The lord of the star superheroes hunger game of Hogwarts

di Alex98
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** L'inizio del gioco ***
Capitolo 2: *** Il primo giorno ***
Capitolo 3: *** Una notte terrificante (prima parte) ***



Capitolo 1
*** L'inizio del gioco ***


THE LORD OF THE STAR SUPERHEROES HUNGER GAME OF HOGWARTS
 
 
 
CAPITOLO 1
L'INIZIO DEL GIOCO
 
Harry sapeva che era giunto il fatidico momento che tutti gli studenti che avevano raggiunto il settimo anno scolastico come lui temevano più di qualunque altra cosa: lo Star Superheroes Hunger Game of Hogwarts.
Tutti gli studenti del settimo anno erano preoccupati, perfino Draco.
Durante il gioco perfino Voldemort doveva sottomettersi al potere del re.
Quest'ultimo sedeva sul Trono di Spade, accanto agli altri professori che tremavano alla sua sola presenza.
Anche Silente era costretto a ubbidire poiché era terrorizzato dal re, Dart Sidious, ma soprattutto dal suo Primo Cavaliere, Dart Vader.
Come Draco, anche Geoffrey s'inchinava di fronte al vero re, perfino Daeneris, insieme ai suoi draghi doveva fare lo stesso.
Nemmeno supereroi come gli Avengers potevano intervenire.
Erano terminati i tempi della ribellione.
La gente era terrorizzata dall'occhio di Sauron che sorvegliava attentamente la situazione dalla cima del Monte Fato, non molto lontano da Hogwarts, poiché ogni punto della Terra di Mezzo era raggiungibile da dei portali nella scuola.
Anche la Contea era stata devastata.
Nulla era più come prima.
Il re si alzò dal trono e annunciò: "Studenti del settimo anno, benvenuti ufficialmente alla ventunesima edizione degli Star Superheroes Hunger Games of Hogwarts! Come sapete, è una divertentissima gara di abilità in cui il campione, dopo avermi battuto, cosa molto improbabile, potrà salire sul Trono di Spade, ma prima dovrà uccidere tutti gli altri partecipanti. Ricordate che solo i migliori parteciperanno, ma non illudetevi: nessuno è mai riuscito a vincere!"
La professoressa McGranitt era scandalizzata, ma non poteva sacrificarsi proprio adesso: doveva proteggere i suoi studenti.
"Ora il mio Primo Cavaliere vi spiegherà tutti i dettagli!" aggiunse il re.
Dart Vader si alzò in piedi e con la sua voce metallica dichiarò: "Ognuno di voi avrà a disposizione un aiutante, scelto casualmente tra i professori di Hogwarts, i cavalieri o ex sovrani dei Sette Regni o eroi delle Guerre Stellari (vinte dal nostro sovrano naturalmente), o quelli della Terra di Mezzo, tra cui ovviamente anche gli stregoni come Gandalf. Alla Terra di Mezzo come ben sapete si poteva accedere dai portali che adesso sono stati distrutti per dimenticare ogni cosa. Il vostro re è molto generoso. Voglio ricordarvi che ha riportato in vita tutte le persone che avevate perso e inoltre con questo gioco offre a tutti la possibilità di sedere sul trono, cosa tuttavia praticamente impossibile. Tra gli aiutanti ci saranno anche i supereroi. Comunque, oltre agli aiutanti, ci saranno anche gli ostacoli come me, Voldemort, i Nazghul, i nemici dei supereroi e gli incrociatori stellari. Tutto questo grazie al nostro generoso benefattore."
"Generoso benefattore?! E' un dittatore casomai!" sbraitò Gandalf, impugnando il suo bastone bianco.
"Crucio!" urlò Voldemort.
Gandalf si contorse dal dolore e fu riportato in camera sua da Hagrid, sempre più disperato.
"Per adesso è il nostro re in persona il Lord dello Star Superheroes Hunger Game of Hogwarts. Buona fortuna!" decretò Dart Vader, tornando a sedersi.
"Molto bene. Ora diamo inizio al sorteggio." decise il re.
Una macchina stabilì subito i contendenti del gioco e i loro aiutanti.
Harry era terrorizzato.
Silente, con mano tremante, prese uno dei biglietti e mormorò: "Harry Potter...con me e Gandalf."
Nessun applauso, solo bisbigli di studenti che tremavano al solo pensiero di essere chiamati come lui.
Ron, Hermione e Ginny lo osservarono, preoccupati.
Silente continuò a parlare: "Ron..."
Non riuscì a terminare la frase.
Ron e Harry si fissarono negli occhi, consapevoli del loro atroce destino.
"Ron Weasley...con Iron Man e Robb Stark." concluse Silente.
Poi continuò, cercando di non interrompersi più: "Hermione...Granger...con Luke Skywalker e Daeneris Targaryen."
Tutti erano allibiti.
Silente tentò di non svenire e terminò il discorso: "Infine, Draco Malfoy con Geoffrey e Severus Piton. La professoressa McGranitt sarà l'aiutante generale, ovvero colei che agirà secondo il volere di tutti noi che voteremo, partecipando attivamente al gioco. I giocatori potranno anche allearsi contro altri per vincere il gioco. Se un aiutante non compirà il suo dovere, verrà ucciso senza pietà."
Detto questo crollò a terra e Hagrid dovette riportare anche lui nel suo ufficio, o meglio di ciò che restava di esso.
Harry, Ron e Hermione sapevano già che si sarebbero alleati contro Draco, ma non avrebbero mai avuto il coraggio di ucciderlo.
D'altro canto, però, non avrebbero potuto a maggior ragione uccidersi a vicenda e se si fossero ribellati sarebbero morti tutti.
Ogni anno il popolo lottava per fermare il gioco, ma era tutto inutile, così si limitavano a tifare per il migliore, colui o colei che avrebbe potuto detronizzare Dart Sidious.
Nessuno era più al sicuro.
Il gioco era cominciato.
Il re si alzò di nuovo e dichiarò: "Che l'undicesima edizione abbia inizio!"
Harry, Ron, Hermione e anche Draco si guardarono, incapaci di agire, immobili di fronte al pericolo che li attendeva.
"L'inverno è arrivato." pensò Ned Stark, seduto su una panca ad osservare suo figlio, tornato lì solo per morire di nuovo in quel gioco infernale che aveva rovinato la loro famiglia.
Gli altri pensavano soltanto, terrorizzati: "Il gioco è cominciato."

