Behind blue eyes

di julierebel17
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** It hurts ***
Capitolo 2: *** Hi, man! ***
Capitolo 3: *** Is it a joke? ***
Capitolo 4: *** I'm afraid ***
Capitolo 5: *** Are you crazy? ***
Capitolo 6: *** Black Veil...what? ***
Capitolo 7: *** Una strana festa... ***
Capitolo 8: *** Too fast ***
Capitolo 9: *** Sleep Andy, you're drunk... ***
Capitolo 10: *** Thank you, Andy... ***
Capitolo 11: *** You can't understand... ***
Capitolo 12: *** OMG! Why?! ***
Capitolo 13: *** Poor Andy!! ***
Capitolo 14: *** Youth and whiskey ***
Capitolo 15: *** Set The World On Fire ***
Capitolo 16: *** Pain ***
Capitolo 17: *** Midnight stars... ***
Capitolo 18: *** Memories... ***
Capitolo 19: *** Angeli caduti... ***
Capitolo 20: *** Surprises... ***



Capitolo 1
*** It hurts ***


Ho sempre pensato che la mia vita fosse un disastro, forse perché mamma è andata via così presto, decisamente TROPPO presto.
Mi manca un casino, ma non posso farci nulla, devo tirare avanti, sopportare le crudeltà del mondo che continua a giocarmi brutti tiri.
Mi chiamo Helen Carter, ho solo diciassette anni, ma credo di essere morta otto anni fa, quando ho perso mia madre. Mio padre, William Carter, fa l’ingegnere edile ed è proprio per questo motivo che non ha mai tempo per me, la sua unica figlia.
Da quando è “successo” ha deciso di rigettare il suo dolore sul lavoro. Resta in ufficio fino a tardi, a stento pranziamo insieme, forse la domenica e nonostante si preoccupi di telefonarmi ogni dannata sera (dato che dorme sei giorni su sette in uno stanzino trasformato in “giaciglio”, poiché la sede di lavoro dista un’ora e mezza da casa nostra ) non posso dire che sia un padre presente.
Per quanto si preoccupi per me, le sue parole, ascoltate da un dannatissimo cellulare, anche se dolci non hanno lo stesso effetto di quando le si dicono di persona.
In quanto a me, beh che dire. Sono una ragazza particolare, molti mi definiscono “diversa” o “strana” o “emo” o come cazzo vogliono, insomma. Ho i capelli lunghi fino al seno e ricci, già, ricci e ribelli, un po’ come me. Sono neri e blu, ovviamente tinti. I miei occhi sono scuri come la pece e la pelle è bianca come il latte.
Si, una specie di Morticia della famiglia Addams con la permanente. Un lungo ciuffo liscio, piastrato accuratamente ogni giorno, mi copre l’occhio destro.
Spesso mi trucco di nero ed indosso abiti scuri, quasi fossi diventata parte dell’oscurità che mi circonda.
Dentro ho il vuoto totale. Non nascondo che a volte mi sento un po’ depressa, ma senza nessuno su cui contare mi sembra pur normale.  In questo momento, sono in camera mia, sto ascoltando varie canzoni, una di queste s’intitola “Saviour”.
“Però! Che bella!” penso. Mi risolleva sempre il morale.
“Saviour will be there when you are feeling alone” è molto dolce e mi incute coraggio.
C’è, però, una parte della canzone che mi fa commuovere ogni volta che l’ascolto, il cantante grida:”When I hear your cries praying for life, I will be there”
Eh già, sarai qui. Lo sento così vicino a me che riesco quasi a percepirne la presenza. Sembra volermi sostenere, proteggere, accudire senza neanche conoscermi. Direi che è una bella sensazione.
*Driiin* il campanello mi distoglie improvvisamente dai miei pensieri.
“Chi diavolo può essere? Sono le dieci di sera, che rompiballe!”

-Scusate, non mi sono neanche presentata! Comunque, sono Julie, spero che la mia storia vi piaccia! -

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Capitolo 2
*** Hi, man! ***


-Ecco il secondo capitolo, spero vi piaccia! :) a breve ci saranno conoscenze "interessanti". Buona lettura e, mi raccomando, recensite!- Julie<3

Apro la porta e mi ritrovo davanti mio cugino David. Coooosa?! Co-come fa ad essere qui? Si era trasferito due anni fa.
C’è di fatto che sono sempre andata d’accordo con lui, è sempre stato l’unica persona che riuscisse a comprendermi e che non mi giudicasse per come mi vestivo o truccavo.
“Ma quanto sei cresciuta piccola Helen!” mi scrolla i capelli.
Ancora non ci credo, è…è un sogno, per favore non svegliatemi.
“Da-David!!” gli getto le braccia al collo con un sorriso a trentadue denti.
“Come stai cugino?! Perché sei qui? Non eri a Londra? Sei in vacanza?” faccio domande a raffica entusiasta della sua visita, senza accorgermi che l’ho praticamente lasciato sulla soglia della porta.
“Calma, calma, magari, se mi fai entrare, ti racconto tutto, ahahah”
“Oh, scusa…prego” dico abbassando lo sguardo con un filo d’imbarazzo ed invitandolo a sedersi sul divanetto del soggiorno.
“Sei sempre la solita Hele! Non cambierai mai! Ahahah”.
Sono felice sia qui, finalmente mi è accaduto qualcosa di bello, era un sacco che non sorridevo.
“Dai dai! Spiegami tutto!” chiedo ansiosa porgendogli una tazza di cioccolato caldo. Fa freddo, siamo nel mese di ottobre.
“Beh che dirti, ricordi Julie? La mia ragazza?” “Si, lei è di qui, vero?” chiedo curiosa.
“Si, abbiamo deciso di andare a convivere, mi trasferisco di nuovo qui” “Coooosa?! Davvero?! Quindi potrò vederti quasi ogni giorno?!”
Sono assolutamente stupefatta da ciò che mi ha appena rivelato.
“Proprio così piccola Hele!” “E smettila di chiamarmi così, non sono più tanto piccola!” sbuffo come una bambina.
David ride. “Piuttosto, come stai?” assume un tono serio e mi guarda improvvisamente negli occhi.
Non riesco a reggere il suo sguardo e chino il capo fissando le mattonelle color panna.
“Be-bene” balbetto. “Sicura?”. Questa volta sono io a guardarlo negli occhi. Sorrido, ma non si tratta di un sorriso gioioso, è quasi strano, carico d’amarezza. “S-si”.
“Va bene, non insisto, se hai bisogno, sai con chi parlare” mi risponde quasi come se non volesse forzare i miei sentimenti.
“Grazie” lo abbraccio stringendolo forte a me.
“Ora, però, devo andare Hele, Julie mi aspetta per disfare le valigie, sai com’è, sono appena arrivato ed ho deciso di fare un salto a casa della mia cuginetta preferita!”
“Da quando in qua sei così dolce, eh, eh?!” lo accuso punzecchiandolo con una penna trovata sul tavolino.
“Da sempre, mia cara, allora buonanotte depressona! Dovresti sorridere di più!” mi dà un bacio sulla fronte e va via.
Il solo fatto di averlo rivisto mi rende così felice. Mi sento sollevata, cammino sulle nuvole.
Ah! Che idiota! Mi sono dimenticata di preparare la borsa per domani, va a finire che faccio tardi, come sempre.
Vado nella mia stanza, prendo la mia cara, vecchia, semi-distrutta borsa a tracolla e ci metto i libri necessari, mate, scienze ecc. ecc.
Chiacchierando con David si sono fatte le undici e mezzo. Mi sa che è ora di andare a dormire.
Mi stendo sul letto e la stanchezza s’impossessa di me in un attimo.
 
*Tintintin* “Ma che…? Ah si, sono le sette e mezzo, devo prepararmi per la scuola, che palle!”
Mangio uno yogurt al volo, lavo i denti, mi trucco ed indosso una semplice T-shirt nera con su una felpa, un pantalone del medesimo colore ed infine un paio di anfibi. Lascio i capelli sciolti, tanto non ho potere su di loro.
Esco di casa in orario, stranamente, e mi dirigo a scuola.
La prima persona che incontro è Lucas. Uno stronzo. “Ehy emo, come stai oggi? Niente lametta?” mi chiede suscitando le risa di tre quarti della classe.
Solo Lucy non ride. E’ una ragazza dai lunghi capelli castani. Le ricadono lisci lungo le spalle. Ha gli occhi di un mozzafiato verde smeraldo.
In un certo senso, diciamo che siamo “amiche” se così si può dire, ma non abbiamo mai avuto, in tutti questi anni, il coraggio di scambiarci i numeri di cellulare ed uscire.
“Fottiti Lucas” provo a tenergli testa.
“Stai calma deficiente!” mi si avvicina e mi dà un pugno mentre gli altri della comitiva si avventano su di me con calci abbastanza “forti”.
Mi alzo a fatica da terra con un occhio gonfio, qualche livido ed un labbro spaccato.
“Dai, scappa, sai fare solo questo!” mi urla il Lucas. Non ce la faccio più, vorrei morire.
Corro svelta in bagno. Sento che qualcuno mi segue. Ho paura che sia lui. Mi afferra il polso.
“He-Helen?” “Aw, Lucy, grazie al cielo sei tu, credevo fosse Lucas” mi sento quasi sollevata nell’averla accanto. Anche se non ci conosciamo bene mi è sempre sembrata una brava ragazza.
“Tieni, mettilo sul labbro, fermerà la fuoriuscita di sangue” mi dice porgendomi un fazzolettino.
“Gra-grazie” ammetto che sono un po’ confusa dal suo comportamento.
Mi sorride. “Che ne dici se torniamo in classe? La prof s’incazza se non ci vede”. Annuisco.
Lucy è stata la mia compagna di banco sin dal primo anno, ma non ci siamo mai parlate molto. Giocavamo più con gli sguardi che con le parole.
Rientriamo in classe e ci sediamo come se nulla fosse successo.
Cinque noiosissime ore di lezione trascorrono a fatica.Si fa l’una ed esco da questo maledetto “carcere”.
Una mano stringe la mia, di nuovo. Sussulto.
“Ch-chi?” mi giro. E’ Lucy. “Hei, Helen, ecco…” parla con tono titubante, sembra quasi imbarazzata.
“…tra…ehm…tra due giorni…è il mio compleanno e…si, cioè…faccio una festa…invito tutta la classe ed anche qualche amica…quindi…che ne dici…perché non vieni anche tu?”
Sono sconvolta dalle sue parole. Per un attimo fisso solo i suoi occhi verdi senza fiatare.A risvegliarmi è la sua voce.
“Allora?”. Non so che dire. Sarà almeno un anno che esco di casa solo per fare la spesa.
“Va-va bene” sorrido impacciata. “Tieni”. Lascia nella mia mano un bigliettino con su scritti la data della festa, l’ora e l’indirizzo di casa sua. Sembra quasi un invito in effetti...forse...lo è...

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Capitolo 3
*** Is it a joke? ***


-Ecco il terzo capitolo! Spero che la storia vi intrighi! Ho scritto anche il quarto quindi, molto probabilmente, tra un po’ rilascerò anche quello! Eheheh a breve ci sarà il fatidico incontro…ma non aggiungo altro, grazie per la lettura. Baci, baci, la vostra Julie-
 
La festa è di sabato, ho due giorni per pensare a cosa mettermi e come truccarmi. Non sono il tipo di ragazza che sa stare tra la gente. Sono abituata ad avere accanto solo me stessa.Non so socializzare con i ragazzi né so ballare. L’unica cosa che faccio, per hobby più che altro, è cantare.
Torno a casa quasi “felice” per ciò che mi è accaduto.
La vocina nella mia testa parla come se presentasse uno spettacolo ai miei organi interni:
“Signore e signori, prendete gli ombrelli perché tra poco diluvierà! La signorina Helen Carter ha deciso di uscire di casa dopo trecentosessantacinque giorni o più!”
Sono già in ansia.
Io? Ad una festa? Mi sto quasi pentendo di aver accettato l’invito.
Arrivo a casa, sana e salva. Mezza distrutta, ma soddisfatta di esserci arrivata con le mie gambe.
Entro nel soggiorno, è piccolo ed accogliente, c’è un divanetto (quello su cui ieri sera sedeva David) di colore nero, è in pelle
Di fronte ad esso giace un tavolino dal piano in vetro, una TV, niente di moderno, la più economica che mio padre ha trovato ed infine, la cosa che mi piace di più, che curo ogni giorno e di cui vado più fiera:
un’ENORME libreria. L’adoro, spesso prendo svariati libri da leggere, ce ne sono così tanti che ancora non li ho letti tutti.
Comunque, dicevo, entro nel soggiorno e poso le chiavi sul tavolino.
Si è fatta l’una e mezza mentre “parlavo”, se così si può dire, con Lucy e mentre tornavo a piedi, con calma.
Vado in camera e lancio la borsa sul letto.
E’ ora di rimboccarsi le maniche Helen! Su! Cucina qualcosa e mettiti a studiare!
E così faccio, mangio in fretta e faccio i compiti altrettanto frettolosamente. Ho in mente di andare al parco per leggere.
Seguo i miei progetti e quando torno a casa è già sera.
Il cellulare squilla improvvisamente. “Pronto?” “Tesoro come stai?”. E’ mio padre.
“Ciao pa’, tutto bene, te?” “Lo stesso, beh ti ho chiamato solo per sentire la tua voce, fai la brava e sta attenta, ci vediamo domenica a pranzo”
“Ok” gli rispondo con tono distaccato. “Buonanotte piccolina” “Notte pa’”. Che belle dimostrazioni d’affetto eh? Mi chiama solo per dirmi che devo fare la spesa. Vabbè lascialo perdere Helen.
Vado a letto e prima di addormentarmi telefono a David.
“Ehi” apro il discorso con tono preoccupato. “Piccola Helen come stai?!”
“Bene Da’, però…” non continuo la frase. “Cos’è successo? Dai racconta!”
“Ecco…io…mi hanno invitato ad una festa ed ho deciso di andarci, ma…” non mi fa terminare la frase.
“Niente MA, tu ci vai e ti diverti d’accordo? Vedrai, ti farai tanti nuovi amici!”
“Ok, grazie Da, buonanotte e salutami Julie!”
“Agli ordini capo!”. Stacco la telefonata. Mi sento sollevata in un certo senso. Forse posso davvero farcela, devo solo non pensarci troppo no?
Da piccola ero socievole, allegra, vivace, tutto ciò fin quando ho compiuto nove anni ed è successo il peggio.
In quel momento ho deciso che non mi sarei più fidata di nessuno, nessuno se non me stessa.
Perfino con David ci ho messo tanto ad aprirmi.
Pian piano, cullata da vecchi ricordi chiudo gli occhi e mi risveglio col frastuono delle auto, con una sveglia ridotta a brandelli sul tappeto e quindici minuti di ritardo per la scuola.
“Sarà un’altra giornata perfetta Helen!” mi dice la vocina nella mia testa che mi beffeggia come al solito.
“Ma vaffanculo!” penso. Poi preparata alla meno peggio corro a scuola.
Busso alla porta. “Professoressa Stuart, mi scusi per il ritardo, ho avuto dei problemi e…”
La prof. di storia è sempre gentile e comprensiva, quasi come fosse mia madre.
“Non si preoccupi signorina Carter, prenda posto e segua la lezione, l’importante è che la cosa non capiti di nuovo”
“La ringrazio” le sorrido. Dio quanto vorrei abbracciarla quando si comporta così.
Saluto in silenzio Lucy che mi siede accanto. Altre cinque ore di lezione volano, addirittura ho chiacchierato con lei per un po’.
Ho scoperto cose nuove, non sapevo le piacesse la mia stessa musica. Kiss, Doors, Billy Idol.
Sento che il nostro legame potrebbe stringersi, ancora, potrebbe diventare più saldo.
“Allora domani ci vieni?” mi chiede leggermente ansiosa mentre passeggiamo verso l’uscita.
“Si” le rispondo sorridente. “Che bello! Grazie Helen!” “Figurati, sarà divertente, credo…ora, però, vado a casa, a domani!”
Corro in fretta a casa, mi sono totalmente dimenticata di comprarle un regalo.
Seguo la solita routine: pranzo+compiti+parco, ma questa volta, prima di tornare a casa mi dirigo nel negozio di CD, per comprare il regalo di Lucy.
“Posso aiutarti?” mi chiede un ragazzo dai capelli biondi e con degli stupendi occhi castani. Mi sento quasi in imbarazzo a guardarlo.
“Ehm…cough cough…” tossisco non riuscendo a parlare. Sento vampate di calore che si impossessano delle mie guance.
“Sto cercando l’album ESSENTIAL di Billy Idol”. Sono davvero intontita, circondata da così tanti CD non mi risulta per nulla facile trovarlo.
“Eccolo qui!” mi porge il CD che ha come copertina la foto del cantante.
“Ah grazie, quanto ti devo?” chiedo fissandomi le dita e giocherellandoci. “Dodici dollari, ma per te solo nove!” mi fa l’occhiolino.
Se prima ero rossa, adesso sono un peperone. “Per-per me?” chiedo perplessa. “Si, sei una nuova cliente no? Dobbiamo trattarti bene se vogliamo che torni qui!”
“Ah, gra-grazie” rispondo imbarazzatissima. Gli do i soldi e scappo via. “Ciao!”.
Corro e casa e mi stendo sul letto, sbatto talmente forte la porta che quasi sfondo il muro.



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Capitolo 4
*** I'm afraid ***


-Ed eccomi qui con il tanto atteso (? Davvero? Ahah) quarto capitolo…la nostra piccola Helen è nel bel mezzo della festa…cosa accadrà? Scopritelo leggendo e recensite! Baci, baci, Julie-

 “Se lui ti ha fatto questo effetto, immagina alla festa cosa succederà, ce ne saranno molti di più di tipi carini, Helen!” mi dice la voce della coscienza.
“E sta zitta!” ribatto stizzita. Aaaah dannazione. ANSIA. ANSIA. L’ansia mi perseguita.
Mi addormento solo alle quattro del mattino svegliandomi (al suono di una nuova sveglia) con due occhiaie violacee.
“Ma che carina!” penso. “Non bastavano il labbro spaccato ed il livido sulla guancia! Anche le occhiaie! Complimenti Helen!”
Mi alzo a fatica dal letto e faccio lo stesso per prepararmi ed andare a scuola. Non è proprio giornata.
Lucas e gli altri continuano a farmi i dispetti, ma almeno, non mi hanno picchiata di nuovo.
“Ragazzi, per la prossima volta voglio che facciate questi esercizi” la prof di mate dà l’assegno mentre lo scrivo annoiata sul diario.
Altre cinque ore di scuola volano e la mia ansia cresce. E’ l’una e mancano sette ore alla festa.
“Hele, ci vediamo stasera!” mi dice felice Lucy mentre camminiamo.
“Certo!” mi sforzo di fare un sorriso. Improvvisamente sento delle urla.
E’…è la voce di Lucas. Oh no! Devo scappare, adesso. “Ciao Lu!” comincio a correre verso casa.
“Ehy emo! Dove credi di andare?”. Mi ritrovo davanti Paul, il suo migliore amico, se non “compare di mazzate”. Sono spacciata.
Paul mi prende un polso, intanto arriva Lucas. Sono solo in due oggi.
“Lasciami stronzo!” ringhio ad alta voce. Non ho neanche il tempo di divincolarmi che Lucas mi dà un schiaffo colpendo il labbro, che ricomincia a sanguinare per la vecchia ferita.
“Bastardo!” gli do un calcio al di sotto della cinta (non specifichiamo il punto ahah) e corro a casa. Sento le grida alle mie spalle:
“Vedrai quando ti prendo cosa ti succede! Depressa del cazzo!”
Chiudo in fretta la porta. Dio, mi son salvata per un soffio.
Involontariamente, le lacrime cominciano a rigarmi il volto. Non so se è per la gioia di non aver ricevuto le botte o perché ho ancora paura.
Tremo e non si tratta di freddo. Decido di non pranzare. Vado in camera, metto le cuffie ed ascolto canzoni a caso.
Ne capita una che ascolto spesso ultimamente, s’intitola “Ritual”. Mentre continuo a singhiozzare sento una frase che mi fa sorridere:
“Stronger in new ways, don’t care what they say, this is your life, it’s time to rejoice!”
“Più forte in nuovi modi, non badare a ciò che dicono, questa è la tua vita, è tempo di gioire!”
La smorfia di dolore si trasforma in un enorme sorriso. Cazzo Helen! Che t’importa di Lucas e Paul?! Non possono farti nulla se non glielo permetti! Tirati da questo letto, preparati e va a quella dannata festa!
Mi sento forte, quasi onnipotente, sento di poter tenere testa a chiunque voglia farmi soffrire.
Si sono fatte le sei e mezzo. Ho anche studiacchiato per lunedì, così sto a posto e domani mi rilasso.
Vado a fare una doccia. L’acqua scorre limpida sulle mie ferite quasi rimarginandole. Assaporo il tepore di ogni piccola goccia.
Esco e mi avvolgo in un enorme accappatoio. Vado in camera ancora con i capelli bagnati e li asciugo, questi ricci mi faranno impazzire prima o poi.
Non stanno mai come dico io! Devono sempre ribellarsi, uffa e che palle. Li sistemo in non  so quale modo e vado a cambiarmi. Indosso un semplice pantalone nero ed una maglia dei Doors. Ovviamente ho gli anfibi.
Prendo un braccialetto borchiato e mi trucco di nero. Ecco, sono pronta! Mi guardo allo specchio, forse disgustata dall’immagine che mi si riflette davanti. Ho sempre odiato il mio corpo.
Queste dannate cosce grosse, non parliamo del sedere poi! Tutti dicono che sono magra, a me non sembra per nulla. Insomma, non sono la tipa mingherlina di un metro e cinquanta.
Sono nella norma, o almeno, credo.
Né grassa, né magra. Normale o robusta.
Prendo in fretta il CD per Lucy e mi dirigo a casa sua, considerando che è a venti minuti da qui. Non sapevo abitasse così vicino!
 
Mi ritrovo in un baleno a casa sua. Luci ovunque, gente che canta, ragazzi che limonano, altri che ballano come assatanati. Sicuramente non è il genere di posto in cui avrei voluto stare.
“Helen!” una voce mi chiama felice. “Lucy! Auguri! Non ti trovavo con tutta ‘sta gente!” le porgo il pacchetto. Una volta scartato urla di gioia.
“Grazie mille! Davvero! Ora, però, vado a salutare gli altri, divertiti!” mi risponde velocemente lasciandomi lì. In mezzo a TROPPE persone.
Provo a fare conoscenza, mi sforzo, anzi, di parlare con qualche ragazza, ma nessuna vuole avere a che fare con me. Sono l’unica che non ha scarpe col tacco. Perfetto.
Improvvisamente sento una voce che conosco fin troppo bene…un brivido di terrore corre lungo la schiena…

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Capitolo 5
*** Are you crazy? ***


-Eccomi qui! Oggi sono così felice! Non mi assumo la responsabilità di eventuali errori ortografici, scusate, è che devo uscire ed ho scritto in fretta, non ho tempo per ricontrollare! In ogni caso, vi avverto prima….questo è il capitolo del fatidico incontro…un incontro un po’ “particolare” per la nostra cara Helen…conoscerà qualcuno di DAVVERO importante…buona lettura! Baci, baci, Julie-
 
