Sotto il vestito, niente. di Waynne (/viewuser.php?uid=161354)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Come in un film ***
Capitolo 2: *** Whisky, Soda and Rock And Roll ***
Capitolo 3: *** Black and cold. ***
Capitolo 4: *** L'altra parte del cosmo ***
Capitolo 5: *** Just the Way you are. ***
Capitolo 6: *** Lezioni di cioccolato ***
Capitolo 7: *** Helena ***
Capitolo 8: *** Let Me Go. ***
Capitolo 9: *** Rainbow ***
Capitolo 10: *** Funeral for a friend ***
Capitolo 11: *** Put some color in your life. ***
Capitolo 12: *** With fear and trembling ***
Capitolo 1 *** Come in un film ***
Con questo mio scritto, pubblicato senza alcuno scopo di lucro, non intendo dare rappresentazione veritiera del carattere di questa persona, nè offenderla in alcun modo
Sotto il vestito niente
Sotto
il vestito,
niente.
1.
Come in un
film
Come
al solito ero in macchina della mia migliore amica Sheridan.
-Propongo di andare in fumetteria!- Dissi sforzandomi di increspare le
labbra a
mo’ di sorriso
-Si, fa al caso tuo. Una delusione universitaria va curata con i
fumetti. Ti
porto da un mio amico! Ha davvero un sacco di fumetti. Canta in una
band fra l’altro.
Sapeva del mio debole per i cantanti.
Prima di avviare il motore, accese lo stereo e vi inserì un
CD bianco con un’unica
scritta in blu “MIX”
appena partì la
voce un brivido percosse la mia schiena, non erano per niente male
-Chiii sono?
Mi piace questa canzone! -
-Forti vero?? Sono i My Chemical Romance, il gruppo di questo mio
amico. Fra l’altro
il chitarrista non è per niente male!- La vidi sorridere in
modo malizioso, un
modo che usava solo per chi le piaceva davvero. Ma non dissi niente per
non
recarle troppo imbarazzo.
-Bene, bene, appena arriviamo allora mi complimento con il diretto
interessato.
Le feci l’occholino e la vidi sorridere.
Sheridan, la 20enne meno 20enne che potesse esistere sulla faccia della
Terra,di
una personalità decisamente forte, simpatica.. Ma con quel
piccolo lato oscuro.
Quel lato oscuro, che di tanto in tanto faceva capolino rendendola
ancora più
affascinante. Ero immersa fra i miei pensieri e la meravigliosa voce di
questo
cantante quando sentii la sua calda mano sul mio braccio, mi voltai
guardandola
in quegli immensi occhi color nocciola contornati da dei bellissimi
capelli
lisci e biondi.
-Luce, siamo arrivate! Dai scendi dalla macchina piedini dorati- Mi piaceva da morire quando
mi chiamava Luce,era
il significato del mio nome in Irlandese. Wynne, significava luce. E
lei mi
diceva sempre che ero la sua luce.
-Forte qui! Comix Accademy, com’è
che
non c’ero mai stata? - Le chiesi mentre ci avvicinavamo al
porta d’ingresso.
Sicuramente mi stava dicendo qualcosa, ma ero troppo presa dal
quantitativo spropositato
di fumetti presenti.
-Grande Giove!- esclamai esterrefatta
-Ritorno al futuro!- una voce maschile proveniente dietro una pila di
fumetti
mi fece sobbalzare.
-Dei fumetti con le gambe!- Esclamai ridendo.
- Si, hai ragione dammi solo un secondo, poso i fumetti e arrivo subito
da te.
Mi alzai in punta di piedi per vedere che faccia avesse quel ragazzo,
non so
perché ma ero altamente curiosa. Lo vidi che
adagiò goffamente l’immensa pila
di fumetti sul bancone poco distante da lui, si assicurò che
non fossero in
equilibro precario e infine si voltò verso di me
accogliendomi con un sorriso,
uno dei più belli che avessi mai visto. Il mio cuore
iniziò a tremare.
-Hai bisogno di qualcosa in particolare? – chiese il bel
moro. Poco dopo vidi
che inclinò leggermente la testa per poter vedere oltre la
mia figura. Gli si
illuminarono gli occhi quando capii che quella persona dietro di me era
Sheridan
-Sher! Non ti avevo riconosciuta! Stai bene bionda, sai? – la
vidi sorridere.
-Scusami Gerard, non mi sono fatta più viva. Questi mesi
sono pieni di esami e
mi sono messa sotto! – Vidi Gerard ridacchiare e la cosa mi
fece sciogliere il
cuore.
Mentre loro due parlavano dei convenevoli decisi di fare un giro per la
fumetteria, caspita, era davvero enorme!
Le pareti, verdi, erano ricoperte di scaffali i quali erano riempiti da
fumetti
provenienti da ogni parte del mondo. Suddivisi per: provenienza,
autore, serie,
scuola di fumetto.
I pochi spazi liberi erano ricoperti da disegni fatti a mano.
Che meraviglia mormorai fra me e me
-Ti piacciono? – La sua voce mi fece sussultare ancora una
volta.
-Molto.
-Li ho fatti io, sai? – Mi voltai e ancora una volta sorrise.
La mia pelle
diventò sempre più calda e, per vergogna mi
allontanai da lui senza proferire
parola. Stupida me
Camminavo lentamente fra i corridoi, cercando un fumetto in
particolare.
Fornito com’era questo posto doveva senz’altro
esserci!
-Sher, per caso hai intravisto il 5 volumetto di Dead Pool?- alzai la
voce per
farmi sentire dalla mia migliore amica che sostava dall’altra
parte della
fumetteria. Non penso che mi avesse sentita. Era
persa anche lei fra i mille fumetti che la
circondavano.
Tutti quei fumetti, con le loro copertine colorare, parevano dei fiori che crescevano industurbati sulle pareti di quel verde che ricordavano il prato.. E quel Gerard, il fiore piú bello, giaceva in mezzo.
Mi avvicinai allo scaffale vicino l’uscita, guardai in alto e
li vidi il mio
amato fumetto. Incominciai a mordermi le labbra. Era decisamente in
alto, le
opzioni erano due o mi arrampicavo, o chiedevo a Gerard.
Ovviamente, mi arrampicai. Appena arrivai ad afferrare il fumetto,
felice di me
stessa non feci più caso al fatto che ero attaccata con una
sola mano ad uno
scaffale e, ovviamente caddi portandomi con me un centinaio di fumetti
che prontamente
caddero sulla mia testa facendomi un gran male.
-Ma che problemi ha la tua amica? – Disse ridendo Gerard
rivolgendosi alla mia
amica
-Nessuno. – Risposi acida – Non è colpa
mia se metti i fumetti che voglio
troppo in alto. Continuai senza modificare il tono di voce
-Dai, Luce, stava solo scherzando- mi rincuorò Sheridan
sorridendo. Ma non
riuscii a perdonarlo, non so perché presi quella semplice
frase come un’offesa.
-Luce? – Chiese Gerard
- Sì, si chiama Waynne, che il Irlandese significa
Luce… Quindi la chiamo così
Il bel ragazzo si voltò e mi guardò dritta negli
occhi, i quali mi catturarono
magneticamente. Dopo quello sguardo il mio risentimento nei suoi
confronti calò
a picco, ma non volevo che se ne accorgesse.
-Ah, Luce, lui è Gerard. Il cantante
dei
My Chemical Romance. – Rimasi sbigottita, la mia gola si
asciugò all’istante.
Non poteva essere. Mi inumidii le labbra con la lingua infine mi
schiarii la
gola cercando di riorganizzare la mia mente. Cercando di trovare parole
che
messe in fila l’uno con l’altra potessero dare un
senso alla frase. Ma la mia
bocca fu più veloce dei miei pensieri.
- E io dovrei complimentarmi con un maleducato del genere? Non ci penso
nemmeno!-
No, no, no, no, no! Non dovevo
dirgli
quelle cose! Gerard rimase impietrito a fissarmi.
Non sapendo più come uscire da quella situazione guardai
Sheridan e le dissi
che dovevo tornare a casa. Pagai il fumetto e uscimmo dal negozio.
ὼ ὼ ὼ ὼ
-Perché diavolo ti sei comportata in questo modo?- Mi chiese
evidentemente
arrabbiata Sheridan mentre salivamo in macchina.
-Non lo so, okay? Mi sono arrabbiata da morire per la sua frase. No,
nemmeno
tanto arrabbiata.. Penso di essermi vergognata. Ecco, si, vergognata.
-Ma dai, era solo una frase detta così tanto per.. Non
intendeva offenderti per
davvero
-Bhe – inghiottii la saliva – il danno è
fatto. Ho fatto un casino.- risposi
triste
-In che senso.. Owh.. Waynne, non mi dire che… - sorrise
senza concludere la
frase..
-Che.. cosa hai capito?!- mentre le parlavo sentii che il suo cellulare
squillò. Un sorriso malizioso increspò le sue
labbra.
-E’ solo l’inizio della fine mia cara Luce.
-No, un momento, che significa questo?- Le chiesi spalancando gli occhi
più che
potessi
-Niente, niente. Significa solo che Gerard mi ha chiesto quali
complimenti tu volessi
fargli, che ti ha trovato una persona strana e, concludendo questo sms
con un
semplicissimo ‘domani sera alle
9.00 PM
suoniamo al Closter’
-Oh, si figo, vacci! Almeno puoi incontrare il tuo bel chitarrista
– le feci la
linguaccia
-Guarda che l’invito è esteso anche a te, vedi?
Mi diede il telefono in mano e rapidamente lessi il messaggio, poi lo
rilessi e
lo rilessi ancora. Scoppiai in una risata sonora
-Mettiti la cintura di sicurezza, e per Dio, cos’hai da
ridere? Non mi sembra
un sms divertente il suo- Mi disse riprendendosi il telefono.
-Oh , no mia cara Sher, io dopo una figuraccia come oggi non voglio mai
più
vederlo!
-Sei la solita drastica. Su, ti accompagno a casa, domani pomeriggio
vengo da
te e scegliamo cosa metterci per far colpo- sorrise maliziosamente. Era
davvero
l’inizio della fine. E come al solito, non capendo come, ci
ero finita in
mezzo. Povera me.
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Capitolo 2 *** Whisky, Soda and Rock And Roll ***
2 cap
2. Whisky, Soda and
Rock And Roll
Sheridan aveva passato tutto il pomeriggio a scegliere
cosa indossare per andare al concerto che al quale era stata invitata assieme
alla sua migliore amica Waynne.
Le sembrava strano di come curasse i dettagli: eppure era solo un ragazzo.
Pensava.
Camera sua non era mai stata così tanto disordinata. Vestiti e scarpe sparsi
ovunque, trucchi, bijoux. Le pareva troppo strano.
Nella sua testa riaffioravano le immagini del loro primo incontro, del sorriso
con il quale si era presentato, della mano calda che si stringeva alla sua. E a
quell’”arrivederci”. Quell’arrivederci
che Sheridan non voleva che avvenisse.
Correvano i suoi pensieri, correvano su Frank, si, il ragazzo che le piaceva si
chiamava così. O meglio, il ragazzo che non
doveva piacerle. Forse perché era un caro amico del suo amico Gerard, forse
perché dopo l’ultima storia d’amore finita male non voleva innamorarsi ancora.
Tra un pensiero e l’altro finalmente scelse degli abiti che le potessero
sembrare adatti per un concerto: indossava un bellissimo abito nero che le
arrivava circa alle ginocchia il quale le faceva risaltare la sua bella pelle,
una collana con una civetta. Amava le civette, sua madre, da piccola, la
chiamava così. Infine indossava un paio di stivali neri con un poco di tacco
che serviva a slanciare la sua esile figura.
Forse Frank l’avrebbe notata. Forse.
Non voleva pensare a lui, ma Frank era quello giusto, o almeno, così credeva.
ὼ ὼ ὼ ὼ
-Non so cosa indossare- Pensai fra me e me. Non ero mai
stata ad un evento simile. Si, certo, ero andata a dei concerti. Ma mai ad uno
simile. E poi quel Gerard mi faceva venire i crampi allo stomaco. Ma non perché
mi piacesse, anzi, lo odiavo!
Poco dopo sentii il campanello. Doveva essere Sher, e decisamente in anticipo
di qualche ora! Probabilmente era in ansia. Andai alla porta per aprirle,
appena lo feci la vidi. Bella da mozzare il fiato.
-Si, lo so, lo so. Non mi guardare, ho già capito tutto!- La bella bionda entrò
in casa e si fiondò direttamente in camera mia. –Bhe, non hai intenzione di
vestirti ?! – Disse quasi irritata.
-A te Frank fa male alla salute
-Non. Osare. Pronunciare. Quel. Nome. O faccio ‘dietro front’ e torno a casa di
corsa
-Ma, non è che… Non saprei. Devo venire per forza? Odio Gerard! – Dissi alla
mia migliore amica buttandomi sul letto. Rimasi li qualche istante a guardare
il soffitto. Era bianco scintillante, come il suo sorriso. Mugugnai.
-Muoviti! – Disse Sheridan infastidita dal mio comportamento
Mi alzai stancamente dal letto, presi le prime cose a caso e andai in bagno
strusciando i piedi.
-Che cosa indosserai?- Urlò Sher dalla mia stanza.
-Non lo so, appena giro la maglietta te lo dico- le risposi con tono altrettante
alto. Appena girai la maglietta vidi che era la mia preferita. Quella di
batman, mi stava un poco lunga, arrivava fino a metà coscia. Tornai in camera
mia e vidi Sheridan con il telefono in mano. Stava sicuramente massaggiando con
mister simpatia.
-Mi piace come ti sta questa maglietta! Mettiti quei pantaloni li e quelle
scarpe laggiù
Precisamente indicò i miei leggings neri strappati e scarpe con il tacco, fine.
-Sei pazza? Io non ci vengo conciata così.- Risposi acida
-Zitta, indossa quelle cose. E muoviti che siamo in ritardo.
Per cosa poi? Il concerto sarebbe iniziato fra poco più di due ore
Mi vestii più velocemente possibile e mi truccai. Un po’ di eyeliner e ombretto
mi trasformavano da bambina a persona matura. I miracoli del trucco.
Decisamente.
ὼ ὼ ὼ ὼ
Finalmente arriviammo al locale, al Closter. Era carino
li! C’erano un sacco di persone pronte ad ascoltare il concerto di questa nuova
band, i My Chemical Romance. Forse ero io che non li conoscevo, ma mi pareva
che molta gente fosse gasata e parlasse di loro come se fossero i loro dei.
D'altronde, la loro musica non era male.
Mi guardavo intorno, per cercare facce conosciute. Il
locale era davvero bello, le pareti erano piene di poster, locandine, annunci.
Una cosa molto spartana che ti faceva sentire a casa. I camerieri erano
simpaticissimi, parlavano con tutti, ridevano, scherzavano. Dovevano essere
tutti clienti abituali.
In fondo al locale c’era un piccolo palco con una batteria smontata, degli
amplificatori e un microfono pronto a subire il soundcheck. Infatti, poco dopo
un omino basso e paffutello si avvicinò al microfono. Lo posizionò alla sua
altezza -il cantante era troppo alto per lui- e infine iniziò il suo rito.
Appena l’uomo iniziò con le prove, un ragazzo alto e moro iniziò a montare la
batteria.
-Quante band suonano stasera?- mi sporsi sul bancone per chiederlo al barman
-Due, i DeSol e i My Chemical Romance.
-Perfetto, grazie!- risposi sorridendo. Nel frattempo si avvicinò la mia
migliore amica la quale mentre scrutava fra la folla chiese un whisky e soda.
Il barman era davvero bravo dato che in pochi secondi fece il cocktail e lo mise
fra le mani della bella bionda.
-Tu e Gerard avete i capelli dello stesso colore- mi
disse mentre sorseggiava il suo drink. Feci finta di non ascoltarla, al
contrario mi voltai verso il barman e chiesi quello che fece pocanzi per Sher.
Con altrettanta velocità mi porse il drink.
Poco dopo iniziarono i DeSol, ero talmente distratta che non sentii nemmeno una loro
canzone. Ero presa dai miei drink. E non avevo nemmeno cenato, valeva a dire
che da li a poco, probabilmente, mi sarei ubriacata.
-Eccoli!- Esclamò Sheridan. Posò il suo bicchiere e corse verso un gruppo di
ragazzi. Non la seguii anche perché ero sicura che sarebbe tornata indietro a presentarmeli.
-Ciao ragazza di deadpool, ci si rivede- Mi voltai per salutare Gerard il quale
mi accolse con uno dei suoi soliti sorrisi.
-Ciao – avevo la bocca asciutta, ancora. Le sue labbra erano così morbide. E io
stavo morendo di caldo. Mi voltai vero il barman e, come facevano nei film mi
limitai a chiederne un altro .
-Non bere troppo bella catwoman- disse ridendo un ragazzo con i capelli che
sembravano un fungo. –Piacere, Ray Toro- aggiunse sorridendo.
-Voglio toccarti i capelli- Gli risposi allungando la mano per presentarmi
-Luce, quanto hai bevuto?
-Non lo so Sher. Penso quattro o forse cinque bicchieri in totale. Ma io voglio
toccare i capelli di Ray! – urlai e voltandomi verso Ray finalmente mi
presentai.
-Owh, scusami. Piacere sono Waynne- sorrisi. Gerard mi guardava, non so perché.
Poco dopo arrivano e si presentarono altri due ragazzi, precisamente Bob, il
batterista e Mikey il bassista e fratello di Gerard.
-Non vi somigliate molto- Dico guardando Gerard e Mikey
-Ce lo dicono tutti- Risponde quest’ultimo con voce atona.
Sher era rimasta a parlare con un bel ragazzo moro dagli
occhi color nocciola. Doveva essere quel Frank. Erano alti più o meno uguali,
sembrava molto timido, infatti mentre parlava con Sher continuava a sorridere convulsivamente
e si portava spesso la mano dietro la nuca. Lei sorrideva. Mi avvicino alla
bella coppietta e vidi Frank irrigidirsi
-Scusate se disturbo, volevo presentarmi. Sono Waynne, tu devi essere Frank-
-Emh… si, sono io.. P..piacere sono Frank-
-Whoa! Hai degli occhi bellissimi- Gli dissi senza rendermi conto delle mie
azioni, infatti arrossì. Da lontano Gerard faceva segno a Frank di andare.
Dovevano suonare.
-Sher, io non ce la faccio, devo bere ancora.
-Luce, non esagerare. Che succede? Non ti ho mai vista bere così tanto – Mi
chiese preoccupata.
-Non lo so Sher, sono nervosa. E non voglio sembrarlo, quindi bevo
-Si ma così finirai per non ricordarti nulla della serata!
-Un po’ ci spero, forse…- Non so cosa mi prendesse. Quel Gerard mi stava
incasinando troppo.
ὼ ὼ ὼ ὼ
Eccoli che salirono sul palco. I cinque ragazzi si posizionarono dietro gli
strumenti d’appartenenza. Non so come, Sheridan ed io, ci trovammo in prima
fila. Con gli occhi di tutti puntati addosso, e non mi sentivo per niente a mio
agio.
Iniziarono col suonare la canzone che avevo sentito in
macchina di Sheridan. Credo si chiamasse Vampires
will never hurt you. Dal vivo era tutta un’altra cosa. Se il giorno prima
rabbrividivo, ora le lacrime scendevano copiose dall’emozione. E il bel
fumettista era una forza della natura! Saltellava, muoveva le mani, si
avvicinava a quel Frank e lo disturbava mentre suonava. A modo suo intratteneva
il pubblico, e dovevo ammettere che ci sapeva proprio fare. Mi venne da
sorridere al pensiero.
Mentre i ragazzi suonavano sul palco, come se fossero gli dei dell’intero
mondo, si avvicinò un ragazzo molto carino, che iniziò a parlare sia con me che
con Sheridan. Chiedendoci se fossimo lì con qualcuno, se volessimo da bere e
cose simili. Non appena Frank si accorse che quel ragazzo si avvicinava troppo
a Sheridan lo vidi scendere dal palco e avvicinarsi alla mia migliore amica facendole
un sorriso, infine si voltò verso il ragazzo, lo guardò male e risalì sul palco
come se nulla forse. Intanto, dietro di noi un’orda, di ragazzine si scatenò
cercando di raggiungere Frank, cercando di strappargli la maglietta, i
pantaloni. Afferrando tutto quello che si potesse afferrare. Fortunatamente non
ci riuscirono.
ὼ ὼ ὼ ὼ
A fine concerto i ragazzi vennero acclamati dalla folla.
Dio se erano bravi. Frank e Ray erano dei mostri alla chitarra, Bob si
scatenava dietro quella batteria come nessuno mentre Mikey sembrava che fosse
nato con il basso fra le sue braccia.
-Allora, come siamo dal vivo?- Mi chiede Ray avvicinandosi al bancone.
-Siete.. wow. Tu, sembra che in tutta la tua vita non abbia fatto altro che
suonare la chitarra!
- Bhe, più o meno è andata così. E’ dai tempi del quarto anno che suono- mi
disse sorridendo –posso farti una domanda?- aggiunse infine.
-Certo, spara!
-Da quanto tempo ti piace Gerard?- Mi chiese candidamente
-C..cos?! A me non piace Gerard. E’ antipatico e scorbutico!- Risposi
acidamente. Mi sembrava di essere stata ferita nell’orgoglio con quella domanda
-Nah, non te la prendere con lui. E’ fatto così. Sa essere la persona più dolce
del mondo, ma in un nano secondo è in grado di mandarti al manicomio e, a
quanto pare, a te sta mandando al manicomio- Sorrise
-No. Davvero Ray, non mi è per niente simpatico. Se la tira troppo e a me le
persone così non piacciono per niente- Non rispose, ma non so perché avevo come
l’impressione che non credesse alle mie parole. Eppure gli avevo detto la
verità…………. Forse.
Da quel punto fino al resto della serata era il vuoto
cosmico. Ricordavo solo qualche piccolo ritaglio di serata.. Come ad esempio
Frank e Sher che ridevano, Bob e Mikey che facevano a gara per chi attirasse
più ragazze (credo che avesse vinto Mikey) e Gerard che mi portava in spalla
verso la macchina. Nient’altro.
Magicamente mi ritrovai sul mio letto, con Ray che mi fissava preoccupato seduto
sulla poltrona di pelle color avorio e ne stringeva i braccioli.
