Ehi, la Guerra è davvero finita adesso!

di Angel_Mary
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo. ***
Capitolo 2: *** La stretta di mano è il miglior biglietto da visita. ***
Capitolo 3: *** "Mi piace stare in silenzio" ***
Capitolo 4: *** "Per le mutande di Merlino! Billì no!" ***
Capitolo 5: *** "Ron, perché non capisci?" ***
Capitolo 6: *** "Mi domando come faccia Hermione" ***
Capitolo 7: *** "Assistere al processo di quel fottuto di nome Rookwood" ***
Capitolo 8: *** Fleur una banshee impazzita e Perla uno gnu imbufalito. ***
Capitolo 9: *** "Prima, prima di ... beh ecco, prima!" ***
Capitolo 10: *** Bando alle ciance, devo dirti due o tre cosette, cara Zeruja. ***
Capitolo 11: *** "Giovanotto, perché ti manca un orecchio?" ***
Capitolo 12: *** Evelyne Katrine Delacour ***
Capitolo 13: *** "Signor Weasley, posso uscire prima da lavoro oggi?" ***
Capitolo 14: *** L'ombra dell'ultima risata. ***



Capitolo 1
*** Prologo. ***


Estate 1998
 
Ore 5:58
Driiiiin driiiin, il suono di una sveglia assordante.
 
Una ragazza molto assonnata scaraventò sul pavimento quella sveglia, che cercava solo di fare il suo lavoro. Era la terza sveglia che rompeva nell’arco di un mese.
“Perlaaa! Alzati, sono le sei!” una donna sulla cinquantina chiamava sua figlia in maniera esasperata.
La ragazza in questione, Perla, rispose con un grugnito, era estate, il giorno prima aveva festeggiato fino a tarda notte, per quale motivo doveva alzarsi a un’ora del genere?
“Ho sonno!” rispose ancora con gli occhi chiusi, distesa sul letto barbaramente, in fin dei conti non era il massimo della raffinatezza alle sei del mattino.
“Dormirai in aereo, vorresti perderlo?” le urlò la madre dalla stanza da letto. Infondo lei, doveva solo salutarla a casa.
“Mi alzo, mi alzo! Ho capito!” strillò Perla, alzandosi di scatto e per poco la sua faccia non incontrò il pavimento di marmo della sua stanza.
“Oh al diavolo! Perché sono così maldestra?” in quei momenti d’ira funesta contro se stessa (ma soprattutto contro il mondo), Perla parlava anche da sola.
Dopo aver fatto colazione, essersi lavata, vestita e truccata (doveva pur coprire quelle orrende occhiaie, testimoni della festa della sera precedente) Perla e suo padre erano in macchina sulla via per l’aeroporto.
 
 
 
 
Ore 9:15 la Tana.
 
“Molly, allors ma cousin arriva tra un’ora, Billì è bloccato al lavoro, lei sa che andranno a prenderla  Charlie e George.” Fleur Delacour era sempre sull’orlo di una crisi di nervi, quando si trattava di ospitare sua cugina Perla, non perché fosse una babbana di nascita, quanto per il suo buon carattere. Ciò che Fleur temeva di più era il fatto che quella sera stessa avrebbe dovuto confidarle che era sposata da un anno, temendo la reazione della cugina. Era molto legata a Perla, la considerava una sorella minore, per far in modo che la rivelazione avvenisse nel modo meno indolore possibile, decise che quella mattina sarebbe rimasta ad aiutare Molly preparando un ottimo pranzo.
“GEORGEEE, CHARLIEEE!” Molly Prewett in Weasley, quando era particolarmente agitata per qualche evento importante, era solita chiamare i suoi figli con delle abilità vocali simili a quelle dei più famosi tenori di tutto il mondo.
Due teste rosse, ancora assonnate, comparvero nella visuale di mamma Weasley “Forza, tra un’ora dovete essere all’aeroforto a prendere la cugina di Fleur”
“aeroporto, mamma!” la corresse il secondo dei suoi figli.
“Per Merlino, è lo stesso, mi raccomando, questa ragazza è babbana!”.
Ricevute le ultime istruzioni e vista una foto della ragazza, quelle due teste rosse, di malumore, si avviarono verso l’aeroporto con la loro fidata Ford Anglia. 

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Capitolo 2
*** La stretta di mano è il miglior biglietto da visita. ***


Se la mamma di Perla credeva che lei avrebbe potuto riposare durante il viaggio, lei non lo riteneva affatto possibile; infatti, il signore, che sedeva accanto a lei, non aveva fatto altro che mangiare delle noccioline, dietro di lei, c’era una coppia con un bambino piccolo che non aveva fatto altro che strillare, nella poltrona davanti a lei, c’era una ragazza che aveva vomitato a causa delle turbolenze e l’odore di vomito si insinuava violentemente nelle sue povere narici.
Poteva esserci qualcosa peggiore di quello? La risposta, a questa domanda inespressa, arrivò al momento dell’atterraggio.
Si era accorta delle turbolenze, ma nel momento in cui l’aereo stava per toccare l’asfalto aumentarono, Perla rise come se fosse su una montagna russa, non vedeva l’ora di atterrare sul suolo britannico, il suo sedile era malandato e durante la fase di atterraggio si muoveva andando avanti e indietro, in conclusione le venne il mal di testa (avendo mandato al diavolo le turbolenze, il sedile rotto, la sveglia che aveva deciso di svegliarla troppo presto – ringraziò mentalmente anche la madre- e sua cugina Fleur – a cui voleva molto bene, ma perché prenderle i biglietti a quell’orario indecente?).
La fortuna volle essere clemente con lei almeno con il ritiro bagagli, recuperò le valigie avviandosi verso l’uscita, ricordandosi di cercare una o due teste rosse. Fleur, il giorno prima, l’aveva chiamata descrivendole due dei fratelli del suo fidanzato, William, detto Billì (pronunciato alla Fleur), Weasley, che sarebbero venuti a prenderla. La cugina le aveva detto che uno dei due aveva solo un orecchio e Perla, ridendo, le aveva risposto “Si, cherì perché andrò a chiedergli: senti scusa per caso ti manca un orecchio?”
 
Intanto, nell’area arrivi, Charlie stava cercando di far sorridere almeno un po’ George, che dal 2 maggio, da quando il suo gemello era caduto durante la battaglia di Hogwarts, non sorrideva più. In realtà non parlava neanche tanto, non faceva scherzi, e aveva deciso che avrebbe portato quell’assurda benda all’orecchio sinistro, guardando in modo truce chiunque gli chiedesse il motivo di quella scelta.
Charlie sapeva benissimo come mai sua cognata avesse insistito tanto ad andare all’aeroporto insieme al fratello minore: avrebbe conosciuto una persona che lo avrebbe incontrato, chiamato e conosciuto senza pensare anche all’altro fratello minore, ora mancante, insomma senza pensare a Fred. La sua morte, com’era prevedibile, aveva lasciato un vuoto dentro ognuno di loro, soprattutto nell’animo di George. Lui aveva provato anche a frequentare Angelina, la ex ragazza del suo gemello, ma tutti i tentativi erano risultati vani, perché quella ragazza non riusciva a scorgere le differenze (le grandi differenze) tra i due gemelli.
Charlie, che aveva partecipato anche lui alla battaglia, aveva deciso di prendersi un periodo di aspettativa dal lavoro, per stare accanto a George, così come Ron aveva deciso di non frequentare l’ultimo anno ad Hogwarts, per cercare di far riaprire il negozio di scherzi al fratello e ad aiutarlo ad andare avanti.
Quella mattina, Molly Weasley era stata irremovibile nei confronti di George, che aveva tentato più di una volta di declinare l’ordine imposto dalla madre (come se fosse concepibile una cosa del genere) e dalla cognata. Ciò che aveva spinto George ad uscire dalla stanza di Charlie (divenuta la sua stanza, mentre il fratello occupava la camera di Bill) fu proprio il fatto che Perla, la cugina di Fleur, fosse una babbana, quindi non sapeva dell’esistenza della magia e non immaginava neanche che Fleur fosse sposata. (la cognata era convinta che avrebbero sentito strillare la ragazza, come il branco di centauri che si imbatté in Dolores Umbridge qualche anno prima).
In quel momento, George e Charlie aspettavano Perla, posizionati accanto alla barriera da cui uscivano i viaggiatori appena atterrati.
 
 
Perla, dopo aver aspettato (e recuperato) che il suo enorme bagaglio uscisse sul nastro trasportatore, trascinandosi le valigie, pesantissime, uscì dalla zona del ritiro bagagli; credeva che Fleur la stesse prendendo in giro, quando le aveva detto che tutti i componenti della famiglia del “fidanzato” avessero i capelli rossi. Rimase davvero colpita nel vedere immediatamente quei due uomini, dalla chioma rosso fuoco, che la stavano aspettando.
Uno era alto, muscoloso, con una benda che gli fasciava l’orecchio sinistro, occhi blu oltremare, che venivano messe in risalto dai suoi capelli lunghi fino alla fine del collo, aveva una sottilissima barbetta che gli donava un’aria da bello e dannato, indossava una polo celeste, a maniche corte, con i bordi delle maniche e del colletto rosso borgogna, la portava sbottonata e i suoi blu jeans esaltavano il fisico longilineo. L’altro ragazzo, meno bello rispetto al primo, ma sempre di aspetto avvenente, era più basso, un po’ più muscoloso e dalla camicia a quadri a maniche corte si vedevano delle cicatrici sulle possenti braccia abbronzate. Quest’ultimo, a differenza del primo, le aveva indirizzato un sorriso radioso, mentre l’altro, il ragazzo alto, era avvolto da un’aura di mistero, i suoi occhi, pur essendo bellissimi, le sembravano spenti come se non potesse essere più felice. Ma Perla non ci fece troppo caso, era talmente entusiasta di averli visti subito, che accelerando il passo, procedendo verso di loro, dimenticandosi che stava trascinando due valigie (una sembrava più grande di lei),  inciampò nei suoi piedi, e se il ragazzo alto non avesse avuto i riflessi pronti, sarebbe finita lunga distesa su quel pavimento grigio e liscio.
Il ragazzo più basso stava trattenendo le risate, quello alto invece manteneva in modo saldo Perla, “devi essere Perla Wierlacher, la cugina di Fleur” disse il ragazzo basso (continuando a trattenere le risate), “Si, mi dispiace per la caduta, sono un po’ maldestra, credo che Fleur ve l’abbia detto”. Perla, con l’aiuto del ragazzo più alto, si era rimessa in piedi, presentandosi, strinse vigorosamente le mani dei due ragazzi, scoprendo finalmente i loro nomi: George e Charlie.
 
Charlie notò con sommo piacere, che il fratello, quando la ragazza era inciampata nei suoi piedi, si era fiondato per evitare che nella caduta potesse farsi male.
Perla era molto diversa da Fleur, per prima cosa aveva i capelli castani con dei particolari riflessi biondi nelle ciocche che le incorniciavano il viso, riflessi ramati nei capelli che le coprivano la nuca, la pelle color biscotto dorato, fianchi pronunciati, e gambe molto lunghe. Charlie rimase colpito dai suoi occhi verde scuro, erano profondi, secondo lui avrebbero scrutato qualsiasi anima, erano incorniciati da delle sopracciglia folte (non ad ali di gabbiano, come le aveva viste a tutte le ragazze), che donavano al suo viso un’espressività inusuale. Non era magra quanto la cognata, ma nessuno avrebbe potuto mettere in discussione la bellezza di quella ragazza. Charlie, da “buon fratello maggiore”, prese la valigia più piccola avviandosi verso l’uscita,“George, vado a pagare il parcheggio, voi avviatevi alla macchina!” disse guardandolo maliziosamente. Chissà, magari quella ragazza sarebbe riuscita a farlo sorridere di nuovo.
 
Perla guardò Charlie prendere la sua valigia incamminandosi verso l’uscita, era rimasta sola con George.
La zona arrivi dell’aeroporto era abbastanza affollata, di tanto in tanto si sentiva una voce metallica che annunciava l’atterraggio di un aereo, erano circondati da persone che camminavano velocemente, altre che salutavano calorosamente amici e parenti, altri che incontravano, dopo chissà quanto tempo, il proprio compagno o compagna. I muri della zona arrivi consistevano in grandi vetrate da dove si poteva osservare il paesaggio circostante, gli atterraggi degli aerei e il cielo. Aveva trovato quel luogo davvero pulito e le persone le sembravano anche più gentili. In quei luoghi, Perla si sentiva a casa, le piaceva nominarli i “non-luoghi”, dove le persone ci vanno solo per brevi istanti della propria vita, e riteneva che la sua intera vita era un lungo viaggio.
“Grazie per prima, cioè per non avermi fatta cadere” esclamò con un po’ troppo vigore, cogliendo di sorpresa George.
“Non preoccuparti” rispose asciutto il ragazzo, guardando la distesa di macchine che si presentava all’uscita. Le sembrava così strano, come se si fosse sentito perso senza suo fratello Charlie. Non diede troppa importanza a quello che stava pensando e aggiunse: “Fleur mi ha raccontato che Bill ha un orecchino zannuto all’orecchio sinistro e che a vostra madre non piace.” Disse atona, non aspettandosi davvero una risposta, che stranamente arrivò:“Si, ecco, mamma non l’ha presa bene quando l’ha visto con quell’orecchino di ritorno dall’Egitto” ammise il giovane.
“E’ stato davvero in Egitto? Fleur non me l’aveva raccontato!” George, mordendosi la lingua, solo allora, si ricordò improvvisamente  che sua madre gli aveva accennato al fatto che Perla sapeva soltanto che suo fratello e Fleur si fossero conosciuti in banca e che fosse babbana. Si era cacciato in un bel guaio, ma prima i guai venivano risolti sempre in due, con quell’amaro pensiero rispose, inventandosi una balla colossale: “Ha dato gli esami finali del suo corso di studi Al Cairo, poi è tornato a casa” disse con poca convinzione, ma gli sembrò che la ragazza si fosse convinta.
“Che bello! Poi mi deve raccontare tutto, l’Egitto mi affascina un sacco, le piramidi, i templi, e il Nilo! Spero proprio di andarci presto!” ammise con vivacità.
George rimase offuscato dalla semplicità con cui pronunciò l’ultima frase, a lui sembrava che Perla emanasse tanta serenità. Era tutto il contrario di sua cognata, lei era sofisticata con aria altezzosa, Perla invece era semplice, e i suoi occhi erano brillanti, vispi, pieni di allegria.
“Ora, dovremmo andare, non credo che Charlie abbia tanta voglia di guidare, andiamo?” senza aspettare alcuna risposta, le prese la valigia (quella enorme) e da vero cavaliere le prese la borsa (anche quella pesantissima) dalla spalla.
Insieme si avviarono verso la vecchia (sempre presente e magica) Ford Anglia.
 
Il viaggio in macchina fu piacevole, Perla e George (che fu obbligato da Charlie a guidare, come previsto) chiacchierarono piacevolmente. Nei rari momenti di silenzio, Charlie si accorse che Perla era completamente affascinata dalla natura circostante che  guardava come un bambino osserva lo zucchero filato al luna park. George invece sembrava piuttosto pensieroso, era cupo, grazie allo specchietto retrovisore, Charlie notò la ruga di espressione tra le sopracciglia del fratello, era un segnale di allarme: era preoccupato per qualcosa (ultimamente era sempre preoccupato, la notte dormiva pochissimo e quelle rare volte che capitava, aveva gli incubi e si svegliava urlando).
Era calato il silenzio, Perla sembrava persa in un mondo tutto suo, George continuava a guidare e Charlie rifletteva su tutti i cambiamenti che la sua famiglia aveva vissuto durante quell’anno: la morte di Silente, i mangiamorte al matrimonio di Bill e Fleur, il viaggio alla ricerca degli Horcrux di Harry, Ron ed Hermione, il trasferimento a casa di zia Muriel, infine la battaglia finale contro Voldemort, dove erano caduti tanti amici, come Remus, Tonks e dove aveva perso la vita suo fratello Fred.
Fu Perla a rompere il silenzio: “Fleur mi ha detto che vivete in campagna. A me piace tantissimo! Da piccola andavo a casa dei miei nonni, avevano una fattoria e io li aiutavo a mungere le mucche! Possiamo fare una passeggiata prima di pranzo?” domandò allegramente, appena uscita dal suo universo parallelo.
Charlie le rispose sorpreso: “Credo che Fleur voglia stare un po’ con te. Ci ha detto che non vi vedete da due anni.”
“Si, l’ultima volta che è venuta in Italia, è stato due anni fa, ma è dovuta ripartire immediatamente, perché era morto un tale Sirius, se non ricordo male era il padrino di un vostro amico, credo si chiami Harry”
George stava per frenare bruscamente, ma Charlie risolse la situazione con un incantesimo non verbale dal sedile posteriore, George ora si era incupito ancora di più, la ragazza notando questo cambiamento radicale in George, aggiunse, pensando che fosse meglio cambiare discorso: “Sapete per caso cosa stanno preparando Fleur e vostra madre? Mi ha detto che la Signora Weasley è molto brava a cucinare! E ho una fame pazzesca!” affermò vigorosamente (visti i strani rumori provenienti dal suo stomaco).
“Preparati, nostra madre considera tutti noi sottopeso, cucina per un reggimento tutte le pietanze inglesi!” rispose improvvisamente George, i cambiamenti d’animo di quel ragazzo sconvolgevano Perla.
Dopo un’altra mezz’ora, finalmente, i tre ragazzi arrivarono alla Tana.
 

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Capitolo 3
*** "Mi piace stare in silenzio" ***


Quando scese dalla macchina, Perla la guardò: doveva essere un vecchio porcile a cui erano state aggiunte delle stanze, le sembrava che si mantenesse in piedi per magia. Era un edificio di due piani, il tetto spiovente dello stesso colore della polvere, le finestre erano piccole e tutte diverse, la porta era di legno scuro, che era incorniciata da vasetti pieni di fiori colorati, il piccolo giardino era curato, si intravedevano gli ortaggi e le verdure coltivate, le galline andavano a spasso per conto loro. Perla rimase piacevolmente sorpresa, non sentendo quell’odore forte che avvertiva tutte le volte che andava in campagna dai suoi nonni (causato principalmente dalla presenza delle mucche).  Ne rimase colpita, ma la sua felicità ora era incontenibile: non vedeva l’ora di riabbracciare sua cugina Fleur.
Senza pensarci, iniziò a correre (passò attraverso il giardino infestato dagli gnomi, ma non se ne rese neanche conto!), spalancò la porta gridando:
“Oh mon Dieu Fleur!” per poi fiondarsi ad abbracciare la cugina,che era impegnata nella preparazione dello stufato insieme alla signora Weasley e a due ragazze, una con i capelli rosso fuoco (doveva essere Ginny) e l’altra con i capelli castani. Fleur essendo presa alla sprovvista, perse l’equilibrio e caddero entrambe, mentre le altre le guardavano tra il divertito e lo stupito.
Quando Charlie e George entrarono in casa, portando le valigie di Perla, trovarono le due cugine ancora sedute sul pavimento della cucina a ridere a crepapelle.
George scorse due lacrime sulle guance della cognata, non aveva mai visto Fleur Delacour piangere, neanche quando Bill venne ferito da quel lupo-mannaro. Questi erano gli stessi pensieri anche della signora Weasley e delle altre due ragazze presenti, perché le loro espressioni erano meravigliate dalla reazione di Fleur. La conoscevano come una ragazza fredda, spesso altezzosa (che sfiorava l’antipatia spesso e volentieri), distaccata dalle situazioni e vederla lì, seduta sul pavimento con i capelli in disordine a ridere con una ragazza (che sembrava molto meno impostata di Fleur) così diversa da lei, sembrava davvero strano. Quando le due ragazze si alzarono dal pavimento, Fleur, recuperati i suoi soliti modi, presentò con tante cerimonie e complimenti (Perla trovò sospetto che sua cugina facesse così tanti complimenti alla Signora Weasley, insomma non era un comportamento da Fleur!) la madre di Billì, Ginnì ed Hermione a Perla.
“Alors cherie, elle est la maman de Billì, Molly, la soeur Ginnì, infin elle est Hermione, la fiancè di Ron” disse a Perla, che cercava disperatamente di non dimenticare i nomi delle persone appena conosciute, mentre si guardava attorno notando piacevolmente quanto amasse quella cucina. Era abbastanza grande, insomma doveva contenere ben otto persone (i sei figli, più i signori Weasley), era funzionale, il piano cottura era grande, di un colore neutro, le credenze erano anche loro in legno scuro, non le sembrava un legno costoso, ma le piacque lo stesso, le sedie della tavola erano usurate dal tempo, ma erano ancora in condizioni ottime per la loro funzione, i piatti conservati nella credenza erano semplici e le ricordavano tantissimo quelli appartenuti a sua nonna nella fattoria in campagna. Mentre Perla si guardava curiosa attorno, Fleur sembrava agitarsi sempre più, il momento della verità si stava avvicinando. Lei e Bill avevano deciso di comune accordo (Bill aveva insistito fino alla nausea) di dirle che erano sposati durante il pranzo, in modo tale da attutire l’eventuale reazione di Perla (Bill era spaventato dalla reazione della cugina di sua moglie, visto che quest’ultima non aveva mancato di ricordagli quanto fosse irruenta quando si arrabbiava). Molly, in quel preciso istante, decise di soccorrere la nuora in questa situazione bizzarra (non aveva mai ospitato una ragazza babbana e nasconderle la loro vera natura di maghi e streghe era divenuta una distrazione, visto il lutto che li aveva colpiti il 2 maggio) “Ginny accompagna Perla di sopra, ho preparato la vecchia stanza di  George” poi rivolgendosi a Perla “Cara, sarai stanca, ora riposati, tra un’ora e mezza pranziamo. In bagno ho sistemato tutto il necessario”. Perla, che non vedeva l’ora di fiondarsi sotto la doccia, esclamò entusiasta “effettivamente ho proprio bisogno di una doccia, grazie Signora Weasley!” Molly, le riservò un sorriso radioso (come non si vedevano da un po’) dicendole “Cara, chiamami Molly!” detto questo, Ginny e Perla si avviarono nella “vecchia stanza di George”
 
Nel frattempo in cucina, Fleur, che si era ammutolita dopo che Ginny aveva accompagnato Perla di sopra, era diventata molto pallida e non riusciva più nemmeno a sbucciare le patate con la magia. Fleur vedeva sua suocera gioiosa, almeno in apparenza, non volendo infonderle ansia con le sue preoccupazioni (evidentemente fondate) fece segno ad Hermione, che si sarebbe allontanata dalla cucina, senza risponderle, quest’ultima le fece un segno di assenso con il capo, intenta a cercare di non fare disastri in cucina aiutata da Charlie.
 
La resa dei conti si stava avvicinando sempre di più, Fleur era sempre più agitata, uscì dalla cucina e andò a sedersi sulla panchina vicino al capanno degli attrezzi di Arthur. Il sole era alto nel cielo, non faceva troppo caldo e una brezza leggera le accarezzava la pelle delle braccia scoperte. Fleur aveva le guance leggermente arrossate, era felice che Perla avrebbe trascorso l’intera estate alla Tana, ma le si stringeva il cuore doverle dire che si era sposata un anno prima, quando si erano sempre promesse (tacitamente, ma tra loro era un accordo) che ai rispettivi matrimoni sarebbero state presenti in qualità di testimoni. Guardava l’orizzonte riflettendo a tutti gli eventi spiacevoli che la guerra aveva portato: la morte di Silente, di Malocchio, l’orecchio mancante di George, il viaggio di Harry, Ron ed Hermione, torturata da Bellatrix Lestrange, la battaglia di Hogwarts e infine la morte di Fred.
La guerra era finita, Voldemort sconfitto, ma in ogni famiglia di maghi, la guerra non era ancora terminata, tutti stavano facendo i conti con i loro fantasmi e loro stavano cercando di andare avanti per amore di George. Riflettendoci, lei e i gemelli non avevano mai avuto chissà quale rapporto, ma durante la battaglia, quando George scoprì cosa era accaduto, lei era accanto a lui, fu la prima ad abbracciarlo, ad asciugargli le lacrime; era così immersa nei suoi pensieri, che non si accorse che proprio George si era seduto accanto a lei.
“Bill è più preoccupato di me” disse in modo atono “mi sento uno schifo pensando a quanto rimarrà male alla notizia. Non le ho ancora detto che io e Bill non dormiamo alla Tana!” George la guardò divertito, non aveva mai visto così in ansia la cognata (tranne il giorno prima del matrimonio) e in tono pacato, scrutando anche lui l’orizzonte, disse: “Capirà, ora vado” senza aggiungere altro, se ne andò con lo stesso silenzio con cui era arrivato. Era diventato di poche, anzi pochissime parole, poi quando terminava le sue frasi, o meglio i suoi monosillabi, dicendo –ora vado- tutti sapevano che andava a trovare la sua metà perduta: Fred.
 
Perla aveva appena aperto la porta della stanza, che un tempo era appartenuta ai gemelli, e fu subito amore. Adorava ogni minimo dettaglio di quella stanza, il tetto spiovente, la finestra che si affacciava sull’albero dietro la Tana, gli intarsi nel legno delle testiere dei due letti identici. Rimase sorpresa nel constatare due letti identici, Molly le aveva detto che la stanza era appartenuta a George, ma perché c’erano due letti adesso? Ginny rispose alla sua domanda non detta: “questa stanza ora la usiamo come camera degli ospiti, a mamma è parsa un’idea carina avere due letti identici” disse con un tono di voce che tradiva una certa emozione in quello che aveva appena affermato. “Senti Ginny, ora faccio una doccia, pensi che riesco a fare una piccola passeggiata prima di pranzo?” Ginny, essendo la vera e unica erede del gene dei gemelli Weasley, le venne in mente una vaga idea e disse: “certo! Qui vicino a neanche duecento metri c’è un laghetto, vedi, dove ci sono quegli alberi, potresti andare lì” e con un ghigno malandrino sul volto chiuse la porta di quella stanza, consapevole degli sguardi che George le aveva indirizzato in cucina.
 
George, inutile dirlo, trascorreva molto tempo delle sue giornate nel boschetto vicino casa sua, esattamente davanti alla lapide di suo fratello. Era passato un mese e mezzo da quando quel mangiamorte, Rookwood, aveva posto fine alla vita del suo gemello. Non dormiva più di tre ore a fila perché il suo sonno era tormentato da incubi, sensi di colpa e frustrazione. Si ripeteva in continuazione che se lui e Fred non si fossero separati non sarebbe successo, che avrebbe fatto in tempo a proteggerlo. Era frustrato perché Percy si sentiva ancora più in colpa perché non era stato in grado di difendere suo fratello. Inoltre era arrabbiato, perché il processo a quel mangiamorte era previsto per la fine dell’estate e Kingsley, ora ministro, aveva deciso che la prigione di Azkaban non sarebbe più stata controllata dai dissennatori. George era furioso, quel lurido, marchiato con un teschio al braccio, non avrebbe sofferto come lui in quel momento.
Era seduto con le gambe incrociate sull’erba, all’ombra di una grande quercia quando sentì i passi di qualcuno che si stava avvicinando. Si mise in piedi, bacchetta alzata, ma dovette nasconderla immediatamente quando si accorse chi effettivamente stava avanzando verso di lui. Pensò velocemente cosa fare: fare finta di non averla vista era impossibile, l’aveva visto e cercare di evitare che vedesse quel luogo era improbabile dato che avanzava a passo svelto proprio in quella direzione. I suoi propositi erano falliti miseramente: lì non avrebbe potuto nascondere suo fratello.
 
