Legami di Atlantislux (/viewuser.php?uid=3827)
Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.
Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Fedeltà ***
Capitolo 2: *** Amore ***
Capitolo 3: *** Potere ***
Capitolo 1 *** Fedeltà ***
Intro e disclaimer: quando ai tempi pubblicai Earth (che si intitolava ancora "Terra") su Fanfiction.net, ci fu qualcuno che mi venne a chiedere, sconvolto, come mi era venuto in mente di inserire il malsano triangolo Sergay/Nina/Nagi. Il fatto è che avevo avuto bisogno di replicare il loro fortissimo legame di amore/fedeltà in un mondo senza Otome, e un bel ménage à trois era stata la cosa che avevo trovato più interessante. Poi mi sono arrivate richieste di approfondire la cosa, e dire due parole in più su come è nato questo legame. Eccovi il risultato, dove ho approfittato anche per rivelare qualche mistero rimasto in sospeso in "Earth". ^_^
Un ringraziamento va a Solitaire, alla quale questi tre soggetti piacciono tanto e che mi ha ispirata in questa opera scellerata.
Ça va sans dire, i personaggi di Mai Otome sono di proprietà della Sunrise, nessuna violazione del copyright è intesa; "Earth" invece è roba mia, e purtroppo dovete leggerla per capire che succede qui ;-)
Betareading: Jean Genie
Legami
Fedeltà
La
prima volta che Nina aveva visto Nagi aveva pensato che dall'aspetto
non sembrava neanche un essere umano, ma un qualche strano tipo di
creatura aliena, per caso caduta su Earth.
Erano
mesi che Sergay le parlava di questo giovane ufficiale, che aveva
fatto carriera nel suo staff prima di essere trasferito
all'Intelligence.
'Ha
qualche anno in meno di te, ed è già Capitano', se ne
era uscito una sera tutto orgoglioso il marito, quasi come se stesse
parlando di suo figlio. A Nina, che con duri sacrifici era riuscita a
salire fino al grado di Maggiore sotto il comando di Mashiro De
Windbloom, la cosa era suonata come una critica.
Soprattutto
perché Sergay sapeva benissimo che sposandolo Nina aveva
dovuto seppellire la sua carriera. Le relazioni tra membri della
stessa unità erano proibite, e i matrimoni tra alti ufficiali
avevano una regola non scritta che imponeva ad uno dei due di
ritirarsi dal servizio attivo. Non che a Nina fosse pesato passare
dal ruolo di soldato a quello di casalinga; l'aveva fatto per l'uomo
che amava profondamente ma, a volte, a soli ventisei anni si chiedeva
se non avesse dovuto prendere un'altra strada.
Così,
la sera che aveva ricevuto a cena l'uomo che era sempre sulla bocca
di Sergay, non era riuscita completamente a celare, sotto la sua
solita espressione compita, una certa ostilità.
'Nagi
De Artai' si era presentato lui, e Nina si era stupita che omettesse
il grado. E quella non era l'unica cosa che l'aveva sorpresa di lui.
Si
era aspettata il solito militare arrogante e pieno di sé, invece, pur
essendo considerevolmente compiaciuto della propria intelligenza, il
Capitano De Artai era anche un uomo a cui i libri sembravano piacere
più che le armi, e che non faceva mistero di quanto incapace
fosse a pilotare quei jet di cui Sergay andava invece tanto fiero.
'Dopo
che gliene ho schiantato uno sulla testa tuo marito ha pensato bene
di mettermi davanti ad un computer. Mi dispiace, ma non sono bravo a
fare lavori manuali' le aveva confessato, facendola ridere. Perché
in una nazione di militari bisognava essere parecchio incoscienti o
terribilmente sicuri di sé per dire una cosa del genere. E lui
sembrava tutte e due le cose.
Il
Capitano era anche buffo, ma tutte le sue battute avevano un doppio
senso crudele, e a ben vedere ogni cosa che diceva sembrava studiata
apposta per raggirare il prossimo.
Alla
fine di quella serata, Nina aveva capito tre cose: che Nagi era
determinato ad arrivare ai vertici delle forze armate, che era
estremamente pericoloso e che, nonostante questo, rispettava Sergay.
E ne era ricambiato. Lei trovava il giovane albino affascinante come
un cobra, stupendo da guardare in un terrario ma letale come
avversario, e aveva deciso che se al marito importava tanto che lei
diventasse sua amica, per il bene di Sergay lo avrebbe fatto.
Dopotutto, la compagnia di Nagi era un piacevole diversivo alla
quieta pace domestica.