Mi volto ed incontro l’ultima persona che avrei voluto vedere, l’ultima sulla faccia della Terra. Tutte a me capitano. E che cazzo eh!
“Ehm…c-ciao Lu-Lucas” dico con un tono “lievemente” spaventato. Vorrei fuggire il più lontano possibile.
L’unica cosa che mi consola è il fatto che non possa neanche sfiorarmi davanti a tutta questa gente.
“Ciao depressa! Come stai? Che ne dici se ci facciamo un giro fuori in giardino?”. Scuoto il capo.
“N-no, sento freddo, preferisco stare qui” “Ricordo che abbiamo dei conti in sospeso noi due”. Senza farsi vedere dalla folla mi prende per il braccio e comincia a stringere la presa. “Allora? Andiamo?”
Non posso far altro che seguirlo a meno che non voglia fare la figura della scema e mettermi ad urlare che sto per prendere un bel po’ di botte.
“O-ok” rispondo, ormai, terrorizzata.
Appena arrivati in giardino restiamo l’uno di fronte all’altra, ad una distanza di circa un metro. Mi fissa, scruta ogni minimo lembo della mia pelle.
“Cos’hai da guardare?” ribatto perdendo la pazienza. “Nulla, sto pensando a dove potrei sferrare il primo pugno” mi dice con un ghigno.
Deglutisco. Calma Helen. Devi solo stare calma. Sai difenderti.
“Beh? Perché non ti avvicini? Già tremi perdente?” mi chiede beffardo.
“Vaffanculo stronzo!” gli grido alterata. “Eh no, piccola! Stai calma!” stringe le mie guance con l’indice ed il pollice costringendomi a guardarlo negli occhi.
Dopo aver notato il mio sguardo da animale spaurito mi dà un pugno, dritto sul naso. Cado a terra e poggio le mani su di esso. Mi ritrovo con i vestiti completamente zuppi di sangue.
“Dai! Alzati!” mi dà un calcio nello stomaco. Mi rannicchio in un angolo del giardino dopo una breve corsa a gattoni. Spero che non mi veda.
Oh no…mi ha trovata. “Cosa c’è? Ti è piaciuto darmi quel calcio questa mattina, eh? Tieni!” mi dà un calcio più forte colpendo le gambe.
Mio Dio, portatemi via di qui, non…non ce la faccio. Chiudo gli occhi per un secondo, sento che sta per avventarsi su di me.
“Sai che sei proprio carina stasera?” mi strappa la manica destra della maglia scoprendo una spallina del reggiseno.
Sta per darmi un pugno in pieno viso. Vedo l’ombra della sua mano riflettere alla luce della luna.
“Fermati idiota!” qualcuno urla e gli dà un pugno stendendolo al tappeto, proprio accanto a me.
Provo ad alzarmi ma riesco solo a voltare lo sguardo. “Ehi! Tutto bene?” di fronte a me c’è un ragazzo dai capelli scuri, ha gli occhi altrettanto scuri, un po’ a mandorla. Un neo che ha sul viso attira per un attimo la mia attenzione.
“S-si, tu-tutto ok” provo a rialzarmi, ma ancora debole ricado al suolo.
“Sta’ attenta” mi porge la mano aiutandomi a risollevarmi. “Gra-grazie…” faccio per chiedergli il nome…
“Ashley” mi risponde con un sorriso.
“Beh, grazie Ashley, ci si vede”. Provo a camminare, ma cado all’indietro a causa del dolore ai polpacci, dovuto al calcio ricevuto.
Non ho il tempo di sfiorare la terra che mi prende tra le sue braccia. Arrossisco leggermente.
“Scu-scusa” gli dico mezza sconvolta e dolorante. “Tranquilla”.
Notando la mia difficoltà nel camminare mi prende in braccio, cogliendomi alla sprovvista. “A-Ashley, che fai? Posso camminare da sola, va pure” provo a mandarlo via imbarazzata.
“Quante storie! Sta’ zitta e basta! Shhh!” mi dice con tono quasi severo.
“Ti sporcherai i vestiti!” “Ancora parli?! Ho detto shhh!” e si mette a ridere. Mi poggia su una sedia trovata lì in giardino.
“Aspettami qui” dice allontanandosi. Vedo il suo cappotto di pelle sparire nel buio. Mi sento sola ed ho paura.
Lucas è ancora a terra col naso livido. Gli sta bene, penso. Passano circa cinque minuti, quelli che a me sembrano un’eternità, credo che Ashley sia andato via. Meglio che torni a casa anch’io.
Faccio per camminare e mi ritrovo di nuovo a terra. Col naso che ancora sanguina. Che cazzo Helen, potevi fare più attenzione eh!
Striscio sull’erba gelida fin quando un’ombra invade il mio campo visivo.
“A-Ashley!” “Hai proprio la testa dura tu! Eh? Ti avevo detto di aspettarmi, dove vuoi andare in queste condizioni?”. Mi rimprovera come fosse mio padre.
Abbasso lo sguardo. “Scusa, volevo andare a casa” “Ho avvertito Lucy che una sua amica stava andando via, non so come ti chiami, le ho detto che avevi la maglia dei Doors ed ha capito in un attimo”
La paura mi assale di nuovo. Non voglio essere un peso per Lucy, non deve preoccuparsi per me.
“Mi-mica le hai detto cosa è successo?” “No, tranquilla, le ho detto che ti riaccompagnavo io”
Arrossisco di colpo. “Non ce n’è bisogno, sto bene, ci metto solo venti minuti ad arrivare a casa”
Faccio per andare, zoppicando. Ashley mi prende per il polso tirandomi a sé.
Batto la testa sul suo petto.
“Forse non hai capito. Ho detto che ti riaccompagno io e basta. Tu stasera vieni con me, devi disinfettare le ferite e non puoi stare da sola”
“Ma chi ti conosce! A casa tua, sei forse matto?!” “Dai! Smettila di fare la bambina! Sono il migliore amico di Lucy! Sono un tipo affidabile eh! Non un maniaco!”
“O-ok” a quelle parole resto un po’ basita. Lucy non me ne aveva mai parlato.
“Però, appena hai medicato le ferite mi riporti a casa!” “Va bene, va bene, Miss setto nasale distrutto”.
Mi prende in braccio e mi porta in un’auto. Mi sento un po’ in soggezione. E’ più grande di me, sicuramente.
In auto l’unico rumore che si sente è quello del silenzio.
Nessuno dei due apre bocca. Arriviamo di fronte ad un piccolo appartamento.
Ashley apre lo sportello e mi prende di nuovo in braccio. Le mie gambe poggiano sui suoi avambracci. Esausta lascio che il mio capo cada sulla sua spalla, lasciando la lunga scia di riccioli penzolare.
*A CASA*
Appena entrati sono ancora in braccio ad Ashley che resta qualche minuto in piedi, guardandosi intorno, quasi come se stesse pensando a dove posarmi.
Sento una voce chiamarlo. “Ash! Ash sei tu?!”
Cosa?! C’è altra gente in casa?! E si tratta di…ragazzi!
Oh mio Dio. Helen stai calma. Dai, stai bene anche così, hai solo il naso rotto, i vestiti zuppi di sangue, un labbro spaccato e mezza faccia viola. Che sarà mai?
“Ash! Finalmente sei tornato! Cos’hai? Non rispondi? Sai che sei strano ultimamente? Non hai rimorchiato nessuna alla festa?” gli chiede da una stanza piuttosto vicina.
Poi, sento i suoi passi avvicinarsi a noi.
Mi ritrovo sospesa a mezz’aria con un altro ragazzo di fronte.
Ha i capelli neri, di un nero corvino. Le sopracciglia sottili e la carnagione identica alla mia, bianca!
Sembra quasi un fantasma. E’ magrissimo, scheletrico direi. Ha il labbro inferiore adornato da uno splendido anellino scuro.
I suoi lineamenti sono magnifici, sembrano quelli di una statua in porcellana. Sembra così fragile che accarezzandogli il viso potrebbe addirittura rompersi.
La cosa che spicca di più, però, sono i suoi meravigliosi occhi azzurri. Non sono “azzurro cielo”, “azzurro mare” o tutte quelle stronzate con cui di solito si vuole indicare un colore.
Sono azzurri e basta. Non si possono paragonare a nient’altro. Occhi cerulei. Chissà cosa si nasconde…dietro a quegli occhi blu.
Dopo aver trascorso circa cinque minuti senza fiatare, io (ancora in braccio al mio salvatore), lui e lo sconosciuto ragazzo ci rendiamo conto della situazione.
“A-Andy! Che modi sono?! Va a cambiarti e smettila di dire stronzate!” gli urla Ashley notando che addosso non ha nient’altro che un paio di boxer.
Arrossisco violentemente. Il ragazzo corre via.
“As-Ashley, posso scendere?” gli chiedo quasi timorosa della sua risposta.
“S-si, scusa, siediti qui” mi indica un divano poco distante. “Ecco, per quello che ha detto Andy, il mio amico, beh, non credergli, non è vero che rimorchio ogni sera…cioè…” prova a giustificarsi.
“Ah…non preoccuparti, non lo avevo neanche sentito!” sorrido imbarazzata.
“Eccomi qua!” entra di nuovo quello strano ragazzo, sarà alto un metro e novanta.
“C-ciao!” alzo la mano per salutare, ma la riabbasso di colpo lamentandomi per il dolore.
“Ciao” mi fissa incredulo. Per un attimo i nostri sguardi s’incrociano. Restiamo come incantati. Posso specchiarmi in quelle iridi così fresche, glaciali.
Abbasso il capo. “Mi chiamo Andy!” “Ah, ciao Andy, sono Helen”
Ad un certo punto mi si avvicina fissandomi e girandomi intorno. Gesù! Cos’ho di così strano?
“Ehm…cosa?” faccio per chiedergli spiegazioni.
“Ecco…chi ti ha conciata così?” mi chiede senza peli sulla lingua.
“Un tizio” “E tu? Lo hai menato per bene?”
“No, le ho solo prese, poi è arrivato Ash e…” “Aaah capisco, è un galantuomo questo qui!” batte una mano sulla spalla di Ashley che lo guarda in cagnesco.
“Andy fila!”. Andy corre via ridendo:”A dopo He-scusa, com’è che ti chiami?”
Sembra proprio uno svitato. “Helen!” gli urlo.
Mi sembra di esser capitata in una casa di matti.
“Dai, fammi vedere il naso”. Ashley mi si avvicina. Sento il suo respiro sul mio viso. Troppo vicino. *Bipbipbip* Allarme rosso. Mi volto verso un televisore, alla mia destra. “Bella TV!” gli grido.
“Helen! Dai girati!”
Ok. Sto tranquilla, deve solo medicarmi. “Ti fa male se premo qui?” “Ahi! Fa attenzione!” gli urlo con tutta la voce che mi resta.
“Scusa, devo vedere se è tutto intero!” “Ok” sbuffo. Mi medica le ferite al naso e al labbro che ormai non sanguinano più. Infine fasciamo la caviglia che mi fa un male tremendo.
“Tienici su il ghiaccio per un altro po’, va bene, Helen?” “Si, Ashley, grazie”.
Sto seduta sul divano, non so cosa dire. Sono un po’ a disagio.
“Ehi, voi due! Avete finito di giocare al dottore?!” ci urla quel tipo lì, quello di prima insomma, Andy.
Che nervi. Sto mezza uccisa e ti lamenti pure se un tuo amico (neanche tu!), mi disinfetta le ferite. Che stronzo che sei!
“Scusa se stavo per morire e dovevo farmi disinfettare le ferite!” gli urlo.
Semplicemente mi guarda e ride. Giuro che lo strozzo.
“Quanti anni hai Helen?” “Diciassette, perché?”
“No, no, no, Ash” scuote il capo in segno di disapprovazione. “Troppo piccola per te, mi dispiace, adesso sistemo tutto io, stai tranquillo tu”
Di cosa diavolo parla? Ashley è arrossito. “Sei proprio stronzo Andy, lo sai questo, vero?” gli dice con tono divertito.
“Ovviamente, amico mio!”
“Helen…” sento la voce di Ashley chiamarmi, ma ho troppo sonno per ascoltare quello che mi sta dicendo. Sono davvero esausta. Chiudo gli occhi pian piano, sperando di svegliarmi senza dolori domani mattina…

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Capitolo 6
*** Black Veil...what? ***


-Ladies and gentlemen vi presento il sesto capitolo! Per evitare equivoci volevo dirvi che nella storia i Black Veil Brides non sono una band famosa bensì un gruppo alle prime armi, quindi la cara Helen non è una loro fan, ma la sua vita s’intreccerà comunque con quella dei ragazzi! Spero continuiate a leggere, grazie e recensite! La vostra Julie-

Riapro gli occhi e mi ritrovo avvolta in una coperta, distesa su un morbidissimo divano, oggi, finalmente è domenica.
Ma che…? Cosa diavolo ci faccio qui?! Dove sono?
Ho le gambe intorpidite e la faccia piena di lividi. Ah, già…Lucas. Me la pagherà!
Un breve flashback ripercorre la mia mente. Ashley? Quello con gli occhi a mandorla, ora ricordo.
Con lui c’era un tipo un po’ (un po’ tanto direi) strano, com’è che si chiamava? Aaah ma che me ne frega.
Ho un’emicrania terribile, certo che me le ha suonate per bene quello stronzo.
Mi guardo intorno. Non c’è nessuno…che stiano ancora dormendo quei due?
Bah, mi rimetto a letto, non ce la faccio ad alzarmi. Ci resto solo cinque minuti.
Come NON previsto mi riaddormento e non per cinque minuti ma per una buona mezz’ora.
Quando riapro gli occhi non riesco a credere a ciò che mi ritrovo davanti.
“Aaaah! E voi chi sie…?” grido sconvolta alla vista di altri tre ragazzi che mi fissano come se fossi l’ultimo pezzo di pizza.
“E’ lei?” chiede il primo che noto, ha gli occhi di un color nocciola ed i capelli scuri, è molto simile ad Ashley, non mi considera minimamente, piuttosto parla con gli amici.
“Credo di si Jake” annuisce l’altro che gli sta accanto, anch’egli ha gli occhi azzurri, sono simili a quelli dello svitato, ma…come dire…meno magnetici…il colore cade su un grigio quando non li illumina la luce…
“Jinxx, dove l’ha trovata?” chiede infine l’ultimo dagli occhi marroni tenendo in mano un paio di bacchette da batteria.
Una cosa li accomuna, hanno tutti i capelli scuri. Resto a fissarli per un attimo, poi copro quasi tutto il viso con l’orlo della coperta.
“Chi-chi siete?” farfuglio. “Jake!” si presenta il primo. “Jeremy, ma se vuoi chiamami Jinxx!” grida il secondo. Jinxx? Che razza di soprannome è? Bah.
“Christian!” urla il terzo. “Siamo i Black Veil Brides!” urlano insieme quasi come a dare inizio ad una trasformazione dei Power Rangers.
“Siete i Black che?”
“Aaah, un’altra principiante!” ribatte Christian dandomi una bacchettata sulla testa. “Ahi! E sta attento con ‘ste cose che ho l’emicrania!”
“Ah…ehm scusa…”
“Siamo i Black Veil Brides, una band, certo…non siamo ancora famosissimi, ma a breve lo diventeremo! Ashley è il nostro bassista, Andy il cantante...e noi…”
Non gli do il tempo di finire. “Cosa? Cosa? Cosa? Lo svitato canta?”
“Lo…svitato?” chiede Jinxx. “Ecco ieri sera…” faccio per raccontare tutta la mia disavventura.
“Si, Ash ce ne ha parlato, sei la famosa Miss setto nasale distrutto, giusto?”
“Avete degli amici proprio idioti, sapete?!”. Ribatto stizzita. Scoppiano in una rumorosa risata e…ammetto che scappa un sorriso anche a me. Certo che sono strani questi qui!
“Quindi, un attimo, fatemi capire. Ashley è il vostro bassista. Lo svitato canta…ehm voi?”
“Suono il violino e la chitarra ritmica!” dice Jinxx.
“Io la chitarra!” s’intromette Jake. “Eheheh, invece, io sono il più figo ed importante della band, signorina…” prende la mia mano e la bacia raffinatamente.
“Sono il batterista! Mi chiami pure CC!” dice con tono altezzoso.
“Ahahah” scoppio a ridergli in faccia. “Che c’è? Non fa effetto corteggiare alla vecchia maniera?”
Comincia a ridere anche lui. “CC non le hai chiesto neanche come si chiama!” lo rimprovera Jake.
“Ah, ehm si, come ti chiami?” mi dice quest’ultimo. “Ash non ce lo ha detto! Che stronzo, sai, secondo me voleva tenerti tutta per lui!”. Dopo aver ascoltato cose del genere, abbasso lo sguardo per l’imbarazzo.
“Ma che di-dici Jake! Ashley mi ha salvata e basta! Co-comunque mi chiamo Helen, piacere di conoscervi” rimetto la coperta sul viso.
“Dai! Scherzavo! Non è tanto stronzo!” gli altri lo fulminano con lo sguardo. “Ok, ok, vado a preparare la colazione che è meglio!”
Corre in una stanza che credo sia la cucina. “Ti senti meglio Helen?” mi chiede Jinxx. “Si, ma Ashley e lo svitato? Dove sono?”
“A letto” “Ancora dormono? Che ore sono?” “Le undici passate” “Beh, vorrei salutarli prima di tornare a casa, devo ancora ringraziare, se non fosse stato per Ash…Lucas, insomma…mi avrebbe fatto chissà cosa…”
“Mi dispiace per quello che ti è successo, vieni con me, andiamo a svegliarli!” mi prende per la mano e mi trascina in una stanza. Accende la luce e ci si presenta una scena tragi-comica.
Ashley che quasi cade da un enorme letto matrimoniale, rannicchiato in un angolino, quasi invisibile e lo svitato (ti pareva) che poggia le gambe sulla sua schiena, quasi spingendolo sul pavimento. Dio Santissimo, è normale che una sola persona occupi un letto così grande?! Io non lo so, che idiota! Un idiota! Questo può essere, nient’altro!
“Allora? Che facciamo adesso?” chiedo a Jinxx a bassa voce.
“Sta a vedere”. Si avvicina al letto e prende un cuscino. Comincia a colpirli, prima addosso, poi in pieno viso:
“Sveglia pigroni! Alzatevi da questo letto! E’ quasi mezzogiorno! Forza! Forza!”
I due si alzano frastornati. “Jinxx che cazzo vuoi?!” urla Ashley. “Amico, hai bevuto di primo mattino?!” urla lo svitato.
Poi notano la mia presenza. Il bassista resta fermo ad osservarmi, il pazzoide cade dal letto non appena mi vede, battendo il capo sulle mattonelle.
“Ah, cia-ciao, non ti avevo vista!” alza la mano. “Ciao svitato!” gli urlo sorridendo. “Ciao Ash!” saluto anche l’altro. Non so perché, ma sento di poterli trattare da amici, quasi come se ci conoscessimo da tempo.
“Vedo che ti sei ripresa…” mi dice Ashley con tono quasi triste.
“Cosa c’è che non va? Mi preferivi triste?”
“No, nulla, scusa” in un attimo il silenzio riempie la stanza. Si sente la voce di Jake.
“A mangiare!!!”. “Andiamo! Andiamo! La colazione! Sto morendo di fame!” lo svitato schizza via, Jinxx lo segue, quasi bestemmiandolo per il baccano e resto sola con Ashley nella stanza.
“Ashley, ecco, per ieri, beh, come dirtelo, grazie…se non fossi intervenuto tu…”
“Figurati, dovere”. Non abbiamo argomenti di cui parlare. “Sai, sono rimasta sorpresa nel conoscere gli altri!”
“Ah, già, scusa, ieri te ne stavo parlando, ma ti sei addormentata” “Ero e-esausta” balbetto.
“Ho notato”. Mi accarezza fraternamente i capelli. “Piccola Miss setto nasale distrutto devi imparare a difenderti!”
“Non chiamarmi così!” sbuffo. Si avvicina a me, indietreggio e mi trovo con le spalle al muro. “Cosa?” dice sorridendo.
“Cosa?” ripeto io. “Intendo, che hai detto?” “Che-che non devi chiamarmi così!” faccio la boccuccia.
“Sai che sei carina quando ti arrabbi?” mi dà un bacio sulla fronte.
“Lasciami stare!!” mi giro col viso verso il muro per nascondere l’imbarazzo. “Aah, quante storie, è solo un complimento!”
“Ha ragione lo svitato! Uff uff!” sbuffo ancora di più, come una bambina piccola, incrociando le braccia al petto.
“Che? Lo svitato? Sarebbe?” “Quello che ieri stava in mutande!” “Aaah, Andy, quindi? Su cosa avrebbe ragione?”
“Tu rimorchi una tipa al giorno! Te lo dico io! Secondo me ti piacciono le bionde con le tette enormi!”
Diventa tutto rosso e si avvia in cucina. “Vieni a mangiare che si fredda!” non si gira neanche per vedere se lo sto seguendo. Ok, forse ho esagerato, ma non è giusto che faccia il cascamorto…

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Capitolo 7
*** Una strana festa... ***


-Settimo capitolo in arrivo! In seguito ad alcuni consigli ho apportato lievi modifiche (scrivendo in grassetto i dialoghi), sperando di riuscire a rendervi più gradevole la lettura! Grazie ancora per le recensioni, ne aspetto delle altre, buon proseguimento! Baci, baci. Julie-
 
Seguo Ashley in cucina, siamo tutti a tavola tranne Jake…che ancora corre di qua e di là con la padella colma di uova strapazzate. Cominciamo a mangiare parlando del più e del meno:
“Quindi sei amica di Lucy, Helen?” mi chiede Jinxx.
“S-si, diciamo che è la mia unica amica, la conoscete anche voi?”
“Eh già! Tutto merito di Ash!” gli dà uno schiaffo così forte sulla schiena che il poverino quasi rigetta il cibo ingoiato. Gli sorrido.
 “Allora, Ash? Come hai conosciuto Lucy?”
“Ehm…ehm…ad una festa…si…” balbetta come se volesse nascondermi qualcosa.
“Ad una festa…” ripete in modo strano Christian.
“E che festa!” risponde Jinxx.
Cosa diavolo hanno? Ne parlano come se fosse successo chissà cosa “durante la festa”!!
*Silenzio bestiale, ci manca solo una palla di fieno rotolante*
“Ash ricordi quella biond…” lo svitato fa per parlare, ma il bassista stringe il coltello con cui sta tagliando il bacon e lo guarda in cagnesco.
“Dicevi…Andy?”. L’altro si mette a ridere e continua il discorso:
“Mmh, dicevo, ricordi la bionda che ti portasti a letto quella sera? Cazzo! Quanto ti invidiai! Era proprio bona!”
“Smettila di dire cose inutili! Idiota!” ribatte Ash nervoso.
Lo svitato, che mi siede accanto, mi dà una gomitata:
“Oooh, com’è modesto, non vuole dirti che è un playboy, avrà portato già cinque o sei ragazze a casa negli ultimi tre giorni…”. Gli sorride soddisfatto.
“Andy!”, Ashley dà un urlo. “He-Helen ti accompagno a casa!” mi prende per mano, non ho neanche il tempo di salutare gli altri che ci ritroviamo in auto.
“E-ehm Hele, Andy…cioè…non è come pensi…”. Gli rispondo freddamente:
“Non m’interessa quello che fai con le altre, non sono mica la tua ragazza, no?!”
Mi giro e noto che Ashley mi fissa un po’ triste:
“Che c’è?” “N-nulla” “Ash!” lo rimprovero. “Ok, è che…beh…adesso penserai chissà cosa di me...”
“Cosa dovrei pensare?! Non crearti problemi!” “Se lo dici tu…”
Arriviamo a casa mia (dopo avergli dato spiegazioni varie durante la guida).
“Ti va di entrare?” gli chiedo imbarazzata. Annuisce. Poso il cellulare sul tavolino.
“Ash, ti preparo un caffè così lo bevi mentre faccio una doccia, che ne dici?”
“Va bene”, acconsente. “Scusa è che devo togliere assolutamente ‘sta roba, odio l’odore del sangue”. Attraverso il corridoio, entro in cucina in cui resto pochi minuti e torno dal ragazzo col caffè.
Gli porgo la tazza bollente accompagnata da biscotti nonostante abbiamo appena fatto colazione.
“Torno subito” gli dico. “Tranquilla, fa con calma”.
Mi lavo in fretta e furia al pensiero di aver lasciato il mio ospite in solitudine. Ho un grosso livido verdognolo sulla pancia e (probabilmente) uno sulla caviglia ancora fasciata. Mi copro con un asciugamano, brrr che freddo. Entro velocemente nella mia stanza con i lunghi capelli posati sulle spalle.
Sto per parlare ad Ash che presumo sia ancora in soggiorno. “Ash io ho…” non ho il tempo di finire che me lo ritrovo di fronte. I nostri nasi si sfiorano per un attimo. Mi fissa per circa dieci interminabili secondi.
“Che-che ci fai qui?!” “Scusa Hele, cercavo la cucina per posare la tazza…”
(che mi indica, è poggiata sulla mia scrivania) “…e sono arrivato in camera tua per sbaglio…”
“Esci, ADESSO!” “Scusa!”. Corre verso l’entrata. Intanto mi vesto prendendo i primi abiti che trovo. Vado da lui.
“Hele…non volevo entrare cioè…” “Fa nulla”. Gli sorrido, non riesco a tenergli il broncio considerando che è il mio “salvatore”.
Si avvicina a me. “Cos’hai da fare stasera?” “Mmh vorrei vedere mio cugino”
“Tuo cugino?” “Si, David”. Mentre chiacchieriamo, il mio cellulare comincia a squillare. “Scusa, rispondo, un secondo e sono da te”.
“Pronto?” “Cugina!” “Weee Da! Come va? Senti, perché stasera non…”
“Benone, stasera esco con Ju, è il nostro anniversario!” mi dice contemporaneamente.
“Ah” rispondo quasi delusa. “Cosa stavi dicendo?” “Nu-nulla” “Daaai, dimmelo, stasera…?”
“Sta-stasera esco” “Davvero?! Con chi?!” “Amici, ora, però, devo staccare, ti voglio bene!”
“Divertiti piccola Hele!”. Attacco e torno da Ash.
“Tutto ok?” “Si, era mio cugino, stasera è a cena con la ragazza”; mi guarda come per chiedermi quale sia il problema:
“ANNIVERSARIO, resterò a vedere un film…da sola”.
“Quindi sei libera?” “Dici? Credevo che l’mp3 valesse come compagnia!” rispondo irritata.
“Ti va di uscire?”. Resto stupita dalla sua domanda. Oddio, uscire con un ragazzo.
NO. NO. NO. L’ultima volta che ho avuto un appuntamento è stato tre anni fa. Il mio cervello va in tilt per un po’.
“Hele, allora? Se non ti va…” “Ehi, ehi. Certo che mi va!”.
“Alle otto da te?” mi chiede. “Ok”.
“Ora scappo, ho le prove con i ragazzi!” “Ciao Ash”. Mi dà un bacio sulla guancia. “A stasera”.
E adesso? Che faccio? Come devo comportarmi? Aaah ma che ne so!!
Trascorro l’intera mattina a sistemare la casa, mi ero totalmente dimenticata che oggi papà viene a pranzo.
Squilla nuovamente il cellulare. “Pronto?” “Helen, sai che oggi dovevo venire a pranzo a casa, no?”
“Ciao pa’! Sto per preparare la pasta infatti!”. M’interrompe.
“Piccola mia, scusa, ho dei progetti da sistemare entro domani, non posso muovermi dall’ufficio”
“Ah, va bene, ciao” rispondo delusa.
Una sola fottuta volta a settimana ci vediamo ed ora mi dai pure buca?! Che diamine!
Ho i nervi a fior di pelle. Decido di andare al supermercato vicino casa per comprare un panino. La pasta ce l’ho già “sullo stomaco”…

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Capitolo 8
*** Too fast ***


-Here I am! Per la vostra gioia (almeno spero…probabilmente starete cominciando ad odiarmi ahahah) stasera ho così tanta ispirazione da scrivere anche l’ottavo (e forse il nono) capitolo! Mi sto divertendo un sacco e vi ringrazio “un casino” (viva la grammatica italiana ed i suoi termini…ehm…*tossisce*). Spero vi divertiate leggendo! Grazie a tutti (ecco, parlo sempre troppo!). Baci, baci! Julie-
 