Mi tirai su a sedere e notai che il mal di testa era venuto a trovarmi.
-Dio, mi sono sbronzata pesantemente. Ho un gran mal di testa
-Eh si, immagino che tu non ricordi niente della serata, vero Waynne?- Mi
chiese Ray con una faccia stanca.
-Oddio, cos’ho combinato?- Sgranai gli occhi. Stavo iniziando a sudare freddo
-Ma, niente di che. Hai dato ad un ragazzo sconosciuto il tuo numero di telefono
e Gerard incazzato ti ha sollevato di peso e portata in spalla fino alla
macchina- arrossii
-Che cos.. io… COSA?!
-Si, hai capito bene- Sorrise
Non feci in tempo a rispondere che in camera entrarono Sher e Frank con una profumata
tazza fumante di caffè. Appena Frank mi vide saltò sul mio letto e iniziò ad
abbracciarmi infine mi strinse forte a lui. Era bello stare fra le sue braccia,
in fondo.
-Sai, credo che tu piaccia a Gee- Mi disse sottovoce mentre mi stringeva a se.
Feci finta di niente.
-Fai il bravo con la mia Sher- lo sentii deglutire. Mi diede un bacio sulla
fronte e infine dopo un sospiro di sollievo mi rispose con un timido grazie.
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Ed eccici qui alla fine del secondo capitolo! Spero vi piaccia.
Ci tenevo a ringraziare -ancora- chi ha recensito il capitolo.
Grazie a tutti quelli che hanno messo la storia fra le preferite, o fra le seguite e grazie a chi la legge.
Mi emozionate!
-Waynne
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Capitolo 3 *** Black and cold. ***
3 efp
3. Black and cold
Erano ormai due fottutissime
settimane che Waynne non si faceva viva. Dopo la sera del concerto era sparita.
E questa cosa logorava Gerard dall’interno.
Sentiva spesso la sua amica Sheridan, ma quando le chiedeva di Waynne cambiava
misteriosamente argomento. Ma la cosa che più il bel moro non capiva era il
perché. Perché era finito in quella situazione? E soprattutto: come aveva
fatto?
E pensare che esattamente due settimane fa Sheridan portò la sua amica in quel
negozio.
Nel suo negozio.
I Fumetti che aveva fatto cadere erano ancora accatastati sul bancone. Per un
motivo o per un altro, Gerard, non aveva ancora trovato il tempo di metterli in
ordine. O forse in realtà non voleva. Quando li guardava gli veniva da
sorridere. Waynne si era fatta proprio male! Erano fumetti da circa ottanta
pagine l’uno e, gliene erano caduti diversi in testa. Solo che non riusciva a
non sorridere nel rivedere, nella sua mente, la faccia dolorante della ragazza.
Il campanello trillò, simbolo che qualcuno era entrato nel negozio.
-Gee, cazzo, ma allora sei vivo! – era appena entrato uno dei suoi migliori
amici, Frank.
-Si, sono vivo come al solito. Perché?- rispose distratto, come se poco gli
importasse di esistere in quel momento.
-Bhe, è dalla sera del concerto che non ti fai più vedere alle prove, ci
eravamo preoccupati!
-Sto bene, sto bene. Ho solo avuto molto da fare con il negozio
-Mikey ci ha dato un’altra versione della storia – sorrise Frank. Gerard era
una persona molto chiusa, distaccata. Era
emotivamente costipato. [cit]
-Mikey deve imparare a farsi gli affari suoi. – Rispose scontroso. Per quanto
non volesse ammetterlo, Waynne gli aveva stravolto la vita.
Sentiva una sensazione di incompletezza, che prima non aveva mai avuto.
-Oggi esce alle 2.50 PM, l’università è a 10 minuti da qui. Che ti costa andare
a trovarla?
-Come fai a sapere che esce a quell’ora? Non dirmi che… Dio. Solo da me è
sparita?!- Sentiva freddo. Non che la giornata fosse particolarmente calda, ma non
era il motivo della sua sensazione. -Forse è meglio che vada a trovarla. Che
facoltà frequenta?- continuò Gerard mentre rovistava nella pila di fumetti che
proprio Waynne aveva fatto cadere.
-Ingegneria informatica- Rispose con calma Frank
-Eccoti. Bene – Gerard si voltò verso il suo amico – vado a scusarmi con lei.
Sventolò il sesto volume di Deadpool sorridente e cacciò dal negozio il suo
adorato amico.
Chiuso per motivi personali
La bella grafia, in nero, di Gerard spiccava su di un foglio bianco.
-Ma ‘motivi personali’ sono un valido argomento di chiusura del negozio?- si
chiedeva perplesso mentre avviava il motore della sua Ford Thunderbird grigio
metallizzata, regalatagli da sua nonna Elena per aver concluso l’accademia
delle belle arti con il massimo dei voti.
Infondo se l’era meritata. Però ripensandoci gli dispiaceva che la sua adorata
nonna avesse speso tutti quei soldi per lui.
Accese la radio, con il cuore a mille.
It’s Only Love – The Beatles.
Pensò che la radio, o forse il mondo, in quel momento ce l’avessero con lui.
Dopo pochi minuti intravide l’ateneo, si appostò all’uscita e scese dalla
macchina. Erano le 2.40 PM quando arrivò. Avrebbe dovuto aspettare altri dieci
minuti, i quali l’avrebbero logorato dall’interno. Non era particolarmente fan
dell’aspettare le persone, anche se in questo caso era ‘colpa’ sua. Era arrivato
troppo presto e, ripensandoci, non aveva nemmeno il numero di telefono di
Waynne per poterla avvisare. Magari sarebbe uscita qualche minuto prima. Magari.
Ma non era del tutto Certo.
Finalmente iniziarono ad uscire le persone. Il bel moro dagli occhi verdi si
alzò in punta di piedi per poter scorgere la bella ragazza che stava aspettando.
Eccola. Il colore dei suoi capelli era inconfondibile. Nero corvino. Quel nero
che faceva risaltare la sua bella pelle bianca, ma non cadaverica. Bianca
lucente, come il significato del suo nome. Gerard fece un passo, poi tornare
indietro.
Stringeva ancora fra le mani il fumetto. Era troppo timido per andare da lei,
ma infine si decise, prese coraggio e si avvicinò verso l’enorme cancello fatto
in ferro battuto.
Waynne sorrideva ai suoi compagni di corso, infine si strinse fra le braccia di
un ragazzo alto, biondino con gli occhi color nocciola. Chi diavolo era questo? Mentre erano abbracciati la ragazza aprì
gli occhi e notò Gerard, si sciolse dall’abbraccio e lo raggiunse a passo
calmo.
-Ciao Gerard – Disse lei fredda. Questa cosa gli spezzò il cuore
-Tieni- rispose lui con un filo di voce mentre le porgeva il sesto volume di Deadpool.
Vide la ragazza afferrarlo.
-T..ti sei ricordato- gli sorrise lei
-Bhe, si, avevi preso il quinto volume due settimane fa. Perché non sei più
tornata?- Gerard era sicuro di aver visto Waynne arrossire.
-Bhe, vedi.. Perché..
-Luce! – Il biondino di prima corse in contro ai due ragazzi e questa cosa a
Gerard non piaceva.
-Scusa, arrivo subito- arrossì lei. Quel biondino la abbracciò nuovamente e le
diede un bacio sulla fronte scostandole delicatamente i capelli infine la
lasciò andare.
Gerard era rimasto li ad aspettarla, stupito, arrabbiato con se stesso.
Furioso. Ma quella rabbia pareva scemare ad ogni passo che Waynne faceva verso
di lui.
-Hai bisogno di un passaggio? – Chiese lui cercando di essere il più distaccato
possibile
-Emh, s..se non ti dispiace ne approfitterei, il bus passa fra quaranta minuti
e ecco io… - si guardò le scarpe. Questo gli fece molta tenerezza.
-Dai, salta su. Dove abiti? – la vide sorridere. Con la scusa Gerard avrebbe
scoperto anche dove abitava, non sapeva perché ma questo gli faceva battere
fortissimo il cuore.
-In Dover Road, all’angolo con Hurry Road!-
-Caspita ma ci vuole un sacco per arrivare, dai, cercherò di fare in fretta.
Quel che Gerard non sapeva era che Waynne non voleva che facesse in fretta, voleva
passare del tempo con lui.
ὼ ὼ
ὼ ὼ
-No, bhe, Gee, cioè se vuoi possiamo andare a mangiare
un boccone prima!- mi guardavo e torturavo le mani nervosa. Come se, come se
avessi detto una brutta cosa. Gerard guardava fisso la strada, senza cambiare
espressione. Sentivo una strana tensione nell’aria.
-Si, perché no- Lo vidi sorridere, e sorrisi anche io.
Poco dopo sentii squillare il suo telefono.
Nonna.
-Gee, è tua nonna – Gli dissi. Mi sembrava la cosa più dolce del mondo
-Ti spiacerebbe rispondere? Non vorrei fare qualche strano incidente
-o..okay, ma io mi vergogno
-Non ti mangia mica mia nonna – sorrise, infine appoggiò una mano sulla mia
gamba facendomi rabbrividire.
-Pronto..? S..sono Waynne, Gerard sta guidando
-oh, Waynne, io ti conosco! Gerard mi ha
parlato tanto di te. – Arrossii
-D..Davvero? Non me l’aveva mai detto!
-Owh, bhe, lo richiamo più tardi. Puoi
dirgli solo che stasera aspetto Mikey e lui a cena?
-Certo!
-Grazie mille Waynne. Mi ha fatto piacere
parlare con te. Spero di averti presto a cena. Adesso devo andare, un bacione.
E dai un bacio da parte mia anche a Gee- Chiuse la chiamata. Sua nonna
aveva una bella voce, sveglia, arzilla.
-E così… tua nonna sa chi sono- Volevo stuzzicarlo
-Si, le parlo dei miei amici. – Mi si spezzò il cuore, amici.
-Senti Gerard, mi è venuto un gran mal di testa. Mi accompagneresti a casa?
-Non ti va di pranzare con me?
-Non ho fame, e poi viene Phil dopo. E devo studiare, il mese prossimo ho l’esame
di Campi Elettromagnetici e non mi va di arrivare impreparata.
-Phil. –si voltò verso di me con aria buia. – il tuo ragazzo immagino.
-Cos.. ?! Sai chi è Phil? Il ragazzo dal quale mi hai ‘salvato’ la sera del
concerto. Si, proprio lui. Non che io mi ricordi cosa sia realmente successo!
Ma due giorni fa mi ha chiamata dicendomi che IO, si proprio IO gli avevo
lasciato il mio numero e che poi un pazzo mi aveva trascinato via da lui.-
Silenzio. Aumentò solo la velocità.
-E mi ha detto che gli fa piacere uscire con me. Erano mesi che cercava di
chiedermi il numero e io arrivo completamente ubriaca e glielo lascio.
-Scendi- la sua voce glaciale mi fece rabbrividire.
-Co..come..?
-Sei arrivata, scendi.
-Ah, approposito, tua nonna ti aspetta a cena con Mikey, questa sera.- non
rispose.
Scesi dalla macchina, il tempo di prendere la borsa e chiudere la portiera che
Gerard fece inversione di marcia e sfrecciò via, veloce come la luce.
Salii in casa, con le lacrime agli occhi. Presi il telefono e chiamai la prima
persona che mi venisse in mente. Ovviamente, lei.
-Pronto, Sheridan – iniziai a singhiozzare
-arrivo subito- si limitò a dire.
Mi misi sul divano, lanciai la borsa piena di libri che colpì un vaso
rompendolo. Dopo circa quaranta minuti sentii il campanello.
ὼ ὼ
ὼ ὼ
-E’ aperto- urlai. Entrò la mia migliore amica seguita da: Frank, Ray e due
enormi e fumanti pizze. Mi alzai dal divano e mi lanciai fra le braccia di Sher.
Poi seguirono le braccia di Frank e di Ray.
-Waynne, ho visto che hai sia la playstation 3 che il nintendo 64. E fra i
giochi hai Mario Kart! Ti sfido. –Disse Ray mentre mangiava una fetta di pizza.
-Oh, non tu non sai contro chi ti stai mettendo. Sono la REGINA di Mario Kart-
Enfatizzai la parola regina.
-Staremo a vedere.- replicò lui
Ci sistemammo a dovere. Ovviamente sul pavimento. Mentre Frank e Sher si misero
sul divano per tifare.
-Yoshi è mio! – dissi
-Io scelgo Wario invece!
-Si perché sei un ciccione- scoppiò a ridere Frank
-ehi! Non è vero!- rispose Ray
ὼ ὼ ὼ ὼ
Sia Sher che Frank urlavano il mio nome per tifo.
-Ehi, Frank, da che parte stai! Pensavo fossimo amici!- Disse Ray
-Tu non sei carino come Waynne- Rispose lui
-Anche io so essere carino, vuoi vedere?- si voltò verso Frank
-Ray, non ti distrarre.- dissi acida
-Ma io…
-Ed un’altra vittoria per me! A quanto siamo? Tipo mille a zero?- scoppiai a ridere
-Non esagerare! Ne avrai vinte quattro!
-Eh, hai detto niente! Quattro sono tante, caro il mio scarsone
-Cioè- si voltò verso gli altri due- non solo io la faccio vincere, lei mi
denigra pure? Sono offeso!
-Ray, tesoro, non ci crede nessuno che tu hai fatto vincere Luce. Quando è
nata, è nata con il joystick in mano. – Disse Sheridan
Passarono diverse ore
prima che, giustamente, i ragazzi se ne andassero a casa rimanendo così solo
Sher ed io.
Rimasi per ore fra le sue braccia piangendo. Ero stata stupida, avevo ferito
Gerard. E mi sentivo male. Al freddo e al buio.
Gerard.
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scusate, lo so. Sono una persona orribile ç_ç Ma giuro
che non vi ho abbandonate! Vi pensavo sempre e pensavo al fatto che
prima o poi mi avreste odiata perché non ho pstato per tanto
tempo. E bho, spero mi perdoniate ç_ç ho avuto un sacco
da fare.
Poi è venuta a trovarmi la mia migliore amica (*^*) poi ho avuto
da fare con il mio compleanno ho studiato e ho lasciato passare troppo
tempo.
vi prego, PERDONO ç___ç
-Waynne
|
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Capitolo 4 *** L'altra parte del cosmo ***
caccola
4. L’altra parte del cosmo.
Frank,
tu mi piaci. A questo pensava Sheridan. Ormai era quasi
più di un anno che conosceva Frank e non aveva ancora trovato il coraggio di
dirglielo.
- Dai, Sher, non è difficile. Ripeti. Frank, tu mi piaci. Visto? Non è
difficile! Frank tu mi piaci. Frank.. tu..
-Mi hai chiamato? – In quel momento sbucò Frank.
- Co..cosa ci fai qui? – chiese la bionda sconvolta dal vedere il ragazzo per
il quale aveva una cotta.
- In una biblioteca? Direi che sono qui per studiare! – sorrise – posso sedermi
qui? Non mi va di stare da solo- continuò lui
- Hai per caso.. sentito.. quello che…-
- No, ho sentito solo che mi chiamavi. Dovevi dirmi qualcosa?- Sheridan tirò un
sospiro di sollievo. Frank non aveva
sentito niente.
-Cosa studi? – Sperava che abboccasse e cambiasse argomento
-Filosofia- sorrise lui mentre prendeva il suo pesantissimo volume.
Sheridan continuava a leggere e a sottolineare passi importanti sule sue dispense.
Di tanto in tanto sorrideva attirando l’attenzione di Frank che la guardava
incuriosita.
-Come mai sorridi? – Il bel moro dagli occhi nocciola sorrise istintivamente,
quando vedeva la ragazza sorridere gli si scaldava talmente tanto il cuore che
sorrideva anche lui.
-Mh? Emh… no, niente, stavo leggendo le dispense della professoressa e ho
sorriso per una frase.
-Posso sorridere anche io? – Frank, senza sapere cosa suscitava in Sheridan
appoggio delicatamente la mano su quella della giovane, la quale sussultò al
leggero tocco.
-Ma… no, davvero è una frase stupida-
-Cosa stai studiando?- chiese lui, senza avere intenzione di lasciare stare il
discorso
-Storia della radio e della televisione
-Sembra interessante! Dai, dimmi cosa ti ha fatto sorridere.- Gli occhi di
Frank si fecero, improvvisamente, dannatamente grandi, e Sheridan non riusciva
a sostenere lo sguardo senza arrossire.
- S..Se musicalmente Pierino incontra il
lupo, ciascuno di noi lo vede in modo diverso, un lupo sincretico, sintetico,
non il lupo obbligato da un’immagine che mostra un determinato lupo. Sorridevo
perché penso che sia una delle frasi più vere che io abbia mai letto. Anche se
con l’ausilio di un nome buffo.
- So excuse me forgetting, but these things I do
You see I've forgotten, if they're green or they're blue
Anyway, the thing is, what I really mean
Yours are the sweetest eyes I've ever seen -
Mentre Frank
cantava, Sheridan non poté far altro che emozionarsi. La sua voce,
così candida e così cristallina entrava nelle vene, bruciando. Le parole che
pronunciava s’imprimevano indelebilmente sulla pelle.
Dopo svariati secondi, Frank aprì gli occhi guardando quelli della ragazza che
li guardavano affascinati.
-Se musicalmente i nostri occhi s’incontrano, cosa vedi?- Il cuore iniziò a
batterle talmente forte che copriva il rumore dei suoi pensieri. La bella
ragazza si umettò le labbra cercando di riorganizzare la mente. Aprì la
bocca ma non ne uscì alcun suono.
Venne salvata da una vecchina, probabilmente la proprietaria della biblioteca,
con i capelli argentati la quale si avvicinò cautamente ai due ragazzi.
Zoppicava, probabilmente dalla fatica.
Aveva uno strano vestito color cachi, abbinato ad una sciarpa di cotone nera
mentre dalla testa pendeva un simpatico fiocco con blu con dei ghirigori
arancioni.
-Ragazzi miei, se dovete parlare vi conviene andare fuori. Qui c’è gente che
deve studiare.- Disse lentamente. Aveva uno strano odore, un misto di sigarette
e cognac.
ὼ ὼ
ὼ ὼ
Usciti dalla biblioteca i due ragazzi scoppiarono a ridere sonoramente.
-Dio, che figuraccia! – Disse Frank quasi piangendo dal ridere
-Hai visto com’era vestita la signora? Un abbinamento.. bhe... direi…. Particolare! –
Continuò Sheridan
-Oh si, talmente particolare che penso che ora comprerò anche io un paio di
pantaloni color cachi da sfoggiare. Quel colore è l’ultima frontiera della moda!
Frank guardava Sheridan ridere. Certo che era proprio bella, le si
illuminavano gli occhi e poi delle simpatiche fossette spuntavano sul suo viso.
Iniziarono ad incamminarsi, senza sapere dove stessero andando. Stavano così
bene insieme che ormai il cuore decideva per loro.
-Sembra pesante quella borsa, sai Sher?
-No, non particolarmente – Sorrise lei
Senza dire altro il dolce Frank si fermò le prese la borsa, vi posò all'interno il suo tomo
da circa mille pagine e si mise la borsa in spalla.
-Ma.. Frank, no.. Davvero, ce la facevo!- lui la zittì con uno sguardo, ma non cattivo.
Mentre passeggiavano l’uno vicino all’altro, spalla contro spalla Frank
vide da lontano un fioraio. L’esterno era pieno di fiori colorati dalla distanza in cui erano formavano
un bellissimo arcobaleno. Fecero altri due passi finché il ragazzo non si
fermò.
-Che succede Frank?- Chiese Sheridan guardandolo dritto in quelle pozze color
nocciola
-Niente – rispose vago – Entra in caffetteria, devo fare una commissione. Torno
subito.
Sheridan annuì senza dire niente, entrò nella caffetteria di Evergreen Avenue
si guardò un po’ intorno spaesata. Era la prima volta che entrava lì.
Le si avvicinò una ragazza non molto alta la quale le chiese dove volesse
sedersi, e che sarebbe arrivata entro breve per chiedere cosa volesse.
Si sedette in un posto abbastanza appartato. Appoggiò i gomiti sul tavolo e
aspettò pazientemente Frank.
ὼ ὼ
ὼ ὼ
Nel frattempo Frank entrò dal fioraio e si avvicinò lentamente al bancone.
-Buongiorno
-Buongiorno! In cosa posso esserle utile, giovanotto? - rispose il proprietario.
Era un uomo abbastanza alto con una faccia simpatica e degli enormi occhi
azzurri
-Umh.. Cercavo.. Le rose le avete?
-Certo!
-E quanto costano?
-Sono sei dollari a gambo. Sa, sono rose Meilland, fra le più pregiate!- Rispose
sempre gentilmente l’uomo
-Capisco, cavoli, io ho solo quattro dollari. Cosa posso comprare? Mi dia un
consiglio.. Volevo fare un regalo ad una ragazza- mentre faceva questa domanda
Frank arrossì.
-Bhe, ci sarebbero i tulipani rossi, sono molto apprezzati, e poi sono
economici. Due dollari al gambo-
-Me ne da uno? – Sorrise allegro Frank.
Sheridan aspettava pazientemente che tornasse il ragazzo con il quale stava
passando la mattinata. Era nervosa, aveva il telefono alla mano. Perché tardava
a tornare?
Per cercare di non perdere la calma iniziò a mandare qualche messaggio alla sua
migliore amica, la quale cercava di calmarla.
Di tanto in tanto, i clienti che entravano facevano suonare il campanellino del
bar, e Sher si alzava dalla sedia per vedere se fosse lui… Finché.. eccolo.
Ancora una volta si alzò dalla sedia per farsi notare, appena Frank la vide
si sedette e iniziò a sorridere. Pensò d’essere stupida. Mai nessuno le aveva
fatto quell’effetto.
-Frankie- sorrise lei
-M..mi piace Frankie- sorrise lui timidamente, aveva una mano dietro la
schiena. Come per nascondere qualcosa e sperava che la ragazza se ne
accorgesse.
-Cosa hai lì?
-Lì, dove?- ridacchiò lui
-Dai! Non fare lo scemo, ho visto che nascondi la mano dietro la schiena – gli fece
la linguaccia
-Sei curiosa?
