Dreams.

di ChiaraColfer95
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Un viaggio lungo un anno. ***
Capitolo 2: *** E tu cosa scommetteresti? ***
Capitolo 3: *** Una valigia per due. ***



Capitolo 1
*** Un viaggio lungo un anno. ***


Caro diario,
Adesso comprendo a pieno il significato dell’espressione “Il buongiorno si vede dal mattino”, perché questa giornata è iniziata male e sono sicura che finirà anche peggio… Finalmente dopo diciotto lunghi anni sono riuscita a convincere i miei genitori a lasciarmi partire per un viaggio studio e, ovviamente, le mie migliori amiche mi abbandonano. Il problema, però, non è questo, poiché ero riuscita a superare l’idea di dover viaggiare da sola soprattutto grazie alla presenza di Jonathan. Jonathan, il ragazzo perfetto, che non ha un difetto neanche a cercarlo con una lente d’ingrandimento, il ragazzo cui muoio dietro dall’inizio dell’anno.
A peggiorare la situazione è stato l’annuncio della prof accompagnatrice “Le stanze sono state organizzate a caso, non lamentatevi con me!” ha affermato allegra. Sono, così, costretta a condividere l’appartamento del college con una delle ragazze più odiose e con uno dei ragazzi più irritanti dell’intero istituto. Chiamatela sfiga, sfortuna, iella, chiamatela come volete, resta il fatto che il fato non è mai dalla mia parte.
Credo che a questo punto il peggio sia passato, no?!

Alzo lo sguardo dal diario e osservo fuori dal finestrino dell’aereo. Stiamo per decollare ed io sono più depressa che felice. Non sta andando esattamente come speravo, l’unica gioia che mi resta è la meta: Barcellona! Amo quella città e, benché non ci sia ancora mai stata, sento come se mi appartenga già. Certe volte penso di essere nata italiana per sbaglio e che sarei dovuta nascere spagnola, ma quel che è fatto è fatto.
-Scusa?! È libero questo posto?- domanda una voce alle mie spalle.
Mi volto per guardare a chi appartiene la voce e mi ritrovo davanti a uno dei miei coinquilini.
-Oh no!- esclamo.
-Quindi non è libero?- insiste lui, perplesso.
-Si, si.- rispondo come in trance.
Posa il bagaglio a mano nel vano in alto e poi si siede alla mia sinistra. Io, istintivamente, chiudo il mio diario.
-Comunque, piacere Derek!- esclama allegro.
-Chiara…- rispondo stringendogli la mano tesa verso di me.
-Mi hanno detto che condivideremo casa…- sostiene Derek per tentare di iniziare una conversazione.
-Già.- rispondo secca io, tornando a scrivere noncurante di lui.
-D’accordo. Non siamo in vena di amicizie, vedo.-
“Non è che non voglio fare amicizie, è che mi rode alla grande!” penso tra me e me, ma resto in silenzio.

Come non detto, diario. Mi rimangio tutto! La situazione sta lentamente degenerando. Tra tante persone perché proprio a me? Per di più Jonathan sarà in stanza con altre due ragazze, due fortunatissime ragazze!

