L'amore in camice bianco.

di Helloswag
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1. ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2. ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3. ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4. ***



Capitolo 1
*** 1. ***


 

                                                                              Prologo.
~Eleonor's point of view

TOC TOC.
"Avanti" urlai.
Distesa sul mio letto alzai leggermente la testa per vedere chi fosse;l'infermiera.
Ero ricoverata in quell'ospedale da più di tre mesi per un grave problema respiratorio di cui non si sapeva l'origine.
Ogni giorno dottori diversi mi visitavano e uscivano delusi senza altro che ipotesi;e tutti,quando entrarono per la prima volta nella stanza mi dissero la stessa cosa.
"Starai bene".
La stessa Promessa che puntualmente non riuscivano a mantenere; terapie troppo pericolose,non testate,paurose.
"Oggi ti visiterà un nuovo dottore" disse la donna aggiustandomi il cuscino e controllando la flebo. "Ti piacerà. Si chiama Adam,è..." La fissai.
"È un uomo speciale,e un eccellente dottore" mi prese la mano.
Avevo smesso abbastanza di credere nei dottori; possibile che non ne esisteva uno che sapeva qual'era il mio problema?
"Uno come gli altri" sospirai fissando il pavimento. "Eleonor" sospirò preoccupata a sua volta.
"Sto bene,davvero." Sorrisi falsamente.
Non era affatto così.

~Adam's point of view

-buongiorno- sussurrai.
-Salve dottor Levine- la mia assistente Cathrine rispose
Svoltai il corridoio con in  mano un espresso bollente; lo sorseggiai  mentre camminavo velocemente.
"Dottor Levine"  un'infermiera accennò con la testa all'attenti.
Ricambiai.
"Ciao Kelsey" sussurrai accarezzando la spalla della mia collega con una mano.
"Hey Adam" sorrise dolcemente.
"Dottore?" Cathrine mi inseguì velocemente nella mia corsa sfrenata.
Intanto afferrai la cartella clinica di un mio paziente,guardando possibili miglioramenti.
"Ha una nuova paziente sotto controllo" infilò gli occhiali leggendo il suo taccuino.
"Mhmh" sorseggiai la tazza fumante.
"Il suo nome è Eleonor Richard,stanza 134,problemi respiratori di grado C" disse spostando le lenti sulla punta del naso.
"Livello C?!" Mi bruciai la lingua col caffè.
"Aia,Dannazione".
"È tutto ok?" Si fermò di botto.
"Si.." Stufato risposi,
Annuì pimpante aggiustandosi con l'indice gli occhiali.
"Ok" annuì velocemente.
Salì al terzo piano e contai mentalmente le stanze : 132,133 e 134.
Bussai. 
Il livello C non prometteva niente di buono.
"Avanti" sentì rispondere dall'altra parte.
Girai la maniglia e spalancai la porta,per vedere poi una ragazza distesa sul lettino con una flebo al braccio,che guardava le sue mani.
"Ciao" sorrisi.
Ci fu un piccolo silenzio.
"Ehm,sono il Dottor Adam Levine,e da ora sei sotto la mia visione" le porsi la mano.
"Eleonor.Mi chiamo Eleonor" la strinse.
Presi la sua cartella clinica e lessi attentamente ogni particolare.
La vidi torturarsi le mani.
~Eleonor's point of view
"Ascolta Eleonor," si sedette al mio fianco sul letto.
In effetti era un bell'uomo. Sulla trentina,alto,moro,e un bel sorriso.
"Lo so che probabilmente hai incontrato più dottori tu in tre mesi che io in tutta la mia vita," mi guardò dritto negli occhi.
"Ma ti prometto che farò l'impossibile per aiutarti a stare bene. E se non starai bene,cercherò altre soluzioni.Te lo prometto" I suoi occhi erano sinceri.
Mi veniva da ridergli in faccia; credeva che gli avrei creduto? Sicuramente era la stessa cosa che diceva ad ogni paziente.
Un discorso preparato alle peggiori conseguenze,così da poter dire :"Ho provato l'impossibile", quando di impossibile non c'era niente.
Annuì strofinandomi gli occhi noncurante.
"Ora vado di là a vedere cosa posso fare" ridusse le sue labbra in una linea.
"Grazie" sussurrai mentre se ne stava andando.
Si girò e mi fece un cenno con la testa,poi aprì la porta e se ne andò.
"Sembra positivo" mi sorrise l'infermiera che intanto era rientrata.
"Non resisterà a lungo. Se ne andrà come tutti gli altri" .
Ero tremendamente innervosita dalla gente che mi rispondeva in quel modo;
Loro non sapevano cosa stavo passando,e si permettevano di infondermi coraggio abbuffandomi d'illusioni.
Loro non sapevano che ogni dottore avrebbe posato il camice e si sarebbe scusato per il suo fallimento.
Loro non sapevano niente. 
E non l'avrebbero mai saputo.
ANGOLO AUTRICE.
Vi starete chiedendo; come è nata l'idea?
Beh iniziamo col dire che sono una fan ossessionata di Adam; amo tutto di lui,dal sorriso,ai tatuaggi,alle fossette fino alla sua meravigliosa voce.
Ho sempre creduto che in Adam ci fosse quella dolcezza e gentilezza di chi aiuta la gente,ed in effetti lui aiuta me con la sua musica.
perciò eccomi,ad immaginarlo come il dottore scrupoloso che non si arrende facilmente.
Spero vi piaccia,perciò RECENSITE! Un bacio.