-Moltissimo!
-E allora fidati di me Sher, chiudi gli occhi. – La bionda eseguì. Chiuse gli
occhi e Frank le mise fra me le mani il gambo di tulipano che aveva comprato
poco prima, per lei.
Sheridan si inebriò del profumo che in pochi secondi pervase le sue narici. Era
un profumo assai delicato, delicato come le mani di Frank. Aprì gli occhi
lentamente e non appena vide il fiore arrossì talmente tanto che un pomodoro appariva
sbiadito in confronto a lei.
-M..ma Frankie.. è.. – Non riusciva a parlare, la bocca le divenne secca. Le
sembrava di essere nel deserto.
-Ti piace? – Chiese lui il quale come risposta ricevette un cenno.
ὼ ὼ ὼ ὼ
Iniziarono a parlare del più e del più e del meno, per allentare l’imbarazzo che si venne a creare.
Ordinarono del caffè, il quale giunse a destinazione dopo circa dieci minuti.
Mentre sorseggiavano il caffè parlavano, ma Frank pareva molto distratto.
-Ma ti ho detto che l’altra sera ,mentre stavo studiando, Gerard mi…-
-Sheridan, mi piacerebbe uscire con te- Sher si bloccò, rossa in volto. Con gli
occhi spalancati.
-Frankie.. io..-
-No, no aspetta! Fammi parlare. Volevo dirti che tumipiacitantissimo.-
-Bhe, io.. aspetta, cos’hai detto?! Hai parlato troppo velocemente- sorrise lei
-Ecco, Sheridan, tu mi piaci tantissimo. Da tanto tempo. Da quella
volta che ci siamo incontrati io non t’ho più dimenticata…- Sher non rispose.
-B..bhe… Allora... Ti va di uscire con me una sera di queste? – mentre faceva questa
domanda si avvicinò piano a lei, sussurrando sempre più. Come se le parole
fossero ancora più timide di lui.
Sheridan non rispondeva. Ma fece un respiro
profondo e gli diede un velocissimo bacio sulle labbra. Sperando che capisse
che quel bacio valesse come un si.
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Saaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaalve
belle personcine! Eccomi qui alla fine del capitolo.. BBBBBBBBHE? Cosa
ne pensate? Troppo dolce? Ditemi qualcosa prima che vada in paranoia
ç______________________________________________________________ç
Gn, io bho Frankie lo immagino così! Dolcissimo e timidissimo.. Bello lui ç.ç
Comunque, volevo ringraziaaare LondonRiver16 che
ha commentato il capitolo e volevo anche ringraziare tutte le persone
che hanno messo la storia fra i preferiti o fra le preferite, ovviamente. *me piange disperatamente
per la cosa ç_ç* G R A Z I E. E ovviamente un grazie
anche a chi legge e basta *^*
Siete meravigliosi!
A presto,
-Waynne
ps. In caso non si capisse, il capitolo si chiama così perché parlo di Frankie e Sheridan. Non so se sono stata chiara D:
|
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Capitolo 5 *** Just the Way you are. ***
5.
Just The Way you are
- E
così ieri siete usciti? - Chiesi interessata a Sheridan.
- Sì, cioè, non era una vera e propria uscita,
ero andata in biblioteca a
studiare e l'ho beccato lì - sorrise
-Ma che cosa dolce... e poi, poi? Cos'avete fatto?
-Ma niente, siamo andati ad un bar e lui mi ha portato un fiore
-Sembra l'inizio di una love
story - mi brillavano gli occhi
dall'emozione. Ero
felice per lei, ma al contempo invidiosa. Avrei tanto voluto che Gerard
mi chiedesse di uscire, e Sheridan lo sapeva.
-Stasera, al
Diggin the Grave, suonano i ragazzi, ci vieni?
- Mi disse la bionda guardando il telefono. Evidentemente Frank le
aveva
scritto un sms per invitarla.
-Non so Sher, devo studiare, sai settimana prossima ho l'esame di campi
elettromagnetici. Mi hanno detto che il professor Sullivan è
un po' stronzo, ha bocciato Phil
perché non
aveva risposto ad una domanda.
-Dai Luce! Vieni, fammi compagnia. Puoi studiare domani - Mi fece gli
occhi
dolci
-Ma... Se volete potete passare qui dopo il concerto. Davvero, fra
mezz'ora
passa Phil per studiare.
-Dopo il concerto? Si può fare. Prepara Super Mario,
sicuramente Ray ti vorrà
sfidare!
-Uh sisisi fantastico, sono tre settimane che non gioco, e son tre
settimane
che non vedo i ragazzi- sorrisi
Dopo circa venti minuti la mia migliore amica si congedò,
lasciandomi da sola
con le mie quattro dispense. Pensare fa male. Mi ripetevo. Pensare fa
male,
ripetei a Sheridan.
Non è il pensare in se per se che
TI fa
male. Pensare a Gerard.
Quello ti fa male.
Questa
frase fu un pugno nello stomaco.
7.45 PM -
Pagina 12.
<<
Un induttore consiste di un filo (tipicamente avvolto in più
spire) percorso da corrente ed è in grado di accumulare
energia magnetica
>>
-Che diavolo
sono questi disegnini?- Mi chiesi. In quel momento stavo
solo pensando alla voce di Gerard che mi stavo perdendo. E ovviamente a
Frank,
Ray, Mickey, Bob.. Gerard...
E ancora Gerard.
7.47 PM
- Foglio
degli appunti.
Gerard
Way, Gerard Way, Gee, Gee,
Gerard, Gee.
Gerard
Ger,
induttore: potenza ed energia.
Integro la potenza W con L :
Gerard...
I
miei appunti erano tutti così.
8.17 PM - Sempre pagina 12
Grazie a Dio
arrivò Phil con gli involtini primavera e una vagonata di
ravioli.
-Sei la mia salvezza! - Sorrisi saltandogli in braccio.
-Addirittura?- Mi chiese sfoggiando un bellissimo sorriso
-Non ho capito niente degli induttori di potenza, tantomeno non ho
capito un cazzo dei transistor.
-Nulla di più facile! dai, su, vieni qui che ti spiego
tutto.- Mi prese per
mano, chiuse la porta di casa e mi trascinò verso il divano.
-Dai, fammi vedere l'esercizio che stavi facendo.- non so
perché volli
nascondere quel foglio.
-Emh.. Dammi un secondo, vado a prendere de fogli di là,
questo... questo qui è da buttare.- Accartocciai il foglio a
malincuore.
Per quanto fosse solo uno stupido
nome, scritto con una stupida penna nera, su uno stupido foglio di
carta,
quello stupido nome mi faceva pensare a quella stupida persona per la
quale
presi una stupida cotta. Stupida Waynne.
Andai in
camera, dispiegai il foglio il quale conservai gelosamente nel cassetto
vicino al mio letto. Infine cercai disperata un quaderno o qualsiasi
cosa per poter fare gli
esercizi.
Andai verso la scrivania color mogano, spostai la sedia blu in stoffa,
aprii il
cassetto e la prima cosa che vidi fu il sesto volume di Deadpool.
Dovevo ancora leggerlo.
Lo tolsi dal cassetto appoggiandolo delicatamente sulla scrivania.
Quasi come
se fosse di un pregiatissimo cristallo il quale si poteva scalfire al
solo
minimo spostamento d'aria.
Sotto il fumetto c'erano una serie di fogli pronti ad essere usati, ne
presi
qualcuno e tornai in sala, dove Phil mi aspettava pazientemente con una
penna in mano seduto sul
divano.
8.35 PM - Disperazione
-Dunque,
ricordati sempre che: se hai due integrali legati fra loro da una somma
o da una sottrazione, puoi trasformarli in due integrali diversi,
così puoi iniziare a
lavorare facilmente. Ricordati però che quando li separi fra
loro vanno
moltiplicati per due. Chiaro?
-Cristallino - Risposi. Quando Phil mi spiegava le cose, mi sembravano
le cose
più semplici del mondo.
Dopo tre estenuanti ore di studio ci prendemmo una meritata pausa.
Mi stesi sul divano. Poco dopo mi raggiunse Phil, il quale era andato a
prendere un bicchiere d'acqua in cucina.
-Ti va di guardare un film?
-Un film? Non saprei! Fra poco dovrebbe arrivare Sheridan seguita dai
ragazzi
-Rimango anch'io! - Come potevo dirgli di no dopo che per tre ore
dovette
sopportare i miei 'Non ho capito' ?
E Gerard? Come l'avrebbe presa?
Magari non gli sarebbe importato.
ὧὧὧὧ
-Secchiona,
sono arrivati i rinforzi!- Sheridan urlò da fuori il mio
appartamento preso in affitto l'anno precedente.
-Ehi, ehi, ci sento! E non urlare che è tardi- mi misi a
ridere. Aprii la porta
e vidi i ragazzi. Non so perché mi venne quasi da piangere.
Mi abbracciarono
tutti, Sheridan, Frank, Ray, Bob, Mickey.
Gerard mi aspettò. Era dietro suo fratello.
Gli sorrisi. Mi sorrise. Presa da un impeto affondai il mio volto nel
suo petto
e inspirai a fondo il suo dolce profumo. Sentii le sue mani affondare
fra i
miei capelli.
-Gerard, c'è Phil qui. -Si irrigidì
-Dov'è?-
-In bagno, per ora.- Non rispose. Appoggiai il mento sul suo petto e
cercai il
suo sguardo. In pochi istanti i miei occhi erano imprigionati dentro le
sue
pozze verdi.
-M..mi sei mancato
-Mi sei mancata, Luce- Sorrise.
-Cazzo, Luce, non puoi immaginare quanto ha rotto le palle. Mi diceva
sempre
"Ah, mi manca Luce, la mia Luce, la mia Luce." Ti sei scelta un
fidanzato noioso!- Arrossii violentemente.
-Mickey, ma cosa stai blaterando?!- Gerard strillò
così forte, che per un
lunghissimo secondo credetti che i cani potessero abbaiare tutti
all'unisono.
-La TUA Luce? Gerard, la TUA?! Semmai dovresti dire la Luce di
SHERIDAN.
Ingrato! Io te l'ho fatta conoscere. E ricordati: quando ti ci metterai
insieme
TU verrai SEMPRE dopo di ME.
-Chi si fidanza con chi?- Phil uscì dal bagno. E il magico
momento che stavo
passando con Gerard cadde.
-Oh mio Dio. Voi.... Voi siete i My Chemical Romance?!-
Continuò
-Si si si, Bob Bryar in persona!- Mentre si avvicinava a Phil si
batté la mano
destra sul petto e poi lo indicò.
-P..posso avere una foto con voi? O un autografo? Oddio Luce,
perché non mi hai
mai detto che conoscevi i My Chemical? - Perse completamente la brocca.
Si avvicinò tremante a Frank gli porse la mano, la quale il
bel moro afferrò
saldamente
-Io, ti stimo! Cioè, io vi stimo. Siete i miei eroi- Aveva
gli occhi lucidi
dall'emozione.
Andò da Gerard e gli sorrise.
-Piacere, i..i..io sono Phil
-Io sono il pazzo furioso che ha portato via di peso Luce. O meglio
noto come
Gerard Way- Rimanemmo tutti a bocca aperta. Frank si
avvicinò lentamente a
Phil. Si schiarì la voce e si umettò le labbra.
Aprì la bocca come per dire qualcosa, ma l'enorme stupore lo
bloccò. Come se
Gerard mai nella vita avesse alzato così tanto la voce.
-Siamo tutti un
po' stanchi. Sai Phil, dopo un concerto.. Sai...- Mickey
cercò in tutti i modi di difendere suo fratello.
-Phil! Emh.. domani ti porto in fumetteria, andiamo a prendere il nuovo
volume
di Deadpool - mi girai verso Gerard - Vero, Gee? - sorrisi. Nel modo
più dolce
che potessi fare. Vidi Gerard ricambiare il sorriso e fece di
sì con la testa.
-Per me va bene- Sorrise Phil. Cercò di comprendere la
situazione, ma comunque
iniziò a sentirsi in imbarazzo e di troppo.
-OOOH, Luce, ti ricordo che tu mi devi una rivincita. –
Iniziò Ray cercando di
cambiare il discorso.
-AH, mi stai dicendo che vuoi perdere?
-Stavolta sono agguerrito. Ti batterò, vedrai.
Presi tutto l’occorrente per giocare: patatine, birra e
stuzzichini vari.
-E i joystick? – inarcò il sopracciglio Ray
-Oh, si, giusto. Che sbadata- Feci una linguaccia e tutti sorrisero.
-Cioè, Waynne. Tu, tu stai giocando con un componente dei My
Chemical Romance
e.. e non fai una piega?!- Phil rimase a bocca aperta data la mia calma.
-Perché questa cosa ti sconvolge? – Chiese Mickey
mentre prendeva una patatina.
-Bhe, siete i My chem. Cioè il nerd che regna. I miei idoli!
-Ti sei risposto da solo- Concluse Frank
-Frank lo sai che non si parla a bocca piena? – Lo riprese Bob
01.23 AM
–
In posizione. Addio esame.
Gerard mi
guardava.
-Oggi dev’essere la mia giornata no- Dissi arrossendo
-Sese, dicono tutti così- Sghignazzò Ray
-Dai, è solo un gioco. Vedrai che la prossima volta
andrà meglio – Phil si
avvicinò e mi diede un bacio sulla guancia...
...
...
...
-Io vado a fumare.
-Gerard, Gerard dove vai! Aspettami, vengo con te! – Mi alzai
per cercare di
correre dietro a Gerard e al suo migliore amico poco più
basso di lui. Ma non riuscii a muovermi di un passo.
Ancora con il
joystick in mano e un’intera partita da svolgere guardavo
Gerard e Frank che lasciavano la stanza.
Come al solito, non ci capivo niente. Mi sentivo stupida.
Gerard, ti prego non andare via..
Automaticamente
andai a prendere dell’acqua nella mia cucina dalle pareti
rosse con sottofondo
Ray cercava di dirmi di premere “pause” per il
gioco. Ma ovviamente non lo ascoltai.
Sher mi seguì.
- Non capisco. – Guardai Sheridan
- Gerard è fatto così – Mi disse lei.
Vedevo la sua faccia, moriva dalla voglia
di dirmi qualcosa, ma si tratteneva.
- Che senso aveva quella frase di Mickey? Prima vengo a sapere quelle
cose, poi
penso cose tipo ‘uuh interesso a Gerard che bello, che
bello’ Poi?! – iniziai a muovere le mani come se
mimassi un discorso fra me e la mia testa – poi prende e se
ne va. Mi dici tu
cosa devo pensare?
-Cosa c’è fra te e Phil? –
iniziò a parlare sottovoce
- Cosa c’entra Phil ora? – Le chiesi inarcando un
sopracciglio
-Shh! Cosa gridi. Abbassa la voce, non vorrai mica che ti sentano tutti
di là.
Aveva ragione. Iniziai a spiegarle tutta la faccenda che
c’era fra me e Phil.
Le dissi del corso. Le dissi che vedevo sempre questo ragazzo che mi
sorrideva
al quale non facevo più di tanto caso. Mi salutava spesso,
mi guardava. Si
sedeva spesso vicino a me durante le lezioni ma nulla di che.
Poi la sera del concerto il caso volle che ci incontrassimo
lì, al locale. Cosa
che ovviamente non ricordo di aver fatto. So solo che il giorno dopo mi
ritrovai
con un sms.
Grazie per il numero.
Erano settimane che cercavo di chiedertelo.
Domani mi faccio vedere.
Phil
Appena tornai
in università quel ragazzo mi salutò nuovamente e
mi disse
d’esser Phil. Andai avanti a spiegare il tutto e la mia
migliore amica,
pazientemente, ascoltò il discorso senza quasi mai
interrompere. Solo un paio
di volte mi chiese di ripetere o mi fece delle domande relative alla
faccenda.
Ma nient’altro.
Dopo quel lunghissimo discorso conclusi con:
-Ma siamo solo amici!
-Solo amici? – Mi chiese lei
Aprii la bocca ma non ne uscì alcun suono.
Sì, solo amici. Perché mi fece quella domanda? In
un attimo ripercorsi tutta la
faccenda…….
-Cazzo.
- Vedo che ci sei arrivata – Mi prese per mano.
Dovevo far qualcosa.
Dopo circa cinque minuti ci raggiunse Ray, il quale aveva il mio
telefono in
mano.
-Il telefono ha vibrato. – Mi disse sorridendo
Vi aspetto domani in fumetteria.
scusami per la scenata.
Un abbraccio,
Gee
Arrossii
violentemente e di colpo sbiancai. Com’era possibile? Io non
avevo il numero di Gerard…
Frank però sì.
ὧὧὧὧ
Vi
aspetto domani in fumetteria.
scusami per la scenata.
Un abbraccio,
Gee
-Frank,
così va bene? – Gerard fece vedere l’sms
che stava per inviare a
Waynne
-Oh, amico, certo che va bene! Le devi dire che domani aspetti lei e
Phil, mica
la inviti a cena. – Lo provocò il più
giovane dei due.
Il bel ragazzo dagli occhi nocciola cercò di spronare
l’altro. Cercando di
fargli capire di muoversi, di fare qualcosa. Qualsiasi cosa.
-Secondo te verrà?
-Si che verrà. Le sei mancato
Il ragazzo dagli occhi verdi guardò negli occhi il suo
migliore amico. Sorrise.
-Frank, stanotte rimani con me? Non ho voglia di tornare a casa. Ho
bisogno del
mio migliore amico.
Non ci fu una risposta esplicita da parte di Frank. Si limitarono ad
andare in
un pub poco distante dalla casa di Waynne.
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Scusate la lunga
assenza ragazze. E'
stato un mese un po' difficile, vedi gli esami universitari, vedi un
grave lutto familiare.
Chiedo perdono, spero
che il capitolo vi piaccia.
Late.
-Waynne
|
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Capitolo 6 *** Lezioni di cioccolato ***
6.
Lezioni di cioccolato.
La
mattina successiva mi
alzai quasi di buon umore. Da lì a poco avrei visto Gerard,
e non vedevo
l’ora. Volevo essere carina, vestirmi bene solo per lui. Ma a
pensarci bene ci
sarebbe stato anche Phil, e non volevo che capisse male. Gli volevo
bene sì, ma
come amico.
Avrei dovuto dirglielo, e in fretta anche.
Andai
in bagno a prepararmi. Avevo un gran mal di pancia. L’agitazione,
pensai. Tutto un
tratto iniziai a sentire freddo. L’agitazione,
continuai a pensare.
-No,
non è possibile. Non
ora, non ora! Ma che diavolo di giorno è?- 18 Agosto. Non
era possibile, era QUEL
dannatissimo periodo del mese. Non
poteva essere.
-TUTTI I GIORNI MA NON ORA, NON OGGI!- Urlai verso il mio basso ventre,
come se
potesse risolversi qualcosa.
Mi
trascinai dolorante e
innervosita verso il mio guardaroba, presi una maglietta larga blu, con
la
scritta ‘#NERD’ in bianco. La adoravo. Mi faceva
sentire a mio agio. Infine presi
dei pantaloni neri di cotone. Infilai le zeppe e scesi per prendere il
pullman.
Ricordati,
per arrivare alla fumetteria devi
prendere la linea EF3. Non puoi sbagliarti scendi al capolinea, fai
duecento
metri e sei arrivata al ‘Comix Accademy’. Queste
furono le parole di Sheridan la notte scorsa, prima di tornare a
casa mi diede le indicazioni per arrivare da Gerard.
Il
pullman sarebbe passato
alle 10.15 AM ma io, come al solito, per paura di perderlo, mi
presentai
alla
fermata alle 9.45 AM. Come previsto era tutto vuoto, mi sedetti sulla
panchina
e misi le mani in grembo, per scaldarlo un po’. Era il 18
agosto e io stavo
quasi morendo di freddo.
Mestruazioni. Maledico chi le ha
inventate. Dissi fra me e me.
ὧὧὧὧ
Finalmente
dopo
quarantacinque minuti, fra attesa e viaggio in pullman, arrivai a
destinazione.
Mi fermai all’entrata, respirai a fondo. Il cuore batteva
così forte che
sovrastava il rumore dei miei pensieri.
Avanti Waynne, dovete vedervi in fumetteria,
mica ti ha invitato a cena.
Dopo
circa cinque minuti che
attendevo come una scema fuori dal negozio una voce amica
riecheggiò nelle mie
orecchie.
-Waynne, ehi! Ci sei?- Era Phil che agitava le mani davanti ai miei
occhi.
-Emh, si, scusa Phil mi ero imbambolata.
-Si, ho notato – sorrise – Tutto bene? Sei pallida
-Sono… sono in un determinato periodo del mese. Non sto
molto bene – Dalla sua
faccia capii che non afferrò molto del mio discorso. Poco
male.
Entrammo.
Il campanello
trillò, che suono familiare. Mi venne quasi da sorridere.
-Gee?
Nessuna risposta.
-Gerard? Gerard Way?
-Si? Un.. un attimo arr.. cazzo che male!
Un attimo che arrivo!
-Dove sei? – sorrisi
-Waynne! – la sua voce parve sorpresa – corro
subito da te.
Phil
si guardava in torno,
si avvicinò ai fumetti, ne prese
in mano
uno con una bellissima copertina gialla, ne lesse qualche pagina e lo
rimise a
posto. Fece così altre tre o quattro volte
finché,
finalmente, non si decise di prenderne
uno da acquistare
-Ciao
ragazzi- Phil ancora
una volta si pietrificò
-C..ciao Gerard
-Non ti mordo – disse Gerard – anzi, scusami per
ieri. Mi sono comportato
malissimo.. Ho reagito male, sai… ci tengo a Luce, non
voglio che le si faccia
del male.
-No, ma… t..tu hai ragione. Scusami tu
-No, dai davvero, scusami tu! – replicò Gerard
-Ehi, fidanzatini smielosi? La piantate? – dissi acidamente
-Se nell’aria c’era della dolcezza il tuo acidume
ha distrutto tutto- disse
scherzosamente Gerard. Il quale ricevette una linguaccia in risposta
della sua
frase
-Ha detto di essere in un certo periodo del mese… non penso
di aver ben capito.
– ne ero certa.
