Please, give me Novacaine

di Angel Blue
(/viewuser.php?uid=167324)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo I ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7 ***
Capitolo 8: *** Pausa ***



Capitolo 1
*** Capitolo I ***


23 Novembre, 1994
 
Freddo. Molto freddo. 
Troppo per una notte di fine Novembre.
Il marciapiede ghiacciato è l’unica cosa che sento oltre al freddo pungente.
La mia anima, lacerata e dolorante, si fonde ad esso, l’unica cosa non straziata che trova.
I miei occhi cerulei, sbarrati e velati di lacrime e panico, rispecchiano il mio spirito e mostrano il film della mia vita.
Quella volta che, a dieci anni, tornai a casa e vidi la polizia e l’ambulanza che portava via due corpi vestiti da due sacchi neri e chiusi. 
Quella volta che, a quattordici anni, mia zia Helen mi sorprese a fumare una canna.
Quella volta che, a diciotto anni, scoprì il mio ragazzo mentre si scopava la mia migliore amica.
Quella volta che, a ventidue anni, pochi minuti fa, fui aggredita da due ragazzi e violentata a turno. 
“Perché?” penso disperata.
La mia mente è un affollarsi e ammassarsi di ricordi e pensieri. Sgradevoli e strazianti.
Essi affluiscono nei miei occhi e si riflettono nelle nuvole nere che coprono le stelle e la luna.
“Venite a prendermi” urlo nella mia testa.
Urla. Devi urlare. 
Non ce la faccio..
Prendo una boccata d’aria. Mi brucia in gola e nei polmoni come se non fosse brezza invernale, ma un tiro ardente ad una sigaretta.
E poi grido
Grido i miei disagi, le mie paure, la mia rabbia, la mia tristezza. 
Grido fino a quando la mia aura non sembra fondersi con la disperazione, l’odore di sudore, alcol e fumo, e il marciapiede.
Grido finché non sento delle imprecazioni e poi il rumore di una sirena. No, due sirene.
Gli occhi del tizio dell’ambulanza sembrano volermi perforare l’anima e leggerla.
Li serro all’istante.
Delle mani forti mi sollevano e mi posano sulla barella.
-Dobbiamo farle delle domande.- dice la voce roca per il fumo di un uomo.
Un urlo di frustrazione. Una donna.
-Non capisco voi della polizia. Ma non vedete in che condizioni è la paziente? Per l’amor del cielo, se ne vada! Può benissimo farle tutte le domande che vuole domani al St. Jimmy Hospital.- detto ciò l’infermiera chiude le porte dell’ambulanza.
Delle mani esili iniziano a passarmi qualcosa dall’odore dolciastro sulle ferite del sul viso, le braccia e le gambe.
Mi coprono con una coperta. 
Ero mezza nuda.
“Chi mi ha trovata?”
Ah, un attimo, l’ho solo pensato. Idiota.
-Chi.. Chi mi ha trovata?- sussurro.
-Come ha detto signorina..?- mi chiede l’infermiera che scopro essere molto graziosa appena apro gli occhi.
-Cade. Brittney Cade. Ho chiesto chi mi ha trovata.- bisbiglio.
-Non lo so. Domani forse lo o li vedrà. Se è, o sono, rimasti almeno un po’ sconvolti dall’accaduto. Sicuramente saranno con la polizia.- e poi inizia a borbottare imprecazioni contro la polizia.
L’ultima cosa che sento prima di cadere nell’oblio scuro e rassicurante sono il rumore degli sportelli dell’ambulanza che si aprono e il familiare freddo che mi accoglie nelle sue braccia.


Spazio Autrice__
Ciao a tutti! *si inchina ed evita uno schermo tv lanciatole contro*
Questa è la mia quinta storia sui Green Day, e devo dire che mi piace abbastanza. Non ho mai scritto storie su Brittney, quindi sono piuttosto felice di averlo fatto.. *sorride come una cogliona a sé stessa*
Credo che, avendo anche le altre storie da continuare, pubblicherò più o meno ogni lunedì (voi: *e a noi cazzo ce ne frega?!*, io *scusate.. no il mio gatto no! prendete me, ma Cleo lasciatela lì!!*) giuro, non sono pazza :D
Se la storia vi è piaciuta vi invito a lasciare una recensione!
Detto ciò mi ritiro nel mio mondo..
Rage&Love (tanto Love).
Francesca 