 

 

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Capitolo 2
*** Capitolo 2. ***


~Adam's point of view

 

-Allora Eleonor,- iniziai lentamente. –Devi elencarmi ogni signolo sintomo che provi-

Presi il taccuino.

-Li avrò elencati già 32 volte in questi mesi- seccata mi rispose.

-Lo chieda al Dottor Brown,o al Dr Ricchel,o al Dr Muyller,o al Dr..”

-Eleonor- sospirai interrompendola. –E’ per il tuo bene. Un’ultima volta.Ti prego- la fissai a lungo.

-Va bene- inspirò rumorosamente.

-Hmm allora… Mi esce spesso il sangue dalla bocca.Tanto. Mi pare si chiama emosi,emillisi…- si grattò la testa.

-Emottisi grave.- la corressi.

-Mi risulta affannoso respirare.- continuò.

-Hmm- sussurrai segnandomi i sintomi sul taccuino

-poi vabbè,tosse,febbre…- agitò la mano.

-Altro?-

Mentre stava per continuare,mi venne un’idea.

 

Immediatamente mi alzai e me ne andai dalla stanza.

Portai la mia lavagna trasparente nella camera di Eleonor,così che lei avesse potuto capire i miei ragionamenti.

 

-Credo di aver capito cos’hai.- sorrisi entrando.

Sul suo volto si accese una scintilla.

-Credo tu soffra di Bronconite Obliterante-

Mi guardò come se stessi parlando in arabo.

-E’ una malattia abbastanza rara,colpisce la componente peribronchiolare del polmone,ma non è infettiva.-

-E come si cura?- era spaventata.

-La maggior parte dei pazienti migliora dopo terapia corticosteroidea. Credo possiamo farcela- sussurrai.

Eleonor annuì con le lacrime sulle guance e si mise una mano sulla fronte.

-Grazie- sussurrò tra un singhiozzo e l’altro. –Grazie davvero.-

 

-Iniziamo domani- sorrisi,per poi andarmene.

 

Il giorno seguente iniziammo,e continuammo per i seguenti 12 giorni.

Ma i miglioramenti non si vedevano,anzi,peggiorava.

 




 

-Cos’hai alle caviglie?- le chiesi spaventato.

Erano enormi.

-Mi si gonfiano.- mi rispose non curante.

Una lampadina si accese in me.

-Soffri anche di altri sintomi? Tipo nausea,perdita di appetito,stanchezza,pressione alta?-

-Si-.

- Insufficienza renale- sgranai gli occhi

-Voglio immediatamente controlli della pressione arteriosa e della glicemia,e recenti esami delle urine e della creatinina nel sangue- ordinai annotando la teoria.

Gli infermieri mi guardarono immobili.

-Che ci fate ancora qui?Muovetevi!-  e subito corsero fuori dalla stanza.

-Quindi dobbiamo trovare qualcosa che abbia a che fare con l’insufficienza renale,emottisi e sintomi influenzali.- annotai.

-Aspetta non capisco. Non avevo una bronconite qualcosa?- sussurrò spaventata.

-No,è qualcos’altro.- sussurrai in preda al panico.

-Interrompete immediatamente la terapia- urlai.

Eleonor intanto mi guardava impressionata,con le lacrime agli occhi;ma tutto quello che cercava di dirmi,l’aveva dimostrato chinando la testa e deglutendo.

-Eleonor mi dispiace,ti prometto che capirò cos’hai.- la rassicurai.

-Non importa- aveva ridusso le labbra ad una linea.

Le avevo dato un bacio sulla fronte,e me ne ero andato.




 

-E’ positiva all’insufficienza renale,dottore.- Mi avevano comunicato un paio d’ore dopo.

 

Sfogliando due libri di malattie,cercavo di capire cos’avesse.

Improvvisamente mi venne un’idea.

