The Origin Of Love.

di GoodGoneGirl
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo. ***
Capitolo 2: *** Migliori amici curiosi. ***
Capitolo 3: *** ...When music made us all UNITE... ***
Capitolo 4: *** Learn To Love. ***
Capitolo 5: *** Blood or Love? - Short. ***
Capitolo 6: *** New love? ***



Capitolo 1
*** Prologo. ***





1. Prologo


I could be brown,
I could be blue,
I could be violet-sky,
I could hurtful,
I could be purple,
I could be anything you like...

Come ritornello non era male. Ma bisognava aggiungere qualcosa. Il senso però doveva essere quello. Doveva esprimere la sua rabbia verso le persone che lo insultavano e lo prendevano in giro. Era un essere umano anche lui! Aveva cneh lui dei sentimenti!..
"Ancora a scrivere?", chiede sua sorella entrando in camera.
"Già...". Paloma si siede sul letto a guardarlo. Lui fa finte di niente: è abituato a essere fissato.
"Paloma?".
"Si?".
"Vattene", infila velocemente i fogli sotto ai libri.
"Uffa! Si può sapere che hai in questo periodo? Ce l'hai col mondo!", si alza dal letto sbuffando.
Dopo che è uscita, Michael si butta sul letto a braccia aperte. Ce l'aveva col mondo, eh? Magari era il mondo che ce l'aveva con lui. Magari era il mondo che lo odiava e lo considerava un rifiuto. La musica era la sua unica consolazione e un giorno, ne era sicuro, sarebbe diventato un cantante famoso. Amato e apprezzato in tutto il mondo.
7:30. E' l'ora di andare a scuola. Alzarsi presto la mattina per scrivere gli dava la giusta carica per affrontare la giornata.
Si tira a sedere, guardando l'armadio già aperto. Si infila velocemente i soliti 5 vestiti che compongono la sua uniforme scolastica, a cui lui ha aggiunto le sue bretelle rosse e il papillon rosa. I simboli che lo distinguono dagli altri. Perchè lui è diverso, lo sa, se lo sente. Anche se non sa ancora in che modo...
Scende al piano di sotto. Abbraccia sua sorella e saluta i suoi genitori, uscendo velocemente di casa. A due passi da lì c'è la fermata dell'autobus per andare a scuola.
Come sempre è puntualissimo e pienissimo. Saluta col capo l'autista che come ogni mattina, ha in bocca il suo sigaro. Attaccandosi al palo, riesce ad infilarsi tra la masa di ragazzi e ad entrare nell'autobus. Mentre cerca di farsi spazio, va a sbattere contro qualcuno.
"Auch..", si massaggia il naso.
"Tutto bene?". Un ragazzo con i capelli lisci e biondi, lunghi più o meno fino alle spalle, e con gli occhi verdi lo guarda preoccupato. Michael rimane un attimo incantato a guardarlo. Poi gli sorride e gli porge la mano.
"Tutto a posto, grazie. Comunque io sono Michael".
"Piacere. Io sono Alex"". -Che carino- pensa, -sembra diverso dagli altri ragazzi della mia scuola. Chissà dove va...-. Michael cerca con gli occhi Chris, il suo migliore amico, di cui vede il ciuffo nero muoversi dalla parte opposta alla sua. Cerca di farsi vedere sventolando la mano. Chris gli da un'occhiata veloce per fargli capire che lo ha visto. 
I soliti 10 minuti passano velocemente sul bus, mentre Michael viene schiacciato sempre più a causa della gente che continua a salire. E' schiacciato tra Alex e altri tre ragazzi, uno dei quali a ogni sobbalzo del bus sbatte il suo bacin contro il suo sedere. E' fastidioso, ma non troppo...
Finalmente l'autobus si ferma, e Michael e gli altri studenti scendono. Si affianca a Chris, che si sta sistemando i capelli. Gli da una pacca sulla spalla.
"Come stai oggi Mika?", chiede.
"Bene. Tu Chris?". Chris sta guardando un gruppo di ragazzi davanti a loro, precisamente una rossa con una gonna troppo piccola per lei.
Sorride malizioso: "Benissimo :3".
Michael rotea gli occhi. Poi si guarda intorno...
"E' laggiù", dice Chris, indicando una ragazza con i capelli lunghi, mossi e castani. 
Michael sorride quando la vede, e tira per un braccio l'amico nella sua direzione. Può sentire il suono della sua voce: sonora e non acuta come quella delle sue amiche.
"Ciao Nicky", dice timidamente. Nicky si gira, incollando i suoi occhi azzurri e grgi a quelli del Riccio davanti a lei.
"Hey! Ciao Mika! Come stai?", chiede sorridendo.
Michael arrossisce: "Bene...". Le amiche di Nicky gli si radunano intorno. Non le sopporta: sono tutte oche.
"Ciao Mika", dicono in coro. Lui spinge fuori dal gruppo Chris, e dice scocciato: "Mi chiamo Michael".
Trascina Chris fino alla porta d'ingresso, poi gli viene bloccata la strada da un ragazzo.
"Scusa? Potresti spostarti? Sei un po nel mezzo!", dice imbronciato. Il ragazzo si volta.
"Michael! Ciao!", saluta radioso Alex. Michael è a bocca aperta, e anche rosso per l'imbarazzo.
Chris li guarda senza capire. "Voi due vi conoscete?".
"Si, ci siamo incontrati stamattina sull'autobus", risponde Alex posando una mano sulla spalla di Michael. Lui sorride imbarazzato.
"Sono Alex", porge la mano a Chris sorridendo.
"Chris", gli stringe la mano. 
Poi Alex si allontana. "Devo andare. E' il mio primo giorno e non vorrei proprio fare tardi". Sorride a Michael.
Michael rimane imbambolato a guardarlo mentre cammina per il corridoio, salutandolo con la mano. Anche Chris lo guarda, ma con un'espressione totalmente diversa.
"Quel tipo non mi piace. Mi sembra tanto un figlio di papà". Michael non da peso alle parole dell'amico. 
A lui piace Alex, gli sembra proprio un ragazzo per bene.
"A me piace", Chris lo guarda stupito.
"Dai, ora andiamo. Sennò facciamo tardi anche noi". 
Camminano fine alla loro classe, entrando sul suono della campanella. Si vanno a sedere mentre entra il Prof Rowan, italiano.
"Buongiorno ragazzi", dice sedendosi.
"Buongiorno prof". Posa i suoi libri sulla cattedra e inizia a camminare in su e in giù.
"Come sapete questa settimana sarebbe dovuto arrivare un nuovo studente...". 
Si creano mormorii ovunque, tutti si guardano e si voltano per parlare con il compagno dalla parte opposta della classe. Michael e Chris fanno supposizioni assurde -soprattutto Chris- su come può essere il nuovo studente.
"...E quindi con molto piacere che accolgo nella nostra classe Alexandre Stone". Michael si congela quando vede Alec che gli sorride e gli fa un cenno di saluto col capo.
"Conosce già qualcuno dei nostri ragazzi, Stone?".
"Si, Michael", dice indicandolo.
"Penniman! Bene! Il signor Wood ci farà quindi il piacere di spostarsi da un'altra parte", dice Mr. Rowan a Chris.
Michael lo guarda con uno sguardo implorante, ma Chris deve obbedire, e dopo un sussurrato scusa Alexander è seduto accanto a lui.
"Sarà un piacere stare vicino a te", dice Alex sorridendo.
"Anche per me", arrossisce Michael... :3

