Sinners di _ayachan_ (/viewuser.php?uid=32975)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Passo a due ***
Capitolo 2: *** Problemi di coppia ***
Capitolo 3: *** Voci dalla Pioggia ***
Capitolo 4: *** Oltre il massimo grado ***
Capitolo 5: *** Pioggia ***
Capitolo 6: *** Split up ***
Capitolo 7: *** Il serpente e la donnola ***
Capitolo 8: *** Uno stupido ***
Capitolo 9: *** Rinforzi ***
Capitolo 10: *** Meteoropatia ***
Capitolo 11: *** La seconda morte del Rin'negan ***
Capitolo 12: *** Il nemico del mio nemico è mio nemico ***
Capitolo 13: *** Nel cuore ***
Capitolo 14: *** Il Giorno ***
Capitolo 15: *** Nine tails' tale ***
Capitolo 16: *** Mistaken (prima parte) ***
Capitolo 17: *** Mistaken (seconda parte) ***
Capitolo 18: *** Fratelli ***
Capitolo 19: *** Ritorno a Konoha ***
Capitolo 20: *** Strascichi ***
Capitolo 21: *** Rabbia, ansia, rimorso, delusione ***
Capitolo 22: *** L'anima occulta dell'Akatsuki ***
Capitolo 23: *** Sorelle ***
Capitolo 24: *** La teoria dell'harem ***
Capitolo 25: *** Caldo ***
Capitolo 26: *** Anbu e Radice ***
Capitolo 27: *** Silenzio; l'era del quinto Hokage ha inizio ***
Capitolo 28: *** Condanna ***
Capitolo 29: *** Vecchi legami ***
Capitolo 30: *** Il ritorno del Serpente ***
Capitolo 31: *** Draghi su Konoha ***
Capitolo 32: *** Contrasti ***
Capitolo 33: *** Tempo scaduto ***
Capitolo 34: *** Randagio ***
Capitolo 35: *** Dimmelo ancora ***
Capitolo 36: *** Tre opzioni ***
Capitolo 37: *** Ostacoli e prigioni ***
Capitolo 38: *** L'altro Naruto ***
Capitolo 39: *** Tracce di un sogno ***
Capitolo 40: *** Relazioni ingarbugliate ***
Capitolo 41: *** Il segreto tra due fuochi ***
Capitolo 42: *** La prima mossa ***
Capitolo 43: *** Solo sesso ***
Capitolo 44: *** L'unico uomo ***
Capitolo 45: *** Il cavallo e la regina ***
Capitolo 46: *** Prendere l'iniziativa ***
Capitolo 47: *** La caduta ***
Capitolo 48: *** Blackout ***
Capitolo 49: *** Passo a tre ***
Capitolo 50: *** Ramen naruto ***
Capitolo 51: *** Invidia ***
Capitolo 52: *** In caso di incontro, si consiglia la fuga ***
Capitolo 53: *** Sinners ***
Capitolo 54: *** Egoista ***
Capitolo 55: *** Predatore ***
Capitolo 56: *** La barriera ***
Capitolo 57: *** La Volpe ***
Capitolo 58: *** Il ragazzo ***
Capitolo 59: *** Attesa ***
Capitolo 60: *** Primi passi ***
Capitolo 61: *** Tutto cambia ***
Capitolo 62: *** Il Nulla ***
Capitolo 63: *** Tra le pagine ***
Capitolo 64: *** Sette anni dopo ***
Capitolo 1 *** Passo a due ***
Naruto-1
Questa è la storia di un ritorno.
E’ la storia di un nuovo incontro e di vecchi scheletri che tornano a vivere.
E’ la storia di un amore, se vogliamo, ma anche la storia di un’amicizia.
E di una vendetta.
Perché in ogni storia che si rispetti,
ogni fiore ha la sua spina…
Capitolo primo
Passo a due
Il Villaggio della Foglia.
Pochi sanno dove si trovi esattamente all’interno del vasto paese del Fuoco, e ancora meno sanno come arrivarci.
Quei rari personaggi che per un motivo o per l’altro lo hanno
visitato, sono legati al giuramento di non rivelarne mai
l’ubicazione; ma se dovessero parlare racconterebbero di un
sentiero quasi invisibile nel bosco, disseminato di trappole, che si fa
strada vera e propria nei pressi dell’abitato. Racconterebbero di
mura in legno alte e guardate a vista, di due porte principali immense,
di un’alta parete di granito con cinque volti scolpiti, di case
dagli stili più disparati. Racconterebbero di terme, negozi,
chioschi di ramen, parchi per bambini, racconterebbero delle persone e
della vita che si respira nelle strade, vita apparentemente uguale a
quella degli altri mille villaggi comuni.
Poi, racconterebbero dell’Accademia ninja. E dell’Hokage,
il ninja più forte, capo e protettore del villaggio. E di tutti
i genin, chunin e jonin che bazzicano quotidianamente da una casa
all’altra, da un ufficio all’altro, come se niente fosse,
mostrando i loro coprifronte con disinvoltura.
Perché il Villaggio della Foglia, Konoha, è un villaggio ninja.
Un villaggio misterioso, protetto e protettore, un villaggio in cui
è difficile entrare e ancora più difficile uscire.
Qualcuno ritiene che sia abitato da menti eccelse.
Quel qualcuno, secondo Sakura Haruno, doveva essere un gran cretino.
Diciotto anni, capelli chiari e lisci fino alle spalle, occhi verdi e
fisico longilineo, Sakura era uno dei più validi ninja del
villaggio, stretta collaboratrice del quinto Hokage e mente geniale,
secondo chi la conosceva. Nonostante la giovane età già
era jonin, e in quel momento era appena tornata da una missione con Sai
e Kakashi Hatake, rispettivamente un coetaneo dal bizzarro carattere e
il suo maestro.
Al suo rientro aveva trovato un biglietto, lasciatole all’ufficio per lo smistamento delle missioni, in cui una certa persona la informava di essere andata a sostenere l’esame per diventare jonin.
Così, di punto in bianco.
“E’ un deficiente!” pensò Sakura,
accartocciando il foglietto e riducendolo in polvere davanti a un
attonito smistatore di missioni. “Quando pensava di dirmi che
aveva intenzione di farlo, eh? E poi pensa davvero che sia possibile?
Lui non è neanche chunin!”
«Qualcosa non va?» chiese Kakashi accanto a lei, con
un’occhiata moderatamente curiosa da parte dell’unico
occhio visibile.
«Naruto» ringhiò Sakura stringendo il pugno, ora che
la carta non era più disponibile. «A quanto pare si
è svegliato stamattina e ha deciso di tentare l’esame per
jonin»
«Lui?» fece Kakashi, inarcando le sopracciglia.
«Già, lui!» sputò Sakura come fosse stato un insulto. «E ovviamente non ha ritenuto opportuno avvisarmi»
«Ma perché ha voluto dare l’esame?»
«Vai a capirlo! Cioè, come se ce ne fosse bisogno!»
«Forse voleva semplicemente un riconoscimento ufficiale»
suggerì Sai diplomaticamente. «Ci ha sempre tenuto molto,
no?»
«Sai cosa me ne frega?!» sbottò Sakura fulminando il
compagno con lo sguardo. Lui le rivolse un sorriso che aveva un che di
zen. «Non appena rimette piede nel suo appartamento gli stacco la
testa, ecco cosa succede!»
Tra fuoco e fiamme, ancora parlando, Sakura piantò in asso
Kakashi e Sai e decise di uscire dall’ufficio. I due si
scambiarono un’occhiata neutra.
«Qual è il problema, insomma?» chiese Sai.
«Non l’ho mica capito» rispose Kakashi.
In fondo, che male c’era anche se Naruto decideva di volere un
riconoscimento ufficiale per la propria forza? Cioè…
erano diciotto anni che non faceva che cercarlo, ora che poteva averlo
Sakura non avrebbe dovuto essere contenta per lui?
I due jonin decisero di comune accordo che le ragazze erano creature troppo complesse.
Ma Sakura sapeva cosa faceva e di cosa parlava. Lo sapeva fin troppo
bene. Così come anche quel maledetto impulsivo di Naruto doveva
saperlo alla perfezione.
“Proprio adesso? All’improvviso?” si chiese
attraversando il villaggio a passo spedito, il cuore leggermente
accelerato. “Perché così in fretta?”
«Ehi Sakura! Dove stai…?»
Sakura sorpassò Ino Yamanaka senza nemmeno vederla, lasciandola
impalata in mezzo alla strada con la mano ancora alzata e il saluto
incompleto.
Probabilmente in quel momento non avrebbe ascoltato nemmeno il quinto
Hokage, se le si fosse parato davanti. A dire il vero, non vedeva
neanche dove stava andando; anche se sapeva quale sarebbe stata la sua
meta finale.
Si infilò in una stradina secondaria, in cui le ombre già
iniziavano ad allungarsi, e a passo di carica l’attraversò
spaventando un gatto che ronfava su un cornicione. Interruppe la sua
marcia solo davanti a un edificio che si avviava ad essere anziano, con
una serie di campanelli accanto a un ingresso decoroso ma
irrimediabilmente segnato dal tempo. Una delle targhette indicava, in
una scrittura tremolante, “Narudo Uttumagi”. Evidentemente
all’epoca della sua creazione “l’artista”
doveva aver avuto seri problemi con l'ortografia.
Tuttavia Sakura non si curò del campanello, ma sfilò di
tasca un paio di chiavi e le infilò nella serratura come avrebbe
conficcato un kunai in un albero, girandole ferocemente. Con un secco clack
la porta si aprì, permettendole di entrare in un atrio buio e
stretto, e come un gatto si mosse nell’oscurità fino a
raggiungere le scale a colpo sicuro. Le salì, facendo rimbombare
i propri passi sugli scalini, e passò una rampa, due, e poi
altre, fino a fermarsi a un piano intermedio.
Il pianerottolo qui era peggio tenuto che altrove, con batuffoli di
polvere cacciati negli angoli e una macchia dalla natura misteriosa sul
consumato tappetino d’ingresso.
A quella vista Sakura fece una smorfia, e, sollevando il piede per
evitare la chiazza, raggiunse la porta di legno un tempo bianco.
Estrasse altre chiavi e tentò di far scattare la serratura come
nell’ingresso, ma questa volta constatò con stupore che la
porta era aperta.
“Quel cretino non imparerà mai!” pensò
irritata, spalancando la porta con un gesto secco e facendo irruzione
in quello che, per mancanza di migliori definizioni, tutti definivano
l’appartamento di Naruto.
La prima cosa che notò fu l’odore. Rancido e marcio
insieme, come una confezione di latte dimenticata fuori dal frigo
troppo a lungo, accanto a un frutto putrescente. Poi, con
un’occhiata disgustata tutt’attorno, vide che
effettivamente sul tavolo c’era
una confezione di latte evidentemente scaduto, accanto a incarti vuoti
di ramen take-away, mollati per terra o sulle sedie, e avanzi di cibo
ovunque, mescolati a cartacce di vario genere, calzini, kunai e rotoli
ninja e, sotto un kit medico aperto, un disegno di Sai spiegazzato.
Per un attimo Sakura contemplò l’ipotesi di dare fuoco a
tutto. Quel posto non era un appartamento, era una discarica.
Poi la sua natura fondamentalmente buona ebbe la meglio, e con un
profondo, profondissimo sospiro e un’occhiata cupa prese la sua
decisione.
Richiudendo la porta, si trovò a pensare: “In fondo ho un
po’ di tempo da perdere… e comunque credo che
finirà per essere nel mio interesse…”
Un’ora dopo se qualcuno avesse aperto la porta
dell’appartamento di Naruto avrebbe creduto di aver sbagliato
indirizzo: le confezioni di ramen erano sparite, così come il
latte e gli avanzi di cibo; i calzini e la biancheria sporca erano
stati raccolti in un cumulo che stava nella cesta apposita – la
quale prima era stata nascosta sotto una grande mappa con una macchia
di sugo; i kunai, il kit medico e tutte le altre armi che Sakura aveva
trovato in giro giacevano sul tavolo pulito in bell’ordine,
scintillanti e pronti all’uso; il divano era stato liberato dalla
spazzatura che lo ricopriva, i cuscini sprimacciati, il disegno di Sai
appeso a una parete nonostante un angolo fosse rovinato, e infine ai
pavimenti era stata data un’energica spazzata e una lavata con un
detergente profumato.
Seduta sul davanzale della finestra aperta, in attesa della completa
asciugatura della sua opera, Sakura si guardava attorno facendo
ciondolare mollemente le gambe. Inspirò a fondo. Profumo di
pesca. Un netto miglioramento, senza ombra di dubbio.
Ora doveva solo attendere, sia che il pavimento si asciugasse, sia che Naruto tornasse…
…O almeno così pensava.
Perché la porta si aprì all’improvviso e, con
l’acqua ancora per terra, un piede si fece strada lasciando
un’impronta drammaticamente netta del suo passaggio.
Sakura raggelò.
«Non ti muovere!» abbaiò, e il piede sulla soglia si bloccò pietrificato.
«Ehi, ma chi… che…?» fece una la voce di
Naruto dietro la porta mezza aperta. «Ho sbagliato piano?»
«No, razza di cretino! Ma ho lavato il pavimento, quindi non muoverti da lì!»
«Sakura?»
«Chi altri avrebbe avuto il coraggio di mettere piede qui dentro?»
«Hai pulito tutto tu?»
«No, i folletti»
«Ahah! Grazie! Ehi, ma questo che sento è profumo di pesca? E’ tuo?»
«E il detersivo per pavimenti»
«Ah. Però è molto buono»
Calò il silenzio.
Fuori dalla finestra il sole si avviava a scendere verso ovest, e il
cielo era solcato dal volo di uccelli scuri, che di tanto in tanto
lanciavano il loro richiamo. Una leggera brezza entrava nella stanza,
scompigliando lievemente i capelli di Sakura. Lei abbassò lo
sguardo, senza sapere da dove iniziare a chiedere ciò che
davvero le premeva.
«Sono jonin» buttò lì Naruto prima che lei potesse decidere.
«Ah… ah sì?» mormorò alzando lo
sguardo sulla porta che lo nascondeva. «Bene…
Congratulazioni»
«Quando sono arrivato da Tsunade a chiederle di sostenere
l’esame non sapeva se ridermi in faccia o darmi una botta in
testa… Dice che le ho solo procurato lavoro extra. E che sono un
cretino, ovviamente» Naruto rise brevemente dietro la porta, poi
scese altro silenzio. Il pavimento iniziava ad asciugarsi, ma nessuno
dei due si mosse da dov’era.
Poi fu Naruto a parlare di nuovo:
«Ti ricordi quella promessa, vero?» chiese con tono vagamente ansioso.
Sakura esitò prima di rispondere, grata che la porta che li divideva nascondesse il suo rossore.
«Sì» mormorò poi, così piano che quasi
lui non la sentì. E un attimo dopo aggiunse in fretta: «Ma
perché così all’improvviso?»
Naruto tacque.
«…C’è qualche problema?» chiese cauto.
«…No. No, certo che no…» sussurrò lei
incassando la testa tra le spalle. «Solo… avrei voluto un
preavviso, che so… Un attimo di tempo per metabolizzare la
cosa…»
«Vuoi tirarti indietro?»
«No!» Sakura scattò, rischiando di perdere
l’equilibrio dal davanzale. «No, te l’ho promesso e
manterrò la parola!»
Dietro la porta, Naruto sorrise.
«Ah, meno male… per un attimo ho avuto paura»
Di nuovo zitti. La tensione era palpabile, l’aria densa nella
luce del tardo pomeriggio, il pavimento ormai pressoché asciutto.
«Quindi… vieni a vivere con me?» domandò
Naruto in tono neutro, ma la sua voce tremò appena sulle ultime
parole, rovinando l’effetto noncurante.
Sakura si fissò i piedi nervosamente.
«Sì» confermò stringendo le dita sul davanzale.
Mesi prima, scherzando, Naruto le aveva detto: “Il giorno che diventerò jonin tu verrai a vivere con me”.
Poi, Sakura non sapeva come, quella battuta era diventata dannatamente
seria… E ora… ora era arrivato il momento.
Ma lei voleva davvero vivere con lui?
Cioè, la convivenza era una cosa abbastanza importante…
lei aveva sempre vissuto con la sua famiglia, chi le garantiva che non
avrebbe cercato di uccidere Naruto dopo il terzo giorno?
“Non essere stupida” si disse irritata. “Sei tu che
ti sei innamorata di lui, sei tu che hai voluto che vi metteste
insieme… non puoi tirarti indietro adesso!”
Senza che se ne fosse accorta, Naruto l’aveva avvicinata, dopo
aver attraversato il pavimento finalmente asciutto. Vedendo i suoi
piedi davanti alla finestra Sakura alzò lo sguardo, e lo
vide. Non sorrideva.
Naruto era contemporaneamente diversissimo e uguale a quando aveva dodici anni.
I capelli biondi non erano mai stati domati, ma ora erano più
lunghi, e gli occhi azzurri erano limpidi come il giorno della prima
missione. Era diventato più alto, Naruto, molto più alto
di lei ora; ed era diventato anche forte, spaventosamente forte…
tanto da inquietarla, qualche volta.
Ma con lei era sempre stato infinitamente dolce, fin da ragazzino.
E lei aveva visto il suo lato più fragile, lo aveva conosciuto e
aveva desiderato proteggerlo… finendo per arrivare a quel giorno.
Era stata una scelta del tutto consapevole, ripensarci ora non aveva alcun senso.
E poi…
…Naruto era l’unico che potesse amare, ora che di Sasuke si era persa ogni traccia.
«Sì» ripeté Sakura, guardandolo negli occhi, senza più esitare.
Lui finalmente le sorrise, con il sorriso che in quegli anni era
rimasto sempre lo stesso, e poi le circondò le spalle con le
braccia e la strinse a sé.
Sakura ricambiò l’abbraccio, chiudendo gli occhi, e un sorriso incurvò anche le sue labbra.
Dopotutto rimettere a posto alla fine le avrebbe davvero giovato, se doveva vivere lì.
«Ma perché hai deciso di diventare jonin così all’improvviso?» chiese.
Naruto, senza lasciarla, fissò un gatto che passeggiava sul
tetto di fronte, con occhi cupi. Aumentò leggermente la stretta
attorno alle sue spalle, e, esitando appena, mormorò:
«…Abbiamo una traccia. Sappiamo dov’è Itachi»
Sakura spalancò gli occhi.
Dire Itachi… significava dire Sasuke.
Perché l’unica cosa che sapevano del minore degli Uchiha
era che non avrebbe smesso di cercare suo fratello fino alla morte.
E loro avevano una traccia di Itachi.
Una possibilità di trovare anche Sasuke...
Né lei, né Naruto si mossero o accennarono a voler sciogliere l’abbraccio.
Eppure, nella stanza che da quel giorno avrebbero dovuto condividere,
in cui avrebbero dormito, aperto gli occhi al mattino, riso, mangiato,
litigato e scherzato, l’aria si raffreddò, e il profumo di
pesca che aveva aleggiato, dolce fino a un attimo prima, sembrò
all’improvviso nauseante…
“…Sasuke…”
* * *
* ȣ *
* * *
Spazio autore
Salve a tutti, sono nuova su questo sito e non so bene come muovermi...
Come molti di voi, provengo dal bacino di manga.it,
in cui le regole sono molto meno e le cose molto più semplici!
Quindi sono qui per chiedervi sostanzialmente una mano:
se faccio qualcosa di sbagliato, se fraintendo una regola, se avete qualunque consiglio da darmi,
non esitate a scrivermelo via mail!
Il vostro aiuto è davvero indispensabile!
Grazie in anticipo!
Aya
(-aya-chan- su manga.it... prima che mi accusiate di plagio! XD)
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Capitolo 2 *** Problemi di coppia ***
Naruto2
Capitolo secondo
Problemi di coppia
La notizia che Sakura Haruno se ne andava di casa per vivere con Naruto
Uzumaki fece il giro del villaggio in meno di una giornata, lasciando
metà delle persone a bocca aperta e l’altra
metà piegate in due dal ridere.
I protagonisti del pettegolezzo sembravano fare del loro meglio per
ignorare le occhiate, le frecciatine, le teste scosse e i consigli che
piovevano da ogni parte, ma scoprirono che era anche più
difficile di una missione di livello S. Il primo a esplodere fu Naruto.
«Un’altra parola e ti rapisco il cane!»
disse a Kiba Inuzuka il giorno in cui per la quarta volta gli
scoppiò a ridere in faccia.
«Come se Akamaru si lasciasse prendere
così» sghignazzò Kiba, gli occhi pieni
di lacrime. «E poi… dai, ammetti che è
assurdo! Sakura è una delle ragazze più in gamba
del villaggio, e… e si è messa
con…»
Non si seppe mai con chi – o cosa – esattamente si
fosse messa Sakura, perché un altro scoppio di risa gli
impedì di continuare.
Sulla fronte di Naruto si gonfiò una vena pulsante. I suoi
occhi saettarono su Akamaru, acciambellato ai piedi del padrone sotto
il tavolo del ristorante, e quello alzò la testa e
ringhiò piano.
«Ahh, che palle» sbuffò Shikamaru Nara,
stravaccato nell’angolo del divanetto, con la testa reclinata
all’indietro. «Lasciatelo in pace, non è
colpa sua se Sakura ha preso una botta in testa»
La battuta scatenò altre risate, e Naruto evitò
di ribaltare il tavolo solo perché non aveva ancora finito
di mangiare.
«Ora capisco il vero valore dell’amicizia, grazie
eh» commentò acido, affondando le bacchette in un
pezzo di carne con insolito impegno.
«Amicizia»
disse Sai, sollevando un rotolo con l’ideogramma
corrispondente, perfettamente serio in faccia. «Non significa
divertirsi tutti insieme?»
«Tu stai zitto» Naruto assottigliò gli
occhi, puntando le bacchette contro Sai come due spiedi. «Un
giorno o l’altro voglio avere per le mani quel maledetto
libro che dici sempre di aver letto… Vedi come te lo
concio»
«Dai, ragazzi» intervenne Neji Hyuga, in tono vago.
«Siamo qua per festeggiare, no?»
«Giusto!» approvò Rock Lee riemergendo
dalla sua ciotola di zuppa con un alone di salsa di soia attorno alla
bocca. «E allora festeggiamo!»
Si protese verso il sakè al centro del tavolo, ma un attimo
prima che lo toccasse tre mani glielo portarono via.
«Meglio evitare» disse Neji impassibile, facendolo
scivolare verso Shikamaru, dall’altra parte del tavolo.
«Perché?» piagnucolò Lee
deluso.
A tutti venne in mente la sera di Natale dell’anno prima,
quando per sbaglio gli avevano dato in mano una bottiglia di birra. Se
non si sbagliavano, il mattino dopo il locale che avevano affittato era
quasi demolito. E naturalmente loro avevano dovuto risarcire tutto.
Il fatto che Lee fosse un genio inconsapevole nella tecnica
dell’ubriaco poteva rivelarsi inaspettatamente pericoloso.
«Gaara?» domandò Shino, aprendo la bocca
per la prima volta dopo almeno venti minuti di cupo – e
assolutamente normale – silenzio.
«Gli ho inviato un messaggio l’altro giorno, ma non
ha ancora risposto» rispose Naruto a bocca piena.
Dalla sua parte del tavolo Shikamaru si lasciò sfuggire un
gemito.
«No, dimmi che non ha intenzione di farti
un’improvvisata…» si lamentò.
Choji sogghignò. «Temari ti fa una paura del
diavolo, eh?»
«Lascia perdere» mormorò il Nara cupo.
«Quella ragazza è un demone, altro che il
fratello»
«In effetti è l’unica cui Gaara porti
evidente rispetto» confermò Naruto con un piccolo
ghigno. «A quanto pare, comunque, non sono l’unico
impegolato con una ragazza…»
«Voi quando andrete a vivere insieme?» si
informò Sai in perfetta buona fede.
Shikamaru, che in quel momento stava buttando giù un sorso
di tè, si strozzò e sputò
metà del bicchiere in faccia agli altri.
«Ma sei scemo?» esclamò Choji
orripilato, vedendo il suo piatto ancora mezzo pieno irrimediabilmente
rovinato.
«Io?!»
replicò quello, sputando l’anima nel tentativo di
liberare i polmoni dal tè. «Chiedilo a
lui!» sbottò additando Sai. «Fare questo
genere di affermazioni da film dell’orrore mentre
bevo…!»
«Tu e Temari non state insieme?» chiese Sai
corrugando appena la fronte, senza capire.
«Mai!»
esclamò Shikamaru sbattendo i palmi sulla tavola.
«Prima di cedere a Satana vedrete il mio cadavere!»
Gli altri gli lanciarono un’occhiata scettica.
L’unico a dimostrare un po’ di comprensione fu
Neji, che gli batté una pacca sulla spalla e disse, in tono
rassegnato:
«Buona fortuna. Preferisci sepoltura o cremazione?»
Dall’altra parte del villaggio, nell’appartamento
di Naruto, Sakura e Ino erano impegnate nelle ultime opere di
sistemazione, e stavano riponendo i libri sulle mensole altrimenti
deserte.
«Ecco fatto, abbiamo finito» disse Ino con un
sogghigno soddisfatto. «Ora sembra quasi la casa di una
persona intelligente»
Sakura non rispose, fissando la costola di “Il chakra come fonte di vita”
che stava davanti ai suoi occhi.
«Ino…» mormorò, abbassando lo
sguardo. «Secondo te ho fatto un errore?»
Nella stanza scese il silenzio.
Fuori dalla finestra i grilli frinivano
nell’oscurità della sera, e una falena volteggiava
attorno alla lampada accesa sul tavolino.
Ino guardò Sakura.
«Non sono io che posso dirtelo» le fece notare.
«Sei tu che hai fatto una scelta, e credo che ci abbia
pensato un po’ prima di decidere, giusto?»
Sakura esitò.
Ci aveva pensato prima di decidere?
No, non ne aveva avuto il tempo.
Naruto aveva tentato l’esame di jonin così
all’improvviso da spiazzarla completamente, e tre giorni
prima, quando le aveva ricordato la promessa di vivere insieme che si
erano fatti, lei era davvero caduta dal pero.
Era stata convinta che quel giorno sarebbe venuto solo in un lontano
futuro, che per il momento poteva anche posticipare la
riflessione…
…Ma forse alla fine avrebbe accettato comunque,
perché amava davvero Naruto, e non aveva alcun genere di
ripensamento, e…
…Se non fosse
stato per quella cosa…
«Abbiamo una traccia di Itachi Uchiha»
mormorò piano.
Ino corrugò appena la fronte.
«Sasuke?» chiese.
Sakura si strinse nelle spalle. «Forse…»
«Ah. E tu… è per questo che ci stai
ripensando?»
Sakura si morse il labbro, distogliendo lo sguardo.
Si era arresa per quanto riguardava Sasuke.
Lui se ne era andato, li aveva traditi, aveva preferito rincorrere la
sua vendetta da solo… E inoltre, un anno prima,
l’ultima volta che lo avevano visto, aveva fatto capire
chiaramente a lei e a Naruto che non si curava più di loro,
e che non sarebbe mai tornato indietro.
Lei si era convinta che il gruppo 7 non sarebbe mai più
tornato quello di un tempo.
Ma ora…
…Ora che avevano notizie di Itachi…
…Ora che potevano ritrovare Sasuke, sulle tracce del
fratello…
…Ora che c’era una speranza che la sua vendetta si
compisse, definitivamente…
…Ora… ora forse poteva sperare che
tornasse…
O no?
Cosa avrebbe fatto
Sasuke dopo la scomparsa di Itachi?
«Sakura»
Ino la distolse dai suoi pensieri, facendola quasi trasalire. La
fissò scura in volto, le braccia incrociate sul petto e la
lunga coda bionda che ricadeva su una spalla.
«Se non sei convinta riguardo a Naruto, lo prenderai solo in
giro» le disse piano.
«Lo so» mormorò lei. «Non sono
stupida, lo so… E’ che… non so nemmeno
io cosa voglio»
Ino sospirò, e poi le rivolse un mezzo sorriso.
«Ti vanti tanto di essere cambiata… Ma in fondo
sei rimasta l’indecisa che eri da bambina, per le cose
importanti»
Sakura arrossì indignata.
«Vorrei vedere te al mio posto…»
bofonchiò risentita.
«Io avrei già preso una decisione. E avrei scelto
Sasuke, mi sembra ovvio»
«Perché dovrebbe essere ovvio?» chiese
Sakura ansiosamente.
«Ma li hai guardati un attimo, uno accanto
all’altro? Cioè, ti ricordi il divario immenso che
c’era quando avevano dodici anni?»
«Naruto è molto migliorato da
allora…»
«E quindi immagina quanto possa essere migliorato
Sasuke»
Sakura fece mente locale.
L’ultima volta che aveva visto Sasuke aveva la pelle scura,
occhi rosso sangue immersi nell’oscurità, e
un’unica ala dalla forma ripugnante sulla schiena, appaiata a
una serie di serpenti che emergevano dall’altra scapola.
No, non lo avrebbe definito esattamente attraente.
Però, prima che si trasformasse, lo aveva visto per come era
naturalmente… e, lo ammetteva con tutto il rimorso di cui
era capace, era diventato bello da togliere il respiro.
Naturalmente anche Naruto era diventato bello, a modo suo; si era fatto
alto, i suoi capelli avevano assunto un che di affascinante, e aveva
due occhi azzurri che disarmavano… ma non avrebbe mai potuto
competere con l’aura di nobile superiorità che
circondava gli Uchiha, sia Sasuke, sia Itachi.
«Se lo dici tu…» mormorò
Sakura evasiva, prendendo un libro dalla mensola e cambiandolo di
posto. «Però Naruto mi ama, no? Mentre
Sasuke… ha sempre detto che sono insopportabile»
“Eppure, quel ‘grazie’... Appena
sussurrato, prima di andarsene...”
«Ma se tu stai con Naruto pensando a Sasuke fai del male sia
a lui che a te stessa» disse Ino distogliendola dai suoi
pensieri. «Se lui ti ama si accorgerà che pensi a
un altro, e non credo che la prenderà bene, per quanto possa
essere un pezzo di pane e adorarti. Potrà anche considerare
Sasuke il suo migliore amico, suo fratello se proprio vuole, ma se
c’è di mezzo una donna dubito che gli
lascerà il campo in virtù del suo buon
cuore»
Sakura si accigliò, irritata.
Perché Ino le faceva notare tutte quelle cose? Credeva che
non ci avesse pensato? Certo che lo aveva fatto… e aveva
deciso di confinarle nella parte più profonda della sua
anima, dove non poteva vederle né sentirle.
«Va bene, grazie per l’aiuto» disse
sbrigativa. «Scusa se ti ho trattenuta così a
lungo, puoi andare»
Ino la fissò inarcando un sopracciglio. «Non
ricordavo che scappassi così spudoratamente»
«Buona notte» insisté Sakura.
Ino sospirò, scosse la testa, e si arrese.
«Buona notte…» salutò.
«Non disturbarti, so dov’è
l’uscita»
Ferma davanti alla solita mensola, Sakura sentì i passi di
Ino nell’ingresso, poi sentì la porta aprirsi e
richiudersi. Rimase sola.
Si sentiva uno schifo. Non ricordava di essere stata così
male nemmeno quando era stata avvelenata da Sasori della Sabbia,
più di due anni prima. Forse nemmeno quando Sasuke se ne era
andato. Stanca, si avvicinò alla finestra e posò
una mano sul davanzale, guardando le stelle che scintillavano
debolmente.
“Naruto…” pensò con un senso
di soffocamento. “Hai voluto che venissi a vivere con te
perché hai paura del ritorno di
Sasuke…?”
Il villaggio era silenzioso.
Notte fonda, tutti dormivano nei loro letti, l’aria era
tiepida e profumata d’erba; era una notte meravigliosa, di
quelle che capitano sì e no una volta l’anno, e in
cui tutto sembra essere perfetto. Anche i ninja di guardia sulle mura
del villaggio giocavano a carte passandosi una bottiglia di
sakè, ridendo tra loro, e tutti davano per scontato che
nulla avrebbe turbato la pace di Konoha.
Naruto raggiunse il suo appartamento su piedi un po’
instabili, e si appoggiò al muro per evitare di vomitare
tutto ciò che aveva nello stomaco. Forse non aveva bevuto un
granché, ma lui l’alcool non lo reggeva, e poi
aveva mangiato davvero troppo. Ruttò
nell’oscurità, sperando che il rumore non entrasse
dalla finestra aperta del suo appartamento, e soprattutto non
raggiungesse le orecchie addormentate di Sakura, e scosse la testa per
schiarirsi i pensieri.
“Buono lì, maledetto d’un pavimento
ondeggiante…” pensò accigliandosi,
frugando in tasca alla ricerca delle chiavi. Fu un’ardua
impresa, perché le dita non volevano saperne di chiudersi
attorno al mazzo tintinnante, ma alla fine riuscì a tirarle
fuori e ad avvicinarle alla serratura. Gli scivolarono. Imprecando si
chinò e le tirò su, ritentò una
seconda volta, in qualche modo riuscì ad aprire e quasi
cadde dentro, mantenendosi in equilibrio solo per un pelo. Richiuse la
porta e guardò le scale debolmente illuminate da lampadine
elettriche. Represse un gemito sconsolato: si supponeva davvero che
salisse su di lì? Afferrandosi al corrimano
iniziò la scalata, sentendo lo stomaco brontolare debolmente
per l’allenamento imprevisto. Lo calmò con qualche
parola vaga e proseguì, impavido, fino a raggiungere il
terzo piano e il tappetino macchiato da qualcosa di misterioso e
sconosciuto, l’unico indizio che gli permise di capire che
era arrivato, e allora si fermò ansante. Che diamine,
perché le scale erano diventate più faticose di
un percorso di sopravvivenza?
Ancora una volta dovette cercare le chiavi, imprecando tra i denti, ma
finalmente, dopo un paio di tentativi a vuoto, riuscì a
entrare nel suo appartamento e a lasciarsi cadere sul divano che per
fortuna era a un passo dalla porta.
“Meno male che Sakura ha pulito” pensò
di sfuggita, mentre il suo stomaco lanciava segnali preoccupanti.
Naruto ritenne opportuno un bicchiere d’acqua, quindi si
rialzò di malavoglia, aprì il frigo mezzo vuoto e
prelevò la bottiglia nella portiera, svuotandone quasi
metà.
Incredibilmente, l’acqua sembrò dissipare la
nebbia che avvolgeva i suoi sensi, e lo lasciò parzialmente
lucido e rinfrescato. Guardò la bottiglia inarcando le
sopracciglia.
«Wow. Sei sicura di essere solo acqua?» chiese come
se la plastica avesse potuto rispondere.
Ma la bottiglia restò muta, naturalmente, e lui la rimise al
suo posto con un mezzo sorriso. Il suo secondo pensiero fu per una
doccia; poteva ancora sentirsi addosso la puzza di fritto del
ristorante in cui aveva festeggiato con gli altri, e di quel maledetto
cane che alla fine aveva minacciato di mordergli una caviglia. E che
cavolo, non era certo colpa sua se quella bestia aveva lasciato in giro
la coda e quella gli era finita sotto i piedi, no?
Con uno sbadiglio si avviò verso il bagno, cercando di fare
meno rumore possibile. Non poté impedire all’acqua
di scrosciare, ma poté permetterle di farlo solo per poche
frazioni di secondo alla volta, lavandosi a spizzichi e bocconi. Alla
fine in qualche modo uscì pulito, e gettò
un’occhiata al suo riflesso nello specchio sopra il lavandino.
“Sono un bel ragazzo” si complimentò con
sé stesso, esibendosi in un sorriso da playboy piuttosto
malriuscito. “E Sakura, quella
Sakura, ora vive con me”
Il sorriso scomparve dalle sue labbra, lasciando il posto a
un’espressione più cupa e dura.
“Sasuke… hai visto cosa hai perso
andandotene?”
Per un attimo scorse nello specchio un’altra immagine, un
volto pallido e regolare incorniciato da capelli neri come
l’ebano. Vide negli occhi rossi incisi dallo sharingan
un’espressione di disprezzo e velata indifferenza,
l’ultima occhiata che suo
fratello gli aveva rivolto prima di scomparire, un anno
prima, promettendo che non si sarebbero mai più rivisti.
Eppure, ora, sembrava che ci fosse qualche probabilità di
incontrarsi di nuovo.
Tsunade aveva detto a Naruto che avevano localizzato Itachi Uchiha ad
ovest, nel Paese della Pioggia, e che sembrava impegnato in qualcosa
che lo avrebbe tenuto fermo per un certo periodo. Secondo lei, e anche
secondo Naruto, Sasuke lo avrebbe individuato e raggiunto quanto prima.
‘Non abbiamo tempo da perdere’ aveva detto il
quinto Hokage, seria, mentre alle sue spalle Shizune stringeva tra le
braccia il maiale che le accompagnava sempre, se possibile ancora
più serio di entrambe. ‘Abbiamo al massimo una
settimana per organizzare le cose, poi voglio che tu, Sakura, Sai e
Kakashi partiate per recuperare entrambi i fratelli Uchiha’
‘Tutti e due?’ aveva chiesto Naruto accigliandosi.
‘Preferibilmente’
‘Anche Itachi… vivo?’
‘Pensi di riuscirci?’
Silenzio.
‘Possiamo provare… ma non garantisco
niente’
Il quinto Hokage aveva annuito. ‘Mi basta questo’
Già, a lei bastava
quello.
Itachi Uchiha e Sasuke Uchiha legati insieme dal Paese della Pioggia a
quello del Fuoco. Come dire un barile di olio su un fiammifero.
Naruto appoggiò le mani al lavandino, fissandosi attraverso
lo specchio.
Sasuke, Sasuke… aveva ancora paura di lui?
Aveva ancora paura del suo ritorno, paura che gli portasse via Sakura?
No, Sakura lo amava, diceva di amarlo…
…E allora perché, come aveva sentito di Itachi,
si era buttato a capofitto nell’esame per diventare Jonin?
Perché aveva voluto che vivessero insieme, perché
aveva voluto legarla a sé così improvvisamente?
La stretta delle sue dita sulla ceramica bianca aumentò,
così come la ruga tra le sopracciglia.
“E’ perché potremmo anche non tornare
vivi da questa missione” cercò di convincersi.
“Itachi è il ninja più forte che la
Foglia abbia mai visto, forse anche più forte del quarto
Hokage… potremmo anche morire…”
Distolse lo sguardo, trattenendo l’ultimo pensiero nella sua
testa come se avesse potuto fare davvero la differenza.
Lui amava Sakura e Sakura amava lui, e stop. Non c’era altro
da dire.
Non c’erano altre persone che potevano intromettersi.
Ancora umido dopo la doccia, infilò un paio di boxer che
Sakura gli aveva lasciato in bagno e decise che aveva troppo caldo per
la maglietta.
Andò in camera senza accendere luci, muovendosi in punta di
piedi per non svegliare lei, che dormiva dandogli la schiena. La vide
respirare piano, la spalla nuda sollevarsi lenta e poi abbassarsi,
illuminata appena da un raggio di luna che penetrava dalla finestra.
Era la sua Sakura, e dormiva nel suo letto.
Nessun Sasuke avrebbe mai potuto cambiare una cosa come quella, vero?
Senza fare rumore scivolò carponi sul materasso, e si spinse
fino a lei. Si sporse per vedere il suo viso addormentato, una ciocca
dei capelli chiari a sfiorarle il naso, e con un sorriso ricolmo di
tenerezza la scostò delicatamente. Sakura aprì
gli occhi.
«Scusa… ti ho svegliata?»
mormorò Naruto in un sussurro appena udibile.
«Mm… mi ero appena
addormentata…» mugolò lei riabbassando
le palpebre sulle iridi verdi.
«Scusa…» ripeté lui,
chinandosi a baciarle la spalla. Posò le labbra sulla pelle
morbida che conosceva tanto bene, poi scese verso il collo,
salì all’orecchio, alla tempia. Sakura
sospirò, lasciandolo fare, lasciandosi invadere da una
piacevole sensazione di torpore venata soltanto da una riga
d’ansia.
Naruto fece scivolare un braccio oltre il suo corpo, intrappolandola, e
aspettò che lo guardasse per cercare la sua bocca. Lei si
girò appena, incontrò i suoi occhi stanchi eppure
svegli, che in ogni attimo del giorno e della notte le gridavano quanto
l’amasse e quanto sarebbe stato disperato se lei lo avesse
lasciato. Naruto si chinò, e a un soffio dalle sue labbra
lei parlò:
«Naruto…»
«Cosa c’è?» chiese lui, mentre
il suo cuore mancava un battito.
In quel momento pensarono entrambi alla stessa persona, pur senza
saperlo. Alla stessa macchia che incombeva su entrambi, così
lontana eppure così pericolosa.
«Niente…» mormorò poi Sakura,
cancellando in fretta il viso di Sasuke dalla sua mente.
No, non sarebbe successo.
Lei amava Naruto, lui amava lei, sarebbero rimasti insieme qualunque
cosa fosse accaduta.
Tese un braccio sopra la spalla di lui, e posò le dita
sottili sulla sua nuca, attirandolo verso il basso.
Le loro labbra si incontrarono, piene di dolcezza e di passione, e le
lenzuola frusciarono quando Sakura si girò completamente, e
gli cinse il collo anche con l’altro braccio.
La pelle di Naruto profumava di bagnoschiuma, i capelli umidi di
shampoo, e il petto nudo era ancora solcato da qualche goccia leggera
che scendeva dalle punte dei capelli.
«Bagnerai le lenzuola» sorrise Sakura fermando una
goccia con le labbra.
«Farò di peggio a queste lenzuola»
promise lui, strappandole una minuscola risata.
Scostò la stoffa leggera, inutile ostacolo che lo separava
dal corpo tiepido di lei, e di nuovo chinò il capo sulla sua
spalla, facendo correre le mani alla canotta nera e levandogliela con
un unico gesto fluido. Cercò il suo seno con le labbra,
sorprendendosi, come sempre, perché era più
morbido di quanto appariva, e lottando contro la tentazione di morderla
per sentirla gemere, e avvertì le sue dita tra i capelli e
il suo sospiro di piacere.
Era sua, e sempre lo sarebbe stata, nei momenti in cui facevano
l’amore e quando uscivano in missione. Era la sua Sakura,
maledizione, Sasuke non poteva ricomparire all’improvviso e
distruggere il loro mondo perfetto!
Preso da una sorta di frenesia, in un attimo in un attimo si
liberò dei vestiti di entrambi, ed entrò dentro
di lei senza la solita mezzora canonica di preliminari e giochetti, che
lui e Sakura tanto amavano. Ma neppure lei si lamentò; aveva
bisogno di annullarsi, di perdersi nel piacere e non pensare a nulla,
perché l’immagine di un'altra persona non si
sovrapponesse a quella di Naruto, e alle sue labbra serrate tra i denti
non sfuggisse il nome sbagliato…
Dio, perché era così distante eppure
così ossessionante?
Ebbe inizio la serie infinita di movimenti lenti e coordinati che
avevano imparato insieme, e che presto accelerò,
aumentò il ritmo dei loro cuori e dei loro respiri, fece
sì che dalle loro gole uscissero gemiti e ansiti. I loro
corpi umidi di sudore sfregavano l’uno contro
l’altro in una danza inebriante, finché Sakura non
affondò le unghie nella schiena di Naruto e si
lasciò andare quasi a un urlo nel momento
dell’amplesso.
Allora, ansimanti, scivolarono l’uno lontano
dall’altra; Naruto rotolò sulla schiena fino al
suo lato del letto e lì giacque supino, sudato come se non
avesse nemmeno fatto la doccia, gli occhi puntati sul soffitto buio.
Non era stato come al solito… e sapeva che anche lei se ne
era accorta.
Non ebbe bisogno di guardarla per sapere che si era girata su un
fianco, che si era alzata dal letto ed era uscita, presumibilmente per
andare a farsi una doccia. In un silenzio terribilmente eloquente.
Allora Naruto nascose gli occhi dietro alle mani e affondò
le dita sulle tempie, furioso con sé stesso.
“Sasuke, Sasuke, sempre Sasuke! Quando smetterà di
essere un incubo?” urlò dentro di sé.
All’improvviso sentiva il fortissimo desiderio che, dieci
anni prima, Itachi avesse eliminato tutti i membri
della casata Uchiha…
Il mattino dopo aveva già cambiato idea.
Come la maggior parte dei pensieri notturni, soprattutto se influenzati
da alcool e sesso, anche quel particolare desiderio era evaporato,
lasciando il posto a un blando rimprovero e biasimo per sé
stesso.
Lavandosi i denti dopo colazione, Naruto pensò che dopotutto
era un pensiero giustificabile, considerato il contesto, e che
l’importante era che quel mattino avesse cambiato idea.
In fondo sapeva che non avrebbe mai potuto desiderare razionalmente che
Sasuke fosse morto anni prima con la sua famiglia: con Sasuke aveva
vissuto alcuni tra i momenti più belli della sua vita, di
Sasuke aveva fatto il fratello che non aveva mai avuto, lui era il suo
rivale e il suo più grande compagno d’allenamento.
Come aveva lottato per superarlo da ninja, ora Naruto avrebbe lottato
anche per Sakura.
E poco importava che anni prima lei fosse stata innamorata di Sasuke, e
che forse anche adesso lo pensasse… in ogni caso lui avrebbe
vinto, e l’avrebbe tenuta stretta a sé.
Sputò nel lavandino e si sciacquò la bocca,
infinitamente più spavaldo di quanto sia lecito aspettarsi
dal reduce di una sbronza, e poi lasciò cadere lo spazzolino
nel bicchiere che conteneva anche quello rosa di Sakura.
«Forza» si disse, come un condottiero pronto alla
battaglia.
Uscì dal bagno e trovò la colazione pronta sul
tavolo, mentre Sakura, dandogli la schiena, preparava le ultime cose.
«Che buon profumo» disse cercando di usare il
solito tono leggero e spensierato. Lei non rispose.
Un po’ demoralizzato, Naruto si sedette e prese in mano le
bacchette.
«Kakashi è tornato dalla sua ultima
missione» riferì Sakura a quel punto.
«Sì?» replicò Naruto alzando
la testa, ansioso di trovare un appiglio per conversare.
«Sì. Quindi suppongo che potremo partire a
breve»
Cadde il silenzio. Argomento spinoso.
«Dovremo muoverci in fretta» continuò
Sakura, sempre rivolgendogli le spalle. «Se Itachi si
muovesse… o se Sasuke arrivasse prima di
noi…»
«Sì, sarebbe inutile» tagliò
corto Naruto, infilandosi in bocca del riso bruscamente.
Perché Sakura voleva parlare di quello? Perché
insisteva con quell’argomento che non faceva piacere a
nessuno dei due? Perché non si comportava con un minimo di
dolcezza, considerato che quella notte non era stata esattamente
idilliaca per loro?
Lei finalmente si voltò, e lui vide che teneva gli occhi
bassi. Non erano arrossati, ma lo evitavano. Sakura posò sul
tavolo l’ultima ciotola e si sedette all’altra
sedia, alla destra della sua. Lui la fissò, senza mangiare
altro, costringendola a sentire il suo sguardo sulla pelle, a sentirlo
bruciare e insistere, finché non cedette e finalmente
incontrò i suoi occhi.
«Mi dispiace» le disse a quel punto, tutto
d’un fiato. «Per questa notte…
ero… ero un po’ brillo, sono stato troppo
brusco»
Lei esitò per un istante. Poi riabbassò gli occhi
e riprese a mangiare, piano. «Non importa»
mormorò.
E non disse nient’altro.
«Sono un maledetto cretino!»
Coricato su una panchina nel parco del villaggio, Naruto teneva un
braccio sulla faccia e i pugni serrati.
«Questa non è una novità»
disse Shikamaru pragmatico, accanto a lui; fermo con le mani in tasca,
in piedi, lo fissava con blanda curiosità e
l’espressione vagamente annoiata.
«Tu sì che sai confortare»
brontolò il biondo lanciandogli un’occhiata offesa.
L’altro sospirò. «Non prendiamoci in
giro, sappiamo tutti e due che Sasuke aleggerà sempre sulla
storia tra te e Sakura, non è un segreto per
nessuno» commentò.
Naruto non ribatté, chiudendosi in un silenzio ostinato.
«Adesso andate a recuperarlo, e magari riuscite a sistemare
definitivamente la cosa, no?»
«Ah, certo!» esclamò Naruto sprezzante.
«Lo vediamo, ci dà la sua benedizione e viviamo
felici e contenti! E’ così
semplice!»
«Hai paura che Sakura faccia marcia indietro?»
Altro silenzio.
(Sì che aveva
paura)
No, Sakura lo amava!
«Stronzate» masticò tra i denti.
«Non ho paura di quello»
«E allora qual è il problema?»
Naruto si alzò a sedere di scatto. «Okay, va bene,
la psicanalisi finisce qui» disse secco.
«Come vuoi…» sospirò
Shikamaru guardando distrattamente il cielo azzurro.
«Però credevo che volessi una mano quando mi hai
portato qui»
«Io… no! Non ho bisogno di nessuna mano!»
«Ah okay. Il sesso turbolento sarà un effetto
collaterale della convivenza, allora»
«Non dovevo accennartelo!» ringhiò
Naruto additandolo astioso. «Il tuo problema è che
non hai mai problemi! Non ti preoccupi mai per nulla!»
«Ho valanghe di problemi…»
«Ah! La battuta del giorno» disse una voce
sarcastica che non era né di Shikamaru, né di
Naruto.
Nell’istante in cui la sentì, lungo la schiena del
moro corse un brivido gelido, e il sudore gli imperlò la
fronte. Chiuse gli occhi, disperato, mentre Naruto si voltava e
inarcava le sopracciglia.
«Gaara!» esclamò. E poi:
«Anche Temari e Kankuro!»
A parlare era stata l’unica ragazza del gruppo che si
avvicinava, la quale rivolse un ghignetto pieno di strafottenza
all’indirizzo di Shikamaru.
«Hai ricevuto il mio messaggio, allora!»
continuò Naruto di umore decisamente più allegro,
alzandosi dalla panchina per andare incontro al Kazekage e ai suoi
fratelli.
Gaara annuì, salutando con un cenno anche Shikamaru.
«Congratulazioni per essere diventato jonin. Ma…
avevo capito che c’era una festa» disse.
«Davvero?» fece Naruto perplesso. «Ho
scritto così?»
Per un attimo Gaara lo fissò, impassibile. «Te ne
sei scordato» constatò poi, in tono piatto.
«Beh… può darsi…»
fece Naruto vago. «Sai, l’euforia del momento, la
novità… ehm… fatto buon
viaggio?»
«Uno schifo» commentò Temari pragmatica,
squadrando con un’occhiata Shikamaru, che cercava di
diventare invisibile senza ricorrere al chakra. «Ma
è sempre così quando veniamo qua»
“Allora potevi restartene a casa” pensarono i ninja
della Foglia contemporaneamente.
«Siamo venuti qui per niente?» chiese Kankuro a
quel punto. «Non c’è una
festa?»
«Beh, ehm… c’è stato una
specie di party ieri sera…» borbottò
Naruto imbarazzato. «Se foste arrivati un giorno
prima…»
«Non si può replicare?»
insisté il burattinaio, con voce desiderosa.
Naruto lo fissò vagamente scioccato: da quando Kankuro era
un festaiolo?
«Non saprei… Molto presto dovremo
partire… una missione…» rispose
incerto, e poi guardò Gaara. «Sasuke»
spiegò con una sola parola.
Il Kazekage ricambiò l’occhiata senza una
reazione, mentre Kankuro fissava entrambi senza capire cosa succedesse.
Temari, lì accanto, decise di rompere il silenzio.
«L’Uchiha?» domandò piazzando
le mani sui fianchi. «Avete intenzione di riportarlo
indietro, vivo o morto, volente o nolente?»
«Ehm… questa sarebbe
l’idea…» rispose Naruto tralasciando il
particolare Itachi.
«Se fossi in voi l’avrei lasciato perdere da
tempo» sbuffò lei. «E’
evidente che non vuole tornare. E poi sai che sbattimento trascinarlo
indietro per tutta la strada? Non credo che sia nel Paese del Fuoco,
vero?»
Naruto non poté che concordare sull’ultima
parte… riportare indietro Sasuke, soprattutto se insieme a
Itachi, sarebbe stato un incubo…
Fu allora che l’illuminazione lo colpì come un
fulmine a ciel sereno:
«Ehi, potreste venire con noi!» esclamò
raggiante.
Mentre i ninja della Sabbia inarcavano le sopracciglia
all’unisono, Shikamaru nascose il viso dietro una mano.
“Quel cretino di Naruto…”
pensò.
«Stai chiedendo di scomodare il Kazekage per inseguire un
ninja della Foglia che non vuole neanche essere portato
indietro?» chiese Temari, apparentemente sconvolta
dall’audacia della richiesta.
«Ehm… non si può?» fece
Naruto perplesso. «Il Fuoco e il Vento non sono
alleati?»
«No, evidentemente non capisci la portata della
cosa… stai scomodando il Kazekage per un
unico ninja di un altro villaggio, pure traditore…»
«Naruto» interruppe Shikamaru, facendosi avanti
controvoglia. «Non puoi chiedere ad altri di risolvere le
beghe del nostro villaggio. E poi credevo che volessi recuperare Sasuke
da solo, no?»
Naruto mugugnò qualcosa di indistinto, sbuffando.
«Avrei voluto soltanto una mano per il
ritorno…» borbottò, vedendo scomparire
l’immagine mentale di Itachi e Sasuke che, separati, venivano
riportati a Konoha. Ma nessuno degli altri riuscì a capire
cosa intendesse, e Gaara si limitò a rivolgergli un mezzo
sorriso.
«Sono sicuro che riuscirai a riportarlo indietro con le tue
forze» disse tranquillo.
Naruto lo guardò e sorrise a sua volta, riconfortato.
«Sì» disse convinto.
«Va bene, problema risolto, io vado…»
borbottò Shikamaru, defilandosi alla velocità
della luce.
Ma prima ancora che fosse sparito lungo la strada, Temari gli
scoccò un’occhiata furba, sorrise appena a Naruto
e annunciò che aveva una cosa da fare al villaggio. E anche
lei se ne andò lungo la stessa strada presa da Shikamaru, a
passi rapidi.
Naruto corrugò la fronte. Una confusa immagine di Shikamaru
che negava con forza di avere a che fare con Temari – che
definiva “Satana” – aleggiò
per un attimo davanti ai suoi occhi. Guardò Gaara e tese un
dito verso la strada.
«Ma quei due…?» chiese, lasciando in
sospeso la frase.
«Boh» rispose il Kazekage vago. «Non
l’ho ben capito»
«Ah…»
«Ve la spiego io» intervenne Kankuro, incrociando
le braccia sul petto e sbuffando. «La caccia è
aperta»
*
* *
* ȣ
* *
* *
Spazio autore
Wow, grazie davvero per le recensioni e le letture!
Mi hanno fatto tantissimo piacere!
Spero di poter continuare a scrivere qualcosa che vi entusiasmi tanto
anche in futuro,
e di migliorare ad ogni capitolo!
Grazie mille ancora,
a tutti!
Aya
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Capitolo 3 *** Voci dalla Pioggia ***
Naruto-3
Capitolo terzo
Voci dalla Pioggia
«Il villaggio della Pioggia, eh…» mormorò Tsunade assottigliando gli occhi.
I gomiti sulla scrivania e il mento appoggiato alle mani, fissava Jiraya in piedi davanti a lei.
«Ne sei proprio sicuro? Prima avevi parlato solo del Paese…» tentò.
«Sfortunatamente si tratta proprio del villaggio ninja» ribatté Jiraya con un sospiro.
«E’ la cosa peggiore che potesse capitarci: quel paese è il più difficile da penetrare»
«D’altronde
è comprensibile, no? Gli ultimi resti dell’Akatsuki non
potevano trovare luogo più sicuro per
stabilirsi»ghignò il sannin.
«Sembra quasi che tu li stia ammirando…» borbottò Tsunade con una punta d’irritazione.
«Non è
decisamente così» rise lui con un cenno vago. «
Anche perché il villaggio non è proprio così
difficile da espugnare… è uscire che può rivelarsi
problematico. Ho sudato sette camicie per venire fuori da quella
trappola, lo sai?»
«Ma hai portato le
informazioni su Itachi Uchiha e sull’Akatsuki… e hai anche
ridotto ulteriormente il loro numero»
«Bella roba. Ho una prognosi di due mesi per questo»
Jiraya sollevò il
braccio sano per grattarsi il mento con aria seccata. Oltre ai graffi e
alle ferite più o meno profonde che costellavano la sua faccia,
era coperto di bende su tutto il petto e attorno a un braccio,
immobilizzato attorno al collo.
Tsunade fece scorrere gli
occhi sul suo corpo ammaccato, e ricordò il momento in cui lo
aveva visto in quella stanza di ospedale, ormai quattro giorni prima.
