai avuto
bisogno di nessuno, perché con te doveva essere diverso? Ma
tu sei diversa… tu
sei la donna che ha sciolto il ghiaccio intorno al mio
cuore… tu hai fatto
quello che nemmeno io credevo potesse accadere. Ti ricordi quando mi
dicesti
che io non soffrivo perché non usavo il mio cuore? Tu sei
stata quella che ne
ha preso il possesso senza che me ne rendessi nemmeno conto. Tu sei la
ferita
dentro me che non potrà mai risanare nessun altro. Io per te
ho sofferto
tantissimo tesoro mio, perché quando ti ho fatto del male,
quando ti ho mandato
via, quando ti ho allontanata solo in quel momento ho, veramente,
capito cosa
significa sentire qualcosa spezzarsi dentro il petto”
Fu lei a baciarlo “Perché non
mi hai mai cercato? Se, davvero, non potevi
stare senza di me perché non hai mosso un dito?”
“Perché mi vergognavo! Chi
sbaglia è giusto che paghi. L’ho sempre pensata
così. La mia pena è stata vivere senza di te. Il
rapporto con Beatrice è stato
complicato, mi ha sfinito, ho, sempre, tentato di tenere tutto insieme
ma avevo
sbagliato ad incastrare i pezzi. Tre anni fa, quando abbiamo trascorso
la notte
nel vecchio appartamento in convento, quando ci siamo baciati, io avrei
dato
davvero un calcio a tutto pur di stare con te, ma c’era la
gravidanza di
Beatrice e poi sei sparita ed io pensavo meglio così, ma tu
sei sempre stata lì
amore mio, nel posto dove nessun altro era mai riuscito a fare tanto,
nel mio
cuore. A volte ho pensato di ritrovarti a Modena, a volte ho sperato di
sapere
qualcosa di te da suor Angela, da Margherita e tu, invece, sei stata
bravissima, sei completamente sparita. Me lo meritavo”
“E quando ci siamo
rincontrati?” gli chiese lei
“Intendi alla vineria o in
questura?”
Lei rise “Alla vineria non ci siamo
proprio incontrati, adocchiati direi.
Comunque non ho mai dubitato nemmeno per un secondo che fossi tu, ma
era troppo
strano, in un locale del centro, di sera, a Milano, ho cercato in tutti
i modi
di convincermi che mi ero sbagliata, temevo pure sbucasse Beatrice da
un
momento all’altro, dato i suoi trascorsi milanesi e avrei
fatto di tutto per
volatilizzarmi però ero così curiosa”
“Io, contrariamente, pensavo non fossi
tu. Chissà perché nonostante mi
abbiano trasferito a Milano, invece, di pensare che fosse
più facile ritrovarti
nella stessa città ero convinto tu non vivessi
più qui. Solo una volta ho
sentito parlare suor Costanza e suor Angela di te e lei diceva che ti
sentiva
poco perché tu eri sempre in giro… cambiavi
città ogni settimana… Che ne so io
ho pensato che avessi trovato un fidanzato ricco che ti manteneva, ti
permetteva di viaggiare e di non avere vincoli, legami”
“Mi amerai pure da 4 anni, caro
professore, anzi caro giudice, ma non hai
mai cambiato idea su di me? Mai detto magari è cambiata, si
è laureata, ha una
professione, ha una carriera, si è sposata, ha dei
figli?”
“No, lo ammetto, forse perché
mi piacevi pure fuori dagli schemi, non lo so
Azzurrina mia, ma io credo che ti amerei pazzamente qualunque cosa
fossi
diventata. Di sicuro, sono fiero di te, anzi sei stata così
brava a tirare
fuori il tuo talento, a trovare un lavoro che ti gratifica. Sei come
uno
scrigno pieno di gioie e hai ancora tanti beni preziosi dentro di te e
tanto
oro da dare a chi ti circonda, tu sei il mio tesoro Azzurra io non
posso più
perderti”
Si baciarono “Io, poi, vorrei capire
perché non sei mai uscito dalla mia
vita, credimi ci ho provato tanto! Ti ho odiato e ti amavo, ti ho
ignorato e ti
amavo, mi sono costruita una vita e non ho mai smesso di amarti, che
potere
malefico hai tu nei miei confronti?”
“Speriamo che qualunque cosa sia ad
unirci non finisca mai” si baciarono ancora…
e poi ancora… e ancora e finirono per fare di nuovo
l’amore.
Dopo aver dormito poco e
nulla per l’intensa nottata di amore e confidenze,
fecero colazione insieme, lei gli chiese solo il tempo di parlarne con
Lorenzo,
non voleva tenere il piede in due scarpe non era il tipo, sarebbe stata
dura,
lasciare il proprio fidanzato poco dopo una proposta di matrimonio e
mentre lui
organizzava le loro nozze. Ma fingere era inutile ed arrivare
sull’altare per
poi mollare tutto in modo scenografico era solo roba trita e ritrita da
film e
fiction. Amava Guido, aveva amato sempre e solo lui, voleva vivere
quell’amore,
il suo amore. Era intenzionata anche a lasciare la casa di moda, aveva
un buon
curriculum, era talentuosa e
in quel
periodo di boom economico le occasioni non mancavano e le offerte
nemmeno.
L’indagine per la morte di Pérez si sarebbe
conclusa e Lorenzo avrebbe salvato
la Masalor e l’avrebbe rilanciata, se c’era uno in
grado di farlo, quello era
Lori anche senza di lei e le tensioni che si sarebbero create tra loro,
così sarebbe
stato più semplice.
Grazie a Lisbeth17 per il banner
|
Ritorna all'indice
Capitolo 14 *** Capitolo 14. E lui tra noi... ***
Capitolo 14. E lui tra noi...
Capitolo 14. E lui tra
noi…
Le settimane a seguire, furono piuttosto
complicate. Lorenzo era partito
per un impegno improvviso e poco prima di partire lei era solo riuscita
a
dirgli che aveva bisogno di parlare del loro rapporto. Lasciarlo non
era facile
ne per lui, ne per lei stessa. Aveva significato così tanto
per lei.
Ma voleva Guido, la sua passione e il suo
tormento, la gioia infinita, la felicità
che nasce dal cuore e si dirama in ogni vaso sanguigno, che ti scorre
nelle
vene, l’amore che non puoi dimenticare mai. Amavano parlare
di tutto, amavano
fare l’amore, amavano imparare a fidarsi l’uno
dell’altra.
Si amavano.
E qualcuno
di solito ermetico e introverso, doveva anche essersi lasciato sfuggire
qualcosina
con suor Angela che le telefonava molto spesso e che non faceva altro
che
ripeterle che “era
felice per lei e che le vie del signore sono infinte”,
anzi,
una volta le aveva citato pure Venditti “Certi amori non finiscono, fanno
dei
giri immensi e poi ritornano” lei era fatta
così tra il Vangelo e i cantautori
romani le massime non le mancavano di certo.
Per Guido non era facile, dividerla
con Lorenzo era dura da mandar giù, ma si sarebbe trattato
solo di pochi giorni
poi, finalmente, sarebbe stato tempo per loro, il modo in cui le
mostrava i suoi
sentimenti era struggente, sempre attento, premuroso, amorevole,
appassionato,
sempre pronto a baciarla, a mandarle messaggini, glielo si leggeva
negli occhi
che non poteva fare a meno di lei. Era pazzamente innamorato di lei e
nonostante il tempo lontani, ora lui era pronto a dichiararlo al mondo
intero,
pronto ad affrontare Lorenzo, a parlarne con Davide, a dirlo in
convento, non
voleva perdere un attimo di più. Stavolta era tutto
più difficile per lei.
Masalor. 19 Aprile 2017.
“Zuri?”
“Kate? Elisa? Entrate pure?”
“Ti disturbiamo?” chiese
Caterina
“Si, in effetti, lo sapete che senza
appuntamento non ricevo”
Loro due la guardarono stranite
“Ma sto scherzando? Ma se siete le mie
migliori amiche. Piuttosto, come mai
da queste parti?”
“Volevamo invitarti a pranzo e fare
quattro chiacchierare in libertà,
ultimamente trovarti a casa è un‘impresa! O
è l’azienda o sono interrogatori
privati con il giudice” constatò Elisa
“Dai non è vero, non scherzare
su questo, anzi, c’è Magliani di là con
i
suoi uomini che stanno ascoltando Converso” disse e loro si
voltarono a
guardare dai vetri degli uffici, quello adiacente al suo “poi
non so nemmeno
che altro stanno cercando da quando è morto Felipe non
c’è stata più pace qua
dentro, prima era lui a scatenare l’inferno, ora la polizia e
Guido”
“Lupus in fabula” proprio
grazie ai vetri e dato che dal corridoio c’era
prima l’ufficio di Converso e poi il suo, videro arrivare
Guido.
Pur sapendo perfettamente dove era collocato il suo
studio ed avendo
chiaramente intravisto lo sguardo delle tre puntato su di lui, il
giudice le
ignorò. Strano che non le avesse detto niente, è
chiaro che sulle indagini c’era
il massimo riserbo, ma non le aveva fatto nemmeno un accenno che
sarebbe
passato alla Masalor. Che sospettassero di Ettore? Forse non gliene
aveva
parlato per evitare fughe di notizie, oppure, non le aveva detto nulla
o la stava
ignorando completamente perché lei quel giorno avrebbe
parlato con Lorenzo del loro rapporto. “Guido
mi ama e
si fida di me, per questo fa così, non
c’è bisogno che mi dica tutto, lui sa
che io capirò ed io so di poter contare su di lui”
Magliani lasciò l’ufficio
accanto ed entrò nel suo dopo aver scambiato
qualche parola e un paio di sguardi carichi di tensione con lui.
“E adesso che
succede?”
“Dottoressa Leonardi devo notificarle
questo”
“Cos’è?”
“Lo apra dottoressa e poi le consiglio di
nominare un avvocato di fiducia e
farsi assistere, credo che ne avrà bisogno”
“Un avvocato, ma di cosa si
tratta?” intervenne anche Kate.
“Informazione di garanzia, ma che
significa? Io non capisco”
Oddio la stanza cominciò a girarle
vorticosamente intorno… le pareva di non
sentire più le parole degli altri… gli occhi
erano pesanti e difficili da
tenere aperti, le gambe molli come gelatina.
“Lei è ufficialmente iscritta
nel registro degli indagati per la morte di
Felipe Pèrez, mi dispiace dottoressa, ma sono emersi nuovi
elementi ed era
inevitabile”. Azzurra uscì dal suo ufficio come
una furia e si diresse verso di
lui, Kate, Elisa e Magliani la seguirono, era pallida come un lenzuolo
e
sembrava poter svenire da un momento all’altro.
“Tu sei un farabutto, un vigliacco, un
bugiardo, hai detto che mi credevi!
Hai detto che mi credevi! Maledetto il giorno in cui sei rientrato
nella mia
vita” e dopo questo sfogò crollo su se stessa e fu
lui a sorreggerla
“Azzurra…
Azzurra…” sentì la voce di lui in
panico prima di perdere i
sensi.
Fu Elisa a soccorrerla si spostarono nella saletta
del pian terreno che era
adibita per il primo soccorso. Furono subito allertati Lorenzo, appena
rientrato alla Masalor e il medico
aziendale.
Il dottor Cortillo le sentì la
pressione, il battito cardiaco, Elisa e
Lorenzo rimasero dentro con lei, mentre Kate aspettava fuori e si mise
subito
in contatto con suo marito Giovanni che era un avvocato penalista. Da
lì fuori
anche un’altra persona non si mosse.
Pian piano intorno a sè si delineavano
le voci e i volti, era così stanca,
ma perché doveva aprire gli occhi, lei voleva dormire.
“Tesoro… tesoro… mi
senti” la chiamò Lorenzo vistosamente preoccupato.
“Si… dove siamo…
voglio dormire”
“Amore siamo alla Masalor, sei svenuta,
il dottor Cortillo ti ha appena
visitata”
“Ah, dottore, come sto?”
cominciò a riprendersi lei.
“Bene, bene, nulla da rilevare ad un
primo controllo, il suo fidanzato e la
sua amica mi hanno spiegato che è un periodo di forte stress
per lei, state
organizzando il vostro matrimonio, c’è molto
lavoro, perdere i sensi può essere
un episodio irrilevante o può nascondere qualcosa di
più preoccupante da tenere
in considerazione. Ad ogni modo, per scrupolo, le ho prescritto una
serie di
analisi cliniche da fare, si tratta di un check up completo, poi
potrà far
vedere i risultati al suo medico di fiducia”
“Grazie dottore” rispose Elisa
“Le prendo io e la costringerò a farle,
meglio togliersi ogni dubbio”
“Va bene, allora vado. Buona giornata
signorina e cerchi di riposarsi di
più”
“Grazie di tutto” strinse la
mano al dottore, dopo essersi rimessa in
piedi, si sentiva ancora un po’ stordita.
