D'amore e di musica

di AndersonL
(/viewuser.php?uid=192774)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo - Round and Round ***
Capitolo 2: *** Capitolo 1 - It takes a fool to remain sane ***
Capitolo 3: *** Capitolo 2 - Messengers ***
Capitolo 4: *** Capitolo 3 - My Everything ***
Capitolo 5: *** Capitolo 4 - She Loved Like Diamond ***
Capitolo 6: *** Capitolo 5 - Foreign Affair ***
Capitolo 7: *** Capitolo 6 - Only Time/Agnitio ***
Capitolo 8: *** Capitolo 7 - I Remember ***
Capitolo 9: *** Capitolo 8 - Swallowed ***
Capitolo 10: *** Capitolo 9 - Everytime we touch ***
Capitolo 11: *** Capitolo 10 - Feel you ***
Capitolo 12: *** Capitolo 11 - Love Letter ***
Capitolo 13: *** Capitolo 12 - The Varangian Way ***
Capitolo 14: *** Capitolo 13 - The march of the Varangian Guard ***
Capitolo 15: *** Capitolo 14 - Miklagard Ouverture ***
Capitolo 16: *** Capitolo 15 - Take it Off! ***
Capitolo 17: *** Capitolo 16 - End of an Empire ***
Capitolo 18: *** Capitolo 17 - Uninvited ***
Capitolo 19: *** Capitolo 18 - Firework ***
Capitolo 20: *** Capitolo 19 - Glassheart ***
Capitolo 21: *** Capitolo 20 - I Drove all Night ***
Capitolo 22: *** Capitolo 22 - High ***
Capitolo 23: *** Capitolo 23 - I Don't Wanna Miss a Thing ***



Capitolo 1
*** Prologo - Round and Round ***


Era una giornata come tante alla fabbrica.
Charlie, di ritorno da scuola, portava con se' Aurora -la sua migliore amica- per farle fare un giro all'interno dell'edificio.
Aurora era una ragazzina di 12 anni, molto carina e simpatica, con i capelli neri a caschetto e un fisico magrolino.
Aveva anche un carattere molto timido e riservato, proprio come sua sorella maggiore.

-Spero di non disturbare.
-Ah, stai tranquilla, Aurora. Non disturbi mai.
-Sicuro?? Dicono che il padrone di casa, qui, non ami molto gli sconosciuti.
-Dicono male. Ho parlato molto di te a Willy, e anche di tua sorella.
-Davvero?? E cosa ha detto?
-È molto impaziente di conoscerti!
-Ti confesso, Charlie, che ho un po' paura. Dicono tutti che sia pazzo come un cavallo!!
-È solo un po' eccentrico, ma alla fine non è male, fidati!
-E cosa ha detto di mia sorella?
-Diana Hudson è la sua cantante preferita, guai se si perdesse un suo singolo!! Dice sempre che è la donna più bella che lui abbia mai visto in vita sua. Sostiene anche che lei somigli terribilmente a una sua vecchia compagna del corso di pasticceria.
-Non sapevo che Wonka avesse fatto un corso di pasticceria!
-L'ha fatto per ottenere la licenza, serve comunque un'attestato che ti abiliti alla professione. È stato alla Città del Gusto di Roma per fare il corso.
-Che coincidenza! Anche mia sorella ha fatto lì un corso, non mi ricordo se di cucina orientale o pasticceria.
-Bello!! Senti una cosa...
-Dimmi!
-Vorrei fare una sorpresa al mio amico. Visto che adora Diana Hudson, vorrei provare a fargliela conoscere. Purtroppo, anche avendo le buone intenzioni, non riuscirei a contattarla. Potresti darmi una mano, per favore??
-Certamente!! Non ci sarà alcun problema: vedi, anche mia sorella adora Willy Wonka. È sempre stato il suo mito!
-Magnifico, potresti contattarla subito?
-No problem!!

Diana Hudson, nel frattempo, stava riscaldando la voce nello studio insonorizzato del suo appartamento. Era una donna di 25 anni, un po' bassa di statura -era alta appena 1,62 m-, ma in compenso aveva un fisico da pin-up anni '50 (un corpo di quelli pieni di curve, per intenderci) e un bel viso che assomigliava a quello di una bambola di porcellana. Pur essendo italiana al 100% aveva una particolarità che, in un certo senso, la distingueva: la forma degli occhi. Erano piccoli, ma non troppo, leggermente a mandorla (ricordavano un po' quelli degli eschimesi) e di un colore strano, che cambiavano dal marrone scuro al giallo ambrato a seconda della luce.
Stava provando a cantare "La Regina della Notte" di Mozart, quando le squillò il telefono.

-Pronto?
-Ehi, tesoro, sono Aurora!!!
-Ehi, piccola furfante!!! Come stai?? Dove ti sei cacciata, che è da tantissimo che non ti vedo??
-Io sto benissimo!! Volevo chiederti se potessi venire a trovarmi.
-Ho sempre tempo per la mia brigantella preferita!!! Dove sei, che vengo subitissimo??
-Guarda, è un po' complicato da raggiungere, ma penso che la vecchia carretta possa portarti senza problemi fin laggiù!
-Ok, dammi l'indirizzo!!
-Ehm...Te lo manderò via sms, d'accordo??
-...Ok!!! Ci vediamo subito.
-D'accordo, sono sicura che non te ne pentirai.
-Non ne dubito!! A fra poco!!
-Ciao!

Aurora riagganciò il telefono e mandò l'indirizzo della fabbrica a Diana.
-Sarà una bella sorpresa per il tuo amico.
-Poco ma sicuro, mia cara!! Sarà così anche per tua sorella.
E si sdraiaono sul manto d'erba zuccherata, aspettando l'arrivo dell'ospite d'onore.

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Capitolo 1 - It takes a fool to remain sane ***


Diana preparò tutte le sue cose, le mise nel bauletto e si avviò con la sua vecchia carretta verso l'indirizzo fornito dalla sorellina.
La vecchia carretta in questione era una rispettabilissima Harley-Davidson 48, ultimo modello; una vera scheggia, anche se richiedeva una manutenzione frequente.
Come sempre, mentre viaggiava, Diane volgeva il suo pensiero a quel ragazzo un po' stravagante, che 5 anni prima conobbe alla Città del Gusto.
Lei era innamorata follemente di quel ragazzo, ma di lui le era rimasto ben poco: solo un diario con una sua foto -lei e lui che si abbracciavano sotto il Colosseo- e un mezzo cuore che le aveva regalato il giorno del diploma, con una H (che stava per "Heatcliff") incisa sopra. Diana custodiva questi oggetti con la massima attenzione, li riponeva in una scatola e li portava sempre con se', casomai si fosse presentata l'occasione di trovare quella persona a cui sarebbe appartenuta l'altra metà del suo cuore.

Dopo circa un'ora di viaggio, Diana arrivò al punto concordato ma, vedendo solo un'enorme edificio industriale, pensò subito di aver sbagliato strada; ma ecco che da lì sbucò un piccolo omino vestito di rosso e con una strana pettinatura.
"Ah, meno male, non sono l'unica bassina qui intorno!!" pensò Diana.
L'omino le si avvicinò e le disse:
-Diana Hudson??
-Sì.- rispose una Diana sempre più confusa.
-Parcheggi pure qui la sua moto ed entriamo. Facciamo presto, che sua sorella la sta aspettando.
Parcheggiò la sua vecchia carretta vicono alla porta d'ingresso ed entrò dentro.

Appena entrò, Diana notò subito due cose: l'inusuale sfarzo del corridoio d'ingresso -nemmeno alla Perugina si trattavano così bene- e il caldo terrificante.
Si tolse la sua giacca di pelle e la diede all'omino in rosso, che la appese ad un bastone.
Diana quel giorno faceva sfoggio del suo capo migliore: una tuta di denim della Benetton, con la parte sopra modellata a mo' di top a bustino senza spalline, e la parte dei pantaloni tagliata all'altezza dei polpacci. Ai piedi aveva un paio di ballerine nere.
Più percorreva quel corridoio, più Diana aveva la sensazione che si stesse abbassando il soffitto sopra di lei. Le sue supposizioni ebbero una brusca conferma quando arrivarono alla fine del corridoio: lei era tutta schiacciata e si trovava davanti a una porta piccolissima.
-Ah, magnifico. E ora come passiamo?- domandò una sconcertata Diana all'omino in rosso.
Senza fiatare, l'omino in rosso girò una chiave nella minuscola serratura di quella porticina e aprì come per magia tutto il muro.

Diana Hudson si ritrovò catapultata in una di quelle fantasie da bambini ingordi di cioccolato: ovunque era tutto dolce! Lecca-lecca giganteschi, una cascata e un fiume di cioccolato, erbetta commestibile che sapeva di menta e zucchero! Era un posto splendido.
-Ma dove diavolo mi trovo??
A un certo punto arrivò davati a una casupola un po' sgangherata che sapeva di marzapane.
-Ah benissimo, sono nel mondo di Hansel e Gretel.

Dalla casupola sbucò fuori la sua adorata sorellina Aurora.
-Eccola la mia sorellona!
-Piccola brigante!! Ma dove diavolo mi hai portata?? Questo posto è pazzesco!!
-E ancora non hai visto nulla, Cariatide!! Ma vieni che ti presento il mio amico Charlie. Charlie Bucket, lei è mia sorella Diana Hudson, sorellona, lui è Charlie Bucket.
-Piacere, Charlie!
-Il piacere è mio.
-Bene, -proseguì Aurora- ora sarà meglio spiegare perchè abbiamo scomodato la sorellona fin qui.
-No, aspetta, cosa?
-Se hai un po' di pazienza ora ti spiegherò tutto. Ti ricordi che tu mi parlavi sempre di Willy Wonka, e che lo veneravi come se fosse un dio?
-Sì, e continuo tutt'ora.
-Bene, la farò breve: ti ho portata nella sua fabbrica.
-Cosa?? E per quale arcano motivo??
-L'ho fatto sia per te che per lui. Tu, Diana Hudson, sei il mito del nostro padrone di casa, e lui, Willy Wonka, è il tuo mito. Pensavo ti avrebbe fatto piacere conoscerlo.
Diana si sentì il cuore in fiamme: finalmente avrebbe conosciuto il suo mito!! Non potè fare a meno di farsi un pianto liberatorio sulle spalle della sorella minore e di ringraziarla.
-Dio, grazie Aurora... Grazie davvero!!
-Dai, smetti di piangere. SII FORTE, SOLDATO!
-Signorsì!
-Charlie, tu corri dal nostro anfitrione; preparalo psicologicamente.
-D'accordo!!
-E a te, sorellona degenere, ci penserò io!!
-A fare che??
-A farti bella!! Dovrai essere raggiante per l'incontro con il tuo dio, no??
-Sono nelle tue mani!!

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Capitolo 2 - Messengers ***


Charlie corse immediatamente da Willy Wonka, non c'era nemmeno bisogno di chiedere a un umpa-lumpa se l'avesse visto da qualche parte: sapeva benissimo dove l'avrebbe trovato.
Salì sull'ascensore di cristallo e premette un pulsante dove vicino era scritto semplicemente "White Room".
Dopo poco, Charlie arrivò nella stanza in questione: era una semplice stanza vuota dipinta di bianco; aveva solo una sedia di legno al centro, una gigantografia della stessa foto che aveva Diana nel suo diario attaccata alla parete davanti e, vicino alla sedia, c'era una colonnina con una cupoletta di vetro sopra -a mo' di "numero uno" di Zio Paperone-, che conteneva un mezzo cuore con una C (che sta per "Catherine") incisa sopra. La stanza aveva anche dei potenti amplificatori Bose Companion, che trasmettevano incessantemente le canzoni di Diana Hudson.
Willy Wonka era seduto su quella sedia e, mentre osservava la foto e sentiva le canzoni, pensava:
"Chi sei tu?? E perché assomigli tanto alla Hudson?? Che fine hai fatto?? Dove sei adesso??"
Purtroppo i suoi pensieri non ottennero alcuna risposta.

Charlie, per ottenere la sua attenzione, gli diede tre pacche sulla spalla.
-Ehi, Willy...?
-Charlie! Che ci fai qui? Lo sai che non devi disturbarmi finchè non esco da questa stanza!!
-Lo so, scusami... Ma c'è Aurora che vorrebbe parlarti.
-Cosa sarebbe di così importante?? E perché tu stai facendo il vago?? Cosa state combinando tu e la tua amichetta??
-Ehm, niente!!(Porca vacca, è più difficile di quanto pensassi, devo passare subito al sodo!!) Io e Aurora ti stiamo preparando una...ehm...sorpresa!!! Sì, una bella sorpresa!
-Weeee, che bello!!! Adoro le sorprese!! -disse il più grande magnate dei dolciumi del mondo, mentre saltellava per la stanza come un bambino che ha appena visto Babbo Natale.- E dimmi, che cos'è??
-Se te lo dicessi, non sarebbe più una sorpresa!!
-Dov'è?? Dov'è??? Dov'è??
-Ehm... Aspetta che chiamo Aurora...

Nel frattempo, nella stanza di Aurora...
-Dio, questo vestito ti sta d'incanto, sorellona!!
-Grazie tesoro!
Il vestito in questione era un abito da cocktail di Christian Dior: era nero, lungo con un breve strascico, e con dei dettagli dorati sulla scollatura, con le bretelline molto sottili e uno spacco sulla schiena. Ai piedi aveva le solite Coveri, tacco 12.
-E ora passiamo al tru...Oh dio, mi sta squillando il telefonino!! Pronto?
-Aurora, qui è Charlie!! Dove diavolo portiamo Willy e tua sorella??
-Oh cribbio, a questo non avevo pensato!! Ehm...Qual è la stanza più bella?
-Direi il salone.
-D'accordo, porta quello sciroccato di Wonka in salone, fra un po' arriverà anche Diana, che la sto restaurando.
-Ehi, ma sono talmente brutta da aver bisogno di un restauro??- sentenziò scherzosamente Diana.
-Sì perché sei brutta!! Scusa Charlie, dicevo, porta quel malato in salone, che ora arriva anche Diana.
-D'accordo!! A dopo!! E ora, cara la mia sorellona, passiamo al trucco. Del resto, anche le opere d'arte più belle hanno bisogno di un restauro, non trovi??
-Se, se, guarda te che ruffiana!! D'accordo, metti mano a quei pennellini!

Aurora truccò Diana secondo quello che aveva imparato alla scuola di trucco di Diego Della Palma, ovvero "Come realizzare un trucco perfetto da sera, pur avendo solo i trucchi trovati nell'uovo di Pasqua di Hello Kitty".
Alla fine Diana si guardò soddisfatta allo specchio.
-Bellissimo!! Spettacolare!! Ma davvero hai usato solo i trucchi trovati nell'uovo di Pasqua??
-Quello lì dice solo boiate. Va bene avere solo i trucchi di Hello Kitty, ma ci vogliono anche tanti di quei pennellini che non t'immagini, senza parlare del primer, dei correttori e del fondotinta, ovviamente.
-Ah, va be'...Mi devi assolutamente insegnare!
-Questo è certo, ma per adesso posso solo portarti dal nostro anfitrione!!
-Ok, sottoponiamoci a questa tortura.
-Vedrai, non sarà poi tanto male.

Aurora trascinò una riluttante Diana Hudson nell'ascensore di cristallo e premette un bottone dove c'era scritto "Living Room".
-Dio santo, ho le vertigini...
-Non mi svenire adesso, per favore. Resisti almeno finchè non vedrai il padrone di casa!
-E la miseria..Dimmi com'è, così mi preparo psicologicamente!
-Non ti anticipo nulla, ti dico solo che secondo me è il tuo tipo!!
-Dimmi almeno quanti anni ha...
-Questo non lo so, ma secondo me avrà su per giù 30 anni suonati.
-Magnifico, nemmeno c'è una gran differenza di anni...
-Che hai detto??
-Ehm, nulla!!!

Dopo un po' di minuti -che per Diana erano sembrati 3 anni- arrivarono davanti la porta del salone.
Willy Wonka era già dentro. Fingeva un'aria disinteressata, ma sotto sotto, era felice come un bambino chiuso in una stanza piena di giocattoli.
-Ora io ti lascio solo, amico. Ti dico solo una cosa: comportati bene con la nostra ospite!!
-Ospite?! Ma di cosa stai blaterando, Charlie?
Charlie nemmeno replicò, lo lasciò solo e si nascose dietro una tendina.
Nel frattempo Aurora aprì la porta.
Diana si ritrovò sola, con il cuore che batteva a mille e le gambe tremanti, di fronte al salone, dove Wonka aspettava impazientemente la sua "sorpresa".

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** Capitolo 3 - My Everything ***


Facendosi coraggio, si avvicinò con passo un po' incerto -colpa dei tacchi e delle gambe, che ormai andavano per conto loro- verso quell'uomo vestito in maniera un po' strana: aveva un completo nero, molto elegante, da cui sbucava la catenina d'oro dell'orologio da taschino, uno spolverino color prugna, un paio di guanti dello stesso colore e i mocassini neri, in testa aveva un cilindro nero.

Diana notò subito tre cose di quell'uomo: lo strano taglio di capelli, che però gli donava molto, il suo pallore mortale e i suoi occhi, assurdamente belli.

Raccogliendo quel poco di forze che le erano rimaste cercò di attirare la sua attenzione.
-S-S-Signor Wonka...?
Dal canto suo Willy Wonka rimase di stucco quando vide di chi si trattava: davanti aveva la sua cantante preferita, il suo mito, il suo ideale di donna. Notò che di persona era addirittura più bella. Cercando di non lasciar trasparire la sua enorme sorpresa, si avvicinò verso Diana Hudson e azzardò un galante baciamano.

-È un vero onore per me averla nella mia fabbrica, signorina Hudson.
-A-Anche per me è u-un vero onore c-conoscerla...(Ma cosa succede?? Non ho mai balbettato così tanto in vita mia, nemmeno quando mi si presentò Axl Rose in casa il giorno del mio compleanno!!)
-Mi sembra un po' a-agitata signorina, s-si sente bene?(Cosa?? Io, Willy Wonka, che balbetto di fronte a una donna?? Ma cosa mi prende?)
-Non n-ne sono...H-ho bisogno...di sdraiarmi...
Diana Hudson sentì venire meno le sue forze e svenne di fronte a lui.