L’avevano chiamata
d’urgenza dal suo studio, e l’avevano fatta correre sotto
il diluvio fino trovare quell’uomo più morto che vivo, con
più ferite che sangue, steso su una brandina e accudito da
medici nel panico e convinti che sarebbe morto.
Aveva lavorato tutta la notte per salvargli la vita.
E… aveva scoperto
che a ridurlo così erano stati i suoi ex allievi. Ninja che lei
aveva conosciuto da bambini, e che aveva aiutato a sopravvivere...
arrivando a quel giorno.
«Hn?
Cos’è quella faccia?» chiese Jiraya di fronte al suo
silenzio prolungato. «Stai pensando a cose stupide, vero?»
Tsunade si riscosse dai
suoi pensieri e tornò ad assumere l’aria professionale che
riservava allo studio dell’Hokage.
«Niente» disse rapida. «Allora se hai finito puoi andare…»
«Non ho finito»
Lei inarcò un sopracciglio, e alzando gli occhi vide Jiraya insolitamente serio.
«C’è una
cosa che non ho potuto dirti in ospedale» spiegò lui a
voce bassa, mentre due rughe profonde si disegnavano ai lati della
bocca.
Tsunade corrugò la fronte, in attesa.
Alla fine, dalle labbra del sannin dai capelli bianchi uscirono queste parole:
«Ho preso contatto con Itachi Uchiha»
Sakura infilò le
ultime cose nello zaino, con movimenti lenti e monotoni. Non stava
davvero attenta a ciò che faceva, si limitava ad eseguire mosse
ripetute migliaia di volte e ormai incise nelle sue ossa.
Con la testa era altrove.
In un luogo e in un tempo
lontani, in un’ora in cui Sasuke “graziava” lei e
Naruto e se ne andava, dicendo che non si sarebbero mai più
rivisti…
Un’ora in cui Naruto era stato a un passo dalla morte.
Strinse la borraccia tra le dita senza accorgersene.
“Sasuke… Ci avresti davvero uccisi?” si chiese per la milionesima volta.
A distrarla intervenne un sommesso bussare.
«Sì? Chi è?» chiese sussultando, e la borraccia cadde a terra.
«Sono io» disse
la voce attutita dall’altra parte, e Sakura la riconobbe per
quella di Kakashi. Raccolse la borraccia e andò ad aprire.
«Avevo sentito dire
che ti eri trasferita… ma ora che lo vedo con i miei occhi fa
tutto un altro effetto» fu il primo commento del jonin quando
mise piede nell’appartamento lindo e profumato.
«L’ultima volta che sono stato qua dentro era una
discarica… Certo che una presenza femminile fa proprio
miracoli» sorrise, e lei ricambiò con una smorfia sforzata.
«Vuole un tè, maestro Kakashi?» chiese affrettandosi a dargli le spalle.
«No grazie, ero
venuto a informarmi sul programma della missione, per organizzarci,
preparare qualcosa… ma Naruto non c’è, a quanto
pare»
Sakura si rabbuiò. Kakashi non fece domande.
«Vado a cercarlo, va bene?» si limitò a dire. «Porto qui lui e Sai, e ci prepariamo insieme»
«Viene anche Sai?» chiese Sakura sorpresa.
«Così ha
ordinato Tsunade. Credo che ormai si possa considerare a tutti gli
effetti un membro del “team Kakashi”… e, comunque,
è stato presente tutte le volte che avete incontrato
Sasuke»
Sakura tornò con il pensiero all’immagine che l’aveva impegnata prima dell’arrivo del jonin.
Accanto a lei e a Naruto privo di sensi, c’era Sai. A malapena cosciente.
Sospirò.
A quel punto, tra i suoi ricordi di ninja appartenente a un gruppo, Sai ricorreva più spesso di Sasuke.
«Vado e torno in
dieci minuti» disse Kakashi per rompere l’improvviso
silenzio. «Tu prepara il tè, se ti va»
«Va… Va bene»
Come era arrivato, così se ne andò.
Silenzioso e cortese.
Per molti versi impenetrabile.
Era il loro maestro, erano
insieme da tanti anni, li aveva praticamente visti crescere… ma
né Naruto né Sakura riuscivano ancora a dire esattamente
cosa gli frullasse per la testa.
Buona parte della colpa era
anche di quella maschera, probabilmente. Quella specie di mezzo
passamontagna che non si era tolto mai una volta, che non aveva
abbassato nemmeno per un istante in tutti quegli anni.
Poteva essere ferito,
moribondo, o distratto, ma il suo viso restava sempre nascosto. Sakura
sospettava che fosse un retaggio di quando era parte della squadra
Anbu, ma ancora una volta non poteva esserne certa.
E invece lui sembrava comprenderli così bene… lei soprattutto.
Ogni volta che si trovavano
soli le sembrava che lui la leggesse come un libro aperto, che trovasse
le sue debolezze come se fossero state fosforescenti… e in quel
momento aveva debolezze che nessuno doveva scoprire.
Nemmeno il maestro Kakashi.
Si accorse di essere rimasta ferma per almeno un minuto, e all’improvviso si riscosse.
“Il tè. Devo
preparare il tè” si disse allontanandosi dallo zaino.
“Devo fargli credere che vada tutto bene… entro
ragionevoli limiti”
Kakashi Hatake.
Trentatré anni ancora da compiere e un curriculum ninja da far invidia al veterano più resistente.
Figlio della Zanna Bianca
della Foglia, leggenda finita tragicamente, era già stato membro
della squadra speciale Anbu, maestro di un gruppo di tre genin, ne
aveva visto uno tradire il villaggio e aveva tentato invano di
riportarlo indietro con gli altri due. Ora i ragazzini che aveva
aiutato a maturare e crescere erano diventati suoi compagni, e ancora
cercavano di ripristinare il gruppo originario, seguendo un sogno,
forse un’utopia che li rendeva immaturi ma anche degni del
più profondo rispetto.
A Konoha Kakashi era
guardato con ammirazione. Nonostante l’aria perennemente
distratta tutti affermavano di potersi fidare ciecamente di lui, e
molti lo candidavano a prossimo Hokage, una volta che Tsunade si fosse
ritirata.
Ma lui sembrava sentire questi discorsi con un solo orecchio.
Non era mai stato vanitoso,
o desideroso di gloria e celebrità, non aveva mai voluto
dimostrare niente a nessuno fuorché a sé stesso,
perché credeva che fosse il suo parere l’unico davvero
importante. L’idea di diventare Hokage non lo sfiorava nemmeno,
ma forse se glielo avessero proposto avrebbe accettato.
Lui viveva per essere ninja. Per servire e proteggere il suo villaggio meglio che poteva.
Il resto era poco influente.
Un’unica cosa
riusciva a turbarlo, ed era un vecchio ricordo… un compagno
d’infanzia morto in missione. Ma lentamente, anche il suo senso
di colpa stava scemando.
Mentre camminava attraverso
il villaggio, pensando a dove cercare dopo essere stato inutilmente al
ramen Ichiraku, non si accorse delle occhiate ammirate che la gente gli
lanciava, e degli inchini rispettosi che qualcuno si azzardò a
fare.
Imperterrito proseguì lungo la sua strada guardandosi attorno con aria svagata.
Ma dove era andato a finire Naruto in un momento come quello?
Naruto era
nell’ufficio del quinto Hokage. Per Tsunade era la terza visita
del giorno, dopo Jiraya e il capo della squadra Anbu.
E lei non era di buonumore. Per niente.
Le notizie che Jiraya le
aveva portato non l’avevano resa affatto tranquilla, soprattutto
l’ultima e più pericolosa, e la squadra Anbu aveva gettato
benzina sul fuoco comunicandole che era stato bloccato un tentativo di
intrusione nel suo studio da parte di un ninja della Roccia. Oltre ai
problemi di ordine interno, ora doveva anche occuparsi della diplomazia
estera: l’alleanza tra il Paese del Fuoco e quello del Vento
aveva visto molto contrariati Roccia, Nebbie e Nuvola, che a loro volta
avevano formato una coalizione. Il paese della Roccia e il suo daimyo,
in particolare, diventavano più aggressivi e arditi ogni giorno
che passava… e l’ultimo tentativo di intrusione dimostrava
che i loro rapporti erano in bilico sul filo del rasoio.
E proprio in quel momento,
loro avrebbero dovuto infiltrarsi nel paese della Pioggia, terreno
tradizionalmente conteso da tutti.
Da un punto di vista puramente diplomatico era un suicidio.
E adesso, mentre lei era
così impegnata con potenziali guai di proporzioni colossali,
Naruto si presentava alla porta accompagnato nientemeno che dal
Kazekage – e dal suo inutile fratello, rimasto in un angolo a
borbottare.
Ma non era tutto; alla sua
allibita domanda: ‘che ci fa lui qui?’ era in grado di
rispondere soltanto ‘l’ho invitato per festeggiare tutta la
faccenda di Sakura’.
Aveva una gran voglia di ammazzarlo.
«Ma non sono venuto
solo per questo» intervenne Gaara un attimo prima che Tsunade
esplodesse. «In realtà ho colto il suo invito come
pretesto per muovermi da Suna senza un corteo a seguirmi. Ci sono
alcune cose di cui vorrei informarvi… cose che non possono
essere scritte e inviate con un falco»
L’ira di Tsunade sbollì in un istante, per trasformarsi in fredda e incuriosita cautela.
Si profilava un’altra grana all’orizzonte?
«I ninja del mio
villaggio hanno sentito strane voci ultimamente» spiegò
Gaara, seduto elegantemente sulla sedia davanti alla scrivania.
«Sussurri di eserciti che si vanno preparando oltre i confini
della Roccia. Patti segreti. Interi gruppi di mercenari assoldati o in
procinto di farsi comprare… nulla di piacevole, in ogni
caso»
Il quinto Hokage sospirò, e il suo sembrò quasi uno sbuffo.
«Quell’uomo
è pazzo…» disse tra i denti, alludendo al daimyo
del Paese della Roccia. «Completamente folle… sta
imbastendo una guerra da solo!»
«Ma non è tutto» aggiunse Naruto, con tono vagamente impaziente.
«Abbiamo anche strane
notizie dal Paese della Pioggia» spiegò Gaara. «Voci
secondo cui la guerra civile è finita. Ma da anni. E qualcuno
dice che ora nel villaggio ninja sta succedendo qualcosa di
strano… movimenti sospetti, una confusione nuova, grandi
cambiamenti. La situazione sembra molto instabile»
Tsunade si accigliò. Sapeva già quelle cose.
«Inoltre… pare
che Itachi Uchiha sia stato avvistato laggiù»
completò il Kazekage. «E’ ricercato in tutti i
paesi, ma personalmente ritengo che la Foglia abbia una certa
priorità»
Naruto cercò lo
sguardo dell’Hokage per trasmettergli la sua impazienza di
partire e la sua ansia, ma Tsunade tenne gli occhi nocciola fissi in
quelli verdi di Gaara.
Quella era forse la notizia peggiore.
Se le informazioni circa
Itachi si diffondevano più velocemente, il loro obiettivo
rischiava di prendere il volo. E una volta che lo avesse fatto…
addio possibilità di ritrovarlo tanto presto.
Non si fidava affatto del presunto patto che l’Uchiha aveva stretto con Jiraya.
Quella terza visita,
esattamente come aveva temuto, era riuscita a portarle ulteriori
complicazioni: aveva dato un pesante scossone alla loro lenta macchina
organizzativa, e ora li avrebbe costretti ad accelerare bruscamente i
tempi.
«Bene» disse
Tsunade dopo qualche istante di silenzio, e finalmente guardò
Naruto. «Trova Sakura, Sai e Kakashi. Vi voglio qui
immediatamente… dovete partire subito»
Il jonin biondo
annuì. E con l’ansia, la trepidazione e
l’inquietudine che gli riempivano la testa e lo stomaco
lasciò lo studio e i due Kage che lo occupavano –
più il solito Kankuro, da tutti ignorato.
“Qui dovrebbe andare bene. Non credo si azzardi a venirmi a cerc…”
«“Non credo si
azzardi a venirmi a cercare nei bidoni della spazzatura”.
E’ questo che stai pensando?»
La luce del sole venne coperta da una testa bionda.
Shikamaru alzò lentamente gli occhi, ormai quasi rassegnato, e riconobbe il ghigno soddisfatto di Temari su di lui.
Mh. Situazione decisamente romantica. Poetica, anzi.
Lui, lei e un bidone dei rifiuti.
Per non parlare dell’odore.
«Vieni fuori» ordinò la bionda facendosi da parte, e a lui non restò altra scelta che obbedire.
Tutto perché non poteva picchiare una donna. Uff… crescere diventava sempre più problematico.
Con una svogliatezza
invidiabile, Shikamaru si tirò fuori dal bidone e
spolverò dai pantaloni un pezzo di carta unta che era rimasto
attaccato.
«Che schifo, sei disgustoso» commentò Temari arricciando il naso. «Forza, vieni con me»
Lui mugugnò,
disperato. Aveva pregato perché l’odore bastasse a tenerla
lontana… ma evidentemente non aveva funzionato.
«Hai detto qualcosa?» chiese Temari scoccandogli un’occhiata assassina.
«Ehm… no. Dove andiamo?»
«Nel solito posto, ovviamente»
La bionda gli diede le spalle, e si incamminò lungo il vicolo in cui lui aveva tentato vanamente di nascondersi.
Prima di raggiungere la
strada principale Temari si fermò per un attimo, si
guardò attorno, unì le mani davanti al petto e poi
cambiò aspetto con la tecnica della trasformazione, mutandosi in
una giovane donna dai capelli neri e gli occhi verdi, assolutamente
anonima. A quel punto guardò Shikamaru e, arricciando il naso
ancora nello stesso modo, gli disse: «Sì. Dobbiamo proprio
muoverci»
“Maledetta…” pensò lui, seguendola nel flusso di gente.
A causa della sua nuova
acqua di colonia, scoprì che la folla non era più un
problema: tutti lo scansavano naturalmente, con smorfie disgustate, e
dopo il primo sguardo sbalordito evitavano accuratamente di incrociare
i suoi occhi.
Da un lato era ovviamente imbarazzante e mortificante, ma dall’altro poteva rivelarsi piuttosto conveniente.
“Forse avrei dovuto pensarci prima” si disse Shikamaru.
E poi commise l’errore di inspirare a fondo.
“No, ritratto tutto”
«Siamo
arrivati» disse Temari fermandosi davanti a un albergo
dall’aria dichiaratamente equivoca. Davanti all’atrio
protetto da paraventi e tende scure, campeggiava un cartello che
annunciava a colori squillanti “una vasta disponibilità di stanze a ore, a tema e provviste di Jacuzzi!!!”
Qualunque cosa avesse più di un singolo punto esclamativo per Shikamaru era una stronzata.
Figurarsi quella.
«Tu resta un
po’ indietro» gli intimò Temari mentre con
disinvoltura si avviava verso l’ingresso. «Non vorrei che
dicessero che puzzi troppo per entrare»
Gentile e romantica.
Un amore di donna.
Shikamaru si tenne a
qualche metro di distanza mentre entrambi entravano, e restò
nell’angolo quando Temari raggiunse la reception e scambiò
poche parole con l’uomo dietro il banco, un signore di
mezz’età dall’aria discreta e rispettabile. Questo
per dire quanto possono essere sbagliate le prime impressioni.
Si sentiva a disagio, voleva fare una doccia e soprattutto voleva essere a mille metri da lì.
Ma sapeva che alla fine
sarebbe rimasto, come sempre aveva fatto e, sospettava, sempre avrebbe
fatto. Almeno finché lei lo voleva.
In pochi minuti Temari fu
indietro, stringendo tra le mani un tintinnante mazzo di chiavi, e lo
condusse al primo piano canticchiando una melodia sconosciuta.
La stanza che aveva preso
non era a tema, per fortuna. L’ultima volta aveva il copriletto
zebrato e cuoio da tutte le parti… e per Shikamaru alla fine si
era trasformata in un incubo. Era stata la giornata peggiore della sua
vita, forse… un sacco di fatica e nessun piacere.
Con noncuranza Temari
gettò le chiavi su un comodino e tornò al suo solito
aspetto. La prima, elegante cosa che disse fu: «Fatti una doccia
o vomito»
«Tanto avevo
intenzione di farla già da solo…» borbottò
Shikamaru incassando la testa tra le spalle e avviandosi verso il bagno.
Mentre chiudeva la porta,
dalla stanza sentì di nuovo la voce di lei: «Non
più di un quarto d’ora, o butto giù la porta e
vengo a riprenderti! E non scappare!»
Con un sospiro afflitto il jonin si barricò in bagno.
“Non è
possibile” rifletté. “Ho diciotto anni, sono un
ragazzo forte e in salute… e ancora finisco per farmi violentare
da quella donna. Ma perché?”
Perché non ti dispiace poi tanto, gli suggerì una vocina malvagia.
La mandò al diavolo.
Se non altro la doccia fu
un sollievo. La sensazione dell’acqua tiepida sulla pelle, il
profumo del sapone, lo scroscio delle mille gocce che cadevano
dall’alto… e, oltre la porta, la voce di Temari che a
bocca chiusa canticchiava.
In fondo aveva finito per abituarsi a quel rito.
Stanza d’albergo, doccia – prima lui, poi lei – e dopo… sesso.
Ovviamente non giocavano a carte.
Chiuse l’acqua quando
sentì che non avrebbe potuto concedersi un altro minuto –
o lei gliel’avrebbe fatta pagare. Uscì dalla doccia e si
avvolse nel grande asciugamano non troppo morbido che l’albergo
metteva a disposizione, cercando di asciugarsi il più
rapidamente possibile. I capelli un po’ lunghi gli ricadevano
sulle spalle, caldi e umidi, e piccole gocce gli solleticavano la
schiena bianca. Si guardò allo specchio, e fece una smorfia al
suo riflesso.
Che pena, sembrava dirgli.
«‘Fanculo» rispose a mezza voce.
«Ehi, hai finito là dentro?» lo chiamò Temari da fuori.
«Un attimo!» rispose riprendendo ad asciugarsi frettolosamente.
Cinque minuti dopo,
sperando di essere preparato spiritualmente, aprì la porta del
bagno e uscì con solo un asciugamano legato in vita.
Temari gli gettò a
malapena un’occhiata – com’erano lontani i tempi in
cui se lo squadrava per bene – e si tirò su dal letto che
aveva inaugurato rotolandosi senza scopo.
«Tu aspettami da bravo» gli disse con un mezzo ghigno. «Dieci minuti e sono da te»
«Fai con comodo» ribatté lui.
“Anzi, se riesci scivola nella doccia” le augurò mentalmente, una volta che la porta si fu richiusa tra loro.
Era rimasto solo. Beh. Anche a quello era abituato.
Si guardò attorno
con vago interesse; stanza tradizionale, niente fronzoli né
zebrature. La finestra dava su un cortile interno deserto, e il vocio
della strada era lontano e ovattato. A voler essere poco pignoli, non
era neanche tanto male quello squallido motel.
Sperando di essere abbastanza asciutto, Shikamaru si lasciò cadere seduto sul letto, e lasciò vagare i pensieri.
Molte volte aveva sognato
di scappare da quelle stanze, piantare in asso la sua aguzzina e
svignarsela, libero come una nuvola…
Una sola volta ci aveva provato.
E per poco uno shuriken non lo aveva inchiodato alla porta.
‘Pensavi che non me
ne sarei accorta?’ le aveva chiesto Temari dalla soglia del
bagno, con addosso solo altri due shuriken. ‘Ora, da bravo,
rimettiti seduto’
Era stato allora che aveva capito di essere irrimediabilmente in trappola.
Aveva sognato ancora un
po’, perché la speranza è l’ultima a morire,
ma alla fine si era arreso e aveva imparato semplicemente ad aspettare
in buon ordine. Bastava pensare ad altro, e il tempo passava in fretta.
Anche perché quando lei usciva dal bagno non c’era più tempo per pensare a nulla.
L’acqua della doccia
fu spenta all’improvviso, facendolo trasalire. Era già
pronta? Aveva fatto prima del solito.
Il jonin deglutì,
inquieto. Avrebbe capito di che umore era lei soltanto quando fosse
uscita dalla doccia, non prima… e allora avrebbe saputo quale
destino lo attendeva.
La immaginò prendere
l’asciugamano. Mezzo minuto per asciugare i capelli, altri due
per il corpo. Un’occhiata veloce allo specchio, un attimo per
controllare che lui fosse ancora al suo posto – diede un colpo di
tosse, tanto per farla stare tranquilla – e qualche secondo per
dare un senso alla testa scompigliata.
E infine la maniglia che si abbassa.
Temari comparve sulla soglia con un altro asciugamano legato sopra il seno, e guardò Shikamaru con un ghigno soddisfatto.
«Vedo che hai fatto il bravo bambino» gli disse avvicinandosi.
«Ci tengo ad arrivare ai vent’anni» replicò lui indispettito.
«Ottima scelta» approvò lei facendo scivolare un ginocchio accanto alla sua gamba.
Gli passò le braccia attorno alle spalle e si chinò sul suo collo, sfiorandolo con il naso.
«Dai, che sei
fortunato» gli sussurrò. «Oggi sono di buon umore.
Non so se hai notato che non ho più preso la stanza Safari»
«Ho ringraziato Dio per questo»
Temari si lasciò
andare a una breve risata, non il ghigno sprezzante che riservava al
pubblico, ma una risata spontanea che tirava fuori solo quando era con
lui.
Lui non gliel’aveva mai detto, ma gli piaceva quel suo modo di ridere.
«Hai un buon profumo» le concesse, sfiorandole con le dita la schiena liscia e abbronzata.
«Detto da uno che
è uscito da un cassonetto sembra più un dato di fatto che
un complimento» ribatté lei.
«Brava. Giocati l’unico complimento che ti farò mai»
«No…»
sospirò Temari, sentendo le dita di lui che trovavano il nodo
dell’asciugamano e lo scioglievano. «Ridimmelo»
«Brava. Giocati l’unico complimento che…»
«Non quello! Quello che hai detto prima»
«Oh, quello?»
L’asciugamano
scivolò a terra con un fruscio. Shikamaru fece un sorrisino di
superiorità. «Devi guadagnartelo…»
mormorò scostandole una ciocca di capelli dall’orecchio.
Temari non si scompose più di tanto.
Si limitò a schiaffarlo sul copriletto con una mano sola e a premere due dita sulla sua carotide.
«Me lo sono guadagnato?» chiese piatta.
«Ehm… ehm, sì» si arrese lui, con un sospiro.
Sigh. Aveva sperato che per una volta le cose sarebbero state diverse, ma invano.
Come una nenia ormai priva di valore, soddisfò la richiesta di Temari:
«Hai un buon profumo»
Nonostante il tono monotono, lei sembrò soddisfatta.
Naruto stava correndo verso casa.
Sentiva il cuore battere all’impazzata nel petto, ma perché?
Era ansia la sua? Paura? Desiderio?
Voleva rivedere Sasuke o voleva impedire che Sakura lo incontrasse?
Non avrebbe saputo dirlo, né voleva soffermarsi a pensarci.
In quel momento aveva
bisogno solo di agire, di impegnare la mente in qualche modo… e
anche consumare ossigeno correndo sembrava una valida alternativa.
Finché non andò a sbattere contro qualcuno.
«Ahia! Ehi, attendo a dove… Naruto! Sei tu!»
Naruto alzò la testa massaggiandosi la fronte, e con sorpresa vide che si trovava davanti a Iruka.
Per un attimo tutti i suoi
problemi evaporarono come neve al sole, e un sorriso lo illuminò
come quando aveva dodici anni.
«Maestro Iruka!» esclamò felice. «E’ un sacco di tempo che non ci vediamo!»
«E di chi è la colpa, eh? Chi è sempre in missione, giorno e notte?»
«Certo! Sono diventato fortissimo!»
«Ahah, non ne
dubito!» anche se ormai erano alti uguali, anzi forse Naruto un
po’ di più, Iruka gli posò una mano sui capelli.
«E… eheheh…» aggiunse dopo un attimo,
cambiando completamente espressione. «Ho sentito una voce
interessante…» ghignò, dandogli di gomito.
«Così alla fine sei riuscito ad accaparrarti Sakura
Haruno, eh?»
Naruto sfoderò un sorriso orgoglioso e compiaciuto al tempo stesso. «Sì» disse sicuro.
L’immagine di Sasuke gli sfrecciò davanti agli occhi.
«Oh» si rabbuiò.
«Che c’è?» chiese Iruka vedendolo incupirsi.
«Mh… no,
niente» si affrettò a rispondere scuotendo la testa.
«Mi sarebbe tanto piaciuto mangiare un ramen con lei, maestro, ma
sto partendo per un’altra missione»
«Ancora?» sbuffò Iruka. «Ormai sei più impegnato dello stesso Hokage»
«Questo perché sarò io il prossimo Hokage!» ribatté Naruto con un sorriso sicuro.
«Certo. Io l’ho
sempre detto» sorrise il maestro con espressione affettuosa.
«Ora vai, o farai tardi. Quando torni offrimi un ramen»
Di umore molto migliore, Naruto lasciò Iruka e riprese a correre verso casa, dove Sakura lo attendeva.
Sì.
Lui sarebbe diventato il prossimo Hokage.
Non poteva lasciarsi abbattere da un pensiero vago e lontano, da una paura del tutto immotivata.
Avrebbe lottato e combattuto, se necessario.
Avrebbe riportato a Konoha Sasuke, e avrebbe avuto anche l’amore di Sakura.
Il futuro Hokage non poteva non riuscire a conquistare la propria felicità.
Non poteva pretendere di proteggere e rendere felici tutti se non era in grado di farlo nemmeno con sé stesso.
Sì.
Sarebbe diventato Hokage.
Sarebbe stato felice.
* * * * ȣ * * * *
Spazio autore
Ok.
Chiedo perdono a tutte/i coloro che non amano le ShikaxTema!
Penso che questo capitolo sia stato disgustoso per costoro...
...ma la storia va così, punto e basta.
Giusto a titolo informativo, posso chiedervi quanti tra voi preferiscono le InoxShika o le ShikaxTema? XD
Ah, già: e Shikamaru non è gay.
(come qualcuno ha già ipotizzato)
E' soltanto un uomo molto pigro... e Temari può diventare un tantino pesante, alla lunga.
Quindi, stando anche alle sagge affermazioni della "vocina malvagia",
in fondo non gli dispiace.
Affatto.
Grazie a tutti per i commenti! ^.^
Li leggo sempre con infinito piacere, davvero!
Forse un giorno riuscirò anche a scoprire come rispondere in qualche modo... ò_O
Aya
|
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Capitolo 4 *** Oltre il massimo grado ***
Naruto-4
Capitolo quarto
Oltre il massimo grado
«Mi spiace dirvelo, ma dobbiamo accelerare le cose»
Niente male come esordio, pensò Sai. Magari se lo sarebbe segnato, faceva molto effetto.
Tsunade, assolutamente seria, fissava lui, Naruto, Sakura e Kakashi
dall’altra parte della scrivania di legno lucido. Shizune, alle
sue spalle, teneva il solito maiale ormai vecchiotto tra le braccia.
L’Hokage fece qualche secondo di pausa ad effetto, e poi inspirò a fondo.
«Sapete già in cosa consiste la missione:» disse in
tono professionale. «il recupero di Sasuke Uchiha e, vivo o
morto, di Itachi Uchiha. Fonti attendibili garantiscono che il fratello
maggiore si trova nel Villaggio della Pioggia, ed è quasi sicuro
che il minore lo sappia e stia per raggiungerlo. Non sappiamo in che
condizioni si trovi Itachi Uchiha né se sia solo o meno, anche
se abbiamo ragione di credere che sia l’ultimo membro rimasto
dell’Akatsuki, insieme a un altro trascurabile, un certo Tobi di
cui non sappiamo molto. Per quanto riguarda Sasuke, viaggia
accompagnato da tre persone su cui non abbiamo nessun dato. Posso
fornirvi solo le loro descrizioni, ma non so nulla delle abilità
che si portano dietro» Tsunade fece scorrere gli occhi sui
ragazzi che gli stavano davanti. «Credo vi rendiate conto del
grado di questa missione…» mormorò. «Supera
ogni classificazione che abbiamo al villaggio, va al di là di
ogni previsione di pericolosità che potevamo fare. E’ come
una guerra, ma senza il vantaggio del numero e dell’appoggio del
Daimyo. Senza contare che prevede l’infiltrazione in un Paese che
ha pessimi rapporti con tutti gli altri» chiuse gli occhi,
accigliata. «Mando voi non solo perché avete un legame con
Sasuke Uchiha, ma anche perché ritengo che siate gli unici in
grado di portare a termine questa missione» risollevò le
palpebre, e posò le iridi nocciola su Naruto. «Ho sentito
dei tuoi ultimi allenamenti… E’ tutto a posto?»
Sakura, Sai e Kakashi scoccarono a Naruto occhiate sorprese.
Che allenamenti?
Lui, senza muovere un muscolo del viso, si limitò ad annuire. «Va tutto bene» assicurò.
Tsunade annuì soddisfatta.
«C’è solo un’altra cosa di cui vorrei mettervi
al corrente…» aggiunse dopo un attimo, pensierosa.
«Qualcosa che non mi convince, ma che è bene conosciate:
riguarda Itachi»
I quattro oltre la scrivania si fecero immediatamente attenti:
qualunque informazione sull’Uchiha sarebbe stata accolta con la
massima gioia e attenzione.
«Sembra… che abbia stretto un patto con Jiraya»
Onestamente, si aspettavano tutto fuorché quello.
Tutti sbatterono le palpebre, spiazzati, e attesero che l’Hokage proseguisse.
Lei sbuffò e continuò. «Si sono incontrati qualche
giorno fa, mentre Jiraya era ancora in missione, e Itachi ha voluto
parlare con lui. Ha detto che aveva qualcosa da fare in quel luogo, e
che aveva bisogno di tempo. Sapeva che la notizia della sua presenza
lì presto si sarebbe diffusa, e che Sasuke lo avrebbe
cercato… sapeva anche che noi lo avremmo cercato. E… beh,
è assurdo… chiede di trattenere Sasuke per un certo
tempo. In cambio, quando avrò finito ciò che deve fare,
si consegnerà alla Foglia»
Okay. Era anche peggio della notizia del patto in sé.
I quattro jonin davanti a Tsunade rimasero senza parole, assolutamente confusi e increduli.
«E… noi ci crediamo?» domandò dopo qualche
istante Sakura, cauta. «Crediamo davvero che si
consegnerà?»
Tsunade la fissò. «No. Io non ci credo per niente»
confessò dura. «Jiraya dice di avere una certa fiducia in
Itachi… ma per quel che mi riguarda non crederò mai a una
sola parola che provenga dalla sua bocca. E’ per questo che
voglio che lo catturiate senza esitare né aspettare nulla»
Sakura, lentamente, annuì.
Catturare Itachi Uchiha…
Aveva sentito parlare di lui fin da bambina, quando ancora non poteva
capire appieno cosa avesse fatto né aveva avuto interesse a
comprendere, e poi, crescendo, aveva sentito e letto mille cose su di
lui, cose da mettere i brividi.
Ora si trovava davanti alla prospettiva di combatterci davvero, di nuovo.
La prima volta non lo aveva nemmeno riconosciuto. Aveva affrontato una sua debole copia, e aveva tremato…
Adesso se lo sarebbe trovato davanti in carne e ossa.
Davvero.
Deglutì.
«Forse tutti insieme possiamo avere qualche
possibilità» intervenne Kakashi. «Sempre se li
troviamo separati… perché in due forse potrebbero
rivelarsi un po’ più difficili»
«Tendi a minimizzare, eh?» ghignò Tsunade. «“Forse potrebbero rivelarsi un po’ più difficili?” Di’ pure che potrebbe diventare impossibile… Ma io ho fiducia in voi.
Andate e tornate con i fratelli Uchiha»
Uscirono dall’ufficio in un insolito silenzio.
Sakura lanciò un’occhiata a Naruto; sembrava pensoso. Poi,
per caso, incrociò il suo sguardo, e lei si affrettò a
distogliere gli occhi.
Che scema. Come se avesse avuto qualcosa da nascondere…
Ricordò come dieci minuti prima era piombato in casa pieno di
entusiasmo, rischiando di farle rovesciare il tè che stava
versando nella tazza, e di come l’aveva trattata normalmente, con
il suo solito modo di fare… era sembrato tanto spontaneo che,
invece di irritarla, le aveva fatto piacere. Si era detta: “per
fortuna non è di cattivo umore”, e non perché la
cosa ricadesse su di lei, ma proprio per lui.
“Io lo amo” si ripeté per la millesima volta.
“E non c’è altro da dire. E’ solo che…
non è un bel periodo, ecco”
Ai piedi delle scale del palazzo dell’Hokage trovarono ad
attenderli Gaara e Kankuro, usciti dallo studio appena prima che
entrassero loro.
«Siete in partenza?» chiese il Kazekage.
«Sì, subito» rispose Naruto. «Giusto il tempo
di prendere gli zaini e trovarci ai cancelli di Konoha»
Gaara annuì, imperturbabile.
«Quindi niente festa?» chiese Kankuro con uno sbuffo
deluso, mentre Sakura, Sai e Kakashi si chiedevano di che diavolo
parlasse.
«Ehm… no…» fu costretto ad ammettere Naruto.
Il jonin della Sabbia iniziò allora a borbottare tra sé,
lasciandosi scappare parole come: ‘tutto il divertimento a
lei’… ‘tanto ha quel Shika-coso’…
‘e io qua a rompermi’…
Naruto scoccò un’occhiata in tralice a Gaara.
«Che cos’ha?» chiese in un soffio.
«…Pare sia stato lasciato» rispose il Kazekage con una certa reticenza. «E tradito»
«Oh» fece soltanto il biondo, con la bocca improvvisamente secca.
Che brutta, brutta sensazione aveva provato a quelle parole. Come una vaga ansia…
Involontariamente guardò Sakura, e si costrinse a cancellare l’inquietudine dalla sua mente.
«Bene» disse schiarendosi la voce. «Allora noi andiamo»
«Buona fortuna» augurò loro Gaara.
«Grazie. Ne avremo un gran bisogno…»
Nonostante non conoscessero con esattezza i termini della loro
missione, i due ninja della Sabbia capirono che Naruto diceva sul serio.
E, quando lo lasciarono andare, per un attimo un’ombra di
inquietudine passò anche nelle loro menti solitamente fredde e
razionali. Poi Kankuro sbuffò.
«Bene. che si fa finché Temari non torna?» domandò.
Gaara ci pensò un attimo, e poi lo fissò. «Naruto
mi ha parlato mille volte di un posto chiamato “ramen
Ichiraku”… pare si mangi bene»
«Okay… speriamo che ci siano belle ragazze nei paraggi»
Il Kazekage dissimulò l’esasperazione con
un’espressione compassata. Ma che fine avevano fatto
l’orgoglio e la dignità di suo fratello?
In neanche mezzora Naruto era pronto.
Sakura lo aveva aspettato mentre, nel panico, cercava di ricordare e
decidere cosa mettere in borsa. Alla fine, dopo avergli dato una mano e
avergli impedito di infilare nello zaino la sedicesima confezione di
ramen istantaneo, lo aveva costretto a uscire con lei e si era
accertata che avesse chiuso porte e finestre.
«Scommetto che Sai e Kakashi sono già là da un bel
po’» si lamentò quando lui cercò di rientrare
per riprendere il ramen. «Quindi lascia perdere e andiamo!»
Finalmente riuscì ad allontanarlo dal pianerottolo e a tirarlo
giù per le scale, fino all’ingresso. Una volta in strada
costituirono qualche secondo di intrattenimento per i passanti, mentre
Naruto continuava a scoprire di aver dimenticato qualcosa e Sakura a
riacciuffarlo, ma poi il biondo sembrò calmarsi e riacquistare
il suo solito umore da “wow-una-missione-wow!”. Si
stampò in faccia il suo sorriso più convinto e prese ad
avanzare con aria tracotante.
“E’ scemo” concluse Sakura fissandolo sconsolata.
Arrivarono alle porte di Konoha in pochi minuti, e, come aveva
pronosticato la jonin, trovarono Sai e Kakashi già pronti e in
attesa.
«Ci siamo?» chiese il più anziano, sorvolando sul loro ritardo.
«Sì» esclamò Naruto con enfasi.
Sakura avrebbe voluto ammazzarlo: solo due minuti prima considerava la
faccenda più importante del mondo portarsi dietro il sedicesimo
pacchetto di ramen istantaneo…
Ma sospirò; in fondo ci era abituata. Anche Sai, di fianco a Kakashi, sorrideva appena.
E poi, accanto a lui, ci fu un movimento.
Sakura abbassò lo sguardo, e vide un rospo saltellare con
nonchalance in mezzo a loro. Tutti lo fissarono. Era giallo, di un
giallo malaticcio, e lungo il tragitto divorò un moscerino che
volava a un metro d’altezza.
«Uh?» fece Naruto corrugando la fronte. «Ma io questo lo…»
Non finì la frase. Prima che potesse farlo la bocca della
bestiola si aprì di nuovo, e questa volta ne uscì una mano. E poi un braccio, una spalla, una testa coperta di capelli bianchi, e… Jiraya.
«Uff… Per fortuna ho fatto in tempo!» disse sistemando il braccio malato con una piccola smorfia.
“Odio questo suo mezzo di trasporto” pensò Sakura
con un filo di disgusto, mentre il rospo giallo li salutava con un
cenno e se ne andava a balzi.
«Perché siete fuori dal vostro letto?» chiese Kakashi al nuovo arrivato.
Quello tirò fuori un biglietto piegato fino ad essere piccolissimo, e glielo tese con aria grave.
«E’ appena arrivato» si limitò a spiegare, mentre l’altro lo apriva e lo scorreva rapidamente.
Alla fine della lettura si accigliò.
«Come sarebbe a dire?» fece, cupo.
«Cosa?» intervenne Naruto.
«Qua c’è scritto che l’Akatsuki continua a
esistere» rispose Kakashi tendendo nuovamente il biglietto a
Jiraya. «Che sta reclutando nuovi membri»
«Ma non era rimasto solo Itachi?» esclamò Sakura. «Il loro capo non era stato ucciso?»
«Era quello che credevo anche io, quando ho lasciato il suo
cadavere in quel fiume» borbottò Jiraya. «Ma a
quanto pare qualcuno ha preso in mano le redini del
gruppo…»
«Itachi Uchiha?» propose Sai.
«Forse» mormorò Kakashi. «Ma c’è
anche quell’altro ninja, quel Tobi di cui sappiamo poco, che
è rimasto in vita»
«Però l’Hokage ha detto che non era preoccupante…» protestò Sakura.
«Potrebbe essersi sbagliata»
«Beh, e allora?» intervenne Naruto sbuffando. «A noi
non interessa l’Akatsuki in questa missione… noi dobbiamo
riportare indietro Sasuke»
«E Itachi» lo corresse Kakashi. «E se lui sta
combinando qualcosa di strano, potremmo trovarci in guai seri»
Il biondo borbottò qualcosa tra sé, parole che suonavano
molto come “che palle ‘sto Uchiha…”.
L’odio di Naruto per Itachi era noto soltanto a chi lo conosceva
bene. Non era palese come la rivalità tra lui e Sasuke, ma chi
li aveva visti l’uno di fronte all’altro, e chi conosceva
il complicato rapporto che legava lui al minore degli Uchiha, poteva
capire fino a che punto detestasse il maggiore.
Sakura gli lanciò un’occhiata turbata; quella missione si prospettava parecchio difficile per Naruto…
…Almeno lei doveva impegnarsi a non dargli preoccupazioni.
«Beh, io vi ho avvertito» disse Jiraya a quel punto.
«Ora credo che quelle graziose infermiere dell’ospedale mi
stiano cercando…» ghignò felice. «…e
chi sono io per farle attendere?»
«Anche perché se Tsunade ti trova in giro, ti rompe anche
l’altro braccio» insinuò Naruto a bassa voce.
Jiraya lo guardò offeso. «Pensa per te»
mugugnò. «E vedi di mantenere la calma…»
aggiunse più piano.
Tra il maestro e l’allievo passò per un istante uno sguardo indecifrabile.
«Forza, andiamo» sospirò Kakashi. «Abbiamo già perso troppo tempo»
«Hai sentito?» chiese Neji a Rock Lee, mentre camminavano
insieme verso l’Ufficio per lo smistamento delle missioni.
«Sembra che il gruppo di Kakashi sia ripartito a caccia di
Sasuke»
«Davvero? E quando?» ribatté l’altro, stupito.
«Poche ore fa»
«E tu come fai a saperlo di già?»
Lo Hyuga sogghignò. «Ho i miei informatori» disse sibillino.
La verità era che l’Hokage aveva convocato Gai, Asuma e
Kurenai nel suo studio e li aveva avvertiti di tenere pronta la loro
squadra per ogni evenienza, perché da un momento all’altro
avrebbe potuto richiamarli per dare man forte agli altri. Gai aveva poi
informato Neji chiedendogli di parlarne ai suoi compagni di squadra,
prima di partire con l’ennesimo allenamento stupido e annunciare
che avrebbe catturato duecento scoiattoli entro mezzogiorno,
chissà poi perché.
Rock Lee si accigliò. «Che spacconata»
borbottò offeso, mentre imboccavano la strada in cui si trovava
l’Ufficio.
«Ehi!» chiamò dall’ingresso Tenten, facendo un
cenno con la mano. «Avete saputo la novità?»
Per l’ennesima volta Neji si trovò involontariamente a
spiare la reazione di Rock Lee alla sua comparsa, ma la scoprì
assolutamente entro i canoni.
Si vociferava che quei due uscissero insieme. Eppure lui, che era il
loro compagno di squadra, non aveva notato nulla. Anche perché
era personalmente convinto che Rock Lee non avesse dimenticato Sakura,
e che Tenten… beh, sì, che Tenten avesse da anni una
cotta per lui.
«Che novità?» chiese Rock Lee mentre la raggiungevano.
Lei sorrise con l’aria di chi abbia un segreto particolarmente succoso da rivelare: «Shikamaru e Temari»
«E dove starebbe la sorpresa?» ribatté Neji neutro.
«No!» esclamò Rock Lee spalancando gli occhi tondi.
«Shh, è un segreto!» sibilò la kunoichi,
gongolante. «Li ho beccati fuori da un albergo a ore… ma
ci credete? Che squallore»
«E tu cosa ci facevi lì?» chiese Neji.
Tenten arrossì. Per un breve istante.
«Era la strada più breve per tornare a casa» rispose secca, fulminandolo con lo sguardo.
Neji si accigliò leggermente.
La casa di Tenten era dalla parte opposta del villaggio, per quanto ne
sapeva lui. Cosa c’era in linea d’aria oltre il quartiere
riservato agli adulti? Il bosco. E la casa di Jiraya, uno dei ninja
supremi. Che fosse stata lì? Ma perché?
«Ieri sera vi siete divertiti?» svicolò lei, mentre
entravano nell’Ufficio. «Non c’era la festa di
Naruto?»
«Sì» ribatté Rock Lee. «L’unico
problema è che oggi ho un mal di testa lancinante…»
«Il solito scemo» commentò Tenten lanciandogli un’occhiataccia. «Devi smettere di bere»
Lui si strinse nelle spalle, sbadigliando, e lei tese una mano verso il rotolo delle missioni di livello A.
«Oh… scusate, voi siete il gruppo di Gai Maito?» la
fermò uno dei ninja che stavano seduti oltre il banco, un
novellino appena entrato in servizio.
«Sì, perché?»
«Voi non potete andare in missione»
«Che cosa?» scattarono Tenten e Rock Lee.
«Ah, è vero» fece Neji ricordando. «Se dobbiamo stare pronti non possiamo essere in giro»
Per studiare i suoi compagni di squadra aveva dimenticato una cosa tanto importante. Che stupido!
«Pronti per cosa?» chiese Tenten senza capire.
«Come? Niente missioni?» realizzò Rock Lee
demoralizzato. «Beh… allora dovrò allenarmi un
po’»
Neji sbuffò.
Maledizione al maestro Gai… ultimamente gli lasciava in mano le cose un po’ troppo spesso.
* * *
* ȣ * * *
*
Spazio autore
Allora!
Grazie mille a tutti voi che avete recensito!
Mi riferisco in particolare a (in ordine cronologico):
Mala_Mela (ormai stabile lettrice, direi)
GgPoulain (grazie per i consigli e gli incoraggiamenti!)
Tsuyuko
Rina (eheh... altra pietra miliare!)
Julia83 (grazie per il commento analitico, amo questo genere di cose! XD)
Kaho_chan (tutti i tuoi commenti sono un piacere per i miei poveri occhi! XD Davvero, mi spronano un sacco!
E grazie per le dritte su come rispondere!)
meichan (wow, il commento sull'IC è uno dei più belli che mi abbiano mai fatto!)
Lolly
Kairi84 (devo forse dire qualcosa? XD)
Felicia91 (wow, sei addirittura andata a cercare il seguito? Grazie!)
Solarial (mi sono imbattuta per caso in altre tue recensioni, e quando ho scoperto che leggevi anche questa fic
mi sono sentita decisamente onorata! E' un onore avere come lettrice una persona come te!
O almeno... come immagino che tu possa essere a giudicare dalle tue recensioni: puntuale, cortese, analitica.
Grazie davvero!)
Ora vorrei dire due parole sulla storia:
come avete detto in molti, mi muovo su un terreno difficile...
confesso di sapere già come andranno a finire le cose
(e i lettori di vecchia data sanno perché),
ma tuttavia ci sono alcune parti centrali che devo ancora sistemare!
Quindi non so esattamente come evolverà la vicenda... spero solo che continuerete a seguire la fan
anche quando le coppie (o gli avvenimenti) non saranno di vostro gusto!
Per chi non mi conosce, lascio detto solo questo:
basta un istante per cambiare ogni cosa...
Post Scriptum:
questi capitoli annoiano anche me... ma devo arrivare in qualche modo al sesto, in cui succede finalmente qualcosa!
XD
Aya
|
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Capitolo 5 *** Pioggia ***
Naruto-5
Capitolo quinto
Pioggia
«Mh. Piove» commentò
Sai imperturbabile, sotto il diluvio peggiore che Naruto e Sakura
avessero mai visto. «Ecco perché si chiama villaggio
della Pioggia»
«Non siamo ancora in quello
stramaledetto villaggio!» scattò Sakura, con i nervi a
fior di pelle.
«Non siamo nemmeno nel paese
della Pioggia, se è per questo» puntualizzò
Kakashi scrutando il sentiero fangoso che si snodava davanti a loro.
Mano a mano che si erano allontanati
dal centro del Paese del Fuoco, diretti verso il confine che aveva
visto tanti combattimenti, villaggi e infrastrutture si erano fatti
fatiscenti, antiquati... il cielo si era coperto, l’aria era
diventata fredda, e le persone li avevano guardati con diffidenza.
Ora si trovavano a meno di duecento
metri dal sorvegliatissimo confine, nascosti tra le fronde del
sottobosco, inzuppati e infreddoliti. E le condizioni dei capelli di
Sakura la rendevano infinitamente irritabile.
Da lì in poi le cose si
sarebbero fatte complicate...
Prima di tutto infilarono i coprifronte
in tasca: nella remota e per nulla augurabile ipotesi che li avessero
visti, almeno non avrebbero scatenato l’ennesimo bisticcio
diplomatico. Il secondo passo fu stabilire il piano d’azione; la
via principale era da escludersi: tra guardie e trappole era
impossibile passare inosservati.
Tuttavia il tecnologicissimo paese
della Pioggia aveva una grandissima debolezza, che era poi una comune
debolezza dell’uomo: trasferiva sugli altri i propri paradigmi di
pensiero. Il che lo portava a credere che ogni tentativo di
intrusione si sarebbe svolto davanti all’ingresso principale, nel
coraggioso tentativo di superare le guardie in astuzia e abilità.
Chi si sarebbe mai degradato al punto
da sgattaiolare tra cespugli e rovi, e infiltrarsi nel paese coperto
di fango dopo essere passato dalla strada sul retro? Nessuno.
Ovviamente.
Ovviamente no.
In quel tardo
pomeriggio di fine primavera, sotto una pioggerella fine e fredda,
quattro ninja silenziosi si muovevano tra i rovi e nel fango,
strisciando ventre a terra con le narici intrise dell’odore denso
del muschio.
Non un rumore
turbava l’umida quiete del bosco, e a pochi passi da Kakashi, il
primo del gruppo, i cespugli si interrompevano bruscamente davanti a
un tratto di terreno diboscato e spoglio. In lontananza si
intravedeva un villaggio grigio.
Quello era il
tratto più difficile e scoperto. Avrebbero dovuto muoversi con
estrema cautela per non correre alcun rischio, almeno fino ad
arrivare all’abitato.
Kakashi fece un
cenno per ordinare alla sua squadra di seguirlo. Strisciò
avanti, e la pioggia prese a cadere su di lui ticchettando piano.
Naruto lo seguì a ruota, e dietro a lui Sakura e poi Sai.
Procedettero in silenzio, arrancando nel fango, lo sharingan di
Kakashi scoperto e pronto all’azione, e impiegarono quasi un quarto
d’ora di tensione prima di raggiungere sani e salvi la barriera di
un caseggiato fatiscente, il cui portone arrugginito era socchiuso.
Scivolarono
rapidamente all’interno, nella fredda oscurità del
capannone, e una volta lì tirarono fuori dallo zaino i vestiti
da mercanti della Pioggia che avevano preparato prima di partire.
Solo quando furono avvolti da pesanti mantelli malmessi e si furono
calati sopra gli occhi cappelli dalla tesa larga, uscirono allo
scoperto.
«E’ tardi»
mormorò Kakashi scrutando il cielo grigio. «Per questa
notte ci fermeremo qui. Domattina riprenderemo il viaggio»
Scoprirono che c’era un solo albergo
nel paese, e puzzava di muffa – ma lì ogni cosa aveva
quell’odore. La vecchia che lo gestiva li squadrò tutti
almeno cinque volte, e alla fine accettò il loro denaro e
borbottò qualcosa contro Sakura, colpevole di viaggiare sola
insieme a tanti uomini. Naruto dovette trattenerla prima che
distruggesse il pianterreno.
Presero una grande camera al primo
piano, ampia abbastanza per tutti, e misero a terra le loro coperte
dividendosi nei vari angoli della stanza.
«Domattina all’alba vi voglio
pronti» disse Kakashi mentre mangiavano, seduti a gambe
incrociate uno davanti all’altro. Ormai non era nemmeno più
necessario dirlo, ma era un rituale che a tutti faceva piacere
seguire.
Finirono la loro magra cena e si
infilarono sotto le coperte, spegnendo la luce.
Nel silenzio della notte, il rumore
delle gocce che cadevano sul tetto diventò ben presto una
monotona ninnananna.
Naruto, sotto le coperte, si trovò
sveglio e ansioso.
L’indomani sarebbero entrati nel
Villaggio della Pioggia.
Dove c’era Itachi.
E, presumibilmente, anche Sasuke.
Non doveva preoccuparsi.
Sarebbe stato felice.
Sarebbe stato Hokage.
Anche dopo il ritorno di Sasuke.
Se lo ripeté mille e mille
volte, invece di contare le pecore.
Poi, all’improvviso, sentì una
coperta frusciare. Dei passi leggeri, quasi impercettibili, che si
avvicinavano a lui. Un corpo caldo che si stendeva contro la sua
schiena. Le braccia di Sakura attorno alla sua vita.
«Non riesci a dormire?» le
sussurrò, più piano possibile.
«E’ la pioggia…»
bisbigliò lei, mentendo.
E lui lo sapeva. Lo sentiva dalla sua
voce.
«Ah» si limitò a
dire, sovrapponendo le sue mani grandi a quelle piccole di lei.
Se Sai e Kakashi si erano accorti di
qualcosa, ebbero il buon gusto di fingersi addormentati.
La mattina dopo pioveva ancora.
Parlando con la vecchia proprietaria
della locanda, che a quanto pare lo aveva preso in simpatia, Kakashi
scoprì che lì era sempre così. I giorni di sole
in un anno si contavano sulle dita di una sola mano, ed erano
considerati quasi miracoli.
«Perché non capitano a
noi?» sospirò Sakura, ferma sulla soglia dell’atrio.
Guardò sconsolata la pioggia che
scrosciava, e pensò ai suoi poveri capelli.
«Sakura, muoviti!» la
chiamò Naruto, già avanti con gli altri
Lei esitò. E poi sentì
l’occhiata penetrante della vecchia nella schiena.
Si affrettò a raggiungerli.
Uscirono dal villaggio senza più
essere squadrati in maniera strana, e si trovarono ad attraversare
una campagna desolata in cui il fango si stendeva a perdita d’occhio.
Di tanto in tanto si imbattevano nei resti di un villaggio distrutto
da qualche guerra, ma per la maggior parte del tempo furono
completamente soli.
Finché non raggiunsero un paese
nettamente più evoluto del primo che avevano incontrato.
«Siamo vicini al villaggio della
Pioggia» spiegò Kakashi mentre si avvicinavano. «Qui
troveremo qualcuno che ci aiuterà a entrare»
«L’eremita porcello usa i
rospi» obiettò Naruto. «Perché non possiamo
farlo anche noi?»
Per un terribile istante Kakashi e
Sakura ebbero la disgustosa visione di loro che uscivano dalla bocca
di Pak.
«Perché no» si
affrettò a dire Kakashi.
«Oh...» fece Naruto deluso.
Ogni secondo che perdevano era un
secondo in più dal suo incontro con Sasuke... ma non era lui
il capogruppo. Non poteva fare nulla.
Entrarono nel paese senza essere
notati, e camminando per le strade scoprirono che in quel luogo la
gente era molta di più e, almeno a una prima occhiata, in
condizioni economiche nettamente migliori.
Kakashi li guidò attraverso un
dedalo di stradine, affiancate ora da alti palazzi tecnologici, ora
da baracche di legno malridotte, fino a un locale che, secondo
l’insegna, vendeva ramen. Solo al vederlo lo stomaco di Naruto
brontolò.
«Ci fermiamo a mangiare?»
chiese, allo stesso tempo speranzoso e incredulo.
«No» rispose Kakashi,
demolendo i suoi sogni. «Qui troveremo chi ci aiuterà a
penetrare nel villaggio della Pioggia. Seguitemi»
Entrarono nell’edificio di legno
gonfio, dal soffitto basso, e si trovarono in un ambiente dimesso ma
tutto sommato pulito. Kakashi si avvicinò al banco, scambiò
poche parole con l’uomo che cucinava, e quello annuì
brevemente e fece cenno a tutti di seguirlo nel retro.
Obbedirono, e raggiunsero una stanzetta
spoglia in cui stava un vecchio curvo, seduto a fumare la pipa in un
angolo. Disegnava ideogrammi su un foglio umido.
«Hn?» fece, quando li vide.
«Siete voi che procurate una via
d’accesso al villaggio della Pioggia?» domandò
Kakashi.
Il vecchio strinse gli occhi e lo
studiò. Poi si esibì in un ghigno sdentato.
«Giusto, figliolo» disse
con voce roca, levandosi la pipa di bocca. «Deve essersi
diffusa la notizia, eh?» rise, di una risata asmatica che
culminò con un accesso di tosse. «Neanche due giorni fa
ho aiutato a passare quattro ragazzi suppergiù come voi. Tipi
strani, davvero… tipi strani»
Sorrise.
Ma Kakashi e gli altri non riuscirono a
ricambiare.
Quattro ragazzi.
Sasuke e i suoi tre compagni.
Dunque erano già nel villaggio
della Pioggia.
«Che bel posto» commentò
Suigetsu con un ghigno, mentre l’acqua che scendeva dal cielo
scorreva sui suoi capelli.
I tre avanti a lui, con il cappuccio
ben fermo sulla testa, lo ignorarono. Ad eccezione di Karin.
«Muoviti, brutto stupido!»
lo richiamò, astiosa. «Non perdere tempo a fare
l’anfibio!»
I suoi occhiali erano bagnati. Il che
la disturbava parecchio.
«See, see… zitella»
masticò il ninja tra i denti.
«Che cosa?» scattò
la kunoichi, sul piede di battaglia.
«Piantatela» li raggiunse
una terza voce, bassa e fredda.
Sotto il suo cappuccio, Sasuke Uchiha
era insolitamente cupo.
Sapeva con certezza che Itachi era lì.
Lo sentiva.
E non era dell’umore giusto per
tollerare i litigi di Karin e Suigetsu.
Juugo, l’ultimo del gruppo, si
guardava attorno in silenzio.
«…Qui gli uccelli non volano»
commentò dopo qualche attimo, scrutando il cielo plumbeo tra
gli alti palazzi che si stendevano davanti a loro.
«Andiamo» ordinò
Sasuke, incamminandosi. «Abbiamo un lavoro da portare a
termine»
«Ma certo» Suigetsu ghignò.