“La accompagno dottore” Lorenzo
aprì la porta, Kate entrò chiedendole come
stava e poi c’era lui, là fuori. Occhi negli
occhi, i suoi tristi, preoccupati,
ansiosi, quelli di lei furenti, delusi, fiammeggianti. Fu lei la prima
a
distogliere lo sguardo da Guido, Lorenzo notò tutto e dopo
aver fatto strada al
medico, si avvicinò a lui “Giudice Corsi, mi
dispiace essere brutale, ma lei
qui non è il benvenuto, tutto quello che sta facendo alla
mia fidanzata è
abominevole. Azzurra non ha colpe e lei lo sa meglio di me. Se la
conoscesse
davvero si renderebbe conto benissimo che non può aver
ucciso proprio nessuno”
“Le indagini sono in corso e noi faremo
tutto il possibile per accertare la
verità. Sono emersi nuovi elementi molto gravi e il PM ha
preordinato
l’informazione di garanzia, perché da questo
momento in poi sarà necessario
predisporre misure più specifiche” disse guardando
lei.
“Io penso solo una cosa, caro giudice,
lei dovrebbe garantire il regolare
svolgimento delle indagini, ma non è in grado di svolgere il
suo ruolo”
“Ma come si permette Barricati, badi bene
a quello che sta dicendo”
“Io sono sicuro di quello che sto
dicendo! Lei è prevenuto nei confronti
della mia fidanzata, non è forse chiaro a tutti questo? Lo
sappiamo tutti noi
qui presenti che un tempo Azzurra ha lavorato per lei e l’ha
amata, ma poi le
cose sono andate come sono andate, lei ha rifiutato Azzurra ed ora dopo
anni di
distanza si ritrova ad indagare su di lei. Azzurra è bella,
è affermata, ci
stiamo per sposare e lei invece Corsi? Lei è geloso marcio,
non è obiettivo,
lei per la mia futura moglie non è in grado di garantire un
bel nulla ed è per
questo che io farò un esposto alla Procura, la
farò sollevare dalle indagini
giudice”
“Se c’è qualcuno,
qua, che non sa proprio nulla di come stanno le cose, è
lei!” guardò Azzurra “Sta farneticando
Barricati!”
“Adesso basta! Non ne posso
più di nessuno di voi due! Sono stanca e voglio
tornare a casa”. Kate ed Elisa si offrirono di accompagnarla.
“Vai pure tesoro, contatterò i
migliori avvocati della città e gli
spiegherò io la situazione, farò di tutto pur di
proteggerti amore mio”
Lui rimase lì impassibile, lei gli
passò accanto ignorandolo e andò via.
Quando giunse a casa era quasi ora di
pranzo…
“Zuri preparo una pasta veloce?
Aspetta… aspetta… zucchine o sugo pronto
asparagi e gamberetti?”
“Oddio mi viene da vomitare…
non voglio la pasta. Voglio qualcosa di più
buono. Vorrei un dolce?”
“Un dolce a pranzo? Mah!”
“Si abbiamo la nutella, vero? Pane e
nutella mi rimetterebbe al mondo”
L’amica scrollò le spalle,
cominciando a prepararsi la sua pasta
“Oh, no! Eli!”
“Che c’è? Che
succede? Non voglio la cioccolata, voglio qualcosa di salato,
tipo… tipo patatine fritte”
“Patatine fritte? Azzurra mi devo
preoccupare sul serio? Ma cos’è sta
novità? Prima Nutella e poi patatine fritte a pranzo, ci
credo che hai la
nausea, il solo pensiero mi disgusta. Senti più tardi vado a
prenotarti le
analisi al laboratorio qua sotto, domattina fai i prelievi, non sento
ragioni”
“Va bene” acconsentì
lei.
Nel pomeriggio, si mise al suo tavolo da disegno,
attacco d’ispirazione, le
vennero fuori un paio di modelli niente male. Citofonarono, lei pensava
fosse
Lorenzo, si erano sentiti telefonicamente poco prima, l’aveva
rassicurata sulle
indagini e sull’iscrizione nel registro degli indagati,
nonostante la
consulenza con il marito di Caterina, Lorenzo voleva rivolgersi ad un
grande
studio legale che conosceva lui, erano i migliori, le aveva detto.
Paolini era
un vecchio amico del padre e avrebbe fatto tutto per tirarla fuori da
quella
situazione, il prima possibile. Glielo aveva assicurato che per il
matrimonio
tutta quella faccenda sarebbe stata solo un brutto ricordo.
Già, il matrimonio!
Ma ci sarebbe stato mai quel matrimonio? Stare ancora con lui che
senso aveva? Lei lo stava per lasciare Lorenzo quel giorno stesso, lo
avrebbe
fatto sicuramente fino a poche ore prima. lo avrebbe mollato per Guido.
Per
quello che la stava mandando in galera per omicidio, era assurdo. Tutto
assurdo.
Quando bussarono alla porta non era affatto chi
aveva immaginato…
“Buonasera dottoressa Leonardi”
“Ispettore che ci fa a casa mia, che
succede ancora?”
“Mi dispiace molto dottoressa, ma
è il mio lavoro, non posso sottrarmi alle
mie responsabilità”
“Mi sta arrestando?”
“No, non ancora, almeno! Oltre
all’informazione di garanzia, stamattina
dovevo notificarle questo, ma poi è stata male ed anche il
giudice Corsi ha preferito
evitare di importunarla ulteriormente per darle il tempo di riprendersi
un po’”
“Il giudice
Corsi mi ha dato un po’
di tempo per riprendermi? Ma per favore! Il giudice Corsi mi sta
distruggendo
ed io addirittura dovrei ringraziarlo! E’ un pirla come
dicono a Milano”
avrebbe voluto dirlo ad alta voce, ma in quel momento aggiungere il
reato di
offesa a pubblico ufficiale a quelli già a lei ascritti non
le sembrava il
caso.
“Cos’è? Ispettore io
non ci capisco nulla di queste cose” disse leggendo
velocemente il contenuto “misure cautelari
coercitive… obbligo di dimora…
divieto di accesso alla società Masalor”
“Che significa? Da questo momento in poi,
lei ha l’obbligo di indicare un
luogo dove sarà sempre reperibile per eventuali accertamenti
o controlli, in
genere la propria casa, dovrà presentarsi ai nostri uffici,
negli orari e nei
giorni stabiliti, inoltre, le è fatto divieto di accedere
alla società presso
cui presta il proprio lavoro, perché il PM ritiene che lei
possa inquinare le
prove e alterare il quadro dell’omicidio”
“Io non ho fatto nulla” disse
scoppiando a piangere “Ed ora non potrò
più
andare a lavorare?”
“No, dottoressa.
L’interrogatorio di garanzia è fissato tra pochi
giorni,
venga con il suo avvocato, sarà dura dottoressa il gip Corsi
sta facendo
l’impossibile per venire a capo di quest’indagine,
ma il Pm Manfredini è
convinto della sua colpevolezza, non escluderei che proponesse il suo
arresto
al gip”
L’ispettore se ne andò ed
Azzurra scoppiò in lacrime di nuovo, ebbe una
crisi di pianto ed Elisa che non l’aveva lasciata sola un
attimo le preparò una
camomilla.
Quando ri-citofonarono per lei non fu difficile
intuire chi fosse, Lorenzo
non era di certo, le aveva appena detto che l’avrebbe
raggiunta un paio d’ore
dopo perché era in riunione con i soci. Il suo cellulare,
intanto, trillava
insistentemente da ore.
“Non aprire” chiese ad Elisa
“Perché?”
“Perché non lo voglio vedere.
Non voglio sapere nulla. Tutto quello che ho
da dire lo saprà all’interrogatorio, oltre questa
stramaledetta
indagine non c’è niente di cui parlare, niente da
dire”
“Credi che sia Guido?”
“Sono sicura che sia lui! E’
l’uomo che mi diceva che non avrebbe voluto
mai più farmi del male. E’ l’uomo per
cui voglio lasciare Lorenzo, mandando a
monte un matrimonio e cambiando tutta la mia vita, lui! Con Guido la
storia si
ripete ed io ci casco sempre. Prima mi catapulta in Paradiso e poi mi
fa
sprofondare all’Inferno. Ed io ora non ce la faccio
più!”
Il citofono continuava a suonare senza interruzione.
“Lo mando via?”
“No! Chiudi il citofono per favore,
avvisa tu gli altri che è staccato, che
è rotto, inventati una scusa per chiunque volesse venire.
Prima o poi si
stuferà e se ne andrà. Il giudice Corsi non
merita più nemmeno i miei rifiuti,
il nulla ecco tutto quello che avrà da me”
Elisa ubbidì e poi la vide dirigersi in
bagno rapidamente. Vomitò anche
l’anima. Tra i vari cibi che aveva mescolato, la tensione
nervosa ed emotiva,
forse, era assolutamente normale che le voltasse lo stomaco.
“Come va?” le chiese avvicinandosi e
tastandole la fronte.
“Mi sento un po’ meglio ora.
Forse è stato un bene essermi liberata”
“Vuoi che chiami il nostro
medico?”
“No, non è necessario un altro
medico, sono stata visitata stamattina e
domani farò le analisi, è tutto a posto non
preoccuparti”
“Sicura?”
“Si. Eli puoi farmi solo un
favore?”
“Dimmi”
“Chiudi la finestra del bagno”
“Va bene. Hai freddo?”
“No, ho paura che un’idiota se
ne approfitti”
“No… non capisco. Che
c’entrano Guido e la nostra finestra del bagno?”
“Perché stavolta se non si
frantuma lui da solo e me lo ritrovo davanti, lo
butto io giù dal quarto piano”
“Ah, adesso ho capito, pensi che come un
novello Romeo si intrufoli di
nuovo dalla nostra finestra?”
“Romeo di sta cippa! Mi ha scritto se non
mi apri tu, trovo il modo di
entrare ed io lo sto solo aiutando a lavorare di fantasia”
“Voi con questa storia vi fate male sul
serio prima o poi. Ma se gli
chiudiamo la finestra non hai paura che potrebbe cadere di
sotto?”
“Se cade di sotto non mi dispiace
affatto!” rise amaramente “Almeno, in tal
caso, si tratterebbe di suicidio e non mi accuserebbero di
omicidio” e dopo
aver riso ritornò a piangere.
“Ehi” Eli
l’abbracciò
“Ho i nervi a pezzi, scusami”
“Sei sicura?”
“Di cosa?”
“Che sia solo il nervosismo”
“Perché? Pensi che sia anche
malata? Beh per completare il quadro sarebbe
perfetto”
“Svenimenti, nausee, strane voglie,
sbalzi di umore istantanei, il ciclo
mestruale?”
Stavolta rise a crepapelle “Elisa non
sono incinta! Non ci pensare neanche.
Ipotesi che non è da prendere nemmeno in
considerazione”
“Tu rispondi? Da quanto tempo non hai le
regole, io non mi ricordo che tu
abbia avuto le mestruazioni recentemente”
Prese il cellulare “Vedi le ho avute il
15… il 15…” si interruppe
“Aprile? Pochi giorni fa?”
“No. Il 15…”
“Marzo?” chiese ancora Eli
“Febbraio. Non ho le mestruazioni da
più di due mesi”
Elisa fischiò per tutta risposta.
“No… non è
vero… non è possibile! Tu lo sai? Eli, tu lo sai
che questo non
è possibile!”
“Invece è possibile.
Contraccettivi?”
“No, nessuno, non credevo di averne
bisogno. Io…”
“Ho capito! Lo so il motivo per cui non
usi la pillola, complimenti per la frittata
amica mia, non ti manca proprio nulla in questo periodo, eh?”
“Elisa, io non sono incinta! Non lo
sono!”
“C’è solo un modo
per togliersi il dubbio, domani farai le analisi, ma per
stasera possiamo accontentarci di questo” estrasse dalla sua
borsa una
scatoletta
“Un test di gravidanza?”
“Si, per la cronaca una brava farmacista
non si fa mai mancare nulla. E
questo è quello che ha dato la notizia in anteprima a
milioni di donne in
decenni. Adesso lo sai come funziona, pochi secondi, certezza
matematica e
periodo di concepimento calcolato”
“Il periodo di concepimento? Proprio su
quello non ho nessun dubbio”
Pochi minuti dopo, Azzurra
tornò in sala, l’ennesima sconvolgente notizia
della giornata, dopo l’avviso di garanzia,
l’iscrizione nel registro degli
indagati, l’ira per Guido, lo svenimento e la misura
cautelare, ne era arrivata
un’altra a chiudere il cerchio, a complicare il quadro o
forse a semplificarlo
di colpo. Era incinta.
Grazie a Lisbeth17 per il banner
|
Ritorna all'indice
Capitolo 15 *** Capitolo 15. Con le unghie e con i denti ***
Capitolo 15. Con le unghie e con i denti
Capitolo 15. Con le
unghie e con i denti
Lo diede ad Elisa senza profferire parola, era
più eloquente il suo sguardo
che guardare lo stick del test.
INCINTA 2 MESI.
“Come ti senti? Cosa provi?”
Azzurra che aveva uno sguardo teso e ansioso,
scoppiò a ridere di colpo
“Vuoi la verità? Sono felice… sono
felice… sono pazzamente felice!”
“Oh, tesoro!” le corse incontro
l’amica abbracciandola.
Poco dopo le raggiunse anche Caterina.
“Allora, che succede?” disse
chiedendo ad entrambe e poi si rivolse alla
sorella “Quando mi hai chiamato chiedendomi di venire, ho
temuto il peggio”
“Ricapitolando, non ho più un
lavoro, o meglio non ci posso più andare, mi
stanno quasi per arrestare, non sposerò Lorenzo e non voglio
avere più niente a
che fare con Guido”
“Prospettive allettanti Zuri, ma ho come
l’impressione che non mi hai detto
ancora tutto”
“Sono incinta”
confessò tutto di un fiato.
