you dont know what you've got till it's gone.

di madeforsykes
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** everything we had in life has gone; ***
Capitolo 2: *** Maybe you will be the lonely one, next time. ***
Capitolo 3: *** Gravity hurts, you made it so sweet till I woke up on the concrete; ***
Capitolo 4: *** You bring me joy; ***
Capitolo 5: *** Free your soul; ***



Capitolo 1
*** everything we had in life has gone; ***


everything we had in life has gone;


Avete mai provato quella sensazione, come di vuoto, quando capite di non essere apprezzati, non essere amati, non essere considerati, come se quasi non apparteneste alla società in cui vivete, alla nazione in cui siete? Ecco, era così che si sentiva. Non poteva certo dire che la sua vita era cambiata in meglio col passare degli anni.
Dopo quasi due anni che viveva al centro di Londra, non aveva ancora amici, o meglio, aveva soltanto un’amica ed un lavoro.
Certo, lavorare metà giornata da Starbucks non poteva essere definito lavoro, ma almeno le dava i soldi per arrivare a fine mese. Nina non era una di quelle ragazze mozzafiato che attiravano l’attenzione, era di una bellezza diversa. Ma d'altronde, come avrebbe potuto?
La sua migliore amica era Mollie Elizabeth King, meglio conosciuta come una delle componenti delle The Saturdays.
Conosceva Mollie fin da quando aveva 10 anni, erano cresciute in un paese chiamato Wandsworth, vicino Londra.
Si era trasferita al centro quando Mollie raggiunse il successo insieme al suo gruppo.
Anche se era solo da un anno che vivevano insieme, poiché Mollie viveva con il suo ex ragazzo prima della rottura.
Odiava vivere all’ombra della sua amica, ma era qualcosa con cui non poteva ragionare.
«Mollie dove sono i miei Jeans?» chiese Nina gettando a terra l’ennesimo paio di pantaloni.
«Non ne ho idea! Forse addosso a me!» rise la bionda.
Nina sorrise stizzita, mettendosi una ciocca biondo cenere dietro l’orecchio.
«Chiedere no?» rise.
«Sapevo già me li avresti prestati!» rispose Mollie mettendosi il rossetto.
«Dove vai tutta in tiro stasera? Esci con qualcuno in particolare?» non poté far a meno di aggiungere un occhiolino alla domanda.
«Ecco, sì. Si chiama Jake!» disse sorridendo.
«Mollie, sai che sono l’ultima persona al mondo a voler giudicare, ma ti sei lasciata da poco, come credi che la prenderebbe Andy?»
«Ne abbiamo parlato tante volte, lo sai. Non lo amavo più, dopo tre anni non potevo prenderlo in giro.» disse prendendo la giacca.
Andy era un ragazzo davvero dolce e forte. Dopo aver sconfitto un cancro, cambiò nome alla band in cui cantava e suonava con altri tre ragazzi, rinominandola con il cognome del medico che gli aveva salvato la vita. Non era stato un momento facile ma era in quell’occasione che aveva conosciuto Mollie.
Era stato amore a prima vista. Poi come tutte le cose destinate a finire, anche quella era terminata scemando.
«Sì lo capisco, ma sai quanto teneva a te, non credo ci rimarrà molto bene. Te l’ha dimostrato tante volte, ti ha scritto praticamente un album.» rispose Nina seriosa.
«Sembra che ci tenga più tu che io!» la derise l’amica.
«Cosa? No! E’ solo che lo trovo un gesto davvero dolce. Hai letto i testi che ha scritto, sono stupendi.»
«Nina, no. E’ finita. Ed ora fammi andare o farò tardi!» disse uscendo dalla porta.
Odiava quando faceva così. Da quando era diventata famosa, c’era un qualcosa in lei che non riconosceva, ma non sapeva nemmeno cosa precisamente.
Le si prospettava davanti un’altra serata da sola. Come al solito. Si infilò il pigiama e le pantofole.
Prese in mano il telefono e si diresse nel soggiorno. Dai vetri appannati riusciva a scorgere le goccioline di pioggia che si schiantavano sulla finestra, rilasciando nell’aria quel piacevole e rilassante rumore che tanto amava. Prese il libro che aveva appoggiato sul tavolino qualche ora prima e sdraiandosi sul divano riprese la sua accurata lettura.
Non c’era cosa che amava di più che leggere un libro al caldo mentre fuori pioveva. Con il pollice ed indice afferrò la pagina sottile e biancastra e la girò abilmente.
La sua immersione fu interrotta da alcuni colpi bruschi alla porta.
“Cosa si sarà dimenticata Mollie?” pensò avvilita. Si alzò quasi a fatica dal divano, barcollando verso la porta.
«Cosa ti sei dimenticata questa volta?» disse aprendo la porta.
 


