Maybe an Angel

di Sisya
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Super mega pizza e appuntamenti scombinati ***
Capitolo 2: *** Primo incontro/scontro tra Uchiha e Haruno ***
Capitolo 3: *** Vicinanze sospette ***
Capitolo 4: *** Una proposta scandalosa: Indovina chi viene a cena? ***
Capitolo 5: *** Conseguenze inaspettate e nuovi incontri ***
Capitolo 6: *** Conosci il tuo nemico, ma bada bene di non innamorartene! ***
Capitolo 7: *** Oh! Colazione movimentata? Influenza di stagione? ***
Capitolo 8: *** Ritrovo di mezzanotte e spuntino al cioccolato: una famiglia quasi perfetta ***
Capitolo 9: *** Dolci pensieri: come innamorarsi per una ciotola di ramen? ***
Capitolo 10: *** Amici o non amici? Questo è il problema! ***
Capitolo 11: *** Pinguini freddolosi e scivoloni sul ghiaccio che scotta ***
Capitolo 12: *** Teneri inviti e seccature ubriache: ma siamo una vera famiglia?! ***
Capitolo 13: *** Mondi diversi e baci sul naso. Mai più solo? ***
Capitolo 14: *** Damerini, maestrine e terzi incomodi invadenti ***
Capitolo 15: *** Omake ~ Un compleanno da (non) ricordare ***
Capitolo 16: *** Pisolini, girasoli e gentlemen: Houston, abbiamo un problema! ***
Capitolo 17: *** Cagnoloni impertinenti, piccoli sorrisi e baci di pioggia ***



Capitolo 1
*** Super mega pizza e appuntamenti scombinati ***


Maybe an Angel


Liberamente ispirata al film Forse un Angelo, la mia primissima long fiction su Sakura e Sasuke.
Una storia un po’ particolare, abbastanza fuori dagli schemi, ma darò il massimo, lo prometto. Sasuke Uchiha è il ricchissimo erede di un impero finanziario. Sakura Haruno è una ragazza spigliata ma in grosse difficoltà economiche. Sasuke Uchiha è un dongiovanni incallito con la fama di scapolo del secolo, un irraggiungibile bastardo. Sakura Haruno ha un piccolo angelo di cinque anni di cui deve prendersi cura. Sasuke Uchiha ha un grosso affare da concludere, e urgente bisogno di una moglie. Sakura Haruno si vedrà fatta una proposta impossibile da rifiutare. Soltanto tre settimane, poi tutto quanto tornerà come prima … ma se il destino (o l’amore) come al solito decidesse di mettersi in mezzo? Quante cose possono cambiare, in tre settimane di inaspettata convivenza? *O*

Dunque, la coppia principale è SasuSaku.
Questa non cambia per niente al mondo, mi spiace XD
Comunque anche tutte le altre sono abbastanza definite. Saranno:
ShikaIno & NaruHina.
Poi magari soltanto qualche altro accenno di altre coppie, non lo so, vedremo, sicuramente anche un po’ di
NejiTen
Ringrazio tutti per l’attenzione! Commentate in tanti, mi raccomando!
Sisya *O*



1. Super mega pizza e appuntamenti scombinati: una Vigilia come tante


- Oh, dove accidenti vi siete cacciate?! Chiavi? … chiavi siete qui? - una ragazza di circa vent’anni rovistava freneticamente nella sua borsetta, ferma sotto il portico del suo appartamentino di periferia - Solo un attimo di pazienza, tesoro, vedrai che adesso mamma sistema tutto e appena entriamo ti preparo subito qualcosa di caldo, eh? Che ne dici? Solo … un attimo … chiavi? Dove diavolo …? - Sakura interruppe la frenetica ricerca per lanciare un sorriso incoraggiante alla sua bambina, che le restituì un’occhiata leggermente divertita, mentre si stringeva addosso il giubbotto più grande di due taglie e batteva gli scarponi sul vialetto di casa per scrollare la neve rimasta attaccata.
- Ti rispondono se le chiami? -
- … che cosa, tesoro? - domandò distrattamente Sakura, tornando a cercare a casaccio nella borsetta.
Restare chiuse fuori casa la vigilia di Natale sarebbe proprio stato il colmo! - Le tue chiavi, mamma. Sanno parlare? Per questo le chiami? -
- Oh! Beh, chi può dirlo? … un giorno o l’altro potrebbero anche decidere di rispondermi, non credi? Mi risparmierebbero sicuramente … un sacco … di problemi - replicò lei scrollando la testa. Per fortuna, in quel momento, una signora impellicciata e piuttosto ingombrante scese traballando le scale e aprì il portone dall’interno; squadrò Sakura da capo a piedi con un’occhiata sdegnosa e si allontanò sui suoi ridicoli tacchetti a spillo. La ragazza le fece la linguaccia da dietro, facendo ridere la figlia. - Che acconciatura orrenda. Sembrava che avesse un gatto morto in testa, non ti pare? Certa gente non ha proprio idea di cosa sia lo stile - borbottò affrettandosi a fermare la porta prima che si richiudesse, e aggiustandosi una lunga ciocca di capelli palesemente rosa dietro l’orecchio.
- … mamma? Possiamo ordinare una super mega pizza per cena? - esclamò la bambina aggrappandosi al maglione di Sakura e facendo gli occhioni dolci che le riuscivano sempre tanto bene. Pizza? … La vigilia di Natale?
- Certo! Che bella idea, Chiyo. Vada pure per la super mega pizza … uhm? Peperoni e carciofi, vero? -
Sua figlia fece una faccia disgustata, tirando fuori la lingua, ed entrambe scoppiarono a ridere.
- Ho capito. Su, su, adesso entra, o ti beccherai un raffreddore - Chiyo non se lo fece ripetere due volte. Schioccò un bacione sulla guancia della madre e poi corse fin dentro all’ascensore, dove si sfilò i guanti e si alzò in punta di piedi per alitare sullo specchio e disegnarci sopra con un ditino infreddolito. Sakura fece per raggiungerla, quando invece si batté una mano sulla fronte, come se si fosse appena ricordata qualcosa d’importante. Si chinò sui talloni e sollevò lo zerbino consunto. - Ah-ah! Trovate! - esclamò raccogliendo il suo mazzetto di chiavi con un sorriso soddisfatto, e raddrizzandosi raggiunse la sua bambina nell’ascensore, dicendosi che meglio di così poteva certamente andare, ma per stavolta non avrebbero avuto nessuna difficoltà ad accontentarsi.


- I bilanci sono in crescita, i clienti sono tutti molto soddisfatti del nostro operato. Dicono che la compagnia sta mantenendo standard molto alti, e ciò non fa mai male. Raccogliamo assensi. Tu raccogli assensi. Quei vecchi arteriosclerotici con le mutande imbottite d’oro ti adorano, Uchiha. Come si vede che non ti conoscono proprio … - borbottò Shikamaru sprofondando nella sedia davanti alla scrivania e sbadigliando sonoramente.
- Nara, non sei pagato per dormirmi davanti. E tieniti per te i tuoi giudizi da coglione, grazie. I nostri clienti mi adorano perché so come trattarli. Dì loro quello che vogliono sentirsi dire e non esiterebbero a venderti la loro cara nonnina pur di veder fruttare le azioni della società … sì prego, cosa vuoi? - domandò poi Sasuke, sfoderando uno dei suoi soliti sorrisi accattivanti e rivolgendosi alla segretaria appena assunta che lo guardava semi-incantata dalla porta.
- Signor … Uchiha, sono … sono arrivati i rapporti di fine mese - balbettò lei arrossendo furiosamente mentre consegnava al capo i vari documenti. - Grazie sì. A proposito, dolcezza, sei libera stasera? - domandò distrattamente, sfogliando i fogli pieni di grafici di mercato, senza fare troppo caso all’amico che sogghignava divertito, né alla segretaria che per poco non gli sveniva davanti. - Oh, signor Uchiha! Io … credo di sì, voglio dire, ma certo! Oggi è la Vigilia ma … ecco vede io non credevo che un tipo affascinante come lei potesse notarmi, voglio dire, mi sono trasferita da poco e non conosco ancora nessuno, non so proprio come sia stato possibile che … -
- Sì. Certo. Hai proprio ragione. Ora scusami ma devo lavorare. Sono molto occupato - tagliò corto lui riconsegnandole i documenti con lo stesso sorriso di poco prima, spudoratamente falso, neanche minimamente interessato ai problemi esistenziali di quella poveretta.
- Le donne … che enormi seccature! - biascicò Shikamaru non appena se ne fu andata, appoggiandosi ai braccioli della seggiola e girando un paio di volte su se stesso - E comunque tu sei un grandissimo bastardo. Che fine ha fatto poi quella che stavi frequentando una settimana fa, come si chiamava …? -
- … uhm? Qualcosa come … forse …? Boh. Cazzo, Nara, non posso ricordarmi i nomi di tutte quelle che mi passano davanti, no? -
- Oh, ma certo, povero Uchiha. Come ti capisco. In fondo te la sei soltanto portata a letto. Come potresti ricordarti il suo nome? -
- Piantala di sfottere e tornatene dalla tua bella mogliettina, Nara -
- Temari mi ha mollato -
Ah.
- Dico sul serio, Uchiha. Dovresti trovarti una ragazza. E no, non mi sto riferendo a quell’oca spennata che hai appena invitato a cena. Una ragazza. Una potenziale ‘compagna’ fissa, mettiamola così se ti suona meglio -
- Per essere poi mollato come un cretino? Per ritrovarmi sbattuto fuori di casa a Natale, vero? Questo mi stai consigliando, Nara? - replicò Sasuke alzandosi dalla sedia e recuperando il cappotto con uno scatto innervosito. Shikamaru sospirò pesantemente, abbandonando la testa all’indietro e portandosi una sigaretta spenta tra le labbra. - Puoi venire a stare da me, coglione. Sarò anche un grandissimo bastardo, ma non ti lascio a passare la Vigilia in albergo -
- … mi scoccia davvero molto dovertelo dire, Uchiha, ma gra… -
- Parla con Temari e scusati, qualsiasi stronzata tu abbia fatto. Ti sembrerà strano, ma l’idea di vederti girare in casa mia in mutande tutte le mattine non mi entusiasma un granché - Shikamaru si sfilò l’accendino dalla tasca e accese la sigaretta, aspirando un paio di sane boccate e assottigliando gli occhi mentre rilasciava lentamente il fumo dalla bocca. Sasuke attese un paio di secondi una risposta, ma visto che questa tardava ad arrivare, si limitò a lasciar cadere le chiavi di casa sulla scrivania e battere una pacca - non troppo leggera - sulla spalla dell’amico. Poi indossò il cappotto e passò a recuperare la sua segretaria - … a proposito, come diavolo si chiamava? - che non appena lo vide si aggrappò al suo braccio destro con un risolino eccitato, cominciando già a domandargli quando avesse intenzione di presentarsi alla sua famiglia e cosa avesse intenzione di regalarle per il suo compleanno. Sasuke mugugnò qualcosa di imprecisato, dicendosi che in quei cinque minuti quella tizia aveva lavorato di fantasia decisamente troppo per i suoi gusti. E poi, Shikamaru e Temari erano la coppia più solida e collaudata che conoscesse. Se non riuscivano a stare insieme neppure loro, come poteva anche solo provarci lui …? Con una così, poi …
No, non andava per niente bene.

- Super mega pizza stiamo arrivando! - esclamò Sakura nello stesso momento, ma a parecchi chilometri di distanza, scacciando la malinconia con un veloce colpo di spugna, prendendo in braccio Chiyo e facendo con lei naso-naso per farla ridere. Adorava sentirla ridere, perché era come avere conferma che tutto andava bene. E se tutto andava bene, allora non c’era niente di cui preoccuparsi. Che importava se era in ritardo di due mesi con l’affitto? Che importava se non poteva permettersi di comprare un regalo di Natale decente alla sua bambina?
Se Chiyo rideva, allora tutto quanto andava davvero bene.

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Capitolo 2
*** Primo incontro/scontro tra Uchiha e Haruno ***


2. Un autobus che fu ben poco galeotto: primo incontro/scontro tra Uchiha e Haruno


- Cosa ne dici, Chiyo? Questo qui? O magari quello? Mmh, accidenti, sono già in un ritardo pazzesco … Come sto? Dici che va bene così? Eh? Ah, ma che importa, tanto non ho più tempo! - Sakura si infilò in fretta e furia il primo maglione che le capitò a portata di mano; chinandosi poi sotto il letto a recuperare le scarpe. Chiyo, seduta a gambe incrociate sul materasso, ancora mezza addormentata e con la coperta sulla testa, le rispose con un grosso sbadiglio. - Ah. Speriamo solo che non abbia lo stesso effetto sulla commissione - mormorò lei soprappensiero - Su, tesoro, torna pure a dormire. Scusa se ti ho svegliata, ma oggi è un giorno molto importante per la mamma - si sedette sul bordo del letto, aiutandola a rimettersi al calduccio sotto le lenzuola e rimboccando intorno le coperte - Se tutto andrà bene, non dovremo più preoccuparci di nulla, promesso - Si abbassò a baciarle la fronte e uscì in punta di piedi dalla stanza, richiudendosi la porta alle spalle.
Incrociò Ino che usciva dalla cucina in pigiama e con una tazza di caffè nero in mano, ancora più assonnata di Chiyo, se possibile. Sakura recuperò la borsa con i documenti vari e le rivolse un cenno di saluto, sorridente, mentre infilava le chiavi - appena ritrovate nel frigorifero - nella serratura di casa, cercando di non far rumore. - Come diavolo fai ad essere così pimpante la mattina, fronte spaziosa? - borbottò Ino portandosi la tazza alle labbra e bevendo un lungo sorso.
- Sento che questa è la volta buona, Ino-pig - rispose Sakura, raggiante. Uscì sul pianerottolo saltellando, e corse in ascensore; ma aspettò che le porte si fossero richiuse dietro di lei, escludendola dalla visuale dell’amica, prima di permettersi di tirare un lungo, lunghissimo sospiro. Si strinse le cartelline al petto, sollevando gli occhi nel riflesso dello specchio.
Doveva essere la volta buona.


- Ripetimi un po’ perché ci troviamo in questa situazione ridicola, caro Shikamaru -
- Oh, andiamo, non c’è bisogno di farne una tragedia, Uchiha. Si è trattato di un contrattempo, non c’erano molte alternative - borbottò lui mentre si accendeva tranquillo una sigaretta, intercettando l’occhiata omicida dell’amico. Sasuke si scansò di lato giusto in tempo per non essere travolto da un’arzilla vecchietta che cercava di guadagnare l’uscita dell’autobus a colpi di ombrello.
- a proposito, Uchiha. Com’è andata ieri sera? Concluso qualcos … ah, ma che te lo chiedo a fare? -
- Ehm, non è andata proprio così - replicò Sasuke ghignando leggermente, come se la cosa lo divertisse molto - Diciamo piuttosto che ho spontaneamente abbandonato il campo -
- In che senso? - domandò Shikamaru, squadrandolo sospettoso - … no, non dirmi che hai di nuovo … oh, sì che l’hai fatto invece! Hai mollato da sola quella poveretta, vero? -
- Si è semplicemente trattato di legittima difesa - si difese Sasuke scrollando le spalle, mentre lo stesso ghigno si allargava sempre più.
Spostò distrattamente lo sguardo sull’adorabile megera di poco prima, forse meditando di fargliela pagare spintonandola giù dai gradini, ma la sua attenzione venne attirata quasi all’istante dal soggetto di fianco, decisamente più guardabile. Da sotto il cappellino di lana spuntavano due buffi ciuffi rosa. La ragazza muoveva su e giù la testa, le cuffie nelle orecchie e una lunga borsa a tracolla, con le dita sinistre tamburellava il ritmo contro il finestrino. Era fuori dal comune, questo , ma dannatamente bella, nonostante l’assurdo colore di capelli. Sasuke sgranò leggermente gli occhi, ritrovandosi a fissarla senza neanche rendersene conto. Una targhetta rettangolare appuntata al giubbotto corto.
Il suo nome, scritto a mano con una calligrafia allucinante.
Haruno. Haruno Sakura.

- Non credo proprio sia il tuo tipo, Uchiha -
S’intromise Shikamaru, che fino a quel momento lo aveva osservato di sottecchi - Guardala. È evidente che siete completamente agli opposti -
- Da quando sei diventato il mio consulente matrimoniale, Nara? - borbottò Sasuke di rimando, senza staccare gli occhi dalla ragazza, e allungando addirittura il collo per poterla vedere meglio - Comunque, voglio soltanto fare una prova. Non ho di certo nessuna intenzione di farmi vedere in giro con una così. Come minimo mi riderebbero tutti dietro, no? - Shikamaru inarcò le sopracciglia, roteando gli occhi, mentre l’amico si dirigeva a passi sicuri verso la fortunata (o sfortunata, dipendeva dai punti di vista) che aveva tanto acceso il suo interesse.
- Signorina, buongiorno - sussurrò Sasuke appoggiandosi con un braccio alla parete dell’autobus e sfoderando uno dei suoi sorrisi più sensuali - Posso avere il piacere di invitarla a bere qualcosa con me, magari oggi pomeriggio? - Sakura spostò gli occhi - verdissimi - su di lui, come sorpresa che le stessero parlando. Poi corrugò le sopracciglia, gli fece segno di aspettare un momento e si sfilò le cuffie dalle orecchie.
- Come ha detto, scusi? - domandò alzando la voce, tanto che parecchie teste curiose si voltarono contemporaneamente verso di loro.
Sasuke rimase un attimo spiazzato, aprì di nuovo la bocca, la richiuse; ma sebbene odiasse doversi ripetere, le rifece comunque la sua galante proposta, accompagnata dal suo infallibile sorriso - leggermente incrinato stavolta visto che praticamente la metà dei passeggeri li stava spiando con molta poca discrezione - Sakura lo fissò ammutolita per qualche secondo di silenzio, la fronte aggrottata, forse pensando di aver capito male. In quel momento l’autobus raggiunse la fermata e inchiodò con uno sfrigolio di gomme sull’asfalto.
Sasuke si affrettò ad annuire, incoraggiante, come per riaffermare il concetto.
- Ppffht! … ma neanche per sogno, chi si crede di essere? Anzi, piuttosto, si levi dai piedi che sta intralciando il passaggio. Arrivederci - e la ragazza, senza nemmeno degnarlo di un’occhiata, si rimise le cuffie e saltellò con grazia giù dalla pedana, avviandosi di corsa lungo il marciapiede. Il sorriso di Sasuke gli si congelò sulla faccia, mentre le porte automatiche dell’autobus gli si richiudevano davanti e per poco non ci rimetteva il naso, se un previdente e quanto mai sghignazzante Nara non fosse prontamente intervenuto ad afferrarlo per il colletto e tirarlo indentro.
- Però, accidenti … che caratterino, eh? - commentò battendogli una sonora pacca sulla spalla. Sasuke gli lanciò un’occhiata che non poteva lasciar dubbi riguardo a interpretazione, e Shikamaru, molto prudentemente, assecondando più che altro un naturale spirito di conservazione, retrocedette di un paio di passi, continuando però a ridacchiare.
- Non una parola, Nara. Non. Una. Parola -
Sasuke si guardò attorno, corrucciato, ficcandosi le mani in tasca e borbottando qualcosa di sicuramente poco carino tra i denti.
Doveva essersi sicuramente trattato di un’allucinazione. Lui non poteva esser stato davvero appena respinto! Non era concepibile una cosa del genere. Era … Era … piuttosto, chi diavolo era quella? Un esperimento di laboratorio riuscito male? Un incrocio tra un maiale e una tinta per capelli rosa? Si sedette - o meglio, si afflosciò - sul primo sedile libero, premendosi le punta delle dita sulle tempie e cercando di riassumere una posa abbastanza dignitosa; incrociando le braccia e tentando di ignorare le occhiatine ironiche che tutti quanti gli lanciavano ridendo sotto i baffi - Nara compreso - Quella non era decisamente la sua giornata.


- Com’è andato il colloquio? Ti hanno presa? -
- Mah, hanno detto che mi faranno sapere. Tu piuttosto, oggi non vai al negozio? - domandò Sakura all’amica, inarcando un sopracciglio con aria sospettosa mentre si toglieva il giubbotto. Si buttò a peso morto sul divano, sospirando; le gambe a penzoloni oltre il bracciolo che dondolavano avanti e indietro e un cuscino messo di traverso sotto la testa. - Nh, mi sono presa un giorno libero … - rispose l’altra facendo spallucce e stravaccandosi accanto a lei col barattolo di gelato in mano e il cucchiaino tra le labbra.
- Ehi, Ino-pig … non eri mica a dieta? - la prese in giro Sakura, ridacchiando.
- Uff come sei seccante, fronte spaziosa. E comunque la tua è tutta invidia -
- Certo, come no -
Chiyo si sedette a gambe incrociate sul tappeto, cominciando a sfogliare con interesse le varie riviste di moda di Ino. Sakura sorrise nel notare l’espressione concentrata - leggermente corrucciata - della figlia che cercava di leggere i titoli delle copertine. Che fosse una bambina precoce non c’erano dubbi. Le aveva persino scarabocchiato il nome sul suo tesserino di riconoscimento. Poi improvvisamente la sua espressione cambiò. I suoi occhi si dilatarono in modo spropositato, e si tirò a sedere con uno scatto improvviso, che fece andare di traverso il gelato a Ino. - Sakura! Coff Sei impazzita? Potevo coff … soffocare! Che cosa …? - ma si bloccò notando la faccia sconvolta dell’amica. - Ino? Oddio - Sakura corse a inginocchiarsi vicino alla bimba, chinandosi sulla rivista, lo sguardo fisso sull’uomo in copertina - Io … Credo di aver appena dato buca a Sasuke Uchiha - Ino rischiò per la seconda volta un soffocamento da gelato ipercalorico.


Shikamaru salì le scale dell’entrata principale dell’edificio, guardando l’amico di soppiatto ogni tanto, come se temesse una qualche reazione ritardata allo shock di poco prima. L’Uchiha sembrava caduto in uno stato di semicoscienza profonda, e la cosa non era proprio il massimo, visto che tra circa dieci minuti si sarebbe tenuta una riunione con i loro danarosi soci … e Sasuke non pareva esattamente nelle condizioni ideali per discutere un affare da milioni di dollari. Forse il colpo era stato troppo forte e il suo ego smisurato non aveva retto. Eppure non sembrava arrabbiato. Soltanto un po’ … assente. Gli lanciò un’altra occhiata, giusto per controllare che non fosse partito del tutto, e vedendosi arrivare in risposta una faccia a dir poco spaesata cominciò a temere che la situazione stesse - decisamente - sfuggendo di mano ad entrambi. Uchiha non ci stava proprio con la testa. - Come si chiamava la ragazza, eh? - gli domandò, sorpassandolo con un sorrisetto, già immaginandosi l’amico che cominciava a borbottare scuse su scuse come il giorno precedente.
- Haruno. Haruno Sakura -
Shikamaru si fermò inebetito, il dito fermo a mezz’aria a pochi centimetri dal pulsante dell’ascensore, sentendosi arrivare l’ultima risposta che si sarebbe mai aspettato. Guardò Sasuke con tanto d’occhi, mentre quello gli passava accanto come se niente fosse, forse neanche essendosi reso conto di cosa avesse detto, e di quanto fosse contraddittorio per uno come lui. Pigiò il bottone, nervosamente, faticando a non far crollare la mascella sul pavimento. Se n’era ricordato. Si era ricordato il nome di quella strana ragazza, sebbene non si fossero neanche presentati.
Doveva cominciare seriamente a preoccuparsi …?


Angolino di Sisya
Innanzitutto comincio col ringraziare tantissimo tutti i cuoricini d’oro che mi hanno lasciato una recensione.
Siccome questa fic è un esperimento abbastanza (molto) azzardato, avevo proprio bisogno di sentirmi supportata.
Ma non mi aspettavo tanto entusiasmo! Ovviamente mi fa tanto tanto piacere XD Spero che continuerete a seguirmi così numerosi.

arwen5786: ehm (tossicchia imbarazzata) Io ti ammiro tantissimo *O* Sono onorata che ti piaccia la mia storia! ehm … per quanto riguarda il SasuSaku sono sicura che andremo d’accordo XD Per InoShika invece un po’ meno credo, eh? XD Ma in fondo io sono una mosca grigia! Un raro esemplare che oscilla indecisa tra Ino e Temari XD In quanto al film, la trama inevitabilmente si staccherà da quella originale, perché dovrò inserire una montagna di personaggi in più O_o Speriamo in bene, un bacio.
GloGlo the best: che nick carino! Beh grazie mille per l’entusiasmo, sei dolcissima a farti tutti questi complimenti. SasuSaku ce ne sarà a bizzeffe, sissisisi *O* Shikamaru poi io lo adoro ^O^ (anche tu mi odi per non aver scelto Temari o ti va bene anche Ino? XD) Mi raccomando, fammi sapere se sono riuscita a mantenere le tue aspettativa … questo capitolo non mi convince molto, ma vabbè, si vedrà ^O^ Un bacio.
fire91: Sono una grande? *O* Grazie, non mi capita spesso di sentirmelo dire XD Ho cercato di rendere Sakura e Chiyo più pucciose possibile, spero di esserci riuscita. Spero che il loro incontro (se così si può chiamare) non ti abbia delusa, ma volevo proprio dare uno smacco così all’Uchiha, dopotutto se lo merita (hihi) E solo una come Sakura poteva farlo XD Ti avverto che mi staccherò parecchio dalla trama del film, non aspettarti che lo segua passo passo ^O^ Un grosso bacio.

Killer Queen 7
: mi sembra strano rispondere a una tua recensione, di solito è il contrario XD Comunque, grazie infinite *O* Sei dolcissima ad avermi dato così tanta fiducia da metterla già nei preferiti ^O^ Cercherò di fare del mio meglio per non deluderti, promesso! Il padre della piccola Chiyo, vuoi sapere? È troppo presto da svelare XD (disse l’autrice che in realtà non ne aveva la minima idea)

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Capitolo 3
*** Vicinanze sospette ***


3. Vicinanze sospette: un pomeriggio tutto sommato (quasi) normale


Sakura annuì leggermente, di nuovo, tenendo gli occhi bassi, la cornetta appoggiata ad un orecchio, mentre un’improvvisa e quanto mai fuori luogo voglia di scoppiare a piangere la costrinse a coprirsi il viso con la mano libera, asciugandosi le lacrime ancor prima che cominciassero a scenderle sulle guance.
- Ho capito, non c’è problema. Ho capito. Sì. Grazie per avermi avvisata. Sì. Sarà per un’altra volta, certo. Arrivederci -
Clic. Chiuse la conversazione e riappoggiò il telefono, sentendosi mancare la terra sotto i piedi. Dannazione. Per un attimo ci aveva sperato. Ci aveva sperato davvero, che le cose si sarebbero sistemate. Che sarebbe andata bene, stavolta. Eppure nonostante questo, si ritrovava di nuovo al punto di partenza, costretta a ricominciare tutto daccapo. Dannazione. - Qualcosa non va, mamma? - La bambina fece capolino da dietro la porta, fissandola con due occhioni così preoccupati che Sakura non ci pensò due volte a lasciar perdere tutte quelle scomode questioni per dedicarsi a qualcosa di ben più importante. Chiyo, la sua Chiyo, appunto. - Vieni qui tu. Dammi subito un maxi abbraccio! - esclamò. Si chinò sui talloni, aprendo le braccia per accogliere il suo piccolo angelo, che non si fece certo attendere e si appese al suo collo stringendola forte. - Sicura che va tutto bene, mamma? - pigolò Chiyo appoggiando la testa sulla sua spalla. Sakura inspirò profondamente, annuendo. Sua figlia era persino troppo precoce, a volte. L’ultima cosa che voleva era angosciare la sua bambina con problemi più grandi di lei. Si sarebbe inventata qualcosa. Avrebbe messo tutto a posto. Sì. Adesso però aveva solo bisogno di distrarsi. Distrarsi. Sì. Decisamente, ne aveva bisogno. - E se io e te ce ne andassimo a fare un giretto in centro, eh? Ci prendiamo un bel frappè magari … potrebbe venire anche zia Ino - propose Sakura sciogliendo l’abbraccio e sistemandole un ricciolo dietro l’orecchio con un sorriso sincero. Chiyo annuì in risposta, battendo le mani entusiasta, con gli occhi che si accendevano di gioia. - Io passo, mi dispiace - esclamò Ino entrando in soggiorno e chinandosi a baciare Chiyo su una guancia, scompigliandole affettuosamente i capelli - Ho un appuntamento -
- Uh uh. Sentito, piccola? La zia Ino ha un appuntamento! - bisbigliò Sakura a Chiyo facendole l’occhiolino con un sorrisetto complice - Chissà chi sarà il poveretto? -
- Ah ah ah. Come siamo spiritose oggi, eh, fronte spaziosa? - Ino le fece la linguaccia, tirando fuori lo specchietto dalla sua borsetta striminzita per dare un’ultima controllata al trucco. - Stai benissimo, zia - esclamò la bimba sorridendo. - Grazie, tesoro, tu si che mi dai soddisfazione. Vedi, Chiyo, non tutte sono così stupide da rifiutare una proposta da parte di un bell’uomo che ti invita a cena - replicò la biondina ammiccando verso l’amica in modo più che esplicito. Sakura le lanciò un’occhiataccia, mentre le guance le si imporporarono leggermente, costringendola a distogliere lo sguardo dal sorrisetto vittorioso di Ino. - Uchiha o no, mia cara, ti assicuro che non … non avrei comunque accettato …! - esclamò Sakura, incrociando le braccia al petto con aria offesa.
- Ah, ma certo, fronte spaziosa, come no - sbuffò Ino, dandole un abbraccio scherzoso prima di lanciarsi di volata fuori dalla porta, giù per le scale, in perfetto equilibrio sui tacchi alti.
- Dico sul serio! - le dietro gridò Sakura, uscendo persino in pantofole sul pianerottolo pur di ribadire il concetto.
Se c’era una cosa di cui era certa, era che lei e quel pallone gonfiato di un Uchiha non avrebbero mai avuto niente a che fare.
D’accordo, magari era anche carino. Magari anche un po’ più che solo carino. Sì. Decisamente. Sakura si strinse nella vestaglia, abbassando lo sguardo sui piedi e arrossendo vistosamente, ma si portò subito una mano alla guancia con un sospiro, rientrando in casa e chiudendosi la porta alle spalle. Perché un pallone gonfiato, per quanto carino che fosse, rimaneva sempre e comunque un pallone gonfiato.
E lei di tipi così ne aveva davvero abbastanza.


- Anche tu hai un appuntamento, mamma? - domandò timidamente Chiyo, mentre affondava i denti nel suo doppio cheeseburger, dondolando le gambe sotto il tavolino quadrato del fast food. - N-no, tesoro. Non devi ascoltare le chiacchiere di zia Ino. Io non ho proprio nessuno stupido appuntamento, non preoccuparti - replicò Sakura con un sorrisone, portandosi la cannuccia del frappè alle labbra e tirando un lungo sorso.
La bambina la fissò sospettosa, forse non troppo convinta, ma non chiese più niente.
- Abbiamo fatto una bella passeggiata, vero? - esclamò Sakura allegramente, cercando di spostare la conversazione su un territorio più sicuro, privo soprattutto di domande imbarazzanti - Ti sei divertita? - Chiyo sorrise, annuendo. Si sporse dalla sedia per prendere da terra un sacchettino colorato, dal quale tirò fuori un panda di peluche un po’ spelacchiato, ma con un’espressione simpatica. Sakura sorrise a sua volta, contenta di averle finalmente trovato un suo piccolo regalo di Natale, anche se in ritardo. Perché la casa delle bambole che Chiyo desiderava era stupenda, questo sì, ma per quanto fosse brutto da dire, era assolutamente al di sopra delle loro possibilità economiche. Non sarebbe mai riuscita a comprargliela, neppure risparmiando; sarebbero finite in bolletta ancora prima della fine del mese. - Hai deciso come chiamarlo? - chiese Sakura rubando una patatina fritta dal pacchetto di Chiyo. Lei ci pensò su un momento, poi scosse la testa con un sorrisetto furbo, come a dire che avrebbe dovuto prima considerare tutti i pro e i contro della faccenda.
- Va bene. Per adesso chiamiamolo solo mr. Panda, d’accordo? - propose la ragazza ridendo - Ora però dobbiamo andare, tesoro, stasera zia Hinata viene a cena da noi e non abbiamo nemmeno fatto la spesa - Sakura si pulì le mani nel tovagliolo, e alzandosi si rimise la borsa a tracolla. Prese Chiyo per mano, lanciando un’ultima occhiata al tavolino per esser sicura di non aver dimenticato nulla - Mmh, già che ci siamo potremmo passare dal parco, eh? Zucchero filato per merenda, che ne dici? -
La bambina cominciò a saltellare e a tirarla per un braccio, entusiasta. - Sì! Zucchero filato! Grazie! Sei la mamma migliore del mondo! -
Sakura le rivolse un sorriso raggiante, assecondandola. Corsero verso l’uscita del fast food, facendo lo slalom tra i tavolini sotto lo sguardo perplesso degli altri clienti. La mamma migliore del mondo? Beh. Un sacco di gente, si disse Sakura, al proposito avrebbe avuto parecchio da ridire. Almeno però Chiyo ne era convinta. Era questo che contava, no? E poi, andiamo, mangiare cheeseburger e zucchero filato un giorno sì e uno no, non era mica male. Lei e Chiyo non avevano problemi, né di stomaco né di linea. Certo, non si poteva dire lo stesso di Ino però.


- Sakuraaah! - urlò qualcuno fuori dalla porta, attaccandosi al campanello.
Hinata, che fino a quel momento era rimasta tranquilla come al solito, inginocchiata davanti al forno a osservare insieme a Chiyo lo sformato che si alzava nella teglia, trasalì, mentre la sua faccia passava rapidamente ad una gamma completa di colori. Poi si alzò frettolosamente, consegnò a Sakura il guanto da forno e arrossì violentemente. - Nar-uto! Oh, no … Naruto! Io non ci sono, Sakura. Io. Non. Ci. Sono. Assolutamente! - balbettò, aggrappandosi al suo braccio e supplicandola con gli occhi. - Hinata! Che cosa stai dicendo? Oh … ma non ti sarai mica presa una cotta per il mio vicino, vero? - esclamò Sakura ridendo nel vedere la cugina che avvampava ancora di più, cominciando a gesticolare disperatamente e scuotere la testa. - Smettila di prendermi in giro! E vai ad aprirgli, non farlo aspettare! -
- Oh, certo, certo. Come potrei far aspettare il mio caro vicino? Perché non prendi esempio da Chiyo piuttosto, eh? - bisbigliò la ragazza con un sorrisetto malizioso. Infatti la bambina non appena aveva sentito il campanello era corsa ad aprire, appendendosi al collo del biondino in un abbraccio stritolante.
- S-Sakura-chan! C-che dici! -
- Vieni a salutarlo come si deve o giuro che te lo mando direttamente da te! -
- Ehi, ragazze, come andiamo? - esclamò allegramente Naruto, mostrando uno dei suoi soliti sinceri sorrisoni a cinquanta denti, e dando un pizzicotto a Chiyo per farla ridere - Oh! Hinata! Ci sei anche tu! Come stai? - domandò poi notando la moretta in grembiule seminascosta dietro Sakura.
- B-bene. Sto molto b-bene, grazie, N-Naruto-kun -
- Ah. Voi due vi conoscete già allora - disse Sakura sorridendo.
- Beh, ma perché non ti unisci a noi, Naruto? Ino dovrebbe tornare a momenti. E poi la nostra Hinata è una cuoca davvero eccezionale! -
- Oh, mi piacerebbe molto, ma purtroppo ho un altro impegno. Sarà per la prossima volta, d’accordo? Ciao piccolina - esclamò Naruto schioccando un bacio sul naso a Chiyo prima di metterla giù. Abbracciò anche Sakura, Hinata invece tese una mano per salutarlo, ma lui rise e scosse la testa - Andiamo, non siamo così formali, Hinata! Siamo amici, no? - E le prese la mano, attirandola a sé in un abbraccio affettuoso. Hinata si ritrovò senza preavviso col viso premuto sul petto del biondino, il respiro mozzo e il cuore che batteva accelerato. A questo punto Sakura ritenne opportuno intervenire, visto che la cugina sembrava sul punto di avere uno svenimento, perciò prese Chiyo in braccio e si affrettò a riaprire la porta per lasciar passare il biondino, che non sembrava essersi minimamente accorto del colorito ormai quasi fosforescente della povera Hinata. - Ci vediamo presto, eh? Mi raccomando, passa quando vuoi. Ciao! - gli gridò dietro sventolando un braccio mentre lui entrava in ascensore. Si voltò, e vide Hinata accucciata sul pavimento che si nascondeva la faccia col grembiule. In cucina, lo sformato si afflosciava nella teglia come una sottiletta, bruciacchiato da tutte le parti.
Addio cena.