“Incinta?” Kate le chiese
sorpresa “Ma sei sicura? Zuri… tu
incinta?”
“Si, sono sicura, grazie ad Eli, ho fatto
il test poco fa e poi domani mi
sottoporrò anche alle analisi cliniche”
“Beh, non mi sembra vero, io
sono… sbigottita”
“Non dirlo a me, guarda! Se solo penso a
tutti i miei progetti… alle
rinunce… alle paure… e a questa” disse
prendendo una brochure dal tavolino
accanto al divano
“Apprezza il lato positivo”
considerò Kate “Devi rimandare un certo
viaggetto in Spagna”
“O forse non lo devi fare proprio
più!” la rimbeccò Eli.
“Auguri Azzurra. Io sono mamma ed
è l’esperienza più grande,
più
gratificante, più significativa di tutta la vita,
è straordinario”
“Grazie Kate. Anzi, quando
avrò bisogno di aiuto, di consigli, spero di
poter contare su di voi e su di te”
“Non c’è nemmeno da
dirlo, of course!” rispose Elisa.
Più tardi, arrivò Lorenzo e
rimasero un po’ soli.
“Tesoro, come stai?”
“Mai stata meglio" rispose ironica e
pungente lei "Lo sai che non potrò più venire
alla maison,
questa cosa è assurda” rispose esausta
“Lo so, amore, lo so, anzi ho parlato con
i nostri avvocati, sei in buone
mani, non devi preoccuparti di nulla. Te l’ho promesso e tu
sai che le promesse
le mantengo, questa brutta storia presto sarà solo uno
spiacevole ricordo”
La strinse forte e le diede coraggio, ma presto
quelle promesse sarebbero andate in frantumi...
“Mi dispiace non poterti stare accanto
come vorrei in questo momento, mi
dispiace tanto tesoro. Ma dopo la morte di Pérez e con la
maison sull’orlo del
fallimento, purtroppo, è un momentaccio anche per me, non ho
mai tempo, proprio
ora che tu hai più bisogno di me”
“Tu sei eccezionale Lorenzo, io non credo
di aver mai conosciuto una
persona come te, non hai proprio nulla da recriminarti. Anzi, le colpe
sono
solo mie, ho sbagliato in passato ed ho continuato a fare gli stessi
errori,
io…” scoppiò a piangere
“Vieni qui” la strinse di nuovo
“Non voglio vederti piangere, facciamo
così, basta parlare di cose brutte e sgradevoli. Ti do due
buone notizie, va
bene? All’interrogatorio di garanzia ci saranno i
nostri
legali, non sarai sola e loro stanno già studiando il caso
per risolverlo
celermente, insomma perché non sospettano di Ettore
Converso? Tra di loro
c’erano stati molti scontri ultimamente. Oppure qualcuna
delle sue donne? Fuori
dalla maison era così incline al sesso facile. Ma
perché mettono sotto
pressione noi due, io da quando è morto Felipe sto lottando
con le unghie e con
i denti per la casa di moda. Un omicidio non è certo la
pubblicità di cui
avevamo bisogno. E tu, ma che motivo avevi tu per voler morto
quell’uomo? Ed è
proprio per questo che ho definitivamente eliminato anche un altro
problema”
“Quale?” chiese lei sospirando
“Il giudice Corsi” rispose
tranquillamente
Lei
sgranò gli occhi “Guido?”
“Si, amore, non sarà
più un ostacolo per le indagini, quell’uomo non
è
lucido secondo me, non mi stupirei se stessero sospettando di te,
perché lui
non è in grado di svolgere al meglio il suo lavoro. Tramite
gli avvocati stiamo
già presentando un’istanza e spero di cuore che
per quando farai l’interrogatorio
di garanzia lui venga sollevato dall’incarico”
La
testa le girava come se si trovasse al centro di un vortice, lei e
Guido, Lorenzo e lei, Guido e Lorenzo. Guido stava veramente facendo il
doppio
gioco? Le donava amore, gioia e poi la pugnalava così,
trattandola come una criminale, un’assassina! Poteva mai
avere
ragione Lorenzo
a pensare a lui in malafede? Ma perché l’aveva
voluta,
l’aveva amata, l’aveva
cercata se poi indagava contro di lei, non le aveva detto una parola
dei provvedimenti che avrebbero preso contro di lei, non le aveva
mostrato alcuna fiducia. Cos’era
un modo subdolo e meschino di stare con lei, di prendersela e poi
presentarle
il conto? Avrebbe voluto dare la testa nel muro per far sparire almeno
qualcuno
di quegli interrogativi! No, al contrario, avrebbe voluto sbattere lui
con la testa
contro il muro così forse avrebbe ricavato delle risposte! E
a
Lorenzo cosa
passava nella sua di testa? Non era più logico che il
prevenuto,
geloso e
incerto fosse proprio lui? Qualunque rapporto avrebbe stabilito con
Guido in seguito e in qualunque modo sarebbe andata quella
maledetta indagine, era il momento di mettere in chiaro le cose. Per
lei e Lorenzo era già finita da troppo per
continuare a
stare ancora insieme.
“Lorenzo, io devo
parlarti…”
“Ah, amore devo parlarti anche io di
un’altra cosa” la interruppe lui
“E’
una questione che mi addolora molto, ma è giusto
così”
Un’altra
volta lei si allarmò, l'espressione di lui non prometteva
nulla
di buono e lei per altre notizie sconvolgenti quel giorno non era
proprio preparata.
“Non voglio che ci sposiamo. Tu lo sai
che fino a pochi giorni era la cosa
che desideravo di più al mondo, ma ora non è
così”
“Hai ragione Lorenzo,
io…”
“Credo
che anche il nostro progetto di andare in Spagna al momento
è da
rimandare” ma perché lei voleva dirgli delle cose
e lui le
rispondeva tirando
fuori dell’altro e interrompendola sempre? “non
preoccuparti, non devi spiegarmi nulla, io ti capisco. Tu sei confusa,
sei agitata, sei stressata per questa storia delle indagini,
ti
dispiace perché è l’uomo che hai amato
che ti vuole
sbattere
in galera e stai male al solo pensiero che qualcuno possa dubitare di
te,
piccola mia. Un matrimonio non si celebra in queste condizioni, sarebbe
un’imposizione ed io amore mio lo sai che non ho mai voluto
importi nulla”
“Lorenzo
io ho bisogno di dirti la verità, voglio essere sincera, non
voglio più nascondermi, mentire, le cose sono cambiate molto
nell'ultimo periodo e sono cambiate per me nei tuoi confronti. Io non
vedo più futuro per noi. Io ho creduto di amarti più di ogni altra cosa al mondo, io, a modo mio, ti ho
amato
tanto, fino a pochi mesi senza esitazione avrei visto il mio domani con
te, ma non è più così e non sarebbe
mai stato
davvero così"
“Ma cosa dici amore? Tu sei solo
angosciata, hai paura, ti senti sola, ci
sono io qui, amore, come sempre”
"E'
proprio questo il punto ero angosciata, avevo paura e ne ho ancora
tanta, ho fatto tanti sbagli, ho negato l'evidenza ed ho continuato a
credere che non era cambiato proprio niente, avevo paura di restare
sola, di andare incontro all'ennesima fregatura, ero sicura che quello
che avevamo costruito in questi tre anni non meritasse di essere
buttato all'aria dall'oggi al domani"
"E' per lui, vero?"
Lei non rispose
"Lui ti ha deluso ancora e ti deluderà
sempre"
"Non
è trincerandomi dietro un rapporto che non è
amore vero
che mi posso difendere dalle delusioni di Guido e dalle amarezze che mi
darà chiunque altro a cui affiderò il mio cuore.
Non
è giusto, non funziona, fa solo altro male"
"Ma
noi ci amiamo Azzurra, abbiamo costruito la nostra relazione con
pazienza, con fatica, con amicizia, con fiducia, con rispetto, con
tenacia. Che cosa ti ha mai dato lui, eh? Cosa? Ti ha offeso, umiliato,
sottostimato, ti ha sempre tenuta lontano, non se ne è mai
fregato nulla di te, non ti ha mai asciugato una lacrima lui"
"Io lo so che ti devo tanto, che tu sei stata la mia
ancora di salvezza, un bene profondo, il migliore..."
"NO
TI PREGO, NO" urlò Lorenzo "Non dirmi che mi vuoi bene come
un
amico, come un fratello che non vuoi rovinare il nostro rapporto, ti
prego, mi reputo troppo intelligente per sopportare queste idiozie. Io
comunque ti capisco, nonostante tutto, lui ne farà un'altra
Azzurra e poi un'altra ancora... e tu tornerai a cercare me, io lo so"
"Non è così Lorenzo, non dire
così"
"Io
continuerò ad aiutarti con le indagini, io non ti ho mai
lasciato sola e non lo farò stavolta, tu ne verrai fuori da
questa storia te lo prometto, fosse l'ultima cosa che faccio"
Azzurra
non ebbe il coraggio di ribattere, Lorenzo era profondamente deluso e
addolorato, con il tempo avrebbe compreso che era davvero finita,
avrebbe smaltito la rabbia, il dispiacere, avrebbe imparato a fare a
meno di lei, a prendere in mano le redini della sua vita proprio come
avrebbe fatto anche lei.
Lui cercò
di darle un bacio
sulla fronte, ma la ragazza evitò e poi lo vide
allontanarsi.
Dopo un’altra bella dose di lacrime amare concluse
“ed
ora devo pensare a te piccolo mio. A te, che sei qui dentro di me e ne
dovrai affrontare
di sfide nei prossimi giorni. Ma io ti proteggerò a tutti i
costi. Spero solo
che il test non si sia sbagliato. Spero solo che tu ci sia davvero. Un
dono dal
cielo per me. Dopo aver perso ogni speranza che potesse accadere ora
potresti
essere qui per noi. No, sei qui per me. Uno che mi vuole aiutare a
tutti i costi, quell’altro che mi vuole
arrestare. Tu non dovrai temere nulla. Tu sei mio e nessuno ti
farà del male”
“Papà, ma allora davvero posso
venire al concerto?”
“Si, puoi, domani cerco di recuperare i
biglietti, così quando arrivi qui
stiamo un po’ insieme”
“Sono contento, senti ma Azzurra non me
la passi stasera?”
“No… stasera no…
non c’è”
“Ah, che strano prima ha provato a
cercarla anche suor Angela e non ha
risposto al cellulare, sai perché?”
“Oggi è stata una giornata un
po’ difficile Davide”
“Per lei o per te, non ho
capito?”
“Diciamo per tutti e due, va a letto
presto e non far disperare suor
Angela”
Dopo essersi salutati, anche se era mezzanotte,
Guido decise di uscire a
prendere una boccata d’aria, buttò la spazzatura e
cominciò a passeggiare a
piedi, in uno dei viali centrali poco distante da casa sua, due
attacchini che
si accingevano a tappezzare tutti gli spazi pubblicitari in giro, si
fermò di
fronte ad uno che odorava di colla fresca.
“Masalor.
Per noi che vestiamo voi.
Per voi che siete uno di noi”
Ecco appunto, lei.
Bella da morire, sorridente, appassionata, donna.
La donna che fino al
giorno prima era stata sua e che quella mattina aveva tanto odio e
disprezzo
negli occhi, purtroppo, rivolti a lui. Si sentiva tradita da lui,
delusa da
lui, umiliata da lui, un’altra volta. Passavano gli anni e
lui per Azzurra
Leonardi commetteva sempre gli stessi errori. Insicura lei, incapace
lui,
infame il destino con loro.
Doveva parlarle, doveva spiegarle, lui non la
credeva colpevole era ovvio, ma non poteva rifiutare le richieste del
P.M.!
Come avrebbe spiegato i suoi rifiuti di fronte a quel quadro di
indagini
preliminari? Senza alibi, il sedativo a base di benzodiazepine che
aveva potuto
procurarsi facilmente convivendo con una farmacista e il movente, tra
gli
ultimi documenti firmati dal presidente Pèrez per la
Masalor, c’era il
provvedimento per il suo licenziamento.
Ricostruire come erano andate le cose
non fu difficile, tra le persone ascoltate ci fu anche il fotografo
Norbert, il
quale riportò esattamente una discussione piuttosto accesa
che era avvenuta sul
set fotografico per la preparazione del nuovo catalogo della casa di
moda.
Azzurra si era offerta per fare quel servizio spinta dalle migliori
intenzioni,
Felipe aveva scelto personalmente le modelle per le precedenti
pubblicazioni,
individuare i criteri di selezione non era difficile, passare per il
suo letto.
Quando lei si era candidata al ruolo di testimonial per salvare
l’azienda, il
presidente non aveva battuto ciglio, ma poi proprio durante gli scatti
relativi
alla sessione estiva, dove di stoffa ce n’era poca e di
sensualità molto di
più, si era presentato lì. Non lo faceva mai.
Lorenzo era fuori città per dei
contratti e Pèrez era intenzionato a presentare il conto ad
Azzurra. La ragazza
lo aveva cacciato via in malo modo, appena intuite le sue
volgarità, i sue
doppi sensi, non si era lasciata nemmeno avvicinare. Felipe
gliel’aveva giurata
di fronte a tutta la troupe “me la pagherai verginella
innocente, dalla mia
casa di moda prima sbatto fuori te e poi quell’incapace del
tuo futuro marito!”