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


24 Novembre, 1994 Niente aveva un fottutissimo senso. 
Perché sento il mio cuore battere? 
Perché sono viva?
Perché non posso semplicemente restare in pace per una volta?
-Signorina? È sveglia?- una donna con una voce alquanto irritante mi disturba.
Taccio. Ti prego dimmi che se ne va.
-Guardi che faccio questo lavoro da tanto, capisco quando una persona dorme o è sveglia.- va avanti con un tono saputello.
“Ah, beh, allora ti faccio un applauso perché sai fare il tuo lavoro” penso ironica.
Apro gli occhi controvoglia. Anzi, ‘controvoglia’ è un eufemismo.
Oddio. La sua voce mi ricordava quelle ragazze con i ricci biondi e un chewing gum rosa in bocca. No, la tizia è alta, magra con i capelli marrone scuro e i lineamenti duri. La voce non c’entra proprio niente con il corpo.
-Ecco! Allora, adesso controllo i suoi parametri vitali e, se tutto è a posto, la polizia potrà farti domande.- dicendo ciò si avvicina alla flebo attaccata a non so bene dove nel mio corpo, poi si avvicina all’ecocardiografo.
Bofonchia delle cose, ma io non la ascolto.
L’odore di disinfettante mi sta dando alla testa. È dolciastro, ma amaro, è buono, ma fa schifo. Un po’ come me. 
Non me ne fotte più un cazzo di niente. 
Chiudo gli occhi. 
Volevo morire, volevo che Erik mi uccidesse. In fondo, lui era nel giusto, no? 
Sono io che l’ho abbandonato all’altare.
Sono io che sono corsa in metropolitana guardata male da tutti.
Sono sempre io che mi sono rifugiata a casa della mia migliore amica.
E sono sempre io ad essere stata trovata e ad averla pagata.
Entra un poliziotto, si piazza al mio fianco, davanti alle mille sacche contenenti un liquido dal colore indefinito.
Sento delle lettere indistinte in un tono delicato, forse per non spaventarmi, ma la voce del poliziotto resta sempre roca e sporca. Troppe sigarette.
Fisso quel che si trova al di là della finestra, il cielo azzurro coperto solo da poche nuvole, alcune case coperte di neve ed un campo da calcio dove probabilmente nelle calde stagioni i ragazzi giocavano, ma dove ora si tiravano solo palle di neve.
Non ho mai avuto un’infanzia così. Invidio quei ragazzi..
-Signorina!- una specie di lamento mi riporta alla realtà e mi fa sobbalzare.
-Cosa? Cosa cazzo vuoi?. Non mi preoccupo di dargli del lei, tanto non mi interessa dargli una buona impressione.
-Non c’è bisogno di innervosirsi. Le sto solo facendo domande.- cerca di tranquillizzarmi, ma mi fa soltanto incazzare.
-Si, certo che mi innervosisco! Il mio quasi marito e suo fratello mi hanno violentata! Ho una vita di merda! E in più c’era quell’infermiera a fare la saputella perché sa fare il suo lavoro, e poi ci sei tu, che continui a fare domande. Non ne voglio parlare, ora per piacere, se ne vada.- alla fine del mio sclero mi accorgo che me la sto prendendo con quel signore che non c’entra nulla. Dannazione. Idiota.
Il poliziotto esce e rientra l’infermiera di prima. 
-C’è qui la persona che ti ha trovata. Posso farla entrare?- voce odiosa. 
NO. -Certo.- 
Esce e io passo le dita tra i capelli, cercando di snodare il nido di pterodattili che ho al posto dei capelli. Niente da fare.
L’infermiera entra nuovamente nella mia stanza seguita da.. Una ragazza.
È poco più bassa di me, un po’ in carne, i capelli scuri con alcuni rasta biondi e gli occhi color marrone cioccolato.
-Piacere, io sono Adirenne.- la ragazza mi tende la mano.
 
 
Spazio Autrice___
Ciao a tutti! Scusate, questo capitolo è schifoso.. Anzi, peggio.. 
Sono un po’ depressa perché oggi c’è il concerto a Locarno e io non sono lì.
Comunque nel prossimo capitolo giuro che mi farò perdonare e rimedierò!
Intanto grazie a chi ha recensito:
-keepCalm_And_RageAndLove (Macciao ti lovvo troppo <3)
-Whatshername_x (ciau!)
-greenday_americaidiot (ehilà bella! <3)
-IdiotBrown87 (whazzy <3)
-GD_foREVer (sparisci troppo spesso we! Ti voglio bene <3)
-Phantom Of The Opera (weii )
A chi l’ha messa tra le preferite:
-GD_foREVer (my lovee <3)
-draco_dormiens (ciau!)
-greendayer09 (ehi!)
-__brokenglass (bonjour :D)
E a chi l’ha messa tra le seguite:
-My name is Amy (ehilà!)
-keepCalm_And_RageAndLove (love you <3)
-Phantom Of The Opera (woo ciau!)
-Whatshername_x (ciau di nuovo!)
Adios People <3

