Dark Passion

di Niky McGregor
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Niente può fermare l'amore ***
Capitolo 3: *** Diverse Fazioni ***
Capitolo 4: *** Amnesia e vaghi ricordi ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


Prologo



Chiudo gli occhi e mi lascio cadere sul mio soffice letto, mentre un sospiro fuoriesce dalle mie labbra. Non ne posso più di questa vita, sono stanca e spossata. Sento la guancia destra bruciare, e la testa sembra voler scoppiare da un momento all'altro.

Un braccio corre a coprire i miei occhi chiusi, permettendomi di rilassarmi per qualche secondo.

Ma ciò non impedisce alla mia mente di ricorrere con il pensiero alla notte scorsa e agli eventi a cui, mio malgrado ho dovuto assistere. Le urla strazianti di quella donna e la risata sadica di quel bastardo risuonano ancora nelle mie oreccchie come se fossero qui vicino a me.

Con un imprecazione mi alzo dalla mia posizione iniziale e mi metto seduta sul bordo del letto, mentre i miei occhi si posano sullo specchio di fronte a me. L'immagine di una donna di vent'anni, dai capelli biondi e mossi, gli occhi verdi e stanchi e il viso angelico risponde al mio sguardo con una smorfia disgustata sul viso. Sì... sono io. Ma ancora non mi riconosco. I miei capelli, solitamente impeccabili, ricadono disordinati sulle mie spalle e riesco a scorgere ancora del sangue represso. Il mio sguardo si sposta sulle mie labbra rosse, spaccate al centro e più a destra noto un taglio non moltoprofondo lungo tutta la guangia... ecco da dove derivava quel dolore... Mi sento persa, fisicamente sono qui ma non mentalmente.

Imprecando mi alzo dal letto e mi dirigo in bagno per medicarmi, non ho nessuna intenzione di andare all'ospedale. Troppe perosone che fanno domande su domande a cui io non posso rispondere. Dopo essermi medicata, mi sciacquo il viso e rimango china sul lavandino per un pò, mentre gli occhi mi si riempono di lacrime e il respiro si fa più affannoso. In pochi attimi sono tutta un tremito e in preda ai singhiozzi mi lascio andare in un pianto liberatorio e disperato. Le lacrime scendono copiose lungo le mie guance, la vista mi si appanna e sento le gambe cedere sotto al mio peso... Basta! Cerco di riprendermi e respirando profondamente riesco a tornare lentamente in me. Ed è proprio quando punto nuovamente lo sguardo sullo specchio che noto la sua presenza. Si trova alle mie spalle, mostrandosi in tutta la sua bellezza, un sorriso sadico ad incorniciarli quel volto che tanto ho amato quanto odiato. Riconosco quelle labbra grosse e peccatrici che tante volte ho baciato, quei zigomi pronunciati che tante volte ho accarezzato e quei occhi grigi che tante volte ho osservato...

 

-Samei- sussurro appena, voltandomi.

 

In tutta risposta china appena il capo in avanti a mò di saluto e fa un passo verso di me.

I miei occhi verdi incrociano quelli grigi di Samei, incatendandoli in un lungo ed intenso contatto visivo che nessuno dei due cenna a voler interrompere.

È sempre stato così tra noi due, un attrazione forte e spaventosa che ne io ne lui potevamo o volevamo sovrastare. Proprio a causa di questa maledetta attrazione ho compiuto gesti deplorevoli e oltre l'umanità, ma quei tempi sono finiti. Non sono più un angelo sotto al suo comando, sono tornata umana e sono decisa a rimanere tale.

 

-A cosa devo la tua visita, vecchio amico?- dico con sarcasmo.

 

Lui china la testa di lato continuando a fissarmi, senza dare segno di voler pronunciare parola... semplicemente mi osserva, scrutandomi l'anima.

 

-Allora è vero... hai rinunciato ai poteri da me donati per tornare ad essere una stupida umana.- risponde dopo un pò.

 

Io sorrido, lanciandogli un occhiata di fuoco.

