IL MESSAGGIO

di Lucilux
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** MESSAGE IN A BOTTLE ***
Capitolo 2: *** LA SVEGLIA ***
Capitolo 3: *** LA SPAZZATURA ***
Capitolo 4: *** IL LATTE ***
Capitolo 5: *** STAY TUNED ***
Capitolo 6: *** LA CENA ***
Capitolo 7: *** ANALISI ***
Capitolo 8: *** "LEI" ***
Capitolo 9: *** FUORI CONTROLLO ***
Capitolo 10: *** ACCORDI ***
Capitolo 11: *** LA TEMPESTA PERFETTA ***
Capitolo 12: *** LA DOCCIA ***
Capitolo 13: *** COMO ***
Capitolo 14: *** LA SUOCERA ***
Capitolo 15: *** COLLISIONE ***
Capitolo 16: *** ..... A CASA (EPILOGO) ***



Capitolo 1
*** MESSAGE IN A BOTTLE ***


1. MESSAGE IN A BOTTLE
 

Non ci poteva credere: il numero l’aveva in memoria da settimane, mesi, anni, tanto perché ogni volta, scorrendo la rubrica,  le sembrava farle compagnia leggere quel diminutivo che lei sola sapeva quale volto nascondesse… 
L’aveva ignorato ma ne era rimasta turbata: turbata al punto da rileggerselo in pausa caffè, in fila al semaforo rosso… diceva “… una parola…scrivi solo una parola…non so neanche se questo numero sia ancora tuo, se il numero sia ancora attivo”…
Sembrava un messaggio in bottiglia, un “dimmi che ci sei perché devo dirti qualcosa” ma le sfuggiva il motivo e non trovava né voglia né interesse a rispondervi perché non ne capiva il fine, non ne comprendeva l’utilità, non voleva trovarsi costretta a scendere a patti con la sua proverbiale aura di  femmina emancipata, razionale con accenni di sindrome da crocerossina accondiscendente e da mammina premurosa che ti accoglie tra le sue braccia mentali quando ti senti perso.
Un’unica cosa la spingeva a sentire un magone dentro ormai superato e del tutto sparito da tempo: la netta sensazione che tutto si fosse fermato a quei giorni di non ritorno, quei giorni in cui nel tentativo di spingerlo a diventare “grande” lo aveva invece allontanato da sé e buttato in inutili storielle senza futuro finchè pareva – alle cronache recenti – che un futuro quel Muppet con la sindrome a metà tra Pierrot e Peter Pan se l’era costruito sul serio, apparentemente solido e duraturo… E quando l’aveva saputo era stata felice per lui, senza rancore, rimanendo tuttavia incredula su un così repentino cambiamento di obiettivi, stile di vita, progetti futuri… Il  suo Muppet, l’eterno ragazzo sensibile, appassionato e leggero che per anni era stato al suo fianco beandosi dell’abbraccio avvolgente del suo (di lei) non dover dir troppo che non fosse già psicologicamente evidente, dopo un anno di “stand by” richiesto evidentemente al fine di mostrare una crescita comportamentale in cui mostrava arrancare a volte come un vent’enne in crisi di identità faceva coppia fissa con una “not normal”, con una invischiata in quel mondo che tanto lo attraeva ma da cui tanto mostrava di volersi staccare appena possibile e non solo, un incidentino di percorso aveva fatto sì che costei – abile saltatrice di margherita in margherita – lo facesse crescere immediatamente  il suo “ragazzo”… Le pareva così strano: farò ogni cosa in mio potere per riaverti diceva… e lei fingeva di ignorare le interviste in cui lui palesava al mondo la sua sofferenza, gli accenni nelle frasi dei pochi amici in comune, le mail, le frasi cifrate in un paio di canzoni, i continui accenni all’Italia, il ricordarsi persino degli auguri ai suoi genitori, lo scrivere sms e il mettere in croce due frasi in italiano corretto (quanta fatica dovevan essergli costate impararle…pura avversione alla lingua aveva avuto in tutti quegli anni di domicilio a Como!) le poche volte che in quel frangente si eran rivisti…
Era stata lei a lasciarlo: il banale pretesto delle solite groupies invadenti e di lui che sdrammatizzava con un “ma se è sempre da te che torno come puoi pensare mi interessi altro” e poi la guardava con il musetto da Paperino, storceva il nasetto e la notte per sedare la sua “rabbia piatta” le diceva “proteggimi stiamo solo abbracciati” e da capo, a  ricaderci con tute le scarpe, a non riuscire a tenere il punto, ad attendere di nuovo il prossimo spunto di lite dovuta alla lontananza, alla vita raminga, al “che vuoi che sia non dar peso…” …Invece quel giorno chissà perché aveva tenuto il punto e gli aveva mostrato quale era tra i due il lato saldo, sicuro, deciso della coppia, quale tra i due poteva respirare senza l’altro pur soffrendone, quale dei due avrebbe perso non solo il cuore ma tutto se stesso dietro a quella decisione….
Si eran sentiti spesso via mail e telefono in quei quasi tre anni e si eran rivisti …poche volte…imbarazzati ma complici: niente sesso, niente progetti… lui la vedevada lontano, avvicinatosi  la salutava davanti a tutti (che fosse nel backstage di qualche concerto o alla festa di qualche amico/a in Inghilterra)scherzava come non fosse accaduto nulla poi la prendeva per mano anche nel bel mezzo di una rimpatriata goliardica sottraendola agli sguardi degli altri come volesse dirle chissà quale segreto,  la portava in un posto appartato, si sedeva di fronte a lei  e la guardava negli occhi….fisso…anche per 10 minuti di fila….finchè qualcuno/a lo riportava alla realtà…a fine serata baci e abbracci con tutti, ci si sente, ci si vede e tutto finiva lì….
Non voleva il matrimonio lei, né un figlio, non voleva quel genere di decisioni: la crescita di cui le parlava era un superamento degli steps psicologico-compotamentali che si ripresentavano immutati in lui ogni volta a situazioni che si ripetevano ed andavano ad incidere nel menage di coppia… sarebbe bastato un balzello avanti, anche minimo e lei il suo Muppet se lo sarebbe ripreso così com’era con l’italiano stentato, i calzini buttati a destra e a manca (tanto li raccoglie mamma Gaia), l’alito vinoso e le groupies che se solo avessero saputo di certe manie e atteggiamenti se la sarebbero data a gambe levate…
L’aveva lasciato perché crescesse e non chiedesse più a lei normalità, serenità e protezione ma fosse capace di darne lui a lei, come sarebbe stato dalla notte dei tempi il suo ruolo di maschio di casa…Invece no: con lei Muppet dai mille comportamenti adolescenziali nel tentativo di riconquistarla (sarebbe bastato così poco Matt!) e con quella di cui faceva il principe consorte alle fiere della vanità in giro per le platee di mezzo mondo “uomo che non deve chiedere mai”…
Dicevamo: era stata felice per lui a sapere di quel bambino, di quella storia perché lo vedeva rasserenato, perché i messaggi eran cessati (ma i compleanni e le ricorrenze le aveva sempre ricordate e gli inviti in terra di Albione o dovunque si esibisse sempre pervenuti sebbene quasi mai accolti) e pareva aver deciso suo malgrado (malgrado ciò che predicava in canzoni e interviste post-abbandono) di rompere il cordone ombelicale… e lo ricordava con amore senza esserne più innamorata e lo ricordava con passione senza ricordarsi gli amplessi, e lo ricordava con affetto cercando di scacciare dalla mente le richieste inconsce di aiuto ma ricordarselo come colui che seminava calzini e lasciava sempre accese tutte le luci di casa… Se lei gli aveva dato una possibilità che lui non aveva saputo/voluto/potuto sfruttare ora gli eventi aveva deciso per loro e lei sempre serena e giusta e presente a se stessa era felice per lui….
Lui? Ma lui chi…. Era quello che non capiva, che non gestiva, che per la prima volta in quasi 3 anni le stava facendo saltare le sinapsi e la metteva in uno stato di agitazione che neanche da ragazza, prima degli esami all’Università aveva mai provato: lui non era lui e lei lo conosceva bene, meglio di chiunque altro… e quel messaggio ne era la prova, quel messaggio sapeva tanto di “proteggimi stiamo solo abbracciati” delle notti in cui lei doveva tenergli visibilmente il broncio perché tanto lui non ci sarebbe mai arrivato altrimenti a capire che con certi comportamenti la irritava e basta… 
 

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Capitolo 2
*** LA SVEGLIA ***


 “… una parola…scrivi solo una parola…non so neanche se questo numero sia ancora tuo, se il numero sia ancora attivo”…
“ E’ attivo” rispose…perché quella mattina dopo 5 giorni le era apparso nella mente con la testa chinata di lato, la bocca imbronciata e l’occhietto da bambino che aveva rubato i biscotti e non cela faceva ad annullare 8 anni di vita in cui entrambi si eran dati il massimo che potevano scambiarsi…e poi lei il suo aiuto non lo avrebbe rifiutato al peggior nemico
“Ciao”  arrivò subito di rimando… e poi più nulla… per due lunghi giorni finchè: “Ciao. Grazie per gli auguri a me e Kate…per Bing voglio dire…”
“Guarda che non ti ho mandato sms di auguri di compleanno, ti ho mandato un sms due anni fa per farvi le felicitazioni”
“Si, lo so, infatti….scusa…grazie…non ti avevo ancora ringraziato”
“Figurati: vuoi che anticipo gli auguri per il matrimonio?”
“No, no…ma io non mi sposo…ancora…per ora”
“Ma che dici? Intendevo che se mi scrivi grazie per gli auguri della nascita di tuo figlio due anni dopo che te li ho inviati, scrivo subito quelli di rallegramenti per quando si sposerà, così mi ringrazi subito e ci mettiamo in pari”
“Ah…grande…ora ho capito…grazie … ciao….”
“Ciao”
E grazie a Dio il lavoro la impegnava tanto, e la distraeva, e la interessava e alle volte la divertiva anche… e grazie a tutti i santi del Paradiso non tutti quelli che conosceva (tra amici e colleghi) sapevano con chi era stata legata in passato… e grazie alle anime del Purgatorio aveva di meglio di stare tutto il giorno a crogiolarsi nel Limbo chiedendosi a cosa si doveva la stranezza di tale comunicazione…perché strana lo era davvero… ma nessuno noto il suo nervosimo condito da una certa dose di sbadataggine che ormai la accompagnavano da quel primo ripalesarsi del suo ex…
Gli voleva bene Gaia a quel Muppet geniale, complicato, apparentemente strano e timido ed esuberante allo stesso istante, non riusciva a non pensarci con quella tenera rabbia di chi pur essendosi buttata dietro il passato ci rifletteva a volte increspando il volto con un sorriso amaro, chiedendosi dove anche lei aveva sbagliato, se anche lei avrebbe potuto, se era stato sul serio meglio così…ed ora tornava su come un rigurgitino di latte ad un neonato, solo che l’ultima poppata era stata consumata 2 anni prima… digestione lenta a quanto pare, segno inequivocabile che aveva ragione lei, come volevasi dimostrare: l’uomo, il principe consorte da sfilata sul red carpet, quello che pare vestirsi meglio, il compito paparino era sempre lui ,il Muppet dalle faccette buffe che lei conosceva, che cercava comprensione per quella mente tanto semplicemente complicata, impicciata al punto da averci messo tanto tempo per trovare il coraggio di ammettere che lei esisteva ancora e non l’avevan portata via gli alieni all’apparire di Kate (come nell’invasione degli ultracorpi), che aveva sotterrato l’ascia di guerra, che viveva serena al punto di poter condividere gioie e dolori altrui ma soprattutto ci aveva messo 2 anni per prender il coraggio di parlarle (si fa per dire, nascosto dietro una tastiera!) per vedere che effetto gli faceva la cosa, per gestirla….
La rabbia che stringe lo stomaco la colse alle 02,30 della notte di due settimane dopo, svegliata di soprassalto da un bip seguito da bustina lampeggiante riportante una comunicazione che senz’altro (!!!) non poteva esser differita: “No, è che volevo dirti, se ti interessa che vengo in Italia…”
E alle 03.15: “…no..volevo scrivere NOI veniamo in Italia…a suonare, intendo”
“Accidenti a te, la sveglia tra un po’ mi suona” penso lei di scrivergli di rimando… a non lo fece, si girò e si riaddormentò senza dar peso a ciò che aveva letto. 

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Capitolo 3
*** LA SPAZZATURA ***


Stavolta era lei in preda a rigurgiti tardivi… si girava nelle mani il braccialetto che spesso tornava a mettersi  (l’anello l’aveva riposto, invece, feticcio eccessivamente simbolico di qualcosa in cui entrambi avevano creduto ma ognuno troppo a modo proprio, quasi senza comunicarlo all’altro, come vivendo in due mondi distanti, parlandosi in lingue sconosciute), cercava di ricostruire nella sua mente un quadro psicologico dell’ex analizzandone a posteriori difetti, pregi, manie, consuetudini, atteggiamenti per farne un quadretto preciso, razionale da chiudere in cassettini per darsi una ragione di anni di vita passati a costruire l’incostruibile… ma ne rideva, sorrideva pensando a lui come una matrioska di emozioni, sentimenti e comportamenti, benedicendo il Padre Eterno di averlo conosciuto come fidanzato e non come paziente perché la sua altrimenti sarebbe stata una ben breve carriera, stroncata sul nascere!
                “Se mi mandi un accredito pass o un accredito working magari vengo se fai data a Milano ma non prometto. Poi, nel caso, ti faccio sapere. Anzi, mandamene due perché lo sai che da sola non mi muovo volentieri per gruppi che non seguo”.
                “Gentile”
                “No, scusa, volevo dire che ti seguivo poco prima figurati ora…insomma, Matt, ma che pensi, che ho comprato il tuo nuovo album? Non l’ho fatto. Tu fai la tua vita e io la mia. Sto bene e sto meglio sapendo che stai bene e hai successo ma è tutto qui. Non ti seguo, non sono tua fan, tua ammiratrice”
                Silenzio…nessun sms di rimando…quindi Gaia si sforzò di riprendere la sua aria da dottoressa comprensiva e amorevolmente materna: ”Matt, scusa, come te lo spiego: eravamo una coppia, ci siamo lasciati sai come e sai quando che pensi che compro i tuoi dischi i tuoi poster, seguo le tue interviste per piangermi addosso rimpiangendoti o ringraziar il cielo di averti lasciato?”
“Io lo farei”…seguì senza puntini e senza esitazioni
“Faresti cosa? Rubarmi il sacchetto della spazzatura e guardarci dentro per trovare tracce della mia esistenza da interpretare?”
“Non adoravi la mia musica ma non l’hai mai chiamata spazzatura prima. Ciao fai una buona vita”
Non voleva…Gaia aveva esattamente detto ciò che voleva dire  e che Belly avrebbe capito perfettamente solo 3 anni addietro ma ora aveva fatto una gaffe immensa quanto il tempo intercorso dall’ultima volta che si eran parlati guardandosi negli occhi sebbene già divisi… e prendeva coscienza che  lui non capiva più il suo gergo… e lei ora era disperata perché tutto avrebbe voluto fare tranne essere offensiva…
Lo chiamò, fece squillare a lungo ma attese: “Belly, ciao…senti, io volevo solo dire che le tue canzoni mi son sempre piaciute ma non son mai stata la vostra prima fan e diventarlo ora mi parrebbe usare la tua musica con la morbosa curiosità di trovarci dentro brandelli di esistenza da analizzare per poi dire “ecco, le cose stanno così e così e così”…insomma, un po’ come se tu venissi a rovistarmi nella spazzatura per vedere se so diventata vegetariana o se mi son rimessa a fumare o se ho bustine di mangime per pesci rossi. Belly, non scrivi spazzatura, chi sono io per dirti questo… “
“Sei diventata vegetariana”
“No!”
“E fumi?”
“Mio Dio, Belly, nooo! Perché?”
“Bè, adesso ho ottenuto le informazioni che volevo senza essermi sporcato le mani di avanzi e fondi di caffè!”
Si mise a ridere…erano anni che non rideva per le sue battute da ragazzino sciocco, gli ultimi tempi che stavano insieme non c’era stato granché da ridere perché i tentativi di Matt di sdrammatizzare eran lasciati cadere in terra dallo sguardo fermo di lei che pretendeva un comportamento sulle corde della vita e non su quelle di un saltimbanco…
“Gay, ti vedo sai? Hai la mano davanti alla bocca mentre ridi, vero? Divertita ma trattenuta e da gran signora, come al solito, sempre la stessa”
“Già…una gran rompicoglioni, insomma, vero? Questo volevi dire!” sorridendo di se stessa
“No, volevo dire solo che ti vedo, ti vedo sempre, ti ho sempre vista”.
“Belly ho da fare… senti, fammi sapere se vieni,magari ci vi vede dopo il concerto per una birra,magari ci si sente solo, fai tu….non lo so, per me è lo stesso, non so neanche se in quel periodo sono fuori Milano… Stami bene e saluta gli altri se si ricordano di me”
“Gay…si ricordano… tutti ci ricordiamo di te”
  

