I Quattro Cavalieri

di pandamito
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** L'amante ***
Capitolo 2: *** La papessa ***
Capitolo 3: *** L'eremita ***
Capitolo 4: *** La morte ***



Capitolo 1
*** L'amante ***


 

Fra cinque minuti sarebbe andato in onda, con una nuova puntata del suo programma.
Era posizionato al centro del palco, nel punto prestabilito, con le perfette luci puntate addosso, così come le telecamere che lo registravano di fronte. 
Henley se n'era andata da un bel po' oramai, si era messa in carriera, stava spopolando, aveva persino un sito web e Daniel, doveva ammetterlo, ogni tanto mandava giù qualche drink e lasciava domande anonime piene di frustrazione nei suoi confronti, solo per cercare di metterla in imbarazzo o in difficoltà.
Due minuti prima dell'inizio.
A consolarlo, però, ora c'era il suo spettacolo, che nel frattempo lo teneva occupato affinché tutto andasse secondo i suoi piani, con la consapevolezza che appena sarebbero finite le riprese, qualche provocante fan sarebbe finita nel suo letto.
Era questa la vita di Daniel Atlas, l'illusionista.
Era diventato così perché a parer suo era più facile dare speranza alla gente, farla sognare e tenerla all'oscuro della verità; riusciva ad ingannare meglio tutti, affascinandoli, e poi gli era più facile fuggire dai problemi. Scompariva, come il coniglio nella scatola. Il suo lavoro era lo specchio che lo copriva.
Fama e donne, aveva tutto sotto controllo.
Ma era veramente quella la vita che voleva?








pandabitch.
Per la seconda volta, Mito inizia e conclude raccolte alle tre e mezza di notte.
Il motivo? Ancora nessuno lo sa.
Però una mia amica mi sta raccontando di un gatto che vuole uccidere la padrona, quindi è ok.
E lei, per ripicca, una volta l'ha spinto giù dal balcone. Sto morendo dalle risate.
Oramai sono drogata di questo film e di questo fandom. Helpatemi.
Ehm... spero si sia capito che questa raccolta è composta da quattro flashfic, ognuna dedicata ad uno dei Quattro Cavalieri, ve'?
Perfetto, buon proseguimento di serata, il film inizierà fra 90 secondi.
Seguite Come una bestemmia. su facebook e @pandamito su twitter per aggiornamenti, puttanata [cit.] e biscotti alla vaniglia vari.
Metterò le altre note solo a fine raccolta.
Baci e panda, Mito.

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Capitolo 2
*** La papessa ***




Henley amava quando i riflettori erano tutti puntati su di lei, come gli occhi di quel pubblico che tanto aveva imparato ad apprezzarla ed a sostenerla in ogni suo folle numero. Gli ammaliava, gli spaventava, teneva in pugno ogni loro reazione e si divertiva ad intrattenerli, a vedere i sorrisi sui loro volti che erano suscitati da lei e da ciò che sapeva fare meglio.
Si era impegnata tanto per dimostrare che lei non era un'escapista qualunque, lei non sarebbe stata più rimpiazzata solo perché non passava in una stupida botola. Nessuno sarebbe potuto riuscirsi, nessuno! Rebecca mentiva, se lo sentiva. In fondo era sempre stata gelosa dei suoi capelli rossi e del perché fosse l'aiutante di Daniel. Che cosa ci trovava poi in quel riccio smorto, bah!
Era tanto maniacale e fingeva la parte dell'uomo maturo, quando lui per primo era il bambino. "Più di Jack!", avrebbe detto qualche mese più tardi. 
Quello là doveva decisamente smetterla di scrivere sul suo blog con l'anonimato, perché lei di certo non aveva paura, era sempre stata una donna forte e coraggiosa e gli avrebbe risposto per le rime.
Ora era Henley Reeves la vera star,  non era più la spalla del prestigiatore, bensì l'attrazione stessa. E le piaceva. Oh, se le piaceva!
Anche se, doveva ammetterlo, era come se ci fosse ancora una piccola briciola che mancava per completare l'opera e non riusciva proprio a capire quale fosse.
Non lavorare per Daniel era la cosa migliore che avesse potuto fare in vita sua.
Ma ne era veramente così sicura?


