As I Am

di _Giuls17_
(/viewuser.php?uid=113322)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Atto Primo: Passato ***
Capitolo 2: *** Empatia ***
Capitolo 3: *** Emozioni ***
Capitolo 4: *** Sole ***
Capitolo 5: *** Tramonto ***
Capitolo 6: *** Scelte ***
Capitolo 7: *** Atto Secondo: Presente ***
Capitolo 8: *** Destino ***
Capitolo 9: *** Cuore ***
Capitolo 10: *** Luna ***
Capitolo 11: *** Impulsività ***
Capitolo 12: *** Caos ***
Capitolo 13: *** Senza tempo ***
Capitolo 14: *** Origine ***
Capitolo 15: *** Autunno ***
Capitolo 16: *** Notte ***



Capitolo 1
*** Atto Primo: Passato ***


Challenge: The One Hundred Prompt Challenge indetta da BlackIceCrystal sul forum di Efp. 
Prompt: 56* Argomento: Tempo: Passato. 
Personaggi: Miley Cyrus/Nick Jonas 
Raiting: giallo

Titolo: As I am 

Sembra passato davvero tanto tempo, vorrei poter dire anni..ma è passato solo qualche mese.
Qualche mese da quando la mia vita è totalmente cambiata...
Da dove posso iniziare..
Beh il mio nome è Miley e mi piace definirmi una ragazza come le altre; vado a scuola ed ho delle amiche che considero la mia famiglia. 
Ma non è che questo significa che non ho una famiglia eh! 

Io sono stata adottata non appena nata, da genitori che all’apparenza sembravano i genitori più bravi del mondo..ma che in realtà non sanno e sapevano come gestire un figlio. 
Quindi, questa mia "diversità", se così si può chiamare, mi ha sempre seguita...come una cicatrice sulla pelle.
Sono di origini americane, infatti, quando sono stata adotta, i miei risiedevano ancora in America. 
Poi, per motivi a me tuttora sconosciuti, ci siamo trasferiti in Italia e..ecco, diciamo che i miei ricordi iniziano da qui. Del pre- trasferimento...non ricordo nulla..
Col tempo mi sono rivelata la classica americana. Insomma quella che canta e scrive canzoni incurante del caos che la circonda...come se il mondo fosse qualcosa del quale poter fare a meno. 
Almeno, io l'ho sempre vista così..
Ma seppur in questa mia "stravaganza", in questo mio "isolamento", le mie amiche hanno sempre deciso di rimanermi vicine...al contrario dei miei..sempre più assenti...
Quindi mi fu facile stringere da subito quel forte legame che nasce tra vere amiche...un legame tra sorelle ormai, con Carla e Martina.
 
E già la differenza dei nostri nomi...quella costante presenza di sangue americano nelle mie vene...quella diversità...fu un duro ostacolo da superare. 
Anche quel piccolo dettaglio mi faceva sentire diversa...e sola... 

Ho trascorso si può dire tutta la mia giovinezza a scrivere, a cantare e a disubbidire ai miei. 
A vivere con le mie "sorelle" cercando di scavalcare gli ostacoli che la vita mi propinava. Cercando di combattere quel dolore che mi portavo dietro fin dalla nascita...cercando di creare una Miley che fosse soddisfatta della sua vita. Ma...forse...non ci sono mai riuscita. 

La mia vita fino ai diciotto anni è stata questa; un alternarsi tra alti bassi.
 
Tuttavia, proprio dopo quel giorno, ho deciso che era arrivato finalmente il momento di cambiare.
Di dare un taglio netto a quella che era stata, finora, la mia vita.
Era arrivato il momento di andare via. 
Dovevo cercare le mie radici...dovevo cercare quel posto che finalmente avrei potuto chiamare casa.
 
Dovevo cercare quelle persone che mi avevano lasciata.
Era arrivato il momento di crescere. Così dopo gli esami di stato, io e le mie amiche siamo partite per l’America. 
Sia chiaro, senza nessuna pretesa!...solo con quel "semplice"..piccolo obbiettivo: scoprire qualcosa sulla mia famiglia. 
O almeno....questo era quello che volevo fare...
...L'obiettivo venne completamente stravolto in soli due giorni dall'arrivo a New York.
 
Allora...tutto stava procedendo secondo i piani...stavamo raccogliendo informazioni dai vari ospedali seppur sempre senza grandi risultati...e il nostro morale stava peggiorando...ma speravamo ancora di trovare qualcosa che potesse darci un indizio...qualcosa dannazione...QUALCOSA!
 
Ma anche in questo, zero fortuna.
Così, dopo un paio di giorni, mentre mi trovavo proprio nel cuore della Grande Mela...ho deciso di cantare.
Ero brava! Voglio dire...me l’avevano sempre detto in molti...ma...cantare in pubblico, che già di per sé mi aveva sempre messo ansia, quel giorno.. in quel posto (cavolo stiamo parlando di NEW YORK!!!Mica della prima provincietta italiana!!), sarebbe stata praticamente un'impresa impossibile! 
Era....UNA FOLLIA! Non era da me...sempre timida e introversa e...mah, forse grazie al fatto che lì non mi conosceva nessuno tranne ovviamente le mie amiche...forse l'atmosfera...insomma venni spinta da un desiderio irrefrenabile di cantare.
Come se la mia vita dipendesse da quello! 

Ho iniziato a intonare le prime strofe della canzone The Climb: 
I can almost see it

That dream I am dreaming

But there’s a voice inside my head saying
“You’ll never reach it” 
Every step I’m taking 
Every move I make feels 
Lost with no direction 
My faith is shaking
But I gotta keep trying
Gotta keep my head held high


Stava andando alla grande..lo vedevo nelle espressioni entusiaste di Martina e Carla...nei sorrisi della folla, sempre più numerosa intorno a me...ma sentivo anche che mi mancasse qualcosa.. 

La canzone era come.."vuota"..senza gli strumenti ad accompagnarla. Chiaramente, non se ne stava accorgendo nessuno...ma il mio orecchio, ormai abituato a passare 24 h su 24h con la musica, sì.
 
Avevo quasi pensato di fermarmi quando, all'improvviso..da non troppo lontano..ho sentito una chitarra, che non so nemmeno come avesse “compreso” le note della canzone, della mia canzone, pur non avendola sicuramente mai sentita! 
E...ha accompagnato la mia voce che nel frattempo aveva ripreso forza.
Sentivo di dovermi avvicinare al ragazzo, di dover seguire il suono della sua chitarra che stava suonando...per me e con me. 

There’s always gonna be another mountain
I’m always gonna wanna make it move 
Always gonna be a uphill battle

Sometimes I’m gonna have to lose
Ain’t about how fast I get there

Ain’t about what’s waiting on the other side 
It’s the climb 


Ho notato subito che portava un cappello...grande ma non così grande da riuscire a domare tutti quei...folti capelli ricci, che finivano per uscire da sotto di esso. 
I suoi occhi erano di un intenso color nocciola e mi fissavano... ma..insomma è strano da spiegare..ma avevo la sensazione che mi guardassero letteralmente...dentro...che mi stessero guardando...l'anima... 

The struggles I’m facing

The chances I’m taking

Sometimes might knock me down
But no, 
I’m not breaking

I may not know it

But these are the moments that

I’m gonna remember most, yeah

Just gotta keep going
And I, 
I got to be strong
Just keep pushing on

‘Cause there’s always gonna be another mountain I’m always gonna wanna make it move

Always gonna be a uphill battle

Sometimes I’m gonna have to lose

Aim’t about how fast I get there

Aim’t about what’s waiting on the other side
It’s the climb, yeah!
 
There’s always gonna be another mountain

I’m always gonna wanna make it move

Always gonna be an uphill battle

Somebody’s gonna have to lose

Aim’t about how fast I get there

Aim’t about what’s waiting on the other side
It’s the climb, yeah! 


Ci muovevamo in sincronia..ci stavamo...capendo! 
Non so se sia realmente possibile ma...ci stavamo conoscendo tramite quella canzone!! E non mi era mai successo, diamine...come si fa a conoscere tramite una canzone una persona?! 
Avevo paura...e mi sentivo anche abbastanza...matta...a credere una cosa simile. Ma anche questa sensazione venne sostituita poco dopo da una percezione di...pace.. 

Keep on moving, keep climbing
Keep the faith, baby

It’s all about, it’s all about the climb
Keep the faith, keep your faith, whoa


Non appena ho smesso di cantare gli ho subito spontaneamente sorriso...Pensa tu, Miley Cyrus, colei che aveva sempre preferito la compagnia di un buon libro a quella di un estraneo...si metteva a sorridere agli sconosciuti?! 
Ma...ecco lui non era uno sconosciuto...non poteva essere "uno sconosciuto" una persona che oltre ad avermi salvata da un'imminente figuraccia, conosceva già la mia canzone. Ma come c***o aveva fatto?! 

C’era qualcosa tra noi...qualcosa che mi sembra pure sciocco a spiegarlo..ma qualcosa di forte. 

Manco a dirlo, ha ricambiato velocemente il mio sorriso e allora, stupita, e anche un po' nervosa mi sono voltata verso le mie amiche..volevo capire se stessi sognando! Erano senza parole, e non solo per la canzone...ma proprio per quel ragazzo... -sembravate un duo!-, 
-Una coppia!!- mi dissero dopo..
 
Ci guardavano tutti...alcuni parlavano a bassa voce e altri ci indicavano...prima me e poi lui...Ma alla fine tutti applaudirono. 

-Se non vuoi finire schiacciata dalla folla vieni con me- ha sussurrato lui..e SENZA NEMMENO RENDERMENE CONTO..gli ho dato la mano e siamo corsi via.
Dopo un attimo gli volò via il cappello, quello che era il suo..travestimento..e mi rivelò la chioma folta di Nicholas Jonas. 
Un nome che non avrei dimenticato.. 



Buongiorno, mi sono dimenticata di chiarire alcune cose, questa storia sarà divisa in atti, questo è il primo atto e tratta del passato, e avrà una serie di sottocapitoli lo stesso vale per gli altri atti che per ora non vi cito, spero che vi piacciaaaaa!! Kiss =)

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Empatia ***


Challenge: The One Hundred Prompt
Prompt: 50* Argomento: Sentimenti: Empatia
Personaggi: Miley Cyrus/Nick Jonas

Senza badare alla strada, senza prendere aria nemmeno per respirare, in quel preciso momento di quel preciso giorno estivo della mia vacanza americana, o meglio del mio Sogno Americano, io, Miley Cyrus mi trovavo a correre mano nella mano con uno sconosciuto; insomma, da non credere, mi stavo fidando di un ragazzo che nemmeno conoscevo, ma che dico conoscere...che non avevo mai visto!
Eppure doveva essere Qualcuno...in quella strana America.
Riuscii a voltarmi per un millisecondo e vidi che ancora qualche ragazza tentava di inseguirci. "Non buono"- pensai stringendogli, impulsivamente, ancora più forte la mano.
Ecco, ora mi mettevo anche a stringere la mano agli estranei! Non dovevo essere in me. No niente affatto, Insomma...Che fine aveva fatto la bambina timida che si vergognava anche a chiedere il gelato al gelataio?! 
Eppure, ripensandoci, anche dopo mesi, non riuscii mai a trovare una risposta a quei miei gesti "folli" ma così... naturali. Io dovevo inseguirlo. Io dovevo tenere quella mano.
Svoltammo in un angolo buio e stretto, così, per nasconderci meglio dalle fan accanite, mi strinse a sé per aderire perfettamente alla parete. Poco dopo, infatti, le ragazze superarono l'angolo e proseguirono altrove la loro "corsa a Nick" .
Tirammo un sospiro di sollievo.
Ed eccoci là! : per la seconda volta, in tutta quella pazza giornata, mi ritrovavo in una situazione assolutamente paradossale, abbracciata a un...C***O MA ERA UN FIGO PAZZESCO! 
Liberarsi di quei buffi travestimenti era stato come "liberare" anche la sua bellezza. 
L'unica anomalia a quella statua umana erano i capelli: diciott'anni sulla carta (d'identità, obv) , ma sedicenne per la folta chioma da figlio di Will Smith.
Tuttavia, gli occhi...beh, sugli occhi niente da dire: erano mozzafiato. Niente a che vedere con i miei, che a confronto mi sembravano così banali. 
No ma seriamente : eravamo così diversi: insomma, che ci faceva un diciottenne bono famoso e talentuoso con un'italoamericana impaurita sconvolta timida e tra l'altro così incasinata?! Eppure...sentivo che nonostante tutto avevamo qualcosa di simile...
-Seguimi.- disse indicando una porta chiusa con un lucchetto.
Prese una chiave e l’aprì. Chiaramente aveva la chiave. E CERTO! Stupida io a non pensare che quel tale Nick Jonas non potesse possedere tutte le chiavi di ogni portone di quella piccola città chiamata New York!
Pff..ma come mi potevano venire in mente certe cose!
Fatto sta che entrammo in un..locale o magazzino (?!). Difficile a dirsi, era molto buio fino a quando...Nick accese la luce, e tutto si trasformò. 
Sì, so perfettamente cosa starete pensando: "sempre più sorprendente questo Nick Jonas"...e beh, vi assicuro che ero frastornata quanto lo sareste stati voi!
Il "magazzino" altro non era che un monolocale magnifico, pieno di strumenti, tra cui un pianoforte e una chitarra, e con in un angolo un letto a baldacchino e, all'altro, un bagno.
C'erano luci e spartiti sparsi qua e là, insieme ad alcuni quadri tipici newyorchesi.
L'atmosfera era particolare (eh beh che altro mi potevo aspettare da un tipo così?!): era come se la stessa stanza volesse muoversi...volesse cantare.
Voleva essere viva.
-E'...è bellissimo qui.- dissi guardandomi attorno.
-Questo - disse orgoglioso indicando la stanza- è il mio posto segreto. Nessuno lo conosce...- e si sedette su una di quelle classiche poltrone che ti fanno sprofondare .
-Perché ci hai portato me allora?- chiesi seriamente –Non sai manco chi sono!-
-Hai ragione...ma ti ho...sentito- pronunciò quelle ultime parole con tono diverso, quasi emozionato..."ti ho sentito"...dei brividi mi percossero...che diavolo stava succedendo?!
-Ho sentito la tua musica e ho percepito qualcosa di...profondo. Ahh..non guardarmi in quel modo e soprattutto non chiedermi che cosa o come sia possibile! So solo che io ti ho capita. Punto. -
Il suo viso era serio e gli occhi mi dicevano che non stava mentendo, perciò gli credetti subito. Anche io avevo avuto la sua stessa sensazione, anche io l’avevo "sentito".
E...è strano da spiegare ma ebbi come l'impressione di...insomma di aver trovato un senso a tutto quel vagare, e non solo dopo essere partita alla ricerca delle mie origini, ma proprio tutta quella sensazione di incompletezza, che mi portavo dietro da...una vita. 
E ora, in soli tre giorni dall'arrivo a New York...l'avevo trovato nei suoi occhi. Dannazione.
"Piano Miley.."- mi dissi- "La tua ragione di vita sarebbe una persona che non conosci nemmeno?! Beh certo, bono è veramente bono, e poi guarda che addominali......ma VACCI PIANO e smettila di fare l'adolescente in preda agli ormoni! Ragiona e non dire ca**ate. " . 
E, per una strabenedettissima volta nella mia vita, mi resi conto che quel mio cervello, totalmente inutile nelle verifiche di matematica, non stava sbagliando. 
Mi stavo comportando da irresponsabile...e poi se io avevo "sentito" lui, e lui aveva provato qualcosa di profondo per me solo attraverso una canzone, cosa sarebbe successo se fossimo andati oltre?
"Beh, e non ha sentito ancora le mie altre canzoni!", pensai sghignazzandomela allegramente.; e...sono quasi certa di aver sentito un "Sei la solita" partire dai meandri del mio cervello ma...che volete farci...lassù si respira poco senso dell'umorismo!
Così, assolutamente irrazionalmente, mi avvicinai al piano, e lo accarezzai con molta delicatezza.
"Sentivo" perché Nick amasse quel posto. Intendo dire, anche se non me l' aveva detto esplicitamente, quel posto doveva essere come una parte dì sé, del Nick Jonas più profondo. 
Era solo suo, il suo "posto segreto", doveva essere qualcosa di importante per lui che... aveva decido di condividerlo con me.
Mi sedetti sullo sgabello e mossi velocemente le mani sui tasti per suonare un pezzo di una mia canzone perché... sentivo di voler ancora suonare con lui...di rivedere ancora "la sua anima". Volevo ancora quel contatto.
-Suoni con me?- chiesi sorridendo. Cercavo di mascherarlo, ma dentro ero pazza di gioia. 
Stavo bene là. Stavo bene con quello sconosciuto, strano, matto, Nick Jonas.
Il viso gli si illuminò, si alzò e prese la chitarra che si trovava a pochi passi da lui.
-Suonerei con te ogni singolo istante della mia vita, se potessi.-
Chiaramente feci finta di non sentire quello che aveva appena detto per non diventare color Ketchup (per restare in tema USA), ma ovviamente...invano. Così rossa pomodoro iniziai a intonare Make Some Noise:
It’s easy to feel like
You’re all alone
To feel like nobody knows
The great that you are
The good that’s inside you
Is trying so hard to break through
Maybe it’s your time to lift up and fly You won’t know if you never try
I will be there with you all of the way You’ll be fine