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Capitolo 4
*** IL LATTE ***


Più le date dei concerti si avvicinavano e più Gaia tentava di scacciare dalla mente di dover prendere una decisione o quanto meno di comunicarla per cortesia a chi aveva offerto di sotterrare un’ascia di guerra mai veramente brandita ….
“Perché  io sono una persona civile e non vuol dire che se dico che non voglio un uomo che si comporta al pari tuo al mio fianco, questo stia a significare che non voglio te. Anzi, vuol solo dire che è un te differente che voglio, quello che dici di essere e ogni tanto anneghi nella birra o nelle cazzate che fai tanto mammina deve leggere dietro le righe no? E mammina c’è sempre a salvarti il culo o a capire che dietro il ragazzaccio c’è il suo ometto…fottiti Matt, sono la tua compagna, la tua vita, non la tua mamma o la prima delle tue groupies che lasci in ogni porto”: ricordava di avergli più o meno urlato dietro all’ultimo tentativo di riconciliazione quando si eran già ufficialmente lasciati  ma lui tornava periodicamente a Como perché lì aveva tante delle sue cose o per le interviste dopo l’uscita di Resistance. Non aveva capito che era una dichiarazione d’amore, quella? Pensava fosse un invito a scomparire dalla faccia del mondo? Ma poi tutto sommato ad ogni accenno di cambiamento, ad ogni proposta di cambiamento, seguiva qualche idiozia letta o vista sui giornali (e lei sapeva ben sezionare la spazzatura reale e la finzione sulla magari esigua base d realtà su cui si era costruita la notizia) che la facevano demordere dal riaprire le braccia e le cosce pensando al futuro, pensando non a ciò che sentiva dentro in quell’istante ma vedendosi proiettata negli anni successivi, magari a dover prender la decisione già a volte sfiorata di diventar genitori, di diventar non coppia ma un’entità sola…decisione che stando in tal modo le cose accantonava sempre rimandandola nel cantuccio del cervello da cui puntualmente faceva capolino…
Era per questo che lo aveva lasciato in realtà: proiettarsi nel futuro e vedere una situazione immutata in cui doveva esser lei a trascinar la coppia proprio non la allettava…e con quale guadagno? Mettersi in un’altra relazione diversa, apparentemente più matura ma in verità priva di basi, di senso, di iniziative…
Le era andata non troppo brillantemente la carriera amorosa negli ultimi 3 anni: quando hai provato l’Amore, quello che ti fa provare dolore alla bocca dello stomaco quando non vedi l’ora atterri un ’aereo, quando vorresti comunicare 1000 parole ma non sai dirle così sei costretta a scrivertele negli occhi, nelle labbra, nelle mani per poterle manifestare, quando entri tanto in sintonia con la personalità semplicemente complicata di qualcuno che ti basta solo il suo cambiar di espressione per capire cosa sta per dire o per fare, bè, allora non ti sazia un uomo concreto che ti apre la portiera della macchina, che ha occhi solo che per te, che ti porta fuori al cinema vestito ben benino, che puoi portare in giro e mai sembra fuori luogo, fuori occasione, fuori tema… Quando sei abituata a vivere la confusione e la sensibilità altrui come l’unica chiave di lettura anche della tua esistenza, tutto ti serve tranne che un uomo concluso, in grado di pensare a te e a se stesso e a tutti i problemi dell’universo insieme con la facilità con cui il tuo ex era in grado solo di ricordarsi dove - senza chiedertelo - erano i calzini o se c’era il latte (“ma cazzo, apri il frigo no?”)… perché magari aspettava che glielo dessi tu l’invisibile cartone del latte occultatosi subdolamente dietro il cestino con la verdura nel frigo ma appena stavi per tirarglielo addosso lo vedevi perso a scarabocchiare sull’asciugatutto per la casa qualche verso… e allora cosa gli tiravi? Cosa gli facevi notare? Avevi sbagliato ancora una volta, il latte non era certo la sua priorità in quell’istante, era un pensiero accavallatosi ad un altro in gestazione e tu dovevi essere lì col latte in mano e poi seduta a far colazione con lui per assistere al parto…
Non rimpiangeva il Matthew James Bellamy frontman dei Muse, e neanche i Muse, e neanche i tabloid, e neanche tutto il fottuto apparato e codazzo che i Muse dietro si portavano: rimpiangeva quei momenti in cui ciò che fuori appariva era anche snervante ma nascondeva un mondo ricco, complesso, profondo che solo lei aveva avuto il privilegio di cogliere… aveva perso lui e i casini che dietro si portava ma aveva perso anche tutto il resto e non trovava nessuno tanto pieno di quel resto…
Invece lui sì: qualcuna l’aveva trovata, dopo anni era stato capace di sostituirla concludendo con lei in pochi mesi ciò che in 8 anni e più non aveva fatto… e non se lo spiegava tanto cambiamento…e adesso dopo quegli sms e quella breve telefonata, quando aveva riconosciuto il SUO complicato Belly come esattamente intatto appena uscito dal cellophane in cui si ripongono le statuine del presepe nel Natale di tre anni prima, le era venuta la frenesia di farsi 3 anni a ritroso nei tabloid, nelle interviste, nelle canzoni che non aveva mai più voluto vedere e sentire…. 

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Capitolo 5
*** STAY TUNED ***


  • Pontooo? Pontooo? Chi sei tu?
  • Quante volte ti ho detto di non toccare le cose di mamma, dammi il cellulare e vai da tuo fratello che c’è la colazione in tavola…e non litigate eh, sennò quando arrivo mi sentite! Pronto?
  • Pronto Kelly?
  • Sì…con chi parlo?
  • Kelly sono Gaia
  • Gaia?
  • Si, Ga….
  • Oddio Gaia-tesoro-mio-quanto-mi-sei-mancata-proprio-ierilaltro-parlavamo-di-te….
  • Di me?
  • Si, volevamo venire una settimana in Italia, in un posto tranquillo magari vicino casa vostra…eh, scusa, dove abitano i tuoi, dove stavate o stai ancora…per i bambini sai, un po’ di tranquillità e aria pulita..e allora ho detto a Chris “ma se la chiamiamo?”…magari ci dà una dritta…magari ci ospita se c’entriamo…
  • Ah, quindi è stata telepatia, ti avrei comunque risentita
  • No, per la verità Chris ha detto “Evita!”…
  • Mi ricordate con simpatia sento..
  • Ma no Gaia tesoro, ti ricordiamo con amore tutti quanti invece….è che penso Chris dicesse di evitare per Matthew..è felice ora…cioè pare felice… ha passato fasi alterne ma da quando ha allargato famiglia… lo sai no?
  • Si…mi son anche complimentata, ai tempi…forse non ve lo ha accennato… - disse ricordando del “grazie” tardivo a quell’sms di due anni prima
  • …dicevo da quando ha allargato famiglia non è più lui, finalmente pare tornato ai tempi delle corse tra qui e Como, tra i palchi del mondo e Como…hai presente l’espressione che aveva quando ti vedeva dopo giorni? Così quando vede Bing…tale e quale…
  • …ah, il mio profumo lo stimola come l’odore di un pannolino sporco di cacca quindi?
  • (ride) eh già: vede Kate sorride, vede Bing cambia tono di respirazione…O Signore Gaia, perché mi hai chiamata? Cioè, perché non mi hai più chiamata? Potevamo salvarlo sai?
  • Cosa?
  • Potevamo salvarlo il tuo Matthew
  • Da cosa?
  • Da chi, vuoi dire! Da
Miss/sbattolecigliaetifrego/seil’unicoamoredellamiavitaeiosìchehoesperienzainfattodiamori/micamiavrannosceltaacasoperil ruoloinAlmostFamous/mipiacelavitasempliceinfamigliasoloseportoaipiediunpaiodiLaboutain/organizziamolafestaaibambinisonocosìelettrizzatatelefonaalcateringmentrevadodall’estetista”
  • Capisco…ma se lui è felice…
  • Ma guarda che è pure simpatica sai? Carina e simpatica!
  • Sono contenta
  • Lo sai dove sta il problema? Che è finta…coinvolgente, entusiasta della vita, in grado di calamitare ogni cosa vuole e lui s’è perso…è stato un automa i primi mesi, sembrava il suo cagnolino, poi è nato Bing ed ha iniziato a riessere il nostro Matthew anzi, sembra il nostro Matt cresciuto di almeno dieci anni… Dovresti telefonare a Dom e fartela descrivere da lui…ma non lo fare che è meglio altrimenti gli prende una sincope…
  • Ma è felice, questo conta no?
  • Oh sì, Bing è l’altra metà della mela cara mia… Bing è lo spicchio di mela che s’era perso .. Kate è stato il mezzo inconscio per tornare alla semplicità di un amore fatto di sguardi, di pensieri che si capiscono coi gesti, di realtà perchè Bing e la vita nuova che lo accompagna è la realtà semplice che aveva quando era lontano dallo showbiz…Ma non mi fraintendere eh? La ama..la venera…è così solare, ci sa proprio fare a riflettere il sole ed abbagliarti…ma credimi: è finta…non falsa, finta… tono della voce calibrato, sorriso al momento giusto, spallina che scende quando deve…anche quando pianta il basilico nell’aiuola davanti a casa è finta…anche in camicia da notte e struccata è finta…non so come farti capire…
  • Ok ok…ho capito…ma non mi importa, è passato così tanto tempo che se ha scelto di farsi una famiglia lo avrà fatto scientemente…
  • Non puoi capire Gaia mia, quando ce l’ha detto – perché per qualche settimana andava, veniva, scompariva, si dimenticava le cose e ha fatto tutto di nascosto – per un po’ ci prende un colpo a tutti, poi tutti abbiamo iniziato a capire… ha sbattuto le ciglia, era piccola e indifesa, era bionda e angelica e lui ha voluto dimostrare che poteva prendersene cura….capisci Gaia: ha voluto dimostrare a se stesso che poteva prendersene cura… almeno è questa l’impressione che ci ha dato
  • Buon per lei
  • Ma lo sai cosa ho detto la I volta che l’ho conosciuta a Chris? Questa ha bisogno dell’uomo forte e maturo in casa come io ho avuto bisogno di chi mi aiutava a crescere 6 figli quasi da sola! Tra qualche anno si accorgerà il nostro Matt di esser stato investito del ruolo dell’uomo di casa solo per buttar i sacchi della spazzatura pesanti fuori nel vialetto… Ma non ce l’ho con lei eh? È simpatica, bella, coinvolgente, vuole bene ai bambini…E poi sai che ho detto anche a Chris: ma ce lo vedi Matt che fino all’altro ieri dimenticava di dar il mangime ai pesci di Gaia quando era lei a star fuori due o tre giorni a crescere un figliastro oltre che un bebè? E Chris?”Zitta donna, Matthew è adulto”…Ma se ne è accorto solo ora di esser adulto: in un batter di ciglia di femmina…Gaia, io e te le ciglia non lo abbiamo mai sapute sbattere!
Cercava di fermare l’amica ritrovata che era un fiume in piena ma senza troppa convinzione… senza lauree in psicologia anche la moglie di uno dei suoi migliori amici aveva avuto la stessa impressione: una apparente modifica strutturale nel DNA di un uomo che fino ad allora era rimasto inalterato dalla nascita…una modifica non spiegabile
  • La vogliamo commentare poi la gravidanza – che Dio benedica quel bambino e gli doni molti fratelli e sorelle perché Matt si merita tutta la felicità del mondo!!! -? Secondo te Kate Hudson disconosce la pillola anticoncezionale o la sospende perché è zitella per un frangente di un paio di week end? E Matt? Scusa se mi permetto Gaia ma ce lo vedi tu il nostro Matthew dopo un mese o due di frequentazione a buttarsi senza salvagente? Gaia cara io non me lo spiego se non con l’estrema capacità di quella donna… ma la più grande capacità è che psicologicamente sembra lui a condurre la coppia, questo mi fa incazzare (ops, i bambini!)….insomma: ma tu faresti sesso senza precauzioni con uno famoso per due mesi neanche…e lui con lei ugualmente? Insomma, io pure faccio finta e sorrido ma che penso che Chris si ritiri a nanna subito dopo il concerto? Ma come fai a fidarti di una persona famosa e accettare di non usare precauzioni? E’ ovvio che chi ha maggiori possibilità tende ad avere più partner che a loro volta hanno avuto altri partner…Invece no: due mesi di sesso libero e insicuro…contenti loro…cioè, sembrano contenti…almeno questo…
Per la prima volta dopo 3 anni rivide Matthew steso nel loro letto…. o quando a letto no facevano in tempo ad arrivarci e si aggrovigliavano sul divano…scacciò l’immagine dalla mente non tanto perché faceva male ma perché immaginava le stesse scene ripetute con l’altra o le altre, poco contava… si chiedeva se le stesse voglie, le stesse parole,le stesse curiosità, le stesse movenze erano state mai replicate da quella I volta con lei con altre….
  • Gaia mia, ma sei cambiata tanto anche tu eh? Secondo te quanto dura un rapporto iniziato sul solido basamento di un  “ti conosco poco e quel che conosco di te – cioè il nulla – mi è bastato a capire che sarai il padre del mio II figlio?”… Ha rischiato la signorina e le ha detto un gran posteriore che Matt è il nostro Matt che pare tanto strano, libero e liberale ma poi in queste cose è solido come una roccia eh? Subito a casa insieme…subito folle della sola idea di diventare padre… subito affettuoso verso il figliastro che poi ma ce lo vedi Matt a fare da baby sitter al figlio di un altro che tra un po’ quando sta coi miei figli a cena bisogna far il baby sitter noi a lui per quante ne dice e combina? Guarda che non voglio parlartene male eh? Vederlo innamorato mentre passeggiano tutti e quattro mi scalda il cuore ma non vedo la serenità sul suo volto… fa le faccette,Gaia…ogni tanto si ammusa e fa le facce e vedi che la mente è persa, fluttua… innamorato si, felice si, sereno non capisco… Ossignore Dio parlo solo io…perché mi hai chiamata Gaia? Dopo così tanto tempo?
  • Ero sparita perché così era più facile per tutti…per Matt, per voi, forse anche per me…
  • E stai bene? Stai con qualcuno?
  • Si, si…non è per questo che ho chiamato… è per Matt…mi ha cercata
  • Bingo
  • Un sms…un lungo silenzio…un sms….altro silenzio… mi annuncia che sarà qui in Italia…mi fa piacere ma…
  • Ma….
  • …ma mi è parso strano, dopo 1 anno di frequentazione a distanza complicatissima e 2 anni di vuoto in cui mi pare si sia dato ben da fare non capisco…insomma non era né Natale né il mio compleanno…
  • Mhmmm
  • Eh…proprio mhmmmm… volevo sapere se mi sfuggiva qualcosa, non lo seguo, non so cosa fa, come è, che combina, non lo so interpretare…è la I volta che mi lascia senza parole e non so come leggere questo… cioè io lo interpreto come se questi tre anni non fossero passati ma lo sono…
  • Come un amo gettato cara mia, come un amo gettato… la motivazione non la so ma è iniziata la stagione della pesca…
  • Magari – ho pensato – vuol tacitare i mostri del passato riavvicinandosi a me facendomi conoscere Kate e Bing e mostrarmi che grazie allo schiaffone preso ora sa cosa vuol dire prendersi responsabilità, crescere affinché io sia contenta del mio allievo…
  • Gaia tesoro mio quanto sei cambiata… Matt secondo te vuol darti prova che ti sbagliavi?
  • Forse
  • E perché, per ripicca? O al contrario per ringraziarti?
  • Quest’ultima cosa forse, inconsciamente…sai lui è tanto aggrovigliato nei pensieri…
  • Adesso te lo dice mamma Kelly che vuole il nostro Matthew: vuole la serenità del lago…
  • Può tornarci quando vuole, casa sua, nostra l’ha messa in vendita ma la zona la conosce e comunque di laghi è pieno il mondo…
  • Il tuo di lago Gaia, la tua testa, i tuoi occhi… vuole i tuoi occhi… è felice ma è perso… Gaia, adesso c’è Bing e poi Kate…prima c’era Gaia e poi tutto il resto…la sensazione è diversa… Gaia, tu ci pensi ancora a Matt?
  • No, cioè sì ma non in quel senso… in un senso superiore forse…
  • Bingo
  • Cosa?
  • Bingo anche per te: siete l’uno la sovrastruttura sentimentale  e psichica dell’altro… Kate è l’innamoramento, l’amore, il sesso, la mamma di suo figlio…Gaia è il lago, gli occhi, il respiro ritmato e silenzioso che calma dopo una  lite  a distanza oceanica via telefono… Kate è una fidanzata e la mamma di suo figlio….tu sei Gaia…
  • Dimmi la verità, c’è qualcosa che non va? Che lo turba?
  • No no..è felice, orgoglioso, innamorato, quasi un ometto cresciuto sembra…
  • Non capisco…
  • Ecco, manco lui lo capisce cara mia…ti lascio che questi si ammazzano, volesse il cielo così rimango un po’ sola in questa aia piena di galletti e pulcini!!! Gaia…
  • Si
  • Non sparire, sta connessa…con lui…con noi…
  • Si, forse…con te sì…senza parlare di Matthew magari…al lago puoi venirci eh? Sto quasi sempre a Milano, vi lascio le chiavi di casa mia se vuoi…
  • E’ il Signore che ti manda Gaia…mi hai messo una elettrizzante felicità addosso che non provo dalla visione dell’ultimo stick per la gravidanza negativo!
  • Che matta che sei! 

