Oltre le nuvole

di Wocky
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Oltre le Nuvole ***
Capitolo 2: *** Sparizione di massa ***
Capitolo 3: *** Battaglia al cimitero ***
Capitolo 4: *** Another Me ***
Capitolo 5: *** Library Gold ***
Capitolo 6: *** Curiosità ***
Capitolo 7: *** Lost Memories ***
Capitolo 8: *** Burst Mode ***
Capitolo 9: *** The Sound of Wind ***



Capitolo 1
*** Oltre le Nuvole ***


Questa è la prima fiction che posto qui su EFP. Spero vi piaccia, accetto qualunque tipo di critica purché costruttiva ^^
bene ora vi lascio alla storia, spero vi piaccia! *corre al riparo*
 
Il chiarore della Luna scacciava l’oscurità intorno a me mentre mi facevo strada tra i vicoli della città. Non so precisamente da cosa scappassi. Mi nascosi dietro un angolo per riprendere fiato quando ad un tratto qualcosa mi toccò.
 
“Sicuro di voler continuare a correre? Arrenditi!” la voce sembrava provenire da tutte le parti, mi rialzai subito e corsi ancora più velocemente di prima. Svoltai l’angolo e mi ritrovai in un vicolo cieco, era la fine!
Le nuvole offuscarono la Luna mentre l’individuo si avvicinava sempre di più a me, avvicinò la mano, chiusi gli occhi per non vedere cosa mi stesse per fare quando ad un punto…


“DRIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIN”
 
Il suono della sveglia mi spodestò da quel incubo facendomi cadere giù dal letto…
Ancora con gli occhi chiusi allungai la mano in cerca della sveglia che continuava imperterrita con quel casino infernale. Quando riuscii a spegnerla aprii gli occhi.
 
7 Settembre. Oggi era il gran giorno.
 
Mi alzai e spalancai le finestre, inspirando tutta l’aria possibile. Quando i miei polmoni furono pieni mi diressi verso la cucina. C’era troppo silenzio. Dopo essermi vestito presi il cellulare e controllai i messaggi, trovandone uno di mia madre.
 
“Tesoro, ci vediamo direttamente alla stazione, tanto ci penserà (come al solito) la tua sveglia a buttarti giù dal letto. Per la colazione…”
 
Chiusi il messaggio senza continuare a leggere, non avevo bisogno di leggere il resto, sapevo già cosa ci sarebbe stato scritto, soprattutto a fine del messaggio ci sarebbe stato scritto un “…sono sicura che saprai cavartela da solo.” E poi sapevo già dove avrebbe messo la colazione, voglio dire, mi ha detto già ieri di un imprevisto e che non ci sarebbe stato nessuno per quando mi sarei svegliato, facendomi sentire come se fossi un bambino che potrebbe combinare un disastro. Aprii il frigorifero, all’interno ci trovai… un calzino, bleah!
Lo presi, alquanto disgustato, e lo buttai vicino alla porta del bagno, meglio non farsi domande. . Dopo circa un quarto d’ora arrivai alla stazione, anche se forse non era il termine perfetto per descriverla visto che aveva qualcosa di speciale rispetto alle altre, infatti al centro dell’enorme edificio c’era un ascensore cilindrico trasparente, utilizzato esclusivamente per raggiungere l’isola in cielo. Dopo aver parlato un po’ coi miei genitori li salutai e mi diressi direttamente tra l’enorme gruppo di studenti. Quando cominciarono a chiamare i vari nomi degli studenti per farli salire sull’ascensore, ero diventato un po’ impaziente, purtroppo l’ascensore sebbene fosse molto spazioso non poteva certamente ospitare tutti gli studenti, così ci volle un po’ prima che chiamassero il mio nome.
 
“Wocky Yamamoto!”sentii il mio nome e mi radunai insieme ad altri studenti nell’ascensore, e poco dopo quest’ultimo si attivò, iniziando a salire verso il cielo. Aprii la cartella ed estrassi il regolamento dell’accademia.
Non ebbi neanche il tempo per rileggerlo che fui subito interrotto da un ragazzo dai lisci capelli biondi “Wocky! Ciao!” Ken mi aveva appena fatto saltare in aria con una delle sue entrate improvvise
 
“Vedo che oggi sei di buon umore, Ken.”
 
 “Come l’hai capito?”
 
Non risposi, sapevo che era una domanda retorica. Stavo giusto per chiedergli se sapeva quanto mancasse all’arrivo quando ad un tratto un scossone mosse l’ascensore, alzammo lo sguardo oltre le pareti trasparenti dell’ascensore e ciò che vedemmo ci lasciò senza fiato.
 
Un isola fluttuante nel bel mezzo del cielo. Nonostante lo sapessi già non potevo fare a meno di rimanere meravigliato a quella vista celestiale. Un’isola volante, un’isola volante assurdamente grande, in un tempo remoto stata la roccaforte contro le forze dell’oscurità, ora considerata come un vero e proprio continente che ospita la Magica Accademia, impegnata nella lotta contro i demoni che ancora minacciano il mondo: Zarmelia.
 
Arrivati a destinazione uscimmo dall’ascensore , c’erano tutti i tipi di negozi, dagli alimentari a quelli di abbigliamento,  all’interno dell’Accademia vi era un grande spiazzo chiamato l’Area Comune dove gli studenti si riunivano finite le lezioni. Seguimmo lo staff, davanti all’entrata dell’Accademia si erigeva un statua d’oro del leggendario cavaliere che squarciò l’oscurità riportando la pace sul nostro continente. A vedere la statua sembrava andare sulla trentina a quell’epoca. Ci furono rivelati le nostre classi di appartenenza, io e Ken eravamo finiti nella stessa classe. Beh non trovavo da lamentarmi visto che eravamo amici, ma lui sa come essere un po’ fastidioso...
 
Ricevemmo un ora libera per visitare i negozi e adattarci a quel posto. Non avendo la minima idea di dove cominciare, girai senza una meta precisa per buona parte del tempo concesso. Proprio quando stavo per girare l’angolo, sbattei contro qualcuno.
 
“Scus…Scusami tanto!” aprii gli occhi e vidi una ragazza, più o meno della mia età, che mi guardava con fare interrogativo “Tu-Tutto bene?” disse porgendomi la mano “Si, ho solo sbattutola testa.” risposi per tranquillizzarla, aveva dei corti capelli blu chiaro e due occhi blu cobalto “Ah, meno male!” disse lei sorridendo “Oh, scusa ma ho un impegno, ciao.” la salutai con la mano mentre la vedevo allontanarsi, non so perché ma ero sicuro che l’avrei rivista…oh, cavolo! Erano quasi le nove, dovevo sbrigarmi o sarei arrivato in ritardo, non mi andava proprio, non il primo giorno!
Fortunatamente andai abbastanza veloce, riuscendo già dopo qualche minuto ad intravedere l’accademia, in fondo non credo di essere andato tanto lontano.
 
Ci sono quasi! Manca poco! Ancora un piccolo sforzo!
 
Varcai la soglia dell’Accademia nello stesso istante in cui suonò la campanella e, ansimando, trascinai il mio corpo fino all’aula assegnata alla nostra classe per poi buttarmi sulla sedia. La classe doveva avere 17 studenti in tutto ma, contando me e Ken, eravamo in 16, il 17° era in ritardo…
Come? Volete sapere dove mi sedetti? Scelsi uno degli ultimi banchi vicini alla finestra, Ken si sedette alla mia destra.
“Secondo te quando arriverà il 17° studente di questa classe?” mi chiese Ken “Boh, forse oggi non verrà, potrebbe sentirsi male.” risposi all’istante “A proposito Ken, tu sei rimasto diverso tempo fermo davanti ai quadri a vedere le classi, sai dove hanno smistato Chiara ed Alex?” chiesi “Si sono in 1a C” mi rispose
 
Cosa?! Avremmo dovuto dirigerci dall’altro lato di questa immensa accademia?!
 
“No, ti sbagli, la 1a C non è lì, e non è nemmeno tanto lontano.”
 
“Ehi, ehi, Ken! Mi avevi promesso che non avresti più letto nella mia mente!” ero alquanto seccato. Per entrare all’accademia bisogna dimostrare almeno un po’ di abilità magiche e Ken se la cavava abbastanza a leggere nella mente… non potete immaginare quanto sia irritante che qualcuno sappia quel che pensate!
 
“Scusa. La tentazione è stata troppo forte…” disse Ken come per giustificarsi.
 
Le ore sembravano non passare mai, così guardai fuori dalla finestra… Le nuvole sembravano danzare nel cielo come fossero ballerine.
Alla fine della terza ora suonò finalmente la campanella della ricreazione. Mentre io rimasi per un seduto, Ken uscì nel corridorio.
Poco dopo che varcò la porta entrò un ragazzo all’incirca sui 17 anni che chiese al professore di uscire un attimo, col casino che ne seguì poi non sentii mezza parola, fatto sta che dopo esser rientrato in classe il professore – un uomo sulla trentina con dei lunghi capelli biondi – cominciò a parlare
 
“La vostra nuova compagna è arrivata, entra pure.” sulla soglia della porta comparve la stessa ragazza che avevo incontrato durante l’ora libera. Entrò e si fermò accanto il professore
 
“S-sono Yuki Fujiwara, piacere di conoscervi.”
 
Poi guardò ad uno ad uno tutti noi, fermando poi il suo sguardo sorpreso su di me, forse nemmeno lei si aspettava che ci saremmo rincontrati, si sedette all’unico banco libero, davanti a Ken. Quest’ultimo ritornò verso la fine della ricreazione e il prof cominciò con un’altra delle sue noiosissime lezioni…
 
Finita la quinta ora sentivo una certa felicità nascere in me. Era troppo per il primo giorno!
Mentre rimettevo i libri dentro lo zaino notai che Yuki scattò fuori, mi domandai perché tutta questa fretta.
“Ragazzi, a breve cominceremo anche dei test per la pratica, mi raccomando non mancate.” avvertì il professore
 
Oh, ci può contare, non mancherò.
 
“Guarda che l’ha detto a tutti, non solo a te.” disse Ken mettendomi una mano sulla spalla. Sentivo una certa ira crescere a dismisura, strinsi i pugni e feci un sorriso forzato trattenendo un istinto omicida.
 
 
Ognuno andò nelle proprie camere, io condividevo la mia con Ken, se avesse osato leggermi ancora nella mente avrei potuto strangolarlo nel sonno!

Angolo dell'autore:
Probabilmente chi ha già guardato la storia si sarà accorto che ho unificato i primi 4 capitoli essendo essi abbastanza corti. Ho spostato le recensioni presenti in questi capitoli tutti nel primo per rispetto di chi ha perso tempo a scriverle. Spero che vi sia piaciuto questo capitolo e che continuerete a seguirmi, anche se gli aggiornamenti saranno irregolari.

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Capitolo 2
*** Sparizione di massa ***


Dopo una notte passata a chiedermi perché avessero reso illegali le pistole riuscii a prendere finalmente sonno… la sveglia suonò 5 minuti dopo ciò.
 
