Fear the empty of insanity

di _Giuls17_
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Un mondo dilaniato dalla guerra ***
Capitolo 2: *** Niente più legami ***
Capitolo 3: *** Attacco a sorpresa ***
Capitolo 4: *** Sembra così facile... ***
Capitolo 5: *** Tornare a vivere... ***
Capitolo 6: *** Lasciando la propria casa ***
Capitolo 7: *** Una lettera che viene dal cuore ***
Capitolo 8: *** Wrecking Ball ***
Capitolo 9: *** Credimi non sono mai andato via ***
Capitolo 10: *** Ricognizione ***
Capitolo 11: *** Il piano ***
Capitolo 12: *** Non tutto è come sembra ***
Capitolo 13: *** Risonanza? ***
Capitolo 14: *** Anima e Corpo ***
Capitolo 15: *** Maka ***
Capitolo 16: *** Kishin ***
Capitolo 17: *** E' forse la fine? ***
Capitolo 18: *** Forse è solo l'inizio ***
Capitolo 19: *** Ricominciamo ***
Capitolo 20: *** 90 Anime ***
Capitolo 21: *** Dentro di me c'è solo confusione ***
Capitolo 22: *** Shinigami ***
Capitolo 23: *** Prepariamoci al peggio ***
Capitolo 24: *** Le conseguenze della follia ***
Capitolo 25: *** Marie ***
Capitolo 26: *** Giriko ***
Capitolo 27: *** Il piano di Aracne ***
Capitolo 28: *** Brew ***
Capitolo 29: *** Dietro il sole si nasconde sempre la luna ***
Capitolo 30: *** Al castello di Baba Yaga ***
Capitolo 31: *** 99 anime più 1 di strega ***
Capitolo 32: *** Wedding ***
Capitolo 33: *** Fear the Empty of Insanity ***



Capitolo 1
*** Un mondo dilaniato dalla guerra ***


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Un mondo dilaniato dalla guerra
 
La guerra. Molti l’avevano definita così, poiché quella semplice parole riusciva a esprimere tutto il dolore, l’angoscia e il terrore che aveva provocato.
Una sola parola per descrivere il tormento e le notti insonni passate a vigilare, per paura di essere scoperti, per paura che tutto potesse finire.
Sei sillabe che trasudavano sangue, che portano sulle loro spalle il peso della morte degli innocenti…
 
Sarebbe stato bello poter dire che la guerra fosse finita, che Maka e Soul avevano battuto il Kishin e che la vita aveva ripreso il corso naturale.
Ma purtroppo non stiamo parlando di una favola.
Perché la guerra in realtà non era finita.
Maka non aveva sconfitto il Kishin e lui con la sua follia si stava impossessando del mondo, e per la prima volta qualcosa era andato storto nel piano dei ragazzi, loro non avevano previsto la sconfitta ma le carte in tavola erano cambiate.
Adesso erano costretti a scappare, a nascondersi, anche se Death City era ancora la loro roccaforte, l’unica tassello del puzzle che era rimasto al suo posto.
Non era un luogo totalmente sicuro, il male si era espanso e neanche Lord Shinigami poteva tenerlo lontano.
 
E in quel mondo dilaniato dalla guerra, dalla paura e dal terrore di poter morire o peggio di essere contagiati dalla follia, una ragazza era tenuta dietro una prigione.
Le sue codine che una volta l’avevano distinta tra la massa adesso non c’erano più, portava i capelli sciolti scombinati sulle spalle.
Il suo fisico ancora più asciutto.
E i suoi occhi verdi avevano perso la scintilla di un tempo.
Ma l’unica cosa veramente diversa in lei, era la sua faccia, impossessata di un ghigno che non la lasciava più andare.
E che aveva distrutto la figura di Maka così come tutti la conosceva, ormai di lei non era rimasto più niente; se non la follia che si era presa tutto di lei.
 

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Capitolo 2
*** Niente più legami ***


Niente più legami

Ed era ancora lì, da quasi un anno.
Maka ormai viveva nella prigione della scuola, che una volta avrebbe considerato come una seconda casa, stava là ma in fondo era come se non ci fosse.
Aveva perso il conto dei giorni e delle ore.
Tutto scorreva anche troppo velocemente per lei, per potersi soffermare.
Ricordava solo i volti delle persone che andavano da lei.
Volti certe volte amichevoli, come quelli dei suoi vecchi amici, ancora se li ricordava, Tsubaki, Liz e Patty, ogni tanto anche Kid era passato, come Black Star.
Ma l’unico che Maka non aveva mai visto o meglio, che non era quasi mai venuto, era lui: Soul Eater Evans.
Quella era la sua unica certezza, l’unica cosa a cui si era aggrappata per non crollare, per non cedere definitivamente alla follia, anche se sapeva che ormai mancava davvero poco.
Aveva perso tutto di lei, il suo carattere, la sua forza e il suo charme, il suo coraggio era sparito e l’unica cosa che le faceva compagnia era la paura.
Perché era stata quella a farla crollare, quella a farle perdere tutto.
Aveva avuto paura di battere il Kishin da sola, aveva avuto paura di Soul dal giorno in cui si era resa conto di amarlo e aveva avuto paura di non essere all’altezza di sua madre e di suo padre.
E così era crollata, davanti agli occhi di tutti.
E così il Kishin aveva vinto e loro si erano dovuti ritirare. E lei era stata contagiata dalla follia.
Ora la tenevano rinchiusa per poterla domare, per cercare di recuperare la vecchia Maka Albarn.
Ma neanche lei ci aveva creduto più di tanto, era consapevole del fatto che niente e nessuno l’avrebbe potuta riportare, neanche lui, neanche Soul; perché nonostante tutto in mezzo alla follia che le stava divorando il cuore una piccola parte di esso ancora lo amava, ma non era abbastanza, per poterla salvare.

***

Niente era andato per il verso giusto e sapeva che la colpa era sua, Soul si era maledetto per la sua incapacità, dal giorno in cui avevano lottato contro Crona sapeva che Maka lo stava lasciando.
Non nel senso metaforico, ma sapeva che tutto era cambiato.
Lei si era fatta più distante, più cupa e più rabbiosa.
Il suo cuore puro era stato contagiato dalla follia, ma lui non lo poteva sapere, pensava che fosse solo una fase passeggiare per quella che ancora non era stata definita come una guerra.
Ma aveva sbagliato, aveva creduto troppo in lei pensando che fosse incrollabile, ma si era sbagliato.
Lei era crollata alla battaglia finale.
Si era arresa e lui non l’aveva potuta aiutare.
Solo dopo aveva scoperto che il suo cuore era marcio a causa della follia, si era reso conto di non provare più quell’ammirazione di una volta.
Perché lui nonostante tutti gli insulti e le cattiverie, le voleva bene, ma come amica, come artigiana, l’ammirava perché rispettava quella ragazzina senza tette e il suo cervello e la sua forza.
Ma dopo che Stein gli aveva confessato la “malattia”, non era più riuscito a guardarla in faccia. Non era più passato da lei, per farle visita.
L’aveva abbandonata al suo destino, e ormai era passato quasi un anno dalla battaglia.
Dal giorno in cui il Kishin si era impossessato del loro mondo, contagiandolo con la follia, rendendolo impuro e sporco, creando criminali e spargendo il male.
Da quel giorno loro vivevano in guerra, per sopravvivere, per cercare di salvare la loro casa e per non cadere anche loro vittime della follia.
Ma era una guerra troppo ardua per un gruppo così ristretto di ragazzi, ed era una guerra che lui senza Maka non avrebbe mai potuto affrontare.
-Soul?.-
La voce dell’amico lo ridestò dal suo tormento personale.
-Dimmi Black Star.- la voce piatta e il cuore che batteva forte, Soul era diventato bravo a nascondere i suoi stati d’animo.
-E’ l’orario delle visite, potresti passare da Maka.-
Glielo dicevano ogni giorno di andare, perché tutti speravano che lui la facesse tornare, ma nessuno si era reso conto del distacco che si era creato tra i due.
Soul non era più riuscito a sentire l’anima di Maka, perché la loro risonanza non esisteva più, anche quella era sparita. Ormai non sentiva più nessun legame con Maka, per lui non era più niente.
-Black Star lo sai cosa penso di questo.-
Si alzò dallo sgabello e si appoggiò al muro del corridoio della scuola.
-Lo so molto bene, ma tutti noi confidiamo in te, Maka era l’unica a poterci salvare.-
-Forse voi non avete capito che Maka è morta!.- stavolta aveva urlato, gli succedeva spesso.
-Sei l’unico che sostiene questa tesi.-
Il suo amico gli voltò le spalle e lo lasciò nuovamente solo.
Colpì violentemente il muro lasciandoci un buco, Soul sapeva per certo che Maka non esisteva più, sapeva che in quel corpo non c’era più la sua amica ma c’era un guscio vuoto dominato dall’ira e dalla follia, dalla cattiveria che aveva ucciso tutte quelle vite innocenti.
Ma stranamente i suoi amici la pensavano diversamente, per loro Maka era ancora viva, secondo loro a quella follia una piccola parte di lei era sopravvissuta.


Spazio autrice: bene bene, ecco a voi il secondo capitolo, non é molto lungo ma ho preferito procedere con calma anche se lo ricordo non sarà una storia lunghissima, non mi va di finirla prima del previsto :) Comunque ringrazio tutti quelli che hanno recensito o messo la storia nelle seguite, mi ha fatto molto piacere, spero solo che anche questo capitolo piaccia :)

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Capitolo 3
*** Attacco a sorpresa ***


Attacco a sorpresa

-Ciao Maka.-
La voce di Stein era penetrate e riuscì a svegliare Maka dalla sua trance, ma non abbastanza da renderla seria agli occhi del maestro.
Un ghigno sorridente fu la sua unica risposta.
-Come stiamo oggi?.- chiese aprendo la porta della cella e facendosi più vicino a lei.
-Come sempre dot-to-re.- disse lei scandendo le ultime parole e iniziando nuovamente a ridere.
-A quanto pare non abbiamo nessun miglioramento.-
La voce rassegnata, la sua speranza diminuì ancora di più, sperava che Maka guarisse lontano dalla follia del Kishin ma forse il suo animo era troppo contagiato, troppo contaminato per guarire così facilmente.
Si avvicinò a lei e le controllò le pupille e il battito, voleva guarirla ma lui sapeva bene più di tutti gli altri che non era facile guarire dalla follia, per guarire c’era bisogno soprattutto della propria volontà.
Ma lei non aveva questa intenzione.
Stein era convinto che lei stesse bene in quel momento, che lei volesse rimanere preda della follia, ci pensò più attentamente guardando Maka negli occhi…forse era un modo per scappare da qualcosa, o da qualcuno.
Ma la mente di Stein non riuscì a individuare quel qualcuno. E arrivò alla sola conclusione che Maka forse non sarebbe più tornata.
Neanche con il passare del tempo.

-Oggi hai delle visite.- si alzò e fece entrare Tsubaki.
L’andatura della ragazza era un po’ esitante, era sempre così quando l’andava a trovare perché in fondo aveva paura.
Paura di qualche sua reazione o del suo comportamento.
Paura di provocarla semplicemente.
Tutti ricordavano bene che quando era stato Stein a essere vittima della follia le sue azioni non erano più dettate dal buon senso ma solo da un istinto rude e primitivo, ma sperava che questo a Maka non potesse succedere.
Anche perché la tenevano legata…
-Ciao Maka.- disse sorridendo, -Come stai oggi?.- Si fece più vicino a lei cercando di essere la Tsubaki di sempre, fregandosene di tutta quella situazione.
Ma lo sguardo perso nel vuoto dell’amica la fece tremare, anche lei era arrivata all’amara conclusione che la sua amica non c’era più.
Che la ragazza di fronte a lei non era più Maka Albarn ma solo un giocattolo del Kishin.
E per questo la temeva. E come lei tutti i suoi amici, ecco perché nessuno andava a trovarla. -Tsubaki forse è meglio che tu vada.-
La voce di Stein stavolta era gentile, voleva consolarla ma dentro di sé si sentiva un fallimento come amica; Maka per lei c’era sempre stata.

Un rumore improvviso, di vetro rotto, fece voltare di scatto il Maestro e la Buki.
-Sono qui.- urlarono all’unisono e la paura che fino a quel momento avevano tenuto sotto controllo esplose dentro i loro cuori.
-Avete paura?!.- chiese Maka avvicinandosi di più a loro, come se volesse farli suoi.
-No, perché il bene trionferà sempre.- sentenziò la ragazza, trovando il coraggio di battere la paura.
-Poveri illusi.- sussurrò con voce tetra prima di sedersi nuovamente nel lettino della sua cella.
Stein la chiuse dentro ed entrambi corsero ai piani superiori, dove il caos e la distruzione si erano già diffusi.
-Black Star!!.- la ragazza lo cercò con gli occhi, il cuore le stava scoppiando, voleva vederlo per accertarsi che fosse vivo, che non l’avesse abbandonata.
-Tsubaki sono qui!.- urlò l’assassino manifestandosi accanto alla sua arma.
E in quel momento tutte le sue paure svanirono, le sue domande trovarono risposta e il suo cuore si placò, non scambiarono nessuna parola ma bastò un semplice cenno del capo per dare a Tsubaki l’impulso di trasformarsi in katana e iniziare a combattere.
Ormai avevano imparato che le parole in certe situazioni erano superflue. Per loro l’importante era essere presente per l’altro.

-Liz, Patty, Eco dell’anima!.-
Kid richiamò a se la forza delle sue armi, lui più di tutti si sentì ferito nell’anima. Le uova di Kishin avevano trovato, nuovamente, Death City e nuovamente la stavano attaccando, il ragazzo lo vedeva come un suo fallimento personale.
Perché la città era anche sotto la sua responsabilità e cose del genere non sarebbero dovute succedere.
-Death Canon.- un lampo di energia partì dalle sue pistole uccidendo una schiera di nemici.
Non ebbe il tempo neanche di respirare che venne attaccato nuovamente. Si fece coraggio, e pensò alle sue armi e ai suoi amici, loro avevano bisogno di lui e lui ci sarebbe stato.
A tutti i costi.
Così caricò le pistole e attaccò.

Negli ultimi combattimenti Soul si era accorto che le uova di Kishin era aumentate, aveva avuto anche la sensazione che fossero più i nemici che loro ma aveva cercato di scacciare quell’idea per non abbattersi.
Nonostante tutto lui doveva combattere da solo. Non poteva liberare Maka per combattere, sia perché lei non era nelle condizioni fisiche e mentali per farlo sia perché liberarla voleva dire mettere a rischio la sua stessa vita e quella di tutti gli altri.
E in un mondo già devastato dalla guerra, aggiungere un’altra minaccia non sarebbe stato d’aiuto.
Così non appena aveva sentito l’attacco si era precipitato fuori ad aiutare i suoi amici, anche se lui come arma solamente poteva fare ben poco, nonostante tutti gli allenamenti che aveva fatto per migliorare non era ancora riuscito ad arrivare a un livello abbastanza decente.
Così cercava di aiutare gli altri nel suo piccolo, anche se la sua mente stava pensando a lei. Maka stava occupando tutti i suoi pensieri; stava pensando a tutti i combattimenti che avevano affrontato assieme, a tutti i nemici che avevano sconfitto e poi con rabbia, arrivò il ricordo della battaglia finale.
Il giorno in cui Maka lo aveva deluso e abbandonato, quel giorno aveva deciso di lasciare tutto. E loro avevano perso.
E in fondo era colpa di Maka se adesso si trovavano in quella situazione. -Attento!.-
Una ragazza parò il colpo che era diretto a lui e che lo avrebbe ucciso… -Mi hai salvato.- disse lui debolmente, ancora incredulo.
-E’ stato un piacere Soul.- e nonostante la situazione lei gli sorrise.
Soul trovò molto affascinante e ammaliante il suo sorriso, ma la vide correre lontano da lui.
-Come ti chiami?.- le urlò prima di perderla di vista.
-Mi chiamo Bea.-
Bea pensò intensamente Soul, quel nome gli era rimasto impresso nella mente e forse anche nel cuore…
Mentre la battaglia si stava consumando tra le strade di Death City una ragazza rinchiusa in una cella, stava provando a tornare.
Stava cercando di trovare se stessa in mezzo a quella follia. Aveva la sensazione di trovarsi sommersa dalle acque, della follia e di non riuscire a tornare a galla, perché ogni volta che stava arrivando alla superficie, qualcosa la buttava giù.
Non riusciva a trovare quello stimolo per tornare a essere se stessa ma la parte ancora razionale di lei, sapeva bene che cosa mancava, sapeva bene chi era quello stimolo.
Era Soul.
Era l’unico che l’avrebbe potuta far tornare, era l’unico capace di vedere dentro l’anima della ragazza e di trovare il buono che era rimasto.
Era la persona che lei amava più di se stessa e che avrebbe difeso anche a costo della sua vita. Questa era la sua unica certezza.
Ma lui come molti altri non erano più tornati da lei.
E pur di vedere ancora il sorriso dell’albino Maka lottava ogni giorno per uscire da quell’acqua, per riuscire a ritrovare se stessa ma puntualmente veniva risucchiata dalla follia e fatta sprofondare in acque oscure e tenebrose.

Spazio autriche ∞ Ciao a tutti !! Scusatemi per il ritardo ma per ora mia nonna sta poco bene e sono un po’ assente…spero solo che il capitolo vi possa piacere!! E voglio ringraziare tutti quelli che leggono la storia e che lasciano una piccola recensione per farmi sapere come va =)

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Capitolo 4
*** Sembra così facile... ***


Sembra così facile…

Nuvole. Da un paio di giorno il cielo di Death City era ricoperto da nuvole, così spesse che impedivano al sole di uscire.
Così grandi che avevano coperto l’intero cielo.
Così grigie che quasi facevano paura.
-Soul?-
Ma una voce dolce e leggera lo richiamò dalle sue riflessioni.
-Ciao Bea!-
Uno strano sorriso nacque sul suo volto. Era da troppo tempo che Soul non si sentiva in quel modo, così trasportato da qualcosa che non fosse il Kishin o Maka.
Da qualcosa che per la prima volta, da tanto tempo, lo faceva stare bene.
-Come stai?-
Bea si fece più vicina e istintivamente le cinse le spalle; la memoria di Soul ricordò questo gesto associandolo a una sola persona.
Maka.
Era stata lei la prima che aveva abbracciato in quel modo, ma ovviamente solo per amicizia. Soul ripeté nella sua mente quella parola: ovviamente solo per amicizia.
Ma sentiva che qualcosa stonava in quest’affermazione.
-Potrebbe andare meglio e tu?-
-Beh lo sai, non mi lascio buttare giù tanto facilmente.-
Ed era la verità, da quando aveva conosciuto Bea la sua vita aveva ripreso a sorridere, lei riusciva a animarlo, riusciva a renderlo vivo…
Non l’aveva mai vista triste o arrabbiata, in qualche modo il suo sorriso non la lasciava mai neanche nei momenti più bui e difficili, era questo quello che gli piaceva.
Ma anche lei era così. La sua memoria dopo tempo aveva ripreso a funzionare correttamente e non poté fare a meno di pensare al primo sorriso che Maka gli aveva regalato. Ma è stato tanto tempo fa… -Soul ci sei?-
-Sì scusami Bea.- scosse leggermente la testa cercando di scacciare Maka.
Da quando aveva conosciuto Bea il giorno dell’attacco, si erano visti più del solito e più del dovuto ma a lui non era importato, e non aveva neanche ascoltato le critiche di Black Star e di Tsubaki, perché sentiva di fare qualcosa per se e non più per gli altri.
Tu la stai rimpiazzando…
-No!- disse deciso.
-No cosa?-
Solo in quel momento si rese conto che aveva espresso ad alta voce il suo pensiero.
-Scusami sono solo un po’ stanco.-
-Lo posso solo immaginare.- gli posò un leggero bacio sulla guancia.
-Bea..-
-Lo so Soul che i tempi non sono dei migliori, che siamo in guerra e che il mondo potrebbe finire da un momento all’altro ma io non posso vivere nell’incertezza che noi un giorno, chissà quando, staremo insieme. Io ho bisogno di certezze.-
-E se io non te le potessi dare?-
Era stato sincero.
-Sei solo spaventato, e molta della tua paura è dovuta a Lei.-
Bea abbassò la testa staccandosi dall’abbraccio di Soul.
-Lei?-
Lui sapeva bene chi era quella Lei, solo che non ebbe il coraggio di pronunciare quel nome.
-Lo sai, Maka Albarn. La tua artigiana.-
La guardò dritto negli occhi ma non ebbe il coraggio di mentirle o di imbrogliarle, Bea non se lo meritava.
-So che sei ancora legato a lei…-
-Non lo sono.- il suo tono di voce uscì deciso per la prima volta.
-Allora dimostramelo, se provi qualcosa per me devi lasciare andare lei.-
-Come faccio?-
-Vai da lei e solo quando la guarderai, dritto negli occhi saprai la verità.-
Soul la strinse in un forte abbraccio, una parte di lui non l’avrebbe voluta lasciare ma sapeva bene che aveva rimandato quell’appuntamento per troppo tempo.
Aveva lasciato in sospeso quel pezzo della sua vita.
Ma adesso era arrivato il momento di fare i conti.

-Maka hai visite.-
Lei alzò leggermente la testa in attesa.
-Sono io.- disse una voce profonda a pochi metri da lei. Sentì la porta della cella aprirsi e Soul si sedette di fronte a lei.
-Ciao Maka.- disse cercando di sorridere, cercando di rievocare i vecchi tempi. Ma la sua unica risposta fu il silenzio.
-E’ da tanto tempo che non ci vediamo come stai? Io beh….sono un po’ incasinato, sinceramente.-
Qualcosa dentro di lei si stava muovendo, riusciva a percepire il cambiamento. -Di qualcosa Maka, per favore.-
Sentiva i suoi occhi addosso, alzò lentamente la testa nella speranza che Soul avrebbe visto oltre le apparenze, oltre la follia che la stava divorando.
Ma una volta che i loro sguardi si furono scontrati, Maka percepì il freddo dell’abbandono.
Soul la stava guardando ma qualcosa dentro di lui lo stava allontanando ancora di più da lei.
-I…io.-
Sapeva bene che cosa stava guardando, lo sguardo vuoto della follia, il ghigno perenne e la paura negli occhi.
-Non sei Maka.-
Soul…
Sperava di farcela, lei doveva farcela, poteva tornare se solo lui l’avesse aiutata. -La mia amica non esiste più, ho perso solo tempo a venire qui!-
Sentì il cuore incrinarsi a quella parola ma non poteva mollare, non ora che la sua mente stava riacquistando la sua lucidità dopo mesi di abbandono.
Soul ti prego…
-Perché ?! Perché me l’hai portata via!!- le sue urla risuonarono per tutta la prigione vuota. Come un urlo strozzato.
La prese per le spalle e iniziò a scuoterla nella speranza che lei tornasse.
-Perché non sei qui!. Perché mi hai abbandonato!!-
Le lacrime di Soul le rigarono il viso.
Soul ti prego aiutami!
Maka lo pensò così intensamente che per un secondo ebbe la sensazione che Soul l’avesse sentita, che la loro risonanza avesse fatto da tramite, che l’amore che li univa avesse avuto la meglio.
-E’ stato tutto inutile. Maka non tornerà più.-
Lentamente la lasciò andare, Maka senza rendersene conto gli strinse il polso.
Voleva tornare da lui, lo voleva più della vita stessa ma la follia la stava facendo crollare nuovamente.
-Non toccarmi.-
La spinse contro la parete ed uscì velocemente dalla cella.
Ti amo, Soul.
Stavolta furono le sue lacrime a rigarle il viso ma era troppo tardi. Soul l’aveva abbandonata di nuovo, l’aveva lasciata senza darle l’opportunità di lottare, di combattere contro la follia.
Aveva rifiutato il suo amore, ancora.
Questo solo perché lui aveva deciso di non ascoltarla. Se solo lo avesse voluto più intensamente il suo ritorno, ma Maka si rese conto di una cosa, prima di cadere nuovamente nella follia, che Soul la voleva in quella situazione. Voleva che lei rimanesse così.
Voleva perderla. Per non trovarla più.
E lei gli avrebbe facilitato le cose.


Spazio autrice ∞ Ciao ragazziiii =) Scusatemi se non ho più aggiornato ma sono stata a Lipari fino all’altro giorno e non avevo connessione internet con me !! Comunque spero che questo capitolo (anche se non molto lungo ) vi possa piacere e spero di trovarvi più attivi che mai !! =)

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Capitolo 5
*** Tornare a vivere... ***


Tornare a vivere…

Un’aria nuova aleggiava sulla Shibusen. Gli attacchi del Kishin erano diminuiti fino a essere inesistenti.
Le lezioni erano ri-iniziate, per dare ai ragazzi l’apparenza della normalità. Risate, e grida occupavano di nuovo i corridoi della scuola.
Ma nella classe dei Falci di Luna, frequentata da Kid, Soul, Black Star, Tsubaki, Patty e Liz mancava una persona.
E il suo posto era stato troppo velocemente, occupata da una ragazza che non aveva niente in comune con lei.
I ragazzi la trovavano irritante e sgradevole, scortese in qualche caso e permalosa.
Ma non Soul.
Per lui quella ragazza era il miracolo che aveva sempre aspettato.
La speranza di essere migliore.
Così diversa da Maka da farlo sentire libero dalle congetture che la sua maestra ribadiva costantemente, libero per la prima volta.
Ma come soul si sentiva libero di essere una nuova persona, qualcun altro rimaneva rinchiusa nelle celle della Shibusen.
In attesa che qualcosa cambiasse. Che per una volta venisse presa in considerazione da qualcuno.
Da Soul.
Aspettava che Soul la liberasse dalla sua prigiona fatta di follia.
Ma Soul aveva deciso di abbandonarla al suo destino e come se lei stessa, Maka, anche se lontana da quella classe, riuscisse a sentire il cambiamento della sua arma…sentì il cuore andare a pezzi.
E dove una volta si trovava l’amore per Soul, lo sentì occupato dalla follia…e dal dolore.

-Sembra tutto troppo normale.- Kid stava osservando il cielo sopra la scuola. Il sole aveva ripreso a ridere senza ritegno mentre le nuvole sovrastavano la città.
-Hai ragione.-
Black Star a causa della guerra, o per fortuna, era diventato, solo in alcune occasioni, più calmo e meno esaltato.
-Sembra che stiano preparando un attacco.-
Il pensiero di Tsubaki li fece voltare nella direzione della ragazza, apparsa improvvisamente.
-Tu credi?.-
-Forse è l’unica spiegazione sensata.-
Quelle parole ebbero la capacità di lasciarli in silenzio per un paio di minuti, finché non vennero interrotti dalle risate di Soul e Bea. I ragazzi avevano ripreso la loro vita di sempre, come se la guerra non si fosse mai verificata, come se vite innocenti non fossero state uccise.
Come se Maka non fosse mai esistita.
-Che state facendo?-
-Forza Kid, un po’ di ANIMO!.- urlò troppo forte e questo fece irritare ancora di più il giovane ragazzo.
-Forse te lo sei scordato ma siamo in guerra, non c’è tempo per divertirsi.-
-E perché no?-
Stavolta era stata la voce di Soul a irritarlo più del dovuto.
-Perché potrebbero attaccarci da un momento all’altro.-
-Forse hanno perso interesse per noi.-
-Lo sai che il tuo ragionamento non ha senso?- Patty aveva espresso ad alta voce un pensiero davvero complesso, per lei. Ma che rispecchiava quello del resto del gruppo.
-Vedete tutto in negativo, dovremo divertirci! Stasera ci sarà una festa, perché non venite!?.-
-Siamo di turno stasera.- Tsubaki era stata decisa.
-Ma….- la ragazza guardò Soul intensamente, -Voi non mi accettate nel vostro gruppo, è cosi?-
-Carina, lo hai capito solo ora?.- la voce tagliente di Liz fece tremare tutti i presenti.
-Soul mi accetta per quella che sono, perché voi…ah ho capito.-
-Allora il cervello ti funziona.-
Stavolta aveva parlato Black Star allontanandosi di qualche metro.
-Adesso smettetela.-
-Soul apri gli occhi, per l’amor del cielo! Non è simmetrica. Non come Maka.-
-Non pronunciare quel nome!!-
-Come Soul le permetti pure di dire una cosa del genere?.-
-Non ti riconosciamo più, amico.- Black star poggiò una mano sulla spalla del ragazzo e lo lasciò solo con la sua ragazza.
Perché ormai tutti sapevano che Soul stava con Bea, e che aveva dimenticato o messo da parte Maka Albarn.

Poche ore più tardi una musica troppo chiassosa riecheggiava per l’intera scuola.
Bea era riuscita a dare il party che tanto voleva e Soul non aveva potuto impedirlo.
Cercando di rilassarsi per godersi la serata e la ragazza che tra un paio d’ore avrebbe portato a casa, per farla sua, il suo pensiero saettò a Maka.
Si trovava solo qualche piano sotto di lui.
Chissà se senti la musica?
A lei la musica gli era sempre piaciuta, soprattutto quella che faceva lui. Era così che si erano conosciuti.
Così Soul si era legato a Maka.
Ma lui credeva che di quel rapporto non fosse rimasto più niente, forse solo un ricordo lontano. Senza rendersi conto che era stato proprio lui a ripudiarla, lui ad allontanarla.
-Amore ti stai divertendo?.- Bea gli lasciò un lungo bacio sulle labbra.
Soul la desiderava, gli piaceva il carisma di Bea, il suo lasciarsi andare e vivere alla giornata, Maka era sempre stata troppo rigida per lui.
-Molto tesoro.-
Ma con Bea aveva imparato a mentire, non era vero che si stava divertendo, aveva mal di testa e sarebbe voluto andare a casa subito o chiarire con i suoi amici, ma non poteva fare nessuna delle due cose.
Questo perché a lui piaceva accontentare Bea.
-Vieni a ballare.- e con occhi molto simili al demone rosso Soul si alzò e andò a ballare.
Dimenticandosi ancora una volta dei suoi doveri.

-Quel ragazzo è un cretino!-
-Black Star, Soul è innamorato.-
-Sì lo so, ma non capisce che quella ragazza lo porterà sulla cattiva strada!-
-Black Star ha ragione.-
-Kid non ti ci mettere anche tu.-
Tsubaki era letteralmente stanca a causa delle continue lamentele dei ragazzi.
-Ma come possiamo fargli cambiare idea?-
-Non si può, lui ha scelto.- -Ma Maka non ha potuto neanche combattere.- Liz batté il pugno sul muretto della scuola, arrabbiata per quella situazione disdicevole.
-E’ vero ma non possiamo fare niente, solo Soul la può salvare.-
-Ne sei sicura?-
-Sì.-
In sottofondo sentirono le canzoni della scuola diffondersi per tutta la città.
-Odio quella ragazza.- bofonchiò la stella nera.
-Anche io.- risposero in coro i ragazzi appoggiandosi al muretto, stanchi per la notte passata a controllare il perimetro della città, quasi inutilmente.
-Forse potremmo passare, solo per vedere.- la proposta di Liz non venne proprio bocciata ma i ragazzi decisero di avvicinarsi alla scuola senza entrare alla festa.
Mentre i ragazzi lasciavano la postazione un ombra sgusciava alle loro spalle, troppo silenziosa per essere percepita.
Troppo veloce per essere vista.
Forse era la paura che si aggirava per la scuola.

Alla fine troppo curiosi, decisero di entrare a dare un’occhiata e la scena che videro li lasciò quasi senza parole, Bea si stava strusciando su soul nel vero senso della parole e lui, senza molta discrezione, le palpava un seno.
-Siamo ridotti molto male.-
-Io dico che siamo messi molto peggio, Liz.-
Provarono a divertirsi ma sapevano bene che certe cose non era possibili proprio in quel momento, con quella situazione.
Ma appena buttarono giù un paio di sciortini, la serata parve più allegra ma proprio in quel momento l’ombra che era entrata dentro la città si presentò alla festa.
Si trattava della Falce della Morte Justin Law, apparso senza destare sospetti. -Cosa ci fa lei qui?-
-Stanno per arrivare e stavolta sono molto di più.-
Tsubaki vide tutti i ragazzi pronti a combattere e Soul strinse la mano di Bea, che in meno di un secondo si preparò a guidare Soul alla battagglia Stringendo tra le sue mani una falce della morte.
-Black Star.- fece voltare il suo compagno che come lei non trovava parole per esprimere la sua rabbia.
-Devo dirlo a Maka.-
La parte razionale le diceva di restare, ma la piccola parte di follia che era dentro di lei, le disse di correre il più velocemente possibile verso la sua amica.
-Ti aspetto qui.-
Sorrise al ragazzo e corse nei sotterranei, stranamente non trovò nessuno durante il suo cammino, neanche la guardia notturna.
Si precipitò alla cella della ragazza e ne forzò la serratura.
-Maka, Maka ascoltami!-
Gli occhi dell’amica erano chiusi, come se stesse dormendo.
-Cazzo Maka, devo parlati è urgente.-
Lentamente li vide schiudersi e si sedette accanto a lei.
-Maka, io lo so che mi senti, che puoi capirmi.- cercò di non piangere, doveva sbrigarsi.
-Spero che sia così perché devi ascoltarmi attentamente.-
Riuscì quasi a vedere gli occhi, normali, di Maka emergere.
-Soul…Soul è peggiorato adesso sta con Bea, lo si baciano e Soul ha perso il nume della ragione.-

Maka avrebbe voluto rispondere ma qualcosa la bloccò, rendendolo impossibile.

-Maka, loro….loro adesso stanno assieme anche in quel senso. Sono maestro ed arma.-
La sua voce tremò leggermente a quelle parole e si sentì in colpa per aver dovuto dire una cosa del genere alla sua amica.
-Tu dovevi saperlo, ti prego torna!.-
Ma la risposta di Maka fu un semplice cenno con la testa e senza aggiungere altro si liberò dalle catene che per tutto quel tempo l’avevano imprigionata. Addio Soul. Questa è la fine, anche se una parte di me ti amerà per sempre.
Ma non posso più restare.

Chiuse dentro di se tutte le sue emozioni, liberando definitivamente la follia che era rimasta bloccata dentro di lei, la sentì scorrere, la sentì prosciugarla. -Io vado via.-
Maka si rivolse a Tsubaki con quelle semplici parole, sperando che l’amica capisse.
Lei annuì leggermente, nel tono di Maka non vi era più nessuna emozione, nessun sentimento, c’era solo distacco.
Come se fosse lontana.
Senza aggiungere altro uscì dalla cella e corse fuori.
Aveva lasciato scappare una fuggitiva.
Aveva dato a Maka l’opportunità di essere libera.
Aveva fatto sì che la follia dentro di lei si liberasse.
-Cosa ho fatto?-



Spazio Autrice ∞ Okay lo so di essere davvero in ritardo, ma sono dovuto tornare a casa, purtroppo le vacanze sono finite ed ero in fase trasferimento, mi dispiace molto!
Spero che il capitolo possa essere di vostro gradimento e grazie a tutti/e che leggeranno la storia o che mi lasceranno un piccolo commento =)

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Capitolo 6
*** Lasciando la propria casa ***


Lasciando la propria casa
 
Tsubaki si sentiva in colpa.
Non avrebbe dovuto lasciare andare Maka, era stata messa in cella per un motivo: era pericolosa.
E lei aveva appena liberato una fuggitiva durante un attacco.
Aveva combinato un casino epico.
Risalì le rampe di scale più velocemente possibile e lo scenario che si trovò davanti la fece bloccare.
Death City era quasi distrutta.
I suoi compagni di classe stavano lottando, stavano combattendo per la loro città, per le loro vite ma stavano perdendo.
Trovò Black Star a pochi passi da lei, ormai aveva imparato a combattere da solo ma ogni volta che lo vedeva le si stringeva forte il cuore.
Lo aveva lasciato solo troppo spesso e se lui non fosse sopravvissuto sarebbe stata solo colpa sua.
-Sono qui.-
-Bentornata Tsubaki, sono fiero di te!!-
La ragazza rimase di sasso non capendo, o forse lui sapeva cosa lei avesse fatto.
-Come lo sai?.-
-E’ passata da qui, ma nessuno a parte me l’ha vista.-
-Si… Sicuro?.-
-Tranquilla.-
La voce calma e non agitata, lo sguardo fisso nei suoi occhi. Black Star le faceva sempre uno strano effetto ma ultimamente le cose erano cambiate e lei lo sapeva bene.
-Tsubaki... le porse la mano.
Sorrise a quel ragazzo così diverso, ma così speciale.
Si trasformò nella sua arma.
 
-Kid così non va bene!.-
La voce di Liz era l’unica cosa che lo faceva concentrare.
-Io… Io non so che fare.-
La città era sotto assedio e se sarebbero rimasti, sarebbero morti.
-Dobbiamo andare via.- sussurrò alle sue armi.
-Ma tuo padre?-
-Lui…-
Kid non sapeva bene cosa dire. Suo padre non si era mai ripreso del tutto dal primo attacco con Ashura, non aveva potuto partecipare alla battaglia finale e neanche salvare la città da questi attacchi.
Suo padre, il Dio della Morte, era stato battuto e questo Kid lo sapeva troppo bene.
-Non possiamo fare niente per lui.-
Cercò di non piangere.
Suo padre qualche tempo prima gli aveva chiesto di andarsene, di prendere con sé i più bravi artigiani e di creare da qualche parte una nuova resistenza, ma lui non lo aveva fatto. Non voleva lasciarlo.
Ma adesso, adesso si era reso conto che era arrivato il momento di andare via.
-Sentitemi bene!- urlò a tutti i suoi amici.
-Dobbiamo andare via, cercate di recuperare il più velocemente le cose essenziali, ci vediamo fuori dalla città.-
Con quelle parole rimasero solo lui e le sorelle a combattere, per dare il tempo ai ragazzi di scappare.
Stein e altri professori non sarebbero venuti, loro avrebbero sempre combattuto per la città. Ma i ragazzi dovevano pensare al mondo.
-Vai Kid. Ci pensiamo noi.-
-Prendetevi cura di mio padre!.- fu l’ultima cosa che disse prima di correre verso casa sua per prendere lo zaino, ormai pronto da giorni.
 