Senza
fiatare Gerard mi
prese in braccio e mi fece sedere sul bancone, sentivo le guance che
iniziavano
ad imporporarsi e le gambe diventare molli. Che stava facendo?
-Aspettami un secondo, vado a prendere una cosa- Gerard mi sorrise, con
quei
dentini piccoli e rettangolari. Perfetti per le sue labbra. Perfetti
per il suo
viso. Un sorriso a trentadue denti, sembrava che fosse solo per me.
-Carino
Gerard. Si preoccupa
sempre per te – Mi disse Phil mentre appoggiava una mano
sulla testa – è il tuo
migliore amico ? –Continuò ingenuo lui
-No, Phil.. ecco, io ti devo dire una cosa.. – in quel
dannatissimo momento gli
squillò il telefono. In tutti i momenti che poteva squillare
proprio in quel
momento doveva accadere.
Dopo
pochissimi secondi si
congedò dicendomi che doveva scappare per una questione
urgente lasciando me e
Gerard… da soli.
-Trovata-
tornò con una
decina di barrette di cioccolato fra le mani
-cioccolato?
-Si, quando mia madre era nella tua stessa situazione mangiava quintali
di
cioccolato per stare meglio. Mi sembrava carino portartene qualche
barretta.
Dov’è finito Phil?
-Qualche barretta?- dissi sgranando gli occhi. Rise
-Allora, dov’è finito? – mi richiese
mentre mi scartocciava una barretta. Erano
al mo gusto preferito. Cioccolato al latte e nocciole, voleva viziarmi.
-Mhh..
cioccolato, quant’è
buono Che ci fai con tutto questo cioccolato in negozio?. Comunque non
so dove sia andato. L’hanno chiamato al
telefono ed è
scappato. Questioni urgenti!- tentai di imitare la voce di Phil
-Fonte
di sostentamento. Quando sono molto stanco mi rifocillo di
caffé e cioccolato!
E poi, Non
si prendono in giro le
persone- disse in tono scherzoso mentre mi spingeva l’indice
contro il naso.
ὧὧὧὧ
Finalmente
soli.
Pensò Gerard guardando Waynne. Com’era bella,
lì, sul bancone che
faceva ballonzolare i piedi come una bimba.
Mentre
il bel ragazzo dagli
occhi verdi lavorava, gli occhi della più piccola non si
staccarono da lui un
attimo. Come se avesse quasi paura che se si distraesse non potesse
più vedere
quella figura che in quel momento gli passeggiava sotto il naso.
-Luce?-
In un attimo il
colore delle gote della ragazza divennero color rosso sangue
-Gee- sorrise lei
-Mi piace quando mi chiami così. Senti, ma tu quanti anni
hai?
-Venti, tu?
-ventiquattro- Sorrise, non seppe bene perché, ma gli venne
spontaneo.
Il
discorso cadde così.
Gerard
voleva sapere più cose possibili di lei. Lentamente,
si stava accorgendo
che la sua vicinanza lo faceva star meglio.
-Ti
piace Phil?- Waynne si
stava strozzando un poco con la cioccolata
-Ma che domande sono? Ovvio che no! Pensavo te ne fossi accorto.
–arrossì tutto
d’un tratto.
Perché? Si chiese Gerard
-Come
ti senti?
-Meglio dopo il cioccolato.
-è normale! Il cioccolato contiene molta etilamina,
la stessa sostanza che il cervello produce quando si raggiunge
l’orgasmo. Più
cioccolato mangi, più stai bene.
-O..orgasmo? Gerard, non ti sembra che qui dentro inizi a far caldo?
Molto, molto caldo. Soprattutto quando sto
vicino a te. Pensò Gerard
-No, bhe, non più del normale. Siamo ad agosto!
Cristo,
Gerard, ma cosa combini?
Waynne
si mordeva le labbra.
-E cos’altro fa il cioccolato?- chiese candidamente la bella
ragazza
-Mi fa eccitare- d’un colpo balzò su Waynne e
iniziò a baciarla con fervore,
foga. Tutto quello che potesse esserci in un bacio. Un bacio poco
casto, le
loro lingue iniziarono a giocherellare a cercarsi, rincorrersi.
…
…
…
-Gee?
Hai sentito la mia
domanda?
-Eh? Come? Puoi ripetere? Mi sono un attimo distratto..
-A cosa pensavi? –chiese lei
-Ehhhhhh… A.. come.. sistemare quei.. quei volumetti
laggiù- indicò un ammasso
non ben definito di fumetti accatastati da un tempo non specificato.
Quel
pensiero poco casto, lo
fece decisamente eccitare. Voleva Waynne, desiderava le sue labbra. Ma
allora
perché non la baciava?
-Paura.. – disse a mezza voce
-Come?
-No.. niente.. pensavo al fatto che ho paura che quei fumetti non ci
stiano
sugli scaffali.
-Non
hai risposto alla mia
domanda però. Cos’altro fa il cioccolato?
-Bhe, fa rilassare, ma mangiato in grosse quantità fa venire
i brufoli.
-Ma questo lo sapevo già!
Pian
piano il ragazzo si ravvicinò
alla ragazza dagli occhi castani. Lentamente. Si avvicinò a
lei, piano, quasi come
per non disturbarla.
I cuori iniziarono a battere all’unisono.
Si
avvicinò così tanto che i
respiri si mischiarono indistintamente, le appoggiò una mano
sul fianco e con
l’altra la tirò delicatamente a se.
-E
posso sapere chi ti piace,
visto che non è Phil?- chiese sfiorandole le labbra con le
sue. Erano morbide.
Decisamente.
-Se prima mi dici se c’è qualche ragazza che ti
interessa.
-Si, ce n’è una. – si
avvicinò ancora di più. Waynne smise di dondolare
i piedi
e quasi inconsciamente divaricò le gambe. Per poter far
avvicinare ancora di
più il bel moro. Chiusero gli occhi quasi
contemporaneamente…..
-Si
può? Oh, Gesù Cristo!
Ragazzi, prendetevi una camera!
-Ray, che cazzo
ci fai qui? – Merda, merda, merda, merda.
-Mi avevi promesso il nuovo numero di superman! Cosa ne potevo sapere
io che
stavi per sco.. aaahia! E questo schiaffo?!
-Smettila! Ecco, tieni qui il tuo numero di superman e ora sparisci!-
prese dal
bancone l’unico fumetto con la copertina patinata e lo diede
al suo, ormai
odiato, amico.
-Si, sparisco!! Guarda che stasera alle 8.00 PM ci sono le prove.-
Disse Ray
senza la minima nota d’imbarazzo. Sapeva benissimo
d’aver interrotto un 'magico
momento' ma questo non gli permise di non sfruttare la
situazione a suo
vantaggio. Avrebbe preso in giro il suo carissimo amico Gerard, di
fronte a
tutti i suoi amici. A vita.
-Oh,
Waynne, non essere imbarazzata! Non è la prima volta
che vedo Gerard che
tenta di baciare una ragazza. Non è poi così
imbranato – si avvicinò a lei, la
quale arrossì ancora di più – SEMBRA
imbranato, ma ci sa fare con le smancerie.
-Ray, preferisci essere preso a calci adesso o subito?
-Vado. Vado.
Quando
Ray andò
via susseguirono
numerosi silenzi imbarazzanti. Dopo l’accaduto
i due ragazzi
non riuscivano a guardarsi negli occhi, e tantomeno riuscivano a ‘riprendere’
da dove si erano
lasciati.
Finalmente
il telefono di Gerard squillò.
Nonna.
-Pronto
nonna, dimmi tutto! –
Waynne ascoltava la
conversazione incuriosita. Ad un certo punto era sicurissima che Gerard
la
stesse guardando con la coda dell’occhio,
ed era ancora
più
sicura che lo vide arrossire.
-Domani?
Glielo dico subito.-
-W..Waynne,
domani mia nonna ha invitato tutti i ragazzi a casa,ti.. andrebbe di
venire? Lo
chiedo anche a Sheridan.. Mia nonna ha fatto la torta al
cioccolato.
-Domani? Certo, mi piacerebbe! –
Gerard sorrise
sollevato.
-Allora
domani alle 6.30 PM –
chiuse la chiamata.
-Visto che domani sera ci rivediamo, mi conviene andare a casa a
studiare. Ciao
Gerard- La mora andò
verso l’uscita
e di punto in bianco la giovane ragazza si
fermò,
poi tornò
indietro e velocemente
corse da Gerard. Gli diede un velocissimo bacio sulla guancia e scappò
dal negozio, con il cuore che le batteva all’impazzata,
prima che potesse accadere qualsiasi
cosa.
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*Rotola via*
saaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaalve!
Come state bei
ragassuoli?
Volevo ringraziarvi
tutti t.t siete biscottosi (??)
vorrei,
in primis, ringraziare le persone che recensiscono ♥ vi
amo
Ma amo tutti alla fine! Chi ha messo la storia fra le seguite (9 **) e
chi fra le ricordate (5 **) ma amo anche chi legge solo la storia :3
E poi ho notato che 4 persone hanno messo me come autrice preferita.
ME? AUTRICE PREFERITA? *Piange*
Spero che questo capitolo vi piaccia, è un capitolo di
transizione. Perchè da qui in poi voglio dare una svolta ai
ragazzi :3
Per chi recensirà ci sentiamo via messaggio, un bacione!
-Waynne
|
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Capitolo 7 *** Helena ***
7.
Helena.
Mi ritrovai sul divano,
sommersa dalle dispense. Sommersa dai fogli, libri, penne. Ero una
sorta di
cancelleria ambulante.
Aprii piano gli occhi,
vidi un foglietto che si era appiccicato sulla mia
fronte:
“Derivate:
+ cos = - cos
-cos = + sen
-sen = - cos ..”
….
E così via.
Erano le 8.00 AM
quando mi
svegliai, dopo aver passato una nottata tra una derivata e un
transistor.
“Perché proprio ingegneria informatica? Con tutte
quelle belle facoltà che ci
sono proprio questa dovevo scegliermi. Sono proprio
masochist..” non riuscii a
finire la frase presa da uno spaventoso sbadiglio.
Finalmente mi
decisi di
alzarmi dal divano:
Andai in cucina, presi tutto l’occorrente per fare una
colazione decente e mi
sedetti al tavolo. Misi il gomito sul tavolo e di conseguenza mi
appoggiai con
la faccia sulla mano.
La storia era sempre la stessa: dieci cucchiaiate di cereali e di latte
quanto
ne bastava. Ma quella mattina ero così assonnata che versai
troppo latte finché
non mi cadde sui jeans.
Luce, a ora di pranzo sei mia.
;)
La mia piccola
Sheridan
aveva deciso così, e io le inviai un sms di risposta.
Ci fermammo al
solito posto.
Andavamo così spesso a mangiare lì che ormai
avevamo fatto amicizia con il
proprietario. Antonio. Di origini italiane. Un uomo molto simpatico,
sulla
cinquantina, alto capelli scuri e occhi del colore del cielo. Un uomo
fantastico, ormai per lui non eravamo più Waynne
e Sheridan ma cucciola e dolcezza.
Più di una volta ci aveva offerto il pranzo, e per
sdebitarci lo aiutavamo
facendo dei piccoli lavoretti per lui. Dall’andare a prendere
la merce al
lavare i pavimenti. Non volevamo approfittare di un uomo
così buono.
-Cucciola,
dolcezza! Siete
venute a trovarmi!- il buon’uomo si avvicinò a
noi, con quel suo bellissimo
sorriso il quale mostrava le rughe d’espressione
dell’età che avanzava.
-Hai visto Tony? Siamo qui per te!
-Per voi sempre il tavolo migliore- ci accompagnò al tavolo
più bello del
locale. Da li si poteva vedere il retro del locale. Antonio aveva fatto
le cose
in grande da quando aveva aperto il ristorante. Il giardino lo
circondava era
meravigliosamente pieno di fiori, di colori. Al centro una fontana
scolpita nel
marmo.
-Wow, Tony, ma
questo posto
diventa sempre più bello!” Disse Sheridan
stupendosi di quanta meraviglia ci
circondasse.
L’uomo sorrise di cuore. – Cosa vi porto?
-Io vorrei un piatto di pasta con il salmone, l’ultima volta
che l’ho mangiata
mi sono leccata i baffi tant’era buona! Mentre da bere vorrei
una bottiglia di
acqua naturale
-Bhe, Sher, vuol dire che me li farai provare! Io invece prendo il riso
con i
funghi e da bere…. Anch’io dell’acqua
naturale
-Arrivano in un batter d’occhio
Mentre
aspettavamo che i
nostri primi arrivassero Sheridan ed io parlammo del più e del meno.
Delle nostre facoltà e
degli imminenti ed odiatissimi esami.
-Cosa devi dare tu?- Le chiesi mentre giocavo ad arrotolare il
tovagliolo di
stoffa verde.
-Estetica musicale, ed informatica. Tu?
-Io ho ancora Campi elettromagnetici, Analisi II e sistemi operativi.
-Caspita – iniziò a dire la bella bionda
– per me è arabo.
Di tanto in
tanto la mia
migliore amica rispondeva a qualche messaggino. Ormai le cose fra lei e
Frank
si stavano facendo serie. Sorrisi. E subito pensai a quello che stava
per
succedere a me e a Gerard se Ray non ci avesse interrotto.
-So tutto- mi
disse di punto
in bianco
-T..tutto cosa?
-Perché non mi hai detto che tu e Gerard vi stavate per
baciare?! Io ti ho
raccontato tutto quello che è successo fra me e
Frank……
-Mi dispiace…
-No, va beh, è che ci sono rimasta un po’ male.
Pensavo che me lo dicessi. Di
solito mi racconti qualsiasi cosa ti capiti.. e questa, DAVVERO
importante non
me l’hai detta.
-Scusami Sher, mi dispiace da morire.- Ero realmente dispiaciuta
-Bhe, ti perdono se mi racconti tutto.
Arrossii. Ma iniziai a raccontarle tutto: Da quando mi ero svegliata a
quando
ero scappata dal negozio. Passando per il mio dolorosissimo mal di
pancia, al
fatto che Phil non aveva capito niente mentre Gerard mi prese in
braccio per
poi farmi sedere sul bancone e portarmi un quantitativo spropositato di
cioccolata.
-Tenete bimbe,
è pronto il
vostro primo
-Grazie Tony – dicemmo entrambe sorridenti.
Presi la
forchetta e mandai
giù il primo boccone di riso. Dio, era assolutamente
delizioso!
-E Phil?
-Phil ieri ad un certo punto è sparito. – Problemi
urgente mimai ancora una
volta.
A fine pranzo
pagammo,
questa volta non permettemmo a Tony di offrirci il pranzo, e andammo in
un
parco a chiacchierare. Aspettando che si facesse l’ora giusta
per andare dalla
nonna di Gerard.
6:00
PM
Salimmo in
macchina, era
arrivata l’ora di avviarsi.
-Lo sai che Frank mi ha chiesto di girare un video per loro? Sarebbe
fico!
-Assolutamente fico! – Ripetei – Immaginati, quando
diventeranno famosi potrai
lavorare per loro! Saresti a loro sceneggiatrice.
-Sì, come no! – Scoppiò a ridere.
Arrivammo nel giro di dieci minuti a casa di nonna Way
-Ma non è troppo presto?!- Mi lamentai
-Sempre a lamentarti? Su scendi dalla macchina!
Citofonammo e aspettammo che qualcuno ci aprisse, di grazia,
l’enorme portone
in ferro battuto.
Mi guardai un po’ in torno. Era tutto meraviglioso, la casa
era contornata da
un roseto ben curato. D’altronde come il giardino..
Da lontano vidi una figura alta e molto magra che ci faceva segno di
entrare
-Ehi! Ragazze entrate pure! – Era Mikey Way, il fratello di
Gerard.
Seguimmo la sua figura longilinea fino all’interno
dell’enorme casa. Ci
ritrovammo nel salone:
Un’enorme stanza con un camino in marmo e un bellissimo
divano nero, dietro di
esso c’era una tavola in legno intagliata completamente a
mano, insieme alle
sedie. Sulle quali vi era rappresentata una rosa spinata e un serpente
che si
attorcigliava al gambo della rosa.
L’oggetto che più era strano trovare
all’interno di quella stanza era il
nintendo 64. Sicuramente opera di Gerard.
-Mikey, sono le
ragazze?
-Sì nonna, sono loro!
-Arrivo subito a salutarle!
Dopo un istante si presentò a noi una donna molto bella,
assomigliava molto a
Gerard e Mikey. Si avvicinò e si presentò a noi
-Piacere, Elena Rush owh tu… devi essere Sheridan, la
ragazza di Frank! Dio che
schianto che sei!- Vidi Sheridan arrossire violentemente. Come poche
volte
nella sua vita aveva fatto
-I…io.. sì, sono Sheridan- Si limitò a
sorridere.
Si voltò verso di me – Oh Waynne, io so chi sei..
Gerard ti ha descritta tante
di quelle volte che sarei in grado di riconoscerti fra mille persone.
Si era
solo dimenticato di dirmi di quanto fossi bella!
-AHI CHE MALE!
Nonna, mi
sono bruciato!
-Santa pazienza, i nipoti. – La signora Rush mi
appoggiò una mano sulla spalla,
mi sorrise e andò via a passo lento e zoppicante. Doveva
essere stanca… chissà
da quanto cucinava. Essendo lei una donna Italian ed essendo noi in
sette
persone immaginavo che avesse cucinato per cinquecento.
Ci sedemmo
finalmente a
tavola.
La signora Way
era seduta,
come dovuto, a capotavola di fianco vi erano seduti i due nipoti:
Gerard a
Sinistra e Mikey a destra, vicino a Gerard vi erano seduti Frank e
Sheridan e
difronte c’eravamo Ray ed io.
-Come mai non ti sei messa vicino a Gerard? – sorrise
malizioso Ray
-Bhe –
fortunatamente
interruppe nonna Way –dov’è Bob?
-Credo che sia andato in Iowa, a trovare una sua amica-
Sorrise Mikey
-Ah, adesso si chiamano in questo modo. Amiche. Ai miei tempi le
chiamavamo
diversamente.- Scoppiammo a ridere tutti.
Di tanto in
tanto la mia
migliore ed io ci scambiavamo degli sguardi piuttosto eloquenti.
-nonna,
complimenti per il
pranzo era tutto buonissimo. Ma ora che ne dici se non ti rilassi un
po’ mentre
io preparo del caffè?
-Oh, Gerard mi faresti un enorme piacere- Guardò il suo bel
nipote con uno sguardo
languido e affaticato –Ray perché tu e i ragazzi
non giocate un po’?-
-No, signora assolutamente no. Mi propongo per dare una mano a
sparecchiare.
-Ray, segui i consigli della nonna, l’ultima volta hai fatto
cadere tutte le
stoviglie- scoppiò a ridere Frank
-Ma poi le ho ricomprate! Io volevo.. Oh, uffa, okay, mi metto a
giocare in
silenzio. – Mi trascinò per un braccio portandomi
davanti all’enorme televisore.
Dopo circa venti
minuti di
silenzio Ray mi rivolse la parola:
-Io direi che un giorno ti invito a casa mia così giochiamo
all’xbox. All night long.
- Ray, ti odi? Perché vuoi perdere?
-Stavolta non perderò. Ho il mio Joystick fortunato!
Intanto, mentre
Ray perdeva,
dalla cucina si poteva sentire un profumino delizioso di
caffè. Poco dopo
arrivò Gerard con un vassoio e due tazze fumanti
-uh, grazie Gerard, sei gentilissimo!- Ray prese una tazza di quel
meraviglioso
liquido nero e bollente. –Sai Luce..-
-NON AZZARDARTI A CHIAMARLA LUCE! – Strillò
Sheridan
-Oh, mica è di tua proprietà il nome!
-Di chi è la migliore amica? Da quanto la conosci tu? Ed io?
Sì, mi appartiene.
Sheridan fece una linguaccia al povero Ray che dovette ricomporre la
frase.
-Sai, WAYNNE, Gerard fa un caffè buonissimo.- mi fece
l’occhiolino.
Dopo circa sei
ore a casa
Way ci dirigemmo in un pub per bere un drink. Non so come finii in
macchina con
Gerard, mentre Frank in macchina con Sheridan, ovviamente galanteria
volle che
Frank guidasse, ma la mia dolce amica lo guardò freddamente
e gli disse: -Tu
osa guardare, toccare o respirare sul volante della mia macchina e ti
uccido.
-Facciamo che guidi tu? – Frank era piuttosto spaventato.
Gerard fissava
piuttosto
nervoso la strada, non mi guardava e respirava a fatica.
Poco dopo
squillò il telefono:
una voce piuttosto fredda all’altro capo del telefono disse
poche semplici
parole. Dirette al cuore, allo stomaco e al cervello.
-Lei è il signor Gerard Way?
-Sì, sono io che succede?
-Venga all’ospedale di Belleville, la signora Elena Lee Way
è ricoverata in
questo ospedale.
In
un attimo ci fu il vuoto
più totale. Gerard frenò bruscamente e fece
marcia indietro con il rischio di
fare un incidente. Con una mano teneva saldamente il manubrio mentre
con l’altra
componeva degli sms.
Arrivammo
in ospedale.
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------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------
Salve. *scappa via
piangendo*
Lo so, odiatemi ci
metto tanto a postare e.e stavolta non ho scuse, è colpa mia
e del fatto che quando un capitolo mi fa schifo lo cancello per poi
riscriverlo. L'ho fatto 4 volte per questo..e.e
Spero vi piaccia T_T
Ringrazio tutti voi
che mi seguite e commentate.
Vi amo!
-Waynne
|
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Capitolo 8 *** Let Me Go. ***
8.
Let me go
Gerard era
seduto ormai da ore su quella sedia bianca,
di plastica, usurata dal tempo fissava il lettino. La signora Rush
giaceva
immobile, coperta da una camicia da notte color azzurro cielo e un
lenzuolo
bianco.
Poco dopo si
avvicinò un anziano signore, probabilmente
il primario del settore.
-Lei è..?
-Gerard Arthur Way, il nipote della… - Gerard si
alzò di scatto spaventato.
-Stia comodo signor Way io sono il dottor O’White.
– gli porse la mano che
Gerard non strinse. Forse per paura, forse perché non capiva
cosa stesse
realmente succedendo in quell’istante.