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Capitolo 6
*** LA CENA ***


  •  “Gaia, ti è squillato il portatile almeno due volte a studio” – l’avvertiva Elena, amica e collega
  • “Si, scusa me lo ero dimenticato…non so proprio dove ho la testa ‘sto periodo”
Kelly l’aveva cercata…erano intercorse forse due settimane dalla loro rimpatriata telefonica e Kelly l’aveva chiamata per due volte di fila quindi - a sua interpretazione – insistentemente… capì poi  tale insistenza grazie a successivo sms che recitava “Ciao cara. Non mi richiamare lo farò io perché ora comunque non ti potrei parlare. Chris starà due giorni e poi fuori per i giri promozionali, in Francia mi pare… ma chi li regge due giorni senza raccontarti questo…. Dammi la mail..una qualsiasi…poi se non ti fa piacere la cancello… apritene una che dopo la mia missiva cancellerai…fai presto non riesco a tenermi ‘sta cosa per me…
 
“Kelly, eccola, starlight@.........itè la mia mail personale, non di lavoro, la puoi usare che non l’ho mai cancellata né mai lo farò, non ne ho motivo credi…state bene? I bambini? Mi fai preoccupare!”
“Ecco, brava, preoccupati!” di rimando immediato
 
A casa si preparò un caffè americano, buttò sulla consolle chiavi, borsa, occhiali da sole,  ripose le scarpe e inizio a camminare nella penombra a piedi scalzi… lo faceva sempre… il vizio l’aveva ereditato da Belly: se ci potevan essere le sue di pedate sul parquet e sui marmi della casa allora tanto valeva concedersi anche lei un piacere a cui non aveva mai ceduto prima per evitare di lasciar impronte da pulire di continuo… ma aveva capito che con lui era partita persa quindi si era abituata anche lei a lasciar al caso qualche volta … e quell’eredità le era rimasta ma fino ad ora non ci aveva mai riflettuto sopra, le tornava in mente solo ora…
 
Sprofondò nel divano con la tazza di caffè poggiata in terra sul tappeto…il portatile aperto sulle cosce mezze piegate….tanto era inutile darsi un contegno fingendo con se stessa di non essersi incuriosita….curiosa? ma a chi doveva darla a bere? Altro che  curiosa: era ansiosa…preoccupata…agitata…. Spronava i suoi pazienti a non raccontarsela troppo e doveva pertanto tener fede a ciò che la vita, l’esperienza e il suo innato modo di essere le avevan sempre insegnato: sii te stessa sempre e fino in fondo solo così potrai accettare e affrontare le conseguenze positive e negative di quanto la vita ti presenta! Deglutì, così, per riflesso condizionato dal fatto che aprendo la mail la notò bella lunga…
”Gaia mia se te lo racconto non ci credi. L’altro ieri erano tutti a cena da me ma proprio tutti tutti…pure “The Hudson Family” come li chiama Dom…cioè Matthew e Bing più  Kate e il primogenito…sai, per noi sono gli Hudson dato che la più famosa per i media è lei e dovunque va si porta dietro in codazzo i suoi tre maschietti di casa! C’erano anche Dom, Tom, una coppia di amici, persone del nuovo entourage veramente alla mano…
…grigliatona di fuori, chi aiuta a cucinare chi ad apparecchiare chi fa solo avanti e indietro dalla cucina per dar fastidio e farsi dire 1000 volte “spostati”…e tra un “amore che mi porti una Coca?” “amore, guarda che Bing piagnucola!” “ma lo vedete questo mocciosetto, è tutto suo padre!!!”(ti giuro Gaia non gli somiglia affatto…è tutto le foto del fratellastro quando era piccolo!!! Secondo me lo fa per far piacere a Matthew, ma tanto quello si è rincitrullito ormai!) mi giro dopo esser stata chinata a prender bibite fresche in frigo e chi ti vedo? Matthew Bellamy bianco come un cencio con una delle sue faccette che mi fa “T.I.  P.R.E.G.O., quando andremo in Italia in tour non lanciare l’idea della settimana di relax ai laghi o al mare o dovunque ti viene in mente… T.I.  P.R.E.G.O, fa che noi si possa esser liberi senza famiglie al seguito lì… T.I.  P.R.E.G.O Kelly, è importante”
…e io “Eh?”
E lui: ”Me lo ha detto Chris che vuoi andare a Como…Né Como né altrove T.I.  P.R.E.G.O, Kelly”…
 Allora io: “Perché? Se mi dici che dobbiamo lasciarvi sciolti in Italia io penso male ed è proprio il momento in cui faccio già i bagagli caro mio!”
…..e lui:”Lo sai perché”, gira i tacchi e torna a giocare coi pupi, a sbaciucchiarsi davanti al barbecue con la melensa attrice e a bere birre…
C’aveva una faccia Gaia mia, che non so descriverti: risolutissimo, un tono di voce fermo, basso, sotto le corde solite….Gaia, m’ha fatto quasi paura, mi sembrava Chris quando qualcuno dei  bambini l’ha fatta grossa e lui finge di essere un padre poco incline a passar sopra le marachelle…
Se tu non lo hai sentito più da quando mi hai contattata ed io non ho detto nulla neanche a Chris del tuo riapparire,  ma come cavolo ha immaginato che potessi rompergli le uova nella cesta? E quale cesta poi? Che sta tramando? Se ne so e ne capisco meglio ti faccio sapere ma non volevo spaventarti…volevo solo confermarti che Matt conta di incontrarti…non lo ha detto ma mi pare chiaro … per cui “donna avvisata femmina salvata!”: decidi prima che sia lui a decidere il da farsi….
E poi, Gaia, volevo dirti… noi te lo abbiamo perdonato tutti quanto hai fatto star male Matthew… lo sapevamo che volevi renderlo più forte, che volevi diventasse quello che forse è ora, che non volevi andasse veramente via… noi non ce l’abbiamo con te anche se Dom e Matt han passato le sere ad ubriacarsi maledicendo tutta la stirpe dei maschi che avresti frequentato in futuro e Matt per giorni, settimane, mesi ha concluso ogni serata in compagnia augurando, ubriaco, nell’ultimo brindisi al tuo nuovo eventuale accompagnatore di dar forfait sotto le lenzuola sul più bello perché tanto, quando ti saresti accorta del vuoto che ti aveva lasciato dentro, saresti tornata tra le sue braccia… quanto è stato male, Gaia… ma io sono una donna e immagino quanto ti sia costato all’inizio…magari non ti interessa più di lui perché non lo ami più ma chi ha conosciuto nella sua vita Matthew Bellamy, chi gli ha veramente voluto bene, lo sa che non può mai veramente staccarsi da lui… non ci credo se mi scrivi che può andarsi a far fottere perché la sua scelta l’ha fatta allora ed oggi appare anche più chiara….
Se ti interessa il mio parere, da moglie e madre di famiglia, pur augurando vita felice e lunga insieme a Matt e Kate auguro a te di ritrovarlo almeno come amico… non capisco come puoi privarti di lui…è un fiume in piena, un vulcano di idee, un uomo così buono e generoso che si nasconde alla perfezione dietro un finto distratto stravagante… Gaia…io non lo so cosa vuole il nostro Matt ma dagli una possibilità comunque, glielo devi…
Ti voglio bene non esitare a contattarmi, tanto lo capisci da sola se non posso parlare
Kelly
 
p.s.: Lo sai come la chiama Dom? Kate Yoko Hudson…perché dice che tra qualche anno, passata la novità e la smania di passione lo butterà in un angolo come ha fatto col padre del I figlio, come con quell’altro attore che ha tentato il suicidio per lei pare, come tutti quelli con cui  ha occupato part time la stanza da letto e le foto nei tabloid..dice che prima avrà l’effetto devastante che ha avuto Yoko Ono nei Beatles e poi quando lo lascerà farà peggio di quanto hai fatto tu…il Big Bang definitivo si aspetta… una volta ha persino accennato al fatto che ti rimpiange, che almeno la mano sul fuoco sul fatto che tu non ti eri messa con Matt perché era Matt ce l’avrebbe messa…. e che Matt te ne ha fatte passar tante…. e che forse anche lui non è stato di aiuto… e che di sicuro eravate una bella coppia… e che i periodi di normalità accanto a te erano talmente fertili e appaganti per la vena artistica di Matt…
  