Ino rincasò poco dopo, e dal fatto che stesse gridando tutti gli insulti possibili all’intero genere maschile, Sakura ne dedusse che il suo appuntamento non doveva essere stato un granché. Più tardi avrebbe chiesto spiegazioni. Adesso però era troppo stanca per sorbirsi una Ino isterica e sentimentalmente instabile. Le quattro si sedettero a gambe incrociate sul tappeto in soggiorno. Sakura teneva sulle ginocchia Chiyo, mezza insonnolita, che giocava con mr. Panda sbadigliando ogni tanto. Ino, che in seguito alla sua delusione amorosa aveva deciso di sospendere di nuovo - momentaneamente - la dieta, stava ordinando una quantità industriale di cibo al cinese all’angolo. E Hinata intanto ancora faticava a riassumere un colorito normale. - Beh, ma perché non ti inventi una scusa per andare a trovarlo, Hinata? Con gli uomini bisogna fare così, prendere in mano la situazione. Se aspetti che sia lui a svegliarsi non combinerete un bel niente, lasciatelo dire - esclamò Ino brandendo verso di lei la cornetta del telefono. - Tu hai le petunie anche dentro la testa, Ino - s’intromise Sakura circondando le spalle di Hinata con un braccio e ridendo - Dai, non vedi com’è imbarazzata? Non riuscirebbe neanche a guardarlo di nuovo senza svenirgli davanti. Ooooh la mia cuginetta innamorata! Come sono felice per te! A proposito, ma come vi siete conosciuti tu e Naruto? -
- P-per caso - balbettò Hinata arrossendo terribilmente - La settimana scorsa ero venuta a trovarvi ma voi non c’eravate … p-però ho incontrato lui c-che usciva di casa -
- E …? - la incitarono le altre due, sporgendosi verso di lei con due sorrisoni complici.
- Lui è stato molto gentile, ecco. Ci siamo presentati e poi io sono … sono scappata! -
- Oh, cuginetta, sei un caso disperato -
- Senti un po’ chi parla, fronte spaziosa. Devo forse ricordarti di un certo Sasuke Uchiha …? No, vero? - esclamò Ino alzando gli occhi al cielo.
- Ino-pig. Tu sei proprio l’ultima che dovrebbe parlare - rispose Sakura ridendo. Le tre si scambiarono un’occhiata tra loro. - Chi va a prendere il gelato? - proruppe Ino attaccando il telefono in faccia al cinese dall’altro capo del filo - A quanto pare qui ci sono tre donne single bisognose di annegare nei grassi saturi -
- Io metto a letto Chiyo e vi raggiungo -
Sakura si alzò dal tappeto facendo leva sulle ginocchia, un po’ impacciata dal peso della bimba. Recuperò mr. Panda da terra e si avviò in camera da letto con Chiyo tra le braccia. Dalla cucina arrivavano già il tintinnio dei cucchiaini sulle ciotole di vetro, i bisbigli di Ino e Hinata. Insistevano tanto - . Ino, soprattutto - ma lei non aveva in programma di innamorarsi proprio di nessuno, per il momento. L’amore era troppo complicato da gestire, e nella sua vita c’erano già abbastanza problemi senza che ci si mettesse anche questo. E poi, aveva con sé le sue amiche, che erano messe ancora peggio di lei in quanto a uomini, se possibile. Aveva con sé il suo piccolo angelo, che a quanto pareva adesso non ne voleva proprio sapere di collaborare per mettersi il pigiama.
Aveva loro. E tanto bastava.

Sasuke si rigirò tra le lenzuola, strizzando gli occhi nel buio della camera. Intorno vedeva solo ombre confuse, e la testa gli faceva male da quanto pulsava. Decisamente, aveva esagerato con i drink quella sera. Tra i pesanti drappi del letto, l’aria era chiusa e soffocante. Si sentiva accaldato, e con un senso di nausea in bocca. Quando un braccio, dall’altro lato del letto, gli cinse la schiena, lui s’irrigidì, scansandosi di colpo. - Sasuke, caro, cosa c’è? Ti senti male? - Due occhi scuri, nella penombra, lo fissavano maliziosi. Sasuke distolse lo sguardo, il senso di nausea che aumentava. E si scoprì inaspettatamente a domandarsi come sarebbe stato, a trovarseli davanti verdi, quegli occhi accanto a lui.
Verdissimi.


Angolino di Sisya

Oh-oh. Credevo che non sarei mai riuscita a pubblicarlo, questo capitolo.
Accidenti, non ne voleva proprio sapere di scriversi. Scusate tanto per il ritardo ^O^
Comunque mi è servito soprattutto per introdurre Hinata e Naruto! Non so voi, ma io Naruto come uomo d’affari non ce lo vedevo proprio O_o
È molto più facile immaginarlo come il classico ragazzo della porta accanto, capace di far sciogliere la timida Hinata con uno dei suoi sorrisoni enormi ^O^ Precisiamo. Ho invertito un po’ di parentele per far quadrare il tutto XD Hinata e Sakura sono cugine. Neji però non è imparentato con loro, ma è soltanto un amico di Sasuke e Shikamaru. È tutto chiaro? Bene! Un ringraziamento speciale a tutti i lettori! *O*
18 recensioni! Ma io vi adoro! Per me è un record XD

lollyna: hai ragione, essere rifiutato non rientrava nei suoi piani proprio per niente XD Ma è stato stupendo potermi prendere questa piccola soddisfazione sul tenebroso Uchiha. Su, ben gli sta! E poi Sakura non è una che si fa abbindolare così facilmente ^O^ Il nostro Sasuke dovrà faticare parecchio per conquistarla! Grazie per l’entusiasmo, un bacio!
GloGlo the best
: Sasuke ha preso buca! Sasuke ha preso buca! XD Anche io mi associo! Se lo meritava eccome. Sakura dovrebbe comportarsi così anche nel manga, così sì che l’Uchiha si sveglierebbe un po’ ^O^ Il metodo migliore per sedurre un uomo è … farsi desiderare! XD Lo so perfino io, che di uomini non me ne intendo un granché >//< Okay, mi impegnerò per farti apprezzare anche le InoShika! XD SasuSaku prima di tutto, comunque, ho capito. Ci intenderemo alla grande noi due! Un bacio.

arwen5786: certo che ti ammiro! Che domande sono queste?? Eh, sì sono un raro esemplare, non se ne trovano molti.
Con le tecniche ipnotiche puoi sempre provare XD Scherzi a parte, mi fa molto piacere che segui la fiction anche se non ami le InoShika. Della serie ‘ per il SasuSaku questo e altro ’ no? XD Grazie per i complimenti. P.S. spero che almeno il NaruHina ti piaccia *O*

KillerQueen7: Eh, lo so, la trama è un po’ azzardata, ma originale, sì, credo lo sia. Fantastica poi non lo so, questo dovete dirlo voi, non io XD Anche io adoro Shikamaru! Quel ragazzo è adorabile! (non quanto Sasuke però XD) Oh! Finalmente qualcuno che supporta anche Ino XD Stavo cominciando a preoccuparmi ^O^ E per il nome di Chiyo, come hai fatto a indovinare? Certo che ho letto Memorie di una Geisha *O* Ho preso il nome per la piccola proprio dal libro. Adoro anche Sayuri come nome, ma per una bambina mi suonava meglio Chiyo >//< Ciao! Un bacio e aggiorna, mi raccomando!
Kaeru-chan: Sono contenta che ti piaccia così tanto! *O* Che si sia ricordato il nome di Sakura piace anche a me XD Sasuke-kun *O* Okay, la smetto XD Il rapporto con Shikamaru cerco di renderlo più comico possibile, ma sotto sotto sono due amiconi XD Dirmi che sono un genio mi pare un po’ troppo, però ti ringrazio davvero tanto per tutto! E non preoccuparti per le recensioni fiume! Sono quelle che mi piacciono di più! Un bacio.


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Capitolo 4
*** Una proposta scandalosa: Indovina chi viene a cena? ***


4. Una proposta scandalosa: Indovina chi viene a cena?


Sasuke si tirò a sedere, passandosi una mano sulla fronte con uno sbadiglio. La luce del sole entrava prepotentemente dalle finestre aperte, costringendolo a tenere gli occhi socchiusi per il fastidio. Sul cuscino accanto al suo, si vedevano chiaramente un alone di fondotinta e delle tracce marcate di rossetto. Fece una smorfia, contrariato, scendendo dal letto. - Oh. Ti sei svegliato. Dove mi porti oggi? Ceniamo insieme anche stasera? - Sasuke alzò gli occhi al cielo, ignorando sia la domanda sia colei che gliel’aveva posta. A piedi nudi, raggiunse la finestra, appoggiandosi coi gomiti al davanzale e assaporando la sensazione del vento fresco sulla pelle arrossata. - Scusa, dolcezza - sussurrò poi inclinando la testa da un lato, una ciocca nera che gli ricadeva scomposta sulla guancia e un sorrisetto a dir poco strafottente. Si girò verso la ragazza, che ancora aspettava docilmente una risposta, seduta tra le lenzuola sfatte - Ma credo tu abbia proprio capito male - Il sorrisetto si allargò giusto un po’, mentre lei raccoglieva le sue cose trattenendo a stento le lacrime, e usciva dalla camera sbattendosi dietro la porta. Dopotutto lui era pur sempre Sasuke Uchiha, no? E questa, si preannunciava essere un’ottima giornata.


Shikamaru aprì un occhio, mugugnando qualcosa d’imprecisato - probabilmente un insulto a chi stava facendo tutto quel fracasso al piano di sopra, tanto da svegliare persino lui - e fece per girarsi dalla parte opposta del letto. Ma evidentemente doveva aver calcolato male le distanze, perché si ritrovò, chissà come, a terra, dolorante e con la faccia contro il pavimento. Gli ci volle qualche altro secondo per registrare l’accaduto e accorgersi di essere appena caduto dal divano di casa Uchiha, dove si era addormentato esausto la sera prima, steso dalla sbronza colossale che si era preso insieme all’Uchiha stesso, appunto. Una ragazza, che riconobbe solo qualche minuto dopo come la tizia che Sasuke si era portato a casa, attraversò a passo di carica il soggiorno. Shikamaru la fissò sbigottito, rimettendosi a sedere e accendendosi una sigaretta, mentre il suo QI 200 faticava a riprendere a lavorare normalmente.
- Di’ a quel bastardo del tuo amico che non mi cerchi mai più. Hai capito? È un … un … bastardo! -
Shikamaru riabbassò la testa sul bracciolo del divano, aspirando un’altra boccata.
- Eh, non dirlo a me … -


Sakura si alzò in punta di piedi e richiuse la finestra, rabbrividendo e stringendosi nel pigiama. Quella notte aveva fatto freddo, fin troppo freddo. Si era dovuta alzare tre volte per rimboccare Chiyo e impedire che si prendesse una polmonite. Farla scendere dal letto poi, quella sì che era stata una vera e propria impresa. La bambina si era appollaiata da poco su una sedia, ancora mezza addormentata, e fissava dentro alla sua ciotola di cereali al cioccolato come se non avesse neanche la forza di sollevare il cucchiaino.
- È terribile! Oh mio dio, terribile! Oh no! Sakura! Sto ingrassando a vista d’occhio! - Ecco. Ci mancava proprio anche Ino. Sakura sospirò pesantemente, affondando il viso nella sua tazza di caffelatte bollente. Bevve un lungo sorso, ma tutto ciò che ottenne fu scottarsi la lingua. Beh. Se il buongiorno si vedeva dal mattino, forse avrebbe fatto meglio a tornarsene direttamente a dormire …


Sasuke gettò la giacca sul divanetto di pelle e sedette al suo posto con un ‘ah’ soddisfatto, sollevando i piedi sopra la scrivania e sfoggiando un sogghigno che solitamente non prometteva niente di buono. Neji Hyuuga, seduto impettito dall’altro capo del tavolo, fece una smorfia, sistemandosi con il nodo della cravatta e lisciandosi i pantaloni immacolati con precisione quasi eccessiva, i lunghi capelli legati dietro alla testa in una coda. Shikamaru li raggiunse poco dopo e si chiuse la porta alle spalle, stravaccandosi senza troppi complimenti sul divanetto e guardando i due amici con aria annoiata. I tre si scambiarono un’occhiata.
- Bene. Direi che possiamo cominciare - esclamò Sasuke allungandosi sulla sedia per prendere una cartella di documenti; ne tese una anche a Neji, che inforcò subito un paio di occhiali quadrati e scorse un paio di righe con fare da perfetto damerino quale effettivamente era. Shikamaru invece ridacchiò, passandosi una mano sulla fronte. Si accese l’ennesima sigaretta della mattinata e chiuse gli occhi come per schiacciare un tranquillo pisolino. Sasuke e Neji inarcarono contemporaneamente un sopracciglio, fissandolo accigliati.
- Ehi, Nara, nel caso non ti fosse ancora chiaro, noi saremmo in riunione … - borbottò Sasuke lanciandogli contro un plico di fogli.
Shikamaru per tutta riposta gli fece semplicemente segno di non scocciarlo. Sasuke stava già per passare a qualcosa di più efficace, come il fermacarte, quando l’altro si decise a spiegarsi. - Ah, Uchiha. Quanto poca fiducia nei miei confronti. È tutto sistemato, calmatevi tutti e due. Io ho già preso tutti gli accordi due settimane fa, non dobbiamo preoccuparci di nulla. Anzi, casomai ti interessasse, proprio ora hai il signor Hisashi direttamente sulla linea due. Allora, cosa ne pensi, eh? Sono o non io sono il migliore? -
- Uhmpf - fu l’unico commento che ottenne da parte di Sasuke, che comunque si affrettò a premere il testo del viva voce sul telefono - Pronto? -
- Salve signor Uchiha! -
- Ehm. Salve - rispose Sasuke rivolgendo a Shikamaru un’occhiata perplessa.
- Ci incontreremo tra un paio di giorni, allora. Sono ansioso di fare la sua conoscenza! Da ciò che mi è stato detto lei dev’essere, nonostante la sua giovane età, una persona davvero … come dire? Integerrima! - A questo punto, Neji e Shikamaru non seppero trattenersi dallo scoppiare a ridere, ma Sasuke lanciò a entrambi un’occhiata così spaventosa che i due non ci impiegarono neanche tre secondi a tapparsi di nuovo la bocca - Ecco, signor Uchiha. Riguardo alla mia permanenza. Ne avevo già parlato al suo collaboratore e mi aveva assicurato che lei sarebbe stato certamente d’accordo a ospitarmi a casa sua -
- Eh?? Ehm, no. Cioè, volevo dire … Eh. N-non c’è problema, signor Hisashi. Infatti io possiedo una casa molto … cosa? - Sasuke aggrottò la fronte, sforzandosi di leggere il labiale di Shikamaru - Ah! Sì, certo, grande! È molto grande. Per me sarebbe un onore poterla ehm. Ospitare. C-certo - E nel frattempo lanciò un’occhiata a dir poco terrorizzata a Shikamaru, con la tipica espressione da ‘come diavolo ti è venuto in mente, stupido di un Nara?? Io non ce lo voglio questo tizio in casa mia! ’ stampata sulla faccia. - Oh, sono molto contento di ciò, signor Uchiha - replicò allegramente il signor Hisashi dall’altra capo del ricevitore - Beh, non vedo l’ora di conoscerla di persona. Sarà un vero piacere -
- S-Sì. Anche per me - strascicò Sasuke tra i denti, per niente convinto, mentre Shikamaru si sbracciava per fargli mettere più entusiasmo. Neji, che intanto già da un po’ aveva lasciato perdere i documenti - cosa alquanto strana per uno come lui - adesso se la stava proprio ridendo della grossa - cosa ancora più strana -
Sasuke si abbandonò indietro sullo schienale della poltrona con un sospiro contrariato, massaggiandosi con due dita le tempie pulsanti.
- Bene. Arriverò tra un paio di giorni, allora. Sono impaziente di conoscere la sua famiglia. Sua moglie deve essere una donna adorabile. E anche suo figlio, certo. Beh. Arrivederci, signor Uchiha -
Clic. Nella stanza scese immediatamente un silenzio di tomba.
Sasuke rimase immobile per qualche secondo. Completamente scioccato, con le braccia ancorate ai braccioli e un tic nervoso alla palpebra destra; mentre gli occhi, dilatati in modo innaturale, si spostarono simultaneamente su Shikamaru che, neanche a farlo apposta, aveva approfittato di quell’attimo di smarrimento per indietreggiare e guadagnare qualche metro in direzione della porta. Neji aveva finalmente smesso di ridere, e sembrava tanto sconcertato quanto gli altri due. - Nara! - biascicò Sasuke tenendo lo sguardo fisso sul povero Shikamaru, assottigliando gli occhi e alzandosi lentamente dalla sedia - Non hai forse dimenticato di accennarmi qualcosa? -
- Ehm. Andiamo, Sasuke, non prenderla così. Cerca di guardare il lato positivo della situazione. Il signor Hisashi sembra essere molto interessato al nostro contratto, ehm … - Shikamaru rivolse all’amico un sorrisetto tirato, cercando di sdrammatizzare, ma con ben pochi risultati.
- E? -
- No, d’accordo, ora ti spiego. Il signor Hisashi. Sì. Vuole concludere affari soltanto con uomini molto … rispettabili. È un vecchietto un po’ sentimentale, devi capirlo, no? Se vuole avere a che fare con una bella famigliola felice, noi dobbiamo cercare di accontentarlo. Ecco, tutto qui -
- Tutto qui?? Tutto qui, Nara?? Eppure a me sembra che tu abbia tralasciato un piccolo, insignificante particolare. Io. Non. Sono. Sposato! -
- Beh, ma a questo possiamo rimediare! Primo. Ti troviamo una moglie. Secondo. Concludiamo l’affare. Terzo. Il signor Hisashi se ne riparte e si sistema tutto. Eh, che ne dici? Dov’è il problema? -
- … -
- C-che cosa stai facendo adesso? -
- Devo spiegarti cosa ne penso esattamente del tuo piano geniale - borbottò Sasuke facendo schioccare le dita.
- N-non c’è mica bisogno che mi ringrazi, c-caro amico mio. Davvero, non fa niente … Sasuke? Stai scherzando vero …? Eh?n-no? -
Neji rimase a fissare la porta spalancata dalla quale erano schizzati fuori i due. Stette inespressivo per qualche secondo, ma poi non resistette proprio più. Scoppiò di nuovo a ridere, con tanta foga che per poca non rischiò di ribaltarsi all’indietro con la sedia. Damerino o no, una cosa era certa: doveva ricordarsi di venire più spesso a quelle riunioni tra soci, se erano così spassose.


Aveva ricominciato a nevicare nel pomeriggio. Sakura si era ripromessa di non mettere neanche il naso fuori di casa, quel giorno, ma agli occhioni imploranti di Chiyo non aveva proprio saputo dire di no. Perciò l’aveva imbacuccata senza troppi complimenti in un cappotto imbottito che la faceva assomigliare tanto a un bignè rotondo, ma che almeno teneva ben caldo. Lei stessa si era messa due maglioni pesanti una sopra l’altro e si era calcata il suo cappellino in testa, legando i capelli rosa dietro la testa. In tutte le strade c’erano ancora le luminarie natalizie accese, e le vetrine sfavillanti dei negozi rendevano piacevole la passeggiata. Si diressero chiacchierando verso i grandi viali alberati del centro, il quartiere più ricco ed elegante della città. Sugli angoli delle vie ogni tanto incrociavano dei pupazzi di neve. Allora si fermavano a salutarli ridendo, domandando loro cosa ne pensassero del tempo e dove avessero comprato le sciarpe e i bottoni che indossavano.
- Oh, ma quando mai potremo permetterci una casa di questo genere? Sarebbe troppo bello per essere vero, eh tesoro? - esclamò Sakura con un sospiro. Si fermarono davanti al primo carretto degli hot dog che trovarono, dove la ragazza cominciò a rovistare nella borsa per recuperare il portafoglio - Beh. Però possiamo almeno prenderci la cena. Due grazie, uno senza senape -
- Mamma! - Chiyo la tirò per una manica, indicando in lontananza con un ditino - Guarda! Quella laggiù somiglia tantissimo alla casa delle bambole, vero? -
- Eh? Chiyo, dove stai andando? Per favore, non allontanarti, Chiyo! Non …! - Sakura rimase un attimo spiazzata, accanto al carretto degli hot dog, con i due panini fumanti in mano, nel vedere sua figlia che iniziava a correre lungo il vialetto della casa in questione. Imprecò tra i denti, voltandosi immediatamente e mollando i panini in mano al proprietario del carretto, che la guardò come se fosse impazzita. E corse dietro alla bambina, che intanto aveva già raggiunto il portone semiaperto, ed era sgusciata all’interno. Oh, dannazione. Perché certe cose capitavano sempre e soltanto a lei?
- Chiyo! -


Sasuke aggrottò la fronte. C’era - decisamente - qualcosa che non andava. Che fosse già ubriaco …? Lanciò un’occhiata alla bottiglia di birra ancora mezza piena accanto a lui. E nel caso la risposta fosse no, perché allora adesso vedeva una bambina con un grosso cappotto beige fare capolino da dietro la porta di casa sua, con gli occhioni scuri spalancati di stupore? - Ehi, tu, piccoletta, non puoi stare qui. Ehi. No. Ferma. Dove stai andand …? - Con la coda dell’occhio tornò a fissare la porta, ricordandosi solo ora di non averla neanche chiusa. Che idiota. E poi si stupiva pure se … Si voltò del tutto, e ci restò letteralmente di sasso. Perché in quel momento l’unica ragazza di tutto il Giappone che non solo aveva rifiutato un suo appuntamento, ma che aveva perfino osato ridergli in faccia, entrò dalla porta principale di soppiatto, sfilandosi le sue ballerine all’ingresso e guardandosi intorno apprensiva. - Chiyo! Dove sei? Chiyo, per favore … non possiamo restare qui … Chy...? - sollevò lo sguardo di scatto, scoprendosi osservata. E nel riconoscerlo, arrossì vistosamente. - Oh. Ehm. Buonasera, signor Uchiha - balbettò, palesemente imbarazzata.
- Signorina Haruno. Che cosa …? -
- Sono davvero mortificata! - lo interruppe lei precipitosamente, facendo qualche passo in avanti, troppo agitata anche solo per domandarsi come facesse Lui a conoscere il suo nome - Non voglio rubarle tempo. Sono qui per mia figlia, che è entrata qui e … Eccoti qui! Perché sei scappata così? Ora togliamo subito il disturbo, vero, tesoro? - bisbigliò prendendo la bimba per mano e rivolgendo poi un sorrisetto stentato a Sasuke.
- Ti prego, mamma, restiamo ancora un po’. Questa casa mi piace tanto! -
- Chiyo! Non possiamo … su, da brava, obbedisci, o ci spediranno fuori a calci. Su, andiamo! -
Sasuke guardò prima Sakura, poi la bambina. Poi di nuovo Sakura. Le mani iniziarono a prudergli, la saliva gli si asciugò in bocca e il cervello sembrò momentaneamente scollegarsi. In seguito avrebbe dato la colpa allo stress eccessivo, ad una serie di fattori climatici che avevano alterato la sua ragione, e cosa di questo genere. Ma in quel momento, la lingua sembrò buttar fuori le parole senza che lui potesse opporre resistenza alcuna. E proruppe.
- S-Signorina Haruno? Posso farle una domanda? -
Sakura e Chiyo si interruppero e alzarono contemporaneamente lo sguardo su di lui.
La bambina lo guardò male. Sasuke deglutì rumorosamente.
- S-Sarebbe disposta a diventare mia moglie per qualche giorno? -

Eh?

Sasuke prima Sakura, poi la bambina. Poi di nuovo Sakura.
Guardò quegli occhi, verdissimi come se li ricordava, spalancati in modo spropositato e fissi su di lui.
Sconvolti, assolutamente sconvolti. E d’altra parte, come darle torto? Era ufficiale.
Si era del tutto rimbecillito.


Angolino di Sisya
Ed ecco la proposta scandalosa! Sasuke è stato un po’ precipitoso, mi sa, eh? XD
Si è lasciato trasportare, poverino (ancora non sa a cosa sta andando incontro!! Buahbuahbuahbuah! Con me non avrà certo vita facile, il nostro
caro Uchiha) Giuro solennemente che gliene farò passare di tutti i colori ^O^ Sarà … come dire? Una piccola rivincita di Sakura (e anche la mia, siamo sincere! XD) Comunque per tutti i quanti i boys non sarà una passeggiata conquistare le loro dame, no, no *O* Devo ringraziarvi davvero per tutto l’entusiasmo, e scusatemi di nuovo il ritardo, ma sto scrivendo i capitoli man mano e nonostante ce la stia mettendo tutta non riesco a fare più veloce di così. Un bacio speciale ai 37 *O* cuoricini gentili che hanno messo la fic tra i preferiti. Spero tanto di non deludervi mai.

Sae: ma tutti questi complimenti non sono un po’ troppo?? >//< Sono io di solito che devo inchinarmi alla tua bravura, non il contrario XD Comunque davvero, sono contentissima che la fic ti piaccia così tanto. Hai fatto entusiasmare anche me! *O* Con i capitoli io sono lentissima, mi dispiace >.< Ho potuto aggiornare solo adesso! Ah, meno male che c’è qualcun’altra che supporta lo ShikaIno XD mi sentivo un po’ dispersa … Spero di averti risolto un po’ di interrogativi con questo capitolo. A proposito, Sai il padre di Chiyo? Uhm. Si vedrà (disse l’autrice che ancora non aveva deciso) Un bacio enorme!
Rory_chan: sono così felice che ti piaccia davvero *O* Non mi aspettavo una tua recensione, quando l’ho vista ho cominciato a saltellare dalla gioia ^O^ Sono onorata, sì. Cerco sempre di rendere il rapporto tra Sakura e Chiyo più dolce e tenero possibile, forse a volte esagero anche … per quanto riguardo Sasuke è vero, immaginarlo come un dongiovanni fa un po’ strano >.< ma col fatto di essere un po’ bastardo ci stava bene.
O più che altro ho una ragione in più per maltrattarlo un po’ XD Un bacio.

Hipatya: oh, ti ringrazio tantissimo per il commento, mi fa davvero piacere che la pensi così. E sono contenta di essere riuscita a incuriosirti. Ho cercato di mantenere tutti quanti il più possibile IC almeno per quanto riguarda il carattere, anche se è vero, li ho scaraventati (un po’ brutalmente forse? XD) nel nostro mondo e qualcosa ho dovuto cambiarla per forza, tanto per far quadrare la fic. Spero continuerai a seguirmi!
lollyna: sempre gentilissima, come al solito *O* Grazie! Sono contenta che continui a seguirmi nonostante i mostruosi ritardi >.< Sakura sì, è una mamma modello ^O^ E povera Ino, forse ho esagerato un po’ … beh, ma tra un po’ incontrerà Shikamaru e andrà meglio (spero) Grazie ancora, un bacione.
KillerQueen7: Sono felice che ti sia piaciuto il capitolo scorso, volevo introdurre Hinata e Naruto. Anche loro due secondo me sono tanto carini insieme *O* Certo, se lui si desse una svegliata ogni tanto, non sarebbe male. Ecco, comunque, Sasuke e Sakura li ho fatti parlare ^O^ Contenta? (Sì, va bene, poi li ho mollati lì entrambi sotto shock, ma intanto hanno parlato, no? XD) E non sei l’unica ad amarli insieme, sai? Comunque hai ragione, non si può non adorarli.
arwen5786: sono contenta che ti sia piaciuta Hinata, ho cercato di renderla il più possibile timida e dolce, proprio com’è di solito. E anche Naruto, certo, i panni di uomo d’affari non li vestirebbe proprio per niente a mio parere. Sarebbe troppo adorabile per stare in un ambiente come quello ^O^ ----> quel bastardo di Sasuke invece ci calza a pennello -___- Ehm. Come ti è sembrato questo incontro SasuSaku? Un po’ scontato forse, ma nel film succedeva proprio così XD Cioè la bambina che entra come se niente fosse in casa di un super riccone. Un tantino surreale, ma rendeva bene XD Fammi sapere! Grazie mille, un bacio.

Kaeru_chan: lo ha capito, eh? Meno male. Sakura Haruno ha lasciato il segno, non ci si può far niente ^O^ Sì, hai ragione, la situazione economica di Sakura non è delle migliori, ma d’ora in avanti non ci saranno più problemi (ci pensa Sasuke, che i soldi gli escono anche dalle orecchie XD) Volevo solo calcare un po’ la mano per rendere più evidente la differenza tra i due. No, l’uomo misterioso non era Shika, purtroppo … ma verrà anche il loro momento, oh se verrà ^O^ Sono contenta che supporti anche il NaruHina! *O* Anche se per adesso darò la precedenza al SasuSaku per un po’ XD Non so davvero come ringraziarti, il tuo entusiasmo è contagioso! XD Un grosso bacio, al prossimo chap spero. E un abbraccio fortissimo anche a tutte le altre, dolcissime come sempre *O*


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Capitolo 5
*** Conseguenze inaspettate e nuovi incontri ***


- S-Signorina Haruno? Posso farle una domanda? -
Sakura e Chiyo si interruppero e alzarono contemporaneamente lo sguardo su di lui.
La bambina lo guardò male. Sasuke deglutì rumorosamente.
- S-Sarebbe disposta a diventare mia moglie per qualche giorno? -

Eh?


5. Conseguenze inaspettate e nuovi incontri: perché al peggio non c’è mai fine!


- S-Sta scherzando, vero? - balbettò Sakura dopo aver recuperato un minimo di contegno, rialzandosi da terra e portandosi una ciocca dietro all’orecchio per nascondere il nervosismo. Incrociò poi le braccia al petto, e per quanto strano le sembrasse, riuscì addirittura a fronteggiarlo apertamente. Anzi, a dirla proprio tutta si stava decisamente arrabbiando. Come - come?? - diavolo si permetteva, quel presuntuoso d’un Uchiha? Di essere presa in giro e trattata come una stupida, questo proprio non lo accettava. - Sì. Cioè, no! Io non … non mi sono spiegato bene - rispose Sasuke tentennando, cercando disperatamente di prendere tempo e dandosi intanto mentalmente del perfetto idiota. Sakura sgranò leggermente gli occhi, vedendoselo davanti in serie difficoltà e, per quanto lui tentasse di non darlo a vedere, - chiaramente - imbarazzato. Possibile che fosse davvero … arrossito? Beh. Sì, un presuntuoso, che altro poteva essere?
Un adorabile presuntuoso che …
- Beh! - proruppe la ragazza arrossendo precipitosamente a sua volta e maledicendosi mentalmente per quei pensieri del tutto inopportuni - Allora si spieghi, no? Sto aspettando! - Chiyo sorrise in direzione della madre, nascondendosi dietro le gambe di lei e facendo la linguaccia a Sasuke. - Ehm. Sì. Ci sto provando - sibilò lui tra i denti, mentre una vena iniziava a pulsare pericolosamente sulla sua fronte, segno che stava già cominciando a perdere la pazienza - Ecco. Si tratta di questo. Non le chiederei mai una cosa del genere, signorina Haruno, ma … -
- Ma? - ripeté lei inarcando le sopracciglia, invitandolo a continuare con un movimento della mano.
- È che avrei b-bisogno di affittarvi … Ehm. Capisce? - tentò di nuovo Sasuke, con un sorrisetto tirato.
- La prego, mi dica che questo è uno scherzo di pessimo gusto. Dove sono le telecamere? - implorò Sakura sospirando. Sollevò lo sguardo, fissando Sasuke direttamente negli occhi. Il ragazzo però sembrava dannatamente serio. - Si tratta di un affare importante - ribadì lui con tono piatto. - Ah, forse ho capito. Sua madre sta per venire in città - Sakura si portò una mano alla bocca per soffocare una risata. Sasuke inarcò un sopracciglio.
- Sono disposto a pagarla, e … -
- E se dovessimo piacerle, signor Uchiha, vuole anche l’opzione sull’acquisto, eh? - esclamò la ragazza scuotendo la testa incredula e indietreggiando di qualche passo - Sono spiacente, ma io e mia figlia non siamo in vendita! - Gli diede le spalle velocemente, prendendo per mano Chiyo, che fino a quel momento era rimasta sempre attaccata al suo maglione, e tirandola dietro di sé. Sasuke la seguì con lo sguardo - Duemila dollari -
Sakura si bloccò con la mano sulla maniglia, continuando a dargli le spalle. Chiuse gli occhi, mordendosi un labbro fino a farsi male. Era più di quanto avrebbe mai potuto guadagnare in mesi e mesi di lavoro, ma … Chiyo la tirò per una braccio, inclinando la testa da un lato e guardandola con occhi preoccupati. Sakura sorrise leggermente. Con quel cappotto però doveva ammettere che somigliava davvero a un bignè. Il bignè più carino che avesse mai visto. Inevitabilmente, il suo sorriso finì per allargarsi ancora di più. Oh, al diavolo …! Un momento dopo, stavano già correndo giù per il vialetto innevato. Sakura, soprattutto, decisa ora più che mai a mettere più distanza possibile tra lei e l’Uchiha. E andava bene così. Lei non era quel tipo di persona, e non ci sarebbe cascata, non di nuovo!


