Legami

di Atlantislux
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Fedeltà ***
Capitolo 2: *** Amore ***
Capitolo 3: *** Potere ***



Capitolo 1
*** Fedeltà ***


Intro e disclaimer: quando ai tempi pubblicai Earth (che si intitolava ancora "Terra") su Fanfiction.net, ci fu qualcuno che mi venne a chiedere, sconvolto, come mi era venuto in mente di inserire il malsano triangolo Sergay/Nina/Nagi. Il fatto è che avevo avuto bisogno di replicare il loro fortissimo legame di amore/fedeltà in un mondo senza Otome, e un bel ménage à trois era stata la cosa che avevo trovato più interessante. Poi mi sono arrivate richieste di approfondire la cosa, e dire due parole in più su come è nato questo legame. Eccovi il risultato, dove ho approfittato anche per rivelare qualche mistero rimasto in sospeso in "Earth". ^_^
Un ringraziamento va a Solitaire, alla quale questi tre soggetti piacciono tanto e che mi ha ispirata in questa opera scellerata.
Ça va sans dire, i personaggi di Mai Otome sono di proprietà della Sunrise, nessuna violazione del copyright è intesa; "Earth" invece è roba mia, e purtroppo dovete leggerla per capire che succede qui ;-)

Betareading: Jean Genie



Legami

Fedeltà



La prima volta che Nina aveva visto Nagi aveva pensato che dall'aspetto non sembrava neanche un essere umano, ma un qualche strano tipo di creatura aliena, per caso caduta su Earth.
Erano mesi che Sergay le parlava di questo giovane ufficiale, che aveva fatto carriera nel suo staff prima di essere trasferito all'Intelligence.
'Ha qualche anno in meno di te, ed è già Capitano', se ne era uscito una sera tutto orgoglioso il marito, quasi come se stesse parlando di suo figlio. A Nina, che con duri sacrifici era riuscita a salire fino al grado di Maggiore sotto il comando di Mashiro De Windbloom, la cosa era suonata come una critica.
Soprattutto perché Sergay sapeva benissimo che sposandolo Nina aveva dovuto seppellire la sua carriera. Le relazioni tra membri della stessa unità erano proibite, e i matrimoni tra alti ufficiali avevano una regola non scritta che imponeva ad uno dei due di ritirarsi dal servizio attivo. Non che a Nina fosse pesato passare dal ruolo di soldato a quello di casalinga; l'aveva fatto per l'uomo che amava profondamente ma, a volte, a soli ventisei anni si chiedeva se non avesse dovuto prendere un'altra strada.
Così, la sera che aveva ricevuto a cena l'uomo che era sempre sulla bocca di Sergay, non era riuscita completamente a celare, sotto la sua solita espressione compita, una certa ostilità.
'Nagi De Artai' si era presentato lui, e Nina si era stupita che omettesse il grado. E quella non era l'unica cosa che l'aveva sorpresa di lui.
Si era aspettata il solito militare arrogante e pieno di sé, invece, pur essendo considerevolmente compiaciuto della propria intelligenza, il Capitano De Artai era anche un uomo a cui i libri sembravano piacere più che le armi, e che non faceva mistero di quanto incapace fosse a pilotare quei jet di cui Sergay andava invece tanto fiero.
'Dopo che gliene ho schiantato uno sulla testa tuo marito ha pensato bene di mettermi davanti ad un computer. Mi dispiace, ma non sono bravo a fare lavori manuali' le aveva confessato, facendola ridere. Perché in una nazione di militari bisognava essere parecchio incoscienti o terribilmente sicuri di sé per dire una cosa del genere. E lui sembrava tutte e due le cose.
Il Capitano era anche buffo, ma tutte le sue battute avevano un doppio senso crudele, e a ben vedere ogni cosa che diceva sembrava studiata apposta per raggirare il prossimo.
Alla fine di quella serata, Nina aveva capito tre cose: che Nagi era determinato ad arrivare ai vertici delle forze armate, che era estremamente pericoloso e che, nonostante questo, rispettava Sergay. E ne era ricambiato. Lei trovava il giovane albino affascinante come un cobra, stupendo da guardare in un terrario ma letale come avversario, e aveva deciso che se al marito importava tanto che lei diventasse sua amica, per il bene di Sergay lo avrebbe fatto. Dopotutto, la compagnia di Nagi era un piacevole diversivo alla quieta pace domestica.