Entro nel supermarket. “Buongiorno!” dico ad alta voce salutando le commesse.
“Buongiorno a lei!”. Sembrano gentili. Dunque…cosa dovevo prendere? Ah si, il pane, il prosciutto e la mozzarella.
Mi dirigo al banco dei salumi. “Salve” richiamo l’attenzione del ragazzo dietro al bancone.
“Mi dica pure, cosa le serve?” “Sessanta grammi di prosciutto crudo” “La servo subito”.
“Basta così?” mi chiede porgendomi il sacchetto. “Si, grazie”. Continuo a camminare fino al reparto
“frigo”. Ci sono formaggi vari, ma prendo una piccola confezione di mozzarella.
Vado alla cassa e pago in fretta. Ho solo voglia di tornarmene a casa, mangiare e dormire fino a stasera.
Apro la porta, mi metto all’opera e realizzo un pranzetto “coi fiocchi”. Lavo il bicchiere ed il coltello che ho sporcato e vado in camera. I compiti per domani li ho già fatti, non mi resta che perdere tempo.
Si sono fatte le quattro e decido di stare un po’ al PC. Navigo su Internet, ascolto musica, insomma provo a distrarmi in qualche modo.
Dopo circa un’ora comincio a leggere un libro. Questo pomeriggio è talmente noioso. Il problema è che quando non ho da fare…penso. Penso a tutto ciò che mi preoccupa e…in questo momento la mia preoccupazione maggiore è l’appuntamento con Ashley.
In men che non si dica si fanno le sei e mezza. Decido di prepararmi.
Faccio una doccia, lavo i denti e subito dopo svuoto (LETTERALMENTE) l’armadio. Cosa posso mettere? Fa un freddo cane, però, non posso presentarmi come sempre, con jeans e felpa o almeno…non voglio.
So che non è un appuntamento romantico, Ash ed io siamo solo amici, cioè, ci conosciamo da due giorni, ma voglio essere carina.
Indosso un vestitino di pizzo nero che arriva poco sopra al ginocchio. Non metto scarpe alte (le odio!) ed i soliti anfibi. Aggiungo una cintura borchiata, il cappotto di pelle ed una piccola borsa a tracolla in cui ripongo fazzoletti, cellulare, portafoglio e chiavi di casa.
Semplice, elegante, dovrebbe andare bene. Mi trucco di nero e lascio i capelli sciolti, portandoli su una spalla. Le punte blu sono l’unico tocco di colore.
Sono pronta e in anticipo. La lancetta dell’orologio segna le otto meno cinque. Mi siedo sul divano quasi per prepararmi psicologicamente alla serata che mi si prospetta.
Helen (prende parola la vocina nella mia testa) non hai nulla di cui preoccuparti. E’ un’uscita tra amici. Niente di che. Devi solo rilassarti e divertirti. Conoscerai meglio Ashley e scoprirai cose nuove sul suo conto.
Infatti, mi sto agitando per nulla. *Driiiiiin* il campanello suona improvvisamente e salto dal divano.
(Meno male che eri tranquilla Helen!)
E’ Ash. “Ehi! Miss setto nasale distrutto! Come stai?” mi chiede. “Ancora con ‘sto nomignolo?! Smettila”
“Ancora con il broncio? Smettila!” mi dice imitando il mio tono di voce e mettendosi a ridere.
“Ehm…tieni” mi porge timidamente un mazzo di splendide rose. “Gra-grazie, non dovevi” replico imbarazzata.
“Vado a metterle nel vaso ed andiamo, accomodati pure se vuoi”.
Entriamo e sistemo le rose. “Possiamo andare!” gli dico. “Perfetto!”.
Ci sediamo in macchina e cominciamo a parlare. “Beh? Dove ti va di andare?” mi chiede.
“Non saprei, scegli tu” ribatto. “Ti piace il cibo cinese?” “Oh…si”
“Che ne dici se andiamo al ristorante qui vicino?” “Quello all’angolo?” “Si” “Va bene” gli sorrido.
Arriviamo in un battibaleno e la fame comincia a farsi sentire. “Cosa vuoi?” “Mmh riso alla cantonese e da bere…acqua!” “Wow! Il riso piace un sacco anche a me! Ne prendo due porzioni! Poi?” “Per me basta”
La sua faccia appare sconvolta. “Cooosa? Hai intenzione di mangiare solo questo?” “Ehm…si” “No, no, no. Prendi qualcos’altro” “Ash, va bene il riso” “Allora ordino io per te”
Si dirige in fretta alla cassa. Lo seguo, c’è talmente tanta gente che ho paura di perdermi.
“Buonasera” dice al cassiere. “Buonasera a lei, desidera?” “Due porzioni di riso alla cantonese, dei gamberi e degli involtini primavera”. Lo guardo come per dire:
”Devi sfamare un esercito per caso?!”
“Quant’è?” chiede tranquillo. “Trenta dollari”. “Ehm…Ash?” gli tiro la manica del cappotto. “Che c’è?” “Tieni” faccio per pagare la mia parte. “Oh, scusa, ho già pagato” mi dice dando la banconota da cinquanta dollari al ragazzo.
“Ma…” “Niente ma. Stasera sei mia ospite”. Gli sorrido. “Allora…grazie”. Mi scrolla i capelli.
“Va bene così?” chiede il commesso. “Certo” risponde il bassista.
“Prego, sedetevi, il cibo arriva subito”. Mi volto come per andare ad un tavolo ed Ash mi prende per un polso. “Hele aspetta un attimo qui” “Ok”
“Scusi, il cibo è da portare” “D’accordo” risponde il commesso che in un attimo ci porge i contenitori pieni zeppi di riso e schifezze varie.
“Buonasera” salutiamo ed andiamo in auto.
“Perché non siamo rimasti lì?” chiedo curiosa. Ashley mi fissa per un attimo.
“Conosco un posto più carino per mangiare” “Mi fido di te allora”.
Poco prima di arrivare in questo fatidico “luogo incantato” mi chiede di chiudere gli occhi. Faccio ciò che dice.
“Eccoci qui, dammi la mano” mi aiuta a scendere. Sento le scarpe sprofondare, è…sabbia?. “Ash, mica siamo in…?”
“Spiaggia? Si. Pensavo fosse una cosa carina, c’è una luna splendida stasera”
Premetto che ho sempre amato il mare, l’odore di quella meravigliosa brezza che ti accarezza i capelli…
“Dai, vieni, ho un paio di teli in macchina”. Ne prende uno e lo stende sulla sabbia fredda. Con un secondo asciugamano mi copre. E’ gentile.
“Grazie” gli dico. “Non voglio che ti ammali” mi risponde sorridente.
“Allora, mangiamo? Sto morendo di fame!”, corre a prendere il cibo e le bevande e ceniamo silenziosamente.
Con la pancia piena ci stendiamo a guardare le stelle. Si sta davvero bene. Mi sento a mio agio, Ash non mi fa pesare il fatto che siamo soli. Chiacchieriamo del più e del meno:
“Hai avuto un’idea geniale, sai?” “Davvero? Ti piace? Non sapevo come avresti reagito, ma…di solito le cose sdolcinate funzionano con tutte le ragazze”.
Giro il viso dall’altro lato sorridendo.
“Sai…” fa come per cominciare un discorso serio.
“Cosa c’è?” gli chiedo ri-voltandomi verso di lui. Per un secondo lo guardo negli occhi. Sono vivaci e brillanti.
Mi fissa senza parlare.
Sorrido di nuovo:”Ti sei addormentato?” “Ah, scusa, comunque…dicevo che…sono…felice, insomma di essere qui con te…stasera”
“Anch’io Ash, sei un buon amico!” ribatto. Mi sta davvero simpatico. Si prende cura di me, nonostante mi conosca da poco, è davvero un ragazzo d’oro.
Comincia a fissarmi di nuovo.
“Ehi! Cos’hai stasera? Non fai altro che guardarmi…ho forse la bocca sporca di riso?” chiedo perplessa.
Ashley scoppia in una rumorosa risata.
“No, no, tranquilla. E’ solo che…” “Che?”
Diamine! Non finisce ‘na frase. Mi farà impazzire nel giro di qualche ora.
“…è solo che sei bellissima Hele, ti sta bene questo vestito” mi dice spostando il ciuffo che cade sull’occhio destro, specchiandosi nel mio sguardo.
“Oh…” arrossisco violentemente. “Gra-grazie” “Nulla…” poggia il capo nell’incavo del mio collo.
I suoi capelli si fondono quasi con i miei ricci ed un brivido freddo risale lungo la mia colonna vertebrale.
“Hele…ecco…” alza di nuovo il capo. “Dimmi” “I-io…dalla sera della festa…si…da quella sera…cioè…da quando ti ho visto…”
“Ash? Sta’ calmo, ti ascolto”
“Hele tu mi piaci”. Sono talmente sconvolta che non so cosa dire. Si avvicina a me, sento il suo respiro fondersi col mio.
I suoi occhi a mandorla mi fissano come in cerca di una risposta. Le sue labbra quasi toccano le mie. I battiti cardiaci cominciano ad essere più veloci e ritmati.
Poggio il palmo della mano sulla sua bocca. “Ash…non-non vorrei correre troppo” gli dico preoccupata.
“Ah…scu-scusa” si allontana di scatto. Ho paura di averlo ferito. Provo a sistemare le cose.
“Senti, non è che tu non mi piaccia. E’ solo che…è un sacco che non esco con un ragazzo, non so come comportarmi, mi dispiace…
Abbasso lo sguardo. “Tranquilla Hele, non correrò, promesso” mi dice sorridendo.
“Per…per ora, ti considero un buon amico...” gli dico.
“Grazie, piccola Miss setto nasale distrutto!” mi stringe la punta del naso facendomi urlare dal dolore.
“Ahi! Idiota mi fai male!” gli tiro una ciocca di capelli. Così, tra uno scherzo e l’altro si fanno le dieci.
Improvvisamente il telefono di Ash squilla. “Scusami” “Prego”.
Risponde, seduto di fronte a me. “Hey, Jinxx, dimmi”
“Cheeee?! Sono proprio due deficienti! Dove sono adesso?!” dice urlando.
“E tu non puoi andarci?”. Jinxx probabilmente gli risponde. “Quindi neanche Jake! Aaaaah giuro che li pesto!”
“Dannazione!” dà un pugno alla sabbia.
Stacca la telefonata. E’ nervosissimo. “Ash, che c’è? Cos’è successo?” chiedo preoccupata.
“Andy e CC si sono ubriacati mentre erano al Pub Lion, hanno telefonato ai ragazzi mezzi sballati affinché li andassero a prendere, ma Jake e Jinxx sono andati alla festa di compleanno di un nostro amico. Dobbiamo andare a raccattarli noi. Giuro che li meno Hele! Adesso mi sentono!”
E' proprio furioso. “Dai, calmati, capita” “Vedrai cosa gli succede”. Chiude così la conversazione.
Entriamo in auto dopo aver ripreso i teli.
“Mi dispiace” dice con un tono tra il triste ed il rassegnato. “Non è colpa tua” gli accarezzo i capelli.
Sorride.
Arriviamo nel parcheggio del pub e la scena che ci si presenta davanti è assolutamente tragica

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Capitolo 9
*** Sleep Andy, you're drunk... ***


-Ecco a voi il nono capitolo! A quanto pare Andy e CC ne hanno combinata una delle loro…ah povero Ashley! Vi avverto…accadrà qualcosa che forse pochi si aspettano…buona lettura <3 Julie-
 
Arriviamo nel parcheggio del pub e la scena che ci si presenta davanti è assolutamente tragica
CC sta vomitando in alcuni cespugli mentre lo svitato è seduto a terra e poggia la schiena ad un muretto. Quasi si addormenta.
“Coglioni! Che avete combinato?” grida loro Ashley.
“Buaahh gleahah buauhhh” la risposta di CC che non si è neanche voltato.
“Ehi, amico, che ci fai qui?” chiede mezzo sbronzo Andy. “Sono venuto a prendervi!” risponde Ash sbuffando. “Ma avevo telefonato a Jake e Jinxx!” ribatte l’altro.
“Ti sei dimenticato che non sono a casa!”
“Ah, già…”. Andy sembra quasi depresso, non l’ho mai visto così. I suoi occhi sono spenti, non più di quell’azzurro splendente. Forse è solo stanco.
“Hele, scusa se ti coinvolgo, ma…potresti darmi una mano a caricarli in auto?” mi chiede preoccupato il bassista. “Certo”. “Mi occupo di CC” mi dice.
“Ok, allora vado da Andy”
rispondo.
Vedo il batterista poggiare un braccio al collo di Ash e barcollare, arriva accanto all’auto e si siede davanti.
Ash si siede al posto di guida mentre io vado a prendere il vocalist. “Andy?”, lo chiamo come per svegliarlo. “Eh?” mi risponde come se non mi conoscesse. Comincia a squadrarmi da capo a piedi.
“He-Hele! Accidenti! Ti sta benissimo ‘sto vestito! Sembri più grande!”. Arrossisco leggermente. Vabbè, è ubriaco, mi sembra pur normale che dica stronzate.
“Andy, sei ubriaco, dai, dammi la mano, ti porto fino all’auto”
“Ce la faccio da solo!” si alza a fatica e comincia a camminare, io lo seguo a braccia aperte per paura che perda l’equilibrio. Non mi sembra per nulla stabile.
Fortunatamente riusciamo ad entrare in macchina anche noi e ci avviamo verso casa dei ragazzi.
CC guarda fuori dal finestrino senza dire una parola. Ashley guida. Andy ed io siamo seduti dietro.
“Sei più bella stasera!” mi sussurra lo svitato all’orecchio. Ash non lo ha sentito, per fotuna! Altrimenti lo pesta sul serio. Continua a dirmi cose strane, ma non ci bado. Finché esausto si addormenta col capo sulla mia spalla.
“Non capisco perché debbano conciarsi così quando escono!” dice Ashley ancora arrabbiato.
“Hai ragione, ma è inutile rimproverarli, piuttosto, portiamoli a casa e mettiamoli a letto” gli rispondo.
“E’ meglio” dice serio.
Giunti nell’appartamento, Ashley accompagna CC in camera, ma prima che possa lasciarlo sul letto, il batterista corre in bagno a vomitare nuovamente.
Preoccupato, il bassista, lo segue mentre porto Andy a letto nell’altra stanza.
Sento una voce provenire dal bagno:”Hele, mi sa che CC ci metterà un po’ a riprendersi e devo stare qui per tenergli la testa altrimenti casca nella tazza!” mi dice quasi ridendo.
Almeno gli è passato il malumore. “Tranquillo, credo che anche Andy ci metterà un po’ a coricarsi”.
Intanto, il vocalist fa forza sulla mia spalla, con un braccio. Non riesce a stare in piedi e, purtroppo, ho dovuto svegliarlo.
“Andy! Andy! Ce la fai ad arrivare al letto?” gli chiedo preoccupata.
“Oh? Eh? Certo che si!” fa per avanzare in fretta, quasi cade col viso a terra, riesco a prendergli un braccio e lo tengo su.
“Dai, lascia perdere, vieni qua!” lo poggio su di me, di nuovo e mi avvio verso il letto. Sposto il suo braccio dal mio collo:
“Stenditi e dormi” “Come sei fredda stasera Hele!”. Si è…ricordato il mio nome?
Sta per coricarsi quando cade sul materasso tirandomi per un polso.
Mi ritrovo addosso a lui. Resto immobile. Sconvolta. “A-Andy, su, dormi! E’ tardi, devo andare a casa!” gli dico provando ad alzarmi.
“No, se non resti qui non mi addormento!” sbuffa come un bambino e mi trattiene stringendo il polso.
Lo guardo negli occhi e noto che le iridi azzurre hanno ricominciato a splendere. Giuro che, per quanto possa essere idiota, ha uno sguardo meraviglioso. Se un giorno dovessi morire vorrei farlo annegando in quegli occhi.
“Dai, resta solo un pochino” mi fa la boccuccia. Non riesco a dirgli di no.
“Almeno posso sedermi accanto a te?” gli chiedo ancora imbarazzata per la posizione in cui siamo.
“N-no! Voglio che stiamo così!”. Quanti anni avrà? Ventidue? Ventitré? Secondo me ne ha cinque…
“Ok” lo accontento come si fa con i bambini quando fanno i capricci.
“Hele…” “Dimmi Andy” gli rispondo rassegnata. “Sei bella stasera” “Andy, già lo hai detto in macchina, puoi smetterla di dire cazzate? Per favore!”
“Uff. Perché non mi credi?” “Perché no” “Non è una risposta” “Smettila di fare il bambino”
“Uff, uff, uff, antipatica!” si gira facendo il finto offeso. Mi scappa un sorriso.
“Hai visto? Ci sono riuscito!” urla soddisfatto. Mio Dio, non mi ubriacherò mai, non voglio fare una fine del genere.
“A fare cosa?” chiedo sorridendo. “A farti ridere”. Lo guardo indispettita. Ha ragione. E’ riuscito a farmi sorridere.
“Hele” mi chiama ancora. E’ incontentabile.
“Dimmi Andy” “Sei bella stasera” “We, che ti si è incantato il disco?!” ribatto divertita.
“No, volevo che capissi che sei proprio bella, bella!”. Arrossisco, ancora una volta.
“Andy, posso andare adesso?” “Resta ancora, per favoooore, solo dieci minuti”
“Va bene”.
E’ imbarazzante. Trovarmi addosso ad un ragazzo che conosco da due giorni e a pochi centimetri dalle sue labbra, ma se per tornarmene a casa il più presto possibile devo fare ciò…tanto vale restare qui.
“Hele”. Gesù ora lo uccido e la finiamo. “Dimmi Andy”
“Sei bella…” “Andy me lo hai già det…” non mi fa finire la frase.
“Fammi finire e non ti lamentare” (Addirittura? Spero stia scherzando altrimenti gli mollo un ceffone)
“Dicevo, sei bella e…” “E?” “E mi piaci”. Ammutolisco per qualche minuto.
“Smettila di scherzare” gli dico isterica. “Questa volta sono serio” replica.
“Andy, tu non sei serio, sei ubriaco” “Ma mi piacevi anche quando ero sobrio, quando sei venuta qui col setto nasale semi-distrutto”. Sembra improvvisamente tornato lucido e non so cosa dirgli.
“Hele, mi piaci sul serio”. Alza leggermente il capo, avvicinandosi al mio viso. “A-Andy, cosa…?”
“Shhh” poggia un dito sulle mie labbra e mi guarda negli occhi. Il ghiaccio freddo che racchiudeva le sue iridi comincia a sciogliersi.
Il suo respiro è affannato, sembra quasi che sia in ansia. Il torace comincia a seguire movimenti molto meno regolari e più veloci. Sento la sua agitazione crescere.
Il suo cuore batte così forte che quasi posso sentirlo. Assaporo appena uno dei suoi respiri.
Mi bacia. Lasciando un’impronta morbida sulle mie labbra gelide. “A-Andy non…” non riesco a parlare che ricomincia a baciarmi. Questa volta diversamente, in modo più passionale. Le sue braccia mi stringono in un abbraccio. Sento l’anellino metallico del suo labbro inferiore.
Le nostre lingue danzano ed il mio cuore va a mille. Cosa diavolo sta succedendo?
“Hm, hm” qualcuno attira la nostra attenzione schiarendosi la voce.
Mi volto e vedo Ashley, in piedi, poggiato allo stipite della porta. Noto in che posizione sono e mi allontano subito da Andy.
“A-Ash, come sta CC?” provo ad aprire un discorso.
“Meglio, dorme come un ghiro. Piuttosto, il signorino qui?” indica il vocalist facendo un cenno col capo.
“Be-bene” abbasso lo sguardo imbarazzata. “Direi…” risponde Ash con un tono serio.
“E’ ubriaco perso” gli dico come per giustificare quello che abbiamo fatto.
“Si” annuisce.
“Ti riaccompagno a casa? Si sono fatte le undici e mezza e domani hai scuola”
“Grazie” rispondo. Saluto Andy alzando la mano, ma già sta dormendo e non mi risponde.
Arriviamo a casa mia ed Ashley decide di accompagnarmi fino alla porta.
Lungo il tragitto non abbiamo detto una parola. Mi sento un po’ in colpa. Sapete com’è…cioè…neghi un bacio ad un ragazzo dicendo che non vuoi correre troppo e te lo ritrovi davanti mentre ne baci un altro in posizioni equivoche…
“Helen sei un’idiota, ti sei fatta abbindolare”. Dice la voce della mia coscienza.
“Lasciami stare! Mi è bastata la serata ‘movimentata’!”
Provo a parlare col mio “salvatore”. “Ash, senti, non so cos’hai visto prima, ma…”
Non mi fa finire. “Lascia stare, non devi darmi alcuna spiegazione Miss setto nasale distrutto”.
Sorride.
“Si-sicuro?” chiedo perplessa. “Certo”, mi abbraccia. “Grazie” gli rispondo, poi continuo:
“Grazie per tutto, ho trascorso una serata meravigliosa, dobbiamo uscire più spesso!” gli dico.
“Si! Hai proprio ragione, ma ora va a dormire piccolina, è tardi!”.
Entro in casa e senza neanche spogliarmi o struccarmi mi lascio cadere sul letto. Non riesco ancora a capacitarmi di ciò che ho fatto. Ho-ho (deglutisco, non riesco neanche a dirlo) baciato quello svitato? Mio Dio, l’ho fatto sul serio? Credo sarebbe meglio se domani andassi da lui. Devo parlargli. ASSOLUTAMENTE. Fo-forse era solo ubriaco ed ha detto cose senza senso…forse no...

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Capitolo 10
*** Thank you, Andy... ***


-Allora? Siete curiosi di scoprire cosa accadrà tra Helen e “lo svitato”? In questo decimo capitolo parleranno anche i ragazzi, quindi, userò il cancelletto per indicare chi è che parla. Grazie mille per la lettura, spero vi piaccia lo sviluppo della storia. Recensite, aspetto di sapere cosa ne pensate! Baci. Julie-

#Helen
*Tintintin* la sveglia suona. Sono le sette. Un’altra orribile settimana ha inizio.
Su, Helen, preparati e non fare storie.
Faccio una doccia veloce, indosso i soliti abiti scuri e mi trucco. Mangio due o tre biscotti e, prendendo la borsa, mi dirigo a scuola.
Appena arrivata noto la massa di studenti che bisbigliano e ridono al mio passaggio, non ci faccio caso.
“Hele!”mi grida una voce familiare. Mi volto. “Lucy!” le sorrido. “Oh mio Dio! Che hai fatto alla faccia?!” chiede spaventata notando il livido sul naso.
“Ehm…Ash non ti ha detto nulla?” “No, non lo sento dalla sera della festa” “Ah…”
“Beh? Racconta!”mi dice convinta. “E-ecco, Lucas, fuori scuola aveva provato a picchiarmi, ma gli ero sfuggita. Alla festa ha pensato di regolare i conti e...insomma…mi ha strappato anche la manica della maglia quella sera…non so cosa volesse farmi, fortunatamente è arrivato…”
“…Ash”conclude la frase al posto mio.
“Già”annuisco. “Allora? Ti sta simpatico? E’ il mio migliore amico!” dice orgogliosa.
“Si, si, è gentile. Siamo anche usciti ieri…”
“Davvero?!”mi chiede stupita, ma felice. “S-si, poi, la sera della festa ho conosciuto anche lo svitato…” dico abbassando lo sguardo. Un lieve rossore mi prende le guance.
“Lo…svitato?”è perplessa. “A-Andy” “Aaaah, capisco, quindi hai incontrato anche CC, Jake e Jinxx?”
“Si, sono davvero dei bravi ragazzi”comincio a torturarmi le dita. Giocherello con esse in preda all’imbarazzo.
Dovrei dirle quello che ha fatto Andy? E’ la migliore amica di Ashley, potrebbe dirgli cose strane…
“Heleeee sveglia! Sei ancora tra noi?!”
“Ah, Lu, scusa, stavo pensando”. “Andiamo!” mi prende per mano e c’incamminiamo. Ci sediamo ai nostri posti e noto che Lucas mi guarda con un’aria tutt’altro che allegra.
Mi spaventa quasi. “Buongiorno ragazzi” dice la professoressa Stuart entrando.
“’Giorno prof.”gridiamo in coro. Le ore di scuola volano e in un attimo mi ritrovo fuori all’edificio, pronta a tornare a casa.
“Hele”, è Lucy. “Dimmi” “Ti va di venire a pranzo da me, domani?” “Sicura che non disturbo?” le chiedo preoccupata. “Tranquilla!”
“Ok. A domani allora”. La saluto e comincio a camminare finché sento un ragazzo chiamarmi. Mi giro di scatto notando Lucas alle mie spalle.
“Ciao”dice. “Ciao” ripeto continuando ad allontanarmi da lui che, invece, mi segue.
“Hai fretta?”, parla con un tono così tranquillo che mette inquietudine.
“S-si, devo andare a casa…”cammino a passo svelto.
“Aspetta”afferra il mio braccio. “Lasciami!” grido. “Sai che sei proprio una stronza? Guarda che mi ha combinato il tuo amichetto!” dice indicando una ferita al capo, probabilmente dovuta al pugno di Ash.
“Ti ricordo che mi stavi spogliando!”ribatto adirata. “Non doveva intromettersi, comunque, pagherai tu le conseguenze dei suoi gesti” stringe la presa. “Ti ho detto che devi lasciarmi!” ringhio.
“Ah, si? Non mi va e poi, oggi quell’emo non c’è”mi trascina in un vecchio casolare abbandonato a pochi passi dalla scuola.
Mi tiene così forte che non riesco a liberarmi. Ahi, comincia a farmi male il braccio.
“Sta buona qui!”mi lancia contro il muro del vecchio edificio. Provo a scappare, ma riesce a raggiungermi.
“Ti ho detto che devi stare ferma!”mi getta contro il cemento gelido e si avventa su di me. Sono come pietrificata. Ho ancora la caviglia dolorante. Vedo il fuoco ardere nei suoi occhi.
Mi tira via il cappotto. Poi la maglia. Il freddo pungente avvolge il mio corpo fino ai pantaloni.
“Stronzo, lasciami stare!”gli urlo dandogli un pugno. “Perché dovrei? Grida pure…tanto qui, nessuno può sentirti!”
Mi deprimo per le sue parole. NESSUNO. NESSUNO. Riecheggiano beffarde nella mia mente.
“E’ finita”penso. Le lacrime calde cominciano a rigarmi il viso. Lo vedo avvicinarsi a me, di nuovo.
 
#Andy
Aaah che palle! Non so che fare. Ieri mi sono comportato proprio da idiota con Helen. Non dovevo dirglielo così. Da quando ha varcato la porta di casa non ci ho capito più nulla.
Non so se la amo, ma mi piace. Mi dà fastidio se Ash la sfiora o l’abbraccia o l’accarezza…insomma, mi dà fastidio che le stia così vicino.
Forse dovrei parlarle e sistemare le cose. Devo scusarmi per quello che ho fatto.
Probabilmente mi odia più di prima.
Non ho nulla da fare e decido di andare in giro. Voglio stare un po’ da solo, magari riesco a schiarirmi le idee. Quasi quasi vado nel casolare abbandonato. Lì non ci sono ficcanaso, posso sdraiarmi ed ascoltare il suono dei miei pensieri.
Troverò una soluzione! Non voglio perderla.
 
