Will always in my memories.

di fearofopinions
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Sophie non rivide mai più i suoi genitori. ***
Capitolo 2: *** La collana. ***
Capitolo 3: *** Amore platonico? Il più brutto. ***
Capitolo 4: *** Jealousy and Kiss. ***



Capitolo 1
*** Sophie non rivide mai più i suoi genitori. ***


WILL ALWAYS IN MY MEMORIES.

Lacrime amare solcavano il viso dolce della piccola Sophie che guardava stranita ciò che accadeva intorno a lei. Vedeva solo tante luci rosse, medici che correvano da ogni parte, un'auto catapultata a terra dall'altra parte della strada e il corpo di due signori coperto completamente da una macchia di sangue che continuava ad estendersi su tutto l'asfalto. La piccola Sophie scese le poche scale dell'ingresso di casa sua, stretta ancora al suo orsacchiotto. Arrivò fino alla pozza di sangue e in quel momento tutto intorno a lei si fermò, non c'era più niente. Il suo mondo era caduto, lei era caduta. Riconobbe in quella macchia di sangue il viso del padre e i capelli ramati della madre che in quel momento erano diventati rosso sangue. Cacciò un urlo gettandosi a terra fino a quando non sentì due braccia alzarla di peso mentre le si dimenava e scalciava.
"Piccola clamati, va tutto bene" le aveva sussurrato una voce dolce e roca mentre la riportava dentro casa. Lontana da quella vista e lontana da quell'inferno. Sophie continuava ad urlare, non riusciva a capacitarsi della morte dei suoi genitori, non voleva capacitarsi della loro morte. L'uomo che prima l'aveva presa per gli esili fianchi le si avvicinò cauto, inginocchiandosi per arrivare alla sua altezza.
"Me lo fai un favore adesso?" le chiese mentre con una mano le accarezzava la guancia bagnata. La piccola, non riuscendo a parlare, ancora con le lacrime agli occhi, annuì.
"Adesso vai nella tua cameretta, domani ti sveglierai e i tuoi genitori saranno qui, okay?"
Nemmeno lui sapeva cosa fare, insomma non poteva di certo dire così tutto d'un botto, ad una bambina di circa cinque anni, che i suoi genitori erano morti? No, assolutamente. Si passò una mano tra i capelli mentre aspettava, ancora inginocchiato, una reazione dalla bambina dai capelli castani. Il volto di Sophie si illuminò in un momento, facendo riaccendere quegli occhi di un grigio spettacolare. Fose era tutto un brutto sogno, domani si sarebbe risvegliata con la dolce voce della dua mamma che la chiamava e appena avrebbe sceso le scale e sarebbe arrivata in cucina avrebbe rivisto il viso di suo padre concentrato a leggere un giornale addentando un cornetto e dopo un po' avrebbe anche ricevuto un dolce bacio sulla fonte da parte sua. Annuì vigorosamente e, con il pensiero fisso di rivedere sua madre e suo padre, risalì le scale che portavano in camera sua. Peccato che ciò che disse l'uomo non accadde, Sophie non rivide mai più i suoi genitori.

Erano ormai passati undic'anni da quell' episodio. La piccola Sophie era cresciuta in una famiglia che non era la sua, ma non le avevano mai fatto mancare niente. Si ritrovava seduta sul letto della sua camera, circondata dal silenzio, mentre sfogliava il suo libro di chimica per prepararsi al compito di domani. Posò lo sguardo sull'orologio: 15.47. Era presto ed aveva quasi finito di ripetere, la sua attenzione fu attirata da alcune foto incorniciate che aveva sul comodino, vicino la sua lamapada. Le foto ritraevano lei con i suoi fratelli, anzi, i suoi cinque fratellastri: Louis, Daisy, Phoebe, Lottie e Fizzy. La prima era sua e di Louis, ricordava il momento in cui l'avevano scattata: il giorno del suo dodicesimo compleanno. Un sorriso comparve spontaneamente sul viso della ragazza vedendo i loro volti sporchi di gelato alla vaniglia.

#Flashback.
*8 giugno 2006*
Sophie aveva deciso di festeggiare il suo dodicesimo complenno in spiaggia, insieme ai suoi compagni di classe e insieme alla sua famiglia. Tutto stava andando per il verso giusto, tutti si stavano divertendo, tranne Sophie. La sua migliore amica non era potuta venire e adesso lei si ritrovata seduta su una pietra annoiata e col viso rivolto verso la sabbia giallognola. Ovviamente Louis aveva notato lo stato di tristezza della sorella e già sapeva cosa fare. Camminò sulla riva del mare -per non bruciarsi i piedi a causa della sabbia troppo cocente- fino ad arrivare ad un piccolo chiosco lì vicino, ormai sapeva qual era il gusto di gelato preferito di Sophie: vaniglia. Ordinò proprio quello e con i pochi soldi che aveva lo pagò. Camminò lentamente cercando di non far cadere tutto il gelato sulla sabbia e arrivò vicino la roccia dove era seduta Sophie. Le picchiettò piano la spalla facendole alzare il viso e facendo incrociare i loro sguardi. L'attenzione di Sophie si posò subito sul gelato che il suo fratellastro aveva in mano, le si illuminarono gli occhi e Louis rise divertito vedendo la sua espressione. Le consegnò il gelato rivolengole un dolce "Questo è per la festeggiata, non può essere triste il giorno del suo compleanno, non credi?" le sorrise mentre la mano di Sophie prendeva in mano il gelato cominciando a leccarlo. La ragazza però poi portò il gelato verso la direzione di Louis, invitandolo a prenderne un po'. Louis scosse la testa sedendosi sulla spiaggia e osservando la sorella che aveva tutto il viso sporco di vaniglia.Improvvisamente però Sophie prese un po' di gelato e lo spalmò sul naso del fratello, aspettandosi una sua reazione che non tardò ad arrivare. Cominciarono a rincorrersi per tutta la spiaggia,ridendo ed urlando. Louis prese per i fianchi la ragazzina e si ritrovarono entrambi sulla sabbia, scoppiarono a ridere mentre la loro mamma predeva la macchina fotografia e schiacciava il tasto in alto. Sullo sfondo di quella scenetta, un gelato alla vaniglia giaceva sulla sabbia.
#Fine Flashback.