Qualche
mese dopo Nina aveva scoperto che Nagi e suo marito erano amanti, ma
la cosa non l'aveva sorpresa più di tanto, considerato il tono
deferente con il quale Sergay ne pronunciava il nome e ne raccontava
le imprese; e quando Sergay le aveva proposto di unirsi a loro,
ancora una volta Nina non aveva saputo dire di no.
Non
poteva dispiacere il marito, e se l'idea era venuta da Nagi lei non
voleva rischiare di ritrovarselo contro. Se la cosa stava bene a
Sergay, per Nina non era certo un problema. Oltretutto, a parte il
suo strano colore di capelli, il Capitano non era né brutto né
sgradevole, tutt'altro; e gli era stata anche grata dopo l'inizio
della loro “relazione”, quando lui aveva cominciato a metterla a
parte dei segreti della nazione, chiedendole a volte dei consigli.
Nagi
l'aveva fatta sentire utile, diversa dalla donna tutta casa e
famiglia che bastava a Sergay. Dopotutto Nina era stata la più
brillante del suo corso, e la più giovane ufficiale in
carriera, superata solo da Mashiro De Windbloom e da Nagi stesso.
Peccato
che la cosa le ricordasse spesso tutto quello che non poteva fare.
L'azione le mancava più di quanto fosse disposta ad ammettere
con sé stessa. Una notte l'aveva anche confessato al suo
amante, non notando che gli occhi scarlatti di Nagi si erano accesi
di interesse. Lui le aveva semplicemente dato un bacio sulla fronte,
dicendole che la capiva benissimo, e che avrebbe fatto di tutto per
realizzare i suoi sogni.
Due
anni dopo
Nina
strinse i braccioli della poltroncina, concentrandosi su quello che
Natsuki Kruger stava dicendo. Non che quella parte la interessasse,
ma ascoltarla riusciva almeno a farle tenere sotto controllo la
tensione. I suoi pensieri, però, deragliarono un'altra volta.
Mentalmente
si ripeté il piano, che non aveva niente di elaborato. Doveva
solo uscire dalla sala, raggiungere uno dei jet stealth che lei
sapeva benissimo come manovrare, e portarsi sul luogo del
trasferimento. Sia i controllori di volo che le guardie erano a parte
della cospirazione, nessuno l'avrebbe fermata, nemmeno se la
Direttrice del Garderobe avesse aperto bocca.
Guardò
suo marito. Sergay era pallido, ma aveva un'aria decisa in volto,
come se volesse far andare tutto per il meglio con la sola forza di
volontà.
'Credi
che io non lo voglia?'
Era
andato da lei, dopo che Nagi gli aveva raccontato tutto. Le aveva
messo le mani sulle spalle e l'aveva guardata fissa. 'Non farlo. Non
è necessario' le aveva detto.
Nina
distolse lo sguardo dal marito, ricordando la propria risposta.
'Per
tutta la vita mi è stato detto che dovevo fare il mio dovere e
proteggere la mia patria. Anche a costo di sacrificare me stessa.
Anche tu mi ripetevi sempre che non ti saresti tirato indietro, anche
se ciò avesse significato rinunciare a me. Io dovrei forse
essere da meno di te? E di Erstin? Non sono stata forse allevata
anch'io come un soldato della Repubblica Occidentale?'
Si
guardò le nocche, sbiancate dalla tensione. 'Ma
è stato Nagi a convincermi, quando mi ha fatto notare che se
la guerra scoppiasse tu saresti là, in prima linea. E io non
voglio che ti accada niente. Addirittura ti eri proposto di andare al
posto mio, ma sarebbe stato assurdo. Il tuo posto è qui.
Lascia che io faccia quello per cui sono stata addestrata.'
Le
labbra le si stirarono in un frigido sorriso, mentre i suoi occhi si
posavano su Nagi. Per un attimo i loro sguardi si incrociarono, ma
lui non rispose al suo gesto.
'Tu,
serpente tentatore. Ho riconosciuto il tuo inganno, ma non posso fare
a meno di caderci. Non quando sul mio onore ho promesso di difendere
questo paese e le persone più importanti per me. E lo farò
fino alla fine, perché, tra di loro, ci sei anche tu.'
Improvvisamente
Nina si rese conto che la Direttrice stava pronunciando le parole che
tutti loro si aspettavano. Un profondo silenzio accolse l'ordine di
smobilitazione. La vide fissare Shizuru Viola, e aggrapparsi al
leggio.