Soul dopo aver sentito le parole dell’amico era corso subito a casa.
Voleva portare un paio di cose con se, cose che gli sarebbero state utili durante il viaggio.
Oggetti utili per ricordare.
Accanto a lui Bea gli faceva compagnia. Non lo lasciava mai solo. In qualche modo erano sempre assieme.
Si soffermò un attimo a osservare la sua “compagna”. In lei aveva trovato subito una cara amica, ma troppo velocemente il loro rapporto era cambiato.
Senza avere il tempo di elaborare quella situazione, strana.
Non era mai stato il fidanzato di qualcuno, a stento era stato un amico per Maka, e quella situazione lo metteva in difficoltà.
Dandogli responsabilità che lui non voleva.
-Ci siamo.- disse la ragazza indicando il portone.
Soul varcò velocemente la porta di casa e senza dire niente corse in camera sua, prendendo uno zaino da terra per conservare maglietta e pantaloni.
Provò a ignorare il suo cuore.
Da quando era entrato a casa aveva iniziato a batter forte, poiché ricordava, anche troppo chiaramente, i giorni passati a scherzare con Maka. I giorni in cui litigavano di brutto ma poi finivano per fare pace. Le serate in cui cucinavano assieme e i pomeriggi passati a studiare sul tavolo della cucina.
Ma il flusso di ricordi venne interrotto da un oggetto, che stonava con la sua camera.
Era un libro.
Il libro di lei. Spesso e pesante, era il libro che Maka usava per picchiarlo quando si arrabbiava.
Perché è qui?
Una domanda, zero risposte.
-Dobbiamo andare via!-
Bea lo riportò alla realtà, senza pensarci prese il libro e lo posò nello zaino.
Correndo qualche minuto dopo fuori dalla sua casa, ma volgendo per un’ultima volta gli occhi alla Shibusen. Pensando a Maka per un’ultima volta.
Sperando di vederla sorridere una volta finita la guerra.
 
-Ci siamo tutti?-
Death The Kid era stato costretto dagli eventi a diventare il capo, capo di una frazione che avrebbe dovuto cacciare la follia dal mondo.
Nel silenzio di quella riposta si rese conto che avevano perso tantissimo in poco tempo.
Avevano perso amici.
Aveva perso Maka.
Perché anche per lui la ragazza era importante.
Era sempre stata al suo fianco nei momenti difficili, ma non come Liz, lei c’era stata come amica, come consigliera.
Come spalla su cui piangere.
E adesso andavano via senza di lei.
-Ti salveremo.-
 
E Kid ci stava credendo veramente, sperava che salvando il mondo avrebbe salvato anche lei.
Liberandola dalla follia che l’aveva trascinata lontana da loro, lontana da suo padre e da Soul.
Guardò il suo amico, camminava vicino a Bea.
Sospirò e si concentrò sulla sua missione, prima di tutto dovevano lasciare il deserto senza essere visti e poi avrebbero dovuto cercare una nuova casa, e da lì, combattere.
Ma come lui, molti altri non sapevano che Maka era già lontano da occhi indiscreti.
Lontano da quegli occhi che l’avevano fatta innamorare, fatta piangere.
Occhi che l’avevano lasciata sola nei momenti difficili.
Lontana da Soul. Dall’amore della sua vita.
 
 Spazio Autrice ∞ Ciao a tuttiiiiii =) Eccomi qua con il nuovo capitolo, forse è un pò breve e mi scuso per questo, ma ho avuto tanti problemi col pc e rischiavo di perdere tutto !! 
Quindi spero che vi possa piacere e nella settimana successiva, vedremo Soul diviso tra due fronti: Maka e Bea. Non voglio aggiungere altro =)
Un bacio grande a tutti coloro che seguono la storia, a chi la recensisce e a chi la legge soltanto!!
Grazie =)

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Capitolo 7
*** Una lettera che viene dal cuore ***


Ed eccomi qui =) Lo so, sono in ritardo di qualche giorno e mi 
scuso veramente, 
non sono arrivata a finire e volevo pubblicare
un bel capitolo, nella speranza che vi piaccia.
Stavolta ci sarà una bella sopresa per Soul.
E forse vi farò un'altra sorpresa...
Grazie di cuore a tutte, a chi legge, a chi 
recensiglie ecc =)
XOXO
_Giuls17_

Una lettera che viene dal cuore
 
Siamo salvi.
Questo era l’unico pensiero di Kid una volta lontani dalla città.
Erano riusciti a fuggire senza essere visti, nascondendo le proprie tracce, come se non fossero mai esistiti.
Ormai erano davvero lontano dalla Death Valley e l’unica città più vicina sarebbe stata Las Vegas, forse però troppo appariscente per loro.
-Fermiamoci a riposare.-
Non sapeva da dove iniziare per creare il nuovo piano, aveva bisogno di tempo ma si rese conto che, anche se non erano più sotto assedio, di tempo non ce n’era più.
 
-Finalmente!- Soul si sdraiò a terra, grazie al cielo si erano fermati su un collina erbosa, lontano da tutto quel deserto.
Con gli occhi rivolti al cielo Soul pensò a Maka, a cosa stessa facendo e se un giorno l’avrebbe rivista.
-Stai pensando a lei vero?-
Si ritrasse di colpo pensando che si trattasse di Bea, poiché per qualche ragione la sua nuova artigiana non vedeva di buon occhio la sua vecchia amica.
-Sono solo io, Soul.- Tsubaki sorrise sincera e questo influenzò Soul.
Era da qualche tempo che non si sentiva leggero, spensierato come in quel momento, ma quei sentimenti durarono solo per poco.
-Come stai?-
-Bene e tu Soul-kun?-
-Beh… sono stato meglio…- senza farlo apposta guardò la sua ragazza, civettare con qualche ragazzo più grande di lei, ma stranamente, non provò gelosia, non provò rabbia, Soul non stava provando niente.
-Cosa provi per lei?-
-Io… Lei mi fa stare bene ma…-
-Ma non sei sicuro di amarla?-
Gli occhi di Soul si scontrarono con quelli della ragazza, grandi e troppo teneri per il suo carattere.
Ma era una delle qualità di Tsubaki.
-Sì…-
-Sai Soul, il vero amore ti fa provare sentimenti che mai avresti pensato di provare, ti toglie il respiro, ma ti da la forza per andare avanti, ti sorregge…il vero amore si riconosce subito…-
Tsubaki non concluse quella frase, perché facendolo avrebbe sicuramente parlato di Maka e non voleva che Soul si ritirasse nel suo guscio.
Il vero amore è quello che prova Maka per te, incondizionato.
-Io non so cosa provo per Bea ma so che le voglio bene, è importante per me, almeno penso.-
-Allora sono felice per te.-
Provò a sorridere ma in realtà lei stava morendo dentro.
-Ah…Tsubaki se provi qualcosa per Black Star ti conviene farglielo sapere.-
Arrossì il minuto dopo, e annuì lasciando Soul con i suoi pensieri.
Lui era sicuro che voleva bene a Bea, era sicuro che lei era una brava ragazza, forse troppo possessiva ma non era sicuro di amarla.
Forse solo il tempo gli avrebbe portato consiglio.
 
Passarono la notte là, cercando di riposare.
Ma solo in pochi dormivano, Death The Kid stava fissando la mappa del Nevada cercando un posto sicuro per creare la resistenza.
 
Le sorelle Thompson dormivano abbracciate, per scacciare gli incubi.
 
Black Star si stava allenando, non voleva perdere la sua forza, soprattutto perché doveva proteggere Tsubaki e lei, sorridente come non mai, lo osservava con attenzione, con il cuore che batteva veloce.
 
Soul si stava rigirando tra le mani il libro di Maka, poiché Bea dormiva a pochi centimetri da lui, cercando di capire perché quel libro era nella sua camera.
Maka non lasciava mai i libri sparsi per la casa, lei adorava l’ordine e tutti i suoi libri erano conservati alla perfezione.
Ma perché questo no?!
Soul non riusciva a capire che cosa avesse di particolare questo libro.
Così decise di aprirlo, d’impulso.
E l’unica cosa che ci trovò fu una lettera.
Il suo cuore iniziò a battere, come quel giorno che aveva suonato per Maka, ripensando che era da troppo tempo che non sentiva nell’aria la sua melodia,  e prese la lettera con mani tremanti.
Cercò di ingoiare il groppo che si era formato in gola, senza riuscirci.
-Maka…-
L’aprì e riconobbe subito la scrittura della ragazza.
 
Ciao Soul,
Ti chiederai che cosa ci fa il mio libro in camera tua, serve per custodire un segreto.
Questa lettera è il segreto che non sono mai riuscita a rivelarti, e non ho molto tempo.
Ricordo il giorno in cui tu hai suonato per me, in quel momento eri solo un amico ma col tempo sei diventato qualcosa di più importante.
Sei diventato il mio migliore amico, la mia ancora di salvezza, ma…sei diventato il mio compagno.
Anche se io per te rimanevo solo Maka, tu non eri più solo Soul per me.
Insomma…sto cercando di dirti che…sono innamorata di te…
Non saprei dirti da quanto tempo e neanche quando è successo, ma un giorno ti ho guardato diversamente ed è stato quello il momento il cui il mio cuore ha battuto per te.
Non era la dichiarazione che mi aspettavo di farti…ma…
Come sai la battaglia finale si sta avvicinando ed io sto male, la follia mi ha contagiato e sto provando a resistere per te, anche se non ti sto rendendo partecipe di questo.
Soul perdonami se in qualche modo ti deluderò, perdonami se non ti ho detto che ti amo, perdonami se non ti ho detto che stavo male ma l’ho fatto solo per proteggerti, solo per non farti soffrire.
Questa lettera la conserverò gelosamente nel mio libro, che troppe volte ho usato su di te, perdonami anche per questo, voglio che sia il destino a farti trovare questa lettera, non io.
Voglio sperare che la troverai solo nel momento in cui avrai veramente bisogno di me, e non prima, così ti renderai conto che il mio amore per te è vero.
 
Maka…
 
Aveva dovuto rileggere le ultime righe a causa delle lacrime, aveva dovuto rileggere una seconda volta la lettera per essere sicuro di non aver sbagliato.
Per essere sicuro di non averle letto male.
Strinse forte la lettera, cercando di assaporare l’amore che Maka provava per lui. Ma non sentì niente.
Solo il cuore che veniva divorato dal risentimento, dal dolore, dalla frustrazione.
Le ultime parole che aveva detto a Maka erano state orribili, il suo atteggiamento era stato pessimo ed ora solo si spiegava perché Maka quel giorno si era avvicinata per toccarlo.
Perché voleva essere salvata.
Voleva essere amata.
-Cazzo!.-
Iniziò a imprecare allontanandosi da Bea.
Aveva tradito Maka, aveva buttato nel cesso il rapporto con lei per una ragazza che non amava.
-Cazzo!!- urlò più forte.
Il cuore gli faceva male, troppo male.
Forse è questo quello che ha provato Maka quando io l’ho rifiutata, quando io le ho detto addio.
 
-Soul!.-
Black Star aiutò il ragazzo a rimanere in piedi.
-Voi lo sapevate?- adesso provava solo rancore.
Tsubaki lesse velocemente la lettera ed annuì in un modo quasi impercettibile.
-Lo sapevano tutti.- disse Black Star abbassando lo sguardo.
-Perché non me lo avete detto?!.-
Si staccò dall’amico rileggendo quelle righe.
-Perché lei non lo voleva, sperava che tu ti accorgessi di lei di tua spontanea volontà. Io ero contraria anche alla lettera.-
Quelle parole gli fecero capire che forse Maka si aspettava questo da lui, che una volta messe in tavola le carte lui sarebbe andato da lei.
Soul scosse la testa, cercando di ridere, Maka lo conosceva troppo bene. Lui sarebbe andato da lei.
Subito.
-Io vado.- disse asciugandosi le lacrime per ritrovare il suo contegno.
-Dove scusami?- la voce di Bea lo fece girare.
-Infatti, non possiamo tornare indietro!.- Kid si era unito alla discussione.
-Io devo tornare da Maka, la devo liberare perché solo io posso farla guarire.-
Per la prima volta ci stava credendo veramente alle sue parole.
-Non puoi andare.-
Tsubaki lo stava guardando negli occhi.
-Che vuol dire?!. Death City è vicina…-
-Non puoi andare da Maka perché Maka non è lì.-
Tutti guardarono Tsubaki con gli occhi sbarrati.
-Maka è fuggita ieri sera.-
 

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Capitolo 8
*** Wrecking Ball ***


We clawed, we chained our hearts in vain 
We jumped, never asking why 
We kissed, I fell under your spell 
A love no one could deny/ 
I nostri cuori, li abbiamo lacerati e incatenati invano 
Abbiamo saltato senza mai chiederci il perché 
Ci siamo baciati, sono caduta sotto il tuo incantesimo 
Un amore che nessuno potrebbe negare 

 
Mi sono sentita legata a te quando hai suonato per me.
Non era una semplice melodia, di quelle che impari a memoria.
Eri tu.
Quella melodia eri tu.
Non sei mai stato bravo con le parole e quello era l’unico modo per comunicare.
Così ci siamo legati, ma niente hai mai funzionato a dovere.
Troppo diversi, eppure la voglia di baciarti era troppa.
Ma anche senza quello sono diventata tua, anche senza volerlo.

 
Don’t you ever say I just walked away 
I will always want you 
I can’t live a lie, running for my life 
I will always want you/ 
Non hai mai detto che io me ne sono andata 
Ti vorrò sempre 
Non posso vivere una bugia, fuggendo dalla mia vita 
Ti vorrò sempre 


 
Quando ho mi sono resa conto che non mi avresti mai guardato,
se non come amica, come artigiana, come compagna di scuola,
mi sono arresa.
Ho capito che non saresti mai stato mio.
Ma nonostante il dolore, non ti ho mai lasciato.
Perché ti volevo sempre.
 

 
I came in like a wrecking ball 
I never hit so hard in love 
All I wanted was to break your walls 
All you ever did was wreck me 
Yeah, you wreck me /
Sono arrivata come una palla da demolizione 
Non ho mai colpito così forte per amore 
Tutto quello che volevo era distruggere i tuoi muri 
Tutto quello che tu hai fatto è stato distruggere me
Sì, mi hai distrutta 


 
Ci siamo conosciuti in un momento non proprio perfetto.
Io scappavo dalla mia famiglia, tu scappavi da te stesso.
Ma il nostro incontro mi ha cambiato la vita.
L’unico mio obbiettivo era distruggere il muro che ci divideva,
che ti impediva di essere te stesso con me.
Ma l’unica cosa che tu hai fatto è stato distruggere me.
 
I put you high up in the sky 
And now, you’re not coming down 
It slowly turned, you let me burn 
And now, we’re ashes on the ground/
Ti ho portato in alto nel cielo 
E adesso non stai tornando giù 
la situazione è cambiata lentamente, 
tu mi hai lasciata bruciare 
E adesso siamo cenere sul terreno 
 
 
Così nonostante il dolore e l’amore,
ho deciso che non ti avrei lasciato andare.
Che sarei stata una parte di te e che ti avrei fatto brillare nel cielo di
Death City.
Ma non ti sei fidato abbastanza.

 
Don’t you ever say I just walked away 
I will always want you 
I can’t live a lie, running for my life 
I will always want you/ 
Non hai mai detto che io me ne sono andata 
Ti vorrò sempre 
Non posso vivere una bugia, fuggendo dalla mia vita 
Ti vorrò sempre 

 
Ma sono rimasta ancora.
Perché il mio cuore ti amava, ti ama incondizionatamente.
Anche quando tutti mi dicevano di andare via, io sono rimasta.
Per te.
 

I came in like a wrecking ball 
I never hit so hard in love 
All I wanted was to break your walls 
All you ever did was wreck me/ 
Sono arrivata come una palla da demolizione 
Non ho mai colpito così forte per amore 
Tutto quello che volevo era distruggere i tuoi muri 
Tutto quello che tu hai fatto è stato distruggere me



 
Così nonostante il fallimento,
ho deciso di amarti in silenzio.
Sperando di ricevere uno dei tuoi sorrisi un giorno.
Sperando di essere amata come io amavo te.
Ma tu, non hai fatto altro che distruggermi.
 

I came in like a wrecking ball 
Yeah, I just closed my eyes and swung 
Left me crouching in a blaze and fall 
All you ever did was wreck me 
Yeah, you wreck me/ 
Sono arrivata come una palla da demolizione 
sì, ho semplicemente chiuso i miei occhi e ho oscillato 
mi sono rannicchiata tra le fiamme e sono caduta 
Tutto quello che tu hai fatto è stato distruggere me
Sì, mi hai distrutta
 

 
Mi sono affidata a te.
 
Perché la mia anima si fidava di te.
Perché per uno strano gioco del destino c’eravamo legati.
Ma neanche la nostra Risonanza poteva essere più forte
Di un cuore spezzato.
 

I never meant to start a war 
I just wanted you to let me in 
And instead of using force 
I guess I should’ve let you in 
I never meant to start a war 
I just wanted you to let me in 
I guess I should’ve let you in 
Don’t you ever say I just walked away 
I will always want you/ 
Non ho mai avuto intenzione di iniziare una guerra
Volevo solamente che tu mi lasciassi entrare 
E invece di usare la forza 
Penso che al tuo posto io ti avrei lasciato entrare  
Non hai mai detto che io me ne sono andata 
Ti vorrò sempre 



 
Volevo entrare nel tuo cuore.
Essere una parte di me.
Ma non ha funzionato e tra noi è iniziata una fottuta guerra.
Di quelle che lacerano gli animi, di quelle che ti distrugguno.
Io sono stata distrutta per colpa della follia.
Ma nonostante questo, non sono andata via.
Perché ti vorrò sempre.
 

I came in like a wrecking ball 
I never hit so hard in love 
All I wanted was to break your walls 
All you ever did was wreck me 
I came in like a wrecking ball 
Yeah, I just closed my eyes and swung 
Left me crouching in a blaze and fall 
All you ever did was wreck me 
Yeah, you wreck me/
Sono arrivata come una palla da demolizione 
Non ho mai colpito così forte per amore 
Tutto quello che volevo era distruggere i tuoi muri 
Tutto quello che tu hai fatto è stato distruggere me

Sono arrivata come una palla da demolizione 
sì, ho semplicemente chiuso i miei occhi e ho oscillato 
mi sono rannicchiata tra le fiamme e sono caduta 
Tutto quello che tu hai fatto è stato distruggere me
Sì, mi hai distrutta

 
Ma…mi sono lasciata distruggere da te.
Troppe volte sono rimasta,
troppe anche per contare.
Mi hai distrutta senza darmi la possibilità di
Proteggermi.
Mi hai lasciato andare senza salvarmi.
Mi hai lasciato andare senza provare ad amarmi.

 

 
questo è il regalo di cui vi parlavo.
premettendo che la canzone è di Miley Cyrus -> Wrecking Ball
credo che sia perfetta per spiegare i sentimenti di Maka,
da precisare, che questo capitolo non influenza la storia.
ma serve solo per specificare alcuni contenuti.
Grazie ^.^

 

 

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Capitolo 9
*** Credimi non sono mai andato via ***


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Hooollaaaaa =)
Eccomi qua, avevo una voglia pazza di aggiornare ed ecco qui il capitolo!
Vorrei solo fare una precisazione, mi sono accorta di errore gravissimo che più tardi modificherò! 
Bea non è un'arma, quando lei salva Soul lo fa in forma umana
ma prima dell'ultima battaglia, lei si trasforma in Sai!
Scusatemi ma non ho tenuto conto del loro 
primo incontro ed ho fatto confusione T.T
Perdonooooo :(
Correggerò il prima possibile, spero che comunque non mi addandonerete!!
Grazie come sempre a tutti/e =) <3

 

Credimi non sono mai andato via
 
-Che cosa intendi con: “Maka è fuggita ieri sera”?- Tutti stavano guardando Tsubaki dritta negli occhi e questo non era un buon segno per lei.
Si sentiva in soggezione e maledettamente in colpa per non aver detto prima cosa aveva visto la sera precedente.
Volevo solo che la mia amica fosse salva.
Tsubaki con queste semplici parole si passò una mano sulla coscienza pensando che aveva fatto bene a dichiarare la verità a Maka, che aveva fatto bene a lasciarla andare siccome non era colpa sua se Soul si fosse “svegliato” all’ultimo.
-E’ scappata.-
-Come ha fatto a fuggire dalla Shibusen, è un carcere tra i più sicuri al mondo!- il tono di Kid era leggermente alterato, non mandava giù che, la sua amica, fosse fuggita proprio davanti ai suoi occhi.
-L’ho liberata io.- disse semplicemente e Black Star le strinse la mano.
Provò qualcosa di strano, giù allo stomaco, come se delle farfalle si stessero muovendo veloci dentro di lei.
-TU C O S A?!-
Stavolta erano stati Soul, Kid e le sorelle ad urlare contro di lei, ma non dette a vedere la sua paura o il rossore sul viso dovuto all’imbarazzo.
-Ha fatto la cosa giusta. E’ andata a dire a Maka che te la facevi con quella lì.- indicò Bea con disprezzo, -Dato che tu.- indicò il suo amico ora, -Non avevi avuto il coraggio e così l’ha lasciata andare.-
Stavolta fu il silenzio a regnare sovrano.
Soul guardava i suoi amici con rabbia, ma dentro di se sapeva che loro avevano ragione. Si era comportato malissimo con Maka, l’aveva lasciata sola, abbandonandola al suo destino senza darle l’opportunità di aiutarla.
-Sono stato uno stronzo, lo so.-
Aveva sussurrato queste semplici parole ma tutti l’avevano sentito.
-Maka questo non lo pensa, ma aveva bisogno di andare via.-
Appoggiò la mano sulla spalla di Soul e lo sguardo di Tsubaki si fece più intenso.
-Stava morendo là sotto.-
 
 
-Qual è il piano, come rintracciamo Maka?-
La voce di Liz portò Kid nuovamente alla realtà, si grattò la testa rassegnato.
-Non recuperiamo Maka.-
-Cosa?!- urlarono tutti.
-Non possiamo perdere tempo, lei è ancora vittima della follia e non abbiamo idea di dove si trovi.-
-La rintracciò io.- propose Soul con il cuore che stava andando a mille, non poteva abbandonarla, ancora.
-Come faresti? Non sei più in risonanza con lei, non hai nessun legame.- il tono pacato di Kid lo spiazzò.
Qualcosa dentro di lui si stava rompendo e la sua mente pensò alla ragazza che aveva incontrato nella cella qualche tempo fa, forse anche lei aveva provato quella stessa sensazione quando lui l’aveva lasciata.
Forse anche lei si era “rotta” ed era quasi certo che per colpa sua si fosse lasciata andare alla follia, senza reagire.
-Allora cosa facciamo?.-
-Stanotte dormiamo qui e domani andremo a cercare un posto sicuro per fermarci, magari alla periferia di Las Vegas in qualche edificio abbandonato, non so.-
Kid diede le spalle al gruppo e si allontanò senza aggiungere altro, Liz e Patty lo seguirono in silenzio.
 
 
-Quando è successo?- Soul non voleva dormire, voleva la verità.
-Intendi quando Maka si è innamorata di te?- la voce della sua migliore amica lo fece sorridere come un bambino.
-E’ una lunga storia.- aggiunse l’altro.
-Voglio sentirla, per favore.- strinse leggermente la lettera che non aveva lasciato per un secondo e si mise in ascolto.
-Beh… E’ successo quando Crona ti ha ferito a morte… Lei doveva prendere quel colpo non tu e il fatto che tu l’abbia salvata ha cambiato le cose.
Certo lei non credeva di provare quel sentimento, ti voleva bene, eri il suo migliore amico, la persona di cui più si fidava al mondo, ma quel tuo gesto… L’ha cambiata.-
Tsubaki sorrise al ricordo di quel giorno passato.
-Venne da noi una sera quando tu eri ancora in infermeria; camminando per casa cercando di “analizzare” i suoi sentimenti. E allora io le dissi che i sentimenti non si possono analizzare, se si prova qualcosa, lo si capisce dal proprio cuore.- lo tocca leggermente voltandosi verso Black Star.
-Se si prova qualcosa per qualcuno il cuore batter fortissimo come se volesse uscire via dal petto.
E allora lei mi guardò per qualche secondo, non era “abituata” se così si può dire a vedersela col suo cuore.
Così dopo qualche secondo mi disse: “penso di avere una cotta per Soul”. E da lì è iniziato tutto.-
-Io non lo sapevo… Io non ci ho mai fatto veramente caso.-
-Dovevi vederla quel giorno, sorrideva come una bambina, era felice ma poi non tutto è andato come doveva.-
-Lo sapevi che la follia l’aveva contagiata?-
-Sì. Eravamo assieme quel giorno quando ha presentato il primo attacco e l’ho portato da Stein, lui ha capito subito di cosa si trattava ma non poteva guarirla.- chiuse gli occhi cercando di trattenere le lacrime, -Si può guarire da soli ma lei non aveva le forze così ci fece promettere di tenere il segreto, non voleva deluderti.-
-Deludermi?-
-Se ti avesse detto che non avreste potuto partecipare alla battaglia tu… L’avresti odiata così ha preferito non dire niente, ha preferito tenere questo segreto sperando di potersi dichiarare, era convinta che se l’avesse fatto la follia sarebbe andata via… Ma è solo peggiorata.-
Soul ricordò il momento esatto in cui Maka era crollata davanti a tutti nella battaglia, quel giorno non sapeva cosa le fosse successo, anche se il ghigno sulla sua faccia parlava chiaro.
-Non ho mai avuto il coraggio di affrontarla quel giorno, le ho parlato solo per dirle addio.-
-Soul non devi pensare che la colpa sia tua, Maka ha preso le sue decisioni.-
-Ed ora non sappiamo dov’è, né se stia bene, né con chi sia.-
-Calma amico, Kid avrà qualche brillante idea e risolverà tutto.-
-Era Maka quella dalle idee brillanti.- sussurrò.
-Già.-
 
Non si trattenne ancora a lungo con i suoi amici decidendo così di tornare nel suo accampamento, scordando che cera qualcuno ad aspettarlo.
-Finalmente.- Bea esultò con sarcasmo appena lo vide.
-Mi stavi aspettando?- chiese senza pensarci troppo.
-Sì, volevo parlare con te ma sei sparito!-
-Dovevo parlare con Black Star e Tsubaki.-
-Per farti dire cosa? Di come la tua amichetta fosse uscita pazza?-
-Non parlare di lei in questo modo.-
La rabbia che si era assopita solo per qualche secondo riprese a scorrere per il corpo di Soul.
-Io ne parlo come voglio, chiaro? Adesso tu ascoltami bene, a me non interessa se lei ti ha scritto una lettera d’amore o altro.- scosse le mani in aria come per scacciare una mosca fastidiosa, -Tu sei il mio ragazzo, ok?-
-No Bea non è okay.- ripeté Soul cercando di calmarsi.
-Ah no? Intendi lasciarmi per lei?- rise.
-Intendo salvare la mia compagna, non so cosa mi riserverà il futuro.-
-Te lo dico io: no due batteremo il Kishin e io ti farò diventare Falce della Morte, è questo il nostro piano.-
-No, io non intendo più avere a che fare con te! Da quando ti ho conosciuta non hai fatto altro che portare guai, ho abbandonato la mia compagna per te, il vecchio Soul non lo avrebbe mia fatto!-
-Il vecchio Soul era una palla! Posso farti diventare io Falce della Morte, possiamo, posso portarti al potere! Posso realizzare il tuo sogno quello che Maka Albarn non ha mai fatto!-
-No, quello è il mio sogno e il suo. Tu non centri niente.-
-Non puoi lasciarmi!- Le urla della ragazza risuonarono per tutta la radura.
-Vedila così.- si avvicinò alla ragazza e le sussurrò, -Sei sollevata dall’incarico.-
Le sorrise solo come lui sapeva fare e la lasciò sola, prendendo le sue cose per spostarsi lontano.
Avrebbe salvato Maka a tutti i costi ma non avendo più la risonanza doveva trovare un altro modo.
-Scusami Maka ma, credimi non sono mai andato via.- 

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Capitolo 10
*** Ricognizione ***


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Allorrraaaa!! Eccomi qua!! 
Lo so, il capitolo non è molto lungo o intenso, ma
essecodo un capitolo di mezzo, 
dove non succede niente di che mi 
sembrava inutile "addobbarlo" per renderlo
più decente.
Anche perchè questo capitolo, mi serve per introdurre il piano
nel prossimo!!
Quindi spero di non essere fuciliata T.T
e c'è la possibilità che aggiorni anche il pome, 
dato che ho finito gli esamiiii =)
Comunque, grazie a tutti quelli che hanno messo la storia
tra le preferite, ricordate e seguite e grazie
a chi ha il tempo di lascire, anche una piccola
recensione:3
XOXO

 

Ricognizione

-Cosa intendi fare?-
-Proprio niente, Soul.- il tono quieto di Kid stava iniziando a infastidire il ragazzo.
-Come niente, dobbiamo trovarla!-
-No Soul, noi dobbiamo sconfiggere il Kishin, prima di tutto.-
-Ma…-
-Soul, Kid ha ragione.- la voce dolce di Tsubaki la raggiunse subito e improvvisamente si sentì più calmo, voleva trovare Maka a tutti i costi ma non doveva dimenticarsi della loro missione.
-Lo so, solo che…-
-Vuoi salvarla e lo sappiamo, ma tutto a suo tempo.- Liz gli sorrise e lui trovò conforto nei suoi amici, nonostante li avesse trattati male loro erano rimasti.
-Grazie.- disse guardandoli negli occhi.
-Grazie a te per essere tornato!-
-Andiamo a trovare un rifugio.- Kid chiamò tutti i ragazzi e in un silenzio quasi religioso si incamminarono verso Las Vegas, sperando di non essere notati o peggio, contagiati troppo presto dalla follia.
 
 
-Maka è scomparsa.- Stein se n’era reso conto solo il giorno dopo, pensava di trovarla nella sua cella, ma non c’era nessuna traccia di lei.
-Finalmente qualcuno si è deciso a farlo.- sorrise a se stesso e decise di lasciare quelle segrete; Maka non era mai stata una loro prigioniera, ma si era sempre trattato di un ospite che sarebbe andato via presto.
Perché lui ne era sicuro, Maka avrebbe sconfitto il Kishin.
 
 
-Non conviene fare prima un giro per la città?-
-No Black Star, ci dobbiamo nascondere, ricordati che ci danno la caccia e non sappiamo com’è la situazione qui, non possiamo rischiare.-
-Sarà… Ma ci serve un piano migliore del rimanere nascosti.- Ox si fece avanti assieme alla sua arma, Harvar.
-Oh ci siete anche voiiii.- squittì Patty, contenta.
-Certo, non siamo mica morti!-
-Comunque che cosa consigli?-
Kid non chiedeva mai consigli, ma non si trovava nella posizione ideale per dettare leggi come uno Shinigami, aveva bisogno dei suoi amici per vincere quella battaglia.
Non posso perdere.
-Secondo me, va bene per il momento l’idea di Kid di fermarci qui.- indicò il palazzo abbandonato che avevano trovato lungo la periferia, -Ma qualcuno, stanotte, deve scendere in città, abbiamo bisogno di provviste e di coperte.-
-Va bene, scendiamo io, Liz e Patty.-
-No Kid vengo anche io.- Soul non voleva più restare in disparte, si era seccato non essere più quello cool.
-Soul non puoi andare, non hai un Maestro.-
-Non importa posso essere d’aiuto.-
-A farci ammazzare? No Soul, questo è escluso.-
-Ma Kid!-
-Veniamo noi con voi.- Ox indicò se e Harvar e senza che Soul potesse ribattere venne tagliato fuori dalla discussione.
 
-Non vogliono considerarmi!!- scagliò un pugno al muro, con troppa forza e vide quest’ultimo frantumarsi.
Le mancava Maka, se fosse stata al suo fianco, avrebbe sconfitto il Kishin, questa volta, sarebbero stati essenziali per i piani di Kid mentre adesso si trovava solo e senza lei.
Sono un essere inutile senza Maka.
Si avvicinò a una finestra di quel grande edificio e si mise a osservare il cielo. Soul non era mai stato un tipo sentimentale, non amava farsi vedere in quel modo, ma la lontananza della sua amica, la scoperta della lettera avevano avuto uno strano effetto su di lui, risvegliando una parte addormentata del suo cuore.
Percepiva dentro di se le note della melodia che avrebbe voluto suonare, per lei.
Ma è troppo tardi, Maka non può sentirla.
Così si appoggiò alla parete, continuando ad osservare il cielo stellato, e imprimendosi nella mente le note di quella canzone.
 
 
Death The Kid odiava le missioni in gruppo poiché sapeva bene che niente di buono poteva nascere da una situazione in cui si doveva mettere assieme due teste.
Soprattutto se una delle due teste era la sua e quella di Ox, ma per quella volta decise che non era il caso di fare il pignolo, per quella volta si sarebbe dovuto accontentare.
-Dove andiamo?-
-Di qui.-, avevano fatto trasformare in arma i loro compagni, così da non avere impedimenti durante la perlustrazione.
-Ecco.- Ox indicò un discount abbandonato e si fiondarono dentro il prima possibile.
Anche a Las Vegas la situazione non era delle migliori, la città era stata in parte distrutta dalla follia, edifici distrutti e negozi saccheggiati, nessuna anima viva in giro.
-Facciamo presto.- cominciarono a riempire gli zaini che avevano trovato in un altro negozio, cercando di portare via un numero maggiore di scorte. Non era sicuro tornare spesso in città.
-Così dovrebbe andare.- Ox posò a terra tre zaini e si asciugò con la manica il sudore che colava dalla fronte.
-Sta giù!- Kid lo fece abbassare di colpo prima che due uova di Kishin li vedessero.
-Kid ed adesso che facciamo?- la voce di Liz arrivò come un sussurro al suo maestro, preso in contropiedi da quella situazione.
-Aspettiamo.-
-Perché non li facciamo fuori?-
-Perché non sappiamo se c’è ne sono altri o se sono soli! Las Vegas potrebbe anche essere la residenza del Kishin.-
E quel pensiero detto sena riflettere s’insinuò nel cuore di Kid, osservò meglio la situazione davanti a se. I nemici stavano “passeggiando” come se fossero sicuri di non trovare minacce o sorprese sul loro cammino.
Come se fossero a casa.
-Andiamo via.-
Harvar lo riportò alla realtà e uscirono dal negozio il più silenziosamente possibile, dileguandosi nella notte fredda di Las Vegas, ma la mente di Kid non abbandonò quel pensiero.
Maka potrebbe essere qui.
 

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Capitolo 11
*** Il piano ***


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Hola =) 
Intanto scusatemi se ieri non ho aggiornato ma ero leggermente stanca! 
T.T
Ma per farmi perdonare ecco qui il prossimo capitolo =)
AHAHA, spero che vi piaccia e spero di 
poter aggiornare di nuovo prima di domenica, 
in quanto starò via una settimana!
Vado in crociera *_*
Grazie come sempre a tutti coloro che leggono e commentono 
la storia!!
Siete grandi!
XOXO

Il piano
 
Soul non aveva chiuso occhio per tutta la notte poiché la sua mente era ferma su un unico pensiero: Maka.
Maka. Maka.
Non faceva altro che pensare a lei, agli anni passati assieme, alle litigate e alla caccia delle anime.
Non riusciva a smettere di pensarla.
Lei c’è sempre stata. Ed era stato questo pensiero a torturarlo durante la notte, lei per lui c’era sempre stata mentre lui non aveva saputo fare la stessa cosa.
Io l’ho abbandonata.
Si passò una mano tra i capelli e ancora una volta osservò la luna, era magnifica, alta e possente, ma la luna senza il suo sole non era niente.
Io sono niente senza te, Maka. Alla fine era arrivato alla conclusione, lui era niente senza di lei eppure l’aveva lasciata andare, non le era stato vicino.
Sono stato un vigliacco, quando avevi bisogno di me io non c’ero. E proprio questo Soul aveva fatto, Maka si era affidata a lui, ma lui non l’aveva saputo proteggere.
Nonostante tutto mi hai pure scritto una lettera.
Soul rilesse la lettera che Maka aveva scritto per lui, prima che la follia la divorasse, prima che lui la lasciasse; ed era una lettera bellissima, Soul si meravigliò, forse per la centesima volta, dell’intensità di quelle parole, di quei sentimenti che riusciva a percepire.
Così gli venne ancora in mente quella melodia, diversa da quelle che aveva suonato prima, ma unica nel suo genere. Si alzò e perquisì la stanza alla ricerca di un pezzo di carta, che alla fine trovò e iniziò a scrivere.
Qualcosa, dentro di lui, gli diceva che questa melodia era la loro melodia, quella che Soul non aveva mai avuto il coraggio di scrivere, quella per cui avevano combattuto tutta una vita.
Siamo io e te, Maka.
E senza che se ne rendesse conto, la luna aveva lasciato il posto al sole e solo quando un raggio di quest’ultimo lo colpì sul viso, decise di alzare la testa dal foglio.
Soul aveva scritto per tutta la notte, quasi come se la melodia lo avesse stregato, ma decise che era arrivato il momento di raggiungere i suoi compagni, così posò lo spartito nella tasca vicino al cuore e uscì dalla stanza.
 