#Helen
“Allora? Cos’hai depressa? Ti sei commossa? Poveriiiina”. Lucas mi accarezza viscidamente i capelli.
“Ridammi i vestiti”gli dico con tono pacato.
“No” “Prenderò una bronchite, idiota!” “Tanto chi se ne fotte se muori, anzi, faccio un piacere agli altri togliendoti di mezzo”mi dice con un sorriso perverso e maligno stampato sul volto.
“Sei solo un fottuto stronzo!”. A quelle parole s’infuria e mi dà uno schiaffo. Poi comincia a baciarmi il collo.
“Non toccarmi!”gli urlo prendendolo a pugni. “Però! Sai che sei carina? Vedo che ancora non hai usato la lametta qui” mi sfiora la pancia facendomi sussultare.
“NON TOCCARMI!”sposto la sua mano.
Si avvicina ancora più di prima spingendomi al muro in modo violento. Il suo corpo preme sul mio.
“Dai! Non fare l’antipatica, possiamo andare d’accordo no?”
Do un ultimo grido col poco fiato che mi resta.
“Aiuto!!” “Ti ho detto che nessuno può sent…”
“Lo credi sul serio?”. Una voce lo interrompe. Noto una figura esile e slanciata dietro di lui.
“E tu chi sei?”chiede Lucas al ragazzo misterioso. “Un amico di Helen, porco! Levale le mani di dosso!”
“Sei solo uno sbruffone!”. Il bullo gli si lancia contro, l’altro lo evita e tenendolo per la felpa gli dà un pugno nello stomaco.
“Ah! Stronzo!”gli urla. Cade a terra piegato in due dal dolore e continua ad imprecare.
Il ragazzo misterioso mi si avvicina, si toglie il cappuccio della felpa che gli copriva anche il viso.
E’…è…A-Andy.
“Andy!”gli getto le braccia al collo piangendo. Mi porge la sua felpa. “Tieni, rischi di prendere il raffreddore in queste condizioni!”
“Gra-grazie”la indosso e sento il suo profumo. Un misto tra colonia e fumo.
“Come ti senti?”mi chiede preoccupato. “B-bene” gli rispondo scossa.
“Vieni qui”mi abbraccia di nuovo. Questa volta restiamo qualche minuto uniti. “Ho avuto paura” gli dico.
“Shhh, ora ci sono io con te” mi dà un bacio sul capo.
Piango, come non mai, mi sfogo, lascio uscire tutto il veleno che ho dentro.
Cammino stretta a lui e prima di andarcene ci avviciniamo a Lucas. “Aspetta un attimo” mi dice fermandosi.
Si avvicina al bastardo che mezzo cosciente, impreca ancora steso sul terreno.
“Ti avverto, sfiorala e sei morto! Pervertito!”gli dà un calcio facendolo gridare dal dolore.
“A-Andy…” “E’ tutto a posto, non ti darà più fastidio”. “Grazie” gli rispondo aggrappandomi al suo braccio.
Camminiamo in silenzio. Non so cosa dire. Tremo, un po’ per il freddo, un po’ per la paura, ma non dico nulla.
“Hele…”Andy prova a rompere il ghiaccio. “Si?” “Sicura che vada tutto bene?” “S-si, perché?”
“Stai tremando”. Se n’è accorto.
Mi stringe la mano e gli sorrido.
“Hey…” parla di nuovo. “Cosa c’è questa volta?” “Andiamo a fare un giro? Vorrei parlarti di alcune cose…importanti…”
Sono un po’ stupita. “Ah…ehm…cioè…si…va bene…”. Lo seguo senza sapere neanche dove andiamo. Mi basta la sua presenza.
 
#Andy
Dio mio Hele! Che spavento mi hai fatto prendere! Piccola, non puoi sapere quanta paura ho avuto che quel bastardo ti facesse del male.
Giuro che da oggi in poi ti proteggerò…per SEMPRE…

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Capitolo 11
*** You can't understand... ***


-Ciao a tutti! Rieccomi con un nuovo capitolo. Vi avverto, non ho avuto grandi idee durante gli ultimi due giorni quindi non so cosa ne sia uscito. In ogni caso, spero vi piaccia. Per favore, fatemi sapere cosa ne pensate, ho davvero bisogno di qualche parere! Baci. Julie-

#Helen
Si è fatta ora di pranzo e sono ancora con Andy, chissà dove vuole portarmi.
“Ehi”lo chiamo. “Dove andiamo adesso?” “Ti va di pranzare fuori?” “E-eh?” “Si, dai, andiamo in un ristorantino che conosco, cucinano benissimo, promesso”. Mi fido di lui.
“Ok”.  Facciamo un po’ di strada a piedi ed entriamo in un piccolo locale. L’arredamento è moderno. Ci sono tavoli neri, in legno, lucidi. Le sedie invece sono di un bianco brillante. Nonostante sia giorno, l’interno è buio in alcuni punti, mentre in altri si creano giochi d’ombre fuggenti grazie all’utilizzo di candele profumate.
“Su, sediamoci”. Ci avviciniamo ad un tavolino ed Andy mi aiuta educatamente a sedermi.
“Grazie”gli sorrido. “Nulla”. Oltre a noi  non ci sono altri clienti, se non una coppia di adorabili vecchietti e qualche manager o direttore d’azienda (li si riconosce dai vestiti).
Arriva il cameriere.
“Salve, i signori desiderano?”tiene in mano un taccuino dalla copertina bordeaux.
“Per me…un-un’insalata grazie”rispondo un po’ imbarazzata.
“Anche per me”dice Andy. “Da bere?” chiede il cameriere. “Acqua” “Vino” rispondiamo rispettivamente.
“Un attimo e sarete serviti, buongiorno”. Il cameriere saluta ed entra in cucina.
Andy comincia a parlarmi. “Mi dispiace per prima” “A-ah, figurati, Lucas…”
“Se solo ti sfiora, dimmelo che lo uccido” “Non ti capisco, sai?”. Sembra stupito da ciò che ho appena detto.
“Eh?” “Non capisco perché ti ci applichi tanto”ribatto un po’ triste. Non ho mai avuto qualcuno che badasse a me. Perché dovrei metterlo nei guai inutilmente? Forse dovrebbe solo evitare d’impicciarsi.
“Sei proprio una stupida. Perché mi applico dici? Non lo so, ma a quanto pare non te ne fotte un cazzo!”mi urla contro. Non volevo che si arrabbiasse.
“A-Andy non volevo farti arrabbiare, non voglio che ti preoccupi per me perché hai già altre cose più importanti a cui pensare” “Dannazione Helen! Ti conosco da tre giorni e non chiedermi perché, ma adesso sei tu la cosa più importante a cui devo pensare!”mi dice gridando così tanto da attirare l’attenzione degli altri clienti.
Non ho parole con cui ribattere.
Importante, per qualcuno. Non lo sono mai stata. Mi alzo e faccio per andarmene, ho lo stomaco grande quanto una nocciolina dopo la discussione.
“Dove vai? Sta qui”mi dice prendendomi la mano.
“Va-va bene”gli rispondo quasi piangendo.
Tutti continuano a fissarci come se si trattasse di un telefilm:
“Ladies and gentlemen siete curiosi di sapere cosa accadrà tra Andy ed Helen? Restate nel locale e lo scoprirete!”
Ci manca che qualcuno pronunci una frase del genere.
“Scusa per prima”. Andy è imbarazzato. “Non preoccuparti…ci sono abituata”. Mi guarda con aria infelice.
“Signori, ecco a voi”il cameriere s’intromette e lascia le due insalate sul tavolo. Facciamo quasi finta di mangiare, anche se nessuno dei due è dell’umore adatto.
Continuo a giocherellare con la forchetta. “Su, mangia, ti fa bene” mi dice quell’idiota con un profondo senso paterno.
“S-si”ingoio svogliatamente una fogliolina verde. “Allora? Di-di cosa dovevi parlarmi?” mi faccio coraggio ed apro un nuovo discorso, magari migliore di quello precedente.
“Mmh, si, un secondo”. Finisce di masticare. Prende una lunga sorsata di vino.
“Dunque…”. Certo che se comincia la conversazione così…diciamo che è “incoraggiante” quanto mangiare una pizza durante il primo giorno di dieta.
“Si?”chiedo affinché continui a parlare.
“…quello che ti ho detto prima…lo-lo penso sul serio.”
Sto in silenzio ad ascoltarlo. “…mi…mi dispiace per…insomma…ricordi la sera in cui mi ubriacai?”
Un flashback attraversa la mia mente. Letto-Andy-Posizioni equivoche-Complimenti-Abbraccio-Bacio.
Arrossisco violentemente. Abbasso il capo. “S-si…” “Ecco…quelle cose che ti ho detto…intendo…beh Helen…se-secondo me sei davvero bellissima” dice tutto d’un fiato.
Ho lo sguardo fisso sull’insalata. Vedo piccole gocce d’olio scivolare lungo le foglie di un color verde acceso.
“Ehi, mi ascolti?”. Andy richiama la mia attenzione. Alzo il capo e scorgo per un attimo il suo sguardo speranzoso, ma gelido.
“Si, scusa” “Senti. Bando alle ciance. Mi dispiace per averti messa in difficoltà con Ash…sai con quel b-bacio…”
#Andy
Cosa cavolo le sto dicendo?! Mi sento proprio un idiota! Al posto di dirle che mi piace, mi faccio problemi a causa di Ash, che tra l’altro vuole usarla come giocattolino.
#Helen
In difficoltà con Ash? Mi ero dimenticata di lui. Non dovrebbe neanche scusarsi.
Infondo quel bacio…per quanto non voglia ammetterlo, mi è piaciuto…solo un po’…credo…
Decido di parlare, dato che sembra seduto su uno sgabello fatto di spine. “E-ecco, Andy, non devi scusarti. Quel bacio…infondo…anche io...cioè..aaah…lasciamo perdere. Non riesco a spiegarmi.”
Mi guarda come deluso. Va a pagare rifiutando categoricamente i miei soldi ed usciamo dal ristorante.
Camminiamo in direzione del parco. Una volta arrivati ci sediamo all’ombra di un albero.
“Hele?” “Dimmi” “Cosa intendevi prima con quel ‘non riesco a spiegarmi’?”mi chiede come se avesse pensato al mio comportamento per tutto il tragitto.
Mi guarda con degli enormi occhi azzurri. Quasi ci annego. Ha un’espressione così seria e preoccupata. Sembra davvero in ansia per la mia risposta.
Non so quale strana forza mi dice di fare ciò che non avrei mai pensato potesse accadere.
“Questo”gli sussurro all’orecchio ed in men che non si dica lascio sulle sue labbra l’ombra di un bacio.
Poi lo abbraccio. Non mi dà alcuna risposta. Si limita ad accarezzarmi i capelli.
“Mi riaccompagni a casa, per favore?”gli chiedo come svegliandolo da un sogno.
“Si”annuisce.
#Andy
Dev’essere un sogno. Ma si! Un sogno stupendo. So già che accadrà qualcosa di brutto. A momenti.
Mi sveglierò e non sarà più al mio fianco. Non potrò più tenerla così vicina a me. Non potrò accarezzarle i capelli. Vorrei che tutto ciò durasse in eterno.
#Helen
Giunti a casa saluto Andy. “Beh…allora…ci sentiamo…ora devo andare a studiare…ehm…puoi darmi il tuo numero?”  gli dico un po’ imbarazzata.
“Certo”. Memorizzo il suo numero sul cellulare. “Grazie” “Nulla”. Mi dà un bacio sulla guancia e va via.
Mi chiudo la porta alle spalle scivolando su di essa. Sono rannicchiata con le ginocchia al petto ed il cuore che tra un po’ vola via.
L’ho…baciato e questa volta…era sobrio.
Vado in camera mia. Mi soffermo a guardare una vecchia foto che, incorniciata, poggia sulla scrivania.
Eccolo lì, Mark, il mio ex. Occhi castani, capelli altrettanto scuri, un po’ ribelli e sorriso spacca cuori.
“E pensare che una volta lo amavi” dice la solita vocina rompiballe. “Si, ma hai detto bene…UNA VOLTA”
Mi stendo sul letto, quasi ci sprofondo. Poi comincio a studiare, devo pur sempre fare qualcosa, tanto vale sia qualcosa di UTILE.
 
Si sono fatte le otto e non so cosa cavolo fare.
Prendo il cellulare. “Da’ come stai?” “Weee cugiiii! Tutto bene, te? Com’è andata l’uscita con gli amici?”
“Bene. Mi sono divertita”. David sembra sinceramente felice per me.
“Cugì, devo andare a lavoro, ci sentiamo?” “Ok, salutami Julie” “Ciao piccola”.
Mi ero dimenticata che domani devo andare a pranzo da Lucy, avevo pensato di portarle una torta al cioccolato, ma mi sono dimenticata di comprare il lievito.
Non è molto tardi, no? Corro giù in salumeria, tanto chiudono alle otto e mezza.
Detto fatto, mi ritrovo tra le corsie di una piccola salumeria, c’è di tutto e di più, a me sembra un supermercato. Prendo gli ingredienti che mi servono, l’unica cosa che non trovo è il cacao.
Cammino fino a quando trovo lo scaffale su cui è posato. Diavolo quanto lo hanno messo in alto, nemmeno un tipo di un metro e ottanta ci arriverebbe.
Non vedo commessi in giro. Beeene.
Mi alzo in punta di piedi, allungo il braccio, ma non ci arrivo. Che palle. “Mmh aahi!” tendo i muscoli che ho, fino allo stremo delle forze.
Nulla. Mi sento una nanetta. Provo di nuovo, nell’intento di riuscire a realizzare l’impresa, ma proprio quando ho quasi ottenuto il mio pacchetto di cacao…caz…
…la farin…qualcuno blocca i due pacchi di farina che quasi mi si stampavano in faccia.
“Gra-grazie” dico tenendo uno scatolino bianco e rosso tra le mani. Mi volto e non credo ai miei occhi…”TU?! Che ci fai QUI?!”

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Capitolo 12
*** OMG! Why?! ***


-Spero che l’ultimo capitolo vi sia piaciuto nonostante la poca “originalità”, comunque, eccone un altro! Diciamo che…ehm…Ash ne passerà di cotte e di crude…(quanto sono crudele con quel poverino? Quanto? Ahahah). Buona lettura e recensite! Non vedo l’ora di sapere cosa ne pensate!-
 
“TU?! Cosa ci fai qui?!”.
 Mi ritrovo di fronte ad un Ashley mezzo infarinato, quasi pronto per la frittura.
“Hele! Che bello vederti! Non ti sei fatta più sentire dall’app…”
“Da quella sera insomma”. Sembra che non voglia ricordare la nostra uscita come un appuntamento…
“Si, scusa, ho avuto da fare”mento. “Cosa ci fai qui?” gli chiedo per la seconda volta, senza urlare, però.
“Ah, ero venuto a prendere qualche birra”. Andiamo alla cassa, paghiamo ed usciamo insieme dalla salumeria.
“Allora, piccola Miss setto nasale distrutto, come vanno le ferite di guerra?”mi prende ancora in giro per il livido sul naso.
“Tutto ok, stanno andando via” “Per fortuna”. Non credo sappia di quello che è successo tra Andy e Lucas.
Facciamo un tratto di strada a piedi. Sono le nove precise e mi conviene tornare a casa..
“Ash, io devo andare, si sta facendo tardi e devo preparare la cena”, faccio per girarmi ed andarmene.
“Hele, noi stasera mangiamo la pizza, perché non vieni anche tu? Sono sicuro che ai ragazzi farebbe piacere”
Per un attimo l’immagine di Andy sfiora la mia mente provocandomi i brividi.
“Allora? Ti riaccompagno io, tranquilla”mi dice il bassista come per rassicurarmi.
O-ok” “Dai, ho l’auto parcheggiata lì”. Lo seguo senza fiatare con un piccolo sacchetto in plastica contenente gli ingredienti per la famosa torta da portare a casa di Lucy. Mi sa che mi toccherà prepararla di primo mattino. Pazienza.
 
Andiamo in pizzeria, poi torniamo a casa. Ashley entra e chiama gli altri.
“La cena è pronta!”
Uno schiamazzo terribile attraversa il corridoio, sembra una corrida. “Pizzaaaaaaaaa!!!” si sente CC urlare.
“Sta attento che cadi!”Jinxx lo rimprovera. “Ho fame!” replica Jake. Di Andy nessuna traccia.
Appena i tre giungono in cucina, restano stupiti nel vedermi, ma mi accolgono molto amorevolmente. Siamo in cinque.
Il posto di Andy resta vuoto e ciò mi mette un’ansia terribile.
“Ash…Andy…”comincio a parlare, ma improvvisamente noto quest’ultimo entrare in cucina con un’aria tutt’altro che allegra.
Sembra più sconvolto rispetto agli altri, a causa della mia presenza.
“H-Hele, sei venuta a trovarci?”mi chiede stupito. “L’ho incontrata dal salumiere e l’ho invitata a cena!” risponde Ash al posto mio.
“Hai fatto bene!”ribatte l’altro. Sembra così maledettamente in pensiero.
Mangiamo con calma anche se le mie mani sfiorano a stento un pezzo e mezzo di pizza ed un bicchiere di birra.
CC, Jake e Jinxx mi salutano in fretta e vanno a dormire, ultimamente hanno fatto le ore piccole, quindi, hanno  deciso di recuperare un po’ di sonno.
La situazione si fa alquanto imbarazzante. Ashley, io ed Andy seduti sul divano, all’ingresso e la cosa più triste è che sono seduta al centro, tra i due.
Lo svitato continua a non dire una parole finché Ash rompe il ghiaccio.
“Dovrebbe venire a trovarci più spesso, non credi Andy?”
Il vocalist sembra non ascoltarlo neanche e gli dà una risposta incerta, non avendo capito la domanda:
“E-eh? Si, certo, ovvio…”.Non capisco cosa diavolo gli prende.
Sembra che ognuno dei due aspetti che l’altro vada a dormire per restare solo con me.
“A-Andy vorrei parlarti un secondo”mi faccio coraggio e nonostante la presenza del bassista provo a chiarire il problema.
“Si, però, andiamo di là”mi dice. “Ok”. Andiamo nella sua stanza mentre Ash si stende sul divano appena liberatosi di noi.
 
Entriamo nella stanza e ci chiudiamo la porta alle spalle.
“Ehi, ehi, cos’hai? E’ tutta la sera che non fiati”. Gli parlo in modo schietto, in casi del genere, i giri di parole non servono a NIENTE.
“Nulla”mi risponde con voce triste. “Sai che non ti credo, su parla”
“Nulla, davvero, ho solo sonno” “Andy!”comincio ad alzare il tono della voce.
“Senti, lascia stare, ti ho detto che è solo sonno”
Non mollo la presa. “Senti, tu, caro ANDREW BIERSACK adesso mi dici cosa diavolo ti prende, ok?!”
“Cosa diavolo mi prende?! Il mio migliore amico ti sbava dietro come un cane e tu vuoi sapere cosa mi prende?!”
Le sue parole un po’ mi feriscono. Non avrei mai voluto creare discordia tra loro.
 “Beh? Sei soddisfatta ora?!”
“Sei proprio uno stronzo! Lui di sicuro è meglio di te!”gli urlo. Si, lo ammetto, questa potevo risparmiarmela, ma la rabbia mi ha accecata. Andy sembra furioso.
“A-Andy…scu…” “Davvero? E’ meglio di me? Allora perché non lo dici a lui?! Forza! Andiamo di là così puoi dirgli in faccia tutto quello che pensi”. Mi prende per un braccio e mi trascina di fronte ad Ashley.
“Raga, cosa vi succede? Vi ho sentiti discutere”. “La TUA cara Miss setto nasale distrutto voleva dirti che sei meglio di me, va bene?! Contento ora?! Adesso potete mettervi insieme allegramente e non rompere il cazzo a me, auguri!”ci dice, mi lascia in piedi, di fronte al bassista che sembra essersi adirato a causa delle sue parole.
“Andy! Torna qui! Sbrigati, altrimenti vedi che ti succede!”. Adesso anche Ash sta urlando.
Le cose non vanno per nulla bene.
“Che cazzo vuoi idiota?! Eh? Cosa vuoi farmi? Darmi un pugno? Fallo, avanti! Sto aspettando! Credi che non sappia che vuoi solo usarla! Vuoi farci sesso e scaricarla come hai fatto con le altre!”
Un pugno colpisce il cantante in pieno viso, il quale con un occhio gonfio, pronto a creare un enorme livido viola ne dà a sua volta uno ad Ashley. I ragazzi cominciano a picchiarsi mentre disperata richiedo l’aiuto degli altri che mezzi addormentati corrono in mio soccorso e riescono a separarli.
“Sei solo uno stronzo, un puttaniere!”grida Andy.
“A te cosa importa?! Lei non ti ama, idiota!”ribatte Ashley.
Un silenzio improvviso assale la stanza. I miei occhi grondano di lacrime.
“Scusate, devo andare!”scappo via prima che uno dei due possa raggiungermi. Fuori fa freddo e piove, ma non m’interessa, continuo a correre verso casa con la piccola busta stretta al petto.
Vorrei solo morire, dopo quello che ho combinato…che casino, non ce la faccio più.
Cammino sotto all’acqua, batte forte sulla mia testa e tremo. Improvvisamente una mano calda prende la mia. La cosa mi spaventa…non poco, considerando che sono quasi le undici.
“Hele”…è…è…An…dy. Ha il viso livido e gli occhi gonfi. Non riesco a guardarlo, continuo la mia corsa frenetica verso casa.
Mi blocca. Fa si che mi volti. Mi stringe a sé. In questo momento la mia anima sembra in pace col resto del mondo, solo sfiorando la sua pelle mi sento libera, felice. Nulla conta. Il dolore, la tristezza, la solitudine, non esiste più nulla di tutto ciò. Ci siamo solo io e lui. Io ed Andy.
“E’ tutto finito Hele, te lo prometto, è tutto finito” mi sussurra all’orecchio…l’unico rumore che si sente è il nostro battito cardiaco accompagnato da un soave coro di gocce cadenti…

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Capitolo 13
*** Poor Andy!! ***


-Eccoci al tredicesimo capitolo. Grazie a tutti voi che ancora seguite la storia. Spero vi piaccia. Recensite! Questa volta non spoilero, però, vi avverto che ci sono scene un po’ più piccanti del solito! Bacioni. Julie-
 

Siamo bagnati fradici, davvero: zuppi d’acqua.
“A-Andy, che ne dici se torniamo dai ragazzi?”gli chiedo speranzosa.
 Non possiamo restare sotto alla pioggia. Prenderemo la bronchite.
“No. Io da Ash non ci torno dopo quello che ha fatto”, sbuffa.
Mi sento così in colpa. Se non ci fossi stata io non avrebbero litigato, né si sarebbero presi a pugni.
Mi sforzo di non pensarci.
“E-ehi, fa freddo, che dici, allora…andiamo da me?”.
Spero che almeno questa proposta l’accetti. “Ok” annuisce e torniamo in fretta a casa.
*Situazione imbarazzante*
“Ehm…ehm…va-vado a cambiarmi, sai, sembro uno straccio. Allora faccio una doccia e ti lascio il bagno, va bene?”
“Si, tranquilla”mi risponde pensieroso.
Vado in bagno, ripongo i vestiti bagnati in un cestino. Chiudo la porta A CHIAVE (si ho la fissa che possano aprirla da un momento all’altro, so che Andy non è il tipo, m-ma…meglio evitare).
Entro nella cabina. L’acqua calda mi scivola addosso. Finalmente non ho più i brividi. Dopo una bella doccia esco indossando il mio enorme accappatoio.
Apro la porta ed indovinate chi mi trovo di fronte? Lo svitato.
Mi guarda con un’aria da maniaco. Che poi, che spettacolo ha davanti, una tavola da surf col sedere.
“A-Andy?”mi fissa senza parlare. “Ah, scu-scusa, cercavo il bagno, credevo avessi finito”.
Ooooh qualcuno è imbarazzato, è rosso pomodoro.
“Figurati, ehm, prego” gli faccio spazio e corro in camera mia. Indosso biancheria e pigiama, se una felpa enorme che mi copre appena il lato B si può definire tale.
 