Sospiro leggermente e chiudo il diario. Afferro le cuffiette dalla borsa e inizio ad ascoltare la musica dal mio IPhone.
-Sarebbe da matti se ti chiedessi di condividere la tua musica con me? Ho il cellulare scarico.- afferma facendo spallucce e sventolando il suo cellulare.
Resto qualche secondo immobile, poi annuisco e gli porgo la cuffietta sinistra.
“Forse dovrei smettere di essere scontrosa. Dopotutto la colpa di tutto ciò è solo della sfortuna, no?!”
Mi lascio cullare dalla musica e lentamente mi addormento. Mi sveglio di soprassalto con la sensazione di aver appena chiuso gli occhi.
-Buongiorno! O meglio, buonasera!- esclama Derek accanto a me. –Mi sono permesso di spengere la musica quando ti ho visto in stato catalettico- aggiunge con una risatina.
-Siamo quasi arrivati…- riesco solo a dire io, un po’ per l’effetto del sonno, un po’ perché dal finestrino riesco a vedere uno degli spettacoli più belli della mia vita.
-Barcellona!- esclamo ad alta voce, entusiasta ed esaltata.
-Si, Barcellona.- ripete Derek, con tono dubbioso.
Gli faccio segno di lasciar stare e continuo ad ammirare la città.
“Allacciate le cinture di sicurezza. Stiamo per atterrare.”
La voce dell’hostess mi riporta alla realtà. Allaccio la cintura come richiesto e poggio la mano sul bracciolo. Nel momento in cui inizia l’atterraggio entro nel panico: sento le gambe molli e le mani tremare innaturalmente. Non riesco a capirne il motivo poiché non soffro di mal d’aereo.
Sento una mano posarsi sulla mia e stringerla.
Mi volto e mi ritrovo davanti al volto sorridente di Derek che afferma: -Ansia da prestazione?-
Sorrido ancora tesa, aspettando con angoscia di posare piede a terra.
Una volta arrivati in aeroporto vengo fermata dalla professoressa.
-Chiara, sei stata tu a chiedere il cambio di appartamento? Si sarebbe liberato un posto con Serena e Jonathan, non so se li conosci.-
Mi illumino all’improvviso. Mi volto a guardare Jonathan, che, bello come sempre, sta chiacchierando con alcuni amici. Sposto leggermente lo sguardo e trovo Derek che mi osserva perplesso. Quando si accorge del mio sguardo, sorride lievemente.
“Jonathan, il ragazzo stupendo che non ti si è mai filato o Derek, il ragazzo che tutti definiscono scontroso ma che si è dimostrato così simpatico?” Una valanga di domande invade il mio cervello.
-No, prof, si sbaglia, non ero io.- rispondo tutto d’un fiato, per non cambiare idea all’improvviso.
-Oh, d’accordo. Mi sono sbagliata, allora.- afferma allontanandosi.
-Tutto ok?- si avvicina Derek.
-Alla grande!- rispondo dirigendomi con lui al ritiro bagagli –Perché tutti dicono che sei scontroso?- chiedo, poi, repentinamente.
-Cosa?!- esclama lui, stupito.
-Lo dicono tutti…- rispondo quasi per giustificarmi.
-Probabilmente nessuno si è mai preoccupato di conoscermi veramente- risponde alzando le spalle e, poi sostiene serio –Ma a chi importa quello che dice la gente!-

Aspettiamo circa mezz’ora la mia valigia, che, ovviamente, è l’ultima del nostro gruppo e poi ci dirigiamo al pullman che ci porterà al college. Percorrendo il corridoio del pullman rallento quando passo davanti a Jonathan, che mi sorride. Resto paralizzata.
-Derek! Non sapevo che venissi anche tu! Perché non me l’hai detto?!- sento dire da Jonathan.
Proseguo per raggiungere un posto libero, ma la mano di Derek mi afferra il braccio e mi blocca.
-Ho deciso all’ultimo- risponde lui, salutando Jonathan.
-Hai già fatto amicizia, vedo. Niente di nuovo eh?!- esclama ridendo.
-Chiara, lui è Jonathan. Jonathan, lei è Chiara.- ci presenta Derek.
-Oh, ti prego, chiamami Johnny, solo mia madre mi chiama Jonathan!- mi dice, allungando la mano.
-Certamente!- rispondo io, stringendogli la mano con un sorriso ebete stampato sul volto.
-Ci vediamo dopo, J!- esclama Derek, spingendomi per camminare.
-Ti prego, però, riprenditi!- aggiunge sospirando, poi, a bassa voce –Fa a tutte lo stesso effetto!-
-Mi dispiace…- riesco solo a dire.
Mi siedo in un posto libero in fondo al pullman e Derek si siede accanto a me. Lo guardo stranita e stupita.
Lui alza per l’ennesima volta le spalle ed afferma: “Non vorrai mica lasciare da solo il tuo compagno di viaggio?!-