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Capitolo 2
*** Migliori amici curiosi. ***





2. Migliori amici curiosi


Say what you want to satysfi yourself!
Una delle frasi più belle mai scritte, si. 
Seduto sul letto, gambe incrociate, quaderno con spartiti e testi davanti. In questo periodo passava i suoi pomeriggi in questo modo, scriveva. Dedicava pochissimo tempo ai compiti, ma gli andava bene così. La musica era il suo unico rifugio.
A scuola lo prendevano in giro, ma l'arrivo di Alex aveva fatto ridurre la voglia ai suoi compagni di sfotterlo. Non che avessero smesso, ma sicuramente meglio. Forse Alex aveva un effetto benefico sugli altri...
Gli piaceva stare con lui. Era simpatico e solare, e poi era molto carino, il che non guastava. 'Strano', pensò. 'Non mi era mai capitato di fare un'osservazione del genere su un ragazzo...'. In un attimo s fece prendere dal panico. Era sempre stato diverso dai suoi compagni, ma non in quel modo. Dire che il proprio compagno di banco è carino, non vuol dire essere diverso, vero? Gli si stavano confondendo le idee. Da una piccola osservazione, il suo cervello aveva tirato fuori dei pensieri assurdi, il che non aiutava. Michael, che stai dicendo? Nicky, ricordati di lei. A te piace lei, e sei etero. Perchè tu lo sei Michael, vero? Vero??...
Ok ok ok ok ok. Stop. Stiamo calmi. Il suo cervello gli stava giocando un brutto scherzo. Doveva calmarsi, e fare pulito di tutti quei pensieri assurdi che lo stavano mandando in crisi. Ma come.. Nicky. Doveva chiamare Nicky, sentire la sua voce. 
Cellulare. Rubrica. N. Nicky. Chiama...
-"Pronto?", grazie a Dio.
-"Nicky".
-"Chi sei?".
-"Michael".
-"Hey, ciao! Come stai?".
-"Bene, tu?", si stava rilassando.
-"Tutto bene... Volevi qualcosa?".
-"No...".
-"Ah... E, perchè mi hai chiamata?".
-"Non-non lo so... Avevo voglia di sentirti, credo...".
-"Che carino. Senti Mika, devo andare all'allenamento. Ci -vediamo a scuola!".
-"Va bene".
-"Mi ha fatto piacere sentirti, ciao!".
-"Ciao!".
Tu tu tu tu tu tu tu tu -"Ti amo"- tu tu tu tu tu tu tu tu tu.
Ora si che stava bene. Si, lui amava Nicky. Alex era solo il suo bel compagno di banco, e basta.
Quel pomeriggio sarebbe dovuto andare da Chris per fare una ricerca. Era una delle poche volte che non usciva per andare dietro a qualche ragazza. A Chris non piaceva Alex. Non sa perchè, ma non gli stava simpatico. Ed era pure geloso! Si irritava se stava troppo tempo vicino a lui. Non poteva vedere i suoi morbidi ricci castani vicini ai capelli lisci e biondi di Alex. Mah, la gente è strana.
Si alzò velocemente dal letto lasciando lì la sua musica. Andò in bagno per sistemarsi i capelli: era l'ora di andare. Si rinfilò la camicia nei pantaloni e scese al piano di sotto.
"Esci?", gli chiese Yasmine porgendogli le chiavi.
"Si, vado da Chris per fare una ricerca".
"Vedete di non stare tutto il pomeriggio a suonare" -Chris suonava la chitarra.
"Si, mamma".
"E dai Yasmine, lo sai che è un bravo ragazzo", disse Fortunè posando una mano sulla spalla al fratello.
"Lo so, ma la prudenza non è mai troppa!", continuò la maggiore.
"Si si. Ciao Michael!", urlò Paloma dall'altra stanza. 
Michael salutò i fratelli e uscì di casa, incamminandosi nella via davanti alla sua. Per fortuna Chris abitava non molto lontano da lui, e faceva in fretta ad arrivare. Suonò il campanello.
"Chi è?", chiese Chris da dentro casa.
"Sono Michael".
"Parola d'ordine?".
"Fammi entrare idiota, che è tardi".
La porta si aprì davanti a un Chris in pigiama e spettinato. "Vai a una sfilata, Penniman?", gli chiese guardando i suoi vestiti.
"Si, di Christopher Wood. Lo conosci? E' molto famoso", rispose Mika spostandolo e entrando in casa.