«A proposito, pensi che ci raggiungeranno anche quei
simpaticoni dei tuoi amichetti della Foglia?»
L’occhiata gelida lo colse
impreparato.
«Eheh… scherzavo»
ritrattò, il sudore sulla sua fronte che si confondeva con la
pioggia.
La verità era che aveva un conto
in sospeso con uno dei quattro che seguivano Sasuke.
E, anche se il leader del Serpente non
sembrava ansioso di incontrare di nuovo il suo passato, lui invece
fremeva dalla voglia...
Era già trascorso un anno dal
loro incontro.
Era successo un anno dopo che Sasuke
aveva arruolato lui, Karin e Juugo, ovvero a metà della loro
nuova vita.
In quel periodo erano sulle tracce
di Itachi Uchiha, ed erano straordinariamente vicini… Poi erano
comparsi quei quattro ninja della Foglia, che a quanto pare
conoscevano Sasuke. E avevano mandato in fumo il loro inseguimento,
mettendo in fuga Itachi.
A Sasuke non era affatto piaciuto.
Ahh, se ci pensava poteva ancora
sentire il piacere di quello scontro… il morbido affondare della
sua lama, un tempo appartenuta a Zabuza, nella carne bianca di quel
ragazzo tanto impassibile. Anche nel dolore aveva fatto una smorfia
contenuta e misera.
Quanto desiderava vedere il suo
volto straziato…
«Ti sei fermato di nuovo!»
lo accusò Karin, e Suigetsu si accorse che gli altri erano più
avanti lungo la strada.
«E’ che sono particolarmente di
buon umore» si scusò allungando il passo. «Questo
clima è davvero fantastico»
Alzò il viso verso il cielo, la
bocca costellata di denti aguzzi aperta per ricevere le gocce fredde.
Sulla fronte di Karin si gonfiò
una vena.
«Questo clima è una
schifezza» lo contraddisse. «I miei capelli sono orribili
con questa pioggia»
«Quelli sono sempre orribili »
mugugnò lui a mezze labbra.
«Buona fortuna, qualunque cosa
dobbiate fare» augurò il vecchio, davanti al tratto di
confine che aveva indicato ai ragazzi per introdursi nel villaggio.
Lì non c’erano mezzi di rilevazione né guardie, e il
semplice recinto metallico che delimitava il territorio era stato
tagliato con un paio di cesoie. Dal momento che era nascosto in un
tratto coperto di umida foresta, nessuno si era dato la pena di
controllarlo.
«Per curiosità…»
disse Kakashi vago, mentre gli allungava il denaro. «I ragazzi
che avete aiutato prima di noi… quando vi hanno contattato?»
«Mh… un paio di giorni fa»
rispose il vecchio dopo una breve riflessione. «Anzi no, ieri.
Sembrava che avessero fretta… Li ho fatti passare da qui, come voi»
«…Grazie» sorrise il
capogruppo, sotto la maschera.
«Ma vi pare? In gamba, figlioli!»
Con un cenno del cappello a tesa larga
che lo riparava dalla pioggia, l’uomo diede loro le spalle e si
allontanò lungo il sentiero quasi invisibile che lo avrebbe
riportato al suo villaggio.
Kakashi guardò Naruto.
«Ora che siamo praticamente
arrivati, credo non sia più possibile rimandare una
spiegazione circa i tuoi ultimi “allenamenti”…» disse
grave. «Dobbiamo sapere esattamente quali armi abbiamo in mano»
Il biondo si accigliò,
distogliendo lo sguardo, mentre Sakura cercava invano di incontrare i
suoi occhi.
Non avrebbe voluto parlarne,
onestamente.
Aveva evitato il discorso più
che poteva, ma… ora doveva farlo. Lo diceva anche Kakashi, dovevano
sapere esattamente cosa aveva a disposizione.
Inspirò a fondo.
Cosa avrebbero pensato di lui dopo
ciò che stava per dire?
«…Posso controllare la volpe»
mormorò piano, ad occhi bassi.
Silenzio.
«Questo… lo sapevi fare anche
prima» disse Sakura esitante. «Persino adesso lo stai
facendo. La stai controllando»
Ma lui scosse la testa.
«No… di solito mi limito a
trattenere completamente il suo chakra. Ma ora sono in grado di
usarlo. Tutto» deglutì. «E’… una specie
di evocazione…»
«Aspetta un attimo» lo
interruppe Sakura, spalancando lentamente gli occhi. «Stai
dicendo… che liberi consapevolmente quel mostro?»
Lui le lanciò un’occhiata
ansiosa. «Posso gestirla» assicurò. «Mi sono
allenato con Jiraya, ora è perfettamente sotto controllo…»
«Stiamo parlando della volpe a
nove code!» esclamò lei, turbata. «E’… un
demone! Ha distrutto il villaggio chissà quante volte! E’…
malvagia!»
Ricordava ancora la volta in cui
Naruto, con sole quattro code libere, l’aveva ferita.
Pensare che ne tirasse fuori,
consapevolmente, nove…
«Posso controllarla!»
ripeté Naruto con insistenza. «Te lo giuro. Ho fatto
un’infinità di prove, ed è praticamente mia!»
Lo rendeva ansioso sentirla così
inquieta. E quel “malvagia” uscito dalle sue labbra, così…
duro… e… disgustato… lo aveva ferito.
Era esattamente ciò che aveva
temuto.
Perché in parte lui era
Kyuubi.
«Ne sei certo?» intervenne
Kakashi prima che Sakura ribattesse. «Sei assolutamente certo
di riuscire a controllare il suo potere, in ogni situazione?»
Naruto esitò.
«Anche quando sei arrabbiato?»
aggiunse Kakashi, impassibile.
Naruto strinse i pugni.
L’avvertimento di Jiraya prima di
partire per la missione risuonò nelle sue orecchie: “e
vedi di mantenere la calma...”
Quando si arrabbiava, aveva scoperto,
la sua volontà tendeva a… coincidere con quella della volpe.
Non è che ne perdesse proprio il controllo… più che
altro si uniformava al suo pensiero.
Ma, di fatto, la lasciava libera di
fare ciò che voleva.
«Sì» mentì,
con più intensità di quanto avrebbe voluto. «Anche
quando sono arrabbiato»
Doveva guadagnare la loro fiducia.
Non poteva permettersi di essere
squadrato con sospetto.
Sostenne lo sguardo di Kakashi per
tutto il tempo che fu necessario.
Alla fine il jonin chiuse gli occhi e
annuì.
«Va bene. Allora andiamo…»
disse. «La nostra priorità è trovare Sasuke, ora.
Prima che incontri Itachi… La volpe potrà anche essere una
creatura malvagia, ma se Naruto dice di riuscire a controllarla, il
suo potere ci sarà indubbiamente utile»
Si incamminarono in un clima
insolitamente pesante, e, dopo aver scavalcato i resti del recinto,
avanzarono nel sottobosco coperto di ostacoli.
Sakura non staccò gli occhi da
Naruto una sola volta.
Fin da bambino si era lamentato di
quella presenza estranea nel suo corpo. Anche quando non sapeva cosa
fosse, malediceva quel qualcosa che lo rendeva diverso… e lo
odiava. Poi, crescendo, aveva imparato a fare a meno della sua forza.
Si era rifiutato di farsi controllare, l’aveva respinta in un
angolo della sua coscienza, si era sforzato di dividersi da lei, di
diventare un’entità indipendente. Aveva voluto recidere ogni
legame con il mostro che lo divorava dall’interno.
E ora…
…L’aveva accolta.
Domata, sottomessa, forse asservita…
ma l’aveva accettata.
Solo lei vedeva il pericolo insito in
quell’avvenimento?
Solo lei vedeva che lui… era
cambiato?
Solo lei si preoccupava?
«Sakura, muoviti!» la
chiamò Naruto, oltre un leggero dislivello e lei si accorse di
essersi fermata.
«Sì… arrivo!»
rispose, riprendendo il passo.
Bene.
Se nessuno se ne accorgeva… ci
avrebbe pensato lei a tenerlo d’occhio.
E a intervenire al momento giusto,
prima che…
…Prima che lui e Kyuubi diventassero
una cosa sola.
Su di loro, tra le foglie, la pioggia
cadeva uniforme.
E, nello stesso momento, bagnava anche
il Serpente e Itachi Uchiha…
* * *
* ȣ * * *
*
Spazio autore
E rieccomi di nuovo qui ad aggiornare!
Finalmente in questo capitolo fa la sua comparsa Sasuke!
Per tutti coloro che attendono con ansia Itachi,
pazientate, pazientate...
Al prossimo aggiornamento i vostri desideri saranno esauditi!
Ringrazio ancora una volta chi legge e recensisce;
dal prossimo capitolo inizieranno i veri casini,
non perdeteli!
XD
Aya
|
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Capitolo 6 *** Split up ***
Naruto-6
Capitolo sesto
Split up
Il Paese della Pioggia era
tecnologicamente più evoluto delle altre Grandi Terre.
Gli alti palazzi che si ergevano verso
il cielo già dimostravano un grado tecnologico enormemente
avanzato, rispetto a, per fare un esempio, il Paese del Vento: da una
parte c’erano grattacieli grigi e cavi che correvano attraverso il
cielo, dall’altra case di roccia squadrata, perennemente spazzate
dalle tempeste di sabbia.
Il Paese della Pioggia era sempre stato
terra di contese e guerre. Probabilmente la necessità di
ricostruire ogni pochi anni aveva spinto i suoi abitanti a progredire
nel campo della scienza e della tecnica, fino a raggiungere nuovi
straordinari livelli.
Da quel punto di vista, non era affatto
strano che l’accesso al Paese fosse assolutamente ristretto, e
sottoposto a rigidissimi controlli.
Tuttavia la tendenza ad attribuire agli
altri le proprie caratteristiche è tipica dell’animo umano,
e laddove gli ingressi al Paese erano sorvegliati fino all’ultimo
centimetro, le zone in cui la natura si sviluppava incontrastata
erano lasciate pressoché al loro destino. Tratti boschivi,
grotte sotterranee, pareti scoscese... non interessavano alle
guardie. Non quanto i canali delle fogne, almeno.
Ma quella volta una semplice debolezza
si sarebbe rivelata un’imprudenza fatale.
Perché non solo il Paese aveva
già involontariamente accolto un elemento di potenziale
instabilità nella figura dell’Akatsuki… ma aveva anche
permesso all’unica cosa in grado di innescare la miccia di fare il
suo ingresso indisturbata.
E quella cosa si incarnava in due
gruppi di quattro persone: il Serpente e il Team Kakashi.
Attualmente erano entrambi nel
Villaggio della Pioggia, il sorvegliatissimo villaggio ninja del
Paese, a pochi metri di distanza ma ignari l’uno della presenza
dell’altro.
Era stato facile entrare nel villaggio,
nettamente più semplice che penetrare nel Paese.
Innanzitutto non avevano dovuto cercare
tramiti né attraversare distese di rovi, e in secondo luogo
avevano trovato nelle grotte sotterranee della foresta un varco
inaspettato. Probabilmente un tempo quei sotterranei erano serviti
come rifugio e via di fuga, ma con gli anni e le generazioni i ninja
della Pioggia li avevano imprudentemente dimenticati.
Il che avrebbe finito per rappresentare
un enorme pericolo.
Kakashi e il suo gruppo camminavano per
le strade del villaggio travestiti da mercanti della Pioggia. I ninja
del Paese erano tanto sicuri del proprio sistema di sicurezza che
quasi sicuramente non avrebbero effettuato controlli, quindi erano
relativamente tranquilli.
Come il resto del territorio, anche il
villaggio mostrava da subito i segni della tecnologia: il palazzo del
capo-villaggio, per fare un esempio, era quanto di più
modernamente squallido ci fosse; un edificio squadrato, grigio,
coperto di vetrate. Anche le guardie sembravano grigie come il
villaggio e il cielo. A loro discolpa si poteva dire che la pioggia
perenne non invoglia al buonumore.
I ninja della Foglia camminarono in
silenzio fino a imbattersi in una locanda frusta che dava sulla
strada principale; l’insegna recitava “Il temporale”, e
nel momento in cui i ninja di Konoha la lessero un tuono rombò
cupo.
«Decisamente azzeccato…»
mormorò Sakura mentre entravano nell’edificio di cemento
che, inutile a dirsi, era di un grigio spento.
All’interno una lampadina fredda
illuminava un atrio sterile, e l’uomo al di là del bancone
leggeva il giornale con aria distratta. Quando li vide arrivare alzò
lo sguardo annoiato.
«Una quadrupla?» chiese
laconico, ricavando dagli abiti la loro disponibilità
economica.
Kakashi scostò appena la tesa
del cappello largo, mostrando soltanto l’occhio destro, e, il resto
del viso avvolto in una sciarpa blu, assolutamente irriconoscibile,
ringraziò e tirò fuori delle banconote usurate.
Le pareti della loro stanza erano
troppo sottili per mettere loro di parlare a volume più alto
di un bisbiglio, così dovettero sedersi sul pavimento non
troppo pulito e preparare un piano d’azione sussurrando.
Con una cartina stesa tra loro, Kakashi
indicava diversi punti del villaggio.
«Il grande Jiraya ha incontrato
Itachi Uchiha qui» mormorò indicando un vicolo ad ovest
del paese. «E ha sconfitto Pain dell’Akatsuki qui» fece
scivolare il dito fino a una zona in periferia, nei pressi di un
corso d’acqua. «Muovendoci attraverso il villaggio ho captato
i discorsi dei ninja: sembra che Pain fosse una sorta di colonna
portante del Paese, e tutti sono molto preoccupati per la sua
scomparsa… il che mi porta a ipotizzare che la notizia della sua
morte non si sia ancora diffusa. Non so se il suo cadavere sia stato
ritrovato o meno, ma se così fosse qualcuno ha ritenuto
opportuno non divulgare la notizia. Per quanto riguarda noi, ci
troviamo qui» additò la strada principale, e un edificio
uguale a tanti altri. «Siamo all’incirca nel centro del
villaggio, e anche se forse non è una posizione molto sicura,
ci permetterà di avere un controllo maggiore su quello che
succede nell’intero paese. Ho già liberato i cani ninja per
le strade, tra qualche ora torneranno a riferire. Questa pioggia li
disturberà parecchio, ma potremmo anche essere fortunati e
scoprire che hanno trovato tracce di Sasuke o Itachi»
«Qual è la base
dell’Akatsuki?» chiese Sai.
«Questa» Kakashi indicò
un grande edificio camuffato tra alti grattacieli. «Ma ora
dovrebbe essere deserta…»
«L’Akatsuki non stava
rinascendo?» lo interruppe Sakura.
«Sì, ma non credo che si
riuniscano ancora nello stesso posto. Sarebbe un’imprudenza troppo
grave da parte loro»
«Però… se a ricostituire
il gruppo è quel ninja “poco preoccupante” di cui ci ha
parlato Tsunade…» ipotizzò Naruto. «Potrebbe
aver commesso un errore del genere»
«Dubito che un membro
dell’Akatsuki sia stupido, per quanto inferiore agli altri»
obiettò Kakashi. «Ma è anche vero che questo Tobi
avrebbe potuto fare lo stesso nostro ragionamento, e tornare in quel
palazzo credendo che noi lo scartassimo… Quindi domani andremo a
controllarlo, per sicurezza. Sempre se i miei cani non portano
notizie interessanti»
Sakura, Sai e Naruto annuirono.
«Non sappiamo cosa ha in mente
esattamente Itachi?» chiese poi il biondo. «Ha detto che
voleva fare una cosa… ma cosa?»
«Il grande Jiraya non lo sapeva.
Ma comunque non ci interessa, perché il nostro obiettivo è
catturarlo non appena lo vediamo, indipendentemente da ciò che
sta facendo. Anche se stesse sviluppando una nuova strabiliante
tecnica, non gli lasceremmo il tempo di completarla»
«Maestro Kakashi… posso
chiederti una cosa?» domandò Naruto, piatto. «Smetti
di chiamare l’eremita porcello “il grande Jiraya”: mi fai
venire i brividi…»
Per ora erano solo in tre.
Tobi, Itachi Uchiha e l’ultimo
acquisto dell’Akatsuki, un ninja della Pioggia a capo coperto,
piuttosto cupo e taciturno.
Si erano radunati in quella stanza buia
per la prima volta da quando Pain e Konan erano stati sconfitti, e
Tobi giocherellava allegro con i sei anelli dell’Akatsuki che ora
gli ornavano le dita.
Itachi e l’altro ninja lo ignoravano.
«Chi stiamo aspettando?»
chiese a un tratto quest’ultimo, rivelando una voce bassa e
gutturale. Nella penombra i tratti del suo viso non erano
distinguibili.
Itachi spostò lentamente gli
occhi su Tobi.
Lui fece saltare un anello in aria e lo
riprese al volo.
«Cosa?» disse accorgendosi
all’improvviso dell’insolita attenzione a lui riservata. «Ah
sì! Chi aspettiamo?»
«Sei stato tu a dire di
radunarci!» ringhiò il ninja aggressivo.
«Io? Ah, è vero! Su,
Kamaro, non essere così spigoloso! Sta per arrivare»
«Chi?» ripeté
l’altro, sempre più irritato. Era onorato di essere entrato
nell’Akatsuki, ma quello stupido ragazzino proprio non lo reggeva.
Come poteva un idiota simile essere nel gruppo?
«Io»
Tutti posarono gli occhi – nel caso
di Tobi qualunque cosa ci fosse dietro la maschera – sull’ingresso
della stanza, nell’angolo più buio.
Un’ombra era comparsa all’improvviso,
perfettamente silenziosa, e aveva parlato con voce neutra.
«Oh» fece Tobi. «Eccolo»
Itachi non commentò. Kamaro
assottigliò gli occhi.
«Fatti avanti» ordinò
secco. «Chi sei?»
«…Per oggi passi…»
mormorò la figura camminando verso di loro, e rendendosi mano
a mano più visibile. «Ma la prossima volta che ti
rivolgerai a me con parole irrispettose…» ormai era nella
penombra leggera, e la sua sagoma era ben delineata. «…Ti
ucciderò»
Non aveva alzato la voce.
Non ne aveva neanche avuto bisogno.
Perché Kamaro aveva riconosciuto
all’istante quelle iridi a cerchi concentrici, il rin’negan di
cui pochi intendevano la natura, e in un secondo momento anche
l’anello al suo indice.
Tutti li avrebbero riconosciuti.
Pain era ancora vivo.
Ci fu un istante di silenzio nella
stanza.
«Credevo foste morto»
mormorò poi Kamaro, passando istantaneamente al voi. «Per
mano di Jiraya della Foglia»
«Eppure sono qui» ribatté
Pain con indifferenza. «Evidentemente qualcuno ha diffuso una
notizia falsa»
A quel punto guardò Itachi. «Non
sembri sorpreso di rivedermi» gli disse.
«Dovrei?» ribatté
l’Uchiha, impassibile. «La pioggia cade ancora»
Pain si limitò a guardarlo senza
ribattere, e posò gli occhi su Tobi per ultimo.
Si fissarono un istante, poi il ninja
mascherato sollevò un pollice nella sua direzione – un
pollice su cui brillava un anello dell’Akatsuki.
«Tobi è un bravo ragazzo!»
affermò orgoglioso. «Li ho portati tutti qui!»
«Hai fatto un buon lavoro»
gli concesse Pain.
Lui sembrò profondamente onorato
dal complimento.
Il capo formale dell’Akatsuki fece
girare lo sguardo su tutti i suoi vecchi e nuovi sottoposti, e prese
fiato per iniziare il discorso che si era proposto; un discorso che
iniziava con:
«Il nostro obiettivo non è
cambiato: la nove code deve ancora essere catturata»
I cani tornarono senza notizie utili.
Se anche Sasuke era passato per il
villaggio, la pioggia aveva cancellato ogni sua traccia.
«Me lo aspettavo» confessò
Kakashi senza troppa sorpresa. «Questo Paese è pessimo
per chi segue il fiuto. Domani ricominceremo a cercare»
annunciò prima di andare a dormire.
E il mattino dopo mantenne la promessa,
svegliandoli all’alba con loro somma gioia.
«Ci divideremo, e ognuno
perlustrerà una zona del villaggio insieme a uno dei cani. Io
andrò ad ovest, nella zona in cui Jiraya ha incontrato Itachi,
Naruto andrà a sud, Sai ad est e Sakura a nord. Voglio che Pak
segua Naruto, e a voi due darò altri cani»
«Perché Pak?» scattò
Naruto, corrucciato.
Non si fidavano di lui?
Kakashi inarcò le sopracciglia.
«Perché a sud c’è il vecchio quartier generale
dell’Akatsuki, che tu dovrai controllare. Non volevo correre
rischi, ma se ti disturba…»
Naruto arrossì, rendendosi conto
della propria totale idiozia.
«No, va bene…» borbottò
rapido, abbassando lo sguardo.
Sakura gli lanciò un’occhiata
veloce.
«Okay, andiamo» ordinò
Kakashi, indossando i suoi abiti da squallido mercante.
Gli altri lo imitarono, e insieme
uscirono dalla locanda come comuni commercianti squattrinati in cerca
dell’affare d’oro. Camminarono per qualche minuto, fino a
raggiungere la piazza del villaggio, davanti al palazzo del capo. Lì,
sotto la pioggia, una fontana zampillava tristemente, e dai quattro
lati dello spiazzo partivano altrettante strade che dividevano il
paese nello stesso numero di zone. A Kakashi bastò un cenno
impercettibile perché i ragazzi capissero dove dovevano
andare, e le guardie davanti al palazzo del capo-villaggio non si disturbarono
a controllare gli uomini cenciosi che camminavano lenti per il
piazzale.
Senza movimenti bruschi Kakashi
condusse il gruppo in una stradina secondaria, un vicolo umido e
deserto in cui la luce scarseggiava. Lì evocò quattro
cani, tra cui Pak, e li affidò a ciascuno di loro.
«Niente colpi di testa»
raccomandò prima che si dividessero. «Se trovate una
traccia limitatevi ad avvisare. Non c’è alcun bisogno di
fare gli eroi… o di lasciarsi prendere dall’emozione» fissò
intensamente Naruto. «Sono stato chiaro?»
Lui annuì, serio.
Niente colpi di testa.
Solo raccolta informazioni.
Certo che aveva capito. Non era uno
stupido.
«Allora andate»
Partirono tutti simultaneamente.
«Andate»
Pain li congedò nella sua
caratteristica maniera fredda e un po’ brusca, voltando loro le
spalle.
Tobi, Itachi e Kamaro rimasero fermi
mentre lui usciva dalla stanza in penombra, e poi ancora quando
furono soli.
Il primo a parlare fu il ninja della
Pioggia.
«Io cercherò nuove reclute
nel paese del Fuoco» annunciò con la sua voce
leggermente roca. «Non intralciatemi»
«E dire che sono il tuo nuovo
compagno di squadra!» piagnucolò Tobi.
Kamaro lo fulminò con lo
sguardo. «Se dipendesse da me saresti solo una pozza di sangue»
ringhiò quasi. «Ma se devi proprio seguirmi, vedi di non
farti notare»
«Che paura!» si lamentò
lui, terrorizzato. «Ma prima di partire mangiamo qualcosa?»
aggiunse subito, allegro come una berta.
Kamaro digrignò i denti. Sarebbe
stato un incubo, se lo sentiva. Lanciò uno sguardo invidioso a
Itachi, che sembrava immerso in qualche profonda riflessione, e
richiamò la sua attenzione. «Sei fortunato» gli
disse risentito. «Tu ora sei in coppia con Pain»
L’Uchiha lo degnò a malapena
di un’occhiata. Sistemò con noncuranza il colletto della
divisa dell’Akatsuki e poi si avviò alla porta.
«Tsk» fece Kamaro
indispettito. Non lo rispettavano abbastanza, lì dentro…
avrebbe dovuto mostrare in fretta di che pasta era fatto. «Muoviti»
abbaiò a Tobi, e si dissolse in un breve mulinello d’aria e
polvere.
«Come?» esclamò Tobi
deluso. «Allora non si mangia? Accidenti…» e, con un
sospiro desolato, scomparve come il compagno.
Itachi, prima di uscire dalla porta,
gettò uno sguardo indietro da sopra la spalla.
E i suoi occhi, all’improvviso
scarlatti, si ridussero a cupe fessure rosseggianti.
Naruto e Pak camminavano silenziosi
sotto la pioggia scrosciante, il cane naso a terra. A un tratto si
fermò e scrollò il pelo bagnato, mugugnando qualcosa
sulla bandana che gli avevano tolto e che invece lo avrebbe riparato
tanto bene.
«Zitto» gli sussurrò
Naruto. «Ora sei un cane normale»
«E’ un insulto, ragazzino»
ribatté Pak offeso. «Al prossimo ti azzanno la caviglia»
«Sei qua per lavorare, non puoi
farlo a bocca chiusa?» ribatté il ninja indispettito.
Il cane abbaiò minaccioso, e un
paio di persone si voltarono nella sua direzione.
Naruto si affrettò ad allungare
il passo, svoltando in una via stretta tra due alti palazzi. Una
volta al sicuro da sguardi indiscreti si lasciò andare a una
ramanzina discretamente farcita di insulti, che Pak accolse
leccandosi il didietro con noncuranza. Alla fine gli rivolse
un’occhiata annoiata, con quei suoi grandi occhi acquosi.
«Hai finito?» chiese
sbadigliando.
Naruto aveva una gran voglia di
portarlo a un ristorante cinese.
«Mentre tu blateravi cose senza
senso» proseguì il cane mettendosi ad annusare in giro
«io ho avvertito una traccia. Se non ti disturba seguirmi,
credo di aver trovato l’ingresso al vecchio quartier generale»
«Davvero?» fece Naruto, suo
malgrado colpito.
«Ti sembro uno che scherza?»
ribatté Pak scoccandogli un’occhiataccia.
“Mi sembri uno che ha una gran voglia
di morire” avrebbe voluto ribattere il ninja, ma si morse la
lingua.
Ora aveva problemi ben più
grandi di un cane rompiballe.
Prima di tutto, adesso avevano iniziato
davvero.
Finché non avevano raggiunto il
villaggio della Pioggia aveva quasi fatto finta che la loro fosse una
missione normale, una di routine.
Che non riguardasse Sasuke.
Ma ora, ora che erano sul campo e che
davvero lo stavano cercando… l’ansia tornò a serrargli lo
stomaco.
Lo voleva rivedere.
Disperatamente.
Anche se l’ultima volta era stato
quasi ucciso da lui.
Anche se rischiava di perdere Sakura.
Lui era il suo migliore amico.
La cosa più vicina ad un
fratello che avesse mai avuto… e lo voleva indietro.
A costo di uccidere tutti coloro che si
fossero messi sulla sua strada.
Niente colpi di testa, gli
risuonò nelle orecchie.
“Ah già” realizzò,
ricordando le parole di Kakashi. “Devo starmene buono… o almeno
provarci”
Pak abbaiò, poco più
avanti, e Naruto si affrettò a raggiungerlo.
«Qua dietro» disse il cane
accennando a una catasta di rifiuti.
Naruto arricciò il naso
disgustato, e lanciò un’occhiata sospettosa al compagno. «Ne
sei sicuro?» indagò.
«Muoviti!» abbaiò
quello.
«Va bene, va bene…»
bofonchiò il ninja, e si diede da fare per spostare la
spazzatura.
Nel giro di due minuti aveva liberato
il muro; e soprattutto la porta di metallo arrugginito che lo
tagliava.
«Entriamo» disse Pak
zampettando avanti, e Naruto aprì, sentendosi inspiegabilmente
la parte debole del gruppo.
All’interno regnava l’oscurità
più completa, e un pungente odore di muffa.
Naruto estrasse dal marsupio la torcia
e l’accese, illuminando una stanza ampia e spoglia. Non c’era
assolutamente nulla, là dentro, solo cemento e calce.
Dall’altra parte del pavimento, però, vide una scala che
saliva verso l’alto.
«Di qua» Pak annusò
il terreno e si diresse verso la gradinata, scodinzolando piano.
Naruto lo seguì, illuminando la
strada davanti a entrambi, e iniziarono a salire gli scalini. I loro
passi rimbombavano nel silenzio, anche le unghie del cane che
graffiavano il pavimento. La pioggia non era nemmeno un mormorio
lontano.
Naruto si sentiva inquieto.
«Le tracce sono fresche?»
chiese quando furono in cima.
«No» ammise Pak fiutando
rumorosamente il pavimento. «E’ passato parecchio tempo
dall’ultima volta che qualcuno ha camminato qui…»
Naruto fece correre la luce della
torcia lungo le pareti della seconda stanza, esattamente identiche
alla sua gemella del piano inferiore. Anche lì, dall’altra
parte della sala, una scala saliva verso l’alto.
Non nutriva molte speranze di trovare
qualcosa, ad essere onesto.
L’agitazione, la trepidazione,
l’ansia… erano state placate dalla delusione.
Lui e Pak salirono al piano superiore,
in fretta. E una volta lì Naruto dovette spegnere la torcia;
erano al capolinea.
«Pak?» chiamò il
ninja.
Il cane fiutò l’aria e scosse
la testa. «Niente. Qui non c’è nessuno»
borbottò.
Naruto si accigliò, inquieto, e
fece correre lo sguardo sui tubi e le colonne che tagliavano l’aria.
Davanti a lui, dove la parete era costituita soltanto da pilastri, la
pioggia scrosciava monotona, e i palazzi si stagliavano nel cielo
plumbeo.
Neanche un mese prima in quello stesso
posto erano stati Pain, Tobi e Konan dell’Akatsuki.
Poi, all’improvviso, Pak drizzò
le orecchie e voltò la testa.
«Arriva qualcuno»
Kakashi era fermo su un tetto,
accucciato e pressoché invisibile dal basso. La pioggia
sferzava il cappello a tesa larga e il vento faceva ondeggiare le
falde del mantello, ma lui non si muoveva.
Era solo.
A un tratto mosse appena il capo, e
colse un’ombra alle sue spalle, accompagnata da un ticchettio
sommesso di unghie. Il cane che lo accompagnava gli si accostò.
«Niente da fare, nessuna traccia»
comunicò scrollando il pelo.
«Andiamo avanti» ribatté
il ninja alzandosi in piedi. «Il prossimo palazzo è alto
più o meno come questo. Dovrebbe essere l’archivio generale
della Pioggia»
Il cane abbaiò piano in segno di
approvazione, e seguì il padrone che correva sul cemento verso
un edificio dall’altra parte della strada.
Spiccarono il balzo insieme, silenziosi
come gatti, e atterrarono contemporaneamente senza il più
piccolo rumore. Dalla via più in basso nessuno aveva notato
nulla.
«Qui c’è una botola»
comunicò il cane dopo una breve esplorazione. «E ci sono
tracce recenti di un passaggio»
«Itachi?» chiese il jonin.
«No, qualcun altro. E’ un odore
totalmente diverso»
«Lo riconosci?»
Il cane scosse la testa.
E in quell’istante uno shuriken
fischiò per l’aria, andando a conficcarsi nel cappello di
Kakashi.
Lui si mosse rapido, ma non abbastanza,
e il cappello gli fu strappato dalla testa. Il cane scattò in
posizione d’attacco, abbassando le orecchie e ringhiando, e il suo
padrone ricambiò il gentile benvenuto con un kunai ben mirato.
L’ombra vestita di nero dall’altra
parte del tetto lo evitò piegandosi di lato, fulminea, e in un
attimo fu davanti a lui, a sua volta kunai alla mano. Incrociò
l’arma di Kakashi a mezz’aria, facendola tintinnare, e a quel
punto entrambi rimasero immobili, i muscoli tesi nello sforzo di non
cedere.
Kakashi, con lo sharingan piantato
negli occhi dell’aggressore, fece un cenno minuscolo al cane.
Il suo avversario, con il volto
completamente coperto, all’improvviso si accigliò.
Saltò indietro all’ultimo
istante, evitando il morso, e per un attimo sembrò confuso.
«Kakashi dello sharingan?»
chiese, con voce di donna.
«Con chi ho l’onore di
parlare?» ribatté lui, senza abbassare il braccio che
stringeva il kunai.
La kunoichi che aveva di fronte portò
una mano alla maschera che le nascondeva naso e bocca, pronta ad
abbassarla, ma un attimo prima che potesse farlo qualcosa catturò
il suo orecchio.
«Maledizione…» imprecò,
interrompendosi bruscamente. Lanciò un’occhiata veloce a
Kakashi. «Vattene, stanno per arrivare quelli della Pioggia»
disse brusca, e in un balzo raggiunse il tetto di un altro edificio.
«Ha ragione» abbaiò
il cane, fiutando intensamente l’aria. «Sta arrivando
qualcuno»
Kakashi esitò per un attimo,
accigliato, poi raccolse in fretta il cappello che gli era stato
tolto e se lo calcò sul capo.
Mentre imitava la kunoichi di prima
saltando fino a un altro palazzo, analizzò la situazione: una
sconosciuta aveva appena cercato di ucciderlo. E l’attimo dopo gli
aveva salvato la vita.
C’era indubbiamente qualcosa che non
andava.
Balzò a un altro tetto ancora,
poi giù in un vicolo, sempre accanto al cane, e una volta lì
corse fino a svoltare in una strada più ampia e confondersi
tra la gente.
Fu allora che vide il piccolo terrier
marrone correre nella sua direzione.
E si accorse che lo conosceva.
Sai aveva controllato metà della
sua zona senza scoprire nulla di interessante.
Il cagnetto che lo accompagnava
annusava freneticamente il terreno, scodinzolando entusiasta, ma lui
non riusciva a condividere la sua emozione.
Pioveva.
Erano in missione.
Di nuovo a caccia di Sasuke.
Un altro fallimento avrebbe potuto
essere fatale per l’orgoglio di Naruto.
No. Non c’era assolutamente nulla per
cui essere allegri. Senza contare che l’ultima volta che erano
incappati nell’Uchiha se l’era vista brutta… l’uomo d’acqua
– così l’aveva soprannominato – che era con lui e che
poteva modificare il proprio corpo fino a decuplicarne la forza, lo
aveva ridotto davvero male. Lui e quella sua pesante e affilata
spada.
Portava ancora le cicatrici sulla
schiena, e, nonostante una piccola parte di lui desiderasse la
rivincita, la parte più grande e razionale riconosceva che
avrebbe fatto molto meglio a tenersi alla larga.
Però Sai era un ninja, e aveva
una missione.
Trovare Sasuke Uchiha. Anche se avesse
significato incontrare di nuovo quel Suigetsu.
Il suo cane abbaiò
all’improvviso, arricciando le labbra in un ringhio contenuto.
In quel momento si trovavano in una
strada abbastanza ampia e affollata, nonostante la pioggia. Sai alzò
lo sguardo e lo fece vagare attorno, alla ricerca di ciò che
aveva messo in allarme l’animale.
Non dovette guardare molto.
Il Serpente era esattamente davanti a
lui.
«Oho…» sogghignò
Suigetsu, snudando i denti affilati. «Che fortuna»
Sai si accigliò
impercettibilmente, registrando al volo i cambiamenti avvenuti in
quell’anno: nessuno, a prima vista. Se non considerava la spada in
più sulle spalle di Suigetsu.
Rimase impassibile, fermo nel flusso
delle persone che camminavano, con il cagnetto fremente al suo
fianco.
Avrebbe dovuto avvisare gli altri.
Il segnale concordato era moltiplicarsi
e trasformare le copie nei propri cani, per spedirli poi agli altri,
e nel frattempo mantenere il contatto visivo.
Ovviamente nessuno aveva previsto che
incappasse nel Serpente in una situazione simile.
“Merda” fu il suo fine pensiero.
«Tu sei di Konoha» disse
Sasuke, senza scomporsi. «Significa che anche Naruto è
qui?» mosse appena gli occhi sulla ragazza al suo fianco.
«Karin»
Lei chiuse gli occhi per qualche
secondo, e alla fine annuì. «A sud» mormorò.
«Non sapete veramente quando
smettere…» sussurrò Sasuke, accigliandosi
impercettibilmente.
Sai tenne ancora la bocca chiusa.
«Posso giocarci un po’?»
chiese Suigetsu, leccandosi le labbra. «Ho anche la spada
nuova»
«No» rispose l’Uchiha
secco.
“Dobbiamo ucciderlo direttamente”
pensò, muovendo le mani sotto il mantello.
Sai vide a malapena la stoffa che
ondeggiava, e in quel momento seppe cosa fare: scartò
bruscamente, infilandosi in un vicolo stretto.
«Tsk» fece Sasuke,
inseguendolo al volo, e Suigetsu scoppiò a ridere e balzò
sul tetto di una casa che correva parallela alla stradina.
«Ora posso giocarci?»
chiese di nuovo.
«Devi ucciderlo, razza d’idiota!»
gli urlò Karin. «Non l’hai ancora capito?»
«E io che ho chiesto?»
Suigetsu ghignò, felice, e saltò
giù dal tetto.
La lama un tempo appartenuta a Zabuza
si conficcò nel cemento crepandolo in profondità, e Sai
fu costretto a fermarsi per non finirci addosso. Si voltò, e
scoprì che Sasuke lo aveva praticamente raggiunto.
Davanti e dietro aveva i nemici. Di
fianco le strette pareti del vicolo.
L’unica sua speranza era il cane che
era rimasto indietro, apparentemente ignorato dagli altri.
Ciò che non sapeva era che Juugo
se ne era già occupato.
Con dolore, sì, ma se ne era
occupato.
A nord del villaggio della Pioggia non
doveva esserci niente, in teoria.
Itachi era stato visto a ovest, l’ex
quartiere generale dell’Akatsuki era a sud, perché Sasuke
avrebbe dovuto essere a nord? Anche se non avesse saputo dell’ultimo
avvistamento di Itachi, per lui sarebbe stato senz’altro più
conveniente trovarsi a est, ovest o sud. Di certo non a nord.
Sakura non credeva che sarebbe davvero
incappata in tracce rilevanti, in quella zona.
Sembrava la parte più povera del
villaggio, quella con l’architettura più arretrata e
fatiscente, le strade più sporche e i bambini più
cenciosi.
L’Akatsuki avrebbe cercato un posto
con più disponibilità tecnologica, sicuramente.
Lei, se fosse stata in loro, lo avrebbe
fatto.
Il piccolo terrier marrone che la
accompagnava annusava scrupolosamente il terreno, per essere certo di
non lasciarsi sfuggire qualche traccia. Sfortunatamente per lui
l’asfalto crepato era un’unica pozzanghera, e il suo lavoro si
preannunciava quanto mai difficile. Ma lei lo lasciava fare senza
mettergli fretta, e intanto si guardava attorno.
Il Paese della Pioggia poteva essere il
più avanzato tecnologicamente, ma le zone di povertà
erano uguali dovunque: aveva perso il conto di tutte le persone che
stavano appoggiate ai muri delle case altrui, chiedendo stancamente
la carità o lanciandole occhiate poco rassicuranti; gli scarsi
negozi erano più che squallidi e deserti, i negozianti fermi
sulla soglia con le mani sui fianchi; la sporcizia era incalcolabile.
Probabilmente quella gente non
conosceva neppure le più elementari norme igieniche.
Sakura, come medico, non poteva che
soffrire per una situazione del genere. Non poteva che provare pietà
per quelle persone e desiderare di aiutarle.
Chi, si chiedeva, potrebbe passare
accanto a questi bambini e non fare qualcosa per loro?
Poco più avanti un uomo coperto
da un mantello scuro camminava. Passò accanto a un bambino, e
proseguì oltre senza nemmeno notarlo.
“Già. C’è sempre
qualcuno che può” si disse lei amara.
Poi notò un lembo della veste
sotto il mantello.
Nera.
Con un frammento di nuvola.
Scarlatta.
Il suo cuore mancò un battito.
Senza pensarci si gettò in una
stradina, trattenendo il fiato, e si appiattì contro il muro.
Il terrier che la accompagnava aveva le orecchie basse e la coda tra
le gambe, nonostante il coraggioso tentativo di snudare le piccole
zanne.
«Lo riconosci?» gli chiese
Sakura in un bisbiglio.
Il cane annuì.
«E’ Itachi Uchiha»
Sakura inspirò bruscamente.
Maledizione.
Proprio lui!
E dire che era stata così sicura
che non avrebbe incontrato nessuno…
…ma non aveva tempo da perdere
piagnucolando.
Niente colpi di testa. Se trovate
una traccia limitatevi ad avvisare. Non c’è alcun bisogno di
fare gli eroi… o di lasciarsi prendere dall’emozione, aveva
detto Kakashi.
Avvisare.
Doveva avvisare gli altri.
Congiunse le mani sotto il mento e creò
tre copie di sé stessa, alle quali fece prendere le sembianze
del piccolo terrier marrone che la accompagnava. Le guardò
partire di corsa, dirette verso i loro obiettivi, e a quel punto
inspirò a fondo.
Adesso doveva trattenere Itachi.
Tornò sulla strada più
ampia, e vide il mantello nero in lontananza. Insieme al cane, che si
sforzava eroicamente di scodinzolare come niente fosse, allungò
il passo sulle sue tracce. Lo raggiunse presto, forse troppo, e si
chiese se non fosse stata imprudente; ma lui non sembrava averla
notata.
Continuava a camminare, e lei sperò
che fosse diretto al nuovo quartier generale, finché a un
tratto non lo vide svoltare in una stradina secondaria.
Lo seguì in fretta, per paura di
perderlo, ma quando imboccò la via presa da lui lo vide fermo
in mezzo alla strada deserta, girato dalla sua parte.
La fissava.
«Tu sei la ragazza che è
con Naruto Uzumaki» commentò, la voce piena di fredda
indifferenza.
Lei sentì un brivido correre
lungo la schiena, mentre il terrier al suo fianco ringhiava
aggressivo.
Deglutì, sotto il cappello dalla
cui tesa le gocce di pioggia cadevano a terra, e corrugò la
fronte.
Lui era l’origine di ogni male.
Per causa sua Sasuke se ne era andato.
Per causa sua Sasuke era ossessionato
dalla vendetta, e metteva ogni altra cosa al secondo posto.
Per causa sua Sasuke aveva sofferto e
soffriva.
«Il mio nome…» mormorò,
stringendo i pugni e sentendo la rabbia che rapidamente sostituiva il
terrore «…è Sakura Haruno. Sono qua per catturarti»
* * *
* ȣ * * *
*
Spazio autore
C'è una cosa che avrei voluto fare da tanto tempo,
e che non ho mai fatto:
ringrazio davvero sentitamente Kaho_chan,
che ogni volta mi lascia commenti lunghi e, onestamente, lusinghieri! =^^=
Leggerli è sempre un vero piacere!
Passando alla storia, ecco che iniziano i preannunciati casini!
In questo momento sto scrivendo il capitolo tredici, e vi anticipo soltanto che nel dodici succede davvero di tutto...!
Ahh, non vedo l'ora di aggiornare! XD
Aya
|
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Capitolo 7 *** Il serpente e la donnola ***
Naruto-7
Capitolo settimo
Il
Serpente e la donnola
«Ahh, maledizione!»
Ansante, Naruto cadde in ginocchio e
colpì il pavimento con un pugno.
Solo, nel suo appartamento,
circondato dalle cianfrusaglie, fissò con astio il pesante
kunai dalla forma bizzarra posato sul tavolo dall’altra parte della
stanza. Sul manico era riportata una formula complessa.
All’epoca non viveva insieme a
Sakura. Ed era ancora un chunin.
Qualcuno avrebbe detto che era pazzo
a voler imparare quella tecnica al suo livello… ma, oltre al fatto
che personalmente era convinto di essere già più forte
di parecchi jonin di Konoha, da quando aveva sentito Kakashi
parlarne, e da quando aveva sentito che era stata una tecnica del
quarto Hokage… beh. Aveva deciso che doveva essere sua.
Non sapeva esattamente perché,
semplicemente la voleva.
Forse, dopo aver appreso il
Rasengan, aveva iniziato a illudersi di poter maneggiare qualunque
tecnica di Yondaime.
Dislocazione istantanea.
Ecco come si chiamava.
Un nome semplice, facile da
imparare… e una tecnica pressoché impossibile.
Aveva chiesto a Kakashi di
prestargli il kunai appartenuto al quarto Hokage, quello che aveva la
formula riportata sul manico, e di spiegargli a grandi linee la
tecnica.
Era davvero convinto che ce
l’avrebbe fatta da solo.
Povero sciocco…
Ancora una volta, si era trovato
davanti alla genialità di Yondaime.
Innanzitutto doveva raccogliere
un’immensa quantità di chakra.
Ma a quello era abituato.
Poi doveva focalizzare la formula
nella sua mente.
E già era più
complesso, perché la formula era una mostruosità di
linee impossibili da memorizzare. Ma con un po’ di impegno poteva
farcela.
Infine doveva “indirizzare sé
stesso” verso la formula.
Quello davvero non capiva cosa
cavolo significasse.
Kakashi gli aveva parlato di una
sorta di teletrasporto visivo… Doveva “visualizzare sé
stesso nel luogo della formula”.
Sì, okay, parole splendide…
ma come cavolo si faceva?
Già doveva concentrarsi per
accumulare il chakra e focalizzare la formula, se poi doveva anche
“immaginarsi da un’altra parte” ne usciva pazzo.
Si rialzò da terra,
congiungendo le mani davanti al petto. Tremavano per lo sforzo.
“Non posso arrendermi” si disse
stringendo i denti. “Pensavo che anche il Rasengan fosse
impossibile, e invece l’ho addirittura superato…”
Peccato che quella non fosse una
tecnica sistemabile con la moltiplicazione superiore del corpo, come
le precedenti: lì a moltiplicarsi avrebbe solo triplicato la
fatica.
Raccolse il chakra, gridando per la
frustrazione, e lo sentì vorticare attorno al suo corpo e
sollevare i rifiuti sparsi per il pavimento. Chiuse gli occhi,
serrando le palpebre più che poteva, e cercò di
visualizzare nella sua mente il complesso disegno della formula…
ora doveva solo vedersi accanto a lei.
Naruto e la formula.
La formula e Naruto.
Lui e lei.
Poteva farcela!
Il chakra venne a mancare
all’improvviso, e lui ricadde di nuovo sulle ginocchia, senza
fiato.
Col cavolo che poteva farcela.
Spossato, si lasciò cadere in
avanti e rimase ansante sul pavimento, gli occhi vacui e fissi sulle
gambe del tavolo.
Maledetto Yondaime… lui e le sue
tecniche.
«Mm… immaginavo qualcosa del
genere» mormorò la familiare voce di Kakashi, e Naruto
spostò faticosamente la testa per guardare la finestra.
Eccolo lì, sul davanzale, a
fissarlo scuotendo il capo.
«Guarda come ti sei ridotto»
commentò saltando giù e aiutandolo a rialzarsi.
«Bah… dettagli»
bofonchiò Naruto lasciandosi ricadere sul divano. Spostò
da sotto il sedere un set di kunai. «Domani ci riuscirò»
«No, non credo»
«Sì invece!»
«Non da solo»
Silenzio.
«Oh. Beh, forse…»
«Anche il Rasengan, l’hai
imparato insieme al grande Jiraya»
«Sì, ma…»
«E quando sviluppavi la sua
evoluzione, c’era Yamato»
«Però…»
«Sei forte, Naruto»
Kakashi sorrise. «Ma per l’apprendimento sei davvero negato.
Chiedere aiuto non è una debolezza»
Naruto esitò, arrossendo.
Alla fine sbuffò.
«E va bene!» si arrese.
«Ma devi garantirmi che riuscirò a imparare questa
cavolo di tecnica entro tre giorni!»
Non ci era riuscito neanche in sei
mesi.
Era arrivato a un passo dal farcela,
sì… ma non ci era davvero riuscito.
Aveva raccolto il chakra, focalizzato
la formula, visualizzato sé stesso… ma c’era sempre
qualcosa che mancava. E la tecnica non si attivava.
Ora, fermo davanti alla copia di Sakura
che un attimo prima era stata un piccolo terrier marrone, tutti gli
allenamenti fatti con e senza Kakashi gli si presentarono alla
memoria in un solo colpo.
«Sveglia Naruto!» abbaiò
Pak, vedendolo immobile. «Dobbiamo andare!»
Cinque minuti prima aveva sentito
qualcuno avvicinarsi, e avevano scoperto che si trattava del cane
insieme a Sakura. Quando poi la bestiola aveva preso le sembianze
della kunoichi e aveva riferito di aver trovato Itachi Uchiha, lui,
povero animale che cercava soltanto di fare il suo dovere, si era
ritrovato di fianco un imbecille in catalessi.
«Naruto!» chiamò
anche Sakura. «Non perdere tempo qui!»
Lui la fissò.
Sakura.
La sua Sakura.
Non davanti a Sasuke, che pure sembrava
la più grande minaccia…
…ma davanti a Itachi Uchiha.
Determinata a combatterlo.
Non poteva permettere che le
accadesse qualcosa.
Congiunse le mani con tanta forza che i
muscoli guizzarono sotto la pelle.
«Che stai facendo?» abbaiò
Pak.
Raccolse il chakra, e una folata di
vento spazzò il pavimento polveroso.
«Naruto!» esclamò
Sakura, riparandosi il viso.
Focalizzò la formula.
Visualizzò sé stesso.
Lui e la formula.
Lui e Sakura.
E, per la prima volta, davanti agli
occhi stupefatti di Pak e della copia di Sakura, completò la
tecnica di dislocazione istantanea del quarto Hokage.
«Il mio nome è Sakura
Haruno. Sono qua per catturarti»
Itachi rimase in silenzio, sotto la
pioggia scrosciante. Con esasperante lentezza fece scivolare una mano
fuori dal kimono, e la osservò.
«Spiegami una cosa…»
mormorò. «Perché sprecate tante energie per
Sasuke? Lui vi ha tradito»
Sakura strinse i denti.
«Tu non potrai mai capire noi o
Sasuke!» gridò. «Non potrai mai capire il
sentimento che ci lega, o perché lo vogliamo indietro!»
«No, infatti non lo capisco…»
ammise Itachi, peraltro senza apparire molto turbato. «Lui ha
espresso chiaramente il suo desiderio di non avere più nulla a
che fare con il villaggio della Foglia… eppure voi insistete nel
volerlo riportare a Konoha. Il che va anche contro la sua volontà.
E quindi non è nel suo interesse. Vuoi forse dirmi che lo fate
“per il suo bene”? Sarebbe una sciocchezza. Capirei se lo
amaste…»
Involontariamente, Sakura sussultò
appena.
Itachi si interruppe.
«Oh. Dunque è così»
mormorò.
«No!» gridò Sakura.
«Il sentimento che ci lega a lui è diverso!»
«E il sentimento che ti
lega a lui?»
«E’ diverso!» ripeté
lei, furibonda.
Dove voleva portarla quel bastardo?
Voleva spingerla a dire qualcosa di cui
si sarebbe pentita per sempre?
«Ah» si limitò a
bisbigliare Itachi, senza staccare gli occhi da lei. «Dunque
non lo ami»
E all’improvviso i suoi occhi furono
scarlatti.
E lui non fu più Itachi, ma
Sasuke.
“E’ un’illusione” realizzò
Sakura nel momento in cui il Sasuke che le stava davanti le sorrise.
«Ti amo…» le sussurrò,
e lei sentì un brivido correrle giù per la schiena.
«No!» gridò,
premendosi una mano sulla fronte e lasciando scorrere il chakra.
L’illusione prese contorni
sfilacciati e si dissolse rapidamente, lasciandola solo leggermente
stordita. Lei fissò il maggiore dei fratelli Uchiha con astio.
«Ti sei liberata…»
commentò lui, accigliandosi. «Significa che non bastava»
Sakura vide i suoi occhi mutare
leggermente nel disegno dello sharingan.
Fu solo un attimo, ma bastò per
richiamare alla memoria vecchie parole del maestro Kakashi:
“Lo sharingan ipnotico non è
una comune tecnica illusoria. Non si può contrastare con i
metodi tradizionali, e neanche io che possiedo lo sharingan sono in
grado di fermarla una volta che è iniziata. Non ha punti
deboli. Si può solo evitarla chiudendo gli occhi”
Abbassò le palpebre in fretta,
irrigidendosi in attesa di un eventuale attacco.
“Maestro Kakashi, come possiamo
combattere un possessore di sharingan ipnotico, allora?”
Sentì un impercettibile
spostamento d’aria davanti a sé, e rapida raccolse il chakra
nella mano destra, scagliando un pugno verso il basso.
“Tu vuoi sapere come battere
Itachi Uchiha, non è così Sakura?”
L’asfalto si frantumò con un
crack secco, e grossi frammenti taglienti le graffiarono
braccia e viso. Sentì il cappello volare via.
“Ehm…”
Sakura scattò indietro, tendendo
al massimo ogni suo senso per cogliere anche il minimo rumore o
spostamento.
“Lo sharingan non si può
battere, in teoria. Ma Itachi Uchiha ha un grosso punto debole: la
vista. Continuando a usare i suoi occhi indiscriminatamente si stanca
presto… e sono sicuro al 95% che ormai la sua vista sia molto
compromessa. Al momento è ancora forte perché il suo
sharingan gli premette di anticipare le mosse dell’avversario, e
perché la sua esperienza sul campo di battaglia è
immensa… ma credo che veda molto poco”
Sakura riaprì gli occhi di
scatto.
Non poteva combattere cieca.
Non poteva dare questo vantaggio a lui,
che già vedeva così poco.
Per una frazione di secondo le parve di
incrociare il cremisi intenso dello sharingan ipnotico, ma distolse
in fretta lo sguardo scartando di lato.
Fece scivolare una mano nel marsupio,
afferrando una manciata di polvere urticante, e mentre Itachi si
voltava nella sua direzione lei colpì di nuovo l’asfalto già
martoriato, facendogli perdere l’equilibrio. Itachi spiccò
un balzo, e lei con lui. Mentre i frammenti più leggeri della
pavimentazione erano ancora sospesi in aria, Sakura scagliò la
polvere verso i suoi occhi.
L’aveva preparata lei stessa.
Finissima, quasi invisibile, all’inizio
aveva pensato di lasciarla a casa.
Non credeva che le sarebbe servita.
Itachi la vide tendere la mano verso di
lui, e il suo sharingan gli disse che scagliava qualcosa nell’aria
davanti ai suoi occhi opachi. Scartò bruscamente, pur senza
vedere la polvere, ma quando atterrò di nuovo sentì la
prima, bruciante fitta.
Portò una mano alle palpebre,
corrucciato.
Sakura, con i piedi a terra a qualche
passo di distanza, esultò.
Ce l’aveva fatta!
Rapida afferrò uno dei kunai che
teneva sotto il mantello, e lo scagliò verso Itachi.
All’ultimo istante lui lo deviò
con il braccio, e le lanciò un’occhiata irritata.
Il kunai cadde a terra. Sul suo manico
era disegnata una formula complessa.
Naruto ne aveva regalato uno sia a lei
che a Sai.
«Non ti lascio scappare!»
gridò Sakura scattando in avanti.
Itachi spalancò gli occhi
scarlatti, incurante del dolore e delle lacrime che li offuscavano,
e, nonostante il mal di testa pulsante che avvertì subito
dopo, attivò lo sharingan ipnotico.
Sakura non riuscì ad evitarlo.
E mentre lei cadeva all’improvviso in
avanti, una nube di fumo si originò sopra il kunai regalatole
da Naruto.
Era dannatamente più difficile
del previsto.
Sai schivò la spada di Suigetsu,
e si trovò Sasuke alle spalle. Per evitare la sua katana fece
una complicata contorsione, e cadde sul polso in malo modo. Si gettò
di lato, per incappare nelle mani di Karin, ma prima che potesse
stupirsi si trovò di nuovo la lama di Suigetsu a un passo
dalla gola. Piegò la testa di scatto, e sentì lo
sfregio sul collo, mentre rotolava indietro.
«Che bestiolina agile»
ghignò Suigetsu divertito.
Gli arrivò un pugno di Karin,
che gli liquefece la testa.
«Guarda!» gridò la
kunoichi, piazzandogli sotto gli occhi in via di formazione una
ciocca di capelli tagliata di netto.
Sasuke li ignorò, e fu di nuovo
su Sai. Il jonin cercò di farsi indietro, ma la katana
dell’Uchiha fu prolungata dal Raikiri e penetrò nella sua
spalla, strappandogli un gemito.
«Ah! Ehi, era mio!»
protestò Suigetsu, spingendo da parte Karin.
Sai infilò una mano nella borsa
e ne estrasse un rotolo. Un’altra scarica di elettricità gli
fece perdere la presa, ma la riacquistò subito. Stringendo i
denti strappò il laccio e liberò una tigre
d’inchiostro, che si avventò su Sasuke. Per non essere morso
lui dovette estrarre la katana e lacerare l’animale, mentre Sai
sfruttava l’improvvisa libertà e con un balzo raggiungeva un
davanzale al primo piano.
«Non di qui» ghignò
Suigetsu, conficcando la spada nel muro accanto a lui.