 

-Le notizie corrono in fretta, dunque.-

 

Un passo, due passi... ed eccolo ad una spanna dal mio viso mentre mi afferra i capelli con una mano, tirandoli in maniera possessiva. Io mi limito a fissarlo, sempre sorridendo. Ormai conosco ogni suo trucco e non mi spaventa più. Anche Samei sorride e con l'altra mano mi accarezza la guancia, quella ferita. Io mi lascio accarezzare, godendomi il suo tocco e chiudendo a poco a poco gli occhi. So che è sbagliato, ma non riesco a fare a meno di lui, della sua presenza.

 

-Oh Melanie... umana o non.. il tuo profumo resterà sempre qualcosa di straordinariamente inebriante per me.- sussurra Samei, baciandomi il collo sensualmente, due o tre volte.

 

Un sospiro di piacere esce dalle mie labbra fondendosi con l'aria mentre tutto quanto attorno a me inizia a svanire lentamente.

Poco dopo mi ritrovo la sua bocca sulla mia, mentre mi bacia con irruenza. Non esito a rispondere al bacio e allacciando le mie braccia al suo collo faccio in modo che le nostre lingue si scontrino.

 

 

 

***

 

 

 

Apro gli occhi e mi ritrovo a fissare nuovamente il soffitto, ma non ricordo di essermi sdraiata a letto... Mi porto una mano sugli occhi, stropicciandoli e grazie a quel gesto mi accorgo della mia nudità sotto alle lenzuola.

 

Sorpresa mi copro con esse fino al mento e molto lentamente sposto lo sguardo alla mia sinistra.

Un piccolo lamento riecchieggia tra le mura della mia stanza quando mi rendo conto che il ragazzo che sta dormendo al mio fianco, anch'esso nudo, è proprio Samei.

 

"Ci sono ricascata" penso, sprofondando la testa nel cuscino e coprendomi la faccia con le mani. 

 

Ogni volta che vedo quell'essere, mando al diavolo tutti i miei propositi di non vederlo più, di non lasciarmi ammaliare dai suoi modi e soprattutto di non abbandonarmi alla passione.

Perchè di questo si tratta, soprattutto: struggente e focosa passione che ci spinge a discutere un secondo prima e a rotolarci tra le lenzuola il secondo dopo.

 

Me ne ero innamorata, tempo fa e forse lo amo ancora... ma lui è letale per me. Rischierei nuovamente di lasciarmi sedurre e diventare ancora una creatura potente e distruttiva come è già successo. Non posso permettere che accada di nuovo. Non posso permettere che il Suo sangue torni a scorrere nelle Mie vene. Devo impedirlo.

 

Samei non ha realmente bisogno di dormire, ma da quando mi conosce, dopo aver fatto sessso si concede sempre qualche ora di sonno. Dice sempre che lo fa per sentirsi più vicino a me ma non ho mai capito a pieno il suo comportamento. In fondo si tratta pur sempre di uno degli Angeli della Notte... Che io sappia sono delle creature magnifiche e affascinanti da un lato, ma misteriose e distruttive da un altro. Lo so perche ho conosciuto l'essere che ora riposa tranquillo e nudo nel mio letto e anche perchè ero stata una di loro per un certo periodo...

 

Rabbrividisco impercettibilmente di fronte a quei ricordi e coperta solamente dal lenzuolo mi dirigo in cucina. Guardo l'ora e noto che sono già le quattro del mattino.

 

-cazzo- impreco.

 

Dovrei essere nel letto a dormire invece di stare qua a rimuginare su cose che non hanno soluzione.

 

Con un sospiro torno in camera da letto e mettendomi in ginocchio di fronte al mio amante, mi metto ad osservare il suo volto e le sue mille sfaccettature. Ho sempre saputo che avesse una bellezza mozzafiato ma in questo momento mi sento attratta dal suo volto in maniera forte.. quasi non riesco a staccare lo sguardo da quel ciffo di capelli neri che gli ricade sulla fronte... o da quel naso aquilino e quella bocca peccatrice.

 

Una mia mano sale a sfiorargli le spalle, scuotendole leggermente e in pochi attimi dopo ecco che i suoi occhi grigi si posano su di me, svegli e all'erta.

 

-Ehi..- dice sorridendomi appena.

 

Ma io non lo lascio finire, perchè lo bacio con la stessa passione con cui mi ha baciato lui ieri sera...

