Segreti, passioni e...bollicine

di Angel_B
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo I: Vacanze mondane ***
Capitolo 2: *** Capitolo II: The Queen ***
Capitolo 3: *** Capitolo III: Indovina chi viene a cena? ***
Capitolo 4: *** Capitolo IV: Caos calmo ***
Capitolo 5: *** Capitolo V: Confessioni di una mente pericolosa ***
Capitolo 6: *** Capitolo VI: Che la fine abbia inizio ***
Capitolo 7: *** Capitolo VII: Drag me to hell ***
Capitolo 8: *** Capitolo VIII: La sposa cadavere ***
Capitolo 9: *** Capitolo IX: Le verità nascoste ***
Capitolo 10: *** Capitolo X: Diario di uno scandalo ***
Capitolo 11: *** Capitolo XI: Con gli occhi dell'assassino ***
Capitolo 12: *** Capitolo XII: La maschera della morte ***
Capitolo 13: *** Capitolo XIII: La notte delle streghe ***
Capitolo 14: *** Capitolo XIV: L'altra verità ***
Capitolo 15: *** Capitolo XV: Fa' la cosa sbagliata ***
Capitolo 16: *** Capitolo XVI: Shame ***
Capitolo 17: *** Capitolo XVII: La dura verità ***
Capitolo 18: *** Capitolo XVIII: Uomini (e donne) senza legge ***
Capitolo 19: *** Capitolo XIX: Triplo gioco ***
Capitolo 20: *** Capitolo XX: L'arte di vincere ***
Capitolo 21: *** Capitolo XXI: From Jason with love ***
Capitolo 22: *** Capitolo XXII: Vero come la finzione ***



Capitolo 1
*** Capitolo I: Vacanze mondane ***


 

Sono Gossip Girl, la vostra sola e unica fonte di notizie sulle vite scandalose

dell'élite di Manhattan.

L'estate sta volgendo al termine e, come ogni anno, è ora di fare qualche bilancio sulle esperienze vissute, le occasioni mancate e quelle che ci aspettano una volta rientrati dalle vacanze.

Mettete via i sandali e tirate fuori le vostre Manolo Blahnik donzelle dell'Upper East Side, vi attende un autunno ricco di sorprese!”

 

Erano le 3 del pomeriggio e Serena van Der Woodsen era appena tornata dagli Hamptons: aveva gettato la valigia sul letto, gli altri bagagli erano rimasti nella reseption e presto Vanja li avrebbe portati su. Ebbe una strana sensazione rivedendo la sua stanza, ma la sua attenzione era concentrata su unico pensiero: Blair! Non si erano sentite per quasi tutta l'estate, ma stavolta ciò non avrebbe certo minato il loro legame. La ragazza afferrò il suo cellulare, disperso nella borsa, e compose il numero della sua migliore amica. Aveva un leggero timore: dopotutto, due mesi di lontananza non erano pochi, e soprattutto Serena non sapeva come avrebbe reagito Blair alla sua chiamata: l'ultima volta che si erano allontanate per lungo tempo, la loro amicizia aveva rischiato di rompersi definitivamente. Ma stavolta era tutto diverso. Uno... due... tre squilli.

 

B: “Pronto? Parla la futura regina Grimaldi”

S: “Ciao B! Non ti smentisci mai! Come va la vostra romantica crociera?”

B: “Serena, finalmente! Non sai com'è bello essere qui con il mio adorato Louis e pensare al nostro futuro insieme! Oh S, dovresti essere con noi anche tu, allora tutto sarebbe perfetto.”

S: “Anche tu mi manchi. Dai che appena torni ti porto da Valentino per una seduta di shopping di bentornata.”

B: “Sarebbe meraviglioso. S devo scappare, il mio principe mi reclama! Sarò a New York tra un paio di giorni.”

S: “Ti aspetto allora! Ciao B, salutami Louis.”

 

Tutto bene finora: Serena era sollevata al pensiero che tra pochi gironi avrebbe rivisto la sua amica e che avrebbero potuto raccontarsi tutto ciò che era successo nel periodo estivo, o quasi...

Già, perché di cose ne erano successe davvero molte, e non solo per Serena. Quell'estate avrebbe dovuto aiutarla a capire chi fosse il suo vero amore, ma come, sempre le avventure estive erano servite più a distrarre che a consigliare.

La ragazza teneva ancora in mano il cellulare quando lo sentì squillare.

 

N: “Sorpresa!! Ho saputo che eri appena tornata e volevo salutarti. Comunque, bentornata.”

S: “Nate! Sono felicissima di sentirti. Hai passato buone vacanze?”

N: “Oh si... davvero fantastiche, a fare il babysitter a Chuck Bass evitando che si portasse a letto ogni essere femminile sulla faccia della terra. Non sai quanto è divertente...”

S: “Chuck è tornato il solito donnaiolo? E non pensa a B?”

N: “Non lo so, certo è molto cupo, non è il solito Chuck. Però sto evitando di toccare il discorso Blair, non voglio avvilirlo. Se avrà bisogno di sfogarsi, sarò qui per lui. Tu che mi racconti?”

S: “Ehm, la mia è stata un'estate... di riflessione. Mi sono dedicata a me stessa. Perché non ci vediamo?”

N: “Non sai quanto mi piacerebbe, ma oggi ho da fare con il mio coinquilino. Ci sentiamo presto!”

S: “A presto!”

Click- Tutto sembrava filare liscio per ora, notava con una certa soddisfazione Serena. Forse, almeno quest'anno, il rientro dalle vacanze non sarebbe stato così terribile. Pochi secondi, e il telefonino suonò di nuovo: un messaggio.

“Buongiorno mia cara. Fatto buon viaggio? Ti penso”

Lo sguardo della giovane assunse un'espressione di stupore misto a delusione. “Smettila, ti ho già detto che tra noi è tutto finito, anzi non è mai cominciato.”

“Non ci hai messo molto a spezzarmi il cuore dolce Serena. Ricordati che posso spezzare la tua reputazione allo stesso modo. Riflettici bene...”

 

 

Oh oh, sembra che l'estate di Serena van Der Woodsen non sia stata molto alla “Mangia, prega, ama”. Fa' attenzione S, se c'è una cosa che gli UESiders amano più che veder brillare

una stella, è vederla crollare travolta da uno scandalo.

 

Nello stesso momento, l'atmosfera nella suite dell'Empire era altrettanto tesa.

 

C: “Ti ringrazio per non aver detto nulla...”

N: “Non preoccuparti, presto troveremo una soluzione.”

C: “Serena è appena tornata, non voglio crearle ansie inutili. Ma Lily...”

N: “Amico, temo proprio che dovrai chiamarla. Si metterà in contatto con i migliori avvoc...”

C: “Shh! Sta arrivando!”

Nate si ammutolì, prese il 'New York Times' che si trovava sul tavolino e si concentrò su un articolo a caso, mentre il suo amico estrasse dalla tasca della giacca il suo cellulare, fissando attentamente lo schermo. Un rumore di passi attraversò la stanza, accrescendo l'ansia dei due giovani, poi il suono si fece sempre più nitido finché non raggiunse la sala una splendida ragazza. La sua figura era avvolta in un castigatissimo tailleur rosso fuoco firmato Prada, completato da vertiginose décolletées in vernice nera. I capelli castani,lisci come seta, erano legati in una coda di cavallo, e le ricadevano sulle spalle. L'abbigliamento, unito al suo portamento fiero, contribuivano a donarle un aspetto regale, ma non quello di una dolce principessa quanto piuttosto quello di una spietata tiranna. Si avvicinò a Chuck e, posandogli una mano sulla spalla, lo interrogò.

 

I: “Di cosa stavate parlando tu ed il tuo amichetto?” -Chiese lei con voce indispettita-

C: “Niente di speciale, Isabelle. Quattro chiacchiere tra uomini. Vuoi unirti a noi?”

 

Era francese. Dal primo istante in cui il giovane l'aveva conosciuta, non aveva potuto smettere di chiedersi perché i francesi facessero di tutto per allontanare lui e Blair, la sua dolce regina. Ma stava divagando, non era quello il momento giusto per pensare a lei.

 

I: “Parlavate di avvocati, ho sentito bene? Senti Chuck, non ti conviene fare il furbo con me e lo sai!” -Insistette la ragazza con tono freddo, sfoderando il suo accento parigino-

C: “Certo che no, mia cara. Devi aver frainteso, Nate e io stavamo solo commentando...il...”

N: “L'andamento delle azioni delle industrie Bass. Non è vero Chuck?”

C: “Già... faremo grandi profitti!” -Disse lui, sfoderando il suo sorriso più ammaliante per cercare di sviare quell'imbarazzante conversazione-

I: “Mi sembra difficile vedere l'andamento delle azioni tenendo il giornale aperto sulla cronaca sportiva, non trovi Nate? Comunque, voi due mi sembrate persone intelligenti, per cui fingerò di credervi. Ora devo uscire, non vi dispiace, vero?”

 

Sembrava divertita, come una bambina che stesse giocando con le sue bambole preferite. Chuck non rispose, si limitò ad una smorfia di disprezzo verso la donna, dopodiché tornò a guardare il cellulare; Nate la salutò debolmente, con l'aria di chi ormai ha perso ogni entusiasmo. Prima di allontanarsi, Isabelle si accostò ancora di più al ragazzo bruno, e gli accarezzò la guancia con un leggero bacio, per poi sussurrargli all'orecchio “Sei mio...”. Detto ciò uscì velocemente dalla suite, portandosi dietro la sua borsa nera ed una cartellina da ufficio.

 

Avvistato: il cavaliere oscuro ha trovato una nuova dama!

Vivranno per sempre felici e contenti, oppure la fanciulla ruberà il trono

di Manhattan al giovane Bass?

Attenta Isabelle, non ci possono essere due api regine in un solo alveare,

e presto B tornerà in città.
Si prospetta un autunno davvero intenso, e io che pensavo di prendermi una vacanza...

Sapete di amarmi!

 

XOXO Gossip Girl

 

 

Ecco il primo capitolo di quello che è il seguito della 4^ stagione di Gossip Girl secondo la mia personale immaginazione. Per ora la storia può sembrare poco chiarma, ma la curiosità che suscita è in perfetto stile GG!  Spero che sia stato di vostro gradimento, accetto critiche e commenti purchè siano costruttivi... :)  
xoxo    Angel_B

 

Disclaimer: i personaggi presenti nella storia non sono di mia proprietà. Le vicende narrate sono frutto della fantasia della sottoscritta.

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Capitolo 2
*** Capitolo II: The Queen ***


 

Sono Gossip Girl, la vostra sola ed unica fonte di notizie sulle vite scandalose

dell'élite di Manhattan.

Mentre a New York si è troppo impegnati a mantenere segreti,

sembra che nel Mediterraneo la situazione sia più rilassata:

la regina B impartisce gli ordini per il royal wedding direttamente dal suo Titanic.

Speriamo solo che questo matrimonio non affondi per colpa di un iceberg chiamato Chuck Bass!”

 

Blair aveva trascorso tutta la mattinata a prendere il sole sul ponte dello yacht del suo amato principe, gustandosi il meraviglioso panorama offertole dalla Costa Azzurra. In realtà, di panorama ne aveva visto poco, dato che la sua mente era piena di pensieri che le davano il tormento. L'abito, il ricevimento, la chiesa, i paparazzi che avrebbero voluto imbucarsi all'evento dell'anno, erano solo alcuni dei tanti problemi a cui doveva trovare una soluzione più che brillante. Ciò che davvero la angosciava, che la soffocava, era...

 

L: “Blair!!! Tesoro, vieni dentro: il pranzo sta per essere servito.”

 

I pensieri della ragazza si dissolsero in un attimo, ed ella tornò alla realtà. La voce di Louis era calda, suadente, eppure in quel momento di riflessione avrebbe voluto rimanere sola per potersi dedicare a se stessa.

 

B: “Arrivo subito! Fammi cambiare e sono da te.” -Disse sorridendo falsamente-

 

Entrando in camera, si tolse il costume ed indossò un vestitino viola di Dior, stretto in vita da una cintura dorata, con la gonna a falde larghe fino al ginocchio. Raccolse i capelli in uno chignon, e mentre li sistemava, fissò la sua immagine nello specchio: eccola lì, una ragazza di 19 anni che aveva già pianificato tutto il suo futuro, anzi, che lo stava sacrificando in nome della gloria. La stanza che condivideva con Louis era molto ampia, tuttavia, guardandola, Blair fu travolta da un profondo senso di solitudine. Quei due mesi di vacanza di coppia con il suo principe le avevano dato un assaggio di come sarebbe stata la loro vita una volta sposati: sfarzosa, mondana, ma troppo formale e senza alcun posto per la passione né per la complicità. Ma cosa stava dicendo?! Basta pensare negativo, lei amava Louis, e lui era pronto a tutto per lei! Avrebbero trascorso una vita meravigliosa insieme. Finì di sistemarsi e si diresse in sala da pranzo.

Louis la accolse con un sorriso smagliante.

 

L: “Eccoti, finalmente! Pensavo che mi avresti fatto mangiare da solo.”

B: “Ci ho messo così tanto?”

L: “Un po'... intanto ho fatto portare l'entrée”

B: “Buon appetito allora!”

 

La conversazione toccò vari argomenti durante il pasto, tutti riguardanti il matrimonio, tuttavia Blair sembrava profondamente disinteressata, tanto da perdersi nuovamente nel suo mondo.

 

L: “Per il ricevimento, mia madre gradirebbe qualcosa di formale, di classico insomma. Certo sarà invitata tutta la nobiltà europea, spero solo che non ci siano scandali o malintesi, sai com'è in questi casi... Tu inviterai anche i tuoi amici? Voglio dire, anche quel Chuck... come fa di cognome?”

 

Blair stava tormentando con la forchetta una foglia di insalata. Sentendo pronunciare quel nome, istintivamente sorrise senza spostare lo sguardo dal piatto, e cominciò a balbettare.

 

B: “Oh, sì, Chuck! Chuck...” - improvvisamente, la giovane sembrò svegliarsi come se fosse sotto ipnosi- “Mio Dio, perché ho pronunciato quel nome?! Louis, cosa ho detto di Chuck? Io... scusami, non so... non so che mi è preso!”

L: “Calma, calma! Non hai detto nulla, che ti succede amore? Ti disturba quel nome? Beh, ti capisco, dopo quello che ti ha fatto. Non lo nominerò più, te lo prometto.”

 

Blair annuì debolmente. Si alzò da tavola senza aver quasi toccato cibo.

 

B: “Scusami, non mi sento bene. Dev'essere colpa di qualcosa che ho mangiato, vado in camera.”

 

Louis la guardò perplesso, ma non gli sembrava il caso di fermarla. Avrebbero avuto tutta la vita per stare insieme, era normale che lei dovesse ancora adattarsi all'idea.

 

Ciò che ci rende davvero noi stessi è il nostro passato.

E tu, B, sei sicura di voler sacrificare il tuo per amore del principe azzurro?

Si dice che la vita sia fatta di scelte:

meglio un piccolo principato sulla costa della Francia, o un enorme impero nel cuore di NewYork?

 

Nel languido tardo pomeriggio di Brooklyn, quando la calura ha ormai lasciato il posto alla leggera brezza serale, Dan Humphrey era solo ad un tavolo del Franklin Park bar con un bicchiere di caffè fumante. Fissava l'entrata del locale, stava aspettando qualcuno. Dopo una decina di minuti, il ragazzo biondo arrivò, posò il cellulare sul tavolino, e si accomodò di fronte a Dan.

 

D: “Nate! Mi fa davvero piacere rivederti, ne è passato di tempo.”

N: “ Anche per me è un piacere! Spero di non aver stravolto i tuoi piani per il pomeriggio con questo mio invito.”

D: “Figurati, i miei piani erano... aiutare mio padre al loft con delle vecchie cianfrusaglie di cui deve disfarsi. Direi che mi hai salvato la vita.” -Aggiunse ridacchiando il giovane-

N: “Ottimo. Allora... hai passato buone vacanze?”

D: “Nate, non tergiversiamo: ho capito che hai qualcosa di importante da dirmi dallo sguardo nervoso che hai da quando sei entrato. E poi perché hai scelto questo bar a Brooklyn? Non sarebbe stato più comodo vederci nell'UES?”

N: “Hai ragione, non sono capace di fingere. La verità è che... volevo parlarti di Serena. E non voglio che lei ci veda insieme, per questo meglio stare lontani da i luoghi che frequenta di solito.”

D: “Mi stai spaventando, Nate. Cos'è successo?”

N: “Niente di grave. L'altro giorno ho parlato con lei e mi ha fatto capire che quest'estate ha riflettuto su di noi. Intendo, a chi di noi due era davvero interessata. Mi segui? Beh, ancora non mi ha svelato la sua decisione, ma ci tenevo a vederti per dirti questo: non voglio assolutamente che i nostri rapporti ne risentano. Ho trovato un buon amico in te, Humphrey, non voglio perderti a causat di una ragazza!”

D: “Questa conversazione mi sembra un déjà-vu. Comunque, la penso come te. Non lasciamo che sia il suo giudizio a decidere della nostra amicizia.”
N: “Mi hai sostenuto nel momento più difficile, quando mio padre è stato arrestato. Hai visto il peggio di me e della mia famiglia, eppure sei ancora qui a parlare con me.”

D: “Non aver paura, amico, lasciamo a Serena il verdetto finale. Su di me puoi sempre contare.”
N: “Significa molto per me. Grazie Dan, grazie di cuore.”

 

Sembra che una grande amicizia del passato sia tornata in auge. Ma attenzione UESiders,

rivangare il passato è come il gioco delle scatole cinesi. Potrebbero venire a galla verità che tenevamo sepolte nell'angolo più remoto della nostra mente. Siete ancora certi di

saper reggere la competizione?

 

L: “Blair, fra poche ore sarai di ritorno a NewYork. Sai che non posso accompagnarti subito, ho degli affari in sospeso. Ma entro domani sera sarò da te.”

B: “Sta tranquillo Louis, me la saprò cavare anche a sola.”

L: “Oh Blair, sei fantastica. Ti amo! Promettimi solo una cosa: voglio essere parte costante della tua vita. Mi impegnerò a conoscere meglio i tuoi amici, che per te sono così importanti, e ad abituarmi al vostro mondo. Lo giuro, farei tutto per te.”

B: “Ma certo amore. Staremo sempre insieme. Che ne dici se domani sera mi raggiungi per una cenetta... intima a casa mia?”

L: “Sarebbe fantastico! Porto lo Champagne.”

 

E mentre c'è chi offre il suo 'cuore d'oro' all'amata su un piatto d'argento

incastonato di diamanti...

 

'Da: Blair

A: Serena; Chuck; Nate

 

Cenetta noi 4 domani sera alle 8pm da me. Vestitevi eleganti. Abbiamo tanto da dirci.'

 

...qualcun altro non riesce a smettere di complottare, nonostante abbia tutto

ciò che si possa desiderare. Sembra che, più che alla scarpetta di cristallo del principe azzurro, B sia interessata alle Bottega Veneta del diavolo.

Non vedo l'ora che arrivi la festa!! Nel frattempo, dovrò procurarmi un abito adatto all'occasione!

Sapete di amarmi!

 

XOXO Gossip Girl

 

 

Ecco a voi il secondo capitolo della storia. Non sarà misterioso come il precedente, ma è il collegamento perfetto con ciò che accadrà nel prossimo episodio, che sarà … scoppiettante!! ^^ Intanto ringrazio di cuore le ragazze che hanno recensito la mia storia! È molto bello sapere che il mio lavoro sia apprezzato!!

kiss kiss! Angel_B

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Capitolo 3
*** Capitolo III: Indovina chi viene a cena? ***


 

ATTENZIONE: questo capitolo contiene Spoiler sull'ultima puntata della 4 stagione! Vi invito inoltre a leggere la parte del capitolo che va da “Ma a casa di B la situazione non è da meno” (il 3^ blast di GG) fino alla fine, con il sottofondo della canzone “Whatcha say” di Jason Derulo contenuta in questo link: http://www.youtube.com/watch?v=c8PLgovGfEY . Mettete play e cominciate a leggere, la canzone ci mette tre secondi prima di iniziare ma va bene così, perché i tempi sono perfetti con la lettura. (Se credete che questa idea sia da pazzi, leggete la nota a piè di pagina!)

 

 

Sono Gossip Girl, la vostra sola ed unica fonte di notizie sulle vite scandalose

dell'élite di Manhattan.

Abiti sgargianti, chef rinomati,camerieri in livree impeccabili, candelabri dorati e flutes di cristallo: non si tratta del royal wedding, è solo la cena della nostra Queen B!

Gli ospiti stanno arrivando. Cos'è quel muso lungo, C? Eppure l'invito era chiaro:

cravatta nera, non umore nero!

 

Blair era troppo indaffarata anche solo per pensare: la cena doveva essere semplicemente perfetta, come lo era tutto ciò che organizzava lei. Dorota l'aveva aiutata a pianificare tutto, proprio come quando era più piccola e la sua unica preoccupazione era ospitare il pigiama-party più cool dell'Upper East Side. Quanto le sembravano lontani quei momenti, e come apparivano futili i problemi che l'attanagliavano alla Constance. Ora tutto era cambiato, nel bene o nel male. Ma non era quello il momento adatto per perdersi nei ricordi. La tavola era imbandita, i piatti con lo stemma della famiglia Waldorf erano stati sistemati, così come i calici di cristallo finissimo e le posate d'argento. Blair sapeva che presto sarebbero arrivati i convitati, ma si concesse un minuto di pausa, giusto per prepararsi psicologicamente. Da quella cena sarebbe dipeso il suo futuro, e lo sapeva fin troppo bene.

Le 8 in punto. Si aprì l'ascensore. Blair era davanti alla porta con un magnifico abito argentato ornato da un fiocco in vita e con la gonna fino al ginocchio: veniva direttamente dalla boutique Eleanor Waldorf.

 

B: “Serena!! Quanto mi sei mancata!” -Disse gettandosi tra le braccia dell'amica-

 

Quando l'abbraccio si sciolse, fu il turno di Nate.

 

B: “Nate, quanto tempo!”

N: “Ti trovo in ottima forma Blair! L'aria di mare ti ha fatto bene!”

B: “Oh, grazie caro. E ...”

 

Il momento più temuto era arrivato: la ragazza stava per affrontare la sua paura più grande, colui che, se solo avesse voluto, avrebbe stravolto la sua vita e il suo matrimonio.

 

B: “...Bass,è un piacere averti a cena.” -Il tono di voce era neutro, ma tradiva un velo di gioia-

C: “E' un piacere sublime anche solo vederti, Waldorf.” -Rispose Chuck con una delle sue espressioni più intriganti-

 

Il giovane tese la mano per prendere quella della ragazza e portarla alle labbra per omaggiarla con un romantico baciamano, ma Blair la ritrasse istintivamente, stupita, vedendo un'altra donna nell'ascensore.

 

B: “Chi è, Chuck?” -Chiese con voce tremante, nascondendo a stento gli occhi lucidi-

I: “Piacere, sono Isabelle. Sono la ragazza di Chuck. Spero che la mia presenza non ti crei problemi: so che è una cena tra vecchi amici ed io non c'entro molto, ma Chuck non voleva che mi allontanassi da lui e così... eccomi qui. Hai una casa stupenda, sembra una reggia...”

 

Blair non la stava ascoltando. Aveva smesso di prestarle attenzione sentendo la parola 'ragazza' seguita dal nome di Chuck. Del SUO Chuck!

 

B: “E'... è vero?” -Si rivolse tristemente al ragazzo-

 

Chuck non rispose, non ne aveva la forza. Strinse la mano attorno alla bottiglia di Champagne che teneva e la porse a Blair.

 

C: “Dom Pérignon. Il tuo preferito, se non ricordo male.”

B: “Grazie... beh accomodatevi allora, è tutto pronto.”

 

Si era spento ogni entusiasmo in lei. Questo non era ciò che aveva previsto. Mentre si dirigeva in sala, sentì Serena stringerle la mano.

 

S: “B, devi essere forte. Non permettere a nessuno di rovinare la tua serata, Ti voglio bene!”

 

Ma l'espressione di Blair ormai era cambiata: al posto degli occhi lucidi, era comparso un sorriso meraviglioso.

 

B: “Non permetterò che i sentimenti abbiano il sopravvento. La padrona di casa non può essere triste alla sua festa, non trovi?”-Poi, rivolgendosi agli invitati -“Sedete pure, Louis ci raggiungerà presto.”

C: “Cosa?!”

B: “Nate, siediti accanto a Serena. E tu, Isabelle, mettiti accanto a me.”

I: “No, grazie, preferisco sedere vicino a Chuck.”

B: “Non si dovrebbero mai rifiutare gli inviti della padrona di casa, altrimenti qualcuno potrebbe pensare che tu sia scortese!”

S: “EHM! Sono affamata! Mangiamo?”

B: “Buon appetito a tutti!”

 

Sembra che nell'Upper East Side lo stile 'Aggiungi un posto a tavola' non sia molto di moda.

Quanti draghi hai dovuto uccidere, I, per meritarti un posto alla tavola rotonda

della regina B?

 

Dan si trovava solo nel loft. Suo padre e Lily si erano concessi una romantica serata casalinga e lui di certo non avrebbe rovinato i loro progetti. Jenny era andata a trovare sua madre, perciò il giovane aveva a disposizione tutta la casa. Aveva pensato di telefonare a Serena più e più volte, ma la conversazione con Nate gli aveva fatto cambiare idea: meglio non metterle fretta. Ordinò del cibo indiano e riprese a lavorare sul suo nuovo racconto, ma non aveva idee. Il suo ultimo scritto aveva completamente prosciugato la sua vena creativa, peccato che sarebbe rimasto a marcire nel cassetto della sua scrivania per sempre. Lo squillo del telefono interruppe improvvisamente quella monotonia.

 

D: “Pronto, casa Humphrey.”

V: “Dan, sono Vanessa! Non mi riconosci più?”

D: “Oh, si, ehm... ciao Vanessa. Mi sembrava di averti detto di non chiamarmi più dopo il nostro litigio. Me lo sono forse immaginato?”

V: “Andiamo, Dan! Ho una notizia troppo importante per fingere di essere arrabbiata con te! Pubblicheranno il tuo racconto!! Ne ho avuto la conferma poco fa. Non sei felice?”

D: “Di che racconto parli? Sono mesi che non ho ...”

V: “Ti dice niente la parola 'Inside'? Non puoi averlo dimenticato! L'editore mi ha detto che sarà un successone! I segreti dell'UES messi a nudo da un giovane di Brooklyn! Sembra così eccitante.”

D: “Hai rubato il mio manoscritto?! Vanessa, ero stato chiaro! Quel lavoro non sarebbe dovuto uscire da questa casa! Come hai potuto!” -Dan era davvero furioso. Le sue parole tradivano l'ira che provava nei confronti di quella che una volta era la sua migliore amica-

V: “Pensavo di farti un favore. Ci tieni così tanto ai tuoi amichetti snob?”

D: “Te l'ho già detto una volta, Vanessa: NON INTROMETTERTI NELLA MIA VITA!!”

 

Il ragazzo riagganciò il telefono imprecando. Ne aveva abbastanza di Vanessa e del suo modo di fare. La loro amicizia si era già spezzata prima dell'estate, ed ora era definitivamente perduta. Doveva assolutamente trovare un modo per mettere tutto a tacere, o sarebbe stata la sua fine: se il libro fosse stato pubblicato, non gli sarebbe rimasto altro da fare che gettare via anche il più piccolo briciolo di dignità che ancora gli rimaneva.

 

Nono sempre gli scandali nascono dai piani alti, e sembra che stavolta

un profano di Brooklyn farà crollare l'Olimpo di New York.

A volte uno scandalo improvviso è meglio

di mille piani ben congegnati!

Ma a casa di B la situazione non è da meno.

Il menu della serata?