E per paura di perdere il proprio lavoro, la propria affermazione, per
l’umiliazione subita, per quel lavoro al quale da sempre lei
e Lorenzo stavano
dando l’anima che Azzurra avrebbe avvelenato intenzionalmente
il suo pasto?
Questo poteva crederlo Manfredini, ma non lui.
Neanche se l’avesse vista con i
suoi occhi farlo ci avrebbe creduto, mai, e se per qualche strano
potere
soprannaturale fosse stato così non gli sarebbe importato,
l’avrebbe coperta,
l’avrebbe protetta, le avrebbe offerto il suo aiuto ad ogni
costo.
Non era in
sé, era ovvio!
Lunedì mi dimetto, non posso continuare
a seguire questo caso.
Un giudice, un ex avvocato, un ex professore di diritto, disposto ad
andare
contro la legge, contro la giustizia, contro il ruolo di garante che
dovrebbe
svolgere, per lei, per la donna che amava più di se stesso.
Ma dov’era finito
Guido Corsi? Ma il cervello dove lo aveva lasciato? Il dovere, la
fiducia, il
rispetto poteva finire pure tutto per aria se c’era lei?
“Mi manca,
vorrei
parlarle, vorrei spiegarle, vorrei aiutarla”.
“C’è
qualcosa che non mi convince, c’è qualcosa che non
mi torna, c’è
qualcuno che ci sta incastrando” quando
arrivò in Procura per chiedere di
essere rimosso dall’indagine per l’omicidio
Pèrez, fu anticipato da una busta,
era la Procura a sollevarlo dall’incarico.
Un po’ se lo aspettava, Lorenzo
Barricati gliel’aveva giurata, ma c’era un solo
motivo per cui non aveva
mollato fino a quel momento.
La verità.
Azzurra non aveva ucciso Felipe, quindi
c’era un assassino in libertà, eppure tutto
sembrava essere stato costruito ad
arte per incolpare lei, perché?
Chi aveva interesse a mandarla in galera per
omicidio e chi aveva realmente ucciso Pèrez?
Senza di lui, dopo di lui,
chiunque avrebbe seguito quelle indagini, l’avrebbe fatto
partendo dai
presupposti giusti?
O si sarebbe fermato alle apparenze? E le apparenze
erano
tutte contro di lei.
Il giudice che l’avrebbe sostituito
avrebbe cercato la
verità?
Nella sua testa mille interrogativi, tanta
confusione e poche certezze,
anzi una soltanto, ho bisogno di parlare con lei. No, ma prima di
parlare con
lei, ho bisogno di aiuto e di un alleato e qui a Milano attualmente ne
ho solo
uno, Magliani.
Ora che era fuori dalle indagini, ma dopo aver
letto attentamente tutta la
documentazione, lui poteva essere la chiave di volta, qualunque cosa
era stata
sottovalutata, trascurata, interpretata male, avrebbe rivisto ogni cosa
ed il
confronto informale con la polizia, con Ettore precisamente, era
indispensabile.
Nonostante tutto, non riuscì a parlare
con lei, tra l’obbligo di dimora,
qualcuno sempre pronto a negargliela al citofono, come alla porta, al
citofono,
stranamente anche i contatti con Modena non erano più tanto
agevoli. Avrebbe
rivisto Davide che andava a trovarlo la settimana successiva e suor
Angela
sembrava sempre distante con lui, di poche parole, dovevano aver saputo qualcosa anche al convento. Le notizie
volano
e quelle cattive poi hanno una marcia in più.
Pochi giorni dopo.
“Pronto?”
“Giudice Corsi, sono Magliani”
“Ettore dimmi, che succede?”
“La dottoressa Leonardi”
“L’hanno arrestata,
vero?”
“No, non
è più reperibile nel luogo di dimora”
Grazie a Lisbeth17 per il banner
|
Ritorna all'indice
Capitolo 16 *** Capitolo 16. Ritornare a casa ***
Capitolo 16. Ritornare a casa
Capitolo 16. Ritornare
a casa
“No, proprio adesso, no. Dannazione!"
imprecò Guido "Ma dov’è?”
“Non lo so giudice, la stiamo cercando
anche noi. Io non ho ancora avvertito il suo sostituto, ma non
potrò temporeggiare per molto”
“Dove sei
amore? Dove ti sei cacciata?” pensò lui.
“Dammi solo qualche ora, solo qualche ora
Ettore e la riporto in questura”
“Diciamo che fino a domani mattina credo
di poter gestire la situazione, ma
se domattina non sarà qui le cose si metteranno molto male
per lei”
“Va bene Ettore, grazie, ti tengo
aggiornato, qualsiasi cosa, qualsiasi
avvertimi”
“Certo dottore, la stessa cosa vale per
lei”
“Hai ragione,
Masetti è un’idiota, era già convinto
che
tu fossi colpevole prima ancora di avere il caso, ieri
all’interrogatorio di
garanzia è stato un bastardo! Da dietro quel vetro ho visto
tutto, ho sentito
tutto e non ho potuto fare niente, mi sono sentito impotente. Io non ho
mai
pregato in vita mia, ma stavolta più che mai spero e prego.
Fa che tu sia a
casa Azzurrina mia”
Modena.
Bar del convento.
“Davide… Davide
perché non mi aiuti a scaricare i giocattoli per i bambini
della casa famiglia?”
“Ma suor Angela sto parlando con Lua, non
possiamo fare dopo?”
“Sempre a rimandare tu, eh? Pigrone! Con
l’adolescenza sei diventato un
“rimandatario””
“Un che?” chiese stupito Davide
“Uno che rimanda sempre le cose”
“Valentino… Vale guarda che in
quel bicchierino c’era il mio lambrusco, non
lo bere tesoro di zia Costanza”
“Ma che succede? Come il Lambrusco madre
superiora” rimbrottò Margherita
“Era solo un goccino” rispose
suor Costanza
“Sta tranquilla amore, nella peggiore
delle ipotesi nostro figlio scoprirà i
piaceri dell’alcol a tre anni” rispose Emilio
serafico e Marghi gli diede un
colpetto sul braccio in segno di dissenso.
“State tutti calmi, eccolo qua, il
bicchierino, il lambrusco dentro
intatto, perché Valentino a suor Maria Chiara consegna
sempre tutto, vero?” e
il piccolo le diede un bacino affettuoso.
“Azzurra… ma Azzurra, tesoro
cosa ci fai lì?” chiese Suor Angela sorpresa
Lei avanzò di qualche passo senza
profferire parola.
“Azzurra” Davide le corse
incontro e la abbracciò. Poi fu seguito da suor
Costanza “Cara bentornata, è sempre bello
rivederti, è passato così tanto
tempo” constatò emozionata
“Azzurra” la salutò
calorosamente anche Chiara, o meglio Maria o forse suor
Maria Chiara. Si strinsero forte.
Poi le si avvicinò Emilio che la
salutò ed anche Valentino fu molto dolce,
venne conquistato dal sorriso di lei e le diede anche un bacino.
Margherita,
invece, non si mosse, come se nulla fosse successo.
Attimi di tensione, suor Angela che guardava le sue
due ragazze così vicine
eppure così distanti emotivamente. Emilio e il piccolo
accanto a Marghi, Maria
Chiara accanto a lei e suor Costanza e Davide alle spalle di Azzurra.
“Ragazze…”
provò solo a dire la consorella
“No suor Angela io con lei non ci
parlo” rispose Margherita
“Nemmeno io, una vera amica resta tale
anche se la vita ti ha portato
lontano da lei. E poi io le ho sempre telefonato, era lei che aveva
mille
impegni”
“Beh, io non volevo sentirti solo a
telefono, volevo che vivessimo nella
stessa città, che ogni tanto ci potessimo prendere un
aperitivo, un caffè al
bar”
“Ma anche a me sono mancante queste
cose”
“Ohhhhh! Azzurra!” le corse
incontro il medico legale.
“Ohhhhhh! Marghi” e si
abbracciarono, come se da tre anni prima non fosse
passato nemmeno un giorno.
“Azzurra, ma papà?”
chiese ingenuamente Davide
“Eh, bella domanda” rispose di
getto suor Angela
“E… tuo padre… tuo
padre è rimasto a Milano”
“Ah, pensavo sareste venuti
insieme”
“Non era il caso” chiuse lei.
Poco dopo cenarono tutti riuniti e si divertirono
molto, anche lei riuscì a
sorridere, a rilassarsi, se Guido Corsi era l’amore destinato
a provare per
sempre, Modena e il Convento degli Angeli sarebbero stati per sempre la
sua
casa.
“Sono a casa,
sono tranquilla, qui sono al sicuro, qui
nessuno mi farà del male, nessuno mi porterà in
galera, qui io e il mio bambino
siamo al sicuro almeno per qualche ora”
Prima di andare via dal convento, Margherita la
raggiunse nel chiostro
“Azzurra”
“Ehi, Marghi”
“Tieni” disse passandogli una
boccettina
“Che cosa sono?”
“Vitamine per la gravidanza, immagino che
tu le stia prendendo e siccome
sei arrivata senza nemmeno una borsa, penso che te le sia
dimenticate”
“Eh… ma… come hai
fatto a capirlo?”
“Ti ho osservata, è vero che
quasi non ci vediamo da tre anni, ma sono
donna anche io, sono stata incinta anche io e in corsia di gravidanze
ne ho
viste”
Lei la abbracciò “Grazie
Margherita, sei un tesoro, sei sempre la mia
sorellina?”
“Sempre. E poi non voglio essere
indiscreta, ma secondo me, la tua fuga
qui, la gravidanza e l’incognita su un certo giudice sono
tutte collegate tra
loro. C’entra Guido, vero?”
Lei annuì senza parlare
“Oh, ma voi due lontani pare che non
riuscite a stare, ci soffrite, vi
mancate, vicini poi fate pure più danni, mettersi
d’accordo e fare chiarezza
con i vostri sentimenti non è più
facile?”
“No” rise lei amaramente
“Non riusciamo a fare chiarezza insieme, io non
riesco a capire un tubo di tutto quello che mi sta succedendo e
lui… lui? Forse
non l’ho mai capito, quindi figuriamoci ora”
“Ma vi amate, vi siete sempre amati cara
Azzurra, è questo non cambierà
mai, non l’hai mai cambiato nessuno”
Poi vennero raggiunte da Emilio e Valentino e poco
dopo andarono via.
Adesso toccava a suor Angela.
“Cara”
“Suor Angela non sposerò
più Lorenzo, ci siamo lasciati, ho sempre amato
Guido e solo lui, ma la polizia e il nuovo giudice mi vogliono
arrestare, anche
Guido mi avrebbe fatto arrestare, perché anche lui mi crede
colpevole di
quell’omicidio. Io non ucciso nessuno, non voglio andare in
galera e lei mi
deve aiutare”
Ecco a volte le cose se le dici tutte di un fiato,
è meglio!
“Tesoro” suor Angela
l’abbracciò e lei pianse, pianse a dirotto
“Eh come
posso aiutarti figlia mia, ti cercheranno e verranno qui”
“Lo so, quando verranno qui, lei
dovrà proteggermi”
“Azzurra, tesoro, ma tu ti rendi conto di
quello che mi stai chiedendo? Questo è un reato, qui siamo
in convento”
“L’ha già fatto
qualche anno fa, si ricorda, io lo so che le chiedo tanto,
ma lei non si è mai rifiutata di dare un posto a chi ne
aveva bisogno ed ora io
ne ho bisogno disperato, non voglio stare per forza in convento e non
si tratta
di molto, stanotte e domani mattina al massimo”
“Oh, piccola mia, ma così ci
mettiamo nei guai tutte e due"
"La prego suor Angela, ho solo lei che
può aiutarmi" le lacrime cominciarono di nuovo a rigarle le
guance
"Va bene, va bene, come posso tirarmi indietro, eh?
Io non ti abbandonerei
mai tesoro, mai. Ma poi che farai? Dove andrai? Mica potrai scappare
tutta la
vita Azzurra?”
“Domani pomeriggio grazie ad un amico
recupero dei soldi che ho messo da
parte su un conto, mi daranno un po’ di ossigeno e mi
permetteranno di
andarmene per sempre e poi qualcosa mi inventerò, ma non
voglio finire in
galera suor Angela, non voglio e non è giusto
perché io non ho fatto nulla”
“Io lo so che non sei stata tu e sono
sicura che non sei sola, anche Guido
crede in te. Scappare non serve mai Azzurra”
“Senta madre se sono venuta qui
è per ritrovare la mia famiglia e per essere
aiutata, consolata, capita, se vuole farmi la morale vuol dire che
questo non è
più il posto che cercavo e così come sono venuta
me ne vado”
“E
dove? Non lo pensare nemmeno, una soluzione la troviamo, qualcosa
come al solito mi invento e questa è la volta buona che
grazie a
te e insieme a
te ci finisco anche io in galera, di nuovo. Ci facciamo
mettere in cella
insieme, va bene?" sorrise e riuscì a strappare un sorriso
anche
a lei "Ascolta, vado a prendere delle
chiavi di un posto alla casa famiglia che forse almeno per stanotte
può andare
bene”
Poche ore dopo. Azzurra e la consorella con una
borsa che le aveva
preparato la suora si apprestavano ad uscire dal chiostro del convento
per
raggiungere un posto più sicuro.