-Kid com’è andata ieri?-
Nessuno del gruppo aveva avuto modo di porre questa domanda la notte scorsa, così alle prime luci del mattino, Kid si ritrovò a dover rispondere a tutta la comitiva.
-Beh è andata… Abbiamo preso le provviste.- indicò gli zaini vicino a lui, i ragazzi iniziarono a mangiare, tranne Soul.
Lo stava guardando dall’altro lato della stanza, così Kid si avvicinò.
-Ti devo parlare.-
-Avevo questo presentimento.- rispose la falce uscendo in silenzio.
Senza farsi notare uscirono dall’edificio per dirigersi a un parco abbandonato, costruito a pochi passi.
-Hai avuto la sensazione che Maka sia qui?-
-No, non siamo in risonanza. Però…-
Kid guardò Soul con attenzione, il ragazzo uscì dalla tasca, un foglio di carta tutto piegato.
-Ho scritto una melodia pensando a lei.-
-La melodia della risonanza?- chiese curioso.
-Già… Ma non so cosa voglia dire.-
-Soul da quant’è che non scrivi qualcosa?-
-Da molto.- si sedette a terra, ma Kid preferì evitare di sporcarsi i suoi pantaloni neri, simmetrici.
-Io penso che tu abbia composto questa melodia perché… Perché ho il presentimento che Maka sia qui.-
Soul scattò subito in piedi e si avvicinò al suo amico, il cuore gli faceva male per quanto aveva sofferto, ma adesso si era aggiunto uno spiraglio di speranza che rendeva il dolore più sopportabile.
-Come lo sai?-
-Ieri durante la ricognizione c’erano delle uova di Kishin, ma qualcosa era cambiato, non erano simmetricheeee.- Kid cercò di non piangere per la visione orripilante che aveva visto la sera precedente.
-Kid.-
-Ok ok, scusa. Il punto è che stavano passeggiando, come se Las Vegas fosse la loro casa.-
-Questo ti ha portato a pensare che…-
-Il Kishin possa essere qui e forse col Kishin c’è Maka.-
-Ma perché Maka dovrebbe essere qui con lui? Sappiamo che è prigioniera della follia, ma le uova di Kishin si trovano anche dove non c’è il Kishin.-
-Lo so Soul, ma ho avuto questo presentimento.-
-Dobbiamo scoprirlo e presto anche, sennò Maka…-
-Hai paura che non possa più uscire più dalla follia?-
-Sì.-
-La salveremo Soul, non dire niente di questo al gruppo. Chiamerò Black Star e Ox per la missione.-
-Io vengo con voi.-
-Non puoi combattere.- insistette l’amico.
-Ho un arma segreta, ma devo venire anche io.-
-Va bene, ti aggiorno tra un po’.-
Kid lasciò solo Soul a pensare.
E se lei fosse veramente qui? Questo pensiero si era insinuato nella sua mente, torturandolo peggio della sera passata, doveva trovarla e salvarla.
A tutti i costi.
 
***
Dove sono? Cos’è successo?
Sto vagando da qualche parte, eppure non so dove mi trovo.
È tutto buio e le tenebre regnano sovrane.
Chi sono io?
***
 
-Allora il piano è questo, ascoltatemi.-
Black Star, Tsubaki, Ox e Harvar e Soul avevano raggiunto la stanza di Kid e delle sorelle, all’ora da lui stabilita.
-Siamo tutti orecchie.- sibilò la Stella Nera.
-Bene, ieri abbiamo visto delle uova di Kishin “passeggiare” per la città, questo mi ha portato alla conclusione che forse il Kishin possa essere qui e con lui Maka, adesso noi torniamo in città e cerchiamo questa ragazza e la salviamo, okay?-
-Okay.- Soul strinse i pugni, finalmente poteva rivederla.
-Andiamo.-
Corsero il più velocemente possibile per non farsi notare, né dai loro amici né da altri, dovevano essere silenziosi come la notte e le tenebre.
Soul aveva portato con sé sia lo spartito che la lettera, erano le uniche cose che le ricordassero Maka e che forse lo avrebbero aiutato a trovarla.
La città si stagliò possente davanti a loro, nonostante le rovine Las Vegas era sempre bellissima.
-Stiamo vicini.-
I ragazzi iniziarono a perlustrare le strade vuote, senza trovare nessuna traccia.
-Soul senti qualcosa?-
-No.- strinse ancora più forte il pugno fino a far diventare le nocche bianche. Si odiava, si odiava perché in quel momento non poteva essere di nessun aiuto, non poteva sentire Maka, non poteva combattere.
Era inutile.
Io senza lei lo sarò sempre.
-Se foste il Kishin dove andreste a stare?- la voce di Liz li fece ragionare, ma nessuno trovò una risposta soddisfacente.
-Nel palazzo più altoooo di tutti.- suggerì Patty ridendo.
-Bravissima Patty.- Kid partì alla ricerca del palazzo assieme agli altri e individuarono la torre più ala di tutta la città, a pochi isolati da loro.
-Eccola.-
Una torre fatta interamente di vetro senza porte, ma solo con delle finestre.
Soul guardò al suo interno e poté scorgere una figura affacciata ai piani più alti, una ragazzina esile e con i capelli sciolti, era Maka.
-Maka.- sussurrò gioendo per quella visione e senza pensarci entrò dalla porta principale, senza aspettare i suoi amici.
Kid provò a bloccarlo, ma non ci riuscì e sperò con tutto se stesso che non si trattasse di una trappola e senza indugiare oltre entrò anche lui nel palazzo.

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Capitolo 12
*** Non tutto è come sembra ***


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Okay, anche se un pò in ritardo ecco il nuovo capitolo!!
Non volevo partire senza prima aver aggiornato
e spero che vi possa piacere, anche se io non 
ne sono pienamente soddisfatta!!
T.T
Detto ciò un bacio grande a tutti/e e spero di 
risentirvi tra una settimana.
Un Grazie di cuore a tutti coloro che leggono la mia storia
o che l'hanno aggiunta nelle preferite, ricordate e seguite!
XOXO


Non tutto è come sembra
 
 
Una vocina nella mente di Soul gli diceva di aspettare i suoi amici e quella stessa vocina gli stava urlando di non correre da Maka.
Il suo istinto, come la parte razionale del suo cervello, gli stavano dicendo che lei non era Maka, non è quello che sembra.
No! È Maka, fine della discussione.
Soul non diede ascolto né al suo cervello né a Kid che gli stava urlando alle sue spalle, l’unica cosa che lui voleva era salvare Maka, portarla via da quel posto e ricominciare.
Voglio un’altra occasione.
Soul però non aveva fatto i conti con la realtà, Maka non era più Maka.
Così quando se la trovò a pochi passi di distanza il suo cuore si fermò; ovviamente lo sentiva battere, ma si era fermato in quanto una parte di esso era morto nel vedere la faccia della ragazza.
Il viso dolce, con i lineamenti delicati e gli impenetrabili occhi verdi erano spariti, Maka non esisteva più, al posto della sua compagna c’era una ragazza dal viso deformato: con un ghigno perenne e gli occhi verdi vuoti.
Privi di vita.
I bei capelli biondi le ricadevano lunghi sulla schiena e la corporatura sempre più esile.
Maka non c’era più
Maka è morta.
-M…Maka.- la sua voce uscì come un sussurro, non riusciva a credere a quello che stava guardando, non poteva pensare che quella fosse la sua vecchia amica.
-Soul stai bene?- Black Star con il resto della comitiva si era affiancato all’albino, che nel frattempo era sbiancato, raggiungendo quasi il colore dei suoi stessi capelli.
-E’ Maka?-
-No, non è lei.-
La ragazza dal canto suo, non aveva mosso un muscolo poiché gli occhi verdi stavano penetrando l’anima di Soul, alla ricerca di qualche risposta segreta, ma non riuscirono a trovare niente.
-Soul andiamo via.-
-Io… Io la devo salvare, Maka!- fece un passo avanti a lei ma fu bloccato da una scarica che fece tremare tutta la torre.
-Oh, ma guarda chi si rivede.-
Soul non avrebbe mai potuto dimenticare quel tono di voce, anche se era da tempo che non lo udiva, esso si era radicato nella sua mente.
-Kishin.- Kid aveva dato vita ai suoi pensieri più profondi, senza rendersene conto.
-Oh il figlio di Shinigami, come sta il tuo pa-pi-no.- strisciò quelle ultime parole e Soul percepì la rabbia del ragazzo anche se un po’ lontano. Death The Kid odiava il Kishin e non solo per quello che rappresentava, follia, distruzione, odio ma anche perché aveva ridotto in fin di vita Lord Shinigami e ancora non avevano trovato un modo per fargliela pagare.
-Oggi sarà la tua fine, verrai ucciso dall’uomo che trascenderà gli DEI!- l’urlo di Black Star rimbombò per la stanza e la lama di Tsubaki mancò di poco il viso del nemico.
-Giocate pesante, eh?-
 
Black Star non diede peso a quelle parole poiché come l’amico, il loro unico scopo era salvare la ragazza e il mondo, ma neanche lui aveva fatto i conti con la realtà.
Il suo successivo attacco non venne fermato dal Kishin o da qualche uovo ancora in evoluzione, ma venne fermato dal braccio di Maka, trasformato in falce.
-Ma…ka.- le parole morirono in bocca a Soul, per la seconda volta sconcertato per quella visione.
-Maka sparisci!- urlò Black Star, con tutta la sua forza, ma l’unica risposta della ragazza fu un sorriso, troppo tirato per essere considerato vero.
-Uccidere.- sussurrò prima di attaccare il suo amico.
-Dobbiamo fare qualcosa!- Kid corse in aiuto del suo amico, ma non Soul.
Lui rimase immobile: Maka non era solo una maestra d’armi, era anche un’arma.
Come suo padre.
-Sei rimasto senza parole?- il corpo s’irrigidì, il Kishin era proprio dietro di lui.
-Già.- il ragazzo non osò muovere un muscolo, sentiva il suo cuore ribollire sia per la rabbia che per la paura.
Improvvisamente tutto gli fu chiaro, Soul capì il motivo per cui Maka aveva fallito, poiché durante la battaglia anche lei aveva provato quel sentimento di impotenza e di paura e aveva deciso di arrendersi.
Sapendo di non poterlo battere, si era lasciata andare alla follia.
 
Soul la guardò un attimo di sfuggita, riusciva a difendersi benissimo dagli attacchi di Kid e Black Star da sola, senza il suo aiuto, ma non c’era più quella luce negli occhi, la luce della vita e dell’amore.
Maka era viva, ma era anche morta, non esisteva più la ragazza che aveva conosciuto tempo fa e non esisteva più neanche la ragazza della lettera.
La sua mente gli urlò che Maka non sarebbe più tornata, ma il suo cuore diceva il contrario.
-Dobbiamo andare via!- si girò e colpì in pieno viso il Kishin e trovò il momento giusto per andare via.
-Ma Maka?-
-Non possiamo fare niente per lei!-
-Soul no!- Tsubaki si era ritrasformata e bloccava l’uscita.
-Abbiamo fatto tutta questa strada per salvarla! Non la possiamo abbandonare, non puoi abbandonarla ANCORA.-
Quelle parole gli arrivarono dritte al cuore ed ebbero l’effetto di offuscare, definitivamente, la parte razionale del suo cervello, anche se una vocina continuava a urlargli che sarebbe stato tutto inutile.
-Tsubaki, Maka non esiste più! Quella ragazza non è Maka, non è come sembra.- avrebbe voluto piangere per la disperazione, ma come sempre si trattene, cercando di essere forte.
-Ti sbagli.-
Tsubaki diede loro le spalle e s’incamminò verso Maka, che nel frattempo era tornata “normale” e li stava osservando.
-Maka… Sono io la tua amica, ti ricordi?-
-Tsubaki allontanati, è pericolosa.- le parole di Black Star non vennero ascoltate, nonostante tutto Tsubaki sapeva che i suoi amici avevano ragione.
-Io… Sono stata io a liberarti, non ricordi?- delle lacrime le solcarono il viso e cadde in ginocchio davanti all’amica.
-Ti prego, Maka.- provò ad avvicinarsi ancora, ma un fendente la fece ritrarre di colpo. Il Kishin l’aveva ferita.
-Tsubaki!!- Black Star corse il più velocemente possibile, col cuore in gola, anche lui aveva paura.
Paura di perdere la sua compagna, la sua migliore amica, l’unica che avesse mai creduto in lui, così la prese in braccio, la sentì troppo esile nonostante la statura e senza aspettare gli altri corse fuori dall’edificio.
 
Soul osservò Kid fare la stessa cosa, ma lui ancora una volta non si mosse, si ritrovò ad osservare Maka.
Il cui sguardo adesso era una maschera di terrore e di rabbia.
Forse riesce ancora a riconoscerci.
-Maka vieni con me!- senza pensarci troppo, si avvicinò alla sua amica, prendendole le mani, -Ti supplico, so che puoi capirmi.-
-Tutto fiato sprecato, lei è mia ora! E’ una vittima della follia.-
-Ti sbagli.- Soul non provò neanche a fermare le lacrime, voleva solo che la sua amica tornasse.
-Maka io ti salverò.-
Ed in quel momento sentì una strana forza propagarsi dentro il suo corpo e toccare la sua anima, guardò il viso di Maka ma non trovò altro che follia in quegli occhi che tempo fa avevano scaldato il suo cuore.
Soul lasciò le mani della ragazza, non avrebbe voluto, ma era arrivato il momento di andare via, se fosse rimasto avrebbe perso.
-Tornerò.- sussurrò prima di raggiungere gli altri.
 
-Abbiamo fallito!!- la voce di Kid risuonò per tutto l’edificio.
-Dovevamo tastare il terreno.- Soul non pensava che quello fosse stato un vero e proprio fallimento, qualcosa era cambiato.
Io sono cambiato, mi sento diverso.
-Kid ha ragione e Tsubaki è stata anche ferita!-
-Sto bene Black Star.- la voce dolce della ragazza li fece voltare verso la porta, -E’ solo un graffio.-
-Poteva essere qualcosa di peggio.- continuò il ragazzo.
-Da ora in poi Maka dovremo difenderci anche da Maka.-
-No, ti sbagli.-
-Soul forse tu non riesci ad accettare la realtà, ma Maka ci ha appena attaccato e io non rischierò la vita degli altri per salvarla.-
-Maka è sempre Maka, ma dobbiamo trovare un modo per farla uscire dalla follia.-
-Cosa ti fa pensare di avere ragione?-
-L’ho sentita.- disse Soul toccandosi il cuore.
-Cos’hai sentito?-
-La sua anima.- 

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Capitolo 13
*** Risonanza? ***


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Bene!! Eccomi qui con questo bel capitolo (almenolo spero)
è più un capitolo di mezzo, in quanto la vera battaglia arriverò a 
momenti, 
spero di non avervi fatto aspettare troppo!!
Grazie a tutte le belle persone che l'hanno letta, 
commentata,
messa tra le preferite, seguite e ricordate.
Mi avete fatto un bel regalo!!
XOXO

 


Risonanza?
 
-La sua… anima? Soul ma è impossibile.- Kid non riusciva a credere alle parole dell’amico.
Effettivamente non riusciva ancora a credere che Maka li avesse attaccati, senza troppi problemi.
-E’ così.-
-Ne sei sicuro?-
Neanche Black Star ci credeva poiché sapeva bene quanto Soul, negli ultimi tempi, avesse sofferto per Maka e forse proprio per questo, il suo amico credeva ancora in lei.
-Ho provato la stessa cosa di tanto tempo fa.- Soul abbassò gli occhi, un po’ imbarazzato, stava pensando al primo incontro con la ragazza, l’incontro che gli aveva cambiato la vita.
-E’ sempre stato così con Maka… Lei era la mia forza e io ero la sua. Ed oggi ho sentito nuovamente quella forza e per un secondo ho percepito la sua anima.
Non è tutto perduto.-
 
Non mi credono. Pensò Soul amaramente.
I suoi amici non credevano che Maka potesse tornare, neanche lui lo avrebbe creduto prima, ma era certo di aver sentito l’anima di lei.
C’era ancora Maka sotto la follia, ma doveva essere aiutata.
La devo salvare, non posso lasciarla, ancora.
Soul colpì forte il muro, frustato per quella situazione: non sapeva come convincere Kid e gli altri.
-Devo fare qualcosa!-
-Che c’è di nuovo nei guai?-
Quella voce lo fece voltare di scatto e trovò a pochi metri dal suo viso Bea, i suoi occhi lo stavano scrutando in cerca di qualcosa.
-Cosa vuoi?-
Non voleva più avere niente a che fare con lei, voleva solo dimenticare quella parte del suo passato, quella che faceva più male.
-Ho sentito della vostra escursione notturna… Trovata la ragazza?-
-Sì.-
Bea si avvicinò ancora, il suo corpo stava parlando per lei, ma stavolta Soul non provò attrazione fisica, ma solo disgusto.
Orrore per se stesso.
-Lasciami stare.- le diede le spalle affacciandosi alla finestra, cercando di mettere un po’ di distanza.
-Una volta ti piaceva.-
La voce seducente e leggermente bassa.
-Non sono più quel ragazzo.-
-Ne sei sicuro?-
Un brivido gli percorse la schiena, Bea lo stava sfiorando delicatamente, cercando di farlo cedere, ma Soul aveva in testa gli occhi vuoti di Maka e il suo corpo troppo gracile e mal nutrito.
Aveva in mente la sua risata e le ore passate con lei ad allenarsi.
Soul stava pensando a Maka, con tutto se stesso, con tutta la sua anima e ancora una volta riuscì a percepire quel qualcosa.
Qualcosa che non apparteneva a lui eppure gli serviva per vivere. Quel qualcosa che non sapeva più riconoscere era l’anima della ragazza, troppo mutata rispetto ai tempi passati eppure riusciva ancora a combaciare con l’anima di Soul.
“Insomma…sto cercando di dirti che…sono innamorata di te…”
-Quelle parole.- sussurrò e improvvisamente tutto gli fu chiaro.
-Quali parole?-
-Bea, adesso basta.-
La scansò leggermente e corse via dalla stanza. Il cuore gli stava battendo forte e sentiva l’adrenalina circolare nel suo corpo. Aveva trovato la soluzione, la risposta alla sua domanda.
Ma adesso doveva convincere ancora i ragazzi.
-Maka…-
 
-Soul tu hai perso tutte le rotelle.-
-Kid ma almeno ragiona su quello che ti ho detto!-
Li aveva trovati nello stessa stanza di qualche ora fa, intenti ancora a discutere sul Kishin e su come ucciderlo, cercando di non mettere in mezzo Maka.
-Dobbiamo almeno provare.- insistette nuovamente il ragazzo.
-Amico, tu ci stai proponendo di tornare in quel palazzo.-
La voce di Black Star era stranamente calma e mogia, come se tutta la sua allegria fosse sparita.
L’albino annuì.
-E tu, sei sempre convinto, che una volta dentro Maka non ci attaccherà.-
-Esatto.-
-Ma che ci darà il “tempo” di effettuare una risonanza d’anime tramite la tua musica, e che proprio quella musica legherà Maka alla risonanza così da avere l’opportunità di salvarla, è così?-
-Hai visto che non era così difficile.- Soul sorrise soddisfatto.
-Ma ti sei BEVUTO IL CERVELLO.-
Stavolta Black Star aveva urlato le ultime parole facendo rincretinire Soul e lasciando, ancora, gli altri in silenzio.
-Non possiamo rischiare così tanto, non siamo sicuri che la musica possa legare Maka e anche se ci riuscissimo? Come farai a salvarla? Noi dovremo tenere occupati il Kishin e poi?-
-Io sono sicuro di quello che vi ho detto.-
-Come farai a suonare Soul?- Tsubaki aveva interrotto la piccola lite che si stava creando fra i ragazzi e Soul fu grato di rispondere alla sua domanda.
-Vedi io non ho bisogno di suonare “realmente” in quanto la melodia è dentro di me e posso, nel momento della risonanza, unire tutti voi.-
-Stai parlando del tuo subconscio, non è vero? Lo userai per inserirti nella nostra risonanza.-
-Come lo hai capito?-
-Maka... mi aveva detto che eri capace di fare certe cose, solo che…-
-Non ho mai provato.- ammise il ragazzo.
-Pensi che sia rischioso?-
Kid aveva interrotto, nuovamente, la discussione ma stavolta c’era qualcosa di diverso nei suoi occhi.
C’era speranza.
-No, penso di poterlo fare.-
-Allora è deciso, dammi il tempo di organizzare gli altri Maestri D’arma e attaccheremo.-
-Mi credi?- Soul si posizionò davanti all’amico, il suo cuore aveva rallento il ritmo, ma il respiro si era fatto più pesante.
-Se tu credi di poterlo fare, di poterti inserire nella nostra risonanza, allora sì. Anche perché è l’unico modo per salvare Maka.-
-Lo so.-
-Allora è deciso, tra due giorni. Tra due giorni salviamo la nostra amica.-
Death The Kid sorrise e lo stesso fece Soul, che istintivamente abbracciò il ragazzo.
Adesso sentiva il suo cuore battere forte, avrebbe potuto salvare Mala, liberarla da quella prigione e riaverla con se.
Vengo a prenderti, è una promessa.

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Capitolo 14
*** Anima e Corpo ***


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Bene eccolo qui!
Questo per me è il capitolo più importante di tutta la storia,
diciamo che la storia stessa si fonda su questo capitlo!
quindi spero con tutto il cuore che vi piaccia e 
beh dovrei dire un grazie di cuore
a tutte coloro che leggono, recensiscono e seguono
la mia storia!
è per voi che scrivo, è per voi questo capitolo!!
XOXO

 


Anima e Corpo
 
Soul non aveva chiuso occhio per due giorni.
Soul non aveva vissuto per due giorni interi.
Poiché l’unica cosa che la mente di Soul faceva era pensare a Maka.
Riflettere su come salvarla, ragionare su come non fallire, sperare di poterla portare via dal Kishin.
Ma tutti quei pensieri erano sempre infranti da incubi, per modo dire, ovvero da sensazione negative, che gli facevano credere di non essere all’altezza.
Di fallire.
Io non posso fallire.
In quei due giorni Soul aveva passato tutto il suo tempo a leggere la lettera di Maka e a pensare agli suoi occhi.
Così belli e profondi, nonostante la follia, lo lasciavano senza fiato.
Kid gli aveva promesso che l’indomani avrebbero salvato Maka e Black Star si era proposto di rimanergli vicino per quella notte, per non passare da solo la notte prima della battaglia.
Ma lui aveva rifiutato.
Maka, ho passato con te la notte prima della scorsa battaglia, non intendo passarla con nessun altro.
Domani è il grande giorno.
 
-Siamo pronti.-
Kid era andato a trovarlo di mattino presto, ma aveva trovato Soul, già in piedi e pronto, intento a sistemarsi la fascia tra i capelli.
-Anche io.- aveva risposto alle parole dell’amico e assieme a lui si era diretto fuori dall’edificio.
Così da incontrare a pochi passi da lui i ragazzi che gli avrebbero fatto compagnia in quella missione “suicida”.
Oltre Black Star e Tsubaki, Soul trovò Ox e Harvar, accompagnati da Kim e Jacqueline.
-Grazie ragazzi.- disse guardandoli negli occhi.
-Lo facciamo non solo per te, ma anche per Maka.-
Il volto sorridente di Kim lo fece rilassare e non poté non sorridere alla vista dei suoi amici che avrebbero sacrificato la vita per la loro amica.
Tutto questo è per te, Maka.
-Ci sono anche io.-
Quella voce gli fece accapponare la pelle e si girò di colpo, sperando di sbagliarsi.
-Bea.-
-Già, si è voluta unire anche lei.- Kid aveva risposto alla domanda che Soul non aveva ancora pensato.
-Non lo faccio per te, non lo faccio per Maka. Lo faccio per me. Perché voglio essere una persona migliore.-
-Maka comunque sarebbe fiera della tua scelta.- rispose l’albino di rimando.
-Forse è così.- disse la ragazza per poi unirsi ai compagni e assieme a lei si unì un’altra ragazza, che molto probabilmente avrebbe fatto da arma per Bea.
-Ricordatevi che Maka è affetta dalla follia, quindi non ci riconoscerà e ci attaccherà senza pensarci due volte, state attenti e non fatele del male.
Io e Black Star entreremo in Risonanza D’anime appena ci sarà possibile e proprio in quel momento Soul si connetterà a noi. Quello sarà il momento in cui tutti voi dovrete distrarre il Kishin.
E sarà anche l’unico momento giusto per salvare Maka.
Non fate errori.- concluse Death The Kid stringendo leggermente le nocche.
Aveva paura, paura di fallire e di non poter concludere la sua missione.
Paura di far uccidere i suoi compagni, ma la sua paura più grande era quella che Maka morisse per mano del Kishin.
Ed era l’unica cosa che voleva evitare.
 
Las Vegas in quei pochi giorni aveva perso molto del suo fascino, la città già caduta in rovina per colpa della follia adesso sembrava un ammasso di pietre che una volta, avrebbero formato una maestosa città.
Soul assieme a Kid conduceva i ragazzi verso la torre di vetro, assecondato anche dal suo cuore che gli stava indicando la via.
Poiché, nonostante quella bizzarra sensazione, il ragazzo sapeva che il “legame” che si era instaurato con Maka non era normale. Non era la solita Risonanza, ma qualcosa di più, a cui Soul non seppe dare un nome.
Ma aveva la certezza che quel legame lo stesso portando da lei.
Maka.
-Eccoci.- Black Star si affiancò accanto a loro, silenzioso.
-Lo sento.-
-Chi?- chiese Kim facendosi avanti.
-L’anima del Kishin è spaventosa.- sussurrò Kid.
-E Maka?-
-Sento anche a lei, ma è come se la sua anima stesse morendo, è quasi un sussurro impercettibile anche al vento.-
Soul strinse i pugni più forte che poté, non era previsto questo inconveniente, ma nonostante tutto gli stava dando la carica per affrontare la battaglia.
-Entriamo.-
Si fece avanti e venne seguito subito dai suoi amici, provò a non fare il minimo rumore anche se tutta quella situazione gli puzzava di bruciato.
-Dove sono le uova di Kishin?-
-Non lo so.-
-Non possiamo essere soli.- disse Tsubaki guardandosi in giro in maniera frenetica.
Anche lei riusciva a percepire la stessa sensazione di Soul: di fregatura.
-Vi stavamo aspettando.- la voce del Kishin riecheggiò per tutto la struttura e improvvisamente i ragazzi vennero circondanti dal suo esercito, con a capo Maka.
-Maka!-
Soul fece un passo avanti ma venne bloccato dal braccio di Kid.
-Non ti dimenticare il piano.-
-Ebbene siete arrivati, non vedovo l’ora di divertirmi con voi.-
-Harvar facciamoli fuori.-
-Kim io sono pronta.- Jacqueline strinse la mano della sua Meister e assieme sorrisero.
-Quando vuoi, Kid.- disse Black Star sorridendo calorosamente.
-Soul.- disse il ragazzo rivolgendosi all’albino.
-Kid.-
-Che la caccia cominci.- tuonò il figlio di Shinigami nello stesso istante in cui Liz e Patty si trasformarono in pistola.
Il gruppo si sciolse e iniziò quello che Soul aveva chiamato lo scontro finale.
-Muoriii!-
Kim era riuscita a fare fuori un paio di uova di Kishin mentre Ox era rimasto bloccato a lungo, ma grazie all’aiuto di Black Star aveva ripreso la situazione sotto controllo.
Soul osservò Bea combattere con la sua nuova arma e per la prima volta pensò che non fosse niente male.
Non sei come Maka, ma non sei tanto male.
Soul finalmente aveva aperto gli occhi alla realtà, Bea era stata solo uno svago, lo aveva fatto sentire libero in un momento in cui sarebbe dovuto rimanere serio.
Poiché la caduta di Maka lo aveva spezzato, facendolo andare in mille pezzi, ma adesso era pronto a rimediare a tutti i suoi errori.
-Perché non si muove?- urlò Soul ai suoi compagni, riferendosi a Maka.
La ragazza dall’inizio della battaglia non aveva mosso un muscolo, come anche il Kishin, erano rimasti in disparte a osservare la scena.
-Non lo so. Ma dobbiamo attuare il piano, stiamo perdendo troppo tempo!!- Black Star si era unito all’amico e assieme decisero che era il momento di attaccare sul serio.
-Kid amico mio!-
-Black Star!-
-RISONANZA D’ANIME!!-
Senza nessun errore, senza nessuna interruzione i ragazzi erano riusciti a connettersi.
-Ma cosa…-
Solo in quel momento il Kishin si era reso conto della nuova manovra d’attacco e aveva deciso di alzarsi.
-Adesso ragazzi!-
Kim e Ox senza farselo ripetere due volte si fiondarono ad attaccare il Kishin.
-Vai Soul.-
L’albino annuì e chiuse gli occhi, ripercorrendo tutte le battaglie con Maka e arrivando al suo subconscio. Si sentì trasportare da una forza strana e senza pensarci intonò la melodia.
La melodia che aveva scritto per Maka, la loro melodia.
Improvvisamente Kid e Black Star riuscirono a percepire quel suono e prima che il Kishin potesse attaccare, Soul era entrato a far parte della Risonanza.
Adesso riusciva a vedere benissimo l’anima di Maka, grazie alla capacità di Kid di percepire le anime e poté osservare che della sua amica non era rimasto quasi niente.
La follia aveva divorato Maka.
Forse c’è ancora speranza.
Non smise neanche per un secondo di pensare a quella canzone e lentamente si avvicinò al corpo rigido della sua Meister.
Dolcemente le spostò una ciocca di capelli dagli occhi, cercando di scorgere il suo sguardo fiero e combattivo, ma non vide niente.
Solo tristezza.
Solo rabbia.
Solo pazzia.
-Maka devi tornare. Poiché abbiamo deciso di essere io e te contro tutto il mondo, di non arrenderci e di combattere per il nostro sogno.
Riesci ancora a ricordarlo?
Perché, Maka, tu sei parte di me e sei il centro del mio mondo.- le prese la mano, stringendola piano.
Kid e Black Star avevano ripreso a combattere, ma la risonanza non era svanita poiché la musica di Soul era ancora viva nei loro animi.
-Il mio mondo è diventato buio senza di te poiché tu, ti sei portata via tutta la luce e solo tu, sempre e solo tu occupi i miei pensieri.
Sei la mia ancora di salvezza e scusa se l’ho capito dopo tutto questo tempo, scusami se ho quasi rischiato di perderti, ma adesso non ti lascerò più andare.-
Strinse più forte la mano e sentì l’anima di Maka riscaldarsi a quel tocco.
-Tutto questo mi ha aiutato a capire che io ti amo, poiché senza di te non sono niente.
Ti amo come amica.
Ti amo come ragazza.
Ti amo come compagna.
Maka Albarn io ti amo e adesso devi svegliarti e tornare da me.
Adesso è arrivato il tuo turno di salvarmi.-
 
Proprio in quel momento Soul venne colpito da un attacco del Kishin e sentì il legame dissolversi nel nulla.
-No!- sussurrò guardando la ragazza.
-Abbiamo fallito.-
-Non è possibile.- Soul provò ad alzarsi ma si rese conto di avere una gamba ferita, ma non si arrese.
Nonostante il dolore si avvicinò a Maka che si era mossa anche se di poco.
-Ti prego.-
Soul non staccò neanche per un secondo lo sguardo da Maka, ma proprio nel momento in cui sbattè le ciglia notò che le iridi della ragazza erano tornate di un verde cristallino, che il ghigno aveva abbandonato la sua faccia e un sorriso apparve sul suo candido viso.
-Soul?-
E il ragazzo non ebbe bisogno di altri segni, perché avrebbe riconosciuto la voce di quella ragazza anche se fosse stato sordo.
Maka era tornata. 

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Capitolo 15
*** Maka ***


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Ciaoooo!! Intanto sono rimasta felicissima per il 
successo dello scorso capitolo, 
e voglio ringraziare ancora tutte!!
Tutte quelle che lo hanno letto, commentato e aggiunto nelle
preferite, seguite e ricordate.
Mi avete fatto un bellissimo regalo!!
Ma spero che anche questo capitolo vi piaccia, in quanto
è su MAKA!!
Quindi fatemi sapere che ne pensate :3 <3
Maka
 
-Maka! Maka sei tornata!-
Soul avrebbe voluto alzarsi per correre ad abbracciarla, avrebbe voluto essere in uno di quei film vecchio stampo: in cui tutto andava a rallentatore durante la scena più importante dell’intero film.
Ovvero quando il ragazzo riusciva a salvare la ragazza.
Ma non erano in un film, erano nella vita reale e stavano combattendo per salvare il mondo.
-Soul.- Maka si appoggiò un attimo alla parete, sentiva il corpo privo di forze e la vista era decisamente annebbiata, ma l’unica cosa che riusciva a percepire era l’anima di Soul che stava scaldando la sua.
-Sono qui.-
Si avvicinò al ragazzo e improvvisamente, Maka poté leggere nei suoi occhi l’amore che aveva tanto cercato.
Riuscì a scorgere il sentimento di preoccupazione, che per molte sere aveva lasciato Maka sveglia e la paura, paura di perdere la persona amata.
-E’ tutto finito.- sussurrò a Soul avvicinandosi alla sua faccia.
L’albino non poteva credere a quello che stava succedendo.
Ho vinto. L’ho salvata.
 
-NOO.- la voce del Kishin fece voltare i ragazzi di colpo.
Si erano dimenticati di tutto, anche dei loro amici che stavano combattendo, si erano anche dimenticati di Ashura, il cui viso era diventato una maschera di odio e di rabbia.
-Quella era una mia creatura! Mi hai sentito!!-
Maka prese il braccio di Soul e lo aiutò ad alzarsi da terra, il più velocemente possibile.
-Dobbiamo combattere.-
-No, sei ferito e non concluderemo niente.-
-Ma…-
-Soul, non insistere.- disse la ragazza con lo sguardo serio e leggermente preoccupato, dato che la gamba del suo compagno stava perdendo troppo sangue.
-Mi sei mancata.-
-Anche tu.- Maka arrossì leggermente e allontanò ancora di più Soul dal combattimento.
-Dobbiamo andare via da qui.-
-Maka dobbiamo combattere, non possiamo scappare un’altra volta.-
-Kid, io e Soul non possiamo combattere in queste condizioni, sarebbe solo peggio.-
-Bene, come sempre hai ragione tu e adesso mettiamo un po’ di distanza tra noi e il Kishin.- disse Black Star facendosi avanti, -Io e Tsubaki lo blocchiamo, voi uscite da qui.-
-Okay.-
Death The Kid aiutò Maka a trasportare Soul, mentre Liz impugnava Patty come arma in caso di un attacco a sorpresa.
-Stai attento.- sussurrò la Maister prima di allontanarsi dal luogo dello scontro.
 
Non seppero cosa Black Star fece esattamente, ma qualche minuto dopo la torre andò in pezzi, il ragazzo era riuscito a farla crollare con dentro Ashura e un bel po’ dei suoi scagnozzi.
-Sapete che ci troveranno presto.- disse Kid senza mai voltarsi indietro.
-Lo so, ma per quel momenti saremo pronti.-
-Intendi che sarà guerra, Maka?-
-Sì.- strinse la mano libera più forte che poté, l’avrebbe fatta pagare a quel maledetto con le sue stesse mani.
Maka Albarn non era una tipa troppo violenta, ma desiderava ardentemente vendetta.
Vendetta contro il Kishin.
 
 
-Fa MALE.- urlò Soul, nuovamente.
-Smettila di fare il piagnucolone, devo guarirti la ferita.-
Maka non ascoltando le urla dell’amico/compagno continuò a pulirgli la ferita. In quanto durante l’attacco del Kishin, Soul era andato a sbattere su un pezzo di legno che conficcandosi nella gamba, aveva lasciato un leggero buco.
-Maka, CAZZO mi fa MALE.-
-Okay basta.-
La ragazza si arrese e posò l’acqua ossigenata sul tavolo scocciata dall’atteggiamento di Soul, ma decisa a non farsi mettere i piedi in testa, prese lo stesso la benda e fasciò la ferita.
-E’ come tornare ai vecchi tempi.- rise Tsubaki.
-Ah… Sì.- rispose la ragazza distrattamente.
-Che hai Maka?-
-Niente.-
-Hai fame? Sei un po’ deperita.-
-No, grazie Black Star ma sto bene così.-
Si sedette accanto a Soul chiudendo leggermente gli occhi e ascoltando il silenzio accanto a se.
-Non avete idea di quanto sia bello.-
-Cosa?-
-Il silenzio.- disse rispondendo a Kid, -Quando ero… Vittima della follia, mi sentivo rinchiusa in una scatola, piena di rumori insopportabili, ma non potevo fare niente per bloccarli.-
-Era la follia il rumore che sentivi?-
-Penso di sì, oppure era la mia paura. Non lo so, so solo che non smetteva mai.-
-Come stai ora?- la voce di Soul le fece scaldare il cuore e si ritrovò a sorridere, tutto era andato per il verso giusto grazie a lui.
-Meglio…-
-Ma Maka, scusa se te lo chiedo, ma come hai fatto a cadere vittima della follia?- Kid la riportò al problema principale, quello che aveva sempre temuto.
-Dicci la verità.- insistette Black Star.
-Io…-
Soul le strinse una mano e lei si fece forza.
-Io sono crollata, cioè sapevo di poter battere il Kishin, ma allo stesso tempo avevo paura. Paura di perdere tutto e di morire, di perdere voi e… Durante la battaglia, qualcosa dentro di me, mi ha portato a cedere.-
Fece un respiro profondo prima di continuare a parlare per raccogliere, così le idee.
-Se lo dovessi raffigurare sarebbe un piccolo demone rosso, lui mi ha convinto a cedere al sangue nero, ma si era dimenticato di dirmi che la follia mi avrebbe catturato. In quanto la mia paura, sproporzionata, ha accelerato il processo e la follia si è insediata, troppo, velocemente nel mio animo.
Per questo ho fallito.-
Guardò i suoi amici in faccia, aveva detto loro la verità, quella che aveva nascosto anche a se stessa per tutto questo tempo, adesso non aveva più niente da temere.
-Adesso però è tutto finito.-
-Io… Non ne sono così sicura.-
Si staccò dalla mano di Soul e diede le spalle al gruppo.
-Cosa stai dicendo?-
-Che riesco ancora a sentirla. È proprio qui.- si toccò il suo cuore, -La follia è proprio qui.-
 
 
Aveva lasciato soli i suoi amici, aveva bisogno di schiarirsi le idee per comprendere che cosa avrebbe dovuto fare.
Devo combattere.
Maka guardò la luna, in alto nel cielo, per la prima volta stava riassaporando tutte quelle sensazioni che la follia aveva soppresso, riusciva a percepire il soffio del vento che le scompigliava i capelli, ormai lunghi e a cogliere la bellezza della melodia dei grilli, che cantavano alla luna.
Tutto le appariva nuovo.
Sono stata via così tanto tempo.
Ma l’attenzione di Maka venne catturata da una figura in lontananza, non la conosceva di persona, ma aveva sentito parlare di lei e adesso era arrivato il momento di fare le presentazioni.
Si avvicinò lentamente e in silenzio.
-Tu devi essere Bea.- disse alla ragazza che ancora le stava dando le spalle.
-Ah…- Si girò di colpo, -Sì e tu sei Maka.-
-Già, è un piacere conoscerti.- sorrise dolcemente.
-Anche per me.-
Il cuore di Maka fece una capriola. È lei che Soul voleva, è lei che mi ha rimpiazzato.
-Io… Io devo “ringraziarti” per esserti presa cura di Soul mentre non ero in me.- pronunciò quelle parole con troppa fatica, le costava ammettere la verità, ma nonostante tutto non poteva negarla anche a se stessa.
-E’ stato un piacere.-
-Bene, ma adesso io sono qua.- i suoi, dolci, occhi verdi si erano fatti duri, - E non me ne andrò tanto facilmente.- disse seriamente.
-Lo so, Maka.-
Annuì leggermente e poi diede le spalle alla ragazza.
-Soul ci tiene veramente a te.-
Sorrise a quelle parole e s’incamminò verso la stanza, dove l’albino la stava aspettando.
 