Perla, dopo essersi fatta una doccia refrigerante e vestita, si avviò a passo svelto verso la direzione indicatole da Ginny. Aveva intravisto George seduto sotto la quercia, ora  l’aspettava in piedi con uno sguardo spento. Perla lo aveva notato benissimo, ma aveva imparato nel corso della sua vita, che se una persona non aveva voglia di parlare di qualcosa è bene non insistere, d’altronde lei era solo un’estranea per George. Quando era abbastanza vicina, George decise che se ne sarebbe andato, senza darle nessun tipo di spiegazione, avrebbe visto la tomba di Fred, ma lui non si sentiva ancora pronto a parlarne.
Il boschetto con il laghetto non era grandissimo, anzi era molto piccolo e la lapide di Fred era posta al centro delle querce che erano disposte creando una forma circolare quindi era ben visibile. Infatti, Perla appena vide quella pietra che torreggiava al centro di quel luogo, iniziò a correre incuriosita da quella pietra bianca, non avrebbe mai pensato di trovarsi di fronte una tomba:
                                 
 
                                    Frederick Weasley
                               01.04.1978      02.05.1998   
                  L’ultimo nemico che sarà sconfitto è la morte.
 
Perla si arrestò di colpo, Frederick Weasley morto il 2 maggio di quell’anno, neanche due mesi prima.
Guardò intensamente George che abbassò lo sguardo, trovando davvero interessanti le punte delle sue scarpe. Perla osservò più attentamente la foto di quel ragazzo avvicinandosi alla lapide bianca: era il gemello di George.
 
Perla rimase sconvolta. Ora aveva capito il motivo per il quale nella “vecchia stanza di George” ci fossero due letti, decise saggiamente di sedersi sull’erba e il ragazzo fece lo stesso. Lei stava immaginando cosa potesse essere mai accaduto a quel giovane ragazzo di appena vent’anni, rimase in religioso silenzio. Fu George a parlare per primo: “Mi manca un sacco. Nessuno osa chiedermi come sto. L’ultima volta ho quasi picchiato Ron” ora guardò dritto negli occhi Perla “ero ubriaco, avevo rotto lo specchio della nostra camera”, dicendo quelle parole era convinto che l’avrebbe spaventanta e che se ne sarebbe andata da quel luogo. Invece lo sguardo di Perla era impenetrabile, George, per la prima volta dopo quasi due mesi, aveva esternato il proprio stato d’animo a una perfetta sconosciuta e lui non sapeva neanche capacitarsi del motivo. Lei continuava a guardare la foto di Fred a scrutarla rimanendo sempre in religioso silenzio. Non si era mai trovata in una situazione del genere, era sempre gioiosa e non riusciva a trovare le parole adatte a quel momento, ma disse semplicemente: “non ti chiederò come è accaduto e se vorrai non ti chiederò come stai. Mi piace stare in silenzio.” George la scrutò, aveva i capelli sciolti, erano ancora bagnati e il profumo di camomilla dello shampoo penetrò le narici del ragazzo, poi Perla fece una cosa che spiazzò letteralmente George: si avvicinò a lui e gli passò un braccio intorno alla vita.
Intanto dalla finestra della stanza di Charlie tre teste rosse e una castana osservavano curiosi ciò che stava succedendo davanti alla tomba di Fred.

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Capitolo 4
*** "Per le mutande di Merlino! Billì no!" ***


Dopo un tempo che parve interminabile, Perla decise di sciogliere quell’abbraccio, era tutta rossa in viso, non si era mai comportata in quel modo con un ragazzo conosciuto appena due ore prima. Non sapeva bene che dire, decise solamente di ricordare ad entrambi “George, dovremmo andare, credo che il pranzo sia pronto”, non aggiunse altro. George parve contento di come si era comportata quella ragazza, si sentiva scombussolato, Perla era riuscita, senza dirgli nulla di speciale, a tranquillizzarlo e a fargli esprimere il suo stato d’animo. Quella ragazza lo aveva colpito fin da subito, ancora prima che lei all'aeroporto inciampasse nei suoi piedi.
Come Perla aveva previsto, il pranzo era pronto, erano tutti seduti a tavola quando loro entrarono in casa.
“Perla, vi stavamo aspettondo! Il est Billì, mon fiancè” disse Fleur, Bill si era alzato ancor prima che sua moglie terminasse quella frase e porse la mano alla cugina “acquisita”.
Perla rimase piacevolmente sorpresa dal comportamento di quel ragazzo, “Piacere di conoscerti William” gli strinse la mano e si sedette sull’unica sedia rimasta libera: accanto a Fleur ma di fronte a George che la stava fissando.
Iniziarono a mangiare in uno stranissimo silenzio, al pranzo si era aggiunto anche un altro ragazzo, con i capelli castani arruffati, gli occhi verdi e una cicatrice a forma di saetta. Molly guardava ardentemente suo figlio Bill e Fleur. George fissava Perla mangiare e Ginny, a sua volta, osservava Perla.
Perla non era una ragazza con tanti scrupoli, odiava il silenzio e soprattutto quando qualcuno le nascondeva qualcosa, perché era palese che Fleur la stesse tenendo all’oscuro di qualche strana cosa.
“Ehm, Bill è vero che sei stato in Egitto?” Bill, che nel frattempo stava mangiando il pasticcio di carne, si soffocò, colpo alla sprovvista, Fleur decise di rispondere al posto suo, “Cherie, io e Bill abbiamo una novità.”
“Sei incinta?!?!?”
“Fleur non me l’hai detto!”
“Oh mon Dieu! Bill, non sono inscinta!”
“E allora cosa cherie?” Perla la guardava curiosa, forse stava per scoprire perché Fleur non le raccontava più tutti i suoi segreti da un anno, “Veramonte, Perla, io e Billi siamo sposati.”
Ecco Fleur Isabelle Delacour aveva ammesso la verità, con gravi conseguenze: Perla aveva sputato tutta l’acqua che aveva in bocca sul tavolo. Non sarà stato il suo momento di massima eleganza, ma una notizia del genere, ti lascia sconvolto, di solito.
“E DI GRAZIA, PER QUALE RAZZA DI MOTIVO ME LO DICI SOLTANTO ADESSO?” Perla ora urlava, Bill si era fatto piccolo piccolo, George, Charlie, Ron, Harry e Ginny ridevano alla vista del comportamento da vero macho di Bill.
“Cherie, abbiamo avuto qualche problema”
“Fleur Isabelle Delacour ora noi tre andiamo a parlare, ORA! ALZATI WILLIAM ARTHUR WEASLEY!” Bill non ebbe bisogno di farselo ripetere un’altra volta, si alzò e guardava sua moglie, ancora sotto shock.
“Fleur, andiamo fuori …”
“TU WILLIAM NON DECIDI NULLA ADESSO, comunque andiamo fuori Fleur!” Bill la guardava sbalordito, era meglio non contraddire quella ragazza. Arrivati in giardino, Perla rimase due minuti in silenzio, con le lacrime agli occhi, riuscì a dire: “Fleur perché mi hai tenuta all’oscuro di una cosa così importante? Perché? Pensavo che avessi un’altra considerazione di me…”
Anche Fleur era sull’orlo delle lacrime, come poteva rivelare a sua cugina che si erano spostati durante una guerra magica? Come dirle che se avessero partecipato alla festa, molto probabilmente sarebbe stata uccisa dai Mangiamorte? Rimase in silenzio a guardarla, ancora incerta su cosa dire o fare, ma suo marito Bill rispose per lei.
“Perla, ascolta. Non chiederci il come e il perché, ma sappi che è stato per la vostra sicurezza non invitarvi. Ti prego, altro non possiamo dirti, né il come, né il perché. Potrai mai perdonarci?”
“Ma che risposta è? Perché tutti questi segreti Fleur! Perché?” ormai piangeva, la vista era appannata, continuava a piangere domandandosi cosa fosse successo. Perla aveva un’alta considerazione di sua cugina, la riteneva la sorella che non aveva mai avuto, la sua migliore amica, per quanto loro due fossero diverse, si ritenevano molto simili nonostante tutto. Entrambe nella loro, seppur breve, vita avevano più volte dimostrato la loro forza, la loro determinatezza, il loro coraggio. Si erano ritrovate davanti a una situazione complicata, Perla non riusciva a comprendere, Fleur che avrebbe voluto tanto spiegarle la realtà, dirle cos’era veramente, parlarle in modo aperto e libero. Bill davanti a sua moglie e alla cugina si sentiva un estraneo, la loro compostezza anche nel piangere era sconvolgente. Non sapeva cosa dire, cosa fare ma la risposta le si presentò sotto forma di Ginny Weasley ed Hermione Granger.
“Bill vai dentro!” tuonò Ginny.
“Credo che qui ci sia bisogno di un aiuto femminile.”
Perla e Fleur ancora con gli occhi gonfi si guardavano, una pensava di aver perso una sorella, l’altra con mille dubbi su come rivelarle la verità. Entrambe trovarono sollievo quando vennero in loro soccorso quelle due ragazze.
“Che dite se facciamo una passeggiata?” Ginny, senza aspettate nessun tipo di risposta, andò verso Perla la prese a braccetto iniziando a camminare, Hermione fece lo stesso con Fleur. Arrivarono al boschetto, dove Perla aveva scoperto Fred. Perla si arrestò come un automa, per lei quel posto era diventato il sacro custode di un segreto suo e di George. Quando tutte e quattro si ritrovarono in quel luogo, Ginny si sedette a gambe incrociate davanti alla foto di suo fratello.
“Sai Perla, se Fred fosse qui, forse non saremmo qui a tentare di spiegarti.”
“Gin, se non te la senti …” Hermione guardava con incertezza la sua migliore amica, tutti stavano vivendo ancora i traumi della guerra.
“Proviamoci, okay?”
Perla guardava confusa le due ragazze, Fleur invece sorrideva, forse sua cognata avrebbe risolto quella situazione in modo diverso.
“Oggi è la prima volta che George scende a pranzare con noi. È la prima volta che è uscito di casa, che ha vissuto qualche ora di pura normalità.”
“Ginnì …” Ginny lanciò uno sguardo furente verso Fleur, non voleva essere contraddetta, non da Flebo, almeno.
“Lo scorso anno, abbiamo vissuto una brutta guerra.”
Perla era confusa, si stava domandando come mai lei non sapesse nulla al riguardo, ascoltava tutti i giorni il telegiornale, leggeva i quotidiani, come poteva esserle sfuggito un dettaglio così importante? Ginny parve leggerle nel pensiero.
“Si, ecco, i vostri giornali non ne hanno mai parlato, per un motivo molto semplice.”
“Gin, forse …” Hermione la osservava in silenzio, corrucciando le labbra e inarcando un sopracciglio.
“Hermione, so quello che faccio, lei deve sapere. A costo che Kingsley mi porti ad Azkaban.”
Perla ora non seguiva proprio il discorso di Ginny, che diavolo era Azkaban? E chi era Kingsley? Ginny prese un bastoncino di legno da una tasca dei pantaloni. Fleur ed Hermione si ammutolorino, avevano capito cosa intendesse fare Ginny.
“Perla vedi questo bastoncino?” la ragazza annuì con la testa, “ecco, non so se ci crederai, beh…engorgio” Perla strabuzzò gli occhi, da quel bastoncino uscì un piccolo fiotto di luce gialla, il fiore che aveva in mano divenne più grande.
“Come diavolo hai fatto?” Perla sembrava essersi svegliata da un torpore durato secoli. Ginny sorrise ancora di più, stava per pronunciare un’altra formula, ma Fleur fu più veloce. “Expecto patronum”, a quel punto il bastoncino di Fleur emise una luce argentea da cui uscì un grosso lupo argentato, bellissimo che andò a svolazzare intorno a Perla che era rimasta davvero impressionata. Finalmente Fleur aveva smesso di piangere, trovato il coraggio necessario, guardò Perla negli occhi, fu un attimo, ma la prima a parlare non fu la dolce francesina: “Fleur, tu sapevi che la magia esiste e non me l’hai mai detto??” Perla non sembrava arrabbiata, sembrava entusiasta, quasi esaltata,
“veramente, cherie, non potevo …”
“Sai quante volte mia madre mi ha sgridato, perché sono disordinata?”
“Que tu entende?”
Ginny ed Hermione guardavano stupefatte Perla, la prima se la rideva alla grande, aveva compreso perfettamente dove volesse arrivare la cara cugina di Fleur.
“Cioè, che cavolo, con tutte le volte che sei venuta a casa mia, avresti potuto aiutarmi a sistemare la stanza, in quanto? Due secondi?”
Hermione scoppiò a ridere, Fleur era sotto shock, sua cugina si era infervorata perché non l’aveva aiutata a mettere a posto? Fleur guardava con esasperazione sua cugina, le avevano rivelato che avevano vissuto una guerra, che la magia esiste e il massimo che riusciva a pensare Perla è stato il fatto che non l’avesse aiutata nelle faccende domestiche.
“Basta Fleur, tutto questo parlare mi ha stancata, ho fame, vado a mangiare. Sono mortalmente offesa, avresti anche potuto aiutarmi a mettere in ordine il mio armadio!” senza aggiungere altro, Perla si alzò e ritornò alla Tana per concludere il suo pranzo.
 

“Tua cugina si è arrabbiata perché non l’hai aiutata con gli incantesimi di pulizia?” suo marito era seduto sul loro letto, a Villa Conchiglia, rideva da un’ora.  Avevo chiesto a sua moglie di raccontarle l’accaduto almeno dieci volte.
“Billì, non è divertonte.”
“Vuoi scherzare? Non è rimasta spaventata quando Ginny”
“No”
“Nemmeno quando ha visto il tuo”
“Per le mutande di Merlino! Billì, no!”
Sua moglie aveva appena detto “per le mutande di Merlino”, ora Bill Weasley era davvero shockato, sua moglie aveva imprecato. Ma che potere aveva  quella Perla Wierlacher?
 
 

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Capitolo 5
*** "Ron, perché non capisci?" ***


Quella notte Perla non aveva dormito molto, la prima giornata vissuta alla Tana l’aveva scombussolata.
Tutte le sue convinzioni erano crollate, tutte, dalla prima all’ultima. In più si sentiva profondamente in colpa nei confronti di Bill, l’aveva trattato molto male e non aveva prestato la dovuta attenzione a ciò che le aveva detto Ginny, prima che le mostrasse l’incantesimo del fiore. Avevano vissuto una guerra, molto probabilmente magica, e lei non si era nemmeno presa la briga di assicurarsi che tutti stessero bene.
Si alzò meccanicamente dal letto, Fleur l’avrebbe raggiunta a mattinata inoltrata, così decise di preparare la colazione alla famiglia Weasley.
Si diresse in cucina ancora in pigiama, che consisteva in una canottiera bianca e in un paio di pantaloncini celesti, era soprapensiero tanto che quando entrò in cucina, non si accorse che George stava dormendo con la bocca spalancata sul piccolo divano. Si avvicinò per guardarlo meglio, si era tolto la benda e al posto dell’orecchio sinistro, come Fleur le aveva anticipato, c’era solo un foro e una bruttissima cicatrice. Perla si ritrasse, aveva paura del sangue, delle punture e non reggeva alla vista delle cicatrici.
“Sono così brutto mentre dormo?” George stava solo facendo finta di dormire, stava osservando le sue espressioni,
“Così mi fai prendere un colpo! Accidenti a te!”
“Che ci fai sveglia a quest’ora?” si alzò di scatto avviandosi verso il bancone della cucina.
“Potrei farti la stessa domanda. Piuttosto, mi aiuti a preparare la colazione?”
George strabuzzò gli occhi, Molly Weasley non avrebbe mai permesso che un’ospite cucinasse al posto suo, “se lo sapesse mia madre, ti affatturerebbe”
“Vorrà dire che mi insegnerai la contro fattura!” prese l’elastico che aveva al polso e si legò alla belle meglio i capelli lunghissimi.
“Perché ti leghi i capelli?”
“Perché porti quella fascia assurda intorno all’orecchio?”
George rimase in silenzio per un po’, durante il quale Perla si stava dando da fare, aveva preso il latte che stava riscaldando, stava preparando il caffè, preso i biscotti e tostando il pane. La osservava muoversi in cucina, compiva movimenti veloci, ogni tanto apriva due volte lo stesso cassetto alla ricerca di qualcosa, e stava apparecchiando la tavola senza aspettare che lui l’aiutasse.
“Papà, Percy, Harry, Ron ed Hermione sono già al Ministero. È inutile preparare anche per loro.”
“Sono andati dove?” Perla si fermò all’istante, erano appena le sei e mezza della mattina ed erano praticamente quasi tutti fuori?
“Al Ministero. Dopo la fine della guerra, ci sono molte cose da fare. Harry, Ron ed Hermione danno una mano.”
“La guerra, si. Giusto.” riprese a preparare, più concentrata di prima, non le sembrava opportuno fare domande proprio a lui, che aveva perso il gemello … Fred era morto in guerra! Si illuminò per quello che aveva capito e parve che anche George lo comprese.
“Non sei rimasta scandalizzata alla scoperta dell’esistenza della magia?”
“E perché avrei dovuto scusa? Facciamo colazione?”
George era sempre più colpito dalla sua semplicità, le sembrava impossibile che una babbana avesse una reazione così tranquilla venendo a conoscenza dell’esistenza della magia.
“Ma si può sapere perché mi fissi e te ne stai zitto?”
“Tu non eri la donna a cui piace il silenzio?”
“Si, ma non quando qualcuno mi fissa meditando chissà cosa!” disse un po’ spazientita, prese il pane tostato e con mal grazia lo scaraventò sul tavolo, prese un biscotto e lo inzuppò nel latte.
“Stavo pensando, ti andrebbe di fare una passeggiata nella Londra magica?” Perla quasi si strozzò, stavolta con il latte, per la seconda volta in meno di ventiquattrore.
“Londra magica? Esiste davvero?”
“Ti va una passeggiata? Possiamo andare dopo colazione.”
“E Fleur? Doveva venire qui.”
“Non preoccuparti, l’avviso adesso io” prese la bacchetta, con la medesima formula che aveva detto Fleur il giorno prima, evocò una iena argentata, “Vai a Villa Conchiglia, Io e Perla andiamo a Diagon Alley.”
Perla era affascinata da quell’animale e prima di andarsene, si avvicinò a lei e con la testa tentò di accarezzarle la mano, lei sorrise.
“Che cos’era?”
“Un patronus”
“Ora che me l’hai detto sto molto meglio. Che cosa sono i patronus?? Ti ricordo che non ho una bacchetta!!!”
“L’ho evocato per avvisare Fleur, Hermione saprà spiegarti meglio di me il funzionamento.”
“D’accordo, io ho finito. Dieci minuti e sono pronta.”
Senza che lui le dicesse nient’altro si fiondò nella stanza, nella disperata ricerca di qualcosa di decente da mettersi.
 
Non aveva ancora sistemato i suoi bagagli, aveva deciso che si sarebbe fatta prima una doccia, nel vano tentativo di ricordare che vestiti avesse portato. Era avvolta nell’asciugamano quando sentì il cellulare squillare nella borsa, era un numero sconosciuto, rispose.
“Pronto?”
“Perla! Scei stata tu a chiodere a George di portarti a Diagon Alley?”
“Oh mon dieu Fleur! Mais non! Porque?”
“Pourquoi … Billì c’est ne pas possible!” urlò dall’altro capo del telefono “Cherie, chiamami quando finite!” E attaccò, Perla si convinse che sua cugina doveva aver preso una bella botta in testa recentemente. Senza che avesse modo di dire, o fare altro la porta si spalancò malamente, entrò George, visibilmente preoccupato, la bacchetta sfoderata “Che succede? Ti ho sentito urlare!”
“George, vedi, ero al cellulare con Fleur!”
“Ti ho sentita gridare e … oh, ma tu sei”
“Avvolta in un asciugamano, quindi esci! Ora!!!” si avvicinò e iniziò a spintonarlo fuori dalla stanza, quel George Weasley doveva essere davvero diabolico.
 
George stava aspettando Perla vicino alla porta della Tana, proprio alla fine delle scale, camminava avanti e indietro torturandosi il cervello, aveva lasciato un biglietto scritto alla madre avvisandola che stava andando a Diagon Alley insieme a Perla. Chissà come l’avrebbe presa.
“Ecco, sono pronta, andiamo?”
“Prendi la mia mano”
“Di grazia, perché mai?”
“Ci smaterializziamo.”
“Che co” non fece in tempo a terminare la frase, che George le prese la mano con forza e fu risucchiata da una morsa invisibile. Si teneva aggrappata con entrambe le mani anche al braccio di George. Non stava capendo quello che stava accadendo fino a quando riaprendo gli occhi, notò che si trovavano in una strada affollata, dove molte persone indossavano mantelli , cappelli a punta, vesti lunghe e scure.
“Benvenuta a Diagon Alley!”
Si guardava intorno, non aveva lasciato la mano di George, che non dava segno di preoccuparsi al riguardo, era affascinata, non vedeva l’ora di iniziare a camminare per quelle stradine, voleva vedere tutto!
“George è fantastico!”
“Dove vorresti andare?”
“Non lo so, sei tu la guida! Da dove si va se continuiamo su questa strada?”
“Al Ghirigoro e ad una gelateria” rispose spiccio “il ghirigoro è una libreria”
“Amo i libri!”
“Io non sono mai entrato in una biblioteca in vita mia!”
“Perché mai?”
“Beh io e … per partito preso, non mi è mai interessata la scuola” iniziò a camminare, non aggiunse altro, anche perché Perla aveva capito che stava per nominare il gemello, così camminavano in silenzio, mano nella mano, assorti nei loro pensieri.
Dopo dieci minuti di cammino, arrivarono davanti al Ghirigoro, che era già aperto e dentro c’era già parecchia gente.
“Entriamo?”
“Io veramente …”
“Dai George, non so nulla di magia, vorrei che tu mi consigliassi!”  lo scrutò con i suoi occhioni verdi, stringeva ancora la mano di George e in quel momento, si staccò ed entrò. Lui la guardò allontanarsi e le andò dietro.
“Buongiorno!”
“Buongiorno signorina, posso esserle utile?” un giovane signore si era avvicinato a Perla, con l’intento di aiutarla, ma George svelto lo liquidò con un gesto della mano.
“Che cosa ti piacerebbe sapere?”
“Uhm, dov’è il reparto dedicato alla storia?” cercava di capire con lo sguardo la suddivisione degli scaffali, ma George le prese nuovamente la mano e la guidò verso il reparto giusto.
“Ecco qua, trovi di tutto dai manuali di Storia medievale della Magia e quello lì” disse indicando il volume che Perla aveva tra le mani e che stava contemplando “è Storia di Hogwarts.”
“Che è Hogwarts?”
“La scuola che frequentano i maghi.”
“Davvero?!? Esiste una scuola del genere?” strillò dall’entusiasmo.
“Certo!”
“Allora prendo questo!” si mise in punta di piedi e prese il volume, le pagine erano di pergamena, la copertina di pelle e la rilegatura sembrava di alta manifattura, ma George le prese il libro dalle mani,
“Sarai la seconda persona che conosco che avrà letto questo libro! Prendi altro?”
“Uhm, non so, faccio un giretto tra questi scaffali”
“Io ti aspetto all’entrata, okay?” George aveva visto Dean Thomas vicino alla porta, non lo vedeva dalla battaglia e aveva voglia di salutarlo, ma con lo sguardo seguiva tutte le mosse di Perla, ignara del fatto che lui la stesse osservando.
 
Lei intanto stava ancora con il naso per aria ad ammirare tutti i libri, in quel negozio c’era un odore che lei non aveva mai sentito nelle comuni librerie, doveva essere il profumo di pergamena nuova. Prese altri volumi come quello di storia della magia e il primo volume di incantesimi, di pozioni e di difesa contro le arti oscure. Aveva le braccia piene, stava meditando se prendere anche un libro di una tale Rita Skeeter su un certo Albus Silente, quando un ragazzo le si fiondò addosso, facendole cadere tutti i libri dalle braccia e lei finì sul pavimento come un sacco di patate.
“Ehi, ma guarda dove metti i piedi!”
“Scusami, ti aiuto” le porse una mano per aiutarla ad alzarsi e aggiunse “sono Draco Malfoy, molto piacere” il ragazzo era abbastanza alto, pallido, con gli occhi grigi ed era molto magro, come se si fosse appena ripreso da una malattia, ma lei non diede troppo peso a questi dettagli.
“Perla, Perla Wierlacher.”
“Non ti ho mai vista a scuola”
Perla non era pronta ad affrontare un dialogo con un mago senza conoscere nulla di magia, allora optò nel dire mezze verità “veramente sono straniera. Sono in vacanza.”
“E hai intenzione di comprare tutti quei volumi?”
“Mia … cugina frequenterà il primo anno quest’anno.” Perla aveva notato la numerazione dei volumi dei libri di incantesimi, ma quel ragazzo sembrava essersi convinto poco.
“Posso invitarti a bere una burrobirra appena finisco di comprare i libri che mi servono?” disse con galanteria, Perla sembra affascinata e pensò che i ragazzi inglesi fossero molto più gentili con le ragazze.
“Malfoy prova ad avvicinarti un’altra volta a lei, e ti prometto che finisci in fondo al lago nero vicino alla piovra gigante.”
Perla era stupefatta, non riusciva a spiegarsi da dove fosse spuntato George ed era rimasta shockata: esisteva una piovra gigante?
“Potevi dirmi che sei la ragazza di un Weasley.” Continuò imperterrito Malfoy diretto a Perla.
“Non sono …”
“Malfoy, non ti deve interessare chi è lei. Sparisci dalla mia visuale.”
“Weasley stai attento a come parli.”
“Sono finiti i tempi in cui potevi fare minacce.”
“Sono finiti i tempi in cui mi facevi paura tu e il tuo compare”
George non ci vide più dalla rabbia, ma prima che lui potesse fare nulla, Perla gli urlò: “Non ti permettere a parlare di Fred in questo modo!” prese per mano George e si avviarono alla casa, dove c’era Dean Thomas ad aspettarli. George era silenzioso, lanciava ancora sguardi carichi d’odio a Malfoy, tenendo un braccio intorno alla spalla di Perla, che aveva tra le braccia un sacco di volumi. Dean si stupì molto nel vedere quella ragazza, “Perla, lui è Dean Thomas. Dean lei è la cugina di Fleur Delacour.”
Dean come udì il nome di Fleur, osservò meglio la ragazza e con aria sognante le porse la mano “Ho avuto l’onore di conoscere Fleur al Torneo Tremaghi e di approfondire la sua conoscenza durante la guerra. È un onore per me, devo ancora sdebitarmi per l’accoglienza ricevuta ad aprile” disse tutto d’un fiato Dean, che la contemplava in adorazione, come se avesse davanti la Veela delle Veele. Perla lo guardava con un misto di stupore e curiosità, George le cingeva ancora le spalle con un braccio, e lei ebbe l’impressione che a lui, a quel tale Dean, avrebbe potuto chiedere molte cose e risolvere tanti dubbi.
“Dean ti va un gelato da Florian?”
“Okay George, pago i libri e andiamo.”
Perla si voltò, mise tra le braccia di George i libri e prese le sterline, “vado a pagare.”
“Non esiste, e poi quelli non li accettano.”
“Davvero?”
 