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Capitolo 7
*** ANALISI ***


Che consolazione… Dom non l’aveva mai sopportata troppo, e lo faceva notare apertamente…e la cosa era reciproca poiché lui metteva bocca in ogni discussione, iniziativa, momento  che la coppia di Como aveva avuto…
Matthew non usava Dom come muro del pianto ma come confessore, come scudiero, come alter-ego, come altra metà della coppia con cui però almeno non si congiungeva carnalmente… diciamo che aveva sempre avuto la certezza – dopo i primi mesi di frequentazione e di scambio di sguardi più che di parole (lui e l’italiano due rette parallele…e lei che grazie a Dio l’inglese lo masticava bene e negli anni perfezionava: ma lo avete mai sentito parlare Matthew Bellamy? Vincerebbe il campionato mondiale battendo la velocità del suono ed è difficile stargli dietro!) che l’unica differenza tra lei e Dom fosse che con lei si dimenava in un letto, con l’altro su di un palco…
Gaia definiva Dom “mia suocera”, Dom parlava di Gaia come di “Lei” quasi a sottendere che non si sarebbe mai dovuta illudere perchè ce ne erano anche “Altre”…
Immaginare che Dom si fosse ricreduto su di “Lei” avendo trovato finalmente una avversaria vera e propria (persino sul campo della vita artistica non solo quotidiana) le rendeva merito… certo, immaginare che Kate Hudson con sguardo perduto nel vuoto  avesse conosciuto il suo ex per caso e avesse poi dichiarato ai quattro venti che proprio ‘sti Muse manco li aveva mai sentiti nominare lasciava parecchie perplessità… si trovò a pensare che anche con il primo marito forse aveva finto tale ingenuità e misconoscenza ma poi si diede della deficiente da sola: cosa poteva fregarle se aveva giocato sporco con Matt recitando una parte, pur di averlo, dopo che in effetti era stato lui ad avvicinarsi a lei e dopo che tra loro era finita da anni luce?
Perché? Per il semplice motivo che in alcuni momenti Matthew era per lei quello del “proteggimi, stiamo solo abbracciati” e non tollerava che qualcuno o qualcuna potesse raggirarlo in modo subdolo… soprattutto perché le foto di Matthew  con pargoli suoi e non al seguito, vestito e pettinato in modo quasi decente le mettevano….paura!!!
Non era la non accettazione che in tre anni chi pensi di conoscere meglio delle tue tasche possa essere cambiato, quanto il fatto che c’erano almeno alcuni elementi che le tornavano su come rigurgiti al pensare alla The Hudson Family…nell’ordine:
  1. quello che aveva raccontato Kate ai tabloid del modo di approcciare e di corteggiarla di Matt faceva tanto un decennio e più addietro: colpo di fulmine, occhi negli occhi, ci penso io a te come cavaliere gentile e premuroso, corteggiamento spietato. Il che stava ad indicare che quasi  3 anni prima Matt era ancora il suo Belly, tale e quale nello stile e nei comportamenti: non era dato sapere mese, giorno, anno, ora del rincitrullimento ma si immaginava coincidente con la prima botta di sesso…perché la I volta è sempre sesso, mai amore e non serviva una psicoterapeuta sessuale a dirlo!;
  2. quello che aveva raccontato Kate ai tabloid sul suo “ma chi lo conosceva ‘sto tipo” non stava né in cielo né in terra: Gaia poteva non conoscere, la mente persa tra i treni in tratta Como/Milano, le università e una vita regolare da ragazza normale, sto folletto coi capelli strani, le movenze eteree e la voce a tratti efebica poiché trattavasi di decennio e più prima quando i Muse in Italia erano un gruppo di nicchia…se avesse solo immaginato chi quel timido ammiratore fosse (o sarebbe divenuto) su serio se la sarebbe data a gambe levate e non avrebbe detto, come affermato da Kate “va bene, vediamo come va a finire!” Inoltre nessuna che ha un figlio in fase di crescita accetta da subito nella sua vita/casa/utero un surrogato di un papà – pure bello stranuccio – per il proprio bambino; e se lo fa tanto bene non sta!
  3. i precedenti di Kate: non conosce la band del suo I marito, né quella del futuro II ma recita alla grande nel ruolo di groupie in Almost Famous: e che non le dai l’oscar ad una che le scene è abituata a provarle nel quotidiano? E’ quantomeno avvantaggiata!
I precedenti amori della stessa Kate: non ce ne era uno uguale all’altro per tipologia fisica, area geografica, apparenti interessi (per quanto il gossip dava sapere): l’unica cosa accomunante gli stessi, l’essere più o meno famosi o avere comunque un seguito di fan urlanti che lei in un modo o nell’altro aveva battuto classificandosi prima…
  1. la voglia innata di Belly dal primo istante in cui aveva realizzato di esser conosciuto fuori dalla porta del suo palazzo di vivere in assoluto anonimato al di fuori dei periodi promozionali o dei tour dove invece i giornalisti,i  fans, le groupies contribuivano ad accrescere la sua potenza scenica e la resistenza alla fatica di giorni e giorni lontano dalla sua normalità: le risultava che la Hudson Family fosse sui tabloid anche quando si soffiava il naso….le era difficile immaginare Belly a suo agio per giorni,settimane,mesi, anni in quella situazione se scelta scientemente…. Più facile che Matt – stregato dal cuore  - avesse sottovalutato le sue priorità, priorità che tra mesi, anni si sarebbero riaffacciate in qualche modo: cambio o interruzione della vena artistica, psicosi o manie già vagamente presenti accentuate, lasciam perdere cos’altro…
  2. Conosceva la sua psiche e la sua sessualità meglio di chiunque altra: se con lei la gelosia non era parte inquinante la vita a due, costretta a lunghi periodi di allontanamento, come Belly avrebbe gestito la nuova situazione dato che Kate non era una misconosciuta psicoterapeuta dell’alta Italia, carina ma fedele per anni fino a prova contraria (dell’altra c’eran state prove di cedimenti vari nel corso dell’esistenza!)… Forse Matt l’avrebbe gestita al punto di farne una canzone, ma Belly? Il suo equilibrio?
  3. Perché mai quella donna avrebbe voluto sposarsi avendo l’esempio lampante dei propri genitori coppia unitissima mai davanti alla legge e a un qualche Dio? Ed eran pure una seconda coppia (Kurt Russel era suo patrigno) quindi identica situazione familiare….psicologicamente suonava come “sono come la mia adorata mamma, anzi, in questo posso superarla”….il solo pensiero la faceva rabbrividire!
  4. Le stars americane famose e i loro contratti matrimoniali: pur ammettendo che Matthew Bellamy non se la passava certo male  sapeva che molto di ciò che guadagnava lo reinvestiva nei tour, nella promozione, negli esperimenti strumentali e via dicendo, nel comprar e vendere case tra Italia, Inghilterra, America…cosa si poteva dire o sapere invece di Kate? Non c’era senz’altro sotto un vantaggio economico da parte sua, anzi… a nessun americano famoso che si rispetti non firma clausole ben studiate prima di vender l’esclusiva del vestito bianco ai media…
 
Il disinteresse mescolato ad una certa dose di rasserenante rassegnazione cotta dai mesi andati riguardo alla “nuova” situazione sentimentale di Matthew Bellamy adesso stavano lasciando il posto ad un misto di inquietudine e preoccupazione… si rigirava il cellulare tra le dita ma non osava chiamarlo…anche perché non sapeva cosa dirgli… era stato lui a contattarla, a farle capire che voleva rivederla e quindi era lui che doveva fare il secondo passo… 

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Capitolo 8
*** "LEI" ***


  • “Hai fatto cosa?” – strillava Dom nel camerino rivolto alla porta socchiusa del bagno in cui Matthew era entrato non tanto per bisogno fisiologico impellente quanto per non sostenere lo sguardo dell’amico alla rivelazione inaspettata
  • “Ho fatto quello che ho detto e abbassa la voce altrimenti entra tutto lo staff a chiedermi cosa sarebbe ‘sta cosa che ho combinato!!!”
  • “Hai fatto cosa?” – continuava a strillare Dom aprendo la porta del cesso
  • “Che problemi hai?”
  • “Che problemi hai tu, Matthew Bellamy, che problemi hai tu…e se non ce li hai che problemi stai per crearti!”
  • “Scusa tanto se non ti ho chiesto approvazione scritta per le compagne di vita che mi son scelto, Dom…scusa tanto se ogni volta che si parla del mio cuore, del mio pene e della mia anima bisogna fare domanda in carta bollata ed attendere la tua approvazione… Che ho fatto stavolta?”
  • “E Lei ti ha risposto?”
  • “Che ho fatto stavolta?”
  • “E Lei?”
  • “Ha risposto… è stata un po’ dura al principio via sms, poi c’è stato un fraintendimento e lei mi ha chiamato, pensava me la fossi presa… le premeva chiarire non esser equivocata, non voleva attaccarmi…”
  • “Sì, ma Lei COME ti ha risposto?”
  • “Te l’ho detto: prima al mio sms…poi mi ha chiamato lei…era tranquilla dopo… era Gaia” – rientrando in bagno
  • “Idiota, l’hai appena fatta la pipì, esci e guardami in faccia: per quale cazzo di motivo l’hai chiamata?”
  • “Non lo so…l’ho chiamata…mi ha risposto…ma che vuoi, non sopporti Kate, la chiami Yoko, che fastidio ti dà ora Gaia?”
  • “Fastidio? A me? Volesse il cielo tornassi a frequentarla e ti spazzasse via dalla testa party esclusivi, amicizie famose e locali inn al posto delle bettole in cui ci ubriachiamo in totale anonimato, i lustrini, le paillettes, le tette e i sorrisi finti e i red carpets in cui fai la figura dell’accompagnatore occasionale….io mi preoccupo per te anzi, guarda, egoisticamente per noi… pensi che Kate sarà entusiasta di ciò?”
  • “Pensi che io lo abbia detto a Kate?”
  • “Pensi che Kate potrebbe non venire a saperlo mai? Ti ricordi la cazzata che hai fatto con Gaia vero? Le voci girano..le foto pure… stavolta hai un bambino di mezzo…stavolta non perdi solo la testa ma pure l’anima se succede qualcosa e chi ci rimetterà per primo? Bing..per secondo? Te…per terzo: i Muse! E per quanto riguarda Kate non vedo l’ora di vederle cacciar una lacrima reale senza ciak dichiarato ma lo sai quale è il guaio? Non te lo auguro ma in capo a 10,20,100 anni i fazzoletti serviranno a te!!! E tu che fai ora? Affretti il momento? Non sono pronto, io non sono pronto… la collisione intergalattica di 3 anni fa è una stella cadente rispetto al Big Bang che si verificherà se Kate saprà che vedi Gaia…no, no, no… io non partecipo alla congiura contro la Morte Nera!!!”
  • “E non succederà, tu farai silenzio, io farò silenzio, lei manco vorrà vedermi e la cosa morirà come è nata: 3 anni di gestazione per non vederlo mai nascere questo incontro!”
  • “Per questo hai chiesto di cambiare la scaletta dei concerti italiani allora, ti premeva arrivasse comunque il messaggio nel caso lei non volesse incontrarti… e registrare il dvd in Italia per far capire a lei quanto ancora sei legato…tu hai qualcosa che mi fa paura Bellamy, ma proprio paura! Tu VUOI stare male, tu il dolore DEVI procurartelo da solo, sei un masochista, un fottuto malato psichico…e io qui che ti guardo e non te lo impedisco! Perché mi son messo contro Gaia, perché? Quella sì che poteva farti del bene: terapia gratis tutti i giorni, cazzo….”
  • “Ah bene, allora mi sei di conforto…mi son confidato perché speravo la togliessi a me la paura… Non so che mi succede, Dom…sono strafelice…ho Bing, ho Kate che non fa che nominarmi ogni secondo in ogni fottuta intervista che concede, neanche fossi l’uomo migliore dell’universo, spiattellando ai quattro venti che esito solo io e la nostra famiglia, e io che faccio? Qualche mese fa Bing piange di notte e io, girandomi nel letto, sto per dire “Gay, amore, vai dal bambino?”
  • “OssignoreIddioGesùSanto” – di rimando Dom versandosi dell’acqua e sedendosi per accusare il colpo – “M aperchè nel 2012 non s’è avverata la profezia Maya, perché?”
  • “E meno male che non l’ho detto ma lo ho immaginato e farfugliato tra il sonno e la veglia…mi sono alzato io, turbato e l’ho preso in braccio…è bello, tutto sua madre… sono uno stronzo lo so, anzi, non sono stronzo, ho qualcosa che mi fa cortocircuito nel cervello, ce l’ho sempre avuto fin dall’adolescenza e non mi lascia mai…”
  • “E quindi…”
  • “Quindi DEVO vederla…esiste, è sempre esistita, c’è sempre stata in me anche se grazie al suo modo di porsi, di lasciarmi spazio, di accompagnarmi perennemente, tanto era forte la sua presenza in me mi ha permesso di andare avanti dopo tanto dolore, di ricostruirmi l’esistenza….ma è qui” – dandosi un sonoro pugno alla base dello sterno – “alla bocca dello stomaco…e non posso fingere non esista…sono giorni che mi manca l’aria…perdo i respiri, sento come un peso, un’angoscia, il dolore sordo del mondo intero e senza motivo “
  • “E quindi…”
  • “E quindi voglio vederla”
  • “Per…”
  • “Che ne so? Non è importante ora questo…non ci ho pensato perché…”
  • “Vederla…per?”
  • Per…per vedere che effetto mi fa…mi verranno le parole…capirò quando la vedrò se voglio scusarmi…se voglio le sue scuse… se voglio accorgermi che non mi fa alcun effetto vederla e archiviare l' inarchiviabile…se voglio farci l’amore per capire che ora sarebbe solo sesso…se voglio mi riempia di schiaffoni mai dati perché me li son meritati….non lo so Dom, non lo so…se tu fossi lei, ad esempio, ora qui le metterei la testa sulle gambe e piangerei a singhiozzi…ma mica so il perché…mi verrebbe questo ora, per scacciare il peso del mondo… magari dopo il concerto, se tu fossi lei la bacerei con violenza e poi le direi “M’hai rovinato l’esistenza!” e girerei i tacchi….. Non lo so Dom, non lo so…perdo i respiri…”
  • “OssignoreIddioGesùSanto…chi altro lo sa, Matt?”
  • “Nessuno… ho accennato a Kelly di evitare di farsi venire l’idea delle famigliole in trasferta in Italia ma non so dirti se ha intuito la motivazione…ma tanto andrà tutto a puttane perché Kate vuol venire a Roma…vuol lasciare i bimbi alla mamma, solo io e lei a passeggio nella città eterna…Capisci Dom…il peso del mondo…e non se ne andrà se non la vedrò!”
  • “Che vuoi ti dica, amico mio? Che stai per rimaner schiacciato dal peso che senti, in ogni caso?”
  • “Voglio solo che mi tendi una mano se non riesco a venirne fuori… io e te siamo una cosa sola, Dom…io per te lo farei….Ah, unica avvertenza: stasera sul palco ho talmente tanta rabbia in corpo che ti convien tener d’occhio dove butto chitarre e dove salto: non rispondo di me!....Ah, tienimi d’occhio Dom, davvero non so cosa mi sta succedendo…” aggiunse attirando a sé l’amico e sfiorandogli, con un fraterno ma complice bacio, il volto tra le labbra e una guancia 

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Capitolo 9
*** FUORI CONTROLLO ***


Stasera non le andava di uscire… l’avevano invitata  i suoi amici e l’uomo a cui ultimamente si accompagnava ma proprio non ci stava con la testa e si sarebbe visto lontano anni luce… preferiva riordinare le carte e accendere il pc in cerca di qualcosa di rilassante o interessante in cui rasserenare o occupare la mente… gli eventi delle ultime settimane l’avevano turbata non poco…non era incline a recitare ruoli nella vita ma stavolta avrebbe voluto tanto sapere in anticipo come porsi, se da amica dei tempi che furono, da ex a cui eran stati rubati – biologicamente parlando - preziosi anni, da mammina premurosa, da psicoterapeuta che “aiuto uno sconosciuto figura se non sto a sentire te!”, da persona normale che solo ora tendeva a pesare sulla bilancia che era stata con una stella della musica mondiale e che per tal motivo doveva sentirsi emozionata o quanto meno lusingata dal fatto che il divo volesse vederla, come se stesse per incontrare il commercialista … ma riusciva solo a pensare che sapeva esattamente la mappa di tutti i nei e cicatrici sul corpo del divo, conosceva alla perfezione ogni sua fragilità ed ogni sua dote e non si sentiva né emozionata né lusingata ma solo perplessa e agitata…
 