Entrò piano per paura di fare rumore, ma lo trovò sveglio in attesa.
-Avevo paura che non saresti venuta.-
-Sono qua, Soul, non vado più via.- disse avvicinandosi.
Senza rendersene conto, le fronti si toccarono, leggermente, ma in quel contatto c’era tutto l’amore di cui Maka aveva bisogno.
-Dovevo chiudere una questione, prima di venire qua.-
-Immagino, ma adesso sei qua.- Soul sorrise e prese le mani della ragazza, per unirle alle sue.
-Maka… Cosa c’è? Sento… Sento che non sei qua con me.-
-Ho paura.- ammise guardandolo negli occhi.
-Di cosa?-
-Di perderti nuovamente.- una lacrima le solcò la guancia, ma Soul l’asciugò.
-Stavolta non ti lascerò andare via, combatterò per te.-
-Lo farai?-
-Sì, io ti amo Maka.-
-Allora non stavi scherzando.- disse sorpresa.
-No… Io ho trovato la tua lettera ed è stata quella a darmi la forza, lei a farmi andare avanti per tutto questo tempo.-
-Era nel mio vecchio libro.-
-Un nascondiglio perfetto, ma io sono una persona cool e le persone cool sono anche intelligenti.-
-Me l’ero dimenticato.- rise leggermente.
-Maka, tu mi ami ancora? Oppure è troppo tardi.- gli occhi del ragazzo si erano fatti seri e pieni di paure.
-Soul, io ti amo, ti ho sempre amato.-
-Maka, mi prenderò cura di te, la follia non ti toccherà mai più.-
-Non potrai mantenere questa promessa.- disse tristemente, -La follia è dentro di me.-
-Ma io la terrò lontana.-
Soul allora decise di baciarla, le loro labbra combaciarono alla perfezione.
Quello era il momento che entrambi stavano aspettando da una vita, il momento perfetto.
Maka non riusciva a credere a quella situazione, quasi inverosimile, ma decise di andare avanti, mise le sue mani intorno al collo del ragazzo e lui le cinse la vita con le sue mani.
Lentamente i baci divennero più intensi, le loro lingue si erano scontrate e il cuore della Maister aveva preso a battere fortissimo.
Soul la fece indietreggiare e caddero sul letto, dolcemente.
-Ti ho sempre voluto.- sussurrò la ragazza al suo orecchio.
E tutto in quel momento divenne perfetto, i baci, le carezze, le mani che vagavano sul corpo cercando di scoprirne ogni piccolo dettaglio, ogni piccola fattezza e che con lentezza si liberavano dei vestiti, ormai superflui.
 

 

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Capitolo 16
*** Kishin ***


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Eccoci nuovamente qua !!
Diciamo che questo non è proprio il classico capitolo di mezzo, ma penso
che abbia una parte
importante per capire a pieno,
la battaglia finale.
Quindi spero che vi piaccia e vorrei sapere una cosa:
Sarebbe bello per voi ke la storia continuasse
anche dopo la battaglia?
Beh fatemi sapere le vostre idee e grazie di cuore, 
a chi come sempre recensigle!! E' per voi tutto questo lavoro, credetemi!!
Vi voglio bene <3

 





Premetto che il testo sottolineato tratta quello che è il subconscio di Maka, quindi la parte inerente ai suoi sogni, mentre il corsivo indica sempre la parte inerente ai pensieri dei personaggi, durante la storia.
 
 
Kishin.
 
Buio.
-Ma dov’è finita la luce? Il sole non dovrebbe essere già alto nel cielo?-
Maka si guardò attorno con fare frenetico, ma l’unica cosa che riusciva a “vedere” era il buio.
Un buio perenne e oscuro.
Era il buio della follia.
-No, io ne sono fuori ormai.- urlò al nulla, ma come sempre, si sentì osservata.
-Tu credi, dolcezza?-
Si voltò di colpo e un diavoletto rosso, le si presentò a pochi metri di distanza, illuminato da un fascio di luce, che prima non c’era.
-Ancora tu.- sussurrò, sentì le sue forze venire meno.
Tutto stava accadendo troppo velocemente.
-Mi pare ovvio.- sottolineò l’ultima parola e si avvicinò alla ragazza.
-Non è possibile, Soul mi ha salvato, tu sei andato via.-
La rabbia aveva preso il sopravvento, ma a Maka non importava, avrebbe fatto di tutto per liberarsi, nuovamente, del piccolo essere.
-Ahaha, sciocca ragazzina, tu credi che basti una dichiarazione d’amore per scacciare la follia dentro di te, ti credevo più intelligente!-
-Vuol dire che…-
-Esatto, io sono una parte di te. Lo sarò sempre.-
Maka non si rese neanche conto delle lacrime che iniziarono a solcarle il viso e improvvisamente si ritrovò seduta a terra, terrorizzata.
-Su non fare così, non è così male.-
-Stai zitto.- disse senza rendersene conto.
-Continuerai ad avere la tua vita con lui…-
E poco distante da Maka, apparve Soul sdraiato sul letto dove poco prima avevano fatto l’amore.
-Soul!!- urlò avvicinandosi a lui, ma l’immagine scomparve subito dopo.
-Non così di fretta.-
-Tu mi hai spiato!- disse avvicinandosi al piccolo mostro.
-Non lo chiamerei spiare, io sono una parte di te.-
Non appena ebbe pronunciato quelle parole, un’altra immagine si fece largo nell’oscurità: erano Maka e Soul mentre facevano l’amore.
I gemiti di piacere di lui le rimbombavano in testa, senza sosta.
-Smettila!! Non puoi !-
Cadde a terra cercando di coprirsi le orecchie.
-Oh cara Maka, non vergognarti. A me non cambia nulla, tu rimani comunque mia.-
-No…-
-Tu appartieni al Kishin, ormai.-
 
-NOOO.- urlò alzandosi di colpo dal letto.
Scostò una ciocca di capelli dalla fronte, che si era attacca a causa del sudore e provò a calmarsi.
Il cuore le stava battendo fortissimo.
Non poteva credere a quello che aveva visto.
O è stato un sogno?
Si girò verso Soul, dormiva placido accanto a lei.
-Io…-
Non riuscì neanche a toccarlo e decise di alzarsi, prese da terra la sua biancheria intima e si vestì velocemente.
Uscì dalla loro stanza e corse fuori, il freddo la colse impreparata, ma le fu utile per scacciare via la sensazione che il piccolo demone le aveva lasciato: paura.
-Basta, devo smettere di avere paura.-
Scosse la testa come per scacciare la sensazione.
-Io non sono tua!!-
-Con chi stai parlando?-
Una voce la colse alla sopravvista e si preparò per attaccare, ricordava molto bene di aver imparato a usare i suoi poteri di arma, ma da un lato avrebbe voluto dimenticare quella spiacevole esperienza.
-Bea, cosa ci fai qui.- chiese col fiato corto, decise così di far tornare normale il suo braccio.
-Ho sentito dei passi e mi sono preoccupata, pensavo fosse il Kishin.- ammise la ragazza, abbassando la testa.
-La tua intuizione non è del tutto sbagliata.-
Maka si voltò a guardare la luna e solo in quel momento si rese conto che era ancora piena notte, il sole non era sorto.
-Lo senti, vero?-
-Sì e si avvicina sempre di più.-
-Maka, non hai paura?-
Quelle parole le aprirono la mente. Maka capì esattamente che cosa avrebbe dovuto fare.
Aveva capito come battere il Kishin.
-Bea… Devo chiederti un favore.-
-A me?-
-Sarà un nostro segreto.-
Si avvicinò alla ragazza e le spiegò nei minimi dettagli le sue intenzioni.
 
 
-Maka.-
-Ciao Soul.-
Era tornata prima che il sole sorgesse e prima che Soul si potesse svegliare.
-Come mai sei già sveglia?-
-Non sono più abituata a dormire fino a tardi.- e da un lato era la verità, ma non aveva intenzione di dirgli del suo piccolo sogno.
-Vieni qua.-
Soul la prese fra le sue braccia e iniziò baciarla con una certa passione. E in quel momento il ragazzo realizzò che la sua compagna le era mancata davvero tanto.
Aveva passato un sacco di tempo senza di lei e averla nuovamente al suo fianco, aveva reso il suo animo più sereno.
Aveva ritrovato la pace.
-Dobbiamo andare.- disse lei staccandosi a malincuore dal ragazzo.
-Lo so, ma dopo aver sconfitto il Kishin non ti lascerò andare così facilmente.-
Per un momento Maka non rispose e sentì un peso sul suo cuore farsi troppo pesante, ma scacciò quel presentimento.
-Dopo aver sconfitto il Kishin devo farti diventare Falce della Morte.-
-Ma daiii!! Io voglio fare una vacanza, con te.-
L’abbracciò da dietro per lasciarle un soffice bacio sul collo.
-Forse.- disse lei passandogli i vestiti, per poi scendere ad incontrare gli altri.
 
-Non vi mentirò, la battaglia finale è vicina.-
Death The Kid aveva riunito tutti i presenti, quei pochi ragazzi che era riuscito a salvare da Death City ora stavano là ad ascoltarlo.
Terrorizzati.
-Il Kishin sta arrivando e tutti noi dovremo combattere, dobbiamo avere il coraggio delle nostre azioni e la consapevolezza che il destino del mondo dipende da noi.-
Maka stava ascoltando in silenzio le parole di Kid, ma allo stesso tempo stava ripensando all’incontro con Bea della notte scorsa.
Chissà se manterrà la parola data.
-Maka?-
-Sì?- alzò il capo distratta.
-Puoi dirci qualcosa di utile sul Kishin che ancora non conosciamo?-
Annui distratta.
-Penso che sia inutile dirvi che lui si ciba delle nostre paure, quello è il suo modo di colpirci, per indebolirci.
Ma se riusciamo a mantenere stabile il nostro animo, la sua presa su di noi sarà inferiore.-
-Perché lei è qui?-
Una voce dal fondo la fece voltare, ma non riuscì ad individuare il proprietario.
-Sono qua per combattere al vostro fianco.-
Soul le prese la mano e lei sorrise.
-Ma non sarà pericolo?-
-Ox?- chiese Kim non capendo la domanda.
-Lei è stata prigioniera della follia per tutto questo tempo, non credete che possa caderci di nuovo?-
 
-Sono una parte di te.-
 
Le parole del demone le rimbombarono in testa e sentì il suo cuore perdere un colpo.
-Ox!!-
-No, la sua domanda è giusta. Sarà Soul a salvarmi.-
Provò lei stessa a credere alle sue parole, ma senza volerlo incrociò lo sguardo di Bea.
Penetrante, come il suo.
-Ecco la tua risposta Ox, bene adesso state allerta.-
Uno strano brivido percorse la schiena di Maka, si voltò verso la finestra in preda all’ansia.
-Che hai?-
-E’ qui, Soul.- sussurrò prima che la parte sinistra dell’edificio venne buttata a terra, da un colpo davvero forte.
-Vi sono M A N C A T O.- urlò il Kishin entrando con tutta la sua armata.
-Maka.-
La ragazza strinse la mano di Soul, pronta a chiudere definitivamente quella faccenda, una volte per tutte, a qualsiasi costo.
-Arrivo.-

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Capitolo 17
*** E' forse la fine? ***


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Ed ecco la tanta attesa
battaglia!!
Spero che vi possa piacere e voglio ringraziare
come sempre, tutti coloro che si soffermano a leggere
la storia o a recensirla
o a inserirla nelle preferite, ricordate e seguite!
Io vi adoro e vi ringrazio!!
^^

 


È forse la fine?
 
 
Ashura.
Ashura è qua.
Quelle parole non smisero un attimo di rimbombare nella testa di Maka, deconcentrandola anche troppo.
 
Tu appartieni al Kishin.
NO!
 
Scosse la testa cercando di riacquistare il controllo di se e di Soul poiché a causa della lontananza la loro risonanza non stava riuscendo alla perfezione.
Qualcosa impediva a Maka di comandare Soul, ma lei sapeva fin troppo bene cosa fosse.
Solo che non aveva il coraggio di dire la verità.
-Maka forza!-
La voce di Soul la fece distrarre da tutti quei pensieri sconnessi e tornò all’attacco, cercando di rendersi utile almeno un po’.
Black Star, in confronto a lei, aveva la situazione sotto controllo, Tsubaki riusciva a rispondere alla perfezione al suo maestro e lo stesso si poteva dire per le sorelle Thompson che in quel momento stavano attaccando il Kishin, con Kid.
-Non c’è la faccio.- disse appoggiandosi alla parete.
Maka sentiva che tutte le sue forze la stavano lasciando, come se stesse combattendo dentro di se e non in quel casino.
-Maka!-
Soul si era ritrasformato e le stava alzando il viso, gentilmente, - Che cosa succede?-
-Io non posso farlo, sono troppo debole.- sussurrò.
Era la verità, non tutta, ma una buona parte, si sentiva ancora debole come nella scorsa battaglia, non si sentiva all’altezza per affrontare quel nemico.
-Ascoltami bene, tu sei la persona più forte di tutti! Hai avuto il CORAGGIO di resistere alla follia, di tornare, di tornare da me!!
E non c’è niente che tu non possa fare! NIENTE!-
Si asciugò il sudore dalla fronte e si avvicinò alla sua ragazza.
-Tu adesso aiuti Kid ad uccidere quel bastardo, chiaro?-
Annuì debolmente.
Le parole di Soul l’avevano scossa e le permisero di sentire nuovamente la rabbia dentro di sé.
Era la vendetta, dolce e spietata, era quella che stava dando a Maka le forze per reagire, non il coraggio o l’amore.
Solo la vendetta.
-Okay.-
Prese nuovamente Soul fra le sue mani e sentì la risonanza farsi più forte.
È l’odio quello che alimenta gli animi.
E con questo pensiero corse a dare manforte a Kid.
 
-È troppo forte non riusciamo neanche a colpirlo!-
Kid cercò di riprendere le forze, ma dovette schivare un altro attacco del Kishin e senza volerlo andò a sbattere al muro.
-Cazzo.-
Urlò forte per il dolore e Maka corse in suo aiuto.
-Maka non hai neanche un’idea? Come lo battiamo!-
-Infatti, non sai un suo punto debole!- Black Star aveva urlato dall’altro lato della stanza, anche lui riportava numerose ferita sul corpo e anche lui le stava chiedendo di fare qualcosa.
Lo sapevo che sarebbe andata a finire così.
-Se ci fosse stato un modo Maka lo avrebbe detto.-
-No Soul, hanno ragione.-
La ragazza provò a sorridere, ma la verità era un’altra.
Stava nuovamente ghignando, stava nuovamente perdendo il controllo. Era questo il motivo che le impediva di avere un’ottima risonanza con Soul poiché lui non era “soggetto” alla follia, ma solo lei.
-Cosa?- esclamò il ragazzo sorpreso.
-C’è un modo, ma voi non potete aiutarmi.- indicò i suoi amici e senza pensarci strinse più forte Soul.
-Solo lui può.-
 
-E’ da pazzi e io non te lo lascerò fare.-
-Kid non abbiamo altro modo, Soul tu ci stai?-
-Mi fido di te Maka.-
Sorrise in modo impercettibile.
-Non puoi chiedere a Soul di essere contagiato dalla follia, non lo puoi fare!-
Kid le sbarrò il cammino, stava urlando ed era notevolmente arrabbiato, non avrebbe permesso ai suoi amici di sacrificarsi.
-Kid solo se Soul assorbe la mia follia, io e lui potremmo lottare come si deve e saremo più forti.-
-E’ troppo pericoloso. Chi vi salverà dopo?-
-Ho già un piano per quello.- si voltò verso Bea e lei annuì.
Maka si avvicinò a Kid per evitare che Soul la sentisse, -Sarà Bea a salvare Soul.-
Death The Kid sbarrò gli occhi e smise anche di respirare, aveva capito molto bene il piano della sua amica.
Ed era un suicidio.
Non avrebbe potuto definirlo diversamente.
-No.-
-Andiamo Soul.-
Strinse nuovamente la sua arma e si diresse verso il Kishin, decisa stavolta a non lasciarsi intimorire e sconfiggere.
Sono più forte di te.
-Libera la mente, libera il cuore.-
Sentì la follia scorrere dentro il suo corpo, riuscì a percepire il vuoto della solitudine e della tristezza, l’agonia della paura.
-Ascolta il grido silenzioso della follia.-
-Chi si rivede, Maka Albarn, maestra d’armi di Soul Evans. Beh oggi sarà la vostra fine!-
-Ascolta solo me, eco dell’anima.-
-Tsk.-
Un dolore lancinante si sparse per il corpo della ragazza.
Non era la follia, era qualcos’altro.
-No, Maka.-
La ragazza abbassò lo sguardo per osservare che la mano del Kishin le aveva trapassato la pancia, da parte a parte.
-Com’è morire?- chiese il demone davanti a lei.
-Il mio sangue è nero.- sussurrò alzando lo sguardo.
 


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Il Kishin ritirò velocemente la mano.
-Maka?-
-Si sta armonizzando nonostante la follia, questo è merito di Soul.- dissi Kid rivolgendosi a Black Star.
-Ma…-
-Attivazione del sangue nero alla massima potenza!-
Maka venne colpita da una forte scarica elettrica dovuta alla musica di Soul, grazie all’eco dell’anima il ragazzo era riuscito a riprodurre la melodia che l’aveva salvata.
-Adesso tocca a noi.-
Un lampo di luce avvolse la ragazza, facendole cambiare improvvisamente abito e sentì l’influenza della follia affievolirsi sempre di più.
Soul la stava risucchiando al posto suo.


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Resisti, ti prego.
-Adesso suona, Maka! Suona la tua anima.-
La ragazza annuì e trasformò la falce in una tastiera, tutto stava accadendo troppo velocemente, ma sapeva che il suo piano stava funzionando.
-Tutto il mio coraggio, lo userò in questo colpo.-
Ed ecco che si era resa conto che non era la paura o la vendetta ad animare il suo cuore, era sempre stato il coraggio.
Il coraggio di rischiare, di amare, di credere in se stesse e negli altri.
Era il coraggio di vivere e quel coraggio adesso stava risuonando all’interno di una melodia, che rispecchiava l’anima di Maka.



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-E’ la fine, CACCIATORE DI KISHIN.-
Un colpo secco.


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Tutta la sua energia si concentrò in un unico colpo che non mancò il suo bersaglio, il Kishin era stato colpito.
-Non è possibile.- sussurrò il nemico, non capacitandosi di quello che era appena successo.
-Non ho paura della follia, non ho paura di te poiché io possiedo il coraggio! Il coraggio di batterti!-
Staccò Soul dal corpo del suo nemico e un lampo di luce uscì dal corpo del Kishin.
Si stava distruggendo.
-Abbiamo vinto, Soul.-
Sorrise e lo lasciò cadere a terra, spezzando l’eco dell’anima, spezzando il loro legame.
E sentì nuovamente la follia tornare in lei.
-Bea!- urlò più forte che poté e la ragazza corse a prendere Soul, che era svenuto.
-Salvalo.-
-Lo farò.-
-Maka vieni via da lì! Sta per esplodere tutto.-
-No Kid, devo assicurarmi che questo bastardo muoia, una volta per tutte.-
-Lascia stare!-
Kid provò a correre verso la sua amica, ma venne bloccato da Black Star.
-Cosa stai facendo?-
-E’ tutto inutile. Io sono infetta, ho ancora la follia con me e non posso restare, Ox aveva ragione.-
Una lacrima scese lungo il viso della ragazza, nel frattempo un altro lampo di luce stava uscendo dal Kishin.
-Dite a Soul che lo amo.-
E come una bomba a orologeria, il Kishin esplose, a pochi passi da Maka.
-No.-
Kid e Black Star vennero spinti contro un muro a causa dell’esplosione e improvvisamente, tutto divenne buio.

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Capitolo 18
*** Forse è solo l'inizio ***


Lo so, sono in un ritardo mostruoso.!
Mi dispiace davvero tanto e mi sento mortificata per avervi fatto aspettare.
Mi dispiace veramente.
Ma dopo halloween ho preso la febbre.
e solo oggi sono guarita, quindi scusate ancora, veramente.
Volevo dire un grazie sincero a: 

MakaKagomechanslenderaquilusSoulxMakaPassione_Anime_Manga.
Perchè voi non mi abbandonate mai!!
E un grazie sincero a chi ha aggiunto la storia nelle preferite, ricordate
e seguite!
grazie :3


Forse è solo l’inizio.
 
-Dove sono?-
Kid provò ad alzarsi ma le gambe non ressero il peso del suo corpo. Nonostante la sua forza, il colpo del Kishin era stato troppo forte, troppo inaspettato per potersi mettere al riparo.
Colpo. Riparo. Maka!!
-Maka!!- urlò con tutte le sue forze e rimanendo zitto per percepire una risposta.
Ma il silenzio regnava sovrano.
-Maka.- sussurrò a voce più bassa, appoggiandosi alla parete per cercarla, ma tutto accanto a lui era stato ridotto a un cumolo di macerie.
-Non ti preoccupare per me, sono un Dio, nonostante tutto.-
Black Star emerse a fatica da sotto una pietra, anche lui ferito e danneggiato a causa del colpo.
-Non avevo dubbi su di te.- disse senza guardarlo negli occhi.
-La vedi?- chiese facendosi più attento.
-No.-
Una risposta secca e forse anche troppo veloce, ma Kid non riusciva neanche a percepire l’anima di Maka, aveva paura che la ragazza fosse stata sconfitta col Kishin.
-Non può essere morta.-
La stella nera iniziò ad avanzare tra i vari detriti, cercando di ricordare il posto esatto in cui il Kishin era esploso, ma tutto gli apparve troppo confuso.
-Non riesco a ricordare dov’era.-
Tirò un calcio a una pietra, ma proprio quel gesto gli fece trovare il primo indizio.
-Kid?-
Il ragazzo corse verso l’amico, che aveva iniziato a scavare freneticamente e riuscì a vedere la stessa cosa, un braccio, esile e un pò lacerato.
Maka!
In poco tempo riuscirono a tirarla fuori da sotto le macerie.
-Non respira.-
-Portiamo a Death City, Stein saprà cosa fare di lei.-
-Cosa diciamo a gli altri?-
Kid chiuse un attimo gli occhi, voleva essere forte e deciso come suo padre e non uno stupido ragazzino, ma ancora una volta scelse col cuore e non con la mente.
-Maka è la nostra priorità.-
 
 
-L’avete battuto, è così?-
La faccia felice di Stein apparve poco dopo il loro ingresso alla Shibusen.
Poiché tutti si erano resi conto che la follia si era dispersa nel nulla, lasciando libero il mondo.
-Non siamo stati noi, è stata Maka, ma adesso dovete aiutarla.-
-Che le è successo?-
Il dottore si avvicinò al corpo esile delle ragazza, non riuscendo quasi a riconoscerla.
-Si è sacrificata per noi, per il mondo. Ma lei deve salvarla.-
-Farò il possibile.-
Senza aggiungere altro, prese in braccio la maestra d’armi e la condusse nel suo laboratorio, ma Stein sapeva bene che contro la follia non sempre c’era una cura.
 
***
Io sono vivo.
Sono vivo.
Ma manca qualcosa?
Esatto, sento che manca qualcuno qui.
Manca lei.
Dov’è Maka?
 
Soul lentamente aprì gli occhi, ma un dolore lancinante proveniente da tutto il corpo lo costrinse a chiuderli, nuovamente.
-Va tutto bene, sei al sicuro.-
-Bea?-
Quella voce ancora una volta lo fece tremare e dentro di se trovò il coraggio di guardare, anche se una strana sensazione si era insinuata nel suo cuore.
Dov’è Maka?
-Cosa succede?-
-Ti ho portato lontano dallo scontro.-
-Perché e Maka?-
Il ragazzo provò ad alzarsi ma un altro doloro lo fece fermare, sentiva il fianco bruciare, così alzò la maglia e sotto vi trovò un taglio profondo.
-Lo so che fa male, ma va già meglio.-
-Quanto tempo ho dormito?- chiese analizzando le parole della ragazza.
-Solo un paio di giorni.-
-E tu non mi hai svegliato?!- chiese urlando.
-No, io avevo il compito di proteggerti.- disse abbassando gli occhi.
-Compito? Perché? Bea cosa mi stai nascondendo!-
-Io non ho potuto dire di no.-
-A chi?-
Soul sentiva tutto il suo corpo fremere per la rabbia, qualcosa dentro di lui sapeva la risposta, ma in qualche modo la stava evitando.
Non voglio sapere.
-Maka. Maka mi ha dato il compito di salvarti una volta finita la battaglia.-
-E di grazia perché mai l’avrebbe fatto?-
-Per la follia.-
-Cosa?-
Quella risposta fece calmare Soul, come se tutto fosse più chiaro e meno complicato.
-La sua follia ti stava infettando e lei non avrebbe potuto salvarti. Lo avrebbe potuto fare una persona pura…-
-E tu saresti pura?!-
-No, m io ti voglio bene.- disse arrossendo.
-Bea… Dov’è Maka?-
-Non lo so, non so neanche se sia viva o meno.-
 
 
-Come sta, dottore?-
-Il battito cardiaco è davvero basso, ma sta continuando a vivere.-
-Perché le sembra così strano?- chiese Black Star accigliato.
-Perché lei dovrebbe essere morta.-
I due ragazzi non risposero a quella affermazione, ma continuarono a guardare la macchina che stava aiutando Maka a rimanere in vita.
-Pensa che Soul lo scoprirà?-
-Soul se n’è già accorto e sta venendo qua.-
-Come fa a saperlo?!-
-Perché la sua anima è appena entrata a Death City.-
 
***
 
-Dov’è? Voglio vederla!-
Soul era riuscito a raggiungere Maka solo due giorni dopo, adesso la sua anima pretendeva di vedere la sua compagna, l’unica che lo avrebbe salvato e amato.
-Soul sta tranquillo, è qua.-
-VOI.-
Il ragazzo si precipitò verso Black Star sferrandogli un pugno in pieno viso, ma mancò Kid per poco.
-Adesso calmati, loro dovevano portare Maka da me.-
Stein appoggiò una mano sulla spalla del ragazzo, cercando di trasmettergli un po’ di serenità.
-Avevo il diritto di sapere!- urlò ai suoi amici, ancora più forte.
-Lo so e ci dispiace, Soul, ma dovevamo pensare a Maka.- rispose Kid avvicinandosi all’amico che si era ripreso dal pugno.
-Voglio vederla, per favore.-
-Soul le sue condizioni non sono delle migliori, forse è meglio che aspetti.-
-Io ne ho bisogno.- sussurrò prima di asciugare una lacrima dal viso.
Ho bisogno di lei.
-Forza vieni.-
Il ragazzo seguì il professore dentro la stanza e non appena vide il corpo esile della ragazza, pieno di graffi e altrettante ferite, il suo cuore perse un colpo.
Riusciva a stento a riconoscerla, ridotta in quel modo.
E solo dopo si rese conto della macchina collegata alla ragazza.
-L’aiuta a rimanere in vita, ma tranquillo, riesce a respirare da sola, ma non si è ancora svegliata.-
Stein si allontanò in silenzio, lasciando a Soul lo spazio che gli serviva.
-Sei proprio incredibile lo sai, hai sempre un piano, in ogni momento.-
Si sedette accanto alla ragazza e le strinse la mano, -Ma nonostante tutto io lo sapevo che sei tu, quella dalle idee brillanti, solo che io ne dovevo fare parte.-
Scostò una ciocca di capelli dal viso di Maka e le baciò la fronte.
-Vuoi sempre proteggermi, vuoi salvarmi, ma tu forse non hai capito che per essere salvato, tu devi restare con me.
Ho bisogno di te, non posso rischiare di perderti ogni volta.
Maka.-
Stavolta le si avvicinò per baciarle la guancia.
-Tu devi vivere, perché io non sono niente senza di te. Dobbiamo realizzare ancora il nostro sogno, dobbiamo diventare forti, più del tuo vecchio.- sorrise cercando di ricacciare indietro le lacrime.
Non poteva credere a quella situazione, non voleva farlo.
-Sei la mia ragazza solo da pochi giorni e già mi vuoi dire addio?-
La baciò sulle labbra, con delicatezza e amore.
Sentì la sua anima, farsi piccola per toccare l’anima di lei, per riscaldarla, per consolarla, per salvarla.
E solo in quel momento Maka aprì gli occhi.
-Non voglio dirti addio.- sussurrò sfiorando il viso di Soul.
-Allora è solo l’inizio.-

 
 

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Capitolo 19
*** Ricominciamo ***


Ciao a tuttiiiii!!
Okay come inizio non c'è male...
Sono davvero dispiaciuta di non aver aggiornato, ma stavo dando una
materia davvero importante e questo mi ha sottratto
davvero davvero molto tempo.
Quindi voglio farmi perdonare con questo capitolo e 
spero di essere di nuovo puntuale con gli aggiornamenti.
Ringrazio le persone che ancora avranno voglia di leggerla e di 
commentarla.
Per me sarebbe un onore rivedervi <3

 

Ricominciamo
 
 
Maka alzò lo sguardo verso il sole di Death City, tutto le sembrava diverso: la città, le nuvole e i suoi stessi amici.
Persino Soul. Il suo viso non era più quello di un ragazzino, che doveva crescere, adesso era un adulto.
E Maka pensò che in parte la colpa era stata sua.
Se avessi trovato un piano migliore a quest’ora tu non saresti cambiato.
Non avrei dovuto sacrificarti.
-A cosa stai pensando?-
Una mano gentile le strinse il fianco, una mano amorevole e di cui Maka si fidava ciecamente.
-Era da tempo che non mi godevo una giornata del genere.-
Si voltò verso Soul e lo baciò delicatamente sulle labbra, cercando di sorridere.
-Stai bene ora Maka, Stein ha detto…-
-Non m’interessa.- disse un po’ bruscamente, -Lui non sa quello che c’è dentro di me.-
-Ma io sì.-
Maka lo guardò negli occhi, in cerca di una risposta.
-Io vedo una maestra d’armi forte e coraggiosa, che ha rischiato la sua vita per il bene del mondo, la follia che c’è dentro di te andrà via, col tempo.-
-E se non fosse così?-
Una lacrima si riversò dai suoi occhi stanchi, tracciando un percorso sulla guancia non del tutto guarita.
-La combatteremo assieme.-
 
***
Qualche mese dopo…
 
-Soul devi muoverti dobbiamo correre!!-
Maka prese dall’appendiabiti la sua giacca e si sistemò per un’ultima volta i capelli, aveva smesso di portare le codine, non sentendosi più la ragazza di qualche mese fa.
Adesso portava i capelli sciolti che le ricadevano dolcemente sulle spalle, più lunghi del solito, osservandosi allo specchio dell’ingresso, non riuscì a riconoscere se stessa.
La battaglia, la follia, l’avevano cambiata. Le ferite sul suo corpo erano guarite, erano rimaste le cicatrice, un segno di quel passato che non sarebbe mai scomparso.
Il suo corpo era diventato più forte, ma non aveva più ripreso la forma di un tempo.
Maka era un reduce di guerra e quell’aspetto le avrebbe fatto compagnia a vita.
-Eccomi, scusami ma ero…-
 
Soul osservò con attenzione la sua ragazza, era cambiata, ma la trovava ancora più bella.
Solo che Maka questo non riusciva a capirlo, per lui non contavano più le tette, come invece era una volta, a lui interessava il contatto del corpo di Maka, il calore di lei mentre facevano l’amore.
I suoi sorrisi, ma Maka non riusciva più a vedere il mondo in quel modo.
 
-Okay.- sussurrò la ragazza uscendo dalla porta di casa.
Soul la chiuse alle sue spalle e con un piccolo passo in avanti, prese la mano di Maka, stringendola quel tanto che bastava per farla tornare da lui.
E come sempre, Soul ci riusciva…
 
Solo dopo qualche giorno Soul si era reso conto che Maka, non era più la stessa persona.
Osservandola si era reso conto che la ragazza solare e allegra in qualsiasi momento era scomparsa, che una tristezza perenne si era insinuata nel suo cuore, ed era riuscita a scacciare tutto quello che lei era stata.
E quella tristezza, quell’ombra dentro di lei avevano comportato la sua assenza, come se si fosse spostata in un universo parallelo al loro.
Ma solo col tempo aveva imparato che in quei momenti, Maka si perdeva per colpa della follia.
La tristezza era rimasta come un segno di guerra, la follia si era mischiata al suo DNA, così saldamente da non lasciarla andare.
Soul dovette ammettere con rammarico e rabbia che la previsione di Maka si era rivelata esatta. Stein non poteva sapere cosa c’era nell’animo di Maka, neanche lui che percepiva le anime poteva vedere la follia oscurare la bontà e l’amore di  lei. E in quei momenti, forse da un lato troppo frequenti, Soul andava da Maka, facendole sentire la sua anima, pronta a proteggerla in ogni momento.

 
-Dov’è che siamo diretti?- chiese stringendosi di più a Soul.
-Una città sperduta sulle montagne, Kid sostiene che potremo trovare un bel po’ di anime da mietere.-
-Com’è sta Shinigami?- chiese involontariamente, anche se già sapeva la risposta.
-Non si è ancora ripreso e Kid è convinto che il suo tempo stia per scadere.-
Un po’ come il mio, pensò Maka.
-Tu cosa pensi?-
-Shinigami è forte, troverà il modo di sopravvivere.- mentì, spudoratamente Maka.
In realtà lei sapeva bene che Shinigami non ce l’avrebbe fatta, Death the Kid glielo aveva confessato la settimana scorsa, durante la scuola.
Ma lei aveva promesso di mantenere il segreto, anche con Soul.
 
-Mio padre non c’è la farà.- gli occhi del suo amico erano rigati di lacrime amare e lei gli porse un fazzoletto.
-Tuo padre è uno Shinigami, Kid, non darti per vinto.-
-Maka, tu non capisci, i suoi poteri si stanno affievolendo.- abbassò la testa, come se si vergognasse delle sue stesse parole.
-Come lo sai?-
-Perché li sto risucchiando io. Sto incanalando le sue forze, senza volerlo.-

 
-Ricordati Soul, ci manca poco per arrivare a 90 anime e poi ci manca solo una strega.-
-Non dobbiamo fare errori.-
-No…- fece una pausa e il ragazzo attese pazientemente che lei continuasse, -Fammi male in caso non riuscissi a tonare, è l’unico modo.-
-Sai che non lo farò.- rispose secco.
-Lo so, ma prima o poi sarà necessario.-
Alzò lo sguardo verso il cielo e si godette, per quanto fu possibile l’ultima parte del viaggio.
 
-Aaaah.-
Soul si svegliò di soprassalto e cercò, istintivamente, il corpo di Maka che sapeva sarebbe stato accanto al suo.
Ma al suo contatto lo trovò freddo e quasi inerme.
-Maka?- aprì la luce della abat-jour accanto al suo lato del letto.
L’aveva sentita urlare, ne era certo, ma guardando la ragazza non ne era più del tutto sicuro.
-Cosa succede, parlarmi cazzo!-
La scosse leggermente e solo in quel momento vide i suoi occhi vuoti, il verde che li animava era sparito, lasciando un verde che sapeva di morte.
-Maka?- stavolta uscì un leggero sussurro, quasi impercettibile.
Il suo cuore iniziò a battere forte, la sua mente sapeva fin troppo bene cosa stava succedendo dentro la ragazza, ma era troppo doloroso ammetterlo.
Sentiva nella bocca il sapore della sconfitta.
-Aaaah.- urlò nuovamente la ragazza, portandosi le mani alle orecchie e chiudendole su di esse.
Come se volesse tenere il mondo fuori di se.
-Ti prego falla smettere!-
-Ma chi?-
-La follia, ti prego falla andare via!- urlò ancora più forte, cercando di scacciare il buio che si stava impossessando del suo cuore.
Maka alzò lo sguardo su Soul e vi lesse spavento e paura.
No. Hai paura di me? Se tu hai paura, io sono morta.
-Aiutami.- sussurrò.