Possibile che debba suonare sempre nei momenti più inopportuni?! Come se non bastasse caddi (come al solito) giù dal letto. Riuscii a spegnere la sveglia e pensando fosse finita mi risistemai sul letto quando…
 
“Dai, Wocky! Svegliati!” Ken mi stava strillando nell’orecchio
 
Altro che pistola, userò una corda, una morte lenta e dolorosa…
 
“Nah, non mi piacerebbe essere impiccato…” rise Ken
 
Un giorno non molto lontano l’avrei ammazzato…
Dopo avermi trascinato a forza giù dal letto e avermi fatto sbattere la testa andò in bagno e ne uscii pochi minuti dopo
 
“Io comincio ad andare, ti aspetto in classe” disse e si diresse verso la porta
 
Ma dove trova tutta questa energia di prima mattina?
 
“Non lo so manco io” rispose Ken chiudendo la porta
 
Devo informarmi se da queste parti c’è una sauna! Morirà lì dentro!!
 
Compiendo lo sforzo più grande della mia vita mi alzai e mi diressi in bagno a lavarmi la faccia, dopo averla bagnata guardai lo specchio…
 
E così ce l’ho fatta ad entrare in questa scuola… quindi diventerò un cavaliere?
 
Mi asciugai la faccia, mi pettinai i capelli e mi vestii. Pensai che Ken sembrava leggermente preoccupato prima, ma non trovando un motivo per cui potesse esserlo, decisi di non pensarci.
 
Uscii dalla stanza e mi diressi verso la classe, ero quasi arrivato quando poco prima di girare l’angolo sbattei contro qualcuno, ne seguì la caduta di diversi libri a terra “Oh, no! Ti prego, scusami...” la figura femminile davanti ai miei occhi era la mia compagna Yuki “Due volte di fila. Sono un vero disastro…” sussurrò, chinandosi per raccogliere i libri, si rialzò e, salutandomi, corse verso l’aula, dopo che ebbe girato l’angolo mi ripresi e mi avviai anch’io.
 
Una volta entrato mi resi conto che diverse persone mancavano all’appello, eravamo cinque in classe, e non solo nella nostra: anche nelle altre classi novizie mancavano diversi alunni… Il professore sembrava preoccupato, dubito avessero pianificato un assenza di massa visto che nessuno sapeva niente…
 
“Ragazzi, avete l’ora libera, io devo andare.” il professore mi passò accanto e uscì velocemente dalla stanza e gli altri due alunni col sorriso sulle labbra fecero altrettanto, in classe rimanevamo solamente io, Ken e Yuki. Mi avvicinai a quest’ultima
 
“Tu sapevi niente?” per risposta Yuki mi guardò negli occhi e scosse la testa, Ken ovviamente non sapeva niente, altrimenti non si sarebbe alzato e mi avrebbe lasciato poltrire…
 
“Però…ho sentito dire da alcuni professori che diversi studenti del primo anno erano scomparsi a partire dalle ventitre di ieri sera… Tuttavia non avevo sentito bene e quindi pensai di essermi sbagliata… ma a quanto pare era vero…”
 
Mi buttai sulla mia sedia, altro che assenza di massa, questa è una SPARIZIONE di massa, istintivamente mi venne da chiedere
“Ken, sai per caso se sono sparite anche Chiara e Alex?” poco prima che Ken rispondesse una voce femminile rispose prima di lui
“Nah, stiamo bene, non siamo delle idiote come te…” una ragazza dai corti capelli biondi e dagli occhi verde smeraldo comparve sulla soglia della porta.
 
“Smettila, Alex” dietro di lei, un’altra ragazza comparve, aveva dei lunghi capelli castani e degli occhi azzurri, il suo nome era Chiara ed era decisamente più calma di Alex, che invece riprese a parlare.
 
“Piuttosto, sembra che stanotte ci sia stato qualcosa di strano e che tutti gli studenti del primo anno ne siano stati affetti, anche voi?”
“Ehi, di che cosa parli?”
 
“Uh? Wocky, quindi tu non l’hai sentito?”
 
“Sentito cosa?”
 
Tutti e quattro si voltarono verso di me, anche Ken e Chiara prese la parola
 
“Sembra che tutti gli studenti del primo anno, o almeno quelli che rimangono a scuola, abbiano sentito una strana voce nel sonno che li chiamava. Strano, tu sembri essere l’unico a non averla sentita.”
 
Mi voltai verso Ken, che annui con la testa come per dire “Si, anch’io l’ho sentito.”
 
E questo che significa? Mi destai dai miei pensieri e mi rivolsi a Chiara.
 
“Ehi, Chiara, quando sentivate quella voce, sentivate il bisogno di andare da qualche parte?”
 
“Uhm, si. Anche la voce stessa diceva di andare al cimitero presente nella città.”
 
Yuki si alzò di scatto dalla sedia che cadde irrimediabilmente per terra, e si voltò verso di me con sguardo serio
 
“N-non dovremmo interessarcene, se con quella voce sono spariti la maggior parte degli studenti del primo anno, allora è sicuramente pericoloso! Inoltre i professori lo sapranno già e staranno cercando indizi, non dovremmo pensarci!”
 
La sua reazione mi stupì, così come agli altri. Quando si rese conto di ciò che aveva fatto arrossì, probabilmente per via dell’imbarazzato, e rialzò la sedia. Tuttavia anche dopo tutto ciò, nonostante non avessi sentito alcuna voce nella notte, nonostante se ne dovrebbero occupare i professori, sentivo il bisogno di andarci, da solo o meno.
 
“Io… io ci vado.”
 
“Ma mi hai almeno ascoltato?!”
 
Yuki sembrava preoccupata, come se sapesse qualcosa che non poteva dirci.
 
“Io… vado.” Non so cosa mi prendesse, semplicemente sentivo il bisogno di dirigermi al cimitero, come se qualcosa mi stesse attraendo.
 
Sentivo che quel posto era avvolto dall’oscurità, ma dovevo andarci.
Sentivo che quel posto era pericoloso, ma dovevo andarci.
Sentivo che quel posto poteva significare la fine, ma dovevo andarci.
 
Ero come spinto da una forza invisibile.
 
Io… devo andarci.
 
“Allora vengo con te.”
 
Yuki sembrava preoccupata, ma nonostante tutto disse queste parole, come se fosse più sicuro per tutti.
 
Anche gli altri decisero di venire. Era una follia, ma dovevo andarci.

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Capitolo 3
*** Battaglia al cimitero ***


Come una saetta mi fiondai all’uscita della scuola quando ad un punto mi fermai di colpo.
 
“Wocky che succede?” mi chiese Ken
 
“Ecco… qualcuno di voi sa dove si trova il cimitero?” chiesi con un po’ imbarazzato, notando davanti a me un Ken con la mano sulla fronte.
 
“Io si…” rispose Fujiwara, sebbene sembrasse preoccupata decise di guidarci lei. In profondo sentivo che sebbene non sapessi dove si trovasse, sicuramente mi sarei arrivato senza neanche accorgermene, forse Yuki l’aveva notato e aveva deciso che non ci sarebbe modo di non farmi arrivare al cimitero.
 
Oh beh, credo non ci sia altra soluzione che seguirla…
 
 
 
Una volta arrivati trovammo davanti a noi un cancello a pezzi e delle lapidi leggermente inclinate. Metteva paura solo a guardarlo, ma sentivo ancora una specie di forza invisibile che mi spingeva verso di lì.
 
“Cavolo, che luogo spettrale…” sebbene fossi stato io a parlare, non me ne accorsi all’istante, come se le parole fossero venute da sole fuori dalla mia bocca.
 
“Beh giravano delle voci secondo cui fosse un po’ malmesso… ma qui si esagera giusto un po’.” esclamò Chiara
 
Cominciammo a cercare qualcosa che potesse vagamente assomigliare a un indizio ma dopo aver cercato per quasi mezz’ora, niente… quando ad un tratto…
 
“Che strano taglio che c’è su questa lapide” Alex avvicinò il dito e apparve una luce verde intorno al pezzo di pietra con una risata malvagia di sottofondo.
La strana luce colpì Alex che venne scagliata all’indietro portandosi Chiara e Ken, che essendo ultimo ricevette una sonora botta alla testa dovuta allo scontro contro una tomba. Mi sorprese che  non perse i sensi, doveva avere la testa proprio dura…
 
“Guarda che ti ho sentito!” esclamò Ken, ops.
 
Ricordandomi di quella strana luce verde io e Yuki ci voltammo velocemente verso la lapide interessata e sopra di essere si trovava una specie di mietitore fluttuante in aria che rideva malignamente.
 
“Oh, che vedo! Dei ritardatari!” esclamò
 
“Siamo qui per quelli del primo anno, cosa gli hai fatto?!” urlò Alex con tono di superiorità
 
“Oh, siete qui per loro? Sono caduti per mano mia e mi sono preso le loro anime, per riaverli dovete prima distruggermi, ma visto che siete solo dei mocciosi fareste meglio a darmi le vostre, così risparmiamo tempo!” mentre diceva ciò continuava a ridere. Improvvisamente si diresse a estrema velocità verso di me con la sua falce ma Yuki gli si parò davanti e creò…
 
“Un campo di forza?!”
 
Era incredibile non ne avevo mai visto uno! Il mietitore fu costretto a indietreggiare e mentre provava ad avvicinarsi di nuovo Ken gli lanciò addosso una palla di fuoco, seppur non avevamo ancora sostenuto una lezione pratica ci eravamo preparati leggendo diversi libri sulle magie. Tramite una magia invocai la mia spada e mi lanciai contro il nemico. Non gli fu molto difficile farmi indietreggiare ma dovette vedersela con la freccia fatata scoccata da Alex, mentre Chiara usò la telecinesi per buttarlo contro il muro
“Però! Siete più forti degli altri ma sfortunatamente per voi farò di questo cimitero la vostra tomba! Ahahaahahahahah!” Quella risata cominciava a darmi sui nervi, mi lanciai contro di lui e intrisi di fuoco il mio pugno sinistro ma… gli passai attraverso finendo per colpire il terreno
 
“Ma cos-?” non avevo neanche il tempo di assicurarmi di ciò che mi afferrò per le gambe e mi sbatté contro una tomba su cui atterrai di collo
 
Questo mi lascerà il segno…
 
Mentre giacevo dolorante per terra il Mietitore parlò
 
“Avrei dovuto dirvelo ma non sono un tipo leale, posso diventare astratto, come un fantasma. E ora muori!” alzò la falce e mirò alla mia testa chiusi gli occhi e aspettai dolorante la fine, tuttavia non sentii niente e riaprii gli occhi. Il mietitore aveva perso la testa e a tagliargliela era stato
 
“PROFESSORE?!” il professore Yamiro mi aveva appena salvato la vita. Il mio sguardo tornò sul mio nemico il cui corpo si stava dissolvendo in stelle che salirono nel cielo mentre tra le tombe ricomparivano gli studenti del nostro anno.
 
Più tardi, a scuola…
 
“Siete stati dei folli!!” disse il prof Fujiwara
 
“Già… E’tutta colpa mia, mi dispiace moltissimo…” risposi chinando la testa, vorrei sapere davvero cosa mi fosse preso, ho messo tutti nei guai…
 
“Beh però sembrate più capaci degli alunni del vostro anno, chi lo sa, potremmo avere dei piccoli talenti” si congratulò, sorridendo, ma qualcosa mi diceva che la ramanzina principale era solo rimandata “Oh, beh, adesso devo andare, ci si vede tra poco.”
 