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


24 Novembre, 1994
 
Guardo la mano e dopo un paio di secondi capisco che sarebbe il caso di stringerla.
Muovo la mano sinistra, ma si blocca trattenuta da qualcosa, l’ago della flebo, e a momenti mi tiro addosso il palo di metallo con il contenitore di plastica trasparente contenente un liquido lievemente rosato.
La ragazza, Adrienne, sorride e non abbassa la mano.
Controllo che la mano destra sia libera da ogni ostacolo e poi gliela stringo.
-Brittney.- le dico.
Sorride di nuovo, mettendo in mostra le fossette, e si siede su una sedia comparsa ‘magicamente’ accanto al mio letto.
-Allora.. Come stai?- mi chiede con uno sguardo preoccupato e aggrotta le sopracciglia.
-Non lo so.- rispondo sincera.
Mi guarda con una luce negli occhi che non riesco a decifrare.
-Distraimi. Parlami di te.- le sorrido. O almeno credo di averlo fatto.
-Beh, mi chiamo Adrienne Armstrong. Nesser era il mio cognome da nubile. Sono sposata da quattro mesi con Billie Joe Armstrong, il frontman dei Green Day, non so se li conosci. E sono incinta.- ride con un’espressione che solo le donne incinte hanno e solo ora noto la piccola protuberanza che sporge dalla maglietta nera.
-Sono felicissima per te. Si, conosco i Green Day, più o meno..- diciamo che ne ho sentito parlare.
-Ti va di pararmi di te?- mi chiede un po’ incerta.
-Veramente ora vorrei riposarmi. Fidati, è meglio non sapere. Non ho niente da dire.- le dico a malincuore.
-Va bene.. Allora vado. Domani devo venire qui per forza per un’ecografia, e forse ci sarà anche Billie, non lo so. Allora ciao.. Riposati.- mi accarezza la guancia ed esce.
In questo momento vorrei avere qualcosa da fare. 
Un libro.
Qualsiasi cosa.
E indovinate che è tornato a farmi compagnia? L’infermiera.
-Come va?- voce lagnosa, orribile, da portare la gente al suicidio. O ad uccidere lei, meglio.
“Secondo te, imbecille?” penso acida.
Io di solito sono gentile con gli sconosciuti, ma questa o è cretina o mi sta prendendo per il culo.
-Questo è il pranzo.- dice senza neanche aspettare che le rispondessi.
Mi posa davanti una bottiglietta d’acqua, una mela e della poltiglia in un piatto.
Appena esce butto nel cestino il piatto e mangio la mela.
Chiudo gli occhi e spero solo di addormentarmi presto.
 
Un urlo.
Apro gli occhi infastidita.
-Dov’è mio figlio?! È VIVO? Ditemi che è vivo vi prego..- una donna davanti alla mia stanza sta urlando in lacrime.
Io ho paura della vita per questo. Non tanto per me, ma per chi mi sta intorno.. Beh, per ora nessuno, quindi.
-Signora stia tranquilla..- la vocina mi fa capire chi sta parlando. Probabilmente stava venendo da me a svegliarmi e poi chiedermi “Stavi dormendo?”. 
Ormai c’è odio reciproco fra noi.
-Tranquilla niente, fatti i cazzi tuoi porca troia! Non puoi capire come ci si sente! Levati di mezzo!- 
Io. Ci. Godo.
L’infermiera entra nella mia stanza visibilmente sotto shock.
Pff.
-Cosa vuoi?- le chiedo.
Sembra essersi accorta che era entrata qui per rifugiarsi ed esce dalla mia stanza.
Vedo buio fuori dalla finestra..
Chiudo gli occhi e mi riaddormento.
 
-Ehi.. Brittney?- qualcuno mi scuote la spalla.
-Mhm?- bofonchio.
Apro gli occhi.
Davanti a me c’è Adrienne con in mano un foglio lucido blu scuro.
E c’è un uomo.. Mi strofino gli occhi e si, è un uomo.
-Piacere, Billie Joe.- mi tende la mano.
Questa volta non voglio tirare giù niente, ce la farò?
 

Spazio Autrice__
Saaalve! Come va gentee? Io sono felicia perché sono in vacanza con la mia migliore amica :’) ma ho trovato il tempo per scrivere u.u sotto i fulmini che mi lancia con gli occhi, ma.. Ok :3 si, so che è un po’ scadente come capitolo, peeerò! Capitemi :c
Spero comunque che vi piaccia! Dedico il capitolo alla mia Whazzy [(Gaia) (IdiotBrown87)] che ha dedicato la sua nuova storia anche a me :’’) grazie mille ancora <3 <3 recensite se vi è piaciuto il capitolo!
Grazie a tutti quelli che l’hanno aggiunta tra le preferite/seguite e che hanno recensito! Al prossimo lunedì <3