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Capitolo 20
*** 90 Anime ***


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Ciaoooo =)
Sono di nuovo qua, stavolta non avete dovuto attendere molto per
il nuovo capitolo.
Intanto volevo farvi una domanda, per voi va bene se la
storia viene integrata con quelle parti 
(diciamo quelle che hanno uno stile diverso)
che rappresentano il passato?
Spero di si e come sempre
GRAZIE a tutte voi che siete ancora qui a 
seguirmi e a leggere la mia storia <3

 

90 Anime.
 
-Maka abbassati.-
Rispose immediatamente al suggerimento del suo compagno e riuscì a schivare l’attacco di due anime malvage.
Erano stati attaccati nel momento esatto in cui erano scesi dalla moto e della città, sperduta tra le montagne, non era rimasto niente.
Se non qualche maceria.
-Soul ci servono quelle due anime.- aumentò la presa sull’arma.
-Lo so bene.-
Maka strinse i denti, era riuscita a rispondere subito agli attacchi, ma sapeva bene che qualcosa dentro di lei la stava bloccando, impedendole di pensare lucidamente, di agire.
La vecchia Maka sarebbe riuscita ad ucciderli nell’acrco di cinque minuti, ma la nuova Maka doveva ancora fare i conti con se stessa e proprio per questo motivo non voleva fallire, non come le era già successo.
Non voleva andarsene senza quelle due anime, aveva pregato troppo Kid per quella missione e non voleva tornare a mani vuote.
-Aah.-
Colpì in piena faccia uno dei due demoni, ma ancora non aveva avuto il tempo di lanciare il suo colpo.
La follia la stava trattenendo.
-Maka, adesso.- Soul gridò il più forte possibile per farsi sentire e lei non perse neanche un attimo, poiché era la voce di Soul l’unica che riusciva ad allontanare la presa della follia dentro di se.
-Majingari!!-
Un colpo secco diretto verso i due demoni, ma seguito da un dolore acuto.
Il secondo demone era riuscito a colpire Maka al braccio prima di essere distrutto.
 
-Stai bene?-
Soul si era ritrasformato in arma e stava sollevando, gentilmente, il viso della sua ragazza.
-Sto bene.- rispose senza guardarlo negli occhi.
-Fammi vedere, Maka.-
Le sollevò il braccio ferito, ma non vi trovò nessuna traccia di sangue.
-Il mio sangue è nero.- sussurrò.
E senza volerlo la schiena di Soul venne percorsa da un brivido…
 
-Kid pensi che Maka possa farcela?-
-Soul devi avere fiducia in lei e poi eravate a buon punto con la raccolta delle anime, in qualche mese riuscirete ad arrivare a 99.-
-Non mi interessa più così tanto.-
-Che cosa intendi?-
Il suo amico lo portò in un posto appartato all’interno della Shibusen, per evitare di essere disturbati o di  essere spiati.
-Kid, Maka sta male. La notte la sento urlare per colpa della follia, ha smesso di ridere, di scherzare e beh noi…-
-Avete problemi anche sul fronte letto?-
-No, lo facciamo solo che…-
-Pensi che lei non provi niente?-
-Penso che la follia le stia divorando il cuore e il suo sangue…-
-Soul, cos’hai il suo sangue?- stavolta la voce dell’amico era apparsa preoccupata alle orecchie dell’albino.
-Il suo sangue è nero.-
-Ne… Ne sei sicuro?-
Annuì debolmente, cercando di allontanare quella sensazione di disagio che aveva provato nel momento in cui aveva visto Maka tagliarsi, con un coltello da cucina, senza perdere neanche una goccia di sangue rosso, ma solo una, di colore nero.

 

In silenzio Soul si alzò e prese le due anime che svolazzavano tranquille a pochi passi sa lui.
-Con queste sono 90.- disse Maka affiancandolo.
-Ascoltami…-
-Soul, io sto bene. Smettila di preoccuparti per me.-
-Non posso evitarlo, sei la mia ragazza.-
-Ti amo e sei tu quello che riesca a tenermi in vita, lo sai?- chiese accarezzandogli una guancia.
-Lo so, ma se io non dovessi bastare?-
Lei rimase in silenzio e senza indugiare lo baciò.
Non era un bacio casto o a fior di labbra. Era un bacio passionale, un bacio che Maka voleva dare a tutti i costi.
Un bacio che racchiudeva il suo amore e le sue emozioni, ma soprattutto tutte le sue paure.
-Anche io ti amo.- disse stringendola a se.
-Andiamo a casa, adesso.- indicò le anime e senza pensarci due volte, Soul le inghiottì.
 
 
***
-Kid perché ci hai fatti chiamare?-
Il gruppo si era riunito nella Death Room. Da quando era stato sconfitto il Kishin, Kid non aveva trovato il coraggio di usarla, ma adesso era arrivato il momento di essere coraggiosi e di andare avanti.
-Devo comunicarvi un paio di cose.-
Il figlio del Dio della morte rimase in silenzio, non riuscendo a trovare le parole per dire quello che, con tanta fatica, aveva tenuto nascosto.
-Non aspettiamo Soul-kun e Maka?- chiese Tsubaki, insospettendosi dell’atteggiamento dell’amico.
-No, poiché Maka non deve sapere.-
-Che cosa?- stavolta era stato Black Star a intervenire.
-Ragazzi, secondo Soul lei non è migliorata, la follia è ancora dentro di lei e… Ed ho paura che questo non sia un bene per tutti noi.-
-Pensi che possa rivoltarsi contro di noi?-
-Temo che il suo cuore sia quello più debole, anche troppo.-
-Kid devi avere fiducia in lei!- Tsubaki si avvicinò al ragazzo, -Maka ha controllato la follia benissimo in questi mesi, non hai motivo di dubitare di lei.-
-Purtroppo non è come dici tu, se si trattasse di semplice follia, potrei anche essere d’accordo con te.-
-E cos’è che la rende così pericolosa?-
-Vi ricordate Crona?- disse secco.
Tutti annuirono in silenzio.
-Il sangue di Maka è nero come al suo.-
 
-Ma…- Liz voleva dar voce ai suoi pensieri, ma qualcosa lo impedì.
-Ma non è tutto.- disse Kid stranamente ironico, che non sfuggì per niente a Black Star.
-Mio padre, Shinigami, è riuscito a dirmi una parola, una sola parola prima di lasciarmi.-
La stanza venne attraversata da un rumore strozzato emesso dalla gola di Liz.
-Ha detto… l’unica parola che ha detto è stata: Aracne.-
 
 

PS: La trama della storia non segue nè il manga nè l'anime, poichè
come potete vedere solo ora è apparso il nome di Aracne.
Quindi per non farvi fare troppi trip mentali, per colpa mia XD,
vi posso dire che la storia fino al capitolo precedente riguarda solo il Kishin
e che da questo in poi si aprirà una nuova parentesi, se
così possiamo definirla.
Con Aracne e tutto ciò che le riguarda =)

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Capitolo 21
*** Dentro di me c'è solo confusione ***


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Dentro di me c’è solo confusione
 
Mi chiamo Maka Albarn, mio padre è Falce della Morte, mia madre è la migliore artigiana al mondo.
Io sono maestra di Falce e il mio compagno è Soul Evans.
Lui suona il piano e quando lo fa mi perdo, in qualche posto lontano e non raggiungibile.
Ma lui non suona da tempo, la guerra gliel’ha impedito, però noi quella guerra l’abbiamo vinta.
Ne siamo usciti vincitori, tutti, tranne io.
 
Sono Maka Albarn e sto cadendo a pezzi.
Dentro di me regna sovrana la follia, ancorata al mio DNA come un parassita.
Non sono riuscita a battere la mia paura, non sono riuscita a trovare il coraggio, non sono riuscita a vincere.
Soul crede ancora in me, ma anche lui sa bene che i momenti di lucidità diminuiscono sempre di più e che lentamente sto tornando nell’oblio.
 
Dentro la mia testa c’è solo confusione, la follia non mi permette di pensare lucidamente, è come una droga.
La più forte ma anche la più dolorosa.
È una droga di cui ormai non posso fare a meno.
 
Sono Maka Albarn e sono pericolosa.
Il mio sangue è nero come la pece, non posso essere ferita, non posso morire.
Il mio sangue nero mi tiene in vinta, ma in realtà vorrei solo morire.
Non posso neanche tentare il suicidio… Non posso autodistruggermi… Non posso morire neanche mantenendo un po’ di dignità.
Tutti starebbero meglio senza di me, tutti tranne Soul.
Lui ne morirebbe ma sarebbe al sicuro.
Al sicuro da me.
Si ostina a trattarmi come una bambola di porcellana, ma la verità è che non sono più così debole, la follia mi ha dato potere, mi ha dato la forza, ma non sono sicura di poterla governare.
 
Ma… non posso spezzarmi.
Non posso permetterlo, non posso lasciare Soul solo, non posso lasciarlo col cuore in pezzi a piangere la mia morte.
Non posso permetterlo.
Devo essere forte e coraggiosa.
Devo ricordarmi cosa voglia di amare e essere felice.
Devo combattere la follia che c’è nel mio cuore, ma è difficile contrastare il rumore che vive dentro di me.
Un rumore di vetri infranti e di cuori spezzati.
Un rumore che sa di dolore, un rumore che ha il sapore del sangue.
 
Maka Albarn, è questo il mio nome ma certe volte faccio fatica a ricordarlo.
Faccio fatica a ricordarmi chi sono, faccio fatica a vivere.
 
Sono Maka, ed ho terribilmente paura.
 
Sono Maka ed amo Soul Evans, lo amo così tanto da essere egoista con lui, non trovando le forze per lasciarlo andare.
 
Sono Maka e il mio unico desiderio è quello di tornare a essere me stessa.
 
Sono Maka e mi sto nuovamente perdendo nell’oblio, in un pozza nera che mi ricorda la morte.

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Capitolo 22
*** Shinigami ***


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Oooooo!
Siamo al ventiduesimo capitolo *_*
Sono davvero felice e sono felice
di sapere che l storia vi sta prendendo, nuovamente.
Mi rende felice sapere che sta andando nel verso giusto,
e un grazie di cuore a chi ha agiunto la storia nelle preferite,
seguite e 
ricordate.
E a chi l'ha commentata!!!
<3

 


Shinigami
 
Death The Kid avrebbe dovuto organizzare la cerimonia per la morte di suo padre, avrebbe dovuto prendere il suo posto e governare su Death City, ma in realtà non avrebbe voluto fare niente del genere.
Da quando Stein gli aveva comunicato la notizia si era rinchiuso in camera sua, a esclusione della riunione che aveva avuto con i suoi amici, senza più uscirne.
Non sono pronto a diventare il nuovo Dio della Morte.
Per Kid era finito il tempo di giocare, non avrebbe potuto più partecipare alle missioni, ma avrebbe dovuto assegnarle e non avrebbe potuto rendere Liz e Patty, Armi del Dio della Morte.
Sono un fallito, non sono riuscito in niente.
Una lacrima, l’unica che in realtà aveva versato, gli attraversò il viso e per la prima volta si lasciò andare.
Lasciò andare tutto il suo dolore a un pianto silenzioso, nessuno lo avrebbe mai saputo, nessuno avrebbe visto quella parte di lui.
Poiché il futuro Shinigami doveva essere abbastanza forte per affrontare la nuova minaccia, Aracne.
 
***
 
-Maka?-
Soul la scosse leggermente, ma senza ottenere nessun miglioramento, poiché la ragazza non appena tornata dalla missione era crollata in un sonno profondo e non era ancora riuscita a svegliarla.
Non sarà caduta nell’oblio?
Quel pensiero fece aumentare il suo battito cardiaco, non poteva credere che le condizioni di Maka fosse così precarie, non voleva credere di essere un fallito.
-Maka forza!- la scosse con più decisione ma non ottenne, ancora, nessuna risposta.
Preso dal panico, compose il numero di Tsubaki sul cellullare.
-Non si sveglia.- disse semplicemente, la sua voce trasmetteva l’ansia e la paura che in quel momento gli stavano attraversando il cuore.
-Soul fai quello che ti ha detto lei.- disse rassegnata.
-Non posso farle male.-
-Dovrai farlo, non posso farlo io!-
Soul rimase in silenzio e capì cosa avrebbe dovuto fare.
-Sto arrivando.- disse Tsubaki chiudendo la chiamata.
Non posso farle male, non posso.
-Amore mio…- le accarezzò gentilmente la guancia, sperando che si svegliasse come aveva sempre fatto, sperando di rivedere quegli occhi verdi e pieni di vita, ma in realtà, Soul, sapeva bene che quella Maka era diventata solo un lontano ricordo.
 
-Sono qua, ho fatto il più velocemente possibile.-
Tsubaki aveva il fiatone, ma non ci badò più di tanto e si diresse distinto nella camera da letto dei ragazzi.
Trovò Maka appoggiata delicatamente sul letto, come un angelo.
Un angelo dannato.
-Sai cosa fare?-
-Purtroppo sì.- chiuse un attimo gli occhi e senza pensarci due volte trasformò la sua mano in una lama affilata.
“Dovrai farmi male”
-Maka in un modo o nell’altro riesce sempre a prevedere ciò che succederà.- disse ironica Tsubaki avvicinandosi all’amica.
-E’ questo quello che veramente mi preoccupa.-
-Mi dispiace Maka.- senza indugiare ancora, sferrò un unico colpo diretto alla pancia della ragazza.
-Aaah.- urlò Maka non tanto per il dolore ma per il semplice fatto di essere tornata.
Tsubaki ritirò in fretta la mano e si allontanò.
 
Maka iniziò a muoversi freneticamente nel letto, la paura si era impossessata di lei, ancora.
Dove sono stata?
-Sono qui.- delle mani calde la avvolsero in un braccio pieno di amore, percepì l’anima di Soul accanto alla sua e allora provò a calmarsi.
-Meglio che vada.- Tsubaki lasciò di fretta la stanza, con il cuore che le batteva forte nel petto e il pensiero di avere appena pugnalato la sua migliore amica.
 
-Maka, sono qui non avere paura.-
-Io… Dov’ero?- chiese balbettando.
-Non lo so.- ammise il ragazzo, -Ma adesso sei di nuovo qua con me.-
Solo in quel momento Maka guardò Soul negli occhi e poté leggere tutti i sentimenti del ragazzo: amore, paura, terrore, felicità.
Troppi sentimenti in contrasto.
Non posso neanche tentare il suicidio… Ma… non posso spezzarmi.
Non posso permetterlo, non posso lasciare Soul solo, non posso lasciarlo col cuore in pezzi a piangere la mia morte.”
-Allora posso ricordare…- sussurrò distogliendo lo sguardo dal ragazzo.
-Cosa ricordi?- le strinse la mano.
Devo mentire, non posso dirti la verità.
-Ricordo questo.- disse avvicinandosi alla sua bocca e baciandolo con dolcezza, -Ed anche questo.- gli baciò il collo con avidità e senza pensarci sbottonò un bottone della camicia.
Ti amo davvero Soul, solo che non posso far cadere anche a te, devi perdonarmi.
-Maka…- sussurrò il suo nome, mordendole vogliosamente l’orecchio.
Le prese saldamente i fianchi mentre lei continuava a sbottonargli la camicia per poi baciare il suo petto, muscoloso.
-Ti voglio.- disse al ragazzo che le stava togliendo la maglietta, slacciandole il reggiseno in un battito di ciglia.
-Anche io.- la baciò con foga e desiderio, era la prima volta da mesi che Maka esprimeva in quel modo i suoi sentimenti, era la prima volta che lo desiderava così tanto.
La fece sdraiare sotto di lui e iniziò a torturarle un seno con le dita, per poi passare delicatamente sopra la lingua, per farla eccitare. Lei nel frattempo era riuscita a far scendere la lampo dei jeans e Soul con un unico colpo se li era sfilati.
-Sei bellissima.- disse passando la lingua sulla pancia per scendere fino al basso ventre, togliendole la gonna e le mutandine assieme.
Iniziò a giocare con la sua femminilità, percependo i gemiti di piacere di lei così guardandola un ultima volta, entrò dentro di lei.
Non era la prima volta che facevano l’amore, ma Maka si sentì come quella volte, come se solo adesso si sentisse viva.
Avvicinò il volto di Soul al suo e in silenzio lo baciò, fino a quando le spinte di lui non divennero troppo forti e dovette urlare per il piacere.
 
***
 
-Kid?-
Una voce dolce lo riscosse dalla sua apatia, risvegliandolo dal suo isolamento.
-Non voglio vedere nessuno.- rispose senza voltarsi.
-Kid sono io, Liz.-
La ragazza imperterrita si avvicinò al ragazzo, seduto compostamente sulla poltrona della sua scrivania, intento ad osservare dalla finestra le strade di Death City.
-Vattene Liz.- rispose risoluto.
-Adesso basta! Kid è da ore che stai qua dentro a fare chissà che cosa, devi reagire! Tuo padre non ti avrebbe voluto vedere in queste condizioni.- alzò il tono della voce e fece voltare il ragazzo verso di lei.
-Cazzo Kid! Guardati, come pensi di poter mandare avanti una città in questo stato?- gli occhi si erano fatti incredibilmente dolci e una mano gli accarezzò il viso.
-Liz sono a pezzi, non posso fare niente.- la voce rotta dal pianto.
-E’ per questo che con te ci sono io.- gli sorrise e posò un baciò leggero sulle labbra del ragazzo, -Troveremo il modo di risolvere anche questa.-
Kid annuì e per la seconda volta nella sua vita pensò di essere felice.
Per davvero.

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Capitolo 23
*** Prepariamoci al peggio ***


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Ed eccomi qua :)
Chiedo scusa, ma ieri sera alla fine non ho aggiornato,
volevo rileggere il capitolo ed esserne sicura **
Proprio per questo motivo, vi comunico, che
farò due aggiornamenti a settimana.
Così da riuscire a regolarmi sia con lo studio e con le altre storie, 
che in questo momento ho in corso.
Gli aggiornamenti saranno il martedì e il sabato, spero che apprezziare l'idea.
E in caso contrario sono tutta orecchie per possibili variazioni **
Ringrazio come sempre tutte le persone che si fermano a recensire e a leggere.
E In esse includo anche coloro che hanno aggiunto la storia nelle preferite, seguite
e ricordate.
I <3 you!!
*_*

Prepariamoci al peggio
 
Maka alzò gli occhi al cielo, osservando le nuvole cariche di pioggia, che in poco tempo occuparono tutta la Death Valley.
Il sole spense il suo sorriso, triste per quel cambiamento improvviso, ma la ragazza non si spostò, neanche dopo che una goccia d’acqua le cadde sul viso.
Piove.
E dopo pochi attimi una pioggia fitta calò sul cielo di Death City e solo in quel momento, Maka, ebbe il coraggio di guardare davanti a se.
 
L’intera città si era riunita nella piazza davanti alla scuola per onorare la morte di Lord Shinigami.
Strinse la mano di Soul, senza rendersene conto, cercando di trovare il coraggio di affrontare quel giorno e di combattere il dolore, che si era annidato nel cuore.
Poiché anche lei, come tutti i suoi amici e specialmente Kid, stava soffrendo. Shinigami non era stato solo il Dio della Morte, era stato un tutor, un secondo padre nei momenti difficili, un confidente se necessario.
Era una parte di noi, pensò la ragazza guardando il suo amico.
 
Death The Kid rimase immobile a guardare il cielo, cercando di trovare le parole giuste per iniziare il suo discorso, ma il vuoto s’impossessò del suo cuore.
Non sono niente senza di te, padre.
Una lacrima solitaria gli scese lungo la guancia, ma stavolta non fece niente per nasconderla, sapendo che ci avrebbe pensato la pioggia.
Unica complice del suo gesto.
-Oggi anche il cielo sta piangendo per la nostra perdita.- disse improvvisamente, riacquistando la sua fermezza.
-Oggi siamo qua, tutti assieme, per ricordare mio padre. Lord Shinigami.
Lui non era solo Il Dio della Morte, era come noi, era un uomo con le sue paure e i suoi dubbi, era un uomo con i suoi difetti, ma era il miglior uomo che questa città avesse.-
 
Liz strinse la mano di sua sorella, Patty, provando invano a trattenere le lacrime.
Sono qua con te, Kid.
Aumentò la presa, inconsapevolmente.
-Liz lui lo sa.- sussurrò sua sorella.
-Cosa?- chiese la ragazza voltandosi stupita.
-Lo sa che tu non lo lasci.-
Elizabeth Thompson sorrise, nonostante il momento, e abbracciò la sorella.
-Grazie.-
 
-Non lo scorderemo mai, perché lui era il simbolo di questa scuola, era il simbolo di questa città ed era il simbolo della pace.-
Death The Kid abbassò gli occhi e inspirò a fondo, finì il suo discorso e si allontanò in silenzio.
Troppo stanco per ascoltare le condoglianze, troppo stanco per fingere di stare bene, suo padre lo aveva lasciato con una missione da portare a termine e lui non lo avrebbe deluso.
Sarai fiero di me, padre, te lo prometto.
In silenzio entrò dentro la scuola e aspettò che il suo gruppo venisse a fargli vista nella Death Room.
 
***
 
La schiena di Maka venne attraversata da un brivido, non appena i suoi occhi si posarono su quella porta.
-Death Room.-
Soul diede vita ai pensieri della ragazza e in silenzio aspettarono che gli altri compagni li raggiungessero.
-Ci stavate aspettando?-
La voce di Black Star ruppe il silenzio e Maka si voltò per osservare la sua amica, Tsubaki era rimasta in disparte, senza avvicinarsi a loro.
-Ci siamo anche noi.-
Le sorelle Thompson si fecero avanti e aprirono la porta.
 
-Tsubaki?-
Maka la trattene, gentilmente, per un braccio e la ragazza sussultò.
-Non è successo niente… Devi… Devi stare tranquilla.- tentò di essere convincente, ma in cuor sapeva di non esserlo, per niente.
-Maka… Sono cambiate tante cose.-
-Lo so, ma sono sempre la ragazza secchiona a cui volete bene.-
Sorrise.
-Maka ho dovuto pugnalarti.- sottolineò la sua amica, marcando di più il tono sull’ultima parola.
-Ma non mi hai fatto niente, nessuno può farmi male.-
-Ed è proprio questo che intendevo, tu sei cambiata ed io… Io ho paura di te.-
Tsubaki la guardò per un’ultima volta e poi seguì il resto del gruppo dentro la Death Room, mentre Maka tentennò ancora per un attimo.
Il cuore a pezzi e la mente in subbuglio, quelle parole le avevano provocato una voragine nel petto.
Paura?
Tremò.
Senza rendersene conto iniziò a tremare.
È tutto sbagliato, io sono sbagliata.
Sono un mostro.
-Maka?- una voce la chiamò dalla stanza e sena indugiare entrò, cercando di apparire calma quando in realtà stava crollando.
 
-Ragazzi.-
Death the Kid era rimasto in piedi, aspettando che tutto il gruppo fosse al completo.
-Non vi annoierò con troppe chiacchiere, mio padre ha parlato, abbastanza chiaramente, di una nuova minaccia, il suo nome è Aracne.-
-Cosa sappiamo di lei?- chiese Soul, facendo un passo avanti.
-Ho consultato alcuni libri della Shibusen e ho scoperto che le sue origini sono molto antiche, potrebbero anche risalire all’epoca di mio padre.-
-Abbiamo a che fare con un nemico potente come il Kishin?-
Maka parlò senza rendersene conto, ma confermò il pensiero di tutti.
-Non proprio, Aracne è una strega.-
Il silenzio calò all’interno della stanza.
 E molti cuori iniziarono a battere forte per l’angoscia, tutti sapevano che le streghe erano difficili da battere e che erano una gran gatta da pelare e questa sembrava essere peggio di tutte.
-Una strega antica e piena di poteri, ma come…-
-Come si è svegliata?- le fece eco Kid, scuotendo leggermente la testa, -I testi non lo dicono, ma con molta probabilità mio padre aveva rinchiuso anche lei, come il Kishin, e forse la morte di quest’ultimo l’ha ridestata dal suo sonno.-
 
Collegata al Kishin?
Maka sussultò e strinse la mano più forte, facendosi diventare le nocche bianche. Tutto il mondo era connesso a quel maledettissimo Kishin, anche la strega e lei.
Lei.
-Cosa facciamo Kid?-
-Penso che per il momento non possiamo fare niente, non sappiamo che aspetto abbia, non sappiamo quale sia il suo scopo, possiamo solo aspettare.-
-Non dovremo concederle così tanto vantaggio.- disse Black Star deciso.
-Ha ragione.-
-Ragazzi l’unica cosa che posso garantire, in questo momento, è la ripresa delle elezioni e introdurre un attività extra.-
-Ovvero?- chiese Maka.
-Posso introdurre un corso extra per imparare a uccidere le streghe e preparare i migliori, di noi, alla prossima battaglia, se ci sarà.-
-Forse questo non è il caso di includerlo, nelle note.-
La voce di Maka apparve priva di emozioni, ma Kid annuì, consapevole che la sua amica avesse ragiona.
-Bene, domani l’annunciò sarà presente in bacheca.-
I ragazzi annuirono e in silenzio si congedarono dal loro amico.
-Kid lo sai che domani dovresti dare anche quell’annuncio?-
-Sì, lo so Liz. Ma volevo rimandare il più possibile.- abbassò la testa, per guardarsi le scarpe.
-E’ una cosa inevitabile… Tu sarai il nostro Dio della Morte.-
La ragazza gli sfiorò il mento e lentamente lui alzò la testa,
-Un bellissimo Dio della Morte.-
E come il giorno prima lo baciò, solo che stavolta Kid rispose al bacio, sentendo che quella era la cosa più giusta che gli potesse capitare.
 
***
 
Maka percorse velocemente i corridoi della Shibusen, era riuscita ad allontanarsi da Soul senza farsi notare.
Aumentò il passo per dirigersi a razzo verso il laboratorio.
Aprì la porta, con un po’ troppa forza, ed il professore Stein cadde dalla sua amatissima sedia.
-Maka mi hai fatto prendere un colpo.- disse rimettendosi a sedere.
-Mi dispiace professore, ma non ho molto tempo.-
Si avvicinò e si sedette accanto a lui, cercando di raccogliere le idee per essere convincente.
-So già cosa vuoi chiedermi.-
-Davvero?-
La ragazza alzò lo sguardo, sorpreso, verso l’unico professore che forse poteva capirla.
-Vuoi chiedermi aiuto per controllare la follia dentro di te.-
Lo sguardo penetrante, Stein aveva centrato il punto.
-Esatto.-
-Sarà difficile e dovrai lavorare parecchio.-
-Tutto quello che sarà necessario, ma devo riuscire a domarla. Non posso vivere così.-
Una lacrima le scese lungo la guancia, ma in fretta la cancellò.
-Professore, Tsubaki ha paura di me e Soul… Soul sta provando a resistere ma presto anche lui non vedrà più il buono dentro di me e quel punto, la follia prenderà il controllo, definitivamente.-
-Maka non ti lascerò, nuovamente, sola.
Puoi contare su di me.-
La ragazza sorrise, grata di aver trovato un alleato nella guerra contro se stessa.

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Capitolo 24
*** Le conseguenze della follia ***


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Buon inzio settimana a tutte e tutti!!
Inizio col dirvi che sono mortificata per non
aver aggiornato sabato, ma sono stata male per colpa
della febbre e quindi non ho avuto le forze di aggiornare
Vi chiedo scusa :(
Ma oggi sono qua, con il nuovo capitolo sperando che vi 
piccia, e che mi lasciae qualche piccola recensione.
Così da sapere se per voi questo andazzo della storia va bene o se sto andando troppo per le 
lunghe o altre cose =)
Grazie come sempre a voi <3

Le conseguenze della follia
 
Il giorno successivo arrivò così in fretta che Maka non ebbe il tempo di accorgersene, il sole era alto nel cielo e il cattivo tempo del giorno precedente era svanito nel nulla.
Da oggi devo riprendere in mano la mia vita, a tutti i costi.
Lo sguardo deciso e la mente ancora più convinta, Maka si trovò pronta ad affrontare di tutto, anche le lezioni segrete con Stein.
Sistemò la camicia dentro la gonna e si guardò allo specchio, toccandosi i capelli lunghi e leggermente incolti, avrebbe voluto sistemarli con delle codine ma quell’aspetto non le apparteneva più.
Troppe cose erano cambiate e lei non sarebbe più stata quella ragazza.
-Soul?-
-Eccomi.-
Il suo compagno apparve dalla porta della loro camera, con indosso una camicia nera e dei pantaloni color grigio e un cerchietto al posto della solita fascia.
Sei bellissimo.
-Sono o non sono il più cool di tutta la scuola?- si avvicinò a Maka e le rubò un bacio.
-Vedi di non fare il cascamorto con le ragazze o ti ammazzo.-
-Non potrei mai farlo.-
-Se se, questa scusa l’ho già sentita.-
Soul le passò un braccio intorno alle spalle e Maka si rese conto, che quella giornata sarebbe stata perfetta, non si era più sentita così in pace dai tempi della guerra.
 
***
 
La classe si riempì subito dopo il suono della campanella.
Black Star e Tsubaki si sedettero accanto a Maka e Soul, il posto che di solito occupavano Kid e le sorelle era rimasto vuoto.
-Non verranno.-
Maka si voltò per osservare il suo amico, serio come non mai.
-Kid dovrà diventare Shinigami e non avrà più tempo.-
-Speriamo che lui stia bene.- sussurrò la ragazza, abbassando lo sguardo.
-Starà bene, ha bisogno solo di tempo.-
Annuì decisa e senza distrarsi seguì attentamente la prima lezione tenuta dal professore Sid.
 
Solo il suono della campanella, di fine lezione, fece ridestare Maka.
Alzò lo sguardo e notò che la classe si era già svuotata, e Soul la stava aspettando davanti alla porta.
-Che fai ti muovi?-
-S…Sì arrivo.-
Abbassò lo sguardo sul suo quaderno, credendo di trovarlo pieno di appunti della precedente lezione ma così non fu.
A inizio pagina aveva riportato solo una frase, inerente la lezione, mentre le restati quattro pagine avevano solo qualche scarabocchio, dato che in prevalenza erano vuote.
-Ma…?-
Chiuse di fretta il quaderno e scese la scalinata per arrivare da Soul, con la testa piena di dubbi.
-Hai preso molti appunti? Ti ho visto concentrata.- sorrise calorosamente.
Pensa che io sia tornata normale, ma non è cosi.
Ricambiò il sorriso e annuì con la testa.
La verità è che mi sono persa durante la lezione, sono caduta nuovamente nella follia.
-Che lezione abbiamo ora?-
-Ah non lo so, mi sono dimenticata una cosa in aula, ti raggiungo fra un po’.-
Lo baciò con delicatezza sulla guancia e corse lontana, senza indugiare troppo sullo sguardo preoccupato di Soul.
 
***
 
-Eccomi.-
Non era tornata in classe poiché non aveva dimenticato proprio niente, ma sapeva che era arrivato il momento di presentarsi da Stein, non avrebbe potuto aspettare ancora.
-Sapevo che non avresti mancato al nostro appuntamento.-
Maka alzò gli occhi al cielo e si sedette di fronte al professore, nel suo studio.
-Devi essere onesta con me Maka, credi che la follia abbia molto potere su di te?-
Senza rispondere prese dalla sua borsa il quaderno della lezione precedente e lo passò al prof.
-Che cosa significa? Non sei stata attenta?-
-No, io ero convinta di aver preso appunti per tutta la lezione, ma in realtà ho scritto a mala pena una riga.
Penso che la follia riesca a farmi cadere nell’oblio in qualsiasi momento, senza che io me ne renda conto.-
Stein rimase in silenzio e osservò il quaderno, come se là dentro potesse trovare tutte le risposte ai suoi problemi.
-Vedi Maka sarò onesto. Quando la prima ondata di follia mi aveva contagiato, anche io ho passato momenti terribili, perduto in un mondo surreale dove il Kishin aveva il pieno potere selle mie azioni.
Ma essendo un uomo razionale, riuscivo a distinguere quei momenti dalla realtà, riuscivo a percepire il momento in cui il mio cervello si disconnetteva, ma con te vedo che non è lo stesso.
Tu sei stata soggetta a una dose di follia maggiore, del previsto e …-
-Mi sta dicendo che non posso fare niente?-
-No, posso aiutarti a distinguere i momenti reali e quelli no e perciò il momento in cui la follia prenderà il controllo, ma non penso che tu possa domarla.-
-Ma ieri aveva detto…-
-Lo so quello che ho detto.-
Stein guardò Maka negli occhi e si ricordò di quando era bambina, e Spirit gliela fece conoscere. Quella bambina era ancora dentro di lei, solo che era cresciuta troppo velocemente.
-Ieri ero convinto che tu potessi governare la follia perché non ero a conoscenza di questi fatti e adesso non ne sono così sicuro.-
-Quindi se io le dicessi che l’altro giorno per “tornare” Tsubaki mi ha dovuto pugnalare, cosa direbbe?-
Il tono di voce di Maka aveva perso tutto il suo calore, era freddo come un guscio vuoto.
Ma io sono vuota.
Osservò Stein sbiancare, raddrizzarsi gli occhiali e mettersi seduto più compostamente, -Direi che siamo in un mare di guai.-
 
***
 
-Avete visto?-
Black Star indicò a Tsubaki e Soul l’annuncio sulla bacheca, e notò che Kid era stato di parola.
-Iniziano da domani e si terranno di pomeriggio solo per gli studenti che avranno l’ok dai professori.-
-Kid è riuscito a mascherare bene la cosa.- disse Soul ai suoi amici.
-Un test è un idea geniale.-
Maka si fece largo tra la folla e si avvicinò ai ragazzi.
-Pensavo che ti fossi persa.-
-Scusami ma poi mi sono fermata in bagno e ho preso un libro.- lo sollevò, nascondendo il titolo a occhi indiscreti.
Devo imparare a cacciare le streghe, quindi meglio documentarsi, soprattutto se la strega in questione è molto vecchia.
-Pensate che Kid parteciperà?-
-Sì, è suo interesse difendere la città, ma soprattutto non ci lascerebbe soli.-
-Penso che Kid non ha ancora metabolizzato il fatto di essere diventato il nuovo Shinigami, per diritto, però tutte le sue azioni parlano al posto suo, questo è un buon segno.
Vuol dire che il nostro amico, non ha perso la ragione.-
Le parole di Soul le provocarono brividi lungo la schiena, Maka aveva capito che cosa avesse voluto intendere, e si rese conto che lo sguardo del suo compagno la stava scrutando per capire la sua reazione.
Mi dispiace Soul, non posso dirti niente per il momento.
Gli prese la mano, stringendola a pena, avrebbe dimostrato che esteriormente era la stessa Maka Albarn ma solo lei sarebbe stata a conoscenza del suo segreto più grande.
O trovo una soluzione con Stein o mi toccherà pensare seriamente al suicidio.
 
 
 

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Capitolo 25
*** Marie ***


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Non vi ho abbandonata ve lo giuro, 
solo che avevo bisogno di trovare l'iispirazione
per scrivere questo capitolo.
Ed ecco perchè lo pubblico ora, alle 23:58 0.0
Non mi sentivo sicura, dato che questo è un pò il tipico capitolo di mezzo,
anche se ci sono veramente affezzionata, 
forse perchè mi sento molto Maka in questo momento.
Forse perchè anche io ho trovato il mio Soul...
Ma non voglio stare qui ad annoiarvi, volevo solo anticiparvi 
che dalla prossima volta si tratterà chiaramente di Aracne e che prestò farà la sua
entrata in scena.
Pazientate solo un'altro poco =)
Ps: risponderò alle recensioni dello scorso capitolo domani
Perdonatemi
Pps: i <3 you 

 
Marie
 
Marie arrivò alla Shibusen all’orario prestabilito, era stata chiamata una settimana prima dalla sua sede in Oceania, in quanto la sua presenza era urgentemente richiesta là, alla Death Valley.
Entrò all’interno della scuola, da tempo finita e svuotata di tutti i suoi alunni.
Kid aveva fatto un ottimo lavoro, era riuscito a dare di nuovo stabilità a una città, no a un mondo, dilaniato dalla guerra.
Era riuscito a far risorgere Death City, e tutto in una settimana.
Non mi dovrei sorprendere, in effetti stiamo parlando del figlio del Dio della Morte.
No, neanche.
Lui è il nuovo Dio della Morte.
Il rumore dei suoi tacchi risuonò per tutto il corridoio, ma non se ne curò, e raggiunse in poco tempo l’ingresso della Death Room.
 
Al suo interno solo due persone la stavano aspettando, Death the Kid e Stein.
-Ho fatto il prima possibile.- annunciò a pochi passi da loro.
-E’ sempre un piacere vederti, Marie.-
Kid si avvicinò per salutarla e la ragazza notò il cambiamento che quel ragazzo aveva dovuto subire, se lo ricordava ancora magro e con tre strisce bianche asimmetriche in fronte.
Ma si rese conto che quel ragazzino non esisteva di più, c’era un uomo davanti a lei, con maggiori poteri di quanto potesse credere e quelle tre strisce asimmetriche non esistevano più.
Si erano unite, definitivamente.
Sarà successo dopo la morte di suo padre.
-Immagino che tu sarai stanca, perciò sarò veloce, c’è un motivo ben specifico se tu sei qui oggi.-
-Ovvero?-
-Non so se te la ricordi, Maka Albarn?-
-Come no! La figlia si Spirit, le è successo qualcosa?-
-Non esattamente… Durante la guerra col Kishin è stata la principale vittima, se così possiamo definirla…-
-E’ stata contagiata dalla follia.- continuò Stein, avvicinandosi, -Ma non riesce a uscirne, nemmeno col mio aiuto.-
Marie annuì in silenzio e improvvisamente capì il suo ruolo nella faccenda.
-Temiamo che con il risveglio di Aracne le cose possano mettersi male se Maka rimane in quello stato.-
-Volete che io provi a purificarla, non è così?-
-Non te lo avrei chiesto se non fosse necessario.-
 
Kid si sedette a terra, stremato.
Era stanco di combattere, stanco di dover affrontare problemi su problemi.
Aveva chiamato Marie apposta, poiché sapeva che sarebbe stata la sua ultima possibilità.
No, non per me.
Ma per ridare una vita a Maka.
Non sono riuscita salvarla durante la guerra ed in parte è colpa mia se è in quello stato, le devo almeno questo
-E’ messa così male?-
-Marie il suo sangue è nero.-
La ragazza annuì in silenzio e anche lei si sedette a terra, cercando di consolare quel ragazzo che era diventato uomo troppo presto.
 
