Behind the story - Bulma e Vegeta

di laulaury
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Cap. I: L'incidente ***
Capitolo 2: *** Capitolo II: Il risveglio di Bulma ***
Capitolo 3: *** Capitolo III: La notte ***
Capitolo 4: *** Capitolo IV: La dura realtà ***
Capitolo 5: *** Capitolo V: La famiglia ***



Capitolo 1
*** Cap. I: L'incidente ***


Erano trascorsi ormai mesi dal funesto annuncio del ragazzo del futuro: tre anni e due terribili Cyborg sarebbero apparsi per creare attorno a loro solo distruzione e morte.
Nessuno aveva perso tempo. Tutti i nostri eroi erano tornati alle loro case per allenarsi duramente. Chi, però, una casa l’aveva ancora.
Vegeta non aveva una “casa” in cui tornare. Possedeva, però, la fortuna di essersi imbattuto nella famosa ospitalità della famiglia Brief e di essere abbastanza carino da suscitare le simpatie della padrona di casa. Una navicella trasformata in camera gravitazionale era a fruizione del Principe dei Sayan per l’intenso allenamento che voleva intraprendere. Certo si sarebbe allenato molto meglio se l’impertinente ragazzina della famiglia Brief non avesse continuato ad interromperlo per banalità di ogni sorta. Come poteva lei capire la necessità di eliminare gli imminenti nemici; per amore della Terra e dei suoi abitanti? No. Le ragioni che avevano portato Vegeta ad allenarsi erano sostanzialmente il desiderio di raggiungere una forza nettamente superiore a quella di Kaarot e la consapevolezza che quest’ultimo non si sarebbe mai concentrato in un a faccia a faccia contro il suo Principe, se prima la Terra non fosse stata fuori pericolo.
 
Il sole era alto in cielo e Bulma si concedeva un po’ di riposo in veranda finché un enorme frastuono l’aveva fatta sobbalzare. Aveva sceso di corsa le scale, senza pensarci troppo. Arrivata al giardino sul retro, aveva trovato quel che sospettava e che l’aveva fatta scattare dalla sedia. La navicella gavitazionale aveva ceduto seppellendo sotto le macerie Vegeta. D’istinto la ragazza si era gettata sulle rovine e aveva cominciato a scavare nervosamente urlando a gran voce: “Vegeta! Dove sei? Rispondi!”.
Comportamento fin troppo appassionato per un semplice ospite, sempre che Bulma lo considerasse tale. È vero, Vegeta era così cocciuto, orgoglioso, taciturno e poco gentile, ma lei era riuscita a vedere attraverso quella pelle dura e ruvida un cuore caldo e pulsante.
Finalmente aveva scorto una mano. La ragazza spostava i resti così velocemente, come se neanche si fosse accorta del loro peso e dei tagli che le avevano provocato alle mani. Avevano la pelle dura quei Sayan, per fortuna. Vegeta respirava, anche se non rispondeva ai richiami di Bulma. Il Dottor Brief, facendosi aiutare da un automa di sua creazione, sollevava il corpo del Sayan ferito per accompagnarlo in casa, mentre la moglie aveva trascinato Bulma in infermeria per medicarle i graffi sulle mani. Il Sayan era stato curato e adagiato in una stanzetta per gli ospiti munita di una scrivania e di una sedia oltre al letto. Sarebbe stato proprio su quella sedia e su quella scrivania che Bulma avrebbe poggiato, giorno e notte, vegliando sul ragazzo. Medicine e bende non potevano fare più niente, solo il riposo avrebbe risolto la situazione.
Qualche giorno era passato e Vegeta ancora non si era svegliato. Nemmeno per mangiare; il che non faceva che aumentare l’ansia di Bulma la quale, a sua volta, preoccupava i suoi genitori giacché toccava a mala pena cibo e mai al di fuori di quella stanza. Lei stava sempre con lui: gli rimboccava le coperte quando faceva freddo, gli parlava in continuazione, convinta che l’udire una voce famigliare avrebbe accelerato la guarigione.