Ciò – o meglio – chi le si parò davanti non aveva affatto l’aspetto di Mollie. Un giubbetto di pelle nero gli ricadeva sui fianchi, creando una perfetta armonia con i jeans neri e la sua T-shirt bianca con scollatura a v. Aveva ancora in mano l’ombrello. Con un gesto rapido della mano, si tolse il cappello di morbida lana dalla testa, liberando alcuni ricci.
«Andy.» disse sgomenta la ragazza sul ciglio dell’entrata.
«C-cosa  ci fai qui?» continuò. Il cuore cominciò a battere più velocemente.
Quando si trovava in compagnia dell’ex ragazzo della sua amica, provava sempre un po’ di imbarazzo.
Sempre se quello era imbarazzo, e di certo il fatto di indossare un pigiama non l’aiutava.
«Ciao Nina. Come stai?» disse lui scrollando la testa.
«Bene grazie, entra, sei completamente zuppo!» rispose la ragazza scostandosi su un lato per farlo entrare. 

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Capitolo 2
*** Maybe you will be the lonely one, next time. ***


Ciao a tutti! Sono Mona, sono un paio d'ann ormai che sono fan sdi questa badn meravigliosa. Significano tutto per me  e spero di farli amare anche a voi attraverso questa FF. Recensite e fatemi sapere cosa ne pensate, si accettano critiche! Un bacio. x

maybe you will be the lonely one, next time.


Che lo ammettesse o no, era davvero un ragazzo attraente e il disagio non faceva  altro che aumentare. Andy gettò a terra l’ombrello, pulendosi le scarpe sullo zerbino per poi entrare.
«Che atmosfera soffusa, aspettavi qualcuno?» disse lui facendo un mezzo sorriso.
La situazione era sempre più imbarazzante.
«Andy, sono in pigiama, secondo te?» rispose sarcasticamente portandosi le braccia incrociate al petto. «Sei qui per Mollie, vero?» continuò.
«E’ così  evidente?» disse lui sarcastico, togliendosi un riccio ribelle dalla fronte.
«Bhè, sei qui. Lei era l’unica spiegazione plausibile.»
«Volevo solo parlare con lei, sapere come sta e darle questo.» disse lui porgendo un CD alla ragazza.
«Cos’è?» chiese Nina con i suoi occhi acqua marina curiosi.
«E’ il nostro nuovo singolo, mi piacerebbe che lo ascoltasse prima di renderlo pubblico, l’ho scritta per lei e volevo il suo consenso.» disse quasi imbarazzato.
Nina non poté far altro che sorridergli. Come poteva Mollie aver lasciato un tale ragazzo?
«Lei non c’è, è…da Frankie!» mentì. «Ma glielo farò avere!» disse sorridendo.
«Grazie Nina, davvero! Sei un’amica!» disse abbracciandola.
Nina rimase pietrificata prima di ricambiare l’abbraccio. Andy aveva un profumo così buono. Sarebbe rimasta lì tutta la vita. “Nina, cosa diavolo fai?!” pensò.
Andy si staccò, rivelando quell’espressione da ‘pesce lesso’ che aveva. L’aveva sempre definita così perché aveva gli occhi molto grandi.
«Andy puoi sederti!» disse lei ridendo e sedendosi sul divano.
Il ragazzo non ci pensò due volte e si sedette.
«Ti va di uscire un po’ invece di stare qui? Magari soffochiamo quest’atmosfera imbarazzante!» propose lui. «Chiamo anche i ragazzi se vuoi, sono sicuro che Ryan ne sarebbe felicissimo!» continuò.
«Ryan? Cosa c’entra Ryan? Comunque è una proposta davvero meravigliosa, ma non ne ho voglia stasera, scusami.» rispose lei.
«Ne sei sicura?» chiese lui.
«Sì, non sono dell’umore adatto!» rispose guardando a terra.
 Come poteva dirgli che non riusciva a stare in sua compagnia perché sapeva che probabilmente avrebbe detto qualcosa di sbagliato su Mollie?  
«Ti va di parlarne?» disse lui avvicinandosi.
«No, grazie Andy, ma davvero, no!» fece un debole sorriso. Le mani le sudavano. Era così nervosa.
«Facciamo così, dopodomani io e i ragazzi abbiamo un concerto a Liverpool, ti va di accompagnarci?» propose lui.
«Cosa stai cercando di fare? Non mi porterò Mollie!» disse lei scocciata.
«Non ci avevo neanche pensato.» mormorò serioso.
«Scusami..» disse imbarazzata lei. «Verrei davvero volentieri, ma nella mia posizione non  è il caso..sai Mollie..» continuò.
«Se il problema sono io, ti farò venire a prendere da Ryan o Joel! Adam è a Brighton, quindi! Ryan non smette di chiedermi che fine hai fatto, ne sarebbe felice!» sorrise lui.
«Non so se stai cercando di mettermi nei guai Brown, ma in nome della nostra amicizia e del fatto che sono tre anni che ti prometto che sarei venuta ad un concerto..verrò!»
Per quanto cercava di non darlo a vedere a Mollie, Nina voleva bene ad Andy, era una delle poche persone che non disprezzava oltre ai componenti dei Lawson.
«Fantastico! » disse lui sorridendo.
«Ora ti lascio allora, ci vediamo domani pomeriggio! Ti manderò un taxi alle 14:00» continuò aprendo la porta.
«Okay a domani!» rispose lei guardandolo chiudersi dietro la porta. Sorrise. Non sapeva perché, ma ora era felice. Notò sul ciglio del divano un cappello di lana.
«Oh merda, Andy ha lasciato il suo cappello qui! Glielo riporterò domani.» parlò ad alta voce quasi come avesse un interlocutore che la ascoltasse.
 Era stanca, e di certo non aveva intenzione di aspettare sveglia l’amica. Ammesso che fosse tornata a casa poi. Prese il cappello di lana e se lo portò al naso.
Aveva proprio un buon profumo. Si sdraiò sul divano riprendendo in mano il libro. Chi voleva prendere in giro? Non aveva la concentrazione per continuare a leggere. Si portò il cappello sul grembo e si addormentò.
 