Stein fu l’unico a non sedersi, rapito dallo sguardo comprensivo di quella donna che non vedeva da tempo, rendendosi conto che avrebbe, tanto voluto, dissezionarla.
 
***
 
Maka aveva fatto pochi progressi per quella settimana con Stein, il suo professore aveva trovato il modo di farle capire il momento esatto in cui la follia stava prendendo il controllo della sua mente.
Il momento in cui se stessa si perdeva, ed era anticipato da un leggero formicolio alla schiena, quasi impercettibile, e poi la sua mente avrebbe iniziato a vagare, dapprima perdendosi in un battito di ciglia e in seguito estraniandosi del tutto.
C’aveva provato ma solo una volta era riuscita a contrastarla.
Ci vuole allenamento” aveva detto Stein, ma lei era convinta che la follia fosse troppo ancora al suo DNA per volersene andare, poiché aveva trovato in lei l’unico essere, dopo il Kishin, che poteva tenerla in vita.
Ma quanto meno gli allenamenti con Soul stavano procedendo bene, oltre loro e Black Star con Tsubaki solo altre sei coppie erano state incluse nel team e senza esserne sorpresa aveva trovato Bea farne parte.
La ragazza, che aveva odiato e che una parte di lei, odiava si era rivelata ricca di talento come Maestra D’armi e un po’ l’aveva invidiata.
Perché a lei era stata concessa la sua vita, gli era stato concesso Soul, la possibilità di farlo diventare Falce della Morte, ma con la differenza che in lei, per quando odiosa, non albergava nessuna follia.
A lei era stato concesso tutto, soprattutto di vivere.
Poiché Maka lo sapeva bene, la sua non si poteva definire vita, il pendolo oscillava troppe volte verso la follia, sempre a suo sfavore.
E se dovesse succedermi durante lo scontro con Aracne? Cosa succederebbe?
La sua mente aveva elaborato così tante scene, che aveva sprecato la sua fantasia, scene in cui perdeva il controllo, uccidendo perfino i suoi amici, scene in cui dopo aver ucciso la strega si uccideva per porre fine al suo tormento.
Scene su scene, che non la lasciavano neanche riposare tra le braccia del suo amato.
Per quanto ancora resterà con me? Per quanto ancora riuscirà a scacciare il rimpianto di una vita con Bea? Non avrei dovuto scrivere quella lettera…
Se lei non lo avesse fatto, Soul sarebbe rimasto nell’ignoranza e forse lei morta per mano del Kishin e tutti i suoi problemi sarebbero svaniti come cenere al vento, ma lei aveva dovuto fare la ragazza innamorata.
Forse a quest’ora non sarebbe così triste.
E lei se n’era accorta, Soul aveva perso un po’ della sua grinta, un po’ del suo lato cool, poiché tutte le sue energie si erano concentrate su di lei.
Non voglio spegnere la sua luce.
 
Senza fare rumore si alzò dal letto, cercando di non svegliare Soul e scostò lievemente la tenda per osservare la luna alta nel cielo.
Si perse in quell’immagine, sentendo la follia farsi sempre più vicina, ma scosse la testa, con tutte le sue forze, non voleva arrendersi ora.
Ora che aveva ripreso il controllo delle sue azioni.
Si voltò verso Soul, ricacciando indietro le lacrime e tornò a letto, carezzandogli il volto con una mano, per poi passare al torace, dove si poteva intravedere la cicatrice che gli aveva lasciato Crona.
-Non hai sonno?-
Non le parve di aver sentito, veramente, quelle parole finché gli occhi di Soul non le si puntarono addosso.
-No, non ho più sonno.-
Maka lo baciò delicatamente, senza nessuna pretesa, ma sentì chiaramente il suo cuore battere forte.
Non smetterai mai di farmi questo effetto.
Soul dopo un minuto di incertezza, ricambiò il bacio, per baciarle poi le gote, la fronte, il collo e poi nuovamente le labbra, delicatamente, come se Maka potesse rompersi.
-Soul?- chiese quasi sussurrando.
-Dimmi Maka.-
-Fai l’amore con me?-
La ragazza lo guardò negli occhi, quel colore rubino che l’aveva catturata fin dal primo istante.
Rosso e verde.
Rubino e Smeraldo.
-Anche per tutta la vita, se me lo concederai.-
Non seppe come interpretare quelle parole, se come una proposta di matrimonio o semplicemente il desiderio di esserci anche nel suo futuro, ma si rese conto che lui ci sarebbe sempre stato, follia o non follia, guerra o pace.
Soul era l’unica costante della sua vita.
Per sempre.
 

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Capitolo 26
*** Giriko ***


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Okay, so che non è sabato, ma 
non resistevo un minuto di più.
Ho deciso di anticipare il capitolo, (anche se
di solito sono sempre in ritardo)
ma tralasciando questo, spero che vi piaccia.
Diciamo che questo è un capitolo importante per la seconda parte della storia,
entrano in gioco nuovi nemici, e vengono scoperte le carte del gioco.
Ma bastaaaa.... Volevo solo dirvi che questa seconda parte non sarà lunga come la prima,
A: perchè penso di avere già un idea abbastanza decisa del suo andamento
B: perchè sennò dinventerebbe una storia infinita e non a tutti può piacere.
Quindi voglio venire incontro anche a voi, cosa ne pensate?
Vi prego, la vostra opinione per me è fondamentale, 
poichè ogni capitolo è dedicato a tutte voi =)
XOXO

 

Giriko
 
-Liz non voglio fare nessuna cerimonia, non voglio che ci sia da festeggiare per la mia ascesa al potere, non voglio e basta.-
-Kid… Tu non puoi privarti di quello che ti spetta di diritto, nonostante tutto la gente ha bisogno di sapere che tu sei il nuovo Shinigami a tutti gli effetti, hanno bisogno di te come guida.-
Elizabeth riprese a percorrere a grandi passi il pavimento della stanza di Kid, non avevano più lasciato la scuola, o meglio lei era riuscita ad andare via ma non era certa che Kid potesse fare lo stesso.
-Lo so, ma non voglio festeggiare, non dopo quello che gli è successo.-
-Okay allora lo comunicheremo e basta, in tv o sui giornali o in qualsiasi altro modo, la gente ne ha bisogno.-
-Pensi che abbia fatto bene a far venire Marie?-
-Cosa centra Kid?-
-Penso che sia l’unica persona che possa aiutare veramente Maka, le devo almeno questo.-
-Kid-kun, Maka non è arrabbiata con te per qualcosa, non le devi niente, ha preso delle scelte da sola.-
-Se fossi stato più forte, forse non sarebbe stato necessario.-
-Non puoi assumerti le responsabilità del mondo intero, Kid, comincia dalle tue.-
Il ragazzo annuì consapevole che la sua arma aveva ragione, non poteva pensare in grande se non cominciava dal basso, se non riusciva ad occuparsi della sua gente.
-E sai che prima o poi dovremo dirlo a Patty.- sussurrò la ragazza.
-Non vorrei turbarla.- rispose automaticamente il ragazzo avvicinandosi a lei.
-Lo so, ma noi stiamo assieme ora.-
-Ed è la cosa migliore che potesse capitare.- Kid si sporse a baciarla, delicatamente.
Finalmente quella parte della sua vita aveva preso la direzione giusta, Liz gli sarebbe stato accanto, sempre e nonostante le sue scelte.
-Mi dispiace interrompervi.-
Kid si staccò velocemente e strabuzzò gli occhi.
-Azusa?-
-Porto notizie di Aracne.-
 
***
 
-E’ semplice Maka, Marie ti purifica e la follia va via.-
Maka guardò il professore Stein e poi nuovamente Marie, quella situazione le puzzava di bruciato, era più che convinta che non potesse essere così semplice.
C’è sempre un prezzo da pagare.
-Cosa succede dopo che mi purifica?-
-Niente, riprendi la tua vita.-
-Non ci sono conseguenze?- chiese allibita e non ottenne nessuna risposta.
-Ci sono sempre delle conseguenze.- sussurrò ai due adulti davanti a lei, -Solo che voi non me le volete dire.-
Marie guardò in basso e poi si fece coraggio, toccava a lei dire a Maka cosa sarebbe successo, toccava a lei rassicurarla.
-Maka, sappi che tutto tornerà alla normalità. Forse i tuoi poteri saranno ridotti, non avrai più il sangue nero, potrai essere ferita, forse non avrai la stessa potenza di prima e la tua mente sarà leggermente “danneggiata”, per colpa della follia ma tornerai la ragazza di un tempo.-
-La ragazza di un tempo?- furono quelle le parole che la colpirono maggiormente ma poi, come un uragano, il suo cervello capì la portata di quella frase.
“Saresti di nuovo un peso per la squadra, Soul dovrebbe badare a te.”
Non posso permetterlo.
“Rinuncia.”
-Io non posso.- sussurrò abbassando il capo, -Non posso perdere tutto questo potere, sarei un peso per i miei amici e inutile nella lotta contro Aracne, non servirei a niente.-
-Maka smettila di pensare agli altri, pensa a te stessa. Hai bisogno di questa cura hai bisogno di svoltare pagina, anche Soul ne ha bisogno.-
Ecco, queste sono le uniche parole che possono convincermi, Stein sa giocare bene le sue carte.
-Non credi che Soul sia stanco? Stanco di dover fare le immani cose per tenerti con lui, stanco di domandarsi se ti perderai nell’oblio o no oggi, stanco di combattere.-
-Lo faccio per Soul…-
-No, lo fai per te stessa. Lo fai perché è nella natura umana essere egoisti.-
Maka si bloccò, cercando di esaminare quella parola.
Nessuno le aveva mai dato dell’egoista.
Egoista.
Sono egoista?
Egoista.
-Lo fai perché non vuoi essere un peso certo, ma lo fai perché non vuoi privarti di quel potere, lo fai perché vuoi essere la migliore.-
-Stein ora basta, non dire certe cose.-
Egoista.
Possibile che dopo quello che ho fatto, io sia egoista?
Egoista.
-Marie, lei deve capire a cosa andrà in contro. Deve rendersi conto che non servirà averla in questo stato se dovessimo combattere contro Arance.-
Egoista.
Sì, sono egoista.
Anche quando avevo deciso di tentare il suicidio, anche in quel momento ho pensato a me.
Sono egoista.
-Lo faccio.- sussurrò.
-Davvero?- era stata Marie a parlare.
-Sì, avete ragione. Sono egoista, sono stata un egoista durante la prima battaglia col Kishin nel cedere, sono stata egoista a cedere alla follia, sono stata egoista nella seconda battaglia a sacrificarmi e sono stata egoista nel credere di poter riprendere in mano la mia vita… E sono stata egoista nel tentativo di suicidarmi.-
-Maka non è vero, tu non… Cosa?!-
-Cosa pensate? Che sia facile vivere così? Che sia facile addormentarsi con i propri demoni che ti fanno compagnia la notte? EH? Io non ci sono riuscita, ho provato, ci ho provato…-
Maka scoppiò a piangere, per la prima volta dopo mesi era riuscita a esternare i suoi sentimenti senza avere paura.
Pianse tutto il suo dolore, tutto quello che aveva passato.
-Cosa volevi fare?-
Riuscì a sentire la voce di Stein sopra i suoi singhiozzi, così asciugò il viso e lo guardò dritto negli occhi,
-Una sera che Soul non c’era ho provato a strapparmi il cuore.-
Marie si tappò la bocca con le mani per nascondere un grido di orrore, ma Stein rimase immobile, impassibile.
-Ho provato a fare l’unica cosa che il Sangue Nero mi avrebbe concesso, auto mutilarmi ma ancora una volta ho dubitato della sua forza, sono riuscita a far passare la mano, riuscivo a sentilo, sentivo il mio cuore battere nel mio petto ma all’ultimo, il Sangue Nero mi ha impedito di prenderlo.-
-Maka, Soul lo sa?-
-No, mi ha trovato che dormivo, senza un segno nel corpo.-
-Mio dio.-
-Lo so, non avrei dovuto farlo ma anche io ho sofferto, più di quanto voi possiate mai credere, ma adesso basta se tu puoi guarirmi, allora fallo!!-
-Subito.-
Maka chiuse gli occhi un attimo e senza volerlo disse addio alla follia dentro di se e si preparò per essere purificata.
 
***
 
-Capisco, allora Aracne è risorta con la morte del Kishin.-
-Esatto, e ultimamente si sono verificati certi episodi in cui i Golem prendevano vita.-
-Ma loro sono vivi, no? Cioè cosa c’è di strano?-
-Che non ascoltavano più le decisioni dei loro padroni, ma erano dotati di vita propria.-
-Molto strano.-
-L’ho pensato anche io, ecco perché sono venuta qua di corsa a dirtelo.-
-Ma il Golem che forma ha?- chiese Liz, improvvisamente.
-Beh sono fatti di pietra e sono molto alti e grossi.- disse Kid senza rifletterci.
-Per caso assomiglia a quello lì?-
-Cosa?-
Kid si affacciò dalla finestra e vide più di un Golem avvicinarsi sempre di più alla città.
-Chiamate Maka e gli altri, ci stanno attaccando.-
 
***
 
Un rumore assordante si diffuse per tutta la scuola, passando anche per la città, per ogni vicolo.
In ogni casa.
Era il segnale di attacco.
Soul si riscosse dal suo riposino al suono dell’allarme e trasformò il suo braccio in falce.
-Dov’è Maka?-
La chiamò ma solo in quel momento si ricordò che la ragazza era uscita la mattina preso, dicendogli che sarebbe stata a scuola per quasi tutta la giornata.
-Okay, meglio andare.-
Mise la fascia tra i capelli e uscì di casa, prese la moto e guidò verso scuola il più veloce possibile.
 
Arrivò in pochi secondi e già riuniti nel piazzale trovò Black Star con Tsubaki, Bea e il suo nuovo compagno, Jacqueline e Kim, accompagnate da Ox e Harvar, con altre due coppie di cui ignorava i nomi.
-Dove sono gli altri?-
-Non lo so, mancano sia Kid che Maka.- disse Bea avvicinandosi a Soul e Black Star.
-Eccoli.- rispose la Stella Nera.
Soul si concentrò su Maka, aveva gli occhi rossi e delle occhiaie paurose, la vide tremare e passarsi le mani sugli avambracci, come se cercasse di riscaldarsi, vide il suo corpo diverso ma non seppe dire fino a che punto.
Le sembrò più vecchia.
Cosa ha fatto?
-Ci stanno attaccando, ed è opera di Aracne.-
-Ciao Azusa.-
-Ciao Marie, anche tu qui?-
-A quanto pare siamo tornati ai vecchi tempi.-
La bionda si trasformò in arma e venne impugnata da Stein, mentre Azusa usò la sua vista per scoprire qualcosa in più.
-Sono in quattro, ognuno è guidato da un uomo, ma non riesco a capire.-
-Tranquilla Azusa, ragazzi sappiate solo questo, Aracne è forte, molto forte e probabilmente non risparmierà nessuno, io vi aiuterò da qua, proteggerò la città perché questo è il mio compito, sono il nuovo Shinigami.-
Liz sorrise a quelle parole e assieme alla sorella si trasformò in arma.
-Farò in modo che Azusa vi comunichi maggiori informazioni in seguito, andate.-
Black Star annuì e prese tra le sue mani Tsubaki che si era appena trasformata in lama incantata.
Kim e Ox avevano fatto la stessa cosa con i corrispettivi compagni e Bea fece trasformare il suo non in un semplice Sai, ma in un Sai con catena.
-Soul ansiamo anche noi.-
-Che ti succede?-
-Starò bene.- gli sorrise, ma dovette ammettere a se stessa di essere stanca.
La purificazione le aveva levato tantissime forze e i suoi poteri erano nettamente diminuiti, ma non si sarebbe arresa ora.
-Okay.-
Soul si trasformò e corsero anche loro ai cancelli della città pronti per attaccare.
 
***
 
Giriko si guardò attorno, e come previsto da Aracne vide arrivare gli studenti della Shibusen.
-Attaccate.-
In un battito di ciglia i Golem attaccarono la città, distruggendo case e strade.
-Vediamo quanto siete bravi.-
-Tu!-
Una ragazza si presentò davanti a lui, il corpo esile e i capelli biondi.
-Arrenditi! Majingari.-
 
Giriko riuscì a far spostare il Golem in tempo per non farlo distruggere, strinse i denti rendendosi conto di avere di fronte la ragazza temuta da Aracne, quella con il Sangue Nero.
È lei che vuole e io gliela dovrò portare.
-Ragazzina levati.-
Maka strinse maggiormente Soul e ripartì all’attacco, non badò alla sensazione di fastidio tra le mani, o della stanchezza che le riempiva l’anima, cercò di scacciare via tutti i problemi che la sua mente danneggiata le stava ponendo.
Si concentrò sul nemico, su Soul.
-Saw Foot.-
Il successivo colpo di Maka venne bloccato da una catena di motosega che apparve nelle gambe del suo avversario.
-Tu puoi combattere senza Maestro?-
-Sono io il Maestro di me stesso.-
Scese dal suo Golem e iniziò ad attaccare Maka da terra, la ragazza strinse Soul ancora più forte, non perdendo le speranze.
Mi sarebbe proprio servito quel Sangue Nero.
“Egoista.”
-Aaaa.- si scagliò con tutta la sua forza verso il nemico, ma venne respinta lontano, sbattendo contro un muro.
-Maka stai bene?-
La voce di Soul la fece svegliare in tempo, prima che fosse troppo tardi.
-Sì, tranquillo.-
Ripartì all’attacco, ma le sue forze non erano sufficienti per battere quel nemico, non aveva abbastanza potere.
-Black Star!!!- urlò con tutte le forze che aveva in corpo e vide il suo amico parare il colpo successivo, senza dire niente.
-Grazie.-
Maka mollò la presa su Soul e il ragazzo si ritrasformò avvicinandosi a lei.
-Cosa hai fatto, Maka?-
-Mi sono fatta purificare, okay?- urlò ancora più forte, cercando di scacciare via il senso di impotenza.
-Perché?- chiese non capendo.
-Perché se non lo avessi fatto sarei stata un’egoista e volevo essere una persona migliore, per te.-
-Ma…-
-SPOSTATI.- si buttò contro Soul, salvandolo da un attacco di Giriko che Black Star non era riuscito a parare e che le graffiò la gamba.
E ciò che vide Soul dopo lo lasciò senza parole, Maka perdeva sangue.
Sangue rosso, sangue che macchia.
Non ha più il sangue Nero.
-Maka che cazzo hai fatto?- le urlò avvicinandosi.
-Sto bene, tranquillo.- la ragazza strappò un lembo della sua camicia per fermare la ferita.
-E tu avresti ucciso il Kishin? Sei solo una femmina.-
Giriko si fece sempre più vicino e potè osservare la ferita della ragazza, -Come hai fatto a batterlo, mi chiedo? Ma comunque sappi che Lady Aracne non vede l’ora di conoscerti, sarai la sua prima vittima.-
Rise.
Una risata acuta e senza indugiare risalì sul suo Golem.
-Siete stati avvisati, Lady Aracne non avrà pietà di nessuno, siete sulla sua lista.-
E come era arrivato Giriko andò via con tutti e quattro i suoi Golem, la Shibusen non era riuscita a sconfiggerne neanche uno.

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Capitolo 27
*** Il piano di Aracne ***


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Ed eccomi qua, sto pubblicando 
all'ultimo minuto lo so, scusatemi.
Ma il capitolo mi piace molto e volevo essere
sciura che rispecchiasse tutto quello che mi ero prefissata di scrivere.
Ed alla fine è stato così, spero che vi piaccia, ho leggermente aumentato la lunghezza dei capitoli, 
vi fa piacere? O li trovate troppo pesanti?
Fatemi sapere =)
E come sempre un grazie di cuore a voi lettori, che
ci siete sempre e non mi lasciate
MAI!!
<3
 


Il piano di Aracne
 
 
Aracne aveva aspettato per tutta la vita di poter realizzare il suo piano. Un piano che però coinvolgeva un’altra persona, che adesso non esisteva più.
Se Shinigami non mi avesse relegato a quest’ora lui non sarebbe morto.
La donna però era riuscita a vedere la soluzione al suo problema, la morte del Kishin non le avrebbe impedito di governare, di abbattere la Shibusen una volta per tutte, era necessario solo farlo resuscitare.
E lei sapeva bene come farlo.
Sapeva cosa fare e sapeva chi usare per arrivare al suo scopo.
Dei passi lungo il corridoio la distrassero dai suoi pensieri e si sistemò per accogliere il suo leale servitore.
-Giriko, che notizie mi porti?-
-E’ come avevi detto, la Shibusen ha fatto entrare in campo i suoi Artigiani migliori e c’era anche la ragazza.-
-Raccontami di come è riuscita a distruggere la tua armata.-
Aracne chiuse gli occhi per gustarsi appieno quel momento, aveva scoperto come far tornare Ashura dal regno dei morti.
-Lei… Non c’è riuscita.- sussurrò.
-Come?-
La strega Aracne si avvicinò al suo servitore, scrutandogli l’anima per cogliere qualsiasi bugia.
-Lei non è riuscita a distruggerci, ansi sembrava stanca come se le avessero tolte le energie ah, Lady Aracne è successo qualcosa di ancora più importante.-
-Cosa, Giriko?-
-Perdeva sangue di colore rosso.-
-Questo non ci voleva.- disse allontanandosi dall’uomo, doveva trovare una soluzione, non avrebbe perso tempo, ne aveva sprecato fin troppo.
-Questo è solo un piccolo ritardo sulla nostra tabella di marcia.-
-Cosa intendi fare?-
-Giriko, la ragazza ci serve lo stesso, solo che prima dobbiamo prendere un’altra cosa.-
-Che cosa, Aracne?- chiese facendosi più vicino.
-Il Brew.-
 
***
 
-State tutti bene, vero?-
Tutti i presenti annuirono, avevano riportato solo qualche piccola ferita e Kid non potè lamentarsi, l’attacco non era stato previsto e non aveva fatto in tempo a disporre la sua squadra per garantire maggiore sicurezza alla città.
Ma tutto era andato bene, tutto andava sempre bene.
-Cos’erano?-
-Golem al servizio di Aracne.- rispose Azusa, andando vicino a Kid.
-Quindi saranno i nostri prossimi avversari? Sono un po’ troppo grandi per noi.- disse Soul, cercando di farsi serio.
-Hai ragione, ma dobbiamo cercare di capire qual era lo scopo di Aracne, perché non ha ucciso? Perché non ha catturato qualcuno?-
-Penso che l’intento di Aracne sia molto più profondo.-
-Che intendi, Maka?-
-Secondo me doveva testare il territorio, valutare le nostre forze, conoscere i nostri uomini, cose del genere.-
-E’ possibile, ma stavolta non voglio aspettare con la coda tra le gambe che il nemico ci attacchi, voglio sconfiggerlo, ORA.-
-Siamo con te, Kid, devi dirci solo cosa vuoi che facciamo.-
-Voglio che troviate le tracce di Aracne, voglio che troviate il posto dove risiede e quale sia il suo piano e se è necessario, usate qualsiasi mezzo a vostra disposizione.-
Maka guardò attentamente il suo amico, lei avrebbe usato qualsiasi mezzo, ne era convinta solo che adesso non aveva più quei mezzi.
Me li hanno portati via perché sono egoista.
“Adesso potrai vivere.”
Stai zitta coscienza, posso morire adesso, anche il nemico lo sa.
Il suo sguardò finì sulla fasciatura della sua gamba, perdeva ancora sangue e le faceva male, terribilmente male, se avesse avuto ancora il Sangue Nero non le sarebbe successo, si sarebbe rialzata e avrebbe affrontato il nemico a testa alta, invece aveva dovuto ritirarsi.
Sono una codarda.
 
-Ha funzionato?-
Death The Kid si parò davanti a lei, catturando l’attenzione di tutti i presenti e specialmente quella di Soul.
-Sì, non ho più neanche una goccia di follia dentro di me.-
-Ne siamo sicuri?-
-No, sicura è solo la morte, Kid.-
Il ragazzo rise divertito e abbracciò la sua amica, felice che tutto fosse andato per il verso giusto, ma una voce interruppe quel momento.
-Mio Signore, sono venuto qua ad onorare personalmente la sua venuta al potere.-
-Justin Law.-
Kid sciolse l’abbraccio e si incamminò nella direzione della Falce della Morte.
-Sono qua per lei, per onorarla e informarla.-
La voce di Justin Law catturò l’attenzione di tutti i presenti, compresa quella di Patty che stava osservando le nuvole nel cielo.
Tutti si fecero più attenti, sapendo che potevano avere buone possibilità di scoprire qualcosa d’importante su Aracne.
-Dicci tutto.- ordinò Kid, senza indugiare.
-Mentre mi stavo dirigendo qui, nella mia città, ho sentito da un gruppo di streghe, che Aracne era risorta e che stava per realizzare i suoi piani, piani che non sono sconosciuti in quanto li aveva perseguiti anche centinaia di anni fa, ma con una sola differenza.-
-Ovvero?- chiese Maka, curiosa, il cuore le batteva forte come quando le erano state date le informazioni sul Kishin, un giorno troppo lontano anche solo per ricordarlo.
-La differenza è che il suo piano richiede il Kishin, solo che il nostro Ashura è morto e per questo lei ha bisogno del Brew.-
-Ne sei sicuro?-
Lo sguardo di Kid divenne una maschera priva di emozioni, suo padre gli aveva accennato solo una volta la storia de Brew, ma per Kid quella volta era stata sufficiente per non dimenticarsela.
-Sì, Shinigami.- rispose solennemente la Falce della Morte.
-Bene ragazzi, abbiamo ufficialmente un grosso problema.-
-Sei serio, Kid?-
La voce di Liz lo fece voltare, sorrise, ma di un sorriso sarcastico, un sorriso che era stanco di vedere sempre e solo guerre.
Un sorriso provato.
-Sì, cara.-
 
 
-Spiegaci cos’è il Brew.-
Maka si era seduta accanto a Kid nel tavolo della biblioteca della Shibusen, tutti i ragazzi, quelli del gruppo ristretto per la protezione della città, si erano traferiti per avere maggiori informazioni.
Dovevano sapere tutti a cosa stavano andando incontro.
-Il Brew è un artefatto demoniaco che è stato creato da Eibon.-
-Chi è…?-
-Lui era un mago, la sua stessa essenza spingeva alla follia e ciò è presente anche nei loro strumenti.-
Il cuore di Maka perse un colpo, tutto l’universo ruotava attorno alla follia, non sarebbe mai riuscita a dirle addio del tutto.
Soul le strinse la mano, con dolcezza e lei gli sorrise, aveva fatto tutto questo per lui, per renderlo felice, per fargli vivere una vita “normale”, per poterlo amare liberamente.
“Ma adesso sei inutile.”
Migliorerò.
“Bugiarda, tu vuoi la follia.”
 
-Il Brew è così potente che può anche realizzare certi desideri, ma solo se l’anima di colui che lo desidera è davvero malvagia.-
-Beh, diciamo che Aracne non avrà problemi.-
-Black Star sono serio.-
-Anche io Kid, anche io maledizione! Come la fermiamo? Come le impediamo di prendere il Brew?-
-Mio padre lo aveva relegato in un’isola lontana, per nasconderlo agli occhi del mondo, ma teoricamente quell’Isola non dovrebbe esistere.-
-Aracne non la pensa così.-
-Justin sai per caso qual è la sua esatta destinazione?-
-Alaska.-
-Bene, partite subito, voglio che la fermiate a tutti i costi e prendete il Brew.-
-Kid?-
-Dimmi Maka?-
La ragazza si era alzata dalla sedia, senza volerlo.
-Non pensi che questo Brew possa riportare in vita i morti, no?- il cuore le pulsava veloce nel petto, il piano che Justin aveva descritto sembrava preciso, anche troppo, nei minimi particolari ma aveva una falla.
-No, non credo, si parla di desideri, ma penso che Eibon parlasse di desideri fattibili.-
-Allora come farà a riportarlo?-
Strinse i pugni, ma nessuno se ne accorse, uno strano presentimento si fece strada nel suo cuore e prese la forma degli occhi del suo precedente avversario, Giriko l’aveva studiata, nei minimi dettagli.
Lui cercava me.
-Maka speriamo che non succeda nulla del genere. Partite domani.-
La ragazza annuì ed uscì veloce dalla stanza, non avrebbe riposato quella sera, nessuno dei suoi sensi glielo avrebbe permesso, ma non sarebbe stata con le mani in mano, avrebbe agito.
 
***
 
-Pensi che sia riuscito nel suo intento?-
-Imbrogliare il figlio di Shinigami non sarà difficile, Aracne, il ragazzo è troppo giovane.-
-Ma è sempre figlio di suo padre, non dimenticarlo.-
-Sta tranquilla, Justin farà di tutto per compiere la sua missione.-
La strega sorrise, compiaciuta del suo piano, tutto stava andando alla perfezione, non avrebbe permesso a nessuno di mettere le mani sui suoi tesori.
E questo valeva anche per Maka Albarn.
Lei è la mia salvezza, continente tutta la follia che mi serve per riportarlo in vita.
-Sei sicura che riuscirai a riattivarla?-
Giriko la stava guardando, con intensità, si stavano dirigendo personalmente in Alaska per prendere il Brew, non avrebbe lasciato ad altri quel lavoro.
-Sì, è per questo che mi serve il Brew, non credere che quella “purificazione” possa cancellare tutto quel potere.
Non è così facile.-
 
***
 
Soul non aveva chiuso occhio la sera, sia perché tutti i suoi sensi si stavano preparando alla battaglia sia perché Maka era più sveglia di lui, era riuscita a trovare, in qualche libro, un informazione sul Brew e su Aracne, e non aveva smesso un secondo di leggere.
-Vieni a letto?-
-Tra un attimo, ho trovato qualcosa che potrebbe aiutarci.-
-Solo tu sei in grado di farlo, Maka, non stressarti con queste cose, ti rende meno cool.-
La ragazza rise divertita per quell’affermazione, ma non scostò la faccia dal libro.
-E se ti rifacessi quella domanda?- chiese, insistendo.
-Quale domanda?-
Maka non si mosse, cercando di cogliere con l’orecchio destro le parole di Soul.
-Quella dell’altra sera.- disse abbassando un po’ la voce.
-Soul di che parli?-
-Parlo di quando ti ho chiesto di passare tutta la vita assieme.-
Maka chiuse di botto il libro e osservò Soul, era sdraiato accanto a lei e giocava con una ciocca dei suoi capelli, senza guardarla.
-Spiegati meglio.-
-Hai capito bene, Maka, e poi sei tu quella intelligente, non io.-
-Soul Eater mi stai chiedendo, per caso, di sposarti?- il tono di voce era leggermente meravigliato, ma il cuore aveva iniziato a battere forte.
Come mai prima.
-E se anche fosse?-
Cercò di apparire distratto, non interessato ma Maka riuscì a percepire la sua anima, quella stava tremando, un po’ per la paura e un po’ per la felicità.
-Ti direi che è la dichiarazione più strana che io abbia mai sentito.-
-Dovrei mettermi in ginocchio?- alzò lo sguardo verso di lei ma si perse in quei bellissimi occhi verdi, che amava più della sua vita.
-Sii te stesso, ti riesce meglio.- sussurrò la ragazza.
Soul rimase un attimo in silenzio, doveva escogitare la prossima mossa ed essere perfetto.
-Lo sai che io sono il tipo più cool della scuola e anche tu, col tempo, sei diventata quella più cool e penso che…-
-O andiamo Soul!!- la ragazza gli pizzicò il braccio, offesa.
-Senti Maka, mi vuoi sposare?-
Gli occhi della ragazza si spalancarono, definitivamente, per la sorpresa e sentì il sangue pulsare sempre più veloce nelle vene, le sue gote divennero rosse per la felicità.
-Ne… Ne sei sicuro?- chiese invece di rispondere.
Il ragazzo annuì e uscì dalla tasca una piccola scatolina di colore nero, l’aprì lentamente e senza distogliere lo sguardo dalla ragazza prese l’anello.
-Voglio che tu sia mia moglie perché mi sono reso conto che la mia vita senza di te sarebbe incompleta e io sono stanco di vivere a metà, stanco che altri ti mettano gli occhi addosso, e sai che è così, stanco di non poterti avere solo per me.-
-Io sono solo tua, Soul…-
-Sì, ma voglio che sia chiaro a tutti, voglio che le persone ci guardino e ci indichino come marito e moglie, voglio essere tuo marito perché so che sono nato per poterti amare, Maka, perché la mia vita ha senso solo se tu sei al fianco e permettimi di renderti la ragazza più felice di questo mondo.-
-Io…-
-E non sarà come quello dei tuoi genitori, io non andrò in un pub ad ubriacarmi perché sarò stanco di te, e non perché non lo credo possibile ma perché io di te non mi potrei mai stancare, non potrei smettere di desiderarti neanche volendolo.
Io ti desidero sempre, Maka.-
La ragazza chiuse gli occhi e una lacrima solitaria le scese lungo la guancia, Soul la raccolse con un dito e continuò a parlare:
-Ti amo e non smetterò mai di farlo.-
Riaprì gli occhi e annuì, troppo presa dalle emozioni per potere fare altro, troppo felice per potere anche solo parlare.
-E’ un sì?-
Annuì nuovamente e gli buttò le braccia al collo, per poi baciarlo con passione, -Lo voglio.- disse al suo orecchio, cercando di non scoppiare a piangere.
Soul sorrise e la baciò facendola sdraiare sotto di lui, ma prima di perdere le sue inibizioni, mise un anello a forma di cuore nel dito della sua futura moglie e poi con tutto l’amore del mondo l’amò per tutta la sera.
E oltre.
 

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Capitolo 28
*** Brew ***


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Eccolo qui!!
Ragazzi scusate se posto così in ritrdo ma
sto preparando due materie e il tempo si è un pò ridotto.
Ma dobiamo, spero di pubblicare tranquillamente!!
Volevo solo avvisarvi che qesto venerdi sarò via e che forse dovrete aspettare
la prossima settimana!
Comunque la guerra si avvicina ed ecco 
a voi il PRIMO SCONTRO!


 
Brew
 
L’unica cosa che riusciva a percepire Maka era il freddo. Il freddo pungente dell’Alaska che riusciva ad attraversare anche i suoi pesanti vestiti.
Lei e Soul si erano svegliati felice per la prima volta dopo mesi di incubi e di notti insonni, si erano svegliati innamorati come non le era mai capitato, ma avevano dovuto fare i conti con la realtà.
Una nuova minaccia si era risvegliata, la strega Aracne, richiedeva le loro attenzioni e avrebbero messo tutta la loro anima in quella guerra.
Così erano partiti con gli altri membri scelti da Kid per l’Alaska, con il professore Stein e Marie a fargli da guida e Sid, non avevano i numeri per formare un esercito numeroso ma tutti erano ottimi combattenti.
 
Il professore Sid arrivò prima di loro sull’Isola Perduta, riuscendo a cogliere in lontananza l’esercito di Aracne che si apprestava ad avanzare.
-Quello è il nostro obiettivo.- comunicò ai ragazzi una volta arrivati sull’Isola.
-E’ un tornado?- chiese Tsubaki, osservando il centro esatto dell’Isola.
-Una specie, si tratta di un campo magnetico. Qui una volta si trovava il Centro Artefatto Magico, capitanato dalle streghe ma un incidente ha portato alla distruzione del centro e alla nascita di quello.-
-Non importa.- rispose Maka, avanzando, -Entriamo noi.- indicò Black Star e il ragazzo annuì con la testa.
-Non lo posso permettere.-
Era stata Marie a parlare, ma le sue parole non avevano sortito l’effetto sperato.
-Non tocca a lei scegliere, io e Black star, assieme a Kid, siamo i migliori Artigiani della scuola e a voi tocca il comando sugli altri ragazzi, non potete lasciare che combattano da soli.-
-Ma non possiamo mandarvi al macello, probabilmente avrete solo 20 minuti prima che il campo vi distrugga.- rispose la Falce della Morte in un sussurro.
-Non è la prima volta e riusciremo a cavarcela.- disse il ragazzo, allontanandosi silenziosamente.
Maka fece lo stesso e prima di essere troppo lontana intercettò Bea.
-Stammi a sentire, se noi non torniamo entro mezz’ora fai andare via tutti, non sappiamo cosa ci sia là dentro.- i suoi occhi per la prima volta si posarono sul campo magnetico, più preoccupata di quanto volesse far credere.
-Un giorno smetterò di seguire i tuoi ordini.- disse la ragazza dandole le spalle.
-Quel giorno sarà solo alla mia morte.- disse Maka per poi raggiungere i suoi amici, e senza volerlo con la mano si sfiorò l’anello di Soul.
 
***
 
-Siamo pronti?-
Maka e Black Star avevano raggiunto quasi subito la strada per arrivare al campo magnetico, ma non erano riusciti a entrare con la stessa velocità, qualcosa li stava trattenendo ed entrambi sapevano che si trattava dei loro cuori.
Avevano paura.
Paura di non riuscire nella missione, di perdere il Brew, di morire.
Ma persone che loro non potevano permettersi di provare certi sentimenti, persone come loro da cui dipendeva la salvezza della scuola ma anche del mondo, non potevano permettersi di morire.
-Dobbiamo uscirne vivi, Maka.-
-Lo penso anche io, Black Star, ma che forma ha il Brew?-
-Non lo so, ma penso che lo scopriremo, presto.-
Strinsero le loro armi e con pochi passi entrarono dento al campo.
 