Una sera, pressappoco dopo l’ora di cena, la signora Brief era entrata nella stanza degli ospiti portando con sé un vassoio con del cibo sperando che Bulma ne assaggiasse almeno qualche boccone. La ragazza era china sulla scrivania, crollata dal sonno. Sua madre aveva appena fatto in tempo a poggiare il vassoio sulla scrivania quando, voltandosi, aveva visto Vegeta con gli occhi aperti. Piena di contentezza si era piegata sulle ginocchia di fianco al letto sussurrando: “Vegeta, finalmente sei sveglio! Come stai caro?”.
“Che è successo? Che ci faccio a letto?!” aveva prontamente risposto Vegeta, il quale aveva anche provato ad alzarsi facendo leva sulle braccia che, ancora indolenzite, avevano ceduto facendolo ricadere sul letto e povocandogli una smofia di dolore.
“Ti prego ragazzo non urlare che la mia adorata bambina ha appena preso sonno dopo giorni che..” il Sayan aveva interrotto subito la signora Brief chiedendo con voce secca: “Che ci fa lei qui?”.
“Caro ragazzo, ti stavo spiegando che la dolce Bulma non ti ha perso di vista un attimo da quando ti è crollata addosso la camera gravitazionale. È sempre stata di fianco a te sperando che ti svegliassi presto.” Aveva spiegato gentilmente la padrona di casa.
Vegeta non sembrava molto interessato al rispetto del sacrificio di Bulma: “Beh io non ho tempo per preoccuparmi di quel che decide di fare una ragazzina della sua vita, devo andare ad allenar... Ahi, le braccia!” ed era di nuovo ricaduto sul letto.
Alzondosi sulle gambe e avvicinandosi alla porta, la signora Brief aveva concluso “Tesoro, mio marito sta ancora aggiustano la camera. Non preoccuparti, domani sarà pronta, intanto perchè non ti prendi questa notte per riposare ancoa un po’? Ti lascio qui Bulma nel caso in cui avessi bisogno. Buona notte”, chiudendo,poi, la porta.
Il ragazzo era pieno d’ira: come poteva il principe dei Sayan dormire? Riposare? Quegli sciocchi non sapevano con chi stavano parlando. Tutto sommato, distruggere la stanza dalla rabbia non gli era sembrata una buona soluzione: avrebbe senz’altro compromesso la sua permanenza in quella casa in cui poteva allenarsi; avrebbe aggravato l’ormai lieve dolore che avvertiva alle braccia e poi... niente, poi nient’altro l’aveva trattenuto. Forse.
Mentre questi pensieri gli passavano per la testa, i suoi impenetrabili occhi neri erano caduti su quella povera ragazza che dormiva tutta torta su di una sedia. Senza averne vera coscienza il Sayan si era trovato in piedi, là vicino a lei. Vegeta si chinava lentamente verso Bulma e la cingeva tra le sue braccia voluminose. In quel momento il principe dei Sayan si sentiva così potente, ma allo stesso istante attento come se tenesse in mano un uccellino caduto dal nido: reggendolo sul palmo lo si potrebbe salvare dai pericoli circostanti, ma basterebbe stringere un po’ di più le dita e lo si ucciderebbe.
Il ragazzo non si chiedeva come mai quegli stessi arti che prima dolevano al minimo sforzo, ora non davano alcun problema: forse perché non avrebbe saputo rispondere. Muovendosi adagio per non svegliarla, Vegeta posava Bulma sul letto. La ragazza non si era accorta degli spostamenti e continuava a dormire. Nonostante ora avesse tutto un letto a disposizione, lei se ne stava rannicchiata sul fianco sinistro in posizione fetale. A questo punto non c’era per questa ragione anche Vegeta non si concedesse un po’ di riposo. Sbuffando si era sdraiato anche lui sul letto girando, però, le spalle a Bulma e tenendo le braccia conserte.

C’era un silenzio di tomba quella sera. Solo un suono scandiva il passare del tempo, non proprio un rumore, qualcosa di più flebile: era il respiro di Bulma. Così delicato, così sottile, quasi musicale. Quel lieve respiro aveva spinto Vegeta a riaprire gli occhi e a cambiare fianco d’appoggio per poterla osservare. D’altronde la razza dei Sayan non aveva avuto molte occasioni di incontrare il genere femminile, soprattutto così simile per conformazione corporea alla razza Sayan, fatta eccezione per la coda. Vegeta le osservava ogni centimetro del viso, del collo, del seno, il quale si muoveva a ritmo del respiro. Una particolare curiosità, mai provata prima, si era insinuata nello spirito del Sayan: avrebbe voluto continuare a guardare la ragazza ancora e ancora, senza smettere. Avrebbe voluto accarezzarla, avvicinarsi per sentire il suo profumo ma temeva di svegliarla e di insorgere nelle sue ire. Un istinto incontrollabile, però, lo aveva spinto ad allungare la mano verso un ciuffo che copriva parte del volto della ragazza al suo fianco. Vegeta aveva spostato appena quei capelli, sfiorandole la guancia. Quel delicato movimento aveva svegliato Bulma.