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Capitolo 2
*** Niente può fermare l'amore ***


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**Breve introduzione**
Ciao a tutti! Io sono Milly_Winchester e con la mia migliore amica, non che collega su efp, abbiamo deciso di scrivere questa storia a quattro mani.
Bando alle ciance: a voi interessa leggere la storia, non questi stupidi preamboli, quindi BUONA LETTURA ;D

 

Capitolo 1
Niente può fermare l'amore

.
.

Grida, grida affilate e minacciose.
Sangue, sangue ovunque.
Odore di morte, ovunque solo puzza di morte.
Questo è il mio passato, questo sarà il mio destino.
 

«Victoria, avanti tesoro torna da me»
Una voce fintamente gentile mi strappa dal limbo in cui languivo da un tempo immenso, ma probabilmente mi aveva permesso di rimanere svenuta non più di qualche minuto.
Con fatica apro le palpebre, le sento gonfie e pesanti come macigni. Metto a fuoco con difficoltà, ma non ho bisogno di un grande sforzo perché l’uomo che ho davanti mi sta a pochi centimetri dal naso; gli occhi di questa figura spettrale sono rossi e in questo bunker claustrofobico, dalla luce fievole e tremula, la sua immagine è la cosa più spaventosa che i miei occhi possano vedere.

«Castani, certo un po’ più scuri, ma sempre castani. Dannazione, ancora non ci siamo»
Ringhia tra i denti e scuote la testa, facendo ondeggiare dei ricci color miele. Inspiegabilmente inizio a fantasticare; mi ritrovo a desiderare di mettere la mia mano in quei capelli così morbidi, assaporare la sua bocca, sentirlo dentro di me, sogno di farmi accarezzare dalle sue mani.

«Non sono più quello che ero un tempo, Vicky»

«La tua mente è stata piegata, ma il mio cuore non smetterà mai di amare la tua anima»
Quelle parole mi escono senza controllo, non so nemmeno da quale angolo della mia memoria; lentamente tutti gli avvenimenti del mio passato riaffiorano, come una diga buttata giù dalla potenza della corrente.
Un sorriso compiaciuto si disegna sulle labbra di Daniel, l’angelo che un tempo era il mio amante segreto; nessuno doveva sapere del nostro amore: gli angeli non possono avere rapporti sentimentali, questa è una regola che non permette eccezioni, soprattutto all’interno dell’Ordine degli Angeli Bianchi (la divisione che ha il compito di far rispettare le leggi). Io ero disposta a Cadere sulla terra, ma Daniel mi disse che avevo faticato troppo per arrivare alla posizione di comandante: non potevo buttare tutto alle ortiche per un storia senza futuro, disse esattamente così.  

«Cuore? Anima? Bleah, sentir solo nominare queste cose mi fa venire la nausea»
È stata colpa mia se Danny è finito nella friggitoria, non me lo perdonerò mai: Raffaele, l’arcangelo peggiore della sua categoria, ha scoperto che Daniel desiderava il piacere carnale e l’ha esiliato negli inferi. Non sono stata abbastanza veloce: quando ho ritrovato il mio secondo in comando, era già diventato un servo delle forze Infernali.

«Bene, ti è tornata la memoria. Questo renderà il tutto più spiacevole, per te»
Esclama, con voce sadica, mentre afferra un coltello e mi strappa via i brandelli che restavano della mia veste angelica. Fisso il mio corpo e rimango inorridita nel trovarlo martoriato, con sangue secco e altro fresco. Non sento dolore, avverto solo un sentimento che potrei definire paura; iniziano a scendermi delle lacrime amare e gli occhi di Daniel, un tempo blu come il cielo, si animano di una luce malefica che gli fa apparire ancor più infuocati. Lo guardo mentre si mette sopra di me, schiacciandomi in modo crudele. Mi appoggia il coltello sulla gola, per poi farlo scendere lungo il mio corpo, provocandomi dei sussulti.

«Fai la brava e forse non ti farà male, non troppo almeno»
Stringo il pugno e cerco di liberarmi, mentre lui mi apre con forza le gambe e mi costringe ad accoglierlo dentro di me.

Lotterò fino alla fine, combatterò fino a quando mi sarà possibile.