Esco dalla stanza e mi ritrovo di nuovo di fronte al vocalist. Ha i capelli bagnati e mossi. Piccoli diamanti rigano il suo torso. A coprirlo solo un asciugamano.
Questa volta lo guardo io a bocca aperta.
“Ehm…ho finito. Sai che sei tutta rossa vero? Ti piacciono i miei addominali?”scherza facendo pose da…da cosa? Da Andy Biersack direi.
Abbasso lo sguardo.
“Hele, scherzi a parte, non ho vestiti di ricambio!”mi urla come se se ne fosse accorto solo ora. E’ un idiota.
“Ecco, io ho dei vestiti di mio padre. Se…ti servono, insomma, vado a prenderli!” gli dico convinta o almeno ci provo.
“Tieni”gli porgo biancheria e pigiama. Che imbarazzo a vederlo così.
“Copriti, svergognato!”gli urlo ridendo.
“Ma se ti piace vedermi così! Ammettilo!”fa uno sguardo malizioso. Sembra voglia quasi saltarmi addosso.
“VA A VESTIRTI IDIOTA!”ribatto tirandogli i vestiti addosso e chiudendomi in camera.
“Che antipatica, mamma mia!”replica a sua volta.
Oh ma che volete da me. Vedere un tipo in quelle condizioni m’imbarazza. Ok?!
Sono timida ed abituata a stare da sola, non è che arriva lui e cammina in giro per casa con un asciugamano addosso. Non se ne parla proprio. State scherzando spero.
Dalla camera gli grido un:”Hai fatto?”
“Si, vieni, sono all’entrata!”. Lo raggiungo e come lo ritrovo? Solo con il pantalone di pigiama.
“Dio Santo, Andy! Fa un freddo boia fuori, vuoi prendere l’influenza?!”.
 Siamo pur sempre in inverno eh!
“Ma cosa?! Sto benissimo così!” mi dice soddisfatto. “Tieni, metti questa!” gli lancio la maglia del pigiama che ha lasciato sul divano.
“No!”risponde quasi come un bambino che fa i capricci. “Invece dico di si, altrimenti te la metto io, sbrigati!”
“Dai, voglio vedere proprio se ci riesci, piccola Miss setto nasale distrutto”.
Ok, mi sta facendo innervosire. Sarà anche uno “stangone” da un metro e novanta, ma NO, decisamente NON DEVE sfidarmi.
Gli salto addosso agguerrita. Non so dove trovo il coraggio, ma si, lo faccio davvero (se è questo che vi chiedete).
“Adesso vedi cosa succede a sfidarmi!” cadiamo entrambi sul divano.
“Ecco! Così impari!”gli infilo la parte superiore della maglia. Ci siamo quasi.
Mancano le braccia ed è fatta.
Improvvisamente, mentre sono sopra di lui si rigira spostandosi sull’altro posto del divano e mi ritrovo al di sotto stringendo forte le maniche dell’indumento.
Mi sorride in modo alquanto imbarazzante. Non riesco a sfiorare con le mie iridi le sue, così gelide.
Si mette a cavalcioni su di me. “Adesso? Chi è che comanda?”
Divento rossa per l’imbarazzo, ma non mi lascio sottomettere.
“Sai che comando io lo stesso!”gli grido. “Ah, davvero? Mmmh vediamo, dato che comandi tu dovresti riuscire a impedirmi di fare questo!”
Mi dà un bacio sulle labbra. Sento il sapore così dolce delle sue ed il metallo del labret mi provoca un piccolo brivido.
Nota che non ho alcuna reazione. Semplicemente sono stupita da ciò che ha fatto. Perché rovinare un così bel momento con parole inutili?
“Eeeehi! Sveglia Heleeeeeen! Sono quiiii!” mi dice passandomi la mano davanti agli occhi come per svegliarmi.
*Cough, cough* tossisco. “Visto che non mi rispondi, continuo, mi sto divertendo”.
Mi dà un altro bacio, questa volta, però, quasi freme per baciarmi con la lingua.
*Momento DECISAMENTE imbarazzante*
Nonostante tutto non mi tiro indietro. Devo ammettere che questo gioco…mi…piace.
“Cos’hai?” mi chiede Andy vedendomi assente, pensierosa.
“Nulla, pensavo che è bello stare qui con te…MA…”
Mentre stava per spuntare un sorriso sul suo volto, l’ho distrutto con un semplice “ma”, divertente.
“Ma? Ma? Ma cosa? Daaai parla!”. Meno male che è lui “quello che comanda”, si fa influenzare così tanto da ciò che dico. Interessante.
“Mmh…ma? Ma cosa? Che vuoi sapere?”
“Continua la frase idiota! Mi fai venire l’ansia, ti prego. E’ bello stare qui con me, ma?”
“Ma non sei tu il capo!”gli dico lasciandogli un bacio e liberandomi.
Sgattaiolo nella mia camera lanciandomi a capofitto nel letto.
“Così non vale!”mi grida correndo per il corridoio. “Invece si, caro!” gli rispondo a tono.
“Ah, davvero? Se giochi sporco tu, lo faccio anch’io!” sale sul letto e mi prende tenendomi forte per i fianchi.
“Dai scemo smettila! Devo dormire, domani ho scuola e devo alzarmi presto per fare la torta da portare a casa di Lucy!”
“No. Non ti lascio dormire finché non passi un po’ di tempo con me, stavamo giocando, ricordi? E tu hai barato quindi adesso paghi pegno”.
Alle sue parole divento paonazza. Pagare pegno. Cos’ha in mente?
“C-che? No, no, non hai capito proprio nulla, io adesso vado a dormi…”non mi fa finire la frase che me lo ritrovo di nuovo addosso.
Oh mio Dio. Che caspito ha questo qui?!
“Togliti”gli dico burbera. “No. Paga pegno e ti lascio dormire”.
Ci mancava il ventiduenne bambino. “Se pago pegno, prometti che mi lasci dormire in santa pace?” chiedo rassegnata.
“Certo che si, giuro!”. Sembra sincero. Vediamo che vuole.
“Allora? Cosa devo fare?”
“Darmi un altro bacio, però, non ti mollerò finché non me ne darai uno più bello di quello di prima”.
Ta daaaan *suono di trombe* sono più “pomodorosa” di prima.
“O-ok, però, non te ne approfittare”gli dico insicura.
Mi si avvicina guardandomi negli occhi. I miei sono chiusi, non ce la faccio a guardarlo.
Il suo respiro diventa affannoso, come al solito, mentre mi faccio prendere dal panico.
Comincia a baciarmi dolcemente. Le nostre lingue danzano allegre. I nostri corpi sono vicini.
Mi stacco bruscamente dopo qualche minuto. “Fatto, ora fammi dormire” gli dico senza giri di parole.
Mi guarda con due enormi occhioni dolci mentre mi giro di spalle. Sento che mi fissa.
Mi giro e lo trovo esattamente come l’ho lasciato. In ginocchio, accanto a me, con gli occhi lucidi.
“Che c’è adesso?”gli chiedo annoiata. Ha deciso di non farmi dormire. Che palle.
“Ancora”. Che? Che vuole? Bah.
“Cosa?” “Ancora” mi risponde meccanicamente. “Andy??! Testa vuota!! Cosa vuoi ancora?”
Mi si avvicina e mi bacia passionalmente.
Si stacca. “Questo”.
Lo sento accarezzarmi i capelli. Ricomincia a baciarmi. “Dai, fammi dormire”.
Sono girata su un fianco. Comincia a baciarmi il collo:
“He-Hele, ti amo”mi sussurra all’orecchio. Sono letteralmente sconvolta. Mi giro e lo ritrovo con la testa poggiata su una mano ed il gomito sul cuscino.
Le nostre bocche sono ancora vicine.
“Cos’hai detto?” “Ti amo”. Mi bacia per l’ennesima volta. Arriva fino alla clavicola. Sfiora lo sterno provocandomi i brividi.
“Beh? Cosa vuoi fare questa notte? Che ne dici se…”mi guarda con aria furba, un sorrisetto maligno invade il suo viso.
Non ha capito proprio nulla.
“Mmh si, buona idea”. Mi sposto all’altro lato del letto. Si stende e mi metto a cavalcioni su di lui. Gli bacio il collo, poi la spalla, infine un fianco, proprio dove si sentono le costole.
Sembra in estasi. I suoi occhi sono grandi e lucidi e mi implorano di continuare.
“Ti amo”mi ripete. Lo bacio ancora sulle labbra. Gli accarezzo il petto delicatamente. Freme dal desiderio, riesco a sentirlo. Gli cingo i fianchi poggiando sul torso la mia testa. Sento il suo cuore battere. Mi fermo di scatto.
Mi rimetto seduta. Gli do un ultimo bacio ed un piccolo morso sul collo.
“Scusami caro svitato, ma adesso vado a dormire!”. Proprio sul “più bello” scendo dal suo basso ventre e mi stendo accanto a lui sul letto.
“Cheeeee?! Perché ti sei fermata?! No-non è giusto! Uffa!”.
Povero bimbo! Ci è rimasto male.
Le mie vendette sono crudeli, non lo sapevi Andy?
“Oh, scusa, continuiamo un altro giorno, che ne dici? Per ora quest’assaggio dovrebbe bastarti!”
“Sei una stronza!”mi grida indispettito e così, tra un insulto ed un bacio ci addormentiamo l’una stretta all’altro…

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Capitolo 14
*** Youth and whiskey ***


-Ecco il nuovo capitolo, spero sia di vostro gradimento. Ammetto che non è chissà cosa perché non ero in vena di scrivere, perciò, spero vivamente che recensiate per farmi sapere cosa ne pensate. Grazie mille e buona lettura. Baci, Julie-

*Tututuntututun* Cazzo, quella fottuta sveglia sta suonando. Che ore sono?
Prendo il cellulare dal comodino senza muovermi. Andy è accanto a me. Lo osservo per un attimo, alla fine si è messo addosso una coperta, gliel’avevo detto che non doveva stare senza maglia.
Sembra un bambino, è rannicchiato in posizione fetale e mi stringe il braccio. Le labbra hanno assunto la forma di un sorriso. Sono rosee e contrastano con il resto del volto dalla carnagione chiara. Dio quanto è bello. Sembra un angelo.
Osservo il suo profilo, mi perdo in quei lineamenti meravigliosi, i suoi zigomi così accentuati, il naso dritto, la mandibola scolpita.
Guardo lo schermo del cellulare, sono le cinque e mezzo. Bene. Mi alzo con delicatezza scostando il braccio.
Perché sono giù dal letto a quest’ora? Ah si, la torta. Mi devo sbrigare anche altrimenti faccio tardi.
Vado in cucina dopo aver chiuso la porta della camera, non vorrei svegliare Andy.
Prendo tutto il necessario e comincio ad impastare. Inforno e vado a fare una doccia. Mi vesto e mi trucco.
Strano a dirsi, ma sono in anticipo. Eh già, di molto. Sono le sette e per arrivare a scuola devo partire verso le otto meno venti.
Adesso? Che faccio? Quasi quasi mi rimetto ai fornelli. Si! Posso preparare dei bei pancake!
Sto cuocendo le frittelle quando sento qualcuno entrare con passo lento in cucina.
“B-buongiorno piccola”mugola.
Il mio sistema nervoso per un attimo va a farsi benedire. P-piccola? A me?
“Piccola? Da quando in qua sei così premuroso?”gli dico acidamente.
“Mamma mia, cominciamo bene la giornata eh?”
Ok, mi deve venire. E’ normale che sia isterica, no?
“S-scusa, buongiorno cucciolo, come hai dormito?”replico senza neanche rendermi conto di come l’ho appena chiamato.
“Aaawww come sei dolce, mi hai chiamato cucciolo”. Arrossisco.
“Smettila”rispondo con aria di sfida.
Fa la linguaccia. “Smettila!” ripete come un pappagallo canzonandomi. Oggi gli tiro il collo.
“Ho dormito splendidamente, grazie”si avvicina e mi dà un bacio sul collo. Avvampo di calore, ma faccio finta di nulla.
“Che stai facendo?”mi chiede curioso. “Ehm sto preparando la…la colazione”
“Sento uno strano odore Hele”mi dice aspirando aria. Ma cos…?
Cazzo no! Ho bruciato tutto! “Ahahahahahah, e che colazione!” mi urla divertito.
“Ma vaffanculo, la prossima volta te ne vai al bar!”
Metto la padella nel lavandino e gli do i pancake cucinati prima. Almeno quelli non sono bruciati.
Gli offro marmellata di mirtilli, succo d’acero e burro. Mangia con gusto. Intanto preparo la borsa. “Mmmmh shono ottimi queshti pancake!” mi dice con la bocca piena.
“Aaaah sei incorregibile!”
Mi guarda sorridente. Che ho fatto di male per ritrovarmi un tipo del genere in casa? Non si sa.
Appena finito di mangiare si prepara e in un attimo ci ritroviamo sulla soglia della porta pronti ad andare.
“Allora…ehm…grazie per la compagnia…ci sent…iamo…vado a scuola”dico imbarazzata. Comincio a correre a passo svelto senza dargli il tempo di replicare.
“Ehi! Ehi! Aspettami! Un attimo!”mi prende il polso per fermarmi.
“Non mi hai dato il tempo di salutarti”mi dà un bacio sul naso.
“Stasera ti chiamo, buona scuola piccolina”. Corre via.
Chi vuole un po’ di sugo? No, sapete com’è…basta che mi schiacciate la testa, dato che è diventata un pomodoro.
Cammino verso scuola toccandomi continuamente la punta del naso quasi ci fosse chissà cosa.
“Hele!”Lucy mi saluta da un muretto. “Hey! Buongiorno!” “Allora oggi sei da me?” “Si, ho una cosa per te in borsa” le dico soddisfatta.
Entrate in classe poso la torta su un banco vicino al mio, altrimenti la troviamo a pezzetti.
Trascorriamo cinque noiosissime ore e ci incamminiamo verso casa di Lucy.
“Sai, ieri Ash…”
Solo a sentire il suo nome sussulto. Le avrà detto tutto.
“Ash?” “Ehm, ci siamo visti ed era ridotto male, mi ha detto di quello che è successo con Andy”
“Non avrei voluto fare tanti danni”le dico rattristita.
“Non è colpa tua, però, sai cosa ho notato?”
“Dimmi pure” “Ecco, conosco Ash da un sacco e finora si è innamorato sul serio solo due volte. Il resto delle ragazze con cui usciva le…ehm…so che è brutto a dirsi, ma…le usava per…insomma, per quel motivo lì”
Annuisco in segno di apprensione. “Invece tu, cioè…come dirtelo, sei una delle cotte vere. Sei la terza persona di cui è davvero innamorato”
“Come fai a saperlo?”le chiedo curiosa. “So riconoscere i comportamenti del mio migliore amico Hele”
Ok, mi ha spiazzata. Lo ammetto.
 
 
#Ashley
Adesso? Cosa penserà Helen di me? Andy non è tornato, giuro che se lo rivedo qui lo meno.
Stronzo. Si è messo in mezzo mentre non c’entrava nulla.
Stavo per conquistarla. Dannazione. Idiota!
Devo telefonarle. Non posso lasciarla così. Che diamine! No, no, non posso proprio.
 
#Helen
Arriviamo a casa e Lucy mi presenta ai suoi genitori e a sua sorella Katie, una bimba di sei anni, quanto è dolce.
“Signora, ho fatto una torta, spero le piaccia”porgo il dolce e mi siedo a tavola insieme agli altri.
Pranziamo con calma e subito dopo, io e Lucy andiamo a studiare.
Alle sei finiamo i compiti.
“Beh? Che mi racconti di bello?” mi chiede scherzosa lanciandomi in faccia un cuscino.
“Mmmh, non so come comportarmi con Ash, tu che dici?”
“Guarda, Ash quando vuole, sa essere il ragazzo perfetto, forse dovresti dargli un’opportunità, a meno che…”non finisce la frase.
“A meno che?”
“A meno che non ti piaccia qualcun altro”mi fa uno sguardo strano del tipo:”A meno che non ti piaccia Andrew Biersack.
“Ehm…ecco, ora…non…non me la sento per ora”
“Ti piace eh?”. Le sue parole mi stupiscono. “Eeeh?!” grido in modo isterico.
“Ti ho vista mentre ne parlavi, avevi gli occhi lucidi. So per certo che ti piace quell’idiota di ANDREW DENNIS BIERSACK”.
Arrossisco di colpo, abbassando il capo.
“Si…si nota?” “Nah, tranquilla, ho fiuto per queste cose”
“S-sai…”provo ad aprirmi, infondo è…la mia unica amica, se non ne parlo con lei, con chi dovrei farlo?
“…i-ieri ha dormito da me”dico tutto d’un fiato. Lucy mi guarda sconvolta.
“Coooosa?” “Non voleva tornare a casa dopo il litigio ed era fradicio”
“Capisco, quindi?”*sguardo malizioso*
“Quindi mi sono divertita un po’”. Comincia a ridere come un’assatanata. Capisco che ha frainteso.
“Aspetta, aspetta, aspetta, che diavolo hai capito?! Non abbiamo fatto nulla. Cioè…non del tutto. Lui voleva, ma…ehm…dopo un attimo di ‘svago” l’ho lasciato lì…steso sul letto e non rimproverarmi. Mi bastano le sue bestemmie”.
“Ahahahah tranquilla, hai fatto bene, fallo sfrigolare per un po’, vedrai come ti verrà dietro dopo”.
Trascorriamo un bel pomeriggio e verso le nove mi avvio a casa. Ovviamente prima ringrazio tutti.
Aaah *sospiro* che bella giornata, non ero così felice da tempo.
Arrivo fuori casa e noto una figura scura poggiata alla porta. Chi…? Bah. Mi avvicino con cautela e scopro che si tratta di Ashley.
Sta dormendo. “Ash? Ash?” lo scuoto. “Eh? Eh? Chi sei? Si, ciao”. Sembra rimbambito.
“Weee sveglia!”gli urlo. “Ah Hele! Ti aspettavo”. Ansia.
“Dai, entra che si gela”. Entriamo in casa e ci sediamo sul divano, gli preparo un tè caldo.
 
Apre il discorso. “E-ecco, volevo parlarti di quello che è successo ieri”. Ansia, peggio di prima.
“Non…non preoccuparti, non c’è nulla di cui parlare”provo a chiudere la situazione imbarazzante, ma no. Deve parlarne per forza.
“No. Devo parlarti. E’ importante” “Dimmi, ti ascolto”. Ormai mi sono rassegnata.
“I-io sono geloso di Andy. Tu mi piaci, lo sai. Lui non potrebbe renderti felice come potrei fare io”
Che discorsi sono?! “Ash, er favore non dire cose del genere”
“Lo ami? Ti ha già abbindolata eh? Non cedere al suo fascino, Helen, sono io il ragazzo perfetto per te. Tu sei diversa dalle altre, con te non ho bisogno di essere il solito playboy, con te sono me stesso. Non so cosa mi hai fatto, ma non riesco a mostrarmi per quello che non sono. Amo i tuoi modi di fare, ti trovo meravigliosa anche se sei piatta *ci mancavano i complimenti*. Davvero, io…credo di amarti”
Sono un po’ spaventata da tutto ciò che mi ha detto ed ho notato che si sta avvicinando sempre di più.
Mi scosto. “Helen…per favore, dammi una sola possibilità”.
“Ash, io…”in un attimo me lo ritrovo addosso. Mi stringe i fianchi e continua a baciarmi.
“La-lasciami” gli dico imbarazzata. “Helen, ti amo” quello che continua a ripetere. Mi bacia il collo e continua a spingermi verso di sé.
“Basta Ash!”gli grido divincolandomi dalla sua presa ed alzandomi di scatto dal divano.
Ha lo sguardo da cane bastonato.
“Allora è vero”. Non so di cosa parli. “Cosa?” “Lo ami, ti piace lui, ti piace quell’idiota”.
Arrossisco, ma non do alcuna risposta. “Beh, io vado a casa allora, pensa a ciò che ti ho detto”.
Mi guarda per un’ultima volta negli occhi e va via.
Ed ora? Che cazzo faccio? Mi sento tremendamente in colpa per lui, ma continuo a pensare ad Andy e a quanto sia stato bello dormirci insieme.
Aaah, di questo passo impazzirò.
 
#Ashley
Lo ama, fanculo, lo ama proprio. Lo sapevo. Meglio andare a prendere un po’ di whiskey, almeno mi risistemo la serata.
Vado al bar di sempre. Ho intenzione di ubriacarmi e che nessuno rompa le palle o gli rompo il naso.
“Un Jack Daniel’s per favore”chiedo a Tom, il barista.
“Hai la luna storta eh, Ash?” “Si vede?” “Abbastanza, tieni”. Bevo finché non ho la sensazione di essere libero da tutto quei fottuti problemi. Devo godermela ‘sta vita al posto di correre dietro a una ragazzina viziata.
“Nooo, tu, tu sei Ashley Purdy?!”  una voce mi chiama. Chi cazz…?
“Si e tu? Chi sei? Una barbie?”dico ironico alla tizia che mi ha riconosciuto. Non so chi diavolo sia, ma ha due seni enormi e finti.
“Una barbie? Che io ricordi ti piacque scoparti la barbie alla festa di Lucy”mi risponde a modo.
Cazzo è…”Melany sei tu?!” sono ancora sconvolto e frastornato.
“Si, in persona, che ci fai qua tutto solo? Ti hanno dato il due di picche eh? Non sei il tipo che non ha compagnia”
“Non me ne fotte molto, mi andava un whiskey, perché non ne prendi uno anche tu? Offro io”
Beviamo un whiskey insieme. “Che fai dopo?” mi chiede con un sorriso a trentadue denti.
“Mmh vado a deprimermi a casa. Te?”
“Idem. Almeno tu hai i ragazzi, io sono sola”mi guarda con due occhi color nocciola a cui è impossibile dire di no.
“Ti accompagno a casa allora, la strada è brutta di sera”le dico tranquillo.
“Grazie mille Ash, ho sempre saputo che sei un buon amico”mi strizza l’occhio. Si prospetta una lunga notte.
 
Usciamo dal locale ed andiamo a casa sua, poco distante.
Saliamo su per le scale, mi reggo a stento in piedi. “Eccoci qui, entra pure se vuoi”.
Nemmeno il tempo di entrare che me la trovo avvinghiata addosso. Mi bacia tenendomi col corpo al muro.
E’ la solita dolce Melany, ha voglia di divertirsi un po’, perché non accontentarla? Non c’è nulla di male infondo…

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Capitolo 15
*** Set The World On Fire ***


-Signore e signori, entriamo nel vivo della storia, grazie ancora per le recensioni e scrivetene altre! Spero vi piaccia anche questo quindicesimo capitolo, ehm…non sono molto abile nella descrizione di determinate scene *cough cough* siate clementi e perdonate eventuali errori (ho avuto problemi con i programmi di scrittura XD).  Baci. Julie-
 
#Ashley
Melany non cambia mai. Si diverte sempre allo stesso modo.
“Visto? Sai che quando sei con me puoi solo divertirti” mi dice soddisfatta, intenta a continuare il suo gioco.
Mi bacia ripetutamente sul collo.
“Dai, fa caldo dentro, toglilo ‘sto cappotto”. Mi sfila in fretta il cappotto di pelle. Resto con un maglione in lana.
“Cos’hai in mente Melany?” le chiedo retoricamente.
“Voglio tirarti un po’ su di morale” mi risponde sorridendo. “Senti stasera…” provo a parlare.
“No, no, no, caro mio, non voglio sapere nulla”. Non mi dà il tempo di ribattere che mi ha già sfilato il maglione.
Continua a sfiorarmi provocandomi piccoli brividi. “Mela…io” “Ti ho detto che non devi fiatare, mmh sai di whiskey”, mi ficca la lingua in bocca.
Assapora ogni piccolo lembo della mia lingua. Esplora ogni minimo spazio della mia bocca.
“Mmmh lo stesso Ash di sempre”. Comincia ad accarezzarmi il petto in modo dolce, ricrea disegni invisibili sul mio torso. La sua mano scende sempre più giù fino ad arrivare al basso ventre.
“L’ho sempre amato” mi dice. “Di cosa parli?” le chiedo curioso. “Del tatuaggio, da quando siamo stati insieme a quella festa, da quando l’ho visto, ho sempre amato il tuo tatuaggio, ti rende così dannatamente sexy” mi sussurra all’orecchio.
“Senti Mela, sono mezzo ubriaco, non credo sia il caso di…”
Non mi fa finire la frase che mi ritrovo steso sul suo letto. Gattona avvicinandosi al mio viso.
Mi guarda dritto negli occhi. “Se sei ubriaco, devi riposare, no? Mi limiterò ad accudirti”.
Si siede a cavalcioni su di me e mi accarezza il viso. Mi bacia freneticamente, arriva fino al tatuaggio, una scritta abbastanza evidente:”OUTLAW”, si, fuorilegge, sono un ribelle, nessuno domina Ashley Purdy, o forse si, una donna ed una bottiglia di whiskey possono riuscirci, sono micidiali insieme.
“Sei bello” mi dice. Si sfila in fretta la maglia, lasciandomi stordito per un secondo alla visione di tanta “bella roba”. “Oh cazzo” esclamo sconcertato.
Certo che il chirurgo ha fatto un buon lavoro!
“Sono tutta per te, piccolo Purdy” mi ripete con quel dannato sorriso malizioso.
Sembra un angelo tentatore. “Cosa vuoi che faccia?” le chiedo rassegnato. “Quello che ti va” mi risponde portando le mie mani sui suoi fianchi.
Si avvicina al pantalone che indosso tirandone via la cintura. Lo sbottona e mi chiede di toglierlo. E’ così che ci ritroviamo in biancheria, l’uno di fronte all’altra. Non mi sono mai sentito così strano, nonostante non sia uno che fa tante storie di solito. Questa sera, non so cosa mi prende...
“Ehi! Non è che la vecchiaia ti ha già messo fuori uso?” mi dice ridendo.
“Stai parlando di Ashley Purdy cara!”. La prendo portandola sotto di me.
“Ecco il mio Purdy!”. Sento le sue unghie sulla mia schiena. Lascio baci scottanti sulla sua pelle. Ne succhio ogni lembo.
La sento gemere. Le mie mani scivolano sul suo corpo come serpenti.
“Helen ti amo” le dico proprio poco prima di sfilarmi i boxer. Mi arriva uno schiaffo.
“Helen?! Purdy che cazzo dici?!” urla inviperita. Fanculo, lo dicevo che non era serata.
Mi sposto dal suo corpo liberandola. Abbiamo ancora i capi di biancheria. Nonostante le abbia sfilato il reggiseno.
“Va a farti fottere stronzo! Non farti più vedere!” grida nascondendo i seni con le mani mentre riprendo la mia roba.
“Fanculo! Volevi solo divertirti, trovatene un altro da scopare! Io me ne vado!”
Mi avvio verso casa, lasciando in fretta l’appartamento. Che stronza, ma chi se la fila, bambola rifatta. Ma vaffanculo va!
 
#Helen
Ash è andato via così. Mi-mi ha baciata. Forse dovrei parlarne con Andy.
Se lo picchiasse di nuovo? No, meglio non dire niente. Farei solo altri guai.
*Cellulare che squilla* “Ehi! Come stai?”. E’ Andy. “Bene, tesoro, tu?”
“Anch’io! Senti che ne dici se andiamo a fare un giro dopo?”
“E-eh? Da- da soli?” “Ehm…diciamo di si”.
Diciamo? E’ un appuntamento? Aiuto, aiuto, aiuto. “Mmmh si, va bene”. Lo sento gridare all’altro lato del telefono.
Prova ad assumere un tono di voce serio ed adulto. “Alle otto sono da te, a dopo”
Si sono fatte già le sei e decido di prepararmi, non dico di dover essere carina, ma almeno decente.
 