Dopo che George pagò i libri, che conservò con un incantesimo estensibile invisibile nella sua giacca, si avviarono verso la gelateria di Diagon Alley, insieme a quel tale Dean Thomas. Presero posto ad un tavolino aspettando che un cameriere venisse a prendere le ordinazioni.
“Allora Dean, torni ad Hogwarts?”
“Si, voglio prendere i M.A.G.O, tu con il negozio?”
Perla li ascoltava assorta, avrebbe fatto un sacco di domande a George riguardo Hogwarts.
“Non lo so, Ron vorrebbe aiutarmi con il negozio.”
“E tu Perla che fai in Francia?”
“Oh no, io vivo in Italia. Sono venuta a trovare Fleur e suo marito.”
“Già, dopo la guerra tutti vogliamo trascorrere più tempo possibile con la nostra famiglia.” A Perla sembrò che George si stava rabbuiando di nuovo, ma lei voleva sapere chi fosse quel tale Draco Malfoy.
“Dean, ma chi era quel tale? Quel Draco Malfoy?” George la guardò malissimo, ma poteva solo biasimarla, lei non sapeva nulla. Fortuna che avevano incontrato Dean.
“Era un mangiamorte. Non è finito ad Azkaban solo grazie a Harry, Ron ed Hermione.”
“Chi sono i mangiamorte?” George iniziò a sorridere, Dean strabuzzò gli occhi.
“Ma nella tua comunità magica non hanno mai parlato della guerra?”
“Dean, Perla è una babbana, non sa nulla” Perla gli indirizzò un bel sorriso, che George non mancò di notare quanto fosse radioso.
“I mangiamorte sono i seguaci di Colui-che-non, oh chissenefrega, sono i seguaci di Voldemort, che Harry ha ucciso il 2 maggio, a Hogwarts.”
“Ma come” Perla ci stava capendo sempre meno.
“I suoi seguaci sono ricercati, molti in prigione, ad Azkaban, e Draco Malfoy è un doppiogiochista schifoso che si è salvato solo perché alla fine ha aiutato Harry”
Perla rimase colpita dal tono di voce che George utilizzò, era stato aspro.
“Ragazzi vado a ordinare, qui Florian non viene. Come lo prendete il gelato?”
“Zucca e Cioccorana”
Perla inarcò le sopracciglia, esistevano dei gusti simili?
“Quello che prende lui.”
Quando Dean scomparve all’interno della gelateria, George si voltò verso di lei “Grazie per aver difeso Fred. Non me lo sarei mai aspettato.”
“Beh, facevi male. Gli avrei dato volentieri uno schiaffone se avessi potuto.”
“Non immaginavo che la cugina della cara, dolce e altezzosa Fleur fosse così rude!”
“Weasley non stai parlando con una Delacour!”
 
 
Dopo aver fatto un bel giro e aver salutato Dean, il cellulare di Perla squillò di nuovo.
“Fleur?”
“Cherie, sono alla Tana, dovroste venire ici, tu e George”
“Ci sono problemi?”
“Riferiscì a George, di venire ici”
Dopo aver riferito, Perla chiuse il telefono, guardando George abbastanza preoccupata. Conosceva sua cugina ed era in grado di riconoscere il suo tono di voce preoccupato.
“Che cos’è quell’aggeggio?”
“Un telefono cellulare. Fleur ha detto di tornare.”
“E’ successo qualcosa?”
“Non me l’ha detto. Credo di si, era preoccupata.”
“Andiamo”
La riprese per mano e si smaterializzarono nuovamente alla Tana.
 
Perla si accorse che qualcosa non andava, lo sentiva nell’aria e la Tana era stranamente silenziosa. Si sentivano solo dei sussurri sconnessi provenienti dall’interno. George non lasciò la mano della ragazza e insieme si diressero nel piccolo salotto.
Erano tutti seduti, stavano parlando di qualcosa di importante, c’era anche un uomo di colore, con addosso un’assurda veste blu oltremare e lilla. George strinse con più forza la mano della ragazza, come se volesse essere rassicurato.
“Buongiorno George.”
“Kingsley.”
“Chi è questa signorina?”
“Kingsley elle est ma cousin, noi stavamo andondo fuori, vero Perla?”
“Io non vado da nessuna parte Fleur. Devo parlare con il signor Kingsley.”
Tutti i presenti nella stanza la guardarono, Fleur era sconvolta, George, tenendole sempre stretto la mano, l’osservò con più attenzione.
“Non mi hai ancora detto il tuo nome” disse Kingsley con tono comprensivo.
“Sono Perla Wierlacher, la cugina di Fleur. Le vorrei parlare, in privato.” Si sentiva ancora più osservata, George era sempre più sconvolto.
“Ti dispiace se parliamo tra qualche minuto. C’è una questione di cui vorrei discutere con George.”
Il diretto interessato parve risvegliarsi dal suo torpore, si era talmente abituato a quel contatto con la mano di Perla, che fece segno a KIngsley di seguirli fuori. Ginny lanciò uno sguardo d’intesa con Hermione e Charlie.
“Andiamo fuori, lei viene con noi”.
 
Fuori dalla Tana, si sedettero su una panca, solo in quel momento George lasciò la mano di Perla.
“Cosa c’è Kingsley?”
“Arrivo subito al dunque. Il processo a Rookwood è stato anticipato.” Perla vide il ragazzo divenire bianco come un lenzuolo, gli strinse nuovamente la mano.
“Ora, George sono venuto personalmente a fartelo sapere. La tua presenza potrebbe non essere necessaria. Harry, Ron, Hermione e Percy testimonieranno contro di lui …”
George stava per rispondere, ma Perla fu più veloce.
“Signor Kingsley, verremo a questo processo. Accompagno io George.”
“Benissimo, ci vediamo domani alle otto.”
“Senta, come mai Draco Malfoy è ancora in libertà?” George la guardava basito, ma chi era quella ragazza per sacrificare le sue vacanze per accompagnarlo a un processo?
“Il signor Malfoy sta scontando tutto il male che ha fatto in questi anni, anche se è in libertà.”
“Kingsley, lei è una babbana, pensi che riuscirà ad entrare al ministero?”
“Oh certamente! So che avete visitato Diagon Alley insieme questa mattina. Me l’ha detto Molly appena arrivato” si alzò “ora se volete scusarmi, ho tanto lavoro da sbrigare. A domani” senza dire nient’altro, si smaterializzò.
In quel preciso istante apparve Fleur trafelata “Mon Dieu! Perla sai chi è Kingsley?”
“Il Primo Ministro?” tentò Perla, George era sempre più sbalordito, Fleur strabuzzò gli occhi.
“Comment..”
“L’ho letto a Diagon Alley.”
“George, dove hai portato ma cousin?”
“Al Ghirigoro. Ah … Perla i tuoi libri! Tieni!” prese i volumi dalla tasca, la dolce veela rimase esterrefatta da tutti i tomi che aveva preso la cugina.
“Tua cugina è peggio di Hermione. Ti accompagno di sopra Perla.”
 
Quando la famiglia Weasley, Harry ed Hermione videro Perla e George tenersi per mano e salire le scale diretti alla vecchia stanza di George, iniziarono a parlare fitto tra di loro. La persona più emozionata era Molly, sembrava che suo figlio iniziasse a vivere di nuovo. Era già in procinto di organizzare qualche piano, ma venne fermata dal marito.
“Molly cara, lascia fare ai ragazzi.”
“Arthur, è mio figlio. Devo essere sicura”
“Mamma, ascoltami, ci pensiamo noi. Tu vai con papà, d’accordo?”
“Ginny …”
“Fidati di noi!”
Quando la signora e il signor Weasley scomparvero in cucina, Ginny e Charlie iniziarono a progettare piani e a fare congetture.
“Fleur quanto hai detto che rimane tua cugina?”
“Mon Dieu, Ginnì! Je ne suis pas … Non posso. Perla mi ucciderebbe” senza dire nulla di più, seguì a ruota Molly Weasley. Ginny era rimasta davvero delusa dalla cognata, così pure Hermione, Harry e incredibilmente anche Ron.
“William Arthur Weasley, spiegami il comportamento di TUA moglie!” Ginny incrociò le braccia al petto, in una spaventosa imitazione della signora Weasley, il ragazzo sopraccitato fece un passo indietro.
“Gin credo che non voglia avere altre discussioni con sua cugina. Ne ha sofferto molto.”
“Oh, Ginny bando alle ciance! Si vede che si piacciono!”
“Che si fa?”
“Ragazzi, ma abbiamo scoperto cos’ha detto a KIngsley?”
“Chars, domani accompagnerà George al processo!” dieci paia di occhi si puntarono su Hermione, perché sapeva sempre tutto?
“Hermione, miseriaccia, come lo sai?”
“Ronald, l’ho sentito quando lo diceva. Chi ha qualche idea?”
“Direi di farli stare soli il più possibile!”
“Potrei esprimere la mia opinione al riguardo?”
“Percy prega Merlino che non sia una teoria idiota!”
“Ammettiamo che si piacciano, che inizino a stare insieme. Che succede quando lei dovrà tornare a casa sua?”
“Semplice, lei lavorerà al negozio di scherzi!”
“Ma non l’ha ancora riaperto!” Ron era scattato in piedi, lui voleva lavorare in quel negozio da quando l’avevano aperto i gemelli!!
“Ron, perché non capisci?”


NdA
Ringrazio tutte le persone che seguono la storia! Chissà cosa ci combinerà la piccola e tenera Perla!
-Piccola e tenera lo dici a tua sorella!- 
Coomunque vorrei fare un ringraziamento speciale a @papof87 che ha recensito la storia! 

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Capitolo 6
*** "Mi domando come faccia Hermione" ***


Intanto nella stanza dei gemelli, George era disteso sul letto appartenuto a Fred, mentre Perla cercava di sistemare i suoi bagagli e aveva posato tutti i libri sul letto. Stava valutando come vestirsi l’indomani e faceva avanti e indietro per la stanza, George continuava a guardarla, rapito dai suoi movimenti.
“Come mai hai deciso di accompagnarmi al processo?” Perla si arrestò e andò a sedersi sul letto accanto a lui.
“Se non fosse stato importante, il ministro non si sarebbe preso la briga di avvisarti del processo di domani.”
“Sei sveglia, te l’ha mai detto nessuno?” George incontrò i suoi occhi verdi, lei i suoi occhi blu. Lui le accarezzò le mani che teneva in grembo, Perla avvampò e decise di riprendere le sue precedenti occupazioni.
“Domani chi verrà processato?” gli chiese a bruciapelo, George se l’aspettava quella domanda. Avrebbe iniziato a parlarle di Fred, non sapeva spiegarsi il motivo, ma parlare di Fred con Perla era quasi rilassante.
“Domani vedrai alcuni mangiamorte …”
“Aspetta un attimo” si avvicinò incredibilmente a George, dopo aver avuto un’illuminazione, sedendosi nuovamente al bordo del suo letto, “Fred è … insomma è stata colpa di un mangiamorte?” Le tremava la voce, ma non aveva intenzione di abbassare lo sguardo da George, a cui si stavano riempiendo gli occhi di lacrime.
Senza pensarci due volte, lo abbracciò.
Si buttò sul suo petto a braccia aperte, lui ricambiò l’abbraccio e pianse. Pianse a lungo tra le braccia di Perla, lei gli accarezzava i capelli e stringeva sempre più la presa. Il tempo scorreva veloce e loro non cambiavano posizione. George non voleva lasciarla, le sembrava un’ancora di salvezza, lei non voleva allontanarsi, voleva trasmettergli tutta l’energia vitale che possedeva.
“Domani ci sarò io con te. Andrà tutto bene.”
A quelle parole George si tranquillizzò, poi il suo sguardo cadde sui volumi sparsi sul letto dove dormiva Perla.
“Da dove vorresti iniziare?”
“Iniziare cosa?”
“Quale libro hai intenzione di leggere per primo?”
“Storia di Hogwarts sarà la mia lettura prima di andare a dormire. Per il resto pensavo di chiedere a te.”
“A me, perché proprio a me?”
“Beh, me li hai regalati tu, quindi …”
“Quindi con quale vorresti iniziare?”
“Lei cosa mi consiglia signore?” disse scherzando Perla.
“Mi piace molto pozioni, anche perché grazie alle nostre pozioni che abbiamo aperto il negozio.”
“Quale negozio?”
Poi Ron, come di consuetudine, entrò nella stanza senza bussare, interrompendo anche una piacevole conversazione. Ovviamente li trovò uno addosso all’altra. George disteso sul letto di Fred che aveva tra le braccia Perla.
“Il pranzo è pronto … oh, se volete posso”
“Ron! Stavamo giusto scendendo, vero George?” si alzò di scatto lisciandosi la gonna del vestito con noncuranza. Perla sgattaiolò immediatamente fuori dalla stanza, lasciando da soli i due fratelli.
“Mi domando come faccia Hermione.”
“A fare cosa?”
“A sopportarti ogni santo giorno! Per Merlino Ron, non potevi bussare?”
“Vi ho disturbato?” disse con un sorriso malizioso in viso, Charlie e Ginny che stavano origliando dall’altra stanza, decisero di entrare in azione immediatamente.
“Chi avresti disturbato Ron?” domandò Ginny con fare inquisitorio.
“Perla e me, si può sapere come fai?” George non si era reso conto a cosa stava andando incontro con la sua ultima affermazione.
“Georgie, fratellino, perché non andiamo di sotto?”
 
Perla era sgattaiolata immediatamente, appena aveva visto Ron entrare nella sua stanza. La sua faccia si era tinta di tutte le colorazioni e sfumature di rosso esistenti, aveva percorso le scale di corsa cercando disperatamente sua cugina, che era in cucina a finire di preparare il pranzo.
“Fleur, J’ai besoin de te parler immédiatament!”
“Perla, ce qui s’est passet?”
“J’ai besoin de ton conseils”
“J’arrive immédiatament”
Molly, che aveva assistito alla scena, senza comprendere quello che si erano dette le due cugine, era rimasta turbata perché Perla sembrava molto preoccupata.
“Fleur il pranzo è pronto tra dieci minuti.”
“Tres bien Molly. Arriviamo immédiatament”
Perla che aveva afferrato il braccio di Fleur, l’aveva trascinata di peso fuori.
“Ron ci ha visti.” Fleur non capiva, che significava che Ron li aveva visti e poi cosa aveva visto?
“Perdonne moi, cos’ha visto Ron?”
“Mon Dieu! Ha visto me e George sul letto!” a Fleur si stava seccando la gola completamente, che ci faceva sua cugina sul letto con suo cognato? A George non bastava aver combinato qualche casino, insieme a Fred, al suo matrimonio con qualche cugina Veela? Ora doveva combinare casini cosmici anche con la sua cugina preferita, nonché sua migliore amica?
“S’il vous plait, dites-moi que s’est passet!”
“Fleur, stavamo parlando del processo, dei mangiamorte e poi, beh, ecco …”
“ce qui s’est passet??”
“Beh ecco, lui ha pianto, io l’ho abbracciato e Ron ci ha trovati così”
Fleur Isabelle Delacour, che credeva di aver assistito a tutto nella sua breve vita, non avrebbe mai immaginato che George Weasley piangesse nelle braccia della prima sconosciuta che gli capitava a tiro. Sia ben chiaro, lei non considerava affatto Perla un’estranea, anzi, Bill aveva preso molto seriamente l’incontro con lei, ma non si aspettava che gli altri Weasley la considerassero una persona di famiglia nell’arco di appena ventiquattro ore.
“Cherie, non preoccuporti, Ron è un po’ tonto delle volte!” dalla cucina si sentirono i rumori delle sedie spostate “Ora andiamo, gli oltri stanno per mongiare!”
 
Ovviamente l’unico posto libero rimasto era accanto a George, la faccia di Perla era diventata scarlatta, considerato che nella sua mente stava vivendo per una seconda volta l’immagine di lei e George distesi sul letto abbracciati.
“Ehi Prefetto Perfetto, sai che hai appena trovato una ragazza alla tua altezza?” tutto il clan si arrestò, erano secoli che George non chiamava Hermione in quel modo.
“Prego?” Ron e Harry lo guardavano incuriositi, come tutti gli altri d’altronde.
“Ha comprato Storia di Hogwarts e ha iniziato a sfogliarlo!”
“Oh ma è meraviglioso Perla!”
Sentendosi chiamata in causa, Perla si ridestò, lasciando perdere i suoi filmini mentali.
“Già … ahhhh! Hermione scusami! Posso chiederti una cosa?”
Fleur guardò fiduciosa sua cugina, non l’aveva mai vista così serena in vita sua, Bill osservava a sua volta quello che faceva sua moglie, era soddisfatto: sposare Fleur era stata la cosa più sensata di tutta la sua vita.
“Certo! Cosa ti interessa?”
“Ieri, quando Fleur ha evocato quel lupo … cos’era?” Nessuno, a parte le quattro ragazze (e Bill che si era fatto ripetere mille volte il racconto da Fleur), sapeva di cosa era accaduto con precisione innanzi alla tomba di Fred. George la scrutava incuriosito.
“Oh quello è l’Incanto Patronus!” urlò Harry con tono di giubilo, Hermione gli riservò un’occhiataccia e scosse leggermente la testa, visto che Perla sembrava sempre più confusa.
“Come ha detto giustamente Harry, quello che hai visto era un Incanto Patronus. Si tratta di un incantesimo molto complesso, si tratta di magia avanzata e il patronus assume le sembianze di un animale particolare, come il lupo di Fleur.”
“E tu da quando sei così amica dei lupi?” chiese innocentemente Perla, ma Ron, che il più delle volte quando parlava combinava solo disastri, rispose al posto della sua dolce Hermione Granger.
“Da quando un lupo mannaro ha ferito Bill!”
“RON! SEI UN’IDIOTA!” gli urlò Bill, Perla sembrava terrorizzata. Accettava l’esistenza della magia, ma forse pensare che tutte quelle creature, di cui si parlava nelle leggende, esistessero sul serio non la rendeva proprio tranquilla.
“Perla cara, perdona quel troglodita del mio ultimo figlio maschio! Di solito non è così poco educato!”
“Non … non fa niente Molly. Bill tu NON sei un lupo mannaro? VERO?”
Fleur sorrise, e rispose “Mais no cherie. È stato morso, quando non era trasformato e”
“Fleur non ti preoccupare. Ci penso io. Glielo spiego dopo.” Intervenne George in aiuto della cognata, Perla sembrò risollevarsi.
“Dicevo, prima che il mio ragazzo mi interrompesse,” occhiataccia verso il suddetto individuo appartenente alla specie maschile “che possono essere evocati soltanto pensando a un ricordo felice, veramente felice. Inoltre la forma del proprio patronus potrebbe mutare a causa di un forte shock emotivo.”
“Quindi è deducibile che la forma dell’animale ha per ogni mago o strega un significato particolare?”
Hermione parve disorientata a quella domanda, ma intervenne Harry.
“Il mio patronus è a forma di cervo, come quello di mio padre, quello di mia madre invece era una cerva.”
“Si, mi sembra un ragionamento plausibile.”
Fleur fu l’unica ad accorgersene, essendo l’unica a conoscerla così a fondo, stava ragionando su qualcosa di importante. Ma l’attenzione del clan fu attratta da un altro evento, che Perla avrebbe voluto evitare: il suo telefono cellulare squillava all’impazzata.
Suo fratello Giulio la stava chiamando.
“Che accidente vuoi?” Perla si alzò di scatto e rispose con tutta la grazia in suo possesso.
“Anche io ti voglio bene sorellina!”
“Anche ioooo!” una voce, Silvio il gemello di Giulio, era accanto a lui.
“Come va da Fleur?”
“Tres bien, ora ve la passo!”
 
 
Bene. Quando i suoi fratelli le facevano una telefonata del genere, bisognava aspettarsi solo una cosa: guai in vista.


NdA
Ringrazio ancora una volta papoof87 e Bibliophile per aver recensito. 
Sono davvero contenta che Perla vi piaccia (e anche il nuovo paring PerlaxGeorge!) 
Vi lascio questo capitolo, sperando che sia di vostro gradimento. Oggi sono davvero contenta, questa storia è nata davvero per caso, mentre tornavo a casa dopo una mattinata di shopping e non potevo immaginare che potesse piacere a qualcuno, oltre che a me!
Kiss xoxo  

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Capitolo 7
*** "Assistere al processo di quel fottuto di nome Rookwood" ***


Quella giornata era stata piena di emozioni e Perla proprio non riusciva a prendere sonno.
Era distesa sul letto, le gambe vicino al petto e in grembo “Storia di Hogwarts”, era rimasta affascinata dalla figura dei quattro fondatori della scuola: Priscilla Corvonero, Godric Grifondoro, Tosca Tassorosso e Salazar Serpeverde.
Era persa a fantasticare sulle quattro casate, quando sentì delle voci provenire dalla finestra.
“Allora tu che idea ti sei fatto?” la voce sembrava appartenere all’unica donna Weasley.
“Se mi scopre Fleur …”
“Per Merlino, Bill! Arriva al dunque!” c’era anche Ron, il quale sembrava interessato alla questione.
“E’ molto sveglia, ma non credo che funzioni.”
“Sentiamo per quale motivo?” quella era sicuramente Hermione
“Fleur non sembra molto entusiasta, ha detto qualcosa a proposito dei suoi zii …”
“Cioè?” Ginny sembrava molto curiosa e aveva un tono di voce inquietante.
“E io che ne so? Me l’ha detto in francese!”
“Per amor del cielo Bill! Fattelo ripetere e noi provvediamo a tradurre!”
“Hermione secondo me non è una buona idea!”
“Bill, lei ha ragione, non li vedresti bene insieme?” e quello … doveva essere Charlie!
“Si che li vedo bene, ma non voglio altri guai a cui pensare!”
Perla aveva sentito abbastanza, decise di chiudere la finestra e di pensare ad altro.
Guardò l’ora: erano le undici.
Dovevano essere al ministero per le otto e trenta.
Si alzò decisa a dirigersi verso la stanza occupata da George.
“Perla, possiamo parlarti!” Ginny, come l’aveva vista, si era fiondata verso di lei, Hermione la seguiva con aria poco convinta.
“Certo Ginny, volete entrare?” Ginny non se lo fece ripetere due volte, ed entrò nella camera dei gemelli.
“Come stai?” iniziò Ginny.
“Ginny perdonami se te lo chiedo, potresti arrivare direttamente al dunque?” Ginny ed Hermione rimasero sorprese innanzi alla spontaneità e sincerità di Perla.
“Noi ci stavamo domandando …”
“Se per caso mi piacesse George.” Ginny divenne bianca come un lenzuolo, Hermione scuoteva la testa, in segno di dissenso.
“Ve l’avevo detto che non stava dormendo!”
“Allora, ti piace?”
“Ginny, non fraintendermi. Ma lo conosco, da quanto due giorni appena?”
“Pensi che in un immediato futuro possa piacerti?”
“Per Merlino Ginny, lasciala in pace!”
Perla rideva alla grande, aveva afferrato benissimo dove voleva arrivare l’unica ragazza Weasley. Hermione stava per dire qualcosa, quando la porta venne aperta da George, che sembrava leggermente arrabbiato.
“Ragazze, potreste lasciarmi solo con Perla?”
Ma tutti quella sera dovevano parlare con lei? Le due ragazze se ne andarono, Ginny parecchio imbronciata, sollevata solo dall’idea che avrebbero ascoltato tutto con le orecchie oblunghe. Quando la porta venne chiusa e insonorizzata da parte di George, allora lui si rivolse alla ragazza, che era già in pigiama.
“Perdona il comportamento di mia sorella.”
“Che fai origli le mie conversazioni private?” scherzò Perla, anche se avrebbe voluto dirgli che effettivamente lui non le era  poi così tanto indifferente.
“Non riuscivo a dormire, e la stanza di Charlie è accanto a questa.”
“Oh”
George guardò il volume aperto, su quello che un tempo era stato il suo letto “Allora hai iniziato veramente a leggere Storia di Hogwarts!”
“Si, davvero, avevi qualche dubbio?”
“Nessuno, cosa hai scoperto?”
“Le quattro casate: Corvonero, Grifondoro, Tassorosso e Serpeverde. Mi piacerebbe tanto indossare il Cappello Parlante e sapere dove mi smisterebbe!”
“Sei già arrivata lì?” si era stravaccato completamente sul letto dove dormiva Perla. Lei era arrossita vistosamente.
“Si, tu in che casata eri?”
“Ti sei fatta un’idea?”
“Oh si! Scommetto Grifondoro!” George la osservò nuovamente, come faceva ad attirarlo così tanto? Eppure non era una Veela, era una semplice babbana, una semplice ragazza che gli stava scaldando il cuore. Era attirato con tutte le sue forze da lei, avrebbe voluto tanto stringerla forte a sé, accarezzarle i capelli, le guance, le braccia e … non aveva il coraggio di nemmeno provare a immaginare cosa avrebbe voluto fare con lei.
“Come fai a sapere tutte queste cose?”
“Osservo molto. Come mai ancora sveglio?”
“Non dormo molto ultimamente.”
“Oh, che domanda sciocca che ti ho chiesto. Scusami.” Perla era in piedi, il suo letto era occupato, l’altro era ricoperto di tutti i volumi. Si era avvicinata a George, si era seduta ai bordi del letto e lo stava guardando negli occhi.
“Domani andrà tutto bene, te lo prometto George.”
“Sei gentile a preoccuparti”
“Se vuoi stanotte potresti dormire tu qui e io in camera di tuo fratello Charlie.” Magari potremmo dormire direttamente insieme, ma questo Perla non lo disse, perché le venivano strane idee in testa, quando pensava a George?
Perla si alzò, prese il libro, ma prima che potesse fare altro, George le prese il polso e l’attirò a sé. Rimasero in silenzio uno nelle braccia dell’altra, lui odorava il profumo dei suoi capelli, l’altra teneva gli occhi chiusi assaporando quei momenti.
Stettero in quella posizione per parecchio tempo.
Si addormentarono così, abbracciati.
Quella ragazza lo stava aiutando a ricominciare a vivere.
 
Ore 2:10, un suono metallico, un cellulare.
Perlina, bellina, sorellina. Abbiamo parlato con Fleur (o meglio l’abbiamo stalkizzata al telefono). Sappiamo che dormi a casa dei genitori di Bill (ce l’ha detto lui! Dopo averlo ripetutamente minacciato).
Chi è George?(tanto riusciremo a scoprirlo anche da soli)
Ti vogliamo bene, Giulio & Silvio.
 
George era stato svegliato da un suono metallico, era stato quell’aggeggio di Perla. Lo prese in mano e lesse, per sbaglio, il messaggio che le avevano lasciato i fratelli.
L’aveva riletto almeno una decina di volte domandandosi su chi fossero Giulio e Silvio.
Perla dormiva serena sul suo petto. Conosceva quella ragazza da nemmeno tre giorni ed erano già finiti nello stesso letto, insieme. Se ci  fosse stato Fred, l’avrebbe prese in giro a vita, finire nel letto con una ragazza e NON farci nulla, solo dormire. Rise tra sé, Fred avrebbe detto una cosa così, anzi avrebbe detto così.
Aveva avuto parecchie esperienze con le ragazze, ma questa volta era diverso. Voleva proteggerla, sentiva il bisogno di farlo e di tenerla stretta a sé, senza rifletterci, lasciò il telefono, e riprese ad abbracciarla.
Quella fu la prima notte, dopo la morte di suo fratello, che dormì per cinque ore di fila.
 