Aprì confusamente gli occhi. Come volevasi dimostrare, Mollie non era tornata. Guardò l’orologio appeso al camino. Le 11:17 e pioveva. Si alzò a sedere, lasciando cadere a terra il cappello di lana.
Appena lo vide si ricordò di cosa aveva promesso ad Andy. Si alzò di scatto correndo in camera. Doveva preparare qualcosa da portarsi dato che sarebbe rimasta fuori un paio di giorni.
Prese la sua valigia viola e la riempì con le prime cose che trovò. Decise di prendere in prestito anche qualcosa da Mollie, che di certo aveva il guardaroba più fornito del suo.
Poggiò sul letto la valigia e si diresse in camera della sua amica. Aprì le ante dell’armadio. C’era davvero l’imbarazzo della scelta. Iniziò a far scorrere i capi tra le mani, fin quando arrivò ad un vestito nero di pizzo.
Optò per quello. Tornò in camera, aprì la valigia e lo piegò in modo da farlo entrare. Era sempre molto lenta, finì così per ritrovarsi alle 12:30. Decise di chiamare l’amica, anche solo per sapere se era ancora viva.
Lasciò squillare il telefono, prima di sentire una voce assonnata.
«Nina? Cosa c’è?» disse Mollie sbadigliando.
«Apparte il fatto che è ora di pranzo e dovresti essere sveglia, si può sapere dove diavolo sei?!»
«Io e Jake abbiamo fatto tardi! Mi porta a casa oggi pomeriggio!»
«Ecco, a questo proposito..» disse esitante Nina, torturandosi il labbro. «Io starò via per un paio di giorni..» continuò.
«E dove vai?» chiese curiosa Mollie.
«So che non ti va a genio, ma Ryan mi ha invitata ad un loro concerto, quindi andrò a vederli!» Perché aveva mentito?
Poteva semplicemente dirle che Andy le aveva chiesto di andare con lui, in veste di amica, ovviamente.
«A me non interessa, sei libera di fare quello che vuoi! Salutami Andy!» disse con una punta di sarcasmo.
«Era sarcasmo?»
«No, affatto, puoi farci quello che vuoi, sai che non mi interessa più!»
«Wow, che dolcezza!» e riattaccò.
Non lo sopportava, era più forte di lei. Che cosa poteva fare per ingannare l’attesa?
Era stranamente felice.

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Capitolo 3
*** Gravity hurts, you made it so sweet till I woke up on the concrete; ***


Gravity hurts, you made it so sweet  till I woke up on the concrete;

 Le squillò poco dopo il telefono. Andy Brown. Si affrettò a rispondere.
«Pronto?» cercò di nascondere la frenetica felicità che provava.
«Ehi Nina, sono Andy!» disse l’altra voce.
«Dimmi tutto!»
«E’ sorto un problema con i trasporti.. Joel è andato a prendere Janet, la sua nuova fidanzata, quindi siamo a corto di personale!» rise. La sua risata.
«Oh capisco..non preoccuparti dai, verrò la prossima volta!» rispose lei.
«Cosa? Neanche per sogno! Sono venuto a prenderti personalmente, poi passeremo da Ryan! Anzi, aprimi che sto gelando!» rise ancora.
Nina si guardò intorno, poi si affacciò dalla finestra. Era li, nella pioggia che le sorrideva. Gli fece segno di salire e riattaccò. Si sistemò e corse ad aprire.
«Tu sei pazzo!» rise.
«Sì, probabile!» rise lui di rimando.
«Come mai sei venuto di persona?»
«Non sto approfittando di te per Mollie se è questo che pensi.» disse subito lui.
«Non lo pensavo. Affatto.» Era calato uno strano silenzio.
«Usciamo?» propose Andy guardandola negli occhi. Pronunciato da lui suonava strano.
«Si, se ti va!» rispose.
«Hai una valigia?»
«Sì, nella mia camera! Vado a prenderla.»
«No tranquilla, ci penso io!» disse Andy avviandosi nel corridoio.
 