Sai raccolse in fretta il chakra, ma il
suo avversario, gongolante, mollò la presa sulla sua lama e
afferrò l’altra che portava sulla schiena, fasciata in bende
strette. Gli bastò muoverla una sola volta, senza nemmeno
sfiorarlo, e il ninja della foglia non sentì più una
briciola di chakra nella tecnica.
«Wow» commentò
Suigetsu. «Era la prima volta che la usavo»
Sai cercò di raggiungere un
altro davanzale, ma Sasuke gli sbarrò la strada. Il chakra che
lo teneva attaccato al muro si interruppe, mentre Suigetsu agitava
nell’aria la spada un tempo appartenuta a Kisame, e lui scivolò
lungo la parete fino ad atterrare di nuovo nel vicolo.
E ora, davanti a lui, c’era un uomo
alto quasi due metri dall’espressione neutra… e uno schizzo di
sangue sul viso. Sai cercò di schivarlo e passare oltre, ma si
sentì afferrare per la collottola, e un attimo dopo un pugno
lo colpì tra le costole. Ne sentì almeno due
incrinarsi, mentre cadeva in ginocchio sputando sangue, e un calcio
lo raggiunse sotto il mento facendolo rotolare fino al muro.
«Vedi? Lui sì che sa come
si fa» commentò Karin sarcastica, verso Suigetsu.
«Parla lei che non ha alzato un
dito» ringhiò lui in risposta.
Sasuke raggiunse Sai.
Lo fissò, accasciato contro il
muro, ansante, stremato, con il bel viso macchiato di sangue.
Eppure anche in quella situazione non
riusciva a leggere vero odio nel suo sguardo.
Era come se quel ragazzo fosse stato
seriamente limitato nelle emozioni.
Alzò la katana, guardandolo
negli occhi.
«Non ho neanche dovuto usare lo
sharingan» mormorò.
Calò il colpo.
La lama si conficcò in un rotolo
estratto all’ultimo minuto.
Sasuke inarcò un sopracciglio,
perplesso.
«E’ questa la tua ultima
difesa?» domandò.
E allora vide l’inchiostro colare
sulla carta.
Lento, denso come sangue, gocciolò
a terra. Poi, come dotato di vita propria, prese a risalire la katana
ribollendo.
«Lascia la spada!» gridò
Karin all’improvviso.
Sasuke obbedì d’istinto, e la
lama restò conficcata nel rotolo.
Prese a vibrare, tremante, e un sottile
filo di fumo iniziò ad alzarsi dall’acciaio.
Sai strinse le dita attorno
all’inchiostro che l’avvolgeva come una guaina, e la estrasse con
un colpo secco, gettandola a terra. Quando riaprì la mano, era
seriamente ustionata. Ma non ci fece caso; aprì il rotolo, e
mentre i suoi avversari cercavano di capire cosa tentasse di fare,
una colata di inchiostro denso e rovente si sprigionò dalla
carta e andò a invadere il vicolo.
Il Serpente balzò
simultaneamente fino a raggiungere i davanzali del primo piano,
mentre Karin intimava a tutti di non sfiorare la strana sostanza per
nulla al mondo; quella sorta di sangue nero, come animato di vita
propria, prese allora a seguirli lungo le pareti, arrampicandosi come
mani viscide e roventi, e li costrinse a risalire ancora.
Sai, in un’isola preservata dal
veleno, stringeva ancora il rotolo, ansante.
Suigetsu lo vide e ghignò.
Spiccò un salto – con Karin
che gli dava dell’idiota – e agitò in aria la spada di
Kisame.
A Sai mancò il fiato, così
come il chakra.
Nello stesso attimo l’inchiostro
smise di muoversi, e come al rallentatore si staccò dalle
pareti, precipitando al suolo. Lo vide colare lungo i muri e lasciare
tracce color carbone, e poi… lo vide divorare in fretta i limiti
che lui aveva disegnato poco prima.
Lo avrebbe raggiunto.
Non aveva scampo.
Si tirò in piedi con le ultime
energie, mentre Suigetsu, attaccato al muro, ghignava, e cercò
in fretta una soluzione. Estrasse un altro rotolo, in cerca di un
uccello, ma uno shuriken proveniente da Sasuke glielo strappò
di mano.
Prima che l’inchiostro lo
raggiungesse, lui alzò gli occhi neri a incontrare quelli
altrettanto scuri dell’Uchiha.
Li fissò, senza distogliere lo
sguardo.
«Naruto non si fermerà»
disse, abbastanza forte perché tutti lo sentissero. «Mai»
Sasuke non fece una piega.
L’inchiostro rovente lambì i
piedi di Sai.
E la strada intera andò in
frantumi.
Grossi frammenti d’asfalto scomposto
salirono verso l’alto, innaturalmente lenti nell’ottica da
moviola di Sai. Nere gocce d’inchiostro costellarono l’aria,
tremolanti, disegnando scie lucenti insieme alle gocce di pioggia.
Poi, quasi fiaccamente, ogni elemento
della composizione prese a cadere verso il basso… e, oltre le
schegge più grosse, Sai vide… Sakura. Con il pugno ancora
calato.
Anche Sasuke la vide.
E lei vide lui.
Fu uno scambio di sguardi lungo un
istante…
…poi Sasuke fece un cenno agli altri.
E il Serpente fuggì.
Sasuke era lì, davanti a lei.
In un bagno di sangue.
E Itachi, su di lui, colpiva.
E colpiva e colpiva e colpiva,
infierendo sulla sua carne bianca, mentre le sue grida aumentavano di
tono e volume… ma non supplicava, perché non lo avrebbe mai
fatto… non lui, non l’Uchiha sopravvissuto… e lei guardava,
impotente, legata, e le corde le incidevano la carne… il suo sangue
cadeva verso il basso, in un’oscurità senza fine… le sue
lacrime cadevano con lui… le sua urla si perdevano nel vuoto, con
l’unico scopo di superare quelle di Sasuke, di azzerarle, di non
fargliele sentire…
«Sakura!»
No!
No, non Naruto, per favore, ti
prego… non lui, non lui!
Un grido straziante.
Un ruggito.
E la volpe, un ammasso di chakra
scarlatto, che dilaniava le sue carni… suoi capelli dorati, quei
capelli che amava tanto, intrisi di sangue… l’aria impregnata di
grida, le sue, quelle di Naruto, quelle di Sasuke…
…ore… ore… ore… e ore…
…e, alla fine, in un silenzio
irreale, la morbida voce di Itachi.
Lui, immacolato, davanti ai suoi
occhi senza più lacrime.
«Non avresti dovuto cercarmi»
Sakura cadde in ginocchio, senza fiato.
«Sakura!» la chiamò
la voce di Naruto.
Lei si portò le mani alle
orecchie, gli occhi sbarrati.
No, lui non poteva essere lì,
non così in fretta… era l’illusione... non voleva sentirlo
gridare ancora! No!
«Nooo!» urlò.
«Sono io! Sono qui!» le
disse lui, inginocchiandosi davanti a lei.
Sakura sentì le mani di lui
sulle proprie, calde, reali.
Tremante alzò lo sguardo
inondato di lacrime e incontrò i suoi occhi celesti, ansiosi,
ma… non disperati. Non urlanti.
«N…Naruto…» balbettò,
sfiorandogli il viso con dita gelide.
«Era un’illusione!»
esclamò lui, prendendole le mani con apprensione. «Stai
bene? Non era vero. Non era vero!»
“Ma certo che non era vero” le
disse la parte più razionale del suo cervello. “Stai
affrontando Itachi Uchiha, devi aspettarti questo ed altro”
Sakura deglutì.
Anni prima Kakashi l’aveva messa
davanti a un’illusione simile, ma infinitamente più leggera…
e lei era svenuta.
Credeva di essere migliorata da allora.
Credeva di essere diventata più
forte non solo nelle tecniche, ma anche nell’animo.
“Stai affrontando Itachi Uchiha” le
ripeté la vocina nella sua testa. “E’ tutto un altro
livello”
Lei si morse le labbra.
Oltre le spalle di Naruto, vide una sua
copia scambiare colpi violenti con l’Uchiha, da un lato all’altro
della strada. Ecco perché l’illusione si era interrotta.
“E’ tutto un altro livello”
Allontanò le mani di Naruto.
“E io sono un’altra Sakura” si
disse, corrugando la fronte.
Erano lì per catturare Itachi
Uchiha e riportare Sasuke a Konoha.
Non poteva cedere.
Non poteva avere paura.
Doveva combattere.
Fece per alzarsi sulle gambe ancora
tremanti, quando la mano di Naruto si posò sulla sua spalla e
la tenne giù.
«Ho bisogno che tu stia qui»
le disse, grave. Lei fece per ribattere, ma lui fu più veloce.
«Devi stare lontana!» esclamò. «Non devi
avvicinarti!»
«Perché?» ribatté
lei, furiosa.
Lui voleva proteggerla, e le stava
bene, ma lei non era una sciocca ragazzina debole!
Poi sentì le sue dita, affondate
nella spalla, tremare.
«Perché…» mormorò
Naruto, quasi gli costasse fatica. «…Perché ho bisogno
che mi fermi… dopo»
Sakura corrugò la fronte.
E vide la sua pupilla stringersi, e
diventare verticale.
Attorno l’iride era di un rosso cupo.
La sua mano scottava.
«Naruto…» bisbigliò,
spalancando lentamente le palpebre. «Avevi detto che potevi
controllarla!»
Lui le rivolse un sorriso sghembo. «Ma
certo» assicurò.
«No! Non è vero! Avevi
detto che era…»
«Sakura»
Lei ammutolì.
«Io la sto già
controllando. Solo che… non funziona esattamente come pensi tu»
«E allora come…» tentò
di dire lei, ma inutilmente.
Naruto scosse la testa, e gli artigli
comparsi improvvisamente alle sue mani rischiarono di penetrarle
nella pelle.
«Me ne occupo io» disse, la
voce leggermente distorta. «Ci penso io… tu fermami, dopo. Ti
chiedo solo di fermarmi»
«Ma…»
«Giuramelo!» ruggì.
Sakura sussultò, e un brivido le
corse lungo la schiena.
«Va bene…» fu costretta a
mormorare.
Vide Naruto sorriderle, snudando le
zanne già accentuate, e poi… scomparve.
E di lui rimase un’unica immagine,
ferma davanti a Itachi, ansante.
Pronta a combattere davvero.
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Capitolo 8 *** Uno stupido ***
Naruto-8
Capitolo ottavo
Uno
stupido
«Naruto Uzumaki» disse
Itachi Uchiha, leggermente accaldato. «Sei migliorato
dall’ultima volta. Ma sei anche rimasto lo sciocco di sempre… ti
sei letteralmente gettato nelle loro mani»
Sakura lo aveva trovato.
Lui lo stava combattendo.
Per lei, per Sasuke, per sé
stesso.
Perché era furioso, e perché...
aveva avuto paura.
Paura di perderla.
La pioggia cadeva leggera su entrambi,
sparendo nell’oscurità dei capelli di Itachi e sfrigolando
sul corpo cocente di Naruto.
Lo aveva tenuto impegnato fino a quel
momento, solo per vedere se Sakura stava bene, ma ora… era arrivato
il momento di fare sul serio.
«Stai zitto!» ringhiò
Naruto con voce vibrante. Il chakra rosso della volpe scorreva nelle
sue vene come fuoco, lo ricopriva ribollendo, e solo un leggero
strato del proprio chakra impediva alla sua pelle di ustionarsi e
corrodersi.
Niente colpi di testa, aveva
detto Kakashi. Non c’è nessun bisogno di fare gli eroi…
o di lasciarsi prendere dall’emozione.
«Ancora ossessionato da Sasuke…»
mormorò Itachi, gli occhi a malapena arrossati, ora che la
pioggia aveva lavato la polvere urticante di Sakura. «Questa
fissazione ti porterà alla morte, uno di questi giorni.
Presto. Molto presto»
Niente colpi di testa…
«Chiudi la bocca!»
ruggì Naruto, e si scagliò contro il suo avversario.
Itachi schivò il pugno per un
soffio, ma il chakra scarlatto scartò da solo e lo afferrò
per il collo del mantello, scaraventandolo a terra. L’asfalto si
frantumò ancora di più, sollevando una nube di polvere
subito cancellata dalla pioggia, ma l’Uchiha era già in
piedi e pronto con la tecnica creata dalla sua famiglia, la palla di
fuoco suprema. Le fiamme esplosero riempiendo completamente la
strada, e solo la volpe impedì alla vampata di raggiungere e
carbonizzare la pelle di Naruto.
Con un ruggito il suo chakra sembro
gonfiarsi fino a scoppiare, dissipando il fuoco così come era
già avvenuto molti anni prima di fronte a un avversario
diverso. La smorfia impassibile di Itachi si incrinò
leggermente, mentre faceva un salto indietro per schivare un kunai
che andò a conficcarsi in profondità nell’asfalto
devastato. Quel giorno era già ricorso allo sharingan ipnotico
una volta, non poteva usarlo di nuovo senza stancarsi troppo… e
anche se avesse sconfitto Naruto, c’era la sua compagna pronta a
sostituirlo.
«Non voglio ucciderti»
disse all’improvviso, occhi scarlatti in occhi scarlatti.
«Stai cercando di usare lo
sharingan ipnotico?» chiese Naruto con un ghigno. E la sua voce
a un tratto fu completamente diversa, distorta. «Oh no,
ragazzino… tu non ne sei in grado»
Itachi si accigliò
impercettibilmente.
«Nemmeno tu sembri in grado di
controllarti…» mormorò.
Naruto corrugò la fronte.
Non era vero.
Stava bene.
Aveva tutto sotto controllo.
A parte quell’unica, strana frase che
gli era scivolata di bocca…
Ma quella non contava. Erano solo
parole.
Lui era perfettamente consapevole di
ciò che faceva.
Anche prima, non sapeva perché
aveva detto a Sakura di fermarlo.
Non aveva senso, poteva benissimo
bloccarsi da solo.
Fuori controllo.
Che assurdità.
Era soltanto incazzato.
Ed era ovvio e comprensibile,
considerato chi si trovava davanti…
Era… naturale che fosse
incazzato.
Terribilmente incazzato.
E un po’ divertito.
No, quello no.
Quella era la volpe, non lui… doveva
marcare la differenza, ricordarsene. Era la cosa più
importante: la differenza. Finché riusciva a sentire la voce
della volpe, era certo di non essere lei. Jiraya glielo aveva
ripetuto almeno un milione di volte.
La voce. La voce roca della volpe era
importante.
Doveva smettere di ripetersi le cose in
quel modo.
E perché stava… scodinzolando?
Girò la testa, e vide le nove
pallide ombre delle code di Kyuubi frustare l’aria come quelle di
un gatto felice.
Sapeva perché era di buon umore.
Perché voleva combattere.
Voleva sentire il sapore del sangue.
Scosse la testa, cercando di
snebbiarla.
Stava usando sì e no il settanta
percento del potere della volpe, eppure… eppure all’improvviso
era difficile.
Perché?
Con Jiraya aveva gestito fino al
novantacinque percento, la quasi totalità… cos’era
cambiato ora?
Di nuovo, gli risuonò nelle
orecchie la voce di Kakashi.
“Ne sei certo? Sei assolutamente
certo di riuscire a controllare il suo potere, in ogni situazione?”
Sì! Lui poteva controllare la
volpe, lo aveva già provato a Jiraya! Lui pot…
“Anche quando sei arrabbiato?”
Un pericoloso silenzio si dilatò
nel suo cervello.
Una pausa lunga una vita.
Ma certo.
Certo che poteva.
Lo stava facendo… e poi non era
neanche arrabbiato.
Anche se era davanti a Itachi Uchiha…
Okay, okay, era arrabbiato.
Ma la controllava.
Tanto per dirne una, combatteva per
catturare il suo avversario, e non per fare a pezzi quei suoi
maledetti occhi, e sentirlo gridare mentre gli artigli penetrano
nella carne, e affondare i denti nella sua pelle candida, e sentire
il sapore dolce del…
«No!» gridò,
scuotendo di nuovo la testa.
«Che c’è, Naruto
Uzumaki?» chiese Itachi, senza staccare gli occhi dai suoi. Ci
voleva tempo. Ancora un po’. «Nutri qualche dubbio?»
Silenzio. Naruto non riuscì ad aprire bocca. «Inizi a
pensare di aver mirato troppo alto? Inizi a credere di non essere
abbastanza forte per controllare Kyuubi…?»
«Stai… zitto!» un ringhio
basso, un gorgoglio nella sua gola riarsa.
Niente colpi di testa.
«Pensavi davvero che sarebbe
stato facile? Tu e il mostro che ti porti dentro, in un attimo,
avreste dovuto atterrarmi?»
Niente colpi di testa!
«Come se tu potessi davvero
controllarlo… non ne sei in grado, Naruto. Non lo sei mai stato, né
lo sei in questo momento»
I frammenti di asfalto sotto i suoi
piedi si creparono, spaccandosi sonoramente.
«Naruto!» gridò
Sakura, sentendo il suo chakra aumentare all’improvviso.
Le pallide code sulla schiena di Naruto
sferzarono l’aria, sempre più nette.
Niente colpi di testa.
Niente colpi di testa!
Certo che aveva capito.
Non era uno stupido.
E poi, due occhi rossi come braci
nell’oscurità più nera.
E un ghigno malevolo.
“A chi vuoi darla a bere?
Dopotutto, tu sei uno stupido”
“Finché senti la voce della
volpe va tutto bene”
“E quando non la sento più,
eremita porcello?”
“Allora prega di trovarti accanto
a qualcuno di forte… e che ti voglia davvero, ma davvero bene”
La voce di Kyuubi scomparve,
inghiottita nelle tenebre che celavano i suoi occhi.
Naruto ebbe un ultimo attimo di
lucidità prima di precipitare completamente, e il suo pensiero
tentò di indirizzarsi verso qualcuno, qualcuno a lui caro…
ma non trovò la via, e si disperse nel buio…
Il sottile strato di chakra che lo
ricopriva si infranse.
«Naruto!» gridò
di nuovo Sakura, quando la bordata di chakra fu così violenta
da frantumare i resti dell’asfalto. Anche Itachi dovette riparare
il viso, ma bene o male tirò un sospiro di sollievo.
Naruto Uzumaki non era un ninja
imbattibile.
Ma era assolutamente imprevedibile.
Il potere della volpe e la sua fantasia
avrebbero potuto rivelarsi fatali, se combinati… mentre la volpe da
sola…
…era perfettamente gestibile.
Rapidamente unì le mani davanti
al petto, storcendo il naso davanti al ruggito di giubilo del demone.
Quando aveva parlato con Naruto,
all’inizio, gli aveva detto “ti sei gettato nelle loro
mani”.
E in effetti, lui non aveva alcuna
intenzione di catturare Kyuubi e consegnarla a Pain. Né
l’aveva mai avuta.
Anche per lui, se la volpe fosse stata
catturata, le cose si sarebbero fatte più difficili… Doveva
limitarsi a neutralizzarla.
Furono poche semplici pozioni delle
mani, completate in pochissimi secondi. Una tecnica insegnata appena
usciti dall’Accademia ninja, di una banalità estrema ma
pesantemente condizionata dal livello di chi la utilizzava.
Quando dall’asfalto si sollevarono
lingue di fuoco in forma di corda, Kyuubi non fece in tempo a
vederle, impegnata com’era a godere dell’aria che le invadeva i
polmoni. La afferrarono, avvolgendosi attorno al suo corpo,
stringendola e strinandola, forti, indistruttibili e dotate di vita
propria. La costrinsero ventre a terra, le tolsero il fiato, e alla
fine la obbligarono a rivolgere gli occhi di brace sull’autore
della tecnica.
«Tu…» ringhiò
la volpe, con voce intrisa d’odio. «Non puoi nulla contro
di me! Nulla!»
Il volume del chakra aumentò di
nuovo all’improvviso, e le funi sembrarono cedere per un istante.
Itachi alzò lo sguardo verso il
cielo e le nubi da cui la pioggia cadeva monotona.
Era troppo forte.
Di quel passo anche Pain l’avrebbe
sentita…
Abbassò gli occhi.
E solo grazie allo sharingan riuscì
ad evitare il Raikiri di Kakashi.
Le funi che stringevano Kyuubi si
dissolsero in un istante, mentre lui saltava indietro rimediando solo
uno strappo sul mantello.
«Naruto!» gridò
Kakashi, senza staccare gli occhi dall’Uchiha. «Avevi detto
che la controllavi! Sakura! Che cosa stai aspettando?!»
«S-Sì!» balbettò
lei, riprendendosi all’improvviso. Scattò in piedi, frugò
nel marsupio con le mani tremanti, ed estrasse un rotolo bordato di
nero, chiedendosi come avesse potuto essere tanto idiota da
scordarlo.
La volpe la vide, e le sue pupille
verticali si strinsero ulteriormente.
«Oh, no che non lo farai!»
ringhiò scagliandosi su di lei.
Kakashi ebbe un istante di esitazione,
anzi meno.
Ma per Itachi fu abbastanza.
Portò due dita sotto il mento, e
scomparve nella pioggia.
«Maledizione!» imprecò
Kakashi, voltandosi di scatto. «Sakura, attenta!» gridò
correndo verso Kyuubi.
Ma non avrebbe fatto in tempo.
La prima coda stava per abbattersi su
di lei, fremente di rabbia, quando… semplicemente, scomparve.
Evaporò nell’aria, sollevando
un leggero filo di fumo. E con lei anche il resto del chakra del
demone.
Sakura, ancora tremante, stringeva tra
le dita un rotolo completamente bianco. Quando vide Naruto cadere a
terra senza forze, lo gettò da una parte e lo raggiunse di
corsa.
Kakashi si fermò, cupo, e
inspirò a fondo un paio di volte prima di guardarsi attorno.
La strada era distrutta, la pioggia si
accumulava nelle voragini aperte prima da Sakura e poi da Naruto; il
cane che lo accompagnava e quello che aveva affidato a Sakura gli si
avvicinarono, bagnati e a muso basso. Dov’era Pak?
Si guardò attorno per un
istante, cercandolo con lo sguardo, e alla fine vide il manico del
kunai che Naruto aveva regalato a Sakura spuntare tra i frammenti
d’asfalto. Si chinò e lo raccolse, fissandolo per un lungo
istante.
Alla fine guardò Naruto, sotto
le mani premurose della compagna. La pioggia lavava il sangue dal suo
corpo.
“Allora ce l’hai fatta, eh…” si
disse.
Ma sotto la maschera non brillava
nessun sorriso.
C’erano molte cose che avrebbe potuto
dire.
“Grazie”.
“Scusatemi”.
“Ho fatto male i miei calcoli”.
E invece disse l’unica che poteva
essere l’equivalente di: “Non vi fidate di me?”
«Cos’era quel rotolo?»
Seduto a gambe incrociate sul pavimento
della loro stanza, Naruto fissava le assi consunte del legno sotto di
lui, evitando di incrociare gli sguardi degli altri. A breve distanza
Sakura curava Sai là dove la spada di Sasuke gli aveva
trapassato la spalla, mentre Kakashi rifletteva in un angolo. La
pioggia mormorava fuori dalla finestra chiusa.
Dopo le sue parole, tutti lo fissarono.
Sakura scambiò un’occhiata preoccupata con Kakashi, e lui
annuì impercettibilmente, facendosi avanti.
«E’ stato il grande Jiraya a
procurarcelo» spiegò. «Ognuno di noi ne ha uno. Ha
detto che sarebbero serviti nel caso in cui tu avessi perso la testa»
Naruto strinse i denti, frustrato.
Neanche Jiraya si fidava di lui?
«Quindi…» disse
amaramente, senza quasi volerlo. «Davate per scontato che non
sarei riuscito a controllare la volpe?»
«No» ribatté
Kakashi. «Ma alla fine è successo. Dovresti essere
felice per l’esistenza di quei rotoli, e perché Sakura ha
usato il suo»
Naruto strinse i pugni.
Sapeva che il suo maestro aveva
ragione.
Lo sapeva perfettamente, dannazione!
Però…
Però…
«E quindi?» se ne uscì,
incapace di tacere. «Adesso non vi fidate più di me?»
Silenzio.
Sakura smise di far fluire il chakra
nella ferita di Sai, alzando gli occhi allarmata.
«No, questo non è vero!»
si affrettò a garantire.
Ma non aveva neanche finito di parlare,
che la voce di Kakashi si sovrappose alla sua con un freddo: «forse»
Tutti lo fissarono sbalorditi, Naruto
compreso.
«Non fraintendermi» spiegò
allora lui. «Io mi fido di Naruto. E’ del Naruto che si
affida alla volpe che non posso essere certo»
«Ma si tratta della stessa
persona!» insorse Naruto. «Sono sempre io!»
«No. Il Naruto che conoscevo e di
cui mi fido combatte con le sue forze: usa il suo chakra, i suoi
pugni, i suoi kunai… Non le risorse di un altro. Perché hai
deciso di imparare a evocare la volpe?»
Naruto distolse lo sguardo, stringendo
i denti. «Perché pensavo di poterla controllare»
ammise controvoglia.
«E dunque pensavi di essere più
forte di lei» continuò Kakashi. «Perché
dovresti servirti di qualcosa che è più debole di te?»
Naruto si bloccò.
Essere più forte… di
Kyuubi?
In effetti, anni prima, Yamato gli
aveva detto qualcosa del genere. Gli aveva detto che il suo chakra,
che riusciva a resistere a quello della volpe, era straordinario…
…e lui all’epoca aveva deciso di
non ricorrere più a Kyuubi. Di andare avanti con le sue sole
forze.
Perché se ne era dimenticato?
Ricordò cosa aveva pensato
quando aveva deciso di iniziare gli allenamenti speciali, e si
accorse con stupore che il suo pensiero era stato esattamente quello
che lo aveva dominato all’epoca dell’avvertimento di Yamato:
“sono disposto a qualunque cosa pur di riportarlo indietro…
pur di riavere Sasuke. Userò tutto ciò che ho a
disposizione, e anche di più…”
L’ultima sconfitta ancora bruciava
sul suo orgoglio... e aveva finito per lasciarsi prendere dalla
disperazione, dalla smania di raggiungere un obiettivo qualunque.
Dove erano finite le parole che lo
avevano tanto colpito?
Perché aveva smesso di cercare
Sasuke attraverso i propri occhi, e non quelli di Kyuubi?
Lentamente, portò una mano allo
stomaco. Sotto la stoffa, lì sul suo addome, c’era il
sigillo con cui il quarto Hokage aveva sigillato la volpe.
Quando Mizuki gli aveva rivelato del
demone al suo interno, un pensiero era passato nella sua mente:
“Perché a me?”
Era andato avanti a rimuginare un bel
po’ su quelle poche parole.
Prima si era chiesto perché
tutti ce l’avessero con lui, e poi, quando l’aveva scoperto,
aveva iniziato a chiedersi perché fosse toccato proprio a lui.
Era l’unico bambino disponibile?
No.
Aveva qualche caratteristica
particolare?
No. A quell’età non si può
sapere.
E allora perché?
Perché
la volpe era stata sigillata dentro di lui?
Perché il quarto Hokage gli
aveva fatto una cosa simile?
Se lo era chiesto a lungo.
Ma poi… altre cose avevano riempito
la sua testa.
Le missioni, i nuovi incontri, gli
allenamenti, Orochimaru, e poi la fuga di Sasuke… la sua nuova vita
aveva finito per soppiantare i vecchi timori.
E lui, diventando sempre più
forte, aveva finito per dimenticare cosa fosse davvero Kyuubi: non
una sorgente di potere cui attingere; non una parte inevitabile di
sé; nemmeno uno strumento.
Kyuubi era un mostro.
Un mostro che gli aveva rovinato
l’infanzia e che avrebbe gravato sul suo futuro fino all’ultimo
dei giorni che gli restavano da vivere.
Strinse le dita sulla stoffa della
giacca, frustrato.
Jiraya era stato subito disposto ad
aiutarlo, quando lui gli aveva detto di avere intenzione di
controllare pienamente Kyuubi.
Perché?
Perché non gli aveva detto di
usare le sue sole forze?
Perché gli aveva permesso di
appoggiarsi a un mostro?
Aveva sempre avuto fiducia in Jiraya…
ma questa volta il sannin aveva sbagliato. Aveva commesso un grosso
errore.
Aveva ragione Kakashi, lui doveva
contare sulle sue forze.
Kyuubi era un demone, era malvagia. Era
un cataclisma.
E nessuno sano di mente avrebbe pensato
di migliorare la propria situazione liberandola consapevolmente.
Naruto rialzò la testa, fissando
Kakashi dritto negli occhi.
«Cosa devo fare perché vi
fidiate di nuovo di me?» chiese.
Kakashi lo studiò per qualche
istante.
«Non libererò più
la volpe» promise lui. «D’ora in poi conterò
solo sulle mie forze»
Il maestro sospirò segretamente.
«Limitati a una cosa: tieni la testa bassa» mormorò.
Naruto annuì.
Testa bassa.
Ragionare prima di attaccare. Non
lanciarsi senza criterio.
Inspirò a fondo, e prese la sua
risoluzione. Un accordo con sé stesso, inscindibile e più
forte del diamante.
“Non evocherò mai più
Kyuubi. Non voglio essere un mostro!”
Un accordo
perenne... o così pensava...
«Va bene...»
Kakashi sospirò piano, e decise di lasciar cadere l'argomento.
«Ora c'è un'altra cosa di cui voglio parlarvi» si
fece grave. «Siamo stati scoperti»
«Che cosa?»
scattò Sakura allarmata. «Da chi? Quando?»
«Calmati...
non hanno scoperto la missione» la rabbonì lui. «Solo
me. Ho incontrato qualcuno che sembrava conoscermi... ma non ha
cercato di uccidermi. Anzi, in un certo senso mi ha aiutato a evitare
di incrociare ninja della Pioggia, credo»
«Quindi è
qualcuno dalla nostra parte?» chiese Sai piano.
«Non lo so.
Però non possiamo rischiare. Per questo ritengo opportuno
chiedere al quinto Hokage una squadra di supporto. Rischiamo di
diventare più visibili, ma allo stesso tempo aumenteremo le
nostre probabilità di trovare Itachi e Sasuke... senza
imbatterci in loro da soli» gli caddero gli occhi su Sai, le
cui ferite erano di nuovo sotto le cure di Sakura. La mano ustionata
dall’inchiostro rovente giaceva posata sul ginocchio, di un rosso
lucido e sinistro. «Singolarmente nessuno di noi è in
grado di affrontarli: Itachi è troppo forte, e Sasuke ha i
suoi compagni; ci serve una squadra di supporto»
«Ma perderemo
giorni preziosi» obiettò Naruto accigliandosi. «Prima
che arrivino passerà un sacco di tempo! E noi non possiamo
permettercelo!»
«Naruto»
lo interruppe Kakashi, calmo. «Cosa ti ho detto dieci minuti
fa?»
Lui arrossì,
abbassando lo sguardo. «Testa bassa...» borbottò
tra i denti.
«Bravo»
annuì il maestro. «Non possiamo rischiare che le cose
finiscano di nuovo come oggi. Questo
non possiamo permettercelo»
Nel prossimo capitolo:
«Sasuke!» chiamò all’improvviso Karin, e lui la
degnò appena di un’occhiata. Ma, a sorpresa, questa volta la
kunoichi aveva notizie utili: «Sono comparsi quattro nuovi
ninja nel villaggio! Sembrano forti... potrebbero essere una squadra
di sostegno della Foglia?»
Ora la liscia fronte dell’Uchiha dovette corrugarsi
impercettibilmente.
Sostegni dalla Foglia?
Dannazione... c’era il rischio che diventassero pericolosi.
«Karin» disse freddo, senza rallentare. «Dobbiamo
fare una deviazione»
* * *
* ȣ * * *
*
Spazio autore
Dunque, c'è una cosa che sento l'esigenza di spiegarvi:
sto praticamente aggiornando ogni due giorni, come avrete notato.
La cosa in sé non è buona né cattiva, ma deriva da un piccolo fattuccio:
al momento ho finito di scrivere il quindicesimo capitolo di questa storia.
E sono molto impaziente di portarvelo.
Tuttavia è molto probabile che andando avanti le cose cambieranno... e gli aggiornamenti si faranno più lenti.
Mi scuso in anticipo per quando ciò accadrà, sperando che non avvenga nel bel mezzo di "capitoli interessanti"...
Nel frattempo ringrazio tutti coloro che leggono!
A presto!
Aya
|
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Capitolo 9 *** Rinforzi ***
Naruto-9
Capitolo
nono
Rinforzi
Tsunade trattenne un gemito, mentre apriva la porta del suo ufficio.
Era l’alba.
Aveva sonno.
Aveva fatto un bel sogno ma si era interrotto nel punto migliore.
Tutto perché era arrivato un messaggio di Kakashi.
Certe
volte sospettava che i suoi assistenti non fossero umani: come
diavolo facevano ad essere sempre svegli e pronti? Probabilmente
erano vampiri. Anzi, demoni: non portavano mai
buone notizie.
La scrivania si piegava come sempre sotto il peso di mille dispacci,
e dalla finestra socchiusa entrava un filo di aria fresca. Ad est, in
lontananza, il cielo era grigio piombo.
Tsunade sbadigliò, andando alla sedia e lasciandocisi cadere
sopra. Davanti a lei, sul piano di legno lucido, giaceva un singolo
foglio che riportava i segni di una piegatura stretta. L’Hokage lo
prese e fece scorrere gli occhi nocciola sulla calligrafia familiare
di Kakashi.
Al termine della lettura corrugò la fronte.
«Maledizione...» mormorò, improvvisamente lucida.
«Shizune!» chiamò a voce alta.
«Mi avete chiamata?» disse lei entrando al volo,
diabolicamente pronta e scattante.
«Devi andare a chiamare una persona»
La pioggia continuava a scrosciare, fredda e grigia. Le nubi plumbee
gravavano come una pesante coperta sul villaggio della Pioggia,
sporcando la luce del sole e rendendo il cielo più basso.
Kakashi e la sua squadra avevano passato un giorno intero a elaborare
strategie.
Solo e soltanto strategie.
Più
volte Naruto aveva sfiorato l’attacco isterico, ma per tutto il
tempo si era costretto a tenere
la testa bassa,
come gli aveva ordinato Kakashi.
E ora, dopo una notte pressoché insonne trascorsa a rodersi il
fegato, una nuova cupa alba lo vedeva affacciato alla finestra
nell’ansiosa ricerca di un messaggio.
«Non hai dormito?» chiese Sakura avvicinandosi
silenziosa, mentre Sai e Kakashi, di nuovo, fingevano di essere
assopiti.
«Poco» borbottò Naruto, mostrando nuove e profonde
occhiaie. «Stiamo perdendo un sacco di tempo!» aggiunse
poi, frustrato. «Itachi e Sasuke potrebbero incontrarsi ad ogni
momento, e noi saremmo qui a... giocare a monopoli! Perché è
questo che stiamo facendo, niente di più! A che serve
progettare strategie e piani d’azione, se poi stiamo seduti a
guardare la pioggia? Perché siamo venuti fin qui se abbiamo
paura di affrontare Itachi e Sasuke?»
«Non possiamo andare allo sbaraglio» gli fece Notare
Sakura.
«Ma non possiamo nemmeno restare immobili!»
«Non siamo immobili. Ci stiamo preparando...»
«Non
basta!
Così non basta!» Naruto serrò il pugno,
trattenendosi a stento dal colpire il muro davanti a lui.
Sakura non ribatté. Sospirando piano, gli posò una mano
sul braccio, e avvertì i muscoli tesi sotto la pelle.
«Naruto...» sussurrò, deglutendo. «Tutti noi
vogliamo riportare indietro Sasuke il più in fretta
possibile...» lo sentì irrigidirsi impercettibilmente
sotto il suo tocco. «Ma... non possiamo rischiare di mandare
all’aria l’intera missione. Kakashi è stato scoperto, Sai
ha rischiato la vita... Non è facile. Sapevamo dal principio
che non sarebbe stato facile»
Cadde il silenzio. La pioggia scrosciava sempre uguale, oltre il
vetro leggermente appannato. Alla fine, dopo secondi lunghissimi,
Naruto si rilassò e sbuffò piano.
«Lo so» disse. «Lo so... sono solo nervoso. Mi
sembra di non combinare niente... e non ho nemmeno visto Sasuke...»
Sakura tacque.
Lei invece lo aveva visto, attraverso gli occhi della sua copia.
Lo aveva visto, e aveva incrociato il suo sguardo per un breve
istante...
Allontanò la mano dal braccio di Naruto.
«Ce la faremo» mormorò con voce lievemente
arrochita. «Vedrai»
Naruto alzò gli occhi alla ricerca dei suoi, ma lei li evitò
e gli diede le spalle.
In quel momento udirono un becchettio gentile alla finestra.
«In piedi. Muovetevi»
Sasuke non aveva mai bisogno di alzare la voce.
Bastava un ordine sussurrato, e l’intero Serpente era subito pronto
e scattante. Lo temevano troppo per non stare sull’attenti ad ogni
istante.
Anche in quell’alba grigia, nello stesso momento in cui un passero
bagnato attraversava la finestra della stanza del gruppo di Kakashi,
in un’altra locanda bastava un suo mormorio perché Karin,
Suigetsu e Juugo aprissero gli occhi. Anche perché da un paio
di giorni Sasuke era davvero intrattabile.
Da quando si erano imbattuti nel ragazzo che era insieme a Naruto,
per l’esattezza... da quando avevano intravisto per un istante la
ragazza che era venuta a salvarlo.
Karin fu in piedi in meno di un secondo, pronta ed efficiente come la
migliore delle segretarie – e con i capelli misteriosamente in
ordine. Fu al fianco di Sasuke prima ancora che Suigetsu finisse di
sbadigliare.
«Oggi dove cerchiamo?» chiese al volo. «Ci è
rimasta la zona sud del villaggio da perlustrare»
«Va bene» disse Sasuke stringato, ignorandola. «Andiamo»
ordinò, e le voltò le spalle.
«Yawn...» mugugnò Suigetsu, tirandosi
faticosamente in pedi. « E andiamo...»
Uscirono dalla stanza in silenzio, tirandosi i cappucci neri sulla
testa, e passarono davanti alla reception in ombra cogliendo solo una
brevissima occhiata dall’uomo oltre il banco.
La locanda era in un quartiere tra i peggiori. Scura e malmessa, era
incastrata tra due edifici alti che la circondavano quasi
opprimendola. Strisce scure si erano formate là dove la
pioggia perenne colava lungo le pareti, e in molti punti il legno era
gonfio e nero.
Quando uscirono un tuono rombò cupo sulle loro teste, facendo
tremare i vetri malmessi degli edifici. Il Serpente percorse la
strada con passo veloce e silenzioso, inosservato. I quattro ragazzi
scivolarono nel primo vicolo scuro che incontrarono, e lì si
fermarono per un istante.
«Allora a sud?» chiese Juugo in tono neutro. Tutti gli
sguardi si rivolsero istintivamente a Sasuke.
Lui fece un impercettibile cenno del capo, e il Serpente scattò.
Quando correvano così le cose andavano bene. A quella velocità
non erano più che semplici macchie scure, un’ombra in un
battito di ciglia... erano un gruppo ma erano anche soli, ognuno con
sé stesso.
E a Sasuke faceva piacere.
Aveva dei compagni per necessità, non per un vero desiderio.
Perché la sua era una vendetta personale, necessaria al suo
orgoglio.
E
poi... perché aveva già avuto dei compagni in
passato... gli unici
compagni...
...e
li aveva persi.
Ho
una vendetta da compiere,
si diceva. Un
compito che posso portare a termine solo io.
Eppure... ogni tanto, se ci ripensava... ricordava un Sasuke diverso.
Un ragazzino.
Che lottava per conservare il poco che gli era rimasto.
Degli amici.
Un fratello...
...Sì, ma quale dei due?
La sua meta, l’oggetto della sua venerazione infantile e del suo
odio maturo... o il ragazzo che aveva salvato e da cui era stato
salvato tante volte e in tanti modi...? La persona che doveva
uccidere o il suo eterno rivale?
Itachi o Naruto?
Quale dei due poteva chiamare fratello?
Non importava.
In fondo non importava davvero.
Un tempo aveva detto di avere un unico legame, quello con Itachi... e
aveva intenzione di lasciare le cose in quello stato.
Un legame è un peso.
Una zavorra che ti porti appresso, che ti rallenta, che ti frena.
La sua zavorra era la vendetta, ed era troppo pesante perché
potesse essere accompagnata da qualcos’altro.
Lui... aveva una missione.
Era un vendicatore.
Non esisteva se non in quanto tale; non aveva ragioni per vivere se
non quella.
Non esitava.
Aveva aspettato troppo, troppo a lungo... e aveva odiato altrettanto
intensamente. Ora doveva trovare Itachi e ucciderlo, ora ne aveva la
possibilità, ora sentiva che poteva raggiungerlo... Karin
aveva avvertito la sua presenza, le voci che circolavano lo dicevano
lì, e anche lui sentiva che erano giunti all’agognata resa
dei conti.
L’ultimo atto.
Non poteva lasciarsi sfuggire la meta... non ora.
Non alla sua ultima occasione.
Non poteva permettersi distrazioni.
Soprattutto ora che anche Naruto sapeva della sua presenza... e lo
cercava.
Avrebbe voluto uccidere il ragazzo che era con lui, per spaventarlo e
creare confusione tra le sue fila... ma poi aveva visto Sakura, o
meglio la sua copia, e aveva capito che ormai era troppo tardi.
Uccidere il ragazzo sarebbe stato inutile, avrebbe solo aumentato il
suo desiderio di trovarlo.
Dovevano accelerare le ricerche di Itachi.
Il giorno prima avevano lavorato per un giorno intero, setacciando
metà del villaggio sotto il temporale, eppure sembrava
scomparso. Nemmeno Karin era riuscita a localizzarlo – e si era
fatta abbastanza insopportabile, per questo.
Sasuke aveva la sensazione di essere a un passo da qualcosa... e di
rischiare di lasciarselo scivolare dalle mani.
Era insopportabile.
Doveva agire.
Corrugò la fronte, e accelerò il passo.
Tanto per dirne una: come mai anche il gruppo di Kakashi sembrava
tanto tranquillo?
«Sasuke!» chiamò all’improvviso Karin, e lui la
degnò appena di un’occhiata. Ma, a sorpresa, questa volta la
kunoichi aveva notizie utili: «Sono comparsi quattro nuovi
ninja nel villaggio! Sembrano forti... potrebbero essere una squadra
di sostegno della Foglia?»
Ora la liscia fronte dell’Uchiha dovette corrugarsi
impercettibilmente.
Sostegni dalla Foglia?
Dannazione... c’era il rischio che diventassero pericolosi.
«Karin» disse freddo, senza rallentare. «Dobbiamo
fare una deviazione»
Mentre l’intero Serpente scartava bruscamente, avvolgendo le sue
spire invisibili attorno al gruppo di Kakashi, le nubi si fecero più
dense sul villaggio, cupo presagio degli avvenimenti che sarebbero
accaduti di lì a poco...
L’ex palazzo dell’Akatsuki non era un luogo sicuro. Ma dal suo
terrazzo si godeva la migliore vista sulla città: non era
troppo in alto né troppo in basso, era al riparo da sguardi
indiscreti ma permetteva di vedere ogni cosa... e, soprattutto, per
la gente comune era soltanto un edificio abbandonato. Nessuno alzava
gli occhi fin lì.
Per questo, in quella grigia mattina, nessuno vide la figura
ammantata di nero e d’alba che si stagliava contro le colonne di
cemento, e osservava... nessuno vide lei, e nemmeno l’ombra che la
raggiunse, indossando gli stessi abiti.
«Credevo che avessi una missione» disse Pain con voce
neutra, avvicinando Itachi.
L’Uchiha distolse appena lo sguardo dal villaggio.
«La sto portando a termine» mormorò. «Nella
zona est del paese c’è qualcuno di promettente»
«Davvero? Ma un bacino di ricerca ristretto diminuisce le
probabilità di trovare veri geni. Non dovresti stare fermo
qui»
Itachi non rispose, né si mosse.
Pain gettò un’occhiata distratta al paesaggio davanti a
loro.
«Sembra che due giorni fa a nord ci sia stato un certo
tafferuglio...» mormorò. «Tu che osservi sempre da
quassù, sai di cosa si tratta?»
Itachi non rispose subito. Senza muovere neppure un muscolo, ponderò
attentamente la risposta.
«No» rispose poi, in tono neutro. «Quel giorno non
sono venuto qui»
«Ah. Capisco» fu la bassa risposta di Pain.
Alzò lo sguardo, e Itachi incontrò i suoi occhi.
Rimasero entrambi immobili per alcuni lunghi secondi, poi il capo
dell’Akatsuki distolse il volto.
«Non restare sempre qui» si raccomandò, girando
sui tacchi e allontanandosi silenzioso. «O hai forse paura di
poche gocce di pioggia?»
Itachi lo seguì con lo sguardo da sopra la spalla, senza
ribattere.
“Lo
sa” realizzò, senza particolare turbamento.
Tra le nubi grevi, un tuono rombò.
Eppure quella pioggia... era strana. Strana e sospetta.
Periferia nord del villaggio della Pioggia.
Una strada stretta tra palazzi fatiscenti era bloccata da un nastro
giallo teso tra due muri, e l’asfalto, ridotto a frammenti
scomposti, giaceva abbandonato al suo destino. Quelli erano i
quartieri più poveri del villaggio: ci sarebbero voluti mesi
prima che qualcuno si accorgesse del danno e decidesse di prendere
provvedimenti.
Sotto la pioggia incessante, i vagabondi stavano seduti per la
strada. Si gettavano occhiate opache. Qualche parola. Una risata roca
ogni tanto.
Poi quattro persone incappucciate di bianco comparvero silenziose da
un vicolo, per un breve istante.
Qualcuno le degnò di uno sguardo. La maggior parte delle
persone notò a malapena il loro passaggio. E loro si
infilarono in un’altra stradina stretta e umida, al riparo da occhi
indiscreti.
Camminarono per qualche minuto, con passo silente e misurato, finché
non raggiunsero una porta malandata e socchiusa. Uno dei quattro si
fermò, e fece cenno agli altri di imitarlo. A quel punto, con
cautela, spinse l’anta; quella cigolò lievemente, aprendosi
su uno spazio completamente buio e odoroso di muffa.
Il primo uomo sembrò scrutare nell’oscurità per
qualche secondo, e finalmente si fece avanti, seguito dai compagni.
L’ultimo richiuse la porta.
Passò un istante, in cui tutti trattennero il respiro...
Poi una luce si accese in un angolo, illuminando la stanza spoglia e
coperta di muffa.
Da un lato c’erano i quattro incappucciati di bianco. Dall’altro
altri quattro vestiti allo stesso modo, e uno di loro teneva in mano
una torcia.
Impasse.
Chi avrebbe iniziato a parlare?
«Il primo principio ninja...» mormorò una voce
bassa, indefinibile, sotto il cappuccio della figura che stringeva la
torcia.
«...non è affatto una parola d’ordine» disse
quello dell’altro gruppo che aveva aperto la porta.
Simultaneamente entrambi abbassarono il cappuccio, con un sorriso
impercettibilmente teso.
«Kakashi...» mormorò il capogruppo appena
arrivato.
«Kurenai...» ribatté Kakashi con un cenno del
capo. «Avete fatto in fretta»
«Sì...» rispose lei nervosamente. «Per
questo non sono affatto sicura che nessuno ci abbia notato...
dobbiamo muoverci con cautela»
Mentre lei parlava, anche Hinata, Shino e Kiba abbassarono il
cappuccio, prontamente imitati da Sai, Sakura e Naruto.
«Loro?» chiese quest’ultimo, perplesso. «Maestro
Kakashi, pensi che il fiuto di Kiba e Akamaru possa servire con
questa pioggia? O che Hinata riesca a perlustrare tutto il villaggio
con il byakugan?»
«No, naturalmente» rispose il jonin.
«E allora perché quando è arrivato il messaggio
ha detto ‘nessuno avrebbe potuto andare meglio’?»
«Perché mi riferivo a Shino»
Silenzio.
Ancora silenzio.
E
poi un incredulo: «Ehh?!»
Shino sistemò gli occhiali sul naso, la fronte aggrottata.
Sembrava leggermente offeso.
«Naruto!» sussurrò Sakura con una gomitata.
«Come
può lui
essere
ciò che ci serve?» protestò Naruto a bassa voce.
«Là
dove il fiuto fallisce...» spiegò Shino schiarendosi la
voce. «...possono essere utili altre... qualità»
«Cioè?» chiese Naruto piatto.
Shino ghignò appena.
«Il
numero»
sussurrò, lievemente inquietante.
Mosse a malapena un dito, e all’improvviso, nel silenzioso mormorio
della pioggia, si udì un lieve fruscio... come di migliaia,
milioni di zampette in movimento...
Con orrore, Sakura e Naruto videro minuscoli insetti neri sgorgare
dalle fessure dei muri come lava dalla terra. Creature minuscole,
impercettibili, che raggruppate insieme assumevano una consistenza
quanto mai reale... Erano tante da invadere l’intera stanza,
rigurgitate dalle pareti e dal pavimento, brulicanti tutt’attorno a
loro.
Naruto deglutì.
«E le tenevi tutte dentro il tuo corpo?» chiese incerto.
Shino gli elargì un minuscolo ghigno di superiorità –
evento quanto mai raro. «Naturalmente no» rispose freddo.
«Va bene, basta chiacchiere» intervenne Kurenai brusca.
«Non abbiamo tempo da perdere, siamo pur sempre in territorio
nemico... iniziamo subito, se per voi non è un problema»
Kakashi annuì.
«Ha ragione» confermò. «Suggerisco di
dividerci in coppie, e riprendere l’esplorazione. In caso di
pericolo o di avvistamento degli obiettivi, gli insetti di Shino
fungeranno da tramite e avviseranno gli altri. Ci sono domande?»
Com’era prevedibile, la mano di Sakura scattò verso l’alto.
«Gli insetti faranno tutto da soli?» chiese scettica.
«Ho fornito loro precise istruzioni» rispose Shino. «Sono
estremamente intelligenti»
«Se lo dici tu...» bofonchiò Naruto.
«Altre richieste?» domandò ancora Kakashi. «No?
Allora informo il gruppo di Kurenai sugli ultimi sviluppi, poi
facciamo le coppie e partiamo»
Non ci vollero più di cinque minuti per spiegare ciò
che era successo due giorni prima e qual era la situazione attuale.
Gli insetti erano di nuovo scomparsi nelle viscere della terra, spie
silenziose e assolutamente invisibili, e la pioggia era tornata a
riempire il silenzio.
Naruto ancora non si capacitava della situazione.
Shino?
Shino?
Quel maledetto freddo asociale era la loro arma segreta?
Inconcepibile!
E
lui, invece, che era davvero forte... doveva tenere
la testa bassa.
Che rabbia...!
«N-Naruto...» mormorò la familiare voce di Hinata
a un tratto.
Lui si distrasse e alzò lo sguardo su di lei.
«Uh?» fece, riscuotendosi. «Che c’è?»
«E-ecco, io...» sussurrò lei, guardando con
infinita attenzione un angolo sporco e torcendosi le mani. «V-volevo
solo dirti c-che... mi impegnerò al massimo! R-riporteremo
indietro Sasuke!»
Naruto la fissò confuso.
«Ehm... sì...» ribatté incerto. «Ti
senti bene?»
Involontariamente Hinata incontrò i suoi occhi.
Per un attimo ci fu un pesante silenzio.
Ma alla fine sulle labbra della kunoichi spuntò soltanto un
sorriso mesto.
«Sì. Si, mi sento bene» disse piano. «B-Buona
fortuna...!»
A qualche passo di distanza, inosservata, Sakura scrutava la coppia
con un misto di ansia e apprensione a tormentarle lo stomaco.
Lei e Hinata non avevano mai parlato molto.
All’Accademia erano state su due livelli diversi, e una volta
terminati gli studi in gruppi differenti... ma tutti a Konoha, tutti,
sapevano che da sempre l’erede degli Hyuuga era stata molto più
che attratta da Naruto – tutti tranne il diretto interessato,
naturalmente.
Sakura stava con lui da mesi. Quasi un anno. Era una notizia che
tutti conoscevano, diffusa in lungo e in largo, e lei presumeva che
Hinata se ne fosse fatta una ragione. Da quando lei e Naruto erano
insieme, la Hyuuga si era vista poco...
...Ma...
...In quel momento... in quel luogo... in quella situazione...
...C’era una nota stonata.
Sakura, Naruto, Hinata e Sasuke riuniti insieme.
Un accordo sbagliato.
Una distorsione.
Un terribile presentimento...
Sakura si torse involontariamente le mani, accigliata.
Naruto incrociò il suo sguardo, e le rivolse un mezzo sorriso
interrogativo. Lei non rispose.
«Bene» disse Kakashi all’improvviso, richiamando
l’attenzione di tutti. «Siamo pronti»
«Io e Kakashi abbiamo optato per queste coppie...»
continuò Kurenai svelta. «Naruto e Sai. Kiba e Hinata.
Shino e Kakashi. Io e Sakura»
Gli interessati si scambiarono uno sguardo veloce.
Naruto si accigliò leggermente: stare con Sai voleva dire
avere un rotolo di Jiraya sempre a disposizione...
«Ci sono obiezioni?» chiese Kurenai. Silenzio. «Bene.
Allora possiamo andare»
Quello che non sapevano, e che nessuno di loro poteva immaginare, era
che in quello stesso momento, al centro del villaggio, una squadra
ninja speciale si stava preparando.
Qualcuno li aveva informati della presenza di intrusi nel villaggio,
e di dove si trovavano... e quel qualcuno si era firmato con un
minuscolo Serpente.
Nel
prossimo capitolo:
Brutta, bruttissima situazione...
non solo Shino era ancora privo di sensi, e quindi non avevano
notizie degli altri, ma erano nelle mani del nemico, e soprattutto...
non sapeva quale fosse lo scopo della donna mascherata. Era pressoché
certo che si trattasse della stessa persona che due giorni prima lo
aveva quasi ucciso e poi salvato, ma mai avrebbe pensato che fosse un
membro della squadra speciale della Pioggia...
* * *
* ȣ * * *
*
Spazio autore
Capitolo abbastanza inutile, mi serve per introdurre il nuovo team,
e perché capitoli del genere esistono sempre.
(mettiamola così: per ognuno di questi, ce n'è uno in cui succede di tutto)
Ah, piccola nota:
ho cambiato l'introduzione della fan,
perché mi sono resa conto che ciò che c'è scritto ora accadrà solo fra mille anni...
e poi, come mi succede sempre, in corso d'opera ho inserito altri elementi.
Ma vi chiederete: è a noi che frega?
Niente, rispondo.
Solo, tendo a dare spiegazioni inutili ogni volta che NON sono richieste! XD
Post Scriptum: questo era il vostro ultimo "capitolo di calma"...
(almeno per un po')
Aya
|
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Capitolo 10 *** Meteoropatia ***
Naruto-10
Capitolo decimo
Meteoropatia
A lui e Sai era toccata la zona sud. Naruto sbuffò sonoramente
quando si trovò di nuovo a camminare per le strade che aveva
perlustrato neanche due giorni prima.
«Qui mi si sottovaluta...» borbottò imbronciato.
«Non credo» ribatté Sai tranquillo. «Sono
passati due giorni dall’incontro con Itachi e Sasuke... potrebbero
essere ovunque, e farti tornare in questa zona vuol dire
semplicemente sfruttare la conoscenza delle strade che hai già
acquisito»
«Balle» mugugnò il biondo. «La verità
è che Kakashi non vuole che io perda di nuovo il controllo»
«Beh, ma neanche tu vuoi, giusto?»
«Certo che no!» Naruto arrossì, indignato.
«Allora il problema non esiste» Sai inclinò la
testa di lato, perplesso, e Naruto distolse lo sguardo sentendosi
inspiegabilmente scemo.
Naturalmente pioveva ancora.
Fredde gocce d’acqua simili a lacrime bagnavano muri grigi e
asfalto sbiadito, scorrendo in rigagnoli sporchi fino a scomparire
nei tombini. Il cielo coperto si rifiutava di lasciar apparire il
sole, chiuso nella sua ostinata malinconia, e ancora una volta gli
uccelli disertavano l’aria.
«Certo che... questo è un villaggio davvero triste»
mormorò Naruto alzando gli occhi celesti verso il cielo che
non conosceva quello stesso colore.
«Sembra che negli ultimi anni abbia smesso di piovere soltanto
per un giorno, poco tempo fa» disse Sai sistemando meglio il
cappuccio sui capelli.
«Davvero?» chiese Naruto sorpreso.
«Sì. Non credo sia passata una settimana da allora... ho
captato alcune voci: pare che sia accaduto un pomeriggio, subito dopo
pranzo... all’improvviso le nubi si sono diradate ed è
spuntato il sole. Tutti gli abitanti della Pioggia sono usciti di
casa per ammirarlo, almeno una volta, e hanno sperato che continuasse
per un po’, ma inutilmente: la mattina seguente aveva ricominciato
a piovere»
«Che brutto...»