Svenne e sognò.
Sognò ancora quel ragazzo misterioso, che si divertiva a provocarla, e che la chiamava Catherine.
Sognò di correre insieme a lui sulla spiaggia di Ostia, sentì che la chiamava.
-Dai, muoviti Catherine!!
-Adesso ti prendo, Heatcliff!!
Sognò di leggere insieme a lui "Cime Tempestose" di Emily Brontë; chissà quante volte deve aver letto quel libro.
-È la storia più bella che conosca, insieme a "Romeo e Giulietta"; poi tu assomigli un sacco a Catherine Earnshaw, anche se non sei così arrendevole come lei.
-Trovi?
-Sì. Tu sei la donna più forte e ostinata che conosca.
Poi sognò un grande tornado, che separò Diana da quel ragazzo.
-Heatcliff!! Aiutami!! Non voglio separarmi da te!!
-N-non ce la faccio..Non riesco più a tenerti...Ascoltami, promettimi che farai tutto il possibile per ritrovarmi!!
-Sì te lo prometto! Ti ritroverò a qualunque costo!!
-Ora ti lascio andare, sii forte Catherine!!
-No!! Non voglio!!

E si risvegliò tra le urla, in quel salone che aveva accolto il suo corpo privo di sensi.
Si guardò intorno, amareggiata. Non era sulla spiaggia con il suo Heatcliff: era in uno scuro salone, da sola, con un totale sconosciuto, che la teneva fra le sue braccia, preoccupato.
-Cosa mi è successo?
-È svenuta signorina. Probabilmente ha anche sognato, visto che urlava di non voler andar via da lì. E chiamava un nome, un certo Heatcliff se non sbaglio.
-S-sì, Heatcliff...- Diana Hudson si sentì terribilmente depressa e, per l'amarezza scoppiò a piangere.
-Non è successo niente, stia tranquilla signorina Hudson.- Willy Wonka tentò in tutti i modi di consolare quella povera donna.-Su, smetta di piangere, è un delitto rovinarsi così una bella giornata come questa. Facciamo così: vogliamo fare un giro?
-S-sì, va bene.
Willy Wonka la aiutò a rialzarsi in piedi e le offrì un fazzoletto per asciugarsi le lacrime.
-Grazie.
E finalmente la vide sorridere. Aveva un sorriso splendido, di quelli che hanno i bambini quando giocano con la propria mamma.
-Sa, signorina Hudson, che è ancora più bella quando sorride??(E prima balbetto, poi la consolo e ora le faccio pure i complimenti. Mi sta partendo qualcosa. Del resto è solo Diana Hudson, una donna, perché mi comporto così con lei??)
-Grazie, signor Wonka. Vogliamo avviarci?
-D'accordo!! Prego!
La accompagnò verso l'ascensore di cristallo, facendola entrare per prima, e la portò a fare un tour generale della fabbrica.
Diana Hudson, prima che l'ascensore partisse, ebbe la stranissima sensazione che qualcuno ridesse sommessamente da una tendina del salone.

 

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** Capitolo 4 - She Loved Like Diamond ***


Dalla tendina del salone spuntò fuori Charlie, che saltellava di gioia come un pazzo.
-Sì, sì, sì!! Evvai!!
Dall'ingresso arrivò Aurora, che si unì alle sue insensate manifestazioni di giubilo.
-Ma dicevano tutti che tratta male le donne, che non le poteva vedere!!
-Mia cara Aurora, quella donna che ha appena visto è Diana Hudson, il suo mito!!
-Sì, ok, ma è comunque una donna che è entrata nella sua fabbrica!!
-Ma non ci arrivi?? Ascolta sempre tutte le sue canzoni!! Nel lettore mp3 ha solo i suoi dischi!! Lui è innamorato perso di tua sorella, e gli deve un sacco di suoi lavori nuovi!! Ha creato dei dolci mentre lui ascoltava il suo ultimo singolo!!
-Davvero?? Non mi dire che i lecca-lecca a forma di chiave di Sol le ha fatte sotto l'influenza di una canzone di Diana!!
-E mica solo quelli!!! I lecca-lecca a forma di chiave di Sol li ha fatti mentre ascoltava la sua versione di "Vaga luna che inargenti", mentre le Armoniche di cioccolato le ha fatte quando è uscito "Lifeline"!!
-Le Armoniche? Quelle che puoi suonare e mangiare??
-Proprio quelle!!
-Micidiale!! Scommetto che ha fatto anche i Diamanti di zucchero pensando a una canzone di mia sorella!!
-Precisamente mentre davano alla radio "She Loved Like Diamond".
-Immaginavo, ma ora dove la starà portando??
-Mi gioco una barretta di cioccolato che la starà portando nella stanza della Spiaggia!
-Dio, che bella quella stanza!! Il Wonka fa sul serio!!
-Sai cosa?? Secondo me le chiederà di restare.
-Bellissimo!! Finalmente avrò la mia sorellona tutta per me!! Ma per quanto tempo la farà restare??
-Non te lo so dire. Ma sarà un bel lasso di tempo.

Nel frattempo, Diana era ancora in ascensore con il suo dio. Osservandolo più da vicino si accorse che quell'uomo era più bello di come se lo fosse immaginato, e che assomigliava troppo a quel ragazzo che lei chiamava Heatcliff.
-Signorina Hudson...?
-Mi dica.
-Potrebbe darmi del tu?
-Solo se lo farà anche lei!
-Ok, allora ricominciamo da capo.
Le prese la mano e gliela scosse.
-Piacere, io sono Willy Wonka.
-Io sono Diana Hudson.
-Se non sono troppo indiscreto, potrei chiederti chi è Heatcliff?
-Heatcliff è un ragazzo che ho conosciuto alla scuola di pasticceria a Roma, alla Città del Gusto, 5 anni fa.
-Che coincidenza, ho frequentato anch'io quella scuola nello stesso periodo!!
-Davvero?? Ho sempre pensato che un genio come te non avesse bisogno di una scuola!
-Mi serve comunque l'attestato di abilitazione; senza quello, non avrei potuto aprire questa fabbrica.
-Immagino.
Dopo un silenzio imbarazzante, Willy tentò di rompere il ghiaccio:
-Chi è per te Heatcliff?
Diana, tentando di frenare l'emozione, rispose:
-È un mio carissimo amico, quasi un fratello per me.
-Leggo nel tuo sguardo che vorresti di più, non vuoi che sia solo un fratello.
-Questi sono affari miei. Ti basti sapere solo che lo sto cercando in lungo e in largo,e che non mi darò pace finchè lo troverò.
-(Accidenti, che figuraccia!! Devo assolutamente riparare.) Ehm... Scusami Diana, non volevo essere così indiscreto.
-Scuse accettate.
-Siamo arrivati.
Diana vide sulla porta che c'era scritto "Beach Room", stanza della Spiaggia.
-Come fa a esserci una spiaggia in una fabbrica?
Senza fare un fiato, Willy aprì la porta e, quasi senza volerlo, catapultò Diana in quel sogno che aveva fatto poco prima.
-Questo è un sogno.
-La mia missione è dare forma ai sogni, Diana.
-Ma io dico sul serio: questa è la spiaggia del sogno che avevo fatto prima!
-E questo è solo l'inizio, mia cara, assaggia la sabbia!
-Cosa?? Sabbia commestibile?
-Sì, assaggia.
Prese una manciata di sabbia e se la lasciò cadere in bocca... Ma erano biscottini triturati!!
-Dio, questo è un sogno!!
-E non è finita qui, guarda il mare!!
Dal mare sbucarono fuori due delfini di caramella che vennero verso la spiaggia, agitando allegramente le pinne.
-Ho voglia di farmi un bagno, purtroppo al momento non dispongo di un costume...
-Tranquilla, qui puoi tornare quando più ti aggrada.
-Sul serio??
-Sì,e non solo: puoi restare qui nella fabbrica quanto vuoi, un mese, due tre, un anno, quanto vuoi.
-Oddio!! Grazie, grazie grazie!!
E Diana si lanciò verso Willy, abbracciandolo forte forte.
-Grazie a te, Diana Hudson!
Rimasero lì, per chissà quanto, a guardare i delfini che nuotavano allegramente nel mare.

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** Capitolo 5 - Foreign Affair ***


-Dio santo, è quasi ora di pranzo!
Diana si risvegliò dal torpore, causato dalla gioia e dal caldo che faceva, e realizzò una cosa importante: doveva cambiarsi di abito.
-Prima potrei cambiarmi? Questo vestito è un po' eccessivo per un pranzo.
-Per quanto tu stia bene con questo vestito, trovo anch'io che sia troppo. Dove hai messo le tue cose?
-Nella stanza di Aurora.
-Ok, andiamo a prenderle, che le trasferiamo nella tua stanza.
-Addirittura una mia stanza?
-Sì; sta vicino alla mia. In genere la tengo per gli ospiti.
-Grazie!! Andiamo a trasferire le mie cose.
Presero l'ascensore e si diressero verso le stanze.
Willy le aprì la porta e la introdusse cavallerescamente nella camera degli ospiti.
Era una stanza enorme, con le vetrate al muro e un letto immenso. vide anche che c'era un'elegante specchiera vicino all'armadio con le ante a specchio.
Diana rimase quasi a bocca aperta: non era abituata a tutto questo sfarzo, pur essendo una delle cantanti più brave al mondo.
-Dio santo, è uno spettacolo!!
-Ok, cambiati pure!
Vedendo che Willy non si toglieva dall'entrata, Diana azzardò una domanda ironica:
-Vuoi rimanere lì tutto il giorno o puoi chiudere la porta, che devo cambiarmi??
-Uffa, non posso rimanere??
-Eh ma che ...!! Dovrei togliermi i vestiti!!
-Appunto!
-Ma...!! Togliti!!
-Ihihih! Ci ho provato!! Dai, ci vediamo dopo!!- Willy si chiuse la porta alle spalle.

-Ma tu guarda questo!! E prima mi chiede cose che non sono fatti suoi, poi mi chiede di restare, e poi mi vuole vedere senza i vestiti. Aurora aveva ragione: è matto come un cavallo, questo!!
Diana si tolse l'abito da cocktail e si mise la tuta di Benetton.
-Willy, puoi riaprire la porta, che sono vestita!!
Willy aprì la porta e si meravigliò di come Diana sembrasse una donna splendida anche con una semplice tuta di denim.
-Stai benissimo!
-Grazie!
-Andiamo, che è ora di pranzo. Un umpa-lumpa si occuperà di sistemarti la stanza.
-Benissimo!! Andiamo!!
Si avviarono di nuovo verso l'ascensore.

Nel frattempo un umpa-lumpa entrò nella stanza per sistemare le cose di Diana.
-Allora, gli abiti normali qui nei cassettini, i vestiti appesi sulla sbarra, gli attrezzi per il trucco e per i capelli nei cassetti della specchiera...
Il solerte umpa-lumpa si imbattè nella scatola che conteneva il diario e il ciondolo di Diana.
-Il libro e la scatola sul comodino, e questo ciondolo... Mi sembra di averlo già visto...

*flash-back*
-Devo pulire la White Room, signore?
-Sì, Chico, ma stai attento a quel ciondolo. È la cosa a cui tengo di più.
-Se non sono indiscreto, perché signore?
-L'atra metà del cuore appartiene alla donna della mia vita. Se solo sapessi dove trovarla... Ah, baggianate, pulisci la stanza.
-D'accordo signore.

- Devo avvertire il signore!!!

Dopo pranzo, Willy accompagnò Diana nella sua stanza per farla riposare.
-Riposati un po', è stata una giornata pesante. Ti farò chiamare quando sarà ora di cena.
-Grazie mille!! È stata una bella giornata!
-Anche per me. Buon riposo!- Willy diede un piccolo bacio sulla guancia a Diana e la lasciò andare a dormire.
Nel frattempo Chico, l'umpa-lumpa che aveva sistemato la stanza di Diana, corse da Willy Wonka per irferirgli quello che aveva visto.
-Signore!! Singore!!
-Chico, cos'è quell'aria sconvolta?? Sembra che hai visto un fantasma!
-No, signore!! Ho visto l'altra metà del ciondolo!!
-COSA?

Ritorna all'indice


Capitolo 7
*** Capitolo 6 - Only Time/Agnitio ***


-Giura che l'hai visto davvero!!
-Sì, l'ho messo sul comodino della signorina!!
-Ce l'ha Diana Hudson?? Come è possibile??
-Forse è proprio lei la donna che cercava, signore!!
Ma sì!! Tutte le cose collimavano!! La somiglianza con la donna sulla foto, il fatto che fosse andata anche lei alla Città del Gusto nello stesso periodo, e ora anche il mezzo cuore!! Willy doveva solo sapere l'ultima cosa. Corse verso la porta della stanza di Diana e bussò con forza.
-Diana!! Diana, apri, ti prego!!!
Diana, che stava dormendo, sentì le urla di Willy e si mise rapidamente la vestaglia e le pantofole per andare ad aprire.
-Ehi, ma che succede?? È già ora di cena??
-Tu hai il mezzo cuore!!
-Sì che ho il me...Aspetta, come sai del mezzo cuore??
-Lo so e basta. Prendilo e vieni con me!

Diana prese in fretta il mezzo cuore e andò con Willy verso la White Room.
Lei rimase di sasso quando vide sulla parete la stessa foto che aveva lei nel suo diario; rimase peggio quando Willy Wonka tirò fuori dalla cupoletta l'altra metà del cuore.
-Unisci l'altra metà.
-Non è possibile.
-Unisci l'altra metà!!!
Diana obbedì, e con immensa sorpresa, vide quelle due metà unite.

H e C, Heatcliff e Catherine. Dopo tanti anni che vagavano sperduti nella brughiera si erano riuniti.
-No...Non è possibile, non può essere vero!!
-Ascoltami.
-S-sì.
-Tu non ti chiami Diana Hudson, non è il tuo vero nome, giusto?
-No, non lo è.
-Il tuo soprannome era Catherine, vero?
-Sì.
-Hai frequentato la scuola di pasticceria alla Città del Gusto a Roma, giusto?
-Sì.
-Il tuo libro preferito era "Cime Tempestose", giusto?
-Per quello mi chiamavi Catherine, e per lo stesso motivo ti chiamavo Heatcliff.
-Ultima domanda...
-Sì...
-Come ti chiami veramente??
-Laura Valentini.

Il silenzio regnò per ore in quella stanza, finchè non venne rotto da un profondo singhiozzo.
-Dio, non è possibile. Non può essere vero.
-Catherine... Dio, non ci credo... Veneravo la mia donna senza saperlo...
-Heatcliff... Finalmente... Vieni qui!!
Si abbracciarono fortemente, dando l'impressione che non volessero mai più lasciarsi.

(Agnitio, in latino, vuol dire "riconoscimento")

Ritorna all'indice


Capitolo 8
*** Capitolo 7 - I Remember ***


*flash-back*

Un giovane ragazzo di belle speranze entrò nell'atrio della scuola del Gambero Rosso, a Roma.
-Buon Dio, che edificio enorme. Ecco perchè lo chiamano "Città del Gusto!!"
Aveva i capelli corti ed era vestito in modo un po' eccentrico rispetto ai ragazzi della sua età.
Entrò nell'aula della scuola di pasticceria e si presentò educatamente agli altri ragazzi
-Buongiorno, io sono Willy Wonka!
-Buongiorno!!
-Ok, ragazzi, fatelo sentire a suo agio, mi raccomando, è una matricola! Guarda, puoi metterti al banco là in fondo, vicino a Laura.
Prese le sue cose e si avviò.
-Ciao, Laura!
-Ciao!
-Ok ragazzi, ora impareremo a fare un dolce molto particolare, della Val d'Aosta: il Fiandolein! Chi di voi lo conosce??
-Io, professore! È una vera delizia- sentenziò la ragazza di fronte a Laura.
-Benissimo!! Allora, comicniamo!! Avete tutti gli ingredienti davanti, insieme all'occorrente. Per prima cosa...
I ragazzi si apprestarono tutti a fare il Fiandolein.
-Laura, mi raccomando, dai una mano al nuovo ragazzo se serve!!
-Veramente, professore, mi sa che sarà lui a darmi una mano!
-Eh addirittura!
-Dico sul serio!! Venga qui!!
Guardarono tutti atterriti il nuovo della compagnia che, con grande maestria, mischiava gli ingredienti del Fiandolein.
-Ma tu conosci questo dolce, novello?- gli chiese un ragazzo incredulo.
-A dir la verità, no!
Il professore lo guardò atterrito.
-È il dolce più difficile che si possa fare!! Lauretta, che è la migliore del corso, ci ha messo una settimana per imparare!!
-Beh, prof, a quanto pare sono stata meritatamente spodestata!!
...
-Ehi, matricola!!
-Ciao, Lauretta!
-Sei stato fenomenale oggi!! Come cavolo fai???
-Veramente non so nemmeno io. 
-Si vede che ti piace molto fare dolci!! Tieni!!
-Cos'è??
-È un ricettario di tutti i dolci italiani. L'ho messo insieme viaggiando per tutto il paese, sarà meglio che lo prenda tu.
-Non posso accettare!! Immagino la fatica che hai fatto per metterlo insieme!!
-Non importa!! Basta che ne fai buon uso!
-...Grazie!!
...
-Cosa stai leggendo??
-"Cime Tempestose", di Emily Brontë.
-Bellisimo!! È il mio libro preferito!!
-Davvero? È anche il mio libro preferito!! Qual è il personaggio più riuscito, secondo te?
-Catherine Earnshaw, è una donna debole ma anche molto forte, se per tutto quel tempo è riuscita a sopportare l'assenza di Heatcliff; secondo te, invece, qual è?
-Secondo me è proprio Heatcliff, l'uomo rude dal cuore d'oro!
...
-Devi ripartire per l'America?
-Sì, purtroppo. Voglio realizzare il mio sogno: aprire una fabbrica di cioccolato.
-Oh... Mi auguro che tu ce la faccia...
-Cosa sono quelle lacrime, Lauretta??
-Dobbiamo separarci...
-Non ci separeremo mai. Andiamo, devo darti una cosa
...
Dall'orefice.
-Vorrei due mezzi cuori. Potrebbero essere incise due iniziali??
-Matricola, cosa vuoi fare?
-Ora vedrai.
-Cosa vuoi incidere??
-Una H e una C.
-Heatcliff e Catherine?
-Proprio così!!
-Tieni.
-Grazie mille!! Arrivederci!
...
-Facciamoci una foto davanti al Colosseo!!
-Andiamo!!
-CHEEEEESEEEE!!!.. È venuta benissimo!! Stampiamola subito!!
...
Alla festa del diploma...
-Non voglio che te ne vada, Willy.
-Finalmente non mi chiami più "matricola".
-Non voglio che te ne vada.
-Prendi.
-Questo è il mezzo cuore...
-Sì, quello con la H. Prometti che lo terrai sempre con te, finchè non ci ritroveremo.
-Lo prometto. Farò tutto il possibile per ritrovarti.
-Ti voglio bene, Lauretta.
-...Anch'io ti voglio bene.
-..Perché hai esitato??
-...È il momento della consegna dei diplomi!

