FANTASMI DAL PASSATO...

di miyabi
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** RICORDI ***
Capitolo 2: *** LA RABBIA DI SAE ***
Capitolo 3: *** TETSU & HOTARU ***
Capitolo 4: *** IL GRUPPO SI RIUNISCE? ***
Capitolo 5: *** LITIGIO: L'ODIO CHE VIENE DAL CUORE ***
Capitolo 6: *** UN SALTO NEL PASSATO ***
Capitolo 7: *** UN SALTO NEL PASSATO- 2° PARTE ***
Capitolo 8: *** UN SALTO NEL PASSATO- 3° PARTE ***
Capitolo 9: *** QUALCOSA NON QUADRA... ***
Capitolo 10: *** LA PRIGIONE DELL'ANIMA ***



Capitolo 1
*** RICORDI ***


FAN’S FICTION: “ULTIMI RAGGI DI LUNA”

PERSONAGGI:

HOTARU SHIRAISHI

SAE KAYAMA

MASAKI MIURA

TETSU SUGISAKI

EVE E ADAM

FANTASMI DAL PASSATO...

“…Come la luna calante

Consumato

dalle tenebre

Sono impallidite

Queste mie labbra.

Cosa posso

cantare?

Cosa posso

cantare?

Dopo averti persa

ed eri tu il mio sole…”

- Abbiamo appena ascoltato “Last Quarter” dei fantastici EVIL EYE! Adesso qualche secondo di pubblicità e saremo di nuovo qui! Cari amici, non cambiate frequenza! Restate ancora con noi!-

- Adam…-

- Hotaru. Hotaru! Mi stai ascoltando?- La ragazza lo guardò distrattamente. – Cosa?! Non ti seguivo… ascoltavo la radio. – “Quella canzone… mi ricorda qualcosa, ma non so cosa. Mi sento così strana… mi sento i brividi…”

- E poi mi vuoi dire chi è Adam? –

- Chi? –

- Adam! –

- Non so chi sia. –

- Ma se lo hai nominato poco fa! –

- Non è vero. –

- Non importa. In ogni caso, prima ti ho chiesto se volevi venire da me. –

- Non mi va, voglio tornare a casa. Sono stanca. –

- Ok, tesoro. Come vuoi tu. –

- Scusami Akito… -

***

“…Come la luna calante

Consumato

dalle tenebre…”

- Tetsu! Ascolta! Alza il volume della radio. –

“… Cosa posso

cantare?

Dopo averti persa

ed eri tu il mio sole…”

- Abbiamo appena ascoltato “Last Quarter” dei fantastici EVIL EYE! Adesso qualche secondo di pubblicità e saremo di nuovo qui! Cari amici, non cambiate frequenza! Restate ancora con noi!-

- Masaki! Questa è la canzone di Adam! –

- Sì… -

- Era da tanto che non si sentiva per radio. È passato tanto tempo dalla storia di Eve… -

-… 10 anni. Sono passati 10 anni da quell’ultimo giorno alla villa. –

- Come passa il tempo… allora, era tutto diverso. Io volevo diventare dottore come mio padre e tu non volevi essere un attore famoso come tuo padre. Invece… tu sei diventato l’idolo delle ragazzine ed io, non essendo stato ammesso a medicina, sono qui che faccio il nullafacente. Ah, ah, ah! Come cambiano le cose! –

- Infatti… -

- E chissà che fine hanno fatto Shiraishi e Kayama? –

- Non lo so e non m’interessa saperlo. –

- Masaki non c’è bisogno di essere così scorbutico. A volte è bello ricordare alcuni avvenimenti del passato specialmente la nostra avventura alla villa. Sentendo la canzone di Adam mi ha fatto tornare in mente l’ultima volta che siamo stati insieme alle ragazze, quel giorno alla villa. Ti ricordi? Non ci posso credere che te ne sia dimenticato! –

No. Masaki non si era dimenticato di quel giorno…

*flash- back*

K: Bene. L’abbiamo seppellito così in profondità che nessuno lo noterà.

T: Ma… e se vedessero la casa abbandonata? Ci faranno dei lavori, e troveranno il quaderno!

M: In quel caso lo trasferiremo da un’altra parte.

K: Tetsu… visto che abiti da queste parti, di tanto in tanto vieni a darci un’occhiata…

Però, sarebbe strano se d’improvviso saltasse fuori qualcuno disposto a comprare una casa disabitata da vent’anni, e che la gente considera infestata dai fantasmi. Se ci fanno dei lavori si beccheranno una maledizione. (da Adam)

S: Se avessi i soldi la comprerei io.

T: Masaki, perché non diventi ricco come attore e poi la compri tu?

M: Ma io non la voglio mica.

T: Certo che se qualcuno ci vede in questo posto in piena notte… penserà che stiamo sotterrando qualcosa di losco.

M: Verremo sospettati di qualche crimine…

K: Ah ah ah!

M: E allora noi, per dimostrare la nostra innocenza… dovremo dissotterrare il quaderno…e scopriremo che è misteriosamente scomparso. A quel punto, entrerà in scena il cadavere di Sayaka Kamijo!

K: Aaaaaaaaah!

S: Basta smettila!

M: Stavo solo scherzando, scema!

T: Secondo me la maledizione di Adam te la becchi tu.

S: Sae, pensi che avrai problemi per il fatto che sei sgattaiolata fuori di casa a quest’ora?

K: Se mi beccano, mi fucilano. (finirò dall’altro lato del cancello di Eve!)

M: Secondo me, non c’era bisogno di sotterrare quel quaderno in piena notte.

T: Certo che sì, invece! È un po’ come una cerimonia che segna la fine di un’esperienza. Una circostanza importante!

S: Stanotte… è l’ultimo quarto di luna

*fine flash-back*

- Tetsu, adesso basta. Devo prepararmi per l’intervista di domani. –

***

- Ragazze, non trovate che Masaki Miura sia bellissimo? È un attore fantastico, domani c’è l’intervista per l’uscita del suo ultimo film. Fantastico! Sae, vieni con noi? –

- No. Non mi và. Non riesco a capire cosa ci trovate in lui? Perché non tornate con i piedi sulla terra e invece di andare dietro alle star, non andate dietro a quelli normali come voi. Magari sono meno irraggiungibili e meno montati delle star! –

- Dai ti prego! Cosa ti costa? –

- Non sai quanto! –

- Cosa? –

- No, niente. Parlavo tra me. – Non le andava per niente vedere quell’antipatico e montato di Miura! Era 10 anni che non lo vedeva e preferiva continuare a tenere le distanze da lui.

- Allora. È deciso. Domani andiamo tutte insieme a vedere Miura!-

- In realtà io non ho accettato! –

- Dai, Sae. Vedrai che non te ne pentirai! –

***

“…Come la luna calante

Consumato

dalle tenebre

Sono impallidite

Queste mie labbra.

Cosa posso

cantare?

Cosa posso

cantare?

Dopo averti persa

ed eri tu il mio sole…”

- Che bella canzone…questa triste melodia mi affascina…follemente…-

- Hotaru! Hotaru… -

- Chi mi chiama?-

- Sono qui. Dietro di te. – Hotaru si voltò e vide un bellissimo ragazzo con i capelli lunghi… “Quei suoi occhi azzurri. mi ricordano…”- Adam… cosa ci fai qui? –

- Sono venuto per incontrarti. – E il ragazzo scomparve all’improvviso. “Adam… il ragazzo dagli occhi azzurri che aveva sempre la sua chitarra e cantava… Adam… perché?”

Driiiiiiiiiiin! Driiiiiiiin!

Hotaru assonnata guardò la sveglia. – Ma che ore sono? Umm… che sonno – “Ma allora era solo un sogno! Ma perché questo sogno? Perché solo adesso mi torna tutto in mente dopo 10 anni? Deve essere stata la canzone di ieri…”. Hotaru era da 10 anni che non vedeva Eve e Adam. A pensarci bene non aveva mantenuto la promessa…

*Flash- back*

Dovremmo aprire di nuovo la nostra capsula temporale quando avremo compiuto tutti diciassette anni. Quando avremo la stessa età di Eve… e rileggeremo questa storia fantastica… forse saremo in grado di cogliere qualcosa… che per il momento non riusciamo neanche ad intravedere.”

*fine flash-back*

Adesso lei ha 20 anni, dal giorno del risveglio di Mizuki e della notte alla villa di Adam, che non rivedeva gli altri ragazzi. Chissà che fine hanno fatto i ragazzi? E Mizuki? Sarà ancora insieme a Tomoki? Le sarebbe piaciuto rivederli. È brutto pensare che dopo quello che hanno condiviso, ognuno sia andato per la sua strada. Forse ha fatto quel sogno per nostalgia, magari vuol dire che Adam vorrebbe che loro quattro stiano insieme. Hotaru cercò di pensare un modo per mettersi in contatto con gli altri. Le venne in mente che Sae dovrebbe frequentare la sua università, qualche volta le è capitata di vederla in giro. Poteva cominciare da lei…

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Capitolo 2
*** LA RABBIA DI SAE ***


Hotaru cercò di pensare un modo per mettersi in contatto con gli altri. Le venne in mente che Sae dovrebbe frequentare la sua università, qualche volta le è capitata di vederla in giro. Poteva cominciare da lei…

***

- Ringrazio tutti voi, giornalisti e fans, per essere qui. Masaki Miura risponderà a tutte le vostre domande-

- Masaki? Ricordo che fino a qualche anno fa, tu dicevi di non voler mai fare l’attore. Come mai questo cambiamento? –

- Io e mio padre non abbiamo mai avuto un buon rapporto. Con la sua morte qualcosa in me è cambiato e mi sono sentito in dovere di prendere il suo posto. Poi, visto che quando mio padre è morto, io sono rimasto solo, in qualche modo mi devo mantenere e ho scoperto di poter aver successo nel mondo dello spettacolo – Sae era in fondo alla sala che osservava Miura. “Che faccia che ha! Non è per niente cambiato! Anzi adesso si mette persino a fare il divo! ANTIPATICO!”

- Miura! Qual’è il tuo tipo di ragazza?-

- Beh, deve essere sincera e non superficiale, odio le persone false. Quando andavo a scuola tutte le ragazze mi venivano dietro solo perchè ero un bel ragazzo figlio di un attore famoso. Nessuna di loro mi ha mai detto in faccia quello che pensava veramente di me. Solo una ragazzina ogni volta mi diceva quello che pensava di me, allora mi stava antipatica, ma oggi, ripensandoci, era la più vera tra tutte, lei aveva ragione, io ero arrogante,viziato, antipatico e spesso anche stronzo e lo sono ancora.- Il ragazzo si accorse della presenza di Sae in fondo alla sala, in 10 anni il suo aspetto non era cambiato per niente, chissà se anche la sua lingua lingua era rimasta la stessa? Miura si girò verso Tetsu dicendogli qualcosa all’orecchio.

- Ragazza. È meglio se andiamo, tra un po’ abbiamo lezione. Ormai qui sta diventando noioso.-

- Ma come? Non è assolutamente vero! La cosa per me si sta facendo interessante. Che bello, sta raccontando i suoi amori d’infanzia! Che romantico!-

- Ma quale amore! Romantico quello? Ma avete sentito che ha detto? Che lui è uno stronzo. E questo sarebbe romantico?-

- Ah, Miura! Che bello che sei!-

- Vabbè ho capito, ma adesso andiamocene se no facciamo tardi.-

- Va bene, come vuoi.- così le ragazze uscirono fuori e si incamminarono verso l’università.

- Kayama! Aspetta!- La ragazza si volse indietro e vide il ragazzo che prima sedeva difianco a Masaki.

-Ciao. Sono Sugisaki. Ti ricordi?- La ragazza si stupì del cambiamento di Tetsu, non era niente male, forse anche più bello di Masaki. - Ne è passato di tempo, vero Sae?-

- Nessuno ti ha autorizzato a darmi tutta questa confidenza.-

- Ma... Kayama... non mi riconosci?-

- Certo. So benissimo chi sei, ma non mi va di starti ad ascoltarti.-

- Allora, visto che non mi vuoi ascoltare, prendi questo.- Tetsu le allungò un biglietto. C’era scritto un indirizzo e un numero di cellulare. – Sai, voglio che tu sappia che non è più come una volta, le persone crescono.-

- Hai ragione. Anch’io sono cresciuta e non sono più una bambina che crede nelle favole. Dì al tuo padrone che la missione è fallita. Adesso scusa, ma facio tardi a lezione.-

- Aspetta ancora un’ultima cosa. Come sta Shiraishi?-

- Perchè non glielo chiedi direttamente a lei, sta alla facoltà di psicologia, se prima che ti avvicini il suo palestrato ragazzo non ti uccide.-

- Allora lei è... ed è felice?-

- Non lo so. Dopo la fine delle medie ci siamo perse di vista.-

- Ho capito. Adesso torno da Masaki. Ciao.-

Sae si voltò verso le sue amiche. – beh? Che cosa avete da guardare?-

- Tu conosci il migliore amico di Masaki Miura?-

- Di vista.-

- A noi non sembrava.-

- Io ve lo avevo detto che non ci volevo venire! Voi lo considerate il bel principe azzurro, ma non è così! Non mi volete dare ascolto! Bella trovata quella di oggi la storia della ragazzina vera e sincera! E voi “ che bello! Che carino! Un amore d’infanzia”, ma quale amore! Ero io quella bambina e adesso vorrei solo andare da lui e spaccargli la faccia! Lui è uno stronzo!- Le lacrime cominciarono a scendere dagli occhi di Sae. – Lui, quello della tv, non è lui!- Una delle sue amiche le si avvicinò appoggiandole una manosulla spalla. – Sae...- Lasciatemi in pace!- E corse via.