[Angolo dell'autore: Chiedo venia per la probabile non eccezionalità del testo, ma è la prima volta che scrivo una cosa del genere. Il proseguo è pronto, mancano solo degli accorgimenti e vi posso assicurare che questo è solo l'inizio!! Sperando che vi piaccia e che abbiate voglia di recensire vi saluto .. al prossimo capitolo!]
P.S.: Se nel testo o nell' "Angolo dell'autore" mancano delle R abbiate pietà, ho il tasto del portatile un po' ballerino e non sempre me ne accorgo!

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Capitolo 2
*** Capitolo II: Il risveglio di Bulma ***


Capitolo II

Pian piano la giovane apriva gli occhi così che Vegeta poteva specchiarsi nel blu profondo di quegli occhioni grandi che gli si erano schiusi di fronte. Ripresosi da quel piccolo momento d’incanto, Vegeta aveva fatto un piccolo balzo indietro temendo un’esplosione furibonda
Effettivamente la ragazza aveva alzato la voce, ma non per rimproverare il Sayan: ”Vegeta! Sei sveglio, che bello! Come ti senti? Ma... che ci faccio a letto?”.
“Ti ci ho messa io. Era inutile che stessi sulla sedia a dormire quando io non avevo più sonno e stavo per andare ad allenarmi.” aveva risposto Vegeta.
“Ah si? E se non avevi più voglia di stare a letto cosa ci facevi sotto le coperte girato verso di me?” aveva prontamente replicato Bulma agitando il dito verso il principe dei Sayan e rivolgendogli un sorrisetto malizioso come se sapesse che il ragazzo aveva provato piacere nell’osservarla a lungo. 
Vegeta un po’ era arrossito, ma non aveva intenzione di spendere parole gentili per la terrestre: ” Senti mocciosetta, non crederai che mi piaccia avere vicino le terrestri? Non mi chiamo certo Kaarot! Ora che sei sveglia puoi anche andartene... ” e così dicendo aveva mosso la mano in direzione della porta e distolto lo sguardo dal viso della ragazza: quegli occhi cerulei lo colpivano troppo; non sarebbe riuscito ad essere così tanto distaccato con il loro peso addosso.

Essere una testa calda era un tratto che accumunava entrambi i ragazzi difatti, udite le parole del Sayan, Bulma non ci aveva messo più di due secondi per scaraventare via le coperte ed alzasi in direzione dell’uscita. Con i suoi movimenti la giovane Bief aveva sollevato l’aria che portava il suo pofumo.Finalmente Vegeta lo sentiva. Era come se il tempo si fosse fermato per un istante: gli ricordava qualcosa, qualcosa di buono. Gli sovveniva di un pianeta che aveva demolito quando ancora il suo scopo era distruggere e vendere al miglior offerente. C’era stato un mondo completamente ricoperto di fiori strani, delicatissimi, quasi impalpabili ma dal profumo inebriante. Gli era piaciuta quella fragranza. Nei bei giorni andati, però, non sarebbe bastato un buon odore per sfuggire alla sete di sangue di Vegeta.
 
Ritornato alla realtà, il principe dei Sayan aveva alzato la voce: “Donna!” ma Bulma non si era voltata. “Donna!” aveva riprovato il ragazzo. La mano della giovane teneva salda la maniglia della porta, ma aveva udito qualcosa che l’aveva fermata: “Bulma...”. Anche se con voce più bassa, impercettibile se non ci fosse stato tutto quel silenzio, l’aveva sentito: il Sayan l’aveva chiamata per nome.
Dopo un po’ d’indecisione la ragazza aveva poggiato di nuovo le dita sulla maniglia e la stava spingendo con molta più decisione di prima verso il basso. 
“Vorrei che restassi in questa stanza. Sappi che non te lo chiederò una seconda volta, perciò se vuoi andare, fa pure!”. Il tono si era fatto più duro, comunque erano le parole più gentili che Vegeta le avesse mai detto da quando erano tornati da Nameck


[Angolo dell'autore: Vorrei innanzitutto ringraziare chi ha commentato in modo da darmi un feedback positivo che mi motiva a continuare,perciò grazie mille!! Spero che questo capitolo esorti altri lettori a recensire o che ne invogli dei nuovi ad appassionarsi alla storia. Cosa farà Bulma? Cederà alla richiesta del principe dei Sayan o, troppo orgogliosa per dargliela vinta, se ne andrà pffesa sbattendo la porta? Tutto può succedere. A presto ;)]
P.s.: C'è sempre qualcosa che dimentico di aggiungere! Il proseguimento della storia potrebbe tardare nella pubblicazione poiché pensavo di concedermi qualche giorno di mare. Perdonate l'attesa, ma prometto che il mio cervellino rimarrà attivo anche in vacanza e, nel caso d'ispirazione raggiunta, butterò giù qualche riga cartacea.