"No, non lo conosco, però mi hanno detto che è molto affascinante", disse l'altro chiudendosi la porta alle spalle. Mentre camminavano, Chris posò per sbagli gli occhi sul didietro del suo amico, e rimase sorpreso di quanto fosse messo bene un ragazzo magro come Michael.
"Sei messo bene...", disse.
"A cosa?", chiese Mika. Seguì gli occhi dell'amico fino al suo sedere, e arrossì vistosamente.
"A culo. Hai proprio un bel culo, per essere così magro", continuò Chris compiaciuto.
"Smettila!", disse Mika voltandosi per non farsi guardare.
"Di fare che?", chiese Chris accompagnandolo in camera sua. 
"Di guardarmi". Entrarono in camera.
"Perchè? Ti da fastidio?", chiese sorridendo, dandogli una pacca sul sedere. 
La faccia di Michael stava letteralmente andando a fuoco. Era il suo migliore amico, gli voleva bene, niente di più. Era una cosa normale tra amici, vero?
"Sono cose normali tra amici", disse l'altro sedendosi sul letto.
"Va bene, ma non rifarlo più. Mi fa strano", disse Michael, attorcigliandosi un ricciolo attorno a un dito. Chris lo stava fissando in silenzio. Poi scoppiò in una fragorosa risata.
"Che c'è?", domando Mika.
"Non sarai mica gay?", chiese Chris ridendo.
Mika sgranò gli occhi arrossendo nuovamente e distogliendo lo sguardo. Chris, sorridendo, spinse Michael sul letto salendogli sopra, e facendo sbattere i loro bacini. Un brivido percorse la schiena di Michael. 'Stai calmo', si disse, 'Non c'è motivo di essere nervosi. E' solo una stupidissima prova'.
Chris si abbassò, annusandogli il collo e accarezzandogli con la mano una coscia. Lo annusò fino ad arrivare al primo bottone della camicia. Poi guardò Michael e la patta dei suoi pantaloni: era piatta.
"Bene", disse, dandogli una pacca sulla spalla. "Non sei gay", scese da sopra di lui. Michael riprese a respirare, felice di aver superato la prova. 
Chris prese dei quaderni dalla scrivania, un libro e il pc che accese una volta portato il tutto sul letto accanto a Michael. 
"Perchè pensavi che fossi gay?", chiese poi Mika tirandosi a sedere.
"Non capivo in che modo ti potesse fare strano una pacca sul sedere, così ho voluto verificare", rispose Chris facendogli l'occhiolino. 
"E se lo fossi?", chiese ancora Mika.
"Cosa?".
"Se fossi gay, che succederebbe?", continuò Michael.
"Credo niente, però penso che dovrei saperlo visto che sono il tuo migliore amico", disse premendo un tot di tasti sulla tastiera. Porse il libro a Michael che iniziò a sfogliarlo.
"E poi, se tu fossi gay, Nicky cosa farebbe?", disse scherzando.
"Ci saresti tu a sbavargli dietro!", rispose Michael spingendolo.
"Ahahah certo!". Risero insieme. Poi tornarono a dedicarsi alla loro ricerca. 
"Dovrebbe esserci qualcosa che può servirci in quel libro", disse a Michael. "Io guardo se trovo qualcosa in rete".
"Va bene. Ora controllo".
Il loro pomeriggio tutto compiti e niente gay era appena iniziato. 

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Capitolo 3
*** ...When music made us all UNITE... ***





3. ...When music made us all UNITE...


Erano le otto e trenta e Michael stava correndo come un pazzo per la casa. Tra mezz'ora sarebbe dovuto essere a scuola, ma era ancora in pigiama. Avrebbe fatto sicuramente tardi. Mentre saltellava in camera sua per infilarsi i pantaloni dava qualche morso a del pane tostato.

“Palomaaa! Dov'è la mia giacca?!”, urlò alla sorella andando sul pianerottolo.

“Non lo so. Chiedi a mamma!”.

“Ma mamma è a lavoro!!”.

“E allora chiedi a Yasmine”. Michael corse lungo il corridoio fiondandosi in camera della sorella. Questa lo fulminò con gli occhi: odiava che il fratello entrasse senza bussare.

“Hai visto la mia giacca da qualche parte? E' tardi e non la trovo!”, disse disperato. La sorella fece cenno verso il suo letto con capo. Michael la seguì con lo sguardo vedendo la sua giacca.

“Perché l'hai presa??”, disse correndo via.

“C'era un buco”, ma Michael era già sparito.