#Ashley
Sono a casa, finalmente. Ho dimenticato anche le chiavi. Busso.
Indovinate chi mi apre? Quello stronzo.
“Ah, sei tu” mi dice con tono disgustato. Direi, abitiamo nella stessa casa, coglione.
“Si, sono io”. Entro e mi dirigo verso il bagno, voglio fare una doccia.
“Ash senti, vorrei parlarti”. Andy richiama la mia attenzione, bene, la prima stronzata che dice e lo gonfio.
“Dimmi pure” gli dico incrociando le braccia e guardandolo con aria di superiorità.
“E-ecco, voglio parlarti di Helen”. “Non azzardarti a nominarla” “Senti, a me piace, anzi ti dirò, la amo, ma non voglio che per questo il nostro rapporto cambi”
“Ascoltami bene, Andy. Sai che per me sei sempre stato come un fratello, ma porca di quella miseria, è la terza volta che mi innamoro seriamente, puoi avere tutte le ragazze che vuoi, lasciami stare Helen, te lo chiedo per favore”.
#Andy
Non riesco a guardare Ash negli occhi, mi sembra di fargli un torto, ma Helen non la voglio per gioco. La amo
#Ash
Non so ste gli sto chiedendo troppo, ma non m’importa. Helen dev’essere mia e basta.
“Beh? Non rispondi?” replico stizzito. “Scusa, ma…non posso, io la amo”
“D’accordo, lasceremo che sia lei a scegliere”.
#Andy
Speriamo che vada a finire bene, la storia della scelta non mi convince per nulla. Ash gioca sporco e lo so bene. Mi ricordo ancora di Clarisse. Era stupenda, capelli mossi e neri. Occhi color nocciola. S’innamorò di me ed io di lei, così come Ashley.
Clarisse adorava parlarmi della sua vita, dei suoi sogni, un giorno ci baciammo.
Era così felice di essere diventata la mia ragazza. Poi Ash s’intromise, cominciò a farle la corte e la fece invaghire di sé. Rimasi solo a guardare loro due che si baciavano. Mi fece male. Molto.
#Ashley
Diavolo, è successo proprio come con Clarisse, con lei la spuntai io, forse sarà lo stesso con Helen.
Lotterò per averla.
#Andy
“Idiota, vieni qua, fatti abbracciare”
Ci abbracciamo in modo fraterno, ma credo che la situazione non sia cambiata.
“Buona fortuna allora!” gli porgo la mano. Helen sarà la mia donna.
“Ash stasera si va tutti al pub, se ti va di venire, sei il benvenuto”. Lo invito tanto per.
#Ashley
Buona fortuna? Chi ha bisogno di fortuna? Posso portargliela via in un attimo.
“No, grazie, sono stanco, preferisco dormire”
 
#Helen
Aaaaah tra un’ora arriva Andy e mi devo ancora truccare!
Utilizzo tutto il tempo rimasto per gli ultimi ritocchi. Indosso i soliti anfibi, un pantalone nero, maglia a mezze maniche con su una felpa molto molto calda.
*Driiiin* Il campanello.
“C-ciao!” resto stupita nel vedere che con Andy ci sono anche CC, Jake e Jinxx.
“Ragazzi! Da quanto tempo!” saluto ognuno con un grande abbraccio.
“Miss setto nasale distrutto! Non hai più lividi!” mi dice CC come un bambino.
“CC sei sempre un maleducato!” lo rimprovera Jinxx.
Mi mancavano queste scenette teatrali. Mi scappa un sorriso.
“Beh, sei pronta?” mi chiede Andy. “S-si…andiamo”. Scendo giù ed entrando nell’auto noto sul mio sedile un enorme mazzo di fiori.
“Aw, Andy, ma…” “Spero ti piacciano” mi sorride. Gli sorrido a mia volta tenendo timidamente i fiori sulle ginocchia.
“Raga stasera ci divertiamo!” dice CC entusiasmato.
“CC perché sei così euforico?” gli chiede Andy. “Ho invitato tre amiche ad uscire con noi, la mia dolcissima Annabel, Lucy e Cassy”
Lucy?! Ci sarà la mia migliore amica e non ne sapevo nulla?!
“L-lucy???!!!” ribatto curiosa. “Si…ehm…Jinxx” risponde CC che viene quasi incenerito da uno sguardo del violinista.
“Aaaah ho capito”. “Awww la mia Annabel, la mia bellissima Annabel”. CC non fa altro che sospirare pronunciando il suo nome, se ne è proprio innamorato.
“Raccontami CC, com’è la tua Annabel?” “E’ bassina, ha i capelli mossi e scuri che le arrivano alle spalle. I suoi occhi sono di uno splendido castano intenso, le labbra rosee e le gote rosse, ha un’aria innocente e pura”
“Ah, bella ragazza, complimenti!” gli dico e scoppiamo tutti a ridere.
Giunti a destinazione i ragazzi spariscono con le varie compagne.
“Siamo rimasti solo noi due a quanto pare” dice Andy.
“Eh già” rispondo imbarazzata. “Ti va di prendere qualcosa da mangiare?”
“Mmmh preferisco una birra”. Mi guarda con aria paterna, sta per farmi la paternale, si vede.
“A stomaco vuoto vuoi bere?! No!” “Daaai” gli faccio gli occhi dolci e riesco a convincerlo.
“Grazie” mi struscio col viso sul suo cappotto.
Mi accarezza i capelli. Ci sediamo in un angolo e dopo la birra, molto più rilassata, comincio a darmi da fare.
Bacio il Biersack con quanto coraggio ho in corpo. Lo bacio appassionatamente passandogli la mano destra tra i capelli mentre con la sinistra spingo il suo viso contro il mio.
“Che hai all’improvviso?” mi chiede perplesso. “La birra fa effetto, ti amo anch’io stupido” mi limito a rispondergli.
“Sei stupenda” mi sussurra all’orecchio provocandomi un brivido.
Dio, è la migliore serata della mia vita.
Trascorriamo qualche ora nel pub, finché notiamo Jinxx e Lucy che si baciano in un angolo della sala in modo a dir poco…ehm…passionale?
Jake fa lo stesso con Cassy. Andy ed io decidiamo di andare a fare una passeggiata.
“Grazie per esserci venuta” “Grazie a te per l’invito”.
“Senti Helen, vorrei parlarti”. Ci risiamo, tutta ‘sta gente che mi deve parlare mi mette ansia.
 
#Andy
Sto per dirglielo, santo Dio. Aiuto. Se mi dice che vuole stare con Ash? Oddio, oddio, oddio
Mantieni la calma Andy. Calma.
 
#Helen
“Dimmi” “Ti ho già detto che mi sei piaciuta dal momento in cui sei entrata in casa la sera della festa, si, proprio quando mi vedesti con addosso solo un paio di boxer, ecco, non ce la faccio più, devo dirtelo, mi sto torturando, sto morendo, devi saperlo: TI AMO”
Lo guardo con una faccia incredula. Ha parlato senza neanche respirare.
Ecco che ricomincia. “So che forse è presto per te, forse non ti fidi di me, forse credi che non sia il ragazzo giusto, ma per favore, vorrei fossi la mia ragazza”.
Alle sue parole scoppio in lacrime. Lacrime di gioia. Lo amo. Lo amo più di qualsiasi altra cosa al mondo.
“Certo che lo sarò, svitato, ti amo anch’io, da quel momento ti ho amato ogni giorno”.
Il nostro discorso si chiude con un tenero bacio, sento Andy cingermi il busto con le braccia per tenermi al caldo.
E’ decisamente la migliore serata invernale della mia vita, il freddo che avevo dentro è sparito…sostituito da un fuoco ardente…potrei incendiare il mondo...

 

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Capitolo 16
*** Pain ***


-Scusate se ci ho messo tanto ad aggiornare ma portare avanti due storie è abbastanza “incasinante”, aggiungete compiti ed impegni vari ed eccone il risultato. Comunque, spero che il capitolo vi piaccia. Per riparare ho deciso di scrivere un po’ di più. Grazie mille a tutti voi che seguite la storia così come a quelli che recensiscono e mi raccomando, voglio altre recensioni! Dato che ci avviciniamo sempre più alla fine :3. Baci, baci, Ju-

#Helen
Andy, ho Andy di fronte a me. Tutto ciò che potessi desiderare è a pochi centimetri dalla mia pelle.
Non riesco a far altro che piangere e sorridere.

#Andy
Sono troppo felice. E’ un sogno, vi prego, datemi un pugno, uno schiaffo, qualsiasi cosa, ma ditemi che non è un sogno.
“Ehi, che facciamo?” chiedo alla mia piccola dolce Miss setto nasale distrutto. Già, Ash ha perso la battaglia. E’ MIA, solo MIA, tutta MIA. Giuro su quello che ho di più caro che non la farò mai soffrire.
“Mmh, si sta facendo tardi, forse dovrei tornare a casa”, mi risponde un po’ sovrappensiero.
“D’accordo, dico agli altri che ti accompagno?” “Va bene, così non roviniamo loro la festa”.
Cerco Jinxx e Jake all’interno del pub. Non vedo nessuno, né al bancone né ai tavoli. Che razza di fine hanno fatto quei maledetti? Aaah il fatto che ci siano con loro le ragazze mi preoccupa ancora di più.
“Hele” “Dimmi” “Non vedo i ragazzi, vado a cercarli, mi aspetti qui?” “Va bene”

#Helen
Mi siedo al nostro tavolo. Andy è andato a cercare gli altri, uff che noia. Tornerò a mezzanotte. Domani vengono loro a tirarmi dal letto.
Giocherello con le bottiglie di birra vuote ancora poggiate di fronte a me. E’ divertente far scorrere il dito sul vetro.

#Ashley
Chissà se i ragazzi sono ancora al pub, quasi quasi li raggiungo. E’ una noia stare a casa. Sono andati lì due ore fa, ma per come  sono Andy e CC staranno ancora lì.

#Helen
E’ trascorsa un’altra ora, Andy ogni tanto è venuto al tavolo per scusarsi, ha detto che non ha ancora trovato Jinxx e Jake e che non rispondono ai cellulari. Il problema è che sono con noi in auto quindi se ce ne andiamo dovranno tornare a piedi a meno che Christian non vada a raccattarli con la sua auto, anche se ne dubito, c’è Annabel con lui…insomma, farli tornare mezzi sbronzi, sarebbe un po’ pericoloso, mettiamola così.
“Ancora nulla?” chiedo allo svitato vedendolo avvicinarsi a me. “Zero” è furioso. “Sai che ti dico?! Se non li trovo entro la prossima mezz’ora ce ne andiamo e se ne tornano a piedi! Che stronzi, almeno potevano avvertirci!”
“Dai, vedrai che li troviamo, sono solo le undici, posso tornare anche a mezzanotte, tranquillo, non andavo poi così di fretta”.
Eh si, mi sacrifico per non far riempire quei due idioti di pugni.
Improvvisamente noto una persona entrare nel pub…è Ashley.
Non avevo pensato ad una sua possibile reazione dopo aver saputo di me ed Andy.
F-forse dovrei dirglielo prima che lo venga a sapere in altri modi.
Oh no! Non stasera, maledizione, mi ha vista! Eccolo che arriva.
“Miss setto nasale distrutto, che fai da sola? Quell’idiota ti ha mollato qui?” mi chiede riferendosi al vocalist.
“Ehi ehi! Vacci piano con le parole, Andy sta cercando Jinxx e Jake” rispondo un po’ acida.
“Ah scusa, beh, se sono con delle ragazze dubito che li troverà tanto presto” mi fa l’occhiolino e si siede accanto a me.
Mi sento tremendamente a disagio.
“Senti Ash, ti devo dire una cosa importante. E-ecco, io ho riflettuto…su…su di noi…” vedo il suo viso illuminarsi.
“Dimmi, piccola”. Con un braccio mi cinge istintivamente le spalle.
“V-volevo dirti che…”. Non riesco a finire la frase che comincia a baciarmi. Mi si è letteralmente scaraventato addosso. Provo a rifiutare le sue labbra, ma il suo corpo è troppo pesante da reggere.
Ma quello è…no, per favore, no. Tutto ma non…Andy, con tanto di seguaci: Cassy, Jake, Jinxx e Lucy. CC ed Annabel devono essere andati via da un pezzo.
A quella visione Andy fa una faccia che non so descrivere, sento solo che sta per accadere qualcosa di brutto. Grosse lacrime cominciano a rigarmi il volto.


#Andy
He-Helen?! Sta baciando Ashley?! Quel fottuto stronzo. Ora lo uccido, questo è troppo. Ha esagerato. Giuro sulle mie ossa che è un uomo morto.

#Helen
Andy si avvicina ad Ash pericolosamente, lo prende da dietro per il collo del giubbotto.
“A-Andy io…” piango, non so come spiegargli la situazione.
“Sei uno stronzo Ash! Bastardo! Lasciala in pace! Hai capito?! Smettila di ronzarle intorno o ti uccido! Giuro su quello che vuoi che ti lascio stecchito!! Cosa c’è? Cos’hai che non va? Cosa ti frulla in quella cazzo di testa? Perché non accetti la dannatissima idea che io possa stare con una ragazza in santa pace?! Lo hai già fatto, è una storia vecchia, lo hai fatto con Clarisse ed ora vuoi farlo con Helen, porca puttana Ash! Devi smetterla!”
Stranamente Andy non ha ancora picchiato l’amico. Mentre parla, il suo sguardo gelido sembra far trasparire rancore misto a tristezza.
Clarisse, chi è questa Clarisse?
Sembra quasi avere le lacrime dal nervosismo.
“A-andy, basta, ti prego” gli dico avvicinandomi a lui e tirandolo per un braccio. Niente da fare, le sue mani sono salde sul colletto del cappotto di Ashley, lo tiene contro al muro, fermo, di fronte a lui.
Tutti i clienti ci guardano, il proprietario sta per arrivare.
Il bassista non ha detto una parola, però, ha abbassato lo sguardo ogni volta che ha sentito pronunciare il nome Clarisse.
“Per te è facile, no?” si azzarda ad aprire un discorso. Andy lo guarda stranito.
“Che stai dicendo?! Avanti parla!” la sua voce è roca, fredda, dura, aspra.
“Mollami”. Ash sfila via le mani di Andy dal cappotto. “Per te è facile, trovi una tipa, la ami, ti ci metti insieme ed è fatta. Per te è tutto così fottutamente facile. Sai quante me ne sono scopate?! Credi che non abbia donne che mi amano? Donne che mi sbavano dietro?! Ma con Clarisse era diverso. Io l’amavo”
Il viso del vocalist si è fuso in una smorfia di dolore.
“Già, l’amavo, però, dopo averti lasciato è andata via. Con me ci è stata solo per due mesi. Il tempo di divertirsi. Era te che amava. Ma che vuoi saperne tu, non sai che mentre stava con me, mi parlava di te. Manco non l’avessi capito che non mi amava sul serio.
Tu non lo sai eh? Non lo sai che mentre stavamo per farlo disse il tuo nome. Trascorsi la notte in bianco, non la sfiorai neanche. Ero disgustato dal pensiero che potessimo stare insieme mentre pensava a te. Mentre amava TE.”

Gli occhi di Andy hanno cominciato a velarsi. Improvvisamente le lacrime hanno preso a scendere copiose.
Non riesco a vederlo in quelle condizioni. Piango anch’io.
“Davvero?! Allora perché se n’è andata? Perché mi ha mollato così?!”
“Non ha mai potuto perdonarsi il fatto di averti tradito con me, il tuo migliore amico. Mai. Il giorno in cui se ne andò, mi disse ‘Di ad Andy che mi dispiace, proverò a rifarmi una vita senza di lui, perché non merita che una come me gli stia accanto’. Il mio cuore cadde, si disintegrò in miliardi di piccole scaglie di vetro taglienti. Le stesse che trafissero il resto del corpo, avevo fatto del male a te, che eri il mio migliore amico, avevo fatto del male a me stesso perché le avevo permesso di mentirmi ed avevo fatto del male a lei, separandovi. Non sai per quanto mi sono tenuto tutto questo dentro, per quanto i sensi di colpi mi hanno divorato l’animo. Non puoi capire”.
“Ash mi hai…tradito” “No, non te l’ho detto solo per non farti soffrire”. Il bassista ha preso il braccio di Andy che si è voltato come per andarsene.
L’altro lo ha sfilato velocemente dalla sua presa:”NON TOCCARMI. Mi fai schifo. Tu NON SEI il mio MIGLIORE AMICO. Vaffanculo. Non voglio più vederti!”.
Andy mi prende la mano ed andiamo via. Ho ancora gli occhi lucidi, nessuno del gruppo fiata. Ash è rimasto nel locale.
Siamo seduti in auto. Dietro ci sono Jake, Jinxx e le ragazze, anche se so che non dovremmo essere sei in auto, colpa di CC.
Arriviamo a casa e i ragazzi vanno nelle rispettive camere con Lucy e Cassy.
Andy ed io siamo nella sua camera da letto.
Vorrei parlargli, ma ho paura della sua reazione.

#Andy
Quello stronzo. Non voglio più vederlo, adesso basta. O va via lui o me ne vado io. Non lo tollero. E’ troppo.
Per tutto questo tempo non me lo ha mai detto, credevo che Clarisse fosse andata via perché avevo sbagliato con lei, perché Ashley era migliore di me.
Mi ha fatto sentire inferiore per tutti questi anni. Per sei dannatissimi anni mi sono sentito il peggior ragazzo della terra.
Fanculo, la nostra amicizia è finita. Basta. Per me la chiudiamo qui. Stop.

#Helen
“Hei, come va?” gli chiedo preoccupata.
“Tutto bene” mi risponde mentendo. Siamo seduti sul letto.
Andy si è appena steso portando le mani sugli occhi. Sospira rumorosamente.
“Dai, ti va di parlarne?” insisto. “Scusa piccola. Mi dispiace per quello che è successo. Non avrei voluto che assistessi ad una cosa del genere” mi risponde mortificato.
“Non preoccuparti, piuttosto, mi parli di Clarisse?” gli chiedo ansiosa, non vorrei ferirlo ulteriormente.
“Solo se vuoi, chiaramen…” non mi fa finire la frase che mi abbraccia. Il suo mento poggia sulla mia spalla. Sento delle lacrime gocciolare tra i capelli.
“Mi ha fatto stare male, troppo. L’amavo, Helen, l’amavo”. A quelle parole mi viene un nodo alla gola, però, ha usato il passato, l’amava, ora ama ME.
“Si, come l’hai conosciuta?” “Avevo diciassette anni. Era stupenda, aveva i capelli neri e gli occhi di un colore misto tra il verde ed il giallo/nocciola. Faceva la cameriera…”
La sua voce spezzata dal pianto non riesce ad andare avanti. Insisto accarezzandogli la schiena.
“Avanti, fatti forza…” “…si...dicevo...faceva la cameriera nel pub dove andavo di solito con Ash, che era il mio migliore amico da tre anni circa. Si era appena trasferita. Fu un colpo di fulmine, per tutti e tre purtroppo. Ashley non si dava pace all’idea che mi amasse, era più grande di me e direi molto più esperto in materia. Nonostante tutto io e Clarisse ci mettemmo insieme, la mia ingenuità la colpì. Era la mia ragazza da un anno e mezzo, eravamo felici, ma Ash cominciò a comportarsi in modo strano. Inizialmente lei non diede peso ai suoi complimenti, alle sue frecciatine, ai regali, ma dopo altri due mesi mi lasciò dicendo che voleva stare con una persona più “matura”. Cominciai a farmi una serie di complessi, piangevo ogni notte, ma il mio migliore amico si comportava come se non ne sapesse nulla. Capii solo dopo due settimane chi fosse questa "persona matura".
Mi sentii stupido, inferiore, sbagliato, un bambino insomma. Poi lei andò via e tutto tornò come prima. Da quando sei arrivata tu, alcune ferite si sono riaperte, altre invece si sono chiuse per sempre…” dopo aver parlato comincia a piangere di nuovo, ma non silenziosamente, come prima. Comincia proprio a singhiozzare, di fronte a me, come se non gli importasse di farsi vedere in quelle condizioni, non ha paura di mostrarsi fragile ai miei occhi…
L’unica cosa che mi è venuta da fare è stata abbracciarlo, sta soffrendo e non posso permetterlo.
Se non posso curare il suo male, devo almeno alleviarlo.
Lo stringo a me, chiudo gli occhi. Devo essere forte per entrambi.
“Sssh, adesso ci sono io con te, non ti permetterò di soffrire…non questa volta…”

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Capitolo 17
*** Midnight stars... ***


-La storia continua! Grazie per le recensioni (scrivetene tranquillamente delle altre). La situazione si sta complicando. Il rapporto tra Andy ed Ash è in declino, come andrà a finire? Leggete se vi va! Baci, baci, Ju-

#Helen
Si sarà fatta mezzanotte. Andy si è addormentato con la testa sul mio petto. Era sfinito. Non riesco a darmi pace. Non posso vederlo in queste condizioni, il mio Andy, sempre solare, divertente, così cupo e depresso.
Non l’ho mai visto così vulnerabile, ho il dovere di proteggerlo, a costo di litigare con Ash.
A proposito, non è ancora tornato. Sposto il capo del ragazzo dal mio corpo, gli sistemo addosso il lenzuolo, respira così delicatamente che quasi non lo sento, sembra un angelo.
Dopo averlo fissato per un po’ mi alzo dal letto e controllo la casa. Jinxx è in camera sua, dorme stretto a Lucy, eh brava! Chi lo sapeva che stavano insieme…mi fa piacere che stia con un bravo ragazzo.
Anche Jake e Cassy stanno dormendo. CC si sarà fermato da Annabel.
Attraversato il corridoio entro in cucina. Prendo un bicchiere d’acqua, non riesco proprio a dormire.
Mi sposto nella zona giorno: salone/entrata. Mi stendo sul divano, osservo tutto ciò che mi circonda, non mi ero mai soffermata sui dettagli dell’appartamento.
Quelle pareti azzurro tenue, mi ricordano il mare, il cielo. Vorrei poter volare via da tutti questi problemi, volare via e portare Andy con me, curarlo dalla sua sofferenza.
Un rumore mi fa sussultare. La porta si apre, è Ashley.
“A-ah, s-sei ancora sveglia? Credevo dormiste tutti” mi dice preoccupato.
“Non ho sonno, DOPO QUELLO CHE E’ SUCCESSO” gli rispondo acidamente.
“Senti Helen, scu-scusa”. Sembra sincero, ma non sono io quella che sta male.
“Scusa? Scusa di cosa Ash?! Non dovresti scusarti con me, dannazione! Hai ferito Andy! Non me!”
gli urlo dimenticando che è notte.
“Shh, non urlare” mi rimprovera. “Scusa”.
“Lo so, lo so che gli ho fatto male, ma…devi capirmi, almeno tu, Clarisse era la mia vita!”
Mi parla con gli occhi di un disperato, di un animale in trappola, è come braccato dai suoi stessi sentimenti.
“La tua vita?! La tua vita Ash?! Hai distrutto il tuo migliore amico per una donna?! Se fosse stata la tua vita come dici tu, adesso non ti saresti neanche accostato a me!”. Sono così nervosa che quasi lo picchio.
Andy non deve soffrire a causa degli altri, non è giusto.
“Davvero? Andy invece? Lui può tutto vero? Andy non deve seguire le regole degli altri, giusto? Lui può trovarsi la ragazza, lui soffre, ma può stare con te, è così?”
La sua domanda mi ha spiazzato. In effetti, Ashley ed Andy sono nella stessa situazione. Entrambi hanno sofferto per Clarisse ed entrambi si sono avvicinati a me.
“Con-con Andy è diverso, Ash”. Sembra alterato anche lui, ora.
“Già, Andy è la povera vittima, solo perché è più piccolo, tutti lo hanno preferito a me, SEMPRE”.
Non ho mai visto serbare tanto rancore verso il proprio migliore amico.
“Senti, non parlare come un moccioso, sai che non è vero. Lo sai tu, come lo so io. Andy non si è buttato tra le braccia di chiunque per richiudere le sue ferite, tu lo hai fatto.
Che vuoi che ti dica? Che hai ragione? Bene, Mr. Odioprofondamenteilmiomiglioreamico, ha sofferto, forse soffre ancora, ma di sicuro mi fido più di lui che di te e adesso, scusami, ma me ne vado a dormire, è tardi e mi hai fatto perdere fin troppo tempo”.
Mi incammino verso la stanza di Andy, mi volto per un secondo e grazie alla luce soffusa di una piccola lampada scorgo lo sguardo del bassista:
sta piangendo. Il mio stomaco si ribalta, i pugni si stringono. La bocca è rigida in una smorfia di tristezza.
Mi dispiace Ash, mi dispiace, ma non potevo ingannarti.
Entro in camera e mi stendo sul letto, accanto al mio vocalist, almeno lui…dorme beato.
Sarà una notte lunga.
“N-no, non puoi farmi questo Clarisse! Non Ash! Tutti ma non lui!” urla il cantante prima di svegliarsi di scatto.
Mi fissa per un attimo. Deve aver fatto un incubo.
Mi abbraccia energicamente. “Ehi, ehi, stai calmo cucciolo, è stato solo un brutto sogno, un brutto sogno e nient’altro”.
Non parla, ma ha il respiro irregolare. Per un attimo il mio sangue smette di scorrere. Come hanno potuto conciarlo così? Come?
“G-grazie” balbetta appena.
“Dai, stenditi e dormi, ci sono qua io”. Mi comporto da madre. So che è adulto, sa badare a se stesso, ma il mio istinto mi dice di fare così.
Mi guarda ancora, seduto, di fronte a me. Non…non riesco a distogliere lo sguardo dal suo.
“Non ho sonno” dice con l’aria innocente.
“Quindi?” gli chiedo curiosa. “Perché non andiamo a fare un giro?”. Giustamente, tu, con ‘sto freddo cane, quasi si ghiaccia, vuoi andare in giro, a mezzanotte (anzi, quasi l’una), in pigiama.
Mmh ottima idea.
Maledico per un attimo il cervello che ho nel cranio e quella stupida vocina che mi fa da grillo parlante.
“Ok, ma prendi il maglione che fa freddo” gli dico affettuosamente mentre infilo una felpa.
Ash dev’essere andato in camera sua, in salotto non c’è.

