Maybe tonight I’ll call you After my blood, is drowning in alcohol di CaDElena_ (/viewuser.php?uid=100059)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Maybe tonight I’ll call you After my blood, is drowning in alcohol ***
Capitolo 2: *** Sometimes we’re holding angels, and we never even know ***
Capitolo 3: *** Lie down with me, hold me in your arms ***
Capitolo 4: *** If loving you with all my heart's a crime Then I'm guilty ***
Capitolo 5: *** Nobody said it was easy ***
Capitolo 1 *** Maybe tonight I’ll call you After my blood, is drowning in alcohol ***
Ti trovi in uno di quegli scomodi divanetti delle discoteche, intorno a te tutti ballano e si muovono frenetici a ritmo di quella musica assordante, sudati e probabilmente ubriachi, forse anche tu lo sei.
O forse sei solamente solo. Talmente solo e ubriaco da non riuscire a resistere alle innumerevoli attenzioni che la bellissima ragazza accanto a te ti sta riservando. Credi sia stato dopo il terzo giro di vodka che hai smesso di resistere.
La sua bocca è sulla tua, e le sue mani ti accarezzano il petto da sopra la maglia nera, mentre il suo già cortissimo vestito, ormai la copre a malapena per la posizione in cui vi trovate, lei è seduta su ti te, e le tue mani le accarezzano le lunghe gambe. Lei inizia a baciarti il collo accarezzandoti i capelli, e tu non puoi che emettere il suo nome con un sospiro.
-Nin...- Ma non puoi finire di pronunciare quel nome. Quel nome totalmente sbagliato da pronunciare in quel momento, ma totalmente giusto da pensare.
-Mi sembra di averti già detto di chiamarmi Svetlana, ma stasera per te sarò chi vuoi. - Alza lo sguardo sorridendoti maliziosamente.
E come se qualcuno ti avesse rovesciato in faccia un secchio d’acqua gelata, ritorni a pensare. Ti ritorna in mente la litigata, lei che piange, tu che vai via sbattendo la porta e sparisci per settimane lasciando il telefono spento, le decine di chiamate di Paul, i messaggi di Candice che dice di richiamarla, i giornali che scrivono della rottura, la vostra “battaglia” di tweet. Tutto ti ritorna improvvisamente alla mente, e l’effetto guaritore dell’alcool passa, e il dolore torna, accompagnato dai ricordi.
Qualche settimana fa...
Come apri la porta di casa, la trovi stranamente silenziosa. Chiami il nome di Nina ad alta voce per farti sentire, ma come risposta ti arriva solo il rumore delle zampette di Moke che ti corre in contro per essere coccolato, e tu lo accontenti prendendolo in braccio e dirigendoti al piano di sopra.
Trovi Nina seduta sul letto con le braccia alle ginocchia e la testa bassa.
-Ehi piccola che succede?- Le domandi dolcemente sedendoti acconto a lei preoccupato. Come risposta lei alza solamente lo sguardo e noti dai suoi occhi che ha pianto.
-Mi preoccupi, mi dici che è successo?- Continui a chiedere, mentre lei non fa altro che fissarti, cerchi di prenderle le mani ma noti che stringe una scatolina di velluto blu.
Allora capisci, e sbarri gli occhi terrorizzato. Come ha fatto a trovarlo? Eri convinto di averlo nascosto bene, come potevi pensare che sarebbe andata a frugare nel cassetto dei tuoi calzini?
-Ian…- Sussurra il tuo nome per richiamare la tua attenzione, ma ora sei tu quello muto con lo sguardo fisso nel vuoto. Come mai dopo aver trovato quell’anello era così triste? Non sarebbe dovuta scoppiare a urlare di gioia e iniziare a chiamare Candice e la madre per la scoperta fatta? Non era questo il sogno di ogni ragazza?
-Che significa questo?- Ti chiede alzando per la prima volta lo sguardo e mostrandoti la scatolina.
-Mi sembra abbastanza chiaro cosa significhi.- Rispondi con un tono stranamente freddo e guardandola in faccia.
-Vuoi chiedermi di sposarti.- La sua non è una domanda, è una constatazione.
-Direi volevo, viste le circostanze.- Ti alzi dal letto e inizi a girare per la camera.
-Io non so cosa dire. - La sua voce è poco più che un sussurro, e la sua testa è di nuovo bassa.
-Di solito le scelte sono solo due, o sì, o no.-
-Io, non…- Non sa cosa dire, o forse lo sa ma ha paura di dirlo.
-Nina.- Dici il suo nome con tono duro per richiamare la sua attenzione, finalmente rialza lo sguardo.
-Io ti amo.- Lo dice iniziando a piangere e a spostarsi i capelli dal viso.
-Anche io ti amo.- La tua più che una risposta arriva come una conferma a una cosa già detta un milione di volte. – Ti prego Nina parla.-
-Io non sono pronta a tutto questo.- Una coltellata, una fitta dritta al cuore ti arriva come lei pronuncia quella frase. Stai fermo, immobile davanti a lei, che con poche parole ti ha distrutto.
-Non sei pronta...- Lo ripeti a voce alta, come per assicurarti di aver capito bene, che sia tutto vero.
-Ti prego non odiarmi.- Si alza per raggiungerti, ti si avvicina e ti poggia una mano sulla guancia, e il suo tocco brucia. Brucia più del fuoco.
-Odiati? Spiegami come solo potrei provare a odiarti. Io ti amo. Ti amo come non ho mai fatto con nessuna nella mia vita. Per te ho messo in discussione la mia vita, ho combattuto per te, per noi! Sono andato contro tutto e tutti quando mi dicevano che stavo sbagliando, che non dovevo lasciare Megan per te, che la mia era solo un infatuazione passeggera per la collega più giovane. Io però non ho dato retta a nessuno, perché io credevo a quello che sentivo per te, sapevo che tu eri quella giusta. E come hai convinto me dopo poco l'hai fatto con tutti gli altri. Quindi anche se evidentemente per te sembra così strano volevo chiederti di sposarmi.- Hai iniziato ad urlare, e lei a piangere più forte, in piedi a pochi passi da te.
-Tu vuoi qualcosa che non ti posso dare.- Lo dice tra i singhiozzi.
-E cosa sarebbe? Una vita felice? Mi sembra di averla già.-
-Tu vuoi una famiglia, dei figli, sposarti, e io no. Non ora. Ho ventiquattro anni Ian, sono la protagonista di uno show di successo, tra due anni potrei già non essere più nessuno, non avere un lavoro, se mi fermo adesso che faccio? – Ti guarda fissa negli occhi, anche il suo tono di voce è aumentato.
-Il lavoro? Ne fai un problema di lavoro?- Tutto il dolore che il suo rifiuto ti aveva causato ora si è trasformato in rabbia.
-Non far finta di non capire.-
-Oh, io capisco benissimo. Non mi sembra di averti chiesto di sposarti domani, anche se, in effetti, non te l’ho neanche chiesto, ma ormai mettermi in ginocchio e farti la proposta mi sembra abbastanza inutile!-
-Si dai, facciamo così. Io adesso ti dico di sì, vado in giro con al dito quel bell'anello che mi hai comprato. Così domani mattina nel giro di cinque minuti tutti sapranno che ci siamo fidanzati, e se non ci sposiamo nel giro di un paio di mesi, inizieranno a dire che siamo in crisi, che ci siamo lasciati, o che io sono incinta, proprio una meraviglia. Poi tra cinque o sei anni ci sposiamo. Perché io mi vedo spostata con figli quando avrò trent'anni Ian, non ora, non tra un anno, non tra due. Io ne avrò trenta, e tu quaranta. Sei disposto ad aspettarmi? A mettere da parte i tuoi sogni per tutto questo tempo? Perché io ora non sono disposta a mettere da parte la mia carriera.- Un altro schiaffo ti arriva in piena faccia.
-Ti aspetterei.- Non sei sicuro sia la verità, ma senti che la stai perdendo, e per tenerla con te faresti di tutto.
-Non è vero. Ora dici così, ma quando vedrai i tuoi amici sposati, con i loro bambini, che farai? Inizierai a odiarmi per non averti saputo dare quello che volevi, e tutto quello che avremo costruito, non sarebbe servito a niente, e lo avremo buttato via.- Cerca di farti capire il suo punto di vista, ma per te è inaccettabile.
-A me sembra che sei tu che ora butti via tutto quello che abbiamo costruito in tre anni! Avrei accettato di più un “non ti amo”, che tutte le scuse che ti stai inventando ora. Forse avevano ragione quando dicevano che eri solo una ragazzina.- Forse hai esagerato, lo capisci dai sui occhi che tornano a riempirsi di lacrime.
-O forse non saremo qui se tu non mi fossi venuto dietro come se fossi l’unica donna sulla faccia della terra, quando tra l’altro eri fidanzato!- Non potevi credere alle parole che ti aveva detto. Eppure sapeva, sapeva quanto avevi sofferto nel lasciare Megan. Era la tua donna da un sacco di tempo, ma ormai non la amavi più, quello che ti legava a lei era solo un grande affetto.
Quando hai visto Nina invece il tuo cuore ha iniziato a battere più forte, e i tuoi occhi non smettevano un attimo di guardarla. Era così bella, così speciale, dolce, ma incredibilmente sexy. Credi di esserti innamorato di lei dal primo momento che l’hai vista, ma tutti se ne accorgevano tranne te. Tua madre, Robyn, Paul, tutto il resto del cast, e persino Megan. I segni del resto erano chiari, non riuscivi a stare un attimo senza di lei, era sempre nei tuoi pensieri, per lei saresti morto. Per lei moriresti.
C’è voluto tempo però, eri combattuto, non volevi ferire Megan, e tanto meno Nina. Lei era stata chiarissima, nessuna relazione tra colleghi. Ma proprio come te era stata investita da quel fortissimo sentimento. Fino all’ultimo aveva cercato di resistere di reprimere l’amore che provava per te, “è solo il mio migliore amico” diceva.
Il tuo ti amo però era arrivato all’improvviso. Una sera eravate nella sua camera a guardare un film: P.S I Love You, il suo film preferito. Come sempre si era addormentata tra le tue braccia. Cercando di fare piano avevi spento la TV, e avevi coperto entrambi con la coperta, circondandola con le tue braccia. Nel sonno si gira e poggia la testa nel tuo petto. Il suo profumo t’invade, more e liquirizia, ti entra dentro, sei soprafatto da lei.
Ti esce spontaneo, un sussurro: Ti Amo.
E lei si sveglia, sentendo il tuo alito fresco sul collo e le tue parole. Sta ferma, con gli occhi sbarrati, ha solo il coraggio ti sussurrarti un: cosa hai detto?
Che importanza ha ormai? Hai parlato, le hai confessato tutto.
Ti Amo. Lo ripeti facendola voltare e guardandola nei suoi fantastici occhi da cerbiatta. Non risponde, ma una lacrima solitaria le riga il volto. Le sfiori la guancia con la mano e fermi il percorso della sua lacrima.
Ti bacia, e quel bacio salato ha il sapore di disperazione, di attesa, di dolore, di passione, di amore.
È iniziato tutto così, e adesso ti trovi al capolinea. Come ci siete arrivati? Come può finire tutto. La colpa è tua per volere ciò ch vuoi o sua che ha paura di dartelo?
Vi state ferendo a vicenda, tu dandole della ragazzina e lei accusandoti di essere solo un coglione che va dietro a tutte. Basta.
Ti volti senza dire una parole ed esci di casa sbattendo la porta, lasciando Nina in camera a piangere da sola per quell’amore finito.
Dopo quel giorno non vi siete visti sino agli Upfronts di New York, non la vedevi da tanto ma sapevi tutto quella che aveva fatto. Non era stato poi così difficile, aveva raccontato tutto nei dettagli attraverso il suo twitter con un milione di foto con le sue amiche. Sembrava felice, ma speravi che in fondo stesse soffrendo quanto te, o anche solo una minima parte. La amavi troppo per volere che provasse tutto il dolore che avevi tu addosso.
Sembravate due ragazzini del liceo che quando si lasciano si fanno la guerra a chi ha superato la rottura meglio. Lei che pubblica le foto con le amiche, e tu che scrivi frasi malinconiche postando foto delle tue estati newyorchesi solitarie.
Proprio oggi la vostra “lotta” aveva raggiunto l’apice, tu non facevi altro che postare foro di te e Svetlana e lei faceva la telecronaca delle sue notti pazze ad Atlanta con i colleghi del nuovo film, o con le amiche durante le sue vacanze.
Cosa avrebbe pensato se ora ti avesse visto su questo divanetto mentre baciavi un’altra? Ti avrebbe ancora amato o avrebbe iniziato ad odiarti?
Fermi la mano di Svetlana che continuava la sua corsa sempre più verso il basso mentre continuava a baciarti il collo.
-Basta.- Le dici dopo aver ricevuto una sua occhiata perplessa.
-Non posso scusa.- La fai spostare dal tuo corpo con gentilezza e la lasci li, mentre probabilmente ti sta lanciando qualche insulto in russo.
Non ti reggi in piedi molto bene. Hai davvero bevuto troppo. Ti fai strada tra le persone nel locale e cerchi di uscire.
L’aria fresca della notte ti colpisce in pieno viso ridandoti un po’ di lucidità. Prendi il telefono dalla tasca per vedere che ore sono. Pessima mossa, non hai ancora cambiato lo sfondo e la foto di te e Nina che vi baciate a Santa Monica fa capolinea dal tuo telefono stringendoti ancora di più il cuore.
