Morti dimenticati

di Suikotsu
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Fiducia tradita ***
Capitolo 2: *** Requiem dal buio ***
Capitolo 3: *** Rancore ***
Capitolo 4: *** Dolore ***
Capitolo 5: *** L'eroe dimenticato ***
Capitolo 6: *** Umanità ***



Capitolo 1
*** Fiducia tradita ***




Disclaimer: i personaggi di Saint Seiya non mi appartengono, ma sono di proprietà di Masami Kurumada e della Toei Animation.
Questa storia è stata scritta senza alcuno scopo di lucro.






Fiducia tradita


Christ della Croce del Sud era il mio nome.
Nato nel Medioevo come fedele seguace di Athena, tra tutti ero noto per la mia bontà e misericordia, tali da farmi meritare il nome del Messia.
Durante uno dei miei viaggi graziai un gruppo di banditi che avevano tentato di uccidermi, m'implorarono pietà e misericordia, giurando che da quel momento avrebbero vissuto onestamente.
Volli fidarmi, volli dargli un'altra possibilità. D'altronde, questa era la volontà della mia dea. Ebbi fiducia.
Nel ritorno decisi di far visita ad un villaggio dove viveva gente che mi amava e che io avevo giurato di difendere. Quando giunsi lo trovai in fiamme.
Gli uomini che avevo risparmiato, alla prima occasione, erano tornati a fare del male.
Questo è stato il risultato della mia pietà: per salvare dei malvagi, gli innocenti erano morti.
Ancora grazia chiesero, ma questa volta non gli fu concessa.
Finalmente avevo capito quanto fossi in errore, come la misericordia altro non fosse che una debolezza. Se solo la mia mano non si fosse fermata quei poveri contadini si sarebbero salvati.
Io ero responsabile della loro morte quanto quei banditi.
Tornai al Santuario come un'altra persona, il mio cuore si fece sempre più duro, la mia mente confusa, le mie convinzioni erano andate in frantumi in pochi attimi.
I dubbi mi resero debole e caddi in battaglia.
Ci fu solo il gelo eterno del Cocito per me, che per tanto tempo avevo vissuto per aiutare il prossimo.
Fui nuovamente tradito: nessun Paradiso, nessuna gioia eterna, solo l'oblio e la dimenticanza.
Eris, Dea della Discordia, mi concesse una nuova vita, ma avrei dovuto combattere contro Athena, la dea che m'ingannò.
Pietà, pace, giustizia... tante parole prive di fondamento.
Affrontai il mio avversario, Hyoga del Cigno, maestro delle energie fredde, ma quando fui sul punto di trionfare la mia signora ci trafisse entrambi.
Colpito alle spalle dalla mia dea, da colei che avevo giurato di servire.
Ancora una volta la mia fiducia era stata tradita.

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Capitolo 2
*** Requiem dal buio ***




PREMESSA: SONO UN MASCHIO.
Ho deciso di metterlo in chiaro perché già altri utenti mi hanno scambiato per una femmina, poi qui due lettrici si sono confuse. Ora siamo a posto!

Passando a cose più serie, ringrazio vivamente:
titania76
KillerKing
Lady White Witch
Mistress of Delirium

per il commento che mi hanno lasciato
e
KillerKing
Mistress of Delirium
per averla messa tra le seguite.

Spero che i vari capitoli non deludano le vostre aspettative.