Si sistemò la giacca e la camicia e si annodò la cravatta al collo. Quella mattina non c'era tempo per il papillon. Corse giù per le scale urlando un ciao a tutti e si fiondò fuori casa. Non aveva tempo di prendere l'autobus, così iniziò a correre per le stradine del suo quartiere prendendo ogni scorciatoia conosciuta. Correva come un fulmine con la tracolla che gli sbatteva addosso sotto gli sguardi dei passanti. Quando arrivò davanti alla sua scuola e vide sul grande orologio che erano le otto e quarantacinque tirò un sospiro di sollievo. Camminò riprendendo fiato dentro il grande giardino verso il suo gruppo di compagni. Quando arrivò vicino a loro, si accasciò sulla spalla di Chris.

“Hey! Finalmente! Mi stavo preoccupando!”, gli disse Chris sorridendo.

“Scusa. Ho fatto tardi”, sorrise. “Ciao ragazzi”, disse poi ad alcuni dei suoi compagni. Loro lo squadrarono dall'alto in basso senza dire niente. Nicky invece gli sorrise e ricambiò il saluto.

“Ciao Mika!”, disse raggiante. Michael si sciolse vedendola sorridere: era davvero bella. Un ragazzo, Henry, si avvicinò a Nicky e se la tirò vicino squadrando Michael.

“Da quando parli con lui Bambola?”, domandò.

“Mika ed io siamo amici Henry, e non chiamarmi Bambola”, gli rispose Nicky.

Henry lasciò Nicky e si avvicinò a Michael con fare minaccioso. Si fermò a pochi centimetri da lui.

“Ehi checca, sta lontano dalla mia ragazza, se non vuoi farti male”, disse con cattiveria.

“Scusa, dovrei spaventarmi?”, domandò Mika per niente spaventato.

“Si, perché il tuo splendido visino di porcellana si potrebbe anche rovinare”, disse, spingendolo indietro.

“Non mi toccare”, disse serio il Riccio. In quel momento arrivò Alex.

“Wo, calma ragazzi. Nessuno rovinerà il viso di nessuno. Vero Henry?”, chiese rivolto al Moro. Henry guardò malissimo anche lui. Poi si portò di nuovo Nicky vicino e andò via.

Michael lo odiava davvero tanto. Era il più antipatico dei suoi compagni. Quanto avrebbe voluto picchiarlo.

“Grazie Alex, ma non c'era bisogno del tuo aiuto”, disse poi rivolto al Biondo. Alex lo guardò sorridendo, e gli posò una mano sulla spalla.

“Ma dai. E' solo un cretino”, disse. Poi con grande stupore da parte di Michael e di Chris, si chinò per dargli un bacio sulla guancia. “Comunque ciao”, disse, e si incamminò verso l'entrata. In quel momento suonò la campanella della prima ora.

“Non mi piace. Non mi piace!”, disse Chris prendendo il Riccio sotto braccio e entrando a scuola.

“Un giorno mi spiegherai il perché..”, disse Michael seguendo con lo sguardo la sagoma de suo compagno di banco che si allontanava. Entrarono in classe. Michael si sedette come al solito vicino ad Alex che stava sistemando le sue cose sul banco. Oggi Michael non aveva alcuna voglia di seguire. Così aspettò che il Professore fosse entrato e si fosse seduto a spiegare per tirare fuori i suoi spartiti e nasconderli in mezzo ai libri, insieme al testo, per continuare a scrivere. Alex sbirciò per un attimo Michael e sfilò un fogli dal suo libro.

“Hey! Ridammelo!”, disse Michael infastidito.

“Tu scrivi musica?”, chiese l'altro leggendo lo spartito.

“Si, o almeno ci provo...”, disse attorcigliandosi un ricciolo attorno a un dito.

“E' una bella melodia”, disse Alex prendendo anche l'altro foglio. “Verrebbe bene con il piano forte”.

“Si, infatti quando scrivo lo faccio vicino al piano forte per provare le melodie via via che le scrivo”.

“Suoni il pianoforte?”, chiese Alex sorridendo.

“Si...”.

“E sei bravo?”, continuò.

“Dipende dai punti di vista...”, rispose Michael leggermente imbarazzato.

“Allora qualche volta possiamo suonare insieme!”, sorrise.

“Tu suoni?”, chiese stupito Mika.

“Si, il pianoforte e la batteria”, disse, rimettendo i gli spartiti nel quaderno di Mika senza staccargli gli occhi di dosso.

“Stone! Penniman! Silenzio per favore!”, li riprese il prof.

“Scusi”, dissero i due ragazzi in coro sorridendosi.

Chris dal banco dietro li osservava. Non poteva davvero vedere Alex. Gli era stato sempre antipatico, fin da subito. Era distanti anni luce da lui e dal suo Michael, e il fatto che si stessero avvicinando così tanto gli dava molto fastidio. Non voleva assolutamente che qualcuno gli portasse via il suo prezioso migliore amico. Però Michael era così felice di stare in compagnia di Alex che non riusciva a dirgli niente.

Suonò la campanella del primo intervallo. Tutti i ragazzi si alzarono e il professore chiuse il libro. Michael vide Nicky andare alla lavagna e prendere un gessetto. Chris si andò a sedere accanto a Michael. Domani sera ora 21:30 a casa mia. Festa! Siete tutti invitati :*

“Già, domani è venerdì, il giorno dei party”, commentò Chris. “Ci andrai?”m chiese a Michael.

“Non lo so...”, disse l'altro. Era tanto che non andava a una festa, e l'idea non gli dispiaceva affatto.

“Tu ci vai?” chiese poi Mika ad Alex.

“Certo!” rispose l'altro raggiante. “E' un'altra occasione per conoscere gente nuova”.