L’orologio segna l’una del mattino, fai un rapido calcolo reso un po’ più difficile dall’alcool, in America sono otto ore indietro quindi dovrebbero essere le cinque del pomeriggio li. Probabilmente sarà o in giro con le amiche o in hotel.
Una strana idea ti passa per la testa. Hai bisogno di sentire la sua voce.
Pessima idea, cerca di dirti la parte ancora lucida del tuo cervello, accompagnata dalla voce di Paul che hai sentito qualche ora fa che sentendoti già ubriaco ti aveva intimato di non fare cazzate, e sei sicuro, questa la considererebbe una grande cazzata.
Cosa può uscire di buono da una telefonata fatta da ubriaco alla tua ex? Niente, assolutamente niente di buono.
Componi il suo numero rapidamente e aspetti che inizi a squillare. A ogni squillo il tuo cuore batte più forte.
-Ciao sono Nina,- al suono della sua voce perdi un battito. –In questo momento non posso rispondere, puoi lasciarmi un messaggio e io ti richiamerò.- Sentire la sua voce ti fa inevitabilmente sorridere, aspetti il bip e prima di parlare prendi un bel respiro.
-Ciao Nina, sono Ian.- Aspetti qualche secondo prima di continuare.
-Volevo avvisarti che sono ubriaco, molto ubriaco. E tu sai che quando sono ubriaco tendo a straparlare. Volevo chiederti scusa per oggi, con tutte quelle foto mi sono comportato da coglione. Credo di esserlo però, se non lo fossi in questo momento non sarei fuori da una discoteca, con un odoro terribile di alcool addosso, appena scappato dalle mani di una bellissima donna che aveva chiaramente l’intenzione di portarmi a letto. Okay, probabilmente questo non avrei dovuto dirlo, non credo avresti voluto saperlo, anche se ora sono un uomo libero no? Sai ci pensavo ieri mentre ero in aereo, non h capito se ci siamo lasciati o siamo solo codardi nel volerci chiamare per chiarire, o se sono stupido io a non capire che quando la tua donna rifiuta la tua proposta di matrimonio è finita.- Fai un’altra pausa, ti immagini la sua faccia mentre ascolterà questo messaggio delirante, o magari appena sentirà che sei tu lo cancellerà, forse sarebbe meglio.
-Nina io ti amo, e lo so che lo sai, come io so che tu ami me. Allora mi dici perché io sono qui, ubriaco che dico cose assurde a una segreteria telefonica e tu sei a kilometri di distanza da me, con quella gonna blu che odoro a ballare con uno stupido storm trooper? E soprattutto spero tu ti sia limitata a ballare con il costume e non con il tizio che c’èra dentro! Vedi sto delirando ti ho appena detto che mi stavo strusciando su una tipa, e faccio il geloso con te. La vodka non fa per me. Oggi hai scritto che a volte bisogna dimenticare ciò che senti per avere ciò che vuoi. Nel mio caso non ne ho bisogno, la risposta a entrambe le domande sei tu. Amo te e voglio te. Forse però dovrei lasciarti andare, vivere la tua vita, avere il successo che meriti, costruire il futuro come vuoi tu e non come voglio io. Dio sembra tanto un discorso alla Damon questo, e forse quando lui lo dice ci crede, ma io no. Mentre lo dico vorrei solo prendere il primo aereo per venire da te.- Inizi a ridere, ti stai rendendo totalmente ridicolo.
-Mentre litigavamo ho lasciato intendere di essermi pentito di aver deciso di stare con te, di mandare all’aria tutti gli anni con Megan. Era una cazzata. Sceglierei te altre milioni di volte, non rimpiango niente di questi tre anni insieme, che rimangano solo tre o che ce ne siamo altri trenta in serbo per noi.
Mi sono reso abbastanza ridicolo per oggi, e questa finirà nella classifica delle mie dieci telefonate più imbarazzanti, ma per dire queste cose avevo bisogno dell’aiuto di una bottiglia di vodka, sono troppo orgoglioso lo sai. Notte piccola Dobrev.- Chiudi la chiamata e ti metti il telefono in tasca, avresti voluto chiudere con un “richiama” o “fatti sentire”, ma sai benissimo che non ti richiamerà, come tu non richiamerai lei.
Quando Paul o Candice sapranno della telefonata di metteranno un blocco nel telefono per impedirti di fare altre figure come questa.
Domani riparti per Londra, e poi in Italia per la Convention, poi di nuovo Londra e in Germania per un'altra Convention. Per un po’ dovresti avere la testa abbastanza impegnata per evitare di pensare a lei, anche se a Perugia sarai con Candice che tenterà inevitabilmente di psicanalizzarti, e Paul tenterà di farti ragionare.
Che poi, è davvero colpa tua o sua? Puoi accusare te stesso di amarla talmente tanto da voler stare con lei per sempre, o lei di non sentirsi pronta?
Forse non è il vostro momento, o forse sentendo il messaggio prenderà il primo aereo per volare da te. Forse, si forse, tutte supposizioni, ma sia tu che lei sapete come andrà a finire: tu continuerai a stare in giro per l’Europa per il tuo film e le Convention, lei starà ad Atlanta per il film e poi a luglio vi ritroverete sul set a dover fingere che starvi a fianco non vi laceri dentro, e a girare scene d’amore nei panni di Elena e Damon.
Tua sorella ti ha già detto che, secondo lei, nell’esatto momento in cui girerete la prima scena in cui Damon dice ti amo ad Elena, vi salterete addosso e lo farete davanti a tutti nel divano di casa Salvatore. Forse avrà ragione lei. È stata la prima a farti capire che mi eri innamorato di lei, forse avrà ragione anche su questo.
Vedi un taxi passare e lo fermi con la mano, dai velocemente le indicazioni per raggiungere l’hotel e il taxi parte. Arrivi in pochi minuti, paghi lasciando la mancia, saluti ed esci.
Prendi l’ascensore per salire in camera, come ti trovi davanti alla camera 319 estrai la chiave magnetica dal portafoglio ed entri nella camera.
Vai subito nel bagno. La tua immagine nello specchio rivela un volto stanco e completamente stravolto.
Ti togli la maglia e ti sciacqui il viso, ma quell’alone da ubriaco triste ti rimane ancora in faccia.
Il tuo telefono si illumina avvisandoti di una notifica di twitter. Capisci subito chi è, sei talmente masochista che hai attivato le notifiche per il cellulare ogni volta che Nina twitta qualcosa.
Ha appena messo una foto di lei che gioca a beach volley con gli amici. È stupenda con quei pantaloncini di jeans e la camicia a quadri. Anche se vorresti uccidere ogni giocatore di sesso maschile di quella partita, sorridi.
Quella piccola impertinente vuole la guerra? Allora la avrà.
Imposti la fotocamera del telefono e ti scatti una foto. Petto nudo, capelli spettinati, faccia da bel tenebroso. In altre circostanze sarebbe impazzita nel vederti così. Ha iniziato lei col gioco sporco e tu l’hai accontentata.
Accompagni la foto con: 01:53 del mattino. Mosca ti amo, ma mi hai ucciso nel miglior modo possibile. Torno a Londra per iniziare il nuovo film. Dalla Russia con amore.
Il tweet parte, come anche la tua credibilità. Dopo il messaggio che le hai mandato, come potrà credere davvero alla tua folle notte Russa?
Questa volta ha vinto la tua piccola Dobrev.
Angolo Autrice
Ciao a tutti. Questa è la mia prima Nian, e spero possa piacervi.
Dopo tutte le foto e i tweet di questi due non potevo non scrivere una shot su di loro. Oltre che essere Delena sono una grande fan dei Nian, chiaramente so che sono una coppia reale, e che hanno la loro vita, e come tale la rispetto. Nessuno potrà mai sapere il vero motivo per cui si sono lasciati (sempre si siano lasciati), io ho solo provato a dare una mia interpretazione alle mille voci che ci sono in giro. Però sono troppo belli per non stare insieme, e poi i loro bambini sarebbero bellissimi! <3
Spero che la shot vi sia piaciuta e aspetto recensioni, sia positive che negative, le critiche aiutano sempre.
Un bacio e alla prossima
C.
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Capitolo 2 *** Sometimes we’re holding angels, and we never even know ***
Nina Dobrev, l’anima della festa. Era questo che eri diventata nell’ultimo periodo, party sulla spiaggia, uscite con le amiche, eventi mondani, tutte le occasioni erano buone per mostrare al mondo quanto tu stessi bene, quanto la tua vita procedesse a gonfie vele: eri la protagonista in uno show di successo, avevi appena ottenuto il ruolo in un film, i fan ti adoravano, avevi intorno a te persone fantastiche, sia i vecchi amici che quelli nuovi e la tua famiglia ti amava.
Una vita da favola insomma, per avere solo ventiquattro anni, e avevi davanti a te ancora un luminoso futuro.
Ma non bastava, tutto questo non è sufficiente a farti essere felice, a sorridere. Certo basta davanti agli altri, con cui sei sempre la splendida e perfetta Nina, quella che ride, scherza, fa la matta alle feste. Ma quando sei sola e rimani solo con i tuoi pensieri che succede?
Succede che piangi, versi tutte quelle lacrime che non hai il coraggio di mostrare a nessuno al di fuori di te stessa.
Proprio come ora. Sei sotto la doccia e approfitti dell’acqua che ti scorre addosso per nascondere le lacrime che amare ti solcano il viso.
Perché di tutte le cose che hai, ti manca proprio la più importante? Quella per cui vivevi, sorridevi, respiravi e ti alzavi felice tutte le mattine?
Ti manca lui.
E ti manca per colpa tua. Vi siete lasciati per colpa tua e delle tue paure.
Non sono pronta gli hai detto, ma era davvero la verità?
Non lo sai. Certo, sei giovane, ma hai sempre voluto avere una famiglia tutta tua, un uomo che ti ama, dei figli.
Tu vuoi qualcosa che non ti posso dare.
Ancora le tue parole ti tornano alla mente. Più pensi a quella litigata più le lacrime scorrono sul tuo viso, e più ti senti sporca, ipocrita, in colpa. In colpa per aver ferito l’unica persona che non se lo meritava, che a te aveva dato sempre e solo amore.
In testa hai una tale confusione. Una parte di te è fermamente convinta di aver fatto la scelta giusta a dire tutte quelle cose, sei stata onesta, hai detto le cose come stavano, come la pensavi, senza arrivare poi al giorno delle nozze e scappare perché non riuscivi a dire il fatidico si.
L’altra parte invece è convinta di aver detto una marea di bugie, spinta solo dal panico di non farcela e di non essere all’altezza della situazione. Di non essere alla sua altezza.
Sei divisa in due,la Nina attrice, dalla Nina persona. Non sai cosa fare, anche se, servirebbe a qualcosa decidere? Non avevi già deciso lasciandolo andare via quella notte? Ormai è tardi lo hai perso.
Lo hai perso perché forse sei davvero quella ragazzina indecisa, da cui tutti lo mettevano in guardia quanto si è innamorato di te.
Sembra una vita fa. Ormai sono passati quattro anni da quando vi siete conosciuti quel pomeriggio del 2009.
Era la prima volta che tutto il cast si incontrava al completo, fino a quel momento avevi conosciuto solo Paul che aveva recitato con te una parte durante il provino e Kayla, che come te aveva fatto il provino per la parte di Elena ma era stata presa per interpretare un altro ruolo, e ora condivideva l’appartamento con te. Non avevi ancora conosciuto il ragazzo che insieme con te e Paul avrebbe formato il “trio” dei protagonisti, doveva interpretare il fratello di Stefan, il personaggio di Paul, e voi tre sarete stati al centro di un triangolo amoroso.
L’appuntamento era agli studi di Atlanta, dove Kevin e Julie, i produttori esecutivi della serie, avrebbero presentato tutto il cast e letto il copione per la prima volta. Era importante la buona riuscita di questo pilot, se fosse andato bene la serie sarebbe stata confermata, altrimenti nessuno avrebbe avuto il lavoro.
Eri molto spaventata, era il tuo primo ruolo importante e avevi paura di non essere all’altezza, che dopo aver iniziato a girare Julie sarebbe venuta da te a dirti: “Ci dispiace ma abbiamo fatto uno sbaglio a prendere te”.
Di fianco a te avevi Paul che sorseggiava del caffè, ricordi che ti mise una mano nella spalla dicendoti di stare tranquilla, anche lui si era accorto di quanto tu fossi agitata.
Subito dopo si avvicinarono a te Candice e Kat, che avrebbero interpretato Caroline e Bonnie, le migliori amiche di Elena, erano molto dolci e simpatiche, con loro e insieme a Kayla iniziaste a parlare, dei vostri lavori precedenti, dei posti in cui avevate vissuto, hobby, passioni. Siete entrate subito molto in sintonia, già da allora eri sicura aveste formato un bellissimo gruppo, e così è stato.
Ti eri allontanata un attimo dal gruppo perché avevi bisogno di andare in bagno, hai attraversato il grande salone e sei uscita, andando contro, per via della tua estrema goffaggine, alla personae che invece voleva entrare.
Hai ancora stampate in testa le parole che ti disse: “Ehi tesoro stai attenta, potresti farti male".
Una delle sue tipiche risposte da sbruffone che usa quando vuole tentare di fare colpo, come se ci fosse bisogno di parole, e non bastassero i suoi occhi.