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** Capitolo 4 ***


25 Novembre, 1994

Occhi verdi, capelli biondi. Si nota la ricrescita, quindi suppongo non sia il suo colore naturale.
-Piacere Billie Joe.- allunga la mano sorridendo.
Billie Joe. Non è un nome molto comune. Mi piace.
Rivolgo il mio sguardo al polso destro e controllo di non avere fili di nessun genere attaccati ad esso. Giusto per essere sicuri.
Gli tendo la mano e la stringo farfugliando il mio nome.
Adrienne mi guarda con occhi indecisi e si morde il labbro.
-Mi devi dire qualcosa?- le chiedo con voce aparentemente tranquilla.
-Vuoi vedere il nostro bambino?- esplode entusiasta.
E io che pensavo fosse qualcosa di serio e preoccupante!
Billie Joe la guarda e sorride. 
Nei suoi occhi verdi passa una scintilla. La sta guardando e continua a sorridere. 
Il suo sguardo mi colpisce e sento come uno sfarfallio al cuore.
Adrienne è al centro delle sue attenzioni. La guarda con la bocca semi aperta in un sorriso che non avevo mai visto a nessuno, mettendo in mostra i suoi denti bianchi e curati. Gli occhi sono attorniati da piccole rughette di espressione, quelle tipiche delle persone con il sorriso fissato perennemente sul viso, e sorridono quasi come le sue labbra. Esprimono qualcosa, non so.. Gioia, ammirazione. E soprattutto amore. L'amore sta fluttuando nell'aria intorno a lui, avvolgendo il suo corpo e arrivando fino a quello di Adrienne. 
Vorrei essere guardata anch'io così. Non sa quanto è fortunata. O forse si? 
-Certo.- le sorrido in risposta.
Felice, lei mette una mano nella borsa nera che porta appesa alla spalla e inizia a frugarci dentro.
Noto che Billie Joe è "tornato in sé".
-Ecco!- esclama in tono felice ed ellettrizzato.
Mi posa sul palmo delle mani un cartoncino lucido blu scuro e io ci guardo dentro.
Si, lo vedo.
Un piccolo corpicino avvolto dall'amore dei suoi genitori. Ok, in senso metaforico. E' ovvio che è nell'utero di Adrienne.
-Sono felice per voi.- cerco di mettere in mostra il sorriso più convincente, ma dall'occhiata che si scambiano penso di non averli convinti.
-Scusate se non sembro entusiasta. Davvero, io sono felice, solo che non so mai come comportarmi in queste situazioni.- mi giustifico. Quanto è vero! 
-Figurati! Pensa che nemmeno Billie sa come comportarsi.. In quasi ogni situazione non consueta per lui.- mi dice in un sussurro udibilissimo da Billie Joe e finge un'aria sorpresa quando lui sbotta un "Non è vero!".
-Ma davvero? E dimmi.. Come hai reagito all'annuncio della mia gravidanza?- si mette una mano sul fianco e dalla sua espressione capisco che annuncia una vittoria.
-Beh, ma è diverso! Eravamo sbronzi, ci eravamo appena sposati e mi sono chiesto come era possibile che tu fossi rimasta incinta in una notte!- esclama credendo a sua volta di aver vinto.
-Certo, perché è normale credere che una donna possa rimanere incinta in un giorno, no?- sbuffa Adrienne.
-Sono aperto a qualsiasi cosa non consueta per me.- incorcia le braccia a mo' di bambino dell'asilo.
Per quanto riguarda me sto solo aspettando i pop corn. Li guardo divertita aspettando la mossa di Adrienne.
Alza le sopracciglia rendendo il suo viso armonioso lievemente scontroso.
-Ciclo mestruale.- dice scandendo le parole alla perfezione.
L'espressione di Billie Joe mi fa scoppiare a ridere all'istante, così come Adrienne.
L'interessato sta per ribattere, ma gli suona il cellulare. Parte una canzone che non conosco.
-Pronto?- 
Smetto di farmi gli affari suoi e mi immergo nei miei pensieri.
L'infermiera, la mia vecchia amica, mi ha detto quando posso uscire? Nel caso in cui non l'abbia fatto devo assolutamente chiederglielo.
Sono stufa del cibo schifoso e neofilizzato. Non che id solito mangi di meglio, però..
E poi l'aria che si respira qui è un qualcosa di orribile. Oltre alla disperazione e alla tristezza della gente, che, fidatevi, si sente, l'odore di disinfettante non è il massimo. All'inizio bruciava le narici, poi ci si fa l'abitudine.. Ma fa schifo ugualmente.
-Hai sentito?- 
-Cosa?- vengo riportata di nuovo alla realtà dalla voce di Adrienne.
-Tra poco arriveranno qui Trè e Mike e faremo colazione tutti insieme, sei d'accordo?- 
-C.. Certo.-

Spazio Autrice__
Nonostante tutto, sono tornata! Intanto scusate per il ritardo di tutte le storie, oggi dovrei riuscire a postare i nuovi capitoli.
Questa mi sembra la mia storia più bella..
Grazie a tutti quelli che hanno recensito <3 
E a chi l'ha aggiunta alle seguite/preferite <3
Un grazie speciale a IdiotBrown87 (grazie e scusa) 