Sophie rise ricordandosi questa scena. "Povero il mio gelato alla vaniglia." pensò ridendo ancora di più. Fece scorrere il suo sguardo tra le foto lì vicino e ne trovò una con la sua migliore amica di sempre. Charlie.

#Flashback
Sophie e Charlie si erano incontrate per andare a fare shopping, come ogni venerdì che si rispetti. Charlie già sapeva cosa comprarsi, domani sarebbero uscite e voleva far a tutti i costi colpo su Damon. Damon era il ragazzo a cui andava dietro da più di tre mesi, certo lui la guardava e qualche volta le parlava ma, cosa che non capiva Charlie, questo non significava che lui era innamorata di lei. Sophie sapeva che prima o poi Char si sarebbe scocciata e avrebbe messo gli occhi su qualche altra "vittima". Amava la sua migliore amica come una sorella, avevano condiviso tutto e continuavano a farlo ancora oggi. Le due si erano incontrate per andare a fare shopping e avevano completamente svaligiato i loro negozi preferiti ma Charlie non era ancora soddisfatta, non aveva ancora trovato ciò che faceva per lei. Mentre continuavano a camminare per le strade di Oxford street con due buste per ciascuna, Charlie si fermò all'improvviso facendo bloccare di conseguenza anche Sophie che stava bevendo beatamente il suo frullato, rigorosamente alla vaniglia.
"Char, che succede?" le aveva chiesto notando l'espessione da ebete della sua amica, seguì il suo sguardo e vide un ragazzo muscoloso, coi capelli biondi e gli occhi verdi camminare per la strada con fare prepotente, lanciando occhiate a tutte le ragazze che passavano. Sophie alzò gli occhi al cielo, la sua amica era completamente ossessionata da quel ragazzo, a volte non la reggeva più. Le passò una mano davanti agli occhi per farla risvegliare ma niente, non ne voleva sapere. Le si avvicinò all'orecchio e urlò un "Charlie" che fece sobbalzare l'amica di fianco.
"Ma sei scema?" le aveva urlato contro la mora coprendosi un orecchio con la mano. Quello stato di "realtà" durò per poco siccome riprese a guardare Damon come una maniaca. La cosa si fece ancora più complicata quando il ragazzo si stava avvicinando. I loro sguardi si incrociaono e Charlie gli rivolse un sorrisino imbarazzato mentre Damon le faceva l'occhiolino. La ragazza rimase esterrefatta, talmente stupita che non si accorse che dietro di lei c'era un sasso, inciampò e cadde sull'asfalto. Sophie che aveva seguito tutta la scena come spettatore, rise nel vedere la sua amica fare una figuraccia davanti al ragazzo che le piaceva. Mentre Charlie le urlava di aiutarla, lei prese il suo cellulare, si mise di fianco alla sua migliore amica e scattò una foto. Era venuta realmente bene, Charlie con la mano sulla gamba, per terra dolorante mentre il sorriso di Sophie era sempre più ampio.
#Fine Flashback.

Ricordava tutto a perfezione. Le foto, a parer di Sophie, erano anche un modo per esprimere le emozioni di una persona, per questo amava la fotografia, qualunque momento che secondo Sophie andava ricordato e impresso come un segno indelebile nella proprio mente, andava fotografato. Chiuse con un tonfo il libro di chimica. Si era annoiata di ripetere le leggi di Mendel e la genetica, ormai era un argomento che sapeva a memoria. Prese il giubbotto da sopra la sedia e uscì dalla camera, lasciandola in balia di alcune foto sparse sul letto e in balia di tutti i ricordi nascosti in ogni sua piccola parte.

LEEET ME BE
E YOUR LAST YEAAH...
heey gente! allora? rieccomi qui, con una nuova storia.
spero che vi piaccia.
le protagoniste di questa storia sono:
Sophie:


Charlie:

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Capitolo 2
*** La collana. ***