Diamine i suoi occhi, la prima cosa che hai notato di lui. Sei rimasta a fissarli talmente a lungo, da scatenare in lui una risata, ti chiese se ti fossi incantata. Inutile dire che le tue guance diventarono subito rosse.
Quegli occhi ti avevano colpito talmente tanto. Non erano dei semplici occhi azzurri, avevano qualcosa in più. Erano talmente chiari e limpidi che ci potevi leggere dentro la sua anima. Sembravano del colore del ghiaccio quando si scioglie, o il colore del mare in quelle splendide giornate si sole quando l’acqua riflette il colore limpido del cielo.
Gli sorridesti e gli chiedesti scusa. Lui di rimando ti fece l’occhiolino dicendo di stare tranquilla, facendoti uno di quei sui sorrisetti sghembi che sarebbero diventati il marchio di fabbrica di Damon Salvatore.
Subito dopo rinunciasti ad andare in bagno, rientrasti dentro con lui. Dopo pochi passi fatti si voltò facendoti fermare. Comunque io sono Ian piacere. Si presentò così poche parole e tendendoti la mano in segno di cortesia. Tu rispondesti con un semplice piacere Nina, gli stringesti la mano e poi entrambi andaste dagli altri per iniziare l’incontro.
E quello fu l’inizio. L’inizio della vostra incredibile storia, della splendida amicizia, degli sguardi maliziosi, delle colazioni portate a casa la mattina prima di andare sul set, degli abbracci che arrivavano all’improvviso, dell’estrema intimità che vi avvolgeva, e di tutti i commenti sarcastici che i vostri amici vi rivolgevano. Tutti avevano capito che c’èra qualcosa in più oltre l’amicizia. Si tutti, tranne voi.
Ma quello fu anche l’inizio della lotta contro i tuoi sentimenti. Tu avevi sempre avuto una regola: nessuna storia con i colleghi. Nonostante fossi giovane, avevi avuto sempre un atteggiamento molto professionale, e non ti sembrava appropriato intraprendere una relazione con un collega. Se le cose tra di voi non avessero funzionato, il tuo lavoro ne avrebbe risentito e tu non lo potevi permettere.
Ma Ian ti travolse, ti travolse con la sua simpatia, la sua dolcezza, la sua semplicità, senza dimenticare che era l’uomo più belo che tu avessi mai visto.
E così a poco a poco ti sei innamorata di lui, lui si è innamorato di te e avete iniziato una fantastica storia d’amore. Candice la definisce come la storia d’amore perfetta. Te lo ripete in continuazione: tu sei bella, lui è bellissimo e fate sesso ovunque. Cosa vuoi di più?
Lui. In questo momento vorresti solo lui e non aver rovinato tutto per le tue stupide paure.
Odi le frasi fatte, ma in questo momento la frase “non ti accorgi di quanto tieni a una persona finché non la perdi” non ti è mai sembrata più vera.
Esci dalla doccia e ti avvolgi con un asciugamano e inizia a frizionarti i capelli per asciugarli. Senti bussare alla porta. Sei partita per l’ennesimo viaggio al mare con le tue amiche, sperando di riuscire a non pensare, ma è tutto inutile.
Vai ad aprire e vedi Sarah, una delle tue più care amiche fasciata nel suo vestito nero che ti dice con tono ammonitore.
-Seriamente Nina non sei ancora pronta?-
-Si lo so scusa, e che la mia doccia è durata più del previsto, ma mi preparo in un lampo giuro. Vuoi entrate?- Le chiedi spostandoti dalla porta facendo segno con la mano. Lei entra e si siede sul tuo letto.
-Che hai fatto alla faccia? Sembri distrutta- E probabilmente ha ragione devi avere gli occhi rossi dal pianto e le occhiaie, non dormi da giorni. Non sei più abituata a dormire senza di lui.
-Mi è andato dello shampoo sugli occhi, un po’ di trucco e passa tutto- Bugie, non fai altro che raccontare bugie in questo periodo. Sarah ti guarda seria in viso e ti risponde.
-Basta, non starò qui a vederti autodistruggerti così, mi sono stancata- La guardi, facendo finta di non capire.
-Non so di cosa tu stia parlando-
- Nina credi di avere a che fare con un branco di idioti? Solo perché la gente non ti fa domande non vuol dire che non si accorga che c’è qualcosa che non va. Oggi mi ha chiamato Michaela è preoccupatissima, dice che eviti le sue telefonate e che quando è fortunata a sentirti parli a monosillabi. Mi ha detto che ha anche provato a chiamare Ian ma non le ha risposto. Non sa niente vero?- Sentire pronunciare il suo nome ti provoca un dolore al petto. Non hai più pronunciato quel nome da quella sera.
Ti dispiace per tua madre non merita questo comportamento da parte tua. Tu e lei avete sempre avuto un rapporto strettissimo, è stata la prima a sapere di te e Ian, e ora non hai nemmeno il coraggio di dirle che vi siete lasciati.
Non riesci a rispondere a quello che ti ha detto Sarah, riesci solo a piangere, finalmente puoi condividere tutto quel dolore che porti dentro con qualcuno. Lei si alza e ti raggiunge abbracciandoti semplicemente. Non dice nulla, non c’è bisogno di parole.
-Ci siamo lasciati per colpa mia. È tutta colpa mia- Riesci a dire tra i singhiozzi. Anche se quello lo sapeva già, l’unica volta che avevi parlato di lui e quando una volta arriva all’aeroporto per partire ti avevano chiesto come mai Ian non era con te. Ci siamo lasciati. Erano state le tue uniche parole, poi avevi subito cambiato argomento chiedendo chi voleva un caffè prima di imbarcarsi. Erano rimasti tutti increduli, ma vedendoti così nessuno aveva voluto fare domande.
-Tesoro raccontami cosa è successo- Scioglie il vostro abbraccio e ti fa sedere nel letto di fianco a lei.
Rimani a fissarla in silenzio per qualche minuto. Non puoi ripensare a tutto quello che è successo e raccontarglielo, è troppo doloroso. Non riesci a ripensare a tutto il male che gli hai fatto, senza sentire che il tuo cuore si spezza e le lacrime che ti rigano il viso. Ti alzi e cerchi di cancellare le lacrime che ancora scorrono sul tuo volto.
-No, non starò qui a piangermi addosso per tutti gli errori che ho fatto, e tu non starai qui a commiserarmi, dicendomi che andrà tutto bene e che si risolverà tutto. Non sarà così, prima me lo metto in testa e prima starò meglio. Non dire niente a nessuno okay? Adesso mi vestirò, usciremo, andremo a ballare e poi andiamo in spiaggia. Mi ha mandato un messaggio Mike, ci invitano a fare una partita a beach volley più tardi. Ci andiamo?- Sarah ti guarda con una faccia tra lo sconvolto e lo spiazzato, eri passata dal piangere disperata per la rottura col tuo uomo, alla versione Nina passione vacanze in meno di dieci secondi. Tu non eri così e lei lo sapeva bene.
-Non credere che la storia sia finita qui. Ne devi parlare Nina, non puoi tenerti tutto dentro. Scoprirò cosa è successo a costo di andare a Londra a chiederlo a Ian di persona- Ti sta rimproverando, e lo sai bene. È una delle persone che ti conosce di più al mondo, non potrai evitarla per sempre. Lo stai già facendo con Paul e Candice. Devi ringraziare che lei sia impegnata in Italia nel suo viaggio romantico con Joe, altrimenti sarebbe venuta da te a prenderti per i capelli perché non rispondevi mai alle sue telefonate.
-Russia. Ian è a Mosca per una convention della ISF- La correggi, facendole scappare un sorriso. Era impossibile non sapere dove fosse. Uno perché sapevi esattamente quali fossero i suoi piani lavorativi dell’estate, ne avevate discusso insieme per trovare i giorni disponibili per farvi una vacanza insieme, magari alle Hawaii dove andavate tutti gli anni una volta finite le riprese. E secondo era tutto il giorno che postava foto di lui con ragazze russe e si metteva a seguirle su Instagram, cosa che tra l’altro non ha mai fatto ne con te, ne con nessuno del cast.
Sarah prende il telefono e da uno sguardo veloce a twitter iniziando a ridere poco dopo.
-Lo vedo bene che è in Russia, e si sta dando da fare-
-Seriamente, ti dico che ci siamo lasciati e tu mi fai notare che lui è dall’altra parte del mondo a divertirsi nei locali con delle discutibili ragazze?- Non riesci a capire cosa ci sia di tanto divertente nelle foto che ha pubblicato.
-Sei tu quella che non ne vuole parlare. Io mi limito solo a commentare le sue foto che dicono: guardami Nina, guardatemi mondo, anche se pubblico stati deprimenti delle mie estati solitarie sono un gran figo e rimorchio che è una bellezza. Queste foto sono un grido d’aiuto, spera di vederti entrare in quel locale per prendere a calci quella ballerina da quattro soldi per poi sbatterlo sul bancone del bar e fare sesso davanti a tutti. Non so cosa sia successo tra di voi, ma conosco sia te sia lui, e ritornerete insieme. E ora muoviti che è tardi. Dobbiamo ancora andare a farci un giro nei negozi, cenare e andare a bere. Credo tu ne abbia bisogno- Ti da un bacio sulla guancia ed esce dalla stanza lasciandoti lì a pensare alle sue parole. Si vede proprio che non sa cosa sia successo, altimenti non parlerebbe così. Su una cosa però ha ragione, hai bisogno di bere.
Così poche ore più tardi, una decina di foto su twitter di cui due con uno storm trooper, e due vodka lemon sei in spiaggia per una partita notturna di pallavolo.
La tua squadra aveva vinto la seconda partita di seguito, era da ammettere però che gli avversari erano delle vere schiappe.
-Ci facciamo una foto? Prendi il telefono- Propone Mike. Avevate conosciuto Mike e i suoi amici sulla spiaggia, perché Emily si era presa una cotta per il suo amico, e quindi i vostri gruppi si erano inevitabilmente uniti. Era un pubblicitario e lavorava a Seattle, e ci provava spudoratamente con te dal primo momento in cui vi eravate presentati, nonostante tu gli avessi già tentato di far capire che non eri disponibile.
-Sarah, prendimi il telefono dalla borsa- Urli alla tua amica seduta poco più in la nella sabbia.
-Una telefono-dipendente come te non ha il telefono in tasca?- Ti prende in giro il ragazzo.
-Avevo paura mi cadesse mentre giocavo- Rispondi con un sorriso. Bugia, in realtà lo avevi spento dopo l’ennesimo tweet di Ian. Dovevi divertirti, non pensare a lui che se la spassava in Russia.
Vi mettete tutti in posa e Sarah scatta. Fate un paio di tentativi, Emily non riusciva a trovare la posa giusta. Ogni volta che facevate una foto, era sempre così, diceva che le foto che pubblicavi tu le vedevano milioni di persone e lei doveva essere perfetta. Non la capivi proprio.
-Ehi Nina hai una chiamata persa- Ti dice Sarah guardando il telefono. Glielo prendi dalle mani e guardi chi ti avesse telefonato.
La scritta Smoldypants appare sul tuo schermo.
Un sorriso sincero ti compare in volto, per poi tramutarsi in uno sguardo di terrore. Perché ti aveva chiamato? Era successo qualcosa?
-Vai a richiamarlo. Subito- Ti dice la tua amica. Le sorridi e ti allontani dal gruppo. Senti Mike che chiede dove stessi andando e lei che lo liquida con qualcosa come sta chiamando l’uomo della sua vita. Ci sarà rimasto sicuramente male, ma poco t’importa in quel momento.
Ti siedi in una delle torrette sulla spiaggia, componi il numero della segreteria, selezioni il messaggio di Ian e inizi ad ascoltarlo.
-Ciao Nina, sono Ian- Senti un sacco di rumore intorno a lui, deve essere ancora in quel locale.
-Volevo avvisarti che sono ubriaco, molto ubriaco. E tu sai che quando sono ubriaco tendo a straparlare. Volevo chiederti scusa per oggi, con tutte quelle foto mi sono comportato da coglione. Credo di esserlo però, se non lo fossi in questo momento non sarei fuori da una discoteca, con un odore terribile di alcool addosso, appena scappato dalle mani di una bellissima donna che aveva chiaramente l’intenzione di portarmi a letto. Okay, probabilmente questo non avrei dovuto dirlo, non credo avresti voluto saperlo, anche se ora sono un uomo libero no? Sai ci pensavo ieri mentre ero in aereo, non ho capito se ci siamo lasciati o siamo solo codardi nel volerci chiamare per chiarire, o se sono stupido io a non capire che quando la tua donna rifiuta la tua proposta di matrimonio è finita- Il tuo cuore si ferma. La sua immagine con un’altra donna ti paralizza completamente. Non riesci neanche a immaginare di poter vedere una scena simile con i tuoi occhi. Lui è tuo. E no, no nera per niente un uomo libero, è il tuo uomo. E si sei una stupida codarda che passa il tempo a postare foto su twitter e a giocare a pallavolo piuttosto che volare dal suo uomo e dirgli che lo ama.