[Chorus]
Don’t let anyone
Tell you that you’re not strong enough
Don’t give up
There’s nothing wrong with just being yourself That’s more than enough
Some come on and raise your voice
Speak up loud and make some noise
And sing
Hey, hey
Make some noise
Hey, hey, yeah

Cantammo e suonammo forse perfino per più di un’ora. Direi anche per tutta la sera; ci alternammo. Alcune volte cantava lui ed ero io a seguirlo con la chitarra.
Nei suoi sorrisi sentivo il cuore fermarsi e perdere battiti. Stava succedendo qualcosa in quella stanza; qualcosa di meraviglioso. Qualcosa che non avrei mai più rimosso.
Ma non era solo la musica...Ci sentivamo complici e artefici di qualcosa ancor più grande della musica...
Sia ben chiaro, io...speravo a tutti i costi di non innamorarmi di lui; se fosse successo, allora la mia vita non sarebbe più stata mia, ma inevitabilmente anche...sua.
Un amore come questo, così...potente andava evitato.
-E’ stato...- Non riusciva a trovare le parole adatte...e di certo io non sarei riuscita ad aiutarlo! Era stato unico, ma non riuscivo a dirlo, non riuscivo a dirlo a lui. Quindi preferii tacere e arrossire.
Poi ripensai al mio grande dilemma. In qualche modo volevo evitare di innamorarmi di lui?! Beh allora dovevo essere meno dolce, meno carina e allontanarmi al più presto da lui. Ma...lo guardai...m**da sarebbe stato impossibile.
Sbuffai. Insomma ma perché tutte a me?! C'ho un bersaglio sulla schiena?!
Ma, ahimè, non era il momento di commiserarmi, dovevo prendere una decisione, e sapevo perfettamente quale fosse : evitarlo. 
Beh, quanto meno provarci. Insomma a chi volevo prendere in giro?! Io non facevo parte del suo mondo e non ne avrei mai potuto farne parte. Troppi casini e problemi.
Non dovevo deluderlo con false speranze.
-Io devo andare.- dissi alzandomi.
-Stai ancora un poco....non andare via..-
Ecco, ora ci si metteva pure lui! Già era stato difficile alzarmi, già era stato difficile convincere quel tamburo a forma di cuore che tenevo nel petto, e ora anche lui mi pregava di restare?! Avrei voluto mandare tutto al diavolo: il mio piano, il mio cervello, i miei progetti...e finalmente imparare a vivere bene. Forse, era quella la cosa giusta da fare.
Eppure, dovevo quantomeno provare.
-Veramente Nick, ho lasciato le mie amiche così...su due piedi...anzi saranno già in pensiero...beh...che ora è... caspita devo andare...devo proprio andare.. non posso rimanere.-
E con quel "rimanere" intendevo proprio rimanere nel vero senso della parola; insomma, io non ero di lì. Era questo ciò che avrei voluto inconsciamente fargli capire.
-Va bene, ma ti rivedrò?- chiese speranzoso.
-Non lo so...dipende...- non sapevo che fare.
-Da cosa?-
Panico.
-Beh..diciamo così: se riesci a trovarmi allora sarà stato il destino a scegliere di farci rincontrare...sennò...beh sennò il nostro incontro sarà stato solo un caso.- conclusi risoluta, cercando di rimanere tranquilla.
-Io ti troverò.- disse sicuro.
"Lo spero...lo spero Nick"- ecco, questo è quello che gli avrei detto se fossi stata maledettamente più coraggiosa. Ma lasciai quella frase in bocca:
- Ciao.-
Senza aggiungere altro, uscii e mi iniziai a incamminare sola, di notte, piangendo. 
Piangevo perché speravo che non mi trovasse...ma piangevo anche perché volevo l'esatto contrario, perché sapevo di aver fatto un enorme cazzata.
Piangevo perché una parte del cuore era rimasto lì, in quella stanza; con lui, a suonare quelle melodie.

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Emozioni ***


Challenge: The One Hundred Prompt
Prompt: 47* Argomento: Sentimenti: Emozioni
Personaggi: Miley Cyrus/Nick Jonas

Quella sera tornai in albergo davvero tardi; le mie amiche dormivano già da un pezzo, ma avevano lasciato un bigliettino con su scritto di svegliarle nel momento in cui fossi tornata.
Lo posai, ma non le svegliai; mi convinsi che probabilmente stavano sognando. Magari "il principe azzurro" o il ragazzo perfetto.. 

Andiamo...non potevo svegliarle!
Così guardai il cielo: quella sera era ricolmo di stelle. Era così...maledettamente romantico che mi venne spontaneo pensare a lui. Ad una vita con lui.
E chissà perché quella vita mi sembrava meravigliosa...mi vedevo felice e... spensierata come non mi ero mai immaginata. Riuscivo a percepire l'amore che avrei provato stando con lui. E no, non era il classico amore da favola! 
Quello là era un tipo di amore che..ti dava tutto ma che allo stesso tempo si prendeva tutto..
Lo avevo capito dal primo momento! Solo a sentirlo suonare l'avevo capito. 
Non appena i nostri sguardi si erano incrociati per la prima volta...l'avevo capito. Non appena mi aveva stretto a sé....diamine sì, io l'avevo capito.

E per una come me che non aveva mai amato veramente, anzi no!che dico?! Una che forse non aveva mai nemmeno pensato all'amore... quel amore...faceva paura.
Ma non avevo potuto evitarlo....caspita di un ragazzo del genere non ci si può non innamorare! 

In quella notte New Yorkese le stelle brillavano più che mai; era un vero spettacolo e forse quello scemo se le stava perdendo...forse era ancora rinchiuso in quel suo nascondiglio a...a pensare a chissà cosa!
 
Volevo le vedesse. Volevo guardasse il cielo. Volevo...sì volevo che si dimenticasse di me e mi lasciasse tornare al mio unico scopo! Volevo essere.. 

Dimenticata. A chi volevo prendere in giro?! Ero venuta là con un preciso compito...NON DOVEVO PERDERE TEMPO! Io...non potevo. Se mi avesse dimenticata anzi se non ci fossimo mai incontrati...forse avrei già risolto tutti i miei casini! 
Dannazione...sarei potuta...andare avanti.. ma, mentre cercavo di convincermi di queste c***ate, una lacrima mi scese dal lato sinistro del viso; la verità era che io non volevo essere dimenticata.
Anzi...forse volevo finalmente essere amata...veramente. 
Volevo essere l’unica ragione di ogni suo sorriso. Volevo essere l’unica a fargli battere il cuore. La sua ragione di vita.
La verità era che io lo volevo quel amore stravolgente..passionale..che mi avrebbe consumato anima e corpo.. Volevo sentirmi importante per qualcuno..finalmente..
 
Eppure avevo paura, paura di quel alter ego che si stava impossessando di me. Io non avevo mai provato niente di tutto questo! Non ero mai stata la ragione di qualcuno! 
Ero e sarei stata sempre solo Miley Cyrus.
Niente di più e niente di meno.
Eppure ero ancora là a guardare il cielo..sperando inconsciamente di liberarmi proprio di quelle paure..
 
Volevo essere dimenticata..
Volevo stare con lui..
MA INSOMMA COSA VOLEVO DAVVERO?!
Per il momento l'unica certezza che avevo era proprio quella paura..di quel amore...che forte come la corrente del mare mi avrebbe trascinata via...verso qualcosa che non avrei potuto prevedere.

-Ma allora sei viva!!- il tono di Carla era vivace..nonostante la sveglia accanto a me segnasse solo le 9:00 del mattino!
 
Presi un cuscino e me lo misi sugli occhi. Non era il caso di spiegare che cosa avevo fatto ieri... anche se..ero certa che con loro due non sarei riuscita a tenere il segreto per molto. 

-Allora dove sei stata?! ma soprattutto chi era quel fico che ti ha portato via?- Martina: la sua curiosità arrivava alle stelle quando si parlava di ragazzi!
 
-Non ne voglio parlare.- biascicai quelle poche parole..cercando di far cadere l’argomento. 

-E tu credi che dopo essere SCOMPARSA, PER UN INTERO GIORNO , con un ragazzo, CHE NON CONOSCI, NOI TI LASCIAMO STARE?!- stavolta Carla urlò. Mi tolse il cuscino... 
-Beh, ci ho provato.- rassegnata, mi misi a sedere sul letto. 

Avevo dormito davvero poco quella notte e tutto questo perché non riuscivo a togliermi dalla testa quelle canzoni! Mi sembrava perfino di sentirle in quel momento! 

Le mie amiche non parlavano..stavano in silenzio aspettando che iniziassi a raccontare..
 
-Il ragazzo...quello di ieri si chiama Nick...Nick Jonas.- dissi guardandole in faccia. 
-Mi ha condotto in un suo “appartamento” se così lo posso definire...per nasconderci dalla folla che ci seguiva. Sembra essere molto famoso qui..-
 
-Cosa avete fatto?- Carla mi guardava con occhi speranzosi..
 
-Beh noi...- Cosa avevamo fatto?! Cosa avevo fatto?! Gli avevo detto addio, ecco che avevo fatto.. nella "speranza" che lui non mi trovasse più..io gli avevo detto addio. 

Sentii un dolore forte al petto al solo pensiero..ma feci finta di niente e proseguii:
-Abbiamo suonato.- dissi a bassa voce. 

-Com’è stato?- 

-Bellissimo.- Questa volta non riuscii a trattenermi; le lacrime scendevano veloci e nonostante rapidamente ne asciugai qualcuna, continuarono a scorrere sul mio viso. 

Il dolore stava tornando vivido nella mia mente.
 
-Ti ha fatto qualcosa?- chiesero assieme allarmate, ma io scossi la testa. 

Finii per raccontare tutto..le mie sensazioni..le mie emozioni..il fatto che ogni volta che lo guardavo qualcosa si accendeva in me...tutto:
-"Per un istante le nostre vite si sono incrociate e le nostre anime si sono sfiorate"- intonai questi pochi versi..speravo che ancora una volta il canto potesse spiegare meglio dei miei discorsi complicati quello che avevo provato!
 
Ma forse questa volta una canzone non mi avrebbe salvata..forse loro...non avrebbero potuto capire...quel sentimento..

-Lo rivedrai?- chiese Martina fiduciosa e già mi sembrava di percepire i suoi pensieri..probabilmente credeva che tra me e lui fosse nata una "storia"...insomma una di quelle che avevo immaginato la sera prima, una di quelle che rubano il cuore.
 
-No...almeno spero di no! Voglio essere dimenticata..- abbassai lo sguardo imbarazzata..
Ed ecco che in un attimo quello che la sera prima era stato solo un pensiero adesso si materializzava..
Tremai. Io...ne ero coinvolta.
-Che vuol dire?!-
-Gli ho detto che se mi troverà potremmo rivederci..- 

-Non capisco.-
 
-Non posso essere influenzata da un sentimento del genere Carla!! Non posso provare Amore per un ragazzo che nemmeno conosco. Non posso essermi innamorata..così- piansi.
 
-Ma hai detto che le vostre anime si sono sfiorate..- Martina mi asciugò le lacrime.
 
-Ed è così.- risposi.
-E non pensi di essere stata fortunata? Voglio dire...nella vita forse non ti capiterà mai più un’occasione come quella!- il suo sguardo era duro..mi stava rimproverando.
 
-Sarebbe uno dei miei desideri più grandi poter sentire quello che ieri sera hai provato tu! Vorrei essere io a poter provare quel tipo di amore che ti consuma! Vorrei essere io ad aver provato amore a prima vista, ma sei stata tu! Quindi non buttare tutto nel cesso.- 

Si alzò e uscì dalla stanza.
 
Rimasi sola con Carla..forse lei mi avrebbe capito di più...non mi avrebbe detto le stesse cose cattive, anche se dettate da un legittimo sfogo.
Mi sentivo un'idiota.. 

-Miley..- cercò di mantenere un tono calmo. -Vedi..tu sei padrona della tua vita, ma allo stesso tempo non puoi decidere di non innamorarti...quello succede e basta, senza se e senza ma. Se adesso credi che legandoti a lui non saresti più te stessa, è solo perché devi dare alla tua mente il tempo di..elaborarequesta speciale situazione...datti tempo.- sorrise. 
Un sorriso sincero...e questo per un attimo mi diede speranza..-Ma Martina ha ragione...se pensi di provare anche un briciolo di amore per quel ragazzo, seppur sconosciuto, non buttare tutto nel cesso. - E anche lei si alzò e uscì dalla stanza. 

Rimasi sola con le mie emozioni. Sentivo di aver...perso quella battaglia...quella battaglia contro me stessa.
E fu proprio in quel momento che scelsi la strada più difficile dalle mia vita: dovevo essere forte. Era meglio essere dimenticata che lasciarsi andare.
Decisi che era meglio valere meno di niente che perdere quelle poche certezze che avevo. 

Erano passati quattro giorni dal nostro saluto.
 
Quattro giorni che non vedevo il suo sorriso..o i suoi occhi..
 
Quattro giorni che non sentivo la sua voce cantare o le sue mani muoversi su quel piano. 
Quattro giorni in cui avevo provato a dimenticarlo.
 
Quattro giorni in cui non c’ero riuscita.

In quei giorni avevamo ripreso le ricerche sui miei genitori, avevamo controllato ogni ospedale o ogni casa d'affido della zona, ma niente.
 
Sembravano essere spariti nel nulla e ciò mi suscitò una sensazione strana...non mi sentivo reale... forse anche io non esistevo!

-Non ci possiamo arrendere.- disse Carla in uno dei tanti momenti in cui mi isolavo sconfortata.. 
Nessuna delle tre aveva più parlato di quel Nick in quei quattro giorni.
Nessuna aveva più pronunciato il suo nome, o una sua canzone.
 
Stavo cercando di dimenticarlo, proprio come lui aveva sicuramente già fatto con me! 
È inutile dirvi che durante quei quattro giorni il cuore non aveva smesso per un attimo di farmi male...come se piangesse incessantemente...come se rivendicasse di sentirsi ancora vivo.
Ma quel dannato cuore...non potevo darlo al primo sconosciuto! 

-Quale ospedale c’è qua vicino?-
 
-Il Sant John.- rispose Martina, guardando la mappa che ci eravamo procurate in albergo.
 
Così ci incamminammo verso il "Sant John", altri 50 km in un giorno e...come se non bastasse sentivo che avremmo fatto un altro stramaledettissimo buco nell’acqua! 

Una volta giunti all’ospedale, trovammo posteggiata proprio davanti all'ingresso una limousine nera, alla quale lì per lì non badai troppo se non per il fatto che ostruiva il passaggio. 
Ma poteva essere di un vip qualsiasi...visto che eravamo in America!
Così non feci nemmeno troppo caso a chi aprì lo sportello e ne sguizzò rapido fuori. 


-Dovrebbe essere il decimo ospedale che controllate...se non erro..- il tono di voce non mi era nuovo.
Ma chi diavolo poteva sapere che quello era davvero il decimo ospedale che cercavamo?! 
Mi voltai nello stesso istante in cui il "personaggio misterioso" si tolse gli occhiali da sole e mi guardò dritta negli occhi. 
La mia incazzatura svanì di colpo e rimasi letteralmente a bocca aperta.
 
-Nick- fu l’unica cosa che riuscii a dire..prima di sentire un martello pneumatico torturarmi il petto! C***o voleva schizzarne fuori! 

Sono certa che in quel momento avessi un volto sconvolto...un misto di stupore rabbia delusione e felicità.
Ma allora non mi aveva dimenticata..
 
-Quattro giorni fa mi hai detto che, se ti avessi ritrovato, allora non sarebbe stato solo merito del destino il nostro primo incontro...ma qualcosa di più. Non è vero?- 
Carla e Martina lo guardavano sconvolte. 
Anche loro non potevano crederci..
 
-Ti devo chiedere scusa..- disse avvicinandosi a me.
-Pe...perché?- dissi schiarendomi la voce per mascherare quel mix di emozioni..
 
-Perché c’ho messo troppo tempo.. Vedi...io volevo trovarti prima...solo che New York è un po’ grande..- Solo in quel momento riuscì anche lui a sciogliere la tensione e a sorridere.. 