Requiem dal buio




Il mio nome è Orfeo della Lira, e sono stato amico e compagno di allenamenti del leggendario Orpheo.
Siamo nati nel villaggio di Rodorio, siamo cresciuti insieme, abbiamo riso, scherzato e sofferto fianco a fianco innumerevoli volte.
Il sogno di entrambi era divenire cavaliere d'argento della Lira, ma lui era migliore di me, la sua musica era idilliaca, più volte pensai che fosse paragonabile al canto delle sirene.
M'impegnai con tutto me stesso per raggiungere il suo livello, ma appena ci riuscivo, subito scoprivo che lui era ben più avanti di me.
Nonostante la sua superiorità mai mi trattò con arroganza, mai mi volse le spalle e fu sempre al mio fianco nei momenti tristi.
Poi conobbe lei, Euridice... quella graziosa fanciulla dai capelli dorati. Presto s'innamorarono, ma quel sentimento non distrasse il mio compagno, anzi lo spronò a diventare sempre più forte e valoroso.
Lui aveva qualcuno per cui combattere al di fuori di Athena.
Io non avevo nessuna donna che mi amasse. Tutte le fanciulle erano estasiate dalla sua musica, gli apprendisti lo ammiravano per la sua forza, perfino i Cavalieri d'Oro, ai miei occhi invincibili, lo ritenevano loro pari.
Presto fu il giorno della prova per l'armatura: due contendenti per una sola corazza.
Fui sconfitto su tutti i fronti, ed ebbi la certezza che si fosse trattenuto per non umiliarmi.
Avere quella cloth era stato il mio sogno, il mio desiderio, volevo essere pari al leggendario menestrello degli dei, ma tutto andò in frantumi.
Quel giorno fuggii trattenendo a stento le lacrime, la mia ambizione non si sarebbe mai realizzata.
Se lui non fosse mai esistito l'armatura e la gloria sarebbero state mie.
Orpheo, quando tu hai mandato in pezzi i miei sogni io ho giurato di distruggere tutto ciò che ti è caro.
Sfruttando la tua lontananza mi avvicinai di soppiatto alla tua dimora, dove dormiva Euridice.
Il giorno successivo vi sareste sposati, quale momento migliore per compiere la mia vendetta?
Feci strisciare un serpente sotto le coperte, e presto nell'aria risuonò un grido di dolore.
Tu lo percepisti, benché distante, sentisti il filo della sua vita venir tranciato e ti precipitasti, ma ormai era troppo tardi per salvarla.
Tutto ciò che ti rimase fu un corpo ancora caldo ma privo di anima.
Ci scontrammo, e tu mi vincesti senza fatica alcuna.
Avevo perso ancora una volta.
Tornai alla vita grazie ad Eris, scoprendo che tu eri già disceso negli Inferi, più nessuno avrebbe potuto competere con me.
La mia nuova dea mi offrì un'armatura identica a quella che avevo sempre desiderato.
Non ero più un semplice apprendista, il mio sogno si era coronato, ero il nuovo musico degli dei.
Per mantenere questo titolo dovevo sconfiggere i seguaci di Athena.
Privo di remore, sconfissi facilmente Andromeda, ma quando mi trovai di fronte al cavaliere della Fenice non potei che soccombere.
Ero nuovamente caduto e presto sarei tornato nel buio dell'Ade.
Orpheo, mio eterno rivale, ora che tutto sta per finire il mio pensiero va a te e alla tua sublime musica.
Ti invidiavo ed ammiravo al tempo stesso.
Avrei dato tutto per essere come te, ma non ero io il prescelto del Fato.
Sento che la mia vita sta per finire.
Nessuno suonerà un requiem per me.
Nessuno mi ricorderà mai, se non i miei nemici, e non certo per le mie melodie. Sarò solo un debole traditore al servizio di una dea maligna.
Si dice che l'arte sia la voce dell'anima, ma la mia resterà nel silenzio per l'eternità.








Note: Che l'armatura sia un dono di Eris è di mia invenzione e serve a giustificare l'esistenza di due armature (Freccia e Lira) uguali.
In questa versione, inoltre, il fatto che Orfeo fosse il personaggio mitologico (cosa accennata nell'OAV) è una menzogna. So poi che Orpheo muore sul colpo quando viene colpito da Ikki, ho fatto questa piccola modifica. E infine... è un problema che il testo sia di quasi 600 parole? Dovrei fare qualche modifica nell'introduzione?

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Capitolo 3
*** Rancore ***


Eccomi di nuovo qui. Lo so, non ho aggiornato per molto tempo, ma ero un po' a corto d'ispirazione e non ero troppo convinto del capitolo. 
Vi ringrazio come sempre per il sostegno che mi date.