***

Povera Kayama... deve aver sofferto molto per Masaki. Lui non ha mai capito niente dei suoi sentimenti. Neanche quella volta a scuola non aveva capito niente. C’eravamo io, Masaki e Sae...

*flash- bach*

T: Mizuki, cioè bella luna... Mochizuchi ovvero luna piena?

S: Allora le sue iniziali non sono S. K.?

M: Be’, non è detto che le iniziali incise sull’anello siano quelle di Eve.

T: Ehi, qui dice che è in coma... quindi è ancora viva!

M: Questo articolo si riferisce a quando è avvenuto l’incidente. Probabilmente, questa ragazza e Shiraishi sono finite nel posto con la cancellata mentre erano prive di conoscenza. Poi Shiraishi ce la fatta a salvarsi, mentre questa ragazza no.

T: Ah...

M: Comunque dopo le lezioni andiamo al Sasahara e cerchiamo di scoprire qualcosa su Mizuki Mochizuchi.

S: Ma non dovevamo andare a trovare Hotaru?

M: Di quello possiamo occuparci dopo.

T:...“Ehi... Masaki... stavolta hai superato il limite.”

S: Come sarebbe a dire: “Di quello possiamo occuparci dopo”?!

T: “Lo sapevo.”

S: Non sei minimamente preoccupato per Hotaru? LA SAI UNA COSA? MI DAI PROPRIO SUI NERVI, TU!

Sae scappò via.

T: “Che tipo irrecuperabile... Non è cattivo ma parla a sproposito. A forza di frequentarlo mi ci sono abituato.” Ehi, Sae...

Io volevo fermarla, ma tu mi precedetti.

M: Kayama!

L’hai raggiunta sulle scale e l’hai afferrata per un braccio.

M: Scusami!

S: No, lascia perdere...

M: Niente affatto! Perdonami!D’accordo, ho capito!

S: Lasciami...

M:... su, non è cosa da piangere.

S: Piango perchè tu mi fai innervosire! Stupido!! Maglio rotante!

M: Vuoi davvero bene alla Shiraishi, eh?

T: “Non hai capito nulla, Masaki. Non vedi che Saetta è innamorata di te?”

*Fine flash-back*

Eh, già. Il suo amico in fatto di donne non ha mai capito niente. Beh, non è che ha lui le cose gli andavano meglio, oltretutto Sae gli aveva detto che la sua dolce Hotaru era fidanzata.

- Allora Tetsu, che cosa ha detto?- La voce di Masaki lo risvegliò dai suoi pensieri.

- Cosa?-

- Com’è andata con Sae?-

- Lei è fidanzata...-

- Cosa?!-

- Cioè... no... lei no. Sae ha risposto negativamente, mi dispiace, ma non vuole saperne di parlarti.-

- Peccato. Ma prima che stavi dicendo a proposito di fidanzamento? Di chi parlavi?-

- No, niente. Lascia perdere. Hai già finito con l’intervista?-

- Sì. Per oggi basta.-

- Bene. Allora io me ne posso andare. Ciao, ci vediamo domani.-

- Ma dove vai?-

- All’università.-

“Boh, chissà cosa andrà a fare all’università, lui ha smesso gli studi”.

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Capitolo 3
*** TETSU & HOTARU ***


“Boh, chissà cosa andrà a fare all’università, lui ha smesso gli studi”.

***

“Non so che ci faccio qui. E se incontro veramente Hotaru con il suo ragazzo come mi comporto? Chissà com’è lui? Come lo invidio… sta con la ragazza migliore del mondo, lei è fantastica, è stupenda.” Il ragazzo continuò a camminare senza meta per il cortile dell’università. Pensava che forse aveva sbagliato a mollare tutto, anche se non era stato preso a medicina poteva provare con un’altra facoltà, magari la stessa di Hotaru. Mentre era immerso nei suoi pensieri vide una ragazza che aveva qualcosa di famigliare venirgli incontro. La ragazza sollevò lo sguardo e si illuminò. Corse incontro al ragazzo e gli gettò le braccia al collo. -Non ci posso credere! Sei proprio tu Tetsu?- Neanche lui poteva crederci di stringere tra le braccia la sua dolce Hotaru. -Che bello vederti! Da quanto tempo! Mi sei mancato Tetsu…- Il ragazzo in quel momento era al settimo cielo, in lui riemersero sentimenti che ormai non sentiva da anni nei confronti di quella piccola ragazzina, gli sembrava di essere tornato indietro negli anni, quando erano bambini, quando ogni volta che volgeva lo sguardo verso Hotaru il cuore gli batteva a mille, ma loro adesso non avevano più 10 anni, ormai lei sembrava quasi una donna, una donna stupenda! -Come mai sei da queste parti?-

- Beh… ho incontrato Kayama… abbiamo chiacchierato un po’ e mi ha detto che frequentavi qui l’università… così sono passato… nella speranza di incontrarti… sono 10 anni che non ci vediamo ed ero curioso di sapere come te la passavi…-

- Mi fa piacere che tu sia venuto… io stavo andando a casa… perché non mi accompagni?-

- Sì… certo…- Si incamminarono verso casa di Hotaru, dopo un iniziale imbarazzo, soprattutto da parte del ragazzo, chiacchierarono a lungo del più e del meno, di quello che avevano fatto negli ultimi 10 anni…

- Così alla fine hai rinunciato al tuo sogno?-

-…-

- Per quanto tempo vuoi continuare ad essere l’ombra di Miura?-

- Io non sono la sua ombra! Io sto bene con lui. È il mio migliore amico. È un bravo ragazzo, ha molto successo.-

- Lo so. Lui è veramente un ragazzo da ammirare… Sai? Se devo dire la verità… quando eravamo alle elementari… io lo amavo tantissimo…-

- Davvero?!-

- Sì… ma per poco… poi nel mio cuore è entrato un altro ragazzo…- I due ragazzi si fissarono per qualche secondo, poi Hotaru distolse lo sguardo imbarazzata. Arrivando davanti a casa di Hotaru c’era un ragazzo appoggiato al cancello. - Akito…-

- In facoltà mi hanno detto di averti vista andare via con un ragazzo- Vedendo Tetsu gli lanciò un’occhiataccia. - Ah, lui è Tetsu Sugisake… era in classe con me alle elementari. Non ci vedevamo da 10 anni, è stato carino da parte sua venirmi a trovare…-

- Certo.- Non sembrava molto contento della situazione.

- Beh… Hotaru, ti saluto, io vado. Mi ha fatto piacere rivederti dopo tanto…- E così dicendo se ne andò.

- Ti sembra il caso di andare in giro con un altro?-

- Smettila di fare il geloso, Akito. Non ne hai motivi.-

- Tu dici che non ho motivi? E quel Tetsu non ti sembra un motivo? Scommetto che ai tempi della scuola voi eravate una coppia!-

- Non è vero. Ci siamo conosciuti solo in 5° elementare, perché suo padre era il dottore che mi ha curato nel periodo in cui sono stata in coma dopo l’incidente…-

*flash-back*

Ero appena stata dimessa dall’ospedale e stavo tornando a casa in macchina con la mamma e Sumiko.

M: A proposito Hotaru… il figlio del dottor Sugisaki frequenta la tua stessa scuola e lo stesso anno. Lo conosci?

H: Sì, anche se non siamo mai stati in classe insieme. È bravo a giocare a pallone, è un tipo allegro e ha molti amici.

S: Oh? Scommetto che ti piace, Hotaru! Perfetto! Il figlio di un dottore! Prendilo al volo!

M: Già, Hotaru. Datti da fare fin da ora, in moda da non finire zitella come Sumiko.

Poi il primo giorno di scuola in classe… mi ritrovai Tetsu…

T: Ehi, è il tuo turno! Devi presentarti!

H: Eh? Oh! Mi dispiace tanto! Sono Hotaru Shiraishi. Be’, ecco… frequento la quinta elementare!

Prof: Shiraishi… qui dentro frequentano tutti la quinta elementare.

Tutta la classe scoppiò a ridere.

T: Cosa? Hotaru Shiraishi?! Sei stata ricoverata nella clinica di mio padre vero?!

Ah…il figlio del dottor Sugisaki. Siamo nella stessa classe… vicini di banco!

T: Io sono Tetsu Sugisaki. Piacere di conoscerti!

Prof: Sugisaki… lasciamo a dopo le presentazioni private. Uffa! Che classe di piantagrane!

T: Non dica così! In fondo è la sua classe, professor Shima!

Che insolente…

*fine flash-back*

- Hotaru?- La ragazza si era persa nei suoi pensieri… - Io e Tetsu siamo stati solo un anno in classe insieme e poi ci siamo persi di vista. Tutto qui. Contento?-

- Ok. Vieni stasera da me? I miei non ci sono.-

-Va bene, vengo.- Non le avrebbe fatto male passare una serata insieme ad Akito, era da tanto che non passavano una serata tranquilla insieme. Negli ultimi tempi era sempre turbata dai sogni di Adam, chissà cosa le stava succedendo… stava diventando un tormento, voleva parlarne con Tetsu, ma poi è arrivato Akito e non ne poteva parlare davanti a lui. Nessuno doveva sapere di Eve e Adam.

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Capitolo 4
*** IL GRUPPO SI RIUNISCE? ***


Nessuno doveva sapere di Eve e Adam.

***

-Hotaru! Hotaru! Dove sei? Sono io, Adam!-

- Adam! Perché te ne sei andato? Ci hai abbandonato!-

-Veramente, io non vi ho persi di vista un solo istante. Vi sono grato per tutto quello che avete fatto per la mia dolce compagna.-

- Adam…-

- Hotaru, ti prego. Non dimenticare ciò che è stato. Ascolta il tuo cuore-

-Adam…-

-Addio Hotaru-

-Adam!-

- Adam! ADAM!- La ragazza si svegliò di colpo “un altro sogno…”

- Hotaru, tesoro. Che cos’hai? Stai bene?-

- Cosa? Sì… sì… tutto bene… non è niente… era solo un sogno…-

- Ancora questo Adam? Ma si può sapere chi è?-

- Nessuno…-

- è la seconda volta che te lo sento nominare…-

- Non ti preoccupare… è solo un incubo che ultimamente faccio spesso…-

- Perché non me ne parli? Magari ti posso essere d’aiuto…-

- No, Akito. Lascia stare… non importa. Non sei la persona che potrebbe aiutarmi.- Dicendo così si alzò e si rivestì.

- Dove stai andando?-

- All’università.-

- Ma oggi non hai lezione…-

- Lo so. Ma devo fare altre cose. Ciao.- Così dicendo uscì dalla stanza.

***

Hotaru continuava a pensare ad Adam, al perché continuava a sognarlo. Si chiedeva il motivo del suo ritorno dopo 10 anni. Doveva parlarne con qualcuno. Prese il cellulare e compose il numero… -Pronto?-

-Tetsu? Sono Hotaru…-

- Hotaru?! Cosa c’è?-

- Ti devo parlare di una cosa… hai tempo per vederci?-

- Ok. Va bene… dove sei?-

- All’università…-

- Aspettami. Ti raggiungo.- Magari Tetsu le sarebbe stato d’aiuto. Doveva scoprire cosa Adam voleva da lei. Non poteva andare avanti con quei sogni per molto. Di sicuro Adam oppure Eve hanno bisogno di aiuto, ma per cosa? Nei sogni lui non è mai stato chiaro.

- Hotaru! Eccomi. Che cosa è successo?-

- Oh, ciao Tetsu. Grazie per essere venuto. Ti devo parlare di una cosa… si tratta di Adam… è da un po’ di notti che faccio dei sogni…- La ragazza gli racconta di tutte le volte che ha sognato Adam, da quando ha ascoltato la sua canzone alla radio.