Andy si avviò per il corridoio. Ricordava ancora l’ultima volta che ci era stato. Si fermò un momento davanti alla camera di Mollie e sospirò. Poi entrò nella stanza di Nina, trascinando fuori la valigia viola. «Starai via tre mesi?» la prese in giro.
«Dipende dall’ospitalità degli abitanti di Liverpool!» rispose Nina mettendosi il cappotto.«Oh quasi dimenticavo, questo è tuo!» disse porgendogli il cappello di lana.
«No, tienilo tu, piove!». gli sfilò di mano il cappello e glielo mise.  Lei sorrise.  Scesero le scale. La pioggia continuava a cadere.
Nina si tirò il cappello di lana alle orecchie, aveva freddo.  Andy se ne accorse e sorridendo, corse nella pioggia per raggiungere la sua mini parcheggiata poco più il là.
Tornò in marcia indietro, aprendo la portiera.
«Entra, intanto carico la valigia!» Fece come gli aveva detto.
Salì in macchina aspettando di sentire il portabagagli chiudersi.
«Sei fradicio!» disse Nina voltandosi verso il ragazzo.
«Non preoccuparti! Ti da fastidio se accendo un po’ la radio?» chiese poi, sistemando lo specchietto retrovisore.
«No, mi piace la musica!». Andy premette un pulsante nel cruscotto e subito partì la musica.
                                                                               
                                                                                                     
                                                                                                    “Everything was easy, everything was simple,
                                                                                                         never felt so good when she was mine”




Nina inizio’ a cantare, prima di scoppiare in una fragorosa risata, sotto gli occhi increduli del riccio. «Mi piacciono le vostre canzoni!» Si giustificò.
Anche Andy iniziò a cantare all’unisono, ridendo.
«wow, sai cantare!» scherzò Nina.
«Oh grazie, non me l’avevano mai detto!» le fece l’occhiolino.
«E’ davvero molto bella questa canzone.» disse la ragazza sfregandosi nervosamente le mani.
«Grazie! Diciamo che ero ispirato.» smorzò la voce inserendo la marcia.
«Già..» lasciò cadere la voce nel silenzio.
Bella mossa quella di ricordargli della sua ex. Era quasi come stesse affogando nell’imbarazzo che si era creato.
Non aveva mai pensato al fatto che probabilmente non li accomunava nulla, se non Mollie e di certo non era l’argomento di discussione adatto.
«Ti va se ci fermiamo a prendere qualcosa di caldo da Starbucks prima di metterci in viaggio?» chiese Andy sorridendo – come al solito-.
«Per me va bene!». Andy mise la freccia e dopo alcuni secondi parcheggiò.
L’insegna di Starbucks era enorme, forse uno dei più grandi caffè di quella catena.  Nina lo guardò accigliata.
«Non dovresti cercare di non dare nell’occhio?»
«Si, ma questo era il più vicino e poi chi vuoi che mi riconosca!». Si allacciò la zip del giubbetto di pelle ed uscì dalla macchina atterrando in una pozzanghera.
Nina rise, si tirò il cappello alle orecchie e scese.
«Sta molto meglio a te che a me!» disse Andy indicando il cappello.
Nina avvampò. Si sentì stringere la mano, guardò meglio. La morbida e olivastra mano del ragazzo, cingeva la sua, trascinandola verso l’entrata.
“Cosa diavolo sta facendo?” 
«Dai corri!» disse lui trascinandola.
Entrarono nel locale. L’aria era tiepida e l’arredamento verde metteva quasi di buon umore in una giornata orrenda come quella.
«Cosa prendi?» chiese cortesemente Andy.
«Un cappuccino!» rispose Nina sedendosi in un angolo riservato del locale. Andy agitò la mano e subito una cameriera gli corse in contro.
Andy si sedette accanto a Nina, rivolgendo un sorriso di cortesia alla ragazza  che era pronta a prendere l’ordine.
«Signor Brown è un piacere vederla» disse la ragazza con un sorriso a dir poco ebete.
«Grazie! Vorremmo un cappuccino e un caffè macchiato!» disse quasi stupito dal fatto di essere stato riconosciuto.
«Certo, le porto subito il suo ordine  e quello della sua ragazza!» girò i tacchi e se ne andò.
Il cuore di Nina in quel momento si era messo  a ballare la macarena.
Sua ragazza” le riecheggiava in testa.
«Hai caldo?» chiese Andy.
«No perché?» rispose.
«Sei diventata rossa come un pomodoro!» disse lui sfiorandole il viso.
“OH MIO DIO”. Sentì le guance avvampare ancora di più.
“No, non ho caldo è solo che mi ha chiamata la tua ragazza e credo di essere mortalmente attratta da te.”
«No, non ho caldo, forse dev’essere stato lo sbalzo di temperatura» disse imbarazzata.  
Andy annuì perplesso.
«Allora, è una vita che non parliamo! Hai trovato un ragazzo?» chiese lui incrociando le braccia.
«Un..? No!» “Forse hai risposto troppo in fretta cretina, così capirà che ti piace!”
«Voglio dire, non ancora!» si corresse.
«Come mai? Nessuno alla tua altezza?» Il discorso si stava facendo personale, troppo personale. Come poteva fare per non sembrare una sfigata?
«Brown, non sono affari che ti riguardano, ma non ho ancora trovato un ragazzo che mi piaccia veramente.» lo bacchettò.
Andy abbassò la testa quasi per nascondere il ghigno che era spuntato sul suo volto.
«Ecco il caffè macchiato per lei e il cappuccino per te!» si intromise sorridendo la cameriera.
 Entrambi i ragazzi le sorrisero. Il riccio si alzò dal tavolo dirigendosi alla cassa. Stava pagando, da vero e proprio cavaliere. Nina non poté fare a meno che sorridere al pensiero. 
«Non è giusto, avrei dovuto pagare la mia parte!» disse, rivolgendosi al ragazzo appena tornato.
«Non te l’avrei mai lasciato fare!» rispose lui allacciandosi il giubbetto di pelle.
«Ti va di berlo in macchina? Altrimenti ho paura che faremo tardi da Ryan!»
«Certo va benissimo!»