Inutile dirvi come mi sentivo in quel momento!
Mi sentivo esattamente come la prima volta..mi sentivo persa..
Volevo continuare a vedere quei sorrisi..
Volevo essere la ragione di quei sorrisi! 

E così finalmente mi convinsi che se ero I N S P I E G A B I L M E N T E (credetemi...ero sconvolta!) riuscita a non farmi dimenticare...allora la mia "missione"..quella di scappare da lui..si sarebbe fatta sempre più difficile. 

Che stessi iniziando a cedere anche io!?

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** Sole ***


Challenge: The One Hundred Prompt 
Prompt: 4° Argomento: Eventi Atmosferici: Sole
Personaggi: Miley Cyrus/Nick Jonas

Il giorno in cui Nick mi trovò cominciai a vedere le cose diversamente, perché lui mi aveva dato speranza, facendomi capire che non tutto accade per caso e che siamo noi gli artefici del nostro destino. 
Anche se il mio destino non si era ancora capito decisi che dovevo dare solo tempo al tempo. 
Guardai il cielo Newyorkese ma il sole mi costrinse a riabbassare gli occhi, che si posarono su Nick; 
il cuore prese a battere forte, lui era davvero bello, sarebbe stato il ragazzo giusto per tutte, alto, capelli ricci in cui vorresti affondare la mano, muscoloso, sensibile e dolce; ma per chissà quale legge dell’universo aveva deciso di cercare me e non una modella stangona e biondissima. 
Osservai il mio riflesso tramite la macchina fotografica ma non ci vidi niente di speciale, ero normale, forse anche troppo ma nonostante questo lui era qui con me. 
Mi sentii fortunata per la prima volta, perché qualcosa dentro di me stava cambiando, ma quel, qualcosa che tanto cercavo ero semplicemente io
In un paio di giorni era riuscito a farmi sorridere come non mi capitava da tantissimo tempo, ed era riuscito a farmi stare bene. 
Sorrisi come quelle quindicenni innamorate con gli occhi a forma di cuoricino e guardai le mie amiche parlare con lui. Anche loro l’avevano trovato diverso ma sapere che anche loro vedevano quello che io avevo visto in lui mi fece sentire meno pazza, poiché non era semplicemente frutto della mia fantasia. 
-Facciamo una fotooo!!.- urlai interrompendo la loro discussione sulla Statua della Libertà, feci partire l’autoscatto e mi posizionai tra Nick e Carla. 
Subito sentii la sua mano stringere la mia, il mio cuore ebbe la sensazione di tuffarsi da un trampolino troppo alto, provai la sensazione di “cadere” non so come spiegarlo, come se non sentissi più la terra sotto i piedi e non potei evitare di guardalo. 
I suoi occhi mi catturarono, e io ne rimasi totalmente pietrificata. 

Ed era questa la cosa che volevo evitare a tutti i costi ma da quel giorno stava diventando impossibile, volevo evitare di sentirmi cosi persa, cosi fragile, stavo combattendo contro me stessa per non arrendermi, per cercare di non illudermi più di tanto ma ogni volta che lui mi guardava tutto il lavoro che fino a quel momento avevo fatto andava a finire nel cesso. 
Perché ogni volta che Nick mi guardava tutto il resto, smetteva di esistere, c’era solo lui e c’ero solo io. 
Ma la verità era che anche se mi aveva dato speranza, anche se mi sentivo diversa avevo ancora paura di quell’amore, ancora non mi sentivo pronta a dargli tutta me stessa anche se lui da me non aveva preteso niente e niente mi aveva chiesto.
Si era limitato a dirmi che adesso che c’ero io nella sua vita aveva ripreso a sorridere, beh effettivamente ne ero felice ma non erano cose da dire a una ragazza che NON SI CONOSCEVA. 
Me lo aveva confessato il terzo giorno che c’eravamo visti, quando le mie amiche erano andate a fare shopping e lui mi aveva portato a fare un giro della città; 
inizialmente non gli avevo risposto, anche perché non volevo che lui conoscesse i miei trip mentali, poiché non mi sentivo ancora pronta a farmi vedere per quella che ero veramente, così adottai un atteggiamento distaccato e menefreghista. 
Piano che fallì un paio di ore dopo, non appena si voltò verso di me per sorridermi. In quel momento il mio scudo cadde e anch’io gli sorrisi, veramente, cioè fu un sorriso così spontaneo ma soprattutto vero, che le mie amiche ci immortalarono in una foto a nostra insaputa. 
Credetemi stavo provando con tutta me stessa a resistergli, a stargli lontana ma ogni centimetro del mio corpo desiderava stare con lui, volevo essere guardata, volevo vedere i suoi sorrisi, io volevo stare con lui. 
Ma non era poi così facile. 

-Hai scoperto qualche altra cosa su di lui?.- io e le mie amiche ci sedemmo in fast food per mangiare qualcosa di veloce, senza di Nick, stranamente. 
E già in quel momento sentivo la sua mancanza
Ma decisi di non pensarci e di concentrarmi sulla domanda. 
-Beh mi ha semplicemente accennato al fatto che lui canta con i suoi fratelli per beneficenza.- presi la coca e iniziai a sorseggiarla rumorosamente. 
-Cioè scusami, lui è davvero una persona famosa!! Cazzarola!.- Carla sapeva sempre come rassicurarmi. 
-Questo è un problema!.- 
-Perché Marty?.- tolsi la coca e guardai attentamente la mia amica. 
-Perché una persona famosa finisce in televisione, sulle riviste e forse tu non sei pronta per tutto questo!!.- 
Il mio sguardo passò dallo scioccato al perplesso, -Scusami ma io non sto con lui.- provai a credere alle mie parole ma una parte di me voleva stare con lui. 
-Tu credi, e secondo te perché sta sempre con noi?!.- -Martina stavolta ha ragione, ragiona Miley siamo qui da otto giorni e da quando ti ha trovato, non fa altro che apparire e sparire, è chiaro come la luce del sole che vuole 
Non risposi alle loro affermazioni, e mi soffermai a guardare fuori dalla finestra del locale. 
-Siamo venute qua in America per cercare i miei genitori ma dopo otto giorni non abbiamo trovato niente, né un indizio né un documento su cui c’è scritto il loro nome, sono semplicemente spariti.- scossi la testa cercando di non piangere, 
-E l’unica cosa che trovo è un ragazzo che non conosco, che non sa nulla di me ed io di lui ma che nonostante tutto fa di tutto per starmi accanto, per non lasciarmi sola. 
E l’unica cosa che so fare io è trattarlo di mer**, fare l’indifferente e cercare di non amarlo.- 
-Lo AMI?!.- Carla e Martina esplosero contemporaneamente. 
-Non lo so.- e stavolta ero sincera. 
-Io non cosa vuol dire amare, ma ogni volta che sono con lui il mio cuore batte cosi veloce che non riesco a fermarlo ed ho paura che mi venga un infarto, ogni volta che lui mi guarda io mi sento morire dentro.- anche in quel momento volevo morire ma per l’imbarazzo di dichiarare quelle cose. 
-Quando mi sfiora con le mani, io non capisco più niente.- 
Appoggiai la testa al tavolo sconsolata. 
-Miley ascoltami, io ti avevo detto che non puoi decidere se innamorarti o meno, ma sono cose che succedono e a te è successo.- 
-Secondo ho la febbre ed è per questo che sto così.- 
-Una cazzata.- e Martina aveva ragione, solo che pur di trovare una spiegazione logica avrei fatto di tutto ma capii che nell’amore non c’è nulla di razionale o di logico, tutto è caos, movimento, nulla è definito. 
-Io ho paura di sbagliarmi ma allo stesso tempo la mia mente non fa che pensare che lui sia quello giusto, ieri ho anche scritto una canzone.- 
Le mie amiche si soffermarono a guardarmi e sapevo il perché, avevo il sorriso che faccio sempre quando compongo, un sorriso immenso. 
-Quando l’hai scritta?!.- 
Arrossì violentemente, avevo scritto tantissime canzoni nella mia giovane vita ma mai nessuna l’aveva scritta per un ragazzo. 
-La sera, mentre voi dormivate.- confessai guardandole negli occhi. 
-Devi farcela sentire, subito!.- Carla esplose come al suo solito, era sempre più felice di me quando si trattava delle mie canzoni. 
-Ma ora?!?.- 
Non era materialmente fattibile cantare in quel locale, con tutte quelle persone pronte a fissarmi. 
-Pensa che ci sia Nick qua con te, pensa che stai cantando per lui.- la frase di Martina mi colpì il cuore, non era un ragionamento cosi contorto, poiché quella volta che avevo cantato con lui mi ero sentita a casa potevo anche immaginare che lui fosse qua con me. 
-Come si chiama la canzone?.- 
-He could be the one.- sussurrai. 
Mi guardai attorno nella speranza di non essere guardata, ma non ci sperai più di tanto, iniziai a battere le mani a tempo di musica. 

Smooth talkin'
So rockin'
He's got everything
That a girl's wantin'
Guitar cutie
He plays it groovy
And I can't keep myself
From doing somethin' stupid
Think I'm really falling for his smile
There's butterflies when he says my name


Mi alzai in piedi e iniziai a cantare più forte, la gente si era voltata sicuramente per chiedersi chi fosse la folle che stava cantando in quel locale, solo che a me per la prima volta non importava, stavo pensando a lui, e tutto venne da se. 

He's got something special
He's got something special
And when he's looking at me
I wanna get all sentimental
He's got something special
He's got something special
I can hardly breathe
Something's telling me
Telling me maybe

He could be the one (x6) 

He's lightning
Sparks are flyin'
Everywhere I go
He's always on my mind and
I'm going crazy
About him lately
And I can't help myself
From how my heart is racin'
Think I'm really diggin' on his vibe
He really blows me away


Le mie amiche si stavano muovendo a tempo di questa mia musica immaginaria, cercando di renderla il più credibile possibile. 

He's got something special
He's got something special
And when he's looking at me
I wanna get all sentimental
He's got something special
He's got something special
I can hardly breathe
Something's telling me
Telling me
He could be the one (X6) 

And he's got a way
Of making me feel
Like everything I do is
Perfectly fine
The stars are aligned
When I'm with him
And I'm so into him

He's got something special
He's got something special
And when he's looking at me
I wanna get all sentimental
He's got something special
He's got something special
I can hardly breathe
Something's telling me
Telling me

He could be the one (X7)


Ormai assieme a me stava ballando e cantando l’intero locale, non mi ero mai sentita così a mio agio in vita mia che non appena finii la canzone non potei fare a meno di sorridere e di applaudire assieme agli altri. Poi mi voltai verso le mie amiche e trovai lui. 
Anche Nick stava applaudendo, e mi stava fissando con un sorriso da stregatto. 
Il cuore riprese a battere forte e sentii di essermi giocata definitivamente la carta della ragazza menefreghista e asociale. 


_Spazio Autrice: allora allora, beh questo è il quarto capitolo che pubblico e spero che possa piacere, per ora chiedo scusa ma ho il blocco della scrittrice, quindi non sono sicura al cento per cento del capitolo, ma spero che lo possiate apprezzare =) Se vi fa piacere lasciate anche un commento, così saprò se vi piace o meno! kiss=)
 

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** Tramonto ***


Challenge: The One Hundred Prompt 
Prompt: 3* Argomento: Momenti della Giornata: Tramonto
Personaggi: Miley Cyrus/Nick Jonas 
Note: Punto di vista di Nick

Nonostante tutto avevo ottenuto la risposta che stavo cercando. Miley involontariamente si era dichiarata, anche se con una canzone e non cantandola direttamente a me ma alle sue amiche. 
Sono solo dettagli, Nick. 
Ma l’unica cosa che mi interessava era che lei provasse quello che provavo io e sentisse le mie stesse cose. 
Quel vuoto dentro il cuore che si colmava solo con la sua presenza, la sensazione di volare senza mai arrivare a destinazione. 
-Nick ci sei?!.- la voce di Joe, mio fratello mi riportò alla realtà. 
-Penso di sì.- risposi senza esserne molto convinto, e iniziai a muovere le mani a tempo di musica. 
-Cosa stai suonando?.- mi chiese. 
-Una canzone.- 
-Ma noooo, non l’avevo capito.- rispose facendo la faccia da scemo, e come dargli torto mi stavo comportando da scemo anche io, in fondo. 
-L’ho scritta pensando a lei, “When you look me in the eyes”.- citai il titolo alla perfezione. 
-Deve essere bella, me la fai sentire?.- 
-No, prima di suonarla voglio vedere come vanno le cose con lei.- mi alzai dalla sedia e guardai fuori dalla finestra e anche in quel momento la trovai nei miei pensieri. 
Era incancellabile. 
-Sentì Nick, non voglio farti la predica o raccomandazioni, ma voglio solo che tu stia attento, non perdere la testa per una ragazza che non ti ricambia.- 
gli sorrisi dolcemente, infondo Joe si preoccupava davvero per me, troppe volte mi aveva visto col cuore a pezzi e sapeva quanto avevo sofferto, ma sentivo che lei era diverso e che questa “storia” non era come le altre. 
-Spero di non sbagliarmi, ma Joe quando lei canta io rimango pietrificato, è come se ne fossi stregato e quando mi guarda io non capisco niente.- 
Tutte queste cose anche se vere, non rendevano al massimo i miei sentimenti verso di lei. 
-Anche io spero che lei sia quella giusta.- 
-La porterò a vedere il tramonto di Central Park stasera.- gli urlai prima di uscire di corsa da casa. 
-Stendila tigre!!.- urlò mio fratello. 
E a quelle parole mi aggrappai con tutto me stesso. 

-Allora ragazze che avete fatto oggi?.- chiesi cercando di rompere il ghiaccio che si era creato tra me e Miley. 
Le avevo raggiunte al loro Hotel e le avevo trovate nel salone principale, discutevano di chissà cosa ma non ero riuscito a capirlo. 
-Ci siamo fatte un giro per negozi.- Martina mostrò la sua nuova borsa e le sorrisi. 
-Vi siete divertite.- constatai, ma i miei occhi non facevano altro che fissare lei, che ancora non mi aveva rivolto la parola. 
-Abbastanza.- disse Carla guardando Miley. 
-Io ho bisogno di aria.- disse alzandosi senza aspettare nessuno. 
Così decisi che era arrivato il mio momento, chiesi alle sue amiche di non seguirci e uscii dall’albergo, la vidi appoggiata a una cabina telefonia con gli occhi rivolti al cielo. 
-Cosa ti succede oggi? Non ho visto manco un sorriso.- cercai di essere carino e lei riuscì a sorridermi. 
-Beh oggi non è stata una giornata bellissima, almeno per me.- 
-Vedrai che da adesso sarà migliore.- lo dissi senza neanche pensarci e in parte ci credevo veramente. 
Lei mi guardò non capendo bene a cosa mi stessi riferendo, così le presi la mano e l’avvicinai a me, il mio cercava di uscire fuori dal petto, ma mi controllai, non volevo fare la figura della femminuccia. 
-Nick.- queste parole uscirono quasi come un sussurro, ma furono sufficienti per darmi il via libera. 
-Vieni con me.- dissi trascinandola via. 
Mi strinse la mano ed una sensazione di pace si diffuse nel mio corpo. 
Un’unione perfetta. 

