Pivello, dove sei?

di Tiva_Giuly96
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1. La telefonata ***
Capitolo 2: *** 2. Non mollare, McGee ***
Capitolo 3: *** 3. Trappola per Tony e fine dei giochi ***
Capitolo 4: *** 4. Dopo la tempesta ***



Capitolo 1
*** 1. La telefonata ***


CAPITOLO 1

Sono passate nove ore da quando McGee era scomparso. Tony non si dava pace: era scomparso sotto i suoi occhi.
APPARTAMENTO DI ZIVA
< è colpa mia! Dovevo stare più attento!> continuava a ripetersi Tony, che era seduto sul divano di Ziva.
< Tony, non è colpa tua! Quei due tipi ti avevano sparato ad una spalla. Non potevi farci niente… Lo troveremo >.
Tony si toccò la spalla dolorante < forse hai ragione, mi avevano sparato > disse lui con un tono debole. Era visibilmente triste e arrabbiato.
Vedendolo in quello stato, Ziva si avvicinò e si sedette vicino a lui < hey… > gli prese la mano destra < non ti preoccupare…  Abby riuscirà a trovarlo… Noi, riusciremo a trovarlo! > disse con un tono sicuro. Tony la guardò con una faccia triste e abbattuta. La ragazza gli si avvicinò e lo baciò dolcemente < questo ti fa sentire meglio? > chiese a lui mentre gli accarezzava la guancia.
< stare con te mi fa sentire meglio > fece un sorriso a trentadue denti; da quando era scomparso McGee non aveva tirato un sorriso.
Ad un certo punto il telefono di Tony squillò interrompendo l’atmosfera che si era creata, il numero era sconosciuto, l’agente non sapeva cosa fare.
< chi è? > chiese Ziva incuriosita < non ne ho idea, è un numero sconosciuto > le rispose < quindi? Che fai? > chiese Ziva a Tony. Tony guardò la ragazza che intanto lo incitava a rispondere. Rispose.
< pronto… >
Dall’altra parte del telefono si sentiva ansimare. Finalmente si sentì una voce < Tony? S- sei tu? >
Tony rimase sconvolto nel sentire quella voce, si faceva molte domande del perché questo tizio abbia chiamato proprio lui < si, sono io. Chi parla? > chiese < McGee… >. Il ragazzo si alzò in piedi sconvolto nel sentire la voce di McGee: era vivo!
< McGee!! Dove sei? >
< non lo… so… trovami... C- conto su di te… aiu… > McGee fu interrotto dal rapitore che gli prese il telefono, per poi parlare con Tony. < McGee!! McGee, mi senti? > chiese preoccupato.
< McGee non può rispondere > rispose la voce al telefono. Tony s’incupì di colpo < chi sei… >
< caro DiNozzo, mi conosci! >
Tony cercò di capire di chi fosse la voce al telefono e chi fosse quel tizio che diceva di conoscerlo.
< no, non ti conosco! >
< domani vi manderò i filmati in diretta del vostro amico… nelle condizioni in cui si trova > il tizio sconosciuto riattaccò subito.

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Capitolo 2
*** 2. Non mollare, McGee ***