- Quindi secondo te, lui vuole attirare la tua attenzione entrando nei tuoi sogni?-

- Non lo so… forse… se no perché continuerei a sognarlo?-

- Secondo me dobbiamo riunire il gruppo e parlarne tutti insieme… anche se credo che Kayama non accetterà mai a causa di Miura.-

- Mi dispiace tanto per come sia andata tra loro due… ma dobbiamo provare se vogliamo venire a capo di questa faccenda… e poi una come Sae che studia criminologia ci serve proprio.- I due ragazzi discussero un po’ sul da farsi, Tetsu cercò di tranquillizzare la ragazza che si sentiva molto agitata e scombussolata dai continui sogni su Adam. Gli faceva male vedere la ragazza che amava in quello stato, ma allo stesso tempo era felice che lei fosse corsa da lui a confidarsi. Avrebbe fatto l’impossibile per aiutarla. Però, perché Adam, tra loro quattro ha scelto proprio Hotaru? Forse per il legame che lei aveva con Eve, anche se alla fine l’abbiamo aiutata un po’ tutti? Di sicuro c’era qualcosa che non andava e solo parlandone tutti insieme si potrà arrivare a qualche conclusione. -Tetsu. Ti devo ringraziare per essere venuto subito.-

-Non ti preoccupare. Puoi chiamarmi quando vuoi. Siamo amici, no?-

-Certo!- La ragazza sorrise, si volse verso di lui e gli diede un bacio affettuoso sulla guancia -Hai ragione. Adesso è meglio che io vada. Ci penso io a rintracciare Sae. Ciao! E grazie ancora.- Così dicendo la ragazza si incamminò verso il dipartimento di criminologia. Ha voluto lei il compito di rintracciare Sae non solo perché era facile incontrarla all’università, ma anche perché Tetsu le ha raccontato del giorno dell’intervista di Miura e voleva parlare un po’ con lei, anche se erano un po’ di anni che non si parlavano, erano pur state migliori amiche una volta e lei conosceva il carattere di Sae.

***

- Ma si può sapere dove ti eri cacciato?-

-All’università.-

-Ancora? Ma tu non frequenti, cosa ci vai a fare?-

-Mmm… stavo pensando di riscrivermi… in ogni caso ci sono andato per vedere la Shiraishi.-

-Ah, ecco perché all’improvviso ti è tornato l’interesse per lo studio. E tuo padre che ne dice del fatto che vuoi riprendere a studiare?-

-Non lo sa ancora. Comunque non voglio iscrivermi a Medicina, ma a Psicologia. Forse a Medicina mi è andata male perché non faceva per me.-

-Potrebbe essere, oppure sarà perché ormai hai ritrovato Hotaru e non vuoi più perderla. A proposito, come hai fatto a ritrovarla?-

-L’ho saputo da Sae.-

- Scommetto che è lei la ragazza fidanzata!-

- Già… comunque, ti devo parlare di una cosa che mi ha detto Hotaru… mi ha raccontato che da un po’ di tempo fa dei sogni su Adam, dice che le parla in sogno. Oggi mentre me ne parlava ho pensato che se ne parliamo tutti insieme potremo aiutarla a capirci qualcosa.-

- Ma quella ormai è una storia vecchia. Secondo me, dopo 10 anni, non hanno nessun significato.-

- Non lo so. Sono un po’ preoccupato per Hotaru. Lei non è molto tranquilla.-

- Per me è indifferente. Se ti fa piacere vengo anch’io quando ti vedrai con le ragazze. Sempre se riesci a convincere la Kayama. L’ultima volta non ti è andata molto bene, ma visto che questa volta riguarda Shiraishi, forse ci metterai più impegno.-

- Non ti preoccupare, Hotaru ha detto che ci pensa lei a parlare con Kayama.-

- Bene. Allora futuro psicologo, per festeggiare il tuo ritorno allo studio ti faccio scegliere a te la cena di stasera.-

- Mi è proprio venuta una gran voglia di ramen al curry e formaggio!-

***

Hotaru dovette faticare molto per convincere Sae. Dopo molto discutere la ragazza aveva accettato di incontrarsi con Sugisaki e Miura, non tanto per il primo che non voleva accettare ma era Masaki Miura il suo problema. Alla fine aveva ceduto, in fondo, anche se non si parlavano da anni, Sae voleva ancora molto bene alla sua vecchia amica e quello che le aveva raccontato sui sogni l’avevano un po’ preoccupata.

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OK... LO SO SONO MOLTO IN RITARDO E LENTA A SCRIVERE... MA ALL'IMPROVVISO DOPO IL TERZO CAPITOLO NON SN PIù RIUSCITA AD ANDARE AVANTI... MI ERA PROPRIO VENUTO UN BLOCCO... MA ADESSO GRAZIE A MARCI HO BENE CHIARO IN TESTA COME CONTINUARE E FAR FINERE QUESTA FAN FICTION...

ADESSO PASSIAMO AI RINGRAZIAMENTI:

-GRAZIE MARCI PER AVER AIUTATO LE MIE MENINGI A SPREMERSI :-P

-GRAZIE ANKE A lily88 PER AVER COMMENTATO

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Capitolo 5
*** LITIGIO: L'ODIO CHE VIENE DAL CUORE ***


SORRY SORRY PER IL GRANDISSIMO EMORME RITARDO... E SCUSATE ANCHE PER LA BREVITà DI QUESTO CAP...

***

Dopo 10 anni i quattro ragazzi si ritrovano insieme. Apparentemente sembrava che il tempo non fosse passato, ma in realtà ognuno di loro era cambiato, soprattutto Sae, dentro di lei aveva una gran sofferenza e tanto risentimento nei confronti di Masaki. Nessuno poteva capire cosa lei provava, perché nessuno sapeva cosa in realtà era successo tra lei e il giovane attore…

L’atmosfera era imbarazzante, tutti erano in silenzio, nessuno aveva il coraggio di parlare, nell’aria si sentiva tutta la tensione che si era accumulata in tutti quegl’anni. Ci furono lunghi minuti di silenzio finchè non fu Tetsu a rompere il ghiaccio. –Ehi ragazzi! È da tanto che non ci riuniamo tutti e quattro.- Nessuno sembrava reagire al tentativo del ragazzo. –Ohhhh! Non ne posso più di questo silenzio! Ok va bene. Se non vi va di parlare di come sono andati questi ultimi anni, passiamo subito al punto. Siamo qui solo per i sogni di Hotaru.-

-Tetsu ha ragione. Allora Shiraishi, raccontaci tutto.- La ragazza incitata da Masaki iniziò a raccontare tutto agli ex-compagni di avventura. Miura dopo aver ascoltato con attenzione la ragazza espose agli altri la sua opinione. –Secondo me, per capirci meglio qualcosa, dovresti sognare di nuovo Adam… solo lui ci può dare delle spiegazioni. Gli devi chiedere che cosa vuole da te.-

- Io ci ho provato, ma ogni volta non me ne ha dato la possibilità. Poi all’idea di rifare quei sogni mi mette ansia. Ogni volta mi risveglio molto turbata.-

- Ma non hai altra scelta se voi arrivare a capo di questa storia!-

- Ma… io…-

- Anche se ci stai male, devi parlare con Adam. Tu sei l’unica che puoi parlare con lui!-

- Basta insistere Masaki! Se non se la sente non puoi costringerla.-

- TETSU! ZITTO!-

-…-

- Sempre il solito.- Masaki si girò verso la voce che aveva pronunciato quelle parole e si scontrò con un paio di lenti da vista. –Hai per caso detto qualcosa, Kayama?- I loro occhi si fissarono con sguardo di sfida, come se tra loro fosse iniziata una sfida a chi cedeva prima abbassando lo sguardo. –Sì.- Lo disse con un tono che voleva dire “puoi zittire Tetsu, puoi spaventare Hotaru, ma con me non l’avrai vinta carino!” –Sei sempre il solito, non cambierai mai. Non t’importa mai dei sentimenti degli altri! Pensi sempre a te stesso, a quello che vorresti tu, ma non mai a quello che pensano gli altri. Sei sempre stato così.-

- Non è affatto vero! Io mi sto preoccupando per la Shiraishi!-

- Non hai capito niente! Io non parlo di Hotaru!-

- E allora di cosa?-

- DI ME!- Appena le uscirono dalla bocca quelle parole si pentì subito di averle pronunciate. Il viso le si imporporò e si mise le mani davanti la bocca per bloccare il flusso delle parole, ma ormai era troppo tardi, non solo le aveva pronunciate, ma gliele aveva urlate in faccia. –Cosa sarebbe questa storia?-

- Lascia stare. Siamo qui per il problema di Hotaru e no per il mio, anche perché per il mio non c’è soluzione e neanche mi interessa risolverlo.-

- Sae…-

- NON CHIAMARMI SAE! E NON PARLARMI!-

- Noi due dobbiamo chiarire un paio di cose…-

- Adesso non c’è tempo. Abbiamo cose più importanti a cui pensare.-

- Ragazzi. Non vi preoccupate per me se dovete chiarire fate pure. Di Adam ne possiamo parlare dopo.- Hotaru si intromise nella discussione perché, anche se non sapeva cosa fosse successo tra i due, voleva che le cose si sistemassero. –Hotaru! Questi non sono fatti che ti riguardano!-

- Sae, invece di prendertela con lei, dimmi che problemi hai.-

- Che problemi? Sei tu il mio unico problema!- La ragazza cominciava a non sopportare la piega che stava prendendo la loro discussione. Avrebbe preferito lasciar perdere e tornare a casa così non avrebbe più rivisto quella brutta faccia di un attore da strapazzo. –Io continuo a non capire…-

- Come se questa fosse una novità!-

- Se tu ogni tanto spiegassi quello che ti frulla in quella testa magari ci capirei qualcosa.-

- Possibile che tu non ti ricordi cosa è successo due anni fa?-

- Certo che mi ricordo!-

- E allora perché mi chiedi qual è il problema?- La ragazza stava cominciando ad arrabbiarsi sul serio. Ok. Va bene che aveva sempre ritenuto Masaki un idiota, ma ora stava esagerando. –Kayama… tu due anni fa dopo quello che è successo te ne sei andata e non ti sei fatta più sentire. Io credevo che la storia per te fosse chiusa… di certo non potevo immaginare che ci pensavi ancora dopo che sei sparita nel nulla senza dire niente per due anni.-

- Io… quel fatto mi ha cambiato la vita… io dopo quello che è successo non sono più… non ho più… TUTTA COLPA TUA! IO TI ODIO! VEDRAI CHE PRIMO POI ME LA PAGHERAI!- Sae cominciava ad agitarsi ed innervosirsi, gli occhi le si riempirono di lacrime al ricordo della sofferenza che aveva provato due anni prima. –Sae… tu, allora, non mi lasciasti il tempo di spiegarmi, quel giorno ero disperato, avevo appena ricevuto la notizia della morte di mio padre… e…-

- Ti ho detto anche prima che non devi chiamarmi Sae… e … poi, la morte di tuo padre non ti giustifica. Mi sono stufata di questa conversazione, io me ne vado.-

-Aspetta Sae…- Hotaru cercò di bloccare la sua amica, ma inutilmente. –Mi dispiace Hotaru, ma non ce la faccio a stare ancora nella stessa stanza di quello lì. Alla fine non abbiamo neanche risolto il tuo problema, ma ormai noi non siamo più un gruppo. Comunque se ne vuoi parlare io ci sono, sai dove trovarmi, ma non farmi più vedere quello lì.- La ragazza si voltò e si incamminò, ma Masaki la trattenne per il braccio. –Scusa Kayama… io non volevo...-

- Ah! Non volevi? Lascimi in pace Miura! Io ti odio e non ti perdonerò mai!- Così dicendo Sae tirò un pugno in faccia al ragazzo biondo il quale per coprirsi l’occhio dolorante dovette lasciare libera la ragazza che sentendo la presa allentarsi si scostò da lui e si avviò per andarsene. –Non ci credo. MI HAI DATO UN PUGNO? Ok. L’hai voluto tu, stupida strega secchiona, racchia e violenta! Non ti avvicinare più a me. Ti ho chiesto scusa solo perché mi facevi pena tutta così lacrimosa. Ma se vuoi sapere la verità… io non mi sono pentito di niente, anzi lo rifarei.- La ragazza lo guardò per un’ultima volta e poi corse via per la strada in lacrime, la vecchia ferita ormai si era riaperta e ormai non poteva più fare niente, i ricordi di quel pomeriggio di anni prima riemersero e non se ne sarebbero andati via per molto tempo. Erano lì, chiari nella sua testa… come se fosse stato ieri.

**** 

COSA SARà SUCCESSO DUE ANNI FA TRA SAE E MASAKI? LO SCOPRIRETE NEL PROX CAPITOLO...

