Bad End Night-Folle notte che non finisce mai

di Sacchan_
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Bad Ending Night - Atto I Scena I ***
Capitolo 2: *** Bad End Night-Atto I Scena II ***
Capitolo 3: *** Bad End Night - Atto I scena III ***
Capitolo 4: *** Bad End Night - Atto I scena IV ***
Capitolo 5: *** Bad End Night - Atto II scena I ***
Capitolo 6: *** Bad End Night - Atto II scena II ***
Capitolo 7: *** Bad End Night - Atto II scena III (Epilogo) ***



Capitolo 1
*** Bad Ending Night - Atto I Scena I ***


Disclaimer: Niente di quanto da me citato mi appartiene, tutto è di proprietà dei rispettivi autori. Ciò che scrivo lo faccio solo per divertimento. 
ndA:  Non prendetela come una fedele ricostruzione; come nelle mie precedenti long-fiction tutto qui è altamente personale e romanzato. 


Cast: 
Miku: ragazzina che si perde in un bosco non lontano dal suo villaggio dopo aver ricevuto una lettera da un individuo misterioso che si firma Unknown Shadow -Ombra Sconosciuta- 
Gakupo:  maggiordomo della "Unknown Mansion" -Villa Sconosciuta-  con il vizio del gioco d'azzardo. 
Len&Rin: due fratelli gemelli, maschio e femmina, apprendisti presso la Villa. Hanno la particolarità di parlare sempre in coppia e per rime. 
Gumi: cameriera al servizio della "Unknown Mansion", molto maldestra e pressochè incapace. 
Luka: dama di compagnia della padrona. E' molto rigida e severa.
Kaito: padrone della Villa Sconosciuta. E' un playboy che ama divertirsi con i suoi "giocattoli". 
Meiko: padrona della Villa Sconosciuta e sorella di Kaito, leggermente pazza e mentalmente instabile. 
Unknown Shadow (Ombra Sconosciuta): una "presenza" che non si sa chi sia... all'interno della Villa tutti hanno paura a pronunciare il suo nome. 

E adesso... che si alzi il sipario su: 



BAD - END- NIGHT-
FAVOLA DELLA FOLLE NOTTE CHE NON FINISCE MAI
ATTO I SCENA I 
(PROLOGO)


Miku avanzò di qualche passo nella notte oscura. 
Timorosa, come solo poteva esserlo una ragazza della sua età, si portò i palmi delle mani alla bocca per soffiarvi sulla pelle ma il fiato che le uscì dalle labbra servì ben poco a riscaldare le sue dita congelate e in fiamme a causa del freddo della notte.
I suoi diciotto anni -età che la consacravano come "adulta"- non erano serviti a dare un freno a quella pazzia: avventurarsi completamente da sola nel bosco adiacente al piccolo villaggio dove abitava. 
Era stata la curiosità a muoverla, la curiosità di aver ricevuto una strana lettera da un misterioso mittente che la invitava a raggiungerlo nel bosco. 
Abituata alla monotonia del villaggio e allo scorrere dei giorni sempre uguali, la ragazza aveva ben accolto quella misteriosa lettera e senza pensarci due volte, armata solo della sua sconsideratezza, si era inoltrata da sola con l'intento di incontrare l'ammiratore che l'aveva cercata. 
Il contenuto della lettera era per lei indecifrabile ma tutto sarebbe stato più chiaro una volta che ne avrebbe incontrato l'autore, un autore che si firmava Unknown Shadow.
Miku rilesse ancora una volta quella lettera misteriosa soffermandosi sul nome del mittente e si ritrovò a pensare che quell'individuo sconosciuto si citava davvero con uno strano nome.
Il vento gelido della notte soffiava piano e regolare, scompigliandole i lunghi capelli azzurrini legati stretti in due code di cavallo. Rabbrividendo si avvolse nelle spalle, ma il solo vestito e il solo mantello non erano abbastanza per ripararsi dal gelo notturno. 
In lontananza poteva sentire un lupo ululare... o forse era soltanto la sua immaginazione? 
Anche le ombre dei rami degli alberi parevano serpenti neri che strisciavano a terra. 
Scacciò via quel pensiero; non c'era nulla di pericoloso che volesse assalirla poiché era tutto frutto della sua immaginazione. 
Però l'oscurità della notte non l'aiutava a riprendere il cammino inverso e tornare indietro al villaggio; non che non avesse senso dell'orientamento ma semplicemente non riusciva a capire la sua posizione. 
In poche parole si era persa. 
Miku maledisse la sua stoltezza. Avrebbe dovuto capirlo che quella lettera era solo uno stupido scherzo di qualche ciarlatano e che lei ci era cascata in pieno perchè nel bosco non c'era nessun Unknown Shadow ad aspettarla.
Appoggiando la schiena al tronco di un albero scivolò a terra mentre la stanchezza si impossessava delle sue palpebre e la vista sfocava. Mugolando voltò la testa di lato e fu allora che la vide.
Un imponente villa fatta di eleganti mattoni e vetrate si ergeva al centro di una radura accerchiata dagli alberi e illuminata dai pallidi raggi lunari.
Sbattendo le palpebre incredula e stropicciandole con le nocche delle mani si trascinò a fatica correndo in direzione di quell'edificio. 
Forse non aveva sbagliato, forse Unknown Shadow esisteva veramente e forse la stava aspettando all'interno di quella Villa. 
Rinvigorita da quel pensiero aumentò il passo fino a varcarne il cancello.

Calpestando i ciottoli del percorso che dal cancello conduceva all'ingresso Miku lesse su un cartello di legno una frase incisa che citava: 
Benvenuti alla "Unknown Mansion". 
Deglutendo e raccogliendo il proprio coraggio bussò più volte al grande portone d'ingresso ma nessuno venne ad aprirle. 
Delusa, indietreggiò di qualche passo e guardò le vetrate in alto vedendo come alcune erano accese e come la Villa doveva essere sicuramente abitata, pertanto fece un giro attorno ai muri fino a vedere la porticina di servizio e, con sua grande gioia, notò che questa era aperta perché un inserviente stava spazzando con la scopa le pietre del marciapiede raccogliendo la polvere.
Il giovane uomo, vestito come un maggiordomo e dai lunghi capelli viola legati in alto, non sembrò notare la presenza di Miku intento come era a fare il suo lavoro perciò, senza timore, lei si fece avanti.
"Perdonate, ho provato a bussare più volte ma nessuno ha risposto."
Il maggiordomo sussultò per la sorpresa abbandonando la scopa e assottigliando lo sguardo in direzione della voce.
Quando vide la giovane fanciulla, persa nell'oscurità della notte, assunse un'espressione stupita. 
"Oh cara! Ma cosa ci fa una giovane ragazza in giro a quest'ora?" 
Miku si avvicinò ulteriormente di qualche passo. 
"Mi sono persa. In realtà penso di dover incontrare qualcuno qui..." prima ancora di finire la frase infilò una mano in una delle tasche del vestito per estrarne fuori la lettera  ma il maggiordomo non le diede il tempo di farlo parlando di nuovo. 
"Oh cielo! Perdersi in questo bosco ad un orario così tardi..." lasciò la scopa poggiandola al muro "prego, venga con me. Non è salutare restare fuori con quest'aria fredda." E appoggiò una mano sulla schiena di Miku spingendola indietro, in direzione del portone d'ingresso a cui la ragazza prima aveva bussato ma nessuno le aveva aperto. 
"E così avete detto che nessuno ha risposto?"
Miku tese il viso verso l'alto guardandolo attraverso i suoi occhi. 
"E' così! Ho provato più volte ma non mi ha aperto nessuno." 
Il maggiordomo scosse la testa facendo così oscillare la sua lunga chioma viola di capelli raccolti. 
"Quelle due pesti perdono sempre il loro tempo a giocare."  Estraendo fuori un mazzo di chiavi dal suo taschino ne infilò una nella serratura di ferro e la girò lasciando schiudere il sistema di chiusura. Il portone d'ingresso si aprì all'interno con un sonoro cigolio affacciandosi su una imponente hall con la pavimentazione di marmo e un vistoso lampadario di diamanti scintillanti. Al centro vi era una scalinata che conduceva al piano superiore sovrastata da un lunghissimo tappeto rosso ricamato con decori d'oro. 
Miku pensò che chiunque abitasse lì fosse davvero un gran signore; ma si chiese anche se era davvero possibile che una così elegante Villa si trovasse nel bel mezzo del bosco.
Incerta, si morse le labbra finché il maggiordomo non portò una mano all'altezza del petto inchinandosi elegantemente. 
"Prego, è la benvenuta." 
Incoraggiata da quelle parole suadenti e così invitanti Miku mosse i suoi primi passi sul pavimento lucido della hall estasiata da tanta bellezza. 
Il maggiordomo entrò subito dopo di lei battendo le mani. Due figure adolescenti irruppero nella hall correndo forsennate. 
"Il maggiordomo ci ha chiamato?" pronunciò una voce maschile. 
"Allora noi siamo pronti ad eseguire il nostro operato" seguì una voce femminile. 
Due piccoli ragazzini comparvero dal nulla, vestiti uguali con la medesima divisa e il medesimo frac.
Entrambi avevano i capelli biondi e raccolti ed entrambi avevano gli stessi lineamenti del viso e gli stessi occhi cristallini, l'unica differenza nei due erano gli abbigliamenti diversi poiché, sotto il frac, il ragazzino indossava dei pantaloncini neri mentre la ragazzina una gonnellina nera con i bordi ricamati in pizzo.
"Dove eravate quando questa nostra ospite bussava alla nostra porta?" li ammonì il maggiordomo.
Il ragazzino puntò gli indici in direzione della sorellina. 
"La colpa non è di Len se Rin è un incapace."
La ragazzina ripetè l'identica scena: puntò gli indici in direzione del fratellino. 
"La colpa non è di Rin se Len è un incapace."
Il fratello maschio, Len, vedendo che era stato imitato si adirò ancora di più. 
"Smettila di copiarmi le battute!" 
La gemella femmina, Rin, scimmiottò di nuovo imitandolo. 
"Smettila di copiarmi le battute!"
Len arricciò il naso. 
"E' colpa tua se il maggiordomo ci sgrida sempre tanto!"
"Sei tu che sei un fannullone, alquanto!"
I due fratelli continuarono a bisticciare fino a quando il maggiordomo non si frappose fra loro allontanandoli. 
"Adesso basta voi due! Non è questo il benvenuto che dovremmo dare alla nostra ospite!" Detto ciò le sue mani, avvolte da candidi guanti, spinsero giù le due testoline bionde costringendo loro a chinare la schiena. 
"Le chiediamo scusa per la maleducazione." Ringhiò Len fra i denti. 
"Le promettiamo che la prossima volta la accoglieremo con la dovuta educazione." Lo seguì Rin con la voce affaticata per la postura forzata. 
Soddisfatto di ciò,il maggiordomo replicò il suo inchino chiedendole se era in capitata lì in cerca di qualcuno. 
Ma quando Miku domandò se quella Villa apparteneva a qualcuno che si faceva chiamare Unknown Shadow delle ombre scure si disegnarono sul volto del maggiordomo e dei suoi assistenti.  
Il silenzio calò  nella hall unito a una sensazione di presagio. 


TO BE CONTINUED...