Erano rimasti nella White Room. Laura si era addormentata fra le sue braccia. Willy rimase senza fiato per ore, finchè non riuscì a dirle la frase più bella.

-Ti amo, Lauretta.

Ritorna all'indice


Capitolo 9
*** Capitolo 8 - Swallowed ***


Pochi secondi dopo, Laura si svegliò.
-Yawn...Hmm...Hai detto qualcosa??
-Chi, io?? Nah, nulla! (Glielo devo dire??)
-Ah, mi è sembrato che stessi parlando.
-Nah, niente. (Non posso dirglielo.)
-Possiamo uscire da qui? Tra l'altro Charlie non ha avuto nemmeno modo di presentarti Aurora!
-Ah, è vero!! Andiamo... Saranno rimasti in salone...

Come supponevano, Charlie e Aurora erano rimasti in salone a festeggiare la buona riuscita dell'operazione.
-Pardon, Charlie. Potresti interrompere le tue manifestazioni di giubilo e presentarmi la sorella di Laura??
-Aspetta, come sai il vero nome di mia sorella??
-Lunga storia!- rivolse un amichevole occhiolino a Laura, che rispose alla stessa maniera.
-Pardon. Aurora, lui è Willy Wonka. Fratello, lei è Aurora!
-Piacere, Aurora. Grazie per la grande sorpresa!
-Non c'è di che, signor Wonka!
-Bene. Presto, presto, che è tardi!!
-Infatti è ora di cena!!- sentenziò Charlie.
-Dio, ho avuto un flash.- fece notare Aurora alla sorella, che se la rideva sotto i baffi.
-Anch'io, ma adesso andiamo!

Dopo una sontuosa cena, a cui presero parte anche i parenti di Charlie, Willy accompagnò Laura e Aurora nelle loro stanze.
-Buonanotte, Aurora!
-Buonanotte a tutti e due!
Davanti alla porta della stanza di Laura...
-Buonanotte, Lauretta.
-Buonanotte, matricola!
-Dove credi di andare?- disse Willy stringendo a se' Laura. Lei non fece nemmeno un tentativo per divincolarsi dal suo abbraccio, nonostante il sonno incombente: si sentiva troppo bene, riusciva persino a sentirgli i battiti del cuore.
-Scusa, dovresti andare a dormire. Buonanotte, piccola.
-Buonanotte!

Nonostante fosse stata la giornata più bella di tutte, per Willy Wonka quella nottata era stata costellata di incubi.
Vide Laura, con una tuta mimetica addosso, la faccia dipinta da strisce bianche, verdi e rosse, e con un mitra in mano che fuggiva dalla fabbrica con un elicottero.
Vide la terribile guerra civile che si stava scatenando in Italia, fra ribelli e politici con le loro forze di polizia, a cui Laura stava prendendo parte.
Sparava all'impazzata, uccidendo tutti i poliziotti e politici che le capitavano sotto tiro.
Dopo la visione della terribile strage, sognò di svegliarsi di colpo, iperventilato e con il cuore a mille. 
Sognò di andare nella camera di Laura, che dormiva tranquilla, ma poi apparve dal nulla il suo alter ego ribelle, che piantò un proiettile nel cuore della povera donna.

-NOOOOO!!!- il risveglio era stato brusco e angosciato. Laura, sentendo l'urlo straziante, corse subito in camera di Willy per vedere cosa fosse successo.
-Ehi, cosa è successo?? Perché hai urlato??
-Laura... Oddio, grazie al cielo sei qui e stai bene!!
-Certo che sono qui, dove credevi che fossi andata? Aspetta.. Hai fatto un brutto sogno, vero??
-Brutto?? Orribile, vorrai dire!! È stato il sogno più brutto che abbia mai fatto in vita mia.
-Coraggio, è stato solo un brutto sogno.
-Perdonami se ti ho svegliata.
-Non fa nulla, dai. Torno a dormire.
-Aspetta... Potresti... Potresti dormire qui, per stanotte?
-Qui?? Con te??
-Sì.
-...Ehm... Non so... Forse... Va bene.
-Grazie. Grazie davvero.
-Figurati!
Si mise sul letto, accanto a lui.
-Buonanotte. E non farmi dei brutti sogni, stavolta!
-Tranquilla,- disse lui, tenendosela stretta al petto -stavolta non accadrà.
-Oh... Beh... Ne sono certa...- Laura gli prese la mano e gliela strinse -Buonanotte.
-Buonanotte piccola.

Ritorna all'indice


Capitolo 10
*** Capitolo 9 - Everytime we touch ***


Il mattino seguente, Laura si svegliò sentendo dei battiti. Solo poco dopo realizzò che si era addormentata sul petto di Willy Wonka.
Facendo attenzione a non farsi sentire, Laura esclamò uno sconcertato "Santo Cielo!!!", chiedendosi che diamine di mosse aveva fatto per ritrovarsi in quella posizione; però sentì che allo stesso tempo non stava poi così male e, con il cuore che batteva a tempo di musica house, disse:-More... I want more...- e si rimise nella stessa posizione di prima.
Pochi secondi dopo, si svegliò Willy Wonka e, vedendo Laura che dormiva beatamente addosso a lui, ebbe un sussulto al cuore.
-Glielo devo dire. Prima o poi glielo devo dire.
-Hmm... Dire cos...Yaaaawn... Cosa?
-(Agh! Mi ha sentito!! Cosa mi invento adesso??) Ehm... Ah, nulla!
-Ti riferivi a Charlie??
-(Che ingenuità, per una donna di 25 anni.) Ehm... Sì!! Gli devo dire...ehm...che un progetto non è andato a buon fine!
-Oh, mi dispiace moltissimo! Beh, diglielo e basta; cerca di usare parole gentili e non essere troppo duro, sono sicura che Charlie capirà!
-Giusto, hai ragione...
-Buongiorno, comunque!!
-Buongiorno. Vedo che hai dormito bene!
-Ehm...Eheh...sì, ho dormito da dio! Tu?
-Grazie al cielo non ho avuto altri incubi.
-Spero che quell'incubo che hai fatto stanotte non ti abbia traumatizzato!
-Lo spero anch'io. Dai, preparati che oggi ci facciamo un altro giretto!
-Ok. Ma stavolta rimani fuori dalla porta senza tentennare!
-Oh, peccato!
-Cosa??
-Niente!! Andiamo!! (LOL)

Per quella giornata, Laura scelse un paio di jeans al ginocchio, un paio di décolleté tacco 5 e un top di Hollister. Optò per un trucco semplice e per una trecciona da campagnola.
"Strano, vestita normalmente è anche più bella..." pensò Willy.
-Dove vogliamo andare oggi??- domandò Laura tutta pimpante.
-Beh, non ne ho idea, qui è pieno di posti da vedere... Hmm... Ti va di farmi da cavia??
-Ahè, io non mi faccio iniettare roba strana!
-Tranquilla, non in quel senso! Andiamo nella stanza delle invenzioni. Verranno anche Charlie e tua sorella.
-Ok!
-Dovrai solo controllare se gli "strumenti" sono "accordati".
-D'accordo, andiamo!

Che stranezze, nella stanza delle invenzioni! Per tutta la mattinata, Laura faceva avanti e indietro per provare la nuova linea di dolci "musicali" ("Una musica per il palato... E per le orecchie!!" recitava lo slogan, mai una pubblicità fu tanto veritiera!): armoniche, chitarre, piccole pianole, violini con le corde di liquirizia, bassi elettrici (con tanto di jack per l'amplificatore...di cioccolato), ce n'era per tutti i gusti -letteralmente-!!!
Lei, la sorella e Charlie si erano divertiti un sacco a provare e ad accordare gli strumenti; il momento saliente è stato quando Laura ha provato a fare l'assolo di "Eruption" dei Van Halen con la Fender di cioccolato. Che forza!
Per quanto si stavano divertendo, non avevano nemmeno voglia di andare a pranzare.
"Meglio così, a stomaco vuoto si nuota meglio!" pensò Laura, che meditava di farsi un bagnetto nella "Beach Room" con i delfini di caramella.
Tornò subito nella sua stanza e si mise un costume intero -residuato bellico degli anni '80 ereditato dalla madre- con sopra un vestito prendisole, poi volò con l'ascensore di cristallo verso la stanza.

Nel frattempo, Willy Wonka la cercò in lungo e in largo nella stanza delle invenzioni.
-Ma dove è finita adesso, Laura??
-Willy, ma che succede??
-Non trovo più Laura. Ma si è volatilizzata?
-Stia calmo, signor Wonka. Mi gioco i capelli che si sta facendo un bagno nella "Beach Room"!
-Evvai!!
-"Evvai!!" cosa?
-Ehm...nulla...dicevo..."Evvai, finalmente so dov'è!!"
-Sì, certo. Scommetto che non vede l'ora di farsi il bagno con mia sorella, o almeno di vederla in costume!!
-Ma cosa dici, Aurora?? Ma...ehm...ma ti pare?
-Sì.
-Ehm...Ti pare male...Mi metto il costume e la raggiugo subito.
-Come volevasi dimostrare!-  aggiunsero Charlie e Aurora in coro.

Ritorna all'indice


Capitolo 11
*** Capitolo 10 - Feel you ***


Willy entrò nella "Beach Room" poco dopo l'entrata di Laura. Con le intenzioni di farle uno scherzo, si nascose dietro una palma, ma si fermò immediatamente quando lei si tolse il kaftano e rimase in costume: venne completamente irretito dalle forme armoniose di lei, messe ancora più in risalto dal costume nero che portava.
-Hmmm...Ahh, come si sta bene qui!! Adesso mi faccio un bel bagnetto.-
Laura corse verso la spiaggia, dove un delfino di caramella già la aspettava per giocare. Willy non si fece vedere subito: volle prima godersi la scena di Laura e del delfino che giocavano allegramente, prendendosi a schizzi a vicenda. 
Il delfino fece cenno a Laura di salirgli in groppa con le pinne, ma a un certo punto sentì una voce provenire proprio dal delfino:
-Stia attenta, signorina. Prenda aria che adesso facciamo quattro salti. Si tenga alla pinna!!
-Oh, Cristo!! Un delfino parlan...-
Non fece in tempo a finire la frase che si ritrovò a nuotare sott'acqua in groppa al delfino. Grazie al cielo aveva preso abbastanza aria. Willy si spaventò moltissimo, non vedendola più riemergere; chiamò a gran voce il suo nome ma non ottenne in alcun modo una risposta. Subito però vide riemergere il delfino con sopra Laura, che si stava divertendo un casino; quella scena sarebbe stata perfetta per un quadro di Botticelli, o per una qualsiasi opera d'arte, tanto che a Willy Wonka stava per prendere la sindrome di Stendhal.
Il delfino, che lo aveva sentito gridare il nome di Laura, riportò immediatamente la passeggera a riva e disse al suo padrone:
-Ecco, signore. Ho sentito che la chiamava.
-Ma che razz...! Sabbia commestibile, strumenti di cioccolato, ingressi enormi, ascensori di cristallo, delfini di caramella che parlano pure... Ma dove diavolo sono finita??
-Sei finita nel mio mondo, dove tutto è possibile.
-Beh, in effetti... Se in una fabbrica è possibile persino avere una spiaggia con tanto di palme e scogli...
-Tu, insieme a Charlie e ad Aurora, avete l'enorme privilegio di fare parte del mio mondo; ma devi farmi una solenne promessa...
-Sì?
-Di non rivelare a nessuno fuori di qui cosa c'è qui dentro, in caso...beh...di una tua improvvisa uscita.
-Lo farò, se contemplassi l'ipotesi di uscire da qui.
-Davvero vuoi rimanere?
-Sì!! Questo posto è stupendo, e non lo cambierei per niente con le asperità che stanno qui fuori!! Non puoi immaginare che prigione, fra guerre, delusioni, crisi economiche e politiche e la gente inetta e cretina. Finalmente, grazie a te, Aurora e Charlie, sono riuscita ad evadere da tutto questo!! Finalmente sto bene e sono felice, perché dovrei uscire?
-Beh...non si può mai saper...ehm...grazie.
-...Andiamo a farci un bagnetto??
-Volo! Tutti in groppa ai delfini!!
Si fecero insieme una bellissima calvalcata sui delfini, poi giocarono insieme a loro e si fecero una bella nuotata insieme.
Laura non solo notò che aveva un viso stupendo, ma anche che Willy Wonka, forse dopo anni di nuoto o cose simili, aveva un fisico scolpito da far paura, tanto che dovette fare degli sforzi immani per non fissarlo troppo. Il caso volle che Laura, forse inciampando in uno scoglio subacqueo, cadesse all'indietro, proprio fra le braccia di Willy Wonka. 
-Ah, e ti ho presa!
-Ah...er...ehm...scusami, avrò beccato...ehm...uno scoglio.- A Willy venne il sospetto che Laura, nonostante la figura fatta, se la stesse godendo; dopotutto stava fra le braccia del suo Heatcliff, non poteva certo dispiacerle.
-Non fa nulla! Piuttosto penso sia meglio uscire, che si sta facendo tardi.
-Ma come faccio a sciacquarmi di dosso l'acqua salata e ad asciugarmi??
-Vicino alla porta d'ingresso c'è la doccia, e su uno scoglio ho messo un asciugamano grande, così basta per tutti e due. Andiamo a lavarci via tutto il sale.
Salutarono i delfini e si diressero verso la doccia. Era quella all'aperto, da risciacquo rapido, che si trova in una qualsivoglia spiaggia. I due passarono diverso tempo a scherzare sotto la doccia e a scompigliarsi i capelli a vicenda.
-Bene, adesso andiamo ad asciugarci.
-Ok... Non ti asciughi??
-Cosa?? Stavo aspettando che finissi prima tu!!
-L'ho preso abbastanza grande per tutti e due, così ci asciughiamo rapidamente.
-Ah...ehm...ok!
-Dai, vieni qui, che ti asciugo per benino!
Willy avvolse Laura con la parte ancora asciutta dell'asciugamano e la strinse a sè per asciugarla meglio, non senza prima tenerla un po' abbracciata al petto.
Lei non capiva il senso vero e proprio di tutti quegli abbracci, ma francamente non le importava molto: era attaccata come una vongola al suo Heatcliff e tanto le bastava. Gli sentiva ogni singolo battito, ogni singolo respiro, sentiva il calore del suo corpo e tutto questo la rilassava. Dal canto suo, Willy Wonka rimase quasi inebetito dal suo profumo di gelsomino; la sentì sua per quei pochi secondi che la strinse.
Voleva dirle tante cose: voleva ringraziarla per le meravigliose canzoni, per quei 5 anni passati insieme a Roma, per il suo arrivo inaspettato, per la sua presenza sulla Terra, per tutto; voleva dirle che non l'avrebbe più lasciata andare, che non se ne sarebbe più staccato e che l'amava con tutta l'anima, ma le parole gli rimasero in gola. Decise in cuor suo che comunque avrebbe dovuro dirle tutte queste cose, anche se non a voce, quindi optò per una lettera: gliel'avrebbe scritta stasera stessa.
-Ehm...dai, andiamo via, che si sta facendo tardi.
-Hai ragione. Prima di tornare in camera e prepararti per la cena, potresti accompagnarmi nel mio studio?
-Va bene.
Laura si rimise il kaftano e entrò con Willy nell'ascensore. Appena l'ascensore arrivò davanti allo studio, Willy Wonka salutò con un baciamano Laura ed entrò. Appena si separò da lui, Laura sentì come un senso di vuoto dentro, come se lui le mancasse troppo, sebbene si dovessero separare per poco tempo.

Ritorna all'indice


Capitolo 12
*** Capitolo 11 - Love Letter ***


Willy Wonka era sdraiato sulla scrivania del suo studio, disperato: non sapeva come scrivere la lettera per la sua amata Catherine.
-Hmm...Come diavolo la comincio?? "Cara Laura"...no, troppo formale...."Laura"....hmm, troppo diretto. E se non cominciassi con nessuna apertura e andassi direttamente al sodo?? Dio, quant'è difficile scrivere una stramaledettissima lettera!!
Un umpa-lumpa esperto in queste faccende, che l'aveva sentito parlare da solo, accorse in suo aiuto.
-Signore, ha bisogno di aiuto?? 
-Ah, grazie Diego. Cosa posso fare?
-Si tratta di faccende di cuore?
-Sì, si tratta della nostra ospite.
-Permette? Mia moglie l'ho conquistata con una lettera, i miei consigli potrebbero tornarvi utili, signore.
-Grazie...Potresti darmi un consiglio su cosa scriverle?
-Hmm... A mia moglie ho scritto semplicemente quello che sentivo. Faccia lo stesso, è la cosa migliore. Non sia né troppo breve né troppo prolisso, alle donne non piace. Vada subito al sodo; sia diretto ma non volgare, sia più veritiero possibile, per scrivere una lettera d'amore deve prima capire se quello che prova per la signorina sia vero o meno. Lo è?
A quella domanda, Willy Wonka ripensò a quei 5 anni a Roma, ai mesi passati senza di lei fino a ieri, quando è improvvisamente comparsa alla sua porta, al bagno in spiaggia e alla nottata passata insieme; ripensò ai battiti del suo cuore, al profumo dei suoi capelli e ai suoi occhi stupendi. Sentì che mai un sentimento provato da egli stesso fosse stato così forte, mai aveva desiderato tanto una donna in vita sua.
Lei, per lui, non era una donna: era LA donna, la sua donna.
-...Sì, è vero.
-Allora non dovrebbero esserci problemi, scriva di getto quello che prova in questo momento per la signorina, come faceva Coleridge. Più di questo non mi sento di dirle, signore.
-Grazie, Diego. Hai già detto molto. Puoi andare, adesso.
E cominciò a scrivere di getto...

Mentre Laura si spazzolava i capelli, un umpa-lumpa lasciò alla sua porta una lettera, chiusa con la ceralacca e scritta su una pregiata pergamena. Lei rimase un po' perplessa, anche perchè sulla busta non c'era scritto nulla, ma appena lesse il contenuto le si strinse il cuore.

"Già 5 anni fa pensavo che tu fossi un'essere speciale, adesso che ti conosco meglio ne ho la piena conferma.
I miei ricordi, un po' offuscati, adesso sono tornati a rallegrare la mia mente; pensavo di averti dimenticata ma, ora che ci penso meglio, forse non sei mai andata via dalla mia testa.
Prima Catherine, poi Diana Hudson e infine di nuovo Catherine, è cambiato solo il nome ma non la bella sostanza che mi ha fatto innamorare.
Ebbene sì, mi sono innamorato di te.
Vedo solo te quando giro per la fabbrica, la notte quando dormo sogno solo te, la mattina quando mi sveglio vedo te accanto al mio letto; ti amo, ti sogno sempre e ti desidero più di ogni altra cosa al mondo.
Fa' quello che vuoi di questa lettera, ma non disprezzarmi per quanto sto dicendo su questa pagina.
La paura che il nostro rapporto possa cambiare mi irretiva nel confessarti quello che provo, ma il dolore causato dai miei sentimenti repressi era davvero tanto, per cui sentivo che prima o poi avrei dovuto dirti che ti amo e che sei l'anima mia.
Perdonami se ti ho offesa, mandandoti questa lettera. Spero che nulla cambi, qualunque cosa accada.
Ti amo.
Willy Wonka Heatcliff."