Nicky si avvicinò saltellando al banco dei tre ragazzi. “Voi verrete?”, chiese, anche se la domanda era rivolta solo a Michael.

“Io e Alex si”, disse Chris, “Il musicista qui non lo sa”, continuò dando una spinta al Riccio.

“Dai, vieni anche tu Mika!”. Lo guardò per qualche secondo in silenzio facendolo naufragare nell'azzurro dei suoi occhi. Poi suonò la campanella di fine intervallo e tutti tornarono a posto.

“Ci conto eh!”, disse ancora la Mora tornando al suo banco.

“Ci conta eh!”, ripeté Chris da dietro. Bhe.. Se ci conta...

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Capitolo 4
*** Learn To Love. ***




 

4. Learn To Love


Era un po agitato quella sera. Non era mai stato a casa di Nicky, ed era tanto che non andava a una festa. Magari non si ricordava più come ci si comportava. Stette per dieci minuti buoni in bagno davanti allo specchio a fissarsi in silenzio, senza fare niente. Era pensieroso. Sperava che non ci fosse Henry: gli avrebbe sicuramente rovinato la festa.

Non era una festa dove era richiesto una abbigliamento in particolare, quindi poteva tranquillamente mettersi i suoi soliti pantaloni neri, la sua solita camicia bianca e le sue solite bretelle rosse. Aveva dei capelli osceni. Se li era appena lavati, e così puliti erano molto più vaporosi e non stavano come li metteva lui. Poi qualcuno bussò alla porta.

“Mika? Posso?”, chiese Fortunè al fratello entrando. Vedendo la faccia delusa del fratello si fermò accanto a lui guardando i loro riflessi nello specchio.

“Che hai?”, chiese.

“Non riesco a sistemarmi i capelli”, disse l'altro triste. Fortunè passò un paio di volte tra i capelli del fratello cercando di farli stare in qualche modo. Poi però, non avendo successo, prese il gel e se lo mise in mano.

“Che stai facendo?!”, chiese Michael schifato.

“Ti sistemo i capelli”, rispose l'altro tranquillo.

“Con il gel?? Ma non lo sai che secca i capelli??”, chiese ancora.

“Si, e gli uccelli volando seccano l'aria. Dai, stai fermo”. Imbronciando, Michael si lasciò mettere in testa quella poltiglia appiccicosa. Dopo dieci minuti di lavorazione, si poté guardare allo specchio e rimase felicemente sorpreso di quanto fosse bravo il fratello con i capelli.

“Allora? Sono o non sono un artista?”, chiese Fortunè sciacquandosi le mani.

“Devo dire che sei bravo”, rispose Mika sorridendo. Fece per toccarsi un ricciolo, ma il fratello gli diede una pacca sulla mano.

“Il gel si deve seccare. Se inizi a toccarti siamo punto e a capo”.

“Ok...”. Sorrise ancora una volta al fratello prima di scendere al piano di sotto per infilarsi la giacca e prendere le chiavi. Paloma arrivò dalla cucina portandosi dietro una scia d'odore di biscotti. Amava cucinare. Guardò i capelli del fratello un po confusa.

“Tu non eri quello contro il gel?”, chiese.

“Si, ma oggi i miei capelli non avevano proprio intenzione di stare come volevo io”. Lo guardò di nuovo, poi tornò in cucina. Michael uscì e si incammino all'incrocio della sua strada con quella sulla sua sinistra. Lì lo stava aspettando Chris per accompagnarlo in macchina alla festa di Nicky.

Bussò sullo sportello e questo si aprì dall'interno. Poi salì e l'auto partì.

“Ciao Michael!”, trillò la madre di Chris dal sedile anteriore.

“Buonasera signora”, rispose gentilmente lui. Chris gli si avvicinò guardandogli i capelli.

“Che ti sei messo in testa?”, gli chiese toccandoglieli.

“Me lo vuole chiedere qualcun altro? E' gel!”, disse Michael gesticolando.

“Ah. No, bo, perché di solito non te lo metti mai...”. Michael no rispose.

Rimasero in silenzio per tutta la durata del viaggio che a Mika sembrò un'eternità. Era eccitato all'idea di poter andare a una festa organizzata da Nicky, ma allo stesso tempo era preoccupato che ci fossero sempre i soliti idioti che lo prendevano in giro. Era comunque una festa, e sperava che anche per lui potesse essere tale.

Arrivarono dopo 10 minuti davanti a una villetta circondata da un giardino. C'era già molta gente e la musica si sentiva anche da fuori.

“A che ora pensate di tornare?”, chiese la mamma di Chris ai due ragazzi.

“Non lo so mamma, poi ti faccio sapere”, rispose Chris chiudendo lo sportello e rispedendo la madre a casa.

Si incamminarono verso l'entrata sgusciando tra ragazzi e ragazze di tutte l'età. Chris prese Michael per mano per non perderlo tra la calca mentre entravano in salotto. Arrivati, trovarono Alex a chiacchierare felicemente con una ragazza che avrà avuto si e no 4 anni meno di loro, una bambina in pratica. Michael rimase molto sorpreso di scoprire che ad Alex piacevano le ragazze, soprattutto di quell'età. Aspetta.. Era normale che gli piacessero le ragazze no?

Nicky invece era seduta su un divanetto arancione accanto ad Henry e ai suoi simpatici amici. Quando vide Michael si alzò sorridendo e andò verso di loro.

“Allora sei venuto!”, disse felice.

“Eh.. Si...”, Mika era un po in imbarazzo.

