I don't wanna love if it's not you.

di JustNeedLove
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo. ***
Capitolo 2: *** Capitolo 1. ***
Capitolo 3: *** Capitolo 2. ***
Capitolo 4: *** Capitolo 3. ***



Capitolo 1
*** Prologo. ***


Prologo

 

<< È un piacere rivederti, Rose. >>

Perché da quel giorno tutti i sorrisi che la gente mi rivolge mi sembrano così maledettamente falsi? Oh, giusto. È tutta compassione, è tutto un susseguirsi di ‘mi dispiace per quello che è accaduto’, ‘la conoscevo bene’; ecco è questo il punto, nessuno la conosceva veramente, o lei sarebbe… ancora qui.

<< Possiamo cominciare? >>

Chiedo dopo essermi accorta che la mia psicologa si aspettava una risposta.

<< Certo, sdraiati. >>

Oramai è un gesto quotidiano, conosco a memoria le battute come se la mia vita fosse diventata un copione, il quale viene recitato ripetutamente fino alla nausea. È teatro di una tragedia, la quale viene schifosamente recitata ogni singolo giorno, e di cui io sono protagonista. Sto solo aspettando di recitare la mia parte.

<< Allora dimmi.. come ti senti oggi? >>

Ed ecco la solita battuta, ora tocca a me.

<< Bene, molto meglio direi. >>

Sfoggio uno dei miei migliori sorrisi finti e mi stupisco di non aver mai preso in considerazione l’idea di fare l’attrice.

<< Sul serio? Bene, abbiamo fatto un enorme progresso! >>

Oh no, mi ha sorriso veramente in quel modo? Tipo ‘ok, ora che stai bene levati dalle palle, bye bye!’ ?! Quello che mi urta in realtà è il fatto che mia madre spende un occhio della testa per uno stupido e monotono monologo. Ma andiamo avanti con lo spettacolo!
Vede che non accenno a rispondere e continua:

<< Quindi.. >>

Forza, dillo. Aspetto solo questa battuta!

<< Vedo che stai meglio perciò possiamo prendere in considerazione l’idea di farti tornare a scuola? >>

Neanche per idea, penso. Ma oramai devo arrendermi, mia madre mi ci avrebbe spedita a calci in culo. Dopo quel giorno sono rimasta chiusa in casa per tre mesi, e ho studiato con un maestro privato per stare a passo con il programma, pur riconoscendo che non avrei potuto evitare quell’inferno chiamato scuola, palcoscenico della tragedia consumatasi e causa delle mie sedute (sottolineo inutili) psicologiche.

Fisso per un attimo la donna seduta di fronte a me, solito stereotipo da “dottoressa”: capelli raccolti in uno chignon, camicia bianca accompagnata da una gonna nera lunga fin sotto al ginocchio, e solita cartelletta a portata di mano. Infondo è una brava donna, non posso incolparla del fatto che odio tutto e tutti.
Accenno un debole sorriso e mi arrendo:

<< Certo, credo sia passato anche troppo tempo. >>

Mi guarda con aria stupita ma si limita ad annuire.

<< Uhm, ok. Allora visto che non credo ci sia altro da aggiungere concludo ufficialmente la tua serie di sedute. >> Sorrido sinceramente, era ora!
<< Mi offro di accompagnarti a casa, se non ti dispiace. >>
<< Ehm, certo.. grazie mille. >>
<< Figurati, non ho altri appuntamenti in giornata. >>
 

Nessuno ha biascicato parola per l’intero viaggio, alquanto imbarazzante.. Ma cosa c’è di più imbarazzante del farsi accompagnare a casa dalla propria psicologa?

<< Grazie mille, signora Shelley. >>
<< Figurati cara, ci vediamo stasera e salutami la mamma! >>
 

No, un momento, fermi tutti. Stasera? Mamma? Che mi sono persa? Mi giro per chiedere spiegazioni ma vedo la signora Shelley ormai lontana.

<< Mamma sono a casa, come mai la mia psicologa mi ha congedata con un ‘a stasera?’ >>
<< Ciao anche a te, Rose. >> le scappa una risata. << Come è andata? >> Continua a ignorare la mia domanda.
<< Bene, era la mia seduta e tornerò a scuola, ma ora spiegami ‘sta storia! >>

Ignorata x2, mi salta praticamente addosso.

<< Oh Dio, Rose! Ti sei decisa finalmente! Non sai quanto sono fiera di te! Jaymi, scendi, buone notizie! >>

Oh, Jaymi è mio fratello maggiore e lo adoro, non avrei mai superato neanche un giorno della mia terapia se non ci fosse stato lui.

<< Sorellona! Ho accidentalmente origliato la conversazione, e inutile dire che non potrei essere più felice per te! >> Mi avvolge in un tenero abbraccio.. quanto ne avevo bisogno.
<< Comunque >> ci interrompe nostra madre, << riguardo a Meredith.. verrà a cena qui stasera! >>

Ok, ricordate quando ho detto che farsi accompagnare dalla propria psicologa è imbarazzante? Bene, aggiungeteci il fatto che verrà a cena a casa tua e l’imbarazzo raddoppia.

<< Non te l’ho detto, si è trasferita qui da poco e così ho voluto accoglierla nel migliore dei modi! >>
 

Oh, perfetto. Faccio per salire le scale e aggiunge:
 

<< Dimenticavo ancora, ha un figlio della tua età! Vedrai che ti piacerà, si chiama George. >> Dice e sparisce in cucina.
 

Mi mancava solo questo. Un ragazzo, a cena, a casa mia. L’unico ragazzo verso il quale non provo un odio profondo è Jaymi. Tutti gli altri? Li odio, anche se non mi hanno fatto nulla. In fondo sono tutti uguali. Salgo le scale e mi dirigo verso la mia camera, pronta a versare lacrime per la morte non ancora superata della mia migliore amica d’infanzia Hannah, morta a scuola un pomeriggio di tre mesi fa, per l'appunto a causa di uno schifosissimo ragazzo.