Rancore


Yan dello Scudo è il mio nome celeste.
Mio padre era uno dei più forti e gloriosi cavalieri d'oro, un uomo che ammiravo fin dall'infanzia e che mi voleva suo erede.
Detti anima e corpo per raggiungere il settimo senso, prerogativa dei Custodi Dorati, ma mai ci riuscii.
Ogni volta che il mio genitore mi allenava cadevo facilmente, e lui mi fissava con sguardo deluso, a volte perfino adirato.
Ero il suo fallimento.
Mi spronava a rialzarmi, ed io mi rimettevo in piedi, solo per cadere ancora.
Gli anni passarono e mi feci sempre più violento e facile all'ira, volevo mettermi alla prova e dimostrare a me stesso e agli altri la mia forza, ma fui sempre e solo un semplice cavaliere d'argento.
Combattei e vinsi diverse battaglie, fino al giorno in cui affrontai un potente specter.
Facilmente vinto, il mio corpo esanime fu lasciato ai piedi del Santuario come monito.
Avevo perso e mi ripresi solo quando la guerra era ormai finita.
Padre, tu non medicasti le mie ferite, ma mi accusasti di aver macchiato l'onore della famiglia.
La frustrazione si fece sempre più forte, avevo dato tutto per essere tuo pari, ottenendo solo una schiacciante sconfitta.
Ti odio, padre!
So che non sarò mai come te!
Tu non mi hai amato, mi hai considerato un errore, io ti ho dato tutto e tu mi hai trattato come un rifiuto!
Eri ormai privato del vecchio vigore, e in uno scatto d'ira ti uccisi.
Avevo assassinato il mio genitore, ormai non c'era più posto per me tra le fila di Athena.
Fuggii, ma fui raggiunto ed ucciso.
Ora sono tornato in vita per mano di Eris, e davanti a me giace il corpo esanime del mio nemico, Shiryu il Dragone, uno dei più potenti cavalieri di bronzo.
Un misero avversario, mi aspettavo qualcosa di meglio!
Hai visto padre? Mi stai guardando? Ammira la mia forza! Ammira come ho vinto quel cavaliere dallo scudo indistruttibile e dal pugno inarrestabile!
Mi volto, ci sono altri nemici che mi attendono, tutti devono riconoscere la mia potenza!
Sento un cosmo bruciare, il mio nemico è ancora in vita.
Lo affronto ancora, ma questa volta è lui a travolgermi.
Crollo a terra e sono già sull'orlo del baratro.
Padre, prima di esalare l'ultimo respiro mi appare il tuo sguardo deluso.
Non sarò mai l'eroe che hai sempre voluto.
Da sconfitto ora ritorno tra le ombre dimenticate.

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Capitolo 4
*** Dolore ***


Ringrazio vivamente KillerKing per aver commentato il capitolo precedente.



Dolore


Il mio nome è Maya di Sagitta.
Frecce avvelenate, imboscate, illusioni, grazie a questi sistemi fui in grado di vincere numerose battaglie.
Le mie armi non furono mai apprezzate, ci fu perfino chi mi definì un guerriero senza onore.
Quando fu l'ora di morire, però, combattei fianco a fianco ai miei compagni e caddi dopo aver lottato con tutte le mie forze.
Ora sono qui, intrappolato in questa sconfinata distesa di ghiaccio. Pian piano i sensi mi abbandonano e la mia percezione della realtà svanisce.
Ho paura.
Cerco di gridare, ma non ci riesco.
Tento di guardarmi attorno, ma vedo solo oscurità.
Non sento il battito del mio cuore, e nessun suono giunge alle mie orecchie.
Tento di pregare, ma la mia dea non viene in mio soccorso.
Athena, sulla morte non hai alcun potere, essa è seguace del tuo più grande nemico.
Forse è una punizione? I miei dardi avvelenati pian piano riducevano i nemici a larve, io ora subisco la stessa sorte.
Ma se loro, con la morte, potevano esserne liberati, io sono destinato a giacere qui per sempre.
Preferirei perfino sentire una lancia trafiggermi le carni pur di poter sfuggire a quest'oblio.
Buio.
Solitudine.
Quanto tempo è passato? Un istante? Un'eternità?
Non lo so.
Tento ancora d'invocare la mia dea, ma la mia supplica si perde nel nulla.
No, ecco una luce che mi risveglia dall'incubo.
Athena? No, non è lei. Si presenta come Eris, Dea della Discordia.
Lei è la mia unica speranza, lei mi salverà da questa tortura, ma solo se le giurerò fedeltà.
Senza esitare accetto.
Cos'ha fatto Athena per me? Nulla. Io invece le ho dato la vita, e mi ha ripagato voltandomi le spalle.
Apro gli occhi, ora sono di nuovo al mondo.
La brezza mi rinfresca, inspiro l'aria a pieni polmoni, i raggi del sole mi accarezzano e la sua luce mi acceca.
Il piacere che sto provando è indescrivibile, è come poter vivere nei Campi Elisi.
Davanti a me vedo la dea che servivo, nemmeno mi riconosce.
Di te non m'importa più nulla, Athena!
Affronto uno dei suoi seguaci, il cavaliere di Pegasus, ma lui presto ha la meglio.
Mi hai battuto, lo riconosco, ma la mia freccia ti ha colpito. Anche tu conoscerai il tormento che ho a lungo patito, e allora capirai!
Presto tornerò nel vuoto, ma almeno ti porterò con me, Pegasus!