 
Quella mattina si erano svegliati piuttosto tranquilli. Perla perché doveva esserlo, lei doveva rappresentare il supporto morale di George, l’altro perché aveva la ragazza al suo fianco, e in cuor suo stava prendendo strada la consapevolezza che, con lei vicina, avrebbe potuto affrontare anche mille dissennatori insieme. Se loro erano tranquilli, non si poteva dire lo stesso del resto della famiglia.
Molly piangeva a intermittenza, cucinava e lavava i piatti senza usare la magia.
Arthur era stramente concentrato su ciò che mangiava e non tartassava Perla con domande assurde su braccioli, secchielli e palette da spiaggia.
Bill e Fleur erano silenziosi, il primo si era chiuso nel mutismo e osservava con poco interesse sua moglie, Fleur invece faceva di tutto per essere quella di sempre, sbagliando di proposito le parole inglesi da risultare più divertente.
Charlie invece stava snobbando alla grande una lettera di un collega, che gli domandava delucidazioni su un drago cieco.
Ginny aveva delle occhiaie da far spavento.
Percy, Harry, Ron ed Hermione si guardavano, come se comunicassero attraverso gli sguardi.
Perla, pur essendo al limite della sopportazione, evitò di fare battute inopportune e lei e la cugina si misero a parlare, rigorosamente, in francese.
Parce que mon frère a ce visage?”
“Pourquoi nous avons dormi ensemble …”
“QUOI???”
“Fleur nous avons dormi! Compris?”
“Per le mutande di merlino, Perla Wierlacher!!”
All’imprecazione di Fleur, tutti i componenti della famiglia Weasley smisero le loro precedenti occupazioni, strabuzzarono gli occhi.
“Perla, come fai?” Bill era estasiato, sua moglie aveva imprecato, per ben DUE, ripeto DUE, volte a causa sua nell’arco di tre giorni. Tempi da guinness dei primati.
“Faccio cosa Bill?”
“A far imprecare la dolce, tenera e chic Fleur Isabelle Delacour!” George aveva preceduto la risposta del fratello.
“E non ci crederete, ha imprecato anche due giorni fa!”
“Non so ancora bene chi tu sia Perla Wierlacher, ma sappi che potrei amarti per questa tua capacità!”
Ecco, George l’aveva detto, l’aveva fatto.
Aveva appena compiuto uno degli errori più grandi, che dico, l’Errore di proporzioni cosmiche.
George Weasley si poteva considerare un ragazzo finito.
Aveva appena dato la tacita autorizzazione alla sua famiglia (e quando dico famiglia, intendo TUTTI, compresi Molly e Arthur) ad architettare piani contro di lui e contro quella poveraccia di Perla Wierlacher, che non aveva lontanamente idea con quale famiglia di pazzi scellerati si era imparentata la sua cugina preferita, nonché migliore amica.
 
 
 
“George sei ancora in tempo se vuoi …”
Percy Weasley stava cercando di convincere il fratello a desistere dall’idea di assistere al processo e di tornarsene alla Tana o di fare un giro a Londra. Perla stringeva saldamente la mano di George, al petto svettava la sua spilla su cui era scritto a caratteri cubitali: “Assistere al processo di quel fottuto di nome Rookwood”. George aveva sorriso quando la ragazza si era incaponita con il dipendente del ministero, affinché scrivesse in quel modo. Alla fine la spilla di George riportava la medesima dicitura.
“Perce, detto sinceramente: mi sono alzato presto. Ero anche in buona compagnia a dirla tutta, ora, se non ti dispiace voglio vedere quel”
“Fottuto schifoso str … stroccolo di Rookwood marcire ad Azban o come diavolo si chiama” concluse Perla per lui.
A Percy sembrò di avere un deja-vù.
Quella ragazza aveva completato la frase di George, come, come faceva Fred.
Se Percy Weasley era tra i più moderati della sua famiglia nell’architettare il piano, da quel momento divenne il primo sostenitore della futura coppia e della futura cognata.
“Bene, allora, entrate. Sai dove dovete sedervi” George stava per muoversi, ma Percy non aveva ancora finito “Perla durante tutta la durata del processo, non fare domande” sguardo carico di significati a lei ignoti “e per l’amor di Merlino, non imprecare!”
Perla stava per controbattere ma Fleur, che era al suo fianco, la incenerì con lo sguardo.
Ora erano entrambi pronti ad assistere a quel maledetto processo.
 
L’aula del tribunale le ricordava quella che si vedono nei film americani e tutte le toghe, che indossavano i membri della giuria, a lei erano ancora sconosciuti i termini utilizzati dai maghi, erano rossi e neri.
L’aula era in fermento, era piena, le persone che volevano assistere erano già tutte sedute, mentre gli imputati non erano ancora arrivati.
Prese posto tra George e Molly, Fleur era molto preoccupata su questo, ma forse Perla sarebbe stata in grado di sorreggere la suocera.
“Molly, andrà bene”
“Grazie cara è che …”
“Lo so, non dire nulla. Se vuoi, potresti stringere la mia mano, se ti fa sentire più sicura.”
“Quanto sei cara Perla!”
“I miei fratelli fanno sempre così, quando sono agitata”
George, che non stava ascoltando, perse quasi la mascella appena udì che la fanciulla in questione avesse dei fratelli.
“Oh cara, Fleur non ce l’aveva detto!”
“Beh, i miei fratelli, quei disgraziati, hanno sempre tormentato me e Fleur per qualsiasi cosa!”
“Tu hai dei fratelli?”
“Bentornato George, si è quello che ho appena detto” Molly stava scrutando il figlio, conosceva benissimo quella espressione. Era la stessa che Arthur, molti anni prima, riservava a qualsiasi individuo appartenente alla specie maschile che provava ad avvicinarsi a lei.
“E come, come si chiamano?”
“Giulio e Silvio” Perla aveva tralasciato quell’argomento, le sembrava inopportuno parlargli dei suoi fratelli gemelli.
“Oh cara, che beni nomi!”
“Già, per fortuna nostra mamma ha insistito a chiamarli con un nome italiano, papà avrebbe voluto chiamarli Ralf e Rolf” la sua espressione si tinse di disgusto.
George scoppiò in una risata fragorosa, cristallina, come non faceva da un bel po’. Molly era esterrefatta, suo figlio, il suo George stava ricominciando a ridere nei momenti meno opportuni. Rimase in silenzio ad osservarli.
“Tuo padre ha un gusto orribile per i nomi, lo sai vero?”
“Con loro è stato clemente. Capirai mia madre doveva essere isterica quando li aspettava.”
“Tua madre … tu hai due fratelli gemelli, e me lo dici solo adesso?” George alzò un sopracciglio, Perla lo guardò. Quel George Weasely oltre a essere diabolico, perché doveva esserlo come tutti i gemelli maschi che si rispettino, era anche sarcastico.
“E sentiamo, perché non sarebbe stato clemente con il tuo nome? Perla in fondo è un bel nome …”
In quel momento Kingsley entrò, il vociare cessò all’istante.
Dal nulla comparvero i prigionieri rinchiusi in sorte di gabbie, strettissime, con degli spuntoni acuminati contro di loro. Erano sporchi, sembravano malati e Perla provò un moto di rabbia verso quegli uomini.
George serrò la mascella alla vista di uno dei due uomini, quello doveva essere Rookwood. Perla prese la sua mano e le loro dita si intrecciarono, a Molly questo dettaglio non sfuggì, ma avrebbe indagato in un secondo momento.
“Sapete perché siete qui?” Kingsley si rivolse direttamente a loro.
“Si” risposero entrambi debolmente.
“Dichiarate la vostra identità”
“Augustus Rookwood” Perla sentì un ringhio provenire da George, lo sguardo di Molly divenne truce, Bill stava veramente ringhiando accanto a Fleur.
“Thorfinn Rowle”
“Sarete condotti ad Azkaban per i vostri crimini”
“Noi abbiamo dei nomi” disse Rookwood, Perla avrebbe staccato la testa a morsi a chiunque, uomo o donna,  se avessero lasciato in libertà quei mangiamorte e nel caso degli uomini (che avessero compiuto l’oltraggioso gesto di lasciare in libertà quei due prigionieri) oltre a staccare la testa, gli avrebbe ridotti a degli eunuchi persiani a suon di calci.
“Questa corte avrà premura di ascoltare i vostri nomi”
In quel momento Percy si avvicinò a Kingsley, l’omone di colore continuò “Abbiamo ricevuto testimonianze contro di voi”
“Noi eravamo sotto la maledizione imperius!” Perla si voltò verso Fleur, lei le mimò un semplice ‘dopo’, perché voleva capire tutto quello che in quel momento le sfuggiva.
Harry prese la parola e con disprezzo rispose al mangiamorte “Non mentire davanti a noi Rookwood! Non eri sotto maledizione imperius!”
Kingsley mandò un’occhiataccia a Harry, riprese “Abbiamo visionato tutti i ricordi dei testimoni e abbiamo prove schiaccianti che vi inchiodano.”
“Un’ultima domanda: avete partecipato alla battaglia di Hogwarts?”
Entrambi urlarono un secco “NO!”
“Io Kingsley Shackebolt, Ministro della Magia, ora chiedo a tutto il Wizengamot qui riunito. Come considerate gli imputati Rookwood e Rowle colpevoli o non colpevoli?”
Nessuno aspettò che il ministro terminasse di formulare la fatidica domanda, tutti presenti del “Wizencoso” (a detta di Perla) alzarono la mano, anche lei (che non c’entrava un fico secco, Kingsley le sorrise) e poi Fleur abbassò il suo braccio.
“Il Wizengamot vi considera colpevoli. Passerete il resto della vostra vita ad Azkaban, dopo aver ricevuto il bacio dai dissennatori”.
I due mangiamorte presero ad urlare, ma nessuno in quella sala di tribunale o di Wizencoso provava pena per loro, George era soddisfatto, Molly piangeva e teneva ben salda la mano di Perla.
“Oh Molly, vieni qui!” abbracciò Molly, George, anche se sembrava fuori luogo, sorrise vedendo le modalità di abbraccio di Perla: erano le medesime di sua madre. Arthur era rimasto di ghiaccio, non diceva nulla, ma era visibilmente contento di quello che avrebbe subito il mangiamorte che gli aveva portato via suo figlio.
“Molly, forza. Giustizia è stata fatta … VERO?” si voltò alla ricerca di qualcuno di buona volontà che le spiegasse che cavolo significasse la sentenza.
“Sci Mollì. Sciustiscia è stata fatta. Finalmonte sciustiscia …” ma anche Fleur piangeva, aveva le guance rigate dalle lacrime, così come Ginny, Charlie, Ron, Percy ed Hermione.
George si avvicinò alla madre e si inginocchiò innanzi a lei “Mamma, guardami …”
Molly fece come gli aveva chiesto suo figlio.
“Fred non vuole vederti così, non vuole. Quello è stato condannato a una sorte peggiore … ora andiamo mamma” e la prese di peso, la strinse tra le braccia, Perla abbracciò Ginny che si sfogò in un pianto liberatorio sulle sue spalle, così come Fleur. Gli occhi di Perla stavano iniziando a inumidirsi, come poteva riuscire a NON piangere? Ma doveva farlo, l’aveva già fatto in passato, quella forte era lei.
Con passi molto lenti si avviarono all’uscita di quell’aula di tribunale o Wizencoso. Ad aspettarli oltre a Percy, Harry, Ron ed Hermione, c’erano altre due persone: una ragazza e un ragazzo, entrambi di colore ed entrambi portavano le treccine. La ragazza come vide George, che aveva appena lasciato Molly tra le braccia di suo padre, si fiondò addosso a lui. Lo abbracciò e scoppiò a piangere, l’altro ragazzo invece fissava Perla, che a sua volta cercava con lo sguardo Fleur.
“Sciono gli amisci di George …”
aussi cette fille?”
“cette fille était la petite amie de Fred”
“Mantengo per me il beneficio del dubbio …”
Il ragazzo di colore, che aveva seguito, anche senza capire, il loro scambio di battute, notò come Perla inceneriva Angelina con lo sguardo.
“Fleur, ti ricordi? Sono Lee, l’amico dei ragazzi!”
“Oh Lee! Oui, oui! Elle est ma cousin Perla”
“Sono la cugina, Perla”
Angelina continuava a piangere sulla spalla di George, Perla stava diventando sempre più rossa. D’accordo che era terribilmente e irrimediabilmente distrutta, ma proprio George doveva abbracciare in quel modo? Non poteva abbracciare Lee?
“Tu sei …”
“Lee, Lee Jordan al tuo servizio” fece un piccolo inchino, Perla sorrise.
“Sono il migliore amico di George e F …”
“Si, ho capito non preoccuparti”
Angelina aveva smesso di piangere e guardava George.
Lui disse semplicemente “Ci vediamo a casa, io e Angie dobbiamo fare una cosa in negozio”, dire che tutti i familiari lo fulminarono con lo sguardo è scrivere un eufemismo. Il clan Weasley tifava in modo sfegatato per Perla.
La ragazza era diventata di umore pessimo, Fleur e Lee se ne accorsero, ma quest’ultimo non sapeva bene che dire. Molly fu provvidenziale.
“Lee caro, vorresti fermati da noi oggi?”
“Signora Weasley se non disturbo …”
“Sciocchezze, vieni!”
Lo prese per un braccio e iniziarono a camminare verso l’uscita. 

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Capitolo 8
*** Fleur una banshee impazzita e Perla uno gnu imbufalito. ***


Perla era di umore pessimo quando uscirono dal Ministero.
Per carità era contenta che fosse stata fatta giustizia per Fred, ma era visibilmente arrabbiata. Molly, Arthur, Charlie, e Lee si smaterializzarono alla Tana, mentre Bill, Fleur e Ginny erano rimasti con Perla. Percy, Ron, Harry ed Hermione dovevano rimanere ancora al Ministero per risolvere alcune questioni.
“Bill secondo me dovresti sloggiare, siamo solo donne!”
Perla non si era accorta di quanto adorasse Ginevra Weasley. Era letteralmente in adorazione, quella ragazza aveva carattere da vendere e a lei piacevano le ragazze come lei.
“Gin sei la solita, vorrei trascorrere anche io del tempo con mia moglie e la mia nuova cugina!”
“Come prego?” Perla non si era ancora completamente abituata che ora Bill doveva considerarlo suo cugino acquisito. Fleur rise.
“Cherie, descidi tu. Possiamo fare una passcegiata solo donne”
“Oh, Bill ha ragione. Dovrei passare più tempo con il mio nuovo cugino!” si fermò un attimo a pensare poi aggiunse “potremmo andare a Diagon Alley, vorrei finire di visitarla …”
“Io ho un’idea migliore!” Ginny era entrata nella top ten di persone preferite di Perla, ovviamente il primo posto era di Fleur di diritto, “Andiamo al Paiolo Magico, prendiamo una burrobirra e poi facciamo una passeggiata!”
Senza dire nulla di più, Perla si aggrappò alle braccia di Ginny e Fleur per poi essere risucchiata dal vortice della materializzazione.
 
Erano al Paiolo Magico, sul tavolo avevano quattro bicchieri pieni di burrobirra.
“Allora Perla …”
“Bill ascolta. Voglio essere sincera e diretta” ecco Fleur stava iniziando a preoccuparsi di nuovo, Ginny invece stava sorseggiando la sua burrobirra. Anche lei adorava la cugina di Fleur, infondo al suo animo, ora sua cognata le stava meno antipatica se aveva una cugina come Perla.
“di … dimmi”
“Ieri sera Ron …”
“Mio fratello è uno zuccone che non pensa prima di parlare” intervenne Ginny.
“Oh anche i miei fratelli hanno questa particolare caratteristica. Comunque Bill, com’è quella storia?”
Bill iniziò a raccontarle della notte che i mangiamorte erano entrati a Hogwarts, grazie all’aiuto di Draco Malfoy, dei duelli che avevano affrontato e di come era stato colpito dal lupo mannaro. Le spiegò anche che non tutti i lupi mannari erano cattivi, anzi le raccontò la storia di Remus e Perla lo ascoltava rapita, veramente interessata.
“Ho conosciuto Draco Malfoy”
“Scusa? Credo di aver capito male”
“No Ginny. Ho conosciuto Draco Malfoy. Mi aveva chiesto se mi andasse di prendere una burrobirra insieme a lui, ma George è intervenuto e lui è andato via”
Bill e Ginny erano molto interessati a quel racconto, ma Fleur che conosceva benissimo i genitori di sua cugina era preoccupatissima di quello che sarebbe potuto succedere.
“Posso farvi una domanda sui patronus?”
“Oui cherie!”
“Come mai sei così interessata alla storia dei patronus?”
“Hermione ha detto che per evocarlo bisogna pensare a un ricordo estremamente felice …”
“Si, Harry durante il mio quarto anno ce l’ha insegnato”
“Fleur cosa hai pensato quando l’hai evocato, la prima volta che l’ho visto?”
Bill era spiazzato da quella domanda, Ginny non capiva perché le mancava un tassello fondamentale. Fleur invece aveva compreso a fondo il suo ragionamento.
“Ho pensato esattamonte a quel memonte, pourquoi tu finalmonte sapevi che sono una strega”
“Perla, scusa ma davvero non capisco!”
“Bill non fare lo zuccone!”
“Cherie cosa vorrosti chiodere?”
“Ehm … quando è stata l’ultima volta che George ha evocato il suo patronus?”
“L’altro giorno, quando ti ha accompagnata qui”
“Billì amour, veramonte lei non intendova l’altro giorno!”
Ginny aveva portato le mani alla bocca “Non ci credo! L’ha evocato davvero”
“Perché tutto questo stupore?” Bill sorrideva, Fleur si stava commuovendo e Ginny, lei era al settimo cielo.
“Non lo evocava dal primo maggio. Pensava che non sarebbe più riuscito ad evocarne uno”
“Mi chiedevo quale ricordo avesse pensato”
Fleur aveva capito, non sarebbe riuscita ad evitare alcunché, voleva il suo bene e sarebbe stata in grado di affrontare i suoi zii, lanciò uno sguardo d’intesa con Ginny, la quale capì al volo, anche Bill aveva scorto il significato di quegli sguardi tra moglie e sorella.
“Cherie ora andiamo a fare la passesciata?”
 
Camminavano tra le strade di Diagon Alley e Ginny, con Perla a braccetto, guidava la piccola comitiva. Fleur e Bill avevano capito benissimo dove aveva intenzione di andare Ginny, ma per sua sfortuna non conosceva abbastanza Perla.
Perla era una ragazza molto dolce, ma anche fin troppo schietta, sincera, impulsiva, testarda, determinata e molto spesso irrazionale anche se era veramente intelligente, con una mente brillante e tremendamente interessata a tutto ciò che la circondava.
“Gin dove stiamo andando?”
“Ora vedrai … è una sorpresa!”
“Ginnì, non penso est una buona idea!”
“Suvvia Fle..Fleur. Le piacerà!”
“Cosa esattamente?”
Erano arrivati. Non si era accorta di nulla. Davanti a loro c’era un negozio con una enorme insegna colorata “Tiri Vispi Weasley”, un busto di un ragazzo con i capelli rossi che aveva nella mano metallica un capello a cilindro da cui usciva un coniglio.
“Tiri Vispi …COSA?”
“Ti piace Perla?”
“Bill che cos’è?”
“Era il negozio di George e”
Negozio. Negozio. Negozio. Chi altri aveva parlato di negozio? Negozio. Negozio. Negozio.
Perla si illuminò: quel Dean Coso aveva chiesto a George se dovesse riaprire il negozio. E George stava iniziando a parlare di un certo negozio, prima che Ron li interrompesse e lei se la svignasse a gambe levate.
Perla si incamminò di tutta fretta verso la vetrina, ma quello che vide non le piacque per niente: George continuava ad abbracciare Angelina.
 
 
George aveva tra le braccia Angelina, che stava continuando a piangere.
“George io non ce la faccio …”
“Invece ce la fai!”
“Tu hai la tua famiglia …”
“Angie, per quanto ami la mia famiglia, in questo mese e mezzo non mi è stata di molto aiuto”
“E allora come fai a stare così?” aveva finalmente smesso di piangere, guardava George, lui notò gli occhi di lei: erano vampireschi.
“Angie … non so spiegartelo, ho ripreso a vivere. Mi ha mandato una persona”
Angelina non stava capendo molto di quel discorso.
“Chi?”
“Quella ragazza, quella che era seduta accanto a me durante il processo. Mi sembra di vivere nuovamente accanto a lei. Ce la farai anche tu”
“George io … ora che penserà? Ti ho allontanato da lei …”
“Angie non preoccuparti. Avevi bisogno del mio incoraggiamento. Devi andare avanti”
“Non voglio dimenticarlo”
“Non devi necessariamente farlo, lui sarà sempre qui, vedi” e indicò il suo cuore.
“Ehm..George?” il ragazzo in questione aveva iniziato ad armeggiare con la bacchetta per dare una pulita a quel posto.
“Si?”
“Perché quella ragazza mi guarda come se volesse uccidermi con lo sguardo?”
 
Perla era appiccicata alla vetrina che rifletteva il suo sguardo. Fleur che la conosceva, stava iniziando a sudare freddo. Bill e Ginny invece, ignari della imminente strage che si stava per compiere, erano allegri, perché avevano appena messo in atto il loro piano per far mettere insieme Perla e George.
“tu es sur que c’etait la fille de Fred?” la frase che ne uscì sembrava una minaccia.
Ginny amava quella ragazza, Fleur era finalmente entrata totalmente nelle sue grazie.
“Per le sottane di Morgana! Cherie Je suis sur!”
“Bene. Io entro”
Bill e Ginny stavano esultando, mentre Fleur sembrava una banshee impazzita, il suo colorito roseo si stava trasformando dello stesso colore dei capelli del marito. Temeva della reazione di sua cugina, che aveva tranquillamente iniziato ad andare in escandescenza.
“No, tu non ontri!”
“Mais oui!”
William Arthur Weasley in quel momento ringraziò Merlino per avergli mandato Fleur. Amava sua moglie, ma in versione banshee non l’aveva mai vista.
Perla con passo spedito (e letteralmente inferocita) entrò come una furia nel negozio, aprì la porta e con tutta la grazia e la delicatezza che uno gnu inferocito possiede chiuse le porta con un tonfo assordante, trovandosi davanti Angelina, ancora con gli occhi vampireschi e George pietrificato a guardarla.
“Perla, ti presento …”
“TU!” la indicò, Fleur la rincorse,
“Mon Dieu! Perla Zeruja Wierlacher calmer!”
“Non mi chiamare con quel nome orripilante, che la mia povera madre ha dovuto affibbiarmi!”
“ZERUJIA?” George iniziò a ridere, Angelina guardava Perla terrorizzata.
“TU! Con tutti i ragazzi sulla faccia della terra, devi provarci PROPRIO con George?” George smise di ridere, Fleur stava per avere un collasso e svenire, Bill accorse in aiuto della moglie e Ginny si guardava le unghie, non aveva nessuna intenzione di immischiarsi.
Perla si bloccò, con ancora il dito indice puntato contro di lei, non si capacitava di averlo detto davvero.
Mentre era ancora immobile, la via di fuga le si presentò grazie al suo telefono cellulare, sul display comparve il nome di suo fratello Silvio.
“Per una volta, la vostra telefonata è provvidenziale!”
Dall’altro lato del telefono iniziarono a sentirsi grida di giubilo, Fleur sentendo i suoi due cugini riprese vita, forse non era tutto perduto.
“Che volete comunque?”
“Stanotte hai letto il nostro messaggio?”
“La notte dormo, IO!”
George che fino a quel momento era tranquillo e sereno, capendo che Perla stava per scoprire cosa avesse combinato con il suo telefono, riprese a fare incantesimi domestici.
“Chi è George?” chiese un’altra voce, Giulio.
“COME CHI E’ GEORGE? E VOI CHE NE SAPETE?” aveva alzato la voce di molti decibel, Fleur stava per avere un secondo collasso. Si stava domandando seriamente fino a che punto si sarebbero spinti i suoi cugini.
Dal telefono si udirono altre urla di giubilo.
Perla stava per impazzire ancora di più.
“Frà, Perla sta per scoppiare, già la immagino!”
“Avete una motivazione per questa telefonata?”
“Ah già. Si. Mamma vorrebbe salutare il fidanzato di Fleur, al telefono.”
Perla guardò la cugina, ora anche lei era visibilmente preoccupata, poi il suo sguardo si spostò su Bill.
“Adesso?”
“Se fosse possibile …”
“Dite a mamma che Bill sta lavorando. Lavora in banca e torna a casa molto tardi.”
“Uffa, volevamo salutarlo.”
“Si, d’accordo. Ciao!” con uno scatto d’ira chiuse il telefono. Guardò Fleur poi Bill.
“Zia Evelyne porta i suoi saluti al FIDANZATO Bill” Perla marcò volutamente la parola fidanzato.
Per entrambe significava una sola cosa: GUAI!
 
“Signori, sono contento che zia Evelyne porta i saluti al mio lupesco fratello, ora se non vi dispiacerebbe, uscite dal MIO negozio!”
Angelina che ormai stava ridendo alla grande uscì senza troppe storie, anche Bill, Fleur, Ginny e Perla, che sperava vivamente di poter scappare da una simile situazione.
“Ehm, Perla ti andrebbe di aiutarmi a mettere a posto?”
Fleur era talmente angosciata che non ebbe nemmeno la forza di guardarlo male. Perla era sembrata una banshee e lei non voleva assolutamente che sua cugina risultasse agli occhi di George a quel modo. Se l’avesse trattata male, avrebbe agito di conseguenza, perché Fleur Isabelle Delacour sapeva il fatto suo.
Ormai, però, i danni erano fatti.
“George sci vediamo alla Tana”
Dopo neanche dieci secondi erano spariti.
 
Perla e George erano rimasti soli. 