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Capitolo 2
*** Bad End Night-Atto I Scena II ***


BAD - END - NIGHT
FAVOLA DELLA FOLLE NOTTE CHE NON FINISCE MAI 
ATTO I SCENA II 



Il silenzio calò nella hall unito ad una sensazione di presagio.
Len strepitò in preda alle convulsioni. 
"Oh, mia giovane ospite! Ma cosa dice mai?" 
Allo stesso modo Rin alzò in aria il dito indice per ammonirla. 
"Qui è vietato pronunciare il suo nome, non lo sai?" 
Confusa, Miku fece un ulteriore passo avanti portandosi un pugno all'altezza del petto per giustificare sé stessa. 
"Eh? Ma io ho vi ho soltanto chiesto se lo conoscete..." 
Una mano inguantata le coprì la bocca soffocandole la frase. 
"Ssshht per favore! Non nominiamo mai quel nome in questa Villa." 
Il maggiordomo continuava a tenerla stretta e a tapparle la bocca; Miku, spaventata, annuì per far capire che aveva compreso il divieto e soltanto allora fu rilasciata. 
"Bene! Inutile stare qui a chiacchierare sulla porta d'ingresso. Voi due! Avvertite i nostri padroni che stanotte ci sarà un'ospite inatteso, fatto ciò ordinate a Gumi di preparare un buon tè per riscaldarla."
I due giovani fratelli si misero sull'attenti.
"Come due fulmini noi obbediamo." Si inchinò Len con la schiena rigida. 
"A informare i padroni e Gumi adesso andiamo." Rin inchinò la schiena nel medesimo modo e insieme al fratello scattò via. 
Il maggiordomo, da canto suo, afferrò il mantello sporco di Miku facendoglielo scivolare giù dalle spalle e ripiegandolo in pochi e veloci gesti. 
"Si metta pure comoda." Pronunciò con la voce morbida. 
"Siete molto gentile, grazie!" Rispose Miku lusingata da tante premure. 
"Ma è naturale! Senza un'ospite la festa non può cominciare!" Allargò le labbra il maggiordomo, in un sorrisetto divertito che confuse Miku. 
La ragazza avrebbe voluto fare altre domande ma si sentì poi trascinare docilmente dall'uomo verso l'ala sinistra della hall. Quando questi aprì la porta successiva si trovò davanti a un immenso salone da pranzo piastrellato di bianco e nero dove al centro dominava un lungo tavolo di finissimo legno rosso.
Una ragazza dai capelli corti e verdi, vestita con un uniforme da cameriera, si affaccendava da un lato all'altro correndo affannata. 
"Un ospite! Un ospite! Un ospite!" Gridava forsennata. "Un'ospite! Un'ospite! Un'ospite" 
Quando vide Miku si precipitò da lei reggendo ancora la pesante teiera in mano. 
"Prego, venga a sedersi! Prego, non stia lì in piedi! Prego, si serva pur....eeeeeeeee" inciampò sui suoi stessi piedi, scivolando in avanti.
La teiera le sfuggì dalle mani e si ruppe rovinosamente sul pavimento e sarebbe stato un guaio da niente se non fosse stato per l'intero contenuto che si era riversato completamente  su Miku bagnandola di tè dalla testa ai piedi e facendola urlare per il dolore di essersi scottata con quel liquido. 
"Gumi! Che diavolo combini?" La sgridò il maggiordomo esasperato.
La cameriera, Gumi, si rialzò da terra e quando vide il pasticcio che aveva creato si precipitò su Miku con un fazzoletto in mano. 
"Oh! Sono dispiaciuta, sono dispiaciuta, sono dispiaciuta!" Tentò di asciugare i capelli impiastricciati di Miku strofinandoli con il fazzoletto mettendoci così tanto olio di gomito che Miku si lamentò ancora per il dolore. 
"Adesso basta così Gumi o finirai per strapparle tutti i capelli!" Il maggiordomo intervenne fermando la mano impazzita della sua collega.
I due fratelli gemelli comparvero sulla soglia del salone da pranzo in coppia con un'espressione sorniona sulle labbra.
"Gumi è sempre così imbranata!" 
"Ecco perché della servitù è la meno amata". 
Gumi scosse la testa sconsolata e raccolse uno ad uno i cocci rotti per terra; il maggiordomo sospirò scrollando le spalle e si inchinò affianco a lei per aiutarla, non prima di aver impartito ulteriori ordini ai due fratelli. 
"Rin, Len... portate la nostra ospite nella camera-guardaroba e fatela cambiare". 
I due gemelli schizzarono ai lati di Miku afferrandole le mani.
"Oh... ma no! Non c'è motivo di..." Tentò di biascicare Miku ma l'euforia dei due fratelli gemelli la travolse. 
"Come una bambola la vestiremo."
"Con pizzi e merletti la agghinderemo."
A nulla valsero i tentativi di resistenza di Miku che, sopraffatta dalla euforia dei gemelli, si lasciò trascinare, mano nella mano, verso una stanzetta adibita ad armadio. 
"I capelli per bene le acconcieremo."
"Così la festa cominceremo."
Era la seconda volta che la servitù di quella Villa pronunciava la parola "festa" e Miku avrebbe voluto chiedere maggiori spiegazioni ma era difficile zittire quei due piccoli gemelli che continuavano a saltellare e a parlare per rime.
La camera-armadio era una stanzetta quattroxquattro illuminata da una debole luce soffusa e dove in bella fila indiana erano disposti abiti di ogni tipo. Si andava da bellissimi vestiti lunghi fino ai piedi decorati da perline a vestitini vintage corti e inguinali, il tutto era correlato da cappellini realizzati a mano, nastrini e retine per capelli e accessori come collane, braccialetti e orecchini.
Miku non potè fare a meno di restare estasiata da tutto ciò perché mai nella sua vita si era ritrovata davanti a tanta bellezza e vanità. 
Rin la trascinò con foga fino in centro stanza. 
"Avanti, venga! Un bel vestito per lei sceglieremo."
"Per prima cosa, da quei logori abiti la spoglieremo."
Miku sbattè le palpebre, i due fratellini non avevano più il solito sorriso sulle labbra. 
Adesso la fissavano in uno strano modo, nello stesso modo in cui un lupo osserverebbe un agnello. 
In un secondo i due gemelli si fiondarono su di lei strappandole i vestiti di dosso senza preoccuparsi di rovinarglieli o di lacerarglieli.
"Come una bambola la vestiremo."
"Con pizzi e merletti la agghinderemo."
"I capelli per bene le acconcieremo."
"Così la festa cominceremo."
Continuavano a cantinelare quella sciocca canzonetta come due posseduti e nel giro di pochi minuti Miku si ritrovò vestita solo dei suoi indumenti intimi osservando Rin che continuava imperterrita a provare su di lei gli abiti mentre Len sceglieva i giusti accessori. 
Portò le braccia incrociate al petto per ripararsi dai brividi che le percorrevano la pelle, in cuor suo sperava che i due gemelli trovassero al più presto un vestito adatto a lei e la vestissero ma ogni volta che ne tiravano fuori uno esclamavano a voce alta il loro dissenso. 
"Non è bello!" 
"Per lei dovremmo scegliere un vestito color verde acquerello!"
Fortunatamente Gumi venne in suo soccorso ammonendo i due bambini e dicendo loro che la padrona li aspettava per il solito massaggio ai piedi. 
A quei nuovi ordini, i due si precipitarono fuori come due schegge strepitando urlanti. 
"La padrona ci chiama, presto!" 
"Subito da lei dobbiamo andare, lesto!" 
Gumi tirò un lungo sospiro prima di soffermare i suoi occhi smeraldini su quelli azzurini di Miku. 
"Meno male! Sembra che io l'abbia salvata appena in tempo!" Rise. 
Miku, intanto, continuava a strofinarsi vigorosamente le braccia. 
"Potrei avere un vestito, per cortesia?". 
"Ah ma certo, ma certo! Dunque vediamo un po'..." La cameriera si diresse verso un baule estraendone uno color rosso, dal colletto alto e dall'ampia gonna lunga fino al ginocchio. "Questo sopra dovrebbe starci bene!" Esclamò poi afferrando un grembiule bianco lungo tanto quanto il vestito. 
"Si giri per favore, così potrò indossarglielo."
Miku girò su sé stessa ma prima di compiere il giro completo Gumi la bloccò per un braccio completamente estasiata. 
"Oh cielo, siete splendida! Avete un corpo da modella!"
Miku arrossì di imbarazzo mentre Gumi continuava a scrutarla con gli occhi meravigliata.
"Ah... beh, la ringrazio... ma non credo di avere nulla di così speciale." 
La cameriera scosse vigorosamente il capo. 
"Non dite così! La vostra pelle è pallida e morbida al tatto, i vostri occhi e i vostri capelli sono lucenti, siete abbastanza alta e slanciata... Oh, devo fare un buon lavoro su di voi mia ospite altrimenti la festa non riuscirà bene!" 
Di nuovo.  Era la terza volta che sentiva pronunciare quella parola e stavolta Miku si azzardò a chiedere veramente. 
"Non sei la prima che si parla di "festa", si può sapere che cosa è?"
Gumi sorrise in modo inquietante con le labbra che le andavano da un orecchio all'altro. 
"Ma come? Siete un ospite! Che ospitalità potremmo mai darle se non organizziamo una festa per lei?"
E Miku si sentì così talmente compiaciuta che non riuscì a fare a meno di chiederle di acconciarle per bene i capelli e truccarla come una Diva, cosa che mise subito Gumi all'opera.
Il risultato finale non fu affatto male. Certo, più di una volta Gumi aveva rischiato di accecarla e di strapparle intere ciocche di capelli vista la sua goffagine ma quando Miku si guardò allo specchio si sentì una persona completamente nuova. 
I capelli adornati da due fiocchi, le guance truccate e i vestiti nuovi di zecca. Lei stessa non si riconosceva più.. 
Gumi continuava a saltellare attorno a lei piena di vita come una gazzella. 
"Siete splendida! Siete splendida! Oh ma che bella festa che daremo!" E le allacciò una mantellina sulle spalle.
Quando le due uscirono dalla stanza-guardaroba trovarono il maggiordomo ad aspettarle pronto a dare il cambio di compagnia alla cameriera. 
Tante attenzioni arrossivano Miku che accettò di buon grado la mano che il giovane e piacente maggiordomo le porgeva. 
"Venite mia giovane ospite. E' ora di presentarvi ai padroni di questa Villa."
Quindi fu riportata nella sala da pranzo dove, in piedi vicino al tavolo e reggendo un ventaglio di pizzo color rosso sangue, se ne stava una bella donna dai capelli castani a caschetto. 
"Erano giorni, forse mesi o addirittura anni che non veniva a trovarci un ospite! Oh, come sono contenta! In questa Villa non succede mai nulla di nuovo, è sempre tutto così banale, tutto così ripetivo, tutto così monotono. Non credi anche tu, mia bella Luka?".
"Sì, avete perfettamente ragione mia signora." Le rispose una donna dai lunghi e setosi capelli rosa; sebbene la sua voce aveva utilizzato una vena vocale piena di rispetto e serietà questa donna mostrava sul volto un cipiglio severo e annoiato. 
"Oh, dovremmo preparare un buon banchetto con squisita carne, stappare il nostro vino migliore, allietare il nostro ospite con canti e balli e..." 
Gli occhi castani della donna in rosso si spostarono verso Miku allargandosi sempre di più. Infine, euforica, si precipitò da lei. 
"Sono così felice che la nostra ospite sia una ragazza così giovane e carina!" Si chinò per afferrare una delle ciocche verdi lasciate libere e sciolte sulle spalle. "Sono certa che con una ospite così graziosa la nostra festa di stanotte sarà bellissima." 
Esclamò quella frase con una tale malizia nella voce che Miku non potè fare a meno di sentirsi imbarazzata e pressata da quegli occhi castani che la scrutavano intensamente. 
"Sono... sono davvero felice di fare la vostra conoscenza signora." Balbettò rossa in volto. 
"Ed è anche così umile!" Continuò la castana afferrandole il mento con le dita. "Sì, quella di stanotte sarà decisamente una festa coi fiocchi..." Sussurrò quella frase dolce come lo zucchero dalle labbra rosse. 
Miku avrebbe voluto togliersi da quella situazione così imbarazzante e, fortunatamente, un uomo arrivò in suo soccorso poggiando una mano sulla spalla nuda della donna vestita in rosso. 
"Tutto a tempo debito mia cara sorella. E' ancora presto per mangiare la nostra ospite." Sorrise suadente. 
Mangiare? Le spalle di Miku ebbero un sussulto. 
Come era apparso quell'uomo era apparsa anche tutta la servitù al completo. 
L'uomo, alto e attraente dai capelli blu e gli occhi color zaffiro, vestito  come un giovane Lord, afferrò una mano di Miku per baciarle delicatamente il palmo. 
"Sono il padrone di questa Villa, chiamatemi Kaito per favore."
Miku sembrò smarrita davanti a tanto bon ton, i brividi di poco prima erano completamente scomparsi. 
Come un perfetto padrone di casa, Kaito introdusse uno ad uno tutti i presenti cominciando da sua sorella. 
"L'avete conosciuta prima di me: questa donna al mio fianco è Meiko la mia sorella minore."
Meiko ammiccò a Miku nascondendosi metà del volto con l'ausilio del ventaglio. 
"La donna là in fondo è Luka, la dama di compagnia di mia sorella."
Luka incrocià le braccia fulminandola con lo sguardo cosa che fece apparire Miku un'indesiderata. 
"E a seguire la nostra servitù" Indicò ognuno di loro con un nome. 
Gakupo, il maggiordomo, si inchinò rispettoso con il suo solito modo di fare. 
Gumi, la cameriera, fece un inchino impacciata afferrandosi la gonna. 
Rin e Len, i due apprendisti, si afferrarono per le mani. 
C'erano otto persone in quella Villa adesso. Otto persone pronte a dare il via ad una folle notte di festa.