Cerco di liberare almeno una mano, ma mi ha legato troppo stretta.
Daniel entra in me con spietatezza, mentre con le mani mi strizza i seni ed io sono costretta a subire quest’umiliazione; non smetto un secondo di lottare, di ribellarmi, per quanto inutile.

«La smetti di agitarti?! Così mi fai solo eccitare di più»
Mi sussurra quelle parole all’orecchio, per poi iniziare a baciarmi il collo e scendere fino alla scapola.
Chiudo gli occhi, sto per arrendermi, ma poi un’idea si fa largo nella mia mente e mi fa ritrovare la forza.
Smetto di provare a liberare le braccia e inizio a concentrarmi sulle gambe: mi fanno un male allucinante, ma paragonato a quello che sento al ventre è un dolore sopportabile. Cerco di assecondare i suoi movimenti, sento la sua eccitazione crescere molto in fretta –starà pensando che sia diventata la sua puttana- e faccio di tutto affinché perda completamente la testa.
Come volevasi dimostrare, cade nel mio tranello: ormai al culmine del piacere, l’ex Angelo mi slega i polsi e quasi contemporaneamente viene dentro di me, ma almeno sono libera di muovermi. Queste corde bloccavano i miei poteri, adesso sono tornata forte.
Mi basta un dito per spingerlo dall’altra parte della stanza, un altro lieve gesto della mano e sono completamente libera e vestita –cosa che non guasta -.
Daniel, a fatica, si alza e mi guarda con ostilità.

«Sei solo una puttana, pagherai!»
Le sue parole non mi feriscono, so che a parlare non è il mio Danny. Cammino verso di lui, cercando di apparire forte e per niente turbato dalla violenza sessuale.

«Daniel un modo c’è, ci deve essere. Avanti, vieni con me e troveremo una soluzione»
Per tutta risposta cerca di torturarmi mentalmente, ma sono troppo potente per lui. Sto per passare alle maniere forti, quando un rumore cattura la mia attenzione: riconoscerei quel suono ovunque. Non posso crederci.

«Siamo in paradiso, non all’inferno»
Le parole mi escono a fatica, deglutisco e annaspo in cerca d’aria che non mi serve.

«Sono io il tuo inferno»

«Ma stai zitto!»
Perdo la pazienza e urlo, a pieni polmoni, sbattendo Daniel contro la parete: l’impatto è così forte che sul muro si forma una crepa. Delle lacrime mi scendono sulle guance, inizio a singhiozzare per il dolore represso; ho vagato per anni all’inferno con il solo scopo di salvarlo, dovevo salvarlo, e ora potrei averlo ucciso.    
Il mondo inizia a girare vorticosamente, non capisco cosa mi stia succedendo: io sono un potente Angelo, le emozioni non possono influire così sul mio stato mentale, oppure si?
Barcollo all’indietro e cado a terra, finendo sopra una pozza formata dal mio sangue.
Poso il mio sguardo su un coltello, un attrezzo rarissimo in grado di strappare la Grazia. Mi alzo e a passi incerti, con le braccia lungo i fianchi, mi avvicino al tavolino e afferro l’arnese.

«Io sono Victoria» Inizio, con voce confusa ma solenne «Sono il comandante dell’Ordine degli Angeli Bianchi e oggi decido volontariamente di rinunciare alla mia natura angelica e alla mia stessa vita»
Impugno saldamente il coltello e me lo pianto nello stomaco, gridando di dolore e iniziando a produrre una grande luce.

«Vicky?»
Daniel pronuncia il mio nome in un sussurro, per poi scattare in piedi non appena presa coscienza di quello che sta succedendo; mi distraggo e perdo la presa sul coltello, la molta luce e il forte rumore mi stordiscono: non sento nemmeno il rumore prodotto dal coltello che cade. Riesco a cogliere solo alcune parti di quello che dice Daniel: “Cazzo… Raffaele mi… Dovrò…”, prima di perdere coscienza.

