It's a Hunter's Fate...

di Dolly Haze 2
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Chapter 1- I Will Be A Hunter! ***
Capitolo 2: *** Chapter 2: Storm: I Will Survive! ***



Capitolo 1
*** Chapter 1- I Will Be A Hunter! ***


DISCLAIMER: I personaggi di HunterxHunter non mi appartengono (PEECCATO...), ma sono di creazione del sensei Yoshihiro Togashi (c).
Hachi è sotto mio (c) XD Lei è mia X°°
Kiriru è (c) di Gohan96
India è (c) di pooka13 (che dovrebbe essere Hisokagirl) (XD)

Bene! Detto questo....ENJOY YOURSELVES!!!<3

-It's a Hunter's Fate...-


La nave era salpata. Cosa lasciasse dietro di sé, lo sapevano tutti, e non lo sapeva nessuno. Ognuno era conscio di ciò che lasciava, ma nessuno immaginava cosa lasciasse l'altro. Erano in tanti, ed erano in pochi. Troppi per creare, anche solo per un istante, qualsiasi tipo di legame. Troppo pochi per riuscire a non avere paura.

Era appunto l'unico pensiero comune a quelle persone, unica cosa che li rendeva simili; l'angoscia del vuoto, l'inquietudine dell'infinito, il terrore dello sconosciuto...

E' qui che tutto ha inizio. Su una vecchia e piccola nave, che abbandona lenta il porto, trasportando con sé persone che avevano deciso di cambiare qualcosa. Che quel qualcosa fosse la loro vita, la sorte di altri, o altro ancora, nessuno lo sapeva. Eppure, si trovavano tutti lì per il medesimo motivo...


CAPITOLO 1

i will be a hunter!


-Ma non è GIUSTO!-, protestò una voce squillante ed evidentemente alterata.

-Questo lo decido IO, dal momento che ci troviamo sulla MIA nave!-

-IO, MIO...Cos'è questa mania dei possessi?! LO SA CHE ESISTONO PERSONE CHE NON POSSIEDONO NULLA E NON HANNO NEANCHE SOLDI PER MANGIARE?!?-

La ragazza castana sbuffò. Il capitano era davvero un vecchio idiota e irragionevole...! Insomma, un gruppo di persone PERBENE aveva trovato un INNOCUO passatempo per tenersi impegnati durante il viaggio...Cosa c'era di male?! Dopotutto, si trattava solo di...

-Scommesse clandestine! Testa o croce! GIOCO D'AZZARDO!-

-Adesso non esageriamo...-, osservò lei.

In risposta, il vecchio capitano la fulminò con un'occhiata torva.

-Ma era tanto per divertirsi un po'! E già che siamo lì, magari si guadagna anche qualcosina...! Ma è tutto PERFETTAMENTE legale e sotto controllo, cosa crede...!-

Il capitano sospirò.

-Li conosco, quelli come voi, ragazzina-, si limitò a sibilare.

Stavolta fu lei a sospirare.

-OK, OK....! Stiamo buoni, ma la prego, niente paternale! Ci mancherebbe solo quella...-.

E si allontanò, borbottando fra sé e sé insulti e minacce.

"Quest'anno i candidati mi sembrano promettenti...", pensava intanto il capitano. "Anche se...".

Gettò una rapida occhiata al ponte dell'imbarcazione. C'erano perlopiù uomini alti e corpulenti, dall'aria vagamente minacciosa, fatta eccezione per quei due o tre ragazzini, e le ragazze.

Era strano, quasi bizzarro...Non c'erano mai state così tante donne, alla partenza. Tre. Tre ragazze, anche piuttosto giovani. Dovevano avere all'incirca la stessa età.

Una era la ragazza con cui discuteva prima a proposito delle scommesse, quella con la treccina di lato e i capelli lunghi. Doveva essere un'assassina, o roba del genere. Ormai, quella gente la riconosceva ad occhi chiusi.

L'altra era una ragazzina dall'aria calma e serena. Se ne stava lì, con quei lunghi capelli neri che le svolazzavano sul volto, a rimirare l'orizzonte. Sembrava non essere turbata dal contesto in cui si trovava. Le aveva parlato prima; lei gli aveva chiesto se fosse la nave giusta. Tutto sommato, sembrava una ragazza carina. Peccato che la gente carina finisse sempre male...

La terza era un tipo silenzioso, ma il suo aspetto attirava l'attenzione. Forse per i capelli biondi e gli occhi chiari...Non si vedevano molte ragazze così, da quelle parti. Non aveva ancora avuto occasione di parlare con lei, ma gli dava la sensazione di essere abile. Ma forse, era solo una sensazione.