Sasuke si ritrovò quindi, a dispetto di tutte le sue aspettative, a fissare il vuoto davanti a sé come un cretino. Stava diventando un’abitudine, allora! Ah, ma se andava avanti così, avrebbe sicuramente finito per impazzire! Si passò stancamente una mano sulla fronte sudata, e richiuse la porta con un colpo che la fece vibrare. Imprecò. Shikamaru scese in quel momento dal piano di sopra sbadigliando. Guardò l’amico, notando le tempie che pulsavano e i pugni serrati lungo i fianchi. - Ehm. È mica successo qualcosa? -


Ino sprofondò sul divano, prendendosi la testa tra le mani, il trucco sbavato intorno agli occhi rossi per pianto.
Sakura sedette accanto a lei, passandole un braccio intorno alle spalle per consolarla, sforzandosi lei stessa di non scoppiare a piangere.
- Sono stato abbastanza chiaro? O mi porti i soldi entro domani, ragazzina, o vi butto fuori tutte e tre! E stavolta non sto scherzando! Vi ritrovate per strada, capito? Ah! Ah! Quello è l’unico posto dove almeno riuscireste a guadagnare qualcosa … -
- Domani le porterò i suoi stramaledettissimi soldi. Adesso però se ne vada! - sibilò Sakura rafforzando la stretta sull’amica e lanciando un’occhiata rabbiosa al proprietario dell’appartamento. Dopo che l’uomo se ne fu andato, la ragazza levò appena gli occhi e solo allora si accorse della sua bambina che la osservava seminascosta dietro la porta, in pigiama, spaventata e tremolante. Il mondo intero sembrò improvvisamente crollarle addosso. Dannazione. Dannazione!
- Posso rimediare, Ino. Vedrai che sistemerò tutto quanto. Puoi tenermi Chiyo per un po’, vero? -
- … Sakura? Aspetta! Dove stai andando? Sakura! -


Il suono fastidioso e prolungato del campanello raggiunse Sasuke fino in soggiorno.
Sorpreso, alzò lo sguardo dai fascicoli di lavoro, appoggiandoli sul tavolo di fianco e alzandosi stancamente dallo sgabello. Chi diavolo poteva essere tanto scemo da venirlo a disturbare a quell’ora? Come se non avesse già abbastanza problemi! Arrivò in ingresso e aprì di scatto la porta, immaginandosi già come al solito di vedersi comparire davanti uno Shikamaru mezzo appisolato, il cui chiarimento con Temari - ancora una volta - non doveva aver sortito le conseguenze sperate. Beh. In ogni caso, non era preparato (proprio no) a ricevere (di nuovo) una Sakura Haruno spettinata e affannata che si stringeva nel cappotto e alzava timidamente gli occhi su di lui, le guance in fiamme e il respiro irregolare. - Cosa? -
- Io … - cominciò a balbettare lei con la voce rotta dagli spasmi, passandosi una mano sul viso per calmarsi e faticando a sostenere il suo sguardo perplesso - Se la sua offerta è ancora valida, signor Uchiha … - Sasuke dovette ricorrere a ogni briciola del suo autocontrollo per non lasciarsi sfuggire un sospiro di sollievo - Si tratta di pochi giorni e dovrò solo fingere di essere sua moglie, non è vero? -
- - rispose lui, annuendo - … nessun coinvolgimento, nel modo più assoluto -
Sakura tese una mano, che Sasuke strinse ancora un po’ incerto nella sua.
- D’accordo. Ci sto -

- Ah, ehm … Sakura? - chiamò lui mentre lei già faceva per andarsene. Si appoggiò con un gomito allo stipite della porta, sorridendo strafottente. La ragazza si fermò su un gradino, voltandosi sorpresa e stringendosi nel cappotto - Sapevo che non saresti mai riuscita a resistermi … - concluse lui ridendo. Sakura spalancò gli occhi, incredula, arrossendo violentemente e cominciando a boccheggiare. - Tu! Brutto …! - balbettò, mostrandogli un pugno minacciosa - Prova un po’ a ripetere! -
Lui si avvicinò, scese un paio di gradini con le mani in tasca e le si fermò di fronte, fattosi improvvisamente serio. Inutile dire che gran parte delle convinzioni di Sakura di volerlo prendere a pugni e fargli sputare tutti i denti, vacillarono in sol colpo al suo sorriso, e per un attimo le sembrò di perdersi nel suo sguardo divertito e suadente semicoperto da alcune ciocche scure.
- Lo faccio soltanto per i soldi, cosa credi? - ribadì lei scrollando la testa.
- Sicura …? - sussurrò Sasuke facendosi man mano più vicino, quasi da poter sentire il suo respiro caldo, nonostante il freddo, contro il viso. Sakura provò un insano desiderio di trovare in lui un ulteriore rifugio dal freddo e non poté fare a meno di socchiudere leggermente gli occhi, aspettandosi di trovare vicinissima la consistenza delle labbra di lui - Beh. Buonanotte allora, mogliettina! - esclamò poi lui ridendo e dandole un buffetto scherzoso sul naso. Sakura sgranò gli occhi, mentre Sasuke inarcò le sopracciglia, squadrandola con un sorrisetto sfacciatamente vittorioso. Arrossì d’imbarazzo, rabbia e vergogna, per essersi lasciata abbindolare così facilmente, e proprio da Lui, come una stupida, stupidissima ragazzina. Sasuke le diede le spalle, e fece per rientrare in casa. - Ah, Sasuke? -
- Sì, cos …? Oouf - non riuscì neanche a terminare la frase, visto che una palla di neve gli arrivò dritta in faccia, centrandolo in pieno, e per poco non rischiò di ritrovarsi col sedere per terra. Sakura sorrise soddisfatta, con la lingua tra i denti.
- Buonanotte anche a te, maritino! -


Sakura si sedette sopra alla valigia rigonfia, sporgendosi da un lato per chiudere la cerniera.
- Puoi cominciare a mettere in moto la macchina di sotto, noi siamo pronte -
- Ai suoi ordini, signora Uchiha -
- Questo nome mi fa venire i brividi, Shikamaru. Non potresti chiamarmi semplicemente Sakura, eh? -
- Come vuoi - replicò lui con mezzo sorriso divertito. La metà delle donne che conosceva avrebbe fatto qualsiasi cosa pur di essere chiamate così … ma in fondo Sakura gli era sembrata fin da subito un tipo fuori dal comune. Era soltanto l’ennesima conferma che l’Uchiha avrebbe trovato pane per i suoi denti, una volta tanto. La cosa stava davvero cominciando a farsi molto interessante. - Posso fare qualcos’altro per te … Sakura? - Lei gli rivolse un sorrisone smagliante, calcandosi il cappellino sui capelli arricciati e prendendo in braccio Chiyo, mezza addormentata, col pollice in bocca, e l’ormai immancabile mr. Panda sottobraccio.
- Uhm … no, grazie, siamo a posto. Possiamo andare - rispose raccogliendo la valigia con la mano libera e incamminandosi verso la porta un po’ dondolante - Oh, ma a pensarci bene una cosa che potresti fare per me ci sarebbe anche, sì. Ecco, vedi, c’è Ino che … Sì, continua a riempirmi la testa con le storie dei suoi innumerevoli spasimanti, ma per un volta, voglio dire, le farebbe bene uscire con uno … un tipo a posto, che non pensa solo a … beh hai capito. Quella ragazza mi preoccupa, sai? Avrebbe bisogno di … capisci cosa intendo? - e qui abbassò la voce, ruotando gli occhi con aria di chi la sapeva lunga - Diciamo pure che è disperata ...! Se tu fosse così gentile da … -
- Guarda che ti sento, fronte spaziosa! - esclamò Ino dalla camera accanto.
- Oooh, come sei noiosa, Ino-Pig. Sto solo cercando di farti un favore! - replicò Sakura ad alta voce ridendo - Trattala bene, mi raccomando - fece poi rivolgendosi di nuovo a Shikamaru, che la fissava a dir poco sconvolto, le sopracciglia esageratamente inarcate - Andiamo Chiyo, quello scorbutico del signor Uchiha starà già brontolando per il nostro ritardo. Dovrò essere sua moglie! O ma andiamo, chi ci crederebbe mai? Io moglie di quello lì! Oh, ma per favore! - continuò a borbottare Sakura trascinandosi dietro il bagaglio bitorzoluto e uscendo di casa.


Shikamaru si sentì raggiunto da dietro dalla biondina di poco prima, che saltellò scalza fino alla porta facendogli cenno di uscire con un gesto vagamente scocciato. - Sì, certo … non preoccuparti per quello che ha detto, sai non ho mica intenzione di … noi due non dobbiamo mica, figurati …! e poi non credo tu … cioè. Non mi sembri per niente disperata, proprio no, quindi … - La ragazza lo guardò male. Con un movimento veloce gli strappò la sigaretta di bocca e la pestò sotto un piede nudo. Si aggiustò tranquilla la coda sotto lo sguardo allucinato dal ragazzo, che fissava il suo mozzicone brutalmente stritolato dal tallone roseo della biondina. - … che diavolo? - fece appena in tempo a biascicare.
- Non mi piacciono i tipi che fumano. Puzzano troppo per i miei gusti … Shikamaru, giusto? Ti aspetto domani alle otto … no, anzi, facciamo sette. Ciao, cocco, ci vediamo presto - allungò un braccio per dargli un leggero buffetto sulla guancia, sorridendo sbarazzina, e gli richiuse la porta in faccia prima che lui potesse replicare. Shikamaru rimase a fissare davanti a lui con sguardo perso. Cocco? Quella era indubbiamente una casa di matte! E poi per chi l’avevano preso? Uscire con Ino? Con la biondina cotonata che aveva appena fatto fuori l’ultima sigaretta che aveva a disposizione? Che razza di scherzi era questi??
- E comunque …! - non seppe trattenersi ad esclamare, punto sul vivo - Io non puzzo! -
Ino, rimasta in punta di piedi a spiarlo dallo spioncino, si riabbassò e tornò in cucina canticchiando, un grosso sorriso sulle labbra sature di lucidalabbra. Ci sarebbero presto stati risvolti interessanti, dunque. Dopotutto, com’è che si diceva? Se son rose …



Angolino di Sisya
Sono in un ritardo a dir poco spaventoso, chiedo perdono >//<
Come al solito questo capitolo non voleva saperne di scriversi, così ho dovuto lottare parecchio per fargli assumere un aspetto vagamente decente. Sempre che ci sia riuscita poi, questo siete voi a dovermelo dire! Beh. Un pizzico di ShikaIno, tanto per introdurre anche loro, non poteva mancare *O* Stanno per cominciare i primi guai della convivenza a quanto pare … Eh, Sasuke non avrà vita facile, poverino, non lo invidio per niente XD Sono felicissima!! Vi ringrazio tutti dal più profondo del cuore (me commossa si soffia il naso in un fazzoletto grande come una tovaglia e saluta i lettori) A proposito. Commentino? *O* Grassie!!


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Capitolo 6
*** Conosci il tuo nemico, ma bada bene di non innamorartene! ***


6. Uchiha Vs. Haruno: Conosci il tuo nemico, ma bada bene di non innamorartene!


Chiyo si tirò le coperte fin sotto il naso, guardandosi intorno un po’ intimorita in quel lettone enorme dove sua madre l’aveva portata ancora addormentata la sera prima. La stanza era molto grande e luminosa, la finestra dava al secondo piano, mentre la tappezzeria di un azzurrino appena sfocato metteva subito di buonumore. Nonostante ciò, la piccola sentì il bisogno di rannicchiarsi contro il corpo della madre per rassicurarsi di non essere rimasta sola in un posto che non conosceva. Sakura infatti aveva dormito insieme a lei quella notte, nella camera degli ospiti. Chiyo recuperò mr. Panda da sotto le lenzuola e diede uno scrollone alla madre, che le sonnecchiava di fianco abbracciata al cuscino. - Mamma? -
- Uhm? - Sakura aprì un occhio e si mise a sedere, stiracchiandosi - Oh, buongiorno, tesoro. Come mai ti sei svegliata così presto, eh? Qualcosa non va? - domandò scompigliandole affettuosamente i capelli. - È la casa di ieri, mamma! Adesso noi vivremo qui, vero? Oh, lo sapevo! Lo sapevo! Grazie mami! Sei la mamma migliore del mondo! Grazie! - esclamò la bambina cominciando a saltellare sul lettone per la gioia e slanciandosi poi addosso a Sakura in un abbraccio stritolante. La ragazza si mordicchiò leggermente un labbro, chiudendo gli occhi.
- Chiyo. Ascoltami, non è proprio così. Vivremo qui solo per poco, d’accordo? Solo un pochino -
- Un pochino quanto? -
- Beh. Un po’ … -
- Devi sposare Sasuke? -
- Oh, ma questo sarà solo per finta, tesoro, non devi preoccuparti. Dobbiamo fare un favore al signor Uchiha, ma si tratta solo di resistere qualche giorno, davvero, non di più. Poi torneremo a casa nostra e sarà tutto come prima, te lo prometto - sussurrò facendo naso-naso con lei - Cosa ne dici, amore? Credi di poterlo fare? - Chiyo le rivolse un sorrisone, annuendo, mentre Sasuke in quello stesso momento passava nel corridoio lì accanto, casualmente, per andare in bagno (certo, poco importava se poi non c’era stato proprio niente di casuale nell’allungare il tragitto per passare davanti alla loro porta). Si fermò un attimo a guardare le due che ridendo avevano appena ingaggiato un’epica battaglia coi cuscini. Sbuffò e passò oltre, rispondendo con un grugnito al saluto allegro di Sakura. Shikamaru aveva proprio ragione. Le donne, soprattutto quelle che rifiutavano i tuoi appuntamenti e ti prendevano addirittura a palle di neve in faccia, erano soltanto delle enormi seccature. Sì, ma intimamente (molto intimamente) prima di richiudersi la porta del bagno alle spalle, sorrise.


Sasuke si portò la sua tazza di caffè nero alle labbra, scivolando con la schiena lungo lo schienale del divano e allargando leggermente le gambe per mettersi più comodo. Shikamaru, che gli stava accanto ad occhi chiusi, se possibile ancora più spaparanzato di lui, ogni tanto dava dei cenni di vita sbadigliando. Sakura e Chiyo invece si erano sedute sulla poltrona del soggiorno a fianco del divano, lei in braccio alla madre stava facendo colazione sbocconcellandosi una brioche, mentre Sakura teneva una mano appoggiata teneramente sulla testa della bambina e nell’altra un fascicolo che stava leggendo con la fronte corrugata, nel quale erano scritte tutte le informazioni per recitare la sua parte di brava mogliettina col signor Hisashi.
- Siamo sposati da tre anni, quindi …? - commentò sarcastica rivolgendosi all’Uchiha, che sollevò lo sguardo su di lei aggrottando le sopracciglia - Pff! Ma se non sarei riuscita a sopportarti nemmeno cinque minuti! Tre anni! Andiamo, nessuno potrebbe mai credere che … -
- Devi solo attenerti a quello che c’è scritto, Haruno, non ho bisogno del tuo illuminante parere - borbottò Sasuke scuro in volto, lanciandole un’occhiata di sbieco. Sakura d’altra parte fece un sorrisetto stentato, come trattenendosi per non mandarlo direttamente a quel paese. - Io devo chiamarti papà? - domandò timidamente Chiyo rivolgendosi a Sasuke. Lui e Sakura si scambiarono un’occhiata, e lei passò le braccia intorno alla pancia della bambina, attirandola a sé e posandole un bacio a schiocco sulla gota.
- Ehm. , tesoro. Credi di poterci riuscire …? - le sussurrò la ragazza in un orecchio. Chiyo rimase in silenzio per qualche attimo, fissandolo, e Sasuke non poté fare a meno di sentirsi decisamente a disagio, sotto lo sguardo attento di quegli occhioni scuri. Eppure, al contrario di ogni sua aspettativa, la bambina annuì.
Shikamaru si stiracchiò, gemendo teatralmente.
- Oh, no. Sono in ritardo. Quella pazza isterica della tua amica mi ucciderà sicuramente, Sakura -
Lei sorrise, appoggiando il gomito su un bracciolo e il mento sul palmo. - Vedrai che se la porti in centro ti perdona subito. Lei adora fare shopping! -
- Nh. E così hai un appuntamento, eh Nara? - domandò Sasuke seguendo l’amico fino alla porta con la fronte aggrottata - Scusa, chi era il bastardo tra i due …? Devo forse ricordarti di una certa Temari? Sai, la tizia che qualche anno fa hai pure sposato … non ti dice niente questo nome? -
- Senti, mi hanno incastrato, purtroppo. Che posso farci? - si giustificò lui facendo spallucce con aria annoiata, e fece per accendersi una sigaretta. Poi però le lanciò un’occhiata storta e la rimise nel pacchetto - … Posso farti una domanda, Sasuke, eh? Ehm. Secondo te, io puzzo? -


Sasuke richiuse la porta dopo che l’amico fu uscito, e tornò in soggiorno strascicando i piedi e passandosi una mano sul viso con fare esasperato. Dopo aver lanciato una breve occhiata intorno a sé, corrugò la fronte. Chiyo si era riaddormentata sulla poltrona, con metà brioche ancora in mano e la bocca semiaperta. Con un mezzo sorriso e un tsk prese la coperta del divano e gliela rimboccò addosso alla bell’è meglio, facendo attenzione a non svegliarla. E adesso dove diavolo era finita, quel terremoto ambulante che si ritrovava per madre? Entrò nel corridoio al piano di sotto, passò davanti alla sua stanza, e sbirciando dentro con la coda dell’occhio, la trovò proprio lì. In camera sua, seduta a gambe incrociate sul suo letto, coi capelli rosa annodati dietro la testa e delle collant verde acido sotto la gonna che personalmente lo facevano rabbrividire. Sakura stava guardando qualcosa che teneva in grembo, una scatolina che Sasuke riconobbe immediatamente, e che gli provocò un immediato assottigliamento di occhi. - Che stai facendo? -
Sakura sollevò lo sguardo su di lui, sorridendo. Sasuke rimase un attimo spiazzato, ma si ricompose subito.
- È davvero bellissimo, lo sai? Le tue amichette devono rimanere sempre molto soddisfatte dai regali che … -
- Era di mia madre -
Sakura ammutolì, mortificata, e si sfilò velocemente l’anello dal dito.
- Scusami, sono proprio una stupida. Io … Tieni - balbettò a occhi bassi, tendendoglielo.
- Puoi anche portarlo se vuoi. A me non interessa - rispose lui scrollando il capo con noncuranza, e venendo a sedersi accanto a lei con un sospiro scocciato.
- Beh. Ecco, non è proprio il mio genere, ma posso sempre provarci! Dovrò pur portare un anello, dopotutto sono o non sono la tua adorabile mogliettina? - rise dandogli un pizzicotto scherzoso sul braccio. Si rimise l’anello, allungando la mano in avanti col palmo girato per poterlo osservare meglio.
- Con la classe che ti ritrovi, a te si addicerebbe di più una frittella arrotolata intorno al dito -
Sakura abbassò lo sguardo, ferita, portandosi le mani in grembo. Sasuke si morse un labbro, alzando gli occhi al cielo e dandosi del cretino, tanto che borbottò perfino uno ‘cusa appena accennato. Vedere quell’anello su di lei gli faceva uno strano effetto. Qualcosa all’altezza dello stomaco gli si contrasse in una morsa dolorosa. O forse era solo puro e semplice panico? - … non avrete problemi a sostenere la vostra parte? - domandò lui tenendo lo sguardo fisso davanti a sé.
- Si tratta di un imbroglio, e noi dovremo prendere in giro un povero vecchietto. La cosa non mi sta bene -
- NonNon è affatto vero! È solo un’agevolazione per le mie trattative! -
- Lo stiamo ingannando, Sasuke -
- Andiamo, non metterla giù così drammatica. Sarà un affare vantaggioso per entrambi, cosa credi? -
- Beh, ma questo signor Hisashi, che tipo è? -
- È a posto, non è di lui che devi preoccuparti -
- Hai ragione. Sei sicuramente tu quello che mi darà più problemi tra i due -
- Ah, certo, s… cosa? Haruno, ti giuro … tu sei la donna più impossibile che io abbia mai avuto la sfortuna d’incontrare! -
- Sì, come no, però intanto ti piaccio! -
- Tu … cosa? -
- Sbaglio o mi hai chiesto di sposarti e mettere su questo ridicolo teatrino, nh? - fece Sakura incrociando le braccia al petto con un mezzo sorrisetto impertinente.
- Che centra! Te l’ho chiesto perché ero sconvolto e non ragionavo! -
- Avresti potuto chiederlo a qualcun’altra … -
- Tu eri la sola che sarebbe stata abbastanza disperata da accettare! -
- D’accordo. Fatto sta che prima mi avevi anche chiesto un appuntamento! - esclamò lei vittoriosa puntandogli un indice al petto.
Sasuke a questo punto avrebbe potuto benissimo ribattere che lui aveva sempre chiesto un appuntamento a tre quarti delle donne che incontrava, ma ritenne molto saggio non esprimere davanti a lei questo concetto. - Cosa vuoi sentirti dire, Haruno? Che mi interessi, eh? Vuoi che te lo dica? - le soffiò lui direttamente in faccia. Sakura sbatté le palpebre un paio di volte, ritraendosi.
- Lo … lo stai ammettendo? -
- Per me non ci sono problemi, Haruno. Posso anche ammetterlo, se vuoi -
- Ah, ehm … beh, ecco, io … - balbettò lei, colta decisamente alla sprovvista.
- Haruno, Haruno, non ricordi più i nostri patti, eh? Dov'è finito adesso il ''nessuno coinvolgimento nel modo più assoluto no?’' Io lo sto rispettando. E tu? - ridacchiò lui. Sakura fu seriamente tentata di togliersi una ciabatta e dargliela in testa. Serrò le labbra, scendendo in fretta dal letto. Stupido d’un Uchiha! Voleva la guerra? Ebbene, guerra avrebbe avuto!


- Ehi. Ehi, aspetta ehm … -
Shikamaru si diede una pacca in testa, chiudendo gli occhi e mordendosi un labbro.
E dire che poi criticava tanto Sasuke …! La biondina si fermò accanto a lui sul marciapiede, inarcando le sopracciglia.
- Ino -
- Ino, certo. Scusa. È solo che … non so che idea tu ti sia fatta, ma ci sono dei problemi, ecco, tra noi due, intendo … cioè, il problema in realtà sono io … -
- Aspetta, fammi indovinare. Sei stato mollato dalla tua ragazza e non te la senti di ricominciare una nuova storia con la prima che incontri, giusto? - esclamò lei ridendo.
- Eh. Più o meno - replicò lui, rivolgendole un sorrisetto tirato.
- Mh. Ho capito, non ne vuoi parlare - esclamò lei continuando a sorridere - Beh, ma saremo amici, no? Che problema c’è? Scusa, non prendertela, ma non sei per niente il mio tipo - Lui scoppiò a ridere, gettando indietro la testa, le mani in tasca.
- Ah sì? Buono a sapersi - Lei rise a sua volta, sistemandosi la borsetta in spalla.
- Bene, adesso ci siamo chiariti. Allora? Da dove iniziamo? -
- Ehm. In che senso? -
- Guardati intorno, Shikamaru! Siamo nel paradiso della moda! E ti avverto, ho già adocchiato un bel po’ di … oooh, ma quella giacchetta è un amore! Devo assolutamente provarla! Su, vieni! - esclamò Ino prendendolo sottobraccio e trascinandolo verso una vetrina prima che lui potesse anche solo replicare in proposito. Mah. Chiarimento o no, chissà perché aveva come la sensazione che i suoi guai fossero appena cominciati …


Angolino di Sisya
Bene. E un altro capitolo è andato, sono proprio contenta,
(tutti questi risultati davvero insperati mi rendono un tantino euforica, ma credo sia normale!)
Un po’ di SasuSaku, un po’ di ShikaIno molto soft per ora. Per ora
! Buahbuhabhuhah non sanno cosa li aspetta! Ehm, vabbè non esageriamo adesso. Qualcosina però prima o poi dovrà pur succedere, no? *O* (<---- me già non vede l’ora XD) Col prossimo capitolo si riprenderà anche quel piccolo briciolo di NaruHina lasciato in sospeso ^O^ Per il NejiTen abbiate un po’ di pazienza, prima dobbiamo entrare nel clou della storia!! Ringrazio di cuore i 49 che hanno aggiunto la fic tra i preferiti … ehm, ehm, casomai tra questi ci fosse qualcuno che brama dal desiderio di lasciarmi un commentino, non sarebbe male *O* Grassie in anticipo! Siete davvero tanti, mi impressiono da sola XD

Miss England: ciao! Sono proprio contenta che ti piaccia la mia fic! Comunque il film è proprio quello sì. Ho letto il tuo profilo, e abbiamo in comune non solo il SasuSaku ma anche il Royai *O* Lasciamelo dire, condividiamo gli stessi ottimi gusti XD Comunque, in ogni caso, ti ringrazio davvero tanto per il supporto, mi fa molto piacere e spero continuerai a seguirmi! So che non sopporti troppo lo ShikaIno, ma please, chiudi un occhio, mi impegnerò per farteli piacere lo stesso almeno un pochino XD Grazie per il commento e anche per la fiducia. Un bacione
lollyna: sempre troppo gentile, tu! ^O^ Comunque sì, Sakura alla fine ha dovuto accettare, ma per adesso non si è ancora innamorata di Sasuke (da come lo tratta, mi sa proprio di no XD) Anche se però, siamo sinceri, non è del tutto immune al suo fascino made in Uchiha (ma chi non lo è, d’altra parte? ^O^) Ino e Shika per adesso si sono dati un accordo (amici e basta) ma non credo che lo rispetteranno più di tanto, mmh XD Un bacione!
Hipatya: oh, ma sono anche le mie due coppie preferitissime col NaruHina *O* Shikamaru non avrà vita facile, con una come Ino, anche solo per amica XD (sì, sì, amica ma per ora!) Sta tranquilla che questi due testoni di Uchiha e Nara matureranno davvero, prima o poi, ci penseranno Sakura e Ino a stravolgere le loro vite ^O^ Per Naruto e Hinata, anche loro torneranno alla ribalta, sono troppo carini per poterli lasciar da parte! *O* Ciao!
Nunichan: sono contenta di averi incuriosita così tanto da convincerti a leggere, e sono doppiamente felice che ti sia piaciuta XD Eccolo l’aggiornamento, anche se un po’ corto, spero mi perdonerai ^O^ non so cosa dire, tutti questi complimenti mi imbarazzano! E mi fa piacere che trovi azzeccati i personaggi nei loro ruoli, ho cercato di renderli più verosimili che potevo. Anche tu non sei troppo per le ShikaIno, eh? XD Cercherò di farteli piacere almeno un pochino, dai ^O^ Grassie infinite anche per aver commentato le mie altre storie!! Un bacio!
Sae: oh, ma che piacere risentirti Sara! Credevo che lo scorso capitolo non ti fosse piaciuto, mi ero un po’ spaventata ^O^ Grassie infinite per il supporto, davvero, mi fa tantissimo piacere e spero continuerai a seguirmi con questo entusiasmo contagioso! XD Per fortuna ci sei tu che apprezzi anche lo ShikaIno, mi rendi contentissima! E tu, aggiorna la tua raccolta meravigliosa che ne sento la mancanza! ^O^ Un grosso bacio.


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Capitolo 7
*** Oh! Colazione movimentata? Influenza di stagione? ***


7. Oh! Colazione movimentata? Influenza di stagione?: il signor Hisashi alla riscossa!


Sakura si accucciò davanti al microonde, sorridente. Aprì lo sportello e ci infilò dentro a forza un enorme pacchetto di popcorn sotto lo sguardo di Chiyo, che la osservava appollaiata a gambe incrociate sul lavello, lo zaino di scuola in spalla e due buffi codini ai lati della testa. Sasuke entrò in cucina vestito di tutto punto, col giornale ripiegato sottobraccio, la giacca aperta sul davanti e il nodo della cravatta ancora un po’ allentato. Inarcò un sopracciglio nel vedere Sakura così indaffarata e pimpante. Di un buonumore così esplicito da risultare contagioso perfino per uno come lui, che era già tanto se augurava il buongiorno.
- C-cosa stai combinando a quest’ora del mattino? Si può sapere? - balbettò sconvolto.
- Perché, non si vede? Sto preparando la nostra colazione, no? - rispose la ragazza rimanendo di spalle, e (detto per inciso) offrendo così all’Uchiha un panorama per niente disdicevole. - Oh, lo vedo eccome, Haruno - Sasuke inclinò leggermente il capo, stirando le labbra una contro l’altra in un mezzo sorrisetto malizioso; ma quando intercettò l’occhiata ironica della bambina fu costretto a distogliere rapidamente lo sguardo, arrossendo e cominciando a tossire per nascondere l’imbarazzo. Si infilò un paio di biscotti in bocca in tutta fretta, ma il solo risultato che ottenne fu di rischiare di soffocare davvero e procurarsi un ulteriore attacco di tosse. - Ahm. Coff. Eh. Bene. Coff. D’accordo, sì. Io … io ehm vado - balbettò dopo aver ripreso fiato. Sakura in quel momento si girò, la brocca di succo in una mano, un bicchiere di plastica nell’altra e lo stesso sorriso allegro di poco prima. Incrociò lo sguardo di Sasuke Notando poi inevitabilmente sia quel bavero di camicia che sporgeva dalla giacca, sia quella porzione di collo nudo seminascosta dalla cravatta, sia quei pantaloni stirati a lucido, e sia quel suo mezzo sorriso ironico che riservava sempre e soltanto a lei. Assolutamente impeccabile, certo. Assolutamente appetib …
Sakura abbassò subito gli occhi sul suo bicchiere, arrossendo violentemente e mordendosi un labbro.
Possibile che Sasuke Uchiha le suscitasse sempre pensieri del genere? Dannato, lo faceva apposta, lo faceva.
Lo faceva apposta ad apparire sempre così tanto, totalmente, irresistib …
- Vuoi … vuoi un po’ di aranciata? -
- Puoi anche continuare a guardare Haruno, non mi dispiace. Certo che in questo caso il nostro patto … -
Sakura gonfiò le guance, stringendo le nocche sul manico della brocca per trattenere la rabbia.
- Uchiha, non cominciare di prima mattina a dire scemenze, chi ti vuole guardare … -
- Tsk. Comunque. Stasera andrò a prendere il signor Hisashi in stazione - prese un lungo sospiro - Mi aspetto di trovarvi qui … con un aspetto almeno un po’ più decente del solito, se non è chiedere troppo -
- D’accordo. Saremo pronte per quell’ora - ribatté Sakura freddamente.
- Bene - Sasuke lanciò un breve cenno di saluto ad entrambe e uscì subito dopo dalla cucina.
- Bene! - gli urlò dietro la ragazza senza riuscire a trattenersi, seguendolo poi con lo sguardo, a labbra tirate.
- Ah! Mami! - Sakura sobbalzò, riscuotendosi. Solo allora si rese conto che durante tutto il tempo passato a fissare Sasuke aveva continuato a versare il succo nel bicchiere, col risultato che adesso una bella macchia arancione si allargava sul pavimento e sopra le sue pantofole. Chiyo si ficcò in bocca un altro morso di pane e marmellata per soffocare le risate, mentre Sakura avrebbe dato qualsiasi cosa pur di potersi disciogliere all’istante nel bricco che teneva in mano e smetterla una buona volta di arrossire.
- … ma sei proprio sicura di non volerlo sposare davvero, mami? -


- Awn, pronto? - borbottò Ino dentro alla cornetta strofinandosi una mano sugli occhi ancora assonnati.
- Inooo-pig! Oh, come sono contenta di sentirti! - la voce trillante di Sakura la costrinse ad allontanare la cornetta dall’orecchio per non rischiare di rimanere sorda già di prima mattina - Awn, fronte spaziosa, non ti hanno insegnato che non si viene a disturbare la gente che sta ancora dormendo e che soprattutto vorrebbe continuare a farlo? -
- Ah-Ah! Hai fatto le ore piccole ieri, eh, Ino-pig? Lo sapevo! Lo sapevo! Su, racconta, racconta! -
- Come? Ieri? -
- Ino, ma stai dormendo veramente allora! Sveglia! Sto parlando del tuo appuntamento! -
- S-Sono stata bene, Sakura. Shikamaru è un tipo a posto -
- … E? -
- Ehi, fronte spaziosa. Io e Shikamaru siamo solo amici, capito? Non farti venire strane idee -
Ci fu un breve silenzio da parte di Sakura, rotto subito dopo da una fragorosa risata.
Ino s’imbronciò, gonfiando le guance, e fu seriamente tentata di riattaccarle il telefono in faccia.
- … cosa vorresti insinuare con questo, fronte spaziosa? Che non posso avere un amico maschio? -
- Oh, andiamo, Ino-pig! Non dirai sul serio! Tu non sei mai riuscita ad aver amici maschi che restassero tali! -
- Falso! Assolutamente falso! - ribatté la biondina piccata - … George non lo consideri? Lui è mio amico -
- Ino … George convive felicemente col suo ragazzo da tre anni -
- Beh, c-che centra questo adesso con …! Oh! Aspetta! Questa dev’essere Hinata! Ora devo andare, fronte spaziosa! Ho ideato un piano assolutamente geniale per aiutare tua cugina a conquistare il nostro Naruto! - Ino cominciò a saltare sul posto, elettrizzata - Vedrai, vedrai che andrà tutto a meraviglia! No, non preoccuparti, lascia fare a me! Hinata sarà entusiasta, ne sono sicura! -


- N-non se ne parla n-nemmeno! -
- Ma se è un’idea geniale! -
- Oh, ma io … io non ci riesco, Ino, davvero. Non posso, mi vergogno troppo, e se poi lui mi dicesse di no? -
La biondina sospirò, cacciando una scodella in mano all’amica e sospingendola di peso verso la porta. - Va da lui e dì che abbiamo finito lo zucchero! Semplice, no? Eppoi da qualche parte dovrete pur cominciare! Sei cotta di Naruto, va bene, ma non puoi andare avanti per sempre a far finta di niente, o nasconderti dietro le piante dell’ingresso pur di non doverlo incontrare quando vieni qui! Su, Hinata, andrà tutto bene! Coraggio! -
- Ino, aspetta, n-non me la sento … poi scusa, ma presentarmi da lui così … Oddio, è troppo imbarazzante! -
Contro ogni sua protesta però, Hinata si ritrovò da sola sul pianerottolo, in ciabatte, con quella ridicola scodella in mano e Ino che da dentro casa tirava su i pollici in segno d’incoraggiamento. Sospirò, raggiungendo a passetti microscopici la porta di sinistra. Con un dito tremante riuscì addirittura a suonare il campanello, ma in realtà l’unico vero motivo per cui ancora non era ancora scappata via era che non si sentiva proprio più le gambe. Naruto le venne ad aprire. O meglio, colui che sarebbe dovuto essere Naruto, ma che adesso a ben guardare le pareva piuttosto uno zombie in pigiama, le venne ad aprire.
Due occhiaie da far paura, i capelli biondi scompigliati e il naso rosso.
- Hinada? Sei du? -
- N-Naruto-kun! ma … ma c-cosa ti è successo? -
- Crebo di aver predo la febbre, Hinada -
- S-Sei anche raffreddato! -
- Un pochido … ma du volebi qualcoda? -
- Io … io volevo … oh, ma che importa! Devo chiamare il dottore! -
Lui rise, divertito, ma un violento attacco di tosse lo costrinse a smettere e piegarsi in due tenendosi la pancia.
Hinata lo osservava angosciata, tremando dal nervosismo, talmente imbarazzata da non sapere cosa fare, né cosa dire. Ma per fortuna, la preoccupazione ebbe la meglio sulla timidezza, e la ragazza finì per appoggiare una mano sulla fronte accaldata del biondino, che la guardò con un mezzo sorriso stupito.
- Sodo così grabe? Subererò la nodde, Hinada? - domandò lui.
- Devi riposare adesso, rientra in casa. Ti cucinerò qualcosa di caldo, c-che ne dici? - propose lei timidamente.
- Uhm? Raben? - domandò lui spiandola dubbioso da dietro la porta.
- Ramen! - ripeté lei ridendo.