Il freddo scomparve improvvisamente e il sole occupò il posto dell’oscurità, il vento cessò come anche la neve, che prima non aveva smesso per un secondo di cadere dal cielo.
Maka si guardò intorno e le parve di trovarsi in un posto totalmente diverso, forse anche in un periodo di tempo lontano.
-Guarda.-
Black star alzò un dito e le indicò in lontananza Lord Shinigami, ma allo stesso tempo non sembrò lui.
Utilizzava una maschera diversa e il corpo era leggermente piegato in avanti, come se portasse sulle spalle il peso del mondo e poi come niente fosse li attraversò, come se i ragazzi non esistessero.
-Ha…-
-Sì.- concluse Maka per l’amico.
Siamo bloccati in un ricordo.
-È come se fossimo tornati indietro nel tempo.- disse Soul, facendola ritornare al presente.
-Non è esatto, questo campo magnetico racchiude quello che è successo prima dell’incidente, come se fosse un ricordo che non riesce ad andare avanti.-
-Quindi non siamo tornati indietro nel tempo, è il campo che rivive in continuazione quel giorno.-
-Esatto, ed è per questo che abbiamo solo venti minuti.-
 
Maka strinse ancora più forte Soul e fece un passo avanti, doveva trovare il Brew prima che quelli di Aracnofobia arrivassero, prima che lei e Black Star si trovassero nei guai, ma improvvisamente qualcosa la bloccò.
Una donna, bellissima, dai capelli neri come la pece e dall’abito di colore nero adornato con delle ragnatele; il suo cuore si fermò del tutto e allora capì: quella era Aracne.
Non lei di persona, era lei molto tempo fa ma quella visione fece tremare Maka dalla paura, poiché era riuscita a percepire la lunghezza d’anima della strega, priva di protezione, e dovette ammettere a se stessa che andava al di là di ogni sua immaginazione.
Poi però un altro dettaglio catturò la loro attenzione, un piccolo uomo col naso molto lungo li stava fissando, come se potesse vederli.
-Black Star, abbiamo compagnia.-
Il ragazzo si voltò e capì immediatamente a cosa si stesse riferendo la sua amica.
-Sono arrivati.-
L’uomo posò una cosa sotto il capello e Maka capì che doveva trattarsi del Brew, senza pensarci strinse Soul e avanzò per attaccare il nemico, non avrebbe lasciato al caso quella sfida.
-Neanche vi presentate.-
L’uomo scansò il colpo di Maka con una facilità incredibile e lo steso fece con quello che Black Star aveva scagliato da dietro.
-Mi presento in sono Mosquito e sono qua per Lady Aracne.-
-Non lo sarai ancora per molto, noi ti uccideremo.-
-Signorina mi sento di dover dissentire, non avete le capacità.-
Mosquito allontanò Maka con un solo gesto della mano per farla cadere qualche metro più in là, -Questa è la mia vecchia forma, non costringetemi a modificarla.-
Si incamminò come se nulla fosse, come se loro non fossero presenti, in quel momento.
-Stammi bene a sentire, non permetterò alla tua padrona di far risorgere il Kishin, non dopo tutto quello che ho fatto per ucciderlo!!-
Maka si rialzò, senza curarsi delle ferite e del sangue rosso che scendeva dalla sua coscia, non si sarebbe fermata, non ora.
Quel maledetto Sangue Nero mi avrebbe permesso di vincere.
-Majingari, Cacciatore di Demoni.-
Scagliò con tutta la sua forza Soul contro Mosquito, ma solo in quel momento si rese conto di aver sottovalutato la forza del suo avversario.
Mosquito era rimasto fermo, senza muovere un passo, poiché il colpo della sua avversaria non gli aveva causato nessun effetto.
 
-Soul.-
-Dobbiamo provare con la risonanza a catena, potrei aumentare la forza tua e di Black Star.-
-Dobbiamo almeno provarci.-
-Black Star!- la ragazza richiamò il suo amico, leggermente più preoccupato del solito.
Le sue mani apparvero sfocate, come se stessero scomparendo.
-E’ il timer, stiamo finendo i venti minuti.-
-Dobbiamo muoverci.- sussurrò.
-Dovrò mostrarvi una parte della mia forza, allora: ecco com’ero cent’anni fa.-
Il silenzio venne rotto dall’urlo di Mosquito e in quel frangente Maka percepì l’’anima del suo avversario, spaventosamente grande e potente.
Il corpo dell’uomo si trasformò e l’unica cosa che rimase invariata fu la parte bassa del corpo, il resto era cresciuto paurosamente, facendolo diventare enorme.
-Forza Soul.-
Maka chiuse gli occhi e si concentrò sull’anima del suo compagno, doveva permettere alle anime dei suoi amici di sentire le note e come se fossero solo loro, in mezzo a quella raduna, sentì Soul suonare il prima accordo.
La falce si trasformò in una tastiera di piano e anche lei iniziò a suonare, come quella volta che aveva lottato contro il Kishin, riuscendo a riprodurre la melodia della sua anima.
-Risonanza a catena.- l’urlo suo e di Black Star risuonò nella radura e senza indugiare attaccarono l’avversario.
-Dobbiamo muoverci perché dieci minuti sono pochi anche per me, per riuscire a mettermi in mostra.-
Maka rise sotto i baffi e seguendo la melodia sua e di Soul cominciò ad attaccare Mosquito, era riuscita a notare la differenza con i colpi di prima ma lei e Black Star rimanevano comunque deboli di fronte a un avversario la cui forza risaliva a cent’anni fa.
Maka venne colpita in pieno petto e Black Star alla testa.
Cazzo, cazzo! Come facciamo a batterlo?!
-Ci servirebbe Kid.-
Le parole del suo amico la fecero ritornare al presente e dovette annuire, anche lei stava pensano la stessa cosa, Kid era il collante fra lei e Black Star senza di lui non erano niente.
-Ma ora lui non è qui, quindi rialzatevi.- le parole di Soul le infusero nuovo coraggio e si preparò ad attaccare nuovamente.
-Mosquito, la tua fine è vicina.-
Corse il più veloce possibile e con un unico colpo lo decapitò, facendo rotolare la sua testa poco più in là.
-Ottimo lavoro!-
Black Star si avvicinò per raccogliere il capello ma senza alcuna previsione gli sfuggì di mano, poiché Mosquito, nonostante fosse privo del corpo, era più vivo di prima.
 
-Ragazzi!!-
-Cosa ci fa qui!-
Black Star porse la domanda al posto suo e videro arrivare da lontano la professoressa Marie, leggermente trafelata.
-Sono venuta a prendervi, andiamo.-
-Aspetti.-
Maka si voltò, pensando di scorgere il volto del suo avversario, ma davanti a lei trovò solo il vuoto, era fuggito.
-MERDA.-
-Cosa succede?-
-L’ha fatto scappare.- disse Black Star.
-Ma…-
-Avevo detto a Bea di farvi andare via, non di mandare i soccorsi!-
Maka passò davanti alla professoressa, cercando di far notare agli altri che stava zoppicando col piede destro, per colpa dell’ultimo attacco del servo di Aracne.
Non doveva finire così, lei non doveva prendere il Brew.
“Hai fatto tutto ciò che potevi.”
No, non è vero.
 
***
 
-Mosquito, sei riuscito nel tuo compito?-
La voce di Aracne risuonò per tutta la stanza e tutti i presenti si voltarono ad osservare il ritorno di Mosquito.
-Cosa ti è successo?- chiese Giriko che si era avvicinato.
-Qualche piccolo problema, ma niente d’irreparabile.-
-Lo hai portato, vero?-
-Certo mia signora, è qua dentro.-
Con un colpo di testa fece volare via il cappello e Giriko prese l’artefatto demoniaco contenuto al suo interno, passandolo a Lady Aracne.
-Non ricordavo che fosse così bello.-
Aprì la cassetta di sicurezza e prese in mano il Brew, in tutto il suo splendore.
-Bene, adesso che abbiamo il Brew passiamo alla fase successiva del piano.-
-Ma non abbiamo la ragazza.-
-Non importa Giriko, Maka non c’è utile senza follia e senza follia non possiamo fare il sacrificio per far tornare il Kishin, perciò…-
-Come farà a far tornare la follia se è stata “purificata”?-
-Il Brew esaudisce i desideri ed ecco cosa chiuderò.- si avvicinò all’artefatto, sfiorandolo con le labbra, -Voglio che tu riapra i cancelli che bloccano la follia dentro Maka, voglio che lei senta di nuovo quel potere, voglio che lei sia mia, ma tutto deve avvenire lentamente e molto dolorosamente.-
 
***
 
-Avete fatto tutto quello che era nelle vostre capacità.-
Maka e gli altri erano tornati solo da qualche ora alla Shibusen, dopo la sconfitta che avevano ricevuto sull’Isola Perduta la ragazza non aveva più proferito parola.
-Maka non essere seccata, lo riprenderemo il Brew.-
Kid le posò gentilmente una mano sulla spalla ma lei lo scostò.
-Il punto, Kid, è che Aracne ha  in mano un artefatto che le permetterà di esaudire tutti i suoi desideri e noi sappiamo bene cosa vuole e adesso potrà ottenerlo chiudendo gli occhi e tutto questo perché quel bastardo è scappato.- si alzò dalla sedia, iniziando a passeggiare furiosamente per la stanza.
-Non era intenzione di Marie farlo scappare.-
-Lo so ma è anche vero che lei non doveva esserci, là dentro.-
-Adesso calmati.-
Soul le prese una mano e la strinse, cercando di farle capire che era inutile alterarsi così tanto.
Maka fece un paio di respiri profondi e sentì i nervi rilassarsi, era stata una giornata pesante e la sconfitta aveva solo aumentato il suo nervosismo.
-Okay, scusate.-
Fece per sedersi nuovamente ma senza volerlo mancò la sedia e finì a terra.
-Stai bene?-
Soul la fece sollevare, lentamente.
-Sì… Ho avuto un giramento di testa.- si toccò la fronte e la trovò leggermente impregnata di sudore.
-Deve essere la stanchezza.- disse Liz avvicinandosi.
-Possibile.-
Maka provò ad ascoltare il suo cuore, cercando di capire se fosse successo qualcosa ma tutto le parve normale, come negli ultimi giorni, solo che non poteva ancora immaginare che quel lieve giramento era stato causato da una strega che aveva l’intenzione di ucciderla.
 
 

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Capitolo 29
*** Dietro il sole si nasconde sempre la luna ***


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Ciao a tuttiii!!
Sono super puntuale stavolta ed ecco che vi posto il 29 capitolo!!!
Yahooooo :)
Sono davvero felice, non credevo di poter arrivare 
così lontano ma il merito è soprattutto vostro che leggete la mia storia.
Posso chiedervi se continua sempre a piacervi? O se
secondo voi sta degenerando?
Comunque grazie mille come sempre a tutti voi, mi rendete il cuore
pieno di gioia.
XOXO

 
Dietro il Sole si nasconde sempre la Luna
 
-Tsubaki?-
La bionda prese da parte la mora dopo la riunione con gli altri membri della Shibusen.
-Dimmi, Maka.-
-Mi dispiace, mi dispiace che Soul ti abbia chiesto di fare quella cosa, mi dispiace che tu l’abbia dovuta fare e mi dispiace di essermi persa, ma adesso sono qua, amica mia, e ho bisogno che tu sia dalla mia parte.-
Tsubaki rimase in silenzio e osservò la sua migliore amica, i suoi occhi erano leggermente velati di lacrime, che stava provando a trattenere e il suo corpo tremava.
-È vero che ti sei fatta purificare?-
-Sì, l’ho fatto per Soul, ma anche per me.-
“Bugiarda, lo hai fatto perché ti hanno dato dell’egoista.”
-È stato doloroso?-
-Un po’, ma sto meglio adesso.-
“Imbrogliona.”
-Sei stata coraggiosa, Maka e anche a me dispiace di averti abbandonato ma non riuscivo più a starti vicino in quel modo, eri…-
-Pazza? Sì, lo so.-
“E vorresti tornare a esserlo, solo per salvare le persone che ami. Ammettilo.”
Non ha più importanza, sono stata purificata.
-Non… Mi sei mancata Maka.-
Tsubaki si sporse ad abbracciare la sua amica e dopo un minuto di esitazione anche lei ricambiò la stretta, sentendo dopo tanto tempo il calore dell’amicizia che le era mancato, quasi come l’aria.
-La vuoi sapere una cosa bella?-
-Cosa, Maka?-
-Soul mi ha chiesto di sposarlo!- si asciugò gli occhi e mostrò la mano con l’anello alla sua migliore amica, la quale urlò per la felicità.
-Ma quando?-
-L’altra sera, diciamo che ci stava pensando da un po’ ma solo ultimante si era convinto.-
-Maka è un bellissimo anello e ve lo meritate e sono felice per voi.-
-Grazie, è bello sapere che Soul per me ci sarà sempre e comunque.-
Un dolore improvviso alla testa le fece perdere l’equilibrio e dovette aggrapparsi alla parete lì vicina per non cadere a terra, si appoggiò all’angolo e strinse la parete con tutta la sua forza e senza rendersene conto staccò un pezzo di muro.
-Maka, che succede?-
La ragazza non riuscì a trovare le parole per esprimere la sensazione di dolore che stava provando, come se un martello pneumatico le stesse perforando la testa.
-Fallo smettere.-
-Cosa?-
-Questo dolore, ti prego.-
E com’era venuto il dolore sparì improvvisamente, Maka riaprì nuovamente gli occhi e lesse la paura in quelli di Tsubaki.
-Scusami, non so cosa fosse.-
-Stai bene?-
-Penso di sì.- provò a fare un passo avanti ma sentì le gambe tremarle.
-Siediti un po’.-
Tsubaki fece lo stesso e si sedettero a terra, con la testa appoggiata al muro.
-Ho paura.- sussurrò la bionda.
-Di cosa?-
-Di Aracne e del suo desiderio di far tornare in vita il Kishin, penso che non sarà così facile ucciderlo, di nuovo.- voltò la testa verso la sua amica, che aveva abbassato il capo.
-Pensi che basti desiderarlo per farlo tornare, e basta?-
-Cosa intendi?-
-Penso che sia troppo facile, il Brew non può riportare le persone in vita perciò cosa intende fare Aracne?-
Maka pensò attentamente a quelle parole e per la prima volta guardò l’intera vicenda con occhi diversi, rendendosi conto che il Kishin non era l’unico obiettivo di quella strega.
-Senti sei sicura che la purificazione abbia funzionato?-
-Perché me lo chiedi? Lo hai visto anche tu che perdo sangue rosso.-
-Non è questo.-
-Allora cosa?-
-Niente, lascia stare Maka, andiamo su, dobbiamo riposare.-
Maka si alzò con l’aiuto della sua amica e in silenzio uscirono dalla Shibusen ma la sua mente non riuscì a fare lo stesso, era un esplosione di pensieri e di teorie e tutte ruotavano alla follia e stavolta ad Aracne.
E se la follia fosse ancora dentro di me? Se Marie avesse fallito e si stesse ripresentando.
“Penso che non potresti chiedere di meglio”
Perché?
“Perché finalmente puoi battere quella strega.”
Ma come fa a manifestarsi così?
“Chiedilo a lui.”
 
 
***
 
-Soul?-
-Mm?-
-Dove ci sposeremo?- chiese la ragazza raggiungendo il ragazzo in cucina.
-Dove preferisci tu, io vorrei che fosse un posto pieno di luce.-
-Sarebbe bello.- disse sedendosi su una sedia.
-Tu dove vorresti?-
-Stavo pensando alla Shibusen, al cortile principale, è un posto pieno di luce.- disse guardando il suo ragazzo.
-È una bella idea.- rispose sorridendo.
-Che fai?-
-Studio un modo per ampliare i nostri poteri.-
-Cioè?-
Maka si avvicinò a Soul, cercando di capire i calcoli e i vari simboli presenti sul quaderno.
-Penso che dovremo aggiungere un'altra coppia al gruppo, Black Star e Tsubaki non sono sufficienti e adesso che Kid è lo Shinigami non può lasciare Death City.-
-Ma sono tutti impegnati, Kim, Ox e Kirikou formano già la loro squadra.-
-C’è solo una coppia che può unirsi a noi.-
-No ti prego, dimmi che stai scherzando.-
-Maka lo sai anche tu che siamo deboli e dobbiamo fare di tutto per non esserlo.-
-Ma non puoi chiedermi di fare entrare BEA nel nostro gruppo, non puoi chiedermi tanto.-
-Lo so, non è giusto, ma lei è comunque una brava Artigiana e può esserci utile e poi non avevi detto di aver risolto con lei?-
-Soul risolvere è un conto, condividerti è un altro discorso.-
-Ma questo non succederà perché io sono tuo e sei tu che stai per diventare mia moglie e non lei.- le strinse la mano con l’anello a forma di cuore.
-Ma se io non fossi uscita dalla follia adesso ci sarebbe lei al mio posto.-
-Non è vero e tu lo sai bene.-
-Devo pensarci, scusami.-
Maka lasciò andare la sua mano e corse fuori da casa, aveva bisogno di schiarirsi le idee, di riflettere senza essere influenzata dall’odore di Soul, dal suo corpo che la faceva eccitare e dalla voglia di saltargli addosso.
 
 
***
 
-Ciao.-
-Chi sei?- chiese Maka urlando al nulla, non riusciva a vedere al di là del suo naso e questo proprio non le piaceva.
-Non mi riconosci più?-
-Perché ti ho già visto?- chiese cauta.
-Non solo, sono stato una parte di te, per un po’.-
-Non capisco, chi sei?- urlò ancora più forte, come se potesse scacciare l’oscurità attorno a lei.
-Sono quella parte di te che hai rinnegato ma di cui non riesci a fare meno.-
-Io… Non capisco.-
-Non ti ricordi di me?-
Improvvisamente degli occhi bianche entrarono nel suo campo visivo e il mondo attorno a lei divenne nuovamente colorato e si ritrovò davanti il demone rosso dei suoi incubi.
-Tu dovresti essere morto.- disse a denti stretti.
-Morto? No. No, io sono più vivo che mai e sono ancora dentro di te.-
-E’ impossibile, io mi sono fatta purificare per mandarti via.-
-Però allo stesso tempo chiedi il mio aiuto, perché sai che hai bisogno di me.-
-Io…-
-Maka, non può mentirmi, sono una parte di te.-
-Come fai a essere qui? Come faccio io a vederti?-
-Stai sognando.-
-Quindi è solo una fantasia.-
-No, il dolore che hai sentito oggi è stato causato da me.-
-Tu?-
-Sì, sono stato liberato dalla stupida prigione in cui mi avevi fatto rinchiudere.-
-Ma chi?-
-Aracne.-
-Cosa?! Cosa centro io con lei?-
-Non lo hai ancora capito, stupida ragazzina? Lei vuole la tua follia, vuole te e ha fatto in modo che io potessi ancora distruggerti.-
-Tu non lo farai.- rispose abbassando la testa per guardarsi le scarpe.
-Cosa te lo fa credere?-
-Lo so perché tu sei una parte di me, io sono il sole e tu sei la luna, sarai sempre una parte di me ma non per questo dovrò combatterti.-
-Cosa intendi?- chiese il demone spalancando gli occhi.
-Ho capito solo ora cosa devo fare per non essere una vittima, io ti accetto.-
-C O M E?- urlò l’esserino davanti a lei.
-Hai capito bene, io ti accetto perché tu sei una parte di me e io non posso vivere senza follia.-
Si avvicinò al demone, che nel frattempo si era fatto sempre più piccolo in confronto a tutte le altre volte che lo aveva incontrato.
-Adesso andiamo ad uccidere quella puttana.- lo prese in una mano e se lo portò alla bocca, lo inghiottì in un colpo solo.
 
 
 
Un suono strano la fece risvegliare, alzò lo sguardo verso la scuola notando che il suono proveniva da là e che era stato questo a far svegliare Maka dal suo sogno, rendendosi conto di trovarsi poco distante da casa, appoggiata contro un muro.
Sarà stato il dolore a farmi cadere vittima della follia, ma per l’ultima volta.
“È così che ti voglio, è questo ciò che sei.”
Lo so, dovevo solo capirlo.
Si rialzò e corse verso casa per raggiungere Soul, ma proprio in quel momento lo vide uscire dal portone.
-Cosa succede?-
-Non lo so, è diverso stavolta.-
Corsero il più velocemente possibile verso le scalinate e non appena vi arrivarono trovarono anche Bea, Ox con Harvar, Kim e Jacqueline accompagnate da Black Star e Tsubaki.
-Lo avete sentito anche voi?- chiese Maka.
-Sì e siamo corsi qua.-
-Avete fatto la cosa più giusta.-
-Kid!-
-Ragazzi Justin e Azusa sono riusciti a identificare il luogo in cui risiede Arance.-
-Ovvero?-
-Si trova nel profondo della foresta amazzonica, dovrete partire il prima possibile, utilizzando l’effetto sorpresa.-
-Va bene, partiamo subito Kid, chiama Stein e Sid e siamo pronti.- disse Maka avvicinandosi al suo amico, -Vinceremo anche questa guerra, stai tranquillo.-
Il ragazzo percepì qualcosa di strano negli occhi dell’amica ma non ci badò e annuì semplicemente, era un duro colpo non poter partecipare alla battaglia ma sapeva di dover proteggere la sua città a tutti i costi.
Maka si allontanò per dirigersi verso Bea.
-Senti non mi interessa il passato, non voglio ricordare ma sappi solo che se provi a toccare Soul, ancora, io ti uccido e vedi che lo farò.-
-Cosa vorresti farmi capire con queste parole?-
-Lei vorrebbe chiederti di entrare a far parte del nostro gruppo.- disse Soul prendendo la mano della sua ragazza.
-Ci servono altri elementi.- concluse Tsubaki riferendosi a lei e alla sua arma.
-Davvero?-
-Purtroppo sì.-
-La verità è che non riuscite a eguagliare la potenza di me, il grande Black Star, che riuscirà a trascendere gli dei.-
-Stai zitto cretino, Maka-Chop.-
Black Star si ritrovò a terra con il naso sanguinante, e con una povera Tsubaki che non sapeva da che parte iniziare per curare il suo Meister.
-Hai capito?- chiese Maka guardandola dritta negli occhi.
-Okay, siamo dei vostri.-
-Perfetto.-
Maka si allontanò dai ragazzi, alzando gli occhi per guardare la luna e senza volerlo ripensò al demone rosso che aveva inghiottito, si toccò la testa percependo un’altra scossa di dolore da parte della follia, ma riuscendo a trattenere le grida, strinse le mani.
Anche se aveva accettato la follia quella non aveva accettato lei, sarebbe stata una dura lotta ma avrebbe vinto, a tutti i costi.
Adesso devo pensare ad uccidere Aracne.
 
 
***
 
Nel frattempo all’interno del castello di Baba Yaga una strega rideva per la felicità, grazie a un ragno era riuscita a vedere la scena in cui Justin Law comunicava alla Shibusen l’ubicazione del suo castello, facendo credere a tutti che lui stesse dalla loro parte.
Ignorando così che si trattasse di una trappola ben escogitata per far arrivare la ragazza.
Sapeva che la follia aveva già iniziato a mostrare i suoi segni e che non avrebbe ritardato ancora, per mostrarsi in tutta la sua grandezza.
Vieni Maka Albarn, il tuo destino ti aspetta.
 

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Capitolo 30
*** Al castello di Baba Yaga ***


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Ed eccomi qua!!
Anche se un pò tardi sono riuscita a scrivere questo capitolo!!
Diciamo il più impegnativo di tutta la storia, 
be 8 pagine 0.0
spero dunque che vi possa piacere...
Diciamo che scriverlo non è stato molto facile, ma spero di essere
riuscita nel mio intento *_*
Per questa settimana non ci saranno altri aggiornamenti,
tornerò domenica e martedì riceverete il prossimo capitolo!!
Datemi le vostre opinioni su questo e sappiate che manca davvero poco alla fine della storia...
Cosa ne pensate?
XOXO


 
Al Castello di Baba Yaga
 
 
Il viaggio per la foresta amazzonica stava procedendo secondo i piani, i ragazzi della Shibusen ed i professori erano partiti la sera stessa con i mezzi messi a disposizione da Kid, tra cui degli elicotteri e un aereo di modeste dimensioni.
Maka sedeva vicina a Soul, stringendogli la mano, non aveva avuto il coraggio di dirgli del suo monologo interiore col piccolo demone rosso, perciò non aveva avuto il coraggio di confessare che la follia si stava di nuovo spargendo dentro di lei, ma sentiva che stavolta le cose erano diverse.
Io sono diversa, stavolta non andrò contro di essa ma l’abbraccerò come una vecchia amica.
Ho bisogno di lei, perciò.
Arrivarono nel punto più adatto per atterrare dopo un tempo che parve infinito, si diressero poco lontano dalla zona di atterraggio aspettando gli ordini dei professori.
-Allora ragazzi statemi bene a sentire, siamo abbastanza numerosi da poter tenere testa all’Aracnofobia ma non per questo dobbiamo sottovalutare il suo potere, ricordatevi che il nostro nemico possiede il Brew e questo è un punto a suo vantaggio.-
Stein si era posizionato davanti ai vari ragazzi, catturando così l’attenzione di tutti.
-Il gruppo di Maka e di Ox avanzerà diretta verso l’entrata del Castello, il loro obiettivo è sconfiggere Aracne, il resto non ha importanza, poiché ci penseremo noi.-
Maka annuì per prima seguita dai membri della sua squadra, strinse in modo impercettibile le mani, non avrebbe fallito stavolta, non si sarebbe arresa, avrebbe affrontato il suo nemico a testa alta.
-Le falci della Morte aiuteranno i ragazzi meno capaci durante la lotta… Ah dobbiamo vincere questa guerra, senza se e senza ma… In caso contrario ci penserò io a dissezionare i pochi sopravvissuti.- disse guardando tutti i ragazzi negli occhi e la solita scintilla di pazzia si fece strada nei suoi occhi.
-Spero di morire prima, allora.- disse Black Star a Tsubaki.
-Ti ho sentito vedi.-
Il ragazzo fece un passò indietro allontanandosi dal professore, leggermente spaventato per quella minaccia, mentre tutti gli altri si misero a ridere.
-Andiamo.- disse Sid, avanzando col primo gruppo.
 
In silenzio tutti si separarono per non essere facilmente individuati dagli avversarsi, tranne dodici ragazzi che ancora non avevano mosso un muscolo.
-Siete pronti?- chiese Maka, leggermente in ansia.
-Non abbiamo altra scelta, comunque.- rispose Kim, stringendo tra le mani Jacqueline che si era già trasformata.
-Ha ragione, pensiamo a uccidere quella megera e a tornare a casa.-
-Sì.- Ox rispose all’affermazione di Kirikou.
-Dobbiamo concludere anche questa guerra.- Black star si rivolse al suo gruppo, -Kid si fida di noi e glielo dobbiamo, dopotutto.-
-E’ vero, facciamolo per Kid.-
-No Tsubaki, facciamo per Shinigami.- rispose Soul, portando avanti la sua mano.
Gli altri tre ragazzi la posarono sopra la sua e le strinsero forte, non avrebbero mollato e non si sarebbero dati per vinti.
-Adesso è arrivato il momento.-
Maka si voltò verso Soul, prima di farlo trasformare e gli posò un delicato bacio a fior di labbra.
-Non vedo l’ora di poterlo dire a tutti.-
-Manca poco.- rispose sorridendo.
Dopo pochi minuti i due gruppi corsero il più veloce possibile verso il castello, non volendo perdere altro tempo.
 
 
Maka osservò bene il paesaggio che le scorreva accanto, rimanendo meravigliata per la bellezza di alcune piante o di alberi, maestosi, tutto in quel posto le piaceva e le provocava una strana sensazione di euforia.
“No Maka, quella è la follia.”
Penso di poterla controllare, posso farcela.
“Lo spero anch’io.”
Strinse Soul tra le sue mani e tagliò un pezzo di ramo che le ostacolava il passaggio, si voltò alla sua destra e vi trovò Bea mentre alla sua sinistra intravide Black Star e poco più distanti il gruppo di Ox, ma senza che se ne rendesse conto il silenzio della foresta amazzonica venne rotto da una serie di urli e di colpi sferrati poco distanti.
I ragazzi avanzarono fino al dirupo dove poterono notare i ragazzi della Shibusen lottare contro quelli di Aracnofobia.
-È un imboscata.- sussurrò Maka, ed ebbe il tempo di spostarsi prima di essere colpita da una motosega.
-Ti stavo aspettando.-
-Giriko, ragazzi andate!- urlò al resto del gruppo.
-Non ti lasciamo indietro, Maka!!-
-Vi raggiungo subito.-
-Oh ma quante pretese.-
L’uomo attaccò utilizzando la gamba che aveva tramutato in motosega e parando un colpo della ragazza col braccio.
-Correte!- disse sferrando un successivo attacco, non gli avrebbe dato il tempo per riprendere fiato.
Stavolta sono più forte, stavolta ti ucciderò.
-Rotazione inversa.-
-Stavolta non mi freghi!-
Bloccò il colpo di Giriko con Soul e scagliò un pugno in faccia all’avversario, facendolo finire contro un albero, Maka si fermò a respirare chiudendo un attimo gli occhi, riuscì a percepire la follia che le scorreva nel corpo veloce come l’adrenalina e provò a controllarla.
-Maka stai bene?-
-Tranquillo Soul, uccidiamo questo bastardo.- si asciugò il sudore della fronte e avvicinò la Falce al collo del suo avversario.
-È davvero una scena divertente.- disse Giriko alzando lo sguardo verso la ragazza, il colpo di Maka gli aveva procurato delle ferite in faccia e alcune sul petto.
-Cosa?-
-Io ti avrei dovuto portare da Aracne.-
-Beh, non ti dovevi disturbare, ci sarei andata con le mie sole gambe.-
-Sei molto presuntuosa per essere una ragazzina.-
-Non sei il primo che me lo dice.- avvicinò ancora di più Soul alla sua gola, -Facciamola finita.- sussurrò.
-Majingari!-
Con quell’unico colpo fece saltare la testa di Giriko, che rotolò a qualche metro di distanza da lei, sospirò e si allontanò dal corpo ormai senza vita, posando Soul sulla spalla per correre più veloce.
-Maka?-
-Dimmi Soul.-
Il tono di voce del suo compagno era privo di qualsiasi emozione, come se fosse un guscio vuoto.
-Sei ferita.-
La ragazza non si preoccupò neanche di controllare, sapendo già cosa avrebbe visto.
-Il tuo sangue è nero.- sussurrò l’albino.
-Lo so, Soul.- si limitò a dire e senza aggiungere altro corse dentro il castello.
 
 
***
 
-Black Stai sei sicuro che questa sia la strada giusta?-
-Stai zitto Ox, il mio intuito non sbaglia mai.-
-Ma da quando hai questo intuito?- chiese il ragazzo poco convinto della risposta dell’amico.
-Ox io sono l’uomo che trascenderà gli dei! Non dovresti sottovalutarmi.-
-Come l’ho detto.- rispose il ragazzo sconsolato.
-Da che lato?- chiese Bea facendo notare il bivio di fronte a loro.
-Destra.- rispose istintivamente la stella nera.
-E il motivo?-
-Kim fidati di me!-
-Okay SINISTRA.- urlarono tutti i ragazzi di rimando e iniziarono a correre verso il lato opposto indicato da Black Star.
-Dì Tsubaki, non si fidano di me, per caso?-
-Lascia stare Black Star.- rispose la sua arma con tono provato.
 
-Ragazzi.-
Bea li stava aspettando davanti a una porta poco distante dal bivio da cui erano passati prima, il tono di voce leggermente incerto e le mani tremanti.
-Cosa succede?-
-Penso che sia qua dentro.- rispose senza staccare gli occhi dalla porta.
-Percepisci la sua anima?- chiese sorpreso Ox.
-No, ma la strega ha disattivato lo scudo dell’anima.- gli fece notare Kim.
-Allora andiamo.-
Black Star sorpassò il gruppo ed entrò senza esitare nella stanza.
-Non dovremo aspettare Maka?-
-No, portiamo a termine la missione, anche senza lei.-
L’intero gruppo entrò dentro la stanza pensando di trovarvi Aracne pronta ad attaccare ma si sorpresero nel constatare che non era affatto così. La stanza parve totalmente vuota e nascosta dall’oscurità rendendo impossibile determinarne i confini.
Bea strinse forte la sua arma, rendendosi conto che una parte di lei non avrebbe voluto trovarsi lì, avrebbe preferito rimanere alla Shibusen con i ragazzi che non erano stati classificati per la missione, lontano dalla morte e dalla follia.
Ma adesso sono dentro fino al collo e devo lottare a tutti i costi.
Avanzò lentamente, cercando di non perdere di vista il suo gruppo ma una strana immagine la fece distrarre: in mezzo all’oscurità vide una macchia rossa, ed ebbe la sensazione che la stessa chiamando.
Si avvicinò senza volerlo ma nel frattempo la macchia rossa assunse un aspetto diverso, e inaspettatamente urlò.
La macchia aveva preso l’aspetto del Kishin Ashura.
-Bea, che succede?-
Ox la stava scuotendo con forza per farla smettere, ma la ragazza continuava a urlare senza sosta.
-Ci farai scoprire.-
Kim le diede uno schiaffo senza pensarci due volte, ma servì per farla smettere, Bea osservò i suoi amici con occhi pieni di lacrime.
-Non lo avete visto?- chiese cercando di soffocare la paura.
-Chi?-
-Il Kishin.- sussurrò, indicando l’angolo vicino a loro.
-Non c’era nessun Kishin, Bea.- disse Kirikou, scuotendo la testa.
-Procediamo.-
La voce di Black Star li riportò al presente e in silenzio ripresero a camminare più vicini di prima, poiché tutti erano riusciti a percepire il cambiamento all’interno della stanza, sentendosi quasi spiati dalla stessa oscurità.
-Io penso che Aracne sia qui dentro.-
-Lo penso anche io, Kim.-
-E cosa facciamo?- chiese la ragazza, meravigliata per quella risposta.
-Niente, adesso lei sta giocando con noi, ma prima o poi dovrà uscire fuori.-
-Siete davvero intelligenti, membri della Shibusen.-
Una voce sconosciuta riecheggiò per tutta la stanza, facendoli fermare per mettere in allerta tutti i sensi,
-Peccato che io sono una delle tre sorelle Gorgoni e sappiate che non sarà facile sconfiggermi, non sono come Medusa.-
-Fatti vedere!- urlò Kirikou, non riuscendo bene a nascondere la pura nella sua voce.
-Tutto a suo tempo giovane Artigiano, per il momento voglio divertirmi con voi, in attesa che lei arrivi.-
-Di chi stai parlando?-
Ma i ragazzi non ebbero nessuna risposta dalla strega, ma uno strano rumore alle loro spalle li costrinse a voltarsi per prepararsi a difendersi.
 
