Hope is the way

di Osage_No_Onna
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** I custodi di Iceland ***
Capitolo 3: *** Il cerchio GuruGuru ***
Capitolo 4: *** Nasce un' amicizia... anzi due! ***
Capitolo 5: *** Yokan ***
Capitolo 6: *** Solo un piccolo grande amore ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


Prologo
 

Quella sera sulla spiaggia non c’erano che due ragazze, entrambe con i capelli castani al vento. Erano a sud di JamJam.
“Insomma, Koko, secondo me non ti merita. Voglio dire, ti ha mai considerata dopo giorni, settimane, mesi, anni che viaggiate insieme?” disse la prima ragazza, dai grandi e limpidi occhi azzurri che guardavano il cielo stellato.
“No, mai: era troppo impegnato a sbavare dietro le altre ragazze. Ma non ci posso fare niente, lo amo!”disse la seconda, con i bei capelli lisci che le arrivavano alle caviglie e gli occhi nocciola, dolci come il miele e molto espressivi.
“Andiamo… insomma fa il playboy e non ti fila neanche di striscio? Wow, che situazione piacevole. Io di quei tipi non mi fido tanto e non mi fidanzerei con uno di loro neanche morta. Insomma, lo sai bene che con l’ amore non si gioca.”
Il mare era calmo e qualche piccola onda si infrangeva ai loro piedi, con un piacevole sciabordio. Erano al di fuori di una casetta che avevano affittato ad un po’ di tempo, forse troppo. Stavano tutti aspettando che il ragazzo dai capelli bluastri si rimettesse.
“Uffa, Yumiko! Rispetto a me sembri una vecchia saggia, sai? Anche se un po’ bisbetica. Cosa mi consigli?”
Tra le due ragazze c’ era un bel rapporto: erano ottime amiche. Ridevano spesso insieme, conversavano (certe volte le loro chiacchierate si protraevano per ore) e si davano spesso consigli.
Yumiko, la ragazza dagli occhi azzurri, inspirò profondamente l’ aria di mare. Non era abituata a quell’ odore tanto strano, ma… così piacevole! Aveva la pelle molto chiara, quasi pallida. Se casa sua si chiamava Iceland ci deve pur essere un motivo, no?
Nata e cresciuta in una terra molto a nord rispetto a JamJam, Yumiko non aveva mai visto il mare tanto da vicino. Eppure, si chiese come mai non fosse stata più vicina al suo elemento da custode: l’ acqua.
Dietro di loro, una strambo vecchietto che non portava che un gonnellino di paglia eseguiva la Danza KitaKita. Kokorì fece una faccia schifata, mentre Yumiko scoppiò fragorosamente a ridere. Poi rirovo la serietà e intrecciò le dita, circondando le ginocchia con le braccia. 
“Io” proferì la nordica Yumiko “direi di lasciarlo bollire nel suo brodo e di ignorarlo. Se poi è veramente affezionato a te si scoprirà… o almeno credo.”
Un bastoncino volò fuori dal balcone, centrando il braccio di Kokorì, la streghetta GuruGuru.
“E che diamine, Korji!” urlò Yumiko piuttosto seccata per essere stata interrotta e per il volo del bastoncino. “Non potresti scendere a chiamarci oppure mandarci un’ aeroplanino con un messaggio scritto sopra?”
“Non è colpa mia!”si difese il fratello gemello di Yumiko, i cui capelli castano ramato sembravano quasi neri nell’ oscurità, sporgendosi dalla portafinestra del piano superiore della casa.“L’ ha proposto Firer.”
“ E tu come uno stupido fai quello che ti dice senza fiatare?”scosse la testa Yumiko.
Korji fece spallucce mentre diceva: "Guardate che tra dieci minuti è pronto in tavola e la padrona non sopporta che i suoi piatti si facciano freddi." Poi sparì dentro la finestra. La casa riecheggiò di allegre risate.
"Quindi farei bene ad ignorarlo?"chiese Kokorì incerta.
"Mah... io direi di sì, anche se non ho esperienza di casi come questi."le rispose Yumiko tormentandosi il braccialetto di corallo, l' unico gioiello che avesse oltra alla collana con la goccia. C' era scritto "Y.K" sulla chiusura del braccialetto, le iniziali della nordica: Yumiko Kajiura.
"Signorina Kajiura, piccola Kokorì! Venite a mangiare!"chiamò la voce di RunRun, la ragazza dal caschetto verde e gli occhi grigi ed obliqui, il membro della Gilda Oscura, la manipolatrice di serpenti.
Yumiko e Kororì si affrettarono ed entrarono nella sala da pranzo sbattendo la porta. A tavola c' erano tutti: Nike, Edvarg, che era entrato prima di loro, la Lunar Juju, Korji, Firer, Terry, Yokan. Sparkly, la custode della luce, si era tinta i capelli biondi di rosso, ma a quanto pare non aveva preso la quantita giusta di succo di bacche. I suoi capelli color carota generarono l' ilarità dei presenti, mentre lei, fieramente, non si curava delle critiche.
Yumiko fu incaricata di portare la cena, che consisteva in un piatto a base di verdure, a Toma, che si era ammalato da una settimana buona dopo aver sbattuto la testa contro un grande pinnacolo ricoperto di ghiaccio. Restò a guardarlo in silenzio quando socchiuse la porta, poi andò nella sua camera, dove Kokorì dormiva già da un po'.
Nessuno quella notte dormì abbastanza profondamente, tranne il vecchio Edvarg e Korji, che aveva il sonno pesantissimo. La mattina dopo erano tutti di cattivo umore o pensosi. Non finirono neanche la colazione e si riunirono in un bel giardinetto dietro al casetta sulla spiaggia. 
  

 

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Capitolo 2
*** I custodi di Iceland ***