- Insomma, siamo qui da un’ora! Un’ora! Dov’è andato a cacciarsi quel vecchiaccio?! - borbottò Sasuke assottigliando gli occhi, le braccia incrociate al petto mentre scrutava la folla con sguardo minaccioso. Proprio in quel momento, un allegro signore di mezza età in giacca e cravatta trotterellò verso di loro trascinandosi dietro una voluminosa valigia. - Sorridi, su, sorridi - sussurrò Shikamaru dandogli una gomitata nel fianco. Sasuke contrasse i pugni lungo i fianchi, sospirando a fondo. Il volto gli si distese un po’ e andò incontro al signor Hisashi tendendogli una mano. - C-che piacere poterla finalmente incontrare … -


- Signorina, per favore, non può continuare ad andare su e giù in questo modo! Sta rovinando tutto quanto l’orlo! Si segga un momento, la prego! … Signorina, aspetti, torni qui, mi ha sentito? Signorina! Lorlo! - Sakura sospirò, portandosi stancamente una mano sulle tempie pulsanti mentre la voce stridula della sarta la raggiungeva fin dal salone. Si accomodò senza troppi complimenti sullo sgabello della cucina, sollevando un lembo della gonna per riuscire a sedersi, ma continuando però a mordicchiarsi nervosamente le unghie. Spostò lo sguardo sulla sua bambina, seduta a gambe incrociate sul tavolo con la faccia seminascosta da una tazza di cioccolata calda … ma così diversa dal solito nel suo piccolo kimono elegante e i capelli scuri raccolti dietro la testa. Sakura abbassò lo sguardo, lisciandosi l’abito con un palmo tremante per sistemare una piega inesistente. Questo mondo non faceva per loro, no. Semplicemente, non erano loro. E se poi non fosse stata minimamente all’altezza? E se si fosse tradita? E se il signor Hisashi avesse scoperto tutto? E se …?
- Se la smettessi per un attimo di pensarci, mia cara, sono sicura che ti calmeresti subito - sussurrò con fare materno la governante di casa Uchiha, una signora grassottella e simpatica dal sempre immancabile grembiule di pizzo - Prendi un bel respiro, coraggio. Vedrai che andrà tutto benissimo … oh, oh, se solo tu potessi essere davvero la moglie del signorino Sasuke! Oh, beh, anche così, finirò sicuramente per commuovermi lo stesso … -
- Una cara signora come lei però dovrebbe cercarsi un principale un po’ meno scorbutico, Mrs. Nanny - commentò Sakura riconoscente, sorridendo di rimando.
- Oh, ma io sono al servizio della famiglia Uchiha da tre generazioni! Conosco il signorino Sasuke da quando era un soldo di cacio! Oh, oh. È un caro ragazzo, signorina Sakura, e ne ha passate tante, mi creda … ammetto che la prima impressione su di lui non è sempre la migliore, ma col tempo … -
- Ehm. Sicura che stiamo parlando della stessa persona, Mrs. Nanny? -
- Mia cara, non deve mica piacerti per forza … -
- N-non è questo - la corresse Sakura arrossendo leggermente - Solo che non riesco a capirlo, tutto qui … non so come, ma rovina sempre tutto … anche i pochi bei momenti che … oh, ma che sto dicendo adesso? -
- Beh. Potresti provare a dargli almeno una possibilità, mia cara … -
Chiyo riappoggiò la tazza, rivelando un sorrisone e due grossi baffi di cioccolato ai lati della bocca. Sakura sorrise e alzò gli occhi al cielo, sospirando divertita. - Anche se decidessi di farlo … Oh, su, Mrs. Nanny, ci dia un’occhiata. Siamo un po’ troppo fuori dall’ordinario per uno come Sasuke, non crede anche lei …? - esclamò ridendo, e inciampando subito dopo nell’abito lungo mentre tentava di rimettersi in piedi. Prese Chiyo in braccio, strofinandole un tovagliolo sulla bocca sporca, ma quando poi si accorse di aver così soltanto peggiorato la situazione scoppiò a ridere, scrollando la testa. Mrs. Nanny sorrise leggermente a sua volta, finendo di sorseggiare il suo the. - Non è detto, mia cara, non è detto … Potreste essere invece proprio quello di cui ha più bisogno … -


- Signor Hisashi, prego, m-mia moglie ci starà sicuramente aspettando. Sa com’è, è tanto ansiosa di conoscervi … Ehm. Già - balbettò Sasuke nervosamente, precedendo il signor Hisashi sul vialetto di casa sgombro di neve. Prima che suonasse però, la porta lo precedette aprendosi dall’interno. Sasuke sgranò gli occhi, fermandosi con un dito a mezz’aria sulla traiettoria del campanello … cosa?
Sakura stava in piedi sulla soglia della porta, sorridendo radiosa nel suo abito elegante, i capelli rosa, ancora più lucenti del solito, legati dietro la testa in un’acconciatura complicata. - Oh. Signora Uchiha, mi perdoni, ma non ero preparato a tanto splendore … - disse il signor Hisashi baciandole galantemente il dorso della mano. Sakura sorrise di rimando, inclinando graziosamente la testa di lato e facendo oscillare gli orecchini. Sasuke rimase un attimo imbambolato a fissarla.

No, nemmeno io …’

Sakura attese che il signor Hisashi fosse entrato per abbassare lo sguardo su di lui, continuando a sorridere.
- Cosa succede? Ti hanno morso la lingua? Non hai detto una parola - domandò ridendo, per poi tornare subito seria - No-Non vado bene, forse? Ho sbagliato qualcosa, vero? Sono … sono stata pessima, mi disp-
- Sei perfetta, davvero, non … non farti questi problemi - la interruppe lui, sbrigativo, facendo un enorme sforzo per ingoiare l’imbarazzo a riassumere un atteggiamento normalmente distaccato - Co-continua così - La superò senza guardarla in faccia. Sakura rimase da sola, sbattendo un paio di volte le palpebre e seguendolo con lo sguardo mentre si dileguava al piano di sopra. Si era forse imbarazzato?
Sorrise, tra sé e sé, richiudendosi la porta alle spalle.
Perfetta.


Angolino di Sisya
Con tutto questo sbocciare di primavera e col SasuSaku di mezzo rischio ogni giorno di più di passare definitivamente dallo stato solido allo quello di gelatina ondeggiante *O* - perché tra SasuSaku e Royai non si scampa mica eh XD - Scrivendo la parte NaruHina poi ridevo da sola come una scema comunque >.< non sono normale, lo so XD Scusatemi tantissimo se non ho il tempo di ringraziarvi una per una, ma il tempo è davvero poco e sto facendo io (non ancora Ino XD) le ore piccole per riuscire ad aggiornare in tempo! Sappiate quindi che vi adoro tutte, dalla prima all’ultima. Sì, magari un po’ di più quelle che si fanno sempre sentire nei loro splendidi commenti *O*
Grassie infinitamente a tutti i 59 che hanno messo la fic nei preferiti.
Sperando davvero di non deludervi mai,
Vostra, Sisya.

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Capitolo 8
*** Ritrovo di mezzanotte e spuntino al cioccolato: una famiglia quasi perfetta ***


8. Equivoci, ritrovo di mezzanotte e spuntino al cioccolato: una famiglia quasi perfetta


Sakura raggiunse in fretta il signor Hisashi nel soggiorno, con Chiyo che le teneva dietro un po’ intimorita, una mano aggrappata saldamente al suo abito mentre si sporgeva per sbirciare il nuovo arrivato. Lo trovò intento ad guardarsi intorno con aria compiaciuta, le mani in tasca e il grosso naso all’insù. Sembrava un vecchietto simpatico a prima vista, si disse lei squadrandolo per un attimo senza farsi notare. Portava senza particolare cura vestiti eleganti e raffinati, come se la cosa non lo toccasse affatto. Non c’era traccia, nel suo sguardo limpido, di quell’arroganza boriosa che aveva imparato a riconoscere invece in Sasuke e - anche se in maniera meno marcata - in Shikamaru. Era una prerogativa loro, di chi poteva permetterselo, far pesare costantemente sugli altri la propria superiorità. Il signor Hisashi non sembrava quel tipo di persona però. Non aveva tanto l’aria di un uomo d’affari ricco e spregiudicato, soprattutto. Pareva più uno di quei nonni sempre chiacchieroni e sorridenti che facevano ridere i loro nipoti tenendoli a cavalluccio sulle gambe e facendo le boccacce.
O forse uno dei quei gentiluomini dei tempi andati, come ormai non se ne trovavano più. Beh. Se era davvero così, allora lui è Sasuke non avrebbero trovato molti punti in comune. Proprio per niente. Sakura soffocò una risatina, e si fece avanti trascinandosi dietro la bambina per una mano.
- Tesoro, su, non essere timida, saluta il nostro ospite come si deve - Chiyo sorrise timidamente, inchinandosi ma senza lasciarle la mano.
- Oh, ma chi è questa signorina così carina? - esclamò il signor Hisashi ridendo divertito - Deve perdonarmi, signora Uchiha, ma … avevo capito che avevate un maschio! - Sakura sbatté le palpebre un paio di volte, stupita. Come? Questo non se lo aspettava davvero.
- Un … un maschio? - Dannato. Dannatissimo Uchiha. Lo faceva proprio apposta allora a complicarle la vita!
Si lasciò andare a una risatina palesemente nervosa, non sapendo assolutamente cosa inventarsi per giustificare l’equivoco. Fu una fortuna che Chiyo, sentendosi chiamata in causa, corrugò a fronte assumendo un’espressione imbronciata, e borbottò offesa che lei non era affatto un maschio. - Oh, ma certo che non lo sei! Una signorina come te! Devo essermi sbagliato, certo - le rispose il signor Hisashi ridendo. Sakura sorrise a sua volta, tirando intimamente un profondo, profondissimo sospiro di sollievo.
Ah, ma Sasuke l’avrebbe pagata cara anche questa!


- Spiegami di nuovo cosa diavolo stiamo facendo, Ino, perché continua a non essermi chiaro … - borbottò Shikamaru sbuffando pesantemente. Come aveva fatto a lasciarsi convincere, a proposito?? - Stiamo spiando Sakura e il tuo amico riccone - sussurrò lei e portandosi il binocolo davanti agli occhi con un sorrisetto compiaciuto. Si erano acquattati nel giardino di Casa Uchiha ore prima, ed erano rimasti nascosti dietro un grosso cespuglio, proprio davanti alla finestra del soggiorno. Un appostamento semplicemente perfetto, a sentire la Yamanaka. Ecco, era questo il problema. Che lui la stava addirittura a sentire, quando gli proponeva certe cose! - Certo, ma il perché mi sfugge ancora … - rispose lui sarcastico - E sto cominciando a sentirmi un idiota -
- Oh, non devi preoccuparti, quella per te dev’essere una reazione spontanea -
- Ah, ah, molto spiritosa. Vorrei solo che tu notassi che potremmo essere lì dentro a riempirci la pancia. Invece siamo qui a congelare e con lo stomaco vuoto -
- Non è esatto. Ho portato dei generi di conforto, cosa credi? - esclamò lei sventolandogli sotto il naso un pacchetto di mentine ipocaloriche. Shikamaru si trattenne a stento dall’alzare gli occhi al cielo. - Comunque. Così è più divertente, no? - rispose lei ridendo nel passargli il binocolo.
- Ino, lasciatelo dire, tu sei completamente … -
- Sssh, aspetta - sussurrò lei senza guardarlo, e distrattamente gli posò un dito infreddolito sulle labbra appena schiuse, per farlo tacere.
Shikamaru si scostò in fretta, arrossendo leggermente e spostando lo sguardo altrove.
- Uhm. Hai freddo, Yamanaka? -
- Solo un pochino -
Era sdraiato dietro a un cespuglio e stava prendendo parte all’appostamento più penoso della storia, ma si sentiva bene. Stranamente bene, come non gli succedeva più da tanto tempo. Forse era anche merito della vicinanza di Ino, perché no, anche se ora ne aveva la conferma, quella ragazza diventava più matta ogni giorno che passava. Shikamaru avrebbe quasi giurato di averla sentita fare le fuse mentre si stringeva nel giubbotto caldo che le aveva appena ceduto, sorridendo soddisfatta. Nah. Doveva trattarsi piuttosto di un effetto collaterale delle mentine ipocaloriche!


Sakura si sedette sul bordo del lettino, senza preoccuparsi di poter stropicciare il vestito costoso.
- Buonanotte, tesoro, ti voglio bene - Schioccò un piccolo bacio a stampo sulla fronte della bambina, mente Chiyo le restituiva un sorriso assonnato, tirandosi le coperte fin sotto il mento - ‘otte mami - rispose lei con uno sbadiglio. Sakura rimase ancora un paio di minuti, tenendole stretta una manina nella sua e aspettando pazientemente che si fosse addormentata prima di uscire in punta di piedi.
- Signora Uchiha, mi scusi … - chiamò il signor Hisashi dietro di lei, facendola sobbalzare di sorpresa appena fuori dalla camera - Se non le dispiace, potrebbe mostrarmi la mia stanza? - Il sorriso di Sakura le si congelò sulla faccia. Oh, dannazione, pure questa adesso! Certo, non sarebbe stato un problema così insormontabile da gestire, se soltanto lei avesse avuto la più pallida idea di dove si trovasse la stanza in questione! Dove era finito Sasuke?? Perché non c’era mai quando aveva bisogno di lui? Aveva sempre la pessima abitudine di comparire e scomparire nei momenti meno opportuni!
- B-bene! Le faccio strada con molto p-piacere allora … -
Si guardò intorno nervosamente, nella speranza di veder comparire da un momento all’altro una certa chioma nerissima che avrebbe potuto prevenire l’ennesimo disastro. Tutto inutile. Avrebbe dovuto arrangiarsi da sola in qualche modo. Non doveva essere poi così complicato trovare la stanza giusta! No? In fondo, c’erano almeno una decina di camere sparse per tutta la casa, una o l’altra, non avrebbe fatto poi tutta questa differenza. Perciò spalancò subito una porta a caso, sfoggiando un sorriso incoraggiante. - Ehm … questa sarebbe la mia camera, signora Uchiha? - domandò il signor Hisashi, confuso.
- Sì. Qualche cosa non va? - domandò voltando distrattamente la testa per sbirciare con la coda dell’occhio all’interno.
E un istante dopo desiderò sprofondare sotto terra per la vergogna. La lavanderia.
Aveva appena proposto al signor Hisashi di dormire in lavanderia! Ottimo, Sakura, davvero un ottimo inizio!
Una mano però si posò improvvisamente sul suo fianco, salvandola in extremis, e un braccio le cinse la vita da dietro, con gentile fermezza, costringendola a voltarsi di nuovo. Un velo ironico nei suoi occhi scuri. - La scusi, mia moglie ha sempre voglia di scherzare, vero tesoro? - sussurrò Sasuke rivolgendole un sorriso sghembo. Sakura si sentì improvvisamente avvampare.


Si liberò con uno strattone dalla sua presa, dandogli una spinta sul petto per allontanarlo da sé, tremante di rabbia. Sasuke la fissò stupito per un attimo, ma poi assottigliò gli occhi, irritato. - Non farmi mai più fare una figura del genere! Non hai alcun diritto di farmi passare per una scema! -
- Se è per questo, Haruno, ti comunico che ci riesci benissimo anche da sola … - ribatté lui, acido. Sakura aprì appena la bocca per ribattere, ma la richiuse subito, sentendo perfino gli occhi gonfiarsi di lacrime. Dovette fare uno sforzo enorme per ricacciarle indietro. Che cosa patetica.
- Stavi per rovinare tutto quanto, Haruno, renditene almeno conto.
- È colpa mia, quindi?! -
- Non sto dicendo questo, Sakura! Cerca di capirmi! Dannazione, voi due siete talmente assurde che a volte mi domando come facciate a non accorgervene! Davvero! Non vi sopporto più! - Sasuke abbassò lo sguardo, giusto in tempo per vedere Chiyo nel suo pigiamino azzurro che sgranava gli occhioni scuri, il labbro tremolante e due lacrime gonfie intrappolate tra i cigli. La bimba fece retro-front in tutta fretta, correndo a piedi nudi e sbattendosi la porta della sua cameretta alle spalle. Sakura serrò le labbra, spostando lo sguardo su di lui
- Complimenti. Bella performance, Sasuke -
Girò sui tacchi, senza aggiungere altro, lasciandolo da solo.
Merda.


Così non andava.
Non andava proprio per niente.
Sasuke si rimise a sedere sul letto, passandosi una mano sul viso stanco e chiedendosi per un attimo se non fosse stato meglio prendersi un sonnifero e farla finita. Sensi di colpa. Gran brutta cosa, quando uno non desiderava altro che buttarsi sul materasso e dormire come un ghiro fino alla mattina dopo. Si alzò, cercando a tentoni l’interruttore, e dopo esser riuscito ad aprire la porta senza tirarsela sul naso si diresse al piano di sotto, in cucina. E si stupì non poco, quando notò la luce già accesa. La bambina spostò lo sguardo su di lui, assumendo immediatamente un’espressione imbronciata. Seduta sullo sgabello alto, teneva una tazza di latte in bilico sulle gambe, mentre il pupazzo di un panda spelacchiato stava comodamente appoggiato accanto a lei sul tavolo. - Chiyo? Cosa ci fai ancora sveglia a quest’ora, piccoletta? -
- Io e mamma facevamo sempre insieme la colazione di mezzanotte, ogni domenica - mugugnò lei.
- Ah, beh, conoscendo Sakura non c’è da stupirsi. Ehm. E … cosa stai mangiando di buono? -
- Fiocchi al cioccolato - rispose la bimba con un mezzo sorriso - A te piacciono? -
- Ehm, non saprei -
- Dovresti provarli, davvero! Sono buonissimi! -
Sasuke annuì con un sorrisetto intenerito. Se farsi perdonare da quella pulce significava mangiarsi un po’ di cioccolato fuori programma, non si sarebbe certo rifiutato per così poco. Aprì lo sportello del frigorifero e si versò un po’ di latte in una scodella, poi sedette accanto a Chiyo, e si versò una manciata abbondante di fiocchi. - D’accordo. Proviamo un po’ allora - sussurrò portandosi una cucchiaiata alla bocca.
- Piacciono a tutti. Anche a lui, lo sai? - disse la bimba indicando il panda spelacchiato con un dito.
- Ah. E come si chiama il tuo amico? -
- Si chiama Sasuke - rispose prontamente Chiyo, con una naturalezza incredibile, stringendosi il panda al petto e dondolando le pantofole.
Sasuke (quello vero) la guardò, la bocca semiaperta e la fronte aggrottata, come se pensasse di aver capito male.
- Come … me? -
- Sì. Perché voi due siete parenti. Non vedi come vi somigliate, eh? -
La bambina gli piazzò il pupazzo davanti al naso, così che anche lui potesse ammirare questa grande somiglianza - Lui però è pure morbido -
- Ah. Capisco - balbettò Sasuke annuendo lentamente e infilandosi un’altra cucchiaiata di fiocchi in bocca.
La bimba nel vederlo fece un sorrisone enorme - Ma allora ti piace davvero! -
- Già, non sono poi così male - borbottò lui di rimando, arrossendo leggermente - Senti un po’ pulce, non è ora di tornare a letto per te, nh? - Chiyo saltò di slancio giù dallo sgabello e lo abbracciò, stringendo le manine attorno alla sua pancia e affondando il viso nel pigiama. Sasuke abbassò lo sguardo su di lei, stupito. Questo non se lo sarebbe mai aspettato davvero.
- Anche tu sei morbido, sai? -
Tsk. Soltanto un’adorabile pulce.


- Senti, e tua mamma? Come mai oggi è mancata alla vostra colazione? -
- Scherzi? Mamma non potrebbe mai mancare! - esclamò la bimba spalancando gli occhioni, come se fosse la cosa più ovvia del mondo - È rimasta ad ascoltarci sulla porta per tutto il tempo, non lo sapevi? - Sasuke a questo punto, non poté fare a meno d’irrigidirsi. E non ebbe nemmeno bisogno di girarsi, per sapere che il risolino che scappò a qualcuno dietro di lui, non era affatto di Chiyo. Argh. L’avevano fregato.
La bambina saltò un’ultima volta al collo della madre, augurandole la buonanotte, e corse su per le scale.
- Te la ridi, eh, Haruno? - borbottò lui, mentre Sakura, coi lunghi capelli rosa sciolti sulle spalle e i pantaloncini corti del pigiama, prendeva posto dove era seduta Chiyo poco prima.
- Io? C-che dici? P-Per niente - rispose lei sforzandosi in tutti i modi di controllarsi, nonostante l’angolo della bocca proprio non ne volesse sapere di star giù.
- Beh, sai com’è … ho appena acquisito un nuovo parente. E ho scoperto quanto sono buoni i fiocchi al cioccolato. È stata una nottata altamente produttiva … - replicò Sasuke sorridendo leggermente mentre posava le scodelle nel lavandino.
- Non ti facevo tanto teneroso, Sas’ke -
- Io non sono teneroso, Haruno - borbottò lui di rimando.
- Chiyo è una bambina molto dolce … - sussurrò Sakura, seguendolo. Si appoggiò coi gomiti al lavello per poterlo fissare da sotto in su, col suo sorriso luminoso - Direi che per il momento sei stato perdonato. Da entrambe, sì. Grazie per averle parlato, davvero -
- Di niente … Sakura -
- Buonanotte allora, Sas’ke -
- Nh - rispose lui come suo solito, ma poi alzò lo sguardo e notò l’occhiataccia semplicemente inequivocabile della ragazza.
- Ehm. No, cioè, volevo dire … Buonanotte anche a te -
- Senti, Sasuke, ti spiace se faccio anche io una prova? -
- A proposito di che? Vuoi anche tu i fiocchi? - domandò lui stranito, aggrottando la fronte sospettoso.
Sakura scosse appena la testa, sorridendo, e gli circondò la vita con le braccia esili, stringendosi a lui in un abbraccio inaspettatamente caldo e affettuoso. Socchiusero entrambi gli occhi, come obbedendo ad un riflesso condizionato. Il ghigno sarcastico sparì dalle labbra dell’Uchiha, che si curvarono invece verso l’altro. D’accordo, quasi impercettibilmente, sì, ma si curvarono.
- Chiyo ha ragione. Sei morbido -

E scomparve dietro la porta, prima che lui potesse replicare qualsiasi cosa. Certo, non che lui fosse così intenzionato a farlo, però non gliene diede comunque il tempo. Scomparve, camminando svelta, rossa in viso e con lo sguardo basso. Sasuke svuotò il bicchiere nel lavandino. Del sonnifero ormai non aveva più bisogno. Anzi, qualcosa gli diceva che avrebbe sognato di nuovo due stupendi occhi verdi, quella notte.
Era pur sempre un piccolo passo in avanti.
Chissà dove avrebbe portato.


Angolino di una demoralizzata Sisya
Poco da dire sul capitolo, solo che mi dispiace per aver ritardato così tanto, come al solito >.<
Devo ringraziare i pochi che continuano a recensire, perché sinceramente a volte non so tanto cosa pensare.
Questa fic è nei preferiti di 65 persone (e potrà anche sembrarvi presuntuoso, ma questo mi farebbe supporre che non sia poi
così orrenda, no?) eppure i commenti a capitolo non sono mai alti come mi piacerebbe. È anche l’entusiasmo dei lettori che spinge l’autrice a dare il massimo, no?
Non sto dicendo che sentirmi dire anche solo bel capitolo, aggiorna presto non mi faccia piacere. Anzi. Però, con tutta la fatica che faccio ogni volta ad aggiornare, con tutte le indecisioni e i miei dubbi, capirete anche voi che
non posso, non ci riesco a non sentirmi un po’ presa in giro.

Scusatemi se mi sono demoralizzata tanto, non avrei voluto, davvero.
Cercherò comunque di portare avanti questo lavoro al massimo delle mie capacità e spero che continuerete a seguirmi numerosi.
Perché nonostante tutto mi ci sto molto, molto affezionando, e sono intenzionata a fare del mio meglio per renderla una buona fic. Promesso. E chiariamoci, io ve lo sto domandando semplicemente come favore personale, non vi sto chiedendo di commentare
ogni capitolo, non vi obbligo, no, niente di tutto questo! Se mi dedichereste cinque minuti del vostro tempo per fare di me un’autrice contenta, lo apprezzerei di cuore. Perdonatemi lo sfogo, ma ne avevo un disperato bisogno >.< Io comunque lo ripeto di nuovo, non si sa mai che il messaggio arrivi a chi di dovere. Commentino? *O*

Nunichan: oh, ma io non so più come ringraziarti, davvero, mi stai seguendo con così tanto trasporto che quasi mi fai commuovere >.< ovviamente tu sei esclusa dallo sfogo di prima (a proposito, secondo te ho esagerato un pochino? XD mah, non importa, quando ci vuole ci vuole ù.ù) non potrei mai prenderla con un tesoro come te, che mi aggiunge addirittura ai suoi autori preferiti! *O* Grasshie Nunichan, di cuore. Cerco di dare spazio a tutti i pair, ma non ci riesco sempre purtroppo. Anche io Naruto e Hinata li trovo adorabili insieme (e torneranno col prossimo chap loro, promesso XD) A scrivere di Sasuke e Sakura poi mi diverto troppo ^O^ Spero che anche questo capitolo ti sia piaciuto almeno un po’, e scusami per il ritardo >.<
Depressione permettendo, cercherò di aggiornare prima possibile, ciao!

lollyna: uhm? Solo attrazione fisica per ora dici? non so, secondo me il nostro Uchiha preferito si sta lentamente cuocendo a puntino, anche se ancora non se ne rende conto XD Ino e Shikamaru sono troppo divertenti, scrivere di loro mi fa sempre ridere ^O^ Esclusa anche tu dallo sfogo ovviamente, e ti ringrazio tanto per il supporto morale che mi dai sempre (ne ho proprio bisogno, soprattutto ora) Ciao!
Lely1441: oh, ma la mia gemellina preferita! *O* ci ritroviamo anche qui col SasuSaku? Che felicità, non me lo aspettavo sai? XD *Sisya si trasforma in gelatina e ondeggia insieme alla gemellina per farle compagnia* Chiyo è adorabile, vero? ^O^ non sei l’unica che inizia a sclerare quando se la immagina XD e concordo assolutamente, Naruto e Hinata sono troppo coccolosi insieme, e Ino e Shikamaru mi metto a ridere anche solo a pensarci. Sono contenta che ti piaccia gemellina, davvero, mi fai davvero tanto, ma tanto felice.


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Capitolo 9
*** Dolci pensieri: come innamorarsi per una ciotola di ramen? ***


9. Situazioni compromettenti e dolci pensieri: come innamorarsi per una ciotola di ramen?


- Ah, no! Io non ci salgo su questo coso! Non se ne parla nemmeno! -
Sakura si aggiustò nervosamente la tracolla su una spalla, incrociando poi le braccia al petto, incredula, e scuotendo più volte la testa in segno di disapprovazione. Aveva raccolto i capelli lunghi in una coda alta, fissata alla nuca con due bacchette decorate, e le sopracciglia sottili inarcate dallo scetticismo. - Senti, non cominciare a fare la bambina … - borbottò Sasuke aprendo con uno scatto innervosito la portiera della sua porsche metallizzata - Andiamo, sali in macchina. Sono già in ritardo -
- Grazie tante per l’interessamento, ma non ti dovevi neanche scomodare … - replicò la ragazza sbuffando - Noi prendiamo molto volentieri l’autobus - aggiunse poi, facendogli la linguaccia. Gli diede le spalle e s’incamminò lungo il marciapiede ricoperto di neve, trascinandosi dietro come al solito la piccola Chiyo, che dormiva in piedi o poco ci mancava. - Un atteggiamento molto maturo, Sakura - commentò Sasuke appoggiandosi con un gomito alla portiera spalancata, un mezzo sorriso canzonatorio ad addolcire di poco la sua espressione impaziente. Sakura si costrinse a ignorarlo, continuando a camminare spedita e reprimendo a fatica l’impulso malsano di tornare sui suoi passi e rigargli la carrozzeria con le chiavi di casa. Sentì appena le fusa del motore, dietro di lei, e neanche un attimo dopo la porsche l’aveva già affiancata. La ragazza si fermò, continuando a guardare fisso davanti a sé. Serrò le labbra, sospirando frustrata.
- Oh, e va bene! Hai vinto! - borbottò poi tra i denti, aprendo lo sportello posteriore per far salire Chiyo. Sakura incrociò di nuovo le braccia al petto, irritata, sprofondando il più possibile nel sedile e cercando di non badare al ghigno trionfante di lui che si rifletteva nello specchietto.
Sasuke si concesse qualche altro secondo di personale autocompiacimento, poi spinse con sicurezza l’acceleratore per immettersi nuovamente sulla strada. Fu costretto però a sgommare subito di lato, imprecando sottovoce. Giusto in tempo per evitare lo scontro con un’auto che passava strombazzando a tutta birra dietro di loro. Imprecò di nuovo. Ecco, era fregato. Ogni occasione per lei sarebbe stata buona per mettersi a criticar … Sakura però si allungò di scatto dal lato del guidatore, spiazzandolo completamente, e diede una forte gomitata sul clacson. Si sporse in fretta fuori dal finestrino, gridando dietro alla macchina.
- Ehi, brutto idiota, guarda un po’ dove stai andando! Ma chi ti credi di essere? Eh? -
Sasuke alzò gli occhi al cielo con un sospiro che sapeva di rassegnazione, tirandola indietro per un braccio.
Sarebbe mai potuta esistere una ragazza più stramba e contraddittoria? Ah, lui ne dubitava fortemente.
- Vuoi darti una calmata, Haruno? Non devi per forza terrorizzare tutti quelli che incrociamo, sai? -
Sakura si riadagiò sul sedile di pelle e volse la testa verso di lui, gli occhi verdi che mandavano lampi.
Eppure non rispose, limitandosi a incenerirlo con lo sguardo durante tutto il tragitto. Si fermarono poco dopo, su imposizione irremovibile di Sakura, al primo Mc Donalds aperto che riuscirono a trovare. La ragazza scomparì dietro la porta girevole del locale, e in pochi attimi fu di ritorno con la loro immancabile colazione iperproteica. Aveva entrambe le mani occupate, perciò Sasuke fu costretto a scomodarsi di nuovo per allungarsi sul sedile a lato e aprirle dall’interno. Sakura consegnò un frappè a Chiyo con un sorriso radioso, e srotolò con cura la carta che avvolgeva il suo hamburger, addentandolo poi sotto lo sguardo a dir poco nauseato di Sasuke. - Non fare quella faccia, se ne volevi uno anche tu bastava chiedere - esclamò Sakura ridendo.
Il ragazzo le rivolse un’occhiata di traverso, ma suo malgrado divertito.
- Sai, Sasuke, stavo pensando che se escludiamo l’orrendo caratteraccio, l’innata scortesia, l’ego smisurato e la faccia dai schiaffi - ridacchiò Sakura contando ogni difetto sulla punta delle dita - Secondo me non saresti poi così male come persona in fin dei conti -
Chiyo, spaparanzata a metà del sedile posteriore con il sorrisetto di chi la sapeva lunga, assisteva al loro spassoso battibecco, risucchiando di tanto in tanto dalla cannuccia colorata del suo frappè. Dal suo zaino di scuola spuntava un po’ storta una zampa del povero mr. Panda, ribattezzato Sasuke per l’occasione.
- Ah, davvero? Che strano, eppure ieri sera ben due signorine mi hanno definito … uhm, com’era? Morbido? - Sakura arrossì furiosamente, voltandosi verso il finestrino per non dover incrociare quei due pozzi d’inchiostro che erano i suoi occhi, magnetici e pregni di pungente sarcasmo. Che subdola, infondata, sleale insinuazione nei suoi confronti!
- Non mi avrai presa sul serio! Ieri sera ero mezza addormentata, Uchiha. Straparlavo! -
- Ah, beh. Se la metti così, Haruno, allora non dovrei mai prenderti sul serio - ribatté lui ridendo.
Sakura si fece promemoria mentalmente di bucargli le gomme alla prima buona occasione.
Pochi isolati dopo, Sasuke inchiodò bruscamente sul marciapiede, risvegliandola di colpo dai suoi progetti vendicativi. Avevano raggiunto la scuola di Chiyo in pochi minuti, recuperando addirittura sul loro ritardo. Sakura si costrinse a non pensare che se non fosse stato per Sasuke e la sua dannatissima porsche, lei e sua figlia sarebbero state ancora ad aspettare alla fermata dell’autobus sotto forma di due cubetti di ghiaccio. Detestava sentirsi in debito con lui.
- Io vado! Ciao mamma! Ciao pa… S-Sasuke! - si corresse subito Chiyo, mentre sul suo viso comparivano due adorabili fossette e un sorrisone spontaneo. Sakura la guardò a occhi sgrananti, sentendosi improvvisamente avvampare. La bimba si sporse a baciarle una guancia, salutò entrambi con una mano e poi schizzò giù dall’auto veloce, richiudendosi la portiera dietro di sé.
I due, rimasti soli, si scambiarono un’occhiata.
Un silenzio imbarazzato e nervoso calò tra loro, mentre distoglievano contemporaneamente lo sguardo, evitando di guardarsi di nuovo in faccia.
- Credo sia meglio … andare -
- Sì. Andiamo -
- Certo -
- Splendido -
- Davvero -
- Bene -
- Perfetto! -
Sasuke si schiarì più volte la voce, cercando con scarsi risultati di attenuare l’imbarazzo, e prese a trafficare con le chiavi dell’auto senza sapere bene neanche lui cosa stesse facendo. Sakura si era irrigidita sullo schienale, le dita laccate di azzurro tamburellavano nervose sul finestrino mentre tentava di far finta di niente. Ripensandoci, la prossima volta avrebbe fatto meglio a prendere l’autobus. Sì, molto meglio.


Naruto si rigirò nella coperta, rabbrividendo e cambiando posizione, il respiro pesante e accaldato.
Seduta in ginocchio sul tappeto a lato del letto, Hinata si mordicchiava un labbro, ansiosa, mentre con mani ancora un po’ tremanti sostituiva il panno bagnato sulla fronte del ragazzo con uno più fresco. - Finirò per addaccardi il raffreddore, Hinada. Dorna a casa -
- D-devi solo pensare a guarire adesso, n-non stare a preoccuparti per me … - mormorò lei, imbarazzata.
Naruto mugugnò qualcosa in risposta, aggrottando la fronte contrariato, ma Hinata non riuscì a capire.
- D-dovresti provare a dormire, sai - aggiunse poi la moretta scostandogli dolcemente un ciuffo biondo dai grandi occhi azzurri. Arrossì quando si rese conto di avere lo sguardo incuriosito di Naruto fisso su di sé, e ritrasse in fretta la mano, come scottata. Certe cose non erano da lei! Oh, si sentiva così stupida!
- Don ho sonno … - replicò lui sorridendo - Berchè non mi barli un bo’ di de, Hinada? -
Sgranò gli occhi, non potendo fare a meno di alzare lo sguardo candido e stupito su di lui, che non accennava a smettere di sorridere. Hinata rise e scosse brevemente la testa, temporeggiando mentre gli tamponava la fronte madida di sudore. Semplice e schietta, quella richiesta l’aveva del tutto spiazzata.
- N-non credo di essere così interessante, Naruto-kun. Ti annoierei soltanto -
- Ba brovaci lo sdesso. Sei fidanzada per esembio? -
- No, non sono fidanzata, Naruto-kun - replicò lei con un piccolo sospiro.
Rimase in silenzio per qualche attimo, pensierosa, non accorgendosi dello sguardo attento del ragazzo.
- Scuda. Forse sono stado trobbo indiscredo -
- Ma no, figurati, non è per questo. Comunque no … non lo sono, davvero - esclamò Hinata ridendo, mentre strizzava il panno nella bacinella lì vicino e glielo sistemava di nuovo con cura. - Uhm. Soldando innamorada, magari? - ritentò lui con un altro mezzo sorriso, sincero e luminoso. - Questo p-può anche darsi … - balbettò lei in risposta, avvampando istantaneamente, lo sguardo basso - … ma mio padre dice sempre che sono troppo noiosa per trovare qualcuno che voglia stare con me -
- Allora duo pabre è un idioda, Hinada - esclamò con enfasi Naruto, balzando a sedere sul letto. La moretta sgranò leggermente gli occhi a sentire un’affermazione del genere. Si fissarono negli occhi per qualche istante, in silenzio, poi Hinata scoppiò in una sonora risata, alla quale si unì anche Naruto tra un colpo di tosse e l’altro. Si sentiva stranamente più leggera adesso, doveva ammetterlo.
- D’accordo, sarà pure come dici tu, però adesso riposati, mi raccomando -
- Sei un tesodo, Hinada. E un giorno sarai … awn … una moglie davvero perfedda, dico davvero -
Si sdraiò di nuovo e chiuse gli occhi con uno sbadiglio, vinto dalla stanchezza. Si addormentò subito.
Con mani le tremanti e la faccia rossissima, Hinata si sfilò di tasca il cellulare, che aveva preso a trillare.
- Pronto. Ah. Ciao Hanabi. C-cosa? No, n-non posso venire, adesso sono … occupata. Ma …! Hanabi! Non puoi pensarci tu? Io non … oh, e va bene. Arrivo subito. Dì che farò il prima possibile, d’accordo? Va bene - Sospirò, interrompendo la comunicazione. Si alzò sulle ginocchia, portando due dita fresche sulla fronte di Naruto. Dormiva con la bocca aperta. Hinata ci avrebbe scommesso che entro breve avrebbe cominciato anche a russare. Naruto borbottò qualcosa nel sonno, abbracciando possessivamente il cuscino. Con un sorriso intenerito, si sporse leggermente su di lui, arrossendo.
Certe cose non erano da lei. Ma si era innamorata, cosa poteva farci?
Gli posò un bacio leggero appena sotto la tempia accaldata, ritirandosi subito dopo. Si alzò in tutta fretta, rischiando nella foga di inciampare nel tappeto, ma non se ne curò. Lo. Aveva. Baciato. Doveva essere impazzita! Ma cosa le era saltato in mente? In punta di piedi lasciò la stanza da letto, e una volta fuori si appoggiò con la schiena alla porta, sospirando. Si sentiva così stupida. Così innamorata.