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Capitolo 3
*** Capitolo III: La notte ***


Capitolo III

Bulma si era allontanata dalla porta. Silenziosa e lenta, si era seduta sulla sedia che aveva occupato per giorni con le gambe e braccia incrociate e lo sguardo un po’ offeso. Vegeta con un sorrisetto beffardo faceva spazio sul letto: “Dai, non fare la sciocca, siediti sul letto.”. Bulma sembrava voler rifiutare l’offerta avendo rivolto il viso dalla parte opposta del letto e avendo pronunciato tra i denti uno “Tsk” altezzoso. Un occhio però si era aperto verso il Sayan e la ragazza si era velocemente persuasa a raggiungerlo. Insomma: forse Vegeta le piaceva, forse no, ma come rifiutare l’invito a raggiungere un uomo muscoloso nel letto? Mentre la ragazza si metteva a letto, il principe dei Sayan si era sdraiato con espressione trionfante.
Bulma nella sua giovane vita non si era mai lasciata fermare dalla timidezza, che di certo non la caratterizzava per nulla, così aveva subito colto l’occasione. Sdraiatasi anche lei, si era rivolta verso Vegeta e con la mano aveva cominciato ad accarezzargli i capelli neri corvini. Contrariamente a quanto avesse temuto, il ragazzo non si era ritratto ma si lasciava toccare.
“Vedi Vegeta, se fossi così tranquillo con tutti gli altri avresti sicuramente più amici!” rimproverava Bulma. Pareva che il principe della stirpe Sayan fosse intenzionato a risponderle a tono, invece, con piacevole sorpresa della giovane Brief, si era avvicinato al collo di lei e dopo essersi riempito le narici del dolce profumo che tanto lo aveva colpito aveva cominciato a baciarla sul collo. La ragazza era stata colta alla sprovvista e aveva impiegato qualche secondo per realizzare la tenerezza del momento.
Bulma aveva cominciato a baciarlo sulla nuca, mentre Vegeta faceva scorrere le sue mani sul corpo della ragazza. Le carezzava le cosce vellutate, i morbidi fianchi salendo, poi, verso l’addome finché la mano non era arrivata sotto la maglietta. Vegeta tastava il sodo seno della giovane, la quale rispose al Sayan con un profondo bacio.
Il ragazzo aveva brevemente interrotto il bacio per sfilare la maglietta a Bulma, la quale replicava l’azione sul compagno. Il Sayan aveva lasciato sdraiare la ragazza e gli si era posto sopra; lui seguitava a baciarla sulla pancia, sul seno, sul collo, in maniera così delicata ma al contempo così passionale. Lei lo cingeva ai fianchi con le cosce e gli accarezzava tenacemente la possente schiena. I corpi si muovevano ritmici sinuosamente, strofinandosi tra loro mente le bocche erano impegnate in un lungo bacio. Divisisi  per prender fiato, Bulma con occhi scintillanti  sorrideva splendidamente, incredula di quello splendido momento. Vegeta aveva sfoderato un mezzo sogghigno, le aveva dato un bacio sulla guancia e si era alzato dal letto. Posto proprio di fronte alla ragazza, il principe dei Sayan si era tolto i restanti vestiti, rimanendo completamente scoperto. La mente di lei era sgomenta e affascinata: Vegeta era bellissimo. Non aveva la classica bellezza che noteresti a passeggio per strada, ma era quel fascino che faceva crescere un calore dentro. Gli occhi della ragazza passavano in rassegna nervosamente ogni centimetro del corpo del Sayan senza trovare un posto prediletto su cui soffermarsi. Senza ulteriori indugi Bulma era scesa del letto e con il suo corpo spingeva Vegeta contro il muro mentre gli rubava un altro bacio appassionato. Il giovane ricambiava il bacio con forte partecipazione e faceva scorrere le mani poderose  sui glutei di lei, sotto i calzoncini. Vegeta aveva afferrato le natiche della ragazza e con prepotenza aveva messo Bulma con le spalle al muro; guardandola in viso, le sfilava dalle gambe i calzoncini e gli slip. Quando anche lei si era trovata completamente svestita, il ragazzo aveva ripreso a baciarla premendo il suo corpo massiccio contro i seni di lei. Nel mentre, Vegeta portava la mano destra sulla coscia della giovane e la sollevava verso i suoi fianchi e lo stesso faceva con l’altra gamba. Si trovavano, così, a ridosso del muro,  uniti: il ragazzo teneva le gambe di lei sollevate e dava colpi vigorosi.
Bulma e Vegeta avevano continuato a fare l’amore per tutta la notte finché, sfiniti, si erano gettati a letto addormentandosi abbracciati.
 