La vista del college mi lascia a bocca aperta. Sembrerebbe un classico college americano trasportato in Spagna. Al momento della divisione delle stanze si crea un’enorme confusione: gente che si lamenta, che sbraita e che urla. Io me ne sto in un angolo, consapevole e ormai noncurante del mio destino.
-Chiara!- sento urlare la prof.
Quando riesco a raggiungerla, con tono affannato mi dice il numero dell’appartamento e mi consegna le chiavi.
-3C- ripeto a Derek e comincio a guardarmi intorno. –Non dovrebbe esserci un’altra ragazza?-
-Magari è già davanti alla porta che aspetta noi.-
Chiamo l’ascensore per arrivare al terzo piano, ma dopo dieci minuti di attesa ancora non si fa vedere. Irritata e innervosita mi dirigo con la valigia verso le scale. A fatica riesco a fare i primi gradini.
-Maledetti 20 kg!- esclamo arrabbiata.
-Lascia a me- dice Derek afferrando la mia valigia.
-Ma come fai?- chiedo stupita mentre lui sale le scale senza alcuna fatica.
-Ore e ore in palestra per avere due bicipiti serviranno a qualcosa, no?!-
-Oh…- sussurro, osservando per la prima volta i muscoli delle braccia di Derek. Come ho fatto a non notarli prima?!
Arriviamo al terzo piano e, incredibilmente, sono io quella ad avere il fiatone.
Iniziamo la ricerca dell’appartamento 3C, quando notiamo una persona girovagare dispersa.
-Non ne posso più!- esclama una voce maschile irritata.
-J! Chi si rivede!- afferma Derek, ridendo -Che succede?-
“Due volte lo stesso giorno, che fortuna sfacciata!” affermo tra me e me estasiata.
-Sono due ore che giro per questi corridoi!-
-Che numero cerchi?- domando io, sperando che abbia un appartamento vicino al mio.
-La prof sta creando una confusione assurda. Mi ha cambiato una ventina di volte. Cerco il 3C.-





Buonasera a tutti! Non so cosa mi sia passato per il cervello, ma avevo inizato a scrivere questa storia tanto tempo fa (prima di partire per la mia vera vacanza studio, in realtà) e poi l'ho semplicemente lasciata marcire sul mio computer. Oggi, presa dala noia più totale, ho riaperto il file e ho ricominciato a scrivere. Mi sono così decisa a pubblicarla, non so neanche il motivo preciso, ma ne sentivo il bisogno. Spero che vi sia piaciuto e mi scuso se è un po' breve ma ho già scritto buona parte del proseguimento e volevo vedere prima cosa ne pensavate... Fatemi sapere se vale la pena proseguire :D
Graie per l'attenzione.
Buon mare a tutti *-*
ChiaraColfer 

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Capitolo 2
*** E tu cosa scommetteresti? ***


-La prof sta creando una confusione assurda. Mi ha cambiato una ventina di volte. Cerco il 3C.-

Il mondo si ferma nell’esatto momento in cui rivela il numero.
“Oddio. Oddio. Oddio. Oddio. Oddio. Oddio. Oddio. Oddio. Oddio. Oddio. Oddio. Rilassati. Inspira ed espira. Ti ricordi come si fa, si?!”
-Ma dai! È il nostro!- esclama ridendo Derek.
Le mani mi tremano talmente tanto che fatico ad aprire la porta, ma dopo una decina di tentativi ci riesco.
-Quindi sarai beata tra gli uomini!- esclama divertito Jonathan, rivolgendosi a me.
-A quanto pare si- rispondo tentando di apparire calma e a mio agio mentre più di mille emozioni invadono il mio cervello. –Quindi mi sento in diritto di scegliere per prima la stanza- affermo con un tono che non ammette repliche.
-Come desidera, mia signora!- ribatte Johnny sempre più divertito dalla situazione.
Controllo tutte e tre le stanze e alla fine opto per l’ultima. La scelta non è stata molto difficile: è la camera più grande dell’appartamento e con la vista migliore. Dalla finestra, infatti, s’intravede il mare e, essendo al terzo piano, si riesce ad avere un fantastico scorcio della città, meglio di così si muore.
Decido di non perdere tempo e inizio a disfare la valigia. Ordino le magliette per colore e tipo, i jeans per lunghezza e colore e così via. Ogni indumento deve essere esattamente al suo posto altrimenti non riesco a stare tranquilla. Lo so, sono una maniaca, ma chi non ha almeno una fissa?!