Oltre alle tre donne, c'era anche un ragazzino. Che ironia...! Un torneo che richiede forza fisica, predisposizione e preparazione, e chi vi partecipava? Tre donne, un ragazzo dall'aspetto composto e immacolato, e un bambino?

-Come gira il mondo...-

Già...Nonostante tutto, quel bambino aveva qualcosa di speciale. Gli sembrava di vivere un deja-vu...

Il vecchio scrollò la testa. Era ora di mettersi al lavoro, altro che perdersi in pensieri!

Si diresse a passi pesanti e marziali verso la propria cabina. Prima di chiudere la porta, guardò di sbieco la ragazza che voleva giocare a testa o croce. In risposta, lei sfoderò il più ampio e falso dei sorrisi che avesse mai visto. Tzè...Malviventi.

-FINALMENTE se n'è andato!-, esclamò la stessa ragazza, non appena il capitano si fu chiuso nella cabina.

-Allora, dov'eravamo rimasti? Chi è che dovevo ammazzare?-

Uno dei poco di buono del gruppetto si fece avanti.

-Tocca a me. Fatti sotto, bambolina-.

Lei fece per sfoderare la propria arma, ma una voce la interruppe a metà del gesto.

-Aspetta!!-

La ragazza dai capelli neri che aveva incrociato prima si era voltata verso di lei, e ora la guardava con sguardo fermo e apparentemente severo.

-Eh? Che c'è? Lo volevi uccidere tu?-, domandò l'altra infastidita e incuriosita.

-NO! Ma il capitano vi ha detto di non scommettere più!-, replicò la mora, fissandola, cupa.

L'altra ghignò.

-E chi sta scommettendo?-

La mora tacque. L'aveva colta alla sprovvista, ma non aveva alcuna intenzione di dargliela vinta.

Stava preparando una risposta per le rime, quando si accorse che, fra l'altra ragazza e lei, si era piazzato uno strano ragazzino.

Fissava la ragazza che si apprestava a combattere. La fissava con insistenza.

-Insomma-, esordì la diretta interessata, più infastidita che altro, -Che c'è?-

Il ragazzino continuò a fissarla, senza rispondere. Si limitava a guardarla con occhi grandi e curiosi, di quelli tipici dei bambini piccoli.

Poi, si decise a parlare.

-Signorina, questo gioco mi piace molto!-, disse, indicando le monete posate su un piccolo barile. -Mi può spiegare come si fa?-

Nessuno ci poteva credere. Se ne stavano tutti lì, con gli occhi sbarrati, lo sguardo puntato su quel bambino.

-Ma sei scemo?!?-, esclamò la ragazza dai capelli castani, un'espressione allibita dipinta in viso.

-Non sono giochi per bambini, questi! E' pericoloso! E adesso pussa via, abbiamo da fare!-.

Ma quello non accennava a muoversi.

-Anche il capitano ha detto che non si può giocare...Quindi dev'essere davvero molto pericoloso...!-, proseguì il bambino, indicando con un dito sia le monete che osservava prima, sia il gruppetto che si apprestava a scommettere.

-Ma se stai buono, il capitano non lo saprò mai-, ribatté la ragazza, facendogli il verso.

-Su, da bravo...Vai a giocare con quella bella ragazza che la pensa come te-, proseguì, alludendo alla mora che aveva cercato di fermare il gioco.

-Io ho un nome. Mi chiamo Kiriru, e questo ragazzino ha ragione! E' pericoloso, non dovreste farlo!-.

L'altra guardò Kiriru, di sottecchi. Che enorme seccatura, tutti quei pacifisti convinti...! Non sarebbero durati un giorno, al torneo.

Sbuffò di nuovo. Temeva che, con tutto il chiasso che stavano facendo, il capitano uscisse dalla cabina per controllare. E l'ultima cosa che voleva, era essere buttata giù dalla nave.

Odiava darla vinta a qualcuno...

-E va bene! Come volete! Ma solo perché non voglio che quel vecchio fastidioso se la prenda ancora con me!-, sbottò, in tono altezzoso.

Kiriru sorrise, così come il bambino.

-Sai, sei stato coraggioso-, disse lei, rivolta al ragazzino, -Non hai avuto paura?-

Lui scosse la testa, vigorosamente, sempre con un ampio sorriso. -Affatto!-

La ragazza era piacevolmente sorpresa. Sembrava un personaggio interessante...