“Uh? Tra poco?? Aspetti prof!” stavo per seguirlo quando Ken mi afferrò per una spalla “Ehm, Wocky, la nostra ora libera è quasi finita, dovremmo tornare in classe o saranno guai”
 
“Cosa?! Intendeva questo? Me n’ero scordat-” mi scrollai la mano di Ken e corremmo verso le classi, se fossimo arrivati in ritardo anche dopo tutto quello che era successo il professore ci avrebbe, severamente, puniti.
 
PISTAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA!!

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Capitolo 4
*** Another Me ***


Dopo quella battaglia al cimitero le giornate sembravano passare con la metà della velocità di una lumaca. Stento a credere che siano passate tre settimane da allora, a me come minimo sembrava essermi passato davanti l’intero anno scolastico… l’unica cosa abbastanza interessante da spazzare via gran parte della noia erano le lezioni pratiche, per tutto il resto tenevo la testa buttata sul palmo della mano, con lo sguardo fisso al cielo, quelle candide e spensierate nuvole emanavano una sensazione di libertà. Mentre ero immerso nel nulla sentii qualcosa toccarmi la spalla, era Yuki.
 
“Non c’è più nessuno in classe…” cavoli aveva ragione, la classe era completamente vuota!
C’eravamo solo io, lei e Ken, anche se non credo che qualcuno completamente in balia del sonno, e con la bava che gli cadeva giù come una cascata potesse essere contato… e forse nemmeno io che fino ad allora ero immerso nel nulla. Mentre mi dirigevo dal mio amico per svegliarlo Yuki uscì dalla classe.
“Yawwwn… Oh, ciao Wocky…” mi salutò Ken “Diamoci una mossa, siamo gli unici in classe” non appena finii la frase il mago spalancò gli occhi come avesse visto un fantasma “COOOOOOOOOOOOOOOSA?!” il suo urlo era acutissimo, pensai che un vetro si potesse rompere da un momento all’altro.
 
Scusa ma che ha di così spaventoso?!
 
“E’ solo che è strano, non mi è mai successo…” si giustificò, grattandosi la testa.
 
Scusa e questo cosa significherebbe?! C’è sempre una prima volta dopo tutto, un attimo, MI HAI DI NUOVO LETTO NELLA MENTE!!
 
“Si” esclamò Ken con un sorriso colpevole “Farai meglio a correre se ci tieni alla pelle!!” lo minacciai, raccolse il libro e, mettendolo sotto braccio, cominciò a correre con me alle calcagna. Facendo slalom tra gli studenti riuscii ad avvicinarmi sempre di più, quando ad un tratto inciampai su un libro caduto ad uno studente volando dritto contro il muro, Ken mi era sfuggito, avrei voluto urlare dalla rabbia ma non sarebbe stato educato con tutti gli studenti che… aspetta un attimo! Il corridoio prima era stracolmo! Ora invece… non c’era la minima traccia di anche solo uno studente. Corsi per tutta la scuola ma niente….
 
Ok, la faccenda stava diventando spaventosa… poggiai la testa su una parete solo per accorgermi che da quando tutti gli studenti erano scomparsi era diventato tutto grigio. Entrai in una stanza e mi affacciai ad una finestra per vedere un cielo completamente nero senza neanche una nuvola. Mi sentivo come prigioniero e ad un certo tratto mi sembrò mancare il fiato. Sentii un rumore sordo provenire da fuori l’aula, superai cautamente la soglia della porta per tornare indietro come se ad un tratto potessi essere attaccato da un demone quando vidi una figura umana che svoltò l’angolo.
 
La seguii fino al piano di sopra, quando improvvisamente si fermò,voltandosi. Notai che mi assomigliava davvero tanto, anzi era identico a me se non per due occhi rosso sangue. La faccenda da spaventosa era diventata orribile!
 
Indietreggiai, mentre lui si avvicinava sempre di più: Ma cosa diavolo stava succedendo?! Cominciai a correre, tutto ciò mi ricordava molto il sogno che feci il giorno in cui entrai all’accademia.
Mentre correvo il mio sguardo ricadde sulla finestra, nel cielo era comparsa la Luna, ma non era la solita, era tutta rossa, un rosso sangue, sembrava stesse addirittura gocciolando.
Svoltai a destra e mi fermai per riprendere fiato quando ad un tratto mi si parò davanti e cercò di allungare la mano verso di me
 
“…Arrenditi…”
 
La voce riecheggiò per tutta la scuola. Mi rialzai e corsi più veloce che potei, ma dopo un po’, svoltando l’angolo mi ritrovai in un vicolo cieco, mentre lui si avvicinava, oramai ero letteralmente con le spalle a un muro. Allungò la mano, traboccante di potere oscuro, chiusi gli occhi per non guardare, quando improvvisamente non sentii più il muro alle mie spalle, aprii gli occhi, il muro era scomparso, non avevo tempo per pensare a come fosse potuto accadere, corsi lungo il corridoio che apparve, quando mi ritrovai di fronte a una porta, era la mia classe, non avevo scelta. Girai la maniglia ed entrai, chiudendo la porta, in quella stanza c’era una persona ad attendermi, era… Yuki!
 
“Yuki! Ma cosa ci fai qui?!” chiesi sorpreso, lei non rispose e allungò la mano. Era la seconda persona che mi allungava la mano oggi, ma a differenza dell’altro me che sembrava più cercare di prendermi con la forza, Yuki sembrava che volesse che gli stringessi la mano, non so perché ma sentivo che potevo fidarmi.
Le strinsi la mano e ci avvolse una candida luce che illuminava l’area circostante scacciando via l’oscurità.
Riaprii gli occhi, prima ancora di distinguere la destra dalla sinistra e il sopra dal sotto, riconobbi le facce di Ken, Yuki, Chiara e Alex “Wocky!! Stai bene?!” urlò Ken “A parte le orecchie che sono completamente andate, direi di si, cos’è successo?” chiesi “Mentre mi inseguivi sei inciampato e hai sbattuto la testa contro il muro, svenendo.” rispose Ken come se si aspettasse questa domanda “Capisco…” Mi alzai, confuso, avevo gli sguardi di tutti puntati su di me, ma una volta accortisi che stavo bene tornarono a fare… qualunque cosa stessero facendo. “Ok, scusa Wocky ma ora io e Chiara dobbiamo andare, siamo finite in punizione” disse Alex –In punizione?!” chiedemmo io e Ken all’unisono “Ci hanno incastrato” borbottò Chiara “Avranno una morte lenta e dolorosa” disse Alex con un ghigno sul volto mentre se ne andavano “Io vado a mangiare qualcosa, a dopo Wocky” disse Ken. Mi voltai verso Yuki, era l’unica che ancora non aveva parlato
 
“O-oh beh, visto che ti senti meglio io ora vado.” disse Yuki nervosa.
 
“Yuki…” pronunciai il suo nome involontariamente.
 
“C-cosa c’è?” chiese ancora più nervosa, come se nascondesse qualcosa “…niente.” andai verso la camera mia e di Ken con la testa confusa
 
E’ stato tutto un sogno? No, era tutto troppo realistico per esserlo, ma allora che ci facevano lì un altro me e… Yuki, sopratutto la sua presenza era strana
 
Ah, mi stava scoppiando la testa, ci avrei pensato più tardi. Forse prima era meglio se mettevo qualcosa sotto i denti…

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Capitolo 5
*** Library Gold ***


Niente da fare… Non riuscivo a capire, che fosse stato davvero solamente un sogno? Eppure era così reale! Yaaaawn che sonno.
 
Ci penserò domani mattina, ora mi sento distrutto… Le palpebre erano pesanti e mi addormentai velocemente. Sognai l’altro me, aveva uno sguardo ancora più terribile dell’altra volta, improvvisamente gli occhi gli si accesero di un rosso fuoco e scattò nella mia direzione allungando la mano. Improvvisamente riaprii gli occhi, era mattina.
 
Maledizione! Ma che mi sta succedendo?! Sto forse impazzendo?!
 
Diedi un colpo al cuscino e feci per rimettermi a dormire quando suonò la sveglia. Ma perché non la rompo una volta per tutte?!
 
“Cosa?! Wocky! Sei già sveglio?! Ti senti male per caso?!” chiese Ken incredulo “Non lo so. Forse sto impazzendo…” risposi “Uh? Cosa intendi?” la sua domanda arrivò fulminea “Niente.” Ken poteva leggere nella mente, anche se solo in quella delle persone non molto più forti di lui, ciò la rendeva inutile ad esempio per i compiti a sorpresa.
In ogni caso sicuramente sapeva già a cosa pensavo.
 
Mi alzai e mi diressi verso il bagno, una volta che uscii entrò Ken. Mi cambiai e uscii dalla stanza. Cominciai a camminare per il corridoio con la testa ancora su quanto accaduto ieri, dovevo capire cosa diavolo significava, stava per esplodermi la testa!! Quel giorno per qualche arcano e incomprensibile motivo avevamo le prime due ore libere, un ottimo modo per pensare a quanto accaduto. Si, un ottimo modo se non fosse per il fatto che Ken,  Alex, Chiara e Yuki avevano deciso di fare un giro per la città e di trascinarmi con loro. Ci saremmo dovuti incontrare davanti alla statua d’oro dell’Eroe di Zarmelia alle 8:30 in punto. Mi diressi verso la caffetteria della scuola e comprai un cornetto. Addentandolo cominciai a camminare per uscire di scuola e andare con gli altri, mi rimanevano ancora 10 minuti, quanto meno non sarei arrivato in ritardo. Purtroppo quel giorno qualcosa non andava in me, mi ritrovai di fronte all’aula. Ma cosa diavolo mi succede?! Guardai l’orologio sul muro, le 8:26… sarei arrivato in ritardo. Cominciai a correre facendo attenzione a non incrociare il professor Tanaka, l’ultima volta che mi ha beccato a correre mi ha fatto fare 20 giri di punizione intorno alla scuola, una tortura! Fortunatamente feci in tempo o almeno credevo.
 
“Sei in ritardo di circa 37 secondi” affermò Yuki “Scusa ma che contano 37 secondi?!” chiesi, non appena Yuki scosse la testa come per dire “Nulla” arrivò la voce squillante di Ken “Cielo, Wocky sei uscito prima di me! Si può sapere come hai fatto ad arrivare dopo di me?” chiese Ken “Per colpa dell’abitudine sono finito davanti alla classe, per questo ho fatto tardi.” mi venne rivolto uno sguardo interrogatorio da parte degli altri “Allora, andiamo?” chiesi “In effetti cosa stiamo facendo ancora qui?” dopo che Ken ebbe detto ciò ci incamminammo “Io voglio visitare la Library Gold, sembra sia la biblioteca più famosa al mondo” esclamò Yuki “Voi venite?”
Dopo aver constatato che non era per niente una cattiva idea accettammo tutti l’invito di Yuki. Sulla strada c’era di tutto, negozi di dolci, rosticcerie, di abbigliamento.
Alla fine giungemmo alla Libray Gold. La struttura era fatta in stile Liberty con le lettere dell’insegna in oro. Una volta attraversata la porta automatica ci rendemmo conto della reale grandezza della biblioteca, era immensa e c’era una enorme varietà di libri, ma quanti soldi avranno speso per costruirla?
Rivolsi uno sguardo a Yuki, i suoi occhi brillavano, ora finalmente capivo come mai durante le lezioni leggeva di nascosto diversi libri, si precipitò verso una delle librerie del reparto ‘Avventura’. Io mi precipitai dalla bibliotecaria per chiedergli se avevano libri riguardante l’alter ego venendo a sapere che si trovavano al terzo  piano. Forse era tutto inutile, ma dopo tutto l’unica cosa che mi veniva in mente è un’alter ego. Dopo aver affrontato le terribili scale a chiocciola raggiunsi la mia meta, trovandoci anche Ken, che stava leggendo qualche libro di non so cosa, e Chiara, intenta a leggere un libro sulla mitologia “Sono orribili” disse Ken indicando le scale a chiocciola, sospirai, concordavo in pieno.
 