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Capitolo 3
*** L'eremita ***




Merritt McKinney aveva raggiunto praticamente l'apice del successo. 
Era un dono, il suo, sviluppato con gli anni e trattato con cura, ed ora la sua fortuna stava per derivare proprio da esso. Era partito come tutti i grandi, in fin dei conti: dai bassi fondi, con piccoli furti, facendo scommesse così basse da sembrare nulle; ma poi la posta aumentava sempre di più, lasciava perplesse le persone, o confuse, o terribilmente spaventate ed a disagio, dipendeva da cosa lui voleva far loro provare. Le aveva in pugno, le controllava e non c'era niente che loro potessero fare per evitarlo.
Ben presto le orecchie della gente iniziarono a riconoscere il suono del suo nome, gli occhi vedevano i suoi spettacoli, le bocche si spalancavano in ovazioni e le mani battevano così forte da lasciare segni rossi e dolori per giorni.
Ipnotizzava la gente, la faceva addormentare e poi quella faceva tutto ciò che voleva lui, completamente condizionata. Sembrava più un burattinaio, che un mentalista, intento a muovere i fili delle sue marionette.
Era diventato ricco e famoso e non poteva chiedere di meglio, lui... Lui ed il suo menager. Non era solo affari, era qualcosa di più vicino, come una famiglia che ti assiste. Perché entrambi avevano lo stesso sangue.
Poi un giorno Merritt si svegliò dopo quello che doveva essere un post-sbornia e non aveva la minima idea di dove fosse, sapeva solo che era solo, era stato abbandonato ed i suoi soldi erano scomparsi chissà dove.
Ma non si arrese, Merritt ci era passato, seppur tanto tempo addietro. Si iniziava dai bassi fondi, con piccole somme, e poi si andava avanti.
L'avrebbe trovato quel bastardo, si sarebbe ripreso i suoi soldi e la sua fama.
Ma ora era solo, vagando per chissà dove.

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Capitolo 4
*** La morte ***




Essere Jack Wilder era veramente dura, perché per come andavano le cose, minimo una decina di persone al giorno andavano dalla polizia per fare il suo identikit e denunciare il furto di qualcosa. Eppure, Jack aveva sempre quel sorriso dipinto sulle labbra, beffardo, come di uno certo che non l'avrebbero mai preso.
La polizia l'avrebbe arrestato solo una volta, molto più in là, e l'avrebbe tenuto neanche un giorno. 
Di come c'era finito lì, però, in pochi erano a saperlo. 
Vivendo nel ghetto si imparano molte cose, da quando si è piccoli a quando si cresce. Ma le cose non vanno mai bene e la maggior parte delle volte i casini sono sempre in famiglia: così era la vita di Jack Wilder, tra una litigata dei genitori, una sbronza del padre appena licenziato, i soldi persi nel gioco d'azzardo da parte della madre che il giorno se ne stava rinchiusa dentro il casinò e la sera chissà dove andava. Allora, dopo questo, si disse basta e scappò, non sapeva neanche dove, basta che andava via di lì.
Rubare soldi per lui era come una passeggiata nel parco, la gente sembrava non accorgersi di nulla, tanto distratta dalla sua bellezza. Certo, Jack avrebbe potuto avere qualsiasi lavoro; in realtà non era capace di fare un bel nulla, ma di certo aveva un bel faccino che ammaliava e se fosse andato in un night club l'avrebbero assunto senza esitare. Ma rubare, a parer suo, era più facile, veloce e comodo. Così pagava l'affitto di un monolocale, poi la tv dove si divertiva a seguire canali da prestigiatore qual era diventato nel ghetto, infine anche una playstation, per quanti soldi aveva accumulato. 
Non si curava del fatto che avrebbero potuto riconoscerlo per strada e prenderlo da un momento all'altro, accusandolo di truffe, furti e quant'altro.
Ma, in fondo, lui era sempre quello che rischiava di più.







pandabitch.
Come promesso, eccomi qui.
Vi avevo detto ch ci sarebbero state le note, ma sincramente non so cosa dire.
Sparerò qualcosa a cavolo:
Mi cigola la tastiera.
Poi non ricordo più, cambiamo gioco.
Io e Jake passeremmo la vita a giovare e leggere fumetti.
Oh, bella vita!
Ah, ricordatemi che sono Come una bestemmia. su facebook e @pandamito su twitter.
Per altri link e cose varie, c'è il mio profilo efp.
Baci e panda, Mito.

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