Quando finalmente Naruto si risvegliò, nel tardo pomeriggio, non si era mai sentito tanto fresco e riposato.
Si controllò la febbre un’altra volta, tanto per essere sicuro, ma ormai non ne aveva più nemmeno una linea.
Perciò si tolse anche il panno bagnato dalla fronte, sorridendo tra sé e sé. Quando entrò nella piccola cucina luminosa, trovò una pentola col coperchio sul fornello spento, e un biglietto in bella vista sul tavolo scritto da una calligrafia curata.

Scusami, sono dovuta scappare.
Comunque ti ho ricontrollato la febbre, e per fortuna si è abbassata.
Domani sarai di nuovo in forma, ne sono sicura.
Mi raccomando, riguardati.
P.S. Buon appetito!
Hinata ’

Sollevò il coperchio della pentola, incuriosito, col naso teso per annusarne il contenuto.
Una piacevolissima zaffata familiare lo investì in pieno, facendogli venire l’acquolina in bocca. Lo riconobbe subito. Ramen.
Si sedette al tavolo sorridendo, una ciotola abbondante in mano. Ah, la piccola dolce Hinata. Ogni tanto gli sembrava quasi di avere a che fare con una bambolina di porcellana, educata e tenera come solo lei sapeva essere. Senza sapere bene perché, si portò una mano a sfiorarsi una tempia, in un gesto istintivo. Prima o poi sarebbe diventata una moglie perfetta, ne era certo. Ma mentre si infilava in bocca il primo rotolo di spaghetti fumanti, scoprì inaspettatamente di provare una leggera punta d’invidia per colui cui sarebbe toccata una simile fortuna.
Dopotutto, Hinata cucinava il miglior ramen di tutto il Giappone!


Angolino della solita vecchia petulante Sisya
Capitolo un pochino tanto dedicato al NaruHina, credo ve ne siate accorti anche voi ^O^
Beh, dunque, mi scuso con chi non apprezza la coppia e magari si aspettava un chap un po’ più SasuSakuroso, ma io questi due patatosi li adoro, e volevo ritagliare uno spazio tutto per loro. O beh, quasi XD Ringrazio davvero di cuore coloro che hanno commentato lo scorso capitolo! Soprattutto chi, avendo dedotto dal mio sclero fuori programma che ero caduta in un buco nero di depressione post-calo recensioni, si è fatto avanti volenteroso per tirarmi su il morale.
Avevo proprio bisogno di sentirmi rincuorare. Perciò, a costoro, grazie. Ora vi lascio, miei adorati, l’oz… ehm, il dovere mi chiama.
Ci rivediamo al prossimo aggiornamento! Riusciranno Sasuke e Sakura a sopravvivere a questa convivenza forzata?
Riusciranno Ino e Shikamaru a rimanere
solo amici? Riuscirà la dolce Hinata a dichiararsi al suo innamorato?
E soprattutto, riuscirà il nostro Naruto a mangiarsi tutto quel ramen senza scoppiare
?? XD
Lo scopriremo nella prossima puntata! I guai sono appena cominciati
*risata malefica di sottofondo*
Commentino? *O*


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Capitolo 10
*** Amici o non amici? Questo è il problema! ***


10. Ritorno di fiamma? Voglia di fragole? Amici o non amici? Questo è il problema!


Il grassone sprofondò nell’imbottitura della sua sedia girevole, cominciando a contare le banconote con le sue dita a salsiccia, un ghigno soddisfatto e i due occhietti infossati animati da una luce avida. Ino sedeva di fronte alla scrivania, rigida e palesemente a disagio, con le gambe strette una contro l’altra nei suoi jeans attillati, mentre osservava con una nota di disgusto il pessimo arredamento dello studio. - Ci sono tutti, insomma, nessuno sta tentando di fregarla! - proruppe ad un certo punto, irritata - Posso andarmene adesso, o vuole minacciarci ancora di buttarci fuori da casa nostra? -
- Vedo, vedo, Yamanaka. Certo che sono un bel po’ di soldi tutti in una volta, eh? Un notevole miglioramento, dico bene? - sul volto dell’uomo, il ghigno perverso si allargò. Ino non poté fare a meno di irrigidirsi - Me l’aspettavo però, se devo essere sincero. Ho sentito che tu e l’Haruno ultimamente ve la fate con dei pezzi grossi, eh Yamanaka? Beh, complimenti, proprio un bell’affare -
- Io non me la faccio proprio con nessuno, e tanto meno Sakura. E lei è disgustoso! - replicò Ino alzandosi di scatto e mostrandogli con rabbia il pugno chiuso. Il grassone proruppe in una risata roca, dondolandosi avanti e indietro sulla sedia scricchiolante, e rivolgendole poi un sorrisetto sornione - Non ti conviene provarci, mia cara, o ti spezzerai quelle belle unghie da puttanella. E comunque, guarda che … dopotutto, potrei offrirti anche io un compenso … adeguato, Yamanaka, se capisci cosa intendo … - Ino si ritrasse nauseata. - Ma per sua sfortuna, io sono sempre stata un tipo molto schizzinoso, e i vecchi porci come lei non rientrano nei miei parametri - Lui rise di nuovo, ma a lei venne la pelle d’oca. Si cacciò la borsetta in spalla con un movimento stizzito e riattraversò lo studio quasi di corsa. Le dita sudate scivolarono un paio di volte sulla maniglia prima che le sue mani tremanti riuscissero a fare presa su di essa. La voce dell’uomo la raggiunse di nuovo da dietro, facendole venire i brividi. - Se casomai ci dovessi ripensare, Yamanaka, sai dove trovarmi -
Disgustoso. Vecchio porco disgustoso. Ino si richiuse la porta alle spalle con un colpo talmente forte che fece tremare le pareti.
Eppure, le sue mani ancora non ne volevano sapere di smettere di tremare. Non aveva paura, non era questo. Ma le parole di quell’uomo l’avevano ferita, in qualche modo. Era come se una piccola, piccola parte dentro di lei fosse d’accordo. Si era già ripetuta un centinaio di volte che Shikamaru era un suo amico, dannazione. Che lei non se la stava facendo proprio con un nessuno!, eppure … eppure, le sue mani, il battito impazzito del suo cuore … Solo un suo amico, si ripeté di nuovo, scuotendo la testa con decisione. Solo un amico. Solo un amico. Solo … oh, al diavolo, qualsiasi cosa fosse, non le interessava! Sapeva soltanto che in quel momento aveva un disperato bisogno di vederlo.

- Vieni, tesoro, credo che sia questo il piano giusto - sussurrò Sakura uscendo dall’ascensore, tenendo Chiyo per mano e guardandosi intorno con aria interdetta. Attraversarono l’ampio e luminoso corridoio, raggiungendo la scrivania di quella che doveva essere la segretaria di Sasuke. - Ehm - Sakura diede un colpo di tosse, per attirare l’attenzione della donna, occupata a scrivere qualcosa su un documento pieno di grafici incomprensibili - Mi scusi, il signor Uchiha è ancora occupato? -
- Sì - rispose in fretta la segretaria, senza nemmeno guardarla, poi però alzò lo sguardo, aggiustandosi gli occhiali sul nasino alla francese e squadrandola da capo a piedi. Si soffermò sul pizzo sgualcito della sua camicetta, sullo smalto azzurro delle sue unghie, sui capelli rosa raccolti in due trecce disordinate ai lati della testa, e la sua espressione si suddivise a metà tra la sorpresa e un disgusto malcelato. Fece lo stesso con Chiyo, e Sakura rafforzò istintivamente la stretta sulla manina infreddolita della figlia - Il signor Uchiha sta ancora lavorando, sì. Per caso lei ha un … appuntamento? - disse poi, come se considerasse la cosa del tutto improbabile. - No, non ho un appuntamento - rispose Sakura scuotendo la testa. Sul viso della segretaria si aprì un sorrisetto da 'come volevasi dimostrare' - Ma dica al signor Uchiha, per favore - aggiunse Sakura - che sua moglie e sua figlia lo stanno aspettando, e gradirebbero molto che si sbrigasse a terminare tutte le sue barbose faccende da grande uomo d’affari per dedicare invece un po’ del suo tempo a … noi - concluse, con un sorriso. La segretaria la fissò come se l’avesse appena schiaffeggiata. Fece passare lo sguardo da Sakura alla bambina, incredula.
- Sua … sua …? -
- Oh, e sia gentile, già che c’è, potrebbe farci portare anche … dunque, per me un caffè lungo, con molto, molto zucchero e … tu tesoro? -
Chiyo si alzò in punta di piedi, appoggiandosi alla scrivania coi gomiti - Per me un gelato alla fragola, con molta, molta fragola, e con un po’ di panna montata sopra, grazie - Sakura nascose un sorrisetto orgoglioso dietro il palmo della mano. - Bene, perfetto. Grazie molte, signorina, il suo è stato un aiuto davvero prezioso. Allora noi ci mettiamo lì ad aspettare, lei torni pure al suo lavoro. Arrivederci, molto piacere di averla conosciuta. Su, vieni tesoro -
- Piacere … mio - replicò quella a mezza voce, la bocca spalancata, osservando madre e figlia che si accomodavano sul divanetto accanto alla parete e si scambiavano un cinque ridendo - Oh, cielo -


Shikamaru fece scorrere la chiave dentro la serratura di casa con uno sbadiglio da record. Rimise il mazzo di chiavi in tasca e chiuse la porta dietro di sé dandole una spinta col piede. - Ehi. Bentornato - Qualcuno che non era lui accese l’interruttore. Shikamaru riconobbe la sua voce in meno di un nanosecondo. Il suo cervello ci mise ancora meno per ricollegare la voce alla sua proprietaria. A occhi chiusi, l’odore pungente del profumo costoso di lei gli stuzzicò le narici. Un tempo, era sicuramente stato il suo preferito. E forse lo era ancora. Per un attimo, dentro la sua testa se ne sovrappose uno più dolce, ma meno familiare.
Scacciò in fretta quel pensiero inopportuno - Cosa ci fai qui, Tem? -
- Sono passata a trovarti. Non sei contento di rivedermi? -
- Beh, non troppo, chissà perché … eh? - replicò lui con tono ironico - Qualunque cosa tu voglia, non è il momento. Sto aspettando un’amica, Tem. Vorrei che tu uscissi di qui prima che arrivi lei -
- E ti aspetti anche che io ti creda, Shika? Ehi, hai da accendere? -
- No. Sto cercando di smettere. Perciò, se non ti dispiace - borbottò lui togliendole la sigaretta di bocca.
- Certo, Shika. Tu che smetti di fumare, ma per favore - Gli fece scivolare una mano dietro la nuca, e per un attimo Shikamaru si sentì avvolgere dal sapore agrodolce del suo respiro, mischiato al fumo. Si ritrasse, aggrottando la fronte con uno scatto infastidito - Ho capito. Sei ancora arrabbiato - sospirò lei alzando gli occhi al cielo con una punta d’irritazione. - Sì, lo sono! Ne ho ogni fottuto diritto, Tem. Vuoi andartene adesso? -
- D’accordo - ribatté - Ma quando avrai sbollito la rabbia, amore, chiamami. D’accordo? Mi manchi, lo sai -
- Potevi pensarci prima -
Lo baciò di nuovo, lasciando sui suoi vestiti tracce labili di profumo, prima di sparire dietro la porta socchiusa.
Shikamaru sospirò, passandosi una mano sul viso bollente. Era sua moglie, e l’amava, ne era certo. Ma non era altrettanto certo di rivolerla davvero nella sua vita. Era stata fin troppo brava a uscirne, e lasciarlo da solo, a pezzi. Per quanto lo riguardava, una volta era più che sufficiente.


Ino si alzò sulle punte dei piedi sporgendo il naso verso di lui, e aggrottò le sopracciglia, sospettosa.

- Che fai? Sei diventata un segugio adesso? - domandò Shikamaru divertito, scompigliandole brevemente i capelli con un gesto affettuoso.

- Shikamaru, puzzi di nuovo da morire! Hai … hai per caso fumato? - domandò con tono accusatorio.

Lui esitò un attimo, ritraendo la mano dalla sua nuca e ficcandosi entrambe le mani in tasca, sulla difensiva. No, non lui.

- Ehm. Eddai, Ino. Solo un tiro, che sarà mai - borbottò, grattandosi la testa imbarazzato.
La biondina abbassò lo sguardo, contrariata, assumendo al contempo un broncio semplicemente adorabile.
- Come ti pare. Se vuoi bruciarti i polmoni, fa pure. Non sono affari miei -

- Ehi. Mi dispiace, d’accordo? Cosa devo fare? Mettermi in ginocchio?

- Non sarebbe una cattiva idea … - sussurrò Ino, mordendosi l’interno delle guance per impedire alle labbra di curvarsi verso l’alto. Era più forte di lei. Non ci riusciva a tenergli il muso troppo a lungo. Shikamaru sbuffò divertito, scompigliandole di nuovo i capelli biondi. Stranamente, lei lo lasciò fare.
- Allora, dimmi un po’, cosa hai portato? - domandò lui sporgendosi in avanti con fare curioso. - Ah! Sono tutti vecchi film. Molto romantici. Molto tragici. Sai, prevedo di piangere un sacco - esclamò Ino consegnandogli un sacchetto rigonfio di videocassette e sorpassandolo per entrare in casa.
- Spero tu stia scherzando … - sospirò Shikamaru abbassando lo sguardo sul contenuto del sacchetto. L’espressione dell’amica però sembrava dire tutto il contrario. Shikamaru si richiuse la porta alle spalle, col suo immancabile mendesouke sospirato tra le labbra secche.

Ma stava sorridendo.


Angolino di Sisya
Bene, e questo era il decimo capitolo, tutto per voi, tutto dedicato a Ino e Shikamaru.
Lo dedico a tutti coloro che mi hanno seguita fino a qui, e che magari si sono appassionati a questa storia.
Con costoro mi scuso anche per il ritardo di aggiornamento, perché tra un impegno e l’altro il tempo non è davvero mai abbastanza. Non riesco nemmeno a rispondere alle vostre recensioni, accidentaccio. Ma vi ringrazio tutti, dal primo all’ultimo, dal profondo del cuore, per avermi supportata *O* Vi adoro
!! Sono tanto, tanto dispiaciuta per il ritardo, davvero.


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Capitolo 11
*** Pinguini freddolosi e scivoloni sul ghiaccio che scotta ***


11. Pinguini freddolosi e scivoloni sul ghiaccio che scotta: una serata molto particolare


- Accidenti a te, posso sapere cosa diavolo ci fate qui, Haruno, eh? -
Sasuke si richiuse la porta dell’ufficio alle spalle con un sospiro scocciato.
Madre e figlia si scambiarono un’occhiata. Era ormai un dato di fatto che la cortesia non era mai stata una prerogativa del giovane Uchiha.
- Beh, siamo venute a prenderti, cosa c’è di strano, scusa? - rispose prontamente Sakura facendo spallucce e prendendo un altro sorso dal suo caffè, seduta a gambe incrociate sul divanetto - Dopotutto, siamo una famiglia, no? - aggiunse, con un sorriso smagliante - E comunque, stamattina avevi detto che ci avresti portato fuori a cena e così ho pensato che, beh, sarebbe stato carino passare a … -
- Eh?! C-cosa avrei detto io …?! -
- Che ci avresti portato fuori a … -
- Non ho mai detto niente del genere, Haruno. E tu lo sai benissimo -
- Uhmm … no? Ma davvero? - replicò lei, spalancando la bocca e portandosi una mano al cuore con fare sorpreso. Davvero fin troppo sorpreso, per sembrare verosimile. Sasuke fece una smorfia - Oh, ma allora devo aver capito male, mi spiace. Sai, secondo me è stata tutta colpa del tuo solito grugnito, a colazione … devo averlo interpretato male. Credo che se tu ti decidessi a dirci buongiorno come ogni persona normale, non correremmo più il rischio di fraintenderci di nuovo - concluse con un sorrisetto soddisfatto. - D’accordo, Haruno, ho capito. Hai fatto la tua bella scenetta, complimenti. Adesso però finiamola qui - la interruppe Sasuke con uno scatto innervosito - Non posso stare qui a perdere tempo. Devo andare a … -
- Oh, certo, certo, non ti trattengo. Solo peccato che abbia invitato il signor Hisashi a unirsi a noi … Oh, chissà come ci rimarrà male a sentire che tu vuoi disdire tutto quanto … non credi anche tu, Sas’ke? -
- Haruno, ma come cazzo ti permessa di …? -
- Ehi! Niente parolacce di fronte a mia figlia - esclamò lei, puntandogli un dito contro.
Sasuke prese un respiro profondo, tentando di calmarsi. - Che ti sei messa in testa, eh? Si può sapere? -
- Senti, scusa tanto, ma non mi sembra tu stia facendo molto per convincere Hisashi a trattare con te -
- Tsk. Cosa ne vuoi sapere tu dei miei affari, di come funzionano le cose qui? -
- Proprio un bel niente, lo ammetto. Ma so riconoscere un egocentrico spocchioso quando ne vedo uno -
Sasuke le rivolse un risolino ironico. - E scommetto che sarei io, vero? -
- Puoi essere scorbutico quanto ti pare, non mi importa. Basta che vieni. Ci servi per far presenza, perciò … -
Sasuke strabuzzò gli occhi. Far presenza?? Lui? Ma con chi credeva di avere a che fare?
- Perciò cosa? Sei impazzita? Cosa ti passa per la testa vorrei sapere, razza di … -
Ma Sakura lo interruppe, sfoderando uno dei suoi sorrisi più convincenti.
- Perciò Sas’ke, dove ci porti a cena? -


Hinata si strinse nel lungo kimono candido, a disagio, tenendo costantemente lo sguardo basso.
Si portò nervosamente la tazza di tè alle labbra, cercando in tutti i modi di non far tremare la mano.
Lanciò un’occhiata fugace al padre, che sorseggiava il suo saké con fare assorto, seduto solennemente a gambe incrociate di fronte di a lei; poi spostò velocemente lo sguardo sulla sorella minore, il portamento altezzoso e il mento all’insù, che le ricordavano sempre come fosse lei la sola a sentirsi completamente fuori posto, in quel silenzio pomposo e quasi oppressivo. Erano la sua famiglia, lo sapeva, ma Hinata si era ormai convinta da tempo che fossero le ultime persone al mondo capaci di capirla. Che forse erano due occhi azzurro cielo a saperle leggerle dentro meglio di chiunque altro, e forse
- Vi trovo entrambi in … ottima salute … - si sforzò di conversare la moretta, sorridendo leggermente al padre, che invece non replicò. Hanabi ruotò appena la testa, rivolgendole uno sguardo di sufficienza. Hinata per un attimo si chiese se non la stessero compatendo. - È da un bel po’ che non ti si vede più da queste parti, Hinata - le disse la sorella, con tono piatto - Preferisci passare il tuo tempo con Sakura piuttosto che con la tua famiglia, non è vero …? -
- Ma non è così, davvero - si difese Hinata, balbettando - Io e Sakura più che cugine siamo ottime amiche, e la piccola Chiyo è una bambina adorabile, mi trovo molto bene con loro, ma … anche … con voi, certo - concluse, distogliendo in fretta lo sguardo da quello severo del padre per tornare a fissare il pavimento. Lo sapeva. Ai loro occhi era solo un’eterna delusione. Un fallimento su tutta la linea.
- Sì, lo sappiamo. Non troverai mai nessuno disposto a sposarti, insignificante e noiosa come sei … ma non preoccuparti, tanto ormai tutti noi ci siamo rassegnati, non è vero, padre? - rincarò la dose Hanabi, aggiustandosi la lunga coda dietro una spalla con un veloce movimento della mano, e lanciando alla sorella un’occhiata estremamente compiaciuta di sé. Hinata cercò disperatamente di scacciare le lacrime - Ma forse … stavolta sei venuta a dirci di aver trovato … qualcuno? -
- Io - mormorò la giovane Hyuga socchiudendo le palpebre e portandosi una mano alle tempie - Io … -
- Lo sapevo - tagliò corto Hanabi con un risolino irrisorio. Hinata si sentì letteralmente avvampare.
- Io ho … trovato … un ragazzo meraviglioso, se proprio ci tieni a saperlo, Hanabi - La sorella si voltò a guardarla esterrefatta. Suo padre fece lo stesso.
- Ma davvero? - domandò Hanabi, mentre lo stupore scompariva per lasciar spazio a un’espressione derisoria - Sono contenta per te, cara sorella. Dovrai invitarlo qui da noi allora … - Hinata sollevò debolmente la testa, aggrottando la fronte - Invitarlo? -
- Ovviamente. Il tuo fidanzato! Dobbiamo conoscere questo ragazzo così meraviglioso, non ti pare? -
- Il mio … oh, ma … c-certo - sussurrò, incrociando lo sguardo vittorioso della sorella.
Hinata arrossì e si sentì improvvisamente mancare la terra sotto i piedi.
Ma in che razza di guaio era andata a cacciarsi …


- Non mi sembra proprio il posto adatto, Haruno. Sinceramente, potevi anche inventarti qualcosa di meglio - borbottò il giovane Uchiha lanciandole uno sguardo torvo, le braccia incrociate sul petto e il mento infossato nel bavero della giacca a vento. Davanti a loro, le coppiette scivolavano sulla lastra di ghiaccio tenendosi per mano, mentre i più bravi sfrecciavano veloci, e i più scarsi proseguivano in tondo attaccati saldamente al corrimano. - Dopo una noiosissima cena circondata da damerini infiocchettati e vecchie signore con la puzza sotto il naso, credimi, questo è il minimo che ci vuole per riprendersi - rise Sakura, appoggiando i gomiti al parapetto, le guance arrossate dal freddo - Io e Chiyo non siamo proprio fatte per quell’ambiente, mi dispiace … -
- Mh. Lo avevo notato, - replicò lui, ridacchiando suo malgrado.
- Ah, sì? E da cosa lo avresti dedotto, avanti, sentiamo -
- Mah, forse perché sei inciampata almeno una decina di volte sui tacchi, travolgendo persino un povero cameriere inerme, o forse perché Chiyo guardando il capello della moglie di un mio socio mi ha chiesto davanti a tutti perché quella signora avesse un abat-jour in testa -
Sakura rise di nuovo, gettando indietro la testa - Beh, devi ammettere che è stato divertente -
Sasuke stirò impercettibilmente le labbra verso l’alto, con un breve cenno del capo.
Poco lontano, Chiyo stava pattinando avvolta nel suo cappottino imbottito.
Teneva per mano il signor Hisashi, e tra i due era difficile dire chi si stesse divertendo di più.
- Ehi, guarda un po’, ha ripreso a nevicare … - constatò Sakura alzando un indice verso il cielo sopra di loro.
La neve creava uno strano contrasto col rosa dei suoi capelli e le guance tinte di rosso. Il suo sorriso, se possibile, era ancora più caldo del solito. Sasuke sentì rivoltarsi qualcosa all’altezza dello stomaco. Sakura era seccante. E bella. E isterica. E bella. E insopportabile. E bella. E noiosa. E dannatamente bella.
Distolse in fretta lo sguardo. - È stata una serata piacevole - commentò lei dopo qualche minuto di silenzio - Grazie, Sas’ke -
- E per cosa? Per averti eroicamente sopportato? - fece lui con tono sarcastico.
- Per aver ceduto così facilmente al mio piccolo ricatto, Uchiha. Non credevo che me l’avresti data vinta -
- Ma non farti tante illusioni, Haruno - rispose Sasuke sfoderando un sorrisetto tremendamente allettante - Ho solo preservato i miei interessi … -
- Beh. Grazie comunque -
Sasuke non fece nemmeno in tempo a sgranare gli occhi che lei si era già scostata. Si portò una mano alla guancia, basito, come se non potesse credere a quello che era appena successo. Sakura però si era appena girata dall’altra parte, e non poté ridere della sua espressione incredula. Chiyo agitò una manina in lontananza nella loro direzione, con un sorrisone contento che fece sorridere anche Sakura. Un secondo dopo li aveva già raggiunti a bordo pista, appendendosi alla balaustra col fiato corto, i due occhioni scuri accesi di gioia - Mamma, mamma, guarda cosa mi ha regalato il signor Hisashi! Ti piace? - esclamò tutta felice mostrando a Sakura un grosso pupazzo a forma di pinguino.
- Oh, ma che meraviglia, tesoro! - esclamò, voltandosi poi con un sorriso verso il signor Hisashi - Grazie, è stato molto gentile, ma non doveva disturbarsi … -
- Sono io che vi ringrazio per la bella serata, signora Uchiha. Ah, ma mi raccomando, piccoletta, ricorda che un pinguino ha bisogno del suo habitat naturale, e dovrai sempre prendertene cura, d’accordo? - La bambina annuì, una piccola ruga sulla fronte a indicare la sua profonda convinzione.
Sakura sorrise, sporgendosi dal parapetto ridendo per fare naso-naso con lei.
- Tu non pattini … papà? - domandò Chiyo voltandosi incuriosita verso Sasuke, che le rivolse un sorrisetto tirato - Se vuoi la mamma ti può insegnare, lei è davvero bravissima, ha insegnato anche a me! - Sasuke e Sakura si scambiarono un’occhiata perplessa.
- Ehm. Magari un’altra volta … - rispose lui, scuotendo la testa.
- Ma no, dai, vieni, ti faccio un corso avanzato - propose invece Sakura, sorridendo.
Sasuke inarcò un sopracciglio con fare scettico - Vuoi soltanto farti quattro risate a vedermi col sedere per terra, ammettilo … - sbuffò.
- Su, dai, fidati di me, prometto solennemente che non ti farò cadere! - rise Sakura, prendendolo per mano ed entrando in pista seguita da un Sasuke decisamente riluttante - Vedrai che non è per niente difficile … ecco, vedi, ci sei già, visto? Ecco, bravo! Stai andando ben ...! - neanche un secondo dopo, Sakura si ritrovò lunga distesa sulla lastra di ghiaccio, con Sasuke praticamente spalmato sopra. I loro nasi quasi si sfioravano, i loro respiri si condensavano nello spazio ristretto rimasto tra le loro bocche.
- Ehm. Puoi … potresti rialzarti, Sasuke? -
- Ti giuro che lo farei, Haruno … se solo avessi la più pallida idea di come rimettermi in piedi -
Si guardarono negli occhi per qualche secondo di assoluto silenzio. E scoppiarono a ridere entrambi, così spontaneamente che anche loro se ne sorpresero. - Direi che per oggi come lezione mi può bastare … Sakura - fece lui, faticando a riprendere fiato. La ragazza smise di ridere, ma il suo sorriso rimase. Fece scorrere due dita leggere sulla tempia di lui - che trattenne il respiro - scostandogli i capelli dagli occhi di ossidiana. Il sorriso si allargò. - Lo credo anch’io … Sasuke -


Il mattino successivo, Sakura entrò in cucina con uno sbadiglio.
Trovò Sasuke già in piedi, appoggiato con una mano all’anta del frigorifero, una tazzina di caffè nero nell’altra.
- Direi che ieri sera è andata bene, no? Che ne dici, Sas’ke? Siamo o no siamo state di tuo gradimento? - domandò con tono serioso per prenderlo in giro. Sasuke inclinò la testa di lato, arricciando le labbra. - Più di quanto immagini, Haruno - sussurrò distrattamente.
- Come? - chiese Sakura sgranando gli occhi, non tanto sicura di aver capito bene.
- Ah, no, n-niente - si corresse in fretta lui, scrollando il capo con fare noncurante - Dico solo che stiamo procedendo … piuttosto bene, sì. Resta solo un’ultima cosa che non mi è chiara - aggiunse poi, indicando davanti a sé con un enigmatico cenno del mento.
- Che cosa c’è stavolta …? - Sakura si sporse da sopra la sua spalla con fare incuriosito, senza capire.
- Saresti così gentile da spiegarmi cosa diavolo ci fa un pinguino nel mio frigorifero? -


Angolino di Sisya
Uff, è stata davvero una faticaccia ma alla fine anche questo aggiornamento è arrivato (anche se scommetto che ormai tutti voi avevate perso le speranze XD) Vi devo ringraziare tutti di cuore, perché continuate a sostenermi, e sono davvero contenta che questa storia vi piaccia tanto *O* Volevo solo chiarire una cosa, perché mi sono accorta che si può fare confusione. Quando ho scelto il nome Hisashi per il nuovo personaggio, non mi ero resa conto che somigliasse molto a Hiashi, il padre di Hinata. Siccome credo che ci si possa confondere tra i due per i nomi simili e scambiare i relativi personaggi, preciso qui che i due non sono per la stessa persona. Hisashi è uno, Hiashi è un altro. Spero di essere stata chiara ^^’’ perdonatemi, ma quando mi sono resa conto del pasticcio, era troppo tardi per rimediare >.< Vi ringrazio di nuovo tutti quanti, per i vostri commenti, e per le vostre letture. I vecchi e i nuovi lettori, e anche i lettori che purtroppo si sono persi per strada ç.ç
Vi avviso che per il prossimo capitolo dovrete aspettare parecchio, mi spiace.

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Capitolo 12
*** Teneri inviti e seccature ubriache: ma siamo una vera famiglia?! ***


12. Teneri inviti e seccature ubriache: ma siamo una vera famiglia?!


- Ehi. Cosa ci fai nascosta lì dietro? Ehi? Hinata? -
La moretta sussultò, arrossendo nel riconoscere quella voce, e si voltò un po’ esitante.
- Naruto-kun, b-buongiorno, c-come mai così mattiniero? -
- Oggi è il mio giorno libero e ho pensato di fare una passeggiata, sai com’è … ma cosa stavi facendo? -
- Ah! Io … io sono venuta a riprendere una cosa da Sakura … che avevo dimenticato - balbettò Hinata, stupendosi di se stessa per la rapidità con cui aveva trovato una scusa. 'Sono venuta a spiarti …' effettivamente, sarebbe suonato molto più patetico. - Oh, capisco - fece lui con un sorriso - Sai, Hinata, io devo ancora ringraziarti per quella volta. Sei stata un tesoro con me. Sei proprio una vera amica. Ti devo un pranzo, eh - Hinata abbassò gli occhi, arrossendo un po’, ma con lo sguardo fattosi improvvisamente triste. Amica. Solo un’amica. Che ci potesse essere qualcosa di più tra loro, a lui non passava neanche dall’anticamera del cervello. - Non c’è n’è bisogno, Naruto-kun, non devi assolutamente d-disturbarti … - sussurrò lei - Per me è stato un piacere, ma tu non devi sentirti in obbligo di … -
- Oh, ma anche a me farebbe piacere portarti fuori a pranzo. Molto piacere, Hinata-chan, dico davvero! -
Si chinò ad arruffarle i capelli, e quasi automaticamente, senza pensarci, appoggiò le labbra sulla sua guancia in un bacio intimo e delicato. Hinata raggiunse istantaneamente la colorazione della tappezzeria. E fin qui, nulla di insolito. La cosa più strana però fu che stavolta anche Naruto sembrò accorgersi di cosa avesse fatto, e anche le sue guance arrossirono leggermente. - O-ora però sarà meglio che vada … Sono … sono in ritardo! Perché … perché mi aspettano al lavoro, ecco. Devo proprio scappare, ci vediamo presto! - E si precipitò correndo giù per le scale, lasciando Hinata da sola sulla porta di casa. La ragazza si dovette appoggiare alla parete, visto che le gambe tremolanti non la sorreggevano più. Si coprì il viso bollente con entrambe le mani, sospirando.
Era davvero ridicola. Sarebbero mai riusciti ad avere una conversazione norma… No, ma … un attimo!
- Ma non aveva detto ...? Non aveva mica detto di avere il giorno libero? - sussurrò a se stessa, perplessa.
Oh. Vuoi vedere che anche lui …?


Ino appoggiò i gomiti al tavolino dove lei e Sakura si erano sedute a gambe incrociate, e lanciò un’occhiata inorridita ai pacchetti ripieni di fritto e salsine varie allineati davanti a lei. - Questo è un vero e proprio attentato alla mia linea, lo sai vero, fronte spaziosa? Se non fossi la mia migliore amica giuro che ti citerei per danni - Sakura ridacchiò, scrollando la testa. - Su, su, mangia, guarda che a Shikamaru non piacciono le donne stecchino -
Ino sbuffò - E perché mai credi che questo dovrebbe interessare a me? -
Sakura fece spallucce, mostrandole la lingua.
- Quando torna papà dal lavoro, mami? -
Sakura alzò lo sguardo dalla sua ciotola di riso, voltandosi a fissare Chiyo.
- Non c’è bisogno che chiami Sasuke papà quando il signor Hisashi non è qui, tesoro - sussurrò con un breve sorriso, aprendo un’altra confezione di cibo e passando le bacchette all’amica. - Sì, va bene, ma quando torna però? - insistette la bimba, dando un morso a un involtino ripieno.
- Non lo so - tagliò corto Sakura, scuotendo la testa.
- Ma non ti ha detto a che ora sarebbe …? -
- Chiyo, non posso mettermi a controllare quello che fa o non fa Sasuke. La cosa non mi riguarda, e non riguarda neanche te. È libero di fare quel che vuole! - Ino si rivolse a Sakura, lanciandole un’occhiata eloquente. - Devi fare attenzione - bisbigliò poi, indicando Chiyo con un breve cenno della testa - Si sta affezionando a lui, è evidente. È una bambina, e non sta certo fingendo di volergli bene. Sai che questo potrebbe essere un problema, quando tutto quanto si sarà concluso, vero, Sakura? - La ragazza si volse a guardare la figlia, rannicchiata sul divano davanti alla tv accesa, e annuì lentamente.
- So che potrebbe soffrirne -
- Forse … forse Chiyo non sarà l’unica, a rimanerne delusa - fece Ino, esitante.
- Che intendi dire? Che anche io ne sentirei la mancanza? Beh, ti sbagli - ribatté Sakura freddamente.
- Io posso anche sbagliarmi, ma ciò non toglie che sia una situazione strana - continuò Ino, sospirando -Solo, fai attenzione … ad entrambe voi. Insomma, non lasciarti troppo coinvolgere, fronte spaziosa -
- Penso che sia tu a non doverti far coinvolgere troppo dal saké, Ino-pig. Guarda quanto te ne sei scolato! -
- Naaah, ma se lo reggo benissimo - fece la biondina annuendo più volte.
- Sì, come no, guarda che ti conosco. Comunque, io metto a letto Chiyo. Sono esausta -
- A chi lo dici, penso che potrei anche addormentarmi qui. Ma prima … un altro giro di saké! -
Sakura ruotò gli occhi, rassegnata, e uscì dal soggiorno con la bimba per mano.

- Ehi. Appuntamenti in programma stasera? - fece Shikamaru raggiungendolo con uno sbadiglio, mentre Sasuke saliva stancamente i gradini di casa, la giacca sottobraccio e la cravatta slacciata - Non posso - rispose, senza voltarsi. L’amico inarcò un sopracciglio. - Non puoi? Sarebbe a dire? Ansia da prestazione? Mh, capita a tutti di fare cilecca qualche volta … -
- Ma vaffanculo, Nara. Ce le avrai tu le ansie da prestazione. Sai meglio di me che se per qualsiasi motivo Hisashi lo venisse a sapere manderebbe a monte tutto quanto, e tanti saluti all’accordo -
- Mmh. Ma dì un po’, lo stai facendo per Hisashi … o per Sakura? -
- Che centra Sakura adesso? Che centra?! - scattò Sasuke, innervosito.
- Ah-ah! Vuoi rimanerle fedele, eh? Abbiamo proprio un maritino modello qui, a quanto pare, e chi se lo aspettava? Lo spietato rubacuori Sasuke Uchiha, scapolo d’oro del secolo, felicemente tenuto per i cosiddetti dalla nostra cara Sakura … questa sì che è una notizia scioccante! -
- Nara? -
- Sì? -
- Fottiti -


- Ouch! Chi ha spostato la maniglia?! Permesso, fatemi entrare ah ah … ooops trovata! -
Shikamaru alzò gli occhi al cielo, sbuffando, le mani cacciate in tasca, mentre osservava annoiato Ino che ormai da circa un quarto d’ora era impegnata a borbottare contro la porta. Lui e Sasuke l’avevano trovata che ronfava della grossa sul tappeto di casa Uchiha, e a quel punto, visto che non c’erano altre soluzioni, Shikamaru si era eroicamente offerto di riaccompagnarla a casa. Che gran seccatura, però.
- Ehm. Hai bisogno di una mano? -
- No! Ho tuuutto sotto controllo! -
- Oh, sì, infatti lo vedo … - fece Shikamaru, sforzandosi di non ridere - Se ti interessa saperlo, come scassinatrice non hai futuro. E comunque, il tuo appartamento è quello di fianco - Ino smise di trafficare con la serratura, voltandosi a guardarlo indispettita.
- E perché non me lo hai detto prima, scopettino? -
Shikamaru strabuzzò gli occhi, incredulo. Scopettino?? Ah, ma adesso si stava esagerando!
- E su, dai a me, o domani mattina ci troviamo ancora qui … - esclamò, togliendole le chiavi di mano.
Ino lo squadrò immusonita, mentre lui faceva scattare la serratura al primo colpo. Shikamaru si fece da parte per farla passare, e lei entrò in casa un po’ barcollante, lasciando cadere la borsa a terra e levandosi le scarpe coi tacchi alti con un sospiro di sollievo.
- Bene. Pensi di riuscire a trovare il letto da sola o devo aiutarti anche per quello? -
Ino si volse a fissarlo, ridacchiando.
- Cos’è? Una proposta indecente, scopettino? -
E ancora con questo scopettino! Ino era decisamente ubriaca, sì.
- No che non lo è, razza di seccatu … - Ma prima ancora di terminare la frase, prima ancora di rendersene conto, si ritrovò le braccia della biondina attorno al collo. Shikamaru perse l’equilibrio, sbilanciandosi e finendo a gambe all’aria sul divano. Ovviamente, trascinò Ino con sé.