L'Autrice Sconosciuta:
Ossia me e il mio angolino sconclusionato.
Il prologo è ufficialmente finito! Adesso si entrerà nel vivo della festa... Cosa accadrà? Mah... 
Per prima cosa, vorrei ringraziare chi ha recensito lo scorso primo capitolo e Mystryss e BlackWhiteeli che hanno aggiunto la mia storia alle seguite. 
E poi... mmm beh, ho visto che l'idea di Rin e Len che parlano in coppia ha avuto successo e il che mi rende molto felice, sapete non è mica così facile farli parlare in coppia e in rima! xD 
Ciò non toglie che le loro battute siano per me le più divertenti da scrivere! 
E gli altri personaggi? Che impressione vi hanno dato? Aspetto di conoscere le vostre opinioni! 
Un bacio <3 
_Flowermoon_

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Capitolo 3
*** Bad End Night - Atto I scena III ***


BAD - END - NIGHT 
FAVOLA DELLA FOLLE NOTTE CHE NON FINISCE MAI
ATTO I SCENA III

 
C'erano otto persone in quella Villa adesso. Otto persone pronte a dare il via ad una folle notte di festa.
Secondo le disposizioni ricevute dal padrone Kaito, per prima cosa, la tavola fu apparecchiata e imbandita di squisiti piatti a base di carne e verdure. Gakupo, veloce e abile nel suo lavoro, preparava con meticolosa velocità ogni piatto personalmente, guarnendolo con regale maestria e servendolo ancora caldo e appetitoso. 
Il brodo caldo di pollo scivolava per la gola di Miku che era un piacere. 
"E dunque... perché mai una ragazza dovrebbe vagare da sola per la notte in questo bosco?" Mormorò Kaito tenendo in mano un calice pieno di vino rosso. 
"Ehr... la verità è che..." Miku non continuò la frase perché aveva visto con la coda dell'occhio il modo in cui Gakupo l'aveva guardata "La verità è che mi sono semplicemente persa." 
"Povera cara!" sbottò Meiko pulendosi le labbra con il tovagliolo bianco sporcandolo di rossetto "perdersi in questo bosco a notte fonda, meno male che sei riuscita a trovare la nostra Villa."
Al suo fianco, Luka sbuffò stizzita. 
"Pff... la verità è che i giovani di oggi sono degli sconsiderati! Cosa ti ha fatto mettere piede in questo bosco a un orario così tardi?". 
Miku avrebbe voluto difendersi rispondendo con le sue motivazioni tuttavia non lo fece e per le ragioni di poco prima: alle sue spalle avvertiva lo sguardo del maggiordomo unito a quello dei due apprendisti su di lei. 
Così si limitò a non rispondere sperando di deviare il discorso, fortunatamente Meiko arrivò in suo soccorso ridendo e portandosi il suo fidato ventaglio a coprirle la bocca.
"Smettila di tormentarla, mia cara Luka. Stanotte dobbiamo rendere questa nostra ospite la star della nostra festa."
Luka intrecciò le braccia allungando il labbro inferiore in una smorfia. 
Miku si sentì subito sollevata dalla prontezza con cui la Padrona Meiko l'aveva tirata fuori dall'interrogatorio inquisitore di Luka perciò le mormorò un "grazie" mimando la parola con le labbra, Meiko non si fece scappare quell'occasione per lanciarle occhiate languide d'intesa. 
"Certo che siamo davvero dei maleducati, non trovi fratello? Non le abbiamo nemmeno chiesto come si chiama!" Esclamò poi con la sua voce vellutata. 
E suo fratello non potè fare a meno che annuire. 
"Proprio vero cara sorellina!" Sussurrò Kaito con la sua voce da gentiluomo "Dunque?" 
Miku sollevò appena gli occhi. 
"Oh! Mi chiamo Miku."
"Miku, eh?" Soffiò Kaito poggiandosi il mento sul palmo della mano "Significa "futuro", un nome azzeccato per la nostra ospite, non trovate?" Chiese Kaito rivolgendosi all'intera sala ad eccezione di Miku stessa. 
Fu sua sorella la prima a rispondere. 
"Azzecatissimo caro fratello. Aspettavamo da tempo qualcuno che ci mostrasse il futuro."
Miku sbattè le ciglia; dopo aver finalmente compreso che quando nominavano la parola "festa" si riferivano al fatto che erano soliti organizzarne una per i loro ospiti ecco che saltava fuori un'altra misteriosa parola. Che cosa c'entrava il "futuro" in tutto questo? E soprattutto cosa aveva a che vedere con lei che era capitata lì per caso? 
O forse no? Che fosse tutta opera di Unknown Shadow che tirava i fili da dietro le quinte? 
Lo schiocco delle dita di Kaito la riportò alla realtà. 
"Gakupo, non vedi che la nostra Miku ha il bicchiere vuoto? Riempiglielo di nuovo."
Gakupo si inchinò con tanta maestria ed eleganza nei movimenti rispondendo solo con "Si, padrone."
Ma quando avvicinò la bottiglia al calice vuoto di Miku la ragazza si sentì in dovere di alzare le mani per pregarlo di non farlo. 
"Oh no, davvero sono a posto."
Ma Gakupo le rivolse un sorriso tanto morbido quanto tentatore. 
"Non dica così! Non ha nulla di cui preoccuparsi se per questa notte esce un po' fuori dalle righe". 
Ammaliata da tali parole, Miku lasciò che il suo bicchiere si riempisse di nuovo di liquido rosso ma quando lo prese in mano le sue mani risultarono titubanti: mai aveva bevuto così tanto vino nei suoi diciotto anni di vita. 
Sì, l'aveva assaggiato ma il più delle volte si era soltanto bagnata le labbra.
Indecisa, continuò a fissare il suo viso riflesso nel bicchiere. 
"Non hai nulla di cui preoccuparti ragazza!"
"Fai come noi! Sii soltanto un pò pazza!"
Miku venne risvegliata da quelle parole e guardando i due gemelli vide che entrambi trangugiavano calici di vino come fossero acqua. Miku si chiese se era davvero possibile permettere che due ragazzini di -forse- quattordici anni o poco più bevessero in quel modo. 
Come suo solito, Luka si imbronciò stizzita. 
"Tsk! Ecco come viene su la gioventù di oggi!" Disse acida, tamponandosi la bocca con uno dei tovaglioli di stoffa ricamati. 
"Ahahaha non essere sempre così rigida e severa Luka. Stanotte è la notte in cui tutto si può!" La rimproverò cordialmente Meiko "Dico bene Miku?" La donna castana non si lasciava sfuggire un solo attimo pur di riportare i suoi occhi sulla sua ospite. 
"Non c'è motivo di cui preoccuparsi." Intervenne Kaito "Ci penserà Gakupo se dovessero ubriacarsi troppo, vero?" 
Gakupo rispose affermativamente con la sua naturale compostezza. 
Rin e Len erano così entusiasti che si precipitarono ai fianchi del loro padrone lisciandolo con le guance nello stesso modo che farebbe un gatto strusciandosi con la coda contro le sue gambe. 
"Oh padrone! Lei è sempre così buono!" 
"Stare al suo servizio ci sembra quasi un dono!"
Kaito non si lusingò per niente a quelle moine: sembrava esserci abituato o meglio sembrava accettarle perché sapeva che gli erano dovute. 
"Sì, sì, lo so! Voi siete le mie preziose bamboline dopotutto". 
Miku continuava a tormentarsi su chi fossero questi misteriosi personaggi che popolavano quella misteriosa e sconosciuta Villa persa nel cuore del bosco almeno finché non sentì la sua lucidità amalgamarsi con l'eccitazione e la febbricitante sensazione che il vino riversava nel suo corpo. 
I piatti a base di carne e sugo furono presto sostituiti da vassoi pieni di biscotti e pasticcini ricolmi di mascarpone, panna cotta o bignè ripieni; il tutto sempre correlato da ottimo vino poiché Gakupo sapeva abbinare perfettamente il gusto dolce e zuccherato dei dessert a quello amaro e frizzante dei vini che, ogni volta, variavano in base alla portata che veniva servita. 
Miku conosceva l'espressione "non mischiare troppo" ma ormai non era più in grado di darsi un freno e dire basta, anzi sentiva il corpo reclamarne sempre di più e il vino scendeva giù bruciante per la sua gola mandandola in estasi. 
Rideva sommessamente quando il maggiordomo la intratteneva con qualche gioco di prestigio con le carte e si divertiva da matti ad ascoltare Rin e Len che parlavano in rima, soprattutto prendendo in giro Gumi che, al solito, non riusciva a fare più di due passi senza prima diventare un pericolo ambulante. 
Per sua fortuna c'era Gakupo ad evitare tutto questo. 
Quando la cena terminò tutti si spostarono nella sala da gioco, una sala apposta dove era possibile giocare a diversi giochi da tavolo o a biliardo o a freccette. 
Le sue gambe si scoprirono tremanti e incerte nel camminare, sensazione completamente nuova per Miku che avvertiva il corpo pesante e leggero al tempo stesso. 
"Oh, sembrate aver bevuto un po' troppo mia cara Miku! State bene?" Domandò Kaito con la sua voce da padrone. 
Miku allargò le labbra in un sorriso distorto e innaturale. 
"Eehh certo! Mai sentita meglio in tutta la mia vita!" 
Luka gesticolò vigorosamente con le mani. 
"Piuttosto, non sarete già ubriaca?" 
I capelli di Miku si rizzarono come aghi. 
"Io SONO ubriaca! Ho bevuto interamente da sola intere bottiglie di vino! Come potrei non esserlo?"
I due fratelli gemelli colsero l'occasione per combinarne un'altra delle loro: Len le porse un altro bicchiere pieno incoraggiandola a bere ancora. 
"E allora dimostratecelo, su!" Incitava Len. 
"Fateci vedere che potete bere ancora di più" Iincalzava la pillola Rin. 
Miku strappò poco cerimoniosamente quel bicchiere dalle ditina di Len e bevve tutto d'un fiato fino all'ultima goccia. 
"Allora, che ve ne pare piccole pesti? La sorellona è piuttosto brava quando di tratta di divertirsi, no?". 
Len e Rin la guardarono con gli occhi celesti che brillavano. 
"Siete fantastica sorellona, che emozione!" Esclamò eccitato Len. 
"Eh... e non mi avete ancora vista in azione!" Rispose pronta Miku rubando la frase a Rin, cosa che sembrò disturbarla parecchio. 
"Ehi! Sono io che parlo per rime, fai attenzione!" 
I tre si cacciarono a ridere a crepapelle sotto gli occhi degli altri presenti. 
"Oh cielo!" Esclamò inorridita Luka. 
Meiko invece scoppiò in una risata unendosi al trio. 
"Oh la nostra ospite ha anche il senso dell'umorismo! Adorabile, semplicemente adorabile!" 
Kaito le si affiancò. 
"Sorellina ma tu non ti stanchi mai, eh? Non hai già con te Luka a soddisfarti?" 
Meiko piroettò facendo roterare il suo kimono rosso sangue in tinta con il ventaglio. 
"Mai! Non posso mica permetterti di portarmi via una creatura così adorabile!" Continuò a ridere nascondendosi il volto. 
Luka rimase in disparte a squadrare la situazione distaccata, essere stata tirata in ballo a quanto pare non la toccava minimamente. 
Kaito cercò di riportare un pochino d'ordine battendo le mani fra di loro. 
"Gakupo, per favore, cerca di allontare quelle due piccole pesti da Miku prima che venga contagiata da quella strana mania di parlare per rime."
Gakupo portò la mano al petto obbediente. 
"Sì."
A Gakupo bastò prenderli entrambi sottobraccio per allontanarli da Miku, cosa che li fece adirare non poco. 
Successivamente, Kaito impartì ordini a Gumi che fino ad allora era rimasta in disparte attendendo istruzioni.
Le ordinò di preparare il caffè e di servirlo caldo sul tavolino. Gumi apparì impanicata per qualche istante. 
"Caffè... caffè... mmm dunque, tirare fuori la polvere di caffè, riempire la macchinetta con l'acqua, aggiungere la polvere di caffè, metterla a bollire sul fuoco..." Dopo aver ripassato ad alta voce l'intero e semplice procedimento corse verso la cucina ma a meno di due metri dalla porta si girò guardando il suo padrone con un'espressione che non aveva niente a che vedere con la sua naturale ingenuità. 
"Corretto al solito modo, vero?". 
E Kaito rispose a quella domanda con la medesima espressione rivoltagli. 
"Ovviamente, corretto come al solito."
Quando Gumi fu di ritorno reggeva fra le mani un vassoio con una caffettiera e otto tazzine accompagnate dallo zucchero. Camminava piano avanzando pochi passi alla volta reggendola saldamente con il timore di poter inciampare da un momento all'altro, cosa che effettivamente avvenne e che fu scongiurata dai riflessi pronti di Gakupo che, avendolo previsto fin dall'inizio, l'aveva afferrata saldamente per le spalle. 
Kaito spinse una tazzina di caffè fra le mani di Miku; la ragazza portandosela alla bocca annusò un odore provenire dal caffè completamente diverso dai chicchi. 
"Oh... che strano odore, che cosa è? E' la prima volta che sento un caffè odorare così!" 
Kaito rispose prontamente dopo aver bevuto interamente la sua tazzina e averla poggiata sul suo piattino. 
"E' un liquore, un liquore che si abbina perfettamente al caffè oltre che essere un ottimo digestivo."
Convintasi, Miku lasciò scivolare quel liquido diluito giù per la gola dove raggiunse lo stomaco bruciandola. 
Portò la mano alle labbra tossendo vigorosamente. 
"E' piuttosto forte, vero?" Sorrise ridendo Kaito. 
"Molto." Gracchiò Miku raggiungendo a fatica una sedia per sedersi; Gakupo avendo intuito cosa voleva perciò le porse un sorso d'acqua che la ragazza bevve con piacere.
"Ammetto però che era molto buono!" Concluse Miku dopo essersi rinfrescata la gola bruciante, anche se aveva riacquistato un pò di lucidità sembrava pronta a perderla da un momento all'altro. 
E non solo lei... 
Nella sala da gioco Meiko invitò, o meglio obbligò, Miku a giocare con lei a diversi giochi con le carte.
Si andava dal poker a scala quaranta a qualsiasi altro gioco che comprendeva la scommessa di fishes e, tutte le volte, era il banco rappresentato da Gakupo a vincere le scommesse. 
All'ennesima sconfitta Meiko gettò le carte sul tavolo accasciandosi contro la sedia. 
"Aaahh ci rinuncio... Gakupo sei troppo crudele quando giochi, non hai un minimo di pietà... non fai vincere nemmeno una coppia di graziose fanciulle!"
Gakupo flettè il busto. 
"Non dica così mia signora, ho soltanto una buona dose di fortuna e nulla di più!"
Meiko non si lasciò incantare da quelle finte parole di scuse e rise scompostamente. 
"Non mi incanti Gakupo! So bene che strapperesti la coperta a un bambino pur di vincere!". 
Le labbra sensuali di Gakupo si inarcarono verso l'alto. 
"La mia signora mi conosce bene.".
Miku allineò le sue carte riponendole coperte verso l'alto e si piegò verso Gakupo che più di tutti sembrava intendersene di quel mondo d'azzardo avendo assunto il ruolo di dealer durante le partite a poker. 
"Sapete, è la prima volta che mi trovo a giocare a questi tipi di giochi."
E ancora una volta le labbra di Gakupo si alzarono verso l'alto divertite. Anche Meiko, avendo notato che Miku stava provando un forte interesse verso quel genere di giochi pericolosi, si chinò in avanti verso di lei. 
"Sapete Miku il nostro maggiordomo precedentemente lavorava come croupier presso un casinò, quando si tratta di giochi d'azzardo è un vero esperto oltre che un lupo affamato di soldi!" E si cacciò a ridere sottilmente. 
Gakupo, da rito, flettè il suo busto davanti a Miku. 
"La mia padrona tende sempre a soppravalutarmi troppo. Ripeto che ho solo una buona dose di fortuna dalla mia parte e nulla di più."
"Mi piacerebbe poterne conoscere altri di questi giochi simili!" Esclamò Miku raggiante, ormai era entrata in quel mondo e una volta entratici è difficile uscirne. 
Gakupo accolse molto volentieri quella richiesta e, prendendo per mano Miku, la spostò da un'altra parte. 
"C'è un gioco che mi piacerebbe mostrarvi in effetti. Certi tipi di giochi se non sono pericolosi non sono per niente affascinanti." Sussurrò con la sua voce morbida. 
Miku, affascinata anch'ella, non potè fare a meno che annuire e solo allora Gakupo tirò fuori dal cassetto un oggetto che fece fare alla ragazza due o tre passi indietro spaventata. 
"Non avete nulla di cui preoccuparvi, mia cara. E' un giocattolo anche se ciò non toglie che originariamente si trattava di una pratica di divertimento utilizzata da ufficiali militari." 
Miku seguì con interesse quella spiegazione e, rapita dalla canna scintillante color argento, allungò un dito per accarezzare la rivoltella. 
"E come ci si gioca?" Chiese. 
"Si posiziona un proiettile all'interno del tamburo e dopo averlo fatto girare la si posiziona alla tempia per sparare. Se la camera risulta vuota si ha vinto la scommessa, se al contrario la camera era occupata dal proiettile... beh, la fine è inevitabile." Aggiunse "Per aumentare la difficoltà è anche possibile aggiugerne più di uno di proiettili."
Miku deglutì spaventata e incantata al tempo stesso mentre Gakupo ripose la rivoltella al suo posto rassicurandola. 
"Comunque non c'è nulla di cui preoccuparsi, la rivoltella è un giocattolo e i proiettili pure... i nostri cari marmocchi sono soliti giocarci spesso alla roulette russa."
Miku voltò la testa per osservare Rin e Len dall'altra parte della stanza che, notando di essere stati notati, si sbracciarono verso di lei.
"Se non sei fortunata è la tua fine!" 
"Pensaci bene prima di puntare se non vuoi morire."
Miku rabbrividì al solo pensiero che esistesse un gioco simile. 
"E inoltre" riprese il maggiordomo "credo che voi siate più adatta al gioco della roulette semplice."
Con un gesto del braccio indicò un tavolino dove sopra vi era un disco diviso in settori numerati rossi e neri ad eccezione fatta dello 0 che era colorato di verde, Miku ne aveva sentito parlare del gioco della roulette ma non ne aveva mai vista una per davvero. 
"Questa è una roulette?" 
"Già!" Asserì Kaito "Io e Gakupo siamo soliti giocarci dopo cena, volete provarla anche voi Miku? Vi assicuro che giocare alla roulette è un'esperienza incredibile e allettante."
Miku avrebbe voluto rispondere di sì, ma cosa scommettere sul piatto?
Meiko la raggiunse alle spalle e l'abbracciò da dietro. 
"Gioca con me invece! Sul piatto... potremmo metterci i nostri vestiti". 
Le guance di Miku arrossirono di colpo a quella proposta. Kaito propose di fare una partita tutti insieme, cosa che rese Meiko e i gemelli così entusiasti da sprizzare gioia da tutti i pori. 
Solo Luka si oppose dichiarandosi completamente disinteressata a giocare alla roulette e trascinò fuori anche i due servitori gemelli che avrebbero volentieri partecipato ma che lei riteneva ancora troppo piccoli perché prendessero  vizi simili. 
Il gioco della roulette iniziò quindi con Gakupo come croupier e banco stesso e Miku, Kaito e Meiko come scommettitori.
Rin e Len correvano da una parte all'altra del banco lamentandosi per essere stati esclusi con Luka che spesso li acciuffava per farli stare fermi e infine con Gumi che si adoperava per far sì che i suoi padroni e la loro ospite avessero tutto a loro disposizione. 
Di comune accordo, avevano scommesso che i giocatori perdenti avrebbero bevuto quanti bicchieri di liquore in proporzione al numero di fishes scommesse. Il vincitore ne sarebbe stato esonerato e avrebbe ritirato tutte le fishes scommesse dagli altri e il gioco sarebbe andato avanti fino a che non ci sarebbero state più fishes da scommettere. Il vincitore sarebbe stato quindi colui che avrebbe accumulato il maggior numero di fishes.
Gakupo, da professionista quale era, diede ufficialmente apertura al tavolo pronunciando "place your bets", ossia "piazzate le vostre scommesse". 
Fu Meiko la prima a puntare e puntò ben dieci fishes sul numero 13. 
"Nei giochi d'azzardo non si ha speranza di vincere se si punta troppo in basso!" Asserì con fermezza. 
Miku la guardò spaventata, dieci fishes equivalevano a bere ben dieci bicchieri di fila in caso di perdita. 
Meiko resasene conta rovesciò la testa indietro per ridere. 
"Mia cara! Una volta sono stata completamente massacrata da questi due qui... altro che dieci di fila! Ne bevetti almeno il doppio di fila... non ti dico quanto sono stata male dopo!" E rise ancora come una matta. 
Kaito fu più moderato e di fishes ne scommesse soltanto 5 Miku decise pertanto di fare lo stesso.
Quando Gakupo fece ruotare la pallina in senso opposto a quello della roulette chiese se qualcuno di loro aveva intenzione di raddoppiare la posta o di piazzare ulteriore scommesse. Solo Meiko si sentì così temeraria da esclamare che "non poteva perdere perchè il 13 è un numero fortunato" e piazzò altre due fishes sullo stesso numero.
Ma quando la pallina terminò la sua corsa, Gakupo pronunciò "il banco vince" segno che tutti e tre i giocatori erano risultati dei perdenti non riuscendo a prevedere il numero esatto dove la pallina si sarebbe fermata. 
Meiko scosse la testa sconsolata. 
"Aaaahhh adesso mi tocca berli veramente quei dodici bicchieri di fila... Gumi preparameli, presto!" 
La cameriera si inchinò affrettandosi a preparare i bicchieri pieni per i perdenti. 
Le partite continuarono quindi così, fra scommesse e penitenze a base di bevute.
Fino a quando i tre non si trovarono completamente alticci e su di giri. 
E inevitabilmente ubriachi a fine del gioco.