“Ciao anche a te Nicky”, disse Chris che non era stato calcolato di striscio dalla ragazza.

“Oh ciao Chris. Non ti avevo visto. Spero che vi divertiate”, disse poi rivolta a Michael. Sorrise di nuovo, e tornò dal suo ragazzo che guardò i due amici nello stesso odioso modo del giorno prima.

“Ciao Mika!”. Per quasi non cadde dallo spavento. Alex si era catapultato accanto a Michael all'improvviso e nessuno l'aveva visto. “Sono contento che siate venuti, mi sentivo solo”, disse.

“A me non sembrava”, rispose Chris guardando la ragazza con cui stava parlando il Biondo. Alex la guardò di nuovo.

“No.. Lei l'ho appena conosciuta. Non so nemmeno come si chiama”.

“Sembravate in sincronia”, continuò acido Chris.

“Bene, ma non è il mio tipo...”, rispose Alex guardando Michael.

Si sedettero tutti e tre su un altro divanetto rosso. Alex rimase per tutta la serata insieme a Michael. Chris ogni tanto spariva dietro qualche ragazza e tornava ogni volta più gasato di quella prima. Poi Alex ogni tanto si alzava e ballava con qualche ragazza che gli sbavava intorno, sempre però rimanendo vicino a Michael, che invece non parlò con nessuno tranne che con lui e con Chris. Verso metà serata Mika vide Henry e i suoi amici andare via di corsa dalla festa. Quando uscirono Nicky si andò a sedere vicino a Michael.

“Come mai se ne sono andati?”, le chiese.

“Henry ha detto che aveva una cosa urgente da fare...”.

“E' da tanto che state insieme? Se posso chiedere”, chiese timidamente il Riccio.

“No, non molto”.

“E' la tua anima gemella?”, continuò.

“Credi a queste cose? Che carino che sei”, disse. Michael arrossì. “Comunque no, non credo”.

Rimasero qualche secondo in silenzio, poi Nicky disse: “Ti va di fare un giro della casa?”, e sorrise.

“Certo! Mi farebbe molto piacere!”. Si sorrisero a vicenda. Nicky prese per mano Michael trascinandoselo dietro. Alex e Chris si guardarono e seguirono con lo sguardo i due che si perdevano tra la folla. Nicky fece fare il giro della villetta molto velocemente a Mika, nonostante non fosse per niente piccola. Lasciò per ultimo un terrazzo che dava sul giardino dietro la villa. Di sera era bellissimo illuminato dalla luce della Luna.

“Wow. E' bellissimo!”, disse estasiato Michael.

“Già...”, commento Nicky guardando il Riccio.

“Se ti dico una cosa non ti offendi, vero?”, chiese poi di punto in bianco Mika.

“No, macché Dimmi pure”.

“Secondo me non dovresti stare con Henry”.

Nicky guardò ad occhi spalancati Michael e gli si avvicinò. “E perché?”.

“Perché tu sei così bella e gentile, mentre lui sembra un cavernicolo appena scongelato!”, Michael tentò di essere simpatico.

“Pensi che sia bella?”, chiese Nicky posandogli una mano sulla spalla.

“Bhe.. Io...”, Mika era imbarazzatissimo.

“Dio, come sei tenero Mika”. Si spinse ancora più vicino a lui attaccandosi alle sue labbra.

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Capitolo 5
*** Blood or Love? - Short. ***




5. Blood or Love? - Short


Il sapore del sangue mescolato a quello dell'asfalto non è il migliore. Sto respirando chissà quale gas nocivo, ma non riesco ad alzarmi. Ho la vista appannata, ma vedo bene le gocce di sangue accanto al mio viso. Non so se mi fa più male lo stomaco o la schiena. Quanto tempo è che sono qui? Due, tre ore? Mi sembra una vita, ma probabilmente sono solo pochi minuti. Sento in lontananza un suono, forse è la campanella. Un brusio, tutti iniziano a uscire dalle aule. In poco tempo il cortile è pieno di gente, ma nessuno sembra accorgersi di me. Sto per svenire, non riesco quasi più a sbattere le palpebre.

“Michael! Michael! Che ti è successo amico?! Rispondi!”. Sento Chris che mi solleva cercando di farmi stare dritto.

“C-Chris...”, non riesco più a parlare.

“Oddio, ma tu sanguini! Aiuto! Aiutatemi per favore!”. Chris grida, e dopo poco sento dei passi che si avvicinano veloce a noi, e una mano che mi preme forte sulla ferita sulla tempia.

“Lo dobbiamo portare in ospedale”, dice Alex sollevandomi da terra. “Presto, chiama un'ambulanza”. Riapro gli occhi, e vedo due labbra rosa che mi parlano, ma non sento nulla. Leggo il labiale: andrà tutto bene.

 

 

Che odore strano. Di disinfettante. Apro piano gli occhi, e nonostante la luce sia quasi inesistente mi brucia gli occhi. Mi guardo intorno. Accanto a me c'è una ragazza bionda che dorme. Ha una ferita sul sopracciglio. Chissà come sta.

Si apre la porta. Paloma entra e chiude piano la porta, ma quando vede che sono sveglio mi si lancia al collo.

“Michael! Grazie a Dio ti sei svegliato! Come stai piccolo?!”, mi urla nell'orecchio.

“Sto benissimo, ma non urlare...”, sussurro.

“Entrate! Si è svegliato!”, grida, senza ascoltarmi. In meno di cinque secondi il mio letto è circondato dalla mia famiglia e dai miei amici. Mamma e papà non ci sono. Saranno a lavoro, come sempre.