Saaaaalve, io sono Monika (:
Ho deciso di scrivere questa storia perché mi frullava da un po' in testa, sooo. Perché gli Union J? Beh, perché mi sono letteralmente innamorata di loro, una mia amica mi ci ha fatto fissare e ora non smetto di ascoltarli :')
Piccolo dettaglio che non interesserà a nessuno, ma lo scrivo, lol : è dalle 15 che provo a pubblicare il capitolo ma ci ho  messo ben TRE fottutissime ore, capite quanto sia impedita AHAHAHAH.. quiiindi mi fareste solo il piccolissimo piacere di lasciare qualche recensione, please? Vorrei sapere se vale la pena continuare a scrivere :)

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Capitolo 2
*** Capitolo 1. ***


Per rendere meglio l'idea, ho voluto mostrarvi come immaginavo io i personaggi :)

Rose: http://seeds.hypetree.com/wp-content/uploads/2012/05/izn6N2-e1327432857602.jpeg
Hannah: http://images4.fanpop.com/image/photos/15100000/hotel-for-the-dogs-emma-roberts-15137079-1707-2560.jpg
Meredith: http://www.styleite.com/wp-content/uploads/2011/04/thumb15.jpg
Mamma di Rose (Jenna): http://dolce-gusto.net/wp-content/uploads/2013/07/1bf2ess-Woman-Look-Gwyneth-Paltrow-max-factor_high.jpg
Jaymi: http://www3.images.coolspotters.com/photos/1059879/jaymi-hensley-and-brown-eyes-profile.jpg
George: http://a.wattpad.net/cover/3582103-256-k839799.jpg




Capitolo 1


 

L'ora di cena si avvicina e io non ho nessuna intenzione di scendere, tantomeno se abbiamo degli ospiti a cena. Mia mamma insiste a farmi apparecchiare la tavola così scendo svogliatamente dal letto, infilo i piedi nelle ciabatte e trascino a peso morto il mio cadavere ambulante. Prima di uscire però mi fermo davanti allo specchio: wow, sono un disastro. Scendo e vedo mia mamma dare gli ultimi ritocchi alla cucina.
 

<< Stavo giusto per chiam- >> Si blocca quando si gira verso di me. << Rose, hai pianto? Hai gli occhi rossi e gonfi. >>
<< No, mamma. È solo l'allergia. >> Rispondo appoggiando i piatti sulla tavola.
<< Allergia, ma di che parli? >>
<< Sì mamma, quella che mi ha colpita tre mesi fa. >> insisto. Non risponde, intenta a cercare una risposta.
<< Alle persone, mamma. Allergia alle persone. >>
<< Andiamo, non fare così! Comincerai ad andare a scuola e tutto si sistemerà, vedrai. È questione di tempo, devi andare avanti. >> Stavolta nessuno sguardo di compassione, niente tono dolce e sensibile. Sembra seria, quasi in tono di rimprovero. Come biasimarla? Anch'io sono stanca di stare uno schifo, stanca di essere quello che sono.
<< Lo so mamma e sarà così, ma nel frattempo aspettando che le cose si aggiustino io sto uno schifo, ma non sembra sia di grande importanza. >> Rispondo secca e continuo con le posate.

 

Sento il suo sguardo addosso. So che non le piace quando rispondo in quel modo e mi dispiace, ma non voglio più fingere che tutto vada bene.

Suonano al campanello, saranno loro.
 

<< Vai a chiamare Jaymi? >> Annuisco e salgo.
 

Chiamato mio fratello raggiungiamo nostra madre, la signora Shelley e suo figlio. Manca un gradino da scendere, ma qualcosa mi blocca.. quel ragazzo è identico a.. ma no, non può essere lui.. come fa ad assomigliargli così tanto?
 

<< Rose, hai intenzione di unirti a noi o vuoi mangiare sulle scale? >> Mia madre mi interrompe da ogni sorta di pensiero. Ah, che simpatica.
<< Buonasera signora Shelley. >> Cerco di sembrare il più cortese possibile e sorrido.
<< Puoi anche chiamarmi Meredith, ora. >> Mi risponde dolcemente.

 

Mi siedo vicino a Jaymi con nostra madre a capotavola e in faccia a George. Non l'ho salutato, mi limito solo a guardarlo, poiché la somiglianza è incredibile. E quegli occhi marroni.. avete presente quella stupenda sensazione di farfalle nello stomaco e pietrificazione istantanea davanti alla probabile ottava meraviglia del mondo? ..Beh, io no. Più lo guardo più mi viene voglia di sputargli in quell'ammasso di capelli, chissà se riuscirebbe a lavarseli.. al solo pensiero mi sfugge un sorriso (ma no, non sono sadica). Mi sorride di ricambio pensando che il mio fosse rivolto al suo, patetico. Mi giro dall'altra parte e vedo mio fratello giocare nervosamente con la tovaglia. Ma che gli prende?
 

<< Allora George, questo significa che andrai nella stessa scuola di Rose e Jaymi. >> Dice mia madre. Oh no ti prego, non cominciare.
<< Sì, è vero.. >> Risponde lui timidamente.
<< Rose potrebbe farti fare un giro della scuola e magari.. >>
<< Mamma, ti prego. >> Non può averlo detto sul serio.
<< Aspetta tesoro, fammi finire. Dicevo, potreste anche uscire a visitare la città e.. >>
<< Mamma, per favore! >> Alzo la voce senza accorgermene. Tutti mi guardano con aria sorpresa eccetto Meredith. Spero possa capire il mio disagio, in fondo non sono maleducata.. semplicemente un po' irascibile.