Poche righe ma molto esaurienti, la carta macchiata da aloni grigi (probabolmente lacrime cadute dalle guance di Willy mentre scriveva la lettera) e la faccia sconvolta di Laura; tutto questo spiegava cosa stesse per accadere: l'amore che colpiva ancora, sotto le mentite spoglie di una pergamena e di un umpa-lumpa che la portò nella stanza di Laura.
Per un'intera settimana Laura non uscì dalla sua camera: non mangiava -beveva e basta-, non usciva da lì nemmeno per salutare Charlie e Aurora, non parlava più con Willy Wonka, non cantava più; il suo cuore era sconvolto.
Non aveva mai provato un sentimento d'amore tanto forte per qualcuno, non le batteva mai così tanto il cuore per un uomo, non era mai arrivata al punto di non dover più mangiare.
Gli umpa-lumpa, che ormai si erano affezionati a lei, preoccupatissimi, le portavano sempre qualcosina da mangiare, che fosse un pezzo di pane, o un po' di pollo alla piastra; ma lei rifiutava sempre: l'amore le aveva stritolato cuore e stomaco.
Willy chiedeva sempre agli umpa-lumpa in che condizioni fosse Laura, ottenendo sempre la stessa risposta:
-Non mangia più, beve soltanto, è distesa sul letto con indosso la camicia da notte e ha gli occhi sbarrati. Ha il viso pallidissimo e se continua così le difese immunitarie si abbasseranno e si beccherà qualcosa di brutto!
-No, vi prego, non dite così -esclamò Aurora- che poi mi sento male io!! Convincetela a mangiare, che quella donna è pure anemica: se i valori di ferro nel sangue le scendono potrebbe capitare qualcosa di brutto!!
-Finché albergherà nella mia fabbrica non le capiterà niente!! Ora vado io nella sua camera e le porterò da mangiare.

-*toc-toc* Laura, aprimi subito.
-S-sì...?
-Sono venuto a portarti qualcosa da mangiare. Ti prego, metti qualcosa sotto i denti, che sei pure anemica!
-N-non ce la faccio...
-Dai, prova, per favore!
Con molta fatica, Laura riuscì a finire quel po' di carne che Willy le aveva portato.
-Ah, grazie al cielo. Adesso mettiti a dormire e riposati.
-S-sì...
-Buonanotte, piccola.
-Buonanotte.

Quella nottata la passarono in bianco tutti e due.
Laura, quasi in uno stato di trance, uscì dalla sua stanza in camicia da notte e andò a bussare alla porta della camera di Willy Wonka.
-*toc-toc* Willy, aprimi, sono io.
Lui le aprì e andarono a sedersi sul letto, schiena contro schiena, senza rivolgersi la parola.
Ma ad un tratto, quasi presa da un furore, Laura prese Willy per il collo del pigiama, lo guardò dritto negli occhi, sibilò un:-Ti amo!- e lo baciò violentemente.
Willy Wonka rimase un po' sconvolto dall'inaudita violenza di quel bacio, ma capì che ormai la passione, in Laura, aveva preso il sopravvento sulla ragione. Sentì in lui un fuoco che ardeva dentro, ormai la donna era sua. Quel bacio era il suo oppio, di lì in poi non avrebbe potuto più farne a meno -come Laura, del resto-.
Lei, ormai, era persa in un altro universo; in barba a Kant e alla sua "Critica della Ragion Pura", l'io pensante di Laura si era completamente dissociato dal suo intelletto, quindi non aveva più cognizione di ciò che aveva intorno e di ciò che le succedeva: era in totale estasi e del resto non le importava nulla.
Dopo 20 interminabili secondi, però, Laura si rese conto di quello che stava facendo -e, soprattutto, della violenza con cui stava agendo- e si staccò immediatamente, piena di imbarazzo e di vergogna.
-Oh mio Dio, scusami...n-non volevo...cioè sì, volevo, ma non in quel mo...ehm...perdonami...
-Sst, non ha importanza ora.-
Willy le accarezzò il viso e cominciò a baciarla lentamente, per godersi ogni singolo secondo di quel momento.
Laura rispose al bacio prendendo fra le mani il suo viso e spingendolo verso di lei, come se volesse farlo entrare nel suo corpo, come se quel bacio non le bastasse mai; solo che il sonno cominciava a farsi sentire per tutti e due, lei d'altronde era reduce da una settimana di inferno.
Fece appena in tempo a dirgli:-Ti amo...- prima di cadere in catalessi fra le sue braccia.
Willy la sistemò per bene sul letto, la coprì con il piumone e si addormentò vicino a lei.
Ormai si erano fatte le 5 del mattino.

Si svegliarono tutti e due alla stessa ora -le 7 e mezza- con un mal di testa indicibile e -solo Laura- con una fame da lupi.
-Hmmm...Argh, ho bisogno di un Tylenol...Che mal di cranio...
Willy era ancora sconvolto da quello che era successo due ore prima. Non poteva crederci, finalmente Laura era sua.
Aveva voglia di ridere, piangere, saltellare come un ragazzino, correre di qua e di là, urlare, fare qualsiasi cosa, ma rimase fermo e immobile sul letto.
-Ehi...Stai bene??
-Quello che è successo due ore fa...Era tutto vero???
-Ancora non ci credi nemmeno tu, vero??
-Già.
-Beh, anch'io stento a crederci, ma era tutto vero.
-...Perché ci hai messo tutta quella violenza?
-Non era violenza.
-Ah sì?? Allora cos'era?
-Passione. Una donna mette sempre la passione in quello che fa: ecco il perché di quella violenza. Mettici anche il fatto che sono innamorata...
-Ah ecco...Aspetta, cosa??
-Sì, ti ho sempre amato, da quando ci siamo conosciuti a Roma.
Willy Wonka fu spiazzato da quella rivelazione, anche lui l'amava sin da quando si erano conosciuti: un amore a prima vista che si è rivelato tale solo adesso, dopo 5 anni.
-...Laura?
-Sì??
-Promettimi che non ci lasceremo mai.
-Cause di forza maggiore permettendo, te lo prometto con tutta l'anima.
-Oh, non puoi capire quanto ti amo!!
-Sei l'anima mia, Willy.

Purtroppo quel periodo felice durò poco più di un mese, poichè arrivarono brutte notizie dall'Italia, che costrinsero Laura a misurarsi con il proprio passato da capo ribelle dei "Variaghi".

Ritorna all'indice


Capitolo 13
*** Capitolo 12 - The Varangian Way ***


"Daily World", ultime notizie.
"L'esercito dei Variaghi in Italia dichiara guerra a Montecitorio!"
"I Variaghi erano le fedeli guardie dell'imperatore bizantino, ora sono le fedeli guardie del popolo, vero reggente del paese. La classe politica sta rovinando il Belpaese con le sue riforme scellerate e dittatoriali, ci impone un regime sfiancante di austerità e ci costringe a vedere -allo stesso tempo- gli sprechi e i lussi di chi ci governa. Il popolo è stanco e arrabbiato, vuole cacciare i banchieri e noi Variaghi abbiamo il dovere di aiutarlo." dichiara Rita, il braccio destro del capo dei ribelli.
 
Laura, insieme a Willy, leggeva preoccupatissima queste terribili notizie sulla ribellione che si stava consumando in Italia.
-Quello che mi chiedo è: perché non hanno intervistato direttamente il loro capo?
-...Perché sono io il capo dei Variaghi, mio caro.
-Cosa??
-Cominciò tutto quando avevo 17 anni: il governo dei banchieri stava riducendo il paese alla rovina anche allora, quando a me venne un'idea, quella di creare l'esercito del popolo: i Variaghi appunto. Ribelli perfettamente addestrati al combattimento e alla diplomazia. L'intento dei Variaghi è quello di rimettere il paese in sesto con la forza delle parole, anche con le armi, ma solo se si rivela strettamente necessario. A quanto pare le nostre richieste sono state ampliamente snobbate. Rita è la migliore ambasciatrice che l'esercito abbia mai avuto: se ha pensato che sia necessario combattere ci sarà stato qualcosa dietro.
-Cosa succederà adesso?
-Non lo so... L'unica cosa certa è che i Variaghi hanno bisogno del loro capo.
-Non avrai intenzione di combattere, vero?
-Se sarà necessario, dovrò farlo. Ho preso un impegno solenne con i Variaghi e devo mantenerlo fino in fondo.
-E non pensi a tua sorella?? E a Charlie?? E a me?? Avevi promesso che non ci saremmo mai lasciati!!
-...Cause di forza maggiore permettendo, ricordi? I Variaghi hanno bisogno della loro guida. Poi Aurora, per una bambina della sua età, sa cavarsela anche da sola. Poi c'è anche Charlie con lei.
Willy Wonka cercò di dominare al massimo i suoi attacchi di puro egoismo: Laura doveva rimanere con lui a tutti i costi, ma era in ballo il futuro di un intero popolo e del suo esercito.
-Se tu andrai in Italia, io verrò con te.
-Sei impazzito?? Si tratta di una ribellione, anzi no, di una vera e propria guerra civile!! Poi dovrai essere addestrato e, fidati, non è una cosa che prende una giornatina.
-Me la caverò; ho viaggiato in lungo e in largo e mi sono trovato ad usare ogni tipo di arma: dal machete agli AK-47, dalle Smith & Wesson alle mitragliatrici Thomson.
-Ok, da questo punto di vista non ho nulla da ridire (come cavolo avrà usato tutte quelle armi??).
-Ma seppure non sapessi usare le armi, verrei con te. Non ti lascerei mai combattere da sola.
-Lo so, ma... Ho paura di...di...poterti perdere...- a queste parole, gli occhi di Laura si inondarono di lacrime bollenti -...Non potrei immaginare come...come starei senza di te...
Willy la abbracciò, rassicurandola.
-Non preoccuparti, andrà tutto bene... Corri però, devi raggiungere il tuo esercito. Prenderai l'elicottero, ci vorranno almeno 3 ore di viaggio ma...
Laura lo zittì improvvisamente, e aggiunse:-...Dobbiamo raggiungere il nostro esercito. Benvenuto fra i Variaghi.

Prima di partire salutarono Charlie, Aurora e tutti gli umpa-lumpa.
-Non sapremo cosa ci aspetterà in Italia, per cui abbiate cura di voi, ragazzi. Vi vogliamo bene, non dimenticatelo.
-Stai attenta, sorellona!!
-Non dubitare, piccola mia!!
-Fate buon viaggio!!
-Speriamo in un buon ritorno.

Furono 3 terribili ore di viaggio, in cui si susseguirono liti furiose, pianti e riappacificazioni fulminee; come in un flash.
-Cosa vuoi dire con "annullamento temporaneo della personalità"??
-Voglio dire che in guerra viene annullato il tuo carattere. Cioè, se sei sempre stato un brav'uomo che non ha mai fatto del male a nessuno, in guerra diventi un assassino sanguinario che non guarda mai in faccia a nessuno; ma dopo la fine, se sei abbastanza forte da reggere gli orrori del conflitto, torni quello di prima.
-Non cambierai in modo permamente, vero???
-Non permetterò che mi accada, altrimenti sarebbe la mia fine.
-Hai avvisato Rita del tuo ritorno?
-Sì, lei ha pensato ad avvisare i Variaghi. Le ho parlato anche di te e della tua entrata nell'esercito: le fa piacere qualche soldato in più, specialmente se sa usare le armi. Useremo dei mitragliatori Thomson.
-Magnifico... Pensi che ce la faremo?
-I Variaghi sono forti e ben addestrati, per di più 70 milioni di italiani contano su di loro, quindi sono doppiamente motivati.
-Qualunque cosa accada....ricordati che ti amo.
-Stavo per dirti la stessa cosa.
Quel bacio che seguì fu il più doloroso e struggente di tutti i baci che si erano dati finora.

L'elicottero atterrò al quartier generale dei Variaghi, davanti alla vecchia stazione di Vigna Clara, dove Rita li stava aspettando.
-Rita, amica mia.
-Come stai compagna?
-Scossa. Qui abbiamo la nuova guardia.
-Benissimo. Laura mi ha parlato molto bene di te.
-Vorrei essere d'aiuto all'esercito e al popolo oppresso, nulla più.
-Magnifico, mi piacciono le persone motivate.
-Hai ancora la mia divisa?
-Sì. L'ho curata io personalmente. Stasera stessa procederemo all'investitura della matricola e all'elaborazione del piano d'attacco. I maiali banchieri si stanno difendendo meglio di come ci aspettassimo, ma stiamo preparando il nostro cavallo di Troioni.
-Aspetta, ma non era Troia?
-Magari ce ne fosse solo una, di Troia, a Montecitorio!! Lì dentro sono tanti, e per di più tutti maschi!!
E risero come isterici a quella battuta idiota. Forse, in mezzo a quel clima disperato, l'allegria e l'amore erano le uniche due cose di cui godere.

Ritorna all'indice


Capitolo 14
*** Capitolo 13 - The march of the Varangian Guard ***


-Ah, quasi dimenticavo compagno- aggiunse Rita -nell'esercito nessuno usa il suo vero nome, per ovvie ragioni di sicurezza, quindi dovresti trovarti uno pseudonimo.
-Hmm, uno pseudonimo... Albert?? Henry??
Laura, scuotendo la testa disse: -Hakon. Secondo me ti starebbe proprio bene.
-Concordo con Laura, anzi, con Mikla.- sentenziò Rita.
-Mikla??? Cosa vorrebbe dire??
-In lingua nordica, più precisamente nel dialetto dei Variaghi, "Mikla" vuol dire "grande".- precisò Laura.
-Come fai a conoscere anche le lingue nordiche???- chiese Willy.
-Devo molto ai miei adorati Turisas!!
-Ah, Mikla, stasera non dovremo solo investire Hakon, ma anche altre due reclute.
-Chi sono??
-Uno ha scelto di chiamarsi Roland, l'altro invece ha scelto di chiamarsi Ruggero d'Este.
-Benissimo. Stasera investiremo le tre nuove reclute e subito dopo passeremo al piano d'attacco. Come sta il mio "braccio sinistro"??
-Manfredi d'Altavilla? Sta benone. Ha elaborato un piano da far impallidire Leonida e i suoi 300, ma prima ci serve la tua approvazione.
-Quell'uomo è un genio incredibile. Bene, eccoci nel quartier generale dei Variaghi, caro Hakon!

La vecchia stazione di Vigna Clara era stata arredata come un castello vichingo: alle pareti erano appesi stendardi e arazzi con il simbolo dei Variaghi (una nave vichinga stilizzata colorata di verde, bianco e rosso) e a terra vi era un lungo tappeto che cominciava dalla porta e finiva davanti a un trono di legno. In fondo alla grande sala vi erano due scalinate che conducevano alle stanze dei soldati e al campo di addestramento.
Willy rimase sbalordito: non avrebbe mai immaginato che in un covo di ribelli potesse esserci tanta eleganza e cura nei dettagli.
-Impressionante, vero compagno?- disse Rita, notando l'espressione meravigliata di Willy. -Anch'io sono rimasta sorpresa quando ho visto tutto ciò. È tutta opera di Mikla.-
"Ho un grande genio per fidanzata!!" pensò lui tutto contento.
-Bando alle ciance; porta Hakon e le altre reclute nei camerini e affidali a Cuordileone. Lui li preparerà all'uso delle armi e gli assegnerà le divise; inoltre gli spiegherà il perchè della grande guerra. Ci servono ragazzi svegli e motivati, qui. Poi li riporterai su alle 5 del pomeriggio per la cerimonia di investitura. Mancano... quattro ore. Cuordileone può farcela.
-Agli ordini, capo. Venite con me compagni. 
Prima di andare, Willy tentò di strappare un bacio alla sua Laura, ma lei si ritrasse di colpo con uno sguardo profondamente malinconico e andò verso le sue stanze.
"Mi dispiace tantissimo, anima mia, ma se solo tu immaginassi quello che ci aspetta, capiresti il perchè del mio gesto."

Mentre andava verso la sua stanza, incontrò il suo cervello strategico, il suo "braccio sinistro": Manfredi d'Altavilla.
-Mikla! Sono estremamente felice di vederti.
-Manfredi! Come state tutti quanti?
-I ragazzi sono forti e preparati, ma appena hanno saputo del tuo ritorno si sono dati da fare il doppio. I Variaghi sono grandi guerrieri, ma hanno comunque bisogno della loro guida per sentirsi al sicuro e invincibili.
-Sanno benissimo che possono cavarsela da soli. I ragazzi hanno un gran cervello e sanno gestirsi molto bene.
-Ma sono comunque legati a te. Sei una specie di madre spirituale per loro. Comunque sei riuscita a trovare quell'uomo di cui mi parlavi??
-Sì, e adesso combatte con noi. Si chiama Hakon.
-Noto che sei sempre fissata con i Turisas!!
-Non cambio mai, ragazzo mio, non cambio mai. Tu, piuttosto vedi di cambiarti la divisa. Mettiti quella ufficiale che oggi pomeriggio dobbiamo investire tre reclute. Avverti anche Rita.
-Agli ordini...- Manfredi s'interruppe improvvisamente, notando che qualcosa in Laura non andava. Aveva gli occhi tutti rossi e lo sguardo sfuggente, inoltre la voce le tremava.
-Mikla, sei sicura di sentirti bene??
-Sì perchè??? Qualcosa non va?
-Stai piangendo.