Come antipasto, due vecchie fiamme che non si sono mai dimenticate,

per secondo una fidanzata gelosa contornata da un alone di mistero,

e come dolce un bel biondino cotto della sua amica.

Bon apétit!

 

B: “Raccontaci, Chuck, da quanto vi conoscete tu e Isabelle? Sono tremendamente curiosa:”

C: “Da quasi due mesi. Ci siamo incontrati in vacanza.”

I: “Ed è stato amore a prima vista, mi sembra di conoscerlo da una vita! Tesoro, prendi un po' di cocktail di scampi, tieni.”

B: “Chuck odia gli scampi! Si vede che non lo conosci così bene...”

I: “CHUCK!” -Isabelle diede una gomitata al ragazzo, che rispose con uno sguardo pieno di odio-

C: “Sai Waldorf, quando stiamo insieme preferiamo dedicarci a qualcosa di più... divertente dell'arte culinaria. Sai a cosa alludo, piaceva anche a te.” -Aggiunse guardandola teneramente-

B: “Smettila!! Sono fidanzata ora.”

C: “Ah, si? E dov'è il tuo principe, ha perso la carrozza?”

 

L'atmosfera si era fatta troppo tesa. Per salvare la cena, era necessario intervenire subito.

 

N: “EHM! Blair, perché non ci racconti delle tue vacanze nel Mediterraneo?”

B: “Lo farei volentieri, ma credo che quelle di Serena siano più … interessanti! Non è vero, S?”

S: “Cosa? Non ho fatto nulla di ché.”

B: “Gossip Girl dice diversamente. Che ci racconti del produttore cinematografico? E di quell'attore, Ryan Holemann, giusto? Credevo steste ancora insieme!”

S: “B SMETTILA! Di cosa stai parlando?”

 

Blair prese il suo cellulare e, dopo pochi minuti, lo porse a Serena. Sullo schermo c'erano varie foto che la ritraevano accompagnata da diversi ragazzi, tutti molto belli. C'era anche qualche blast della blogger, ma a volte una foto vale più di mille parole.

 

N: “Serena! Mi fidavo di te, e tu mi hai preso in giro tutto il tempo! Che stupido sono stato a crederti...”

S: “Nate non è come pensi! Io non... Blair! Perché, perché mi stai facendo questo? Cosa ho sbagliato stavolta? Non ne posso più della tua mania di rovinare la gente!”

B: “Volevo rendere la serata più piccante...”

I: “Chuck non mi avevi detto che loro due erano ottime amiche? Non ci capisco più nulla.”

C: “E quando mai hai capito qualcosa? Nate, dove stai andando?”

N: “Lontano da qui! Mi sento umiliato.”

S: “Aspetta, B! Sei sempre pronta ad infangare gli altri per la tua folle sete di potere, ma non hai visto questa notizia. Leggi!” -Serena le porse il cellulare-

B: “Oh mio Dio!! Chi ha fatto questa foto?”

 

Il volto di Blair aveva perso ogni colore, e la ragazza si era accasciata sulla sedia. Le tremava la voce e i suoi occhi erano il ritratto del panico.

 

S: “Sei la persona più ipocrita che conosca!”

C: “Si può sapere cosa sta succedendo? Serena, passami quel dannato telefono.”


La reazione di Chuck fu simile a quella di Blair. Poi la guardò fissa negli occhi, con aria seria.

 

C: “Dimmi solo una cosa. Di chi è?”

B: “Lo sai benissimo di chi è, Chuck!” -Sussurrò lei prima di scoppiare in lacrime-

S: “Ti odio! Mi critichi tanto per essere stata con dei ragazzi, mi inviti a cena per fare una scenata del genere di fronte ai miei amici...”

 

In quel preciso istante, la porta dell'ascensore si aprì e Louis comparve nel suo splendido smoking nero, portando in mano un mazzo di fiori e una bottiglia di Pierrer Jouet.

 

L: “Blair, sono arriva...”

S: “Quando TU, Blair, SEI INCINTA DI CHUCK e ti sposi tra poche settimane!!”

 

Il Pierrer Jouet cadde dalle mani del principe con un rumore fragoroso che, per un attimo, fece distogliere a tutti l'attenzione. Chuck si alzò dal tavolo senza proferire parola e senza guardare Blair. Si diresse velocemente verso l'uscita e neanche le lacrime di Blair riuscirono a fermarlo. La mascella serrata, la delusione negli occhi e l'adrenalina in tutto il suo corpo. Si trovò faccia a faccia con Louis, ancora immobile per la rabbia.

 

C: “Idiota! Mille dollari sprecati: a lei piace il Dom Pérignon...”

 

Lo stratega italiano che diceva “Il fine giustifica i mezzi”

probabilmente non conosceva Blair Waldorf.

Tenete questo proverbio a mente, amanti di scandali:
chi di gossip ferisce, di gossip perisce.

E si dà il caso che io sia la regina del gossip.

Sapete di amarmi!

 

XOXO Gossip Girl

 

 

 

Innanzitutto mi scuso con tutte voi per la lunghezza spropositata del capitolo! Ho cercato di riassumerlo ma è rimasto immenso ugualmente … Avevo pensato anche ti tagliarlo in due parti, ma non avrei ottenuto lo stesso effetto, cioè di coinvolgervi pienamente. (Ditemi poi se ci sono riuscita!!) Per quanto riguarda la musica, forse qualcuna di voi si sarà ricordata dell'episodio 3X11 dove il pranzo del ringraziamento diventa un incubo per tutti gli invitati e come sottofondo c'è proprio Whatcha say. Beh, il mio scopo era di creare una scena simile, dato che quella era una delle mie puntate preferite: la musica, i gesti ed i colpi di scena erano perfettamente sincronizzati! Fatemi sapere se ho saputo riprodurre un effetto coinvolgente come quello!! Spero di si :D

xoxo Angel_B

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Capitolo 4
*** Capitolo IV: Caos calmo ***


 

Sono Gossip Girl, la vostra sola ed unica fonte di notizie sulle vite scandalose

dell'élite di Manhattan.

Dicono che la notte porti consiglio, ma qui nell'Upper East Side la notte

porta solo alcohol, perdizione e incubi.

E cosa c'è di peggio che trascorrere una notte tra sensi di colpa e rimpianti?

Svegliarsi la mattina e rendersi conto che non era solo un sogno.”

 

Il sole era già altro da diverse ore, ma nella suite dell'Empire le tende erano ancora tirate giù. Nate era uscito presto quella mattina, diceva di voler fare jogging per distrarsi un po' da ciò che era successo la sera precedente. Aveva lasciato il cellulare in camera: non voleva essere raggiunto da nessuno. A mezzogiorno la sua corsa era terminata, così prese un caffè e tornò all'hotel. Aprendo la porta si trovò di fronte ad uno spettacolo davvero spiacevole: il tavolino della sala era stracolmo di bottiglie. Tutte vuote. Tutte di scotch. Nella penombra della stanza, seduta sul divano, una figura cupa guardava dritto di fronte a sé con espressione vacua ed un bicchiere colmo a metà della bevanda ambrata in mano.

 

N: “Chuck! Cosa stai facendo? Fra poco verrà Isabelle per il brunch, e tu sei ancora in vestaglia da notte?”

C: “...E chi se ne importa di Isabelle e del brunch. Al diavolo!”

N: “Non ci credo, sei ubriaco!! Chuck non sei più un ragazzino, devi smetterla di riempirti d'alcohol ogni volta che devi affrontare un problema. Hai provato a dormire un po'?”

C: “Sono stato tutta la notte allo strip club qui vicino. É un bel posto, un giorno ti ci devo portare...”

N: “Forse non ti rendi conto: fra qualche mese sarai padre!! E crescere un figlio non è come amministrare un'impresa! Ma, da quello che ho visto, non sai fare neanche quello.”

C: “Sta zitto Archibald, non ho bisogno di una coscienza. Non ho bisogno di nessuno, io sono Chuck Bass! Vattene di qui, per favore.”

 

Il ragazzo biondo rimase pochi secondi a guardare perplesso il suo amico. Lo conosceva troppo bene per sperare di farlo ragionare in quello stato. Si voltò verso la porta e, con pochi passi, fu fuori dalla stanza. Non si smentiva mai, il solo modo che conosceva per superare una situazione del genere era ignorarla totalmente. Ma stavolta non sarebbe bastato, e Nate era il solo a rendersene conto.

 

Affoga i pensieri nell'alcohol finché puoi C, ma attento a non andare a fondo anche tu!

Quando la realtà busserà alla tua porta, chi avrai accanto ad aiutarti:

un amico sincero, o un bicchiere di Bourbon?

 

Blair Waldorf era compostamente seduta sul sofà di pelle chiara, nel suo salone, aspettando che Louis proferisse parola. Il silenzio la imbarazzava anche più di un litigio. Dopo le rivelazioni della sera trascorsa, lei e il principe non si erano più parlati: lui aveva affittato una stanza in un hotel e lei si era semplicemente chiusa in camera. Ma la situazione non poteva essere ignorata per sempre, così Louis aveva lottato contro il suo orgoglio, ed era tornato dalla sua amata per decidere del futuro.

 

B: “Ti prego, parla, Louis!” -la voce le uscì come un sussurro-

L: “...E cosa dovrei dire, Blair? Che pensavo mi amassi? Che pensavo avessi chiuso con quel Chuck? Che credevo di essere IO l'uomo con cui volessi avere un figlio? Cosa vuoi sentirti dire, Blair?”
B: “Ma io ti amo, Louis! È impensabile che io dica una cosa del genere dopo quanto è successo, ma è così. Puoi anche non credermi, ti capisco benissimo, ma con Chuck è stato solo... non è significato niente!”
L: “Come può non significare niente quando fra poco noi ci dovremmo sposare? Ti rendi conto della gravità del gesto che hai compiuto? E, per di più, ora aspetti un bambino da lui! Questo si che sarà uno scandalo!”

B: “Louis, ascolta”-Blair lo guardò fisso negli occhi- “Sei un uomo ferito, e se tu ora volessi lasciarmi, saprei di meritarlo. Non sono sciocca, capisco benissimo che un disonore del genere sarebbe insostenibile per te e la tua famiglia, e sono pronta a sacrificare il mio amore. Ho sempre sperato di vivere in una favola, e quando un bellissimo principe si è presentato a me, io non ho saputo fare altro che tradirlo. Sono... sono mortificata!” -Il volto della giovane fu rigato da una lacrima- “Vattene, Louis! Fai finta che questo sia stato solo un incubo. Io me la caverò da sola.”

 

Le parole di Blair avevano profondamente colpito il ragazzo. Avrebbe davvero abbandonato il suo sogno per evitare uno scandalo alla famiglia Grimaldi? Significava solo una cosa: lo amava, lo amava sul serio. E chi ha un cuore così grande, merita una seconda chance.

 

L: “Blair, io non voglio andarmene. Sarò qui per te e per il bambino. Nessuno saprà chi è il suo vero padre. Ti amo, ed anche se mi hai spezzato il cuore, non posso cancellare così velocemente i fantastici momenti che abbiamo trascorso assieme. No, io rimarrò e ti sposerò, perché è con te che voglio trascorrere il resto della mia vita!”

 

Sul volto della giovane apparve un sorriso. Un sorriso così finto che solamente un uomo cieco d'amore come Louis, avrebbe scambiato per un'espressione di gioia.

 

L: “Io e te, per sempre.”

B: “Non potevo sperare di meglio...” -L'ironia della ragazza stonava con il romanticismo della scena che stava vivendo-

 

E così la ricca Cenerentola sposerà il principe azzurro, ed avranno anche un pargolo

di sangue blu.

Ma quando il piccolo Grimaldi comincerà a frequentare strip club e bordelli di lusso,

chi avrà il coraggio di dire “somiglia tutto a suo padre?”

 

Isabelle attendeva nervosamente i due giovani nella hall dell'Empire: ormai guardare l'orologio ogni due minuti era diventato un tic. Chiamò Chuck, ma il telefono era staccato. Si stava accingendo a lasciare il quinto messaggio in segreteria quando vide Nate comparire dall'ascensore.

 

I: “Nate! Grazie al cielo, dov'è Chuck?”

N: “Non credo che prenderà parte al brunch.”

I: “Che vuoi dire? Cosa gli è successo?”

N: “Niente di insolito. É nella sua stanza, ubriaco.”
I: “Ubriaco?!”

N: “Temo che dovrai abituartici. Capiterà spesso...”

I: “Voglio parlare con lui! Non può non partecipare al nostro brunch!”

N: “A dire il vero, anch'io non verrò. Non mi sono ancora ripreso da... beh, penso che tu abbia capito.”

I: “Se è questo che avete deciso, non posso certo costringervi. Ma ricorda al tuo amico...”-E si fece minacciosa- “...Che se non si fa vivo entro stasera, il suo impero sarà a rischio. Non giocate con me, so essere molto cattiva.”

 

Sembra che la bella I abbia imparato presto la legge dell'Upper East Side:

Non puoi costringere la gente ad amarti, ma puoi farti temere per quello che fai!”

Sbaglio, o questa frase l'ho già sentita dalla futura principessa Grimaldi?

Finalmente hai trovato una degna erede B, peccato che questa volta si tratti di qualcosa

di più importante che sedersi al gradino più alto del Met.

 

Serena aveva trascorso tutta la mattinata cercando di contattare Nate, ma aveva trovato sempre la segreteria telefonica. Capiva che il suo comportamento era estremamente scorretto, ma non ce l'aveva fatta a raccontare al suo amico come, e soprattutto, con chi aveva trascorso l'estate: il biondino aveva una cotta per lei da quando avevano sedici anni. Lei era fortemente attratta da lui, ma parlare addirittura di amore le sembrava esagerato. E c'era anche Dan. Già, Dan Humphrey, il ragazzo solitario che l'aveva sedotta con la sua spontaneità e dolcezza, facendole vivere una storia d'amore bellissima. Immersa nei suoi pensieri, sentì il cellulare squillare.

 

S: “Finalmente, Nate si è deciso a...”

 

Si interruppe bruscamente. Di nuovo il panico nei suoi occhi.

 

“A quanto pare ci vedremo spesso, lavorerò a Manhattan. Scommetto che sei felicissima! Guardati intorno tesoro, presto ci incontreremo!”

 

Sembra che oltre ad abiti Chanel e Jimmy Choo tacco 18, S

abbia anche qualche scheletro nell'armadio!

Non si può cancellare il passato, come non si può tenere a bada una it-girl...

...Soprattutto se si parla di Serena Van der Woodsen.

Sapete di amarmi!

 

XOXO Gossip Girl

 

 

 

Nuovo capitolo per festeggiare il ferragosto! Infatti ne approfitto per fare tanti auguri a tutte voi lettrici e recensori! Che dire, spero che anche questa volta la storia abbia catturato la vostra attenzione e vi abbia incuriosito. Volevo proporvi una mia idea: visto che su questo sito non ho la possibilità di rispondervi e ringraziarvi per le bellissime recensioni che ho ricevuto, pensavo di mettere su un blog dedicato a questa storia. Così potremo comunicare direttamente e, se ci fossero domande, curiosità e quant'altro, potrei aggiornarvi. Insomma, fatemi sapere se la proposta vi piace!!

kiss kiss Angel_B

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Capitolo 5
*** Capitolo V: Confessioni di una mente pericolosa ***


 

ATTENZIONE: Vi propongo un altro capitolo con accompagnamento musicale. Leggete da “Alle sei del pomeriggio, la hall dell'Empire” con sottofondo di “Top of the world” delle Pussycat dolls contenuto in questo link http://www.youtube.com/watch?v=NvGkihHEzso. La musica non durerà fino alla fine del capitolo, ma anche stavolta, i tempi vanno bene così. Buona lettura.

 

 

Sono Gossip Girl, la vostra sola ed unica fonte di notizie sulle vite scandalose

dell'élite di Manhattan.

Anche quando ci sentiamo giù e niente va come avevamo previsto, bisogna essere grati alla vita per le piccole cose: l'affetto di una persona cara, un bracciale di Tiffany o...

un posto in prima fila alla sfilata di moda dell'anno.”

 

Blair dormiva placidamente nella sua camera. Era stata una nottata agitata per lei, non aveva preso sonno fino alle 3 del mattino, poi la stanchezza aveva vinto ed i suoi pensieri avevano smesso di tormentarla. Un raggio di sole filtrava dalle tende e si posava dolcemente sul suo viso, senza però svegliarla. Il suo corpo era in posizione fetale , come per proteggersi da una minaccia incombente. Ma non c'erano minacce, l'unico mostro da cui avrebbe dovuto fuggire era se stessa. Posato sulle coperte vi era il Black Berry: Louis era dovuto partire per la Francia, e avevano trascorso la sera al telefono. La quiete della stanza fu stravolta da Eleanore Waldorf.

 

E: “Svegliati, Blair!”-Disse ponendole una mano sulla spalla- “Preparati, ti aspetto tra dieci minuti in salotto: ho una grande novità, e sono certa che ne sarai estasiata!”

B: “...Mamma!” -La voce era ancora impastata dal sonno- “Quando sei tornata? Sono stanca...”

E: “Non voglio scuse! Ora alzati, io e Cyrus ti aspettiamo di sotto.”

 

In pochi minuti la ragazza era pronta: si presentò con una camicetta bianca ed una gonna color ocra a vita alta, senza dimenticare le perle ai lobi.

 

B: “Volevi parlarmi, mamma?”

E: “Ho una notizia fantastica! Presenterò la mia prossima collezione insieme a … Valentino!”

B: “Mio Dio, mamma, dici davvero?!” -Le brillavano gli occhi-

E: “Oh, si. Mi ha contattato giorni fa per propormi di lavorare assieme alla nuova linea autunno-inverno. Non te l'ho detto prima perché volevo farti una sorpresa, e questa volta, tesoro, non starai dietro le quinte: ti farò riservare un posto in prima fila per lo show.”

B: “E' meraviglioso!”

E: “E c'è di più: oggi pomeriggio verrà qui a NewYork per discutere di alcuni dettagli, e stasera ci sarà un grande ricevimento in onore della nostra collaborazione. Porta i tuoi amici se vuoi, ma soprattutto porta Louis: sarebbe un'ottima pubblicità per noi.”

B: “Dove si terrà la festa?”

E: “All'Empire Hotel. Oh, Cyrus, eccoti finalmente!”

Cy: “Eccomi amore, non mi perderei questo momento di gioia per nulla al mondo. Blair, vieni qui, fatti abbracciare!”

B: “Abbraccerai anche Valentino, stasera?” -Intervenne ironicamente Blair - “Con tutti gli hotel di NewYork, era necessario scegliere proprio l'Empire?”

E: “Ho già preso accordi con Charles, è stato molto disponibile. Blair, stasera deve essere tutto perfetto, ricordalo. Non voglio scenate, né complotti. Ne sarai capace, per una volta?”

B: “Sarà difficile, ma ci proverò. Ma Louis... non credo che ci raggiungerà. E' impegnato ed è meglio che non ci vediamo per qualche tempo.”

E: “Avete litigato?”

B: “No, ed è questo il problema...”

 

E così Cappuccetto Rosso, avvolta nella sua mantella di Valentino, finirà dritta dritta

nella tana del lupo, mentre il buon cacciatore è troppo preso da transazioni economiche

per salvarla. Ma chi l'ha detto che vorrà essere salvata?

 

Nel pomeriggio, la limousine di Chuck Bass sfrecciava per le vie del centro. Dietro i vetri oscurati, due amici stavano prendendo un'importante decisione.

 

C: “Mi spieghi perché mi hai trascinato in giro per Manhattan in limou?”

N: “Ho pensato che fosse l'unico luogo adatto per discutere di questa assurda situazione senza che la tua ragazza ci spii.”

 

Chuck guardò il biondino dritto negli occhi, poi portò entrambe le mani sul volto come per coprirsi per la vergogna, e fece scivolare le dita tra i capelli scuri.

 

C: “Credimi, non avrei mai voluto immischiarti in tutto questo. A dire il vero, tu non sei implicato, potresti anche andartene e non preoccuparti più di nulla.”

N: “Sei mio amico, sei la mia famiglia, Chuck. Non posso abbandonarti. Dovresti davvero rivolgerti ad un avvocato, è il solo modo per far tornare le cose alla normalità.”

C: “Non posso, Nate! Non hai ancora capito che non ho più un centesimo? Nessuno dei miei avvocati ha accettato di lavorare a questa causa, perché se la perdessi, non potrei pagarli.”

N: “Un modo ci sarebbe... ricordi il patrigno di Blair?”

C: “E' un divorzista!” -Disse, portando l'indice sinistro alla tempia-

N: “E' un avvocato! E, che io sappia, sarebbe l'unico a darti una mano, visto come sei messo. Tanto vale provare.”

C: “Ci parlerò stasera al ricevimento, se questo può renderti felice.”

 

Cosa odono le mie orecchie? Chuck Bass... povero?!

Ma per fortuna ha il suo amichetto accanto, e si sa: chi trova un amico trova un tesoro.

Sarà per questo che, nonostante la sua indigenza, C è ancora nella sua Limousine, bevendo Champagne in un elegantissimo Armani?

 

Alle sei del pomeriggio, la hall dell'Empire era perfettamente decorata per ricevere lo stilista. Un turbinio di camerieri si indirizzava in mille direzioni: chi controllava i tavoli, chi si occupava di sistemare il buffet, chi dei cocktail, mentre un continuo tintinnio di calici di cristallo avvolgeva la sala, che risplendeva nei colori oro e bianco. Al centro della stanza, Eleanore dirigeva le danze con fare autoritario in un completo bianco che si abbinava perfettamente ai colori che la circondavano. Mezz'ora dopo, tutti gli ospiti erano arrivati, compreso l'amato stilista italiano.

 

E: “Blair, vieni, voglio presentarti Valentino Garavani.”

B: “Oh mio Dio, signor Garavani è un piacere poter fare la sua conoscenza! Sono sicura che la linea che creerà con mia madre sarà fantastica!”

V: “E' un piacere per me conoscere la figlia di un'artista talentuosa come Eleanore Waldorf. Mi ha parlato di te, sai? Sono certo che avrai apprezzato il posto in prima fila per lo show.”

B: “Non sa quanto significhi per me poter assistere a ...”

S: “BLAIR! Finalmente ti ho trovata, dobbiamo parlare!”

B: “Vai via Serena, non vedi che sono impegnata?”

S: “Troppo impegnata per salvare la nostra amicizia? Benissimo Blair, ero venuta qui per chiare con te, ma tu sei stata fin troppo chiara. Ed ora, se non vi dispiace, toglierei il disturbo...”

B: “Aspetta, S!!”

 

 

C: “Aspettami qui, Nate, vado a cercare Cyrus.”

N: “Chiedi a Blair se l'ha visto.”

C: “Non è degna di rivolgermi la parola. Me la caverò da solo.”

N: “Ma sta venendo verso di noi.”

C: “Trattienila. Io scappo.”-E così dicendo, si diresse verso il bancone dei cocktail-

B: “Nate, hai visto Serena?”

N: “Cosa?! Io e Serena non abbiamo più niente da dirci, mi dispiace Blair. Non so dove sia, né mi importa. Forse avrà trovato qualcuno da portarsi a letto...”

 

Avvistati: S che propone una tregua a B ma viene rifiutata, N che scappa da S, C che fugge dal cospetto di B,e B che tenta di riacchiappare S.

E pensare che c'è chi crede che 'nascondino' e 'acchiapparella' siano giochi

per bambini.

 

Serena era sulla terrazza, profondamente delusa dall'amica, terribilmente furiosa con se stessa. Rifiutarla così, di fronte a tutti e senza motivo. Perché? Dopotutto, era stata lei a subire il torto da Blair, non viceversa. E Nate? Non l'aveva degnata di uno sguardo quella sera, se ne stava lì, freddo e composto a parlare con gli invitati, con tutti tranne che con lei. Aveva deciso: sarebbe tornata a casa. Mentre stava per rientrare, trovò Blair sulla porta: aveva in mano un bicchiere di Champagne.

 

B: “Parliamo.”

S: “E di cosa?”

B: “Sei tu che mi hai detto 'dobbiamo parlare'. Ora sono qui.”

S: “B, sono stanca, sto andando a casa.”

B: “S...”-La prese per il polso mentre si stava allontanando- “sono stata un'egoista, insensibile e testarda...”

S: “Già, non avrei potuto definirti meglio.”

B: “Ma... c'è un motivo. E posso spiegartelo.” -Blair portò il calice alla bocca-

S: “Non so se voglio sentirlo. E posa quello Champagne. Non dovresti bere nelle tue condizioni.”

B: “E' proprio questo il punto, S io...”

C: “Blair!”

 

Chuck era appena arrivato. Voleva prendere un po' d'aria, invece aveva trovato l'unica persona che non avrebbe voluto vedere in quel momento.

 

B: “Bass. Puoi andartene? Stiamo parlando.”

C: “Sto cercando il tuo patrigno, ma me ne vado con immenso piacere. Ah, dimenticavo” -E la guardò con la sua espressione di delusione- “posa quel bicchiere. Non voglio un figlio alcoholizzato.”

B: “Sta zitto, Chuck! Non c'è nessun bambino!!”-Le ultime parole furono straziate da un singhiozzo. Poi si voltò per non vedere i loro volti impietriti- “Non sono incinta! Non lo sono mai stata. Quindi lasciatemi bere in pace!”

S: “Ma cosa dici, Blair? E le foto?”

B: “Pensavo che voi due sapeste riconoscere un piano ben congegnato, ma mi sbagliavo.”

C: “Un altro complotto?! Perché? Sono stanco di tutto questo Blair.”

B: “Pensavo che se avessi disonorato Louis fingendo di aspettare un figlio da te, Chuck, lui mi avrebbe ripudiata. Così sarei potuta tornare da te, senza dirgli che non l'ho mai amato veramente. Invece Louis era pronto a tenere il bambino! A crescerlo con amore! Mi sono sentita un verme...”

C: “Perché è quello che sei! Per te è tutto un gioco! Non hai pensato a come avrei reagito io?”

B: “Tu avresti dovuto difendermi, ed accettare il bambino. Invece cos'hai fatto? Sei scappato! E non mi hai più parlato! Questo mi ha fatto capire quanto tu sia immaturo, Chuck. Vattene!”

S: “B, tu mi hai fatto fare quella figura di fronte a Nate per uno stupido complotto? Ma ti rendi conto?! No, ovviamente no. Hai rovinato la mia reputazione, ed ora anche la tua. Complimenti! Ed ora, se permetti, me ne vado. Chuck, accompagnami.”

C: “Pensavo ci fosse un po' di sincerità in te. Beh, ora capisco di essermi sempre sbagliato.”

 

Si era rivelata per quello che era: una mente perversa, con un cuore di ghiaccio. Cosa aveva ottenuto con quell'assurdo piano? In un giorno, aveva perso la sua migliore amica, l'amore della sua vita,e probabilmente stava per perdere anche Louis. Ne valeva davvero la pena? Rimasta sola sulla terrazza, non riusciva a fermare le lacrime, che scorrevano calde e pesanti rigandole il delizioso viso di porcellana, ancora lievemente sfregiato dal simbolo dell'amore di Chuck.

Chuck doveva essere forte. Se non per Blair, almeno per se stesso. Era stanco, distratto e attonito, ma doveva cercare l'avvocato.

 

C: “Signor Cyrus, finalmente la trovo.”

Cy: “Oh ragazzo, è un piacere rivederti.”

C: “Avrei bisogno di una … consulenza.”

Cy: “Problemi di cuore? Tu e Blair eravate una bella coppia, e ti confesso che ancora non sono riuscito a capire come mai vi...”

C: “No! No, signore. Stavolta, si tratta di una questione legale...”

 

Quando un grande generale pianifica la battaglia, sa che ci saranno feriti e caduti ed è pronto a sacrificare le vite di sconosciuti per ottenere una splendida vittoria.