Hope is the Way

I custodi di Iceland


Nike, Kokorì, Toma ed Edvarg, accompagnati dallo spiritello Gipple, erano finalmente sbarcati ad Iceland. Il viaggio in mare era stato abbastanza piacevole, a parte un fastidiosissimo calamaro gigante che Kokorì aveva sconfitto disegnando, traballando, il cerchio magico del gatto dalla lunga voce. Per questo i tre giovani, tutti ben imbacuccati negli abiti pesanti, erano ancora mezzi frastornati quando avevano toccato il suolo ghiacciato di quella terra all’ estremo nord: il potere di quell’ incantesimo era tanto potente quanto la voce del gatto era sgradevole. Il vecchio invece, data sua proverbiale resistenza, indossava il suo solito gonnellino di paglia e si era ripreso subito, continuando a ballare la Kita Kita e inorridendo i passanti.
“Iceland è famosa, oltre che per il clima rigido e per la produzione di di pattini di ottima qualità, per essere la terra natale dei custodi degli elementi: tre ragazzi e tre ragazze, in ogni generazione, ricoprono questo ruolo per salvaguardare la salute delle nostre terre. Dovremmo metterci in contatto con loro se vogliamo iniziare l’ avventura.”spiegò Gipple, guardandosi intorno.
“Per il clima rigido, vorrei ben vedere…”sbuffò Nike, tremando leggermente negli indumenti di lana.
“Cosa fanno di preciso i custodi, Gipple? Usano arti magiche?”volle sapere Toma che, pur essendo diventato carpentiere da tempo, conservava ancora l’ antico interesse per la magia e, da ex-artefice magico, creava ancora strumenti funzionali, anche se strambi.
“Per quanto ne so, i custodi vengono accompagnati da spiritelli che incarnano l’ anima, per così dire, di acqua, terra, aria, fuoco, luce e buio. Da essi i custodi ricevono i poteri per proteggere la natura e solo dopo un lungo allenamento un ragazzo riesce a diventare un Custode Scelto, oppure, caso molto più raro, Custode Supremo. I prescelti cominciano ad allenarsi quando i loro poteri vengono alla luce, cosa che di solito accade abbastanza presto. Usano arti magiche ed ognuno di loro ha formule magiche personali, tranne un paio che sono comuni a tutti.”Gipple approfondì la questione suscitando l’ attenzione del ragazzo dai capelli bluastri, mentre il biondo e la castana si erano allontanati ridacchiando, probabilmente in cerca di una taverna.
“Ma cos… ehi, ragazzi, aspettatemiiii!”strillò Toma mettendosi a correre, cercando di stare dietro agli altri due. Gipple svanì in uno sbuffo d’ aria, mentre Edvarg, a passo di danza, seguì Toma.
La gente di Iceland, oltre ad essere molto chiara di pelle, sfoggiava abiti sgargianti che la debole luce del sole metteva in risalto e, soprattutto, indossava pattini al posto delle scarpe per camminare. Erano persone semplici e frugali, ma generose e cordiali: erano in molti che si giravano sorridendo e salutavano i nuovi arrivati con un ampio cenno della mano.
Non appena una coppietta sorridente dai capelli rosso fuoco sfrecciò accanto al quartetto, Kokorì andò letteralmente in visibilio.
“Ah, Valoroso Guerriero, pattinare in coppia sembra tanto divertente!! Dai, facciamolo anche noi!!”propose la streghetta GuruGuru con la sua vocetta acuta, sognando già una romantica e lunghissima pattinata al tramonto, solo loro due, con sorrisi appassionati e magari anche la tanto sognata dichiarazione romantica… ma il suo entusiasmo fu smorzato dalla proposta di Nike:“ Perché invece non andiamo in un bel posto caldo ed accogliente a mangiare qualcosa? Sto morendo di fame! Voi che ne dite, ragazzi?”
“Per me è ok.”acconsentì Toma, a cui brontolava lo stomaco già da un pezzo.
“Ottima idea, Valoroso Guerriero! Un baldo eroe come me deve sempre rifocillarsi prima di un’ avventura!”si complimentò Edvarg, che pure non aveva molta fame.
“BALDO EROE LUI?!?”pensarono i tre ragazzi inorriditi, mentre su di loro scendeva un’ ombra.
“Ma uffa, Valoroso Guerriero! Io volevo pattinare! Non si riesce neanche a muovere un passo con troppo cibo sullo stomaco!”si lagnò Kokorì, delusa per l’ esito della sua idea e per la mancata scenetta romantica.
Nike la ignorò di proposito. I quattro girarono per un quarto d’ ora, tra scivolate, risate e proteste, prima di trovare, mezzi fradici, una rustica taverna vicino alla piazza principale del villaggio di South-east Cost, dove erano sbarcati.
Questa taverna, interamente in legno, era gestita da una vecchietta socievole avvolta da un vestito a fiorelloni e un grembiule bianco, un po’ sgualcito e con qualche strappo qua e là. Nike, Kokorì, Toma ed Edvarg riuscirono a trovare un tavolo vicino alla finestra. Si accomodarono e la vecchietta, con un sorriso socievole, andò verso di loro.
“Allora, nonnina” disse baldanzoso Nike “cosa c’è nel menù oggi?”
“Abbiamo dell’ ottimo pesce e polpette di riso, signorino.”
“Potrei darle una mano a prepararle, signora?”si offrì Edvarg, prima di essere fermato da un “NOOOOOOOOOOOOOO!”dei tre ragazzi: non avevano nessuna voglia di mangiare le polpette di riso del vecchio. Conoscevano fin troppo bene il disgustoso metodo con il quale le preparava. Al solo pensiero, venne loro il voltastomaco.
“Ci porti quello che ha e, la prego, non lo lasci avvicinare alla cucina!”urlò Nike mentre provvedeva, insieme ai compagni, a tenere fermo il vecchio, che mugolava e si dimenava.
La vecchietta, sbalordita, acconsentì e si allontanò.
Il quartetto mangiò molto bene e pagò poco, lasciando entusiasta la taverna.
“Chissà che tipi saranno i custodi?”si chiese Kokorì allegra.
“Secondo me le ragazze sono straordinariamente belle!!!”rispose Nike rivelando l’ indole da casanova incallito.
La streghetta grugnì di disapprovazione.
