Baby, don't you know I suffer ?

di Il cavallo di Brian
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** The silence of the rotten, forgotten screaming at you ***
Capitolo 2: *** The poor groom's bride is a whore ***
Capitolo 3: *** Did I make a mistake cause I'm trying to deal with the pain I don't understand this, is this how it ends? ***
Capitolo 4: *** It consumes me, controls me ***
Capitolo 5: *** Paint it black and take it back ***
Capitolo 6: *** I'm not the villain despite what you're always preaching ***
Capitolo 7: *** And if you carry on this way things are better if I stay ***



Capitolo 1
*** The silence of the rotten, forgotten screaming at you ***


Ok spero vivamente che piaccia!
Naturalmente è ambientata ai giorni nostri e Gerard(Way), Jared(Leto) e Alex (Gaskarth) hanno la stessa età e si trovano ad affrontare la vita di tutti i giorni di tre adolescenti! Questo primo capitolo funziona un po' da introduzione ai personaggi. Il rating è arancione perchè nei prossimi capitoli si vivranno esperienze più diciamo avvincenti e.. Ah il titolo di questo primo capitolo è preso da una canzone dei Green Day: The Static Age (21st Century Breakdown). 
RAGE AND LOVE, Gaia.
 
1. The silence of the rotten, forgotten screaming at you.
 

Gerard se ne stava lì con l’aria triste e il suo solito umore nero, depresso e malinconico, pensando e ripensando agli ultimi avvenimenti che avevano investito la sua vita nel giro degli ultimi mesi. Si stava maledicendo con tutto se stesso per una decisione presa solo pochi mesi prima, una decisione che lo aveva cambiato, sperando che lo avrebbe reso felice, ma che in realtà si era rivelata essere solo dolorosa. Si trovava ad un bivio, due strade, due destini differenti. Ovviamente era afflitto dai soliti problemi di cuore che si hanno nel pieno dell’adolescenza e Gerard, come anche Jared e Alex ci stava dentro fino al collo! Tutti e tre erano attanagliati da dubbi, problemi, ripensamenti e il nervosismo li uccideva dentro, costringendoli a sfoggiare sorrisi smaglianti quando in realtà si sentivano morire dentro e preferivano di gran lunga indossare questa maschera, piuttosto che piangersi addosso davanti ai loro amici, che tanto non avrebbero capito e si sarebbero limitati a rifilargli qualche frase fatta inconcludente che tanto non si adatta mai alla vita vera, alla vita di un diciassettenne !  Probabilmente era solo che non sapevano bene cosa volevano.

Tranne Jared forse. Jared da qualche settimana era stato attirato da una ragazza, con le idee chiare, che forse beveva un po' troppo, ma questo a lui non importava: per lei si sarebbe ubriacato ogni singola notte della sua vita pur di starle vicino e fumare insieme un intero pacchetto di sigarette parlando del più e del meno e, la maggior parte delle volte, facendo discorsi senza senso dettati dall'allegria che gli causava l'alcool. Forse si stava innamorando,ma  non era proprio normale; avevano iniziato a parlare da davvero pochi giorni e purtroppo il ragazzo era uscito da poco da una situazione davvero particolare, scottato da un amore a cui era corso dietro per 5 anni, ma che non aveva portato niente. Solo malinconia. Jared era nervoso quando non la vedeva e cercava e si sforzava di capire cosa le passase per la testa a causa dei suoi comportamenti contraddittori e confusi.

Alex, invece, era in altri guai. Era un anno ormai che stava con Lisa, anche se la loro era una relazione complicata. Si vedevano e sentivano molto poco, lei era più grande di Alex di circa due anni e la sua vita era molto più "attiva" grazie agli svariati esami, incontri e progetti.. Insomma tutta roba che ti aiuta a realizzarti e a capire quale è la strada giusta da prendere per fare qualcosa della tua vita. Però il ragazzo dai capelli colorati aveva iniziato a dubitare di questo loro amore ammetendo che nei suoi pensieri ora c'era un qualcun altro, qualcuno che Alex conosceva da un po', con cui aveva già passato il suo tempo, a cui aveva già donato baci affettuosi e pieni di dolcezza durante le calde serate estive: Jack, il pazzo con gli occhi sognanti, la risposta pronta e i capelli sparati col suo ciuffo biondo che Alex amava scompigliare dolcemente mentre si baciavano e si guardavano amorevolmente in quei bravi attimi di intimità che sembravano durare un'eternità. Ma Jack era rimasto stupito dal comportamente dell'altro, che aveva abbandonato tutto per una bella ragazza più grande e sentendosi tradito aveva deciso di lasciare perdere e provare a dimenticarlo.

Gerard  si sentiva molto vicino ad Alex in questo momento: anche lui era incastrato in una nuova relazione-senza-amore, come la chiamava lui, ma ne sognava un'altra, con un altro: Frank.

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Capitolo 2
*** The poor groom's bride is a whore ***


Spero con tutto il cuore che qualcuno abbia incominciato a leggere anche se lo ammetto sono capitoli vergognosamente brevi!
Comunque.. Il titolo del secondo capitolo è preso dalla canzone dei Panic! At The Disco: I Write Sins Not Tragedies.
RAGE AND LOVE, Gaia

2.The poor groom's bride is a whore.

-Jared ho sbagliato! Mi sto pentendo tantissimo, mi sto odiando con tutto me stesso, vorrei buttarmi da qui e aspettare che arrivi qualche cane feroce preso da cannibalismo e mi sbrani!-. I grandi occhioni blu di Jared erano fissi sul moro che stava con i gomiti sopra le ginocchia e le mani trai capelli corvini che ricadevano un po’ scompigliati sulla sua fronte; lo ascoltava attento, la mascella serrata e uno sguardo un po’ severo, uno sguardo che diceva chiaramente: TE L’AVEVO DETTO BRUTTO COGLIONE, ORA NON PUOI FARE PIU’ NIENTE. Gerard si sentiva ancora più sfigato in quel momento, aveva appena ricevuto una di quelle apparizioni celestiali, ma lo aveva fatto sentire solo peggio. Infatti Frank era apparso trotterellando tutto contento, appena uscito dal parrucchiere ed era andato ad abbracciare gli altri con un sorriso a trentadue denti mentre Gerard lo guardava con un’espressione da ebete e si sentiva le ginocchia tremare guardandolo, con i capelli corti, mentre buttava le braccia intorno al collo di  Jack, Ray e Bob che era arrivato proprio in quel momento col suo bizzarro pick-up arancione. Tutti lo fissavano mentre veniva coccolato tra le braccia dei suoi migliori amici e sperava con tutto se stesso che gli lanciasse almeno uno sguardo, che almeno controllasse se Gerard lo stesse guardando, ma non lo fece, o comunque il moro non ci fece caso e pensava veramente che stesse per svenire mentre salutava Jared e si buttava su Alex un po’ troppo affettuosamente. Lo faceva apposta! Quando era presente Gerard quel nano si buttava su Alex come una mosca sul miele solo per avere quel minimo di soddisfazione e sperava vivamente che l’altro ci rimanesse un po’ male dopo quello che gli aveva fatto. Frank non aveva tutti i torti. Lui e Gerard erano stati insieme per due anni, che erano volati ed erano sembrati non più di due settimane ! Si erano amati, Frank amava Gerard, lo amava moltissimo e anche il moro pensava lo stesso, glielo aveva detto anche lui, ma poi qualcosa in lui era incominciato a vacillare, aveva incominciato a sentirsi vuoto e incompleto e credeva che la presenza di Frank fosse inutile, non lo sentiva più presente come prima, aveva iniziato ad allontanarsi da lui e ad avvicinarsi a persone nuove, soprattutto a scuola.
L’anno era incominciato in modo strano: era in ritardo e fu costretto a separarsi da Hayley , una delle poche persone che riusciva a sopportare in quel buco infernale e a sedersi vicino all’unico posto libero, cioè vicino a Lindsey, o per gli amici Lyn-Z, bella, davvero una bella ragazza, divertente, spontanea e intelligente; avevano imparato a conoscersi soltanto l’anno precedente, ma Gerard aveva capito di essere attratto da lei, in fondo era una bella ragazza e dato che non abitavano nello stesso paese Frank non sarebbe mai venuto a conoscenza della sua esistenza. All’inizio c’era un po’ d’imbarazzo ovviamente, e Gerard non aveva idea di come comportarsi, perché effettivamente le piaceva, finchè la complicità non entrò in gioco e fece diventare tutto più semplice. E alla fine Gerard era riuscito ad ottenere quello che pensava di volere veramente. Ad una festa, prima di Natale, Lindsey aveva confessato a Gerard che le piaceva e lui ci era caduto con tutte le scarpe, pensando di aver raggiunto il paradiso grazie a quelle due belle paroline e lei gli era saltata praticamente addosso. Si trovavano sulla terrazza dell’abitazione dove si stava svolgendo la festa, Lindsey indossava un vestito nero molto attillato che le metteva in risalto il seno, mentre Gerard aveva un paio di pantaloni, una camicia con sopra un maglione e naturalmente la sua cintura con un pipistrello sopra,nascosta dal maglione perché non voleva che la ragazza realizzasse quanto fosse sfigato. Dopo che aveva smesso di parlare Gerard era rimasto in silenzio e prima che potesse aprire la bocca si stava già baciando con Lindsey, come se fosse la cosa più naturale che sapesse fare, come se fosse abituato a baciarla, a baciare le labbra di una ragazza così bella con cui praticamente stava stringendo un patto che come conseguenza prevedeva lo stare insieme. Solo quando se n’era andata sculettando il moro aveva realizzato quello che aveva appena fatto: era riuscito a mettersi insieme ad una ragazza senza neanche aprire bocca e tradire Frank, il suo piccolo Frank quello che diceva di amare e che non avrebbe lasciato mai e invece? In quel momento avrebbe voluto mettersi sotto terra e mentre tornava a casa gli scrisse un messaggio un po’ troppo freddo, concludendo con un “domani ti devo parlare, ti voglio bene”.

