I wanna be different.

di sesjlia
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo uno. PROLOGO. ***
Capitolo 2: *** Capitolo due. ***
Capitolo 3: *** Capitolo tre. ***
Capitolo 4: *** Capitolo quattro. ***
Capitolo 5: *** Capitolo cinque. ***
Capitolo 6: *** Capitolo sei. ***
Capitolo 7: *** Capitolo sette. ***
Capitolo 8: *** Capitolo otto. ***
Capitolo 9: *** Capitolo nove. ***
Capitolo 10: *** Capitolo dieci. ***
Capitolo 11: *** Capitolo undici. ***
Capitolo 12: *** Capitolo dodici. ***
Capitolo 13: *** Capitolo tredici. ***
Capitolo 14: *** Capitolo quattordici. ***
Capitolo 15: *** Capitolo quindici. ***
Capitolo 16: *** Capitolo sedici. ***
Capitolo 17: *** Capitolo diciassette. ***
Capitolo 18: *** Capitolo diciotto. ***
Capitolo 19: *** Capitolo diciannove. ***
Capitolo 20: *** Capitolo venti. ***
Capitolo 21: *** Capitolo ventuno- EPILOGO. ***



Capitolo 1
*** Capitolo uno. PROLOGO. ***



E di nuovo fui svegliata da quei gemiti provenienti dalla stanza accanto alla mia.
Che dire, si amavano.
Si amavano talmente tanto da non esitare della presenza di qualcuno i casa.
Dio quanto è imbarazzante…
Decisi di alzarmi girovagando per la casa facendo più rumore possibile in modo da far sentire a quei due che ero sveglia.
Ma niente, come al solito poi.
Se solo avessi potuto aver un ragazzo da portare in casa e scoparmelo, svegliando quei due conigli in calore come loro, come ogni fottuta settimana, loro, facevano con me.
Ogni settimana quando Lui ritorna da noi, quel Lui che ho sempre odiato.

-

Abitavo sola con mia madre prima.
Avevamo lasciato la città di York dopo che mio padre, se si può chiamare così, le aveva messo le mani addosso completamente ubriaco, costringendoci così a trasferirci dai nonni paterni (oltretutto) a Bournemouth, nel sud dell’Inghilterra.
Ce la siamo sempre cavata da sole, senza l’aiuto di nessuno. Ma poi mia madre incontrò quel dannatissimo lui, Mike.
Una tempo era sposato, ma ha lasciato sua moglie e il suo unico figlio, che non avevamo mai visto, per stare con mia madre. Che cucciolo vero?!
Fin dai primi giorni che mia madre ha cominciato a portarselo in casa, lui mi guardava come se fossi un cane, selezionando ogni piccola parte del mio fottutissimo corpo, per scoprirla.
Ma questo mia madre non lo sapeva.
Mi toccò solo una volta, ma lo respinsi così forte da spingerlo a terra sbattendo così la nuca e procurandosi una ferita causata dallo spigolo del tavolo in cucina.
Non mi toccò più, o almeno non così.
Non riuscii più neanche a guardarlo negli occhi e mia madre se ne accorse, tanto da obbligarmi a stare in casa da sola con lui sperando di abituarmici alla sua presenza.
E’ mai possibile che mia madre si innamori di uomini così dannatamente sbagliati? Evidentemente sì.
Tutte le volte che mia madre rientrava in casa tiravo lunghi sospiri di sollievo e ringraziavo il Signore che non mi avesse toccata ancora.
Con il passare del tempo però anche le cose con mia madre non andavano tutte ‘rose e fiori’, se mai potrei definirle con gambi completamente ricoperti di spine. E ogni giorno che passava era un petalo che scendeva, dopo essersi staccato da quella maledetta rosa.
-

rawrr.
Questa è la mia prima FanFiction che scrivo senza l’aiuto di nessuno. Abbiate un minimo di pietà, vi preego.
In questo capitolo non si capisce tanto ed è mooolto corto, maaa era solo un’introduzione per spiegare di come comincia la vita di questa ragazza.
Spero che vi piaccia e ci terrei se posaste una piccola recensione, anche negativa.
La storia andrà avanti abbastanza velocemente e gli ultimi capitoli saranno più significativi e con parole molto più forti rispetto ai primi. Perché? Perché li scrivevo sempre in giorni in cui mi venivano parole forti, non so neanche io perché.
Il perché del titolo ‘I Wanna be Different’ ? E’ sia una cosa personale sia una cosa di questa protagonista, non riguarderà solo lei questa cosa di ‘essere o diventare diversi’, ma colpirà più persone nel corso della storia. ‘LEGGERE PER CAPIRE’ o ‘LEGGERE PER CREDERE’. Sta a voi la scelta.
Ora vi lascio perché credo di avervi trattenute abbastanza.
Ciaaaaaaaaaaaaaaaaao. Baci bacini.
VI CHIEDO DUE RECENSIONI PER INIZIARE E POI POSTO L'ALTRO. SOLO DUUUE*.* *faccina da angioletto* @YoursC.

AAh, già mi scordavo. (che idiota che sono -.-) ringrazio PettyFer per il banner. E' bellissimo. passate alle sue storiee sono meravigliose e in più date un'occhiata anche alla mia OneShot di Zayn che troverete nel mio profilo.
Ri-Ciaao:)

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Capitolo 2
*** Capitolo due. ***


spazio autrice iniziale: ok, non ho resistito ad aspettare un'altra recensione. pleeeeease non fatemi sentire forever-alone :(
volevo ringraziare prima di tutto iaia2k00 che ha recinsito il primo capitolo ee anche quelle meravigliose ragazza, ovvero Vale e Anna   Giulsing e Armonydream, che invece hanno recensito la mia OneShot su Zayn.
Dateci un'occhiataa se volete uu
vi aspetto sotto,
bona lettura
.



 



Mi sono sempre chiesta del perché Dio mi avesse mandato in vita.
Forse perché nella vita precedente avevo combinato qualcosa di grosso che ora dovevo ripagare?
Fottute domande senza risposta, che rispecchiano completamente la mia vita senza senso.

Sicuramente non ero una di quelle persone che avevano un fisico mozzafiato da far girare la testa ai ragazzi. Anzi non sicuramente, non lo avevo proprio.                                                                                                       
Sono sempre stata sovrappeso e ho trascorso la mia infanzia nascondendomi da tutto e tutti.
Per fortuna ho sempre avuto passioni pronte a rispecchiarmi, di cui mi potevo fidare…permettendomi di sentirmi com’ero veramente…
Amo follemente la fotografia. Credo sia il mio grande amore. Riesco a vedere attraverso le foto com’è il mondo secondo il mio punto di vista.
Amo la musica. Unica cosa buona che l’Uomo  abbia creato e scoperto. Meglio che niente no?
L’arte. Oh sì, l’arte sì che era una buona causa per sentirmi sicura di me, non pienamente sicura ma in parte dai. E’ possibile che una persona con un semplice pennello o con una matita riesca a valorizzare le sue emozioni?  Probabile.
E la ciliegina sulla torta di questa ‘magnifica’ vita da sedicenne sai qual era?                                                                 
Non avevo mai avuto una ragazzo.
 
______
 
Driin.
Ecco che l’ultima campanella dell’anno mi rimbombava nelle orecchie.                                                                      
Tutti che non vedevano l’ora che arrivasse quel momento tanto atteso dal primo giorno dell’anno, ma che io odiavo profondamente.
Sono a rischio di bocciatura. Con una cazzo di vita alle spalle. E una merda di futuro che mi attendeva.
L’unica cosa che potessi fare era fermare il tempo con la musica, giusto il tempo di prendere quel fottutissimo autobus che mi avrebbe dovuto portare a casa. Appunto, avrebbe.
Accesi il mio IPod riponendolo nella tasca dei pantaloni da cui l’avevo estratto, ma non appena alzai lo sguardo l’autista del mio cazzo di autobus partì.
Inutile sbracciare o fare segnali di fumo come facevano quei primini davanti ai miei occhi. Non si sarebbe mai e poi mai fermato.
Iniziai a camminare e decisi di inviare un messaggio  alla mia unica ragione di vita: Lei, mia cugina.
Presi in mano il mio vecchio Blackbarry che improvvisamente si illuminò, segnalandomi l’arrivo di un nuovo messaggio. Non appena vidi il suo nome mi comparve un sorriso che non esitò a farsi notare.

Si può essere più telepatici? Si potrebbe definirla pura casualità, ma secondo me non lo era.
-Ehi piccola, com’è andata la giornata? :* B.Neanche mia madre me lo chiedeva.
-Sempre una merda cara mia bionda. G.-
- Il tuo amato pullman ti ha lasciato a piedi da sola con il tuo IPod vero!? Oggi da me alle 15.00? B. xx-
Dio quante volte l’aveva vista quella scena.
-Ovvio, come sempre. Ci vediamo da te. Ciao a dopo! G. x-
Così mentre camminavo ascoltavo la musica penetrarmi dolcemente nelle orecchie dandomi la sensazione che tutto andasse per il verso giusto.
Due. Tre. Nove canzoni.
Non felicemente arrivai a casa.
-Mamma sono qui. Urlai chiudendomi la porta alle spalle.
-Tua mamma è appena uscita, Grace. – Mi rispose una voce maschile proveniente dalla cucina.
“ Oh cazzo” pensai subito.
-B-bene. Avvisami quando rientra.-
-Non vuoi mangiare? Ho preparato un buon boccone per te.-
Rabbrividii solo al pensiero. Che schifo.
“Porco” stavo per urlargli.
-Preferisco starmene malinconicamente nella mia stanza che mangiare uno dei tuoi succulenti bocconi- Cercai di non tremare mentre lo dicevo.
Non rispose. Ogni rumore proveniente dalla cucina smise di farsi sentire.
Così mi precipitai nella mia camera chiudendomi a chiave, tirando un filo di sollievo, ma che fu subito accompagnato ad una fitta allo stomaco e ad un nodo alla gola non appena sentii dei passi salire le scale velocemente.
-Graaace-  Sentii quasi come cantare il mio nome.
Non risposi, ero completamente paralizzata.
-Su dai, apri questa porta…-
Deglutii.
Che fosse solo frutto della mia immaginazione?

 
 
 
 
rawrr.
Che fosse solo frutto della sua immaginazione? Eheheh cara mia Grace.
Coooooomunque, nel prossimo capitolo apparirà uno dei stupendissimi e perfettissimi OneDirection.
Chi sarà? Chi lo sa? Dai dai, scrivetemi nelle recensioni (ME NE BASTANO DUUUE, PLEASE*O*) chi per voi accompagnerà Grace nella sua vita di merda.
Rendendogliela migliore forse? O peggiorandogliela? Lei cosa farà ad un certo punto?
Raccontatemi il vostro punto di vista, mi farà piacere.
Posterò prestissimo, anche perché molti capitoli sono già pronti per esser letti.
Ciaao beddee (?)
YoursC.


 

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Capitolo 3
*** Capitolo tre. ***



Che fosse solo frutto della mia immaginazione? No, non poteva esserlo.

-Vattene pezzo di merda!- Gli urlai contro.
-Se solo una piccola figlia di…- Non finì nemmeno la frase che si sentì la porta del soggiorno chiudersi.
-Amore sono in casa!- Disse una voce femminile. Mia madre.
Sospirai.

“Grace” pensai “l’hai scampata ancora una volta”. Ma sarei riuscita a scamparla per sempre? Non credo.
Mi limitai a infilarmi le cuffie dell’Apple e mi lascia accompagnare alle parole della canzone di ‘Nobody’s Perfect’ di Jessie J che avevo lasciato sospeso durante l’arrivo a casa.

 

*Sometimes I just can't shut the hell up
It's like I need to tell someone anyone who'll listen
And that's where I seem to fuck up, yeah
I forget about the consequences, for a minute there I lose my senses…*

 
Mi addormentai cercando di non cadere in un sonno profondo.
La sveglia accanto al comodino segnava  le 14.53 quando mi svegliai, consapevole di essere arrivata in ritardo a casa di Beth, mia cugina.
Mi preparai in fretta, tenni gli stessi jeans che avevo alla mattina e indossai, sopra alla classica maglietta bianca, una felpa verde dello Starbucks, la mia preferita.
Appena uscita di casa notai il cielo grigio sopra di me, messo il cappuccio pensai:  “Intuizione perfetta Grace”. La classica giornata di pioggia Londinese è alle porte”.
Beth non abitava tanto lontano da me, quindi non ci avrei messo tanto ad arrivare. Percorsi il grande parco che ci divideva e, dopo aver schivato bambini e incontrato tenere coppie che si mangiavano con la lingua, arrivai davanti al cancello della casa.

-Pronto? Chi è?- disse una voce proveniente dal citofono.
-Sono io zia, sono Grace!-
-Ah ciao piccola! Entra pure!-
Più mi avvicinavo e più mi rendevo conto di quanto fosse grande quella casa, quella stupenda casa.           
Una volta entrata mia zia mi accolse con un caloroso abbraccio. Dio quanto amavo quella donna!                     
Tutte le volte che la vedevo mi trasmetteva un sacco di amore, facendomi sentire a casa…Sì, perché io consideravo quella come casa. Mi sentivo protetta quando entravo… semplicemente amata.
Corsi su per le scale per raggiungere la stanza di Beth, l’enorme stanza di Beth. Appena entrai lei mi corse incontro e mi abbracciò. Era tanto che non la vedevo, lei quell’anno avrebbe dovuto affrontare l’esame di terza media, quindi stava tutto il giorno sui libri, al contrario di me.
Era stupenda come sempre, quel giorno portava i capelli legati da una lunga coda bionda, ha sempre avuto dei bellissimi capelli che ora si stavano rovinando a causa delle numerose tinte che si era fatta. Passava da bionda a mora o rossa per poi ritornare bionda naturale.
Una volta staccate dall’abbraccio potei notare i suoi dolcissimi occhi marroni, belli come sempre, che marcavano quelle lentiggini che aveva lungo il viso. Era l’opposto di me: fisico mozzafiato, gambe perfette, capelli stupendi…però non ero invidiosa di lei, era come una sorella. Come potrei invidiare mia sorella?

-Allora Grace? Novità? Avevo una voglia di vederti…-
-Nessuna, come sempre. Anche io non vedevo l’ora di vederti.-
Lei sapeva tutto di quello che era successo con il mio patrigno, ma quella volta decisi di non raccontare niente delle scale e di quello che era successo prima di andare da lei.
Il tempo passò velocemente e ci fu un momento in cui ridemmo talmente tanto da avere delle fitte allo stomaco.
-Dimmi che non è vero!-ripeteva mentre rideva.
-Ti giuro Beth!- rispondevo io.
Ci fermammo di ridere per un momento. Ci guardammo sorridendo e capii che lei doveva dirmi una cosa.
-Senti Grace- mi prese le mani –oggi ti ho chiamato qui non solo per passare del tempo con te, ti devo parlare…-
Mi sentii gelare. Doveva essere qualcosa di veramente serio da dirmelo con quel tono.
-Dimmi, io sono qui, con te…-Risposi deglutendodalla preoccupazione.
Vidi il suo sorriso spegnersi e i suoi occhi riempirsi di lacrime.
-Devo partire, almeno per tutta l’estate e poi si vedrà-
‘Partire’ un verbo che odiavo. Quello che usò mia madre il giorno che lasciammo mio padre.

Significava che non l’avrei più vista per tutto quel tempo? Significava che avrei perso l’unica persona che mi capiva in quei momenti così insignificanti? Con chi avrei potuto parlare nei giorni seguenti? Non potevo perderla, mi sentii completamente debole, completamente…vuota.

Lo so che non sembrerebbe una tragedia perderla per quel determinato tempo, ma per me lo era.                 
Lo era eccome…immaginatevi di perdere tutto quello che avete, le cose più care a voi…quelle di cui non potreste mai vivere senza, lei lo era per me.
L’abbracciai senza dire una parola. Lasciando al tempo le parole. Restammo così per un bel po’ di minuti accompagnando il silenzio con i nostri singhiozzi causati dal pianto.
-Grace…-
-No, non dire una parola…non preoccuparti per me. Sono abituata a perdere le persone a cui voglio più bene, prima o poi me ne farò una ragione…-
Lei mi strinse a sé ancora più forte, ma poi decisi di alzarmi, non volevo più stare li con l’idea di non averla mai più vista per tutto quel tempo, era l’unica persona che avevo ora.

Fu l’ultima volta che la vidi e che l’abbracciai prima che partisse, con il dubbio se l’avessi rivista ancora.

Una volta uscita da quella casa decisi di fermarmi al parco, ormai stava calando la sera e cominciò anche a piovere. Stupendo no?                                      
Indossai il cappuccio e mi sedetti su una panchina, incrociando le gambe e ascoltando quelle poche mamme rimaste al parco che chiamavano i propri figli per andare a casa.
Mi sdraiai lungo la panchina restando a pancia in su a fissare le gocce che mi cadevano negli occhi e sulle labbra, colandomi tutto il mascara. Ma non me ne fregava assolutamente niente, sarei restata lì a pensare a quanto avrei potuto resistere ancora a quella vita.                                                                                                          
Dovevo cambiare. Avevo una lunga estate davanti per farlo e mi sentivo pronta per affrontare tutti quegli ostacoli che avrei sicuramente incontrato lungo la via.
Restai lì ferma e pensierosa per qualche ora, fino a quando non mi accorsi che la pioggia era finalmente cessata e ormai era calata la notte.                                                           

Quando poi mi alzai vidi una figura umana seduta sulla panchina di fronte alla mia, piangeva forse, aveva la testa piegata sulle sue gambe sostenuta dalle sue grandi mani. L’ignorai. Ma proprio quando mi alzai lui mi guardò scattando velocemente. Notai i suoi occhi verdi, erano gonfi, rossi e pieni di lacrime. Sì, aveva decisamente pianto. Alzai i tacchi e me ne andai velocemente.
Arrivata alla porta di casa mia sentii dei passi corrermi incontro. Mi girai velocemente e vidi quel ragazzo, che prima stava piangendo, correre verso la strada. Mi seguiva forse? Impossibile.   
Presi velocemente la chiave che avevo in tasca, ma fui disturbata da un grande frastuono dietro di me.                                                     

Un urlo accompagnava la frenata di una macchina.

 


rawrr.
Chi è allora? Io lo so! Io lo so! E non ve lo dirò! Ok basta.
Beth, Grace, insieme da sempre con un destino da venir separate. Povera Gre, quasi mi fa pena.
Ma quanto sono cattiva? Gli do una vita del ciccio (?) e poi le faccio anche perdere l’unica ragione per cui vive. Mah. E poi decide di cambiare, va bene così, vuole diventare quello che ha sempre desiderato essere:)
Daaaaaai che nel prossimo ci sarà la descrizione di quel misterioso ragazzo ,che la inseguiva? Mah. Giuro che da qui in poi inizierà da vera storia. Giuuuuuro.
Ok, volevo ringraziare veramente iaia2k00 , iDontHaveThatOneThing , Alessia_ilove1D  e Vale e Anna che hanno recensito gli scorsi capitoli (: poi AleStylessmile99 , ChIaRa UnA dIrEcTiOnEr MarieGrace e
_SaraMalikSpina_ che hanno invece messo tra le preferite la mia OneShot (che vorrei andaste a leggere per farmi contenta-->
Baby please remember me once more. ) ed infine Giulsing e martiiismile che insieme alle altre l'hannno recinsita (: e naturalmente   xniallfreehug , DjMalik_97 e iaia2k00   che hanno messo le mie storie nella parte di quelle da seguire (:
Ok, mi dileguo
Ciao ciao.
YoursC.

Ps. si sono ancora qui, vi dono un Tomlinson che vi ama taanto. Baciniiii.



*2 ore dopo*
Aaaah, sono ancora qui a guardarlo. *-*

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Capitolo 4
*** Capitolo quattro. ***



Mi girai velocemente lasciando cadere la chiave atterra.
Lo vidi, lì per terra, che a malapena si muoveva.

-Chiamate un’ambulanza!- Urlò una voce.
Il ragazzo, di cui non sapevo neanche il nome, alzò la testa e mi guardò. Mi guardò talmente tanto che decisi di avvicinarmi. Vedendomi vicina a lui, alzò lo sguardo e mi sorrise. 
Mi incantai.
Non avevo mai visto un sorriso del genere, tenero, preoccupato e dolce allo stesso momento.
Le sue rosse labbra carnose erano circondate da due fossette sui lati che rendevano il suo sguardo debole e infantile. Il viso di quel ragazzo non sembrava sconosciuto, ma anche se lo fosse stato ero sicura che non me ne sarei dimenticata facilmente.

Arrivata l’ambulanza lo caricarono e se ne andarono…io rimasi lì. Non sapevo cosa fare. Ma poi mi rivenne in mente mia cugina e il bisogno di cambiare.                                                                                    
Quindi rientrai in casa e mi buttai sotto la doccia, lasciandomi accarezzare dall’acqua fresca.
Tutta la notte mi rigirai nel letto pensando a Beth, al cambiamento che dovevo fare e… a lui.                           
Perché lui? Come facevo a pensarlo se neanche mi ricordavo chi fosse?  
                                                                              
Tralasciai questi pensieri e mi rilassai sul letto, addormentandomi.
La prima cosa da fare per cambiare il mio aspetto era dimagrire.
Ho passato una vita a fare diete e a cercare di tenermi in forma, ma mai senza successo.
E’ sempre stato come essere contro se stessi, odiarsi, prendersi a pugni, rovinarsi l'autostima. Significava non fare mai pace con quei chili di troppo. Significava avere paura di se stessi, sentirsi spaesati, distrutti, abbattuti. Significava costruirsi un orgoglio che fa male, come dei muri indistruttibili. Significava avere l'impressione che tutti ti guardino con uno sguardo critico, pronto a giudicarti. Perché tu quei giudizi li hai temuti, li hai assaporati ogni giorno, te li sei ripetuta ogni santa mattina. Significava ammazzarsi di autoconvinzioni, di tranquillizzanti che non servivano a niente se non ad aumentare la voglia di uccidersi con le proprie mani, con la stessa routine. Significava avere paura di scegliere i vestiti. Credere che tutto metta in risalto quei fianchi, quelle gambe, quella pancia. Credere che tutto sia in vita per farti sentire una completa merda. Credere sempre negativo quando qualcuno ti sorrideva, ti puntualizzava un complimento.
Significava non sentirsi in armonia con il mondo, con gli altri e reagire sempre male, infastiditi, freddi, inaspriti.
Significava essere continuamente infelici con se stessi, insoddisfatti di se stessi.

 
Questa volta ce la dovevo fare se non volevo più sentirmi così e iniziai la mattina seguente a mettendomi in riga. Tolsi da tutta la mia camera e nel mio bagno gli specchi evitando di vedermi tutti i giorni. Digitai sul mio Mac ‘’dieta di una settimana’’ e stampai subito il foglio dirigendomi in casa a preparare la colazione. Caffè e yogurt. Infondo non c’era tanto da preparare…
Tutta la settimana passò in fretta e la mia giornata era alternata tra sport e poco cibo. Morivo di fame.

Finalmente arrivò il lunedì.
Anzi, non ero felice che fosse arrivato così presto, ma volevo vedere se fossi dimagrita o no.                                                    
Mi alzai alle 9.00 in punto e mi diressi in bagno in cerca di quella tanto odiata bilancia. La trovai subito, a mio scontento. Posai i miei piedi sopra e feci un sospiro profondo, mi ero impegnata tanto e avrei voluto un risultato positivo.
Lessi il piccolo schermo digitale e vidi quel numero. Quel numero tanto aspettato. 59.6.                                     
Ero molto alta e quello sarebbe stato il peso giusto per il mio corpo. Non potevo crederci.   
Avevo aspettato tutto questo tempo per diventare quello che volevo essere quando potevo diventarlo in una sola settimana? Pazzesco.

Riattaccai lo specchio in bagno e gli diedi le spalle appoggiandomi sul lavandino. Ero pronta per vedermi. Ero pronta a vedere il risultato del mio lungo lavoro. Mi girai. Vidi una ragazza mora, con i capelli lunghi e lisci, con un viso…magro. Lineamenti quasi perfetti. Mi piacevo.
Non ci potevo chiedere, quella ero io.
Il primo mese di vacanza passò in fretta, mi tenevo in forma e avevo comprato anche nuovi vestiti buttando via tutti quelli vecchi, a parte la mia amata felpa dello Starbucks. Per la prima volta mi vestivo bene.
Avrei voluto vedere mia cugina e farli vedere chi ero ora, ma non potevo. Mia madre e Mike sarebbero partiti nel weekend per due settimane di vacanza. E io non vedevo l’ora.
Una volta partiti mi sentivo libera, completamente e decisi di proseguire con il mio cambiamento.