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Capitolo 4
*** You bring me joy; ***


Vi chiedo umilmente perdono per tutto il tempo che ci ho messo ad aggiornare ma me ne sono dimenticata!
Ecco perchè vi ho messo due nuovi capitoli! Speo vi piacciano, mi raccomando recensite! Voglio sapere cosa ne pensate! Un bacio, Mona xx


you bring me joy.


Presero i due bicchieri coperti e corsero verso la macchina.
Aveva smesso di piovere, ma la pioggia aveva lasciato il posto ad un freddo glaciale che entrava nelle ossa.
«A Liverpool sarà anche peggio!» disse il ragazzo accendendo la macchina.
«Questo non mi rassicura!» rise lei.
«A questo proposito, dove dormirò?» continuò.
«Se per te non è un problema, a casa di Janet, la ragazza di Joel. Altrimenti ti prenoto una camera d’albergo!»
«No, va benissimo a casa di Janet!».
No, non andava bene a casa di Janet, ma non poteva ne dirgli “Hey, perché non mi fai dormire a casa tua?” oppure “No, non voglio dormire a casa di un’estranea, preferisco fare la snob e distruggere tutti i tuoi piani, vada per la camera d’albergo”. Poteva solo assecondarlo. Sorrise come per nascondere tutti i pensieri.
«Tra poco siamo arrivati!» disse Andy svoltando in una stradina sterrata.
Nina prese una rumorosa sorsata di cappuccino.
«Il tuo caffè si sta freddando!» disse rivolgendosi ad Andy.
«Non fa niente, siamo arrivati! Ecco Ryan!» disse indicando una figura incappucciata che trascinava una valigia.
Il ragazzo scese frettolosamente dalla macchina andando in contro all’amico. I due si strinsero in un forte abbraccio prima di arrivare alla macchina.
Nina scese, aspettando di salutare il ragazzo incappucciato.
«Ninaaa! Che bello rivederti!» urlò Ryan abbracciandola. Nina contraccambiò sorridendo.
«Come stai Rhino?» disse scherzando.
«Molto bene grazie!»
«Ho messo la valigia dietro!» si intromise Andy infastidito.
«Grazie amico!» rispose Ryan tirandosi giù il cappuccio.
«Ragazzi, vi dispiace se io salgo dietro? Avrete tanto di cui parlare, sul concerto e roba varia..così mi riposo un po’.» chiese imbarazzata la ragazza, torturandosi le mani.
«Nessun problema!» rispose Ryan. Andy le aprì la portiera dietro facendola accomodare.
Sorrise. Quel ragazzo era sempre così gentile con lei.
 