-Nina io ti amo, e lo so che lo sai, come io so che tu ami me. Allora mi dici perché io sono qui, ubriaco che dico cose assurde a una segreteria telefonica e tu sei a kilometri di distanza da me, con quella gonna blu che odoro a ballare con uno stupido storm trooper? E soprattutto spero tu ti sia limitata a ballare con il costume e non con il tizio che c’èra dentro! Vedi sto delirando ti ho appena detto che mi stavo strusciando su una tipa, e faccio il geloso con te. La vodka non fa per me- Sorridi immaginandotelo ubriaco mentre gesticola parlando al telefono magari in mezzo a una strada. Vedere Ian ubriaco era un vero spasso, non era uno che si ubriacava spesso, ma quando lo faceva perdeva totalmente ogni inibizione, avrebbe potuto fare di tutto.
-Oggi hai scritto che a volte bisogna dimenticare ciò che si sente per avere ciò che si vuole. Nel mio caso non ne ho bisogno la risposta a entrambe le domande sei tu. Amo te e voglio te. Forse però dovrei lasciarti andare, vivere la tua vita, avere il successo che meriti, costruire il futuro come vuoi tu e non come voglio io. Dio sembra tanto un discorso alla Damon questo, e forse quando lui lo dice, ci crede, ma io no. Mentre lo dico, vorrei solo prendere il primo aereo per venire da te. Mentre litigavamo, ho lasciato intendere di essermi pentito di aver deciso di stare con te, di mandare all’aria tutti gli anni con Megan. Era una cazzata. Sceglierei te altri milioni di volte, non rimpiango niente di questi tre anni insieme, che rimangano solo tre o che ce ne siano altri trenta in serbo per noi. Mi sono reso abbastanza ridicolo per oggi, e questa finirà nella classifica delle mie dieci telefonate più imbarazzanti, ma per dire queste cose avevo bisogno dell’aiuto di una bottiglia di vodka, sono troppo orgoglioso lo sai. Notte piccola Dobrev- Una voce t’informa che il messaggio è finito: premere uno per cancellare o due per riascoltare, dice ancora.
Non sai per quanto tempo sei stata lì ad ascoltare la sua voce ripeterti che ti amava, minuti, ore, giorni, anni. Togliendo la parte in cui diceva che aveva avuto atteggiamenti compromettenti con un’altra era la cosa più bella che ti avesse mai detto.
Non credevi di meritartelo dopo quello che gli avevi fatto. Quante possibilità ci sono di riparare a una proposta di matrimonio non accettata? Davvero poche, e tu avevi la fortuna di avere accanto a te un uomo magnifico.
Alcune lacrime ti cadono calde sulla guancia ma questa volta non sono lacrime amare. Sono lacrime di speranza, lacrime che dicono che forse non è troppo tardi, che c’è ancora una possibilità di recuperare quel noi che avevi mandato in frantumi. Se domani non dovessi tornare ad Atlanta per il film saliresti sul primo aereo per andare da lui. Ti manca davvero da morire.
Il tuo telefono vibra, avvisandoti dell’arrivo di un messaggio. I suoi tweet ti arrivano per sms.
Una sua foto fa capolino nel tuo schermo. È senza maglietta, spettinato e ha chiaramente la faccia di uno che ha esagerato con la vodka. Lo odi quando fa così, sa benissimo di essere irresistibile in queste condizioni, e ne ha sempre approfittato con te, e non ha mancato di farlo neanche questa volta.
01:53 del mattino. Mosca ti amo, ma mi hai ucciso nel miglior modo possibile. Torno a Londra per iniziare il nuovo film. Dalla Russia con amore. Diceva il tweet.
Era chiaramente ubriaco, ti aveva appena detto che aveva passato una serata da schifo, ma non voleva perdere comunque la sua faccia da playboy.
Inizi a ridere, e la tua risata si accompagna col rumore delle onde dell’oceano che s’infrangono sulla spiaggia.
Lui ti ama e tu lo ami. Che importanza ha il resto?
Angolo Autrice
Ciao a tutti! Volevo ringraziare tutte le persone che hanno letto la parte precedente della storia e mi hanno spinto a continuarla, infatti la OS su Ian non doveva avere un continuo. Mi ha fatto molto piacere sapere che vi è piaciuta e spero di non avervi deluso. La storia avrà un altri due capitoli, e posterò ogni sabato. Un'ultima cosa, l'altra volta mi ero dimenticata di dire che il titolo della OS era preso dalla canzone Give me love di Ed Sheeran, invece il titolo di questo capitolo è una frase della canzone holding on and letting go di Ross Copperman. E inoltre ho chiaramente inventato tutti i nomi degli amici di Nina, non ho idea di come si chiamino. xD
Grazie mille a tutti quelli che leggeranno la mia storia, sia i lettori silenziosi che quelli che lascerenno una recensione.
In particolare ringrazio le persone che hanno lasciato una recensione:
charlie997
pufy12
Delena_88
vitamina
Chi ha inserito la storia tra le ricordate:
ianina [Contatta]
E chi tra le seguite:
giardi88 [Contatta]
Grazie di cuore a tutti!
Alla prossima :)
C. |
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Capitolo 3 *** Lie down with me, hold me in your arms ***
Non tornavi a casa da quasi un mese,
tra le riprese del film
e le tue vacanze con le amiche.
Sono le dieci del mattino e tu sei
appena scesa dal tuo
aereo, il viaggio non era stato molto lungo ma tu sei lo stesso
stanchissima,
non sai da quanto non ti fai una dormita decente.
Ritiri i bagagli e velocemente ti
dirigi all’uscita per
prendere un taxi. Il taxista ti aiuta gentilmente a caricare le valige
nel
cofano e poi ti accomodi nei sedili anteriori comunicandoli la tua
destinazione.
Dall’aeroporto a casa tua
il tragitto è di circa un ora,
così avrai almeno il tempo di riposare un po’,
l’auto ti ha sempre rilassato e
aiutato a pensare, anche se forse pensare è
l’unica cosa che non dovresti fare,
è un mese che pensi a cosa fare e hai combinato solo guai.
O meglio non hai fatto niente, ti sei
limitata a restare
ferma nelle tue insicurezze e convinzioni, tra una ripresa del film e
un mojito
sulla spiaggia.
Perché la tua fase
“io lo amo, lui mi ama andrà tutto bene”
che era iniziata dopo aver sentito a telefonata è durata
davvero poco.
Non hai risposto subito al messaggio
volendoci dormire su,
il giorno seguente hai preso in mano il telefono una ventina di volte
componendo il suo numero per poi mettere giù prima che
iniziasse a squillare
non sapendo cosa dire. Poi ti sei presa un altro giorno per pensare a
un
discorso sensato da fare, e i giorni sono diventati due, poi quattro,
una
settimana, due, fino a far passare più di un mese.
Ian non si è fatto
più sentire. Perché avrebbe dovuto? Ti
aveva confessato il suo amore in un messaggio nella tua segreteria e tu
non ti
eri neanche degnata di rispondergli, nonostante le varie minacce di
Sarah di
spedirti a Londra in un pacco dopo averti narcotizzata.
Sei terrorizzata, e questa la
verità. Sei terrorizzata
dall’amore che provi per lui. Non hai mai provato un amore
così grande, non hai
mai pensato che la tua vita non avrebbe avuto senso senza una persona,
non hai
mai sentito talmente tanto la mancanza di qualcuno da non respirare, da
non
avere la forza di fare niente, di essere talmente stanca e a pezzi da
volerti
solo rinchiudere in una stanza buia ascoltando Adele e mangiando
cioccolatini.
Lui era stato
il tuo primo tutto. E ti maledici per aver
usato quell’era al posto di è .
Manchi da casa da un po’ e
non sai cosa troverai, le riprese
incominceranno tra poco più di due settimane e voi non avete
ancora chiarito,
sempre ci sia qualcosa da chiarire.
Come farete a vedervi tutti i giorni?
A girare tutte le
scene d’amore di Damon ed Elena? Nella vostra casa ci starai
tu o lui? Se
rimani tu, lui dove andrà? Le sue cose sono ancora a casa o
ha mandato qualcuno
a prenderle?
Le tue mille domande vengono
interrotte dal tuo telefono che
squilla all’interno della tua borsa. Lo estrai e vedi che a
chiamarti è
Candice. Fai un profondo respiro e rispondi, da troppo eviti le sue
chiamate.
-Ciao Candy - Dici fingendo una voce
allegra.
-Oddio! Ma allora sei viva? Sai
perché è praticamente tutta
l’estate che parlo con la tua segreteria telefonica, o che
leggo i tuoi
monosillabici messaggi: sto bene, ci sentiamo, sono impegnata, e altre
cazzate
per evitarmi. La tua risposta più lunga è stato
il tuo tweet di congratulazione
per il mio fidanzamento! Ho fatto una festa, a cui tu e
quell’imbecille del tuo
fidanzato non siete venuti. Sappi che sono furibonda con te!- Ascolti
la sua
sfuriata in silenzio, sai che ha ragione , sei stata una pessima amica
ultimamente.
Sentirla parlare di Ian come il tuo fidanzato ti fa uno
strano effetto, non pensavi più a lui come tale.
-Seriamente, non hai niente da
dirmi?- Continua con un tono
ancora più furioso.
-Scusa Candy, che altro posso dire?-
Sospiri appoggiando la
testa al finestrino del taxi iniziando a vedere Atlanta.
-Oh le scuse non bastano te lo
garantisco-
-Sono una stupida va bene? Una
stupida che ha evitato tutte
le persone che le avrebbero potuto ricordare la sciocchezza che aveva
fatto.
Non avrei sopportato di ricevere telefonate da te, Paul, o mia madre
che
chiedevate spiegazioni sul fatto per cui io e Ian ci fossimo lasciati.
Bastano
già i giornali a darmi della stronza che ha lasciato il
ragazzo dal cuore d’oro
e dopo se ne va a spassarsela con le amiche- Sputi fuori tutto quello
che non
avevi avuto il coraggio di dire a nessuno.
-Avevi paura di essere giudicata? Il
problema era quello?-
Ti chiede la bionda che sembra essersi finalmente calmata.
-Si. La colpa della fine della nostra
storia è stata solo
mia. Ti ha raccontato qualcosa?- Non c’è bisogno
di specificare di chi stai
parlando.
-Ha fatto il reticente per un
po’ ma dopo un paio di
bicchieri di buon vino italiano ha cantato come un canarino. Lo so che
non vuoi
sentirtelo dire, ma lo sai che tra il mio cervello e la mia bocca non
ci sono
filtri. Si può sapere che diavolo ti passava per la testa
quando hai detto no?-
Eccola li, la domanda da un milione di dollari.
-Sono entrata nel panico, okay? Un
attimo prima cercavo
delle sue calze pesanti perché avevo freddo e un attimo dopo
mi ritrovo con in
mano un anello di fidanzamento. Come pensi mi sia sentita?-
-Quando Joe mi ha messo davanti
l’anello mi sono sentita la
donna più felice del mondo Nina, perché tu no?-
-La prima cosa che mi è
passata in testa è stata: e se non
sono all’altezza? Se mando tutto a
rotoli? Mi sono venuti in testa tutti gli
scenari negativi che potrebbero succedere. E se il nostro rapporto
finisce come
quello dei miei genitori o dei suoi? Se una volta sposati lui si
accorge di non
amarmi, che non sono io la donna giusta per costruire un futuro
insieme? Se lo
deludo? Quindi gli ho detto che non ero pronta ad avere una famiglia, a
sposarmi e ad avere dei figli-
-Tutto questo lui lo sa?- Domanda la
tua amica dall’altro
capo del telefono.
-No, non ci parliamo da quella sera.
Lui mi ha lasciato un
messaggio in segreteria. Ma io non ho avuto il coraggio di rispondere- Confessi sospirando.
-Lo so, mi ha raccontato tutto.
Ultimamente ho sentito più
lui di te-
-Eravate sempre insieme alle
Convention è normale!-
-No, non è normale parlare
di più col fidanzato della tua
migliore amica che con lei, Nina- Candice alza di nuovo il tono della
voce.
-Non è il mio fidanzato.
Non più! Smettila di chiamarlo così-
Urli talmente tanto da far girare il taxista distraendolo dalla guida.
-Sa anche questo? Che non
è più il tuo ragazzo, uomo,
compagno o come diavolo vuoi chiamarlo? Tutte queste cose chi le ha
decise,
tu?-
Non rispondi alle sue accuse,
è stato più comodo deciderle
da sola queste cose. Non sopporteresti di sentirle da lui, di essere
rifiutata.
Inizi a piangere, e Candice sente i tuoi singhiozzi all’altro
capo del
telefono.
-Oddio tesoro, scusa. Non volevo
farti piangere! Sono questi
stupidi ormoni che mi fanno avere queste reazioni- Si scusa la biondina
mortificata.
-Ormoni?- Domandi cercando nella
borsa un fazzoletto.
-Avrei voluto trovare un modo
più carino per dirtelo e
magari farlo di persona, ma ormai… sono incinta! –
Dice mollando un urletto.
-Tu cosa? Sono davvero pessima Candy,
non sono stata per
niente presente in questi mesi. Faccio schifo come amica- Chiedi scusa
ancora
sbalordita per la bomba sganciata dalla tua amica.
-Non ti preoccupare avrai modo di
farti perdonare. Ma dove
sei? Sento chiasso, sei in auto?-
-Sono in taxi sto per arrivare a
casa- Rispondi notando che
la macchina sta entrando nella via di casa tua.
-Sei ad Atlanta?- Domanda
improvvisamente come se si fosse
appena svegliata con la tua affermazione.