Dopo le parole del rapitore, Tony prese la sua giacca di pelle e uscì di tutta fretta dall’appartamento di Ziva. < hey, Tony! Dove vai? > chiese lei alzandosi dal divano per poi correre dietro al compagno. < in ufficio! Scusa Ziva, ma ho fretta > disse lui scendendo dalle scale < aspetta! Vengo con te! > Ziva lo raggiunse e insieme entrarono in macchina. Misero in moto e si avviarono a tutto gas verso la Navy Yard. Mentre erano in macchina, Tony non disse nemmeno una parola, si limitava a guidare e a ripensare alle parole di quel tizio che diceva di conoscerlo; Ziva lo fissava preoccupata, non riusciva a capire cosa lo turbava e del perché andava così veloce < che ti prende? Sei diventato strano dopo quella telefonata, chi era? > Tony la guardò per un secondo < era… era McGee… > < McGee? > era sorpresa < e come sta? Sta bene? Ti ha detto dov’è? > cominciò a fargli molte domande. < no! Non sta bene! Non mi ha detto dove lo avevano portato! Era spaventato. Non è tutto… > < tutto? Che cosa manca? > < ho parlato con il rapitore, ha detto di conoscermi e che domani ci manderà i filmati in diretta di McGee nelle sue attuali condizioni > < o mio Dio! E tu? Non hai capito chi possa essere il tizio che ha rapito McGee? > < no. Ci sto pensando ma non mi viene in mente nessuno > Ziva abbassò lo sguardo, era preoccupata < non chiami Gibbs? > < no, questa è una faccenda tra me, McGee e quel bastardo che lo ha preso! > NAVY YARD: NCIS Le porte dell’ascensore si aprirono con il solito “bin”, Tony corse fuori in tutta fretta e si diresse verso la scrivania di McGee; li collegò il suo telefono al pc del collega. < che fai? > chiese Ziva. < cerco di ascoltare la telefonata che mi ha fatto prima McGee, per capire chi è quel tizio > < non è meglio chiederlo ad Abby? Lei è più esperta > < no! Te l’ho già detto… è una nostra faccenda > rispose lui duro. < ok! Allora, io vado di sotto a prenderti un caffè > guardò l’ora sul cellulare < sono le 23:30, sarai stanco > < va bene. Grazie, Zee > le sorrise e cominciò a isolare le ultime chiamate ricevute. Ziva non era convinta di quello che stava facendo Tony, ma lo lasciò fare. 24:15 Era il terzo caffè che beveva, ormai aveva trovato la chiamata da circa venti minuti e cercava in ogni modo di isolare la voce del rapitore. Senza successo. < Tony, hai due occhiaie da paura, dormi, riposati > gli consigliò. < no, devo stare sveglio! Lo devo trovare, me lo ha chiesto > < come vuoi, io mi faccio una dormita > disse lei mentre sistemava la sua giacca sul pavimento in modo da ricreare la comodità di un cuscino. Si sdraiò e in meno di un minuto si addormentò sul pavimento proprio come faceva Kate. Tony la guardava, aveva la mente piena di pensieri su come trovare il rapitore e di come quel bastardo avesse ridotto McGee. Ruppe il silenzio dell’edificio e della squad room < pivello, dove sei? > fu l’ultima frase che disse prima di addormentarsi con la testa appoggiata sulla scrivania. 6:00 L’orologio di Tony cominciò a suonare, il ragazzo tirò su la testa di scatto, era mezzo addormentato. Ziva continuava a dormire, sempre nella stessa posizione della sera prima. Si alzò in piedi per andare a prendere un altro caffè ma appena si avvicinò alla sua scrivania il grande schermo si illuminò e comparve un’immagine sgranata in movimento. L’agente si mise davanti allo schermo in modo da vedere meglio < ma che diavolo… >. Finalmente capì. L’immagine sullo schermo si fece completamente nitida e sullo sfondo si