Per stemperare la tensione fece la cosa più semplice che ogni femmina che si rispetti deve fare: guardarsi allo specchio e poi aprire il guardaroba perché, se avesse dovuto reincontrarlo, lui avrebbe dovuto trovarla come tre anni prima, come uscita dalla naftalina di quell’ultimo incontro… ma era lievemente e splendidamente ingrassata perché non c’era più alcuna tensione da vivere nel quotidiano e nessuna preoccupazione a bloccarle la bocca dello stomaco, ed era tornata a riempire l’armadio di completi sexy ma seri, adatti per il suo lavoro…era forse migliorata da quando Belly non era più con lei, ammorbidita, aggraziata, più adulta e professionale, più donna e meno ragazza…e non erano i tre anni passati: era stato il dolore, il gettarsi a capofitto nella vita reale, il riappropriarsi di una se stessa che – pur essendosi autoimposto il contrario – continuava ad anteporre il benessere fisico e psichico del suo compagno ai suoi desideri…
 
“Qualora lo vedrò indosserò jeans e scarpe da ginnastica…non gli venissero strane idee, preferisco fargliele abortire sul nascere…nessuno abituato a donne dai vestiti sexy e  firmati e alle tette al vento si sente stimolato da una che si veste da quindicenne che va a scuola” pensava, e chiudeva decisa l’armadio, tornava a sedersi davanti al pc acceso….finchè si rialzava, e andando verso la cabina armadio: “Senz’altro sarà l’ultimo incontro e un po’ devo ammettere che mi dispiace non aver avuto più la possibilità di frequentarlo: credo che questo vestitino floreale garzato che mi sta a perfezione può darmi un’aria rassicurante oltre che seducente senza sottendere altro…una bella presenza, un bel vedere, una piacevole amica…si, senz’altro mi vestirò così”…..e di nuovo cercando di pensare ad altro tornava poi sui suoi passi fino a gettare ogni capo di abbigliamento sul letto alla ricerca di qualcosa di sexy ma serio, scollato ma non troppo, corto ma fasciante, coprente ma trasparente, attillato ma non elasticizzato, colorato ma non geometrico o floreale…..
E concludendo la serata con un sonoro “mavvaffanculo!” urlato alle quattro pareti della sua stanza da letto e a quel giaciglio ingombro, si accucciava sul divano del salotto fino ad addormentarsi….
  

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Capitolo 10
*** ACCORDI ***


  •  “Se ti propongo la tappa di Torino hai problemi?” – segnalava la bustina degli sms lampeggiante
  • “Forse”
  • “Roma il 06 luglio proprio non posso, forse ho impegni”
  • “L’idea è la tua: il vizio di farti risolvere il problemi dagli altri o attendere che stiano ai tuoi contrattempi come fossi tu l’unico incasinato vedo che non lo hai perso…facciamo così, vediamoci entro l’anno…quando torni, magari…io qui sto: lavoro tra Milano e la Svizzera, casa a Milano e a Como sai dove sono…sei tu il cittadino del mondo, non io. Buon tour. Baci”
Il ritmato botta e risposta degli sms venne interrotto dalla suoneria del telefono:
  • “E che c…!Pronto?”
  • “Si? Educato eh?”
  • “No Gay, scusa, dicevo….va bene, dicevo “E che cazzo vuoi rispondere…ti prego?”
  • “Ah bene, col “ti prego” fa tutto un altro effetto sai? Ricominciamo: Buongiorno Matthew!”
  • “Ciao Gay…………………………………………….……”
  • “Matthew?”
  • “Mhmm…………………………………….…………….”
  • “Matthew guarda, il telefono funziona così: chi chiama ha qualcosa da dire e l’altro lo ascolta. Quindi: buongiorno Matthew, cosa desideri?”
  • “Gay,porc… ti supplico Gay, non sulla strategia attacco/difesa, non sai quanto ci ho pensato prima di chiamarti”
  • “Ok Belly, ok… come stai?”
  • “Ora meglio… affaticato dal tour…ma bene… e tu?”
  • “Bene, lavoro,frequento corsi, ne tengo… vita piena,al solito: solo che prima dovevo riempire i tuoi vuoti, ora di vuoti non ne ho perché faccio esattamente come voglio dovendo gestire solo me  stessa”
  • “E’ stata una pessima idea, me ne rendo conto…hai ragione tu…ho sempre qualcosa da farmi perdonare anche a distanza di anni…pensavo alla prescrizione, al condono, all’assoluzione, all’indulgenza plenaria ormai… ah, ti saluta Dom”
  • “Non ci credo  neanche se ora me lo passi al telefono…”
  • “No, in effetti non è qui…e in effetti manco ti saluta…lo immagino io che ti saluterebbe se sapesse di questa telefonata… ma non lo sa…non lo deve sapere…cioè sa che ti ho ricontattata…non era d’accordo continuassi….”
  • “Eh già, il gemello siamese DEVE approvare e non approva…e tu hai chiamato lo stesso? Sei coraggioso Matthew, mi sorprendi”
  • “Gay no… ti supplico Gay, è tanto difficile per me…non chiamarmi Matthew, non far le pulci a tutto ciò che dico come ci fossimo sentiti costantemente in questo periodo, come se ci sentissimo da sempre e potessimo sempre sentirci…Gay….”
  • “Si, Belly….scusa”
  • “Quando e come possiamo vederci?” (tutto d’un fiato)
  • “Trovo un varco nei prossimi 10 giorni che siete qui in caso…altrimenti prima o poi ci si rivedrà Matthew, mi sfugge il motivo di tanta urgenza”
  • “Anche a me…”
  • “Eh?”
  • “Nulla…posso usarlo il tuo numero, chiamarti per accordarci…per definire…”
  • “Belly, ma come parli? Mi stai dando un appuntamento o vuoi fissare una seduta psicanalitica? Mi puoi chiamare sì, ormai mi hai chiamata, che vuoi cambi numero e gestore, città e connotati per rendermi invisibile ai  tuoi occhi? Tranquillo Belly, studio i miei turni e la mia vita privata e ti faccio sapere….Ciao che ho fretta….”
  • “Gay?”
  • “Si? Che c’è ancora?”
  • “Io non ho mai mentito”
  • “E quindi?”
  • “Niente…volevo fosse chiaro almeno questo…..ti abbraccio”….
 
Si sentiva morire…a quella voce si sentiva morire…lei a Milano faceva fatica a respirare e lui, in tour  a casa del diavolo, nascosto nel bagno del suo camerino nel retropalco aveva maglietta sudata e mani gelate e il check prima del concerto bisognava comunque farlo…
Entrambi pensavano che era una pessima idea, veramente una pessima idea… ma ormai era andata, stavano per vedersi di nuovo…e a nessuno dei due era chiaro il fine.
  

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Capitolo 11
*** LA TEMPESTA PERFETTA ***


  •  “Che c’è? Ci sono, sto sdraiato nel letto ad occhi sbarrati e non mi sono neanche fatto la doccia…vuoi altra descrizione oppure accendi la luce, tanto è inutile che mi osservi al buio per capire se sono vivo o morto, Dom….che vuoi, Dom? io ce l’ho una mamma e in genere la tengo fuori dai miei problemi e dai miei sballi…Dom?”
  • “Sono Chris, Matthew…”
Accese la luce sedendosi sul letto: - “Che succede, Chris, che hai?”
  • “Stasera sei stato grande…volevo dirti che eran anni che non ti vedevo così…. così Muse, insomma…”
  • “Concentrato come un succo di pomodoro italiano, sì…grazie Chris, puoi andare, l’autografo te lo firmo domani….Chris?”
  • “Si?”
  • “Che cazzo vuoi veramente? Tira fuori il bigliettino con la domanda che Dom ti ha preparato e leggimelo!!!”
  • “Matthew ma cosa hai, cazzo… voglio dire, noi tre siamo sempre stati uniti, ci siamo sempre detti tutto, aiutati, consigliati…sei su Marte…ci preoccupiamo solo che tu possa scendere sulla Terra da solo, coi tuoi piedi, integro…”
  • “Scusa…grazie….sto bene….lo so che non sembra ma sto bene…”
  • “Cioè, me lo ha detto Dom che sei un po’ stranito ma tanto ci arrivavo da solo, sai? A letto dopo il concerto…neanche una birra…non hai mangiato…come lo reggi tutto il resto del tour così?”
  • “Dom e tu mi volete tutto ciccia  e rutti? E’ per questo che ti ha mandato?”
  • “Non ho mandato nessuno io, l’ha capito da solo che ti stai per rovinare la vita ma gli sfugge l’arma con la quale lo farai!” - fece Dom entrando….a Dom bastò la luce azzurina del led che Matthew Bellamy aveva acceso dietro il letto all’apparire di Chris, per vedere l’amico ancora più etereo e distrutto dalla fatica del concerto e dalle ultime inconfessate notti insonni …-“Se non puzzassi così tanto di sudore verrei lì a darti uno schiaffone per scuoterti Matthew… ma fai schifo, guardati…almeno lavati…bevi, piangi, urla…fai qualcosa…sei identico al lenzuolo, solo che il lenzuolo è pulito…”
-“Scusate un secondo…” – il suo telefonino trillava – “Dolcezza, come stai? I bambini? Si, si..il concerto stupendo, gente calda…no, sono già a letto, ho mal di testa, ci sono qui Dom e Chris a rimboccarmi le coperte….ma che dici? Dom, Chris, fatevi sentire…..sentito? ti han salutata, sto con loro….bacia Bing, dorme? Ah, dì a Ryder che si allenasse a biliardino che lo straccio un’altra volta quando torno… Mi manchi anche tu, piccola…a domattina…anche io….anche io…io pure….Buonanotte”
-  “Yoko controlla John” – fece Dom a Chris
-  “Anche Dom controlla John” – fece Chris a Matthew
E Matthew di rimando: “Ma se ve ne andaste a cagare tutti quanti…tutti eh? Nessuno escluso!”
  • “Anche Yoko quindi” – insinuò ammiccando scherzoso Dom
  • “No, Yoko no” – fece Matthew
  • “La terrai solo come tetta allattante il tuo erede…per il resto ‘fanculo anche a lei, no?”
  • “Non allatta più, Bing mangia bistecche, beve birra e sputa tabacco già da mesi…”
  • “Peccato”
  • “Vaffanculo Dom…e anche te Chris…non avete meglio da fare? Qualcuna da scopare, qualcuno a cui rompere l’anima, la tv porno via cavo…fuori dalla mia stanza….”
  • “Diglielo…”
  • “Che cosa, Dom..”
  • “Diglielo a Chris cosa stai per fare…se succede qualcosa anche Chris potrebbe risentirne…”
  • “Allora Chris, come mamma ti ha accennato, il piccolo Matthew si è messo in un bel casino. Ha deciso di rivedere Gaia in Italia”- fece con voce in falsetto Matthew
  • “Oddio…” – deglutì Chris
  • “Ma Oddio che, Oddio cosa tutti e due….voglio V-E-D-E-R-L-A non voglio scoparla o farmi fotografare con lei e farmi buttar fuori di casa da Kate…. V-E-D-E-R-L-A capito?”
  • “Chris caro mio, capito perché penso sia la fine? Perché Matthew ha perduto il poco senno che gli era rimasto…pensavo che con l’ultracorpo di silicone che interveniva ogni giorno a succhiargli via il cervello dal pisello, gli fosse rimasta poca materia grigia ormai…invece un barlume di coscienza per fare l’ultima cazzata della vita sua gli è rimasto…” – apostrofò stizzito Dom l’amico ma senza guardarlo in faccia
  • “Vaffanculo a tutti e due…fuori di qui”
  • “Che c’è non si può parlare di silicone?”
  • “Vai via Dom, ti picchio stavolta…”
  • “Ah Chris, non si può parlare dei pompini di Kate  e nominare Gaia nella stessa frase…”
 
A quel punto Matthew Bellamy ne aveva le tasche piene…al solo sentire quei due nomi accostati la rabbia gli montò talmente tanto nel petto da avventarsi contro Dom…
 
  • “Ma che sei pazzo…Chris, guarda, mi ha spaccato un labbro…”- piagnucolò il biondino
  • “Così non li fai manco più tu i pompini stasera, checca isterica! Ma che vuoi da me? Che vuoi? Pensa alla tua vita sentimentale, non alla mia!”
  • “Voglio che la pianti di farti del male, ecco cosa voglio…perché IO  e non altre o altri, ci tengo a te…perché Chris ci tiene a te …e ‘sta cosa, ’sta cosa ti porterà fuori controllo, lo sentiamo…Lo sai perché stasera hai dato il meglio? Perché sei agitato Matt, un mare in tempesta: questo ti fa bene artisticamente parlando, di questo senti di avere il bisogno…ma finchè il bisogno rimane tale porta vantaggio al gruppo: quando Kate ti tirerà la valigia dietro e ti dirà che puoi vedere Bing a week-end alterni sai cosa diventerà la tempesta perfetta di stasera? L’acqua limacciosa del lago….tu te la ricordi l’acqua limacciosa e appena increspata del lago vero? Te li ricordi i mesi successivi ai tentativi di riavere Gaia vero? Quando lei dopo qualche mese di riconquista, di prendervi  e perdervi, ha detto che era meglio per entrambi non sentirvi più per conservare il meglio di voi….te li ricordi o no, Matt? Voglio la tempesta perfetta di stasera io, non la morte del cigno!”
  • “Fuori di qui”……e si diresse nel bagno sperando che una doccia potesse far scivolar  via il pensiero del meraviglioso corpo ritoccato di Kate che lo attendeva a casa da giorni e i profondi occhi di Gaia, l’unica cosa di lei che conservava intatta nella mente
  

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Capitolo 12
*** LA DOCCIA ***


Cercava di pensare a Bing che corre dietro la palla e gliela tira…”la tempesta perfetta sì, fottiti Dom”…
…..a Kate che scompigliata al mattino è comunque bella, diversa dalla sera prima, ma bella e solo sua…”lo stomaco, mi fa male lo stomaco, cazzo!”….
….a Gaia che gioca sempre al gatto col topo ma è sempre stramaledettamente nelle corde e in sintonia con ciò che lui sta solo pensando, tanto  da indovinarne stati d’animo e parole neanche non l’avesse mai perso di vista….”respiro male…non c’è aria stasera”…..
Erano giorni che non riusciva a dormire per più di 3 ore a notte…gli mancava Bing, vedere il suo sorriso gioioso al mattino – “che bisogna giusto esser bambini per pensar di sorridere come I cosa da fare al mattino!” - …. gli mancava Kate e il suo modo di sdrammatizzare tutto…… gli mancava Gaia con il suo modo di aver sempre sempre sempre ragione ed in ogni caso avere una pazienza e una capacità di incassare colpi veramente inconcepibile per un essere umano normale…
 
Cercò di concentrarsi su di una immagine, una situazione… il corpo di Kate, il suo ridere con la mano davanti alla bocca mentre facevano l’amore perché “Matt, i bambini…...”… il seno di Kate, magari siliconico ma proporzionato, non eccessivo… gli occhi di Kate, color prato… appoggiò le spalle al muro della cabina doccia, nell’acqua che scorreva, e tentò di fare l’unica cosa che gli veniva in mente per stemperare la tensione, il dolore allo stomaco, per procurare una artificiale rilassamento che forse gli avrebbe permesso di addormentarsi, dopo…. adorava Kate, lo eccitava ma non riusciva a fissarsi su di una immagine che gli provocasse qualcosa di più concreto che un inturgidimento…lo stomaco lo tormentava, un dolore fortissimo e non aveva toccato alcol e cibo da ore…la immaginava lì, accanto a lui nell’acqua e…………..
E dovette piegarsi in due perché un conato di vomito lo sorprese prima di concludere ogni altra attività intrapresa, seguìto da singhiozzi di pianto inarrestabile….
 