-Ma dove mi stai portando?.- 
era la decima volta che me lo chiedeva ma io ancora non avevo risposto alla sua domanda, volevo che tutto fosse una sorpresa e non volevo darle l’opportunità di fuggire via da me. 
-Non ho intenzione di dirtelo.- 
-Ma perché?.- si aggrappò al mio braccio, come per essere sostenuta. 
-Perché poi scapperesti e io non voglio.- 
lo dissi senza nessun tono particolare anche perché volevo che mi prendesse seriamente, vidi i suoi occhi guardare terra e poi posarmi nuovamente su di me. 
-Stavolta non voglio andare via.- lo sussurrò di nuovo, ma riuscii a percepire ogni singola parole e un brivido mi percorse la schiena, cercai di staccare gli occhi dalle sue labbra ma non ci riuscii. 
Avevo voglia di baciarla, di conoscere il suo sapore e di stringerla tra le mie braccia, avevo voglia di lei, come la vita stessa. 
-Siamo quasi arrivati.- dissi senza staccarle gli occhi di dosso. 
Entrammo nel parco dopo pochi minuti e ci dirigemmo al posto che avevo scoperto un paio di anni fa, un posto dove si poteva ammirare un bellissimo tramonto. 
Ed era un posto che neanche i miei fratelli sapevano dove fosse, l’avevo conservato per una persona speciale. 
Dopo cinque minuti sposati dei rami, e uscimmo su di un piccolo prato verde che si affacciava alla riva del fiume, circondato da alberi altissimi ed enormi, era il mio posto nel mondo. 
-E’ bellissimo.- disse guardandosi attorno, meravigliata e sorpresa
. Anche io lo ero, ma non per il posto, ma solo perché stavo guardandolo lei. 
-Ti piace?.- chiesi prendendo la sua mano. 
-Nick è bellissimo.- i suoi occhi trasudavano felicità, e il suo sorriso ampio mi contagiò. 
-Aspettavo la persona giusta.- 
Mi sedetti a terra, consapevole del fatto che con lei mie parole forse avevo rovinato un momento perfetto. La sentii irrigidirsi ma poi si sedette accanto a me. 
-Nick…- mi guardò e si appoggiò alla mia spalla, -Io forse non sono la ragazza che tu stai cercando, ci siamo scontrati, il destino ci ha fatto conoscere, ma forse non sono io quella che tu cerchi.- 
-Sai Miley se qualche mese fa mi avessero detto che l’amore si poteva trovare anche all’angolo della strada non ci avrei creduto, ma dopo che ti ho sentito cantare ho capito che l’amore può essere ovunque.- 
Le avrei voluto dire di sentire qualcosa per me, ma già l’uso della parole amore era qualcosa di eccessivo. 
-Come sai che io sono quella giusta?.- stava cercando di trovare una scappatoia, ma una parte di lei voleva restare, riuscivo a sentirla. 
-L’ho capito nel momento in cui ho presa la tua mano quel giorno o quando quella sera abbiamo cantato fino a tardi o quando ti ho portato in giro per New York e quando hai cantato quella canzone.- 
Mi stavo perdendo nei suoi occhi e nel suo sorriso, il suo respiro era leggermente aumentato, è emozionata? 
forse sì, mi risposi da solo alla domanda. 
-Anche io ho capito che tu eri diverso da tutti i ragazzi che avevo conosciuto. Tu sei dolce, tu scrivi canzoni e parli col cuore.- stavolta il tono era agitato, si era alzata di colpo, iniziando a camminare avanti e indietro. 
- When you look me in the eyes, And tell me that you love me. Everything's alright, When you're right here by my side. When you look me in the eyes.- canticchiai questi pochi versi guardandola. 
Non la volevo perdere, volevo che lei restasse con me, che capisse che l’amavo e che avrei voluto una storia con lei, con la ragazza che mi aveva toccato l’anima con la sua voce. 
Rimase immobile dopo aver sentito la strofa, i suoi cercavano disperatamente i miei, così io mi alzai e le accarezzai una guancia. 
Una lacrima le era scivolata lungo la faccia, seguita da un’altra ancora. 
È così bella e sensibile. 
Chiusi un attimo gli occhi per poi riaprirli il secondo dopo, e mi ricordai che i giorni a nostra disposizione stavano per finire e che tutto questo sarebbe stato solo un ricordo una volta che lei fosse andata via. 
No. 
Non la lascerò andare. 
No. 
Voglio che lei rimanga qua con me, perché so di essermi innamorato. 
Senza pensarci l’avvicino a me e la bacio. 
Un bacio leggere, ma riesco a sentire il suo sapore, sa di ciliegia, lei scosta leggermente le labbra e questo permette alla mia lingua di cercare la sua. 
Senza pensarci la prendo per i fianchi e faccio aderire i nostri corpi, sento le sue mani nei miei capelli. 
Il bacio diventa più passionale, come se tutti i nostri sentimenti fossero esplosi in quel semplice bacio. 
Stavamo comunicando in un modo tutto nostro e unico, poi però non riuscii a sentire più le sue labbra contro le mie. 
-Miley.- apro gli occhi e la vedo a pochi passi da me. 
Le sue mani toccano la bocca e trema leggermente, riesco a capire cosa prova: paura, felicità, terrore ma anche gioia. 
-Ti prego Miley.- allungai una mano per prendere la sua ma mi precedette allontanandosi ancora da me. 
-Non andare via.- ma con quelle parole intendo dire che non voglia che vada via da New York, non riuscirei a sopportarlo. 
Ma i suoi occhi non sono più intrecciati ai miei e l’unica sua risposta alla mia frase fu correre via, lontano da me. 


Spazio autrice: ciaoooo =) spero che questo capitolo vi possa piacere, scusatemi se non sto aggiornando molto spesso ma sono sotto esami =) Comunque la storia non è che all’inizio!! Ne vedremo delle belleeee =) Se vi fa piacere lasciate una recensione così che possa rendermi conto delle vostre sensazioni !! Kiss

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** Scelte ***


Challenge: The One Hundred Prompt 
Prompt: 95* Argomento: Ringraziamento e Perdono: Scelte
Personaggi: Miley Cyrus/Nick Jonas

Mi ero lasciata andare, avevo ceduto all’unica tentazione che mi ero preclusa.
Avevo ceduto a lui. Ai suoi occhi, ai suoi bellissimi capelli e alle sue parole.
Aveva ceduto al desiderio di essere amata e di provare che cosa volesse dire amare. Aveva ceduto e mi ero sbagliata.
Per quanto avessi potuto sentire l’amore che lui provava per me, il mio cuore non era altrettanto pronto ad accettarlo e a darne.
-Sono una cretina.-
Asciugai le lacrime che da due gironi non si erano più placate.
-No, sei solo innamorata.- Carla mi porse un fazzolettino e mi asciugai il naso, cercando di non fare troppo rumore.
-Tu credi?.-
-Sì, hai paura ed è perfettamente normale ma non stai reagendo nel mondo giusto!.-
-Quale sarebbe il modo giusto sentiamo?.- chiesi abbastanza incavolata per colpa delle sue parole.
-Allora dovresti intanto essere felice, hai trovato un ragazzo che ha deciso di interessarsi a te, che ti ama per quello che sei e non per come dovresti essere e che ti ha anche cantato una canzone, per te.-
-Tu lo sai come la penso io.-
-Sì Miley, lo so.- disse seccata.
-E quindi sai che io non riesco a fidarmi così facilmente e a lasciarmi andare.-
-Ma perché non ci provi almeno una volta?.- Stavolta era stata Martina a intervenire.
-I..Io.-
-La verità.- continuò Carla, -E’ che tu vorresti trovarlo, a Nick, per dirgli che lo ami, che vorresti stare con lui e sentire quella canzone ma non lo fai perché sai altrettanto bene che noi domani torneremo in Italia, e che questo due settimane resteranno comunque solo un ricordo.-
-Sì..- fu l’unica cosa che riuscii a dire, Carla aveva rappresentano benissimo tutta la situazione.
Centrava anche la paura di amare e di essere amata, ma avevo paura di essere solo uno svago per lui, e che allo scadere delle due settimane lui sarebbe dimenticato di me.
Era per questo che non volevo baciarlo ma lo avevo fatto lo stesso.
-Che mer**.- dissi crollando nuovamente a letto, cercando di riposare e di scordare definitivamente Nick Jonas.

-Martina dobbiamo dirglielo, adesso.- il tono di voce della mia amica non ammetteva una no come risposta ma ancora troppo presa dal sonno non riuscii a connettere bene le parole.
-Carli è meglio di no, peggioreremo solo la situazione così.-
-Ma ha il diritto di sapere.-
-Che cosa devo sapere?.- chiesi prima di essere interrotta da uno sbadiglio, un po’ rumoroso.
-Questo.- disse passandomi il mio cellullare.
Mi strofinai gli occhi, poiché erano ancora troppo presi dal sonno e avvicinai l’iphone, c’era un messaggio con su scritto:
-Stay.- 
Dissi ad alta voce, andai nelle info e controllai il numero, era il suo. Era il numero di Nick.
Alzai lo sguardo dall’iphone, non riuscivo a capire che cosa mi fossi persa e che cosa fosse successo durante il mio riposino.
-E’ arrivato mezz’ora fa.- disse Martina sedendosi accanto a me, abbracciandomi.
-Stay.- ripetei ancora, incredula e senza parole.
Non riuscivo a crederci che lui mi avesse davvero mandato un messaggio del genere, o meglio non riuscivo a crederci che lui mi aveva chiesto di restare. Di restare per davvero, lì a New York, con lui.
-Che cosa hai intenzione di fare?.- 
Carla non si era seduta accanto a me e il suo sguardo era serio. Aveva smesso di scherzare.
-Io non lo so.- risposi guardando ancora il cellullare.
-Adesso devi prendere una decisione, devi scegliere se stare qui o tornare con noi in Italia. E sappi che se deciderai di restare noi non ti fermeremo né ci arrabbieremo, se per una volta deciderai di seguire il tuo cuore.-
-Okay, ma ho bisogno di fare una passeggiata, che ore sono?.-
-Le nove.-
-Prepariamo noi le valigie tranquilla.-
-Grazie.-
Presi la borsa e senza indugiare oltre uscii dalla camera, mi ritrovai dopo pochi secondi nel traffico newyorkese, la città non dormiva mai.
Camminai senza una meta precisa, stavo seguendo il mio cuore, lo stavo lasciando libero per la prima volta, dopo una vita.
E senza rendermene conto mi ritrovai nel posto in cui avevo cantato la prima canzone con Nick, quando tutta la folla ci aveva guardato e aveva iniziato a inseguirci.
Così come quel giorno iniziai a correre anch’io, correre verso il luogo in cui ci eravamo rifugiati dal mondo.
Non badai alla strada, né alle persone che mi stavano guardando. Ed a un certo punto arrivai fuori da quel magazzino, notai che la luce all’interno era aperta e mi accostai alla porta, cercando di sentire qualche sua canzone.
Ma dal luogo in cui la musica era considerata sacra non usciva nessun suono, sembrava che la musica stessa fosse morte.
Stranamente provai una strana sensazione di vuoto e di vertigini, appoggiai la schiena alla parete e senza pensarci immaginai Nick dall’altro lato, intento a scrivere qualche pezzo o seduto da qualche parte.
Decisi di andarmene prima di essere scoperta.
Così ripresi a girovagare per le strade e stavolta mi diressi al lago, in cui due gioni prima avevo visto il tramonto più bello di tutta la mia vita.
Ma anche quella volta ero con Nick e in quell’occasione lui mi aveva baciato.
Ripensai a quelle sensazione, il mio cuore si era sentito in pace col mondo, si era sentito amato e protetto.
La verità era che avevo trovato un’altra anima solitaria, un po’ come la mia ma ero scappata.
-Che sciocca che sono.-
Presi nuovamente il cellullare e guardai il suo messaggio.
-Stay.- dissi ancora.
Una parte di me sarebbe voluta restare, avrebbe voluto imparare ad amare ma l’altra…aveva anche fin troppa paura di farsi male, di uscirne ferita e col cuore a pezzi.
Lasciai ancora una volta quel posto, ma stavolta con la consapevolezza che non ci sarei più tornata.

-Miley cosa hai deciso?.-
Carla e Martina non mi avevano dato neanche il tempo di entrare in camera, che già pretendevano una mia risposta.
-Mi ha chiesto di rimanere, e credo che una parte di me voglia veramente rimanere ma non posso.-
Abbassai lo sguardo e iniziai nuovamente a piangere.
-Non posso rimanere.- 
Le ginocchia si fecero molli e io caddi a terra, incurante degli sguardi dispiaciuti delle mie amiche, ripresi a piangere ancora più forte.
Perché sapevo che una parte di me sarebbe rimasta per sempre con lui, in quel magazzino a cantare.

Spazio autrice : holaaaa :) spero che il capitolo vi piaccia e mi scuso per il ritardo, ma ho avuto dei problemi personali durante la settimana, comunque mi piacerebbe sapere le vostre idee sulla storia...io continuerò ad aggiornare ma non ho idea se sto andando nella giusta direzione o no!! 
A presto :)

Ritorna all'indice


Capitolo 7
*** Atto Secondo: Presente ***


Challenge: The One Hundred Prompt 
Prompt 57*: Argomento: Tempo: Presente 

Mi ero veramente illusa che fossero passati anni da quel giorno ma in realtà era passato solo qualche mese. Qualche mese dal “nostro” addio. Anche se ero stata io a volerlo. 
Ero stata io a lasciarlo solo a New York senza scrivergli neanche un messaggio. 
Senza riuscire a confessargli i miei sentimenti. 
E adesso ne stavo pagando le conseguenze, nel vero senso della parola. Avevo saltato quasi un intero semestre all’università, non ero riuscita a dare un esame importante e mi ero allontanata da molti dei miei amici. I miei genitori adottivi erano partiti per Tokyo senza dire niente. 
Ero sola. O almeno quasi sola, Carla e Martina non mi avevano mai lasciato. 
Anche durante le crisi giornaliere non mi avevano abbandonato, mi avevano fatto compagnia anche dai vari dottori. 
Perché quell’addio aveva pregiudicato tutta la mia vita, ero dimagrita eccessivamente da quel giorno e solo con loro aiuto ero riuscita a non crollare. 
A rimanere in vinta. 
Ma la colpa di tutto quel casino era solo mia e lo sarebbe stata per sempre. Lui mi aveva dato l’opportunità di rimanere con lui ma io l’avevo rifiutato. 
In pieno. 
Mi alzai dal letto incurante dell’orario e mi posizionai davanti allo specchio del bagno. -Tu stai bene, tutto andrà bene.- 
Ripetevo quella frase ogni giorno nella speranza di autoconvincermi della verità. Cercando di crederci per andare avanti. 
Ma ogni giorno fallivo. 
Scossi la testa dispiaciuta e mi toccai il cuore con la mano. Ovviamente lo sentivo ancora battere ma da due mesi a questa parte aveva preso uno strano ritmo, come se seguisse il ritornello delle nostre canzoni. 
-Impossibile.- 
E lo era. Ma la mia mente ormai malata si era convinta che quello fosse un modo per ricordarlo. Per ricordarmi di Nick Jonas. 
-Mi manca.- 
Ero riuscita ad ammetterlo solo un mese fa durante una seduta dalla psicologo e da quel momento in poi me l’ero ripetuto ogni giorno, soffrendo come un cane per la scelta che avevo preso. 
Sbagliata. Totalmente sbagliata. 
-Miley?.- 
-Buongiorno Marti!.- cercai di sorriderle. 
-Come va oggi?.- 
-Come sempre.- con un gesto spontaneo spostai i capelli dalla fronte e andai a fare colazione. 
-Non ti ha più contatto vero?.- 
Le mie amiche mi avevano intimato di non arrendermi, perché il Vero Amore, quello con la A maiuscola non aveva fine, faceva dei giri immensi per poi ritornare. 
Ma io avevo smesso di crederci. 
Non avevo ricevuto nessun segno da parte sua. Forse anche lui mi aveva abbandonato. 
-No è due mesi che non lo sento e da un lato ha fatto bene a non mandarmi niente.- 
-Perché?.- 
Uscii i cereali e il late dalla credenza. –Perché mi sono comportata come una stronza.- 
-Beh…-
La guardai in cagnesco e decise di non pronunciare la restante frase. 
-Miley tu devi andare avanti, cerca di metterlo da parte!.- 
-Ma come faccio?! Da due mesi ho composto solo canzoni per lui! Ieri ne ho finito un’altra.- 
Presi la carte dello spartito e la chitarra dal divano.

I could honestly say 
You've been on my mind 
Since i woke up today (up today) 
i look at your photograph
all the time 
These memories come back to life 
And i dont mind 

I remember when we kissed 
I still feel it on my lips 
The time that you danced with me 
With no music playing 
i remember those simple things 
I remember till i cry 
But the one thing i wish i'd forget 
A memory i wanna forget 
Is goodbye …
-Ma è bellissima, come si chiama?.- 
-Goodbye. Titolo azzeccato in pieno.- 
Posai lo spartito e accessi la tv. Nick aveva stravolto la mia vita e non ero riuscita a ricominciare, neanche da dove l’avevo lasciata. Tutto quello che facevo o dicevo mi riportava a lui. 
-Vorrei potergli dire quello che provo, vorrei questa opportunità.- 
-Perché proprio ora?.- 
-Perché solo ora ho trovato il coraggio di guardarmi dentro e capire quello che voglio. Lo dovevo perdere per capire di esserne innamorata o almeno di provare qualcosa di molto profondo per lui.- 
-Beh penso che la tua opportunity sarà a breve!.- la voce elettrizzata e piena di entusiasmo. 
-Perché?.- 
-Perché faranno un concerto, proprio nella nostra città.- 
Alzai il volume della tv, rimasi a bocca aperta per la notizia e il cuore iniziò a battere fortissimo. Avrei avuto la mia chance di qui a breve. 
Era solo questione di un paio di giorni e forse avrei ricominciato a vivere. 