grazie per il banner Laura, ti voglio bene, questo capitolo è dedicato a te u.u

La collana
Prese il giubbotto da sopra la sedia e uscì dalla camera, lasciandola in balia di alcune foto sparse sul letto e in balia di tutti i ricordi nascosti in ogni sua piccola parte.
Camminava lenta per Wall Street mentre quell'enorme stella luminosa, più comunemente chiamata sole, splendeva in alto, nel cielo azzurro, illuminando tutto ciò che era possibile. Faceva caldo per essere primavera, un caldo afoso, abbastanza strano per la cittadina di Londra. Si stava dirigendo a casa del suo migliore amico: Harry. Lo conosceva dalla prima media e lo adorava, lo considerava come un fratello, era un'ancora su cui aggrapparsi durante i momenti di diffidoltà. Senza neanche accorgersene arrivò davanti alla villetta n°16 che oramai conosceva a memoria. Bussò piano, dopotutto erano solo le 16.37; aveva paura di svegliare qualcuno. La porta si aprì mostrando il dolce sorriso di Anne, pronta per accoglierla.
"Sophie, piccola, da quanto! Come stai?" le chiese dandole un caloroso abbraccio.
La ragazza le rivolse un sorriso. "Tutto bene, grazie signora" Nonostante la conoscesse da anni non riusciva a chiamarla per nome.
"Oh piccola, smettila di chiamarmi signora, mi fa sentire vecchia." la interruppe facendo echeggiare per la casa il rumore della sua risata. Sophie abbassò lo sguardo mentre le sue gote si tingevano di un rosso chiaro.
"Mamma smettila, la imbarazzi." una voce dolce e roca interruppe la "conversazione" tra le due. Il ragazzo si avvicinò alla sua migliore amica, schioccandole un bacio sulla guancia e sussurrandole un "Ciao dolcezza".
"Harry! Potevi dirmi che stavate insieme!" Anne gli riservò uno sguardo severo mentre Sophie cercava di soffocare una risata.
"Mamma.. non stiamo insieme!"
"Si certo, dicono tutti così."
gli riservò un ultimo sguardo prima di sparire in cucina. La mora non riuscì più a trattenersi e,appena arrivati in camera del riccio, scoppiò in una fragorosa risata.
"Amo tua madre!"
"ah ah ah, tanto lo sai che ti farà un sacco di domande perchè pensa che tu sia la mia ragazza,vero?"
Il viso di Sophie cambiò completamente, era diventato serio e ciò non fece altro che far aumentare il sorriso divertito di Harry.
"Stronzo, non ci avevo pensato." La ragazza fece vagare lo sguardo per tutta la camera del riccio, soffermandosi su alcune foto che ritraevano lei e Harry da bambini. Sorrise. Intanto Harry cercava di svolgere algebra, ma non ciriusciva era più forte di lui.
"Riccio, che fai?"
"Equazioni."
una parola, nove lettere, un problema per tutti gli adolescenti, ma non per Sophie, lei amava la matematica.
"Dai che ti aiuto, così dopo andiamo a farci una passeggiata, quale devi svoglere?" Harry le indicò gli eseercizi alzandosi dalla scrivania e lasciando posto a Sophie che cominciò a svolgerle. Era così concentrata che non si era nemmeno accorta che Harry stava giocando alla play, non seguendo minimamente ciò che lei gli stava spiegando e ri-spiegando per la centesima volta.
"Che bastardo." pensò Sophie. Gli si avvicinò piano, non facendo sentire la sua presenza e gli si buttò addosso mentre il joystick cadeva a terra e lo schermo della tv emetteva un "GAME OVER!" facendo capire che era finito il gioco.
"Cavolo Sophie, era l'ultimo livello, ora dovrò ricominciare da capo, ti odio!"Il riccio mise il broncio, ciò fece ridere ancora più fragorosamente Sophie.
"Ah, ma ti faccio ridere?" La ragazza annuì. Un sorriso sadico apparve sul viso del riccio, le si avvicinò cominciandole a fare il solletico mentre Sophie si dimeva sotto di lui, contorcendosi dalle risate. Amavano il loro rapporto, così dolce, così puro, così.. vero.

Louis camminava lento osservando quel manto di stelle sopra di lui. Stava ritornando a casa, sotto ordine di sua madra, insomma, aveva 20 anni non 10, non era più un bambino! Faceva vagare lo sguardo tra tutti i negozi finchè il suo sguardo non si fermò su una collana su cui era inciso il nome della sua sorellastra. Sophie in quel momento era da Harry, lui odiava quel ragazzo, sembrava uno inaffidabile e non voleva che Sophie frequentasse un tipo del genere. Ritornò alla realtà guardando insistentemete la collana. Dopo un po' di tempo uscì dal negozietto con un piccolo pacchetto giallo nella mano, pensando alla faccia di Sophie quando l'avrebbe vista, ne sarebbe stata contenta, questo era più che sicuro. Prese l'auto parcheggiata e si addentrò per la strada di casa.
Lanciò le chiavi nel centro tavola con poca delicatezza mentre urlava un "Sono tornato" non ricevendo risposta. Guardò l'orologio appesso alla parete del soggiorno, strano, erano le dieci e mezza, era impossibile che i suoi genitori non fossero a casa. Salì piano le scale arrivando fino alla camera dei suoi genitori. L'aprì, vuota. Così fece con le camere delle sue sorelline arrivando fino alla camera di Sophie. La ragazza era rannicchiata sul letto con le cuffie nelle orecchie e gli occhi chiusi. Luois si lasciò andare ad un sospiro, almeno poteva essere certo che non fosse successo niente. Le si avvicinò piano, sedendosi sul suo letto. Sophie probabilmente sentì una presenza accanto a sè, aprì gli occhi spaventata e scattò a sedere come una molla. Ma appena vide il volto sorridente del fratellastro si calmò all'istante.
"Mi hai fatto prendere un colpo." ammise posandosi una mano sul petto. Luois si distese accanto a lei portandosi un braccio vicino la testa.
"Dove sono tutti?" chiese spezzando il silenzio.
"Sono usciti, hanno cenato al ristorante, pensavo che ti avessero avvisato." Louis scosse la testa, si ricordò poi del regalo e scattò in piedi.
"Tu aspettami qui, non muoverti."
Sophie alzò le mani restando sul letto con le gambe incrociate e con una solo cuffia nell'orecchie. Il fratello scese velocemente le scale, prendendo il pachettino giallo e ritornando altrettando velocemente di sopra.
"Flash ti chiamavano!" gli disse Sophie appena varcò la soglia. Ci aveva messo pochissimo tempo che anche se la ragazza avrebbe voluto stendersi sul materasso, Luois non le avrebbe dato il tempo.
"Questo è per te." le rivolse un sorriso speranzoso.
La ragazza sembrò stupita. Aprì piano in pacchetto estraendo la collana con il suo nome inciso. Le brillavano gli occhi, aveva sempre desiderato una collana così. Cacciò un piccolo urlo buttandosi completamente su Louis che per poco non cadde.
"Questo significa che ti piace?" constatò ridendo.
"Se mi piace? Lo adoro!" Sophie scoppiò in una risata mentre si riaccomodava sul letto e sbadigliava. Il ragazzo si accorse dello stato di sonnolenza della sorella e decise di uscire dalla camera, ma una voce lo fermo.
"Louis."
"mh?"
"Ti va di dormire con me, come facevamo da bambini?"