 

 Non ho completato la procedura, Cadrò sulla terra priva di memoria e con un immenso potere chiuso dentro di me…

Mi sveglio di soprassalto e per poco non finisco sotto una macchina; per fortuna ho i riflessi pronti e riesco a cavarmela solo con un grande spavento. Mi guardo intorno, ma niente mi è familiare. In questo luogo regna una pace quasi assoluta, la pioggia cade fitta e gli alberi si muovono spinti dal vento.
Tutto mi è estraneo: gli arbusti sono una cosa nuova esattamente come la pioggia, che mi provoca una sensazione di bagnato a me non familiare. Conosco i loro nomi, ma non mi suscitano alcun ricordo.
Poi, un dolore allo stomaco cattura la mia attenzione e istintivamente abbasso il capo: la mia veste, un tempo completamente candida, è sporca di sangue.
Urlo, urlo forte, tenendo una mano sulla ferita. Mi guardo intorno, non so nemmeno cosa stia cercando. Qualcosa di bagnato mi inumidisce gli occhi, il mio cervello lo etichetta come “pianto”. Le lacrime sono accompagnate da singhiozzi, paura e una sensazione indefinibile. Inizio a camminare in modo difficoltoso, la notte mi inghiottisce nella sua oscurità. La poca luce mi permette di vedere che la mia veste è tutta imbrattata di sangue rosso e brillante, c’è una scucitura in basso ed è per metà strappato completamente. Un tempo doveva essere un vestito elegante, nella mia mente si disegna l’immagine di un vestito lungo fino alle ginocchia, bianco come la neve e con una elegante scollatura a V; adesso sembra solo un vecchio straccio, niente di elegante o formale. L’unica cosa che non si è rovinata consiste in uno strano stemma, blu come il cielo notturno.
I miei capelli lunghi, di un brillante castano scuro, aiutano a coprire un po’ il seno, ma comunque mi sento terribilmente… a disagio.
Percorro strade buie e inquietanti, ma per fortuna nessuno di minaccioso mi turba. A un certo punto mi blocco, di scatto. Un rumore. Un rumore familiare.  

Passi, dei passi alle mie spalle.

Mi giro, tremante di paura, e dall’ombra appare un uomo alto, dai corti capelli rossi e un paio di occhi verdi che brillano alla luce della luna.  

«Ulàlà, chi c’è qua?»
La sua voce è strana, diabolica e grave. Mi si avvicina e in un secondo mi ritrovo a terra, lui è sopra di me e cerca di aprirmi con forza le gambe.

Una sensazione, una forza, come un vulcano in eruzione.

Alzo una mano e la feccia della società si ritrova contro un cassonetto; ha smesso di ridere, molto sangue fuoriesce da una profonda ferita alla testa e dopo qualche secondo il suo cuore non batte più. L’ho ucciso. Sono un’assassina. Gli ho strappato via la vita e quando ho sentito il suo cuore fermarmi, per un secondo sono stata molto felice. Ora mi sento solo un mostro. Sono un mostro.
Mi alzo di scatto e corro lontano, le gambe mi cedono un sacco di volte, il dolore è insopportabile, ma la paura mi spinge a scappare.
Dopo un tempo infinito, il mio corpo decide di non rispondere più ai miei comandi: cado di peso sull’asfalto, davanti a una casa con il vialetto. Sento la mia mente cedere, così come poco prima ha fatto il fisico; riesco appena in tempo a suonare il campanello, prima di perdere i sensi.

 

**angolo dell'autrice**

Ciaooo a te che sei arrivato fino a qui :) Alloraa, che ne pensi?! :)
Dai lasciaci una piccola recensione ;D
Alla prossimaa

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Capitolo 3
*** Diverse Fazioni ***


Ciao a tutti, questo capitolo è scritto da Niky Torrence. Spero che sia di vostor gradimento, buona lettura :)

 

Capitolo 2

Diverse fazioni

 

Mi metto a cavalcioni su Samei continuando a baciarlo con passione. Le mie mani esplorano il suo corpo con delicatezza, come se non conoscessi a memoria ogni muscolo e tendine che lo compone. Il mio Angelo poggia le sue mani sui miei fianchi, spingendomi leggermente verso il basso, con un movimento sensuale del bacino. Mi lascio sfuggire un gemito di piacere quando le nostre intimità si scontrano, provocando ad entrambi emozioni forti impossibili da descrivere.