Cuordileone nel frattempo stava addestrando le tre nuove reclute all'uso combinato di spada e mitragliatrice.
-Una vera guardia Variaga deve saper usare al meglio possibile ogni arma che possiede a portata di mano!! Anche Davide fece fuori un gigante con una fionda, e noi non siamo da meno!!! Possiamo fare fuori dei maiali armati fino ai denti anche con un pugnaletto!! Siate degni di far parte del glorioso esercito del popolo! Tutto chiaro, novellini???
-Sì, compagno!!
Willy sentì parlare con entusiasmo i suoi due compagni dell'esercito e di Mikla che ne fa capo.
-Per me è un onore combattere per il popolo italiano al fianco di Mikla!!! È una grande persona!!- disse Roland, entusiasta.
-Dicono a Fiano Romano, da dove vengo io, che è il terrore dei politici!- sentenziò Ruggero d'Este.
-Terrore e delizia dei politici: sono tutti innamorati di lei, ma hanno una gran paura di trovarsela davanti!!
-Gira voce che non guardi in faccia a nessuno quando combatte, se trova un politico o un poliziotto davanti a lei lo uccide, senza se e senza ma!!
-È la pura verità: Mikla non guarda in faccia ai nemici del popolo. Gira voce che una volta disse: "se becco uno di quei maiali pomposi, lo porto nella cantina di casa mia e lo aggancio vicino ai quarti di bue, poi mi ci faccio il salame!!".
-Se lo meriterebbero quei porci, dopo quello che hanno fatto al popolo e a lei.
-UN MOMENTO!!!- urlò Willy. -Cosa le hanno fatto quei maiali??
-Come, non lo sai???- intervenne Ruggero d'Este. -Uno di quei maledetti le ha ammazzato il padre, poi ha abusato della madre. Quest'ultima, per conservare l'onore si è suicidata! Tutto questo sotto gli occhi di Mikla e della sua sorellina.
"Perchè non me ne ha mai parlato??" pensò Willy, che era ormai all'orlo delle lacrime.

Ormai l'ora dell'investitura si faceva più vicina.
Laura si mise la sua uniforme ufficiale (che consisteva in un'armatura di taglio vichingo con un mantello di pelliccia, sintetica ovviamente, e in un bastone con il Mjöllnir sopra) e si avviò verso la sala principale.

Ritorna all'indice


Capitolo 15
*** Capitolo 14 - Miklagard Ouverture ***


Manfredi d'Altavilla, vedendo arrivare Laura, ordinò ai suoi compagni: -Suonate l'inno!! Tutti sull'attenti!!-.
L'inno in questione era "Miklagard Ouverture" dei Turisas; parlava di un giovane vichingo che parte dalla Norvegia per Bisanzio (Miklagard, appunto) e che si arruola nel corpo dei Variaghi.
All'ascolto dell'inno erano tutti sull'attenti e in piedi. Nel frattempo, Rita era arrivata con gli elmi e le armi (una mitragliatrice Thomson e una spada vichinga) dei nuovi soldati, e li pose su un tavolo di legno, sito di fronte al trono.

Appena finì l'inno, Laura disse a Cuordileone: -Fai entrare Roland!-.
Lui eseguì l'ordine immediatamente, fece inginocchiare Roland e lui pronunciò il giuramento davanti al capo e davanti all'esercito dei Variaghi.
Laura gli mise l'elmo sulla testa, gli appoggiò la spada, girata di piatto, sulla spalla e gli disse: -Benvenuto fra i Variaghi, soldato! Da questo momento sarai il difensore dell'Italia e del suo popolo! Sii fedele al tuo capo e alla tua gente.
Fece la stessa cosa anche con Ruggero d'Este, che quasi svenne quando potè vedere il capo con i suoi occhi.
"È addirittura più bella di come la descrivono!!" pensò.
Dopo il giuramento di Ruggero d'Este, Laura si sentì il cuore in tumulto e gli occhi in fiamme: Willy Wonka-Hakon stava per prestare giuramento.
"Ancora non sa quello che lo aspetta..."
Si ricompose immediatamente e disse a Cuordileone, con un leggero fremito nella voce: -Fai entrare Hakon...-.

Willy entrò con un leggero moto di soggezione: non era abituato ad avere così tante persone come lui intorno. Era abituato ad essere attorniato solo dai suoi Umpa-Lumpa.
"Chissà come stanno i miei ragazzi..." pensò.
Lui si inginocchiò e prononciò il giuramento.
-Giuro di essere fedele all'esercito e al popolo italiano. Giuro di combattere con tutte le mie forze chi tenta di sopraffare il benessere e la sovranità della gente, anche dando la vita se necessario. Giuro di essere fedele al capo e ai suoi attendenti, che sappiano guidarmi verso la vittoria.
-Alzati, Hakon.- Laura pose il Mjöllnir sul capo di Willy e disse: -Sei pronto alla fedeltà verso il tuo capo e i tuoi compagni?-
-Sono pronto.
-Sei pronto a servire il popolo italiano?
-Sono pronto.
Laura sospirò, trattenendo le lacrime, e pronunciò l'ultima parte del giuramento, quella che più aveva paura di dire.
-Sei pronto...a morire sul campo di battaglia...sacrificando la tua vita, i tuoi sogni e i tuoi affetti per la salvezza del popolo italiano??
"NO CHE NON SONO PRONTO!! Non voglio perderti, anima mia!! Non potrei mai vivere senza di te!! Dio, perchè sei stato così crudele con lei e con il popolo?? Preferirei dare la mia vita, che vederti agonizzante con una pallottola piantata nel cuore!! Sì, sono pronto a sacrificare la mia vita, ma non sono pronto a vederti morire." pensò Willy, che ormai tratteneva il pianto solo per dignità.
Facendo appello alle sue forze, con la voce che tremava, lui disse al suo capo: -...Sono pronto...-.
-Benvenuto fra i Variaghi, soldato. Da questo momento sarai il difensore dell'Italia e del suo popolo. Sii fedele al tuo capo e alla tua gente...
Dopo aver posto l'elmo sulla testa di Willy e la spada sulla sua spalla, Laura ordinò a Rita e a Manfredi d'Altavilla di andare verso la sala della Difesa (dove venivano elaborati i piani di battaglia), e disse loro che lei li avrebbe raggiunti in seguito.

Si rinchiuse nella sua stanza, mentre da sopra si sentiva la musica della festa organizzata per i nuovi arrivati, e pianse disperatamente.
-Ma perchè ti ho trascinato in questa malnata storia?? Perchè devo vederti morire?? Non voglio che tu muoia!! Noi dovevamo vivere nella tua fabbrica, in santa pace, lontani dai pericoli del mondo, e ingozzarci di Armoniche di cioccolato insieme a Charlie e Aurora!! Non voglio perdere tutto questo!! Non voglio perdere te, Willy, amore mio!!!
Mentre si disperava, Laura sentì un fruscio provenire da sotto la sua porta e dei passi che si allontanavano.
Trovò un foglietto per terra e lesse il messaggio, che diceva: "Se non vuoi perdere lui e il benessere del popolo, allora combatti per tutti e due. Sii forte, capo, e tutto andrà per il meglio. Manfredi d'Altavilla."
Portò il messaggio al cuore e si avviò verso la sala della Difesa, con la rinnovata speranza che tutto sarebbe andato per il meglio.

Come previsto, trovò i suoi due migliori soldati seduti, davanti a un tavolo dove sopra era appoggiata la cartina del palazzo di Montecitorio.
-Ah capo, finalmente ce l'hai fatta!- cominciò Rita. -Dunque dunque, abbiamo ricevuto notizie ottime dai nostri contatti: sono riusciti ad avere il piano d'attacco dei poliziotti, si apposteranno tutti davanti alle due porte di Montecitorio, armati fino ai denti e incavolati come belve che non mangiano da giorni.
-Fammi indovinare: hanno tralasciato le porte dello scantinato, vero??
-Precisamente mia cara Mikla!! Ti dirò di più: quella zona è completamente spoglia e ci si può arrivare da un vicolo parallelo a piazza Colonna.
-Fin troppo prevedibile. Ma quanto possono essere stupidi quei maiali?? Non per niente il loro comandante Daveri è L'ULTIMO DEGLI ULTIMIIII!!![cit.]-
-Ahahah!!! Sai sempre come stemperare gli animi, Mikla!!- aggiunse Manfredi.
-Ancora non so come ringraziarti, compagno.
-Fedeltà verso il proprio capo, ricordi???
-Basta con le ciance inutili, Manfredi- lo interruppe Rita. -e illustra il tuo progetto.
-L'idea sarebbe quella di un'iniziale attacco frontale, per distrarre quegli idioti; poi servirebbe un diversivo, qualcosa che gli faccia girare la testa per quel secondo che ci serve per staccarci dall'esercito e intrufolarci nel palazzo. Andremo io, te, Rita e le tre reclute; sono motivatissime, ma Cuordileone ha detto che non sono molto esperti nel combattimento con le mitragliatrici. In compenso nel corpo a corpo non li batte nessuno. Ha detto però che Hakon si è rivelato molto abile nell'uso della mitragliatrice, e che come cecchino potrebbe essere l'ideale.
"Grande, Willy!!" pensò Laura.
-Come diversivo potremo usare un urlo, che ne dite ragazzi?? Qualcosa di breve ma efficace.
-Io direi che come urlo "KAPPAAAA!!!" è perfetto!! Tanto quelli lì avranno i nervi talmente tesi che anche una farfallina potrebbe distrarli!!- disse Rita.
-Bell'idea!! Ci sto!!- sentenziò Manfredi. -Che ne dici, Mikla??
-Che l'idea mi piace un casino!!! Sentite, una volta entrati nel palazzo, però, dovremo far fuori tutti i poliziotti messi a guardia. Come sono questi bestioni?
-Sono dei lottatori di sumo grossi come armadi, ma sono parecchio stupidi. Potremo mandare avanti Roland e Ruggero d'Este senza avere troppe rogne. Hakon effettuerà delle operazioni di cecchinaggio da una finestra. noi entreremo nelle Camere e faremo fuori più maiali possibile.- disse Rita.
-La cosa mi garba assai. Ah importante: lasciate in vita i presidenti delle Camere Rossi e Brambilla, il presidente della Repubblica Basaglia e il presidente del Consiglio Merlin. Per loro ci sarà il giudizio del popolo italiano.
-Bene, posso dichiarare conclusa con successo l'organizzazione del piano! Penserò io a comunicare tutto all'esercito e ai tre nuovi arrivati!!- disse Manfredi. -adesso che abbiamo finito, possiamo andare a festeggiare con gli altri compagni, ho una fame da lupi!! Io avrei voglia di una bella fiorentina alla piastra!!-
-Io invece ho voglia di fettuccine ai funghi!!- sentenziò Rita. -Tu, Mikla, cosa vuoi mangiare??-
-...IO VOGLIO...UN...POLLOOOOOOO!!![cit.]
-Ahahahahah!!! Sei sempre la solita!!





Riconoscete le citazioni??xD

Ritorna all'indice


Capitolo 16
*** Capitolo 15 - Take it Off! ***


Quella per i nuovi arrivati fu una festa fantastica, piena di allegria, canti vichinghi, leccornie e birre della migliore qualità.

Dopo la colossale abbuffata ci fu anche un ballo, a cui Laura partecipò; prima con Ruggero d'Este, poi con Manfredi d'Altavilla e poi con Willy.
Durante le danze, ebbero modo di parlare meglio di quello che è accaduto a lei quando era più giovane.
-Perchè non mi hai mai detto dei tuoi genitori??
-Ti pare che mi piaccia parlare di mia madre che si è suicidata dopo un abuso nei suoi confronti e di mio padre che è stato ammazzato da un deputato???
-Hai ragione, perdonami. Ma quanti anni avevi quando è successo??
-Io avevo appena compiuto 17 anni, mia sorella ne aveva 4. Immagini che tragedia psicologica possa essere per una bimba della sua età?? Io e lei fummo adottate dai genitori di Rita. Anche lei aveva subìto una cosa simile: un poliziotto aveva ucciso i suoi nonni. Da lì in poi trovammo altre persone a cui capitò un dramma simile e decidemmo di metterci contro questo sistema barbaro. Così nacquero i Variaghi.
-Mi dispiace per essere stato così...ehm...invadente.
-Non fa nulla, amore mio. Ora pensiamo a rilassarci, che fra una settimana dobbiamo combattere l'ultima battaglia.
-Come si svolgerà??
-Vi dirò tutto domani mattina, ora non mi pare proprio il caso di parlare. Lascio che i soldati distendano i nervi, così affronteranno l'ultima battaglia con più carica e grinta.
-Decisione saggia, ma adesso cosa facciamo??
Alla domanda di Willy, comparve sul viso di Laura un sorriso che non vedeva dal giorno in cui se l'era trovata davanti, un sorriso che sapeva resuscitare anche i morti.
Lei fece una risata divertita e, con uno sguardo amorevole, disse: -Adesso si festeggia il tuo arrivo e quello degli altri due novellini con una bella gara di ballo!!-.
Willy fece un balzo indietro ed esclamò sorpreso: -Ma io non so ballare!! Ferma tutto!! Ferma tutto!! Ferma tu...!-
Non fece in tempo a finire l'ultima frase che subito venne catapultato da Laura al centro della pista.
-Amore mio, io non so ballare!! Ti prego, non farmi fare questa pazzia, riderebbero tutti!!- esclamò Willy, sempre più sconcertato dai gesti di Laura. Non si era mai comportata così prima d'ora, non era mai stata tanto espansiva.
-E allora?? Fatti trascinare dal ritmo della canzone!! Vedrai è divertente!!
Volteggiarono insieme sull'onda di un valzer viennese, poi si scatenarono al ritmo di una canzone di Kesha.
I movimenti di Willy, all'inizio, sembravano un po' impacciati, ma lui trovò subito la sicurezza guardando Laura che volteggiava fra le sue braccia.
Ma cosa importava ormai della gara di ballo, della guerra e delle preoccupazioni? Quando aveva lei fra le braccia, Willy Wonka si sentiva un dio, il padrone assoluto del mondo.
La sua vita e il suo destino erano racchiusi in un guscio alto 1,62 m, dai capelli castani e dal sorriso amorevole.
Inutile dire che il primo premio andò alla coppia Laura-Willy. Il secondo posto spettò alla coppia Cuordileone-Rita e il terzo posto alla coppia Manfredi-Angelica.

Subito dopo la gara, Willy si fermò a parlare qualche istante con Manfredi.
-Gran bella donna il nostro capo, vero Hakon?
-Senz'altro.
-La devi amare moltissimo.
-Più della mia stessa vita, Manfredi. Sacrificherei la mia vita per lei.
-Capisco perfettamente. Bene, io vado. Ho degli...uhm...importanti impegni da sbrigare. Ci si vede, allenati bene per la prossima settimana.
-Contaci compagno (Uhm, questo Manfredi mi insospettisce...).

Laura, nel frattempo, parlava con Rita dell'imminente azione da intraprendere.
-Hai mandato il nostro contatto in avanscoperta?
-Sì, Mikla. Ormai l'attacco dei maiali non ha più segreti per noi.
-Spero che sia così. Mi hai detto che la volta scorsa sono riusciti ad anticipare il nostro attacco.
-Non è stata l'unica volta, capo. È già la quarta volta che riescono ad anticipare le nostre mosse. Fortunatamente siamo stati addestrati da te anche a queste evenienze.
-Però qualcosa non quadra, Rita. I poliziotti italiani non spiccano certo per intelligenza, allora come fanno a prevedere le nostre mosse?
-Mah, Daveri si sarà fatto qualche striscia in più del normale.
-Ahahahah! Mi piacerebbe pensarla come te, davvero!! Ma qualcosa non mi torna...
-Ehi, Mikla!! Hai visto Manfredi?- chiese Cuordileone. -Si sarà ricordato che dobbiamo discutere insieme dell'addestramento per l'attacco al palazzo!-.
-Si l'ho visto io!!- intervenne Willy. -È uscito poco fa dicendo che aveva degli impegni importanti da sbrigare!!-
-Strano.- disse Rita. -Manfredi non esce mai dal quartier generale...-

All'improvviso rientrò il contatto dell'esercito, tale Leoncavallo, tutto trafelato e con un'espressione sconvolta.
-MIKLA!!! MIKLA!! EMERGENZA!!
-Calmati, Leoncavallo, e dicci cosa è successo!
-Qui fuori c'è Manfredi che sta parlando molto animatamente con un poliziotto!!
-Lo starà facendo sloggiare. Dov'è il problema??
-AVEVA IN MANO I PIANI D'ATTACCO E LI STAVA DANDO A QUEL MAIALE!!

Dopo la rivelazione, Laura si sentì mancare le forze, ma mantenne un dignitoso decoro e disse ai suoi soldati:
-Signori, compagni, fratelli. Un traditore si annida fra le nostre file, ma non abbiate paura. Le vere guardie Variaghe come voi sanno sempre come trarsi d'impaccio da queste situazioni, anche perchè vi ho addestrati apposta. Vi ho addestrati alla fedeltà verso il popolo e verso di me, vi ho addestrati al combattimento, all'oratoria e alla strategia militare. Ora fate appello proprio alla vostra capacità strategica, fate finta di non sapere nulla e eseguite tutto quello che sto per dirvi...
E Laura elaborò alla svelta un nuovo piano militare, che fece appello anche alla vecchia personalità assunta da lei stessa: quella di Diana Hudson.
 

Ritorna all'indice


Capitolo 17
*** Capitolo 16 - End of an Empire ***


La settimana dopo i Variaghi erano tutti schierati di fronte all'esercito di Montecitorio; tanti guerrieri valorosi messi di fronte a tanti salami Beretta.
-Bleargh, mi sento male se penso che dovrò misurarmi contro questi perdenti!!- esclamò Rinaldo, il soldato più presuntuoso delle fila dei Variaghi.
I Variaghi erano pronti all'attacco, quando al grido di "KAPPAAA!!!" sbucò dal centro della piazza un enorme palcoscenico, su cui cantava Diana Hudson.
I poliziotti italiani, comandante Daveri compreso, vennero subito distratti dalle canzoni di Laura-Diana, e si misero subito davanti al palco ad esultare e a cantare.
"Madonna santissima, quanto sono stonati!! Spero che questa tortura finisca presto!!" pensò la povera Laura.
Erano talmente distratti dal concerto che non si accorsero minimamente dei Variaghi intrufolati fra le loro fila: infatti vicino a ogni poliziotto c'era una guardia Variaga che, al minimo segno di distrazione, accoltellava il poliziotto alla giugulare; una morte rapida e silenziosa.
Intanto Willy e Ruggero d'Este, dopo aver fatto fuori le due guardie messe a copertura della porta di Montecitorio, entrarono; seguiti da Manfredi, Roland e Rita.
Quest'ultima portò con sè un paio di manette, con cui attaccò Manfredi a un palo "per ragioni di sicurezza".