“Io comunque sono sempre più
convinta che dovremmo farci aiutare da Guido”
osservò suor Angela
Lei per tutta risposta rise “Guido e
aiutarmi sono un soggetto e un verbo
incompatibili, suonerebbe meglio Guido e arrestarmi. L’avviso
di garanzia me l’ha
mandato lui ed anche l’obbligo di dimora e se mi dovessero
beccare, mi
arresteranno per colpa sua. L’ha voluto lui!"
“Io
non ho voluto un bel niente!” fu
la voce di Guido ad interromperle e farle sobbalzare.
Grazie a Lisbeth17 per il banner
|
Ritorna all'indice
Capitolo 17 *** Capitolo 17. E poi arrivi tu... ***
Capitolo 17. E poi arrivi tu...
Capitolo 17. E poi arrivi tu...
“Guido, menomale, sei arrivato anche
tu”
“L’ha avvisato lei suor Angela,
vero? Tipico da parte sua, io cercavo pace
e protezione e credevo di poterla trovare a casa mia ed invece come
nelle
migliori famiglie anche lei mi tradisce alla spalle chiamando
lui”
“Azzurra smettila” la
richiamò Guido “Non mi ha avvisato suor Angela, ci
sono arrivato da solo che ti eri rifuggiata qui, diciamo che erano due
le
opzioni più probabili per una fuga iniziale: San Vito lo
Capo o qui, ma in
Sicilia saresti stata sola e qui invece c’era una famiglia,
la tua famiglia che
ti avrebbe accolto”
“Adesso però sono costretta a
fuggire immediatamente, perché tu ora
chiamerai la polizia e mi farei arrestare vero signor la
giustizia-sono-io?”
“Devo avvisare Magliani, è
ovvio”
“Guido” rimase sorpresa suor
Angela “Non puoi farle questo, dobbiamo
aiutarla a venirne fuori da questa storia”
La ragazza, intanto, ebbe un capogiro e si
appoggiò ad una colonna del
chiostro, sedendosi in terra.
“Azzurra, Azzurra” la
aiutò a sostenersi la consorella.
“Sto bene… sto
bene… adesso mi passa” respirò
profondamente
Lui la raggiunse e si chinò vicino a lei
“Ma hai fatto delle analisi? Hai
visto altri medici? Stavi svenendo di nuovo Azzurra, adesso ti porto in
ospedale” disse lui preoccupato
“Non sono affari tuoi cosa ho fatto io,
non voglio andare in nessun
ospedale, va bene? Chiama Magliani e finiamola qui. Non ce la faccio
più. Fammi
arrestare giudice Corsi, così tu avrai il tuo colpevole ed
io forse troverò un
po’ di tranquillità. Questa tensione mi sta
uccidendo a poco a poco”
“Io non voglio mandarti in galera, ma
come devo dirtelo? Io lo so che tu
non sei colpevole, ho sempre creduto in te”
“Certo, è come me
l’hai dimostrato? I giudici le loro dichiarazioni
d’amore
e di fiducia le fanno con gli avvisi di garanzia?”
“Quello te l’ha mandato il
P.M., lui è sempre stato convinto della tua
colpevolezza ed io non potuto fare un bel niente per impedirglielo, ho
sempre
cercato di scoprire la verità e di dipanare la matassa,
qualcuno ci vuole
incastrare Azzurra prima ci ha provato con te e poi ha continuato
facendo fuori
dalle indagini me e non credo che ci voglia un genio per capire di chi
si
tratta”
“Lorenzo Barricati” concluse
per loro Suor Angela
“Lorenzo? Ma voi state farneticando?
Lorenzo? Io e Lorenzo stavano per
sposarci fino a poche settimane fa, perché avrebbe dovuto
uccidere Felipe, anzi
perché avrebbe voluto incastrare me? Quando hanno ucciso
Pérez io e te non
c’eravamo ancora incontrati, noi progettavamo le nostre
nozze, eppure voi già
sospettavate di me”
“Questa cosa non me la riesco a spiegare
neanche io, la cosa che non mi
torna è perché abbia voluto incastrare te che eri
la sua fidanzata, ma io sono
sicuro che dietro tutto c’è lui, abbiamo anche
cominciato a trovare delle prove
a suo carico. Magliani è dei nostri e per questo che devo
avvisarlo, Lorenzo
sta seguendo una terapia psichiatrica ultimamente, lo sapevi?”
“Che cosa? Uno psichiatra? Una
terapia?”
“Si, va da un dottore, due volte alla
settimana, fa una cura a base di
benzodiazepine da sei mesi circa”
“La morte di Marilù”
intuì lei dispiaciuta
“Deve essere stato davvero un brutto
colpo per lui”
“Ma voi non sospettavate di Lori,
perché ha un alibi? Era al tennis club
quella pausa pranzo”
“Ettore sta lavorando proprio su quello,
al tennis club, c’era la sua
macchina, ma forse non c’era lui, non abbiamo ancora nulla di
concreto contro
di lui, appena salterà fuori un elemento determinante,
sarò io a denunciarlo, è
solo questione di tempo Azzurra e tu devi resistere. Io e Magliani
stiamo
facendo il possibile per scoprire come sono andate le cose. Io mi fido
di te,
tu fidati di me”
“Si voglio fidarmi di te,
perché ho bisogno di averti accanto” disse lei
rasserenandosi un po’.
“Ah… devo chiederti una cosa,
Barricati aveva prenotato un viaggio
in Spagna, la famiglia di Pérez è spagnola, sai
cosa voleva farci, ci potrebbe
essere un collegamento con il delitto?”
“No
quel viaggio non ha nulla a che
fare con l’omicidio, quel viaggio riguardava noi ed ormai non
ha più senso”
“Il vostro viaggio di nozze?”
chiese suor Angela curiosa
“No, era per me, per noi, stavamo
prenotando un intervento di fecondazione
eterologa assistita in una clinica specializzata di Barcellona. Noi
volevamo un
figlio, lo abbiamo desiderato, ma Lorenzo è sterile, avevamo
deciso di
rivolgersi ad una struttura molto qualificata in Spagna”
“Perché in Italia la
fecondazione eterologa non è ammessa dalla legge”
constatò lui.
“Esatto, Guido io stanotte non voglio
tornare a Milano, non me la sento,
sono molto stanca”
“Chiamo Magliani e lo avviso, domattina
però dobbiamo passare in questura
per la firma”
Lei annuì e Guido si allontanò
“Vedi tesoro, una soluzione
arriverà, lui da lassù veglia su di noi, ed
anche se ci mette un po’ di tempo talvolta, poi arriva.
Vedrai che le cose si
sistemeranno, non hai nulla da temere, perché tu sei
innocente e come dicevo
io, quando la verità è in marcia nessuno la
può fermare, arriverà il trionfo
della verità anche per te, vedrai”
Azzurra finalmente riuscì a sorridere e
suor Angela la abbracciò
“A proposito di verità, no?
Questa storia degli svenimenti, mi devo
preoccupare?”
“No… non
c’è nulla di cui preoccuparsi… devo
stare solo un po’ attenta, i
primi mesi è così”
“I primi mesi di cosa?” chiese
ingenuamente suor Angela, sospettando la
risposta
“Sono incinta”
“Azzurra” la guardò
piena di gioia la consorella.
E poi si distinse chiaramente il rumore di qualcosa
che andava in frantumi:
il cellulare di Guido.
“Tu… tu sei
incinta?” chiese lui sconvolto
“Suor Angelaaaa, Azzurraaaaa ma dove
siete finite?” vennero raggiunti da
qualcun altro.
“Papà, ma allora ci sei anche
tu?”
“Davide, ciao” e per guardare
suo figlio finalmente Guido staccò gli occhi
da lei. Lo salutò abbracciandolo, poi il ragazzo si
scostò per chiedere “Come
mai non mi hai detto che arrivavi papà?”
“Una sorpresa, noi volevamo farti una
sorpresa” improvvisò Azzurra
“Beh se volevate farmi una sorpresa e
venire qui a Modena, penso che
dovevate organizzarvi meglio, non siete arrivati nemmeno insieme e le
vostre
facce da funerale non mi piacciono granché”
“Sai tesoro, gli anni passano, io
invecchio, tu cresci a vista d’occhio e
diventi un tipetto maturo e giudizioso e questi due testoni qui restano
sempre
gli stessi, che ne dici di lasciarli un po’ da soli e di
andare a preparare la
camera nel vostro vecchio appartamento?”
“Va bene” acconsentì
Davide dopo aver lanciato uno sguardo sconsolato ai
due testoni in questione.
Guido le si sedette accanto e le prese la mano
“Allora come stai? Come ti
senti? Hai bisogno di qualcosa? Vuoi che chiamiamo
Margherita?”
“Guido…. Guido…
frena sto bene. Sto bene davvero, non ho bisogno di niente
e con Margherita ci ho già parlato poco fa, anzi mi ha dato
anche le vitamine
che prendo da qualche giorno e che nella fretta ho dimenticato a
Milano”
“E perché prendi le vitamine?
C’è qualche problema? Ma sei stata dal
dottore? Cosa dice?”
“Ehi… ehi… calma,
il mestiere di Giudice ti si addice lo sai? Mi pare di
essere di nuovo sotto interrogatorio. Sto bene Guido, dopo il test di
gravidanza positivo e gli esami di laboratorio sono stata dalla mia
ginecologa
a Milano, va tutto bene e le vitamine servono solo per il benessere mio
e del
bambino”
“Un bambino… Tu ti rendi
conto… un bambino… un bambino nostro? Azzurra
è
nostro! Noi due insieme. Io… io non ci posso
credere”
Lei sorrise “Già a volte non
ci posso ancora credere neanche io, eppure è
qui” disse poggiandosi una mano sul ventre e poi con
l’altra mano prese la sua
e lo invitò a fare lo stesso. Le loro mani congiunte sul suo
pancino appena
pronunciato, quasi impercettibile.
“Ti amo Azzurra Leonardi… io
ti amo… ti amo con tutto me stesso”
“Anche io ti amo Guido Corsi…
ti amo… e questo non potrà cambiarlo mai
niente e nessuno”
Si baciarono e poi raggiunsero
l’appartamento del custode nel convento.
Quella notte sarebbero stati lì tutti insieme, lei, lui,
Davide e il bambino
che stava crescendo dentro di lei, per dare corpo e anima a
quell’amore, per
suggellare quella famiglia. Una vera famiglia. Una famiglia
d’amore.
Il giorno seguente Azzurra e Guido spiegarono la
grande novità a Davide che
fu entusiasta dell’idea che avrebbe avuto un fratello o una
sorella.
“Ma sia chiaro” gli aveva detto
“il mese prossimo vengo a vivere con voi a
Milano e non programmate di usarmi come babysitter perché
non ci penso nemmeno.
Sono felice del nuovo arrivo che ci sarà, anche
perché così io avrò meno fiato
sul collo, soprattutto da papà”
E loro due risero di gusto.
Mentre guidava verso Milano, Guido cercava di avere
un’andatura tranquilla,
di evitare frenate brusche, la velocità era costante e
rigorosamente sotto la
norma, spesso si voltava ad osservarla, le chiedeva se aveva bisogno di
qualcosa, le stringeva la mano.
“Guido perdonami”
“Abbiamo sbagliato entrambi
Azzurra”
“No, non è vero, da quando ci
siamo rivisti sono successe così tante cose
ed ho vissuto momenti così contrastanti dentro di me, non
erano i miei
sentimenti a non essere chiari, quelli purtroppo lo sono sempre stati,
lo sono
stati fin troppo. Era la mia testa ad avere una confusione difficile da
gestire. L’indagine, gli interrogatori, il matrimonio con
Lorenzo, i problemi
alla Masalor, vivevo una realtà complessa ma tutto sommato
tranquilla,
ordinaria, poi rivedo te e i tormenti dentro di me ricominciano. Fingo
di
essere indifferente, mi autoconvinco che tu sei sposato, che hai un
bimbo
piccolo con Beatrice, sospiro e vado avanti e poi quella notte. La
notte in cui
sei venuto da me ho ceduto, io ti ho sempre voluto Guido e sentirti
dire quelle
parole, scoprire che provavamo le stesse emozioni, per me è
stato uno shock.