Un bagliore bianco e luminoso era entrato dalla finestra fino agli occhi di Bulma che dormiva. Quella luce le aveva, però, dato fastidio e l’aveva svegliata. Nei primi attimi in cui gli occhi le si aprivano, le era sovvenuta l’avventura della notte passata che l’aveva fatta sorridere di contentezza. Allungando le mani nel letto, però, aveva constatato di esser sola. Al che aveva catapultato il busto perpendicolare al materasso e si era guardata attorno freneticamente. Niente faceva supporre il passaggio di Vegeta in quella camera: che avesse sognato tutto?

[Angolo dello scrittore: Innanzittutto mio scuso per l'attesa ma sono tornata ieri sera dal mare. Come potete notare, però, mi sono messa subito all'opera! Vi chiedo ancora un po' di pazienza per il seguito poiché avrò degli impegni lavorativi che mi porteranno lontano dal mio portatile :( . Per finire spero questo capitolo vi sia piaciuto e vi abbia incuriosito a proseguire nella lettura. A presto!]

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Capitolo 4
*** Capitolo IV: La dura realtà ***


CAPITOLO IV

Impossibile: non poteva esser tutto frutto di un sogno.
Voltandosi nervosamente verso tutti gli angoli della stanza niente colpiva la sua attenzione. Eppure era lì sulla scrivania: una rosa viola. Era palese che fosse una rosa recisa dall’albero del giardino su cui affacciava la finestra della stanza, ma sarebbe stato comunque un gesto nobile da parte del Sayan. Bulma l’aveva finalmente individuata. Si era alzata e l’aveva presa tra le mani annusandola profondamente con espressione trasognata. Nonostante il momento di benessere, il dubbio aveva trovato la strada per insinuarsi nella mente della giovane: che sia veramente un dolce pensiero del principe dei Sayan? Più ci pensava e meno lo credeva possibile.
 
Non sapeva che ore fossero, ma c’era ancora odore di caffè per i corridoi della casa. La giovane Brief aveva deciso di scendere per la colazione tenendo, senza accorgersene, la rosa salda nella mano.
In cucina c’era la signora Brief che ripuliva le stoviglie utilizzate per la colazione.
“Tesoro, ti sei svegliata! Dormito bene? Spero che Vegeta ti abbia lasciato riposare.” L’aveva accolta la madre.
 “Sì sì mamma, tutto bene. Dov’è ora Vegeta?” chiedeva la ragazza mente sbirciava nelle stanze adiacenti in cerca del Sayan. Mentre la figlia faceva i suoi movimenti di ricerca, gli occhi della signora Brief non si erano fatti sfuggire quella rosa che la ragazza teneva in mano: “Oh Bulma che carina, hai colto quella rosa per Vegeta e lo stai cercando per dargliela? Però, se posso permettermi, non credo possa essere un regalo che apprezzerebbe..”.
Gli occhi di Bulma si erano illuminati e lei si era prontamente voltata verso la madre rispondendole distrattamente: “Sì sì, hai ragione.”. Nella testa della giovane Brief una voce aveva cominciato ad urlarle: “Te l’ha lasciata Vegeta! Non è stato un sogno! È uscito dalla finestra e l’ha colta per te!”.
 