Ritorna all'indice


Capitolo 8
*** Destino ***


Challenge: The One Hundred Prompt Challenge indetta da BlackIceCrystal sul forum di Efp.
Prompt: 87: Argomento: Futuro: Destino

Tutto era stato programmato alla perfezione.
Saremo arrivate al concerto molte ore prime che iniziasse, così da poter parlare subito con Nick.
Certo che sono davvero forti, se fanno addirittura i concerti.
Questo pensiero mi aveva tartassato la mente per tutti i giorni. Òui mi aveva detto che cantavano ma aveva tenuto nascosto questo piccolissimo, dettagio, perché?
Sarà una delle cose che gli chiederò.
-Siamo pronte?.- chiesi urlando alle mie amiche.
Mi stavano facendo aspettare da dieci minuti davanti alla porta, senza una valida ragione.
-Sono io che dovrei incontrare il ragazzo della mia vita, non voi!!.- strillai ancora più forte così da farmi sentire.
-Mils non urlare, eccoci.-
Erano bellissime.
Si erano vestiti davvero bene per un concerto, ma sapevo bene che il loro intento era fare colpo sui fratelli di Nick, non c’erano altri motivi.
-Andiamo, il concerto inizia tra tre ore e io devo trovare Nick!.-
scendemmo le scale velocemente e prendemmo l’auto di Martina.
 
-Eccoci.-
Indicai il parco che era stato adibito a concerto già per l’occasione ma il mio entusiasmo calò immediatamente.
La fila arrivava fino a fuori.
Non sarei riuscita ad arrivare subito.
-Come facciamo?.- chesi disperata alle mie amiche.
-Spiangiamo.-
Sorrisi a Carla con tutto il cuore, anche se in situazioni “normali” non avrei apprezato questo piano, ma stavolta andava fatto.
Nick arrivo.
Cercammo di farci largo e non appena arrivammo all’entrata del parco la folla ci spinse nuovamante indietro. Tornando al punto di partenza.
-Non riuscirò a parlare con lui!.-
-Miley forse ci conviene aspettare che la fila scorra, così forse faremo prima.-
-Sì forse sì.-
Incrociai le mani, e sperai con tutta me stessa che il destino, almeno per quella volta fosse dalla mia parte.
 
Un paio di minuti.
Mancavano solo un paio di minuti e ancora noi dovevamo prendere posto.
Un paio di minuti e sarebbe iniziato il loro concerto e io non avevo ancora parlato con lui.
Un paio di minuti e il mio cuore sarebbe scoppiato se non avesse sentito la sua voce.
E come un miracolo, lui e i suoi fratelli apparirono sul palco.
Mi girai per guardarlo.
Nick…
Il ragazzo che avevo conosciuto l’11 di Giugno a New York stava davanti a me.
-Devo salire sul palco.-
cercai di farmi strada tra le varie fan ma avevano formato un muro troppo solido, di persone, e non riuscii ad andare oltre.
-Nick!.- provai a urlare.
Ma come me urlvano altre 300 persone.
-Non mi sente.-
-Miley stai calma.-
Carla voleva prendere la situazione in mano,ma sapeva anche lei che il nostro piano era fallito.
-Devo parlare con lui.-
La guardai negli occhi e poi mi votlai nuovamente verso Nick, stava parlando uno dei suoi fratelli raccontando che bella impressione gli aveva fatto l’Italia e che amava le fan italiane.
Ma non sentii altro, le mie orecchie e i miei occhi erano solo per lui. Stava sistemando la chitarra mentre guardava sconsolato il publicco.
Come se mi stesse cercando.
-Sono qui!.-
Urlai nella speranza che mi sentisse, ma non si girò verso di me.
-La prima canzone si intitola: Still in love with you!.-
Era stato Nick ad annunciare il titolo della canzone, una lacrima mi scivolò lungo la guancia.
Quel ragazzo si era preso davvero una cotta per me, provava per me l’amore. Per me, una ragazza apparsa all’improvviso nella sua vita.
Non avevo chiesto nulla ma nonostante questo lui mi aveva dato tutto.
Ma io non lo avevo accettato.
Ero scapata.
Da me.
Da lui.
E adesso…
-Adesso torno da te.- sussurrai.
 
She was all I ever wanted 
She was all I ever needed and more 
'Til She walked out my door 
Then she went away 
Left my heart in two 
Left me standing here 
Singing all these blues 

You left without a single word 
Not even sorry 
It might've hurt worse just to hear you say 
I'm leaving goodbye 
But your smile still makes my heart sing 
Another sad song 
Can't forget it, won't regret it 
Cause I'm still in love with you ..

 
Provai a non piangere, provai a resistere. Ma tutto fu inutile, Martina mi strinse la mano, dolcemente, e solo con quel tocco mi lasciai andare.
Stetti in silenzio.
Ascoltando quella bellissima canzone, che stava cantando, forse per me.
 
-Sono felice che siate qua per noi oggi.- disse l’altro fratello e Nick si posizionò davanti al piano forte.
 
-Questa canzone è molto importante per me.- Nick stringeva forte il microfono cercando la forza.
-L’ho scritta per una persona che ho conosiuto qualche tempo fa, ma che mi ha fatto battare forte il cuore come mai in tutta la mia vita e spero che riesca a sentirla, ovunque lei sia.-
Grida e urli si levarano dalla folla.
Ci provai anche io ma fu ancora inutile.
 
If the heart is always searching, 
Can you ever find a home? 
I've been looking for that someone, 
I'll never make it on my own. 
Dreams can't take the place of loving you, 
There's gotta be a million reasons why it's true 

When you look me in the eyes, 
And tell me that you love me. 
Everything's alright, 
When you're right here by my side. 
When you look me in the eyes, 
I catch a glimpse of heaven. 
I find my paradise, 
When you look me in the eyes. 

How long will I be waiting, 
To be with you again 
Gonna tell you that I love you, 
In the best way that I can. 
I can't take a day without you here, 
You're the light that makes my darkness disappear. 

When you look me in the eyes, 
And tell me that you love me. 
Everything's alright, 
When you're right here by my side. 
When you look me in the eyes, 
I catch a glimpse of heaven. 
I find my paradise, 
When you look me in the eyes. 

More and more, I start to realize, 
I can reach my tomorrow, 
I can hold my head high, 
And it's all because you're by my side. 

When you look me in the eyes, 
And tell me that you love me. 
Everything's alright, 
When you're right here by my side. 
When I hold you in my arms 
I know that it's forever 
I just gotta let you know 
I never wanna let you go 

When you look me in the eyes. 

And tell me that you love me. 
Everything's alright, 
When you're right here by my side. 
When you look me in the eyes, 
I catch a glimpse of heaven. 
I find my paradise, 
When you look me in the eyes. 
Oh



Avevo sentito abbastanza. Volevo parlare con lui in quel momento. Volevo vederlo sorridere.
Non volevo più vederlo soffrire.
Senza rendermene conto i miei occhi si posarono sulla cabina del dj. Situata in mezzo alla folla, a pochi metri da me.
Userò quella.
Mi avviai decisa a non farmi mettere i piedi in testa da quelle ragazze, perché anche io avevo bisogno del mio lieto fine.
Anche io avevo bisogno di essere felice.
-Mi scusi!.- urlai al ragazzo che stava tenendo sotto controllo il sound dei vari apparecchi.
-Non può stare qui!.-
-Ma lei non capisce, io devo parlare con Nick!.-
-Oddio, un’altra fan pazza.-
-Veda che io non sono pazza!.- insistetti salendo sulla postazione e cercando il microfono, il più velocemente possibile.
-Ma che sta facendo! Sicurezza.-
-Eccolo.-
Lo presi nel momento esatto in cui stavano annunciando la terza canzone, dal titolo S.O.S. e cominciai a cantare la mia canzone.

I’ve been in a rut
Back and forth enough
Heart like the wheel
Without you around
So uncomfortable is how it feels
Every time you’re near
Trouble disappears
Under the ground
But when you go too far
Silver clouds will start hanging around

And I know why
Try to run
But I keep on
Coming back
Full circle
And I can’t jump the track
Can’t let you go
Tried to once
So I keep on
Coming back
Full circle
‘Cause I know you’ll come around
You’ll come around


il microfono mi venne tolto bruscamente dalle mani e quasi caddi dalla postazione.
Tutta la folla mi stava guardando.
L U I mi stava guardando.
E un sorriso ironico e leggermente sfacciato si fece largo sul suo viso.
Il mio cuore aveva deciso di esplodere per la troppa felicità.
-Ciao Nick!.- urlai stavolta sapendo che lui mi avrebbe sentito.
-Ciao Miley.-
Arrossì leggermente.
Era la cosa più bella che avevo visto.

Ritorna all'indice


Capitolo 9
*** Cuore ***


    Spazio autrice ∞ Ciao a tutti/e! Oggi avevo tantissima voglia di aggiornare, non so ma il video di 
Wrecking Ball, mi ha lasciato qualcosa dentro.
Dandomi l'opportunità di credere ancora di loro, di sperare ancora in NILEY.
Forse questa storia non piacerà tantissimo, ma per me
è davvero importante.
Spero che recensiate questo capitolo, ma comunque grazie come 
sempre di averlo letto!
XOXO
__Giuls17_ 

Prompt: 46. Cuore
 
Il concerto aveva ripreso dopo pochi secondi ma io ero stata scortata dalla sicurezza dietro il palco.
Forse per volere di Nick.
Rimasi colpita.
Non avevo mai visto il backstage di un concerto. C’era tantissima gente che correva da un lato all’altra, qualcuno che ordinava e qualcun altro che spostava le luci.
Stavo guardando il mondo dal lato opposto.
 E non era per niente male.
-Miley!.- due braccia forti mi strinsero in un tenero abbraccio.
-Ciao Nick.-
Il mio cuore aveva accelerato il battito.
E finalmente poteva dare sfogo a tutti quei sentimenti che avevo represso. Poteva decidere di amare.
Potevo decidere io se amarlo.
-Sei venuta!.-
Il suo sorriso mi contagiò all’istante, rendendomi ancora più felice.
-Non potevo mancare, devo parlarti!.- lo trattenni per un braccio, come se avessi paura di perderlo.
-Parleremo dopo, adesso devo tornare sul palco! Fai venire anche le ragazze.-
Mi fece l’occhiolino, e in quel momento mi persi totalmente nei suoi occhi, avevo perso il senso del tempo e della realtà. C’era solo lui.
Mi stampò un bacio in guancia e corse fuori.
Fan urlanti mi ridestarono dal mio sogno, presi il cellullare e dissi alle ragazze di avvicinarsi così un buttafuori le fece entrare senza farsi notare.
E abbracciate, come quando eravamo piccole, guardammo la fine del concerto.
 
Il concerto era stato bellissimo e pieno di emozioni, la voce di Nick mi aveva scaldato il cuore, facendomi capire cosa volesse dire provare un sentimento, forte come l’amore, per qualcuno.
E la mia vita fino a quel momento era stata una scalata, ma adesso ero arrivata in cima alla montagna e potevo osservare il mondo da una nuova prospettiva.
Anche perché uno come Nicholas lo avevo cercato per tutta la vita, lo avevo cercato così disperatamente che non lo avevo mai trovato.
Ma, è stato quando ho smesso di cercare, che lui ha trovato me.
Mi ha conosciuto nel mio momento peggiore, ma mi ha conosciuto per quella che sono.
Con lui sono quasi sempre stata me stessa, un evento davvero raro.
-E quindi tu sei la famosa Miley?!.-
Una voce, in un corpo che non conoscevo si parò davanti a me, lo guardai e trovai una grande somiglianza con Nick.
-Lui è mio fratello Joe, mentre lui è Kevin.- indicò l’altro fratello e salutai con un semplice gesto della mano.
-Piacere.-
La voce di Carla e Martina sprizzava felicità da tutti i pori, come biasimarle, stavamo conoscendo delle persone famose.
-Adesso seguiteci, prendiamo la limo cercando di evitare la folla.-
In silenzio uscimmo dal parco, la consapevolezza dei miei sentimenti per Nick mi aveva devastato, come se il mio cuore non fosse ancora pronto a quel cambiamento.
Senza che me ne resi conto, Nick mi affiancò e intrecciò la sua mano alla mia.
Arrossii violentemente e con noncuranza appoggiai la testa sulla sua spalla. Un alone di beatitudine, di serenità e di amore mi avvolse.
Trascinandomi con lui.
Esistono davvero le farfalle nello stomaco.
Perché era quello che stavo provando.
 
-Bene adesso dobbiamo festeggiareeee!!.- Martina si era adattata velocemente alla nuova compagnia e non mi meravigliai più di tanto che Joe l’avesse presa in simpatia.
Sembravano intendersi alla meraviglia, solo che mi ero accorta di come lui guardasse Carla.
Non erano occhi innamorati ma la stavano ammirando, come se trovasse in lei qualcosa di speciale.
Ma io lo sapevo bene che lei lo era, e così notai i loro sguardi.
Anche Carla stava guardando Joe, con intensità.
Come se le parole non servissero.
A loro bastavano gli occhi.
E, forse proprio per questo, che Martina si allontanò da Joe trasportando la sua allegria a Kevin.
Sorrisi per quella visione così dolce ma anche così complessa.
Il rispetto che c’era tra di noi, veniva prima di qualsiasi ragazzo.
-Ti va di vedere il panorama?.-
-Tu sei proprio fissato con questo panorama, eh?.-
Scherzai e poi salimmo sul tetto dell’Hotel.
La città era illuminata da ogni tipo di luce, che le donava un alone di mistero e di fascino.
-Sembra New York.- mi appoggiai alla balaustra, chiudendo per un attimo gli occhi.
Cercando di assaporare quel momento così perfetto.
-La prima volta che ti ho sentito cantare.- ma non appena udii la sua voce, mi voltai, -Ho ringraziato il cielo di non essere sordo. Poi hai cantato per me quella sera e mi sentivo morire.-
Era emozionato. Lo si leggeva negli occhi e nei gesti.
-Sai Nick quando ti ho conosciuto, pensavo che tu fossi qualche maniaco o roba del genere, chi mai potrebbe cantare con una sconosciuta in piena New York?.- cercai di ridere.
-Ma fatto sta che tu, l’hai fatto. E da quel momento mi sei entrato nel cuore, ho provato a ignorarti, a farmi odiare da te perché non ero pronta ad amare, stavo cercando i miei genitori e non pensavo minimamente di innamorarmi di un ragazzo.
Ma tu hai fatto l’impossibile, sei rimasto con me, mi hai fatto vedere posti bellissimi, mi hai anche baciato, ma io sono scappata pur di non cedere. Pur di non lasciare libero il mio cuore.-
Asciugai una lacrima veloce.
-Ed ho sbagliato, è stato il mio più grosso errore.-
-Sai Miley tutti facciamo errori, ma a me non interessa, anche io ne ho fatti ma sono felice che tu sia qua con me, che tu mi stia finalmente parlando col cuore.-
Mi prese le mani, stringendole forte.
-Non sai quanto ho desiderato questo momento, avevo tanta voglia di parlarti Nick, di poterti dire che sei una persona fantastica e che…-
-Io voglio stare con te.- mi interruppe ma non potei non sorridere.
-Ma non ci conosciamo così bene…-
-Ma hai detto di essere innamorata di me.-
Cazzo…
-Beh questo sì…-
-E allora lasciati andare Mils, io sarò qua con te, non me ne andrò.-
Quelle parole ebbero uno strano potere su di me.
-Promettilo.- sussurrai.
-Lo prometto.-
Sorrisi ancora, sentii il cuore battere ancora più forte.
Si morse il labbro e lentamente si avvicinò a me, ma fui io a colmare la distanza.
Stavolta assaporai lentamente il sapore delle sue labbra, permettendo alle nostre lingue di scontrarsi.
Strinsi forte la mano sui suoi capelli e lui sui miei fianchi.
Era il bacio perfetto.
Era il momento perfetto.
Con la persona perfetta.

Ritorna all'indice


Capitolo 10
*** Luna ***


Ed eccomi di nuovo quaaaa=)
Beh come va? Spero che questo capitolo vi piaccia e spero di 
ricevere ualche recensione ==
Grazie e tutti coloro che si soffermano
sulla mia storia

XOXO


Prompt: 33 Luna

Dopo il bacio io e Nick tornammo a festeggiare assieme agli altri. Passai la notte più bella della mia vita poiché potei dormire tra le braccia di Nick.
Sognando noi due cantare davanti tutta New York.
 
-Buongiorno.- il suo sorriso fu la prima cosa che vidi una volta aperto gli occhi.
-Giorno.- risposi con la voce ancora impiastrata dal sonno.
E senza pensarci le nostre bocche s’incontrarono; non ero mai stata sveglia così prima e trovai la cosa alquanto romantica e sdolcinata.
-Prendetevi una stanza!- urlò Joe tirandoci un cuscino per farci smettere.
-Ci siete voi nella mia stanza.- disse Nick ridendo al fratello che era crollato nuovamente in un sonno profondo.
-Andiamo.- gli porsi la mano così uscimmo dalla stanza per regalarci qualche momento d’intimità.
 