Nina
serrò la mascella, girandosi verso Nagi. 'Non
ha funzionato. Abbiamo riposto troppe speranze nell'influenza della
Presidentessa sui nostri ufficiali. Ma da mesi lei, quella vera,
stava pianificando l'attacco e questo clamoroso voltafaccia loro non
se lo aspettavano proprio, e non lo stanno affatto digerendo.'
Guardò
il suo amante, reclinato sulla poltroncina con in volto
un'espressione indefinibile. Quello sguardo, più di ogni altra
cosa, le fece capire che tutto era perso.
'Com'è
perdere il controllo, Colonnello?'
ebbe voglia di urlargli.
Poi,
mentre lui si stava girando verso di lei, Nina udì qualcuno
applaudire. E distintamente sentì un tuffo al cuore.
Haruka,
la spavalda e sfrontata Haruka, era in piedi di fronte a tutti e,
sfidando come al solito il mondo, stava applaudendo la
Presidentessa.
Nina
vide Mashiro e suo marito raggiungerla un secondo dopo, e mai fu
fiera di lui come in quel momento. A cascata tutti gli altri
ufficiali fecero lo stesso.
Poi
fu conscia degli occhi di Natsuki Kruger su di lei; la Direttrice le
stava sorridendo e Nina non poté che fare lo stesso, mentre
tutta la tensione delle ultime ore le precipitava addosso. Si toccò
il viso, non sorpresa di trovarlo bagnato di lacrime. Adesso
tutti erano in piedi, e suo marito circondato da colleghi che gli
stringevano la mano.
Nella
confusione generale approfittò del momento per sgattaiolare
fuori dalla sala, sicura che nessuno avrebbe fatto caso a lei.
Superò
le guardie che si accalcavano davanti all'entrata e, camminando
svelta per i corridoi, raggiunse l'appartamento suo e di Sergay.
Aveva
avuto paura di mettersi a singhiozzare per strada, ma una volta al
sicuro Nina scoprì di sentirsi sorprendentemente bene. Come
mai le era successo in vita sua. Lei che era sempre stata così
composta, si trovò ad avere voglia di ballare e di cantare.
'Se
fossi quella pazza di Arika lo farei davvero.'
Invece
si asciugò solo quietamente le lacrime.
Improvvisamente
sentì la porta aprirsi, e sorrise. E il suo sorriso si allargò
quando chi era entrato, senza una parola, la abbracciò.
Si
girò, e lo strinse forte, alzando la testa per dargli il bacio
che desiderava da tanto tempo, senza mai trovare una motivazione per
farlo.
Poi
Nina si staccò per fissarlo negli occhi. Si rese conto di
stare ansimando.
'Perché
sorridi, Nagi? Perché il tuo bravo falchetto obbediente è
ritornato nella gabbia ed è pronto per un altro volo? Contro
chi mi lancerai la prossima volta?'
“Non
importa, capisco il tuo gioco” gli sussurrò. “Ma tu sei la
persona che con Sergay mi è più cara, e io ti
proteggerò, l'ho giurato.”
'Dimmi
un'altra bugia, adesso.'
Vide
Nagi socchiudere gli occhi, e faticare a trattenere una risatina.
“Ti
amo” lui le disse.
Nina
chiuse gli occhi, arrossendo fino alla punta dei capelli. Poi lo
baciò di nuovo. |
Ritorna all'indice
Capitolo 2 *** Amore ***
NdA: innanzitutto un grazie a hinata_chan per la bella recensione! Sono felice che la one-shot ti sia piaciuta. Sì, in effetti "giocare" con il personaggio di Nagi è piuttosto difficile, perché è forse il più misterioso di tutti e, come dici tu, il rischio di inserirlo in un altro contesto è quello di renderlo molto più cattivo dell'originale, o più folle. Però è divertentissimo usarlo, e spero di esserci riuscita bene, in qualche modo. ^_^ Poi, la coppia Nina/Nagi è perfetta: presi singolarmente uno è un fastidioso saputello e l'altra una stoica prima della classe, insieme sono... una catastrofe planetaria! ;-) Comunque, ecco l'altra one-shot, dedicata al Sergay Wang di Earth.
Amore
Nessuno
me ne ha mai chiesto la ragione. Solo una volta negli occhi di Nina
vidi quella pietosa domanda, quando decisi di rivelarle la verità.
Una domanda che però lei non ebbe il coraggio di farmi. Mi
amava troppo per accettare una bugia da me, non l’avrebbe
sopportata, e preferì tacere. Anche perché una ragione,
in realtà, non c’è mai stata. Mi fa sorridere il
pensiero di come tutto questo sia cominciato.