TO BE CONTINUED...

L'Autrice Sconosciuta:
Finora non penso che servono molte spiegazioni, la trama è semplice: Miku si perde, trova la Villa, viene accolta e i suoi abitanti organizzano una festa per lei. Tutto molto lineare no? 
Allora, una festa a base di alcool, vino o quel che è sarebbe stata una cosa troppo banale e scontata no? Dopotutto nel video i personaggi vengono ampiamente disegnati con il calice pieno di vino in mano, che si ubriachino è ovvio! L'introduzione dei "giochi d'azzardo" quindi è stata una pensata solo per rendere il tutto più interessante. Spero che vi sia piaciuta quest'idea quindi! 
Un ringraziamento ancora per Harmony394 e Mikunegipassion per avere inserito la mia fan fiction fra le preferite. A Mikhael98 per averla inserita fra le ricordate/seguite, a coloro che l'hanno recensita e a chi si limita semplicemente a leggerla.

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Capitolo 4
*** Bad End Night - Atto I scena IV ***


BAD - END - NIGHT
FAVOLA DELLA FOLLE NOTTE CHE NON FINISCE MAI
ATTO I SCENA IV


Le partite continuarono quindi così: fra scommesse e penitenze a base di bevute.
Fino a quando i tre non si trovarono completamente alticci e su di giri  e inevitabilmente ubriachi a fine del gioco.
Miku era quella messa peggio.  
Se prima si sentiva eccitata e leggermente brilla adesso avvertiva una sensazione di spossatezza e la testa girare attorno alla stanza. 
Quasi sdraiata sul tavolo con un braccio sotto il viso come cuscino e un altro lasciato a penzoloni lamentava parole prive di senso. 
"Aahhh... ho bevuto troppo... ahhh non ho mai bevuto così tanto in vita mia... ahhh non capisco più niente.... tutto sembra vorticare". 
Gakupo, allora, le si avvicinò porgendole un bicchiere. 
Dei quattro giocatori il maggiordomo era quello messo meglio non solo perché aveva riportato una vittoria schiacciante, in quanto dealer, ma anche perché è statisticamente provato che il banco ha una percentuale di vincita più alta rispetto ai singoli giocatori. 
Miku sollevò appena la testa guardandolo dalle palpebre quasi socchiuse. 
"Vuoi darmi ancora da bere? Non attacca... non posso bere ancora, mi sento male... mi viene da vomitare..." 
Il maggiordomo le spinse il bicchiere ancora più vicino al viso. 
"E' solo acqua tonica, le farà bene".
La ragazza si lasciò convincere e, mormorando qualcosa di sconnesso, afferrò il bicchiere e lo bevve a piccoli sorsi.
La freschezza dell'acqua sembrò risvegliarla temporaneamente: mettendo meglio a fuoco la sala-giochi vide Luka appoggiata al muro che la squadrava disgustata, Rin e Len che giocavano al gioco delle pulci con le fishes scivolate a terra e Kaito seduto su una poltrona di velluto rosso con la testa rovesciata all'indietro. 
Tuttavia nel suo campo visivo mancava Meiko perciò si chiese dove fosse finita. 
Era uscita dalla stanza? Se era così non lo ricordava affatto. 
Si sollevò dal tavolo lentamente e scossa da terribili capogiri che le rendevano i movimenti storti e scoordinati fra di loro. Stare in piedi le risultava parecchio difficile e si stupì di quanto tempo impiegò per trovare un giusto equilibrio. 
"Dov' è Meiko?" Domandò con parecchia fatica. 
Kaito aprì uno dei suoi occhi color zaffiro piegando il viso verso di lei. 
"Siete più preoccupata per mia sorella che per me, Miku? Mi farete ingelosire".
"No, è solo che manca..." Mosse un passo in avanti ma il pavimento instabile la fece desistere immediatamente.  Rin l'abbracciò alla vita. 
"Sorellona! Anche Rin vuole giocare".  
Per poco Miku non lo perse veramente quel poco equilibrio che aveva riacquistato. 
Fu Len ad aiutarla: abbracciandola alla cinta dalla parte opposta e contrabilanciando il peso. 
"Anche Len si vuole ubriacare!"
Kaito si pizzicò allora il naso. 
"Gakupo, per cortesia, fai tacere quei due piccoli monelli. Se continuano a gridare così la testa finirà veramente per scoppiarmi. Comunque è vero, dove sarà finita mia sorella?" 
Come a voler esaudire quella richiesta Meiko fece ritorno, affacciandosi dal corridoio e spalancando le braccia radiosa più che mai. 
"Cos'è questo silenzio improvviso? E'o non è una festa la nostra? Allora che fate lì imbambolati? Alzatevi, su!"
Kaito alzò in aria una mano mentre con le dita opposte si massaggiava la fronte con movimenti circolari. 
"Per piacere Meiko non vedi che siamo quasi tutti in post sbornia? Smettila di urlare in quel modo. A proposito dove eri andata?" 
Meiko afferrò il ventaglio sventolandolo in aria. 
"Al bagno ovviamente! Ho rigettato anche l'anima ma adesso sto moooolto meglio..." con una piccola rincorsa si gettò al collo di Miku "e tu, Miku? Come ti senti?" 
Sebbene la spinta ricevuta da Meiko fu pressoché nulla stavolta fu la volta buona e Miku l'equilibrio lo perse veramente, cadendo all'indietro e trascinandosi Meiko e le sue braccia allacciate dietro la sua nuca.
"Owww..." Lamentò. 
Luka, rimasta in disparte, si pronunciò su quella pietosa scena. 
"Sappiate che non ho nessuna intenzione di portare a letto un cadavere in coma etilico!" 
Meiko scosse la testa lasciando ondeggiare il suo caschetto di capelli. 
"Andiamo Luka! Non è successo nulla di che. Anche tu la prima volta che ti sei ubriacata eri messa così o forse anche peggio!" Detto ciò aiutò Miku a rimettersi in piedi ."Venite cara, stare seduta per un po' vi aiuterà". 
Miku si lasciò volentieri aiutare e, sedendosi, pensò a quanto si sarebbe fatta volentieri una dormita. 
Ma Meiko, nonostante la sbronza, sembrava ancora piena di vitalità per dare festa. 
Meditò allora sulle sue parole: era andata in bagno a vomitare probabilmente quindi se anche lei avesse fatto lo stesso forse dopo si sarebbe sentita meglio? 
Cacciò via quel pensiero, l'idea di cacciarsi due dita in bocca la disgustava. 
Allora ansimò pesantemente, in gola avvertiva tutto il sapore dell'alcool. 
Se l'aveva trovato incredibilmente estasiante prima adesso la ripugnava, le scappava pure di andare al bagno. 
"Forse... forse dovrei andare a rinfrescarmi un po'..." 
Meiko annuì convinta. 
"Oh sì! Così, dopo che ti sarai ripresa, continueremo la nostra festa. Ah, ma non è il caso che tu ci vada da sola." Sorrise a Luka divertita. "Perché non l'accompagni?" 
Luka incrociò le braccia davanti al seno spazientita. 
"L'accompagnerò solo fino alla porta". 
Gumi si fece avanti e afferrò Miku per un braccio. 
"Venga con me Miku, l'accompagno io al bagno."
Per una ventina di minuti buoni Miku restò chiusa nella toilette chinata in avanti con Gumi che le teneva i capelli e le massaggiava la schiena. 
E mentre "rigettava l'anima" malediceva tutto il vino e l'alcool che le avevano fatto bere. 