Dopo neanche mezz’ora ho completato il mio lavoro e mi dirigo verso la sala comune per bere un bicchiere d’acqua. La sala è sommersa di cartacce e dietro la televisione intravedo due teste. Jonathan e Derek stanno armeggiando con qualcosa ma capisco che qualcosa non va dai loro continui sbuffi.
-Hey, tutto ok?- domando piano.
-Liscio come l’olio, perché, non sembra?- chiede sarcastico Derek.
Li raggiungo dietro alla televisione e capisco che stanno tentando di montare la Playstation. Scontati, banali e incapaci, ecco cosa sono.
-Lasciatemi fare!- affermo con tono autoritario, facendomi spazio tra i due. Collego i cavi correttamente e dopo neanche tre secondi accendo la TV e la Play, entrambe perfettamente funzionanti.
-IO. TI. AMO!- esclama Johnny entusiasta.
-Come hai fatto?- domanda, invece, Derek perplesso.
-Vivere con un fratello maschio che porta a casa sempre una marea di amici ha i suoi pro e i suoi contro- rispondo facendo spallucce.
-Non mi dire che sai anche giocare…- aggiunge Johnny sempre più estasiato.
-Certo che so giocare!- rispondo, quasi offesa. –Fatemi andare a cambiare e ve lo dimostrerò. Preparatevi a piangere!- urlo mentre torno in camera per sbarazzarmi dei vestiti sporchi e sudati per il viaggio.
Mi avevano detto che a Barcellona faceva caldo ma non pensavo fosse così afoso. M’infilo un paio di calzoncini e una canotta e ripongo con cura i vestiti sporchi al bagno, annotando mentalmente di dover imparare a usare la lavatrice che ci è stata fornita. Ho la vaga impressione che dovrò fare tutto io, i miei coinquilini serviranno a poco o nulla.
Quando torno in sala comune, li trovo assorti nella loro partita di calcio.
-Vi avevo detto di aspettarmi!- esclamo fingendomi offesa.
-Un tempo a testa, ok?- propone Derek, mantenendo la concentrazione e gli occhi sullo schermo.
-D’accordo!- accetto e mi siedo sul divano accanto a Jonathan.