Ma in questa battaglia, la generalessa B non ha calcolato una variante fondamentale: i sentimenti delle persone.

E sembra che stavolta il numero delle vittime ammonti solamente ad uno.

Napoleone si è rialzato due volte dalla polvere per riottenere il trono:

niente a confronto di ciò che dovrà fare B per non perdere la corona.

Sapete di amarmi!

 

XOXO Gossip Girl

 

 

Ed anche questo capitolo è concluso. Ci ho messo qualche giorno in più a postarlo ma ho avuto parecchio da fare. Per quanto riguarda il blog di cui vi avevo parlato nel 4^ capitolo, ci sto lavorando ma non è ancora pronto. Appena lo sarà, vi scriverò il link. Vi avviso inoltre che per i prossimi giorni sarò in vacanza, quindi non posterò altri capitoli fino a settembre. Ora vi saluto, ringraziando sempre tutte coloro che leggono e recensiscono la mia storia e sperando che abbiate gradito anche questo capitolo! Continuate a recensire in tante!!

kiss kiss Angel_B

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Capitolo 6
*** Capitolo VI: Che la fine abbia inizio ***


 

Sono Gossip Girl, la vostra sola ed unica fonte di notizie sulle vite scandalose

dell'élite di Manhattan.

In un mondo dove il lusso è un diritto, e dove l'unico Dio è il dollaro, c'è ancora qualcosa che non si può comprare: i sentimenti delle persone! Se poi si parla di quelli di Serena wan der Woodsen, spiacente, l'asta è già chiusa. Ad aggiudicarsi il pezzo è un bel ragazzo di Brooklyn.”

 

La notte era stata lunga per Serena: non era riuscita a chiudere occhio. Il pensiero di Blair che continuava a prenderla in giro ed a considerarla come una delle sue tante leccapiedi la innervosiva terribilmente. Mentire a Chuck e a Louis era stata un'idea davvero folle, ma mentire a lei, la sua migliore amica da sempre, era stato peggio. La fiducia è tutto in un rapporto d'amicizia, ed evidentemente era proprio quello che mancava tra loro due. Dopo l'offesa subita da parte di Blair, con Nate che ancora la evitava e Chuck tradito profondamente e troppo impegnato in questioni d'affari, l'unica persona con cui avrebbe potuto sfogarsi un po' era Dan Humphrey. La bionda prese il cellulare e compose quel numero che ormai conosceva fin troppo bene.

 

D: “Pronto?”

S: “Dan, ciao, sono Serena! Spero di non disturbarti...”-Aveva la voce leggermente tremante-

D: “Serena! Sono felice che ancora ti ricordi di me. Da quanto non ci sentiamo? Due mesi?”

S: “Non ti offendere ma è stato un periodo difficile. E poi la colpa non è solo mia, io sono tornata a casa da qualche giorno ormai, ma tu passi le tue giornate chiuso nel loft! Cosa c'è, di colpo la vita di Brooklyn è diventata più interessante che quella nell'UES?” -E rise, rise di gusto come non capitava da tempo ormai-

D: “Spiritosa! Sto lavorando, ecco, e mi serviva un posto tranquillo per concentrarmi.”

S: “Ti va se ci vediamo?”

D: “Quando?”

S: “Ora!”-Disse con tono allegro- “Lascia stare il tuo noioso lavoro e vieni qui!”

D: “Ho un'idea migliore, perché non vieni tu qui a Brooklyn? Preparerò un pranzo delizioso in onore della tua visita.”

S: “Sembra una proposta interessante. Ok, vado a prepararmi ci vediamo dopo. Ah, dimenticavo, ha detto Rufus che non devi stancarti troppo!”

D: “Ormai mio padre lo vedi più tu che io... Ti aspetto.”

 

C'è un proverbio che dice 'morto un Papa, se ne fa un altro'... Dev'esserci un lutto in casa

Archibald allora, perché S è di nuovo a caccia!

E sembra che al ragazzo solitario non dispiaccia un po' di compagnia, soprattutto se si tratta di quella della sua vecchia fiamma.

 

B: “Mamma! Insomma, siete pronti?”
E: “Tesoro non essere così impaziente. Io e Cyrus possiamo cavarcela anche da soli, in fondo non è molto difficile salire su un jet.”

B: “Lo so, ma voglio accompagnarvi!”
E: “Allora hai deciso se verrai a Parigi con noi o aspetterai ancora un po'?”

B: “Voglio prima sistemare alcune situazioni qui, dopo di che mi unirò a voi. Promesso.”

E: “Io non ti capisco ma... d'accordo. Vai a chiamare Cyrus, digli che siamo pronte e possiamo andare.”

 

Il ticchettio dei tacchi della ragazza risuonò per la stanza, per poi spegnersi di fronte alla porta della camera adibita a studio di Cyrus. Era chiusa, si sentiva la voce dell'uomo: Blair immaginò che stesse parlando al cellulare. Bussò ma non ci fu risposta, così scostò leggermente l'anta per entrare. Si pentì immediatamente di averlo fatto: la conversazione del patrigno riguardava un argomento troppo importante, e troppo familiare.

 

Cy: “Ho considerato le alternative possibili, ragazzo mio, ma è una questione delicata. Le industrie Bass sono un boccone ghiotto per questo genere di persone e ….”

 

Blair sussultò. Le industrie Bass... Bass... quel cognome l'aveva perseguitata da sempre, e sembrava che, nonostante tutto, non volesse allontanarsi da lei.

Dall'altro capo della cornetta, Chuck stava dicendo qualcosa, qualcosa che avrebbe potuto renderla felice e farle dimenticare ogni problema in un secondo, ma che purtroppo non poté ascoltare.

 

Cy: “Suppongo allora che... sì, dovresti sposarla. Isabelle ne sarebbe felicissima, e questo che vuole no?”

 

Un altro sussulto. Un singhiozzo seguito da un rumore sordo che nessun altro tranne Blair avrebbe potuto udire: il rumore di un cuore di ghiaccio che si infrange in mille piccole schegge. Schegge sottili come lame che sembravano sprofondare nelle viscere della ragazza, lasciandola senza fiato. Rimase immobile, a fissare il vuoto cercando di ricacciare indietro le lacrime. Non doveva piangere, non doveva mostrare la sua fragilità. Tornò in camera correndo e chiuse la porta a chiave.

 

A quanto pare il matrimonio di B non sarà l'unico! Fatti da parte Mike Newell, quest'anno

ad incassare 224 milioni di dollari sarà il film 'Due matrimoni e un funerale'.

Preparate le velette nere, sembra che il cuore di Blair Waldorf abbia improvvisamente smesso di battere.

 

Il loft della famiglia Humphrey era inondato dalla luce del sole di mezzogiorno. In piedi al centro della stanza, Dan fissava una lettera con aria turbata. I suoi occhi scorsero velocemente il suo contenuto: scosse la testa con rassegnazione, poi la gettò sul bancone della cucina con un gesto di rabbia che poco si addiceva ad un ragazzo pacato come lui. Stava per tornare ad immergersi nel suo nuovo racconto, quando sentì bussare alla porta. Si avvicinò col cuore in gola: sapeva chi era, sapeva l'influenza che lei avrebbe avuto su di lui, sapeva che il passato non si può cancellare. Per questo aveva paura.

 

S: “Dan!!!”-Urlò Serena gettandosi tra le braccia di lui e soffocandolo con un dolcissimo abbraccio-

D: “Hey, ti sono mancato così tanto?”-Ridacchio il giovane, rispondendo goffamente all'abbraccio-

S: “A dire il vero, sì!” -Rise, con i suoi boccoli d'oro sul viso e l'espressione di una bambina appena entrata in un negozio di dolci- “Ma sono molto offesa con te perché pensi solo al tuo lavoro.”

D: “Non esagerare, dai! Ho una grande opportunità e devo sfruttarla, altrimenti come potrò diventare lo scrittore più famoso dell'universo?”-Dan non perdeva mai la sua ironia- “Accomodati, Serena. Penso che possiamo evitare il tour della casa dato che già la conosci.”

S: “Cosa mi preparerai di buono per pranzo?”

D: “Pensavo ad un menu orientale, che ne pensi di Pollo tandoori e cus-cus? La cucina di casa Humphrey è molto meglio di un ristorante di lusso!”

S: “Hai ragione!”

 

I due chiacchierarono a lungo: dopo aver trascorso tanto tempo assieme era facile confidarsi. Serena gli raccontò di Blair, di come era riuscita a distruggere la fiducia che c'era tra loro, ma evitò accuratamente l'argomento 'ragazzi degli Hamptons' per non fare cattiva impressione sul suo amico.

Dan, invece, le parlò di come aveva trascorso la sua estate, lontano dal caos della grande città, fuori dall'Upper East Side, per scrivere il suo racconto.

 

S: “E … con Vanessa?”
D: “Vanessa cosa? Non ci sentiamo più da... beh, parecchio.”

S: “Oh, mi dispiace... Hey, cos'è questo?”-Serena prese la lettera posata sul bancone- “.....e la nostra casa editrice è lieta di pubblicare il suo manoscritto intitolato 'Inside'. La distribuzione di quest'ultimo avrà luogo entro il 30/09/2011 …”-Lo sguardo estasiato di lei incontrò gli occhi scuri dell'amico- “Mio Dio, Dan, è meraviglioso!! Il tuo primo libro!! Ti rendi conto? Comprerò la prima copia! E pretendo l'autografo con dedica dell'autore!”

D: “Ehm... sì, è meraviglioso ma... devo richiamare la casa editrice per impedirgli di pubblicarlo.”
S: “Scherzi?! Perché?”

D: “E' una storia complicata e non mi va di parlarne ora. Mi dispiace.”

S: “Non ti capisco! Comunque, se cambi idea, sono certa che sarà un successone!”

 

Attenta S, quello che sembra un innocente racconto è in realtà l'inizio del crollo dell'UES!

Il ragazzo solitario racconterà storie di cui neanche Gossip Girl è a conoscenza, comincio ad ingelosirmi. Ancora sicura di volere una copia autografata, S?

 

Blair Waldorf era nella Limousine. Aveva accompagnato la madre e il patrigno al jet, ed ora era sola. Dorota l'aspettava a casa, ma non aveva voglia di vedere nessuno.

 

B: “Io scendo qui!” -Intimò all'autista, che fermò la vettura sulla 5th avenue-

 

I suoi amici più cari, si trovò a pensare, erano i negozi. Almeno, loro non ti abbandonavano, non ti rimproveravano, e soprattutto loro ti rendevano sempre felici con le Chanel di pelle, le ultime Jimy Choo … Il flusso dei pensieri fu interrotto da una voce:

 

- “Ciao! Tu devi essere Blair Waldorf. Ho sentito parlare di te tante volte, sei la regina dell'Upper East Side! Posso avere l'onore di invitarti a bere qualcosa?”

 

Anche quando pensiamo di essere soli, c'è sempre qualcuno pronto a prendersi cura di noi.

Che si tratti di un amico di vecchia data o di un affascinante sconosciuto, l'importante è trovare qualcuno con cui poter parlare di sé. E sembra che per S e B sia stato facile.

C'è troppa calma nell'UES, e questo significa solo una cosa: c'è una tempesta pronta a scoppiare da un momento all'altro. E quando accadrà, Gossip Girl sarà lì!

Sapete di amarmi!

 

XOXO Gossip Girl

 

 

 

 

 

 

 

Sono tornata!! E con me è finalmente tornata la nostra Gossip Girl! Che ne pensate di questo nuovo capitolo? Ho avuto qualche “illuminazione” durante le vacanze: mi sono venute in mente delle idee interessanti per la storia, vedremo se piaceranno anche a voi... intanto godetevi il 6^ capitolo e, mi raccomando, recensite!!! :D Vi aspetto numerose! Intanto un grazie a tutte coloro che commentano e seguono la mia storia!!

kiss kiss Angel_B

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Capitolo 7
*** Capitolo VII: Drag me to hell ***


 

Sono Gossip Girl, la vostra sola ed unica fonte di notizie sulle vite scandalose

dell'élite di Manhattan.

Il bello dell'autunno è che, assieme alle foglie gialle, comincia a portare via tutto quello che è vecchio, incluse cottarelle estive e antichi risentimenti. Ma nell'Upper East Side, la nuova stagione porta solo ankle boot bronzati di Louis Vuitton e trench Burberry.

A quanto pare, finché qualcuno non deciderà di vincere il suo orgoglio e chiedere scusa, servirà ben altro che un cappotto di pelliccia per proteggersi dalla freddezza che regna tra rampolli di Manhattan.”

 

La limousine di Chuck Bass si fermò sulla 74th, proprio di fronte all'entrata del Caravaggio Restaurant. Tutto sarebbe stato perfetto. No, tutto sarebbe sembrato perfetto, ma si sa, nell'UES l'apparenza è l'unica cosa che conta. Affrettò il passo, era nervoso, sofferente, ma il suo charm da nobile gentleman non l'aveva certo abbandonato, nel suo completo color crema. Entrando nel ristorante italiano, si rese conto che quello che stava facendo non era giusto, che forse era ancora in tempo per voltarsi e tornare indietro, quando un cameriere lo invitò a sedersi al suo tavolo, il numero 11. Isabelle era già lì, lo stava aspettando con aria raggiante.

 

I: “Felice di vederti, Chuck.” -Scandì, dietro un calice di Chianti- “Avevi così fretta di vedermi?”

C: “Meglio togliersi subito questo peso.”

I: “Non trovi che questo Chianti abbia un sapore pessimo? Avrei dovuto prendere il Sassicaia!”

C: “Non capisci nulla di vini, vuoi il Sassicaia solo perchè costa 25.000 dollari a bottiglia, immagino. Non è detto che solo perché una cosa è cara, sia la migliore.”

I: “Hai ragione, non mi intendo di vini, ma cosa importa? Avremo dei sommelier che lavoreranno per noi!”

C: “Isabelle, siamo seri: fare conversazione non è un'attività che ci riesce bene. Perciò, propongo di passare direttamente al dunque... Ora, perdonerai se non mi metto in ginocchio con gli occhi lucidi e la voce tremante, ma … Isabelle, vuoi sposarmi?”

I: “Cosa?! Tu, che mi chiedi di sposarti? Ma se fino a ieri hai detto che...”

C: “La risposta è semplice, tesoro: è una sillaba, due lettere. Riesci a pronunciarla?”-Il suo tono era sprezzante, come se stesse parlando con una bambinetta capricciosa e viziata- “Dopotutto, era quello che volevi dall'inizio. Complimenti, hai vinto tu...”-Batté un pugno sul tavolo e distolse lo sguardo-

I: “Io... certo che lo voglio! Finalmente ti sei deciso, Chuck, pensavo non me l'avresti mai chiesto!”

C: “Avevo altra scelta?”

I: “Immagino di no. Ma ti immaginavo più romantico...”

C: “Credimi, mi sono sforzato parecchio, ma il mio romanticismo è morto ormai. Stavo dimenticando...” -Portò una mano alla tasca interna della giacca, e ne estrasse un piccolo cofanetto di pelle nera- “Questo è per... sigillare il patto.”

 

La ragazza aprì la scatolina di Bulgari. Al suo interno, un finissimo anello d'oro bianco sormontato da uno splendente diamante, aspettava solo di essere indossato.

 

C: “Ti piace?” -La domanda era retorica, Chuck aveva previsto la reazione di lei-

I: “Cosa posso dire? E'... è un piacere fare affari con te, Bass.” -Aggiunse sogghignando-

 

Avvistato: C che dona ad I una scatolina che contiene il suo cuore...

ma a cosa serve il cuore di Chuck Bass quando può avere il suo conto in banca?

 

B: “...Sembra che tu sappia tutto di me, invece ancora non mi hai raccontato nulla riguardo la tua vita, galante sconosciuto.”-Sorrise, continuando a camminare a fianco al misterioso ragazzo attraverso Central Park-

J: “Hai ragione, scusami, devo sembrarti un vero maleducato”-Disse ridendo- “Sono Jason Aller, lieto di poter finalmente conoscere la Regina B in carne ed ossa!”

B: “E cosa ti porta ad in invitarmi a pranzo senza avermi mai visto prima, Jason Aller?”

J: “Non so...”-Scostò un ciuffo di capelli dorati dalla fronte- “Curiosità forse. Siamo arrivati, prego madame.”

B: “Un ristorante italiano?”

J: “Il miglior ristorante italiano dell'UES! Venivo spesso al Caravaggio Restaurant tempo fa...”

 

I due presero posto, e ben presto fu portato il menu. Troppo impegnata a leggere le gustose specialità mediterranee, Blair non si era accorta di trovarsi pericolosamente vicina all'unico ragazzo che non avrebbe mai voluto vedere in quel momento: dava le spalle al tavolo della coppia.

 

J: “Io prendo una pizza capricciosa. E' ottima, non ha niente a che vedere con i disgustosi tentativi di imitazione americani, sai Blair? Devi assolutamente provarla.”

B: “Non amo particolarmente i carboidrati, penso che prenderò qualcosa di più leggero...”

J: “Assaggiala! Poi, se non ti piace, puoi ordinare ciò che vuoi, ma almeno provala per farmi contento.”

B: “D'accordo... di solito non mi fido degli sconosciuti, ma farò un'eccezione.”

J: “Grazie!” -L'ammaliò con il suo sorriso disarmante- “E poi non sono più uno sconosciuto!”

B: “Non lo saresti se sapessi qualcosa in più su di te.”

J: “Vediamo... Sono nato qui a New York, ma mio padre è sempre in giro per il mondo per lavoro, ed io lo seguo. Ho studiato alla NY Film Academy, e … ho un debole, lo ammetto: seguo sempre Gossip Girl. È grazie a lei che so tutto di te, anzi, di voi...”

B: “Sei uno stalker?”-Aveva l'aria allarmata-

J: “No! Assolutamente no, mia cara. Solo... un fan. Se ti sto dando fastidio me ne vado...”

B: “Non volevo offenderti, mi sembra solo una situazione strana. E poi questo è un brutto periodo per me.”

J: “Già, ho letto che hai litigato con Serena van der Woodsen... ed anche con Chuck Bass. Mi dispiace.”

B: “Potresti essere il mio psicologo... Comunque, anche Blair Waldorf ha dei sentimenti, per quanto assurdo possa sembrare. Ho intenzione di rimediare, almeno con Serena.”

J: “Cosa farai?” -Disse incuriosito, guardandola negli occhi-

B: “Andrò da lei oggi stesso. Faremo un giro in Limousine e la porterò a fare shopping. Ah, ovviamente cercherò anche di scusarmi. Non c'è nulla come lo shopping per dimenticare i vecchi dissapori.”

J: “La trovo un'ottima idea.”

 

Da un altro tavolo, una voce echeggiò per tutto il ristorante, facendo tremare per un attimo Blair. Una voce profonda, calda, una voce che la ragazza ricordava perfettamente mentre le sussurrava parole dolci durante i loro baci, durante le loro notti assieme...

 

B: “Cameriere, una bottiglia di spumante! La mia fidanzata ed io dobbiamo festeggiare...”

 

A quelle parole, Blair si girò di scatto, gli occhi ridotti a due fessure per la rabbia. Li vide: una coppietta che stava brindando a... Rimase immobile per un attimo: vide quella scatolina sul tavolo. Non poteva essere! Non doveva essere! Cercò di trattenere le lacrime, ma non le fu possibile. Si alzò di scatto e corse via, lasciando Jason solo e confuso. Sentendo i singhiozzi, Chuck finalmente si voltò verso di lei giusto in tempo per vederla correre via.

 

C: “BLAIR! Aspetta!” -Le urlò dietro, ma le sue parole furono inutili-

 

Un antico proverbio dice: 'Attento a cosa desideri, perché potresti ottenerlo'.

Volevi un matrimonio felice, B? Ne hai appena ottenuti due!

 

La limousine con a bordo Blair Waldorf si era appena fermata di fronte al Plaza Hotel. Nonostante ciò che era successo al ristorante, non voleva abbandonare il suo buon proposito: si sarebbe scusata con Serena. Entrò nella hall, prese l'ascensore ed in pochi minuti si trovò nell'appartamento. Lily era seduta sul divano, la figlia le stava parlando concitatamente. Si interruppe non appena vide Blair.

 

S: “E tu cosa ci fai qui? Non mi hai creato già abbastanza problemi? O forse vuoi rendermi ridicola anche davanti a mia madre...”

L: “Serena! Cosa stai dicendo? Si trattano così gli ospiti? Blair, cara, siediti pure.”

B: “Grazie signora van der Woodsen, ma volevo solo parlare un momento con Serena.”

S: “Non ho niente da dirti.”-Incrociò le mani sul petto, poi la guardò da capo a piedi con disprezzo-

L: “Ragazze, non so cosa sia successo, ma non voglio entrare nei vostri problemi. Vado a fare shopping, devo comprare un abito per il party di stasera.”

 

Lily abbandonò l'appartamento, lasciando tutto il tempo alle ragazze di parlare.

 

B: “Sono venuta a prostrarmi ai tuoi piedi, S!”-Cominciò Blair- “Ovviamente in senso metaforico, non vorrai certo che si rovinino le mie calze...”

S: “Piantala B! Pensi che sia così facile? Ho sopportato il male che mi hai fatto in questi anni perché speravo che un giorno ti saresti resa conto che non puoi sacrificare le persone care per sentirti importante. Invece mi sbagliavo, perché tu sei così, e non cambierai mai!”

B: “Mi hai perdonato tante volte, questa sarà l'ultima, te lo prometto. Ho bisogno di te! Vieni, facciamo un giro, compriamo qualcosa, prendiamo un aperitivo e...”

S: “No!”-La interruppe bruscamente- “Contrariamente a quanto tu possa immaginare, non mi comprerai con dello shopping! Ora scusami, ho da fare. Vai via, Blair.”

B: “Ma io...”

S: “Esci immediatamente da casa mia!”

 

La ragazza mora uscì dalla porta senza proferire parola, a capo basso. Non accettava mai una sconfitta, ma questa volta era diverso. Nessun piano avrebbe migliorato la situazione. Era giù di morale, mentre camminava col Black Berry nella mano destra e la sua Chanel rossa nella sinistra. Raggiunse la macchina, disse all'autista di portarla a casa: la Limousine si era reinserita velocemente nel traffico. Blair non era riuscita a trattenersi stavolta:una lacrima le sgorgò calda e salata, si mise un paio di occhiali scuri per coprire quell'onta, segno del suo fallimento.

Fu un attimo: una Jeep nera andò a schiantarsi a tutta velocità contro il retro della Limousine. Il colpo fu talmente forte che spinse Blair con la testa in avanti, contro il gelido pavimento dell'auto. Un rivolo di sangue le si incanalò dalla fronte per poi passare alla tempia e riversarsi a terra.

 

  • “Oh mio Dio, ha perso i sensi! Portatela all'ospedale!”

  • “Sta sanguinando! Chiamate un'ambulanza!”

 

Quando pensiamo di aver toccato il fondo, la vita trova sempre un modo

per farci sprofondare ancora di più.

Nelle favole arriva sempre il principe azzurro a salvare la damigella in difficoltà,

ma nella realtà i principi azzurri sono troppo occupati per preoccuparsi di qualcuno che non sia il loro consulente finanziario... perlomeno finché non si rendono conto che stanno rischiando di perdere per sempre la damigella.

Sapete di amarmi!

 

XOXO Gossip Girl

 

 

 

 

 

 

 

Ci ho messo un po' a elaborare questo capitolo e mi scuso per avervi fatto attendere così tanto. Spero che ne sia valsa la pena! Intanto ringrazio Cuoredpanna e dada10 perchè mi seguono e recensiscono sempre i miei nuovi capitoli: grazie!! :D E spero di ricevere sempre più pareri e opinioni sui miei scritti.

 Kiss kiss Angel_B

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Capitolo 8
*** Capitolo VIII: La sposa cadavere ***


 

Sono Gossip Girl, la vostra sola ed unica fonte di notizie sulle vite scandalose

dell'élite di Manhattan.

La settimana della moda impazza a New York, ma sembra che quest'anno ci sia qualcosa di più importante del fashion a cui pensare.

Si fa sempre in tempo a comprare una nuova Gucci, ma a cosa serve se non puoi mostrarla alla tua migliore amica?”

 

S: “Pronto, Nate? Non attaccare: Blair è in ospedale!!”-Scoppiò in lacrime-

...

 

N: “Si Chuck, ha avuto un incidente. Ha subito un trauma...”-La voce di Nate era sconvolta-

 

C: “Scusami Isabelle, dobbiamo rimandare a dopo la nostra chiacchierata, ora ho da fare.- Chuck si alzò dal divano della suite di scatto, non appena chiuse il telefono. Nei suoi occhi, il panico-

I: “Ma non abbiamo ancora deciso dove celebrare le nozze! È possibile che tutto sia più importante del nostro matrimonio?”

C: “Non è 'tutto'. È Blair, e per quanto detesti ammetterlo, il mondo intero non conta la metà di quanto conti lei per me!”

 

In men che non si dica, la sala d'aspetto della clinica Mount Sinai Medical Center era affollatissima. Serena, Chuck, Nate, perfino Dan, accompagnato da Lily e Rufus erano lì, pronti a tutto per Blair. L'atmosfera era tesa, il silenzio impossibile da sopportare, ma nessuno sapeva cosa dire per rompere il ghiaccio. Lily abbracciava il marito, avvolta nel suo tubino blu scuro; Dan era in piedi, le braccia incrociate sul petto, a fissare il vuoto; Chuck non trovava pace, camminando avanti e indietro per la sala con gli occhi bassi; Nate era immobile, gli occhi vitrei ed il cellulare stretto in mano; Serena infine, non riusciva a trattenere le lacrime, accanto a sua madre. Ad interrompere quel triste quadretto fu l'infermiera: entrò nella stanza con in mano la cartella clinica di Blair.

 

  • “La paziente non si è ancora svegliata. Ha subito un grave colpo alla testa. Per ora l'abbiamo sedata, i medici dicono che, comunque, la situazione è sotto controllo.”

C: “Possiamo vederla?”

  • “Si, ma fate attenzione. Non cercate di svegliarla, potrebbe procurare danni cerebrali ancora più gravi. Seguitemi.”

 

La donna li condusse alla stanza dove Blair stava dormendo, ignara di cosa le stesse accadendo intorno. La sua pelle, di solito candida come quella di una bambina, era stata brutalmente avvilita da una profonda ferita sopra l'occhio sinistro, ed un livido si estendeva sullo zigomo sottostante.

 

S: “BLAIR! Oh mio Dio!” -Si precipitò accanto al letto e le prese una mano- “Per quanto tu sia stata crudele con me, non riesco a far finta di niente...”

L: “Coraggio, tesoro.”-Lily si avvicinò alla figlia e le pose le mani sulle spalle- “Andrà tutto bene, hai sentito l'infermiera...”-Non c'era sicurezza nelle sue parole, solo una blanda speranza-

D: “Papà, pensi che rischi di... insomma, di andare in coma?”

R: “Beh, sono cose delicate. Io non sono un medico e non posso fare previsioni...”

D: “Possibile che non capisci che a volte un figlio ha bisogno di essere rassicurato, anche con una piccola bugia?”

N: “Blair e la ragazza più forte che conosca. Sono certo che si rimetterà presto. Deve rimettersi presto!”- Diede una pacca sulla spalla al suo migliore amico, poco distante da loro-

C: “Guardatela...”-Disse avvicinandosi alla spalliera del letto- “Sembra così innocente. É bella anche ridotta in questo stato.”

D: “Più che altro sembra... più umana!” -La battuta gli valse gli sguardi accigliati di tutti i presenti. Ancora una volta, nessuno capiva la sua ironia-

  • “Scusate”-Si intromise l'infermiera- “Dovrei parlare con i genitori della ragazza.”

L: “La madre è già stata informata dell'accaduto, arriverà stasera da Parigi.”