Andai verso la sezione riguardanti l’alter ego. Nonostante tutto, non trovai assolutamente nulla. Oramai era passata circa 1 ora e mezza, stavo per chiudere il libro quando trovai un capitolo chiamato ‘Alter ego Oscuro’, probabilmente era ciò che cercavo, ma quando girai la pagina scoprii che tutte le pagine dell’intero capitolo erano strappate, come poteva essere?!
Accidenti, potevo essere così vicino… chiusi il libro e mi diressi verso le scale insieme a Ken e Chiara. Quando arrivammo al piano terra trovammo una Alex frettolosa e una Yuki sull’orlo della tristezza per il solo pensiero di lasciare quel posto “Ci vogliamo dare una mossa?! Sapete che il prof mio e di Chiara non sopporta i ritardi!” strillava Alex quasi impaurita al pensiero. Sospirai, chi poteva aver strappato le pagine? Ero così vicino e sono tornato al punto di partenza.
Forse era meglio archiviare la faccenda e fare come se non fosse mai successo nulla. Se ce ne fosse stato bisogno sarebbero stati i fatti a spiegarmelo… Strinsi i pugni. Avrei dovuto saperlo: era solo l’inizio.

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Capitolo 6
*** Curiosità ***


“DRIIIIIIIIIIIIIIIIIN”
 
Aprendo faticosamente gli occhi cominciai a cercare la sveglia, è un gesto quotidiano eppure ogni volta devo tentare e ritentare prima di trovarla.
Una volta che spensi quel fracasso infernale proveniente dall’Oltretomba mi si porse un altro problema, stranamente poco prima la mia mano destra si trovava dentro un bicchiere d’acqua e sentivo uno strano liquido sulla parte inferiore del mio corpo
 
Keeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeen!!!
 
Sfortunato non c’era, probabilmente era già in classe. Dopo essermi asciugato e cambiato, mi diressi velocemente in aula, sono sicuro che quel sudicio essere era lì!
Spalancai la porta e lo trovai lì, quando si accorse di me mi sorrise con fare colpevole.
Il mio corpo si mosse da solo e arrivai a pochi passi da lui, potevo già sentire le mie mani attorno al suo collo, quando…
 
“DRIIIIIIIIIIIIIIIIIN” … la campanella suonò.
 
Odio quel suono, dovrebbero renderlo illegale…
 
“Non sono d’accordo, se non fosse stato per quello avresti già provato a strangolarmi” ridacchiò Ken, quanto vorrei ammazzarlo…
Il prof entrò in aula e io, rassegnato, mi sedetti al mio banco.
Il docente prese un pennello nero e cominciò a scrivere sulla lavagna bianca.
Non so cosa scrisse, poiché voltai il capo verso la finestra e cominciai a guardare fuori, le lezioni sono così tremendamente noiose…
 

 
Finite le lezioni cominciai a incamminarmi fuori dall’accademia insieme a Ken, deve ringraziare che mi sono calmato altrimenti l’avrei cotto a fuoco lento.
 
“Sai che sono finalmente riuscito ad apprendere la magia dello Scudo di Ghiaccio? E’ ancora debole, ma il prof mi ha detto che ad alti livelli è capace di reggere molti attacchi, anche se una magia del fuoco di medio livello può abbatterlo senza molti problemi.” Ken sembrava entusiasta, un ghigno si stampò sul mio volto “Dimmi: che attributo uso per le mie magie?” risposi divertito, vedendo la faccia di Ken imbronciarsi.
Continuammo a camminare, mentre Ken cercava una caffetteria, io volgevo diversi sguardi ovunque, quando ad un certo punto vidi una figura familiare correre furtivamente in strada e senza neanche accorgermene pronunciai il suo nome
 
“…Yuki?” quel nome attirò l’attenzione di Ken che stava guardando da un’altra parte “Yuki? Dove?” mi chiese, non potevo negare di essere parecchio incuriosito, certe volte a fine lezione quella ragazza sgattaiolava via dalla classe piuttosto velocemente, chissà dove andava.
 
Cominciai a correre verso la strada che aveva preso, mentre spiegavo tutto a Ken, che anch’esso incuriosito, mi seguì.
Svoltammo diversi angoli quando ad un tratto si fermò per poi ricominciare a camminare un istante dopo, non ne ero certo ma credo che ci avesse visto con la coda dell’occhio, perché quando arrivò in prossimità di una folla cominciò a correre mescolandosi tra loro, evidente segno che voleva depistarci.
Fu difficile, ma in qualche modo riuscimmo a non perderla di vista, e una volta usciti da quel raggruppamento di persone le eravamo nuovamente alle costole. Questa sua azione non aveva fatto altro che incrementare la mia curiosità, accidenti!
Sfortunatamente per lei girò l’angolo sbagliato, infatti si ritrovò in un vicolo cieco e noi la raggiungemmo “Uffa, Yuki, stai stimolando la mia curiosità in un modo pazzesco, mi spieghi come mai hai cercato di depistarci?” dissi avvicinandomi a lei che sembrava essere nel panico “Beh, ecco, io…” ma si fermò e mi guardò preoccupata, sentii una presenza dietro di me.
Mi girai di scatto per notare un lucertolone in posizione eretta, alto circa 2 metri e mezzo, con la pelle nero pece e gli occhi rossi “Questo odore… Si, sei tu!!” esclamò fissandomi, rabbrividii notando che lo sfondo al di là delle spalle del lucertolone gigante era identico a quello di quel giorno, un mondo grigio con la Luna rossa!!


Nota: Ebbene si, dopo un bel pò di tempo ho finalmente continuato questa (disgustosa) storia, non fa venire anche a voi voglia di vomitare? Sinceramente mi sto impegnando parecchio, ma i risultati li trovo deludenti. Datemi una vostra opinione a riguardo, per favore.

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Capitolo 7
*** Lost Memories ***


Uno schiocco di dita, poi il buio…
 
 
“Yamamoto?...Yamamoto? YAMAMOTO SVEGLIATI!!” quell’urlo mi spaccò i timpani, ok forse esagero, ma era veramente forte. Aprii gli occhi di scatto e mi ritrovai faccia a faccia col prof
“Ehm…Ecco…Posso spiegare…” lo ammetto, ho mentito, ma… come diavolo mi ero addormentato?! Non mi era mai successo…
“Tu e Ken oggi sembrate strani… andate in infermeria, non si sa mai…” queste furono le parole del prof, mi voltati verso Ken ed in effetti era un po’ strano… non so cosa fosse ma…
“Yuki, accompagnali non vorrei che si addormentassero per il corridoio” continuò il prof con tono scherzoso, ci alzammo e uscimmo dall’aula, Yuki sembrava evitarmi, non capisco perché, e poi io e Ken… una volta entrati in infermeria si palesò davanti a noi una terribile ombra, con strani aggeggi nelle mani e riecheggiò per tutta la stanza una risata malvagia, io e Ken ci mettemmo in posizione difensiva, che quel mostro si fosse mangiato l’infermiera?!
Yuki sembrava divertita dal nostro atteggiamento “Uh? C’è qualcuno?” da dove prima proveniva l’ombra uscì una donna, probabilmente sulla trentina, con un uniforme da infermiera, dei capelli biondi e delle meravigliose iridi verdi… “Oh, buongiorno, come mai siete qui? Avete forse dei problemi di salute?” ci chiese gentilmente “Veramente no…” la frase uscì contemporaneamente dalla bocca mia e di Umbi, confondendo l’infermiera.
 
Uscimmo un po’ dopo, poiché volle farci comunque dei controlli, che scocciatura...
“Pensate di aver fatto bene a non dirgli di quel fatto?” ci chiese Yuki non appena uscimmo
“In effetti oltre a Chiara, Alex e te, non abbiamo detto a nessuno di aver perso la memoria degli eventi di ieri dopo le lezioni. Ma forse è meglio così…” confessò Ken “…e poi sarebbe parecchio seccante.” continuai io.
“Sei strano oggi, Wocky…” disse Yuki, fermandosi un attimo per riflettere e poi continuò “Sembri parecchio annoiato e anche un po’ arrabbiato…” concluse…
In effetti non aveva tutti i torti, ma non ricordarsi cosa si aveva fatto il giorno prima era frustrante…
“Anche tu sembri strana…” sussurrai, ma evidentemente non mi sentirono…
 
La campanella suonò proprio nell’istante in cui stavo per aprire la porta dell’aula. Quest’ultima si aprì e uscirono i nostri compagni, seguiti dal prof. Quando tutti furono usciti e ebbi una buona prospettiva dell’aula vuota… lo vidi… quel essere oscuro con le mie sembianze, rispetto all’ultima volta ora aveva degli occhi rossi ancor più terrificanti, e lo scenario era lo stesso di quella volta…
 
Indietreggiai e sbattei contro qualcosa o qualcuno, il mondo tornò normale e qualcuno cadde alle mie spalle “Ahia! Mi hai fatto male, stupido!” Alex… e insieme a lei c’era Chiara.
“Ciao!” esclamò Ken seguito da Yuki, io invece ero ancora sconvolto per prima, volsi nuovamente lo sguardo verso l’aula, era normale… Che diavolo succede?!
“Wocky, tutto a posto?” la domanda di Chiara mi confuse ancora di più “Ehm… sisi, certo, sto benissimo…” mentii, stavo forse impazzendo?!
Mi voltai verso gli altri, Yuki sembrava preoccupata, sbattei un attimo le palpebre e il suo volto tornò normale… che mi sia immaginato pure questo?
“Non si è mai sicuri, ti ricordo che avete perso la memoria, che non è certo una cosa normale” commentò la nostra amica.
Quel giorno non facemmo niente di che, la giornata mi sembrava passare con la stessa velocità di una lumaca. Precedetti Ken in stanza e mi avvicinai al letto, che improvvisamente perse tutti i suoi colori. Me l’aspettavo… mi girai e lo vidi di fronte a me “Chi sei tu?” ecco la domanda per cui volevo una risposta al più presto “…Ti interessa così tanto?...” annuii “Purtroppo non posso rispondere a questa tua domanda, ieri mi hai dimostrato che non vali molto, ora come ora impadronirmi del tuo corpo mi porterebbe solo svantaggi, quindi aspetterò che il tuo potere cresca, Wocky Yamamoto…” spalancai gli occhi… ieri?!  “Aspetta! Cosa sai tu di ieri?! Rispondimi!”
 

 
I colori della stanza tornarono normali e la porta si aprì, facendo entrare Ken “Wocky… che succede?” mi chiese vedendo la mia faccia, uscii dalla stanza “Esco un attimo, Ken…” detto ciò chiusi la porta. Mi aveva letto nella mente? Non lo so.
 