-Io sono Kiriru, ma penso che tu lo sappia già-, ridacchiò.

-E tu? Come ti chiami?-

Senza perdere il sorrisone, l'altro le rispose.

-Il mio nome è Gon Freecs! Sto andando a cercare il mio papà-.

-Oh-, commentò Kiriru, -e intendi trovarlo al torneo per Hunter?-

Gon scosse la testa.

-No, io devo diventare un Hunter per trovarlo! Sa, signorina Kiriru, lui è un Hunter professionista, e viaggia un sacco, per tutto il mondo. Io non l'ho mai visto, e per questo voglio partecipare al torneo. Così diventerò forte come lui, e un giorno potrò incontrarlo-.

A Kiriru parve una storia quasi commovente. Era davvero un ragazzino ammirevole...

La ragazza di prima, nel frattempo, osservava la scena, annoiata.

-Uuufffaaaa.....Che mortorio di viaggio...!!-, disse fra sé, appoggiandosi al bordo legnoso della nave.

-Non me lo dire...Chissà quanto manca all'arrivo...-.

Voltò il capo. A parlare, era stata una ragazza bionda, appoggiata al bordo come lei.

La bionda sorrise, quasi timidamente.

-India-, disse, -è il mio nome. Il tuo?-.

-Hachi-, rispose l'altra, guardandola con diffidenza.

Dopo qualche istante, sorrise anche lei, anche se non sembrava un vero sorriso. Non era abituata a sorridere 'dolcemente e carinamente'. Sorrideva spesso, ma non era mai un sorriso sincero...Ma non le importava.

Seguirono attimi di silenzio. Le due, distolto lo sguardo l'una dall'altra, avevano preso a scrutare il cielo e l'oceano, come se ci fosse stato qualcosa di veramente interessante tra i candidi cirri e le pavide onde.

-Ti senti pronta per l'esame? Qualche ripensamento?-, domandò distrattamente India, nel tentativo di sostenere una conversazione normale. Sentiva di averne un assoluto bisogno...Non voleva pensare. A nulla.

Hachi fece un risolino.

-Naturale!-, replicò, spavalda. -E poi, anche se non lo fossi, ormai sono qui. O la va o la spacca. Ma sicuramente andrà-.

La biondina accennò un nuovo sorriso, con una punta di amaro. Aveva perfettamente ragione...Era una domanda superflua...O si era pronti, o si lasciava la pelle. Era la semplice e cruda regola che vigeva padrona in quella situazione.

-Ma guarda tu quello gnomo...Si è già trovato l'amichetta-, ridacchiò Hachi, alludendo a Gon e Kiriru, che discutevano di qualche cosa, seduti sul ponte.

-Bè, buon per lui-, replicò India, divertita. -Tanto mi pare la pensino allo stesso modo...-.

Hachi gemette, ricordando la scenetta di poco prima. -Non me ne parlaree...! Odio la gente che non si fa i fatti propri!! Insomma, saranno fattacci miei, se il capitano poi s'incavola e mi scaraventa giù dalla barchetta!! E CHE DIAVOLO!!!-

-Barchetta...?!?-, tuonò una voce possente, alle loro spalle.

Le ragazze si voltarono, con uno scatto. Davanti a loro, visibilmente alterato, c'era il capitano.

-Ma lei non era a giocherellare in cabina?!?-, esclamò Hachi, indicandolo.

Lui non battè ciglio.

-Ringrazia il cielo che non ti scaravento in mare seduta stante-, si limitò a borbottare.

-Il cielo...Ceerto..! Cos'è, una specie di MIRACOLO? Devo ringraziare l'angioletto che mi protegge?-, ribatté Hachi, scettica.

-No, intendo proprio di ringraziare il cielo. Sta arrivando una tempesta. Pensate a mettervi al riparo-, si limitò a dire il capitano. Dopodiché, si preoccupò di dare direttive all'equipaggio.

-COSA?!? E CE LO DICE COSI'?!?...Lei non ha cuore!-, si lamentò Hachi, con voce piagnucolosa.

Subito dopo, un ragazzo le avvicinò. Non doveva essere vecchio, ma sembrava avere più anni di quelli che probabilmente aveva effettivamente.

-Penso che il vecchio abbia ragione-, disse, rivolgendosi a loro. -Io non me ne intendo, ma quelle nubi hanno l'aria minacciosa-, osservò.