 

Sento che George mi sta fissando, mi avrà presa per una psicopatica o chissà cos'altro.. tanto meglio, così mi starà lontano. Incrocio il suo sguardo per un attimo finché mia mamma non continua, imbarazzata per la mia scenata.
 

<< Ehm, George.. Tua madre mi ha detto che sei un musicista! >>
<< Ahah no, non mi definirei un musicista.. semplicemente amo cantare e accompagnarmi con degli strumenti, specialmente con la chitarra. >> Sorride. Ma questo sa solo sorridere?
<< È una cosa fantastica! Anche Rose ama la musica! >>
<< Già >> Rispondo disinteressata.

 

Per un'ora e mezza abbondante abbiamo parlato del più e del meno; del nostro futuro, delle grandi doti canore di George e di quelle calcistiche di Jaymi, e delle nostre famiglie. Il marito di Meredith, Peter, non è potuto venire poiché al lavoro.. è un chirurgo. Dottori, psicologi.. insomma una famiglia messa bene se non altro. A fine serata io e Jaymi abbiamo sparecchiato e lavato i piatti mentre nostra madre si intratteneva con gli ospiti.
 

<< Rose >> Dice ad un tratto Jaymi
<< Sì? >>
<< Guarda che l'ho capito che non stai bene come dici di stare.. >>
<< Tranquillo, me la sto cavando. Ho deciso di iscrivermi a qualche corso in più a scuola, tanto per tenermi occupata. >> Cerco di tenere lo sguardo basso, ma mi solleva il mento con una mano e incrocia i suoi occhi con i miei.
<< Ehi, sono tuo fratello e tu sei mia sorella.. >> Mi metto a ridere.
<< Ahah, ma non mi dire! La scoperta del secolo! >> Non riesco a non ridere quando sono con lui.
<< È a questo che volevo arrivare. Voglio vederti star bene! E per finire la frase di prima: sei mia sorella, sei tutta la mia vita e per forza mi preoccupo se stai male. Quindi se c'è qualcosa che non va non è che puoi, ma devi parlarne con me. Ok? >> Mi abbraccia. È la persona più dolce sulla faccia della Terra.
<< Ti voglio bene Jay. >>

<< Rose, Jaymi! Meredith e George se ne stanno andando, venite a salutarli. >> Bene, la serata è finita.

<< Arrivederci signora Shelley >> Salutiamo all'unisono io e Jaymi.
<< Ciao George! >> Aggiunge lui, io non dico niente.
<< Ora che mi viene in mente c'è il luna park in città, che ne dite di andarci con George domani? Così, tanto per conoscervi meglio. >> Mammachenonstazittaneancheunmomento, che hai detto?
<< Certo! Sarà un piacere! >> Esclama mio fratello. Cosa? Ho bevuto troppo vino o ho sentito bene? Lo fulmino con lo sguardo ma lui è impegnato a sorridere a George.. anche troppo.
<< George, che ne dici? >> Chiede Meredith.
<< Uhm, sì, è una bella idea. >> Risponde poco convinto.
<< Allora passiamo a prenderti domani sera alle sette? >>
<< Ok. >>


<< Passiamo a prenderti? >> Evidenzio il plurale, appena Jaymi chiude la porta.
<< Sì dolce sorellina, verrai anche tu che lo voglia o meno. >> Dice fiero e se ne va senza lasciarmi replicare, wow. Uno a zero per Jaymi.


 

Inutile dire che mi sono addormentata pensando ad Hannah.. ma stavolta erano ricordi felici. Come ci siamo conosciute all'asilo, come abbiamo passato i nostri primi problemi in famiglia, con gli amici, i nostri primi amori.. e tanto altro. Eravamo inseparabili come le nostre famiglie. Dopo la sua morte però i suoi genitori hanno comprensibilmente deciso di trasferirsi in un'altra città. La madre di Hannah è incinta, ricordo quanto ne fosse emozionata e quanto desiderasse avere un fratellino o una sorellina. Con lei condividevo tutto, anche la mia passione per la musica.. ora che ci penso è un bel po' che non prendo in mano una chitarra. Sento che tornando a scuola qualcosa cambierà, e difenderò il ricordo di Hannah da ogni stupido commento.
 


************


 

È già arrivata ora di andare al luna park e io non so che mettermi. Non che abbia un motivo valido per vestirmi bene, ma è da un po che non mi prendo cura di me stessa, e ho stranamente voglia di uscire. Jaymi mi dice che tra un'ora dobbiamo essere da George così entro nella doccia e lascio che ogni singola goccia d'acqua scivoli lentamente sul mio corpo, tanto c'è tempo e io non ho fretta. Uscita apro l'armadio e osservo attentamente il mio guardaroba: niente di così elegante ma neanche troppo trasandato, la moda non è il mio forte devo ammettere.. quella che ci sapeva fare era Hannah. Io sono negata perciò senza pensarci troppo prendo dei jeans lunghi con qualche strappo qua e là e un maglione beige non troppo pesante, in fondo sta arrivando la bella stagione primaverile e non fa più molto freddo. Osservo il mio corpo allo specchio e mi piace ciò che vedo: niente troppo piatto e nessuna curva di troppo, ho sempre apprezzato il mio corpo e non è da me farmi dei complessi. Decido di lasciare i capelli sciolti leggermente mossi e per non sembrare giusto un cadavere in faccia metto un po' di fondotinta e giusto una linea di mascara e matita, niente trucco esagerato. Prendo la borsa e scendo in salotto dove Jaymi mi sta già aspettando.


 

<< Andiamo? >> Chiedo.
<< Certo >>
<< Ma mamma..? >>
<< Non lo so, è uscita con amiche! >>


 

Arrivati a casa Shelley Jaymi suona il campanello e apre George.
 

<< Ciao, prendo la giacca e arrivo! >> Sorride, ancora. Però potrei giurare di averlo visto sussurrare qualcosa a Meredith, che sembrava piuttosto preoccupata. Mah, non sono nemmeno affari miei.