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** Capitolo 5 ***


24 Novembre, 1994
 
-Va bene, allora ci vediamo lì.- mi salutano Adrienne e Billie.
Hanno insistito per aspettarmi, ma voglio stare un po' da sola.
Entra un'infermiera, non l'ho mai vista.
-Può andarsene. Si ricordi di passare in commissariato.- mi dice senza quasi guardarmi e si mette a sistemare delle carte.
Mi vesto, raccatto la mia roba e me ne vado il più in fretta possibile.
Appena esco l'aria fredda di fine Novembre mi investe.
Mi sembra così strano respirare aria pulita. Non c'è più odore di disinfettante.
La condensa si forma dalla mia bocca ogni volta che respiro.
Starbucks. Vicino all'ospedale. Boh.
Attraverso una strada e mi guardo in giro, ma niente.
Torno davanti all'ospedale e cammino dalla parte opposta.
Dopo pochi passi trovo il benedetto Starbucks, individuando immediatamente Adrienne e Billie Joe in compagnia di altri due ragazzi che non conosco.
Mi assicuro che sulla porta ci sia scritto "Spingere" e non "Tirare", per evitare figure di merda, ed entro.
Il caldo mi avvolge e sospiro di sollievo.
Sorrido a Adrienne che appena mi vede mi indica e si sposta per farmi sedere sulla panca rivestita di pelle nera accanto a lei.
Tolgo la giacca e mi siedo.
-Ciao.- dico.
-Ragazzi questa è Brittney. Brittney loro sono Mike e Frank, ma chiamalo Tré.- Adrienne fa le presentazioni.
Mike ha i capelli biondo scuro e gli occhi azzurrissimi.
Tré ha i capelli verdi e gli occhi chiari.
Sono tutti e due molto attraenti.
Gli stringo la mano e noto che entrambi hanno una stretta vigorosa.
Hanno tutti davanti o un cappuccino o un caffè, quindi faccio segno al cameriere di avvicinarsi e ordino una cioccolata calda.
Mike sta canticchiando qualcosa guardando fuori dalla finestra, BJ e Adrienne sono immersi in una conversazione e nessuno sembra accorgersi che mi sento un tantino in imbarazzo.
Nessuno tranne Tré, che fa la domanda più sbagliata di tutte.
-Allora Brittney, perché eri all'ospedale?- chiede con voce davvero interessata.
Mike smette di canticchiare e volta la testa verso di me con le sopracciglia incurvate, Tré si sporge sul tavolo con gli occhi ingranditi dalla curiosità e Billie e Adrienne smettono di parlare.
Adrienne volta la testa verso Tré, di lei riesco a vedere solo i capelli, ma nel riflesso della finestra vedo uno sguardo alla "Non è proprio il caso".
Beh, ecco, io pensavo che lei gliene avesse parlato. Ma evidentemente mi sbagliavo, forse ha capito che avrei dovuto scegliere io se raccontarlo a loro o no.
Arriva la mia cioccolata. Vedo che il cameriere a tutta l'aria di essere stufo del suo lavoro.
-E' molto piaciuto il nostro album, sai Adie?- domanda BJ a Adrienne, come se lei non lo sapesse.
Gli sono grata e bevo un sorso della mia cioccolata.
-Come si chiama?- chiedo.
-Dookie.- risponde Mike.
E' la prima volta che lo sento parlare, ha una voce profonda.   
-Che titolo.. interessante. E, ditemi, Dookie è il vostro primo album?- faccio di tutto per riuscire a seppellire la domanda di prima. Intanto bevo un altro sorso della mia cioccolata.
-Beh, in realtà è il nostro terzo. Il primo si chiama 1039 Smoothed Out Slappy Hours e il secondo si chiama Kerplunk. Tré è il nostro batterista da Kerplunk, prima di lui c'era Al Sobrante.- mi spiega Billie. 
-Ah.- dico.
Arrivo a metà della mia cioccolata.
-Quanti anni hai?- mi chiede Mike.
-Ventidue. Voi?
-Io e BJ ventidue, Adie venticinque e Tré ne compierà ventidue a Dicembre.- risponde Mike.
-Bene.- non capisco perché tutte 'ste domande.
Guardo l'ora... meglio andare. 
-Devo andare in commissariato.- annuncio e faccio per alzarmi.
-Pos...posso portarti io.- si offre Mike.
Io manco lo conosco.
-Sì dai, fatti portare! Non è il caso di prendere un taxi!- esclama BJ con uno sguardo strano, fissando Mike. 