Al pomeriggio mi diressi verso il centro di Bournemouth ed entrai nella bottega dei tatuaggi.                                     
Perché non proseguire il proprio cambiamento realizzando i propri sogni? 
Esatto, farmi un tatuaggio era sempre stato uno dei miei tanti sogni e mi ricordo il braccio di mio padre, cosparso di facce e animali che si intrecciavano, meraviglioso. Fin da piccola desideravo farmene tre in diversi punti del corpo, un sole nella caviglia, una chiave di violino dietro all’orecchio sinistro e l’ultimo, il mio preferito, il segno dell’infinito nel dito medio.                                                                                                           
Infatti quel giorno mi feci proprio quest’ultimo, era stupendo e l’avevano fatto davvero bene, ma non mi accontentai, testa dura che ero e decisi di farmene un altro, la chiave di violino.
Una volta aver pagato proseguii a passo veloce verso il centro della città, ma la mia curiosità fu subito catturata da un piccolo cartello scritto a mano posto davanti a una vetrina di un negozio di musica.

‘’Per chi cercasse lavoro 
qui abbiamo bisogno di una mano’’


Decisi allora di entrare, tanto un lavoro estivo non mi avrebbe fatto male no? Avrei avuto anche dei soldi da spendere, dei miei soldi da spendere.
Appena la porta si aprì la campanella del negozio suonò per avvisare che qualcuno era entrato. Sentii subito l’odore del legno intagliato, quel negozietto era davvero carino, semplice, in legno e sulla destra era presente un piccolo scaffale decorato da numerose bacchette da batteria di tutti i tipi.

-Arrivo subito!- sentii provenire dall’altra stanza dietro il bancone.
Io continuai a girare per il negozietto esplorandolo nei minimi particolari.
-Eccomi stav…- non finii la frase che un ragazzo cominciò a squadrarmi da capo a piedi e le sue labbra si contorsero in un sorriso che fece comparire la fila di denti bianchi allineati perfettamente. Quel sorriso definitoirresistibile da tutte le ragazze della mia scuola. Ma con me non attaccava. Io conoscevo lui…c’è sapevo chi era. Era il figo della scuola, quel tipico ragazzo da ‘una botta e via’ così lui trattava le ragazze. Eravamo in classe insieme alle elementari e poi alle medie lo misero in un'altra classe insieme ai suoi simpatici amichetti e poi naturalmente lo incrociavo nei corridoi della mia scuola, ma non mi aveva mai degnato di uno sguardo.
Insomma chi si farebbe salutare dalla sfigatella di turno? 

Era un ragazzo davvero carino, insomma chiunque l’avrebbe detto!                                                                                       
Mi guardava con quegli occhi, dove potevi quasi specchiarti! Erano di un color cioccolato chiaro e accompagnati da quel sorriso erano una favola.

-Avrei bisogno di un lavoro, insomma ho visto quel cartello li fuori e ho pensato di provarci insomma e poi mi servirebbero soldi e…-Risposi titubante ma non riuscii neanche a finire la frase che lui mi rispose subito.
-Inizi lunedì se non ti dispiace- rispose sorridendomi ancora.
-Perfetto grazie…-risposi avviandomi alla porta, da cui ero entrata, per uscire.
-Comunque io sono Liam, a lunedì!- mi disse facendomi bloccare davanti alla maniglia. Io mi girai e sorrisi semplicemente presentandomi.
Uscii dalla porta e attraversai la strada andando a sbattere contro un ragazzo.                          
Tipiche scene romantiche di film sdolcinati dove la donna appena scontratasi con l’uomo lo guarda e rimane abbagliata dal suo sorriso.                                                                                                                                        
Bleah pensai quel giorno. Ma proprio quando alzai lo sguardo lo riconobbi, era il ragazzo dell’incidente.
Abbassai lo sguardo velocemente cercando di non incontrare il suo e mi alzai stirandomi la maglietta con le mani.
-Scusa, non volevo- disse lui con un tono tremante e dispiaciuto.
-Non ti preoccupare, colpa mia- risposi raccogliendo, con la testa bassa, la borsa che era caduta.
Alzai gli occhi e intravidi un sorriso tra le sue labbra incantandomi per un attimo in una delle sue fossette e ricambiai velocemente per poi andarmene.                       
Non mi aveva riconosciuta per fortuna.

Mi precipitai direttamente a casa quando davanti alla porta di casa sentii qualcuno bloccarmi il polso. Mi girai velocemente non sapendo chi fosse e mi trovai il ragazzo riccio davanti.
Che cazzo voleva ancora?

-Che cosa vuoi?-chiesi un po’ fredda.
-Ma io e te ci siamo già visti?-
-Non credo- ribattei storta.
-Non sembri una faccia sconosciuta…comunque io sono Harry, Harry Styles.- si presentò con il solito sorriso.
Ah ecco chi era!
-Piacere- risposi staccandomi dalla sua presa e aprendo la porta di casa per entrare, ma fui di nuovo bloccata dalla sua mano.
-Non mi hai ancora detto il tuo nome…-
-Non ce n’è bisogno…-dissi voltandomi per entrare in casa.
-Beh sai com’è di solito quando una persona si presenta è una cortesia ricambiare dicendo il proprio nome- mi provocò lui sorridendomi.
Io lo guardai un po’ interrogativa e spostai il mio sguardo sulla sua mano che stringeva il mio polso.Lui seguì i miei occhi e mi mollò.
-Visto che non mi vuoi proprio dire il nome, domani verso le 14.00 ti andrebbe di andare a prendere un gelato? Parliamo un po’ per conoscerci insomma, niente di più…-
Ecco il solito ragazzo. Cosa dovevo fare nei giorni seguenti oltre che a stare in casa aspettando di essere sbranata dai miei pensieri? Nulla. Ma comunque non avrei mai accettato un appuntamento con lui, non ora almeno.
-Non credo sia una buona idea…fidati-risposi semplicemente entrando in casa.

 
 
 
rawrr.
Styles e Payne colpiscono ancora. Ma Grace mollerà o resisterà ancora?
Vedremo.
Vi ringrazio ancora, tutte, per le recensione che mi mandate, eeee se continuate così posterò tutti i giorni (come in fondo sto facendo uu)
Vi aspettavate che fosse proprio Harry? Io sì. (:
Vi lascio ora belle, che storia mi aspetta...sì, ho il debito. e se non studio addio anno scolastico, addio concerto OneDirection a Londra e addio IPhone. *O*
ciao,
YoursC.



Ps.
Ok, questa la dovevo mettere, AHAHAHAHAHHAHA. non uccidetemi.

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Capitolo 5
*** Capitolo cinque. ***



E così anche il lunedì mattina arrivò abbastanza velocemente e tranquillamente.
Non avevo fatto nulla di particolare durante i giorni precedenti, sempre la solita routine quotidiana:  occhiaie agli occhi, colazione, spiaggia, palestra, cibo, televisione, centro e litigate con i miei genitori anche dal telefono.

Appena entrata in bagno appoggiai lentamente i polsi delle mie mani sul marmo ghiacciato del lavandino e alzai la testa per osservarmi allo specchio. Rimasi sorpresa, se così si può dire, notando che le occhiaie che ogni santa mattina mi risvegliavano non c’erano, o almeno non erano per niente cariche come al solito.

‘magari oggi Dio mi risparmia’ avevo pensato mettendomi quasi a ridere.

Lavai il viso in modo da risvegliarmi dal sonno e mi truccai leggermente pronta ad indossare i vestiti appoggiati sulla sedia che avevo preparato la sera prima.
Addentai una brioches e uscii di casa, pronta ad affrontare una mattinata lavorativa.

Arrivata davanti al negozio notai che Liam non era ancora arrivato così mi sedetti atterra infilandomi l’Ipod nelle orecchie e aspettando il signorino che mi raggiungesse.
Passarono diversi minuti, non so precisamente quanto, che mi sentii picchiettare sulla spalla.
Aprii, quindi, lentamente gli occhi aspettando che si abituassero alla luce del sole che sembrava quella mattina avesse voglia di colorare il cielo londinese. Non appena vidi la sua immagine non potetti resistere di accoglierlo con un sorriso involontario, che fu subito ricambiato.

-Buongiorno Grace-

-Ciao. Dove ti eri cacciato?- chiesi perdendo la dolcezza e ritornando completamente in me.

-Scusami, ehm…la sveglia non ha suonato- rispose imbarazzato grattandosi la nuca con una mano.

-Capita- continuai accennando un sorriso.

-E poi chi è il capo tra noi due, signorina?- mi prese in giro tendendomi la mano per aiutarmi ad alzarmi.
Feci una smorfia come risposta, che lo fece sorridere e che contagiò anche me, afferrando la sua mano e aiutandomi ad alzarmi dal marciapiede.

-Prego comunque- fece ironico aprendo la porta ed entrando.

Roteai gli occhi al cielo seguendolo all’interno e pulendomi il retro dei jeans.
Una volta entrata mi invitò a seguirlo durante il ‘giro turistico musicale’, così l’aveva chiamato.
‘che idiota’ pensai con un sorriso.

-Questa è la parete delle chitarre, come vedi ci sono plettri, chitarre di vario tipo- cominciò indicandomi una vecchia scansia di legno con varie sezioniquello invece è il reparto dove il cliente può provare lo strumento che ha scelto- continuò indicandomi una stanza affollata da strumenti di vario genere.

Ci avviammo verso un’altra porta dove una volta aperta si potevano intravedere diversi tipi di pianole e pianoforti di varia grandezza -Infine questa qui è la parte dei pianoforti e pianole…- appunto. -… dove la gente di solito si stabilizza di più, più per rilassarsi su quei divanetti rossi con la musica anche mentre da quella parte c’è tutto l’occorrente per la batteria e per i vari strumenti, tutto chiaro?- concluse accennando un sorriso.

-Chiarissimo…ma quella porta invece?- indicai una parete colorata di rosa pallidissimo.

-Oh certo, scusami, lì c’è la caldaia ed è una porta di sicurezza diciamo dove ti porta sul retro del negozio, puoi fumarci lì dietro…-

-Perfetto-chiarii io allontanandomi da lui e posizionandomi dietro al bancone.

Mi porse poi una maglietta nera con scritto il nome del negozio sulle spalle e cominciammo a lavorare.
Non fu stato per niente pesante, insomma stare al contatto con la gente non è faticoso con un lavoro del genere. Durante la mattinata ci scambiammo diversi sguardi, ma non significativi sicuramente, forse lo faceva per controllare se svolgessi bene il mio lavoro, cosa che mi sembrava molto ovvia.

Anche i clienti furono stati cortesi con noi, la maggior parte di loro conosceva Liam e si vedeva, anche lui ricambiava i sorrisi facendomi pensare che non esistesse una parte di lui così semplice e nascosta, molto nascosta di come si dava a vedersi. 

 
 
 
rawrr.
Ok questo è molto, ma molto corto. E' un capitolo di passaggio, è la parte di Grace-Liam, era solo per dividerlo assolutamente dal prossimo.
Il prossimo capitolo è sbaaam. Mi piace un sacco, davverooo lo amo (da notare che lo dico da sola, e deve essere davvero, davvero stupendo per voi che vi piacciono queste tipo di cose) e spero che vi piaccia anche a voi, speeeero:3
Grace-Liam o Grace-Harry?
vi aspetto nelle recensioni, non deludetemi e fatemi capire che almeno il prossimo lo volete leggere. Riusciamo a superare le 3 recensioni? Pleeeeeease.
Comunque vada, siete le migliori. uu
YoursC.



Ps. ho preso un mezzo raffreddore eeee non vorrei sentirmi forever-alone. Ma che tipo non sono così
talmente ashgrjkgrw come il stupenderrimo (?) Liam mentre starnutisco.



Nonostante ciò, loro vi amano tantissimo, come me in fondo.

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Capitolo 6
*** Capitolo sei. ***



Mentre Liam chiudeva con la chiave il negozio  mi accorsi che erano già quasi le 14.00 del pomeriggio e che dovevo andare a casa per prepararmi qualcosa da mangiare siccome i crampi allo stomaco cominciavano a farsi sentire.

-Ehm allora io vado…- avvertii al biondo.

-Come vuoi! Allora ci vediamo al lavoro!-

-Certo, ciao!- mi salutò con un sorriso che ricambiai velocemente.
Imbucata la via principale per arrivare a casa mia intravidi Harry corrermi incontro.

-Ciao ragazza-senza-nome!-
Ancora con questa storia? Sei pesante riccio.

-Ciao! Scusa ma stavo andando a casa a mangiare qualcosa…ci vediamo eh!- risposi velocemente per poi rincamminarmi a passo svelto.

-Nono, non vai da nessuna parte! Tu vieni con me!- rispose prendendomi una mano e trascinandomi dalla parte opposta di dove stavo andando.

-Harry dove mi stai portando?-

-Non ti preoccupare! Niente di speciale!-

-Mi stai trascinando per tutto il paese!-

-Oh avanti donna, era per sbrigarci!-mi disse rallentando il passo.
‘donna’ ? Mi trattenni dal ridere da quell'affermazione, almeno aveva cambiato da solito ‘ragazza-senza-nome’, davvero banale.

-Beh, almeno dimmi dove andiamo!-

-Dopo una giornata di lavoro come la tua, mi sembra giusto andare a mangiare qualcosa!-

-E tu come fai a sapere dove lavoro?-

-Liam è un mio amico! Mi dice tutto lui!-

-Ti dice tutto tranne che il mio dolce nome-

-Solo perché non se lo ricordava…-
Roteai gli occhi a quella risposta, era il solito cretino quel Payne.

-E ci dobbiamo andare insieme?-chiesi stupita.

-E perché no?- rispose facendo spallucce.

Una volta arrivati sotto l’insegna dello Starbucks mollò il mio polso e portò le sue mani nelle tasche dei pantaloni chiari abbassando lo sguardo.
Cominciò a giocherellare con dei sassolini con i piedi prima di interrompere finalmente quel fastidioso silenzio.

-Sicura di non voler entrare?-fece tenendo lo sguardo basso.

-Mi hai portato fin qui, praticamente trascinandomi! Ora entriamo e muoviamoci che il mio stomaco chiede aiuto!-
Vidi i suoi occhi illuminarsi non appena afferrai il suo gomito e trascinarlo all'interno del bar per muoverlo.

La cameriera ci indicò un tavolino piccolo in un angolo della sala che dava le spalle all'enorme vetrata che si rifletteva sulla strada.
Mi sedetti velocemente sul divanetto appoggiando la schiena sul vetro freddo ed Harry si sedette al mio fianco sorridendomi.
-Quanto dovrò ancora aspettare per sapere il tuo nome?- chiese giocherellando con i tovagliolini.

-Fino a quando lo considererò opportuno- risposi. Rise tranquillamente facendomi spuntare un sorriso.
Riusciva davvero a cambiarmi di umore così velocemente quel ragazzo?

-Tu che prendi?- mi allungò il menù.

-Credo il solito che prendo quando vengo qui- risposi riposando il cartoncino sul tavolo.

-E il solito sarebbe?-

Prima che riuscissi a rispondere però, una cameriera sulla cinquantina e dall’aria cortese raggiunse il nostro tavolo. –Cosa vi porto ragazzi?-

-Per me un Frapuccino e un muffin al cioccolato- ordinai ricambiando il sorriso.

-Mi porti anche a me un Frapuccino e un muffin alla cannella, grazie-ordinò invece Harry porgendole il menù.
Non appena la signora si allontanò girai lo sguardo verso quello di Harry sorprendendo che lo aveva già fisso su di me.

-Il solito era quello se non lo avessi capito-

-Sisi, avevo intuito-
Le nostre ordinazioni arrivarono quasi subito ed iniziai a gustare il mio muffin sorseggiando di tanto in tanto il Frapuccino che avevo ordinato, quando la risata del ragazzo mi attirò l’attenzione.

-Che c’è?- gli domandai notando che mi guardava divertito.  

-Sai qual è uno dei miei tanti desideri, donna?-mi chiese lui di sprovvista.

-Ehm, no-

-Questo-
Prima che potessi capire cosa stesse per succedere vidi Harry con gli occhi chiusi avvicinarsi a me posando dolcemente le sue labbra sul lato destro della mia bocca provocandomi un brivido che mi fece avvampare le guance.
Non appena si staccò notai che aveva della leggera schiuma sulle labbra che fu poi ripulita dalla sua lingua.

-Oh, scusa deve essere stato, ehm…questo- dissi indicando il contenitore, che tenevo fra le mani, cercando di non sembrare tanto imbarazzata.
Ancora scossa dal suo gesto portai velocemente la mano sulla bocca per ripulirmi dagli eventuali residui di schiuma ancora depositati lì.

-Tranquilla non c’è più niente-mi rivolse un sorriso che ricambiai timidamente prima di voltare lo sguardo verso la sala continuando a bere la mia ordinazione.

Una volta finito tutto il ‘’pranzo’’ Harry ci avviammo verso casa mia mantenendo un costante silenzio e aspettando di raggiungere il mio cancello non troppo lontano dal centro.
Arrivati aprii il cancello lentamente lasciandolo cigolare.

-Grazie Harry, per il pranzo…-ringraziai raggiungendo la porta.

-Figurati- rispose tenendo le mani salde nelle sue tasche.

-Senti…se ti va, solo se ti va però, ti va domani di andare a prendere un gelato? Non prenderlo come un appuntamento, perché non lo è, ma come un modo per conoscerci…tanto domani tu hai la giornata libera, no?-

-Ah è domani il giorno libero-

-Si, allora verresti?-
Devo fare qualcosa di importante? No. Accetto? No che non accetto.

-Va bene, ma che sia chiaro: solo come conoscenti eh?-
Come non detto.

-Promesso-concluse.

-Allora vado. A domani Harry.-salutai aprendo la porta.

-Ciao, ragazza-senza-nome- mi salutò lui facendo un occhiolino.

Entrai in casa e proprio quando lo vidi allontanarsi dal cancello riaprii la porta di scatto e urlai – Grace. Mi chiamo Grace.-

Lui si girò sorridendo soddisfatto e mi disse–Bene Grace, a domani allora.-
 


rawrr.
Grace ha detto il suo nome, eh già.
Ma la parte dello Starbucks? L’ho sognataa e non ho resistito. Giuro, a me piace un botto! Ok, voi penserete che forse sia troppo presto per un gesto così ''intimo'' ma su, è pur sempre Harry Styles, o no? Ditemi se pensate che sia un po' affrettato (:
Ammettilo che vorresti anche tu incontrare per strada uno come lui, ammettilo uu .
Vai aspetto nelle recensioni, più sono carine e coccolose e più posterò in fretta. Anzi, a dire la verità parto per il mare quuuuindi posterò tra due settimane circa, mi fate trovare tante bellissime recensioni? *faccina da cucciolo oppure da Niall Horan* *O*
Ciaaao.
YoursC.


Ps. anche a DjMalik piaceteeeee (: vero, Jawaad?

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Capitolo 7
*** Capitolo sette. ***



La mattina seguente mi svegliai prima che la sveglia suonasse. La sera prima mi ero addormentata presto quindi non ero per niente stanca. Mi preparai velocemente e uscii di casa addentando una mela, avevo voglia di fare shopping e di uscire un po’ all’aria aperta.
A quell’ora di solito non c’era tanta gente in giro per la città, l’aria che tirava era perfetta e probabilmente avrebbe portato un buon pomeriggio soleggiato.                                    
Già il pomeriggio.
Mi venne in mente che mi sarebbe passato a prendere Harry e che io non avevo niente di carino da mettermi, come sempre.  
Arrivata finalmente in centro entrai in diversi negozietti comprando magliette, pantaloni etc. ma che naturalmente non sarebbero andati bene per l’uscita di quel pomeriggio.
Entrata da Primark però, vidi subito un vestitino che prima non mi sarei mai permessa di mettere, era semplice, bianco con un piccolo nastro rosa sotto al seno e arrivava poco sopra al ginocchio.                          
Decisi di comprarlo e notando l’ora scappai velocemente a casa.
Andai immediatamente in bagno per indossare velocemente il vestito appena comprato e per ripassarmi il trucco che mi ero fatta alla mattina. Dopo essermi legata i capelli, scesi in cucina e mi preparai da mangiare: un piatto di pasta al sugo. Schifoso oltretutto.
Non appena misi la forchetta in bocca il campanello suonò. Saltando dallo spavento però, il maccherone ancora attaccato cadde proprio sopra alla gonna del vestito lasciandomi una bella, e naturalmente visibile, chiazza di sugo.

-Porca troia!- urlai disperata. E’ mai possibile che compri qualcosa e lo rovini subito prima di mettermelo? Cazzo.-
Il campanello suonò di nuovo. Corsi ad aprire evitando che suonasse di nuovo e che mi alterassi di più.

-Scusa è che…- non finii la frase che alzai la testa e notai lui, era bellissimo. –Scu-Scusa è che il maccherone, beh ecco, sul vestito.- Dio che imbarazzo. –Harry, entra. Vado a cambiarmi e scendo subito.-
Harry entrò subito senza esitare e io mi diressi in camera mia ripensando alla figura di merda appena conclusa. Mi infilai un paio di pantaloni e una maglietta chiara che lasciava una spalla scoperta e scesi di nuovo in direzione della cucina.

-Eccomi, sono…- notai Harry che stava addentando la mia pasta affamato –pronta.- conclusi la frase.

-Devo dire che però non sei tanto brava a cucinare eh, ti servirebbero lezioni di cucina.- rispose quel simpaticone di Harry, ghignando sotto i baffi -Su dai, andiamo a comprare questo gelato-.
Annuii semplicemente e ci dirigemmo verso la porta per poi chiuderla alle nostre spalle.

Ci fermammo in una baracchina vicino al parco dove Harry ordinò due gelati panna e cioccolato.
Cominciammo tranquillamente a parlare e a scherzare mangiando quel gelato, che dicendo la verità non era dei migliori.

-Però ci sai fare con i gelati eh- Mi disse facendomi l’occhiolino. Pervertito.

-Styles tieni a bada la tua mente o il gelato te lo ritrovi infilato in quel buco che hai lì dietro- dissi ricambiando l’occhiolino.

-Uhuhuh che paura-

-Ti conviene averla con me.-dissi lanciandogli una pacchettina sulla spalla.

-Senti Grace, ma come ho fatto a non notarti per tutti questi anni?-mi chiese con un tono quasi serio.

-Io ero anche in classe con Liam alle elementari. Poi meglio che non mi hai mai notata! Odiavo a morte i suoi amichetti! Non che adesso sia cambiato qualcosa naturalmente…- gli risposi divertita.

-Ma io pensavo che quella Grace se ne fosse andata prima di iniziare le medie! Oh mio Dio scusami!-

-Tranquillo Styles, sono abituata a non essere notata, a differenza vostra-scherzai.
Lui mi sorrise e basta.

La giornata continuò serenamente e sinceramente mi divertii anche, non mi sarei mai aspettata di sentirmi a mio agio con uno come lui.
Cosi verso le 19.00 mi riaccompagnò a casa.

-Beh, grazie per oggi…- dissi appoggiando la schiena sulla porta di casa mia.

-Grazie a te per aver accettato, in fondo non è stato così male-rispose lui portando una mano sullo stipite della porta bloccandomi in quei quindici centimetri che ci separavano.                                                             
Mi guardava incessantemente negli occhi, in quel momento i suoi avevano un colore verde mai visto prima e quel luccichio che comparve improvvisamente mi fece capire che non si sarebbe spostato da lì.
Ma non potevo arrendermi così, non dovevo farlo, era troppo poco tempo che ci conoscevamo e sapendo le sue regole da ‘una botta e via’ lo fermai prima che si avvicinasse ulteriormente, afferrai il suo braccio e lo feci staccare dalla porta posando l’altra mano sul suo petto.

-Ehi Styles, doveva essere solo un’uscita per conoscerci meglio, ricordi?-
Improvvisamente però mi accorsi che era di nuovo pericolosamente vicino alle mie labbra che non smetteva di fissare –E lei non dovrebbe sapere che bacio sempre al primo appuntamento?- disse sorridendomi e finalmente alzando lo sguardo.
Ecco che ritorna Harry-sono-sempre-il-solito-pervertito-Styles.