Nel passare, Sasuke lanciò un’occhiata distratta dentro alla camera dove dormiva Chiyo.
Quel poco che intravide però, fu abbastanza per farlo tornare sui suoi passi. Sakura dormiva rannicchiata sul lato destro letto, ancora vestita e con la testa scomposta sul cuscino, mentre Chiyo, in pigiama e pimpante come al solito, stava beatamente saltellando sul materasso come se niente fosse. Sasuke, a quella vista, inarcò un sopracciglio, interdetto. Vedendolo mezzo imbambolato sulla soglia della porta, la giacca abbandonata in una mano, la bimba gli corse incontro con un sorrisone. - Come mai hai fatto così tardi, papà? - esclamò.
- Ehm, io … guarda che non devi chiamarmi così se il … -
- Lo so. Me lo ha detto anche la mamma - fece Chiyo, sbuffando - Ma … è perché a te non va bene? -
Sasuke deglutì a vuoto. Oh, lo sapeva, lo sapeva bene cosa gli stavano chiedendo quei due occhioni scuri colmi di speranza. Un papà. Uno vero, che la portasse a cavalcioni sulle spalle, che ricordasse i suoi compleanni, che le passasse i dolci di nascosto sotto il tavolo, e facesse naso-naso con lei. Un papà, a cui volere bene. Ma lui non era così sicuro di poterglielo - o volerglielo - dare.
- Su, avanti, vai a letto che è tardi -
- Ma se tu sposassi davvero la mamma … -
- Chiyo, questo è fuori discussione -
- Però - fece la bambina, esitante - Io posso chiamarti lo stesso papà? -
Sasuke la fissò per qualche istante, poi si volse, scrollando le spalle.
- Nh. Fai un po’ come ti pare -
- Allora buonanotte, papà -
- Tsk … pulce -


Sakura socchiuse leggermente gli occhi, guardandosi intorno un po’ intontita. - Mmmh, Chiyo? Ma che ore sono? -
- Mami, senti, lo so che Sasuke ha detto di non volerti sposare, ma secondo me tu gli piaci tanto … - Sakura lasciò di nuovo crollare il capo sui cuscini, chiudendo lentamente le palpebre, sempre più pesanti, pensando distrattamente a qualcosa a proposito del non lasciarsi coinvolgere. - Mmh, tu … dici …? - fu il suo ultimo sussurro, prima di cadere addormentata. Chiyo si infilò sotto le coperte, abbracciandola stretta e nascondendo un sorriso sotto al piumone. E per la prima volta dopo tanto tempo, si sentì veramente a casa.


- Ino? -
- Mmmh -
- Ino, puoi lasciarmi andare? -
- Mmmmmmmh -
- Ino! Argh. Ehi. Mi stai schiacciando, levati, non respir… -
- Roooonf -
- Oh, grandioso -


Angolino di Sisya
Wow, bene, eccoci qui, sono tornata. Vi sono mancata? (no XD)
Sono impegnata su troppe storie contemporaneamente, e davvero non riesco a tenere dei tempi di aggiornamento decenti (aggiungete a questo la montagna di compiti che
ancora mi aspettano, e capirete) Mi scuso con tutti voi per l’attesa, ma non posso fare altrimenti. Bene, che dire? Capitolo cortino, lo so, ma i guai veri devono ancora arrivare per tutti. Duuunque, altra cosa, proprio qualche giorno fa la fic ha raggiunto la cifra tondeggiante di 100 preferiti *O*
Non avrei mai e poi mai pensato di poter raggiungere un simile risultato e sono davvero contentissima.
Vi ringrazio dal primo all’ultimo, di tutto cuore *O* Lasciatemi dire che siete un po’ pigroni però, eddai, ammettetelo XP
Se dovete commentare solo per dirmi aggiorna allora non fatelo, perché vi assicuro che è stressante. Mettetevi nei panni di una che ha appena pubblicato, e la prima (e sola) cosa che si sente dire è '
Aggiorna prima che puoooooi' … beh, di solito la mia faccia è questa ---> O.o Ho già detto che aggiorno quando posso (‘somma eh, io ho alcune fic nei preferiti che stazionano lì da anni in attesa, fossilizzate), perciò se avete qualsiasi commento, critica o consiglio, non potrebbe farmi più piacere. Altrimenti fatene a meno. Grazie. Almeno mi evitate una crisi di nervi XD


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Capitolo 13
*** Mondi diversi e baci sul naso. Mai più solo? ***


13. Mondi diversi e baci sul naso: mai più solo?


Sasuke si appoggiò con un gomito al finestrino, sbuffando nel lanciare l’ennesima occhiata sommaria e annoiata al vecchio edificio scolastico, al cui ingresso, come ogni mattina, si era radunata una piccola fiumana di gente. Non fece alcuna fatica a individuare subito Sakura e Chiyo, in mezzo alla folla. Madre e figlia spiccavano nel grigiore mattutino come due puntini colorati e sgargianti, appariscenti anche più del solito se comparate alla discreta sobrietà degli altri abiti. Sakura era accucciata sui talloni di fronte alla bambina, la lunga treccia rosa e scarmigliata che le ricadeva scomposta su una spalla; le due stavano parlottando fitto fitto, i nasi vicini e le guance accese dal freddo. Sasuke distolse in fretta lo sguardo, leggermente accigliato.
Alle volte sembravano davvero vivere in un mondo tutto loro. Un mondo, però, di cui lui non avrebbe mai potuto far parte.
Non che poi lo volesse, beninteso! Era solo che … che … Sospirò, premendosi due dita sulle tempie e scacciando quella sgradevole sensazione.
Qualche minuto dopo, Sakura si lasciò cadere sul sedile di fianco, richiudendo la portiera con uno scatto secco e portandosi la cannuccia del milkshake alle labbra. Si voltò a guardarlo, inarcando un sopracciglio. - Beh? - domandò, sbattendo le palpebre - Perché mi fissi? Che cosa c’è? -
- Nh - fece Sasuke, mettendo in moto - C’è che a volte mi chiedo chi tra le due sia la bambina -
- Ma dai? - rispose lei con una risata, giocherellando distrattamente con la cannuccia - Pensa un po’, io invece non me lo chiedo mai chi sia il musone antipatico della situazione. Tanto conosco già la risposta - Sasuke fece una smorfia di disappunto, ma non replicò. Sakura si volse di nuovo a fissarlo, stupita.
- Beh? Come, non dici niente? Guarda che c’è scritto così sul copione, eh - esclamò, ridendo di nuovo - Tu insulti me, io insulto te, tu mi dai della noiosa, e io ti mollo un pugno in testa. Lineare, no Sas…? - le si spense il sorriso sulle labbra, quando notò l’espressione di lui - Ehi. Ehi, che ti prende? Stavo solo scherzando … non te la sarai mica presa? -
- No - ribatté lui aspramente, tagliando corto, la fronte aggrottata.
Sakura lo fissò di rimando, battendo le palpebre - Sasuke? -
- Dannazione Haruno, ti riesce tanto difficile chiudere quella bocca per due secondi, eh?! -
La ragazza ammutolì, rimettendosi composta sul sedile con lo sguardo fisso davanti a sé.
Continuò a giocherellare nervosamente con la cannuccia durante tutto il tragitto, ma stavolta con le mani che si agitavano irrequiete e il mento infossato nella sciarpa per nascondere il tremolio delle labbra. Scoppiare in lacrime davanti a lui sarebbe stato decisamente patetico, ma sentiva gli occhi gonfiarsi e non poteva farci nulla. Sasuke le lanciò un’occhiata di sottecchi, aggrottando appena le sopracciglia.
- Sappi solo che … non vedo l’ora che finisca tutto quanto - mormorò lei, abbassando le palpebre.
Il piede destro di lui scattò sul freno, e la macchina inchiodò bruscamente.
- Scendi qui -
- Che cosa …? - esclamò Sakura, lanciando un’occhiata spaesata fuori dal finestrino.
- Scendi dalla macchina, Haruno - replicò lui atono, senza guardarla, i pugni serrati sul volante.
- Eh?! E io come faccio a tornare a casa? Vuoi … vuoi mollarmi qui come una scema? -
- Prendi l’autobus. Vai a piedi. Fai come ti pare, non è un problema mio -
- Ma si può sapere che ti è preso, eh? - esclamò lei, voltandosi a fronteggiarlo con gli occhi ancora un po’ lucidi.
- Scendi. Dalla. Macchina. Ora. Cosa non ti è chiaro di questo concetto? -
Sakura serrò i pugni lungo i fianchi, aprendo poi la portiera con uno strattone e sgusciando fuori.
- D’accordo! - gridò appoggiandosi con le mani al finestrino aperto - Benissimo! Sai che cosa ti dico? Vattene al diavolo, tu e le tue paranoie! Vattene. Al. Diavolo! Non ti reggo più -


Sakura rimase sul ciglio del marciapiede ad osservare la porsche che si allontanava sgommando.
Attese perfino qualche minuto, quasi aspettandosi di vederlo ricomparire da un momento all’altro che tornava a prenderla.
Ma lui non tornò, non tornò affatto. Sakura inspirò profondamente, contando fino a dieci. Non conosceva neppure quel quartiere, come se non bastasse! Si sarebbe messa a battere i piedi per terra per la stizza. Questo … questo era davvero troppo! E lei, lei era arcistufa di avere a che fare con uno … con uno così. - Pretendo il divorzio - borbottò, stringendosi nel giubbotto e incamminandosi lungo il marciapiede.


- Che diavolo …? -
Ino socchiuse appena gli occhi, sbattendo le palpebre intontita.
- Oh. Ben svegliata, peso piuma - borbottò di rimando Shikamaru, sbadigliando.
- Oh, buongior … eh? Che cosa?! - scattò Ino, tirandosi su e dandogli una gomitata nella foga.
Shikamaru gemette, dolorante, portandosi entrambe le braccia alla pancia.
- E stai un po’ attenta! Sono già tutto rotto! Hai proprio deciso di farmi a pezzi allo…? -
Il ragazzo si zittì, sentendosi improvvisamente a disagio.
Ino lo stava fissando con un’espressione indecifrabile, seduta sulle ginocchia e tutta scarmigliata, il trucco sbavato intorno alle palpebre gonfie.
- Che … che ti prende? Guarda che stavo solo scherzando … non intendevo mica … - balbettò nervosamente, sapendo bene quanto l’amica fosse suscettibile ai commenti riguardo alla sua linea. Era stata capace di tenergli il muso per un intero pomeriggio quando una volta, soprappensiero, le aveva fatto notare che comprare le caldarroste non era proprio il massimo per una che doveva perdere qualche chilo. Ovviamente, neanche un secondo dopo, un’offesissima Yamanaka gli aveva svuotato l’intero cartoccio sulla testa, sotto lo sguardo esterrefatto del proprietario del carretto. Da allora, era sempre stato molto, molto cauto su quel genere di commenti.
- Cosa … cosa ci fai tu qui?! -
Shikamaru la fissò, senza capire. Eh?
- Ino, ma accidenti ti prende? Quale … qual è il problema? -
- Noi … noi abbiamo … Shikamaru, dimmi che noi non abbiamo …! - agitò le mani, gesticolando.
Incontrò lo sguardo incredulo di Ino, che lo guardava come sul punto di scoppiare in lacrime. - Senti … - tentò lui, tirandosi leggermente a sedere.
- Merda! Merda! Merda! Non doveva … ! - fece lei, prendendosi la testa tra le mani. Sembrava sconvolta. Shikamaru l’afferrò con decisione per le spalle, costringendola a fissarlo. - Ino, per la miseria, vuoi farmi parlare?! Non è successo niente! Proprio un bel niente! Eri completamente sbronza e mi sei crollata addosso! Non è successo niente! - esclamò il ragazzo alzando la voce.
Ino lo fissò ammutolita per qualche secondo, per poi finalmente lasciar crollare le spalle, calmandosi.
- Oh … - fece, portandosi una mano al cuore e scoppiando a ridere - Dio, che sollievo Shika … -
- Già, un vero sollievo - ribatté lui, acido, aggiustandosi alla meglio la cravatta e rimettendosi in piedi.
Ino lo seguì con lo sguardo, sgranando gli occhi stupita.
- … cosa … che ho detto? -
- Devo andare al lavoro. Ci sentiamo -
- Ehi, cosa c’è? Hai cambiato umore tutto d’un tratto! -
- Beh, è una tua esclusiva? -
- Io … io sono solo sollevata che noi non abbiamo …! -
- Ti farebbe tanto schifo, Ino?! - proruppe lui, spalancando le braccia - Anche … anche solo pensare di stare con me? -
Ino lo fissò per qualche secondo sbattendo le palpebre. Poi si aprì in uno di quei sorrisi che le uscivano di rado, come intenerita.
Shikamaru la fissò con la coda dell’occhio, e non poté fare a meno di deglutire a vuoto, vedendo che gli si avvicinava, scalza e scarmigliata.
- Scemo - rise lei, dandogli un leggero colpetto a una spalla, divertita, per poi gettargli le braccia al collo e stringerlo forte - Scemo di un Nara - ripeté, continuando a ridere. - Che … che significa? - si arrischiò a chiedere lui, esitante.
- Che tu sei il mio migliore amico, Shika, ecco cosa vuol dire - rispose Ino, sciogliendo l’abbraccio e riappoggiando i palmi dei piedi a terra - E per un attimo ho avuto paura di aver rovinato di nuovo tutto quanto -
- Tutto … quanto … di nuovo? - ripeté lui, faticando a capirci qualcosa.
- Sakura aveva ragione, accidenti a lei. Non sono mai riuscita ad avere amici maschi. Mai. Il sesso ci si metteva sempre di mezzo e rovinava tutto. Il sesso rovina tutto. E adesso, quando mi sono svegliata, ho creduto di averti perso come amico, e il solo pensiero mi ha fatto andare fuori di testa. Oh Shika, promettimi che non accadrà mai … - sussurrò - Promettimi che noi due saremo sempre amici - Shikamaru la fissò, la gola fattasi improvvisamente secca. Come se le sue braccia non rispondessero più ai comandi, la strinse nuovamente a sé, e Ino si lasciò abbracciare. Le accarezzò la testa, dolcemente, premendo le labbra sui suoi capelli biondissimi. La sentì che rideva e qualcosa gli si rimescolò all’altezza dello stomaco.
- Promesso, Ino. Saremo sempre amici. Su, però adesso vai a sistemarti che ti porto in centro -
- Ma come, non dovevi mica andare a lavorare? - rise lei.
- Uhm, Sasuke se la caverà anche da solo … -
Ino sorrise, alzandosi sulla punta dei piedi per schioccargli un bacio e correre poi a prepararsi. Shikamaru la guardò sparire, portandosi d’impulso una mano alla guancia, nel punto in cui le labbra di lei l’avevano sfiorata. Sospirò, spossato, ficcandosi entrambe le mani in tasca e lasciandosi ricadere all’indietro sul divano. Ah, che razza di seccante casino. Perché un conto era farla, una promessa.
Mantenerla però, quello era tutto un altro paio di maniche.


- Vuoi spiegarmi che accidenti ti è preso, sì o no? -
Alzò lo sguardo, trasalendo, e si ritrovò a fissare gli occhi verdi e fiammeggianti della sua quasi dolce metà.
- Ah, ma allora dillo che la tua è una persecuzione! - esclamò lui, seccato, e fece rapidamente dietro front per uscire dall’ascensore. Sakura però fu più rapida, si frappose fra lui e le porte metalliche e fece scorrere le dita su tutta la fila di pulsanti. Il ragazzo osservò impotente le porte che si richiudevano davanti a loro, precludendogli ogni via di fuga. - È una questione di principio. Pretendo le tue scuse! -
- Le mie scuse? -
- Ma certo, e non me ne vado se non …! - Uno scossone violento le strappò le ultime parole di bocca, mentre uno sfarfallio per niente promettente delle luci annunciava loro che l’ascensore si era appena bloccato. - Guarda … guarda cosa hai combinato! Merda! Ne combini una dietro l’altra, Haruno! -
- Che cosa?! Non è certo colpa mia! E comunque, se tu non ti fossi comportato in quel modo stamattina, io non sarei nemmeno qui! Ma no! Tu devi fare lo stronzo in ogni situazione, vero? Altrimenti non sei soddisfatto! -
- Ma cosa cazzo pretendi da me? Prima che voi due arrivaste, andava tutto bene. Ma da quando ho cominciato ad avervi tra i piedi …! -
- Punto primo, non siamo state noi a venirti tra i piedi, ma tu a chiedercelo! Di che cosa vuoi incolparci stavolta? Qual è il tuo dannatissimo problema?! Si può sapere? Vuoi che ce ne andiamo? Beh, diccelo e basta! -
- Io non ho nessun problema, Haruno! Il nostro è un normalissimo contratto. Siete voi che … che siete assurde, che … quando vi guardo, immancabilmente dannazione!, mi ricordate ogni sacrosanta volta che … -
- Che cosa?! -
- Ah, lascia perdere! -
- Insomma, non si può mai avere una conversazione normale con te, mi dici come faccio io a … -
- Sto cercando di dire che ogni volta voi mi sbattete in faccia il fatto che … -
- Che?! -
- Che io sono solo! - esclamò lui di scatto, esasperato. Lasciò crollare le spalle, il respiro accelerato e i lineamenti contratti che andavano distendendosi, increduli, come se lui stesso non potesse credere di averlo appena detto davvero. Sakura, che aveva già la bocca aperta per replicare, ammutolì. Senza incrociare lo sguardo di lei, il ragazzo indietreggiò fino a trovarsi con la parete metallica contro la schiena. Cadde seduto, prendendosi il capo tra le mani, come se quella consapevolezza improvvisa lo avesse steso, come un pugno dritto nello stomaco, portandogli via l’aria dai polmoni e lasciandolo tramortito.
- Quando vi guardo … quando vi guardo, tu e Chiyo … io … -
Sakura si piegò lentamente sulle ginocchia, tenendo lo sguardo fisso su di lui. Le sue dita si strinsero con gentile fermezza tra quelle di Sasuke, scosse da sottili spasmi, costringendolo a scostare le mani dal viso. Lui fece qualche resistenza, ma infine si arrese, lasciando che lei lo guardasse in volto. Sakura trattenne il respiro, sgranando gli occhi. Era la prima volta, la prima volta che lo vedeva piangere. Si era quasi convinta che uno come lui non ne sarebbe stato nemmeno capace, eppure … eppure adesso era lui, era lo stesso Sasuke Uchiha dal sorrisetto irriverente e dai modi perennemente menefreghisti che adesso teneva lo sguardo basso, ma non le nascondeva le lacrime. - Quanta fatica per tirarti fuori le cose, eh, Sasuke? Lo dico io che sei un disastro quando si tratta di quello che senti dentro - sussurrò, appoggiando la fronte alla sua, bollente, e socchiudendo piano gli occhi, le labbra appena arricciate in un sorriso dolce - Ma non è vero, no che non lo sei … non sei solo, ci siamo noi adesso, Sas’ketu hai noi, adesso - Sasuke alzò lo sguardo da terra, riluttante a incontrare il suo.
- Come no … ma se non vedi l’ora di andartene … -
- Se … se tu non mi facessi arrabbiare così tanto, accidenti a te, io parlerei meno a sproposito! -
- E questo - fece lui, esitando, una nota d’incertezza nella voce - questo cosa vorrebbe dire, Haruno? -
La ragazza lo fissò per qualche attimo, come in cerca di una risposta.
- Vuol dire che … - cominciò lei, fissando un punto imprecisato sulla parete, una sottile ruga a corrucciarle la fronte - … che d’ora in poi proveremo ad assomigliare un po’ di più a una vera famiglia, ecco, proveremo a sostenerci a vicenda, e non soltanto a sopportarci l’un l’altro come facciamo ora. Io e te, soprattutto -
- Mh. E la condizione 'nessun coinvolgimento, no, per l’amor del cielo' del nostro contratto? -
- Senti un po’, ma mi hai sentita? Non ho mica detto che mi sono innamorata follemente di te! -
Sasuke alzò finalmente lo sguardo su di lei, l’ombra del suo sorrisetto che s’increspava agli angoli delle labbra.
- Sicura, Haruno? - Sakura scoppiò a ridere, dandogli un pizzicotto scherzoso sul braccio.
- So badare a me stessa, caro il mio Uchiha, non devi preoccuparti … -
Poi però gli lanciò un’occhiata furba, sporgendosi in avanti verso di lui. Sasuke fissò stranito le sue labbra rosee e sorridenti che si facevano sempre più vicine e il suo cuore prese a pompare decisamente più veloce del normale, mentre un colorito rossiccio gli fluiva sulle guance, risaltando in modo alquanto imbarazzante sulla carnagione pallida. Ma le labbra di Sakura non arrivarono mai a far presa sulle sue. Fu invece la punta del suo naso a sfiorare quella di lui, in un gesto buffo e tenero allo stesso tempo. Sasuke sgranò gli occhi, stupefatto, osservando quelli verdi di lei, incredibilmente vicini.
Quel gesto. Quante, quante volte glielo aveva visto fare, con Chiyo? Ma era una cosa loro, soltanto loro. E quindi perché? Sakura si ritrasse lentamente, senza smettere di sorridere. Sasuke sentì qualcosa di caldo sciogliersi all’altezza del diaframma, permettendogli di tornare a respirare normalmente. Poteva voler dire solamente una cosa.
- Sas’ke ma guardati, sei tutto rosso! Che amore! -
- Ah, levati di dosso, quanto sei noiosa …! -

- Bene. Ehm. Dunque … ora … qual è il piano? -
- Aspettiamo. Prima o poi ci tireranno fuori da qui -
- Oh, grandioso. Ci sarebbe un piccolo problema, però -
- Mh. Sarebbe? -
- Chiyo esce da scuola tra mezz’ora, e io dovrei essere a prenderla -
- Beh, chiama Mrs. Nanny e chiedile di andarla a prendere al posto tuo … -
- Non essere idiota, Sasuke, non posso mandare la tua povera governante in giro per la città! -
- D’accordo. Allora chiamo Shikamaru che … -
- Che si è imboscato chissà dove - concluse Sakura, pragmatica.
- Oh, dannazione, non puoi chiedere a quella matta della tua amica? - fece lui, esasperato.
- Okay, mi correggo. Che si sono imboscati chissà dove -
Sasuke diede un sospiro affranto, premendosi una mano sulle tempie.
- D’accordo, d’accordo … ehm, vediamo … tu non avevi mica una cugina? -
- Oh, ma Hinata non può, è ancora troppo sconvolta all’idea di uscire con Naruto! -
- E chi diavolo sarebbe questo Nar… insomma! Chiama una baby-sitter e facciamola finita! -
- Ma sei impazzito?! Non posso certo affidare mia figlia alla prima che passa! No, è fuori questione -
Sasuke si voltò a guardarla, entrambe le sopracciglia inarcate in modo assai eloquente. Sakura fece lo stesso.
- Haruno, sei l’essere più nevrotico che io abbia mai conosciuto -
- Grazie -
- Figurati -
- … -
- Tu il più insopportabile -
- Grazie anche a te -
- Di niente -
La testa di lei ciondolò andando ad appoggiarsi sulla spalla di lui, che sbuffò, ma non si ritrasse.
- Che maritino coccoloso sei diventato - rise Sakura, dandogli un leggero buffetto.
- E piantala! -
- Okay. Ma come risolviamo la faccenda? - I due si scambiarono un’occhiata.
Sasuke sospirò, recuperando il cellulare dalla tasca dei jeans.
Insomma, a mali estremi …


- Pronto? -
- Ehi. Senti, ho bisogno di un favore -
- -
- -
- Uchiha? -
- Proprio io, Hyuuga -


Angolino di Sisya
Bene, questo capitolo sprizza ooc da tutti i pori, evviva XD Vi prego però di cercare di capirmi, se lasciassi Sasuke bastardo e insensibile così com’è credo che finirei per prenderlo per il collo e strangolarlo (quanto mi fa disperare questo ragazzo, non avete idea ò.ò) perciò ogni tanto mi tocca addolcirlo un po’ o qui non si va davvero da nessuna parte. Embè, la licenza poetica, è mia e me la prendo *O* (XD) Perdonate il ritardo, ma questo non è proprio un bel periodo, ve lo assicuro. Vi chiedo solo di portare pazienza, e di non mandarmi troppo a quel paese se non aggiorno. Sono troppo legata a questa fic per abbandonarla, e sapere che è tanto apprezzata mi riempie di gioia. Grazie di cuore a tutti quanti, vi adoro. Al prossimo capitolo, spero!


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Capitolo 14
*** Damerini, maestrine e terzi incomodi invadenti ***


14. Damerini, maestrine e terzi incomodi invadenti: è tutto sotto controllo! . . . forse


Hinata procedeva spedita lungo la strada affollata, rasentando il muro; le braccia strette attorno al corpo a chiudere il maglione pesante e un paraorecchi bianco e piumoso che creava un bel contrasto coi lunghi capelli scuri. Teneva lo sguardo incollato ai piedi, facendo del suo meglio per evitare di essere spintonata qua e là dalla fiumana di passanti. Si fermò davanti al semaforo, tirando un sospiro di sollievo e approfittandone per riprendere fiato. Se c’era una cosa che proprio detestava, era dover camminare in una gran folla come quella. La gente sgomitava e cercava di passarle davanti, e lei ovviamente finiva sempre per andare in confusione e sentirsi spaesata come non mai. Prese un altro respiro, rassegnandosi a dover riprendere la sua marcia allo scoccare del verde, quando una voce familiare la costrinse a voltarsi verso il lato opposto del marciapiede, dove un biondino munito di giubbotto e berretto di lana, e con due occhi luccicanti per il freddo, sventolava un braccio nella sua direzione. Lo seguì con lo sguardo stupefatta, mentre lui le correva incontro.
- Hinata! Sei tu? Ehi, Hinata! Che sorpresa! Come mai da queste parti? - domandò.
- Naruto-kun! Io … io … beh, stavo andando … stavo andando … ecco, stavo andando -
- Beh, da qualche parte, suppongo - finì lui per lei aprendosi in un sorriso allegro.
- Sì, esatto. Stavo proprio andando … da qualche parte - fece Hinata arrossendo un po’.
- Grandioso. Perché sai, per pura coincidenza, anche io stavo proprio andando da qualche parte. Perciò, ecco qua, che ne dici, perché non ci andiamo insieme, da qualche parte? - concluse Naruto con una risata sbarazzina - In fondo, mi sembra di doverti ancora un appuntamento, no? -
- S-Sì. Hai ragione. Scusami, mi era passato di mente, c-con tutta quell’assurda storia di d-dover portare il m-mio ragazzo a cena dai miei, e quindi … - mormorò lei soprappensiero, scrollando la testa. - Oh - fece lui, interrompendola. Hinata si bloccò, fissandolo in viso. Naruto fece un sorrisetto tirato, grattandosi la testa e distogliendo gli occhi dai suoi - Io non sapevo che … che tu avessi … ma certo, che scemo a non averci pensato, capisco. Scusami Hinata, mi sa che ti ho dato solo fastidi, eh? - continuò, ridacchiando nervosamente - Dimenticati tutto, davvero, non volevo crearti problemi - Hinata lo fissò per qualche secondo, le iridi chiarissime sgranate su di lui.
- Dimenticarmi …? - ripeté, confusa.
- Di … intendo, di uscire insieme, adesso … tutto quanto, ecco -
- Ma io voglio uscire con te, Naruto-kun! - esclamò lei in tutta fretta, arrossendo subito dopo.
- E scusa, il tuo ragazzo non dice niente? - domandò lui, accigliandosi.
- Io non … n-non ho proprio nessun ragazzo -
- Ma come, hai detto … hai appena detto che dovrai portarlo a cena dai tuoi -
Hinata annuì più volte, deglutendo a malapena - Infatti è così -
- Ehm … Hinata, non riesco a seguirti … - ridacchiò il biondino. La moretta abbassò lo sguardo con un sospiro, torturandosi un lembo del maglione tra le dita nervose. Naruto attese qualche secondo, poi però vedendola in palese difficoltà, decise di intervenire. - Senti, facciamo così. A pochi isolati da qui c’è una caffetteria davvero fantastica. Andiamo a prenderci qualcosa, d’accordo? Ci sediamo, tu prendi un bel respiro profondo e mi spieghi tutto … -
Hinata lo fissò un po’ incerta, ma vedere il sorrisone spontaneo comparso sul volto di lui la fece sorridere di rimando, e la tensione accumulata all’altezza del diaframma si attenuò un poco, mentre lei riprendeva fiato e il colore tornava prepotentemente ad affluirle alle guance.
- Una cioccolata calda magari, ti va? - domandò lui soffiandosi sulle dita intirizzite dal freddo.
- Mi va - rispose lei annuendo - Assolutamente, mi va -
- Allora è deciso - esclamò Naruto mostrandole un altro sorrisone - Dammi la mano -
- … c-come? - balbettò Hinata, sbattendo le palpebre e domandandosi se avesse capito bene.
- La mano - ripeté lui, allungando il braccio e prendendo con gentilezza nella sua la piccola mano guantata della ragazza - Sei così magrolina che verresti sicuramente trascinata via e io finirei per perderti nella folla … - spiegò con una risata che la fece arrossire fino alla punta dei capelli - e questo, Hinata … - aggiunse poi, ammiccando - Non posso assolutamente permettermelo -


Neji scese dalla macchina e si guardò intorno assumendo un cipiglio contrariato.
Come aveva fatto a cacciarsi in quel casino, lui che non centrava assolutamente niente?
Dopotutto, un conto era se Sasuke decideva di divertirsi a giocare alla famigliola felice per i fatti suoi, un altro se finiva per coinvolgere anche lui in quella stupida buffonata. - Uchiha, giuro che questa me la paghi … - borbottò lisciandosi la giacca immacolata con un gesto stizzito. Quel quartiere, poi, non era il massimo per uno come lui. No, non era esattamente il genere di posto in cui avrebbe volentieri fatto quattro passi. Quella sottospecie di ghetto o come diavolo poteva chiamarlo. Si diresse rapidamente attraverso il cortile interno dell’edificio, mentre alcuni ragazzini che stavano giocando si fermarono a guardarlo, additando lui e la sua Cadillac senza un briciolo di rispetto. Li ignorò, passando oltre.
Attraversato il corridoio del primo piano, raggiunse finalmente la classe che Sasuke gli aveva indicato.
- Chiedo scusa, stavo cercando … - cominciò, sporgendosi dalla porta aperta per sbirciare dentro.
Ma si bloccò subito, irrigidendosi, sorpreso suo malgrado. Una ragazza in jeans e maglietta gli venne incontro sorridente, due codini attorcigliati ai lati della testa e la mano destra tesa verso di lui per presentarsi, la sinistra stretta a quella di un bambino piagnucoloso. - Ehi. Salve. Non l'ho mai vista da queste parti. Posso esserle d’aiuto? - Neji prese la mano affusolata nella sua, e fu stupito dalla stretta energica della ragazza all’apparenza così minuta. Si costrinse a richiudere la bocca, riassumendo la sua solita aria di sufficienza.
- Sono TenTen, la maestra della sezione B. E scusi, lei ...? -
- Neji Hyuga. Un amico di Sasuke Uchiha, sono venuto a prendere la … ehm, Chiyo -
- Ah. Sì, è vero! Sakura mi ha avvisata - rispose la ragazza annuendo.
Una bimba dai grandi occhi scuri si fermò accanto a lui, inchinandosi e poi salutando educatamente TenTen.
- Ah. Sei tu. Okay. Andiamo, ti riporto a casa da tuo … ehm, padre - borbottò lui, imbarazzato.
- Bene. Allora arrivederci, signor Hyuuga. Ciao, Chiyo! - esclamò TenTen con tono vivace.
Aveva due grandi occhi color nocciola e un bel sorriso, registrò Neji meccanicamente.
Si ritrovò inaspettatamente a seguirla con lo sguardo mentre si allontanava, tenendo gli occhi anche più bassi di quanto non sarebbe stato opportuno per un gentiluomo. Quando la maestrina scomparve dal suo campo visivo, tornò a concentrarsi sulla piccoletta che aveva di fianco, accorgendosi solo allora che la bambina lo stava squadrando a braccia conserte, la fronte aggrottata e la faccia di una che la sapeva lunga.
- Stavi guardando il sedere alla signorina TenTen? -
- C-c … cosa dici. Non stavo affatto … io non! Su, andiamo! -
Riattraversarono di gran carriera il corridoio e il cortile, con Neji che si sentiva arrostire le guance.
- Però la signorina ti piace, vero? - fece Chiyo accomodandosi sul sedile posteriore della Cadillac con un sorrisetto furbo. Neji alzò gli occhi allo specchietto, incrociando lo sguardo della bambina.
- Che idiozia … - borbottò, mettendo in moto.
- Uff. Anche tu uguale a papà. Come siete noiosi -
- In che senso? -
- A lui piace la mamma. Gli piace tanto tanto! -
- Mh. Molto toccante - borbottò lui sbuffando.
- Lui non vuole dirlo. Si vergogna. Ma io tanto lo so -
- … lo sai? - ripeté Neji, inarcando un sopracciglio.
Due fossette le spuntarono ai lati del viso, mentre sorrideva.
- Sì. Lo so -


- Grazie, Neji. Sei stato gentilissimo a passare a prendere Chiyo al posto mio -
La giovane si abbassò sulle ginocchia per abbracciare la figlia, che si appese al suo collo ridendo.
- Tsk. Guarda che mi doveva un favore, non ha mica fatto niente di chissà che … - borbottò Sasuke sopraggiungendo alle sue spalle. Sakura si rimise in piedi, reggendo Chiyo con un braccio e dando un leggero spintone a Sasuke, che le restituì un’occhiataccia. - Figurati. Anzi, posso chiederti un favore personale? - domandò Neji, esitante. Sakura lo fissò, sorpresa. Sasuke inarcò un sopracciglio. Lo Hyuga notò che il suo braccio destro era andato ad abbracciare la vita della ragazza, non troppo stretta, ma con un gesto vagamente protettivo.
- Certo. Cosa posso fare per te? - domandò lei, sorridendo.
- Andrebbe bene se andassi anche lunedì prossimo a prendere Chiyo a scuola? Sarebbe un problema, per te?
Sakura e Sasuke sgranarono contemporaneamente gli occhi, fissandolo come se fosse impazzito.
- Oh. Certo che no, ma … Neji, sei sicuro? Voglio dire, non ce n’è bisogno che tu … -
- No, mamma, lui insiste - si intromise la bimba, voltandosi verso lo Hyuga con un sorrisetto furbo - Vero? -
Neji inclinò la testa da un lato, ripensando a due grandi occhi nocciola che gli sorridevano.
- Assolutamente. Insisto -


- Papà? -
Sasuke si voltò senza nemmeno pensarci, e la bimba si aprì in un sorrisone raggiante.
Lui e Sakura si scambiarono un’occhiata, distogliendo poi contemporaneamente lo sguardo.
- Aehm … Che c’è? -
- Puoi venire a prendermi a scuola lunedì prossimo? -
- Ma come, tesoro, hai appena chiesto a Neji di fare lo stesso - intervenne Sakura.
- Lo so! - esclamò lei saltellando sul posto euforica - Ma se non ci sono io, potrà anche restare! -
- Mmh. Non so tu Sas’ke, ma io ho come l’impressione di essermi persa qualcosa … -
- Che stai architettando, pulce, si può sapere? - fece Sasuke sbuffando. Sakura scoppiò a ridere, aggiustandosi il cerchietto argentato.
- Voglio vederci chiaro in questa storia, e c’è un solo modo per farlo! Dichiaro ufficialmente aperta la nostra riunione di famiglia. Andiamo a prendere pantofole e gelato - esclamò, incamminandosi con Chiyo verso la cucina - … beh, non vieni? - aggiunse poi, girandosi a guardare Sasuke.
Il ragazzo aggrottò la fronte.
- Io? -
- No, il signor Hisashi che sta russando nella stanza degli ospiti -
- … -
- Certo che intendo te! Su, muoviti, o guarda che il gelato ce lo pappiamo tutto noi -
Sasuke alzò gli occhi al cielo, cacciò le mani in tasca e le raggiunse con un’occhiata divertita.
- Voi due siete tutte matte … - borbottò grattandosi una guancia imbarazzato.
- Mmh. Sì, temo tu abbia ragione. È proprio per questo che ti stai perdutamente innamorando di noi … - fece Sakura inclinando la testa verso di lui e sbattendo le ciglia con una risata. Lui fece una smorfia, ruotando gli occhi esasperato.
- Ah, ah, certo, ti piacerebbe, Haruno … -


- Naruto-kun, ehm, ecco, io … -
La moretta nascose le guance in fiamme dietro la tazza di cioccolata, bevendone un lungo sorso.
- Dimmi tutto, Hinata-chan - replicò lui addentando la sua pasta di mandorle.
- … n-non devi chiamarmi così … non c’è bisogno … -
- E allora smettila anche tu di chiamarmi Naruto-kun -
- Va bene, Naruto-kun - rispose lei senza pensarci.
Il biondino inarcò un sopracciglio, e Hinata si portò le mani alla bocca arrossendo.
- Scusami. Non lo faccio apposta -
Naruto rise divertito.
- Comunque, di cosa stavi …? -
- Ehi. Posso servirti qualcos’altro, dolcezza? -
Il ragazzo che serviva ai tavoli si frappose inaspettatamente tra loro, il blocchetto e la penna pronti a prender nota. I capelli castani gli ricaddero spettinati sulla fronte mentre strizzava l’occhio a Hinata con un sorriso contagioso dai canini leggermente accentuati. Lei e Naruto si volsero a fissarlo sorpresi.
- Scusa tanto, ehm … - fece il biondino aggrottando la fronte seccato.
- Sono Kiba. Kiba Inuzuka - si presentò quello sorridendole - Questo qui sarebbe il tuo ragazzo? -
- Non mi pare siano affari tuoi - ribatté prontamente Naruto, fissandolo storto - Dov’è il cameriere di prima? -
Hinata li fissò battendo le palpebre, arrossendo suo malgrado di fronte all’espressione maliziosa di Kiba. - Gli ho chiesto di passarmi il vostro tavolo. La tua ragazza mi è sembrata talmente carina che ho pensato valesse la pena di fare almeno un tentativo - spiegò facendo spallucce, per nulla imbarazzato. - Beh, adesso levati di torno - tagliò corto Naruto ringhiando.
- Se non ti dispiace, preferirei sentirmelo dire da lei -
- Senti un po’ - scattò il biondino - Ma chi cavolo ti credi di essere per … !? -
- Levati di torno, allora -
Naruto si bloccò, sorpreso, e lo stesso fece Kiba.
Si volsero contemporaneamente a fissare Hinata, ancora un po’ rossa in viso ma determinata.
Il biondino sgranò gli occhi azzurri, la bocca semiaperta. Kiba invece fece spallucce, divertito.
- Beh, dolcezza, ci ho provato. Casomai cambiassi idea, fammi un fischio -
- Grazie. Lo terrò presente - rispose Hinata ridendo.
Quando si volse di nuovo verso di lui, Naruto la stava ancora fissando incredulo.
- Ehm. Io volevo s-solo che se ne andasse - balbettò imbarazzata distogliendo lo sguardo dal suo - ecco, pensavo di doverlo dire, Naruto tu stavi … -
- Come? - fece lui stupito.
- Insomma, cioè, pensavo c-che almeno così se ne sarebbe and… - ripeté lei scuotendo la testa.
- No, no, intendo … mi hai appena chiamato Naruto - le fece notare il biondino sorridendo.
- Oh - mormorò Hinata - … sì, è vero … Naruto - aggiunse aprendosi in un sorriso dolce.
Il biondino avvolse le mani intorno alla sua tazza di cioccolata fumante, lo sguardo che luccicava.
Il suo nome non gli era mai sembrato tanto bello.


