Quanto è alto il cielo?

di Pollotonto
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Linee parallele prima o poi si incontrano ***
Capitolo 2: *** Caccia al Tesoro ***



Capitolo 1
*** Linee parallele prima o poi si incontrano ***


Quanto è alto il cielo? 1 Erano le sette e trenta di una calda serata, l'aria era pesante, il vento bollente, il sole sarebbe tramontato poco dopo. L'ultimo giorno di scuola era passato monotono, come gli altri anni, l'unica cosa che cambiava era che quest'anno avremmo avuto gli esami, quelli di maturità . Era sabato, niente di meglio. Tutti i miei compagni di classe erano usciti, ma io, preoccupata per gli esami che si sarebbero tenuti a breve mi ero chiusa in camera, non per studiare, ma per rilassarmi. Ero riuscita a ripassare tutto quello che serviva con molti giorni di anticipo, così mi sarei potuta godere i giorni di Giugno. Mia madre mi chiamò per la cena così senza protestare scesi immediatamente, ero affamata. Appena imboccato il corridoio che portava alla cucina sentii il profumo dell' "Arrosto dell'ultima volta" quello che mia madre cucinava ogni volta che la scuola finiva. <> chiese mia madre entusiasta <> risposi piatta ma lei continuava << Che facevano i tuoi amici stasera?>> << Niente>> << E tu che vorresti fare?>> Alzai gli occhi al cielo. Deciso che pur di farla smettere di parlare dovevo inventarmi qualcosa << Vorrei cavalcare un cammello allo zoo mamma?>> mi guardò stupita, poi però, purtroppo parlò di nuovo << Prendi la giacca Emily!>> Io non capii così rimasi seduta lei mi strattonò la maglia di lino e mi incitò a prendere la felpa << Mamma dove andiamo?>> << Emily non essere stupida, conosci la strada per lo zoo?>> *** Mi sentivo uno disadattato, ero a casa a studiare due libri interi mentre i miei amici erano a divertirsi al mare con qualche ragazza. Già me li immaginavo mentre leggevo il mio libro di storia " Hitler odiava gli Ebrei, ma le sue ragioni non erano pienamente culturali" ad alta voce dissi << ma a questo che cazzo gli passava per la testa>> continuando a leggere però cominciai a capire e trovai Hitler piuttosto interessante. Passò un'ora poi due e il libro era finito. Forse sarei riuscito a prendere la sufficienza. Sentì bussare alla porta << Avanti>> urlai ed in risposta vidi mio padre entrare con in mano un piatto con frittelle a forma di cavallo, le amavo e lui lo sapeva. << Ehi campione come vanno gli studi?>> aveva un'aria canzonatoria, quasi pensasse che non ce l'avrei fatta, ma dovevo << Ho finito >> dissi orgoglioso. Era sorpreso ma non disse nulla. Ci fu un silenzio assordante per secondi che mi sembrarono eterni. Alla fine si alzò ed uscì dalla stanza, senza dire nulla che potessi sentire. *** Dopo aver convinto mia madre che non volevo veramente andare allo zoo andai a dormire. Non mi andava di uscire. *** << Cody?!>> sentii un urlo provenire dallo scantinato corsi di sotto saltando due scalini per volta arrivai e vidi mio padre incastrato in una gomma per un camion << Papà ma che stai facendo?>> mi guardò di sottecchi perché la ruota lo costringeva piegato e mi disse << Aiutami ad uscire di qui per favore>> lo aiutai come mi aveva chiesto e poi me ne andai a dormire, triste perché avevo passato il sabato sera a studiare

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Capitolo 2
*** Caccia al Tesoro ***