  • “Molto bene, allora vi lascio...”-Uscì dalla stanza-

 

La vita è come un palcoscenico, ma le parti assegnate sono sempre sbagliate.

Sembra che B sia passata da Cenerentola alla Bella addormentata:

di chi sarà il magico bacio che la riporterà in vita?

 

Serena era ancora scossa, non voleva tornare a casa. Sua madre però l'aveva convinta a prendere una boccata d'aria, accompagnata dagli altri ragazzi. Cominciava a far freddo, ormai il tepore estivo stava scomparendo sempre più velocemente dalle strade di Manhattan, e con il calore stava calando anche il morale dei quattro giovani.

 

S: “Mi sento colpevole: è stata investita uscendo da casa mia! Era anche venuta per fare pace, e io l'ho rifiutata.”

N: “Non devi colpevolizzarti, come potevi saperlo che sarebbe finita così? Comunque, che ne dite di andare a bere qualcosa? Per tirarci un po' su...”

C: “Mi dispiace Nathaniel, ma davvero non me la sento.”-Aveva l'aria stanca, era ovviamente sotto pressione per via di Isabelle-

N: “Problemi... prematrimoniali?”-L'argomento era scottante-

 

Chuck non rispose ma annuì mestamente.

 

S: “Cosa?! Ti sposi?”

C: “Non credo sia il momento adatto per discuterne. Non voglio che Humphrey metta il naso nei miei affari.”

D: “Se è per questo stai tranquillo, non mi interessano. Pensavo solo che con Blair in queste condizioni...”

C: “Chiudi quella bocca, cosa ne sai tu della mia vita?!”

 

E detto questo, si allontanò dal gruppo con aria seria.

 

S: “Non l'ho mai visto così. Sono preoccupata.”

N: “Devi capire che è un periodo difficile: tutte le sue certezze stanno venendo meno, il suo mondo sta crollando.”

S: “Per via di Blair?”

N: “Beh non solo...”

S: “E cos'altro?”

N: “No, niente, niente.”-Disse titubando-

 

Immersi nel ghiacciante silenzio, i tre si fermarono in un locale poco distante l'ospedale. L'ambiente era caldo, confortevole, ed emanava un buon odore di caffè fumante. Una giovane cameriera prese le ordinazioni: un cappuccino e due Martini.

 

S: “Cambiando discorso... Dan, hai deciso cosa farai con il tuo libro?”-Sorrise debolmente, si stava sforzando di pensare che il mondo andava avanti comunque, anche dopo quella tragedia-

N: “Hey, di che libro parla, amico?”

D: “Oh, no, è... è soltanto una storia che avevo scritto tempo fa ma non volevo pubblicare. Poi Vanessa è riuscita a distruggere tutti i miei propositi. Ho chiamato la casa editrice e mi hanno detto che le copie sono già tutte pronte, e se avessi voluto evitare l'uscita nelle librerie, avrei dovuto pagarle tutte io.”

S: “E l'hai fatto?”

D: “Serena forse non ti ricordi che io sono rimasto profondamente un ragazzo di Brooklyn! E a noi 'inferiori' non piace spendere tutti i nostri risparmi.”-Rise, e con lui risero anche gli altri-

 

Così il giovane solitario otterrà finalmente la gloria che ha sempre cercato.

Sta nascendo una nuova stella che scalerà le classifiche, ma attento Humphrey:

più si arriva in alto, più è fragorosa la caduta.

Sarà il giovane di Brooklyn a far crollare l'élite o verrà schiacciato dall'impero di Manhattan?

La partita è aperta, fate il vostro gioco.

Sapete di amarmi!

 

XOXO Gossip Girl

 

 

 

 

 

 

 

Questa volta ci ho messo poco a scrivere il capitolo, diciamo che ce l'avevo già pronto in mente ed attendeva solo di essere messo nero su bianco. Che ne dite, è di vostro gradimento? :) Spero che il titolo del capitolo non vi abbia spaventato per le condizioni di Blair, ma ho pensato che era molto adatto alla situazione. Aspetto come sempre consigli, recensioni e quant'altro! Un'ultima cosa: dato che ci tengo ad essere precisa (a volte rasento la pignoleria eheh), il Mount Sinai Medical Center citato nella storia, non è un ospedale pubblico ma una struttura privata. Ho pensato che nell'UES le famiglie più abbienti preferiscano le cliniche di questo tipo.

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Capitolo 9
*** Capitolo IX: Le verità nascoste ***


 

Sono Gossip Girl, la vostra sola ed unica fonte di notizie sulle vite scandalose

dell'élite di Manhattan.

Quando una regina finisce in ospedale, tutti i sudditi si preoccupano per la sua salute e le sono vicino spiritualmente, ma nell'Upper East Side, di una regina allettata non importa a nessuno, a meno che non si tratti di una cospirazione. Ora che B non può dettare legge di UESiders dovranno trovare un nuovo despota e... mi dispiace B, ma tu non hai lasciato eredi!”

 

Louis era tremendamente stanco mentre sedeva sulla poltrona dell'ospedale, accanto al letto della sua futura sposa. I preparativi per il matrimonio gli stavano succhiando via fino all'ultima goccia di forza vitale, così come le conferenze internazionali, le cerimonie a cui era obbligato a partecipare ed ogni sorta di impegno mondano. Fino a quel momento, un solo pensiero gli aveva impedito di mollare tutto: Blair Waldorf. Con il suo carattere autoritario, con il suo sfrenato affetto verso i suoi amici d'infanzia, persino con in grembo il figlio di Chuck Bass, non riusciva a smettere di amarla. Poi era arrivata quella telefonata, e gli era crollato il mondo addosso: 'Blair è in ospedale, è stata vittima di un incidente'. Non aveva perso un attimo e si era precipitato sull'aereo, ed ora si trovava lì, al Mount Sinai Medical Center con le lacrime agli occhi, mentre guardava attonito la ragazza fredda ed immobile, rifugiata nel mondo dei sogni.

 

C: “Non migliorerà, anche se continui a fissarla.”-Chuck entrò nella stanza senza far rumore, prendendo alla sprovvista il principe-

 

Una pausa, Louis cercava le parole giuste per colpire ed affondare l'orgoglio di Chuck.

 

L: “E' la mia futura moglie, la donna con cui condividerò il resto della mia vita: come puoi pretendere che non sia qui ad assisterla?”

C: “Non ho mai creduto nel tanto acclamato 'potere dell'amore'. Tuttavia, sono pronto a ricredermi se riuscirai svegliare Blair con la sola tua presenza.”-Il suo tono era beffardo, sembrava una sfida più che un dialogo-

L: “Smettiamola di comportarci come dei bambini. Vuoi sfidarmi per avere il cuore di Blair? Non serve, ho già vinto: lei ti ama, lo so, non sono stupido. Ma ama anche me, ed io tengo a lei e sto per sposarla. Capisci che, se c'è qualcuno di troppo in questa relazione, non sono certo io.”

 

Fatti da parte, C. Non lo sai che sono sempre i principi azzurri a conquistare le belle principesse?

 

L'orologio suonò le 10. L'ospedale stava cominciando a popolarsi di parenti e amici che andavano a visitare i loro cari. Anche Blair aveva nuove visite: Serena e Nate erano appena arrivati, accompagnati da Eleanor e Cyrus, tremendamente in ansia.

 

E: “La mia bambina!”-Le si avvicinò accarezzandole la fronte- “Cosa ti hanno fatto?”

Cy: “Coraggio tesoro”-L'abbracciò- “Dobbiamo andare a parlare con i medici, loro sapranno dirci qualcosa su quanto è successo.”

E: “Non posso vederla così!”-Si asciugò gli occhi- “Ragazzi, fatele compagnia.”-Finì la frase in un singhiozzo-

S: “Louis! Quando sei arrivato?”

L: “Ciao Serena, grazie di avermi avvisato. Mi fa piacere vederti, anche se la circostanza non è molto felice...Sono qui da stamattina presto, ma mi hanno fatto entrare solo mezz'ora fa.”

N: “Hey Chuck, tu che ci fai qui?”

C: “Avevo nostalgia.”

S: “Di Blair? Ah, sapevo che...”

C: “No, di Louis.”-L'ironia pungente del ragazzo non tardava- “Sapevo che sarebbe venuto e volevo salutarlo, nonostante la sua presenza sia inutile.”

L: “Come ti permetti di...”

S: “Silenzio! Guardate, si sta svegliando!!”-Si precipitò accanto al letto- “Blair, mi senti?”

 

La ragazza si mosse lentamente, poi aprì gli occhi stanchi mentre Serena l'abbracciava.

 

B: “Chuck... dov'è Chuck?”-Le sue prime parole. Il primo pensiero della giovane fu LUI, poco le importava del resto del mondo-

 

Chuck sorrise impercettibilmente, poi, inaspettatamente, uscì dalla stanza prima che Blair potesse vederlo.

 

L: “Blair, sono lieto di vedere che tu stia bene.”-L'affetto che provava fino a qualche attimo prima sembrava aver lasciato il posto ad una terribile freddezza a causa di quel nome-

B: “Oh, Louis, grazie di essere qui. Cosa... cosa mi è successo? Perché sono in uno squallido letto d'ospedale?”

S: “Non preoccuparti B, il peggio è passato. Un'auto si è scontrata contro la tua limousine mentre eri sotto casa mia. Mi sento così in colpa!”- E, così dicendo, l'abbracciò di nuovo, mentre calde lacrime le rigavano le guance- “Se avessi saputo che finiva così, non ti avrei cacciato via a quel modo. Sono stata... sono stata un mostro!”

N: “Hey S, non vorrai tenere Blair tutta per te!”-Si avvicinò a lei sorridendo- “Sono così felice che ti sia ripresa! Sai, ci hai fatto davvero preoccupare!”

B: “E' terribilmente piacevole vedervi tutti qui a pendere dalle mie labbra e pronti a soddisfare ogni mio capriccio come dei valletti.”-Rise- “Ma perché Chuck non è qui?”

L: “Possibile che non pensi che a lui? Se ci tieni così tanto a vederlo, è fuori la...”

S: “Non c'è! Non è potuto venire.”

B: “Oh...”-La sua espressione tradiva un dolore profondo- “Perdonami Louis, non dovrei preoccuparmi di lui.”

 

Nate uscì dalla camera trovandosi nel corridoio dalle pareti candide e attraversato da un leggero odore di disinfettante. Su una poltrona, proprio accanto alla porta, sedeva il suo migliore amico con aria pensierosa.

 

N: “Dovresti essere di là. Ti sta cercando.”

C: “Non ci arrivi proprio, Archibald?”- Alzò lentamente lo sguardo verso il suo interlocutore- “Vedendomi, si illuderebbe soltanto, e soffrirebbe sapendo che poco dopo io me ne andrei, lasciandola con il suo principe. A che scopo farle ancora del male? Mi capisci ora.”

N: “No, scusami ma non capisco perché devi farla soffrire in questo modo. Non ti chiede nulla, se non di dimostrarle un po' di affetto. Cos'hai al posto del cuore?!”- E, così dicendo, lo lasciò solo-

 

Povero C, potrà anche avere la cassaforte piena di lingotti, ma di certo non ha un cuore d'oro. Anzi, sembra che non l'abbia affatto! Che l'abbia donato ad I assieme all'anello?

 

Poco dopo che Nate era tornato nella stanza, l'infermiera aveva avvisato tutti che l'orario di visita era terminato, così si trovarono tutti nel corridoio.

 

L: “Ho aspettato da stamattina all'alba per vederla, ed ora che si è svegliata ci cacciano dalla stanza.”

S: “Sembra che la tua autorità principesca non sia stata d'aiuto.”

L: “Già. Avrei voluto dirle tante cose. E... il bambino? Come sta il bambino?”

C: “Questa è bella! Desolato, principe, ma non c'è nessun bambino.”

S: “Sta zitto, Chuck!”

C: “Di cosa ti impicci, S? Tu non c'entri in questa storia.”

L: “Cosa significa che non c'è nessun bambino?”

C: “Non c'è, e non c'è mai sta...”

S: “HA ABORTITO!”-Urlò, per coprire la voce di Chuck-

 

In un'altra stanza, Eleanore era seduta accanto al marito, mano nella mano, mentre il medico che si era preso cura di Blair, il Professor Harrison, riferiva loro una terribile verità. L'espressione sui loro volti era indescrivibile.

 

H: “Signori, non mi preoccuperei per le condizioni di vostra figlia quanto per il motivo che l'ha condotta qui.”

Cy: “La prego, sia più chiaro.”

H: “Non si è trattato di un incidente. Diversi testimoni hanno dichiarato alla polizia di aver visto uno strano uomo alla guida dell'auto che si è scontrata con quella della signorina Waldorf. Da quanto hanno detto, è stato appostato accanto alla limousine per mezz'ora, ed appena la ragazza è salita in macchina, ha messo in moto e le è andato contro volontariamente. Purtroppo non so dirvi altro, ma sicuramente alla centrale di polizia sapranno essere più chiari.”

 

Sembra che un banale accidente si sia appena trasformato in una cospirazione.

Attenta B, a quanto pare c'è qualcuno che è seriamente intenzionato a toglierti la corona, e per riuscirci, è pronto anche a tagliarti la testa.

Dimenticate lo scandalo di Lady D, stavolta la cospirazione è contro la Regina B.

Avrà anche qualche cicatrice, ma almeno la prima pagina è assicurata

e, si sa: nell'UESide la copertina è tutto ciò che conta.

Sapete di amarmi!

 

XOXO Gossip Girl

 

 

 

 

 

 

 

La lunga attesa è terminata! Mi scuso con voi per averci messo tanto a postare questo nuovo capitolo e vi prometto che la prossima volta cercherò di accorciare i tempi, anche se non sarà facile visto che l'estate è finita e pian piano si tornerà alla routine quotidiana. Che ne dite del 9^ capitolo? Aspetto come sempre le vostre recensioni! Tra l'altro sono riuscita finalmente a creare un blog che dedicherò a questa storia, come vi dicevo qualche tempo fa, in modo da avere un contatto più diretto con voi che mi seguite ed anche con chi scrive altre fanfic ecc. Per ora non c'è molto, ma provvederò al più presto, intanto vi lascio il link:

www.speb.blogattivo.com. Mi farebbe davvero piacere se veniste a trovarmi in questo sito, vi aspetto numerose!!! XD

 

Kiss kiss Angel_B

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Capitolo 10
*** Capitolo X: Diario di uno scandalo ***


 

Sono Gossip Girl, la vostra sola ed unica fonte di notizie sulle vite scandalose

dell'élite di Manhattan.

Decaffeinato, ristretto, lungo, espresso, in questa fredda mattina d'autunno non c'è niente di meglio di un buon caffè fumante per riscaldare anima e corpo e farci cominciare la routine quotidiana. C'è solo una cosa che Gossip Girl preferisce al caffè per cominciare la giornata con il piede giusto: un succulento pettegolezzo. Se poi riguarda un certo “libro nero” che mette a nudo l'Upper East Side, la sveglia è assicurata!”

 

L'appartamento all'ultimo piano del Plaza era insolitamente silenzioso. Dan era seduto sul sofà, guardando fisso davanti a sé. Il suo viso, privo di ogni emozione, sembrava quello di un'austera statua greca: il solo suono prodotto dal ragazzo era il ticchettio delle dita che tamburellavano freneticamente contro la superficie fredda del tavolino. Su di esso era collocato un libro: sulla copertina troneggiavano i profili dei grattacieli più importanti di Manhattan, tra cui l'Empire State Building, illuminati per la notte, ed una scritta scarlatta si ergeva sopra di loro, “Inside”. Fu Rufus ad avere l'onore di rompere quel silenzio.

 

R: “Sai, figliolo”-Esordì alzandosi dalla poltrona di fronte al ragazzo- “Ho sempre incoraggiato le tue doti da scrittore. Sei abile, non posso negarlo, e questo libro ne è la prova.”

D: “Ma?”-Interruppe-

R: “Cosa?”

D: “Oh, andiamo, papà! Quando si comincia un discorso congratulandosi calorosamente, c'è sempre un 'ma'.”

R: “Mi conosci troppo bene, ragazzo!”-Accennò un sorriso al figlio- “Leggendo quelle pagine, anche se i nomi riportati non sono gli stessi, ho capito fin troppo in fretta che cosa hai fatto...”

D: “Ho portato alla luce il vero 'io' delle persone più note dell'Upper East Side.”

R: “No! Hai usato i tuoi amici e le loro sventure per fare successo!”

D: “Detto così suona male! Preferivo la mia definizione.”

R: “Suona male perché è la verità.”

D: “All'inizio anch'io ero molto incerto se pubblicare o no questo libro, poi ho pensato che per diventare un buono scrittore non devo avere scrupoli. A loro non cambierà nulla se rivelo i sotterfugi e gli intrighi di cui sono protagonisti o vittime. L'Upper East Side è così: “Inside” farà scandalo fintanto che Blair non sposerà il principe, o non comprerà una una nuova Chanel, allora l'attenzione generale si sposterà su di lei! O finché Chuck Bass non comprerà un altro hotel, quindi...”

A quelle parole, Rufus si lanciò in un gesto d'ira: la pazienza che aveva avuto fino ad allora si dissolse nel momento stesso in cui sbatté violentemente la mano sul tavolino, rovesciando un bicchiere che si trovava vicino al bordo.

 

R: “Non posso tollerare”- riprese- “un discorso come questo da parte tua, Dan! L'avrei accettato da Serena o da Eric, loro vivono in questo mondo da sempre e ragionano da ricchi, ma non da chi è cresciuto con i sani principi degli Humphrey!”-Chiuse gli occhi e si ributtò distrattamente sulla poltrona- “Ho dovuto cacciare tua sorella da questa casa perché si era fatta ammaliare da questo mondo dell'effimero, non costringermi a fare lo stesso con te.”

 

L'aveva profondamente ferito nell'orgoglio: Dan Humphrey, il ragazzo solitario che si era ritrovato sperduto nella grande città, quello che non riusciva a capire e giustificare il comportamento dell'élite con cui era a contatto, lo stesso che non era mai salito prima su una Limousine, ora si trovava ad essere paragonato ad uno sciacallo senza cuore, colpevole di aver venduto l'amicizia per la gloria.

 

Oh, oh, sembra che il ragazzo solitario non sia poi così naif come tutti pensavano. Utilizzare i segreti dei migliori amici contro di loro? Fa tanto Blair Waldorf!

A quanto pare, l'aria dell'UES non ha portato solo smoking e Champagne in casa Humphrey.

 

Dall'altra parte della città, Serena girava per Brooklyn stretta nel suo cappotto Dior a tre quarti color senape. Un'unica ragione l'aveva spinta in quel luogo: congratularsi con Dan. Dall'espressione solare sul suo volto, era facile intuire che non avesse letto neanche una pagina del libro che teneva orgogliosa nella mano sinistra, ma la copertina, tributo a New York, aveva tutta la sua approvazione. Arrivata al loft, citofonò, ma era chiaro che non ci fosse nessuno. Così, delusa, chiamò un taxi. Prima di tornare a casa, decise di passare a trovare la sua migliore amica: Eleanor aveva insistito per far tornare immediatamente la figlia a casa, a maggior ragione dopo la notizia che l'incidente era premeditato. 'L'ospedale- diceva -non è un luogo adatto a signore per bene'. Appena arrivata, fu accolta da Dorota.

 

D: “La signorina Blair è a letto, ma sono sicura che sarà felice di vederla.”-E, così dicendo, la condusse dall'amica.

 

S: “Ciao B! È così strano vederti a letto, di solito ti dimentichi anche di dormire!”-Rise.

B: “Invece credo che questo allettamento forzato mi farà bene: dormendo di più avrò una pelle fresca ed invidiabile che quelle galline francesi possono solo sognare!”

S: “Galline francesi?”

B: “Ma certo! Sarò la principessa di Monaco, S. Tutte dovranno sottomettersi alla mia bellezza, oltre che al mio buongusto!”-Il tono era giocoso, ma non scherzava affatto.

S: “E' bello vedere che sei di nuovo la regina B.”

B: “Cos'hai in mano?”

S: “Il libro di Dan. Finalmente è uscito! Sono curiosa di leggerlo.”

B: “E perché? Tutto ciò che proviene da una mente inferiore come la sua non merita un minimo di attenzione. Possibile che debba sempre ricordartelo?”

S: “Non ti capisco, B. Devi proprio avercela con Dan...”

B: “Devo sfogarmi in qualche modo! Louis è ripartito subito dopo la visita all'ospedale, Nate è occupato e Chuck...”- non finì la frase, ma l'espressione che le si dipinse sul volto era molto eloquente.

S: “Non ci pensare. Ci sono qui io con te. Se vuoi, puoi anche passare tutto il pomeriggio a ripetermi quanto Dan ti irriti e quanto io sia stupida ad essere sua amica, se ti farà stare meglio.”

 

Risero entrambe come quando erano bambine e trascorrevano il pomeriggio immaginando di essere meravigliose principesse.

 

È un vero peccato che il libro tanto atteso sia un attentato ai piani alti. E stavolta, neache le guardie reali riusciranno ad evitare il crollo.

 

Chuck era di pessimo umore mentre controllava l'andamento delle azioni sul portatile. Ìsabelle sedeva accanto a lui, altrettanto furiosa. C'era molta tensione, quella mattina i due avevano avuto un brutto litigio. In realtà, le discussioni stavano diventando sempre più frequenti. Squillò il telefono, Chuck rispose spazientito.

 

N: “Sono Nate. Hai dato un'occhiata al libro di Dan?”

C: “Ti prego, Archibald, non toccherei il libro di Humphrey neanche con un dito. Perché tanto interesse?”

N: “Credo che stavolta ti convenga leggerlo. L'affare Kohler ti dice niente?”

C: “Che cosa!?!” -il ragazzo si alzò di scatto, un'espressione di terrore si dipinse sul suo volto- “Come diavolo ha fatto?”

 

Un po' di sincerità è pericolosa, molta è assolutamente letale. Si dice che l'uomo riesca ad essere sincero solo dietro una maschera, ma il ragazzo solitario ha appena dimostrato di non averne bisogno.

Ricorda,D: dire la verità è sempre la politica migliore... a meno che tu non sia un ottimo bugiardo!

Sapete di amarmi!

 

XOXO Gossip Girl

 

 

 

 

 

 

 

Eccomi qui con l'ultimo capitolo che spero, come sempre, vi piaccia! Purtroppo non ho mantenuto la promessa fattavi di pubblicare la storia più in fretta, ma la mia politica è questa: scrivo in base all'ispirazione, quindi a volte passa parecchio tempo prima di trovare qualche idea interessante xD. Ho visto che il blog non ha avuto molto successo, questo mi dispiace un po', però l'importante è che seguiate la fanfic su questo sito. Alla prossima!

Kiss kiss Angel_B

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Capitolo 11
*** Capitolo XI: Con gli occhi dell'assassino ***


 

Ecco a voi un nuovo capitolo “musicale”! Stavolta vi propongo la canzone 'Right Round' di Kesha: cominciate ad ascoltarla da '3 anni fa', e stoppatela alla fine del racconto scritto in corsivo. Questo dovrebbe aiutarvi ad immergervi in una delle feste di perdizione del nostro C!

 

 

Sono Gossip Girl, la vostra sola ed unica fonte di notizie sulle vite scandalose

dell'élite di Manhattan.

Il passato è storia, il futuro un mistero ed il presente è un dono, per questo si chiama 'presente', ma non importa quanto a lungo si nasconda il passato: la storia si ripete, e quando influenza il presente, esso si trasforma in un incubo più che in un dono.

Dimenticate 'Colazione da Tiffany', nell'Upper East Side il vero cult è il 'Brunch dai Bass'!”

 

3 anni fa:

 

N: “Chuck, non credo che tuo padre sarà felice di sapere che stiamo fumando e ci stiamo ubriacando nel suo hotel!”

C: “Piantala Archibald, mi togli tutto il divertimento!”

 

Chuck era sdraiato sul divano al centro della suite. Un bicchiere di scotch luccicava tra le sue dita, mentre l'altra mano era impegnata a coprirgli gli occhi, infastiditi dalla luce. A fare da cornice a quella scena, ragazzi e spogliarelliste più ubriachi di lui, ballavano, fumavano e si scambiavano effusioni nella stanza, mentre lo stereo pompava musica a tutto volume ed una coltre di fumo dall'odore dolciastro riempiva la suite. I tavolini, il bancone e ogni superficie liscia era ricoperta da polvere bianca, mentre ragazzi con gli occhi terribilmente arrossati la sniffavano con desiderio sfrenato e carte di credito in mano, per poi accasciarsi ovunque.

 

N: “Che ne dici, invece, di andare in quel locale...”

C: “E che gusto c'è a collassare in uno squallido locale dove nessuno ci verrebbe a cercare se non domani con tutta calma? Anzi, probabilmente mio padre neanche si preoccuperebbe di sapere dove sono finito. Invece, ubriacandoci qui, con tutti i pezzi grossi di Manhattan al piano di sotto, rovineremo il loro brunch... E mio padre non riuscirà a far finta che non sia accaduto niente.”

N: “Rovineremo solo la nostra reputazione. A quello non ci pensi? Queste tue giornate di perdizione finiranno male!”

  • Ma ti sei sentito, amico?”-Intervenne un ragazzo frastornato dalla confusione e dall'hashish- “Parli come mia nonna!”- E rise.

 

Vedendo che Nate non reagiva, anche gli altri invitati cominciarono a ridere. L'alcohol e la droga impedivano loro di fermarsi, o anche solo di capire perché stessero ridendo.

 

  • Hey!”-Cominciò un altro -“Ora ci farai il discorsetto su come sia sbagliato fumare?”-Gli fece il verso.

Nate non era meno ubriaco degli altri, ciò nonostante, era riuscito a mantenere un certo contegno fino a quel momento. Solo una frase riuscì a scuoterlo dal suo stato di torpore.

 

  • Andiamo, Jeff!”- Intervenne un tipo, scansando la spogliarellista che gli era seduta sulle gambe- “Cosa ti aspetti da un Archibald?Dopo quello che è successo al padre, lui vuole fare il bravo ragazzo!”-Finì la frase con una fragorosa risata che fu emulata da tutti gli altri.

N: “Smettila, Kohler! Non sono affari tuoi!”

K: “Oh, poverino, il bravo bambino si è arrabbiato perché ho offeso il suo papà.”

 

Ci si preparava ad una rissa: i ragazzi si erano posizionati in cerchio attorno ai due contendenti ed urlavano, chi incoraggiamenti, chi insulti, all'uno e l'altro.

 

N: “Non devi azzardarti neanche a nominare mio padre, bastardo! Almeno il mio non va ogni settimana con una escort diversa!”-Un ghigno di soddisfazione si dipinse sul suo volto.

K: “Non osare!!”-Urlò.

N: “Oso e come!”

K: “Finiscila!” -Si buttò su Nate per picchiarlo con tutta la violenza di cui era capace.
 

La rissa era cominciata: nessuno badava più al bicchiere che aveva in mano o alla ragazza che stava baciando, tutti gli sguardi erano concentrati sui due.

 

  • Vai Kohler! Fagli vedere che sei!”

  • Archibald, dagli una lezione!”

  • Vai così! Ho scommesso su di te, Nate!”

 

C: “Fermi tutti!”- Si interpose tra Nate e David Kohler- “Non voglio spargimenti di sangue nella mia suite! Se dovete picchiarvi, andate fuori, dove stanno le bestie.”

 

Le parole fredde e dure di Chuck riuscirono a fermare gli altri due, che si guardarono negli occhi con odio e disprezzo. Nate aveva uno zigomo livido, David sputava sangue.

 

K: “Ti sei salvato, stavolta, Archibald! Sei fortunato che il tuo amichetto sia arrivato in tempo.”-Disse sprezzante asciugandosi il rivolo di sangue che gli scendeva dalla bocca.

N: “Prova di nuovo ad insultare la mia famiglia, Kohler, e ti giuro, davanti a tutti questi testimoni, che ti ammazzo! E farò in modo che il tuo trapasso sia molto doloroso! E...”