Qualche mese dopo Nina aveva scoperto che Nagi e suo marito erano amanti, ma la cosa non l'aveva sorpresa più di tanto, considerato il tono deferente con il quale Sergay ne pronunciava il nome e ne raccontava le imprese; e quando Sergay le aveva proposto di unirsi a loro, ancora una volta Nina non aveva saputo dire di no.
Non poteva dispiacere il marito, e se l'idea era venuta da Nagi lei non voleva rischiare di ritrovarselo contro. Se la cosa stava bene a Sergay, per Nina non era certo un problema. Oltretutto, a parte il suo strano colore di capelli, il Capitano non era né brutto né sgradevole, tutt'altro; e gli era stata anche grata dopo l'inizio della loro “relazione”, quando lui aveva cominciato a metterla a parte dei segreti della nazione, chiedendole a volte dei consigli.
Nagi l'aveva fatta sentire utile, diversa dalla donna tutta casa e famiglia che bastava a Sergay. Dopotutto Nina era stata la più brillante del suo corso, e la più giovane ufficiale in carriera, superata solo da Mashiro De Windbloom e da Nagi stesso.
Peccato che la cosa le ricordasse spesso tutto quello che non poteva fare. L'azione le mancava più di quanto fosse disposta ad ammettere con sé stessa. Una notte l'aveva anche confessato al suo amante, non notando che gli occhi scarlatti di Nagi si erano accesi di interesse. Lui le aveva semplicemente dato un bacio sulla fronte, dicendole che la capiva benissimo, e che avrebbe fatto di tutto per realizzare i suoi sogni.


Due anni dopo

Nina strinse i braccioli della poltroncina, concentrandosi su quello che Natsuki Kruger stava dicendo. Non che quella parte la interessasse, ma ascoltarla riusciva almeno a farle tenere sotto controllo la tensione. I suoi pensieri, però, deragliarono un'altra volta.
Mentalmente si ripeté il piano, che non aveva niente di elaborato. Doveva solo uscire dalla sala, raggiungere uno dei jet stealth che lei sapeva benissimo come manovrare, e portarsi sul luogo del trasferimento. Sia i controllori di volo che le guardie erano a parte della cospirazione, nessuno l'avrebbe fermata, nemmeno se la Direttrice del Garderobe avesse aperto bocca.
Guardò suo marito. Sergay era pallido, ma aveva un'aria decisa in volto, come se volesse far andare tutto per il meglio con la sola forza di volontà.
'Credi che io non lo voglia?'
Era andato da lei, dopo che Nagi gli aveva raccontato tutto. Le aveva messo le mani sulle spalle e l'aveva guardata fissa. 'Non farlo. Non è necessario' le aveva detto.
Nina distolse lo sguardo dal marito, ricordando la propria risposta.
'Per tutta la vita mi è stato detto che dovevo fare il mio dovere e proteggere la mia patria. Anche a costo di sacrificare me stessa. Anche tu mi ripetevi sempre che non ti saresti tirato indietro, anche se ciò avesse significato rinunciare a me. Io dovrei forse essere da meno di te? E di Erstin? Non sono stata forse allevata anch'io come un soldato della Repubblica Occidentale?'
Si guardò le nocche, sbiancate dalla tensione. 'Ma è stato Nagi a convincermi, quando mi ha fatto notare che se la guerra scoppiasse tu saresti là, in prima linea. E io non voglio che ti accada niente. Addirittura ti eri proposto di andare al posto mio, ma sarebbe stato assurdo. Il tuo posto è qui. Lascia che io faccia quello per cui sono stata addestrata.'
Le labbra le si stirarono in un frigido sorriso, mentre i suoi occhi si posavano su Nagi. Per un attimo i loro sguardi si incrociarono, ma lui non rispose al suo gesto.
'Tu, serpente tentatore. Ho riconosciuto il tuo inganno, ma non posso fare a meno di caderci. Non quando sul mio onore ho promesso di difendere questo paese e le persone più importanti per me. E lo farò fino alla fine, perché, tra di loro, ci sei anche tu.'
Improvvisamente Nina si rese conto che la Direttrice stava pronunciando le parole che tutti loro si aspettavano. Un profondo silenzio accolse l'ordine di smobilitazione. La vide fissare Shizuru Viola, e aggrapparsi al leggio.
Nina serrò la mascella, girandosi verso Nagi. 'Non ha funzionato. Abbiamo riposto troppe speranze nell'influenza della Presidentessa sui nostri ufficiali. Ma da mesi lei, quella vera, stava pianificando l'attacco e questo clamoroso voltafaccia loro non se lo aspettavano proprio, e non lo stanno affatto digerendo.'
Guardò il suo amante, reclinato sulla poltroncina con in volto un'espressione indefinibile. Quello sguardo, più di ogni altra cosa, le fece capire che tutto era perso.
'Com'è perdere il controllo, Colonnello?' ebbe voglia di urlargli.
Poi, mentre lui si stava girando verso di lei, Nina udì qualcuno applaudire. E distintamente sentì un tuffo al cuore.
Haruka, la spavalda e sfrontata Haruka, era in piedi di fronte a tutti e, sfidando come al solito il mondo, stava applaudendo la Presidentessa.
Nina vide Mashiro e suo marito raggiungerla un secondo dopo, e mai fu fiera di lui come in quel momento. A cascata tutti gli altri ufficiali fecero lo stesso.
Poi fu conscia degli occhi di Natsuki Kruger su di lei; la Direttrice le stava sorridendo e Nina non poté che fare lo stesso, mentre tutta la tensione delle ultime ore le precipitava addosso. Si toccò il viso, non sorpresa di trovarlo bagnato di lacrime. Adesso tutti erano in piedi, e suo marito circondato da colleghi che gli stringevano la mano.
Nella confusione generale approfittò del momento per sgattaiolare fuori dalla sala, sicura che nessuno avrebbe fatto caso a lei.
Superò le guardie che si accalcavano davanti all'entrata e, camminando svelta per i corridoi, raggiunse l'appartamento suo e di Sergay.