-Sì, fra poco dovrebbe arrivare mio fratello. Michael James
Way. E altri tre
miei amici. E poi non lo so arriverà qualcun altro credo,
spero, forse… -
-Si calmi, faremo tutto il possibile. – il dottor
O’White gli appoggiò una mano
sulla spalla come per calmarlo.
“Il
dottor O’White in sala 8 in dottor O’White in sala
8”
-Io, credo che
andrò a fumare una sigaretta.
-G..Gerard, ti prego resta qui.. – gli presi la mano
saldamente. Senza voltarsi
mi strattonò facendomi quasi cadere dalla sedia.
-Lasciami, ho bisogno di una sigaretta.- Andò verso la scala
antincendio senza
proferire parola.
Passeggiava
ansiosamente avanti e indietro.
-Gerard, calmati! Non ti servirà a niente!- non rispose.
-Gerard… - gli appoggiai una mano sulla spalla
-NON. Toccarmi. Sono nervoso, ho bisogno di fumare, di camminare e di
fare
qualsiasi cosa mi passi per la testa, okay?
Mi
squillò il telefono.
-E ora chi è?- mi chiese il moro, furioso.
-P..Phil.. G..Gerard, calmati ti prego..
-No, cazzo, io non mi calmo! Mia nonna è di là su
un letto d’ospedale tu sei
qui e Phil ti cerca. Cazzo, non sto calmo. E no, non voglio smettere di
fumare.. e… ho bisogno di alcool.
-Gerard, ascoltami, cazzo!
-SMETTILA DI DIRMI COSA DEVO FARE! In questo momento voglio solo..
– fu strano.
Mi ritrovai contro al muro, con gli occhi chiusi e … incollata alle labbra di
Gerard. Le sue mani
così lontane tutto d’un tratto si ritrovarono a
stringere i miei fianchi,
mentre le mie mani si appoggiarono al suo petto. Come se volessero
spingerlo
via; ma sapevo, in cuor mio, di volerlo trattenere.
Non era il primo bacio che desideravo da lui, ma era il primo bacio
più bello
che avessi mai ricevuto.
D’un tratto aprii gli occhi, allontanai Gerard piano da quel
bacio e gli feci
appoggiare la testa sulla spalla. Mi strinse con
tutte le forze che aveva in corpo.
-Ehi, non piangere.. Sono qui, sarò sempre qui.
Per un periodo
lungo, non ben definito, rimanemmo in
quella posizione. C’era il silenzio più assoluto.
Solo Gerard ed io.
Il suo petto si alzava e abbassava lentamente. Ad ogni suo respiro il
mio cuore
batteva sempre più velocemente.
ὼ ὼ
ὼ ὼ
Rientrammo nel
corridoio bianco dell’ospedale. Mano
nella mano.
Appena ci avvicinammo alla camera della signora Elena gli presi
istintivamente
entrambe le mani. Senza dire niente, lo guardai negli occhi, sorrisi e
lo esortai
ad entrare.
-Non senza di te, Waynne- sorrisi.
-Ragazzi siamo
arrivati il prima possibile- non appena
sentii le voci dei nostri amici mi venne istintivo
sciogliere l'intreccio fra le nostre dita. Ma Gerard non me lo permise.
-Grazie per essere venuti, io ora entro. Mikey, vieni con me?- suo
fratello
annuì a sguardo basso. Prima di lasciarmi andare Gerard mi
diede un soffice
bacio sulle labbra, facendomi diventare color porpora.
-Scusa un
momento. Lo so che questo non è il luogo e il
momento adatto.. ma… cosa ci siamo persi nei pochi minuti di
assenza? – mi
chiese Ray
-N..niente di
importante
-Un bacio sulle labbra non lo definirei come ‘niente di
importante’ – disegnò
per aria delle virgolette muovendo gli indici e i medi, Sheridan e
Frank
sorrisero.
-Ci conviene entrare nella stanza a salutare-
disse quest’ultimo
-Ehi..
-Frank, ciao, scusami se vi ho fatti venire.. io..
-Shh, hai fatto benissimo.- il più piccolo dei due
appoggiò una mano sulla
spalla dell’altro. Per dare conforto. Gerard colse la palla
al balzo e lo
abbracciò più forte che potesse.
-Sta morendo Frank, sta morendo.- Gerard sussurrò, forse
più per se stesso che
per gli altri. Probabilmente, se l'avesse detto ad alta voce, la cosa
gli sarebbe
sembrata più vera
Rimanemmo di
veglia nella stanza sentivo di doverle
fare compagnia. Ma di tanto in tanto andavo sulle scale antincendio.
Sentivo di
dover e voler stare vicino a lui il quale era rimasto tutto il tempo
con Frank
a fumare, o meglio, Gerard era seduto sulle scale sommerso da pianto e fumo. Sua nonna era tutto
per lui e la cosa
era di facile comprensione. Si amavano, c’era un rapporto
speciale.. almeno
così mi pareva.
ὼ ὼ
ὼ ὼ
-Ragazzi, noi
dobbiamo andare, le infermiere ci hanno
detto che l’orario delle visite è terminato.
Possono rimanere solo due persone
– Fu Sheridan a parlare, dal suo viso si vedeva che non
voleva lasciare Gerard
da solo.
Gerard, il suo amico Gerard. Colui che le aveva fatto conoscere il
ragazzo dei
suoi sogni. Il ragazzo che le aveva regalato la sua merenda
perché se l’era
dimenticata a casa.
Gerard, il suo super eroe. Il ragazzo dagli occhi verdi e sinceri. Una
delle
persone a lei più care. Il suo amico Gerard con il quale
passava intere notti
al telefono a parlare di anime, manga, serie televisive, film. Finivano
sempre
a discutere di film. Non riuscivano mai a mettersi d’accordo
su chi fosse il
miglior regista al mondo. O su chi fosse il miglior supereroe. Batman,
Spiderman
o Harley Quinn? Anzi,
no, su una cosa erano certi. Spiderman, non era considerabile come
supereroe.
Infatti Sher mi prendeva sempre in giro perché a me
Spiderman non dispiaceva.
-Non vi
preoccupate, tanto vi avrei mandati io a casa.
Non mi sembrava opportuno farvi fare la notte, sarete stanchi.
-Io ci sarei rimasto più che volentieri a dire il vero.
–Disse Ray
-Anch’ io- sostenemmo tutti in coro.
-Bhe – iniziò Mikey – Gerard,
perché non rimanete tu e Waynne qui? Passo a casa
della nonna e vado a prendere delle cose che possono servirle: sai
cambio, fazzoletti..
qualsiasi cosa.
-Va bene Mikey, mi saresti di grande aiuto- rispose suo fratello
-Almeno vi fare compagnia a vicenda – concluse Frank
Non
appena i ragazzi andarono via, Gerard ed io decidemmo di andare in sala
infermieri
per chiedere almeno un lenzuolo per la notte, ce ne diedero uno molto
grande,
probabilmente doveva essere di una delle infermiere, perché
c’era ricamato con
una bella grafia in rosso, un nome:
Theresa.
-Ehi, Waynne, mi
passi quella sedia? La metto qui-
Gliela passai. Pensavo che volesse farne una specie di lettino
-Ti va di dormire qui vicino a me? – aggiunse
-C..certo che mi va- mi venne da sorridere
-G..Gerard..-
una voce molto bassa riecheggiò nella
stanza nel cuore della notte. La luce si accese.
- Gerard, tua nonna ti sta chiamando- gli sussurrai con le labbra
premute
contro la tempia destra. In pochi secondi aprì gli occhi e
si sciolse dal mio
abbraccio. Si avvicinò il più vicino possibile a
lei per non farla sforzare
troppo.
-Siete carini insieme, sai? – disse lei, sempre sussurrando.
-Non ti sforzare a parlare, nonna. Devi riposare – vidi
chiaramente Gerard
arrossire.
-Oh, non dirmi cosa devo fare Gerard. Sono una povera vecchia. Non
stupida.-
ecco da chi aveva preso il ragazzo che nel pomeriggio mi pianse sulla
spalla.
Lo guardai con il sorriso sulle labbra. Mi venne istintivamente da
toccarle,
come se volessi rivivere l’accaduto.
-Waynne, capisco perché Gerard ti chiama Luce ed
è molto affezionato a te. Vi conoscete
da poco, ma lo rendi felice.- mi limitai a sorridere senza dare una
vera e
propria risposta.
Dopo di che la vecchia signora prese le mani del nipote fra le sue,
come se
stesse custodendo un pacchetto fragile. - Gerard, è arrivato
il momento di lasciarmi
andare.
-Cosa stai dicendo nonna? Lasciarti andare? Per dove?- La signora Rush
sorrise
e chiuse dolcemente gli occhi.
-Nonna? Si è addormentata.. – disse guardandomi
negli occhi. Rimase lì ancora
un istante a guardarla. Come se avesse paura di dimenticarsene il volto
non
appena si fosse
voltato.
-Dai
Gerard Arthur Way, vieni qui – appoggiai la mano
sulla sedia dove si era dolcemente addormentato prima
-Andrà tutto bene, vero?
-Sì, ma ora dormi.. ne hai bisogno- tornò ad
abbracciarmi e in pochi minuti si
riaddormentò
ὼ
ὼ
ὼ ὼ
Il
mattino seguente la luce filtrò dalle finestre
svegliandoci, contro voglia.
-Mmmhh..
Buongiorno Luce – si stiracchiò
-Noo.. altri cinque minuti- mi rifugiai sotto il lenzuolo e affondai
nel suo
petto. Si stava bene lì.
-Dai, vado a prendere un caffè ne ho bisogno. Tu vuoi
qualcosa da mangiare?
-No, sono a posto, grazie- ma il mio dannato stomaco mi tradì
-Non si direbbe- si mise a ridere sottovoce.
-Un cappuccino e una brioche alla crema allora- sussurrai sul suo
petto, mi
vergognavo un sacco.
-Arriva tutto- mi diede un bacio sulla testa e andò al bar
al pian terreno
Mentre
aspettavo il bel moro che tornasse
con la mia colazione, ne approfittai per sciacquarmi
la faccia e ad aprire la porta della stanza per far cambiare un
po’ l’aria
viziata della notte
-Waynne, ti ho portato la colazione
-Grazie Gerard, quanto ti devo dare?
-Scherzi?! Offro io. Sei rimasta tutta la notte con me, mi sembra il
minimo.-
arrossii. Mi avvicinai a lui, tenendo
la testa
bassa, presi le mie cose e tornai a sedermi
sulla
‘mia’ sedia.
Quella
brioche era davvero buonissima, e la crema era
così tanta che ad ogni morso ne strabordava un sacco.
-Waynne!- Gerard scoppiò in una sonora risata
-S..si?- lo guardai ad occhi sbarrati. Si avvicinò a me,
sempre con il sorriso
stampato sul viso, si sedette sulla sedia e mi baciò il naso
-Devo ammettere che questo naso al sapore di cappuccino non era per
niente
male.- Volevo
sprofondare. Ero sempre un
danno.
In un attimo mi tolse la il
bicchiere ormai
vuoto, dalle mani, la appoggiò momentaneamente
a terra e, come il giorno precedente, mi baciò.
Istintivamente dischiusi
leggermente le labbra, Gerard se ne accorse immediatamente
poiché non perse
l’occasione di giocherellare con la mia lingua. Questo,
questo era un bacio.
-Oh,
buongiorno a voi ragazzi! – Spaventati e con il
cuore in gola ci staccammo immediatamente.
-Ray, Sheridan, mi stavo godendo lo spettacolo!
-Nonna?! Da quanto sei sveglia?
-Tanto da riuscire a capire quanto potesse essere buono il naso al
sapore di
cappuccino di Waynne. – Arrossii violentemente e mi girai
dall’altra parte
-Un momento, che significa? – chiese Ray toccandosi la sua
massa informe di
capelli
-Ti sei pettinato questa mattina? Comunque significa che Luce si
è sporcata,
come al solito aggiungerei, e Gerard le ha pulito il naso baciandola.
Devo
ancora capire come da un bacio sul naso si passi a limonare
selvaggiamente.
-Si che mi sono pettinato! Ma questi capelli hanno una loro
personalità, una
vita propria.
Un momento. Gerard, non sei per niente romantico! Limoni selvaggiamente
una
dolce fanciulla…. In una camera ospedaliera?! Non ci sono
più gli uomini di una
volta.- in tutto questo, ci raggiunsero Frank e Mikey.
Poteva
sembrare “un’allegra giornata” ma in un
attimo
fu il caos più totale.
-Nonna?! Nonna??! Presto Mikey premi il pulsante! Nonna non respira
più!
Dal corridoio si sentì una voce:
“codice blu alla camera 410. Codice
blu,
il dottor O’White è pregato di recarsi
urgentemente alla camera 410.”
In men che non si dica, il dottore raggiunse la camera insieme alla sua
èquipe di
medici.
-Bennett, aiutami.- La dottoressa aiutò il dottore, prese in
braccio la nonna e
la sistemò meglio sul lettino. Il più anziano dei
dottori prese lo stetoscopio
e iniziò a controllare.
Ci tenevamo tutti per mano. Nella speranza che tutto potesse andare per
il
meglio.
Il dottore guardò la sua èquipe e con una
semplice domanda spezzò il cuore dei fratelli Way
-Ora del decesso?
-8.39 AM – rispose il medico dai capelli rossi.
_____________________________________________________________________________________________
_____________________________________________________________________________________________
Salve, si, okay, sono
pessima. Avete ragione. Scusate. Non ho scuse, aggiorno con poca
frequenza.
Perdonatemi.. Devo
imparare ad organizzarmi meglio.
Non so che ire, vi
chiedo umilmente scusa
*si inginocchia*
Spero che vi piaccia
il capitolo.. e che mi perdoniate.
Un bacione, vostra W.
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Capitolo 9 *** Rainbow ***
9.
Rainbow
-Sher-
Frank prese la mano della ragazza dai capelli
dorati
-Dimmi- Si voltò vero di lui.
-Ho paura della reazione di Gerard. Non so come potrebbe reagire-
Sheridan continuava a fissare i meravigliosi occhi del ragazzo, che da
qualche
ora le stava accanto. Erano seduti in macchina sotto casa della ragazza
da…
ore.
-Frank, - gli strinse la mano- non voglio rimanere sola.
-vuoi che salga? Se vuoi vediamo un film insieme-
-Va bene – cercò di sorridere lei
Scesero
dalla Ford nera d’epoca, ormai di terza mano. Il
nonno di Frank gliela regalò per i suoi sedici anni, era
così orgoglioso di suo
nonno che se lo tatuò sul braccio. Quando gli chiedevano il
perché lui
rispondeva sempre “Non hai mai desiderato tatuarti la faccia
del tuo idolo
addosso?”
Si
diressero verso il portone, Sher mise le mani nella
sua borsa e ne tirò fuori un mazzetto di chiavi legate fra
loro da un
portachiavi nero. Ce n’erano tre. E luccicavano al buio.
-Anche a me piacciono gli AFI- Frank indicò il portachiavi
nero con la scritta
del nome della band bianca. A Sheridan tremavano le mani, quasi non
riusciva ad
infilare la chiave nella serratura del portone. Dopo vari tentativi,
però,
finalmente riuscì ad aprire il portone.
Finalmente
in casa.
-Oh, wow hai cambiato molte cose in casa! Mi piace questa sistemazione-
Frank,
in passato, era già stato in quella lì. Lo aveva
portato
Gerard, sotto
costrizione del più piccolo dei due.
Era un delizioso bilocale, situato a Belleville a poche miglia da casa
del
ragazzo. La casa era composta da una cucina, un soggiorno spazioso e
luminoso,
un piccolo bagno e una camera da letto. La sua
camera da letto, pensò malizioso Frank.
Frank,
che diavolo pensi? Il tuo amico, il tuo migliore amico Gerard sta male
e tu
pensi a QUEL tipo di cose?!
Il ragazzo si sgridò. Però doveva
ammettere che Sher era davvero bella, davvero sexy.
La
bella Sheridan, che non immaginava niente di tutto
questo, si avvicinò ad uno scaffale nero colmo di DVD e
mentre sceglieva un
film da vedere si mordeva le labbra, facendo aumentare la voglia di
Frank.
-Come mai tu e Waynne non vivete insieme?- Le chiese Frank mentre
osservava
attentamente la stanza. C’era un televisione piatto con un
lettore DVD e l’home
theater. Fantastico. Di fronte alla TV c’era un divano in
stoffa rosso e delle
poltrone dello stesso colore. L’ambiente in se era molto
semplice, sui muri vi
erano appesi diversi quadri, precisamente di: Monet e Arnold
Böcklin.
-Bhe – iniziò lei umettandosi le labbra
– gliel’avevo proposto. Ma
effettivamente è impossibile, lei non ha ancora la macchina
e se venisse ad
abitare qui ci metterebbe tre ore con i mezzi di trasporto ad arrivare
in
università.
-Tre ore?! – il bel ragazzo sgranò gli occhi dallo
stupore
- Sì, già da dove abita lei ci mette cinquanta
minuti ad arrivare a casa.
-Bhe, si capisco. Caspita!
-Frank,
non so che film scegliere, fai tu! Intanto vado
a prendere i pop corn, e qualcosa da bere. Anzi, io ho fame. Quasi
quasi chiamo
la rosticceria cinese qui sotto casa, fanno anche d’asporto
-Sher, ma devi scendere solo tre piani – Frank sorrise
-Sono stanca! E poi non vedo perché, se loro fanno le
consegne gratuitamente,
debba scendere. – rispose lei
-Non ti facevo così pigra
-Ohh, oh, stai parlando con la regina della pigrizia.
Scoppiarono a ridere.
-Daaai! Scegli il film io chiamo. – riprese Sheridan
-Va bene, prendo tutto quello che prendi tu allora! –
- io mangio tanto.
- ooh, non mi conosci – Rispose Frank in tono di sfida.
La
bionda prese il cellulare dalla tasca e compose il
numero della rosticceria
-Si, buona sera vorrei ordinare.
-si ci dica- rispose una ragazza
dalla voce squillante, non aveva affatto l’accento cinese
-Dunque: quattro involtini primavera, due ravioli di carne al vapore,
umh anche
di carne alla piastra.. sempre due. E sicuramente due ravioli di
gamberi al
vapore
-Sì, desidera altro signorina?
-Si certo, prenderei spaghetti di soia con verdure
-Sempre due porzioni? – chiese
la
ragazza
- Sempre due porzioni, e poi un pollo alla piastra con porri e infine
due
biscotti della fortuna.-
-Ci vorrà del tempo, la cucina non è ancora
aperta. Verremo per le 8.00 PM-
finirono di parlare delle ordinazioni infine, Sheridan, chiuse la
chiamata
-Ma io ho fame!- guardò l’ora sul display del
cellulare erano solo le 5.30 PM,
non se n’era accorta.
Frank
era fermo dietro la ragazza con il DVD di
Nightmare Before Christmas. Sher sapeva benissimo che avrebbe scelto un
film di
Tim Burton. Non appena lei gli sorrise, a Frank cadde, o forse fece
cadere, il
DVD sul pavimento e in tre passi azzerò la distanza. Le
afferrò le spalle e
iniziò a baciarla, la prese in braccio e la
appoggiò delicatamente sul divano.
Non riusciva ad andare oltre, la sua eccitazione non glielo permetteva.
-F..Fran..- non riuscì a terminare che le labbra del giovane
ragazzo si
incollarono alle sue. Non le resisteva, non ci riusciva più.
Sheridan
fremeva sotto il corpo del bel ragazzo e li
sentiva reagire i suoi capezzoli al contatto con le mani di Frank.
Il ragazzo si fermò un attimo per poter guardare meglio
negli occhi la sua
Sheridan. La tirò delicatamente a se e iniziò a
sollevarle la maglia, gliela
sfilò delicatamente. Fece così per tutti gli
indumenti, rimanendo nudi l’uno
sopra l’altro.
La
bionda divaricò leggermente le gambe, permettendo al
ragazzo di poter scivolare dentro la sua intimità.
-Sher…- i suoi occhi, offuscati dalla passione si aprivano e
chiudevano
lentamente. Le mani ruvide di Frank circondavano i seni della ragazza
stringendoli delicatamente, facendola sussultare, gemere di piacere.
Ad
ogni spinta era un sussulto
-Non smettere – la voce roca colma di passione giunse dritta
nelle orecchie di
Frank, il quale iniziò a muoversi più velocemente
e, ad ogni spinta, sussurrava
il suo nome.
-Sher, Sheridan
Tutto questo fino all’apice del piacere, fin quando Sheridan
gridò il nome del
suo partner affondando le unghie nella carne, la quale si
arrossò all’immediato
contatto, facendo così gemere Frank che urlò il
nome della ragazza.
Rimasero in quella posizione per qualche secondo, finché
Frank si staccò dalla
ragazza, si mise dietro di lei e la abbracciò saldamente.
-Sher,
tutto bene?
-Sì, ora sì, perché?- chiese lei
sorridente
-Ti ho sentita sospirare- La bella ragazza si voltò
delicatamente premendosi
contro il corpo di Frank che l’abbracciò, e
così si addormentarono.
ὼ
ὼ
ὼ
ὼ
-Frank,
hai sentito?
-Mmh? – Aprì un occhio e guardò
Sheridan senza capire cosa stesse succedendo.
-Il citofono, qualcuno ha suonato.. Ma che ore sono?- prese il telefono
che era
ancora nella tasca dei pantaloni e vide l’ora.
-Che ore sono?
-Cazzo Frank, è la rosticceria. Sono le 8.10 PM
chissà da quanto sono qui!
Frank
si rivestì in fretta e furia e andò alla porta,
il tutto mentre Sheridan si rivestiva e metteva il DVD nel lettore.
-Eccomi, Dio mio, quanta roba!
-Te l’avevo detto Frank, io mangio.
Si sedettero sul divano, e abbracciandosi iniziarono a mangiare e a
guardare il
film.
-Frank, cos’è successo fra noi due?- Chiese
Sheridan mentre addentava il suo
involtino primavera
-Bhe, abbiamo fatto l’amore
-L..l’amore..
-E’ una cosa così strana? – chiese lui.
Non ricevette nessuna risposta, se non
un sorriso radioso.
-Sher,
ti amo. – La ragazza, sbiancò e si
bloccò.