Gerard fu risvegliato improvvisamente dalla mano di Jared che aveva preso la sua e grazie a Dio gli aveva fatto smettere di ripensare ad una delle cose più brutte che avesse fatto nella sua breve ed inutile vita.
-Ehy andiamo? Mi sto innervosendo qua, voglio andare a casa !- la voce di Jared suonava un po' ovattata nelle orecchie di Gerard che come al solito era andato a farsi un bel viaggetto nel dannato paese dei ricordi.-Sì, andiamo. Non lo posso sopportare- concluse seccamente Gerard saltando giù dal muretto in pietra dove si trovava, e Alex li seguì a ruota camminando quasi all'indietro pur di non togliere gli occhi di dosso da Jack che se ne stava lì a ridere con Ray, Frank e Bob.
Lasciato Alex a casa e rimasti soli Gerard fece un sospiro, Jared aveva l'aria un scocciata, ma la verità era che gli mancava la sua nuova fiamma, partita per il mare con le amiche; purtroppo quando non la vedeva diventava nervoso e malinconico e l'ultima cosa che voleva Gerard era farlo incazzare ancora di più per motivi futili.
-Sta bene anche con i capelli corti- disse Gerard tutto d'un fiato anche un po' in imbarazzo torturandosi le mani, Jared gli lanciò uno sguardo accigliato e aggiunse -Che vorresti dire?! Ormai non puoi fare assolutamente niente!-. Il moro non disse più una parola, salutò l'altro e attraversò la strada che lo divideva dal vialetto di casa sua; mentre camminava estrasse il cellulare dalla tasca e scrisse un messaggio ad Alex dicendogli soltanto: è bello.

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Capitolo 3
*** Did I make a mistake cause I'm trying to deal with the pain I don't understand this, is this how it ends? ***


Terzo capitolo, un po' più lungo!
Non posso dire niente altrimenti mi tradirei, comunque giuro che l'azione arriverà più avanti, sto pensando a vari colpi di scena gngngn!
Comunque spero che arrivi qualche altra recensione (NE HO BISOGNO! *si butta in ginocchio*) e che continuiate a leggere e a seguire questa piccola storia c:
Il titolo del capitolo è preso da A Trophy Father's Trophy Son degli Sleeping With Sirens :3
RAGE AND LOVE, Gaia


3. Did I make a mistake cause I'm trying to deal with the pain. I don't understand this, is this how it ends?

-Ehi Gee prendi dei cucchiaini, ho intenzione di finirla questa scatola!- esordì Alex in tono monocorde e il moro grugnì scendendo dalla sedia e attraversando la cucina di casa Leto  per andare a prendere due cucchiai tutt’altro che ini; Jared se ne stava sul divano con gli occhi puntati sul tappeto rosso che riportava svariati ricami d’oro intrecciati, la sigaretta tra le dita e una birra nell’altra mano, una scena veramente patetica si potrebbe dire. Gli altri due avevano gli sguardi afflitti mentre raschiavano il fondo della vaschetta del gelato alla nocciola, come due ragazzine di 15 anni mollate dal ragazzo, anzi come due ragazzine e basta perché in effetti qui si stava parlando di ragazzi!
Dopo pochi attimi di silenzio si sentì suonare il campanello e i tre sobbalzarono come risvegliati da un sonno profondo; Jared posò la birra mentre teneva ancora la sigaretta tra le labbra e quando aprì gli si catapultarono in casa quei simpaticoni di Mike e Trè, ubriachi fradici ovviamente, e a ruota Billie Joe, che in realtà aveva uno sguardo un po’ imbarazzato e colpevole mentre i due ragazzi rotolavano su Jared facendo scontrare le birre che tenevano in mano con la sua.

Forse ubriacarsi quella sera non sarebbe stato male, almeno Gerard avrebbe cancellato l’immagine del suo sorridente-stupendo-ex-ragazzo dalla sua piccola testolina; ma subito ci ripensò quando, dopo aver preso un sorso di Carlsberg, sentì che stava per vomitare a causa del pessimo accostamento birra-gelato a mezzanotte passata! Intanto Mike aveva già rubato la chitarra preferita di Jared che aveva deciso di scacciare i pensieri con la musica, e per sua fortuna era molto bravo, cioè bravo era dire poco! Gerard non sa cosa avrebbe dato per saper suonare la chitarra come lui, con la voce se la cavava, si stava anche facendo aiutare da un suo amico, Matt, ma era molto insicuro e aveva rovinosamente realezzato che non era in grado di cantare in pubblico; perfetto, addio carriera da cantante! Anche se aveva soltanto diciassette anni, quindi chi poteva dirlo ?!
Intanto Trè si era già messo comodo, posizionato davanti al grande televisore, una sigaretta appena accesa in bocca e i Pokémon.. Era proprio ubriaco! Mentre Billie, con l’aria quasi dispiaciuta dall’ubriachezza dei suoi amici, prima passò una mano sulla spalla di Jared che stava cercando di armonizzare la sua chitarra azzurra con quella che gli aveva rubato Mike, poi si diresse verso gli altri ragazzi; Alex lo abbracciò e lo salutò dato che erano mesi che non si vedevano e infine passò a Gerard, uno dei suoi migliori amici, e lo abbracciò affettuosamente, mentre l’altro gli baciò la guancia. Aveva un disperato bisogno di contatto umano, visto che era anche una settimana che non vedeva quella disgraziata di Lindsey.
-Ragazzi vado a finire le scorte di casa mia! Billie ti va di accompagnarmi?-. La voce di Alex si levò in mezzo alla stanza riempita solo dal russare di Trè sulla sedia davanti ai cartoni e dagli accordi che i due chitarristi componevano a caso, provando a creare una melodia accettabile o anche solo orecchiabile. –Sì, andiamo! Vieni anche tu Gee?- e i suoi occhi verdi si puntarono su di lui dandogli la mano per farlo alzare.                     
–Sì, ciao ragazzi. Ci vediamo domani- sputò, prendendo la mano del suo migliore amico e senza lasciarla neanche per un istante si diresse verso la porta con Alex che lo attendeva e in coro dissero un sonoro “ciao”, ma senza ricevere una risposta.