CACCIA AL TESORO


Dormire non fu semplice viste le circostanze, i miei amici erano in giro a divertirsi ed io a studiare, con mio padre che di tanto in tanto inciampava su qualche oggetto, ma ormai ci avevo fatto l'abitudine, i suoi problemi di equilibrio erano veramente seccanti, ma ce li aveva sempre avuti, tant'è che al matrimonio con mia madre era caduto dall'altare, urtando le candele e dando fuoco al tappeto rosso sulla navata centrale. È una delle cose che mia madre amava di lui, la sua goffaggine. 
Già mia madre, me la ricordavo appena, era una donna bellissima, dai capelli caramello e gli occhi verdi, il viso solare, sempre pronto ad un sorriso, sempre. Ma poi un giorno, dopo due anni di matrimonio lei fece le valigie e se ne andò, come se l'amore per me e mio padre fosse tutto d'un tratto scomparso, ero troppo piccolo ma ora ho capito che probabilmente aveva tradito Paul per un altro uomo. Si chiamava Maggie.
Era mattina, mi alzai dal letto e mi scostai i capelli mossi dal viso, mi rizzai in piedi e mi avviai verso la finestra, per respirare l'aria pulita della mattina.
                                 ***
<< Emily svegliati! >> 
Al suono della voce stridula di mia madre sobbalzai sul materasso, scostai il lenzuolo e mi alzai. Mi sporsi dal cornicione della porta così urlai << Che c'è? >>. Sentii la risposta giungere nervosa dalla cucina. Da quando ci siamo trasferiti qui, cinque anni fa, quella donna non ha fatto altro che diventare sempre più malinconica, come se le mancasse qualcuno...
Le ho chiesto molte volte cosa fosse successo a papà ma non mi ha mai risposto. L'unica risposta che ho ricevuto è stata la sua descrizione. Mi ha raccontato che era un uomo alto, con i capelli castani e gli occhi azzurri, mi ha raccontato anche che lei se ne era andata perché la nonna non approvava quella relazione, così mia madre fu costretta ad andare via. Il suo nome era Paul. 
 
<< Emily! >> alzai gli occhi al cielo ma risposi con pazienza << Si?>>
<< Esco con Robert okay? >> 
<< No >> 
<< Non mi interessa >>
<< Allora vai >>
<< Va bene >>
Uscì dalla casa e  la porta fece un rumore assordante, sbuffai " se continua ad uscire con quello si scorderà papà" ho pensato, dovevo trovarlo e farli riavvicinare a tutti i costi.

Andai in bagno, mi lavai i denti e mi feci una doccia poi mi vestii ed uscii. Fuori c’era vento che mi scompigliava i capelli caramello e il vestito bianco e blu. Sfilai gli occhiali neri dalla borsa e li infilai per proteggere i miei occhi verdi. Passai vicino ad un bar, allora decisi di comprare un frullato, così entrai. Il locale era pieno, perciò dovetti aspettare molto. Quando era il mio turno il ragazzo che aveva appena pagato non calcolò bene gli spazi e mi versò il frappé sul vestito, dopo aver realizzato cominciò a scusarsi << scusami scusa veramente >> disse trattenendo una risata, lì allora mi arrabbiai cosi iniziai ad urlare << Tu sei un maleducato, guarda dove cammini la gente come te non la sopporto, ora spiegami come       faccio >>. Era inginocchiato perciò vedevo solamente la grande massa ordinata e lucente di capelli biondi. Lentamente si alzò e riuscii a vedere anche dei fantastici occhi azzurri, mentre si voltava per posare sul bancone il bicchiere rispose << Per farmi pagare ti pago la lavanderia >> ero stupita, prima gli avevo dato del maleducato e ora mi pagava la lavanderia.

Ci avviammo verso la lavanderia appunto, arrivammo dentro il ragazzo pagò, la commessa in cambio gli diede un bigliettino. Si avvicinò a me e lesse ad alta voce il pezzo di carta << Lavatrice 16 fila 2 >> alzò gli occhi verso di me come se mi volesse chiedere dove fosse, così mi misi insieme a lui a cercarla. Girammo il negozio per un paio di minuti poi la trovammo. Una volta davanti disse << Vai metti il vestito dentro >> all’inizio partii spedita poi realizzai che sarei rimasta praticamente nuda e risposi << ma cosi rimango nuda! >>. Rise. Allora si tolse la maglietta e me la porse << Tieni >> cercando di fare tutto in un solo passaggio, ci terrei a chiarire che è impossibile, mi infilai la maglia bianca che, per fortuna era più lunga di me, e gettai il vestito in lavatrice. Mi porse la mano per presentarsi    << Sono Cody, tu come ti chiami? >> strinsi la mano e mi presentai << Emily, quanti anni hai? >>
<< 20 tu? >>
<< 19, vai all’ università? >> Fece una smorfia
<< Emh… no, mi hanno bocciato all’esame di maturità >>
<< Oh, mi dispiace, quindi quest’anno lo faremo insieme? >>
<< Si se mi ammettono si >> Sorrise, ricambiai il sorriso. Dopo dieci minuti suonò la spia della lavatrice, il vestito era lavato. Lo prendemmo e ci avviammo a casa mia.
 
Arrivati davanti alla porta il ragazzo mi disse << Emily, ti andrebbe di uscire insieme a bere qualcosa domani? >>
Era un bravo ragazzo, era educato e carino, perché no? << Mi farebbe molto piacere >>


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