Sasuke riuscì a districarsi con qualche difficoltà dal groviglio di coperte in cui si era ritrovato avvolto. Doveva essersi appisolato senza nemmeno accorgersene. Sul tappeto del soggiorno erano ammucchiate almeno altre tre o quattro coperte di lana, e due vaschette di gelato alla panna completamente svuotate. Si girò su un fianco, passandosi una mano sugli occhi gonfi, e solo allora si accorse di Sakura e Chiyo. Le due erano ancora addormentate; Sakura stava distesa accanto a lui, un paio di buffi ciuffi rosa scivolati sugli occhi chiusi. La sua mano destra, vide Sasuke, si era stretta inconsapevolmente a stringere la stoffa del suo maglione, come per attirarlo più vicino a sé. Chiyo si era raggomitolata tra di loro, le braccia strette a circondare la vita della madre. Sciolse delicatamente la presa delle dita di lei, facendo attenzione a non svegliare nessuna delle due. Almeno quando dormivano, si disse ridacchiando, erano innocue. Rimase a fissarle per qualche altro secondo di troppo, mordendosi il labbro inferiore che, per quanto si sforzasse, non voleva saperne di stare abbassato. Odiava doverlo ammettere, ma … Sakura aveva ragione.
Si stava perdutamente innamorando di loro.


Angolino di Sisya
Bene, ecco qui un capitolo appena sfornato di fresco ^O^
In teoria dovrei essere a studiare greco, ma tecnicamente … beh, eccomi qua, accidenti a me XD
Ah, più Sasuke si innamora di Sakura e Chiyo più io mi innamoro di loro tre insieme, non c’è niente da fare <33
E finalmente sono riuscita a tirare in mezzo anche Neji e TenTen, sono contenta
!! ^O^ L’apparizione di Kiba non era assolutamente prevista, ma alla fine è stato trascinato dentro anche lui, poveretto. Ormai non escludo più niente … anzi, mi è venuta una mezza idea di coinvolgere un pochettino Gaara e Matsuri. E la cosa mi spaventa, non li so mica gestire tutti questi personaggi insieme O.O Ho come il vago sospetto che presto o tardi la mia testa esploderà XD

Hachi92: sei carinissima a recensirmi sempre, mi fa tanto piacere davvero ^O^ Sono contenta che la storia ti crei dipendenza, fa lo stesso effetto anche su di me, ma più che altro perché mi fa disperare XD Hai ragione, il cuore di Sasuke comincia a palpitare eccome, e finalmente, era anche ora XD Ino e Shikamaru sono un po’ un punto interrogativo, ma prima o poi si sveglieranno anche loro. Grazie infinite, spero che questo capitolo non ti abbia deluso! Un bacio!
Lely1441: ma ciao gemu X33 Anche tu qui? Cavolo, ci hai azzeccato, dovevano entrare in scena proprio Hinata e Naruto *O* Brava la mia gemu veggente XD Sono commossa, tu vieni a recensirmi anche la SasuSaku e io invece devo ancora recensire un sacco di tue fic … sono una gemy degenere, chiedo perdono, prometto che arriverò ç.ç Abbi un po’ di fiducia. Ma adesso basta, devo concentrarmi sulla nostra LingFan, e speriamo bene XD *corre incontro alla gemu e le si butta addosso spupazzandosela tutta*
*
la gemu cerca di scappare ma ormai è troppo tardi*
Muahmuahmuah *O* Ti adoro <33

eleanor89: non so cosa dire, davvero, so solo che quando ho aperto la pagina mi è preso un colpo XD No, scherzi a parte, non ho parole per ringraziarti, la tua recensione … come posso dire? Mi ha fatto ridere e piangere insieme, sembravo una cretina che si commuoveva davanti al pc XD Perciò, grazie, grazie, grazie, di tutto cuore *O* Recensioni come la tua mi tirano su il morale da sotto le scarpe. Ho cercato di mantenere tutti i personaggi e il loro carattere originario il più possibile (o almeno così come li vedo io), ma dovendoli adattarli alla trama qualche cambiamento era necessario. Sasuke, per esempio, l’ho reso un gran bastardo nei primi capitoli, ma adesso (e per fortuna) si sta addolcendo ^O^ Sakura invece l’avevo immaginata fin da subito come una ragazza indipendente e matura (un po’ matta forse, ma ci stava XD) prendendo come riferimento la Sakura forte e determinata che emerge col tempo nel manga.
Prendendo un Sasuke un po’ meno egoista e ossessionato, e una Sakura un po’ meno piagnucolosa, beh a mio parere insieme sono semplicemente esplosivi XD Passando a Chiyo, tendo a renderla fin troppo coccolosa, forse a volte esagero anche, ma non posso farci nulla, adoro questa bambina <33
Tutte le altre coppie secondarie (a proposito, ma allora abbiamo proprio gli stessi pair preferiti, bene XD) si evolveranno col tempo, anche se dare spazio a tutte quante sta diventando complicato … E il padre di Chiyo, vuoi sapere? Mah … chi lo sa? Magari comparirà, magari no …
eeeh, chi può dirlo? ^O^ *schiva una ciabatta* Veramente devo ancora pensarci, perché (per rispondere all’altra domanda) i capitoli li scrivo volta per volta, anche se il filo conduttore della trama c’è e qualche episodio è già scritto, ma va tutto rattoppato insieme, cosa che richiede mooolto tempo. In conclusione, beh, ti ringrazio. Ma ti ringrazio davvero tanto, non lo dico per cortesia. Grazie per avermi fatta sorridere come un’idiota per ore dopo aver letto la recensione, grazie. Un abbraccio forte <33 Anzi, doppiamente forte, perché tu adori il RoyAi e il SasuSaku, e io adoro te <33 E un bacio anche a tutte le altre anime generose che hanno commentato e/o letto ^O^



 This thing called love I just can't handle it
This thing called love I must get round to it
I ain't ready
Crazy little thing called love
This thing called love
It cries
In a cradle all night
It swings
It jives
It shakes all over like a jelly fish
I kinda like it
Crazy little thing called love

There goes my baby
She knows how to rock'n'roll
She drives my crazy
She gives me hot and cold fever
Then she leaves me in a cool cool sweat


Currently playing on: Crazy Little Thing Called love <33

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Capitolo 15
*** Omake ~ Un compleanno da (non) ricordare ***


15. Omake. Un compleanno da (non) ricordare


Sbatté le palpebre un paio di volte, storcendo la bocca in una smorfia nell'avvertire il sole caldo premergli sul viso, e si ricacciò subito il lenzuolo sopra la testa voltandosi dall'altra parte; dovette passare qualche altro minuto prima che Sasuke finalmente si decidesse a sbirciare timidamente intorno a sé, sporgendo il naso fuori dal tepore familiare delle coperte. Con un certo sconcerto, riuscì a mettere a fuoco suo fratello, che lo stava fissando a braccia incrociate con un'espressione che aveva tutta l'aria di prenderlo in giro.
Sasuke balzò a sedere sul letto, ogni traccia di sonnolenza svanita.
- Onii-san! Lo sai che giorno è oggi, lo sai, vero, onii-san? - esclamò tutto eccitato.
- Mmmh, no, perchè, che giorno è, scoiattolino? -
- Onii-san! - trillò Sasuke - È lunedì! -
- Ah … Vengono a portare la posta? -
Itachi si aprì in una mezza smorfia divertita notando Sasuke che si imbronciava e lo guardava storto.
- Dai, scendi, mamma ha fatto la torta. E scommetto che quei pacchetti sparsi per casa sono per qualcuno che so io -
Il visetto di Sasuke si illuminò di gioia, e il bambino si appese di slancio alla schiena del fratello maggiore, ridendo.
- Buon compleanno, - fece Itachi dandogli un buffetto scherzoso sulla fronte. Mentre scendeva le scale abbarbicato al suo collo, Sasuke poteva già sentire le voci di sua madre e suo padre in cucina, e l'odore della crostata che gli arrivava a zaffate nelle narici. Uno strano groviglio di emozioni gli premeva sulla pancia. Era insonnolito, e forse ancora un po' offeso con Itachi, ma era soprattutto felice.
Oh, tanto felice.

~

- Stai uscendo? - domandò in un sussurro, avvicinandosi in punta di piedi. Sasuke si irrigidì brevemente, per poi voltarsi a fissarla, un'espressione stranamente più tesa del solito. - Sì - rispose atono - Perchè, c'è qualche problema? - Sakura scrollò il capo, osservandolo comunque un po' incerta. - Rincaserò tardi. Ho degli affari da sbrigare. Inventa una scusa col signor Hisashi, digli che parlerò con lui domani -
- D'accordo, glielo dirò. Sicuro che vada tutto bene? -
- Perchè, cosa ti fa credere che non sia così? -
Sakura gli rivolse un'occhiata stringendosi nelle spalle - Sgattaiolare fuori casa di nascosto non è nel tuo stile -
- Non sto sgattaiolando da nessuna parte. Solo che è presto, e non volevo svegliare nessuno - replicò, piccato, allentando il nodo troppo stretto della cravatta con un sospiro - Ma a quanto pare, qualcuno si diverte a controllarmi. Cosa ti prende, ti sei calata un po' troppo nei panni della mogliettina frustrata? - Sakura ridacchiò, occhieggiando verso di lui in maniera piuttosto strana, come volesse alludere a qualcosa, ma stesse aspettando che fosse lui per primo a tirare in ballo la questione. Sasuke inarcò un sopracciglio, fissandola senza capire, vagamente irritato.
- Cos'hai adesso? Un tic nervoso? - borbottò, rassegnato ormai alle stramberie della sua non-troppo-dolce metà.
- Non c'è qualcosa che vorresti dirmi, caro Sas'ke? - fece lei rivolgendogli un'occhiata eloquente.
Eloquenza che lui non colse affatto, beninteso.
- Certo che c'è, cara Sakura - replicò, sfoderando un ghigno. Sakura si illuminò.
- Ti pregherei di evitare di fare uso di droghe di prima mattina. Mi sembra evidente che ti faccia male -
Le voltò le spalle senza aggiungere altro. Sakura lo guardò sparire a braccia conserte, imbronciata.
Non voleva dirglielo? Ebbene, non importava.
Lei avrebbe fatto a modo suo.


- Ehi! Shikamaru! Sono Sakura, la finta moglie del tuo amico spocchioso. Sasuke è già arrivato? -
Shikamaru ridacchiò, inclinando la testa da un lato per sostenere la cornetta del telefono tra la spalla e il collo.
- Ehilà, Sakura. Cosa posso fare per te? Ti trovo un avvocato divorzista? Ne conosco parecchi piuttosto bravi -
- Uhm, beh, non si sa mai, potrebbe anche farmi comodo - ridacchiò lei - Piuttosto, ti chiamo perchè oggi è il compleanno di Sasuke. Quello stupido non si è degnato neanche di farmelo sapere. Beh, insomma, siccome non ho idea di cosa regalargli, volevo chiederti un consiglio. Insomma, cosa dovrei regalare a uno che praticamente ha già tutto? Voi ricconi megalomani come fate di solito? No, fammi indovinare. Lingotti d'oro? Diamanti? O direttamente un'isola? Con il misero budget che mi ritrovo non sono messa troppo bene, temo … ah ah, ma intanto siamo già operativi sul fronte torta, almeno questo è … tesoro, puoi passarmi il latte? Grazie, attenta a non rompere le uova mi raccomando -
- Ehm, Sakura - tentò di interromperla Shikamaru, esitante - Sinceramente, non so se sia una buona idea, ecco, vedi … -
- Ops, scusa un attimo! Chiyo, stai rovesciando la farina, e -oddio, mi è sgusciato … il frullatoreee …! Oh, accidenti, Shikamaru, resta in linea -
- Sak...! - allontanò la cornetta dall'orecchio nel sentire il trambusto concitato dall'altro capo del filo, seguito da un urletto e un successivo scoppio di risa. Per un attimo si immaginò la scena. Madre e figlia all'opera nell'ampia e non più tanto immacolata cucina di villa Uchiha, e il disastro culinario che doveva essere in atto in quel momento. - Oooops, il telefono! S-Scusami Shikamaru, abbiamo un piccolo problema con l'impasto. Devo andare. Ma grazie comunque, ciao! -
- Ehi, aspetta, Sakura! Sakura? Ci sei ancora? - chiamò a vuoto, aggrottando la fronte. Sospirò, chiudendo la conversazione. In quell'esatto momento, quasi l'avesse fatto apposta, Sasuke entrò in ufficio, circondato da un'aurea talmente nera che non avrebbe potuto ottenere lo stesso effetto nemmeno se si fosse messo a girare con il cartello ''state alla larga'' appiccicato sulla fronte. Shikamaru abbandonò all'istante ogni proposito d'informare l'amico. Sperò vivamente che qualcun altro avesse abbastanza buon senso da mettere in guardia Sakura riguardo all'enorme pasticcio in cui si stava cacciando.


Ci avevano impiegato l'intera mattinata, ma ormai era praticamente fatta.
Erano uscite a comprare festoni e palloncini al minimarket più vicino, e avevano trascorso tutto il tempo a parlottare tra loro concitate mentre la cassiera le squadrava perplessa. Il risultato era stata una casa del tutto trasformata e semplicemente … magnifica. Un'esplosione di colori e vitalità come quella non si era mai vista prima a villa Uchiha, Sakura ne era più che convinta. E Chiyo sembrava persino più entusiasta di lei. Quando sua figlia aveva saputo che era il compleanno di Sasuke si era illuminata in uno di quei suoi sorrisoni speciali e si era messa subito a disegnare, tutta concentrata, mentre Sakura si occupava degli addobbi. Era stato divertente. Terribilmente divertente. Palloncini colorati che sbucavano da ogni parte, dal soffitto al pavimento. Decisamente nel loro stile. La torta in bella vista sul tavolo della cucina, e tanti sorrisetti complici che madre e figlia si scambiavano ogni volta che si incrociavano, come se stessero organizzando il colpo del secolo più che una festa a sorpresa.

- Signorina Sakura ma cosa … cosa state facendo? - domandò Mrs. Nanny dalla porta. Sakura scese dalla scaletta, un lato di un festone sgargiante ancora in mano e uno sbafo di farina di traverso sulla guancia. L'anziana governante si guardò intorno attonita, non credendo ai propri occhi. - Oh, Mrs. Nanny, è arrivata anche lei, fantastico! Stiamo organizzando una sorpresa per Sasuke. È il suo compleanno, lo sapeva? - spiegò Sakura sorridendo. L'espressione che comparve sul volto della donna fece vacillare il sorriso allegro e fiducioso della ragazza.
- C'è … c'è qualche problema? - balbettò la ragazza, confusa.
- Non potevi saperlo, cara, non potevi … -
Sakura non capiva, ma cominciò improvvisamente a sentirsi a disagio.
- Oh, se solo ripenso all'espressione del signorino Sasuke quando glielo dicemmo -
- Gli diceste … cosa? - Mrs Nanny la fissò per un interminabile istante, in cui Sakura trattenne inconsapevolmente il respiro.
- Dell'incidente. Me lo ricordo ancora come se fosse ieri. Era il suo compleanno, e lui, oh, era così felice, ma poi … non fu mai più come prima. Aveva solo otto anni. Da quel giorno, non ne abbiamo mai più parlato. Non ha mai più permesso che nessuno … - la signora si interruppe, esitante, lanciando un'occhiata ai festoni, e riabbassò dolorosamente lo sguardo. Sakura rimase semplicemente senza parole. Fu come se i polmoni le si fossero svuotati improvvisamente d'aria, e lei si fosse ritrovata ad annaspare. Quella morsa fredda e tremenda che avvertiva alla bocca dello stomaco doveva trattarsi di panico. E sconforto. E angoscia. E rimorso. E qualcos'altro che non sapeva definire. Si guardò intorno, mordendosi furiosamente un labbro, desolata. Doveva far sparire tutto, subito. Quegli stupidi festoni, la torta, tutto. Aveva soltanto una ventina scarsa di minuti per sistemare ogni cosa, prima che Sasuke tornasse e potesse rendersi conto anche lui di che patetica stupida era stata.

Stava quasi per concedersi di tirare un sospiro di sollievo, accasciandosi sul divano con le gambe tremanti. Oh, c'era mancato davvero, davvero poco. L'ultima cosa che avrebbe voluto fare, quel giorno, era riaprire certe ferite nel cuore di Sasuke con la sua goffa intromissione nel suo passato. Con la sensibilità e il tatto di un elefante che ballava il tip tap in una cristalleria. Non osava neppure immaginare cosa sarebbe potuto accadere se Sasuke fosse tornato a casa prima e … Sentì le gomme della porsche inchiodare bruscamente sul vialetto. Per fortuna, era riuscita a levare in tempo ogni cosa. Ogni palloncino, ogni addobbo, ne era sicura. Non aveva tralasciato nulla.
E a meno che Sasuke non si fosse messo a frugare alla cieca nella spazzatura, cosa di cui dubitava fortemente, lei avrebbe potuto archiviare quella giornata come la più colossale gaffe della sua vita e chiuderla lì per … Sakura si impietrì letteralmente sul posto nell'avvertire un leggero scalpiccio di piedi nudi giù per le scale. Merda. C'era una cosa di cui si era dimenticata.
Chiyo sbucò nell'ingresso tutta trafelata, piazzandosi dritta davanti alla porta di casa, il disegno stretto orgogliosamente nelle manine.
Sakura non fece neanche in tempo ad alzarsi che la serratura scattò nella porta, rivelando un Sasuke scuro in volto e palesemente teso e suscettibile.
- Tanti tanti tanti auguri di buon compleanno … papà! - esclamò la bimba con un sorrisone talmente sincero e raggiante che avrebbe sciolto chiunque, mentre gli tendeva con entrambe le manine il suo foglio colorato. Doveva trattarsi di una specie di panda con un cappello in testa, o qualcosa del genere. Sakura incrociò per un attimo lo sguardo interdetto di Sasuke e si sentì gelare. Fece per aprire la bocca, dire qualcosa, scusarsi forse, ma lui non le lasciò il tempo di fare nulla. Lasciò cadere la borsa sul tappeto, abbassando lo sguardo sulla bambina. Per un breve istante, i suoi lineamenti stanchi si contrassero in un'espressione di sorpresa, che gli fece inarcare le sopracciglia. Ma poi il suo viso si indurì, gli occhi si svuotarono di qualsiasi emozione, e rimasero fissi su Chiyo, come spenti. Fece due passi in avanti, strappandole il disegno dalle dita tremolanti e stracciandolo sotto il suo sguardo. Sakura, assistendo alla scena, sentì il cuore salirle in gola. Sasuke la sorpassò senza una parola, senza nemmeno un'occhiata.
Mentre la porta sbatteva e l'intero ingresso piombava un silenzio opprimente, Sakura riuscì finalmente a reagire, e corse a inginocchiarsi davanti alla sua bambina, stringendola forte, fortissimo, e cominciando a sussurrarle confusamente che non era colpa sua, davvero, che Sasuke non ce l'aveva con lei, che era stata la mamma a combinare quel casino, ma fu tutto inutile. Gli occhi di Chiyo si riempirono comunque di lacrime, e tutto ciò che rimase da fare alla piccola fu aggrapparsi stretta al suo collo, singhiozzando.

~

Sasuke scattò a sedere sul materasso, chiedendosi per un attimo se stesse ancora sognando.
O invece se la piccoletta che vedeva accovacciata in un angolo del grande letto fosse reale. Chiyo lo fissò di sottecchi per qualche secondo, incerta, poi fece un piccolo sorriso e si strinse nel pigiamino, tenendo gli occhi bassi. - Ne … ne ho fatto uno nuovo. Avevi ragione a strapparlo, quell'altro era brutto - sussurrò tendendogli timidamente un altro foglio - Ma questo forse ti piacerà di più - aggiunse infine speranzosa, visto che Sasuke sembrava troppo stupito per ribattere qualsiasi qualcosa - Perchè qui ci siamo proprio noi, vedi? Questo qui sei tu - proseguì, indicando una figurina stilizzata sul foglio - E qui c'è la mamma. E questa sono io. Volevo disegnare anche il tuo papà e la tua mamma e il tuo fratellone, ma non sapevo come fare. Allora ho fatto un cielo grande grande, perchè la mamma mi ha detto che le persone quando muoiono vanno in cielo e diventano angeli. Così, puoi sentire che ci sono anche loro, insieme a noi … - Chiyo esitò un attimo, sbirciando l'espressione di Sasuke. Aveva le labbra strette una contro l'altra, ma non sembrava più arrabbiato, anche se in quel momento il suo viso era indecifrabile - E poi, e poi, ho fatto anche la casa, con le finestre grandi e il giardino, vedi? E ci ho messo anche un'altalena, sai? Eccola qui - la bimba si interruppe, volgendo lo sguardo alla finestra semiaperta, da cui entravano i primi raggi di sole - Dovresti metterla per davvero, un'altalena. Così poi quando verrò a trovarti, ci potrei giocare -
- Verresti … - balbettò finalmente Sasuke, voltandosi a guardarla incredulo - Verresti a trovarmi? Anche dopo che … che ho … -
- Sì. E porterei anche la mamma, perchè tanto lo so che un pochino ci vuoi bene anche a lei - Chiyo sorrise, scoprendo le sue fossette - Allora, ti piace? - Sasuke abbassò di nuovo lo sguardo sul disegno, una stretta allo stomaco, stranamente piacevole. Un groviglio, di nuovo.
Aveva dimenticato quella sensazione. Era rimasta sepolta in un angolino del suo cuore per tanto, troppo tempo.
Le tre figurine di pastello che si stagliavano sul cielo azzurro, si tenevano per mano.
- È bellissimo -


- Toc Toc. Permesso. Si può? -
Sakura comparve sullo stipite in pantofole e pantaloncini corti, i capelli un po' arruffati. Sasuke e Chiyo alzarono contemporaneamente lo sguardo su di lei. - Aehm, scusate se mi intrometto, ma di sotto c'è ancora una torta che ci sta aspettando, e sarebbe un peccato sprecarla. Se scendete … - fece arrossendo un po' e guardandosi i piedi. - Tu hai fatto una torta? - la interruppe Sasuke, alzando un sopracciglio. Sakura annuì sbuffando al suo tono scettico. - E la cucina è ancora in piedi? Oppure è esploso qualcosa? Devo preoccuparmi? -
- Ah ah ah, molto divertente - rise lei - Avanti, alza il sedere da quel letto, Uchiha - aggiunse con tono perentorio, e tese entrambe le mani in avanti. Una in direzione di Chiyo. L'altra nella sua. E quando la prese, Sasuke sentì il groviglio sciogliersi e lasciare posto a qualcos'altro di ancora più dolce.
In cucina, trovarono il signor Hisashi che sorseggiava tranquillo il suo caffè e Mrs. Nanny che canticchiava distribuendo i piatti di torta. Chiyo corse a sedersi, apparentemente molto ansiosa di impiastricciarsi ancora le dita di cioccolato. Sasuke si guardò intorno battendo le palpebre, e incrociando lo sguardo di una Sakura decisamente radiosa. Erano la cosa più vicina a una famiglia che riuscisse a immaginarsi. Ed era tutto così assurdamente … naturale.
Sasuke prese perciò la sua porzione di torta senza protestare, nonostante il suo stomaco si stesse rimescolando, e si avvicinò alla finestra aperta per lasciare che l'aria fresca gli schiarisse la mente. Fece scorrere lo sguardo sul giardino ampio e curato, sugli alberi nodosi accanto alle inferriate. Sakura gli si accostò, le mani intrecciate dietro la schiena, dondolandosi sui talloni con aria rilassata. Si aprì in sorriso incoraggiante, forse perfino un po' emozionato quando lo vide addentare la fetta senza le sue solite smorfie di commiserazione.

- Allora? Com'è? -
Sasuke la guardò, deglutendo, un po' interdetto.
- Mmh. Ci hai messo troppo zucchero. È quasi immangiabile - replicò ridacchiando.
Sakura boccheggiò oltraggiata per qualche secondo, come se stesse cercando un insulto abbastanza offensivo da rifilargli.
- Che … che razza d'ingrato! - sbottò infine - E io che mi sono persino scomodata a preparartela! Ah, ma la prossima volta ti assicuro che …! -
- Perchè, ci sarà una prossima volta? - la interruppe lui inarcando un sopracciglio.
Sakura arrossì - C-certo che no. Era solo un modo di dire. Un modo per scusarsi. Un modo per … qualcosa - terminò in un sussurro.
Tornò a fissare con estremo interesse le proprie pantofole, quando sentì due dita premere sul mento per alzarle il viso, e non fece in tempo neppure a prendere fiato o rendersi conto di cosa stesse succedendo, che si ritrovò a percepire quasi di sfuggita lo schiocco delle labbra di Sasuke sulle sue, che si ritrasse subito dopo per lasciarla basita e senza respiro.
- Sakura, grazie - fece lui serio, fissandola, una sfumatura leggermente più rosea del solito.
Lei aprì e richiuse la bocca un paio di volte, momentaneamente a corto di fiato e parole.
Dovette combattere contro l'insano impulso di alzarsi in punta di piedi, prenderlo per i baveri e riappropriarsi della sua bocca.
- Prego - balbettò, ritrovando la voce e aprendosi in un sorriso. Rimasero in silenzio per qualche minuto.
- A cosa stai pensando, Sas'ke? - domandò lei un po' esitante, vedendolo assorto nei suoi pensieri.
Lui si volse con la code dell'occhio a fissare la bambina, che era intenta a leccare il proprio piatto, perfino il naso sporco di torta.
''A mio padre, che mi avrebbe augurato buon compleanno con la sua voce un po' burbera. A mia madre, che mi avrebbe abbracciato stretto. A mio fratello, che se fosse qui, ora, mi starebbe di certo prendendo in giro perchè non ho il coraggio di baciarti come si deve. E a te, Sakura, a te, soprattutto''
- Non ne sono molto sicuro, in verità -
Sasuke sorrise appena all'espressione confusa sul volto di lei.
- Credo … a un'altalena -



Angolino di Sisya
Bon, allora, gli aggiornamenti riprenderanno, lenti, ma almeno riprenderanno. Per come la vedo io è già qualcosa XD
Il capitolo è dedicato a tutti voi. A chi legge, a chi commenta, a chi ha messo la fic nei preferiti, a chi la segue e basta, insomma, a chiunque si sia almeno un pochino emozionato o al massimo non si sia annoiato troppo, a tutti voi. E a Sasuke & Sakura. Perchè il SasuSaku è uno stile di vita, oh yeah *O* E alla mia Chiyo, perchè sì X°D
* svanisce in un puff *
<33



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Capitolo 16
*** Pisolini, girasoli e gentlemen: Houston, abbiamo un problema! ***


16. Pisolini, girasoli e gentlemen: Houston, abbiamo un problema!


- Non credo di aver capito molto bene - azzardò Naruto, esitante, fissando su Hinata i suoi occhi cerulei.
La moretta abbassò prudentemente lo sguardo, torcendosi le mani in grembo e cercando mentalmente le parole adatte per spiegarsi.
- Ehm. So che può suonare strano, m-ma è come ti ho d-detto. Devo presentare il mio fidanzato ai miei genitori. È quello che … che loro si aspettano da me -
- Ma … - obbiettò Naruto, grattandosi una guancia perplesso - Hinata, se tu non hai un ragazzo … questo in pratica significa che-
- Che dovrò trovare qualcuno disposto a fingersi tale per una serata - concluse lei in fretta e senza guardarlo.
- Ah - fu l'unico commento sensato del biondino, che deglutì nervosamente - E, non so … hai già pensato a qualcuno? -
- Io sarei disponibile - si intromise Kiba comparendo alle spalle di Hinata e facendola sobbalzare. Naruto aveva già aperto la bocca per insultarlo, ma quello lo precedette, facendo spallucce e aggiungendo con aria sbarazzina: - Ma ho come l'impressione che lei lo voglia chiedere a te - Naruto richiuse la bocca. Hinata si sentì arrostire le guance. Kiba invece sorrise irrispettoso, e si allontanò con un cenno di saluto.
- Ehm. Beh, ti stavo chiedendo … hai già pensato a qualcuno che …? -
- Ha ragione - lo interruppe di nuovo la moretta.
- Cosa? - chiese lui, spaesato.
- Volevo chiederlo a te -
- A me? -
- S-Sì -
Naruto la fissò, come se le fosse spuntata un'altra testa.
- Ehm. P-Posso pensarci un po' su, Hinata? - esalò infine, ridacchiando nervosamente per stemperare la tensione, mentre prendeva a giocherellare col cucchiaino sotto lo sguardo perplesso e leggermente deluso dell'amica, che comunque ebbe la prontezza di far buon viso a cattivo gioco, annuendo con un piccolo sorriso dolce. Naruto deglutì piuttosto rumorosamente, guardando dappertutto tranne che dalla parte di Hinata. - Non c'è problema. Naruto, davvero, n-non volevo m-metterti a disagio - balbettò lei mortificata.
- A disagio? - il biondino si lasciò sfuggire una risatina stridula per nulla naturale - c-cosa ti fa pensare che io sia a disagio? - ripeté.
- N-Niente, mi sono sbagliata - replicò dubbiosa, osservandolo un po' stupita che si alzava frettolosamente e recuperava il giubbotto dalla sedia. Un attimo dopo, borbottato un ''ci vediamo'' nient'affatto rassicurante, si era precipitato fuori dal locale, lasciando da sola al tavolo un'Hinata quantomeno demoralizzata. - Mmmh. L'hai fatto scappare mi sa - commentò Kiba riavvicinandosi prudentemente per sparecchiare.
Hinata sollevò debolmente lo sguardo. - Sì - confermò, con un sospiro - L'ho fatto scappare -


- Su, attacca tu, dai~ -
Shikamaru alzò gli oc
chi al cielo, sbuffando.
- No, attacca tu … no, tu. Prima tu, tesorino -
Con un'altra occhiata insofferente, afferrò una rivista qualsiasi cominciando a sfogliarla.
- Oh, non dire così. Anche tu mi manchi già. Mi richiami presto, allora? Anch'io non vedo l'ora di rivederti, lo sai~ -
Ci mise qualche secondo per accorgersi che stava tentando di leggere un articolo al contrario, e la cosa, se possibile, lo irritò ancora di più.
- Scusatemi - trillò allegramente Ino, chiudendo finalmente la conversazione e infilando il cellulare violetto in borsa - Sapete, era … -
- Lo sappiamo chi era - la interruppe Shikamaru con tono scocciato, senza alzare gli occhi dalla pagina.
- Come, scusa? - si accigliò Ino, voltandosi a guardarlo.
- Niente, niente -
La biondina tornò allora a rivolgersi a Sakura, che teneva la bimba sulle gambe e le disfava con cura le trecce. - Beh, ti stavo dicendo - riattaccò con tono entusiasta - Ieri è stata una serata assolutamente perfetta. Mi ha portata in questo localino gestito dai suoi genitori, e abbiamo mangiato, ballato, e … - Shikamaru fece uno strano verso col naso, costringendo Ino a interrompersi di nuovo.
- Che c'è ancora? - domandò, irritata.
- Si vede che è un pidocchio -
- Che?! -
- Ma dai, per favore. Scommetto che non ti ha neanche offerto la cena -
Ino lo fulminò con lo sguardo. - Che cavolo staresti insinuando, eh? È stato comunque un gentiluomo! Io proprio non ti capisco! Per una volta che trovo un ragazzo carino e disponibile, tu devi metterti a fare lo stronzo! Ma vattene al diavolo, che razza d'amico sei …! - saltò su infuriata, sfilandosi una scarpa col tacco e tirandogliela addosso. Shikamaru alzò appena in tempo lo sguardo per vedersela arrivare in faccia. - Ma sei impazzita?! Potevi accecarmi! Ino! Dove stai andando adesso? In... - si bloccò, osservandola senza parole che usciva dal soggiorno zoppicando impettita - … ma è completamente pazza … - sbuffò tra i denti, alzandosi stancamente dal divano e recuperando la scarpa. L'assurdità della situazione era talmente evidente che gli venne da ridere - Ehi - le gridò dietro - Ino, che fai, aspetta! Rischi di azzopparti così! Ino! - quando anche lui lasciò il salone per raggiungerla, stava ancora ridendo.
- Sbaglio o abbiamo appena assistito a una scenata di gelosia? - mormorò Sakura perplessa.
- Mh. Meglio non indagare, Haruno - concluse saggiamente Sasuke, che passava in quel momento dietro di lei. Si fermò a darle un buffetto scherzoso sulla punta del naso, e lo fece quasi senza pensarci. Il sorriso di Sakura sapeva di burro, marmellata e pane bianco. Il ragazzo pensò che fosse la cosa più buffa e adorabile che avesse mai visto. Chiyo nel frattempo si era accoccolata sul bracciolo della poltrona, un po' di sbieco, e sonnecchiava tranquilla abbracciata al suo pinguino di peluche, il famoso Mr. Pingu.
- Mi è venuta voglia di un gelato - osservò poi il ragazzo, pensieroso - Mi accompagni, Haruno? -
- Un gelato? - balbettò lei, fissandolo disorientata - A quest'ora? Ma abbiamo appena fatto merenda … -
- … disse quella che sapeva sbafarsi tre hamburger alle otto di mattina - disse lui con una smorfia.
- Touché. Ma se non ti conoscessi bene, direi che mi stai proponendo un appuntamento, sai? -
- Se non ti conoscessi bene, direi che stai accettando -


- Niente fragola? - domandò Sasuke sedendosi sulla panchina accanto a lei, sinceramente stupito.
- Assolutamente no. È l'unico gusto che non mi piace! - rise Sakura, portandosi il cucchiaino alla bocca - Anche se a dire il vero, c'è stato un solo periodo della mia vita in cui ne andavo letteralmente pazza. Dovunque andassi, avevo sempre in mano una coppetta extra-large di gelato alla fragola. Credo di averne mangiato quantità industriali … non ridere! Dico sul serio, non sto scherzando - esclamò lei dandogli una leggera gomitata nel fianco, sporgendo il labbro inferiore in un broncio offeso. Sasuke cercò di darsi un contegno, si sforzò davvero, ma immaginarsi una Sakura grossa come una mongolfiera e suscettibile come non mai che sbraitava contro un povero gelataio dandogli dell'incompetente, era semplicemente troppo spassoso per riuscire a trattenersi dallo scoppiare a ridere.
- Quindi, intendi quando eri …? - domandò Sasuke, lasciando cadere la domanda.
- Quando ero in attesa del mio piccolo angelo, esatto - concluse la ragazza con un sorriso.
- Il tuo piccolo angelo mangione, direi - commentò lui, guadagnandosi un'altra gomitata.
- Sta' un po' zitto e pensa al tuo gelato - lo rimbrottò mostrandogli la lingua mentre lui rideva di nuovo.
Quasi non si resero conto che, inconsapevolmente, avevano intrecciato le mani.