NdA:
Vi lascio sul più bello! 
Che si diranno questi due? :D 

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Capitolo 9
*** "Prima, prima di ... beh ecco, prima!" ***


Perla e George erano rimasti soli.
Si guardava intorno molto spaesata, non aveva ancora capito quali diavolerie vendesse George, lui invece quasi non si stava preoccupando della presenza di Perla, anzi stava continuando a mettere a posto.
Per quel poco che si conoscevano, George aveva capito che la ragazza gli avrebbe rivolto la parola molto presto, doveva solo sbollire la rabbia, che non aveva ancora ben capito come l’avesse assalita.
“Si può sapere che accidenti di posto è questo?” sbottò nel peggiore dei modi.
Quella ragazza aveva davvero un bel caratterino.
Fred l’avrebbe adorata dal primo momento. Come aveva fatto lui d’altronde.
“Mi stavo chiedendo quando avrei sentito la tua ugola”
“Allora?”
“Questo era il negozio mio e di F”
“Oh, okay ho capito …”
“Mio e di Fred. E’ un negozio di scherzi e vorrei riaprirlo”
“Scherzi …”
“Scherzi magici. Vendiamo merendine marinare, pasticche vomitose, pasticetti svenevoli, polvere buio pesto, filtri d’amore, puffole pigmeee …”
Perla aveva gli occhi luccicanti, amava quel posto, ancora di più adesso che stava recuperando il suo splendore.
“Di cosa volevi parlarmi?” il cuore di Perla stava accelerando a una velocità impressionante, a momenti usciva fuori dal petto.
Cercava di guardarlo il meno possibile.
Ora la sua mente stava partorendo un’immagine di George e lei in atteggiamenti piuttosto intimi.
Si diede una scossa, come poteva fermare il flusso dei suoi pensieri se si trovava davanti George?
“Grazie” i battiti del cuore di Perla si fermarono, tutto quell’artificio solo per ringraziarla???
“Di che stai parlando George? Perché io non capisco …”
Sul volto di lui si allargò un ghigno malandrino, Perla per l’ennesima volta lo considerò assolutamente diabolico, come i suoi fratelli. Avrebbe dovuto scappare via da lì, invece rimase piantata ferma dov’era.
“Sei seria o stai scherzando?”
“Oh santi numi! Sono seria, mi stai ringraziando per cosa esattamente?”
“Per oggi, al processo. Per come ti sei comportata, ecco, non me l’aspettavo”
“Sei un totale idiota George Weasley, come tutti gli appartenenti al genere maschile!” gli rispose in modo gentile, non con la delicatezza di uno gnu imbufalito (come aveva dato ampia dimostrazione poc’anzi).
“Sarebbe un complimento?”
“No, un dato di fatto. Sei un’idiota, totalmente idiota, irrimediabilmente idiota.”
“I tuoi complimenti mi lusingano. Io ti ringrazio e tu mi offendi, Zeruja!”
“Non chiamarmi con quel terribile nome che mi ha dato quel decerebrato di mio padre!”
Scoppiarono entrambi in una fragorosa risata.
Era risaputo che Knut Eberhard Wierlacher avesse un gusto pessimo nello scegliere nomi, basti pensare a come voleva provare a chiamare i suoi figli maschi.
“Comunque, non c’è bisogno di ringraziarmi per il processo. Non c’è bisogno, davvero.”
“Invece si, hai sacrificato parte della tua vacanza per venire al processo di colui che mi ha tolto Fred, che, tra le altre cose, non hai mai incontrato.”
“George davvero …”
George si avvicinò precipitosamente a Perla e l’avvolse in un abbraccio, le braccia di George ebbero sul corpo di Perla un impatto incredibile. Lei le trovò molto calde, accoglienti e ricambiò quel gesto affettuoso con impeto. Lui prese ad accarezzarle i capelli sciolti con una mano.
Si sentiva completo, anche se una parte molto importante di lui era morta quella notte del 2 maggio.
“Mi sento a casa” le sussurrò queste parole in un orecchio, Perla non stava capendo più nulla. Ricordava soltanto che George prima era vicino al bancone, ora era abbracciato a lei. La sua mente era completamente confusa, il cuore batteva all’impazzata ed era sicura che la sua faccia era diventata di un rosso ciclamino molto particolare.
“Ma sei a casa George …”
“TU mi fai sentire a casa!”
Perla si staccò leggermente da quella morsa meravigliosa per guardarlo negli occhi. Il suo volto era sempre più vicino, riusciva a contare tutte le lentiggini che aveva, la sua bocca sempre più vicina alla sua, George inclinò leggermente la testa, Perla si mise in punta di piedi e si baciarono.
Un bacio dolce, gentile, come se si stessero accarezzando, i loro corpi erano immobili, intenti a scoprire quella nuova emozione che il loro bacio stava procurando. Perla gli portò le braccia al collo, stava iniziando a baciarlo con più entusiasmo, il suo cuore accelerava sempre di più, la presa di George divenne più salda, non voleva lasciarla andare, la stringeva sempre di più a lui, al suo corpo che non chiedeva altro che avvertire il contatto con Perla.
Non smettevano di baciarsi, non esisteva più il tempo, lo spazio, c’erano solo loro due nel loro universo, nel loro mondo.
Perla mise una mano tra i capelli di George, aveva immaginato parecchie volte di accarezzarli, poi ad un certo punto, lei stessa interruppe il loro bacio.
George era contrariato da quel distacco, lei gli portò il dito indice davanti alle labbra in segno di non parlare, di continuare a fare silenzio.
Lo guardò negli occhi, poi la benda che portava intorno alla testa.
Doveva farcela, anche se le cicatrici le ricordavano un passato lontano, carico di sofferenza, doveva farcela per lei stessa e per lui, per loro.
Si allontanò quanto bastava per togliergli quella fasciatura, George aveva capito cosa aveva in mente Perla, non smise di abbracciarla, portò le braccia intorno ai suoi fianchi.
Gli diede un bacio a fior di labbra e iniziò a sbrogliare la fasciatura, compì questa operazione con lentezza, non avevano fretta, voleva guardarlo negli occhi, quando finalmente la fascia era caduta sul pavimento, Perla alzò la ciocca di capelli rossi che copriva la ferita, dove un tempo c’era il suo orecchio sinistro. La cicatrice era grande, segno che aveva perso molto sangue quando se l’era procurata, Perla non badò alle sue antiche paure, lo guardò un’ultima volta negli occhi e poi baciò quella cicatrice, con delicatezza facendogli delle lievi carezze sul viso. Quando smise di baciare anche quella parte di George, rossa in viso “Sei molto più bello senza quella fasciatura assurda”
“Sei carina quando arrossisci … Zeruja”
“Io mi chiamo Perla, Perla! Chiaro Weasley?”
“D’accordo Wierlacher!”
Scoppiarono a ridere, si erano appena baciati, lei aveva appena convinto lui a togliersi quella benda e ora ridevano e si prendevano in giro.
“Cosa avevi detto prima?”
George strabuzzò gli occhi “Prima quando?”
“Prima, prima di … beh ecco, prima!”
“Cioè tu ti staresti vergognando?” si avvicinò di nuovo a Perla, stava studiando il suo colorito, sul viso comparve un grande sorriso “Prima stavi pensando a quale modo fosse più doloroso per far fuori Angelina e ora arrossisci!”
“Smettila! Mi imbarazzi! Che hai detto prima?”
“Se non mi dici prima quando, come faccio a capire?”
“Prima … prima che ci baciassimo, che hai detto?”
George rideva sotto i baffi, era divertente mettere in difficoltà Perla “Ho detto che con te mi sento a casa”
Perla gli si attaccò al collo e riprese a baciarlo con un entusiasmo lanciato, George sorpreso, non aspettandosi lo slancio della ragazza, perse l’equilibrio e caddero sul pavimento. Stavano per riprendere a baciarsi quando un suono metallico, che ora anche Perla odiava, li interruppe.
“Maledetto telefono!”
“Che succede?”
“Aspetta un secondo” prese il telefono dalla borsa, lo aprì. C’era un messaggio non letto, lo lesse velocemente.
“Merlino, Godric e Morgana maledetti!”
“Che succede??”
“Tieni, leggi!”
 
Perlina, bellina, sorellina, cattive notizie. Avvisa Fleur, vediamo cosa riusciamo a fare. Silvio & Giulio.
“Che vogliono i tuoi fratelli?”
“Andiamo alla Tana, devo parlare con Fleur!”
“Mi vorresti spiegare?!”
“Mon dieu! George vit vit! Il n’ya pas de temps!”
 
Intanto alla Tana, i membri della famiglia Weasley capitanati da Fleur stavano architettando un piano per far mettere insieme Perla e George, ancora ignari di cosa fosse accaduto al negozio.
L’unico tranquillo era Charlie.
“E dite di essere i suoi fratelli! George ne avrà approfittato!” urlò esasperato per la milionesima volta. Quando aveva pronunciato quella frase per la prima volta si era beccato un’occhiataccia dalla cognata Veela, alla seconda da sua madre e alla terza Ginny gli aveva scaraventato contro una fattura orco volante. Lee Jordan partecipava volentieri a quella riunione perché George era il suo migliore amico e Perla gli aveva fatto un’ottima impressione.
Erano seduti in cucina intorno al tavolo intenti a progettare, quando udirono il sono crack della materializzazione.
George aveva deciso che si sarebbero smaterializzati fuori dalla Tana, per avere giusto il tempo di assaporare le labbra di Perla per qualche altro minuto. La ragazza, che avrebbe preferito non tornare proprio alla Tana e continuare quello che avevano iniziato in negozio, lo trucidò con lo sguardo.
“George devo parlare con Fleur, è urgente!” ma lui l’aveva bloccata con un abbraccio, dandole brevi baci sulle labbra.
“Anche questo è urgente!”
“Weasley smettila!”
“Sei antipatica Zeruja!” si beccò un’altra occhiataccia da Perla “Vorrà dire che verrò a disturbarti dopo!”
“Sisi d’accordo Weasley!”
Perla Zeruja Wierlacher non aveva idea a cosa stava andando incontro, dopo aver pronunciato quella frase a George Weasley.
 
Intanto dalla cucina Fleur sentì sua cugina che correva urlando!
“Fleur! Fleur! Un macello, un casino, un’emergenza!!!”
Perla era arrivata trafelata in cucina, non tenendo contro di quanto fosse spettinata e che al posto di labbra rosee le aveva rosse e molto più gonfie, aveva quell’espressione terrorizzata che Fleur conosceva benessino.
“Oh mon dieu! No, no, no, no! Cheire c’est ne pas possible! C’est impossibile!”
Bill si stava preoccupando, sua moglie e sua cugina avevano lo stesso volto terrorizzato.
Gli altri guardavano divertiti la scenetta.
“C’est possible!”
“NO!”
Molly, che non sopportava rimanere all’oscuro di nulla, incrociò le braccia al petto e le guardò, prima una e poi l’altra.
“Care, potreste dirci cos’è successo di così grave?”
Le due la guardarono come se avesse fatto una domanda retorica.
“Mollì, cosa est susciesso di grave?”
“Molly, vuoi scherzare?!”
Dato che le due ragazze non davano alcun segno di ripresa, Bill, che aveva mantenuto la calma fino a quel momento, si rivolse a George.
“Si può sapere che le hai fatto?”
“Niente, ha visto il telefono ed è impazzita. Silvio e Giulio le hanno detto solo ‘cattive notizie’”
“Ma chi sono Silvio e Giulio?” domandò innocentemente Ron.
Sul volto di Bill scomparve il suo sorriso e la sua aria rilassata, le sue orecchie stavano iniziando a diventare rosse.
“Fleur che vogliono quei due!”
“Ma chi sono Silvio e Giulio!”
“Sta’ zitto Ron!”
“FLEUR DELACOUR!”
Fleur e Perla si guardavano, pietrificate.
“Cherie … quanto manca …”
“Al mio compleanno manca un mese, ce la possiamo fare”
Si guardarono un’ultima volta terrorizzate.
“Ma si può sapere che succede?”
 
 
Quel giorno le due cugine ebbero ben poco da festeggiare. Ovviamente erano felici per il processo, Perla per quello che c’era stato con George, ma più di tutto avevano il terrore di Evelyne Katrine Delacour in Wierlacher, ossia la madre di Perla.
Non che fosse una cattiva donna o una cattiva madre, più che altro incuteva un certo timore nella sua unica figlia femmina e nella sua prima nipote, ovvero Fleur.
Da quello che le due ragazze erano riuscite a capire grazie a  Silvio e Giulio, Evelyne aveva deciso che avrebbe fatto una sorpresa alla figlia il giorno del suo compleanno, a fine luglio. Non che Fleur non fosse contenta di vedere i suoi zii, ma se le era sembrata ingestibile la situazione con Perla, prima che le svelassero l’esistenza della magia, con sua zia Evelyne diventava impossibile.
In quel momento Fleur, Perla e Bill erano in camera dei gemelli per cercare di escogitare un piano.
“Fleur, amore, che ne dici se li ospitassimo noi?”
“Si, certo Bill, vivete in Cornovaglia! Poi come arrivate alla Tana?”
“Mon dieu Cherie! Come fasciammo?”
“Fammi pensare santo Godric!”
“Da quando imprechi in quel modo?”
“Da quando sono vostra ospite! Fatemi pensare!” Perla mise le mani sulla fronte, cercando di spremere le meningi, ma la soluzione a quel casino enorme non lo vedeva minimamente.
Poi una vaga illuminazione.
George bussò alla porta, anzi spalancò la porta, come il suo tenero fratellino Ronnie.
“Perché vi siete persi l’annuncio del secolo?”
Bill, Fleur e Perla volevano trucidarlo in quel momento. le ragazze erano sedute sul letto, un tempo appartenuto a George, con aria disperata, Bill faceva avanti e indietro.
“Che annuncio?”
“Domani riapro il negozio!”
Perla non ce la fece ad aspettare, si fiondò addosso a George, il quale aveva accuratamente chiuso la porta, e lo baciò con trasporto, dimenticandosi della presenza di sua cugina e del suo cugino “acquisito”. A Bill cascò la mascella, Fleur invece era raggiante: George non l’aveva scambiata per una banshee.
“Tu … Lei … Come … Quando ….”
Dopo che i due ragazzi si staccarono da quel bacio mozzafiato, George, Perla era troppo rossa dalla vergogna, disse “Il quando non ti interessa fratellino, il come, beh sei tu l’uomo sposato, non io!”
“Ma … ma … gli altri …”
“Se lo dici a qualche altro Weasley, Bill, giuro che ti riempio la colazione con le pasticche vomitose!”
“Che schifo Georgie!” Perla non l’aveva mai chiamato in quel modo, ma le venne spontaneo e a George non dispiacque.
“E la benda?”
“Da qualche parte sul pavimento del negozio!”
“Sul pavimonto del negozio? Oh Mon Dieu!”
“Comunque, come facciamo? Non abbiamo ancora una soluzione!” disse Perla in tono spiccio, cercando di cambiare argomento.
“Cherie dobbiamo trovorla una solution!”
“Amore, Perla ascoltate, parlo con mia madre e sentiamo lei cosa propone. In fin dei conti lei potrebbe aiutarci!”
“Oui, oui, Je t’aime Bill!” Fleur si alzò di scatto e baciò Bill, Perla scoppiò in una fragorosa risata. Non aveva mai visto Fleur così innamorata.
“Tres bien! Bill vieni ici, noi andiamo dagli oltri. Sci vediamo dopo!” se ne andarono ancora sorridendo, con le mani intrecciate.
Perla e George erano rimasti soli, di nuovo.
Perla voleva assolutamente domandargli quella questione del Patronus, ma George la guardava estasiato. Era raggiante, si avvicinò a lei e la strinse di nuovo tra le sue braccia, rimasero in silenzio per un po’, fino a quando lo sguardo di lui non cadde sul manuale di Difesa Contro le arti Oscure aperto sul letto.
“Come mai stavi sfogliando quel libro?”
“Prima, mentre Bill e Fleur discutevano, lo stavo sfogliando. In realtà stavo cercando un incantesimo”
“Non credi che posso aiutarti in questa grande ricerca? Di che incantesimo si tratta?”
“Ehm … d’accordo. Cos’è la maledizione imperius? L’hanno nominata al processo, e non ho avuto tempo di chiedere a Fleur. Bill mi ha raccontato della notte in cui è stato ucciso Silente.”
George ammirava Perla, lei non si sentiva inferiore a loro perché non aveva una bacchetta, e non si vergognava a chiedere informazioni e non sembrava spaventarsi nel venire a conoscenza degli eventi che erano successi.
“La maledizione imperius fa parte delle cosiddette maledizioni senza perdono, perché sono appunto imperdonabili” parlò con lo stesso tono pomposo, usato da Hermione per spiegare cosa fosse l’incanto patronus.
“Che sono imperdonabili l’avevo intuito … ma perché?”
“Perché oltre a procurarti un biglietto di sola andata per Azkaban, l’uso di una di queste è illegale, perché non perdona colui che ne sarà vittima”
Perla lo guardava affascinata con un misto di curiosità.
“La maledizione imperius è la maledizione che obbliga chi ne è vittima a fare qualsiasi cosa decida chi l’ha inferta.”
Perla parve disgustata da quella maledizione, “E nessuno può opporsi?”
“Devi avere una grande forza di volontà e forza d’animo per vincerla”
“E le altre due?”
“Poi c’è la maledizione cruciatus, la maledizione della tortura. Chi ne è vittima viene torturato. Hermione durante la guerra ne è stata vittima, una mangiamorte l’ha marchiata come Nata Babbana” Perla rabbrividì, così le fu chiaro il motivo per il quale Hermione portava sempre magliette con maniche a tre quarti.
“L’ultima è la più terribile. L’anatema che uccide, un fiotto di luce verde. L’unico sopravvissuto finora è Harry.”
Perla ora rimase sconvolta, una sensazione strana le pervase le membra, tremava.
“Perla, che hai? Ci sono io, che ti succede?”
George abbracciò la ragazza e le diede dei teneri baci sulla sua folta chioma.
“Perché hai paura?”
“Mi sento una sciocca per come ho trattato Bill e Fleur, appena sono arrivata qui …”
“Non capisco”
“Avete affrontato tutte queste cose, non mi hanno invitato al loro matrimonio, e non so ancora perché e io che gli ho urlato contro. Sono stata insensibile!”
Scoppiò a piangere sul petto di George, infondo stava conoscendo un mondo nuovo pieno di creature e di cose che lei non immaginava che esistessero e in più aveva scoperto che sua cugina, insieme alla famiglia del marito, erano state le persone più coraggiose di tutto il mondo magico.
“Tu non potevi nemmeno lontanamente immaginarlo. E comunque il matrimonio di Fleur fu interrotto dall’arrivo dei mangiamorte che cercavano di catturare Harry.”
Perla smise immediatamente di piangere, cosa era successo? Cosa avevano affrontato in un giorno così?
“George, perdonami, non so cosa mi sia preso!”
“Amore smettila, oggi sei stata fondamentale per tutti!”
Perla strabuzzò gli occhi, lo fece anche George, come l’aveva chiamata?
Fred, in qualsiasi posto si trovasse in quel momento, stava ridendo alla grande.
“Come … come mi hai chiamata?”
“Zeruja?”
“Non fare lo sciocco!” prese a fargli il solletico, ma George la bloccò piuttosto facilmente.
“Amore … perché c’è qualcun altro che ti chiama in questo modo?”
“E tu vorresti l’esclusiva?” Perla sorrise sghemba, quella ragazza aveva decisamente incastrato il più scapestrato, incontrollabile e ingestibile Weasley che il mondo avesse mai conosciuto.
“Io ho l’esclusiva!”
“D’accordo Georgie!” si staccò dall’abbraccio e riprese a mettere a posto, poi si arrestò di colpo.
“Ehm, George potresti mettere a posto tu?”
“Come scusa?”
“Non potresti agitare la bacchetta, dire qualche formula e mettere tutto a posto? Sai, non sono molto ordinata …”
Scoppiò a riderle in faccia, la ragazza oltre ad averlo incastrato, l’aveva anche fregato. Con un gesto secco della bacchetta in  due minuti tutto fu al suo posto.
“Comunque perché eri venuto prima?”
“Ti andrebbe di aiutarmi in negozio?”

 

NdA:
Alla fine non sono stata troppo crudele, vi ho aggiornato subito :D
Cosa ne pensate di Perla che aiuta George in negozio? E di zia Evelyne Katrine Delacour in Wierlacher? Insomma quella donna incute terrore anche alla nostra dolce Fleur! 
Chissà cosa accadrà! 

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Capitolo 10
*** Bando alle ciance, devo dirti due o tre cosette, cara Zeruja. ***


Perla era al settimo cielo.
Era la ragazza di George, lavorava con lui al suo negozio e stava entrando a far parte di quella grande e strana famiglia.
Fleur e Bill erano gli unici a conoscenza della loro relazione ed entrambi non avevano rivelato il loro piccolo segreto.
I giorni correvano veloci, al negozio le giornate erano molto sfiancanti e anche se Perla faticava il doppio, dato che lei non aveva una bacchetta, tornava alla Tana sempre con il sorriso. George era volenteroso e aiutava la sua ragazza di buon grado e non mancava di spiegarle sempre tutto ciò che lei gli chiedeva, ma quella mattina Perla era abbastanza intrattabile, tanto che George aveva mandato un patronus a sua cognata, perché non riusciva proprio a tranquillizzarla in nessun modo.
Perla era al bancone quando vide Fleur entrare nel negozio affollato di ragazzini, le sembrò una manna piovuta dal cielo, perché aveva assolutamente bisogno di confidarsi con lei.
“George cosa est succiesso a ma cousin?”
“Non ne ho idea, oggi è troppo nervosa …”
“Hai provoto a parlare con lei?”
George sbuffò e non rispose, la risposta era ovvia.
Erano passate quasi tre settimane da quando si erano messi insieme, mancavano due settimane all’arrivo dei suoi genitori e non avevano ancora trovato una soluzione, quando Fleur si avvicinò al bancone, Perla aveva già recuperato la sua roba, era pronta per andarsene ed era anche abbastanza arrabbiata.
“Cherie comment ca va?”
“Non ne voglio parlare.”
“Problemi avec George?”
“Ti ha chiamata lui, vero?”
Perla aveva una strana luce negli occhi, sembrava triste o almeno parecchio amareggiata. Fleur immaginava quali problemi si celassero dietro quello sguardo, d’altro canto era circondata dal suo ragazzo e dai suoi famigliari, quindi non sarebbe mai stata in grado di sfogarsi con qualcuno.
“Oui, il est préoccupé!”
Perla non rispose immediatamente, aveva bisogno di uscire. George comparve all’improvviso, alle sue spalle, e le diede un bacio leggero sul collo.
“Amore cos’hai oggi?”
“Ho solo un po’ di mal di testa, ti dispiace se stacco prima e faccio una passeggiata?”
“A patto che poi torni qui per l’orario di chiusura … ho una sorpresa per te!”
Fleur li guardò raggiante, George stava mettendo la testa apposto e anche Perla lo stava facendo, a modo suo, ma lo stava facendo.
Una volta uscite dal negozio, Perla tirò un sospiro di sollievo.
“Finalmonte vuoi dirmi che hai?”
Perla guardò un’ultima volta attraverso la vetrina e iniziò a camminare lentamente.
“Sono preoccupata …”
“Oui, l’avevo compreso, pourquoi?”
“Io non vivo in Inghilterra, Fleur”
“Vai avanti …”
“E poi non appartengo a questo mondo, cosa succederà quando dovrò tornare a casa?”
Fleur sorrise, aveva compreso alla perfezione i sentimenti di sua cugina. Aveva vissuto le medesime sensazioni giusto qualche anno prima, quando aveva incontrato per la prima volta Bill. Perla, però, non aveva intenzione di smettere di parlare, anzi stava continuando imperterrita con le congetture e le ipotesi più assurde.
“Fleur, e poi cosa racconto alla maman? Che George è un mago, che ha un negozio di scherzi, che guadagna bene e che posso anche non lavorare? Io non sono così, sai che non riesco a stare un attimo ferma. Adoro George, adoro ogni suo gesto, ogni minima cosa che appartiene a lui, come farò a staccarmi tra qualche settimana?”
“Pourqoui tu non vorrosti rimanere?” Fleur non poteva esporle la sua teoria, altrimenti sarebbe stato solo controproducente.
“Io voglio rimanere, ma ho appena finito la scuola, cosa racconto a mia madre? Che mi trasferisco per seguire un ragazzo? La conosci benissimo!”
“Oui cherie, ma non preoccuparti!”
“Fleur! Ma come dovrei non preoccuparmi? Non abbiamo la solution per quando verranno tra due settimane!”
“Hai parlato con Silvio e Giulio?”
“MA SEI IMPAZZITA? Quei due se scoprissero di George, verrebbero qui seduta stante per analizzarlo. Sai quanto sono gelosi!”
Ma Fleur Isabelle Delacour sorrise sincera, anche se Perla non avrebbe mai immaginato cosa celassero i suoi occhioni azzurri in quel preciso istante.
 
Il giorno prima, Villa Conchiglia.
“Amore a cosa pensi?” Bill si era avvicinato a Fleur, che stava cucinando, e le aveva circondato la vita.
“Amour, je pens à Perla, George a zia Evelyne e Silvio e Giulio”
“Ti vedo preoccupata, che è successo? Stanno insieme, sei felice anche tu, no?”
“Oui, oui” Fleur stava guardando il viso del marito, quegli occhi azzurri che la stavano scrutando, improvvisamente ebbe un’idea, se l’avesse scoperta Perla, l’avrebbe fatta finire in fondo al lago nero, insieme alla piovra gigante.
Si staccò da Bill, sempre con la sua particolarissima grazia ed eleganza, e si avvicinò al telefono e compose un numero.
“Chi stai chiamando adesso?” Fleur gli fece segno di fare silenzio.
“Silvio, oui? Je suis Fleur. J’ai besoin de te parler …”
Bill ascoltò la conversazione: Perla l’avrebbe fatta finire sicuramente in fondo al lago nero.
 
 
 
“Fleur, ma mi stai ascoltando?”
“Oui, oui. Stavo pensondo, pourquoi non andiamo da monsieur Olivader?”
“Il tizio delle bacchette?” Fleur la incenerì con lo sguardo, anche  se stava imparando un sacco di cose, a sua cugina mancava quello charme caratteristico di Fleur, ma l’adorava anche per quello.
“Oui, monsier Olivander est un fabbricante di bacchette!”
Perla non stava capendo perché sua cugina volesse fare una cosa del genere, Fleur sapeva che i babbani non potevano usare le bacchette, l’aveva studiato, ma fare un tentativo non avrebbe compromesso nessuno.
 
“Buongiorno!” trillò Perla, che sembrava aver recuperato un pizzico di allegria, dopo la chiacchierata con Fleur, quest’ultima le era accanto.
“Buongiorno signorina!”
Olivander era nel retro del suo negozio, che era stato riportato al suo antico splendore e non aveva ancora visto Fleur.
“Signora Weasley! Che onore averla nel mio negozio!”
Rivolse un sorriso a entrambe, poi rivolgendosi a Perla, “Signorina se lei è amica della Signora Weasley sono ben lieto di aiutarla!”
“Grazie! Sa, ho sentito molto parlare di lei!” Perla era un’adulatrice con certi individui, Silvio e Giulio le avevano insegnato a farlo con le persone giuste, “Senta, veramente mia cugina mi ha fatta venire qui”
Olivander non comprendeva bene il motivo della loro visita, da lui si rivolgevano le persone per acquistare una bacchetta, quella ragazza non gli sembrava una Veela come la cugina e comunque non l’aveva mai vista prima.
“Monsieur Olivander, ma cousin vorrebbe comprare una bacchetta!”
La mascella di Perla era arrivata a toccare il pavimento, cosa si stava mettendo in testa Fleur? Lei era una babbana e mai avrebbe potuto maneggiare una bacchetta, avrebbe causato eventi catastrofici.
“Ma certo signora Weasley!” poi rivolgendosi a Perla, “prego cara, provi ad agitare questa!”
Perla prese la bacchetta che le aveva dato Olivander, l’agitò un pochino e distrusse la lampada del negozio. Tentativo tremendo.
“Non si preoccupi cara, il primo tentativo è sempre disastroso!” scomparve nel retro del negozio. Perla guardò incerta Fleur, che invece sembrava pensare a tutt’altro.
“Perché siamo venute qui?”
“Mon dieu! Pensavo l’avessi compreso!”
Olivander tornò dalle ragazze “Signorina, mi perdoni, lei ha sangue Veela?”
Gli occhi di Perla si ingigantirono quanto due galeoni, i suoi pensieri erano del tipo: ‘ora che caspita è una Veela?’. Meno male che Fleur poteva salvare la situazione.
“Monsieur Olivander, non penso che ma cousin ha sangue Veela!”
“C’è questa bacchetta, sa. È unica nel suo genere, il nucleo sono dei capelli di Veela, salice, nove pollici e mezzo, rigida. Su, coraggio cara, la provi!”
Gli occhi di Olivander mandavano scintille, era eccitato di far provare quella bacchetta a Perla, nel momento esatto in cui la ragazza stava per agitarla, qualcuno entrò nel negozio. Due uomini, o meglio un uomo e un ragazzo, padre e figlio, vista la somiglianza, entrambi con capelli biondissimi, quasi bianchi. Il volto di Olivander divenne una maschera di terrore, Fleur serrò la sua mano sull’impugnatura della bacchetta, quel gesto non sfuggì a Perla, che fece lo stesso.
“Non capisco come mai, questa gente debba guardarci in questo modo. Tu cosa dici, Draco?”
“Lei non capisce come mai? Che mi dice di quel tatuaggio da delinquente che ha sul braccio sinistro?”
Fleur strabuzzò gli occhi: perché Perla non riusciva mai a tenere a freno la sua linguaccia?
Anche Olivander teneva la bacchetta puntata, si era fatto forza. Dopo tutto il tempo trascorso come prigioniero del Manor dei Malfoy, aveva ancora qualche conto in sospeso con loro.
“Qui abbiamo anche quella graziosa signora Weasley!”
“Malfoy, non abbiamo nulla da dirsci!”
“Anche il buon vecchio Olivander mi punta addosso la bacchetta?”
“Padre, basta, smettetela!” Draco guardò Perla, notò quanto fosse nobile, poi si rivolse a Olivander, “siamo venuti qui per comprare delle bacchette nuove. Sa le nostre”
“Una l’ha vinta Harrì e l’altra è stata distrutta da Voldemort, il vostro antico padron. Oui, noi ricordiamo.”
Fleur aveva gli occhi iniettati di sangue, lei non era riuscita ancora a perdonare quello che aveva fatto la famiglia Malfoy. Non li avrebbe mai perdonati.
“Sentite, sto finendo con queste due signore. Se volete attendere”
Perla finalmente agitò la bacchetta, avvertì come una scarica elettrica dal di dentro, era furente, avrebbe scaraventato qualcosa addosso a Draco, per quello che aveva detto su Fred. Aveva letto da qualche parte una formula di un incantesimo, cercò di ricordarla: wingardium leviosa. La pensò, una piuma iniziò a levitare sul bancone: era impossibile. Come era accaduto?
Perla stava piangendo dalla felicità, Olivander invece era soddisfatto, lui non sbagliava mai, Fleur era raggiante.
La sua teoria aveva degli ottimi fondamenti e quella ne era la prova concreta.
 