-Non rispondere ad una domanda con un’altra domanda- provocai.

-Scusa, ma vorresti dirmi non lo desideri neanche un po’?-

-Domanda-

-Sei sempre così sarcastica?-domandò soffocando una risata.
-Harry, domanda.-

-Ma non ho risposto con un’altra domanda! Tu non mi hai risposto con la parola: domanda?- intrecciò le parole.

-Sei un caso perso, Styles.- cominciai -Ci vediamo - conclusi spingendolo più distante da me, in modo da poter riuscire ad aprire la porta e finalmente entrare in casa.

-Certo signorina Grace-
 


 
rawrr.
Secondo voi potevo tralasciare una parte di Harry-pervertito-Styles? Mai.
Però lei ribatte, ribatte e ribatte ancora. Gli da filo da torcere la ragazza. Ma glielo darà per sempre?
Beth si farà sentire? Ritornerà a soccorrere sua cugina?
Ditemi anche cosa ne pensate di loro due.
Ho appena postato tre OneShot diverse dalle altre che si vedono in giro, potreste passare? magari fatemi sentire come vi sembraano!
Ieeeri sera sono andata allo stadio a vedere il bolognaaa! Taider. lo amo. mi ha vista. mi ha sorriso da dietro il pullman. ci siamo seguiti con lo sguardo fino a che non è entrato. ha fatto 2 goal. abbiamo vinto. li ha fatti peeer mee?! ahahah che idiota. okay, non ve ne frega una beata minchia, lo so.
Ciao piccole lettrici,
YoursC.


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Capitolo 8
*** Capitolo otto. ***



Entrata in casa decisi di riposarmi sul divano del salotto carica di patatine e succo alla mela.
Accesi così la tv cominciando a cercare tra i tanti canali un film decente da essere visto, ma naturalmente senza successo.
Finii per guardare dei cartoni animati davvero insulsi.                                                                                                      

Come possono far vedere a dei bambini delle cose del genere? Boh. E poi c’è gente che si lamenta del carattere dei giovani di oggi.

Il vento della finestra aperta cominciò ad entrare facendo sventolare le tende bianche del salotto e la bella giornata di sole fu subito sostituita dalla classica pioggia londinese. Mi alzai al divano scocciata per chiuderla velocemente per poi rimettermi a sedere mettendo le mani in tasca per tenerle calde.                      
Quando però ebbi la sensibilità del tatto all’interno della tasca notai che c’era un foglietto di carta che prima non avevo di sicuro.

‘’Pensavi che ti avessi lasciata stare? No, non è da Harry! xx
9853660421 :)
’’


Mi sembrava strano. Possibile che per Harry-non-sono-mai-contento-Styles non sia mai tutto abbastanza?
E ora cosa dovrei fare? Se lo chiamo pensa che io ci stia, e non è vero questo. Se non lo chiamo però crede che oggi non mi sia divertita, e non è affatto vero.

Fanculo Grace, che cazzo di pare ti fai sempre!?

‘’Infatti mi sembrava strano Styles che tu ti fossi accontentato. Come hai detto tu: non è da Harry! G.’’

Passarono neanche pochi secondi che già mi aveva risposto.
‘’Pensavo non rispondessi mai, ma ci speravo ;) H.’’

‘’Tienitele per le altre queste parole Styles, non attaccano con me ;) G.’’

‘’Non ti piace il mio nome? Non mi piace che le persone mi chiamino per cognome. Però con tutta la sincerità, detto da te è alquanto sexy. ;) E comunque vedrai che anche con te attaccheranno, fidati. H.’’

‘’Fidarmi di te Harold, mai. :) E ora vado, non posso perdere altro tempo. G.’’

‘’Il tempo non è mai sprecato quando si parla con me. H. ’’
Un ragazzo più convinto di lui credo di non averlo mai conosciuto. Spensi il telefono per evitare altri suoi messaggi, a volte erano davvero irritanti.

Mi addormentai senza accorgermene e mi svegliai poi verso le 22.30 dal telefono di casa che squillava.          

Chi poteva essere a quell’ora?
Sarebbe forse stata mia madre per avvisarmi che il suo amato ragazzo era all’ospedale e che stava per morire?
Grace svegliati da questi pensieri e vai a rispondere, solo nei tuoi sogni potrebbe capitare una cosa così.


-Pronto?- dissi mezza addormentata.

-Ehi Grace! Ho provato a chiamarti sul cellulare un migliaio di volte e ti ho mandato più di cento messaggi lasciandoti anche tre messaggi nella segreteria telefonica! Dove cavolo ti eri cacciata?-
Non era mia madre, ne ero sicura. Ma davvero non capivo chi era, eppure la voce mi era famigliare, molto famigliare e in effetti notai che il numero tre lampeggiava nel telefono per segnalare la presenza di messaggi non ascoltati nella segreteria.

-Scusa, mi ero addormentata e non avevo sentito la segreteria…ma chi sei? Davvero non ti riconosco-

-Come chi sono!? Sono Beth, Grace davvero non riconosci più la mia voce?-
Appena sentii il suo nome gli occhi cominciarono a punzecchiarmi per l’arrivo delle lacrime.

-Beth?! Sei tu davvero!? Scusaa ma non ti avevo riconosciuta! Dove sei? Ritorni a casa presto? Ti stai divertendo? Ti ho lasciato un sacco di messaggi dappertutto, ma non mi hai mai risposto ne richiamato…-

-Grace calmati- mi interruppe – io sto bene! Anche zia e zio stanno benone, noi siamo in Italia ora e non sappiamo ancora quando dovremmo tornare, non preoccuparti. Per quanto riguarda i messaggi lo so, gli ho letti e ricevuti tutti, ma qui la linea non c’è mai e spenderemmo un casino a chiamarci sempre. Mamma mi ha permesso solo una volta al mese e quindi eccomi qui, ma ora devo staccare…mi manchi-
‘Mi manchi’. A quelle parole le lacrime cominciarono a scendere. Una. Due. Una dopo l’altra senza lasciare tregua ai miei occhi.

-C-come in Italia?- riuscii a dire tra un singhiozzo e l’altro e lei probabilmente li sentii chiari perché cominciò a respirare forte, forse stava piangendo anche lei Mi manchi anche tu e non vedo l’ora che tu ritorna, dobbiamo raccontarci un bel po’ di cose io e te-

-Certo piccola, cercherò di mandarti messaggi di nascosto, solo per sapere come stai, farebbe stare meglio anche me-amavo quando mi chiamava ‘piccola’, mi faceva sentire sua e a quelle parole mi comparve un sorriso, finalmente le lacrime smisero di scendere permettendomi così di asciugarmi le linee bagnate che mi avevano rigato il viso.

-Va bene, ti risponderò immediatamente fidati. Scusami ancora, salutami quei meravigliosi genitori che ti ritrovi e ciao Beth. Ti voglio bene.-

-Ciao Grace, ti voglio bene anche io- l’unica persona si cui mi sentivo dire un ‘ti voglio bene’ sincero, sincero davvero.
Accesi il cellulare per controllare i suoi messaggi e cancellare tutte quelle chiamate perse.                                  
19 chiamate perse: ’Beth’. 12 messaggi: ‘Beth’. 1 messaggio: ‘Harry’.                                                                           
Neanche uno di mia madre naturalmente, figurati se sentiva la mancanza della propria figlia sedicenne.
Ma fanculo.                                                                                                                                                                                     
E ora Harry cosa voleva ancora? Beh una cosa che voleva la sapevo. Figa.
Gli ronzava sempre nella mente secondo me.

‘’Prima che tu spenga il cellulare, domani sera alle 21.00 a casa di Liam. Ci sono anche i nostri amici, avrei piacere che venissi . Ci stai? H. xx’’
In fondo cosa avevo da fare? E poi ci sono anche i suoi amici, non mi dispiacerebbe conoscere persone nuove, anche se sapevo il caratterino che avevano.

‘’Va bene Styles, te l’ha dò vinta ancora una volta. Ma non farti strane idee. G.’’

‘’Non ti preoccupare di me ;). Sono un bravo ragazzo io! H.

Ma da quando Harry-sono-il-figo-di-turno-e-non-ti-conviene-innamorarti-di-me-Styles era diventato  Harry-il-bravo-e-buono-ragazzo-con-dei-sentimenti-Styles ?
 
____
 
Erano già le 20.30 ed ero ancora in accappatoio, in piedi, davanti al letto ricoperto interamente dai vestiti lanciati dall’armadio pochi minuti prima, con le braccia sui fianchi guardando ogni capo di abbigliamenti trovando il giusto abbinamento.                                                                                                                            
Finalmente alle 20.45 ero già in bagno a piastrarmi i capelli, che cadevano lunghi e ben stirati sul seno e che coprivano mezza scritta bianca ‘I AM ME’ che era stampata su una semplice maglietta nera a mezze maniche che avevo indossato sopra a dei stretti jeans di un colore azzurro.
Mi truccai con un velo di matita nera e una buona quantità di mascara, l’amavo troppo da mettermene in piccole quantità.
Agguantai la borsa che era già pronta e indossai le mie All Star bianche che le avevo messe davanti alla porta e tranquillamente uscii da casa mia e mi incamminai verso il motorino posizionato nel giardino e mi diressi verso ‘Casa Payne’.
Solo raggiunto il grande cancello della casa mi resi conto di quanto fosse grande. Avevo sempre saputo che Liam appartenesse ad una famiglia abbastanza benestante, ma non ad avere una casa del genere!
Entrai dal cancello trovato aperto e percorsi il sentierino di pietre, circondato da un’enorme giardino ben tagliato e ricoperto interamente di fiori, che portava alla porta principale.

-Vieni Grace! Siamo già quasi tutti qui ad aspettarti!- disse la voce di Liam dal citofono.

-Come diavolo hai fatto a sapere che sono io se neanche ho suonato?!-

Sentii una leggera risatina divertita –Credi che non abbia neanche delle telecamere con una casa così? Su dai entra.-
Detto ciò aprii la grande porta rossa davanti a me e non appena entrai una donna dall’aria gentile mi sorrise e mi prese la borsa accompagnandomi in una grande sala dove sul divano si potevano notare cinque teste di spalle, tutte impegnate a giocare all’amata X Box.

-Ciaao- dissi accompagnato ad un colpo di tosse per fare sentire la mia presenza nella stanza.
Tutti si voltarono di scatto tranne uno, che portava simpatici pantaloni rossi, intento a vincere la sfida.

-Ce l’ho fattaa! Sii! Ti ho battuto bastardo!- quest’ultimo cominciò ad urlare e a saltare attorno al divano.
Ma non appena si rese conto della mia presenza arrossii leggermente grattandosi la testa con la mano libera, mentre l’altra appunto teneva stretto il joystick della console.
Gli feci un sorriso sincero in modo da non farlo vergognare più di tanto.
Mi avvicinai, a passi lenti, al divano dove erano seduti i ragazzi e Harry finalmente si alzò in piedi per presentarmi

Ehm ragazzi, lei è Grace, la ragazza di cui vi avevo tanto parlato, quella che da lunedì ha iniziato a lavorare con Liam - disse sorridendomi.
Mi spuntò un cenno di sorriso quando vidi che gli altri tre ragazzi si alzarono e, con le mani tese a me, mi vennero in contro.

-Ciao, piacere di conoscerti! Io sono Zayn- un ragazzo abbastanza carino, dai capelli mori perfettamente tirati in alto con una cresta, occhi color miele, alto e indossava una camicia a quadretti neri e rossi che mi colpì subito.

-Piacere mio,  Zayn- dissi stringendogli la mano –e comunque gran bella camicia- ripresi con un sorriso che fu ricambiato immediatamente.

Mi si piazzò davanti poi un ragazzo, anzi IL ragazzo che un minuto prima saltellava dopo aver vinto la sfida,   dagli occhi stupendi, di un colore azzurro-verde dove ci si poteva semplicemente tuffare e in più aveva un taglio di capelli meraviglioso e gli stava davvero bene.
-Io invece sono Louis, quello che ha appena fatto una gran figura di merda con te-disse arrossendo un po’ le guance.

Gli strinsi la mano amichevolmente Grace piacere! Non ti preoccupare per prima, ne sono abituata- risposi rendendomi conto che non era assolutamente vero quello che avevo appena detto, non ne ero abituata! Non avevo mai avuto amici maschi che mi saltellavano per la casa con dei joystick in mano- comunque complimenti per i capelli, Louis- continuai facendogli l’occhiolino.

-Davvero ne sei abituata? Hai dei fratelli come me?- mi chiese lui sperando in una risposta e attirando l’attenzione di tutti che in quel momento mi puntavano gli occhi addosso. 

Che domanda era? Perché mi avrebbero dovuto guardare? Si aspettavano una risposta tanto strana da attirare l’attenzione?

-Beh, non proprio…c’è si un fratellastro dovrei averlo, ma non lo conosco nemmeno. Non so niente di lui- risposi accennando un sorriso per sciogliere l’atmosfera che si era creata. Era diventato imbarazzante, ma poi ricambiò il sorriso e mi sentii leggermente sollevata.

-Invece lui è Niall- mi disse Liam indicandomi il biondino che si era già accomodato sul divano a mangiare delle povere noccioline.

-Ciao!- mi salutò accennando anche un gesto con la mano con lo sguardo fisso sulla televisione.
Gli sorrisi per un momento aspettando che anche lui ricambiasse, si girò verso di me guardandomi, aveva due occhi color mare, ma che dico, color cielo! Erano davvero stupendi, mai possibile che fossi l’unica lì dentro che li aveva color merda?                      
Notai poi che portava un apparecchio trasparente, sembrava un cucciolo! 

Riconobbi anche una certa somiglianza con Mike, stesso colore di occhi, di capelli e assumeva un’espressione da cucciolo indifeso; al contrario di Niall però lui dava l’aria di aver bisogno di protezione altrui fuori quando dentro era un vero pezzo di stronzo.

La serata si trascorse ancora due orette di scambi di sguardi, risate, parole e ad un certo punto vidi Liam avvicinarsi a me afferrandomi la mano e trascinandomi sul divano di fianco a lui dove cominciammo a parlare del più e del meno, senza accorgerci del tempo che passava.
Anche con lui mi trovavo bene, non pensavo fosse così tanto socievole come era bravo a letto, così dicevano.
Dopo aver smesso di ridere e parlare ci accorgemmo che Louis, Niall e Zayn non erano più in salotto e che Harry era seduto a testa bassa sulla poltrona davanti a noi.
Mi alzai lasciando Liam li e mentre mi stavo incamminando verso la stanza della cucina, dove si trovavano Niall e Louis, vidi con la coda dell’occhio Harry alzarsi dalla poltrona e lanciare un’occhiata a Liam che abbassò lo sguardo ai suoi piedi imbarazzato e si accarezzò la nuca con una mano portando l’altra in tasca. Entrambi poi mi raggiunsero a passo svelto per dirigersi in cucina dagli altri.

-Vuoi della pasta Grace? Ne abbiamo fatta in più!- mi chiese Niall.

-Alle 23.30 della pasta?- risposi quasi divertita.

-A Niall non importa che ore siano! Se ha fame mangia, anche se ha appena mangiato come un bue!- riprese Louis.
Niall si accontentò di farmi spallucce e io ricambiai con un sorriso, mi faceva troppa pena e tenerezza, nello stesso momento, quel biondino!

-Louis passami della birra per favore!-gli urlai vedendo che aveva appena tolto dal frigo una cassetta di Heineken, la mia preferita.

-Uhuhuh inizia adesso la festa!- rispose porgendomi l fresca bottiglia di vetro verde facendomi l’occhiolino.

Sinceramente non avevo mai pensato di trovarmi così bene con dei ragazzi che avevo conosciuto la stessa sera, non avevo mai riso così tanto come in quei momenti, mi bastavano sguardi o cenni per capirli, per capirci, soprattutto con Niall che sembrava avesse troppe cose in comune con la mia vita.
Dopo un po’ di tempo che ballavamo a ritmo di musica in una grande sala, mi accorsi di essere leggermente brilla e di aver bevuto almeno 8 di quelle meravigliose e dissetanti birre.                                                                                    Era da un po’ che avevo perso di vista Harry e sentendomi soffocare dal corpo di Liam mentre mi ballava contro, decisi di andare a prendere una boccata d’aria in giardino.

-Liam esco un attimo-

-Vengo con te-

-No, vado a prendere un po’ d’aria solo-

-Sicura?-
Gli risposi annuendo semplicemente.

Non appena mi trovai fuori casa mi diressi verso il morbido prato a piedi nudi, tenendo le mie amate ma scomode scarpe in mano, ma ‘allegra’ com’ero caddi atterra in mezzo ai fiori e tra le risate in solitudine mi coricai a pancia in su rimanendo incantata dall’enorme quantità di stelle che c’erano nel cielo sopra ai miei occhi.

-Bello il cielo stasera, eh?-

-Sì, davvero stupendo, Harry.-

-Dove l’hai lasciato Liam?-

-Perché ti da così tanto fastidio?-

-Non mi da’ fastidio, Grace!-

-Come vuoi Styles-
Senza che io gli dicessi niente si voltò accanto a me e ci ritrovammo a guardare le stelle insieme, parlando del più e del meno.

-Sai una cosa? – riprese il discorso poi -E’ che tutte le volte che presento una ragazza a lui o che mi interessa non faccio neanche in tempo a girarmi che lui se la porta a letto. Tutte le sante volte.-

-Non credo che stavolta vada così, a me lui non piace, non è il mio tipo! E poi lo conosco bene, le voci girano a scuola. –

-Tu mi interessi e non ho intenzione di fare con te quello che ho sempre fatto con le altre ragazze e non lo dico solo perché non sono tanto sobrio…lo dico davvero.-
Un ragazzo carino interessato a me? Ma da quando?
Fissai dolcemente i suoi occhi in cerca di qualche piccola bugia, ma niente.
Sembrava una pietra, una pietra completamente sincera.
A quelle parole abbassai lo sguardo ed annuii semplicemente.

Provavo già qualcosa per lui? Attrazione forse? Simpatia? Oppure semplice amicizia?
Prima di farti semplici domande Grace, spiegati cosa sono quei movimenti continui che hai dentro alla pancia ora.


-Sai Grace, una sera feci un’incidente- si interruppe.
Cazzo no.

-fui investito da una macchina dopo aver attraversato un parco correndo, non so neanche perché cominciai ad inseguirti…-

Lo interruppi –Quindi lo sapevi che ero io?-

Lo vidi aprire la bocca come per rispondermi ma Liam arrivò –Grace! Harry! E’ da un’ora che vi cerchiamo! Che ci fate qui da soli?-

Ci alzammo velocemente dal prato quasi contemporaneamente –Scusaci, non ci siamo resi conto del tempo che passava, non volevamo farvi preoccupare- risposi stirandomi la maglietta con le mani, abbassando lo sguardo.

-Su dai entrate che abbiamo bisogno di una mano lì dentro- ci disse Liam avviandosi seguito da noi.

-Senti Harry- lo bloccai per un bracciomi dispiace che sia successo quello per causa mia, davvero.-

Harry rimase lì a fissarmi per poi sorridermi. –Ci credi nel destino?-

-Perché queste domande?- chiesi sorpresa.

-Così…perché credo che centri qualcosa.- cominciò.
Non gli risposi, mi limitai a sorridere come sempre.

-Dai entriamo o Liam ci prenderà per stupidi- concluse.

Non appena entrati nella stanza vedemmo Zayn davanti allo specchio mettersi in ordine la sua cresta già perfetta, Niall che chiaramente non aveva fatto altro che mangiare tutta la sera e ora stava ripulendo le ciotole mangiando il cibo che aveva lasciato lì prima e infine Louis spalmato sul pavimento con la bava alla bocca, probabilmente addormentato dal troppo alcool.                                                                                                     
A quella scena mi scappò quasi da ridere, ma mi trattenni.

Io inizia ad aiutare Liam a ripulire in cucina, mentre Niall e Zayn rimettevano a posto il salone e Harry invece cercava di rimettere in sesto Louis che non smetteva di sparare parole o frasi insensate al vento. 

-Senti Liam, provaci tu a parlarci con Lou! Non lo sopporto quando è in quello stato!- sbuffò il riccio entrando nella stanza.

-Sapevo che avresti ceduto Hazza, su dai aiuta Grace a ripulire i fornelli e al macello che ha fatto il biondo- rispose l’altra.
Harry si avvicinò a me e afferrò la spugna che gli stavo allungando cominciando poi a ripulire tutto il piano della cucina.

Non appena riuscii ad avviarmi verso casa, dopo essere stata tartassata dagli inviti di Niall che volevano per forza portarmi a casa pesando sul fatto che fossi brilla, sentii vibrare il mio Blackbarry segnalando un nuovo messaggio. Non ci feci molto caso e finalmente arrivai a casa.

Dopo aver bevuto una tazza di latte fresco per aiutarmi con il sonno e per sciogliere un po’ il gusto di alcool che mi affollava la bocca, mi buttai sul letto, ancora vestita, lasciandomi cullare dal materasso. 
Mi accucciai su un fianco, voltando le spalle alla finestra e dopo aver chiuso gli occhi ormai fatti pesanti mi ricordai del messaggio ricevuto durante il tragitto in scooter e afferrai il telefono, ancora acceso, che era sul comodino di camera mia.

“Divertita stasera? Ricordami che ti devo dire una cosa. H. ”

“Che genere di cosa? Io sì, tralasciando il fatto di avere un gran male alla testa. G.” risposi frettolosa.
Attesi qualche minuto prima che Harry rispondesse, forse mi ero ricordata troppo tardi e lui era già addormentato.

 Vabbè Grace, insomma non puoi farti pare del genere, che te ne importa!  Mettiti a dormire che se vorrà ti risponderà domani mattina quando lo vedrà.
Riappoggiai il cellulare sul comodino aspettando un bel po’ di minuti con gli occhi chiusi, autoconvincendomi che la sonno era ancora presente.
Ma fanculo mente. Fanculo anche a te sonno. E anche a te Harry, perché cazzo devi farmi questo effetto?

Decisi di alzarmi per andare sul divano trascinandomi per tutta la scala il lenzuolo tolto dal mio letto. Accesi  la tv e mi soffermai su un programma televisivo chiamato ‘Extreme make over’ dove costruiscono case a quelle persone bisognose che hanno compiuto buone azioni nell’aiutare il prossimo, io e mia madre lo guardavamo sempre insieme, attendendo il ritorno di mio padre a casa, ma finiva sempre che ci addormentavamo abbracciate prima che rientrasse, preferiva fermarsi dai suoi amichetti al bar invece che correre dalla propria ‘famiglia’ se si può chiamare così.
Mi addormentai finalmente per poi essere svegliata da un rumore.                                                                     

Grace da quando il tuo culo è diventato una lampadina?
Ma che cazzo sto dicendo!?



Mi alzai leggermente, abbastanza per intravedere che sotto alla mia chiappa destra c’era il mio cellulare illuminato.                                                                                                                                                                                
2 messaggi.

’Lascia stare. Buonanotte. H.’’
Ok, il signor Harold Edward Styles aveva il ciclo. Neanche io durante un ritardo ho quegli sbalzi di umore! Bah.

E mi concentrai poi sul secondo messaggio: numero privato.
‘’Ciao Grace. Sono la mamma. Ti volevo dire che fra una settimana ritorneremo lì, voglio vedere tutto come l’ho lasciato e in più tuo padre ci presenterà suo figlio! Non è una magnifica idea? Volevo dirtelo prima per prepararti, voglio che le cose importanti tu le sappia prima e questa per me è una di quelle.’’

Ecco mi madre. Neanche un ‘ciao come stai?’ un misero ‘tutto bene?’ oppure un ‘ti voglio bene’ che mi potrebbe cambiare l’intera giornata, o perlomeno me la cambiava, non chiedo tanto, in fondo è la mia mamma, cazzo. Oltretutto mi chiama anche con il numero privato, così non posso ne rispondere ai suoi messaggi e ne chiamarla se ho bisogno, perché lei sostiene che io mi senta di nascosto dal suo volere con il mio vero padre e ha paura che io gli dia il suo numero, cosa che principalmente non farei mai.