-Allora cosa è cambiato da due settimane fa?- gli occhi verdi smeraldo si posarono su Gerard che se ne stava seduto con le ginocchia strette al petto sulla panchina sotto casa sua                                                                          
-Solito umore di sempre, nero!-                                                                                                                                                     
-Quante volte vi siete visti tu e Lyn-Z?-                                                                                                                               
-Due volte, credo! Ma che importa? Lei non mi ama e io non credo di amarla. Prima mi sarebbe importato cosa pensava di me o se le stavo veramente a cuore. Ma io ancora non l’ho vista presentarsi qua e tutto mi lascia pensare che magari non gli piaccio così tanto e non le do tutti i torti.. Voglio dire.. Chi potrebbe mai amarmi? Sono fuori di testa, strambo, WEIRDO!- disse sorridendo il moro pronunciando la sua parola inglese preferita. Billie voleva rispondere, ma obbiettivamente non sapeva cosa dire; sì, Gerard era un tipo strano, ma in senso buono. Era una brava persona, certo anche lui aveva i suoi difetti, nessuno è perfetto grazie al cielo, e a Billie piaceva stare con lui, in realtà sentiva una forte attrazione, anche fisica e si era trovato molte volte in situazioni un po’ ambigue col moro, situazioni in cui sarebbe bastata una piccola spinta a farli baciare e non era un segreto che anche a Gerard un po’ piaceva, altrimenti non avrebbe passato ogni sera a ridere fino a piangere con lui sotto casa a notte fonda.
Negli occhi di Gerard stava leggendo un messaggio: sembrava che gli volesse dire “ti prego fai qualcosa, fammi ridere, fammi pensare ad altro” e Billie dopo qualche secondo di confusione iniziò a sparare le peggio cazzate, parlando delle sue serie preferite, degli zombie, dell’ultimo modello di Dio-sa-solo-cosa appena sfornato dalla Apple.. Insomma una serata come da programma. Finchè Billie Joe raccolse tutto il  coraggio che aveva in corpo e mentre faceva il solletico al moro che piangeva dalle risate lo prese per il mento e lo baciò sulle labbra, con un tocco leggero e non lo fece allontanare da lui, non prima di avergli infilato la lingua in bocca; Gerard aveva spalancato gli occhi, non aveva cercato di opporsi a quel bacio, ma ovviamente fu colto alla sprovvista. Quando il ragazzo dagli occhi cristallini lo lasciò, il moro mise in mostra i piccoli dentini in un sorriso imbarazzato, per niente incazzato dalla mossa che aveva appena fatto il suo migliore amico che era a conoscenza della sua attuale situazione sentimentale e Billie Joe approfittò del fatto di non essere stato rifiutato e prese di nuovo il viso di Gerard tra le mani trascinandolo in un bacio più passionale e bagnato del primo, facendolo quasi sdraiare sulla panchina dalla foga che ci aveva messo. Gerard quasi incosciente lo seguì, rimanendo sotto di lui, con le mani che gli sfioravano la pelle bianca sul collo e i capelli corti e neri appena sopra la nuca e prima che potesse dire una parola Billie lo freddò:               
-Gerard io ti voglio, ti voglio ora!- e fece scendere una mano sul suo petto facendolo tremare un po’, ma purtroppo non era quello che voleva anche il moro! Cioè finalmente aveva scoperto come fosse baciare quel ragazzo per cui sentiva qualcosa, ma non voleva provare TUTTO con lui! Mentre stava realizzando quello che stava accadendo, Billie Joe lo baciava in maniera sempre meno casta facendo scorrere la sua lingua sulla sua e baciandogli il collo bianco e immacolato e portando la sua mano sempre più in basso, finchè non arrivò a toccarlo sopra i pantaloni neri aderenti, proprio sotto la cintura e non sentendo niente di.. Diciamo.. Abbastanza duro, al contrario suo, probabilmente ci rimase un po’ male e con delicatezza si staccò dal moro lasciandolo respirare. Lo sguardo colpevole di Billie si posò su Gerard che un po’ goffamente si era tirato in piedi con un sorriso un po’ imbarazzato, ma per niente severo e per fortuna non gli urlò neanche quello che stava pensando veramente, (cioè un bel MA CHE CAZZO FAI SCEMO!) e abbracciò il migliore amico che intanto si era alzato in piedi e lo aveva abbracciato a sua volta allontanando un po’ il bacino rendendosi conto dell’erezione nei suoi pantaloni.
-Buonanotte Billie! -                                                                                                                                                              
-Buonanotte Gee.- e gli baciò una guancia prima di allontanarsi ed uscire da quel maledetto vialetto.                                       
Gerard si voltò ed estrasse la lunga chiave della grande porta blindata che lo separava dall’abitazione; fece girare la chiave fino a quando scattò e la porta si aprì con un rumore metallico; si chiuse in cameretta, senza accendere la luce, prese l’Ipod dal comodino e mise il suo cd preferito, iniziò a piangere silenziosamente seduto con la schiena attaccata all’armadio pieno di poster.







Chiedo umilmente perdono per quello che ho fatto, ma ehi figo no ?!
No, è ?
Non uccidetemi pls, comunque ehi Green Day ! Ogni singolo personaggio di questa stupida storia fa parte di una band! Sarà che mi hanno rovinato la vita èèèè!
Ci si vede al prossimo capitolo!
(PER FAVORE <3)

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Capitolo 4
*** It consumes me, controls me ***


Sono 5 mesi, *sigh* sto male :'C.
AnyWay.
Chiedo scusa per averci messo un bel po’ ad aggiornare: in realtà avevo già scritto un capitolo, ma non ero pienamente convinta e ho ricominciato! Comunque spero che leggiate e soprattutto lasciate recensioni (pls!) senza tirarmi sassate addosso per la roba assurda che pubblico! Titolo prese da Product Of a Murderer degli Of Mice & Men *u*
Alla prossima *saluta con la manina*
RAGE AND LOVE, Gaia



4.It consumes me, controls me.

“…Forgetting you but not the time..”
Ultimi accordi della chitarra e quando l’Ipod smise di riprodurre musica, Gerard alzò gli occhi rossi e doloranti che facevano risaltare il verde delle sue pupille in maniera quasi spaventosa. Era stanco, aveva passato un’ora con le cuffiette seduto a terra e si era indolenzito a causa della posizione scomoda; poi sentì una mano che lo stringeva e lo fece alzare in piedi: era Mikey, fratello fedele, sempre pronto ad ascoltarlo, ma a volte un po’ troppo invadente, anzi spesso.
-Che ci fai per terra alle due di notte, idiota?- gli disse con un mezzo sorriso mentre lo faceva alzare.
-Niente stavo solo ascoltando musica-
-Allora devi essere proprio depresso amico!-.
Gerard abbassò lo sguardo: non voleva dare spiegazioni e non voleva farsi vedere mentre piangeva come una femminuccia, così si buttò sul suo letto interamente vestito e quando la sua testa toccò il cuscino sospirò e non potè fare a meno di ripensare a Frank, ai loro baci, alle loro carezze, ai loro bellissimi ed interminabili attimi di intimità che solo un anno prima condividevano ogni sera, e poi al bacio di Billie, labbra completamente diverse da quelle che era solito assaporare.


Alzarsi il giorno seguente fu difficile, ma al locale lo stavano aspettando. Lavorava occasionalmente in una caffetteria di proprietà uno dei suoi migliori amici: Tomo. Gli piaceva stare con lui. Praticamente insieme a Jared erano inseparabili e quei due se ne andavano in giro sempre a braccetto, anche perché Tomo non si trovava molto bene con Alex e gli altri, a differenza di Gerard, che a volte preferiva scappare d loro o, addirittura, non stare proprio con nessuno!
-Ragazzo ma che hai fatto, stai male?-
-No no, sono solo un po’ stanco signor M!-
-Davvero ? Sei più pallido del solito e hai gli occhi molto gonfi! Sicuro di non esserti divertito troppo ieri sera è…- e gli diede una gomitata facendogli l’occhiolino a cui Gerard rispose sgranando gli occhi e scuotendo energicamente la testa da destra a sinistra palesemente scioccato. Non gli piaceva che i genitori dei suoi amici parlassero con lui di certe cose, cose che ormai non li riguardano più, insomma. Ok i suoi genitori non avevano neanche quarantacinque anni, ma era pur sempre imbarazzante parlare di sesso e quindi di ragazze con loro, che ormai, in teoria non dovevano più essere dediti a questi atti!

La giornata continuò a scorrere in maniera lenta e noiosa, finchè non arrivò la sera, la parte migliore della giornata!
Gerard amava uscire di sera d’estate; forse perchè l’aria era meno afosa o forse perché passava inosservato tranquillamente o forse perché stava diventando un animale notturno o un vampiro, ancora meglio!
Stavano seduti tutti sullo stesso lato, solito muretto, solita gente: Tomo, Gerard, Jared, Alex e e di seguito tutti gli altri ragazzi e ragazze, compresa la stessa Cameron, a cui il biondo lanciava occhiate di sfuggita, cercando di incrociare il suo sguardo ed ignorando completamente il povero Alex che ancora una volta stava parlando di Jack e di quanto gli mancasse. Non appena il tinto finì il suo monologo si sentì il rumoraccio della macchina di Bob che si infilava nel parcheggio davanti ai ragazzi facendo scendere Bob, Jack e per ultimo Frank; Gerard ebbe l’istinto di andare via, di corsa: non gli andava di stare lì a guardarlo da lontano, senza potergli nemmeno parlare mentre parlava tranquillamente con i suoi migliori amici, e quindi non potè fare a meno di prendere il cellulare dalla tasca e aprire le conversazioni. Il nome di Lindsey non era illuminato perché ovviamente non gli aveva mandato neanche un singolo, fottuto messaggio, non una chiamata, o anche uno squillo per dare una prova a Gerard che fosse ancora viva , visto che ormai erano tre settimane che non si vedevano e che non si sentivano; quella non era più una relazione, era una presa per il culo! Ormai era solo questione di tempo e stava pensando alle parole da dirgli per chiudere definitivamente questa “storia”.