 

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Capitolo 3
*** Capitolo 3. ***


Eleonor’s point of view.

Ero distesa sul lettino ad aspettare che qualcuno mi dicesse cosa stesse accadendo.

Non stavo bene,non stavo bene per niente.

Ero… Ero… Distrutta;emotivamente,fisicamente.

Ero entrata in quell’ospedale un centinaio di volte.

Il primo attacco arrivò un paio di anni fa;Non riuscivo a respirare,mi sentivo strozzare,avevo la tachicardia forte e mi sembrava morire.

Poi gli attacchi pian piano aumentarono,fino ad arrivare a due volte al mese,poi una volta alla settimana, infine una volta al giorno.

Così i dottori fecero ciò che ritennero più giusto; mi ricoverarono.

Il Dr. Levine era entrato nella mia vita di colpo,mi aveva visitato due volte,e aveva ipotizzato una teoria.

Era stato il primo a intravederci qualcosa,ma l’ennesimo ad aver sbagliato.

Mi ero illusa di poter uscire da quell’ospedale. Mi ero illusa di vivere una vita “normale”. Mi ero illusa semplicemente di ricominciare a vivere.

Quando Il dottore mi aveva comunicato la sua prima teoria,secondo la quale ero ammalata di “Bronconite Obliterante”,ero rinata.

Mi si era accesa la “scintilla della speranza” e avevo iniziato a fantasticare.

La notte mi addormentavo immaginando come sarebbe stato svegliarsi in un letto proprio,mangiare pasti caldi e gustosi e uscire con delle amiche,magari.

Era la calma dopo la tempesta,quella sensazione che ti fa credere che tutto andrà bene,che il finale “ e visse per sempre felice e contenta” esista anche per te.

E poi la calma finì,la tempesta ricominciò,e la speranza svanì.

Mi sentì persa in qualcosa di cui non ne conoscevo la radice.

Mi comunicarono che la prima teoria era inesatta,che dovevamo ripartire da zero.

“Dobbiamo ricominciare” mi aveva detto Adam;

Come se io non avessi “ricominciato” un miliardo di volte.

Ero rimasta ammutolita,con gli occhi bagnati,impotente.

E allora mi resi conto che per me non c’era un granché di speranza.

O meglio,tutta la mia speranza era nelle mani di quel maledetto dottore.

 



 

Adam entrò di colpo nella stanza,fermandosi davanti al lettino.

Tossì per attirare la mia attenzione. Alzai lo sguardo.

Aveva un aspetto orribile: aveva delle occhiaie violastre sotto gli occhi stanchi,la barba incolta e i capelli arruffati.

Era probabilmente andato avanti a caffè per tutta la notte,perché quasi non si reggeva in piedi.

Nonostante l’aspetto da barbone,era comunque bellissimo.

-Adam..Ehm dottore,che le è successo?- sussurrai.

-Niente,niente… Eleonor devo dirti una cosa...Ho scoper.- si bloccò.

Si avvicinò e mi alzò leggermente la testa,osservando la mia faccia scrupolosamente.

-Eleonor,stai bene?- aveva uno sguardo triste.

-Si .. cioè no.. non lo so.- trattenni le lacrime.

“ No!” avrei voluto urlare. “STO BENE UN CORNO!”.

-Ti va di fare due passi?- mi disse.

-Non posso uscire-. –Gli infermieri non vogliono- abbassai la testa.

Non uscivo a fare una passeggiata da due mesi.

Due mesi chiusa nella stessa stanza,che bella la mia vita eh?

-Vedrai che chiuderanno un occhio.-

Alzai la testa di botto. I miei occhi si riempirono di lacrime.

-Su,alzati.- mi porse la mano.

L’afferrai e mi alzai. Il pavimento era gelido.

Mi aiutò a mettere un paio di scarpe qualsiasi e,in camice da ospedale,uscimmo fuori l’edificio.

Un getto d’aria mi colpì in pieno viso. Era primavera e non l’avevo ancora confermato.

Uscimmo in un parcheggio,poi proseguimmo per un parco.

L’erba era di un verde scintillante e gli alberi erano alti e sani.

C’erano bambini che correvano e cani che scodinzolavano.

Era tutto così perfetto.

C’era un odore di pini e di erba tagliata,che mi fece venire i brividi.

-Hai freddo?- Mi chiese osservando la pelle d’oca.

-Nono,mai stata meglio.-

Adam camminava guardandosi i piedi lentamente,con la testa abbassata.

Eravamo abbastanza vicini,e le sue mani penzolavano ai suoi fianchi.

Lo presi per mano e,facendo finta di niente,continuai a camminare con lo sguardo in avanti.