Il castano si girò, sorridendole dolcemente e avvicinandosi nuovamente al letto. Si misero sotto le coperte, il braccio del ragazzo finì sul fianco di Sophie che aveva la testa sul suo petto. Dopo un piccolo bacio sulla testa da parte di Louis e un "buona notte" sussurrato da entrambi, i due si lasciarono cullare dalle braccia di Morfeo.

I'VE BEEEN WAAAAITING...
aloha gente!
come vi va? allooora, vi piace il capitolo?
vorrei ringraziare le tre ragazze che hanno recensito il primo capitolo *-*
graaazie, beene, adesso mi dileguo, spero di trovare altre fantastiche recensioni.
alla prossima.
caramelle & confetti.
vistra falsa rossa.

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Capitolo 3
*** Amore platonico? Il più brutto. ***


Amore platonico? La cosa più brutta che possa esistere.

Sophie camminava per il cortile della scuola, in cerca delle sue amiche, con la borsa stracolma di libri su una spalla. Intravide una chioma rossiccia e le si avvicinò.
«Buongiorno ragazze» le salutò sbadigliando. Charlie le saltò addosso urlando, Nina le sorrise cordialmente mentre Maddy alzò una mano svogliatamente.
«Rossa, come mai tutta questa felicità?» le due ragazze si staccarono.
«Lucian mi ha lasciato!» urlò saltellando leggermente sul posto mentre alcuni ragazzi la guardavano come se avesse qualche rotella fuori posto - e non avevano tutti i torni.
«E cosa c'è di felice in tutto questo?»
«Cosa c'è di felice? e me lo chiedi anche! non vedevo l'ora che mi lasciasse, non lo sopportavo più!»
Sul viso della castana apparve un sorriso abbastanza divertito.
«Sei sempre la solita, ma ti amo per questo!» questa volta fu Sophie a saltarle addosso e facendo finta di darle un bacio appassionato. Nina e Madison ci erano abituate, ormai lo facevano tutti i giorni. Appena si staccarono scoppiarono tutte in una risata ma Madison si fermò guardando un punto fisso davanti a lei mentre il sorriso si spegneva sul suo viso.
«Mad?» le sue amiche si girarono in contemporanea a guardare lo stesso punto della ragazza. Niall stava venendo dalla loro parte, abbracciato alla sua nuova ragazza. Madison era innamorata di lui dal primo anno, da quando Sophie gliel'aveva presentato come un amico del suo fratellastro.  
«Ragazze! vi volevo presentare la mia ragazza: Nicole. Nicole, queste sono le mie migliori amiche: Sophie» la castana alzò la mano a mo di saluto. «Charlie» la rossa sorrise. «Nina» la bionda era troppo indaffarata a guardare Madison. «e Madison» la ragazza aveva messo tutto nella borsa e si stava incamminando verso l'entrata della scuola sotto lo sgurdo confuso di Niall e Nicole.
«Madison, ferma!» Sophie la chiamò ma appena la ragazza si girò con le lacrime agli occhi, l'amica rinunciò.
«Lascia, vado io.» Nina prese la borsa da vicino il muretto e cominciò a correre verso Madison spingendo di tanto in tanto alcune persone che non la lasciavano passare. Niall, che aveva assistito a tutta la scena sempre abbracciato a Nicole, puntò i suoi occhi azzurri sulle ultime due ragazza rimaste.
«Che l'è preso?»
«Già, è andata via senza neache salutare, che bambina!»
Nicole aveva fatto scattare la rabbia di Charlie che stava per saltarle completamente addosso.
«Senti barbie dei miei stivali, vedi di stare zitta prima che ti strappi tutti quei capelli biondo platino che hai in testa!» Sophie la fermò per un braccio trascinandosela dietro mentre urlava un «ci vediamo a pranzo Niall, ciao Nicole!»
«Io a quella l'ammazzo!» aveva borbottato Charlie che doveva ancora sbollire la rabbia.
«Dai char, lascia perdere, non ci possiamo fare niente.» e così detto, le due si avviarono nelle rispettive aule, sperando che quelle ore passassero in fretta.
*****
L'ansia che c'era in mensa si poteva tagliare con un coltello. Louis lanciava sgurdi preoccupati a Sophie che abbassava la testa non riuscendo a reggere lo sguardo e scuoteva la testa. Niall era ancora abbracciato a Nicole, ingnaro del dolore che provocava a Madison che, nel tavolo con le sue amiche,aveva le lacrime agli occhi, non riusciva a guardarli. Era proprio per quel motivo che le ragazze non si erano sedute al tavolo con i loro soliti amici. Nina, intanto, guardava segretamente Liam, tutti, tranne ovviamente lui, sapevano della cotta della bionda. Harry cercava lo sguardo della sua migliore amica, ma lei non glielo concesse, dopo le avrebbe parlato, doveva sapere cosa era successo, ma perchè non parlarle adesso? Mollò la forchetta nel piatto, estrasse dalla tasca il suo i-phone e digitò un messaggio al numero interessato.
Sophie, ancora con gli occhi sul suo pranzo, dovette sospendere appena sentì la sua tasca vibrare. Prese il cellulare e lesse il messaggio.
"Soph, che cosa diamine è successo?
Harry xx"

La ragazza alzò lo sgurdo incontrando gli occhi verdi del riccio e poi cominciò a digitare la risposta.
"Ti spiego dopo, adesso non posso.
Sophie xx."