Che cervello piccolissimo che doveva avere quella donna.                                                                                                
Poi ha il coraggio di chiamare ‘tuo padre’ l’uomo che si porta a letto, che non ha neanche sposato, ma di cui sono costretta a portare il cognome. Sì ho il suo cognome. Prima, quando ero in una famiglia mi chiamavo ‘Grace Felicity Steward’, ora porto il cognome ‘Horan’ di quell’uomo che tanto odio, ma considerato il principe azzurro perfetto da mia madre.
E dopo tutto questo, dopo tutti questi problemi che si accavallano ogni giorno portati da me sulle spalle, ci si mette anche il figlio di Mike-sono-il-sogno-sereno-di-tua-madre-ma-il-tuo-incubo-notturno.
Perfetto, un baby Horan in casa, di cui non so un cazzo di niente, l’età, il sesso, la nazionalità, la carnagione, il nome. Nulla.

Mi sarei ritrovata girovagare per casa una baby-Horan di 3 anni che sbavava dappertutto?
Oppure un baby-Horan intellettuale? Potrebbe essere chiunque, potrebbe avere qualsiasi aspetto.


Ma naturalmente a tutti andava bene, forche a me. Considerata la pecora nera di turno. Ma fanculo.
 
 
 
rawrr. auuuuguri daddy directiooon. *O+
Ok, questo è un po’ più lungo rispetto agli altri, ma è significante per il resto della storia.
Niall. Zayn. Louis. Sono arrivati finalmente.
Niall, il piccolo orsacchiotto colpisce ancora. Maa poi? Cosa succederà?
Zayn, il dio greca della situazione, l’altro piccolo pervertito.
Louis, ah il nostro caro e infantile Louis, si è introdotto con una sua figura di merda. Povero.
E Liam? Tutto quell’interesse per Grace da toglierla ad uno dei suoi migliori amici?
Ed infine Harry. Harry sono il pervertito si è ‘dichiarato’? Che cazzo sta succedendo?
Ma tranquilli, Grace farà la scelta giusta, come tutti gli altri.
Ora lasciamola godere della felicità che finalmente ha deciso di fermarsi per un po’ su di lei.
Vi sto già aspettando nelle recensioni (potreste cercare di scriverne di più? ci sono alcuni che mi dicono cose bellissime poi non recensiscono più,io ricambio se volete eh,per favore.),
YoursC.



ps.scusate se non metto nessuna gif qui,ma non mi va tinypic oggi uu.
pss. auuuuuuguri paayne.

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Capitolo 9
*** Capitolo nove. ***



Verso le 13.30 il mio risveglio era accompagnato dal ticchettio della pioggia sui vetri delle finestre ed io stesa ancora sul divano decisi di alzarmi. Spensi la tv che trasmetteva il telegiornale e controllai il cellulare che non aveva ne messaggi e ne chiamate ricevute.
‘’Bene’’ pensai per una volta ‘’forse oggi potrei rilassarmi in casa senza nessun disturbo”.
Mi diressi in cucina e agguantai una mela e una scatola di biscotti al cioccolato, mi sedetti a tavola ed incomincia ad addentare il frutto.

Driin.
Ecco, per fortuna che avevo dovevo stare in pace oggi.
Arrivata alla porta afferrai la maniglia svogliata e la aprii lasciandomi appoggiare sullo stipite con il gomito mentre con la mano mi reggevo la testa.

-Buongiorno! Tutto bene stamattina?-
Ancora lui, ancora quello Styles, con quei suoi occhi sempre più belli e la sua voce roca anche alla mattina.

-Sì va meglio, grazie-non finii la frase che la mia attenzione fu catturata da quello che aveva inmano              

- ma Harry quello è…-


-Sì un cane- concluse lui.

-Ma come diavolo?!-lo presi in braccio sorpresa e felice di quel regalo è stupendo! Come hai fatto a sapere che ho un debole per i cani?- continuai mentre il mio nuovo amico mi leccava tutto il mento.

-Beh tutti hanno un debole per i cani!- improvvisamente abbassò lo sguardo-e poi volevo scusarmi per ieri sera, sono stato egoista…non volevo confessarti tutte quelle cose, ci vorrei andare con calma con te, ma ieri non l’ho dimostrato-

-Su smettila di fare il bambino ed entra che ti stai bagnando tutto!-risposi afferrandolo per un braccio e trascinandolo in casa.

Lo feci accomodare in cucina ed io mi precipitai in camera matrimoniale per prendere una camicia e un paio di jeans lasciati li da Mike come cambio per il ragazzo. Scesa giù dalle scale vidi Harry coperto solo da un paio di boxer con in braccio il piccolo che si faceva coccolare teneramente. Sorrisi soddisfatta di quello che avevo davanti e dolcemente li raggiunsi porgendo al ragazzo i vestiti che avevo trovato.

Per il resto del tempo che stette lì in casa con me non ci fu un attimo di silenzio e non facevo altro che guardare quel cane, era stupendo!                                                                                                                                                   Era un cucciolo di Labrador marrone, con un piccolo fiocco azzurro legato intorno al collo e non smetteva di andare in braccio a me e ad Harry.

-Allora, hai pensato al nome per il baby Styles?-mi chiese lui accarezzandogli le orecchie.

-Sisi ci ho pensato…lo chiamerò Kevin!- risposi soddisfatta.

-Che razza di nome è: Kevin?- mi chiese con un tono interrogativo-anche tu con questo nome poi?! Mi sembri Louis che non fa altro che chiamare tutti Kevin! Persino i piccioni!- riprese concludendo.

-Kevin è un nome troppo figo!- dissi sorridendogli-e poi potrei dire la stessa cosa: che razza di nome è Harold?-ripresi cercando di imitare la sua voce.

-Questo lo devi chiedere a mia madre!- disse ricambiando il sorriso- Sono quasi le 15.00-riprese- andiamo a prendergli qualcosa? Gli serve tutto l’occorrente per essere un bel cane-

-Deve portare alto il nome di Kevin!-conclusi facendo abbaiare il cucciolo –visto? Lo dice anche lui!- conclusi strapazzandogli il muso.

Harry non fece altro che sorridermi per tutto il viaggio e io ricambiai.                                                                            
Non mi ero mai affezionata ad una persona così tanto e soprattutto in così poco tempo, quando vedevo lui e i suoi amici insieme alle altre ragazze mi faceva schifo, ma quando sto con lui o lui sta con me mi sembra diverso, più sincero.

Uscimmo dal negozio dopo una mezzoretta circa con tutto l’occorrente per il cucciolo: ciotole, croccantini, giochini, una cuccetta da tenere nella camera da letto, un osso per la pulizia dei denti, un peluche per tenergli compagnia, un collare nuovo e un bellissimo guinzaglio azzurro per portarlo a spasso.  

Arrivati a casa mia mi aiutò con le borse che portò sul tavolo della cucina mentre io e Kevin portavamo in camera mia la piccola cuccia rossa.
-Ecco Kevin! Ora puoi riposarti-dissi abbassandomi verso il cane per accarezzarlo.

-Forse è meglio che gli dai anche questo- disse Harry entrando nella stanza porgendomi il piccolo osso di peluche. Glielo misi accanto e lui gli si accucciò subito vicino mettendoci una zampa sopra.
Io intanto mi limitai ad andare all’indietro, tenendo lo sguardo fisso sul cucciolo, e quando sentii la presenza del letto alle mie spalle mi sedetti sopra facendomi dondolare.                                                               

Harry si sedette vicino a me facendo lo stesso e lasciando combaciare le nostre gambe che erano attaccate in quel momento.

-Grazie Harry per Kevin, non dovevi scusarti, non hai fatto nulla di male! Anzi non abbiamo fatto nulla di male entrambi, davvero non capisco il perché di questo gesto…- mi girai verso di lui per guardarlo dritto negli occhi e non appena i nostri sguardi si incrociarono, lui mi mise una mano sulla coscia provocandomi un meraviglioso brivido lungo la schiena.

-Tranquilla Grace, è stato solo un gesto carino!-

-Comunque di nuovo grazie-

-Smettila di ringraziarmi, Grace-
Non feci nemmeno in tempo di ribattere che ritrovai le sue labbra posate sulle mie, erano morbidissime, ma proprio in quel momento mi passarono le immagini di Harry mentre baciava tutte quelle sgualdrine nel cortile della scuola, stavo proprio per staccarmi quando vidi i suoi occhi chiudersi.

Ma fanculo anche a te mente del cazzo.

Chiusi gli occhi anche io prima di sentire il suo calore passare nel mio corpo, quando gli riaprii lui li teneva ancora ben serrati segno che forse non avrebbe voluto staccarsi.                                                                           Rimasi ancora immobile per qualche secondo, ma poi mi allontanai involontariamente.
Ci guardammo un’altra volta negli occhi prima che abbassassi lo sguardo su Kevin.

-Senti Grace, davvero…-

Mi girai di nuovo per vedere i suoi occhi ancora una volta e prima che concludesse la frase mi avvicinai a lui restando a pochi centimetri dalle sue labbra, abbastanza da assaporare il suo respiro.

-Sta’ zitto Styles- riuscii a sussurrargli prima di ritrovare quel contatto tanto voluto.

Questa volta però fu più passionale, le nostre labbra si muovevano contemporaneamente e proprio mentre le nostre lingue si sfiorarono, per aprire la danza, portai la mia mano in mezzo ai suoi ricci accarezzandoglieli mentre l’altra era posizionata sul collo.                                                                                        
Le sue invece stringevano entrambe i miei fianchi fino a farmi male, ma in quel momento ogni dolore diventava piacere.

Ci staccammo di nuovo svogliatamente quando sentimmo che Kevin era posizionato in mezzo a noi due e guardandolo entrambi ridemmo, forse più per sfogo personale, almeno per me fu così.

Come potevo affezionarmi così rapidamente ad un ragazzo?
 

//POV HARRY//
In genere non mi facevo coinvolgere troppo nelle relazioni sentimentali, non mi sono mai innamorato veramente più di una volta, forse perché tutte le ragazze con qui ero stato non vedevano l’ora che arrivasse il proprio turno. Ma con lei era diverso, lei era diversa. Sapeva tenermi corda e sapevo che non si sarebbe spinta subito oltre, e questo mi piaceva.
Avevo sempre considerato le ragazze un po’ come un gioco. Uscivo con quante più volevo, perché forse potevo, non forse…sicuro e poi per finire ci andavo a letto e a loro sembrava andare bene così, infondo lo volevano anche loro. Per puro divertimento e basta. Poi però il giochetto stava diventando troppo noioso, monotono, troppo stancante.
Infine a dirla con tutta sincerità mi mancavano le nottate sveglio a pensare ai momenti che passavo insieme alla mia ragazza, le telefonate, le risate, le chiacchierate. E poi mi mancavano i baci, quelli sinceri, quelli che dai solo alla persona che…ami. Mi mancava fare sorprese, il sorriso innamorato della ragazza che stringevi, anche durante la notte, le passeggiate con le nostre mani intrecciate e gli sguardi.

E poi come tutti sanno, mi mancava realizzare l’ultimo sogno, quello che non avevo ancora riuscito a realizzare: il bacio sotto la pioggia; tanto aspettato e desiderato fino da quando ero piccolo.
Ma come tutte le cose belle, c’è sempre un problema, quel problema grosso, di cui non puoi farne a meno o di cui non te ne puoi separare. E’ vero, non tutti ce l’hanno, ma io si.
E non so se sarei riuscito a raccontarglielo prima. 

-Ti va di prendere una pizza Horan?-chiesi.

-A casa mia?-

-Come lei preferisce.- risposi strappandole un bacio sulla guancia, mentre al cucciolo sulla testa prima di uscire dalla porta.
 

//POV GRACE//
Dopo che Harry se ne andò andai a farmi una doccia ripensando al suo sapore che ancora mi invadeva la bocca.

Potrei paragonarlo alla cioccolata, quel sapore che ti persuade tutto il palato e di cui non ne hai mai abbastanza, ne vuoi ancora, ancora e ancora.                                                                                                            L’unica differenza forse è che la cioccolata ingrassa, mentre Harry no.
Vi è mai capitato di parlare con un barattolo di Nutella? A me sì.                                                                             
Quando lo porti con due mani all’altezza del tuo viso e gli dici: ‘’Ti Amo” fissando intensamente la scritta che ti ritrovi davanti.                                                                                                                                                              Ecco è lo stesso; il barattolo (Harry), la scritta (i suoi occhi), il contenuto, cioè la nutella (la bocca e le sue labbra) e il sapore (la lingua). Due cose meravigliose.

Ferma, ferma…Grace non ti starai mica innamorando vero?! Ops. Bella domanda!

Una volta uscita dal bagno mi legai i capelli in un alto chignon e andai in camera per infilarmi un paio di pantaloni di tuta della Scout, fatti inviare dall’Italia pochi mesi prima, e una semplice maglietta grigia un po’ attillata, che mi faceva risaltare il seno.

Afferrai Kevin in braccio e scesi in cucina per preparare la sua ciotola.                                                                    
Erano solo le 18.00 e non sapevo a che ora sarebbe ritornato Styles, quindi apparecchiai velocemente e presi la ciotola di croccantini che appoggiai di fianco al divano sul quale mi sedetti a guardare la tv.
Quando erano ormai le 19.45 Harry doveva ancora farsi vivo.                                                                                        

Non ci si poteva sorprendere da uno come lui.

Alle 20.00 finalmente il campanello suonò e alzandomi dal divano stetti molto attenta a non svegliare il ‘baby Styles’ che dormiva già da un bel po’.                                                                                                                                            Ma non appena sentì la voce di Harry alla porta arrivò di corsa cominciando ad abbaiargli affettuosamente accanto ai piedi.
Mi chinai velocemente per prenderlo tra le mie braccia e quando rialzai la testa, vidi Harry tutto sorridente con un mazzo di fiori in mano.

-Styles la smetta con tutti questi regali!- dissi lasciandogli un piccolo schiaffo sulla spalla-Come mai stavolta? Non è che lei ci sta prendendo troppo la mano?-

Lui sorrise semplicemente baciandomi la fronte e accarezzando la testa di Kevin.
-Sono semplici fiori presi in un campo! Per quello ho fatto un po’ tardi!-

-Styles lei sta cambiando! Non è più il solito Harry-non-ti-conviene-innamorarti-di-me!-

-No frena, frena, cosa?! Vorresti insinuare che non sarebbe un bene innamorarsi di me? E poi tutti possiamo cambiare, e tu ne sei la prova-
In effetti non aveva tutti i torti.

-E’ solo che sembri troppo diverso dal solito Harry!-dissi mettendo i fiori in un vaso pieno d’acqua- C’è non sei mai uscito con la stessa ragazza più di una volta, alla prima uscita te la facevi e alla notte te la portavi a letto, dicendola tutta non sei mai stato uno di quei ragazzi che aspettavano i tempi femminili…-

-E tu come fai a sapere tutte queste cose?-mi chiese sorridendomi divertito.

-Sai, ti sei fatto tutte quelle in classe con me! Per tutte le ore di lezione o nei momenti di pausa on facevano altro che parlare delle tue scappatelle, di quello che gli facevi e che loro facevano a te…Credo di sapere cose più io di te stesso, sai?-
Mi guardò con aria divertita prima di stamparmi un bacio sulle labbra afferrandomi i fianchi con le sue mani attirandomi a se.

-Ripeto- cominciò mentre allacciavo le mie braccia dietro al suo collo –tutti possono cambiare e io sono sulla via per farlo…-continuò a pochi centimetri dalle mie labbra.

-Hai ancora molta strada Styles- conclusi per poi dargli un leggero morso al suo labbro inferiore, provocandogli un sorriso.

E ancora quella domanda mi rimbombava nella mente:
Come potevo affezionarmi così rapidamente ad un ragazzo che conoscevo da pochi  giorni?
Mi ero forse innamorata?
Avevo forse trovato il ragazzo giusto che mi avrebbe portato via con il suo cavallo bianco da quella vita di merda che mi ritrovavo?
E che questo ragazzo si chiamasse proprio Harry-sono-diventato-il-principe-azzurro-di-turno-Styles?


Ma aspetta Grace doveva esserci solo una domanda che ti rimbombava nella mente?


rawrr.
okay,non ce la facevo a non postare,insomma nello scorso capitolo mi avete recensito solo in due...............non sono tanto felice. mi dispiace soprattutto perchè io a questa ff ci ho messo l'anima ed è come una mia biografia e mi dispiace che vada così.
però vabè,se la vie.
ciao pupe,
YoursC.



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Capitolo 10
*** Capitolo dieci. ***



La mattina seguente mi svegliai alle 7.00 per iniziare a prepararmi ad un nuovo giorno di lavoro.

Indossai dei jeans comodi e una semplice maglietta bianca e mi diressi al lavoro abbastanza entusiasta.

Al pomeriggio, invece, che portai a fare una passeggiata a Kevin accompagnata da Harry e Niall che ad ogni baracchina si fermava e prendeva dei gelati.

-Ragazzi fermatevi un attimo-disse il biondino appoggiandosi ad una panchina del parco di fronte a casa mia –ho troppo male alla pancia-concluse.

-Te lo credo sei senza fondo!- riprese Harry.

-Avrai mangiato una ventina di gelati tutti allo stesso gusto!-conclusi io.

Veder mangiare quel ragazzo era davvero una cosa schifosa.

Se l’avessimo mandato a tutte le gare di cibo che c’erano in circolazione, le avrebbe vinte tutte, anche affrontandole nello stesso giorno.

Fino a mercoledì, la settimana fu sempre uguale, mattina negozio, pranzo, poi pomeriggio con Harry e a volte Niall o Louis e infine cena.

Poi arrivò giovedì, il giorno di chiusura mattutina del negozio.                                                                                                                     

Harry sarebbe dovuto andare via con sua madre e sua sorella ad una visita per i cali di pressione che si manifestavano spesso in quel periodo, dava colpa al caldo e mi diceva che non sapeva di cosa si trattasse, ci credevo, quindi quella mattina non c’era tanto da fare, oltre che a godersi di un po’ di tranquillità.

La sveglia suonò alle 8.30 rimbombandomi nelle orecchie.                                                      
Anche se era il giorno di riposo ed ero in vacanza, mi piaceva svegliarmi presto per godermi un po’ di silenzio mattutino,  decisi quindi di alzarmi e magari andare a fare un giro per la città a scattare qualche foto.

Mi precipitai in bagno con gli occhi socchiusi e mi svegliai non appena la mia pelle entrò in contatto con l’acqua fresca che usciva dalla doccia. Dopo essermi vestita e truccata velocemente scesi a prendere la mia Nikon e mi incamminai lungo il sentierino  che portava alla spiaggia di Bournemouth.

Il cielo quella mattina non era per niente bello, grigio e pieno di nuvole, probabilmente sarebbe venuto a piovere da un momento all'altro, ma poco mi importava, quindi alzai il cappuccio della mia felpa sulla testa e mi diressi verso il molo.                                                       

Giunta alla fine cominciai a scattare delle foto al mare che in quel momento stava accogliendo dei bellissimi gabbiani che volavano intorno a me e ad alcune barche che probabilmente stavano raccogliendo il pesce dalle reti verso la riva.

Mentre mi incamminavo di nuovo verso la spiaggia per dirigermi poi verso il centro a prendermi qualcosa dallo Starbucks, stavo osservando le foto appena scattate selezionando quelle da tenere e quelle invece da cestinare, ma improvvisamente vidi qualcuno fermo davanti a me impedendomi di continuare il percorso. Cosi alzai lentamente il viso per riconoscere quello dell’altro e non appena lo riconobbi accennai un sorriso e lui non fece diversamente.

-Ciao Liam.. Come mai da queste parti?-

-Potrei farti la stessa domanda, Grace-

-Beh ecco…sono venuta a scattare alcune foto- risposi sventolandogli la Nikon sotto gli occhi.

-Capisco- mi disse abbassando lo sguardo verso le foto che continuavano a scorrere nel display.

-Ora devo andare…- dissi spegnendo la macchina fotografica impedendogli di guardare.

-Ehi aspetta! Cerchi di scappare?- disse afferrandomi una spalla e sorridendomi divertito.

-Payne non sto scappando, devo semplicemente andare in centro a prendermi qualcosa dallo Starbucks. –

-Allora lasciamo venire con te Grace-

-Se proprio devi-gli risposi avviandomi e accennando un sorriso.

Lui mi seguì a passo svelto raggiungendomi e nei suoi occhi intravidi un pizzico di delusione quando vide infilarmi le cuffie del mio IPod nelle orecchie.
Imboccata la lunga via che portava alla nostra meta, Liam afferrò una cuffietta e se la mise nel suo orecchio, io sbuffando e divertita, nello stesso momento, dalla scena spostai l'altra nel mio orecchio destro, in modo da non farle tirare tra di loro.

*Yeah, I, I know it’s hard to remember
The people we used to be
It’s even harder to picture
That you’re not here next to me
You said it’s too late to make it
But is it too late to try?
And then that time that you wasted
All of our bridges burnt down...*

(Maroon 5 ft. Wiz Khalifa-Payphone)


-Ascolti roba forte tu allora!- mi disse canticchiando la canzone.
Aveva una voce stupenda, spettacolare. Non pensavo che cantasse così bene!

-Non è roba forte! Sono i semplici Maroon 5!- continuai.

-Come i semplici M5!?-
Il discorso continuò così fino a quando non ci trovammo dentro allo Starbucks.

-Buongiorno! Cosa volete?- ci chiese la cameriera che stava dietro al banco.

-Per me un Frapuccino grazie- dissi sorridendo alla ragazza.

-Due!- continuò Liam.
Finito di consumare quello che avevamo preso, Liam tirò fuori i soldi per pagare.

-Cosa fai Liam?-

-Grace! Non vuoi pagare? Potevi dirmelo prima cazzo!- sussurrò con un tono tra il sarcastico e l’incredulo.

-Sei cretino o mangi sassi? Ognuno paga per se!- continuai io.

-Dai Grace, è solo un gesto carino…- mi rispose lui guardandomi con una faccia buffa.

-Lo faccio solo perché non ho voglia si ribattere-  trattenni una risatina.

Non appena uscimmo dal bar la pioggia cominciò a scendere, bagnando me e Liam.

-Cazzo la Nikon!-urlai cominciando a correre lunga la strada.

-Grace non correre così!- mi urlò dietro Liam.

-Non c’è neanche un posto riparato qui?!- continuai guardandomi intorno in cerca di un riparo.

Poi mi accorsi che qualcosa mi aveva afferrato la mano Muoviti Grace! Vieni con me!- era Liam.
Corremmo insieme ancora per pochi minuti fino a quando non ci riparammo sotto una tettoia di un negozio, chiuso per ferie, in una via che non avevo mai visto prima di allora.

-Wow corri però eh- disse lui con il fiatone.

-La mia Nikon tutta bagnata- risposi io asciugandola con la maglietta.

-Grace…-iniziò il signorino Payne posandomi due dita sotto il mento e alzando leggermente la testa.

-Che c’è?- domandai io spaventata dalla situazione.

Lui cominciò ad avvicinarsi paurosamente al mio viso, ma io mi spostai con il collo indietro per evitare un contatto da me non voluto.

-Senti Liam, non credo sia una buona idea-

Fece una lieve risatina –Dai Grace non parlare, ora come ora non sono importanti le parole.-

Si avvicinò a me portando le sue mani lungo i miei fianchi e non appena sentii le sue labbra posarsi sulle mie, vidi il sorriso di Harry passarmi davanti agli occhi.

Non potevo fargli questo, non ora che avevo tutto quello che desideravo da tempo!                                              
Portai le mie mani, che prima si trovavano sulle sue spalle, al suo petto spostandolo da me, sfuggendo dalla voglia che aveva di intensificare il bacio.

-Perché non vuoi ?-

-Non puoi fare questo a un tuo amico, uno dei tuoi migliori amici oltretutto!- urlai tutto d’un fiato, più per sfogo credo.

-E ora cosa c’entra Zayn?.

-Zayn? Ma no! Sto parlando di Harry!- non appena sentì il suo nome abbassò lo sguardo.

-Ah sì, Harry giusto…-sussurrò.