Hachi e India levarono lo sguardo verso l'alto. Effettivamente, le belle nuvolette bianche che c'erano fino a poco prima, erano state rimpiazzate da nuvoloni neri che di rassicurante non avevano proprio nulla.

-AH, ma tu sei uno di quelli che scommetteva prima! Avevi puntato su di me, vero?! Dài, dài, dimmi di sì!-, esclamò Hachi, rivolta al ragazzo.

-Ecco...Veramente non avevo scommesso...Puntavo tutto su Testa o Croce!-, ridacchiò quello nervosamente.

-Oh, capisco-. Hachi sembrava delusa.

Dopo un attimo di silenzio, il ragazzo proseguì.

-Bè, non so come fosse gli altri anni, ma quest'anno devo dire che siamo stati fortunati-, ghignò, alludendo alle ragazze presenti.

India sospirò. Un altro maniaco...

Anche Hachi sospirò, ma sembrava divertita.

-Già...Peccato che noi non possiamo dire altrettanto-, aggiunse, sempre ridacchiando, gettando un'occhiata al ponte, e poi a chi aveva di fronte.

Il ragazzo sembrava abbattuto.

-Dovevo aspettarmelo...-, bofonchiò, rassegnato.

India ridacchiò. In fondo, sembrava innocuo.

-Io sono India-, gli porse la mano, sorridendo. -So che non è proprio l'obiettivo primario di questo viaggio, ma spero che andremo almeno d'accordo-.

L'altro sembrava rincuorato.

-Io sono Leorio, dolcezza-, si presentò, cercando di apparire affascinante.

L'unica cosa che ottenne, fu una risatina isterica di India, che non sapeva come reagire.

-MOLTO piacere, ma qui il vento sta ballando la hula, e ho già visto cinque o sei pinguini che volavano...Insomma, fa freddo e tra un po' all'esame per Hunter ci arriviamo volteggiando nell'aria-, interruppe Hachi, nel tono annoiato che spesso aveva.

Anche Leorio ridacchiò.

-Ehe...Già-. Sorrise alle ragazze.

-Invece di arrecare disturbo ad altri, perché non ti preoccupi di metterti al riparo?-

Un ragazzo dai capelli biondi si era rivolto a Leorio, in tono distaccato e vagamente accusatorio.

L'altro, dal canto suo, sembrò infastidito dalle parole del giovane.

-Senti, tu..! Come ti permetti! Guarda che....-, sbottò, inferocito.

Il biondo si limitò a squadrarlo con sguardo fermo e severo.

-Ritengo non sia una buona idea-, lo interruppe.

-Ma non sai neanche cosa stavo per dire!-

-Non mi è difficile immaginarlo-

Leorio era fuori di sé. Sembrava gli uscisse fumo dalle orecchie. L'atmosfera era tesa, il silenzio assordante.

-Oh!-, si lasciò sfuggire Hachi, assistendo alla scenetta.

Se avessero aspettato solo un minuto di più, Leorio si sarebbe avventato sul ragazzo, cercando di attaccarlo. Ma, fortunatamente...

-TEMPESTA!!! TUTTI AL RIPARO!!!!!!!!-

La nave iniziò ad oscillare pericolosamente. Il cielo era ormai annerito dalle nubi, e la pioggia aveva iniziato a cadere, scrosciante.

Così, furono tutti costretti a rientrare.

Prima di sistemarsi nel proprio angolo, Leorio guardò male il ragazzo biondo.

L'altro, al contrario, lo ignorò.

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PROSSIMO CAPITOLO: "STORM. I WILL SURVIVE!", Non perdetevelo!^_-
Dal prossimo capitolo, i personaggi di HxH si sono GENTILMENTE e SPONTANEAMENTE offerti per fare le anticipazioni!^O^ (Ma QUANDO MAI?!? nd Killu)(Hai fatto tutto da sola...!TToTT nd Leo)(Le anticipazioni, che bello, che bello!*w* nd Gon)(...Voglio morire..°° nd Kura).
Al prossimo chap! SEE YA!!^*^ (Speriamo di no nd Killu)(Ma è divertente!!^O^ nd Gon)(Se qualcuno mi uccide, mi fa un favore enorme °°'' ve lo giuro, vi pago nd Kura)(Soldi?? *_* nd Leo)

Bye, desu! :* Chidori





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Capitolo 2
*** Chapter 2: Storm: I Will Survive! ***


Ed eccoci qua, con il secondo capitolo!^O^ Sono contenta che il primo vi sia piaciuto!>w< Grazie dei commenti, me commossa **
Vi dirò, di questo secondo capitolo, non sono troppo soddisfatta...Ma forse è solo una mia impressione. Bè, spero sia comunque di vostro gradimento!><
E spero anche di aver reso bene i personaggi >< Tutti quanti, quelli originali e gli OC.
Le rispose alle recensioni dopo la storia^^.
Bè, vi lascio alla lettura!
Enjy Yourselves!^_-

2 capitolo

storm: i will survive!