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Capitolo 2
*** Il primo giorno ***


CAPITOLO 2
IL PRIMO GIORNO
 
La sera prima nessuno studente, professore, cavaliere, stregone o sovrano aveva chiuso occhio.
Harry avrebbe dato la vita per salvare i suoi amici, ma sapeva che in quell'occasione era impossibile.
Tywin Lannister lo attese fuori dalla porta del dormitorio.
"Buongiorno...signore." balbettò Harry, impotente di fronte a lui come di fronte a tutto ciò che stava accadendo.
Lui ignorò il saluto e lo osservò con uno sguardo penetrante.
"Potter, ho sentito parlare molto di te e alla fine volevo dirti che ho votato per te. Gli Stark e i Targaryen non devono sopravvivere." lo avvertì.
Tyrion raggiunse il padre ed esclamò, ridendo: "Non ascoltarlo, ragazzo! E' solo un vecchio padre, ancora sconvolto perché sua moglie è tornata, e insieme a lei però tutti i suoi nemici."
"Taci!" tuonò Tywin.
Detto questo, si congedò.
"Un tipo strano mio padre." commentò il Folletto.
Harry annuì, terrorizzato, e corse nella Sala Comune.
A quel punto anche Ron uscì dal dormitorio.
"Ecco qui il mio campione!" esclamò Tyrion.
"Hai votato per me?" gli domandò lui, ancora stanco.
"Io sto sempre dalla parte dei più deboli, ragazzo."
"Io non voglio combattere." piagnucolò Ron, sorprendendo perfino il nano.
"Suvvia, col vile denaro sono riuscito a regalarti qualche aiuto! Vedrai che ce la farai!" lo incoraggiò Tyrion.
"Non voglio combattere contro i miei amici!"
"Allora saranno i tuoi aiutanti a farlo. E' l'unico modo. Mi dispiace."
Ron si asciugò le lacrime e lo seguì fino alla Sala Comune.
Intanto, nel dormitorio dei Serpeverde, anche Draco incontrò il suo sostenitore.
Cersei lo osservò attentamente, come per testare la sua abilità, ma rimase delusa.
"Ascoltami, tu devi proteggere mio figlio a tutti i costi. Se gli accadesse qualcosa, tu mi dovrai temere più del re, intesi?!" sibilò con amarezza.
"Sì." borbottò Draco, confuso.
Infine, nel dormitorio femminile dei Grifondoro, Hermione incontrò Dart Vader.
"Mio signore!" esclamò lei, sorpresa.
"Tu dovrai proteggere Luke a tutti i costi! Ho paura che il re lo voglia uccidere." tuonò lui, in procinto di minacciarla con la Forza.
"Sì, mio signore."
Così i contendenti si preparavano al gioco.
La Sala Comune era stata trasformata in un grande tendone che si affacciava su un'arena di combattimento.
"Le squadre intorno a me!" urlò Robert Baratheon.
Tutti gli sguardi erano puntati su di loro.
Harry cercò di comprendere chi, oltre a quelli che si erano presentati, avevano votato per lui, ma era impossibile decretarlo con certezza.
"Squadra Potter-Silente-Gandalf! In posizione! Squadra Weasley-Iron Man-Robb Stark! In posizione! Squadra Granger-Skywalker-Targaryen! In posizione! Squadra Malfoy-Lannister-Piton! In posizione! Quando uno di voi morirà, la prima partita sarà terminata e la squadra che ha provocato la morte sarà la vincitrice, seguita dalle altre, in ordine di gradimento del pubblico e infine come ultima ci sarà la squadra che avrà perso. Che il gioco abbia inizio!" gridò l'ex sovrano.
Gli eroi, ancora titubanti, furono catapultati in diverse posizioni dell'arena.
"Ricordati la strategia." sussurrò Silente all'orecchio di Harry che ubbidì, nonostante temesse l'ira di Tywin che aveva votato affinché sconfiggesse gli Stark e i Targaryen e non suo nipote.
Lui annuì, impugnò la bacchetta e urlò: "Accio Firebolt!"
Salì sulla sua scopa e cominciò a combattere, lanciando incantesimi senza mirare troppo bene, evitando di colpire davvero qualcuno.
Silente e Gandalf lo seguirono in battaglia.