Potevo avere tutto quello che avevo sempre desiderato e che credevo
irrimediabilmente perso. Allo stesso tempo mi sono sentita in colpa,
dare un
calcio a quattro anni di vita non è facile, non era per
niente semplice. Volevo
punire me per aver tradito, per aver fatto del male a Lorenzo ed ho
colpito te
mandandoti via così”
“Lo so… ma io stavolta non
sono disposto a lasciarti, non voglio perderti,
l’ho già fatto una volta e mi è costato
caro. Mi hai ferito Azzurra e non hai
avuto fiducia in me, nemmeno per l’indagine, non mi hai mai
dato la possibilità
di parlarti, di spiegarti che quei provvedimenti dovevo adottarli per
forza,
non credere che non mi abbiano fatto male, io cercavo di salvare il
salvabile,
non potevo dirti il punto delle indagini e le misure cautelari che ti
avrebbero
riguardato, ma ho sempre cercato di scoprire la verità
perché non ho mai
dubitato di te, mai”
“Si, è vero, non avevo fiducia
in te, avevo paura Guido, paura che mi
lasciassi di nuovo, che mi considerassi di nuovo una persona
superficiale, non
degna di te, paura che finisse di nuovo, che andasse tutto a rotoli e
un’altra
volta, credimi, non l’avrei sopportata. Ho cercato di
proteggermi e l’ho fatto
scaricando sempre le colpe su di te, era semplice, stupido ed anche un
po’
catartico”
“Il passato è passato che sia
stato 4 anni fa, che sia stato il mese scorso
ognuno di noi ha rischiato di mandare a fondo l’altro senza
capire che avevamo
entrambi bisogno di restare a galla io con te e tu con me”
“Ed ora ci saranno anche Davide e questo
fagiolino qui” disse toccandosi il
pancino “a dare forza alla nostra barca in mezzo al mare
mosso. Non saremo un
transatlantico, non avremo una ciurma proprio perfetta ed organizzata,
ma non
affonderemo” sorrise lei
“Puoi starne
certa” ricambiò il sorriso lui.
Grazie a Lisbeth17 per il banner
|
Ritorna all'indice
Capitolo 18 *** Capitolo 18. La resa dei conti ***
Cap. 18 La resa dei conti
Capitolo 18. La resa
dei conti
Passarono in questura per la firma e Magliani fece
intuire a Guido di avere
delle novità su cui voler discutere, ma preferiva evitare di
farlo di fronte ad
Azzurra.
Lui la riaccompagnò a casa e poi avrebbe
raggiunto l’ispettore.
“Sei sicura che non vuoi che salga con
te?”
“No, non ti preoccupare, penso che ci sia
Eli, ho fatto prendere un bello
spavento anche a lei e a Kate, poi mi metterò a tavolo di
disegno e lì le
energie mi torneranno sicuramente”
“Va bene, basta che non ti muovi di casa.
Ricordati dell’obbligo di dimora
oltre che di firma”
“D’accordo signor
giudice” rispose con uno sbuffo divertito lei.
“Ti chiamo più
tardi” le diede un bacio Guido “qualsiasi cosa
chiamami tu”
Fu lei a darle un altro bacio, prima di scendere
dall’auto e di rincasare,
quando entrò nell’appartamento si rese conto ben
presto che era vuoto. Aprì le
tapparelle e si preparò un caffè, in cucina
c’era un post-it di Eli
“Sono fuori
per delle lezioni universitarie e poi farmacia. A stasera. Fai la brava”
Si mise al tavolo da disegno e si voltò
un paio di volte in direzione del
bagno le era parso di sentire dei rumori “Meglio chiudere la
finestra o
abbassare la tapparella”
“Troppo tardi amore mio”
“Ahhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhh!”
venne braccata alle spalle e qualcosa di
duro e freddo puntato alla tempia, era una pistola.
“Zitta, stai zitta, altrimenti ti
ammazzo Azzurra e credimi
ne sarei capace”
“Lorenzo… Lorenzo
lasciami”
“No mia cara, tu devi seguirmi in un
posticino, quindi, meglio mettersi
d’accordo o lo fai con le buone o ti costringo con le cattive
e non ti conviene
secondo me”
“MA SEI IMPAZZITO! TU SEI
PAZZO” urlò lei
“BASTA! Non voglio sentirti dire una
parola di più, per tua fortuna
stavolta non sarai tu a parlare, a disperarti, a farti consolare,
stavolta
tocca a me… voglio spiegarti tante cose, amore bello, ma non
qui, ho bisogno
dell’atmosfera giusta, del posto giusto”
“Ma dove mi vuoi portare? Ma cosa vuoi da
me? Lasciami, ti prego”
“Ti lascio ad una condizione…
tu vieni con me senza fare storie, senza
battere ciglio, altrimenti preparati al peggio Zuri cara”
“Io non voglio venire con te da nessuna
parte, vattene via, oppure mi metto
a urlare, o chiamo la polizia, oppure chiamo...”
“NO! Tu non chiami proprio nessuno,
è chiaro. Lo vuoi capire o no che ti
ammazzo come un cane se non fai quello che ti dico io!” le
disse premendole di
nuovo la pistola alla tempia.
“Il bambino!
Il mio bambino non posso metterlo in
pericolo. Non posso” constatò
lei.
“Va bene… va bene, parliamo,
mi vuoi spiegare delle cose, d’accordo,
sediamoci con calma e ne parliamo”
Lui mollò la presa e si mise davanti a
lei sempre con l’arma in pugno.
“Non qui!”
“Ma io ho l’obbligo di dimora,
di firma, non posso muovermi da questa casa”
“Però il tempo per scappare
stanotte a Modena l’hai avuto?”
Lei sbarrò gli occhi “lo sai
anche tu?”
“Sapessi quante cose so tesoro mio, non
sarà un problema andare a un km da
qui, andiamo alla Masalor, puoi stare tranquilla. Azzurra tu puoi
fidarti di
me, sempre”
“Alla Masalor?
Perché?”
“Perché lì
è cominciato tutto e lì finirà, non
devi avere timore di nulla”
“E’
pazzo, Lorenzo è impazzito, ha davvero bisogno
dello psichiatra, delle cure”
pensò lei intimorita e preoccupata.
“Senti io non ho molto tempo, va bene,
quindi o decidi di tua spontanea
volontà oppure ti ci porto io, non farmi arrabbiare Azzurra,
come vedi io ti
lascio sempre la possibilità di scegliere”
“Alla
Masalor, non mi ha proposto di andare in aperta
campagna e se avesse voluto farmi veramente del male,
l’avrebbe già fatto, poi
alla maison ci sono decine di persone ogni giorno, il custode, la
sicurezza”
“Va bene, ma basta che facciamo in
fretta, visto che lo sai, dopo quella
stupida fuga di ieri sera e di stanotte, la polizia mi sta addosso e
non voglio
mettermi in altri guai”
“Faremo presto non preoccuparti, ma devi
lasciare qui tutto, borsa,
cellulare, non voglio che nessuno ci disturbi”
Lei annuì e si apprestò a
seguirlo alla porta e poi lui si voltò per
un’ultima minaccia “non provare a fare scherzi
Azzurra perché ti giuro che te
la faccio pagare se solo ti azzardi”
Lei annuì di nuovo,
quell’incubo sarebbe mai finito?
***
“Ettore, allora, quali novità
ci sono? E perché non me ne hai voluto
parlare davanti ad Azzurra, io con lei ormai non ho più
segreti”
“Perché le novità
riguardano sempre Lorenzo Barricati e dato i rapporti tra
loro due, non voglio rischiare fughe di notizie, dottore.
C’è un nuovo filone
di indagine, da pista embrionale quella del possibile omicidio ordito
dal nuovo
presidente della Masalor sta prendendo sempre più piede,
anche il giudice che
l’ha sostituita se ne sta convincendo sempre più,
al punto che sta pensando di
rivedere e revocare i provvedimenti restrittivi a carico della
dottoressa
Leonardi”
“Ma questa è una notizia
bellissima, finalmente qualcosa sta cominciando a
girare nel verso giusto, io lo sapevo che tu Magliani sei un ottimo
investigatore
e che da quel quadro così perfetto, avresti intravisto le
crepe. Cosa è
emerso?”
“L’alibi di Lorenzo Barricati
non esiste più. Ha lasciato la macchina al
tennis club, ha affittato un campo più isolato,
l’hanno visto prima, l’hanno
visto dopo l’ora in cui ha noleggiato il campo, ma non
durante, la sua auto è
sempre stata parcheggiata lì, ma dalla Masalor a quel
circolo anche a piedi la
distanza può essere coperta tranquillamente in pochi
minuti”
“Non c’è nessuno che
può testimoniare di averlo visto allenarsi su quel
campo, ma nessuno l’ha nemmeno visto alla Masalor”
concluse Guido.
“Ed è qui che si sbaglia,
qualcuno che l’ha visto alla casa di moda ed ha
reso informazione sui fatti proprio stamattina, l’ho
torchiato personalmente mi
creda e sono stato molto bravo”
“Davvero? Chi?”
“Il custode della maison, ha visto
Barricati entrare e uscire, ovviamente
il caro Lorenzo ha giocato la carta affettiva, Sandro Cassani, lavora
lì da più
di trent’anni, fu Savino Barricati stesso ad assumerlo, il
padre di Lorenzo,
con gli anni era diventato un uomo di fiducia della famiglia ed anche
la cara
signora Marilù riponeva estrema fiducia in lui, per Lorenzo,
invece, ha
rappresentato il padre che ha perso qualche anno fa. Ma gli ho
ricordato
qualche articolo del codice penale, qualche condanna in cui si incorre
se si
favoreggia un delinquente, se si omette ciò che si conosce,
se si mente sui
fatti. Vuole bene a Barricati ci tiene al suo lavoro, ma la Masalor
è ormai
affondata e il custode è un buon uomo ha capito che
collaborare era la scelta
più idonea”
“La casa di moda è condannata,
vero?”
“Beh dopo la morte dei suoi proprietari
originari, dopo lo scandalo
dell’omicidio di Pèrez e se arrestiamo anche
Barricati, credo che della Masalor
resteranno solo macerie”
“Povero amore
mio ci ha creduto così tanto in quel
progetto ed ora sta andando tutto a monte”
***
“Perché mi vuoi portare alla
casa di moda?” Azzurra cercò di usare toni
calmi e pacati “Se vuoi parlarmi, se vuoi spiegarmi potevamo
restare anche a
casa mia”
“No, non era il posto giusto, alla
Masalor ho preparato una sorpresa per
te”
“Una sorpresa?” chiese lei non
sapendo se interpretare questo messaggio
come una consolazione, come una nota positiva o come qualcosa di tetro,
paranoico, sinistro. Non aveva un bel presentimento però, il
tono di Lorenzo
non le piaceva, non l’aveva mai visto così,
parlare in quel modo, agire in quel
modo. Possibile che negli ultimi sei mesi la persona che aveva accanto
era
cambiata così tanto e lei non se ne era mai accorta? Oppure
era sempre stato un
altro e lei non l’aveva mai visto? Può un uomo
dolce, sensibile, disponibile,
affettuoso, complice come Lorenzo diventare uno che ha
forse commesso un omicidio e ti punta una pistola addosso
costringendoti a
seguirlo?
“Non avere timore di me, se fai
così mi deludi amore, sono io, sono il tuo
Lorenzo e voglio solo dimostrarti che quando si ama si è
disposti a tutto per
il proprio amore. Dopo la morte di mia madre, io ho solo due grandi
amori nella
mia vita Azzurra, te e la Masalor e non avrei mai voluto perdere
nessuno dei
due”
“Si, era
decisamente fuori di sé e questo la
angosciava, aveva paura per sé e aveva paura per il suo
fagiolino, che diavolo
aveva in mente Lorenzo? Le avrebbe fatto del male?” era terrorizzata ed in quel momento avrebbe voluto
solo una cosa: Guido!
***
Guido era da più di mezz’ora
che cercava di rintracciare Azzurra e non vi
riusciva, cellulare e telefono di casa squillavano sempre a vuoto,
aveva
chiamato Elisa e Kate e nessuna delle due l’aveva
né vista né sentita? Cosa era
successo ora?
“Si è semplicemente
addormentata come l’altra volta, te l’ha detto
anche
lei che quando dorme non sente nemmeno le cannonate, ha il sonno
pesante. E’
incinta, sarà stata stanca per il viaggio e si è
addormentata” pensò Guido
mentre si dirigeva a casa sua “Oh mio Dio è
incinta e se si fosse sentita male?
E se non fosse riuscita a chiamarmi? Se fosse svenuta? Forse
ha battuto la
testa! Elisa non era in casa. Oh mio Dio” constatò
accelerando con l’auto per
arrivare al più presto. Citofonata interminabile, nessuna
risposta.
Approfittando del fatto che qualcuno uscisse dal cancello,
entrò arrivando alla porta d'ingressp,
scampanellate, pugni alla porta e il suo nome urlato, niente! Non
c’era altra
soluzione, pensò guardando la finestra del suo bagno, era
aperta, spalancata
per la precisione, non sapeva se esserne più contento
perché così avrebbe avuto
accesso immediato all’appartamento oppure esserne adirato per
il rischio che
comportava.
Saltò in casa, cominciò a
chiamarla e a cercarla in tutte le stanze,
nessuna traccia, proprio nessuna, ma era tutto lì, borsa,
cellulare, soldi,
documenti, tutto. “E adesso dove sei? Dove sei finita
Azzurra? Non può essere
stato un altro colpo di testa, no, perché avresti dovuto
fuggire di nuovo, ora
che le indagini su Barricati sono a buon punto, ora che ti
scagioneranno, dove
sei?”
***
L’ansia di Azzurra esplose, Lorenzo non
l’aveva condotta alla Masalor, ma
ai magazzini della maison, si trattava di un capannone, che era posto
dietro la
casa di moda, quasi sempre isolato, poco frequentato, controllato solo
saltuariamente dal custode.
“Perché siamo qui, avevi detto
alla maison, non ai magazzini”
“Perché abbiamo bisogno di un
po’ di privacy” la fece scendere
dall’auto
sempre tenendola sotto la minaccia dell’arma, lei
provò ad assestargli un colpo
per disarmarlo e per scappare, ma Lorenzo la prese subito, la
gettò in terra e
le mollò due schiaffi facendole colare il sangue dal naso.