vedeva un uomo legato ad una sedia, aveva la testa chinata verso il basso quindi non si riusciva a capire chi fosse. Tony si avvicinò a Ziva, la svegliò con qualche boffetto sulla guancia. La ragazza si tirò su di scatto < Tony, che c’è? > chiese con una voce assonnata. < vieni! > la tirò su e la portò davanti allo schermo < che cos’è? Sembra un… > Tony non la fece finire che subito aggiunse < un filmato in diretta, proprio come aveva detto il tizio > Ad un certo punto, si sentì una voce nella stanza dov’era legato il ragazzo. Sullo schermo comparve un volto maschile, giovane di circa trent’anni, pelle chiara e occhi color nocciola. < Tony… > disse Ziva preoccupata. Tony non rispose e si limitò a guardare lo schermo e a cercare di capire chi fosse quel tipo. Finalmente il viso dell’uomo si fece più chiaro, l’espressione di Tony cambiò improvvisamente: aveva capito chi era! < hey hey!! Salve a tutti!! > urlò il tizio < come promesso, vi sto mandando le riprese in diretta del vostro caro collega. Allora, DiNozzo, mi hai riconosciuto? > Tony aveva una faccia cupa e anche stupita. < Tony, chi è? > gli domandò Ziva. Sospirò < è Dean Smith, il mio primo partner a Baltimora > < e perché ti sta facendo questo? > < perché l’avevo accusato di spacciare droga e di essere un poliziotto corrotto > < a quest’ora mi avrai già riconosciuto! Quindi… passiamo alle cose più importanti da fare: il vostro collega… > Dean si avvicinò al ragazzo e con una mano gli alzò il viso grondante di sangue < l’agente… McGee! > Appena vide McGee, Tony s’irrigidì, disgustato nel vederlo in quello stato < bastardo… > disse furioso a denti stretti, le sue mani si chiusero in un pugno pieno di rabbia, pronto a colpire. < ok, diamo inizio allo spettacolo! > disse sorridendo. Si allontanò, prese una cassetta degli attrezzi e ritornò vicino a McGee. < che vuole fargli? > chiese preoccupata Ziva. < non ne ho idea! Però… Ho un brutto presentimento > I due si guardarono negli occhi preoccupati. Dean prese un bisturi e senza alcun problema lo conficcò nella spalla del povero Tim. Il ragazzo lanciò un grido di dolore e cercò di liberarsi con le ultime forze che gli erano rimaste. < questo è solo un assaggio di quello che sto per fargli! > urlò. Tirò fuori il bisturi dalla spalla di McGee e cominciò a tagliargli il braccio destro facendo uscire una marea di sangue. Il ragazzo urlava a squarciagola, erano urla strazianti e il povero Tony e la povera Ziva erano costretti a guardare. < Ziva, cerca di rintracciare da dove sta facendo le registrazioni Smith!! Presto! > ordinò. < subito > la ragazza si sedette alla sua scrivania e cominciò a triangolare il segnale della videocamera. < ok! Ora passiamo all’altro braccio >. Sempre con lo stesso bisturi, fece un taglio più profondo anche al braccio sinistro di McGee; si spostò più in basso e fece un taglio anche sul suo petto. Tony era inorridito di fronte a quella scena, si sentiva impotente, il suo amico, il suo pivello era nei guai e lui non poteva fare niente. < non mollare, McGee… >. Il povero ragazzo continuava ad urlare, a lanciare grida strazianti, suoi occhi si fecero colpi di lacrime, lacrime di un dolore immenso. Un raggio di speranza si abbattè sul pc di Ziva < Tony! L’ho trovato! > Il ragazzo si voltò verso di lei < dove si trova! > < si trova in un magazzino abbandonato sulla New Jersey Avenue! > scrisse l’indirizzo su un foglietto e lo porse a Tony < grazie! > lo prese e si diresse verso il parcheggio.