Contro di loro giunsero subito Draco, Geoffrey e Severus.
Il primo scaraventò Harry giù dalla scopa senza difficoltà.
Il secondo si avventò contro di lui, ma Gandalf lo fermò, tuonando: "Tu non puoi passare!"
"Avada kedavra!"urlò Draco.
Gandalf schivò l'incantesimo, ma comprese fino a che punto avrebbero lottato gli avversari.
Geoffrey sollevò la spada sul corpo inerme di Harry, ma questi si rialzò e in pochissimo tempo lo scaraventò a terra con un incantesimo.
Severus lanciò a malincuore un incantesimo contro Silente, ma lui lo schivò e fece schiantare l'avversario contro una parete.
A quel punto entrarono in gara le altre squadre, una contro l'altra.
Ron non ebbe il coraggio di attaccare Hermione e così lei lo lanciò in aria senza alcuna pietà.
Iron Man sparò dei colpi dalla sua armatura contro Luke, ma questi li parò tutti con la spada laser e li respinse contro Tony Stark che cadde a terra.
Robb Stark corse incontro a Daeneris, ma i suoi draghi lo precedettero, rubandogli la spada e sputando fuoco contro di lui.
Robb riuscì a schivarlo e cercò di nascondersi, ma Luke lo trovò e gli puntò addosso la spada laser.
All'improvviso però una guardia Lannister lo sorprese alle spalle e gli mozzò la mano metallica che impugnava la spada laser per poi scomparire nel nulla, tuonando: "Da Tyrion: un Lannister paga sempre i suoi debiti!"
Robb fuggì mentre Luke tornava sul campo, usando solamente la Forza.
Hermione stava studiando il campo, in attesa di trovare l'avversario ideale.
La sua intelligenza le avrebbe permesso di vincere probabilmente, ma non doveva illudersi troppo e soprattutto non doveva dimenticarsi dei suoi amici e del povero Ron.
Harry pensò a Ginny e riuscì a trovare la forza per non smettere di lottare senza sosta.
Geoffrey lo assalì di nuovo, ma lui lo scaraventò a terra e gli puntò contro la bacchetta.
Sapeva che avrebbe dovuto lanciare l'incantesimo mortale e forse Geoffrey non sarebbe stato una grande perdita, ma era pur sempre un ragazzo.
"Avanti, Potter! Hai paura?!" esclamò lui.
Gli ricordò Draco, ma era ancora peggio: per mano sua erano morte moltissime persone, ma lui non poteva ucciderlo.
"Avada Kedavra!" urlò Draco, evitando di proposito Harry, nonostante in precedenza credesse di poter uccidere il suo storico rivale.
Era quella la differenza tra lui e Geoffrey.
Harry fuggì, ormai troppo confuso dal rumore per poter continuare.
Gli incantesimi saettavano al fianco dei draghi di Daeneris.
Uno di loro fu ucciso da Severus che provocò la sua ira, ma lei era troppo lontana per agire.
Hermione ricordò la promessa fatta a Dart Vader e continuò a osservare Luke.
Lui combatteva contro Gandalf: gli aveva tolto la spada con la Forza, ma non riusciva a contrastare il suo bastone che lo buttava sempre contro una parete con la magia.
Proprio mentre nulla poteva andare peggio di così, il caccia stellare del re gli sparò contro.
Hermione lo fece esplodere, ma Luke era ferito gravemente e mentre lei era impegnato a salvarlo, fu attaccata alle spalle da Iron Man.
"Di solito non faccio mai del male alle signore, ma sono costretto." si giustificò Tony, volando il più lontano possibile.
Hermione era grondante di sangue e incapace di lottare.
Purtroppo però era in mezzo al campo.
Robb Stark corse da lei siccome era una facile preda per lui, il meta-lupo, ma il drago non era d'accordo.
Daeneris impugnò la spada che le era stata consegnata dal suo cucciolo ormai defunto e la conficcò nel petto dell'avversario.
Un grande schermo, raffigurante il re, comparì su una parete dell'arena.
Dart Sidious applaudì e gracchiò: "Molto bene! Il gioco è terminato!"