<< Allora, George.. ti trovi bene qui? >> Mio fratello rompe il ghiaccio.
<< Sì, ho già fatto molte amicizie a scuola, mi sono ambientato subito. >>
<< Mi fa piacere.. a che anno sei? >>
<< Al secondo. >>
<< Uh, come Rose. Forse siete in classe assieme! >> Non rispondo, non sapendo cosa dire. Mi è indifferente.


 

Non è che vada pazza delle giostre o cose simili, ma una serata così.. diversa ci vuole. Jaymi insiste subito per fare la prima, che solo vederla mi provoca la nausea. (http://www.bergamosera.com/cms/wp-content/uploads/2012/11/luna_park1.jpg)
 

<< Oh no no no. Jaymi ti prego, ho mangiato troppo a cena. Non ce la faccio. >>
<< Su Rose non fare la pappamolla! >>
<< Ok, volentieri! Così ho una scusante se ti vomito sui tuoi tanto amati capelli! >>
<< Provaci e per te non ci sarà un domani! >> Saliamo e facciamo qualche giro, dopotutto non era male.

<< Io ho voglia di zucchero filato, voi? >> Chiede George.
<< Io volentieri, lo adoro! >> Mio fratello stravede per quel dolce.
<< Io ne faccio a meno.>> Rispondo fredda, non voglio ancora dargli troppa confidenza.


 

Finalmente dopo quella che si direbbe una vera e propria scorpacciata, i due tornano più elettrizzati di prima. Ah, troppo zucchero.. a mio fratello non fa bene e infatti  dopo qualche minuto lo vedo star male.
 

<< Voi andate pure sulla ruota panoramica, io non ce la faccio. Nota a me stesso: non mangiare più due bastoni grandi di zucchero filato. >>
<< Ok, a te va.. Rose? >> George si gira verso di me.
<< No, aspetto Jaymi. >> Jaymi mi mima un 'sii gentile' e sbuffo. << ..Ok, andiamo. >> Dico svogliata, e ci avviamo.


<< Siete molto affiatati tu e tuo fratello >>
<< Sì, lo siamo. >> Non capisce che non ho voglia di parlargli?
<< Senti non so cosa io ti abbia fatto, ma mi sembri così fredda nei miei confronti. >> Wow.
<< Tranquillo, sono così con tutti. O almeno con quelli che non conosco. Non mi va di darti troppa confidenza. >> L'ho detto davvero?
<< Bene, allora la lingua ce l'hai ahah >> Vorrei ammazzarmi per aver pensato anche solo per un secondo che la sua risata fosse dolce. Torno in me.
<< Comunque tranquilla non mordo. Mi piacerebbe conoscerti meglio, vorrai mai concedermi la tua amicizia, Rose? >> Dice in tono ironico. Oddio, ha davvero detto qualcosa di divertente? Sorrido involontariamente e mi giro abbassando lo sguardo verso il panorama.
<< Forse, ma non sperarci troppo, Shelley. >> Sorrido nuovamente e penso che dopotutto il ragazzo non sia così male.


 


Ehilaa bella gente! Spero abbiate apprezzato il capitolo. (:
Ho pensato molto alla ragazza dell'immagine per Rose, perché Tori Kelly mi piace un sacco e per l'appunto canta e suona da Dio! (Infatti penso già ai prossimi capitoli), però non mi convince molto.. che ne dite? (:
A presto :D

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Capitolo 3
*** Capitolo 2. ***


 Capitolo 2
 

 







In fondo ho passato una bella serata e mi sono divertita, Jaymi aveva ragione: dovevo distrarmi, e sono stata bene. Quel George sarà anche sopportabile ma sento che nasconde qualcosa, so che non sono affari miei ma se sta tramando qualcosa meglio che lo scopra; più volte ho creduto che fosse molto carino ma più volte mi sarei schiaffeggiata per averci solo pensato.
Sono stata così bene che non mi sono ancora preparata psicologicamente per domani. Cioè, torno a scuola dopo tre mesi e TUTTI sanno quello che è successo. Odio stare al centro dell’attenzione e la mia assenza avrà sicuramente suscitato curiosità e una marea di pettegolezzi, ne sono certa. Ma intanto rimango sola nella mia stanza, seduta sul mio letto, a fissare un punto fisso nel vuoto. Ci sono ancora troppe cose che non mi tornano sulla morte di Hannah e tornare a scuola significa anche poter indagare e scoprire la verità: quante persone sono state coinvolte e CHI è stato coinvolto. Mi spiego meglio; Hannah stava con un ragazzo, JJ, un tipo non tanto ribelle ma più stupido.. Molte volte mi sono chiesta se ci fosse veramente qualcosa in quella sua zucca vuota. Amava essere forte e spavaldo davanti agli occhi di tutti, fare bella figura con le ragazze e cancellarle dalla sua vita dopo essersi stufato di loro. Con Hannah era diverso, le aveva chiesto timidamente di andare al ballo con lui e dopo qualche giorno stavano già assieme; niente di male in questo, no, ma il peggio è arrivato dopo: dopo mesi che stavano insieme Hannah aveva deciso di passare la notte con lui e vivere il momento magico della “prima volta”, ma era inconsapevole del fatto che lui avrebbe filmato il tutto e l’avrebbe mandato ad alcuni amici e che ben prestò si sarebbe diffuso in tutta la scuola. Ho il ricordo sempre lucido del cambiamento del suo umore da quando era felicissima dell’accaduto a quando ha scoperto la causa delle risate e delle occhiate che le rivolgevano alcuni studenti.
“Che succede?” Ricordo che aveva chiesto.
“Succede che sei brava a letto, Smith!” Le aveva risposto John con conseguente risata dei suoi amici.
Vorrei cancellare tutto, vorrei cancellare il momento in cui era felice di andare al ballo con lui, quando sprizzava di gioia da tutti i pori per la loro prima uscita, tutti i mesiversari (non credeva che sarebbe durata molto), ma non posso. Lo vorrei con tutto il cuore ma non riesco. Ricordo tutte quelle espressioni e mi viene una fitta al petto quando davanti agli occhi mi si presenta una Hannah sommersa dalle lacrime, non in grado di parlare o di fare altro. Ricordo anche le facce compiaciute dei ragazzi e quelle schifate delle ragazze (certo, loro se lo permettono perché sono “santarelline”, mi fanno solo salire il nervoso). Hannah non disse niente quel giorno, tantomeno quello successivo, nonostante l’avessi pregata di parlarne con me.  I giorni passavano e lei smise di sorridere a causa del disagio e delle tensioni che si crearono a scuola. Parlava solo con me, ma voleva sempre evitare l’argomento “JJ”. Ricordo le sue ultime parole furono: “vai pure in bagno, io ti aspetto fuori ai nostri armadietti. Ti voglio bene e sappi che te ne vorrò sempre, sei un’amica fantastica”. Mi stupii di quella frase ma entrai in bagno e Dio se mi pento di non essermi soffermata; qualche minuto dopo udii un colpo simile ad uno sparo provenire dal corridoio, e le urla di alcuni allievi: Hannah aveva preso la pistola di suo padre e si era sparata un colpo in testa. La vidi distesa che sanguinava, esanime. La mia migliore amica era morta sotto ai miei occhi e non sarebbe più tornata. Cacciai un grido, come se tutta la rabbia che avevo dentro potesse uscire, invece non faceva che aumentare e aumentare sempre di più. Bruciavo di rabbia e tristezza, avevo la sensazione che i miei organi stessero facendo un piscina party nell’acido. Più tardi trovarono un biglietto scritto da lei:

 

 

“Avete sparlato di me fino alla nausea.. ma per cosa? Per una sciocchezza.
Quanto è vero che il coglione di turno (JJ, proprio tu), viene seguito dalla massa come le mosche si attaccano alla merda.
Avevate da dire di tutto su di me, volevo solo lasciarvi un’ ultima cosa da aggiungere alla vostra lista.
Spero che andiate all’inferno consapevoli di avere distrutto un’anima.”

 

L’ultimo ricordo che ho è che ho visto qualche puttanella al suo funerale, che vergogna. Mi fanno schifo, e pensare che me le ritroverò a scuola ogni santo giorno. Ho detto troppi “ricordo”? Beh, ricordo troppe cose. Troppe cose per una ragazza di diciassette anni. Vorrei solo cancellare la mia memoria e quella degli altri, poter tornare nel passato e ricominciare da zero.. giusto in tempo per evitare l’inevitabile.






***************






 
Mi sveglio stranamente di buon umore pur sapendo che non durerà molto. Strofino per bene gli occhi e.. ma sto sognando? Mi ritrovo davanti un vassoio con spremuta, caffè e la mia brioche preferita. Alzo gli occhi e vedo mio fratello osservarmi dall’apertura della porta.
 

             << Entra pure >> rido.
        << Buongiorno, dormito bene? >> Si siede accanto a me e mi dà un bacio sulla fronte.
<< Hm, sì. Non vedo l’ora di prendere a pugni qualcuno, sono carica! >> Dico seria. Mi sento energica.
<< Non cacciarti nei guai il primo giorno Rose.. >> Fa una pausa. << Aspetta settimana prossima! >> Ride.
<< Ahah, per tenermi a bada dovrai starmi intorno 24 su 24 fratellone! >>
<< Non preoccuparti.. ci ho già pensato.. >> Fa il misterioso, lo odio quando fa così.
<< Che vuoi dire? >> Dico masticando la brioche.
<< Visto che potresti essere in classe con George ho chiesto di darti qualche occhiata ogni tanto. >> Sgrano gli occhi.
<< Ma dici sul serio? Non ho bisogno di un baby sitter!>>  Alzo la voce, perché deve rovinarmi il buon umore?
<< No, ma hai bisogno qualcun altro oltre a me che ti stia vicino. >>
<< Ho me stessa. >>
<< Ora come ora sei in perenne lotta con te stessa, lo so per certo. Lo faccio per il tuo bene, non odiarmi. >> Mi sorride, e ha ragione. Abbasso lo sguardo e cerco di ricacciare dentro le lacrime. Guardo Jaymi negli occhi e non dico niente, riesce a capirmi anche con uno sguardo.
<< Anch’io ti voglio bene, Rose. >> Mi accarezza la spalla ed esce.
      

Finisco di fare colazione, mi faccio una doccia veloce e mi preparo. Che inizi il conto alla rovescia.
 
Suonano al campanello, è Goerge. Salutiamo nostra madre che mi augura buon ritorno a scuola e ci incamminiamo.
 

 

<< Spero che diventeremo buoni amici. >> Irrompe George rivolgendosi a me e mio fratello. Non so se credergli o meno, nonostante tutta la simpatia che possa emanare continuo a sentire che qualcosa non va: si capisce dal tono di voce con cui si rivolge a Jaymi e tutt’altro tono con cui si rivolge a me. Sarà un’impressione?
 << Lo siamo già! >> Dice mio fratello. Dove vuole andare a parare?
<< Bene,  voglio presentarvi alcuni amici appena arrivati a scuola. >> No grazie, penso. Ma dentro di me scatta qualcosa: sorrido, pensando al mio piano imminente. Non sono mai stata una persona vendicativa, tantomeno brusca e diretta ma, in memoria di Hannah, dovrò entrare in azione
 

 