“Ti prego, Kokorì, evita di usare il martello o il bastone…”la pregò gentilmente Toma, che voleva evitare di attirare lì attenzione degli abitanti di South-east Cost, tranquilli e silenziosi.
In quella terra bianca e trasparente, tutto sembrava ovattato: i passi delle persone sui marciapiedi, lo sfrigolio del fuoco nei camini, lo sferzare dei pattini quando la gente frenava. Persino gli abitanti sembravano muti: erano in molti che scambiavano semplici gesti per lavorare. Le rare conversazioni che si svolgevano in piazza arrivavano molto attutite alle orecchie dei turisti.
“Ah, giusto”intervenì Gipple. “Mi ero dimenticato di dirvi che i custodi si distinguono per i loro ciondoli particolari.”
“Li portano anche i ragazzi?”chiese Nike stranito.
Gipple fece un cenno d’ assenso con la testa.
Ad un certo punto, un gruppetto di pattinatori attirò l’ attenzione dell’ artefice: tre ragazzi e tre ragazze. Fermò i suoi amici. Chiome bionde, rosse, castane, more. Sei ragazzini all’ incirca della loro età. All’ improvviso una delle ragazze, con un’ abile piroetta, si girò verso di lui, rivelando dei magnifici occhi, azzurri come zaffiri, e un ciondolo blu a forma di goccia, circondato da una montatura in argento, che emanava una strana luce.
“Ehi, Gipple!”chiamò Toma. “Il ciondolo di quella ragazza brillava. Tu sai quale aspetto hanno i custodi?”
“No, ma se chiedi in giro ti sapranno dire.”
Nike sventolò un braccio per attirare l’ attenzione e la ragazza dal ciondolo blu li raggiunse. “È davvero carina!”si disse Nike, e pensò bene di fare il cascamorto con lei.
“Ciaaao, bellissima…”esordì, ma fu bloccato da uno schiaffo di Kokorì e dallo sguardo severo dell’ interlocutrice, i cui occhi divennero taglienti come lame di pugnale.
“Yumiko Kajiura.”disse seccata la ragazza dal ciondolo blu.
“Cosa?”le chiese Toma, che era sicuro di non aver capito bene.
“Ho detto il mio nome, mi chiamo Yumiko Kajiura. Voi chi siete e cosa volete?”
Nike prese la parola: “Io sono Nike, Valoroso Guerriero… o ladro… di livello quattro!”
“Io sono Kokorì, strega GuruGuru di livello cinque!”disse Kokorì leggermente imbarazzata.
“Io invece mi chiamo Toma, sono un’ artefice magico di livello dieci.”si presentò il moro.
“Caspita!”esclamò un ragazzo dai capelli castani, un po’ ramati, passando accanto a lei. “Noi siamo ancora al sesto livello, vero sorellina?” Anche lui aveva un ciondolo al collo che risplendeva, a forma di nuvola.
“Sì… quel vecchio dal gonnellino di paglia è con voi?”domandò Yumiko ai tre ragazzi di fronte a lei.
“Ah…”disse Nike, che si era quasi dimenticato del vecchio Edvarg. “Purtroppo sì, è con noi.”
A quel punto, altri tre ragazzi raggiunsero i due vicino ai nostri eroi.
I due fratelli avevano i capelli castani e gli occhi azzurri, più scuri in Yumiko. Una ragazza dai capelli biondi e gli occhi marroni, vestita tutta di giallo, aveva il ciondolo a forma di stella. Affianco a lei stavano un ragazzo dai capelli rossissimi e il ciondolo che raffigurava una lingua di fuoco e una ragazza dai capelli neri, lisci e lunghissimi e dei grandi occhi verdi il cui ciondolo rappresentava un fiorellino. Questi ragazzi erano tutti accompagnati da paperette antropomorfe, anch’ esse ben imbacuccate, che svolazzavano qua e là con le loro fragili ali.
“Siamo i custodi di Iceland. Perché ci avete chiamati, ospiti?”proferì parola la ragazza dai capelli neri.
“Noi siamo in viaggio per sconfiggere il Re del Male e abbiamo bisogno del vostro aiuto. Voi conoscete formule che noi non potremmo usare e che ci potrebbero aiutare a sconfiggerlo.”spiegò Toma.
I cinque custodi si misero a discutere animatamente.
“Che dite, sarà prudente? Siamo ancora a zero con l’ allenamento e manca pure un membro.”chiese la ragazza mora.
“Sì, andiamo! Per una volta succede qualcosa di entusiasmante in questo mortorio e voi volete rimanere qui con le mani in mano?”disse la ragazza bionda.
“Per una volta, Sparkly, sono d’ accordo con te.”concordò il rosso.
“Mah…e se poi ci cacciamo in un guaio? I miei sono via e non voglio farli preoccupare inutilmente. Inoltre, considerando il fatto che in fondo siamo dei novellini, intraprendere un viaggio del genere è poco prudente. Ma, del resto, un viaggio è un’ ottima occasione per maturare.”rifletté Yumiko.
“Fai poco la saputona, Yumiko.”sbuffò il rosso, seccato dalla serietà della coetanea.
“Yumi…”disse il fratello. “anche a me piacerebbe intraprendere questo viaggio. Possiamo lasciare un biglietto alla signorina Parrot per i nostri e gli altri possono fare lo stesso.”
“Evvai!”esultò Sparkly. “Siamo tre contro due!”
“D’ accordo, Valoroso Guerriero, a nome di tutti accettiamo la vostra proposta.”disse Yumiko rivolgendosi a Nike. “Ma non ci siamo ancora presentati tutti: da sinistra a destra, mio fratello Korji, il custode dell’ aria; Sparkly, la custode della luce; Firer, il custode del fuoco e Terry, la custode della terra.”
“Sbaglio o manca uno di voi?”si intromise Gipple sbucando fuori all’ improvviso.
“Perché sbuchi sempre fuori nei momenti meno opportuni?”imprecò Nike.
“Io sono la custode dell’ acqua, da quanto avrete capito…”stava dicendo Yumiko. “Uno spirito dell’ aria! In effetti manca il custode del buio. Noi non l’ abbiamo mai conosciuto, evidentemente abita in qualche altro villaggio di Iceland.”
I cinque custodi, dopo i convenevoli, andarono a preparare un po’ bagagli per il viaggi che affidarono a Gipple, poi, con il cuore in tumulto, si misero in viaggio assieme al trio.
Il vecchio Edvarg, che stava improvvisando uno spettacolo di danza Kita Kita per le strade, dovette scappare di fretta e furia per raggiungere gli altri otto.





