Quando
mi dissero che dall’esercito qualcuno aveva chiesto e ottenuto il
trasferimento nella mia unità non ci feci troppo caso; soldati
e piloti vanno e vengono, ed era considerata una sorta di prova di
coraggio tentare di entrare nelle mie grazie. Ma qualche giorno dopo,
quel novellino fece precipitare uno dei miei jet, centrando in pieno
la torre di controllo, e io giurai che l’avrei rispedito a calci da
dove era venuto. Peccato che, quando invece me lo trovai davanti, con
quell’aria falsamente contrita di ragazzino che ha fatto una
marachella, un braccio al collo e in mano i risultati del test che lo
classificava tra l’uno percento dei sottufficiali più
brillanti, ogni proposito di punirlo evaporò.
Diedi
immediatamente l’ordine di riassegnare Nagi De Artai dal
pattugliamento aereo all’elaborazione dati. Mi dissi che
fisicamente era un disastro ma che aveva un cervello troppo brillante
per sprecarlo tra le trincee di Haruka.
Mi
raccontai che dopotutto era solo un ragazzo e che meritava una
seconda possibilità. Ma ricordo che tornando a casa non
riuscivo a scacciare dalla mia mente le cose che Nagi aveva detto per
scusarsi e per convincermi a farlo rimanere. Erano suonate così
convincenti, ma allo stesso tempo ero cosciente del fatto che fossero
solo bugie, fin troppo palesi, ma ci volevo credere. Perché
era quello che avrei voluto sentirmi dire.
Io,
un militare in carriera con quindici anni di onorato servizio, mi ero
sentito lusingato, e chissà perché la cosa non mi aveva
né disgustato né irritato, come sarebbe stato normale.
Anzi, nei giorni successivi mi trovai a cercare sempre più
spesso la compagnia di Nagi, con il pretesto di controllare quello
che stava combinando. Forse era anche stato vero per qualche ora,
prima di realizzare che l’albino era decisamente geniale
nell’analizzare dati strategici, e che le sue lucide considerazioni
erano di molto superiori a quelle di tutti i miei altri esperti, con
molti più anni di servizio di lui.
E
non parlavamo solo di lavoro. Dopo avermi quasi interrogato su chi
ero e sulla mia famiglia, presto fui io ad ascoltare lui, a bermi
tutto quello che diceva, con quel tono di chi la sa lunga sul resto
del mondo. Era giovane, ma non possedeva l’inadeguatezza di un
ragazzo, solo la cristallina sicurezza di un adulto che ha una
missione da compiere. Anche se, qualunque essa sia, lui non me l’ha
ancora rivelata e a questo punto dubito che lo farà mai.
A
volte però quello che Nagi diceva mi faceva male. Scuoteva le mie certezze
di buon cittadino, e non mi piacevano i commenti acidi che faceva
sulla nostra Presidentessa, e sul Generale Viola. Non ero così
devoto a loro, ma non volevo che a lui accadesse qualcosa. Perché perdere la
sua compagnia sarebbe stato insopportabile.
Parlai
di lui a Nina, e ricordo ancora il suo sguardo ferito. In quel
momento dentro di me risi, ‘è come se lei lo stesse
considerando un rivale’, mi dissi. Però il giorno dopo, tornando alla
base, notai per la prima volta gli sguardi degli altri su di noi, e
le voci dietro le mie spalle. Cominciai a chiedermi se per caso non
mi stessi spingendo troppo oltre. Pettegolezzi incontrollati di quel
genere, anche se totalmente falsi, potevano significare la fine della
mia carriera.
Per
la prima volta evitai Nagi deliberatamente, e così feci anche
nei giorni successivi, incontrandolo solo in compagnia di altre
persone. Lui invece, tutte le volte che ci vedevamo, mi sorrideva in quel
suo modo giocoso ed allo stesso tempo malizioso, come se mi stesse
sfidando a fare quello che non osavo.
Piano
piano, mi accorsi di non riuscire a pensare ad altro. Facevo sul
lavoro errori stupidi, mentre con Nina ero distratto e nervoso.
Un giorno, Nagi entrò nel mio ufficio e buttò un
documento sul tavolo. Era l'autorizzazione al suo trasferimento
all'Intelligence. Ricordo che balzai in piedi, pregandolo di non
andarsene, mentre il suo sorriso diventava più marcato.