RINGRAZIO KI MI ISPIRA... Marci & la mia cuginetta Nami e UN RINGRAZIAMENTO A lily88 e ANCORA SCUSATEMI PER IL RITARDO... :D

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Capitolo 6
*** UN SALTO NEL PASSATO ***


ECCOMI  QUI  CON UN NUOVO CAPITOLO UN PO' CORTO LO SO...  DA  QUI IN POI LA STORIA TORNA INDIETRO DI UN PAIO DI ANNI PER CHIARIRE ALCUNI PUNTI... BUONA LETTURA

*Flash-back- (due anni prima)*

Erano le 7 del mattino. Una ragazza si guardava allo specchio. Osservava la sua immagine riflessa. Negli ultimi anni non era cambiata per niente, aveva la solita aria da secchiona saputella, i capelli lunghi raccolti in due trecce e quegli orribili fondi di bottiglia sul naso. Ora era lì, che si osservava con la divisa scolastica del suo liceo, quello era il suo ultimo primo giorno di scuola. Tra un paio d’ore ci sarebbe stata la cerimonia di inizio anno, del suo ultimo anno. Lei era la rappresentante del comitato studentesco e anche la rappresentante del comitato disciplinare, toccava a lei fare il discorso di inizio anno. Si ricordava che i suoi predecessori prima del discorso erano sempre molto agitati e un po’ nervosi, invece lei, inspiegabilmente, era tranquilla, non si sentiva affatto agitata all’idea di parlare davanti a tutti. Aveva chiaro in testa quello che voleva dire agli studenti, il suo discorso era stampato nella mente, tutto quello che doveva fare era esporlo tutto ad alta voce. Era sicura che tutto sarebbe andato bene senza inceppi o imprevisti o strane sorprese. Ma durante la cerimonia si dovette ricredere. Come ogni anno, com’era di rito, gli studenti erano riuniti  in palestra. Davanti nelle prime file si trovavano le matricole con le loro arie spaesate e le divise perfettamente pulite e stirate (di lì a qualche mese quelle divise perfette avrebbero cominciato a trasformarsi come quelle di tutti gli altri studenti più grandi facendo impazzire il comitato disciplinare). Sul palco sedevano i professori e il consiglio studentesco. Il preside richiamò l’attenzione di tutti iniziando il suo discorso. –Bene. Voglio dare a tutti voi del primo anno il benvenuto al nostro prestigioso istituto… bla…bla….bla… tra un po’ lascerò la parola alla rappresentante del consiglio studentesco e comitato disciplinare, ma prima voglio presentarvi due studenti che da quest’anno frequenteranno l’ultimo anno in questo istituto.- Due ragazzi si avvicinarono al preside. –Loro si chiamano Masaki Miura e Tetsu Sugisaki. Date il benvenuto a loro con un applauso.- Tutti applaudirono. Tra le file del comitato una ragazza rimase sorpresa alla vista di quei due ragazzi. –Adesso lascio la parola alla rappresentante Sae Kayama.- nell’udire quel nome i due nuovi studenti si volsero sorpresi verso la rappresentante del comitato studentesco. Lei era lì in piedi che non riusciva a muovere un passo. Era bloccata. Tutta l’agitazione che non aveva avuto fino a quel momento, le arrivò addosso come un macigno appena il preside aveva fatto quel nome. Ora si era bloccata, la sua razionalità e la sua freddezza erano scomparse, ma lei aveva un discorso da fare. Continuando a fissare quella persona cercò con difficoltà di mettere un piede avanti all’altro e si avvicinò al microfono. Con molto auto controllo la ragazza fece un ottima figura, anche se da fuori non sembrava, dentro di lei era tutto in subbuglio, c’era una gran confusione e questo lei l’odiava. Odiava non avere tutto sotto controllo, ogni sua azione, ogni suo pensiero e ogni suo sentimento, tutto doveva sempre essere controllato e programmata. E diciamo che in quella situazione non c’era niente di controllato e razionale dentro di lei. Appena la cerimonia finì Sae si catapultò fuori per prendere una boccata d’aria. –Kayama?- La ragazza si girò trovandosi davanti i due studenti nuovi. –Oh, ragazzi. Quanto tempo!-

-Quando io e Masaki abbiamo deciso di trasferirci qui, non abbiamo pensato che ti avremo trovato qua. A pensarci bene, questo istituto è proprio adatto a te. Qui ti danno la migliore preparazione per antrare in qualsiasi università.-

- Già… e voi come mai siete qui?-

- Beh… perché noi vogliamo entrare a medicina e quindi come ho detto prima, questo è il posto migliore per prepararsi ad affrontare esami del genere.-

 

La scuola era iniziata da due settimane e Sae aveva già un gran da fare con i suoi vari impegni scolastici, ma quello che gli dava più problemi era il comitato disciplinare. Certi nuovi studenti era dei veri ribelli e la ragazza a volte si chiedeva che cosa gli avessero insegnato alle scuole medie a qui marmocchi, però lo studente che le dava più problema non era uno del primo anno, ma dell’ultimo anno, era uno dei due nuovi studenti (che per lei non erano tanto nuovi visto che erano suoi compagni scuola alle elementari), Masaki Miura era il suo grande problema! Adesso lei era nell’aula del consiglio disciplinare e attendeva l’arrivo del ragazzo per fargli un’altra predica per la sua ultima bravata. TOK TOK… la porta dell’aula si aprì e comparve il ragazzo. –Il capo chiama e io arrivo!- disse in tono scherzoso. –Non c’è niente su cui scherzare Miura. Forza siediti!- il ragazzo fece come gli era stato ordinato ma non senza prima ribattere. –Come siamo nervosi oggi signora presidentessa. Si rilassi un po’! ops! È vero, dimenticavo. Tu non ti rilassi mai.-

-Miura. Ti devo ripetere ancora una volta che il nostro è un istituto prestigioso con un rigido regolamento che tutti gli studenti devono seguire, compreso tu. Non puoi fare come ti fare… e per favore togli quei piedi dal tavolo, stai seduto composto!- Il ragazzo abbassò i piedi a terra sbuffando. –Allora… come stavo dicendo, noi qui abbiamo un regolamento!-

- Sae. Questo lo so.-

- Ma credo che hai bisogno di riguardartelo un po’ visto che non ne hai rispettata una. Gli studenti devono chiamarsi per cognome, è una forma di educazione e rispetto e soprattutto ad una persona con una carica importante come la mia non ti puoi prendere certe confidenze.-

- Ma dai! Siamo amici! Io non sono uno studente qualunque dell’istituto!-

- Lo so. Ma è il regolamento. Guardati come sei! Ti vuoi annodare bene quella cravatta! E mettiti la camicia dentro i pantaloni!-

- Basta! Non posso più di ascoltarti. Regolamento. Regolamento. Basta! Non parli di altro. Non ci vediamo da anni e l’unica cosa che sai dirmi è questo.- Il ragazzo si alzò dalla sedia e si allungò verso di lei e le tolse gli occhiali.

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Capitolo 7
*** UN SALTO NEL PASSATO- 2° PARTE ***


- Basta! Non ne posso più di ascoltarti. Regolamento. Regolamento. Basta! Non parli di altro. Non ci vediamo da anni e l’unica cosa che sai dirmi è questo.- Il ragazzo si alzò dalla sedia e si allungò verso di lei e le tolse gli occhiali. –Sì. Così può andare… ma… forse…- Allungò di nuovo le mani verso le trecce delle ragazza e le sciolse lentamente passandole le dita tra i lunghi capelli castani. La ragazza rimase immobile non sapeva come comportarsi, il suo cuore batteva fortissimo era come paralizzata dallo sguardo serio di Masaki. Era come incantata, di certo non si aspettava un comportamento del genere da parte del ragazzo. Di certo doveva essere impazzito! Lui non aveva mai avuto tutto quell'interesse per lei e sembrava che alla ragazza non dispiacesse il tocco di Masaki. Si sentiva spaesata, tra le nuvole, in un mondo irreale. –Ecco così stai molto meglio! Ah… un’ultima cosa…- Masaki prese il fiocco della divisa tra le mani e lo sciolse rilegandolo a mo’ di cravatta. –Adesso sì che sei perfetta! Guardati ora. Stai molto meglio se non sei la solita Sae rigida al regolamento.- La ragazza si distolse dai suoi pensieri riportando la sua testa sulla terra ferma. -Ma che hai fatto? Sei impazzito? Io sono la presidentessa dovrei essere la prima a rispettare le regole!- Il ragazzo si scostò bruscamente. –Grazie per avermelo ricordato!- Le disse in tono duro. Si alzò e si diresse verso la porta. –Bene. Se non hai una punizione da darmi io me ne andrei. Arrivederci signora presidentessa!- Quest’ultima frase lo disse con un tono acido. Sae rimase solo nell’aula a pensare a ciò che era successo. Prese dalla sua cartella uno specchietto e osservò quell’immagine che si rifletteva su di esso, quella non era lei, non era mai stata così. Si alzò e si diresse verso il bagno per riprendere le solite sembianza che il rigido regolamento d’istituto le imponevano di avere.

Nel bagno, intanto che si dava una sistemata, pensava alla stupidità di quel ragazzo e di quanto le stava rendendo il suo lavoro a scuola molto difficile, lei sperava di passare quel suo ultimo anno in modo tranquillo, invece era arrivato un tornado a rendergli la vita impossibile. All'improvviso senti dei passi così guidata dall'istinto si nascose dentro un bagno. Sentì la porta aprirsi per far entrare delle ragazze. -Oddio! Ragazze guardate! Mi si è rovinato tutto il trucco grazie al gavettone di quell'idiota di Tetsu! Devo subito aggiustarlo...-

- Quel ragazzo è un idiota ma è simpatico... e poi è il miglior amico di Miura! Ah... Miura! Lui sì che è un 10 e lode!-

- Hai proprio ragione. Peccato che sprechi il suo tempo con la presidentessa. Quella bacchettona non l'hanno mai degnata di uno sguardo e d'improvviso arriva nella scuola il ragazzo più bello in assoluto degli ultimi 10 anni e lui cosa fa? Chi è la prima persona a cui rivolge la parola a scuola? La nostra cara signorina rappresentante degli studenti e signorina presidentessa del comitato disciplinare! Non è possibile che il ragazzo più carino della scuola scelga la più racchia!-

- Ma in realtà Sae non è proprio racchia... se si sciogliesse un po' i capelli, si mettesse le lenti a contatto, poi un po' di trucco e smettesse di avere quell'aria perfettina tutta seria da bacchettona, secondo me sarebbe proprio una bella ragazza.-

- Hai ragione. Peccato che come va in giro non è per niente bella. Credo che anche Miura l'abbia notato.-

- Forse lui le da tutte quelle attenzioni perchè sono vecchi amici di infanzia, sembra che alle elementari loro fossero stati amici...-

- Adesso si spiega tutto! Lui le rivolge la parola solo per pietà in nome della vecchia amicizia.-

- Bene. Ecco fatto. Sono di nuovo come prima. Meno male che mi sono portata i trucchi a scuola. Se mi dovesse scoprire la presidentessa mi darebbe una bella settimana di punizione! Ah ah ah! Andiamo ragazze.-

 

Ormai era arrivata anche l’estate. Sae odiava l’estate. I motivi erano tanti che la portavano ad odiare questa stagione erano diversi, con i troppi impegni che aveva non le rimaneva del tempo libero per andare in spiaggia e poi lei si sentiva parecchio a disagio a mostrarsi in bikini. –Nakamura! Fermati subito.-

- Cosa c’è Kayama?-

- Vediamo un po’… oggi la tua gonna è più corta di 6 cm…-

- Dai! Potresti anche chiudere un occhio!-

- Niente da fare! Una violazione alle regole è sempre una violazione!-

- Uffa! A volte sei peggio dei professori.-

- Deve essere così!-

- Sae!-

- Ancora a creare problemi presidentessa?- Le due ragazze si girarono trovandosi di fronte un frivolo e sorridente Masaki. –Miura! Stamattina sei più frivolo del solito. Quante volte devo dirtelo che ti devi allacciare la camicia come si deve.- Infatti Masaki aveva la brutta abitudine di portare la camicia fuori dai pantaloni con i primi tre bottoni slacciati da far intravedere il petto. –Dai Sae! Lascialo stare. Se una cosa è bella deve essere mostrata e no nascosta!-

- Tu Nakamura fatti gli affari tuoi. Ok?- Molto arrabbiata, Sae, afferrò la camicia di Masaki con l’intenzione di allacciarla, ma nello stesso istante il ragazzo si  spostò di qualche passo indietro, così nel tirare la camicia si staccarono i bottoni. Sae si trovò davanti il petto perfetto di Masaki con la sua camicia tra le mani. –Ma quanta audacia abbiamo oggi!- scherzò il ragazzo. La ragazza si allontano velocemente come se si fosse scottata. –Ehm… no… ecco… è meglio che ti copri.-

- Mi dispiace. Ormai è troppo tardi. Hai visto parte di me che nessuna ragazza ha mai visto. Per questo ti dovrò punire.-

- Ma… cosa? Che intendi?- Il ragazzo le si avvicinò e le sollevò il mento con un dito fissandola negli occhi. –Dai, stupida. Stavo scherzando! Se non l’ha capito, ti ho appena preso in giro.-

- Sei un idiota.-

- Sai, per farti perdonare potresti venire in spiaggia con me.- le frese la mano e intrecciò i loro mignoli. – è una promessa. Non puoi ritirarti.- E così se ne andò uscendo dalla classe lasciando la ragazza in fiamme dall’imbarazzo.