Aveva avuto paura di mettersi a singhiozzare per strada, ma una volta al sicuro Nina scoprì di sentirsi sorprendentemente bene. Come mai le era successo in vita sua. Lei che era sempre stata così composta, si trovò ad avere voglia di ballare e di cantare.
'Se fossi quella pazza di Arika lo farei davvero.'
Invece si asciugò solo quietamente le lacrime.
Improvvisamente sentì la porta aprirsi, e sorrise. E il suo sorriso si allargò quando chi era entrato, senza una parola, la abbracciò.
Si girò, e lo strinse forte, alzando la testa per dargli il bacio che desiderava da tanto tempo, senza mai trovare una motivazione per farlo.
Poi Nina si staccò per fissarlo negli occhi. Si rese conto di stare ansimando.
'Perché sorridi, Nagi? Perché il tuo bravo falchetto obbediente è ritornato nella gabbia ed è pronto per un altro volo? Contro chi mi lancerai la prossima volta?'
“Non importa, capisco il tuo gioco” gli sussurrò. “Ma tu sei la persona che con Sergay mi è più cara, e io ti proteggerò, l'ho giurato.”
'Dimmi un'altra bugia, adesso.'
Vide Nagi socchiudere gli occhi, e faticare a trattenere una risatina.
“Ti amo” lui le disse.
Nina chiuse gli occhi, arrossendo fino alla punta dei capelli. Poi lo baciò di nuovo.

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Capitolo 2
*** Amore ***


NdA: innanzitutto un grazie a hinata_chan per la bella recensione! Sono felice che la one-shot ti sia piaciuta. Sì, in effetti "giocare" con il personaggio di Nagi è piuttosto difficile, perché è forse il più misterioso di tutti e, come dici tu, il rischio di inserirlo in un altro contesto è quello di renderlo molto più cattivo dell'originale, o più folle. Però è divertentissimo usarlo, e spero di esserci riuscita bene, in qualche modo. ^_^ Poi, la coppia Nina/Nagi è perfetta: presi singolarmente uno è un fastidioso saputello e l'altra una stoica prima della classe, insieme sono... una catastrofe planetaria! ;-)
Comunque, ecco l'altra one-shot, dedicata al Sergay Wang di Earth.



Amore



Nessuno me ne ha mai chiesto la ragione. Solo una volta negli occhi di Nina vidi quella pietosa domanda, quando decisi di rivelarle la verità. Una domanda che però lei non ebbe il coraggio di farmi. Mi amava troppo per accettare una bugia da me, non l’avrebbe sopportata, e preferì tacere. Anche perché una ragione, in realtà, non c’è mai stata. Mi fa sorridere il pensiero di come tutto questo sia cominciato.