Quando tutti i poliziotti presenti a piazza Colonna vennero fatti fuori, Laura entrò nel palazzo con in mano un paio di Smith & Wesson, ed ordinò ad un gruppo di soldati:
-Mettetevi a guardia di ogni singola porta e ammazzate chiunque vi capiti a tiro, poliziotto o politico che sia.
-E io qui ammanettato che cosa faccio?- domandò Manfredi.
Laura avvicinò le sue labbra all'orecchio di Manfredi e gli disse: -Con te faremo i conti dopo, sporco traditore. Anzi, i conti li farai direttamente con il popolo.-
Date le ultime disposizioni (ovvero entrare di corsa nella camera di Consiglio al segnale di Rita), Laura e Rita si vestirono da poliziotte e sfondarono la porta della camera di Consiglio.
-Ehi, voi due!! Che cosa significa quest'irruzione?? È successo qualcosa per caso?? Non vedete che è in corso un'interrogazione parlamentare??- chiese sconcertato il presidente del Consiglio Merlin.
-Mi dispiace per l'irruzione, signor presidente, ma è un'emergenza!- disse Laura???
-Cosa sta succedendo??
E Rita urlò: -È LA FINE DELL'IMPERO!!!-
Si scatenò l'Inferno, nella camera di Consiglio.
Willy e Ruggero d'Este catturarono subito le 4 alte cariche dello Stato e li ammanettarono allo stesso palo dov'era ammanettato Manfredi d'Altavilla, poi fecero cenno a Laura che potevano anche fare fuori il resto dei maiali rinchiusi lì dentro.
-FERMI TUTTI!!- il grido di Laura rimbombò per tutti i corridoi del palazzo.
Lei fece il giro di tutte le panche della stanza, dove erano seduti i politici impietriti dalla paura, e si avvicinò a un deputato dalla faccia che a lei non tornava nuova.
-TU!!!- urlò quel deputato. -Tu sei la figlia di Massimo Valentini, il liberale!!!-
-Sì, spazzatura della società. Sono la figlia del grande liberale Massimo Valentini e della sua splendida moglie Raffaella!! Ti ricordi il suo nome vero, lurido salame??? RAFFAELLA!!!
Detto ciò, Laura prese quel deputato per i capelli e lo trascinò fuori dalla stanza, chiudendo la porta alle sue spalle.
E in quella stanza, sangue, pallottole e urla fecero il resto.

Laura ammanettò anche l'ultimo deputato e urlò ai sei malcapitati.
-AH!!! Guardate adesso il vostro paese, come lo avete ridotto!! Un cumulo di carogne e spazzatura!! Visto a che cosa ha portato la vostra riforma "lacrime e sangue"? Guardate la gente che si scanna per un tozzo di pane che costa 5 euro all'etto!!! Guardate i vostri luridi maiali che non hanno nemmeno saputo proteggervi!! Ora eccoli lì, riversi a terra, annegati nel loro stesso sangue!! E voi che sperperavate le risorse di stato in escort, vacanze e auto blu!! Guardate e vergognatevi, maiali!!! E tu, traditore, guarda l'esercito vittorioso!!! Guarda il popolo reggente che torna ai suoi giorni migliori!!!
-Il popolo è una massa di gente inetta e ignorante!!- urlò Brambilla.
-FAI SILENZIO!!- Laura diede uno schiaffo in faccia a Brambilla, slogandogli la mascella. -Il popolo è intelligente, capisce quando qualcuno gli sta fregando il pane dalla bocca!! Capisce quando lo vogliono fregare!! Capisce e si ribella!!
-La ribellione non serve a nulla, se tutto tornerà come prima!! Noi saremo liberi!!- protestò Manfredi.
-Oh, ma voi non sarete mai liberi!!- urlarono da dietro Willy e Leoncavallo.
-E per quale assurdo motivo??
-Perchè il popolo vi vuole morti. Dal primo all'ultimo. E ora in galera!!! Domani ci sarà il giudizio dell'Italia.- ordinò Rita.

I Variaghi tornarono nel loro quartier generale forti della loro vittoria, forti della vittoria dell'Italia libera.
Festeggiarono tutta la notte a whisky, soda e sano Viking Metal, mentre fuori il popolo raccoglieva le prime firme per decidere quale sarebbe stata la nuova forma di governo del paese: la gente rimase molto delusa dal sistema democratico bicamerale, quindi la scelta più gettonata potrebbe essere stata la monarchia parlamentare di modello Sabaudo.

Mentre i soldati ballavano e brindavano allegramente, Laura si ritirò nella sua stanza e si sdraiò sul letto.
-Dio non ci posso credere!!! È finita!! Finalmente è finita!!! Willy, amore mio, anima mia!! È finita!!! Torneremo presto a casa!!
-*toc-toc* Laur...ehm...Mikla, sono Hakon. Posso entrare?
Laura si rimise in piedi, si spolverò la divisa e disse: -Ehm, sì!! Prego, entra pure!-
Willy entrò e rimase in piedi davanti a Laura, contemplandola per alcuni istanti prima di proferire parola.
-Ehm, volevo dirti che ho rinchiuso i sei traditori in galera..ehm...e che sopra sono cominciati...i festeggiamen...!
Un bacio appassionato troncò di netto il discorso che lui stava facendo.
-...Ti amo da morire, Willy. 

E andarono avanti a baciarsi per tutta la notte, come se fosse stata l'ultima della loro vita.

Ritorna all'indice


Capitolo 18
*** Capitolo 17 - Uninvited ***


I giorni di "lacrime e sangue" per gli italiani stavano volgendo al termine.
Il popolo e la guardia Variaga si radunarono davanti a un patibolo eretto in piazza Venezia, davanti all'Altare della Patria.
Su questo patibolo fecero la loro comparsa Laura e Rita, che annunciarono l'imminente esecuzione dei nemici del paese.
-Compatrioti, amici, fratelli!! Oggi siete chiamati a dare la vostra sentenza sui crimini di questi traditori!! Ricordatevi però, fratelli miei, di decidere secondo giustizia: che sia una pena giusta, quella che voi sceglierete per questi nemici del popolo!! Non lasciatevi prendere dalla rabbia o dal risentimento, agite secondo coscienza!! E ora basta perdere tempo, portate qui i prigionieri!!
Basaglia, Merlin, Brambilla, Rossi, il deputato assassino e Manfredi d'Altavilla fecero la loro comparsa sul patibolo, dove il popolo li accolse come più meritavano: a insulti e ingiurie.
-Vergognatevi, assassini!!!
-Traditori!! Affamatori!! Maiali!!!
-Meritereste di morire dal primo all'ultimo!!

Il caos fu tale da dover costringere Laura a riprendere la parola, per calmare gli animi bollenti.
-Fratelli, vi prego, calmatevi!! Dimostrate a questi maiali chi si merita, fra voi del popolo e questi affamatori, l'appellativo di "onorevole"!! Ma chi è un "onorevole"?? Onorevole è chi dimostra di combattere fino allo stremo per i propri ideali!! Onorevole è chi sa vincere con classe e fair play, ma anche chi sa accettare la sconfitta con dignità! Onorevole è chi da' la propria vita per il benessere dei suoi compatrioti!! Ma soprattutto, Onorevole è chì sa somministrare le pene nella giusta misura! Animo, signori miei, animo!! Cominciamo con il primo condannato, il presidente della Camera dei Deputati Rossi!!
Rita sciolse le corde che legavano i polsi del politico e lo portò di fianco a Laura, che elencò i suoi crimini.
-Sei accusato di corruzione, di peculato, di tangenti alla Polizia di Stato e di appropriazione indebita di beni del popolo. Italiani, cosa vogliamo fare di lui?? Ergastolo, esilio o pena di morte??
Dalla massa accalcata davanti al patibolo si sentì una debole voce: -Io sarei propenso per l'ergastolo. I suoi reati non sono così gravi da meritarsi l'esilio o la pena di morte, giusto??-
-Giusto!! In galera!! In galera!!
"Hanno capito al volo quello che intendevo!!" pensò Laura con orgoglio.
Rita espose la sentenza al popolo e al condannato: -Onorevole (?) Rossi, lei è condannato all'ergastolo. Il popolo così ha deciso. Verrà trasferito subito al carcere di Poggioreale.
-NO!!! A POGGIOREALE NO!!!- urlò Rossi dal furgone ove era chiuso.

-Ah-ehm, bene, passiamo al prossimo condannato!- proseguì Laura. -Il presidente del Senato Brambilla!!-
Stavolta toccò a Ruggero d'Este portare il condannato vicino a Laura.
-Sei accusato di abuso di potere, corruzione in atti giudiziari e di aver fatto imprigionare ingiustamente degli innocenti affamati. Italiani, a voi la parola!!
Si sentì un'altra voce provenire dalle file del popolo: -Ha sporcato ingiustamente le fedine penali di innocenti esponenti del popolo!! L'accusa è abbastanza grave, non trovate fratelli??-
-Sì ma non si merita la morte. C'è chi ha fatto di peggio!!
-Allora cosa ne facciamo?? Lo esiliamo??
-Sì!! Sì!! Vada per l'esilio!! ESILIO!! ESILIO!!
Rita espose di nuovo la sentenza: -Senator Brambilla, lei è condannato all'esilio. Verrà trasportato subito nella remota Mongolia, dove non potrà più nuocere al popolo.
-Che sia.- disse rassegnato Brambilla. -Me lo merito.-
"Finalmente qualcuno che riconosce di aver sbagliato" pensò Laura.

-Perfetto, adesso passiamo al prossimo condannato: il presidente del Consiglio Merlin!!
Roland gli sciolse i legacci e lo portò sul patibolo.
-Sei accusato di aver varato leggi contro il benessere del popolo, di peculato, di tangenti alla Polizia di Stato e di conflitto di interessi!! Signori: lui è l'artefice del vostro malessere!! Cosa volete farne??
Senza nemmeno consultarsi, il popolo emise la sua sentenza:
-A MORTE!! A MORTE!! A MORTE L'ASSASSINO!!!
-Onorevole-manco-per-le-mie-braghe presidente Merlin,- intervenne Rita. -il popolo ha deciso: condanna a morte!!-
-NO, VI PREGO, NO!!! NON UCCIDETEMI!!
-Mi dispiace,- disse Laura estraendo la sua spada. -ma il popolo ha emesso la sua sentenza. Alza il collo, e adesso vedrai cosa significa veramente l'espressione "lacrime e sangue", lurido maiale!!-
E giù, taglio netto sulla trachea.

Laura guardò il popolo esultante e il cadavere di Merlin.
Aveva ucciso l'affamatore del suo popolo, doveva sentirsi gratificata per il servigio offerto alla sua gente, ma qualcosa non quadrava.
Sentiva qualcosa per quel suo simile, quell'essere umano come lei: le aveva fatto pena, del resto morì completamente solo, senza qualcuno che lo sostenesse.
Trattenendo il pianto, ordinò il silenzio generale al popolo, raccolse con due dita poche gocce del sangue di Merlin, le stese sul suo Mjöllnir e disse alla folla:
-Si, è inconsueto quello che ho fatto, signori. Ma sapete certamente meglio di me che il rispetto fra gli altri viene prima di tutto. Ebbene sì: rispetto questo essere umano come me, morto per mano mia. Lo rispetto e mi rammarico per quanto ho fatto, pur sapendo che l'ho fatto per voi. Detto questo, riposa in pace fratello Merlin. Il tuo sangue macchierà il mio martello, in ricordo del giorno in cui ho ucciso un mio simile.
Il popolo rimase basito: aveva sempre immaginato la figura di Laura-Mikla come un generale senza pietà, come una combattente che non passa su chi ha trattato male la sua gente. Ora vide la figura di un'umana, non priva di sentimenti, che si rammaricava del fatto di aver ucciso un suo simile e che provava pena per lui; anche se quell'essere umano aveva portato alla rovina il popolo.
Commossa, la folla levò un lungo applauso al morto e al suo generale.

Laura fece portare via dal patibolo il corpo di Merlin e disse: -Alto, singori miei! Continuiamo! Passiamo al presidente della Repubblica Basaglia!!
Leoncavallo sciolse le corde e lo portò vicino a Laura.
-Sei accusato di totale neutralità di fronte al caos creato dalle riforme scellerate: nonostante tu abbia letto il contenuto di quei fogli maledetti, hai dato il permesso a varare quelle leggi! Italiani, cosa ne facciamo?
-Esilio!!- gridò qualcuno dal mezzo della piazza. -Che mediti su quello che ha fatto!!-
-ESILIO!! ESILIO!! ESILIO!!
Rita fece nota della sentenza: -Presidente Basaglia, lei è condannato all'esilio. Verrà trasportato in Islanda seduta stante, ove potrà meditare su quello che ha fatto.-
-Che sia!- disse il condannato. -Io non sono pentito delle mie scelte.-
-Ah beh, faccia come crede, razza di presuntuoso.- concluse Rita.

-Mikla,- disse Ruggero d'Este -sono rimasti Manfredi d'Altavilla e il deputato che ha ucciso i tuoi genitori. Chi vogliamo mandare avanti per primo??-
-Manda avanti Manfredi.- disse con tono perentorio Laura.
Roland sciolse i legacci e portò Manfredi al patibolo.
-Sei accusato di alto tradimento, verso l'esercito e verso il popolo. Italiani, soldati, fratelli miei, cosa vogliamo farne??
-Che vada in galera!!- urlò a gran voce Rinaldo. -La morte è troppo immediata: non gli lascia il tempo di pensare, e l'esilio è troppo poco: non può vedere il popolo, che egli ha tentato di soffocare, risorgere come una fenice!!-
-Sì!! Siamo d'accordo!! In galera!!!
Come da solito, Rita enunciò la sentenza: -Manfredi d'Altavilla, sei condannato all'ergastolo per alto tradimento. Verrai trasferito a Poggioreale immantinente.-
Mentre Manfredi si allontanava, Laura gli urlò la frase più brutta che lei abbia mai potuto dire finora:
-SEI LA DELUSIONE PIÙ GRANDE DELLA MIA VITA!!

-Mikla,- disse Willy. -Manca quell'infame che ha ucciso i tuoi genitori. Te la senti di continuare, amore mio??-
-Sì, Hakon. Portalo qui.
L'arrivo di quell'assassino non venne preannunciato da nessun discorso: semplicemente venne portato da Laura con i polsi ancora legati.
Vedendo quell'infame ai suoi piedi, Laura ebbe subito l'egoistico desiderio di ucciderlo, ma prima avrebbe dovuto sentire il parere della sua gente.
-Fratelli! A voi probabilmete questo volto non è noto, ma a me sì!! Lui è il maiale che ha ucciso i miei genitori!! Lui mi ha privato delle mie guide, dei miei fari, delle persone che più amavo: della mia mamma e del mio papà! Non ho mai chiesto nulla a voi, gente italiana, compatrioti, amici; ebbene ora vi chiedo solo una cosa: vorrei il vostro consenso per poter dare la morte a chi ha decretato morte a sua volta! Compagni, non lasciatevi influenzare dalle mie parole, ricordatevi sempre di agire secondo coscienza. Detto questo lascio a voi la decisione.
Dalle file del popolo si sentì bisbigliare qualcosa.
-A morte... A morte... A morte...
Prima sembrava un soffio di vento, ma poi si tramutò in un brusio, in un urlo, in un caos!!
-A MORTE!! A MORTE!! A MORTE!! A MORTE!!!
-Sai, mia cara Valentini??- disse l'infame. -Tuo padre era un grand'uomo, ma mi stava mettendo troppo i bastoni fra le ruote.-
-Silenzio infame!! Ah i miei genitori ti mandano tanti saluti dal Paradiso, ma tu salutami i tuoi compagnucci dall'Inferno!!!
E tagliò di netto la gola di quell'infame con la sua spada.

Non se ne volle andare da quel patibolo, senza aver prima steso due gocce del sangue di quell'infame sul suo Mjöllnir, in segno di rispetto.

Ritorna all'indice


Capitolo 19
*** Capitolo 18 - Firework ***


"Carissimi Charlie e Aurora,

la guerra è giunta al termine, il popolo italiano ha vinto!
Fra tre settimane si terrà il referendum per il cambio del sistema governativo.
Gli italiani sono rimasti talmente delusi dalla repubblica bicamerale che -siamo sicuri- si riprenderebbero persino i Savoia!!
Voi come state??? Speriamo che stiate tutti bene, voi due e gli Umpa-Lumpa. Stanno lavorando sodo, quei bravi ragazzi??
Noi stiamo alla grande; siamo usciti sani e salvi dalla guerra e fortunatamente non siamo cambiati, per cui tranquilli: al nostro ritorno non troverete due psicotici con i sonni tormentati dagli incubi!!
Sono già tre giorni che non smettiamo di festeggiare la fine del conflitto, i Variaghi sono tutti euforici e sollevati.
Dopo questo, l'Italia non verrà più coinvolta in conflitti di alcun genere; per cui crediamo che, per i soldati, sia l'inizio di una nuova carriera come una squadra di brillanti ambasciatori e avvocati.
Il mondo intero sta festeggiando la caduta della Casta; ci sono arrivate migliaia di messaggi di congratulazioni da parte dei nostri legati e dei leader europei.
Pensate, ci ha scritto persino la Regina d'Inghilterra!! In breve ci ha detto che abbiamo riportato una brillante vittoria e che abbiamo fatto bene a ribellarci: quei maiali stavano sulle regie scatole anche a lei!!
Martedì, il giorno dopo il referendum, faremo una volata in elicottero e torneremo alla fabbrica; ergo non finitevi quelle Armoniche, altrimenti vi facciamo diventare due salami!!
Io e Willy non vediamo l'ora di rimettere piede a casa nostra e di rivedervi, cari fratelli. Non potete immaginare quanto ci siate mancati.
In attesa di vostre risposte e del fatidico martedì, vi salutiamo: i Variaghi hanno ricominciato a stappare le botti di Barrique dove teniamo la birra svedese e, se non ci muoviamo, c'è il rischio che non ne troveremo nemmeno un goccio!!

Con affetto,
Laura e Willy."

-Wow!! Finalmente ce l'hanno fatta!! Non aspettavo di sentire altro!!- esclamò tutta contenta Aurora.
-E torneranno presto a casa!! Ehi, che ne dici di fargli trovare una bella sorpresa??
-Beh, perchè no! Cosa potremo fare per sorprenderli al loro ritorno??
-Hmm... A tua sorella piacciono le Armoniche di cioccolato, no??
-Beh, si perchè??
-Visto che piacciono molto anche a Willy, facciamogli trovare un'Armonica grossa come il Rockfeller Center!!
-Figata bestiale!! Allora cominciamo a radunare qualche Umpa-Lumpa!!
-Vedrai,- disse Charlie con tono serafico ad Aurora, massaggiandole le spalle. -sarà una splendida sorpresa per tutti e due.-
-Hmm, immagino... Ah, vai più a destraaa... Ah, quello è il punto. Ci sai fare con i massaggi, lo sai?? Hmm, sono proprio contenta per Laura, Willy e i soldati. Meritano proprio le feste che stanno facendo.

*Due giorni dopo*

"Carissimi!!