-Ahn... ok.- accetto.
Bevo in un secondo il resto della mia cioccolata, ustionandomi la lingua, saluto tutti ed usciamo.
-Allora, qual'è la tua?- domando cortesemente.
-Quella.- risponde indicando una macchina grigia.
Si siede al posto del guidatore e io al posto del passeggero.
Mette in moto e cala un silenzio imbarazzante.
-Quindi... Da quanto suonate?- tutto meglio del silenzio imbarazzante.
-Da sempre.
-Billie e io siamo sempre stati migliori amici e la musica ci ha uniti ancora di più.- sorride.
-Che bello essere uniti da qualcosa.- sorrido.
-Tu e la tua migliore amica non siete unite da qualcosa?
-Sì, lo eravamo. Il mio ex ragazzo ci univa.- rispondo ironica e lui ridacchia.
Cala nuovamente il silenzio e questa volta non riprendiamo la conversazione.
Mi sembra uno di quei tipi un po' chiusi che non parlano tanto. 
Arriviamo in commissariato e scendiamo dalla macchina.
Ci accoglie... un cazzo di nessuno, sono tutti occupati a leggere carte o bere caffè guardando il nulla.
Mi avvicino a un poliziotto a caso che, dopo avermi squadrata un paio di volte, mi chiede chi io sia.
-Brittney Cade.- rispondo.
-Ah. Un secondo prego.- prende il telefono e lo sento parlottare con qualcuno.
-Una certa Brittany, Brittney, non mi ricordo.- lo sento bisbigliare.
Ascolta la risposta e chiude la chiamata annuendo.
-Ok, mi segua prego.- mi dice.
Entriamo in una stanzetta e mi siedo. Mi accorgo che Mike non è con me.
-Dov'è Mike? Il ragazzo che era con me?- chiedo.
-Fuori.- mi risponde.
Onestamente la mia voglia di restare qui in balia dello sguardo svogliato e annoiato di quel tizio è pari a zero.
-Non è che puù assistere al colloquio?- domando.
-Certo..- sbuffa alitandomi in faccia l'odore di caffè del suo alito.
Si alza e dice qualcosa a Mike che si avvicina e si siede accanto a me.
-Può dirmi cosa è successo?- domanda con voce monotona bevendo un sorso di caffè.
Mi trattengo dal guardarlo male, ma gli occhi al cielo li alzo.
-Niente di che. Camminavo e... mi hanno aggredita.- mi trema la voce quando mento, ma fortunatamente quello è così annoiato che non si accorge di nulla.
A differenza di Mike, che mi guarda curioso.
-Non li conoscevo e avevano i volti coperti.- continuo guardando dritto ed evitando ogni contatto con Mike.
-Ok, qualche segno di riconoscimento?
-Mhm... Uno era alto.- continuo a mentire.
Sbuffa e mi congeda con un "faremo il possibile".
Usciamo sotto una miriade di sguardi annoiati.
Senza una parola scendo le scale ed entro in macchina.
-Arrivo, vado un secondo a comprare le sigarette.- mi dice indicando la tabaccheria affianco al commissariato.
-Ah, ok.
Incrocio le braccia e aspetto che Mike torni.
Qualcuno bussa al finestrino e sobbalzo.
-Scusa! Dobbiamo passare!- una signora sulla cinquantina, riccioluta e alta mi urla alquanto infastidita.
-Deve aspettare che torni il guidatore.- le rispondo scocciata.
Che poi ce la farebbe benissimo a passare, non capisco il suo problema. Glielo dico.
-Ma non vedi? Perderei lo specchietto!- sclera.
-No, non lo perderebbe.
Mi metto a fissare il vuoto mentre questa rompi palle continua a bussare sul finestrino. Cosa alquanto irritante. In più il marito, o almeno credo lo sia, ha iniziato a lamentarsi come lei.
-Minchia, state calmi!- urlo.
Finalmente Mike arriva e tra un "Ma hai visto che gente?" e un "Sarebbe da denuncia!" sposta la macchina.
-Scusa se ti ho fatto fare una figura di merda.- mi scuso, ma non è che mi dispiaccia poi così tanto. Se lo meritavano.
-Figurati, io avrei fatto lo stesso.
Allaccio la cintura e aspetto che Mike metta nuovamente in moto, ma non lo fa.
-Allora?- chiedo infastidita.
-Perché hai mentito?- domanda guardandomi.
-Senti, io non ti conosco, fatti gli affari tuoi.- rispondo e incrocio le braccia.
Finalmente mette in moto.
 