-Si perché? Sono atterrata
poco fa, anzi ti lascio perché
devo scendere dal taxi. Prometto che ti richiamo, okay? Un bacio
tesoro- Chiudi
la chiamata sentendo le proteste della bionda, per oggi avevi
già avuto la tua
dose dell’ “uragano Candy”.
Come entri in casa, il silenzio ti
accoglie. Ne Moke ne Lynx
ti accolgono, saranno nascosti da qualche parte o saranno offesi
perché gli hai
lasciati soli così a lungo, a volte lo fanno.
La casa non ti è mai
sembrata così vuota come adesso. Senti
la sua mancanza ovunque: non ci sono le sue chiavi sullo svuota tasche
o i suoi
cappelli in giro per la casa, il soggiorno è un disastro
perché lui non lo
mette apposto e non ci sono bottiglie di the verde sul ripiano della
cucina.
Noti però con un sospiro
di sollievo che le cose che non ha
preso prima di partire sono ancora li, i cappotti
nell’appendi abiti, il libri,
i CD e i DVD. Almeno qualcosa di suo c’èra, un
segno che lui era stato li, che
non ti eri sognata quei fantastici tre anni di convivenza.
Le giornate passate a letto, i
pomeriggi a guardare i film,
rimanere a fissarlo mentre cucina o mentre dorme.
Era
successo davvero
tutto. Ma come tutte le cose belle era finito.
Sali al piano di sopra dopo aver
lasciato le valige all’ingresso,
hai bisogno di una doccia.
Mentre sali le scale una strana
sensazione ti invade.
Senti il suo profumo, come quando la
mattina doveva uscire
prima di te, e dopo essersi fatto la doccia veniva a salutarti a letto
lasciandoti un bacio tra i capelli e tu respiravi il suo buonissimo
profumo,
pensando al momento in cui sarebbe rientrato e avreste fatto
l’amore.
Okay, stai ufficialmente impazzendo.
È il tuo unico
pensiero mentre sali le scale e il suo profumo si fa sempre
più forte.
Ti fermi quando ormai mancano solo
tre gradini ad arrivare
al piano. La testa inizia a girarti e quel profumo a confonderti. Vedi
una
valigia blu appoggiata al muro vicino alla porta della vostra camera. La sua valigia blu.
No, non può essere.
Noti improvvisamente il rumore della
doccia, non ci avevi
fatto caso prima. Senti chiaramente le porte della doccia aprirsi e
chiudersi e
qualcuno uscire.
Ti tieni al corrimano della scala. Il
fatto che vi divida
solo un muro ti fa spalancare gli occhi terrorizzata. Non puoi
rivederlo in
quella stessa stanza in cui tutto è finito, in cui gli hai
fatto credere di
voler buttare all’aria tutto il vostro rapporto, quella
stessa stanza che lui
aveva lasciato sbattendo la porta.
E la sua immagine che va via mentre
poche lacrime li rigano
il volta si fa spazio prepotente nella tua testa.
Come un fantasma la sua sagoma ti
passa vicino abbandonando quella
casa. Lasciando te.
Senti i suoi passi che si dirigono
dal bagno alla camera.
Provi a salire un altro gradino ma le tue gambe sembrano non rispondere
ai tuoi
comandi.
Sei bloccata, una parte di te
vorrebbero correre giù per le
scale e nascondersi da qualche parte. L’altra vorrebbe solo
colmare quella
inutile distanza che vi divide per poterlo riabbracciare e sentire di
uovo
quella magnifica sensazione che provi solo quando la sua pelle sfiora
la tua.
Qualcosa ti sfiora la gamba e dallo
spavento fai cadere il
telefono che tenevi in mano. Lynx continua a strusciarsi sulla tua
gamba in
cerca di attenzioni.
Tu guardi solo la porta della camera
aspettando di vederlo
uscire da un momento all’altro. Ha chiaramente sentito il
rumore causato dal
tuo telefono.
-Moke, Lynx venite da
papà- La sua voce. Così calda,
morbida. Tutto il contrario dell’ultima volta che
l’avevi sentita in quella
casa.
Forse avevano ragione quando dicevano
che eri solo una
ragazzina .
Ogni ricordo di quella notte
è come una coltellata in quella
ferita ancora aperta.
Lynx ti supera velocemente, facendo
tintinnare il sonaglio
che porta al collo, richiamata dalla voce di Ian. Si ferma davanti alla
porta
come aspettando un invito dal suo padrone.
-Ciao amore mio quanto mi sei
mancata- Spunta dalla porta
della camera per andare a prendere la gattina in braccio, che si lascia
coccolare dopo tanto tempo dal suo
“papà”.
Era appena uscito dalla doccia e
portava solo un asciugamano
verde intorno alla vita. Aveva i capelli bagnati da cui piccole
goccioline
d’acqua si staccavano percorrendoli la schiena e il petto per
poi sparire
dentro l’asciugamano.
È davvero uno spettacolo
meraviglioso, un Dio greco.
Rivederlo ti fa mancare il respiro, facendoti traballare le gambe, ma
dandoti
anche la forza di riprendere a salire le scale, attirando la sua
attenzione col
rumore dei tuoi passi.
Muove lentamente la testa nella tua
direzione, sapendo
esattamente chi vedrà una volta alzato lo sguardo da Lynx.
È un attimo e i suoi occhi
di ghiaccio si perdono nei tuoi.
Potresti stare così per ore, per anni a guardarlo. Ora
più che mai, non è più
tuo, potrebbe essere l’ultima volta che vi vedete li, a casa
vostra.
Il terrore ti invade, e il suo
sguardo fisso su di te non ti
aiuta. Non puoi vederlo andare via, non di nuovo, non per colpa tua.
Fai un passo verso di lui, che rimane
immobile nella sua
posizione.
Hai quasi paura che sia un sogno, che
se provi a sfioralo o
a parlarci svanirà. Magari è davvero
così, hai talmente bisogno di vederlo che
la tua mente te lo fa immaginare. Stai davvero diventando pazza.
-Nina - Pronuncia il tuo nome in un
soffio, non staccando
gli occhi da te.
Fai un altro passo verso di lui,
fermandoti quasi di fronte.
-Scusa, non sapevo fossi a casa. Se
l’avessi saputo non
sarei passata, ma non sapevo come comportarmi, tutta questa situazione
è
strana. Io, io non so cosa fare, cosa pensare. Sai che faccio? Me ne
vado,
dammi solo il tempo di prendere…-
-Nina- Continua a ripete il tuo nome
ma non lo ascolti.
-Prendo un po’ della mia
roba e vado via, ci metto poco
giuro- Parla senza riuscire più a guardarlo negli occhi, con
la paura che ti
faccia solo passare per prendere la tua roba, senza dirti niente,
lasciandoti
andare via.
E di nuovo la sua immagine che lascia
la stanza di passa a
fianco, facendoti rabbrividire, colpendoti in pieno come un tir. Ian si
avvicina poggiando una mano sulla tua spalla.
Quella è la goccia che ti
fa esplodere, che fa venire a
galla tutto il dolore, la sofferenza che in quei mesi ti aveva
attanagliato lo
stomaco, che non ti lasciava mai, che ti tormentava giorno e notte,
facendoti
sentire talmente male da voler morire. La consapevolezza di avergli
fatto del
male è un peso troppo grande da sopportare.
Vederlo davanti a te rende tutto
reale. Tutti ti credono una
stronza senza cuore perché hai passato l’estate al
mare a divertirti.
Nessuno c’èra
però quando la notte piangevi nella tua
camera. E si sei stata una stronza a far credere a tutti che sei stata
bene,
schiaffarli in faccia la tua “felicità”.
Poche settimane fa sei stata alle
Hawaii, forse la meta più
sbagliata di tutte.
Quel viaggio avreste dovuto farlo tu
e Ian, era una vostra
tradizione. Quell’anno però era saltato, tu dovevi
girare ad Atlanta e lui
doveva fare avanti e indietro tra Londra e le vari Convention.
Così tu per
fargli una sorpresa avevi prenotato una vacanza per riposarvi prima
dell’inizio
delle riprese di luglio.
Avevi finito per andarci con tuo
fratello Alex e la sua
ragazza. E solo loro sanno che hai passato i primi tre giorni della
vacanza
rinchiusa nella vostra camera
a torturati con i ricordi dei due anni
precedenti quando a dividere quel letto con te
c’èra Ian.
Anche lui penserà la
stessa cosa di te, non hai risposto al
suo messaggio e te ne sei fregata. Forse ti meriti che lui ti odi. Non
hai fatto
niente per dimostrarli di amarlo.
-Tranquilla. Nina ci sono io- Le sue
parole di scuotono. Sei
stretta tra le sue braccia mentre piangi e tremi come una foglia. Ti
sta
cullando dolcemente tenendoti stretta con un braccio mentre con
l’altra mano di
accarezza i capelli.
Dovrebbe farti sentire meglio, ma
invece ti fa sentire
ancora più in colpa. Tu lo tratti in quel modo e lui
nonostante tutto ti
consola come crolli davanti a lui.
Piangi rumorosamente singhiozzando e
stringendoti sempre più
forte a lui.
-Ian io.. io…-
Vorresti dire tante cose, ma non riesci ad articolare
nessuna frase.
-Shh, non parlare, vieni- Senza
alcuno sforzo ti solleva, e
ti porta in camera adagiandoti sul letto, per poi coricarsi affianco a
te, non
sciogliendo il vostro abbraccio. Continua a cullarti come fossi una
bambina.
Continua a dirti di stare calma, che
lui è li con te.
Paradossalmente quello è
il momento più bello degli ultimi
due mesi. Sentirlo così vicino ti fa respirare di nuovo.
Senti le palpebre sempre
più pesanti e gli occhi che ti
pizzicano dal pianto.
-Piccola dormi, io sono qui con te-
La sua voce arriva
lontana alle tue orecchie, ma ti fa sorridere.
Lui è li con te
è quello l’importante.
Spazio Autrice
Chiedo scusa per il ritardo, ma
questo capitolo non voleva sapenre di uscire fuori.
L'ispirazione è venuta adesso, infatti sono le quattro del
mattino e sono ancora sveglia. Questo sarebbe dovuto essere il
penultimo capitolo, me è venuto davvero troppo lungo
così lo dividerò in due parti, quindi alla fine
mancano ancora due capitolo, scusate per "l'inconveniente". Come sempre
il titolo è preso da una canzone, in questo caso da Kiss Me
di Ed Sheeran.
Spero che il capitolo vi sia piaciuto
e che non vi abbia deluso con questo continuo.
Se vi va lasciate una recensione :)
Volevo ringraziare tutti i lettori
della mia storia, anche ai sinlenzioso. Un ringraziamento particolare
va a chi lascia sempre una recensione e mi spinge ad andare avanti:
pufy12
charlie997
vitamina
titty9910
Quelli che l'hanno messa tra le
seguite:
1
- arymiky89 [Contatta]
2
- cateyes [Contatta]
3
- clare3 [Contatta]
4
- eleonoruccia96 [Contatta]
5
- giardi88 [Contatta]
6
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Grazie mille di cuore a tutti
<3
Un bacio e apresto :*
C.
|
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Capitolo 4 *** If loving you with all my heart's a crime Then I'm guilty ***
È così piccola
e fragile tra le tue braccia. Sembra una
bambina spaventata. È crollata appena ti ha visto, ha
iniziato a farfugliare
cose senza senso come me ne vado.
Non lo avresti permesso, non ora che
era li con te.
Come avresti potuto non abbracciarla
dopo che aveva iniziato
a piangere? Così vulnerabile, avevi quasi paura di romperla
quando l’hai
portata a letto.
Si è addormentata da poco,
ha gli occhi rossi e i capelli
arruffati, ma è comunque la cosa più bella che tu
abbia mai visto. Sta dormendo
profondamente, la conosci talmente bene da sapere che non dorme bene da
tanto,
forse dall’ultima volta che lo avete fatto insieme. E
probabilmente vale la
stessa cosa per il mangiare, la trovi notevolmente dimagrita.
Avrà potuto prendere in
giro se stessa e gli altri ma non
te. La Nina delle foto sulla spiaggia non è la tua Nina. Forse lo ha fatto per torturare
te o se stessa, ma no di
certo perché di te non le importa.
La cosa che ti fa più
incazzare di tutta questa faccenda è
il fatto che voi vi amate.
E non parli di quel tipo di amore
normale, che nella vita
provano tutti, e di cui molti si accontentano.
Stai parlando di quel tipo di amore
che se sei fortunato
provi solo una volta nella vita, quello speciale,
unico, l’amore con la A
maiuscola.
Quello delle farfalle nello stomaco, quello che ti fa girare appena lei
entra
nella stanza, quello che ti fa stare ore a fissarla mentre dorme
nonostante tu
abbia sette ore di fuso orario e non dormi da giorni.
Tu sei innamorato di lei dalla prima
volta che i suoi occhi
color cioccolato ti hanno investito travolgendoti fuori da quella porta
agli
studi. In quel momento lei ti è entrata dentro marchiandoti
l’anima, ed è un
segno che non andrà mai via, lei non andrà mai
via da te. Non può, e tu non
riesci più a immaginare una donna accanto a te che non sia
lei, che non abbia
il suo profumo, il suo calore.
Guardi la sveglia appoggiata al
comodino, segna le tre del
pomeriggio. Sei stato ore a fissarla mentre dorme, come è
tua abitudine fare.