Angolo dell’ autrice
Ciao a tutti! Mi presento, il mio nick è PuffballOtaGirl, ma io mi firmerò Puff. Passando alla storia, è la prima che pubblico su EFP e spero vi piaccia! È da questo capitolo che comincia la vera storia.
Il prologo è quello che si potrebbe definire un flash-forward. Per un po’ di capitoli la storia si svolgerà nel passato rispetto ad esso…
Come ho detto, spero che questa storia vi piaccia e che la aggiungiate ai vostri preferiti! Buona lettura!
-Puff



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Capitolo 3
*** Il cerchio GuruGuru ***


Il cerchio GuruGuru


Da quanto tempo stavano camminando? Non avrebbero saputo dirlo.
Nike, Kokorì, Toma, Edvarg, Yumiko e Korji Kajiura, Terry, Sparkly e Firer, zaini in spalla, procedevano a passo di marcia lungo le strade ghiacciate di South-east Cost. Era inusuale vedere in una terra placida come Iceland un gruppo affiatato di adolescenti che camminava: la gente, voltandosi, faceva loro un cenno della la mano con un sorriso buffo stampato sul viso e poi ritornavano alle loro faccende. Erano così, gli abitanti di Iceland: gentili nella loro riservatezza.
“Dove siamo e che ora è? Ho perso la cognizione del tempo.”chiese Korji sbuffando.
“Korji, siamo fuori da South-east Cost, stiamo camminando da un’ ora e sono le due…”gli rispose la sorella, come sempre assorta.
Toma si girò a guardarla e vide i suoi occhi azzurri pensosi; “gli zaffiri”, li chiamava Terry, quegli occhi che sembravano riflettere il cielo sereno dell’ estate. All’ improvviso li trovò stupendi, ed ebbe anche voglia di affondare le sue dita nei folti capelli castano scuro di Yumiko. Arrossì per un’ attimo. Proprio in quel momento, Yumiko alzò la testa ed incontrò gli occhi grigi del ragazzo. Sorrise, rivelando una dentatura a dir poco perfetta.
Entrambi distolsero lo sguardo e ritornarono a concentrarsi sul cammino.
“Quando ci fermiamo? Sono stanca!”si lamentò Sparkly, i piedi doloranti negli stivali bassi dai quali avrebbero potuto benissimo uscire delle stelline.
“Voi femmine non fate altro che lamentarvi…”scosse il capo Nike, negando a se stesso cha anche lui era stanco e avrebbe volentieri fatto una pausa.
Di comune accordo, i ragazzi si riposarono vicino al lago Hoshi, l’ unico che in quella stagione non era ghiacciato.
In effetti in quel luogo non c’ erano i soliti giunchi, le canne, le raganelle, le rane e qualche timido pettirosso, come in tutti i laghi di Iceland: favorito dalla sua posizione, il lago ospitava intorno a sé anche papaveri, margheritine bianche, dei fiori dal colore tra il lilla ed il viola, campanelle bianche sfumate di rosa, ninfee e qualche pino marittimo, molto basso. Molto strano per quei luoghi, si vedeva ogni tanto una canna di bambù confondersi -poco- tra la vegetazione. In quel freddo inverno il lago ospitava pochi animali: c’ erano solo una coppietta di raganelle, alcune libellule e un airone che si era stabilito permanentemente lì. Quell’ uccello era una celebrità in tutta Iceland e gli abitanti della nazione gli avevano persino appioppato il terribile nome di Airy, ma lui non sembrava darci tanta importanza.
“Ciao, Airy!”lo salutò Korji non appena lo vide. Lui e Yumiko erano simili anche in questo: l’ amore per la natura.
Ma in quel momento l’ airone stava dormendo, per cui spalancò gli occhi, alzò il collo, piegò la testa di lato e ritornò alla sua pennichella.
“È famoso quell’ airone qui?”chiese Nike dopo essersi tolto gli stivali impellicciati ed aver immerso i piedi nell’ acqua tiepida.
“Molto!”gli rispose Sparkly. “È il simbolo di Iceland e la gente viene qui apposta per vederlo.”
“Però Airy… che fantasia!”
esclamò Nike.
“Ritienici mortalmente offesi.”disse Firer scimmiottando la voce di sua madre, una donna di buon cuore e decisamente patriota.
Tra l’ altro, però, era un po’ offeso anche lui.
“Beh, sì, è un nome poco originale. Però quest’ airone incarna lo spirito dei cittadini di Iceland: non eccelle in niente, sbriga le sue faccende con calma e ama la tranquillità, ma se accade qualcosa mette l’ anima nel voler rimettere a posto le cose.”spiegò Terry, che da sempre conosceva Airy e la storia dei villaggi.
“Ha mai aiutato qualche volta?”chiese Toma incuriosito.
“Sì, nel grande incidente del 1128 a South-west cost.”cominciò a raccontare Yumiko poggiando le mani sulle ginocchia. “Allora South-west cost era un minuscolo villaggio stabilito sulle acque i cui cittadini abitavano sulle palafitte.
Però il 19 agosto del 1128 un uragano seguito da uno tsunami si abbatté sulla costa sud-ovest e tutte le palafitte vennero spazzate via. Gli abitanti furono scaraventati sulla terraferma, fortunatamente, ma il loro villaggio era devastato e avevano perso tutto. Così si misero di buona lena a ricostruirlo sulla terra e Airy aiutò molto durante le costruzioni: si dice che riuscisse a trasportare quasi 30 chili di legno al giorno!”
“Però!”
esclamò ammirata Terry. “Questo proprio non me lo ricordavo.”
“Gli animali sono creature stupende, non trovate anche voi, Valoroso Guerriero?”
domandò Kokorì, che sorrideva con la testa tra le mani.
“Uhm, sì.” le rispose lui senza voglia.
Kokorì si mise a giocherellare con Airy, che ormai si era arreso, mentre Nike, con aria cool, sedeva indifferente a rinfrescare i piedi.
“Senti un po’”disse Yumiko a Toma, volgendo lo sguardo verso di lui, con i capelli che frustavano l’ aria. “Ma Nike fa sempre il fighetto della situazione?”
“Purtroppo sì… Nike è sempre così ed è anche un gran sciupafemmine.”
rispose lui sorridendo.
“L’ avevo notato.” Yumiko sorrise di nuovo, colpendo il cuore del moro.
Sparkly, a dispetto dei piedi doloranti, percorse tutto il perimetro del lago rischiando di bagnarsi e di pestare, con “la stessa grazia di un branco di elefanti”, come disse in seguito Terry, tutti i fiori della zona, suscitando l’ ira della ragazza dagli occhi verdi, che si mise a rincorrere la bionda per tutte le terre circostanti. Firer cercava inutilmente di far fare tre rimbalzi sull’ acqua ai sassi, mentre Edvarg, come sempre, ballava.
Nike, Kokorì e Toma inorridirono. A dire il vero Nike avrebbe volentieri sbattuto la testa contro un muro… ammesso che ci fosse un muro nei paraggi!
L’ ombra nera scese sui tre ragazzi molto più velocemente del solito, mentre Toma esclamava esasperato: “Basta, fatelo smettere! Non ce la faccio più!”
“Ah! Non ce la fa, non ce la fa!”
strillò non visto un folletto negazione, agitando i ventagli bianchi con la spirale rossa in aria. Gli spiritelli dai capelli verde acqua erano invisibili agli occhi degli umani, ma il loro lavoro era sbucare fuori all’ improvviso ogniqualvolta un’ individuo pronunciava una negazione.
Yumiko guardò lo “spettacolo” del vecchio, poi distolse lo sguardo e si mise a pensare, fissando il ciondolo blu con occhi vacui. Pensare era un’ attività che le riusciva bene e lo faceva spesso: non di rado, nel bel mezzo di un’ attività, si metteve a pensare, finendo per addormentarsi o per farsi venire un “simpatico” mal di testa.
“Santo fuocherello!”esclamò all’ improvviso Firer, che era rimasto in piedi a lanciare sassi nel lago. Vide i suoi capelli rossi nel lago e pensò fra sé e sé che avrebbe assolutamente dovuto imparare a tenere gli occhi aperti sott’ acqua, cosa che nel suo gruppo di amici sapevano fare tutti, tranne lui.