Quando mi dissero che dall’esercito qualcuno aveva chiesto e ottenuto il trasferimento nella mia unità non ci feci troppo caso; soldati e piloti vanno e vengono, ed era considerata una sorta di prova di coraggio tentare di entrare nelle mie grazie. Ma qualche giorno dopo, quel novellino fece precipitare uno dei miei jet, centrando in pieno la torre di controllo, e io giurai che l’avrei rispedito a calci da dove era venuto. Peccato che, quando invece me lo trovai davanti, con quell’aria falsamente contrita di ragazzino che ha fatto una marachella, un braccio al collo e in mano i risultati del test che lo classificava tra l’uno percento dei sottufficiali più brillanti, ogni proposito di punirlo evaporò.
Diedi immediatamente l’ordine di riassegnare Nagi De Artai dal pattugliamento aereo all’elaborazione dati. Mi dissi che fisicamente era un disastro ma che aveva un cervello troppo brillante per sprecarlo tra le trincee di Haruka.
Mi raccontai che dopotutto era solo un ragazzo e che meritava una seconda possibilità. Ma ricordo che tornando a casa non riuscivo a scacciare dalla mia mente le cose che Nagi aveva detto per scusarsi e per convincermi a farlo rimanere. Erano suonate così convincenti, ma allo stesso tempo ero cosciente del fatto che fossero solo bugie, fin troppo palesi, ma ci volevo credere. Perché era quello che avrei voluto sentirmi dire.
Io, un militare in carriera con quindici anni di onorato servizio, mi ero sentito lusingato, e chissà perché la cosa non mi aveva né disgustato né irritato, come sarebbe stato normale. Anzi, nei giorni successivi mi trovai a cercare sempre più spesso la compagnia di Nagi, con il pretesto di controllare quello che stava combinando. Forse era anche stato vero per qualche ora, prima di realizzare che l’albino era decisamente geniale nell’analizzare dati strategici, e che le sue lucide considerazioni erano di molto superiori a quelle di tutti i miei altri esperti, con molti più anni di servizio di lui.

E non parlavamo solo di lavoro. Dopo avermi quasi interrogato su chi ero e sulla mia famiglia, presto fui io ad ascoltare lui, a bermi tutto quello che diceva, con quel tono di chi la sa lunga sul resto del mondo. Era giovane, ma non possedeva l’inadeguatezza di un ragazzo, solo la cristallina sicurezza di un adulto che ha una missione da compiere. Anche se, qualunque essa sia, lui non me l’ha ancora rivelata e a questo punto dubito che lo farà mai.
A volte però quello che Nagi diceva mi faceva male. Scuoteva le mie certezze di buon cittadino, e non mi piacevano i commenti acidi che faceva sulla nostra Presidentessa, e sul Generale Viola. Non ero così devoto a loro, ma non volevo che a lui accadesse qualcosa. Perché perdere la sua compagnia sarebbe stato insopportabile.