Resisto poco tempo seduta e comincio a girare per la cucina, osservando e curiosando in ogni anta e cassetto. Alla fine della mia ispezione scopro che abbiamo due frigoriferi funzionanti, un microonde, piatti, pentole, bicchieri, tazze e posate, manca soltanto il cibo di “emergenza”. In teoria, infatti, il cibo ci viene fornito dal college, ma nel dubbio è meglio fare una scorta per ogni evenienza.
-Hai cambiato idea?- mi chiama Derek dall’altra stanza.
Sarà per la presenza di Jonathan o perché abbiamo passato tutto il viaggio insieme, sinceramente non lo so di preciso, so solo che Derek non mi sembra più tanto irritante come qualche ora fa.
-Ti piacerebbe eh?- lo prendo in giro tornando in salone e accomodandomi al suo posto. Il punteggio della partita è ancora sullo 0-0.
-È tutto nelle tue mani- sostiene Derek, tifando per me.
-Puoi scommettere tutto quello che vuoi, vincerò io!- affermo seria.
-Vuoi davvero fare una scommessa, ragazza?- chiede Jonathan divertito e sicuro di sè.
-Se tu ci stai, io ci sto- rispondo fiera.
-Se vinco io dovrai darmi un bacio!- esclama Johnny, felice del suo “lampo di genio”. Se solo sapesse che glielo darei volentieri anche adesso! Rido tra me e me.
-D’accordo, ma se vinco io dovrai darlo a Derek il bacio!- affermo orgogliosa di me stessa.
-No! Così non vale!- affermano entrambi.
-Una scommessa è una scommessa, a meno che tu non voglia tirarti indietro-
-Mai! Ci sto!- esclama allungando la mano vero di me. La stringo decisa e iniziamo a giocare. Quello che i miei coinquilini non sanno è che non vincerò mai questa partita, non posso di certo farmi scappare un’occasione del genere, no?!
Derek mi lancia un’occhiata maliziosa. D’accordo, forse solo uno dei due coinquilini non lo sa, perché l’altro è molto più sveglio di quello che da a vedere.
La partita finisce 2-0 per Jonathan. Va bene la scommessa, va bene tutto, ma io ho comunque una dignità da difendere.
-Fate un applauso al re!- esclama Johnny simulando urla da stadio con la bocca.
-Solo fortuna!- rispondo, colpita nell’orgoglio.
-Cosa non si fa per un bacio…- mi sussurra Derek all’orecchio passandomi accanto. Lo fulmino con lo sguardo e lui alza le mani in segno di resa.
-Chi perde paga pegno!- sostiene Jonathan sornione.
Sbuffo fingendomi infastidita.
-Dopo voglio la rivincita!-
Con il cuore a tremila mi avvicino a lui. Chiudo gli occhi e il mio cuore perde un battito. Quando li riapro, mi trovo il viso di Johnny a cinque centimetri dal mio. All’improvviso mi stampa un bacio, sulla guancia!
Cerco di nascondere più che posso il mio disappunto.
-Tutto qui?- chiede Derek, quasi partecipe della mia reazione –Ero pronto a farvi un video amatoriale!- aggiunge, scoppiando a ridere. Tento di ridere con loro, ma in realtà sono delusa, ci avevo sperato, ci avevo quasi creduto per un attimo.
-La vuoi o no questa rivincita?- chiede Johnny, risvegliandomi dai miei pensieri.
-Certo che si! Pero questa volta se perdi ti lasci vestire e truccare da donna e scendi con me nella sala comune del college!-
-Vestito da donna?!- chiede sconvolto.
-J, lascia stare!- tenta di dissuaderlo Derek.
-Ma scherzi! Ho già vinto!- gli risponde e poi si rivolge a me: -D’accordo, ma se perdi tu devi andare in giro tutta la sera con un paio di mutande in testa!-
-Ragazzi, vi state incattivendo- ci fa notare Derek.
Allungo la mano verso Johnny per sigillare la scommessa ma Derek interviene: -Sei sicura di voler rischiare così tanto?-
-Chi non rischia non vince!- gli rispondo con un ghigno stampato sulle labbra.
Questi ragazzi non sanno con chi hanno a che fare!
La partita, come previsto, finisce 5-0 per me.
-E dopo questa manita, caro mio, preparati a vivere una serata da donna!- esclamo fiera di me stessa.
-Non si è parlato di serata. Scendiamo, facciamo un giro e risaliamo oppure non si fa niente!- insiste Jonathan, improvvisamente preoccupato di quello che gli farò.
-D’accordo!- mi alzo di corsa per andare a prendere i trucchi in camera mia.
-Glielo potevi dare per bene quel bacio! Adesso non saresti torturato!- sostiene Derek divertito.
Se ci penso è strano quanto facilmente riesco a sopportare la presenza di Jonathan. Se qualcuno me l’avesse detto, non ci avrei creduto perché fino a ieri anche solo sentirlo nominare mi paralizzava per mezz’ora. Forse è perché la situazione lo impone o perché altrimenti sembrerei una stupida a evitarlo, non lo so. É tutto più facile così.
Ritorno in sala comune con il mio beauty case in mano e riesco a vedere il panico negli occhi del ragazzo seduto sul divano. Mi siedo accanto a lui e lo osservo.
-Dato che devo sottostare alla tua tortura, mi faresti anche le sopracciglia? La mia estetista è andata in vacanza e non le ho potute fare prima di partire- mi chiede, cercando di rilassarsi.
Sorrido incredula. Quindi si fa le sopracciglia?! Un altro punto a suo favore.
- Sai che c’è?- dico afferrando le pinzette –Va bene così. La scommessa è pagata!-
-Davvero?- domandano entrambi, sorpresi e perplessi.
-Le sopracciglia te le faccio lo stesso, però, perché così in giro non ci puoi andare!- esclamo provocando le risa di entrambi.
Mi siedo sul divano a gambe incrociate e faccio sdraiare Jonathan con la testa poggiata sulle mie gambe.
-Chiudi gli occhi e se ti faccio male dimmelo e mi fermo-
Questa posizione non mi dispiace affatto e Jonathan, dal canto suo, sembra stare comodo. Osservo i lineamenti del suo viso: la mascella e gli zigomi squadrati, le lebbra rosa e carnose, il naso leggermente all’insù e le ciglia bionde e folte.
“Questo ragazzo rasenta la perfezione” mi ritrovo a pensare mentre completo l’opera con le sopracciglia, anch’esse bionde.
-Il mio lavoro è finito!- esclamo, pronta a vedere gli occhi di Jonathan aprirsi, ma non succede. Mi guardo intorno e non c’è neanche l’ombra di Derek. Continuo a osservare il ragazzo sdraiato su di me.
-Si è addormentato…- sussurro per non svegliarlo.