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Capitolo 3
*** 3. Trappola per Tony e fine dei giochi ***


< stai attento… > fu l’ultima cosa che Ziva disse prima che Tony uscisse dall’NCIS. I filmati si interruppero, Smith spense la telecamera < no! No! > urlò Ziva preoccupata. MAGAZZINO Parcheggiò con un perfetto testa-coda, uscì dall’auto, caricò la pistola che aveva sotto il sedile ed entrò nel magazzino. Con la pistola sempre puntata in avanti camminò in silenzio per non farsi sentire ovunque Dean abbia portato McGee. Il suo sguardo era serio e concentrato, i suoi pensieri… il suo pensiero era quello di uccidere Dean per aver ridotto in quelle condizioni McGee. Salì fino al secondo piano dell’edificio sempre in silenzio < come farò a trovarlo? > disse sottovoce. Dal piano superiore a quello dov’era Tony, si sentì urlare < seguendo le urla >, da bravo cinofilo quale era, Tony citò una frase di “Jurassic Park 2 – Il Mondo Perduto”. ………………………………. < shhh… stai zitto, non parlare! Vediamo se DiNozzo ci casca alla… mia super trappola! > disse Smith a McGee che aveva un fazzoletto in bocca. McGee guardava Smith spaventato, aveva il corpo ricoperto di tagli e graffi, la maglietta e i pantaloni era zuppi di sangue e un po’ gli gocciolava dalla bocca passando tra i buchi del fazzoletto. …………………………………. Tony salì al piano superiore al suo. Finalmente arrivò alla stanza delle urla, fece un bel respiro e sfondò la porta con un calcio; la porta cadde a terra e Tony entrò < ma che diavolo? Qui non c’è nessuno! > era sconvolto, in quella stanza non c’era nessuno. Si voltò e vide un registratore su un tavolo che riproduceva le urla del povero McGee < bastardo!! > urlò. Ad un certo punto si sentì un rumore che proveniva da dietro il tavolo, andò a vedere e vide un carico di esplosivo attaccato al muro. La sua faccia si impallidì di colpo, gli occhi si riempirono di paura, corse fuori dalla stanza appena in tempo. L’esplosivo esplose, Tony si mise in salvo appena in tempo, si appoggiò al muro anche se una scheggia del tavolo gli graffiò la guancia < era una trappola… sei furbo, ma non abbastanza! Ti troverò!! > s’incamminò per i corridoi del magazzino fino a quando non si trovò davanti a una porta, dalla fessura sotto la porta si vedeva una luce, ad un certo punto, la luce non si vide più perché un ombra la copriva. Dalla stanza si sentì una voce. < a quest’ora il tuo caro collega sarà sui muri di quella stanza, in mille pezzettini mi dispiace tanto, Tim > fece un sorrisetto. < io non credo proprio! > Tony subentrò nella stanza puntando la pistola davanti al viso di Smith, il suo sguardo era un mix di felicità perché aveva trovato McGee e Smith e anche di rabbia pura, mise il dito indice sul grilletto, pronto a premerlo appena Smith avrebbe fatto un passo falso. < ma come è… possibile! > era incredulo nel vederlo ancora “intero”. < non sei tanto furbo quanto credi, Dean! Hai calcolato male i tempi > < dovresti essere sui muri di quella stanza!! > < sei cocciuto, Dean! Hai calcolato male i tempi! Ora è finita, metti giù quel coltello > Dean lo guardava ancora incredulo, guardò il coltello e si scagliò con furia su Tony. Appena vide che si stava avvicinando, Tony premette il grilletto e piantò tre pallottole nel petto dell’ex collega. Dean cadde a terra, morto: era tutto finito. Tirò un sospiro di sollievo e andò a vedere come stava McGee < McGee, McGee, hey, ragazzo! Mi senti? > alzò il viso di McGee e vide in che condizioni lo aveva ridotto. < dai, torniamo a casa, è tutto finito > lo slegò e se lo caricò sulle spalle. < lo… lo sapevo che… che mi avresti tro- vato! > Tony sorrise sentendo quelle parole < ci sarò sempre > Uscirono da magazzino e caricò McGee in macchina, lo sdraiò sui sedile posteriori, mise in moto per poi dirigersi verso l’ospedale.

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Capitolo 4
*** 4. Dopo la tempesta ***