Questo capitolo in effetti è stato un po' diverso dagli altri, visto che ho voluto concentrarmi più sulle emozioni del personaggio che sul suo background. Spero di non aver deluso nessuno.
Il prossimo sarà Jagger di Orione!

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Capitolo 5
*** L'eroe dimenticato ***









L'eroe dimenticato



Sono Jager di Orione, il leggendario cavaliere d'argento.
Tutti mi amavano ed ammiravano, le lodi erano musica per le mie orecchie, a tante fanciulle rapii il cuore, ma mai trascesi nell'arroganza, poiché i cavalieri d'oro erano molto più forti di me.
Ogni volta che mi lanciavo in guerra non provavo alcuna paura, non temevo la morte,
sentivo il sangue ribollire, sentivo il mio cuore battere all'impazzata, mi sentivo vivo!
Ma un giorno la sconfitta venne anche per me.
Credevo che sarei salito nei Campi Elisi assieme ai grandi eroi del passato, invece ci fu solo quell'Inferno di Ghiaccio destinato a coloro che hanno combattuto per la giustizia.
Ma cos'è la giustizia? Per cosa combattono i cavalieri di Athena? Per proteggere degli stolti che hanno relegato la dèa a pura fantasia?
Quei folli che osannano chi li abbandona e dimenticano chi si sacrifica per loro?
Una volta eravamo eroi, poi diventammo leggende, ora siamo favole per bambini.
Avrei avuto consolazione se gli uomini che avevo difeso avessero compreso i loro errori, se il mio sacrificio e quello di tanti valorosi fosse servito a qualcosa.
Cos'è cambiato? Nulla.
Gli uomini si uccidono a vicenda, si fanno la guerra tra loro, si odiano e combattono in nome di folli ideali o di dèi dai nomi diversi nonostante Athena sia rimasta in terra per generazioni.
Che senso ha lottare per chi ti dimentica?
A che scopo sacrificare la nostra breve ed effimera vita per una causa persa in partenza?
La nuova generazione di sacri guerrieri mi affronta, ma contro di me non ce la possono fare.
Guardo i loro occhi così colmi di speranza, di sogni, d'illusioni.
Anch'io una volta ero come loro, ma Eris mi ha indicato la via.
Non cerco di farvi desistere, cavalieri, se mi fossi trovato al vostro posto avrei lottato fino alla fine.
Combatto e vinco, la mia vittoria era certa. Ma ecco che Phoenix si rialza per soccorrere il suo compagno.
Quel guerriero in cui mi rispecchio è davanti a me, si regge a malapena in piedi, un tocco e crollerebbe, eppure m'inquieta.
Lotti in nome dell'amicizia, cavaliere?
Io non posso più farlo, tutti coloro che chiamavo "amici" sono già morti da tempo.
Morti per una causa inutile.
Vite gettate al vento, e questo alimenta il mio odio per l'umanità ed Athena.
Provo pietà per voi, cavalieri! Vi concederò di passare l'eternità insieme nel Cocito che vi attende!
Un cosmo luminoso brilla, e Pegasus, creduto morto, ricompare con indosso la sacra armatura del Sagittario.
Il desiderio di affrontarlo, di mettermi alla prova, cresce dentro di me.
Hai decantato i tuoi ideali, cavaliere? Avanti, mostramene la forza! Mostrami se sono realtà o misere parole!
Ci scontriamo, e lui ha la meglio.
Le torture degli Inferi mi attendono, eppure il mio animo è saldo come una volta.
Pegasus, dovrei soffrire per la sconfitta, invece sono lieto di essere caduto per mano tua.
Cavalieri di Athena, le vostre parole erano cariche di sentimento, mi hanno colpito più di quanto non abbia dato a vedere.