Quando ritornò dagli altri assieme alla cameriera la vocetta squillante e acuta di Rin minacciò di spaccarle la membrana auricolare ancora troppo sensibile per le urla. 
"Sorellona! Vogliamo sentirti cantare!"
Persino Len ci mise del suo per romperle i timpani. 
"La padrona dice che tu ci sai fare!".
Miku inclinò la testa esausta. 
"Eh?" 
Le spalle di Meiko tremarono divertite. 
"Oh scusami cara! E' che mentre non c'eri stavamo facendo degli apprezzamenti sulla tua voce. Io e Kaito stavamo giusto discutendo fra di noi che assomiglia a quella di un usignolo". 
Kaito puntellò un gomito sul bracciolo della poltrona dove era ancora seduto.
"In realtà mia sorella stava fantasticando su quanto le piacerebbe ascoltare la vostra voce".
Miku sorrise imbarazzata. 
"Beh... io canto spesso per gli abitanti del mio villaggio è vero..." 
Kaito scoppiò a ridere. 
"Come siete ingenua mia cara Miku! Mia sorella si riferiva a ben altro! E anche io a essere sincero sarei piuttosto curioso di ascoltarla la vostra voce".
Miku, tuttavia, continuò a restare confusa e ad accarezzarsi il mento, Kaito allora si alzò dalla poltrona avvicinandosi di parecchi centimetri a lei. 
"Non ha importanza se non capite: siete ancora giovane dopotutto. Allora avete detto che cantate? E cosa cantate?"
Miku abbassò gli occhi pensierosa. 
"Un po' di tutto..." Soffiò piano. 
Meiko si affiancò al fratello sorridendole. 
"Se cantate per gli abitanti del vostro villaggio perché non cantate qualcosa anche per noi? Anche a noi piace cantare durante le nostre feste sapete?" 
Miku si strinse ancora di più nelle spalle. 
"Non saprei cosa..." 
Meiko e Kaito si guardarono per qualche istante negli occhi, annuirono e pronunciarono all'unisono: 
"Cantateci come siete arrivata qui". 
Si allontanarono di parecchi metri lasciandola completamente sola per potersi esibire sul "palco". 
Miku focalizzò i suoi occhi sulle sette figure davanti a lei poi prese coraggio e al battito delle loro mani afferrò la gonna per abbozzare un inchino. 
Dopodiché con la voce lenta come una nenia iniziò a cantare. 

"In the depths of  a thick forest, a village girl has become lost. 
Holding a letter with faded color, she reaches a mansion of the night."


Miku non avrebbe saputo dire dove, come e soprattutto perché  ma le sue orecchie avvertivano una musica incalzante propagarsi nell'aria. Incoraggiata dagli schiocchi di dita che si muovevano a tempo prese ad ondeggiare danzando. 


"She knocks on the broken door of the eerie mansion"

Saltellò in avanti mimando il gesto del bussare. 

"Is anybody home?" 

Vide il maggiordomo avanzare verso di lei con i suoi passi eleganti. 

"Oh my!  What happened to you?" 

I due gemelli sbucarono da dietro la sua schiena tenendosi per la mano sinistra e allargando la destra all'esterno. 

"Welcome...
...to this mysterious mansion"

Gumi, la cameriera impacciata, piroettò verso Miku con una tazzina piena di tè in mano che poi le lasciò fra le mani.

"Please have some tea" 

Divertita da quella strana situazione, Miku bevve il tè e ripose la tazzina sul piattino continuando a canticchiare. 

"Once everyone are gathered, the guests is being "evalueted"

Kaito le tolse via la tazzina dalla mano per poterle baciare le nocche delle dita una ad una. 

 "You know, it must be fate for us to meet like this"
 
Gelosi Rin e Len cercarono di tirarla via da quelle moine. 
 "If so, Party! Party!" 
  
Divertita da quell'improvvisa esplosione di gelosia da parte dei due apprendisti Miku li afferrò per le mani facendoli girare su se stessi. 

"We must offer a proper welcome"

La servitù della Villa le si avvicinò, ognuno di loro reggendo  in mano qualcosa.

"Hurry! Hurry!
"Pour some wine?"
Let's make some sound"
"How about a toast?"
"Are you ready?" 
"Are you ready?" 

Intuendo la risposta, Miku acconsentì e rispose in coro assieme a tutti gli altri.

"Then, let's begin"

You're the focus of this crazy night. Dressed up stylishly, with wine in one hand, once you've gotten somewhat drunk, are you having fun now?
Sing! Dance! Let's make some noise. Forget everything good and bad.

Just have fun to the point of going mad in this happy☆night!


Quella fu la festa più strana e folle a cui Miku ebbe mai partecipato nei suoi anni di adolescenza. 
Cantò a squarciagola assieme a tutti fino a perdere la voce e cadere sfinita sul pavimento. 
La festa si concluse quindi 
"a notte tarda con le lancette dorate del maestoso orologio a pendolo del salone che segnavano quattro minuti a mezzanotte". 

L'Autrice Sconosciuta:
E' stato un parto questo capitolo, letteralmente. Non garantisco nemmeno sulla sua buona riuscita.
E poi ero imbragata con il lavoro e poco tempo per scrivere, in compenso parecchio tempo per pensare a diverse ideuccie. Tra cui ho anche pensato a quale sarà la prossima fiction che scriverò -uhuhuh- una volta che questa long sarà finita. 
Beh che dire, la festa si è conclusa ed in gran stile non trovate? L'idea di inserire la canzone all'interno della canzone mi piaceva parecchio. 
Ah!  L'orologio a pendolo e l'orario, tenetelo bene d'occhio l'orario che segna perchè da qui in poi sarà molto importante!!! 
Come sempre, vi ringrazio per il sostegno che mi date recensendo, vi ho già detto quanto ci tengo a questa fan fiction essendo la "Night Series" una delle mie preferite? 
Cooomunqueee... come la trovate la pazzia dei personaggi?  Procede o non procede?
Oh beh... io vi saluto adesso, domani è lunedì di nuovo purtroppo!! >.<

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Capitolo 5
*** Bad End Night - Atto II scena I ***


BAD - END - NIGHT
FAVOLA DELLA FOLLE NOTTE CHE NON FINISCE MAI
ATTO II SCENA I



La festa si concluse quindi "a notte tarda con le lancette dorate del maestoso orologio a pendolo del salone che segnavano quattro minuti a mezzanotte".