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Capitolo 3
*** Una notte terrificante (prima parte) ***


CAPITOLO 3
UNA NOTTE TERRIFICANTE (prima parte)
 
Ser Jorah si sedette accanto a Daeneris, contemplandola sotto la luce della luna con uno sguardo cupo.
"Sei preoccupato?" gli chiese lei, accarezzando i suoi due draghi rimasti.
"Abbiamo perso un tuo drago..." rispose lui.
"Un mio figlio, sangue del mio sangue! Non credere che me ne sia dimenticata!"
"Abbiamo anche ucciso uno Stark."
"Abbiamo?! Io ho perso mio figlio! Io sono stata costretta a uccidere Robb Stark! Io devo lottare coi miei peccati ogni giorno! Io devo soffrire le pene dell'inferno perché Khal Drogo, una volta risorto, è stato ucciso di nuovo in questo gioco!"
"Mi dispiace, kalheesi, ma dobbiamo riflettere sulla situazione."
Daeneris annuì, asciugandosi le lacrime.
"Il meta-lupo è fuori combattimento, ma non dimenticare che la vera guerra è qui all'interno delle mura del castello, tra i complotti di tutti i sostenitori. Sono quasi stato avvelenato. Dobbiamo stare attenti." continuò il cavaliere.
A quel punto, Jaime entrò nella Sala Comune.
"Sempre a parlare di morte, eh?" rise lo Sterminatore di Re.
"Cosa vuoi, leone Lannister?" ribatté Daeneris.
"Mio fratello vorrebbe vedervi, madre dei draghi."
Ser Jorah fu in procinto di fermarla, ma Daeneris lo respinse e si fece scortare dal nemico fino alla piccola camera da letto del Folletto.
Tyrion sembrava aver perso tutta la sua indifferenza e simpatia, ma quando la vide cercò di riassumere la sua personalità.
"Entra pure, Daeneris. Ti stavo aspettando. Come vedi, è una piccola dimora per un piccolo uomo." esordì, enfatizzando come al solito la sua natura.
"Come mai mi hai chiamato?" gli domandò lei.
"Vedi, io sto sostenendo Ronald Weasley, nonostante sia contro il volere della mia cara sorella."
"Non mi scuserò per aver ucciso un membro della tua stupida squadra, anche perché una tua guardia ha mozzato la mano di uno dei miei."
"Volevo solo chiedere un'alleanza. Con i miei soldi e la tua forza potremo vincere."
"Sappiamo bene entrambi che non si può fare."
"Non direttamente. Vedrai cosa potranno fare le mie guardie."
"Che cos'hai in mente?"
"Io voglio solo aiutare i più deboli."
"No, tu vuoi uccidere il piccolo leone."
"Non so di cosa tu stia parlando."
"Scusate, devo andare adesso." si congedò immediatamente Jaime.
"Ma sei impazzita?! Ora andrà a riferire tutto a Cersei!" esclamò il nano.
"Questo può spaventare te, piccolo uomo, ma non me."
"A volte i piccoli uomini sono i più intelligenti proprio perché sono prudenti."
"E tu non lo sei stato abbastanza." sussurrò una voce al suo orecchio.
Delle nuove guardie comparirono nell'ombra e uccisero il secondo drago.
"No!" strillò Daeneris.
L'ultimo, il più forte, si scatenò contro di loro.
Nel frattempo, Cersei impugnò un coltello, ma un altro uomo comparve sulla soglia: Tywin.
Quest'ultimo afferrò il pugnale della figlia e lo buttò a terra.