Alex, intanto, guardava il moro negli occhi con un’espressione che Gerard pensava oscillasse tra la soddisfazione e il dispiacere, mentre il piccoletto lo abbracciava baciandolo sulla guancia, ma perché Jack non era geloso quando serviva? No, era proprio inutile quel ragazzo! Era solo capace di pavoneggiarsi davanti ad Alex e poi, quando si trovavano faccia a faccia, scappava come un gatto impaurito, lasciando il ragazzo con i capelli tinti perplesso. Ma almeno Alex poteva contare sull’ amore di quello col ciuffo biondo: Jack tutte le sere, prima di addormentarsi, lasciava un messaggio ad Alex, dicendogli cose dell’altro mondo, smielate e impensabili; come diceva sempre Jared, Jack ci sa fare con le parole, sì, dietro ad un telefono o ad un computer, ma poi non era mai riuscito a parlargli dei suoi veri sentimenti. Tanto era solo questione di tempo: quando Lisa se ne sarebbe andata quei due sarebbero tornati insieme a avrebbero incominciato a vivere veramente, come facevano solo qualche mese prima Gerard e Frank.. Che vivevano ogni giorno insieme, invece adesso? Gerard pensava che tutto ciò fosse patetico: Frank non lo degnava neanche di uno sguardo mentre lui lo desiderava tantissimo, doveva fare qualcosa e alla svelta, anche perché stava rischiando una crisi di nervi!

-Senti ma.. Perchè.. Sì, insomma..-
-Gee, che succede?-
-Ecco volevo chiederti se.. Ma.. Non credo tu ne abbia voglia, è solo una cosa stupida ed inutile.. Una perdita di tempo!-, sospirò con la voce che si spegneva.
-Ehi finocchio?! Parla!-
-Puoi chiedere a Frank cosa pensa ora di me?- e la frase uscì dalla bocca del moro in mezzo secondo facendolo sentir male dentro per quello che era appena riuscito a dire, ma ora che quelle parole erano uscite dalla sua bocca, guardava Alex con lo sguardo smarrito e triste.
-Certo che posso! Gee, io voglio che voi due torniate insieme! Sarei felicissimo, voglio dire: insieme eravate perfetti!- e il ragazzo con i capelli tinti gli lanciò un sorriso così puro e sincero che il cuore di Gerard perse un battito, forse perché la luce della speranza stava per riaccendersi? O forse perché Alex era carino ed era ovvio che quando ti lanciava uno di quei sorrisi, non si potevi fare a meno di scioglierti !
-Senti gli dico che vuoi parlargli, ok? Poi vi mettete d’accordo voi! Oddio sono eccitato, ahaha!- aggiunse saltellando come una ragazzina.
-Ehm sì, ok- e il cuore di Gerard iniziò a battere alla stessa velocità della nausea che era appena arrivata e che lo avrebbe fatto dare di stomaco da lì a poco.


-Allora, ehm.. Come stai?-, solita domanda di repertorio alla BIllie Joe.
-Sempre uguale BIllie, umore di merda, estate di merda, vita di merda!-
-Non ce la faccio a vederti così giù, lo sai! Però sono sempre qui per parlare..- e un sorriso si allargò sul suo viso candido.
-Grazie Billie per stare sempre qui! E scusa se ogni volta che ci vediamo non sono mai in pace, anche io mi sono rotto le palle di stare così!- e Gerard si appoggiò alla sua spalla.
Billie Joe sembrava fremere sotto il peso della testa di Gerard e per la seconda volta lo prese e lo baciò. Fece combaciare le loro labbra per due secondi e incominciò a baciarlo delicatamente, sfiorandogli le labbra, forse perchè insicuro dopo quello che era successo il giorno prima e dato che il moro non si stava ribellando, impaziente, cominciò a far entrare la lingua nella bocca di Gerard, andandogli a toccare la sua, facendole scorrere e, prima che se ne rendesse conto, stava già stringendo con forza la sua spalla, quasi fino a fargli male, incominciando a far entrare la lingua con più forza e voglia della sera precedente; pensava fosse cambiato qualcosa ? Gerard dal canto suo non faceva niente, infatti sembrava che Billie stesse baciando un morto o qualcuno appena svenuto: non era il massimo e ricevuto il messaggio lasciò la presa sulla spalla del moro, ma non voleva ancora abbandonare quelle soffici labbra, così lo baciò lentamente, per godersi il momento il più possibile. Dopo la separazione Gerard aveva gli occhi bassi.

-Notte- ed aspettò che Bilie lasciasse il vialetto, quando estrasse il cellulare e trovò un messaggio di Alex:
“Scrivi a Frank e andate a parlare, finocchio!”
Rilesse il messaggio circa 1234567890909876655434321 volte prima di mettere in funzione il cervello, morto a causa delle parole del tinto; gli era salito il panico ed iniziò a respirare affannosamente come se fosse stato in preda ad uno shock, le mani che stringevano saldamente il cellulare incominciarono a tremare, gli si azzerò la saliva, arrivarono anche i crampi allo stomaco e mancò poco che non svenne a terra! La cosa era grave: Gerard non era mai stato così tanto in ansia in tutta la sua vita forse; parlare con Frank era quello che pensava riuscisse a fare meglio, era qualcosa di naturale e non aveva mai avuto problemi e non aveva neanche provato mai imbarazzo su certi argomenti o questioni! E adesso stava quasi per mandarlo in ospedale.
“Hai parlato con Alex?”
scrisse di fretta.
“Sì”.
“Cosa pensi?”
trattenne il fiato.
“Voglio sentire cosa hai da dirmi..”
Quasi si strozzò con la sua stessa saliva dopo aver letto la risposta di Frank e dopo essersi seduto ricevette un ultimo messaggio: “Dove sei? Voglio parlare subito.”
Il mittente era ovviamente Frank.

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Capitolo 5
*** Paint it black and take it back ***


Quinto capitolo e non potete capire quanto stia scoppiando di autostima c: ! 
Ho fatto leggere la storia a delle amiche che, purtroppo, non fanno parte di QUESTO mondo e non hanno idea di chi siano Alex o Jared o Jaime o Kellin etc. etc... E l'hanno trovata MOOOOLTO interessante! Ora anche loro vogliono sapere come va a finire, ma sono sicuro che dopo questo capitolo non mi parleranno mai più T.T
Continuate a leggere e a seguire, ma soprattutto non dimenticate di recensire (EvilMary TI AMO!)
La frase che fa da titolo al quinto capitolo, che presto verrà impressa perennemente sulla mia pelle xD, OVVIAMENTE, non c'è bisogno che spieghi da quale canzone sia preso EHEHEH!
RAGE and LOVE, Gaia

5.Paint it black and take it back



I passi di Frank sulla ghiaia facevano molto più rumore del normale, trascinava I piedi sul terreno quasi per rallentare, per non arrivare a destinazione, per non raggiungere mai la sua metà: qualcuno che lo stava aspettando da pochi minuti. Era nervoso, teneva le mani nelle tasche dei jeans strappati e gli occhi fissi sulla strada, finchè non ci fu più nessun ammasso di ciottoli da guardare, ma solo un paio di converse nere, sporche e malconce; alzò gli occhi seguendo la figura di chi aveva davanti, lentamente, senza saltare nessun particolare: i pantaloni stretti e neri, che sembravano più adatti ad una donna che ad un uomo, la cintura, la felpa di una qualche band che il piccoletto non conosceva, finchè non arrivò al collo, bianco, il mento, con un accenno impercettibile di barba, ma che Frank era riuscito a cogliere; poi toccò alla bocca, le sottili labbra rosa venivano morse dai piccoli dentini del proprietario di quel corpo, forse innervosito dagli occhi dell’altro che lo esaminavano avidamente, il naso piccolo e a punta, ed infine, finalmente, gli occhi, quegli occhi verdi, spenti e tristi. Frank non spese più di quattro secondi per riconoscere Gerard, ma quell’esame, agli occhi del moro, sembrava essere stato effettuato a rallentatore ed essere durato almeno 4 ore, fino a quando la sua attenzione non fu catturata dal battito del suo cuore che accelerò nervosamente.