 

 

S: “...E pochi giorni dopo hanno ritrovato il cadavere di David, si, me lo ricordo bene! Nate non è più voluto uscire da casa per una settimana.”

C: “Il tuo amico non avrebbe dovuto immischiarsi di affari che non lo riguardano. Potrebbe costarci caro! E ti assicuro che, se succede qualcosa a Nate, gliela farò pagare!”

S: “Sono senza parole. Non pensavo che Dan arrivasse a questo punto. Raccontare pettegolezzi è ok, ma rovinarci la vita...Devo incontrarlo il prima possibile. Ma come l'ha saputo?”

C: “Deve averglielo raccontato Nate stesso.”

S: “Scusa C, ora devo attaccare. Ti richiamo se ci sono novità.”- Click, attaccò.

B: “Con chi parlavi?”

S: “Nessuno, tu riposati. Oh, mi è arrivato un messaggio.”- Disse leggendo il testo.

B: “Oh cielo, S! Sei sbiancata! Cos'è successo?”

S: “No... no... non preoccuparti. Non è nulla. Scusami, B, ma devo tornare a casa.”- Si alzò velocemente dalla sedia e si avviò alla porta senza neanche salutare l'amica.

 

'Non mi sono dimenticato di te, non potrei mai, tesoro. Sei sempre nei miei pensieri. A presto!'.

 

Si dice che bisogna tenersi stretti gli amici, e ancora più stretti i nemici.

Ma con amici così, a cosa servono i nemici? Attento D, il tuo libro è appena uscito e già hai scatenato le ire funeste di mezza Manhattan: sarebbe un peccato se la tua carriera di scrittore iniziasse e finisse nel giro di una settimana.

 

L: “Insomma, Rufus, non ho ancora letto il libro di Dan, ma so per certo che non puoi costringerlo a chiamare la polizia e raccontare loro ciò che sa riguardo il caso Kohler. Non c'era neanche, ha solo riportato la testimonianza di Nate: sarebbe dannoso per tutti, compreso tuo figlio...E poi sappiamo tutti che non può assolutamente essere stato Nathaniel a commettere un gesto così atroce.”

R: “Non sto dicendo che deve accusare Nate, ma solo che dovrebbe dire alla polizia ciò che è venuto a sapere. Potrebbero esserci dettagli che aiuterebbero a trovare l'assassino di quel povero ragazzo.”

L: “Potrebbero incolpare Nate!” -Alzò la voce, fissando Rufus dritto negli occhi e con in viso un'espressione sconcertata- “Tu cosa penseresti? Che è stato un puro caso, una coincidenza?”

R: “Non lo so, Lily...”

L: “Come puoi dubitare anche per un attimo di un ragazzo per bene come Nathaniel! È uno dei migliori amici di tuo figlio, lo hai accolto in casa tua, e ora...”

R: “Ti ripeto che non sto dicendo che Nate sia l'assassino! Però capisci che ci sono delle probabilità che...”

L: “Smettila subito! Non posso tollerare oltre questa conversazione, conosco quel ragazzo da quando è nato, e ti giuro sul mio onore che non potrebbe mai e poi mai fare una cosa del genere. E tuo figlio non lo incolperà, chiaro?”

 

Si guardarono negli occhi per l'ultima volta, Lily distolse lo sguardo per prima. Si diresse sprezzante verso l'ascensore, era sdegnata di come Rufus avesse potuto mettere in dubbio l'onestà di Nate. Ora Rufus era solo, l'unica compagna era la sua coscienza. Si perse con lo sguardo oltre la finestra, poi si riebbe improvvisamente, scosse la testa come per allontanare un fastidioso pensiero.

Si avvicinò al bancone della cucina con passo incerto: prese in mano il telefono. Titubò per un istante, poi le sue dita si mossero velocemente sulla tastiera componendo quei tre numeri che avrebbero compromesso il futuro di Nate Archibald: 911.

 

R: “Polizia? Sono Rufus Humphrey, e ho qualche informazione sul caso Kohler...”

 

A volte il destino è crudele:

confidiamo il nostro più grande segreto alla persona giusta, ma ai genitori sbagliati,

e sappiamo tutti quanto i papà siano iperprotettivi!

Sembra che il giovane Nate voglia seguire le orme del padre: speriamo solo che non lo portino in galera! Lì il look da bravo ragazzo non è molto in voga: comincia a rinnovare il guardaroba N,

avrai molto più successo in 'black & white'.

Sapete di amarmi!

 

XOXO Gossip Girl

 

 

 

 

 

 

 

Un nuovo capitolo! Che ne pensate? Vi piace l'idea di N in versione 'bad' ? Chi l'avrebbe mai detto, tutti abbiamo un lato nascosto! Aspetto come sempre i vostri pareri, intanto ringrazio di cuore tutte coloro che continuano a seguire la storia. Siamo già a 11 capitoli, per me è tanto! Di solito, vi faccio una piccola confessione, non continuo le mie storie fino a questo punto, ma stavolta ci sto riuscendo! É anche merito vostro che mi fate sentire apprezzata. ^^

Kiss kiss Angel_B

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Capitolo 12
*** Capitolo XII: La maschera della morte ***


 

Sono Gossip Girl, la vostra sola ed unica fonte di notizie sulle vite scandalose

dell'élite di Manhattan.

Ottobre, il mese in cui NerwYork si riempie di caldarrostai e stivali da pioggia griffati. Secoli fa, i Celti si preparavano per scacciare gli spiriti maligni dai loro territori, oggi le entità malvagie si nascondono dietro ad una maschera per partecipare alla festa più cool di tutto l'UES: il ballo di Halloween della regina B!”

 

S: “Non credo sia una buona idea, B”-Diceva Serena mentre la sua immagine veniva riflessa dalle vetrine della 5th avenue- “Ti sei ripresa da poco, non ti pare un momento poco adatto ad una festa”?

B: “Al contrario, credo che sia l'occasione perfetta”-Sorrise l'amica, mettendosi sottobraccio alla bionda- “Dopo quello che mi è successo, non devo dare l'impressione di una regina debole e spaventata, anzi, devo far capire alla gente che sono più forte di prima”!

S: “La gente sa che tu sei forte, B! Non devi dimostrarlo continuamente”.

B: “Non riuscirai a fermarmi, S.” -Disse, avvicinandosi al bordo del marciapiede per fermare un taxi- “Ti farò avere l'invito al più presto, intanto cerca un vestito che non ti faccia sfigurare al mio cospetto”!

 

Chiuse la portiera ed indicò all'autista di portarla a casa. Mentre l'auto gialla si confondeva nel caos del cuore di Manhattan, gli occhi di Serena vagavano inquieti scrutando ogni volto attorno a sé: temeva di essere seguita. Sapeva di essere seguita.

Eleanore sfogliava pigramente le pagine di un catalogo, sbuffando, ogni tanto, nel vedere come quelle foto non rendessero giustizia ai meravigliosi abiti messi sulla passerella da Dior. Vedere Blair dirigersi verso di lei con un sorriso furbetto stampato in viso, la fece tremare per un attimo.

 

B: “Ho un'idea fantastica, madre!”

E: “Le tue idee mi fanno paura, tesoro. Comunque ho da fare, ora, non posso concederti più di cinque minuti.”

B: “Mi servono trenta secondi” -Sorrise si nuovo e si sedette sulla scrivania, scoprendo i suoi collant neri- “Darò una festa per Halloween! In maschera, ovviamente. Inviterò solo la crème dell'UES, come si conviene ad una futura principessa.”

E: “No!”

B: “Cosa?!”

E: “Non lo farai, non sei nelle condizioni di dare una festa e non voglio che ti sforzi inutilmente per queste sciocchezze.”

B: “Non puoi fermarmi!”

E: “Invece si! Non ci saranno feste. È la mia ultima parola.”

 

Sul volto di Blair calò il gelo più totale, poi, fingendo noncuranza si allontanò dalla sala e si ritirò nella sua camera. Si gettò sul letto, accese il laptop e chiamò Dorota.

 

B: “Per l'ultima volta, Dorota, non mi importa di ciò che ha detto mia madre. Darò quella stupida festa, e tu mi aiuterai!”

D: “Ma signorina Blair...”

B: “Non era una domanda, Dorota: era un ordine. Ti occuperai del catering e delle decorazioni, come sempre. Io, invece, avrò un ruolo molto più importante: primo, sarò la star della serata, e secondo, devo trovare il modo di tenere mia madre e Cyrus lontani da qui...” -Disse, digitando velocemente sulla tastiera del pc.

 

Puoi anche avere il controllo delle deboli menti dei tuoi sudditi, B, ma una futura principessa Grimaldi non può opporsi al volere della Regina Madre. E chi l'ha detto che B è una brava ragazza? Le good girls vanno in paradiso, ma le bad girls vanno dappertutto; ma a cosa serve il paradiso quando hai una cabina armadio grande come una casa?

 

  • Oh, mio Dio! Ho appena ricevuto un invito da parte di Blair Waldorf per la festa 'Dark Halloween'!”

  • Non ci credo, fammi vedere!!!”

  • Che fortuna! Magari potessi andarci anch'io!”

 

In pochi giorni, tutto l'UES era a conoscenza del party della regina B. Si sarebbe tenuto il 31 ottobre a sera, come previsto dalla tradizione. La sala di casa Waldorf sarebbe stata arredata in perfetto stile goth, ma senza rinunciare all'eleganza. Tende nere drappeggiate di candido pizzo a ricordare polverose ragnatele, luci soffuse, teschi di cristallo e swarowsky scintillanti a decorare la stanza, punch e bibite rosso sangue e, ovviamente, zucche intagliare sulla tavola. Al centro della sala si sarebbe alzato, maestoso, un trono di vetro: quello da cui la regina B avrebbe dominato la festa.

Visto lo sforzo della figlia per preparare tutto, Eleanore aveva dovuto cedere. Il pomeriggio prima della festa, lei e Cyrus stavano preparando i bagagli.

 

E: “Devo ammettere, Blair, che l'idea di regalarci un viaggio per tenerci lontani da casa è stata davvero infida. Approfitti dell'affetto familiare per i tuoi loschi scopi... Sei la mia degna figlia!”-Rise.

B: “Ed io so bene perché alla fine hai acconsentito a questo party...”

E: “Perché ti voglio bene!”

B: “No! Perché Louis verrà dalla Francia e tu ne approfitterai, ancora una volta, per mettere in risalto il nome dei Waldorf tutta New York!”

E: “Oh, tesoro, non farmi la predica, ora. Alla fine entrambe otterremo ciò che desideriamo, non ti basta?”

Cy: “Ed inoltre, qui c'è un regalo per te! Sarai la più bella stasera, anche se mai bella quanto tua madre!”

E: “Dai, Cyrus, mi aduli troppo ultimamente!”

B: “Certo che lo sarò! Ma cos'è questo...” -Scartò il regalo e si trovò di fronte a...- “UN VESTITO DA ODALISCA?!? E' uno scherzo, spero!”

E: “No cara, Cyrus ci teneva così tanto che lo avessi. L'ha visto in vetrina e ti ha pensato subito. Non è dolcissimo?” -E, così dicendo, si avvicinò a lui e lo abbracciò teneramente.

Cy: “E ora, sbrighiamoci a fare i bagagli, Venezia ti piacerà tantissimo: è così romantica. Blair, vai a cambiarti, voglio assolutamente vedere come ti sta l'abito.”

 

Alle otto di sera tutto era pronto per il grande evento. Louis era già arrivato e stava aiutando Blair negli ultimi preparativi. Il suo costume da ufficiale dell'esercito napoleonico, cucito su misura dai migliori sarti, gli donava uno charme degno di un principe. La ragazza, invece, non era riuscita a cambiarsi d'abito dopo la partenza dei suoi, quindi si era rassegnata ad essere un'odalisca: la sua naturale sensualità, unita ai mille colori della morbida seta della maschera, le dava un alone di mistero esotico. Serena fu la prima ad arrivare, nel suo completo da Marilyn Monroe. I capelli dorati, raccolti in uno chignon che le lasciava cadere i dolci boccoli sulle spalle nude, la rendeva identica all'attrice.

 

B: “Sei stupenda, S!”

S: “Anche tu, B!” -L'abbracciò- “Nate e gli altri sono arrivati?”

B: “Gli altri chi?”

S: “Oh, Nate non ti ha detto che venivano anche...”

 

L'ascensore si aprì in quell'istante.

 

N: “Buonasera a tutti, e buon terrificante Halloween!”

B: “Chuck?”

C: “I miei omaggi alla nostra esotica ospite.” -Le lanciò un'occhiata d'intesa e abbozzò un sorriso.

B: “E... Isabelle?”

I: “Grazie per l'invito, non credevo che dopo ciò che è successo mi volessi alla tua festa!”

B: “Infatti non... Nate?” -Lo pugnalò con gli occhi- “Devo a te tutto ciò?”

N: “Andiamo, è Halloween! E noi siamo amici da sempre!”

 

Fino a quel momento Blair era stata troppo sorpresa per rendersene conto, ma appena si riprese, notò un dettaglio che le avrebbe rovinato la serata.

 

B: “Perché sei vestita da odalisca, Isabelle?”

I: “E' vero, abbiamo lo stesso abito! Non è buffo?” -Sghignazzò, per alleggerire l'atmosfera.

B: “Toglilo immediatamente!!” -Urlò- “Già è abbastanza umiliante doverlo indossare, ma vederlo addosso a te è...assurdo! Io sarò al centro della scena, non tu!!”

S: “Calmati, non sarà una stupida maschera a rovinarti la festa! Voi due, piuttosto, da cosa siete vestiti?”

C: “Da Don Giovanni, ovviamente. Una delle poche maschere che rispecchia il mio animo.”

N: “Sono un vampiro, non si vede?” -Disse il giovane sfoderando i lunghi canini.

D: “Ah, ecco perché quell'aria pallida!”

S: “Dan!! Ciao!”

B: “Humphrey! Cosa ci fai qui? Questa festa è per la crème di Manhattan... Tu cosa c'entri?”

S: “Colpa mia!” -Rise.

C: “Sei vestito da poveraccio?”

D: “Ma no! Insomma, possibile che non sappiate riconoscere Clark Kent nelle sue spoglie di umile giornalista? Ho anche la maglietta da Superman, sotto la camicia!”

B: “Per carità, non ti azzardare a mostrarcela!”

 

Nella confusione generale, nessuno aveva Dan, né gli atri invitati che, pian piano, stavano riempiendo la stanza.

 

Avvistata: la regina, o meglio, l'odalisca B, spodestata dalla fidanzata del suo ex. Una principessa deve essere unica, ed invece, a quanto pare, c'è anche una brutta copia! Attenta B: tutti sanno che non è l'abito a fare il monaco, ma nell'Upper East Side... si!

Raccogli i pezzi del tuo orgoglio in frantumi, the show must go on.

Sapete di amarmi!

 

XOXO Gossip Girl

 

 

Aggiornato, dopo tanto tempo, il capitolo 12! L'idea originale era quella di scrivere un capitolo unico per tutta la serata di Halloween, ma visto che veniva fuori una cosa di 1000 pagine e anche di più, ho avuto l'idea geniale di dividerlo in due episodi (il ché, forse, rende anche la storia più intrigante, no?). Doveva uscire il 31 ottobre un po' come uno “speciale” di Halloween per tutte voi lettrici, ma ovviamente, per quella data, non avevo neanche cominciato a scrivere due righe... xD colpa mia e della mia pigrizia! (In realtà è colpa della mia ispirazione che mi viene solo quando vuole lei... non sono padrona della mia mente ahahaha). Spero che mi perdonerete, vi lascio con un invito a recensire, e... perché no, cercate di indovinare cosa succederà nel prossimo capitolo! ^^

kiss kiss Angel_B

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Capitolo 13
*** Capitolo XIII: La notte delle streghe ***


 

ATTENZIONE: questo è un capitolo musicale! La canzone è “Lollipop”, dei Framing Hanley. Ecco il link: http://www.youtube.com/watch?v=VKQo9aYF22E . Mettete play da “Dall'altro capo della stanza”, dopo il secondo blast di Gossip Girl. La canzone purtroppo è corta, quindi dovrete rimetterla da capo per concludere la lettura del capitolo. Buon divertimento!

 

Sono Gossip Girl, la vostra sola ed unica fonte di notizie sulle vite scandalose

dell'élite di Manhattan.

Le regole d'oro per una splendida festa? Tanto cibo, ottima musica, gente che conta e... non invitare il proprio ex. Sembra proprio che alla regina B ne sia sfuggita una!

Con Chuck Bass e la sua futura sposa intorno, la colonna sonora della serata si prospetta una marcia funebre: quella di Blair Waldorf!”

 

Blair si muoveva leggiadramente attraverso la folla di invitati: sembrava quasi pattinare su una lastra di ghiaccio, mentre i morbidi veli del suo costume fluttuavano leggeri e il suo corpetto dorato rifletteva le luci colorate. Era la padrona della festa e, almeno per quella sera, si sentiva anche la padrona del mondo intero. Quello era il suo universo, sì: le feste, il lusso, la sua migliore amica, Louis... non aveva bisogno di nient'altro. Non aveva bisogno di Chuck Bass. Si sentì prendere la mano e si girò di colpo, come se avesse paura. Louis la guardò e lei vide la sua immagine riflessa nei suoi occhi.

L: “Sei fantastica, Blair”-Disse con quel suo accento francese che riusciva a conquistare chiunque- “Hai organizzato tutto da sola, immagino come pianificherai il nostro matrimonio! Sarà tutto perfetto, come noi.”-Le baciò la mano.

B: “Già”-Rimase immobile per un attimo- “il nostro... matrimonio...”

L: “Cos'hai, amore? Ti vedo preoccupata, dimmi cosa ti turba.”

B: “Non è niente”-Mentì e abbassò gli occhi non riuscendo a sostenere lo sguardo di lui-

L: “Eppure sono sicuro che c'è qualche problema”.

B: “Va tutto bene, Louis. Se mi vedi crucciata, è… per colpa del catering!” -Rise nervosamente- “Non hanno portato le 200 tortine a forma di zucca che avevo ordinato! Ti pare possibile?! Dovrei farli licenziare!”

L: “E' solo questo il problema?” -Sorrise dolcemente- “Beh, sono contento che non sia niente di irrisolvibile. Per un attimo mi hai fatto preoccupare”.

B: “Ora scusami, Louis, devo andare a parlare con July Flendar. Sua madre ha appena presentato una collezione di abiti a dir poco meravigliosa!” -Così dicendo, si divincolò rapidamente dalla stretta del principe e sparì nella folla.

L: “Come vuoi...” -Le sue parole si persero nell'aria. Stava per allontanarsi, quando posò inavvertitamente lo sguardo sul bouffet. Tre cristalliere erano piene di tortine a zucca- “Oh, Blair...” -Sospirò mestamente.

 

Povero principe, pensi davvero che a poche settimane dalle nozze, l'unico pensiero della tua dolce promessa sposa siano i dolci? Non siamo nella fiaba di Hansel e Gretel, e non è una strega che va punita, Grimaldi: fossi in te, mi concentrerei di più su un certo cavaliere...

 

Dall'altro capo della stanza, Nate stava sorseggiando Champagne mentre si intratteneva con Serena ed altri ospiti. Alcune ragazze stavano flirtando con lui, cosa che innervosiva visibilmente la sua amica “Marilyn”. Dan si intromise nella conversazione.

D: “Nate posso parlarti un momento? Da soli.” -Disse, portandolo in un luogo più appartato.

N: “Dimmi perché dovrei parlare con te dopo che hai scritto quelle cose sul mio conto!”

D: “Ti riferisci al mio libro? Oh, andiamo, è la verità, e comunque non vedo come potrebbe danneggiarti”.

N: “Hai la faccia tosta di venirmi a dire che non mi creerà problemi? Ma come diavolo fai a crederlo veramente? Mi fidavo di te, ti volevo bene. E guarda come vengo ripagato”!

D: “Non era del libro che volevo parlarti”.

N: “Ah no? E di cosa allora”?

D: “Di Serena”.

N: “Che novità! Vuoi sapere se mi ha confessato di essere segretamente pazza di te? Beh, no”!

D: “Non volevo dire questo! Andiamo, amico, non biasimarmi. Io e te siamo ancora amici, vero”?

N: “Non lo so, Dan. Non so se potrò continuare a raccontarti ciò che mi succede; sai com'è, potrei trovarlo scritto sul tuo prossimo libro. E ora scusami, non ho altro tempo da dedicarti, ci siamo detti tutto”.

Dan sentì dei passi, qualcuno si stava avvicinando. Si trovò davanti Serena.

S: “Non avresti dovuto”!

D: “Cosa”?

S: “Tradire la sua fiducia. Non ti facevo così arrivista, e poi criticavi me e il mio mondo”!

D: “Non pensavo di suscitare tanto scalpore. Andiamo, nell'Upper East Side nessuno è perfetto, tutti sanno degli affari loschi di Chuck o della storia complicata della famiglia Archibald, non sono certo io il primo a dirlo al mondo”.

S: “Tutti abbiamo degli scheletri nell'armadio, ma perlomeno cerchiamo di nasconderli, in modo che non ci danneggino in futuro più di quanto abbiano fatto in passato! Ma tu non riesci a capirlo...”

D: “Serena, io...” -Le si avvicinò tentando di prenderla per mano, ma lei la ritrasse immediatamente.

S: “Lasciami stare Dan. Pensavo di essere venuta qui a parlare con un uomo, invece mi accorgo che non sei che un ragazzino” -Si allontanò, mentre una lacrima le solcò il viso.

 

Ogni passo di Serena era come una frecciata al cuore di Dan. La amava, ora come non mai. Persino il fatto che le lo ritenesse immaturo, non lo avrebbe fatto desistere dal tentativo di riconquistarla.

 

Seduto al bancone aspettando il suo drink, Chuck Bass aveva lo sguardo fisso contro la parete dinnanzi a lui. Immerso nei pensieri, ignorava totalmente ciò che gli stava accanendo intorno. Guardò la sua immagine riflessa nello specchio della boiserie. Si trovava ridicolo, e non era per via del costume. Aveva pena di se stesso per la situazione in cui si era messo, per il dolore che provava, perché sapeva che la sua vita gli stava crollando davanti agli occhi. Fu scosso dall'immagine riflessa dell'odalisca che gli si stava avvicinando. Prese la sua decisione: lasciò il Martini sul bancone e si rivolse a lei.

 

C: “Mi concedete un ballo, dolce odalisca? Dobbiamo parlare”.

 

Lei non rispose, ma si lasciò guidare dal ragazzo. Aveva il volto coperto dal velo, che lasciava scorgere solo i suoi grandi occhi nocciola. I due si muovevano sinuosamente sulla pista, mentre si scambiavano occhiate languide. Poi Chuck le si avvicinò ancora di più.

 

C: “Io...io non posso sposarti! Ferma, non dire nulla, lasciami finire prima. Non voglio unirmi a te in un matrimonio privo di amore, di complicità e di qualunque altro sentimento. E' strano per me pronunciare queste parole, tempo fa ero io il primo a non volere coinvolgimenti, quello che bramava solo sesso, ma le cose sono cambiate. Totalmente. So cosa mi dirai, che le industrie Bass ormai sono tue, che mi rovinerai, che mi ridurrai alla miseria. Beh, non mi importa. In un modo o nell'altro, ricostruirò il mio impero dalle ceneri. E mi ricreerò anche una vita, magari con la donna che amo, e non sei tu! Mi dispiace, Isabelle, la nostra storia finisce qui. D'ora in poi, io e te saremo perfetti estranei”. -Aggiunse con fermezza.

 

Non terminò il discorso, che la ragazza si allontanò da lui correndo e portandosi le mani al volto come a coprire le lacrime. Chuck rimase lì, al centro della stanza, guardando verso la direzione in cui lei si era diretta. Un ghigno di soddisfazione gli si era dipinto in viso.

 

C: “Addio, Isabelle”.

I: “Perché mi saluti? Hai intenzione di partire?” -Si avvicinò a lui con aria perplessa.

C: “Cosa? Ma tu non... Dannazione, Blair!!” -Si mise a correre per ritrovarla.

 

Cos'è quel colorito pallido, B? Non ti aspettavi che Chuck Bass avesse un cuore?

Non preoccuparti per il pallore, sei ad una festa Halloween, puoi sempre passare per zombie!

 

Serena era stanca di come stava evolvendo la serata. Si diresse verso il guardaroba per prendere il soprabito ed andarsene, poi salì al piano di sopra a cercare Blair, dato che non l'aveva più vista alla festa. Aprì la porta della camera da letto e si trovò davanti ad uno spettacolo che non avrebbe mai e poi mai voluto vedere. Nate, a torso nudo e con i pantaloni slacciati, che stava baciando una ragazzina dai capelli rossi, anche lei mezza nuda. Stupita e quasi paralizzata, chiuse la porta con violenza. Scese giù dalle scale, salì sull'ascensore e in poco tempo si trovò al piano terra. Si sedette sugli scalini davanti alla porta del palazzo, lo sguardo fisso a terra. Tremava. Non si era accorta di non essere sola. Accanto a lei, Louis stava in piedi appoggiato al muro. Fu lui ad accorgersi della sua presenza.

 

L: “Serena, che succede? Pensavo fossi con Blair a divertirti”.

S: “Non c'è niente di divertente là dentro”.

L: “Ma... stai piangendo”! -Si sedette al suo fianco- “Hai voglia di parlarne?”

 

Serena scosse la testa, poi lo abbracciò, in lacrime. Non c'era malizia, aveva solo bisogno di affetto, e nessuno fin'ora eta stato in grado di dargliene. Il principe le accarezzava dolcemente i capelli, tentando di consolarla. La bionda alzò la testa, i loro occhi si incontrarono per un attimo, poi le sue labbra sfiorarono quelle di Louis. Non si erano accorti che qualcuno li stava osservando. Blair era poco distante da loro, era uscita a prendere un po' d'aria. Le cadde il cellulare di mano: il rumore improvviso interruppe il bacio dei due giovani.

 

S: “BLAIR, ASPETTA!!”

 

Sembra che il gran ballo della principessa Blairentola non si sia concluso con un “e vissero per sempre felici e contenti”. Non buttarti giù, B: è scoccata la mezzanotte ma almeno hai ancora indosso le tue Prada!

A quanto pare Marilyn Monroe ha fatto carriera: dalle braccia del presidente degli Stati Uniti a quelle di un principe. Si dice che il lupo perda il pelo ma non il vizio!

Alcune persone fingono di essere cieche per non vedere i tradimenti del loro partner; altre, invece, non aspettano altro che trovarlo in compagnia di un'altra per lasciarlo senza sensi di colpa. E tu, B, a quale categoria appartieni?

Sapete di amarmi!

 

XOXO Gossip Girl

 

 

 

 

 

 

 

Eccoci di nuovo! Credo che questo sia uno dei miei capitoli preferiti (devo ammettere di essere abbastanza obiettiva nel giudicare il mio lavoro) soprattutto perché è intrigante. Spero che piaccia anche a voi, ovviamente: è il vostro giudizio che conta! Ancora un grazie di cuore (perdonerai il gioco di parole) a Cuoredpanna, che recensisce ogni capitolo con coinvolgimento :D.... Mi raccomando anche alle altre: ditemi cosa ne pensate, ogni critica è benaccetta. Ho notato, però, che ultimamente le recensioni sono calate, probabilmente è anche colpa mia perché aggiorno una volta ogni morte di Papa (sorry!!) e quindi risulta difficile anche seguire la storia. Comunque sappiate che ci metto davvero tutto il mio impegno e la mia passione di scrittrice e fan di gossip girl! ^^

Oh, quasi dimenticavo: che ne dite della canzone? Secondo me è perfetta come sottofondo ad una festa come questa. Concordate con me?