"Cosa significa tutto questo?!" tuonò.
Jaime giunse in suo soccorso, ma il padre lo precedette, facendo segno a delle altre guardie di uccidere i figli.
Il sangue si sparse in tutta la camera.
Daeneris fuggì col suo ultimo drago mentre Tyrion osservava con stupore suo padre.
"Tu li hai uccisi?" balbettò, esterrefatto.
"Un leone che non protegge un altro leone non si può definire tale. Io ho il dovere di difendere tutta la famiglia, anche quelli più...sfortunati." gli spiegò Tywin senza nemmeno cambiare espressione.
"Ma un lupo che uccide dei leoni sì invece!" urlò una voce alle loro spalle.
Tywin si voltò e vide il bastardo di Eddard Stark che impugnava la sua spada grondante di sangue delle guardie Lannister.
"Jon, voglio ricordarti che io non c'entro niente con l'assassinio di tuo fratello." cercò di tranquillizzarlo il nano.
"Mio fratello è morto già due volte! Mio padre è un uomo d'onore, fin troppo per uccidervi, ma io sono Jon Snow!" urlò lui, puntando la spada contro Tywin.
"Sembri indeciso, ragazzo." commentò lui, cercando invano un'arma da usare.
Daeneris aveva visto Jon entrare in camera e avrebbe potuto ottenere un grande vantaggio uccidendolo, anche perché lui la vedeva già come una nemica, ma lui non l'aveva uccisa e lei avrebbe ricambiato il favore.
Jon intanto continuava a pensare a cosa fare mentre Tyrion pregava nella sua mente gli dei.
"In tempi diversi voi sareste molto più importante da vivo, ma adesso siamo solo le pedine di un gioco." rifletté Jon, adirato.
Eddard entrò nella stanza e disarmò il figlio.
"Non hai imparato niente dai guardiani della notte? Anche se non ti definisci un vero Stark, sei pur sempre uno di loro. Dov'è finito il tuo onore?!"lo ammonì Ned.
In quel momento Jon si vergognò moltissimo e seguì il padre fuori dalla camera mentre i Lannister ringraziavano il cielo di essere ancora vivi.
Sulla strada, gli Stark incontrarono inevitabilmente Ditocorto.
"Mi dispiace per ciò che è accaduto, ma..." balbettò.
Eddard lo ignorò e continuò a camminare.
"Non riuscirai mai a riacquistare la nostra fiducia." mormorò Catelyn.
Lord Baelish chinò il capo in segno di resa e tornò nella sua stanza.
Nel frattempo, nel dormitorio dei Targaryen, Daeneris si svegliò di soprassalto, vedendo compiersi il piano b di Tyrion.
Batman, alleato degli altri supereroi, tra cui appunto Iron Man, entrò in camera sua e uccise il suo ultimo drago.
"Mi dispiace, principessa." sussurrò con voce roca.
Daeneris si alzò, impugnò una spada e lo uccise senza pietà.
"Molto brava sorellina. Adesso hai perso tutti i draghi." sibilò suo fratello.
In verità era solo una sua visione.
Viserys era morto di nuovo nel gioco, ma lei riusciva sempre a sentire le sue parole che ferivano più delle lame delle spade.
Daeneris pianse per tantissimo tempo, incurante di ciò che succedeva in quell'infernale fortezza, fuori dalla sua camera.
Intorno a lei tutto era buio e terrificante.

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