Uno scossone fece oscillare pericolosamente la nave. Di nuovo.

-Sessantatrè-, mormorò Hachi, apatica.

-Cosa?-, domandò India.

-Gli scossoni-.

-Oh-.

Cadde di nuovo il silenzio.

-Chissà quando finirà...-, sussurrò India.

-Di solito le tempeste così durano da....-, intervenne il ragazzino, Gon.

-E chi ti ha chiesto niente?-, lo fulminò Hachi, torva. Sembrava di cattivo umore.

Gon stette in silenzio.

Nel frattempo, Leorio stava ancora guardando di sbieco il ragazzo di prima. L'altro, dal canto suo, sembrava noncurante della situazione, e dormiva beatamente sulla sua amaca.

-Forse faremmo meglio a dormire...Non credete?-. A parlare era Kiriru, che, come Gon, si era aggregata all'unico gruppetto che ancora non dormiva.

-Nessuno ha chiesto il tuo parere-. Era sempre Hachi, che questa volta sibilava a Kiriru.

India levò gli occhi al cielo, rassegnata e spazientita. Non ne poteva più di stare compressa in quella stiva buia e umida...Avrebbe dato qualunque cosa pur di andarsene.

Altro scossone.

-Sessantaquattro-.

Kiriru sospirò. Non le restava che attendere.

KA-BOOM!

Tutti quanti i presenti sobbalzarono. O perlomeno, chi era ancora sveglio.

-E' proprio una burrasca coi fiocchi-, annunciò Gon, in tono quasi fiero.

Hachi stava per abbaiargli qualcosa di poco carino, ma si trattenne. Era solo un bambinetto...Non aveva senso prendersela con lui.

D'improvviso, si spalancò la porta. Il capitano era sulla soglia, gettando un'occhiata alla stiva, cercando di distinguere, al buio, le sagome che lo stavano fissando.

-Voi-, tuonò, senza aggressività, indicando con un cenno del capo Gon, Kiriru, India e Leorio.

-.Poi tu-. Questa volta, si riferiva ad Hachi, che si era accasciata contro la parete umida, in disparte, -e anche tu-, concluse, avvicinandosi al ragazzo biondo che, qualche ora prima, aveva discusso con Leorio.

-I vostri nomi-, pronunciò, insindacabile.

-Sono Kiriru-. La morettina fu la prima a rispondere.

-Mi chiamo Gon Freecs-, sorrise il ragazzino.

-India-, fu la semplice risposta della bionda.

-Leorio-.

Hachi sembrò riflettere un attimo, prima di rispondere. Poi, fissando il vecchio, parve rilassarsi.

-Hachi*. Niente domande-.

L'uomo annuì. Era più che sufficiente.

L'altro ragazzo, che prima giaceva su un'amaca, evidentemente cercando di prender sonno, si sollevò sui gomiti, rivolgendo l'attenzione al capitano.

-Sono Kurapika-, disse subito.

-Molto bene. Ora, vi spiacerebbe dirmi il motivo per il quale desiderate diventare Hunter?-, proseguì l'uomo, senza muoversi dalla sua posizione.

Per qualche istante, calò il silenzio più assoluto. Perfino la tempesta parve zittirsi. Tutti sembravano riluttanti nel rispondere.

-Io-, esordì Gon, la voce sempre decisa e squillante.

Come diavolo faceva...?

-Io voglio diventare un Hunter per trovare il mio papà. Perché anche lui è un Hunter, e adesso sta viaggiando per tutto il mondo. Io diventerò Hunter, combatterò con il regalo che mi ha lasciato-, e abbassò lo sguardo sulla canna da pesca che stringeva fra le mani, -e lo troverò-, concluse, sempre sorridente.

India, invece, parve rattristarsi.

-Io sto fuggendo dal mio destino-, bisbigliò, criptica. Il tono che aveva usato, e la frase che aveva appena detto, lasciò intendere che non avrebbe aggiunto altro.

-E tu? Cosa mi dici?-, domandò il capitano, rivolto ad Hachi.

Lei lo fulminò con lo sguardo.