Kiss kiss Angel_B

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Capitolo 14
*** Capitolo XIV: L'altra verità ***


 

Sono Gossip Girl, la vostra sola ed unica fonte di notizie sulle vite scandalose

dell'élite di Manhattan.

B: la romantica principessa. S: l'amica fedele. N: il bravo ragazzo. C: il manipolatore senza sentimenti... I quattro punti cardinali dell'UES stanno crollando uno dopo l'altro. La bussola è impazzita e, senza di essa, come si può trovare la retta via, o meglio, la via della perdizione, nel cuore di Manhattan?”

 

Lily era appoggiata alla vetrata del soggiorno, con lo sguardo perso nel nulla ed un'espressione severa in volto. La tavola era apparecchiata per una gustosa colazione: non era da lei svegliarsi per prepararla, ma sentiva che in quel momento la sua famiglia doveva rimanere unita. A patto, ovviamente, che Rufus collaborasse. Erano le 9.30 quando quest'ultimo entrò nella stanza, fregandosi gli occhi per il sonno e, forse, per lo stupore di vedere Lily già pronta.

 

R: “Buongiorno!”

L: “Buongiorno a te”-Si avvicinò ma, a differenza del solito, non lo baciò- “spero vivamente che questa notte ti abbia aiutato a riflettere su quanto ci siamo detti a proposito del libro di tuo figlio”.

 

Rufus si allarmò. Ovvio, non aveva certo dimenticato la faccenda, ma voleva tenere nascosta a Lily la sua chiamata alla polizia, almeno per un po'.

 

R: “Certo”-balbettò- “Certo, ci ho pensato e... hai ragione tu, rimarrò fuori dalla questione. Il problema è dei ragazzi, lo risolvano tra loro”-Si morse la lingua. Era poco convincente, ma bastò per abbindolare la donna.

L: “Mi fa davvero piacere, so che in fondo sei una persona ragionevole, nonostante i tuoi valori!”-Rise e gli diede un leggero bacio sulla guancia- “A proposito dei ragazzi, non si sono ancora alzati? Stamattina facciamo colazione tutti insieme”.

R: “Dan non si unirà a noi, stamattina è uscito presto, ha detto di avere da fare”.

L: “Mi chiedo cosa mai debba fare di sabato mattina. Per una volta che...”-S'interruppe e guardò oltre le spalle di Rufus- “Serena, Eric! Benalzati cari, ho preparato la colazione”.

E: “Sto sognando o mamma ha detto 'preparato la colazione'?”

 

Il ragazzo era ancora addormentato, teneva gli occhi semichiusi e, di tanto in tanto, non riusciva a reprimere uno sbadiglio. Serena aveva l'aria stanca, nonostante fosse già vestita e sistemata. Si sedettero a tavola.

 

E: “Mamma, a cosa dobbiamo tutto questo?”-Sorrise

R: “Tua madre riesce sempre a stupirci, è una donna da sposare! Passami i toast”.

L: “Sei troppo gentile stamattina”-Rise divertita- “Serena, si può sapere cos'hai? Non hai toccato cibo!”

S: “Non ho nulla, davvero...”-Disse infastidita, prendendo distrattamente una fetta di pane tostato.

L: “Serena tu non mangi carboidrati!!” Non farmelo ripetere, cosa ti è successo?”

S: “... Penso di aver combinato un disastro!”

 

Tenetevi pronti per una battaglia a colpi bassi e tacchi alti!

Per un momento credevo di aver visto sventolare una bandiera bianca... Peccato! Era solo il nuovo foulard della Regina B.

 

Prima delle 10 era impossibile vedere un membro della famiglia Waldorf girare per la casa, eccezione fatta per i domestici, ovviamente. Quel sabato, invece, tutte le tende erano aperte, lasciando che il morbido sole invernale si riflettesse sui lisci pavimenti di marmo. L'atmosfera era pesante: Eleanore, nella sua vestaglia di seta dorata, guardava la figlia con occhi attoniti. Era la millesima volta che tenevano quella conversazione: sembrava di vivere in un continuo replay del presente. La ragazza, seduta sul divano, indossava ancora l'abito della sera precedente. Per una volta, il velo di perfezione che l'avvolgeva da sempre era venuto meno, rivelando una donna fragile, stanca di dover sopportare una situazione troppo più grande di lei.

 

E: “Non voglio vederti in questo stato, Blair. È assurdo, tu e Serena siete migliori amiche da sempre!” -Il tono si fece più acuto mentre incrociava le braccia al petto.

B: “Ed è da sempre che mi rovina la vita!”-Piangeva.

E: “Oh, tesoro...”-Il lato ebbe la meglio su quello mondano, per un momento- “Sei di fronte ad una scelta difficile, lo so...”

B: “NON HO SCELTA!” -La interruppe bruscamente portandosi la mano al volto per asciugare una goccia che le stava rigando la guancia- “Come posso ignorare quello che è successo? Ho perso la mia migliore amica ed anche il mio futuro marito in una sola notte!”

E: “Ascoltami, molti pensano che io sia senza cuore, ma anche la vita lo è, bisogna adeguarsi. Rifletti su quanto sto per dirti: il tuo sogno è da sempre quello di diventare una principessa e vivere nell'alta società. Per quanto la nostra famiglia possa essere ricca, non può darti il titolo a cui ambisci, e Louis è l'occasione per coronare il tuo sogno!”

B: “Ma mi ha tradito!”

E: “Pensi che tutti i reali siano sempre fedeli? Sai quanti tradimenti hanno dovuto subire le principesse nella storia? Ora, devi solo decidere cos'è più importante per te: le ambizioni o i sentimenti. Scegli, e saprai cosa fare.”

 

Quelle parole si conficcarono nel cuore di Blair come la lama di un pugnale. Erano fredde, degne di una persona senza sentimenti... ma erano vere! La realtà le si presentò davanti prepotentemente: doveva scegliere.

 

B: “Va bene”-Disse infine in un singhiozzo- “So cosa farò... Passami il cellulare!”

 

Ciò che non ti uccide, ti rende più forte. Ma nel caso di Blair Waldorf, ti rende solo più crudele.

Rien ne va plus. Ho una brutta notizia per tutti coloro che hanno dato Chuck Bass vincente come causa della rottura del Royal Wedding: avete appena perso tutte le vostre fiches. Per vostra fortuna, Gossip Girl è un croupier paziente, e vi permette di tornare in gioco: nell'UES tutto può cambiare nel giro di una telefonata...

 

Dan odiava l'Empire; non tanto perché fosse allergico allo sfarzo che vi era al suo interno, quanto perché detestava il suo proprietario. Per questo, quella mattina, si era diretto lì controvoglia, stretto nel suo giubbotto verde militare per proteggersi dal freddo newyorchese. D'altro canto, non poteva rimandare quell'impegno: doveva scusarsi con il suo migliore amico, o con quello che lo era stato fino al giorno prima. Aveva riflettuto attentamente, ed ora era lì, con la cosa fra le gambe, per cercare di riunire i pezzi di quel vaso rotto. Prese l'ascensore: le decorazioni lussuose catturarono la sua attenzione permettendogli di abbandonare i suoi grevi pensieri per qualche minuto, mentre raggiungeva l'ultimo piano. Il rumore del campanello lo distolse dalla contemplazione riportandolo alla realtà. Attraversò il corridoio. Raggiunse la porta della suite e bussò. La porta si aprì da sola al contatto con la mano del ragazzo. Lo spettacolo che Dan si trovò di fronte, non lo aiutò a calmare i suoi nervi: la stanza era vuota, completamente a soqquadro. Bicchieri rovesciati, macchie di whisky e vino rosso sul pavimento, il tavolino di cristallo scheggiato, gli sgabelli gettati a terra, e il laptop di Nate acceso sul divano.

 

D: “Ma cosa...” -Ebbe un'intuizione- “Oh mio dio, non è possibile!”


Corse via, richiudendo la porta alle sue spalle. Negli occhi aveva il panico più totale.

 

Ci sono tre regole fondamentali nell'UES:

mai mischiare il blu con il marrone, mai uscire di casa senza tacchi alti o cravatta, , soprattutto, mai cambiare l'ordine costituito... a meno che tu non abbia alle spalle una famiglia potente o un buon avvocato!

Sembra che dovrai cominciare a cercati un legale, ragazzo solitario...Per quanto riguarda il buon gusto, invece, purtroppo non c'è niente da fare!

 

XOXO Gossip Girl

 

 

 

 

 

 

 

Mi dispiace davvero di avervi fatto aspettare così tanto per questo capitolo: purtroppo ho avuto molto da fare con l'università, poi ci sono state le feste e tra una cosa e l'altra, mi è rimasto davvero poco tempo per scrivere. Cercherò comunque di continuare la storia, magari aggiornando con meno frequenza. Scusate ancora, ma spero che con questo capitolo riuscirò a farmi perdonare!

 

Baci e Abbracci Angel_B

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Capitolo 15
*** Capitolo XV: Fa' la cosa sbagliata ***


"Sono Gossip Girl, la vostra sola ed unica fonte di notizie sulle vite scandalose
dell'élite di Manhattan.
L'Upper East Side, il luogo rifuggito dai puritani e amato dai peccatori, la tana del diavolo che riesce a corrompere anche il più candido ragazzo di Brooklyn... Il prezzo per entrarvi? L'anima! O un' American Express Platinum. Il contratto prevede paia di Lagerfeld a iosa e Balenciaga abbinate; per quanto riguarda il lato umano, però,l'accordo presenta forti lacune!"
 

 
L'amosfera della suite Van der Woodsen era soffocante. Lily passeggiava nervosamente avanti e indietro, con i capelli raccolti in un castigatissimo chignon che le conferiva un'aria da generalessa ed il volto cupo. Il giovane Dan era seduto sul divano, impegnato a capire cosa passasse nella mente della donna, mentre un pallido raggio di sole gli attraversava il viso mettendo in risalto la sua espressione di sorpresa mista a curiosità. Rufus, invece, presenziava al processo senza proferire parola. Poggiato contro il muro, le braccia incrociate sul petto e lo sguardo fisso verso il pavimento, sembrava perso in un altro mondo.
 
L: "Come reagiresti se Chuck ti chiamasse per avvertirti che un carissimo amico di tua figlia, nonché membro della famiglia Archibald, fosse finito in carcere?!" -Cominciò la donna in tono aspro.
D: "Beh..." -Si passò una mano tra i capelli e distolse lo sguardo- "Fino a qualche tempo fa sarei rimasto scandalizzato... Ma siamo nell'Upper East Side! Quindi penso che direi qualcosa come... Quanto ha pagato Chuck per farlo uscire?" –Accennò un sorriso compiaciuto che fu subito smorzato dallo sguardo severo di Lily.
L: "Perché?" -Crollò sul divano- "Perché l'hai fatto, Dan?"
D: "Fatto cosa? Io non c'entro nulla con questa storia! Papà, tu almeno ti fidi della mia parola?"
 
Rufus non aveva preso parte al processo fino ad allora. Continuava a fissare il vuoto, le braccia incrociate al petto.
D: "Papà?!"
R: "Certo, certo" -Distolse improvvisamente lo sguardo- "Non è colpa tua se la polizia ha arrestato Nate, evidentemente gli agenti del commissario Gray hanno trovato delle prove, altrimenti non..." -Si portò improvvisamente la mano alla bocca.
Lily si girò si scatto verso il compagno, gli occhi sgranati e le labbra rosse contratte in una smorfia sprezzante.
L: "COSA?!"
 

La vita è come una partita di poker: non importa se hai buone carte, ciò che conta è saper mentire. Un consiglio? Se andate a Las Vegas, non invitate gli Humphrey! Non temere, Rufus, dicono che nell'Upper East Side tutto abbia un prezzo: non ti rimane che scoprire a quanti zeri è il risentimento  della tua signora.
 

Chuck si aggirava per gli affollati corridoi della centrale della polizia. Era maestoso nel suo completo Burberry grigio perla spezzato abilmente dal rosa tenue della cravatta, che disegnava la sua fredda figura facendola risaltare in mezzo alla monotonia delle uniformi degli agenti. Dal lato opposto del corridoio, una giovane poliziotta bionda aveva posato lo sguardo su di lui. Si avvicinò con aria ammiccante.
- "Lei non è il signor Bass?"
C: "Mi spiace" -Si girò verso di lei appoggiandosi al muro e accennando un sorriso malizioso- "il signor Bass era mio padre. Mi chiami pure Chuck".
- "Molto lieta. Sono l'agente Moore, mi chiami pure Miranda..." -Disse, facendo l'occhiolino al ragazzo- "Perdoni la curiosità, ma cosa ci fa lei qui? Problemi con la legge?"
C: "Se fossi stato io ad avere problemi con la legge, signorina Moore" -La fisso dritto negli occhi, con il suo sguardo diabolico- "le assicuro che grazie alla mia equipe di avvocati sarei uscito di qui nel giro di 5 minuti. Si tratta di Nate Archibald: è stato portato qui stamattina, ma non vogliono farmici parlare".
M: "Non l'hanno ascoltata?"
C: "Sa, i miei metodi persuasivi vengono scambiati per tentativi di corruzione qui dentro..."
M: "E' un vero peccato che lei non abbia nessuna conoscenza in polizia... In questi casi, una persona amica all'interno del distretto potrebbe davvero aiutarla" -Si morse le labbra fissando il suo interlocutore.
C: "Ma ora ho una conoscenza all'interno del distretto..." -Sorrise
M: "Di solito, con le persone che si conoscono si va a pranzo assieme..."
C: "Di solito, le persone che si conoscono si aiutano prima di andare a pranzo"
M: "Molto bene" -Disse allontanandosi- "Ora devo andare, parlerò con il capo... Ricorda che mi devi un invito a pranzo!"
C: "Come potrei scordarlo?" -Si passò una mano tra i capelli- "Hai la parola di Chuck Bass"

 
Avvistato, Chuck Bass perde il pelo ma non il vizio. Attenta Miranda, sai come si dice: quando il Diavolo ti accarezza, vuole l'anima! E tu sei davvero sicura di volergliela consegnare?
 

Blair Waldorf era in piedi davanti alla finestra della sua camera. La sua mente vagava per le vie di Manhattan: cercava di distrarsi dai suoi problemi osservando la quotidianità degli altri; chi entrava e usciva dai negozi, chi passeggiava con il suo fedele cagnolino al guinzaglio, chi si baciava... Dare importanza agli altri era in forte contrasto con il suo carattere forte, ma in quel momento voleva solo cercare di non pensare a cosa le stava succedendo attorno. Un pensiero non le dava tregua: Serena e Louis,
la sua migliore amica ed il suo futuro marito, seduti vicini, sempre più vicini, finché...
 
B: "NO!" -Urlò, strappando la tendina della finestra in un impeto di rabbia.
 
La guardò: lacerata. Proprio come il rapporto che aveva unito lei e Serena per tanti anni. Ma non era il momento di perdersi nei pensieri, lo sapeva bene. Doveva seguire il consiglio di sua madre: stabilire le sue priorità. E lo avrebbe fatto a testa alta, nonostante tutto. Si ricompose. Prese il telefono dal comodino e compose il numero, lo lasciò squillare...Occupato. Attese qualche minuto, poi ripetè l'operazione: occupato di nuovo. Diede al cellulare uno sguardo d'ira, poi lo lanciò sprezzante sul letto. Ma presto il suo sguardo tornò sull'oggetto. Lo riprese, e compose il numero per l'ultima volta. Finalmente la linea era libera!
 
B: "Serena? Si può sapere cosa stai combinando, è la terza volta che ti chiamo!"
- "Mi dispiace, cara Blair, ma non sono Serena... La tua amichetta è piuttosto impegnata in questo momento" -Esordì una voce maschile. Seguì una risata che raggelò il sangue alla ragazza- "E credo che lo sarà ancora per parecchio tempo".
B: "Chi sei tu? Perché hai il suo cellulare?!" -Disse in tono preoccupato.
- "Potrei dirtelo, ma non sono affari che ti riguardano. Ti saluterò io la tua amichetta, non preoccuparti..."
B: "Aspetta! Come..." -Si interruppe, il ragazzo aveva riattaccato.
Provò a chiamare di nuovo, le mani le tremavano. Fu inutile: era stata impostata la segreteria.

 
Risponde la segreteria telefonica di Serena Van der Woodsen. Il cliente da lei chiamato potrebbe avere il cellulare spento o essere stato rapito. La invitiamo a riprovare più tardi.
 E' sempre nei momenti più difficili che capiamo quali siano davvero
le nostre priorità, ma non ti sembra di aver esagerato, B?
Attento ragazzo misterioso,  rapire una ragazza è un crimine aberrante, ma rapire una ragazza con un paio di Manolo ultimo grido è un crimine di moda! E nell’Upper East Side,si sa, i crimini di moda si pagano caro!

XOXO   Gossip Girl
 
 
 
 
 
 
 
 

Sono davvero desolata della mia prolungata assenza, ma sta diventando sempre più difficile trovare un po’ di tempo da dedicare a questa storia… Spero che il capitolo sia di vostro gradimento, anche se vi ho fatto aspettare più del dovuto. Tra l’altro, ho avuto problemi al pc dove avevo salvato la prima parte della storia, quindi mi si è cancellato TUTTO e ho dovuto ricominciare daccapo L... Non esitate a recensire, vi saluto e vi do appuntamento al prossimo capitolo, sperando di riuscire a scriverlo presto!
Kiss kiss Angel_B 

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Capitolo 16
*** Capitolo XVI: Shame ***


“Sono Gossip Girl, la vostra sola ed unica fonte di notizie sulle vite scandalose
dell'élite di Manhattan.
Diceva Shakespeare che chi sta in alto è soggetto a molti fulmini, e quando infine cade si sfracella. Attenzione Upper East Side, quei tuoni minacciosi sembrano preannunciare un violento temporale! Le regioni più colpite? Il cuore della Regina B, il conto in banca di Chuck Bass e la reputazione di Nate Archibald!”
 
L’odore pungente di fumo mischiato a quello di deodorante per ambienti da pochi spiccioli fu la prima cosa che portò Serena alla realtà. Si stropicciò gli occhi ancora assonnati. Aveva dormito profondamente, sicuramente era stata drogata perché non ricordava nulla di quanto era successo nelle ore precedenti. Doveva essere mattina, dalle persiane filtrava qualche debole raggio di luce che illuminava la squallida stanza in cui si trovava. Il mobilio, molto rustico, era composto semplicemente da un letto matrimoniale, due comodini, una vecchia poltrona polverosa dal colore indistinguibile, ed un tavolino di legno proprio di fronte al letto. Sorpresa e preoccupata, cercò di scendere dal letto per raggiungere il suo cellulare, situato all’interno della borsa posta sul tavolino. C’era qualcosa che non andava, sentiva un forte dolore alla caviglia. Guardò meglio: era legata al letto, non sarebbe potuta andare da nessuna parte. La colse il panico. Non era la prima volta che si risvegliava in camere di sconosciuti, ma fin’ora non era mai stata legata. E, soprattutto, chi le aveva fatto questo, e perché? Un rumore di passi minaccioso la distolse dai suoi pensieri. La serratura della porta scattò.
S: “Chi sei? Perché mi trovo qui?” –Disse in tono scocciato, più che spaventato.
Non si udì nessuna risposta, poi la porta si aprì poco a poco, cigolando sui vecchi cardini. Un ragazzo dall’aria trionfante si fece avanti.
-“Buongiorno, Serena. O preferisci buongiorno, amore mio?” –Un ghigno di gusto gli attraversò il volto.
S: “Matt!” –Si portò una mano alla bocca mentre lo sussurrava, come per proteggersi da quel nome.
M: “Non sai che piacere vedere che ti ricordi ancora di me!” –Si sedette accanto a lei, sfiorandole la guancia- “Anch’io, sai, non riesco a toglierti dalla mente…”
S: “Cosa ci faccio qui? Cos’hai intenzione di farmi?”
M: “Non dirmi che non ti viene in mente niente…” –Rise, ammiccando alla ragazza.
S: “Non sto scherzando, Matt. Pensi davvero che rapirmi serva a qualcosa?”
M: “Oh, ma questo non è un rapimento! Considerala… una fuga romantica.”
 
Gli uomini innamorati sono come i tacchi 12.
All’inizio sembrano meravigliosi, ma dopo poco ti rendi conto del dolore che causano!
La differenza tra i due?
Un tacco alto ti rapisce il cuore, un uomo innamorato ti rapisce e basta…
 
Il rumore dei tacchi di Isabelle risuonavano in tutta la suite scandendo il tempo come un pendolo. Gli inservienti l’avevano già sistemata, l’efficienza era motivo di grande vanto negli hotel Bass. Un avvitatissimo tubino nero disegnava l’esile ma autoritaria figura della donna, fasciandola fino alle ginocchia. Chuck la guardava camminare avanti e indietro, mentre si riempiva l’ennesimo bicchiere di scotch. Il silenzio che si era creato era davvero imbarazzante.
I: “Allora, come pensi di risolvere la faccenda?” –Ruppe il silenzio lei.
C: “Non sono cose che ti riguardano. Nate sarà …”
I: “Cosa vuoi che mi importi del tuo amico?” –Lo interruppe bruscamente- “Stavo parlando della nostra faccenda.”
C: “Oh, certo. È impensabile che tu possa preoccuparti di qualcuno che non sia te stessa.”
I: “Ho imparato dal migliore.” –Ammiccò- “Ma non perdiamo altro tempo, abbiamo molto da dirci!”
C: “Allora dimmi… Come hai intenzione di rovinarmi?”
I: “Io, rovinarti?” –Non riuscì a trattenere una risatina ironica- “Sei tu l’artefice della tua sorte, Bass. Io non ho alcuna responsabilità, sei stato tu a volerti giocare le industrie Bass.”
C: “Già… immagino che tu abbia ragione.  Ero ubriaco, ero stanco di tutto, ero…”
I: “Eri in Thailandia, il paradiso della perversione, e non hai resistito al richiamo del rischio. Ma sapevi che tutto ciò avrebbe avuto delle conseguenze...”
C: “Sei davvero crudele, ma ti darò ciò che ti spetta, non preoccuparti.” –Le si avvicinò guardandola dritto negli occhi.
I: “Ricorda che ti avevo dato una scelta” –Distolse lo sguardo, ferita nell’orgoglio- “Ma, evidentemente, non valgo abbastanza per te!”
C: “Già … Perché stai piangendo adesso?” –Era irritato- “Mi pare di averti detto che salderò il mio conto, cos’altro vuoi da me?”
I: “Lascia stare!” –Disse con voce rotta dalle lacrime- “Ora devo andare.”
 
La ragazza si allontanò velocemente dal suo interlocutore, afferrando il cappotto giallo canarino e la borsa abbinata. Chuck la seguì fino alla porta, cercando di decifrare il suo strano comportamento.
 
C: “Isabelle, aspetta…” –Le afferrò il polso.
I: “Lasciami! Oh, a proposito, questo non mi serve più!” –Disse estraendo la scatolina blu dalla borsa e la gettandola a terra con disprezzo.
 
Isabelle aprì la porta, ed in men che non si dica, si era già precipitata fuori dalla suite. Chuck era rimasto solo, com’era sempre stato e com’era destinato a rimanere. Stava per tornare al pianobar, ma fu interrotto: qualcuno aveva bussato alla porta. Non aveva voglia di vedere nessuno, avrebbe finto di non essere in casa.
 
B: “Oh andiamo Bass, so che sei lì dentro! Fammi entrare immediatamente!!”
 
Faber est suae quisque fortunae, dicevano nell’antica Roma.
Ma quando sei Chuck Bass, l’unico artefice della tua fortuna è il tuo conto in banca!
Ogni persona che entra nella nostra vita lascia un po’ di sé e prende un po’ di noi:
a quanto pare Isabelle sta sfruttando al meglio questo proverbio. Nessuno sa cos’avrà lasciato al giovane Bass, in compenso si sa fin troppo bene cosa ne prenderà.
È scoccata la mezzanotte per il nostro Cenerentolo,
chi gli riporterà la sua Bottega Veneta?
Sapete di amarmi
XOXO Gossip Girl
 
 
 
 
 
 
 
Stavolta ce l’ho fatta ad aggiornare abbastanza presto! Sono soddisfatta e spero che lo siate anche voi che mi seguite. Mi dispiace che l’ultimo capitolo (il 15^) non abbia ricevuto recensioni, chissà se questo sarà più gradito… Beh non mi resta che salutarvi e, mi raccomando, non esitate a commentare! J
Xoxo   Angel_B  

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Capitolo 17
*** Capitolo XVII: La dura verità ***


“Sono Gossip Girl, la vostra sola ed unica fonte di notizie sulle vite scandalose
dell’élite di Manhattan.
A volte si la sensazione che la propria  vita non sia altro che una commedia, con un copione già stabilito a cui nessuno può sfuggire.
Nell’Upper East Side, la sceneggiatura sarà anche scritta dai migliori drammaturghi del Madison Square Garden, ma l’unica scelta che rimane ai personaggi è se indossare Louboutin all’ultima moda o Prada vintage.”
 
L’agente di polizia aprì sbuffando la porta della cella.
-“Archibald, c’è una visita per te.”
N: “Da parte di chi?”
-“Non sono il tuo maggiordomo, alzati e seguimi! Avanti!” –Aggiunse strattonandolo.
 
Il ragazzo era terribilmente a disagio, camminava lentamente e strusciando i piedi sul pavimento sporco. Quando si trovò di fronte il suo migliore amico, il suo viso s’illuminò improvvisamente. Vederlo così elegante e sicuro di sé, gli fece sperare che almeno lui avesse la soluzione per uscire da quell’incubo. L’agente lasciò la stanza dopo aver ricordato ai ragazzi che erano stati concessi loro solamente cinque minuti per il colloquio.
 
C: “Archibald! Ti ricordavo più elegante…” –Ruppe il ghiaccio Chuck.
N: “Come diavolo hai fatto a farmi ottenere questo colloquio? Ho cercato in tutti i modi di mettermi in contatto con voi, ma me l’hanno sempre proibito! Dimmi chi hai corrotto.”
C: “Solo una bella poliziotta a cui devo un invito a pranzo.” –Sorrise malizioso.
N: “Ottimo, allora devi ringraziarmi per averti trovato una nuova preda … Ora ti dispiacerebbe concentrarti sul mio problema? Sai perché sono qui?”
C: “Diciamo che Lily mi ha spiegato la situazione” –Posò i gomiti sul tavolo, portandosi i pugni sotto al mento- “Ed è stato un Humphrey a spedirti in carcere.”
N: “Cosa?! Dan è arrivato a questo pur di mettermi in cattiva luce agli occhi di Serena?!”
C: “Non ho detto che è stato lui… Ma ora il punto è un altro: tirarti fuori da questo postaccio. Ti procurerò il miglior avvocato di tutta New York. Il cattivo ragazzo sono io, tu non puoi finire in galera.” –Ammiccò.
N: “Meglio che sia davvero in gamba. Mi hanno accusato di omicidio, capisci?! OMICIDIO! Non avrei mai potuto!” –Si portò le mani alle tempie.
C: “Lo so, Archibald, lo so…”
 
Scambio di ruoli: il bravo ragazzo al pari di un comune criminale,
ed il diavolo dall’altra parte della cella. Non preoccuparti N,
 si dice che i buoni dormano meglio la notte,
ma i cattivi se la spassino meglio di giorno: goditi queste ore di luce finché puoi!
Ho l’impressione che la notte in cella non sarà una passeggiata sulla 5th avenue.
 