-Ciao Gerard- la voce di Frank era bassa e Gerard fece fatica a sentirlo pronunciare il suo nome, forse anche a causa del fatto che ormai l’udito se l’era giocato a forza di sentire la musica con il volume al massimo.
-C-c-ciao.- riuscì a dire dopo un imbarazzante silenzio causato dalla sua perdita temporanea di voce.
-Allora?- Frank incrociò le braccia esili sul petto appoggiandosi al muro del palazzo giallo e verde alle sue spalle. Stava aspettando una risposta, un chiarimento o delle scuse e, con un sopracciglio alzato, manteneva lo sguardo fisso su Gerard che intanto aveva incominciato anche un po’ a sudare a causa della tensione.
-Frank, i-i-io volevo solo dirti c-c-che mi dispiace, c-c-c-che non ce la faccio pi-più a continuare così, ch-che mi sono pentito, che so di averti fatto del male, che ora non merito neanche questo, sono veramente dispiaciuto e ..- la sicurezza del moro era leggermente aumentata mentre parlava, ma ancora avvertiva un po’ di nausea; ora come ora non aveva idea di cosa stesse pensando Frank, lo avrebbe anche potuto lasciare lì come un cretino a morire, ad annegare nei suoi inutili sentimenti.
-Gerard ti rendi conto di cosa è successo? Di quello che mi hai fatto ? Di quello che ho passato ? Ti rendi minimamente conto che mi hai abbandonato? Che sei sparito? Che mi hai riempito di belle parole, di “ti voglio bene” oppure com’era l’altra ?! Ah, sì “sei come un fratello per me”, la cazzata più grande e stupida che potessi inventarti! E poi? Te ne sei andato a farti i cazzi tuoi con un’altra! Non mi hai più cercato, non ti sei più preoccupato di come stessi, di cosa stessi provando, perché eri troppo impegnato a scopare da un’altra parte ! A me ora non ci pensi Gerard ? Non ci pensi a come sto? A cosa mi stai facendo ? A cosa sto pensando in questo esatto momento?- e il moro vide una prima lacrima cercare di scendere dall’occhio destro del piccolo Frank, ma che fu subito asciugata, per fermare una crisi di pianto imminente.
Gerard intanto aveva lo sguardo serio, era concentrato su ogni singola parola che usciva dalla bocca di Frank; ascoltava avidamente ogni parola, facendone tesoro e tenendosela per sé, per evitare che volasse via e non tornasse più, per paura che ne dimenticasse l’esistenza. Voleva rispondere, voleva abbracciarlo e dimostrargli che ora era di nuovo al sicuro, che non è successo niente con Lindsey e che lui era sempre nei suoi pensieri, a ricordargli ciò che aveva fatto.
-Ho perso fiducia! Semplicemente non so se devo fidarmi, sinceramente anche se volessi, sono sicuro che non ci riuscirei. Mi hai strappato il cuore dal petto e lo hai fatto in cento miseri pezzettini davanti ai miei occhi e ora spero non pretenderai che io dimentichi tutto!- una seconda e poi una terza lacrima scapparono più velocemente dagli occhi nocciola del ragazzo, ma questa volta arrivarono fino alle labbra prima di essere fermata dal dorso della mano tremante di Frank.
-Non ti sto chiedendo niente Frank! Non voglio tornare insieme a te, non ora e non così.. Però mi piaci!- e Frank alzò di corsa lo sguardo, stavolta, per puntarlo sugli occhi del moro che, a sua volta, li fece scivolare subito a terra. Stava provando imbarazzo, per la prima volta! Come se non lo conoscesse, come se non sapesse chi fosse, come se non avesse idea di chi aveva davanti, si stava vergognando di ammettere che gli piaceva, come se in realtà Frank fosse stato uno qualunque, una Lindsey, per esempio.
-Se.. Se.. Se dovessimo tornare insieme, se dovessimo TORNARE-INSIEME, SE-DOVESSIMO-TORNARE-INSIEME.. Sai che non sarà più niente come prima- Frank fece pesare ogni parola mentre tirava fuori le mani dalle tasche. Gerard perse un battito, le mani strette l’una nell’altra iniziarono a diventare un po’ scivolose e un brivido gli percorse la schiena.
-Sì, è giusto. Lo capisco, ma mi va bene lo stesso.-
-Sai che io non sarò più “presente” come prima!-
-Lo capisco..- la voce uscì tra le labbra strette di Gerard che stava cercando di trattenere un sorriso.
Poi successe ciò che Gerard non si sarebbe mai aspettato: Frank sorrise.
Lo vide sorridere, forse per il risultato ottenuto dalla conversazione e mentre Gerard stava per aprire la bocca per dire qualcosa il telefono del piccoletto squillò rumorosamente. Jack lo stava cercando.
-Devo andare-, disse un po’ dispiaciuto ed imbarazzato, ma Gerard non disse niente, si limitò a sorridere, cioè a fare quello che gli riusciva meglio: dare speranza, portare un po’ d’allegria anche nei momenti peggiori. Frank si spostò dal muro a cui era appoggiato e si avvicinò al moro, dandogli un bacio sulla guancia, facendo sussultare l’altro che non perse l’occasione e lo abbracciò stretto. L’abbraccio fu ricambiato anche dall’altro che lo baciò ancora una volta sulla guancia, fino a che non si separarono e si diedero la buonanotte. Gerard si sentiva quasi ubriaco, inebriato dal profumo di Frank e accecato dalla luce della speranza che sentiva scaldare il suo cuore e che gli faceva lacrimare gli occhi dalla felicità.

-Com’è andata? Frank non mi ha detto niente- e posta la sua domanda Alex addentò il suo panino con fare animalesco.
-Ehm, è andata! Credo.. Spero di aver detto tutto quello che avevo pensato ed avevo intenzione di dirgli.- Gerard fece spallucce e tornò a posare gli occhi sulle sue scarpe, tipico.
-E Frank?- una briciola partì dalla bocca del tinto e finì sulla guancia del moro che aveva alzato la testa in quel momento, si tolse delicatamente la briciola cercando di non offendere l’amico, gli sorrise e riabbassò la testa.
-Mi ha detto tutto quello che pensava e anche che.. Stasera vuole rivedermi..- si passò una mano tra i capelli arrossendo un po’. Alex rispose con un grugnito di approvazione dato che si era infilato tutto il panino in bocca e se voleva evitare di soffocare era meglio che evitasse di rispondere in effetti.

Gerard era nervoso, guardava l’orologio con ansia e dentro di sé riviveva la conversazione avvenuta con Frank il giorno prima, ripensava alla sua voce, al fatto che avesse parlato con lui dopo sei lunghi mesi.. Cercava di combattere contro la noia e la lentezza con cui il tempo aveva deciso di scorrere, ascoltò due album interi, passò un sacco di tempo su internet, finchè non arrivò ora di cena, a poche ore dal suo incontro. Agitazione, nervosismo, non sapeva cosa aspettarsi; si era fatto una lunga doccia e aveva speso molto più tempo sotto il tiepido getto dell’acqua per rilassarsi e cercare di sciogliere la tensione, aveva anche usato shampoo e balsamo di sua madre e ora aveva i capelli scuri che profumavano di essenze tropicali: era proprio un finocchio! Non sapeva cosa indossare e per una volta voleva evitare di mettere la solita maglietta con sopra il logo della sua band preferita e fortunatamente il buon senso arrivò giusto in tempo stavolta, quando gli fece notare la sua camicia, blu scuro, che indossava nelle occasioni importanti, cioè quando si usciva a cena fuori con gli amici o con i genitori; indossò la camicia e passò davanti allo specchio, sentì il solito brividino di disgusto: aveva i jeans stretti intorno ai fianchi e osservava l’elastico dei boxer neri e la sua pelle bianca sopra di essi, troppo morbida, ingombrante e davvero poco attraente; come poteva piacere a Frank ?! La tristezza incominciò a farsi di nuovo strada attraverso gli occhi del ragazzo che scosse la  testa e chiuse i bottoni della camicia fino al collo.

 -Com’è stasera tutto in tiro?!- Jared lo interrogò con la voce di un mezzo tono più alta del normale, mentre Tomo lo stava sottoponendo alla solita ed accuratissima lastra molto fastidiosa che faceva venire voglia a Gerard di correre via più veloce della luce e nascondersi sotto qualche masso.
-Jay, è estate! Poi così non rimorchierò mai no?!- sventolò una mano sulle spalle e iniziò ad incamminarsi sullo stretto marciapiedi. “Come risultare inquietante cercando di sembrare sexy, un libro di Gerard Way” pensò tra sé e sé mentre tirava fuori distrattamente il cellulare e trovò un messaggio:
“Gee, quando ci vediamoooo? Non mi sono dimenticata di te amore!”
Sentì il vomito risalirgli in gola e la rabbia gli fece chiudere i pugni, aveva voglia di scrivergli un bel “VAFFANCULO STRONZA, LASCIAMI IN PACE”, ma non lo fece, perché avevano già raggiunto gli altri e decise di mettere via il cellulare per non guardarlo mai più.
-Gerard sei fidanzato!- rispose il biondo con aria scocciata.
-Se questo significa stare insieme, allora è ancora per poco!-
-Smettila di lamentarti, almeno tu ce l’hai la ragazza!-, ma il moro spense il cervello, non voleva più sentire parlare di Lindsey, ora voleva solo pensare a Frank: non vedeva l’ora di vederlo di nuovo, di parlargli, di raccontargli tutto quello che era successo in questi mesi senza di lui: l’esame d’inglese superato, la scuola, il suo primo concerto, tutte le persone nuove che aveva conosciuto.. E non solo.. Non poteva riportare solo le cose belle, doveva dirgli anche di quanto gli fosse mancato, della tristezza, del sentirsi fuori luogo, indesiderato, nervoso e solo. Era quasi eccitato all'idea.