'Lo
faccio per te, Sergay, per realizzare i tuoi desideri' ricordo che mi
disse e, in quel momento, mi sentii gelare. Sapeva quello che
provavo, e stava solo giocando con i miei sentimenti. Ma aveva
dannatamente ragione, come sempre. Non poteva esserci nulla tra di
noi mentre entrambi eravamo nella stessa unità.
Firmai
dove dovevo firmare, poi lui si alzò, e scandì bene un
orario e un numero civico in un quartiere della città dove il
numero di telecamere era leggermente inferiore a quello previsto per
legge. Quando uscì, io crollai sulla mia poltroncina. Mi aveva
sempre avuto in pugno, e in quel momento fu come se stessi per
presentarmi davanti al plotone di esecuzione. Ero impaurito, ed
eccitato. E niente mi avrebbe potuto trattenere dall'andare a
quell'appuntamento.
Quella
notte diventammo amanti; io avevo avuto altre esperienze di quel
genere in caserma, dopotutto non si possono mettere dieci ragazzi
sedicenni nella stessa stanza, senza donne per mesi, ed aspettarsi
che non succeda nulla. Ero felice, e anche il pensiero che per Nagi
ero solo un altro 'qualcosa' che andava a posto nel suo grand
design,
non mi disturbava.
Da
subito mi prese la smania di presentarlo a Nina. Volevo che lei lo
conoscesse. Forse inconsciamente volevo che lei addirittura sapesse.
Quando si incontrarono la prima volta ero nervoso, ma feci di tutto
per mascherarlo.
Non
so... forse la cosa può suonare rivoltante e perversa, però desideravo con tutto me stesso che si piacessero. Sono conscio di
quanto sia inspiegabile ma, nel momento in cui li vidi assieme, ebbi
la strana sensazione che tutto quello che avevo fatto fino a quel
momento nella vita, fosse stato solo per arrivare lì. Non
provai nemmeno un fremito di gelosia quando mi accorsi che Nagi stava
affascinando mia moglie esattamente come aveva fatto con me, come non
ne provai quando, alla fine della cena, lei si sporse per dargli un
bacio sulla guancia che si protrasse per qualche attimo più
del necessario.
Dopo
qualche mese Nina acconsentì con quel suo misto di devozione e
rispetto a diventare anche l'amante di Nagi, e quello fu il momento
più bello della mia vita.
Quei
giorni furono così felici che pensai che prima o poi qualcuno
mi avrebbe presentato il conto. Che infatti puntualmente arrivò.
Quando,
qualche giorno fa, Nagi mi raccontò il suo piano, neppure per
un attimo mi venne in mente che potesse essere solo uno scherzo di
cattivo gusto. No, io ero certo che lui avrebbe davvero spedito Nina
a farsi ammazzare su un pianeta straniero, perché tutti noi
fossimo salvi.
Lei
mi prese le mani, cercando di convincermi che quella era la cosa
giusta per tutti e che, con il Garderobe distrutto, anche se il
Generale Viola avesse vinto il suo sarebbe stato un trionfo di breve
durata.
E
come potevo io essere così egoista? Come Nina, anch'io avevo
dei doveri verso la mia nazione. Pregai però Nagi di mandare
me, pur sapendo che sarebbe stato impossibile. Non era quello il mio
posto o il mio ruolo.
Anche se lui mi rassicurò, dicendo che sarebbe andato tutto
bene, che era un bluff che era sicuro di vincere, per una volta lessi
nei suoi occhi un'inquietante esitazione. Gli credetti quando mi
disse che avrebbe fatto di tutto pur di non perdere Nina, perché
nessuno, neppure lui, era così senza cuore, ma il giocare a
sorte con la morte e affidarsi ai capricci del Fato non è una
cosa che come soldato mi è mai piaciuto fare. E Nagi stava
affidando, forse per la prima volta, la riuscita di tutti i suoi
piani a qualcosa che non poteva controllare pienamente. Tutto questo
preoccupava lui, e terrorizzava me.
Ora,
davanti alla porta del mio appartamento, dopo che tutto è
andato bene, non posso fare altro che pensare a quello che succederà
nei prossimi mesi. Si apre un'era di caos e di vuoto di potere, e
probabilmente non avremmo dovuto lasciare andare Natsuki di Earl. Lei
e il suo carisma ci sarebbero potuti tornare utili. Però, in
questo momento, non mi importa. Non quando ciò che amo è
al sicuro.