 

Sae camminava sulla spiaggia in attesa di Masaki. Indossava un vecchio vestito lungo a fiore che non lasciava intravedere niente e non mancavano le solite trecce e gli occhiali sul naso. Aveva la sua solita aria da secchiona e quello sguardo che diceva “Ragazzi state lontani o vi mordo!”. All’improvviso si sentì afferrare da dietro. –Ciao! Scusa il ritardo.- Il ragazzo la osservò per un po’. –Ma come ti sei vestita? Guarda che in spiaggia si viene in costume. Dai forza mettiti subito in costume.- Allungò le mani per aiutarla a levarsi il vestito e ricevette uno schiaffo dalla ragazza. –Sei un porco! Se ti avvicini ti mordo! Cosa credevi di fare?-

-Scusa. Volevo aiutarti. Tanto sotto hai il costume.-

- No. Non ho il costume.-

- Come? Vieni in spiaggia e non ti metti il costume? Guarda che così coperta avrai parecchio caldo.-

- Io non sono così frivola da mettere in mostra il mio corpo come fanno certe ragazze!-

- Ok. Ok. Ho capito. Dai, facciamo che ti offro qualcosa da bere. Però prima…- le tolse gli occhiali e se li mise in tasca. –Ma che fai?-

- Stai meglio così. Là fuori c’è un modo che tu non puoi vedere attraverso i tuoi occhiali. Oggi voglio mostrarti com’è la vita che tu critichi tanto, quindi devi per un po’ lasciare i tuoi panni da presidentessa. Quindi i tuoi occhiali sono sequestrati.-

- Ma io senza non vedo niente.- Il ragazzo le sorrise e le prese la mano. –Non ti preoccupare. Ci sarò io con te.- I due ragazzi passarono un bel pomeriggio insieme. Sae non credeva che il vero Miura fosse così. Si accorse che forse sbagliava a giudicare le persone solo dall’aspetto, perché in Miura c’era molto di più del bel ragazzo pieno di soldi e si vergognò terribilmente nel sentirsi così superficiale. Pensando a questo la ragazza prese una decisione, così prese per mano Masaki e lo trascinò dentro un negozio. Il povero non riusciva a capire che cosa ci facevano dentro un negozio di abiti femminili. Si sentiva molto imbarazzato perché mentre aspettava Sae fuori dal camerino le ragazze continuavano a fissarlo e a sghignazzare. Gli sarebbe piaciuto sapere per quale motivo si trovava lì. Dopo circa 20 minuti una ragazza uscì dal camerino. Masaki non ci poteva credere. Quella era Sae! Si era sciolta le trecce e indossava un corto prendisole giallo. Rimase lì incantato a bocca aperta, non aveva parole per descrivere la sorpresa. –Beh? Allora? Come sto?-

- Stai… stai benissimo… ma… perché?-

- Lo hai detto tu che devo vedere il mondo che c’è oltre il mio ruolo di presidentessa.- Masaki era senza parole. Sae lo prese per mano e lo trascinò fuori. –Dai forza andiamo! Mi è venuta voglia di un gelato!- I due ragazzi camminavano uno di fianco all’altro in silenzio, molto imbarazzati. Masaki stava pensando che così la ragazza non era niente male, invece Sae stava riflettendo sul suo comportamento… forse era stata troppo audace? –Ma guarda un po’ chi c’è! Miura.- Sae pensò che era proprio una gran sfortuna incontrare le loro compagne di classe. –Ciao ragazze.-

- Uhmm?- La ragazzo la fissò per un secondo. –Ma… che? Ma tu sei la presidentessa! Però! Sei diversa dal solito. Non è da te quel vestito. Non l’avrai fatto per far colpo su Miura, vero?- Le ragazze cominciarono a ridere di lei. A Sae le tornarono in mente i discorsi che aveva ascoltato in bagno. –Ah…-

- Sei ridicola! Ahahah!-

- Ragazze!- Miura si intromise per difendere Sae, ma venne interrotto dalla ragazza. –Su dai ragazze! Io sto solo indagando sul comportamento degli studenti del nostro istituto per migliorare nel mio lavoro di presidentessa. Lo sapete benissimo che lui per me è sempre stato solo un peso…- Miura era sbalordito. La guardò negli occhi incredulo poi le voltò le spalle.  –Allora è così. Bene. Scusa se ti ho disturbato.- La ragazza si accorse solo in quel momento di ciò che aveva detto. Imbarazzata corse via piangendo.

 

Sae non chiuse occhio per tutta la notte, doveva chiedere assolutamente scusa a Miura per il suo comportamento del giorno precedente. –Oh! Buongiorno Sugisaki. Per caso hai visto Miura?-

-Beh… sì. Di solito a quest’ora è in terrazza. Sai, per sfuggire alle sue fans.-

- Oh… ok. Grazie.-

Appena arrivò in terrazza lo vide appoggiato alla rete che osservava il paesaggio e si avvicinò. –Miura… io ti devo…-

-Che cosa vuoi?- Il suo tono era brusco, sembrava molto arrabbiato. Si fece coraggio e riprovò a parlargli. –Lo so che… mi sono comportata male… ma…- Il ragazzo si girò di scatto a guardarla in modo severo.

- Ma… cosa?- Ok. Se l’era meritato. Ma quello sguardo non la aiutava per niente, anzi, le metteva paura.

- Io…- Il ragazzo la spinse contro la rete e appoggiò le mani al lato della testa. I suoi occhi erano pieni di rabbia. La ragazzo cominciò a tremare. –Dimmi un po’ mia cara presidentessa, ti sei divertita? Ti è piaciuto prendermi in giro?- Sae non sapeva cosa rispondere, lei non voleva offenderlo, le parole erano uscite fuori dalla sua bocca da sole. Cominciò a piangere e si coprì gli occhi con le mani. –Scusa… sigh…sigh… scusami…- Masaki avvicinò il suo corpo a quello di Sae tenendola schiacciata tra la rete e lui. –Scusami veramente… sigh… in realtà tu mi piaci… sigh… ma ero troppo orgogliosa per ammetterlo.-

- Che seccatura…- La ragazza lo spinse via separando i loro corpi. –Cosa hai detto?-

- Sei proprio una seccatura.-

- Eh?-

- Ormai sei entrata nel mio cuore e non te ne vuoi più andare. Io mi sono avvicinato a te solo perché volevo farti ritornare la ragazza che conoscevo un tempo, ma sono rimasto fregato. Però quando hai parlato in quel modo mi hai ferito davvero e soprattutto mi hai deluso…-

- Scusami… però potevi dirmi la verità-

- Sai che figuraccia! Tu mi odiavi!- La ragazza si strinse al ragazzo e rimasero abbracciati felici di essersi chiariti.

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BENE... è UN ALTRO CAPITOLO è ANDATO... COL IL PROX CAPITOLO CREDO KE FINIRà LA PARTE SUL  PASSATO DI SAE E MASAKI...

CIAO A TUTTI E AL PROX CAPITOLO...

miyabi

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Capitolo 8
*** UN SALTO NEL PASSATO- 3° PARTE ***


CIAO A TUTTI... SCUSATE IL RITARDO MA SONO STATA IMPEGNATA CON LA PREPARAZIONE DEL COSPLAY DEL LUCCA COMICS DI 2 SETTIMANE FA E DEL COSPLAY DEL BOLOGNA COMICS CHE CI SARà A FINE MESE... COSì HO AVUTO POCO TEMPO PER SCRIVERE... CMQ...ECCOMI CON UN NUOVO CAPITOLO...
CON QUESTO CAPITOLO SI CONCLUDONO I RICORDI DI SAE DAL PROSSIMO SI RITORNERà AL PRESENTE...
BUONA LETTURA E COMMENTATE :D
BACI BACI


miyabi

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L’estate volò in fretta e con lei anche gli altri mesi. Ormai a scuola tutti sapevano che Sae e Masaki erano una coppia. Sae era diversa. Tutti notarono che il ragazzo l'aveva cambiata completamente, era meno rigida sulle regole, non aveva più quell'aria seria da presidentessa bacchettona, era cordiale con tutti e quando la si incontrava per i corridoi della scuola regalava un dolce sorriso spontaneo. Anche per il ragazzo la situazione era cambiata, da un po' di tempo non veniva più ripreso dal comitato disciplinare, molti sostenevano che prima si comportava così solo per attirare l'attenzione della presidentessa del comitato ed ora che l'aveva ottenuta, non aveva più nessun motivo per comportarsi male. I due ragazzi erano felici, apparentemente non avevano nessun problema, tutti li adoravano e li consideravano la coppi più bella che ci fosse stata nella scuola.

I neo-fidanzatini passavano molto tempo insieme, ma tra di loro non ci fu mai un momento di intimità. Sae da un po' di tempo si chiedeva quando sarebbe stata la loro prima volta. Non riusciva a capire perchè uno con l'esperienza di Masaki non avesse mai tirato fuori l'argomento. Sapeva benissimo che per lui non sarebbe stata la sua prima volta, fin da quando erano piccoli lui è sempre stato uno dei ragazzi più corteggiati. A lei non dava fastidio che avesse avuto altre ragazze, non le importava, l'unica cosa importante per lei era sapere che adesso, per lui, ci sarebbe stata solo lei. F.orse Masaki non ne parlava per non mettere fretta a Sae, visto che per lei sarebbe stato il primo. Ormai per la ragazza questi pensieri stavano diventando un chiodo fisso. -Ehmm... Masaki?-
-Cosa c'è?-
-Tra poco sarà Natale... tu hai pensato di fare qualcosa?-
-Non lo so ancora. Quest'anno per Natale sono solo. Mio padre sarà in giro per le riprese del suo ultimo film. Sai... io pensavo di festggiare con te...-
- Ma è magnifico! Certo che puoi venire a cena da me! Mia madre sarà felicissima di avere come ospite il figlio del suo attore freferito.-
-Veramente... io pensavo di andare a cena fuori io e te, da soli.-
-Ah.- La ragazza lo guardò e gli sorrise. -Accetto con piacere il suo invito signor Miura. Non vedo l'ora di passare il Natale in sua compagnia.- Gli disse con un tono da gran signora.
-Ne sono lieto, madame.- I due ragazzi si fissarono e poi al pensiero di come erano state buffe quelle ultime battute scoppiarono a ridere.
Dopo qualche minuto di silenzio Sae riprese a parlare. -Miura? Io ti attraggo sessualmente?- Al ragazzo gli venne un colpo, si girò di scatto verso Sae molto stupito. -Ma...ma sono domande da fare?- La ragazza arrossì pensando a ciò che aveva detto. Senza pensare aveva dato voce ai suoi pensieri degli ultimi giorni. -Tu rispondi e basta! sei attratto sessualmente da me o no?-
-Ma che domande! Sei la mia ragazzo, no?-
-Noi stiamo insieme da mesi e tu non ne hai mai parlato, quindi pensavo che forse non eri attratto dal mio corpo. Lo so che magari ti stai trattenendo per rispetto nei miei confronti perchè sono ancora vergine, ma mi dispiace per te, perchè sarà passato un po' di tempo da quando l'hai fatto l'ultima volta e per aspettare me adesso di sicuro sarai sessualmente frustrato... quindi... cioè...-
-Sae, che stai dicendo? non so come ti sia saltato fuori tutto questo discorso... non so cosa ti abbia fatto pensare il contrario... ma... ma... io...- Masaki sembrava molto imbarazzato. -Io... anche io sono vergine. Tu sei la mia prima ragazza.-
-Cosa!?- Sae era molto sorpresa della cosa.
-Non fare quella faccia come per dire "impossibile! Non ci credo!".-
-Impossibile! Non ci credo! Ma... ma... tu hai avuto tantissime ragazze che ti venivano dietro...-
-Nessuna mi ha mai interessata particolarmente. Ascolta Sae. non voglio che tu abbia dei dubbi su ciò che provo per te. Non è vero che non sono attratto da te, anzi, lo sono molto. Solo che ho qualche dubbio. Ho pensato che la prima volta deve essere perfetta, solo che io non ho esperienza e non vorrei sbagliare qualcosa.- La ragazza a quelle parole gli si gettò al collo abbracciandolo forte. -Meno male. Non sai che paura avevo. adesso mi sento più rilassata.-
-Che stupida che sei! Se tu non mi piacessi sul serio non mi sarei mai messo con te.- Sae adesso che si erano chiariti si sentiva più leggera e tranquilla, si era levato un grosso peso. -Masaki. Ho una proposta forse un po' audace da farti.-
-Dimmi.-
-La sera di Natale... dopo cena... magari... io potrei venire da te?- Masaki la guardò. Quella ragazza lo stupiva sempre di più! -Sicura? Guarda che io... non c'è fretta... e poi... non so se...- Sae gli posò il dito sulle labbra per zittirlo e gli si avvicinò al viso. -Non ti preoccupare. Andrà tutto bene. Ora ne sono sicura. Non importa se sbaglieremo qualcosa la prima. Faremo esperienza insieme.- Detto questo lo baciò.