La gamba di Gerard vibrò inaspettatamente ed aprì confuso il messaggio che aveva appena ricevuto:
“Dove ci vediamo?”
Alzò gli occhi e davanti a sé aveva uno schieramento di amici che fumavano, scherzavano e bevevano, divisi in tanti piccoli gruppetti: Bob, Jack, Frank, Kellin e Jaime stavano ovviamente a farsi beatamente gli affari loro, rimanevano sempre un po’ più isolati rispetto agli altri; vicino a lui c’erano gli inseparabili Trè e Mike insieme a Billie Joe, Jared, Tomo, Sarah, Jamia e Christa. Alex invece era con Lisa, erano andati a farsi il solito giro in macchina e magari a farsi qualche sigaretta, alla fine, stavano bene insieme.
“Come ieri?” scrisse di fretta.
“Ok!” arrivò la risposta in pochi secondi.
-Ragazzi io vado!- esordì alzandosi in piedi e beccandosi i bellissimi sguardi confusi di Billie e Jared.
-Di già?- si lamentò Sarah che gli era rimasta vicino finchè non aveva deciso di alzarsi.
-Sì, già, ci vediamo domani!- non aveva neanche finito la frase, che già aveva girato i tacchi e si era incamminato verso sud, per raggiungere il luogo del famigerato incontro. Teneva le mani in tasca, gli occhi puntati sull’asfalto dell’area pedonale a quadri rosa e bianchi e ovviamente la musica nelle orecchie.

“.. Give me a reason to believe. 
So give me all your poison
And give me all your pills
And give me all your hopeless hearts and make me ill..”

“Canzone azzeccatissima” pensò, mentre sentiva la chitarra e l’incalzante batteria di una delle sue canzoni preferite, dargli una carica assurda. Stava aspettando Frank che era partito poco dopo di lui e quandò arrivò, Gerard cercò di fare di tutto pur di non svenire.

-Ciaaao!- un ampio sorriso si allargò sul viso di Frank.
-Ciao Frankie- rispose il moro più insicuro.
-Cosa vuoi fare?- chiese con uno sguardo dubbioso Frank.
-Quello che vuoi!- la voce di Gerard uscì timidamente, come se fosse impaurito.

E doveva esserlo!

Frank si avvicinò a Gerard, troppo vicino, raggiunse il suo orecchio e sussurrò:
-Non mi fido più come prima, devi farmi cambiare idea!-
Un forte brivido percorse la spina dorsale del moro e lo fece sussultare; era confuso, voleva baciarlo,ma aveva paura fosse troppo; voleva parlargli, ma aveva paura non avrebbe voluto ascoltare; ma Frank, lì, a pochi centimetri dalla sua bocca gli stava mandando un messaggio esplicito. Tutte le buone intenzioni e i discorsi che aveva sognato Gerard andarono a puttane.
“O la va, o la spacca!” pensò e copri la distanza che lo separava dalle labbra di Frank facendole incastrare perfettamente con le sue. Frank non perse tempo: sembrava che stesse aspettando da tanto questo momento ed afferrò immediatamente Gerard per i fianchi per stringerlo forte e le sue mani iniziarono a percorre completamente tutto il corpo del moro che, a sua volta, aveva afferrato il viso magro di Frank, che continuava a baciarlo con passione e voglia, come se non fosse mai successo niente, come se non si fossero mai separati, come se fossero sempre stati Gerard e Frank. Mentre si stringevano e si toccavano, cercando di non separarsi mai, Gerard sentiva l’erezione di Frank pulsare nei suoi pantaloni e renderlo più voglioso, non sapeva cosa fare, da lì a poco anche lui si sarebbe trovato nella stessa situazione; Frank, dal canto suo, si era già slacciato la cintura, dato che Gerard non ne era mai stato capace, e continuava a strusciarsi su di lui e gemere pieno di voglia, aspettando ansioso che quello lo prendesse.

-Vuoi?- Frank sorrise e puntò lo sguardo sulla sua erezione che era cresciuta ancora.
-Frank, se è quello che vuoi tu, sì!- anche Gerard sorrise, di certo non glielo avrebbe negato e non voleva buttare tutto all’aria per un suo capriccio solo la seconda sera che quello aveva deciso di riparlargli!
Il piccoletto aprì la bocca e fece uscire la lunga lingua a punta con cui andò a stuzzicare quella piccola e timida di Gerard, mentre questo faceva scorrere entrambe le mani sul petto completamente privo di peli dell’altro; era delicato, accarezzava ogni zona di pelle del busto fino a quando arrivò all’ombelico e di seguito l’elastico dei boxer neri di Frank. Questo si era già calato i pantaloni ed era praticamente in mutande, ma Gerard non voleva forzare niente: voleva solo che il suo piccolino si godesse la sega che gli stava per fare! Face posare le dita sulle cosce appena un po’ aperte di Frank, lo faceva impazzire, lo sapeva, poi iniziò a far scendere l’unico indumento che ormai lo divideva dal pene del ragazzo, temporeggiò godendosi i baci passionali che Frank gli lasciava sul collo e sul petto pallido, finchè non afferò la sua erezione: le dita del moro la percorrevano con delicatezza facendo gemere Frank in una maniera strepitosa e facendo crescere il piccolo amico nei boxer di Gerard sempre di più; non si era mai coccolato tanto neanche con se stesso! Poi chiuse la mano intorno al pene del piccoletto, che già aveva slacciato i pantaloni al moro, e incominciò a muoversi su e giù con lentezza incredibile prima di regolarizzare il movimento ed accelerare; intanto baciava il petto di Frank che tremava percorso da scosse di piacere e che era arrivato ad afferrare anche l’erezione di Gerard, ma fu costretto a ritrarre la mano: sentiva già di stare per venire. Il moro capì subito che il nanetto era ormai arrivato al culmine e così lo fece arrivare alla fine.

-Di già ? – scherzò Gerard abbracciandolo.
-Ehi! Non ero più abituato ad avere un così forte..”Stimolo” davanti!- protestò Frank con gli occhi a mezz’asta e l’espressione compiaciuta, mentre si tirava su i pantaloni.
-Mmmh ok!- rise il moro soddisfatto.
-Ci vediamo domani?- lo baciò Frank.
-Quando vuoi!- sorrise e baciò il suo nanetto preferito.

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Capitolo 6
*** I'm not the villain despite what you're always preaching ***


Mi vergogno perchè sto aggiornando dopo circa quattro mesi.. I'M SO SORRY D: ! La scuola purtroppo è incominciata e io non ho molto tempo da dedicare al mio pc perchè ho il doppio da studiare! Presto aggiornerò e presto accadranno tante nuove cose (dah ddah dddaaaaah).
Continuate a seguire la storia, recensite, sopportatemi, mangiate verdure e bevete tanta acqua!

RAGE and LOVE, Gaia.


6. I'm not the villain despite what you're always preaching

-Gerard, alzati. Devi studiare!-
-Mamma è troppo presto!-
Gerard rantolò tirando su il lenzuolo finchè non gli coprì completamente la testa.
Le giornate estive passavano lente e noiose, luglio era ormai finito e Gerard doveva fare i conti con le due settimane di volontariato con i bambini e soprattutto i compiti che gli erano stati assegnati per le “vacanze” estive.
La madre preferiva che riuscisse a farne una buona parte prima di agosto, ma non aveva mai avuto voglia di assecondare questo desiderio; e dopo l’anno che aveva appena finito, aveva intenzione di non fare assolutamente niente per tutto il resto dell’estate. Ma anche la noia giocava la sua parte: passava i suoi pomeriggi davanti al computer fino a sera quando finalmente si decideva ad uscire di casa, a prendere una boccata d’aria e vedere i suoi amici. Se da una lato, però aspettava la scuola con ansia dato che questo sarebbe stato il suo penultimo anno al liceo, dall’altro era più spaventato dallo studio e dai compagni, in particolare Lyndsey. A quanto pare la bellissima bionda stava vivendo pienamente ed allegramente la sua estate dopo “essersi tolta questo peso” dal petto: Gerard!

Eventi e serate erano sempre i più divertenti e interessanti, in particolare quando facevano esibire band emergenti e soprattutto da quando Frank se n’era andato in vacanza con i suoi. Era partito da qualche giorno, ma Gerard sembrava abbastanza tranquillo: erano stati separati per sei mesi, sarebbe riuscito a sopportare di stare senza di lui per una settimana e grazie ai suoi amici e alle calde e lunghe serate estive era più facile non pensarci. Ma la sua testa era affollata di dubbi, erano successe cose in quei mesi che Gerard ovviamente non conosceva, per quanto lo riguardava, Frank poteva anche avere una ragazza, o addirittura un altro ragazzo, e magari il voler riparlargli era solo un pretesto per vendicarsi e fallo soffrire quasi quanto aveva fatto lui con Frank. Gerard però era irriducibile, gliene aveva combinate tante a Frank e sperava veramente con tutto il cuore che non venisse mai a sapere cosa aveva fatto alle sue spalle, e questo riguarda in primo luogo Eliza.