Appoggio
la guancia alla fredda ceramica della porta scorrevole. Sono entrato
ma mi sono ritirato subito; è giusto che Nina e Nagi stiano un
po' da soli. Avranno cose da dirsi, e da perdonarsi. Quanto a me, io
non so quello che mi succederà in futuro, ma farò di
tutto perché niente li possa dividere; dopotutto, assieme sono
bellissimi, e sono la mia famiglia. |
Ritorna all'indice
Capitolo 3 *** Potere ***
NdA:
cara Hinata_chan, non temere per la tua sanità mentale,
anche a me piacciono tantissimo i ménage à trois,
soprattutto quando i personaggi coinvolti sono così
complessi ed affascinanti. La parte che pubblico oggi è
proprio quella che riguarda Nina e Nagi, vediamo se veramente riesco a
farti tifare per loro. Eheh... ;-)
Solitaire, quoto tutto quello che hai scritto su Sergay ed i suoi degni
compari. Il Maggiore è l'indecisione fatta a persona, Nina
una vittima annunciata e Nagi un burattinaio fatto e finito, e il loro
rapporto è tanto morboso quanto una tragedia russia.
Sarà per quello che ci piacciono così tanto?
L'ultima parte di queste mie tre one-shot è dedicata a Nagi,
anche se ho deciso che non abbandonerò l'universo di Earth.
Venite ogni tanto a fare un giro in questa sezione perchè
c'è una sorpresa in arrivo!
Potere
Earl, Aries, Prigione Desperate, 10 anni prima
L'avevano
sottovalutato. Dopo tutto quello che aveva fatto, dopo tutti i morti e
le distruzioni, c'era ancora qualcuno che sembrava rifiutare l'idea
che la causa di tutto potesse essere un ragazzino dall'aspetto
malaticcio, troppo basso e magro per l'età che avrebbe
dovuto
avere. Ma l'essere sottovalutato, e il farsi passare per uno sciocco
principino viziato, erano sempre state solo ulteriori armi nelle mani
di Nagi De Artai.
Le
guardie della prigione non erano tenere, ma erano tante, e Nagi
contava che statisticamente almeno una fosse po' più
malleabile. Quando, dopo qualche mese di detenzione, aveva sentito la
ronda suggerire all'uomo che portava il pranzo che forse il 'bambino'
si meritava un po' più di dolce, Nagi capì che ce
l'aveva fatta. Ma d'altra parte non ne aveva mai dubitato; se c'era
cosa che non gli mancava, e di cui andava fierissimo, era
un'incrollabile sicurezza in sé stesso.
Individuato
l'uomo la strategia era stata chiarissima: mostrarsi, ma solo con
lui, dimesso, pentito, affranto. Tatticamente, aveva incolpato i
propri consiglieri, John Smith, Sergay Wang, e Nina, la malvagia
Otome. Dopotutto, non era lei che dava gli ordini? Quello che non
avrebbe funzionato con nessuna corte di giustizia funzionò
con
quella guardia troppo compassionevole. Nagi arrivò anche a
spargere qualche lacrima, lui che non aveva mai pianto in vita sua.
Notò che piano piano i turni dell'uomo coincidevano sempre
di
più con la sua ora d'aria, come se la guardia stesse facendo
di tutto per passare più tempo possibile con lui, e fu
durante
una di queste che l'uomo riuscì fortunosamente a farlo
evadere.
'Avrei
voluto un figlio come te' gli aveva sussurrato mentre lo faceva
salire di nascosto sul camion dei rifornimenti, e Nagi aveva dovuto
mordersi la lingua per evitare di scoppiare a ridergli in faccia. Si
era permesso di farlo solo una volta lasciato il carcere, e non tanto
per il piacere di essere finalmente libero, quanto per quello di
essere riuscito a giocare, ancora una volta, i propri simili.
Sapeva
che l'avrebbero riacciuffato, presto o tardi, perché non
c'era
posto in Aries dove si sarebbe potuto nascondere, eccetto uno.
Così,
una volta saltato giù dal camion, vi si era diretto in tutta
fretta. Aveva letto dell'esistenza di questi sacrari in un libro
nella polverosa biblioteca di Artai; erano luoghi costruiti dagli
antichi che contenevano una sorta di porte spazio temporali, ed erano
situati su tutto il territorio di Earl, comprese Aries, Artai e
Windbloom. Non sapeva esattamente come funzionassero e se era
possibile decidere dove andare, ma gli sembrava assurdo che chi li
aveva progettati non avesse pensato a come dirigere il viaggio. Il
suo piano era di usare quella di Aries per tornare ad Artai ma, anche
se l'aggeggio l'avesse trasportato a Windbloom, giudicava che avrebbe
sempre potuto tornare indietro.