Blair aveva passato tutta la mattinata ad aspettare davanti all’Empire, con il suo viso di porcellana imbronciato, incorniciato dai morbidi boccoli color cioccolato. Chuck l’aveva volutamente ignorata quel giorno: quando Isabelle era corsa via piangendo dalla suite, il ragazzo aveva aspettato solo pochi secondi prima di precipitarsi anche lui fuori, con un’espressione di preoccupazione mista a sconcerto. Doveva esserci qualcosa sotto. Qualcosa di importante. Ma anche la ragazza aveva una faccenda importante di cui occuparsi, ed era fin troppo conscia del fatto che, sfortunatamente, solo Chuck Bass avrebbe potuto aiutarla. La limousine non tardò ad arrivare. La portiera si aprì, ed il ragazzo scese dall’auto, avvolto nel suo completo grigio preferito; l’aria fiera, il portamento elegante, l’espressione perennemente cupa ma allo stesso tempo insolente, ricordarono improvvisamente a Blair il motivo per il quale aveva venduto l’anima al diavolo, ed il suo cuore si fermò per un secondo. Riprese subito il controllo, non era il momento di cedere. Si diresse teatralmente verso l’amico, che la stava osservando con aria interrogativa.
B: “Non farmelo ripetere una seconda volta, Bass: ho bisogno del tuo aiuto!”
C: “Sono lusingato da una proposta così indecente, Waldorf.” –Le fece un sorriso, uno dei suoi sorrisi- “Tuttavia credo che al momento una collaborazione tra di noi sia quantomeno inopportuna.”
B: “Non scherzare, è una faccenda seria! Non avrei mai chiesto il tuo aiuto altrimenti.”
C: “Oh, deve esserlo davvero se sei scesa dal tuo trono per scendere all’inferno a cercare l’aiuto del diavolo…”
B: “Serena! Non riesco più a contattarla. È stata… è stata…” –Aveva cominciato a tremare- “Rapita!”
C: “RAPITA?! Com’è possibile? Pensavo che…”
B: “Ho provato a chiamarla al cellulare, mi ha risposto un uomo! L’ha sequestrata, Chuck!” –Stava per scoppiare in lacrime, ma si trattenne.
C: “Fammi provare…”
Prese il cellulare dalla tasca dei pantaloni e compose rapidamente il numero di Serena. Improvvisamente, Blair glielo strappò dalle mani e lo portò all’orecchio, in trepida attesa. Uno squillo… due squilli…
  • “Serena Van der Woodsen non è disponibile al momento” –Rispose fredda una voce maschile.
B: “Ridammi la mia amica, lurido verme!”
  • “Oh, sei tu, cara, che piacere risentirti. Ma te lo ripeto ancora una volta, lasciala stare! Lei è mia adesso, e non puoi farci nulla, anche se sei la regina dell’Upper East Side…” –Riattaccò.
 
La ragazza ebbe un sussulto. Poi si portò il cellulare davanti agli occhi, senza riuscire a dire una parola.
C: “Blair, cos’è successo? Che ti ha detto?”
B: “La… la regina dell’Upper East Side…” –Quelle semplici parole suonarono come un campanello d’allarme nella sua testa.
C: “Non ti capisco, B! Vuoi spiegarti meglio?”
Blair lo guardò fisso negli occhi.
B: “Jason!”
 
La mamma non te l’ha insegnato? Non si deve dare confidenza agli sconosciuti,
anche se vestiti in maniera impeccabile!
Che sia il principio di un nuovo sodalizio tra i due titani dell’UES? Seppelliamo l’ascia di guerra,
si sa che bisogna tenersi gli amici stretti, ed i nemici ancora più stretti.
E la regina B ne è un’esperta.
Che ne sarà della nostra It girl preferita?
Tic tac, tic tac, il tempo stringe!
Sapete di amarmi!
XOXO, Gossip Girl
 
 
 
 
 
 
 
Scommetto che pensavate che ormai non avrei più continuato la storia! Effettivamente, ne è passato di tempo dall’ultimo aggiornamento, ma ho davvero avuto troppe cose da fare in questo periodo! L’università mi ha portato via parecchio tempo libero, ma non voglio annoiarvi con i miei problemi. Spero solo che questo nuovo capitolo sia gradito! E mi auguro di poter postare il prossimo il più presto possibile, tempo permettendo XD!
XOXO Angel_B  

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Capitolo 18
*** Capitolo XVIII: Uomini (e donne) senza legge ***


“Sono Gossip Girl, la vostra sola ed unica fonte di notizie sulle vite scandalose

dell'élite di Manhattan.
Un delizioso locale in centro, una coppia di ex amanti che si guarda negli occhi con complicità, ed una coppa di Champagne.

Sarebbe romanticissimo, se solo non si trattasse di una riunione di guerra! La generalessa B ed il caporale Bass si sono finalmente coalizzati contro il nemico comune.

                                                                       Spero che tu abbia una camicia bianca da usare come bandiera, Jason, perché ne avrai bisogno!”
 
C: “E’ troppo pericoloso Blair, non posso lasciartelo fare.” –Cominciò lui dopo un lungo momento di silenzio.
B: “Ma è anche l’unico modo che abbiamo per salvarla! Ed io non me ne starò qui a discutere con te mentre la mia migliore amica è nelle mani di un pazzo!” – Ribatté con forza la ragazza, sbattendo il pugno sul tavolo.
C: “E poi non siamo neanche sicuri che funzioni … In fondo, cosa sappiamo di questo tizio? Forse è solo uno schizzato, ma potrebbe anche essere un assassino.”
B: “Non mi importa! Nessuno è mai riuscito a fermarmi, e non sarà certo lui il primo!”
C: “Sei così testarda che …”
Lo squillo del cellulare interruppe improvvisamente il discorso. Il giovane lo estrasse dalla tasca della giacca e lesse rapidamente il messaggio, per poi alzare gli occhi al cielo.
C: “Devo andare.”
B: “Ma non abbiamo finito!”
Chuck la guardò fisso negli occhi, avvicinando sempre di più la sua mano a quella della ragazza, fino a sfiorarle delicatamente il dorso.
C: “Mi fido di te, Waldorf.” –Disse, accennando un sorriso che, come sempre, sembrava di sfida più che di complicità.
 

A volte uno sguardo vale più di mille parole,
e a volte mille parole non bastano a descrivere uno sguardo.
Preparate i pop corn, upper east siders, il film sta per cominciare!
 

Un uomo alto, distinto e dal portamento fiero era seduto al tavolo della sala interrogatori. Guardava ripetutamente l’orologio, non era abituato ad aspettare: i suoi clienti erano la crema dell’alta società. Si passò una mano tra i capelli brizzolati, aveva deciso di non aspettare un minuto in più in quella stanza opprimente. Proprio quando stava per afferrare la maniglia, la porta si aprì, mostrando il giovane volto del suo cliente.
N: “Buongiorno”- gli diete una stretta di mano molto formale-“sono Nate Archibald e presumo che lei sia…”

  • “Hugh Silver, e da oggi sarò il suo avvocato.”

N: “Può lasciarci soli?” –Il ragazzo si rivolse alla guardia che l’aveva accompagnato. Quest’ultima acconsentì, quasi ruggendo. –“Dunque, come forse lei saprà…”
H: “Sono stato informato di tutti i dettagli della vicenda dal signor Bass. Ci tiene molto ad aiutarla.”
N: “Lo so, lo fa da quando siamo piccoli.” –E non riuscì a trattenere un piccolo sorriso.
H: “Immagino lei sappia come funziona la procedura, dopo quello che è successo a suo padre.”
N: “Conosce l’avvocato che lo assisteva?”
H: “Non personalmente, ma ho seguito da vicino quella faccenda. Comunque torniamo a lei. Innanzitutto, mi deve raccontare per filo e per segno cosa è successo quella notte.”
N: “Ma non ha detto che il mio amico le ha già raccontato tutto?”
H: “Diciamo che mi ha raccontato la versione ufficiale. Io, però, sono molto scrupoloso: allora, cos’è successo realmente?”
N: “Deve credermi, non sono stato io! Mi hanno solo messo in mezzo a quella vicenda, ma sono innocente! Quando l’hanno ucciso io ero con…”
 
L’avvocato scosse la testa con aria contrariata.
 
H: “La verità, signor Archibald, la verità…”
 

Il trucco per convincere gli altri?
 Essere molto abile con le parole! O credere fino in fondo nelle proprie bugie.
Chi può dire quale sia la verità?
L’unico testimone non può presentarsi in giudizio!
 

B: “Pronto…”
J: “Blair? Che...” –Il ragazzo rispose bruscamente, colto alla sprovvista.
B: “Sono Blair, ti ricordi? Ci siamo incontrati qualche giorno fa” –Sperava che la sua voce tremante non la tradisse- “Stavo pensando…”
J: “Certo che mi ricordo, ma non credevo che…”
B: “… Ti va se ci vediamo, domani pomeriggio?”
 

C’è chi ama rischiare a poker per amore del denaro
e chi preferisce rischiare la vita per amore e basta!
Nascondino, guardia e ladri? Che importa a quale gioco abbiamo sfidato la sorte,
una volta tirato il dado non si può più tornare indietro.
E, soprattutto, non si deve prendere la vita troppo seriamente:
non se ne esce mai vivi!

Sapete di amarmi!
XOXO, Gossip Girl  







 

Eccomi, vi sono mancata? Sono in vacanza!! (o, per meglio dire, sto per finire la vacanza) Nonostante ciò, non mi sono dimenticata della mia storia che, ho notato con piacere, continua ad appassionavi! So che i tempi di attesa sono diventati sempre più lunghi, ma chi scrive fan fiction lo sa che non è facile come sembra mettere in piedi un capitolo, dargli un senso logico e controllare che non contenga errori logico-grammaticali (e soprattutto che abbia un senso! xD ). Che altro dire? Aspetto sempre i vostri commenti!!! E buone vacanze a tutte, care lettrici ;)
xoxo   Angel_B

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Capitolo 19
*** Capitolo XIX: Triplo gioco ***


                                                                                                                                                                                                          "Sono Gossip Girl, la vostra sola ed unica fonte di notizie sulle vite scandalose dell'élite di Manhattan.
Sorge di nuovo il sole su Manhattan, illuminando le brillanti vetrine ed i grandi palazzi. Ma siamo sicuri che riuscirà a raggiungere i tenebrosi cuori dell’Upper East Side?
Sfoggiare un collier d’oro non rende persone dal cuore d’oro, così come un’acconciatura perfetta non fa di noi genitori perfetti!
Ma forse la signora Van der Woodsen non era presente alla lezione …”
 

L: “Non aspetterò un minuto di più! Questa storia è durata fin troppo”!
Lily era seduta sul sofà, stretta nella sua giacca bianca di Gucci che si intonava perfettamente al pallore del suo viso. Nella mano sinistra stringeva il cellulare, pronta a chiamare quel numero da un momento all’altro. Rufus posò il bicchiere di vino rosso e le cinse le spalle con delicatezza.
R: “E va bene, chiama la polizia”.
Tutta la sicurezza che la donna aveva mostrato in precedenza, svanì in un istante. Si girò verso il compagno, lo guardò intensamente negli occhi senza dire una parola. Improvvisamente, ruppe quel silenzio teso.
L: “Ti rendi conto che, così facendo, creeremo un nuovo scandalo?”-Disse in un sussurro.
R: “Lo so, ma so anche che tua figlia è sparita ed è il momento di chiamare la polizia. È la cosa giusta da fare, ci sono io qui con te! Lo faremo insieme”-Pronunciò quelle parole con tutto l’affetto di cui era capace.
Lily si portò una mano sugli occhi, sospirò lievemente per poi tornare alla sua espressione professionale.
L: “Non fraintendermi, Rufus, voglio fare tutto il possibile per ritrovarla, ma purtroppo stiamo parlando di Serena”-Si interruppe vedendo lo sguardo stupito di lui- “voglio dire, sono abituata a tutto questo, purtroppo: ogni volta che non la vedo per più di un giorno, penso che potrebbe tranquillamente essere in giro a spassarsela con chissà chi, o a dormire chissà dove come faceva una volta. Le voglio bene, ma sfortunatamente la conosco. Penserai che sono una pessima madre”.
R: “Non l’ho mai pensato, neanche per un istante”.
L: “La verità è che … se non avessi te al mio fianco, sarei persa”-Rise- “Vedi? Non riesco neanche ad essere arrabbiata con te dopo la storia del libro di Nate! Hai uno strano potere su di me …”
Lui non disse nulla, si limitò a sfiorarle le labbra con un bacio casto che racchiudeva tutti i più profondi sentimenti che li legavano. Le spostò una ciocca di capelli dal viso.
R: “Adesso, però, fai quella chiamata”.
 

Quando la fortuna ti sorride, sono tutti tuoi amici.
È quando smette di farlo che capiamo davvero chi sia degno dei nostri sentimenti e chi, invece,
sia destinato a scomparire dalla nostra vita come un paio di Gucci passate di moda.
 

B: “E dimmi, a cosa ti stai dedicando in questo momento? Sono felice che tu sia riuscito a dedicarmi un po’ del tuo prezioso tempo”.
J: “Caso mai sono io a dover ringraziare te per avermi concesso il tuo tempo”-Tamburellava nervosamente le dita sul tavolo- “A dire il vero, mi stupisce che tu mi abbia chiamato”.
B: “Hai detto di essere un mio ammiratore, e a noi persone famose piace dedicarci ai nostri fan, ogni tanto”-Il suo tono era il più giocoso possibile, nonostante fosse in netto contrasto con i suoi sentimenti.
J: “Propongo un brindisi”-Disse alzando il calice di vino, per spezzare la tensione.
B: “A noi”-Rispose ammiccando.
J: “Come sei intraprendente! Non credevo che …”
B: “Che ne dici di andare a Central Park? Ho voglia di prendere un po’ d’aria”.
J: “Ogni suo desiderio è un ordine, signorina Waldorf”.
Uscendo dal David Burke Townhouse, i due si addentrarono nel freddo autunno newyorkese.
B: “L’aria è gelida! Se sei un mio vero fan, dovrai riscaldarmi”-Sorrise.
Il ragazzo, allora, le appoggiò titubante il braccio attorno alle spalle, portando i loro volti pericolosamente vicini.
B: “Sai, ho cambiato idea! Non voglio più andare a Central Park”.
J: “E allora dove”?
B: “Per esempio …”
Lasciò la frase a metà, socchiuse gli occhi e percorse quei pochi centimetri che ancora li dividevano. Gli sfiorò la bocca una volta, due volte, finché lui non aprì le sue labbra, ricambiando il bacio, incapace di muoversi.
B: “ … A casa tua”?
Appoggiato al bancone della cucina, solo nella sua lussuosa suite, Chuck Bass lanciava nervose occhiate al Black Berry. Presentarsi in due sarebbe stato troppo rischioso, continuava a ripetersi per auto convincersi, ma dietro quell’aria di distacco, si nascondeva una forte preoccupazione. Ovviamente non l’avrebbe mai ammesso, ma per quanto si fidasse di Blair, c’era ancora qualcosa che lo faceva temere per la sua incolumità. Possibile che fosse…
-BIP-
Il rumore del messaggio lo scosse dal torpore dei suoi pensieri.

Avvistati: B e Jason riscaldano la fredda aria di Manhattan
con baci bollenti.
Non starai esagerando, B?
Dopotutto si dice “porgi al tuo nemico l’altra guancia”, non le tue labbra!
 

C: “Oh, cavolo, Waldorf”!
 

Nella vita devi scegliere: o sei cacciatore, o vieni cacciato.
A quanto pare la regina B ha scelto da che parte stare.

                                                                                                                                                                                    Dedicati anima e corpo alla tua caccia,
                                                                      ma siamo sicuri che quando tornerai col tuo trofeo in mano ci sarà ancora qualcuno ad acclamarti?
                                                                                                                                                                           In fin dei conti ormai va di moda l’ecopelle.
                                                                                                                                                                                                                         Sapete di amarmi!
                                                                                                                                                                                                                          XOXO Gossip Girl
 
 
 
 
 
 
 
E sono diciannove! Ce l’ho fatta ad aggiornare finalmente, era da parecchio che volevo farlo. L’inizio del capitolo mi ha impegnato un po’ di più, mentre la storia di Blair e Jason è stata un’ispirazione improvvisa, nel giro di pochi minuti avevo già scritto tutto. Spero come sempre che anche questo capitolo vi sia piaciuto. È anche abbastanza lungo, almeno mi faccio perdonare per la prolungata assenza! ;) Che altro dire? Alla prossima!!
Xoxo   Angel_B  

 

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Capitolo 20
*** Capitolo XX: L'arte di vincere ***


“Sono Gossip Girl, la vostra sola ed unica fonte di notizie sulle vite scandalose
dell'élite di Manhattan.
Avete mai giocato al gioco della verità? Sembra che nell’Upper East Side non sia molto popolare. Qui si preferisce il gioco della menzogna.
Le regole? Mentire sfacciatamente, sempre e comunque.
Lo scopo del gioco? Acquisire prestigio, diventare miliardari, divertirsi nei modi più perversi, anche a costo di rovinare la vita degli altri giocatori.
Viene solo da chiedersi … ci sarà mai un vincitore?”
 

N: “Non mi aspettavo una sua visita, signor Silver. In realtà devo ringraziarla, ha interrotto la monotonia della mia giornata da detenuto.”
H: “Ho da comunicarle due notizie, una buona e una cattiva.”
Nate si strofinava nervosamente le mani. Il più piccolo errore lo avrebbe portato alla perdita definitiva della libertà. Il sistema giudiziario americano non era famoso per la sua tolleranza … La sua vita dipendeva interamente da quell’uomo che si trovava di fronte a lui: appariva così insignificante ora, nonostante Chuck gli avesse più volte confermato la sua abilità in tribunale.
N: “La ascolto.”
H: “La buona, è che abbiamo un testimone che può confermare che lei non si trovasse sul luogo del delitto quella notte.”
Il ragazzo si illuminò. Non era un esperto di giustizia ma sapeva che quella poteva essere la sua grande occasione per essere scagionato definitivamente.
H: “La cattiva è che … purtroppo, non potrò più essere il suo avvocato da oggi in poi. Mi dispiace davvero molto, signor Archibald.”
N: “Cosa?!” –Una nota di panico attraversò la sua voce- “Deve esserci un errore!”
H: “Nessun errore. Il signor Bass ha detto che le spiegherà personalmente la situazione, io non posso dirle nient’altro. Tutti i documenti relativi al caso saranno consegnati al suo nuovo avvocato.”
N: “Chi è?”
H: “Non è ancora stato deciso. Se non troverà un altro avvocato, gliene verrà affidato uno d’ufficio. Solita procedura.”
N: “Immagino che non avrò più speranze allora …”
H: “Le prove che abbiamo in mano sono buone, deve solo sperare di trovare qualcuno abbastanza competente per gestirle nel modo migliore.”
N: “Sarà difficile?”
H: “ … Si.”
 

C’è solo una cosa più imprevedibile e capricciosa di un abitante dell’Upper East Side:
il destino.
Ma, mentre il primo può essere corrotto, l’altro è inesorabile. Per stare al suo gioco, devi saper bluffare!

 
B: “Me la immaginavo più grande …” –Esordì Blair, ancora vicino all’entrata.
J: “Ti assicuro che è molto accogliente. E poi, non passo molto tempo qui.” –Rispose divertito il ragazzo.
In effetti, l’appartamento di Jason non era come i grandi appartamenti a cui Blair era abituata. La porta d’ingresso dava direttamente sul salone, al centro del quale troneggiava un divano di pelle, bianco candido. Le pareti un tempo dovevano essere state color crema, ma adesso dell’economica carta da pereti damascata bianca le ricopriva. In maniera sommaria, effettivamente, poiché in alcuni punti stava venendo via, lasciando intravedere il colore originale della stanza. Per il resto, non c’erano molti altri mobili, se non un tavolino di vetro accanto al sofà, con sopra una abat-jour, ed un mobile degli alcolici sulla parete opposta all’ingresso. La prima cosa che colpì Blair, però, fu l’insopportabile odore di chiuso.
J: “Non stare lì ferma sulla porta, accomodati. Ti offro un drink.”
B: “No, grazie. Prima vorrei darmi una rinfrescata. Dov’è il bagno?”
La domanda sembrò spiazzare l’altro.
J: “È infondo al corridoio. Ti accompagno.” –Disse, agitato.
B: “Non ce n’è bisogno.” –Sorrise- “Sarò da te in un minuto.”
La ragazza si diresse verso la porta indicatale, consapevole che Jason teneva gli occhi fissi su di lei. Se era così teso, significava solo una cosa: si stava avvicinando a scoprire il suo piano. Entrò in bagno, chiuse la porta a chiave. Frugò velocemente nella borsetta e trovò il cellulare.
“Ci sono.” Cercò il numero di Chuck e premette Invio. Pochi secondi e giunse la risposta.
“Ottimo. Comincia a giocare a nascondino.”
 

Sei nella tana del lupo, B!
Ed il lupi sono sempre affamati. Cerca aiuto finché sei ancora in tempo,
magari su Google trovi il numero di un buon cacciatore …
 

C: “Ti starai chiedendo perché ti ho fatto venire fin qui … L’ultimo incontro non è stato molto piacevole.”
Lo sguardo di Chuck era glaciale, si intonava perfettamente con l’aria gelida dell’inverno newyorkese. Quell’incontro in un piccolo bar dimenticato dal resto del mondo era stato pianificato all’ultimo momento: Chuck sapeva bene che gli avrebbe rovinato la giornata, ma se non l’avesse fatto, sarebbe stata la sua vita ad essere rovinata. Aveva preso una decisione. E non poteva tornare indietro.
C: “Il punto è che non posso più darti un centesimo perché, vedi … non ne ho più, Isabelle.” –Esordì in tono pacato, ma di chi sa di avere la vittoria in mano.
I: “Non farmi ridere, Chuck!” –Disse lei sprezzante- “Tu non hai un centesimo? Allora le industrie Bass? L’Empire? I tuoi conti nelle banche di tutto il mondo?”
Il giovane esplose in una sonora risata.
C: “Non ho più niente, bellezza! Puoi controllare tu stessa, se non ti fidi.”
I: “Com’è possibile? E il nostro contratto?”
C: “Non posso darti niente, se non ho niente. Tutto ciò che posso offrirti, è un bicchiere di vino. Ti basta?”
I: “Sei un idiota! Hai rovinato tutta la tua carriera per non darmi soddisfazione?”
C: “Un bravo giocatore sa quando è il momento di lasciare il tavolo.” –Disse, assaggiando il sapore della vittoria.
I: “Sono senza parole, sei la persona più subdola che conosca!”
C: “Sicura di non confonderti con te stessa?”
I: “Il mio avvocato saprà come …”
C: “Il tuo avvocato non può farti avere soldi che non esistono. Ti invierò i documenti che mi liberano dal tuo sciocco contratto.”
I: “Ora non hai più niente, Chuck Bass.”
C: “Neanche tu, Isabelle.”
Si alzò teatralmente dalla sedia, come un attore che si gode, dopo la fatica dello spettacolo, il tanto agognato applauso del pubblico che lo ama. Le lanciò un’ultima occhiata. Non era di sfida, né di umiliazione. Era lo sguardo della libertà.
 

L’unico modo per superare i nostri timori è affrontarli dritti negli occhi.
Nessuno, però, ha mai parlato di svuotare un conto in banca!
Sicuro di aver vinto, Bass? Nell’Upper East Side non avere niente significa non essere niente.
È forse vero che i soldi non fanno la felicità? Immagino che il Cavaliere nero sarà il primo a scoprirlo.
Sapete di amarmi!
XOXO Gossip Girl

 
 
 
 
 
 
 
È una vita che non aggiorno la mia storia, e ormai non so più se c’è ancora qualcuno che continua a seguirla. Mi dispiace davvero molto, non ho scusanti. Cercherò di finirla al più presto, ormai siamo quasi arrivati alla fine! Spero comunque che questo nuovo capitolo sia interessante, ho cercato di farlo più lungo, come mi è stato suggerito. :)
XOXO   Angel_B

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Capitolo 21
*** Capitolo XXI: From Jason with love ***


“Sono Gossip Girl, la vostra sola ed unica fonte di notizie sulle vite scandalose
dell'élite di Manhattan.
Ai giorni nostri si sta letteralmente perdendo il significato della parola “coraggio”.
Chi è una donna coraggiosa? Una che nel 2013 non si vergogna di indossare spalline anni ’80, ad esempio. Ma esiste un altro tipo di coraggio molto più raro di un’amante del vintage. Fortunatamente c’è ancora chi non ha paura di sbeccarsi lo smalto per salvare un’amica, usando la propria intelligenza.
D’altronde si sa, l’unica vera eleganza è il cervello. Se si ha quello, il resto viene spontaneo!”
 