-Sì lui! Insomma stiamo insieme, c’è credo, boh, non ufficialmente insomma, ma quasi…vabbè non è importante questo. La cosa che devi capire Liam…-gli presi il viso con due mani in modo da
farmi guardare dritto negli occhi io non sono la ragazza adatta a te, non posso esserlo, non posso sostituire una persona che tanto potresti amare senza ricambiare neanche un po’, non posso. A te serve una ragazza che ti ami veramente, che si prenda cura di te e di quel grande cuore nascosto che ti ritrovi nel petto. Devi tirare fuori il vero Liam Payne, sostituirlo con lo sciupa-ragazze che eri a scuola, devi cambiare anche tu come sono cambiata io e come sta facendo Hazza. Qui fuori esiste una donna adatta a te, che ti tenga sulle spine e che ti faccia anche capire il dolore che hanno provato centinaia di ragazze a causa tua dopo essere state usate e sbattute per terra. Ma tu hai un cuore, hai un cuore talmente grande che non sai neanche di averlo, credimi. Ti osservo mentre lavori, mentre aiuti i clienti soddisfacendoli e presentandogli il prodotto che tanto hanno cercato. I sorrisi che volgi ai bambini principianti, futuri musicisti, questo sei tu e non quello che eri. Capisci?-

Lui sorrise come ringraziamento e non appena sollevò gli occhi notai uno strano luccichio, stava per piangere.

Liam-sono-il-ragazzo-con-il-cuore-grande-nascosto-ma-sono-uno-sciupa-femmine-
Payne aveva le lacrime che gli punzecchiavano.

Lo strinsi forte a me e sentii un suo ‘Grazie’ sussurrato che mi fece sentire bene, era questo che si provavaquando si aiutavano gli altri?
Per un attimo crebbi che Liam fosse un cucciolo, un baby Payne. Che caro.
 
rawrr.
eeeeeeeeehi bebi,come state? io non tanto bene,oggi in classe c'è stata un'altra scossa di terremoto e tutti siamo scappati,paaanco.
cosa ne pensate di questo capitolo?
vi anticipo che nel prossimo capitolo c'è un colpo di scena,asfghdsj.
su su vorrei delle recensioni belle come le scorse :) 
ora scappo che vado a vedere new moon,o almeno la fine.
vi amo,
YoursC.


vi lascio una foto che a me fa sbudellare,looool. AHAHAHAHAHHAAHAHHAHAHAHAHAHAHAHAHAHA.


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Capitolo 11
*** Capitolo undici. ***



 

Ed ecco la voce di mia madre che mi strillava nelle orecchie ancora una volta, cazzo quanto la odiavo.

Erano passate quasi tre settimane da quando mi ero messa con Harry e mia madre con Mike erano venuti a casa anche quattro giorni più tardi del dovuto. Pensavo non arrivassero più, in un certo senso ci speravo, ma poi eccoli lì, più pimpanti di prima.

Ah, un’altra cosa…sai perché urlavamo? Aveva lasciato per strada Kevin, a mia insaputa.

Dopo aver sbattuto la porta di casa mia, corsi verso la casa di Harry, con un borsone in mano.

Quella fu l’ultima volta che entrai in casa dei miei genitori, o meglio Mark e Denise.

Toc toc.

-Ehi Grace che cazzo ci fai qui fuori a ora di cena e bagnata fradicia? Entra immediatamente!- mi disse Niall.
Sì, Niall. Era da poco che avevano iniziato a vivere insieme, in una piccola casa a pochi isolati dalla mia.

-S-scusa- riuscii a dire tra un singhiozzo e l’altro.

Senza dire una parola mi strinse a se in un forte abbraccio e non feci altro che lanciare il borsone e ricambiare l’abbraccio più forte che potevo e lasciare le lacrime che finissero di scendere.
Il suo profumo mi riempiva le narici e mi faceva sentire al sicuro, finalmente a casa.

La voce di Harry mi chiamò in cima dalle scale.
Mi staccai da Niall dolcemente e andai incontro a Harry a testa bassa tirando su con il naso continuamente, arrivata al primo scalino lui mi sollevò il viso con le mani e mi asciugò le lacrime con i suoi pollici come solo lui sa fare. Mi baciò dolcemente il lato della bocca dove l’ultima lacrima si era posata, asciugandola.
Allungai le mie mani attorno ai suoi fianchi stringendo la maglietta bianca che indossava in quel momento, aspettando che lui mi cingesse a sé, dolcemente.

-Io la porto in camera- disse a Niall.

-Se avete bisogno io sono qui.- rispose il biondo.
Arrivata in camera Harry mi porse una sua felpa che mi faceva da veste, era calda, rassicurante e aveva il suo odore, il suo stupendo odore.

-Scusa se mi sono precipitata qui così, senza un preavviso- gli dissi sdraiandomi su un fianco sul suo letto.

-Non hai bisogno di scuse Grace, quando sarai pronta io sarò qui ad ascoltarti-rispose lui affiancandomi e stringendomi i fianchi.

-Grazie-

-Potrai stare qui quanto vorrai, ci siamo io e Niall con te, non ti devi preoccupare- mi disse prima di baciarmi una spalla.

-Sai Harry- iniziai credo che la mia famiglia non sia quella, dovrei trovarmi un posto mio…non posso considerarli persone tali ad avermi, è giusto che si creino loro una famiglia. E poi io ho te, ho Niall, ho i ragazzi…e Kevin.mi fermai un’istante rendendomi conto di essermi completamente scordata del cucciolo- Cazzo Kevin!- urlai alzandomi dal letto.

-Kevin? Dov’è?-mi chiese con un tono preoccupato scoprendosi dal lenzuolo.

-Muoviti, dobbiamo trovarlo!- ordinai con le lacrime agli occhi.

Come avevo fatto a dimenticarmi di lui? Come avevo potuto!

-Stai tranquilla Grace, ora andiamo a cercarlo- mi sussurrò guardandomi dritto negli occhi afferrandomi le spalle, stava cercando di tranquillizzarmi.
 
______
-Dove cazzo l’hanno lasciato?- mi chiese dall’altra parte della strada.

-Non lo so…-

Dopo quasi due ore di ispezionamento della cittadina Harry  si fermò su una panchina per riposarsi.

-Cosa stai facendo? Non puoi arrenderti adesso!-chiesi un po’ fredda.

-Grace ascoltami- iniziò per poi fermarsi portando una sua mano dietro la nuca e l’altra distenderla sullo schienale della panchina –chissà dove è andato, magari l’hanno anche preso, oppure è ritornato a casa…-

-Se tu non vuoi continuare- presi un respiro –vorrà dire che andrò da sola, perché davvero Harry…io lo devo trovare. E lo troverò eccome.-

Mi incamminai decisa cancellando la voce del ragazzo che mi chiamava alle mie spalle.

Non potevo crederci che mi aveva lasciato sola, in fondo era un suo regalo, era qualcosa di nostro.

Mi imbucai in una via buia dove si poteva ammirare il calore dell’asfalto risalire, per poi disperdersi nell’atmosfera.
Alcuni brividi mi percorsero la schiena e cominciai a sentire il freddo che durante la notte compariva, come suo solito.

Mi vennero in mente le immagini di mia madre e di mio padre che mi imboccavano le coperte alla sera, che mi davano l’ultimo bacio della giornata per addormentarmi e quell’immancabile ‘buonanotte’ detto con sincerità  solamente durante in quei pochi anni di infanzia, dove eravamo una famiglia, di quelle vere.

Svegliata da quei pensieri che ossessionavano la mia mente, mi accorsi che stavo percorrendo una via mai vista o che almeno di notte non riuscivo a riconoscere.

Ai lati della strada c’erano numerosi contenitori di spazzatura e arrivata all’ultimo sentii dei rumori di lattine e vetri rotti.
’Bene’’ pensai ‘’dove cazzo sono?’’

L’istinto mi spingeva ad avvicinarmi e senza accorgermene mi ritrovai molto vicina ad un contenitore marrone con il coperchio aperto.
Mi avvicinai piano per osservare l’interno, era pieno di cartacce e si potevano intravedere delle lattine di ‘Pepsi’ schiacciate.

Le lattine improvvisamente si mossero causando di nuovo quel rumore da prima avvertito.
Indietreggiai spaventata e mi incamminai per andarmene da quella via.

Ma poi lo udii, un suono famigliare, quel suono che mi risvegliava alla mattina, quel suono che mi invitava a riempire la ciotola e quel dolce suono che emetteva quando stava in braccio al mio ragazzo.

-Kevin!- chiamai correndo di nuovo verso il contenitore.

Quando fui finalmente vicina vidi il cucciolo, il mio cucciolo, a sedere su alcune lattine, con lo sguardo fisso sul mio ormai pieno di lacrime di sollievo e con in testa alcuni pezzi di carta che mi provocarono una semplice risata che strinse gli occhi facendo uscire quelle gocce.
Lo presi teneramente in braccio pulendolo dalla sporcizia e mi appoggiai sul muro di un’abitazione lasciandomi scivolare fino a toccare l’umido marciapiede.

Lo strinsi a me fino a farlo accucciare sulle mie gambe e posando la mia fronte sul suo muso aspettando che le lacrime finissero di bagnarmi il viso.

-Grace ti ho cercata dappertutto! Come cavolo ci sei arrivata fin qui!- la voce di Harry mi fece alzare la testa.

-Harry- dissi con un filo di sollievo nella voce.

Lui quasi vicino a me si fermò allargando le sue labbra in un sorriso non appena vide Kevin che era spuntato con il muso dalle mie gambe.
Si abbassò dolcemente reggendosi sulle gambe e con due schiocchi di dita lo invitò ad avvicinarsi a lui che non se lo fece ripetere due volte e gli corse incontro contento.

Io mi alzai dal marciapiede e mi diressi verso di loro osservandoli mentre si scambiavano un caldo momento di coccole. Styles e baby-Styles di nuovo insieme.

-Dovevo darle ascolto, le mantiene spesso le promesse?-

-Non era una promessa la mia, era un’autoconvinzione- risposi.

-Speravo fosse una promessa- mi chiese avvicinando il suo viso al mio.

-Come mai Styles? Questo non vuol dire che io le promesse non le mantenga, anzi!- risposi a pochi centimetri dalle sue labbra.

-Allora posso chiederti di farmi una promessa?-

-Non aspettavo altro.- lo provocai.

-Prometti di stare con me, per sempre?-
 
 
 
rawrr.
sbaaaaaam. lo so che all'ultima frase siete rimasti tutto spiazzati,okey forse mi sbaglio.
LET'S GO CRAZY CRAZY CRAZY TILL WE SEE THE SUUUUN.
la sto ascoltando non sono impazzita,forse ho anche sbagliato a scrivere,lol.
comunque il colpo di scena se non lo aveste capito (non vi sto dando delle stupide che sia chiaro) erano i genitori che hanno perso una figlia stupenda,ma capita averne di cosi stupidinii.
vi ringrazio tutte per le recensioni e spero che non finirete di scrivermi cose belle,asfghdsj.
vi amo proprio tanto.

prima che vada volevo chiedervi di passare anche nelle mie altre ff,ci sono delle oneshot che meritano,non per dire ma ci ho messo l'anima a scriverle,davvero,mi piacciono anche di più di questa ff! okey scherzo,comunque mi farebbe piacere.
praticamente sto scrivendo più il commento che l'intero capitolo.

quindi la smetto subito...
maaa aspettate,dove andate? a leggere le mie oneshot/ff? ah allora va bene. 
però guardate nel mio flavors i miei vari siti/link di pagine/CAROTINATE varie in pratica. 
http://flavors.me/onedirectionscondoms#_

grazie,e ricordate che siete bellissime.
 

 

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Capitolo 12
*** Capitolo dodici. ***



-Prometti di stare con me, per sempre?-

-Mi cogli alla sprovvista signorino-dissi provocandolo di nuovo.

-Shh, tu rispondi e basta-

-In fondo questo è il meglio che potrei avere-

-Vorresti dire che c’è di meglio?- stavolta fu lui a provocarmi.

-Mmh credo proprio di sì.-

-Allora? Prometti o no?-

-Lo giuro, che è ben diverso- gli risposi per poi affondare le mie labbra nelle sue.

-Su andiamo a casa- dissi staccandolo da me.
Ci avviammo verso casa per mano, lo sentivo mio in quel momento, mio più che mai.
Mi ero innamorata davvero e per la prima volta mi sentivo anche amata.

Arrivati  a casa Niall era ancora sveglio con il telefono in mano impaziente di aver notizie.
-Aspettavo una vostra chiamata! Un messaggio! Qualcosa! Insomma ragazzi non potete non avvisarmi, cazzo!-
Quando Niall diceva delle parolacce era un segno di serietà, che lui molte poche volte lo era.

-Scusaci biondo, la prossima volta ti avviseremo-tranquillizzò Harry.

-Oh non ci sarà una prossima volta, riccio!- gli dissi scherzando.

-Ok Niall, tu tieni Kevin che io devo punire questa dolce donzella-disse prendendomi in braccio.

-Che fai!?-chiesi tra le risate mentre salivamo le scale che portavano in camera Styles.

-Te l’ho detto- iniziò aprendo la porta con un calcio –ti punisco per avermi chiamato riccio!-concluse svoltandomi sul letto sotto di lui iniziandomi a torturare con il solletico.

-Ma non me lo avevi mai detto che l’odiavi quel soprannome!- scandii tra una risata e l’altra.

-Beh, ora lo sai- disse fermandosi di colpo guardandomi negli occhi.

Allacciai le mie gambe attorno alla sua vita e lui iniziò a baciarmi dolcemente il collo per poi superare il mento e arrivare alla bocca.
-Ehi Harry non ne hai avuto abbastanza?-chiesi divertita.

-Nulla è abbastanza con te Grace- mi sussurrò nell’orecchio.

Lo spostai dolcemente trovandomelo sotto di me, gli stampai un ultimo bacio sulle labbra prima di alzarmi dal letto.

-Su dai torna quii- mi supplicò indicandosi le labbra.

-Per stasera te lo farai bastare, Harold. Prendilo come l’ultimo bacio della giornata, quello della buonanotte- gli dissi uscendo dalla porta per dirigermi in cucina.

Arrivata non trovai più nessuno, così mi diressi nella stanza di Niall per salutarlo, ma era ormai tutto buio e potevo intravedere la sua figura appoggiata su un fianco e ai piedi del letto era illuminato dalla luce, proveniente dal piccolo ingresso dietro alle mie, spalle Kevin che dormiva beato.
Così tornai nella stanza di Harry, mi tolsi i pantaloni e mi accucciai di fianco a lui appoggiando il mio viso sulla sua schiena nuda, addormentandomi.
 
La mattina seguente mi svegliai dalle numerosi voci provenienti in cucina.

’Dovrebbero esserci tutti i ragazzi per fare una confusione del genere’’ pensai.

Così decisi di alzarmi. Mi incamminai verso il bagno per lavarmi e indossare un paio di pantaloni di tuta e una maglietta. Mi legai i capelli e scesi le scale per dirigermi in cucina.
Arrivata alla grande porta scorrevole socchiusa potei riconoscere una voce, la sua voce.La aprii velocemente attirando l’attenzione di tutti e riconobbi quei capelli.

-Beth!-urlai correndole incontro e abbracciandole le spalle.

-Grace!-rispose lei.

Si alzò dalla sedia e ci scambiammo un caloroso abbraccio.
Strinsi gli occhi talmente tanto da riuscire a respingere le lacrime di gioia che stavano invadendo i miei occhi.

Una volta riaperti vidi Harry appoggiato con le mani sul piano della cucina sorridermi.

Spostando lo sguardo riconobbi Louis, Zayn, Niall e Liam con gli occhi lucidi.
Ci staccammo dall’abbraccio e vidi i suoi stupendi occhi luccicare dall’emozione forse.

-Ma tu che ci fai qui?- chiesi spostandogli una ciocca di capelli dietro alle orecchie.

-Mamma e papà mi hanno dato il permesso di ritornare, anche se sono piccola. Erano stanchi di vedermi costretta a stare con loro! Non sanno ancora quando ritornano…devo dire che l’Italia è stupenda, fenomenale, ma il mio posto è qui, con te- rispose.

-Oh piccola Beth- dissi stringendola di nuovo a me.

-E tu sei cambiata eh?-chiese aprendomi le braccia per osservare meglio.

-Hai visto? Prendila come una prova per superare il tuo allontanamento da me- risposi scherzando e lasciandoli un amichevole pugno sulla spalla.

-Sei stupenda!-

-Lo sappiamo- attaccò Harry sorridendo.
Mi avvicinai a lui stampandogli un dolce bacio sulle labbra.

-Comunque non ci avevi ancora detto di avere una cugina così carina!- riprese Liam.

-Per la tua reazione Payne, non l’ho detto per quello.- risposi voltandomi verso di lui non staccava gli occhi da Beth, provocando una risatina generale.

-Ma tu dove stai per il resto dei giorni?- continuai.

-Non lo so, pensavo di venire da te, poi loro mi hanno raccontato…mi dispiace Grace, davvero tanto-

-A me ora come ora non più, prima o poi sarebbe successo. E poi meglio così se no sarebbe finita che avrei spaccato la faccia a quel baby-Horan che Mike mi avrebbe presentato un giorno-

-Avresti  incontrato tuo fratello?- mi chiese Louis.

-Si beh, credo, vabbè non è questo l’importante! Beth se vuoi vengo io da te!-proposi.

-A me va bene-

-Oppure lei rimane qui- propose infine Liam.
Girai lo sguardo verso quello di Harry che mi stava già guardando per poi vederlo annuire soddisfatto.

-Va bene?- chiesi rivolgendomi di nuovo a lei.

-Perfetto- rispose contenta.

-Ti accompagno nella camera degli ospiti- dissi spingendola verso le scale.

-Ah- ripresi spuntando con la testa verso la cucina dove i ragazzi stavano già parlottando- questa volta me la paghi tu Styles- conclusi con l’occhiolino.
Lui si limitò a rispondermi mandandomi un bacio con la mano.

Quanto poteva essere tenero quel ragazzo?

-Allora che ne pensi?- chiesi dopo averla aiutata a sistemare le sue cose.

-Che qui è meraviglioso, tu sei meravigliosa e che beh i tuoi amici sono dei tipi davvero carini- rispose, riconoscevo quella faccia.

-Soprattutto?!-la stuzzicai. Non riusciva a nascondermi niente quella donna.

-Soprattutto Harry, ovviamente- scherzò.
Le tirai un cuscino in faccia per poi scoppiare in una risata contemporanea, come facevamo una volta.

-Rispondi dai!-

-Beh Liam- rispose togliendosi il cuscino dalla faccia lentamente come per nascondere un leggero rossore che colorava le sue soffici guance.

In effetti le poteva essere la ragazza giusta per Liam, non potevo dire perfetta, ma dovevo ammettere che poteva diventarlo. Quella ragazza con  le palle che sarebbe riuscita a riempire il suo grande cuore, ad estrargli tutto quel bene che aveva dentro. Sarebbe riuscita a regalargli più amore, affetto e sicurezza che mai.

Perché detto con tutta sincerità: tutte le cose di cui Liam si nasconde o di cui se ne vergogna sono quelle che caratterizzano lui veramente.

Il primo mese passò velocemente, ci divertivamo un sacco tutti insieme. Louis era andato ad abitare con Zayn in una piccola casa della nostra via, l’avevano acquistata tempo prima ma non avevano mai avuto l’occasione di arredarla e di viverci, mentre Liam si stava trasferendo da noi, nella stanza di Niall che conteneva già un letto, dove si solito ci dormiva Kevin.

I genitori di Beth erano a conoscenza della nostra sistemazione, si fidavano di lei e anche di me, ma all’inizio fu stata dura a convincerli, fino a quando parlarono con tutti i ragazzi per telefono, nessuno escluso. Soprattutto Liam, che sembrava avere un certo feeling la madre e apprezzava la sincerità e la simpatia del padre. Ogni giorno diventava sempre più perfetto per mia cugina ed  Harry ed io ce n’eravamo accorti.

-Ragazzi è pronta la cena!- urlò Zayn.
Era il suo turno quella sera, anche se abitavano in una casa differente dalla nostra stavamo sempre insieme, pranzo, pomeriggio e cena, alternandoci i compiti e le case.

Quando io e Beth scendemmo erano già tutti a tavola tranne Louis che come sempre si incantava davanti alla tv del salotto.

-Louis è pronto!- urlammo.

-Stavo arrivando ragazzi- ci rispose lui uscendo dall’altra stanza.

La cena era sempre una delle parti migliori della giornata, posti assegnati attorno al tavolo: Beth ed io che davamo le spalle alla porta scorrevole, Liam  a capotavola sulle destra di mia cugina, difronte Harry sulla mia sinistra, difronte avevo Louis accanto a Niall e poi Zayn;  tutti riuniti come una famiglia.
Ci raccontavamo a vicenda i fatti successi durante il giorno, cantavamo canzoni nuove sentite per radio e vederli ridere contemporaneamente era stupendo.
Insieme, tutti con una propria risata, tutti con una propria storia.
 


rawrr.
eccomi qui come promesso con un nuovo capitolo,asfghdj.
grazie mille a tutte e per quello che fate.

vi amo davvero taaaaanto.
vado bellezze,ee ricordate che siete bellissime.
YoursC.


 

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Capitolo 13
*** Capitolo tredici. ***



 

-Li lavo io i piatti, voi andate pure!- ci comunicò Niall.

Così Zayn si diresse verso il salotto, Louis andò da Kevin in camera del biondo, io ed Harry andammo in camera e Liam e Beth uscirono per fare un giro per la città.

Eh sì, lui aveva avuto per la prima volta le cosiddette palle di invitarla a prendere un gelato dopo un mese che si stavano conoscendo meglio e lei non aveva di certo esitato, anzi, gli saltò addosso per abbracciarlo. Era una ragazza che non sapeva contenersi, al contrario di lui.

-Così Liam ce l’ha fatta!-disse il riccio buttandosi sul letto.

-Finalmente!-risposi io aprendo le ante dell’armadio per posizionare i vestiti che avevo stirato.

Sentii le mani calde di Harry stringermi i fianchi.

-Su sdraiati sul letto- mi invitò lui.

-Finisco di posizionare questa…-iniziai senza concluderle la frase prima che lui mi girò per baciarmi.

-…roba- finii una volta allontanata.

-Shh-mi disse a pochi centimetri dalle mie labbra portando le sue mani sotto le mie cosce.

Sapevo dove voleva arrivare e nonostante la paura non l’avrei fermato.

Strinsi le mie gambe attorno ai suoi fianchi e affondai le mie mani nei suoi morbidi ricci massaggiandoglieli.
Iniziò a baciarmi con foga prima sulle labbra per poi dirigersi verso il collo.
Si incamminò verso la parete facendo sbattere dolcemente la mia schiena sul muro.

I miei sospiri si facevano sempre più intensi e sentivo la sua voglia di farmi sua nei suoi pantaloni.
-Harry ascolta…- iniziai sospirando –devi sapere che…-

-Lo so Grace, lo so- finì lui sicuro di quello che faceva.

Mi staccò da muro e mi distese sul letto senza smettere di torturare il mio collo.

Portai le mie mani, che prima stringevano con forza i margini della sua maglietta, a contatto con la sua pelle della schiena, sotto quello scomodo indumento bianco che poi gli sfilai velocemente.
Lui fece lo stesso portando la sua bocca in contatto con la mia.

Gli slacciai la cintura impaziente di quella situazione. Fu lui a sfilarsi a quel punto i pantaloni che indossava ed io lo imitai togliendomi i jeans.
Una volta in intimo mi fissò in piedi davanti a me per un attimo.

-Che c’è?- chiesi.

-Sei meglio più di quanto avessi mai immaginato- rispose buttandosi a peso morto su di me.

-Con questo vuoi dire di averci pensato?-

-Non posso negare il fatto di non averci fatto qualche pensierino- disse lui con un sorriso malizioso.

Scoppiai in una risata che sembrò a lui fare bene.

Mi alzò la schiena portandomi a sedere sulle sue ginocchia, mi slacciò il gancetto del reggiseno con un colpo secco,  ‘’chissà quante volte l’avrà fatto’’ pensai  ‘’e chissà quante volte lo rifarà’’.

Shh Grace, zitta. Ti ha detto che sarebbe cambiato e così farà.
Non ti ha dato prove contrarie fino ad adesso no?!


Mi distesi su di lui facendo combaciare i nostri corpi perfettamente e il contatto del mio seno con il suo petto gli provocò un brivido che io stessa riuscii a percepire.
Mi rigirò sul letto ritrovandosi ancora una volta su di me.
Dopo avermi baciato ancora per vari minuti si fermò alzando la testa per guardarmi.

-Posso?- mi chiese quasi improvvisamente indeciso o imbarazzato.

-Styles da quando ti fai pregare?- risposi cercando di essere il più sarcastica possibile.