Parlai di lui a Nina, e ricordo ancora il suo sguardo ferito. In quel momento dentro di me risi, ‘è come se lei lo stesse considerando un rivale’, mi dissi. Però il giorno dopo, tornando alla base, notai per la prima volta gli sguardi degli altri su di noi, e le voci dietro le mie spalle. Cominciai a chiedermi se per caso non mi stessi spingendo troppo oltre. Pettegolezzi incontrollati di quel genere, anche se totalmente falsi, potevano significare la fine della mia carriera.
Per la prima volta evitai Nagi deliberatamente, e così feci anche nei giorni successivi, incontrandolo solo in compagnia di altre persone. Lui invece, tutte le volte che ci vedevamo, mi sorrideva in quel suo modo giocoso ed allo stesso tempo malizioso, come se mi stesse sfidando a fare quello che non osavo.
Piano piano, mi accorsi di non riuscire a pensare ad altro. Facevo sul lavoro errori stupidi, mentre con Nina ero distratto e nervoso.
Un giorno, Nagi entrò nel mio ufficio e buttò un documento sul tavolo. Era l'autorizzazione al suo trasferimento all'Intelligence. Ricordo che balzai in piedi, pregandolo di non andarsene, mentre il suo sorriso diventava più marcato.
'Lo faccio per te, Sergay, per realizzare i tuoi desideri' ricordo che mi disse e, in quel momento, mi sentii gelare. Sapeva quello che provavo, e stava solo giocando con i miei sentimenti. Ma aveva dannatamente ragione, come sempre. Non poteva esserci nulla tra di noi mentre entrambi eravamo nella stessa unità.
Firmai dove dovevo firmare, poi lui si alzò, e scandì bene un orario e un numero civico in un quartiere della città dove il numero di telecamere era leggermente inferiore a quello previsto per legge. Quando uscì, io crollai sulla mia poltroncina. Mi aveva sempre avuto in pugno, e in quel momento fu come se stessi per presentarmi davanti al plotone di esecuzione. Ero impaurito, ed eccitato. E niente mi avrebbe potuto trattenere dall'andare a quell'appuntamento.
Quella notte diventammo amanti; io avevo avuto altre esperienze di quel genere in caserma, dopotutto non si possono mettere dieci ragazzi sedicenni nella stessa stanza, senza donne per mesi, ed aspettarsi che non succeda nulla. Ero felice, e anche il pensiero che per Nagi ero solo un altro 'qualcosa' che andava a posto nel suo grand design, non mi disturbava.

Da subito mi prese la smania di presentarlo a Nina. Volevo che lei lo conoscesse. Forse inconsciamente volevo che lei addirittura sapesse. Quando si incontrarono la prima volta ero nervoso, ma feci di tutto per mascherarlo.
Non so... forse la cosa può suonare rivoltante e perversa, però desideravo con tutto me stesso che si piacessero. Sono conscio di quanto sia inspiegabile ma, nel momento in cui li vidi assieme, ebbi la strana sensazione che tutto quello che avevo fatto fino a quel momento nella vita, fosse stato solo per arrivare lì. Non provai nemmeno un fremito di gelosia quando mi accorsi che Nagi stava affascinando mia moglie esattamente come aveva fatto con me, come non ne provai quando, alla fine della cena, lei si sporse per dargli un bacio sulla guancia che si protrasse per qualche attimo più del necessario.
Dopo qualche mese Nina acconsentì con quel suo misto di devozione e rispetto a diventare anche l'amante di Nagi, e quello fu il momento più bello della mia vita.
Quei giorni furono così felici che pensai che prima o poi qualcuno mi avrebbe presentato il conto. Che infatti puntualmente arrivò.

Quando, qualche giorno fa, Nagi mi raccontò il suo piano, neppure per un attimo mi venne in mente che potesse essere solo uno scherzo di cattivo gusto. No, io ero certo che lui avrebbe davvero spedito Nina a farsi ammazzare su un pianeta straniero, perché tutti noi fossimo salvi.
Lei mi prese le mani, cercando di convincermi che quella era la cosa giusta per tutti e che, con il Garderobe distrutto, anche se il Generale Viola avesse vinto il suo sarebbe stato un trionfo di breve durata.
E come potevo io essere così egoista? Come Nina, anch'io avevo dei doveri verso la mia nazione. Pregai però Nagi di mandare me, pur sapendo che sarebbe stato impossibile. Non era quello il mio posto o il mio ruolo.
Anche se lui mi rassicurò, dicendo che sarebbe andato tutto bene, che era un bluff che era sicuro di vincere, per una volta lessi nei suoi occhi un'inquietante esitazione. Gli credetti quando mi disse che avrebbe fatto di tutto pur di non perdere Nina, perché nessuno, neppure lui, era così senza cuore, ma il giocare a sorte con la morte e affidarsi ai capricci del Fato non è una cosa che come soldato mi è mai piaciuto fare. E Nagi stava affidando, forse per la prima volta, la riuscita di tutti i suoi piani a qualcosa che non poteva controllare pienamente. Tutto questo preoccupava lui, e terrorizzava me.

Ora, davanti alla porta del mio appartamento, dopo che tutto è andato bene, non posso fare altro che pensare a quello che succederà nei prossimi mesi. Si apre un'era di caos e di vuoto di potere, e probabilmente non avremmo dovuto lasciare andare Natsuki di Earl. Lei e il suo carisma ci sarebbero potuti tornare utili. Però, in questo momento, non mi importa. Non quando ciò che amo è al sicuro.
Appoggio la guancia alla fredda ceramica della porta scorrevole. Sono entrato ma mi sono ritirato subito; è giusto che Nina e Nagi stiano un po' da soli. Avranno cose da dirsi, e da perdonarsi. Quanto a me, io non so quello che mi succederà in futuro, ma farò di tutto perché niente li possa dividere; dopotutto, assieme sono bellissimi, e sono la mia famiglia.