Sono in uno stato di semicoscienza e sto perdendo il contatto con la realtà, soprattutto quando incontro gli occhi grigi di Samei, intento a fissarmi con ardente desiderio.

 

-Angelo tentatore- sussurro con voce roca.

 

-Tu non sei da meno- ribatte lui socchiudendo gli occhi nello stesso momento in cui gli bacio il collo, alternando le labbra ai denti.

 

Faccio per rispondere alla sua provocazione quando un suono terribilmente forte e fastidioso giunge alle mie orecchie.

Si tratta del campanello di casa, e non ho mai odiato tanto un oggetto in vita mia.

Sconfortata abbasso la testa sul petto nudo del mio amante, lasciando che i capelli mi ricadono sulla fronte, come a creare una tenda tra me e quegli occhi grigi che mi studiano con insistenza.

 

-Maledetto aggeggio..- sbotto, alzandomi di colpo e afferrando la mia vestaglia.

 

-Non puoi semplicemente non aprire?-

 

 

 

Fisso l'angelo nudo nel mio letto con un sopracciglio sollevato.

 

-Ma chi ti ha insegnato ad essere così burbero?- gli domando per poi uscire velocemente.

 

-Da te forse- ribatte lui urlando

 

Scuoto la testa divertita e apro la porta di casa pronta a spaccare la testa a chiunque sia il malcapitato.

Il mio sorrso scivola lentamente dalle mie labbra quando noto una ragazza sdraiata sul portico dalvanti alla porta. Indossava un vestito bianco che ora è solo un lontano ricordo di ciò che era un tempo. È strappato in più punti e rivela la nudità di quella creatura in modo impressionante. Senza pensarci chiamo Samei che si materializza alle mie spalle, vestito di tutto punto. Non fissa me, ma la ragazza. La sta guardando con un disprezzo che ormai so riconoscere tra mille. É la smorfia di disprezzo che gli appare in volto quando incontra un angelo facente parti di altre fazioni. L'intensità della sua rabbia mi fa credere che la ragazza col corpo martoriato non è un semplice angelo ma qualcuno delle stosso livello di Samei.

 

-Credo che dobbiamo portarla in casa comunque, chiunque lei sia.- dico con voce fredda e distaccata.

Lui pare non sentirmi e in un attimo porta la ragazza sul mio divano per poi fissarmi con sguardo confuso e sparire come suo solito.

 

-Ti colpisse un fulmine ogni tanto!- sbotto.

 

Mi avvicino al divano e poggio una mano sulla fronte della ragazza. Scotta in maniera impressionante.

Senza agitarmi troppo corro in camera mia e inizio a cercare un pigiama e una coperta. Una volta trovati torno di sotto e mi dirigo nel bagno piccolo dove tengo la mia cassetta personale. Dopo un attimo di esitazione estraggo una boccetta rotonda, contenente un liquido rosso come il sangue e torno in salotto.

 

-Chiunque tu sia.. sappi che ti sto salvando la vita rinunciando a questo elisir angelico- esclamo.

 

Fisso il volto di questa ragazza che dimostra più o meno la mia età. Ha un che di dolce e tenero e la trovo estremamente bella nonostante il suo stato.. i suoi lunghi capelli scuri ricadono come morti oltre il bracciolo del divano.

 

Mi decido a curarla e inizio a versare quel liquido sulle sue tante ferite del corpo che in pochi istanti si rimarginano senza lasciare traccia.

 

-Il sangue di Un angelo Azzurro bella mia... sicuramente ne sai qualcosa..-

 

La sua veste mi ricorda una donna che avevo intravisto da lontano nel mio periodo oscuro e Samei l'aveva targata come "Il comandante degli Angeli Bianchi".

 

Scuoto la testa confusamente e con delicatezza le indosso il mio pigiama per poi coprirla con la coperta. Vado in cucina per prendere un panno bagnato e quando torno noto che si sta svegliando.

Le poggio il panno sulla testa e spengo la luce sperando che si riaddormenti.

 

Non sono pronata ad affrontare un discorso serio in questo momento.. ho troppe domande che mi frullano per la testa.

 

Perchè questo angelo ha bussato alla mia porta? Chi l'ha ridotta in quello stato? E perchè Samei mi ha lanciato quella occhiata confusa?