La cena di Natale era stata romanticamente perfetta. Ora i due ragazzi si trovavano nella camera da letto di Masaki. L'atmosfera preparata dal ragazzo era perfetta, la stanza era al buio, solo qualche piccola fiammella delle candele sparse per la stanza, non erano molte quindi il letto era completamente al buio, di sottofondo a fare da colonna sonora a quel magico momento c'era "Do you remember". Masaki si avvicinò a Sae per abbracciarla. -Allora? Che ne dici?- Sae in quel momento si sentiva emozionatissima e felice, sapeva di aver fatto la cosa giusta quando gli aveva fatto quella proposta per Natale. -é tutto bellissimo Masaki.- Il ragazzo cominciò a baciare la sua ragazza e la spinse verso il letto. -Guardami Sae.-
-Ma è buio qui. io non riesco a vedere niente.-
-Io riesco a vedere te. Sei così luminosa e bella da farmi bruciare gli occhi.- scostò la coperta e la adagiò sulle lenzuola fresche, poi si chinò lentamente su di lei per assaporare l'odore del suo corpo. Con infinita dolcezza le si distese accanto e incominciò ad accarezzare il suo corpo. Sae cercò la bocca di lui e lo baciò. Lui in modo un po' impacciato la spogliò completamente, dopo aver contemplato in silenzio il suo corpo, si liberò anche lui dei vestiti. Ora giacevano abbracciati, completamente nudi, persi in un vortice di emozioni. Il ragazzo era un po' imbarazzato, non sapeva come comportarsi da dove iniziare. La ragazza accorgendosi dell'insicurezza del suo ragazzo gli avinghiò le gambe intorno alla vita tirandoselo verso di sè. Masaki sussultò sorprese dal gesto della ragazza. sae tentò di rassicurarlo. -Non ti preoccupare. Io sono pronta.- Il ragazzo si sistemò tra le gambe di Sae ed iniziò ad entrare lentamente in lei, la ragazza strinse i denti e Masaki si ritrasse subito. Sae lo guardò. -Non aver paura di farmi male. Credo che sia normale. Almeno credo...- Ma il problema non era quello, si era fatto indietro perchè lui non era eccitato, non riusciva a capire il perchè, stava per fare l'amore con la sua ragazza e l'unica cosa che sentiva era tensione e agitazione. Tentò di nuovo, ma niente, non funzionava... l'unica cosa che sentì era un piccolo gridolino di dolore della ragazza e meno male che era entrato solo con la punta. Questo lo fece preoccupare abbastanza. La ragazza si accorse di quale era il problema e lo guardò perplessa.
-Scusami Sae... io non ci riesco... ti amo... ma... non so perchè... sono troppo teso, adesso non ci riesco.-
-Amore... è la prima volta sia per te che per me... a me faceva male... non so se sarei riuscita a sopportarlo oltre... non angosciarti... ok?-
- Potresti andartene? Ho voglia di restare un po' solo.- La ragazza lo osservò per un secondo, aveva lo sguardo triste, abbattuto. -Va bene...-

Per tutto il resto delle vacanze i due ragazzi non si sentirono. Al rientro a scuola Sae era agitata, il pensiero di rivedere Masaki la preoccupava, a lei non importava come erano andate le cose la sera di Natale. Ok, va bene, il loro primo tentativo era andato male, ma loro si amavano e di sicuro la prossima volta sarebbe stato diverso.
La mattinata di lezioni passò, ma Masaki per tutto il tempo non si si fece vedere per la scuola, la cosa era strana, lui non avevamai perso un giorno di scuola senza un motivo. Sae aveva passato tutta la mattina ad ascoltare i bisbigli dei suoi compagni di classe "poverino" "mi dispiace per lui" "chissà come sta soffrendo". la ragazza ascoltava, ma non riusciva a cogliere il nome dell'interessato e si chiedeva di chi stavano parlando. Al suono della campana per la pausa pranzo decise di andare da Tetsu a chieere notizie di Masaki. -Ciao Sugisaki.-
-Oh... ciao Kayama.-
-Sai dov'è Masaki? Per caso oggi non è venuto a scuola? Strano comportamento da parte sua...-
- Kayama, quand'è che hai visto Masaki l'ultima volta?-
- Beh... il giorno di Natale... perchè?-
- E non vi siete neanche sentiti per telefono?-
- No. Perchè me lo chiedi?-
- Quindi da stamattina non vi siete ancora incontrati?-
- No. Se no non ero qui a chiederti di lui. Si può sapere perchè mi fai tutte queste domande?-
- Diciamo che oggi è uno di quei giorni in cui uno ha bisogno della propria ragazza che lo consoli. Sai... due giorni fa... è morto suo padre... lui ora è a pezzi.-
-Non ne sapevo niente...-
- Ma tu non guardi la tv?-
- Negli ultimi giorni no perchè dovevo finire di studiare troppe cose prima che iniziasse la scuola.-
- Adesso che lo sai è meglio che vai da lui.-
Sae sapeva dove poteva trovare il suo ragazzo. Quando è triste lui va sempre sul terrazzo della scuola. Fece le scale di corsa, ma quando spalancò la porta davanti agli occhi si trovò una scena che mai avrebbe voluto vedere in vita sua.
Lui era seduto appoggiato alla rete della terrazza. Aveva la camicia slacciata e calata lungo le braccia, tra le sue gambe avvinghiata a lui c'era una loro compagna di scuola,che se ricordava bene doveva essere del secondo anno, lui la stringeva e la stava baciando sul petto. Sae era sconvolta. Il ragazzo quando si accorse della sua presenza alzò lo sguardo verso di lei, la ragazza che era tra le braccia di Masaki si girò per vedere cosa aveva fatto interrompere il ragazzo e vedendo Sae si allontanò di scatto da Masaki. -Sempai...io... sempai Kayama...- Sae era furiosa e ferita, si buttò come una furia sul ragazzo e cominciò a sfogare tutta la sua rabbia su di lui tirandogli schiaffi e pugni. -Ti odio! MA COME HAI POTUTO? SEI UN BASTARDO! TI ODIO! TI ODIO! QUINDI ALLA FINE SE NON CI RIUSCIVI ERA PER COLPA MIA? SEI UN BASTARDO!- Mentre veniva picchiato il ragazzo non reagiva. Sae dopo un po' si alzò da lui. -Tu con me hai chiuso per sempre!- e se ne andò.
Quella fu la fine. Idue ragazzi non si incontrarono mai più. Masaki si ritirò dall'istituto, ormai con la morte del padre non poteva più permettersi di frequentare una scuola così prestigiosa. Tetsu lasciò anche lui quella scuola e insieme i due ragazzi si trasferirono, così come erano arrivati così se ne andarono, come se non fossero mai passati di lì, tutto ritornò come era prima di loro. Tutto finì in quell'istante.

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Capitolo 9
*** QUALCOSA NON QUADRA... ***


Eccomi qui con un enorme ritardo ^^'... mi scuso tantissimo, ma ho avuto un po' di problemi... primo tra tutto... avevo perso la bozza della fanfiction, perkè la mia memoria è così corta ke mi devo segnare tutto... quindi io avevo già scritto questo capitolo e in più avevo scritto più o meno come volevo far proseguire la fanfiction... poi ho perso tutto e quindi ho dovuto riscrivere tutto e di sicuro qualcosa avrò cambiato da come avevo pensato all'inizio di fare questo capitolo... ho anke cambiato altre cose nei capitoli successivi ke di sicuro faranno un po' contenta la mia cuginetta ^^... ma solo un po' xkè mi dispiace Nami ma il finale rimane sempre quello ke ti avevo detto...
Ormai nn manca molto alla fine... spero di riuscire a finire tutto in altri 3 capitoli... quindi dovrebbe finire tutto con il capitolo 12...

Con questo capitolo ho inserito il punto di vista di Masaki sulla fine della sua storia con Sae... e nel prossimo capitolo le cose saranno più chiare... questo capitolo all'inizio nn volevo metterlo, ma poi ho pensato di inserirlo per farvi capire che Masaki nn è uno stronzo, ma ci sono solo state dell'incomprensioni tra i due... quindi il capitolo riprende dalla fine dei ricordi di Sae....

Ora vi lascio alla lettura...

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*fine flash-back*

Ormai era passato, non si poteva tornare indietro. La cosa che faceva imbestialire Sae era l'indifferenza di Masaki. Lui si comportava come se tra di loro non fosse successo niente, invece lei se lo ricordava bene, tutto nei minimi particolari e questo da anni le faceva male al cuore.

I tre ragazzi rimasero per un attimo immobili ad osservere il punto dove fino ad un attimo prima c'era Sae. Tetsu cominciò a ricordare gli avvenimenti di due anni fa, Masaki era ancora arrabbiato per il pugno ricevuto e la povera Hotaru, ignara di tutto, non sapeva proprio cosa pensare. -Ragazzi? Ma... cosa?!- la ragazza guardò i suoi amici in cerca di una spiegazione. Masaki distolse lo sguardo imbarazzato. -Io sono stanco. Vado a casa.- e così con le mani in tasca, la testa bassa e un passo lento e stanco, se ne andò lasciando Tetsu e Hotaru da soli. -Tetsu? Si può sapere che diavolo sta succedendo qui?-
-è una storia molto lunga...-
- Io ho tempo per ascoltarla.-
- Beh... in realtà... ti abbiamo mentito... non è vero che sono 10 anni che non ci vediamo, tu sei l'unica di cui abbiamo perso i contatti in questi anni. Come sai, io e Masaki siamo sempre restati insieme sia alle medie che al liceo, ho sempre seguito Masaki in ogni posto in cui lui decidesse di andare. Due anni fa lui decise che vuoleva diplomarsi in una buona scuola per poi accedere ad un'ottima università, così ci trovammo in un istituto privato di Kyoto dove incontrammo Sae.-
- Allora voi avete frequentato la stessa scuola per un anno?-
- Non proprio... solo qualche mese. Sai... tra di loro ci fu una storia... tutta la scuola parlava di loro, erano una coppia fantastica... poi un giorno, accadde dopo la morte del padre di Masaki, Sae sparì lasciando una lettera a Masaki dove gli diceva solo "Addio è finita". Sparì così, senza nessun motivo.-
- Impossibile che una persona sparisca così, frequentavate la stessa scuola, Sae non mi sembra una che abbandoni la scuola poco prima degli esami.-
- Infatti. Noi abbandonammo la scuola, no lei.-
-Scusa... ma io non ci sto capendo niente...-
- Il padre di Masaki muorì durante le vacanze invernali, due giorni dopo tornammo a scuola. So che quel giorno loro litigarono, ma non so il motivo, non me ne preoccupai, a tutte le coppie capita di litigare. Lo stesso giorno comunicammo al preside che Masaki non si poteva più permettere di frequentare l'istituto, il padre non gli aveva lasciato molto e lui non aveva un lavoro, così preferimmo tornare alla scuola pubblica. Mentre svuotavamo il nostro armadietto Masaki trovò la lettera. Lui provò a cercarla per la scuola, ma non trovandola decise anche lui di scriverle una lettera dove le spiegava la situazione e le dava appuntamento per il giorno dopo in stazione dove noi saremmo partiti per Tokyo, per tornare alla nostra vecchia scuola. Sae non si presentò. Masaki ci rimase malissimo. In pochi giorni aveva perso un padre, una famiglia e la persona che amava. Questa storia gli fece troppo male, passò un periodo bruttissimo, dopo un po' decidemmo di comune accordo che ci saremmo dimenticati tutte e due del periodo passato a Kyoto, come se non fosse mai successo.-
- Incredibile... che storia...- Adesso tutto le era più chiaro. Sae doveva odiare veramente tanto Miura anche se loro non ne sapevano il motivo. Avrebbe tanto voluto esserci anche lei con loro. Miura aveva Tetsu che gli stava accanto, ma Sae era sola, avrebbe tanto voluto essergli stata vicina in quel momento per consigliarla e sostenerla. -Hotaru? Vuoi che ti accompagni?-
-Oh... sì, certo.- Tetsu prese per mano la ragazza e insieme si incamminarono verso casa. Ogni volta che si trovavano da soli erano sempre tesi ed imbarazzati, non sapevano mai cosa dire e non si guardavano mai in faccia. Anche in quel momento Hotaru si sentiva un po' imbarazzata, non faceva altro che guardare per terra e ogni tanto spostava lo sguardo sulle loro mani unite. Il ragazzo invece guardava in alto con il volto girato dalla parte opposta di dove si trovava la ragazza. Dopo un po' che camminavano in silenzio, Tetsu si fermò di colpo -Senti... è da qualche giorno che ti vorrei parlare... ma non riusco a trovare il coraggio...- Lui coninuava a guardare dritto davanti a sè, lei fissava ferma immobile il profilo del viso di lui. Tetsu si girò puntando i suoi occhi in quelli di Hotaru stringendole di più la mano. I loro visi si stavano pericolosamente avvicinando troppo, la ragazza sentiva il respiro di lui vicinissimo sfiorarle le labbra... ma in quell'istante il cellulare di lei squillò spezzando il momento magico. Hotaru tutta rossa in viso e impacciata cercò di recuperare il cellulare dalla sua borsa. -Sì... pronto?...Ah... Akito!- A sentire quel nome Tetsu sussultò. -Sì certo, ho finito. Aspettami a casa.- La ragazza riattaccò il telefono, guardò Tetsu molto imbarazzata al pensiero di quello che prima stava accadendo tra loro se la chiamata del suo ragazzo non li avesse interrotti. Hotaru voltò le spalle a Tetsu e borbotando delle scuse fuggì via.