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Capitolo 3
*** Potere ***


NdA: cara Hinata_chan, non temere per la tua sanità mentale, anche a me piacciono tantissimo i ménage à trois, soprattutto quando i personaggi coinvolti sono così complessi ed affascinanti. La parte che pubblico oggi è proprio quella che riguarda Nina e Nagi, vediamo se veramente riesco a farti tifare per loro. Eheh... ;-)
Solitaire, quoto tutto quello che hai scritto su Sergay ed i suoi degni compari. Il Maggiore è l'indecisione fatta a persona, Nina una vittima annunciata e Nagi un burattinaio fatto e finito, e il loro rapporto è tanto morboso quanto una tragedia russia. Sarà per quello che ci piacciono così tanto?
L'ultima parte di queste mie tre one-shot è dedicata a Nagi, anche se ho deciso che non abbandonerò l'universo di Earth. Venite ogni tanto a fare un giro in questa sezione perchè c'è una sorpresa in arrivo!



Potere


Earl, Aries, Prigione Desperate, 10 anni prima

L'avevano sottovalutato. Dopo tutto quello che aveva fatto, dopo tutti i morti e le distruzioni, c'era ancora qualcuno che sembrava rifiutare l'idea che la causa di tutto potesse essere un ragazzino dall'aspetto malaticcio, troppo basso e magro per l'età che avrebbe dovuto avere. Ma l'essere sottovalutato, e il farsi passare per uno sciocco principino viziato, erano sempre state solo ulteriori armi nelle mani di Nagi De Artai.
Le guardie della prigione non erano tenere, ma erano tante, e Nagi contava che statisticamente almeno una fosse po' più malleabile. Quando, dopo qualche mese di detenzione, aveva sentito la ronda suggerire all'uomo che portava il pranzo che forse il 'bambino' si meritava un po' più di dolce, Nagi capì che ce l'aveva fatta. Ma d'altra parte non ne aveva mai dubitato; se c'era cosa che non gli mancava, e di cui andava fierissimo, era un'incrollabile sicurezza in sé stesso.
Individuato l'uomo la strategia era stata chiarissima: mostrarsi, ma solo con lui, dimesso, pentito, affranto. Tatticamente, aveva incolpato i propri consiglieri, John Smith, Sergay Wang, e Nina, la malvagia Otome. Dopotutto, non era lei che dava gli ordini? Quello che non avrebbe funzionato con nessuna corte di giustizia funzionò con quella guardia troppo compassionevole. Nagi arrivò anche a spargere qualche lacrima, lui che non aveva mai pianto in vita sua.

Notò che piano piano i turni dell'uomo coincidevano sempre di più con la sua ora d'aria, come se la guardia stesse facendo di tutto per passare più tempo possibile con lui, e fu durante una di queste che l'uomo riuscì fortunosamente a farlo evadere.
'Avrei voluto un figlio come te' gli aveva sussurrato mentre lo faceva salire di nascosto sul camion dei rifornimenti, e Nagi aveva dovuto mordersi la lingua per evitare di scoppiare a ridergli in faccia. Si era permesso di farlo solo una volta lasciato il carcere, e non tanto per il piacere di essere finalmente libero, quanto per quello di essere riuscito a giocare, ancora una volta, i propri simili.

Sapeva che l'avrebbero riacciuffato, presto o tardi, perché non c'era posto in Aries dove si sarebbe potuto nascondere, eccetto uno. Così, una volta saltato giù dal camion, vi si era diretto in tutta fretta. Aveva letto dell'esistenza di questi sacrari in un libro nella polverosa biblioteca di Artai; erano luoghi costruiti dagli antichi che contenevano una sorta di porte spazio temporali, ed erano situati su tutto il territorio di Earl, comprese Aries, Artai e Windbloom. Non sapeva esattamente come funzionassero e se era possibile decidere dove andare, ma gli sembrava assurdo che chi li aveva progettati non avesse pensato a come dirigere il viaggio. Il suo piano era di usare quella di Aries per tornare ad Artai ma, anche se l'aggeggio l'avesse trasportato a Windbloom, giudicava che avrebbe sempre potuto tornare indietro.
Il vero rischio era che il portale di Aries potesse non funzionare, o che lo spedisse in uno di quelli sprofondati nei secoli sotto il livello del mare. Ma Nagi aveva deciso di correre il rischio. Gli Artai erano famosi per osare in prima persona nelle imprese più disperate, e lui aveva già dimostrato di essere fedele alla tradizione di famiglia.