-Ti sei divertita al concerto?-
Eravamo finiti un bar non troppo lontano dalla mia università per fare colazione, una tipica colazione all’italiana.
-Molto, sono stata davvero a pochi concerti e poi tu eri incredibile sul quel palco.-
Mi sentii improvvisamente una quindicenne, che guardava il suo ragazzo con gli occhi a cuoricini e sguardo sognante.
-Grazie, io l’ho fatto per te.-
-Davvero?- mi morsi le labbra senza pensarci.
-Sì… Volevo trovare un modo per rivederti.-
-Sei incredibile, hai fatto tutto questo per me.- toccai il mio cuore emettendo un sospiro carico di amore.
-Sei unica e te l’ho già detto: io voglio stare con te.-
-Anche io.-
Mi avvicinai a lui per baciarlo e lo vidi sorridere durante il bacio.
Adesso la mia vita è perfetta.
 
-Muoviti!- urlai trascinando Nick il più lontano possibile dal bar.
-Speravo di non essere riconosciuto!-
-Beh potevi travestirti meglio!- urlai cercando di sembrare ironica ma non ci riuscii.
-Non sei simpatica.- ci dirigemmo verso una stradina secondaria del viale cercando di evitare la folla di fans urlanti.
-Cavolo è una maledizione! Prima a New York e adesso qui.-
-Dai Miley non è così male.- rise di gusto fermandosi per riprendere fiato.
-Sai Nick sarebbe stato divertente se una di quelle ragazza NON AVESSE TENTATO DI BACIARTI!!- urlai troppo forte.
-Sono famoso che cosa ci puoi fare.- stava ridendo ancora, ma stavolta stava ridendo di me, dato che ero diventata rossa come un pomodoro per la rabbia e per la frustrazione.
-Non me ne frega niente NICHOLAS, tu sei il MIO RAGAZZO!-
-Mi piace come suona.-
Si avvicinò a me eliminando tutte le distanze che avevo creato a causa della rabbia e mi ritrovai la sua bocca inchiodata alla mia, il bacio divenne subito passionale.
Senza pensarci misi una mano tra i suoi bellissimi riccioli per avvicinarlo ancora di più e lui si strinse a me.
Ci separammo dopo un tempo che parve infinito, ansimanti e un po’ accaldati.
-Wow.- sussurrai toccandomi le labbra e non potei evitare di arrossire.
-Sei magnifica.- mi lasciò un bacio in guancia ma fummo nuovamente interrotti dalle fans.
-Ora basta!- mi posizionai davanti a Nick e spalancai le braccia.
-Lo vedete bene questo ragazzo, eh? Lui è il MIO RAGAZZO, chiaro? Quindi scordatevi di lui è diventato off-limits per tutte al di fuori di me!-
Istintivamente presi il cellullare.
-Tu biondina, facci una foto.- le porsi il cellullare e incollai nuovamente le mei labbra alle sue.
Le staccai dopo aver sentito il click della fotocamera.
-Cosa fai?- chiese Nick al mio orecchio.
-Dico al mondo che ormai sei impegnato.- in un paio di minuti postai la foto sia su instagram che su facebook e lo feci vedere alle ragazze davanti a me.
-Sloggiate.-
 
-Vi siete persi una scena da urlo!-
-Quale?-
Kevin e gli altri ancora non sapevano del mio scatto di gelosia.
Nick mostrò la foto sul suo cellullare e raccontò tutta la scena ai suoi fratelli e alle miei amiche.
Io nel frattempo mi distesi sul divano, ormai l’effetto dell’adrenalina nel mio corpo era del tutto finito e mi ritrovai stanca e con un mal di testa allucinante.
-Sei stata grandiosa!!- Martina si era messa a saltellare per la stanza con Carla, non riuscivano a credere che avessi fatto una cosa del genere.
-Non mi capacito nemmeno io.- mi buttai un cuscino sulla faccia e chiusi gli occhi nella speranza di poter riposare almeno un po’.
 
-Mils adesso svegliati!-
Sentivo qualcuno scuotermi ma decisi di non ascoltare e di continuare a dormire.
-Non si vuole svegliare.- disse un’altra voce non troppo lontano.
-Ci penso io. Miley una fan ha trovato Nick solo e lo sta assalendo di baci!!-
Mi alzai di colpa aprendo gli occhi e saltando giù dal divano.
-Chi è? Come si permette? Io la faccio fuori!- Urlai in preda ad un attacco di rabbia acuto.
-Non c’è nessuno tranquilla.-
Nick mi baciò dolcemente e mi sorrise.
-Ah.-
-Ecco adesso che si è svegliata possiamo andare a cena.-
-E’ già ora di cena?- guardai fuori dalla finestra e vidi che il sole aveva lasciato spazio alla luna.
-Sì ma vestitevi eleganti ragazze si va in un bel posticino.-
Lo sguardo di Kevin mi mise per un attiamo paura ma poi lasciai stare.
-Va bene tutte a casa mia.- presi la borsa e un pezzo di carta.
-Venite a questo indirizzo tra un’ora.- lo porsi a Nick e lo baciai.
-Dovrò conoscere i tuoi genitori?- chiese leggermente allarmato.
-Non c’è questo problema.- sussurrai prima di uscire.
L’unica cosa che non mi avevano mai fatto mancare i miei genitori adottivi erano le carte di credito, per cui avevo rimpiazzato il loro affetto con vestiti, scarpe, borse e molto altro.
Entrammo nell’appartamento, anche se così non si poteva definire. Vivevamo in un appartamento a due piani quindi si poteva quasi dire che era una villa in miniatura.
-Non mi stancherò mai di questa casa.- Martina adorava tutto ciò che era costoso e che aveva un certo valore.
-Prova a starci da sola una settimana e cambierai idea.-
Salimmo in camera mia e setacciammo il mio armadio alla ricerca di tre vestiti perfetti che alla fine trovammo.
Carla scelse un vestito lungo di colore marrone, fasciato sul seno che ricadeva dritto con qualche balza alla fine.
Martina aveva preferito un vestito di colore rosso e corto fino al ginocchio mentre io scelsi un vestito lungo color acqua marina con degli ornamenti all’altezza del collo.
Driiin.
Sentimmo suonare il citofono e uscimmo dall’appartamento di corsa.
Nick, come anche Kevin e Joe restarono a bocca aperta, non appena ci videro.
-Tu mi fai salire il diabete alle stelle!- disse Nick non appena mi avvicinai a lui.
-E’ un complimento, Jonas?-
-Certo.-
Salimmo sulla macchina che avevano affittato per un paio di giorni e ci dirigemmo verso un ristorante di lusso, la cui fama era conosciuta per tutta la città.
-Ma siete sicuri?- chiese Carla non appena varcammo la soglia.
-Sì venite.-
Ci accomodammo a un tavolo appartato e iniziammo la cena.
 
Tutte le pietanze erano eccellenti, ma verso metà serata iniziai a provare un dolore acuto alla base del cuore, come se un macigno ci si fosse posizionato sopra, impedendomi di farlo battere.
-Vado a prendere una boccata d’aria.- mi alzai e uscii velocemente sul balcone.
La vista era bellissima, si poteva ammirare lo Stretto e i raggi della luna accarezzavano dolcemente il mare.
Che spettacolo.
-Tutto bene?- la voce preoccupata di Nick mi raggiunse subito anche lui si era alzato dal tavolo.
-Sì, avevo bisogno di aria.-
-E’ molto bello qui.-
-Già. Nick quando avete deciso di partire?-
Ecco cos’era il peso sul cuore.
Senza pensarci avevo dato vita ai miei pensieri più profondi.
-Fra un paio di giorni e volevo parlarti, a questo serviva la cena.-
-A cosa?-
-Miley voglio chiederti di venire con me in America.-

Ritorna all'indice


Capitolo 11
*** Impulsività ***


Prompt: 75: Ipulsività.
 
-Miley voglio chiederti di venire con me in America.-
 
Ascoltai con attenzione le parole di Nick, ma il corpo non riusciva a reagire, ero bloccata.
Paralizzata dalla paura.
Sta succedendo troppo in fretta.
-Miley?- la sua voce calda mi ridestò dal mio stato di semi-incoscienza, lui stava aspettando una mia risposta. Si poteva capire dai suoi occhi grandi e dolci, che mi avrebbero guardato sempre e senza esitazione.
Posai lo sguardo sulla sua bocca, che combaciava perfettamente con la mia.
Osservai le sue mani, cosi sottili, ma anche forti.
E poi guardai il suo petto, nel punto in cui stava il cuore, quel piccolo organo ci aveva dato la possibilità di innamorarci, di volerci bene.
-Io non lo so, Nick.- alla fine, dissi la verità.
-Miley non mi devi rispondere ora, io volevo darti questa possibilità. Voglio dare a noi quest’occasione.-
Si avvicinò e unì le nostre mani, sorrisi cercando di non piangere.
Forse è giusto andare.
-Cosa state facendo?- la voce di Joe ci riportò alla realtà e ci allontanammo di poco, -Siete davvero una bella coppia.- disse il fratello tornando al tavolo.
Lo facemmo anche noi e il resto della serata passò in quel modo, anche se una parte di me si trovava in un limbo, avrebbe voluto scegliere la vita a New York, ma il cuore aveva paura di essere ferito.
 
-Cosa facciamo ora?-
-Possiamo andare a casa di Miley! I suoi sono fuori e almeno noi possiamo cambiarci.- disse Carla indicando i nostri vestiti.
-Possiamo?- la voce di Nick mi arrivò lontano, ma annuii lo stesso.
-Certo.-
I ragazzi sorrisero e ci dirigemmo verso casa, ma neanche quella volta riuscii a partecipare alla discussione, tutto stava accadendo troppo velocemente poiché la parte razionale della mia mente aveva pensato che Nick sarebbe rimasto.
Certo non per sempre, ma per un po’. Il tempo di rendere più saldo il nostro rapporto.
Eppure lui dovrà andare via.
Devo scegliere.
Adesso.
 
Aprii la porta di casa e feci entrare tutti, Kevin e Joe rimasero a bocca aperta.
-Wow.- iniziarono a girare per casa in silenzio mentre le ragazze salivano al piano superiore.
-E’ davvero una bella casa.- disse Nick, osservando il salotto.
-Non mi posso lamentare.-
-Certo che no! Sembra quasi casa nostra!.- urlò Joe dalla cucina.
-Lo prenderò come un complimento, arrivo.- diedi un bacio in guancia al ragazzo, che aveva deciso di giocare con il mio cuore, ancora.
Salii velocemente le scale e trovai le ragazza già sistemate, ma con una strana luce negli occhi.
-Ti ha chiesto di andare con lui? Ti si legge in faccia.-
Carla si avvicinò a me e strinse la mano, in segno di affetto e amicizia.
-Già.- mi sedetti sul letto e anche loro fecero la stessa cosa.
-Miley non voglio farti il discorso di New York, ma se lo ami fai qualcosa di pazzo. Fallo per te.-
Annuii, cercando di non piangere.
Devo scegliere.
Mi cambiai velocemente, mettendo un pantalone di tuta e una maglietta un po’ scollata e scendemmo a controllare i ragazzi.
Una volta sulle scale, gli occhi di Nick incrociarono i miei e qualcosa mi bloccò, di nuovo.
Non era lo sguardo di prima, non era lo sguardo di un diciottenne alla sua prima cotta, era lo sguardo di un ragazzo innamorato.
Mi stava parlando con gli occhi e non potei non ricambiare quello sguardo.
Ho scelto, pensai avvicinandomi a lui e prendendogli una mano, ma non trovai il coraggio di renderlo pubblico.
Così passammo tutta la serata a giocare alla Wii, alternandola a giochi di carta e a qualche birra che avevo trovato in frigo.
Io e le ragazze ridemmo a una battuta pessima di Joe e improvvisamente capii che quella era la famiglia che volevo con tutta me stessa, la famiglia che non avevo mai avuto.
-Vieni con me.- presi la mano di Nick e lo trascinai in camera mia, rimase meravigliato dalle foto che regnavano sulle pareti della mia camera e sorpreso di vedere molti pupazzi della Disney.
-E’ molto bella.-
-Nick cosa c’è tra di noi?-
-Non è una cotta, se è questo che ti stavi chiedendo.- alzò gli occhi verso di me e si sedette sul letto.
-Cos’è allora?-
-E’ qualcosa di potente, che toglie il respiro e le forze. Perché sei tu il centro del mio mondo e non è la gravità a tenermi in piedi ma sei tu. È amore? Questo c’è lo dirà solo il tempo, ma voglio scoprirlo con te al mio fianco.-
Sentii il cuore battere forte, ogni parola che Nick diceva, faceva aumentare il suo ritmo; mi morsi leggermente il labbro e mi sedetti accanto a lui.
-Perché è quel qualcosa che ti fortifica ma che ti distrugge allo stesso tempo.-
-E’ qualcosa d’intenso.-
-Vengo via con te.- sussurrai.
-Cosa?-
-Nick vengo in America con te.-
Mi sorrise felice e mi abbracciò forte, riempiendomi di baci e sussurrandomi parole dolci.
Ho seguito l’istinto per una volta, mettendo da parte la mia mente anche fin troppo razionale, perché ho capito che i sentimenti non lo sono.
I sentimenti ci permettono di prendere scelte impulsive, di non seguire la logica.
Ci permettono di realizzare il nostro destino.
-Grazie.- sussurrò baciandomi ancora in bocca.
-Grazie a te di essere qui.- ricambiai il bacio, e senza rendercene conto finimmo sdraiati sul letto.
-Miley, sei la ragazza perfetta.-
-Non sono poi così perfetta.- mi allontanai di poco da lui, per guardarlo meglio.
-Perché scusami? Non bevi super-alcolici, non ti droghi, non hai tatuaggi ed ehm…-
-Beh ti sbagli su alcune cose, è vero io nomi drogo ma alle feste ogni tanto mi piace bere e poi ti sbagli anche sui tatuaggi.-
-Ovvero?-
-Ho quattro tatuaggi.-
-Non ti credo.-
-Dovresti farlo.-
-Fammeli vedere.- sorrise divertito e non potei non farlo anch’io.
-No… Li devi scoprire.-
-Ma…- e il suo sguardo si soffermò sulla mia mano, -Eccone uno.-
-Visto?-
-Cosa significano queste due linee?-
-Sono il segno dell’uguale, è un tatuaggio politico, perché siamo tutti uguali.- marcai più a fondo quelle parole, non mi andava di spiegare l’origine del tatuaggio e le polemiche che aveva comportato con i miei genitori.
-E’ un segno importante.-
-Sì è vero.- sorrisi, Nick era un ragazzo sveglio.
-Gli altri?-
-Col tempo.- risposi riprendendo a baciarlo.
 La scelta impulsiva che avevo fatto mi aveva permesso di lasciare libero il mio cuore, libero di amare Nick e libero da tutti gli ostacoli che aveva incontrato lungo il cammino, libero dalle barriere che i miei genitori mi avevano imposto.
-Oh.Oh.-
-Cosa succede?- chiese spaventato.
-Devo avvertire i miei genitori.- mi torturai il labbro con troppa forza, facendo uscire una goccia di sangue, -Non sarà un bel momento.-

Ritorna all'indice


Capitolo 12
*** Caos ***


Prompt: 51: Caos.
 
 
-Vuoi andare via? In America? Con questo Dick…-
-Si chiama Nick, mamma. Ed è un bravo ragazzo, lo dovreste conoscere prima di giudicare.-
-Io non capisco che motivo c’è di andare via con lui, ti manca qualcosa? Non sei felice, vuoi altre scarpe?-
Mio padre non riusciva a capire il punto, a me non servivano scarpe o vestiti, avevo solo bisogno di scoprire la mia strada e le mie origini.
-Vi voglio bene, siete stati i migliori genitori che potessi desiderare, ma non siete i miei veri genitori.- sussurrai e abbassai leggermente gli occhi.
-Che cosa stai cercando di dirci, Miley?-
-Mamma, io vado con Nick in America e lui mi aiuterà a trovare i miei veri genitori.-
-Tu cosa? Ragazzina lo sai…-
-Basta così, Vanessa.- disse mio padre facendola tacere.
-Che cosa vuoi dire?-
Vidi mio padre alzarsi e avvicinarsi a me.
-E’ questo quello che vuoi?-
-Sì papà, voglio sapere chi sono.-
-Allora vai e sappi che le porte di questa casa saranno sempre aperte per te.-
-Ti voglio bene.-
Lo abbracciai d’impulso e lui mi strinse a me, avevo scordato la consistenza di quegli abbracci o il calore del suo corpo.
Avevo dimenticato come fosse abbracciare mio padre.
-Grazie davvero.- dissi prima di staccarmi ed andare ad abbracciare mamma, che era rimasta un po’ sopraffatta dal mio gesto.
-Vado a fare le valigie!- urlai per poi correre in camera.
Qualcosa dentro di me si stava muovendo, era la consapevolezza che il mio futuro mi stava aspettando e che forse Nick, era il ragazzo giusto.
 