Chiedi a Yuki Fujiwara"

Nota: Ebbene si, ho postato un altro capitolo usabile come carta igienica... Spero di non aver dato problemi al vostro stomaco.
Ogni recensione è ben accolta, ditemi la vostra opinione perché a me non sembra per niente bella. Vorrei sprofondare per aver scritto questa storia... Scusate in ogni caso se aggiorno così poco, ma ho sempre poca voglia di scrivere. Arrivederci e alla prossima!

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Capitolo 8
*** Burst Mode ***


Ci misi un po’ a trovarla, era ancora nell’aula a guardare la luna. Non si era accorta di me, varcai la soglia della porta con un passo pesante, per farle notare che ero lì. Sentendo quel rumore Yuki si girò di scatto “Ah, Wocky, sei tu…”  sembrò tirare un sospiro di sollievo “Ti aspettavi qualcun altro?” chiesi appoggiandomi alla cattedra “N-no, non è questo…”
 
Yuki… tu…
 
“Cosa sai dei miei ricordi di ieri?” andai dritto al punto e la vidi spalancare gli occhi “I-io… io so solo quello che mi hai detto tu…” stavo chiaramente mentendo “Non ti credo… Tu sai qualcosa.” sembra che avrei dovuto metterla alle strette “B-Beh, ecco… cosa te lo fa pensare?” ci girava attorno.
“Me l’ha detto uno strano tipo” una volta pronunciate quelle parole, sembrò quasi illuminata dalla certezza “Lui?” sebbene non ebbe usato alcun nome, capivo a chi si riferiva, annuii e a quel punto non riuscì più a negare la verità “Ieri, tu…”
 
 
“Basta così!” dalla porta entrò un uomo robusto: aveva una giacca e una cravatta entrambe nere, con sotto una camicia bianca. Sembrava un agente segreto. “Signorina Yuki, la prego di seguirmi.” disse con lo stesso tono di una guardia del corpo. Yuki mosse debolmente la mano come per salutarmi, stava per uscire dalla porta quando l’afferrai per il polso “Ehi, cosa stai facendo, marmocchio?” ora quell’uomo stava parlando con me, mentre Yuki mi guardava sorpresa “Lei non viene con te.” fu la risposta che diedi “Ohi, chi credi di essere?!” fece per darmi un pugno, staccai la mia mano dal polso di Yuki, schivai il colpo e infuocando il pugno lo colpii scaraventandolo contro il muro “Era troppo debole, c’è sicuramente qualcun altro qui.” Yuki mi guardò come se avessi fatto la cosa più grave del mondo “Ti rendi conto di cosa hai fatto?! Lui è un membro della Heart Rescue! Se li affronti ti polverizzeranno!” rimasi impassibile, era così noios… mi diedi un pugno in testa, cosa stavo pensando?! Io ho smesso di essere in quel modo! Ripresi Yuki per il polso “Mi hai solo incuriosito di più, ma voglio sapere cosa è successo ieri.” non l’avrei lasciata andare tanto facilmente se non mi avesse chiarito le cose “Non capisci che ti stai mettendo in pericolo?!” altri due uomini vestiti nella stessa maniera del precedente arrivarono dai lati, mossi velocemente le mani creando due sfere di fuoco che li colpirono, erano troppo deboli loro o ero io che avevo subito un aumento di potere?
 
“Wocky, che ti succede? Quei tuoi colpi sono troppo forti per una matricola…”
 
L’aveva notato anche lei “Non mi vuoi proprio dire niente?” volevo sapere, ma lei evitava ancora “Non posso! Loro non ti avrebbero mai cancellato la memoria se non fosse per quello…!” si tappò immediatamente la bocca con la mano libera rendendosi conto che le stava per sfuggire qualcosa.
 
Arrivammo sul terrazzo dell’accademia, chiusi la porta alle mie spalle e lasciai Yuki, per affacciarmi alla ringhiera “Yuki, questa è per caso una dimensione alternativa?” non potevo non fare quella domanda, ai confini dell’accademia non c’era nulla, il nero più totale “E’ perché non mi hai lasciato andare, questa dimensione è una specie di prigione che gli Heart Rescue usano per bloccare la fuga a chi cerca di scappare. Te l’avevo detto che mi dovevi lasciare andare.”
Da come parlava sembravo un rapinatore…
 
Dimmi, altro-me, come mai la mia forza è aumentata?
 
Per la stessa ragione per cui sei così interessante…
 
Interessante?
 
La porta del terrazzo si aprì per poi chiudersi, dai rumori provocati dalla reazione di Yuki, non era un normale agente come quelli di prima…
“E’ la seconda volta che ci incontriamo Wocky Yamamoto.” non conoscevo quella voce, ma per qualche motivo non mi suonava nuova “Ci siamo incontrati ieri?” posi questa domanda continuando a guardare oltre la ringhiera, senza girarmi. “Eppure ti ho cancellato la memoria, ricordi ancora qualcosa?” per qualche motivo lo scenario del nulla oltre l’accademia cominciava a sembrarmi piacevole.
 
Mi ci persi dentro… “Io no…” mi girai per guardarlo in faccia “…Ma io si.” nel guardarmi Yuki si spaventò, e l’agente meravigliato. Avevo perso il controllo del mio corpo… Lui… “I tuoi occhi rossi sono davvero orripilanti, Demone.” controbatté l’agente. Feci un passo in avanti e mi ritrovai di fronte a lui, la mia velocità l’aveva colto alla sprovvista. Gli diedi un pugno che lo scaraventò contro il muro, prima di fare un altro passo diedi un occhiata a Yuki, sembrava leggermente spaventata, subito dopo mi scaraventai nuovamente contro l’agente, questa volta tirandogli un calcio che gli fece trapassare il muro.
“Allora la tua leggenda è vera, sei davvero un mostro.” l’agente non stava prendendo la cosa sul serio, il tono che usava mi faceva bollire il sangue nelle vene. Sbattei il piede destro contro il pavimento e vicino all’agente fuoriuscì della materia oscura a forma di punta che arrivava all’altezza del collo, dell’energia oscura si formò nella mia mano destra e feci come per scagliarmi contro di lui, ma Yuki fu più veloce, prendendomi per il polso destro, quel potere oscuro sparì. L’ultima cosa che sentii prima di perdere i sensi fu la voce di Yuki che si scusava.
 
 
Mi risvegliai su un elicottero, ammanettato, accanto a me c’era Yuki addormentata, mentre davanti avevo a quell’agente, era un ragazzo all’incirca di 17 anni, capelli castani un pò scompigliati e degli occhi azzurri “Tu conosci il mio nome, ma io non conosco il tuo” quasi rise “Sei strano, nessuno con cui ho parlato fin ora ha cominciato una discussione in questo modo. Ma se ci tieni a saperlo, mi chiamo Yaegashi, Yaegashi Tashiro. Tuttavia mi sembri particolarmente calmo per…” sarebbe stato noioso farlo continuare, quindi lo interruppi
“Perché ho perso i sensi?” era visibilmente irritato, probabilmente non gli piaceva essere interrotto “Non ti hanno insegnato che non si interrompono le persone mentre parl…” è noioso.
“Non ho alcun motivo per essere educato con te, anzi, non mi va proprio. Quindi ti rifaccio la stessa domanda di prima: perché ho perso i sensi?” non avevo per niente risposte questo giorno, cominciavo a spazientirmi, quando “Essendo che il tuo corpo era sotto il controllo di quel orribile demone stracolmo di energia oscura, bastava inibire il flusso negativo con uno positivo, nel farlo pure Yuki ha perso i sensi come puoi vedere. Ha dovuto far fluire nel tuo corpo troppa energia per contrastare quella del demone.” visto che sembrava disponibile a darmi risposte, gli feci un'altra domanda “Perché hai cancellato la memoria a me e a Ken?” fece un sospiro e mi rispose “Eravate venuti a conoscenza del demone che ti alberga dentro, e del potere di Yuki” il potere di Yuki… “Yuki vi ha definiti gli Heart Rescue. Voi avete cercato di recuperarla in qualsiasi modo. Perché?” un piccolo, falso, sorriso si dipinse su Yaegashi Tashiro “Absolute Heart. E’ il potere della luce più pura che esista in tutto l’universo, e si da il caso che il suo contenitore sia proprio accanto a te.”
 
Guardai Yuki, stava ancora dormendo mentre si mosse nel sonno cadde con la testa sulla mia spalla, incurante di ciò tornai a guardare l’agente, stava sorridendo “Se mi hai cancellato la memoria per questo motivo, perché me l’hai appena detto?” fu la prima cosa che mi venne in mente “Cancellare la memoria di una persona non è per nulla semplice, ho preferito la via più breve, anche perché i miei superiori stanno prendendo in considerazione l’idea di eliminarti. Il demone dentro di te è troppo pericoloso, e Yuki sarebbe un pasto troppo ghiotto per lui, qualunque demone vorrebbe divorare la sua luce.”
 
Non fare di tutta l’erba un fascio…
 
In quel momento l’elicottero atterrò, Tashiro svegliò Yuki, che nel vedere le mie manette rimase un po’ confusa, anche arrabbiata. Quando scesi c’erano altri agenti, non si può dire che Yuki non fosse famosa, ma nel vedere me, un brivido di terrore sembrò percorrere le schiene di ognuno di loro. “Sarebbe lui il contenitore di quel leggendario demone?!” “Si capisce subito che è un mostro.” “Maledetto mostro! E’ una minaccia per tutti noi” ok, sembra che io sia rappresentato come una bestia orribile che uccide per il puro divertimento di farlo… grazie mille.
 
Yuki si avvicinò a me “Mi dispiace…è… tutta colpa mia.” per qualche ragione non riuscii a guardarla negli occhi, mi voltai dall’altra parte “Non è colpa tua.” forse non avrei dovuto dire niente, perché dopo di questo abbassò il capo e rallentò il passo.
 
Tashiro mi fece rinchiudere in una stanza e mi disse di attendere, mi sarei aspettato di finire in una cella ma la stanza era anche ben arredata, i materassi del letto erano ottimi come anche il lenzuoli, c’era anche uno specchio, insomma, sembrava la stanza di una reggia, un tappeto fatto in pelle d’orso e molto altro.
Mi distesi sul letto ad aspettare, tuttavia era così comodo che finii per addormentarmi…
 
Ma sembra che non si possa riposare nemmeno in sogno…
Eccomi ritornato in questo mondo grigio…
Ero nell’aula, seduto al mio banco, e lui seduto alla cattedra a guardare fuori, quella Luna rosso sangue…
 
Se vuoi puoi chiamarmi World End.
“Eh?” questa affermazione mi coglieva impreparato. World End? Cosa? Chi?
 
World End è uno dei modi in cui vengo chiamato nella leggenda.
 
Ora che ci penso quei tizi avevano parlato di una leggenda…
 
Già. World End è un attacco che posso eseguire, e che come suggerisce il nome, può porre fine ad un mondo intero. Tuttavia… il mio potere è abbastanza limitato da te. Quindi a meno che tu non acconsenti o che io distrugga la tua personalità, non potrò usarlo.
 
“Si può sapere cosa vuoi?”
 
Io rappresento te, le tue emozioni negative in particolare. E’ una domanda a cui puoi trovare risposta da solo. Non sarebbe divertente se ti dessi subito la risposta.
 
