This is just another story.

di GeeFuckingWay
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** The dreamcatcher. ***
Capitolo 2: *** Like a movie. ***
Capitolo 3: *** Who are you? ***



Capitolo 1
*** The dreamcatcher. ***


This is just another story.

1. The dreamcatcher.

Avete mai provato quella sensazione di depressione che, come una sanguisuga, si nutre della vostra vita?

Se la risposta è si, piacere di conoscervi, il mio nome è Gerard Way.

Ho diciassette anni e la mia vita, beh che dire, la mia vita è un vero schifo!

Ogni volta che sono sul punto di pensare che non potrei sentirmi peggio, proprio in quel momento la situazione precipita
ulteriormente.

Cosa dovrei dire di me?
Allora non sono un tipo interessante, ok? No, credo che sia più interessante la carta da parati di un motel.

Se sono strano?
Assolutamente si! Prendete un dizionario, cercate l'aggettivo "strano" , ci hanno direttamente stampato una mia foto, non è
vero?

Se sono simpatico? Come?
Sono più acido di uno yogurt scaduto!

Un'altra cosa! Odio i colori troppo accesi! Diavolo se li odio! Sono i miei occhi a rifiutarsi di sopportarli, non è colpa
mia!

E non mi piace sorridere.
Lo detesto.

Ma quasi dimenticavo la cosa che non riesco davvero a tollerare!
Le persone. Sì, sì le persone, non hai letto male! Ogni singolo essere che popola questo dannato pianeta!

Una volta non ero così.
Adoravo stare in compagnia, uscire con gli amici.

Poi sono cresciuto e insomma..uno schifo, no?

Ho anche delle regole, sai?
1.Non fidarti di nessuno Gee.
2.Se stai per fidarti di qualcuno leggi sopra.

Semplici ed efficaci, vero?

Come sono? Il mio aspetto?

Diciamo che non sono eccessivamente magro. Però sono così pallido in viso da somigliare a un cadavere!
Ah, ho i capelli lunghi! Sì, lunghi quasi fino alle spalle e neri come le piume di un corvo.
Un tipo allegro, no?

Ah, giusto la storia!
Come quale storia? La mia! Sennò che cosa dovrei scrivere?

Quella mattina mi ero svegliato davvero tardi e considerando che quattro ore di ritardo a scuola forse sono troppe, avevo
deciso di restarmene a casa, una casa vuota a quell'ora.

Mia madre non doveva scoprire che non mi ero svegliato, questo è chiaro, così non sapendo a che ora sarebbe tornata mi sono
lavato, vestito e sono uscito a fare un giro per le strade di Belleville.

Un sole accecante mi ha sommerso non appena ho aperto la porta di casa ma questo non mi ha impedito di fare la mia
passeggiata.

Ma a quell'ora, appena svegliato quale poteva essere il mio primo pensiero?
Ma certo, il caffè!
Così sono andato nella caffetteria più vicina.
Ho aperto la porta del locale, una di quelle con appeso un particolare oggetto, un acchiappasogni!
Aveva un grande cerchio al centro con una rete e delle lunghe piume azzurre appese.
In genere si vedono nelle camere da letto, no?
Servono ad allontanare i brutti sogni, credo.
Ogni volta che ne vedo uno appeso mi sento, come dire, più al sicuro!
E' una cosa sciocca, non è vero?

Dopo aver superato l'entrata finalemente ho potuto comprare il nettare degli dei!
Il mio amato caffè dall'aroma inconfondibile.

Così ho deciso di mettermi a sedere vicino a una di quelle grandi vetrate e godermi il mio prezioso acquisto.

Ero lì a fissare la gente che passava davanti alla caffetteria con quel profumo sotto al naso che mi coccolava quando un
ragazzo ha attirato la mia attenzione in mezzo a quella gente che si muoveva con un passo veloce e con sicuramente mille
pensieri per la testa.

Il misterioso ragazzo è entrato nel locale e voltandosi verso quel particolare acchiappasogni ha sorriso quasi affascinato
dalla sua particolarità o forse dalla sua collocazione insolita.

Successivamente si stava dirigendo verso il bancone ma dopo aver notato che lo stavo osservando quasi incantato mi ha chiesto
"Non è strano trovarne all'entrata di una caffetteria?" mentre indicava il particolare oggetto dalle splendide piume.