Alle quattro però hai un incontro agli uffici della ISF,
manchi da troppo tempo
e devi controllare tutti i progetti che hai lascito in sospeso, e ti
devi anche
incontrare con Paul prima di andare alla cena che Julie ha organizzato
per dare
il bentornato a tutti ad Atlanta.
Cercando di non svegliarla scosti la
sua testa dal tuo petto
e la adagi sul cuscino, dorme così profondamente da non
accorgersi di niente.
Hai addosso ancora solo
l’asciugamano, così ti vesti
velocemente in uno dei tuoi look alla Damon Salvatore. Prima di andare
però le
scrivi un biglietto, non vuoi che pensi che tu l’abbia
abbandonata.
“Ehi sono
andato agli uffici della ISF, ho del lavoro da sbrigare. Ci
vediamo stasera alla cena di Julie al solito posto. Ti prego vieni,
dobbiamo
parlare.
I.”
Lo appoggi sul cuscino e le lasci un
bacio tra i capelli
prima di abbandonare la stanza.
Sono le otto e mezza e di Nina
nessuna traccia.
L’appuntamento era alle otto al ristornate, era arrivata
persino Candice, che
il ritardo lo aveva nel DNA.
-Tranquillo verrà- Ti dice
Paul mettendoti una mano sul
ginocchio che non riusciva a stare fermo dall’agitazione.
-La conosci, è cocciuta-
Dici al tuo amico bevendo un sorso
del tuo aperitivo.
- È bellissima –
Dice di rimando invece.
-Paul sei sposato, e lei è
la mia donna. O almeno credo-
-Idiota girati- E con le gentili
parole del tuo amico segui
il suo dito che indica la porta di ingresso, dove noti Nina.
Ha ragione Paul, è
semplicemente stupenda. Indossa un
vestito blu, stretto, che le fascia il corpo meravigliosamente. Le
arriva sopra
al ginocchio lasciando scoperte le sue gambe lunghe, fino ad arrivare
ai piedi
che sono coperti da un paio di scarpe di una tonalità di blu
più scura del
vestito.
La vedi sorridere gentilmente al
cameriere che le prende
l’impermeabile bagnato dalla pioggia che fuori scende
copiosa. Noti la profonda
scollatura del vestito sulla schiena, coperta parzialmente dai capelli
lasciati
sciolti sulle spalle.
Raggiunge velocemente il vostro
tavolo, sedendosi tra
Candice e Julie che le avevano tenuto il posto, dopo aver salutato
tutti
calorosamente.
Inutile negare li sguardi di tutti
puntati su di voi per
vedere come vi sareste salutati.
Un timido ciao è la sua
risposta.
La cena passa velocemente, tra
chiacchiere sulle vostre
vacanze e domande curiose a Julie per sapere cosa aspetta ai vostri
personaggi
in questa nuova stagione.
Siete ormai al dolce quando senti una
voce femminile
richiamare la tua attenzione.
-Ehi occhi blu- Tutti guardano te e
poi la rossa che ti
aveva salutato. Riconosci la voce, è Kate, una giovane
attrice emergente con
cui hai girato qualche scena del tuo nuovo film a Londra.
Diciamo però che il vostro
rapporto non era strato
strettamente lavorativo. Avevate passato una notte insieme al tuo
ritorno dalla
Russia, Nina non aveva risposto al tuo messaggio e tu eri arrabbiato e
ferito.
Così dopo una cena tra colleghi avevi accettato il suo
insistente invito di
riaccompagnarla in albergo. Kate era stata ben felice di vederti
cedere, era
dall’inizio delle riprese che non faceva altro che flirtare
con te.
-Occhi blu?- Ripete Paul vicino a te
lanciandoti un
occhiataccia. Tu lo zittisci con lo sguardo e ricambi il saluto.
-Ciao Kate, cosa ci fai qui ad
Atlanta?- Domandi
visibilmente in imbarazzo, cosa che non sfugge ai tuoi compagni di
tavolo. Ian
Somerhalder imbarazzato, si era mai visto?
-Domani ho il provino per un ruolo in
una serie, incrociamo
le dita- Dice facendo il gesto con la mano, avvicinandosi al tavolo e
poggiandoti una mano sulla spalla.
-Mi saluti sul serio così?
Andiamo a Londra ce la siamo
spassata- La situazione ti stava sfuggendo di mano. Paul seduto al tuo
fianco
ti fissa con sguardo ammonitore, mentre Trevino seduto alla tua
sinistra
soffoca una risata e Candice dall’altro lato del tavolo
avrebbe volentieri
ucciso la rossa alle tue spalle. Non hai il coraggio di guardare Nina e
il suo
sguardo ferito.
-Hai ragione scusa, e che sai
è una cena di lavoro- Ti alzi
rapidamente dal tavolo e abbraccia la tua
“collega”. Lei prolunga il contatto
più del necessario, lasciandoti un bacio pericolosamente
vicino all’angolo
della tua bocca, per passarci poi la mano togliendo
l’impronta di rossetto.
-Tolgo il disturbo allora. Chiamami
una di queste sere, non
sono mai stata ad Atlanta e mi servirebbe una guida. Chiedo scusa per
l’interruzione- Dice rivolta al resto del tavolo.
-Ciao occhi blu- Saluta infine
facendoti l’occhiolino e
allontanandosi dal tavolo facendo risuonare i suoi tacchi dodici sul
pavimento
del ristorante.
Mentre la guardi allontanarsi emetti
un sospiro di sollievo,
che ti si ferma in gola sentendo le parole di Steven.
-Caspita Som, quella dove
l’hai beccata? Ti stava spogliando
con gli occhi, era davv…- Non può finire la frase
interrotto da Candice che li
lascia uno scappellotto sulla nuca.
-Steven! Sta zitto!- Li dice la
bionda fulminandolo con lo
sguardo.
L’attenzione
però si sposta su Nina, che si alza facendo
strisciare la sedia e a grandi passi si allontana dal tavolo. Provi a
fermarla
prendendola per un polso, ma in malo modo si libera dalla tua presa
continuando
la sua camminata verso l’uscita.
-Giuro che se non ti alzi e le corri
dietro ti metto le mani
addosso!- La minaccia di Candice ti arriva alle orecchi quando ti stai
già
alzando e dirigendo verso l’uscita all’inseguimento
di Nina.
Fuori piove ancora, Nina esce senza
riprendere ne ombrello ne
impermeabile.
La trovi poco lontano dalla porta
appoggiata ad un muro,
mente l’acqua inizia a inzupparle il vestito e i capelli
appiccicandoglieli
addosso.
-Vattene via. Sei l’ultima
persona che voglio vedere- Sono
le sue parole appena ti vede.
-Lasciami parlare, poi potrai
mandarmi al diavolo quanto
vuoi, ti prego- Glielo chiedi avvicinandoti a lei. La sua risposta ti
arriva
con un occhiata silenziosa.
-Ho fatto una cazzata va bene.
È stato il giorno dopo essere
tornato dalla Russia, ti avevo aperto il mio cuore con quella
telefonata, mi
aspettavo almeno una risposta. Mi bastava un messaggio, una mail, ma
non il
silenzio! Mi sono sentito tradito, ulteriormente tradito dopo come ci
eravamo
lasciati. Così quella sera volevo fartela pagare e sono
stato con Kate, ma ti
giuro che è stata solo una volta. La mattina dopo stavo
peggio di prima però,
sono passato dal sentirmi abbandonato a sentirmi una merda
perché ti avevo
tradito, e tra i due non so cosa sia peggio- Fai una pausa per vedere
la sua
reazione alle tue parole, e nonostante la pioggia puoi vedere
chiaramente le
lacrime che le stanno rigando il viso. Non risponde, così tu
vai avanti.
-Mi dispiace Nina, se potessi tornare
indietro mi prenderei
a sberle quelle sera prima di fare un errore simile. Ma come pensi mi
sentissi?
Hai rifiutato la mia proposta di matrimonio,
e non lo dico per rinfacciartelo o altro, ma come credi
che l’abbia
presa? Mi sono talmente isolato dal mondo che mia madre ha mandato mio
padre in
Russia per vedere come stavo, e sai quanto quei due si odino e non di
parlino
quindi puoi capire quanto fosse preoccupata. Mi sono sentito ub
fallimento come
uomo- L’acqua vi scorre addosso accompagnata dalle tue parole
che finalmente
puoi dirle di persona.
-Basta. Non dire altro, non voglio
sapere quanto tu ti sia
sentito solo o abbandonato per rifugiarti tra le cosce di quella rossa.
È colpa
mia. Ti rendi conto? Tutto questo è colpa mia, io sono due
mesi che non respiro
Ian, che non vivo. La mattina mi alzo e la persona riflessa nello
specchio non
sono io. Io sono rimasta nella nostra casa un attimo prima di trovare
il tuo
anello ed essere invasa dal terrore. Quindi risparmiati il monologo da
fidanzato pentito. Fai meglio a dire la verità, che me lo
sono meritato perché
sono una stronza menefreghista che ha rifiutato di sposarti e che ha
passato
gli ultimi due mesi a mangiarsi le mani per lo sbaglio- Nina ti urla in
faccia
tutto il suo dolore puntandoti il dito contro.
Sentirla parlare del suo dolore ti fa
salire una rabbia
inimmaginabile. Come può parlare lei di dolore quando
sarebbe bastata una
telefonata per farti correre da lei?
-E sentiamo le mani te le mangiavi
prima o dopo la gita a
cavallo con il bel Mike pubblicitario di Seattle?- Non riesci a
trattenerti
più, non ti sei ancora sfogato dopo quella notte. Una parte
di te è talmente
ferita che vorrebbe solo urlarle contro e ferirla tanto quanto lei ha
ferito
te, fregandotene della parte che vorrebbe solo baciarla sotto la
pioggia contro
quel muro.
-Cosa c’èntra
Mike? E come fai a sapere come si chiama?- Ti
chiede con lo sguardo confuso.
-Era taggato nella foto ed esiste
google. E poi hai postato
una foto al minuto, e sempre con quello li appiccicato dietro, un
po’ difficile
da credere che tu abbia passato gli ultimi due mesi a crogiolarti nel
dolore
per me- Un improvviso dolore alla guancia ti investe, accompagnato
dalla mano
di Nina che colpisce il tuo viso.
-Non osare dire una cosa del genere-
Lo dice a bassa voce,
quasi stremata dallo sforzo di ascoltarti.
Ti porti una mano alla guancia, dove
poco prima ti ha
lasciato uno schiaffo, in effetti meritato.
-Questo tra noi due non ci
può essere. La fase del “ti
insulto perché mi hai lascito e sono ferito” con
noi non funziona. Io sono
tutto di te Ian, e tu sai tutto di me. Le nostre esistenze sono
incastrate dal
giorno che ci siamo conosciuti. Quindi non venirmi a dire che per un
solo
istante hai potuto credere che io potessi fare qualcosa per ferirti
ulteriormente dopo quella sera. E si immaginavo che tu potessi fare
qualcosa di
idiota come tradirmi, anzi credevo lo avessi fatto in Russia con quella
spogliarellista.
Mi si spezza il cuore a immaginare un’altra donna che ti
tocca e che fa l’amore
con te che non sono io, ma ripeto, sono la stronza che ha rifiutato la
tua
proposta di matrimonio, e me lo merito. Come mi meriterei ti essere
vittima di
una tua sfuriata, mi ha trattato peggio Candice oggi al telefono di te
ora- Ha
ragione, tu e lei non siete come gli altri, voi siete Ian e Nina.
Le vostre litigate non sono mai state
normali. Per quanto
lei potesse essere arrabbiata con te o viceversa non riuscivate mai a
starvi
lontani per più di un paio d’ore. Avete bisogno
l’una dell’altro come ossigeno.
-Perché?- La tua domanda
non ha bisogno di spiegazioni, vuoi
sapere il motivo della sua reazione alla vista dell’anello.
-Se ti dico che ho avuto paura,
sembra una risposta banale?
Credo che paura sia un eufemismo, fottuto terrore rende meglio quello
che ho
provato. Ma non terrore di te o di noi insieme, terrore di riuscire a
rovinarlo
di non essere all’altezza della situazione. Tu sei un uomo
Ian, e io sono una
ragazza che ha appena imparato a fare la donna. E
quell’anello mi ha fatto
pensare a tutte le cose sbagliate che ci sono in me, non so cucinare,
non so
tenere la casa in ordine, se tu non andassi a fare la spesa in dispensa
ci
sarebbero solo caramelle gommose e cioccolatini. Ti sembra il
comportamento di
una donna pronta a fare la moglie o la madre?- Sospira
liberandosi finalmente di un peso,
queste sue paure non le aveva ammesse ancora ad alta voce.
Tendi di parlare ma lei ti interrompe
riprendendo a parlare
come un fiume in piena.
-E poi diciamocelo abbiamo i geni del
divorzio nel DNA tu ed
io, guarda entrambe le nostre famiglie, sia i miei che i tuoi genitori
sono
separati. E se una volta sposati tu ti accorgi che non valgo niente
come moglie
e ti cerchi una giovane e bella casalinga del Sud che passa la giornata
a fare
torte e a sfornare figli? Io che faccio?- In quel momento viene fuori
la tua
piccola giovane donna che ami alla follia. E ridi , come non fai da
mesi delle
sue paure infondate. Sai che conosce il tuo amore per lei, ma
evidentemente non
ha ancora capito come è grande e quanto non abbia limiti.