Siamo felici che le cose si siano messe bene per tutti quanti e che tornerete presto!!
Davvero l'Italia tornerà presto alla monarchia??? Chi sarà il nuovo re?? Quando torni mi racconterai tutto quanto!!
Comunque era ora che l'Italia smettesse di mettersi in mezzo a conflitti e guerre che non erano di sua competenza; ricordo benissimo delle notizie di soldati italiani caduti in Iraq, o degli attentati alle caserme dei carabinieri. Merlin pretendeva di fare la pace con i fucili, puah!
Noi qui stiamo tutti bene e gli Umpa-Lumpa, appena li abbiamo messi al corrente del vostro ritorno, si sono vivacizzati di più e si sono dati da fare il doppio. Gli mancate molto, quegli omini vi vogliono un gran bene.
Davvero alla Regina stavano sulle scatole quei maiali?? Ha, che forza!! Mi è sempre piaciuta quella donna!! 
Ricordo benissimo quando tu avevi 19 anni e mi portavi in giro per il centro. Quando io ti chiedevo: -Laura, ma che cos'è quell'enorme palazzo di fronte a quella strana colonna??- tu mi rispondevi sempre: -Quella, sorellina mia, è la più grande salumeria italiana: pensa te, è piena di maiali!! Dovrebbe chiamarsi Montecitorio quel palazzo, ma io lo chiamo MonteCitterio!!-. Quando mi facevi questa battuta ridevo come una matta!!
Adesso io e Charlie dobbiamo smettere di scrivere perchè stiamo lavorando a una bella sorpresa per voi due!!
Attendiamo con ansia il vostro ritorno!!

See ya!
Charlie e Aurora.

PS: saluta mamma e papà da parte mia. Aurora."

-Sentito, mamma? Sta bene anche lei. Da quando ha trovato quel bravo ragazzo non smette un secondo di ridere. Charlie le ha veramente salvato la vita, come Willy ha salvato la mia. Vi saluta quell'infame di Rambaldo Mossa dall'Inferno. Ne ha uccisi altri, sapete? Ma ha pagato per le sue colpe: il popolo lo ha voluto morto e io l'ho ucciso. Ah, ha detto che eri un grand'uomo, papà, ma gli stavi mettendo troppo i bastoni fra le ruote. Non dimenticherò mai la faccia da terga che aveva prima che la mia spada tranciasse di netto la sua giugulare, ma soprattutto non dimenticherò mai quando ti ammazzò e quando violentò la mamma. Quello non lo dimenticherà mai nemmeno Aurora. Vi porto anche i suoi saluti e... ha detto... che vi vuole tanto bene...

Laura pianse lacrime amare davanti alla tomba dei suoi genitori, abbracciata a Willy.
Ancora non accettava il fatto che i suoi genitori fossero morti per il capriccio di quel deputato infame: Rambaldo Mossa.
Ma ormai vendetta era fatta: il suo sangue macchiava il martello di Laura, come il sangue dei suoi genitori macchiò la camicia di quel maiale in quel giorno maledetto.
Dopo la visita alla tomba dei Valentini al cimitero del Verano, Laura e Willy tornarono subito a Vigna Clara; lei aveva bisogno di riposare molto, dopo la "celeste corrispondenza d'amorosi sensi" intrapresa con i suoi genitori. Questo genere di avvenimenti la scombussolavano sempre.
-Dai sdraiati sul letto, amore mio. Sicura che non riesci a  salire su questa sera?? I soldati aspettano solo te per continuare a festeggiare!
-Non ce la faccio, stasera voglio dormire. Dì ai compagni che possono festeggiare tranquillamente, del resto la festa non è solo per me ma è per loro.
-D'accordo.
-Ah, un'altra cosa...
-Dimmi, tesoro mio!
-Dopo potresti tornare qui a farmi compagnia??
Willy prese Laura per i fianchi, la baciò e le disse: -Contaci, amore mio!-

-Dobbiamo ridurre al minimo la pressione fiscale, mettere all'asta i beni pubblici e investire sulla ricerca e sull'istruzione!! Se ne avessi il potere farei di Tor Vergata la nuova Yale!!- urlò dal mezzo della sala principale Ruggero d'Este. -Ma quello che ci vuole è far capire ai ricconi altolocati che senza di noi, poveri mortali, non sarebbero nulla!!-
-Ehi, che succede qui??- chiese Willy.
-Ah, Hakon!! Eh, niente, Ruggero d'Este sta dando grande prova delle sue capacità decisionali e di calcolo!! Ha tirato fuori delle cifre da far paura!! Mi hanno detto che era un fenomeno, ma addirittura a questi livelli??- disse Rita, entusiasta. -Poi è anche un gran bel tipo...-
-Come hai detto, scusa??- chiese Ruggero d'Este in tono scherzoso.
-Ah, ehm... No, nulla, stavo dicendo che...
-Un'altra cosa: farei Rita Ministro degli Affari Esteri!! Nessuna come lei sa gestire le relazioni internazionali!!
Rita arrossì violentemente e ringraziò con non poca soggezione Ruggero per il complimento.
"Il primo complimento che abbia mai ricevuto da un uomo..." pensò.
-Ruggero, scusami, ma tu hai preso qualche titolo universitario per caso??
-Mi sono laureato in Economia e Commercio alla Normale di Pisa, con 110 e lode.
-Wow!! I miei più sentiti complimenti!!
Dal fondo della sala Rinaldo urlò: -Si dia inizio alle danze!!-

L'orchestra dell'esercito attaccò un vivace minuetto.
-Signorina Rita, mi concede l'onore di questo ballo?- chiese Ruggero.
-Ah, ehm... Ok..!
-Altro che Ministro degli affari Esteri; se fossi il re, tu saresti la mia regina.
-Cosa?? S-stai dicendo sul serio??
-Sono più che serio. Tu sei un valido elemento, a capo di un paese ti ci vedo molto bene. Soprattutto ti vedo molto bene seduta sul trono, accanto a me, oppure davanti all'altare...
-Aspetta, cosa?? Altare??
Senza dire una parola in più, Ruggero d'Este prese il viso di Rita fra le sue mani e la baciò con ardore.

-Oh, wow!!! Non ci posso credere che è successo davvero!!
-Ho visto tutto con i miei occhi!!- confermò Willy.
Lui era sdraiato sul letto insieme a Laura, e mentre si parlavano, la stringeva forte a sè.
-Hai capito la matricola!!- esclamò sorpresa Laura.
-Tra l'altro è anche un genio: è laureato in Economia e Commercio con 110 e lode!!
-Lo sapevo, infatti era una delle ragioni per cui l'ho voluto far entrare nella guardia Variaga. Qui non ci facciamo mancare nulla. Comunque l'ho capito sin dal primo momento che Ruggero e Rita si piacevano.
-Un po' come noi due, amore mio??- disse Willy, baciandole una spalla.

Laura gli prese una mano, la strinse, la baciò e disse:
-Si, proprio come noi due.

Ritorna all'indice


Capitolo 20
*** Capitolo 19 - Glassheart ***


Lunedì 25 marzo.
L'Italia venne chiamata per una seconda volta a decidere in che modo dovesse essere governata.
Il quesito era uno e molto semplice: re o Parlamento?
I risultati non tardarono ad arrivare: già 5 ore dopo arrivarono i risultati ufficiali.
Come era facilmente prevedibile, il popolo decise per la monarchia.
A una sola condizione però: che il nuovo sovrano fosse stato eletto dai Variaghi.

Per tre giorni, nel quartier generale, si scatenò la qualsiasi per decidere il nuovo re d'Italia: i Variaghi erano tutti bravi ragazzi, per carità, ma il titolo di re fece gola anche all'anima più candida.
La situazione raggiunse il punto critico quando sedie e tavolini volarono per la sala principale.
-E BASTAAAA!!!- urlò Laura esasperata. -Possibile che non si sappia prendere una decisione con calma?? Fratelli miei, è una decisione piuttosto delicata: prendiamola con calma e serenità, vi prego!! Non si affrontano questioni del genere lanciandosi le sedie a vicenda!!
-Perdonaci, Mikla. Anzi, possiamo fare una cosa??- chiese Cuordileone.
-Anche due, compagno.
-Prendila tu la decisione. Sei più imparziale e sei un'acuta osservatrice. Tu capisci al volo chi è più adatto al ruolo di re.
-Beh mio caro fratello, è una decisione un po' ardua. Ho bisogno di tempo. Stasera vi comunicherò la mia decisione.
-Prenditi il tempo che ti serve.
-Ah comunicate al popolo che stasera darò pubblica nota della mia decisione. Alle 20 tutti sotto la statua di Cesare.
-D'accordo, Mikla.
Detto ciò, Laura si ritirò nelle sue stanze.

*Due ore dopo*
-*toc-toc* Mikla, sono Hakon. Posso??
-Entra.
Willy notò che Laura era in completo stato "qualcuno-mi-aiuti-mi-sta-fumando-il-cranio", ovvero testa fra le mani, emicrania, caduta precoce dei capelli, herpes labiale per lo stress.
-Che diamine, pure l'herpes mi è saltato fuori. Grazie al cielo domani guarirà, ma fino ad allora non ti potrò baciare, altrimenti te lo beccherai anche tu...
A Willy poco importava dell'herpes, quindi la baciò con ardore lo stesso.
-Ti stai stressando troppo. Rilassati, altrimenti non riuscirai mai a decidere chi fra i tuoi soldati diverrà il nuovo re.
-Lo so, ma è terribilmente difficile scegliere. Sono due ore che sono inchiodata qui a strapparmi i capelli. I Variaghi sono tutti bravi ragazzi, che agiscono secondo l'interesse del popolo.
-Lo so, amore mio, ma non serve solo quello per governare un paese. Servono soprattutto capacità gestionali...
"Ridurre al minimo la pressione fiscale..."
-Visione economica eccellente...
"Mettere all'asta i beni pubblici..."
-Ottima conoscenza dei problemi del paese e dei suoi punti di forza.
"Farei di Tor Vergata la nuova Yale!!"
-EUREKA!!!- urlò Laura, e poi prese Willy fra le braccia e lo baciò con entusiasmo.
-Hai trovato il nuovo re??
-Sì, ma lo saprai stasera come tutti gli altri. Vai su e avverti i soldati: stasera alle 20, sotto la statua di Giulio Cesare, verrà nominato il nuovo re d'Italia.

Una folla festante si radunò in via dei Fori Imperiali, quella sera: sotto lo sguardo austero di Giulio Cesare, stava per essere nominato il nuovo reggente.
Laura salì su un piccolo piedistallo di legno, aspettò il silenzio della folla e disse:
-Popolo d'Italia! Dopo il referendum, che ha visto la vittoria al 100% dei voti della monarchia, hai chiesto a noi, tua fedele guardia di decidere chi sarebbe stato il re! Bene, quel giorno è arrivato!! Un paese come questo merita solo il meglio, merita la mente più brillante, l'anima più ruggente e il cuore più puro. Bene, ho visto qualcuno fra i miei uomini che può ricoprire alla perfezione il ruolo di tuo reggente. Fatti avanti, Ruggero d'Este da Fiano Romano! Saluta il tuo popolo!
Ruggero sbiancò in volto, le sue pupille si restrinsero, il suo cuore pulsava al ritmo della batteria in un concerto degli Slayer.
Non credeva a quello che aveva appena sentito: lui, figlio di umili operai di Fiano Romano, sarebbe diventato re d'Italia.
Raccogliendo le sue forze, gridò a gran voce:
-ITALIA, SONO QUI!! ECCOMI, SONO IL TUO PIÙ UMILE SERVO!!
-Vieni avanti, Ruggero! Sei pronto a servire il tuo popolo??
-Sì!
-Sei pronto a governarlo secondo giustizia e buonsenso?
-Sì!
-Sei in grado di far vivere in pace l'Italia con il resto del mondo?
-Sì!
-Per il potere conferitomi dal popolo italiano e dall'esercito dei Variaghi; io Mikla, nomino te Ruggero d'Este, re d'Italia!!

Fu grande festa fra il popolo, che acclamò a gran voce il suo nuovo re.
-Viva Ruggero I!! Viva il regno d'Italia!! Viva Ruggero I!! Lunga vita al re!!
-Siate degno di questo titolo, vostra maestà.- disse Mikla, abbassando umilmente il capo di fronte al nuovo re.
-Grazie, mio popolo!! Farò tutto il possibile e anche di più per il tuo benessere!! Prima di tutto vorrei cominciare il mio mandato, se così lo posso chiamare, con un piccolo annuncio!!
Ruggero fece salire Rita sul piedistallo, le prese la mano, si inginocchiò davanti a lei e le disse:
-Rita da Caserta, vorrsti essere la mia regina??
Lei non poteva crederci: il suo amato Ruggero voleva sposarla davvero!! Voleva davvero fare di lei la sua regina, come le promise quella sera!!
-Sì!! Lo voglio, mio re!!!
Laura fu felice che tutto si fosse risolto per il meglio, ma anche lei aveva una promessa da mantenere: doveva tornare a casa, da sua sorella.

Fece chiamare l'elicottero da Willy, prese con sè il suo martello e disse al suo popolo e al suo re:
-Mio popolo, vostre maestà, compagni, avete mantenuto la vostra promessa di fare dell'Italia un paese libero; ora io devo mantenere la mia: Aurora mi sta aspettando a casa. Ricordate bene: un popolo non può essere tale se non sono tutti uniti, ebbene siate così: un unico popolo. Seguite sempre il vostro re!! Viva il re, viva l'Italia!!
Detto questo, salì sull'elicottero con Willy, accompagnata dal lungo applauso del suo popolo.

Appena furono saliti di quota, Laura e Willy si abbracciarono piangendo; felici del buon esito di quella vicenda che, qualche tempo fa, sembrava persino impossibile da affrontare.
-Dio, amore mio ce l'abbiamo fatta!! Adesso torneremo a casa!!
Lui le prese il viso, guardò quei due occhioni innocenti e la baciò con dolcezza.
-Hmm... Amore mio, posso fare una cosa?? Un piccolo gesto liberatorio??- chiese Laura.
-Anche due!
-Posso liberarmi dell'armatura?? Sta diventando un peso ora.
-Certamente!!
Laura cominciò a liberarsi dell'armatura, togliendo prima gli stivali.
Man mano che Laura toglieva un pezzo della sua armatura, a Willy sovvenne un piccolo dettaglio, che si fece strada sempre di più ogni volta che lei si liberava di una parte di quella veste guerrigliera.
Solo quando si tolse anche la corazza, a Willy venne in mente quel particolare...

Sotto quell'armatura non si potevano portare altre vesti.



____________________





Woo-hoo!! Finale potente!! Ma da adesso le cose si complicheranno psicologicamente per tutti e due..;)

Ritorna all'indice


Capitolo 21
*** Capitolo 20 - I Drove all Night ***


Era da qualche giorno che Willy Wonka si sentiva poco bene, sin da quando era tornato da Roma con Laura.
Certo, era di nuovo a casa, con Charlie, Aurora, i suoi ragazzi e la sua amata, ma perchè si sentiva così strano?
Ma soprattutto, perchè ora vedeva Laura con occhi diversi?
Era sempre la solita Laura, che giocava e chiacchierava con la sorella, che si ingozzava di erbetta alla menta, che nuotava con i delfini e che fracassava le vetrate a suon di acuti; allora cosa stava succedendo nel suo cervello?
Quando la baciava ci metteva sempre un po' più di violenza, quando la stringeva a sè il sangue gli girava vorticosamente nelle vene, quando dormiva con lei non smetteva un secondo di percorrerle tutto il corpo con la mano, e soprattutto aveva preso il vizio di farsi delle fantasie decisamente poco ortodosse su di lei.
Che fosse stato quel gesto di togliersi l'armatura che aveva scatenato in lui quella tempesta psicologica?

Del resto, Laura non se la passava meglio.
Ogni giorno una parte di lei continuava a chiedersi perchè avesse fatto quel gesto insensato, l'altra parte diceva "lo rifarei, eccome se lo rifarei!!".
Si distraeva facilmente, sognava ad occhi aperti, e soprattutto aveva delle strane reazioni al solo contatto con Willy.
Appena lui la sfiorava un brivido percorreva la sua schiena, un suo bacio bastava a toglierle il fiato, il suo corpo fremeva a ogni suo abbraccio.
Che si fosse presa un'influenza??
La situazione divenne talmente insostenibile che decise di parlarne con l'umpa-lumpa che faceva da psichiatra a Willy.

-Prego, mein frau, zi accomodi zu kvezto lettino!!
"Ah cominciamo bene... Psicanalizzata dal Papa in persona..." pensò Laura.
-Prego, ezponga zuo problema.
-Ehm... A dir la verità è un po'... imbarazzante da dire...
-Non abbia paura, mein frau!! Zono kvi per aiutarla!!
-Ehm...ok. Beh il problema è che...quando sto con lui...il mio corpo mi manda degli strani segnali, come dei brividi. Poi ultimamente sono più distratta del solito....
-Diztratta... Zogna ad occhi aperti??
-Precisamente, e non sono dei sogni molto...innocenti... La prego, mi dica cosa mi sta succedendo e come ne potrò uscire!! Sono stanca e imbarazzata da tutto questo!! Non mi era mai successo prima!!
-Hmm... La kvestione è molto zemplice, mein frau: la zua parte istintifa zta emergendo.
-...Parte istintiva??
-Lei zta avvertendo un desiderio anceztrale.
-N-non capisco... Non ho mai provato nulla del genere per qualcuno...
-Zta zentendo la necessità di un kontatto fisico più profondo con il zuo uomo. Ztia tranquilla, mein frau, è più che normale.
-Ma... Oddio... N-non...- Laura era sempre più imbarazzata: era la prima volta che provava non soltanto amore profondo per qualcuno.
Il desiderio di avere una persona non l'aveva mai sfiorata. Finora.
-Mein frau, il fatto di profare desiderio verzo una persona è un fatto più ke pozitifo: fuol dire ke kondifiderebbe tutto con lui, anke i zuoi azpetti più intimi. 
-Lei dice??
-Azzolutamente, mein frau!
-Cosa dovrei fare secondo lei???
-Zolo una cosa: zi lasci andare, perkè non c'è kosa più bella di kvezta.
-...La ringrazio!!
-Mio dofere è farla ztare meglio, mein frau!!
Laura uscì da quella sala ripresa e piacevolmente divertita dal buffo accento dello psichiatra.
Era pronta ormai ad affrontare la situazione.

Ma Willy come la stava prendendo?
Le sue creazioni erano naturalmente influenzate dal suo stato psichico; non che facessero schifo, anzi erano eccelse, solo che avevano sempre gli stessi ingredienti: non riusciva a capire perchè inventasse in continuazione delle pilloline al cioccolato fondente e peperoncino, caramelle alla cannella, scorzette d'arancia candite ricoperte con il cioccolato; tutti dolcetti con un potere notoriamente afrodisiaco.
Gli venne una bella pensata: tanto per cambiare, si sarebbe fatto una bella chiacchierata con il suo psichiatra.