***

Masaki Miura camminava lentamente verso casa ripensando agli avvenimenti di quel pomeriggio. si chiedeva perchè le sfortune capitavano tutte a lui. Ancora una volte lei si era arrabbiata con lui senza un motivo, anzi un motivo c'era solo che lui non lo conosceva. Quella ragazza lo faceva impazzire, a volte era veramente insopportabile, ma lui non ci poteva fare niente perchè Sae Kayama era l'unica ragazza che avesse mai amato e forse ancora ora ne era innamorato. Quando l'aveva vista il giorno dell'intervista, gli era sembrato un sogno. Lui sapeva che era arrabbiata con lui per qualche motivo e per questo aveva mandato Tetsu a parlarle, perchè voleva chiarire, tra di loro c'era ancora una questione aperta da risolvere. In tutta questa storia c'è qualcosa che non quadra...

*flash-back*
Era proprio una brutta giornata. Non aveva per niente voglia di seguire le lezioni. Preferiva starsene da solo sulla terrazza della scuola, con la mente vuota e non pensare. Suo padre era morto lasciandolo senza un soldo. Anche se il padre era un attore famoso non era in grado di tenersi dei risparmi da parte, gli piaceva la bella vita. Ora che non c'è più ha lasciato il figlio da solo a pensare ad una soluzione per tirare avanti. Masaki era stanco, non aveva voglia di fare niente, non voleva parlare con nessuno, voleva essere lasciato in pace per un po' lì da solo con il suo dolore. Se ne stava inerme seduto contro la rete con lo sguardo perso nel vuoto, sembrava quasi morto, il suo corpo non aveva le forze per far qualcosa, sembrava che il corpo non volesse più rispondere ai suoi ordini e se ne stava lì accasciato a terra. Sentì aprirsi la porta... dei passi... -Sempai Miura?- il ragazzo non rispose, nessun cenno, nulla, come se non l'avesse sentita entrare. -Sempai? Va tutto bene? Ho saputo cosa è successo. Mi dispiace tanto. Dov'è la sempai Kayama? Non dovrebbe essere qui a consolarti?- il ragazzo alzò il capo verso di lei senza vederla realmente. I suoi occhi erano spenti. -Poverino... è un'insensibile...- La ragazza si chinò su di lui. -Non preoccuparti... ci sono io qui per consolarti.- si tolse la camicia dell'uniforme e si mise a cavalcioni su di lui ed incominciò a sbottonargli la camicia, Miura guardò in faccia la ragazza e vide la sua dolce Sae, felice della sua presenza in un momento così tragico per lui, l'abbraccio forte appoggiando il viso tra i suoi seni. Si sentiva così bene, era lì seduto appoggiato alla rete della terrazza. Aveva la camicia slacciata e calata lungo le braccia, tra le sue gambe avvinghiata a lui c'era la ragazza che amava, la stringeva e la stava baciando sul petto. All'improvviso la porta della terrazza si aprì e si sentirono dei passi, dopo un po' la porta sbattè violentemente. Il ragazzo quando si accorse della presenza di un'altra persona alzò lo sguardo verso di lei. No. Non poteva essere lei! Cosa ci faceva Sae con gli occhi sbarrati in piedi davanti a lui? La ragazza che era tra le braccia di Masaki si girò per vedere cosa aveva fatto interrompere il ragazzo e vedendo Sae si allontanò di scatto da Masaki. -Sempai...io... sempai Kayama...- Masaki non capiva più niente, fino ad un attimo prima stava baciando Sae ed ora, invece, tra le braccia aveva una tipa che neanche si ricordava di conoscere. Sae sembrava furiosa. Vide la ragazza buttarsi su di lui come una furia e cominciò a tirargli schiaffi e pugni. -Ti odio! MA COME HAI POTUTO? SEI UN BASTARDO! TI ODIO! TI ODIO! QUINDI ALLA FINE SE NON CI RIUSCIVI ERA PER COLPA MIA? SEI UN BASTARDO!- Mentre veniva picchiato lui non riusciva a reagire. Sae dopo un po' si alzò da lui. -Tu con me hai chiuso per sempre!- e se ne andò.
Era stato veramente uno stupido. Le cose non potevano andare peggio di così. Dopo quello che era successo in terrazza, aveva cercato la ragazza per tutta la scuola senza trovarla, aveva trovato nel suo armadietto una sua lettera dove gli diceva addio. Non aveva tanto tempo, doveva trovare subito Sae per chiarire cosa era successo con l'altra ragazza, ma sembrava essersi volatilizzata, per tutta la scuola di lei non c'era traccia. Alla fine Masaki rinunciò nella sua ricerca e decise che le avrebbe lasciato una lettera per spiegargli tutta la situazione e dirle quanto lui l'amasse, che l'abrebbe sempre amata e che non poteva stare lontano da Kyoto, lontano da lei che ormai, oltre a Tetsu, era l'unico affetto che gli restava. Nella lettera le dava appuntamento per il giorno dopo in stazione dove sarebbe partito per Tokyo, per tornare alla sua vecchia scuola. Sae non si presentò e non rispose neanche alla sua lettera. Senza nessuna motivazione lei scomparve per sempre dalla sua vita.
*fine flash-back*

Quello che si chiedeva Masaki era come mai lei non avesse mai risposto, non era da lei comportarsi così, chiudere tutto e sparire senza dargli nessuna spiegazione. Era proprio questo che non quadrava. La Sae che lui conosceva non si sarebbe mai comportata così. Anche se la lettera non l'avesse convinta, lei sarebbe venuta lo stesso all'appuntamento e gli avrebbe detto in faccia che era tutto finito. Lei era fatta così, non importava se la risposta era negativa o positiva, doveva sempre mettere le cose in chiaro e tenere tutto sotto controllo.
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Lo so ke è un po' corto... ma almeno sono riuscita ad aggiornare un po'... spero di finire in fretta il prox capitolo anke se tutti gli esami ke ho da fare nn mi aiutano ç________ç

miyabi

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Capitolo 10
*** LA PRIGIONE DELL'ANIMA ***


Nuova pagina 1

Ciao a tutti... eheh! come al solito sono sempre in ritardo mostruoso -_- ci sto mettendo molto più del previsto a scrivere questa fanfiction... ma ormai siamo quasi alla fine ^_^ ... In questo capitolo finalmente entra in scena quello ke io ritengo il vero bello e figo della situazione... quindi buona lettura... ci vediamo alla fine del capitolo ^_^

miyabi ^^

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-Devo dire che te ti ha dato un pugno veramente forte... come farai per l'intervista di domani?-
-Non me ne frega niente.-
-E con Sae? Come intendi risolvere?-
-Tetsu! Basta. Questi non sono fatti tuoi. Pensa a risolvere i tuoi di problemi.-
-Io non ho problemi...-
-Certo... e Hotaru cos'è?-
-Beh... ci sto lavorando...- rispospose un po' imbarazzato.
-Certo che se non ci fosse quel tipo... com'è che si chiama?-
-Akito...-
-Ecco sì! Che intenzioni hai?-
-Non lo so... intanto mi vedo a pranzo con lei. Visto che l'altra sera, grazie alla sceneggiata tua e della tua fidanzatina, non abbiamo risolto il vero problema per cui ci eravamo incontrati, proviamo a risolvere la cosa solo noi due.- e così dicendo uscì di fretta di casa.

Hotaru e Tetsu si trovarono in un bar dove poterono parlare in tranquillità.
-Quindi... continui a fare quei sogni?-
-Sì... e non riesco a capire il perchè... stanno diventando inquietanti... non so cosa vuole Adam da me! Sembra come quando, anni fa, dopo l'incidente, sognavo Mizuki al cancello... -
-La cosa è strana... dopo 10 anni lui ritorna... ma perchè?!- Tetsu cercava di concentrarsi per riuscire a capire cosa volesse ancora Adam da loro. -Sai cosa penso? Per arrivare a capo di questa storia, dobbiamo andare alla villa.-
-Sono anni che non ci vado. Sai, dopo che abbiamo sepolto il quaderno, ogni tanto passavo di lì e mi fermavo a guardare la villa.-
-Avolte capitava anche a me di volgere lo sguardo verso la villa.-
-Forse hai ragione. Dobbiamo recuperare il quaderno. Ci pensavo qualche giorno fa, non abbiamo mantenuto la nostra promessa. Il quaderno dovevamo riprenderlo quando avremmo compiuto 17 anni. Ora abbiamo 20 anni ed è ancora lì.-
-Potrebbe essere un'idea. Partiamo da qui e forse ne riusciamo a venirne a capo.- Tetsu pagò le loro ordinazioni, prese Hotaru per mano e insieme si incamminarono alla villa di Adam e Eve.

Dopo tanti anni la villa non era in ottime condizioni, aveva un'aspetto tetro e decadente. Si vedeva benissimo che da anni e anni nessuno si occupava della sua manutenzione. In giardino ero cresciute alte erbacce e l'edificio era quasi completamente coperto da una fitta vegetazione. Davanti al cancello d'ingresso era esposto un cartello che vietava l'accesso alla villa per pericolo crollo della struttura. In 10 anni non solo i ragazzi erano cambiati ma anche la villa era invecchiata, anche per lei il tempo era passato.
-Bene. Mi sa che dobbiamo entrare.- si fece coraggio Tetsu.
-No! Aspetta, è pericoloso.-
-Dai Hotaru! Non fare la fifona!- La prese in giro il ragazzo.
-Non sono una fifona! Avere buon senso non vuol dire avere paura, ma vuol dire avere un po' di cervello. Il cartello parla chiaro. Qui potrebbe crollare tutto da un momento all'altro.- Disse la ragazza un po' indispettita.
-Un po' di brivido dell'avventura. Non ti sembra di tornare un po' ai vecchi tempi?-
-L'unica differenza è che eravamo dei bambini di 10 anni completamente inconscenti, non so tu ma io sono cresciuta. Anche se mi sembra che tu ragioni ancora con la testa di un bimbo delle elementari.-
-Ehi! Mi stai dando del bambino?!-
-Certo! Sei stupido e infantile! Non sei cambiato per niente, sempre il solito Tetsu. Cresci un po'!-
-Non credi di esagerare? Siamo venuti fin qui per scoprire la verità e tu ti vuoi fermare per uno stupido cartello?!- Hotaru non sapeva cosa le stava succedendo, non era certo per quello stupido cartello, non gliene fregava niente di quello. Dalla sera in cui si erano quasi baciati, perchè ne era certa, se il telefono non avesse squillato, loro si sarebbero baciati, da quella sera non riesce più a ragionare in presenza di Tetsu, si sente confusa e quando sta con Akito si sente uno schifo, si sente terribilmente in colpa per la confusione che c'è nel suo cuore e Akito questo non se lo merita.
-Non lo so... forse ho cambiato idea.-
-Hai cambiato idea?! Cosa vuol dire che HAI CAMBIATO IDEA???-
-Non urlare con me!-
-Scusa... scusa... scusami... ma non ti sembra assurda tutta questa discussione? Siamo qui per te. Sono qui per te! Se non fossi terribilmente preoccupato per te, non mi sarei mai più trovato difronte questo cancello!- stanamente la ragazza si sentì felice per le parole dell'amico.
-Scusami. Ok. Va bene. Entriamo.- Così facendosi coraggio Hotaru seguì Tetsu all'interno della casa. All'improvviso la ragazza si bloccò. -Hotaru? Cosa c'è?-
-Non senti la musica?- il ragazzo non capiva di cosa stesse parlando. -La chitarra...- Non è cambiato proprio niente qua dentro... la loro presenza si avvertisce ancora...