“Firer!”si allarmò Terry correndo verso il rosso. “Che è successo?”
“Guardate le pietre nel lago! Formano un disegno…strano!”
esclamò il custode del fuoco, agitatissimo, che aveva cominciato a saltare da un piede all’ altro.
Tutti, persino il vecchio Edvarg, accorsero vicino alla sponda sinistra del lago Hoshi e guardarono sul fondo, cosa resa facile dall’ acqua a dir poco cristallina, che rifletteva i loro visi stupiti.
“Ma questo, signor custode del fuoco, non è un disegno…”fece notare Edvarg a Firer, indicando la disposizione particolare delle pietre.
“Ma è un cerchio GuruGuru!”disse entusiasta Kokorì battendo le mani.“Che bello! Sarà un altro dono della mia mamma e del mio papà?”
Korji, che come sempre seguiva gli eventi con una sorta di distacco, si illuminò tutto e disse: “Questo è il cerchio magico del teletrasporto!”
Che cosa?”chiese Terry mezza confusa.
“Il cerchio magico del teletrasporto, o solo Teletrasporto, è un cerchio magico di livello cinque. Fu lasciato da una strega GuruGuru, Rhodalia se non sbaglio, nel 1117. Permette di teletrasportare un massimo di 20 persone nel raggio di 10 metri nell’ arco di sei stadi*.”spiegò Korji alzando l’ indice e giocherellando con alcune farfalle cavolaie che, molto inusuale per quella stagione, svolacchiavano lì intorno.
“Il tuo cervello, fratellino, funziona in modo strano… perché ti ricordi questo e non le formule delle geometria piana?”sbuffò Yumiko ripensando a tutti quei pomeriggi nei quali, nella modesta casetta di South-east cost, aveva praticamente minacciato il fratello di chiuderlo a chiave nell’ armadio a muro senza cibo a patto di imparare le formule per calcolare l’ area di questa o quella figura. Il principale problema di Korji era proprio l’ essere svogliato, oltre che piuttosto smemorato e distratto. La paziente sorella aveva provato spesso ad allenare la volontà e la mente del fratello assieme alla badante, la signorina Parrot, ma ormai si era arresa.
La scuola dei custodi era ormai lontana e gli altri pensavano che ormai fosse arrivato il tempo della pacchia, ma Yumiko, da ragazzina seria e coscienziosa, pensava che fosse meglio allenare corpo e mente fin quando se ne avesse la possibilità.
Kokorì nel frattempo era praticamente impazzita e, continuando a ridere e a mandare qualche gridolino di tanto in tanto, aveva segnato il nuovo cerchio magico sul gremorio degli incantesimi, uno spesso librone dalla copertina blu.
“Kokorì!”disse Nike entusiasta. “Proviamo il nuovo cerchio magico!”
Un ruggito fece tremare l’ aria.
Alle loro spalle si ergeva un mostro, una via di mezzo tra un toro e un palestrato, con cinquanta braccia, cento piedi e una grande agilità nonostante la propria massa, si trattava dell’Ekapedos, un mostro abbastanza raro ma quasi invincibile.
“Mostro, ora che hai osato intralciare il nostro cammino, dovrai affrontare l’ ira del Valoroso Guerriero!”proclamò Nike in modo solenne, piantato a gambe larghe di fronte al mostro e sguainando un pugnale sbucato fuori da chissà dove .
In realtà Nike, dentro di sé, si sentiva come un bambinetto indifeso e piagnucolante e pensava che forse non sarebbe mai riuscito a battere l’ energumeno.
“Valoroso Guerriero…”emise Kokorì incantata, con gli occhi che le brillavano e uno sfondo rosa tutto a bolle di sapone e cuoricini. Forse nel sentire il tono sdolcinato della streghetta GuruGuru, Sparkly si mise a ridere a crepapelle mentre, piegata in due dalle risate, cercava di staccare il ciondolo a forma di stella attaccato alla catenella della collana.
“Yaaaah!”urlò Nike mentre spiccava un salto formidabile con lo scopo di ferire il mostro, ma come sempre fece cilecca: il pugnale si spezzò sul più bello e Nike rimase con l’ elsa e uno stupido “mozzicone” di spada in mano, mentre Toma scuoteva la testa.
Yumiko, rapida come la folgore, staccò anche lei il ciondolo dalla collana e fece un gesto con la mano: il ciondolo diventò un bastone molto simile a quello di Kokorì.
Chiuse gli occhi e cominciò a pensare, mentre Toma si mise sull’ attenti: finalmente avrebbe potuto vedere le tecniche magiche dei custodi!
Yumiko riaprì gli occhi e disegnò qualcosa per terra, un qualcosa che sembrava un’ onda stilizzata, poi aprì la mano e girò il palmo verso l’ altro.
“ONDATTACK!”gridò puntando l’ indice vero l’ Ekapedos.
Uno tsunami si erse dal disegno della ragazza, questo si diresse verso il mostro, che mandò a gambe all’ aria con una potenza inimmaginabile.
“Bravissima, signorina Kajiura!”sì complimentò il vecchio Edvarg.
“Grazie mille, ma… lei che sta facendo?”chiese Yumiko basita vedendo che il vecchietto si divincolava in maniera assurda.
“Ma è ovvio, no? Sto eseguendo la danza KitaKita del combattimento!”rispose il vecchietto come se quello che stesse facendo fosse assolutamente normale.
Per una mezz’ oretta i ragazzi, a parte Edvarg che si teneva debitamente a distanza senza azzardarsi neanche a lanciare pietre, continuarono a sferrare attacchi senza ottenere il minimo risultato. Mentre loro erano sfiniti, l’ Ekapedos continuava a sbuffare, a grugnire e ruggire come un forsennato.
“Ragazzi! Finalmente ho capito!”si illuminò Toma mentre leggeva una pergamena.
“Ah, Toma, ti è venuta un’ idea?”chiese Kokorì con la sua vocina acuta mentre si massaggiava la testa, depositaria di un bel bernoccolo, grosso come un’ uovo di gallina.
“Spara!”gli ordinò Nike.
“La forza dell’ Ekapedos sta nella sua posizione: se lo attacchiamo frontalmente, lui ci batte con facilità. Bisognerebbe spostarsi alle sue spalle e lanciare un’ incantesimo senza che lui se ne accorga. Quindi ecco la mia idea: i custodi lanceranno verso il mostro attacchi di poca potenza a getto continuo, mentre Kokorì, utilizzando il cerchio che abbiamo appena scoperto, si teletrasporterò dietro all’ Ekapedos e lo farà fuori definitivamente.”spiegò Toma.
“Circa la prima parte è tutto a posto, ma Kokorì come farà a controllare il cerchio? Voglio dire, come farà a trasferirsi esattamente dietro a quel coso?”fece notare Yumiko piegando la testa di lato.
“Ah beh, questo è semplice.”intervenì Korji dietro di lei. “Basta che pensi con tutte le sue forze di volersi trovare dietro di lui.”
“D’ accordo allora!”
esclamò Nike. “Che le danze abbiano inizio!”
Mentre di fronte all’ Ekapedos i custodi lanciavano turbini di foglie, lingue di fuoco, esplosioni di luce solare, cristalli di ghiaccio, folate di vento e quant’ altro, Kokorì si allontanò di dieci metri e cominciò a danzare, disegnando il cerchio. Quando ebbe finito pensò di volersi ritrovare dietro al mostro, poi alzò il bastone e con la punta gli fece toccare il cerchio.
Aveva funzionato. Due millisecondi dopo si ritrovò esattamente dietro all’ Ekapedos, che schivava gli attacchi dei custodi grugnendo. Prese di nuovo a danzare e, dopo aver finito, gridò: “CODA DI LUCERTOLA!”
La fiammata avvolse completamente la creatura e, dopo poco, di questa non era rimasto che un mucchietto di polvere.
“Bene! Anche questa volta io ho battuto i mostri immondi con la mia danza!”esultò Edvarg continuando a ballare.
Sui nove ragazzi inorriditi scese un’ ombra più nera del solito e Nike, dalla disperazione, si buttò nel lago Hoshi con un grande splash, riemergendo come blocco di ghiaccio.