Il
vero rischio era che il portale di Aries potesse non funzionare, o
che lo spedisse in uno di quelli sprofondati nei secoli sotto il
livello del mare. Ma Nagi aveva deciso di correre il rischio. Gli
Artai erano famosi per osare in prima persona nelle imprese
più
disperate, e lui aveva già dimostrato di essere fedele alla
tradizione di famiglia.
Il
portale alla fine aveva fatto perfettamente il proprio dovere.
Fin
troppo, aveva pensato Nagi una volta dall'altra parte quando, uscito
allo scoperto, aveva visto il cielo solcato da aerei dalla forma
minacciosa. Quel luogo non era sicuramente Artai, né
nessun'altra nazione di Earl.
Per
un secondo aveva pensato di tornare indietro, ma l'essere finito su
un mondo tecnologicamente avanzato aveva costituito un richiamo
irresistibile. Per quello che ne sapeva lui, quello poteva anche
essere il passato di Earl. E, ovunque fosse finito, era
ragionevolmente certo che nessuno gli avrebbe fatto del male. Chi
avrebbe mai osato alzare le mani su un bambino dall'aria
così
inoffensiva?
Le
certezze di Nagi avevano però subito una leggera scossa
quando
i primi esseri umani che aveva incontrato erano stati dei soldati
impegnati in un giro di perlustrazione.
Lo
avevano portato al loro comando, e lì gli avevano fatto
domande alla quali aveva risposto il più evasivamente
possibile, nell'ostilità generale. Gli avevano punto un dito sottoponendo il suo sangue a quello che avevano chiamato test
del DNA, e quando gli avevano messo sotto il naso il risultato,
cioè
che lui non risultava schedato tra i cittadini di una fantomatica
Repubblica Occidentale, Nagi aveva realizzato che l'impunità
non si estendeva ai bambini del nemico.
La
parola 'traditore' era risuonata su qualche bocca, fino a quando
qualcuno di grado più alto, finalmente, non si era messo a
ridere notando che come spia era decisamente messo male, e che da
quanto era magro si capiva che probabilmente era solo uno dei
disperati delle poche città che si ostinavano a rimanere
neutrali, e che campavano sugli stentati traffici con le due
superpotenze in guerra permanente.
A
Nagi a quel punto non era rimasto altro che piagnucolare, com'era
diventato così bravo a fare, che quella era la pura
verità,
e che lui era scappato da casa perché voleva combattere per
la
Repubblica Occidentale. Qualunque cosa fosse.
Così,
dichiarando un paio di anni in meno di quelli che realmente aveva,
era entrato nell'esercito. E, da quel momento, per Nagi le cose non
avevano fatto altro che migliorare.
Earth, Windbloom, Base Garderobe, tempo presente
Sorrise
nel dormiveglia, sentendo il naso di Nina solleticargli l'orecchio e
la mano della ragazza accarezzargli una spalla.
Immaginava
che Nina avesse ceduto alla sue avances
più che altro per far piacere al marito, però
ultimamente la ragazza aveva cominciato a cercare sempre più
insistentemente la sua compagnia, anche quando Sergay era assente o,
come in quel momento, addormentato. L'idea che lei lo desiderasse
come uomo gli fece immensamente piacere. L'amore dopotutto sarebbe
stato un altro laccio con il quale legarla a sé.
Le
sfiorò la schiena, disegnando delle spirali sulla sua pelle
serica.
Nagi
aveva un problema. La Presidentessa era morta, come da programma, ma
ciò non era bastato a Shizuru per cambiare idea. Anzi, il
Generale aveva pensato di sfruttare, per la prima volta nella storia
di Earth, le porte temporali, e di chiamare sul pianeta una sostituta
che Nagi conosceva fin troppo bene.
'La
maledetta Direttrice Natsuki Kruger. Quella cadrà ai piedi
del
Generale Viola non appena la vedrà, anche considerando che
verrà prelevata nel bel mezzo della crisi dov'è
in
gioco la vita di Shizuru.'
La
mano di Nina adesso era scesa ad accarezzargli lo stomaco.
'Potremmo
ripetere l'attentato e ucciderle entrambe, stavolta. Ma chi ci
crederebbe? No, la cosa migliore è che Natsuki non dichiari
guerra alla Coalizione Est, e che se ne ritorni a casa il
più
velocemente possibile. Non ho tempo per qualcosa di elaborato,
stavolta dovrò andare subito al sodo, ma la ragazza
avrà
bisogno di un qualche incentivo.'