Il portale alla fine aveva fatto perfettamente il proprio dovere.
Fin troppo, aveva pensato Nagi una volta dall'altra parte quando, uscito allo scoperto, aveva visto il cielo solcato da aerei dalla forma minacciosa. Quel luogo non era sicuramente Artai, né nessun'altra nazione di Earl.
Per un secondo aveva pensato di tornare indietro, ma l'essere finito su un mondo tecnologicamente avanzato aveva costituito un richiamo irresistibile. Per quello che ne sapeva lui, quello poteva anche essere il passato di Earl. E, ovunque fosse finito, era ragionevolmente certo che nessuno gli avrebbe fatto del male. Chi avrebbe mai osato alzare le mani su un bambino dall'aria così inoffensiva?
Le certezze di Nagi avevano però subito una leggera scossa quando i primi esseri umani che aveva incontrato erano stati dei soldati impegnati in un giro di perlustrazione.
Lo avevano portato al loro comando, e lì gli avevano fatto domande alla quali aveva risposto il più evasivamente possibile, nell'ostilità generale. Gli avevano punto un dito sottoponendo il suo sangue a quello che avevano chiamato test del DNA, e quando gli avevano messo sotto il naso il risultato, cioè che lui non risultava schedato tra i cittadini di una fantomatica Repubblica Occidentale, Nagi aveva realizzato che l'impunità non si estendeva ai bambini del nemico.
La parola 'traditore' era risuonata su qualche bocca, fino a quando qualcuno di grado più alto, finalmente, non si era messo a ridere notando che come spia era decisamente messo male, e che da quanto era magro si capiva che probabilmente era solo uno dei disperati delle poche città che si ostinavano a rimanere neutrali, e che campavano sugli stentati traffici con le due superpotenze in guerra permanente.
A Nagi a quel punto non era rimasto altro che piagnucolare, com'era diventato così bravo a fare, che quella era la pura verità, e che lui era scappato da casa perché voleva combattere per la Repubblica Occidentale. Qualunque cosa fosse.
Così, dichiarando un paio di anni in meno di quelli che realmente aveva, era entrato nell'esercito. E, da quel momento, per Nagi le cose non avevano fatto altro che migliorare.


Earth, Windbloom, Base Garderobe, tempo presente

Sorrise nel dormiveglia, sentendo il naso di Nina solleticargli l'orecchio e la mano della ragazza accarezzargli una spalla.
Immaginava che Nina avesse ceduto alla sue avances più che altro per far piacere al marito, però ultimamente la ragazza aveva cominciato a cercare sempre più insistentemente la sua compagnia, anche quando Sergay era assente o, come in quel momento, addormentato. L'idea che lei lo desiderasse come uomo gli fece immensamente piacere. L'amore dopotutto sarebbe stato un altro laccio con il quale legarla a sé.
Le sfiorò la schiena, disegnando delle spirali sulla sua pelle serica.
Nagi aveva un problema. La Presidentessa era morta, come da programma, ma ciò non era bastato a Shizuru per cambiare idea. Anzi, il Generale aveva pensato di sfruttare, per la prima volta nella storia di Earth, le porte temporali, e di chiamare sul pianeta una sostituta che Nagi conosceva fin troppo bene.
'La maledetta Direttrice Natsuki Kruger. Quella cadrà ai piedi del Generale Viola non appena la vedrà, anche considerando che verrà prelevata nel bel mezzo della crisi dov'è in gioco la vita di Shizuru.'
La mano di Nina adesso era scesa ad accarezzargli lo stomaco.
'Potremmo ripetere l'attentato e ucciderle entrambe, stavolta. Ma chi ci crederebbe? No, la cosa migliore è che Natsuki non dichiari guerra alla Coalizione Est, e che se ne ritorni a casa il più velocemente possibile. Non ho tempo per qualcosa di elaborato, stavolta dovrò andare subito al sodo, ma la ragazza avrà bisogno di un qualche incentivo.'
Sentì le labbra di Nina sul collo, e dovette reprimere un brivido.
'L'unica cosa da fare è spaventarla abbastanza perché non le passi neppure per l'anticamera del cervello di aiutare il Generale, e scommetto che c'è una sola cosa della quale ha paura, cioè perdere definitivamente la sua amichetta su Earl. Haruka sarà sicuramente d'accordo a mettermi a disposizione una di quelle nuove testate portatili, ma rimane il problema di come, nel caso, farla arrivare a Windbloom. Qualcuno dovrà andare ed accertarsi che le Otome non disattivino l'ordigno, e sarà qualcuno che non potrà tornare indietro.'
Nina stava diventando abbastanza insistente nelle sue attenzioni; ridacchiando lui le tirò i capelli, sottraendosi ad un bacio sulle labbra.
'Ma chi? Malgrado il loro pragmatismo tutti gli abitanti di questo paese, compresi i miei uomini più fidati, cadono in ginocchio alla sola voce della Presidentessa. A meno di non trovare qualcuno disposto, per una ragione superiore, ad andare contro di lei. Qualcuno...'
Si girò verso Nina, fissandola negli occhi ambrati. Lei si ritrasse, e sul suo viso apparve una curiosa espressione, come se stesse aspettando ordini. La mente di Nagi compì immediatamente il collegamento.