Spazio Autrice__
Ed ecco il nuovo capitolo! Devo ringraziare tantissimo StrychnineTwitch che mi ha dato consigli, corretto certi errori e dato spunto per alcune cose. Grazie mille ancora.
Le recensioni sono ben accette, sia quelle positive che quelle negative.

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** Capitolo 6 ***


25 Novembre, 1994
 
Continuo a pensare a quel tale, Mike.
Era carino, certo, ma davvero troppo.. invadente.
Prendo una sigaretta e vado a sedermi sul divano.
Sento un guaito, mi sporgo dal bracciolo e noto Bowie che mi guarda con gli occhi spalancati.
-Va bene, sali.- dico sbattendo la mano sul divano.
Sale ed inizio a grattargli le orecchie mentre fumo.
"Cos'è questa sensazione di inquietitudine?" mi chiedo.
-Ah già!- esclamo facendo sobblazare Bowie.
Erick è ancora in giro. Libero.
Bah, meglio pensare a qualcos'altro.. Il brontolio allo stomaco mi induce a pensare alla cena.
Spengo la sigaretta e mi dirigo saltellando verso la cucina con Bowie al seguito.
Apro il frigorifero e.. vuoto.
Sbuffo e alzo gli occhi al cielo.
Cazzo, mi tocca anche andare a fare la spesa.
Mi ero già messa il mio pigiama da Nutella! Ovvero un pigiama pezzo unico bianco con dei disegnini blu, che metto solo quando programmo una serata cena-film-nutella. 
A malincuore lo tolgo, infilo dei jeans, una maglietta a maniche lunghe nera, un giubbotto nero e una sciarpa grigia.
Sciolgo i capelli e infilo le scarpe.
-Torno tra poco.- dico a Bowie accarezzandogli la pancia.
Afferro la borsa, controllo che ci sia il portafoglio, ed esco.
Subito il freddo mi investe e rabbrividisco.
Cammino svelta verso destra. Fortunatamente il suppermercato non è poi così lontano. 
La macchina non ce l'ho, usavo quella di Erick.
Un gruppo di ragazzi seduti sul muretto davanti al supermercato si zittiscono e mi squadrano.
Dall'odore capisco che stanno fumando, e non sigarette.
Che stupidi i ragazzini. Fumano davanti a mezzo mondo e solo perché sono lontani da casa credono di essere al sicuro.
-Daniel!- esclamo.
Un ragazzo biondo e bassino alza lo sguardo preoccupato e quando mi vede inizia a correre.
Senza pensarci un momento mi butto all'inseguimento.
Le mie gambe saranno il doppio delle sue, quindi in poco tempo lo raggiungo e lo afferro per la collotola.
Sistemo la borsa.
-Ma che cazzo ci fai con quelli?- urlo.
-Senti, tu hai lasciato Erick, ormai non c'entri più nulla con la mia vita. Lasciami stare!- si libera dalla mia presa e corre via.
Lascio perdere. Ha ragione lui.
Daniel è il fratello quindicenne di Erick, e per colpa di quell'imbecille drogato ora anche suo fratello frequenta queste compagnie. 
Colpa sua. Non posso più farci nulla.
-Ehi!- qualcuno urla.
-Ehi, Britt!
Mi volto e  vedo una macchina.
Stringo gli occhi per vedere chi c'è dentro e mi trovo davanti BJ e Adrienne.
Adrienne sta tipo soffocando Billie per sporgersi dal finestrino.
-Ciao!- sorrido.
-Che fai qui?- mi chiede Adrienne. Sembra non sentire i lamenti di Billie.
-Abito qui vicino. Stavo andando a fare la spesa e poi..- lascio sfumare il discorso.
-Ma vieni a mangiare da noi!- esclama togiendosi da Billie, che sospira di sollievo.
-N.. no, non fa niente. Grazie comunque.- rispondo.
-Ma si! Perché no?- sembra triste.
-'Sta sera.. ho un impegno..- il mio bel film e la mia nutella mi aspettano.
-E allora domani?- insiste facendo gli occhi da cucciolo.
-Va bene. Dove e quando?- domando.
-Alle sette ti passiamo a prendere qui?- dice Billie Joe.
Mi ero quasi dimenticata che anche lui è qui.
-Perfetto. A domani.- giro le spalle e vado verso il supermercato.
-Ciao!
Entro nel supermercato e prendo una pizza surgelata.
Pago ad una cassiera molto annoiata e poi corro verso casa.
Appena arrivo sclacio le scarpe, mi tolgo i vestiti e rimetto il mio pigiama da Nutella.
Metto la pizza nel forno e faccio partire Saw. Ho intenzione di guardarmene un po'. 
Vedere come fa schifo la vita delle altre persone nei film mi fa pensare che la mia sia migliore, quindi..
Mi addormento sul divano con il cucchiaio della Nutella in mano e Bowie sulle gambe.
 
Un urlo mi fa sobbalzare.
Oddio il film era impostato a ripetizione. 
-Oh, guarda Bowie, questa è la parte più stupida!- dico a Bowie.
La luce filtra attraverso le finestre, suppongo che sia mattina.
Mi alzo dal divano e sento un male cane al collo e alla schiena.
-Ahia!- esclamo.
Prendo una ciotola di vetro, ci verso dento del latte e dei cereali e inizio a mangiare.
-Ma sono già le undici emmezza!- urlo.
Scuoto l'orologio per vedere se è bloccato o rotto. No, tutto a posto.
Decido di lanciarmi un attimo sotto la doccia e per venti minuti buoni il getto caldo dell'acqua mi fa dimenticare ogni cosa.
Esco e mi avvolgo in un asciugamano bianco e faccio lo stesso con i miei capelli.
Mi asciugo e metto un paio di leggins neri e un felpone blu scuro.
-Che vuoi?
Bowie sta grattando sulla porta facendo versi.
Esco e lui si piazza davanti alla ciotola del cibo, che mi affretto a riempire. Non avevo voglia di sentirlo abbaiare.
Suona il campanello.
-Chi è?- chiedo.
-Britt.. sono Daniel.- risponde la persona.
Apro subito.
-Daniel, che ci fai qui? Non avevi detto che non avevi più nulla a che fare con me?- domando.
-Si, ma.. mi dispiace. 
-Vieni qui.- lo abbraccio.
Ho sempre avuto un buon rapporto con Daniel. Inizio a sospettare di avere avuto un rapporto migliore con lui che con suo fratello.
-Che è successo?- gli chiedo.
-Mio fratello è scappato e mi ha obbligato ad andare a prendere la droga per lui, ma io non voglio più farlo. Lo sai come sono mamma e papà, loro fanno finta di non sentire.- mi racconta.
-Brutto imbecille. Ci parlerei io.. I tuoi dove sono?- gli chiedo ancora.
-Ma che ne so. Non a casa. Secondo me sono andati nella casa in montagna.- risponde.
-Hai un posto dove andare?
-Il mio migliore amico torna domani.
-Oggi.. puoi restare da me.- dico.
 