«No, non è vero Andy!» urlò Ryan svegliando di soprassalto Nina.
«Shhhh!» disse Andy portandosi l’indice sulle labbra.
Ryan fece una smorfia indefinita prima di voltarsi per vedere se aveva davvero svegliato Nina.
La ragazza aveva gli occhi sgranati, ancora scombussolata dall’urlo.
«Scusami Nina non volevo svegliarti» disse imbarazzato Ryan.
«Da quanto sei sveglia?» chiese impulsivamente Andy.
«Mi sono appena svegliata» rispose confusamente.
Andy tirò un sospiro di sollievo prima di togliere gli occhi dalla ragazza e riportarli sulla strada.
«Siamo arrivati?» chiese Nina stropicciandosi gli occhi.
«Non ancora» le sorrise Ryan.
«Dovrai tener duro altri 20 minuti» aggiunse Andy fissando la strada.
«Facciamo una pausa? Vorrei sgranchirmi le gambe, sono ore che guido!» chiese poi.
«Per me non c’è problema!» disse la ragazza tirandosi su dalla posizione allungata che aveva assunto.
«Certo Andy!» disse Ryan.
Svoltò a sinistra dove una serie di luci appese tra un lampione e l’altro creavano contrasto perfetto con il clima nuvoloso.
«Siamo ad Ormskirk, qui è dove sono nato!» disse Andy stiracchiandosi.
«Sembra un posto tranquillo!» disse Nina.
Ryan si limitò ad annuire prima di dirigersi verso un cafè non molto distante.
Andy mise una mano attorno alla ragazza, tirandola dall’altra parte della strada.
Entrarono nel locale “Cafè Julia”. L’ambiente era intimo e molto accogliente, le pareti rosee lasciavano spazio al contrasto forte ed acceso delle verdi tovagliette dei tavoli.
Ryan era appoggiato con un gomito al bancone, intento a parlare con una ragazza.
Era alta e magra, i capelli castano scuro le ricadevano sulle spalle e gli occhi azzurri si intonavano perfettamente alla sua divisa da cameriera.
«Certo Rachel, a stasera!» disse Ryan sorridendole e tornando dagli amici che continuavano a guardarsi increduli.
«Chi era? Una tua amica?» chiese curiosa Nina.
Andy scoppiò in una fragorosa risata.
Ryan gli lanciò uno sguardo complice prima di dire «L’ho appena conosciuta, spero diventi una mia amica, intima.» Soppesò l’ultima parola.
«Le hai chiesto di uscire vero?» disse Andy gettandosi su uno dei sedili di pelle del cafè.
«Yeees!» rispose il biondo accomodandosi.
Nina si sedette scuotendo la testa.
«Andy, che ne dici di fare un uscita di gruppo?» propose poi Ryan, lanciando un’occhiata a Rachel.
«C-cosa?» disse il riccio.
«Bhè, dopo le prove del concerto ovvio! Joel sarà con Janet, io con Rachel e tu e Nina potete farci compagnia. Sono sicuro che Ads non ci metterà molto a trovare una ragazza.»
Andy deglutì a fatica.
«Non credo sia una buona idea!» disse tossendo.
Ryan lo ignorò posando i suoi occhi su Nina. «Che ne pensi?» chiese.
«Non voglio essere di peso, se Andy dice che non è una buona idea, fa nulla, sarà per la prossima.» mimò un falso sorriso.
Ryan diede un calcio sotto al tavolo, colpendo il polpaccio dei ragazzo che gli lanciò uno sguardo carico di odio.
«Se per te non è un problema, ti farò vedere un po’ Liverpool.» disse rivolgendosi alla bionda sorridendo.
Nina annuì, quasi non se l’aspettava. 

Rachel arrivò ai tavoli portando i thè.
«Li ho ordinati io, la dolce Rachel me li ha consigliati, thè al cioccolato fondente.» lanciò un occhiolino alla ragazza che sorridendo si stava allontanando.
Nina non potè far a meno di ridere.
«Wow, le tue tecniche da rimorchio dovremo tenercele tutti a mente!» disse poi.
Ryan rise, prendendo una sorsata di thè.
«Amico, possiamo dormire nel tuo appartamento stanotte no?»
«Bhè, immagino di sì, ci sono tre stanze però.» rispose Andy.
«Sono sicuro che lo spazio non sarà un problema!» disse ridendo.
Nina scrollò la testa prima di sentire il telefono vibrare.
«Ehi Joel!» si alzò in piedi. «Siete arrivati?» iniziò a fare su e giù per il locale. «Oh ho capito! Noi siamo per strada! Tra 20 minuti siamo lì!» riattaccò tornando al tavolo.
«Joel mi ha chiamata, ha detto che lui e Janet sono arrivati ed anche Adam, manchiamo solo noi, o meglio voi per le prove.»
«Oh merda!» disse Andy gettando un po’ di soldi sul tavolo. «Andiamo ragazzi, siamo in ritardo!» sgridò gli altri.
Ryan e Nina si ricomposero seguendo il ragazzo verso la macchina.
Fecero accomodare Nina dietro e ripresero il viaggio. Dovuto alla pausa, alle risate o alle tecniche improbabili d’abbordaggio di Ryan, il tempo volò.
«Welcome to Liverpool!» disse Andy orgoglioso.
Era probabilmente una delle città più belle dell’Inghilterra. Il mare, i negozi, le luci.
L’atmosfera era quasi palpabile.
«L’arena è qua di fianco.» disse Andy svoltando in una strada larghissima.
L’arena era là, torreggiante sulla Cooper. Andy parcheggiò e scese.
Aspettò gli altri prima di avvicinarsi al bodyguard dell’entrata.
«Facciamo parte della band.» disse mostrando il pass.
Ryan si apprestò a fare lo stesso.
«Lei è con me.» continuò prendendo Nina per un braccio.