Miku si risvegliò dolcemente.
Fin da piccola aveva sempre detestato i risvegli bruschi ma quella mattina il suo risveglio dolce era dovuto al fatto che sentiva ancora i postumi della sbornia.
Lamentandosi per la testa che sembrava scoppiarle si tirò a sedere sul morbido materasso e ci vollero ben cinque minuti prima che riuscì ad alzarsi dal letto di quella camera per gli ospiti. Afferrò i vestiti, quelli che le avevano fatto indossare la sera prima e si rivestì, lisciò la gonna ed il grembiule con le mani e poi estrasse la lettera che Unknown Shadow le aveva spedito scuotendo la testa.
Dopo averla riletta un paio di volte scosse la testa.
"A quanto pare non è destino che ci dobbiamo incontrare qui..." mormorò sconsolata con un sorriso.
Dopo aver pernottato era giunto il momento di tornare finalmente a casa.
Ora che si era fatto giorno ritrovare il sentiero per il villaggio, nel fitto del bosco, sarebbe stato molto più semplice.
Appoggiò la busta con la lettera sul comò accanto al letto e si avvicinò alla finestra per scostarne le tende. Prima di scendere per salutare uno ad uno tutti coloro che l'avevano ospitata avrebbe offerto per un attimo il suo viso ai raggi solari ed inspirato una boccata di aria mattutina.
Respirando, con un gesto preciso e rapido tirò via le tende.
Miku sbiancò.
La pelle del suo viso divenne bianca tanto quanto la luna che ancora restava alta nel cielo notturno senza stelle.
C'era qualcosa che non quadrava, qualcosa che non andava...
Si precipitò fuori dalla camera degli ospiti scendendo le scale in fretta e furia incontrando per prima Gumi intenta a lucidare la ringhiera.
Quando la cameriera vide che l'ospite si era svegliata le regalò un sorriso radioso.
"Oh buonasera Miku! Avete dormito bene? Vi siete ripresa un poco?"
"Gumi che succede?"
Gli occhi di Gumi vagarono qua è in là per tutta la hall.
"Eh? Perchè? E' successo qualcosa?" chiese confusa.
"Perchè hai detto Buonasera? Che succede? Perchè non si è ancora fatto giorno?"
"Giorno... giorno..." Gumi si picchiettò le labbra pensierosa  "Mmmm... che cosa è? Qualcosa che si mangia?"
Miku non voleva crederci.
Imbambolata e persa nei suoi pensieri cercò di mettere a posto le idee almeno fino a che non avvertì due esili braccia cingerle la vita da dietro. Non aveva bisogno nemmeno di girarsi per capire a chi appartenevano.
"Ehi sorellona" cinguettò Len "Vuoi vederla una cosa interessante?"
"Dopo però non diventare tutta tremante" Rin abbracciò da dietro suo fratello completando quello strano trenino.
Miku non osò muoversi di un passo, una goccia di sudore le scivolava per la tempia... o era la sua immaginazione?
"Vieni con noi, dai" canticchiò Rin.
"Ti assicuriamo che paura non avrai" le fece eco Len.
Prendendola per mano, Miku si lasciò scortare fino davanti al grande orologio a pendolo appoggiato contro il muro nella hall.
"Prova a dare un'occhiata" puntò con il dito Len.
"Ne resterai sicuramente scioccata" puntò con il dito Rin.
Miku restò imbambolata ad osservare le lancette dell'orologio... segnavano ancora mezzanotte meno quattro minuti.
"Le lancette non si muovono, perchè?"
In preda all'ansia, si precipitò vicino al quadrante esaminandolo.
"Ci deve essere un errore, un guasto..." 
Gakupo, già vestito con la sua tenuta da maggiordomo, camminò nella hall reggendo un vassoio fra le mani.
"Siete già sveglia Miku? Perchè non prendete una tazzà di caffèlatte e qualche croissant? Non c'è modo migliore per iniziare una nuova nottata".
Miku si staccò dall'orologio ad occhi sgranati.
"Non c'è nessun guasto, il meccanismo è perfettamente funzionante..." mormorava fra sè.
Gumi corse nella hall reggendo anche lei un vassoio ed una teiera in mano.
"Ah! presto! Devo portare la colazione alla padrona"
"...e fuori è ancora notte, che questo orologio...
Gumi inciampò sul pavimento, forse a causa della cera. Il maggiordomo ed i due apprendisti si voltarono verso di lei ad eccezione di Miku che continuava a fissare con lo sguardo vuoto le lancette dell'orologio a pendolo.
"Gumi ma insomma! Che combini?" lamentò esasperato Gakupo.
"Gumi è caduta!" rise Len.
"E' proprio una sprovveduta!" ridacchiò Rin.
"Quanto casino! Che indecenza! Non conoscete proprio le buone maniere?" sbraitò Luka comparsa da chissà dove.
"...stia segnando davvero l'orario giusto?" sussurrò a voce alta Miku. "Ma non spiegherebbe perchè non si muovano..."
"Tu non hai proprio niente di meglio da fare che stare lì imbambolata ad osservare l'orologio?" strillò severa Luka.
Miku si girò lentamente, il volto ceruleo ed i movimenti meccanici. Assomigliava ad un burattino.
"Come fate voi a restare così calmi?"
Luka alzò le soppraciglia confusa e sorpresa.
"Ah? Stai forse diventando pazza?"
"Vi sto chiedendo come è possibile che voi riusciate a mantenere la calma..."
Mosse un passo lentamente, poi due, poi tre... iniziò a correre per finire cozzata contro il petto di qualcuno.
Kaito l'afferrò per le spalle allontanandola leggermente.
"Che succede Miku? Qualcosa non và?"
Indietreggiò ulteriormente, strillando spaventata.
"C'è tutto che non và! Fuori è ancora notte quando ormai dovrebbe essere mattina inoltrata, parlate come se non conoscete il concetto di "giorno" ed in più le lancette del vostro orologio a pendolo non si muovono pur essendo perfettamente funzionante. Ed adesso, mi chiedete se qualcosa non và?"
I presenti, eccetto Miku stessa, si guardarono l'un l'altro imbronciandosi pensierosi.
I due gemelli si presero a braccetto ballando un girotondo.
"Ahi, ahi. Cosa sta succendendo qui?"
"La sorella sta diventando pazza, si.
Miku si irritò ancora di più.
"Smettela voi due! State diventanto noiosi con le vostre stupide frasi in rima"
Gakupo si passò una mano fra i capelli.
"Per favore, signorina. Detesto l'isteria".
L'unica che mancava all'appello, Meiko, entrò in scena ancora svestita della sua vestaglia da notte, con una manica leggermente abbassata che lasciava scoprire una spalla.
"Oh, speravo che questa notte sareste venuta a trovarmi nella mia camera da letto..." ammiccò sensuale Meiko.
Miku avvertì la pelle tremare per i brividi...
"Avrei dovuto immaginarlo, siete una banda di squilibrati che vive in questa Villa persa nel bosco!"
Gli abitanti della Villa Sconosciuta continuarono a guardarsi fra di loro rimurginando su qualcosa.
Fu Kaito, in qualità di padrone della Villa, a parlare per primo.
"Gakupo, quali sono i programmi per la Notte di oggi?"
"Fare festa, mio signore" rispose pronto il maggiordomo.
"E chi sarà la star della nostra festa?" aggiunse la padrona.
"La nostra giovane e bellissima ospite, ovviamente" saltellò felice Gumi.
"Cosa? Volete dare un'altra festa?" rispose sotto shock Miku.
"Ma certo che si, non ricordate?"
"La vostra memoria rinfrescate".
I sette bizzarri abitanti della Villa Sconosciuta si presero per le mani iniziando a ballare ed a cantare in cerchio.


You're the focus of this crazy night. Dressed up stylishly, with wine in one hand, 
once you've gotten somewhat drunk, are you having fun now?


Sing. Dance. Let's make some noise. Forget everything good and bad. 
Just have fun to the point of going mad in this happy☆night!




"Adesso ricordate, si?"
"Venite, unitevi a noi proprio qui"
Il viso di Miku si fece bianco cadaverico.
"Siete pazzi" sussurrò piano "Siete completamente pazzi" gridò poi a gran voce.
Si girò ed inciampò cadendo a terra, si rialzò e vide una porticina di ferro proprio di fronte a lei, tirò la maniglia con forza, era aperta e dava su un'infinita scala a chiocciola che si propagava verso il basso. Miku iniziò a scenderla freneticamente ignorando le risate e le grida che sentiva provenire dall'alto.
I gradini della scala a chiocciola portavano a quella che la ragazza non sapeva se definirla una cantina o semplicemente una stanza segreta sotterranea, sta di fatto che la segreta sotterranea era circolare e vuota ad eccezione di otto bare disposte a cerchio.
Miku si lasciò scappare un gridolino di terrore.
Alle sue spalle avvertì dei passi, quelli degli abitanti della Villa che erano scesi anche loro rendendola un topo in trappola.
"Oh cara ragazza! E così le hai viste, eh?"
Miku si schiacciò contro la parete.
"B-Bare? Perchè ci sono delle bare qui sotto?" ansimò "Che sta succedendo?"
Rin e Len corsero in direzione delle bare, sfiorandole una ad una con le mani dando il via ad una danza macabra.
"Ci sono un mucchio di bare qua sotto".
"E sono esattamente otto".
Miku impallidì restando immobile, sussultò solo quando Kaito le sfiorò una spalla. Saltando sul posto si allontanò cercando di mantenere una possibile distanza fra lei e quell'uomo.
Notandolo, Kaito le sorrise smagliante.
"Non avete motivo di preoccuparvi, dico sul serio. A Rin e Len piace spaventare la gente in questo modo".
"Voglio andarmene da qua..." mormorò flebile.
Meiko le accarezzò una mano delicatamente.
"Ma non potete Miku! Siete la nostra piccola Star, la piccola Diva di stanotte! Come potremmo dare una festa senza di voi?"
"No, non voglio più restare qui..." iniziò a piagnucolare.
Gakupo si avvicinò visibilmente preccupato.
Ma non per lei.
"Oh e pensare che avevo giù pensato a tutti i piatti per la cena di stasera, sarà un vero peccato farli andare a male".
"Voglio tornare a casa..." soffocò fra le lacrime Miku.
"Oh non piangete signorina! Vi preparo un tè! Ecco, si, lo volete un bel tè?" sorrise tenera Gumi.
Miku si coprì gli occhi gonfi.
"No, voglio solo lasciare questa Villa..." pianse senza ritegno.
Luka emise un sibilo visibilmente adirata ed inviperita.
"Tsk! Ingrata ragazza e persino viziata! Dopo tutto quello che abbiamo fatto per te, tu vorresti abbandonarci così?"
Fu la goccia che fece traboccare il vaso, Miku gridò terrorizzata e colpì violentemente Meiko al volto che ancora la teneva per mano, spingendo via Kaito che le ostruiva il passaggio.
Si precipitò alla tromba di scale risalendola correndo, ritornando in superficie nel grande salone dell'orologio a pendolo. Non si fermò nemmeno a guardarlo, salì al piano superiore raggiungendo la camera per gli ospiti, quella che l'aveva ospitata.
Avrebbe raccolto le sue cose e poi si sarebbe precipitata fuori nella Notte.
Cercò disperatamente la lettera di Unknown Shadow che aveva lasciato lì quando si era svegliata.
Dove era? Dove l'aveva messa? Sotto il cuscino? Sopra il letto?
Miku non riusciva a ricordare.
Frenetica, guardò dappertutto chinandosi persino sotto il letto dove però c'era il nulla.  
Quando una delle voci degli abitanti della Villa risuonò dalle pareti della Villa, si issò su tremando.
"Miiikuuuuu? Dove seeeeeeiiii?"  (*)
Doveva far presto pensò, che importanza poteva avere una lettera in una situazione come questa?
Senza stare più a pensarci spalancò la porta ma prima di uscire sul corridoio la sua attenzione venne attirata da un foglio bianco su un tavolino.
"Non è la lettera..." sussurrò Miku confusa, non l'aveva notata prima...
Era una nota.

"Rendi le cose ancora più pazze"
U. S.



Quando i sette abitanti della Villa ritrovarono Miku la videro in piedi a meno di un metro di distanza dal quadrante dell'orologio a pendolo che, insistentemente, continuava a fissare le lancette dell'orologio ferme e immobili sullo stesso medesimo orario.
I due gemellini, i più entusiasti del ritrovamento, si precipitarono al suo fianco piroettandole attorno.
"Sorellona, ci hai fatto penare"
"Adesso ci vuoi stare ad ascoltare?" cantarono melodiosi.
Tuttavia, Miku non reagì. Continuava a fissare le lancette dell'orologio concentrata su di esse, come se stesse studiando qualcosa.
"E naturale che sia spaventata, non è facile abituarsi a tutto questo." disse qualcuno alle sue spalle.
"Ma una volta che si sarà abituata tornerà a scherzare e ridere come prima ed ogni notte sarà una festa".
"Ed a noi piacciono le feste, no?"
"Ci piacciono eccome!"
Ma Miku proseguiva a restare assorta nel suo mondo immaginario puntando fisso il quadrante dell'orologio.

L'Autrice Sconosciuta:

(*)  la frase avrebbe più senso se la leggeste imitando lo scienziato pazzo di Mad Father. Immaginatevi la scena: un scienziato pazzo rincorre la proprio figlioletta per le stanze della propria Villa con una motosega in mano urlando in modo inquietante. U.U  ...Beh! Se non conoscete Mad Father leggetela come se a pronunciarla fosse It il pagliaccio o il protagonista di Shining... oh insomma!! Leggetela con enfasi psicopatica!!!! xD

Allora? Come procede la follia in questa Villa? Che ne avete pensato dei dialoghi? Rin e Len ci tengono in particolare a sapere se i loro vi sono piaciuti.
Rin: Tsk... dovete apprezzarli! U.U
Len: Noi ci scervelliamo per inventarli! >.<
Ehi voi due!! Non venite ad importunare il mio angolino! Tornatevene a fare il vostro dovere dentro la storia!! -.-
Eh... uhm... ma si era capito oppure no che Meiko ci provava fin dall'inizio?? O.o
Mah... Impressioni su questo nuovo chapter? Originariamente era più lungo ma poi rileggendolo sembrava a mio parere una lettura pesante perciò l'ho sistemato tagliandolo un pochino.
Io fossi in voi inizierei a tremare... ma non per Miku.
A domenica prossima! <3

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Capitolo 6
*** Bad End Night - Atto II scena II ***


BAD - END - NIGHT
FAVOLA DELLA FOLLE NOTTE CHE NON FINISCE MAI
ATTO II SCENA II



"Come posso fare per tornare a casa?"
Si interrogava Miku mentre scendeva le scale per ritornare nel salone dove tutto aveva avuto inizio.
"Quelle persone vogliono che io resti, ma perchè?"
Domandò ondeggiando da una parte all'altra.
"Ci deve essere qualcosa che mi sfugge..."
Scese l'ultimo scalino.
"Forse è così che devono andare le cose... forse devo soltanto renderle ancora più pazze".
Si fermò davanti all'orologio.


"E naturale che sia spaventata, non è facile abituarsi a tutto questo." disse qualcuno alle sue spalle.

"Sono io la star di questo spettacolo..."

"Ma una volta che si sarà abituata tornerà a scherzare e ridere come prima ed ogni Notte sarà una festa"

"Ma se sono io... allora significa che sono sempre io a decidere come dovranno andare avanti le cose... no?"

"Ed a noi piacciono le feste, no?"

"Perciò... non devo fare altro che le cose diventino ancora più pazze... ed una volta fatto potrò tornare a casa" .

"Ci piacciono eccome!"