«Indubbiamente l’agricoltura ne è danneggiata...»
«Non per quello. Cioè... è un po’ difficile da
spiegare, ma prova un attimo a pensare se non dovessi più
vedere il sole su Konoha. Sarebbe terribile, no?»
Sai provò a visualizzare uno scenario del genere. In effetti,
al di là dei problemi di ordine tecnico e logistico, l’idea
della parete degli Hokage sempre bagnata di pioggia gli metteva
addosso un sentimento strano, che avrebbe anche potuto classificare
come tristezza.
«Il sole... è il sole» proseguì Naruto, la
fronte corrugata nel tentativo di trasformare in parole un vago
pensiero. «E’ indispensabile, no? Nelle belle giornate ti
senti felice, e hai voglia di fare mille cose... se non ci fosse,
nessuno avrebbe voglia di fare niente. Nessuno si sentirebbe felice.
Guarda noi: siamo qui da tre giorni e già siamo depressi...»
«Depressi?» ripeté Sai.
«Ah già. Tu sei così di tuo» bofonchiò
Naruto. «Va beh, comunque hai capito, no? Il sole è
importante. Anzi, importantissimo. Io vorrei vorrei vivere in un
mondo in cui ci fosse sempre il sole»
Sai esitò un istante. Alla fine sorrise. «Sì,
credo di sì»
E
nello stesso tempo, un pensiero sfiorò la sua mente: “ancora
una volta, Naruto, tu sei l’unico che riesca a farmi capire...”
Hinata Hyuga era l’importantissima erede del migliore clan della
Foglia. E in quel momento si aggirava per le strade della zona ovest
di un villaggio nemico vestita solo di stracci e alla ricerca di un
avversario potenzialmente letale.
Probabilmente alla sua elegantissima nonna materna sarebbe venuto un
colpo, se lo avesse saputo. Fortunatamente per lei, il colpo c’era
già stato e l’aveva stroncata, risparmiandole quella
terribile notizia.
Per amor di verità, c’è da aggiungere che l’erede
non viaggiava sola: con lei c’era un cavaliere senza scintillante
armatura né nobile destriero, ma dotato di coraggio e fiuto. E
di un cane ninja, che all’occorrenza può rivelarsi
infinitamente più utile di un misero cavallo bianco.
Sfortunatamente, l’avversario letale era molto peggio del drago
delle favole: era un Serpente, nero, immenso, le cui spire si
avvolgevano lente e silenziose attorno alla vittima... una minaccia
nascosta e subdola, ma quanto mai reale.
Eppure la principessa non sembrava troppo turbata.
«Non credo che lo troveremo noi due» disse Kiba
guardandosi attorno, nella zona est del villaggio. «Insomma,
c’è solo una probabilità su quattro. Stai tranquilla,
Hinata»
«Non dire così, Kiba» rispose lei con leggero
rimprovero. «Siamo ninja. Non possiamo aver paura di incontrare
Sasuke o Itachi Uchiha... è la nostra missione»
«Ah,
non
possiamo avere paura di incontrarli?»
ripetè l’Inuzuka, accigliato. «E allora perché
hai quella ruga sulla fronte?»
Involontariamente Hinata portò una mano alla fronte,
arrossendo, ma la scoprì liscia come sempre.
«Scherzavo» Kiba si strinse nelle spalle. «Però
è vero che sei agitata, bastano gli occhi per dirlo»
Lei distolse lo sguardo.
«Non... Non è per la missione» mormorò
impercettibilmente.
«Cos’hai detto?» fece lui, senza capire. «Non ho
sentito»
«Sei un impiccione» rispose lei, rialzando il mento.
«Oh beh, forse è vero. Quando torniamo ti offro un
takoyaki per farmi perdonare, ci stai?»
Hinata arrossì di nuovo.
Ultimamente Kiba le faceva spesso quel genere di inviti... e lei non
sapeva mai come prenderli.
«Mmh... vedremo» disse evasiva. «Ora
concentriamoci»
L’Inuzuka sbuffò, e lanciò un’occhiata contrariata
ad Akamaru, che camminava al suo fianco.
“Quando
si deciderà a lasciar perdere Naruto, accidentaccio?”
Ad est c’erano Sakura e Kurenai, in un clima discretamente teso.
La kunoichi più giovane aveva la testa piena di pensieri,
nomi, volti, e trovava difficile concentrarsi sulla missione; la più
vecchia le gettava occhiate corrucciate, perplessa.
“Cosa
le prende oggi? Perché è così distratta?” si
interrogava.
«...Posso chiederle una cosa?» domandò
all’improvviso Sakura, senza alzare gli occhi dall’asfalto che
percorreva.
«Cosa?» rispose Kurenai colta alla sprovvista.
«Co...com’è avere una famiglia di cui occuparsi?»
Silenzio allibito.
«Perché mi fai questa domanda?»
Sakura arrossì leggermente. «Me... me lo chiedevo»
balbettò vaga. «Perché lei ha un figlio, eppure
continua ad andare in missione... e... come ha fatto a...»
“...a
sapere che Asuma era l’uomo giusto?”
«...a conciliare le due cose?»
«Non sei un po’ giovane per questo genere di discorsi?»
Krenai sorrise, leggermente confusa. «Tu e Naruto avete ancora
tanto tempo...»
«Mh... sì...» mormorò Sakura, pentendosi di
aver fatto la domanda; alla menzione del nome di Naruto una fitta di
rimorso le aveva perforato lo stomaco.
Perché i volti che si alternavano nei sogni sul suo futuro
erano sempre due?
«A meno che...» Kurenai si accigliò, e per un
terribile istante Sakura temette che avesse capito. «...Non sei
incinta, vero?»
Sakura inciampò e per poco non finì lunga distesa
sull’asfalto.
«C-Che cosa?!» sbottò avvampando. «No, certo
che no!»
«Oh, scusa...» fece Kurenai, sinceramente dispiaciuta ma
anche vagamente divertita. «Sai, la tua domanda sul piccolo
Tobi mi aveva impensierita...»
“Sono
un’idiota” si disse Sakura passandosi una mano sul viso. “Perché
perdo tempo a pensare a stupidaggini simili quando ho una missione
potenzialmente mortale da portare a termine? Anzi, ora che lei ha
menzionato suo figlio... mi viene in mente che c’è un altro
Tobi nell’Akatsuki. Dovremmo stare attenti anche a lui. E in futuro
devo ricordarmi di chiudere questa mia stupida bocca”
L’accoppiata Shino-Kakashi era indubbiamente la più
silenziosa. Muti ed efficienti, i due jonin avevano perlustrato
metodicamente quasi metà della zona nord del villaggio,
peraltro senza trovare nulla ad eccezione dei resti del combattimento
tra Naruto e Itachi di due giorni prima.
Procedevano veloci, senza perdere tempo, e ogni pochi minuti Shino
riferiva la situazione complessiva, che spesso era riassumibile con
un semplice “tutto a posto”. Eppure ad ogni rapporto Kakashi si
innervosiva sempre più.
Il fatto che tutto fosse tranquillo garantiva che Sasuke non avesse
ancora incontrato Itachi, ma allo stesso tempo indicava che il
maggiore degli Uchiha stava combinando qualcosa; e quasi sicuramente
non era nulla di bello.
A un tratto, tuttavia, Shino si fermò.
«Che c’è?» chiese Kakashi imitandolo.
Lui corrugò la fronte, in ascolto... e all’improvviso alzò
lo sguardo verso l’alto.
«Accidenti!» si lasciò sfuggire, mentre il suo
compagno realizzava cosa lo avesse messo in allarme: sui tetti della
strada, tutt’intorno a loro, non meno di dieci ninja della pioggia
vestiti di nero e mascherati li fissavano.
Erano circondati.
Non ebbero quasi il tempo di stupirsi, e sicuramente non quello di
reagire in qualche modo, che entrambi avvertirono il lieve pizzicore
di una puntura minuscola, sul collo, e capirono che non c’era nulla
che potessero fare.
Mentre cadeva in ginocchio, e sentiva il sonnifero agire e correre
attraverso il suo sangue, Kakashi vide i ninja della pioggia saltare
a terra e raggiungerli. Prima di perdere conoscenza, vide quello che
sembrava il capo avvicinarsi, e lo sentì gridare un ordine.
Con sua grande sorpresa, si accorse che la sua voce era quella della
donna che aveva incontrato due giorni prima su un tetto.
Poi ci fu solo silenzio.
«...Sono loro?...»
«...Solo due?...»
«...Non so cosa dirti. Lì abbiamo trovato solo questi»
«Mph. Mi aspettavo di meglio... due miseri ninja della Foglia.
Probabilmente sono spie, vogliono impossessarsi della nostra
tecnologia. Uccidiamoli»
«No»
Kakashi aprì lentamente gli occhi.
La prima cosa che vide fu un pavimento bianco, di piastrelle linde. E
il suo travestimento da mercante che giaceva in un angolo insieme a
un altro, presumibilmente quello di Shino.
Poi si accorse che già da qualche secondo sentiva delle voci.
«Interroghiamoli, invece» disse una donna, e suonò
stranamente familiare alle sue orecchie. «Potremmo anche
scoprire qualcosa di interessante, e poi vendere l’informazione
alla Roccia»
«Mh... che palle. Occupatevene tu e Yota,
allora. Io non ho voglia di perdere tempo qui. Chiamatemi se dovete
ucciderli»
Rumore di passi, leggeri, che si allontanano.
Kakashi si sforzò di riprendere coscienza di sé stesso,
e alzò faticosamente la testa; l’effetto del sonnifero si
faceva ancora sentire... quanto tempo era passato? Dov’era?
Sentì i polsi legati tra loro da corde strette, e avvertì
contro la schiena un muro gelido.
Era in una stanzetta piastrellata troppo illuminata. Probabilmente lì
venivano interrogati i prigionieri.
«Uno si è svegliato» disse una voce di uomo
leggermente nasale, e davanti all’occhio offuscato di Kakashi
comparve un viso coperto da una maschera. «Iniziamo da lui?»
«Va bene» ribatté la voce di donna, più in
là.
Kakashi si sentì tirare in piedi a forza, e per un attimo ebbe
un giramento di testa. Fu trascinato attraverso la stanza fino a un
tavolo nero, e una volta lì lo spinsero su una sedia scomoda.
«Allora...» disse l’uomo con la maschera, frugandosi in
tasca. «Foglia, eh?»
La donna era alle sue spalle, appoggiata al muro, e teneva le braccia
incrociate sul petto. Anche lei aveva il volto coperto.
«Senti, ti spiace se fumo una sigaretta?» continuò
l’uomo, sarcastico, stringendo un pacchetto di cicche nella
sinistra. Si tolse la maschera e la posò sul piano nero della
scrivania, rivelando lineamenti spigolosi e una barba rossiccia di
almeno due giorni.
«Yota» lo richiamò la donna. «La faccia»
«Uff, credi davvero che sopravvivrà per raccontarlo a
qualcuno?» sbuffò lui, stringendo la sigaretta tra le
labbra e facendo scattare la pietra focaia. Una fiammella guizzò
verso l’alto e il tabacco prese fuoco. «Allora...»
cominciò, espirando lentamente. «Perché tu e il
tuo giovane amico siete qui?»
Kakashi rimase in silenzio.
Brutta, bruttissima situazione... non solo Shino era ancora privo di
sensi, e quindi non avevano notizie degli altri, ma erano nelle mani
del nemico, e soprattutto... non sapeva quale fosse lo scopo della
donna mascherata. Era pressoché certo che si trattasse della
stessa persona che due giorni prima lo aveva quasi ucciso e poi
salvato, ma mai avrebbe pensato che fosse un membro della squadra
speciale della Pioggia.
«No, non dirmi che sei uno di quelli che vogliono essere
torturati!» gemette Yota, con una smorfia. «Senti, tanto
alla fine parli, no? Tu puoi risparmiare un sacco di dolore e io un
sacco di tempo. Avanti, è spionaggio tecnologico, giusto?»
Kakashi non aprì bocca.
L’uomo davanti a lui inspirò ed espirò una volta. Poi
sospirò.
«Che palle... devo andare a prendere la roba? Tutti quegli
aggeggi sono pesanti»
Silenzio.
Il manrovescio fu veloce, dovette ammettere il jonin della Foglia.
Veloce e preciso, e gli fece voltare la testa di scatto. Sentì
il sapore metallico del sangue in bocca.
«Allora?» sibilò Yota afferrandolo bruscamente per
i capelli, con un ginocchio sulla scrivania. «Devo andare a
prendere la roba per la tortura o mi fai il favore di sputare tutto
quello che sai adesso? E cos’è questa moda di nascondere la
faccia, eh? Sei troppo bello per farti vedere?» Mentre ancora
parlava scostò secco il coprifronte, rivelando la palpebra
coperta dalla cicatrice di Kakashi. Ghignò. «No, con
questa non sei di certo bello... Forse è meglio se rimettiamo
a posto il coprifronte, eh?» lo riabbassò brusco. «E
questa maschera? Cosa te ne fai?»
Le dita ruvide dell’uomo artigliarono la stoffa, ma un attimo prima
che potesse abbassarla la donna aprì bocca.
«Yota!» disse dura. «Smetti di giocare!»
Lui sbuffò contrariato. «Magari potresti fare qualcosa
anche tu, invece di stare lì a girarti i pollici, che ne
dici?»
Lei tacque. Nonostante la maschera che le copriva il viso, Kakashi
ebbe la netta sensazione che fosse nel bel mezzo di un travaglio
interiore.
«Hn» fece alla fine, staccandosi dal muro. «Hai
ragione»
Raggiunse la scrivania, sotto il ghigno divertito del compagno, e
sfilò di tasca un coltello dalla lama lucente e affilata.
«Oho... passi già a quel giocattolino?» chiese
Yota in un gorgheggio.
«Non sai quanto mi dispiace sporcarlo di simile sangue...»
mormorò lei.
«Certo, è comprensibile...» ribatté lui.
«Per un ninja di questo liv...»
La sua carotide fu recisa di netto.
Il sangue schizzò dalla ferita e andò a macchiare le
piastrelle bianche del muro, mentre il corpo dell’uomo cadeva a
terra con un elegante parabola. La sigaretta si spense nel sangue,
sfrigolando appena.
Kakashi inarcò le sopracciglia, mentre la donna si strappava
la maschera dal volto e la gettava nell’angolo in cui giacevano i
costumi da mercanti.
«Abbiamo poco tempo» sibilò rapida, chinandosi a
pulire la lama sugli abiti dello sfortunato Yota. «Vi farò
uscire di qui... ma tu dovrai conciarmi un po’ male prima di
andartene, okay?» si rialzò, e per la seconda volta
Kakashi incrociò i suoi occhi, scoprendoli di un blu denso e
quasi nero. Dal cappuccio stretto che le incorniciava il volto
delicato sfuggivano ciocche rosse.
«Chi sei?» le chiese. «Perché fai tutto
questo?»
«Mi chiamo Haruka Muto» rispose lei rapida, aggirando la
scrivania per raggiungerlo. Prima di recidere le corde che gli
bloccavano i polsi scostò un tratto della stoffa che le
copriva il collo, appena dietro l’orecchio. Lì, prima
dell’attaccatura dei capelli rossi, c’era un piccolo tatuaggio
sbiadito, del colore di una voglia: una piuma. Kakashi corrugò
la fronte.
«Un’infiltrata?» chiese sbalordito mentre lei gli
liberava polsi e caviglie. «Ma la piuma... quel marchio risale
a diciassette anni fa! Da quanto tempo...?»
«Esattamente diciassette anni» lo interruppe lei. «Ora
ascoltami: tu mi concerai male, e porterai con te questo coltello»
glielo mise in mano. «Prima ti aprirò la porta, così,
quando sarò moribonda in un angolo, tu e il ragazzo potrete
darvela a gambe. Fuori di qui c’è un corridoio con una serie
di porte, e in fondo dovrete girare a destra. Prendete poi la prima a
sinistra e arriverete alle scale... salitele, percorrete ancora un
corridoio, svoltate a destra e vi troverete nell’atrio del palazzo
del capo villaggio. Da lì purtroppo dovrete cavarvela da soli,
e state attenti alle guardie all’ingresso, va bene?»
Kakashi ingoiò le domande che premevano per uscire dalla sua
gola, e si limitò ad annuire.
«Io me la caverò» continuò lei. «Mi
rimprovereranno, forse degraderanno... non potrò più
inviare informazioni come prima, probabilmente, ma sarò a
posto. Non so quale sia la vostra missione, ma se hanno inviato il
celebre Kakashi dello sharingan deve essere importante; quindi ha la
priorità su tutto»
Kakashi annuì, alzandosi dalla sedia; raggiunse Shino,
colpendolo per farlo svegliare e liberandogli mani e piedi. Mentre il
ragazzo apriva gli occhi confusi, Haruka andò ad aprire la
porta. Le chiavi scattarono nella serratura stridendo leggermente, e
in quel momento la terra tremò.
«Cos’era?» scattò Kakashi.
La kunoichi alzò gli occhi verso il soffitto, corrucciata.
«Un’esplosione» rispose inquieta. «A una certa
distanza...»
«...Ahh... maledizione...» bofonchiò Shino
portandosi una mano alla testa. Un insetto corse lungo il suo dito
fino a scomparire nella manica. «Siamo nei guai... in guai
grossissimi... il peggio che potesse capitarci!»
«Cosa?» chiese Kakashi ansiosamente.
«Le spiegazioni a dopo! Ora dovete muovervi!» intervenne
Haruka pressante. «Qualcuno potrebbe decidere di venire qui!»
«Dannazione...» imprecò Kakashi. «Shino,
riesci ad alzarti?»
«Sì...»
Mentre il ragazzo si tirava su, Haruka tese l’orecchio ai suoni al
di là della porta, e un altro tremore scosse il pavimento.
«Troppo tardi!» esclamò lei con disappunto,
sentendo avvicinarsi dei passi rapidi. Rifletté rapidamente,
frenetica, e alla fine giunse all’unica soluzione possibile.
«...Non avrei mai voluto arrivare a questo...» mormorò,
spalancando la porta davanti agli occhi allibiti di Kakashi.
Lungo il corridoio all’esterno tre ninja mascherati correvano nella
sua direzione, ma si bloccarono vedendola apparire.
«Lascia perdere i prigionieri» le ordinò uno. «Di
sopra sta succ...»
Le parole gli morirono in gola: aveva
visto il corpo di Yota sul pavimento.
Haruka approfittò del suo attimo di confusione per scagliare
uno shuriken dritto verso il suo collo. Nel momento in cui la
stelletta si conficcava nella carne del ninja, lei si lanciò
contro gli altri, kunai alla mano. Il primo parò a mezz’aria,
rimediando solo un graffio leggero sul polso, e il secondo fece per
intervenire in suo aiuto.
«Chiama gli altri» gli gridò però il
compagno.
Il ninja esitò un istante, poi si voltò e corse
all’impazzata lungo il corridoio.
Haruka estrasse un altro shuriken e lo lanciò di nuovo, ma
colpì soltanto un braccio dell’ora nemico, che scomparve
oltre una curva. L’attimo dopo si sentì spingere contro il
muro dall’uomo che stava affrontando, e si abbassò un attimo
prima che un pugno la colpisse tra gli occhi. Da sotto, si aggrappò
alla gamba del ninja e gli fece perdere l’equilibrio, buttandolo a
terra, e a quel punto conficcò un kunai nella sua coscia,
recidendo il quadricipite. L’uomo lanciò un urlo, che si
diffuse amplificato lungo il corridoio, ma a soffocarlo intervenne
Kakashi. Con un rantolo flebile il ninja smise di agitarsi.
«La copertura è saltata» ansimò Haruka
rialzandosi. «Vengo con voi» Nella lotta la cuffia nera
sulla sua testa era scivolata, e ora una massa di folti capelli color
del rame cadeva sulle sue spalle in onde regolari. «Il
ragazzo?»
«Ci sono» rispose Shino raggiungendola, ancora un po’
stordito. «Dobbiamo muoverci... gli insetti sono nel panico, là
fuori sta succedendo il finimondo...!»
«E’ Naruto?» chiese ansioso Kakashi, affrettandosi
lungo il corridoio con gli altri.
Shino fece una smorfia, mentre gli insetti correvano frenetici lungo
il suo corpo, e sul pavimento, attraverso le fessure dei muri....
«Magari il problema fosse solo quello» rispose amaro. «Le
cose sono molto peggio... l’Akatsuki... entrambi i fratelli
Uchiha... che cosa? Un altro Uchiha? E...» si bloccò
all’improvviso, subito dopo una svolta.
«Cosa?» chiese Kakashi bloccandosi poco più
avanti.
«Dobbiamo muoverci!» premette Haruka.
Ma Shino era immobile, a bocca aperta. Con lentezza esasperante,
deglutì.
«Mi
dispiace dirglielo...» mormorò, con voce roca. «Ma
sembra che... Naruto Uzumaki... sia morto»
...Altrove, a sud, sotto un cielo che lentamente si schiariva...
...un corpo giaceva immobile tra frammenti di palazzi e strade.
L’acqua non lavava il sangue che gli impregnava i capelli dorati.
E neppure quello che sgorgava dalla profonda ferita sul petto, in
corrispondenza del cuore.
La pioggia aveva smesso di cadere.
Il sole... è il sole.
E’ indispensabile, no?
E’ importante. Anzi importantissimo.
...Vorrei vivere in un mondo in cui ci fosse sempre il sole...
Sarò Hokage.
Sarò felice.
Meteoropatia: s. f. (med.) insieme di disturbi psichici e neurovegetativi
conseguenti a determinate condizioni e variazioni meteorologiche; (dal
dizionario Garzanti online). In parole povere, la tendenza a cambiare di
umore con i cambiamenti climatici.
Nel
prossimo capitolo:
«Mi aspettavo qualcosa di diverso» commentò
Pain, illeso, dalla cima di un alto palo della luce. «Qualcosa
dotato di... code»
«Non mi serve la volpe» ribatté Naruto, in
piedi tra gli occhi di Gamabunta. «Posso batterti da solo!»
Per la seconda volta in quella giornata, Pain sorrise.
«Quel rospo...» mormorò. «Mi riporta
davvero indietro nel tempo»
* * *
* ȣ * * *
*
Spazio autore
Prima che vi illudiate che nel prossimo capitolo tutto si sistemi, a causa dell'anticipazione ambigua,
sappiate che in realtà il capitolo 11 tornerà indietro nel tempo, a prima del rapimento di Shino e Kakashi.
Comunque, ecco a voi un capitolo discretamente traumatizzante (spero),
che darà inizio alla serie di eventi che caratterizzano una delle parti centrali di questa storia!
Ahh, non vedo l'ora di regalarvi il 12 e 13...
Post Scriptum, successivo al capitolo di diversi giorni:
come dire... ma vi siete presi male?
Giù i forconi, e aspettate...
...il più delle volte, ciò che dico e ciò che scrivo sono malefiche menzogne...
(e, giusto per la cronaca, Naruto è il mio personaggio preferito!)
Aya
|
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Capitolo 11 *** La seconda morte del Rin'negan ***
Naruto-11
Capitolo undicesimo
La seconda morte del rin’negan
Oggi...
...è il giorno.
Mille e mille gocce d’acqua, frammenti cristallizzati di un cielo
nascosto...
Pioggia.
Lacrime.
Il cielo piange.
Ma non è un male.
Se il cielo piange, nasconde le lacrime degli uomini.
Se il cielo piange, anche tu puoi farlo.
Non che lui ne avesse bisogno.
Fermo sul tetto di un palazzo, sotto la pioggia scrosciante, Pain
dell’Akatsuki puntava gli occhi marchiati dal rin’negan sul
villaggio della Pioggia, nella sua parte più a sud.
E, straordinariamente, sorrideva.
Un sorriso freddo, quasi difficoltoso... più una smorfia che
altro.
Ma dentro di sé era tranquillo.
Tranquillo e soddisfatto.
“Sciocco,
sciocco Itachi...”
«Di lì non c’è niente» sbuffò
Naruto, liquidando con un cenno una stradina sudicia. «Ci sono
già stato l’altra volta»
Ma, com’era ovvio, Sai non lo ascoltò nemmeno; entrò
nel vicolo, lo perlustrò per qualche minuto, e alla fine ne
uscì con un nulla di fatto.
«Visto?» puntualizzò Naruto in tono sostenuto.
«Abbiamo altri impegni?» ribatté il moro. «No.
E allora facciamo le cose per bene»
Il biondo sbuffò.
Sicuramente in quel momento Sasuke era a mille miglia da lì,
dannazione!
E lui doveva perdere tempo nell’unica parte di villaggio in cui
non succedeva niente!
Pur senza saperlo, in effetti aveva un po’ di ragione: in quello
stesso momento, nei sotterranei del palazzo del capovillaggio,
Kakashi e Shino venivano portati in una stanzetta piastrellata di
bianco, privi di sensi; ma di fatto non succedeva altro. E
soprattutto si sbagliava sulla posizione di Sasuke.
«Mancano solo poche altre strade» disse Sai guardandosi
attorno. «Abbiamo quasi finito, stai tranquillo. E poi andremo
a riferire a Kakashi»
Naruto strinse i pugni.
Riferire, riferire, sempre riferire e basta! Ma cosa?
Nessuna novità.
Che frustrazione!
Con la fronte corrugata, alzò il viso al cielo grigio,
lasciando che le gocce di pioggia scivolassero sulla sua pelle.
“Sasuke...
dove sei?” si chiese.
In quegli anni se lo era domandato troppe, troppe volte...
Sai riprese a camminare, con il cappuccio bianco ben calato sugli
occhi. Naruto lo seguì, cupo, lungo l’ampia strada che
stavano percorrendo.
Erano dalle parti del quartier generale dell’Akatsuki, se non
sbagliava. In fondo, a destra, c’era il vicolo che portava
all’ingresso del palazzo. Deserto.
Lì non c’era più nessuno, era innegabile.
Alzò lo sguardo oltre gli edifici grigi che costeggiavano la
strada, fino a quello più alto che spiccava sugli altri.
Riconobbe le colonne, e l’antro in cui si era fermato con Pak... e
poi una figura umana.
Si fermò di colpo.
«Cosa c’è?» chiese Sai, imitandolo.
Naruto si distrasse per un secondo... e l’attimo dopo non c’era
più nessuno.
«...Mi era sembrato di vedere qualcuno» mormorò,
perplesso. «Ma forse mi sono sbagliato...»
«Dove?»
«Là, nel palazzo dell’Akatsuki»
Sai si accigliò impercettibilmente.
«Controlliamo... non si sa mai» decise.
«Tanto dobbiamo farlo comunque, no?» mugugnò
Naruto.
Percorsero rapidamente il tratto di strada che li separava dal
palazzo, si infilarono nel vicolo che nascondeva il suo ingresso, e
raggiunsero la porta arrugginita nella penombra. Con cautela la
aprirono, sentendola cigolare leggermente, e di nuovo Naruto si trovò
nella stanza buia che aveva visitato la prima volta con Pak. Sai
estrasse la torcia e l’accese. C’erano solo loro.
«Ci sono altri due piani» gli fece notare Naruto,
avviandosi verso la scala.
La salì a passo pesante, certo di non trovare nessuno
nell’edificio, e raggiunse il secondo livello senza che la torcia
di Sai illuminasse l’ambiente.
«Muoviti!» lo chiamò, girandosi indietro.
E sentì un soffio d’aria sul collo.
Un brivido.
Qualcosa di... inspiegabilmente noto.
Lento, mentre la luce risaliva i gradini e gli lambiva i piedi, si
voltò...
Pavimento grigio.
Polvere.
Impronte, sue e di Pak...
...e poi...
...sandali neri.
Le falde di un mantello color della notte.
Nuvole scarlatte.
Sai raggiunse il secondo piano, e la torcia si alzò a
illuminare il volto regolare di un uomo dai capelli color carota.
I suoi occhi erano cerchi concentrici.
Naruto corrugò la fronte, imitato da Sai.
“E
questo chi è?” si chiesero contemporaneamente.
«Che nostalgia...» mormorò Pain dell’Akatsuki,
soffermandosi su Naruto. «E’ passato così tanto
tempo...»
Naruto scambiò un’occhiata sconcertata con Sai.
E nello stesso tempo gli parve di udire un brontolio all’altezza
dello stomaco, un ringhio sommesso che poteva essere una minaccia o
fusa di piacere...
«Tu sei Tobi?» chiese Sai, guardingo.
«No» fu la risposta. «Il mio nome, al momento... è
Pain»
I ninja della Foglia scattarono in posizione di difesa,
improvvisamente all’erta.
«Pain è morto!» esclamò Naruto, mentre il
suo cuore accelerava i battiti.
«Non direi» ribatté l’altro distrattamente, e
poi posò gli occhi su Sai. «Tu... non servi»
mormorò.
L’attimo dopo il ninja della Foglia si trovò a volare contro
il muro, con una violenza inaudita.
Nell’intonaco si aprirono crepe profonde, e frammenti di tintura
grigia si staccarono dal soffitto per sgretolarsi a terra. Il moro
scivolò sul pavimento, senza fiato, e ai suoi occhi doloranti
sembrò che la stanza ondeggiasse.
«Sai!» esclamò Naruto facendo per raggiungerlo, ma
fu afferrato per il braccio prima che potesse muoversi, e subito dopo
sentì una mano premere sulla sua faccia, le dita affondare
dolorosamente nella fronte.
«Ridammi ciò che è mio» sibilò Pain,
e lui provò un istante di puro panico.
Era come quando aveva affrontato Zabuza, anni prima.
La gelida sensazione di non poter fare nulla... di essere morti prima
di perdere una coscienza.
Ma Naruto era un ninja.
Non uno sciocco ragazzino.
Aveva reagito allora, e lo avrebbe fatto anche in quel momento, anzi,
lo avrebbe fatto meglio.
Piegò la schiena all’indietro, liberandosi della stretta sul
suo viso, e sferrò un calcio allo stomaco dell’avversario,
mandandolo a urtare la parete alle sue spalle.
“Questo
non lo posso sconfiggere così” sfrecciò nella sua
mente.
Jiraya era tornato dalla Pioggia in fin di vita, dopo averlo
affrontato, e Naruto da solo poteva dire di essere al suo livello,
forse... ma non ne era neppure sicuro. Aveva bisogno d’aiuto.
Addentò il pollice, sporcandosi le labbra di sangue, e mentre
Pain si raddrizzava tenendosi lo stomaco lui posizionò le mani
per la tecnica del Richiamo.
Sai se ne accorse appena in tempo e, barcollante, si lanciò
verso i gradini che portavano al piano superiore. Raggiunse il
terrazzo appena in tempo, un attimo prima che le scale venissero
demolite in una nube di fumo. Le pareti del palazzo si sgretolarono,
collassando all’esterno dell’edificio, e le colonne cedettero
sotto il peso dei frammenti troppo grandi. Sai dovette saltare fino
al tetto di un altro caseggiato, rischiando di mancare la presa, e
aggrapparsi al cornicione umido di pioggia per non cadere di sotto,
mentre alle sue spalle anche il terrazzo scompariva in una nube di
intonaco e polvere, crollando sulla strada sottostante.
Si issò faticosamente al sicuro, e passò una mano sul
rivolo di sangue che scorreva dalla sua tempia, misto all’acqua.
Solo allora si guardò alle spalle.
Ciò che vide fu Gamabunta, il re dei rospi, troneggiare là
dove fino a un attimo prima era stato un palazzo grigio.
Ansimò, lasciandosi cadere seduto, e cercò di
riprendere fiato.
Ecco, era andata.
Ora lui non avrebbe più potuto intervenire.
Il crollo dell’ex quartiere generale dell’Akatsuki fece tremare
l’intero villaggio della Pioggia.
Da est, ovest, e anche da nord tutti gli sguardi si volsero,
impauriti, alla nube di fumo che sfidando la pioggia si sforzava di
annebbiare l’aria.
Kiba e Hinata la videro.
Sakura e Kurenai la videro.
Itachi la vide.
Gli insetti, nelle profonde umidità della terra, correvano
impazziti alla ricerca di uno Shino che giaceva privo di sensi.
E tutti, come un sol uomo, capirono che era là che dovevano
dirigersi.
Anche il Serpente, il più vicino, la vide.
Ma il suo leader, Sasuke Uchiha, chiese a uno dei membri di
informarlo sulla posizione di una precisa persona.
E quando quel membro disse che non si trovava là, lui decise
che non si sarebbe fatto coinvolgere...
...Come se la sua decisione avesse avuto importanza.
«Mi
aspettavo qualcosa di diverso» commentò Pain, illeso,
dalla cima di un alto palo della luce. «Qualcosa dotato di...
code»
«Non mi serve la volpe» ribatté Naruto, in piedi
tra gli occhi di Gamabunta. «Posso batterti da solo!»
Per la seconda volta in quella giornata, Pain sorrise.
«Quel rospo...» mormorò. «Mi riporta davvero
indietro nel tempo»
«Che diavolo stai blaterando?!» sbottò Naruto
irritato.
Lui non sapeva chi era Pain, non lo aveva mai visto! Perché
continuava a parlare come se si conoscessero?
«In effetti, le cose erano leggermente diverse...»
rettificò il rosso. «Ma i personaggi principali ci sono
tutti. Oh, a onor del vero... uno c’è solo per metà»
«Stai zitto! Capo! Dobbiamo catturarlo!»
Gamabunta restò fermo.
«Capo?» lo richiamò Naruto.
Il rospo assottigliò gli occhi tondi.
Quel chakra... gli sembrava di conoscerlo.
Chi era l’uomo che gli stava davanti?
«Capo!» esclamò Naruto. «Allora!»
«Mh... Sta’ zitto» bofonchiò, sfilando la spada
dal fodero. «Questo è peggio della reliquia della
Sabbia. Ma te li trovi tutti tu?»
«Non è il momento!» gli fece notare Naruto,
risentito.
«Va bene, va bene...» grugnì il rospo, passandosi
la lingua sulle labbra. «Allora tieniti stretto»
Balzò, incrinando un tratto di asfalto al di sotto delle
macerie, e l’intero villaggio lo vide svettare al di sopra degli
edifici, animale gigantesco e armato troppo agile per la sua mole.
Pain non si mosse fino all’ultimo istante, quando con un balzo
leggero saltò sulla lama che avrebbe dovuto tranciarlo a metà.
Naruto colse il momento per scagliare una pioggia di shuriken contro
di lui, ma il rosso fece ondeggiare il mantello, e quelli tintinnando
deviarono la loro corsa.
“Ma
con cosa è fatto?” si chiese il biondo indispettito, mentre
Pain saltava dalla spada al braccio di Gamabunta.
Naruto si moltiplicò, e gli mandò contro almeno otto
copie. Le vide scomparire una dopo l’altra, in un istante, falciate
come ragazzini inesperti. Bunta fece un brusco giro su sé
stesso, rischiando di far perdere l’equilibrio a Naruto, ma riuscì
a scrollarsi di dosso l’avversario.
«Mettici un po’ più di impegno!» gridò al
compagno.
«Ci sto provando!» ribatté lui irritato.
Ma senza il chakra della volpe le cose erano molto più
difficili, maledizione!
Lo aveva usato troppe volte, ormai si era abituato a contare su di
lei...
Mentre pensava queste cose, sentì una risata bassa risuonare
nelle sue orecchie.
“Credi
davvero che io sia qui per te?”
mormorò una voce roca. “Quale
presunzione... degna di uno stupido
del tuo stampo”
Naruto strinse i denti.
“Io
sono più forte di te!” gridò dentro di sé. “Tu
non mi servi!”
Ma la volpe, beffarda, si chiuse in un silenzio colmo d’aspettativa.
«Maledizione!» imprecò Naruto, irritato.
Nessuno,
nessuno
si fidava di lui, alla fine!
Cosa
diavolo doveva fare per convincere tutti delle proprie capacità?
Cosa
diavolo doveva diventare?
Guardò Pain, che fermo sul tetto di un edificio lo fissava a
sua volta.
E poi guardò Sai, accasciato su un altro tetto che cercava
sommariamente di tamponare le proprie ferite. Incrociò i suoi
occhi scuri. Intercettò il suo ‘sì’ appena
accennato.
“Io
ho fiducia in te”,
diceva quello sguardo.
Sai aveva il rotolo nero di Jiraya.
Ma non voleva tirarlo fuori.
Lui credeva in Naruto, dal giorno lontano in cui aveva riconosciuto
suo fratello in lui... Era davvero convinto che lui avrebbe
realizzato ciò per cui era nato: essere Hokage; proteggere
tutti; essere felice.
I loro occhi si incontrarono per un istante, forse meno... ma fu
sufficiente.
L’animo umano muta con il minimo alito di vento.
E anche Naruto, all’improvviso, seppe che poteva farcela... senza
scomodare la volpe. Con le sue capacità.
Lui e solo lui.
«E va bene...» ringhiò piano, congiungendo le mani
al di sotto del mento. «Ha inizio la serie delle arti magiche
di Naruto Uzumaki! Ultima versione!»
Il Caso.
O Fato, Fortuna, Sorte che dir si voglia.
Sfiga, magari.
Beh,
quella
maledetta
cosa, governa le sorti del mondo.
E’ innegabile.
Possiamo credere che tutto sia predestinato, che Dio abbia un suo
Disegno, che l’universo abbia una fine e uno scopo... ma se così
fosse l’architetto primordiale doveva essere una persona
necessariamente disturbata. *
Perché il più delle volte le cose che succedono sono al
di là di ogni logica, previsione e comprensione.
Come quell’incontro.
Improvviso, e semplicemente assurdo; lui non voleva avere niente a
che fare con l’esplosione del palazzo dell’Akatsuki, lei ci si
stava dirigendo a tutta velocità.
E inspiegabilmente si erano imbattuti l’uno nell’altra. Per la
seconda volta.
Mentre Naruto cercava Sasuke da giorni senza mai riuscire a
incrociarlo, Sakura era incappata in lui di nuovo.
Quando i loro sguardi si incrociarono, erano ormai in vista l’uno
dell’altro, e Sakura dovette fermare bruscamente la sua corsa,
imitata da Kurenai.
Ed eccoli di nuovo lì, faccia a faccia. Dopo neanche due
giorni.
Sasuke scoccò un’occhiataccia a Karin.
«E’ esattamente questo il genere di seccature che tu dovresti
evitarci» le fece notare, e gli occhiali di lei si appannarono
leggermente.
«B-Beh, io...!» balbettò risentita, pensando come
fino a un secondo prima fosse immersa in un piacevole pensiero che
comprendeva il leader del Serpente bagnato e senza vestiti.
«Hm?» fece Suigetsu con una smorfia di disappunto. «Non
c’è il ragazzo»
Sakura esitò per un lungo istante.
Correre da Naruto.
Era questo che stava facendo.
Ma catturare Sasuke... era la sua missione.
E le sue gambe... si rifiutavano di muoversi. I suoi occhi di
staccarsi da quelli dell’Uchiha. Il suo cuore di rallentare.
Sasuke.
Sasuke!
Quella poteva benissimo essere l’ultima volta che lo avevano a
portata di mano, non doveva lasciarsi sfuggire l’occasione! Per sé,
e anche per Naruto.
Scambiò un’occhiata veloce con Kurenai, e vide che era già
pronta ad attaccare.
Già. Lei non doveva scegliere tra la missione e Naruto...
“Basta
così!” si impose. “Devo smettere di pensarci, prima
dobbiamo riportare Sasuke a Konoha!”
Kurenai partì per prima, scagliando una selva di shuriken sul
Serpente, ma tutti li evitarono facilmente; le persone che
percorrevano la strada dietro di loro, ferme a osservare stupite la
nube di polvere che si sollevava dal palazzo dell’Akatsuki,
all’improvviso ebbero qualcosa di più interessante a portata
di mano.
Si scatenò il panico.
Grida, urla, gente che correva da ogni parte.
Sasuke cercò di sfruttare la confusione per dileguarsi, ma
prima che potesse farlo Sakura fece crollare con un pugno l’edificio
che costeggiava il vicolo che stava per imboccare.
«Non questa volta!» gridò, correndo verso di lui.
La fronte liscia dell’Uchiha si increspò impercettibilmente,
persa in calcoli che ruotavano tutti attorno a Itachi: quanto tempo
avrebbe perso lì? Quanta strada avrebbe potuto fare suo
fratello?
Doveva liberarsi di Sakura in fretta.
Senza
che nessuno dei presenti se ne accorgesse, una nuova esplosione
scosse Konoha.
Sasuke estrasse la spada, senza pensarci. Sakura gli fu addosso, con
il pugno levato, e lui sollevò la lama pronto a ferirla; fu
allora che la vide gettare qualcosa contro di lui, e saltò
indietro per evitarlo.
L’asfalto andò in frantumi, di nuovo, cedendo alla forza
inumana dell’allieva di Tsunade. La polvere urticante che già
aveva usato contro Itachi restò sospesa nell’aria per un
istante, prima di essere dispersa dalla pioggia, ma nel frattempo
aveva già avuto inizio un altro assalto.
Non gli avrebbe lasciato il tempo di reagire o di fuggire, lo avrebbe
catturato ad ogni costo!
Senza che nessuno se ne accorgesse, la pioggia smise di cadere...
Kurenai, per contro, doveva occuparsi contemporaneamente di Karin,
Juugo e Suigetsu.
Già ansante dopo solo pochi minuti di scontro, si vide
attaccare su due lati diversi. Schivò un fendente, un pugno;
ruotò su sé stessa e scagliò un kunai verso i
suoi avversari, che lo deviarono come niente.
«Maledizione!» imprecò tra i denti.
Erano forti, maledettamente forti... e forse lei iniziava ad essere
troppo vecchia.
Si abbassò un attimo prima che la spada di Suigetsu le
tranciasse la testa, lasciando sul campo di battaglia una ciocca di
capelli, e intrecciò rapida le dita.
“Tecnica
illusoria: prigione di specchi!”
I tre membri del Serpente si trovarono all’improvviso in un limbo
silenzioso, avvolto nella nebbia.
Suigetsu si guardò attorno, non particolarmente inquieto, e
vide la propria immagine riflessa in uno specchio a un braccio di
distanza. Un attimo dopo non fu più il suo riflesso, ma una
Kurenai nitida e armata. E il kunai non rimase al di là del
vetro, ma schizzò fuori e lo colpì di striscio a un
braccio.
Lui ghignò, snudando i denti aguzzi.
«Stiamo scherzando?» chiese, e con un pugno di dimensioni
anomale frantumò lo specchio. «Questi sono giochetti in
confronto a quello che fa Sasuke»
La nebbia si dissolse velocemente, e le cose tornarono ad assumere
contorni netti e grigi.
Kurenai strinse i denti.
Maledettamente forti era un eufemismo, con loro; si era esercitata
per mesi, anzi anni con quella tecnica! Pensava che solo un
possessore di sharingan o byakugan avrebbe potuto resistervi, e
invece quei tre l’avevano liquidata come un gioco da ragazzi.
“Come
faccio?” si chiese, facendo lavorare febbrilmente il cervello. “Con
cosa posso fermarli?”
Per sua fortuna non dovette pensarci a lungo.
Perché in quell’istante un’altra esplosione dilaniò
la parte sud del villaggio, un’esplosione più potente di
entrambe le precedenti.
E questa volta non ci fu bisogno di Karin per dire che quello era il
chakra di un Uchiha... e di Naruto.
Sasuke gettò un’occhiata a Karin, e lei scagliò uno
spillone verso Kurenai, mandandolo a conficcarsi tra collo e spalla.
La kunoichi, con un’esclamazione soffocata, portò una mano
alla ferita e crollò in ginocchio. Era stata colpita
un’arteria, e il sangue sgorgava sui vestiti in fretta, troppo in
fretta secondo l’occhio allenato di Sakura.
Di nuovo, il suo sguardo incrociò quello dell’Uchiha per un
frammento di secondo... e lui, ancora una volta, fuggì.
Lei sentì un pezzo di cuore andarsene con lui, quel pezzo più
fiducioso, e positivo, e coraggioso... Per un terribile istante si
sentì svuotata e inerme.
Poi le sue gambe si mossero automaticamente verso Kurenai, e la sua
mente si snebbiò da sola.
“Non
è finita. So dove sta andando... Non è finita!”
Decine e decine di copie, forse un centinaio, distribuite lungo ogni
superficie nell’arco di cinquanta metri.
Naruto da ogni parte. Occhi celesti in quantità tale da creare
un cielo inesistente. Una distesa di grano maturo.
Pain non sembrava molto impressionato.
«Io sto solo aspettando che tu evochi la volpe» disse
atono.
«Non succederà» ribatté Naruto. «Ti
catturerò prima che tu te ne accorga!»
L’avversario non rispose nemmeno.
Naruto sollevò un braccio verso il cielo, più
determinato che mai, e lo calò bruscamente.
«Andate!» ordinò.
Le sue copie si mossero simultaneamente, come l’onda di un
maremoto, e conversero verso il palazzo su cui Pain era ritto. Si
avventarono su di lui, lo sommersero, lo coprirono di calci e pugni,
uno dopo l’altro, uno più dell’altro; lo scagliarono verso
il cielo e di nuovo a terra, creando una lunga crepa nell’intonaco
della copertura... e a quel punto non meno di dieci Rasengan gli
piombarono addosso.
L’ultimo piano dell’edificio cedette, sprofondando su quello
precedente. I muri tremarono, franarono, e i vetri andarono in
frantumi con uno scroscio assordante.
Un tuono rombò cupo in lontananza, unendosi al rumore della
pioggia, e l’improvviso silenzio risuonò nelle orecchie di
Naruto come un grido.
«No... non ci siamo...» borbottò Bunta, cupo.
E anche Naruto si accigliò quando vide Pain in cima a un
frammento di cemento, illeso. Una leggera macchia di sangue gli
sporcava le labbra, e il suo mantello era impolverato, ma per il
resto era in perfetta salute.
«Ho provato a darti fiducia» disse, e la sua voce risuonò
sinistra, rimbalzando di palazzo in palazzo. «Ma senza volpe
non vali davvero nulla...»
Qualcosa scattò dentro Naruto.
Forse la risata bassa e roca che gorgogliò nel suo stomaco non
aiutò...
...Ma certo è che per un istante, un infinitesimo di
secondo... desiderò lanciarsi a corpo morto sull’avversario,
e coprirlo irrazionalmente di pugni fino a spappolargli la faccia.
Durò meno di un battito di ciglia... e poi passò.
Perché?
Cos’era quella sensazione?
E soprattutto... veniva da lui o...?
No.
No, non poteva essere.
Non voleva, non doveva nemmeno pensarci!
«Dannazione!» imprecò, lasciando scomparire la
gran parte delle copie.
«Cosa vuoi fare?» gli chiese Bunta allarmato.
Due ultime copie lo raggiunsero sulla sua testa, già pronte, e
lui stese una mano davanti a sé.
Il chakra prese a vorticare sul palmo, di un azzurro abbagliante. La
pioggia deviò il suo corso, schizzando tutt’attorno, ma lui
non distolse lo sguardo.
«No, ragazzo!» esclamò Bunta. «Non devi
usare quella tecnica, sai cosa succede ogni volta...!»
«Stai zitto!» rispose tra i denti. «Non mi resta
altro!»
Sapeva che il suo braccio andava in pezzi quando usava il
rasenshuriken. Lo sapeva fin troppo bene, lo sentiva ogni volta...
ogni, singolo, osso... che andava in pezzi...
...Ma era la sua arma più forte.
La tecnica con cui aveva superato il quarto Hokage.
Il suo orgoglio.
E l’avrebbe usata, con o senza il consenso del rospo.
Lame di vento acutissime andarono a prendere la forma di uno
shuriken, attorno alla sfera di chakra abbagliante.
Naruto sentì il dolore dilagare lungo il braccio, sottile ma
capillare; gli parve di udire il rumore dei vasi del chakra che si
spezzavano, ma sapeva che non era nulla se confrontato con ciò
che sentiva chi subiva quella tecnica.
Pain, dalla sua posizione, corrugò appena la fronte.
“Cos’è
quello?” si chiese. “Assomiglia al rasengan... ma è
infinitamente più potente e pericoloso”
Per la prima volta, la calma indifferenza che lo circondava si
stemperò in una moderata curiosità. Non si trattava di
ansia, questo no, ma non era più tranquillo come prima.
“Finché
lo evito, va tutto bene” disse dentro di sé, adocchiando
Naruto e le due copie sulla testa di Gamabunta.
Non sembrava difficile.
Poi si sentì afferrare per le spalle.
Ebbe a malapena il tempo di vedere una terza copia con la coda
dell’occhio, di chiedersi vagamente da quanto tempo fosse lì...
che si accorse che l’originale era davanti a lui, rasenshuriken
alla mano.
Lo prese in pieno.
Il rosso capo dell’Akatsuki inarcò le sopracciglia in un
istante di muta sorpresa... e poi cadde... giù dal palazzo,
lungo tutti i sette piani che lo componevano. Una sfera immensa si
allargò attorno a lui, una sfera in cui l’aria vorticava e
sferzava, tagliente come rasoi, e raggiunse il suolo disintegrando
l’asfalto come fragile creta, pur senza superare la cima dei
palazzi che la circondavano.
Il villaggio della Pioggia tremò di nuovo.
Pain non gridò.
Non emise neanche un fiato.
Semplicemente il suo corpo rimase sospeso, torturato e lacerato per
un tempo lunghissimo; e alla fine, come un fagotto di stracci,
ricadde al suolo.
Naruto, ansante, cadde in ginocchio sul cornicione dell’edificio,
mentre le altre due copie svanivano in uno sbuffo di polvere.
Le gocce di pioggia che scivolavano su di lui erano un tocco
piacevole per il braccio, quel braccio pulsante che stringeva nella
speranza di ignorare... Poi Sai lo raggiunse.
«Tutto bene?» chiese, nonostante a sua volta fosse
ferito.
«...Sì» mormorò Naruto, gli occhi fissi sul
corpo distante, molti piani più sotto.
Con il rasenshuriken uccideva.
Sempre.
Per questo non lo aveva mai usato su Sasuke... Per questo aveva
giurato che non lo avrebbe mai fatto.
Ma... senza il rasenshuriken, senza la volpe, senza uccidere...
sarebbe stato abbastanza forte per salvarlo?
Tutti gli strumenti che aveva a disposizione si erano rivelati
fallaci e dannosi, alla fine.
...Cosa gli restava ora...?
“E’
fondamentale che tu riesca a controllare la volpe, Naruto”
gli aveva detto Jiraya.“Se
non vuoi diventare il suo strumento, devi farla tua. Devi governarla,
devi sottometterla... Devi farla diventare il
tuo
strumento”
Ma Kyuubi era solo un cataclisma, non poteva, non doveva
controllarla...
...E allora...
Perché, perché Jiraya aveva insistito tanto...?
«Credo che il braccio sia rotto» mormorò Sai
studiando per sommi capi le condizioni di Naruto. «Qui ci vuole
Sakura... e comunque è una brutta situazione, se resta fuori
uso»
«Sto bene» ribatté lui allontanandolo. «Guarirò
presto»
«Stupido ragazzino!» ruggì Gamabunta, furioso.
«Perché mi evochi se poi non hai alcuna intenzione di
ascoltarmi?! Sei rimasto il dodicenne che eri la prima volta che ti
ho incontrato! Non pensi alle conseguenze! Ti getti verso il pericolo
senza riflettere, sei...»
«Mi dispiace, capo»
«...assolutamente
privo di controllo!» Bunta si bloccò di colpo. «Cosa
hai detto?»
aggiunse dopo un attimo di sconcerto.
«Mi dispiace, capo» ripeté Naruto, rialzandosi.
«Ma... grazie per l’aiuto»
Altro che scuse.
Quello era un congedo in piena regola.
“Come
osa, questo moccioso...?” si chiese il re dei rospi, sentendo
l’indignazione montare dalle zampe all’ultimo porro sulla fronte.
Gracidò, oltraggiato, e scomparve in un rumoroso sbuffo di
polvere.
Nella fretta di andarsene, dimenticò di parlare dello strano
chakra che aveva sentito provenire da Pain... e negli attimi seguenti
alla sua scomparsa, né Naruto né Sai si preoccuparono
di gettare un’occhiata al corpo del capo dell’Akatsuki.
Se lo avessero guardato, lo avrebbero visto perdere lo sguardo nel
cielo grigio... e poi sorridere.
A metà tra un ghigno e il sollievo.
E come una settimana prima, quando la pioggia aveva cessato di
cadere... quando Jiraya si era allontanato dal cadavere di un
allievo, maledicendo il sole che non nascondeva le sue lacrime...
ancora una volta le gocce smisero di cadere dal cielo.
E le palpebre si abbassarono su un rin’negan tanto falso quanto
simile all’originale.
Pain dell’Akatsuki era morto.
Una settimana prima ma anche in quel momento.
Nagato del villaggio della Pioggia era morto.
Anni, e anni prima, in un tempo di guerre che aveva ucciso la sua
infanzia...
E il suo corpo, quella pallida imitazione di corpo... scomparve.
In una nuvoletta di polvere subito cancellata dalla pioggia.
...A
chilometri di distanza, nel paese del Fuoco, una testa si sollevò
bruscamente.
«Oh...
questo non me l’aspettavo» mormorò una voce.
«Mh?
Hai detto qualcosa?» sbottò un’altra, più roca
e irritata. «Chiudi quella bocca, siamo vicini al villaggio
della Foglia»
Una mano
adornata di anelli si sollevò fin sotto un mento nascosto da
una maschera.
«Non
ho più tempo da perdere qui» disse Tobi, in un tono
diametralmente opposto a quello che utilizzava di solito.
«Hn?
E questo che diavolo vuol...?» iniziò Kamaro,
scaldandosi, ma prima che potesse tendere a mano e afferrare il
compagno per il bavero, quello scomparve in uno sbuffo di fumo.
Tra le
sue dita ancora tese rimase solo l’aria.
In
compenso uno stormo di uccelli si sollevò verso il cielo
terso, urlando il suo richiamo.
E dalle
mura della Foglia, Ibiki Morino e Asuma Sarutobi, in quel momento di
guardia, se ne accorsero.
*
Essendo che la sottoscritta può considerarsi la creatrice, e
dunque Dio, di questo mondo fittizio che è la fan... sì.
Garantisco che la mente dell’architetto primordiale (ovvero la mia)
è disturbata.
Nel
prossimo capitolo:
“Avanti...
lo sai perché”
sussurrò
suadente la voce della volpe.
“Tu sai chi è.
Lo hai sempre saputo.
Io
te l’ho sempre suggerito”
* * *
* ȣ * * *
*
Spazio autore
Se Dio vuole, riuscirò di rado a connettermi...
Mi è saltata la rete che piratavo (inconsapevolmente) a casa,
e quindi d'ora in poi dovrò usare quella pubblica!
Dovrei riuscire lo stesso ad aggiornare con una certa regolarità, comunque, quindi non vi preoccupate troppo! XD
A proposito... PIGRI CHE NON SIETE ALTRO!
Perché c'è un numero di letture così disgustosamente alto (che mi fa infinitamente piacere)
e un numero di commenti così disgustosamente basso?
Tsk tsk...
E dire che io mi impegno tanto... T_T
Informazione di servizio: nella mia pagina personale troverete sempre il titolo del capitolo successivo all'ultimo pubblicato!
Aya
|
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Capitolo 12 *** Il nemico del mio nemico è mio nemico ***
Naruto-12
Capitolo
dodicesimo
Il nemico del mio nemico è mio nemico
«Che nostalgia...»
Una voce fredda, controllata.
Vagamente familiare.
Sai e Naruto si voltarono contemporaneamente, e alle loro spalle
videro un uomo avvolto nel mantello dell’Akatsuki, con una maschera
arancione sul volto. Immediatamente scattarono sull’attenti.
«Questo deve essere Tobi» mormorò Sai, mentre
Naruto imprecava mentalmente: aveva consumato troppo chakra per
Gamabunta e il rasenshuriken... sperava soltanto che il nuovo
arrivato fosse un totale incapace.
«Non pensavo davvero che avresti sconfitto la mia copia»
continuò Tobi, fermandosi a qualche passo dai ninja della
Foglia. «Senza usare la volpe. Notevole... davvero notevole.
Pur essendo una copia, aveva tutte le caratteristiche di Pain del
villaggio della Pioggia, la stessa forza, le stesse tecniche.
Naturalmente replicare il rin’negan mi è stato impossibile,
anche analizzando il suo cadavere, corrotto dall’acqua di quel
fiume; ma mi sono avvicinato molto all’originale. E tu... lo hai
sconfitto. Mi hai piacevolmente stupito»
«Chi diavolo sei?» sbottò Naruto.
Quella era la seconda volta che si trovava davanti qualcuno che
parlava come se conoscesse tutto di lui... ed era infinitamente
irritante!