Rimise al suo posto il cellulare e riprese a mangiare parlando con Charlie del più e del meno. Sentirono una sedia strisciare sul pavimento, le tre ragazze si girarono verso il rumore notando Madison con le guancie bagnate alzarsi dal tavolo e correre via. Portarono automaticamente lo sguardo a Niall che stava baciando comodamente Nicole. Era troppo per Madison, non era riuscita a sopportare tutto quel dolore, era troppo sensibile. Il rumore provocato dalla sedia fece girare tutta la gente presente in mensa, compresi i due piccioncini. Niall guardò confuso verso il tavolo delle ragazze sentendo tre paia di occhi addosso.

«Ci conviene andare..» aveva detto Nina abbassando lo sguardo, era molto legata a Madison, non voleva che soffrisse.
«Si andiamo.» Charlie si era alzata, gettando il suo pranzo nella pattumiera e varcando la soglia della porta seguita da Sophie e Nina.

Dopo quella stancante giornata nessuno aveva voglia di studiare, nè di alzarsi dal letto, volevano stare solo distesi comodamente sul divano. Sophie era completamente immersa nella sua musica, stesa sul suo letto a baldacchino mentre Louis schiacciava un pisolino nell'altra camera.
"Scendi giù, voglio portarti in un posto.
Hazza xx"

«Perchè non puoi bussare alla porta come tutte le persone normali?» gli chiese la castana appena aprì la porta.
«Sai cosa.. non voglio scontrarmi con il tuo fratellastro solo perchè non vuole che ci vediamo.» le rispose in modo saggio baciandole una guancia. Sophie annuì impercettibile, forse aveva ragione. Lasciò un bigliettino sul comò proprio vicino la tv e si chiuse la porta alle spalle, provocando un piccolo rumore.
«Allora, dove andiamo?»
«Tu segui me.»
Harry le rivolse un sorriso raggiante.
Sophie voleva evitare l'argomento "Mensa", non sapeva che scusa inventarsi e sperava con tutto il cuore che Harry l'avesse dimenticato. Il ragazzo le mise un braccio intorno alle spalle facendola avvicinare al suo corpo. Sophie si sentì.. protetta? Le era capitato spesso camminare con il riccio in quel modo, molta gente li scambiava per fidanzati, ma non aveva mai provato quel sentimento. Scacciò quel pensiero dalla testa e salì in auto con Harry.  Cominciò a guardare il cielo, il manto limpido di azzurro che ricopriva l'universo. Aveva sempre trovato qualcosa di molto strano nel cielo, secondo Sophie il cielo esprimeva le sue emozioni. Ma.. nonostante questo, adorava ammirarlo, guardarlo e scoprire il suo significato. Era infinito. I colori erano la cosa che la colpiva di più, adorava i loro cambiamenti.

«Soph, posso farti una domanda?»
«Spara!»
«Perchè a mensa non vi siete sedute con noi?»

Baaam! E adesso cosa cavolo si inventava?
«Beh.. noi.. si ecco noi..» cominciò a balbettare in preda al panico. Non aveva mai mentito ad Harry e non intendeva farlo però non aveva altra scelta.
"Pensa Sophie pensa!" si diceva mentalmente sperando le venisse un'idea geniale.

«Voi?»
«Noi, dovevamo rimanere sole a parlare! Si.. ecco.. robe da donne insomma! Ma tu cosa ne vuoi capire Harry!.»
aveva anche gesticolato, quel tanto per rendere il tutto più credibile. Harry parve un po' confuso all'inizio però poi scosse la testa facendo muovere i suoi ricci e riprese a guardare davanti a sè con Sophie accanto che era rimasta incantata dai suoi movimenti. Perchè? Perchè? Si chiedeva la ragazza senza trovare una risposta. "Sarò solo stanca, si, solo stanca!" Continuò a guidare ancora un po', senza parlare, godendosi il silenzio che li circondava. Harry d'improvviso fece bloccare l'auto e per poco un'auto non li tamponò. Sophie lo guardava confusa.
«Hey, che ti prende?» gli chiese incrociando le braccia sotto al petto.
Harry si riprese dal suo stato di "dolce abbandono" e le rivolse uno sguardo, rassicurandola.

«Niente soph, scusa, ero solo sovrappensiero.»
«Sarà.. ma quando siamo arrivati? Sembra che stai guidando da un'ora!»
piagnucolò Sophie.
«Non preoccuparti, siamo quasi arrivati, ancora un po'. Adesso però scendi.» le fece l'occhiolino. La fece scendere e poi la fece camminare un po' avanti prima di andarle dietro e prenderla per le gambe caricandosela sulle spalle. La ragazza cacciò un urletto.
«Harry! METTIMI GIU'!»
Il ragazzo rise ma non la stette a sentire, continuò il suo cammino per un po' con i pugni di Sophie sulla schiena. La lasciò cadere con il fondoschiena a terra ma Sophie non sentì il ruvido della strada, no, sentì solo la morbidezza della sabbia. Alzò gli occhi notando il suo migliore amico sorriderle ampiamente.
«Siamo..siamo al mare?» chiese al riccio con gli occhi che le brillavano mentre si alzava e comminava avvicinandosi alla riva.
«Si, mi avevi detto che adoravi andare al mare di questi tempi e quindi.. eccoci qui!» Harry aprì le mani a mo di "tadaaaa" mentre la castana gli correva in contro e l'abbracciava forte. Il ragazza cadde all'indietro e Sophie addosso a lui. Si guardarono per vari secondi, poi risero e si stesero sulla sabbia osservando il cielo che stava per imbrunire. Rimasero lì a parlare del più e del meno, in quel piccolo angolo di paradiso, non pensando a niente e a nessuno. Senza neanche accorgersene si ritrovarono a guardarsi intensamente negli occhi mentre i loro visi si avvicinavano piano, riducendo sempre più le distanze. Il cuore di Sophie si era bloccato. Non capiva il perchè stesse facendo tutto questo, lo voleva e basta, il suo istinto gliel'aveva detto. Harry dal canto suo non voleva rovinare la loro amicizia ma non ce la faceva più, era da anni che amava segretamente la sua migliore amica, non era mai riuscito a dirle i suoi sentimenti quindi perchè non mostrarglieli con un piccolo segno di affetto?
[I can’t sleep tonight, wide awake and so confused
Eveything is in line, but I am bruised
I need a voice to echo, I need a light to take me home
I kinda need a hero, is it you?
I never see the forest for the trees, I could really use your melody.]