Blair era chiusa nel bagno già da un po’. Sapeva bene che quel ritardo avrebbe reso Jason sospettoso, ma non sapeva ancora come agire. Con Chuck avevano studiato un piano, certo, ma prima di metterlo in atto avrebbe dovuto sincerarsi che Serena si trovasse davvero in quell’appartamento. Aveva aperto il rubinetto e messo le mani sotto il getto di acqua gelida: l’avrebbe aiutata a calmarsi. Il prossimo passo? Cercare in ogni singola stanza. Come aggirare Jason? Ancora non lo sapeva. Fissava la sua immagine nello specchio, perfetta come sempre, ma la Blair riflessa non le dava nessun suggerimento su come proseguire. Improvvisamente, sentì un rumore di vetri infranti. Forse a Jason era caduto un bicchiere. Non diede peso all’episodio, ma pochi attimi dopo sentì un rumore più forte proveniente dalla stanza accanto al bagno. Ebbe un’idea: possibile che Serena … Si avvicinò istintivamente alla finestra, ed ebbe un colpo di fortuna che non si sarebbe mai aspettata: il bagno dava sulle scale di emergenza. Raccolse tutto il suo coraggio e scavalcò la finestra, trovandosi sull’impalcatura della scala. Pochi passi e avrebbe raggiunto la finestra della camera affianco. Afferrò il cellulare. Non sapeva bene perché, ma con quell’oggetto a portata di mano, si sentiva sicura, quasi invincibile. Barcollò sulle sue tacco 12 fino agli infissi e sbirciò da dietro la tenda. Lo spettacolo che si trovò di fronte le tolse il respiro per un attimo. La sua migliore amica, la persona con cui aveva condiviso tutta la sua infanzia e adolescenza, era lì, stesa sul letto, legata ad esso per un piede. Jason si era preso la libertà di tapparle la bocca con del nastro adesivo, precauzione importante quando si ha un ostaggio in casa. Blair sentì che stava per svenire, ma tenne duro e, dopo aver aperto la finestra, entrò furtivamente nella camera. Serena si voltò improvvisamente: aveva lo sguardo spaventato. Appena vide l’amica, tuttavia, sembrò rassicurarsi.
B: “Oh mio Dio, S! Cosa ti ha fatto?!” – sussurrò Blair avvicinandosi a lei. Le tolse il nastro dalla bocca.
S: “Blair! Dimmi che non sto sognando!”
Serena non riuscì a trattenere le lacrime. Si gettò addosso all’amica abbracciandola con tutta la forza di cui era capace. Non riusciva a staccarsi. Le lacrime continuavano a sgorgarle calde dagli occhi.
B: “Ti slego e ti porto via da questo postaccio! Ti prego, dimmi che stai bene. Solo questo conta, adesso”.
S: “Si … Sto …” – si fermò un attimo a riprendere fiato – “Sto bene. Fisicamente, almeno. Ma ho paura”.
B: “Non preoccuparti” – Stavolta fu Blair ad abbracciarla forte –“non sono venuta qui senza un piano. Sono Blair Waldorf, lo hai dimenticato?”
Slegò l’amica, dopodiché si mise a digitare freneticamente sul touch screen del suo cellulare. Pochi secondi, e ripose il cellulare in tasca. Il suo piano prevedeva semplicemente quel piccolo attrezzo tecnologico? Serena non ne aveva idea, ma avrebbe dovuto fidarsi.
A Blair sembrava di stare in quella camera da ore, in realtà erano passati solo pochi minuti, ma sentiva i passi di Jason avvicinarsi.
S: “Presto, scappiamo dalla finestra! Ci sono le scale …”
Blair fissò l’amica con occhi di ghiaccio, gli occhi di chi sa di andare incontro al pericolo ma ormai non se ne cura.
B: “Adesso devi fidarti di me”.
S: “Cosa vuoi …”
Non fece in tempo a finire la frase che Blair era già alla porta, e stava girando la chiave nella serratura. Un sonoro cigolio, e la porta era aperta.
S: “COSA STAI FACENDO?!” – Serena la guardò con occhi sgranati.
Sentendo il rumore, Jason si precipitò nella stanza, stupito e adirato.
J: “Ma bene, qualcuno vuole giocare al piccolo detective!”
Immobilizzò immediatamente Blair contro il muro, mentre Serena era troppo impaurita per agire. Il ragazzo serrò di nuovo la porta, mettendosi in tasca la chiave. Il primo istinto di Serena fu quello di avvicinarsi alla finestra, ma fu bloccata Jason che le puntò contro una pistola.
J: “Non sono un idiota, signorine. Non credo che per lavarti le mani impieghi così tanto tempo di solito, non è vero Blair?” – un ghigno comparve sul suo volto – “Nessuna lascerà la stanza finché non lo decido io”.
B: “E cosa vorresti fare, spararci a bruciapelo? Come ti libererai dei nostri corpi poi?” – Il tono era di sfida.
J: “Non sarà un tuo problema, temo.” – Troncò il discorso con un ghigno spaventoso che lasciava facilmente presagire cosa sarebbe accaduto di lì a poco.
Serena cominciava  a perdere fiducia nel piano dell’amica, mentre gli occhi di ghiaccio di Jason si erano spostati su di lei. Non riuscì a trattenere le lacrime. Perché a lei? Una ragazza che avrebbe avuto infinite potenzialità, avrebbe potuto farsi strada nel mondo della moda, avrebbe potuto avere una famiglia felice … Non si meritava di finire con una pistola puntata contro. I suoi pensieri vennero interrotti da Blair.
B: “Dicci almeno una cosa, abbiamo diritto di sapere! Perché è cominciato tutto?”
Jason scoppiò a ridere nervosamente.
J: “Hai chiesto alla persona sbagliata. La vera responsabile è la tua amichetta. Chiedi a lei!”
S: “Stai zitto, Matt!”
B: “Matt?” – La ragazza si voltò perplessa verso l’amica.
S: “Sì, Mattew Ward. Probabilmente ti si sarà presentato con qualche nome inventato: Jerry, Andrew ...”
B: “Jason…”
S: “Già. Che fantasia!”
J: “Come puoi vedere, Serena sa tutto di me. Ti sei chiesta perché?” – Guardò con ira le due amiche – “E’ vero che ho studiato per diventare regista, ti dirò di più: lo sono! Purtroppo la mia fama non è alle stelle, e la tua amica biondina è riuscita ad infangarmela ancora di più. Ecco perché ora si trova qui, ed ecco perché la pagherà cara!”
B: “Non è vero! Sono solo menzogne, Serena non avrebbe motivo di rovinare nessuno, tanto meno una persona che non vale niente come te!”
S: “Piantala, Blair!” – La interruppe bruscamente – “Quello che ha detto è la pura verità. Quest’estate Matt mi aveva scritturato per un film, pensava che grazie alla mia notorietà sarebbe riuscito ad ottenere il successo. Ma … Volevo di più che una semplice parte, volevo essere la protagonista! E lui non me l’ha permesso.” – Cominciò a singhiozzare, la voce le tremava – “L’ho sedotto, poi ho inventato che aveva abusato di me, e l’ho raccontato in giro. Sai come sono queste storie, si diffondono subito … Ed io non ho mai smentito la vicenda. Quindi …”
J: “… quindi mi ha mandato in rovina! Ha rovinato la mia carriera e la mia vita! Dopo quello scandalo, ho dovuto abbandonare il film che stavo girando, ho dovuto subire processi su processi, e ancora la storia non è finita! E tutto perché una ragazzina viziata vuole fare la protagonista! Ora mi capisci, vero Blair?”
B: “Il comportamento di Serena è stato davvero riprovevole, ma arrivare ad ucciderci ti sembra giusto?”
J: “Lei ha rovinato la mia vita, io rovinerò la sua. Mi dispiace per te, non avrei voluto farti del male, ma ti sei immischiata in affari che non ti riguardavano.” – Si rivolse a Serena – “Ho provato a farti fuori in quell’incidente, ti ricordi? Ma cosa sono venuto a sapere poi? Che tu non eri nella Limousine! È stato snervante, sai?”
S: “Quindi l’incidente di Blair … Oh mio Dio, è stata tutta colpa tua!”
J: “Era un bel piano, sì. Ma è andato storto. Quindi ora tenterò con un metodo più diretto.”
Jason mirò prima ad una, poi all’altra. Era indeciso, tentennava. Alla fine, si avvicinò a Serena e le premette la canna della pistola sulla tempia. Blair stava urlando, in preda al panico.
Un rumore improvviso colse Jason alla sprovvista. La porta era stata sfondata.
-      “Polizia, che nessuno si muova!”
Una squadra di agenti entrò nell’appartamento, non ci furono sparatorie: Jason andò nel panico e gettò subito la pistola a terra senza opporre resistenza. Venne ammanettato.
J: “Com’è possibile? Come avete fatto a risalire a me?”
B: “E’ stato semplice, Jason. O dovrei dire Matt. Per tutto il tempo ho avuto il cellulare acceso, e stavo chiamando Chuck. Lui è andato dalla polizia, e tutti hanno sentito in diretta la nostra conversazione. Il resto lo sai già.
Un agente gli intimò di seguirlo alla centrale, mentre gli altri si occuparono di liberare le ragazze, ancora scosse per l’accaduto. Le due si abbracciarono, entrambe in lacrime. Per un attimo avevano avuto davvero paura che quella era la fine.
 

Bisogna sempre sorridere ai complimenti di uno sconosciuto,
ma mai credergli. Questa sarà la nuova moda delle giovani abitanti dell’Upper East Side …
almeno finché non uscirà la nuova collezione primavera-estate di Armani!
Sembra che il nostro caro Jason, ops, volevo dire Matt, sia più bravo come attore che come regista.
Forse prossimamente lo vedremo recitare, ma non vi accalcate davanti al Madison Square Garden: i biglietti
per gli spettacoli dei gruppi di reinserimento dei detenuti sono sempre disponibili.
Sapete di amarmi!
XOXO Gossip Girl
 

 
 
 
 
È passato davvero troppo, troppo tempo dall’ultimo aggiornamento. Seguire la storia in queste condizioni è piuttosto difficile, per questo ho deciso di impegnarmi a concluderla nel prossimo capitolo! Quindi iniziate a fare mente locale di tutto ciò che è successo ai nostri protagonisti, perché ci avviamo alla conclusione. Spero che anche questo capitolo vi abbia interessato, e grazie di cuore a chi segue ancora la storia! J
Baci e abbracci   Angel_B 

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Capitolo 22
*** Capitolo XXII: Vero come la finzione ***


“Sono Gossip Girl, la vostra sola ed unica fonte di notizie sulle vite scandalose
dell'élite di Manhattan.
C’era una volta, nel lontano regno di Manhattan, un giovane principe gentile e riservato.
Un giorno, il principe venne invitato ad una festa che, nel giro di una sera, avrebbe cambiato molte cose.
Non vi aspetterete di certo che qualcuno perda una scarpetta, vero?
Quella è roba antica!
Le uniche cose che si perdono in una festa dell’Upper East Side sono la verginità …
o le staffe!
L’importante è saper affrontare le conseguenze, non è forse vero, N?"

 
La tempesta del rapimento era ormai passata. Gossip Girl era riuscita ad arrivare anche alle notizie più riservate, rendendo la faccenda di dominio pubblico più di quanto fosse auspicabile. Blair e Serena, tuttavia, si erano riprese, anche se non del tutto. La loro attenzione adesso, come quella di tutto l’Upper East Side, era focalizzata sul processo di Nate Archibald per il caso Kohler. Chuck sembrava essere fiducioso, fin troppo, mentre il giovane accusato temeva davvero di non farcela. Il giorno prima del processo aveva messo a dura prova i nervi di entrambi.
C: “Pare che il nuovo avvocato non sia poi così male. Mi ha spiegato la situazione, hai ottime chance Nathaniel.”
N: “Ci crederò solo quando mi avrà tirato fuori di qui.” – Disse col tono piatto di chi ha perso ogni speranza.
C: “Non puoi arrenderti prima ancora di aver lottato. Affronta la situazione con coraggio, come hai sempre fatto, come quando la tua famiglia è andata in rovina. Non ti sei arreso allora, e non ti arrenderai neanche adesso. Intesi?” – Sorrise.
N: “Non mi fido della giustizia.”
C: “Oh, invece devi fidarti. La giustizia non può essere corrotta!”
N: “E se … l’accusa inventasse delle prove?”
C: “In quel caso, ne inventeremo anche noi.”
N: “Ma non hai appena detto che la giustizia non può essere corrotta?”
C: “Sì, ma … io sono Chuck Bass!”
Gli fece l’occhiolino, lo salutò e si diresse rapidamente fuori dall’edificio.
 

Un vero Bass affronta la vita come una partita di poker,
e una partita di poker come se da essa dipendesse la sua vita, ma il bravo ragazzo dell’Upper East Side
saprà stare al gioco?
Da che parte penderà la bilancia della Verità?  Non fatevi ingannare, la Dea Bendata vede tutto,
anche i trucchetti di Chuck Bass.

 
L’espressione di Blair fu attraversata da un lampo di sorpresa quando lesse il messaggio che Chuck le aveva appena inviato: “Ti devo parlare. Vieni all’Empire. Ora!”
L’idea di andare nel covo del Diavolo non la entusiasmava, tuttavia doveva ammettere che Chuck l’aveva aiutata ad incastrare Mattew Ward, quindi era in debito con lui, in un certo senso. Non ci mise molto a raggiungere l’Empire ed a salire all’ultimo piano. Bussò, incerta ma elegantissima nel suo completo beige impreziosito da una fila di perle. La porta si aprì e Blair si trovò, per l’ennesima volta, nella suite che era stata lo sfondo di tante e tante conversazioni, alcune concluse con un brindisi seguito da una notte di fuoco, altre con un “addio” imbronciato, altre ancora senza parole, ma con la tristezza nel cuore. Chissà come sarebbe andata a finire quella volta, pensò la ragazza.
C: “La tua vista è un piacere per i miei poveri occhi stanchi, Waldorf.”
Non c’era ironia nel suo tono, né tantomeno scherno. Non sembrava sul piede di guerra, ma Blair lo conosceva troppo bene per lasciarsi incantare.
B: “Bass, quando la finirai con le tue lusinghe? Ho mille cose da fare, non posso dedicarti più di dieci minuti.”
C: “Oh …” –La guardò dritto negli occhi, e la ragazza intravide, o credette di intravedere, un lampo di tristezza nel suo sguardo- “Volevo parlarti di un argomento delicato, ma se hai solo pochi minuti per me, cercherò di essere breve. Ricordi Isabelle?”
Il cuore di Blair si fermò per un attimo. No, non quel nome! Non di nuovo …
B: “La ricordo benissimo. Scarpe brutte come le sue sono difficili da scordare.”
C: “Beh … lasciamo da parte le sue scarpe per il momento. Quando sto per dirti, non è in nessun modo affar tuo, tuttavia sento che devo assolutamente raccontarti tutto, non so per quale motivo. Isabelle e io stavamo insieme ... per denaro. Solo ed esclusivamente per denaro. Non c’è mai stato amore. Stare con lei era come vivere accanto ad una statua di ghiaccio.”
B: “Cosa?!” –Era scioccata ma riusciva a stento a trattenere un sorriso- “Questo però spiegherebbe le parole che mi hai detto al ballo in maschera, quando mi avevi confuso per lei.”
C: “Già, il ballo … Devi sapere che, mentre tu ti godevi la crociera con il tuo principe azzurro, io sono stato travolto dalle spire infernali del gioco e dell’alcol in Giappone. È lì che ho conosciuto Isabelle, da quel momento è iniziato il mio calvario.”
Mentre parlava, Chuck aveva invitato la ragazza a sedersi, e le stava porgendo un calice di Champagne per addolcire la storia.
C: “Lei ha approfittato della mia debolezza psicologica, mi ha ingannato e mi ha costretto a fare un patto. Avrei dovuto fingere di stare con lei e metterle a disposizione tutta la mia ricchezza, fino all’ultimo centesimo … o lei mi avrebbe portato via tutto!”
B: “Tu sei il mago delle finanze, Chuck. Com’è possibile che una ragazza così ti abbia ingannato? Non capisco!”
C: “Ad essere sincero, neanche ricordo la sera in cui l’ho conosciuta. Ero pieno d’alcol, probabilmente non ricordavo neanche il mio nome. La mattina seguente, mi sono ritrovato nella sua camera d’albergo, con il contratto già firmato lì sul comodino. Per un attimo, avrei voluto uccidermi: alcolizzato, drogato, senza una famiglia e senza neanche più giurisdizione sul mio denaro … La mia vita non serviva a niente!”
B: “Non dirlo neanche per scherzo!”
C: “Sai cos’è stata l’unica cosa che mi ha tenuto in vita?”
Blair non rispose. Si limitò a fare cenno di no con la testa, senza distogliere lo sguardo da quello del ragazzo.
C: “Tu, Blair, proprio tu. Ho pensato al tuo sorriso quando ti portavo i macarons per colazione, al modo in cui solo tu sai guardarmi, alle tue labbra, ai tuoi capelli arruffati di prima mattina, al tuo profumo. Improvvisamente capii che c’era solo una cosa per cui valeva la pena lottare, nella mia vita: tu. Ecco perché sono tornato. Ecco perché sono qui adesso.”
La ragazza era immobile, stava ancora elaborando la notizia. I suoi occhi cominciarono ad inumidirsi, sempre di più, finché non sgorgarono le prime lacrime. Improvvisamente, gli si buttò tra le braccia, con la testa sul petto di lui, come per sentire i battiti del suo cuore e capire se tutto ciò che stava dicendo era vero. Rimasero a lungo in quella posizione, entrambi persi nei loro pensieri. Poi Chuck la prese per il mento, girando così il volto di lei verso il suo. Quello sguardo sembrò durare secoli, nessuno dei due sapeva bene cosa fare dopo. E poi accadde l’inevitabile. Le loro labbra si unirono in un bacio appassionato, carico di desideri, speranze, gioia, amore … Le loro lingue si cercavano disperatamente, come un pellegrino che dopo aver tanto vagato nel deserto, ha finalmente trovato un’oasi dove dissetarsi. Sembrava il finale perfetto per un romanzo ottocentesco, se non fosse stato interrotto da Blair, che si staccò lentamente dalle labbra di Chuck, e lo fissò.
B: “Tra cinque giorni mi sposo.”

Nei film sembra tutto così semplice!
Lui ama lei, lei ama lui, lui confessa i suoi sentimenti, lei cade ai suoi piedi
e tutto finisce con un bel matrimonio.
Gli elementi ci sono tutti. Peccato che il matrimonio
sia con un’altra persona!
 

Il giorno seguente
Era mezzogiorno in punto quando Nate guardò l’orologio. Se lo sarebbe ricordato per sempre, poiché quella era l’ora in cui il suo incubo era finalmente terminato. Le sue orecchie non lo stavano ingannando, il giudice aveva davvero pronunciato il verdetto: innocente. C’era davvero da stupirsi? In fondo, lui era il bravo ragazzo dell’Upper East Side, il fidanzato che ogni madre avrebbe voluto per sua figlia, e poi aveva l’appoggio di Chuck. Ciò significava avere la vittoria in pugno. Strinse la mano al suo avvocato, poi corse ad abbracciare sua madre, che tremava ancora per la tensione. Accanto a lei erano seduti anche Blair, Serena e Chuck, tutti certi del trionfo del loro amico. Ringraziò di cuore l’amico di tutto ciò che aveva fatto per lui, abbracciò anche Blair, ma il suo sguardo si soffermò su Serena. Quante volte l’aveva umiliato, preferendogli il ragazzo solitario? Quante volte l’aveva fatto sentire il terzo incomodo? Eppure, se c’era una persona che non avrebbe voluto deludere in quel processo, era proprio lei. Se fosse stato dichiarato colpevole, avrebbe sopportato lo sguardo disgustato di tutti, dell’intera Manhattan, ma non quello di Serena. Dal canto suo, la ragazza sembrava aver intuito i pensieri di Nate, e stava ricambiando il suo sguardo con forte intensità. Quando tutti furono usciti dal tribunale, fu proprio lei a proporre di andare a brindare, contagiando tutti con la sua allegria. Nate le si avvicinò.
N: “Ascolta, Serena. Abbiamo passato anni a rincorrerci e abbandonarci. Se c’è una cosa che questa storia mi ha fatto capire, è che devo cogliere l’attimo, perché la vita può riservarci delle sorprese, belle o brutte, e tutto ciò in cui crediamo può crollare all’improvviso. Non ho più intenzione di perdere tempo correndo dietro a ragazze di cui non mi importa davvero, ma purtroppo non ho la certezza che i sentimenti che provo per te siano ricambiati al cento per cento. Voglio provarci ancora una volta, andiamo con calma: Serena van der Woodsen, vuoi cenare con me, stasera? Vuoi essere la mia principessa per una notte? O per molte altre, se vorrai.”
La proposta di Nate era arrivata improvvisamente, la ragazza era colta di sorpresa. I loro rapporti non si erano ancora ristabiliti del tutto, tuttavia non poté far a meno di provare un brivido di gusto nel sentire quelle parole. Lo guardò attentamente, sorrise e si avvicinò a lui con fare giocoso.
S: “Passami a prendere stasera alle sette.”
La conversazione tra i due fu bruscamente interrotta da Chuck.
C: “Perdonami, S, ma devo rubarti il cavaliere. Dobbiamo discutere di faccende da uomini.”
S: “Trattalo bene, Chuck. Deve essere in forma per l’appuntamento di stasera!” –Gli fece l’occhiolino e si diresse verso Blair.
N: “Chuck, sono in debito con te. Senza il tuo aiuto sarei in galera, adesso.”
C: “Io non ho fatto nulla, ho solo la fortuna di conoscere tante persone. Ora che la storia è finita, posso sapere la verità, Nate? Sei stato davvero tu oppure no?”
N: “Tu cosa pensi?”
C: “Ho imparato a non fidarmi di nessuno … ma tu sei il mio migliore amico, se mi dici di essere innocente, per me sei innocente.”
N: “Fidati del tuo istinto, Chuck. Sì, sono innocente,e oggi è stato ampiamente dimostrato. Non voglio rovinarmi la vita come mio padre, ora voglio solo pensare alle cose belle che essa ha da offrirmi.” –Sorrise.
C: “Come la bella van der Woodsen.” –Ricambiò il sorriso.
N: “Esatto!”
Si accorsero che Serena li stava chiamando per andare a brindare alla salute di Nate. Chuck si incamminò per primo verso le due ragazze, cercando di ignorare la conversazione con Blair, almeno per quel giorno. Nate lo seguiva a qualche passo di distanza.
N: “Maledetto Kohler, è per colpa tua che ho dovuto subire tutto questo” –Strinse i pugni- “Ti ucciderei altre mille volte …”
C: “Hai detto qualcosa, Nathaniel?”
N: “Oh … Sì, ho detto che dobbiamo sbrigarci!” – Disse, sfoggiando il sorriso più bello che potesse.
 

Si conosce meglio il proprio nemico che il proprio migliore amico:
è più facile guardarsi le spalle da chi non conosci.
A quanto pare, il ragazzo d’oro ha un cuore di pietra,
e io che pensavo che il Cavaliere Nero fosse Chuck Bass …
Non preoccuparti, N, nessuno verrà a farti la predica:
solo chi è senza peccato può scagliare la prima pietra, e nell’Upper East Side
il peccato è un accessorio irrinunciabile!

 
Finalmente il giorno del matrimonio reale era arrivato. Tutto il Principato di Monaco era in gran festa, pronto per accogliere la nuova principessa Blair con tutti gli onori. Quell’evento era stato al centro dell’attenzione dei tabloid da così tanto tempo che sembrava non arrivare mai, ed invece, finalmente, il sogno d’amore di Blair e Louis sarebbe stato coronato. Come di consueto, la cerimonia civile si sarebbe celebrata prima di quella religiosa ed avrebbe avuto luogo nella Sala del Trono del palazzo Grimaldi, che per l’occasione era stato decorato nei toni del bianco e del beige. Eleganti drappi si snodavano ovunque, incartando la sala come un pacco regalo. Gli invitati a quella prima cerimonia sarebbero stati solo un’ottantina, tra cui la famiglia della giovane sposa ed i suoi inseparabili amici, oltre ai capi di stato dei vari paesi. Eleanore e Cyrus erano emozionatissimi, si stringevano le mani in una morsa aspettando che la piccola Blair facesse la sua comparsa. Serena era splendida, avvolta nel suo Gucci dorato a sirena. Sedeva accanto a Nate, che indossava un completo blu, intonato ai suoi occhi. Chuck aveva optato per il grigio, con cravatta rosa e occhiello abbinato.
Louis era già all’altare, nel suo abito da cerimonia bianco. Aveva il cuore in gola, non era mai stato davvero sicuro che quel matrimonio avrebbe avuto luogo, sapeva che Blair aveva temporeggiato a lungo, e la colpa era anche di quell’odioso Chuck Bass che non perdeva occasione per tormentarla. Ma il passato non contava più nulla, ora la sua sposa sarebbe entrata da quella porta e l’avrebbe reso l’uomo più felice della terra con un semplice “sì”. E poi, finalmente, le porte si aprirono e la sposa fece la sua entrata trionfale, sotto braccio di suo padre, mostrando a tutti la sua bellezza. L’abito bianco le cadeva perfettamente, con uno scollo a cuore sul corpetto che si stringeva sulla vita, per poi lasciare spazio ad un’ampia gonna decorata con tanti piccoli Swarovski. Niente velo, al suo posto, una tiara di diamanti completava l’insieme. Attraversò la navata con passo lento, poi il padre la lasciò al suo sposo, che la ricevette con un ampio sorriso. La cerimonia ebbe inizio. Tutti erano molto emozionati, alcuni non riuscivano a trattenere le lacrime per la gioia. Alla fine, il Presidente del Consiglio di Stato pronunciò la classica formula:
-       “Vuoi tu, Louis Antoine, prendere Blair Cornelia Paige come tua sposa?”
L: “Sì, lo voglio.”
-       “Vuoi tu, Blair Cornelia Paige, prendere Louis Antoine come tuo sposo?”
B: “Io …”
C: “NO!!!”
La voce del ragazzo si intromise prepotentemente, lasciando tutti a bocca aperta. Fu come un fulmine a ciel sereno. Ogni singola persona presente in sala, si girò verso Chuck, con aria infuriata.
B: “Perché lo hai fatto, Chuck, è inutile …” –mormorò tra sé.
 
Due anni dopo
Un raggio di sole filtrava leggero dalle tende di seta della camera da letto, colpendo il volto di Blair ancora assonnato. Nella stanza regnava il silenzio più totale, finché la sveglia non interruppe quell’attimo di paradiso. La ragazza si sentì accarezzare la guancia da un bacio, poi quel bacio raggiunse la sua bocca, invitandola ad aprire gli occhi. Si svegliò tra le braccia dell’uomo della sua vita.
C: “Buongiorno mia principessa. Spero che abbia trascorso una piacevole nottata.” –esordì con un ghigno.
B: “Che ore sono? Ho sonno! Avrò sicuramente le occhiaie … Colpa tua, Bass!”
C: “Stanotte non ti sei lamentata delle occhiaie” –rise- “Sarai perfetta comunque! Tu sei sempre perfetta.”
B: “Ne è valsa la pena, lo ammetto. Non c’è imperfezione che un buon fondotinta non possa cancellare.”
C: “Facciamo colazione in terrazza?”
B: “Ho un’idea migliore … Facciamo colazione a letto!” –Gli fece l’occhiolino.
C: “Blair … sono le sette.”
B: “Cosa?! È tardissimo! Perché non me l’hai detto prima? Louis e François saranno all’aeroporto tra un’ora!”
C: “Porta anche il bambino? La madre di Louis non aveva detto che non avrebbe potuto uscire dal principato?”
B: “Per una volta che sono riuscita a convincerla, guarda come mi ritrovo!”
Non finì la frase che già era saltata fuori dal letto e si stava dirigendo in bagno per farsi la doccia.
C: “Ti ci accompagno io, non ti far prendere dal panico.”
B: “Sei stupido, Bass? Non puoi accompagnarmi tu! Scoprirebbe tutto, manderesti all’aria due anni di impegno!”
C: “Hai ragione … ti porto a casa di tua madre, da lì ti farai accompagnare dal suo autista.”
B: “D’accordo.”
Chuck si sedette sul letto, pensieroso.
C: “Spiegami ancora una volta che senso ha il tuo matrimonio con Louis.”
B: “Sai che non voglio più fare questo discorso. Vi amo entrambi, anche se in maniera diversa … Sei ancora in pigiama? Sbrigati!”
C: “Ho speranze di rivederti stasera, al matrimonio?”
B: “Certamente, Bass! Non posso certo mancare al matrimonio della mia migliore amica. Sono sicura che lei e Nate saranno stupendi!”
Rideva mentre parlava del fatidico “sì” dei loro amici. Per un attimo era tornata la Blair spensierata di quando aveva 16 anni, quando l’unica cosa che le importava era partecipare ai party più in dell’Upper East Side. Poi, improvvisamente, ripiombò nella dura realtà. Uscì dal bagno, avvolta in un accappatoio bianco, e guardò fisso Chuck.
B: “Stasera dovremo … dovremo ignorarci? Insomma, trattarci come vecchi conoscenti?”
C: “Temo di sì. Tu avrai tuo marito e tuo figlio, la mia presenza non sarà necessaria, anzi direi che sarebbe fuori luogo. Per me sarai solo la Principessa Blair.”
B: “Sarà orribile. Non so se ce la farò.” –Si buttò tra le sue braccia – “Cosa posso fare?”
C: “Fingi Blair, fingi di divertirti. La sincerità non ha mai fatto parte di questo mondo.”

B: “Non sarebbe dovuto finire tutto così, Chuck! Se il mondo in cui viviamo è falso, cosa ci resterà di ciò che siamo adesso, in futuro?”

C: “Un paio di Laboutin tacco 12, presumo...”
 

La vita di una principessa è piena di decisioni difficili.
Sembra che per una volta, la regina B, o dovrei dire la principessa B,
abbia scelto l’amore:
sappiamo tutti che ci sarà posto sempre e solo per un cavaliere nel suo cuore.
Devo correre a comprare un abito per stasera!
Gossip Girl non può mancare al matrimonio più atteso di Manhattan.
Auguri e figli maschi, Serena e Nate! Speriamo che il vostro matrimonio sia come un tubino nero:
di gran classe e intramontabile.
Sapete di amarmi!
XOXO Gossip Girl

 
 
 
Si conclude così la mia interpretazione della 5^ stagione di Gossip Girl. Devo essere sincera, non ho voluto vedere l’ultima stagione del telefilm in tv prima di concludere la mia storia, perché temevo che altrimenti avrei preso troppa ispirazione da esso e parte della mia fantasia sarebbe svanita. Ho preferito quindi creare una storia originale, lasciandomi guidare solo dalla mia mente. So che è un po’ diversa dalla classica storia a lieto fine che tutte desiderano, ma spero davvero che questa fan fiction vi sia piaciuta, vi abbia tenuto compagnia e vi abbia emozionato. Ricordate che è la prima che scrivo, quindi magari non avrò raggiunto livelli eccelsi, ma mi sono divertita molto!! Aspetto come sempre le vostre opinioni e spero di tornare presto a scrivere, su questo o su altri fan dom. :D
Baci e abbracci, Angel_B

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