-Non è un addio.- dissi stringendo le mie amiche.
-Assolutamente no, ti veniamo a trovare a Natale, promesso.-
Carla stava provando a trattenere le lacrime, mente Martina ci aveva rinunciato come me da un bel po’ di tempo.
-Vi voglio bene amiche mie.-
Le abbracciai ancora, cercando di farmi forte.
I mesi senza di loro sarebbero stati un incubo, ma qualcosa dentro di me mi stava dicendo che sarei riuscita ad andare avanti.
Mi voltai verso Nick e capii che era lui la ragione, lui mi avrebbe aiutato e sorretto.
Perché nei suoi sorrisi c’era l’Amore.
 
-Ti starò vicino, sempre.-
-Lo so.- sorrisi, debolmente, e sentii il sapore delle sue labbra sulle mie.
Un bacio diverso, più dolce, ma era uno di quei baci che riuscivano a esprimere qualsiasi tipo di sentimento.
 
-Hai pensato a un piano?- chiesi prendendo la mia borsa per poi dirigerci all’uscita dell’aeroporto.
-Ebbene sì.-
-Davvero?-
Con me si voltarono anche Kevin e Joe, in quanto eravamo rimasti sorpresi dalla sua risposta.
-Vi voglio ricordare che noi siamo persone famose e che abbiamo qualche possibilità di affrettare i tempi della ricerca.-
-Intendi dire che il lavoro che ho fatto io quest’estate è stato inutile?- sbattei il piede a terra per il nervosismo e Nick quasi si rimangiò le parole dette, ma riuscii a cogliere un leggero movimento della testa che intendeva si-
-E come mai credi questo?-
-Perché come hai visto i documenti possono mancare, ma non pensi che sarà più facile con un annuncio?-
-Cosa?-
Mi bloccai al suono di quelle parole, che cosa hai intenzione di fare?
-Io non ci sto, no no.-
-Miley fidati di me.- mi porse la sua mano e non potei evitare di prenderla, tutto in Nick Jonas esprimeva fiducia, tutto sprigionava amore.
-Preparai all’idea di Nick.-
-Pensi che sarà un fiasco?- chiesi a Joe preoccupata.
-Penso che sarà un successone.-
 
 
-Allora Jonas com’è stato il concerto in Italia?-
-Un successo, siamo davvero soddisfatti della nostra performance.- concluse Kevin sorridendo ai giornalisti.
L’idea di Nicholas si rivelò non del tutto sbagliata, aveva indetto una conferenza stampa per parlare del concerto, ma sapeva/sperava che l’attenzione di tutti si concentrasse sul piccolo inconveniente che si era presentato al concerto: ovvero io che prendevo un microfono per cantare.
Io mi fido.
Incrociai le dita nell’attesa, mi era stato detto di aspettare dietro le quinte il momento giusto per uscire, ma l’ansia mi stava divorando.
-Ma ragazzi… Beh, chi è la ragazza che ha interrotto il concerto?-
-Beh.-
I tre fratelli si guardarono intensamente e fu poi Nick a prendere la parola.
-Le si chiama Miley ed è una ragazza speciale, ha una voce bellissima e…-
-Nicholas ne parla come se ne fosse innamorato.- commentò sarcastico un giornalista sulla prima fila.
-La sua intuizione non è del tutto sbagliata… Miley?- Nick si alzò dalla poltrona per rivolgersi alla porta chiusa, davanti a me, a pochi metri da lui.
Inspirai un’altra volta e poi decisi di farmi coraggio ed affrontare il mio passato, volevo trovare una risposta alla domanda che mi aveva torturato la mente per troppi anni.
Uscii piano e strinsi forte la mano di Nick, lui sorrise di rimando e mi fece sedere nel posto vuoto accanto al suo.
I giornalisti iniziarono a scattare una serie di foto e a fare domande che non riuscivo neanche a cogliere.
-Con calma.- disse Joe.
-Quando è successo? Da quanto?- chiese una signora vestita di rosso.
-E’ iniziata quest’estate, ma solo nell’ultima settimana si è concretizzata.-
-Sapreste dirci il giorno.-
-Sì, era l’11 di Giugno, in quel giorno ho incontrato il mio Principe Azzurro.- risposi velocemente e senza rendermene conto.
-Miley hai una bellissima voce, hai fatto canto?-
-No, sono nata con questo dono, se così si può chiamare.-
-Allora scommetto che i tuoi genitori saranno dei cantanti davvero bravi.-
-Beh io non chi siano.- sussurrai.
-Miley non sa chi siano i suoi genitori e siamo qui per questo.-
-Forza amore.- sussurrò Nick guardandomi negli occhi.
Alzai lo sguardo per guardare le telecamere e la folla si persona che mi stava osservando, con i registratori in mano e gli occhi che brillavano per il prossimo gossip che avrebbero pubblicato.
-Io sono Miley, sono di origini americane, ma non so chi siano i miei genitori. Io vi sto cercando.
Sto cercando i miei veri genitori, vi prego fatevi avanti.-

Ritorna all'indice


Capitolo 13
*** Senza tempo ***


Prompt 60 Senza tempo
 
I giorni successivi alla conferenza passarono lenti e inesorabili.
Nick mi aveva presentato ai suoi genitori ma niente per me era risultato importante.
Stavo vivendo in un limbo.
In un spazio tutto mio e lontano dalla realtà.
Ammettere la verità davanti a tutta l’America mi aveva scombussolata nel profondo, lasciando un segno indelebile dentro il mio cuore.
 
-Miley deve reagire! Hai fatto la cosa giusta, adesso devi andare avanti con la tua vita.-
-E se non dovessi riuscirci?-
-Ti aiuterò io.-
Nick mi strinse la mano e io d’impulso lo baciai, era il primo segno di vita che davo dopo giorni di oscurità.
-Andiamo in un posto.- disse alzandosi dal letto.
-Ma è piena notte.- sussurrai per non svegliare tutti.
-Mils… Questa l’America, cazzo! Chi se ne fotte!-
Risi cercando di tapparmi la bocca per non farmi sentire e in silenzio lasciammo casa Jonas, per dirigerci in un posto unico.
Ma che in fondo al cuore non avevo mai dimenticato.
La casa segreta di Nick.
Il luogo in cui avevo avuto la possibilità di conoscerlo per davvero e lui di conoscere me.
-Mi sembra di non essere mai andata via.-
-Ma tu sei sempre rimasta, qui.- disse toccandosi il petto all’altezza del cuore.
Gli sorrisi ed entrammo nel magazzino/rifugio.
La stanza non era cambiata di una virgola, trovai gli spartiti quasi allo stesso posto del precedente e la stanza riusciva ancora a esprimere tutta la sua forza, tutta la sua anima.
-Non hai cambiato proprio niente, eh?-
-Non ho avuto tempo, sono stato impegnato a cercarti.- ammise facendo spallucce.
-E pensi che ne sia valsa la pena?-
-Ogni volta che ti guardo negli occhi, o che ti vedo sorridere penso che sia stata la scelta migliore della mia vita.-
-Sei un ruffiano.- dissi dirigendomi al pianoforte.
-Ah e per tua informazione ho trovato il secondo tatuaggio.-
-Cioè?- chiesi visibilmente curiosa.
-E’ all’interno della tua mano destra, pensavo che fosse un neo, ma poi ho ripensato al tatuaggio politico ed ho fatto due più due, c’è scritto K a r m a.-
-Beh hai indovinato.-
Mi sedetti e accarezzai i tasti chiudendo gli occhi, sentivo dentro di me la melodia, voleva uscire per liberarsi di tutta la tristezza che si era impossessata del mio cuore.
Una mano leggera mi sfiorò la guancia e aprii gli occhi.
-Suona per me?-
-Si chiama Bottom of the Ocean, era per i miei pesciolini.-
It's been in the past for a while 
I get a flash and I smile 
Am I crazy 
Still miss you, baby 
It was real 
It was right 
But it burned too hot to survive 
All that's left is, 
All these ashes 

Where does the love go 
I don't know 
When it's all set and done 
How could I be losing you forever, 
After all the time we spent together 
I have to know why I had to lose you 
Now you've just become like everything 
I'll never find again 
At the bottom of the ocean 

In a dream, you appear 
For a while, you were here 
So I keep sleeping, 
Just to keep you with me 
I'll draw a map, 
Connect the dots 
With all the memories that I got 
What I'm missing, 
I'll keep reliving 

Where does the love go, 
I don't know 
When it's all set and done 
How could I be losing you forever, 
After all the time we spent together 
I have to know why I had to lose you 
Now you've just become like everything 
I'll never find again, 
At the bottom of the ocean 

(Voice) 
This is it 
Let go 
Breathe 

You don't have to love me for me 
To baby ever understand 
Just know I love the time we both had 
And I don't ever want to see you sad 
Be happy 
And I don't wanna hold you 
If you don't wanna tell me you love me babe 
Just know I'm gonna have to walk away 
I'll be big enough for both of us to say 
Be happy 

(Voice) 
Be happy




Passammo il resto della serata a cantare e a suonare pezzi, tra noi le parole erano superflue, ci bastava la musica per poterci capire.
Funzionava meglio delle parole e per noi aveva sempre funzionato.
 
Driiin.
Driiin.
Lentamente aprii gli occhi e un raggio di luce mi colpì il volto costringendomi a chiuderli nuovamente.
Driin.
Con più decisioni li riaprì e notai che era mattina inoltrata e che un cellullare stava squillando, così senza esitare lo presi dalla tasca del mio ragazzo che ancora stava dormendo beatamente accanto a me.
-Nick.- dissi scuotendolo ma non ebbe nessun effetto.
Driiin.
-Pronto?- soffocai uno sbadiglio con la mano.
-Miley sono Joe, dove siete? Lascia stare è successa una cosa importante.-
-Cosa?- chiesi mettendomi a sedere di corsa.
-Tuo padre è qui.-

Ritorna all'indice


Capitolo 14
*** Origine ***


Prompt 61: Origine.
 
-Nick alzati!-
Lo scossi ancora di più, ma senza alcun effetto. Stava dormendo così profondamente che neanche una cannonata lo avrebbe svegliato.
E proprio in quel momento mi venne un’idea, quasi geniale.
Corsi all’angolo opposto della stanza e presi il saxofono, strumento alquanto particolare e mai testato, ma utile per svegliare un ragazzo.
Senza preoccuparmi di fare troppo rumore mi posizionai vicino al suo orecchio e iniziai a suonare, o per meglio dire, emettere qualche rumore.
Dopo neanche un secondo Nick era caduto dal letto.
-Ti prego, basta.-
-Oh finalmente.- dissi cercando di essere sarcastica.
-Ricordarmi di insegnarti a usarlo, per la prossima volta.-
-Ahaha, sei davvero simpatico tesoro ma adesso dobbiamo andare.-
-Dove?- chiese aprendo finalmente gli occhi.
-A casa tua, là c’è mio padre.-
 
Nonostante il magazzino non fosse così lontano da casa di Nick, arrivammo in meno di dieci minuti, dato che non appena ebbi finito di pronunciare quella frase si era già sistemato.
-Siamo a casa.- urlò Nick aprendo la porta con le chiavi.
Ma nessuno ci venne ad accogliere.
Rimasi un minuto ferma, indecisa e insicura.
Voglio davvero conoscere la verità?
In quell’attimo di silenzio percepii il mio cuore battere forte, così forte da farmi quasi sentire male.
Forse è meglio non sapere.
Senza rendermene conto feci un passo indietro, pronta a scappare, a tornare in Italia dai miei genitori e pronta a dimenticare tutta quella storia sulle miei origini, ma una mano gentile me lo impedì.
Nick mi stava trattenendo e in silenzio, mi stava chiedendo di restare, di affrontare quell’uomo, di affrontare mio padre.
-Sono qua con te, Mils.-
Annuii e senza farmi pregare oltre, andai avanti.
Entrammo in salone e rimasi bloccata sul posto, osservando in silenzio l’uomo che mi stava di fronte.
Papà.
 
L’uomo che mi stava osservando con meraviglia e felicità poteva avere massimo cinquant’anni, ma effettivamente ne dimostrava molti di meno, dalla manica s’intravedeva un tatuaggio sul braccio, portava i capelli lunghi legati con un codino e il pizzetto.
L’uomo il cui nome ancora non conoscevo, era forte. Tutto il suo essere emanava sicurezza, ma anche una gran tristezza.
Senza rendermene conto trovai i suoi occhi molto simili ai miei e anche i suoi lineamenti, io era la copia esatta di quell’uomo.
-Ciao.- dissi avvicinandomi piano.
-Ciao Miley, io sono Billy Ray… Sono tuo padre.-
-Già…- le parole mi morirono in gola, la curiosità che mi aveva animato in estate era stata sepolta dentro di me, da qualche parte nel profondo.
-Vieni cara.-
La mamma di Nick mi fece accomodare sulla poltrona, a pochi passi da mio padre, -Vado a prendere del thè.- disse lasciando la stanza.
-Come mi hai trovato?-
Senza rendermene conto ero riuscita a porre la domanda più importante della mia vita, all’uomo che mi aveva creata.
-E’ stato il destino… Io ero in aereoporto, stavo per partire ma senza rendermene conto ero ancora al bar, a guardare un intervista.- indicò i ragazzi alle mie spalle, -Sapevo chi fossero, tutti qua in America li conosco e ad un certo punto sei entrata tu… E ti ho riconosciuto… Miley.-
-Mi hai trovato per caso?- chiesi con un groppo in gola.
-Sì, effettivamente è stato così, ma appena ti ho visto sono venuto a cercarti, io volevo vederti, l’ho sempre desiderato.-
-E perché non l’hai mai fatto?-
Asciugai distrattamente una lacrima solitaria, che stonava col mio tono di voce, non ero triste, ero arrabbiata.
-Non ho potuto farlo, vedi io e tua madre non potevamo vederti perché avevamo chiesto un’adozione chiusa con i tuoi genitori, e beh non ci era permesso sbucare all’improvviso nella tua vita.-
Abbassò lo sguardo, pentito per quel ricordo tanto doloroso.
-Allora perché mi avete lasciato andare? Perché mi avete fatto adottare?-
-Non potevamo darti niente Miley, io ero un cantautore squattrinato e tua madre non lavorava e nonostante tutto abbiamo avuto te, ma nel momento esatto in cui ti abbiamo visto ci siamo resi conto che noi non eravamo abbastanza, che la nostra vita non sarebbe mai stata giusta per te.
Così abbiamo scelto di farti adottare, di darti la migliore delle possibilità e guardati.-  allungò dolcemente una mano verso di me, per sfiorarmi i capelli, -Sei una bellissima donna, forte e determinata, Destiny.-
-Come mi hai chiamata?- il cuore perse un battito e dovetti aggrapparmi ai braccioli della poltrona per non crollare.
-Destiny… Il tuo vero nome è Destiny Hope.-
-Perché allora sono Miley?-
-Lo hanno scelto i tuoi genitori adottivi per nascondere le tracce del tuo passato, per tenere lontano noi.-
Gli occhi di Billy erano pieni di dolore e di rimpianto, per la vita che non aveva potuto darmi.
-Però tu sapevi chi ero.-
-Sì, lo sapevo. L’unica cosa che i tuoi mi hanno concesso sono state delle foto, foto tue che ti ritraevano mentre crescevi.-
-Dov’è la mamma?- chiesi a bruciapelo.
Nick mi strinse la spalla di rimando, come se sapesse.
-Tua madre è venuta a mancare qualche anno fa…-
-Ma… Come?-
Cercai di dire di più, cercai di essere forte, ma la verità è che provavo un grande dolore per una persona che neanche conoscevo.
-Il cancro me l’ha portata via e io non ho potuto fare niente.-
-Come si chiamava?-
Era stato Joe a parlare e da un lato gliene fui grato, poiché la mia bocca era rimasta chiusa.
-Tish.- rispose semplicemente.
-Tish.- sussurrai di rimando.
-Miley lo so che non sono un padre per te, non potrei mai avanzare dei diritti o qualsiasi altra cosa, ma voglio che tu sappia che per me sarei sempre la mia bambina e che aspetterò. Aspetterò per conoscerti, per essere parte della tua vita.
Non voglio imporre la mia presenza, voglio essere tuo padre alle tue condizioni.-
Un sorriso sincero si fece strada sulla mia bocca.
L’uomo che stava davanti a me non era stato mio padre per ben diciotto anni, ma all’improvviso tutti quegli anni non erano mai esisti.
L’uomo, Billy Ray, era mio padre.
A tutti gli effetti.