La suoneria di Sophie ruppe quel momento magico ed entrambi saltarono per la musica ad alto volume. Sophie diventò rossa come un pomodoro mentre abbassava lo sguardo e cercava nella sua borsa il cellulare. Harry intanto non riusciva nemmeno a metabolizzare ciò che era successo poco fa, poi continuò a guardare la sua migliore amica, incantanto dai suoi piccoli movimenti.

«Pronto?»
«Lou! Io sono... in spiaggia.»
«Con Harry.»
«Louis, louis smettila, non urlare!»
«Non dirmi cosa fare! Non sei mio padre!»

Sophie staccò la telefonata e buttò con poca delicatezza il suo cellulare nella borsa. Si alzò dalla sabbia ripulendosi e aspettò che Harry facesse lo stesso.
«Devo andare a casa.»
«Non ti preoccupare, ti accompagno con la macchina. E' tanto grave?»

La castana scosse per un po' la testa cominciando ad avviarsi verso l'auto mentre i suoi occhi si inumidivano. Harry imitò la ragazza, entrando in auto evitando l'argomento "Louis". Guidò verso casa mentre Sophie guardava assorta fuori il finestro, alcune lacrimele rigavano il viso ma cercò di non farle notare. Era confusa, non sapeva cosa fare, il quasi bacio con Harry l'aveva scombussolata e la litigata con Louis poco dopo era stata la scintilla. Erano quasi arrivati, Harry accostò l'auto ma prima di far scendere Sophie la bloccò.
«Senti.. domani c'è una festa in spiaggia, ti va di andarci insieme?» aveva timore della sua risposta, insomma, non si erano parlati dopo quello che era successo poco prima.
«Ehm..si certo.» Imbarazzo, imbarazzo totale. Harry le lasciò un piccolo bacio sulla guancia, aspettando che Sophie scendesse dalla macchina.
La ragazza gli sorrise debolmente, attraversò il vialetto di ghiaia che portava all'ingresso, prese le chiavi infilandole nella toppa e aprì la porta. Si girà un'ultima volta salutando con la mano il riccio che sospirò e poi entrò in casa, chiudendosi la porta alle spalle e scivolando contro di essa.


CAAAAN YOU BE MY NIGHTINGAAALE!
Ringraziate Demi perchè altrimenti non so quando avrei postato questo stramaledetto capitolo.
Scusate il ritardo, potete ammazzarmi! Il prossimo sarà molto più veloce.
Ma gli esami e la tesina mi tengono impegnata. Che palle la terza media!
Tralasciando.. come vi sembra il capitolo?
Momento Haphie! (?)
Beeene, adesso vi lascio, spero di trovare qualche recensione.
Caramelle & Cioccolate.
Vostra falsa rossa!

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Capitolo 4
*** Jealousy and Kiss. ***


Jealousy & kiss.

Si girò un'ultima volta salutando con la mano il riccio che sospirò e poi entrò in casa, chiudendosi la porta alle spalle e scivolando contro di essa.
Sospirò battendo varie volte la testa contro la porta d'ingresso. I suoi "genitori" e le sue "sorelle"- se così li poteva chiamare- non c'erano. Erano andati via per una settimana, una settimana dalla nonna a New York. E adesso Sophie doveva convivere con Louis. Louis. Ecco il suo problema adesso, come l'avrebbe affrontato? Certo, era preoccupato per lei, ma questo non significava che poteva comandarla a bacchetta e dirle chi poteva e non poteva frequentare. Si alzò ricomponendosi appena sentì dei passi scendere veloci dalle scale.
«Dove diavolo sei stata?
» la voce di Louis rimbombò per tutto il salone.
«Te l'ho detto, ero in spiaggia.» Sophie raccolse la sua borsa avviandosi verso le scale, ignorandolo, ma lui la bloccò.
 
«Non ignorarmi!» aumentò sempre più la stretta sul suo braccio.
«Louis, mi fai male, lasciami.» disse a denti stretti la castana, guardandolo negli occhi.
«Non voglio che ti vedi con Harry!»
«Smettila di dirmi cosa devo fare!»
Sophie cominciò a dimenarsi, il braccio stava cominciando a bruciare ma Louis   sembrava non accorgersene, anzi, aumentò la presa.
«Louis! Lasciami!»   gli occhi della ragazza cominciarono ad inumidirsi mentre si staccava da quella morsa e cominciava a massaggiarsi il braccio dolorante. Louis sembrò risvegliarsi all'improvviso e capire cosa aveva fatto. Cercò di avvicinarsi ma Sophie glielo impedì, salì di corsa in camera sua chiudendosi a chiave. Louis la rincorse, non era sua intenzione, non sapeva perché aveva reagito così. Prese a battere le mani sulla porta.
«Sophie scusami, lo sai che non volevo!» e non voleva davvero.
«Non volevi ma l'hai fatto. Vattene!» i suoi singhiozzi si potevano udire chiaramente. Louis scivolò contro la porta e rimase immobile, sentendo il respiro irregolare e scosso di Sophie.