“Allora ti faccio un'altra domanda: che mi sta succedendo?”
 
Ah, ti riferisci a come ti stai comportando? E’ una cosa molto interessante, non me lo sarei aspettato dato che io e te siamo la stessa cosa.
 
“Non aggirare la domanda. Vai dritto al punto. Perché ho cambiato carattere?”
 
“Cambio? No, più che un cambio lo definirei un ritorno.”
 
Una parte di me sapeva dove voleva andare a parare
 
“Impossibile!!”
 
Nel dirlo mi alzai facendo cadere la sedia all’indietro e sbattendo le mani sul banco.
 
Sei interessante. Nello scontro contro quel demone sembravi valere poco. Ma sembra che comincia tutto adesso. Sai, il carattere che hai adesso lo preferisco al solito. Non capirò mai bene perché l’hai cambiato.
 
“Stai… zitto!!”
 
Ohhhh, mi piace quest’ira. Ma stai attento, quando un tuo sentimento negativo raggiunge un elevato livello, posso prendere il controllo del tuo corpo in un nonnulla. Ora ti conviene svegliarti, Yamamoto Wocky.
 
Sentii qualcosa scuotermi, quando aprii gli occhi vidi la faccia di Tashiro
 
“Era comodo il letto o eri tu che avevi sonno?”
Mentre lo diceva fece un altro di quei falsi sorrisi che già odiavo.
 
Mentre uscivamo dalla stanza notai un’iscrizione sulla porta
 
“Hai una bella stanza, non c’è che dire.”
 
“Ah? Davvero? Grazie. Visto tutto il lavoro che faccio mi hanno regalato un ottima stanza.”
 
“Beh? Dov’è Yuki?” mi chiedo cosa stessimo facendo, volevano ammazzarmi perché avevo World End dentro di me? O volevano lasciarmi andare?
 
Continuammo a camminare per un lungo corridoio, era particolarmente sporco, colava dell’acqua dal soffitto e le pareti laterali ospitavano parecchie crepe.
 
“Ma Yuki viene sempre in questo posto dopo scuola?”
 
“Dorme pure qui. Visto il suo potere i miei superiori hanno timore a lasciarla in posti come la scuola o a casa dai genitori.” fermai il mio passo, leggermente sorpreso, un volta che Tashiro mi ebbe sorpassato di almeno mezzo metro, si fermò anche lui guardandomi
 
“Crudele. Non trovi?”
 
Girai il capo verso destra, infastidito, questo non era giusto.
 
“E’ stata severamente punita dopo essere andata al cimitero. Davanti a quel mietitore sarebbe dovuta scappare. Quanto meno, sembra che si sia fatta degli amici.” nel dirlo, sorrise sinceramente.
 
“Comunque… il carattere che stai dimostrando adesso è molto diverso da quello che mostri all’accademia. Stai bene?”
 
!
 
“S-si, certo che sto bene. Comunque, dove mi stai portando?”
 
“Uh? Quei vecchiacci mi hanno detto di portarti nell’area dell’uscita. Sembra non abbiano intenzione di farti qualcosa.”
 
Vecchiacci? Parla dei suoi superiori? Wow, che rispetto. Non li invidio proprio.
 
Manco a dirlo, una volta girato il corridoio ci ritrovammo davanti ad un enorme spiazzale, con Yuki che ci aspettava su un elicottero.
Ma si, in fin dei conti non c’erano problemi nella piccola “gita” che avevo fatto, a parte che avrei dovuto spiegare tutto a Ken.
Tashiro mi tolse le manette, scusandosi per avermele messe.
 
“Bene, vi accompagnato all’accademi… ugh!”
 
Si accasciò a terra, tenendosi la testa tra le mani, cosa gli stava succedendo?!
Gli posai una mano sulla spalla e mi guardò, i suoi occhi erano vuoti.
 
E’ controllato da qualcuno!
 
Saltai all’indietro ma Tashiro, o chiunque lo controllasse, mosse il braccio provocando un onda d’urto che mi spinse ulteriormente indietro facendomi atterrare sul freddo pavimento. Ora che guardavo il cielo, era buio, ma le stelle stavano scomparendo e all’orizzonte si intravedeva una flebile luce.
 
“Wocky! E’ controllato da qualcun altro, ed è troppo forte per un comune studente del primo anno!” accidenti… Yuki, era indubbiamente preoccupata, ma… io non sono sicuramente un comune studente, almeno dopo ciò che passai quella volta, non mi definisco più comune.
 
Rotolai verso destra rialzandomi, sentii il mio potere aumentare e il sangue nelle vene mi ribolliva, non era World End, era indubbiamente qualcos’altro.
Schioccai le dita, facendo partire cinque sfere di fuoco verso Tashiro, sicuramente ne avrebbe fermato la maggior parte, se non tutte.
 
Eresse uno scudo che fermò le sfere, tuttavia mi ero già scagliato verso di lui e quando abbassò lo scudo intrisi il pugno destro in una fiamma scarlatta per aumentarne la potenza, colpendolo in piena faccia e gettandolo a terra.
 
Tashiro mosse le dita della mano sinistra in modo strano, e cominciarono a comparire delle spade che mi venivano addosso seguendo la traiettoria delle dita. Schivai quelle che provenivano da destra, basso, alto, sinistra, ma quando mi fermai pensando che avesse finito, Tashiro puntò le dita dritte verso di me, di fronte mi comparve una spada che mi venne addosso, dritta verso il petto. La schivai per pochissimo e la afferrai, subito me lo ritrovai di fronte con due spade a sferrare diversi attacchi consecutivi, alcuni li paravo, mentre altri ero costretto a schivarli. Maledizione, non mi stava dando tregua.
 
Usò una spada per lanciare la mia in aria e l’altra per colpirmi al petto
 
Maledizione, questo non posso fermarlo! Non ti spiacerebbe darmi un aiuto, dannazione?!
 
Fosse così facile sarei già intervenuto, ma qualcosa mi blocca.
 
Oramai tra la punta della lama e il mio petto c’erano solo due centimetri di distanza, ma proprio in quel momento qualcosa dentro l’edificio parve esplodere, e le pareti ci venivano addosso. Ciò distrasse Tashiro per un secondo, dandomi il tempo di allontanarmi dalla lama della spada, e saltando sulle detriti delle pareti che ci venivano addosso arrivai molto in alto, da lì potevo rendermi conto che non si trattava di un esplosione comune, piuttosto sembrava che dentro l’edificio avesse preso vita un vento talmente terribile da staccare le pareti come se fosse un esplosione.
 
Yuki aveva alzato un campo di forza per fermare i pezzi di parete che decollavano contro l’elicottero, mentre si teneva la testa tra le mani “BASTAAAAAAAAAAAAAAA!”
Il contorno del suo corpo cominciò a splendere di una luce bianchissima, che poi prese la forma di una freccia, venendo dritto dentro di me, ed entrandomi nel petto.
 
Cosa… è?
 
Un potere talmente puro che mi impedisce di prendere il controllo del tuo corpo… questo è indubbiamente…
 
Fui avvolto da quella luce, oramai aveva formato una sfera attorno a me, ad un certo punto esplose facevo schizzare il mio potere.
 
Ero a terra, e sotto di me c’era un cratere con un diametro di circa due metri, Tashiro era stato sbalzato all’indietro dall’onda d’urto, mentre Yuki si era protetta con un altro campo di forza.
 
Alle mie spalle c’era una fenice di fuoco che mi entrò dentro il corpo facendo alzare da quest’ultimo delle fiamme scarlatte, provocando un tiepido calore che mi dava tranquillità.
 
“Ma che begli occhi dorati, Wocky Yamamoto.” quello che parlava non era sicuramente Tashiro, ma… avevo gli occhi dorati? Dovrebbero essere castani...
 
Tashiro mi lanciò un raggio blu addosso, lo schivai prontamente, la mia velocità di movimento era molto vicina a quella del suono, avrei potuto raccogliere la spada, ma non avevo intenzione di ucciderlo.
Percorsi un percorso a semicerchio portandomi alla sinistra di Tashiro e, imprimendo nuovamente la mano destra nelle fiamme, gli sferrai un pugno che lo fece volare per circa un metro prima che atterrasse , perdendo i sensi.
 
Le fiamme che avvolgevano il mio corpo scomparvero e mi girai verso Yuki, aveva un espressione incredula, ma non potetti guardarla più di tanto poiché mi accasciai a terra privo di sensi.
 
 

 
 
Mi doleva la testa in un modo pazzesco, mi ci portai una mano sopra
 
“Ciao” ero in un letto dell’infermeria della scuola e seduto accanto a me c’era il Preside
“Sono nei guai?” un sorriso si dipinse sul volto di quell’uomo di mezza età, indossava un vestito formale, quindi pensai che fosse tornato da un impegno importante, o che ci dovesse andare a minuti.
 
“No, no, per stavolta non ci sono problemi.”
Guardò un secondo fuori dalla finestra , non riuscivo a muovermi bene, ma sentendo del venticello, immaginai che fosse aperta.
Come per confermare ciò, il Preside si alzò e la chiuse.
 
“Burst Mode.”
 
“Eh?”
 
“E’ questo il nome del potere che hai ottenuto oggi, è un’alternativa interessante a World End visto che le forze sono molto simili, solo che mentre quella del tuo demone viene dalla più profonda oscurità, quella del Burst Mode viene dalla più pura luce dell’Heart Absolute. Puoi attivarlo solo con Yuki, sfortunatamente, quella ragazza non ha il controllo di questo potere, salvo qualche sciocchezza. E nessuno sa quali siano davvero questi poteri. Non si sa molto a riguardo. In ogni caso, l’unico che può usare il Burst Mode è il guardiano dell’Heart Absolute, visto che non si era mai trovato, Yuki ha finito per dover essere protetta da quegli individui. Però se vuoi puoi ripudiare questo compito.”
 
Fissai la mano destra, con cui avevo sferrato il pugno a Tashiro, era avvolta nelle bende
 
“Se rifiutassi, Yuki tornerebbe nelle mani di quei bastardi che hanno manipolato Tashiro per uccidermi. Come potrei anche solo pensarlo?”
 
“Come vuoi. Comunque è davvero ironico che il guardiano dell’Heart Absolute, che rappresenta la luce più pura di questo mondo, porti World End dentro di se, uno degli esseri più oscuri mai nati.”
Il Preside fece per andarsene, ma mi passò per la testa una domanda.
 
“Preside, che fine ha fatto Tashiro?”
 
“Tashiro? Ah, quell’altro ragazzo, sta bene. Lo rivedrai tra qualche giorno.”
 
“Capisco.”
 
Il Preside uscì dalla stanza, chiudendo la porta dietro di se.
 
Ero ancora tremendamente stanco, e non avevo le forze per alzarmi, il mio corpo deve aver avuto problemi a sopportare tutto il potere del Burst Mode. World End ha detto che attualmente il suo è limitato, quindi per quello non dovrei preoccuparmi troppo. Meglio dormire.
 
 
[…]
 
 
Dopo essermi ripreso, avevo spiegato tutto a Ken e agli altri, in fondo contando che Yuki se la sa cavare, avrei dovuto difenderla solo dai demoni più forti, ma visto che non si sa quando potrebbero uscire fuori, probabilmente mi sarebbe toccato andare con lei in ogni missione che avrebbe sostenuto. Che seccatura.
Fortunatamente il mio carattere è tornato normale.
 