Passeggiamo mentre il vento freddo ci accarezza la pelle.
“Dov’è che andiamo?” chiedo. “In un bel posto, seguimi” mi prende la mano.
Non capisco perché abbia portato un ammasso di roba, coperte, cuscini, che senso ha?
Mi tira come se fossi un cagnolino al guinzaglio e non posso fare a meno di seguirlo. Sento il suo profumo, una scia di dolci note corporee.
Eccoci qui.
Siamo in un angolo isolato di un boschetto. “E’ bello qui” gli dico per rimuovere quel rumoroso silenzio che ci divide.
“Si, ci venivo spesso, prima. Mi piaceva stendermi sull’erba e pensare. Ci ho portato una sola persona finora, mi ero ripromesso di mostrare questo posto solo a chi sarebbe stato capace di leggermi dentro, qualcuno di cui mi fido insomma”
“C-ci hai portato Cl-clarisse quindi?” “Stupida, ho detto che ho portato una sola persona compresa te”.
Quelle parole mi scaldano il cuore, mi ha appena detto che si fida di me.
“Grazie” gli rispondo abbracciandolo. Posiamo sull’erba le coperte ed i cuscini e ci stendiamo, abbracciandoci per stare più caldi.
I nostri volti s’incontrano. Andy mi guarda e finalmente, dopo una serata da schifo, sorride.
“Che c’è?” gli chiedo felice della sua espressione.
“Ti amo” mi sussurra nell’orecchio prima di baciarmi. “Anche io”.
Si fanno le due e mezza e…al fine di evitare di addormentarci nel bosco, c’incamminiamo in fretta verso casa.
Guardare le stelle con Andy è stata una cosa meravigliosa…
#Andy
Oh  Helen, se non ci fossi tu, non so come farei…ringrazio Dio perché sei piombata così, all’improvviso, nella mia vita.
Diciassette anni, solo diciassette e già sei così…così come? Che ne so, hai diciassette anni, ma sei perfetta.
Mi hai tirato via dal buco nero che stava per inghiottirmi, quanto vorrei che ti vedessi con i miei occhi, davvero, quanto desidero che tu possa capire che sei la mia unica speranza, la mia salvezza
#Ashley
Bene, un’altra amicizia mandata a puttane.
Tanto lo sapevo, infondo, lo sentivo che anche questa volta avrebbero scelto lui, che faccio ora?
Forse devo solo rassegnarmi, ma si, domani me ne vado al pub a scolarmi due birre.
Sono qui, steso su un fottuto materasso e solo adesso ho capito che ho fatto più stronzate nel giro di un paio d’anni che durante tutta la mia vita.
Come ho potuto? Ho distrutto Andy, ho fatto soffrire Helen, ho ripudiato Melany e adesso Jinxx, Jake e CC mi vedono con occhi diversi.
Come cazzo mi è saltato in mente di fare ‘sto casino?! Domani comincerò una nuova vita, lontano da qui, magari.
Helen deve stare con Andy. Questo è sicuro. Meglio dormire ora…
#Andy
“Ti ho mai detto che se bellissima?” le dico mentre siamo stesi sul letto, come prima.
“Si, una sera me lo hai ripetuto per almeno quattro volte di seguito, ricordi?”
Non so di cosa stia parlando.
“Cheee?! Davvero?!” le chiedo sconvolto.
“Si” ha un sorriso beffardo sulle labbra. Dio quanto lo amo. Vorrei saltarle addosso, ora.
Mi limito a sorriderle, questa volta sono io quello in imbarazzo…
#Helen
Che stupido, non se ne ricorda neanche…e ci credo, era ubriaco fradicio.
“Me lo ripetesti per tutta la sera, stavo per mollarti uno schiaffo, ma eri ubriaco, poi…mi…baciasti”
“Ah.”
Sorridiamo come due bambini. “Ti amo, più di prima” mi dice dolcemente. Mi sto sciogliendo e non va affatto bene.
Non può avere così tanto potere su di me. Dio, sono Helen Carter, mica una rammollita qualunque.
O almeno, credo. Cioè…di fronte ad Andy come cazzo faccio a non essere rammollita.
Quando ti guarda con gli occhi da cagnolino abbandonato, che posso fare se non adottarlo? Strapazzarlo di coccole e riempirlo di baci? Mi ha fottuta.
Signore e signori Andrew Dennis (ho scoperto che ha un secondo nome, OH MIO DIO) Biersack è un demone nelle vesti di un angelo e mi ha letteralmente (o quasi) fottuta.
Scusate la volgarità, ma non so spiegarmi altrimenti. I pochi neuroni che avevo, li ha distrutti, sono scoppiati, andati…ormai sono la sua marionetta, tanto vale che mi guidi lui…mi fido.
“Tieni” gli dico mostrandomi acida. “Che?” gli stampo un bacio sulle labbra.
“Per stasera ti basta, dormi” mi giro di fianco imbarazzata dopo aver ripensato a tutti i bei momenti trascorsi insieme. Meglio dormire.
Lo sento sbuffare dall’altra parte del letto, è divertente, ahah.
*IL MATTINO SEGUENTE*
#Helen
Mi sono svegliata prima di tutti ed ho deciso di preparare la colazione, sono le sette e devo passare a casa  a prendere la borsa con i libri.
Corro in ogni stanza urlando:”Sveglia pigroni! E’ ora della colazione!”
Ci ritroviamo a tavola, siamo in sette, CC ha dormito da Annabel, a quanto pare sono amici di vecchia data, Andy mi ha detto che si conoscono da quando andavano alle medie. Wow!
Inizialmente siamo silenziosi, poi la conversazione diventa più scorrevole.
“A-Andy…” Ash prova a parlargli, non riceve risposta, finché non mollo al vocalist una gomitata nello stomaco facendogli sputare nel piatto la crepe che masticava.
“D-dimmi” gli risponde mentre mi guarda come per uccidermi. Non posso lasciarli così. Devono pur chiarirsi, no?
Nessuno fiata. “Vorrei p-parlarti, in privato”.
“Ok, sentiamo cos’hai da dire, andiamo di là…”
Si alzano da tavola e li vedo uscire dalla stanza. Ho un’ansia che nemmeno prima del test di matematica mi viene.
Stai calma Helen, andrà tutto bene…sperando che escano da quella stanza vivi e privi di ferite di guerra…

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Capitolo 18
*** Memories... ***


-Siamo già al diciottesimo capitolo! OH MIO DIO come vola questa storia (lacrimuccia dovuta alla commozione, ahahah). Ringrazio tutti per le recensioni. Siamo giunti a un punto delicatissimo…il discorso tra Andy ed Ash, buona lettura. Aspetto di sapere cosa ve ne pare, baci baci. Julie<3-

#Andy
Che cazzo vuole adesso? Ah si, gli devo anche dire che deve andarsene dall’appartamento, me n’ero dimenticato.
“Ash, devo dirti…” provo a parlare, ma mi precede.
“No, Andy. Fa parlare prima me, per favore”. Ha lo stesso sguardo da cane bastonato di sempre, giuro che se fa la solita messinscena gli mollo un ceffone.
“Avanti, vediamo che hai da dire”. Incrocio le braccia al petto.
“Mi dispiace, non te l’ho mai detto, o almeno non così. Scusami, per tutto quello che è successo, per Clarisse, per Helen…
Brutto stronzo non dovresti neanche nominarla.
Lo prendo per il colletto sbattendolo al muro. Non m’importa se si è rotto la testa, se sta per morire, non m’importa di nulla, voglio riempirlo di pugni.
Sto per sferrargliene uno, quando…che? Sta p-piangendo? Lacrime di coccodrillo.
“Aspetta!” mi urla. “Che vuoi? L’ultimo desiderio prima di morire?” gli dico con uno strano sorriso. Mi sento così potente, sadico.
Lo guardo soffrire.
“Ricordi? Ricordi quando eravamo piccoli? Catturammo quella lucertola e tu volevi tenerla tutta per te, ma l’avevo presa io”
#Ashley
Andy mi guarda stranito dopo ciò che gli ho detto. Spero di farlo ragionare, voglio fargli ricordare tutti i bei momenti che abbiamo trascorso insieme, da…migliori amici.
“Che cosa?” mi chiede allentando la presa.
“Si, Bob, l’avevamo chiamata così. Non volevi che la prendessi ed io per ripicca ti tirai il barattolo dalle mani, cadde a terra, si ruppe e l’animale si liberò. Fu in quell’attimo che noi…”
Non mi permette di finire la frase.
“Che noi cominciammo a rincorrerla per tutta la stanza ed alla fine ci scontrammo, prendemmo una bella testata quel giorno, eh?”
Il suo viso s’intenerisce per un attimo.
Non è più nervoso, anzi. Sembra un agnellino, già, è mite come un agnellino.
“Sei un idiota” mi dice sorridendo.
“Andy, per favore, devo finire il mio discorso”, gli dico quasi singhiozzando.
“Scusa, scusa per tutto, per le ragazze, scusa per il male che ti ho fatto, scusa se sono stato un bastardo, mi dispiace e comunque, ho deciso…me…me ne andrò via da qui e lascerò i Black Veil Brides”.
#Andy
Chee?! E’ impazzito! Non…non può andarsene, non così…non…mio Dio….no.
“Senti Ash, lascia perdere tutto, è acqua passata, ero incazzato nero al pub, tu…tu sei sempre stato il mio migliore amico e lo sei ancora.
Mi hai dato ottimi consigli durante questi anni, non sono pronto a…chiudere così la nostra amicizia, mi dispiace per il casino, ma dimentichiamo tutto, ricominciamo!”

Entrambi ci stringiamo in un abbraccio fraterno piangendo. Il rancore che serbavo è svanito, si è neutralizzato, adesso c’è solo il mio caro vecchio Ash, nessun altro.
Usciamo dalla stanza sorridenti, ma con gli occhi lucidi. Helen ci scruta come per capire cosa sia successo.
“Raga, sabato festeggiamo, invitate amici vari, i Black Veil Brides hanno un live!” dico a squarciagola mentre gli altri mi fissano straniti.
“S-sei impazzito Andy?” mi chiede Jake con un biscotto in bocca.
“No Jakuccio, sabato suoniamo, organizzatevi e sistemate gli strumenti!”
Tutti sorridono e le ragazze vanno via dopo circa dieci minuti, hanno detto che hanno scuola.
#Helen
Sono così felice che i ragazzi abbiano fatto pace, è tutto risolto. Addio litigi, addio botte, addio lacrime. Non riesco a crederci!
“Lucy, è qui che abito, salgo un attimo, prendo i libri e passiamo da te, ok? Abbiamo venti minuti, dovremmo farcela”.
“Siamo anche in anticipo, tranquilla, ti aspetto qui” mi dice sorridente.
“Sicura che non vuoi salire?” “Nooo, sbrigati, su su!”.
La mia vita è cambiata in una settimana o più, co-come ha fatto?
E’ partito tutto da Ashley, per passare ad Andy e Lucy. Da disastro ambulante sono diventata la Helen che ero prima che la mamma si ammalasse, un miracolo, è l’unica spiegazione.
“Andiamo!” urlo a Lucy mentre corriamo verso casa sua.
Le ore di scuola volano e mi ritrovo in casa, da sola, davanti alla tv, con un misero panino.
Eh già, non mi andava neanche di cucinare.
Il cellulare squilla. “Pronto?” “Eeeehi, cuginaaaaa! Sono David!”
Che bello ascoltare la sua voce.
“Daaaa! Come stai? Mi mancavi!” gli dico felice. “Anche tu, che ne dici se stasera vengo a trovarti con Julie?”
Che bella notizia, almeno non sto da sola. “Certo, perfetto, a che ora passate?” “Alle sette va bene? Mangiamo una pizza da te!” “Benissimo, ci vediamo stasera!”.
Stacco la telefonata col viso di una bambina che ha appena ricevuto un pacchetto di caramelle. Julie! Quanto tempo è che non la vedo!
Sistemo l’intera casa, compresa la mia camera che fa sempre schifo. Studio per pochissimo.
Improvvisamente squilla di nuovo il telefono, mi fiondo in cucina, potrebbe essere Andy.
“Pronto An..?” “Piccola mia, come stai?” “Ciao, PAPA’…bene, tu?” “Bene, torno domenica, così pranziamo insieme, come sempre, ok? Baci, prepara la patatine fritte, per favore, le amo!”
Stacca la telefonata come un bambino. Mi sa che mi ha chiamato solo per dirmi di quelle dannatissime patate fritte, ma vattele a comprare in pizzeria! Fanculo! Stasera devo divertirmi quindi, meglio non pensare a niente.
Faccio una doccia calda ed indosso un enorme maglione di pile viola. Sotto ci ho abbinato un paio di fuseaux neri ed i miei bellissimi anfibi (quanto li amo!).
Un filo di trucco e voilà, il piccolo scorfano…la piccola Helen è pronta. Eccomi a voi in tutta la mia orripilanza bellezza!
Il campanello suona, strano, sono le sei e mezzo, sono arrivati in anticipo?
“Amoooore!” due braccia mi si fiondano al collo, che cos’è stato? Un fulmine? Una freccia? Un tornado? Cado di schiena sul divano con l’oggetto non identificato addosso, ma che caz…?
“Aaaandy?! Che ci fai qui?!” gli  urlo con un mezzo sorriso, a dir poco osceno.
“Devo andarmene? Non mi vuoi? Ok, ciao!” fa il muso da cagnolino e corre verso la porta.
“Ehi, ehi, Bobby, vieni qua, dove scappi, cucciolo mio!” gli stampo un bacio sulle labbra mentre mi sorride.
“Beh? Che ci fai qui?” torno al discorso precedente.
“Sono venuto a trovarti, CC usciva di nuovo con Annabel, mamma mia, stanno appiccicati con la colla quei due?! Jinxx doveva esercitarsi col violino e Jake ed Ash volevano trascorrere la serata al pub, a quanto pare Cassy ha combinato un’uscita a quattro!” mi fa l’occhiolino.
“Sono così felice per Ash” gli dico soddisfatta.
“Anch’io”.
“Stasera vengono a cena mio cugino e la ragazza!”. Andy salta dal divano cadendo a terra, di sedere, fortunatamente.
“Ahi, ahi, l’osso sacro, fanculo! Mi raccomando, dammele sempre così le notizie importanti!”
Rido a crepapelle, è PREOCCUPATO? Ahahahah.
“Che c’è Biersack? Hai paura dei parenti?” lo sfido.
“Iiiio? Tsk, ma che dici, Miss setto nasale distrutto”
“Aaaah ancora quel nomignolo bast…”
Mi blocca il polso baciandomi. Ci risiamo, non vale. Non può vincere ogni volta con un bacio. Gli mordo il labbro, giusto vicino al labret.
“Sei proprio una stronza, lo sai?!” mi grida. “E’ per questo che mi ami!”. Mi sorride. Restiamo a baciarci finché non si fanno le sette e suona il campanello.
Accolgo gli ospiti educatamente.
Ci salutiamo ed ordiniamo le pizze.
“Piccola Helen, come stai?!” “Juuuulie! Da quanto!” “Sei diventata proprio una donnina!” mi dice facendomi arrossire.
“Ah, Andy, vieni qui, sono arrivati!”. David e Julie mi guardano straniti.
Andy esce timidamente dalla cucina salutandoli. “S-salve, sono Andrew Dennis Biersack…il raga…un ami…ehm” è tutto rosso. Abbiamo scoperto il suo punto debole!
Faccio un occhiolino a David e prendo parola.
“Andrew Dennis Biersack, nonché vocalist dei Black Veil Brides e mio ragazzo ufficiale!”
Mi guarda con due occhi enormi, vorrebbe nascondersi sotto al tavolo.
“E….eh…eheh, dev’essere arrivato il fattorino, vado io a prendere le pizze, sedetevi pure!”
Corre giù per le scale mentre ridiamo come matti, avrà sognato il fattorino invisibile, ahahah.
Dopo poco l’imbarazzo svanisce e tutti e quattro mangiamo di gusto. La serata trascorre piacevolmente finché David e Julie vanno via, tenendosi per mano.
Si sono fatte le undici e mezzo, meno male che avevo poco da studiare, altrimenti…
“Adesso siamo soli, no?”. La domanda di Andy mi sveglia dai pensieri. Sto sparecchiando.
Mi guarda con due occhi così seducenti che avrei voglia di saltargli addosso. “Eh? Ah, si”, rispondo evitando di fissarlo.
Si avvicina a me con tanto di scatolo della pizza tra le mani.
“Beh? Che facciamo? Sai che a quest’ora non ho sonno e mi annoio!” mi dice buttando tutto nella spazzatura.
“Eh, io domani ho scuola” provo a spostarmi.
“Io ho le prove”. Mi blocca al muro costringendomi a guardarlo. “Sai che così non vale, no?”
Sorriso perverso mode: ON.
“Dai smettila”. Dico ridendo istericamente. Mi sta mandando nel pallone. “Smettila!” ripete con una voce nasale come per imitare la mia.
“Biersack, non fai ridere” mi sta innervosendo. A casa mia, si permette anche di prendermi in giro?
“Quanto sei bella quando ti incazzi, mi dai i brividi!”. Mi prende in braccio mentre urlo come un’assatanata. Poi mi lascia cadere sul letto.
“Bravo, mi hai messa a letto, ora? Vuoi che ti paghi per il passaggio?”
“Mmmh, magari…” “Andy!” “Ma non parlavo di denaro” prova a giustificare le sue parole.
“Andyyyyy!!!” gli urlo ancora più acidamente. E’ idiota o cosa?! “Scusa, scusa, io non…” si becca un cuscino in faccia.
“Aaaah, stronza! Il naso!” salta sul letto e comincia a farmi il solletico fino alle lacrime.
Poi si stende accanto a me, sfinito.
“Davvero, non ti va?” improvvisamente torna serio. “Non-non ancora…” dico imbarazzata.
“Tranquilla, ti aspetterò”. Mi lascia un bacio sul collo o almeno, il calore di quel bacio è tutto ciò che il mio corpo ha conservato il mattino dopo…

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Capitolo 19
*** Angeli caduti... ***


-Mi dispiace dirlo, ma siamo giunti al penultimo capitolo (oddio, mi fa strano ç___ç che tristezza). In ogni caso, spero che finora la storia vi sia piaciuta. Vi ringrazio per aver recensito (aspetto altri dei vostri pareri eh ù_ù) e…ehm…grazie per aver seguito la trama. Senza lettori come voi non avrei avuto motivi per continuare a scrivere. Davvero, grazie mille a tutti. Buona lettura! Baci, baci. Julie<3-

#Helen
*Biiipbiiipbiiip* La sveglia. Oh che palle, vorrei restarmene qui a letto con Andy.
Mi dispiace svegliarlo.
“Ehi! Andy? Cucciolo?” “Aaashusuusgch”. Suoni indecifrabili escono dalla sua bocca.
Si rigira su un fianco lanciandomi un cuscino.
Aaaah, crede di poter poltrire per tutta la mattina?! Si sbaglia!
“Biersack a rapporto! Giù da quel letto!” urlo come un sergente facendolo alzare di scatto.
“Eh…ehh? Che co? Ah, Hele? Sei tu?” mi guarda con occhi tanto socchiusi da sembrare quasi due piccole fessure.
“Si, non ti volevi alzare, allora ho usato le maniere forti!” gli faccio l’occhiolino.
“Uff” sbuffa. “Ahahahah, sei buffo con i capelli conciati in quel modo!”. Rido del suo aspetto, senza pensare che forse, a quest’ora, sto messa peggio di lui.
“Ah davvero? Sono buffo eh? Ricorda quello che hai appena detto!” mi dice con uno strano sorriso. Bah. E’ sempre così felice.
Mi avvio verso la cucina. “Vado a prep…aaaah!” mi ritrovo Andy alle spalle, in un attimo mi prende in braccio lanciandomi sul letto e cominciando a farmi il solletico.
“Ahah! Allora anche tu soffri il solletico! Vendetta! Chi è buffo ora?!”
“Ti…ti prego basta, basta Andy! Farò tutto quello che vuoi, ma smetti…ahaahahahahah”
“Solo ad una condizione!” “Di…ahahhah…dimm…ahahah dimmi!”. Non ho neanche fiato per parlare.
“Oggi resti qui con me”. Non posso saltare la scuola, se telefonano a mio padre? Che gli dico?
“No, tutto ma non questo, se telefonano a mio padre?!” “Daaai, telefona a Lucy, falle dire ai prof. che non stai bene!”
Mmh, scemo e com’è potrebbe avere ragione. “Ma…” “Niente MA, o questo o il solletico”. Continua a farmi ridere freneticamente.
“Eh va be…ahahahaha…lasciami che le tele….ahahah smettilaaaa!”
Finalmente si ferma, sedendosi di fronte a me.
“Su!” mi porge il telefono, che rompiballe! “Lu…Lucy? Cough cough”
*All’altro lato del telefono*

“Hele? Stai male? Ho notato che hai una brutta tosse!”
*A casa*
“Si, ti ho…cough cough…chiamato per questo, oggi non vengo a…cough cough…scuola, di ai prof. che sto male per favore” dico dopo aver tossito per finta innumerevoli volte.
Andy ghigna, quasi mi fa fare una figura indecente.
“Ok, cara. Ci penso io, riposati e non prender freddo” “Tranquilla, grazie. Ti voglio bene”.
Stacco in fretta la telefonata. “Contento?” “Si, ma devo chiamare i ragazzi per le prove” “Ah”.
Compone il numero col suo cellulare.
“Ash? Eh si, cosa? Non proviamo oggi? Aaah grande…mi dispiace, beh, riprenditi, buona giornata, ci si vede stasera”
Un sorriso gli illumina il volto, gli occhi ormai spalancati sono di un azzurro mare, mare calmo, non in tempesta.
“Che è successo?” gli chiedo curiosa.
“Ecco…Ash e Jake…al pub, insomma…hanno alzato il gomito ed hanno un’emicrania così forte che non riescono ad alzarsi dal letto”.
“Ahahahah, bene, anche se mi dispiace per loro” “Tranquilla, Cassy e Lilith sono rimaste a casa nostra”
“Lili che?” “Ah, mi ha detto che l’amica di Cassy, quella dell’uscita a quattro, si chiama Lilith, ha detto che è pure bona!”
Andy ride. “Ehi! Ehi! Lasciali in pace quei due, non voglio Lilith in giro!”
“Non sarai mica gelosa?” mi chiede divertito.
No, va bene? Non sono gelosa, ma quello che è MIO è MIO. Guai a chi lo tocca, la meno, se solo lo sfiora, la picchio. Davvero.
Dopo aver pensato per due minuti rispondo.
“Iiiiiio? Gelooosa? Ma che dici?! Voglio solo che non ti ronzi intorno, altrimenti…”
“Altrimenti?” “Nulla, altrimenti la…” “La…?” “Altrimenti le mollo due ceffoni e vediamo che fa.”
“Ahahah, quanto sei dolce!”
Uuuff. Sbuffo, facendo ridere lo svitato. A volte non lo capisco.
“Tieni!”. Mi lascia un bacio a fior di labbra. Ok, perdonato.
“Ora? Che si fa?” mi chiede curioso. Eh no, mica pensa sempre alla stessa cosa?! Mamma mia.
“Andiamo a fare…”
“Davvero?!” non mi permette di finire la frase. “…Colazione!”.
“Aw”, sospira come se avessi distrutto le sue speranze. Gli preparo i pancake, con tanto di frutta fresca, miele, pane tostato e succo d’arancia.
“Grazie, piccola” mi dà un bacio.
“Nulla” sorrido.
Dopo aver lavato le stoviglie vado a cambiarmi, chiudendomi in bagno.
“Che ne dici se andiamo al parco?” mi chiede curioso. “Mmh, si”. Indosso una felpa calda, un pantalone nero e gli anfibi.
Corriamo come degli assatanati, avendo notato la mia prof. di mate nei paraggi. Arriviamo ad una fontana e ci sediamo sul bordo.
“Hele! Attenta! Un ragno enorme!” “Aaaaah!” scivolo nell’acqua.
“Ahahahahahahah!”. Andy ride come un bambino. “Biersack! Sei morto! E’ gelata, porca vacca! Muori!”
Sto tremando dal freddo, così la febbre la prenderò sul serio.
“Dai, ti tiro fuori!” mi porge la mano. “Ok”. Gli prendo la mano e lo tiro verso di me, cade anche lui nella fontana.
“Stronza! Non vale!” “Chi ha cominciato?!”. Le persone che passeggiano ci guardano male, eh direi…fare il bagno in pieno autunno, quasi inverno…
“Dai, usciamo, stanno arrivando i vigili!”. Usciamo in fretta dalla fontana e, tornati a casa, togliamo i vestiti fradici indossandone alcuni asciutti.
“Scusa, scherzavo” “Muori” gli rispondo acidamente.
Sono furiosa.
#Andy
Ahahahahah, com’era buffa, però.
Dio Hele, quanto sei bella, senza trucco ancora di più.
Non riesco a smettere di fissarla.
“Che vuoi ora?” mi chiede annoiata. Se l’è proprio presa…
“Senza trucco sei stupenda!”. Ho colto nel segno, è arrossita.
“Smettila di dire cazzate per favore” “Non sono cazzate, è la verità”. Mi viene istintivo abbracciarla.
“Lascia…Andy, ti prego, lasciam…” “No che non ti mollo, smettila di fare la bambina, io ti amo e devi credermi quando ti dico qualcosa”.

#Helen
E’ sincero. Lo…lo amo, Dio solo sa quanto amo questo ragazzo. Mi ha salvato la vita, l’ha salvata dalla monotonia, dalla solitudine, mi ha salvato.
“Grazie” gli sussurro all’orecchio.
Mi stringe più forte, il suo calore mi attraversa l’animo. Grazie Andy. Grazie.

*A casa Biersack (?)*
#Ashley
Aaaah, la testa!! Chi cazzo me l’ha fatto fare?! Che palle! Sono un idiota! Solo un idiota! Perché mi sono ubriacato?! Ahi ahi ahi!
“Ashley?” “Gnnaoajko” provo a parlare, ma riesco solo a lamentarmi, chi è che mi vuole ora?
“Ashley?”. Ancora?! Mamma mia! ‘Sto rompiballe chi è?
Improvvisamente una visione angelica si mostra dinnanzi a me.
“Ashley?”. Chiede ancora una volta. “Chi sei? Un-un angelo?”. Mi accarezza la fronte.
“Ash, sono Lilith, l’amica di Cassy”
Lilith, Lilith, chi? Aaah si, quella che stava al pub con noi ieri, quella bella.
“C-ciao” dico imbarazzato. Non mi sarei voluto presentare in queste condizioni.
“Come ti senti, piccolo?”. Pic…augh. Non mi sono mai sentito così in imbarazzo a parlare con una donna. Di solito ero io quello che dominava la conversazione.
“Ora che ci sei tu, meglio” le dico poggiandole una mano sulla coscia, è in ginocchio sul letto, accanto a me. Sento i suoi lunghi capelli biondi sfiorare il mio braccio.
Gli occhi di un blu scuro mi guardano interrogativi.
“Alla fine ieri mi hai mollata…”. Che vergogna. Almeno non sembra infastidita dalla mia mano. Un punto per me!
“Scu…scusa, quando alzo il gomito…”, riprende a parlare. “Non abbiamo finito quello che avevamo cominciato…” mi dice con tono angelico.
Cosa avevamo cominciato? Oh mio Dio, non ricordo nulla, non è che stavo per farmela ed ho iniziato a fare il coglione?
“Cominciato? Cosa? Non ricordo, scusa”. “Ti do una mano io a ricordare”. Le sue labbra si posano delicatamente sulle mie, hanno un sapore dolce, sanno di…fragola.
Mi bacia intensamente.
“Mmh, scusa per ieri, posso rimediare oggi?” “Mmmh, vediamo…direi di si…”.
Continua a baciarmi accarezzandomi il capo. Un angelo, sceso in terra, tutto per me.
“Asp…aspetta, Jake?”. Mi ero dimenticato di lui. “Se ne sta occupando Cassy, anche lui ha esagerato…”
“Perfetto, vieni qui!”. La tiro su di me, mentre continua a baciarmi, assecondo i suoi movimenti…potete immaginare il seguito.
Signore e signori, Ashley Purdy non è più un playboy, lo hanno fottuto…lei sarà la mia donna. Per sempre…



 

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Capitolo 20
*** Surprises... ***