Mi sono limitato a sorridere in modo, forse un po' impacciato.

Lo so, lo so pensavi che alla fine di questa storia sarebbe accaduto qualcosa di particolare o assurdo, una di quelle cose
che ti fa pensare "WOW.." ?
Beh io l'ho pensato il famoso "WOW".

Vedi tutto il discorso sul fatto che detesto ogni persona che popola questa terra?

Ecco, devo correggermi, da oggi credo di non detestare proprio tutti.

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Capitolo 2
*** Like a movie. ***


This is just another story.

2- Like a movie.

Come?

State ancora seguendo la mia storia, davvero?

WOW.

Allora, vediamo..

Dove eravamo rimasti?

Vi ho detto già che mi chiamo Gerard?

Che detesto le persone? Beh.. la maggior parte delle persone.

Davvero, l'ho già detto?

Adesso ricordo!

Vi avevo raccontato del famoso acchiappasogni e del mio incontro col ragazzo misterioso, vero?!

Bene, posso proseguire.

Il ragazzo dopo aver preso un caffè è uscito dalla caffetteria.
Ovviamente non potevo lasciar andare via una persona che mi era apparsa simpatica, così credo..ecco di aver fatto qualcosa di stupido..L'ho come dire, pedinato?

Avrei voluto sapere almeno il suo nome, no?

Ma, cavolo, sono una persona timida e beh socializzare diciamo che non è il mio forte.

Insomma seguirlo era per me l'unica soluzione, non giudicatemi!
Se aveste visto quel ragazzo avreste fatto lo stesso, credetemi.

Comunque..dove ero arrivato?

Ah, si.

Dopo essermi messo le mani in tasca, facendo finta di nulla ho iniziato a seguirlo facendo una sorta di slalom tra la gente.
A un certo punto si è voltato verso di me, così ho iniziato a nascondermi dietro alle persone sperando che non mi notasse e non capisse che lo stavo inseguendo.

Ad un certo punto si è fermato davanti a un negozio di dischi.

Cosa dire, stavo per prendere un palo in pieno nel frattempo.
Così mi sono messo ad osservalo.

Mi sentivo proprio come in un film, così, per rendermi ancora più ridicolo ho preso un giornale che era poggiato su una panchina e facendo finta di leggerlo osservavo il misterioso ragazzo.

Dopo essere rimasto per un po' davanti a quella meravigliosa vetrina ha riniziato a camminare.
Mentre stava passeggiando immerso nei suoi pensieri vedo che si dirige in una piccola stradina ricoperta di sassolini bianchi e qualche cespuglio.

Si, si ho fatto proprio quello che state pensando!
Mi sono nascosto tra i cespugli per proseguire.

Ve l'ho già detto che gli insetti mi terrorizzano? No?
Bene, questo allora è il momento di farvelo sapere perchè ecco..circondato da insetti di vario genere,dopo aver provato a mandarli via, mi sono dimenato fino a scivolare e ritrovarmi sdraiato sul terreno.

Subito dopo davanti ai miei occhi c'era il volto del misterioso ragazzo, sottosopra. O meglio, ero io ad esserlo.
Mi ha guardato con aria interrogativa e così ho avuto la brillante idea di salutarlo con la mano mentre ero ancora sdraiato a terra con un sorriso imbarazzante.

Dopo avermi dato una mano ad alzarmi mi ha giustamente chiesto cosa ci facessi da quelle parti.

Insomma da quel giorno a quanto pare sono interessato allo studio della natura di Belleville.

Forse avrei dovuto inventare una scusa migliore.

E comunque si, è ovvio che ho chiesto anche il suo nome.

Si chiama Frank, Frank Iero.
Che dire,è un tipo fantastico!
Suona la chitarra, salta spesso la scuola e soprattutto detesta le persone.

L'amico che ho sempre sognato, no?

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Capitolo 3
*** Who are you? ***


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3- Who are you?


Questa storia inizia ad interessarvi, non è vero?

Beh, in caso contrario non vi trovereste ancora ad ascoltare il seguito.

Bene, bene, bene.
Fino a che punto ero arrivato?
Ah! Si, giusto! Ora ricordo.

Ero davvero felice di aver parlato con Frank, quello che pareva essere l'amico da me sempre desiderato e dopo avergli detto il motivo (la prima scusa che mi era venuta in mente) per cui mi trovavo da quelle parti l'avevo invitato a fare una passeggiata con me.