“Non ci provare mai più brutta
stronza e ringrazia che non ti abbia
sparato!”
Lei pianse e cercò di tenere una mano
sul ventre come per creare una
piccola e forse inutile barriera protettiva per il suo bambino.
Quando la trascinò
nel capannone la situazione fu ancora più drammatica,
lì
c’era una corda già pronta, come se per qualcuno
fosse arrivato il momento di
eseguire una condanna a morte. Era lei la condannata?
Grazie a Lisbeth17 per il banner
|
Ritorna all'indice
Capitolo 19 *** Capitolo 19. Amore criminale ***
Cap. 19 Amore criminale
Capitolo 19. Amore
criminale
Guido allertò immediatamente Magliani.
“Giudice Corsi ha dimenticato di
chiedermi qualcosa?”
“Azzurra è sparita”
“Ma cosa sta dicendo giudice? Come
sparita? Di nuovo?”
“Si, sono molto preoccupato Ettore, non
ha con sé praticamente nulla e a
casa sua non c’è”
“Potrebbe essere scappata
un’altra volta, ha finto di collaborare e invece
preparava un piano alternativo”
“No, non questa volta Magliani.
Gliel’ho detto che sospettavamo di
Barricati e che c’era uno spiraglio per lei,
perché sarebbe dovuta andare via
ancora? E dove poi? Senza un soldo, senza documenti, senza carte di
credito,
anche la macchina è qui e poi Azzurra è incinta,
ha bisogno di riposo, è successo
qualcosa di grave me lo sento”
“Si, forse, ha ragione lei,
allerterò le pattuglie, la cercheremo. Faremo
tutto il possibile Guido. Cerca di stare calmo e qualsiasi cosa ti
viene in mente
avvisami prima, non fare gesti avventati, non prendere iniziative prima
di
avermi consultato”
“Va bene”
Chiusa la conversazione, cominciò a
girare quella casa in lungo e in largo,
quello era l’ultimo posto in cui era stata e lì
doveva essere successo
qualcosa, ma chi o cosa l’avevano spinta ad andarsene?
“Qualcuno, ma certo qualcuno!”
pensò raccogliendo da terra un orologio
maschile che lui riconobbe.
“Lorenzo, questo è di
Lorenzo!” aprì la porta e se ne andò
sbattendola
dietro di sé “Alla Masalor, quel pazzo
l’ha portata alla Masalor me lo sento”
***
“Perché? Perché
quella corda?” chiese Azzurra in preda al panico
“E’ per te cara mia”
disse con una calma disarmante Lorenzo “La dottoressa
Leonardi, manager di moda, stilista, testimonial e già
iscritta nel registro
degli indagati per l’omicidio Pérez si
è tolta la vita oppressa dal senso di
colpa per il delitto che ha compiuto”
“Tu sei malato, tu sei matto, TU
FARNETICHI”
“No mia cara, io ragiono così
bene, non vedi come sono stato bravo in
questi ultimi mesi? Il mio piano iniziale era perfetto, ma poi le cose
sono mutate
ed ho dovuto cambiare le carte in tavola più volte, eppure
sono così bravo che
oggi chiuderò per sempre questa storia, tra poche ore
sarò un uomo libero e
affranto per la perdita della sua fidanzata e promessa sposa”
“Perché vuoi uccidermi
Lorenzo?” domandò in lacrime
“Ma come sei ingenua talvolta piccola
mia, ecco una delle cose che ho amato
fin da subito di te, non sei mai stata meschina, calcolatrice,
pianificatrice,
hai sempre avuto troppa fiducia negli altri, ma poca
nell’uomo che hai amato
incessantemente. Guido Corsi avrà pure fatto molto errori in
passato nei tuoi
confronti, ma tu da quando lo hai rivisto non gliene hai perdonata una,
hai
continuato a stare con me e a fidarti di me, ma non di lui”
“Ma tu chi sei? Che cosa sai? Ma cosa hai
fatto?”
“Facciamo
così esaudirò la tua sete di conoscenza,
così poi
scaricò i miei segreti dalla mia coscienza e te li porti tu
nella tomba”
“Non
può essere vero, no se mi ama come dice non può
uccidermi, forse vuole solo spaventarmi, si piccolino mio non
preoccuparti sta
solo bleffando”
“Ho ucciso io Felipe” lo
confessò come se fosse la cosa più naturale del
mondo.
“Come.. mah... cosa hai fatto?
Perché lo hai ucciso?”
“Mi sono costruito un alibi ci ho
lavorato qualche settimana ed ho
calcolato, tempi, percorsi, abitudini, è stato semplice, fai
credere a tutti di
essere in un posto ed invece non lo sei, il farmaco era mio, lo assumo
regolarmente da mesi, da dopo la morte di mia madre, lo vedi come
è strano il
destino? A me per superare la depressione legata al lutto di mia madre,
è stato
prescritto un farmaco a base di una sostanza che per Felipe era letale.
Non ho
mica colpe per questo”
“Lorenzo tu hai ucciso un uomo, come non
hai colpe?”
“Pérez meritava di morire, lui
ci stava togliendo tutto amore mio, era
diventato il padrone della mia azienda, aveva circuito mia madre,
l’aveva
illusa ed io avevo dovuto già assistere impotente a questo,
sai quante volte ci
ho discusso, i nostri rapporti si erano compromessi per colpa sua.
Felipe
fingeva di non volere le sue ricchezze, di volerla amare per quella che
era.
TUTTE BALLE. Poi mia madre ha cominciato a stare male e solo noi ce ne
siamo
davvero occupati, non volevo contraddirla, non volevo avvelenarle il
sangue
ulteriormente ma ha fatto il più grande errore della sua
vita quando gli ha
lasciato la presidenza. E’ stata colpa sua se mia madre
è morta in sei mesi,
nessuno me lo toglierà mai dalla mente che è
stato lui a distruggerla. Ed ora
stava mandando in pezzi anche la MIA casa di moda. Quell’uomo
era capace di
frantumare qualsiasi cosa toccasse. Lo sai perché la MASALOR
si chiama così? LO
SAI?” le urlò contro
“Marilù una volta mi disse che
aveva a che fare con i vostri nomi” rispose
lei spaventata.
“MArilù,
SAvino e LORenzo Barricati.
C’è scritto Felipe per caso da
qualche parte, eh? LUI COSA C’ENTRAVA? COSA?”
“Lorenzo, calmati, io capisco che Felipe
era un uomo arrogante,
presuntuoso, tirannico, era un bastardo hai ragione, ti ha fatto male,
probabilmente ne ha fatto a Marilù e voleva farne anche a
me, non aveva pietà
per nessuno, non aveva rispetto per niente, ma ucciderlo è
abominevole. E poi
perché hai cercato di incolpare me, noi stavamo per sposarci
Lorenzo, perché mi
hai incastrato?”
“Perché, mentre cercavo di
riprendermi la Masalor per noi, ho perso anche te.
Io non volevo buttarti nel fango, amore, non volevo, inizialmente, il
mio piano
era perfetto, volevo far cadere i sospetti su Converso”
“Il nostro stilista? Ma è uno
dei miei più stretti collaboratori, ha
l’ufficio accanto al mio ed insieme noi tre abbiamo lavorato
giorno dopo giorno
per anni”
“Oh, senti Azzurra, mi serviva un
colpevole e il suo carattere irruento e
rissoso calzava a pennello, aveva avuto vari scontri con lui
documentabili da
molte testimonianze ed è per questo che ho fatto ritrovare
quel farmaco nella
spazzatura del vostro piano, era per lui non per te”
“Ma le cose sono andate storte, vero?
Quel giorno lui mi chiese un
permesso, sua figlia piccola si era sentita male a scuola e
andò a prenderla e
non ritornò più alla maison, quindi uno valeva un
altro, siamo stati tutte
pedine nelle tue mani, hai pensato di sacrificare me”
“No, avrei risolto questo inconveniente,
stavo già studiando delle
soluzioni alternative, io sono bravo in queste cose, hai visto come
sono stato
bravo? Sono bravo! Ti avrei tirato fuori dai guai e ti avrei salvato
un’altra
volta, ma non te lo sei meritata. SGUALDRINA” gli
gridò in faccia.
“Tu sapevi di me e di Guido, tu lo hai
sempre saputo” cominciò a piangere
disperata. Quel quadro era sempre più comprensibile, ma
sempre più drammatico.
***
“Giudice novità?”
“Sono quasi arrivato alla Masalor, deve
essere stato quel pazzo di Lorenzo
a rapirla, a costringerla a seguirlo, devo trovarla Magliani, quello le
farà
del male”
“Stiamo arrivando anche noi giudice,
saremo lì tra pochi minuti, ci ha
chiamato il custode poco fa, mi ha preso alla lettera quando gli ho
detto che
qualsiasi novità conoscesse doveva comunicarcela, pare che
ci sia la macchina
di Lorenzo posteggiata innanzi al magazzino della maison, è
un capannone alle
spalle dell’azienda”
“Ci vado subito”
“No, giudice ci siamo anche noi, stia
fermo lì e ci aspetti potrebbe
mettere in pericolo la sua vita e quella della dottoressa Leonardi, non
si
muova”
“Va bene” chiuse Guido. In
barba a quelle parole, c’erano Azzurra e suo
figlio là dentro e lui non avrebbe aspettato un minuto di
più.
***
“Io sapevo che Guido Corsi era a Milano
da prima che lo sapessi tu, l’ho
scoperto per puro caso, sono stato fortunato, quello è stato
un vero colpo di
fortuna, gli ho messo un investigatore alle calcagna, so che vi siete
anche
incontrati per caso in un locale qualche sera prima che ti
interrogasse, ho
saputo subito che il caso era stato affidato a lui, l’avrei
evitato ma non ho
potuto, è così fin dal principio ho dovuto
trasformare ogni inconveniente in
opportunità, ti avrebbe difeso e protetto ad ogni costo, ma
dato i vostri
legami passati l’avrei potuto far sbattere fuori dalle
indagini quando avrei
voluto ed al momento giusto l’ho fatto, ma tu caro amore mi
hai deluso, mi hai
deluso più di tutti. Sei finita tra le sue braccia come se
non aspettassi altro
da 4 anni, io volevo perdonarti Azzurra credimi, io volevo, ci ho
provato, ma
non ho potuto”
“Ma quello che mi hai detto fino a
qualche giorno fa, le belle parole, le
promesse, questo amore che dici di provare per me…”
“Ma, infatti, io ti amo Azzurra e ti ho
amato moltissimo e tu mi ha
lasciato, archiviato così, buttato via come una scarpa
vecchia, sapevo che
l’avresti fatto, mi sono preparato il discorsetto. Ti
è piaciuto il modo in cui
ho recitato che ti avrei aiutato lo stesso e che alla fine saremmo
tornati
insieme, sono stato convincente, vero? Mi serviva solo un modo per
prendere
tempo, per farti avere ancora fiducia in me, vedi ti stavo preparando
la
sorpresa” disse mostrandole la corda appesa “Questo
è un momento molto delicato
delle indagini, Magliani e il tuo giudice stanno dando fastidio in
giro, fanno
domande, cercano informazioni, devo fermarli, devo stroncargli ogni
possibilità
di arrivare a me e quindi gli consegnerò te, si
rassegneranno”
“Vuoi far credere che mi sia suicidata?
Non ci crederanno mai, mai! Il tuo
piano è inutile e fallirà con te”
“Oh, invece si, si convinceranno, guarda
questa?” gli mostrò una lettera
scritta con la sua calligrafia dove lei spiegava i motivi che
l’avevano spinta
al suicidio, c’era una parola per tutti, per i suoi amici, il
convento, Lorenzo
e il suo amore “Vedi è stata il mio ultimo atto ed
è perfetta, nessun perito
potrà mai dubitare che non sia stata scritta da te,
l’ho pagata un sacco di
soldi, dovresti complimentarti con me” si avvicinò
per baciarla e lei gli sputò
in volto “Adesso basta, la tua ora è finita
puttana, finalmente mi vendico
anche del male che mi hai fatto tu e ti ammazzo”
“Tu non ammazzi
proprio nessuno, bastardo” fu la voce di Guido a
interromperli.
Grazie a Lisbeth17 per il banner
|
Ritorna all'indice
Capitolo 20 *** Capitolo 20. Se perdessi te... ***
Cap. 20 Se perdessi te
Capitolo 20. Se
perdessi te…
“GUIDO” urlò
spaventata Azzurra. Aveva desiderato che lui li raggiungesse,
aveva paura ed un’angoscia che le bloccava il respiro ma
vederlo davvero lì
significava un’altra cosa, ora oltre a lei e al loro bambino
era in pericolo
anche lui.
“Ma
che bel quadretto, anche il
giudice innamorato, ma quanto siete teneri?”
Guido cercò di raggiungerla ma Lorenzo
lo intimorì con l’arma facendolo
restare a pochi passi da lei
“Lorenzo, ti prego” lo
supplicò Azzurra “Ti prego lasciaci andare, non
fare
altre sciocchezze, non serve più a nulla ormai, ti
prego”
Lui annuì ed abbassò
l’arma.