Pagarono la bacchetta e uscirono dal negozio.
“Come cavolo è possibile? Io non dovrei riuscirci!”
“Ah cherie, penso che sia l’amour!”
Fleur si beccò un leggero spintone da parte della cugina, Fleur non era tipo da fare certe battute, non era proprio il tipo!
“Che sono le vela?”
“Una Veela, con due e, è una creatura magica. Io sono un quarto veela.”
“Perché ci stanno guardando tutti?”
Effettivamente Perla non aveva tutti i torti, un sacco di gente le stava osservando, gli uomini avevano lo sguardo abbastanza perso, come dei pesci lessi, le donne invece, oltre a guardarle con invidia, erano ammirate.
Si avvicinò una bambina.
“Ehm, lei è Fleur Weasley?” la bambina non poteva avere più di nove anni, aveva le trecce e stava arrossendo dalla vergogna.
“Oui, certo. Tu piccola come ti chiami?”
“Mi chiamo Lisa … le dispiace se faccio una fotografia con lei?”
“Oui cherie! Tu es tres petit!”
Perla non si era ancora abituata alla folla che quotidianamente osservava i membri della famiglia Weasley, più che altro mal sopportava tutte le ragazze che guardavano con occhi sognanti il suo George.
“Signora Fleur, posso avere una foto anche con l’altra signora?”
Perla stava leggendo un articolo di giornale appeso al negozio di fronte, riguardava il processo dei Malfoy.
“Oh, certo, piccola. Io mi chiamo Perla!”
Dopo che Lisa se ne andò insieme all’anziana signora, Perla aveva tanta voglia di tornare al negozio e di correre da George.
Si sa, le prime settimane di una storia d’amore sono sempre le migliori. Non si vede l’ora di rincontrare il proprio compagno, scambiarsi baci da mozzare il fiato e di trascorrere tutto il tempo disponibile insieme a lui.
“Che stai pensando, cherie?”
“Oh … a George …” il volto divenne rosso ciclamino.
“Bien, a cosa?”
“Fleur da quando sei diventata così impicciona?”
“Da quando je suis una Weasley!”
“George ha detto che ha una sorpresa, tu ne sai qualcosa?”
 
Tre giorni prima.
“Amore! Sto andando un attimo ad Hogsmeade, a controllare che l’ex proprietario del locale l’abbia liberato! Se hai bisogno di qualcosa chiedi a Ronnie!”
“George quando torni?”
Perla si era avvicinata incredibilmente a lui, lo baciò appassionatamente tanto da mandarlo in confusione.
“Signorina Wierlacher, lei mi sta mandando in pappa il cervello!”
“Non dovevi andare a Hogsmeade?”
“Si, vado!”
Ma in realtà il nostro George non va ad Hosgmeade, si smaterializza su una spiaggia, dietro di lui una tenera villetta: Villa Conchiglia.
“Mon dieu, George! Cosa est succiesso?”
“Fleur tranquilla, posso parlarti?”
 
“Signor Weasley?” Perla, in presenza dell’altra commessa Verity, era solita chiamare George ‘signor Weasley’, le dava fastidio sembrare superiore a Verity e anche per non destare troppi sospetti nei confronti di Ron.
“Il negozio è chiuso, se vuole può … amore! Sei tornata!” si fiondò sulle labbra della ragazza, gli era mancata e non vederla gironzolare per il negozio gli era sembrato inusuale.
“Georgie, guarda!” tirò fuori la bacchetta di salice, “wingardium leviosa!” l’aveva puntata contro un aggeggio metallico, non ancora identificato, e quello li librò nell’aria.
“Sei bravissima!” le diede altri baci a fior di labbra. Perla sembrava che avesse recuperato la vitalità che aveva perso quella mattina, era soddisfatta, come quando un bambino ruba la marmellata e non viene scoperto.
“Vorrei mostrarti una cosa, mi segua signorina!” la prese per mano, e la condusse nel retro del negozio.
Aprì una porta, a cui la ragazza non aveva mai fatto caso e iniziò a percorrere le scale.
“Dove stiamo andando?”
“Ora lo vedi! Aspetta un attimo!”
Lumos!
“La mia piccola briccona inizia a far danni!”
“Sei un’idiota!”
 
Erano arrivati in un appartamento. George entrò per primo, l’aveva risistemato un po’, dopo la morte di Fred. Era un po’ più ordinato e fin troppo femminile, ma che aveva combinato?
“Georgie, non capisco … dove siamo?”
“Io e Fred vivevamo in questo appartamento quando abbiamo aperto il negozio”
“si …”
“L’ho aggiustato un po’, volevo dargli un tocco diverso, dato che ho intenzione di trasferirmi qui.”
“Ah. Quindi lasci la Tana.”
“Si, lascio la Tana.”
“Bene.”
“Non sembri contenta!”
Perla che aveva un broncio incredibile, stava tornando la fase da gnu imbufalito, George doveva muoversi, ora con una bacchetta tra le mani Perla sarebbe stata mooolto più pericolosa, non che prima non lo fosse!
“Si, sono contenta per te.”
“Però, ecco … vedi … stavo pensando …”
“Si, che pensavi?” rispose molto annoiata.
“Se prestassi più attenzione!”
“Scusa George”
“so che è presto … che stiamo insieme da poco … che lo sanno solo Bill e Fleur ... beh … ecco”
“Arriva al dunque, amore”
“Mi stavo chiedendo … se volessi trasferirti qui, da me … insomma se non ti dà fastidio …”
Perla strabuzzò gli occhi, cosa le aveva chiesto? Di andare a … a convivere? Lei e lui, da soli, in quella casa? Ma avrebbero dormito, forse non solo dormito, nello stesso letto? E poi come lo dicevano agli altri?
“Perla, amore … non credo di essere così brutto, per meritarmi quello sguardo!”
La ragazza non disse nulla, fece cadere la bacchetta e la borsa, e si fiondò addosso a George, che colto alla sprovvista, cadde come un sacco di patate sul divano. Iniziarono a baciarsi sempre con più foga, Perla aveva bisogno di lui, dei suoi baci, delle sue carezze, più ne aveva bisogno più lo baciava e lo accarezzava con ardore, con passione, dimenticandosi di quello che le passava per la testa, aveva bisogno di George Weasley. Lui, d’altro canto, ricambiava i baci e le carezze con altrettanta passione, iniziando a sentire molto stretti i suoi pantaloni del completo da lavoro. Erano stravaccati sul divano, Perla era sopra di lui e aveva iniziato a sbottonare i primi bottoni della camicia, aveva avvertito anche lei il rigonfiamento nei pantaloni di George e le piaceva quello che stava provando. Non si era mai spinta oltre con un ragazzo, o perché non le piacevano o perché si sentiva forzata, ma con George era tutto diverso, lo voleva come non aveva mai desiderato nessun altro ragazzo in vita sua.
George era quello giusto, lo avvertiva.
Lui, intanto, non meravigliandosi del gesto della sua ragazza, iniziò ad accarezzarle la schiena in modo diverso, cercando la cerniera del suo vestito. Perla aveva finito di sbottonargli la camicia, aveva iniziato a baciargli il petto, mentre George, con uno sforzo non indifferente, smise di baciarla, la prese in braccio e la portò nella stanza che aveva preparato. Lei continuava a baciargli il collo, il vestito le era scivolato nel corridoio. Prima di poggiarla sul letto, Perla aprì anche i pantaloni di George. In quel momento stava tremando.
George la guardò.
“Sei bellissima anche con i capelli arruffati!”
“George … io … non …”
Lui le mise un dito davanti alle labbra, aveva capito e non voleva che la sua ragazza soffrisse nel rivelargli quel piccolo grande segreto.
“ So che mi pentirò di quello che sto per dirti …” le lanciò uno sguardo languido, era un grifondoro, doveva tirare fuori tutto il suo coraggio e soprattutto la cavalleria!
“Se non te la senti possiamo rimandare”
“Sei … sei … sicuro?”
“Hai accettato di venire a vivere con il più scapestrato, indomabile e ingestibile Weasley che il mondo abbia mai conosciuto!”
“Georgie … io … insomma … grazie …” era diventata rossa ciclamino, come tutte le volte che si vergognava a morte.
“Ora vado a farmi una doccia … possibilmente fredda!” le tirò un cuscino delicatamente, mentre Perla cercò di andare a recuperare il suo vestito.
Dopo essersi rivestita, George era ancora in bagno, vide un bagliore provenire dall’altra camera da letto. Si avvicinò alla porta e l’aprì. Era rimasto tutto come doveva essere prima della guerra. Non mise a fuoco tutti i particolari, Perla aveva notato un bagliore provenire da un cassetto della scrivania.
Si avvicinò e aprì il cassetto.
C’era una busta che scintillava e riportava a caratteri gialli e oro una scritta: Perla Zeruja Wierlacher.
Senza riflettere, l’aprì.
 
Bene, bene, bene.
Il mio fratellino si è finalmente deciso a mettere la testa apposto, non immaginavo che lo facesse così presto. Bando alle ciance, devo dirti due o tre cosette, cara Zeruja. Quando probabilmente questa missiva sarà letta, sarà tre metri sotto terra.
Cara Perla,
mi presento: sono Fred, Fred Weasley, il gemello del tuo fidanzato. Fidanzato si, perché quando troverai questa lettera nel cassetto della mia scrivania, oltre ad essere morto, mio fratello avrà trovato la donna della sua vita.
Parto con ordine.
George, ascoltami, perché so che leggerai anche tu questa lettera. La notte in cui hai perso l’orecchio, credevo di averti perso per sempre. Ho avuto paura George, solo in quel momento ho capito quanto fosse crudele la guerra. Sono in cucina, tu sei sul divano a dormire, mamma ti ha fasciato la testa. Hai perso un sacco di sangue. Malocchio è morto.
George, ascoltami, quando vedrai queste parole, oltre a essere morto, la guerra sarà sicuramente finita, e Harry avrà finito quel mostro di Tu – Sai – Chi. Ascoltami, leggimi, come preferisci. Ti lascio un compito per me: VIVI. Vivi, non provare pietà per me che sarò morto, vai avanti con il negozio, con la tua vita, con la tua donna, costruisciti una famiglia. George, tu sei il mio gemello, abbiamo sempre condiviso tutto, eccetto le ragazze, ti avverto George: devi sopravvivere. Anche io dovessi morire, tu devi sopravvivere, altrimenti chi farà ridere mamma? Già quello scemo di nostro fratello Percy scodinzola alle calcagna del ministero, se tu non la farai ridere, chi ci penserà?
Quindi, ti prego, ti scongiuro, non pensare a me che sono morto, pensa a te, alla tua vita, al tuo domani.
Ho chiesto a Hermione l’incantesimo, ho stregato questa pergamena e la nasconderò nel nostro appartamento, apparirà alla tua donna quando la troverà, e sarà quella giusta, fidati.
Ora passiamo a te, cara Zeruja! (ma chi ha scelto questo nome, è orribile!)
Comunque, Perla, ti affido mio fratello, il mio gemello, l’altra parte di me. Abbine cura, amalo per quello che è. Ti avviso però, non sa cucinare, si dimentica di abbassare la tavoletta del water e lascia mutande sporche in giro per la casa. Non è il massimo, perché il gemello bello sono io cara, purtroppo dovrai accontentarti di lui, anche senza un orecchio. Ti avverto però, tu sarai anche la donna giusta per lui, ma prova a fargli del male e ti assicuro che tutta la mia famiglia, soprattutto la piccola e tenera Ginny, ti inseguirà per tutto il mondo magico e babbano. Prova a far soffrire il mio fratellino e ti pentirai di essere nata.
Dopo questa minaccia, non stavo scherzando, ma non ero nemmeno troppo serio, ti auguro di vivere una vita felice insieme a mio fratello, di regalarmi tanti bei nipotini dai capelli rossi che finiranno tutti a Grifondoro. Se sei una secchiona, come quella pazza di Hermione, non farmeli finire a Corvonero, devono essere Grifondoro.
Un’ultima cosa, una richiesta, quando avrete il vostro primo figlio maschio (dovete avere un maschio!) chiamatelo come me, e amatelo a modo vostro e non fategli pesare il fatto che porta il mio nome, augurandomi che non diventa un secchione ligio al dovere e rispettoso delle regole.
Perla, dunque, tu sarai la mia cognata preferita, anche se molto probabilmente stai leggendo la lettera, non ti conoscerò.
Un babbano da qualche parte ha scritto: l’ultimo nemico che sarà sconfitto è la morte.
Ricordati George, io vivo nel tuo cuore, sarò sempre accanto a te, fratello non disperare.
Ci sarò sempre per te.
Ti voglio bene,
tuo Fred.
 
Perla stava singhiozzando, anche se aveva riso parecchio, non si era accorto che George era dietro di lei e stava piangendo anche lui.
“Dove l’hai trovata?”
“Nel cassetto della scrivania, perché?”
“Mi domandavo che cosa ci fosse lì dentro. Non riuscivo ad aprirlo. Aveva pensato a tutto …”
“George, amore, ci sono qui io”
“Hai stravolto il mio mondo … e io credo di essere innamorato di te …”
Perla lo guardò di nuovo.
Aveva deciso: dovevano dirlo alla famiglia Weasley e lei sarebbe rimasta in Inghilterra.
 
Suono metallico, un sms.
Perlina, bellina, sorellina. Non arrabbiarti con Fleur, perché sappiamo che lo farai. Giura, prometti, dai la parola di scout, lo sappiamo che non lo sei, ma giura lo stesso.
…..
…..
Sappiamo che stai insieme a un cognato di Fleur, tale George Weasley.
Chiamaci.
Giulio & Silvio.
 
Fleur sarebbe finita in fondo al lago nero a far compagnia alla piovra gigante.




NdA:
Allora? Che ne dite? Ah povera Fleur, l'ha fatta grossa! Ho dovuto cambiare il rating, non me ne vogliate! 
Malfoy sta sempre in mezzo! Non mi piace come guarda la nostra Perla, che lei gli darà una lezione una buona volta? 
Lo scopriremo insieme! 
Silvio e Giulio? Come vi sembrava il loro sms? Tranquilli? Gelosi? Chi lo sa!
Fred, sappilo, tu non dovevi morire. Zia Row non ha avuto pietà con te! 
Alla prossima!  

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Capitolo 11
*** "Giovanotto, perché ti manca un orecchio?" ***


Suono metallico, un sms.
Perlina, bellina, sorellina. Non arrabbiarti con Fleur, perché sappiamo che lo farai. Giura, prometti, dai la parola di scout, lo sappiamo che non lo sei, ma giura lo stesso.
…..
…..
Sappiamo che stai insieme a un cognato di Fleur, tale George Weasley.
Chiamaci.
Giulio & Silvio.
 
Fleur sarebbe finita in fondo al lago nero a far compagnia alla piovra gigante.
 
 
“Amore, ho sentito quel tuo telefono …”
Erano abbracciati, Perla aveva ancora tra le mani la lettera di Fred, ora non emanava più quella luce particolare, segno che l’incantesimo funzionava fino a quando la ‘donna giusta di George’ non l’avesse trovata.
“Si, ora vado. Sarà Fleur, dovremmo già essere alla Tana!”
Andarono nel salotto, dove la borsa riposava sul pavimento insieme alla bacchetta.
Frugò fino a quando non trovò quello che stava cercando.
Perla aveva gli occhi iniettati di sangue.
Compose in modo furente il numero del fratello, dopo dieci squilli, si degnò di rispondere.
-Ciao sorellina! Frààà, vieni subito qui. C’è Perlina al telefono e chiudi la porta!-
-VOI DUEEE!!!-
George guardava shockato la sua ragazza, ormai ci stava facendo l’abitudine a quelle strane fasi da banshee/gnu imbufalito.
-Tesoro, perché quella vocina stridula?-
-Cosa, come, dove, quando, perché?-
-E’ già arrivata alla fase delle domande minatorie?- Giulio adorava far impazzire la sorella in quel modo.
-Si, comunque Perla prima di non capire più nulla, sbatterci il telefono in faccia e andare a torturare Fleur, ascoltaci, va bene?-
-Non torturerò Fleur, se mi darete un buon motivo per farlo!-
George si era accomodato sul divano, era solo in mutande e guardava Perla andare avanti e dietro per la stanza con il suo tipico ghigno malandrino.
-Intanto, perché stai insieme a Giorgio, no?-
-Si chiama GEORGE, NON Giorgio, CHIARO?-
-Frà, tua sorella è innamorata!-
-Cerebroleso, sono anche tua sorella!-
-Oh, ma guarda, me l’ero dimenticato! Il secondo motivo, che non condurrà a morte certa Fleur, è che abbiamo un piano!-
Gli occhi di Perla si illuminarono, di solito i piani di quei due scalmanati funzionavano sempre. Anche se molto spesso si erano dimostrati dannosi per la salute mentale dei suoi ex ragazzi. Quello che più amava, era stato quando i suoi fratelli avevano lanciato delle uova marce al suo ex, Mirko, che l’aveva tradita con una sua amica.
-Di che si tratta?-
-Pensi che lasceremmo te e Fleur in balia di Evelyne e Knut?-
-Diglielo a quella Perlina, che non siamo poi così malvagi!-
-A cosa devo questo gesto caritatevole? Che volete in cambio?-
-Oh, solo che George ci ospiti a casa sua!-
-PER SALAZAR! VOI COME LO SAPETE?-
-Chi è Salazar?-
George piangeva dalle risate, non aveva mai visto Perla così in difficoltà, sua madre doveva essere tremenda.
“George, i miei fratelli vorrebbero sapere se potresti ospitarli nel tuo appartamento?”
-Sei con lui e non ci dici nulla! Passamelo, per la miseria!-
-State zitti!-
“D’accordo, a patto che non dicano una parola sul fatto che staremo nello stesso letto!”
-COSA HA IN MENTE QUELLO SCALMANATO?-
-TU NON DORMI CON LUI!-
-RALF E ROLF WIERLACHER! IO DORMO E FACCIO QUELLO CHE FACCIO CON CHI MI PARE! NON CREDO CHE VOI SIATE DUE SANTI SOTTO QUEL PUNTO DI VISTA!-
George adorava i fratelli della sua ragazza, il suo intuito gli suggerì che avrebbe fatto amicizia con quei due.
-D’accordo, basta che non fate le vostre cose, quando ci saremo anche noi in casa!-
-Ora dobbiamo chiudere, maman e papa sono tornati!-
Chiusero il collegamento.
Forse i suoi fratelli non dovevano essere così malvagi.
 
 
Bill e Fleur erano alla Tana e come di consuetudine, quando non erano presenti George e Perla, si avanzavano piani e congetture per farli mettere insieme.
“Ron, sei sicuro di non aver notato nulla di strano?”
“Per le mutande di Godric! NO! Ve l’ho detto, lo chiama Signor Weasley quando c’è Verity, ossia sempre.”
“Non uno sguardo languido, un ammiccamento, una battutina”
“Miseriaccia! NO!”
Ginny sbuffò sonoramente, Charlie erano serafico, aveva notato delle occhiate particolari tra suo fratello Bill e sua moglie: quei due nascondevano qualcosa.
“Maledizione! Perla deve mettersi con George!”
“Percy e tu da quando parli in quel modo?”
“Mamma, questa è una questione di vitale importanza!”
Charlie nel frattempo era andato dritto nella sua stanza, quella che occupava momentaneamente George.
Aprì l’armadio, vuoto. Aprì i cassetti, vuoti.
Charlie sorrise, suo fratello era tornato nel suo appartamento.
Andò diretto nella stanza di Perla, fece gli stessi gesti: delle sue cose nemmeno l’ombra. Possibile che nessuno si fosse accorto di nulla?
Ritornò in cucina.
 
“Amore stai calma! Andrà tutto bene!”
“Stronzate George! E se a tua madre non piaccio?”
“Si, certo. Come se non mi sono accorto che stanno cercando in tutti i modi un piano per farci mettere insieme!”
“I tuoi fratelli … e poi se”
“E poi niente, mia madre ti adora! Su, entriamo!”
Quando varcarono la soglia della Tana, c’era Charlie che li stava aspettando con un ghigno.
“Quando avevate intenzione di dirmelo?”
Perla sbiancò, George invece era tranquillo.
“Dirti cosa fratellino?”
“Non prendermi per i fondelli. Ho visto che posso tornare nella mia stanza, quella di Perla è vuota. Non sono mica scemo.”
“Veramente, gli avevo chiesto io di non dire niente a nessuno.”
“Comunque, benvenuta in famiglia. George ti farà impazzire, sappilo.”
Se ne tornò in cucina e prese posto a tavola, che nel frattempo era stata apparecchiata. Perla stringeva la mano di George, era emozionata e in più doveva parlare con Fleur.
“Ciao famiglia!”
“George caro, vieni qui! Ho preparato il pasticcio di rognone, che ti piace tanto!”
Si fiondò a stritolare il figlio, lo faceva ogni volta che tornava dal lavoro, poi abbracciò Perla. Era solo grazie a lei, che il figlio aveva ripreso a vivere.
“Molly, noi dovremmo dirvi una cosa”
Calò il silenzio nella stanza, tutti in ascolto, mentre Bill e Charlie ridacchiavano, Fleur aveva già cominciato a piangere.
“Cosa dovete dirci cari? George si comporta bene a lavoro?”
“Merlino! Anche tu, amore, quanto la fai lunga!”
Ron scattò in piedi, come aveva fatto a non notare nulla?
“Come l’hai chiamata?”
“RON! Ti avevamo detto di stare attento! Li hai seguiti sempre?”
Ginny non ce l’aveva fatta a rimanere in silenzio, aveva dato un ordine a suo fratello, perché non era stato ascoltato?
“Ma Ginny, io e George non abbiamo fatto nulla di strano in sua presenza. Comunque Ron, mi ha chiamata amore. Compris?”
Perla andò dritta alla sua sedia, era lontana da Fleur, “Madame Weasley, io, lei e suo marito dobbiamo parlare. La solution che lei ha trovato è abbastanza spinosa!”
 
Avevano finito di cenare, George aveva annunciato che quella sera stessa lui e Perla si sarebbero trasferiti nell’appartamento sopra il negozio.
Fleur aveva trascinato Perla fuori, era presente anche Bill.
“Bill, non so cosa hai fatto a mia cugina. È impazzita!”
“Chierie, smettila di essere tanto melodrommotica! Ho trovato una solution. Silvio ha deciso che avrebbero dormito con voi.”
“Hai per caso pensato al fatto, che io e George vivremo a DIAGON ALLEY?”
Perla aveva trovato una grossa falla nel piano, che stava iniziando a fare acqua da tutte le parti, ancor prima di essere messo in atto.
Fleur sgranò gli occhi, no, quel genio non ci aveva pensato.
In quel momento comparve George, più sorridente che mai.
“Amore sei pronta?”
“No, questo genio di Veela, che mi ritrovo come parente, si è dimenticata che noi viviamo a Diagon Alley e ospiteremo i miei fratelli. Dovrei sapere altro?”
“Perla, perché non dite a Silvio e Giulio tutta la verità. Si scandalizzerebbero?”
“Amore, Bill ha ragione. Risolveremo in quel modo. Io vado da Fred per qualche minuto. Fai con calma!”
Poi con passo deciso e tranquillo si avviò verso la tomba di suo fratello. Bill si allontanò dalle due cugine con un ghigno divertito, ciò non prometteva nulla di buono.
“Alors, tu e George andate a vivere insieme”
“E tu lo sapevi, ne ero certa!”
Fleur sorrise. Non poteva nasconderle nulla. Con la magia appellò un pacchetto regalo, anche Fleur adesso ghignava. Da quando Fleur ghignava in quel modo?
“Questo è pour toi”
“Cos’è?”
“Aprilo”
Perla prese il pacchetto e lo scartò lentamente, quando vide il contenuto, avrebbe voluto lanciare qualche maledizione alla cugina.
“Che ne hai fatto di Fleur Delacour? Tu non sei lei!”
“Mon Dieu! Da quando ho sposato Billì, sono changé!”
“Certo, tu sei changé e io dovrei indossare questa roba?”
Fleur rise.
Perla non immaginava cosa aveva combinato quella strega alla sua biancheria.
“Oui, tutta la tua lingerie è modifiè!”
“Fleur cosa avresti fatto?”
“Billì, andiamo!”
Dopo non aver nemmeno risposto, Fleur e Bill erano scomparsi grazie alla smaterializzazione.
“Amore, andiamo?” 
 