«Senza contare che...» proseguì Tobi senza
degnarlo della minima attenzione. «...quella tecnica, quel
rasengan modificato, è davvero straordinaria. Combinazione di
manipolazione e natura del chakra, vero? Terribile»
Sai e Naruto non potevano vedere il suo volto, ma furono certi che
stesse sorridendo.
Poi, dopo una breve pausa, parlò di nuovo.
«In fin dei conti, sei diverso da tuo padre»
Hinata, Kiba e Akamaru correvano a perdifiato verso sud,
attraversando strade su strade e vicoli sudici.
La pioggia aveva improvvisamente smesso di cadere, ma all’erede del
clan Hyuuga non era sembrato affatto un buon segno. Con il byakugan
attivato, teneva il passo di Kiba ansando, e scrutava con sempre
maggior preoccupazione le tracce di chakra sul loro cammino.
Più avanti, due grandi accumuli e uno più debole. Uno
era Naruto, lo riconosceva, quello più trascurabile Sai... e
il terzo aveva un che di familiare, ma... era come confuso,
perturbato. Instabile come un composto chimico sul punto di
esplodere.
«Com’è la situazione?» chiese Kiba.
«Non riesco a capire!» ribatté lei, frustrata.
«Naruto è davanti a un avversario strano... il suo
chakra è anomalo»
«Cosa significa?»
«Non lo so!»
«Maledizione... e gli altri?»
Hinata fece vagare lo sguardo tutt’attorno, attraversando gli
edifici e gli ostacoli.
«Sakura e Kurenai... stanno affrontando Sasuke»
«Che cosa?» scattò Kiba. «Dobbiamo
raggiungerli?»
Hinata esitò. Il Serpente era sicuramente più vicino...
ma dall’altra parte... c’era Naruto....
«No» si sentì dire, prima ancora di poter prendere
una decisione. «L’avversario di Naruto sembra peggio»
Kiba le gettò un’occhiata di striscio.
“Sì,
come no...”
pensò demoralizzato, ma non obiettò.
«E Shino e Kakashi?» chiese invece.
Hinata li cercò con lo sguardo dappertutto, ma non riuscì
a individuarli.
«Strano... non li vedo» disse, sforzando al massimo il
byakugan.
Non sapeva che erano qualche metro sotto terra, ben oltre la sua
capacità di localizzazione.
«In effetti...» mormorò Kiba, accigliandosi.
«...gli insetti avrebbero dovuto avvisarli molto prima
dell’esplosione, non credi? Loro due dovrebbero già essere
sul posto»
«Ma non ci sono» ripeté Hinata in ansia. «E
se fosse successo qualcosa?»
«Dovranno cavarsela da soli» sbottò Kiba duro.
«Ora dobbiamo raggiungere Naruto, giusto? Non avevi detto che
il suo avversario sembra il più pericoloso?»
Hinata incrociò lo sguardo dell’Inuzuka, e vi colse una
sorta di rimprovero malcelato. Si affrettò a distogliere gli
occhi, a disagio.
Lui si sentì immediatamente in colpa.
“Accidenti
a me” pensò. “E’ inutile che le faccia una colpa perché
ancora pensa a Naruto: in fondo mi piace proprio per questo suo
carattere bizzarro...”
Gelo.
Vuoto.
Un istante di nulla assoluto, un secondo di pausa nella frenetica
attività del suo cervello.
Black out.
Poi, un’unica domanda che si fa strada veloce, riattivando neuroni
e muscoli, facendo scorrere nuovamente il sangue nelle sue vene.
«Mio...
padre?»
Un alito di voce.
Non riuscì neanche a gridare, come avrebbe voluto e come
sarebbe stato naturale per lui.
Tobi tacque, lasciandogli il suo attimo di shock.
«Ero convinto che fossi più debole di lui»
proseguì poi, in tono discorsivo. «Ma mi hai stupito.
Complimenti. Beh... questo non significa certo che tu sia più
forte di me, ma è già qualcosa»
«Mio
padre?!»
ripeté Naruto a voce più alta, riacquistando
rapidamente tutti i tratti che lo caratterizzavano. «Che ne sai
tu di mio padre?!»
Perché
quell’uomo tirava fuori un argomento simile, perché?
Chi
diavolo era?
«Dovresti essere onorato dalle mie parole» continuò
Tobi. «Che i figli superino i loro padri è normale... ma
il tuo era particolarmente dotato. E’ riuscito a strapparmi il
giocattolo preferito, dopotutto»
«Smettila
di blaterare!» ruggì Naruto, fuori di sé. «Di
chi stai parlando?! Chi
è
mio padre e che ne sai tu?!»
Tobi fece una pausa, lasciando che l’eco delle sue parole si
spegnesse.
Poi sembrò ricordare all’improvviso una cosa.
«Ah, è vero» commentò. «Tu non servi,
te l’ho già detto»
E Sai, ancora accanto a Naruto, fu sbalzato all’indietro, oltre il
cornicione del tetto.
Naruto si voltò di scatto, e al rallenty lo vide oltrepassare
il confortante muretto di protezione, restare sospeso nel vuoto...
incrociò i suoi occhi, leggermente stupiti... e poi lo vide
cadere. Scomparire oltre il bordo.
«Sai!» gridò scattando indietro, fino al muretto.
Si sporse verso il basso, gli occhi sbarrati, e con orrore lo vide
giacere a terra, sette piani più sotto, sopra un cumulo di
rifiuti bagnati.
Il suo cuore perse un battito.
Smise di respirare.
«Certe cose sono private...» mormorò Tobi senza
muoversi. «E magari... così tiri finalmente fuori la
volpe»
Naruto avvertì un brivido correre lungo la schiena.
Una risata gorgogliante, nei pressi dello stomaco...
...Quanto... quanto sarebbe stato facile liberare Kyuubi, ora...
cederle il suo corpo, il suo sangue, il suo chakra... lasciare che si
scatenasse e facesse a brandelli quell’uomo.
Le mani di Naruto tremarono, scaldandosi impercettibilmente.
Ma...
La volpe era più debole di lui.
Non sarebbe servito a nulla.
E poi... gli avrebbe impedito di sentire... di suo padre.
Strinse i pugni, e sentì il mormorio dì Kyuubi
affievolirsi.
Tobi, sotto la maschera, corrugò appena la fronte.
Male. Non perdeva il controllo...
«Dimmi... chi è» disse Naruto tra i denti,
dandogli le spalle. «Mio padre. Se sai qualcosa di lui... dimmi
chi è»
Era imperdonabile.
Pensare a una stronzata come quella mentre Sai era venti metri più
in basso, chissà se vivo o morto... era imperdonabile.
Dopotutto aveva vissuto fino a quel momento senza saperlo, giusto?
Perché all’improvviso diventava tanto importante?
“Avanti...
lo sai perché”
sussurrò suadente la voce della volpe. “Tu
sai chi è. Lo hai sempre saputo.
Io
te l’ho sempre suggerito”
Tobi sorrise, freddo.
«Lo sai» disse, come Kyuubi poco prima. «Ma fingi
di non saperlo... fingi di ignorare la somiglianza, l’istinto, e le
parole che vengono sussurrate alle tue orecchie... Fingi di ignorare
che il quarto Hokage sia tuo padre»
Crack
Qualcosa andò in frantumi, nel suo petto.
Una crepa sottile prese a dipanarsi lungo un vetro spesso e scuro...
una barriera, che lo aveva protetto per diciotto anni da una
consapevolezza di cui non voleva sapere nulla.
Un diamante che temprava le sue convinzioni... e che dava sostanza ai
suoi giuramenti.
Lo aveva sempre circondato, difeso... lo aveva illuso.
Il
maestro Iruka è come un padre per te. A che serve pensare a un
altro? Lascia perdere, non conviene neppure perdere tempo...
...Non hai bisogno di
qualcuno che ti ha abbandonato.
Yondaime.
Il suo obiettivo.
L’eroe del villaggio.
L’Hokage.
Colui che aveva sacrificato la vita per la Foglia...
...invece
di stargli accanto.
Che
pensiero... idiota.
Idiota
ed egoista.
Anche lui avrebbe fatto lo stesso, ne era certo.
Proteggendo il villaggio aveva protetto anche il suo prezioso
bambino...
...per
poi infilargli un demone nelle viscere.
E condannarlo alla solitudine e al disprezzo. Strappandogli anche il
conforto dell’amore paterno.
“Che
razza di padre... vero?”
ghignò Kyuubi, sarcastica.
«Zitta!»
gridò Naruto, e nella sua voce risuonò una nota bassa
simile a un ruggito.
Strinse le mani attorno al muretto di protezione, e sentì le
dita incrinare l’intonaco.
Non l’aveva messo in dubbio neanche per un istante, da quando era
sfuggito alle labbra di quel Tobi...
Yondaime...
Suo padre...
Suo padre...
Suo padre...
Suo
padre...!
Si voltò di scatto, furioso e completamente privo di
controllo.
I suoi occhi si tinsero di cremisi, le pupille si strinsero nello
sguardo di un felino, e nella sua mano, ora artigliata, brillò
la luce accecante del rasengan... che in un attimo si trasformò
nel rasenshuriken, senza bisogno di copie che lo aiutassero.
Infranse l’accordo stretto con sé stesso.
Lo scordò completamente.
Naruto ruggì, e il cemento sotto i suoi piedi si incrinò
di fronte alla potenza della tecnica, mai così densa fino a
quel momento.
Tobi, dall’altra parte del tetto, per un attimo sperimentò
un vago barlume di paura.
Evitarlo?
Difficile.
Ma poteva contrastarlo.
In un istante raccolse una quantità incredibile di chakra, che
spazzò l’aria come un vento caldo, e si preparò per
la palla di fuoco suprema.
Quando Naruto fu a un passo da lui, i diversi flussi di chakra si
scontrarono, esplodendo.
L’uno scagliò il rasenshuriken, con abbastanza forza da
permettergli di allontanarsi dalla sua mano senza scemare, l’altro
sputò una sfera incandescente di proporzioni colossali.
L’intero villaggio tremò per la terza volta, più
violentemente delle precedenti.
La luce che si sprigionò fu accecante, e disegnò lunghe
ombre per un raggio di centinaia di metri.
Il palazzo su cui si stavano affrontando non resse, e crollò
su sé stesso come un castello di carte, mentre gli ultimi tre
piani si disintegravano con violenza inaudita. Anche i primi edifici
nei dintorni furono dilaniati dall’onda d’urto.
Qualunque essere umano non sarebbe uscito vivo da un’esplosione
simile. Forse neanche Kyuubi.
Ma, quando la polvere si fu depositata, lenta e pesante... uno
scenario surreale si aprì alla vista.
Da un lato, sulla cima di quel che restava di un palazzo, Naruto e
Hinata.
Dall’altro, nella stessa situazione, Tobi e Itachi Uchiha.
Kiba, ansante in una stradina secondaria, lasciò che Akamaru
leccasse le ferite di Sai, ancora privo di conoscenza, e guardò
su; lui si era precipitato a salvare il moro, mentre Hinata, sotto i
suoi occhi attoniti, si era lanciata al centro dell’inferno per
Naruto.
Non l’aveva mai vista usare la rotazione suprema del suo clan prima
di quel momento, sebbene il risultato non fosse perfetto quanto
quello di Neji. Ma a quanto pare era bastato: lei e Naruto erano
stati sbalzati contro un palazzo che aveva rischiato il crollo, ma a
parte qualche ustione su Hinata, si erano entrambi salvati.
L’Inuzuka spostò lo sguardo da loro all’altra coppia... e
cercò di decifrare l’immagine confusa che gli era parso di
captare: la palla di fuoco del membro dell’Akatsuki era esplosa a
un metro da Naruto... ma in qualche modo era stata deviata
dall’Uchiha, forse con la stessa tecnica, ed entrambi erano stati
sbalzati via, come Naruto e Hinata. Restando miracolosamente illesi,
a parte il mantello andato distrutto.
La
domanda era: perché?
Perché Itachi avrebbe dovuto voler salvare Naruto?
Frammenti di cemento si staccarono dall’impalcatura d’acciaio
contorta, cadendo sul pavimento con un lieve acciottolio.
Nel silenzio dilagante, l’unico rumore era quello di un respiro
affannato.
«...Hinata?» disse Naruto sbalordito, quando si accorse
che lei era davanti a lui, accasciata sul suo ginocchio. «Stai
bene?»
Accigliandosi, la prese per le spalle ignorando il dolore al braccio
destro danneggiato dal rasenshuriken, già in via di guarigione
grazie a Kyuubi, e la girò, costringendola a guardarlo.
Sul viso solitamente bianco della kunoichi ora c’erano tracce di
ustioni leggere, e un arrossamento generale.
«Io... sì...» rispose lei con un tentativo di
sorriso. Naruto vide che in corrispondenza delle braccia gli abiti
erano inceneriti, e che la pelle era più danneggiata che non
sulla faccia.
«Cosa hai fatto?» le chiese, sentendosi inspiegabilmente
irritato. «Perché ti sei infilata in quell’inferno?»
«Perché... volevo proteggerti» mormorò lei
senza pensarci. E poi arrossì furiosamente. «C-cioè»
balbettò. «Pensavo che p-poteva essere pericoloso, e-e
allora ho usato l-la rotazione suprema... M-ma non sono brava come
N-Neji, quindi n-non è venuta troppo bene...! Però sono
a posto, d-davvero!»
Naruto la fissò, senza sapere cosa dire.
Poi lo seppe.
«Sei una stupida!»
Hinata sussultò, spaventata.
«Io non mi sarei fatto niente!» continuò lui, e i
suoi occhi cremisi non erano affatto rassicuranti. «Tu invece,
guarda come ti sei ridotta!»
«M-ma io...» balbettò lei, nel panico.
«E dov’è Kiba?» scattò Naruto.
«Quell’imbecille! Come ha potuto permetterti di fare una cosa
del genere?»
«L-lui...»
«Quando lo trovo gliele suono! A lui e a quel maledetto cane!»
«P-però...»
«Stai zitta!»
Hinata ammutolì, ad occhi sbarrati.
«Ce la fai a stare in piedi?»
Lei annuì piano.
«Allora vattene da qui» ordinò lui, alzando gli
occhi da lei per posarli sul palazzo che ospitava Itachi e Tobi. Le
sue iridi si fecero improvvisamente gelide, non più calde e
infervorate come quando parlava con lei. «Siamo solo
all’inizio»
E Sai, l’unico che avesse a disposizione uno dei rotoli di Jiraya,
giaceva privo di sensi tra le rovine.
I mantelli dell’Akatsuki erano andati distrutti nell’esplosione,
insieme a brandelli degli abiti che celavano al di sotto.
Nuvole scarlatte su campo nero, incenerite in un’unica fiammata,
l’anelito agonizzante di un’organizzazione morta da tempo... e
forse mai neanche nata davvero.
Tobi e Itachi erano l’uno davanti all’altro, in piedi, in
silenzio.
«Mi hai ostacolato...» disse il primo, piano. «Devo
interpretarlo come un tradimento?»
«Come se non lo avessi sempre saputo» ribatté
l’altro, impassibile. «L’unico motivo per cui sono entrato
nell’Akatsuki... sei tu»
Tobi ghignò sotto la maschera.
«Interessante» commentò. «Pensi davvero di
essere più forte di me? Tu... con quel tuo debole sharingan e
i tuoi occhi quasi ciechi?»
«E tu? Che di occhio ne hai solo uno?»
«Hn... quanto sei informato...» mormorò
sarcastico. «Per te un occhio sarà più che
sufficiente. Tu... sciocco ragazzino ossessionato dall’idea di
essere forte... Vuoi radere al suolo l’intero clan?»
«Sì. Il sangue Uchiha è un sangue maledetto»
«Uhuh... è così che la pensi, dunque? Non avrai
frainteso? Non sarà che l’unico maledetto qui... sei tu?»
Itachi si accigliò impercettibilmente.
«Se il sangue Uchiha è tanto velenoso,» continuò
Tobi. «perché hai lasciato in vita tuo fratello? Perché
hai alimentato la sua maledizione con la fiamma dell’odio?»
Itachi non rispose.
Aveva lasciato in vita Sasuke... perché c’era bisogno di un
ultimo Uchiha, uno il cui sangue non fosse contaminato come quello
degli altri.
Un bambino.
C’era bisogno di una persona così, per eliminare lui.
Lui, lo sterminatore.
Il più impuro di tutti.
Sasuke doveva odiarlo, per diventare forte... doveva superarlo,
migliorare fino a raggiungere e superare i suoi limiti...
Lui aveva bisogno di una garanzia.
La garanzia di non restare l’ ultimo.
«Oggi, qui...» mormorò, con gli occhi cremisi
fissi sulla maschera di Tobi. «Il clan Uchiha avrà
definitivamente fine»
«In effetti... oggi è il Giorno» sorrise Tobi. «Ma
hai frainteso di cosa»
In quel momento entrambi voltarono la testa di scatto, e videro
Naruto balzare sul palazzo che occupavano con passo silenzioso.
Il chakra rosso della volpe brillava, sfilacciato, attorno al suo
corpo, denso là dove assumeva il cremisi degli occhi.
Non sorrideva, né ghignava.
Tobi passò lo sguardo da lui a Itachi.
«Uhm...
Il
nemico del mio nemico è mio amico.
Si dice così? Quindi... ora mi affronterete in due?»
Naruto spostò gli occhi sull’Uchiha che gli stava accanto.
«Non è esatto» rispose, con voce roca. «Io
sono qui per entrambi»
«Ma
io e te non possiamo allearci...» disse Tobi rivolto a Itachi.
«Uhm... strana situazione. In questo caso mi sembra più
appropriato il
nemico del mio nemico è mio nemico.
Per quanto non abbia senso»
«Naruto, vattene» ordinò Itachi freddo. «Il
suo obiettivo è Kyuubi, se riuscirà ad ottenerla sarà
la fine»
«No» ringhiò Naruto. «Io sono qui per
catturarti. E lui... ho bisogno di sapere chi è»
L’Uchiha si accigliò.
Che Naruto restasse lì era la cosa più pericolosa che
poteva accadere.
Non doveva permetterlo.
«Tutto qui?» disse, freddo. «Come ho già
detto a Jiraya il sannin, quando avrò concluso ciò che
mi preme fare, mi consegnerò nelle vostre mani. E per quanto
riguarda la sua identità...» spostò gli occhi su
Tobi. «Lui è Uchiha Madara, fondatore del clan Uchiha
della Foglia»
Nel
prossimo capitolo:
Sasuke estrasse la mano dalla ferita di scatto, lasciando che il
sangue zampillasse e gli macchiasse il kimono.
Ad occhi ancora sbarrati, vide Naruto piegarsi lentamente
all’indietro... e cadere, verso il basso.
Cinque piani più sotto, giacque tra le macerie della strada
e dei palazzi.
Le nubi in cielo lasciarono trapelare un singolo, debole, raggio
di sole...
* * *
* ȣ * * *
*
Spazio autore
Ed ecco a voi il famoso capitolo 12, di cui ho continuato a parlare!
Sicuramente qualcosa succede, non vi sembra?
Da questo e fino al capitolo 18 ci sarà un casino dietro l'altro,
e confesso che questa è forse la cosa più difficile che io abbia mai scritto in termini di "azzardo";
siamo nel campo dell'immaginazione più pura, ognuna delle parole che leggerete di seguito è da me inventata
e non costituisce spoiler in alcun modo...
(anche perché sono consapevole del fatto che Pain non avrà un ruolo marginale nella saga regolare,
mentre io me ne sono liberata decisamente in fretta...! XD)
Sperando che possa risultare godibile,
auguro a tutti un buon capitolo 13!
A giudicare dall'anticipazione, avete bisogno di tutti gli auguri possibili! XD
Un'ultima cosa:
un saluto e un grosso abbraccio a
Urdi, Talpina Pensierosa, La fidanzata di Goku e ShAiW,
le uniche a sconfiggere la pigrizia dilagante...
Aya
|
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Capitolo 13 *** Nel cuore ***
Naruto-13
Capitolo tredicesimo
Nel cuore
«...Il fondatore?» allibì Naruto. «Ma...
com’è possibile? Dovrebbe avere centinaia d’anni!»
«La Tecnica Proibita» mormorò Itachi.
Tobi, che fino a quel momento non aveva detto una parola, ora rise.
Piano, quasi gentilmente, ma un brivido corse lungo la schiena di
Naruto. E un ringhio basso si liberò dal suo stomaco.
«La stessa di Orochimaru?» chiese il ninja della Foglia.
«Esatto»
rispose il diretto interessato. «Sebbene sia più
corretto dire la
mia,
dal momento che sono stato io il primo a parlarne»
Con un fruscio silenzioso, portò la mano alla maschera che gli
copriva il volto.
«Orochimaru ha provato a imitarla, ma non ci è riuscito.
Non del tutto, almeno. Il problema... è lo sharingan. Uno dei
tre grandi poteri oculari, davvero incredibile... possederlo è
una specie di jolly. Ma lui non sarebbe nemmeno stato in grado di
usarlo, pur avendolo a disposizione» abbassò la
maschera, e davanti agli occhi attoniti di Naruto svelò un
volto di adolescente, per metà devastato.
L’intera parte destra era un’unica cicatrice, la pelle cadente.
La parte sinistra era priva di un occhio. L’unica nota di vita su
quel volto pallido, incorniciato da capelli neri e sparati, era il
brillante sharingan scarlatto di destra.
«Solo il sangue degli Uchiha permette il vero utilizzo dello
sharingan» proseguì Madara. «Nemmeno Kakashi
Hatake riuscirà mai a padroneggiarlo completamente. E io,
grazie a questo occhio, posso realizzare tecniche che saranno per
sempre al di là delle vostre possibilità»
«Ma... perché?» sfuggì a Naruto. «Perché
restare in vita tutto questo tempo?!»
Madara sorrise.
«Per ricordare a ragazzini come questo» accennò a
Itachi. «che il vero potere risiede solo nel sangue più
puro. E che loro lo hanno sporcato, indebolendo irrimediabilmente lo
sharingan»
«Non ha senso!» sbottò Naruto.
«Lo
sharingan è il simbolo della casata Uchiha, cui io ho dato
origine» ribatté Madara, smettendo di sorridere.
«Indebolirlo significa infangare il nome del clan, il mio
nome»
«E
tu... saresti rimasto in vita... incarnandoti di volta in volta...
per
questo?»
Naruto non riusciva a capire.
Quella storia assurda andava al di là delle sue capacità
di comprensione...
«Sei pazzo» intervenne Itachi, rivolto all’altro
Uchiha. «L’uomo ha una vita limitata perché la sua
mente non può restare sana per troppo tempo. Ma tu,
continuando a esistere, hai perso completamente la ragione. Se il mio
sangue è sporco, perché sei venuto a cercarmi quand’ero
solo un ragazzino? Perché ti sei offerto di prendermi come
allievo e di aiutarmi a sviluppare lo sharingan? Già undici
anni fa mi è bastato guardare in quel tuo unico occhio per
capire che eri completamente pazzo... ora è ancora più
evidente. Madara Uchiha, per te è arrivato il momento di
morire»
«Sono pazzo?» ripeté Madara, con un ghigno. «Ma
sono più pazzo io che ti ordinai di sterminare il clan
Uchiha... o tu che mi obbedisti?»
«Siete pazzi entrambi!» sbottò Naruto.
«Completamente fuori di testa!»
Il chakra rosso che lo ricopriva blandamente si intensificò
come una fiammata.
«Sarò io a mettere fine a questa follia!»
Madara gli lanciò un’occhiata di compatimento.
«Dire simili spacconate...» mormorò. «E poi
servirsi del mio animale domestico. Quanta presunzione...»
«Stai parlando di Kyuubi?» ringhiò Naruto.
«E di chi altri?»
Un ghigno si disegnò sulle labbra del biondo.
«A quanto pare, lei non è affatto convinta di essere il
tuo animale domestico»
E iniziò.
Hinata si lasciò cadere lungo l’ultimo dislivello, e atterrò
sulle gambe leggermente instabili.
Ansante, aggirò un enorme frammento di muro e si trovò
accanto a Kiba, Akamaru e Sai.
«Hinata!» esclamò il primo, scattando in piedi.
«Stai bene?» fece correre lo sguardo alle ustioni sulle
braccia e il viso.
«Sì» rispose lei nascondendo la pelle con i resti
delle maniche. «Sai?» lo raggiunse, e gli si inginocchiò
accanto. Posò due dita sul suo collo, e avvertì un
battito leggero; si accigliò.
«Ha bisogno di cure» mormorò preoccupata. «Se
solo ci fosse Sakura...»
«Starà arrivando» le assicurò Kiba. «Penso
che l’esplosione di prima sia stata visibile anche dal Fuoco e dal
Vento, figurati se non l’hanno vista lei e Sasuke... Probabilmente
a quest’ora si stanno inseguendo per arrivare qui»
«Già...» Hinata fece un sorriso mesto. «Sakura
sarà molto preoccupata per Naruto»
Kiba si accigliò.
E poi esplose.
«Adesso basta!» esclamò, facendola sussultare.
«Devi smetterla di pensare a lui! E’ un anno che sta con
Sakura, devi metterci una pietra sopra! Non puoi stare ancora male
perché lui non ha saputo vedere cosa aveva davanti!»
«Cosa... a-aveva davanti?» balbettò lei, confusa.
Kiba arrossì.
«Lascia perdere!» sbottò dandole le spalle. «Devi
smettere di farti del male, tutto qui!»
Hinata guardò la sua schiena tesa, e poi abbassò la
testa.
«Sì» mormorò. «So che hai ragione...
ma... non è mica tanto facile, sai?»
“Certo
che lo so!” pensò frustrato. “Maledizione... lo so quanto
te!”
Fu allora che sentirono il primo crollo.
Era un battaglia, indubbiamente.
Perché prevedeva pugni, tecniche e sangue.
Ma non era assolutamente normale, di questo erano certi tutti e tre.
Lo
scontro tra Itachi, Naruto e Madara procedeva secondo regole tutte
sue, nuove e assolutamente incomprensibili. Le tecniche avevano
inizio, si dirigevano verso uno degli avversari, e venivano
contrastate da quelle di un altro, senza soluzione di continuità.
Era un tutti
contro tutti anomalo,
in cui Itachi cercava di uccidere Madara e salvare Naruto
contemporaneamente, Madara cercava di uccidere entrambi e di
difendersi, e Naruto cercava di catturare vivi tutti e due.
E la cosa peggiore non era la confusione: era la potenza devastante
dei colpi.
Un pugno andato a vuoto e un muro cedeva.
Una palla di fuoco ed esplodeva il piano di un palazzo.
Tutt’attorno alla zona i crolli si susseguivano, con un brontolio
sordo e continuo. Il villaggio intero vibrava, e le nubi nel cielo
iniziavano a disperdersi, smarrite.
Nel caos generale, c’era però qualcuno che si divertiva.
Kyuubi.
Poter distruggere ciò che voleva la riportava al passato... e
affrontare Madara, che tanto a lungo l’aveva tenuta prigioniera, le
dava un piacere inebriante.
E dire che Naruto non le aveva nemmeno dato via libera, ma ancora la
tratteneva: nell’aria si agitavano soltanto cinque code, poco più
della metà.
“Vuoi
più potere?”
gli chiese tentatrice.
“Tu
non puoi rendermi più forte” ribatté lui mentre un
suo pugno si abbatteva a meno di dieci centimetri dalla faccia di
Itachi.
“E
allora perché tuo
padre
mi avrebbe sigillata dentro di te?”
Lo stomaco di Naruto si contrasse a quelle parole.
Da
quando Hinata si era frapposta tra lui e l’esplosione, quel
particolare pensiero era rimasto confinato in un angolo buio della
coscienza, sotto l’etichetta ‘dopo’.
“...Ora
non è il momento!” ringhiò dentro di sé,
furioso, e raccolse tra le mani una sfera di chakra per creare il
rasengan.
Lo scagliò verso Madara, al che l’Uchiha rispose con una
pioggia di fuoco, che lo disperse come nebbia. Itachi colse l’attimo
per premere i palmi sul cemento ai suoi piedi e far sorgere dalla
calce spire metalliche, che si avvolsero attorno al suo corpo. Che
all’improvviso non fu più umano, ma un grosso frammento di
muro. Naruto vide il vero Madara a pochi passi da lui, appena più
indietro, e una delle code di Kyuubi scattò e frustò
l’aria, abbattendosi violentemente sul cemento. Una parte generosa
di muro andò in pezzi, facendo tremare l’intero edificio, e
il soffitto si inclinò leggermente.
Come un sol uomo tutti e tre i contendenti balzarono su un altro
tetto, senza smettere di avventarsi l’uno sull’altro,
allontanandosi da Sai, Kiba e Hinata, che avevano trovato rifugio tra
le macerie già crollate dell’ex palazzo dell’Akatsuki.
Naruto si trovò improvvisamente davanti a Itachi, e
digrignando i denti lo afferrò per il bavero del mantello in
un suo attimo di distrazione. Sollevò il pugno, pronto a
colpirlo, quando accadde qualcosa di totalmente inaspettato:
all’improvviso sia lui che Itachi si trovarono serrati nelle spire
ruvide di due serpenti neri.
L’aria sembrò congelarsi in un istante di muta e reciproca
comprensione.
E
poi, la sua
voce.
«Naruto,
allontanati... Lui è mio»
Il Serpente era arrivato.
Itachi si accigliò leggermente, gettando un’occhiata
distratta verso il gruppetto che li aveva raggiunti, e che ora era
fermo sul loro stesso tetto. Intravide Sasuke, che lo fissava ad
occhi sbarrati, lo sharingan che brillava minaccioso nelle iridi
scarlatte; poi guardò Madara, fermo e lievemente incuriosito;
e infine Naruto, che si era voltato lentamente verso il compagno di
un tempo.
Anche con una vista appannata come la sua, distinse il leggero
cambiamento di tonalità negli occhi del ninja di Konoha: da
rossi, il colore della volpe, a celesti. Il colore del cielo.
«...Sasuke» si lasciò sfuggire il biondo, per un
attimo completamente dimentico del combattimento.
«Levati di mezzo, Naruto» ripeté l’Uchiha più
giovane, con voce vibrante. Non staccò le iridi da quelle del
fratello per un solo istante.
«Cosa vuoi, Sasuke?» gli chiese questo, quasi
stancamente. «Non è il momento»
«Sta’
zitto!»
esclamò lui. «Non hai il diritto di scegliere come o
dove morire!»
Finalmente Itachi si degnò di guardarlo.
«Credi davvero che si tratti solo di questo, ormai?»
chiese.
«Non
me ne frega niente!» rispose Sasuke. «Io voglio solo
questo!»
Madara, a qualche passo di distanza, sorrise impercettibilmente.
“Interessante...”
si trovò a pensare. “E se mi fossi sbagliato sul
serpentello? Se fosse lui... il più adatto?”
Bisognava testarli.
«Che situazione incantevole» disse a voce alta, e solo
allora Sasuke sembrò accorgersi di lui. Itachi corrugò
la fronte. «Ora che siamo quattro» proseguì Madara
«possiamo combattere molto meglio, no? Voi due lì, da
una parte... e io e Naruto qui»
Naruto, sentitosi tirato in causa, distolse bruscamente lo sguardo da
Sasuke e puntò le iridi di nuovo scarlatte su Madara,
ringhiando piano. Itachi fece schioccare la lingua con disappunto.
«Non contarci» disse secco, e il serpente che lo
avvolgeva si sciolse sfrigolando, come colpito da un acido.
Prima che potesse fare una sola mossa, la katana di Sasuke fu sotto
la sua gola.
«Tu ed io» sibilò il minore degli Uchiha. «Non
scapperai di nuovo!»
Madara ghignò, e puntò l’unico occhio su Naruto,
ancora immobilizzato.
Lui si accorse del rischio quando ormai era troppo tardi... e rimase
intrappolato nello sharingan.
Nero.
Ovunque.
E solitudine... tanta solitudine...
Il panico gli artigliò lo stomaco, mentre il suo grido si
perdeva nell’oscurità senza fine, senza eco e senza
risposta.
E all’improvviso fu di nuovo indietro, nel mondo reale.
Ma su un altro palazzo.
Ansimò, il viso coperto di sudore, e vide Madara fissarlo
sorridente.
«Guarda Kyuubi...» mormorò. «Ha imparato a
contrastarlo, un po’. Ma direi che siamo abbastanza distanti»
guardò un palazzo a qualche metro, sulla cui cima stavano
Itachi e il Serpente. «Qui nessuno ci disturberà»
Naruto corrugò la fronte.
Spostò gli occhi su Sasuke, in lontananza, e poi strinse i
denti.
Lo rivedeva, dopo un anno... e non riusciva neanche a dirgli una
parola.
E ora lui era davanti a Itachi, e sia che vincesse, sia che
perdesse... il Sasuke che lui conosceva sarebbe morto per sempre, lì.
Non lo avrebbe salvato.
E il responsabile... era Madara.
Naruto ringhiò, e il chakra di Kyuubi pulsò debolmente,
avvolgendosi attorno alle spire del serpente nero che ancora lo
bloccava. Le squame ruvide sfrigolarono, un sibilo di sofferenza
pervase l’aria, e poi, contorcendosi nei rantoli della morte,
l’animale scivolò a terra.
«Tutti
voi Uchiha... siete malati!» ringhiò. «Perché
non lo lasciate in pace?!»
Si lanciò sull’avversario con un ruggito, e gli artigli
della volpe si conficcarono nel cemento un attimo dopo che lui si fu
allontanato. Naruto girò su sé stesso, e avvolse una
delle code attorno all’avversario. Madara ghignò, e come
pioggia d’argento si dissolse, rivelando l’illusione; una sfera
di fuoco, inaspettata, raggiunse Naruto alla schiena, strappandogli
un gemito di dolore, e lui strinse i denti e liberò un’altra
coda. Sentì il chakra di Kyuubi lambire la pelle, scottarla, e
rafforzò il proprio. Una leggera nebbiolina rossa gli oscurava
la vista... la volpe, nelle profondità della sua coscienza,
mormorava sempre più forte.
“Uccidilo”
sussurrava.
“Anche lui vuole portarti via Sasuke...”
«Stai zitta!» si trovò a gridare di nuovo, mentre
il rasengan prendeva ancora forma tra le sue dita.
Madara sorrise.
Mancava poco.
Anche sull’altro tetto, le cose sembravano mettersi bene...
Silenzio.
Mentre Madara portava via Naruto, Itachi fu costretto a restare
immobile.
A guardare la tragedia che lentamente prendeva forma.
Chiuse gli occhi.
«Sasuke...» mormorò. «Tu non hai la minima
idea di cosa stia succedendo»
«Stai zitto» sibilò il minore degli Uchiha,
premendo la lama sul collo del fratello.
«Sei
accecato...» proseguì Itachi, ignorandolo. «La
vendetta ti ha tolto ogni capacità di giudizio, non vedi più
in là del tuo odio...»
«E di chi è la
colpa, eh?» lo interruppe Sasuke a denti stretti, avvicinando
il volto. «Odiami.
Sei
stato
tu a dirmelo, anni fa... ricordi? Chi uccise i nostri genitori? Chi
mi lasciò solo?»
La lama della katana cambiò impercettibilmente inclinazione
contro il collo di Itachi. Una goccia di sangue si formò sul
bordo, lucente, e tremolò appena.
Il maggiore degli Uchiha non ribatté alle accuse.
Silenzioso, riaprì gli occhi.
«Non sei in grado di battermi» disse, per l’ennesima
volta. «Non hai nemmeno un abbozzo di sharingan ipnotico, e sei
così inesperto... Rischi di mandare all’aria molto più
della tua vendetta, solo per un capriccio»
«Non
osare definirlo capriccio!»
gridò Sasuke, sferrandogli un pugno.
Le nocche colpirono esattamente alla tempia, precise. Itachi voltò
la testa di scatto, colto alla sprovvista, ma così facendo la
katana si allontanò dal suo collo. Prima ancora di essersi
ripreso, il maggiore degli Uchiha tese una mano e strinse il braccio
del minore. Il dolore colpì all’improvviso, strappando a
Sasuke un’esclamazione soffocata. Con un calcio si liberò
della stretta e arretrò di un passo, stringendo nella destra
il braccio sinistro, su cui la stoffa carbonizzata aderiva alla pelle
ustionata.
Karin lanciò un gridolino angosciato.
«Non
muovetevi!» ordinò Sasuke, a denti stretti. «Lui è
mio!»
L’eco delle sue parole non si era ancora spenta, che dovette
scansare una sfera di fuoco. Ribatté evocando un serpente, che
rapido andò ad attorcigliare le sue spire attorno a Itachi, ma
l’Uchiha se lo staccò di dosso quasi con noncuranza, come
una vaga appendice scomoda. I denti imbevuti di veleno del rettile
schioccarono a vuoto, prima che la sua testa finisse sotto il piede
di colui che avrebbe dovuto mordere.
Itachi raggiunse il fratello, veloce, e schivò appena in tempo
il fendente della katana diretta al suo collo; e il seguente; e
quello dopo ancora.
Non si allenavano insieme da anni, e comunque non avevano mai
combattuto con una spada... ma entrambi sembravano seguire
un’invisibile coreografia di affondi e schivate, con una sincronia
pressoché perfetta.
L’aria sibilava attorno ad entrambi, e il loro respiro si faceva
affrettato.
Itachi era nervoso.
Non riusciva a capire cosa succedesse tra Naruto e Madara, sebbene
intuisse che stavano combattendo. E i suoi occhi erano stanchi.
Doveva liberarsi di Sasuke immediatamente.
La katana tagliò l’aria accanto al suo viso, affondando per
pochi millimetri nella pelle liscia della guancia, e mozzando un
frammento di orecchio.
Sasuke ghignò, mentre il sangue scorreva sulla lama.
«Sostieni ancora che io non sia in grado di batterti?»
insinuò.
Itachi non sorrise.
Impassibile, sentì il sangue tiepido scorrere lungo il mento e
il collo.
Doveva liberarsi di Sasuke immediatamente.
Per l’ennesima volta nella sua vita, il minore degli Uchiha commise
l’imprudenza più grave: fissò il fratello dritto
negli occhi.
E lo sharingan ipnotico colpì con la rapidità del
lampo.
Di nuovo quella scena.
«Cosa pensi di ottenere?»
I suoi genitori, sotto i suoi occhi freddi ma segretamente
ribollenti, venivano uccisi ancora, forse per la trecentesima volta.
Nessuno rispose alla sua domanda.
«Così non farai che aumentare il mio odio...»
sibilò tra i denti.
Sua madre cadde, una scia di sangue si disegnò nell’aria.
Il suo grido d’agonia strinse lo stomaco di Sasuke.
Sapeva come funzionava lo sharingan. Bisognava attendere che
finisse, e restare impassibili.
«Tu credi?» sussurrò l’Itachi più
giovane che compiva il massacro, sollevando i suoi occhi di sangue
sul fratello cresciuto.
Scagliò uno shuriken verso il suo collo, ma Sasuke lo
schivò appena in tempo, rimediando solo un graffio leggero.
«Credi che restare impassibili sia facile?»
Sollevò la testa della madre, tenendola per i capelli.
Dai suoi occhi neri ricolmi di terrore provenne una supplica. Le
sue labbra, già macchiate di rosso, si dischiusero... e poi la
sua gola fu tagliata.
Senza clemenza.
Senza esitazione.
Il sangue caldo schizzò sul viso di Sasuke, che sussultò
suo malgrado.
«Questa è la fine che farai anche tu» sibilò
Itachi, macchiato dello stesso liquido denso e rosso che copriva il
fratello. «Se ora insisterai... dovrò uccidere anche te»
Sasuke abbassò appena lo sguardo, mentre una ruga si
disegnava tra le sue sopracciglia.
Si fissò le mani, imbrattate e appiccicose.
Sua madre.
Suo padre.
Il suo intero clan.
Lui era il loro vendicatore.
Lui era cresciuto odiando. Fino alla nausea, fino allo stremo...
Solo e soltanto odiando.
...Non sarebbe morto senza compiere la sua missione.
Non sarebbe morto senza che il suo clan fosse vendicato.
«Ho capito» mormorò, lasciando ricadere le
braccia lungo i fianchi.
Itachi lo fissò, ancora sospettoso.
E quando il chakra improvvisamente invase l’aria, lui rimase
immobile, ma sospirò.
Non avrebbe voluto essere l’ultimo Uchiha.
Ma non poteva permettere che Madara vivesse e mettesse le mani su
Kyuubi.
Quindi... avrebbe ucciso la sua unica speranza di redenzione.
Dal nulla comparvero catene di ferro, che andarono ad avvolgersi
attorno al corpo di Sasuke.
Il minore degli Uchiha non mosse un solo muscolo, lasciò
che fosse il chakra a parlare per lui.
Fu come se una tempesta si fosse abbattuta improvvisamente su loro
e loro soltanto. L’aria turbinava, le scosse di elettricità
schioccavano sfrigolando, e i capelli neri di entrambi si muovevano,
sbattendo sui visi pallidi.
«Qui non puoi nulla» mormorò Itachi, e le
catene si strinsero sulla carne di Sasuke. «Questa è la
mia dimensione»
Un fulmine illuminò l’oscurità tra i due,
rimbalzando sulle catene e avvolgendosi attorno a Sasuke,
inoffensivo.
Il minore degli Uchiha all’improvviso alzò gli occhi.
«Non sono più il ragazzino che vide i cadaveri dei
suoi genitori!» sibilò.
Le catene si spezzarono con uno schianto secco.
Una scarica di elettricità si abbatté su un sorpreso
Itachi, con un bagliore sinistro.
Negli occhi scarlatti di Sasuke, brillava un unico, incerto tratto
di sharingan ipnotico.
L’illusione si dissolse bruscamente, ed entrambi i fratelli Uchiha
barcollarono e ripresero il controllo di sé.
«Come ci sei riuscito?» chiese Itachi, suo malgrado
sorpreso. «Avresti dovuto uccidere il tuo più caro
amico...»
«Io non sono te» rispose Sasuke, un ghigno di trionfo
stampato sulle labbra. «Io l’ho raggiunto a modo mio»
«Ma è incompleto» fece notare Itachi dopo qualche
istante di silenzio. «Non può competere con il mio»
«A
me sembra di sì!» esclamò Sasuke, e di nuovo si
avventò contro di lui.
Madara gettò un’occhiata veloce al tetto dell’altro
palazzo.
Lo scontro pareva, sorprendentemente, volgere a favore di Sasuke.
L’Uchiha attaccava, schivava, fintava, il tutto con abilità
ammirevole e un entusiasmo fuori dal normale. Il fratello evitava i
colpi più pesanti, nel peggiore dei casi restava con un
graffio, ma sembrava incapace di controbattere.
Madara sorrise.
Forse si era davvero sbagliato.
Undici anni prima aveva cercato Itachi, convinto di trovare in lui il
sangue più puro e l’abilità meglio conservata... Non
aveva degnato nemmeno di uno sguardo il suo ordinario fratello, un
ragazzino che per essere un Uchiha valeva poco.
Aveva desiderato Itachi.
Uno sharingan completo e potente, un corpo allenato.
Tutto ciò di cui aveva bisogno per il suo progetto.
E invece... sembrava che ora il ragazzino ordinario si fosse
trasformato; il serpente si era liberato della pelle e aveva preso il
volo.
Senza staccare gli occhi dal combattimento che si svolgeva sull’altro
tetto, schivò un pugno di Naruto. Quello si abbatté sul
muro alle sue spalle, frantumandolo.
Le code libere erano ormai otto, e il chakra rosso fremeva e
ribolliva.
Dall’altra parte la pelle di Sasuke si era fatta scura, e un’ala
nodosa aveva preso forma dalla sua scapola.
Madara congiunse le mani sotto il mento e sputò una palla di
fuoco verso Naruto, colpendolo in pieno. Il ruggito di dolore e
rabbia di Kyuubi fu assordante.
Itachi schivò un raikiri e afferrò Sasuke alle spalle,
spingendolo a terra.
Naruto agitò le code, mentre il rasengan si addensava nella
sua mano. Si scagliò ferocemente su Madara, che schivò
con la tecnica della sostituzione.
E mentre il capostipite degli Uchiha arricciava il naso di fronte
all’improvviso capovolgimento di situazione sul fronte
Itachi/Sasuke, fu colpito da un’idea.
Lui aveva bisogno di provare fin dove poteva spingersi Sasuke.
Di riavere Kyuubi.
Eventualmente di liberarsi di Itachi.
E poteva ottenere tutto quanto con una semplice mossa.
Ghignò, soddisfatto. Ora doveva solo creare l’occasione
propizia.
Itachi estrasse un kunai e lo puntò alla nuca di Sasuke,
seduto sulla sua schiena a bloccargli ogni movimento.
«Non avrei voluto che finisse così» disse
freddamente.
Karin fece un passo avanti, ma Suigetsu tese la spada di Zabuza
davanti a lei.
«Ha detto di aspettare» ghignò.
«Tu mi ci hai costretto...» mormorò il maggiore
degli Uchiha alzando il kunai.
Uno shuriken si conficcò nel suo polso, facendogli perdere la
presa.
Uno shuriken che proveniva da Madara.
Sasuke sfruttò il suo attimo di distrazione per liberarsi e
tornare in piedi. Itachi barcollò tenendosi il braccio, finché
non si accorse di essere pericolosamente vicino al bordo. Il suo
sguardo corse alla strada, cinque piani più sotto.
«Ora sei mio» sussurrò Sasuke, e il chakra attorno
alla sua mano, denso e visibile, stridette acuto.
Gli occhi degli Uchiha si incontrarono.
Sharingan ipnotico ferito contro un suo abbozzo.
E, a sorpresa, fu Itachi che non riuscì a muoversi.
Per un attimo sperimentò l’ineluttabilità.
L’impossibilità totale di evitare ciò che deve
accadere... il suo sharingan già gli mostrava il raikiri che
affondava nel suo petto... la sua mente si congedava dalle cose
terrene.
Aveva fallito ed era riuscito nello stesso tempo.
Non aveva potuto distruggere Madara... ma non sarebbe sopravvissuto,
lui solo, al suo clan.
Smise di cercare di divincolarsi, e lasciò che i suoi muscoli
si rilassassero.
Guardò Sasuke.
«Non farti usare da lui» mormorò piano.
«Muori» ribatté suo fratello, sollevando la
sinistra avvolta dal raikiri.
E poi gli si lanciò contro, gridando.
Anni e anni di sofferenze.
Di lacrime.
Di terrore.
Anni di odio, che non sarebbero stati cancellati con un colpo di
spugna... potevano però essere compensati da un attimo di
esaltazione pura.
Gioia, euforia, soddisfazione, piacere... mille emozioni in un
unico, indimenticabile istante...
Sentì la mano che incontrava una resistenza calda e
inaspettata, ma la superò prima ancora di capire cosa fosse.
E poi ecco la stoffa degli abiti. La pelle. La carne viva... e il
cuore.
Palpitante.
Tutto in un attimo.
Strinse le dita attorno al muscolo pulsante, sentendo la vita che si
irradiava da esso. Vene e arterie, canali del chakra, ossigeno...
ogni cosa aveva il suo inizio e la sua fine lì.
Nel cuore.
Un gemito soffocato gli giunse alle orecchie.
«S...Sasuke...»
I suoi occhi annebbiati sembrarono realizzare con un istante di
ritardo ciò che vedevano.
La sua mano, in profondità nel petto... e... una giacca.
Arancione.
Risalirono, lenti e increduli, fino a un viso noto... drammaticamente
noto e diverso da quello che doveva essere... occhi scarlatti, sì,
ma non marchiati dallo sharingan... e una zazzera bionda.
Il sangue colò, denso, lungo il polso di Sasuke.
I suoi occhi, lentamente, si spalancarono.
La consapevolezza lo travolse come una cascata gelida.
La resistenza che aveva avvertito... il chakra della volpe...
La carne che aveva attraversato... di nuovo quella di Naruto, come
anni prima...
Ma se allora aveva perforato un polmone... ora le sue dita erano
strette attorno al cuore ancora pulsante.
Di nuovo, incontrò lo sguardo sconcertato di Naruto.
Vide le sue labbra, macchiate di rosso, articolare una parola muta...
poi, il chakra scarlatto che lo ricopriva tremolò,
dissolvendosi.
I suoi occhi tornarono celesti.
Il suo cuore smise di agitarsi sotto le dita.
Sasuke estrasse la mano dalla ferita di scatto, lasciando che il
sangue zampillasse e gli macchiasse il kimono.
Ad occhi ancora sbarrati, vide Naruto piegarsi lentamente
all’indietro... e cadere, verso il basso.
Cinque piani più sotto, giacque tra le macerie della strada e
dei palazzi.
Le nubi in cielo lasciarono trapelare un singolo, debole, raggio di
sole...
Sull’altro palazzo, Madara scioglieva le dita dalla posizione che
avevano mantenuto fino a un attimo prima.
Sorrise, e guardò Itachi che gli stava davanti.
Lui si accigliò.
«Tecnica del trasferimento reciproco?» chiese.
«Esattamente» rispose l’altro. Guardò Sasuke,
che volgeva le spalle a entrambi. «Così Naruto Uzumaki
era il suo migliore amico, eh...?» mormorò, ghignando.
«E ora cosa succederà?»
Nel prossimo capitolo:
«Lasciami!» esclamò Itachi, cercando di
sciogliere la stretta di Sasuke sul suo polso.
Ma lui non si mosse. A testa china, riprendeva fiato.
«Stupido fratello... Se mi vuoi uccidere, mi devi odiare!
Devi sopravvivere come un miserabile, continuare a scappare, e
aggrapparti alla vita. E un giorno presentati davanti a me con i miei
stessi occhi»
Alzò lo sguardo.
«Il giorno è arrivato»
* * *
* ȣ * * *
*
Spazio autore
Ok.
Calmi.
Fate un respiro profondo, abbassate i forconi, e lasciatemi parlare.
Prima di abbandonare la lettura e farcirmi di insulti, lasciatemi finire la fic!
Please!
Il prossimo sarà un capitolo breve e inutile
(come ogni cosa che veda Sasuke protagonista),
ma quello successivo potrebbe essere molto piacevole e...
...illuminante.
Ricordate sempre questo:
io sono una gran bastarda, e traggo il massimo diletto nel torturare i miei poveri lettori...
MA
in fondo sono anche irrimediabilmente buona...
...e soprattutto amo alla follia Naruto.
A voi le conclusioni.
PS: di medicina ne so un po', ma questa è una fanfic, e in quanto tale ho voluto prendermi un po' di libertà...
Me lo perdonerete, vero? ^^'
PPS: ce l'ho fatta! Erano 5 anni e almeno 8 fiere che volevo prenderlo, ma non lo avevo ancora fatto...
FINO A IERI!
E oggi posso dire con orgoglio che finalmente sono una ninja anche io!
Ho il coprifronte di Naruto!!
Beh... a voler essere pignoli sarebbe quello di Itachi... ma in fondo è ancora meglio! XD
Evvai! Adesso il coprifronte sul mio peluche di Pak avrà un compagno!
(inutile dire che l'ho dimenticato sulla macchina dell'amica che ci ha
traghettati fino a Lucca... ma lo riprenderò! XD)
Angolino saltuario delle risposte ai commenti!
ShAiW: ahahah! XD Con tutto quello che succede tu mi chiedi di Sai? XD
Urdi: ah,
magari fossi perfetta! XD Stare dalla parte del lettore ha un indubbio
vantaggio: spesso le cose sembrano molto più belle di quanto
siano in realtà. Io come scrittrice non posso fare a meno di
notare tutte le differenze che ci sono tra la mia immagine mentale
della scena e la miseria che riesco a regalarvi con le parole, e per
questo deprimermi. Poche volte sono riuscita davvero a mettere per
iscritto ciò che visualizzavo, e sono tuttora scene che mi danno
i brividi (di piacere, ovviamente). Il capitolo 12 è stato un
bel capitolo, perché io amo i colpi di scena e perché
venero Naruto e Kyuubi insieme, ma purtroppo non è perfetto. E
meno male, oserei aggiungere, dal momento che se la perfezione è
un punto d'arrivo, nel momento in cui dovessi mai raggiungerla perderei
uno scopo nella mia vita, e probabilmente smetterei di scrivere! XD
Se sono riuscita a
ispirarti non posso fare a meno di esserne davvero contenta! ^^ Mi
sento come una di quelle autrici di fanfic, o anche di libri, che dopo
aver finito di leggere ti fanno venir voglia di prendere in mano il pc,
o, se non ce l'hai, la penna; o, se non hai nemmeno quella, il tuo
stesso sangue! XD
Dare una spinta alle persone ed entusiasmarle è davvero una bellissima sensazione! ^__^
(PS: si capiva tutto, tranquilla! Non mi ero neanche accorta che c'era l'apostrofo anziché l'accento! XD)
Kaho_Chan: ma certo che ho sentito la tua mancanza! Io AMO le tue recensioni! *_*
Lo scorso capitolo
è stato uno dei miei preferiti in assoluto, tra le centinaia che
ho scritto nella mia vita, per cui i tuoi complimenti mi lusingano da
matti!! Personalmente non riesco a considerare Itachi completamente
marcio (forse è troppo bello per esserlo... eheh), quindi HO
DOVUTO in qualche modo redimerlo per quella che è la sua
più grande (e al momento inspiegata) colpa... e la soluzione che
ho trovato è questa. Al 100% Kishimoto mi smentirà,
perché Pain avrà sicuramente un ruolo più
importante... ma intanto a me le cose vanno bene così! XD
Ahh, Tobi mi manca da matti!! Hai ragione, lo scambio con Madara non è stato affatto conveniente! XD
Ahh... chissà che fine ha fatto GgPoulain?
Come avrete notato, sono logorroica nelle risposte...
Sigh, su manga.it è tutto più semplice!
Aya
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Capitolo 14 *** Il Giorno ***
Naruto-14
Capitolo quattordicesimo
Il Giorno
Kurenai era meno grave di quanto avesse pensato.
A Sakura bastarono pochi minuti per arrestare l’emorragia, e alcuni
altri per medicarla alla bell’e meglio.
Ogni venti secondi, però, i suoi occhi inquieti si spostavano
dalla paziente verso sud, là dove i rumori della battaglia
giungevano attutiti e confusi. Kurenai lo notò, e semplificò
le cose sostenendo che stava bene quando invece così non era.
Sakura la ringraziò silenziosamente.
Insieme si affrettarono verso il luogo dello scontro, correndo per
quanto era possibile alla kunoichi ferita, e Sakura continuò a
pregare durante tutto il tragitto.
“Fa’
che non sia successo niente” si ripeteva angosciata, rivolgendosi a
tutti e a nessuno. “Fa’ che arriviamo in tempo!”
Avvistarono i primi palazzi dilaniati dalle esplosioni, i coraggiosi
che si tenevano ai margini dello scontro e mormoravano, chiedendosi
dove fosse la squadra speciale e perché avesse smesso di
piovere. Oltrepassarono entrambi, aumentando il passo, e Sakura finì
involontariamente per lasciare indietro Kurenai.
Il battito del suo cuore era un eco assordante nelle sue orecchie.
Davanti ai suoi occhi passavano immagini confuse, timori, terrori: il
corpo di Naruto. Quello di Sasuke. E Itachi, accanto a loro...
“Non
avresti dovuto cercarmi”,
le aveva detto.
E lei pregò che non avesse mai ragione.
Ansante, si trovò davanti a un frammento di muro
particolarmente alto.
Vi si arrampicò, graffiandosi le mani e le ginocchia, e lo
scavalcò agilmente. Atterrò dall’altra parte, tirando
il fiato per un attimo, e allora si accorse di essere arrivata.
Alla sua destra e alla sua sinistra, su due palazzi, due coppie si
fronteggiavano.
Ma nel momento in cui lei alzava lo sguardo verso l’alto, e metteva
a fuoco ciò che accadeva su uno dei due tetti...
...ciò che vide bloccò il suo cuore.
La mano di Sasuke.
Il petto di Naruto.
Il suo corpo che cadeva, lento, verso il basso... e poi che restava
immobile.
Un raggio di sole cadde a metà tra i due palazzi.
Il grido di Sakura riecheggiò tra le macerie.
«Naruto!»
Hinata smise di respirare.
Ad occhi sbarrati, vide il corpo di Naruto cadere oltre il bordo del
tetto, per scomparire alla sua vista dietro un frammento d’asfalto.
«Naruto!» gridò angosciata, facendo per lanciarsi
in avanti, ma Kiba la fermò prima che si allontanasse.
«Non muoverti!» le ordinò, con voce resa roca
dall’ansia. «Stanno ancora combattendo!»
«D-devo andare!» balbettò lei, mentre le lacrime
prendevano a scorrere dai suoi occhi, inarrestabili. «E’
caduto... E’ ferito...!»
«Non butterai la tua vita così stupidamente!»
ringhiò Kiba, tirandola indietro. «In questo momento non
c’è nulla che tu possa fare per lui!»