Lui mi sorrise e lentamente mi abbassò gli slip neri per riprendere a baciarmi la coscia e salire verso la pancia arrivando all’ombelico.
Con calma si tolse i boxer bianchi e si distese su di me arrivando con la bocca al mio orecchio dove delicatamente mi morse il lobo.

-Ti fidi di me, Grace?- sussurrò.

Annuii semplicemente.
Sapevo che avrei provato dolore, ma mi sentivo pronta, sapevo che era la persona giusta al momento più adatto, mi fidavo di lui, insomma io lo…amavo.
Lui cominciò ad entrare in me piano ed io non feci altro che piantare le mie unghie nella sua schiena e sussurrargli un ‘scusa’ sincero, mi sentivo in un certo senso in colpa.

Le spinte aumentavano lentamente e proprio mentre Harry intensificava, il dolore si fece sentire dopo un ‘crack’ che percepimmo entrambi, chiusi gli occhi silenziosamente consapevole di avere il suo sguardo puntato addosso.
Vedendomi dolorante mi baciò dolcemente l’occhio chiuso facendo uscire una lacrima che poi fermò con un altro dolce bacio.

Improvvisamente mi accorsi che il dolore stava diventando piacere e tutto fu stupendo, i suoi respiri accompagnavano i miei e l’unico rumore che li accompagnava erano i battiti del nostro cuore.
Giunti all’apice contemporaneamente emettemmo un gemito di piacere finale.
Prima di distendersi di fianco a me mi stampò un ultimo bacio sul naso.
 
La mattina dopo mi svegliai completamente accucciata sul suo petto.
Lui era sveglio e mi accarezzava i capelli lentamente, alzai la testa per guardarlo e sul suo stupendo viso comparvero due fossette deliziose. Gli stampai un bacio sulla guancia prima di distendermi a pancia in su, improvvisamente riconobbi il contatto con il lenzuolo sulla mia pelle e lo alzai leggermente per vedere se ero ancora completamente nuda.

-Harry?-chiamai divertita.

-Si?- rispose con un sorriso trattenuto dalle risate.

-Chi me li ha messi questi?-chiesi voltandomi verso di lui e scoprendomi per farli notare che indossavo l’intimo.

-Dai Grace non potevo certo farti dormire nuda!-rispose lasciando scappare la risata trattenuta da prima.

-Sei dolce Harold-dissi mettendomi a cavalcioni su di lui posando le mie mani sulle sue guance e lasciandoli un bacio sulle labbra.

-Ti amo Horan, pensavo di non poterlo mai dire a nessuna-

-Oh Styles! Ti amo anche io. E pensavo di non doverlo dire sicuramente a te-
 



RAWRR.
ciaao belle prugne.
finalmente hanno fatto qualcosa quei due cazzo! 
okey,premetto di dire che non è giornata,insomma ieri non sono riuscita a prendere i biglietti,cioè stavo inserendo il codice della carta e sbaaam mi si è bloccato tutto.
speriamo che domani li rimettano,cosi dicono.
ritornando al capitolo...
okey non so dire nulla riguardo al capitolo cwc. 
vi aspetto nelle recensione beeeelleeeee. 
seguitemi su twitter daai. https://twitter.com/onedscondoms
v
i amo,
YoursC.


dovreste ormai sapere che metto sempre dele gif stupidissime alla fine di ogni capitlo,quindi tenetene un'altra.
vi lascio alla gif,AHAHAHHAHAHAHAHAHAHAHAHAHHAHAHAHAHAHAHA. 

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Capitolo 14
*** Capitolo quattordici. ***



 

Passata qualche settimana da quel giorno le cose divennero un po’ diverse.

Mia madre cominciava a stressarmi dicendo di ritornare a casa per il bene della famiglia.
Cioè per il suo bene e quello di Mike? O forse per il bene di quello stronzetto di baby-Horan che non aveva ancora incontrato e che già faceva parte di quella cosa chiamata ‘la nostra famiglia’?

Intanto io mi sentivo sempre debole, tranquilla, mangiavo sempre e molte volte ero scontrosa con tutti.

Per mia cugina invece le cose erano perfette, con l’aiuto di Payne aveva superato l’esame con buoni voti e le cose tra di loro stavano ancora sbocciando.

E poi arrivò un sabato di una settimana abbastanza pesante per me e per tutti, non ci eravamo riuniti per vari motivi e non c’era neanche stata una cena o un pranzo in cui l’avessimo trascorso  tutti insieme come ci era solito fare.
Ma quella mattina Louis si precipitò a casa nostra verso le 6.00 del mattino svegliandoci tutti dai ripetuti suoni del campanello.

-Ma chi cazzo è?- chiese Niall mentre ci riunivamo tutti scendendo dalle scale.

-Sarà quel coglione di Louis! Mi ha chiamato tutta la notte al cellulare!- rispose Harry.

-Perché eri sveglio tu?- chiesi a lui.

-Ehm ti spiego poi eh- rispose abbassando la testa.

Una volta aperta la porta il ragazzo entrò tutto scatenato nell’ingresso che divideva il salotto dalla cucina.

-Ragazzi! Buongiorno! Siete tutti in piedi presto stamattina!- disse sorridendo.
Prima che qualcuno aprisse la bocca, per ribattere o per tirargli dei gran nomi, aveva già iniziato a distribuirci dei volantini colorati.

-Gran serata stasera! C’è l’inaugurazione di un locale fantastico qui vicino! Ci andiamo vero?-

-Ovvio!- dissero Liam e Niall all’uniscono.
Io mi limitai a guardare Beth che sorrideva entusiasta a quell’idea, poi rivolsi lo sguardo verso Harry che mi stava già osservando.

-Tu che ne dici?- mi chiese.

-Per me va bene, faccio quello che fate voi- risposi.
Sapeva bene che le feste non mi piacevano tanto, mi annoiavano in un certo senso, ma io sarei di certo andata con lui, qualunque soluzione prendesse.

-Preferisci stare tranquilla a casa? Magari organizziamo qualcosa io e te, insomma lo so che le feste non ti attraggono tanto…-

-Harry, lo so che tu muori dalla voglia di ballare e di andarci, non ti preoccupare per me! In fondo non posso rifiutare ad una festa in cui ci vanno tutti i miei amici. Prima o poi me ne dovrò fare una ragione, le feste ci sono e se tu vorrai andare in tutte io verrò con te- dissi convinta.

Lui mi sorrise prima di stamparmi un leggero bacio sulle labbra per poi rivolgersi a Louis –Allora alle 22.00 da te?- chiese all’amico.

-Perfetto! Vi voglio carichi eh!- rispose lui battendo un cinque a Niall che si stava per addormentare in piedi.

Verso le 21.00 io e Beth ci riunimmo nella sua camera per preparaci, lei aveva un sacco di vestiti davvero belli al contrario di me che ne avevo a stento due.
Mentre mi provavo il semplicissimo vestito che indossavo, prima di macchiarlo, al primo appuntamento con Harry, lei stava cercando disperatamente nella sua valigia.

-Beth è da mezz’ora che cerchi! Cosa stai cercando? Non ti va bene quel meraviglioso vestito che indossi?-chiesi indicando il tubino azzurro cielo che indossava.

-Eccolo! Trovato!- esultò estraendo un vestito rosso dalla tasca della valigia.
Rimasi senza parole, era stupendo, meraviglioso.

-E’ per te Grace, l’ho preso pochi giorni fa in centro apposta per te. Non potevo non comprarti niente dopo tutto quello che stai facendo! Poi il rosso esalta il marrone dei tuo capelli, lo sapevi?-continuò porgendomi il vestito.

-Oddio Beth! Non so che dire! Grazie!- dissi saltandogli al collo.

Solo una volta indossato mi resi conto veramente di quanto fosse bello e di quanto fossi cambiata.
Non mi era mai stato così bene un vestito, sembrava fatto appositamente per me e dovevo dare davvero ragione a mia cugina, il rosso esaltava il marrone.

-Sei una favola- mi disse con le lacrime agli occhi.

-Siamo una favola, Beth- corressi trascinandola al mio fianco davanti allo specchio.

-Siete pronte ragazze? Louis ci uccide se arriviamo in ritardo!- la voce di Liam ci stava chiamando.

-Arriviamo!- urlammo insieme mentre io mi infilavo le scarpe e Beth gli orecchini.
Una volta arrivate nell’ingresso principale, Liam ed Harry ci guardarono stupefatti.

-Siete…- mormorò Liam –…davvero…-cercò di continuare Harry.

-Ok non sprecatevi- finì Beth facendomi scoppiare dalle risate.

Il locale era davvero carino, caratteristiche londinesi e con della musica assordante. Una volta entrati Louis si buttò subito nella mischia, mentre Zayn prese per mano mia cugina portandola a ballare sotto gli occhi di Liam. Lei non esitò neanche un attimo e io decisi di avvicinarmi al povero ragazzo.

-Ehi Liam tutto ok? Non dargli a retta, lo sai come sono fatti!- lo tranquillizzai.

-Sì certo, intanto però c’è andata…chiaramente preferisce ballare con lui che con me…-

-Avanti non dire così! Scommetto che tra due secondi Zayn si girerà e andrà da un’altra- dissi alzando la voce per farmi sentire a causa del volume della musica diventato più alto.

-Io non direi, guarda…- indicò con il capo.
Non appena misi a fuoco l’immagine li vidi completamente attaccati, mia cugina gli allacciava le mani dietro al collo e lui le stava baciando dolcemente il collo mentre ballavano.
Oh minchia’ pensai.

-Vieni Liam andiamocene da Harry- gli dissi prendendoli una mano.

-Harry tieni Liam qui- gli sussurrai nell’orecchio una volta raggiunto.
Lui mi guardò con una faccia interrogativa, perché non capiva all’istante quel ragazzo?

-Beth e Zayn!- spiegai indicando con il capo.

Sembrò finalmente capire e disse qualcosa che non capii tranne l’ultima parola ‘cazzo’.
Mi avviai nella mischia per trascinare via Beth e chiedere delle spiegazioni. Una volta raggiunti agguantai per il braccio lei e fulminai con lo sguardo lui che sembrò approvare grattandosi la testa con una mano.

-Che cazzo credevi di fare li dentro?- le dissi una volta raggiunta una terrazza mollandole il braccio.

-Stavo semplicemente ballando con Zayn!- rispose massaggiandosi il punto in cui l’avevo afferrata.

-E Liam?-

-Cosa Liam?-

-Come credi l’abbia presa Beth?- gli urlai contro.

-Ma stavamo solo ballando…- rispose abbassando la testa.

-Non credo- le dissi premendo con l'indice sul succhiotto.
Le tirai su il viso costringendola a guardarmi –Ci tieni a Liam?- chiesi semplicemente.

I suoi occhi si inumidirono a quella domanda –Molto Grace, molto…- rispose riabbassando gli occhi.

La strinsi a me accarezzandole i capelli –Allora va’ da lui. Se ci tieni corri da lui e digli tutto, non si merita niente di tutto questo- dissi pensando a quel giorno sotto la pioggia con Liam.
Lei sollevò lentamente la testa dal mio petto e tirò su con il naso guardandomi negli occhi.
Le pulii le lacrime dal viso sistemandogli un po’ il trucco leggermente colato.
Lei mi sorrise e annuii finalmente.

La osservai sparire dalla porta di vetro che riportava all’interno del locale per poi riaffacciarsi e mormorarmi un ‘Grazie’ che lessi sulle labbra.

Dopo un paio di minuti rientrai anche io e mi avviai verso il bancone dei drink e ordinai un Pesquito che bevvi in pochi minuti, così ne ordinai un altro. Dopo aver finito anche il secondo andai a cercare Harry che sembrava si fosse evaporizzato. Diedi un’occhiata in mezzo alla massa per riconoscere qualche chioma di capelli ricci, ma vidi solo Louis avvinghiato ad una rossa accanto a Zayn che ballava in modo da DJ-Malik da solo con il suo cocktail in mano e più in là vidi Liam che cingeva per i fianchi Beth e ballavano insieme con il sorriso stampato in faccia. Che belli che erano, non potei altro che fermarmi e sorridere a quella scena. Persino il moro era carino mentre ballava in solitudine.

Continuai a girare per il locale senza successo.

-Ehi Grace!- chiamò una voce dietro di me.

-Niall! Hai visto Harry?-
Scosse la testa negativamente così gli diedi un bacio sulla guancia e ritornai alle ricerche.

Arrivai nel retro del locale dove si poteva ammirare un enorme giardino che accoglieva piccole coppie che passeggiavano mano nella mano, che ridevano e scherzavano o che si scambiavano effusioni amorose.
Poi su una panchina posta sotto la chioma di un’enorme salice c’era un ragazzo dalla chioma folta di ricci. Mi avvicinai a lui cautamente sapendo di chi si trattasse e arrivata alla panchina mi sedetti con il sorriso sulle labbra. Lui abbassò delicatamente la sua testa tra le mani coprendosi il viso con i palmi.

-Harry che ci fai qui?- chiesi numerose volte senza avere una risposta.
A quel punto preoccupata mi alzai dalla panchina e mi abbassai difronte a lui reggendomi sulle gambe e appoggiando le mani sulle sue ginocchia sia per tranquillizzarlo sia per non perdere l’equilibrio.

-Harry!- chiamai di nuovo.
Sentii i suoi singhiozzi arrivare alle mio orecchie e colpirmi il cuore.

Velocemente presi il suo viso tra le mani e lo alzai per guardarlo, aveva gli occhi rossi, gonfi e pieni di lacrime, guardandolo mi venne in mente quella sera, quella sera al parco, quando l’avevo visto per la prima volta con quella stessa espressione.
Gli asciugai le lacrime con i pollici come lui faceva con me quando qualcosa non andava bene e passai una mia mano tra i suoi ricci che in quel momento erano sudici. ‘Chissà da quanto piangeva’ pensai.
 Senza dire niente lo strinsi a me aspettando che lui iniziasse il discorso, ma non disse nulla e io non lo anticipai, se l’avrebbe voluto me l’avrebbe spiegato e io sarei stata li ad ascoltarlo.

Tornammo a casa dopo un’ora circa e dopo aver salutato tutti io mi avviai in camera di mia cugina.

-Buonanotte Tes…-mi bloccai non appena vidi Beth e Liam sullo stesso letto, uno difronte all’altro con le gambe incrociate e lui che gli teneva le mani –Scusate- finii uscendo imbarazzata dalla sua porta.

Così entrai nella mia stanza dove vidi Harry sdraiato sul letto a fissare il soffitto pensieroso.

-Beth e Liam stanno insieme?- chiesi senza avere una risposta.

-Senti Harry non so che caz…-iniziai avvicinandomi a lui per poi bloccarmi dopo aver ricevuto un suo dolce bacio a stampo sulle labbra.

-Abbracciami ti prego-
Non esitai e mi abbassai per abbracciarlo. Affondò il suo viso nell’incavo del mio collo e lo sentii inumidire pian piano. Stava piangendo di nuovo?

-Ehi ehi che ti prende amore?-domandai perplessa.

-Ti prego non parlare- iniziò.

-Grace, vuoi fare l’amore con me?- chiese lentamente.
A quella domanda non ci capii assolutamente niente, ma non feci neanche in tempo a ribattere che Harry mi sfilò dolcemente il vestito.
Ne avremmo parlato alla mattina no?


-

La mattina seguente il mio umore era alle stelle, avevo passato una notte favolosa e Harry non aveva smesso di ripetermi che mi amava, non era mai stato così…così, boh non so neanche come definirlo.
Così mi rigirai nel letto per cercarlo con la mano, ma non lo trovai. Aprii gli occhi lentamente per farli abituare alla luce e una volta messa a fuoco l’immagine notai sul suo cuscino una rosa ed una lettera accanto.
‘Che carino’ pensai.
Ma il mio entusiasmo fu subito sostituito dal dolore non appena lessi le prime righe.

 

“Buongiorno piccola,
quando ti sveglierai forse non sarò accanto a te ad augurarti una buona giornata o a darti il bacio come tutte le mattine faccio...e non so neanche se potrò mai più farlo.
Grace ascolta, nessuna ragazza ha trattato me nel modo in cui l’hai fatto tu, sei così testarda, fragile e amo tutto di te, ci credi? Harry Styles innamorato? Com’è che dicevi tu? Ah sì: Harry-non-ti-conviene-innamorarti-di-me, credo che tu sia l’eccezione. Ricordi quella sera? Quella sera in cui ci incrociammo al parco? Non era la prima volta che ti notavo, amore. Mi sei sempre piaciuta, dalla prima elementare e non sto dicendo delle cretinate. Odiavo Liam perché lui poteva stare con te tutti i giorni, lo odiavo perché tu potevi parlarci, anche se lui non era interessato. Ora capisci perché non ti degnavo di uno sguardo nei corridoi scolastici? Mi vergognavo di me, del pezzo di merda che ero diventato, mi vergognavo di farti capire che tu sei sempre stata nei miei pensieri, non volevo farmi vedere come il ragazzo a cui piaceva Grace, e scusami per questo. La sai un’altra cosa? Ti guardavo da lontano, sempre, non c’è stato un giorno in cui non mi perdessi il tuo viso. Quella sera, volevo essere per una volta completo, completo con te. E poi per la questione della ‘ragazza-senza-nome’, appunto, sapevo come ti chiamavi, ma amavo vedere la tua espressione scocciata quando ti chiamavo così. Quindi, perché non reggere il gioco fino a che la ragazza non molli? E così è stato. Credimi, questa è stata la notte più bella che io abbia mai passato con una ragazza e non me la scorderò facilmente quando non sarò più lì con te. Ti ricordi di quella ‘lettera gialla’ che avevi trovato nella buchetta della posta? Non era di mia sorella…era dell’ospedale. L’incidente è sia la causa del mio umore di questi ultimi giorni, ma anche la causa del mio amore per te. Mi devo operare Grace, tutti quei cali di pressione, la stanchezza, la paura della strada, sono causati dalla probabilità che io rimanga in sedia a rotelle. La sicurezza dell’intervento è poca e non voglio rovinarti la vita costringendoti a prenderti cura di me in ogni momento della giornata. Non voglio rovinare la nostra storia creata in cosi poco tempo, ma se voglio proteggerti è l’unica soluzione, fidati. Sapevo che prima o poi sarebbe arrivata, ma non te ne ho mai parlato. Non te ne ho mai voluto parlare. Louis lo sapeva, l’aveva letta di nascosto dal mio volere. Mi dispiace così tanto, credimi. E ti ricordi la promessa che mi avevi fatto quel giorno con Kevin? Scusami anche per quella. Grace ti prego non versare neanche una lacrima per me, se riuscirò ritornerò, ma non dimenticarti di me come io non lo farò con te. Soprattutto non ti dimenticare di tutti quei ‘ti amo’ sussurrati mentre facevamo l’amore, i baci, le passeggiate…le carezze. Non ti dimenticare naturalmente di quello che c’è stato tra di noi. E non ti dimenticare di quanto ti ho amato e di quanto ti amerò, anche se sarò lontano da te... Salutami tutti, fai i complementi a Liam e a Beth.
Non ti scorderò amore mio. Ti amo.
Per sempre tuo,
Harry. x”

Le lacrime cominciarono a scendere una dopo l’altra bagnandomi completamente la faccia. Portai una mano sulla bocca per cercare di cessare i singhiozzi che creavano una melodia di dolore nella stanza.
Mi sentii completamente crollare ogni piccolo pezzo del mondo addosso impedendomi di respirare.
Senza accorgermene urlai dalla disperazione e mi buttai atterra in ginocchio continuando a stringere quel pezzo di carta tra le mani tremanti.

Grace, credevi davvero che la ruota della fortuna avesse deciso di fermarsi verso la tua direzione? Credevi davvero che ti abbia donato una vita serena come fa con la maggior parte delle persone di questo mondo ormai artificiale? Credevi davvero che per una volta avresti potuto essere felice per te stessa e non solo per gli altri? Davvero stavi per credere che forse avresti potuto provare la felicità in prima e non solo in terza persona? Che infantile che sei, davvero troppo infantile e credulona.

-Grace!- urlarono Liam, Niall e Beth entrando in camera.

-Harry!- urlai ancora una volta dal dolore cominciando a piangere più forte.
Sentii le loro braccia avvolgermi e mettermi a sedere sul letto.

Ancora una volta mi sentivo vuota, questa volta completamente.
Mentre le braccia di Liam mi cullavano non facevo altro che pensare a lui, a quelle parole e a come sarebbe stato il mio futuro senza di lui. Cosa sarei diventata io?
Beth mi estrasse dalle mani la lettera che stringevo ancora leggendola tra se e se mentre Niall era impegnato a chiamare Louis e Zayn che non tardarono ad arrivare.

-Grace! Che cazzo è successo?- urlò il moro venendomi ad abbracciare.
Alzai lo sguardo verso Louis che incontrò il mio appannato dalle lacrime e notai che lo abbassò non appena Niall e mia cugina lo guardarono dopo ave finito di leggere la lettera.

-Perché Louis, perché?- riuscii a dire il biondo trattenendo le lacrime.

-Ragazzi, io…non…insomma…Harry…scusa Grace- scandì le parole.

-Non sprecarti Louis- risposi secca alzandomi dalle braccia di Liam per dirigermi in bagno.

Potevo sentire la voce di Niall urlare, mentre Louis non faceva altro che ripetere quell’inutile parola, ‘scusa’. Beth e Zayn vennero numerose volte a bussare, ma non risposi nemmeno. La mia mente era troppo incasinata da formulare frasi, rimbombavano solo ed esclusivamente le nostre immagini sorridenti.
Ad un tratto mi alzai di scatto e aprii la porta con un colpo secco, mi precipitai giù per le scale stringendo con i pugni la felpa di Harry che mi aveva regalato alla notte. Mentre correvo contro la porta potevo sentire il suo profumo invadermi le narici e le voci dei ragazzi che alle mie spalle mi chiamavano ininterrottamente.

Una volta in strada corsi via, non volevo stare un minuto di più in quella casa, non potevo lasciarlo andare, no. Troppe persone se n’erano andate dalla mia vita, troppe cicatrici nel mio cuore per far posto ad un’altra.

Dovevo trovarlo. Ma come? Ero solo una piccola sedicenne incinta.
Sì ero incinta. Incinta da un ragazzo che mi aveva appena lasciata sola.
Ma questo nessuno lo sapeva. Nemmeno lui.




RAWRR.
ciao bellee.
mi avete lasciata molto sola in questi mesi in cui non ho pubblicato. 1 recensione solo? grazie tante eeh.
io almeno non ho smesso di amarvi:(
come vi pare questo capitolo?
personalmente è il mio preferito per il fatto di aver sudato nel scrivere quella benedettissima lettera,lol.
vi prego,mi la sciate una recensione piccolina piccolina?
grazie.
-YoursC.

 

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Capitolo 15
*** Capitolo quindici. ***




 

Ti sei mai sentito come se ti mancasse qualcosa? Non una parte qualsiasi di te, proprio quella più importante. Quella che solo dopo averla totalmente persa te ne rendi conto di averla avuta, quella parte che dovrebbe esserci nei momenti giusti, quella che salta fuori solo per gli altri, non per te stessa, che serve per darti delle motivazioni per continuare a fare quello che stavi facendo…per aumentare la voglia di continuare a vivere. Beh, quella parte importane l’avevo trovata, non l’avevo riconosciuta subito, ma ora me ne rendo conto, quella parte era proprio lui e le sue dolci parole.


-Grace avanti apri! E’ da una settimana che non esci dalla camera se non per andare in bagno!- disse la voce rassicurante di Niall da dietro la porta.


-Ti prego Niall vattene!-


-Se al mio tre non apri butto giù la porta! E sai che ne sono capace!- provocò Zayn.


-Uno- cominciò a contare Beth.


-Due- Liam.


-Tre- Louis.

Click.
Aprii la porta sapendo delle conseguenze se non l’avessi fatto. Tutti si fiondarono su di me in un lungo abbraccio che io non ricambiai. Feci per indietreggiare e ritornare in camera quando Louis mi prese per il braccio e mi attirò a se.

-Scusami Grace, davvero- cominciò baciandomi la testa.

-Louis dovevi dirmelo! Avevo il diritto di saperlo!- urlai spingendolo via da me.

-Era il mio migliore amico cazzo! Non potevo tradirlo così!-

-E’ Louis! E’! Usa il presente!- corressi.
Lui non rispose limitandosi ad abbassare il capo e sussurrare un ennesimo ‘scusa’ che a stento riuscii a sentire.

-E’ pronta la cena- disse infine Zayn afferrandomi per la mano costringendomi a scendere con lui.