#Helen
E’ ora di pranzo ed ho notato che Andy è strano. Dopo quell’abbraccio è rimasto immerso nei suoi pensieri, che abbia detto qualcosa di sbagliato?
“Ehi? Cos’hai?” gli chiedo preoccupata.
“Mi…mi sembra proprio di aver dimenticato qualcosa di importante”. Continua a guardarsi intorno.
“CC!” urla facendomi cadere dal divano. Christian? Che c’entra?
“Eeeeh?” gli chiedo spiegazioni. “Scema! CC non sa del live! Ci siamo dimenticati di avvertirlo!”
E’ vero! Siamo una banda di idioti. Dovremmo farci una cura di fosforo. Eh già.
“Quindi?” chiedo in attesa di una soluzione. “Quindi ora gli telefono e lo avverto”.
“Se…ha…da fare con…Annabel?”. La faccia di Andy s’incupisce. “Ma che! Devo dirglielo!”
Telefona in preda all’ansia. Schiocca nervosamente le dita sul tavolo lasciandomi sulle spine.
“CC, ciao, scusa il disturbo, sono io, Andy. Eh si, tutto ok, te? Ah bene, comunque, tiro corto, ti ho telefonato per dirti che sabato suoniamo. Ash ed io ci siamo riappacificati ed abbiamo intenzione di festeggiare. Tu ci sei, no?”
Sento Christian gridare all’altro lato del cellulare, con tanto di sottofondo…la voce di Annabel che prova a placare la sua esaltazione.
Niente da fare, quel capoccione è troppo felice per mantenere un tono di voce normale.
“Ok, ok, allora ci vediamo domani a casa e parliamo”. Così Andy conclude la telefonata.
“Perfetto” mi dice sorridendo. Già, perfetto, tutto così meravigliosamente perfetto.
“Allora, pranziamo?”. Mi guarda sfiorandosi il ventre con la mano destra, uno strano rumore riempie la stanza, il suo stomaco.
“Dai, andiamo di là, idiota, che se non mangi ti lamenti” gli dico scherzosamente.
“Non è vero!” mi urla. “Vedi? Tu e un bambino che fa i capricci siete la stessa cosa” lo rimprovero.
“Uffaaaa” ribatte sbuffando.
Ahahah, quando fa così mi ricorda la prima volta che ci ho parlato, quando lo vidi con quel paio di boxer addosso, mentre fuori c’era un freddo tremendo.
Lo svitato di un metro e novanta che si divertiva a ridere delle mie ferite, lo stesso che ha impedito agli altri di crearmene delle nuove.
Ti amo, stupido.
“Cosa vuoi mangiare?” “Mmh, non lo so” mi risponde perplesso. “Deciditi che non posso perdere tempo!”
“Perché? Cos’hai da fare?” mi chiede indispettito.  “Signor Biersack, le ricordo che non sono andata a scuola, è mio dovere chiamare Lucy, chiederle i nuovi compiti per domani e mettermi a studiare!”
“Mamma che noia che sei! Volevo trascorrere una giornata con te, ma sei sempre così occupata! Fottitene di ‘sti libri, fatti una vita”.
Le sue parole riecheggiano per un attimo attraverso le meningi:”Fatti una vita”. Ha ragione, dovrei rilassarmi un po’.
“Ma si! Studio stasera, ok? Però, devi dirmi comunque cosa vuoi mangiare, spaghetti?”
“Quelli col ragù? Come li fanno in Italia?! Quelli-quelli buoni?!” mi urla mezzo sorridente con gli occhi vispi…quando gli dico che è un bambino si offende…
“Eh? Si. Quelli là, ti vanno?” “Li sai cucinare, oh mio Dio! Ti amo!” mi dice baciandomi frettolosamente preso dall’entusiasmo.
“Ahahah, sta zitto e va a sederti, comincio a preparare il sugo”
“Ok” si siede al tavolo, osservandomi. Mi mette ansia. “La smetti di fissarmi?!” gli dico acidamente.
“Perché? Ti vergogni?” un sorriso timido gli sfiora il viso. “Si! Va bene?!”. Si alza di scatto avvicinandosi a me, quasi mi scotto ai fornelli.
“S-siediti Andy!”. La differenza d’altezza è sua complice e…gli occhi…non sono da meno.
Poggia la sua fronte sulla mia.
“Non dovresti…sono il tuo ragazzo” mi dice baciandomi il collo. Arrossisco violentemente.
“Togliti che brucia tutto!” lo spingo via mentre ride di gusto.
Altri quarantacinque minuti trascorrono…mentre mi fissa e gli lancio occhiatacce.
“Tieni” gli porgo il piatto di spaghetti che divora letteralmente. Mangio con calma un po’ di pasta e lavo in fretta le stoviglie…
*A casa Biersack*
#Ashley
“Ragaaa! Ho preparato il pranzo!”. Mangiamo tutti insieme…Jake, Cassy, Jinxx che non stacca gli occhi dal telefono, io e la mia dolce metà, Lilith.
Dopo pranzo metto tutte i piatti e le posate nella lavastoviglie, beata tecnologia.
“Ora? Che si fa?” chiedo guardando gli altri che si stanno rilassando in soggiorno.
“Devo uscire con Lucy tra un’ora!” risponde Jinxx correndo in giro per la casa con tanto di piastra in tasca.
“Io  e Cassy pensavamo di andare a fare un giro, se volete unirvi” dice Jake rivolgendosi a me e Lilith. Non vogliamo rovinare loro l’uscita.
“Tranquilli, andate pure, anche noi abbiamo intenzione di uscire”. Ci sorridono quasi per ringraziarci di averli lasciati in intimità.
“Beh allora andiamo” dice Cassy tirando Jake per la manica del maglione.
Passa un’ora e Jinxx, puntuale come sempre, scappa via di casa. Lilith ed io siamo soli.
“Davvero vuoi uscire?” mi chiede incredula, ho capito che odia il freddo, ma ama le cose dolci.
“Si” dico determinato. “Dove andiamo?”, sorride. Quanto cazzo può essere stupendo quel sorriso? Quella dannata curva che mi fa sciogliere come un coglione?! Quanto?!
Nessuna donna mi ha mai fatto questo effetto, o almeno, nessuna tranne Clarisse ed Helen.
“Ti va la spiaggia?” “Certo”. Lasciamo l’appartamento spensierati, coperti dal calore dei nostri sentimenti, tanto quanto da quello dei cappotti.
*Casa di Annabel*
#CC
Adesso posso considerarmi l’uomo più felice della Terra. Sono seduto accanto a lei, la mia piccola Annabel, quanto ho atteso questo momento…
Vorrei non finisse mai.
“Sei felice?” le chiedo sorridendo, mai come prima d’ora, con un sorriso sincero, del tutto.
“Tanto”. “Cosa credi diranno i ragazzi quando lo sapranno?” affermo incuriosito. “Mmh, lo scopriremo sabato”.
Un bacio rubato alle mie labbra mi permette di chiudere gli occhi per un istante assaporando la perfezione della mia vita.
*A casa di Helen*
#Andy
Ho deciso! Sabato le dedicherò una canzone…ma si! Davanti a tutti, renderemo ufficiale il nostro fidanzamento.
“Hele?”, non dovrei farle domande del genere, ma preferisco avere qualche certezza in più.
“Dimmi tesoro” “Tu mi ami, vero?” “Che domanda stupida, certo che si”. Ci baciamo.
“Beh, allora ti lascio studiare, torno a casa, di sicuro i ragazzi avranno lasciato un disordine terribile, prima che si accumulino vestiti sporchi in cucina e piatti in camera da letto, vado a ripulire, ti chiamo stasera”. In realtà, ho in mente il testo di una nuova canzone e voglio provare a svilupparlo, con tanto di melodie.
“Vai così presto? Avevi detto che restavi fino a stasera”.
Non la guardo negli occhi per evitare che mi convinca a restare, sa ammaliarmi, quindi, meglio filare via prima che cambi idea.
“Dai, ci sentiamo stasera”. La bacio e scappo via.
#Helen
Chiudo la porta, Andy è appena andato via. E adesso? Che faccio? Che palle.
La vocina interiore mi tartassa:”Ora che il tuo coniglietto bianco non c’è, che ne dici di studiare signorina? Vuoi darti alla bella vita?”.
Infondo ha ragione.
Prendo i libri e faccio gli esercizi per domani, il pomeriggio vola.
Continuo a pensare ad Andy, giuro, un giorno mi farà impazzire quel ragazzo. Mi ha mollata così, in fretta a furia. Bah.
#Andy
Sono a casa e tutto è stranamente pulito. Il silenzio regna sovrano, ok, i ragazzi non ci sono.
Per forza. Proprio ora che mi servono.
Mmmh vediamo. Mi siedo al tavolo e comincio a scrivere, penso continuamente alla melodia, è una canzone molto rilassante, tranquilla, quasi culla i miei pensieri, credo le piacerà.
Vorrei chiamare gli altri per provarla, ma non credo sia il caso. Se sono usciti tutti vuol dire che sono con delle ragazze, soprattutto Ash. Ci metterei la mano sul fuoco.
Torneranno tardi, credo. Si sono fatte le nove e trenta, circa.
Quasi quasi preparo la cena.
Mangio una squallida frittata…ammetto di non saper cucinare come Helen (che cosa deprimente).
Improvvisamente sento la porta aprirsi…”Ash? Sei tu?” “Weeeeeiiiiii, Aaaaaaaandyyy!!! Fratello come stai?!”
Ashley che mi chiama “fratello”? Qualcosa non quadra. DECISAMENTE.
“Ash?”. Mi avvicino a lui e sento il suo alito puzzolente, whiskey, mai stato più sicuro.
“Andy!!! Ti voglio beeene!”. Madonna che idiota. Sempre a bere…non che io non lo faccia, ma…vabbè.
“Stanno salendo gli altri, non chiudere la portaaaa”. Ashley si scaraventa sul divano mentre sento gli altri salire.
“CC? Jake? Jinxx?” “Andy! Siamo tornati tutti alla stessa ora a quanto pare…abbiamo trovato Ash in pessime condizioni…giù…a terra” mi dice Jake.
“Entrate che fa freddo, meno male che lo avete trovato”.
I ragazzi hanno sorrisi radiosi, sembrano così felici.
“Porto un attimo Ash a letto” dico agli altri. “Ok”. Mi rispondono all’unisono.
Lascio il bassista sul letto della sua stanza mentre continua a ripetere:”Non puoi capire! La amo! E’ troppo bella! E’ stato il pomeriggio migliore della mia vita!”
Quella Lilith lo ha stregato.
Torno in soggiorno. “Beh, siete carichi per sabato? Ragà mancano due giorni, che ansia…ecco…mi dovete dare una mano!”
Tutti mi guardano straniti…sono pur sempre le dieci meno venti.
“Cosa? Cosa?” chiede ansioso CC.
“Dicci pure” afferma Jinxx tranquillo.
“E…ehm…vorrei…de...dedicare una canzone ad Helen per chiederle…ehm…di…insomma…ufficializzare il nostro fidanzamen…to…” dico imbarazzatissimo.
Un applauso con sottofondo di lamenti di Ashley riempie la stanza.
“Auguri!” mi urlano in coro.
“Allora? Che hai in mente? Melodia? Testo?” dice incuriosito Jake.
“Beh, si…ascoltate qua”. Canto un motivetto romantico e ne sono entusiasti. Credo che le piacerà.
#Helen
Uuuf. Sono quasi le dieci, domani è finalmente venerdì, ma che noia.
Vorrei telefonare ad Andy, ma…se…se lo disturbassi? Meglio di no. Vado a dormire.
*IL MATTINO SEGUENTE*
*A casa Biersack (?)*
#Andy
“Poooooorca puttana! Che cazzo ho fatto ieri?! Oh! Andy! Svegliati! Andy!”
Mi sveglio a causa di uno scossone misto a bestemmie e parolacce varie da parte di Ashley. Ecco perché non voglio che si ubriachi…dopo rompe le palle a me.
“Finalmente hai aperto quei dannati occhi!” mi urla. Se oggi ha intenzione di comportarsi così, meglio che fili via, altrimenti lo meno.
“Ash! Smettila di rompere! Ieri ti sei ubriacato come un coglione, quindi, tieniti i postumi da sbornia e lasciami in pace!”
“Tsk, gli amici”. Mi guarda con aria imbronciata mentre esco dalla stanza. Ormai sono sveglio, tanto vale alzarsi.
Che ore sono? Le undici, Hele sarà già a scuola.
Gli altri dormono ancora. Ho in mente la brillante di idea di preparare la colazione e dopo aver quasi incendiato la casa, riusciamo a mangiare un po’ di bacon bruciacchiato.
Sarà una giornata dura, che Ashley voglia o no, deve venire a provare la nuova canzone. Altrimenti la sorpresa per Hele mi salta.
#Helen
“Lu? Lucy?” “Hele, che c’è? Sto provando a capire qualcosa!” “Eh scusa, sono in pensiero”.
Sono preoccupata per il live. Non so come vestirmi, truccarmi o cose del genere.
“Per cosa?” mi chiede stranita. “Il concerto…io…non…cioè…i vestiti…il trucco…i capelli”
Lucy continua a fissarmi in modo strano. “Il concerto? Quale? Aaaaah me n’ero dimenticata! Jinxx me lo aveva anche detto…”
“Ti do una mano io comunque, don’t worry darlin’”. Giuro che la adoro.
La giornata vola e mi ritrovo a fine serata, sul letto, distrutta a causa di scuola e cose varie, senza aver sentito Andy.
Non mi telefona neanche. Certo che mi ama, eh!
Afflitta dai miei pensieri cado in un sonno profondo, senza neanche aver cenato. Domani…domani è il grande giorno.
#Andy
“Ragaaaa! Siete sicuri che vada bene?” “Si. Andy, ti stai facendo prendere dal panico”.
“Mancano solo due ore al live, io…sono…in ansia” “Cosa ho appena detto?” ribatte Ashley stizzito perché non ascolto ciò che mi dice.
“Scusa”. “Tranquillo, stai…tranquillo”. “Ok”. Lo guardo come in cerca d’aiuto.
“Cosa…devo fare con Helen?”. Mi risponde con una strana espressione, sembra quasi soddisfatto che io gli abbia chiesto consigli.
“Alloooora, vieni con me, piccolo Andy, zio Ash t’insegnerà un po’ di cose”. Quando parla così mi fa paura, ve lo giuro.
Mi cinge una spalla ed andiamo in camera. “Dai, smettila di fare l’idiota Ash, sul serio, come mi vesto? Che devo fare al live? E i capelli? Sai che non stanno mai a posto e…”
“Yoooo! Stai un attimo ZITTO!”
Mi scuote per rilassarmi. “Ok, parla”.
Il bassista prende parola:”Pantalone nero, maglia semplice, quella che vuoi…”
“Nananana Batman!” lo interrompo entusiasta. Adoro quella maglia (*^* faccino dolce).
“Si si, scemo, basta che non m’interrompi”
“Scusa”. “Dicevo, maglia che vuoi, giubbotto di pelle, fa freddo, scarpe che vuoi, profumo…uno bello, prendi il mio se vuoi, Lilith lo adora”
Ma guardate come si vanta! Uso il MIO profumo! Anche Helen adora il MIO profumo ç_ç.
“Poi, i capelli…sistemali come sempre. Per quanto riguarda il concerto, cantale la canzone e…hai preso un anello?”
“Eeeeeeeeeh?!” salto dal letto. Anello? Qua-quale? Cosa? Anello? Oddio, che faccio ora?! Non ho anelli.
“Come pensavo, tieni”. Ashley mi porge un sacchetto con due anelli identici. Ma che? Da quando in qua è così generoso e maturo?
“Pensavo di usarli per me ed Hele, poi…ho fatto incidere il tuo nome, al posto del mio”
“Grazie Ash, ti voglio bene”. Ci abbracciamo fraternamente. Sono…pronto…o almeno credo.
“E…mi raccomando…dopo il concerto...fai tutto quello che devi fare”. Il mio viso si copre di un color rosso acceso. “Che dici scemo?!” ribatto come una femminuccia scappando via dalla stanza.
“Ahahahah”, la sua risata mi perseguita.
*A casa di Helen*
#Helen
“Lucy!!!! I capelli! I capelli!” “Un attimo, abbiamo un’ora, stai tranquilla!” “Si, ma i ragazzi stanno venendo e le scarpe e il blush!”
#Lucy
Hele corre per la casa con mezzo vestito addosso, una scarpa ed una ciabatta e i capelli raccolti con un mollettone. Se si fermasse potrei darle una mano.
“Fermati!”. L’unico modo per farla stare tranquilla è sgridarla.
“Scusa, mi siedo, fai tu”. Finalmente si siede su quella benedetta sedia e riesco a conciarla per bene.
Dopo un’ora e venti minuti circa, siamo pronte. I ragazzi ci stanno aspettando da quasi mezz’ora.
Entriamo in auto e notiamo che Jinxx ed Andy ci guardano a bocca aperta
#Andy
Dio, quella meraviglia è mia? “Sei bellissima Hele”  le dico con un filo di voce.
Lo stesso fa Jinxx con Lucy.
Entrambe arrossiscono.
#Helen
Coniglietto mio quanto sei bello. I tuoi occhi risplendono e li amo più che mai.
“Gli altri?” chiedo per smorzare l’imbarazzo.
“Ash, Jake e CC stavano sistemando gli strumenti al pub, Cassy, Lilith ed Annabel sono già lì”.
“Ok”. In pochissimo ci ritroviamo davanti al palco, all’interno del locale. L’ansia mi sta uccidendo.
Dopo circa un’ora, le luci si spengono di scatto. Due piccoli fari colorati illuminano la scena.
Sono ad un tavolo con Cassy, Annabel, Lucy e Lilith.
“Signore e signori!”. Andy presenta la band. “Noi siamo i BLACK VEIL BRIDES! Questa sera suoneremo per voi, sperando che le nostre canzoni vi piacciano!”
Fanno alcune cover dei Kiss e di Idol, conosco i testi a memoria fin quando i ragazzi smettono di suonare ed annunciano un inedito.
“Ecco, scusate la brusca interruzione, ma…il nostro caro vocalist…” è Ash a parlare, quasi come se Andy fosse imbarazzato, non l’ho mai visto così nervoso, che diavolo ha?
“…ha una dedica speciale da fare, prego…” il bassista porge il microfono a quello svitato che balbetta dall’emozione.
“Si, ehm…ec-co…i-io…poco tempo fa…ho co-conosciuto…una persona…che…insomma…mi ha…ca-cambiato la vita”. Dopo tipo dieci minuti finisce una frase.
“Questa…pe-persona è qui, di fronte a me”. Mi fissa così come il resto del pubblico ed avvampo di calore.
“Helen…ti amo, sei la cosa migliore che potesse capitarmi ed ho scritto que-questa canzone per te. Grazie piccola Miss setto nasale distrutto. Grazie per tutto ciò che hai fatto finora”.
Cominciano a suonare una melodia assolutamente stupenda, è una canzone dolcissima. Improvvisamente Andy scende dal palco, mi prende la mano, continuando a cantare:
“I will wait dear. A patient of eternity, my crush. A universal still, no rust. No dust will ever grow on this frame, one million years I will say your name. I love you more than I can ever scream”
Termina la canzone, mi porta sul palco con sé e dopo aver estratto un anello dalla tasca lo mette al mio dito.
“Adesso sei la mia fidanzata, è ufficiale, ti amo cucciola”. Per un attimo non riesco a capire cosa sta accadendo, ma appena focalizzo la mente su tutto ciò, la vista mi si offusca, comincio a piangere e mi trovo stretta ad Andy, lo abbraccio come non ho mai fatto prima.
Ci vogliono pochi minuti perché ci stacchiamo e noto che a salire sul palco è Annabel.
#CC
“Pronta?” “Certo”. Annabel mi sorride. Stiamo per dirlo a tutti, non vedo l’ora che lo sappiano.
“CC, ma che?”. Andy fa per chiedermi spiegazioni.
“Signore e signori, dato che siamo in tema d’amore, anch’io e la mia dolce metà vogliamo fare un annuncio”.
Il resto della band mi guarda allibito. “Annabel ed io, tra un mese, ci sposeremo!”. I ragazzi ci fanno gli auguri entusiasti e scoppiamo a ridere. La serata si conclude nel migliore dei modi. Ash è andato via con Lilith. Andy è andato a casa di Hele, Lucy resta a dormire da noi ed io sto andando da Annabel.
Jake? Ah si, abbiamo anche un chitarrista. Beh, Jake è andato in hotel con Cassy.
*A casa di Helen*
“Amore, stasera dormi qui, no?” faccio gli occhi dolci al mio svitato. La sua sorpresa è stata meravigliosa.
“Se posso” “Sai che puoi sempre, quando non c’è mio padre…”. Ridiamo mentre andiamo a stenderci a letto, siamo distrutti.
Ci stendiamo girando i volti l’una verso l’altro. “Ti è piaciuta la canzone?” mi chiede dolcemente.
“Certo che si, sei la persona migliore del pianeta”. Per un attimo restiamo a fissarci, sorridendo.
Andy si avvicina sempre più a me ed io…non faccio nulla per mandarlo via. Non voglio, credo…ma non posso cacciarlo…non stasera…cioè…la mia testa dice che è una stronzata, ma il mio cuore ha distrutto ogni minimo elemento nato dalla ragione, tanto vale assecondarlo, no?
Lascio che faccia ciò che vuole. Il vocalist mi tratta come una marionetta. Mi affido totalmente a lui.
L’unica cosa che mi spaventa è il suo silenzio. E’ così immerso in sé che mi fa paura.
“Ehi?” richiamo la sua attenzione. “Che c’è piccola?” mi dice continuando a baciarmi il collo. “Perché non parli?” “Bho, non ho di che parlare…ora”. La sua risposta mi mette ancora più ansia e, purtroppo, se n’è accorto.
“Hele” “Si?” gli dico con lo sguardo basso, coperto di lacrime. Mi alza il viso. “Devi solo rilassarti, stai tranquilla, ci sono io. Ricordi quella volta in cui giocavamo? Quella sera volevi mettermi a forza la maglia, eri felice, spensierata, ecco, fa come l’altra volta, sorridi e non pensare a nulla”.
Le sue parole mi rincuorano e provo a lasciarmi andare. Sento un suo abbraccio riscaldarmi.
Andy mi sfila la maglia in fretta e mi guarda come se non avesse visto cosa più bella sulla Terra. Faccio lo stesso anch’io e in men che non si dica ci ritroviamo vicini, così tanto che posso assaporare i suoi respiri, ascoltare i suoi battiti e gustare le sue emozioni.
Sono su di lui, tra le sue braccia, quale luogo migliore per vivere?
Mai mi sono sentita così libera, mai così serena, mai così dannatamente perfetta. Per lui lo sono.
Mi scruta, mi accarezza. Le sue mani hanno un tocco leggero, quasi avessero paura di ferirmi.
“Ti amo” continua a sussurrarmi all’orecchio mentre lo bacio. “Ti amo, sei la cosa più bella che potesse capitarmi, ti prego, resta con me…per sempre”.
Le sue parole mi riscaldano il cuore, il mio batte all’impazzata, non so cosa sto facendo o meglio…lo so…ma non ne sono pienamente cosciente…o forse si, ma non voglio ammetterlo. L’unica cosa che mi viene da pensare in questo momento è che sono sua e che lui è mio.
Gli bacio il collo fino ad arrivare alle tempie, alla fronte, ai suoi meravigliosi occhi blu. Chissà cosa si nasconde…dietro a quegli occhi blu.
Bacio il suo naso perfetto, la sua bocca stupenda, il suo petto. Lo sento sussultare per un secondo. Finché la situazione si ribalta. Adesso ci sono io, stesa sul letto ed il suo corpo preme contro il mio.
Un gemito di dolore e piacere mi pervade. La delicatezza di Andy è spaventosa. Ha fatto di tutto per mettermi a mio agio, ha fatto di tutto per vedermi sorridere.
Ci stendiamo l’una accanto all’altro di nuovo. Sazi d’amore, felici, complici del nostro misfatto.
“Come stai?” mi dice accarezzandomi i capelli. “Un po’ dolorante, ma stupendamente, ti amo”. Questa è una di quelle esperienze da ricordare, forse, la più bella in assoluto. La mia vita è perfetta, da quando c’è Andy.
#Andy
Quanto puoi essere bella Hele? Quanto? Con i capelli scombinati, con quei benedetti occhioni scuri. La tua pelle candida è magnetica, non riesco a staccarmi da te.
Vorrei poter restare al tuo fianco per sempre, piccola mia.
#Helen
E’ così che ho trascorso il post-concerto. La serata è finita bene, direi.
Il legame con Andy è cresciuto e si è rafforzato e ci siamo ritrovati insieme, un mese dopo, al matrimonio di CC.
Quello svitato è il suo testimone.
Poco prima della cerimonia, ci appartiamo in una stanza dell’hotel dove si farà il ricevimento, è a pochi passi dalla chiesa.
Purtroppo si è messo in testa di perdere tempo. Vuole divertirsi ed io non so dirgli di no.
“Andy, facciamo tardi! Non possiamo farlo ora!” “Daaaaai, cucciola, per favooore” mi fa gli occhi dolci e non riesco a resistere.
Appena finito lo guardo curiosa:”Che ore sono?” “Tranquilla, sono solo le 12 e 30, il matrimonio è alle 13, no?”
“Idiota!!!! Il matrimonio è cominciato mezz’ora fa!” “Oh cazzo, corri!” mi prende per la mano e corriamo in chiesa, ho i capelli in disordine e un cappellino elegante nell’altra mano. Andy invece porta con sé la cravatta, rigorosamente slacciata.
*Hiiiiic* la porta della chiesa si apre con un fragoroso scricchiolio che richiama l’attenzione su di noi, non possono metterci un po’ d’olio?!
Tutti gli invitati ci fissano. Mentre vado a sedermi col viso in fiamme, lo svitato corre verso CC che lo sgrida davanti agli altri:
“Idiota! Mezz’ora di ritardo! Hai dimenticato che sei il testimone?!” “Scusa, problemi tecnici” ribatte Andy a bassa voce.
“Possiamo procedere?” chiede il pastore nervoso, ma divertito allo stesso tempo.
“Si, scusi, padre”, risponde CC. Annabel è assolutamente splendida. Il vestito bianco contrasta con i suoi meravigliosi capelli scuri, mentre il trucco leggero rende giustizia alla sua bellezza.
“Mmh mmh” il pastore si schiarisce la voce. “Siamo oggi qui riuniti…per celebrare il matrimonio dei nostri fratelli Christian ed Annabel” i futuri sposi si sorridono.
“Dopo varie unioni, precedentemente avvenute” il sacerdote resta per un secondo in silenzio guardando male me ed Andy.
Gli invitati se ne accorgono e ridono copiosamente, noi abbassiamo lo sguardo…che Dio ci perdoni.
“Possiamo procedere con la cerimonia”.
In seguito al rito protestante andiamo tutti all’hotel dove ci aspetta un banchetto degno di un re.
La giornata è stata davvero stressante, ma è finalmente finita




*Nella camera degli sposi*
#CC
“Annyyyyyyyy!!!”. Le faccio il faccino da cagnolino bastonato. “Che c’è amore?”.
Me la ritrovo davanti con un completino leopardato, oh mio Dio! Dov’è finita la tua innocenza?!
“Perché non seguiamo l’esempio di Andy ed Hele?” “Cioè?” mi chiede maliziosa.
“Eheheh, sapessi” la prendo in braccio posandola sul letto. Giuro, un altro minuto a vederla così e le salto addosso! Evviva gli sposi!



The end

Ladies and gentlemen, sono Julie, l’autrice. Scusate se l’ultimo capitolo è enorme, ma non ho potuto fare a meno di scrivere così tanto.
Spero vivamente che la storia vi sia piaciuta. Mi scuso per eventuali errori e per il fatto di non saper descrivere determinate scene *tossisce*.
Che dire…vi ringrazio per aver letto, se vi va, lasciate qualche recensione. Un ringraziamento particolare ai Black Veil Brides che mi hanno ispirata ed uno alla mia migliore amica, patita di CC. L’ho praticamente trasformata in Annabel, ahahah. Infine ringrazio una mia cara amica, AnaDarkLady97 che mi ha sostenuta durante la stesura dei capitoli con il suo entusiasmo!  Ringrazio anche i “The Who” poichè dalla loro splendida canzone ho tratto il titolo della storia. Beh, che dire, grazie ancora a tutti, spero che la storia vi sia piaciuta e chi dice che non ci sarà un continuo? Baci, baci, la vostra Ju.

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