-lo penso da un po’ ma non ho mai trovato il coraggio di
dirtelo. E ora, anzi,
dopo quello che è successo prima.. bhe.. questo è
il momento giusto per
dirtelo. Per dirti che Ti amo.
-Frank, anche io ti amo. Ma ho paura.
-Perché hai paura?!- chiese sbigottito
-Sai perché dico che Waynne è la mia luce? Vedi,
lei è la persona che illumina
la mia vita. Lei è il mio sole, io sono una notte senza
luna, buia. Oscura. Lei
è la luce che filtra all’interno della mia anima
rendendo il mio animo
invernale una meravigliosa primavera.
-Tu sei l’arcobaleno, Sher.
-Ma l’arcobaleno non si vede spesso… e sparisce
subito.- concluse la ragazza
-Sbagli, l’arcobaleno c’è
sempre… Perché l’arcobaleno
è dato dalla luce. Mi
spiego meglio. Vedi, Sher, tu sei la luce che colpisce la mia anima, il
mio
prisma, e noi insieme formiamo l’arcobaleno.
Perché tu sei la luce, io sono la
tempesta. E dopo di me, ci sei tu. E dopo di te ci siamo noi, e noi
siamo
quello. Un meraviglioso arcobaleno.- Sheridan non seppe cosa dire,
arrossì, e
intrecciò le sue mani con quelle del ragazzo che tanto amava.
-Ti amo Frankie.
-Sto cercando di.. di chiederti se ti va di essere la mia ragazza.- Gli
occhi
della ragazza iniziarono a riempirsi di lacrime, di gioia.
-Io… Io Frank, sì. Voglio essere la tua ragazza.
Sì.
Senza
dire altro, il dolce ragazzo prese fra le mani il
viso della SUA ragazza e la baciò teneramente. E
nient’altro importava.
Le ore, i minuti, i secondi, gli attimi si mescolarono tutti insieme
formando
l’infinito.
--------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------
Salve!
Come state mie dolce donzelle?
(è tardi lo so, spero di non aver fatto errori, in caso
perdono)
Dunque, vorrei dedicare questo capitolo alla mia migliore amica.
Perché se lo
merita. Sopportare una persona come me non è semplice.
Vorrei ringraziarla per tutto quello che fa per me tutti i giorni. Le
dedico
questo capitolo sperando che le faccia piacere.
Tiamo Sheridan
♥
-Waynne.
|
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Capitolo 10 *** Funeral for a friend ***
10. Funeral
for a friend
Sheridan
venne a dormire a casa mia e, come promesso mi raccontò cosa
successe fra lei e Frank. Mi riportò sommariamente della
loro vicenda sul divano. Erano proprio carini insieme.
-Tu
e Gerard, invece?- sorrise
-Bhe, ci siamo sentiti in questi giorni ed è veramente
giù di morale, vorrei fare qualcosa di più
concreto per lui.
-Capisco, comunque solo il fatto che vi sentiate è ottimo.
Fidati di me, lo aiuti molto; almeno così non si chiude in
se stesso e bhe.. Gerard è un tipo molto strano. Il minuto
prima è molto solare, il minuto dopo… no.
– Sheridan si guardò le mani ed io la guardai con
gli occhi pieni di lacrime.
-P..pensi che potrebbe succedergli qualcosa? Scusa… mi sta
chiamando Phil.-
Presi
il telefono, un Samsung nero, e risposi alla chiamata.
-Pronto? – Mi veniva da piangere.
-Ciao tesoro! Come stai? E’ da un po’ che non ti
vedo in facoltà
-Si, Gerard sta male e gli faccio compagnia – Mentre gli
parlavo passeggiavo nervosamente in cucina
-Owh, mi dispiace. Sei una brava amica – mi disse con la sua
voce allegra. Ora come ora iniziavo ad odiarla.
-Phil.. Devo parlarti. – risposi acidamente
-Sì, anche io. Devo dirti una… una cosa
importante.
-Va bene, ci vediamo questo fine settimana da Lewis alle 9.00 AM
-S..sì, allora ti aspetto – chiusi la chiamata
sbuffando e andai a sedermi vicino alla mia migliore amica che mi
aspettava pazientemente sul divano.
-Mangiamo?
– le chiesi mentre distruggevo un pezzo di carta che avevo
lasciato lì, sul divano, qualche giorno prima.
Chissà quale parte importante del mio studio avevo appena
distrutto.
-Sì, ordiniamo una pizza? – Mi chiese la mia
migliore amica guardandomi negli occhi
-Va bene, prendiamo una pizza extralarge. Gusto: quello che ti pare, io
vado a prendere le birre!
Mentre andavo in cucina a prendere le birre, sentii la mia migliore
amica che chiamava alla nostra pizzeria fidata.
Mi arrivò un sms:
Gee -
Hey, sono con i ragazzi e siamo tutti ubriachi. Credo. Molto
probabilmente questo messaggio sarà pieno di errori
ortografici, ma non importa. Basta il pensiero, no? Io ti penso!
Effettivamente quel messaggio era pieno di errori… Ma mi
aveva fatto tornare il sorriso. Tornai in salotto da Sheridan e le feci
leggere il messaggio
-Dici che dovrei rispondergli? O parlargli di Phil? o dirgli che..
-Calma! Punto primo il mio ragazzo è stronzo, è
fuori e non mi ha mandato nemmeno un sms dicendomi che mi pensa, o cose
simili. Punto secondo, no. Non rispondergli, lasciati desiderare!
– incrociò le braccia
-Sher -
-Dimmi Waynne-
-Come ci si sente a dire che Frank è il tuo ragazzo?
– Arrossì senza rispondermi.
Era
bello stare con la mia migliore amica, parlavamo e parlavamo dalle cose
più profonde alle cazzate più assurde
-E quindi.. Gerard.. Oh, suona il campanello. Sarà arrivata
la pizza! – ci avvicinammo entrambe alla porta. Aprii e un
ragazzo con un’enorme scatola ci sorrise:
-Salve ragazze! Sono 20 dollari – Gli porsi i soldi e lo
ringraziai
-Avete una festa? – il fattorino della pizza si
alzò in punta di piedi per sbirciare all’interno
della casa.
-No, siamo da sole. Perché?
-Da.. da sole? Ma quanto mangiate?
-Non hai mai visto delle ragazze mangiare così tanto?- disse
scherzosamente Sheridan
-No! Di solito mica le ragazze sono quelle che mangiano pochissimo per
mantenersi in linea?- Mi alzai leggermente la maglia
-Ti sembro fuori linea?- lo guardai di sottecchi. Non penso stesse
guardando la mia pancia
-No, no…. Anzi! Sei molto bella – sorrisi
-Grazie, ma ora dobbiamo andare- pagammo e chiudemmo la porta
scoppiando a ridere.
-Non
ti facevo così marpiona, Luce- disse Sheridan con una fetta
di pizza in bocca
-Ma potevi aspettare a mangiare!
-Ma io ho fame… - mi fece gli occhioni dolci
Parlammo
(e mangiammo) tutta la notte, finché non ci addormentammo.
ὼ ὼ ὼ ὼ
La
sveglia suonò alle 8 AM. Ci svegliammo, ovviamente,
controvoglia. Ma dovevamo farlo. Dovevamo esserci per Gerard. Il
funerale iniziava alle 11.00.
Presi il telefono per spegnere la
sveglia e notai che avevo ben sei sms; tutti di Gerard.. presunsi
ancora ubriaco.
-Che succede Luce?- mi chiese la mia migliore amica
-Ho sei sms da parte di Gerard. L’ultimo me l’ha
inviato due ore fa- le dissi guardando il telefono. Aveva sicuramente
passato l’intera nottata in bianco, e io non c’ero.
-Dai, alziamoci e andiamo da Starbucks a prendere dei caffè
fumanti. Poi passiamo a vedere se Gerard è in casa, se
c’è lo portiamo con noi. So che ha bisogno di
stare un po’ solo ora come ora, ma non so cosa potrebbe fare.
Vorrei tenerlo “sott’occhio” il
più possibile.
-Sei una brava amica- sorrisi alla bella bionda che mi stava davanti.
Ci lavammo e ci vestimmo e un’ora e mezza dopo eravamo
già in macchina con dei profumatissimi caffè
fumanti.
Per
andare a casa di Gerard bisognava passare vicino al cimitero, non
appena ci avvicinammo alla struttura lo vidi lì, voltato di
schiena e con una mano appoggiata al cancello. L’avrei
riconosciuto fra un milione di persone.
-Sher!! Fermati! C’è Gerard- Inchiodò
immediatamente
-Dove?!
-Guarda!- indicai la figura vestita di nero. Solo allora notai che
aveva una sigaretta in mano, chissà quante ne aveva
fumate…
-Scendi, io cerco parcheggio.- Scesi dalla macchina e pian piano mi
avvicinai a Gerard.
-Ehi…
- azzardai. Gerard si voltò verso di me. Aveva gli occhiali
da sole che coprivano quei meravigliosi occhi nei quali mi perdevo ogni
volta. Prese una boccata di fumo, si grattò il naso e poco
dopo sputò il fumo bianco dalla bocca. Il tutto senza
rispondere.
-Fra poco arriva Sheridan – continuai –
Ti…ti ho portato del caffè! – si tolse
gli occhiali. Come immaginavo: aveva gli occhi gonfi e le occhiaie.
Allungò la mano per prendermi il bicchiere di cartoncino
firmato Starbucks e mi sorrise.
-Luce…-
il mio cuore iniziò a battere forte, avevo paura che potesse
sentirlo.
-Gee… - appoggiò una mano sulla mia spalla e, in
una frazione di secondo, mi trovai contro il suo petto. A respirare il
suo dolce profumo misto all’odore di sigaretta.
Poco dopo arrivò Sheridan. Non ricordo esattamente come, ma
ci ritrovammo di fronte al fosso aperto dove da li a poco avrebbero
calato la signora Elena.
-
Memento homo, quia pulvis es, et in pulverem reverteris- ("Ricordati
uomo, che polvere sei, e polvere ritornerai".) iniziò a
recitare il prete. Gerard mi stringeva forte la mano, Mikey aveva il
volto distrutto mentre Ray, Bob e Frank tenevano in mano una rosa
bianca. Bianco, sinonimo di purezza.
Mentre i becchini calavano lentamente la bara, i ragazzi iniziarono a
lasciar cadere le rose sulla bara.
-Dovevi insegnarmi a ricucire le magliette. Ho un cumulo di maglie
strappate a casa- Disse Bob, aveva le lacrime agli occhi. Tutti loro
tenevano alla signora Elena. Lasciò cadere attentamente la
rosa ed andò ad abbracciare Mikey.
Poco
dopo si avvicinò una bellissima ragazza a Gerard
–Becky! – esclamò quest’ultimo
sorpreso.
-Ho letto il necrologio sul giornale – abbracciò
forte Gerard, mi sentivo una cretina a stare lì, infatti mi
allontanai per andare dagli altri.
-Waynne
-Dimmi Mikey – sorrisi
-Sbaglio, o quella è Becky?-
-Ohm.. sì mi sembra che si chiami
così…-
-O..oh.. capisco- Non disse nient’altro e la cosa mi fece
insospettire e preoccupare
-Luce – Frankie e Sheridan si avvicinarono me.
-Ditemi
-Devi sapere che… - Bob li bloccò
all’istante e mi chiese:
-A te piace Gerard? – Arrossii
-Bhe… l..lui, c..ioè
-No, no, no. Non accetto questa risposta. O e sì o e no.
Allora?
-Sì
-Ok, bene. Allora non fartelo scappare. – il biondo si
allontanò e accese una sigaretta. Cosa intendeva dire?
-Becky è il primo grande amore di Gerard – Ray mi
fece congelare con quelle parole
Il
prete si avvicinò al fosso e vi lanciò una
manciata di terra, e tutti lo seguimmo.
Arrivò il mio turno, mi ritrovai lì, sul bordo
del fosso con una manciata di terra racchiusa nel mio pugno e con le
lacrime agli occhi mi voltai un istante, come per cercare conforto e
vidi Becky che stringeva la mano, ancora sporca di terra, di Gerard.
Una
volta finita l’omelia per la signora Rush ci avvicinammo alla
tomba.
-Ragazzi – iniziò Gerard – voi andate.
Io voglio rimanere ancora un po’. Mi avvicinai a lui
-Se vuoi, rimango con te- cercai di sorridere
-No, no tranquilla. Rimane Becky con me- Trattenni il respiro
-Sei sicuro?- Gli chiese Mikey. prima guardò suo fratello,
poi me.
-Sicurissimo – rispose Gerard mentre Becky gli stringeva la
mano
Sheridan
si avvicinò al bel moro, gli prese la mano libera e
guardò negli occhi il suo migliore amico. Si capivano con un
semplice sguardo. Purtroppo o forse per fortuna.
-Gerard, non fare cazzate.- Quella semplice frase, vista dal mio punto,
poteva sembrare una semplice frase. Forse.
-Ti voglio bene bambina
-Non mi chiamavi così da un po’ – La
più piccola dei due sorrise – ti voglio bene gioia-
No! Io voglio rimanere qui. Pensai.
Ma Frank mi trascinò via con sé, portandomi in un
bar lì vicino.
ὼ ὼ ὼ ὼ
-Ragazzi,
io vado a casa. Non sto molto bene – disse Mikey
-Ti accompagno io - disse Bob mentre cercava le chiavi della macchina.
-E
rimasero in quattro – Disse Ray abbracciandomi da dietro
-Caffè? – Propose Frank
-Nero, forte, con due bustine di zucchero. Ho un gran mal di testa-
Disse Sher
-Non
mi piacciono le bionde. –Disse tutto d’un tratto il
riccioluto
-Ehi!- Sher lo guardò malissimo. Sentimmo Frank scoppiare a
ridere mentre ci portava i caffè
-Non mi piacciono le bionde che si chiamano Becky. Va meglio ora? -
-Ora sì. – Prendemmo i nostri caffè e
li sorseggiammo in silenzio. Il caffè per noi era sacro.
Da
un tempo indeterminato guardavo fisso il vuoto. Perché ero
gelosa marcia di quella Becky? In fondo Gerard ed io non stavamo
insieme, e anche se fosse, Becky era la ex fidanzata
del mio Gerard, vero? Un momento?! Il mio Gerard?
No, no, no, no e poi no. Waynne Kathleen Murray, che diavolo stai
pensando? Gerard era e doveva essere semplicemente
l’affascinante venditore di fumetti e cantante dei My Chemical Romance.
Niente di più.
-Waynne,
dovresti sapere alcune cose, secondo me.
-Frank, non sono tanto sicura di voler sapere
-Becky è l’ex fidanzata di Gerard. Erano alle
superiori, ed è stata il prima amore di Gerard.- guardai
negli occhi Frank
-Capisco…
-Erano tanto giovani ed innamorati, ed erano alle loro prime esperienze
di vita. Era l’unica ragazza che si era interessata a Gerard
per quello che fosse realmente. – fece una pausa –
Bhe, come avrai ben capito, Becky e Gerard hanno avuto una relazione
molto lunga e profonda. Per Gerard era la prima esperienza, sia di
relazione, sia sessuale. Insomma, a quindici anni tutto sembra bello.
Purtroppo però, per quanto usassero le precauzioni,
l’inesperienza si fece sentire. – Frank mi guardava
-Perché me lo stai dicendo? Dovrebbe dirmele lui queste cose!
-Non te le direbbe mai –fece un sospiro – Becky
rimase incinta. A soli quindici anni. – Mi si gelò
il sangue nelle vene. Volevo sapere, ma allo stesso tempo non volevo
sapere.
-Loro volevano tenerlo, ma i genitori di lei non erano
d’accordo. Poche settimane dopo si traferirono in South
Dakota e fecero sì che Becky abortisse.
-Quindi tecnicamente loro non si sono mai lasciati? – Chiesi
-Tecnicamente no. I primi periodi infatti lui ci stava malissimo, poi
si è rifatto una vita. E penso che anche lei abbia una vita.
-No, non penso visto che è tornata – risposi
acidamente, mi alzai di scatto e uscii dal bar, avevo assolutamente
bisogno d’aria.
-Ehi,
Luce, non prendertela con Frank- La mia migliore amica si
avvicinò a me. La presi per mano e ci sedemmo su dei gradini.
-No, non ce l’ho con Frank.. Dio, ho combinato un casino. Ce
l’ho con me- mi guardai le mani ripensando ai giorni
precedenti; a quando Gerard mi prese e mi fece sedere sul bancone del
suo negozio, ai baci, ai momenti in cui mi abbracciava e mi teneva
stretta a se. A quei momenti che si sono protratti fino a questa
mattina, prima di vedere Becky. La bellissima Becky. Ragazze
così non esistevano. Alta, con le curve, occhi color
nocciola e dei meravigliosi capelli biondi. Dove si potevano trovare
ragazze del genere?
NON POTEVA RESTARSENE NEL SOUTH DAKOTA?!
Sheridan
stava guardano un punto imprecisato, o almeno, per me era imprecisato
dato che non stavo guardando e non pensavo a niente di particolare. Se
non al fatto che quella doveva
tornarsene da dove era venuta.
-Ora, non per incrementare il tuo odio, ma… si stanno
avvicinando Gerard e Becky-
-Interessante – le risposi senza il benché minimo
d’interesse nella cosa.
In
pochi istanti vidi Gerard e la biondina super curve avvicinarsi a noi.
-Sher, Waynne, volevo presentarvi Becky- Si voltò verso di
lei e le regalò uno di quei sorrisi che tanto amavo.
Scheridan si avvicinò ai due ragazzi che ci stavano davanti,
tese la mano e la strinse a quella di Becky
-No, un momento. Mi ricordo di te! – Disse Sher
-Sì! Anche io mi ricordo di te. Stavi sempre con il mio
Gerard! – Il suo Gerard
-Sì... e lei è la mia migliore amica! –
mi indicò. Mi avvicinai anch’io. Per la prima
volta Gerard non mi guardava, guardava lei. Con il sorriso sulle labbra.
-Piacere, sono Waynne- le strinsi la mano, aveva una pelle molto liscia
-Tu e Gerard siete…
-Amici- conclusi io. –Solo amici-
Ritornammo
nel bar da Ray e Frank i quali appena ci videro sgranarono gli occhi.
Sheridan si avvicinò velocemente ai due e sussurrando disse
loro di non dire niente. Soprattutto perché Becky e Gerard
si tenevano ancora per le mani.
-Becky, vuoi un caffè?- le chiese Gerard
-Certo, Gee. Lo prendo: macch..
-Macchiato, con molta schiuma e quattro bustine di zucchero
rigorosamente di canna!-
-Te lo ricordi? Quanto sei dolce!- Gli diede un bacio sulla guancia
- eh
sì… di canna è più light,
vero Becky?- Disse Sheridan ovviamente lei non capì.
-Potrei vomitare- mi sussurrò Ray nelle orecchie. Mi voltai
e gli sorrisi
Mentre
Gerard andava a prendere i caffè, Becky rimase con noi.
-Gee! Prendimi tre bustine, non quattro! – si
voltò verso di noi con un sorriso smagliante.
–Sapete, non vorrei esagerare! Lo zucchero fa male
-Credo che Gerard questa mattina ne abbia ingerito a quintalate
– rispose Frank
-parliamo sempre di zucchero di canna, non sia mai! Lo zucchero bianco
potrebbe dargli alla testa – La mia migliore amica era sempre
pungente. Anche per quello eravamo amiche
-Parliamo
di cose serie. Quando mi dai una rivincita a Mario Kart?- Mi chiese Ray
-Ray, perché ami perdere?
-Non mi sembra di averti rivolto la parola Sheridan McNamara
-Lo so, la sconfitta è amara!- Disse Frank
ridendo mentre guardava Ray
-Oh oh! So io come fare! Se senti l’amaro in bocca per la
sconfitta, mettici dello zucchero! Mi raccomando, di canna eh!-
-Sher, dopo questa, io me ne vado- disse il mio amico riccioluto
-Dai, Ray! Scherzavo!- infatti tornò indietro
l’abbracciò fortissimo e scoppiò a
ridere forte, immagino per la frecciatina che Sher disse
poc’anzi.
Dalla faccia di Becky era piuttosto evidente che questi discorsi le
dessero fastidio.
Dopo
qualche minuto Gerard ci raggiunse con i due caffè. Porse
l’extra macchiato a Becky, mentre per se prese
l’espresso.
-Allora, Becky, cosa fai stasera? – Le chiese Gerard
-Mah, non lo so, ti va di uscire con me? Possiamo andare al
ristorante… tu
ed io. –
Precisò
-Sì, va bene!- rispose lui
-Oh non ti preoccupare, noi stasera andremo a casa di Sheridan a
giocare all’xbox. Vero Sher?-
-Frank, inutile, non ci stanno ascoltando. Sono entrati in un loro
mondo fatto di zucchero e chissà quale altra cosa
appiccicosa e colorata. Stiamocene nella nostra oscurità-
Disse Ray tirandoci indietro
-Gee, Gee.. Gerard, Gerard Way! GERARD ARTHUR WAY!-
-Cosa? Dimmi Sher.
-Ah, ma allora non hai le orecchie coperte di zucchero. Tu ci senti!
-…. Cosa?
-Come non detto. Va beh, noi andiamo a casa mia a giocare, a mangiare e
a guardare spiderman, così possiamo prendere in giro Luce.
Tu dopo la cenetta ci raggiungi?
-Non lo so.. Ci sentiamo, ciao!
Rimanemmo
interdetti per qualche istante, mentre vedevamo le due figure, sempre
odiosamente mano nella la mano, che uscivano dal bar. Decidemmo di
andare via anche noi. A casa di Sheridan.
Ci avvicinammo alle rispettive macchine, pronti a partire: Direzione?
Mill Street!
ὼ ὼ ὼ ὼ
Arrivati
a casa della mia migliore amica mi posizionai sulla poltrona, non osavo
toccare, sfiorare, guardare o pensare quel divano.
-Sher, devo sistemarti l’home theater.
-L’hai.. l’hai fatto tu?!- mi chiese sbalordito il
ragazzo della mia migliore amica
-Sì, un po’ di fisica, un po’ di
elettronica ti portano a fare questo gioiellino- Frank rimase a bocca
aperta e guardando ancora l’home theater si sedette sul
divano dove, poco dopo, lo raggiunse Ray
-NO!- tutti mi guardarono -Ray, fossi in te non mi siederei su quel
divano- continuai
-Perché no?- mi chiese scettico.