La mattina dopo.
La sveglia suonò puntuale, facendo svegliare una Sophie abbastanza nervosa e ancora stanca. Si stiracchiò muovendo la bocca per far "risvegliare" le labbra ancora impastate dal sonno. Si stropicciò gli occhi e si alzò dal rivolo di coperte che l'avvolgeva. Si mise le pantofole ai piedi e si guardò allo specchio. Un mostro, assolutamente. Aveva due occhiaie enormi e il trucco era tutto colato sulle guance. Si ripulì con il latte detergente che aveva sempre sulla sua scrivania e aprì la porta della camera. Si affacciò, quel tanto per vedere se Louis era già sveglio. Guardò l'orologio, segnava le 6.02. Sophie spalancò gli occhi, non ricordava di averla impostata così presto, di solito suonava alle 7.10. Beh.. tanto valeva prepararsi, oggi sarebbe andata a piedi a scuola. Scese di fretta le scale preparando la colazione. Bevve la sua tazza di latte fumante e l'accompagnò con due biscotti. Guardò fuori dalla finestra, il sole stava appena nascendo. Mise la tazza nel lavandino per poi entrare di nuovo in camera sua e vestirsi. Corse in bagno per sistemarsi quelle terribili occhiaie sotto gli occhi e applicò solo un po' di mascara e un filo di matita, quel tanto per rendersi presentabile. Jeans attillati, la sua t-shirt bianca con la croce, converse nere, borsa scolastica ed era pronta per uscire. Stava aprendo la porta, felice di non averlo ancora visto, ma una voce la fermò. Come non detto. Sbuffò.
«Dove vai così di fretta?»
«Sai cosa, avrei scuola e se non ti dispiace vorrei arrivare in orario, almeno questa volta.»

Louis le si avvicinò veloce, arrivandole faccia a faccia.
«Ti stai comportando da bambina.» le aveva detto.
«Disse quello che cercava di dare ordini!»
«Sai che non volevo farlo, ero solo preoccupato!»
«Questo non significa che puoi dirmi di non stare più con Harry!»

Louis sospirò. «Sophie, io..»
«Senti Louis, lascia perdere, se cercavi di migliorare le cose, non ci sei riuscito.»
se ne andò sbattendo la porta, senza più degnarlo di uno sguardo. Il castano si passò una mano tra i capelli e diede un pugno al muro, facendo diventare le sue nocche bianche. Prese un lungo respiro per calmarsi e cominciò a prepararsi per la scuola.

Sophie camminava lenta con le cuffie nelle orecchie, aveva tutto il tempo necessario quindi perché non sfruttarlo? Lasciava che i pensieri fossero soffocati dalle note di "Neon Lights" di Demi. I suoi piedi camminavano da soli, come se Sophie non li controllasse. Camminava distratta, ogni tanto alzava lo sguardo dalla strada, solo per essere sicura di non andare a sbattere contro un palo. Le auto le passavano veloci di fianco, provocando un leggero venticello. Arrivò di fronte il cancello della scuola e aspettò che qualcuno che conoscesse arrivasse. Controllò nella borsa se aveva tutto l'occorrente ma alzò subito lo sguardo quando qualcuno la tozzò, facendole cadere tutto rovinosamente a terra.
«Oddio scusami, non volevo, è solo che pensavo di aver fatto tardi e per la fretta.. guarda che casino, scusami.. scusami..» un ragazzo dai capelli biondi si buttò quasi letteralmente a terra cominciando a raccogliere tutto ciò che aveva fatto cadere. Sophie lo fermò.
«Ehi ehi calmo, non è successo niente, non preoccuparti.» Sophie gli sorrise rassicurante, abbassandosi anche lei sull'asfalto. Le loro mani per sbaglio si toccarono ma le ritirarono entrambi. Gli occhi azzurri di Sophie si scontrarono con quelli nocciola del ragazzo di fronte.
«Io sono Mark.» le tese la mano, sorridendogli timidamente.
«Sophie, molto piacere.» gliela strinse poi prese le ultime cose infilandole nella borsa e alzandosi. -sei nuovo?- continuò.
«Si, sono arrivato due giorni fa da Toronto.»
«Canada? Figo!»
esclamò la ragazza abbozzando una risata.
«Ehi Sophie!» la castana riconobbe subito la voce della sua migliore amica e sussurrò a Mark un "adesso ti farò conoscere una persona" mentre il ragazzo la guardava confusa. Charlie non tardò a saltarle al collo, non accorgendosi minimamente della presenza di Mark. Sophie glielo volle far notare. La rossa si staccò immediatamente ricomponendosi e sorridendo al ragazzo.
«Hey! Io sono Charlie!» alzò la mano in segno di saluto, rimanendo affascinata dalla sua bellezza.
«Mark.» le guance del biondo si tinsero di un rosso molto chiaro, facendolo sembrare ancora più tenero.
«Già, viene da Toronto.» A Charlie le si illuminarono gli occhi. Toronto= Canada. Canada=Justin. Bieber era il suo idolo, aveva sempre sognato di avere un amico canadese. Abbracciò di scatto Mark che si irrigidì prima di scoppiare in un piccola risata e ricambiare volentieri l'abbraccio. Sophie li guardò e sorrise prima di notare Harry che le stava venendo incontro. Il riccio le si avvicinò veloce, regalandole un bacio sulla guancia.
«Buongiorno dolcezza.»
«'Giorno Haz.»
gli sorrise calorosamente mentre Mark e Charlie si staccavano.
«Ciao riccio!» lo salutò la rossa appena lo vide, l'interessato la salutò con un sorriso prima di presentarsi al nuovo arrivato. Si incamminarono nel cortile della scuola. Harry aveva una mano sul fianco di Sophie mentre Mark e Charlie camminavano un po' più dietro.
«Allora, per stasera, sei con me?» Il ragazzo glielo chiese mentre la stringeva ancora un po'.Sophie all'inizio lo guardò confusa poi collegò le cose. La festa sulla spiaggia di quella sera.
«Certo che ci vengo riccio!» gli baciò una guancia, vedendo poi le guance del ragazzo colorarsi di rosa.
«Quale festa?» si intromise Mark.
«Una festa in spiaggia, vuoi venire?»
«Mi farebbe piacere, ma non voglio disturbare.»
«Ma che disturbare! Sei simpatico, ti faccio conoscere quale gente di qui.»
aveva parlato Charlie adesso.
«Ma..» Il ragazzo stava per protestare.
«Non voglio sentire no!» la rossa era irremovibile.