 
Inutile descrivere come furono i primi giorni di convivenza tra George e Perla. Erano entrambi il ritratto della felicità, Perla, dopo un’iniziale shock, causato dalla biancheria diversa grazie a Fleur, si trovava benissimo. La mattina preparavano insieme la colazione, mandavano un gufo alla Tana e uno a Villa Conchiglia. Perla aveva anche provato a cercare di imparare alcuni incantesimi domestici, ma alla fine aveva preferito mettere in ordine alla vecchia maniera, George l’aiutava volentieri e cercava il più possibile di non lasciare la tavoletta del water alzata, di non lasciare mutande sporche in giro per la casa e di tanto in tanto chiedeva qualche ricetta elementare alla madre. Stava provando a non commettere gli errori, che il suo caro fratellino aveva descritto. Aveva anche comprato il regalo di compleanno per Perla, aveva avuto bisogno dei consigli congiunti di Fleur, Ginny, Hermione e anche di sua madre. Non voleva escluderla da tutta quella felicità, anche perché la loro relazione aveva apportato dei miglioramenti anche all’umore di Molly e Arthur.
Perla adorava lavorare nel negozio e in quei giorni aveva legato molto con Verity, l’altra commessa, che aveva capito che tra il suo capo e Perla c’era una relazione. Perla sentiva quotidianamente i fratelli per sapere gli sviluppi della vicenda, dato che sarebbero andati Bill e Fleur a prenderli all’aeroporto. Quello che lei non sapeva, invece, era che Fleur e George avevano complottato alle sue spalle, George voleva farle una sorpresa, quindi Fleur aveva chiesto ai suoi cugini di dire a Perla che sarebbero arrivati in serata e non in mattinata, come era previsto.
La sera prima del suo compleanno, George aveva chiesto a Veirty di portare la sua ragazza fuori dal negozio, in modo tale da poter preparare tutto quello che aveva organizzato. Appena le due ragazze sparirono nelle strade di Diagon Alley, arrivarono Fleur, Ginny, Hermione e Molly Weasley, cariche come asini ma felici di aiutare George.
“George caro, posso parlarti?”
“Si mamma, dimmi!”
George aveva chiesto a Perla di non rivelare a nessuno della lettera di Fred che avevano trovato, ma la sua ragazza non aveva prestato molto ascolto e, come al solito, aveva fatto di testa sua.
Portò la madre nel retro del negozio, la madre si preoccupò di chiudere la porta e insonorizzarla, se il suo figliolo non le aveva parlato di quella lettera,  aveva preferito che nessuno ascoltasse la loro conversazione.
“Perla mi ha detto della lettera di Fred”
George sbiancò, come aveva fatto a credere che la sua ragazza non dicesse nulla a Molly?
“Scusa mamma, non mi sentivo pronto …”
“George, tesoro, non devi scusarti. So cosa si prova nel perdere un fratello, io ne ho persi due. Ho perso un figlio, e una parte molto importante di un altro figlio.”
“Mamma, non piangere …”
Molly aveva gli occhi umidi, ma doveva affrontare quel discorso con suo figlio.
“Ho letto quello che ti ha scritto Fred. Ora ascoltami bene, Fleur mi ha detto qualcosa a proposito della sua famiglia. I suoi fratelli mi ricordano molto voi due, ma loro sono babbani, quindi povera madre. Suo padre è un uomo buono e lei somiglia molto a lui.”
“Mà, arriva al dunque!”
“Ecco, insomma. Io adoro Perla, è una ragazza splendida, basta vedere tutto quello che sta facendo con il negozio, con la casa e con te. Saprà anche cucinare, visto che non ti trovo sciupato. Comunque, tesoro, ricorda quello che ti dice tua madre: devi farti amica Evelyne. Fleur e Bill sono abbastanza terrorizzati, credo anche Perla. Ma domani sera dovrai far vedere a quella donna di che pasta sei fatto. Sii te stesso, Perla sono sicura che è innamorata di te, quella donna lo capirà.”
“Mamma, io …”
“Fammi finire, George. Ho parlato con Hermione, con Fleur e anche con Kingsley. So che Perla ha una bacchetta, me l’ha detto Fleur. Hermione non riesce a spiegarsi come sia riuscita a farsi scegliere dalla bacchetta, anche perché lei non è una strega. Fleur mi ha raccontato di alcune leggende, sono molto antiche. Lei crede che siano del tutto vere, voi due siete la prova vivente.”
“Di cosa mamma?”
“Perla non è una Veela, ma Fleur si. Nella bacchetta di Perla c’è una ciocca di capelli della nonna di Fleur. Non era sicura che avrebbe funzionato, invece è strabiliante. Questo collegamento che ha con la sua bacchetta la rende più forte, non vedi che sta curando le ferite di tutti?”
“Mamma, giuro, non capisco!”
“Hermione mi ha rivelato che il legno di salice ha dei poteri curativi, associato a quel nucleo è nata la bacchetta perfetta per Perla. Lei sta curando le ferite di tutti noi. Con te, con me, con tuo padre. Harry, da quando è arrivata lei, ha smesso di piangere nel cuore della notte. Ginny non è gelosa, ma anche lei ha capito quale grande potere ha Perla.”
“Mamma quindi Perla è una strega?”
“No, non lo è. Abbiamo controllato, sarebbe dovuta essere iscritta alla scuola di magia e stregoneria italiana. Questo potere che ha, si è sviluppato qui, stando insieme a te. Perché, come ti ha detto Fred, lei è la donna giusta per te!”.
George ammutolì, ma che voleva significare quel discorso? Cosa era esattamente Perla? Una guaritrice, curatrice o una roba del genere?
“Mà, davvero, cosa centra questa storia con me e Perla?”
“Hermione ha una teoria, non ancora ben definita, ma ha ragione di credere che, forse, l’animo di Perla è stato creato proprio per curare le ferite.”
“Quindi?”
“Oh beh … Kingsley crede che non violerete lo Statuto di Segretezza se parlate con i suoi fratelli!”
George abbracciò la madre, le fece fare una giravolta, e le diede molti baci sulle guance. Amava sua madre, e lei amava lui.
“E per amor di Merlino! Non combinare nulla di indecente con quella povera ragazza, che ti sopporta! Non farmi fare brutte figure, o ti metto le sbarre alle finestre, chiaro?”
Ecco sua madre era tornata la solita!
 
 
“Amore, sono tornata!”
Perla era tornata dal suo giro con Veirty, era andata direttamente nell’appartamento, che sembrava vuoto.
“Signor  Weasleyyyy!”
Ancora silenzio.
Perla si diresse in camera loro e sul loro letto era poggiato un abito da sera e un biglietto, che riportava solo la scritta: indossalo e vieni dove tutto è incominciato.
Perla lo indossò con calma, si sistemò, trovò le scarpe (doveva essere stata un’idea di Fleur, vista l’altezza!) e si diresse nel negozio. Si sentiva buffa acconciata in quel modo, ma che doveva farci, George le aveva organizzato una sorpresa.
Quando si piazzò nel punto esatto in cui si erano dati il loro primo bacio, George comparve e le diede un bacio leggero sulle labbra, non poteva farne a meno. Amava le sue labbra.
“Perché siamo vestiti così?”
“Perché sono cinque settimane che stiamo insieme!”
Lei sorrise sghemba, non gli aveva ancora rivelato che aveva deciso di rimanere con lui in Inghilterra, sarebbe tornata in Italia, con lui, solo per organizzare il trasloco.
“E ho deciso che ceneremo qui, nel negozio. Ho pensato a tutto …”
“Vorrai dire che tua madre ha cucinato tutto!”
George le fece una linguaccia, quella cena non sarebbe stata facile per lui, voleva chiederle di rimanere con lui a Londra.
Si misero a mangiare le mille prelibatezze che aveva preparato Molly, chiacchieravano sulla giornata appena trascorsa, Perla poneva la sua buona dose di domande sul mondo magico, su Fleur e Bill, mentre lui faceva lo stesso estrapolando informazioni su Silvio e Giulio. Gli aveva raccontato molti aneddoti, rivelandogli che quando si chiamavano con il secondo nome significava che stavano iniziando a litigare sul serio, ed era successo pochissime volte. Lei era felice nel rivedere la sua famiglia, in fondo le era mancata, ma quello che più le preoccupava era la reazione che avrebbe avuto sua madre.
“George, devo parlarti”
“Dimmi, ci sono problemi?”
“Non lo so ancora”
“Che … che significa?”
“Senti. Io con te sto benissimo, non sono mai stata così e non ho mai provato emozioni, anche minimamente paragonabili a questa. Quello che voglio dirti …”
“Stai provando a lasciarmi?” George era preoccupato, sapeva che sarebbe dovuta ripartire, ma non immaginava che l’avrebbe scaricato!
“Se aspettassi un attimo. Quello che stavo cercando di dirti, è che, sempre se vorrai, io sono disposta a trasferirmi a Londra, qui, con te.”
George era strabiliato, si alzò e la raggiunse, la baciò intensamente, la guardò.
“Volevo chiedertelo io oggi!”
“Per questo siamo conciati in questo modo?” Perla stava già sghignazzando.
“In un certo senso …”
“Sei un’idiota!”
“Io ti amo, contenta?”
Perla era rimasta shockata, nessuno le aveva mai detto una cosa del genere. E lei? Lo amava? Si, lei lo amava. Senza rispondere lo baciò con trasporto.
 
Aveva appena aperto gli occhi. Perché non ricordava a che ora fosse andata a dormire? Si alzò per controllare la sveglia. Qualcosa non andava, perché non aveva i vestiti? Guardò George, anche lui era completamente nudo. Buttò un occhio alla stanza, i loro vestiti erano tutti sul pavimento. Si buttò di nuovo tra le braccia di George. Era la ragazza più felice del mondo!
“Buon compleanno Zeruja!”
“Non ti picchio, solo perché sei tu!”
 
La giornata trascorse nei migliori dei modi, George aveva delegato Ron di aprire il negozio quel giorno. Loro dormirono fino a mattinata inoltrata, fecero colazione e con molta lentezza si vestirono. George le aveva organizzato sorprese di ogni sorta, ma prima di lasciare l’appartamento, volle darle il suo regalo personale.
“Amore, vieni qua!”
“Subito Signor Weasley!”
“Questo è il mio regalo personale!”
Era una scatoletta piccolina, rettangolare, lei l’aprì: c’era un portachiavi a forma di stella a cui erano attaccate delle chiavi, quelle dell’appartamento.
“Georgie, io … grazie!”
“Grazie a te che vuoi rimanere con me!”
Si scambiarono un tenero bacio, pronti ad affrontare il giorno della verità.
 
Perla si era cambiata mille volte quel pomeriggio, alla fine aveva optato per la cosa più semplice che avesse nel suo armadio, i suoi fratelli avrebbero apprezzato. George non voleva sembrare troppo elegante e non troppo casuale nell’abbigliamento, mentre alla Tana i preparativi erano quasi terminati. Molly, come di consueto, aveva dato il meglio di sé e aspettava con impazienza la famiglia di Perla. Erano tutti su di giri.
Sentirono il rumore di due macchine.
“Arthur!!! Ragazzi! Sono arrivati!”
Accorsero tutti proprio nel momento esatto in cui le macchine si arrestarono. Il povero Bill stava sopportando Evelyne e Knut Wierlacher, la sua faccia descriveva quel momento terribile.
“Bonjour signora Weasley!” dalla macchina scese una donna completamente diversa da Perla, sia nell’aspetto che nel portamento. Aveva un che di regale, quasi da purosangue, se fosse stata una strega, ma se aveva partorito Perla, non doveva essere poi troppo cattiva. Si avviò verso Molly, la quale si presentò.
“Mi chiami pure Molly! Lui è mio marito Arthur!”
“Evelyne! Non stai torturando Molly, ja?”
“Knut, sei il solito!”
“Mà, ma che hai fatto a Bill? Ha una faccia”
“Potremmo credere che tu l’abbia obbligato a rivelarti se lui e Fleur”
“Ralf e Rolf, basta così! Mi fate sembrare una cattiva madre, mentre vi ho educato a dovere!”
Dalla seconda macchina, era scesa una sorridente Fleur e due ragazzoni. Erano molto alti, i capelli arruffati, morbidi, scuri di carnagione e gli stessi occhi di Perla. Lei assomigliava molto ai fratelli, era la loro copia femminile in miniatura. Silvio e Giulio erano perfettamente identici, a parte un piccolissimo neo dietro un orecchio sinistro.
Hermione e Ginny erano rimaste affascinate, se non l’avessero saputo, avrebbero potuto credere che loro due erano due maschi con sangue Veela. Erano ammaliate.
In quel momento, avvertirono un altro rumore, un’altra macchina.
George e Perla erano arrivati.
“Mia figlia! Da quanto non la vedo!”
Perla e George scesero dalla macchina, lei non aspettava di vederli lì a quell’ora del pomeriggio.
Aveva annotato mentalmente che avrebbe picchiato George più tardi.  
“Maman! Papa!”
Corse verso di loro, non accorgendosi che i Silvio e Giulio stavano squadrando George, forse avrebbe passato l’esame seduta stante.
“Ehi voi due! Non venite a salutare vostra sorella?”
“Zeruja, chi è quel giovanotto?”
I Weasley fecero finta di nulla, dovevano!
“Maman il est George …”
“Giovanotto perché ti manca un orecchio?”
Ecco, la delicatezza di un elefante che fa danza classica in una cristalleria era appena tornata.
Silvio e Giulio si scambiarono un’occhiata complice.
Avrebbero risolto tutto loro, il che era una garanzia, più o meno!
 


NdA
Ho aggiornato subitissimo!
Allora è un capitolo di transizione,  viene a galla una teoria di Fleur, Hermione sta cercando di verificarla e Evelyne è appena arrivata alla Tana!
Si è appena dimostrata MOLTO gentile con il nostro Georgie! 
Quei due, Silvio e Giulio, mi spaventano, avranno in mente qualche piano tipo lancio di uova marce? E Bill, poraccio, insieme a Evelyne e Knut in macchina, un brivido mi è corso lungo la schiena. Evelyne non può essere la reincarnazione vivente di Zia Muriel!!! 
Al prossimo capitolo!
Bacio,
Angel

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Capitolo 12
*** Evelyne Katrine Delacour ***


“Giovanotto, perché ti manca un orecchio?”
Ecco, la delicatezza di un elefante, che fa danza classica in una cristalleria, era appena tornata.
Silvio e Giulio si scambiarono un’occhiata complice.
Avrebbero risolto tutto loro, il che era una garanzia, più o meno!
 
Il silenzio calò nuovamente sulla famiglia Weasley, George aveva digrignato i denti, Silvio e Giulio guardavano in cagnesco la madre, Charlie, Percy, Harry e Ron rimasero allibiti, Hermione e Fleur osservavano Fleur. Molly aveva gli occhi umidi, Arthur aveva abbracciato la moglie e si scambiava sguardi complici con Knut. Fleur si stava mordendo le labbra.
Perla aveva gli occhi inondati di lacrime.
L’unica cosa che aveva notato sua madre era stato l’orecchio mancante, non il suo sorriso, non il fatto che fosse raggiante, non come Silvio e Giulio guardavano George.
Niente di tutto ciò.
Aveva notato che mancava un orecchio.
“Maman, dovresti darci un taglio”
“Hai appena rovinato tutto”
“Fratellino, ha appena distrutto il suo compleanno, come al solito”
Evelyne trucidò con lo sguardo i suoi figli maschi. Perla era ancora in silenzio, George le era vicino, ma lei non voleva nessuno al suo fianco in quel momento.
Aveva notato l’orecchio mancante.
Aveva notato l’orecchio mancante.
Aveva notato l’orecchio mancante.
“Evelyne dovresti chiedere scusa, ja!”
Evelyne stava studiando sua figlia, l’aveva ferita, ma lei non se ne era neanche accorta, il solito.
Perla stava iniziando a tremare, Giulio corse da lei, seguito dalla sua copia. Le circondarono le spalle con un abbraccio. George si era fatto da parte e guardava come la sua ragazza abbracciava i suoi fratelli.
Fleur e Bill si ridestarono, almeno loro!
“Zia, vieni. Ti fascio vedere la casa!”
“Signora Wierlacher, mi dia la borsa!” anche Percy si era mosso dalla precedente posizione, aveva sfoggiato il suo tono pomposo, forse l’avrebbe addolcita.
I Weasley si mossero, Perla, invece, non riusciva nemmeno a muovere un muscolo. Quando rimase da sola con George, Silvio e Giulio scoppiò in lacrime. Fu letteralmente stritolata dai suoi fratelli, piangeva, singhiozzava e tutto il tempo trascorso davanti allo specchio per truccarsi, divenne solo uno spreco. Aveva un mascherone, tutto il trucco colato, era inguardabile, e aveva gli occhi rossi, completamente rossi, il suo bel verde era spento.
George era rimasto immobile, non sapeva bene cosa fare.
Giulio si staccò dalla sorella e squadrò George.
“Tu devi essere George”
“Così dicono” era atono, e improvvisamente la sua brillante idea divenne orripilante.
“Perdona nostra madre”
“Si, perdonala. È un elefante!” i due gemelli avevano appena completato le frasi a vicenda, George sospirò, poi Perla parlò.
“Solo … quando … si … tratta … di … me” aveva sputato queste parole a fatica, stava singhiozzando di nuovo; George non riusciva a vederla in quello stato, l’abbracciò e posò un bacio delicato sulle sue labbra.
Silvio e Giulio sembravano schifati, come se loro non avessero mai fatto niente del genere con le rispettive ragazze davanti a Perla!
“Non bloccatemi la crescita!”
“Idiota stai zitto! Che hai sei anni più di me!”
L’aria era tesa, Silvio aveva semplicemente pensato di sdrammatizzare un po’.
“Così dormiremo nel tuo appartamento …”
“A casa nostra, vorrai dire!”
Perla guardò George, la luce dei suoi occhi era tornata. George era al settimo cielo, nonostante tutto.
“Che …”
“Che cosa avresti intenzione di fare?”
Giulio era il più geloso tra i due, era quello che più assomigliava caratterialmente a Perla, il più irruento, il più istintivo, il meno tranquillo dei due.
“Rimango a Londra. Mi trasferisco da George. Ho trovato un lavoro e mi pagano davvero bene.”
Non era ancora pronta a rivelare che lei lavorava per George, Giulio non avrebbe retto e gli sarebbe venuto un infarto.
“Ma mamma?” Silvio era sempre stato quello più riflessivo.
“Le è mai importata la mia felicità?”
Calò un’altra volta il silenzio, ma a salvare la situazione ci pensò Ginny, che avanzava a passo svelto, palesemente scocciata da quello che era appena successo in casa.
“Perla, tesoro!” si fiondò su di lei, le diede un vigoroso abbraccio, come quelli che era solita dare sua madre, in fondo si meritava molto affetto, era pur sempre il suo compleanno. Mentre le due si stavano abbracciando, Ginny fece segno al fratello di entrare e di portarsi dietro Silvio e Giulio. Ginny continuò a stringerla stando in silenzio.
“Non capisco, davvero. Non capisco perché lo fa. Lei è mia madre, lei mi ha partorita!”
“Vedrai, si risolverà tutto e lei capirà!”
“Come no. Aspetta che scopre che mi trasferisco da George …”
Ginny si staccò e la guardò entusiasta.
“COOSA?”
“Tu non sai niente. Non è ancora ufficiale!”
Fece segno di cucirsi la bocca e poi continuò “Hermione mi ha detto di dirti che ci vediamo in camera mia, ci smaterializziamo, okay?”
 
Erano tutte e quattro in camera di Ginny.
Fleur stava finendo di aggiustare il trucco di Perla, Ginny camminava avanti e indietro per la stanza, Hermione, invece, stava provando a spiegare cosa fosse successo appena erano entrati in casa. Perla sbuffava vistosamente, ma lei non avrebbe cambiato idea per nulla al mondo.
 
Nella vecchia stanza di George, Silvio e Giulio parlavano tra di loro, lui li osservava, gli ricordavano lui e Fred. Ad un tratto, quando i gemelli smisero di parlare, Giulio si alzò di scatto.
“Fai sul serio con nostra sorella?”
Giulio aveva utilizzato un tono piuttosto minaccioso, Silvio rideva e George, beh, doveva rispondere.
“Mai stato più serio in vita mia” poi però decise di dare il colpo di grazia ai suoi due futuri, si perché lo sarebbero diventati un giorno, cognati, “altrimenti non le avrei chiesto di venire a vivere insieme a me!”
Silvio fu preso da un attacco di tosse, Giulio invece stava contando qualcosa e si guardava attorno.
“Dov’è l’altro fratello?”
George si rabbuiò, era certo che Perla non aveva rivelato quel suo grande segreto, non rispose.
“Ho fatto un piccolo calcolo. Fleur mi aveva detto che aveva cinque cognati e una cognata. Vi ho contati, siete solo quattro ragazzi, oltre Bill. Quindi dov’è tuo fratello?”
Giulio si era avvicinato e lo guardava. George si era alzato e osservava il boschetto, dove riposava Fred. Stava per piangere di nuovo, parlava di Fred solo con Perla, non era pronto a parlarne con qualcun altro.
“Mio fratello è morto”
Silvio diede un pugno al gemello, che puntualmente non si faceva mai gli affari suoi, poi diede una pacca sulla spalla a George. Lui iniziò a raccontare la storia dei Gemelli Weasley.
 
Erano tutti in giardino, la tavolata era molto grande, Perla aveva invitato personalmente Kingsley per il suo compleanno. Era stata invitata anche Andromeda, la nonna di Teddy, e quest’ultimo dormiva serafico tra le braccia di Perla. George le lanciava sguardi carichi di amore, avrebbe voluto stringerla a sé, amava quella ragazza. In più gli stavano passando per la testa strane idee. Dalla sera prima non faceva altro che pensare a loro due in atteggiamenti piuttosto intimi, si immaginava lei con un pancione enorme e dei piccoli bambini dai capelli rossi correre per tutta la casa.
Si, stava correndo troppo con la fantasia.
Silvio e Giulio sedevano ai lati di George e sembravano fin troppo gentili con lui. Ginny ed Hermione ammiravano estasiate i fratelli di Perla, con grande disappunto di Harry e Ron. Charlie e Percy parlottavano tra di loro, mentre Arthur e Knut chiacchieravano amabilmente.
“La mia bambina si è comportata bene, vero?”
“E’ una ragazza speciale, siamo onorati di averla come ospite!”
Kunt osservò sua figlia, la vedeva diversa, più donna, più matura ed era stata via appena un mese!
“Perla è molto diversa da mia moglie. Hanno sempre avuto un rapporto molto burrascoso. Evelyne dopo aver avuto i gemelli, beh ecco …” Knut si vergognava tremendamente di quello che stava per rivelare “non si aspettava di avere un’altra figlia.”
Arthur lo guardò accigliato, “Anche noi non pensavamo di avere tutti questi figli. Sono il mio orgoglio, tutti quanti!”
Knut sorrise debolmente, nella sua mente stava rivivendo il momento in cui Perla venne a conoscenza di quello che aveva appena raccontato ad Arthur. Fu il giorno peggiore della sua vita e la bambina aveva appena sette anni.
“Anche loro lo sono per me. Da tanti anni, ormai, sono sempre più preoccupato per Evelyne e Perla. Fortuna che i gemelli la difendono sempre”
Knut aveva gli occhi umidi ora, aveva fatto riaffiorare un ricordo tremendo per la loro famiglia. Silvio e Giulio non parlarono con la madre per più di tre mesi e farlo quando si ha tredici anni, è veramente un’impresa.
Mentre i due padri di famiglia di lasciavano alle confidenze, Molly, invece, stava avendo non poche difficoltà a intavolare una conversazione con Evelyne, la quale controllava la figlia che rideva ad ogni battuta dei gemelli e di quel ragazzo con un orecchio mancante. Kingsley era seduto accanto alla Signora Wierlacher e sia lui sia Andromeda osservavano attentamente Evelyne, alla signora Tonks non piaceva nemmeno un po’.
“Molly cosa hai detto che studia tuo figlio?”
“Perdonami, Evelyne, ma a quale ti riferisci?” Molly era bravissima a fare orecchie da mercante.
“A quello lì” indicò George, il quale, accortosi del gesto, sorrise debolmente alla madre della sua ragazza, la quale girò immediatamente lo sguardo.
“Ah, George. Lui ha una sua attività. Quel ragazzo sa davvero il fatto suo.”
Molly aveva compreso i pensieri della donna, anche lei li aveva fatti in passato, ma avrebbe avuto modo di ricredersi, almeno era quello che lei sperava.
Perla, nel frattempo, non si era accorta che sua madre la stava osservando, George le mando un baciò con le labbra e lei arrossì.
Ad Evelyne fu tutto chiaro.
Scattò in piedi.
Sua figlia le aveva mentito.
“Perla Zeruja Wierlacher” la situazione si stava mettendo davvero male “devo parlarti!”
George agghiacciò, Silvio e Giulio tacquero, pronti al peggio. Knut guardò la moglie, afflitto, sapeva benissimo cosa sarebbe successo da lì a meno di cinque minuti: l’ennesimo compleanno rovinato.
“Oui maman” si alzò e si incamminò verso la panchina sotto la quercia, abbastanza lontana dalla tavolata.
“Che devi dirmi?”
“Quel tale non mi piace”
“Chissà perché, lo immaginavo. Bill almeno ti piace? O non lo gradisci per via delle sue cicatrici?”
Evelyne stava diventando sempre più furente.
“Fleur non è mia figlia. Mio fratello può fare quello che crede”
“Arriva al dunque”
“Quel tale”
“Si chiama George, GEORGE!”
“Quel tale non mi piace. Non voglio che tu abbia niente a che fare con quello”
“Devi dirmi altro?”
Perla era scocciata e stava trattenendo la rabbia, ma Evelyne, osservano la figlia, continuò imperterrita.
“I tuoi fratelli, oh loro si che hanno messo la testa a posto. Anzi ora che ci penso, loro l’hanno sempre avuta. Prendi esempio.”
Perla taceva, odiava essere confrontata con i suoi fratelli. Non l’aveva mai sopportato.
“Sei grande adesso. Dovresti guardare in faccia la realtà e non perdere tempo con quel fannullone”
Perla alzò lo sguardo e lo piantò negli occhi azzurri della madre.
“Cosa vuoi che faccia?”
Ora le parlava con tono di sfida.
“Mi hai sempre creato problemi, fin dalle elementari. Abbiamo sempre avuto problemi a causa tua. I tuoi insegnanti poi …”
Perla era sull’orlo delle lacrime.
“POI COSA? LORO ALMENO CREDEVANO IN ME, AL CONTRARIO TUO!”
Urlava, aveva appena iniziato ad urlare.
“Zeruja”
“TU COSA? Sono vent’anni che ti lamenti di qualsiasi cosa io faccia! Non ho mai fumato, mai una canna, mai alcool! MA COSA???”
Evelyne stava per ribattere.
Perla non ce la faceva più e riprese le parole che sua madre aveva usato anni prima, durante una conversazione con la madre di Vera, la sua migliore amica.
“IO SONO NATA D’ACCORDO? SE PROPRIO NON SOPPORTAVI L’IDEA DI AVERE UN’ALTRA FIGLIA, POTEVI NON FARMI NASCERE!”
Era molto improbabile che gli altri non stessero ascoltando quella conversazione urlata.
“NON PARLARE CON QUESTO TONO A TUA MADRE!”
“IO NON HO PIU’ UNA MADRE! NON L’HO MAI AVUTA! IO ME NE VADO!”
“Tu non vai da nessuna parte!”
“Ma lasciami in pace!”
 
Infatti, le urla arrivarono alle orecchie di tutti i presenti.
George era rosso dalla rabbia, aveva udito Perla strillare “IO SONO NATA D’ACCORDO? SE PROPRIO NON SOPPORTAVI L’IDEA DI AVERE UN’ALTRA FIGLIA, POTEVI NON FARMI NASCERE!”
Knut aveva stretto la mano attorno alla forchetta, aveva uno sguardo duro, non erano mai arrivate a litigare in quel modo. Silvio e Giulio guardarono il padre, Fleur era angosciata e stringeva la mano di Bill.
George si alzò e corse dalla sua ragazza, sarebbe intervenuto a costo di schiantare la sua futura suocera, sarebbe stato capace di tutto in quel momento. Arrivò nel momento in cui Perla si stava accasciando svenuta, la prese prontamente, riservando alla madre della ragazza il peggior sguardo.
Evelyne era rimasta immobile, non aveva mosso un muscolo vedendo sua figlia crollare svenuta tra le braccia di ‘quel tale’. Silvio e Giulio assistettero alla scena, allibiti e iniziarono a urlarle contro anche loro.
“Le rovini sempre tutto!”
“Sempre ad ogni compleanno!”
“Almeno scegli un giorno diverso!”
“Se dovete litigare, andate da un’altra parte. GRAZIE!”
George si era seduto sulla panchina e teneva ancora tra le braccia la sua ragazza.
“La MIA ragazza ha bisogno di tranquillità!”
Evelyne lo trucidò con gli occhi, Silvio e Giulio, invece, erano ammirati. Non seguirono la madre, volevano solo andare da qualche altra parte.
“Senti, portaci a casa tua”
“Sappiamo che sei un mago”
“Fleur ce l’ha detto in macchina!”
“Prendete i bagagli. Ce ne andiamo!”
 