Ti guarda mentre ridi, spostandosi i capelli fradici dalla
faccia, con quella
faccia da bambina e quel corpo da donna, leggermente offesa dalla tua
risata.
Ti avvicini finalmente a lei
prendendola per i fianchi e
facendola scontare contro il tuo petto, appoggiando la tua fronte alla
tua.
-Io ti amo per questo,
perché sei disordinata, perché non
sai preparare neanche un pancake senza dare fuoco alla cucina,
perché dormi
sempre con una mia maglietta addosso, per come mi svegli la notte
perché vuoi
fare l’amore, per come mi provochi agli eventi con quei
fantastici vestiti
sapendo che in pubblico non ti posso toccare. Maledizione, hai bisogno
di altri
esempi? Io ti amo Nikolina
Konstantinova Dobreva, in tutto quello che sei e in tutto quello che
fai, non
cambierei nulla di te. Anche se potresti tingerti i capelli di rosso-
Non coglie la tua provocazione e finalmente colpa la distanza che vi
separa
facendo incontrare le vostre labbra dopo tanto tempo.
Sentire il suo sapore è la
cosa di cui avevi più bisogno. È
vita per te, energia.
La spingi contro il muro mantenendo
le mani sui suoi fianchi
mentre lei gioca con le tue ciocche corvine ormai zuppe di pioggia.
Le vostre lingue danzano insieme in
un bacio pieno di
passione e di amore, suggellando le promesse appena fatto e stringendo
altri
patti silenziosi.
La pioggia vi scorre addosso, mentre
il suo corpo si incolla
al tuo. E ti senti finalmente completo sentendola tra le tue braccia,
la parte
mancante del tuo cuore è tornata al suo posto finalmente.
La faresti tua su quel muro se non
aveste intorno tutta
quella gente, non vedi l’ora di tornare a casa per poter
finalmente sentire il
sapore della sua pelle su di te.
Vi staccate per prendere aria da quel
bacio frenetico,
rimanendo lo stesso attaccati l’uno all’altra.
-Sposami- Lo dice sorridendo sulle
tue labbra.
-Cosa?- Ti stacchi leggermente per
poterla guardare negli
occhi.
-Fammi diventare la signora
Somerhalder, non voglio più che
nessuna rossa slavata di metta gli occhi addosso. Sei
mio. E lo sarai per sempre- Ha una tale gioia negli occhi da
renderti l’uomo più felice del mondo. Di tutta
quella paura infondata non è
rimasto più niente nei suoi occhi.
Non c’è bisogno
di una risposta, la stringi se è possibile
più forte e ti rituffi sulle sue labbra, questa volta con
più passione di
prima. Lei ti morde maliziosamente il labbro inferiore richiamando la
tua
attenzione.
-Ehi piccola Dobrev fai la brava- La
richiami scherzando.
-Quello era per avermi chiamata con
mio nome per intero,
fallo un'altra volta e ci saranno due signora Somerhalder- Le scosti
una ciocca
di capelli dal viso e la baci nuovamente, questo bacio di casto non ha
proprio
niente.
-Som piano siamo di fronte al
ristorante e ci sono tutti i
nostri amici che ci guardano dal vetro come fossero
all’acquario- E solo in
quel momento noti tutti affacciati alla vetrata del ristorante, e
Trevino a
Steven che lanciano fischi poco eleganti verso te e Nina.
-Taxi- Urli verso un auto gialla che
passava proprio in quel
momento di fronte a voi.
-Ian ho tutta la roba dentro al
ristorante- Certa di
richiamarti Ian.
-Nina tesoro, se non torniamo
immediatamente a casa io ti
strappo questo tuo bel vestito qui davanti a tutti, okay? Quindi la tua
borsa
te la prenderà Candice e te la porterà a casa nei
prossimi giorni, quando
deciderò di farti uscire dalla nostra camera da letto-
Accompagni il tutto con
un tenero bacio sulla guancia mentre la aiuti a salire nel sedile del
taxi.
Lei ride dei tuoi piani riscaldandoti
il cuore con la sua
risata cristallina.
L’unica cosa che vuoi
è renderla felice. Sei disposto ad
aspettarla tutta la vita se è questo che vuole o ad andare
anche immediatamente
a sposarvi a Las Vegas se preferisce.
Il vostro è un tipo di
amore che non può svanire o
consumarsi, può solo crescere giorno dopo giorno, e ora
avrai tutta la vita per
farlo crescere e conservarlo come la cosa più preziosa che
hai.
Angolo Autrice
Eccomi qui con il penultimo capitolo di questa storia. I nostri due
amati Nian si sono finalmente chiariti, capendo che il loro amore era
la cosa più imporatante di tutte.
Il prossimo e ultimo capito sarà una spece di epilogo,
purtroppo non potrò postarlo prima del 14/15 luglio
perchè parto per il mare, spero di trovare ancora qualcuno
che leggerà la mia storia al ritorno. >.<
Il titolo è stato preso dalla canzone Guilty dei Blue.
Come sempre ringrazio tutte le persone che l'hanno letta, i silenziosi
e non ;)
Grazie a chi ha voluto lasciarmi una recensione:
Delena_88
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Grazie mille di cuore a tutti, spero che il capitolo possa piacervi e
non vi deluda.
A presto e un bacio :*
C.
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Capitolo 5 *** Nobody said it was easy ***
Intorno a te regna il caos
più totale, e il soggiorno di
casa sembra un campo di battaglia.
Un esercito di bambini urlanti
occupava la tua casa,
facendoti impazzire.
-Cory Wesley scendi immediatamente da
quel divano!- Le urla
del tuo amico ti fanno inevitabilmente ridere, Paul e Torrey hanno
generato un
uragano dagli occhi verdi non un bambino.
Lasci velocemente il soggiorno per
portare il vassoio vuoto
di panini in cucina e rifornirlo di nuove pietanze, sembra che i
bambini non
abbiano mai mangiato in vita loro, stanno divorando di tutto.
Ti prendi un attimo per respirare
stanca, poggiando una mano
sul ventre piatto, che non accenna ancora a nessun tipo di
rotondità, almeno
per ora.
-Nina tesoro, dovresti riposarti un
po’, sei sfinita- La
voce di Edna ti fa voltare.
-Se non porto subito questi panini di
la verrò aggredita da
una decina di bambini in astinenza da maionese- La donna di fronte a te
ride
scuotendo la testa
prendendo a sua volta
un pacco di patatine da portare nella stanza affianco.
-Sai quando arriverà?- Ti
domanda mentre svuota la busta
nella ciotola vuota.
-No, l’ultimo messaggio mi
è arrivato un ora fa e diceva:
due minuti e sono li- Rispondi con voce piccata.
-Lo sai che non è colpa
sua, gli aerei non sono partiti per quell’incidente-
-Non sono io quella arrabbiata, ma lo
sarà lei se non vedrà
il suo principe varcare la porta di casa entro la fine della festa. Sai
quanto
ama sfoggiarlo in giro- Ridi indicando un gruppetto di bambine, tutte
rigorosamente
vestite da principesse, poco più in la che giocano.
Un’ altra ora passa, e da
quella porta sono entrati solo
altri bambini e genitori, di lui nessuna
traccia.
Sei seduta sul divano tra Candice e
Torrey mentre
sorvegliate i bambini e ridete dei loro mille giochi, fino a che non
vedi una
nanetta vestita di tulle rosa venire verso di te agitando i suoi
boccoli color
cioccolato tenuti fermi dalla coroncina da principessa.
Si posiziona di fronte a te e ti
chiede il permesso
silenzioso di salire sulle tue ginocchia, che arriva inevitabilmente
con un
sorriso. La piccola si siede su di te poggiando la testa
nell’incavo del tuo
collo, stingendoti forte.
-Piccola cosa
c’è, la tua festa non ti piace?- Le domandi
carezzandole dolcemente i capelli.
-Dov’è
papà?- Ti domanda solo guardandoti con le due pozze
cristalline che ha al posto degli occhi.
Tu sorridi rassicurante e la rimetti
in piedi sistemandole
il voluminoso vestito.
-Mi ha mandato un messaggio,
questione di minuti e sarà qui.
Stai tranquilla, vuoi che si perda il tuo compleanno?-
La bambina ti guarda poco convinta,
ma annuisce, assumendo
quel broncio tanto carino che ti ricorda tanto lui.
-Principessa mi concede questo
ballo?- Chiede Paul
inginocchiandosi di fronte alla bambina e prendendole la manina, per
distrarla.
Lei sorride estasiata e trascina lo zio Wes, come lo chiama lei, al centro
del salone.
Ti alzi immediatamente dal divano ed
esci fuori digitando un
numero di telefono che sai ovviamente a memoria. Tre squilli e una voce
risponde, ma la interrompi bruscamente.
-Ian Joseph Somerhalder , mi hai
lasciata sola con una casa
piena di principesse in rosa e teppisti che mi salgono sul divano, e
tua figlia
non ti parlerà mai più se non arrivi entro cinque
minuti! Dove diavolo dei?-
-Dietro di te- La risposta arriva
come una risata alle tue
spalle.
Rimani fissa a guardare
l’incredibile immagine del tuo uomo
davanti a te bellissimo come sempre, come la prima volta che
l’hai incontrato,
fissarti sorridente con le braccia aperte in attesa di un tuo abbraccio.
-Non devi abbracciare me, corri da
Rose, non fa che guardare
la porta. Sai, è frustrante che tua figlia palesi
così tanto la preferenza
verso l’altro genitore- Ian di fronte a te ride della tua
affermazione, sapendo
bene essere la verità. Quella bambina ha una venerazione nei
confronti del
padre.
Ti lasci la sua risata alle spalle,
intenzionata a rientrare
in casa, ma le intenzioni di Ian sono diverse dalle tue.
Ti prende per i fianchi e incastra il
tuo corpo fra il suo e
una colonna del portico di casa, facendo scontrare vogliose le vostre
labbra. Le
tue mani vanno subito dietro il suo collo, mentre lui con le sue ti
accarezza
la schiena.
-Som, piano, di la è pieno
di bambini e le mamme di tutti i
compagni di classe di Rose ti spogliano già abbastanza con
gli occhi, non
voglio che vadano anche di cosa sei capace- Dici interrompendo il bacio
ma non
l’abbraccio che vi intreccia.
-Scusa se sono due settimane che non
vedo la mia fantastica
moglie e avevo voglia di baciarla- Sorride malizioso, marcando con un
alzata di
sopracciglia la parola moglie, e
intrecciando le vostre mani con gli anelli.
-Quando smetterai di ripetere la
parole moglie con quella
faccia da ebete?- Li domandi accarezzandoli una guancia con
la mano.
-Mai, Signora Somerhalder- Sorride
divertito.
Nonostante stiate insieme da nove
anni e abbiate una bambina
di quattro anni siete sposati da neanche un anno.
Una volta tornati insieme, sei anni
fa, avevi subito deciso
di indossare il suo anello. Inevitabile era stata l’invasione
dei giornalisti
nella vostra privacy, e forse anche per quello avevate deciso di
aspettare,
mancavano solo due anni alla fine di Vampire Diaries, e forse con la
fine delle
riprese sareste stati meno sotto i riflettori.
Ricordi quel periodo come uno dei
più belli della tua vita. Dopo
tanto soffrire finalmente avevate trovato il vostro equilibrio, era
come se
foste già sposati. Il matrimonio sarebbe stato solo la
ciliegina sulla torta,
una firma su un pezzo di carta che diceva che vi amavate.
Stavate girando la sesta stagione di
Vampire Diaries quando
avevi scoperto di essere rimasta incinta.
Lo hai scoperto poche settimane prima
di Natale, la prima a
saperlo fu tua madre, seguita da Candice.
Nonostante questo ti mettesse ne guai
con le riprese eri
stata la persona più felice del mondo, sapendo che dentro di
te cresceva il
frutto del tuo amore con Ian.
Ian ti propose di sposarvi allora, ma
tu non volevi che il
vostro matrimonio passasse per il riparo ad una gravidanza.
Così avete deciso di
aspettare ancora, uno dei tuoi sogni
era sempre stato quello di avere i tuoi figli presenti al tuo
matrimonio, e
così era stato, appena Rose ebbe tre anni e fu in grado di
camminare decideste
la data delle nozze.
Rose era stata la vostra damigella,
con il suo vestitino
bianco e la coroncina di fiori in testa.
Averla li era stata una delle cose
più emozionanti.
Vederla davanti a te che salutava e
sorrideva a tutti mentre
spargeva petali di rosa, come se fosse la star della festa. In questo
era molto
simile ad Ian, qualunque fosse l’occasione, se Rose era nella
stanza, l’attenzione
sarebbe stata tutta su di lei.
All’altare ti
accompagnò Robert, il padre di Ian, ti
sorreggeva perché tu tremavi come una foglia.
Il tuo guardo andava da tua figlia
che camminava sicura
davanti a te, al tuo futuro marito che ti aspettava emozionato forse
anche più
di te in fondo alla chiesa.
Come arrivasti di fronte a lui,
Robert ti diede un bacio e
poggiando la tua mano su quella del figlio gli sussurrò
all’orecchio: “Non fare
stronzate figliolo”. Strappandoli
un sorriso e un occhiataccia da parte del prete.