Buonasera gente! Ecco qui il secondo capitolo! Nonostante la mia storia non abbia avuto un grande successo ho deciso di pubblicare lo stesso un nuovo capitolo, soprattutto per le 21 anime pie che l'hanno letto e per quell'anima ancora più pia di HollySmith che ha messo la storia tra le seguite ;D
Aspetto i vostri pareri magari con una recensione, anche piccola, anche brutta, anche cattiva, insomma accetto tutto ;D
Grazie per l'attenzione, spero vi sia piaciuto il capitolo.
Buone vacanze a tutti quelli che come me domani partono e a chi rimane a casa, insomma buona estate a tutti :*
ChiaraColfer

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Capitolo 3
*** Una valigia per due. ***


Buongiorno mondo! Quanto tempo! Non so spiegare cosa mi ha spinto ad abbandonare le mie storie e cosa, invece, mi ha spinto a riprenderle. Sarà la noia o il fatto che dopo aver finito gli esami di maturità tutto mi sembra più facile, ma eccomi qui! Eccovi un nuovo capitolo della mia strana, e probabilmnete orrida storia. Spero vi piaccia, fatemi sapere :D
Un bentornato a me uno a voi, che spero apprezzerete il nuovo capitolo.
Grazie per l'attenzione e buona lettura C:
Chiara :*


Dal capitolo precedente:
"-Le sopracciglia te le faccio lo stesso, però, perché così in giro non ci puoi andare!- esclamo provocando le risa di entrambi.
Mi siedo sul divano a gambe incrociate e faccio sdraiare Jonathan con la testa poggiata sulle mie gambe.
-Chiudi gli occhi e se ti faccio male dimmelo e mi fermo-
Questa posizione non mi dispiace affatto e Jonathan, dal canto suo, sembra stare comodo. Osservo i lineamenti del suo viso: la mascella e gli zigomi squadrati, le lebbra rosa e carnose, il naso leggermente all’insù e le ciglia bionde e folte.
“Questo ragazzo rasenta la perfezione” mi ritrovo a pensare mentre completo l’opera con le sopracciglia, anch’esse bionde.
-Il mio lavoro è finito!- esclamo, pronta a vedere gli occhi di Jonathan aprirsi, ma non succede. Mi guardo intorno e non c’è neanche l’ombra di Derek. Continuo a osservare il ragazzo sdraiato su di me.
-Si è addormentato…- sussurro per non svegliarlo."