"Allora, dove si va, Gerard, giusto?" mi aveva chiesto Frank per poi sorridere.

Ah, il sorriso più bello e spensierato che avessi mai visto.

Mentre mi guardava in attesa di una risposta il sole illuminava i suoi splendidi occhi così chiari e così raggianti da poter far risplendere le strade di Belleville.

E poi i suoi capelli, ah, i suoi capelli così neri da essere in contrasto con tutta quella luce.

E le sue labbra così sottili eppure così perfette di un leggero rosso che appariva acceso rispetto alla sua pelle pallida e dall'aspetto quasi cadaverico.

In attesa di una mia risposta il suo volto si era fatto interrogativo e Frank mi fissava con le sopracciglia aggrottate probabilmente perchè cercava di capire cosa mi stesse passando per la testa.

"P-potremmo andare al parco qui vicino, se ti va" avevo risposto quasi balbettando.

Ehi, ve l'avevo detto che le persone non mi piacevano ed essendomi trovato di fronte all'unico essere umano che aveva suscitato la mia simpatia e curiosità giustamente mi sentivo nervoso, no?

Comunque, torniamo al mio racconto.

Dopo esserci incamminati non riuscivo a distogliere lo sguardo dal ragazzo da poco conosciuto.
No, no, non lo fissavo come un bambino osserva il suo nuovo giocattolo che poi dopo qualche giorno finirà nel "dimenticatoio", lo guardavo incuriosito e con il desiderio di sapere di più su di lui ma Frank pareva non essersi ancora accorto del mio sguardo fisso sulla sua persona e camminava con le mani in tasca.

Per le strade di Belleville non giravano molte persone in quel momento e la cittadina sembrava essere forse più tranquilla di quanto già lo fosse di solito.

"Ti va di sederci lì, su quella panchina?" mi aveva poi domandato Frank voltandosi verso di me e incrociando subito il mio sguardo che era ancora fisso su di lui.

Così avevo annuito accennando un sorriso e insieme a Frankie (si, lo voglio chiamare Frankie!) ero diretto verso una vecchia panchina nel parco, su quel legno un po' rovinato e qualche erbetta selvatica che si intrecciava alle sue gambe in ferro battuto arrugginito.

Dopo esserci seduti Frank aveva sfilato dalla sua tasca una pacchetto di sigarette e, dopo aver preso uno di quei bastoncini dal sapore e dall'aroma che crea dipendenza l'aveva portato alle labbra accendendolo con precisione e chiudendo gli occhi alla prima boccata.

Ero rimasto lì, incantato da quei movimenti così naturali e così comuni osservandoli come incantato.

"Allora, hai detto che ti occupi dello studio della natura di Belleville?" mi aveva chiesto Frankie guardandomi.

Ma non smettevo di osservarlo perchè..perchè mi ricordava qualcuno.

Avevo già visto quei tratti del viso così perfetti.
Avevo già provato quelle particolari sensazioni eppure non riuscivo a ricordare.
E continuavo ad essere quasi stregato dalla sua presenza.

Avevo poi scosso la testa come si usa fare quando si vuole scacciare un pensiero dalla testa.

"Ehm, si, diciamo di si" avevo risposto in imbarazzo.

Ma non potevo trovare un scusa migliore, eh?
Non mi giudicate, ve l'ho già detto, avreste fatto lo stesso al mio posto!

Il problema si è presentato quando mi ha chiesto quale fosse il mio compito in senso pratico.

"A volte valuto la p-purezze dei c-corsi d'acqua" è stata l'unica frase che ero riuscito a dire.

Frank aveva annuito aggrottando nuovamente le sopracciglia e mostrando interesse.

Subito dopo aveva squillato il telefono di Frankie e portandoselo all'orecchio dopo aver ascoltato per pochi secondi aveva risposto "D'accordo Mary, arrivo" e dopo avermi lasciato il suo numero su un foglietto era andato via.

Mary.

Avevo già sentito quel nome, era quasi familiare alle mie orecchie.

Certo, lo so che è un nome molto comune eppure fidatevi c'era di più dietro quelle quattro lettere.

Ma ormai, il ragazzo che nuovamente aveva adottato l'aggettivo di "misterioso" era andato via, lasciandomi su quella panchina pieno di domande.

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