*flash-back*
H: Lulu? Aspetta! Vieni qui! Lulu?
Me lo ricordo ancora quando, dieci anni fa inseguendo un gattino che assomigliava tanto alla mia Lulu, mi ritrovai davanti al cancello chiuso della villa con il cartello "Vietato l'ingrsso"
-Oh... Lulu, no! Lì non si può entrare! Lulu!- "Cosa devo fare? Forse non era neanche Lulu... però le somigliava molto!"
Mi guardai un po' intorno... "Chissà... forse c'è un'entrata." Poi notai un passaggio tra le sbarre della recinsione "è un po' stretto, ma posso passarci." e mi intrufolai. "Evviva! Ecco a voi Shiraishi, la più piccola della classe! ...mi sento un po' in imbarazzo..."
Appena entrai all'interno della casa ne rimasi un po' affascinata. "Questa casa è disabitata... cade tutto a pezzi, come se fosse stata abbandonata per tanto tempo..." -Lulu?- Continua a guardarmi in giro... "Sembra una di quelle ville che si vedono in quei film stranieri. Chissà perchè non ci vive più nessuno... magari ci sono i fantasmi... presto farà buio. Devo trovare Lulu e uscire di qui." -Lulu?- All'improvviso sentii una melodia molto triste... "Eh...?! Il suono di un pianoforte? Non ci posso credere! Allora c'è qualcuno!!" Mi girai e tornai indietro verso l'uscita, non potevo farmi trovare lì dai padroni di casa, poi mi fermai sulla porta d'ingresso perchè quella melodia mi aveva colpito. "Oh... questa melodia... è la stessa di quel giorno! La canzone che passava su Mtv! Chi...? Chi la sta suonando?" Mi avvicinai verso quel suono. "Dolce, triste, pacato eppure intenso... non ho mai sentito un suono così languido uscire da un pianoforte." Chi suonava era una bellissima ragazza dai lunghi capelli biondi. "Quando la melodia si avvicina a un certo punto, la ragazza smette di suonare... e ricomincia il brano da capo. Lo ripete
all'infinito... oh... vorrei tanto... sentire di nuovo... la fine di quella canzone... come prosegue la melodia? Ricordo solo che era davvero bellissima... perchè non la suoni fino in fondo?"
*fine flash- back*

Hotaru era immobile e fissava il vuoto. -Hotaru?! Cos'è successo?- Nel sentire la voce del ragazzo si risvegliò dai suoi pensieri. -Tu non senti questa melodia?-
-Io non sento niente...-
-Questa è la canzone di Adam. L'ho sentita quando mi sono risvegliata in ospedale, dopo l'incidente, l'ho sentita anche la prima volta che sono entrata in questa casa... era Eve che la suonava... ed ora continuo a sentirla da quando ho ricominciato a fare questi strani sogni...-
-Io veramente non sento niente...-
-Credi che io sia pazza!?- scocciata si avviò verso la stanza dove aveva incontrato Eve la prima volta.
-Hotaru! Non ho detto che sei pazza! volevo solo dire che magari come l'altra volta... anche questa volta solo tu puoi comunicare con Adam ed Eve.- di sicuro non la considerava una pazza, non l'aveva mai pensato, neppure quando anni prima, lui e i suoi amici si trovarono ad assistere ad una scena di Hotaru che conversava da sola...

*flash- back*
Tetsu e Masaki si trovarono per caso a passare nelle vicinanze della villa e videro Sae vicino alla recinzione, così Tetsu le si avvinò e le toccò una spalla.
S: AAAAAAAAAAAAAH!
Spaventata la ragazza si rannicchiò
T: Kayama! Cosa fai? Sono io! Tetsu Sugisaki!v Siamo nella stessa classe!
La ragazza continuava a tremare spaventata.
T: Ma cosa...? Che le prende?
Sae alzò lo sguardo e vide i due ragazzi.
S: "Masaki Miura! Che tempismo perfetto! è un segno del destino! Sì, lo sento! Aspettami Hotaru! Il tuo principe azzurro sta per venire a salvarti!" La ragazza tentò di spiegare tutto quello che era successo... di come Hotaru fosse dentro alla villa convinta di parlare con qualcuno che in realtà non c'era...
M: Eheheh! Che sciocchezza! I fantasmi non esistono.
S: ...
T: Però... Masaki, chi ce lo garantisce? Tutto il vicinato sostiene che questa casa sia infestata dai fantasmi...
M: Che assurdità! Tutte le vecchie case disabitate hanno questa reputazione.
S: ...
T: S-Sì, d'accordo, ma...
M: Eheheh! Sai che sei un fifone?
S: Sì, PERò HOTARU NON è CERTO UNA CHE PARLA A VANVERA!
M: Forse ha delle allucinazioni. Magari fa parte dei postumi dell'incidente.
S: Grrr
T: Eh? Speriamo di no... forse devo parlarne a mio padre...
S: "Questo Masaki Miura non mi piace per niente. Si da un sacco di arie solo perchè è belloccio! Spero proprio che qualcosa gli faccia prendere un bello spavento. Ormai sono tranquilla. State a vedere!"
I tre ragazzi entrarono in silenzio dentro alla villa.
S: HOTARUUUUUUUUU!
Silenzio... nessuna risposta. Finchè dopo un po' non videro Hotaru scendere le scale. Sae le corse incontro.
S: HOTARU! Meno male stai bene!! Ero così in pensiero per te!
La ragazza aveva uno sguardo malinconico. Sembrava tesa.
S: Ehi, tutto a posto? Hotaru?
H: ... p... perchè Miura è qui?!
Hotaru arrossì di colpo.
S: Ah... Eri tesa per quello! Mi è preso un colpo!
H: A chi lo dici!
Intanto anche Tetsu e Masaki si avvicinarono.
T: Ah, Hotaru! Meno male che sei ancora viva. Il caso ha voluto che passassimo davanti a questa villa. Io ci passo spesso! Abbiamo sentito tutto. Non preoccuparti! Ti aiutiamo noi, Hotaru!
S: Ma se prima morivi di fifa!
H: Ah... no... non sono io che ho bisogno di aiuto...
M: Allora dov'è questo fantasma? Ce lo presenti? Anche se Kayama non lo vede, chissà, magari noi ci riusciamo.
S: Grrr... Che ragazzaccio!
H: Ah... sì... Adesso però quella ragazza è sotto shock. Meglio lasciarla tranquilla per un po'.
M: Sei uscita da quella stanza. è lì che si trova vero?
Disse avvicinandosi alla porta dove aveva visto poco prima Hotaru.
H: S-Sì... ma...
T: Masaki, non essere scortese col fantasma, se non vuoi beccarti una maledizione!
S: Speriamo che se la becchi. Eheh!
Masaki e Tetsu si affacciarono alla porta per vedere il misterioso fantasma.
M: Dov'è? Qui non c'è nessuno. Tu la vedi Tetsu?
T: Be'... vedo solo un gatto...
H: Ragazzi... fatemi passare...
Hotaru si fece largo tra i due ragazzi ed entrò nella stanza.
H: Scusaci per la confusione! Scendiamo subito al piano di sotto. No... resta pure a dormire.
Si avvicinò al letto a baldacchino, lasciando i tre amici sulla porta a guardare sbalorditi la scena della loro amica parlare col il vuoto. Proprio così, anche se Hotaru parlava, nella stanza non c'era nessuno che le potesse rispondere.
H: Sì... frequentano la mia stessa scuola. Tranquilla, resto ancora per un po'. Ti è tornato in mente qualcosa?
T: Lo sapevo... è meglio se chiedo a mio padre di visitarla.
M: Lascia perdere...
é in quel momento che Sae ritrovò tutto il suo sangue freddo. Di fronte a un simile spettacolo... fu colta da una paura molto diversa da quella di prima. Chiunque avesse visto Hotaru parlare al cuscino di quel letto mezzo crollato, avrebbe pensato... che c'era qualcosa di anomalo in lei.
S: "I ragazzi si sono ormai convinti che Hotaru sia andata fuori di testa."
H: Bene, io aspetto al piano di sotto. Se c'è qualcosa, chiamami.
S: "Non c'è modo di provare se ciò che Hotaru vede è un fantasma oppure un'allucinazione. Onestamante anch'io non so più cosa pensare."
H: Scusate ragazzi. Andiamo a parlare di sotto?
S: "Che possiamo fare?"
Poi accadde l'incredibile.
H: Eh? Cosa?
Il cappello della divisa scolastica di Hotaru, che si trovava appoggiato sul letto, all'improvviso si sollevò e cominciò a fluttuare nel vuoto davanti ai loro occhi lasciando Masaki, Tetsu e Sae impressionati. Non potevano credere a quello che stavano vedendo. Il cappello fluttuò e si posò sulla testa di Hotaru.
H: Oh! è vero! Mi è caduto senza che me ne accorgessi! Sì. Lo so, la nostra uniforme è graziosa. Sì, mi piace molto. A proposito, anche tu indossavi un'uniforme la prima volta che ci siamo incontrate. Sì! L'indossavi, eccome! Sembravi una top model... capisci cosa voglio dire? Eheh! Grazie.
Dopo che aveva continuato a parlare ancora un po' con il fantasma, Hotaru si rivolse ai suoi amici.
H: Bene! Allora andiamo?
I tre non la stavano neanche ascoltando, erano ancora lì paralizzati dallo stupore con la bocca aperta e gli occhi spalancati.
H: ? C-Cosa vi prende?

*Fine flash-back*

-Devo proprio dire che siete degli egoisti.- All'improvviso una voce sbucò dal nulla spaventando Hotaru.
-Allora è vero quello che si dice. Quando si diventa adulti si tende a dimenticare stupide promesse fatte da bambini, per gli adulti possono sembrare stupide...- la voce continuò a parlare. -...ma per un bambino sono molto importanti.... e... per un fantasma... sono l'unica ancora di salvezza. Salvezza della propria anima e conservazione dei propri ricordi e sentimenti.- Hotaru all'inizio era spaventata, ma poi riconobbe quella voce. -ADAM!!!- Davanti a lei cominciò ad apparire l'immagine di un bellissimo e affascinante ragazzo dai capelli lunghi e occhi azzurri. -Vedo che ti ricordi di me. Questo mi sorprende.-
-Ma se non hai fatto altro che tormentarmi con i sogni. Come potevo non riconoscerti?- A Tetsu un po' gli sembrava strano vedere la sua amica parlare da sola, aveva perso l'abitudine, ma sapeva benissimo che anche se non lo vedeva davanti a loro si trovava Adam. Anche 10 anni prima Hotaru era l'unica di loro che poteva vedere Eve e Adam.
-Finalmente ci rivediamo... aspettavo da tempo questo momento.- il fantasma cominciò a parlare. -Il tempo è molto più lungo quando davanti a te hai l'eternità ed ora finalmente posso vederti, Hotaru.-
-Per questo in questo periodo mi tormenti? Perchè avevi voglia di vedermi?? Lasciamelo dire... tu non sei per niente normale.-
-Non è solo per questo. Ho bisogno del vostro aiuto. Ci ho messo un po' a decidermi. All'inizio vi odiavo. Mi avete tradito, come uno stupido mi ero attaccato ad una promessa fatta da dei marmocchi. Poi è sorto un problema, ma come facevo a fidarmi di chi mi ha tradito dimenticando me e il mio amore? Ho pensato molto bene, non ho scelta, posso chiedere aiuto solo a voi. Purtroppo sei l'unica essere vivente con cui ho contatto. Così ho deciso di calpestare il mio orgoglio ferito. Questa potrebbe essere una seconda possibilità per tutti noi, voi potrete rimediare al vostro tradimento e io potrei riprovare a fidarmi di nuovo.- Hotaru aveva ascoltato con attenzione Adam parlare, mentre Tetsu osservava il vuoto cercando di capire il perchè di quel lungo attimo di silenzio, forse la ragazza si era dimenticata che lui non poteva sentire Adam. -Che sta succedendo? Perchè non dici niente?- solo in quel momento la ragazza si ricordò del suo amico e provò a spiegargli la situazione. -Quindi?? Non ho ancora capito di cosa ha bisogno. Adam? Hai detto che hai un problema, vero?- Tetsu si sentiva un po' stupido a parlare con il vuoto. -In questo non posso aiutarvi, dovrete scoprirlo da soli. Sono pur sempre un anima vagante, ho delle regole da seguire. Posso solo dirvi che riguarda a ciò che mi tiene legato al mio amore e al mondo terreno. Scoprite cosa mi tiene legato e capirete tutto.-

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Anke questo capitolo è concluso ^_^ non avevo ragione io? Adam è un gran figo?

Cmq... ringrazio...

 - Nami Akimoto ke puntualmente commenta sempre la mia fanfiction

- Ki mi ha messo nei preferiti: _______AutomaticGirl  e  Nami Akimoto

- Ki ha messo la mia storia tra le seguite: emilissa15

e infine tutti quelli ke leggono solamente ^_^

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