-Ray.-
- Non… OH MIO DIO?! SUL DIVANO?! RAGAZZI, FATE SCHIFO!- li
guardò con la bocca aperta, e man mano che li fissava i due
innamorati arrossivano.
-AH!
Ray, ti ho battuto ancora! Sono la regina di Mario kart!!
-Sono esausto, abbiamo fatto 4 partite e non ne ho vinta una!- mi disse
con la voce triste
-E’ perché sei una schia..
-Luce- Sheridan mi chiamò
-Dimmi, Sher- senza dire niente mi porse il suo cellulare
GeeK
Io e Becky abbiamo appena finito di cenare. E’ stato
bellissimo stare con lei, ci siamo baciati.. E…. Mi mancava.
La porto a casa mia, non sa dove dormire!
Un bacione, ti voglio bene bambina!
Salutami tutti.
Salutami Waynne.
Vaffanculo Gerard.
_____________________________________________________________________________________________________________________________________________________________
CIAO
CIAO CIAO CIAO CIAO CIAO CIAO CIAO CIAO.
OK,
LA FINISCO.
IO
ODIO LA SESSIONE D’ESAME.
IO
ODIO SCUOLA GUIDA
IO
ODIO TUTTO.
MI
SENTO TANTO IL PUFFO BRONTOLONE :’D
Aynway,
odiatemi a morte. Ma dovevo farlo finire così, ho
un’idea precisa in testa sul come va a finire. Il problema
ora sta nel trovare tempo -____- bho, devo farcela. Al costo di non
dormire e.e Promesso!!
Intanto
spero che questo capppitttoooolllo vi piaccia e bho *rotola via*
un
abbraccione abbraccioso orsettoso (?)
(A chi commenta regalo una bambolina di pezza e
del cioccolato.) Tanto amore ♥
|
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Capitolo 11 *** Put some color in your life. ***
11. Put
some color in your life.
Seduta sul
divano di casa sua, la bella Sheridan, guardava per
l’ennesima volta “Kill Bill
Vol. 1” Adorava Quentin Tarantino, e quella volta era oggetto
d’esame. Le
mancavano circa sei esami per la laurea. Finalmente il suo sogno di
regista si
avvicinava, e si sa, avrebbe lavorato per la band del suo migliore
amico e….
del suo ragazzo. Faticava a credere che Frank, quel
Frank stesse con lei. E ora era proprio seduta su quel
divano,
dove avevano fatto l’amore. L’amore.
Sospirò,
toccando la stoffa del divano.
Luce
IO NON POSSO FARCELA, LO SAI CHE
ODIO
ANALISI, VERO?!
La sua
migliore amica in preda al panico, le aveva mandato un sms. Sapeva che
ogni
volta che diceva così avrebbe passato l’esame.
Dalla sera del funerale della
signora Rush, Waynne, era completamente sparita dal mondo. A studiare,
a
dimenticarsi di Gerard. Rise all’arrivo del messaggio. Le
rispose che doveva
stare tranquilla e che sicuramente ce l’avrebbe fatta.
Appena inviò
l’sms, appoggiò il suo Nokia sul tavolino e
tornò a guardare il film; ma subito
dopo le arrivò una chiamata. Prese il telefono e sullo
schermino apparve il
nome
GeeK
Prese nuovamente il suo telefono nero e, schiacciando il pulsantino
verde,
rispose alla chiamata del suo migliore amico:
-Sher, vieni a casa mia oggi? Ci vediamo
un film!
-Buongiorno anche a te Gee. Certo che vengo. A che ora?
-Se puoi, anche ora! Ho bisogno di te, ti
devo raccontare una cosa.
-Arrivo.
Fortunatamente la bionda era già vestita. Prese le chiavi
della sua macchina e
si avviò verso casa Way.
Arrivata a
casa del suo migliore amico si avvicinò al citofono:
-Way… Way.. mmm.. oh eccolo!- suonò e qualche
istante dopo rispose Gerard
-Sher?
-No! Sono l’uomo nero. –
scoppiò a ridere- mi fai salire? - Il bel moro
aprì permettendo così alla sua migliore amica di
salire.
Arrivata sul
pianerottolo di casa non fece nemmeno in tempo a suonare il campanello
che
Gerard le si parò davanti.
-Ehi- si abbracciarono
-Ehi- rispose lei.
-Accomodati- Gerard aprì la porta di casa sua
La casa di
Gerard era piccola. Una casa da vero artista: fumetti sparsi ovunque,
disegni
appiccicati alla bella e meglio sui muri i quali erano sporchi di
colore, qualsiasi
colore. E ovviamente, tazze di caffè sparse in ogni dove.
-Puzzi d’alcool. – Disse Sheridan guardando con
disappunto il suo migliore
amico
-ho bevuto solo un pochino, dai!
Sheridan si
sedette sul divano di casa Way e iniziò a toccarsi i capelli.
-Dovrei cambiare colore, che ne dici?
-Stai bene bionda, Sher. Ma io opterei per un crazy colors: blu,
arancione o
viola. Mi piace il viola! Farebbe risaltare ancora di più i
tuoi occhi
-Dici? Ma dovrei trovare chi me li tinge – rispose Sher
scocciata. Ma, mentre
parlava vide Gerard andare in bagno. Tornò qualche minuto
dopo con una ciotola
piena di crema asciugamani e pennelli.
-Cos..?! – La ragazza, ancora per poco bionda,
sgranò gli occhi
-Volevo farmi i capelli viola, ma penso che li terrò neri.
Dai, vieni qui che
te li tingo! Ma non puoi guardarti allo specchio finché non
te lo dico io!- La
ragazza sgranò gli occhi ma infine acconsentì
Mentre Gerard
tingeva meticolosamente i capelli della sua migliore amica iniziarono a
parlare
della situazione che si era venuta a creare tra lui e Wayanne e fra lui
e
Becky. Soprattutto si chiedeva il perché fosse successo,
ancora non se ne
capacitava. Non l’aveva mai sopportata, soprattutto
perché al liceo non
riusciva a passare cinque minuti con Gerard perché si
accollava. Succedeva
sempre così alla fine. Tutte le volte che andavano al cinema
doveva per forza
esserci anche lei quindi erano sempre Sheridan e GerardBecky che si
sbaciucchiavano. Arrivarono a litigare, ma dopo due giorni Gerard si
presentò a
casa di Sheridan con una pizza gigante, Star Wars, D&D e
qualche fumetto
per lei in segno di pace.
Negli ultimi
dieci minuti, però, avevano parlato di lei e Frank.
Una volta finito il colore, lavati i capelli e finalmente asciugati
Gerard
accompagnò Sheridan in camera sua e le permise di guardarsi
allo specchio
-SANTO CIELO! – esclamò- sono, diversissima! Ma
questo colore mi piace-
-Stai bene così – sorrise il moro mentre
l’abbracciava.
Sheridan si
guardava curiosa allo specchio, quando le cadde l’occhio su
un oggetto non ben
identificato sul pavimento. Si voltò e lo raccolse con il
dito indice
mostrandolo, al dir poco disgustata, a Gerard
-E questo cos’è?! – chiese infuriata.
-Sono mutandine! E sono di Becky- Gerard le strappò
l’indumento dalle mani,
imbarazzatissimo.
-Perché le sue mutandine
sono sul tuo pavimento?- In
realtà lo sapeva
benissimo del perché. Ma aveva paura di scoprirlo.
-Lo sai… - Gerard abbassò lo sguardo per qualche
secondo. Poi riprese – Ieri
sera io e Becky siamo andati a cena fuori, in un ristorante bellissimo.
Abbiamo
parlato, tanto, tutta la sera. Ci siamo baciati e poi dopo un
po’ abbiamo fatto
l’amore. E’ stato strano farlo di nuovo con lei.
Sheridan
rimase ad ascoltare tutto il tempo, senza fiatare. Gerard lo
trovò molto
strano, sapeva benissimo che se la sua migliore amica aveva qualcosa da
dire
non ci avrebbe pensato due volte. Ma questa volta no, era diverso.
Stavolta
Sheridan era talmente infuriata che non sapeva cosa dire.
Finché non inspirò
lentamente, poi chiuse gli occhi per riaprirli e guardare dritto negli
occhi
Gerard
-Ti ricordi Peter Pan, Gee?
-Certo che me lo ricordo, perché? – Non capiva il
discorso.
- Sai qual è il problema? Il problema è che stai
trattando Waynne come… come
Trilly. Lei c’è sempre stata per Peter, ma alla
fine lui ha scelto Wendy. E
Trilly? Trilly non la considera mai nessuno.
-Ma Trilly è una fata, mentre Wendy è umana. Come
Peter… – ribatté Gerard
-Ma Peter diceva sempre “io credo nelle fate, lo giuro! Lo
giuro!” – lo sguardo
di Sheridan era troppo difficile da sostenere per Gerard il quale
aprì la bocca
per cercare di dire qualcosa, ma la richiuse immediatamente.
-Perché hai baciato Waynne? –
-P..perché.. Waynne… Waynne è una
ragazza dolcissima e mi piace stare in sua
compagnia- sussurrò il ragazzo
-Se ti piace stare in sua compagnia, perché hai scelto
Becky?
-Lo sai..
-NO! – urlò – Non lo so! Tu non ami
Becky, tu ami il ricordo che hai di lei! La
ragazzina quindicenne che ti girava in torno e che ti infilava la
lingua in
bocca ogni qual volta che poteva. Bhe, pronto?! Apri gli occhi Gerard.
A quinci
anni non solo lei ti girava in torno! C’ero anche io! Ma tu
non mi consideravi
quasi mai! Solo perché preferivi baciare lei tutto il tempo
piuttosto che
passare dieci minuti con la tua migliore amica. Ora hai 24 anni e siamo
punto e
a capo. Ma stavolta non ci sono di mezzo io, che se
c’è qualcosa che non va
urla, s’incazza e agisce. No. C’è di
mezzo Waynne. LEI tollera tutto, e se per
vederti felice devi stare con Becky tutte tette ma niente cervello, si
toglie
da mezzo. Ma i baci, quei baci non si cancellano.
-Dai… Sher, non chiamarla così –
Cercò di appoggiare una mano sulla spalla di
Sheridan
- TU! Di tutto il discorso che ti ho fatto hai SOLO captato
“Becky tutte tette”?!
Cazzo, Gee, sei diventato superficiale. Me ne vado. Ah. Sai che giorno
è?!
-No… non lo so. Che giorno è? – rispose
mortificato Gerard
-Il giorno il cui Phil e Luce si vedono. Il giorno in cui Luce avrebbe
detto a
Phil di lasciarla in pace perché aveva un altro ragazzo per
la testa. – Dopo
aver lanciato questa pesante granata
Sheridan se ne andò da casa Way, lasciandolo a bocca aperta.
La
ragazza dai capelli viola, prese il suo nokia e scrisse un messaggio
alla sua
piccola Luce
To:
Luce
Smettila
di studiare e vai all’incontro con Phil.
Riguardò
l’sms un milione di volte. Non sapeva perché
indugiava a inviarglielo, ma alla
fine si decise.
SEND.
… … …
… Text
sent.
L’aveva
fatto.
ὼ ὼ ὼ ὼ
Shù
~
Smettila
di studiare e vai all’incontro con Phil.
Sheridan,
la mia migliore amica Sheridan, mi aveva ricordato di qualcosa che
cercavo di
dimenticarmi da giorni. Però aveva ragione. Dovevo andare da
Lewis ed ero già
dannatamente in ritardo. Mi fiondai immediatamente sotto la doccia,
aprii
l’acqua calda e la feci scorrere sul mio corpo, avevo la
testa piena di
informazioni. Avevo studiato tutta la notte, in più mi ero
svegliata presto per
ripassare.
Uscii
dalla doccia e tentai di prepararmi: infilai un vestitino nero, in
segno del
mio lutto nei confronti di analisi, dei sandali rossi, gli occhiali da
sole e
presi la borsa che avevo lanciato sul letto. Nera, rappezzata con tante
toppe
di tante band. C’era anche una spilla dei My Chemical
Romance. Non ricordavo di
averla, sicuramente ce l’avevo messa lì la sera
che mi ubriacai.
-Mhh. Spero che gli occhiali coprano le mie occhiaie.- Dissi
stancamente
guardandomi allo specchio
Chiusi
la porta di casa e scesi velocemente le scale, avevo una gran paura di
perdere
l'autobus.
Dovevo assolutamente prendere la patente, non ne potevo più
di correre a destra
e a manca per evitare di perdere l'autobus. E poi, vogliamo parlare
degli
scioperi?
Che tasto dolente. Solo Sheridan sapeva quante volte avevo bestemmiato
perché
il pullman non passava, o ritardava.
Che odio.
Troppo.
Erano già le 9.30 AM e ovviamente il pullman non passava,
infatti Phil mi
chiamò.
Risposi.
-Pronto tesoro, dove sei?!- La mia
vena nell'occhio aveva iniziato a gonfiarsi.
-Sotto casa mia, sto aspettando che il pullman passi.- Risposi senza
alcun
interesse
-Ti vengo a prendere, dai!
- Guarda, non ti preoccupare. Il pullman sta arrivando giusto
ora, 10
minuti e sono lì!
Salii
sul pullman, tirai fuori il mio portafoglio nero, lo aprii e mostrai
l'abbonamento all'autista, il quale non si degnò nemmeno di
guardare la mia
tessera. Sconcertata dalla cosa mi andai a sedere nell'unico posto
libero. Mi
misi le cuffie nelle orecchie e mi abbandonai a me stessa, con tutta la
rabbia
del mondo, a ritmo di St. Anger dei Metallica.
I feel my world shake
Like an earth quake
Hard to see clear
Is it me? Is
it fear?
L'autobus
portava fino in 'Tuckahoe Road' mentre io dovevo arrivare in 'River
street'.
Questo valeva a dire che ci avrei messo altri cinque minuti per
arrivare a
destinazione. Dovevo proprio? D'altronde, dovevo parlare a Phil della
mia
cotta, non corrisposta, per Gerard. Magari potevamo essere solo amici.
O magari no.
Lewis’
Ero
quasi arrivata. La scritta, in blu, del locale si vedeva lontano un
miglio. Respira Waynne, respira. A
passo veloce
mi diressi verso il locale, all'entrata mi aspettava Phil. Riconoscevo
la sua
tracolla verde piena di toppe di band appiccicate.
-Ciao
Waynne- Mi abbracciò
-Ehi! Scusami per il ritardo, stavo studiando per analisi. Mi sono
completamente dimenticata del mondo esterno. Mi tolsi gli occhiali e li
posai
nella custodia infilandola in borsa.
-No, tranquilla, non ti preoccupare. Ti capisco perfettamente, anche io
quando
studio mi dimentico di tutto: il che se ci pensi non è
proprio una bella cosa
-Già- Sbadigliai -Entriamo? Ho bisogno di un
caffè nero mega gigante!
Il
locale non cambiava mai. Erano anni che ci andavo, e vedevo sempre i
soliti
camerieri, la solita tappezzeria verde, i tavolini color mogano ormai
rovinati,
e dei divanetti neri. In realtà, esteticamente, il locale
non era granché
bello. Ma faceva un caffè spettacolare..... per non parlare
dei donut al
cioccolato. mmmh... cioccolato.
Ci
sedemmo al primo tavolinetto libero che avevamo visto. Ci si poteva
leggere una
storia intera su quel tavolo. Era pieno di scritte fatte dai ragazzini
innamorati, e soprattutto incivili. Non si rovinano i tavoli.
...
JAMES + MARY
JASON + VIOLET
...
E
via dicendo... Miriadi di nomi erano stati incisi sul quel tavolo.
Speranza di
un amore lungo e duraturo.
Mentre ero distratta dal leggere i nomi delle coppiette innamorate si
avvicinò Daisy,
la cameriera. Avevo passato tanto di quel tempo in quel locale che
ormai sia le
cameriere che il proprietario mi conoscevano.
-Waynne! Cosa posso portarti oggi di buono? - Mi chiese lei sorridendo.
-Le avete le frittelle? Ho voglia di frittelle.
-Sei fortunata, Lewis ha appena fatto l'impasto! Da bere cosa ti porto?
-Umh, direi un caffè nero. In tazza grande, sono reduce da
un nottata folle di
studio. Ho bisogno di riprendermi.
-Tu, invece cosa prendi?- sorridendo si rivolse verso Phil
-Umh, io vorrei un tea verde con un donut al cioccolato
-Di che colore la vuoi la glassa?
-Rossa- risposte Phil. Dio che colazione orribile! Chi cazzo beveva il
tea
verde? Di sua spontanea volontà per aggiunta. A me non
piaceva per niente.
Bleah.
Daisy si congedò e andò in cucina a preparare le
nostre ordinazioni
-Sai...-
iniziò Phil - ti ho invitato perché devo dirti
una cosa veramente importante. É
da tanto che volevo dirtela..- Vidi Phil diventare
rosso.
Bzz
bzz bzz ... ... ... Shù
~
-Mi
sta chiamando
Sheridan. Scusami, è importante- premetti il tastino verde
per rispondere,
portai l'apparecchio al telefono e uscii dal locale per non far sentire
nulla a
Phil
-Pronto?
...
...
...
silenzio
-Sher?-
-...- Silenzio.
Iniziò
a piangere.
Sbiancai, mi stavo preoccupando.
-Che s..succede?- Chiesi allarmata
-Non dovrei farlo, ma so che ci tieni a lui
-Non capisco
-Gerard.
-Sher, continuo a non capire.- il mio cuore batteva all'impazzata.
-Gerard e Becky... Hanno fatto l'amore ieri notte. Non dovrei dirtelo,
lo so,
ma non forse è meglio che tu lo sappia da me. Forse. Forse.-
Scoppiò a
piangere. Il cuore mi si gelò, e fuori divenne buio.
-D..devo andare Sher, Phil mi aspetta-
Con
molta calma, tornai
dentro il locale e mi sedetti al tavolo. Poco dopo Daisy ci
portò ciò che
avevamo ordinato. Ringraziai distrattamente. Presi la forchetta e
iniziai a
mangiare silenziosamente
-Ti ho portato una cosa- Disse Phil rovistando nella sua borsa. Dopo
poco ne
estrasse un pacchetto blu con un nastrino color oro e lo
posò sul tavolo.
–Aprilo- mi sorrise
Presi il pacchettino, iniziai a tastarlo per cercare di capire cosa
fosse.
-Che cos’è?- chiesi entusiasta
-Se non lo apri non puoi sapere cos’è
-Omh.. Sì, giusto. – agitai il pacchetto per
cercare di capire cosa fosse.
-Dai, aprilo! È una cosa da niente, eh! Spero ti piaccia.
Scartai
il pacchetto
delicatamente, per paura che si rompesse e venni pervasa da un
dolcissimo odore
di camomilla. Una margherita bianca. Una candela profumata a forma di
margherita bianca. Il regalo più dolce che potessero
farmi… Questo stava a
significare che era stato ad ascoltarmi tutte le volte che gli parlavo.
Mi
scese una lacrima.
-E..ehi.. non volevo farti piangere
-N..no, non ti devi preoccupare. Non è colpa tua, ma mia!
-Non capisco…
-Phil, io ero venuta qui per dirti che ho una cotta per un altro
ragazzo. Per
dirti che non provo niente per te.. E tu mi fai questi regali facendomi
capire
che mi ascolti e io.. –Scoppiai a piangere. Con le lacrime
agli occhi vidi Phil
avvicinarsi a me, si sedette e mi abbracciò forte.
-Non devi scusarti, lo so che ti piace Gerard. Si vede da come lo
guardi, da
come gli parli… Solo che non volevo ammetterlo a me stesso.
Perché tu mi piaci
tanto- si avvicinò ancora a me sollevandomi delicatamente il
viso, con il
pollice mi asciugò le lacrime –non piangere-
continuò- non potrei sopportare
che degli occhi così belli vengano rovinati dal pianto. A
quelle parole piansi
ancora più forte.
-Gerard sta con un’altra donna. Si chiama Becky, hanno la
stessa età.- Non so
cosa successe, come successe e quando successe ma mi ritrovai ad occhi
chiusi…
Quel bacio era così morbido e così pieno di
desiderio, dischiusi le labbra e
lasciai che la sua lingua scivolasse dentro la mia bocca. La sua lingua
accarezzò delicatamente il mio palato e la cosa mi fece
rabbrividire.
Gerard…
D’un tratto spalancai gli occhi accorgendomi che, chi
baciavo, non era Gerard…
Mi staccai dal quel bacio rovistai nella borsa, presi il portafogli
posai sul
tavolo dieci dollari e scappai via dal locale piangendo.
Che
cosa avevo combinato?
Fra
le lacrime presi il
cellulare e composi rapidamente il numero della mia migliore amica.
-Pronto?
-Sher…
ho fatto un casino.
______________________________________________________________________________________________________________________________________________________________
______________________________________________________________________________________________________________________________________________________________
Salve mie
donnicciole! Scusatemi,
come al solito sono in ritardissimo col postare i capitoli. Un giorno
mi ucciderete, lo so. L O S O. Non ho più tempo,
davvero. Credetemi ç_ç
Anyway... Spero vi piaccia questo capitolo. Eeee bho! non so cos'altro
dirvi...
Vorrei fare un ringraziamento speciale alla mia Sheridan
(sì, lei esiste)
Un bacione, a presto! (Spero c.c)
-Waynne
|
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Capitolo 12 *** With fear and trembling ***
12.
With fear and trembling
-
Cos’hai fatto?!
-Ci siamo baciati - risposi.
-Luce, perché l’hai fatto?!
-Non lo so, mi avevi appena raccontato di Gerard e Becky e non ho
capito più
niente. Lui… Lui mi ha ascoltata e infine mi ha baciata.
– Risposi fra le
lacrime. Sentii Sheridan respirare
-Ok, e ora?- Tentò di calmarsi
-Non lo so, io.. non lo so..-
ώώώώώώ
Erano
passate due settimane da quella chiamata, mi
sentivo regolarmente con Phil per parlare degli esami.
-Domani dai l’esame?- mi chiese Phil che mi teneva la borsa
mentre mi
allacciavo le scarpe.
-Domani? Sì.
-Le hai parlato?
-Come?