*Sei stadi: 360 Km.

Image and video hosting by TinyPic Angolo dell' Autrice.
Salve a tutti! Finalmente è arrivato il secondo capitolo! Il titolo è veramente banale (MEA CULPA!) ma spero che il capitolo in sè vi piaccia. Non so da dove sia uscita l' esclamazione "Santo fuocherello", mentre invece i nomi della maga GuruGuru Rhodalia e quello del mostro Ekapedos li ho fatti sbucare dal greco antico, che studio in classe T.T.
Il capitolo però non è del tutto completo, perchè a breve dovrei mattere anche un disegno del cerchio del Teletrasporto (anche questo nome è davvero fantasioso).  Spero che vi piaccia! ^_^
See you!
-Puff



 

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Capitolo 4
*** Nasce un' amicizia... anzi due! ***


 Capitolo 3

Nasce un’ amicizia… anzi due!

 

“Bene!”annunciò Terry sorridendo. “Eccoci arrivati a South Cost!”
“Che luogo ameno…”commentò Yumiko seria. Era vero: le temperature aumentavano notevolmente, passando di cinque gradi stenti di South-east Cost a dodici gradi. Si vedevano persone dalla pelle leggermente olivastra e molte più chiome castane e more.
La gente per strada era allegra e chiassosa: dappertutto gente che rideva, parlava, urlava, tutti con un brillio negli occhi molto piacevole a vedersi.
Era giorno di mercato: infatti c’ erano bancarelle con ogni tipo di merce e stand coloratissimi dappertutto. Kokorì si entusiasmò e trascinò a forza il povero Valoroso Guerriero (che pensava “Ma chi me l’ ha fatto fare di portarmi appresso ‘sta fanatica dello shopping?”), gli altri si sparpagliarono per i banconi, mentre Toma e Yumiko si sedettero sotto un arbusto che aveva tutta l’ aria di essere un giovane oleandro.
I due rimasero imbarazzati dal fatto che fossero così vicini, così Toma si mise a rigirarsi i pollici e Yumiko tirò fuori un libro e si mise a leggere.
Il moro la guardò di sottecchi sorridendo: non aveva mai conosciuto una ragazza come lei.
“È interessante quello che stai leggendo?”le chiese Toma sporgendosi per guardare meglio il libro.
“Se ti piacciono le arti magiche, direi di sì. Questo libro parla della magia dei Custodi… dal primo, che poi fu anche un Supremo, fino agli ultimi sei, ossia questa banda di scalmanati vi state portando dietro. Spero che non vi disturbi…”rispose la custode dell’ acqua giustificandosi.
“Disturbarci?”chiese Toma divertito. “Ma no, anzi… ci sarete d’ aiuto per la prossima missione.”
Yumiko si irrigidì per un attimo guardando il copricapo in cuoio di Toma, poi si riscosse e disse: “Se ti interessa, posso anche prestartelo. Il libro intendo, tanto io l’ ho quasi finito. Solo… probabilmente dovrai aspettare un paio di giorni.”
“Davvero? Grazie mille!”si entusiasmò il moro. “E comunque io adoro la magia, per un po’ di tempo sono anche stato un Artefice Magico… poi ho smesso.”racconto abbassando la testa e incupendosi tutto.
“Lo eri? Poi hai smesso? Eppure ti sei presentato come Artefice…”chiese Yumiko dispiacendosi e piegando la testa di lato.
Il moro si ricordò della cosa e bofonchiò un imbarazzato: “È stata una svista. Ho smesso di essere Artefice ad Arahabika… cioè, volevo dire Panfos… lì mi sono specializzato come carpentiere.”
“QUELLA Arahabika? L’ Arahabika a sud del continente di Kopal, la cittadina in cui umani e mostri convivono pacificamente?”chiese la castana incredula.
“Esattamente.”
“Io ho sempre desiderato andarci! Com’ è?”
I due ragazzi continuarono a parlare per un bel po’, ridendo di tanto in tanto, fino a quando una Kokorì piuttosto imbronciata, con tanto di nuvolette di fumo che le uscivano dalle orecchie, si avvicinò a Yumiko e la fece alzare tirandola per un braccio.
“Ma insomma, Koko, che ti prende?”chiese Yumiko incredula e seccata.
“Il Valoroso Guerriero ci sta provando con una davanti a meeeeeee!”si lamentò la streghetta GuruGuru trascinando l’ altra verso quello che aveva tutta l’ aria di essere un negozio di vestiti. Ed era così, constatò contrariata la custode: a lei fare shopping, specialmente di vestiti, non piaceva affatto, trovava più divertente persino passare ore ed ore sullo stesso incantesimo per cercare di memorizzarlo.
“E quindi?”chiese Yumiko che ancora non vedeva il motivo per cui l’ altra la stava trascinando di peso altrove. “Se ti dà così fastidio, dagli una bastonata e vedi come smette.”
“Non posso, sono troppo irritata. Però tu adesso mi aiuti a scegliere un abito che mi aiuti a conquistarlo!”rispose Kokorì entrando da “Sartoria Chic”, un negozio  stucchevole tutto trine e merletti.
“Eeeeeeeeh?!?”disse incredula la ragazza Kajiura, trovando la situazione semplicemente surreale. “Ma se qui in mezzo sono quella che s’ intende di meno d’ abbigliamento!” continuò squadrando critica prima i vestiti da bambolina francese e poi la sua semplice veste di lana azzurra.
“Non dire così!”le rispose la streghetta GuruGuru guardandola dolcemente. “Il tuo vestito è proprio carino e secondo me è stato quello che ha attirato l’ attenzione di Nike!”
“Lo chiami addirittura per nome? Avevo capito che eri innamorata di lui, ma… non pensavo fossi così ardita!”
“Io n-non sono innamorata!”arrossì Kokorì. “È solo che il Valoroso Guerriero mi interessa tanto!”
“Hai detto tutto. Dai, scegliamo questo vestito in fretta.”
Ma, a quanto pare, “in fretta” per Kokorì voleva dire “due ore”, ossia esattamente il tempo in cui la dolce streghetta impiegò per provarsi sei o sette vestiti, che più che essere capi d’ abbigliamento sembravano un’ accozzaglia di trine, merletti e fronzoli, il tutto chiedendo alla povera Yumiko, che si stufava ogni momento di più:“Secondo te sto bene? È abbastanza grazioso? Sono in ordine? Piacerò al Valoroso Guerriero vestita così?”
Dopo il settimo vestito, la custode si esasperò completamente: non ne poteva davvero più di stare lì dentro. Per cui si rivolse con aria stizzita alla streghetta GuruGuru: “Senti, se proprio ci tieni ad avere il mio parere, quei vestiti erano davvero orribili. A mio avviso, dovresti comprare quello.”
Ed indicò un abitino rosa-lilla dalle maniche a palloncino bianche fermate da un nastro fucsia e con la base della gonna e l’ orlo ricoperti da merletti bianchi.
Kokorì si provò esitante l’ abito, abbinandoci un ciondolo rosso a forma di cuore, due bamboline di vernice rosa e un cappello di paglia con un nastro fucsia, e poi si specchiò.
Rimase stupita nell’ ammirare l’ effetto: tutti gli altri abiti che aveva provato non la facevano sembrare così carina.  
“Grazie, Yumiko! Senza il tuo aiuto non ce l’ avrei mai fatta!”sentenziò alla fine Kokorì allegra, piroettando sul posto e illuminandosi tutta nel vedere i movimenti dell’ ampia gonna del vestito che aveva indosso.
“E di cosa?”rispose allegra l’ altra sorridendo. “Lo vuoi prendere?”
“Sì, certo! Signorina, posso pagare questi vestiti?”chiese la maghetta GuruGuru con la sua voce sottile ad una commessa bionda, pallida e formosa vestita d’ azzurro.
“Certamente! Li vuole tenere indosso?... Sono 150 rin.”rispose quella segnando la spesa su un foglietto e presentando successivamente il conto alla due ragazze.
Yumiko trovò il prezzo esagerato, ma senza batter ciglio tirò fuori 75 rin dicendo a Kokorì: “Su, tira fuori anche tu 75 rin: ci dividiamo la spesa, dato che  l’ abito l’ ho scelto io e lo indossi tu.”
La GuruGuruannuì e pagò il conto, poi uscì tutta contenta dal negozio, ma talmente allegra che il Valoroso Guerriero Nike, tutto preso a chiacchierare con Firer, si voltò a guardarla arrossendo leggermente.
“Kokorì, sei davvero carina con quell’ abito rosa addosso!”disse il sottoscritto per poi tornare di nuovo a conversare.
“L’ ha notato! Ha notato l’ abito nuovo! Vuol dire che ho fatto breccia! Sono così contenta!!”pensò allegra la GuruGuru, mentre dalla sua testa uscivano mille cuoricini rosa e lei assumeva un’ aria abbastanza ebete cominciando a ridacchiare.
All’ improvviso il cielo si oscurò ed un Gipple gigante sbucò fuori dalle colline gridando:“DISGUSTOSOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO!”
Dopo aver pranzato in una locanda dai colori vivaci, Edvarg prese un blocco di legno, ci salì sopra e si mise a ballare, come suo solito, la Danza Kita Kita, facendo scoppiare (letteralmente) i passanti dal ridere. Uno di loro fu addirittura portato via perché in preda ad una crisi epilettica.
Prima di ripartire per arrivare ad South-west Cost, i dieci avventurieri passarono la notte in un motel a cinque piani tinto d’ azzurro con sfumature verdastre.
Verso le nove, Yumiko era seduta sul letto e controllava che tutti i suoi prodotti di bellezza per il corpo fossero nel suo baule, quando Kokorì entrò nella sua stanza.
“Ma guarda!”si illuminò la streghetta. “Non sapevo avessi tutte queste creme con te! Posso vederle?”
“Fai pure.”rispose la custode. “Come ti trovi in camera con Terry?”
“Non male… ma io preferisco te. A proposito, grazie mille per avermi aiutato ad acquistare quell’ abito. Era proprio delizioso! Ti sono debitrice. Quando hai bisogno di me chiamami, d’ accordo? Ora vado giù, c’è il Valoroso Guerriero che mi aspetta! Ciao ciao!”
“Capisco.”sorrise la custode. “A domani!”
Nella sua mente, Yumiko sapeva che quell’ avventura le aveva portato qualcosa di positivo: due nuovi amici, Toma e Kokorì.
Guardando la figuretta della streghetta avvolta nella tunica blu scuro che scendeva le scale, la ragazza Kajiura sorrise e cominciò a pensare, ignorando completamente le sue povere creme che giacevano sul letto.