- Voi uomini siete tutti dei bastardi. È un fattore genetico, sta dentro al cromosoma y e vi contraddistingue dal primo all’ultimo, e non ce n’è uno, ma dico uno, che si salvi - esordì Ino entrando in negozio come una furia. Shikamaru ruotò gli occhi per aria, sbuffando un divertito: - Oh, buongiorno anche a te, Ino -
- A proposito, io sono ancora arrabbiata con te. Che ci fai qui? - chiese la biondina assottigliando gli occhi chiari, sospettosa.
- Uhm - temporeggiò lui, grattandosi la testa in imbarazzo - Ti ho portato questi … per farmi perdonare -
Ino osservò il mazzo di fiori con occhio critico. - Ah. Sarebbe questo il tuo modo di farti perdonare? -
- Ehm. Sì. Cioè no! S-non lo so, insomma. Che c'è che non va? - esclamò lui, guardando i fiori senza raccapezzarsi.
- C'è che aiuti la concorrenza, ecco cosa! Grazie tante! Li hai scelti tu poi? Guarda che casino. È un pugno in un occhio, non si può vedere! -
- I cioccolatini non te li posso regalare perchè sennò ingrassi, i fiori nemmeno perchè altrimenti favorisco la concorrenza … ma che devo fare, eh? -
- Un diamante avrebbe sortito il suo effetto, se ci tieni a saperlo … - replicò la biondina mostrandogli la lingua scherzosa. Shikamaru ridacchiò sollevato e si sedette sullo sgabello accanto al bancone, mentre Ino intanto, indossato il suo grembiule, si inginocchiava di fronte a un grosso vaso bonsai e potava meticolosamente i rami di troppo. - Se io fossi un fiore, per esempio, Shikamaru, che cosa sarei secondo te? - domandò dopo qualche minuto, guardandolo con aria curiosa e indicandosi con l'indice. Si sedette anche lei e lasciò cadere i guanti sul bancone.
Lui finse di pensarci su molto attentamente, aggrottando la fronte con fare concentrato.
- Beh. Diciamo che nel 90% dei casi saresti una pianta grassa -
Shikamaru si scansò di lato ridendo, giusto in tempo stavolta per evitare di prendersi la bottiglietta dell’acqua in testa. Ino incrociò le braccia al petto, mettendo su un broncio terribilmente risentito. - D’accordo, d’accordo, magari posso trovare qualcosa di più appropriato - fece lui, senza smettere di ridere. Al punto che perfino per l'amica cominciò ad essere molto difficile tenere giù gli angoli della bocca. - Una rosa, vero? - propose lei portandosi una ciocca bionda dietro l’orecchio e alzando il mento con aria altezzosa, mentre dondolava le gambe dallo sgabello. - No, no, per carità - riprese Shikamaru cercando di rimanere serio, poi però sembrò rimanere un attimo assorto, come se ci stesse pensando su davvero - Tu, Ino, saresti un … un girasole, credo - concluse soprappensiero.
La biondina sgranò gli occhi, piacevolmente sorpresa. Era palese che questo complimento fuori programma non se lo aspettava proprio. Shikamaru la guardò, se possibile ancora più sorpreso di lei. Era evidente che lui se lo aspettava ancora meno. E poi, senza preavviso, Ino sembrò come illuminarsi, gli angoli della bocca si sollevarono verso l’alto, mentre sul suo viso si apriva un sorriso a dir poco radioso. Se non fosse stato già seduto, probabilmente Shikamaru avrebbe dovuto farlo, perché d’improvviso non si sentiva più tanto le gambe.
- L'ho lasciato, sai? -
- Chi? - domandò Shikamaru, riscuotendosi.
- Come chi? Il pidocchio -
- Ah - deglutì lui - E perchè? -
- Lui non mi avrebbe mai detto che … - mormorò piano lei.
- Cosa? - chiese lui perplesso, aggrottando la fronte - Cosa doveva dirti? -
- Niente, niente d'importante - fece Ino, tornando a dedicarsi al suo bonsai.


Sentendo suonare il campanello, Hinata si ripulì in fretta le mani nel grembiule e chiuse il getto d'acqua del lavandino.
Quando però aprì la porta, si sarebbe potuta aspettare chiunque, davvero chiunque, ma non si sarebbe proprio mai immaginata di trovarsi davanti un Naruto con le guance arrossate dalla corsa che faticava a parlare. - Hinata … - esalò, piegandosi con le mani sulle ginocchia per riprendere fiato - Per fortuna ti ho trovato! Sono anche tornato alla caffetteria ma tu non c'eri più. Mi sono preoccupato, era sparito pure quel tizio odioso che serviva ai tavoli … ho pensato … ma per fortuna sei qui … - La moretta sorrise debolmente, arrossendo giusto un po'.
- Beh, sono tornata a casa in autobus. E credo che Kiba-kun avesse finito il suo turno - spiegò semplicemente.
Naruto aprì la bocca, poi la richiuse. E l'aprì di nuovo, cercando qualcosa da dire. Qualcosa di intelligente, perlomeno.
- Sono … mortificato - concluse, abbassando la testa - Mi vergogno da morire. Sono stato imperdonabile, a lasciarti lì in quel modo. E non ho neppure pagato! - fece, cominciando a rovistare freneticamente in tasca alla ricerca del portafoglio. - Ma Naruto … lascia stare, non importa, f-figurati … non c'è assolutamente bisogno che- La moretta gli fermò le mani con le sue tentando di calmarlo, e infatti Naruto si bloccò, alzando lo sguardo stupito e rimanendo con le mani sospese tra quelle più piccole e delicate della ragazza.
- Ehm. Hinata -
La voce sconcertata alle loro spalle li fece sobbalzare entrambi e voltare precipitosamente. Una ragazza che sembrava quasi essere la fotocopia della moretta li stava osservando dalla finestra al primo piano, il viso inespressivo. Hinata a quel punto cercò di ritrarre le mani, ma stavolta fu Naruto a stringere la presa, con gentile fermezza, fissandola con uno sguardo che Hinata non riuscì a decifrare. - Chi è il tuo amico? - chiese Hanabi, inarcando un sopracciglio.
- Oh. Ehm. Dunque, Naruto, ti presento Hanabi, la mia sorellina. Hanabi, lui è N-Naruto, un … un … ecco, vedi, lui è … -
Ma inaspettatamente fu il biondino a concludere al suo posto, voltandosi poi a fissare Hinata e aprendosi in un sorrisone.
- Sono il suo ragazzo -


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Capitolo 17
*** Cagnoloni impertinenti, piccoli sorrisi e baci di pioggia ***


17. Cagnoloni impertinenti, piccoli sorrisi e baci di pioggia


- Spero si renda conto che il ripetersi di un simile episodio potrebbe costare a sua figlia la sospensione definitiva, signorina Haruno - la donna si sistemò gli occhiali, squadrandola meglio e storcendo appena il naso - Non posso assolutamente tollerare un comportamento del genere nella mia scuola -
- Le assicurò che non si ripeterà più. Chiyo è una bambina dolcissima, se si è comportata in quel modo deve aver avuto delle validissime ragioni, e … -
- Signorina Haruno - l'interruppe subito l'anziana preside alzando la voce stridula con un'occhiata profondamente scandalizzata - Sua figlia ha picchiato e morso una compagna! Si rende conto della gravità della situazione?! -
- Ma sì, certo, e mi scuserò di persona con i genitori di questa ragazza, e Chiyo farà lo stesso - esclamò in fretta Sakura tentando di spiegare - E non sto cercando di giustificarla, dico solo che non lo avrebbe mai fatto se … signora, insomma, conosco bene mia figlia, e non farebbe mai del male a nessuno di proposito. Devono averla provoca... ma ovviamente non avrebbe dovuto farlo, è chiaro. Però deve ammettere che da questo punto di vista, è comunque stato un gesto compren… imperdonabile - si corresse subito notando l'espressione fremente della donna. Sakura sospirò, trattenendosi dallo sbuffarle in faccia.
- Prenderà dei seri provvedimenti al riguardo quindi, mi auguro, signorina Haruno -
- Certo - annuì la giovane con aria seria, intrecciando le mani in grembo - Ma provi a considerare per un attimo che la nostra non è una situazione facile. Chiyo ha soltanto me, e in quest'ultimo periodo sono successe parecchie cose che potrebbero averla ... - tentò Sakura, ma venne di nuovo interrotta seccamente.
- Signorina Haruno, in tutta onestà, questo non è un nostro problema. Se sua figlia si sente sola, le prenda un animale. Buona giornata - concluse arricciando il naso e facendo un cenno verso la porta, come per invitarla ad uscire. Sakura raccolse la propria tracolla da terra e uscì in fretta dall'ufficio, a denti stretti per non lasciarsi tentare dal ribattere qualcosa di davvero molto poco simpatico e professionale.


- Allora? - domandò TenTen accostandosi a Sakura nel corridoio sgombro - Com'è andata? Sei riuscita a trattare con l'arpia? -
- Uff, credevo che mi avrebbe trafitto con la pinzatrice, a dire il vero - rispose Sakura con un mezzo sorriso, i capelli rosa sciolti sulle spalle.
- Comunque, so che non dovrei dirlo - ridacchiò la moretta strizzando un occhio - Ma la piccola ha un destro niente male, sai? Tutta sua madre -
- Ma che dici, Ten, quando mai, io avrei …? - replicò Sakura fingendosi incredula.
- Ah-ah! Prima media. Due parole. Simon. Smith. Non puoi averlo dimenticato -
Sakura ruotò gli occhi al cielo, sbuffando una risata.
- Ma chi, quel ragazzino odioso in classe con noi? Se l'era meritato, altroché … e non è mica stato così tragico poi -
- Ah, no? - rise TenTen ammiccando eloquente - Strano, perché a quanto ricordo io, gli avevi rotto il naso e pure tre denti -
- Aehm. Sì, forse. Sarà meglio che vada da Chiyo adesso - svicolò Sakura salutando l'amica con un sorrisetto complice.


- Tesoro? - chiamò Sakura, facendo capolino nella classe dopo aver bussato per annunciare il suo arrivo.
Chiyo non rispose, rimanendo con le braccia incrociate sul banco e la testa ostinatamente abbassata.
Sakura richiuse la porta dietro di sé e andò a inginocchiarsi accanto a lei, scuotendola con delicatezza per tirarla su - Ehi, non vuoi proprio parlarmene? Guarda che non sono arrabbiata, davvero. Mi racconti cos'è successo, eh? Perché hai colpito la tua compagna? Ti ha forse fatto qualcosa? Non so, magari ti ha dava fastidio? - domandò con tono calmo. La piccola scosse lentamente la testa - E allora perché, Chiyo? - Sakura le prese le manine nelle sue, fissandola. - Ha detto … ha detto che Sasuke non è il mio papà - sussurrò infine la bimba con un leggero singhiozzo - Che sono una bugiarda e mi sono inventata tutto. E ha detto che mio padre se n'è andato perché mi odiava … e poi c-che… che te ne andrai anche tu e mi lascerai da sola - alzò gli occhi su di lei, il labbro tremante - Ma tu non mi lascerai, vero, mamma? Ti prometto che sarò buona, te lo prometto, ma non mi lasciare anche tu però, ti prego, ti prego, ti … -
- Amore mio, certo che no, certo che no - mormorò Sakura tendendo le braccia per abbracciarla - Non potrei mai lasciarti, tesoro, mai, non pensarlo nemmeno per un attimo, hai capito? Che cosa farei io senza di te, eh? E il tuo papà non se n'è andato perché ti odiava, non è vero, non è affatto così. Ha semplicemente scelto di partire e … ora è tanto lontano, perché ha scelto di non avere una famiglia, ma tu non c'entri, piccola, e l'unico a perderci è stato lui, capito? -
- E … e Sasuke? Neanche Sasuke ci lascerà, vero? - pigolò Chiyo implorante. Sakura chiuse gli occhi e stavolta non rispose; le baciò la testolina scura, limitandosi a stringerla un po' di più - Andiamo, tesoro - sussurrò dopo qualche minuto, sciogliendo l'abbraccio - Adesso ti riporto a casa -


~


- Uhm, colore preferito? -
- Azzurro -
- Ma dai? - fece lui sgranando gli occhi limpidi, color del cielo - E perché? -
- Così, mi piace - replicò Hinata stringendosi nelle spalle e sperando che il ragazzo non notasse il rossore improvviso salitole alle guance.
- Okay. Io arancione, direi, e giallo - commentò pensieroso mentre lei se lo annotava sul blocco per appunti con la sua calligrafia ordinata, il berretto alla francese calcato sulla testa e la piccola mano delicata che faceva scorrere la matita sulla carta.
- Passione più grande? - domandò lui sorridendo.
- Aehm - tossicchiò Hinata distogliendo lo sguardo - La danza, credo -
- Un giorno verrò alla tua scuola a vederti ballare. Scommetto che sei la migliore! -
- Non sono poi così brava, sai … - rise lei - Anzi, scommetto che se verrai a vedermi non riuscirò ad azzeccare un passo -
- Non importa - replicò Naruto inclinando il capo e fissandola assorto - Verrò lo stesso. Uhm. Allora, dov'ero rimasto? Ah, ecco, la … famiglia -
- Oh, ehm. Dunque, vivo c-con mio padre e mia sorella, c-che hai già conosciuto. E poi ovviamente ci sono mia cugina Sakura e la piccola Chiyo. Hanabi è la mia sorellina minore, e la favorita di mio padre da … da sempre, credo. Ecco, loro sono due persone molto orgogliose e io li rispetto, e voglio molto bene a entrambi, m-ma … alle volte, nei loro sguardi … ho come l'impressione c-che per quanto mi sforzi, non sia mai all'altezza delle loro aspettative. Alle volte mi chiedo se davvero a loro importi qualcosa … di me - la moretta trasalì appena, rivolgendogli un sorrisetto a mo' di scusa - C-che sciocca, m-mi dispiace, mi sono messa ad annoiarti c-con le mie paranoie -
- Te l'ho già detto tempo fa, Hinata - disse Naruto, fissandola serio - Se è davvero così, non hanno capito proprio nulla di te -
- E … e i tuoi genitori? Devono essere delle persone meravigliose. Mi piacerebbe tanto poterli … - ma si bloccò, col respiro incastrato in gola quando si accorse che lo sguardo di lui si era fatto improvvisamente distante, e un sorriso triste e malinconico gli stirava appena le labbra.
- Ecco, in verità, io non li ho mai conosciuti - disse lentamente, come soppesando le parole per scegliere quelle che facevano meno male - Sai, ero nato da solo pochi giorni, quando c'è stato quel … terribile incidente e … beh, sono cresciuto con un mio lontano parente che ha accettato di prendermi con sé. Sono rimasto con lui fino a quando non ho trovato lavoro e sono stato in grado di mantenermi e permettermi un appartamento tutto mio e poi … insomma, eccomi qua - Con mani un po' tremanti si frugò in tasca e le passò il rettangolino sbiadito e consumato di una vecchia fototessera. C'era una ragazza molto bella dai lunghi capelli rossi e dall'espressione dolce, insieme a un giovane biondo che sorrideva, abbracciandola teneramente da dietro.
- Somigli tanto a tuo padre - sussurrò Hinata restituendogli la fotografia - Ma gli occhi … quelli hai presi da lei -
- Sembrano così felici, qui … dio mio, a volte fatico a crederci - esalò lui - … che non ci siano più, intendo -
Hinata gli prese una mano e la strinse, rivolgendogli un piccolo sorriso che lui ricambiò esitante.
- Mi sarebbe tanto piaciuti conoscerli - mormorò - Dico davvero -
Naruto si portò il dorso della mano di lei alle labbra, sfiorandolo piano.
- Grazie -


~


- Oh, siete vo-Aaaah! C-c-che cos'è quel … quel coso?! -
- Lui si chiama KunKun! - esclamò Chiyo con un sorrisone.
- Ah sì? - fece Sakura voltandosi a fissarla sorpresa, per poi scoppiare a ridere insieme a lei, sul pianerottolo di casa.
- Sakura, seriamente, no! Non se ne parla proprio! È fuori questione, assolutamente no! Non. Se. Ne. Par. La. - sillabò Ino impugnando lo spruzzino con entrambe le mani a braccia tese come fosse una pistola - Portalo subito via di qui o chiamo la protezione civile, i pompieri, la salvaguardia ambientale! -
- Ma Ino-pig sii ragionevole, andiamo, che fastidio potrebbe mai darti … - tentò di convincerla Sakura, conciliante - Guardalo, è buono come il pane, non ved... - Ma proprio in quel momento, il cagnolone - perché proprio di questo si trattava, un grosso cagnolone dal pelo a batuffolo - abbaiò festosamente e si slanciò in avanti cercando di mangiarsi lo spruzzino, precludendosi così inconsapevolmente ogni chance d'ingraziarsi i favori della biondina. - Aehm. Dicevo - riprese Sakura ingoiando una risata e agguantando quel terremoto peloso per il collare nel tentativo di contenere tutto quell'entusiasmo - Saremo di ritorno in un attimo, okay? Giusto il tempo di sistemare una faccenda. Torniamo a casa tutte e due, Ino, ormai ho deciso -
- Cos-No! Che faccenda? Che significa, Sakura, aspetta, non posso, devo usci... Aaaah! Che fai?! Fermooo~ -


~


Il pomeriggio era passato relativamente in fretta, e senza nemmeno essere riuscito a raccapezzarsi, Neji Hyuuga si era ritrovato seduto a gambe incrociate ai margini di un trasandato campo da basket, a guardare TenTen giocare con dei ragazzini. Quella ragazza era davvero incredibile. Era passata dal lei al tu dopo neanche dieci minuti, parlando di tutto e di tutti come se si fossero conosciuti da una vita. Lui non era abituato a gente del genere. Nella maggior parte delle persone con cui aveva a che fare di solito, ogni gesto e ogni parola erano calcolati in base a un preciso interesse. Con TenTen era diverso, e stranamente la cosa non gli dispiaceva. - Ehi, Neji, non vuoi fare quattro tiri con la tua ragazza? - esclamò un bimbetto ridendo e mostrando due fossette da sotto il berretto al contrario.
- Non è il mio ragazzo, Konohamaru - ribatté prontamente Ten, rubandogli la palla e dandogli uno scappellotto affettuoso sulla testa - E comunque - aggiunse, alzando la voce e lanciando un’occhiata a Neji con un sorrisetto divertito e volutamente provocatorio - … non credo proprio che ne sarebbe capace! - Il ragazzo incrociò il suo sguardo, inarcando un sopracciglio.
- Ah, no? -
TenTen si fermò voltandosi a guardarlo, la palla sottobraccio.
- Oh. Stai forse dicendo che mi sbaglio? Avanti, vieni qui a provarmelo -
Neji fece una smorfia in risposta, mentre i ragazzini ridacchiavano.
- Non gioco contro una donna - rispose semplicemente alzando le spalle, come se fosse ovvio. TenTen gli rivolse un’occhiataccia.
- Niente, non vuole giocare … - disse lei, mentre si levava un coro di protesta dai ragazzini. La moretta si voltò da sopra la spalla, facendo anche lei spallucce - Che possiamo farci, ragazzi? È perché sa già che perderebbe miseramente contro di me, e vuole evitarsi di fare la figura del pollo davanti a tu… - Non finì nemmeno la frase che si sentì sfilare il pallone dalle mani. Si volse di scatto, sorridendo stupefatta, e ritrovandosi a fissare un Neji in canottiera che si era abbassato sulle ginocchia e stava facendo passare la palla da una mano all’altra, fissandola divertito, gli occhi che luccicavano giusto un pochino.
TenTen dovette sforzarsi di non arrossire a quella vista, curvando la schiena a sua volta e portandosi i palmi alle ginocchia, ridacchiando.
- Allora? Come fate voi da queste parti? Chi arriva per primo a dieci? - domandò lui sfoderando un’altra smorfia - Due punti di vantaggio ti bastano o devo aumentare? Comunque sta pure tranquilla, non ci andrò giù troppo pesante … -
- Ma sentitelo, che razza di presuntuoso. Guarda che non ti lascerò nemmeno avvicinare al canestro, carino - replicò TenTen, gonfiando le guance e annodandosi la felpa in vita. Stavolta fu il turno di Neji di arrossire leggermente, notando le forme della ragazza risaltare da sotto la maglietta attillata. Forse concentrarsi sul gioco sarebbe stato più difficile del previsto.
- Questo lo vedremo, maestrina. Pronta? -
- La maestrina ti farà rimpiangere di averlo detto -


~


- Che … che stai facendo? - domandò Sasuke, spaesato.
- Esattamente quello che sembra. Io e Chiyo ce ne andiamo -
- Ma che … sei impazzita?! Che significa, che ve ne andate, eh? Andiamo, piantala, non è divertente - ribatté lui, fermandole un braccio.
- Non sto affatto scherzando. Ce ne andiamo - replicò Sakura liberandosi dalla sua presa e riprendendo ad accatastare alla rinfusa i vestiti nella borsa - Chiyo ha bisogno di ritrovare un po' di serenità, perché ha una confusione terribile in testa, e perciò adesso la riporterò a casa sua, dove è giusto che stia … -
- Non … non puoi fare una cosa simile. Noi … noi abbiamo un accordo, e … -
- Tu salvaguardi i tuoi interessi, Sasuke, io i miei. Mi pare logico, no? -
- Non lo so, Sakura - rispose lui, premendosi una mano sulle tempie, innervosito - Cosa vorresti sentirti dire stavolta, eh? -
- Niente Sasuke, proprio un bel niente. Voglio solo che mia figlia abbia una vita normale. Se la merita. Niente più recite strampalate, niente di tutto questo -
- Una … una vita normale, Sakura? Ma ti senti quando parli, almeno? Se a malapena riesci a pagare la sua retta scolastica! Se le fai indossare vestiti di trentesima mano, e compensi qualsiasi mancanza riempiendola di schifezze! Sarebbe questa la vita normale che desideri per lei, sarebbe… -
- Non. Osare. Non… non permetterti mai più di venirmi a dire una cosa del genere - esalò Sakura voltandosi a fronteggiarlo, gli occhi ridotti a fessure - Non osare farmi passare per una cattiva madre, solo perché non posso iscrivere mia figlia a una scuola privata, o vestirla con abiti firmati. Tutti i tuoi soldi te li puoi ficcare dove dico io, perché non li voglio più. E tu sei l'ultima persona al mondo che ha il diritto di venirmi a dire come educare la mia bambina, hai capito? -
- Non ho mai detto che sei una cattiva madre, Sakura - esclamò lui, fissandola allucinato - Vuoi darti una calmata, cazzo? -
- No, non mi do una calmata, perché è quello che pensi. Lo hai sempre pensato, lo so. Voglio solo tornare a casa, ora, subito! -
- Ah, è così? Bene! Perfetto! Allora andatevene, avanti, tanto cosa credi che m'importi, siete solo capaci di starmi tra i piedi e farmi saltare i nervi! -
- Infatti ce ne andiamo, brutto stronzo, ce ne andiamo eccome! E se poi ti ritroverai solo come un cane, beh, non pensare di poter venire di nuovo a piangere da me, perché ti chiuderei la porta in faccia e mi farò anche quattro risate, stanne pur certo. Sei … sei patetico, Sasuke, ecco cosa sei! -
- Fuori. da. Casa. Mia - scandì lui tremante di rabbia - Tu e tua figlia, fuori di qui! E la vuoi sapere una cosa, eh? Non accetterei di essere davvero suo padre neppure per tutto l'oro di questo mondo! Non …! - A Sakura si fermò il respiro in gola, e a lui anche quando si rese conto di quello che aveva appena detto. Chiyo rimase ferma sulla porta, impietrita, con gli occhi sgranati e la manina tremolante aggrappata alla maniglia - Non … aspetta, non intendevo … Chiyo … - cercò di riparare lui, tendendo una mano verso la bimba, esitante.
- Sai, Sasuke, io ce l'avevo messa proprio tutta per convincermi che tu fossi diverso da quello che gli altri credevano. Ma mi sbagliavo, è stato solo tempo sprecato - balbettò Sakura faticando a sua volta a trattenersi dallo scoppiare in lacrime e infilandosi la borsa in spalla - Sei soltanto un bastardo. Sei solo in grado di far soffrire le persone, nient'altro - Un attimo dopo, si era chinata a prendere Chiyo in braccio ed era scomparsa.


Sakura si scostò lentamente la frangia bagnata dagli occhi, osservando con un certo sgomento il proprio viso pallidissimo e sconvolto nello specchio lucido dell'ascensore, le labbra serrate una contro l'altra e i capelli fradici appiccicati al viso, mentre un tuono rimbombava sopra le loro teste e le luci artificiali tremolavano. - Mamma, stai piangendo - mormorò la bambina stringendole forte una mano.
- Non è niente, tesoro, vedrai che adesso mi passa. Va tutto bene, tranquilla. Va tutto … benissimo -
- Mamma … - chiamò di nuovo Chiyo, mentre percorrevano il pianerottolo e si fermavano gocciolanti davanti alla loro porta - Non devi preoccuparti per me, io sono felice, sai? Ci ho pensato, ci ho pensato un sacco, e alla fine ho capito che non mi importa se non ho un vero papà, sul serio. E non fa niente se Sasuke non vuole esserlo, e anche se si comporta male, io gli voglio bene lo stesso… - la bimba si interruppe, sollevando gli occhioni lucidi con un piccolo sorriso - Invece di tutte quelle cose cattive, dovresti dirgli che vuoi che stia con noi, per tanto tanto tempo, e non solo pochino. E dovresti dirgli che neanche tu vuoi che ci lasci, mai, mai … perché tanto lo so che sei innamorata di lui, mamma - Sakura si sentì proprio una perfetta sciocca a scoppiare in lacrime sul pianerottolo di casa, ma davvero non riuscì a trattenersi.
Crollò sulle ginocchia per stringere forte forte la piccola, talmente forte da farle quasi male.
- Oh, Chiyo, ma cos'avrò mai fatto di tanto buono per meritarti, amore mio, non lo so proprio … -



Circa un'ora dopo, quando la porta di casa si riaprì e qualcuno entrò sgocciolando sul pavimento, Chiyo scattò in piedi e attraversò l'ingresso di corsa, saltando al collo di Sasuke, che la prese al volo e se la tenne stretta. - Sei venuto! - esclamò la bimba, quasi non potesse crederci - Sei venuto per davvero! -
- Scusami, pulce, non dovevo gridare in quel modo. Non penso una sola parola di quello che ho detto, credimi, ero solo arrabbiato … scusa -
Sakura, osservandoli, sorrise leggermente. E se fossero lacrime, quelle che avvertiva sul viso, o solo pioggia, non avrebbe saputo dirlo neppure lei. In ogni caso, considerarono tutti e tre poco dopo con estremo sollievo, un pacchetto di ciambelle semiaperto e tre cioccolate calde, erano una conclusione del tutto insperata di quel breve dramma pseudo-familiare. Seduto sul divano a petto nudo e con un asciugamano umidiccio in testa, Sasuke pensò di sentirsi felice come non si era più sentito da molto, molto tempo. Forse c'entrava un po' anche il fatto che Sakura avesse una coperta arrotolata addosso e un aspetto dannatamente buffo, o che Chiyo stesse facendo zapping sul tappeto, comodamente appoggiata a un fianco di KunKun.
- E così, è qui che vivete … - si azzardò a commentare, guardandosi intorno.
Sakura sbirciò fuori dalla finestra la pioggia che scendeva ancora fitta, e si chinò a raccattare le tazze vuote.
- Sì, è qui, perché, non è di tuo gusto? Neanche nostro, sinceramente, ma che vuoi farci, ci accontentiamo -
- Beh, non sarà una reggia ma la trovo uhm … graziosa? - replicò lui, esitante, tamburellandosi le ginocchia con le dita.
- Non sforzarti - sbuffò Sakura - tanto lo so bene che con la tua villa non c'è confronto … permesso, per favore - disse scavalcando con un saltello le sue gambe allungate e dileguandosi in cucina. Sasuke comparve sulla soglia qualche minuto dopo, con il solito sorriso sghembo addolcito dalla cioccolata.
- La verità, Sakura, è che ancora non lo so se ti amo anch'io oppure ho solo preso una botta in testa, ma ci sono buone probabilità, direi … -
- Che mi ami? - chiese lei trattenendo appena il fiato.
- No, che la botta sia stata più forte del previsto -
- Oh. Grazie per l'informazione, lo terrò presente - replicò lei con una smorfia.
- Bene - soffiò fuori lui, il respiro caldo così vicino al suo viso. Sakura batté le palpebre due o tre volte.
- Bene - ripeté lei, con tono di sfida e un sorrisetto impertinente che gli mandò letteralmente il sangue al cervello.
E Sasuke alla fine si lasciò scivolare in avanti e la baciò perché, semplicemente, credette che altrimenti sarebbe impazzito.
La baciò desiderandola talmente tanto da restarne scosso, tanto da non riuscire a impedire alle proprie mani di scivolarle subito lungo i fianchi, risalire piano sotto la maglietta e accarezzarle la schiena. E Sakura, dopo un attimo di smarrimento, ricambiò andando incontro alla sua bocca, in pantofole e col borbottio della pioggia nelle orecchie. Incontro alle sue labbra scivolose e calde, e morbide, con le dita intrecciate dietro al suo collo per attirarselo più vicino.
E fu uno di quei baci perfetti, uno di quelli che si aspettano da tutta la vita … oh, beh, certo, pantofole ridicole a parte.
- Forse … - azzardò, senza respiro - forse è meglio fermarsi … c'è Chiyo di là e … non - tentò di nuovo, sottraendosi riluttante - Aspetta -
Lui si scostò lentamente, ma i suoi occhi erano talmente scuri e annebbiati di desiderio che Sakura si sentì quasi cedere le gambe.
- Scusa - esalò Sasuke, sfiorandole una tempia con un bacio caldissimo - Scusa - disse di nuovo, appoggiando infine la fronte sulla sua spalla per riprendere fiato, il respiro che premeva irregolare sulla scapola di lei, le mani ancora posate sui suoi fianchi.
- Okay, allora … aehm - fece Sakura, tentando di ricomporsi, il viso in fiamme - Propongo di … andarci piano, per ora -
- Mh. Mi piace quel per ora - disse lui con una piccola smorfia divertita, le labbra stiracchiate in un'espressione vagamente imbarazzata e un po' colpevole. Sakura rise, scostandogli una ciocca dal viso e alzandosi in punta di piedi per schioccargli un bacio scherzoso sulla punta del naso. - Haruno, che mira scadente - commentò Sasuke ruotando gli occhi e ridacchiando - Ma tornerete con me, vero? Tornerete? - mormorò poi facendosi esitante, cercando i suoi occhi.
- Uhm. Immagino di sì - rispose lei fingendosi pensierosa e stringendosi nelle spalle - In fondo abbiamo pur sempre un accordo -
- Tsk, al diavolo l'accordo. Voglio avervi tra i piedi ancora per molto, molto più a lungo … -
- Davvero? - chiese lei, e il suo sorriso era qualcosa di semplicemente delizioso.
- Davvero - replicò lui con un ultimo sussurro che si spense sulle sue labbra.


In quell'esatto momento, il fido KunKun, con l'abilità e la destrezza di un vero e proprio segugio, si acquattò sul tappeto strisciando a zig zag sulle zampe e, raggiunta infine la sua preda, cominciò a sbafarsi indisturbato le ciambelle rimaste. Si guardò un attimo intorno per controllare se qualcuno sarebbe intervenuto a rimbrottarlo, ma la padroncina stava ormai dormendo, e gli altri due invece sembravano semplicemente troppo occupati per far caso a lui. Mmh, a conti fatti, quella famiglia cominciava decisamente a piacergli.



Ebbene, sissignori, eccolo qui *O*
Finalmente un bacio così come dico io, direi che ormai ci voleva <33
Il capitolo è corto e un po' (tanto) scemo sinceramente, lo ammetto.
Ma non volevo lasciare la storia a un punto morto per tutta estate ^^''
KunKun significa Bau Bau, secondo le mie attendibili (almeno spero) fonti XD
Io mi eclisso qui, ma voi ricordate, SasuSaku e NaruHina sono per sempre, no matter what ù.ù
Ce n'è sempre più bisogno ultimamente, che cavolo ç.ç *angolino di profonda commiserazione*
E adesso premete la scritta blu in basso, ora o mai più ^O^ (tutti: mai più ^^) (io: arrr =.=)
Bon, si vede che sono stanca perché sclero X°D
Un bacione a tutti <33

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