-La licenza è comoda. Se ammazzi qualcuno, puoi sempre dire che era un criminale e che lo facevi per lavoro. Così non ti sbattono dentro-.

Questa fu la sua risposta.

-Ti diverte molto, fare l'assassina-, commentò fredda Kiriru.

-Non mi diverte, e non sono un'assassina-, ribattè Hachi, altezzosa. -Mi serve per lavorare-, fu l'unica spiegazione che diede.

-Io, invece-, la mora prese la parola,-ho fatto una promessa ad un amico. Ma per mantenerla, è necessario che sia forte. E ora, non lo sono affatto-.

L'uomo annuì, distrattamente.

-Voi?-

Kurapika era ancora semidisteso sull'amaca.

-Le mie motivazioni sono troppo personali perché io possa rivelarle-, disse.

A quel punto, Leorio si alzò in piedi, e si pose davanti al capitano. Aveva l'aria alterata. E anche minacciosa.

-Perché mai dovrei rivelare le mie motivazioni a uno sconosciuto?! Sono fatti miei, e non devono riguardare altri!-, ringhiò.

Ma l'uomo non si scompose, né si ritrasse.

-Statemi bene a sentire. All'inizio di ogni esame, si presentano sempre centinaia di persone disposte a qualunque cosa, pur di possedere una licenza di Hunter. Per la maggior parte, sono uomini determinati e senza scrupoli, all'apparenza forti e imbattibili. Eppure, solo una minima parte risulta avere i requisiti giusti per diventare Cacciatore-.

-Dove vuole arrivare?-, sbottò Leorio, ancora in piedi di fronte a lui, i pugni stretti.

Il capitano si fece serio, più di quanto non lo fosse prima.

-Possibile che non l'abbiate ancora capito? I partecipanti all'esame devono essere selezionati, e la selezione è già iniziata. L'esame, per voi, ha avuto inizio sin dall'istante in cui avete messo piede su questa nave. Io sono uno degli Esaminatori incaricati per questa selezione, e ora, se ci tenete davvero a diventare degli Hunter professionisti, rispondete alla domanda-.

Detto questo, guardò prima Leorio, poi Kurapika.

-Ma...ma lei....-, balbettò Leorio, ma venne interrotto.

-Sono l'unico sopravvissuto della tribù dei Kuruta. Intendo diventare un Black List Hunter, al fine di catturare e punire chi causò quel massacro, e recuperare gli occhi cremisi sottratti ai corpi dei miei compagni-.

Tutti ammutolirono. Kurapika aveva parlato tutto d'un fiato, sempre con calma e pacatezza. Tuttavia, guardandolo in viso, pareva turbato. E, dopo quanto aveva raccontato, ne aveva tutto il diritto.

Alle sue parole, Kiriru era improvvisamente sbiancata.

Aveva sentito bene? Aveva detto...Kuruta...?!?

-Va tutto bene, signorina Kiriru?-, domandò il piccolo Gon, accorgendosi della reazione della ragazza.

Lei deglutì, cercando di calmarsi.

-S-sì, non preoccuparti...E' tutto a posto-, rispose, tentando disperatamente di apparire tranquilla. Ma non riusciva a togliere gli occhi di dosso da quel ragazzo...Kurapika...

Mentre Kiriru lo fissava, incredula e impietrita, il giovane aveva iniziato una nuova lite con Leorio. A quanto pareva, le motivazioni di quest'ultimo non gli andavano troppo a genio...Infatti, aveva dichiarato di voler ottenere la licenza per un solo motivo: il denaro.

E così, partendo da uno stupido battibecco, i due erano arrivati al punto di dichiarare di volersi confrontare in combattimento. All'istante.

-Ma è una follia!-, esclamò India, alla decisione dei due, che ancora si guardavano in cagnesco.

-Ma no, lascia-, s'intromise Hachi, in tono entusiasta -lascia pure che si annientino a vicenda. Così avremo meno concorrenza! E' divertente-.

-No che non è divertente-, sibilò Kiriru, a denti stretti. La breve storia di quel ragazzo le aveva lasciato addosso un senso di malessere piuttosto fastidioso...Il passato iniziava a tornare a galla, e questo non le piaceva.

-Bè, a me pare un'idiozia bella e buona-, sentenziò la bionda, alzandosi in piedi e seguendo i due litiganti, Gon e il capitano sul ponte.

Hachi fece un sorrisetto. Sembrava che la cosa la interessasse.