Perla era distesa sul loro letto, sentiva odore di vaniglia. Ricordava di essere svenuta, ma non sapeva spiegarsi come mai fosse in pigiama, alquanto succinto, visto che non aveva il reggiseno, e aveva una canotta bianca e gli slip, e come fai fosse nel loro letto.
George non era disteso accanto a lei, strano.
Aprì gli occhi e guardò l’orario, le dieci e un quarto.
Decise di alzarsi e di andare a cercare George, aveva bisogno di lui.
Andò direttamente in cucina, sapeva che l’avrebbe trovato lì. Solo che non si aspettava di trovarsi un George visibilmente irritato, Ginny infervorata e Silvio e Giulio afflitti.
“Jolie! Come stai?”
“Scricciolo, come ti senti adesso?”
“Siediti!”
George sbottò, gli aveva pregati di non soffocarla quando si sarebbe alzata. Andò dritto verso di lei e si interpose come uno scudo tra Perla e i suoi fratelli.
“Non soffocatela! Ha bisogno di tranquillità!”
Ginny era felice di vedere come George proteggesse Perla, la quale scoppiò di nuovo a piangere. George si voltò e la strinse nuovamente, Ginny lo spostò e abbracciò Perla.
“Fleur è rimasta alla Tana, verrà qui tra poco”
“Va bene … ma voglio solo lei!”
Sembrava un cucciolo impaurito, George le mise un braccio intorno alle spalle.
“Amore, grazie!”
“Perché ringrazi? Io ci sono sempre!”
Le sorrise, Perla aveva gli occhi rossi.
In quel momento suonò il campanello, era arrivata Fleur con la torta e i regali.
Ginny corse ad aprire.
“Cherie!”
Perla stava per riprendere a piangere.
“Non piongere! Avonti! Spegni le candeline e i regali!”
Mangiarono la torta e poi Perla scartò i regali, tutti bellissimi e molto utili.
Harry, Ron e Ginny le avevano regalato un manico di scopa, Hermione e Percy altri manuali di incantesimi, Charlie un manuale su tutte le specie dei draghi e Fleur e Bill un album di fotografie. Silvio e Giulio avevano dimenticato il loro nella borsa della madre. Decise che avrebbe scartato il regalo di Molly e Arthur quando sarebbe tornata alla Tana.
“Gente ora via! La mia ragazza ha bisogno di riposo!”
“Hai la delicatezza di un troll!”
“Si sorellina quando si tratta della mia donna. Ora fuori da casa nostra!” calcò la parola nostra, Perla non si era ancora abituata a questo netto cambiamento.
Ginny e Fleur era scomparse, risucchiate dalla smaterializzazione.
“Tesorina come sta?”
“Voglio dormire e non voglio parlarne. Ci vediamo domani!”
Perla si diresse nella loro stanza, lanciano un eloquente sguardo a George.
“Ma noi …”
“L’avete sentita. Domani mattina avrete tutto il tempo. Buonanotte!”
 
Quando George raggiunse Perla, lei era seduta sul loro letto, dalla parte di George, e lo guardava.
“Come ti senti amore?”
Si sedette accanto a lei, le prese il volto tra le mani e le posò un bacio sulle labbra delicatamente.
Perla sorrise.
“Avrei schiantato tua madre oggi.”
“L’hai conosciuta nella sua forma più smagliante”
“Non immaginavo che fosse così terribile!”
“Già. Quando sono svenuta cos’è successo?”
George le raccontò brevemente quello che era accaduto.
“Mio padre cos’ha fatto?”
“Quando mi sono alzato, stringeva violentemente una forchetta. Ha guardato i gemelli”
Perla non rispose. Conosceva suo padre, se non era intervenuto pubblicamente aveva le sue ragioni, ma avrebbe fatto qualcosa.
“George …”
“Si?”
Si stava svestendo, si stava infilando i pantaloncini del pigiama.
“Anche se è successo un disastro oggi. È stato il compleanno più bello della mia vita”
George si sedette nuovamente accanto a lei. Scrutò i suoi occhi verdi che brillavano con una luce diversa, la stessa della sera precedente.
Perla si fiondò sulle labbra del ragazzo attirandolo sopra di sé.
Lui era l’unico che riusciva a curare le sue ferite.
Si addormentarono nudi, abbracciati e felici di poter affrontare quel gigantesco disastro insieme.
 
Intanto alla Tana, Knut fumava il suo sigaro, seduto sulla stessa panchina che era stata protagonista di tutto quel gran casino. Rimirava la sua fede all’anulare sinistro.
Avrebbe risolto tutto lui.
Anche se conosceva sua figlia.
Quando Perla prendeva una decisione era quasi impossibile farle cambiare idea, assomigliava a sua madre molto di più di quanto pensasse.
 

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Capitolo 13
*** "Signor Weasley, posso uscire prima da lavoro oggi?" ***


Intanto alla Tana, Knut fumava il suo sigaro, seduto sulla stessa panchina che era stata protagonista di tutto quel gran casino. Rimirava la sua fede all’anulare sinistro.
Avrebbe risolto tutto lui.
Anche se conosceva sua figlia.
Quando Perla prendeva una decisione era quasi impossibile farle cambiare idea, assomigliava a sua madre molto di più di quanto pensasse.
 
Quella mattina George si alzò molto presto. Aveva deciso che avrebbe parlato con Evelyne, mettendo da parte i suoi problemi. Perla era la sua ancora di salvezza e il suo arrivo era stato una manna piovuta dal cielo per tutti.
Aveva smesso di fare incubi, di rivivere ogni notte il terribile momento della scoperta del corpo di Fred senza vita nella Sala Grande e soprattutto poco a poco stava riprendendo ad avvicinarsi alle superfici riflettenti. Il suo dolore si stava attenuando poco a poco e tutto stava tornando come prima, più o meno.
Nel profondo del suo animo, lui sapeva che non era stato ancora in grado di riappacificarsi con suo fratello Percy, dopo la morte di Fred. Era tornato prima della battaglia ed era con Fred quando Rookwood lo aveva ucciso. George non gli rivolgeva la parola e in cuor suo sperava che Perla non se ne fosse accorta, presa com’era dai preparativi per l’arrivo della sua famiglia. Percy, d’altro canto, cercava di contattarlo tutti i giorni, ma i suoi tentativi erano risultati tutti vani. Si rivolgevano la parola solo per necessità, com’era successo al Ministero, ma entrambi sapevano che stavano mantenendo solo una parvenza di un minimo rapporto fraterno civile. Geroge temeva la reazione della sua ragazza, se le avesse rivelato quel segreto. Forse si sarebbe arrabbiata o forse avrebbe provato a capirlo. Con tutti questi pensieri entrò nella cucina della Tana. L’unico già sveglio, nemmeno a dirlo, era Percy, che era intento a scrivere l’ennesima lettera indirizzata al fratello.
“Puoi evitare di sprecare tanta pergamena, Percival”
“Buongiorno George!”
Lui non rispose, prese una tazza e si versò del caffè bollente. Aveva fretta, non aveva voglia di rimanere in balia di Percy.
“Perla come sta?”
George terminò la sua tazza di caffè, con tutta la calma del mondo, la posò sul tavolo e lo guardò dritto negli occhi.
Inquietante.
“Ha passato momenti migliori”
Percy si sentiva mortificato, non sapeva da dove cominciare.
“Senti George, io volevo”
“Non ho nulla da dirti. E non voglio stare ad ascoltarti”
In quel momento comparve Knut Wierlacher, aveva due occhiaie profonde e dalla sua espressione era palese che avesse anche mal di testa. Appena vide George, si ridestò completamente.
“Perla! Dimmi, come sta mia figlia!!”
Quasi si avventò sul ragazzo.
Aveva bisogno di sapere.
“Quando sono uscito dormiva. Potrebbe stare meglio. Lei lo sa.”
“Ti ha detto qualcosa?”
George non poteva omettere il dettaglio del suo trasferimento, pur sapendo che così avrebbe distrutto ancora di più l’animo di Knut.
“Veramente, ha deciso di trasferirsi da me. Nel mio appartamento. Avrebbe voluto comunicarvelo ieri.”
Knut sbiancò, in un altro momento avrebbe preso a pugni quel ragazzo, ma il ricordo del sorriso di sua figlia, che rideva alle sue battute era troppo vivo nella sua memoria.
Si adagiò su una sedia.
A quel punto Percy decise di uscire e di precipitarsi per andare a lavoro.
Knut guardava ancora sbigottito George.
L’aveva intuito che sarebbe successo.
“Ho provato a parlare con mia moglie. È molto testarda.”
“Perla, prima di addormentarsi, mi ha rivelato che vuole avere rapporti solo con lei, signor Wierlacher, oltre che con i suoi fratelli.”
Knut impallidì nuovamente, questa notizia non se l’aspettava proprio, conoscendo il temperamento di sua figlia, non sarebbe stato in grado a mettere in atto il suo piano.
“E tu perché sei qui George?”
“In qualità di fidanzato – lo so, avremmo dovuto comunicarvelo ieri- non voglio vedere Perla soffrire. Se vuole posso provare a farla ragionare …”
“Figliolo, sei innanzi a una causa persa!”
 
Quel giorno il lavoro in negozio fu più stancante del solito, considerando che Silvio e Giulio sembravano due bambini alla vista di tutte quelle diavolerie, qualche membro Weasley che si presentava per verificare le condizioni di Perla, George che la irritava, essendo all’oscuro di tutto. Il tutto condito con la comparsa di qualche studente serpeverde, che voleva acquistare qualche prodotto, George li cacciò minacciandoli con la bacchetta, ma la situazione esplose quando comparve Fleur sulla porta, che sembrava piuttosto turbata.
“Cherie! Cherie!”
“Che succede, adesso?”
Perla era parecchio nervosa, indossava ancora la divisa del negozio, mentre George la stava studiando, la ragazza sembrava sempre più irritata.
“Zio Knut vorrebbe porlorti!”
“Puoi anche dirgli, che se vuole lo aspettiamo a casa per cena” la sua voce non ammetteva repliche, era stata asciutta, atona. Fleur perse l’uso della parola per una buona dose di secondi.
“Comment?”
“Riferisci a mio padre, che se vuole ancora avere un rapporto con sua figlia, lo avrà se non tenterà a mettersi in mezzo tra me e sua moglie” il suo tono di voce era salito di due ottave.
“Perché non provi a fidarti di tuo padre?” questa volta fu George a intromettersi, non immaginando che di lì a poche ore sarebbe andato incontro a un litigio con la sua dolcissima e amabilissima Perla Zeruja Wierlacher.
“Fleur, allora, mi vuoi accompagnare al mobilificio? Ho bisogno di una postazione trucco e parrucco!” aveva completamente ignorato George, i gemelli dall’altra parte del negozio si stavano godendo lo spettacolo.
“Mon dieu! Perla! Comment fai a pensore a questo?”
Perla sbuffò, si spostò i capelli di lato, George aspettava ancora una risposta, che non sarebbe mai arrivata.
“Signor Weasley, posso uscire prima da lavoro oggi?”
A George quasi si staccò la mascella. Da quando aveva iniziato a chiamarlo signor Weasely? Aveva smesso quasi subito, anche perché Ron e Verity sapevano della loro relazione, come tutto il mondo magico londinese. Infatti, di tanto in tanto, molte persone fermavano Perla per le strade di Diagon Alley per farle le auguri e i complimenti, a cui la ragazza rispondeva con il sorriso, ma con una mano in borsa toccava il suo corno napoletano. Anche se credeva alla magia, era una scaramantica cronica, eccetto per i gatti neri.
Silvio e Giulio se la ridevano
“Senti Fleur, ho preso la mia decisione, anche nonna Roxanne è d’accordo!”
“Tua nonna non ha mai sopportoto ta maman!”
George non si domandò il motivo di tale antipatia riservata alla signora Wierlacher dalla nonna di Perla.
“Mi vuoi accompagnare, si o no?”
“E io che faccio nel frattempo?”
“Torno per cena. Ci vediamo dopo!”
Si tolse il grembiule della divisa, si sciolse i capelli.
“Nemmeno un bacetto?”
Silvio e Giulio smisero di ridere. Fleur era scocciata.
“Oggi non te li meriti. A dopo!”
Gli scoccò un bacio fugace sulla guancia destra, per Perla fu un’enorme sacrificio, lei si perdeva nelle labbra di George, anche per lei era stato un supplizio rinunciarci. Prese la cugina sottobraccio e sparirono nelle strade di Diagon Alley.
 
“Su George”
“Di noi puoi fidarti”
“Che le hai fatto?”
“Non ho fatto niente!”
“Ma ti ha completamente ignorato …”
George era arrivato al limite della sopportazione quel giorno, si sarebbe confidato con quei due ragazzi, che tanto gli ricordavano lui e Fred.
“VERITY!”
“Si, Signor Weasley?” la commessa comparve dal nulla al richiamo del proprio datore di lavoro.
“Chiudi tu il negozio, io vado a casa!”
“Si, capo!”
“Voi due, seguitemi!”
Tutti e tre salirono nell’appartamento. Ai gemelli piaceva quella abitazione, Perla non aveva apportato grandi cambiamenti, ma tutte le cose che erano tra quelle mura sapevano di lei.
“Allora, vi piace?”
Giulio continuava a studiare George, in fin dei conti gli sembrava un bravo ragazzo.
“Molto. Ma non abbiamo ancora visto la stanza di nostra sorella!”
George si aspettava quella richiesta. Quella era l’unica camera ad essere cambiata, il letto era matrimoniale, l’armadio più grande, e alle pareti erano state appese tante fotografie della famiglia Weasley, di Perla e George, e di tanti ritagli di giornale, risalenti ai giorni immediatamente successivi alla Battaglia di Hogwarts. La cornice che più risaltava era quella della lettera di Fred, Perla era stata determinata con quella decisione, voleva che George la leggesse tutte le volte che voleva e avendola sotto gli occhi spesso, potesse far ricordare a George tutti i momenti felici trascorsi insieme al gemello.
Le lenzuola erano nuove, quello era l’unico tocco esageratamente femminile di Perla, bianche con una fantasia a fiorellini di diverse tonalità di rosa.
Quando i gemelli entrarono, stettero ad osservarla per un bel po’.
“Decisamente Perla”
“Fin troppo”
Entrambi erano felici per lei, avevano immaginato la camera da letto della sorella esattamente come era quella stanza.
Giulio notò la lettera, si avvicinò e la lesse; George se ne accorse e abbassò lo sguardo. Non aveva ancora superato quel grande trauma. Giulio, ancora intento nella lettura, scoppiò a piangere silenziosamente, per lui Silvio era la persona più importante di tutta la sua vita.
“Amico, sappi che da oggi sei ufficialmente nostro fratello!”
Silvio, che intanto stava osservando le foto magiche della sorella e del fidanzato, rimase sconcertato dall’affermazione del gemello, Giulio non era tipo da simili smancerie.
“E se quella rompiscatole di nostra sorella ti manda sul divano, sappi che avrai sempre un letto dove dormire a casa nostra!”
 
 
“Merlino! Cherie! Cosa est succiesso?”
“A parte Evelyne? Niente!”
“Avonti, non dire scemonze!”
Fleur e Perla erano nella Londra babbana, si trovavano in una profumeria. Perla aveva promesso di non rivelare quel segreto, aveva dato la sua parola.
“Potresti farmi un favore stasera?”
“Comment?”
Con brevi frasi, Perla spiegò la vicenda, omettendo la questione più importante e si fece promettere che Silvio e Giulio avrebbero dormito a Villa Conchiglia.
“Sai che mi devi un favore!”
“Quando avrai una bella bambina, le farò da babysitter, così potrai andare a divertirti e a darti alla pazza gioia con Bill!”
Fleur non aveva mai realmente pensato alla possibilità di avere un figlio. 



NdA:
Sono tornata! So di avervi fatto aspettare un bel po', prendetevela con la sessione degli esami di settembre e con quella "straordinaria" di ottobre!!!
Ora veniamo a noi!
Ta daaan!!! 
Il capitolo l'ho diviso in due, era diventato troppo lungo e poi sarebbe sembrato troppo noioso! La situazione è ancora statica, tranne che per il comportamento alquanto sospetto di Perla, c'è qualcosa che non va. 
Che ne pensate delle ultime due battute tra Perla e Fleur? Io ho immaginato che Bill e Fleur durante la guerra non avessero pensato molto a crearsi una famiglia con prole al seguito, insomma erano nel bel mezzo di una guerra! 
Silvio e Giulio hanno finalmente deposto l'ascia di guerra e ora considerano il nostro George un loro fratello acquisito, non sono tenerissimi? 
Ahhh, quasi dimenticavo. Voi come vi immaginate il rapporto tra Percy e George dopo la guerra? Io ho pensato che George non doveva essere poi così felice del suo ritorno!
Un bacio, al prossimo capitolo!
Angel 

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Capitolo 14
*** L'ombra dell'ultima risata. ***


“Signor Weasley!”
Perla e Fleur trovarono l’appartamento immerso nel più assoluto silenzio. Perla si diresse alla sua camera da letto. Silvio, Giulio e George stavano chiacchierando amabilmente.
Strano.
Troppo strano.
“Amore! Sei tornata!”
Silvio e Giulio non batterono ciglio, a Perla quella situazione sembrava sempre più strana. Poi si rivolse ai gemelli “voi due stanotte dormite da Fleur e Bill.”
“Cosa?”
“E perché?”
“Bill desidera conoscervi un po’ moglio!”
Lei e sua cugina avevano pensato a tutto, anche a come convincerli, infatti con quella scusa i gemelli cedettero e nell’arco di cinque minuti, Perla e George erano rimasti soli.
“Oggi non mi hai dato nemmeno un bacino!” George mise su una faccia da cane bastonato, ma in quell’occasione non sarebbe servito a nulla. Perla avrebbe tanto voluto saltagli addosso andando a far benedire tutto il suo piano, ma per il bene di George, aveva deciso che sarebbe andata fino in fondo a quella situazione.
“Infatti non te ne darò, fino a quando non risolvi con tuo fratello!”
“Sai, ho parecchi fratelli … e poi non ho nulla da chiarire con nessuno!”
“Ah, no?” portò le mani sui fianchi, in una terrificante imitazione di Molly Weasley.
“Sembri mia madre, fai paura!”
“Non cambiare discorso!”
“Non so di cosa tu stia parlando!”
“Per esempio di quello che hai detto a Percy a metà maggio”
George Weasley era stato colpito e affondato.
1 a 0 per Perla Zeruja Wierlacher.

Come faceva a saperlo? Lui non le aveva mai rivelato quella conversazione, ne tantomeno le aveva riportato quella battuta, di cui lui si vergognava enormemente.
“Sto aspettando, Signor Weasley”
“Perché hai iniziato a chiamarmi Signor Weasley?”
“Da quando Percy, tuo FRATELLO Percy, mi ha detto che non fai altro che evitarlo e ignorarlo. Ah, e mi auguro che tu non sia ancora dispiaciuto che lui sia sopravvissuto”
George aveva incassato il colpo.
2 a 0 per Perla Zeruja Wierlacher.
Percy aveva parlato con Perla. Ora, lei era arrabbiata.
“Non ti immischiare. Sono questioni della mia famiglia!!!”
Era la prima volta che George alzava la voce con lei, Perla non si fece intimorire, era cresciuta con quei due energumeni, era più che abituata a tener testa a ragazzi più grossi di lei.
“Io non posso intromettermi, mentre tu puoi andare a parlare con mio padre cercando di far riappacificare me e sua moglie?”
3 a 0 per Perla Zeruja Wierlacher.
“George, amore. Io amo la persona solare, gioiosa, ironica, e istintiva che sei. Amo ogni cosa di te, il tuo orecchio mancante, quella sfumatura di blu che ti scorre negli occhi quando hai un’idea nuova, il fatto che non abbassi la tavoletta del bagno, tutto. Amo ogni singola cosa che ti appartiene. Tu non sei meschino, George. Percy ti vuole bene, ama te e Fred e si sente in colpa. Anche lui porta sulle spalle una grande peso, a cui tu non pensi. Hai mai provato a parlarci seriamente?”
George aveva gli occhi umidi.
“No. Ho paura.”
Perla gli sorrise di rimando.
“Almeno comunicagli quello che provi!”
George ci penso su. In fondo voleva bene a Percy, altrimenti non lo avrebbe tormentato tanto insieme a suo fratello Fred.
“Dici che se gli scrivo, lui non mi manderà male insieme a Merlino e a Morgana?”
Perla sorrise.
Si avvicinò pericolosamente alle sue labbra.
Recuperarono tutta la giornata che avevano trascorso stando lontani l’uno dall’altra.


Knut aveva parlato con Fleur, la quale aveva riportato le testuali parole della figlia.
Era frustrato.
Sua madre lo aveva chiamato quella mattina, era furiosa con la nuora, Roxanne Ingegard Zimmermann poteva sembrare terrificante quando veniva a sapere che Evelyne aveva litigato con sua nipote.
“Tua suocera mi ha telefonato stamattina”
Evelyne era intenta a leggere, Perla compiva gli stessi movimenti della madre, quando si appassionava a un libro.
“La questione non mi interessa!”
Riprese la sua lettura.
Quando si era innamorato di lei, ricordava che non era una donna di ghiaccio.
“Tua figlia vuole tagliare tutti i rapporti con te. Con sua madre!”
Evelyne si fermò per un momento, fu un attimo impercettibile. Knut si era accorto della sua esitazione.
“Non vuoi essere presente quando si sposerà? Quando avrà dei figli?”
Ancora silenzio.
“Quel George è davvero innamorato di nostra figlia. Stamattina è venuto a parlarmi. Vorrebbe incontrarti, nonostante tutti i complimenti che gli hai lasciato.”
“Knut, sono stanca. Domani sera ci aspetta il viaggio di ritorno. Voglio essere riposata”
Knut avrebbe presto toccato il fondo.

Fleur aveva appena finito di cucinare per suo marito e i suoi cugini.
Stava ancora pensando alle parole di Perla riguardo a un suo ipotetico figlio. Lei e Bill non ne avevano mai parlato. Sapeva benissimo che sposandosi nel bel mezzo di una guerra, la loro famiglia sarebbe stata composta per un bel po’ di tempo da loro due. In più, a provare ancora di più la loro teoria, il loro matrimonio era stato interrotto dall’arrivo dei mangiamorte, pensare di mettere al mondo una nuova creatura sarebbe stato impensabile.
“Sai, Bill, che non hai ancora passato l’esame?”
Giulio e Silvio adoravano tormentare psicologicamente i fidanzati di Perla e Fleur, in quel caso, però, stavano tormentando un marito.
“Quale esame?” Bill era sempre terrorizzato dai cugini di sua moglie, come aveva fatto a crescere e a diventare una persona piuttosto normale la fidanzata di suo fratello?
“VOI DUE! Lasciate in poce mon marito! Smettotela!”
Fleur era arrivata in tempo.
“Fleur, cara cugina, sai che la tua cucina è fantastica?”
Ora Fleur aveva finalmente capito come mai Perla fosse diventata un’ottima adulatrice.
“Con moi, non funziona!”
“Sapete, che siete davvero divertenti, quando non attentate alla mia saluta mentale?”
“Bien. Perla non vuole più parlare con votre maman!”
Silvio e Giulio non sembravano troppo sorpresi.
“Abbiamo già organizzato il trasloco insieme a George”
Silvio era triste, Giulio abbattuto.
“Si risolverà! Conoscendo mio fratello, presto potremmo avere un bel nipotino!”
I gemelli si pietrificarono, Fleur spalancò la bocca. Forse Bill ..
“TUO FRATELLO!”
“COSA HA IN TESTA?”
“Per le boxer a pois de Merlin! Voi che fate con le votre fiancè? Giulio, tu dovrosti dirle che Vera è la ton fiancè!”
L’espressione del gemello in questione divenne indecifrabile. Quella informazione la sapeva soltanto suo fratello!
“E tu come lo sai?”
Ma Fleur, ormai, era persa nei suoi pensieri, doveva parlare con Bill! Non rispose, iniziò a servire i piatti e a mangiare in silenzio.
Bill si era fermato a chiacchierare con i gemelli dopo cena, Fleur era in camera loro. Non voleva l’ora di parlare con suo marito.
“Sei ancora sveglia?”
Fleur era distesa sul loro letto, persa nei suoi pensieri.
“Mon cher! Aspettavo solo te!”
Bill si chinò sulle sue labbra per lasciarle un tenero bacio.
“Che succede?”
Fleur era dubbiosa, aveva paura di quello che avrebbe pensato Bill, anche se lui era stato l’unico uomo a vedere quello che lei era veramente e non il suo aspetto fisico.
“Oggi, Perla scherzondo ha detto che quando avremo un figlio si sdebiterà facendogli compagnia, mentre noi saremo in qualche posto romantico …”
Perla non aveva detto proprio così, ma il succo del discorso era quello.
Bill aveva imparato a conoscere sua moglie. Era preoccupata di qualcosa. Anche lui, durante la guerra, aveva accantonato l’idea di mettere al mondo un piccolo o una piccola Weasley, ma la guerra era finita e con tutti i problemi che aveva portato, ad esempio la morte di Fred, non gli era sembrato il caso di parlare di figli, dato che tutti stavano ancora portando un grande lutto nel cuore.
“E trovi che ci sia qualche problema?”
Fleur iniziò a mordicchiarsi le labbra.
“Tu vorrosti un figlio da me?”
Bill la guardò. Ecco dov’era il problema.
“Fleur, se non abbiamo ancora parlato … ma non c’è bisogno di parlare, di figli … insomma abbiamo vissuto una guerra”
“Oh …”
“Non ho detto che non li voglio! Accetterò tutti i figli che mi darai, solo che, sai anche tu, cosa abbiamo dovuto affrontare dopo la guerra …”
Fleur era felice di quello che le aveva detto Bill, ma le sue speranze, con l’arrivo di Perla, stavano scemando. L’ombra dell’ultima risata di Fred era ancora presente nella vita di tutti loro. Biil, pur essendo il fratello maggiore, aveva sofferto tantissimo durante la guerra. Vedere Ron, che loro credevano insieme a Harry ed Hermione, tornare, mentire ai suoi genitori, perdere Malocchio, essere ferito da Fenir Greyback, perdere Fred. Sapeva che ci sarebbe voluto molto tempo per la ripresa, ma nessuno aveva pensato a una cosa. Se Fred aveva lasciato una lettera del genere “alla donna giusta per il gemello”, dovunque lui fosse non sarebbe stato con le mani in mano.


NdA:
Sorpresa!!!
Ho aggiornato, scusate il ritardo, ma ormai con la ripresa delle lezioni, sta diventando difficile, ma non demordo! Ringrazio chi legge, chi segue e chi recensisce la storia!
Vi dico subito, che, no, Fred non risorgerà. Mi sento una donna crudele a scrivere una ff in cui lui è morto, odio la sua morte, ogni volta che ho letto il libro piango come una scema e salto quelle pagine. Avete sentito che presto ci sarà un nuovo film sul libro “Animali fantastici, dove trovarli?” YUPPIIIIII
Ora basta, ci vediamo al prossimo capitolo!

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