Eliza era una coetanea di Gerard, amici fin dall’asilo e da circa tre anni lei si era perdutamente innamorata di lui, ma non aveva mai potuto averlo tutto per sé, anche se il moro non aveva mai confessato di provare una certa attrazione verso di lei, e tutt’ora si sentiva un po’ strano quando la vedeva. Eliza si era innamorata di Gerard, ma dopo aver ricevuto due rifiuti, dato che lui l’aveva sfanculata perché impegnato in altre relazioni, si era un po’ rassegnata e probabilmente il suo interesse si era affievolito col tempo. Anche se questa era riuscita ad ottenere qualcosa dal moro: in ben due occasioni diverse si erano baciati, si erano solo baciati, ma erano stati comunque due BEI baci, quei baci che fanno vedere nei film che si danno gli innamorati sotto la pioggia mentre tutto il mondo intorno a loro si blocca per guardarli amarsi in quel frangente lungo abbastanza da far incontrare due lingue, farle sfiorare, sovrapporre e infine separare. Insomma, davvero non cose di poco conto, e Gerard li ricordava, ricordava perfettamente quei baci. Uno glielo aveva dato prima che Frank entrasse definitivamente a far parte della sua vita, quando Gerard era ancora un ambiguo eterosessuale che aveva ricevuto una classica delusione d’amore e veniva coccolato da tutti; la seconda, invece, mentre stava con Frank, proprio nel momento in cui si stava avvicinando a Lyndsey e quindi aveva occhi per tutti tranne che per il suo piccolino.
Quella sera era stata veramente strana.
Era incominciata con una cena tra amici, poi erano usciti e avevano passato un paio d’ore con Frank, Jack e gli altri e alla fine era sbucata fuori Eliza, in tempo per far andare in confusione il cervello di Gerard e fargli dimenticare un dato importante: il suo fidanzato. Quella sera era bellissima, o forse lo appariva ai verdi occhi annebbiati del moro; i capelli lisci e castani che le coprivano appena le spalle, gli occhi grandi e azzurri con l’eyeliner nero che li evidenziava in maniera quasi inquietante e le tette in bella mostra, e probabilmente questa era l’unica cosa che ricordasse meglio di quella sera, probabilmente non aveva neanche notato se indossasse dei pantaloni o una gonna. Eliza aveva già qualcosa in mente, quella sera era decisa a fare qualcosa, ad incantarlo e a confonderlo probabilmente: Frank non le andava a genio! Si era avvicinata a Gerard con uno sguardo così malizioso sul volto che avrebbe fatto bruciare qualsiasi cosa. Gerard, dal canto suo, era solo un piccolo maschietto con gli ormoni a palla che ultimamente aveva più voglia di tette che di cazzo e quando quella ragazza dagli occhi di ghiaccio gli salì a cavalcioni sulle gambe non era più cosciente delle sue azioni; la prese per i fianchi e percorse con gli occhi il suo corpo formoso in pochi secondi e quando alzò la testa lei si gettò sulle sue labbra sottili e le coprì completamente con le sue più carnose. Lo baciò con voglia, con la lingua che stuzzicava quella di Gerard, incitandola ad uscire da quella bocca e lui l’assecondava, sentendo crescere l’erezione nei pantaloni, anche per il fatto che lei si strusciava ritmicamente su di lui come un gatto.
Praticamente se lo sarebbe scopato tranquillamente in quel secondo! Ma ancora una volta il buon senso arrivò e salvò quello sventurato ragazzo sul più bello, cioè quando sentì che quella gli aveva già slacciato i jeans e aveva cambiato posizione, separandosi dalle sue labbra completamente bagnate di saliva e pronta ad usare la bocca per fare altro.

Pensare a lei gli faceva venire i brividi, ma allo stesso tempo sentiva la rabbia e la tristezza salire e invadere il suo stupido cuore pieno di ferite e cerotti. Pensare a lei significava pensare alla sua debolezza e al suo tradimento verso la persona che amava sopra ogni cosa. Pensare a lei significava riportare alla mente litigi con Frank e dubbi sulla loro relazione, significava chiedersi se Gerard fosse veramente attratto da lui, anche perché non gli erano mai piaciuti i ragazzi, ma Frank sì! Questo per lui era come se fosse uno di quei misteri irrisolvibili e pensarci lo stancava, lo stremava e non arrivava mai ad una logica e convincente conseguenza del perché quel piccolo nanetto travestito da punk lo attraesse così tanto!
Quella sensazione strana e allo stesso tempo fastidiosa si abbatté su Gerard l’ultima sera prima che Frank tornasse. Si trovavano ad una festa e, tanto per cambiare, Eliza era completamente ubriaca e indossava un top davvero scollato, e questa era la seconda cosa che Gerard notò oltre al fatto che fosse completamente fuori. -Devo fare pipì!- ripeteva ridendo senza controllo. -Gerard mi accompagni a fare pipì?- e si gettò su di lui a peso morto. -Ehm Eliza, non posso!- sapeva che era ubriaca e non era cosciente, ma Gerard era visibilmente arrossito e si sentiva in imbarazzo, dato che glielo aveva chiesto davanti a tutti i loro amici. -Allora portami a casa!- sorrise prendendo delicatamente per il gomito nonostante non stesse capendo niente di quello che le accadeva intorno. Gerard annuì e le appoggiò una mano su un fianco in modo che lei si appoggiasse alle sue piccole spalle e per fortuna riusciva a camminare abbastanza bene e la strada da fare non era molta; per sicurezza Billie, Mike e Jamia seguivano i due e sarebbero stati pronti ad intervenire in caso Eliza non si fosse sentita bene. Quando entrarono nel giardino di casa della ragazza lei si mise a sedere sugli scalini in pietra che portavano al muretto per raggiungere l’abitazione, Gerard amava quel posto, aveva sempre un po’ invidiato casa di Eliza, cioè non l’aveva mai vista all’interno, ma amava il giardino con gli alberi e il vialetto di matttoncini in pietra per raggiungere la scalata principale. Lei si era fermata poco prima e fece segno al moro di andarsi a sedere accanto a lei e quando lo fece davanti a sé vide i tre che gli fecero un cenno e si nascosero a sinistra del grande cancello dell’abitazione attendendo che venisse messa a letto; Eliza stava seduta con una mano sulla testa, gli occhi chiusi stretti stretti e il sorriso sulle labbra, mischiando risatine e frasi sconnesse e senza senso, mentre Gerard voleva cercare di metterla a dormire e di andarsene, visto che domani avrebbero anche incominciato il volontariato con i bambini ed erano le due di notte. -Come stai Eliza, non hai sonno?-
-Assolutamente no! Ma tu chi sei?- disse ridendo come una pazza isterica.
Sono Gerard, ci conosciamo da una vita!-
-Mmmh io veramente avevo chiesto a Gerard di portarmi a casa!- scoppiò in una risata ancora più intensa.
-Sono io Gerard, Eliza! Non mi riconosci?-
E lei si voltò sghignazzando e lo abbracciò amorevolmente; puzzava terribilmente di rum. Gerard l’abbracciò, l’ultima cosa che avrebbe voluto era farla imbestialire in quelle condizioni.
-Vieni con me, andiamo a letto.-disse il moro alzandosi.
-Con te?- rise lei.
Gerard arrossì un po’, anche se lei non lo notò.
-N-no, intendevo ti porto su a casa a dormire, nel tuo letto!- balbettò.
-Oooooook!- si alzò traballando, ma quando si trovarono sotto le scale fece sedere il moro ancora una volta vicino a lei.
-Non mi va di andare a dormire, voglio stare con te!- pronunciò le parole con lucidità e chiarezza.
-M-ma è molto tardi, e io devo rientrare. Mi dispiace Eli- rispose cercando invano di convincerla, ma non ci riuscì e ancora una volta gli salì sopra.
-Baciami e ti manderò a casa!- disse seria. Gerard era confuso, ma qual era il suo problema? Intanto le labbra della ragazza si stavano incontrando con quelle del moro che, appena le toccò, si separò da lei.
-Eli ti ho baciata, ora possiamo andare a casa?-
-No ne voglio uno più bello!- protestò quella mettendogli sbadatamente le tette in faccia. Per un secondo il ragazzo cedette, ma stavolta fu l’odore dell’alcool che emanava quella ragazza a fargli aprire gli occhi, spostò Eliza da sopra il suo bacino, e cercò di dire qualcosa, ma quella lo precedette: -Buonanotte bello mio- sorrise e girò i tacchi salendo a fatica gli scalini. Gerard rimangiò quello che voleva dire e le fece un cenno con la mano, il fatto che fosse ubriaca era un po’ una fortuna pensò, scese in velocità i quattro scalini in pietra e raggiunse gli altri tre seduti sull’asfalto della strada e il moro giurò di aver visto Jamia dormire beatamente.

-Ti ha baciato la tettona?- esordì Billie quando rimasero soli.
-Ci ha provato.- disse quasi rassegnato il moro.
-E tu?- indagò il ragazzo con gli occhi verdi e brillanti che cercavano di cogliere qualcosa sul volto dell’altro.
-Niente, non mi andava. E poi era ubriaca-.
-Baci un po’ troppe persone tu…- concluse Billie con un sospiro quasi rassegnato e deluso.

