Morti dimenticati di Suikotsu (/viewuser.php?uid=41101)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Fiducia tradita ***
Capitolo 2: *** Requiem dal buio ***
Capitolo 3: *** Rancore ***
Capitolo 4: *** Dolore ***
Capitolo 5: *** L'eroe dimenticato ***
Capitolo 6: *** Umanità ***
Capitolo 1 *** Fiducia tradita ***
Disclaimer: i personaggi di Saint Seiya non mi appartengono, ma sono di
proprietà di Masami Kurumada e della Toei Animation.
Questa storia è stata scritta senza alcuno scopo di lucro.
Fiducia tradita
Christ della Croce del Sud era il mio nome.
Nato
nel Medioevo come fedele seguace di Athena, tra tutti ero noto per la
mia bontà e misericordia, tali da farmi meritare il nome del
Messia.
Durante
uno dei miei viaggi graziai un gruppo di banditi che avevano tentato di
uccidermi, m'implorarono pietà e misericordia, giurando che
da quel
momento avrebbero vissuto onestamente.
Volli fidarmi, volli dargli un'altra possibilità.
D'altronde, questa era la volontà della mia dea. Ebbi
fiducia.
Nel
ritorno decisi di far visita ad un villaggio dove viveva gente che mi
amava e che io avevo giurato di difendere. Quando giunsi lo trovai in
fiamme.
Gli uomini che avevo risparmiato, alla prima occasione, erano tornati a
fare del male.
Questo è stato il risultato della mia pietà: per
salvare dei malvagi, gli innocenti erano morti.
Ancora grazia chiesero, ma questa volta non gli fu concessa.
Finalmente
avevo capito quanto fossi in errore, come la misericordia altro non
fosse che una debolezza. Se solo la mia mano non si fosse fermata quei
poveri contadini si sarebbero salvati.
Io ero responsabile della loro morte quanto quei banditi.
Tornai
al Santuario come un'altra persona, il mio cuore si fece sempre
più
duro, la mia mente confusa, le mie convinzioni erano andate in frantumi
in pochi attimi.
I dubbi mi resero debole e caddi in battaglia.
Ci fu solo il gelo eterno del Cocito per me, che per tanto tempo avevo
vissuto per aiutare il prossimo.
Fui nuovamente tradito: nessun Paradiso, nessuna gioia eterna, solo
l'oblio e la dimenticanza.
Eris, Dea della Discordia, mi concesse una nuova vita, ma avrei dovuto
combattere contro Athena, la dea che m'ingannò.
Pietà, pace, giustizia... tante parole prive di fondamento.
Affrontai
il mio avversario, Hyoga del Cigno, maestro delle energie fredde, ma
quando fui sul punto di trionfare la mia signora ci trafisse entrambi.
Colpito alle spalle dalla mia dea, da colei che avevo giurato di
servire.
Ancora una volta la mia fiducia era stata tradita.
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Capitolo 2 *** Requiem dal buio ***
PREMESSA: SONO UN MASCHIO.
Ho deciso di metterlo in chiaro perché già altri
utenti
mi hanno scambiato per una femmina, poi qui due lettrici si sono
confuse. Ora siamo a posto!
Passando a cose più serie, ringrazio vivamente:
titania76
KillerKing
Lady
White Witch
Mistress
of Delirium
per il commento che mi hanno lasciato
e
KillerKing
Mistress
of Delirium
per averla messa tra le seguite.
Spero che i vari capitoli non deludano le vostre aspettative.
Requiem dal buio
Il mio nome è Orfeo della Lira, e sono stato amico e
compagno di allenamenti del leggendario Orpheo.
Siamo nati nel villaggio di Rodorio, siamo cresciuti insieme, abbiamo
riso, scherzato e sofferto fianco a fianco innumerevoli volte.
Il sogno di entrambi era divenire cavaliere d'argento della Lira, ma
lui era migliore di me, la sua musica era idilliaca, più
volte
pensai che fosse paragonabile al canto delle sirene.