“Possiamo sapere chi è stato a farti questo?!”, mi domanda Fortunè arrabbiatissimo.

“Un ragazzo a scuola...”, dico. Chris e Alex si fanno spazio tra la gente e arrivano vicino a me.

“E perchè?”, mi domanda ancora mio fratello.

“Non lo so...”, dico. Non ho alcuna voglia di passare per quello che manda il fratello a fargli da protettore.

“Io so cosa è successo”, dice poi Yasmine. La guardo con gli occhi spalancati, e solo quando sollevo le sopracciglia mi accorgo di avere la testa fasciata.

“Come...”. - “Si, gli ho raccontato tutto”, dice dopo Chris serio.

“Perchè?”, sono sull'orlo della disperazione.

“Perchè non ne possiamo più di vederti maltrattato da Henri e i suoi amici”, mi spiega Alex. “Non te lo meriti”.

“Così però non miglioreranno le cose...”, continuo. Cerco di tirarmi a sedere, ma mi cedono le braccia. Sono veramente tanto debole.

“Sai che è tutta colpa tua, vero?”, dice poi acida Yasmine rivolta a Nicky.

“Ma io...”, ha le lacrime agli occhi, poverina.

“Non è vero. Lasciala in pace”.

“Sta zitto Mika. Vattene, e non rivolgere mai più la parola a mio fratello”, dice, indicandole la porta con un dito.

Nicky abbassa la testa. Vedo che delle lacrime iniziano a bagnarle il volto, poi scappa fuori dalla stanza e sparisce. Mi dispiace davvero tanto. Non è stata colpa sua. Ma mia. Solo mia e della mia stupida cotta.

“Ora noi andiamo Michael. Ti lasciamo con i tuoi amici. Fortunè tornerà stasera a darti la buona notte. Domani speriamo tu possa tornare a casa. Ciao”, dice Allegra chinandosi per baciarmi la fronte. Uno ad uno escono dalla stanza, e Chris e Alex si siedono accanto a me.

La ragazza bionda dorme ancora. Ha il sonno davvero pesante.

“Senti Mika, spero che tu non te la sia presa”, dice Chris timidamente.

“No, tranquillo, anche se avrei preferito se non aveste detto nulla”, sorrido.

“Uh, bene. Senti, io ora devo andare. Devo fare ancora tutti i compiti. Tu riposati. Torno domani pomeriggio. E tanto ora c'è Alex con te. Ciao, ti voglio bene!”, dice, uscendo dalla porta.

Rimaniamo un attimo in silenzio, un attimo così lungo che mi pare un'eternità.

“Non voglio mai più che quel tipo ti si avvicini”, dice poi serio Alex, alzandosi in piedi.

“Bhe, nemmeno io...” - “Ti farò da guardia del corpo se necessario, ma deve starti a chilometri di distanza”, continua, posando le mani accanto al mio viso a avvicinandosi. Il mio cuore accelera...

“Grazie, ma non ce n'è bisogno. Davvero”, scivolo leggermente in giù col sedere.

“E invece si. Tu sei una persona troppo bella per subire tutto questo”, dice ancora, avvicinandosi di più.

“Alex, davvero, non è necessario. Grazie lo stesso”. Mi guarda un attimo fisso negli occhi, poi mi si abbuia la vista. Qualcosa di morbido preme contro le mia bocca, e solo quando mi passa la lingua in mezzo alle labbra realizzo che Alex mi sta baciando. Il mio cuore va più veloce di un treno. I battiti continuano ad aumentare quando apro la bocca e le nostre lingue si incontrano.

Sto per avere un infarto...

 






Angolo dell'autore.
Ciao a tutti!
Leggendo la recensione ricevuta ho capito che dovevo rivedere questo mini capitolo.
Infatti mi sono resa conto che avevo fatto alcuni errori che confondevano un po le idee.
Quindi ho corretto tutto e cambiato alcune cosine.
Spero di ricevere altre recensioni: mi fa piacere sapere cosa pensate.
A presto! :D

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Capitolo 6
*** New love? ***




6. New love?


Sono tornato a scuola da un paio di giorni, ma non riesco a seguire una lezione intera. Non faccio altro che pensare a quando Alex mi ha baciato. Non capisco perchè lo abbia fatto, e perchè mi sia piaciuto così tanto... E' stato strano, ma bello al tempo stesso. E' stato anche completamente diverso dal bacio che mi ha dato Nicky, anche se non dovrei pensarci più, visto che è stato la causa del mio soggiorno in ospedale.

“Penniman! Allora, mi sta seguendo?”, mi domanda il professore irritato, riportandomi alla realtà,

“Si, mi scusi...”.

“Si può sapere che ti prende? Non stai mai attento da quando sei tornato!”.

“Sono solo stanco. Scusi, mi impegnerò di più”. Devo essergli sembrato convincente, perchè riprende la sua spiegazione. Chris mi fa un disegno sul banco. :/ ?

Non ho detto niente neanche a lui. Non saprei da dove iniziare. Anche perchè non sono più sicuro di niente. Anche se non lo sono da un po... Oh mamma! Mi si sta fondendo il cervello! Mi passo le mani tra i capelli nervosamente.

“Prof, mi scusi, potrei uscire un attimo?”. Mi guardo scocciato, ma mi fa segno di si col capo.

Mi precipito fuori di classe e poi in bagno. Mi chiudo dentro uno dei bagni e mi siedo sul water. Non ne potevo più. Se non riesco a seguire meglio che stia qua fuori, tanto manca poco ormai alla fine. Sento dei passi che si avvicinano e che si fermano davanti alla mia porta.

toc toc

“Occupato”.