Ne sei sicuro?
 
Sta’ zitto, accidenti!
 
Comunque visto che era Domenica, io e i miei amici ne approfittammo per andare in giro, ma…
 
Quegli stupidi, gli avevo detto non muoversi mentre andavo a controllare la lista degli orari delle attrazioni al Parco Giochi! E’ tutto un complotto di Alex, ci scommetto!
 
Stavo correndo tra la folla, quando mi scontrai con la spalla di qualcuno, mi girai istantaneamente per scusarmi, tuttavia…
 
“Scusami, è tutta colpa mi…!”
 
Avevo di fronte un ragazzo di poco più alto di me, capelli e occhi rossi e parte dei capelli gli copriva la fronte. Ma…
 
“Tu…”
 
“Ehi, Wocky, ti sei arreso a cercarci?”
 
Sentendo la voce di Alex mi girai verso di lei, c’erano Yuki e Chiara con lei, e si intravedeva pure Ken tra la folla. Il mio pensiero ritornò al ragazzo che avevo davanti, ma quando mi voltai era scomparso.
 
Io l'avevo già visto… quella volta.


Angolo dell'autore:

Finalmente sono riuscito a pubblicare questo capitolo! Dico da subito che non sono molto contento di come sia venuto, mi sembra troppo frettoloso e senza senso, ma volevo finire assolutamente quest'arco narrativo (spero si sia capito che quando il testo è sia in corsivo che in maiuscolo sono i pensieri di World End, con vari discorsi mentali tra lui e Wocky, e che quando è solo in maiuscolo, vuol dire che parla direttamente). Comunque nella storia non ho descritto l'aspetto di Tashiro, quindi per comodità, invece di andare a cercarmelo nella storia, lo scrivo qui:
Tashiro è un ragazzo di 17 anni, capelli castani e un pò scompigliati, occhi azzurri e magnetici (come scopriremo nei prossimi capitoli, attira le donne), ed ha sempre quel dannatissimo sorriso stampato in faccia! (quando mi è passato per la mente, stavo guardando un immagine di Unabara Mitsuki, di A Certain Magical Index)
Per quanto riguarda il personaggio comparso alla fine, è un OC che ho inventato per un sequel immaginario dell'anime Steins;Gate (quando finisco un anime, mi immagino sempre come possa proseguire) venuto dal futuro per fermare un'individuo della sua stessa era. E niente, il personaggio è lo stesso, ma la storia e il carattere sono completamente diversi.
Comunque, avete presente quella specie di "esplosione" causata dal vento? Tenetela a mente.
In ogni caso, stavo pensando dopo questo arco iniziale in prima persona, se passera ad una narrazione in terza persona. C'è da dire che la prima persona sia piuttosto limitativa, essendo che anche se do l'impressione del protagonista posso narrare solo ciò che il protagonista sa e con la terza sono anche più descrittivo nelle scene. Anche se immagino ci sarà chi mi dirà di fare come mi pare, che non gli importa granché (anche se comunque penso che cambiare stile di narrazione nel bel mezzo della storia non sia il massimo)

Beh, ci si vede al prossimo capitolo (che potrebbe arrivare anche tra qualche secolo...)

See ya!

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Capitolo 9
*** The Sound of Wind ***


Era notte. Faceva abbastanza freddo, ma la parete su cui ero appoggiato aveva mantenuto parte del calore trasmessogli dal Sole durante il corso della giornata. Stavo fissando la Luna piena, non c’erano nuvole e le stelle addobbavano quel vasto cielo notturno. Sentii qualcosa vibrare nella tasca destra dei pantaloni, tirai fuori il cellulare e aprii l’ennesimo messaggio.
 
Ho bisogno che tu faccia un lavoro per me. E’ qualcosa che potrebbe essere legato a ciò che cerchi. Accetterai?
 
Risposi affermativamente e dopo qualche secondo il cellulare ricominciò a vibrare, quest’ultimo messaggio riportava maggiori informazioni. Interessante.
Riposi il cellulare nella tasca destra e staccai la schiena da quella tiepida parete, dirigendomi nella mia stanza.
 
[…]
 
Avevo ancora tempo prima di partire, quindi aprii il cassetto della scrivania prendendo il mio mp3 nero e le cuffiette del medesimo colore, me le posai sulle orecchie, gettandomi sul letto ad ascoltare un po’ di musica.
Mi posai il braccio sinistro sugli occhi, oscurandomi la vista. Non avevo ancora alcun compagno di stanza, quello precedente se n’era fortunatamente andato dall’accademia, non lo sopportavo proprio. Anche se ho saputo che a giorni me ne avrebbero dato un altro, speravo che non fosse come quello precedente, ma in fin dei conti non me ne importava più di tanto, avrei potuto semplicemente ignorarlo come avevo fatto con quello prima.
 
Alzai al massimo il volume della musica e finii per perdermi al suo interno, e come sempre cominciai  a pensare a tutta la mia vita, in particolare a lui. Chiusi la mano sinistra in un pugno. Era meglio se smettevo di pensarci, levai il braccio sinistro da sopra i miei occhi e lo posai sul mp3, abbassando il volume della musica.
 
Controllai l’orario attraverso la sveglia poggiata sulla scrivania che mi trovavo davanti. Erano le 21:45, avevo ancora tempo, dato che mi era stato chiesto di partire alle 22:25.
Mi alzai dal letto, posando l’mp3 nella tasca sinistra, era mia abitudine ascoltare la musica ovunque mi trovassi, anche durante quelle noiosissime ore di lezione.
 
Uscii dalla stanza e camminai per il lungo corridoio del dormitorio maschile, quando vidi un ragazzo svoltare nel corridoio a sinistra, non riuscii a distinguerlo, c’era una porta aperta e un altro ragazzo che guardava stupito. Ricominciai a camminare, ma poco prima di passargli accanto lo sentii parlare
 
“Cavolo, ma cosa gli è preso a Wocky?.
 
Dopo averlo detto, siccome sembrava un po’ stanco, rientrò nella sua stanza.
Continuai a camminare, ma diversamente da quel ragazzo di prima, andai dritto invece di svoltare a sinistra.
 
Arrivai al centro della scuola, sentii un rumore che riecheggiò in tutta l’area, ma per via dell’eco non riuscii a capire da che direzione venisse. Ridussi a zero il volume, togliendomi le cuffiette, e chiusi gli occhi per concentrarmi unicamente sul rumore. Quando questo giunse nuovamente, lo intercettai nonostante l’eco, proveniva dalla classe 1-F. Mi slanciai verso quella direzione, arrivando di fronte alla porta dell’aula, stranamente aperta, e oltre la finestra mi era sembrato per un attimo di vedere, oltre i confini dell’accademia, il nero totale, come se il mondo oltre l’accademia non esistesse più. Tuttavia ciò durò un secondo e poi scomparve, quindi probabilmente era stato frutto della mia immaginazione.
 
Uscii dalla scuola e vidi uno dei professori della mia classe parlare con uno strano tizio vestito come un agente speciale, sembrava sui 17 anni e aveva dei capelli castani un po’ spettinati e degli occhi blu, quando il prof mi vide sembrò disorientato “Oh ciao, scusa ma potresti ritornare nella tua stanza? Il coprifuoco sta per scattare, sono già le 22, dovresti tornarc…”
 
“Non serve, ho un permesso speciale.”
 
“Cosa? Di nuovo?”
 
Non era sorpreso visto che ero solito uscire di notte fonda, ma d’altronde lui non sapeva dei miei impegni.
Lo stavo giusto cercando per mostrarglielo, una volta che glielo misi tra le mani lui lo posò nella tasca del giubbotto marrone chiaro che portava.
“Certo che a questo punto per quante volte esci non può essere considerato un permesso speciale…”
 
Lanciai un’occhiata al signore vestito di nero, e il prof si mise tra noi “Bene, a questo punto, visto che hai un permesso, puoi pure andare” disse con la faccia di chi cerca di aggirare la faccenda.
Non me lo feci ripetere due volte e mi avviai.
 
La città, a differenza del giorno in cui era affollata, di notte era deserta come se fosse una città fantasma.
 
Sbadigliai. Per quante volte restavo sveglio durante la notte a causa degli incarichi che ricevevo stavo accumulando diverso sonno.
 
In ogni caso, quella notte l’atmosfera sembrava più movimentata. In effetti, avevo origliato una riunione dei professori che ieri era apparso un demone, ma sembrava fosse stato distrutto con un solo colpo da uno studente.
 
Si levò un forte vento che spirava verso sinistra. Ah mi ero scordato di essermi levato le cuffiette, me le riposizionai sulle orecchie e alzai il volume della musica.
 
Non appena feci un passo in avanti mi ritrovai circondato da tre ombre, demoni di basso livello.
Avevano una forma irregolare e stavano su quattro zampe.
Non sembravano essere interessati a me, piuttosto guardavano verso l’accademia, volevano forse divorare l’anima di qualche studente? Che stolti, anche uno studente del primo anno sarebbe capace di annientarli.
Inoltre nessun demone sarebbe così idiota da venire proprio all’accademia, significa entrare in territorio nemico.
 
Probabilmente sapendo di essere troppo deboli per sopravvivere contro chi volevano andare, si lanciarono contro di me. Ma dai, quanto siete stupidi? Potreste morire contro uno studente alle prime armi e venite proprio contro di me? Mi spostai in avanti alla velocità del suono e mossi il braccio sinistro all’indietro, l’aria prese l’affilatezza di una spada e tagliò a metà uno dei tre demoni, mi girai e coll’altro braccio riutilizzai la stessa tecnica, uccidendo pure il secondo, poi mi lanciai a velocità supersonica contro l’ultimo, toccandogli quello che doveva essere il petto e una corrente d’aria lo perforò.
I loro corpi scomparvero in una specie di fumo viola.
 
La prossima volta pensateci bene, prima di mettervi contro il terzo Ace dell’accademia.
 
Gli Ace … rappresentano la Top 3 dell’accademia, il mio potere oltre nel raggiungere la velocità del suono, consiste pure nella manipolazione dell’aria, posso creare correnti d’aria, prima ad esempio ho controllato la frizione del vento facendogli assumere la vaga forma di una spada, provocando lo stesso effetto, anche se potrei trasformarla pure in un martello, insomma, posso fargli prendere svariate forme con gli stessi effetti delle controparti reali. Oppure posso semplicemente usarle per perforare l’avversario con una folata di vento tanto forte da trapassare un corpo.
 
Continuai a camminare fino a raggiungere il posto descritto nel messaggio.
Era sulla terrazza di un palazzo, con un punto di atterraggio per gli elicotteri.
Infatti c’era un elicottero, e appoggiato ad esso c’era quello che probabilmente doveva essere il pilota, un uomo sui trent’anni, capelli neri e delle iridi azzurre,  indossava una camicia nera e dei pantaloni del medesimo colore.
 
Tutt’un tratto apparvero altri demoni, almeno una quindicina, e si spaventò molto, ma come quelli di prima sembravano interessati ad altro. Perché diavolo ne stanno comparando così tanti? Non pensavo che esistessero dei demoni così idioti!! Questo pensiero mi trapassò la mente, cosa diavolo li attirava qui?
 