Accompagnò McGee in ospedale, era ridotto piuttosto male, durante il viaggio era svenuto, perdeva molto sangue. Lasciò il suo collega nelle mani fedeli dei medici. Era stanco, sconvolto e anche un po’ ferito, la guancia gli sanguinava ancora, rifiutò l’aiuto dei medici, disse loro di occuparsi di McGee, solo e unicamente di McGee. < agente DiNozzo? > un infermiere si avvicinò a Tony. Si voltò < si? > < vada a casa, il suo collega è ancora sotto ai ferri, lo stanno operando in questo momento, è grave ma ce la farà > < va bene… > annuì non convinto. Uscì dall’ospedale e si diresse all’NCIS. NAVY YARD: NCIS Uscì dall’ascensore, aveva lo sguardo perso nel vuoto, la guancia sanguinante ed era sconvolto nel vedere McGee in quello stato. Ziva era seduta alla sua scrivania, aveva le mani incrociate appoggiate alla bocca, era preoccupata, da quando Dean aveva spento la telecamera non faceva altro che pensare a Tony e a McGee. < Ziva! > La ragazza si voltò verso Tony, felice nel vederlo tutto intero < Tony! O mio Dio! Come stai? Come sta McGee? > < io sto bene, ho solo un graffio sulla guancia. McGee è sotto ai ferri. È grave ma ce la farà > < lo hai ucciso? > < si! Dean è morto! > Ziva abbracciò il compagno < ho temuto di perderti e di perdere anche McGee… > Tony ricambiò l’abbraccio e le diede un bacio sulla fronte < non mi perderai mai… te lo prometto >. < andiamo a casa? > < si, ho voglia di farmi una bella doccia > sorrise. < dopo, andiamo a trovare McGee > < certo! > Entrarono in ascensore e si diressero a casa di Ziva. APPARTAMENTO DI ZIVA Entrarono, Tony si tolse la giacca e l’appoggiò sul divano < vado a fare la doccia > < va bene, ti spetto a letto > anche se erano le 15:00, Ziva voleva godersi un momento speciale con Tony. Dopo quindici minuti, Tony uscì dalla doccia, si mise una canotta e dei pantaloncini corti; aveva i capelli bagnati che poi se li asciugò con un asciugamano lasciandoli spettinati. < ora mi sento meglio > disse mentre si sedeva sul letto. < si vede, il tuo umore è cambiato > Ziva aveva ragione, prima Tony era triste e sconvolto, ora, invece era più felice, forse perché la speranza di vedere McGee ancora vivo lo aveva fatto sorridere, un sorriso di speranza. < grazie! E te? Come stai? > < ora meglio! Ma quando eravate in quel magazzino, ero preoccupata, non sapevo se eravate ancora vivi o… se stavate bene. Poi ho avuto la mia risposta > < hey! Non ti devi preoccupare, ho la pelle dura > Dopo quella battuta tutti e due risero di gusto. Tony si avvicinò pericolosamente al viso di Ziva, lei lo guardava con occhi felici, i suoi occhi brillavano come due stelle. Gli mise una mano sulla guancia ferita e se lo tirò a se, le loro bocche si toccarono in un’esplosione si amore e felicità. Lui poteva sentire il suo profumo di vaniglia e il suo cuore battere velocemente. Fu un bacio talmente lungo che quasi mancava loro il respiro. < ti amo Ziva > < ti amo anche io Tony > sorrisero e si sdraiarono sul letto, lui le sfilò la maglietta nera che aveva indosso lasciandola in reggiseno. Lei fece la stessa cosa con la canotta di Tony, poteva sentire i suoi addominali che si era fatto nell’ultimo periodo. Tony prese a baciarle il collo e le spalle, aveva la pelle liscia come quella di un bebè, morbida e profumata Le sfilò i pantaloni lasciandola solo con l’intimo. Lei mentre gli accarezzava i capelli, cominciò a filargli i pantaloncini, lasciandolo nudo. Piano piano anche lui le levò l’intimo. I due agenti si unirono, erano felici, si erano liberati di un grande peso che era quello di essere riusciti a trovare McGee. Fecero l’amore per venti minuti. Si addormentarono beati uno sul petto dell’altro. Ziva si svegliò tra le braccia di Tony che era ancora addormentato < dopo la tempesta, torna il sole. Tu sei quel sole, hai illuminato la speranza di McGee di essere ancora vivo, tu l’hai salvato da quell’incubo orribile, tu gli hai dato la forza di andare avanti… > dopo aver detto quelle parole, gli baciò la guancia, per sentire il dolore che aveva provato entrando in quella stanza e nel vedere il suo collega in quello stato. FINE

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