  • “Matthew, cazzo…Matthew alzati che ti prende un colpo…da quanto sei sotto l’acqua?….sentivo scrosciare, saran due ore…meno male che son venuto a vedere….ma hai la febbre?…Matthew cazzo, piantala di piangere….vieni qua…ahò, sarai secco come un fuscello ma pesi eh….Matthew, collabora dai, alzati…” – urlava Dom all’amico mezzo addormentato sotto l’acqua tiepida della doccia…
  • “Dom…ho vomitato l’anima!”
  • “Il cervello ti dovresti vomitare…è quello che ti fa star male…e che ti piangi, scemo…è la prima volta che vomiti Dio mio? Sarà la centesima… che c’è Matthew Bellamy….che c’è….dimmelo che c’è, altrimenti non ti posso aiutare…” – coprendolo con una coperta nonostante il tepore della notte di giugno
  • “Non mi lasciare solo, Dom…”
  • “Ma chi ti lascia, idiota che non sei altro” – sospirava Dom avvicinando una poltrona al letto in cui stava rannicchiato Matthew e preparandosi al mal di schiena della mattina successiva…. 

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Capitolo 13
*** COMO ***


  • “Dom, alzati, andiamo a fare colazione che poi abbiamo le interviste…forza Dom, forza….ancora dormi?”- un Matthew Bellamy rinvigorito più dal pianto e dal vomito della sera precedente che dalla prolungata doccia e dalle poche ore di sonno susseguenti era sbarbato, lavato, vestito di tutto punto e si apprestava ad iniziare il nuovo giorno con una vigorìa insospettabile pensando alla nottata trascorsa
  • “Aaaaaah….oddio la schiena…..oddio le gambe…..ahò, ma lo vedi che sei dissociato sul serio? Passata la bua, signorino? Cosa è successo di tanto risolutivo mentre dormivo per farti cambiare umore dal nero al bianco? Hai sognato le sfere angeliche che ti indicavano il cammino? No, gli alieni: eri a Roswell e loro ti han detto:”Lascia perdere, sfigato! Ci potevi pensare prima!”
  • “La vita, Dom….la vita stessa ti indica il cammino….”
  • “Eh?”
  • “Ho deciso, Dom”
  • “Ti tagli l’uccello e la pianti con le femmine attuali, ex e le future. Bravo, approvo, sottoscrivo!”
  • “No, ho deciso, la chiamo….niente concerto….niente cena….niente discorsi preconfezionati: a Como…IO VOGLIO rivederla a Como”
  • “Vaffanculo Matt…di cuore”
  • “Perché?”
  • “L’atmosfera vuoi….per cosa? Rovinarti la vita? O rovinarla di nuovo a lei? Sai cosa avrei fatto io invece? Non la avrei cercata….o al limite le avrei dato un appuntamento alla stazione…o al limite le avrei mandato i biglietti di un concerto, due però, a sottintendere di venire con il suo toro del momento per stringere la mano a tutti e due e suggellare il trattato di pace e non belligeranza di anni addietro!”
  • “….stronzo….non parlare così di Gaia…lo sai che lei non è così…”
  • “Ah, non scopa Gaia? Se l’è cucita? Lo faceva solo con te e per te?...dicevo, due biglietti e magari le firmi anche un autografo con dedica, in più la cancellazione di quelle due stramaledette canzoni dalle scalette…cancellazione totale….damnatio memoriae….le odi, la odi, ti odia…invece? Sul lago vai….portale pure i fiori eh? E portati dietro un preservativo che non si sa mai….anzi guarda, fai come con Yoko, non ci passare in farmacia tanto di problemi ce ne hai già pochi uno in più ce lo ficcherei dentro….di problema, voglio dire!”
  • “Io vado a mangiare, sono affamato e assetato di vita stamattina”
  • “Arrivo più tardi, perché qui qualcuno che stanotte ha riposato male c’è…e non sei certamente tu!”
 
 
Più tardi, attendendo Dom e Chris intenti a far colazione nella hall:
  • “Gay?”
  • “Matthew, sono a studio, ti richiamo quando posso” – troncando velocemente la conversazione
 
Ma il cellulare, appena appoggiato sulla scrivania,  ricominciava a suonare ….”Mi scusi, un secondo anzi,  tra 5 minuti riprendiamo, d’accordo? Si fumi una sigaretta intanto, così si rilassa, io torno subito”
  • “Pronto: ho una vita che si svolge per lo più al mattino al contrario della tua, un lavoro che voglio mantenermi non solo perché mi piace ma perché qui c’è gente con problemi seri che ha bisogno di me al contrario tuo che spunti, sparisci, rispunti come meglio ti dice la testa, ti avevo detto che ti avrei richiamato IO ma l’italiano l’hai sempre masticato il nulla e vedo che l’inglese non lo capisci…TI CHIAMO IO DOPO vuol dire HO DA FARE quindi ti chiamo IO dopo”
  • “Gay…mi hai detto ti richiamo “quando posso”, non ti chiamo “dopo”….io non so cosa vuol dire “quando posso”, ma mi suonava vago…volevo esser sicuro che mi avresti richiamato…richiamato prima di “dopo””
  • “Quando posso è adesso perché tanto ormai sei riuscito a farmi perdere di concentrazione  e ho bisogno di 10 minuti per ricominciare ad occuparmi di ciò in cui mi stavo impegnando…e ciò in cui mi stavo impegnando era una persona….”
  • “Scusa…”
  • “Che cosa c’è stamattina?” – sospirava Gaia, ma aveva addolcito il tono potendo giurare a se stessa che Belly stava facendo una faccetta da meticcio abbandonato senza pappa e senza la carezza di una mano amica
  • “Pensavo che sarebbe una meravigliosa idea se ci vedessimo a Como anziché a Milano, Torino, Roma in mezzo al caos”
  • “Meravigliosa?”
  • “Si...”
  • “Belly, che vuoi, che ti serve? Il mio perdono? Ce l’hai avuto! Il mio consenso? Mi stupisce, non son io quella da interpellare! Hai bisogno di una terapista? Non io, per favore, non farmi anche questo! Como, Torino, Milano, Roma a me non cambia nulla: se riusciamo compatibilmente ai nostri impegni ti rivedo volentieri ma la location non cambia le intenzioni o le motivazioni…”
  • “………………….”
  • “Belly? Ci sei? Pronto?”
  • “…………si, scusa…mi rivedi volentieri……grazie Gay, è la prima volta che mi dici una cosa gentile”
  • “Non volevo esser gentile, sai Matthew: è quello che penso….la nostra vita è andata così, per colpa di chi e cosa lasciam perdere dopo tot anni, stai sicuro che non ti porto rancore perché il rancore avrebbe fatto più male a me che  a te! Ora ti devo abbandonare…ti mando un sms per dirti quale giorno sono libera: se non coincide coi tuoi impegni mi farai sapere, altrimenti ci abbiamo provato!”
  • “Ciao Gay……………………..Gaia?”
  • “Oddio che c’è adesso?”
  • “L’hai detto a qualcuno del nostro incontro?”
  • “No…che stavi rompendo l’anima non so a che fine, l’ho detto a Kelly…che ti rivedrò lo terrò per me, invece…perché?”
  • “Curiosità!”
  • “Stai sereno, Matthew…..Non te li chiamo i paparazzi, Matthew…sei tu che continui a peggiorare frequentando certi ambienti e imparentandotici, non io….una delle poche note positive da quando ci siamo lasciati sai quale è? Che non mi caga più nessuno!!! Dovresti riprovarlo ogni tanto, ti farebbe bene! Fossi in te lo augurerei anche ai tuoi figli per il loro futuro…un conto è il successo, un conto poter chiamare, vedere, mangiare, passeggiare, scambiare vita con chi vuoi senza che nessuno ti stia con gli occhi puntati addosso!!!”
 
Si salutarono frettolosamente…e freddamente.
Il mal di stomaco stava tornando ma faceva il paio con il mal di testa adesso…
Bilancio della telefonata: conversazione che definire cordiale era un eufemismo  ulteriormente funestata dall’ultimo accenno alla modifica strutturale della sua esistenza grazie alla quale mentre prima sfuggiva solo ai suoi di paparazzi e fans, adesso aveva addosso anche quelli di Kate forse meno agguerriti, senz’altro più numerosi …vero, al solito Gaia aveva ragione….gli piaceva essere famoso e riconosciuto quando doveva esserlo (periodo promozionale, concerti, gestazione delle opere), odiava esser assaltato se voleva passeggiare, pensare, prendere la metro, buttare la spazzatura, mettersi le dita nel naso…
Il torcere delle viscere smise solo alcune ore più tardi quando gli tornò in mente un altro accenno fugace: “….una delle poche note positive da quando ci siamo lasciati” aveva detto Gaia….quindi ce ne erano state molte di negative… quindi era stata male anche lei come effettivamente sembrava e aveva continuato a manifestare i primi mesi dopo che si era divisi ma ogni tanto si sentivano, vedevano…
Gaia lo aveva amato sul serio, questo lo aveva sempre saputo, non cercava conferme: aveva solo avuto una iniezione di adrenalina e orgoglio nell’ esserselo sentito dire e dal fatto che lei, sempre presente a se stessa, non si era neanche accorta di averlo fatto! 

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Capitolo 14
*** LA SUOCERA ***


Quando qualcuno si presenta con un’arma carica e te la punta alla testa non puoi che cedere: la minaccia di tirar avanti l’esistenza con 6 figli ed un marito disoccupato, tornato all’alcolismo, il vivere d’ora in avanti dei soli proventi delle gesta passate aveva fatto desistere Kelly da ogni buon proposito di omertà femminile e Dominic aveva ottenuto il numero di Gaia con modalità più o meno melodrammatiche.
  • “Pronto, senti, lasciam da parte i convenevoli che non mi potrebbe interessar di meno come stai e cosa stai facendo… ti ho chiamata solo per sconsigliarti in primis di dare buca a Matt, in secundis di illuderlo che un qualsiasi tipo di approccio lui tenterà possa avere un seguito …Mi sono spiegato, spero: devi LA-SCIAR-LO    STA-RE…”
  • “Pronto? Buongiorno. Con chi parlo? E’ la baby sitter di Matthew Bellamy? Lo stesso Matthew Bellamy che, si dà il caso, ha chiamato me, ha importunato me, ha chiesto a me un appuntamento? No perché magari non è chiaro ma è stato LUI e NON IO a far pressione affinchè potessimo incontrarci”
  • Allora Gaia, te lo dico chiaro-chiaro: se ti avessi avuta davanti i primi 6 mesi dopo che tu l’hai praticamente cacciato dal tuo letto…”
  • “..di casa – Dom – l’ho cacciato via di casa, dalla mia vita, dalla vita che lui diceva di essersi scelto e volere…non l’ho cacciato via dal letto, lo so che è triste da accettare per te ma io e il tuo amico eravamo non amanti occasionali ma praticamente marito e moglie!”
  • “….va bene, allora, se ti avessi avuta davanti i primi 6 mesi dopo che l’hai cacciato di casa ti avrei augurato il peggio per il proseguio dell’esistenza ma poi, riflettendoci e parlando notti intere con Matt,  ho capito che forse tutti i torti non li avevi….Diciamo che quando Matt ci ha detto di Kate anzi, ci ha presentato una Kate già ripiena, poco ci è mancato che ci prendesse un ictus a tutti quanti dato che, guardando ad un palmo dal naso, sappiamo perfettamente che alla lunga questa relazione non durerà e stavolta non per colpa di Matthew…. E di conseguenza abbiamo pensato che tu non solo eri stata il male minore ma in qualche modo eri stata il fertilizzante per l’ultima parte della nostra carriera artistica e abbiamo rivolto le nostre maledizioni al Bellamy che in certe occasioni - anni prima - avrebbe potuto tenersi allacciati i pantaloni pensando a quello che ti stava facendo e che la tua sopportazione poteva esser arrivata al limite…”
  • “…o, grazie, per le tardive ammissioni di colpa giunte dalla tua boccuccia anziché dalla sua…sono commossa…adesso sì che potrò dare una sterzata alla mia vita, quasi quasi lo sapevo che non era stata colpa mia!”
  • “….non mi interrompere: insomma Gaia, mi taglierei l’uccello per riportare il nastro indietro a 3 anni fa  e fargli prendere residenza stabile a Como ma purtroppo non si va lontani ipotizzando situazioni differenti da questa…e questa, appunto, è la situazione: ti amava, gli hai spezzato il cuore, è passato di fiore in fiore al solo fine di sfogare gli ormoni finchè non ha trovato la furba del reame che lo ha intortato e reso padre…Il problema è questo: a me di Kate non interessa affatto, a me interessa di Matthew : vedi di non rovinargli l’esistenza…”
  • “…cosa? Fammi capire bene: io l’ho lasciato perché Peter Pan viveva più nell’isola che non c’è con le sirene che a Londra con Wendy, un’altra approfitta del buco nero che si è cucito da allora al posto del cuore usando il mezzuccio della riproduzione casuale e sono IO quella che di nuovo sta per rovinargli l’esistenza?”
  • “Si, in un certo senso è così! Qualsiasi cosa voglia Matthew DEVI vederlo altrimenti mi entra in depressione ma DEVI dirgli di NO, altrimenti mi entra in paranoia, e la gestione di due realtà potrebbe procurargli un corto circuito dalle proporzioni DE-VA-STAN-TI !!!”
  • “Ma certo che vi siete accoppiati bene eh? Un egocentrico, un paranoico e uno che parla con la bottiglia  e disconosce l’uso dei preservativi! E, di grazia, cosa vorrebbe Matthew che potrebbe provocare ‘sta deflagrazione mondiale?”
  • “E che ne so?”
  • “Ricapitoliamo: DEVO obbligatoriamente vedere uno che NON SA cosa vuole e dirgli di NO qualsiasi cosa gli esca di bocca… però, idee poche e anche confuse!”
  • “Gaia, mettiamola così: se succede qualcosa, Kate ha un’arma di ricatto più potente dell’amore perduto tra due persone di sesso opposto…e io non voglio finire la carriera a scrivere canzoni melense che faranno da colonna sonora a qualche telenovelas venezuelana perché – diciamocelo – Neutron Star Collision fa veramente cagare eùsai quante ne partorità di tali defecazioni commerciali il nostro Matthew se Kate gli butterà i bagagli dalla finestra?  Quando morirò al diavolo voglio raccontargli cosa ho fatto nell’esistenza,  ci tengo a divertirmi in eterno io!!! Se quello sa che il nostro picco è stata la colonna sonora di Twilight grazie a te, e grazie ancora a te qualche canzoncina per qualche altro filmetto d’amore da adolescenti mi spedisce dritto dritto in paradiso…e io non sono uno da paradiso, Gaia!”
 