Spazio Autrice__
Ho postato all'una di mattina perché non ho sonno e perché domani non avrò tempo :3 se vi è piaciuto vi invito a lasciare una recensione. Anche se non vi è piaciuto i consigli e le critiche sono ben accetti. Ringrazio nuovamente StrychnineTwitch che ha "ascoltato" la mia idea e mi ha dato consigli.
Al prossimo Lunedì,
Francesca.

Ritorna all'indice


Capitolo 7
*** Capitolo 7 ***


25 Novembre, 1994
 
-Dov'è Chris?- chiedo a Daniel, dopo esserci seduti sul mio divano.
-Non ne ho idea. So che Erick è scappato, quindi suppongo che anche Chris lo sia.- mi risponde.
Sicuramente è così. 
Mi alzo e vado a mettere su l'acqua per il tè.
-Devo andare a cena da.. amici.- strano chiamarli così dato che non ci conosciamo quasi per niente. D'altronde mi sembra più appropriato il termine "amici" che la frase "la ragazza che mi ha trovata mezza morta per merito dei tuoi fratelli, con suo marito e i suoi amici".
-Tu resti a casa buono, guardando la televisione, ok?- domando retoricamente, non accetterei mai un "no" come risposta.
-Certo! Già il fatto che mi stai ospitando.. Non deluderò la tua fiducia.- mi dice sincero guardandomi negli occhi.
Annuisco e guardo l'ora.
Una emmezza.
-Che ti va di fare fino alle.. sei emmezza?- chiedo. Alle sette inizierò a prepararmi.
-Mhm.. normalmente guarderei la tv, ma visto che è tanto che non ci vediamo.. un gioco da tavolo?- propone sorridendo.
-Non ne ho, non ci gioco mai. Giochiamo a carte!- esclamo.
Sobbalza e mi guarda stranito.
-Ok, come vuoi.- accorda.
Mi alzo, tolgo l'acqua dal fuoco e faccio due tazze di té. Fatto ciò prendo le carte dalla libreria e torno davanti a lui.
Passiamo il resto della giornata giocando a carte, bevendo té e mangiando biscotti.
Alle sei emmezza entro nella mia stanza e apro l'armadio.
Credo sia una cena informale tra amici, quindi opto per un paio di jeans aderenti chiari, una canottiera nera a cui abbino un golfino nero largo ed elaborato di lino.
Metto gli stivaletti con il tacco, pettino i capelli, mi trucco, metto il profumo e sono pronta. 
-Mi raccomando, non combinare casini.- avverto Daniel.
-Tranquilla Britt, davvero.- mi rassicura lui.
Lo saluto ed esco di casa con la giacca in mano.
La infilo subito.
Cammino a passo svelto nel punto dove Adirenne mi ha detto di andare e trovo una macchina, ma non la loro. Bensì quella di Mike.
Busso al finestrino e lui mi apre la portiera.
-Ciao, come mai sei venuto tu e non BJ?- domando.
-Ehm, ciao. Mi ha detto di venirti a prendere perché lui doveva aiutare Adrienne.- mi dice poco convinto.
Bah. 
-Ok.
-Stai molto bene.- sussurra.
Io, che ero persa a guardare il paesaggio, mormoro un "grazie" e torno a guardare il paesaggio.
Non vedo l'ora che nevichi. Io adoro la neve, mi riporta alla mente bellissimi ricordi..
Immersa nei miei pensieri non mi accorgo che Mike a spento l'auto. Speriamo che non abbia provato a parlarmi.. in tal caso ho fatto una figura di merda.
Io e Mike, forse spinti dal freddo, corriamo in casa.
-Eccovi!- esclama Adrienne sorridendo.
Sorrido.
-Smettila Tré!- sta urlando Billie.
-Oddio Billie, sei peggio di Adrienne! Non sto facendo niente!- risponde a tono Tré.
Io e Mike, seguiti da Adrienne, ci dirigiamo verso la cucina, ovvero il luogo da cui proviene il bisticcio.
BJ è davanti a Tré e tiene in mano un panno in modo molto inquietante.
Trè.. beh, è Tré.
-Non toccare gli antipasti! Ci abbiamo messo molta pazienza per farli!- continua Billie.
Tré sbuffa.
-Che rompipalle che sei BJ.- incrocia le braccia.
-Rompipalla vuoi dire.- sorride Billie, strafottente.
-Ha ha. Mangiamo o no?- si lagna Trè.
-Si! Tutti a tavola!- annuncia Adrienne.
Questi qui sono tutti pazzi. Mi piacciono.

Spazio Autrice__
Sono tornata. So che non è un capitolo proprio bello.. Sono come al solito bene accette le recensioni sia positive che negative. Questa volta non ringrazio nessuno (anche se vorrei e dovrei ringraziare una Persona per la terza volta) perché essa mi ha già minacciata di chiudermi in uno scatolone e lasciarmi affondare nell'Oceano Pacifico <3
A Lunedì prossimo,
Francesca

Ritorna all'indice


Capitolo 8
*** Pausa ***


Causa vacanze e compiti delle vacanze non pubblicherò per 1/2 settimane. Scusate tanto, mi farò perdonare.
-Francesca

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=1957619