Angolo dell' Autrice
Konnichiwa! Scusate il ritardo, ma ho avuto tanto da fare e altre storie da scrivere! *No,lascusanonreggeMODE.ON*. L' ho notato solo adesso, ma aggiorno questo racconto quasi mensilmente... scusatemi davvero tanto, impazienti lettori e lettrici! *Frinire di grilli e palla di paglia che rotola sospinta dal vento*
Ed ecco una sorpresa per voi: da questo capitolo in poi, lascerò un disegno dei Custodi!
E, ovviamente, non potevo che cominciare con la nostra beneamata Yumiko Kajiura.
Hope you like it!
Image and video hosting by TinyPic Sinceramente, questo capitolo mi è sembrato meno bello degli altri. Voi cosa ne pensate?
Fatevi sentire!
See you!
-Puff
 
 

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Capitolo 5
*** Yokan ***


Capitolo 4
Yokan

 
Le stalattiti trasparenti si allungavano dalla volta superiore della grotta risplendendo come diamanti purissimi e lasciando tutti estasiati. Persino il vecchio Edvarg smise di ballare e contemplò con gli occhi sgranati quell’ incredibile volta che la Caverna delle Tenebre offriva alla vista dei molti viaggiatori e turisti affamati di avventura o bellezze naturali.
“Ooooh, che bello! Sembra un mondo incantato!”esclamò meravigliata la dolce Kokorì alzandosi sulle mezze punte per cercare di toccare quelle meraviglie dal colore diamantino.
“Tocca pure se vuoi” disse Terry, la custode della terra, cercando disperatamente un pezzo di pietra focaia per la sua lanterna, spenta ormai da un po’. “Però non ne prendere nessuna, sono molto fragili e se prendi anche solo una si potrebbero avere ripercussioni gravi in tutta la Caverna. Sarà banale, sentimentale o ecologista, ma noi di Iceland ci teniamo alle nostre riserve naturali.”
“Caspita, che buio!”si lamentò Nike. “Non si vede ad un palmo dal naso…”
“Genio, non si sarebbe chiamata Caverna delle Tenebre se non fosse stata buia.”gli rispose sarcasticamente Firer con un ghigno poco rassicurante.
Firer aveva ragione: la Caverna delle Tenebre era il luogo più buio di tutta Iceland, ma al contempo il più spettacolare. Inizialmente non era che un buco in una collina in cui scorreva un fiumiciattolo, ma con il passare degli anni la collina era scomparsa ed era stata rimpiazzata da quella magnifica grotta. Nonostante avesse vari sbocchi ed uscite verso l’ esterno, rimaneva comunque buia perché si diceva che, anni prima, Il Custode Supremo del Buio, conscio che quella caverna, se buia a sufficienza, avrebbe potuto regalare autentici spettacoli, lanciò un potente incantesimo che difficilmente si sarebbe potuto sciogliere.
La Cavernadelle Tenebre era senza dubbio la grotta naturale più estesa di Iceland: si diceva che gli AFF (sigla di AdventuresForFun), il gruppo di avventurieri più famosi ed abili di tutto il continente di Kopa, la avesse attraversata in una settimana e questo preoccupava molto Terry.
“Ouch!”si sentì esclamare dalla vocetta acuta di Kokorì, che evidentemente era inciampata su qualche stalagmite.
“Ohiohiohi…”si lamentò poi passandosi una mano sul ginocchio, prima che una misteriosa voce maschile le chiedesse con gentilezza: “Ti sei sbucciata? Fammi vedere, conosco bene la magia curativa. E comunque” disse poi, più severo, al resto della combriccola “voi nove siete davvero degli sprovveduti se viaggiate nella Caverna delle Tenebre senza illuminazione.”
“Scusaci tanto, carino, ma non è mica colpa nostra se le pietre focaie non reggono a lungo e noi le abbiamo terminate!”Sbottò Firer innervosito sia dal troppo buio che dal tono di superiorità con cui aveva parlato la voce.
“Pietre focaie? Tsk, si vede che siete dei novellini. Qui serve la Fotopetra creata dal Custode Supremo della Luce. Solo con la Magia Suprema si può combattere la Magia Suprema.”
“Aspetta un attimo, potremmo sapere gentilmente chi sei? E come fai a sapere che siamo in dieci?”chiese Yumiko Kajiura guardinga.
Una scintilla di luce squarciò l’ oscurità e un volto serio dai freddi occhi grigi ed incorniciato da capelli neri liscissimi che gli arrivavano alle spalle, proferì serio: “Kurasa Yokan, molto piacere.”
“Noi siamo i cinque Custodi: Yumiko, Korji, Terry, Firer e Sparkly.”rispose Yumiko, sempre alquanto guardinga, indicando i suoi amici uno per uno. “E loro…”stava per presentare anche Nike e la sua combriccola, ma il nuovo la interruppe con un freddo: “Non c’è bisogno che li presenti: sono il Valoroso Guerriero Nike, l’ Artefice Magico Toma e il Vecchio Kita Kita, Edvarg Endel. Mentre questa dolce ragazza è la Strega MiguMigu, Kokorì.”
“Oh! Come fa a conoscerci così bene?” chiese Edvarg sinceramente stupito. “E poi non sono così vecchio… ho solo cinquantun anni!”
Yokan lo ignorò deliberatamente per dedicarsi al ginocchio di Kokorì, ma prima fece scivolare una pietra leggera e porosa color del Sole nella lanterna di Terry per poi portarla vicino alla maghetta ferita.
“Accidenti, avete visto che differenza con la Fotocosa di Yokan?”fece notare Sparkly saltellando di gioia. Infatti la lanterna in cui era scivolata la speciale pietra del corvino aveva illuminato molto l’ ambiente, e Sparkly amava la luce più di qualsiasi cosa.
Nel frattempo, il nuovo arrivato aveva fatto stendere per terra Kokorì e stava analizzando l’ entità dei danni al ginocchio. All’improvviso, nel massimo silenzio, si sfilò uno zaino di cuoio dalle spalle, lo aprì e ne tirò fuori varie cose: un cristallo di salgemma, fiori rossi, alcune foglie cuoriformi arancioni, delle garze ed una strana collana con un simbolo che raffigurava il buio.
Poi, con estrema calma, spezzettò i fiori e le foglie, li bagnò con dell’ acqua che prese da una boccetta che aveva nello zaino e mise il pastone sulle garze, che poi usò per fasciare il ginocchio di Kokorì. Infine posò sulle garze il cristallo di salgemma e portò alla fronte il suo ciondolo, bisbigliando un nenia dall’ indefinibile significato:
Shizuka simi tarini eterità
Inishii no mahu yasashiku
Sekai wo kaeru chikara ne
Ubisabasu negai…
Fatto ciò, Kurasa Yokan le fece stendere la gamba e disse: “Ecco fatto. Così dovresti stare a posto… Solo, dovrai stare ferma per almeno un quarto d’ ora.”
“Vi ringrazio!”sorrise Kokorì al moro, che arrossì due millisecondi dopo.
“Kurasa, sei un custode anche tu?”chiese Gipple sbucando fuori da una nuvoletta bianca.
“Non capisco di cosa tu stia parlando.”lo liquidò Yokan issandosi lo zaino sulle spalle.
“Non faccia il finto tonto, se conosce la magia curativa e le tecniche dei Custodi Supremi sicuramente sei il sesto custode, quello del buio!”rincarò Gipple.
Silenzio di tomba.
Yokan rimase zitto mentre riponeva il cristallo di salgemma in una tasca del pantalone e contemporaneamente faceva scivolare il ciondolo misterioso in una specie di marsupio che aveva legato in vita, ma alla fine emise una specie di fischio basso e melodioso.
Si sentì un basso miagolio ed in effetti qualche secondo dopo arrivò correndo un bel gattino nero dagli occhi gialli e molto intelligenti, che portava al collo nastro rosso con alcune lettere in runico ed un campanellino dorato.
“Se davvero volete saperlo, io sono un comune viaggiatore orfano di entrambi i genitori… Conosco la magia perché mia madre era una maga equidistante da luce e tenebre.”spiegò il corvino prendendo in braccio l’ animaletto. “E questo è Yami, il mio gatto.”continuò sviando completamente il discorso.
“Che fosse un gatto s’ era capito.”prese la parola Firer, sempre alquanto infastidito dal nuovo arrivato.
“Maccheamoreeeeeeeeeeeeeeeeee!”esplosero in contemporanea Yumiko, Terry, Sparkly e Kokorì gettandosi a pesce sul povero felino ed esasperando gli uomini della compagnia.
“Yokan, il tuo gatto è davvero carino… Come te!”esclamò la maghetta GuruGuru sorridendo. Il moro arrossì ancora di più: non aveva mai conosciuto una ragazza carina quanto Kokorì. Ed era anche così allegra, innocente e gentile… Sì, sentiva proprio di essersi innamorato di lei. La ringraziò con un sorriso per poi poggiarle una mano sulla spalla.
Nike lo fulminò con lo sguardo.
All’ improvviso si udì una risata stridula: apparteneva ad una specie di omino con la testa a forma di goccia, fatto completamente d’ oscurità e gli occhi, gialli come lo zolfo, non avevano pupilla. L’ unica cosa di quel mostro che non fosse oscura era la dentatura bianchissima e affilatissima.
“Dannazione! Siamo nell’ oscurità e ci dobbiamo pure sorbire gli attacchi di un mostro di attributo Buio.”imprecò Korji, il cui ultimo desiderio in quel momento era lottare.
“Toma, hai qualche idea?”chiese Nike, che a quanto pare voleva starsene in pace come il custode dell’ aria.
“Beh, se è un mostro di attributo Buio… Sparkly, prova a lanciare qualche magia della Luce!”esclamò l’ Artefice agitato rivolgendosi alla biondina.
La Custode della Luce obbedì, ma niente sembrava colpire il mostro che ad un certo punto decise di attaccare Kokorì, ancora a terra con il ginocchio ferito.
La maghetta lanciò un urlo.
“Scudo del Buio!”esclamò Yokan proteggendo Kokorì con il corpo e giungendo le mani chiuse a pungo, dalla quali uscì, appunto, uno scudo pieno di ghirigori fatto d’ oscurità che scagliò via il mostro.
“Perfetto.”esultò il moro. “E adesso… Scatto Skótous!”
Sempre dalle mani del nuovo arrivato scaturì una spada (anzi, una scimitarra) enorme che tranciò l’ ometto tenebroso un secondo prima che riprovasse ad avventarsi sulla streghetta GuruGuru.
Per tutto il viaggio nella Caverna delle Tenebre, Kokorì e Yokan si tennero la mano, ridendo e scherzando insieme.
Al Valoroso Guerriero, diventato ormai Valoroso Peperone, la cosa cominciava davvero a creare seri problemi.

Angolo dell' Autrice
Inetta inettissima! E' dal 26 di marzo che non pubblico un capitolo! Viva meeeee! *L' autrice viene presa a fucilate*
Allora gente, cosa ne pensate del nuovo capitolo? Cosa ve ne pare di Yokan Kurasa? Secondo voi Kokorì mollerà Nike per dedicarsi al nuovo arrivato, che a quanto sembra si è preso una cotta stratosferica(?) per lei? E le sorprese non sono finite qui, perché domenica dovrebbe arrivare un disegno del nostro affascinante(?) nuovo arrivato...
A voi la parola! Mi raccomando recensite, conto su di voi!
See you!
-Puff
 
    

 
  
  
 
 
 

 
 
 
 
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Capitolo 6
*** Solo un piccolo grande amore ***