Miku proseguiva a restare assorta nel suo mondo immaginario puntando fisso il quadrante dell'orologio.
O meglio, si sentiva ossessionata.
E l'oggetto della sua ossessione erano quelle lancette ferme immobili nonostante il meccanismo degli ingranaggi interni non presentasse guasti.
Quanto tempo era passato da quando aveva messo piede in quella Villa?
Le lancette non segnavano quel tempo, le ore e i minuti erano rimaste immutate.
I suoi ragionamenti, quindi, si perdevano fra gli abitanti della Villa che provavano a convincerla che se sarebbe rimasta tutto sarebbe finito bene e quelle lancette così affascinanti nella sua mente.
Alzò il braccio destro, lentamente.
Poi, veloce come un lampo, lo piegò e con una forza che non pensava di possedere ruppe violentemente il vetro del quadrante fregandosene del dolore e dei tagli. Voleva quelle lancette perciò allungò le dita e le strappò a forza, l'adrenalina che aveva in corpo le diede l'aiuto necessario.
Frammenti di vetro caddero sul pavimento di marmo tra le espressioni stupite dei presenti e le esclamazioni di sorpresa.
Rin e Len, i due più vicini a lei, sbatterono le palpebre visibilmente impalliditi.
"Sorellona... ma che ha fatto?" la interrogò per prima Len.
"L'ha completamente... disfatto..." rispose la sorellina al fratellino, per la prima volta non era riuscita  a rispondere prontamente con la rima intenta ancora come era ad ossevare i frammenti di vetro che cadevano a terra.
Miku sollevò le lancette dell'orologio in alto, uguagliandole ad un trofeo e le osservò per bene.
Non erano solo scintillanti come apparivano ma anche splendidamente rivestite di vernice dorata e... con la punta acuminata, proprio come si aspettava.
Sorrise sia con gli occhi che con le labbra. Quella dei minuti era di almeno 10 centimetri più lunga della sua intera mano mentre quella delle ore le arrivava circa alle punta delle dita. Erano perfette.
"L'ho TrOvAtA" esclamò fiera di sè stessa.
"Uh? Trovato cosa?" si sentì domandare da più di una voce.
Le riabbassò accarezzandole amorevolmente con i  polpastrelli.
"La ChIaVe PeR pOrRe FiNe A tUtTo QuEsTo" rispose con una vena di sadicismo nella voce.
Gumi avanzò di un passo.
"Signorina, è sicura di stare bene?"
Miku si girò di esattamente 90°e con il volto ancora sorridente si inginocchiò davanti ai piccoli gemellini ancora troppo vicini a lei.
"Piccoli, vi piace giocare a rimpiattino?" chiese raggiante e sorridente.
Rin e Len inizialmente si guardarono titubanti poi, realizzando che Miku voleva giocare ad uno dei loro giochi preferiti, giunsero le mani saltellando.
"Ci piace rimpiattino!"
"E' una variante di nascondino".
"Bene" rispose la ragazza cambiando completamente il tono della voce, passando da quel tono gioviale di poco prima ad uno cupo e minaccioso "Allora, iniziate a correre".
Si udì il rumore di carne lacerata.
Len ricadde all'indietro con un verso strozzato. Con la schiena cozzò il pavimento allargando sotto di sè una pozza rossa scura. Sul ventre c'erano due fori profondi, dove il sangue usciva copiosamente a grandi goccie.
"Eh...?" esclamò a mezza voce Rin.
Miku innalzò davanti al suo sguardo le lancette dorate grondanti. 
Un grido generale si levò in aria e Rin era quella che urlava più forte di tutti.
"Ma che hai fatto?"
Miku ignorò la domanda guardando affascinata quelle lancette adesso color oro e scarlatte.
"Ah... sono appuntite come immaginavo. A cosa assomigliano? A fermacarte, mmmm?"
Rin sollevò il corpo del fratello che si scuoteva a terra in preda di violente convulsioni sputando sangue.
"Len! Len! Oh ti prego... rispondimi!" chiamava la gemellina.
"Oh, cosa c'è tesorino? Non riesci più a parlare in rima senza il tuo adorato fratellino? Vieni qui dunque, ti darò io un aiutino!"
Allungò il braccio afferrando rudemente Rin per i capelli per poi stringerla a sè cingendole il collo con l'avambraccio piegato e strozzandola.
La piccola si lamentava con versi sordi e la sua poca forza di ragazzina non le bastava per ribellarsi. Miku le recise il collo con un taglio netto e preciso da sinistra verso destra e poi la lasciò andare inerte dove cadde con un tonfo sordo sopra il corpo del fratello.
"Ma tu guarda quanto è fragile!" gridò Miku strozzandosi nelle risate.
I cinque abitanti della Villa rimanenti, inizialmente rimasti muti per via dello schock, indietreggiarono tremando stenti nel credere che nel giro di pochi secondi due loro colleghi erano stati assassinati.
"Che vi SUC-CE-DE...?"
Scavalcò con i piedi i due corpicini stesi a terra.
"Non può essere..." diceva una dei cinque.
"E' impossibile..." ripeteva un altro.
"Non è così che la Notte deve andare avanti...." proseguiva una seconda voce femminile.
"Aveva detto che se avessimo continuato a festeggiare tutta la Notte tutto sarebbe finito bene..."  ripetè la prima voce.
Miku sbattè gli occhi più di una volta sinceramente confusa.  
"Ahh? Ma che state dicendo? Chi avrebbe detto cosa?" la voce le usciva naturalmente distorta "L'avete sempre detto voi fin dall'inizio, non ricordate?"
I cinque si raggrupparono vicini tutti tremanti. Non ricevendo risposta Miku decise di rispondere per loro.
Imitando qualche passo di ballo, ferma sul posto, canticchiò con la voce melodiosa e intonata.


I'm the focus of this crazy night, with a knife in one hand and a skull in another. 
With one simple wave of my knife... I was having so much fun!♥♡



"Scappate... Scappate via!"
Furono le ultime parole dei cinque prima di fuggire per poter salvaguardare la propria vita.
L'ospite ormai pazza derise quella patetica scena.
"ScApPaRe E' iNuTiLeEeEe..."
Iniziò a rincorrerli, ma prima  di poterlo anche solo muoverlo un passo, avvertì le caviglie strette da due morse. Guardando in basso vide Len che con le sue piccole manine cercava di trattenerla.
Alzò gli occhi perennemente infastidita mentre osservava come il piccolo, strisciante sul pavimento e con lo stomaco lacerato, cercava in tutti i modi di alzare la testa.  
Sforzandosi e con la gola riempita di sangue lottava disperatamente per dirle qualcosa muovendo le labbra ma nessun suono d'aria usciva da quelle piccola bocca imbrattata.
La patetica scena esaltò ancora di più Miku che, per scrollarselo di dosso, gli assestò un calcio al viso.
"Povero piccolo! Non riesci a parlare? Il sangue ti sta soffocando?"
Len continuava a tenerla stretta ed implorante si sforzava di farsi capire lanciandogli dei muti messaggi che Miku non riusciva nè a vedere nè a percepire, ostruita come era da quella sua pazza furia omicida che si era impossessata di lei.
"Ma così io non ti capisco! Devi cercare di farti capire se vuoi che io ti ascolti!!"
E dandosi alla pazza gioia continuò a trivellare i due corpi riversi dei due apprendisti schiamazzando fra una pugnalata e l'altra.

Gumi, Gakupo e Luka, scappati insieme nell'ala destra della Villa, stavano ragionando sui fatti inspiegabili che si erano verificati poco prima.
"Che sta succedendo? Non era così che dovevano andare le cose..."
"E' impazzita, ma perchè? Pensate davvero che Rin e Len siano morti...?"
"Mi viene solo da pensare che abbia perso il controllo perchè non capisce ciò che sta accadendo...."
"Ma lei non era l'ultima di noi che doveva arrivare?
Luka si coprì la bocca con il palmo della mano dopodichè la riabbassò tenendola comunque vicino al viso.
"Non sarà il caso di informare Unknown Shadow di quello che è appena successo?"
Gumi e Gakupo sussultarono.  Luka aveva appena violato il divieto.
"E' contro le regole del nostro contratto lo sai, no?" disse la cameriera.
"Ci è proibito rivolgerci a lui, se ha qualche comunicazione da farci di solito ci manda una lettera o qualcosa di simile. Ma noi non possiamo metterci in contatto in nessun modo." spiegò il maggiordomo.
Luka tornò ad abbassare la mano pensierosa.
"Mmm... già, era una delle postille presenti quando abbiamo firmato".
Udirono dei passi e tutti e tre si ammutolirono, li riudirono ancora più vicini e poi scomparvero nel silenzio assoluto.
Si acquattarono contro l'angolo di un muro sbirciando furtivamente.
"Voglio andarmene da qui..." piagnucolò Gumi.
"Impossibile" aggrottò lo sguardo Luka "Fin quando la Notte non sarà conclusa nessuno di noi potrà andarsene. Lo ha messo in chiaro fin dall'inizio..."
Altri passi ancora più frenetici.
I tre si interrogarono su di chi potessero essere, se dell'ospite impazzita o di uno dei compagni.
Era impossibile avere una visuale intera del corridoio da dove provenivano senza esporsi in prima persona.
Tuttavia, era chiaro che qualcuno si stava avvicinando e Gakupo era più che sicuro di aver intravisto un'ombra nera all'estremità del corridoio opposto, là dove la luce arrivava più debole e non rischiarava completamente ogni punto nascosto.
Per l'equivalente di almeno dieci o venti battiti cardiaci l'unico rumore percepibile fu quello dei respiri mozzati.
"VI.HO.TROVATI." urlò improvvisamente a squarciagola la Miku impazzita correndo verso il loro angolo con l'arma del delitto in mano.
Sebbene i tre si erano tenuti pronti per la fuga l'urlo tremendo che Miku aveva lanciato li spiazzò talmente tanto da perdere dei secondi preziosi.
Precipitandosi giù per le scale con la folle assassina alle calcagna Gumi fu raggiunta e tirata per il fiocco del grembiule. La cameriera ruzzolò per i gradini assieme alla sua futura carnefice.
Per qualche momento buono restò stordita a causa dell'impatto con il pavimento, subito dopo, avvertendo la pazza omicida strisciare per venirle incontro cercò di sgusciare via ma le caviglie sembravano non rispondere bene ai comandi.
Fu quindi troppo tardi per la fuga, soprattutto quando si rese conto di avere Miku seduta a cavalcioni sopra di lei.
"Signorina, vi prego..."
Miku le schiacciò la testa contro il pavimento, Gumi provò in ogni modo possibile di liberarsi ma la mano che la tratteneva era troppo forte per lei, inoltre era ancora stordita per la botta. Riuscì a malapena a girare un po' di lato la testa affinchè potesse muovere le labbra.
"Dovete ascoltarmi... Qui... Niente è come... sembra..."
"Niente è come sembra, eh?" la schernì Miku "Certo, ovviamente. Ma quando avrò infilato questa lama nella tua testolina io inizierò a divertirmi così! E vedrai, quanto sarà reale quello che ti farò provare....".
Gumi urlò. Ed urlò parecchio quando vide la punta lunga e appuntita delle lancette proprio davanti ai suoi occhi. Con insistenza, Miku l'affondava in profondità godendosi di ogni lamento emesso dalla tenera cameriera.
Solo quando lo ritenne abbastanza estrasse via la punta da quella cavità, estasiata dagli splendidi suoni contorti che emetteva la piccola sotto di lei.
"Non è abbastanza... Non è abbastanza..." ululava Miku godendosi la sua pazzia.
Lacerò il vestito da cameriera della ragazza sulla schiena in corrispondenza della colonna vertebrale ed utilizzando entrambe le lancette iniziò ad incidere delle lettere sulla carne nuda presa da risolini isterici.
Non si erano accorti Gakupo e Luka, invece, della perdita di Gumi dato che, dopo essersela data a gambe, ognuno di loro aveva cercato bene di mettere in salvaguardia sè stesso. Ma quando Luka vide che Gumi non era più assieme a loro, a costo di ritornare in pericolo, tornò indietro arrivando proprio nel momento in cui Miku aveva appena finito di suggellare la sua opera d'arte sulla schiena martoriata di Gumi.
Restò scioccata davanti allo spietato spettacolo davanti ai suoi occhi. La cameriera sanguinante e cieca che strisciava a terra e Miku che la seguiva con gli occhi vitrei.
"Assassina..." mormorò Luka.
Miku incurvò le labbra distorcendole.
Caduta nella folle rete omicida piena di irrefrenabile pulsione fu troppo semplice per lei uccidere sia Luka che Gakupo. Recise le loro membra e li pugnalò al cuore, dopodichè scaraventò i loro corpi vicini a quello di Gumi prima di assestarle il colpo finale.
"Ne restano solo dueeeeeeee...." cinguettò sadica mentre si avviava verso la parte sinistra della Villa.

Nell'ala sinistra della Villa dove erano corsi Kaito e Meiko, i due fratelli trovarono la loro tomba.
Meiko fu sventrata proprio sul suo letto e mentre era intenta a fare il suo lavoro Miku moriva dalle risate domandandogliele se quella tomba le piaceva ora che si trovavano proprio sul letto insieme.
Kaito fu ucciso da dietro invece, cadendo a faccia in giù sul tappeto di velluto carminio del corridoio.
Completata la sua opera d'arte e godendosi il silenzio assoluto che era calato sulla Villa, Miku tornò indietro, nella hall dove era cominciato tutto, cantando e ballando la sua canzoncina preferita attorno all'orologio a pendolo. 
"Hai visto che silenzio che c'è ora che siamo rimasti solo io e te!! Solo io e te, mi capisci? Io e il tuo ticchettare!! Non è grandioso...?"
Un Thud!  la riscosse, un rumore improvviso proveniva dalla parte bassa della Villa, da quel seminterrato che conteneva le bare. Miku controllò i corpi immobili di Rin e Len giacenti poco distante, indubbiamente morti. Per sicurezza, si recò a controllare anche tutti gli altri cadaveri lì esattamente dove li aveva lasciati.
Ma il Thud! continuava a farsi percepire.
Scese la scala a chiocciola per controllare ridendo della sua vincita ai danni degli altri e urlando che chiunque fosse stato quel topo che si aggirava ancora per la Villa, l'avrebbe spazzato via.
Ma come da previsione, quando arrivò nella segreta circolare delle bare nessuna presenza viva vi si trovava, inducendo Miku a maledire sè stessa per poi iniziare a gioire davanti alle bare.
Imitando la loro danza ripetè il motivetto che avevano cantato i gemelli.
"Ci sono otto bare qua sotto e sono esattamente otto".
Ma alla terza volta la sua piroetta non arrivò nemmeno a metà.
Miku sgranò gli occhi.
"...sono otto?"