Vegeta si trovava nella camera gravitazionale già dalle prime luci dell’alba. Si era subito buttato a capofitto negli esercizi nonostante alcuni pensieri ogni tanto lo disturbassero. Non dava significato particolare a ciò che era successo quella notte, ma al risveglio si era sentito contento. Che fosse per la compagnia di Bulma che, a vederla da vicino, non era poi così bruttina? Che fosse per quel particolare approccio intimo tra uomo e donna che mai aveva provato prima e lo aveva rinvigorito di energie?
Non era il caso di perdersi in sciocchezze. Un Sayan, per di più il Principe, non poteva lasciarsi corrompere da una misera ed insignificante terrestre. Le aveva pure colto una rosa: cosa gli stava succedendo!  La razza Sayan non provava attaccamento, né pietà, né affetto. Tutto ciò che un Sayan contemplava era l’amore per la distruzione e la supremazia assoluta su di ogni altra razza.
Quanto lo irritava che i trascorsi di quella notte continuassero a passargli nella mente come flash disorientanti. Mentre la rabbia sgorgava dai pugni sferrati sempre più forti, lo schermo per la comunicazione dall’esterno si era acceso. La Gravity Room era infatti munita di una specie di telefono con grande schermo con cui si poteva vedere e comunicare con l’interno della navicella. Era apparso il viso di Bulma: ” Vegeta già ad allenarti? Non è troppo presto?”. Il ragazzo non aveva degnato la giovane di risposta e aveva continuato a tirar calci e pugni come per distruggere il suono della voce di lei prima che potesse arrivare alle orecchie. “Vegeta ho visto la rosa, l’hai messa tu lì? Se è così, sappi che lo apprezzo, sei stato così caro …” aveva continuato Bulma, cercando di ottener risposta dal Sayan. Prima che la giovane potesse aggiungere una qualsiasi altra frase il principe dei Sayan si era girato verso lo schermo sbottando :”Stai dicendo solo un mare di idiozie. Lasciami in pace! Smettila di assillarmi! Tu non mi interessi e nemmeno tutto ciò che è capitato con te! L’unica cosa che importa è sconfiggere Kaaroth.”.


Una sera Bulma si era sentita poco bene e si era infilata subito sotto le coperte dimenticandosi di preparare il pasto per il Sayan. Non essendosi saziato di notte Vegeta si era visto costretto a ciondolare per la Capsule Corp. al mattino. Aveva trovato la padrona di casa che preparava il caffè per il marito la quale, ben lieta, si era messa a spadellare anche per il giovane Sayan. Mentre il giovane masticava, si udivano dei passi delicati e soffici di piedi nudi. Era stato il profumo, ormai a lui ben noto, a fargli capire immediatamente a chi appartenessero quei passi. Scese le scale, Bulma aveva sussultato per un attimo alla presenza inaspettata del Sayan. La ragazza era ancora troppo ferita e troppo orgogliosa per rivolgergli anche solo un saluto accennato. Si era diretta verso la madre in cerca di un caffè. La giovane Brief ancora non si sentiva bene. Quella mattina aveva anche dato di stomaco. Mentre le due donne parlavano in cucina di fianco a Vegeta che continuava a mangiare indisturbato, Bulma si era fatta bianchissima in volto. Senza altre avvisaglie, la ragazza era crollata al pavimento priva di sensi. La signora Brief si era lanciata sulla figlia chiamando il marito a gran voce e tenendo, intanto, sollevato il capo della figlia. Vegeta aveva assistito alla scena senza, però, muovere un muscolo in favore della giovane dai capelli turchini nonostante, al momento dello svenimento, i suoi occhi neri profondi e spietati si erano subito indirizzati verso la ragazza e non si erano distolti finché la giovane non aveva riaperto gli occhi un poco.
"Bulma cara, sarà meglio chiamare il medico, non vorrei che ti fossi ammalata seriamente." sussurrava la signora Brief alla figlia che pian piano riprendeva colorito. Vegeta, finito di mangiare, si era alzato ed era tornato ad allenarsi noncurante ed indifferente rispetto alle condizioni della ragazza.

Inaspettatamente quello stesso giorno Vegeta aveva messo piede fuori dalla stanza gravitazionale anche alla sera. La cena era ormai finita ed era rimasta solo Bulma in cucina a lavare i piatti. Il principe dei Sayan si era avvicinato furtivo e, poggiatosi alla parete di fianco al lavabo, aveva pronunciato a denti stretti :"Ehi donna, come  ti senti stasera?". L'interesse mostrato nei confronti della salute della ragazza dipendeva, forse, più dalla preoccupazione di rimanere altri giorni senza cibo che da un sincero slancio di bontà. "Tsk. A te cosa importa brutto scimmione!" aveva scontrosamente risposto Bulma la quale, vedendo Vegeta alzare i tacchi e voltarsi, aveva aggiunto con tono più serio: "Vegeta dovrei parlarti. Oggi il dottore mi ha visitata e mi ha detto che... Mi ha detto che… Vegeta, aspetto un bambino.".
Il silenzio dopo questa difficile confessione era durato brevemente :" Non credere che con questa notizia possa cominciare ad interessarmi dei tuoi affari. Non mi importa se quello é mio figlio, io ho cose più importanti da fare!" aveva detto seccamente il principe dei Sayan. Bulma si sentiva davvero stancata di parlare ad un muro piuttosto che ad un uomo e piena di collera si era messa a sbraitare :" E chi ti ha chiesto aiuto!?! Come fai, poi, a sapere che é tuo questo bambino! Sei sparito per mesi, pensi davvero che io sia rimasta ad aspettare te per tutto questo tempo?". La giovane non sapeva se con queste parole voleva solo innervosire e ingelosire Vegeta o se cercasse di convincere se stessa che non valeva la pena dannarsi per quell'uomo. "Senti mocciosa quel bambino é mio, lo so e basta!" sbottava il Sayan mentre, veloce, si era diretto verso la porta che aveva poi chiuso rumorosamente. Bulma ancora non sapeva che il misterioso ragazzo dai capelli viola venuto dal futuro altri non era che Trunks, figlio suo e del principe dei Sayan. La rabbia che si era levata nell'aria in seguito allo scontro tra i due giovani era servita a Vegeta per riprendere la carica necessaria per gli allenamenti duri che aveva in programma. 