La Nina Wang di Earl era stata il suo strumento, né più né meno, anche relativamente facile da controllare, e il suo legame con l'Harmonium l'aveva resa un'arma biologica inarrestabile, ma anche la Nina Wang di Earth aveva qualche interessante caratteristica. Non diversamente dall'altra era testarda e assurdamente leale verso le persone a lei vicine, e Nagi aveva bisogno di seguaci così; per questo aveva deciso, dal primo momento che l'aveva vista, di ingraziarsi ulteriormente il marito per arrivare sino a lei. Questa volta però aveva dovuto esporsi direttamente, non poteva manovrarla attraverso Sergay come aveva fatto con l'altra Nina.
Ma diventare il suo amante non era stato poi chissà che sacrificio, al contrario, anche se per Nagi il pensiero di poter disporre a suo piacimento di una donna così bella e competente era sempre stato molto più piacevole del sesso fine a sé stesso.
'Ma adesso' pensò guardandola e sorridendo malignamente. 'Devo solo verificare fino a che punto si spinge il limite del tuo consenso.'
Nina si strinse a lui, forse interpretando quel sorriso come qualcos'altro.
'Non ho dubbi che tu mi dirai di sì. Non dopo che la tua cara amica Erstin si è immolata per la stessa causa.'
La fece scivolare sotto di sé e si rese conto di quanto adorante fosse lo sguardo della ragazza. Tanto quanto quello di Sergay.
'Non vorrei privarmi di te, anche se il tuo sarebbe un sacrificio necessario. Tu sei l'unica di cui mi possa fidare... però...'
Nina gli affondò le unghie nella schiena, continuando a fissarlo con quegli occhi che anche lui, a volte, trovava vagamente inquietanti. Era certo che lei non fosse del tutto stabile, ma la cosa costituiva solo un'ulteriore attrattiva. A Nagi piaceva giocare con il fuoco.
'Però sono certo di riuscire a convincere la Direttrice. Perché in fin dei conti tu mi mancheresti davvero.'
Diede un'occhiata di sbieco a Sergay, che stava continuando a dormire placido.
'Non è il caso di svegliarlo, glielo dirò domani, adesso ho altro da fare.'
Si abbassò a baciare la sua amante, pensando che per la seconda volta stava mettendo tutto quello che aveva a repentaglio, compresa la sua vita e quella di Sergay e Nina ma, ironicamente, stavolta il mondo ci avrebbe solo guadagnato se fosse riuscito nell'impresa.
'E poi dicono che sono io il cattivo della situazione.'
Le labbra di Nina erano morbide e il suo corpo invitante.
'No, questa volta non andrà come su Earl, non posso rinunciare a te' si disse con più decisione. 'Dopotutto sarebbe uno smacco, e Nagi De Artai non è il tipo da commettere lo stesso errore per la seconda volta.'



Fine

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