Faceva un grande effetto vuota. C’erano solo due puntini sul palco, uno che faceva avanti e dietro, l’altro che provava alcuni riff sulla chitarra.
Joel ed Adam.
«Hey ragazzi!» disse Andy alzando il braccio.
«Vieni, puoi aspettarci sotto al palco con Janet!» le prese la mano e la condusse dalla ragazza di Joel.
Era davvero bellissima. Aveva la carnagione chiara, gli occhi verdi, ed i capelli di un castano rossiccio.
Nina spalancò gli occhi, era davvero imbarazzata dalla sua bellezza.
«Tu devi essere Janet!» disse.
«In carne ed ossa!» le rispose. «Io sono Nina» disse prima di scambiarsi due baci sulla guancia.
«Che bel nome! Così sei la metà di Andy o Ryan?» chiese curiosa.
Diventò rossa.
«Di nessuno dei due, sono un’amica, li accompagno.»
«Ahhhh!» rispose la mora sorridendo.
Adam si avvicinò al bordo del palco per salutare Nina che, alzandosi, gli andò in contro. 

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Capitolo 5
*** Free your soul; ***


Free your soul;



«Tutto bene?» chiese premuroso il ragazzo.
«Tutto bene» rispose baciandolo sulla guancia, Il ragazzo le lanciò un occhiolino e tornò dalla band.
«Allora da quanto stai con Joel?» chiese Nina, sedendosi.
«Ufficialmente da due mesi, ma era un po’ che ci frequentavamo. E’ un ragazzo davvero speciale!» rispose con aria sognatrice.
Nina sorrise. Avrebbe dato qualunque cosa pur di avere accanto a sé un ragazzo come lui.
Spostò gli occhi su Andy. Forse era stato un riflesso condizionato, ma riusciva soltanto a pensare a come sarebbe stata la sua vita con lui accanto.
Sorrise al pensiero.
«Questa canzone è per un pubblico molto speciale!» disse Andy avvicinando le labbra al microfono.
Adam iniziò ad agitare le bacchette in aria, contando i battiti, prima che tutti e quattro iniziassero a suonare.
«Taking Over Me!» continuò.
Quella canzone era veramente stupenda. Era il loro ultimo singolo e sarebbero dovuti partire una settimana dopo per girare il video a Los Angeles.
Fu in quel momento che Nina ripensò al cd che Andy le aveva dato. In quel cd doveva esserci il singolo che avrebbe seguito TOM. Non vedeva l’ora di ascoltarlo.
«Ti piace vero? Si vede da come lo guardi.» disse Janet interrompendo il suo daydreaming.
«Chi? Cosa?» disse.
«Andy! Si vede che ti piace. Ma perché non glielo dici?»
«Non mi piace Andy siamo solo buoni amici!» cercò di convincere anche sé stessa.
«Certo!» rispose la mora sarcasticamente.
«Secondo me ricambia. Ma non voglio intromettermi.» continuò.
Nina sorrise imbarazzata. Era veramente così evidente? Quanti altri se ne erano già accorti? Ed Andy, anche lui l’aveva capito?

«Andy, la tua acustica si sente poco!» disse Joel sistemando le manopole minuscole della sua chitarra elettrica.
«Avete attaccato i cavi agli amplificatori?» disse togliendosi la fascia che sorreggeva la chitarra acustica alla sua vita.
«Sì è tutto attaccato!» rispose Ryan strattonando i fili.
Dev’essere un problema di cavo allora!» rispose Andy asciugandosi con il dorso della mano la fronte.
Nina si morse le labbra, non poteva frustrarla così. Appoggiò la chitarra a terra e si diresse sul bordo del palco.
«Vi state annoiando?» chiese alle ragazze.
«Assolutamente no!» risposero in coro, scoppiando poi in una fragorosa risata. Andy sorrise.
«Abbiamo finito, tra poco vi raggiungiamo! Voi uscite intanto se volete. » aggiunse raggiungendo gli altri.
Le ragazze si alzarono e si avviarono verso l’uscita. Era quasi notte benché fosse presto.
«Verrai anche tu in America?» chiese Janet guardando Nina.
«A fare cosa?»
«Quando i ragazzi andranno a girare il video!» disse sorridendo.
«Non credo, che verrei a fare?». Janet non potè notare una punta d’amarezza nella voce della bionda.
«Continuo a ripeterlo, secondo me piaci ad Andy.»
«Non lo credo possibile, in più io lo vedo come un amico» rispose torturandosi le mani.
«Lo credi davvero?» chiese Janet innocentemente.
«Sì. Lo ammetto, lui mi piace, ma sarebbe troppo complicato. La sua ex è la mia migliore amica.» sbottò tutto di un fiato lasciando Janet a bocca aperta che si lasciò sfuggire un ‘’oh’’ di sorpresa.
«Bel casino eh?» rise Nina.
«Sono sicura che ci sarà un modo, c’è sempre un modo» le sorrise.
«Grazie» rispose sorridendo Nina.
«Per cosa?»
«Per quello che stai facendo!» e le rivolse un altro sorriso di cortesia.
 