-Non rieco a capire... Ultimamente sento delle strane pulsioni quando la vedo...
"Zono capitato in una tempezta ormonale in piena rekola!!" pensò il povero Freud di casa Wonka.
-Sono talmente preso dalla situazione che continuo ad inventarmi solo dolcetti afrodisiaci, non capisco perchè.
-E MA ALLORA!!- urlò esasperato il povero psichiatra. -Ma possibile ke kvi non ce ne sia uno zano?? Ekko dof'è il problema: lei e la zua amiketta fi dofete fare una zana... ehm... chiacchierata!!
-Momento, aspetti, che cosa stava per dire??
-Ehm.. herr Wonka, lei desidera frau Laura.
-Desiderarla in che senso, scusa??
-Ze lo faccia spiekare da frau Laura, non zono dizpozto a prosekuire oltre.
-Ma che...! Ok, affronterò la cosa da solo!!
Detto questo, Wonka uscì dalla sala dello psichiatra, parecchio stizzito.
-Ah, ke laforaccio. Non mi pagano abbastanza per sentire le loro perfersioni.

Quello stesso pomeriggio, Laura fece una cosa parecchio inusuale per lei: si mise sotto la vestaglia un corsetto nero di pizzo, prima di andare a riposarsi.
Voleva proprio vedere quale sarebbe stata la reazione di Willy.
Appena lui fece per aprire la porta della camera, lei sciolse il nastro di raso che le chiudeva la vestaglia e si infilò rapidamente sotto le coperte.
Quando le si sdraiò vicino, però, lei notò una cosa parecchio strana: Willy, che di solito si copriva quasi ermeticamente con la maglia del suo pigiama, stava dormendo a torso nudo vicino a lei.

Dal canto suo lui anche, mentre percorreva con la sua mano il corpo di Laura, sentì che c'era qualcosa di insolito: quello che aveva addosso lei non era il solito raso.

Dopo cena, andarono a mettersi subito sotto le coperte, come facevano sempre.
Ma in tutti e due, quella sera, scattò una molla che avrebbe sconvolto la quotidianità delle loro nottate passate insieme.


----------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------(Director's cut)


Si dia il via alla one-shot!!! >:D

Ritorna all'indice


Capitolo 22
*** Capitolo 22 - High ***


Quella nottata, passata all'insegna di una frenetica ricerca dell'altro, scombussolò non poco la psiche dei due amanti: Laura, dopo tutto quello che aveva passato con lui, cominciava ad aspettarsi qualcosa in più di un semplice "impegno"; Willy, dal canto suo, non voleva più lasciarla andare, la voleva accanto a lui per sempre. La questione lo impegnò talmente tanto che si inventò di sana pianta una linea di dolciumi tutta dedicata a neo-sposini e ad anniversari: la linea "Sweet Wedding"; anelli di caramella guarniti da un colorante dorato alimentare con tanto di diamantone di zucchero trasparente, fedine matrimoniali di liquirizia dorata, figure di sposini di zucchero (poteva sembrare piuttosto normale, se non fosse per il fatto che gli sposini erano raffigurati a mo' di umpa-lumpa, comunque sia ebbero grande successo per la loro anticonvenzionalità) e biglietti di anniversario (nozze d'argento, oro e diamante) commestibili.

Quando raggiunse il limite (fase "che-diavolo-faccio"), decise di chiamare a raccolta Charlie e famiglia, Aurora e i suoi collaboratori fidati per farsi consigliare cosa fare e come comportarsi in caso di una proposta di matrimonio, il tutto all'insaputa della povera Laura.
-Bene ragazzi. Vi ho convocati tutti qui per comunicarvi una decisione importante...- Willy prese fiato e continuò. -Io voglio che la signorina Laura Valentini diventi la signora Laura Wonka.
-MA SERIAMENTE!!- urlò Aurora entusiasta. -Dio santo, è una notizia splendida!!! Laura non aspettava altro!!
-Ma cosa intende fare, capo??- osservò Chico. -Non avrà intenzione di dichiararsi con uno di quegli anelli di caramella!!! La signorina ci rimarrebbe parecchio male, e poi si potrebbe squagliare!!
-Appunto per questo ho richiesto il vostro aiuto. La mia scarsa conoscenza del mondo esterno non mi aiuterebbe nella ricerca dell'anello giusto per la dichiarazione. Voi avete qualche idea a riguardo??
Chico cominciò a buttare giù qualche idea: si partì dalla gioielleria Descartier, passando per Vòlgari (nota casa di moda italiana), Blerovski e Le Adult; alla fine Charlie ebbe la meglio proponendo la gioielleria "Sbiffany E Basta". Willy prese subito lo spolverino e il bastone e uscì, alla ricerca del corso principale della città, dove la Sbiffany E Basta aveva aperto una filiale; nel frattempo lasciò detto ad Aurora, Charlie e i suoi umpa-lumpa di preparare una sala per la cena riservata a loro due e -psicologicamente- anche Laura. Detto ciò, uscì di tutta fretta dalla fabbrica.

-*toc-toc* Ehi Laura, sono tua sorella!!! Posso entrare?
-E me lo chiedi anche?? Entra!!
-Bene sorellona, per stasera tira fuori l'abito migliore che hai, i tacchi più alti che puoi portare e il corsetto più sensuale che archivi nei tuoi cassetti...
-Ehi tu!!!- obiettò scherzosamente Laura. -Ferma un secondo, cosa ne sai dei miei corsetti???
-Le voci girano!!- replicò Aurora. -Tornando a prima, fatti più splendida che puoi per stasera. Prima della cena fatti un bagno nella Beach Room, nella vasca idromassaggio, nel cioccolato fuso, dove ti pare; basta che ti rilassi.
-Perché mai?? Sembra una serata come un'altra...
-Non ti deve importare, tu fallo e basta.- obiettò Aurora. -Ora ti devo lasciare, ho un casino da fare. Devo...ehm...studiare latino...
-Ma aspetta, tu hai 12 anni!! Il latino si studia nei licei!!!- osservò Laura.
-A...ehm...è vero, che idiota!! Ihihih!! Ehm, devo correre a studiare...ehm...l'ermeneutica...della fisica...quantistica ecco!!! Sì, devo studiare Ermeneutica della Fisica Quantistica!!
-Aurora!! Per tutte le Fender Stratocaster, mi vuoi dire che sta succedendo??
Aurora corse verso la porta.
-Tu fai come ti ho detto, e vedrai che sarà una serata indimenticabile!!- Detto questo, Aurora uscì e richiuse la porta alle sue spalle.

Mentre Laura si preparava e gli umpa-lumpa erano al lavoro per allestire il salone per la cena, Willy aveva appena varcato le porte della gioielleria "Sbiffany E Basta", specializzata in anelli di fidanzamento, fedine matrimoniali e svenamenti economici: infatti i gioielli Sbiffany costavano quanto il fatturato annuo di un negozio Wonka.
-Ehi, c'è nessuno???- disse Willy, avvicinandosi al bancone.
-Benvenuto alla "Sbiffany E Basta", mio cavo!! Come posso aiutavla??- si avvicinò al bancone un commesso che somigliava vagamente al Ponzio Pilato interpretato dai Monty Phyton.
Willy, cercando di non ridergli in faccia ricordandosi la scena di Marco Pisellonio (perdonate la citazione :'D), disse al commesso:
-Sono alla vicevca...ehm scusi, alla ricerca di un anello di fidanzamento. Oggi voglio chiedere alla mia fidanzata di sposarmi.
-Oh, ma che notizia mevavigliosa!! Pvego, mi segua, cevchiamo qualcosa che faccia pev la sua vagazza!!
Dopo aver spulciato anelli con diamanti, zaffiri, tortore d'oro, decorazioni di palladio e atomi di Fermio, Willy si incantò davanti a una fedina d'oro con un cuoricino di topazio sopra.
-Voglio quello!! Quello è perfetto!!
-Ottima scelta, cavo!! Quell'anello è un avticolo molto vichiesto pev la sua semplicità ed eleganza. Le donne ne vanno lettevalmente pazze!! Le faccio un pacchettino, signove??
-Cev...aridaje. Ehm, certo!!
-Ecco qui!! Fanno 1200 dollavi!!
-'A facc' ro carmine... Pago con American Express.
-Come vuole. Eh, mio cavo, pev l'amove di una donna questo ed altvo.
"Allora la mia dovrebbe farmi un monumento" pensò Willy.
-Tvansazione eseguita. Gvazie signove, Congvatulazioni!!!
-Ehm, grazie. Arrivederci!!- Willy uscì da quella macelleria e ritornò verso la fabbrica con un matrimonio in tasca e 1200 dollari in meno.


Quella sera sembrò perfetta: Laura aveva il suo abito da sera di Dior e Willy aveva il suo vestito da sera più chic. Durante la cena chiacchierarono del più e del meno, anche se lui non pensava ad altro che alla sorpresa  che le stava per fare, e lei non poteva non notare una strana nota d'eccitazione nei suoi occhi. "Cocaina. Avrà preso tanta cocaina." pensava Laura.
Dopo un brindisi alla loro relazione a base di Veuve Clicquot, calò un silenzio di tomba nella sala.
"Ora o mai più!" pensò Willy.
-Ehm...- disse Laura, tentando di rompere il ghiaccio. -E così... La tua nuova linea di dolci sta andando bene...
-Laura...!- la interruppe Willy.
-Ehm...si...?
Willy prese fiato.
-Sposami.
-Buono, buono, buono. Ho sentito bene!!- disse Laura sconcertata. -Tu hai appena detto a me, che in questo momento sono capace di intendere e di volere, "sposami"!!
-Sì, e se vuoi te lo ripeto.
Willy si mise in ginocchio davanti a lei, con il pacchettino di Sbiffany E Basta in mano, e le disse ancora:
-Sposami.
Laura rimase senza parole. Non aspettava altro che quella parola, sin da quando cominciarono a frequentarsi alla Città del Gusto. E ora che l'aveva sentita non sapeva cosa dire.
Laura pensava "A...e ora...che faccio...ora...??", poi pensò "Oh, al diavolo!!! Sì, cavolo, SI!!!!", prese Willy per il bavero della giacca e lo baciò con ardore.
-Hmmm... Lo devo prendere come un sì??- chiese Willy.
-Per dirla tutta volevo imbastire una pappardella del tipo "ho sempre aspettato questo momento, ti desidero da sempre" e bla bla bla, ma le parole in momenti del genere potrebbero rivelarsi inutili; per cui... Sì, prendilo come un sì. Lo voglio. Sì!

_______________


 

Wooo-hooo!!! Finale joyciano per uno di questi capitoli conclusivi!!! xD

Ritorna all'indice


Capitolo 23
*** Capitolo 23 - I Don't Wanna Miss a Thing ***


"Willy Wonka e Laura Valentini sono lieti di annunciare
il loro matrimonio!!
La cerimonia si svolgerà il 25 aprile a Roma in Piazza del Popolo alle ore 10:30,
il ricevimento avverrà nelle sale di Palazzo Chigi al secondo piano, alle ore 12:00.
Non mancate, please!!"


Così recitava quella partecipazione di nozze.
Laura, tramite internet, aveva già richiamato l'armata dei Variaghi e aveva richiesto a re Ruggero I di celebrare le nozze, richiesta che il re ha prontamente accettato. La regina Rita le avrebbe fatto da testimone insieme alla sorella Aurora.
Il problema del trasporto dei convitati a Roma si risolse con il jet privato di Willy, lui aveva invitato gli umpa-lumpa che più avevano contribuito all'evoluzione del rapporto con Laura -Chico, Diego e i collaboratori del salone-, Charlie -suo testimone numero 1- e famiglia, e suo padre Wilbur, suo testimone numero 2, che conobbe Laura qualche giorno prima della sua partenza; infatti lei era tornata a Roma per l'organizzazione del matrimonio e per la ricerca dell'abito da sposa, e sarebbe rimasta lì fino al giorno delle nozze. Willy li avrebbe portati tutti in Italia con il suo Boeing personale.

Nel frattempo, Laura si stava facendo fare l'abito da sposa dal sarto di corte, con l'aiuto di Ruggero e Rita.
-Dio, Mikla, non hai idea di come siamo felici!!!- disse Rita entusiasta.
-Eh, io lo sarei un po' di più, maestà, se riuscissi a trovare un modello adatto!!! Non ho idea di dove cominciare...- osservò Laura.
-Beh... Devi trovare un modello che valorizzi le tue forme, i tuoi lineamenti e che, soprattutto, ti piaccia.- disse Ruggero.
-Ruggero ha ragione!! Tu hai delle belle curve, perchè non le metti in mostra?? Dai, faccio chiamare il sarto, che ti prende le misure. ITALOOOOO!!- chiamò a gran voce Rita (LOL stasera sono in vena di citazioni!!xD).
-Eccomi qua, maestà. Cosa desiderate??
-Prendi le misure della ragazza, per favore.
-Immediatamente, vostra altezza!!- Italo si armò di metro per sarti e prese le misure del corpo di Laura. -Hmmm... Petto: 100, vita: 85, fianchi:95. Signorina, lei ha più curve del Raccordo Anulare!!
-Vacci piano con le battute da rimorchio, Italo. La ragazza si deve sposare fra tre giorni.- commentò piccato Ruggero.
-Oh scusatemi, vostra altezza. Beh, comunque, per la ragazza consiglierei un corsetto che valorizzi il petto e la vita, e una gonna larga a balze che copra i fianchi. In magazzino ho proprio il modello che fa per lei, lo vado a prendere!!!- Italo si allontanò.
-Battute da rimorchio, eh???- osservò ironicamente Laura. -Playboy incallito??
-No,- disse Rita. -solo un figlio di una buonadonna!!!
Tra le risate fragorose dei tre amici si fece strada la voce di Italo:
-Ecco il suo abito signorina!!
E il sarto playboy tirò fuori da una busta trasparente l'abito più bello che fosse mai stato creato: corsetto a cuore adornato di perle di fiume sorrette da fili di puro argento, velo di organza decorato ai bordi con una striscia di raso bianco e una gonna a balze di seta bianca con uno strascico super chilometrico. Laura non resistette alla tentazione di indossarlo subito.
-Baaaaww!! Sei uno splendore!- disse Ruggero meravigliato.
-E aveva ragione mio marito sulle curve da valorizzare!! Le tue bombe a mano si sono ingrandite del 120%!!- osservò Rita, ma Laura non diede peso alle osservazioni dei due. I preparativi erano quasi terminati, le bomboniere erano in laboratorio a Monterotondi, in attesa di essere ritirate, la piazza e le sale di Palazzo Chigi erano pronte ad accogliere sposi e convitati e il buffet era in fase di allestimento.
Nel mentre, i giornali facevano un gran parlare del "matrimonio del secolo":
"Scapolo d'oro convola a nozze con una cantante!!"

"Wonka allarga gli orizzonti!!"

"Proprietario dell'industria dolciaria più grande del mondo sposa la cantante più brava del mondo!!"

"Wonka convola a nozze con Hudson: il matrimonio avverrà il 25 Marzo a Roma!!"

ma Laura se ne strafregava di quel bla bla bla mediatico. Lei voleva solo il suo sposo, avrebbe aspettato solo lui.

Niente addii al nubilato e al celibato pazzerelli la notte prima delle nozze, niente bagni nella fontana di Trevi, niente bombe a mano a Montecitorio. Solo una spasmodica attesa, aggravata dall'assenza forzata: vedere la sposa prima delle nozze porta iattura.
Laura però trascorse la sua ultima notte da nubile in totale allegria nel Vittoriano insieme ai reali d'Italia e i Variaghi, che la portavano in trionfo per tutte le sale del palazzo cantando "Perché è una brava mogliera" bevendo birra rossa irlandese.
Willy invece passò la sua ultima notte da celibe nel Boscolo Hotel di piazza Esedra insieme a Charlie e famiglia, al padre e ai suoi umpa-lumpa tracannando cioccolata calda e cantando stornelli romani, imparati durante il suo soggiorno a Roma.
"Fatece largo che passamo noiiii, 'sti giovanotti de' 'sta Roma bellaaaa!!! Semo regazzi fatti cor pennelloooo e leregazze famo innamoràà!! E le regazze famo innamoràà."
Wilbur Wonka, uomo notoriamente serio e distaccato, non potè fare a meno di ridere a crepapelle sentendo l'accento romano di suo figlio, un po' arruginito.
Lui insieme a Willy ricordarono inoltre il film "Brian di Nazareth", riproponendo tutto il pezzo in cui Brian viene portato da Ponzio Pilato; Willy faceva la parte di Pilato, Wilbur di uno dei centurioni e Charlie di Brian.

-Ah, tuo padve eva un centuvione?? Sul sevio?? E come si chiamava???
-Ehm...Minchius Maximus!!
-Ehm...è un nome inventato, signore. Come Muzius Scevolus o Marco Pisellonio!!
-Io ho un cavo amico a Voma che si chiama Mavco Pisellonio.
Wilbur rise come un pazzo. Non aveva mai saputo di questa vena comica del figlio, nè tantomeno sapeva che gli piacessero i Monty Phyton.
-Qualcuno è in vena di...visatine, quando dico il nome Mavco.... Pisellonio!!
Wilbur si contorse dalle risate.
-Ha anche una moglie, cosa cvedi?? Sichiama... Incontinentia!! Incontinentia Devetana!!
E lì lo spettacolo non riuscì più ad andare avanti, poichè tutti cominciarono a ridere come matti, svegliando tutto il Boscolo Hotel; quelle risate però servirono a rinfrancare l'animo dello sposo, agitato dal grande avvenimento del giorno dopo.

E la cerimonia andò alla grande.
100.000 persone presenti, fra convitati e popolani, celebrarono il matrimonio del secolo fra Willy Wonka e Laura Valentini, che il mondo conosceva come Diana Hudson. 50 paesi collegati in mondovisione assistettero alla cerimonia, officiata dai reali d'Italia in persona. Naturalmente, la linea "Wonka Sweet Wedding" andò alle stelle.
Allo scambio degli anelli, la folla andò in visibilio. Si sentirono addirittura dei botti durante il bacio.
I due sposi, quel giorno, non si curavano più delle telecamere che li filmavano, della gente che gravitava attorno a loro.
Willy e Laura Wonka si erano visti passare tutta la vita davanti in un attimo, in un bacio.
Un bacio che durò tutta una vita insieme.

 

FINE


___________

 


E anche questa è andata!!
Scusatemi le lunghe attese, ma fra esami di maturità (83!!!), fidanzato e sorellina, non mi ci raccapezzavo più!!^^'
However, mi vedrete ancora all'opera molto presto, dopo quest'impresa, e stavolta sarà tutto in tema Disney, in omaggio a un film che amo moltissimo (visto a Natale con quello che poi è diventato il mio fidanzato <3)!!!
Stay tuned!!!

Lauretta

 

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=1062184