Sentì
le labbra di Nina sul collo, e dovette reprimere un brivido.
'L'unica
cosa da fare è spaventarla abbastanza perché non
le
passi neppure per l'anticamera del cervello di aiutare il Generale, e
scommetto che c'è una sola cosa della quale ha paura,
cioè
perdere definitivamente la sua amichetta su Earl. Haruka
sarà
sicuramente d'accordo a mettermi a disposizione una di quelle nuove
testate portatili, ma rimane il problema di come, nel caso, farla
arrivare a Windbloom. Qualcuno dovrà andare ed accertarsi
che
le Otome non disattivino l'ordigno, e sarà qualcuno che non
potrà tornare indietro.'
Nina
stava diventando abbastanza insistente nelle sue attenzioni;
ridacchiando lui le tirò i capelli, sottraendosi ad un bacio
sulle labbra.
'Ma
chi? Malgrado il loro pragmatismo tutti gli abitanti di questo paese,
compresi i miei uomini più fidati, cadono in ginocchio alla
sola voce della Presidentessa. A meno di non trovare qualcuno
disposto, per una ragione superiore, ad andare contro di lei.
Qualcuno...'
Si
girò verso Nina, fissandola negli occhi ambrati. Lei si
ritrasse, e sul suo viso apparve una curiosa espressione, come se
stesse aspettando ordini. La mente di Nagi compì
immediatamente il collegamento.
La
Nina Wang di Earl era stata il suo strumento, né
più né
meno, anche relativamente facile da controllare, e il suo legame con
l'Harmonium l'aveva resa un'arma biologica inarrestabile, ma anche la
Nina Wang di Earth aveva qualche interessante caratteristica. Non
diversamente dall'altra era testarda e assurdamente leale verso le
persone a lei vicine, e Nagi aveva bisogno di seguaci così;
per questo aveva deciso, dal primo momento che l'aveva vista, di
ingraziarsi ulteriormente il marito per arrivare sino a lei. Questa
volta però aveva dovuto esporsi direttamente, non poteva
manovrarla attraverso Sergay come aveva fatto con l'altra Nina.
Ma
diventare il suo amante non era stato poi chissà che
sacrificio, al contrario, anche se per Nagi il pensiero di poter
disporre a suo piacimento di una donna così bella e
competente
era sempre stato molto più piacevole del sesso fine a
sé
stesso.
'Ma
adesso' pensò
guardandola e sorridendo malignamente. 'Devo
solo verificare fino a che punto si spinge il limite del tuo
consenso.'
Nina
si strinse a lui, forse interpretando quel sorriso come
qualcos'altro.
'Non
ho dubbi che tu mi dirai di sì. Non dopo che la tua cara
amica
Erstin si è immolata per la stessa causa.'
La
fece scivolare sotto di sé e si rese conto di quanto
adorante
fosse lo sguardo della ragazza. Tanto quanto quello di Sergay.
'Non
vorrei privarmi di te, anche se il tuo sarebbe un sacrificio
necessario. Tu sei l'unica di cui mi possa fidare... però...'
Nina
gli affondò le unghie nella schiena, continuando a fissarlo
con quegli occhi che anche lui, a volte, trovava vagamente
inquietanti. Era certo che lei non fosse del tutto stabile, ma la
cosa costituiva solo un'ulteriore attrattiva. A Nagi piaceva giocare
con il fuoco.
'Però
sono certo di riuscire a convincere la Direttrice. Perché in
fin dei conti tu mi mancheresti davvero.'
Diede
un'occhiata di sbieco a Sergay, che stava continuando a dormire
placido.
'Non
è il caso di svegliarlo, glielo dirò domani,
adesso ho
altro da fare.'
Si
abbassò a baciare la sua amante, pensando che per la seconda
volta stava mettendo tutto quello che aveva a repentaglio, compresa
la sua vita e quella di Sergay e Nina ma, ironicamente, stavolta il
mondo ci avrebbe solo guadagnato se fosse riuscito nell'impresa.
'E
poi dicono che sono io il cattivo della situazione.'
Le
labbra di Nina erano morbide e il suo corpo invitante.
'No,
questa volta non andrà come su Earl, non posso rinunciare a
te' si
disse con più decisione. 'Dopotutto
sarebbe uno smacco, e Nagi De Artai non è il tipo da
commettere lo stesso errore per la seconda volta.'
Fine
|
Ritorna all'indice
Questa storia è archiviata su: EFP /viewstory.php?sid=183021
|