Che sia stata la mia oscurità a rendermi più debole?
Oppure la mancanza di ideali?
Addio, prodi cavalieri. L'Ade mi attende.
Ombre eravamo, ed ombre torneremo.







Con questo termina la parte dedicata ai cinque cavalieri ombra. Non so se farò anche Eris e i personaggi successivi.
Ringrazio vivamente KillerKing, che mi ha sempre seguito e commentato fin dall'inizio e

1 - Gold_Camus [Contatta]
2 - KillerKing [Contatta]
3 - Mistress of Delirium [Contatta]
4 - petitecherie [Contatta]

per aver messo la storia tra le seguite.

Alla prossima!

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Capitolo 6
*** Umanità ***




Umanità


Sono Eris, Dea della Discordia, Figlia della Notte e Madre del Male, colei che gli uomini hanno sempre venerato più del sommo Zeus.
Questo perché sono incapaci di vivere senza odiarsi, il loro più grande desiderio è spadroneggiare, uccidersi a vicenda, massacrarsi tra loro, ogni pretesto è buono.
Athena li difende in nome dell'amore? Patetica!
Mi ero circondata di quelli che un tempo furono i suoi fedeli guerrieri, dandogli il nome di Ghost Five, le ombre del passato tornate in cerca di vendetta.
Lei li aveva illusi, lei li aveva raggirati, lei li aveva fatti combattere per degli ideali irrealizzabili, spingendoli da me.
Non avrebbero dovuto essere che mera avanguardia: tutti coloro che lei aveva deluso sarebbero giunti per creare un nuovo mondo, che avrei consacrato ad Ares, mio vero signore e maestro, l'unico dio che abbia servito fedelmente, l'unico che mi abbia preso sotto la sua ala.
Ares, quel regno avrebbe dovuto essere per te, io sarei stata tua regina nel nuovo mondo dominato dalla guerra e dalla devastazione, ma ho fallito.
Millenni ho passato prigioniera della cometa, solo per finire qui, nel buio e freddo Tartaro: un'eternità di oblio e dimenticanza, la stessa sorte alla quale i cavalieri sono sempre stati condannati.
Ricordo con quanta impazienza abbia atteso il giungere del tramonto, il momento in cui avrei potuto finalmente tornare in un corpo divino.
Quel simulacro umano non faceva altro che indebolirmi con le sue emozioni, con la sua volontà pronta ad affiorare.
Me ne sono resa conto quando ho trafitto Christ: potevo attendere la vittoria dei miei soldati, ma sono andata incontro a quel giovane dai capelli biondi che faceva battere il cuore mortale, ed ho trafitto entrambi.
Perché? Era ad un passo dalla vittoria, possibile che il lato umano si fosse dimostrato così forte da deviarmi?
Mai più dovrà esserci posto per simili debolezze.
L'ira è forte e sembra dominarmi, ma nella sconfitta trovo un motivo per sorridere: anche se Athena mi ha vinta, la sua grande missione è destinata al fallimento.
Lei desidera un mondo in cui gli uomini comprendano i propri errori, libero dal male e dall'odio, ma altro non è che pura, infantile, fantasia.
Io bramo la guerra eterna, e lo stesso vale per i mortali.
Dimmi Athena, non ho forse ragione?





Dopo tanto tempo ho deciso di continuare la raccolta. Ho abbozzato qualche idea per i capitoli successivi, ma non so quando arriveranno.
Grazie come sempre a KillerKing per le sue recensioni!

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