L’aveva fatta ridere: il tono prima minaccioso,poi solo aggressivo,poi quasi supplicante, poi divertito di Dom che ora visualizzava costretto a firmar autografi a quindicenni brufolosi per il resto dell’esistenza vestito da dandy retrò style, la divertiva un casino…ma mai come allora lo aveva sentito vicino… entrambi non avevano che avuto – per anni – il solo fine di far star bene Matthew e Belly, di far coesistere pacificamente quelle due anime che si bilanciavano tanto da rendersi irresistibilmente vive, operose, generose, geniali, piene di sensazioni solo se non disgiunte….Solo ora Gaia aveva capito che in fondo in fondo lei e Dom – attualmente- erano due facce della stessa medaglia!
D’altro capo del telefono ormai disconnesso Dom rifletteva su Gaia, sul fatto che lei era stata l’unica capace ogni volta di riportare Matt alla realtà, all’ovile, di rimetterlo in carreggiata…. e che non le risultava che per se stessa avesse mai chiesto nulla se non di esserci il più possibile nella vita di quello che in fin dei conti era come prima cosa il suo fidanzato e come seconda il leader di una band di grido, evitando scenate e colpi di testa quando fans indemoniate lo tiravano per la maglietta persino davanti a lei per baciarlo, toccarlo, …. e che lei s’era costruita la sua casa, la sua professione, la sua solidità come una roccia senza contare affatto sull’aiuto di quel compagno spesso assente o distratto e non poteva non fare il paragone con chi aveva scelto non casualmente o  per favore astrale  – a suo parere, ma con l’evidenza di richiedere una prova contraria a chi potesse provare il contrario! – la sua preda puntandolo ma fingendo noncuranza, non conoscenza e apparente superficialità volendo invece catturare proprio il bel leader della band famosa affinchè facesse da padre surrogato per il suo I figlio (casualmente figlio di rocker anch’esso) e per il fratello di costui,per una gravidanza da lei calcolata a tavolino… Non riusciva a trovare un episodio in cui Gaia avesse invece calcolato qualcosa: lasciando Matt entrare ed uscire dalla sua casa e dal suo letto a piacimento di costui, fidandosi o fingendo di farlo almeno fino a quell’ultima volta, essendo certa dell’unica cosa che lo portava ogni volta da lei… e forse questo qualche cosa che li aveva uniti per tanto tempo era proprio ciò che in Kate non vedeva: AMORE…. Bene, affetto, bramosia sessuale, divertimento sì ma di amore in quella donna non ne vedeva ombra.
Nonostante questo doveva far sì che la nuova coppia non si disgiungesse, pena il frantumarsi delle poche certezze del suo compagno di avventure. 

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Capitolo 15
*** COLLISIONE ***


L’estate era sbocciata ma non era poi così caldo a quell’ora in riva al lago. Una brezza leggera faceva venire le bollicine sulla pelle delle braccia e scuoteva i capelli lunghi di Gaia, assorta nei pensieri.
Era parecchio che non tornava nella sua casa al lago, assorbita dal tran tran di Milano e si riproponeva di tornarvi nei week end liberi ma poi gli amici e il suo accompagnatore del periodo (pensare  a lui come un compagno di vita le pareva onestamente troppo, preferiva dargli un ruolo di piacevole compagnia a tempo, senza chiedersi quanto questo tempo avrebbe potuto prolungarsi) non trovavano in quell’ambito migliore attività da svolgere che il consumare un aperitivo sul lungo lago per poi farsi riassorbire nei locali rumorosi e in vista della grande città… Lei ci aveva passato gli anni migliori lì, l’aveva eletta suo porto di pace, sua vita a misura di miniatura ed era serena – nonostante i ricordi – ogni volta che poteva dimorarvi, meglio se non accompagnata da nessuno che potesse turbarle la quiete……
Non è che non lo aveva visto avvicinarsi o aveva voluto fingere appositamente di ignorarlo…nascosta dagli occhiali da sole – perché il sole del tardo pomeriggio era diretto sull’acqua che faceva da specchio allo sguardo – aveva l’espressione distratta di chi sa che il momento era distante solo qualche passo, passo che non avrebbe anticipato alzandosi, spiegandosi in un abbraccio o allungando freddamente la mano….era impegnata nell’attesa e nello spezzettare crackers per i cigni ed i germani che si avvicinavano ai suoi piedi e quella era l’attività che avrebbe mantenuto: aspettare colui che attendeva di essere incontrato e cibare coloro che attendevano di esser sfamati.
 
Matthew la riconobbe da molto lontano e gli si strinsero il cuore, lo stomaco, le viscere, tutti gli organi interni all’unisono: era distante, non poteva vederla distintamente in volto ma la panchina era la loro panchina, quella dove portavano biscotti agli uccelli dopo la passeggiata estiva per stemperare il caldo prima di andare a dormire o impegnarsi in altre attività che il caldo l’avrebbero decuplicato… e non poteva essere che lei, chè quei capelli e quel portamento – schiena eretta e gambe affusolate leggermente accavallate di sbieco -  non lo avrebbe mai dimenticato neanche in seguito a trauma cranico. “Alzati Gay, alzati cazzo…alzati e vieni verso di me… voglio abbracciarti…ti prego, ti prego, ti prego…non so come iniziare, non lo reggo il tuo sguardo, fammi sprofondare sul tuo collo, tra i tuoi capelli, nascondimi,proteggimi, dammi tempo per abituarmi alla tua presenza” – pensava nei pochi passi che li distanziavano….
Gaia rimase ferma, girò solo il collo verso di lui e poggiò la mano sulla parte di panchina vuoto al suo fianco destro come a significare “Siediti!” appena lo ebbe a meno di un metro ma no proferì verbo…
Non una parola… lei occhiali scuri, lui privo di ogni protezione che tanto c’era poco da proteggere: era andato lì nudo e nessun occhiale o armatura del mondo avrebbe potuto coprire e proteggere la sua confusione, il suo imbarazzo, la sua impazienza di vuotare il sacco …
Gli porse un crackers affinchè partecipasse alla distribuzione della cena per gli amici animali: era un segno di comunicazione e comunione, forse…. L’unico perché lei era muta…e muto il suo corpo coperto da un leggiadro vestitino floreale di colore chiaro, come la sua pelle (perché lavorava, si teneva occupata, non poteva perder tempo ad andare al mare),  muoveva solo le dita affusolate a vantaggio dei pasteggianti….Matthew  guardava quel corpo che pareva non respirare, la vena del suo collo non s’ingrossava, il leggerissimo vestito non faceva trasparire il movimento del diaframma e della cassa toracica che, se agitata, avrebbe dovuto muovere più velocemente…. Ci rimase male, non era nei piani – non che ne avesse in mente qualcuno, per la verità - che Gaia non avesse reazioni…anche antipatiche, saccenti, aggressive magari, ma comunque reazioni… il lago e la sua ex erano placidi allo stesso modo…
 
  • “Ciao Gaia”
  • “Ciao Matthew, eccoti qui finalmente!”
 
Avrebbe potuto morire lì in quel momento, dopo quel “finalmente” (detto da lei a significare impazienza, interpretato da lui come se fosse stato spasmodicamente atteso!) poteva morire e sarebbe stato sereno…non felice, perché non avrebbe potuto crescere quella peste bionda del suo bambino, ma sarebbe scomparso dal mondo con la beatitudine nel viso e nell’anima.
  • “Gaia… ci ho provato sai? Ci ho provato ma si vive male cercando di riparare qualcosa quando sai che sei stato tu ad averlo mandato in frantumi….”
  • “Matthew, quando non sai come ripararlo vivi male, non quando sai di averlo rotto…” – fece di rimando sempre guardando i germani che si contendevano un pezzetto di cibo
  • “Come te lo spiego, come te lo spiego se non mi guardi negli occhi? Sono mesi che mi immagino questa scena e in questa scena tu sei davanti a me e mi guardi con l’aria da stronza mentre io ti guardo in estasi tenendoti le mani ma tu, cazzo, mi stai a sentire in questa fottuta scena che mi ero prefigurato invece neanche mi guardi in faccia!”
 
Si voltò verso di lui…non solo, si tolse gli occhiali e si mise a braccia conserte in attesa della rivelazione che avrebbe dovuto farle:
  • “TI ascolto, Matthew”
  • “Dicevo: ci ho provato a riconquistarti, con le parole, con le canzoni, con le interviste, scrivendoti mail interminabili alle quali  a volte manco rispondevi né mandavi messaggio di ricevuta, non dimenticandomi mai di inviare auguri per i compleanni e per le feste comandate a te, ai tuoi, facendoti pervenire tramite ogni mezzo che tu non eri stata ma eri ancora l’unica e sola….. e poi è successo che ho incontrato Kate e lei è rimasta incinta e io l’ho vissuta in maniera totalizzante questa nuova avventura, sperato che fosse la mia unica e vera possibilità di amare qualcuno che la vita non mi avrebbe mai portato via, un amore che sarebbe sopravissuto alla mia stessa vita, un amore che si sarebbe alimentato da sé, che sarebbe cresciuto da sé, che sarebbe stato vero, sincero, totalizzante…. io amo Bing, e amo chi l’ha messo al mondo…e voglio persino bene a chi sto crescendo con Bing perchè gli insegna a giocare, a parlare, a confrontarsi …ma tu, cazzo, non vai via…….ho provato a riprenderti e non ci son riuscito…ho provato a scacciarti ma tu sei ancora lì….più non ti vedo, non ti sento e più ci sei… Insegnamelo tu come devo fare per dimenticarti perché io non ci riesco…”
Aveva smesso di guardarlo e si era incamminata sul lungolago, lentamente…lui, due passi indietro perché se si fosse appaiato a lei l’avrebbe attirata a sé e stretta forte, da farle male…”solo abbracciato, voglio solo che mi abbracci, Gay” (pensava mentre gli batteva il cuore nelle tempie)…
  • “E’ bello Bing…somiglia a Kate anche se lei dice sempre che somiglia a me…lo fa per rendermi orgoglioso…ma lei è bella, non io,preferisco somigli a lei…Vuoi vederlo? Ho qualche filmato sul cellulare…”
  • “No, grazie…”
 
 
Ci rimase male, non capì il motivo di quella durezza..
  • “No, grazie” – continuò lei – “….o si, grazie…che risposta ti eri prefigurato a questa domanda? Perché se ti dico “no” potresti interpretarla come una latente invidia per una maternità che spettava a me ma che per le rispettive carriere IO ho avuto l’intelligenza di non provocare, se ti dico di “sì” potrei scatenare un senso di pena e tenerezza perché immagineresti che voglio vivere di vita riflessa per un figlio che poteva esser mio e non è tale….Fai come vuoi: cosa vorresti io dicessi?”
  • “Gay, perdonami…ti ho tradito con ragazze di cui non ricordo neanche il nome ma era te che volevo e ti ho perso perché sono stato un idiota irresponsabile che anziché occuparsi della sua donna che doveva essere orgogliosa di lui, si è permesso di lasciarla spesso sola, sicuro che tanto lei sarebbe rimasta lì, ad aspettare…”
  • “Mi hai tradito, già….ma mi hai tradita non dicendomelo quando ti supplicavo di farlo, non era il gesto in sé la cosa importante…mi hai tradita non ficcando il tuo corpo dentro a quello di altre donne, Matthew, ma con la pretesa di ficcare dentro la mia testa bugie come se io fossi l’ultima illusa, l’ultima idiota, sottovalutando la mia intelligenza, calpestando ciò che provavo  …questo l’hai capito?”
  • “Gay, io amo Kate ma l’altro giorno pensavo a te sotto la doccia, non a lei…e mentre cercavo di immaginare che tu mi desideravi ho avuto la certezza che TU non lo avresti mai voluto un uomo che stando con te era in grado di pensare ad un’altra in doccia….capito cosa mi hai fatto? Io penso come te, agisco ora come TU avresti voluto vedermi agire, amo Kate come avrei dovuto amare te…. Sono qui che ti desidero come e più di anni fa ma non riesco ad avvicinarmi neanche alle tue mani perché penso che TU ti scherniresti al solo pensiero che io penso di tradire la donna che ha partorito mio figlio…perchè se fossi tu, TU non approveresti e io non ti farei mai più del male….capisci cosa mi hai fatto? ”
 
 
Matthew contraeva la mascella, gli occhi erano gonfi ma nessuna lacrima usciva poichè le aveva piante tutte poche sere prima, la notte in cui aveva chiesto aiuto a Dom, e parlava deciso…niente faccette, niente metafore, niente scorciatoie… Gaia s’era fermata, il volto al lago, le mani sulla staccionata in legno, le spalle a lui….silente…immobile…bellissima…di nuovo gli occhiali e i capelli a coprirle parzialmente il viso…E lui, accanto, poggiato alla staccionata con il bacino,in posizione opposta a quella di lei guardandosi le scarpe, parlando ad alta voce a lei, in realtà più a se stesso:
 
  • “Io la amo…non penso solo di amarla, la amo sul serio …ma amo anche te…come te lo spiego? hai presente quando due persone sono una cosa sola e una muore in un incidente, e l’altro invece in quello stesso incidente rimane vivo? come lo dimentichi quell’essere meraviglioso che è la metà della tua esistenza e che morto mentre tu sei condannato a proseguire da solo il cammino che stavate facendo assieme? come puoi non pensare a lei ogni giorno, dedicarle ogni cosa che fai, parlarle nella mente pensando magari “lei avrebbe fatto così, avrebbe detto così, avrebbe o non avrebbe approvato la cosa che sto facendo”? prima pensi di morirle dietro, poi torni a sorridere per merito di qualcun altra ma questo non significa che lei non esiste più per te…lei è al di sopra, lei dovrebbe approvare la tua felicità se davvero ti ha amato, lei è presente, tu sei come sei anche grazie a lei… io sono vedovo da tre anni, Gaia…sono vedovo di una donna che mi ha lasciato in eredità la pena eterna di una vita in cui non posso più incontrarla come prima la incontravo…ma questa donna non mi ha dato modo di smettere di amarla e nessuno può convincermi che non si possa amare due persone contemporaneamente come da anni sto facendo io provocando confusione solo a me stesso, facendo del male solo a me…lo capisci  che io ho dovuto elaborare un lutto e l’unico modo che ho avuto per farlo è stato capire che si può amare comunque anche in assenza del corpo dell’altro, della sua presenza costante? E che questa cosa mi ha fregato lasciandomi legato  a  te? Aiutami, dimmi che non sono psicotico…dimmi che non ne hai visti di casi come il mio…dimmi che non sono un caso, che ciò che provo è normale…dimmi che hai la cura…”
 
Parlava quasi urlando non tanto per il tono vocale alto ma per la foga e la velocità che ci metteva per sputar fuori il masso che aveva a soffocargli il petto… parlava guardandosi la punta delle scarpe, gesticolando…e non s’era accorto che le spalle di lei si muovevano convulsamente, senza ritmo costante, e che avvolgeva le braccia nervosamente come in una morsa attorno a se stessa, come abbracciandosi da sola….
 