-Ma io non ho fame!- urlai cercando di mollarmi da quella presa.

-Tu invece mangi Grace.- ordinò il moro fermandosi davanti a me puntandomi il dito contro.
Cercai di ribattere un paio di volte, ma fui azzittita da tutti.

Infine Niall stanco da quel battibecco mi prese in braccio e percorse il resto della scala che mancava per raggiungere la cucina.

Di quel poco che piluccai della carne preparata dal moro dovevo ammettere che avrebbe dovuto essere una buona cena, davvero. Ma appena mettevo un boccone in bocca mi veniva in mente Harry indaffarato ai fornelli per fare bella figura con me, formandosi così un grosso nodo all’interno della mia pancia che impediva il passaggio del cibo.

-Io ritorno in camera- comunicai al gruppo che era impegnato a mettere in ordine la cucina.

-Vengo con te-disse Beth.

-No, ci vado io- la fermò Niall raggiungendomi.

-Non ce n’è bisogno- comunicai al biondo.

-Oh sì che ce n’è. Ce n’è eccome- affermò trascinandomi insieme a lui in camera.

Restammo per un paio di ore lì a parlare.
Se devo essere sincera mi aveva fatto piacere averlo lì con me, mi ha aiutata a sfogarmi.

-Ho comprato due biglietti per il concerto dei Coldplay, vieni con me?- ne uscì.

-Cosa? Stai scherzando spero?-
Scosse la testa.

-Mio dio Niall non dovevi!- gli dissi abbracciandogli il collo.
Dopo alcuni istanti di silenzio fui io per la prima volta ad attaccare un discorso, con il pianto.

-Grace cosa succede ora?- mi chiese mentre mi accoglieva tra le sue braccia un’ennesima volta.

-Niall, io non ce la faccio più- iniziai tra un singhiozzo e l’altro –sono sola ora! Nessuno mi può aiutare in questo momento, ho combinato un casino, abbiamo combinato un casino…e ora chi resterà come me mentre penserò a lui che sta crescendo?…che sta crescendo in me!-

-Cosa  sta crescendo in te? Cosa dici? Davvero non capisco piccola!-

-Ricordi quando durante le cene parlavamo tutti di come ci fossimo visti tra qualche hanno? Ricordi?-
Lui annuii facendomi segno di continuare.

-E ricordi anche di quando io e…beh…io e Harry- scese una lacrima che fu subito asciugata dalla manica di Niall- progettavamo il futuro scherzando? Facendoci domande di come sarebbe stata la nostra casa? E di come sarei stata con il pancione?- finii.

-Grace, non sarai…-

-…incinta Niall, sono incinta di Harry.- conclusi io al suo posto affondando la mia faccia nel suo petto.
Restammo così per un bel po’ di tempo, fino a quando Niall non si alzò dal letto.

-Grace, gli altri lo devono sapere. Glielo dobbiamo dire, glielo devi dire-

-Grazie- dissi asciugandomi il viso.

-Buonanotte Horan- mi augurò baciandomi entrambi le guance.

-Horan!- lo chiamai provocandogli un sorriso –se non ti dispiace preferirei dormire con te-

-Aspettami- disse chiudendosi la porta alle spalle. –Ah Grace- riprese spuntando con la testa.

-Si?-

-Vorrà dire che al concerto dei Coldplay, ci andremo in tre- rispose facendomi sorridere.

Mi accucciai nel letto pensando al modo più opportuno per comunicare quella notizia, quando mi addormenta
i.


 


 


RAWRR.
bho, non aggiorno da un sacco perchè nessuno legge questa fanfiction...mi dispiace un sacco perchè ci ho messo l'anima.
Grace sono io, tutto quello che prova lei lo provo anche io o per lo meno l'ho provato, questo non vuol dire che io sia rimasta incinta eh,sia chiaro, ma ciò che dice, ciò che pensa, la sua autostima è la mia. 
Stiamo praticamente crescendo insieme, lei è la ragazza forte che vorrei diventare un giorno, è il coraggio in persona.
Per questo mi dispiace che nessuno la legga.
Vabbè detto questo spero di ricevere almeno una recensione come le altre volte, non chiedo tanto no? me ne basterebbe una davvero.
Grazie a tutti,
vi voglio bene.

YourC.






 
 

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Capitolo 16
*** Capitolo sedici. ***



 

 


-Presto Grace svegliati!- mi chiamò la voce del biondo.

-Che c’è?- chiesi con la voce impastata dal sonno.

-Sono le 11 del mattino! E oggi riinizi a lavorare non ti ricordi? E poi sono tutti giù che ti aspettano per la notizia-rispose aprendo le tende della stanza facendo entrare i raggi del sole che mi colpirono gli occhi.

-Cosa?- chiesi stupefatta.

-Tu non ti facevi avanti! Gli ho solamente detto che volevi dire qualcosa a tutti, quindi gli ho riuniti per la colazione- disse sorridendomi.

-E’ da tre giorni che mi assilli di dirlo! Non sono neanche pronta psicologicamente!- comunicai fingendomi arrabbiata.

-Su Horan- cominciò sedendosi accanto a me sul letto-lo sai che non riesci ad essere arrabbiata con me!- concluse schioccandomi un bacio sulla guancia e invitando Kevin a salire sul letto.

-Aspettami giù allora…-dissi coccolando il cucciolo.
Mi preparai velocemente e scesi lentamente le scale intimorita dalla loro reazione.

-Eccoti finalmente!- esclamarono.

-Ecco le uova Grace- disse Louis mettendomele  nel piatto.

-Cosa ci dovevi dire?- attaccò Zayn sorseggiando il suo caffè, susseguito da voci del tipo ‘eh sì’ ‘inizia’ ‘dai dai’ che incitavano a iniziare il discorso.
Tirai un’occhiata a Niall che la ricambiò mandandomi un dolce occhiolino.

-Ehm sentite…non è facile per me dirvelo- iniziai.

-Arriva al punto- interruppe Niall.

-Zitto te e lasciala parlare- intervenne Beth che fu risposta da una linguaccia del biondino.

-Io ed Harry, beh…ci siamo sempre aiutati a vicenda e come una coppia normale che ha un rapporto serio abbiamo dormito insieme…- faticai a dire.

-E chi non lo fa scusa?- intervenne Liam.

-Ragazzi ve lo dico schiettamente perché con le parole come tutti voi sapete non ci so fare per niente. Fino a quando vivrete qui, noterete il mio pancione.- conclusi insoddisfatta del mio discorso.

Louis e Zayn si guardarono interrogativi non capendo di cosa stessi parlando, Liam continuò a fissare il biscotto che aveva in mano prima di farsi spuntare un sorriso sulle labbra e incrociare il mio sguardo, Niall rideva soddisfatto di me e Beth aveva gli occhi pieni di lacrime e mi si piombò addosso rovesciando il latte che avevo appena versato nel bicchiere.

-Sono così contenta amore!- mi disse tra le lacrime.

-Qualcuno di voi ci potrebbe spiegare!?-chiese Louis agitando il dito indicando lui e il moro che non smetteva di guardarmi.

-Diventiamo zii!- urlò Liam cominciando a saltare sulla sedia.

-Un baby-Styles?- urlò Zayn.
Tutti a quella frase si fermarono di botto e voltarono il loro sguardo verso di me.

-State tranquilli, in fondo è il… padre- dissi con un nodo alla gola e fingendo un sorriso.

-Scusa Grace la domanda- iniziò Louis ma lui questo lo sa?-

-No…-dissi abbassando la testa.

-Da quando lo sai?- chiese Beth.

-Da due settimane dopo l’accaduto, era la nostra prima volta- risposi.
A quelle parole tutti si alzarono e mi vennero ad abbracciare.

-Sto soffocando!- cercai di farmi sentire tra la mischia.

-Si scusaci, ok- balbettò Zayn.

-Sbaglio o DJ Malik si sta emozionando?- chiese la bionda divertita.

-Ma che cazzo spari?-

-Uhuhuh- continuò Louis facendo partire uno schiaffeggiamento di braccia che fece ridere tutti.

-Ehi Grace- chiamò Niall attirando la mia attenzione- tra una settimana è il tuo compleanno!-

-E tu come fai a saperlo?-chiesi.

-L’ho scritto io sul calendario baby!-disse Zayn.

-E a te chi te lo ha detto?-

-Io!- rispose Beth.

-Cosa vuoi di regalo?- chiese Liam.

-Assolutamente niente- mentii, certo che volevo qualcosa. Ma quel qualcosa non poteva arrivare.

I ragazzi non insistettero quasi come leggere nella mia mente e mi limitai a sorridere e finire la mia colazione.




rawrr.
allora, eccomi di nuovo qui con il prossimo capitolo,siamo arrivati faticosamente al sedici lol ne avete altri,per vostra sfortuna (:
spero che vi piaccia anche questo, il diciassette e gli altri a proseguire sono i più belli di tutta la storia a mio parere,giuro. non lo dico per farvi recensire lol
sapete che mi bastano poche recensioni per continuare eee quindi se me ne lascereste una piangerò dalla felicità lol ma perchè ripeto in continuazione 'lol'? bah.
vabbè,mi dileguo.
se non avete ancora letto le mie one shot, maleeeeeeeee. scherzo amorii.
lol

ciao un basssino,
YourC.

PS: quant'è bella la gif? asfghj.

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Capitolo 17
*** Capitolo diciassette. ***




‘’00:00-12 Agosto’’. Segnava la mia sveglia.

Ecco che il giorno del mio compleanno arrivò. Un altro giorno e sarebbe stato un mese senza di lui.

Mentre la mia mente vagava per i suoi pensieri notai la porta della mia stanza aprirsi lasciando entrare un po’ di luce che proveniva dall’ingresso. Una sagoma entrò e cominciò ad avvicinarsi a me.
-Grace svegliati, sono Niall- comunicò con un filo di voce continuando ad avvicinarsi.

-Sono sveglia idiota!- dissi a voce alta accendendo la abatjour accanto a me.

-Fanculo Grace! Fammi ben venire un infarto!– borbottò portandosi una mano sul cuore dallo spavento.
Io continuai a ridere mentre lui riprendeva fiato per parlare.

-Ti porto fuori! Avanti vestiti, veloce!-

-Cosa? Ma è mezzanotte!-

-E allora? Non ti pentirai fidati! E poi è il tuo compleanno!-

-Arrivo, arrivo! E’ l’ultima idea stramba che ti viene?-chiesi mentre mi precipitavo nell’armadio.

-Forse- rispose lui uscendo dalla stanza.

Arrivata fuori dalla porta notai Niall all’interno della macchina di Louis che mi aspettava.
Entrai di corsa e lasciai che guidasse verso la meta.

-Dove mi stai portando?-

-Adesso vedi-

Dopo una buona mezz’oretta finalmente la macchina si fermò e scendemmo avviandoci verso un sentierino si sassi. Dopo qualche minuto ci trovammo all’interno di un bosco, che trasmetteva alle mie narici l’odore di terra e di erba fresca.

-Vieni con me!- disse prendendomi la mano e iniziando a correre verso l’interno.

-Ma non correre cosi!-
Mi mollò la mano solo dopo che ci sistemammo a sedere lungo un tronco posizionato a riva di un ruscello, era bellissimo lì, ma non riuscivo davvero a capire il significato, insomma non era la prima volta che mi sedevo su un tronco e non ci trovavo nulla di speciale.

-Ma quindi? Cosa ci facciamo qui?- chiesi al biondo che portò una mano dietro alla sua testa sorridendo divertito.

-Guarda là Grace- indicò con un braccio difronte a noi in mezzo al bosco.
Improvvisamente milioni di piccolissime luci provenienti dai cespugli si alzarono invadendo lo spazio e circondandoci.

-Ma sono lucciole!- dissi allungando la mano per afferrarne alcune-Sono stupende!-

-Venivo sempre qui da piccolo…prima che mio padre se ne andasse!-

-Come mai se n’è andato?- chiesi pendendomi di quella domanda- scusa…-

-No non ti devi preoccupare! Per un’altra donna credo…-

-Capisco…-

Dopo parecchi minuti il biondo ne uscì con una domanda che mi lasciò spiazzata: -Senti…ti andrebbe di avere uno scambio di informazioni?-

-Non lo stiamo già facendo Niall?- chiesi interrogativa.

-Si ma esiste un altro modo, sai?-rispose divertito.

-E che altro modo ci sarebbe scusa?-

-Davvero non ne sai altri?-chiese.
Per un attimo sembrò dicesse una frase tipo ‘pensavo che Harry te l’avesse spiegato’.

-Che io sappia no- confessai lasciando da parte quei impossibili pensieri.

-Quindi posso spiegartelo?-

-Certo! Sono curiosa-

-Dovrei andare fiero di essere il primo a fartelo vedere-

-Dovresti-

Mi baciò. Non mi resi neanche conto dell’avvicinamento che le nostre bocche che già si stavano unendo.
Fu un bacio meraviglioso, non ricordavo ne esistessero di così.
Io non amavo Niall, non lo amavo davvero.
Pensavo ancora ad Harry, troppo forse però dovevo ammettere che quando lui mi stava accanto mi sentivo bene, al sicuro. Ero come attratta da lui, ma non fisicamente, era un amico per me, un fratellone.
Appoggiai lentamente le mie mani sul suo petto spostandolo lontano da me in modo che le nostre lingue smettessero di giocare.

-Scusa- sussurrò lui a pochi centimetri da me.

-Non fa niente- dissi spostando lo sguardo sulle lucciole che sembravano aumentare a vista d’occhio.

-Sei stato carino a portarmi qui, nessuno mi aveva mai fatto un regalo così bello, grazie davvero biondo- continuai rispostando lo sguardo verso di lui che mi stava ancora guardando.
Mi sorrise tranquillamente scoprendo l’apparecchio che risplendeva appena dalla poca luce che filtrava tra gli alberi.

-E’ meglio tornare a casa- disse.

-Sì, andiamo-

Tornammo alla macchina e durante il tragitto sonnecchiai sul sedile sentendo la voce di Niall che canticchiava ogni singola canzone che trasmettevano alla radio. Le conosceva tutte, ed aveva una voce così rassicurante da farti rilassare, quasi come la sua espressione.

Giunti in casa, andai subito in camera vedendo che Kevin si stava dirigendo verso il letto vuoto di Liam. Così aprii lentamente la porta di mia cugina e notai che sul letto c’erano Beth e il ragazzo abbracciati su un fianco che dormivano profondamente.
Ad un certo punto, però, vidi Liam muoversi ed aprire gli occhi notandomi sulla soglia della porta.

-Oh scusa Grace, ci siamo addormentati così, ora me ne vado subito- disse lui togliendo il suo braccio dalla vita della ragazza.

-No Liam, stai pure. Siete così belli insieme! Buonanotte-

-Va bene, grazie. Ti voglio bene- disse lui riallacciandosi a lei.

-Ti voglio bene anche io- risposi richiudendo la porta.

-Ehi Niall aspetta- chiamai dopo averlo visto entrare in camera sua.

-Grace- disse sorridente.

-Ti volevo dare la buonanotte- augurai lasciandoli un lieve bacio sulla guancia.

-Notte piccola- lui e Liam mi chiamavano spesso così da quando se n’era andato. Non ho mai capito il perché, ma non mi dispiaceva.
Al contrario di Zayn che sembrava approfittarsene dell’assenza del riccio per riempirmi di complimenti e darmi rumorose pacche sul culo per farmi arrabbiare. Ma in fondo si sapeva come faceva Malik e se era così bisognava tenerselo com’era.  





 


rawwr.
okey, la gif non è delle migliori, ma più o meno è quello che ho immaginato quando volevo descrivere l'apparizione delle lucciole.
non so se le abbiate mai viste e se non l'avete fatto vi invito a farlo perchè uno spettacolo stupendo, è proprio magico.
spero che vi sia piaciuto e che non vi abbia delusi c:
e Horan cosa ci combina? lol
tranquille non scoraggiatevi, ma non calmatevi nemmeno perchè con il biondo ci sarà una sorpresina che tutti non si aspettavano!
volete saperla? bene, recensite e io aggiornerò uu
vi voglio bene ragazze/i, non so se ci siano dei lettori silenziosi maschi che leggano la mia fanfiction, ma i ragazzi le leggono? bho. missssssstero.
BENE,SE TU SEI UN RAGAZZO FATTI AVANTI E LASCIA UN COMMENTO COSì IO SARO' FELICE DI VEDERE SE ANCHE TU FAI APRTE DEI LETTORI DI QUESTA FANFICTION, with love.
anche se siete femmine recensite, mi raccomando c:

mi dileguo che ho scritto fin troppo in questo 'rawrr' di oggi.

un basssino,
YourC.



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Capitolo 18
*** Capitolo diciotto. ***



 


Quattro anni. Quattro anni e trentaquattro giorni erano passati da quando lui non era più con me.
Neanche una lettera, una parola, una telefonata, un messaggio, niente di niente a nessuno di noi.
Poteva essere chissà dove, chissà con chi e chissà se era andato tutto bene.
Non potevo saperlo, ma ne avevo il diritto.
Lo amavo ancora, lo amavo più che mai, non c’era neanche un giorno, un momento o un secondo in cui non pensassi a lui o non mi chiedessi cosa stesse facendo…senza me.
Erano cambiate così tante cose dall’inizio...
Beth e Liam non si lasciarono mai, erano ancora insieme come una volta, più belli che mai. Lavoravano insieme nel negozietto di musica al pomeriggio e studiavano nella stessa scuola al mattino. Affrontavano sempre il giorno come fosse l’ultimo della loro esistenza, provando gli stessi sentimenti l’uno con l’altra come il primo giorno.
Zayn ebbe molte ragazze, alcune li piacevano davvero altre erano solo il frutto di un’amara e solita scappatella.
Riuscirà a trovare la ragazza giusta quel povero ragazzo?
Niall. Ah, il mio dolce piccolo biondo. Mio fratello. Eh già, tutte quelle somiglianze con Mike, quelle piccole coincidenze con la mia vita, lo stesso cognome, erano tutti indizi per svelare la vera identità del baby-Horan che poi tanto male non era.
Andai alla cena di famiglia con mia madre, dopo essere stata convinta da Beth e Liam che mi tartassavano di cosa era meglio o giusto fare, e all’arrivo del dessert Mike annunciò che da un momento all’altro ci avrebbe raggiunto suo figlio, finalmente. Quando lo vidi entrare dalla porta rimasi spiazzata e non appena i suoi occhi si alzarono sui miei le nostre bocche toccarono per terra per poi scoppiare in una fragorosa risata che irritò i nostri genitori.
Non abbiamo più avuto a che fare con loro, viviamo la nostra vita semplicemente, solo più protettivi l’uno rispetto all’altro, come due fratelli appunto.

E io? Beh, di me c’è un’infinità di cose che dovrei dire.
Partorii Edward James Styles il 29 aprile ed è la cosa più bella che mi potesse capitare. Un maschietto con gli stessi lineamenti del padre, gli occhi di un colore tra il verde smeraldo e il marrone chiaro, quei capelli così morbidi, ma ondulati come i miei e quella bocca così piena e rossa che ogni volta che mi sfiorava la guancia mi ricordava la sua. Era la copia naturale di lui.
La reazione di mia madre? Solita storia, ma le ho fatto capire che anche se quel bambino non era stato cercato, l’avevo comunque, che lei volesse o no, e l’avrei scresciuto di sicuro io, facendolo sentire desiderato e non indesiderato come lo ero stata io.

Mi sono diplomata con alti voti e iniziai subito la mia carriera da regista, organizzando un film che narra la storia di un’avventura d’amore, la solita trama leggendaria di un classico film ispirato alla vita.
Ne stiamo ancora lavorando concentrandoci bene per realizzare un film da principianti abbastanza bello da farmi continuare la carriera. Con questo lavoro mi comprai una casa abbastanza grande da soddisfare i miei ed i bisogni di Ed.

**

Flashback.

-Vorrei girare un film Harry-
-Che genere di film piccola?-
-Il film della nostra vita.-
**


Già, i ricordi fanno male, ancora.


Dlin Dlin.

Un messaggio proveniente dal mio pc. Ah già, lui. E’ da circa due anni che mi scrivo attraverso un sito di incontri con un certo ‘Your boy’ non sapevo nulla di lui, neanche il vero nome, a parte il fatto che abitava nei pressi di un paesino a me sconosciuto, di cui non mi ricordavo mai il nome, ma non mi dispiaceva rispondergli, a volte parlando con lui mi accorgevo di ridere per nulla, di concentrarmi per un nano secondo a ciò che volevo io nella vita, non pensando solo ed esclusivamente agli altri.
Riflettendoci ,però, aveva ragione:  sono sempre stati gli altri i primi delle mie preoccupazioni. Loro. E tutto il resto. Concludendo la lista con me e i miei sogni in fondo, soli.

‘’Ciao mia principessa!’’

‘’Ciao boy, tutto bene oggi?’

‘’Molto! Ho una novità!’’

‘’Che genere di novità? Bella o brutta?’’

‘’Dipende come la interpreti tu!’’

‘’Spara’’

‘’Bam! Scherzo, comunque domani verrò a Bournemouth e vorrei fare il provino per il tuo film...’’

‘’Oh! Mi dispiace ma le iscrizioni sono concluse oggi’’

‘’Avrò una rosa bianca…spero che tu mi possa riconoscere’’

‘’Va bene, farò un’eccezione. Ciao a domani’’

Ero pronta ad incontrarlo, insomma dopo due anni mi sembra anche giusto vedere quel ragazzo che a volte ti cambiava la vita con qualche battutina. Sapeva tutto di me, di Ed, di Niall, dei miei genitori…di Harry. Devo ammettere, anche se è brutto dirlo, che all’inizio lo usavo solo come sfogo, insomma era come parlare con un computer che non ti può offendere oppure criticare e un po’ mi dispiace per questo. Ma cosa ci potevo fare? L’occasione l’avevo e l’ho colta come potevo.

Che fosse la volta buona di cambiare pagina totalmente? Di chiudere, serrare, il libro che avevo cominciato a scrivere con lui riiniziandone un altro con questo ragazzo a me sconosciuto?
Ripeto: che fosse davvero la volta buona?
Di una cosa ero sicura: Harry non sarebbe tornato da me, era una sua scelta e io l’avrei apprezzata anche se con fatica, dolore e lacrime che avevo per molto tempo.

-Mamma! Mamma! Lo zio non vuole farmi giocare con le sue macchinine!-
eccolo, mio figlio. Sempre bello, pimpante e che non smette neanche un secondo di litigarsi con Niall i giocattoli.

-Allora digli che è peggio di un bambino dell’asilo- feci ridendo.

-Zio! La mamma ha detto che sei peggio di me!- comunicò il piccolo correndo giù per le scale.

-Grazie Grace, ti voglio bene anche io!- sentì rispondere dalla cucina.

Insieme quei due erano peggio che due bambini, davvero. Su Ed potevo capirlo, era piccolo, ma lo zio Horan no eh. Anche Zayn e Liam cambiavano quando erano con mio figlio.
Mio figlio, fa ancora strano pronunciarlo.
Mentre Louis, beh Louis è sempre stato un bambinone cresciuto, quindi da lui c’era da immaginarselo.
Loro cinque insieme erano stupendi, uno peggio dell’altro, si divertivano, litigavano con davvero poco, per poi rifare la pace immediatamente e riprendere ciò che avevano lasciato in sospeso un attimo prima e ripetersi in continuazione la semplicissima e stupenda frase ‘Ti Voglio Bene’, che non a caso fu la prima intera parola che disse Edward.

Ma una cosa mi rimbombava nella testa insieme a mille altre cose: dovrebbero essere sei i maschi che ti ronzino per la casa sporcandoti tutto e giocando ore ed ore. Sei, Grace, sei.



 

 




 

rawrr.
no,guardate il piccolo styles asfgj.
davvero grazie mille per tutto ciò che mi dite nelle recensioni,vi amo.
ora devo davvero davvero scappare, ma vi dico che questo credo sia il capitolo più bello fino ad ora, gli altri saranno molto belli, diciamo che iniziano i veri capitoli della storia, anche se saranno pochi perchè siamo ormai alla fine *piange disperata*
riassume proprio tutto e fa vedere un po' come i personaggi siano cresciuti e soprattutto come Grace sia maturata.
grazie mille davverio,
non saprei come fare senza voi.

un basssino,
YourC.