L'Autrice Sconosciuta:

All'interno del testo alcune frasi di Miku sono state battute in modo strano tipo in QuEsTo modo. Non è un errore ma un esperimento per trasmettervi la pazzia di Miku. Spero di esserci riuscita.
Miku è impazzita e ha fatto strage, poverina.  E' sempre destinata a combinarne una.  xD
Le parole in corsivo sono da... mmm collegare fra loro , anche se diventeranno più chiare in Crazy Night e in Twilight Night.  Dovrebbero iniziare a fornirvi degli indizi su cui rimurginare.
E' la primissima volta che mi trovo a scrivere un chapter dove la protagonista impazzisce e stermina tutti, se non vi è piaciuto non posso certo biasimarvi ma questa parte è fondalmentale per la storia e di sicuro non poteva essere tagliata via... Io mi sono messa alla prova intanto!  Ma se voi volete darmi dei suggerimenti per il futuro li accetterò tutti! 
Mi fa molto macabro pensare che delle lancette vengano utilizzate in quel modo, ma poi mi chiedo: è davvero possibile?? Convincetemi del contrario e che abbia usato un pugnale o qualcosa del genere ma... no sono le lancette quelle che lei tiene in mano. E' impossibile smontarmi questa cosa!! >.<
Piccolo sondaggino, -molto prevedibile credo anche- alla frase: "Ci sono otto bare qua sotto e sono esattamente otto... sono otto?" secondo voi cosa farà adesso Miku?
Il prossimo chapter sarà l'epilogo della Bad End Night.
_Flowermoon_

p.s. se l'avete notato Miku è molto influenzata dai gemelli, si può dire in un certo senso che sia una loro "vittima", no?
Del resto ditemi, chi di voi non gode a crepapelle nei video dove Rin e Len "prendono di mira" la povera Miku? xD

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Capitolo 7
*** Bad End Night - Atto II scena III (Epilogo) ***


BAD - END - NIGHT
FAVOLA DELLA FOLLE NOTTE CHE NON FINISCE MAI
ATTO II SCENA III
(Epilogo)


"...sono otto?"
La ragazza ripetè mentalmente quel numero, infine esplose euforica saltando in direzione di ogni bara a passi alternati. Con gli indici le contava una ad una.
"Ahahaha! Ma certo che sono otto! Devono essere otto! Perchè..." con le dita delle mani le indicava una ad una "uno, due, tre, quattro,cinque..."
Seguendo il circolo che le bare formavano girò in tondo fino a ritrovarsi al punto di partenza.
"...sei, sette..." si fermò "...e otto".  
I conti non tornavano.
Voltò il volto ossessivamente a destra ed a sinistra.
"Dov'è? Dov'è l'ottava persona?" ansimava.
Il nulla le rispose.
Stringendo le lancette nel palmo della mano destra, con così tanta forza da lasciarsi i buchi nella pelle, risalì la scala a chiocciola fino a che non vide la luce emessa dalla porticina che dava il ritorno nella Hall.
Miku disgrignò i denti fra di loro e curvò la schiena all'infuori come un felino.
"Allooooraaaa?? Vuoi giocare al gatto con il topo? Vieni fuori, lo so che ci sei! Ti ho sentito prima!"
Ancora una volta fu il silenzio l'unica risposta costringendo Miku a fare dietro front ed a riscendere le scale.
"Possibile che...?"
Guardò le bare sbigottita.
Otto bare per otto persone rinchiuse in quella Villa.
Già, ma dov'era l'ottava persona? Era questo che Miku non si spiegava. Eppure, l'aveva sentito un rumore indistinto prima ma adesso era scomparso. E c'era soltanto lei come anima viva.
Portandosi nell'esatto punto centrale del circolo di bare le studiò una per una.
Sette bare erano destinate ai sette abitanti della Villa. Immaginò ognuno di loro deposto lì dentro, dagli apprendisti alla cameriera, dal maggiordomo alla dama di compagnia, dal padrone alla sorella.
E l'ottava?
Dove si trovava?
Portò una mano sulla fronte per coprirsi gli occhi, dopo qualche attimo di meditazione il suo corpo si tese come la corda di un violino pronta a spezzarsi. Inarcò tutto il busto all'indietro in modo innaturale, le gambe fremevano e le ginocchia tremavano. Cadde a terra in quella posizione.
"Ahahahahahahahahahaahahahahahahahah"
L'attacco isterico di risate la obbligò a lanciarsi in avanti con le mani, atterrando a quattro zampe sul pavimento di pietra.
"Ahahahahahahahah"
Dopo essere riuscita finalmente a calmarsi da quel folle attacco di risate una dopo l'altra, la ragazza si ricompose asciugandosi le labbra dai residui di saliva che non era riuscita a deglutire.
"Oh è la cosa più pazza che io possa pensare!"
Si rialzò in piedi, lentamente. I capelli scompigliati le coprivano parzialmente il viso cupo e gli occhi.
"Mi immagino già le faccie di quegli stupidi che troveranno questa Villa dopo di me. Ti rendi conto di ciò che vedranno? Una Villa persa nel folto di un bosco e otto cadaveri al suo interno. E si spaventeranno! E correrranno a cercare aiuto e qualcuno dirà: Oh guardate! Ma quella è Miku, l'abitante del Villaggio! E le altre persone? Chi sono? Come mai sono tutte morte? E avvieranno le indagini e scopriranno ben sette omicidi e..." fece una pausa "Un suicidio... perchè è questo che tu vuoi che io faccia...".
Per la terza volta fu soltanto il silenzio l'unica risposta.
"Già..." affermò Miku raccogliendo le lancette che le erano sfuggite di mano poco prima.
"Mi chiedo cosa abbiano provato quei poveri disgraziati mentre li pugnalavo con queste..."
Osservò la lucentezza di quelle pericolose lancette oscurata dal sangue rimasto incrostato.
"Vieni allora... Vieni a vederti anche questo spettacolo. Non vorrai perdertelo, vero? Non è bello starsene dietro le quinte, uno show và guardato direttamente".
Scoprendo i  canini, portò le lancette all'altezza del cuore.
Pensò agli abitanti della Villa che aveva brutalmente ucciso con quelle.
E pensò a tutto il divertimento che aveva goduto mentre le affondava nelle loro carni.
E sarebbe stato bello provare la loro stessa, identica, dolorosa sensazione. Oh si, lo sarebbe stato eccome.
Con un veloce gesto del polso ed un ghigno distorto le affondò all'interno di sè beandosi di quella insana follia.

Incredibile come il fluire via del sangue coincideva con il fluire della vita. Non era così doloroso come se lo aspettava. Al contrario, era dolcemente lento ed esasperante.
Quanto le restava ancora da vivere? Minuti?
Ma che importanza aveva se sarebbe stato primo, dopo, fra un'ora o più? La sua morte sarebbe stata segnata ugualmente per le 23:56.
E poi c'era quel silenzio che la cullava, com'era confortante.
Però in lontananza si sentiva un suono secco e ripetitivo, cosa poteva essere si chiedeva Miku?
Non udiva altri rumori attorno a sè, solo quello. Era certa di averlo già sentito prima un rumore simile.
Ma certo! Era il suono del battito delle mani! Due mani stavano battendo fra di loro. Possibile?
Dalla sua posizione supina, la ragazza si girò lentamente su di un fianco, le forze venivano meno.
Cominciò a strisciare sul pavimento, ad ogni striscio seguiva una scia di sangue che il suo petto rilasciava.
Arrivò fino ai gradini della scalinata in quel modo, il battito delle mani si avvicinava sempre di più.
Quando percepì di non essere più sola, Miku alzò con fatica la testa. E quando lo vide finalmente gli applausi si fermarono.
Un'ombra incapucciata di grigio dalla testa fino ai piedi era appena comparsa nel suo campo visivo.
A contrastare l'oscurità di quella figura e del suo viso c'erano il sorriso bianco dei suoi denti ed un rettangolo bianco che teneva fra le mani.
"T..Tu..." chiamò Miku con voce rozza.
Il sorriso della figura incappucciata si allargò visibilmente di più.
"E' stato un ottimo spettacolo Miku, davvero un ottimo spettacolo..." pronunciò con voce melliflua, non si riusciva a distinguere esattamente se appartenesse ad un uomo o ad una donna.
"S-Sei t-tu..." sibilò la Miku esanime.
"Sfortunatamente, non è questo il finale che volevo vedere..." ammise l'ombra portandosi quel foglio rettangolare e bianco all'altezza del petto "...forza, allora. Ricominciamo tutto di nuovo da capo in una nuova Crazy Night".
Calò il nero davanti agli occhi di Miku, collassando sul pavimento il sipario si chiuse.


THE END...?


Annaspò in cerca di aria, risvegliandosi di sopprassalto.
"Oddio... Oh mio Dio!" gridò terrorizzata Miku.
Si rannicchiò su sè stessa, tirandosi le gambe al petto e sfregando le braccia con le mani. Aveva freddo e non era per i brividi dell'aria notturna il motivo per cui tremava, ma per un'inspiegabile terribile sensazione che provava sulla pelle.
Come se si fosse appena risvegliata da un incubo.
Sbattendo le palpebre cercò di mettere a fuoco dove si trovava e perchè.
Era nel bosco, aveva camminato per ore in quel fitto bosco perdendo la strada per il ritorno animata solo dal desiderio di soddisfare la curiosità di conoscere il misterioso autore della lettera che le era stata recapitata.
La sua schiena era adagiata contro il tronco di un albero. Battendosi le guancie provò a ritornare in sè.
Si era addormentata per la stanchezza? Forse, probabile.
Infilò la mano nella tasca dell'abito alla ricerca della lettera che le era stata recapitata.
Tastò più volte ma non c'era.
Miku si allarmò, la lettera non si trovava eppure era certa che prima di addormentarsi ce l'aveva.
Anzi l'aveva pure tirata fuori per leggerla ne era sicura.
Nella tasca, addosso, per terra. La lettera non era da nessuna parte.
Il panico si impossessò di lei, cosa era successo mentre era rimasta addormentata? Per quanto tempo aveva dormito? Cosa l'aveva risvegliata in quel modo così brusco lasciandole quella sgradevole sensazione addosso? E, ancora più importante, dove era finita la lettera in suo possesso? Più si sforzava, più non ricordava.
Una luce attirò la sua attenzione.
Alle sue spalle si ergeva un imponente Villa di eleganti mattoni ed ampie vetrate. La luna in cielo la rischiarava illuminandola, le luci erano accese.
Era abitata.
Incerta, Miku mosse i suoi primi passi verso la Villa.

 
OR NO...?


L'Autrice Sconosciuta:
Siamo arrivati alla conclusione della Bad End Night! Incredibile! *lancia coriandoli*
Niente ombra piangente che raccoglie la lettera! Come avete visto qui è piuttosto allegra e con la lettera già in mano. Una variante che spero vi sia piaciuta!
Allora... allora... Ho solo due cosine da dire adesso!  
1) la prima cosa è un ringraziamento a tutti voi che mi avete seguito e avete condiviso con me i vostri pensieri su questa storia. Mi avete fatta immensamente felice! *w* E poi ringrazio anche coloro che hanno inserito la storia fra le seguite/preferite/ricordate. Insomma, grazie! <3  
Gradirei davvero leggere le vostre opinioni complessive anche qui.
2) la seconda cosa è che, al fine di creare una cosa carina e ordinata, ho pensato di creare una raccolta che si chiamerà appunto "Night Series" dove al suo interno troverete le tre long fiction. Adesso è ancora presto, ma quando "Crazy Night" sarà pubblicata provvederò a creare la raccolta, dato che da regolamento di EFP una raccolta necessita di almeno due storie.
Ma bando alle ciance!! Miku si è appunto suicidata, il massimo della follia per lei. E la figura incapucciata direi che possiamo presumere che sia proprio U. S. o no? xD (LOL! No tranquilli, era lui proprio lui).
Piaciuto il colpo di scena finale? Può sembrare una cosa inverosimile è vero ma seguite questo ragionamento: se tutto è in mano al misterioso U.S. che differenza fa se Miku&Co. erano attori ingaggiati e non personaggi creati? Il potere decisionale è comunque in mano sua, no? E se desidera che tutto ricominci da capo allora chi può impedirglielo? 
A presto!
_Flowermoon_


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