“Lo so che è occupato scemo”, dice Chris da fuori. “Fammi entrare”.

Apro la porta. Lui entra e si siede a terra davanti a me. Facciamo sempre così quando c'è qualcosa che non va. Quello col problema seduto sul gabinetto e l'altro a terra che ascolta.

“Allora, dimmi che hai”, dice serio.

“Non ho niente”, rispondo.

“Non è vero. Da quando sei tornato dall'ospedale sei strano, non stai più attento in classe, non hai più i tuoi spartiti ovunque. Questo per me non è 'niente' “.

“Chris, sul serio, sto bene”.

Si alza di scatto sbattendomi contro al muro e mettendo le mani ai lati del mio viso. Mi guarda serio, e non sembra si voglia spostare.

“Adesso o mi dici che hai o ti prendo a testate!”.

Sospiro scivolando leggermente sopra il water. Lui toglie le braccia continuando a fissarmi.

Inalo più aria possibile, chiudo gli occhi trattenendola dentro di me. Poi la butto fuori.

“Dopo che te ne sei andato l'altro giorno dall'ospedale sono rimasto con Alex che dopo un po che parlavamo mi ha baciato”, dico, tutto d'un fiato.

Chris ha gli occhi sgranati. Continua a guardarmi, ma la sua espressione è decisamente cambiata.

“Come scusa?”, mi chiede.

“Non farmelo ripetere un'altra volta per favore, è già abbastanza imbarazzante così”.

Scivola lungo la porta finchè non si siede di nuovo contro la porta.

“E perchè l'ha fatto?”.

“Se lo sapessi non sarei in queste condizioni!”, dico. Mi allargo la cravatta e mi sposto i ricci dalla fronte. Fa caldo in due in un bagno...

“... E a te è piaciuto?”, mi domanda ancora.

Lo guardo, forse arrossisco, non lo so, ma non riesco a rispondergli. Lui però sorride e si inginocchia davanti a me, posandomi le mani sulle ginocchia. “Allora è questo...”, dice.

Non riesco a guardarlo in faccia, mi vergogno terribilmente. Non è possibile che sia gay. No, non può essere...!

“Non devi aver paura Michael, non è niente di grave. Se ti è piaciuto quel bacio non vuol dire che tu sia gay, e anche se lo fossi non cambierebbe niente tra noi, e nemmeno tra te e la tua famiglia”.

“Sei sicuro?”, meno male che ho lui.

“Certo”. In quel momento suona la campanella di fine lezione. “Vuoi che ti accompagni a casa?”.

“No grazie, vado da solo”.

Usciamo dal bagno, prendiamo le nostre cose e usciamo anche da scuola. Alex non si vede, e Nicky ovviamente mi sta lontana. Io e Chris facciamo il solito pezzo di strada insieme, poi ci dividiamo.

“Io mi devo fermare un attimo da mio padre in officina. Ci sentiamo oggi pomeriggio!”, dice Chris, mentre svolta l'angolo.

“Va bene”.

Mi ha fatto bene parlarne con qualcuno, non mi sento più quel peso sullo stomaco. E meno male che il professore mi ha fatto tornare accanto a Chris. Alex è con noi solo poche ore, visto che frequentiamo corsi diversi, e cerco sempre di evitarlo. D'un tratto sento una mano sulla spalla, e mi blocco in mezzo alla strada dallo spevento.

“Finalmente ti sei fermato!”, mi dice Alex con fiatone. “Sono cinque minuti buoni che ti chiamo. Non mi sentivi?”, chiede.

“N-No... Io-”

“Volevo parlarti”, mi interrompe. E' diventato improvvisamente serio. I suoi occhi sembrano più verdi del solito, e con i capelli legati sembra un dio greco. Riprendiamo a camminare. Rimaniamo in silenzio entrambi, poi Alexander inizia.

“Mi dispiace di averti baciato. L'ho fatto d'impulso, non ho pensato che non avresti potuto gradire. Ti chiedo scusa”. Che carino. Scusarsi per un bacio, non l'avevo mai sentito.

“Non-Non importa. E' tutto a posto...”, faccio un mezzo sorriso.

Lui invece sorride raggiante. “Tu mi piaci Michael. Vorrei che ci frequentassimo”, mi dice poi, posandomi una mano sulla spalla.

“Tu sei...”.

“Si, sono omosessuale. E' così importante dirlo?”.

“No, scusami”. Sono davvero solo io che mi faccio problemi del genere?

“Allora, ti va di uscire con me qualche volta?”, mi domanda ancora.

Mi fermo proprio accanto alla porta di casa mia e lo guardo. Anche lui mi guarda speranzoso.

“Senti, io adesso sono piuttosto confuso su questa cosa, quindi-”.

“Hai bisogno di tempo, certo, ti capisco”, dice. “Non c'è problema. Non ho fretta. Solo, posso fare una cosa prima di questo tuo periodo di riflessione?”, domanda ancora.

“Va bene...”, dico titubante.

Lui sorride, poi si avvicina, mi prende il viso tra le mani e mi bacia di nuovo. E non so perchè, ma non riesco a sottrarmi a quel bacio, a quelle labbra morbide. Mi piace il suo sapore...

Quando si stacca, mi accarezza la guancia. “Grazie. Ora vado a casa. Ci sentiamo domani”, dice sorridendo.

“C-Ciao...”, dico, e rientro a casa più confuso che mai.

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