 

Con queste domande in testa me ne torno a letto poco dopo sporofondo in un sonno agitato.

 

 

 

(ANGOLO AUTRICE)

 

Salve a tutti :D

scusate la brevità del capitolo ma questo è ciò che ha partorito la mia cara mente XD

spero sia stato di vostro gradimento, e spero che lascerete un commento solo per capire se la storia piace o meno e cosa possiamo cambiare :)

Grazie mille, un bacio

 

Lancio la palla alla mia collega <3

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Capitolo 4
*** Amnesia e vaghi ricordi ***


Scritto da Milly_Winchester. Buona lettura ;D
Capitolo 3

Amnesia e vaghi ricordi




Buio, oscurità, dolore, solitudine, vuoto.
Il mio unico ricordo è di un uomo: bello, affascinante, che amo e mi ama.

Daniel… Un uomo dai corti capelli ricci color del miele e un paio di occhi neri, dai riflessi dorati, per niente malvagi.
Una scena si disegna sotto le mie palpebre chiuse: *le nostre mani congiunte e le dita che si incastrano perfettamente, le une con le altre, in segno dell’amore che ci lega*; un amore che mi procura una fitta al cuore, la quale apre la mia mente a un ricordo terribile…

 

Mi trovo in un giardino incantevole, dove scorre un ruscello pieno di pesci; gli alberi sono verdi, molti hanno dei frutti invitanti e nell’aria si respira un odore di lavanda e gelsomino, mentre l’udito è invaso dal canto soave di alcuni usignoli.
La cosa più bella, però, è Daniel.
Le sue labbra carnose si piegano in un sorriso e gli occhi, meravigliosi, si animano di desiderio non appena incontrano il mio sguardo.
Mi avvicino a lui, senza esitazione, e inizio a baciarlo. Le sue mani accarezzano il mio corpo e le nostre lingue danzano in perfetta sincronia; lascio scivolare la mia mano nella sua camicia blu, sbottono facilmente l’indumento e scopro il suo corpo mascolino e scolpito. Daniel abbassa lentamente la cernia del mio vestito, bianco come la neve, per poi sfilarmi di dosso l’abito. Rimango in biancheria intima, ma l’ardente passione che cresce dentro di me mi fa sentire molto caldo; non resisto più: gli sfilo rapidamente i pantaloni e ci sdraiamo sull’erba candida. Danny mi è sopra, sento chiaramente la sua eccitazione stretta nei boxer.
Capisco che Danny è più concentrato sul non schiacciarmi, così mi metto io sopra di lui. Ci baciamo molto allungo, con passione e amore; le sue braccia mi stringo, come a proteggermi. Le sue mani corrono rapide a slacciarmi il reggiseno, ansima e continuiamo a baciarci.
Ci liberiamo degli ultimi fastidiosi indumenti e accolgo il suo sesso dentro di me. Non smettiamo un attimo di accarezzarci e di scambiarci parole d’amore. Quando arrivo al culmine del piacere, anche Daniel viene dentro di me.

Rimaniamo sdraiati, l’uno accanto all’altra; con una mano mi accarezza i capelli, guardandomi con amore.

«Ti amo mia piccola»
Sorrido, sto per rispondere, quando i nostri sensi ci avvertono che qualcuno si sta avvicinando. Ci alziamo da terra, di scatto, e indossiamo i nostri vestiti.

«Presto Vicky, nasconditi»

«No, è Raffaele. Io sono più potente, nasc…»

«Subordinati, questa zona è solo per i morti»
Tuona Raffaele, l’arcangelo per cui sento un odio profondo. Il suo corpo è basso e tozzo, la sua carnagione è giallastra e i capelli sono unti.

«Quindi per noi: non siamo mai nati, ergo...»
Rispondo con ostilità, avvicinandomi parecchio all’arcangelo.

«Victoria» pronuncia il mio nome con disprezzo, come se fossi un insetto fastidioso. «Rammenti che per promuovere un angelo a comandate è necessario che ogni arcangelo sia a favore, mentre per esiliarlo basta che lo voglia uno solo di noi?»