«Ma
io devo andare!»
supplicò lei, aggrappandosi ai suoi vestiti. Akamaru uggiolò
lì accanto. «Per favore...!» singhiozzò,
affondando le unghie nella stoffa.
Kiba strinse i denti.
Anche lui era preoccupato per Naruto.
Anche lui... avrebbe voluto correre verso il punto in cui era caduto.
Ma non poteva permettere che succedesse qualcosa a Hinata.
E soprattutto... non sopportava di vederla piangere.
«Mi dispiace» mormorò.
E con un colpo netto dietro la sua nuca, le fece perdere i sensi.
Il corpo inanimato di Hinata cadde, accasciandosi sul suo braccio
pronto a sorreggerla. Lui la adagiò dolcemente a terra,
accanto a Sai, e poi guardò quest’ultimo.
Ma bene. Ora i motivi per cui non poteva allontanarsi erano due.
Spostò gli occhi su Akamaru.
«Vai e dimmi com’è la situazione»
“Presto.
Più veloce!”
Con un gemito soffocato il ninja della Pioggia cadde, i denti del
cane affondati nella gola morbida. Un altro degli animali si avventò
sul suo compagno, riservandogli lo stesso trattamento, e Shino,
Kakashi e Haruka superarono di corsa gli avversari che avevano
tentato di fermarli.
Stavano correndo oltre le loro possibilità.
I loro polmoni erano in fiamme, i muscoli gemevano. I ninja della
pioggia che incontravano sul loro cammino non facevano in tempo a
capire che loro erano della Foglia, che i cani di Kakashi li
eliminavano, impedendo loro di raggiungere la parte sud del
villaggio.
L’ultima cosa di cui il jonin della Foglia sentiva il bisogno era
l’ennesimo problema.
“...sembra
che... Naruto Uzumaki... sia morto”
La voce di Shino non smetteva di ossessionarlo.
Naruto morto.
Non poteva crederci.
Non voleva farlo.
Non aveva osato chiedere in che modo, non ci era riuscito... Si era
limitato a costringere i suoi muscoli a muoversi, e a correre verso
sud con ogni briciolo di forza che gli restava.
Appena dietro di sé sentiva il respiro ansante di Shino e
della donna che li aveva salvati, rivelandosi un’infiltrata della
Foglia nel Paese della Pioggia. Haruka, aveva detto di chiamarsi.
Ma non poteva permettere al suo cervello di divagare.
Ora doveva solo pensare a raggiungere Naruto.
Ora solo lui era importante.
E la sua mente, crudelmente, lo riportò indietro di sei anni,
a una giornata nuvolosa e cupa come quella...
...al giorno in cui Sasuke se n’era andato, tradendo Konoha.
Stava respirando?
Oppure no?
Ma era importante?
Il sigillo di Orochimaru si era disattivato, all’improvviso e senza
che lui se ne accorgesse.
Immobile, raggelato, Sasuke non riusciva a staccare gli occhi dalla
propria mano.
Il rosso cupo e intenso del sangue, che lo macchiava fino al gomito.
E sotto, assieme a un dolore sordo e pulsante, il rosso lucido delle
ustioni sulla sua pelle. Il chakra della volpe aveva tentato di
difendere Naruto, ma non ci era riuscito...
«Te lo riconosco... sei forte. E lo sei perché come
me conosci il dolore della solitudine. Un dolore che rende più
forti»
Non aveva mai ucciso nessuno prima.
Aveva sempre pensato che la sua vittima dovesse essere Itachi...
«Cosa ne sai tu di me, che sei sempre stato solo?! Si soffre
proprio quando esistono legami! Che ne sai tu di cosa significhi
perdere qualcuno?!»
«E’ vero che non so niente di genitori e di fratelli...
però... quando sono con il maestro Iruka... mi immagino che
sarebbe così avere un papà. Mentre quando sono con
te... penso che sarebbe così avere un fratello»
«Perché?
Perché fai tutto questo per me?»
«...Perché tu sei quel legame che ho cercato a lungo»
La sua mano prese a tremare.
Il sangue che la sporcava era ancora tiepido.
«Vorresti dire che ormai per te io non conto più
nulla?! Tutto quello che abbiamo fatto col gruppo sette per te non ha
avuto alcun significato?!»
«No. Non è stato privo di significato... perché
tu sei diventato il mio più caro amico»
Inspiegabilmente, sentì qualcosa di caldo solleticare le sue
guance. Portò la destra al viso, e quando la ritrasse scoprì
le dita sporche di sangue... e acqua.
Lacrime.
«Anche in te un giorno si svilupperà lo sharingan
ipnotico... ma a una condizione: dovrai uccidere il tuo più
caro amico»
Aveva giurato che sarebbe diventato forte a modo suo.
Lo aveva giurato.
Avrebbe acquisito lo sharingan ipnotico da solo, avrebbe ucciso
Itachi, avrebbe vendicato il suo clan... a modo suo.
Tenendo le redini della sua vita.
Ma all’improvviso... davanti a quella mano tremante...
...tutto
crollava.
Una fitta lancinante gli trapassò la fronte.
Gridò, premendo le mani sul viso nel vano tentativo di
arginare il dolore, e cadde in ginocchio, inarcando la schiena.
«Sasuke!» gridò Karin, spintonando Suigetsu e
raggiungendo il suo leader. Si chinò accanto a lui, ansiosa.
«Sasuke, cosa succede?»
Lui la colpì, facendola strusciare per diversi metri.
Non c’era più nulla attorno a lui.
Solo quel dolore terrificante, quella lama incandescente dietro agli
occhi... che lo avrebbe ucciso, ne era sicuro. Un universo di
sofferenza, e poi la morte.
Urlò. Ancora e ancora.
Sembrava l’unico modo per non impazzire.
Le dita gli lasciarono scie di sangue sul viso, là dove
premevano la pelle, quasi a voler strappare la fonte di tanto dolore.
Anche l’ustione alla sinistra non era più che una vaga
sensazione, per quanto la carne fosse a nudo.
Quanto sarebbe durato?
Quando sarebbe arrivato il sollievo della
morte?
Poi, all’improvviso, cessò.
Itachi corrugò la fronte, guardando Sasuke che si contorceva
sull’altro tetto.
Ma ora non era il fratello a preoccuparlo; era Naruto.
Cosa sarebbe successo alla sua morte?
Scambiò un’occhiata con Madara, e lo vide ghignare.
Lui lo sapeva.
E se lo rendeva felice... non poteva essere nulla di buono.
Si mossero contemporaneamente, entrambi diretti verso il punto in cui
era caduto il ninja della Foglia. Itachi scagliò un kunai
verso Madara, nel tentativo di bloccarlo, ma fu inutile.
«Hai paura?» gli chiese il fondatore degli Uchiha.
Lui non rispose.
Atterrarono insieme sul tetto occupato da Sasuke, diretti verso il
parapetto. Ignorarono Karin, che si riprendeva solo allora, e corsero
avanti il più velocemente possibile.
Passarono accanto a Sasuke.
Una mano coperta di sangue si serrò attorno al polso di
Itachi.
Il sorriso di Madara si allargò, mentre, ora solo,
oltrepassava il minore degli Uchiha e scavalcava il muretto,
scomparendo alla vista.
«Lasciami!» esclamò Itachi, cercando di sciogliere
la stretta di Sasuke sul suo polso.
Ma lui non si mosse. A testa china, riprendeva fiato.
«Stupido fratello... Se mi vuoi uccidere, mi devi odiare!
Devi sopravvivere come un miserabile, continuare a scappare, e
aggrapparti alla vita. E un giorno presentati davanti a me con i miei
stessi occhi»
Alzò il viso dalla pelle d’alabastro, macchiata del sangue
di Naruto.
«Il giorno è arrivato»
Dietro alle lacrime che ancora scorrevano, nelle iridi scarlatte di
Sasuke brillava lo sharingan ipnotico.
Kurenai sorpassò ansante il frammento di asfalto che le
ostruiva il cammino.
Le girava la testa.
Vide Sakura, più avanti, e poi... il corpo di Naruto.
“Accidenti...”
pensò confusamente.“E’ tardi...?”
Le palpebre si abbassarono sui sui occhi.
Si piegò in avanti, e cadde... priva di sensi.
Sakura si gettò su Naruto, a corto di fiato, e quasi strappò
la stoffa della giacca imbrattata di sangue.
Le sue mani si mossero veloci alla ricerca di un segno di vita, di un
appiglio cui aggrapparsi, di qualunque cosa.
Non trovarono nulla.
«No, maledizione, no!» disse tra i denti, gli occhi
offuscati dalle lacrime. Raccolse il chakra, posò i palmi
sulla ferita al petto. L’avrebbe rappezzata, e poi avrebbe tentato
con il massaggio cardiaco... ma qualcosa le diceva che non sarebbe
servito.
«Dov’è
quella maledetta volpe quando serve?!»
gridò, singhiozzando.
«Hai fatto la domanda giusta» le rispose una voce fredda.
Alzò la testa di scatto, in tempo per vedere Madara Uchiha che
atterrava a qualche passo da loro.
«Che cos...?» mormorò, confusa.
Poi una bordata di chakra la scaraventò contro un muro,
facendole perdere i sensi.
«Ora levati dai piedi» disse Madara, incurante del fatto
che lei non potesse sentirlo.
Si avvicinò a Naruto, e gli si inginocchiò accanto.
Nel suo unico occhio brillava una luce fredda. Tese due dita, e le
posò sul suo collo ancora tiepido, alla ricerca di battito.
Non ne trovò. E allora un sorriso si allargò sul suo
volto.
«Oggi è il giorno...» mormorò, e la sua
mano corse lungo il petto, fino all’addome.
Il sigillo di Kyuubi, di un rosso intenso e sporcato dal sangue, era
ancora lì, attorno al suo ombelico. Intatto.
Le dita di Madara lo sfiorarono, e poi aumentarono la pressione.
«Sciogliti»
E il complesso disegno del sigillo sfumò, fino a scomparire.
Non accadde altro.
Akamaru tornò dal suo padrone uggiolando miseramente.
Kiba lo ascoltò attentamente... e alla fine chiuse gli occhi.
Portò una mano alle palpebre.
«Naruto...» sussurrò con voce rotta, e i suoi
occhi velati si posarono su Hinata, ancora priva di sensi accanto a
Sai.
Dio... come glielo avrebbe detto?
Nel prossimo capitolo:
In un attimo di orrore puro, alzò gli occhi... e vide che
ormai erano praticamente davanti alla persona che i ninja avevano
chiamato ‘quarto Hokage’.
Da un lato lui, tra le orecchie della volpe, ritto in piedi;
dall’altro l’uomo biondo, fermo tra gli occhi del rospo.
Lo vide congiungere le mani sotto il mento... e si accorse che i
suoi occhi erano di un azzurro infinitamente intenso.
Duri come diamante.
E offuscati dalle lacrime.
* * *
* ȣ * * *
*
Spazio autore
Come precedentemente annunciato, questo è stato un capitolo inutile!
Ma dovete darmi
conto del fatto che ho spulciato per bene i numeri 25 e 26 del manga,
per tirare fuori tutte le frasi di Naruto, Sasuke e Itachi!
XD
In compenso il prossimo capitolo sarà un po' più interessante
(almeno dal mio punto di vista, dal momento che prevede Kyuubi e Minato... *ç*),
e qualcuno ha molto apprezzato il suo finale...
Spero che piacerà anche a voi!
Io l'ho scritto sbavando! XD
(Il finale. La parte prima l'ho scritta sudando sette camicie, altroché!)
Angolino saltuario delle risposte ai commenti!
Io vi odio tutti, lo sapete?
Ogni volta che leggo i vostri commenti vado in brodo di giuggiole!
Inizio a ridacchiare come una cretina e a contorcermi sulla sedia (che
in un luogo pubblico, ovvero l'unico posto in cui posso accedere a
internet ultimamente, mi fa sembrare una schizofrenica in fuga dalla
neuro), e finisce che mi monto la testa!! >///<
Uff uff, sono talmente affamata di commenti come questi che sto scrivendo come un'invasata! XD
Insomma, non è che ci sarebbe molto da ridere... ma passiamo alle risposte analitiche!
Kaho_chan: ti ringrazio davvero
tantissimo! L'ho detto io che amavo i tuoi commenti! XD E soprattutto
è confortante vedere che non sono l'unica logorroica che bazzica
questo sito! (Non fraintendere: io ADORO le persone logorroiche! *_*)
Il capitolo 13 è stato uno dei miei preferiti, in effetti. Mi
sono impegnata da matti per la parte finale, quella con lo scambio di
persona, e confesso che il mio stile punta dichiaratamente ad essere
"visivo", a creare immagini davanti agli occhi del lettore; è
per questo che quando scrivi che hai visto tutta la scena mi porti
vicina alla commozione! Grazie, grazie davvero!
Per quanto riguarda Lucca, come al solito sono stati due giorni
bellissimi, anche se il mio portafogli potrebbe dissentire...! XD Spero
che riuscirai ad andarci l'anno prossimo, perché merita davvero!
Se non per i gadget (che si trovano anche in tutte le altre fiere),
sicuramente per l'atmosfera e i cosplay!
PS: "l'eredità di Kishimoto", io? °/////° Con questo
commento mi hai stesa definitivamente, giuro! Anche perché una
volta Naruto è stato definito da Itachi "l'eredità del
quarto Hokage", e non so bene da dove mi sia uscita la connessione, ma
per un attimo mi sono sentita parte integrante del manga! XD
OneWingedAngel: credo che
dovrei pagarti! XD Se per caso qualcuno vedesse la storia per la prima
volta e desse un'occhiata alle recensioni per sapere di cosa parla, tu
mi procureresti un sacco di pubblico! Al di là dei complimenti,
che ormai credo tutti si aspettino di leggere nelle recensioni (sono
rare le recensioni negative), l'accenno a come è cambiata la tua
idea in corso d'opera potrebbe attirare gente! Credo che tante persone
abbiano pensato come te che all'inizio fosse solo una NaruSaku, ben
fatta quanto vuoi, ma comunque già vista e rivista. Ma non
è così. Perché, mi spiace ammetterlo, io amo
complicarmi la vita. No, più che altro... Naruto è un
mondo intero. Non riesco a soffermarmi su due personaggi in
particolare, tre magari, senza che l'universo che li circonda si muova
con loro. Sento il masochistico bisogno di seguire il destino anche
degli altri! XD (e non hai la minima idea di quanti problemi mi stia
creando questa cosa... T_T)
Ti ringrazio tantissimo per i complimenti sullo stile! E' la prima
volta che qualcuno mi dice che scrivo con "umanità", e
probabilmente aspettavo un complimento del genere da anni...! Ogni
volta che parlo di un personaggio cerco di calarmi nella sua
mentalità, di capire cosa pensa e cosa dice, cerco di
comprenderlo e di mettermi dalla sua parte, anche quando non è
piacevole (mettermi dalla parte di Sasuke è una vera sofferenza,
lo giuro =_=). Per questo cerco sempre di non esprimere giudizi troppo
severi, e di lasciare questo compito ai personaggi del manga. Se voi
riuscite a capire cosa penso io soltanto dalle parole dei personaggi,
giuro che vi do un premio! XD
Il seguito è presto in arrivo, tranquillo! ^_*
Julia83: guarda, perché
spoilerare va contro la mia etica "professionale"... ma sarei tentata
di darti la risposta riguardo al mantenimento o meno della shikatema!
XD Purtroppo per te non lo farò, perché ritengo che sia
molto più piacevole leggere una storia senza sapere come
prosegue, ma godendosela passo per passo, e dunque... armati di santa
pazienza! XD Presto Shikamaru tornerà in cima ai miei pensieri!
(diciamo che ci è già tornato... ma voi non lo sapete
ancora!)
Quando ho letto che la mia è "una storia che fa la differenza",
mi sono sciolta! Probabilmente non sono in grado di essere obiettiva,
in quanto autrice, ma ho sempre pensato di essere a un livello medio,
medio/alto nei momenti di massima autostima, e invece sempre più
spesso mi capita di sentirmi dire di essere qualcosa di più...
Ora, magari mi sto montando la testa e basta, ma non posso fare a meno
di ringraziare dal profondo del cuore te e chi come te mi incita!
Sicuramente fate tantissimo per la mia autostima (forse fate
addirittura TROPPO per il mio ego! XD), e soprattutto siete il vero
motore della storia! Quando leggo i vostri commenti, inizio a scrivere
e non mi fermo più (ed escono i capitoli migliori)! Grazie
mille, di nuovo!
Non fate caso ai milioni di ringraziamenti... è un viziaccio che
ho da qualche anno: anche se mi passate una matita, vi ringrazio
come se mi aveste salvato la vita! XD
E tu, utente chiamato Kyuubi, sappi che sei assolutamente il mio mito! *_*
Aya
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Capitolo 15 *** Nine tails' tale ***
Naruto-15
Capitolo quindicesimo
Nine tails’ tale
Allora... era questo ciò che si provava.
Niente caldo, né freddo.
Non c’era dolore.
Non c’era sofferenza.
Nemmeno rimpianto.
Ma neanche gioia.
Era... il nulla più assoluto.
Circondato da un candore accecante, non ricordava nemmeno il suo
nome.
“E’
questo il momento della morte?” si chiese. “Anche Gaara l’avrà
provato?”
Chi era Gaara?
Non importava.
Ora doveva attendere, forse.
Ma per quanto?
Abbassò lo sguardo su una mano, che non avrebbe saputo dire
di chi fosse.
Era bianca, traslucida. Sul punto di scomparire.
Ah, meno male; non doveva aspettare troppo a lungo.
Però... c’era qualcosa che lo disturbava.
Un fastidio sottile, un disturbo che increspava le acque del
nulla.
C’era qualcosa che doveva ricordare.
Qualcuno.
Dei nomi, dei volti si susseguivano ai margini della sua
coscienza, inafferrabili...
Un simbolo, una foglia.
Occhi neri.
Occhi verdi.
Una parola, fratello.
Un sospiro di piacere, profumo di pesca...
Un ringhio.
Code che frustano l’aria.
“...Io
te l’ho sempre suggerito...”
Si voltò di scatto, seguendo l’eco della voce che aveva
invaso il suo universo di nulla.
Ogni altro suono era scomparso, ogni altra sensazione si era
spenta.
C’era solo quel mormorio gorgogliante, quelle parole indefinite
che lo facevano sentire strano...
...Cos’era?
Paura?
Ma anche... sollievo.
Un timore in qualche modo familiare.
“...Quanto
sei debole, ragazzino...”
Voleva continuare a sentire quella voce, anche se non sapeva a chi
appartenesse.
Non voleva perderla...
...Ma anche lei si stava allontanando.
“...E’
tutto buio...!”
Il candore uniforme iniziò a corrompersi.
Macchie grigie, come muffa, presero a crearsi tutt’attorno a
lui.
Si guardò nuovamente le mani; ora il suo sguardo le
attraversava.
“Ahh...
ci siamo” pensò, e ogni emozione si annullò.
Chiuse gli occhi, in attesa.
E all’improvviso ci fu un sussulto nel suo mondo vuoto.
Risollevò le palpebre, senza capire, e si accorse che il
nulla si era... riempito.
Ora attorno a lui c’era una foresta.
Alberi, foglie, insetti... ogni più piccolo particolare era
replicato perfettamente. Anche il profumo dell’erba e della pioggia
caduta di recente.
Quel luogo gli era in qualche modo familiare, ma non avrebbe
saputo dire perché né quando lo aveva visto.
“Cosa
è successo?” si chiese, senza muoversi.“Cos’è
questo?”
Voci.
A breve distanza.
...Gli sembrava di conoscerle.
Con insolita curiosità si fece largo tra i cespugli, fino a
intravedere una sagoma nel folto. Si fermò, in attesa, in un
punto da cui fosse impossibile scorgerlo.
L’uomo, perché di un uomo si trattava, indossava un
mantello nero e aveva capelli lisci e sparati dello stesso colore.
Sembrava parlare con qualcosa che stringeva tra le dita.
«Di nuovo?» chiese il qualcosa, con voce bassa e
gorgogliante.
«Ti dispiace?» ribatté l’altro, ironico.
Un ringhio basso in risposta.
«Ora esci e devasta il villaggio» proseguì
l’uomo, questa volta duro. «In fondo sei il mio animale
domestico...»
L’attimo seguente ci fu una luce accecante, un lampo e un rombo
basso.
Una folata di vento frustò il suo viso, costringendolo a
coprirsi con le mani, e sentì un brivido nel momento in cui un
chakra anomalo, malvagio, gli lambì e braccia.
“Cos’è?”
si chiese con una stretta allo stomaco.
Quando riuscì a riaprire gli occhi, dovette alzarli molto
più su per capire... e vide un essere che andava al di là
di ogni suo peggiore incubo: una volpe, immensa e terribile.
Il pelo rossiccio era ispido, una sua zampa più grande di
un uomo, le zanne acute e lucenti... e... aveva nove code. Ad ogni
loro movimento l’aria vibrava, il terreno tremava.
“Cos’è
questa mostruosità?” si chiese con un brivido. “E chi ha
osato evocarla?”
Istintivamente riabbassò gli occhi sull’uomo che parlava
prima, e lo vide guardare verso l’alto. Il suo volto era coperto da
una maschera arancione, stranamente familiare.
«Vai» ordinò. «Io mi occuperò di
un’altra faccenda...»
Con un ruggito – di rabbia o cosa? – la volpe affondò
gli artigli nel terreno e spiccò un balzo.
L’uomo ammantato di nero rimase fermo ancora un istante... poi
portò due dita sotto il mento e scomparve in uno sbuffo di
polvere.
All’improvviso si ritrovò molto più in alto.
Un sussulto gli fece perdere l’equilibrio, e istintivamente si
aggrappò a ciò che aveva di più vicino. Con
sconcerto, si rese conto che stava stringendo spessi peli caldi e
rossicci. Abbassò lo sguardo... e si rese conto con orrore di
essere sulla testa della volpe, tra le sue orecchie.
“Ma
che...?!” si chiese, mentre un secondo balzo dell’animale
rischiava di catapultarlo a terra.
Si costrinse a guardare avanti, per avere almeno un’idea di
quanto stava succedendo, e vide a breve distanza alte mura, che da
quell’altezza sembravano poco più di un recinto da giardino.
Più oltre, su una grande parete, erano scolpiti quattro volti
di pietra; quello più a destra sembrava molto recente...
guardandolo, inspiegabilmente avvertì una stretta allo
stomaco.
Gli uomini sulle mura, formiche da lassù, videro la volpe e
presero ad agitarsi. Il suono di una campana si diffuse per l’aria,
accompagnato dopo un istante da un ruggito. E quella volta fu sicuro
di capire che era di ebbrezza.
Dal grande portone del villaggio presero a sciamare uomini, che
lui riconobbe in qualche modo come ninja. La volpe smise di avanzare,
e snudò le zanne in un ghigno.
Con un attimo di ritardo, lui si rese conto che stava per finire
nel mezzo di uno scontro di proporzioni epiche. Il primo kunai volò
fin lassù, costringendolo a chinarsi bruscamente, e per un
attimo ponderò l’idea di saltare a terra. Gli occhi gli
caddero verso il basso. Decise immediatamente di lasciar perdere.
Ma restare in equilibrio sulla testa frenetica della volpe non era
così facile. Dovette aggrapparsi alle setole ruvide con tutte
le sue forze, e spesso le sue mani persero la presa, scivolarono.
Rischiò di cadere fino al muso, ma all’ultimo istante si
afferrò a un ciuffo robusto.
Dal basso sentiva provenire grida e ordini. Gettò
un’occhiata per un istante, e nella confusione riuscì a
distinguere solo il sangue. Vicino alle mura, un bambino ferito
trasversalmente sul naso veniva trascinato via urlante. Guardandolo,
avvertì una leggera fitta di nostalgia e dolore... e una
consapevolezza improvvisa lo colse: da qualche parte, nel villaggio,
un neonato attendeva un destino che avrebbe odiato per sempre.
Ma chi era quel bambino, che ancora non poteva capire o pensare e
che nonostante tutto gli creava una sorta di ansia nel petto?
Dal basso gli giunse una voce più acuta delle altre: «E’
arrivato il quarto Hokage!»
Istintivamente alzò lo sguardo, alla ricerca di una figura
che non sapeva nemmeno come fosse... Senza conoscerne la ragione,
sentiva che era importante che vedesse.
Ed ecco, in lontananza, un rospo enorme con una spada al fianco...
e sulla sua testa, tra gli occhi, un uomo.
Da quella distanza poteva solo vederne i capelli, biondi e
scompigliati... ma smise di respirare.
“Perché?”
si chiese. “Chi è questa persona...?”
La volpe ringhiò, vedendolo. Le sue code frustarono l’aria,
abbattendo segmenti di foresta, e i ninja ai suoi piedi si
allontanarono veloci.
Quale uomo poteva da solo affrontare un simile mostro?
“Morirà!”
realizzò angosciato, mentre la volpe spiccava un balzo verso
di lui.
E si accorse che non voleva che ciò accadesse.
«Fermati!» gridò, serrando le dita attorno a
una delle lunghe orecchie. «Lascialo stare!»
Ma la sua voce non sembrava risuonare. Era come... se la sentisse
solo lui.
In un attimo di orrore puro, alzò gli occhi... e vide che
ormai erano praticamente davanti alla persona che i ninja avevano
chiamato ‘quarto Hokage’.
Da un lato lui, tra le orecchie della volpe, ritto in piedi;
dall’altro l’uomo biondo, fermo tra gli occhi del rospo.
Lo vide congiungere le mani sotto il mento... e si accorse che i
suoi occhi erano di un azzurro infinitamente intenso.
Duri come diamante.
E offuscati dalle lacrime.
La volpe mosse la testa all’improvviso, e la sua mano perse la
presa.
Mentre cadeva verso il basso, si sorprese a soffrire. Per il
destino di quell’uomo, e per quello di un bambino che non
conosceva... e vide le lacrime, le proprie lacrime, brillare
nell’aria.
La volpe lanciò un ruggito di rabbia.
Non toccò mai il suolo.
All’improvviso fu altrove, presumibilmente all’interno del
villaggio, in piedi accanto all’uomo mascherato che aveva evocato
la volpe. In quel momento era fermo in un vicolo, nascosto, e
osservava un’abitazione lussuosa.
Davanti all’ingresso un bambino sui cinque anni sedeva sul
patio, leggendo un rotolo con espressione intenta.
La porta si aprì improvvisamente, e ne uscì una
donna dai lucenti capelli neri, con in braccio un neonato
addormentato.
«Itachi, vieni dentro!» disse in fretta, afferrando il
bambino che leggeva per un braccio.
Quello alzò gli occhi color dell’ossidiana, per nulla
turbato.
«Yondaime sta per vincere» commentò atono.
«Tu vieni dentro!» insisté la madre.
Il bambino finì per lasciarsi trascinare all’interno...
ma un attimo prima che la porta venisse richiusa, puntò gli
occhi verso l’uomo mascherato.
Ne era sicuro: lo aveva notato.
In quell’istante un ruggito dilaniò l’aria.
L’uomo mascherato voltò la testa di scatto, e lui lo
imitò.
In lontananza, la volpe agitò un’ultima volta le sue code
nel cielo... e poi si disfece in mille e mille bolle di chakra, che
sembrarono sfumare nell’aria. Le vide vorticare per un breve
istante, e poi sfrecciare via più veloci del suo sguardo.
Cercò con gli occhi il grande rospo e il ninja che lo
guidava... ma non li vide.
«Maledizione...» imprecò l’uomo mascherato al
suo fianco. Estrasse da una tasca un rotolo bianco, lo aprì e
vi premette le dita. Dalla carta si sollevò un filo di fumo, e
un complesso intreccio di segni scarlatti... che a un tratto smisero
di formarsi, lasciando il disegno incompleto.
«E questo cosa vuol dire?» si chiese l’uomo
mascherato.
Poi, facendo schioccare la lingua, portò due dita sotto il
mento e scomparve.
Gli attimi seguenti furono molto confusi: ci fu un vorticare di
immagini indistinguibili, e ruggiti e gemiti di rabbia e dolore nelle
sue orecchie.
Intravide una stanza scura. Molti visi.
Sentì il pianto di un bambino... e per una frazione di
secondo, gli parve di intravedere un neonato dai capelli biondi.
Attorno al suo ombelico c’erano segni di sangue.
Ma la scena tornò confusa, indefinita.
A un tratto ci fu una foresta. La voce dell’uomo mascherato, e
il suo viso... quegli occhi rossi, dallo strano disegno.
«Sei mia»
Un altro ruggito.
Sofferenza.
Prigionia...
E poi, d’improvviso, di nuovo il candido nulla in cui si era
trovato prima.
Si accorse che le lacrime scendevano ancora dai suoi occhi, e si
rese conto che non riusciva a spiegarselo...
Tese le mani avanti a sé, sperando di vederle quasi
trasparenti... ma tutto ciò che vide fu la pelle bianca... e
una goccia scarlatta.
Poi un’altra. E un’altra ancora.
Alzò lo sguardo, e vide larghe chiazze di un rosso scuro e
denso allargarsi nel bianco, malsane, tiepide... come sangue.
Cadevano su di lui a gocce spesse, sul suo viso, sui suoi
capelli... e non scivolavano, ma si fermavano, lo ricoprivano.
“Cosa
sta succedendo?” si chiese, mentre il suo cuore accelerava, e le
sensazioni tornavano a riempirlo come un’ondata di piena.
Spalancò gli occhi azzurri, a corto d’aria, e una voce
gorgogliante invase l’ambiente.
“...Finalmente
sarò libera” riecheggiò. “Il tuo corpo sarà
mio... e dietro le sbarre ci sarai tu”
Dalle oscure profondità del suo limbo si sollevarono sbarre
d’acciaio davanti a lui. Pareti di cemento lo circondarono su tre
lati, mentre il sangue gli bruciava la pelle e gli impediva di
muoversi.
Con orrore, vide la sua prigione prendere forma.
“Ringrazia
tuo padre per questo, ragazzino...” ghignò la voce della
volpe. “Ringrazia il quarto Hokage, Naruto Uzumaki...”
L’immagine dell’uomo biondo sul capo del rospo si impose
prepotente alla sua testa.
Suo padre...
Yondaime...
Ma certo... ogni cosa tornava al suo posto... le sensazioni, le
persone... quindi aveva visto un ricordo della volpe? Aveva
partecipato alla battaglia in cui suo padre era morto?
E lo aveva visto... piangere.
Aveva visto sé stesso bambino.
Aveva visto il maestro Iruka...
...Suo padre... aveva dato la vita per salvare tutte quelle
persone...
...Lasciò che il sangue lo ricoprisse.
Chiuse gli occhi.
Madara attendeva.
Era un uomo paziente.
Aveva aspettato per secoli qualcuno come Itachi Uchiha... aveva
aspettato diciotto anni per riavere Kyuubi... ora avrebbe pazientato
due minuti.
Era questione di poco, pochissimo tempo... e già stringeva in
mano il rotolo per l’evocazione, quello che conteneva anche il
chakra malvagio che Yondaime non aveva sigillato in Naruto.
All’epoca
il quarto Hokage aveva diviso l’essenza della volpe, separando Yin
e Yang che la componevano, e aveva conservato la parte cosiddetta
buona,
quella che non avrebbe potuto danneggiare il suo straordinario
bambino. Il figlio che un giorno l’avrebbe governata, che sarebbe
stato al livello di Madara...
Un ghigno si disegnò sul suo volto devastato.
Sogni.
Soltanto illusioni... nessun uomo comune sarebbe mai stato al livello
di un possessore di sharingan.
Il rotolo iniziò debolmente a scaldarsi tra le sue dita. Lo
guardò, sorridendo, e vide sbiadire il disegno che lo copriva
per metà, fino a scomparire del tutto.
Spostò l’unico occhio sul corpo di Naruto, sull’addome ora
bianco... e lo vide sussultare impercettibilmente.
«Ci siamo...» mormorò.
Le palpebre abbassate fremettero.
Le sue labbra si dischiusero, nel rantolo di un respiro.
E all’improvviso aprì gli occhi.
Occhi scarlatti.
Si alzò a sedere con un unico movimento fluido, e la sua testa
ricadde mollemente sul petto.
Il coprifronte che gli cingeva il capo si slacciò, scivolando
sulle sue ginocchia, e i capelli gli caddero sugli occhi.
Non lo raccolse.
Era il simbolo della Foglia, ciò in cui credeva, ciò
per cui avrebbe dato la vita...
...Eppure non lo raccolse.
Sputò un grumo di sangue.
«...Non avrai mica intenzione di mantenere questa ridicola
forma?» chiese Madara, con una punta di impazienza nel tono.
«Dove sono le code?»
Kyuubi inclinò la testa di lato fino a guardarlo.
Ghignò, snudando le zanne acuminate.
«Chi ne ha più bisogno?» chiese.
La sua voce era un gorgoglio basso e roco...
Nel prossimo capitolo:
Alzò lo sguardo, seguendo la traccia del suo chakra, e lo
sentì provenire dal tetto su cui si affrontavano gli Uchiha.
Corrugò la fronte indispettito: era stato messo al secondo
posto?
Da Kyuubi?
Stava per seguirla e riprendere da dove si era interrotto...
quando una voce sconosciuta lo chiamò, con il nome sbagliato:
«Obito?»
Abbassò lo sguardo infastidito, e incontrò...
...l’occhio che gli mancava.
* * *
* ȣ * * *
*
Spazio autore
Ebbene sì.
L'ho fatto.
Mi sono azzardata a spaziare nel passato e ad inventarmi completamente qualcosa di cui Kishi non ci ha mai detto nulla!
Certe volte mi stupisco della mia faccia tosta...
Comunque, ecco il capitolo.
Sinceramente, amo parecchio il finale! XD Sarà perché adoro i buoni che diventano cattivi,
sarà che è Kyuubi a parlare, ma mi piace da matti!
Sulla mia pagina personale, come sempre, trovate il titolo del prossimo capitolo!
Kaho_Chan: e
chi ha mai detto che siamo vicini alla fine? Dopo questo capitolo,
è ormai chiaro che Naruto è vivo... non si capisce in che
rapporti sia con la volpe, ma è vivo. E ci sono ancora un sacco
di questioni da sistemare! Senza contare che, sfortunatamente, sono
logorroica non solo quando rispondo alle recensioni, ma anche quando
scrivo... Realisticamente, ti direi di aspettarti una trentina di
capitoli minimo (anche perché ora come ora ho scritto fino al
28! XD)
Urdi: ho capito che era un
complimento, tranquilla! Anzi, grazie ancora! Il mio problema è
che i complimenti non so mai da che parte prenderli, e spesso finisco
così come è successo ora! XD Ti sembra che le cose siano
migliorate in questo capitolo, comunque? Ovviamente dipende da quello
che penso di Kyuubi... se fosse per me, terrei questa situazione
costantemente! *ç* Solo che dopo la volpacchiotta mi piace anche
Naruto, non posso fare a meno di lui... uhm... accidentaccio a
Kishimoto, non poteva mettermeli divisi?
Ancora per un po' le atmosfere saranno tristi, ma poi si tornerà
più o meno alla solita, idiota normalità! XD Non dovrai
attendere molto!
OneWingedAngel: uff uff, adesso
arrossisco! >///< Le tue analisi e i tuoi commenti sono un
balsamo per i miei due neuroni stanchi, una vera manna dal cielo!
Grazie per aver trovato qualcosa di bello anche in un capitolo che vede
Sasuke praticamente protagonista (XD), e spero che continuerai a
leggere e che continuerà a piacerti!
Kage_Naru89: ma come,
perché ti cade un mito con la liberazione di Kyuubi? Se non
fosse accaduta, non ci sarebbe stato questo capitolo, e quindi nemmeno
la breve comparsata del caro Minato! Eheh... sei ansiosa di sapere come
andrà a finire? Purtroppo dovrai aspettare ancora un po', mi sa!
XD Come ho già detto, sono logorroica... e poi ho così
tanti personaggi da sistemare! @_@
La fidanzata di Goku: grazie
mille per i complimenti, e mi dispiace di averti fatto commuovere! XD
Cioè, da un lato sono felice, perché vuol dire che sono
riuscita ad avere una reazione, ma dall'altro mi spiace per te!
Cercherò di farti anche ridere! XD
Aya
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Capitolo 16 *** Mistaken (prima parte) ***
Naruto-16
Capitolo sedicesimo
Mistaken (prima parte)
Le code sono un simbolo, una mera emanazione di chakra.
Più il loro numero aumenta, maggiore è il chakra che il
demone ha a disposizione.
Certo, hanno la loro utilità: possono frustare l’aria,
spazzando dieci nemici in un colpo solo; oppure possono trasformarsi
in mani con cui afferrare gli avversari.
Ma in ogni caso, la maggior parte delle volte, servono solo a
mostrare il proprio potere.
I demoni sono creature vanesie...
E tuttavia il più forte di loro, la celebre e temuta volpe a
nove code... stava rinunciando alla sua fama. A ciò che la
rendeva il terrore del paese del Fuoco.
«Stai dicendo...» mormorò Madara, accigliandosi
lentamente. «...che hai intenzione di conservare quel corpo?»
«Perché no?» replicò Kyuubi, ghignando con
le labbra di Naruto. I suoi occhi scarlatti si posarono su una mano
sporca di sangue, e aprirono e chiusero le dita meccanicamente. «Non
hai la minima idea di quanto potere racchiuda... Lo sento scorrere
nelle vene, lo sento bruciare...» Strinse la giacca in
corrispondenza del cuore, dove era lacerata e macchiata. La carne al
di sotto si era rigenerata completamente. «Questo cuore batte
con una violenza che non ho mai sentito prima. E’ la cosa più
viva che abbia mai incontrato...!» guardò Madara, gli
occhi brillanti. «E’ semplicemente meraviglioso!»
«Quel corpo è mortale» gli fece notare l’Uchiha
secco. «E ha molte meno possibilità del tuo aspetto
precedente. Smettila di dire sciocchezze e riprendi la tua forma
originale»
Nelle iridi feline di Kyuubi guizzò un lampo divertito.
«Pensi che le cose siano come diciotto anni fa?» domandò.
«Cosa intendi?»
«Pensi... che io sia ancora sotto il tuo controllo?»
Madara serrò impercettibilmente le labbra. Dopo una pausa
lunga un istante, le stirò in un sorriso.
«Il rotolo della tua evocazione è nelle mie mani»
rispose calmo. «Posso sigillarti in un attimo»
Naruto sorrise.
«Ed è qui che sei in errore»
Sollevò appena una mano, in uno scatto che mosse a malapena
l’aria attorno al braccio. Eppure il rotolo che Madara stringeva
tra le dita crepitò, e prese fuoco. L’Uchiha lo lasciò
andare di scatto, e quello ondeggiò fino a terra, dove si
consumò del tutto. Davanti a uno sharingan sconcertato,
dell’arma più potente di Madara Uchiha rimase solo un
mucchietto di cenere.
«Ora non sono più quella di una volta...» mormorò
Kyuubi, alzandosi lentamente in piedi. Il coprifronte sulle sue
ginocchia scivolò nella polvere, dimenticato. «Il mio
chakra è stato ripristinato completamente. Ho un nuovo corpo,
infinitamente più forte del precedente» posò una
mano dietro la nuca, e inclinò la testa facendo scrocchiare il
collo. «E... ho persino un obiettivo» snudò le
zanne. «Ucciderti»
La fronte di Madara si corrugò.
Il cuore che non era davvero suo ebbe una piccola esitazione, nel
petto.
Una nuova Kyuubi, più forte?
No. Stava mentendo... e che avesse distrutto il rotolo era solo un
caso fortuito. In ogni caso avrebbe potuto procurarsene un altro nel
paese del Vento. Avrebbe sicuramente trovato qualcuno in grado di
crearne uno uguale... quello non era un problema. E non dimostrava
nulla.
«Gli animali che si ribellano non fanno mai una bella fine...»
mormorò minaccioso. «Dovresti saperlo»
«E invece sono ansiosa di dimostrare il contrario»
replicò Kyuubi gorgogliando, nel vano tentativo di imitare le
fusa di un felino. «Ora sono io ad avere un nuovo giocattolo»
Itachi riconobbe lo sharingan ipnotico negli occhi di Sasuke, come
aveva desiderato per anni.
Lo vide brillare, intenso e minaccioso, dietro a un velo di lacrime.
«...Piangi, Sasuke?» chiese piano, scordando
momentaneamente Naruto e Madara.
Ricordò un sé stesso molto più giovane, che anni
prima si era trovato nella stessa situazione... con le guance rigate
nello stesso identico modo.
«Sta’
zitto» sibilò il minore degli Uchiha, tirandosi in
piedi. «Non hai alcun diritto di aprire bocca... Tu
mi
hai portato a questo!»
«Ed era ciò che volevo» Itachi si accigliò.
«Solo... avrei preferito un altro momento»
«Te l’ho già detto: non hai la facoltà di
scegliere!» esclamò Sasuke, e la stretta della sua mano
si fece più forte sul polso del fratello. «Oggi tu
morirai qui!»
Il maggiore degli Uchiha fece lavorare in fretta il cervello.
Per quanto conosceva Sasuke, poteva essere certo che non avrebbe
accettato intromissioni da parte dei suoi cosiddetti compagni. E per
quanto conosceva lo sharingan ipnotico... poteva essere certo che il
suo ingenuo fratellino non sarebbe stato in grado di usarlo contro di
lui. Non in quel momento.
«Vuoi mettere alla prova i tuoi occhi, ora, subito?»
chiese a bruciapelo.
«Sì» rispose Sasuke, secco.
«Va bene. Ricorda che lo hai chiesto tu»
Li attivarono contemporaneamente.
Lo sharingan ipnotico di Itachi, allenato ma abusato... e quello di
Sasuke, fresco ed inesperto.
Entrambi si trovarono in una sorta di limbo oscuro, in una dimensione
parallela e solitaria.
Il buio li avvolgeva come un manto, facendo scintillare sinistramente
il rosso dei loro occhi.
«E ora?» chiese Itachi, e la sua voce si dilatò
nello spazio infinito. «Cosa hai intenzione di fare?»
Si trovò improvvisamente circondato da Sasuke, su tutti i
lati. Copie ovunque, tutte perfette, tutte determinate a farlo
soffrire. A distruggerlo.
«Da questo momento e per venti ore...» mormorò
l’originale, riecheggiando le parole che il fratello aveva
pronunciato un tempo. «...Verrai ferito a morte da me»
Nelle mani dei suoi aguzzini si materializzarono centinaia di katane.
Itachi mosse a malapena gli occhi.
«Davvero?» chiese in un sussurro.
Non accennò a spostarsi nemmeno per un istante.
Lasciò che le copie del fratello si avvicinassero, fino a
impedirgli qualunque movimento. Non distolse lo sguardo dal suo. Mai.
La prima katana penetrò tra le costole.
La seconda in una gamba.
La terza perforò un polmone.
La quarta un rene.
Tutte le altre... ogni centimetro di corpo restante.
Ma Itachi sorrise, sussultando debolmente.
Un filo di sangue corse dalle sue labbra fino al mento.
«Ora come ti senti?» chiese con voce roca.
«Non
ne hai idea»
rispose Sasuke.
Ma non sorrideva.
Inspiegabilmente, sentiva solo una gran voglia di piangere. Ancora.
«No... non hai capito» proseguì Itachi, sorridendo
appena. «Non voglio sapere cosa provi ad uccidermi... voglio
sapere come ti senti fisicamente»
«Cosa intendi?» chiese Sasuke, accigliandosi.
«Intendo...» le copie del minore degli Uchiha scomparvero
bruscamente. «...usare quell’occhio non sarà troppo
faticoso?»
Un frammento di oscurità si staccò dall’alto, e
precipitò tra i due fratelli, infrangendosi come vetro nero...
un cupo tintinnio riecheggiò nel buio.
Là dove era stato un attimo prima si aprì un prisma di
luce. Attorno alla fessura si formarono crepe scricchiolanti, a
migliaia. Un reticolo che si espandeva, che rombava, che si faceva
avanti minaccioso...
...E il tetto di nera oscurità che li sovrastava si sgretolò,
andando in frantumi.
Una pioggia di cristallo si rovesciò su entrambi, senza che
loro ne risentissero minimamente.
La luce d’improvviso si fece accecante.
«Ora... è il mal di testa» mormorò Itachi.
Sasuke avvertì una fitta lancinante dietro gli occhi.
«...Come una lama incandescente che taglia in due il
cervello...» continuò l’altro, senza clemenza.
«Ahh...!»
gemette il minore degli Uchiha piegando la schiena e coprendosi gli
occhi con le mani.
«...E inizi a pregare di morire, perché finisca»
Sasuke cadde in ginocchio, e premette la fronte sul pavimento gelido
nel vano tentativo di alleviare il dolore.
«Sei stato ingenuo, Sasuke» mormorò Itachi, con
una nota di rimpianto nella voce. «Non puoi pensare davvero di
riuscire a usare lo sharingan ipnotico al primo tentativo...»
«Stai... zitto!» ansimò il minore dei due,
sollevando gli occhi ricolmi d’ira sul maggiore. Attorno all’iride
ancora marchiata dallo sharingan erano innaturalmente rossi, come sul
punto di piangere.
Itachi sospirò appena.
Poi fu come se qualcosa avesse attirato la sua attenzione.
Voltò la testa, tendendo l’orecchio a un suono che Sasuke
non poteva udire.
Si accigliò.
Sasuke
credette di udire una parola scivolare dalle sue labbra, qualcosa che
suonava come ‘la
volpe...?’,
ma non riuscì ad accertarsene.
«Sbrighiamocela in fretta» disse secco. «Settantacinque
ore. E vedi di non disturbarmi più»
Questa volta a riempire lo spazio furono centinaia di Itachi.
Abbaglianti, nello splendore della luce che invadeva l’aria...
demoni di nera oscurità in un inferno bianco.
Il pugno di Naruto si abbatté sul muro di cemento armato
subito alle spalle di Madara.
Nell’intonaco si aprì una spessa crepa, che risalì
fino al secondo piano... e poi la parete cedette, trascinando con sé
metà dell’edificio.
«Non scappare!» ghignò la volpe, esaltata.
«Lasciati colpire, dai: provami di essere più resistente
di me!»
Madara balzò distante, riflettendo rapidamente.
Doveva fermarla.
Avrebbe potuto sigillarla più tardi... ma prima occorreva
bloccare i suoi movimenti, se non altro.
Il problema era che la sua forza era davvero aumentata. Sentiva il
suo chakra lambirgli il viso, invadere l’ambiente circostante... la
stessa aria si era fatta più calda, e non era merito del sole,
anche ora illuminava ampi tratti del terreno di combattimento.
Fermare Kyuubi.
Ma come?
Congiunse le mani sotto il mento, ed evocò lingue di fiamma
che andarono ad aggredire Naruto.
Bastò un suo ruggito perché si dissolvessero nel nulla.
«Tsk, maledizione!» imprecò, facendo schioccare la
lingua.
«Ah, chissà se ne sono in grado...» gorgheggiò
Kyuubi, sollevando una mano davanti a sé.
Un chakra rosso e denso prese a vorticare lentamente sul palmo, sotto
gli occhi ora realmente inquieti di Madara.
«Che peccato...» mormorò la volpe, con leggero
disappunto. «Sembra che io non riesca ad andare avanti più
di così» sollevò lo sguardo ardente sull’Uchiha.
«Ma in fondo posso sempre provare con questo e vedere che
succede...»
Stirò le labbra in un sorriso che snudò le zanne.
E scagliò la sfera di chakra, vicina al rasengan ma
incompleta, come un sasso qualunque.
Madara non riuscì ad evitarla.
Fu colpito alla spalla, appena sopra il cuore, e sentì il
chakra bruciare gli abiti e ustionare la pelle, mentre la dilaniava
vorticando. Lanciò un grido, portando la mano alla zona lesa,
e strinse i denti in un gemito di dolore.
Quel corpo era già malandato, maledizione... lo aveva da
vent’anni, ormai reggeva per miracolo. Non poteva sopportare
ferite.
«Tu... piccola bastarda...» disse tra i denti, scoccando
un’occhiata rovente a Kyuubi.
Ma lei sembrava distratta.
La testa inclinata, era come in ascolto di qualcosa.
Si riscosse all’improvviso.
«Già...» disse cupa. «Devo farla finita con
lui. Una volta per tutte»
Si scagliò verso Madara, e là dove i suoi piedi fecero
pressione l’asfalto devastato si incrinò ulteriormente.
Ogni colpo era di una pesantezza inaudita.
Parare un pugno significava sentire le ossa gemere, talvolta
incrinarsi. Un calcio scatenava dolori intensi lungo tutto il corpo.
Il suo chakra era come olio bollente che devastava i tessuti.
Madara cercò i suoi occhi, scoprendo l’ultima carta.
Quando li incontrò, scatenò lo sharingan ipnotico.
La volpe si sbilanciò per un attimo, stordita.
Poi scosse la testa e riacquistò lucidità.
«Non funziona più» ghignò, gongolante.
E il pugno colpì in pieno la guancia sinistra di Madara.
«Permetti? Fammi divertire un po’, che ne dici?» chiese
afferrandolo per i capelli neri. «Lasciati torturare»
Le sue dita persero la presa all’improvviso.
I suoi occhi si fecero turbati.
Voltò la testa di scatto.
Vide Sakura, ancora accasciata contro il palazzo dove Madara l’aveva
scagliata. E più oltre, da una stradina secondaria... vide
Kakashi, Shino e un’altra sconosciuta avvicinarsi.
Ebbe un attimo di esitazione, che Madara sfruttò per liberarsi
barcollante.
Scrollò di nuovo la testa, rimettendosi sulle sue tracce
ringhiando.
Non si curò dei nuovi arrivati.
Non li vide raggiungere Sakura... e non vide gli occhi di Kakashi
posarsi su Madara e sbarrarsi.
Non sentì le sillabe scioccate che sfuggirono alle sue
labbra...
«...Obito?!»
Sasuke cadde in ginocchio, ansante.
Si accorse di tremare, e un conato di vomito gli strinse lo stomaco.
Itachi, leggermente pallido, chiuse per un attimo gli occhi.
Poi li riaprì, neri come l’inchiostro, e scoccò
un’occhiata veloce a Juugo e Suigetsu, posizionati su due lati del
palazzo. Erano immobili, in attesa. Non avrebbero fatto un passo
senza un ordine preciso.
Itachi intrecciò le dita.
Con loro enorme sorpresa, entrambi si trovarono improvvisamente ad
essere scagliati lontano, fino a fermarsi contro una parete, e una
volta lì cavi d’acciaio robusto presero vita dal cemento e
li avvolsero stretti.
«Che caz...?» imprecò Suigetsu, sentendo le sue
due spade premere tra le costole. Cercò di divincolarsi, ma
non riuscì nemmeno a modificare la sua struttura muscolare.
Juugo non era in condizioni migliori: i cavi gli toglievano persino
il fiato. Avvertì una fitta alla testa, e questa volta non
cercò di fermarla... lasciò che il suo sangue prendesse
a ribollire, e che la sua pelle si coprisse di segni... Lasciò
che la sua mente perdesse il controllo. Si divincolò, si
agitò... ma tutto ciò che ottenne furono tagli
profondi, e molto, molto sangue sui suoi vestiti...
Itachi posò gli occhi su Karin.
Lei sentì un brivido correre lungo la sua schiena...
Bastò un gesto minimo. Andò a sbattere contro il
muretto di protezione del tetto, e la sua testa urtò
pesantemente il cemento.
Perse i sensi.
«Non... è finita...!» ansimò Sasuke,
sollevando gli occhi iniettati di sangue sul fratello.
Le vene del suo collo si gonfiarono nello sforzo, mentre tentava di
nuovo di usare lo sharingan ipnotico.
Ancora una volta, sentì la lama incandescente che tagliava il
suo cervello.
Per un attimo i suoi occhi si offuscarono, la sua vista fu incerta.
Itachi si accigliò.
«Sei uno stupido...» mormorò. «Se
continuerai, finirai per ucciderti»
«Stai
zitto!»
gridò Sasuke, e intensificò lo sforzo.
Il suo cuore mancò un battito.
Uccidere suo fratello... era tutto ciò che voleva. Non
aveva senso vivere sapendo di essere scappato.
Restò senza fiato, ma insisté comunque.
Itachi chiuse gli occhi.
«Non mi lasci scelta...» mormorò con un filo di
voce. «Preferisco ucciderti con le mie mani... che vederti fare
questa fine»
Intrecciò le dita.
Le sollevò davanti al petto.
«Addio, Sasuke»
Kyuubi riuscì a mettere le mani sul bavero di Madara, e a
bloccarlo contro un muro.
Il fondatore degli Uchiha rimase senza fiato quando sentì la
pressione sullo sterno, e istintivamente affondò le unghie nei
polsi di Naruto.
«Che bella sensazione!» gridò la volpe, piena di
entusiasmo. «Questo è ciò che voglio, questo è
ciò che ho sempre desiderato!»
Madara strinse i denti. Lentamente, a fatica, portò due dita
sotto il mento.
Non si sarebbe arreso.
Non al suo animale domestico.
L’aveva sconfitta una volta, quando l’aveva ammaestrata... lo
avrebbe fatto di nuovo, ora.
«Sì, dai, provaci» lo incitò Kyuubi. «Fammi
divertire»
Poi voltò la testa di scatto, verso l’alto. Verso il palazzo
su cui combattevano Itachi e Sasuke.
Madara la vide distratta, e attivò la tecnica.
Ma prima che potesse davvero colpire, Naruto era scomparso.
La sua mano non gli stringeva più il collo, la pressione sullo
sterno era scomparsa.
Un intero essere umano si era dileguato nel nulla.
O meglio... si era spostato così velocemente che il suo unico
occhio stanco non lo aveva individuato.
Alzò lo sguardo, seguendo la traccia del suo chakra, e lo
sentì provenire dal tetto su cui si affrontavano gli Uchiha.
Corrugò la fronte indispettito: era stato messo al secondo
posto?
Da Kyuubi?
Stava per seguirla e riprendere da dove si era interrotto... quando
una voce sconosciuta lo chiamò, con il nome sbagliato:
«Obito?»
Abbassò lo sguardo, infastidito, e incontrò...
...l’occhio
che gli mancava.
Sasuke non staccò gli occhi da quelli del fratello nemmeno per
un istante.
Se doveva morire... senza vendicare il suo clan... coprendosi di
vergogna... almeno non avrebbe abbassato lo sguardo.
Mai.
Avrebbe guardato la morte in faccia.
Sarebbe sprofondato negli occhi di ossidiana di suo fratello,
accusandolo fino alla fine, odiandolo fino alla fine...
...Ma, all’ultimo istante, un’ombra guizzò tra loro.
Sentì una mano afferrarlo per i capelli, brusca, e spingerlo
indietro fino a farlo cadere sulla schiena. Lo sharingan scomparve.
Confuso, alzò lo sguardo sul nuovo arrivato, e spalancò
le palpebre incredulo.
Davanti a Itachi, con le mani serrate attorno ai suoi polsi, c’era
Naruto.
Vivo.
Dalla sua posizione vedeva la sua schiena larga, le braccia forti che
riuscivano a costringere Itachi a sciogliere la posizione delle mani,
e la zazzera bionda ora macchiata di rosso.
Poi... una sorta di alone scarlatto che lo circondava.
Lo sentì ringhiare piano.
Itachi si accigliò.
«...Kyuubi?» chiese, quasi incerto.
Fu scaraventato a terra, senza che potesse ribellarsi, e strisciò
sul cemento per un lungo tratto.
Sasuke strinse i denti.
Naruto... era intervenuto a salvarlo?
Da Itachi?
Non solo lui si era fatto sopraffare, non solo scopriva di non essere
riuscito a ucciderlo nemmeno con il raikiri...
...ma
era anche stato salvato da Naruto?!
Ricordi che pensava di aver dimenticato, immagini di un passato morto
e sepolto tornarono ad affollarsi nella sua mente.
“Stai
bene, fifone?”
Le nocche delle sue mani sbiancarono mentre le dita premevano sul
cemento.
No.
No, non ci stava!
Si
era allenato fino allo stremo, aveva seguito Orochimaru, distrutto
ciò che era, venduto la sua anima e quasi il suo orgoglio... e
non era cambiato niente?
«Itachi!»
gridò, fuori di sé dalla rabbia.
Come si permetteva, il suo invincibile e diabolico fratello, di farsi
atterrare così?
Da Naruto?
Si avventò su di lui senza quasi rendersene conto, per sfogare
la rabbia che provava contro sé stesso e contro gli altri,
quegli altri che, per quanto lui facesse, erano sempre un passo
avanti...
Tutti sostenevano che era un genio.
Itachi diceva che era colui che lo avrebbe raggiunto.
Naruto che era il suo rivale.
Orochimaru che era il suo corpo perfetto.
Kakashi gli aveva insegnato il raikiri!
Ma c’era sempre qualcosa che non andava.