 

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Capitolo 19
*** Capitolo diciannove. ***



 


-Ed sei pronto? Dobbiamo andare! Lo sai che la mamma non può arrivare in ritardo al lavoro!- chiamai mio figlio frettolosa immaginandomi dell’incontro che fra poche ore avrei avuto.

-Sono qui mamma!-

-Bravo, andiamo amore!- dissi accarezzandogli dolcemente la testa come segno di affetto.

Ma la mia attenzione cadde su una foto posata sul pavimento caduta probabilmente da un album dei ricordi di anni prima. Ritraeva Liam e Beth che si scambiavano un dolce bacio con ai lati me ed Harry che li indicavamo felici di quel gesto. Mi avvicinai notandone un’altra accanto, io che sorridevo con accanto Ed che mi schioccava un bacino sulla guancia, era il mio compleanno, me lo ricordo bene quel giorno. Mi avevano fatto una sorpresa sapendo che dei regali non ne volevo, fu il primo giorno in cui alla mattina non mi svegliai, come sempre, con il viso bagnato dalle lacrime, completamente bagnato, sudicio. Piangevo sempre prima, anche nei momenti in cui dovevo avere un po’ di tranquillità, nei momenti privati o in cui dovevi divertirti. Sembrava che il divertimento per il mio corpo, per la mia mente…per il mio cuore, era piangere, sputare quelle cazzo di lacrime dagli occhi.
E tutto era rinchiuso in una cazzutissima goccia.

Ecco quello che ero prima, prima che succedesse tutto questo che ho ora. Con un bambino che tanto amo, che mi corre per lo studio, forse l’unica mia ragione che ora mi tiene in vita.
Perché sì, devo ammettere che la voglia di buttarsi da un’altezza c’era, ma poi sentivi le risate di tuo figlio, la sua voce, il suo tono quando ti chiamava ‘mamma’ , i suoi occhi, gli stessi occhi del padre.
Quei fottutissimi occhi del padre che mi hanno fatto stare tanto bene.

-Mamma andiamo?- mi svegliò dai pensieri Ed.

-Sisi certo!-
La mattina passò lentamente e faticosamente fino a che il suono della campanella di ‘’pausa-pranzo’’ non ci rimbombò nelle orecchie. Andai a cercare mio figlio in tutte le stanze fino a che non lo ritrovai in quella principale dove stava correndo in mezzo alle telecamere delle riprese.

-Edward James Styles se non la smette di correre dirò allo zio Horan che lui è meglio di lei, signorino!- scherzai correndogli dietro per cercare di prenderlo.

-Non puoi farlo- mi provocò lui fermandosi davanti a me.

-Lo so, era solo un modo per farti smettere di correre-

-Allora non vale!- cominciò lui scattando per cominciare a correre di nuovo, ma io lo fermai afferrandolo per il retro della sua polo azzurra lasciandolo per un attimo correre a vuoto.

-Lo sai che per me sei sempre il mio ometto migliore- dissi scombinandogli i capelli prima che potesse schioccarmi un bacio sulla guancia.

-La signorina Grace Horan è quella li, dietro alle telecamere- sentii dire dietro alle mie spalle da uno dei miei aiutanti-registi.

-Oh grazie mille- rispose un'altra voce.

Ma che voce era? No, non poteva essere quella voce. Quella che avrei potuto riconoscere tra mille. Quella di cui non mi sarei mai stancata di sentire parlare. Quella che tanto ho amato. Quella voce che tanto mi era mancata.

Mi voltai velocemente dalla parte in cui era provenuta la sua voce, pensando per un momento che fosse solo il frutto della mia immaginazione. Ma non appena vidi quella chioma di ricci cercarmi tra le telecamere mi sentii gelare, tremare, colpire forte ogni organo dentro di me provocandomi grossi lividi non presentabili alla luce del sole.
I suoi occhi mi trovarono quasi subito e il suo corpo non smise nemmeno per un secondo di avanzare verso me, quando la sagoma mi fu più visibile e chiara vidi una cosa che non mi sarei mai aspettata di vedere, non aveva una rosa in mano, ma ne aveva sei. Sei come il numero che avevo sempre desiderato di vedere.

-Ciao…Grace- la sua voce. Cosi vicina a me. Parlava di nuovo a me. Pronunciava di nuovo il mio nome.

-Harry? -

-Si-

-Tu sei ‘Your boy’?- chiesi stupita da me, da lui e da…noi.

Come avevo fatto ad non accorgermi di niente? Che sia stato così fottutamente bravo da non collegare nessuna piccola parte del discorso a noi e a lui stesso?

-Si, sono io che ti scrivo da più di due anni attraverso un computer per sentirti di nuovo vicina a me…non avevo le palle Grace, non avevo le palle di dirti che ero io, non volevo farti soffrire di nuovo, non potevo.-

-Perché, Harry. Perché?-

-Non avevo altra scelta. Sono stato in sedia a rotelle fino all’anno scorso dove finalmente mi sono operato a Londra e sono riusciti a rimettere in sesto le mie gambe. Mi dispiace cosi tanto…-

-Potevi restarci a Londra.-lo interruppi.-Sai quanto cazzo di volte ho vomitato per te? Sai quante volte mi sono fatta del male per te? Sai quante volte ho rischiato di cedere e mandare all’aria tutto quello che avevo costruito, che avevamo costruito insieme? E poi ti presenti qui più bello che mai aspettando che io ti colga di nuovo. Non ho mai smesso di amarti. Sai cosa vuol dire la parola ‘mai’? Mai Harry, mai.- finii sputando tutto.

-Davvero non volevo Grace-

-Credi che non ti fossi stata vicino? Anche se fossi stato senza braccia, mani, gambe e anche senza testa ti avrei amato. Di solito alle persone a cui tieni di più racconti tutto, proprio tutto. Cerchi di confidarti per ricevere anche un minimo aiuto, piccolo o piccolissimo aiuto. Ma tu niente, cos’hai in quella testa mi chiedo?-

-Hai ragione, scusa il disturbo. Ma devi sapere che una cosa nella mia cazzutissima testa, e anche vuota posso dire, c’è stata e ci starà per molto tempo, forse anche per tutta la vita. Quella cosa sei tu e non so se riuscirò a perdonarmi per quello che ti ho fatto passare.-disse grattandosi la testa e girandosi dall’altra parte per iniziare a camminare.

-Aspetta- chiamò una vocina stridula dietro di me facendolo rigirare verso di noi tu chi sei?- chiese Ed.

Harry a quel punto ritornò vicino a noi e si abbassò  sulle ginocchia per raggiungere l’altezza di mio figlio…di nostro figlio, guardandolo incessantemente negli occhi aspettando una piccola reazione che potesse cambiargli la giornata.
Guardai teneramente quella scena, ora che era tornato non potevo privargli anche di Edward, in fondo era anche il suo bambino, un altro baby Styles che girovagava per la casa causando piccoli o grossi danni come si fa a quell’età.

Glielo avrei tolto davvero? Gli avrei privato di vedere suo figlio per quello che mi aveva fatto passare?
Avrei  permesso ad Ed di non conoscere il suo vero padre? Di infrangere, forse, il suo sogno più grande?


-Ed ascoltami, se ti dico una cosa mi prometti di essere felice comunque?- 



rawwr.
già, alcune di voi ci avevano preso lol harry è quel ragazzo, harry è 'your boy'.
era un po' banale lo ammetto, ma mi piaceva troppo l'idea che quel ragazzo che tanto Grace amava non avesse le palle di ritornare da lei subito, ma la volesse sentire vicina comunque scrivendole al computer.
spero di non avervi deluso e che questo capitolo vi piaccia comunque, davvero.
perchè rileggendolo non è poi così tanto bello.
scusatemi di nuovo, gli altri vi soddisferanno di più, ve lo prometto.
ringrazio tutte le ragazze che hanno recensito e spero che recensiranno ancora, siete le migliori.
anche tu se perfetta, si proprio tu che leggi senza lasciarmi un commentino lol

ora mi dileguo,
ciao bellezze.
YourC.


 

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Capitolo 20
*** Capitolo venti. ***





 

-Ed ascoltami, se ti dico una cosa mi prometti si essere felice comunque?- chiesi abbassandomi accanto ad Harry guardando mio figlio che spostò all’uniscono con l’altro il capo per ascoltarmi.

La presenza del ragazzo così vicino a me cominciò a provocarmi lunghi e forti brividi che mi fecero venire la pelle d’oca lungo braccia e schiena costringendomi a grattarmi le braccia con entrambi le mani.
Potevo sentire di nuovo il suo odore, quell’odore tra la mela e la menta che una volta averti invaso le narici ti spegneva completamente il resto dei sensi.
Non era cambiato di certo, lo potevo riconoscere tra mille.


Il mio sguardo cadde sulle sue mani, quelle mani che mi accarezzavano sempre, che mi toccavano, che tanto amavo come ogni sua piccola parte. Dovevano essere morbide, lisce e soffici come erano sempre state, anche i suoi boccoli sembravano gli stessi, forse erano leggermente più corti di come quando mi aveva lasciato, ma anche l’odore era lo stesso, non aveva mai smesso di usare quello shampoo che glieli rendeva morbidi e profumati anche dopo vari giorni dal lavaggio.
Anche se Louis glielo usava la differenza tra i loro capelli si vedeva anche a vista d’occhio.

Con tutti quei pensieri che mi frullavano per la testa non mi accorsi nemmeno che mio figlio mi stava parlando, ma potei notare solo che annuii alla fine ricordandomi della domanda che gli avevo appena esposto.

-Questo ragazzo si chiama Harry Styles, Harry Edward Styles.- gli dissi cercando di intravedere delle emozioni attraverso i suoi occhi che non riuscii a percepire.

-Ma mamma si chiama come papà!- mi ricordò.

A quelle parole sentii Harry sospirare facendo uscire tutta l’aria che aveva trattenuto fino a quel momento. Lo sguardo di Ed si spostava lentamente tra il mio e quello del ragazzo accanto a me.

Lui sapeva di suo padre, sapeva che non c’era, ma che forse sarebbe tornato, non volevo raccontargli bugie per nascondere l’identità dell’uomo che l’avrebbe potuto crescere insieme a sua madre, l’identità, forse, della sua doppia ragione di felicità.

-... papà?- sospirò alla fine Edward guardando suo padre con gli occhi appannati dalle lacrime.

Speravo così tanto che riuscisse a capirlo da solo che non mi accorsi nemmeno di star per piangere. Non so nemmeno spiegare se lacrime di gioia, dolore, sofferenza oppure pura soddisfazione di me stessa e di quello che avevo fatto con mio figlio per crescerlo così tanto intelligente.
Notai che Harry che non aveva più lo sguardo fisso su di lui, ma l’aveva leggermente abbassato fissando un punto indefinito delle sue scarpe bianche, che quel giorno indossava. Improvvisamente però lo rialzò ritrovando prima i miei occhi e poi quelli di lui annuendo dopo pochi secondi alla domanda.

Ed spostò il viso verso il mio con uno sguardo che oserei dire speranzoso di avere una risposta positiva alla domanda che mi stava per fare. -Posso?- mi chiese.
Sapevo le sue intenzioni, sapevo cosa stava per fare se avesse ottenuto la risposta che voleva sentirsi dire.
Ti starai chiedendo cosa stesse per fare, ma cosa può fare un bambino piccolo con suo padre davanti a lui?
Annuii sotto lo sguardo di entrambi e mi rialzai per stirarmi le gambe che non avrebbero retto ancora per molto.
Ed spostò lo sguardo incrociando quello di suo padre chiedendo conferma anche a lui. –Si.- rispose il ragazzo.

Avvolse improvvisamente le sue piccole braccia attorno al collo del grande e quest’ultimo lo strinse a sé come non aveva mai fatto con nessuno. Dopo alcuni secondi si alzò in piedi tenendolo saldamente in braccio che non esitò a stringerlo ancora di più affondando le sue piccole e paffute mani nei suoi riccioli.

Io fissavo la scena sollevata trattenendo le lacrime che non riuscii a fermare sentendo la voce leggermente rotta del piccolo -Ho sempre sognato i tuoi abbracci, ma sei meglio dal vivo...papà.- pronunciò.
A quelle dolci parole intravidi una lacrima percorrere la guancia di Harry che fu immediatamente spazzata via dalla sua mano. Si vergognava anche prima di far vedere i suoi sentimenti davanti alla gente, ma quella volta li vidi io, ero sicura che quella fosse veramente una lacrima.

Una parte di quello che voleva l’aveva ottenuta e gliene mancava solo un’altra che l’avrebbe conquistata di nuovo, ero sicura che ne era sicuro anche lui.

-Mi dispiace non esserci stato mentre imparavi a scrivere il tuo nome, durante il primo bagnetto, o durante i tuoi primi passi e fidati che desideravo essere io a cullarti tra le braccia dopo il primo incubo, scusami Ed.-

Già, era cambiato davvero, aveva mantenuto la promessa. Avrei dovuto fidarmi di lui, più di quanto lo facessi già.
Dal ragazzino menefreghista e sciupafemmine che era, era diventato un uomo…un padre.

Decisi di lasciarli soli per un altro po’ allontanandomi da quella stanza, dovevano riprendersi tutto il tempo che avevano perso stando lontani e io gliel’avrei permesso sicuramente.


 


rawwr.
NON MI UCCIDETE. LO SO LO SO, IL CAPITOLO E' CORTISSIMISSIMO MA IL PROSSIMO E' L'EPILOGO *piange disperata* E NON VOLEVO UNIRE I DUE CAPITOLI ANCHE PERCHE' NEL PROSSIMO BEH...ECCO...NON VI DICO NULLA MUAHAHAHAH.
spero che vi piaccia comunque,scusatemii di nuovo. uu
non so, vi dispiace almeno un pochettino che questa storia finisca?
beh, spero di sì lol.
MA NON VI SBARAZZERETE DI ME, TADAAAAAAAAAAAAN. 
ho ancora 11 fanfiction da finire prima di pubblicarle su efp, perchè beh io devo prima finirle,non sono mai sicura quindi mi capita a volte di cambiare tutto anche del primo capitolo. 
vabbè mi dileguo,
se sarete brave bravine e mi scriverete belle recensioni pubblico l'epilogo anche domani c:
vi voglio bene ragazz,
un basssino.


YourC.

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Capitolo 21
*** Capitolo ventuno- EPILOGO. ***


Prima di iniziare a leggere questo capitolo vorrei farvi una richiesta. 
Vorrei che per un attimo tutti voi smettiate di pensare a tutte le cose brutte e fermarvi sui piccoli particolari delle cose, 
se potete pensate per alcuni minuti in positivo,
perchè con questo capitolo vorrei farvi capire che tutto può essere stupendo,anche quando ci succede qualcosa di negativo.
ci tenevo a dirvelo 
e a consigliarvi di soffermarvi su ciò che dice la ragazza,perchè è tutto ciò che ho capito della vita nel scrivere la storia.
grazie a tutti per il sostegno che mi avete dato,
scusate se vi ho fermato obbligatoriamente a leggere questo spazietto iniziale, 
ci vediamo sotto perfezioni 

 




 

Erano passati ormai 5 mesi da quel giorno.

Harry teneva Edward durante le ore in cui io ero al lavoro per poi riportarmelo appena mi vedeva rientrare a casa. Abitava con Zayn ora, dall’altra parte della strada, mentre Louis condivideva la sua casa con la sua ragazza,Eleanor, l’ex baby-sitter di mio figlio. Era una ragazza davvero dolce e disponibile per tutti.
Niall invece era partito per l’Irlanda tre mesi prima, giusto in tempo per rivedere, litigare e sistemare poi le cose con Harry. A volte era troppo protettivo come fratello.
Liam e Beth? Ah, la loro sì che era una storia davvero perfetta; come loro alla fine.
Tra me ed Harry non succedeva niente, parlavamo solo per questioni su Ed o per dirci delle misere parole come ‘ciao’ ‘tutto bene?’ ‘ci vediamo domani allora’.
Ma a me mancava da morire, non potevo non ammetterlo.

-Buonanotte mamma-

-Notte piccolo mio- augurai a mio figlio con un dolce bacio sulla fronte.

-Ti voglio bene- mi disse non appena raggiunsi la porta della sua stanza per uscire e richiudermela poi dietro alle spalle.
Raggiunta la mia stanza indossai dei pantaloncini corti del pigiama con una maglietta bianca di Niall che mi aveva regalato la sera che avevamo scoperto che era lui il Baby-Horan da me tanto disprezzato.
Non appena mi svoltai sul letto i miei occhi diventarono più pesanti permettendomi così di cadere nel sonno.


-
Toc. Tic.
Tic. Toc. Tum.


-Ma che diavolo è?- sbuffai notando che la mia sveglia segnalava le 2.00 di notte.

Tic. Tic. Tum.

Scostai lentamente la tenda sentendo che quei rumori provenivano proprio da quella parte del vetro. Una volta messo a fuoco la vista notai che c’era proprio una figura umana, abbastanza alta e snella, che era appoggiata al cancellino rivolto verso la strada della mia casa. Non riconobbi subito chi fosse quella persona, ma non appena vidi la sua grande mano alzarsi e farmi in cenno capii di chi si potesse trattare. Infilai velocemente le scarpe mentre scendevo i gradini delle scale più cautamente possibile evitando di svegliare Ed e tutto il vicinato con la mia delicatezza da cavalla impazzita.

Aprii la grande porta rossa di casa  precipitandomi di corsa nella strada aspettando che anche l’altra persona mi raggiungesse.
Lui cominciò a corrermi incontro per poi avvolgere le sue grandi mani attorno alla mia vita e  appoggiare il suo mento sulla mia spalla chinandosi appena.

Non servivano parole per esprimerci, ci eravamo mancati, troppo forse. Ma l’istinto di respingerlo c’era, farlo soffrire come lui ha osato fare con me. Fargli versare tante lacrime quante hanno bagnato il mio cammino.
Ma proprio quando stetti per respingerlo la mia mente si accese.

Perché Grace non vuoi?
Hai desiderato, sperato, aspettato questo momento da troppo tempo e proprio ora che ce l’hai perché lo respingi?
Non lasciarlo ora, non ora che finalmente è ritornato da te per restarci.
Non fare l’egoista.
Lo sai fino in fondo che lui è sempre stato più forte di te e sei sempre stata cosi stupida da credere il contrario.


Allacciai le braccia, che prima erano accasciate sui miei fianchi, al suo collo stringendo la presa. Non l’avrei lasciato andare di nuovo.
Dio quanto mi era mancato il suo odore, la sua pelle sulla mia e il suo fiato sul collo che mi ha sempre provocato lunghi brividi.

Mi sono sempre chiesta perché proprio a me, perché dio avesse deciso di farmi soffrire cosi tanto.
Ora ho capito, ho capito che lo faceva per farmi apprezzare le cose più piccole, come un abbraccio, uno sguardo, il luccichio degli occhi dell’uomo amato mentre parlate, la mano di tuo figlio che ti sfiora, i brividi provati, un regalo, una rosa, una carezza.
Ci sarebbero un’infinità di cose da elencare, ma proprio ora che sento il mio cuore riprendersi i pezzi che avevo conservato in mano, non voglio perdere questo momento a pensare all’egoismo…al mio egoismo coltivato in questi anni.


-Harry, con quante ragazze sei stato in questo tempo?-chiesi staccandomi dal suo collo per guardarlo negli occhi.

Bam.
Quel verde. Quel luccichio che mi era mancato cosi tanto.


-Zero Horan, ci credi? Infatti avrei una certa voglia…-

-Harry-

-Scusa-

Ecco che ritorna lui, il solito idiota che tanto amavo.

-Ti amo Grace-

Baam. Ricordi quella parte che mi mancava? Che non capivo cos’era? Eccola, la parte mancante del puzzle.

-Ti amo Harold-

E proprio mentre le nostre bocche si stavano avvicinando ancora una volta, dopo tanto tempo, il cielo sulle nostre teste comincio a piangere. Credo lo facesse per risparmiarmi la fatica, perché, devo ammettere che la voglia era tanta di buttare quelle lacrime trattenute fin troppo. Ci spostammo per ammirare il cielo senza che le nostre bocche si scontrassero.

-Ti ricordi quando per la prima volta ti sfiorai le labbra?-domandò riprendendo a guardarmi negli occhi.

-Allo Starbucks?-

-Sì e ti avevo detto che era uno dei miei due desideri da fare con una ragazza…-

-Come potrei scordarmi-

-Sai qual è l’altro?-

-Sesso?-

-Era troppo scontato!- fece divertito -Quello di qui sto parlando lo aspetto da quando sono piccolo, da quando ho capito che le ragazze
erano carine-
concluse.

-Oh, allora non lo so-

-Il bacio sotto la pioggia-

Sorrisi a quella risposta, pensando a quanto potesse essere sensibile infondo quel ragazzo, anche Harry Styles aveva trovato la ragazza giusta per realizzare il proprio desiderio, il proprio sogno.
E io ero fiera di essere quella ragazza.

Con il sorriso sulle labbra presi le sue guance e lo avvicinai a me iniziando finalmente il bacio.
Dopo alcuni minuti ci staccammo con gli occhi lucidi e ci accorgemmo di essere totalmente fradici.

-Guardati sei fradicio! I tuoi riccioli- dissi ridendo.
Lui accompagnò la sua risata alla mia cingendomi i fianchi di nuovo.

-Posso farti una domanda Harry?-

-E se ti dicessi di no?-

-Te la farei comunque!- rise a quella risposta spostando appena lo sguardo in un punto indefinito dietro le mie spalle per poi puntarlo di nuovo su di me.

-Spara-

-Quando ti sei innamorato veramente di me?-sputai quella domanda conservata da troppo tempo.

-Quando ho visto quel tuo sorriso imbarazzato sulle labbra dopo averti tolto la schiuma sul labbro superiore. Sembravi una bambina, con le guance colorate di un rosa più scuro, eri stupenda. Da li ho cominciato a capire che non potevo desiderare di meglio e che avrei voluto vedere per il resto dei miei giorni le tue guance colorarsi dopo averti baciato. Anche se tu non avresti voluto sarei stato pronto comunque a fare di tutto per diventare quello che volevi che io diventassi, perché Grace, starti vicino è la cosa più bella che un uomo potesse desiderare.-

-Harry Styles, sai una cosa? –

-No, dimmela.-

-Credo che tu sia il mio premio del mio cambiamento-

Ci baciammo di nuovo e poi ancora e ancora, fino alla fine dei nostri giorni, perché sì, io ed Harry rimanemmo insieme ancora per molto e molto tempo, morendo poi insieme come siamo cresciuti.
 

 

Questa è la mia storia
e se vorrete
ve la riracconterò tutte le volte che vorrete sentirvela raccontare
ancora.

 
 

Fine.


 

                        








rawwr.

okey, è finita davero questa volta.
okey,ora sto piangendo veramente.
HO MESSO COMPLETA, CAPITO? COM-PLE-TA.

eccomi qui di nuovo.

scusatemi ancora per il piccolo spazio all'inizio ma ci tenevo dirvelo, davvero.
vi piacciono le due foto? io le amo aww.
e il banner? ho imparato a farli, ehm, si così così lol

smetto di cambiare discorso, okey.
MA VI RENDETE CONTO CHE PORCA PUZZOLA E' FINITA?
io non ci credo uu
una ragazza mi ha chiesto se ho in mente di fare un continuo, ma credo proprio di no, perchè vorrei proporvi cose diverse.
questa è stata la mia prima long e ne sto scrivendo altre con idee davvero originali, giuro (modesta mode on)
comunque vorrei ringraziare tutte le ragazze che mi facevano sorridere con le loro stupenderrime recensioni.
le vorrei ringraziare una ad una, perchè sono state davvero fantastiche.
vi voglio davvero bene e mi piacerebbe davvero tanto che continuiate a seguire me e le mie fanfiction, sarebbe un sogno che si realizza.
non ho mai pensato di paragonarmi a scrittrici che in questo sito brillano con le loro perfette fanfiction, ma non avrei nemmeno immaginato di arrivare fin qui e questo è solo grazie a voi.
ddio, vi amo.
ora vi lascio ai ragazzi che hanno cambiato la vita a milioni di ragazze nel mondo.
ANCHE I ONE DIRECTION VI SALUTANOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO.

 

 

 
 

così come vediamo nel banner che Harry e Grace sono cresciuti anche i nostri ragazzi sono maturati,come possiamo notare nelle gif,
restando più coglioni di prima lol.

non come ultima volta (per vostra disgrazia)
YourC.

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