Uno di questi demoni si lanciò contro l’uomo che urlò di terrore, mi misi tra loro e perforai quel demone, attirando l’attenzione dei suoi amichetti.
 
Uff, con tutti i demoni che esistono, quelli capaci di parlare il linguaggio umano sono una minoranza e si trovano quasi tutti dal medio livello in poi. Quindi credo proprio che non saprò da loro il perché siano qui.
 
Compii un ampia curva col braccio destro, tagliando orizzontalmente la maggior parte dei demoni, i restanti mi si lanciarono addosso, gli posi la mano sul petto ad ognuno di loro, perforandoli uno alla volta. Ne rimaneva solo un altro che nello stesso modo idiota degli altri, si lanciò frontalmente contro di me, aumentai la mia velocità di movimento e tesi il braccio destro, donai l’affilatezza di una spada all’aria intorno al mio braccio, usandolo proprio come una lama, e tagliando verticalmente anche l’ultimo demone.
 
Fui così veloce che quell’uomo stava tenendo ancora gli occhi chiusi, ma dato che non sentiva più niente li riaprì, cercò di dire qualcosa, ma continuava a balbettare, nel frattempo i corpi dei demoni erano già evaporati in una specie di fumo viola
“G… Gr… Grazie.”
“Non ringraziarmi, piuttosto, mi è stato detto di venire qui, dovevo forse incontrare te?”
“S.. Si. Sono oramai le 22:25 quindi c… credo che possiamo andare. S… Sali pure sull’elicottero.”
 
Quando finì di parlare, fece come per sistemarsi gli occhiali, anche se non ne aveva, forse in questo momento portava delle lenti a contatto.
In ogni caso, salii sull’elicottero, era abbastanza stretto, poi salì anche quell’uomo, facendo alzare l’elicottero dal suolo. Il rumore dell’elica era molto fastidioso e stavo per alzare al massimo il volume della musica per sentirlo il meno possibile, ma anzi, visto che quel tipo stava per parlare fui costretto ad azzerarla.
“Senti, ma il posto in cui ti sto portando, è di un’organizzazione segreta chiamata Heart Rescue, sei davvero sicuro di volerci andare?”
“Se sono qui, vuol dire che lo so già.”
“Sc…Scusa.”
 
Alzai al massimo il volume della musica. Questi lavoretti mi vengono dati da una persona che non conosco, e che non so come rintracciare, forse questo tipo lo sa, ma ho l’impressione che anche se lo incontrassi non scoprirei un bel niente.
 
[…]
 
Non mancava parecchio all’alba, ma eravamo appena arrivati. Cavoli come andava lento questo rottame, gli elicotteri comuni sono più veloci.
 
Siccome se fosse atterrato saremmo stati scoperti subito a causa del rumore dell’elica, dovetti prendere il paracadute e lanciarmi giù.
Non fu per niente difficile atterrare, dovevo riuscire a compiere il mio lavoro e a tornare in questo punto entro 20 minuti, e ci avrei trovato quell’uomo ad attendermi con l’elicottero.
 
Ero al confine dell’isola volante, quindi gettai il paracadute via, per evitare che fosse trovato.
Quest’isola, al contrario di quella su cui sorge l’accademia, è artificiale. Anche se neanche quella dell’accademia può essere considerata completamente naturale, visto che secondo la leggenda si trovava sulla Terra, ma che successivamente, per proteggerla dall’oscurità che si espandeva sulla Terra, fu portata in cielo tramite una magia del più grande mago di tutto i tempi di-cui-non-mi-è-mai-interessato-conoscere-il-nome.
In ogni caso, i tre quarti dell’isola ospitavano un edificio enorme, il resto dell’isola probabilmente serviva per gli atterraggi.
 
Sfrecciai dentro l’edificio, ma non appena svoltai l’angolo mi ritrovai un uomo e una donna vestiti di nero che chiacchieravano, e che mi videro, ma prima ancora che potessero fare qualcosa gli passai oltre, facendomi seguire da una forte corrente d’aria, che li sbatté violentemente contro le pareti facendoli svenire.
 
Continuando mi ritrovai ad un incrocio, e tutte le direzioni erano controllate da delle telecamere, dunque considerando la strada che ho percorso, e che sono diretto all’interno dell’edificio, avrei dovuto continuare dritto. Quindi mossi le braccia verso le telecamere che sorvegliavano la direzione che mi interessava, e che vennero distrutte dall’impatto dell’aria a forma di martello.
 
Sarebbe stato troppo facile, ma ad un tratto mi si pararono davanti degli agenti, la maggior parte aveva delle pistole e mi spararono addosso. Che noia, tutto ciò che feci fu creare una corrente d’aria che spazzò via i proiettili e trascinò gli agenti contro il muro, tramortendoli per due secondi, il tempo che mi bastò per passare oltre e far controllare il soffitto in modo da impedirgli di raggiungermi velocemente.
 
Oramai non mancava molto, dopo aver svoltato un paio di volte, mi ritrovai di fronte una porta.
Mi ci lanciai contro, creando una corrente d’aria che la fece sbalzare all’interno della stanza, travolgendo un agente. Oh,oh. Mi stavano aspettando qui? Allora le informazioni che devo raccogliere devono essere davvero importanti. Probabilmente non hanno fatto suonare l’allarme per farmi abbassare la guardia.
 
C’erano almeno una ventina di agenti nella stanza, tutti armati. Oh, beh, affrontarli uno ad uno sarebbe stato faticoso quindi… semplicemente manipolai l’aria creando un’ennesima corrente d’aria che li buttò all’indietro facendoli scontrare violentemente contro le pareti.
 
Maledizione. Questi sono umani, non demoni. Non voglio macchiarmi del loro sangue. E ciò mi sta facendo diventare ripetitivo negli attacchi…
 
Davanti a me c’era una scrivania con un computer, quella era l’unica direzione verso cui non avevo rivolto il mio attacco. Mentre tutti gli agenti erano svenuti mi ci diressi, c’era un unico file sull’intero desktop, presi un cavetto e collegando il computer col mio cellulare, cominciai a scaricarlo.
Mentre scaricava, lo leggevo direttamente dal computer. Quel tipo mi aveva detto che avrei potuto trovare qualcosa su quello che mi interessa, ma era un ammasso di cose che mi erano inutili, parlava di principalmente di un certo Heart Absolute e di un suo Guardiano, come sottosezione per quest’ultimo c’era un altrettanto sconosciuto Burst Mode. Ma… non è possibile… sembra che lui sia riapparso circa un anno fa!
 
Non capisco, ci ho sempre pensato, ma ora che so che c’è ancora, cosa… cos’è questo?!
 
Sentii come se la testa mi stesse per esplodere, avevo un incredibile voglia di distruggere tutto, ma non potevo ancora.
 
Il caricamento… non è ancora finito…
 
Mi strinsi la testa tra le mani, cercando di sopportare quel dolore, tutti quei ricordi mi ritornavano in mente
 
BASTA! BASTA! BASTAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA!
 
Non riuscivo più a trattenermi, staccai la mano destra dalla testa e presi il cellulare, stringendolo.
Persi il controllo dei miei poteri e creai una corrente d’aria fortissima in tutte le direzioni. Talmente potente che il risultato sembrava simile a un esplosione, tutte le pareti dell’edificio erano volate via, pensavo di essere riuscito a calmarmi, ma mentre guardavo vidi un ragazzo coi capelli castani e occhi del medesimo colore guardare nella mia direzione, sebbene non credo mi avesse visto. Le palpebre mi si spalancarono.
 
Lui… Lui…Lui era…! No! Basta! Basta!
 
Mi strinsi forte, come se sentissi freddo, tutti quei ricordi mi stavano fluendo in testa come un fiume in piena.
 
Basta! Basta!
 
Era l’alba. Continuando a tenermi la testa con la mano sinistra, e il cellulare in quella destra, corsi ad alta velocità verso il punto in cui ero atterrato. Come immaginavo, l’elicottero non era atterrato, se non l’aveva fatto prima non aveva ragione di farlo adesso, creai una corrente d’aria che mi spinse fino allo sportello dell’elicottero, lo aprii e ci entrai.
“Andiamocene subito di qui!” stavo continuando a tenermi forte la testa
“Ma… hai portato a termine il tuo incaric…”
 
“HO DETTO SUBITO!”
 
Controllai il cellulare, il caricamento era stato effettuato al 60%.
 
Quei ragazzi… Quell’essere… non scorderò mai quel giorno… non potrò mai scordalo.
 
[…]
 
Avevo spedito il file al numero di quel tipo sconosciuto.
 
Il braccio sinistro mi copriva gli occhi, ero mentalmente esausto, quella notte non ero riuscito a dormire ed ero grondante di sudore. Sarebbe stato meglio farmi una doccia…
Il cellulare sopra il comodino, squillò, lo presi ed aprii il messaggio
 
“Grazie del lavoro, Fujiki Sora.”


Angolo dell'autore:

Si, questo capitolo è parallelo all'ottavo.
Beh, rispetto agli altri, per questo capitolo abbiamo dovuto aspettare molto meno tempo. Tanto per farlo sapere, l'avevo scritto 3-4 giorni dopo l'ottavo, ma nei primi giorni non mi andava di pubblicarlo, e negli ultimi 3 ho avuto problemi con l'editor di EFP che non funzionava.
Comunque visto che i miei capitoli sono in prima persona, trovavo fosse strano se Sora si fosse descritto, quindi la metto qui, come ho fatto con Tashiro nel capitolo precedente (anche se per motivi differenti): Sora ha i capelli biondi, che scendono fino a coprirgli tutta la fronte, mentre nella parte posteriore della testa ha i capelli a punte che tendono l'alto, e da dietro le orecchie gli cominciano delle ciocche di capelli che scendono fino alle spalle. Come ha già detto nella storia è solito portarsi sempre il suo mp3 nero con le cuffiette del medesimo colore.
Ha degli occhi celesti che gli danno l'aria di una persona annoiata (che tutto sommato è) e a detta di un mio compagno, sembra che diano un impressione di superiorità.
Come avrete già capito, Sora non è il ragazzo incontrato da Wocky e fine capitolo otto (ma non dovrebbe mancare molto). Anzi, decidete voi, nel prossimo capitolo volete un nuovo arco narrativo con Wocky o un capitolo dedicato al ragazzo alla fine dell'ottavo capitolo? (Magari, come questo, parallelo al capitolo otto).
In più secondo i miei compagni che hanno letto la storia sembra ci sia una possibile nascita di una coppia tra Wocky e Yuki, vi dico che non è qualcosa che ho in programma. Ma se volete una storia d'amore posso provvederci, non ho problemi, tuttavia non garantisco che questa storia d'amore si risolverà, potrebbe rimanere in sospeso anche una volta finita la storia (e non è detto comunque che sia con Yuki).
In ogni caso, questo capitolo è lungo quasi cinque pagine di Word (una pagina e mezzo in meno dell'ottavo), comunque d'ora in poi mi sono ripromesso di fare capitoli di almeno quattro pagine. Per il prossimo capitolo non so quando arriverà, anche perché sto scrivendo il primo capitolo di un'altra storia, per la neonata sezione dell'anime To Aru Majutsu no Index (col quale sono ancora ad una pagina e mezzo). Quindi, ci vediamo al prossimo capitolo (sperando che prima non muoia di vecchiaia xD).

See ya!

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