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Capitolo 7
*** And if you carry on this way things are better if I stay ***


Non so quanto andrà avanti questa storia perchè in effetti non le ho ancora trovato un finale e la scuola mi impegna un sacco.
Dannato liceo classico *agita il pugno*.
Comunque il settimo capitolo eccolo. Era stato incominciato a Novembre, che vergogna, ma ora giuro che la smetto di rendermi ancora più ridicola. Leggete e recensite altrimenti morirò. Lol joking, apprezzo anche chi dàmagari uno sguardo e basta c:.
Lasciamo perdere da dove ho preso il titolo, va!
RAGE & LOVE, Gaia

7. And if you carry on this way things are better if I stay


“Quanto è brutto essere me”. Pensò Gerard davanti al grande specchio del bagno, dove passava lunghi minuti delle sue giornate. “Come può un solo ragazzo così insignificante riuscire ad attirare su di sé una sfiga così grande?!”
Teneva le mani piccole e pallide sul viso rotondo, i polpastrelli premuti fortemente sugli zigomi appena distinguibili e gli occhi verdi e tristi fissavano quel ragazzo “sbagliato”, come si definiva lui, che gli stava davanti e lo fissava con l’espressione afflitta. Tolse le mani dal viso e le lasciò cadere molli lungo i fianchi, i palmi rivolti verso l’alto e le vene che incominciavano a gonfiarsi sulle sue braccia e le ricoprivano come una brutta malattia. Guardava il suo corpo nascosto dentro una t-shirt di due taglie più grande dei My Chemical Romance e i pantaloni stretti e neri che nascondevano i fianchi rotondi. Fissava le sue mani e il suo polso sinistro, disseminato di cicatrici; strizzò gli occhi e uscì dal bagno, in quel momento avrebbe voluto cancellare quel ricordo.

-Ti rendi conto?! Sono stato solo un coglione! Lo sapevo io.. Rimarrò solo per il resto della mia odiosa vita! C’è lei mi ha piantato, mi ha piantato. Ho frainteso tutto! Come sempre. E ora non mi parlerà mai più, l’ho persa per sempre. Questo è poco, ma sicuro. E ora come farò ?!-. La voce di Jared passava da un tono arrabbiato ad uno afflitto facendogliela anche tremare a volte. Si era dichiarato a Cameron e lei invece lo aveva respinto in tronco, spiegando che non era assolutamente sua intenzione sedurlo o altro e che era mortificata per quest’incomprensione. A Jared, in compenso, si era spezzato il cuore nel petto. Credeva fosse una ragazza perfetta, perfetta per lui, gli aveva dichiarato il suo amore, ma non era stato necessario. Ora Gerard lo guardava tirarsi i capelli, piegarsi, tirare calci e sfogarsi con qualunque cosa a causa della furia e della disperazione che sentiva inondare il suo cuore duro e infrangibile. Iniziarono anche a formarsi delle piccole lacrime ai lati dei suoi grandi occhioni azzurri e accese lo stereo, per distrarsi, forse. Gerard lo osservava con una forte stretta al cuore sia nel vedere il suo migliore amico impazzire, sia per la canzone che aveva iniziato a diffondersi piano piano nella camera di Jared: Alibi, una delle canzoni preferite del biondo. Una canzone che quando l’ascoltava incominciava a piangere a dirotto perché parlava di lui…
Cameron lo aveva lasciato, non aveva alcun rimorso, ma aveva perso un’amica che riteneva importante in un certo senso e ora doveva andare aventi. Gerard ammirava quel coraggio e quella voglia; Gerard in primis pronunciava il motto “Carry On”, ma poi quando si doveva arrivare ai fatti non riusciva mai ad andare avanti, rimaneva ancorato e bloccato, perché era solo un debole, in balia degli eventi.
Pensò inevitabilmente a Frank, e a quel gioco pericoloso a cui stava partecipando… Gerard era diventato il suo piccolo.. Sfogo, ecco!
Una o due volte a settimana il piccoletto lo cercava, gli diceva due belle paroline, lo faceva sciogliere, ma il giorno dopo era come se non fosse successo niente.
Quanto sarebbe durata questa situazione ?!
Gerard diceva di essere stanco, che voleva spiegazioni di Frank, che si sentiva confuso e non sapeva se stava ragionando con il cazzo o con la testa. Una cosa era certa.
Ragionava fin troppo spesso col suo pisello, soprattutto quando si parlava di Frank!

Il cellulare di Gerard sopra il piccolo comodino vibrò rumorosamente tra i cd, il grande libro di Tom Jones che avrebbe dovuto leggere prima dell’inizio della scuola e le cuffiette, rigorosamente nere. Aprì il messaggio e sul suo viso si definì un’espressione felice ed eccitata, ma allo stesso tempo rassegnata: era Frank. -Ci vediamo stasera?-.
Solito messaggio, solita storia, solita scena.
-Certo, non vedo l’ora!- digitò dopo aver cancellato, riscritto, cancellato e riscritto per la quarta volta. In fondo erano solo cinque semplici parole, non doveva volerci tanto per scriverle, ma Gerard prima di decidere cosa rispondere si era divertito a riempire una pagina di insulti tipo “troia” ed inviti ad andare a fanculo. “Davvero maturo” pensò tra sé mentre si rotolava sopra al cuscino rantolando.
Praticamente ora viveva le giornate solo aspettando ansiosamente la sera; la mattina era diventata una cosa che doveva subire solo perché era obbligato. E la routine era sempre quella: vedersi, farsi ripetere quanto piacesse a Frank (che poi questo era tutto da vedere), una bella limonata una sega o qualche pompino e fine.
Gerard ma che cazzo ne stai facendo della tua vita ?!


-Gerard, la smetti di farti foto con gli altri ragazzi?! Son geloso!-
WHAT-? Unica risposta sensata che piombò nella mente del moro.
-Frank ma che stai dicendo?-
-Sì, razza di un gay stai sempre con Mike, Trè, Jared.. e Billie. Non lo sopporto. Billie ti scoperebbe. E te pensi la stessa cosa di lui, lo so!-.
Gerard spalancò gli occhi.
-Frank, cosa-hai-fumato? Stai bene? E sai che Billie non mi piace..in quel senso.- fece una pausa forse fin troppo lunga.
-Vi siete mai baciati?-
Trattenne il respiro.
Doveva dirglielo? Era la cosa giusta? Una parte di lui voleva essere sincero perché sperava nel ricominciare da capo senza inganni, ma allo stesso tempo temeva una ripicca o che Frank distruggesse nel giro di un nanosecondo il futuro che Gerard stava costruendo meticolosamente giorno per giorno.
Mentre si stava torturando un labbro pensando alla cosa giusta da dire, il nanetto lo spiazzò con una nuova domanda:
-Gerard io voglio farlo con te.-
Quasi non svenne.
-Cioè, davvero. Non so te, ma io mi sento pronto con te e per te.-
Trasalì.
Cambiò diverse colorazioni che attraversarono il suo viso come un arcobaleno: passò dal bianco pallido, al giallo, all’arancio, al rosso, che poi si attenuò in un rosa alla Peppa Pig. Stavolta non sapeva davvero cosa dire: era rimasto veramente senza parole, sentiva solo quell’immenso ed importante “sì” che gli era rimasto intrappolato al centro della gola e ora lo stava facendo deglutire faticosamente.
-F-Frank.- prese fiato: era una risposta importante.
-A-anche io mi sento pronto.- rabbrividì.
-Per te.-
Gli occhi nocciola di Frank si scagliarono rapidi sul suo viso arrossato e un sorriso a trentacinque denti si spalancò sulle sue labbra perfette.
Gerard non sapeva cosa dire.
Ora pesava solo alle sedicenni in calore che immaginano la loro prima volta con il ragazzo che reputano l’amore della loro vita e programmano ogni singolo dettaglio di quel momento, come se potessero fare magie e predire il futuro come credeva qualche sciocco filosofo confinato nel suo secolo.
Ogni giorno si rassegnava alla sua omosessualità visto che lui stesso ammetteva quanto non fosse normale immedesimarsi nelle ragazze, in questi casi.
Forse Frank era davvero felice dopo quella risposta; si girò, e gli stampò un bacio meraviglioso e sognante sulle labbra tremanti.
“Ti amo” mimò con le labbra il moro mentre il suo piccoletto lo abbracciava stretto con la testa sul suo petto.
-Sì, ma quando ? Dove?-  esordì scostandosi e a Gerard cominciò a battere il cuore forte.
Era necessario stabilire delle coordinate? Perché non creare un evento su Facebook direttamente ?!
-Non lo so.- sputò malinconico. Perché Frank doveva pianificare tutto? L’amore è una cosa spontanea non viene decisa a tavolino.
-Ci penso io mio bel finocchio.- ammicò il nano. –Sabato sera andiamo da me.-
Sabato. Meno di una settimana e già sentiva un’ansia infernale, gli ormoni a palla e il sangue che si concentrava dentro le mutande.

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