Ritorna all'indice


Capitolo 15
*** Autunno ***


Prompt 36: Autunno
 
Dopo quel giorno avevo deciso di lasciarmi andare, aver ritrovato il mio vero padre mi aveva dato lo stimolo per andare avanti, per credere in me stessa e vivere affondo quello che il destino mi avrebbe riservato.
Quando io e le ragazze eravamo partite per l’America non credevo di poter scoprire così tante cose, avevo sempre pensato a quel viaggio come al mio unico tentativo di indagare sulle mie origini e invece avevo ottenuto molto di più: Nick, la mia stabilità, gli altri Jonas, quegli amici che ti entrano nell’anima senza accorgetene e Billy, quel papà che ho sempre cercato.
 
Alzo gli occhi al cielo, mi sembra di vivere in una favola.
Mi trovo a casa di mio padre, adesso possiede una bellissima casa o meglio una villa con piscina e prato, ci potrebbero stare benissimo tutti i miei amici ma lui ci vive solo, proprio per questo motivo mi sono proposta di passare un po’ di tempo con lui durante l’autunno, nonostante non abbia lasciato casa di Nick, sento il dovere di conoscere quell’uomo che mi ha dato la vita.
-Mils, tutto bene?-
-Sì pà, finirò per abbronzarmi.- dissi, mettendomi a sedere sulla sdraio e alzando i capelli in una coda di cavallo, nonostante l’autunno stesse lasciando lo spazio all’inverno il sole continuava a rilasciare i suoi raggi pieni di calore e di vita, facendo rintanare il freddo.
-Ti porto qualcosa da bere! Quando vengono Nick e gli altri?-
-Per il pranzo, aveva proposto un barbecue.-
-Me la cavo con quello!- urlò ridendo, per rientrare in casa.
Risi piano e appoggiai nuovamente la schiena alla sdraio, la mia vita era cambiata senza che me ne rendessi veramente conto, tutto quello che credevo impossibile si era tramutato in possibile, vivevo con mio padre e il mio ragazzo veniva a pranzo da me, quasi ogni giorno, facendomi conoscere quel nuovo mondo il pomeriggio e la sera portandomi in posti bellissimi e mai sentiti.
 
Le favole esistono.
 
Senza pensarci mi alzai nuovamente ed indossai la canotta che avevo lasciato a terra, tolsi gli occhiali da sole e sentii qualcosa scorrere dentro di me, era sempre così prima di cantare, sempre quell’energia, quell’adrenalina che mi scorreva dentro fino ad animarmi, per darmi la forza.
Presi il mio Iphone dal tavolino e lo collegai con l’amplificatore che papà aveva in giardino e feci partire la musica, non era una vecchia canzone ma l’avevo scritta quando ancora non avevo capito cosa volesse dire essere libera, adesso lo sapevo.
 
For those who don't know me, I can get a bit crazy 
Have to get my way, ya, 24 hours a day 
'Cause I'm hot like that 
Every guy everywhere just gives me mad attention 
Like I'm under inspection, I always get the 10s 
'Cause I'm built like that 

I go through guys like money flyin' out their hands 
They try to change me but they realize they can't 
And every tomorrow is a day I never planned 
If you're gonna be my man, understand 

I can't be tamed, I can't be saved 
I can't be blamed, I can't, can't 
I can't be tamed, I can't be changed 
I can't be saved, I can't be (can't be) 
I can't be tamed 

If there is a question about my intentions 
I'll tell ya 
I'm not here to sell ya 
Or tell ya to go to hell 
(I'm not brat like that)
I'm like a puzzle but all of my pieces are jagged 
If you can understand this, we can make some magic 
I'm wrong like that 

I wanna fly I wanna drive I wanna go 
I wanna be a part of something I don't know 
And if you try to hold me back I might explode 
Baby by now you should know 

I can't be tamed, I can't be saved 
I can't be blamed, I can't, can't 
I can't be tamed, I can't be changed 
I can't be saved, I can't be (can't be) 
I can't be tamed 

I'm not a trick you play, I wired a different way 
I'm not a mistake, I'm not a fake, 
It's set in my DNA 

Don't change me 

Don't change me 

Don't change me 

Don't change me 

(I can't be tamed) 

I wanna fly I wanna drive I wanna go 
I wanna be a part of something I don't know 
And if you try to hold me back I might explode 
Baby by now you should know 

I can't be tamed, I can't be saved 
I can't be blamed, I can't, can't 
I can't be tamed, I can't be changed 
I can't be saved, I can't be (can't be) 
I can't be tamed
 

-Diciamo che ti diverti molto anche da sola!-
-Nick!-
Mi voltai e corsi verso di lui, il mio Principe Azzurro sarebbe sempre venuto a salvarmi e a proteggermi, mi avvicinai e lo baciai in bocca.
-Ragazzi, nonostante mi vanti, di essere ancora giovane ho una certa età, e lei è mia figlia.-
-Ah, certo signore.-
Nick si staccò ma non lasciò la mia mano, sorrisi nuovamente, e assieme agli altri ragazzi ci dirigemmo verso la zona attrezzata del giardino e Billy andò a prendere la carne da cucinare, mentre io uscii dell’insalata e il pane fresco.
-Senti Miley noi stavamo pensando a una cosa.-
-Cosa, Joe?-
Osservai i loro sguardi, stavano nuovamente parlando con gli occhi, come se riuscissero a capirsi anche in quel modo, ed era qualcosa di estremamente irritante.
-Allora?- chiesi, stavo iniziando ad spazientirmi.
-Fai un cd con noi.-
-Che?- posai a tavola le ciotole che tenevano ancora in mano e li guardai.
-Sì, sei bravissima e a noi piacerebbe davvero fare un cd con te, o se non te la senti di inserire le tue canzoni come bonus e di comporne qualcuna assieme a Nick, voi spaccate assieme.-
-Io non sono una cantante.-
-Anche noi avevamo iniziato per motivi diversi, cantavamo per fare beneficenza ma dopo il concerto in Italia ci siamo resi conto che possiamo anche andare avanti, possiamo osare.- chiarì Kevin, sedendosi comodamente su una panca.
-Voi volete che proprio io canti con voi? Ma ci sono così tante ragazze brave e famose che sono meglio di me.-
-Ma loro non sono te.- disse Nick, sorridendo.
-Davvero? Davvero io potrei cantare e far sentire la mia musica a tutti?-
-Sì, davvero. Non sarebbe come mettere i video su YouTube o cantare a scuola durante l’intervallo, sarebbe farti conoscere, tu sarai famosa.-
-Credo che sia una buona idea!-
-Papà.-
-Destiny devi provarci, sono convinto che il tuo talento non può rimanere nascosto, sei una ragazza brillante e la tua musica coinvolge tutti, trasmetti pace, libertà, forza e determinazione, dai anche ad altri la possibilità di conoscerti così come ti conosce la tua famiglia, prova, non hai niente da perdere.-
-Ad una condizione.- sussurrai, guardandoli tutti.
-Quale?-
-Voglio chiamarmi Hope, voglio essere Hope sul vostro cd.-



Spazio a me! Bene non ho molte giustificazioni da porvi, sono sparita lasciando questa storia, come molte altre, alla deriva, purtroppo in periodo esami ho dovuto scegliere cosa portare avanti e cosa sospendere momentaneamente, e questa è rientrata nella categoria.
Mi dispiace veramente non aver potuto pubblicare neanche un capitolo, ma spero di recuperare col tempo!
Godetevi il capitolo e spero comunque in qualche piccola recensione <3

 

Ritorna all'indice


Capitolo 16
*** Notte ***


Ed eccomi tornata con un nuovo capitolo, 
con questo voglio augurarvi buona domenica, e buone vacanze.
Il nostro appuntamento sarà il mercoledì e la domenica, 
grazie a voi che continuate a leggere la storia, non smetterò mai 
di esservi debitrice ^^


 

Prompt 05: Notte
 
Dopo quel pranzo in cui i Jonas avevano scombussolato, nuovamente, la mia vita. Avevo deciso di presentarmi con loro allo studio di registrazione, della casa discografica che li avrebbe sorretti per realizzare il loro progetto.
Ogni mattina da circa una settimana studiavamo le canzoni, la musica, il ritmo, cosa fosse o meno di tendenza, cosa potesse piacere ai giovani, ma soprattutto parlavamo delle mie canzoni.
Quelle stesse canzoni che cantavo quando ero a scuola durante l’ora di ginnastica e in ricreazione, quelle canzoni che ho composto sotto la doccia o in riva al mare con le amiche, quelle che ho deciso di inserire nel mio account YouTube per farmi conoscere.
Quelle canzoni che erano la storia della mia vita.
Quel progetto avrebbe cambiato tutto, ancora una volta, ma stavolta il cambiamento mi faceva davvero paura.
Sarei stata famosa e in fondo non era proprio quello che desideravo, ma ogni volta che vedevo gli occhi di Nick, illuminarsi per una mia proposta o al nome di una canzone, tutti i miei dubbi sparivano.
Volevo che lui fosse felice, volevo costruire qualcosa di serio con lui e nonostante l’idea di essere famosa non fosse allettante al centro per certo, vederlo realizzato, colmava tutti i miei dubbi.
 
-Credo che dovremo inserire un duetto.-
-Eh?- alzai lo sguardo verso Joe, cercando di seguire il discorso.
-Potreste farlo.- gli diede corda Kevin.
-Perché guardi noi?-
-Perché voi siete la coppia del momento, credo che riuscirete a creare qualcosa di originale.-
-Anche perché le canzoni ci sono, bene o male, abbiamo capito quali dobbiamo remixare e sistemare dal punto di vista del suono, Miley le tue canzoni vanno bene, e saranno inserite come bonus, ma una con Nick renderà il cd ancora più forte!- concluse Joe, tranquillamente.
-Ci penseremo.-
-Non è facile scrivere una canzone se condizionati.- osservai io.
-Lo so, non è mai semplice scrivere canzoni, ma voi potete riuscirci.-
-Intanto io e Miley andiamo a pranzo, vi aggiorniamo!-
Nick prese il mio giubbotto dall’attaccapanni e me lo passò, lo presi e in silenzio uscimmo dalla casa discografica per dirigerci verso il parcheggio privato dello stabilimento e recuperare la sua auto.
Rimanemmo in silenzio per tutto il tragitto, osservai Nick chiuso nei propri pensieri e col tempo avevo imparato a rispettare quei silenzi, come lui rispettava i miei quando stavo davanti al piano a suonare per ore la stessa canzone.
 
Non è facile scrivere una canzone di punto in bianco, tutto nasce dalle nostre emozioni, dal nostro cuore, sennò non saremo cantautori, ma ci basterebbe acquistare le canzoni da  qualcuno che ha più talento di noi.
 
Scendemmo dall’auto dopo una decina di minuti per prendere posto in un ristorante non troppo conosciuto e dove i paparazzi non sarebbero venuti a disturbarci.
Ordinammo due secondi con l’insalata e della birra, e aspettammo sempre in silenzio.
Alzai gli occhi al cielo, sbattendo piano le unghie sul tavolo, nonostante tutto mi stava venendo un’idea.
-Before the storm.- sussurrai, come se fosse la cosa più ovvia.
-Cosa?-
-Before the Storm! Certo!- esultai, sorridendo.
-Miley ma di cosa stai parlando?-
Guardai Nick dritto negli occhi e sentii il cuore battere a mille, avevo trovato la nostra canzone, non sarebbe stato semplice scriverla ma sarebbe stata nostra, avrebbe parlato di noi e del nostro amore.
-La nostra canzone.-
Mi osservò e lentamente anche lui capì.
 
Prima della tempesta, prima che io lo lasciassi per tornare in Italia.
 
-Ci sto.- sussurrò, guardandomi.
-Finiamo di mangiare e andiamo a casa.-
-Ma tuo padre si scoccerà se gli mettiamo, di nuovo, sotto sopra il salone.-
-Nick, quella non è casa.- presi la sua mano destra che aveva appoggiato sul tavolo.
-Casa è, dove ci siamo io e tu.-
-Casa.-
 
***
 
I know this isn't what I wanted 
I never thought it'd come this far 
Just thinking back to where we started 
and how we lost all that we are 
 
Scrissi questa strofa sul mio quaderno personale e mi buttai nuovamente sul letto, non stava andando poi così male.
Dopo il ristorante eravamo tornati subito a casa e c’eravamo messi al lavoro.
Avevamo deciso che la canzone sarebbe stata accompagnata dalla chitarra ma eravamo ancora indecisi se aggiungere qualche pezzo al piano, magari suonato da me, mentre Nick avrebbe continuato con la chitarra.
Avevo in mente il ritornello ma dovevo ancora arrivare a costruire la storia della canzone, poiché mi ero sempre convinta che scrivere non fosse accostare due strofe e un ritornello, ma dargli una storia, un suo punto di vista.
Ogni canzone aveva bisogno di essere vera.
 
-Ascolta…-
Mi voltai verso Nick e lo trovai chino sul suo blocco, in realtà tutto il loft era immerso di fogli strappati e sparsi negli angoli più remoti, ormai era anche calato il sole.
 
N: We were young and times were easy 
But I could see it's not the same 
I'm standing here but you don't see me 
I'd give it all for that to change 
And I don't want to lose her 
I don't wanna let her go 

M: Standing out in the rain 
Need to know if it's over 
'cause I will leave you alone 

Nick: Flooded with all this pain, 
Knowing that i'll never hold her, 
Like I did before the storm 

M: Before the Storm 
 
-Si! Così va bene!- urlai, saltando giù dal letto e correndo verso Nick per baciarlo.
Posai le mani a coppa sul suo viso e premetti la bocca sulle sue, nonostante fosse una canzone dolorosa, che ci avrebbe ricordato il passato, quello stesso passato che noi stavamo dimenticando, era qualcosa di nostro, che mi dava l’impressione di amarlo ancora di più.
Sentii la sua lingua chiedere alla mia bocca di schiudersi e senza pensarci il bacio divenne più passionale.
Nick mi prese per i fianchi e mi fece sedere sopra di lui, i nostri respiri divennero uno solo e sentii qualcosa dentro di me, un brivido prima alla base della schiena e poi giù, nella mia parte più intima.
 
Mi vuole.
Ed io?
Io lo voglio?
Sì, lo vorrò sempre.
 
Mi alzò come se niente fosse e tornammo sul letto, mi fece sdraiare sotto e per non pesarmi si appoggiò ai gomiti, lo sguardai per un breve istante e vidi le pupille completamente nere, avevano offuscato il suo bellissimo colore, per via della passione.
Mi allungai per riprendere a baciarlo e passai la mano prima tra i suoi capelli e poi sotto la sua camicia, leggermente aperta sul davanti e che usciva a tratti dai jeans.
-Miley io… Volevo dirtelo da un po’ ma aspettavo il momento giusto.-
-Nick…-
-Ti amo Mils, amo te e quella parte che ancora dobbiamo conoscere che si chiama Destiny, ti amo in tutto quello che fai e che sei e ti voglio, ti voglio davvero.-
Lo osservai, senza distogliere lo sguardo dal suo, sentivo il mio cuore battere così forte che avrei potuto anche staccarlo per il dolore, ma non lo feci, non mi ero mai sentita così viva.
Mi avvicinai al suo volto e chiusi gli occhi.
-Anche io ti amo.- sussurrai, -Ma io sono… Si insomma…-
Non riuscii a finire la frase che sentii nuovamente la bocca di Nick sulla mia.
-Non m’importa.-
Quelle semplici parole mi riempirono il cuore id gioia e senza pensarci tolsi la sua camicia, beandomi di quella visione che era solo mia.
Lui, continuando a sorridere, slacciò i bottoni e la zip del mio vestito per lasciarlo cadere poco dopo ai piedi del letto.
Ero stesa sotto di lui, mezza nuda, ma non provai nessuna vergogna.
Mi sporsi piano per baciargli le spalle, per scendere lentamente verso i pettorali scolpiti, lui nel frattempo si era messo seduto e aveva chiuso gli occhi.
Passai lentamente le mani sul suo corpo, e lo ricoprì di piccoli baci, fino a dirigermi lentamente alla sua parte intima.
Con mani tremanti slacciai il primo bottone, ma vedendo la mia esitazione o meglio ancora la mia inesperienza, Nick se li tolse con un semplice gesto per farli cadere a terra.
Mi fece sdraiare nuovamente e con un semplice movimento slacciò il gancio del mio reggiseno, sentì la sua bocca sul mio seno in un bacio lento e amorevole, scese fino alla mia pancia e spostò le mutandine piano, come se anche lui avesse paura di quello che stavamo per fare.
Adesso ero totalmente nuda e solo in quel momento mi ero resa conto che Nick assieme ai jeans aveva levato anche i boxer, sentii il groppo in gola farsi sempre più grande ma guardandolo nuovamente mi rilassai.
Lui era il mio Principe Azzurro.
Lentamente entrò dentro di me, e nonostante il dolore iniziale, decisi di chiudere gli occhi e lasciarmi andare.



 

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=1837587