«Hai le palle così piccole che devi minacciare un angelo che ha poco più di quattro millenni?»
La Grazia di Raffaele inizia a pulsare, le ali –prima dorate- iniziano ad assumere un colore rosso vivo. Concentra tutta l’energia su di me, ma Daniel si mette davanti prendendo quella terribile scarica al posto mio. Il corpo del mio secondo in comanda cade a terra, in fiamme. Senza esitazione, senza pensare, senza paura prendo su di me quel calore intenso; mi sento andare a fuoco da dentro, come se un umano bevesse dell’acqua bollente. Il dolore più intenso, però, è vedere Danny steso in terra. Iniziano a scendermi copiose lacrime, non faccio in tempo a ricacciarle indietro e volto lo sguardo, in modo che Raffaele non mi veda; presto, però, sento le sue mani sul polso, mi strattona e mi costringe a guardarlo negli occhi.

«Piangi?»
Chiede, gli occhi fissi su di me; deglutisco a fatica, poi mi sento chiamare e volto lo sguardo verso Daniel.

 «Vic-ky»
Il mio amante allunga una mano verso di me, vorrei stringerla, ma l’arcangelo mi spinge via. Cado rovinosamente, con un gridolino di dolore. Mi alzo a fatica e vedo come Raffaele schiaccia la testa di Danny sotto al piede, senza compassione.
Grido, grido e piango. So cosa gli aspetta, so che è colpa mia e so che non sarà facile salvarlo.


Ritorno appena cosciente, ma sono più assopita che sveglia. Il mio corpo è febbricitante: ho vissuto un ricordo così terribile da farmi riprovare le stesse sensazioni. Un panno bagnato arriva a darmi un po’ di conforto, ma è poca cosa. Dopo qualche minuto apro gli occhi, ma vedo solo il buio e la stanchezza si fa presto sentire: sprofondo ancora in un sonno profondo.
 

Tutto intorno è buio, l’unica luce sono degli occhi infernali. Mi sento mancare l’aria, l’uomo per cui provo un forte amore mi guarda con disprezzo e per me è la tortura peggiore.
Iniziano a scendermi copiose lacrime e tra un singhiozzo sommesso e un altro riprendo coscienza.


 
Apro gli occhi di scatto, con il cuore in gola. La luce entra fievole attraverso le tende, creando un’atmosfera quasi surreale; nella semi oscurità mi passo una mano sulla fronte, trovandoci un panno che deve avermi regalato un po’ di sollievo dal caldo. Lo appoggio su un tavolino poco distante, mentre delle immagini mi passano nella mente: i ricordi recenti appaiono sbiaditi, mentre quelli lontani sono marchiati a fuoco nella mia memoria.

Mi muovo con lentezza e senza fare rumore, non so perché ma avverto un clima diffidente, quasi ostile. Arrivo davanti a una stanza in cui sento un battito cardiaco, apro la porta e trovo una donna incantevole con dei lunghi capelli biondi a ricoprirle il volto. Mi avvicino a lei senza fare rumore, dal suo volto capisco che sta vivendo un sonno agitato; noto una ferita sulla guancia, sento una sensazione dentro di me e, senza reprime l’istinto, appoggio una mano sulla lesioni: si produce una luce e la ferita si rimargina. Ritraggo la mano di scatto, senza capire come ci sia riuscita; barcollo indietro e vado a sbattere contro una scrivania.
La donna apre gli occhi, un paio di smeraldi verdi e meravigliosi.

**«Ah… Sei sveglia»**
Ha la voce un po’ impastata dal sonno, ma riesco a coglierne la melodiosità.

«M-mi dispiace… Non volevo svegliarti…»

**«Si tranquilla, tanto non ho dormito molto bene… Ti dispiacerebbe aspettarmi in cucina?»**

«No, certo che no…»
Indugio un secondo e poi faccio come mi ha chiesto, chiudendomi la porta alle spalle.

 

 
*Questa frase l'ha consigliata Niky, era troppo bella e ho dovuto usarla *^*

**Le parole di Melanie le ha scelte Niky
 

***Angolo dell’autrice***
Ecco qui il mio capitolo, che ne pensate? :)
Grazie della lettura: lasciate una piccola recensione e poi correte a leggere il seguito.
Niky: lascio a te la parola <3

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