Colgo l’occasione per continuare a fissarlo inosservata.
-Ti godi lo spettacolo?!- esclama all’improvviso Jonathan ancora con gli occhi chiusi.
-In realtà- dico io, cercando di salvarmi dalla figuraccia, –mi stavo chiedendo quando ti saresti svegliato, perché, sai com’è, il tuo peso piuma mi ha addormentato entrambe le gambe-.
“Ottimo lavoro Chiara! Salvata in calcio d’angolo!”
-Stai insinuando che peso troppo?- domanda lui quasi offeso.
-Oh, no. Assolutamente no!- rispondo dispiaciuta.
“Sarebbe meglio tenerla chiusa quella dannata boccaccia!” 
-Chiara, rilassati. Stavo scherzando- aggiunge Jonathan facendomi l’occhiolino.
Sospiro sollevata. Questi ragazzi mi uccideranno prima o poi!
-Ho fame!- esclama, poi, dal nulla.
-Tra un’ora dobbiamo scendere per la cena, abbiamo l’appuntamento con la prof, no?-
-Oh, hai ragione…-
Inizia a guardarsi intorno sconsolato. Un ragazzo più strano non l’ho mai visto!
Dalla porta della sala comune spunta la testa di Derek.
-Avete fatto tanti bambini?- chiede malizioso.
-Ma che dici?!- lo sgrido, paonazza per la vergogna. –Tu, piuttosto, dove sei stato?-
-A disfare la valigia, cosa che qualcuno ancora non ha fatto- risponde, indicando Jonathan.
-Io non disfo mai la valigia- si giustifica lui alzando le spalle –È solo uno spreco di tempo. È più semplice poi quando devo rifarla.-
-O. MIO. DIO. Cosa devono sopportare le mie orecchie!- esclamo inorridita –A disfare la valigia, subito!-
-Va bene, mamma- mi prende in giro Johnny e poi aggiunge: -Lo faccio a una condizione. Tu vieni ad aiutarmi!-
-Perché dovrei?- domando stupita della proposta.
-Perché sei tu che mi stai costringendo. Prenditi le tue responsabilità!- risponde serio e si dirige verso la sua camera.
-I ragazzi!- esclamo ad alta voce, sorridendo rassegnata.
-Allora!- aggiungo entrando nella sua camera –Solitamente secondo che criterio sistemi i tuoi vestiti?-
-Criterio?! Sistemare?!- domanda lui stupido –Non sono il tipo da armadio ordinato fidati. Di solito lascio i vestiti dove capita, dove c’è spazio-
-Dimmi che è uno scherzo!- affermo sempre più inorridita.
-Siamo ragazzi e noi ragazzi non sistemiamo mai- risponde giustificandosi.
-Derek l’ha fatto- lo rimprovero io.
Jonathan sfodera un’espressione da cucciolo ferito, la più dolce che abbia mai visto.
-Lascia fare a me!- esclamo a quel punto, afferrando la sua valigia. Poi aggiungo: -Non sistemi, ma ti porti quintali di roba!-
Johnny sorride soddisfatto: -Grazie, grazie! Sei un tesoro!- e mi deposita un bacio sulla guancia. Sento il mio viso diventare paonazzo, ma, cercando di dissimulare, lo richiamo: -Ho detto che ti avrei aiutato, il che implica che ci sia anche tu!-
-Pensavo di averla scampata- sussurra posando la valigia sul letto e aprendola.
“Calma Chiara, calma!” ripeto tra me e me come un mantra.
-Mettiamoci al lavoro!- affermo poi, più rilassata.
Dopo circa mezz’ora siamo ancora a metà dell’opera.
-Io non ce la faccio più!- si lamenta Johnny e si lancia sul letto.
-Non abbandonarmi adesso- gli dico guardandolo negli occhi. Non riesco a concentrarmi in niente altro che quelle profonde pozze blu. Ancora non riesco a capire come tanta bellezza possa essere concentrata in un solo ragazzo.
-Magari dovresti fare una pausa anche tu- sostiene lui, facendomi spazio accanto a lui.
“Merda” penso “E adesso che faccio?”
Una vocina in testa mi urla “Sdraiati scema! Non puoi farti scappare un’occasione così!”
-Va bene, ma solo due minuti perché poi dobbiamo prepararci per la cena…-
-Tutto quello che vuoi- risponde lui, stringendomi tra le braccia.
Ok, tutto ciò è strano ed estremamente imbarazzante, ma non posso negare che mi piace da morire.
Jonathan inizia lentamente ad accarezzarmi il braccio disegnando delle piccole forme circolari.
Inizio a rilassarmi e poco per volta chiudo gli occhi. Capisco che sto per addormentarmi, lasciandomi cullare dalle carezze di Jonathan.
“Cosa diamine stai facendo?!”. Apro improvvisamente gli occhi, ricordandomi dove mi trovo e cosa stava succedendo.
-Hey Johnny, forse dovremmo alzarci- gli dico, scuotendogli il braccio.
-Mhhh- mugugna lui i risposta, evidentemente addormentato.
-Su, su!- continuo a scuoterlo per svegliarlo.
-Chi? Cosa? Dove?- domanda lui, sveglio ma intontito.
-Barcellona. La cena. Ricordi?- dico, ridendo.
-Oh, si. È vero.- risponde, strofinandosi gli occhi.
“E quando pensi che non potesse essere più bello…”
-Vado a cambiarmi. Ci vediamo fra poco- affermo sorridendo e alzandomi dal letto.
-Si, a dopo- risponde insonnolito e poi mi dà un bacio sulla guancia. Ancora. Il terzo in una giornata. Credo di dovermi ritenere fortunata. Da sconosciuta totale a compagna di appartamento in poche ore. La mia vita non fa poi così schifo.



Ps: Apprezzerei molto una vostra opinione, positiva o negativa che fosse. Sarebbe un ottimo aiuto per la mia storia :)
Grazie ancora,
CHIARA :D

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