Con la coda dell’occhio,vidi Adam scattare la testa verso le nostre mani per poi guardarmi.

-Grazie- sussurrai. –Nessuno mi aveva mai portato fuori di lì-

-Così almeno non dirai che non ti porto da nessuna parte- sghinniazzò.

Scoppiai in una risata e lo guardai sorridente.

La speranza stava tornando.

-A che stai con la diagnosi?- la preoccupazione salì di nuovo

-Credo di avere un’idea.- -Devo fare prima qualche esame.-

Sorrisi tristemente. La paura mi stava divorando.

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Capitolo 4
*** Capitolo 4. ***


-Eleonor’s point of view.

-Il dr. Adam Ti ha già sciolto il cuore di ghiaccio,eh?- domandò sghemba l’infermiera.

-Cosa?- mi girai di scatto verso di lei.

Stava posando il mio pranzo sul tavolino al mio fianco,con disinvoltura.

Mi sporsi; polpette e broccoli. Bella schifezza.

-Sappiamo entrambe di cosa sto parlando. Adam ti ha distrutto la corazza,che tu lo ammetta o no-. Disse,per poi andarsene ridacchiando.

Riflettei su quello che aveva detto, e aveva ragione.

L’Eleonor che conoscevo non parlava con nessuno,non piangeva davanti ad altre persone e tantomeno le prendeva per mano.

Quello stupido meraviglioso essere mi aveva cambiata,senza fare assolutamente nulla;era bastato il suo splendido sorriso a farmi crollare.

Scossi la testa in segno di approvazione.

Mi stavo rivelando debole agli occhi di Adam,dovevo smetterla. Ormai avevo deciso;sarei tornata l’Eleonor di una volta.

La VERA Eleonor.

Guardai fuori la finestra; la pioggia battente cadeva sul vetro appannato,accompagnata da tuoni e lampi.

Sorrisi malinconicamente; la primavera se n’era andata via così come la persona che ero diventata.

Adam entrò nella stanza,e la mia “finta forza” crollò definitivamente.

Non riuscivo ad ignorare quel sorriso così ipnotico e quei suoi occhi così dolci.

Strinsi i pugni; ero incatenata.

-Ciao- sussurrò sedendosi sul letto. Sorrisi .

-Volevo dirti che sono vicino a una teoria.-  -dobbiamo solo fare qualche esame.- proseguì.

Il mio sorriso si allargò.

Notando nessuna risposta si alzò,girò intorno alla porta  e si avviò verso la porta azzurra.

Quando stette per abbassare la maniglia,lo fermai.

-Adam- sussurrai appena in tempo.

Lui si girò sorpreso alzando un sopracciglio in segno di domanda.

-A proposito di ieri…- deglutii.

-Si?- sorrise.

-Grazie. S-sono stata bene.- la bocca mi tremava.

-Anche io.- sorrise avvicinandosi.

-Dovremmo… farlo più spesso.- dissi tutto d’un fiato.

Improvvisamente volli rimangiarmi la frase,che stupida.

-Già. Eleonor,posso farti una domanda che non ha nulla a che fare con quello che stiamo dicendo?- si sedette sul letto.

I suoi occhi erano quasi tristi,deglutiva nervosamente. Le occhiaie erano meno visibili rispetto i giorni scorsi ma comunque evidenti; i capelli pettinati un po’ più attentamente mentre la barba ancora incolta.

Annuii.

-Eleonor,cosa sono quei tagli che hai sul polso?- mi chiese ad un tratto.

Trattenni il respiro. La tachicardia aumentò.

-Nniente. Aavevo uun gaatto.- mentii.

-Eleonor,se hai problemi,basta che ne parli con me. Se ti senti triste da far schifo basta che mi chiami e ti prometto che starai meglio. Io sono qui.- sorrise tristemente.

Annuii nuovamente. Mi sentivo talmente stupida.

Si avvicinò e mi diede un bacio sulla fronte,poi mi accarezzò i capelli.

-Ah e a proposito di ieri,mi piacerebbe molto ripetere l’occasione.-

Infine se ne andò.

Quando fui abbastanza sicura che fosse abbastanza lontano,cacciai fuori dalle coperte i polsi e li osservai.

Erano costellati da tanti taglietti,alcuni più superficiali,altri più profondi.

Era devastante da ammetterlo,ma soffrivo di autolesionismo.

Delle lacrime mi scesero dalle guance,per poi cadere agli angoli della bocca.

Avrei smesso.

Avrei smesso per Adam.

Ora c’era qualcuno al mio fianco. Promisi a me stessa di smettere. Una promessa che avevo il dovere di ricordare.

E l’avrei mantenuta.

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