[Angolo dello scrittore: Ciao a tutti i followers della storia e anche a chi non lo è. Finalmente è arrivato il nuovo capitolo, olé! Spero tanto che vi sia piaciucchiato almeno un po' anche questo piccolo capitoletto.
Vorrei ringraziare di cuore chi commenta, chi ha messo questa storia tra le preferite/ seguite/ da ricordare, chi la segue e chi ci incappa la prima volta e decide di leggerla perché mi rendete molto contenta!! Se voleste anche commentare sappiate che sono aperta a qualsiasi osservazione. A presto ;) ]
 
P.s.: Nell'angolo dell'autore parlo di "capitoletto" poiché è stato allungato con una successiva modifica dato che mi sembrava un po' cortino. Spero di non aver fatto danni aggiungendo qualcosina ahah ;)


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Capitolo 5
*** Capitolo V: La famiglia ***


Capitolo V

I mesi passavano velocemente alla città dell' Ovest mentre gli abitanti erano ancora ignari del pericolo incombente. Ben presto i mesi erano diventati anni e il giorno preannunciato del risveglio dei terribili cyborg era alle porte. Era giunto il momento per Vegeta di interrompere gli allenamenti e mostrare a tutti l'indicibile forza conquistata dal principe della razza Sayan. Ora si sentiva forte e sicuro più che mai. Pieno di sé era uscito dalla Gravity Room poco prima dell'ora preannunciata del risveglio delle minacce robotiche. Attraversando i corridoi della Capsule Corporation, la padrona di casa l'aveva intercettato e prontamente fermato, allusiva:" Vegeta, tesoro! Quanto tempo che non ti fai vedere. Non vuoi vedere il mio nipotino quant'è bello?". Proprio in quell'istante una risatina proveniva dalla stanza adiacente. Vegeta si era sporto incuriosito e aveva visto Bulma seduta sul divano con un piccolo esserino poggiato sulle ginocchia. Era un piccolo bambino cicciottello con uno sbarazzino ciuffo violetto. La scena aveva bloccato il Sayan sull'uscio. Non riusciva a muovere nessun muscolo, nemmeno le palpebre. Bulma aveva sentito il peso dello sguardo incredulo del Principe sulle sue spalle. Si era girata serena e gli aveva sorriso dicendo:"Guarda Trunks, é arrivato il tuo papà!".
Il bambino rideva rumorosamente trottando sulle ginocchia della madre.
Scrollando la testa, come per riprendere controllo delle sue facoltà, il principe dei Sayan aveva fatto spallucce dicendo:" Non ho tempo per le presentazioni." e più veloce della luce era volato fuori da quella casa verso l'appuntamento tanto atteso.