Ed eccolo, il cortile della scuola. Sento un tuffo al cuore, le gambe tremano, ma avanzo con passo sicuro e deciso. Sento brividi in tutto il corpo, la mia mente mi ordina di scappare ma il mio cuore mi implora di restare e andare avanti, per Hannah. Avete in mente la sensazione fastidiosa quando qualcuno ti guarda? O ti fissa? Ancora peggio, ti squadra dalla testa ai piedi? Ecco, gli sguardi che ho davanti sono un misto di tutto ciò. Poi mi chiedo: la ragazza del filmato non ero io ma la mia migliore amica.. io cos’ho fatto di tanto grave per ricevere tanta pressione? Ed eccola arrivare di nuovo, mi brucia dentro  come un fuoco che non ne vuole sapere di spegnersi, la rabbia. Ignoro gli sguardi che sento perforarmi dentro, arrivando nel profondo, toccando il mio essere, la mia anima ormai fragile. Si sono presi gioco delle emozioni di Hannah, e così faranno con me, lo so. Al momento sono un bersaglio facile e non esiteranno ad attaccare. Sto per varcare la soglia quando sento quella voce irritante.

 
 

<< Rose, vieni qui, dovevo presentarvi i miei amici, ricordi? >> George mi chiama con tono sfacciato. Ma certo, tranquillo, urla pure il mio nome. Come se non ne avessi abbastanza.
<< Rose e Jaymi, loro sono Josh e Amanda, i miei migliori amici. >>  Sorride. << Josh e Amanda, loro sono Rose e Jaymi, i miei nuovi vicini. >>
 

 

Josh è un ragazzo alto, occhi chiari e capelli castani, con una cresta leggermente all’insù. Amanda invece è una ragazza abbastanza bassa per la sua età, in compenso però ha degli occhi di un marrone che sinceramente adoro, e dei capelli lunghi e mossi lasciati cadere morbidamente sulle spalle di un colore strepitoso: oserei dire di colore fucsia che tende al viola chiaro. Non avrei mai il coraggio di tingermeli così ma a lei stanno veramente bene. A primo impatto, mi sembrano delle persone ok.
 

<< Sì, io li conosco. >> La voce di Jaymi interrompe i miei pensieri. << Siete del terzo anno, giusto? >>
<< Sì >> Affermano i due.
 

 

Suona la campanella, la suoneria della mia morte. Entro e arrivo nel corridoio, cercando in qualsiasi modo di non far tornare alla mente solo brutti pensieri.

 
 

<< Ehi! >>
<< Shelley, ancora tu? >> Quel ragazzo mi farà impazzire.
<< Volevo solo sapere se eravamo in classe assieme.. >> Sembrava esserci rimasto male ma non volevo chiedergli scusa. Per cosa poi?
<< Cosa hai adesso? >>
<< Storia, aula 18 >>
<< Oh, anch’io storia.. ma aula 26. Vedi, non siamo in classe insieme! >> Rispondo sicura ma lo vedo ridere. Che risata dol.. no.  << Perché ridi? >>
<< Non credo che tu abbia cambiato orari, se tre mesi fa eri in aula 18 anche tu, ora non sei sicuramente nella 26. Hai letto la materia sbagliata! >> Detto questo mi indica la mia aula effettiva ed effettivamente mi sento un’idiota. Non dice nient’altro ed entra in aula, io lo seguo.

 

George entra tranquillo e si siede nell’unico banco vuoto rimasto. Wow, ora mi tocca pure sedermici accanto. Noto che tutti sono seduti eccetto me e sento gli sguardi addosso accompagnati da qualche sussurro nei banchi dell’ultima fila, che la tortura abbia inizio.
 

 

<< Se fanno commenti, ignorali. >>
<< Tu conosci la storia? >>
<< Tutti la conoscono, Rose. >> Oh, vero.
<< Comunque li avrei ignorati lo stesso, non ho bisogno che tu mi dia supporto o qualsiasi cosa stavi facendo. >> Rispondo acida contro ogni mia volontà, mi è venuto spontaneo.
 
<< È un piacere riaverla tra noi, signorina Hensley. >> Sento rimbombare nella testa la voce pesante del mio professore. Non rispondo e abbasso lo sguardo per non incrociare quello dei miei compagni. Ma qualcosa, o meglio qualcuno, rompe il silenzio con una frase che era meglio se teneva per sé.
 << Rose, dov’è Hannah? Ho sentito che non ha preso la pillola del giorno dopo! >> Ignora, Rose, ignora.
<< Già, ho sentito dire che JJ aveva l’AIDS.. brutto COLPO per la tua amica! Rischia di morire! >> Ma sentilo! Ma quel professore non dice niente?!
<< Eric, Paul, smettetela. Ragazzi aprite il libro a pagina 52 e continuate l’esercizio dell’ultima volta. Rose se non capisci qualcosa puoi chiedere a George. >> Annuisco, e cerco di distrarmi con il libro. Non potevo trovare miglior “distrazione”, perfetto.

 

È solo il primo giorno anzi, neanche. Dopo solo un’ora di lezione mi sento una nullità totale. La verità è che mi manca Hannah; mi manca la sua compagnia, la sua risata, i suoi improvvisi momenti di saggezza, i suoi consigli, la sua presenza.. mi manca lei e basta. Credevo che la gente dopo un episodio del genere fosse maturata e avesse capito che fare l’idiota non è proprio il caso. Ma quando si dice “il lupo perde il pelo ma non il vizio”..  L’unica cosa a cui penso in questo momento è fuggire. Fuggire da questa scuola, da casa, dalla mia città.. lontano da tutto e da tutti. Certo, scappare dai problemi non è la miglior soluzione ma quando ci vuole ci vuole, devo staccare. E tre mesi di sedute dalla psicologa non significa staccare. Ho bisogno di un vero e proprio break. Vorrei non piangere proprio in mezzo al cortile davanti a tutti ma mi è impossibile tenere ancora per un giorno in più tutte le lacrime che avevo risparmiato alla bella giornata di ieri, solo perché ero riuscita a distrarmi per qualche ora.
Sento una, due, tre lacrime che mi rigano il viso che si trasformano in un vero e proprio pianto sofferente. Le sento scivolare sulle mie guance e finire sul foglio del mio orario settimanale. Scivolano come la situazione che avevo in mano: ero riuscita a tenere duro per molto tempo e cercare di essere forte ma la realtà è che non ci riesco, la situazione è ben’altra. Quando si ha un male del genere non bisogna cercare di nasconderlo, ma lasciarlo andare, sprigionarlo dal cuore e cercare di rimuoverlo da sé stessi, perché tenere un demone in più dentro di sé non fa altro che marcire la nostra anima.