Le ore di scuola passarono velocemente. La situazione a casa tra Louis e Sophie non migliorava, i due si ignoravano a vicenda. Verso le 7 Sophie cominciò a prepararsi, camminava per la casa, andava tra una stanza all'altra sotto lo sguardo di Louis che era comodamente seduto sul divano.
Erano entrambi orgogliosi, nessuno avrebbe chiesto scusa all'altro. Era una gara per resistere. Chi avrebbe chiesto scusa per primo avrebbe perso.
La suoneria di Sophie rimbombò per la sua camera. La castana, ancora con l'asciugamano avvolta sul corpo, lo prese: Charlie.
«Hey rossa!»
«Soph, per la festa io vengo un po' più tardi, quindi non ti disturbare a venire con Harry.»
«Ah okay, come mai?»
«Io e Mark ci siamo organizzati, mi viene a prendere lui per le 20.30»
«Con Mark eh!»
la castana rise.
«Ha ha ha simpatica, è carino, ma è solo un amico.»
«Per il momento!»
«Soph, con tanto amore, vai a quel paese.»
«Ti amo anche io.»

chiusero in fretta la chiamata. Sophie aprì l'armadio, scovando un pantaloncino di jeans abbastanza corto e una canotta. Sopra mise una camicia a quadri aperta e si allacciò le converse al piede. Era abbastanza semplice, certo, però le sembrava inutile mettersi un vestitino solo per una festa in spiaggia. Guardo l'orologio sopra il comodino: 19-45. Perfetto, era in anticipo. Scese le scale per arrivare nel soggiorno, ma si fermò appena vide Louis, anche lui vestito e preparato, che guardava la tv. Alzò le spalle e si avvicinò, sedendosi anche lei sulla poltrona. Infondo doveva solo ignorarlo no? Non era lei che aveva sbagliato.
Gli occhi azzurri del ragazzo la guardavano, passavano lo sguardo su tutto il suo corpo, ma non le parlava, non voleva chiederle scusa.
Il campanello suonò. Sophie si alzò dalla poltrona e corse verso la porta. Si sistemò i capelli prima di aprirla piano.

«Haz!» gli saltò addosso abbracciandolo.
  «Sophie! Bisognosa di affetto oggi?» le accarezzò i capelli, lasciandole un bacio sulla nuca.

«No, sono solo contenta.»   era un sussurro, la sua voce si sentiva poco siccome era completamente attaccata al petto del ragazzo.
«Va bene, vogliamo andare?» si staccarono dall’abbraccio.
«Si, andiamo.»
«Dove andate?»
Louis aveva parlato. Harry stava per rispondergli ma Sophie lo bloccò spingendolo fuori casa.
«Non mi sembra che tu debba saperlo.» si chiuse la porta alle spalle.

Alla festa..
I due ragazzi camminavano mano nella mano per la spiaggia salutando le persone che conoscevano. Si sedettero su un tronco poco distante da lì e cominciarono a parlare del più e del meno. Sophie si guardava intorno, in attesa di Charlie, che tardava ad arrivare. Vide Madison e Nina, le salutò sorridendo e alzando una mano, loro ricambiarono il sorriso continuando a scatenarsi come delle matte. Maddy non voleva venire, l’avevano costretta altrimenti sarebbe rimasta a casa ad ingozzarsi di gelato al cioccolato.

«Soph, hai capito?» il suono della voce di Harry la fece girare.
«Si haz, scusami, ero sovrappensiero, stavo cercando Charlie.»
«Uhm.. okay, che ne dici di andare a ballare?
»
il riccio si alzò dal tronco tendendo la mano davanti alla ragazza di fronte, la quale l’afferrò senza esitazione.
Cominciarono a ballare mentre Louis li guardava. Si, Louis. Era arrivato poco fa con qualche suo amico e fino a quel momento non si era accorto della presenza della sorellastra. Si sentì contorcere lo stomaco vedendo i due avvicinarsi sempre di più. Cos’era quel sentimento? Gelosia? Impossibile, non poteva essere geloso di lei, non proprio di lei. Non adesso. Ci aveva messo così tanto a farsi passare quella cotta…
Sophie si lasciava cullare dalla musica, accompagnata dal suo cavaliere. Si ritrovarono a faccia a faccia, mentre i loro respiri si fondevano. Poi.. accadde tutto in un secondo, le loro labbra si incontrarono, facendole unire in un bacio.
 
Quel bacio, il bacio mancato..

Can you be my nightngale?
Okay okay, ammazzatemi!
So di essere in un ritardo pazzesco ma non ho potuto proprio scrivere.
Tra gli esami, la tesina e tutto il resto.. mi sta venendo la depressione.
I quadri di ammisione già sono usciti da me.. indovinate con quanto sono stata ammessa?
Con 10 asfghjkl
L'esame orale però lo tengo il 26 :c in poche parole a fine mese e voi? Che mi raccontate? Qualche esame? Recupero? Promossi o bocciati? Raccontatemi un po'.
Beh.. il capitolo? Vi piace? Spero di si.
Lo scorso capitolo nessuno ha recensito. Come mai?
Spero di trovarne un po' di più in quest'altro.
Ciaao ceente (?) Alla prossima.
Kiss&Hug.
bravery_


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