-Con Sheridan, intendevo
-Sì, ma noi ci sentiamo tutti i giorni. È solo
che per via dell’università non
riusciamo a vederci. Lei ha i suoi esami e io ho i miei- sorrisi, mi
mancava
tanto Sher
-Capisco. Bè, sono le 2 PM direi di andare a fare un
boccone, che ne dici?
-Nono, devo tornare a casa. Devo fare una cosa.-
All’improvviso sentii un
rumore del clacson, mi voltai per vedere chi fosse, e vidi la macchina
della
mia migliore amica.
-Ehi,
bambolona che fai, non sali?!
-Sher!- Corsi verso di lei –emh Phil io scappo, ciao!- Lo
salutai in questo
modo e saltai nella macchina della mia migliore amica che, non appena
chiusi la
portiera, mi strinse in uno dei suoi più belli abbracci.
-Che ci fai qui?- le chiesi. Avevo il fiatone per la corsa.
-Sei poco in forma! Avrai fatto massimo duecento metri e già
hai il fiatone?!
Delle due sono io che fuma, non tu!- mi sorrise
-Sì, lo so è che sono diventata un
tutt’uno con il divano, ormai.
-Studi troppo per i miei gusti!
-Dai, dimmi, che ci fai qui?
-Sono venuta a prendere la mia migliore amica perché ero
sicura al cento per
cento che avesse bisogno di qualcuno che la distraesse o sicuramente si
sarebbe
infossata sul divano per studiare- arrossii leggermente, Sher mi
conosceva
proprio bene.
Ovviamente,
viaggiando in macchina si arrivava a
destinazione più velocemente.
-Sei pronta per domani, allora?
-No, per niente- risi nervosamente
-Mi fermo in pizzeria, avevo ordinato una pizza per le 2.20 PM direi
che siamo
in perfetto orario per ritirarla
-Penso che tu debba lasciare Frank e sposare me. Tu mi capisci, mi
completi.
Ordini la pizza, sì, lascialo per me.
-Oh, ma Frank lo sa benissimo che lui è la mia copertura. Tu
sei la mia vera
fidanzata! –Scoppiai a ridere Ci fermammo alla pizzerie
difronte casa
-Sì, ma io l’ho ordinata tu vai a prenderla
però! L’ho presa a nome tuo è una
pizza 50x50 doppio strato di mozzarella, salsiccia, patate e scamorza.
-Giusto per tenerci leggere, no?
-Esatto, si ma ora muoviti a scendere che se la pizza è
già pronta si fredda!
Entrai
nella pizzeria e suonai il campanello posto
sopra il bacone, si avvicinò un ragazzo
-Ehi, chi si rivede!- Era il fattorino
-Ehi!- Gli sorrisi
-Scommetto che la pizza 50x50 è la tua
-Hai scommesso bene!
-Bhe, visto che ho vinto allora mi devi un caffè!
-Quanto ti devo?- sorrisi facendo finta di non aver sentito la sua
proposta
-Facciamo così, mi paghi un caffè e la pizza te
la offro io
-Solo un caffè?- ci pensai su un attimo. La proposta era
conveniente
-Un caffè, promesso!
-Un caffè sia, allora.
-Vengo a prenderti dopo domani allora. Tanto so dove abiti
-Perfetto. Un caffè.- Presi la mia pizza e uscii dalla
pizzeria sorridendo.
-Ah! Io sono Chris!
-Piacere, io sono Waynne- gli urlai. Ero già vicino alla
macchina. Entrai e
vidi la mia migliore amica guardarmi in modo strano.
Arrivammo
a casa, sempre scrutata da Sheridan posai la
super pizza sul tavolo della cucina, presi i bicchieri e i tovaglioli e
le
bibite, lasciando a lei l’onore di aprire il cartone.
La pizza si mangia con le mani.
-Dimmi solo che non hai un appuntamento con il fattorino- Sputai
l’acqua dalla
bocca, stavo per strozzarmi
-I..io?! Ma no, da quando?!- la guardai e strappai un pezzo di pizza
dalla
fetta
-Che cosa ti ha promesso?- continuai a masticare
sperando che quel boccone di pizza non
finisse mai -Waynne-
-Il tuo sguardo inquisitorio mi mette ansia!-
-Che.cosa.ti.ha.promesso.-
-Se gli avessi pagato un caffè, mi avrebbe offerto la pizza
-Waynne…
-Un caffè, per una pizza! Ho risparmiato come minimo 14
dollari!
-Ti vendi per una pizza?- Mi chiese scherzosamente
-No, non per una pizza. Per 14 dollari. Devo risparmiare o non arrivo a
fine di
questo mese e non mi posso permettere il lusso di chiedere altri soldi
ai miei
genitori per potermi pagare da mangiare.- Ci sedemmo al tavolo.
Masticavo
lentamente, cercando di godermi ogni secondo
di quel pomeriggio. Ero con la mia migliore amica e stavo mangiando una
pizza.
Era sempre piacevole stare con lei, parlare di tutto, tutto e niente,
niente.
Ogni volta che ci vedevamo ci dovevamo raccontare sempre un sacco di
cose, come
se non ci vedessimo da dei decenni, stavolta però era
diverso: ognuna si godeva
il silenzio dell’altra, in quel momento nessuna delle due
aveva bisogno di
comunicare, per lo meno non verbalmente. I minimi gesti, gli sguardi e
i
respiri erano sufficienti.
In quel momento lo Yin e lo Yang si erano congiunti formando
quest’atmosfera di
purezza.
Respirai profondamente prima di parlare di nuovo
-Domani pomeriggio che fai?-
-Sono in sala prove con i ragazzi, stanno scrivendo un nuovo album e
volevano
provare a mettere giù qualche cosa.
-Capisco… Ma…. Senti, io… io non
dovrei chiedertelo, lo so… Ma… Gerard…
Come…
come sta?- Guardai da un’altra parte per evitare di essere
guardata negli
occhi.
-A che ora hai l’esame domani?
-Alle 10.00- Quel cambio di discorso mi aveva fatto capire tante cose
Ray
Ehi,
bella catwoman domani
alle 2 PM abbiamo le prove nello studio vicino la tua
università, ti va di fare
un salto? Dai, ti vogliamo vedere tutti!
Porsi il telefono nelle mani di Sher in attesa di una risposta.
-Vieni! Ci sono anche io! - storsi un poco il naso
-Questo implicherebbe vedere Gerard
-Fregatene! Non esiste solo lui, manchi a tutti!
To
Ray:
Ok! Domani ho l’esame di analisi, posso fare un salto subito
dopo!
SEND. … … … … Text
sent.
-Domani
finisco
all’1 PM il tempo di uscire dovrei essere lì per
l’1.25 il tempo di mangiare e
entro, va bene?
-Ma no, figurati i ragazzi portano sempre da mangiare. Ci
sarà qualcosa. Poi se
Ray te l’ha detto sicuramente l’ha fatto per sapere
se ci fossi stata anche tu
per portare in più da mangiare. Il che è grave.-
Sembrava quasi terrorizzata
dalla cosa
-I..in che senso?
-Sai quanto mangiano?! E comunque l’ultima volta che sono
stata in sala prove
con loro, circa un anno fa, Frank ha dato fuoco ad una padella.
–Scoppiai a
ridere.
-Comunque
– continuò lei –Ora devo
andare- si alzò dal tavolo e si avviò verso la
porta per poter uscire.
ώώώώώώ
Giorno
dell’esame
Ero
fuori dalla sede della mia facoltà, tremavo.
-Dai, andrà tutto bene. Ma ora dobbiamo entrare, fra poco il
professore ci
chiamerà- Alan, il mio compagno di corso
A passo abbastanza svelto ci avviammo verso l’aula.
-Alan Matthew Anderson-
il mio
professore di Analisi iniziò a fare l’appello alle
11:00 precise. Mi tremavano
le gambe e sentivo il mio stomaco in guerra. I pezzetti di cioccolata
stavano
lottando contro gli spicchi d’arancia i quali venivano
sconfitti, e per potersi
scampare al pericolo si lanciavano nel mare formato dal latte
salvandosi grazie
ai cereali, che usavano come salvagenti. Ero consapevole di guardare
troppi film
epici.
-Philippe James Adams
– Philippe, faceva strano sentire il nome completo di
Phil. Phil si avvicinò al professore, mostrò la
patente ed entrò in aula, non
prima però, di voltarsi verso di me e farmi un occhiolino.
-James River Butler-
ma quando cavolo toccava a me? Eravamo appena alla lettera
“B” e io ero la lettera “M”
Mentre
aspettavo che mi chiamassero controllai
nuovamente e, meticolosamente i documenti.
- Waynne
Kathleen Murray- Quanto cavolo ci avevo
messo per controllare tutto? Mi avvicinai tremante al professore,
mostrai i
miei documenti e mi fece entrare nella gigantesca aula stracolma di
studenti.
Una volta
tutti sistemati nell’aula il professore scrisse un paio di
appunti sulla
lavagna, che ripeté a voce.
-Ricordatevi di
segnare il vostro nome, cognome e numero di matricola. Potete
consegnare i fogli dell’esame quando volete. Bene, ora potete
cominciare. Sono
le 11.20 questo vuol dire che massimo all’1.25 dovete
consegnare. A chi
consegna con oltre 5 minuti di ritardo gli verrà annullato
l’esame. Bene, ora
cominciate-
La prima
cosa che feci fu controllare i fogli, e controllare le richieste del
compito.
A 10 minuti
dall’inizio dell’esame sentivo le sedie chiudersi,
alzai lo sguardo
e vidi una serie di ragazzi consegnare il foglio e andarsene. Iniziai
ad avere
paura.
“il seno
è sempre dispari … il coseno invece è
sempre pari” sussurravo fra me e
me.
Dopo circa
un tempo illimitato controllai tutti i fogli, avevo finito. Ora
l’importante
era passare l’esame.
Mi avvicinai alla
cattedra del professore, consegnai i fogli, strinsi la mano,
firmai il foglio delle presenze e uscii. Erano le 12.50.
-Oddio.- Dissi
-Cosa?- mi voltai
spalancando gli occhi spaventata
-Phillippe! Mi hai
spaventata-
-Odio essere chiamato
così
-È carino!
-Tu sei carina, non il
mio nome- mi spinse l’indice contro il naso
-Domani esco con il
fattorino delle pizze, mi ha detto che mi avrebbe offerto
la pizza per un caffè
-Waynne, sei senza
speranze. Esci con me, piuttosto!
-Ma ormai ho
accettato! Mi viene a prendere a casa, visto che sa dove abito, e
poi andiamo in caffetteria
-Ti perdono-
camminavamo fianco a fianco verso l’uscita della
facoltà parlando
di quello dell’esame, di cosa avesse fatto lui, e di cosa
avessi fatto io. Mi
sembrava di aver fatto quasi tutti i passaggi giusti. Quasi. Bhe, tempo
che
sarei arrivata in sala prove e sicuramente il professore avrebbe
corretto i
compiti.
-Che fai
oggi?- Mi chiese serio
-Vado in sala prove-
inarcò un sopracciglio senza capire – con i
ragazzi, i My
Chem- continuai
-Tu… vai
anche in sala prove con loro? Posso venire?! Ti prego!
-Oh…
i…io veramente non lo so, cioè, ieri Ray mi ha
mandato un sms invitandomi
ma non..
-E messaggi anche
loro. Oh Santo Dio…
-Ehiii!!
Futuro ingegnere, hai finito?- mi voltai istintivamente
-Mikey, Ray! Cosa ci
fate qui?!
-Che domande fai?- si
avvicinarono- siamo venuti a prenderti, dopo essere
passati a prendere pizze, patatine, Hamburger! – Disse Mikey
-Oh, tu devi essere
Phil! Mi ricordo di te.- Phil sbiancò
-Sta bene?- Mi chiese
Ray sottovoce
-Sì,
sì che sta bene.. È solo che, voi siete i My
chemical romance e lui è un
vostro fan-
-Oh! Ti va di venire
in sala prove con noi?- Gli disse Mikey
-o..i..
cioè.. i..-
-… Devo
considerarlo come un sì? -
-Sì!
Ray mi
trascinò qualche passo più in là, in
modo tale che Phil non potesse
sentire.
-Penso che Gerard non
sarà molto contento- mi voltai a guardarlo negli occhi
-In che senso?- Ray
non poteva aver detto quelle cose
-Non vanno bene le
cose fra Becky e Gerard, lui sta male per la morte di Elena,
e lei non sta mai in casa, esce con chissà chi lasciandolo
solo e ubriaco. È
stato in ospedale 5 volte nell’ultima settimana per il troppo
alcool assunto.
Waynne, la situazione
è seria. Giurami solo una cosa- Mi veniva da piangere ma
feci cenno di assenso con il capo
-Non guardargli i
polsi- In che senso?
-In che senso?- gli
chiesi con la voce tremante. Phil e Mikey ridevano dietro
di noi, ignari di questo discorso.
-Tu non farlo, e
andrà tutto bene.- tentai di dire qualcosa ma mi interruppe
prima che potessi iniziare –gli manchi.
Ci
avvicinammo alla macchina di Ray.
-Waynne, mettiti
avanti!- lo guardai sorridendo –Lo so che non stai bene in
macchina- mi sorrise lui.
Rimasi in silenzio per
tutto il viaggio, i miei pensieri erano accompagnati
dagli Iron Maiden e dalle risate di Phil e Mikey.
Arrivati
in sala prove, scendemmo dalla macchina –mi aiutate con il
cibo?-
Chiese Mikey mentre prendeva quattro sacchetti strapieni di cibo
-Quant’altra
roba c’è?!- Chiese Phil sbalordito
dall’aver visto il baule della
macchina….. stracolmo di sacchetti strabordanti di cibo.
Mi avvicinai alla
macchina per aiutare i ragazzi e vidi che in macchina erano
rimaste solo due bottiglie di aranciata e una di tè al
limone. -Ma..??
-Mica vorrai che le
belle ragazze si affatichino- Disse Mikey, lo guardai e gli
sorrisi imbarazzata
Entrammo in
sala e la prima cosa che feci era cercare Gerard. Non c’era.
-Ehilà
bella morettina, cosa ci fai da queste parti?- Un omone alto mi
abbracciò, facendomi sentire ancora più piccola
di quello che ero.
-Bob!- Mi girai
velocemente per poterlo abbracciare, dimenticandomi
completamente delle bottiglie che avevo in mano, le quali cascarono sui
miei
piedi
-AHI!- piagnucolai
-Non pensavo
d’essere così forte- ridacchiò Bob
mentre si scioglieva
dall’abbraccio per poter raccogliere le bibite.
-Waynne!- Frank mi
corse in contro buttandomi letteralmente a terra –sei qui!-
mi riempì di baci
-Emh.. non
è proprio una posizione comoda questa
-Dici? Sono
così comodo, io!- rise
-Bhe, sei a cavalcioni
su di me, ti credo che sei comodo
-Dovresti reputarti
fortunata, sai quante donne vorrebbero essere al posto
tuo?- Da dietro spuntò Sher che gli diede una librata in
testa
-AHI?! E cosa devo
questo?
-Suvvia, un
po’ di cultura non ha mai fatto male a nessuno. Ti muovi a
scendere
da Luce o devo tirarti un'altra dispensa da 1000 pagine su quella
capoccia?
-E io che pensavo che
fossi gelosa per la frase – vide Sher prepararsi per dargli
un altro colpo –HO CAPITO! SCENDO!- Mi aiutò a
rialzarmi.
-Prendi!-
Ray mi lanciò un hamburger, lo scartai velocemente e lo
addentai. Musica per il
mio palato
-Non sapevo che nelle vicinanze della nostra università ci
fosse una sala prove
-Se per questo, nemmeno io Phil- gli risposi distratta.
Quell’hamburger era
divino. Non so perché, d’un tratto, tutti si
voltarono a fissarmi. Cos’avevo
detto di male?
-Oh, buongiorno a tutti.- Non fissavano me, fissavano lui. Gerard.
-È di nuovo ubriaco- disse Sheridan
rivolgendosi a Frank
-Iniziamo?- senza nemmeno degnare di uno sguardo entrò nella
stanza
registrazione, si avvicinò al microfono e iniziò
a dare degli ordini
incomprensibili.
-Aspetta
Ray, dammi il tempo.- Frank e Ray, i due chitarristi, si guardavano per
darsi
il tempo.
-Wow, wow! Sono qui, nello studio di registrazione, con i My chem e con
te-
Phil si mise accanto a me e mi abbracciò.
-Fatemi provare Helena!- Disse
rabbiosamente Gerard
Long
ago
Just like the hearse you died to get in again
We are so far from you
Burning on just like a
watch….
-Cazzo!-
prese il microfono e lo sbatté in terra
-Ma cosa gli prende?
-Phil, amico mio,
andiamo a fumare una sigaretta?
-Bob, ma io non fumo
-Ma una sigaretta ad
un componente dei My Chem non si rifiuta mai!
Uscirono.
C’erano
Frank e Gerard nella stanza di registrazione che discutevano
animatamente, non
so cosa stessero dicendo. Ma Gerard gesticolava molto, mi fissava e
continuava
ad urlare.
-Io e Gerard abbiamo
litigato- Mi voltai verso Sheridan
-Perché?-
Non mi rispose.
-Tu,
pensavo fossi mio fratello! Perché l’hai fatto
venire qui?!- Gerard uscì dalla
sala registrazione rosso in volto. Urlava all’impazzata
contro Mikey
-Cosa c’entra questo! Io SONO tuo fratello, ma la puttanata
l’hai fatta tu!
-Io, oh fanculo, esco.- Sapevo che non avrei dovuto seguirlo,
perché ce l’aveva
con me, ma il mio istinto mi disse di farlo. Avevo baciato Phil, ma il
mio
cuore apparteneva a Gerard, dannatamente a lui. Mi attraeva come uno
squalo
viene attratto dall’odore del sangue. Lui era il predatore,
io la sua preda. E
per quanto ci facessimo male a vicenda non potevo fare a meno di
stargli
vicina.
Eravamo
sul
retro, lontano da tutto, lontano da tutti. Stava fumando.
-Ehi.. – mi avvicinai lentamente, lui mi guardava senza
rispondermi. -G…Gerard
- È così difficile capirlo?- Mi chiese con calma,
quella calma che metteva
paura. Non risposi.
-Rispondi! È così difficile capire che
tu… che tu mi piaci, che io ti penso! È
così difficile? A quanto pare sì, lo
è. Perché io insisto per farti venire qui,
e tu ti porti quello lì. Vi siete baciati.
Cos’è? Non puoi stare lontana dal
tuo ragazzo per più di due ore? Due cazzo di ore?! No.. non
ci riesci
evidentemente.- I suoi polsi… Erano pieni di tagli.
-E se nemmeno mi rispondi devo supporre che tutto questo che ti ho
detto è
vero.- il suo sguardo mi penetrava, mi logorava, mi uccideva.
Con il cuore che mi batteva all’impazzata mi avvicinai
rapidamente a lui, sotto
il suo sguardo, finché con tutta la forza che avevo in corpo
misto al dolore e
alle lacrime gli tirai uno schiaffo, forte. -Tu, Gerard, stai cercando
di farmi
sentire in colpa?! Stai osando fare questo?! Tu, che ti sei
completamente
dimenticato di me quando la tua ex ragazza è tornata da te
facendoti le moine!
Mi accusi di aver baciato un altro ragazzo, quando TU sei andato a
letto con la
tua ex ragazza?! TU MI DICI QUESTO?- Il mio dito indice stava
affondando nel
suo petto.
-Ci siamo lasciati- fu l’unica cosa che mi seppe dire, e
quella frase mi fece
imbestialire ancora di più.
-Non m’importa che vi siate lasciati… Non
m’importa.- Ancora una volta, ancora
una dannata volta incontrai le sue labbra, mi strinse a se lasciando
scivolare
la sua lingua sulla mia. Ancora un bacio, un bacio che sapeva di
lacrime e
dolore. Senza accorgermi gli afferrai delicatamente i polsi portandoli
al mio
petto, come se il mio cuore potesse guarire i suoi tagli. Non appena
sentì il
contatto della pelle sulla mia maglia si staccò
violentemente.
-Come…
?-
abbassai lo sguardo, intimidita dai suoi enormi occhi verdi.
-Ragazzi, tutto bene qui fuori?
-Sì Sher, va tutto bene- le disse mentre ancora mi guardava
-N..non mi guardare così, Gee… Per me sei un
libro aperto. – E poi c’era di
mezzo lo zampino di Ray.
Sheridan
si
avvicinò a noi, con molta calma, con lo sguardo malizioso.
Avevo paura di
quello che potesse fare.
-Sai, Gerard, domani Luce esce con un ragazzo.- Non rispose, si
limitò a
guardarla malissimo -Un tipetto carino, è il fattorino di
una pizzeria..- continuò
lei. Gerard si voltò e mi guardò molto
intensamente. Fece un respiro profondo,
infine si decise a parlare
-Perché?
-P..perché…. insomma….
Ecco….. lui si è offerto di pagarmi la pizza se
io gli
avessi offerto un caffè, quindi gli ho detto di
sì, perché in confronto ai 14 dollari
che gli dovevo, 4 dollari non sono nulla. Quindi ho accettato, e io..
– Scoppiò
a ridere talmente forte che mi fece rasserenare, e mi
contagiò
-Waynne!!
Waynne!! Promossi!- Sentii Phil urlare, venne fuori e si
parò davanti ai miei
occhi
-Promossi? Davvero?!
Si sa il voto??- ero felice, felicissima!
-Sì, mi ha
chiamato Alan, mi ha detto che il professore ha affisso i cartelloni
da poco, ma che ore sono?!- Gerard sorrideva
-Non lo so, ma tanto
c’erano anche gli assistenti a correggere il compito, e
poi ce l’avevano detto che lui correggeva i compiti in tempo
record! Ma su,
dimmi, quanto abbiamo preso?
-Ah, sì,
scusami! Io ho preso 29, tu invece hai preso 24- VENTIQUATTRO?!
-Cosa?!!!
Così tanto?! Io mi sarei anche accontentata di un..- Mi
baciò,
davanti a tutti, davanti a Gerard che con le lacrime agli occhi
tornò indietro
trascinandosi via Sheridan..
No. Non ora.
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Scusate
ancora per il ritardo... L'università non mi
lascia respirare.
Un
bacione
Waynne
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