Capitolo 5
Solo un piccolo grande amore
 

Fortunatamente e con gran sollievo di Terry il gruppo di dieci viaggiatori attraversò la Caverna delle Tenebre in un paio d’ ore, grazie ai poteri dei Custodi, alla calma e l’ organizzazione di Toma e Yumiko e, ovviamente, alla luce della Fotopetra di Yokan.
Era mezzogiorno quando la scatenata combriccola uscì dal buio totale della grotta gigante e tutti e dieci, Vecchio Edvarg compreso, avevano così fame che i brontolii dei loro stomaci erano perfettamente udibili a cinque chilometri di distanza.
“Ho una cavolo di fame!!!”esclamò Sparkly mettendosi a sedere su una rocca abbastanza appuntita e togliendosi contemporaneamente lo zaino di cuoio dalle spalle per poi tirarne fuori una palla di riso avvolta in un brandello quadrato di stoffa.
“Viva la finezza…”disse rassegnata Terry sedendosi a sua volta per terra.
I nostri eroi erano arrivati su una collina bellissima, non troppo alta, piena d’ erba verde-azzurrognola su cui risplendevano le gocce di rugiada e bellissimi fiori multicolore, tutto questo sullo sfondo di un cielo terso con magnifiche nuvole bianche e quasi “pannose” e un venticello non troppo freddo che accarezzava piacevolmente la pelle.
“Che luogo meraviglioso!”esclamò Toma ammirato portandosi una mano alla fronte per ammirare meglio il panorama.
“Questo è il Pendio Cristallo.”li informò Gipple, che era ricomparso durante il tragitto nella Caverna. “Lo si potrebbe definire una specie di Paradiso Terrestre, inoltre è proprio qui che crescono gli Arcobalenus Flores, i fiori che danno vita agli spiriti degli elementi.”
“Gli spiriti degli elementi?”chiese allegra Kokorì smettendo di sorseggiare il suo tè e, come notò inferocito Nike, avvicinandosi a Yokan.
“Sì,sono paperette antropomorfe alate i cui poteri sono rinchiusi nei nostri ciondoli speciali. Semmai qualcuno scagli una maledizione ai sei elementi, ne verrebbe alterata l’ anima e quindi lo stato ed è compito dei custodi intervenire e debellare la minaccia.”spiegò Yumiko. “Esattamente come in questo caso.”disse poi rabbuiandosi tutta.
“Che volete dire, signorina Kajiura?”chiese Edvarg Endel smettendo per un attimo di ballare.
“Vedete, noi abbiamo acconsentito a viaggiare con voi anche perché siamo a caccia di Lord Dark…”
“Ossia un emerito idiota che rompe sempre le scatole!”esplose Firer senza un minimo di ritegno.
Firer, che delicatezza! Che linguaggio accademico!”lo canzonò Sparkly. “Poi dicono a me che sono poco fine…”borbottò fra sé la Custode della Luce senza farsi sentire.
«Neanche tu usi un  “linguaggio accademico” se è per questo.»le disse Firer di rimando.
“Ma io non sparo parolacce a tutto spiano quando si parla di faccende importanti!”lo rimbeccò Sparkly sottolineando la parola “importanti”. “Comunque Lord Dark è un nobile signore che ha scelto la via del male per danneggia la nostra amata Iceland” disse poi rivolgendosi a tutti.
“Il giorno in cui voi siete arrivati qui lui aveva fatto materializzare un messaggio di minaccia. Diceva che stava minacciando il continente con l’ aiuto del Re del Male.”bisbigliò Terry.
“E quindi era vostro dovere fermarlo.”la anticipò Yokan, sempre serissimo. “Beh, con l’ aiuto della maga Kokorì vi sarà certamente più facile sconfiggerlo.”
La streghetta MiguMigu divenne color pomodoro, mentre Nike cominciò seriamente a scagliare fulmini dagli occhi.
“Inoltre…”proseguì l’ affascinante nuovo arrivato “Questo vecchietto in gonnella dove ha picchiato la testa da piccolo?”
“Difficile a dirsi, è da una vita che lo conosciamo ed è sempre stato così.”rispose Toma guardando il vecchio Edvarg con aria costernata.
Yumiko e Yokan cominciarono a ridacchiare simultaneamente.
Il pranzo fu piacevole perché il Pendio Cristallo era di una bellezza più unica che rara e mangiare all’ aperto,si sa, stimola l’ appetito. La compagnia dei cinque custodi,inoltre, era molto piacevole per gli eroi di JamJam e per Yokan, ma Nike, quel pomeriggio, rischiò di rimanere incenerito.
Yumiko Kajiura e Toma avevano conversato piacevolmente per tutto il pranzo e la Custode dell’ Acqua prestò all’ Artefice Magico il libro sulla magia dei Custodi, come gli aveva promesso. Ma quando il sonno si fece sentire le palpebre della gemella Kajiura si appesantirono improvvisamente e lei cadde addormentata sul petto di Toma, che cominciò teneramente ad accarezzarle i lunghi e setosi capelli castani.
Il Valoroso Guerriero, non si sapeva spiegare bene il perché, nel vederli desiderò ardentemente di essere al posto del suo amico brunetto e che al posto di Yumiko ci fosse la dolce streghetta Kokorì.
Poi commise l’ errore di girare la testa.
Vide Yokan e la MiguMigu insieme, che chiacchieravano in tono fin troppo confidenziale tra loro. Ad un certo punto Kokorì cadde tra le braccia del tenebroso corvino e lui, prima di sorreggerla delicatamente tra le braccia, le accarezzò le lunghe trecce. Lei gli sorrise arrossendo, poi girò gli occhi ed esclamò: “Guarda Yokan, un gattino!”
“Dove?”
“Là, sotto quel giglio! Non è un amore?”
Kokorì era ragione: era una gattina meravigliosa, con un bellissimo manto morbido e dello stesso colore fulvo dei capelli della maghetta. I grandi occhi verdi sembravano smeraldi che brillavano al sole e sulla punta della coda aveva una macchia bianca.
La bestiolina emise un miagolio dolcissimo e poi saltò in braccio alla strega MiguMigu.
“Penso che la chiamerò Lily.”disse soddisfatta Kokorì. In fondo l’ abbiamo trovata sotto un giglio, no?”
“Hai proprio ragione.”convenne Yokan. “Hai davvero buon gusto nello scegliere i nomi, Kokorì.”
Vedere Lily e Yami  mettersi a giocare allegramente insieme fu troppo per il povero Nike: arrossì dalla punta dei capelli fino a quella dei piedi e girò i tacchi, mentre nuvolette di fumo gli uscivano dalle orecchie.
Yumiko Kajiura aprì un’ occhio.
“Pss, Toma.”sussurrò poi togliendo la testa dal petto dell’ Artefice Magico.
“Cosa c’è?”chiese lui apprensivo, notando che la Custode dell’ acqua  si era risvegliata.
“Cosa ha il Valoroso Guerriero? Sembra sulle spine.”
“Vado io a parlargli, sta’ tranquilla.”
Detto questo, il brunetto si alzò per raggiungere il suo amico biondino, ma fu anticipato, perché si ritrovò all’ improvviso un Valoroso Guerriero dalla faccia scarlatta che cominciò a parlare con foga, come un fiume in piena: “Allora Toma, prendi in considerazione tre gatti, uno dorato, uno rossiccio e uno nero. Quello rossiccio e quello dorato si sono incontrati in una vecchia casa a Jimina e hanno vissuto mille avventure insieme, uscendone vincitori. La micetta rossiccia però ad un certo punto, in una grotta, incontra insieme al micio dorato un altro gatto, quello nero, che le fa gli occhi di triglia e così comincia ad ignorare il gattino dorato. Cosa potrà fare lui per riconquistare lei?”
Toma assunse un’ espressione confusa e stava per chiedere al Valoroso Guerriero di cosa stesse parlando, ma gli bastò lanciare uno sguardo verso il picco del Pendio per poter capire.
“Scusa, ma che cosa c’è di male se Kokorì frequenta un altro ragazzo? Sai com’è lei e la cosa non potrà farle che bene.”argomentò poi passandosi una mano tra i capelli nero-bluastri.
“Farà del male A ME!”gridò disperato il biondino. “È da un po’ che non mi parla e io mi sento… Non so… Stranito.”
“Stranito?”L’ Artefice Magico stava per scoppiare a ridere: passava sì molto tempo sui libri, ma non era certo stupido. “Oh no, caro Nike, non sei stranito: tu sei geloso.”
“Geloso? IO? Ahahahahahahahah… Sì, è vero.”
“E come mai lo diventi proprio adesso? Lei ti ama da una vita intera –ed ha anche lanciato segnali molto chiari, direi- e tu cominci ad amarla solo quando è sbucato fuori l’ unico ragazzo che potesse avere un certo ascendente su di lei?!?”
“Me ne sono reso conto solo adesso. Lo so che è sciocco, ma vederla ronzare sempre attorno a quel Kurasa mi ha ricordato il modo in cui lei stava sempre vicina a me. Mi faceva piacere essere amato da lei, ma io sono stato così cieco da non accorgermene prima. E solo adesso, dentro di me, è sbocciato questo piccolo grande amore verso di lei. Come posso fare per riconquistarla?”


Angolo dell' Autrice
Ariecchime a pubblicare un chappy per "Hope is the way"! Ho fatto "abbastanza" presto, eh? *MaanchenoMODE.ON*
Vabbè, a parte le miriade di long a cui devo badare, direi che effettivamente devo santificare le vacanza proprio perché mi permettono di scrivere ed aggiornare molto più spesso... Lo stile è leggermente caduto in un bidone ma le cose per il povero Nike si mettono male! Kokorì ritornerà ad amarlo? Toma riuscirà a dargli dei suggerimenti validi? Perché la vostra autrice è così cretina e pigra da non aver disegnato neanche stavolta il Custode del capitolo?
Le risposte a questa domande (tranne l' ultima) le troverete nei prossimi capitoli!
See you!
-Puff
PS: Un bacione a
LadySere99 che ha inserito questa storia tra le seguite e per tutto il suo appoggio (e le sue risate malefiche) durante la scrittura di questo chapter obbrobbrioso!
 
 
    
 
  

  

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