 
 

<< Se continui a versare lacrime non riuscirai più a trovare le tue aule! >> Quella risata, ancora lui. Forse dovrei arrendermi al fatto che Jaymi me l’ha praticamente addossato.
<< Voglio piangere ok? Lasciami in pace. >> Non lo guardo nemmeno negli occhi.
<< Non ho detto di smettere perché credo ti faccia bene sfogarti ma.. >> Toglie il foglio ormai inzuppato e si siede di fronte a me.  << Se vuoi parlare, io ci sono. >>
<< Fai sul serio? >>
<< Sì, davvero. >>
<< Non ora.. >>
<< Capisco, quando vuoi sai dove trovarmi. >> Quasi mi fa tenerezza, chissà quanta pena dovrei fargli.
 
<< Oh ma guarda i bei piccioncini, peccato che George non si possa chiamare la sincerità in persona, vero? >>
<< Jeremy, vattene. >>
<< No, aspetta.. che intendevi dire? >> La conversazione si stava facendo strana.
<< Ma come, il tuo amico non te l’ha detto? Viva l’onestà George! Chedigli un po’ cosa c’entra lui con la tua amica Hannah! >>  Dicendo questo se ne va. Non posso aver sentito bene, non ora che ero pronta a confidarmi con lui.
<< Shelley dì qualcosa per l’amor di Dio! Cosa intendeva con quella frase? >> Lui continuava a guardarmi, non accennava a voler rispondere.
<< C’entri qualcosa con il video? >> Mi sembrava quasi impossibile pensarlo, ma era l’unica risposta.







 


Ehi :)
Prima di tutto voglio ringraziare chi legge questa storia, una persona l'ha già messa nei preferiti: grazie, grazie! :D
Questo capitolo è venuto così così, ma è più lungo dei precedenti, spero vi piaccia :)

 

 
 

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Capitolo 4
*** Capitolo 3. ***


Capitolo 3
 

 









<< Posso spiegarti >> sembra piuttosto nervoso.
<< Avanti, ti sto ascoltando. >> Lui mi fissa, impassibile.
<< Non mi crederai mai lo so, ma io non c’entro assolutamente niente con Hannah né con quel video! >> Sembrava sincero, ma qualcosa non mi tornava.
<< Allora cosa intendeva il ragazzo di prima? >>
<< Ma niente, è che come molta gente conoscevo JJ e qualche volta uscivo con lui e Hannah, quindi lo conoscevo. Tutto qui.. >>
<< Beh, ma sembra  stupido accusarti in quel modo se non c’entri nulla con la storia del video! >> Sono sempre più confusa. Faccio una pausa, forse troppo lunga perché lui non dice niente e si alza, così lo afferro per un braccio e fermandolo maledicendomi per quello che stavo per dire.
<< Posso fidarmi? Cioè, non mi stai mentendo o roba simile perché non lo sopporterei.. >> Lui fa un mezzo sorriso.
<< Certo che puoi! Io non c’entro niente.. >> Distoglie lo sguardo dal mio, ma non ci faccio molto caso. << Ora scusami ma devo andare, ci vediamo in classe. >> È strano, sembra voglia sfuggire da me.
<< Ok.. a dopo. >> Lo vedo dirigersi verso Josh, il suo amico. Parlano un attimo e poi Josh sposta lo sguardo e incrocia il mio; che stiano parlando di me? Nah, non credo anche se la cosa non mi stupirebbe.. ormai questa storia è sulla bocca di tutti! Mi alzo e mi avvio verso la mia prossima classe: matematica. Mi aspetta una lunga giornata.

 
 
 
 
 
****
 



 
Suona il campanello: alleluia, l’ultima ora è finita! Scendo le scale e mi avvio verso l’uscita quando una mano mi afferra la spalla: mi giro e sento un brivido attraversare tutto il mio corpo alla vista di due splendidi occhi azzurri così perfetti. Un momento, ma che mi prende?!


<< Ciao.. Josh, giusto? >> Fingo di non ricordare a pieno il suo nome.
<< Si, esatto. >>Dio, che sorriso! << Ehm, vedo che stai uscendo ma se non sbaglio George mi ha detto che anche tu sei iscritta al corso di musica, così credevo te ne fossi dimenticata. >>
<< Oddio è vero! Grazie mille Josh. >> Gli sorrido e ricambia.


 
Entriamo nell’aula e vedo George già seduto. Mi ha ignorata tutto il giorno e sento che c’è qualcosa che non mi ha detto.. con questo mi torna in mente la sera del luna park e la faccia preoccupata di sua madre. Forse dovrei cercare di avvicinarmi di più a lui; sorride sempre e quando non lo fa sto male anche io, sento che qualcosa lo turba. Vicino a lui c’è Amanda e stanno parlando: appena si accorgono della nostra presenza smettono e ci salutano.


<< Ciao Rose, George mi ha detto che ci saresti stata anche tu, mi fa piacere! >> Che ragazza stupenda.
<< Sì, avevo bisogno di qualche distrazione. >>


 
Gli altri allievi del corso non danno molta importanza alla mia presenza e questo mi fa sentire in un certo senso sollevata. Sapere che in quest’aula c’è meno tensione mi rasserena e non poco. Questo sarà l’unico momento della giornata in cui potrò essere me stessa e lasciare che la musica riempia il vuoto che ho dentro. La musica: la cosa migliore che possa esistere, la sola e l’unica che mi fa sentire veramente bene anche nei momenti peggiori.