-Uh, magari si fanno fuori sul serio...Voglio vedere cosa succede se fanno BUM! E vanno per aria!-, esclamò, una punta di eccitazione nella voce, alzandosi in piedi e dirigendosi a balzi verso l'esterno.

"E' pazza", fu il primo pensiero di Kiriru. "E' davvero completamente pazza".

Nonostante tutto, uscì anche lei. Non le andava di restare sola...Non voleva ascoltare tutto quel....quel silenzio.

Non era ancora arrivata sul ponte, quando uno scossone più violento dei precedenti le fece perdere l'equilibrio.

-AH!-

Cadde sul pavimento legnoso dell'imbarcazione, mentre quella si reclinava pericolosamente di lato...

La ragazza si sbrigò a rimettersi in piedi, e si precipitò fuori.

-CHE SUCCEDE?!?-, gridò, mentre anche quelli che stavano dormendo nella stiva, correvano sul ponte, cercando di fare il possibile per mantenere la rotta della nave.

Peccato che, la maggior parte di loro, non aveva la minima idea di come si affrontasse una tempesta in mare; così, il capitano e i suoi marinai, si ritrovarono con più di venti uomini che correvano avanti e indietro per la nave, tra chi si arrampicava sull'albero maestro e chi cercava di combinare qualcosa con le vele, ma sempre invano.

-KIRIRU!-, urlò India di rimando, -AGGRAPPATI DA QUALCHE PARTE! RISCHIAMO DI VENIRE SBALZATI IN MARE!!-.

La mora annuì, abbarbicandosi alla prima fune che trovò. Però... Non potevano stare con le mani in mano.... Dovevano fare qualcosa.

Nel frattempo, Leorio scivolava su e giù per il ponte, da sdraiato, urlando e bofonchiando qualcosa di incomprensibile.

Hachi si era aggrappata alla rete di funi che reggeva la vela principale, al momento chiusa. Cercava di arrampicarsi su, verso l'alto, nel tentativo di fare qualcosa.

-Non farlo!-, le urlò Kurapika, che stava a poca distanza da lei.

-Corri il rischio di cadere! Non ti muovere da....-.

-Oh, non guastarmi tutto il divertimento! Se riesco a trovare un modo per buttare tutti in mare, io sarò l'unica ad arrivare viva all'esame!-, esclamò, con gli occhi che luccicavano al pensiero.

Cercò ancora di salire, ma Kurapika era riuscito a raggiungerla, e, dopo averla afferrata per la stoffa della maglia, l'aveva strattonata con forza, facendola cadere.

-EHI! Ma cosa...?!?-

Hachi si ritrovò sdraiata sul ponte fradicio della nave. Provò a rialzarsi, ma il ragazzo le bloccava le braccia.

-Sei per caso ammattita?! Pensavi davvero di far rovesciare l'imbarcazione e di riuscire ad aver salva la vita?!-. La guardava in volto, gli occhi di entrambi erano evidentemente alterati.

Ma lei, invece di rispondergli a tono, assunse un'espressione infantile, come faceva sempre.

-Oh, ma perché a nessuno piacciono mai i miei giochi? Eppure mi sembrava tanto divertente...! Pensa un po', TUUTTI morti e solo io viva! Non è meraviglioso?!?-

Il ragazzo era incredulo. Non aveva mai sentito nessuno parlare a quel modo.

-Eddààààài...! Se fai il bravo, salvo anche te! Sei contento?!-, proseguì lei. Sembrava stesse giocando... Ma il suo, era un gioco pericoloso.

-Non riesco a comprendere cosa sia più folle-, disse infine lui, -se il fatto che tu sia convinta di poter sopravvivere a un naufragio, oppure il fatto che tu abbia la ferma convinzione di poter causare un naufragio-.

Hachi rise. Non disse altro. Rise e basta.

Kurapika la fissò ancora una volta. La guardò negli occhi. Erano gli occhi di chi ha perduto la ragione. E lei, rideva...

-EHI! FATE ATTENZIONE!!!-.

Il grido di Gon riportò entrambi alla reale situazione. Un'ondata stava per travolgere l'intera nave. Dovevano virare, o sarebbe stata la fine.

Kurapika porse la mano ad Hachi.

-Avanti-, la esortò,-ciò che desideri è in procinto di accadere. Se resti qui, immobile, ne sarai vittima tu stessa-.

La ragazza fece per afferrargli la mano. Poi si fermò, e sorrise.

Più che un sorriso, era un sogghigno.

-Oops... Mi sa che ora mi toccherà combattere contro tutta questa gente... Poco male. Volevo proprio friggere un po' di cervella-.