La ragazza raggiunse Guido dando le spalle a
Lorenzo, ma proprio in quel momento
si udirono le sirene spiegate delle volanti della polizia che erano
all’esterno
del magazzino, Lorenzo impugnò di nuovo la pistola ed
esplose un colpo diretto
a loro, Guido si rese conto immediatamente che la pallottola avrebbe
colpito
Azzurra e quindi scansando lei venne ferito lui.
Lo sparo risuonò nell’aria e
il grido di Azzurra che seguì fu straziante,
Magliani e i suoi uomini entrarono immediatamente circondando Barricati
che
stavolta gettò l’arma a terra e si fece arrestare
senza battere ciglio.
Guido era in un pozzo di sangue, ancora cosciente
ma estremamente
affaticato per il dolore lancinante.
“Amore…”
pronunciò faticosamente
“Sono qui… sono
qui… tesoro mio… non ti affaticare…
stai calmo, stai calmo…
hanno già chiamato l’ambulanza stanno
arrivando”
“Tu stai… bene… il
bambino e Davide...”
“Si… stiamo bene, noi stiamo
bene e poi andremo da Davide, ma tu non lasciarci, Guido non lasciarci
più ti prego”
Lui accennò un sorriso e poi perse i
sensi “GUIDOOOOOO, AMOREEEEEEEE”
Magliani la raggiunse e le stette vicino
incoraggiandola “Sembra sia stato colpito alla
spalla, stia tranquilla Azzurra, vedrà, il giudice
è forte, se la caverà”
Quando i medici arrivarono Azzurra salì
in ambulanza con loro e durante
il tragitto telefonò ad Elisa e poi a Suor Angela, lei
doveva sapere e
Davide... “Oddio Davide, se succede qualcosa di irreparabile
a Guido, lui…”
asciugò le lacrime e si fece forza, lei e la consorella si
accordarono per
risentirsi di nuovo quando c’erano notizie più
sicure sullo stato di salute di
Guido e poi avrebbe deciso di conseguenza.
Quelle ore prima al pronto soccorso e poi fuori
dalla sala operatoria
furono interminabili, venne raggiunta da Elisa, da Caterina, dal marito
di lei
e spesso anche Magliani le telefonava per avere notizie. Grazie a Eli
aveva
bevuto una spremuta, ma lo stomaco era così contratto da
essere serrato. Voleva
solo che le dicessero che Guido stava bene. Solo questo.
Fu il primario ad uscire per primo, era ormai notte
fonda, aveva perso
molto sangue e la pallottola si era conficcata in una posizione
delicata della
spalla, andava estratto subito e ci erano riusciti solo con un
intervento di
chirurgia delicato e complesso. Le condizioni generali erano tutto
sommato
buone, ma era molto debilitato, per sicurezza era stato trasportato in
terapia
intensiva e la prognosi era riservata, ma il primario si era lasciato
sfuggire
che comunque allo stato delle cose non vi era pericolo di vita salvo
complicazioni emergenti.
Azzurra lo ringraziò piangendolo, poco
dopo dalla sala operatoria uscì la
dottoressa Bondi, era amica di Elisa e si mostrò molto
ottimista e disponibile.
Nonostante non era la prassi, offrì una branda in una stanza
dove Azzurra, dato
il suo stato, avrebbe potuto riposarsi qualche ora. Fino
all’indomani nessuno
poteva accedere alla terapia intensiva e restare in ospedale era
pressoché
inutile, ma dato che Azzurra si era mostrata irremovibile, Gaia Biondi
si era
premurata di offrirle questa soluzione, un po’ scomoda, ma
pressochè agevole per
consentirle di restare lì per il resto della nottata.
Il giorno dopo.
Prima dell’ora di visita concessa per la
terapia intensiva,
Elisa l’aveva raggiunta portandole un ricambio, aveva cercato
di darsi una
sistemata, aveva gli abiti della sera precedente ancora sporchi di
sangue e
cercò di dare colore al viso pallido e stanco.
Per l’ingresso pomeridiano
sarebbero arrivati anche Suor Angela e Davide, lui aveva bisogno del
padre e a
Guido avrebbe fatto piacere avere accanto suo figlio.
La dottoressa Biondi la rassicurò sulle
sue condizioni, la notte era
passata abbastanza tranquilla anche se i postumi
dell’anestesia erano stati
difficili da smaltire, spesso il dolore era forte e solo ampi dosaggi
di
antidolorifico riuscivano a sedarlo.
Quando entrò lui dormiva, si
avvicinò al letto e lottò contro se stessa per
non piangere “Se perdessi te” inghiottì
a vuoto “se perdessi te niente avrebbe
più senso”, gli accarezzò il viso,
delineò il contorno del suo naso, posò il
dito sulle sue labbra.
Lui cominciò a lamentarsi e a muoversi
nel letto come se fosse tormentato
“Tesoro… tesoro… sta tranquillo, stai
tranquillo”
“Azzurra” quasi
gridò aprendo gli occhi
“Sono qui, amore, sono qui” lui
si rassicurò guardandola “Come stai, eh?”
“Mi fa male… a volte mi fa un
male insopportabile, ma sto bene non
preoccuparti” le disse accarezzando anche il suo viso
“Sei stanca?”
“Un po’”
“Amore devi andare a casa e devi dormire,
tu sei incinta e non ti devi
stancare così, io sto bene, sono solo un po’
malconcio, ma sono un osso duro,
io! Non dirmi che non te ne eri mai accorta?”
“Sei una testa dura e ne sono stata
consapevole fin dal primo momento in cui ti
ho conosciuto”
Risero insieme
"Non farmi ridere, non ci riesco, mi fa male, mi fa
male tutto"
“Mi dispiace, ma ben ti sta! Magliani mi
ha detto che ti aveva avvertito di non entrare e di non
mettere in pericolo nessuno e invece no, tu proprio l’eroe
dovevi fare?”
“Non volevo fare l’eroe, non
volevo che quel pazzo facesse del male a te o
al nostro bambino”
“Mi hai fatto morire di paura Guido, non
lo fare mai più ti prego”
Lui sorrise e la baciò
“Nemmeno tu però, la prossima volta che ti fidanzi
valuta meglio la salute mentale della persona che ti metti
accanto”
“Oddio, caro giudice, già che
ci siamo, chiedo una perizia psichiatrica anche
per te?”
“Molto
divertente, non c’è che dire. Menomale che ti ho
raccomandato di non farmi ridere. Sono a pezzi. Adesso però
mi
prometti che vai a
casa?”
Lei annuì e
l’infermiera l’avvertì che il turno di
visite era finito.
Grazie a Lisbeth17 per il banner
|
Ritorna all'indice
Capitolo 21 *** Capitolo 21. E se fosse per sempre? ***
Capitolo 21. E se fosse per sempre?
Grazie a Lisbeth17 per il banner
“Papà? Papà?” Davide era in piedi accanto al suo letto
“Dado. Cosa ci fai tu qui?” rispose lui confuso
“Papà io avrei anche evitato di venire, gli ospedali mi fanno venire in mente sempre brutti ricordi, sai la mamma…”
“Lo so tesoro, lo so hai ragione”
“Quindi la prossima volta se puoi evitare questi scherzi te ne sarei grato”
Guido sorrise e gli scompigliò i capelli “Papà lo sai che ci metto un’ora a sistemarli”
“Troppi per un rubacuori come te, non c'è bisogno di chissà quale look per fare colpo, cadono tutte ai tuoi piedi”
“Diciamo che evito l’esempio di mio padre” scherzò lui.
“Hai ragione, in fatto di donne non sono il massimo, ma ora più che mai so cosa voglio e Azzurra è la donna giusta per me”
“Per noi vorrai dire, non ti dimenticare che di Azzurra come tata e come “mamma” mi sono innamorato prima io di te” lui sorrise di nuovo
“Anche io mi sono innamorata prima di te Dado” Azzurra fece il suo ingresso in stanza “Tuo padre non si rassegna al fatto che lui viene per secondo e poi quando arriverà anche tuo fratello o tua sorella, passa addirittura al terzo posto, pensa un po’”
“Sono rovinato, lo sento”
“Azzurra ma in terapia intensiva non si entra uno per volta?”
“Si, Dado ma mi hanno concesso una piccola eccezione perché tuo padre domani viene spostato in reparto e poi appena possibile ci saranno le dimissioni. Il peggio è passato” disse sorridendo ad entrambi.
Qualche giorno dopo, furono Azzurra, Davide, Elisa e Suor Angela ad andar a prendere Guido che usciva dall’ospedale, avrebbe trascorso la convalescenza a casa delle due amiche e poi c’erano progetti importanti da affrontare. La Masalor era definitivamente fallita e la Procura alla luce dei fatti recenti aveva proposto a Guido, quando sarebbe rientrato in servizio, la possibilità di un trasferimento in un luogo a sua scelta.
Anche Azzurra aveva ricevuto un’altra proposta, la possibilità di rilevare le quote di una piccola casa di moda di una sua vecchia amica a Modena, non era una maison come la Masalor, ma il lavoro da fare e le soddisfazioni che ne sarebbero derivate non erano di poco conto, poi poteva essere l’occasione giusta per ritornare finalmente e definitivamente a casa?
Alla successiva ecografia di Azzurra, Guido volle accompagnarla per sfortuna della sua ginecologa, non era stato zitto un minuto, un interrogatorio, uno dei suoi soliti ma stavolta diretto alla dottoressa, una raffica di domande incalzanti con un “vago, vaghissimo” senso di apprensione. Era così dolce, premuroso ed attento alle sue esigenze e a quelle del bimbo in arrivo. Finalmente la felicità aveva bussato alla sua porta e sembrava incredibile dopo tanto tempo che per loro potesse esserci davvero tanto amore e tanta gioia da condividere.
Il mese seguente decisero insieme di trasferirsi a Modena, Guido scelse di essere assegnato alla procura di Reggio Emilia, circa un tre quarti d’ora di distanza, Azzurra invece decise di rilevare l’azienda di moda che le avevano proposto, grazie a Guido e a Suor Angela riuscì a trovare collaboratori e collaboratrici seri, affidabili e volenterosi. Era un nuovo progetto in cui imbarcarsi oltre a quello della maternità e a quello di dare le fondamenta alla famiglia che stava prendendo vita, forma, colore, calore, amore, ma stavolta non era sola, aveva Guido accanto a se, aveva l’affetto di Davide, c'era suor Angela, il convento ed aveva la sua città a darle forza e coraggio.
All’inaugurazione di G.A.D.A – Moda & Glamour, Azzurra era in dolce attesa da ormai sei mesi, la gravidanza procedeva tranquilla e dopo un primo periodo vissuto in convento, avevano acquistato un appartamento in centro, ma a pochi passi dal convento. Avevano scoperto il sesso del nascituro ed avevano deciso anche il nome ANGELA, Azzurra era stata categorica un bambino o una bambina si sarebbe trattato di un angelo scese dal cielo per loro.
Inoltre non era nel convento degli angeli e grazie a Suor Angela che era nato il loro immenso amore?
Dopo la festa per la nuova casa di moda a cui avevano partecipato amici, parenti, colleghi di lui, suore del convento, il padre di lei, Guido approfittò del silenzio in cui era piombata la casa per creare un angolo romantico in terrazzo, sistemò un tavolo con delle candele profumate, un mazzo di rose rosse che le aveva regalato lui stesso per la nuova avventura che si apprestava a vivere professionalmente e poi una scatoletta di velluto blu al centro del tavolo. Azzurra era al piano di sotto che sistemava il salone e lui la invitò a raggiungerlo. Lo scenario più bello era offerto dal cielo illuminato da centinaia di stelle che creavano un manto infinitamente suggestivo. Quando lei arrivò fu sorpresa dalle candele, dalle rose e da quella scatoletta. Guido si inginocchiò aprendo quel piccolo scrigno e le porse un anello di brillanti “Azzurra io voglio dividere la mia vita con te, voglio una famiglia con te, voglio prendermi cura dei nostri figli con te e affrontare qualunque cosa la vita vorrà riservarci insieme. Vuoi diventare mia moglie?”
Lei sorrise commossa “Si voglio essere tua per sempre” Lui le infilò l’anello baciandola.
Per quella notte, per quelle stelle, per quei baci, per un abbraccio, per la passione,
per Davide, per la vita che sarebbe nata, per l'amore, per lui, per lei, per se stessi, per tutti e quattro,
per tutto questo e molto altro ancora,
per sempre insieme.
"Coloro che vivono d'amore vivono d'eterno"
(E. Verhaeren)
Grazie, grazie di cuore a chi ha letto questa storia, a chi ha recensito, apprezzato, a chi vi ha lasciato uno sguardo fugace, a chi non è piaciuta, a chi vi ha dedicato anche solo un attimo della sua attenzione. E' stata la mia prima volta, non avevo mai scritto una storia vera e propria, non avrei mai nemmeno creduto ed invece eccomi qui a chiudere quest'avventura e ad essere felice di averla vissuta e grata a tutti coloro che l'hanno condivisa con me. Non ho mai avuto chissà quali pretese, è stato solo uno modo per divertirmi, per svagarmi, per giocare un pò con la fantasia, spero di avervi lasciato una piacevole lettura e di avervi restituito anche solo un briciolo del tanto affetto che ho sentito da parte vostra nei miei confronti. Profondamente riconoscente, Serena.
|
Ritorna all'indice
Questa storia è archiviata su: EFP /viewstory.php?sid=1820120
|