 
<< Ragazzi, immagino conosciate Rose. È tornata a scuola e ha deciso di unirsi a noi. Un applauso di benvenuto, forza! >>

 
Wow, dopo tre mesi davanti a me ho sguardi sereni e sinceri rivolti a me, sorrisi che non credevo di meritare e non parliamo degli applausi.. doppio wow! Tutta questa attenzione mi fa arrossire e sentire a disagio, ma stavolta in senso buono.

 
<< Ok Rose, passiamo alle presentazioni. Io sono il professor Thompson e loro sono Jackie, Lucas, Ian, Janette, Claire, Robert, Josh, Amanda e George. Manca Kelsie oggi, speriamo torni presto.  Come vedi siamo pochi ma buoni e per un’accoglienza migliore ti lasceremo fare la nostra ‘esibizione d’apertura’ come facciamo d’abitudine. Se ti serve una chitarra o un qualsiasi altro accompagnamento dimmi pure. >>
<< Oh grazie mille, non so cosa dire! È un piacere essere qui e far parte di questo gruppo! >>
<< Non essere timida, canta pure! >> È Josh a incoraggiarmi.


 
Prendo la chitarra e mi esce spontaneamente un primo accordo: so che canzone cantare, era una delle preferite di Hannah. Trattengo le lacrime e penso tra me e me che dedicherò questa canzone a lei per ringraziarla della forza che mi trasmette. Con lei sempre nel mio cuore sono sicura di non poter mai sbagliare.

 
<< Ok, allora canterò suit & tie di Justin Timberlake, spero di fare una buona impressione! >> Sorrido e schiarisco la voce prima di cominciare.
(NOTA: Visto che associo Rose a Tori Kelly, eccovi il link della sua cover di suit & tie a.k.a. cover di Rose. à fino al minuto 3.30 http://www.youtube.com/watch?v=7_3hKVxOcRI)



 
Finita la canzone apro gli occhi sentendomi più aperta che mai. La musica è la chiave che mi apre letteralmente e mostra agli altri la vera me. Tutti mi guardano con aria meravigliata e parte il secondo applauso, più fragoroso del precedente.

 
<< Sei stata fantastica, hai un talento fuori dal comune Rose! >> Il professore si complimenta con me e sento che a momenti il mio cuore possa scoppiare in lacrime di gioia.
Torno al mio posto e ringraziando gli altri dei complimenti torno a seguire il resto della lezione.


 
Fuori da scuola vedo George scambiare qualche parola con Amanda e Josh, dopodiché vedo quest’ultimo avvicinarsi a me.

 
<< Ehi, ancora complimenti per prima! >> Ah, il sorriso mozzafiato. << E.. mi chiedevo se ti andava di conoscerci meglio.. magari potremmo uscire qualche volta. >> Scruta il mio sguardo in cerca di approvazione, sembra speranzoso. Ma l’ha detto sul serio? Odio andare nel panico, ma ho promesso a me stessa che non avrei dato fiducia ad un ragazzo in così poco tempo ma Josh.. è Josh, insomma.
<< Ehm, non saprei.. per uscire che intendi? >> Dico esistando.
<< Tranquilla, come amici! Jaymi e George mi hanno parlato così bene di te che mi incuriosivi, tutto qui. Ma se non vuoi.. >>
<< N-No, anzi, mi farebbe piacere! >>
<< Allora ti faccio sapere? >>

<< Certo, ciao Josh. >> Gli sorrido e lui ricambia. Sembra il ragazzo perfetto, ma l’apparenza inganna.


 
 
****





 
- George’s POV -
 




<< Allora, com’è andata oggi? E il corso di musica? >> Assilla mia madre. Ogni tanto credo che si dimentichi di fare la madre e si comporta un po’ troppo da psicologa, anche con me.
<< Bene sì, oggi c’era anche Rose.. la sua voce è incredibile, ha un talento straordinario! >> Dico infilando in bocca un pezzo di carne.
<< Sicuro di stare bene Georgey? >> Ugh, odio quando mi chiama così.
<< Mamma l’unica cosa di cui sono sicuro è che mi è difficile nascondere la faccenda e odio mentire soprattutto ad una persona che non merita tutto questo dopo le cose che ha dovuto passare. Per il resto sì, sto bene.. me la cavo. >>
<< Ne abbiamo parlato l’altra sera e sai cosa penso, devi liberarti di questo peso che più porterai dentro di te più diventerà grande e insopportabile. Inoltre lo sai benissimo che le bugie nascoste a lungo non portano niente di buono! >> Come al solito ha ragione, ma è più difficile di quanto sembri.
<< Ne sono consapevole e sto già rimediando. >>
<< E in che modo? >>
<< Ci sta pensando Josh, ho deciso di non coinvolgere Amanda in tutto questo. >>
<< Qualcosa mi dice che non finirà bene questa storia, l’affare mi puzza un po’. >>
<< Tranquilla mamma e ti ringrazio di non aver detto ancora niente, Rose sarà al sicuro con Josh.. lo spero. >> Bevo un sorso della mia limonata  e maledico il giorno in cui mi sono immischiato in tutta questa faccenda.





 
Ehilà bellezze! c:
Premetto che il capitolo è corto e fa piuttosto pena e mi scuso! Non avevo idee e per non lasciare passare troppo tempo e buttare nel dimenticatoio questa storia ho deciso di postare un capitoletto così, vi assicuro che i prossimi saranno migliori. :(
Ringrazio DI CUORE le persone che hanno messo la storia tra i preferiti e tra le seguite e che recensiscono i capitoli, un grazie va anche ai lettori silenziosi! :3

A presto :*
 

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