M'impegnai con tutto me stesso per raggiungere il suo livello, ma
appena ci riuscivo, subito scoprivo che lui era ben più
avanti
di me.
Nonostante la sua superiorità mai mi trattò con
arroganza, mai mi volse le spalle e fu sempre al mio fianco nei momenti
tristi.
Poi conobbe lei, Euridice... quella graziosa fanciulla dai capelli
dorati. Presto s'innamorarono, ma quel sentimento non distrasse il mio
compagno, anzi lo spronò a diventare sempre più
forte e
valoroso.
Lui aveva qualcuno per cui combattere al di fuori di Athena.
Io non avevo nessuna donna che mi amasse. Tutte le fanciulle erano
estasiate dalla sua musica, gli apprendisti lo ammiravano per la sua
forza, perfino i Cavalieri d'Oro, ai miei occhi invincibili, lo
ritenevano loro pari.
Presto fu il giorno della prova per l'armatura: due contendenti per una
sola corazza.
Fui sconfitto su tutti i fronti, ed ebbi la certezza che si fosse
trattenuto per non umiliarmi.
Avere quella cloth era stato il mio sogno, il mio desiderio, volevo
essere pari al leggendario menestrello degli dei, ma tutto andò in frantumi.
Quel giorno fuggii trattenendo a stento le lacrime, la mia ambizione
non si sarebbe mai realizzata.
Se lui non fosse mai esistito l'armatura e la gloria sarebbero state
mie.
Orpheo, quando tu hai mandato in pezzi i miei sogni io ho giurato di
distruggere tutto ciò che ti è caro.
Sfruttando la tua lontananza mi avvicinai di soppiatto alla tua dimora,
dove dormiva Euridice.
Il giorno successivo vi sareste sposati, quale momento migliore per
compiere la mia vendetta?
Feci strisciare un serpente sotto le coperte, e presto nell'aria
risuonò un grido di dolore.
Tu lo percepisti, benché distante, sentisti il filo della
sua
vita venir tranciato e ti precipitasti, ma ormai era troppo tardi per
salvarla.
Tutto ciò che ti rimase fu un corpo ancora caldo ma privo di
anima.
Ci scontrammo, e tu mi vincesti senza fatica alcuna.
Avevo perso ancora una volta.
Tornai alla vita grazie ad Eris, scoprendo che tu eri già
disceso negli Inferi, più nessuno avrebbe potuto competere
con
me.
La mia nuova dea mi offrì un'armatura identica a quella che
avevo sempre desiderato.
Non ero più un semplice apprendista, il mio sogno si era
coronato, ero il nuovo musico degli dei.
Per mantenere questo titolo dovevo sconfiggere i seguaci di Athena.
Privo di remore, sconfissi facilmente Andromeda, ma quando mi trovai di
fronte al cavaliere della Fenice non potei che soccombere.
Ero nuovamente caduto e presto sarei tornato nel buio dell'Ade.
Orpheo, mio eterno rivale, ora che tutto sta per finire il mio pensiero
va a te e alla tua sublime musica.
Ti invidiavo ed ammiravo al tempo stesso.
Avrei dato tutto per essere come te, ma non ero io il prescelto del
Fato.
Sento che la mia vita sta per finire.
Nessuno suonerà un requiem per me.
Nessuno mi ricorderà mai, se non i miei nemici, e non certo
per
le mie melodie. Sarò solo un debole traditore al servizio di
una
dea maligna.
Si dice che l'arte sia la voce dell'anima, ma la mia resterà
nel silenzio per l'eternità.
Note: Che l'armatura sia un dono di Eris è di mia
invenzione e serve a giustificare l'esistenza di due armature (Freccia
e Lira) uguali.
In questa versione, inoltre, il fatto che Orfeo fosse il personaggio
mitologico (cosa accennata nell'OAV) è una menzogna.
So poi che Orpheo muore sul colpo quando viene colpito da Ikki, ho fatto questa piccola modifica.
E infine... è un problema che il testo sia di quasi 600 parole? Dovrei fare qualche modifica nell'introduzione?
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