***
 
-Che storia è questa?- chiese ancora Soul.
-È un discorso troppo lungo e adesso non ne abbiamo il tempo, dobbiamo raggiungere gli altri.-
-Maka ho il diritto di sapere!- sbottò il ragazzo.
-Lo sai, non sei molto credibili sotto questo aspetto.- disse ridendo sotto i baffi.
-Smettila e spiegami com’è che il tuo sangue è di nuovo nero? Questo vuol dire che la follia…?-
-Sì, è di nuovo dentro di me.-
-Ma non mi avevi detto che Marie aveva fatto quella… Come si chiama?-
-Purificazione e aveva funzionato, solo che Aracne ha chiesto al Brew di risvegliarla.-
-Le serve la tua follia per risvegliare il Kishin?-
-Esatto, praticamente sono l’unico essere al mondo che possiede una quantità così alta.-
-Ma il controllo e se dovessi perderti…-
-Stavolta è diverso.- disse svoltando verso la sinistra di un corridoio, correndo ancora più veloce, tutti i suoi sensi le stavano urlando che i suoi amici erano in pericolo ma aveva deciso di non far agitare Soul.
-Perché?-
-Stavolta posso controllarla.-
Senza pensarci aprì una porta lungo il corridoio e dovette trattenere il fiato per impedirsi di urlare.
Tutti i suoi amici erano legati a una grossa ragnatela gigante ed Aracne la stava aspettando al centro della stanza.
-Sei arrivata finalmente.-
-Ho dovuto sbarazzarmi di qualcuno, prima.-
-Oh… Povero Giriko, lo avevo mandato a prenderti.- disse fingendosi dispiaciuta.
-Peccato che io abbia ancora le gambe per muovermi.- ribatté stringendo Soul.
Com’è riuscita a imprigionarli tutti?
“Sta attenta.”
-Penso che sia arrivato il momento di farla finita, Maka, questo gioco è durato anche troppo, voglio il mio Kishin.-
-E io voglio la tua anima, tuto dipende da chi si arrenderà per prima.-
-Ragazzina non hai idea contro chi ti sei messa.-
-Neanche tu!-
Maka si preparò all’attacco, decidendo che il suo primo obiettivo sarebbe stato liberare i suoi amici e poi uccidere Aracne.
-Andiamo Soul. ECO DELL’ANIMA.-
I ragazzi urlarono insieme quelle parole e come sempre, Maka percepì l’anima di Soul unirsi alla sua per fondersi in qualcosa di unico e di meraviglioso allo stesso tempo.
È questo ciò che siamo, un’unica anima, sempre e per sempre.
Preparò il primo affondo che mancò Aracne, la strega possedeva l’abilità di scomporre il suo corpo in tanti piccoli ragni e Maka si ritrovò impreparata a quella capacità.
-Non fuggire!- corse incontro ai ragni attaccando di spalle la strega che si era ricomposta, un attimo prima, però riuscendo a parare i suoi colpi usando dei semplici incantesimi.
-Sei forte piccola ragazzina, ma non abbastanza per battere me.-
Maka provò a evitare la maggior parte degli attacchi che la strega le aveva lanciato ma alcuni la ferirono nelle braccia e nelle gambe, vide il Sangue Nero uscire copioso ma allo stesso tempo notò che le ferite non si erano rimarginante.
-Pensi davvero che io fossi così stupida.-
-No, ma ci contavo.-
-Ho studiato questo piano per ottocento anni, ho previsto ogni possibile variazione.-
Maka preparò il successivo colpo, che non indirizzò alla strega, ma alla ragnatela che racchiudeva i suoi amici.
-Cosa?-
-Pensavi di esserti sbarazzata di me?! Io sono il grande Black Star e sono venuto per ammazzarti! YAHOOO!-
Maka sia allontanò in tempo per lasciare il posto al suo amico e a Ox che aveva deciso di spalleggiarlo per quell’attacco.
-Stai bene?-
-Si, Kim grazie è solo qualche graffio.-
-Ma neanche il Sangue Nero riesce a guarirlo.- fece notare Bea.
-Lo so, purtroppo.-
Kim aiutò Maka a rialzarsi e osservarono il resto del gruppo scontrarsi contro Aracne, non stavano combattendo ad armi pari, neanche il Kishin era stato così difficile da battere se con lui era stato necessario il coraggio e un attacco straordinariamente potente, con una strega di ottocento anni non era possibile applicare la stessa strategia.
Si scansarono per evitare un attacco di Aracne, e decisero di entrare anche loro in azione, così, si scambiarono con gli altri sperando di farla stancare il prima possibile.
Ma tutti i loro attacchi non le provocarono neanche un graffio.
Aracne era troppo potente, anche per loro.
-Maka prova con il Cacciatore di Streghe, potresti mietere la sua anima.-
-Okay. Forza Soul.-
Aspettò il momento giusto per attaccare, cercando l’attimo di distrazione da parte di Aracne e dopo che questa ebbe colpito, Kirikou, Maka scagliò uno dei suoi attacchi più potenti.
Ma la strega era riuscita a prevedere, grazie a uno dei suoi ragni nascosto nella stanza, l’attacco della ragazza così decise di attaccare il tallone d’Achille.
Il suo punto debole.
Si deve colpire al cuore.
Fece apparire una ragnatela a pochi passi dalla ragazza e la usò per toglierle dalle mani la sua Falce, che avvicinò a se subito dopo per poi inciderla con una zanna di ragno.
L’urlo della ragazza risuonò per tutta la stanza, la strega sorrise soddisfatta e fece cadere a terra l’arma che, nel frattempo, aveva ripreso le sue sembianze umane.
Soul giaceva a terra con una spaventosa ferita al collo, da cui perdeva molto sangue.
Maka osservò con gli occhi pieni di lacrime il corpo del suo compagno disteso a terra, circondato da una pozza di sangue rosso e sentì dentro di se qualcosa andare in pezzi.
Era la sua anima, si era spezzata.
Strinse le mani fino a conficcarsi le unghie nella pelle, fino a incidersi per farsi uscire sangue, guardò la sua avversaria, che stava sorridendo soddisfatta a pochi passi da lei e solo in quel momento decise di lasciarsi andare.
Avrebbe affidato il controllo del suo corpo al demone rosse, poiché l’esserino più di una volta si era rivelato molto più capace di lei negli attacchi e nel sopravvivere.
Chiuse gli occhi solo per un attimo e dopo sentì la follia disperdersi dentro di lei, fasciarla tutto e senza esitazione si scagliò contro la strega, attaccandola con la sola forza fisica.
Poiché era l’unica cosa che le era rimasta, oltre Soul non aveva più niente.
Oltre lui niente meritava le sue attenzioni o addirittura la sua vita.
-Che ti prende? Ti ho forse rotto il giocattolo?- ghignò la strega.
-Non. Osare.- disse a denti stretti, colpendola in pieno volta e facendole uscire una piccola scia di sangue dal labbro.
-Adesso Maka possiamo parlare sul serio io e te, aspettavo solo questo.-
La strega la fece volare dall’altro lato della stanza, per farla sbattere contro una collana situata vicino ai suoi amici.
Black Star l’aiutò ad alzarsi ma la ragazza non provò neanche a ringraziarlo, tutto il suo essere si era votato alla vendetta contro Aracne. Tutto il suo essere si era annullato per cercare di trovare un modo per ucciderla.
-Maka sta peggiorando.- disse Tsubaki, cercando di trattenere le lacrime.
Si voltò per osservare Soul a pochi passi da lei, pallido, quasi quanto i suoi capelli e con la ferita ancora aperta.
Devo andare da lui.
“No, devi combattere!”
Ma…
“Puoi salvarlo, se vuoi. Ma solo tu puoi sapere il modo.”
Ed allora nella sua mente iniziò a vorticare un nome, un solo nome che racchiudeva in se un milione di significati, di problemi e di paure: Aracne.
Aracne che le aveva portato via la possibilità di essere felice, Aracne che risvegliava la follia dentro di lei, Aracne che feriva gravemente Soul, provando a uccidere il suo futuro marito.
Aracne che le rovinava la vita. Proprio come il Kishin.
-NO.-
Non si rese neanche conto di aver detto quella parole, ma riprese ad avanzare verso la sua avversaria sentendo una forza nuova sprigionarsi dentro di lei e si rese conto che non era la follia.
Era qualcosa di totalmente diverso che le provocava la sensazione di essere invincibile, di poter battere chiunque.
 “Ci sei riuscita.”
Sì, io sto mutando.
Corse per eliminare la distanza fra se e Aracne e trasformò il suo braccio in falce per provocarle una ferita sul braccio.
Digrignò i denti e passò nuovamente all’attacco, trasformando all’occorrenza qualsiasi parte del suo corpo in falce.
Aveva trovato un modo per ferirla.
-Cosa sei tu?- chiese la strega, guardandola dritta negli occhi.
Maka sorrise tranquilla, era riuscita a intravedere la falla nel piano di Aracne.
-Avevi previsto tutto così minuziosamente che non ti preoccupata di controllare il mio DNA.-
-Cosa?-
-Io non sono solo una Artigiana, sono molto di più. È vero mia madre rientra fra le più grandi Maestri di Falci del mondo ma vedi, ha dimenticato di fare bene i tuoi compiti per casa, perché sennò quest’ora avresti scoperto che mio padre è una buki.-
-Non è possibile. Non puoi essere entrambe le cose.- per la prima volta gli occhi della strega rispecchiavano la sua anima e la paura ne era la padrona.
-Invece sì.-
Gli occhi di Maka erano privi di qualsiasi espressione come quella volta che aveva lottato a fianco del Kishin, quando la follia l’aveva così tanto consumata che di lei non era rimasto niente, solo un corpo privo di anima, ma adesso nonostante la follia che le pulsava nelle vene riusciva a percepire il suo cuore battere velocemente.
Posso batterti.
-Majogari.-
Senza farsi notare Maka era riuscita a far uscire una falce dalla sua schiena e quest’ultima era avanzata silenziosa verso Aracne e così, senza che essa potesse fare qualcosa, la falce la passò da parte a parte.
E l’unica cosa che rimase di Aracne fu l’anima.
 
 

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Capitolo 31
*** 99 anime più 1 di strega ***


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Ciao a tutti... Oggi sono stranamente puntuale...
Diciamo che questo capitolo si è scritto da solo... i personaggi hanno preso vita, come
sempre del resto, e hanno deciso da se il loro destino.
Quindi spero vivamente che apprezziate il capitolo... anche perchè siamo arrivati alla fine, quasi.
Sono indecisa se inserire un'altro capitolo prima dell'epilogo o no...
Sinceramente dipenderà anche da voi... vorrei sapere tutte le vostre impressioni 
e i vostri dubbi...
Spero che ricorderete sempre questa storia come una parte di voi <3



 
99 anime + 1 di strega
 
Maka rimase immobile ad osservare l’anima di Aracne, che galleggiava indisturbata a pochi passi da lei.
Un’anima di colore viola, che trasudava malvagità e follia.
 
“Puoi prenderla se lo desideri.”
“Non sei la mia coscienza.” risponde rimanendo immobile.
“No, sono la tua follia. Prendila e diventeremo inarrestabili.”
“Non posso… Diventeremo cattivi.”
“Saremo il nuovo Kishin.”
“Io…”
 
-Maka non lo fare. Non diventare quello che non sei. Puoi ancora salvarlo.-
Non si mosse per guardare il suo interlocutore, poiché non ne aveva bisogno, sapeva già che quel tono di voce apparteneva a Tsubaki, la sua cara amica.
Sentì un leggero contatto sulla pelle, le stava toccando la spalla.
Lei crede ancora in me.
-Non lasciarti andare alla follia, Maka, combattila. Fallo per Soul.-
Aumentò la presa su di essa e la ragazza sentì qualcosa mutare dentro di lei, stavolta però non era qualche parte del suo corpo, ma il suo cuore. Lo sentì battere e solo allora si rese conto che per un momento aveva smesso, il suo cuore si era fermato.
È stata la follia?
Può davvero rendermi, immortale?
Si toccò il cuore con la mano, una strana sensazione di calma e di tranquillità si diffuse dentro di lei, placandola, facendola tornare a vivere.
-Penso che tu sappia cosa devi fare, però devi sbrigarti.-
 
***
 
Si alzò di colpo dal letto, sudata e bendata in più parti del corpo. Si guardò intorno non riconoscendo la stanza dove si trovava, tastando con le mani le pareti per cercare qualche indizio.
Ma l’unica cosa che i suoi sensi riuscirono a percepire fu la follia, nascosta in qualche angolo remoto della sua testa o forse della stanza (?).
-Devo trovarla.-
Si sedette a terra, rannicchiata alla parete fredda, muovendo la testa avanti e dietro, chiudendo gli occhi per ricordare.
Aveva bisogno di sapere cos’era successo quel giorno.
Cos’era successo a lui.
Aveva bisogno di sapere se Soul era ancora vivo.
 
***
 
Maka si voltò per guardare i suoi amici, erano tutti seduti accanto a lui, a Soul.
Un altro sentimento si fece largo nel suo cuore, il più sbagliato in quel momento.
La paura.
Paura di perderlo, paura che Soul morisse davanti ai suoi occhi.
 
“Non rifiutare la paura, solo lei può renderti immortale.”
“Io non voglio essere immortale.”
 
-Maka? Ci sei?-
Sentì delle mani scuoterla per le spalle ma non si mosse, non emise un rumore, niente.
Lei non era lì con loro, era persa nei meandri della sua mente ad ascoltare un demone rosso che la stava tentando, le stava proponendo di commettere il più alto crimine che potesse esistere in quel mondo.
Mangiare l’anima di una strega.
 
“Tutti i tuoi nemici ti temerebbero.”
“Diventerei io stessa un nemico, per tutte le persone che amo.”
“Ma se puoi avere la grandezza, cosa te ne fai degli amici?”
“Io… Non posso, noi umani non possiamo mangiare le anime, è contro la legge.”
“Puoi farla tu la legge, perché tu non sei solo umana.”
“Non voglio diventare colui che ho combattuto per tutto questo tempo.”
 
 
-Soul ha bisogno di te.-
Aprì gli occhi senza rendersene conto e guardò la sua amica, il viso provato e gli occhi leggermente velati di lacrime, la stava supplicando.
Supplicando di non lasciarsi andare, di combattere per la persona che amava, di sconfiggere il buio dentro di lei.
 
“Non cedere.”
“Non lo lascerò morire.”
 
Si alzò, non credendolo possibile, sentiva le sue gambe come se non gli appartenessero, come se non si trovasse realmente in quel corpo, come se non stesse commettendo quelle azioni.
Si sporse in avanti e afferrò l’anima di Aracne, pulsava come un cuore tra le sue dite e riuscì a percepire la follia richiamarla.
Voleva che fosse lei a mangiarla, voleva appartenere a lei.
Maka scosse la testa, doveva trovare il coraggio di resistere, doveva ricordarsi dell’amore che le aveva animato il cuore e impedito di sprofondare.
Doveva ricordarsi di Soul Evans.
 
***
 
Batté la testa contro il muro, qualcosa le aveva bloccato il ricordo prima del tempo.
Chiuse gli occhi e scacciò dai suoi pensieri il demone rosso.
Era sempre stato lui a tentarla, lui a convincerla a rischiare, lui a farla cadere nell’oblio.
Tu non esisti.
Conficcò le dita nei palmi delle mani, il dolore le permise di rimanere presente, le permetteva di ricordare senza smarrirsi, e lei in quel momento aveva bisogno di sapere.
 
***
 
Percorse in silenzio lo spazio che li divideva, cercando di non inciampare nei suoi stessi passi, rimanendo concentrata sul suo obiettivo.
Salvarlo.
Salvare Soul.
Per una volta sarebbe stata lei a farlo e non il ragazzo.
 
“Sei tu che lo hai ridotto in queste condizioni.”
“Taci.”
 
Scacciò quel pensiero con la mano, come se fosse una mosca, e si sedette accanto al ragazzo.
Gli spostò i capelli che gli erano finiti sopra gli occhi, osservando il taglio che la strega gli aveva inflitto, il sangue aveva smesso di uscire ma la ferita era troppo grave.
Anche solo per aspettare un altro secondo.
 
“Te ne pentirai.”
 
Si sporse verso di lui e avvicinò l’anima della strega alla sua bocca.
-Soul devi vivere.-
Con un solo gesto fece in modo che l’albino la masticasse per inghiottirla, quella lo avrebbe salvato, lo avrebbe risparmiato dalla morte.
Tutti i ragazzi rimasero immobili per osservare la scena, pregando il loro Dio che Soul fosse vivo.
E così fu, il ragazzo aprì lentamente gli occhi, come se non fosse più capace di farlo e si alzò con l’aiuto di Black Star, osservando con occhi sconvolti tutti i presenti e per ultima la sua ragazza.
-Qualcosa… Qualcosa sta cambiando.- disse toccandosi il torace.
Maka notò che della ferita non era rimasta più nessuna traccia e senza preavvisò sentì l’anima di Soul diffondersi per tutta la stanza.
Come un lampo di luce nelle tenebre.
-Sono 99 anime…- disse Tsubaki guardando esterrefatta il ragazzo.
-Più 1 di strega.- sussurrò Maka prima di svenire a pochi passi da lui.
 
***
 
-È vivo.-
Alzò gli occhi alla finestra, notandola per la prima volta, osservando la luna splendere in alto nel cielo di Death City.
-Sono a casa.-
Si avvicinò ad essa per sedersi sul bordo del davanzale, toccando con una mano il vetro freddo della sua prigione.
Anche se l’aspetto è diverso da quello della prima volta, anche se non ci sono sbarre, so di essere in rinchiusa.
La mia anima lo percepisce.
-Maka?-
Lentamente la ragazza si voltò per osservare la porta aprirsi per lasciare passare il professore Stein, leggermente provato e col viso stanco.
-Sì?- si stupì lei stessa di riuscire ancora a parlare, credeva di aver perso quella facoltà.
-Sei sveglia, hai dormito per un paio di giorni.- disse prendendo una sedia per sedersi vicino a lei.
-Davvero?- chiese continuando a guardare la luna.
-Già…-
-Lui è vivo, vero?-
Non si voltò per osservarlo, poiché il coraggio di Maka era già svanito dal suo cuore, credeva di essersi immaginata tutto e che lei avesse fallito nel salvarlo.
-Soul sta bene… Sta aspettando fa giorni il tuo risveglio, non è mai andato a casa.-
-Capisco.-
-Non sei felice? So che ti ha chiesto di sposarlo.-
-Stein…- Maka si voltò per guardare, finalmente, il professore dritto negli occhi, -Io non posso sposare Soul, io non posso neanche vederlo. Sono pericolosa.-
-Maka ascoltami…-
-No, lo sa anche lei che l’onda guaritrice di Marie non avrà più effetto su di me, la follia rimarrà. Io posso conviverci per tutta la vita, nonostante gli incubi e il dolore, io posso sopportarlo ma non voglio che Soul ne faccia parte.-
-Penso che dovresti farlo decidere a lui.-
-So già la sua risposta, sacrificherebbe la sua vita per me, ma per una volta devo decidere io.
Voglio che lui abbia la migliore delle opportunità e sarà senza di me.-
-Io non sono d’accordo.-
La voce di Soul la fece voltare nuovamente verso la porta e Maka rimase a bocca aperta: il suo compagno sembrava diverso.
Più forte, più sicuro di se, più bello. I suoi occhi sembravano dotati di una luce nuova, diversa da quella che aveva visto fino a qualche giorno fa.
Ancora più cool del solito.
-Ti dona essere Falce della Morte.- disse abbassando lo sguardo.
-Stein puoi darci un momento.-
Il professore annuì e in silenzio uscì dalla stanza, il posto accanto a Maka venne occupato da Soul, che la guardava in silenzio.
-Come stai?-
-Potrei dirti che sto benissimo ma sarebbe una bugia, sto male ma col tempo andrà meglio.-
Gli occhi della ragazza si incontrarono con quelli rosso rubino di Soul, gli erano mancati terribilmente e solo ora se n’era resa conto.
-Ne sono sicuro, assieme possiamo superare tutto.-
-Non questo, Soul. Io sarò sempre pericolosa, ci saranno giorni in cui la follia sparirà ma altri in cui non riuscirò a controllarla e non voglio che tu viva così. Non voglio creare l’apparenza di una vita felice se poi non lo saremo mai.-
-Maka io non sono niente senza di te, non posso andare avanti se tu non sei con me.-
-Forse sarà necessario.-
-No. Stavolta sarò io a decidere e voglio che tu sappia che non me ne fotte un cazzo di questa follia!
Io voglio passare il resto della mia vita con te e se sarà necessario sarò io stesso a scacciare i tuoi incubi, io farti tornare dall’oblio ma non ti permetterò di affrontare tutto questo da sola.-
-Soul questa non sarà mai la vita che tu ti meriti.- disse Maka, costretta ad asciugare le lacrime che avevano iniziato a scendere copiose.
-Non è neanche la vita che tu ti meriti, amore.-
Soul le asciugò alcune lacrime e le sollevò il mento con le mani, per guardarla negli occhi.
-Non ti lascio Maka, né ora né mai.-
-Si… Sicuro?-
-Sì… Lo sarò per tutta la vita.-
 

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Capitolo 32
*** Wedding ***


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Stavolta il mio commento personale sarà alla fine del capitolo...

 
Wedding
 
Soul dopo quella discussione con Maka aveva posto un tempo di due settimane.
Due settimane per rendersi conto che si sarebbero spostati.
Due settimane per preparare il loro matrimonio.
Due settimane per dare la possibilità a tutti di riprendersi dalla guerra, due settimane per dare a Maka il tempo per abituarsi alla follia.
Soul non era masi stato così sicuro come in tutta la sua vita, aveva preso una decisione e niente, neanche Maka, gli avrebbe fatto cambiare idea.
Ricordo ancora il giorno in cui mi ha sentito suonare il pianoforte, è stata l’unica a capire che quella canzone fosse la mia anima.
Alzò lo sguardo verso il cielo, non faceva caldo ma la primavera aveva scacciato il freddo dell’inverno regalandogli la possibilità di un nuovo inizio.
Voglio vivere il resto della mia vita con lei, non potrei immaginarla diversamente.
Tornò ad osservare la Shibusen, meravigliandosi ancora per la maestosità della struttura, sorrise, ricordandosi i primi anni passati là dentro, spensierati e senza nessun nemico in vista.
Ma tutto era cambiato nell’arco di qualche anno, forse in modo irreversibile, poiché non si sentiva più il ragazzino che voleva far cadere le ragazze ai suoi piedi o farle innamorare perdutamente, aveva ancora diciassette anni ma aveva visto cose che non avrebbe mai dimenticato, come la morte delle persone a lui care, come la guerra o come la pazzia che si era insidiata dentro Maka, senza mai lasciarla.
E mentre la Shibusen rimaneva la stessa, nonostante le guerre, nonostante gli anni, lui e tutti i suoi amici erano cambiati, la guerra lo aveva fatto, rendendoli più maturi anche per la loro età, meno frivoli e spensierati… Ma sempre allerta, pronti ad attaccare in qualsiasi momento.
Strinse leggermente le mani, aveva smesso di incazzarsi per tutto, aveva deciso di lascarsi trasportare dalla corrente per cercare un suo posto nel mondo, e in effetti, lo aveva trovato accanto a lei.
Maka Albarn era la luce nell’oscurità. La sua ancora di salvezza, anche se lui non era riuscito a salvarla, non del tutto.
Non era riuscito a impedire, la prima volta, che la follia si impadronisse di lei, l’aveva lasciata marcire in una cella, senza combattere ma poi aveva deciso di riscattarsi, aveva fatto di tutto per non lasciarla nelle mani del Kishin, ed in effetti l’aveva riportata indietro.
Ma il suo cuore non sarebbe più stato solo suo, lo avrebbe dovuto condividere per sempre con un demone rosso, pronto a farla cadere nuovamente nell’oblio.
Se avesse potuto lo avrebbe mangiato lui quel demone, avrebbe sacrificato la sua vita per aiutare Maka, per liberarla da quella malattia, ma non aveva potuto, non aveva potuto fare niente per lei.
Così si era reso conto che solo sposandola avrebbe potuto essere quel qualcuno a cui lei si sarebbe sempre rivolta nei momenti difficili, la persona che le sarebbe sempre stata vicino anche quando la follia l’avrebbe divorata.
Voleva essere suo marito, perché sapeva che una parte della sua anima era nata per esserlo mentre l’altra… Per essere una Death Schytes, l’ultima Falce della Morte.
 
***
 
Fin da piccola aveva sempre scacciato dalla sua mente la possibilità di sposarsi, il matrimonio dei suoi genitori o forse il divorzio le aveva provocato una ferita, così grande, che non si era mai rimarginata.
Era sempre stata decisa sul fatto che non si sarebbe spostata, mai e per nessuna ragione al mondo, solo che non aveva messo in conto le conseguenze di una guerra.
Forse una delle più spaventose che si era verificata nell’ultimo secolo.
La guerra aveva stravolto i suoi principi, rendendosi conto che avrebbe dovuto ringraziare ogni giorno che la vita le stava offrendo, ogni momento con lui.
Ogni istante passato accanto a Soul.
Era stato lui la variante che non aveva previsto, poiché non rientrava nel programma di Maka Albarn innamorarsene.
Ma allo stesso tempo aveva ringraziato il suo Dio per averle dato la possibilità di conoscere quel ragazzo, o meglio l’uomo che era diventato.
Era un ragazzino borioso e troppo cool quando aveva suonato per me, ma era stata quella melodia a convincermi che lui sarebbe stato la mia arma.
Quel giorno Maka aveva firmato un contratto senza rendersene conto, aveva deciso di rimanere accanto a quel ragazzo, per sempre.
Guardò in giro per la stanza, cercando un dettaglio o un difetto da poter sistemare nell’attesa.
Attesa…
Ma in realtà non si era resa conto che il termine di due settimane era scaduto esattamente ieri, un martedì pomeriggio in cui la primavera aveva fatto il suo ingresso.
Si guardò allo specchio, ancora, non riconoscendo la ragazza che stava riflettendo.
Essa portava ancora i segni della guerra, gli occhi stanchi: dove il verde accesso di una volta non sarebbe mai tornato.
I capelli le ricadevano ancora lunghi giù per la schiena ma stavolta più ordinati e adornati con un piccolo fiore rosso, vicino all’orecchio.
Il suo corpo era ancora troppo magro, troppo provato per riuscire a darle una vita serena ma adesso che indossava un vestito bianco, lungo fino ai piedi con un leggero strascico, non le sembrò per niente male.
Strinse ancora il bouquet nella sua mano destra, cercando di non piangere.
-Perché vuole sposarmi?- chiese trattenendo un singhiozzo.
-Perché sei una ragazza bellissima, piena di talento e con un grande cuore.-
-Papà?- chiese Maka, voltandosi verso la porta da cui entrò Spirit con indosso uno dei suoi completi migliori.
-Sì bambina mia, sei davvero bellissima oggi.-
-Grazie.- disse abbassando lo sguardo.
-Cosa c’è che non va?-
-Vedi io mi guardo e non riesco a vedere la ragazza di qualche anno fa, non so se questa ragazza, quella che lo specchio sta riflettendo, sia davvero io o no.-
-E chi dovrebbe essere, scusa?-
-Una che sta ancora cercando di tornare a vivere, che ha visto cose brutte nella sua giovane vita e… Che ancora non si sente pronta… Una ragazza che potrebbe fare del male a tutte le persone che ama.-
-Maka… Questa guerra ha distrutto delle vite e ne ha cambiate molte altre, adesso io non ho la capacità di vedere la tua anima ma so per certo che quella ragazza di tanti anni fa è ancora dentro di te… Solo che deve portare sulle sue spalle un bagaglio ben più pensate di qualche libro, preso in prestito.-
-Pensi che lei sia ancora dentro di me?-
-Sì e quella ragazza che vedi allo specchio… Non te ne devi preoccupare, ha solo paura.-
-Di cosa?-
-Ha paura di non essere all’altezza del futuro, ha paura di poter cedere al male ma non sa che ha davvero tanta forza e che non sarà cosi facile, cedere.-
-E se non dovesse farcela?- chiese osservando ancora l’immagine riflessa.
-Non deve far altro che chiedere aiuto a suo marito… E poi al suo vecchio padre.-
Maka rise per la prima volta dopo mesi e corse ad abbracciare Spirit, sentendo un peso in meno sul cuore.
-Penso che sia arrivato il momento di andare.-
La ragazza annuì e prese sotto braccio il padre, che la condusse fuori dalla stanza per attraversare la poca distante che la separava da Soul.
 
Chiuse solo un attimo gli occhi per gustarsi a pieno quel momento, dopo poco sentì il pesante portone della Shibusen aprirsi e fu costretta a fare lo stesso con i suoi occhi.
Il cortile principale della Shibusen era stato adornato con delle sedie e bellissimi fiori bianchi, vicino al tappetto per il passaggio della posta.
Il sole la accecò solo per un attimo e poi i suoi occhi catturarono l’immagine di un ragazzo dai capelli albini, che indossava uno dei suoi migliori vestiti da uomo, e che come lei la stava guardando.
Il cuore di Maka perse un battito di fronte all’immagine di Soul, che l’aspettava di fronte all’altare.
 
“Non dimenticarti che io sarò sempre con te… Non importa se dovranno passare giorni, settimane o anche anni… Io non ti lascerò mai andare e sarai tu a volermi, un giorno.”
“Non penso che possa succedere” rispose lei secca, rivolgendosi al demone.
“Maka, ti conosci così poco. Non importa, goditi questo momento, noi ci rivedremo nei tuoi sogni, stanotte.”
“Posso sopportarlo.”
“Non per sempre.”
 
-Tutto bene?- chiese Soul stringendole la mano.
La ragazza si guardò un attimo intorno spaesata, si era persa il momento in cui il padre le baciava la fronte per consegnarla a Soul, e il momento in cui lui le alzava il velo.
-Sì.- disse trattenendo una lacrima, a tutti i costi.
Il ragazzo accanto a lei sorrise, Maka sentì il suo cuore fare un tuffo, lui le sarebbe stata sempre accanto, nonostante tutto.
-Possiamo iniziare.- disse Death The Kid, rivolgendosi ai suoi amici.
I ragazzi sorrisero e ascoltarono le parole del loro amico, poiché essendo Shinigami aveva, anche, il diritto di poter celebrare il loro matrimonio.
 
 
***
 
-Vorrei fra un brindisi.- disse Soul alzandosi in piedi, prendendo il suo bicchiere pieno di spumante.
Nella sala calò il silenzio e tutti si voltarono ad osservare la coppia appena sposata.
-Intanto grazie. Grazie a tutti voi che oggi siete qua per me e Maka, la mia bellissima moglie, per festeggiare il nostro matrimonio… Ma il grazie più importante va a questa donna.-
indicò la ragazza che con imbarazzo si alzò dalla sedia per stringere la mano del marito.
-Grazie per avere ascoltato la mia canzone quel giorno, grazie per avermi scelto come compagno, per avermi accettato come amico durante i miei anni cool.- tutti compreso lui risero a quella battuta, -Grazie per non avermi mai lasciato, neanche quando sarebbe stata la cosa più giusta da fare e grazie per avermi concesso l’onore e il privilegio di essere tuo marito… Oggi e per sempre.-
Le baciò la mano e Maka asciugò una lacrima, stavolta aveva deciso di non trattenerle, sarebbe stato inutile e troppo faticoso.
-Spero di poterti rendere felice, sempre.-
-Mi hai già reso felice, Soul.- rispose lei gradandolo negli occhi.
Rosso e Verde.
Verde e Rosso.
Non si sarebbero mai stancati di guardarsi, di cercarsi, di provare amore e una scarica di adrenalina ogni volta che si sfioravano, anche se per puro caso.
Non si sarebbero mai stancati gli uni degli altri.
Il ragazzo le prese la mano, con delicatezza, volendo trasmetterle tutto il suo amore.
 
“Lo sai bene anche tu Maka, lui non resisterà per sempre.”
“Sarà importante averlo vicino per quel poco tempo che il suo cuore vorrà.”
“Perché non lo lasci andare ora, prima di soffrire dopo?”
“Perché io lo amo.”
 
Soul la fece volteggiare tra le sue braccia e la ragazza dovette reprimere la voglia di urlare, di farsi male, sarebbe stata lei a non riuscire a reggere tutta quella tensione, tutto quel dolore e quella follia.
Sarebbe stata lei la prima a cedere, non Soul, lui avrebbe resistito fino alla fine, ma lei?
Sarebbe riuscita a convivere con quel demone, la cui apparizione le impediva di vivere la sua vita, estraniandola dal mondo anche per pochi attimi?
Forse no… Ma adesso decise di non pensarci, nonostante tutto era ancora il suo matrimonio e stava ballando con l’uomo della sua vita.
 

 
Cosa ho da dirivi adesso?
cominicerei con G R A Z I E!!
La storia non è ancora finita ma sarò sincera l'epilogo e il fututo sequel 
dipenderanno solo da VOI!
Voglio essere sincera, vorrei rendervi felice con questa storia perciò:

Chi recensirà il capitolo dovrà dirmi se: preferisce un epilogo, ambientato un paio di anni dopo, ma auto-conclusivo.
Ovvero che la storia non avrà nessun sequel.

Oppuse se preferisce un epilogo che lascierà intravedere la possibilità di una nuova storia.

Sta a voi decidere, sta a voi perchè mi sono resa conto che è solo 
per voi che questa storia è arrivata così lontano, solo per voi che l'avete letta,
recensita, 
messa tra le preferite, ricordate e seguite.
Quindi se posso fare qualcosa, seppur minimo, per rendervi ancora più felice, per farvi apprezzare
ancora di più Maka e Soul, lo farò!!
Aspetto le vostre recensioni, così da fare il sondaggio!!
XOXO
:)
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Capitolo 33
*** Fear the Empty of Insanity ***


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Prima vorrei che voi leggesse il capitolo...

Fear the empty of insanity
 
 
Quella sera niente le fece prendere sonno, il suo cuore era un turbinio di emozioni e di sensazioni, alcune nuove altre già conosciute ma per quel che valeva non era riuscita neanche per un attimo a distogliere lo sguardo dalla fede nunziale.
Lei che odiava portare gioielli si era dovuta ricredere, sia l’anello di fidanzamento sia la fede le donavano e si meravigliò ancora una volta di quella situazione.
Maka Albarn era sposata.
Maka Albarn in Evans o meglio ancora Maka Evans.
Sentì il cuore battere ancora più forte al solo pensiero di quelle parole, amava suo marito, amava il suo modo di guardarla, e sapeva che lui l’amava.
Soul era il marito perfetto, l’uomo perfetto.
Siamo ancora giovani, forse anche troppo per esserci sposati ma il mondo è cambiato con noi e abbiamo perso, da tempo, la nostra gioventù e spensieratezza.
 
“Sei così romantica… Oserei dire patetica.”
“Smettila! Devi scordarti che io esisto.”
“Non posso, io vivo dentro di te.”
 
Maka alzò lo sguardo in alto, osservando la luna e le nuvole che la circondavano, rendendosi conto di non trovarsi più dentro casa sua, ma al suo esterno.
Il suo cuore perse un battito, non capacitandosi di come il Demone Rosso potesse farle perdere, così tanto, la cognizione della realtà.
Non posso vivere così, devo per forza trovare una soluzione.
Si strinse ancora più forte nel suo pigiama, e senza tornare indietro si diresse verso la Shibusen.
 
“Ma non lo capisci che è tutto inutile, smettila di combattere e cedi alla follia.”
“No, sono stufa di tutto questo! Voglio una vita vera con Soul, voglio una famiglia e non potrò averla se tu sei qua con me.”
 
Salì l’ultimo gradino dell’enorme scalinata, ricordando il suo matrimonio che si era solto là soltanto un paio di ore fa.
Sorrise e cercò di individuare la sua casa, sperando che Soul non si accorgesse della sua assenza, nonostante tutto lui era riuscito ad addormentarsi subito.
-Basta Maka, è arrivato il momento di risolvere personalmente questa situazione.-
Strinse i pugni e si avviò a un’entrata secondaria della scuola, per non svegliare i professori né tanto meno Kid, non voleva essere scoperta.
Camminando piano si fece largo tra i vari corridoi della Shibusen, evitando totalmente l’area riservata ai docenti, e in poco tempo si ritrovò davanti alla porta della biblioteca.
 
“Speri di trovare la soluzione in un libro? La follia è troppo antica, non troverai niente.”
“Devo tentare.”
 
Toccò con la mano un libro, risvegliandosi dall’oblio, scosse la testa con disappunto, se al matrimonio era successo solo due volte adesso la presenza del Demone Rosso si era nettamente intensificata.
Non è neanche come la prima volta, è come se dal risveglio di Aracne la follia dentro di me avesse preso più potere, se prima era quasi consapevole di cadere nell’oblio adesso non mi è neanche più concesso saperlo.
Guardò il libro che aveva sfiorato ma passò avanti rendendosi conto che non le sarebbe stato utile per la ricerca, passò quasi un’ora a cerca un indizio che la potesse aiutare.
Ma non trovò niente.
Maka si sedette sconsolata su una poltrona dell’immensa biblioteca, chiedendosi che ora fosse e se Soul si fosse già svegliato.
-Cazzo Maka sei la ragazza più brillante della scuola e non riesci a trovare una merda di libro!-
Prese dal tavolo vicino a lei, una piccola statuina e la scagliò contro uno scaffale, fregandosene dei danni che avrebbe potuto causare alla scuola.
-Cosa…-
Si alzò e notò che un libro era caduto a terra l’attimo dopo il suo sfogo, lo raccolse senza guardarlo ma qualcosa catturò la sua attenzione.
Dei simboli o forse dei geroglifici le impedirono di posare il libro, di nuovo nello scaffale.
Lo strinse tra le sue mani e tornò a sedersi nella poltrona, iniziando a leggere, non curandosi che il sole stava per alzarsi alto nel cielo di Death City.
 
 
***
 
Riesco a percepirlo.
Solo ora mi rendo con cosa voglia dire la parola follia.
La follia è il vuoto, che si viene a creare dentro la propria anima. È quel vuoto che risucchia ogni piccolo briciolo di bontà e di speranza, compreso il coraggio.
Riesco a percepire il vuoto della follia e lo temo, ho paura di esso.
Poiché un solo passo falso e mi ritroverei persa, e lontana da lui.
 
Sono Maka ed ho paura.
Una paura fottuta dovuta al piccolo Demone Rosso che ho mangiato, non troppo tempo fa, e solo ora mi pento di questo mio gesto.
È così che lui ha acquistato maggiore potere su di me, è cosi che mi controlla e mi fa cadere nell’oblio, prima che lo facessi lui era solo un entità dentro di me, ma adesso LUI È ME.
Ed è questa la cosa che mi spaventa di più, può controllarmi, farmi fare cose che io non desiderio; ha il totale controllo su ogni mio gesto e sulla mia mente.
Non posso fare neanche più affidamento sul mio cervello, l’unico che non mi ha mai tradito durante la mia vita, poiché un qualsiasi pensiero potrebbe essere suo e non mio.
 
Sono Maka Albarn ed ho paura di fare del male alle persone che amo, compreso mio marito Soul.
Una volta avevo tentato il suicidio, credendolo come unica soluzione possibile alla mia situazione, ma non ha funzionato.
Il mio Sangue Nero mi ha protetto.
Adesso non potrei neanche fare un gesto che LUI me lo impedirebbe, rendendomi inerme come un animale.
Non posso combatterlo dall’interno, riuscirebbe lo stesso a vincere.
Pensavo che mangiando il Demone e accettandolo sarebbe stato lui sottomesso a me, sarei stata io a governarlo, io a comandarlo e io a decidere la sua sorte, ma è stato un gesto del tutto inutile.
Alla fine è stato LUI a prendere il comando su di me.
Alla fine ha vinto LUI.
Ma forse oggi, in quel libro pieno di geroglifici ho trovato una soluzione.
Forse posso fare in modo che il Demone sparisca per sempre.
Forse posso tornare ad essere me stessa.
 
Sono Maka Evans e forse ho trovato il coraggio di agire, anche se ne servirà molto per compiere la mia prossima missione, avrò bisogno di tutta la mia forza per vincere.
Ora l’unica cosa che posso fare è convincere Shinigami a lasciarmi partire e poi… Toccherà anche a Soul… Dovrà lasciarmi andare.
 


Ed eccoci qua... Ho preso la mia decisione e penso che sia abbastanza palese che io abbia deciso di fare un sequel :D
La scelta è stata molto sofferta, non ve lo nego, da un lato avrei voluto chiudere questa storia e andare avanti ma mi sono
resa conto che Maka, come molte di voi mi hanno fatto notare, non stava bene, non era felice e allora mi sono decisa.
Il sequel servirà a lei quanto a me.
Quindi non tratterà di nipoti o altre persone, sia perchè non saprei su cosa basarmi e anche perchè non è il mio genere, 
e poi spero di riuscire a non farlo troppo lungo, non perchè voglia raccontare gli eventi in modo spicciolo ma perchè
spero di dare alla storia una nota diversa dalla precedente.
Credetemi è stato davvero difficile mettere la parola fine a questa storia ma penso che il capitolo numero 33 sia il modo giusto per concluderla!!
Quindi per questo epilogo voglio R I N G R A Z I A R E con tutto il CUORE le persone che hanno letto la storia,
l'hanno recensita, rendendomi felice e facendomi capire il loro apprezzamento, ma anche coloro che l'hanno inserita nelle preferite (19 :D)
nelle ricordate ( 8 :D) e nelle seguite (29 :D).

Grazie, Grazie, Grazie, Grazie, Grazie, Grazie, Grazie, Grazie, Grazie, Grazie, Grazie, Grazie, Grazie, Grazie, Grazie, Grazie, Grazie, Grazie.
Spero di risentirvi tutti nel sequel che non arriverà subito ma solo fra una settimana o qualcosa in più, per il momento
BACI E ABBRACCI.
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