Il ragazzo dei Kuruta ignorò quest'ultimo commento. Strinse il braccio di Hachi, e corse fino alla stiva, trascinandola con sé.

Nel contempo, Gon era riuscito in qualche modo ad aiutare il capitano, mentre India aveva trascinato Leorio fino alla cabina, dove avevano soccorso il povero marinaio al timone, che tentava di virare con tutta la forza che possedeva.

La situazione, fino a quel momento, era stata critica. Qualcuno degli altri 'passeggeri' si era rintanato in qualche angolino, tremante; altri si mostravano impavidi, ma erano del tutto privi di utilità, e anche di quel coraggio che erano convinti di possedere. Alcuni si erano perfino abbracciati, per avere meno paura.

Ma, quando il capitano, seguito dai ragazzi che erano rimasti con lui, comprave sulla soglia della stiva, tutti quanti lo guardarono speranzosi.

Ci fu un attimo di tensione. Il capitano li fissò tutti quanti, più serio che mai.

Dopodiché, sorrise.

-La tempesta è passata. Siamo tutti salvi-.

Un coro di "EVVIVA!", e "Sììì!", e "DIO ESISTE!", si levò nell'aria.

India, Gon, e perfino Kiriru sorrisero, soddisfatti.

Leorio pensava che avrebbe preferito di gran lunga prendere un aereo di linea, ma sembrava comunque contento.

Anche Kurapika sorrise, anche se ebbe la tentazione di lasciare perdere il contegno e il buon senso e di commettere un omicidio quando incontrò lo sguardo assassino di Leorio.

Hachi, invece, giocherellava distrattamente con una ciocca di capelli. Sembrava rilassata.

Kurapika ripensò a quanto accaduto poco prima. Avrebbe dovuto guardarsi da quella ragazza. Se lo sentiva.

Anche Kiriru sembrava pensierosa. Pensava ai Kuruta, a Kurapika, e a quanto aveva detto. Ma, per il momento, preferì non perdercisi troppo. Ci avrebbe pensato in un altro momento.

L'indomani, non appena il sole fu a mezzogiorno, la nave attraccò ad un porto. Erano giunti a destinazione.

Non sapevano ancora bene che strade avrebbero preso, ma tutti quanti ne erano convinti: sarebbero andati avanti, e avrebbero raggiunto i loro obiettivi.


*Hachi significa 'Otto'. Viene sì usato come nome, ma solitamente, prensenta il suffisso femminile -ko, Hachiko. Tra l'altro, è un nome che viene usato spesso per i cani. Insomma, si tratta chiaramente di un soprannome.

Nel prossimo capitolo....
Gon: Che bello, siamo arrivati! Esame Hunter, aspettaci! Incontreremo un sacco di strani personaggi... Wow, c'è proprio di tutto!
Al prossimo capitolo: Run Away! Non mancate!!!*w*
Killua: Ah, queste sono anticipazioni?
Leo: Sembrava il cronista di Dragon Ball...
Kura: Aveva lo stesso entusiasmo di Hamtaro a fine puntata...
Ehm....BENE! Vi lasciamo sulle spine con queste entusiasmanti anticipazioni!^o^ (Ho avuto pappagallini più entusiasmanti nd Killu)(Senza contare che non si è capito niente di cosa succederà nel prossimo capitolo.... nd Leo)(Tu avevi pappagallini? nd Kura).
DICEVAMO....Bye!!!!!^___^

Recensioni!

yuko-chan:
Eeessì, Hachi è una dura U_U Però sono contenta che ti stia simpatica X3 Lo stesso vale per la cara India^^

Hisokagirl: Forse te l'ho già detto, ma questo mi rende felice e mi fa sentire realizzata...** Kissoni >*<

cidori: A te il seguito!^^ Spero ti piaccia >w<

angy92: Guarda, sarò sincera. Ho notato quella fic, ma non l'ho neanche mai letta. Poi, come ha specificato Hisokagirl, i personaggi non li ho inventati tutti io, ma ho solo inserito in una storia gli OC che abbiamo stabilito in un forum^^ Per il fatto che ci sia un'assassina...Bè, se leggi poi lo capirai, perché Hachi non è propriamente un'assassina...Vedrai!^^ Dunque, ogni riferimento a qualche altra fic, è del tutto casuale, assicuro çç
Spero continuerai comunque a seguire la storia^^

kura92: Ma grasshie!>*< Spero che la tua Kiriru ti piaccia anche in questo chap!^.^ Kiss!:*

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