L'avventura contro i cyborg era stata più difficile e ardua del previsto. Gli automi C17 e C18 preannunciati da Trunks erano diventati il minore dei problemi nel momento in cui aveva fatto la sua comparsa Cell. Il principe dei Sayan aveva sfoderato nuovamente l'arroganza, l'egoismo e l'orgoglio che prima della permanenza sulla Terra lo caratterizzavano pienamente. Pur di soddisfare il suo ego di combattente aveva messo in pericolo non solo se stesso, ma la Terra e l'Universo intero. Niente sembrava poter allontanare il Principe dall'idea di diventare il guerriero più forte.
Una cosa in particolare, però, gli aveva fatto perdere il lume della ragione. Una volta completata la fusione con i cyborg, Cell era diventano imbattibile, persino per Trunks e Vegeta. Il mostro aveva, così, deciso di indire i Cell Games per poter sfidare i guerrieri più forti al mondo. Proprio durante questo torneo, Cell sembrava ormai sconfitto dal giovane Gohan. Sorprendentemente il mostro, però, era sopravvissuto. Prima di riapparire al cospetto dei nostri eroi, un fascio di luce era partito dalla nube di polvere creatasi e aveva colpito Trunks in pieno petto. Per Vegeta era stato un fulmine a ciel sereno. Sembrava non gli fosse mai importato di quel giovane dai capelli violetti. Non lo aveva mai trattato come un figlio; mai un gesto carino. Anzi, spesso lo aveva mal trattato, ferito e ignorato. Forse non si era comportato in quel modo perché non lo riconoscesse come figlio. In realtà Vegeta sosteneva che, in quanto figlio del principe dei Sayan, il ragazzo era sicuramente in grado di affrontare qualsiasi nemico, qualunque situazione ardua. I Sayan non educano i figli con amore, ma con ferma durezza che rasenta la spietatezza: così era stato cresciuto il principe dei Sayan. Ora che lo vedeva lì steso, ferito a morte, Vegeta sentiva il sangue ribollire nelle vene.                                 
Nonostante questa disavventura, alla fine Cell era stato distrutto. Tuttavia non dalla mano vendicatrice di Vegeta. E, ancora una volta, il suo orgoglio era stato messo alla prova. Ora, però, il principe portava con sé una lezione di vita.

Quando la calma sulla Terra era stata ripristinata, Vegeta era tornato alla Capsule Corp. che ormai considerava come "casa". Bulma aveva seguito tutte le vicissitudini dei suoi amici. Anche lei era ormai a conoscenza  del fatto che il bel giovanotto venuto dal futuro era il suo piccolo Trunks. Era fiera di vedere come suo figlio sarebbe diventato un giovanotto carino, gentile e intelligente. L'aveva rattristata sapere, però, che in quel futuro il povero Trunks era stato costretto a crescere senza il padre poiché ucciso dai cyborg. Ora che le cose erano andate diversamente Bulma non avrebbe mai accettato che a suo figlio fosse riservata la stessa sorte. Decisa a parlare a muso duro con Vegeta, la ragazza di era seduta in salotto con il piccolo Trunks tra le braccia ad aspettare il Sayan. Ci era voluto un po' di tempo prima che il bel moro rincasasse, tanto che la luna aveva sostituito il sole nel cielo e Bulma si era addormentata sul divano con il suo piccolo ancora stretto in grembo. Uno sbattere di porta aveva fatto sobbalzare la giovane sopita. Vegeta era arrivato. Stropicciandosi gli occhi la ragazza chiedeva ad alta voce:" Vegeta sei tu?". Senza dare risposte il Sayan aveva seguito la voce ed era arrivato nel salotto.
"Senti Vegeta dobbiamo parlare. Con i cyborg hai corso un grande pericolo e sappi che..." aveva cominciato la ragazza dai capelli turchini. Il principe dei Sayan sembrava, però, non ascoltarla affatto. Si era diretto verso il piccolo Trunks e, con muto stupore di Bulma, lo aveva preso tra le braccia. Con sguardo serio come non mai, Vegeta domandava:" Senti donna, c'é un modo qui sul vostro sciocco pianeta in cui si ufficializza che tu e il marmocchio appartenete a me?". Bulma non poteva credere alle sue orecchie. Che fosse un modo molto particolare di chiederle di sposarlo e formare, finalmente, una vera famiglia? La giovane Brief, entusiasta, aveva risposto con un sorrisetto beffardo stampato sulle labbra:" Certo che c'é un modo... Mio futuro maritino!". Bulma abbracciava il suo Sayan mentre quest'ultimo, osservando con ghigno quasi malefico il figlio asseriva:" Tu, caro mio, sarai l'erede della stirpe  Sayan. Il nuovo principe. Diventerai il campione più forte in assoluto. Ti allenerò personalmente!".

[Angolo dell'autore: Innanzitutto chiedo perdono per la lunga attesa ma non avevo modo di avvcinarmi a una qualsivoglia attrezzatura tecnologica. La storia è arrivata al termine! Spero vivamente che chi ha seguito questa narrazione l'abbia trovata nella globalità abbastanza carina. Sto già preparando una NUOVA storia quindi se questa vi è almeno piacciucchiata vi invito a leggere il prossimo racconto! Grazie a tutto quelli che hanno commentato, che l'hanno seguita e inserita tra le liste dei preferiti o/e seguiti! Grazie davvero perchè era la prima volta che provavo a scrivere una cosa del genere e mi sono sentita veramente sostenuta! A presto ;) ]


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