Quando finalmente entrambi
pronunciaste il fatidico si,
fu
come se l’ultimo pezzo del puzzle andò al suo posto,
e tu ti sentissi finalmente
completa, al posto giusto nel mondo, il posto in cui saresti sempre
dovuta
essere.
Ian scioglie il vostro abbraccio
tenendo però sempre una
mano dietro la tua schiena indirizzandoti verso l’entrata di
casa.
Come entra si ferma davanti alla
porta del salone a guardare
il suo soggiorno che ormai si era trasformato in un baby parking.
Sorride quando individua la sua
principessa in mezzo a tutti
i bambini mentre gioca con le sue amichette. Sono tutte sedute sotto il
grande
festone che dice: Auguri Rose, che tu hai montato sopra il caminetto,
probabilmente
starà impartendo ordini come suo solito.
In questo è uguale a te,
sa convincere tutti a fare
qualsiasi cosa solo sbattendo le su folte ciglia, e il fatto che abbia
gli
stessi occhi di Ian la aiuta non poco.
La vedi mentre alza lo sguardo e
intercetta quello del suo
papà che le sorride con amore, guardandola come se fosse la
cosa più preziosa
del mondo.
Si inginocchia allargando le braccia
e Rose inizia a correre
verso di lei con un magnifico sorriso stampato in faccia.
-Amore mio auguri- Li dice piano come
la stringe forte,
dandole un baio fra i capelli.
-Sei venuto allora- Dice felice la
bambina, ancora felice
tra le braccia del suo papà.
-Pensi che sarei potuto mancare al
compleanno della mia principessa?-
La bambina scuote la testa divertita e trascina il papà in
mezzo alle sue
amichette che lo accolgono contente. Non importa
l’età, Ian riscuote sempre un grande
successo con il sesso femminile.
Tu hai osservato tutta la scena
appoggiata allo stipite
della porta sorridendo, con una mano poggiata sulla tua pancia.
-Quando glielo dirai?- Tua madre ti
mette affettuosamente
una mano sulla spalla, posizionandosi al tuo fianco. Sorridi di come
sappia
sempre tutto anche senza che tu glielo dica.
-Non lo so, probabilmente stasera,
sempre che riesca a
staccarlo da Rose e dalle sue amiche- Dici indicando con la testa Ian
che fa
finta di prendere il te seduto in una di quelle striminzite sedie per
bambini.
-Sono felicissima per voi tesoro,
adesso manca solo Alex e
avrò la casa piena di nipotini- Dice entusiasta
abbracciandoti forte. Si allontana
per andare ad aiutare Edna con la roba da mangiare.
Prima di dire a Ian che eri incinta
la prima volta hai
aspettato un po’, volevi trovare un modo speciale per farlo,
e hai approfittato
dei regali di Natale.
Quell’anno avevate passato
le feste a casa di sua madre e la
mattina vi eravate trovati tutti sotto l’albero per scartare
i regali, c’èrano
tutti, le vostre madri, Robyn con i bambini, Robert.
Quando arrivò il turno di
Ian di scartare i suoi regali li
passasti una piccola scatola.
La aprì bloccandosi
immediatamente quando vide il contenuto.
Era una tutina gialla con la scritta Daddy’s Love.
Rimase fermo immobile a fissare quel
piccolo indumento per
qualche minuto, fino a quando non iniziò a fissare prima te
e poi la tua pancia
ancora piatta, con un incredibile sorriso stampato sulla faccia, ti
aveva
abbracciato forte e ti aveva detto ti amo prima di baciarti. Subito
dopo erano
arrivate le congratulazioni di tutti e le lacrime di tua madre ed Edna.
Rose è nata a luglio, un
mercoledì in cui faceva
particolarmente caldo. Ian è stato con te per tutto il
travaglio, ed è stato il
primo a vedere la vostra bambina. Non l’hai
visto molte volte piangere, ma quella è stata una di quelle
poche volte, come
te la mise in braccio disse: “Principessa
ecco la tua mamma”. E notasti una lacrima di gioia
che scendeva dai suoi
occhi blu.
Quella fu la prima volta che
chiamò Rose principessa,
e da quel giorno non ha mai smesso.
La consapevolezza di averlo reso
felice è forse la
sensazione più bella che tu abbia mai provato nella tua
vita. E ora sapere che
la famiglia si allargherà ti riempie il cuore di gioia.
Dopo poche ore il vostro salone si
svuota lasciando solo
stelle filanti e palloncini appesi ai muri, e un gran disordine in giro
per la
stanza.
Senti Ian che prende Rose dal divano
dove era crollata poco
prima e cercando di non svegliarla la porta nella sua cameretta, mentre
tu
continuavi a ripulire i tavoli.
Pochi minuti dopo torna da te,
segnalandoti la sua presenza
abbracciandoti da dietro.
-Sai, Rose dorme, e questa roba ci
sarà anche domani
mattina, quindi adesso noi potremo, come dire, adempiere ai nostri
obblighi
coniugali- Propone malizioso lasciandoti piccoli baci sul collo tra una
parola
e l’altra.
-E sentiamo quali sarebbero questi
obblighi coniugali di
cuoi parli?- Rispondi divertita abbracciandolo a tua volta, avvolgendo
le tue
mani intorno al suo collo.
Sorride, e senza alcuno sforzo ti
solleva per portarti nel
grande divano posto al centro della stanza, e farti sedere sopra di lui.
Iniziate a baciarvi, e le vostre mani
a esplorare i vostri
corpi, come per dimostrare la mancanza che avete sentito
l’uno dell’altra.
Senti le sue mani che iniziano ad
insinuarsi sotto la tua
maglia, ma le blocchi con le tue, staccando le vostre bocche.
-Prima c’è una
cosa che voglio dirti- Dici vedendo il suo
volto contrariato.
-O meglio farti vedere, ho un piccolo
regalo di anniversario
in anticipo-
-In anticipo di tre mesi?- Domanda
incuriosito
-Lo vuoi o no il tuo regalo?
È dentro il mio portafoglio-
Dici indicando la tua borsa in una poltrona poco lontana da voi.
-Hai deciso finalmente di rendermi la
carta di credito?-
Chiede spostandoti divertito dal suo corpo e alzandosi per prendere il
portafoglio, per poi tornare a sedersi al tuo fianco. La tua risposta
è una
semplice occhiataccia.
-Dove devo guardare?-
-Ian è un portafoglio,
quanto pensi sia difficile trovare
qualcosa la dentro? Cerca, sono sicura lo troverai subito-
Ian poco convinto inizia a frugare
dentro al portafoglio
della mora.
-Dio Nina quanto sei complicata, qui
vedo solo soldi, una
cartella di aspirine, tessera sanitaria, una nostra foto e alcune foto
di Rose.
Da quando hai la sua ecografia in mezzo alla carta di
identità?- Domanda non
capendo.
-Guarda bene- Dici sorridendo.
Ian guarda prima te e poi
l’ecografia, notando che porta la
data di pochi giorni prima.
-Quando la smetterai di comunicarmi
le tue gravidanze in
questi modo? Non era più semplice un Ian sono incinta?-
Chiede scuotendo la
testa sorridendo felicissimo.
-Tutto qui quello che hai da dire?-
Non risponde ma riporta
il tuo corpo sotto di lui baciandoti con dolcezza sulle labbra, per poi
tracciare una scia di baci immaginaria sul tuo corpo, guancia, mento,
collo,
giù nel petto, fino ad arrivare alla tua pancia dove alza di
poco la maglia per
depositare un dolce bacio poco sopra il tuo ombelico.
-Hei la dentro, è il tuo
fantastico padre che ti parla, non
vedo l’ora di conoscerti, come la tua mamma e la tua
sorellina- Lascia un altro
bacio, risalendo per rincontrare la tua bocca.
-Avevi ragione lo sai?- Dici
accarezzandoli i capelli
corvini.
-Su cosa?- Chiede posizionandosi
meglio sul divano e facendoti
sistemare comodamente tra le sue braccia.
-Quando mi hai chiesto di sposarti la
prima volta sei anni
fa, e quando ho detto di no mi hai dato della ragazzina- Lo dici con un
velo di
malinconia negli occhi che non sfugge al tuo uomo che ti stringe
più forte a
lui.
-Non ti ho esattamente dato della
ragazzina- Cerca di
giustificarsi.
-Non l’hai detto ma lo hai
pensato. Non lo sto dicendo per
farti sentire in colpa o altro. Avevi ragione, e per colpa mia hai
sofferto
tanto. Solo ora lo capisco, capisco la tua necessità nel
volere tutto questo. Di
essere qui, in questa casa, con nostra figlia al piano di sopra, le
foto del
nostro matrimonio sopra il camino e un ecografia in mano che ci dice
che presto
saremo di nuovo genitori. Se non fosse stato per te io non sarei mai
stata in
grado di avere tutto questo. Se fuori da quel ristorante tu non mi
avessi
rincorsa io ora non sarei abbracciata su questo divano qui con te- Dici
lasciandoti sfuggire una lacrima di malinconia che Ian si preoccupa
subito di
scacciare via.
-Mi stai forse dicendo che ho ragione
ad amarti così
follemente?- Ti strappa una risata con la sua affermazione.
-Se la metti su questo piano si,
abbiamo entrambi ragione
nell’amarci, cosa potremo fare di più giusto al
mondo?-
-Assolutamente nulla- Lo dice con un
meraviglioso sorriso
stampato in faccia, quel sorriso che ti ha regalato un milione di volte
in tutti questi
anni.
-Ti ricordi cosa mi hai detto subito
dopo esserci messi
insieme?- Chiedi sollevandoti sulle braccia per poterlo guardare meglio.
Lui annuisce
silenziosamente.
-MI hai detto che non sarebbe stato
facile, ma che tu mi
saresti rimasto vicino. È così è
stato, non è stato semplice ma è stato
stupendo. Non potevamo camminare mano nella mano per strada come
facevano
tutti, non potevamo andare in ristorante per festeggiare il nostro
anniversario. Ma tu in tutto questo mi sei stato sempre affianco, anche
quando
ci eravamo lasciati. Grazie per aver reso tutto questo casino la cosa
più
semplice e naturale del mondo- Dopo le tue parole nessuno dei due
parla, state
fermi a fissarvi, stretti se possibile più forte nelle
braccia dell’altro.
-Smettila di ringraziarmi e baciami-
Dice Ian azzerando la
distanza fra i vostri volti, facendoli scontrare in un bacio pieno
d’amore e
promesse mantenute.
-Papino- Un piccolo urlo arriva dal
piano superiore. Rose deve
essersi svegliata. Poggi la fronte su quella di Ian sorridendo.
-Papino sta chiamando te- Prendi in
giro tuo marito che
rassegnato si alza dal divano.
Ti tende la mano e con un sorriso
gliela stringi,
accompagnandolo al piano di sopra dalla vostra piccola Rose.
Come varcate la porta di camera sua
la trovate seduta in un
angolino del suo letto tutta spaventata.
-Principessa che succede?- Chiede
alla bambina sedendosi nel
suo lettino. Rose con uno slancio abbraccia fortissimo il
papà sentendosi
finalmente al sicuro tra le sue braccia.
-Sotto il mio letto
c’è un mostro che mi vuole mangiare-
Dice spaventata la bambina.
-Tesoro ne abbiamo già
parlato, sotto il tuo letto o dentro
l’armadio non c’è nessun mostro- Tenti
di tranquillizzare tua figlia sedendoti
accanto ad Ian e accarezzandole dolcemente la testa.
-Me lo ha detto Cory che
c’è. Papà tu non mi fai mangiare
dal mostro vero?-
-Principessa il tuo papà
ti hai mai deluso? Senti per oggi
facciamo una cosa, ti va di dormire con me e la mamma? Così
io adesso controllo
che non ci sia nessun mostro, così da domani puoi stare
nella tua cameretta
senza avere paura. Okay?- Rose annuisce contenta, Ian si alza con lei
in
braccio e la porta in camera vostra.
-Io vado a cambiarmi, torno subito-
Dici a Ian mentre mette
Rose a letto.
Torni in camera pochi in pochi minuti
dopo esserti cambiata,
trovandoti una delle immagini più belle.
Ian e Rose che dormivano abbracciati.
Se qualcuno in quel momento ti avesse
chiesto cosa fosse la
felicità, diresti questo.
Essere circondata da persone che ami
e poter dire loro
quanto le ami ogni giorno della tua vita.
Per sempre.
Angolo Autrice
Eccoci arrivati alla fine di questa
storia, sono davvero
contenta perché è la prima storia che riesco a
portare a termie, il mio pc è
pieno di storie incompiute. E tutte questo grazie a voi che mi avete
spinto a
far diventare una mia OS una storia. Siete davvero stupendi grazie
mille!
Come credo si capisca questo capitolo
è ambientato nel futuro,
esattamente nel 2019, quando ormai i nostri Nian hanno formato una
famiglia.
Spero che vi sia piaciuto e che non
vi abbia deluso come
finale.
Volevo ringraziare tutti i lettori,
sia quelli silenziosi
che quelli che hanno lasciato una recensione alla storia, sia
all’ultimo
capitolo che ai precedenti:
Delena_88
MissElenaGilbert
charlie997
pufy12
vitamina
titty9910
Grazie a chi ha inserito la storia
tra le seguite:
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Grazie mille di cuore a tutti
<3
Come sempre il titolo viene da una
canzone, questa volta l’ho
preso da The Scientist dei Coldplay.
Spero di risentirvi presto in
un’altra mia storia J
Un bacio :*
C.
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