  • “Gaia…Gaia, tesoro, dì qualcosa…insultami, picchiami, minacciami ma parlami” – la prese per le braccia slacciandole quell’abbraccio fatto a se stessa come a proteggersi da ciò che stava sentendo ma la donna era in preda a singhiozzi convulsi, inarrestabili, che la scuotevano….pensò a Bing, ai drammi e pianti dirotti che faceva quando il fratello gli rubava la palla, tal quali quando il dottore lo visitava e aveva paura, fragile e incapace di distinguere per gravità i due eventi….provò una tenerezza immensa, il desiderio di proteggerla perché, per svelarle finalmente la verità, le stava facendo ancora male, lui che quasi l’aveva maledetta per esser stato soggetto del dolore da lei provocato anni prima….
  • “Vieni qui…fatti proteggere, ti voglio solo abbracciare” ma la cosa parve peggiorare la situazione, i sussulti la scuotevano e pareva non in grado di fermarsi così ebbe un’idea, grandiosa:
  • “Ehi, Dom, esci dal cespuglio…Sorridi Gaia, sei su candid camera!”
  • “Vaffanculo Matt” – si mise a ridere attenuando i singulti Gaia e sciogliendosi dall’abbraccio del suo ex…
 
  • “Non ti voglio vedere piangere: hai vinto tu tesoro mio, devi esser fiera…mi sei entrata talmente dentro che anche volendo non riesco ad essere più il coglione che ero…e Bing è merito anche tuo, e anche Kate – anche se Dom e gli altri son convinti che non durerà – cioè il rapporto che ho con lei è merito tuo… se  mi si butta addosso qualcuna io penso che tu non approveresti e che ti farei male quindi ora che c’è Kate al posto tuo farei male a lei……….capisci chi sono io ora? Quello che avrei dovuto essere per te tre anni fa!“
  • “Io ho seminato e altri colgono i frutti…certo che sono fiera…di te magari, non di me stessa”- si asciugava il volto tentando di sistemarsi cercando di capire, senza specchio e con la sola forza dell’intuito femminile, dove il mascara poteva esserle colato
 
  • “……….no, veramente Kate non è al tuo posto….tu hai il tuo e lei il suo…lei non è in discussione…ma nessuno potrà mai mettere in discussione te”…. E stemperò la pesantezza di quanto detto con un “Chiedilo a Dom cosa succede…. chiedigli a chi ti nomina invano anche  a distanza di tanti anni cosa accade….”. 

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Capitolo 16
*** ..... A CASA (EPILOGO) ***


Gaia era una donna di poche parole: non perché si trovasse in difficoltà ad usarne di ficcanti, pertinenti e a gestire ogni situazione le si presentasse davanti, quanto perché era più abituata ad ascoltare il prossimo, perché solo muovendosi da ciò che l’altro diceva, da come lo diceva, poteva farsi veramente l’idea di ciò che colui/colei che le era di fronte sentisse, accettasse o meno di sé, effettivamente cosciente e complice del proprio vissuto che in quel frangente le raccontava…
Solo che stavolta navigava a vista…procedeva a spanne, frase per frase, cercando di ingoiare insieme alle parole di Matt le sue lacrime, i suoi ricordi, cercando di trovare una nota positiva  dietro ad una situazione che di sicuro la poneva davanti a qualcosa che aveva deciso – per sua stessa sanità psichica e fisica – di archiviare come incompiuta….
Non gli serviva Matthew presente  di fronte a lei a ricordarle che si erano amati dal primo momento all’ultimo…e lo sapeva perfettamente che lui non aveva mai pesato le sue azioni come capaci di portar destabilizzazione in una donna che vedeva come il solido appiglio di quel rapporto… aveva errato lei a mostrarsi tanto sicura, tanto convinta, tanto superiore alle gelosie, alle chiacchiere, agli abbandoni, alle distanze, ai tradimenti, alle meravigliose parole accompagnate da fatti poco tangibili e, se tangibili, eccessivamente diluiti nel tempo che scorreva, e che scorrendo li vedeva ognuno sempre più impegnato a costruire il proprio IO, la propria carriera a discapito dell’uno, della coppia, chi perché preso da innato istrionismo funambolico chi perché troppo sicuro solo di se stesso non potendo contare sull’altro più assente - nelle scelte comuni - che presente…
Ma Dominic, quello che per anni le aveva fatto venir i nervi al solo esser nominato in quanto “grillo parlante” onnipresente nella vita del suo uomo, aveva ragione: la situazione era diversa ora e nulla poteva portare indietro l’orologio, neanche se entrambi lo avessero voluto… e poi, tutto sommato, Matt stava lì a dirle non solo che l’amava e non voleva perderla semmai riconquistarla in qualche modo, ma che Kate c’era, che era reale, bella, madre dolcissima dell’unico figlio che lui aveva generato, che ne era innamorato e che cercava di trattarla come non aveva trattato lei proprio perché dal suo dolore aveva imparato che non si fa al prossimo ciò che se si soffre sulla propria persona può portare alla disperazione….  Questa la realtà scomoda: Matthew senza l’abbandono di Gaia non sarebbe stato l’uomo di cui Kate si sarebbe innamorata, Kate senza il tirocinio amoroso di una vita vissuta con Gaia non sarebbe stata donna appetibile per Matthew….
Presero a camminare, vicini, Matthew le prendeva a tratti la mano e lei si faceva tenere ma senza ricambiare la stretta, senza far sì che le sue dita affusolate stringessero quelle di lui anzi,  slacciandosi a tratti dalla presa come avesse la mano senza vita, floscia, priva di sensibilità, come se le uniche forze in corpo le servissero per trascinarsi a passeggio sul lungo lago,  respirare e trattenere i singhiozzi…
  • “Matt… cosa vuoi da me?”
  • “Non lo so”
  • “E cosa vorresti invece da noi?”
  • “Che non ci perdessimo più, che si potesse tornare anche solo a questo… l’unico periodo in cui non ti ho pensato come un peso sul cuore è stato durante la gravidanza di Kate e a ridosso della nascita di Bing…appena ho realizzato che persona ero diventata e come era stato il mio percorso, da dove ero partito e perché lo avevo fatto, sei tornata prepotentemente viva in me…e ho iniziato a cercare il modo di esprimerlo…ho scritto testi…mail…lettere che non ho mai pubblicato, mai spedito…Dovevo guardarti negli occhi come quando non capivamo nulla di ciò che ci dicevamo l’uno all’altra i primi giorni e invece ci comunicavamo ogni fottuta piccola minima insignificante cosa di noi…dovevo stringerti io a me e offrirti la mia sicurezza in noi  e non tu, che sei stata il mio sostegno per un decennio quasi senza che te ne abbia mai veramente reso merito perché mi pareva ovvio, scontato, normale… invece adesso – con il tempo, con il dolore, con l’accettazione e di nuovo con la gioia – ho capito che niente è scontato, che ogni giorno è una gran fatica, una lotta, una sopportazione portare il peso da soli ed io troppo ti ho lasciata sola in quell’ultimo periodo… mi hai aiutato anche quando non c’eri più, Gay….. non posso perderti ancora… io voglio questo…voglio tu sia quella di oggi…voglio parlarti, tenerti stretta se ne hai bisogno, farmi stringere se mi vorrai…. Non è sesso…si, anche sesso ma adesso non ha alcuna importanza questo, potrei privarmente e sentirti comunque mia e non avere problemi di coscienza con la donna che ora mi sta al fianco e di cui sono innamorato… IO non voglio tradire Kate con te ma neanche te con lei…Gay, nessuno può sostituirti in me, nessuno può prendere il tuo posto…fammi provare, a fare cosa non lo so neanche io… non voglio impedirti di vivere la tua vita, non voglio tu sia a mia disposizione, non voglio bloccarti l’esistenza, non voglio darti certezze in un futuro per noi… voglio solo che ricominciamo da oggi, da così, a guardarci, a parlarci, a non perderci e poi venga ogni cosa naturalmente ùio sarò pronto a gestirla e decidere per il meglio….chè se il destino ha deciso che siamo diventati incompatibili lentamente, entrambi, capiremo che è meglio perderci ancora, ma lentamente, serenamente, condividendolo…non sopporto, Gay, che io stesso ti abbia strappata da me perché tu credevi in me ed io t’ho deluso, non sopporto che io abbia dovuto seppellirti quando dentro di me sei ancora così viva… Non so spiegartelo meglio, Gay…aiutami tu, tu sei così brava in queste cose: dimmi che non ti faccio paura, dimmi che non credi io voglia infilarmi di nuovo nel tuo letto per farti perder di nuovo vita, tempo, emozioni… dimmi che anche tu ogni tanto sulla mia tomba c’hai portato una candela perché io non posso credere che ti sia bastato il non detto, il non fatto, il non chiarito per disfarti di noi….Dimmi che non provi niente per me ma dimmelo guardandomi negli occhi!”
Gaia  aveva ripreso a non parlare ma ora non piangeva…rifletteva su quanto stava ascoltando, seria, cercando di trovare rapidamente una risposta  - che magari non avrebbe esplicitato a lui ma che doveva necessariamente a se stessa - ad una domanda che lui sottintendeva ma non stava facendo….
Doveva decidere in pochi minuti – poca la distanza con la porta di casa  verso cui, naturalmente, parlando, si erano incamminati mentre calava il sole – se gli avrebbe concesso tanto, se questo non l’avrebbe distrutta, se questo le avrebbe permesso di vivere la sua, di vita, indipendentemente dalla vita di qualcuno che non era più, e forse non sarebbe più stato (di questo aveva capito che non c’era ancora certezza nel futuro non immediato!), il suo uomo….
Prese il coraggio tutto d’un fiato, Gaia, e – spalle all’uscio di casa – occhi negli occhi con Matt:
  • “Belly, sarebbe facile invitarti ad entrare perché sono adulta, cosciente e devo render conto solo a me stessa di ciò che provo e ciò che faccio alla mia vita ma sarebbe ingiusto usare la situazione e spingerti a comportarti come io non avrei MAI voluto tu ti fossi comportato con me… Questo farebbe di te una persona poco affidabile, poco amabile, un NON uomo ai miei occhi, al mio cuore… Quindi stasera non creerò una situazione che sembra inevitabile, perché è ingiusta per qualcuno che ora non è qui e che ti aspetta altrove… Tanto è inutile spender tante parole perché tra noi tutto è già stato scritto, tu stesso hai scritto ciò che c’è tra noi quindi NON TI serve, NON CI serve che tu entri in casa perché parte di te da qui è come se non fosse mai uscita… Non farò di te un uomo peggiore di quello che sei stato con me anzi,  questo è il primo step che indica che tu sei migliore ed è questo che mi strazia che ora che sei come avresti dovuto essere non sei mio, non del tutto, almeno… Ci proverò, proverò a gestire la tua presenza come ho gestito la tua assenza: niente promesse, niente progetti, niente comportamenti che farebbero star male me, te, lei che ora non è l’altra ma è e dovrebbe essere per te l’unica lei… Vorrei farti entrare ma ti prego vattene…vattene perché mi sto sentendo male e poi, dopo che le parole potrebbero accompagnarsi a gesti di cui potremmo pentirci per l’onestà che ci dobbiamo l’un l’altro e per l’onestà che dobbiamo anche a lei che è assente, arriveremo ad un punto difficile da gestire…. Dopo 8 anni siamo arrivati a rompere una bolla di sapone…altri 3 anni per giungere a questo…forse hai ragione tu stavolta: non cambia nulla dato ciò che comunque esiste e una volta detto non si può fingere non esista, se tentiamo di ricominciare lentamente dal nulla e lo portiamo avanti per vedere dove arriva o dove si ferma… non ero preparata a dirti questo, avrei dovuto non incoraggiarti ma mi è impossibile dirti di non provare ciò che provi perché io stessa lo sento…posso solo chiedere ad entrambi di esser ragionevoli, di darci tutto il tempo che ci serve per capire chi siamo ora e cosa vogliamo….…dammi tempo…datti tempo… magari questo porterà a perderci senza rancori e rimorsi come era stato fatto…magari sarò l’alter ego al femminile di Dom…magari capiremo che è stato uno sbaglio esserci lasciati…  damMI tempo…datTI tempo… Una sola legge a tutto questo: se uno di noi provasse disagio, dolore, imbarazzo nel gestire la nostra frequentazione dovrà comunicarlo all’altro e l’altro lo scioglierà dall’onere della prova….e promettimi: neanche Kate dovrà soffrire… lo scorrere dei momenti indicherà il cammino, ci mostrerà cosa è naturale sia… i lutti son difficili da elaborare e anche il vero perdono non consiste mai in una gestione serena dell’altro come gli fosse stata concessa l’indulgenza plenaria…  damMI tempo….datTI tempo….dacCIi tempo…
Le prese i capelli da dietro la nuca e le riempì di minuscoli e leggerissimi baci le labbra…ma niente altro, baci di una dolcezza quasi  infantile, come quando Bing cadeva e ogni volta lo costringeva a tempestargli la bua di baci per scacciar via il dolore:
  • “Ok…vado via ma una parte di me ha accettato l’invito a restare quindi quando entrerai lì dentro sappi che dovrai far attenzione a non inciamparmi addosso – fece sfidandola maliziosamente per stemperare la tensione - … cerca di riposare… io veglierò sui tuoi sogni perché siano sereni perché io ora sono sereno perché ti ho ritrovata e in qualche strano modo riuscirò a farti parte della mia esistenza e a gestirti senza provocar dolore a nessuno finchè la vita deciderà il da farsi… “
 
E poi, slacciando le sue dita dalle dita di lei e facendo i primi passi per allontanarsi: “ – Gay, come  rimaniamo?”
  • “Rimaniamo nel modo più semplice che esista….che mi chiami domattina per augurarci una buona giornata…..e poi per mail mi mandi i filmati di Bing…voglio conoscere la tua vita da dove l’ho lasciata…”
E mentre si allontanava: “Belly?..............Bentornato “a casa”!”
  

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