«Mi sei mancata!» Janet si voltò per poi essere coinvolta in un super abbraccio.
«Joel!» disse sorpresa.
«Anche tu» continuò stampandogli un bacio sulle labbra.
«Come ti sono sembrate le prove?» chiese il ragazzo infilandosi le dita nei capelli.
«Meravigliose come sempre» disse baciandolo ancora una volta.
«Ma trovatevi una stanza!» disse una voce in lontananza.
«Siamo un po’ invidiosi Fletcher?» disse Joel tirando ancora una volta a sé la sua ragazza.
«No affatto!» disse Ryan tirando a sé Nina per imitare l’amico.
Nina lo guardò prima di scoppiare a ridere.
«Nessuno può resistere al fascio del biondo platino!» continuò scherzando.
«Proprio nessuno.» disse Andy freddamente, appena arrivato.
Ryan mollò subito la presa liberando Nina.
«Dov’è Adam?» chiese poi.
«Eccomi!» disse ansimando.
«Ma dov’eri?» chiese Nina.
«Stavo parlando con alcune fans!» disse ancora annaspando.
«Ads, stasera avevamo in programma di uscire, ho trovato una barista niente male! Siamo tutti in coppia, trovati una ragazza amico!» disse scherzando Ryan.
«Wow! Nessun problema, Liverpool è grande, i night clubs ancora di più.» disse Adam ricomponendosi.
«Ci vediamo stasera allora! A dopo ragazzi!» disse Ryan.
«Aspettami, vengo con te amico!» disse accodandosi Adam.
«Io immagino debba venire con te!» disse Nina rivolgendo un grande sorriso a Janet.
«Sì! Ho fatto caricare la tua valigia nella mia macchina.»
«Perfetto!»

Andy guardò l’orologio.
«Sono le 6, riuscirete a trovarvi pronte per le 9?» chiese freddamente rivolgendo uno sguardo alla bionda.
«Ovviamente» rispose turbata.
«Allora a dopo amore!» disse Joel spalmandosi letteralmente contro le labbra di Janet che contraccambiò con un bacio passionale.
«Ci vediamo stasera » sorrise poi abbracciando Nina.
«Certo!» rispose contraccambiando l’abbraccio.
«A stasera» disse Andy dando un fugace abbraccio ad entrambe le ragazze.
Nina non poteva nascondere la delusione che aveva provato in quel momento.
Era davvero molta. Non riuscì a parlare, continuò a guardarlo mentre si allontanava con l’amico.
«Che diavolo ha?» chiese Janet.
Nina fece spallucce.
Per tutto il viaggio non proferì parola. Era ancora scombussolata dal comportamento di Andy. Qualcosa lo aveva turbato era chiaro, ma non riusciva a capire cosa.
«Siamo arrivate! Abito poco fuori Liverpool purtroppo! Ma sto cercando un appartamento un po’ più al centro ad essere sinceri.» disse Janet parcheggiando davanti ad una graziosa casa dalle finestre blu elettrico.
«E’ davvero molto carina casa tua!»
«Ah grazie, ovviamente fai come se fossi a casa tua!» disse spalancando il portone.
Un atrio accogliente le dava il benvenuto.
«Alla tua destra c’è la cucina e al piano di sopra le camere, ma stanotte dormiremo a casa Brown da quanto mi hanno detto quindi serviranno a ben poco!» rise Janet poggiando la borsa sulla sedia della cucina.
Erano ormai le sette ed era notte, vera e propria.
Mancavano due ore alla fatidica serata.
«Io mi farò la doccia qua, tu puoi farla al piano di sopra!» disse Janet alzando il dito.
Nina annuì dirigendosi al piano di sopra.
«E’ la prima porta a destra!» Sentì gridare. Si infilò in bagno e si tolse i vestiti. Il getto d’acqua calda era un qualcosa di paradisiaco dopo tutto il giorno passato fuori.
Non faceva altro che pensare a quel ragazzo, tanto lontano ma tanto vicino.
Era quasi fisicamente doloroso. Sentiva quel vuoto e non sapeva come riempirlo, non sapeva come soffocare quella sensazione.
Ecco, era esattamente così che si sentiva. Strangolata in una situazione che non le apparteneva.
Estraniata dalla realtà. Sapeva esattamente cosa fare, Janet aveva ragione, ma non era mai stata una ragazza capace di prendere in mano le redini.
Uscì dalla doccia avvolgendosi in un bianco asciugamano.
Ne prese un altro e lo arrotolò attorno ai capelli. Uscì dal bagno.
«Dov’è la mia valigia?» urlò a Janet.
«Non l’ho ancora scaricata! Prendi un vestito dei miei, sono sicura che la taglia è la stessa più o meno! Nell’armadio della stanza a destra!» le rispose l’amica.
Nina si diresse verso la stanza.
Era graziosa e color panna. Aprì l’armadio e iniziò a far scorrere tra le dita le stampelle.
Poi la visione. Un vestito corto poco sopra le ginocchia.
La parte superiore era color panna mentre quella inferiore – una gonna a balze- rosa antico. Lo prese e se lo infilò.
Non aveva bisogno del reggiseno dato che le spalle andavano scoperte. 

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