Per
quanto fosse dotato, per quanto fosse forte... c’era
sempre qualcosa che non andava!
Itachi lo vide gettarsi su di lui, con una ferocia sconosciuta negli
occhi.
Con disperazione.
Non vedeva uno sguardo del genere da anni, dalla notte in cui,
obbedendo a Madara, aveva testato le proprie capacità.
Sorrise, e lo fermò stringendo le dita attorno al suo collo un
attimo prima che gli fosse addosso.
«...Sei un vero Uchiha» mormorò.
Primo e ultimo segno di stima disinteressata che gli avrebbe mai
mostrato...
Sasuke sentì le dita aumentare la pressione, la trachea
serrarsi dolorosamente.
In quel momento... accaddero molte cose.
Nel prossimo capitolo:
La prima cosa che i suoi occhi cercarono fu Itachi.
Quando lo trovarono, il suo cuore mancò un battito.
Si alzò, barcollando su una caviglia dolorante, e lo
raggiunse ansando.
Ricadde in ginocchio.
Suo fratello teneva gli occhi chiusi, come addormentato. I capelli
giacevano scomposti attorno al suo capo, di un nero lucido e intenso,
ma impolverato. Il suo corpo sembrava integro.
Eppure era inequivocabilmente morto.
* * *
* ȣ * * *
*
Spazio autore
Di solito metto un capitolo diviso in due in ogni fanfic, e questo è il capitolo scelto per questa!
Qualcuno dice che l'ho interrotto in un punto bastardissimo, ma a me va benissimo così e non ho intenzione di cambiarlo!
XD
Nei prossimi due capitoli,
con i quali finalmente terminerà lo scontro infinito, mi
sbizzarrirò a torturare Sasuke...
Li dedico a tutti coloro che non lo sopportano! XD
(ci saranno capitoli simili anche per altri personaggi, eh!)
GloGlo the best:
sì, devi sentirti profondamente in colpa per non aver mai
commentato! XD Scherzi a parte... questa è una cosa che dico a
te e a tutti: io vedo quando mettete la fan nei preferiti, e quindi so
che bene o male apprezzate... e, se non leggo mai vostri commenti, so
altrettanto bene che siete irrimediabilmente PIGRI! Nel momento in cui,
quindi, mi trovo a leggere un vostro parere, prima di tutto sono
felice. E soltanto in un secondo momento un tantino irritata! XD Grazie
per i complimenti, dunque, e spero di poterti risentire ancora in
futuro! ^^
Kaho_chan: noooooo! Non
paragonare il mio adorato Voldemort a Madara! XD Comunque hai ragione:
per una volta anche io mi trovo davanti a un cattivo che non capisco
per niente (a livello emotivo, intendo), e probabilmente questo si vede
in ciò che scrivo; credo che sia per questo che Madara è
uscito così bastardo! Kyuubi invece... beh, è Kyuubi! Io
la amo troppo, non posso farne a meno! XD
OneWingedAngel: wow, sono
lusingata! Prima di tutto dal commento sullo stile, che dici essere
stato una vera sorpresa, e poi anche per il paragone con Kishimoto! Non
so quanto sia meritato, ma grazie davvero! Eh, cosa sta succedendo a
Naruto? XD E ti sembra che te lo dico adesso? Impara una cosa: essendo
io logorroica, le spiegazioni spesso vengono differite di un bel po'!
Quindi con me bisogna armarsi di santa pazienza e aspettare i due
capitoli che di solito mi servono per tenervi sulle spine! (nello
specifico... capirai bene cosa succede a Naruto con il prossimo
aggiornamento!)
Una lieta novella per tutti!
Con il capitolo 18 si conclude questo combattimento infinito!
Gioite! XD
(naturalmente non tutti ne usciranno vivi...)
Aya
|
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Capitolo 17 *** Mistaken (seconda parte) ***
Naruto-17
Capitolo diciassettesimo
Mistaken (seconda parte)
Aveva trovato quel corpo anni e anni prima, moribondo.
Era a un passo dalla fine, privo di un occhio e sommerso da una
cascata di rocce.
Ma gli restava un alito di vita.
All’epoca il suo precedente corpo era agli sgoccioli... non
avrebbe retto a lungo, e per sostituirlo aveva atteso troppo, con il
risultato che ora sarebbe stato difficile mettere le mani su un
Uchiha dei migliori e farlo suo.
Quel corpo a un passo dalla morte gli era sembrato un dono del
cielo.
Lo aveva preso senza un attimo di esitazione.
Riparare le ossa non era un problema.
Che avesse un occhio solo sì.
Ma a caval donato non si guarda in bocca, e quello era tutto ciò
che era riuscito a reperire.
Nel momento in cui si era trasferito dentro di lui, la sua mente
era stata invasa da ricordi che non gli appartenevano.
Tre volti in particolare continuavano ad alternarsi, quello di un
uomo biondo, di un ragazzino supponente e di una lagnosa.
Erano fastidiosi... e poi vide che fine aveva fatto l’altro
occhio.
Trapiantato nel ragazzino supponente.
Che spreco...
Un uomo normale non sarebbe mai stato in grado di utilizzare
appieno lo sharingan.
Lo avrebbe recuperato.
In fondo gli apparteneva di diritto.
Poco tempo dopo aveva attaccato la Foglia insieme a Kyuubi... e,
prima di cercare il ragazzino dai capelli d’argento, aveva voluto
controllare la sua ultima scoperta, un bambino di pochi anni ma
straordinariamente dotato. In ogni villaggio non si faceva che
parlare di lui, Itachi Uchiha, e del suo incredibile talento.
Se era tanto giovane, forse sarebbe riuscito ad averlo, anche
senza scomodarsi a recuperare l’altro occhio.
Poi... era successo tutto quanto.
Kyuubi sigillata, il quarto Hokage, Naruto, e... la fuga.
Non era ancora abbastanza forte per affrontare una battaglia
simile senza il suo animale domestico.
Quanta bile aveva masticato dopo quel giorno.
Se il suo ‘dono del cielo’ avesse avuto entrambi gli occhi, le
cose sarebbero andate diversamente.
Invece...
«Obito?» alitò Kakashi, incapace di credere ai
propri occhi.
Madara si accigliò.
Ecco il ninja verso il quale aveva portato rancore tanto a lungo...
forse la causa principale del suo fallimento.
Kakashi Hatake, celebre figlio della Zanna Bianca della Foglia,
maestro di Sasuke ed ex membro della squadra Anbu.
Sapeva tante cose di lui... aveva pensato spesso di cercarlo, per
riprendersi ciò che gli apparteneva.
Ma ora quell’uomo si presentava di sua spontanea volontà,
proprio in un momento del genere.
Madara sorrise.
Un
altro dono del cielo.
«Parli di questo corpo?» chiese freddamente, e la sua
voce era quella che doveva essere, la voce di Obito Uchiha.
Kakashi corrugò la fronte.
«Un
tempo quello era il suo nome... ma ora direi che non c’è
nessun rapporto tra le due cose» proseguì Madara
sbrigativo. «E ciò che davvero interessa... è
completarlo.
Ridammi
il mio occhio»
La prima cosa che sentì fu un dolore intenso lungo tutta la
schiena.
La seconda, il gemito di sofferenza che uscì dalla sua gola.
«Come stai?» le chiese una voce sconosciuta.
Sakura aprì faticosamente gli occhi, sentendo la testa girare
e la nausea attanagliarle lo stomaco.
Davanti a lei c’erano Shino e una donna che non aveva mai visto
prima, dai lunghi capelli color fuoco.
«...Credo... di avere una costola incrinata» ansimò,
mentre una lama di dolore le mozzava il respiro.
Poi alzò la testa di scatto.
«Naruto!» gridò sbarrando gli occhi.
«Non ti muovere» le ordinò la donna, bloccandole i
movimenti con un’unica mano.
«Sta bene» le garantì Shino in fretta. «Non
ho la minima idea di come sia possibile... ma il suo cuore ha
ricominciato a battere»
«C...Che cosa?» balbettò Sakura.
Fece lavorare in fretta il cervello.
A livello medico... era possibile. Se l’arresto cardiaco non era
troppo prolungato...
...Ma la ferita sul suo petto era troppo profonda!
Come...?
La
risposta le giunse in un lampo: la
volpe.
Da un lato provò sollievo per la sua esistenza... un immenso,
sconfinato sollievo.
Ma, dall’altro, la odiò.
Perché ancora una volta Naruto era vivo grazie a lei.
Ancora una volta... non era il solo padrone di sé stesso.
«Dov’è?» sibilò con la poca aria che
riusciva a respirare, mentre le sue dita correvano veloci ad arginare
i danni.
«Prima combatteva con un uomo...» Shino alzò gli
occhi alla ricerca di Madara, e lo vide davanti a Kakashi. «Poi
è scomparso»
Sakura tese i sensi.
Avvertiva il chakra della volpe... dall’alto.
Sollevò gli occhi, non riuscì a vedere fin sul tetto
dell’edificio lì accanto.
«Maledizione!» imprecò.
Lo sguardo le cadde sulla donna che l’aveva svegliata, e la vide
fissare accigliata lo scambio di battute tra Madara e Kakashi.
«Chi è quello?» le chiese.
«Non ne ho idea» mormorò lei. «Ma...»
Non finì di parlare.
La sua mano si mosse veloce, e nel giro di mezzo secondo uno shuriken
fendeva l’aria. Colpì Madara di striscio, un istante prima
che le sue dita coperte di chakra affondassero nel viso di un Kakashi
colto alla sprovvista.
L’Uchiha le scoccò un’occhiata rovente, mentre lei si
alzava in piedi.
«Non l’ho salvato perché morisse ora» disse
secca.
Kakashi sbatté le palpebre, realizzando in fretta cosa stava
succedendo, e poi corrugò la fronte.
«Quel corpo...?» ripeté, ricalcando le parole
udite poco prima. «Significa che quello... è il corpo di
Obito?»
Madara passò lo sguardo da Haruka a lui.
Affrontarne due, senza l’effetto a sorpresa e con una bomba a
orologeria a due passi... forse poteva essere un tantino azzardato.
Se solo avesse avuto Kyuubi, se solo avesse avuto due occhi, se
solo avesse avuto il corpo di Itachi...! Si sarebbe liberato di
simili insetti in meno di un secondo!
Sentì la rabbia salire, di pari passo con la frustrazione.
“Io
sono Madara Uchiha! Il fondatore di Konoha, il fondatore del clan
Uchiha!” gridò dentro di sé. “Non ho vissuto fino a
oggi per vedere il mondo che io
ho creato sgretolarsi!”
E in quell’istante, a sgretolarsi fu il palazzo su cui Naruto,
Sasuke e Itachi si affrontavano.
«Merda!»
gridò finemente Kiba, quando vide il muro precipitare dritto
verso il punto in cui lui, Sai e Hinata erano.
Intrecciò le dita con una rapidità tale che i suoi
muscoli gemettero, e creò una barriera un attimo prima che
fosse troppo tardi. L’improvvisa perdita di chakra lo stordì
leggermente, ma servì a salvarli. Akamaru gli si avvicinò
uggiolando.
«Sto bene...» ansimò lui.
Posò lo sguardo su Hinata.
Mentre la polvere ancora si depositava, le sfiorò la fronte
con le dita, scostando la frangia.
Le sue guance recavano i segni delle lacrime.
«Tu...
non devi morire» le sussurrò. «Non
devi morire»
“Non
devi seguirlo...”
Il pensiero di Naruto gli fece contrarre lo stomaco.
Gemette piano.
Un’ondata di chakra lo investì all’improvviso, facendolo
piegare per istinto a proteggere il corpo di Hinata.
Il vento caldo percorse gentilmente la sua schiena, si insinuò
tra i suoi capelli e scompigliò il pelo di Akamaru, che prima
abbaiò, e poi uggiolò.
Kiba si tirò su lentamente, annusando l’aria.
«Questo...» mormorò, incredulo, cercando con gli
occhi la fonte del chakra.
E
tra le macerie vide, in piedi... Naruto.
La fine.
Si riduceva a quello, dopotutto.
Dita strette attorno alla sua gola, un dolore sordo, i polmoni che
reclamano aria...
E gli occhi di Itachi.
Forse aveva sempre saputo che sarebbe stato così.
Forse
ci aveva sperato.
Undici anni prima, avrebbe dovuto morire quella notte... con i suoi
genitori e tutti quelli che amava, per mano del suo odiato fratello.
In fondo aveva solo posticipato le cose.
La vendetta, l’onore, tutto ciò che aveva fatto...
...perché all’improvviso gli sembravano privi di importanza?
Perché?
Si trovava alla fine della sua vita... e scopriva che aveva sbagliato
tutto.
Che non c’era nulla che avesse valore.
Ah, no...
C’era una cosa che rimpiangeva.
Il tempo del gruppo sette...
L’unica
cosa degna di essere ricordata che avesse fatto. L’unica cosa
davvero importante... e lui l’aveva gettata via così in
fretta... e così stupidamente...
Alla fine non era riuscito a vendicare il suo clan né ad
essere il più forte.
Niente, non aveva fatto niente!
Che rabbia...!
Sentì le proprie unghie affondare nel polso di Itachi, in uno
spasmo incontrollato.
«Reagisci» lo sentì sussurrare. «O vuoi
davvero che ti uccida qui?»
Ma forse erano parole della sua stessa mente.
Non capiva.
Non riusciva a comprendere, era confuso...
...e Naruto?
Dov’era Naruto?
La stretta si allentò all’improvviso, lasciandolo ricadere
sulla schiena.
Tossì, mentre i suoi polmoni si riempivano dolorosamente di
ossigeno, mentre lo costringevano a vivere quando lui era tanto
indeciso... e alzò gli occhi su Itachi.
Naruto lo teneva per un braccio, le dita affondate nella pelle e il
chakra rosso che sfrigolava, corrodendola.
L’Uchiha lo guardava, senza rancore, senza nulla nell’espressione.
«Così distruggerai ciò per cui vive»
mormorò.
«No»
rispose lui tra i denti. «Così
lo salverò»
Sasuke fu certo che fosse un’allucinazione: i suoi occhi... erano
azzurri.
E il chakra dilaniò l’edificio.
Si era sbagliato.
Credeva di aver capito, di aver finalmente trovato la soluzione e
la comprensione perfetta.
‘Kyuubi
è un mostro, un cataclisma’
Che idiota.
Kyuubi esisteva da prima di lui, prima degli Hokage, prima di
Konoha.
Il semplice fatto di aver passato al mondo tutto quel tempo non
poteva non aver creato una mente pensante.
Kyuubi aveva dei ricordi.
Emozioni.
Desideri.
Era una creatura complessa, impossibile da definire con un termine
solo.
Forse era malvagia, forse la sua natura aveva una vena di
follia... ma non era solo questo.
Naruto aveva visto la sua rabbia.
Il suo desiderio di essere libera.
Aveva sentito l’odio che provava per Madara Uchiha, e lo aveva
condiviso.
Era rimasto dietro alle sue sbarre.
Le aveva lasciato usare il suo corpo e il suo chakra.
Aveva cercato di capire... lei.
E anche suo padre.
Perché il quarto Hokage aveva sigillato un mostro
all’interno del suo stesso figlio?
Perché Jiraya aveva
insistito affinché imparasse a controllarne il chakra?
E perché lui stesso era sopravvissuto a quella forza
maledetta e corrosiva?
Si era lasciato avvolgere dall’essenza di Kyuubi, aveva scavato
nei suoi ricordi, letto negli occhi di suo padre attraverso quelli
della volpe.
Non aveva mai usato così a lungo il cervello per sforzarsi
di capire... questa volta nessuna intuizione istintiva l’avrebbe
salvato.
E alla fine, forse ci era arrivato.
Non aveva compreso tutto. C’erano ancora mille cose che gli
sfuggivano, certo...
Ma credeva di aver raggiunto almeno una risposta.
Lui e la volpe erano soli.
Nel momento della morte di Yondaime, Naruto era diventato un
orfano, e Kyuubi era un demone senza alcun legame, esclusa l’odiata
prigionia di Madara.
Forse il quarto Hokage era giunto alla sua stessa conclusione: la
volpe è una creatura complessa.
Forse aveva avuto compassione di lei.
O forse aveva cercato di cambiarla, e non distruggerla.
E per farlo le aveva donato un compagno. Una prigionia diversa,
non un limbo oscuro e basta, ma un posto in prima fila da cui
guardare un mondo nuovo, un mondo non da distruggere ma da scoprire
con gli occhi di un bambino.
Un compagno... e un custode. Lui doveva donarle un nuovo punto di
vista, e nello stesso tempo controllarla. Per questo Jiraya aveva
insistito perché imparasse a gestirlo... perché
conosceva Yondaime.
Quello di suo padre era stato un modo azzardato e contorto per
salvare entrambi dalla solitudine?
Naruto non ne era stato certo.
Ma gli era piaciuto pensarlo.
E quando aveva raggiunto questa conclusione, aveva riaperto gli
occhi.
Lui era più forte di Kyuubi.
Mentre scavava nei suoi ricordi aveva mantenuto un vago controllo
su ciò che accadeva all’esterno, anche se così
facendo aveva attirato l’attenzione della volpe un paio di volte.
E quando si era reso conto di quello che stava succedendo tra
Sasuke e Itachi, non era stato difficile riprendere il controllo.
I calcinacci cadevano ancora, rotolando l’uno sull’altro.
La polvere si depositava lenta, danzando negli sparuti raggi di sole.
Kakashi tossì, sollevandosi sulle ginocchia. Per poco non era
rimasto schiacciato sono un grosso frammento di parete, ma lo aveva
scansato appena in tempo. Sentì un gemito alle sue spalle, e
vide Sakura riemergere dalle macerie con una mano alla tempia.
Estrasse a forza anche Shino, con una smorfia di dolore, e ne
controllò il battito cardiaco. Era svenuto, ma stava bene.
Haruka si spolverava i vestiti poco più in là, i
capelli in disordine e grigi di polvere. Era ferita ad una spalla, ma
per il resto sembrava a posto.
Kakashi spostò lo sguardo da lei ai resti del palazzo
crollato.
Vide Sasuke tossire, semi-accasciato su un frammento di cemento, e
vide il sangue macchiargli la fronte.
Per un attimo si perse in un pensiero stupido, da nostalgico: “non
è cambiato molto, di viso”.
Poi vide Naruto, in piedi nel mezzo della devastazione, circondato da
un alone morbido e rossastro.
E Itachi, steso malamente accanto ai suoi piedi.
Che diavolo era successo?
E soprattutto: dov’era Madara?
La prima cosa che i suoi occhi cercarono fu Itachi.
Quando lo trovarono, il suo cuore mancò un battito.
Si alzò, barcollando su una caviglia dolorante, e lo raggiunse
ansando.
Ricadde in ginocchio.
Suo fratello teneva gli occhi chiusi, come addormentato. I capelli
giacevano scomposti attorno al suo capo, di un nero lucido e intenso,
ma impolverato. Il suo corpo sembrava integro.
Eppure era inequivocabilmente morto.
E allora cosa l’aveva colpito?
Una lingua di chakra ondeggiò ai margini del suo campo visivo,
come vento tiepido e rossastro.
Sasuke alzò lo sguardo, seguendo i contorni del corpo di
Naruto, su, fino al viso.
No, non si era sbagliato, né era stata un’illusione:
nonostante l’alone scarlatto che lo circondava, i suoi occhi erano
tornati azzurri.
Quindi... aveva il pieno controllo della volpe?
Cosa sapeva lui di Kyuubi?
Che era il demone più potente tra quelli dotati di code.
Che nessuno era mai riuscito a sopraffarla, e che persino il quarto
Hokage aveva perso la vita riuscendo soltanto a sigillarla.
Che albergava all’interno di Naruto, sin da quando era un neonato.
Che,
fino a quel momento, era stata lei
a
dominare lui.
E
dunque?
Dunque
Naruto era la persona più maledettamente forte che avesse mai
visto.
Il che...
...non
toglieva che avesse appena distrutto l’unico
scopo della sua vita.
La rabbia lo invase.
Fu in piedi senza sapere come, e si trovò con le mani strette
al bavero di Naruto, i denti serrati e gli occhi sbarrati.
«Tu!»
gridò, fuori di sé.
Naruto lo lasciò fare, senza reagire, senza abbassare lo
sguardo.
Fu colpito da un pugno, e si limitò ad assecondare il
movimento spontaneo del collo. Poi lo guardò ancora.
Sasuke lo colpì di nuovo. E un’altra volta, e un’altra, e
un’altra.
«Perché?»
gridò alla fine, le vene del collo gonfie per lo sforzo.
«Perché non reagisci?!»
«...E cosa dovrei fare?» ribatté lui, stancamente.
«Vuoi che ti uccida? Non è per questo che sono qui»
Sasuke serrò i pugni.
Però lui sì, maledizione!
Lui era lì per
uccidere, per uccidere Itachi!
Ed
ora che suo fratello era morto, per mano altrui... cosa
avrebbe fatto?
Staccò le mani da Naruto, colto da un conato di vomito.
Si piegò di lato, e svuotò lo stomaco ansando.
La testa gli si spaccava in due... aveva usato troppo a lungo lo
sharingan ipnotico... e anche il segno maledetto, pulsava sul suo
collo...
«Dannazione...!» imprecò, affondando le unghie nel
palmo della mano.
Naruto lo guardò, con occhi tristi.
Aveva appena distrutto l’unica ragione di vita di Sasuke.
Ne era consapevole.
E aveva appena ucciso.
Di nuovo.
Ma... non avrebbe mai potuto permettere che accadesse qualcosa al suo
prezioso fratello.
Né che si sporcasse le mani, per una vendetta che non gli
avrebbe dato alcuna felicità.
Cosa avrebbe potuto dirgli, per alleviare anche solo in minima parte
la sua disperazione?
Non sapeva nemmeno se esistevano parole in grado di farlo.
Non sapeva cosa volesse Sasuke, non poteva comprendere che
marginalmente cosa provava... si rese conto che, in quel momento, non
lo conosceva.
Erano stati distanti così a lungo... e forse, ora, lui era una
persona diversa.
Quel pensiero faceva un male dannato.
Concentrati su sé stessi, ignari di cosa accadeva attorno a
loro... né Naruto né Sasuke sentirono l’acciottolio
leggero tra i resti del palazzo.
E neppure videro l’occhio, scarlatto e marchiato dallo sharingan,
che si celava tra le ombre.
Il corpo di Itachi era ancora caldo...
Nel
prossimo capitolo:
“Volevi
che fossi io a finirti. Mi hai lasciato in vita perché nessuno
dicesse che gli Uchiha erano stati sterminati da una persona
qualunque... Odiavi il clan, lo definivi maledetto, ma in fondo ne
eri pienamente parte. Ogni singola goccia del tuo sangue dannato era
Uchiha... e... anche ogni singola goccia del mio”
Il raikiri crepitò nell’aria, attirando l’attenzione di
Naruto e Madara.
“Oggi...
il clan Uchiha si estinguerà”
* * *
* ȣ * * *
*
Spazio autore
C'è una cosa che forse non sapete:
ogni volta che uno di voi mi inserisce tra i preferiti, io vado e mi leggo la sua pagina personale,
magari dando anche un'occhiata alle storie che scrive, se ne scrive.
Così, per conoscervi un po'.
E quindi mi piacerebbe, una volta che saremo arrivati all'ultimo
capitolo, che anche chi non ha mai scritto mi lasciasse un commento.
Così, sempre per conoscervi un po'.
Una cosa che in questo sito manca, e che invece su manga.it, è molto presente, è il contatto personale...
...e, confesso, io semplicemente adoro le persone che lasciano traccia del loro passaggio e mi dicono anche solo
"ciao, leggo la tua storia!"
Prima dell'ultimo capitolo vi ricorderò ancora questo mio piccolo e sciocco desiderio, quindi ora non fateci tanto caso,
ma, se vi annoiaste, io sono sempre qui! XD
Parlando del capitolo...
come avrete notato, ormai non ho più ritegno!
Prendo la storia e la piego al mio volere, e chi si è visto si è visto!
Maestro Kishimoto, mi perdoni se può...
ShAiW: sì,
hai ragione! Aggiorno molto in fretta! XD La verità è che
al momento sto scrivendo il capitolo 30, che è più o meno
cento pagine dopo questo, e dunque posso permettermi di metterne uno
dietro l'altro! Anche perché con la testa sono già
avanti, e quindi mi sento un po' lontana da ciò che succede
adesso nella storia... So che è terribile a dirsi, e infatti
neanche a me piace. E' per questo che il ritmo di aggiornamento
è tanto veloce: spero di mettermi in pari in fretta, ora che ho
da studiare! XD
OneWingedAngel: come
ho già scritto poco sopra, sono veloce ad aggiornare
perché ho molti capitoli già pronti! Poi, beh, confesso
che ci sono weekend in cui butto giù quattro capitoli di fila, e
poi non riesco mai a stare un giorno senza scrivere, e quindi a sprazzi
mi esce un capitolo ogni due giorni... beh, sì, hai ragione:
sono veloce! XD E' che ormai il mio tempo libero lo passo a scrivere!
Una volta leggevo, ora sono passata di grado, diciamo così!
(Sì, sarò anche veloce ad aggiornare... ma sono
logorroica a scrivere! Quindi alla fine passeremo molto tempo insieme,
se continuerai a leggere! XD)
Urdi: wow,
grazie mille per il paragone con i libri! ^.^ Mi onora profondamente!
Kyuubi in realtà è meno difficile da gestire di Sai, ma
forse solo perché la adoro da impazzire... e Sai, senza
emozioni, è molto più arduo da muovere! Se vorrai
picchiarmi per quello che succederà a Naruto, sarò lieta
di lasciarti sfogare! Purtroppo per me, la mia indole perversa mi porta
a trattare peggio i personaggi che amo di più, ma potrei anche
sovvertire ogni legge della fisica (della MIA fisica) e cambiare le
carte in tavola quando meno te lo aspetti... Grazie ancora per il
commento sull'incontro Madara/Kakashi, volevo che facesse effetto, e
sembra che ci sia riuscita!
Kaho_chan: io
ho deciso d'arbitrio che Kyuubi è femmina! XD (perché le
femmine sono più malvage... eheheh) Sasuke più che altro
è messo alla prova da me, anzi no, lo torturo e basta...
purtroppo però non posso permettermi di fargli del male quanto
vorrei, se no poi mi incasino con gli altri personaggi! (per dire... se
lo faccio a pezzettini, poi Sakura e Naruto devono entrare in terapia)
Grazie per il complimento sul combattimento, sarà che a me
piacciono da matti questi momenti e quindi mi ci impegno, ma in effetti
dicono che mi vengono bene! ^^' In questo periodo però son
più orientata alle scene di vita quotidiana... beh, in futuro mi
saprai dire quali preferisci! ^_^
Talpina Pensierosa: Maria! Eccoti, finalmente! XD Deduco che da questo momento seguirai la fan qui? Bene, perché tanto adesso siamo a pari!
kage_naru89: ahh,
non dirmi nulla di film...! Ora che faccio il dams, inizio a
favoleggiare di scrivere sceneggiature... XD Sono pazza! Grazie mille
per il commento!
Kyuubi:
ok,
sto per svenire... *____* Ho un commento di Kyuubi, ho un
commento di Kyuubi! Lo sognavo fin dal giorno in cui ho visto il tuo
nome tra coloro che avevano messo la storia tra i preferiti! Eheh, sono
talmente partita per quella volpe che ormai impazzisco anche per queste
cose! ^^' Comunque, grazie mille per i complimenti e i pareri! Sono
felice che la storia ti abbia preso, e spero di continuare su questa
linea anche in futuro! Non ti preoccupare se sei lento a leggere (anche
perché il problema è che sono veloce io a scrivere...!),
l'mportante è che alla fine mi lasci un commento! Ah...
NATURALMENTE Naruto è tornato in scena in grande stile, come hai
visto! XD
La fidanzata di Goku: detto fatto, desiderio esaudito!
Wow... siete aumentati, eh! XD
Aya
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Capitolo 18 *** Fratelli ***
Naruto-18
Capitolo diciottesimo
Fratelli
Questa volta non fu un’esplosione.
Non fu niente di eclatante, ma una tecnica silenziosa e
impercettibile.
Se Karin avesse potuto parlare, avrebbe messo tutti in allarme nel
momento in cui avesse sentito la tremenda concentrazione di chakra
poco al di sotto delle materie.
Ma Karin giaceva, inerme, sotto quintali di cemento. Senza vita.
E nessun altro aveva abbastanza sensibilità per distinguere il
chakra vibrante di Madara da quello altrettanto malvagio di Kyuubi.
Nemmeno lo stesso Naruto.
Fu per questo che il capostipite degli Uchiha poté agire
indisturbato; mentre Kakashi lo cercava con gli occhi, lui si
nascondeva là dove lo sguardo non poteva arrivare.
E raccoglieva il chakra.
Ci voleva una concentrazione mostruosa: doveva radunare ogni singola
briciola di energia che scorreva nelle sue vene, condensarla in un
unico nucleo terribilmente denso, e mantenerla stabile. Non poteva
disperdere la propria forza, quando trasmigrava in un altro corpo.
Nascosto al di sotto di un frammento di cemento in bilico, sorrise.
Il corpo di Itachi era ufficialmente morto... ma lui, come
Orochimaru, aveva sviluppato una capacità di guarigione fuori
dal comune. Anche supponendo che la tecnica di Naruto avesse
provocato danni cellulari e ai condotti del chakra, confidava nelle
sue capacità di recupero abbastanza da tentare l’impresa.
In fondo... il corpo di Itachi era sempre stato il suo sogno.
Si era illuso di poter avere Sasuke, per un attimo, ma ora che lo
vedeva gemere e portare la mano al sigillo maledetto, ora che lo
vedeva soffrire per lo sharingan ipnotico appena acquisito, si
rendeva conto che l’unico corpo davvero in grado di accoglierlo era
quello del fratello maggiore. In fondo il suo cuore aveva smesso di
battere soltanto da pochi minuti... lui, come Kyuubi con Naruto poco
prima, lo avrebbe riportato in vita.
Era pronto.
Nessuno prestava attenzione al corpo di Itachi, nessuno prestava
attenzione alle macerie deserte...
...E lui agì.
Naruto sentì l’ondata di chakra quando ormai era troppo
tardi.
Si voltò di scatto, imitato con un attimo di ritardo da
Sasuke, e si trovò davanti a una sfera luminosa di una densità
come non aveva mai visto prima. Prevedendo un’esplosione, protesse
istintivamente il viso... ma quella non avvenne.
La luce si estinse, e con lei il vento, e tutto ciò che
accadde fu che qualche ciottolo franò rotolando.
«Che cosa...?» mormorò Naruto, senza capire.
Sasuke, senza sapere il perché, cercò subito Itachi con
lo sguardo.
Vide il suo corpo fermo là dove l’aveva lasciato, nella
stessa posizione... e poi, vide i suoi occhi spalancarsi.
Scarlatti.
Tutti li videro.
E tutti sentirono un fremito lungo la schiena.
Sotto lo sguardo sconcertato di Naruto, Itachi si alzò a
sedere, i lunghi capelli che scendevano scomposti attorno al viso
pallido. Lentamente, il sangue tornava a colorire la pelle già
chiara, mentre il petto si alzava e sollevava piano, con una sottile
eleganza. Sorrise.
«Ora le cose sono come dovrebbero essere» disse, snudando
i denti in un ghigno.
L’eccitazione nel suo sguardo era anomala sul volto solitamente
impassibile di Itachi... anomala e infinitamente inquietante.
Naruto e Sasuke si accigliarono, senza muoversi.
Che cosa...? Come...? Non riuscivano neanche a formulare pensieri
coerenti.
«Ora, Sasuke, devi scegliere da che parte stare» riprese
Itachi, alzandosi con cautela, quasi testando i suoi nuovi muscoli.
Accidenti, gli occhi di quel corpo erano molto compromessi... ma
poteva compensare con l’esperienza.
«Che diavolo vuol dire?» chiese Sasuke, la voce arrochita
per il dolore, che ancora non lo abbandonava nonostante lo shock.
«Puoi venire con me, e dare vita a un nuovo clan Uchiha, uno
migliore... Oppure morire qui»
«...Madara...»
sibilò Naruto, in un istante di improvvisa comprensione.
Quello sorrise. «Grazie. Mi hai dato esattamente ciò di
cui avevo bisogno» sussurrò con voce carezzevole. «E
ora mi restituirai anche Kyuubi»
Il biondo ringhiò, e lo strato di chakra che lo ricopriva si
fece più denso.
«Non
ti darò mai
Kyuubi!» esclamò, mentre i ciottoli ai suoi piedi
venivano sospinti lontano da un vento rossastro.
Sasuke fu sfiorato da un lembo di chakra, e sentì la pelle
sfrigolare. Si ritrasse di scatto, una mano sul braccio ustionato, e
fissò ad occhi sbarrati Madara nel corpo di Itachi.
Nel corpo... di suo fratello.
Nel suo corpo...
Come...
come osava?
«Esci... da lì» alitò, senza quasi
rendersene conto. «Esci da lì!»
«Sasuke, sta’ indietro» gli intimò Naruto, con
voce bassa e gorgogliante.
«Te lo scordi» ringhiò Sasuke in risposta. «Quel
corpo non riguarda te!»
Il biondo gli gettò un’occhiata stizzita. «Non ti
reggi in piedi!»
«E
tu
sei morto!» Sasuke attivò lo sharingan, nonostante la
fitta di dolore che lo colse un attimo dopo. «Quello è
il corpo di Itachi! Mi hai tolto la possibilità di ucciderlo,
e ora qualcuno ha anche il coraggio di usarlo come contenitore...! E’
mio di diritto!»
«Non ho piantato tutto questo casino per vederti morire come un
idiota adesso!»
«Tu non c’entravi dall’inizio!»
«Bene» li interruppe Madara, con voce innaturalmente
calma. «Mi pare di capire che scegli la seconda opzione,
Sasuke»
Sia il moro sia il biondo lo fulminarono con lo sguardo. Lui sorrise.
«Allora
ritengo che sia giunto il momento di usare quelli...»
Non capivano più nulla di ciò che succedeva.
Assolutamente nulla.
Kakashi, Sakura e Haruka, accanto a Shino ancora svenuto, non
potevano che osservare il trio che discuteva a qualche metro di
distanza, senza sentire altro che brevi stralci, generalmente
insulti.
Non capivano perché Itachi fosse in piedi, dato che sembrava
morto fino a pochi attimi prima, né capivano perché il
chakra della volpe si fosse intensificato attorno a Naruto, o perché
lui e Sasuke avessero iniziato a urlarsi in faccia come due
ragazzini.
Poi, oltre i tre protagonisti della scena, videro un volto noto...
«Kiba!» esclamò Sakura, additandolo. «Quello
è Kiba!»
Anche lui sembrò notarla nello stesso momento, e dopo la prima
sorpresa iniziale, si sbracciò nella loro direzione.
«Vuole che lo raggiungiamo» comprese Sakura. «Non
vedo Hinata... Forse potrebbe essere ferita?»
Kakashi rifletté per qualche attimo.
«Qualunque cosa stia succedendo...» mormorò poi,
sempre più inquieto per la scomparsa di Madara. «...E’
meglio per tutti se restiamo uniti. Raggiungiamoli»
Si mossero veloci, mentre ancora Sasuke e Naruto erano impegnati a
insultarsi, e quando raggiunsero Kiba videro Sai e Hinata stesi ai
suoi piedi, privi di sensi.
«Occupati di Sai» spiegò al volo l’Inuzuka.
«Hinata è... ehm... a posto» borbottò vago.
«E sapete dirmi cosa sta succedendo laggiù?»
Sakura posò rapida gli occhi su Sasuke e Naruto, che ora
fissavano Itachi senza più discutere. Mentre le sue mani
scivolavano veloci sul corpo di Sai, si scoprì a nascondere un
pensiero colpevole...
...Il pensiero che vederli, uno accanto all’altro, dopo tanto
tempo...
...non riusciva a capire se la rendeva felice o no.
«Quelli?»
ripeté Naruto accigliandosi. «Quelli cosa?»
«Non importa!» ringhiò Sasuke, e il gemito di
dolore successivo comunicò a Naruto che il segno maledetto era
stato attivato.
“Stupido
imbecille!” ringhiò dentro di sé il biondo. “Hai
deciso che oggi vuoi proprio morire, eh?!”
«Fai
un solo passo...» sibilò, e nei suoi occhi, come una
macchia di petrolio, si allargò una chiazza rossa. «...e
ti uccido con le mie mani, visto che ne sembri tanto entusiasta»
Suo malgrado, Sasuke sentì un brivido correre lungo la
schiena.
Non era un idiota.
Sapeva cosa era in grado di fare, sapeva fino a che punto era
consumato il suo chakra... Nemmeno la capacità di recupero
ereditata da Orochimaru avrebbe potuto rimetterlo in sesto tanto in
fretta, dopo che aveva rischiato di morire così spesso, quel
giorno.
Ma... si trattava del corpo di Itachi.
Di suo fratello.
Del suo clan.
Dell’unica cosa che in quel momento, di fronte alla sua mente
confusa, avesse un senso!
«Non ce ne sarà bisogno» si intromise Madara,
congiungendo le mani sotto il mento e sotto un ghigno tronfio.
«Lascia che se ne occupi qualcuno che tu conosci bene... lascia
che se ne occupino i demoni che ho raccolto in questi anni... dalla
prima all’ultima coda!»
Gli occhi di Naruto tornarono bruscamente all’azzurro,
spalancandosi.
Aveva
intravisto qualcosa a quel proposito, nei ricordi di Kyuubi...
devastazione
pura.
C’era stato un tempo in cui i demoni erano liberi, in grado di
muoversi come meglio credevano. Si incrociavano, si affrontavano, si
coalizzavano... e ogni volta che entravano in contatto, gli esseri
umani morivano.
Ogni volta. A centinaia.
«Sei pazzo...» alitò. «Tu non hai idea di
quello che succederà!»
«Stupido» ribatté Madara. «Io posso
controllarli. Io sono un Uchiha... il capostipite degli Uchiha, il
clan più forte!»
Gridò, e Naruto si rese conto che non sarebbe riuscito a
fermarlo una volta iniziato...
...cosa che invece non sembrò realizzare Sasuke, che invece
gli si gettò addosso a corpo morto.
Contro ogni previsione, i due Uchiha ricaddero insieme, senza che
nessuna esplosione dilaniasse l’aria, e senza che qualche mostro
facesse la sua comparsa.
Sasuke strinse le dita attorno al collo di Madara, inginocchiato su
di lui. Quello lo spinse via, affondando le dita nel suo fianco e
scrollandoselo di dosso. Si rialzò, stranamente ansante, e
fece un passo indietro, gli occhi sbarrati.
Perché?
Perché non si era attivata la tecnica?!
Congiunse di nuovo le mani, veloce, e... si accorse che non sentiva
il chakra.
Naruto lo guardò.
Sorrise.
«Ah... ma certo» sussurrò, mentre Sasuke, poco più
in là, ansava senza più sharingan né segno
maledetto.
Madara alzò gli occhi su di lui, e sentì un fastidioso
pizzicorino alla gola... tossì sangue.
«Che diav...» sbottò, senza comprendere.
«Non lo hai capito?» intervenne Naruto, e il chakra che
lo avvolgeva scemò, restando solo un pallido alone attorno al
suo corpo. «Tu... pensavi davvero che uccidere Itachi Uchiha
fosse così semplice? Pensavi davvero che i danni che gli avevo
provocato... fossero riparabili?»
Madara si accigliò, portando istintivamente una mano al cuore.
Faticava a respirare.
Perché?
Perché?
La sua capacità di rigenerazione era pressoché
totale... il suo chakra... la sua abilità... lo sharingan
avrebbe dovuto...
«Credevi di aver capito tutto di me e del rasenshuriken?»
riprese Naruto. «Credevi che fosse solo una tecnica elementale?
Lame di vento che danneggiano l’avversario, nulla di più
semplice...
E invece non è così.
Se
fossero semplici lame di vento, sarebbe una tecnica banale, non
credi? Ciò che faccio io è molto, molto più
complesso: riduco il chakra ad aghi millimetrici, che passano
attraverso la carne, e giungono direttamente alle cellule...
distruggo ciò che di più piccolo c’è in un
corpo, ciò che lo fa funzionare. E con Itachi, ho usato il
chakra della volpe... il che significa aghi di veleno.
Forse sei in grado di far ripartire un cuore, e di rappezzare un
sistema circolatorio... ma riesci a ricostruire ogni singolo vaso del
chakra? Ogni singola membrana cellulare? Riesci ad arrestare il corso
del sangue avvelenato?
A pensarci bene, è stupefacente che tu sia riuscito a muoverti
fino ad ora...»
Madara lo ascoltò, senza essere in grado di ribattere.
Avrebbe voluto smentirlo.
Dimostrargli che si sbagliava.
Ma... ad ogni secondo che passava... la dilagante certezza che avesse
ragione cresceva.
«Credevi di aver fatto un affare, con quel corpo» Naruto
sorrise. «Ma ti sei trovato soltanto una tomba»
«No!»
gridò Madara all’improvviso, colto da un terrore
assolutamente irrazionale. «Io sono un Uchiha! Io ho fondato il
clan più potente, io
ho lo sharingan!»
«Il
clan più potente?» sibilò Naruto, e quello che
era iniziato con un sussurro ben presto si trasformò in un
grido. «E allora perché nessun Uchiha è mai
diventato Hokage, il ninja più forte? Eh? Perché nessun
Uchiha, nessuno Hyuuga ha mai ricoperto quella carica? Non è
successo neanche in tempo di guerra, quando a pochi importa della
moralità! Mai, mai una volta dalla fondazione di Konoha siete
stati i più forti! Avete passato la vostra esistenza a
ritenervi superiori, non ve ne è mai fregato niente degli
altri se non nel momento in cui volevate la loro adulazione! Ma non
siete forti! Così
non si diventa forti!»
Parole taglienti.
Una sentenza inappellabile.
Penetrarono fisicamente nella carne di Sasuke, dolorose,
terribilmente vere.
Aveva lasciato la Foglia.
Aveva seguito Orochimaru.
Aveva abbandonato le poche persone che per lui contavano qualcosa.
E ora ansimava, senza forze, accanto a un Naruto straordinariamente
potente.
Che
scena patetica.
Si sollevò sulle ginocchia, sentendo i muscoli lamentarsi per
lo sforzo. Vide una goccia di sudore scivolare dalla sua fronte sul
cemento.
Era giunto fin lì per una ragione.
Un’unica, sola, ragione.
E ora... l’aveva persa.
Cosa ne sarebbe stato di lui, non importava di più.
Adesso, doveva fare un’ultima cosa... e al diavolo tutto il resto.
Si alzò su gambe instabili, la vista annebbiata.
Madara ansava, da una parte, e Naruto attendeva, dall’altra.
«Non c’è nemmeno bisogno che ti uccida» disse il
biondo, sprezzante. «Nel giro di pochi istanti sarai morto da
solo... finalmente»
“Stupido...”
pensò Sasuke, barcollando avanti. “Non dargli l’opportunità
di inventarsi qualcosa di nuovo”
Intrecciò le dita davanti al petto, e raccolse il chakra che
gli restava.
Sapeva che utilizzare l’ultima briciola di esso avrebbe significato
porre fine alla sua vita... ma non gli interessava.
Voleva concludere con un raikiri, il migliore che avesse mai fatto.
Voleva concludere con una tecnica che non fosse degli Uchiha, con una
tecnica sua, imparata espressamente per Itachi...
«Sei un vero Uchiha»
L’unico vero complimento che suo fratello gli avesse mai fatto.
Ripensandoci, sorrise.
“Volevi
che fossi io a finirti. Mi hai lasciato in vita perché nessuno
dicesse che gli Uchiha erano stati sterminati da una persona
qualunque... Odiavi il clan, lo definivi maledetto, ma in fondo ne
eri pienamente parte. Ogni singola goccia del tuo sangue dannato era
Uchiha... e... anche ogni singola goccia del mio”
Il raikiri crepitò nell’aria, attirando l’attenzione di
Naruto e Madara.
“Oggi...
il clan Uchiha si estinguerà”
Alzò lo sguardo. Lo sharingan brillava intenso, consumando la
sua stessa energia vitale.
Madara non riuscì a reagire: se lo vide davanti un secondo
dopo, e spalancò gli occhi quasi ciechi di Itachi... solo per
vedere il sangue che schizzava il viso pallido di Sasuke.
Sentì un dolore intenso nel petto, per un istante...
...Poi, il nulla.
Oh...
A questo si riduceva, dunque...
Il
nulla.
«Sasuke!» gridò Naruto, balzando avanti.
Vide l’Uchiha piegarsi, crollare addosso al corpo del fratello, ed
entrambi giacquero tra le macerie, l’uno sull’altro.
«Stupido idiota!» Naruto lo raggiunse e lo afferrò
bruscamente, voltandolo sulla schiena.
Il kimono già sporco del sangue di Naruto ora era di nuovo
tiepido e appiccicoso. Sasuke aveva le palpebre socchiuse, gli occhi
neri e asciutti, e respirava a malapena.
«Cosa hai fatto?!» ruggì Naruto, afferrandolo per
gli abiti e sollevandolo di peso.
«Sta’ zitto... testa quadra» sussurrò lui, con
un ghigno minuscolo. «Hai distrutto il mio sogno... almeno
lasciami il suo corpo»
«Ma quale sogno?!» ribatté l’altro, furibondo.
«Una vendetta non è un sogno, è soltanto una
stronzata!»
«Siamo troppo diversi, io e te...»
«Non è vero, e lo sai anche tu! Maledizione!»
Naruto sentì le lacrime salirgli agli occhi, e non fece nulla
per fermarle. «Perché vuoi a tutti i costi essere un
Uchiha? Perché non puoi essere semplicemente Sasuke?!»
«Perché... non posso...»
Un sibilo fievole.
Un rantolo.
Il cuore di Naruto mancò un battito.
«No!»
gridò, nel panico. «Sasuke!»
E il raggio di sole che gli illuminava il viso fu coperto da un
corpo, che si frappose tra lui e la luce.
«Spostati» disse una voce leggermente incrinata, e una
mano tremante lo scostò delicatamente.
Due ginocchia si piegarono sui frammenti d’asfalto, graffiate, e
dita bianche e sottili scivolarono sul petto macchiato di sangue di
Sasuke, avvolte dalla luce soffusa del chakra.
Naruto fissò il profilo di Sakura come se non avesse mai visto
nulla di simile.
«Come... quando sei arrivata?» balbettò, confuso.
Lei fece un sorriso che era più una smorfia. «Mentre
tu... eri morto» sussurrò, fallendo miseramente nel suo
tentativo di essere ironica. «Sai è vivo... ci metterà
un bel po’ a recuperare, ma ce la farà. E anche Hinata,
Kiba, Shino e Kakashi stanno tutti bene...»
«Tu stai
bene?» chiese lui ansioso.
«Sì» rispose lei, mordendosi il labbro inferiore.
«Ora fai silenzio per un attimo»
Il sudore brillava sulla sua fronte, in piccole perle lucenti.
Naruto
si rese conto che la sua ansia lo rendeva inquieto... e si diede
dell’idiota. Anche lui era preoccupato per Sasuke, era normale,
erano compagni di squadra, era come un fratello... sì,
ma lei non doveva considerarlo così.
No. Che pensiero idiota.
Certo che lei doveva considerarlo un fratello.
E basta.
Perché? C’era forse altro?
No. No, non c’era.
Idiota.
Idiota.
Che stronzata. Parlava con sé stesso, ora.
All’improvviso Sasuke inspirò bruscamente, colto da un
accesso di tosse. Il viso di Sakura si illuminò, e nei suoi
occhi brillarono le lacrime.
«S...Sasuke!» balbettò, sporgendosi in avanti per
abbracciarlo, come anni prima. Ma si bloccò, rigida, un attimo
dopo – e a Naruto non sfuggì. «Come ti senti?»
si affrettò a chiedere ansiosa.
Sasuke, ansante, sollevò gli occhi opachi su di lei.
«Sono... ancora vivo...?» chiese con un filo di voce.
«Sì» rispose Naruto. «E tornerai a Konoha
con noi»
L’Uchiha lasciò ricadere la testa all’indietro, senza
emozioni sul viso sporco. Il suo sguardo si perse sul cielo che
schiariva lentamente.
«...Per quel che importa, ormai...» sussurrò.
Naruto sentì un fremito di rabbia scuoterlo.
«Che cazzo dici?!» sbottò. «Importa eccome!
E’ la cosa più importante di tutte!»
«No» la voce atona di Sasuke fu peggio di una ferita
fisica. «No, importava vendicare il mio clan... e ora, per
causa tua, non sarà più possibile»
Naruto scattò in piedi, i pugni serrati.
«Vuoi parlare di sogni, eh?» disse tra i denti, la voce
fremente. «Il tuo era quello di uccidere tuo fratello... il mio
era di riportarlo a Konoha! Se per te i sogni sono tanto importanti,
prova a capire l’entità del mio!»
«Tu non vuoi riportarmi indietro» Sasuke nascose gli
occhi dietro un braccio, stancamente. «Tu vuoi diventare
Hokage... io sono solo un passo verso quell’obiettivo»
«Naruto, no!» gridò Sakura, fermandolo un attimo
prima che si avventasse su Sasuke.
«Sei un grandissimo idiota!» urlò, le vene del
collo gonfie e l’aura rossastra di Kyuubi intensa attorno al suo
corpo. «Anzi, un completo stronzo!»
Si liberò bruscamente della stretta di Sakura e, voltando le
spalle a entrambi, si allontanò con passo pesante.
Lei abbassò lo sguardo sulle proprie mani. La pelle era
lievemente ustionata, e pulsava.
Rialzò gli occhi, preoccupata, posandoli sulla schiena di
Naruto che si faceva più piccola mentre si allontanava. Lo
vide guardarsi attorno, fremente di rabbia, come alla ricerca di
qualcosa... e poi lo vide chinarsi e raccogliere il coprifronte
impolverato che aveva perso mentre lei era ancora svenuta.
Avevano parlato della salute di tutti.
Da Shino a Hinata, a lei, a Sasuke...
E non della sua.
“Naruto,
ma tu
stai bene...?” si trovò a chiedersi.
Alle sue spalle, Sasuke non mosse un muscolo.
Suigetsu era pensieroso.
Nel momento in cui Itachi era stato avvolto dallo strano chakra del
ragazzo della volpe, le catene d’acciaio che lo tenevano
imprigionato si erano sciolte, lasciandogli mezzo secondo per evitare
di restare coinvolto nella successiva esplosione. Era balzato su un
palazzo più lontano e, appoggiato alla spada di Zabuza, era
rimasto a guardare dall’inizio alla fine.
Dunque Sasuke aveva perso.
“Immagino
che questo significhi lo scioglimento del Serpente” rifletté,
senza particolare cordoglio.
Supponeva che Karin fosse da qualche parte, ma non gli interessava
sapere se viva o morta, e per quanto riguardava Juugo... non era un
problema suo.
L’unica persona per cui in quel momento provasse un minimo di
interesse era il ninja della Foglia che non aveva potuto affrontare
di nuovo. Dalla sua posizione privilegiata lo vedeva, privo di sensi,
tra i compagni. Impensabile attaccarlo ora. E probabilmente
deludente.
Sorrise, snudando i dentini aguzzi e affilati.
«Rimetti in fretta...» sussurrò. «Tornerò
a trovarti»
A quel punto alzò il viso al cielo e alle nubi che si
allontanavano fiacche, come indecise.
«Tsk... Ora il clima fa schifo»
«Torniamo a Konoha» annunciò Kakashi non appena
Sakura ebbe portato da loro Sasuke.
Lo avevano legato, per pura precauzione, ma lui non sembrava avere la
minima intenzione di fare o dire qualcosa. Kakashi si sentì in
pena per lui; sembrava totalmente apatico.
Con loro c’erano anche il corpo di Itachi e di Obito, recuperato a
fatica tra i resti dei palazzi e della strada. Guardandolo, Kakashi
scoprì di provare sentimenti confusi: dolore, indignazione, ma
anche sollievo... perché ora poteva piangere su qualcosa di
concreto.
Mentre gli altri attendevano, Kiba e Akamaru erano andati a cercare
Kurenai e l’avevano trovata svenuta tra le macerie, ma solo per la
perdita di sangue. Non era in condizioni critiche, e riusciva anche a
camminare da sola.
Svegliarono Sai e Hinata – la quale sembrò parecchio confusa
circa il motivo della sua perdita di conoscenza, ma infinitamente
sollevata perché Naruto ora stava bene – e decisero di
partire subito, anche a costo di andare più lenti.
«Abbiamo distrutto mezzo villaggio...» mormorò
Haruka cupa. «Le squadre di supporto della Pioggia saranno qui
tra poco, ora che le cose si sono calmate»
«Sono pericolose?» chiese Kakashi. «Sembri nervosa»
«Mh... Non particolarmente» ribatté lei. «Ma...
Accidenti! Hanno fatto più in fretta del previsto!»
Un gruppo di ninja era comparso all’improvviso là dove le
ultime macerie giacevano. Questa volta erano a viso scoperto, non più
di dieci. Essendo poco più che riserve, forse non avrebbero
rappresentato un problema... ma loro erano tutti ammaccati. E Haruka,
l’elemento più sano insieme a lui e Kiba, sembrava molto
turbata dai nuovi arrivati.
«...Scappiamo» propose Kakashi. «Uno resterà
indietro a distrarli... Ki...»
«Io» lo interruppe lei al volo. «Resto io»
«Se ti prenderanno...»
«Se
mi prenderanno sarò stata un’idiota. Ora muovetevi e
scappate! In fondo alla strada svoltate a sinistra, vi troverete
nella periferia. Lì c’è un bosco, sfruttatelo per
nascondervi e proseguite verso sud-ovest, fino alla breccia nella
recinzione. Andate!»
Aveva parlato così in fretta e con tale convinzione che, anche
volendo, sarebbe stato impossibile ribattere.
«Ha ragione» approvò Kurenai. «Dobbiamo
andare»
«E va bene» borbottò Kakashi. «Ma tu
ricordati che l’obiettivo è tornare a Konoha con noi, non
lasciarti prendere»
Haruka gli rivolse un mezzo sorriso freddo.
«L’obiettivo è uscirne viva» replicò, e
poi diede loro le spalle, facendo scivolare le mani dietro la
schiena. Lì, incrociati tra le scapole e nascosti dai capelli,
c’erano due lunghi pugnali a tre denti.
Sakura posò una mano sul braccio di Kakashi. Lui distolse lo
sguardo da Haruka e si allontanò con loro.
Lei rimase sola, tra le macerie, e un sottile filo di vento le
scompigliò i capelli.
I ninja della Pioggia esitarono.
La conoscevano di fama, sapevano che se si fossero messi a inseguire
i ninja della Foglia lei li avrebbe falciati senza pietà.
«Circondiamola» ordinò quella che appariva come il
loro capo, una ragazzina di neanche vent’anni. Nella sua voce vibrò
una nota d’odio nient’affatto celata, e gli altri si affrettarono
ad obbedire.
Haruka li contò con la coda dell’occhio. Nove.
Un po’ tanti... ma nemmeno troppi.
La attaccarono contemporaneamente su tutti i lati, e la pioggia di
shuriken fu veloce e improvvisa. Saltò in alto, trovandosi
subito davanti la ragazzina, e dovette schivare un colpo di wakizashi
(tipo di spada simile alla katana, ma più corta Nda) diretto
al suo collo. Una ciocca di capelli rossi restò nell’aria.
Haruka atterrò agile, davanti a uno dei ninja della Pioggia, e
facendo perno con la mano lo colpì con un calcio al viso. Si
abbassò in fretta quando un kunai volò nella sua
direzione, e replicò nello stesso modo. Un altro degli
avversari cadde con un gemito.
Il terzo e il quarto resistettero pochi secondi di più, mentre
la ragazzina che era il loro capo tentava inutilmente di fermare
Haruka, e il quinto e il sesto non ebbero miglior fortuna. Il settimo
si difese, all’inizio. Poi fu atterrato da un calcio tra le gambe,
e finito con uno dei pugnali.
Haruka si avventò sull’ultimo, e lo stordì con un
pugno, ansante.
Erano rimaste lei e la ragazzina.
Si scambiarono uno sguardo; avevano entrambe gli occhi blu.
«Perché lo stai facendo?» gridò aspra la
più giovane, dai corti capelli castani spettinati attorno al
viso. «Perché ci tradisci?»
L’altra rimase impassibile, riprendendo lentamente fiato. «Si
compiono delle scelte, nella vita. Un giorno capirai anche tu,
forse...»
«Stronzate!» la interruppe la prima. «Sono solo
parole di comodo!»
«...Interpretale come preferisci, Natsumi» mormorò
Haruka. «In fondo non mi interessa»
Scagliò uno dei pugnali, e la ragazza lo evitò. Mentre
riprendeva l’equilibrio, però, non riuscì a scansare
il secondo... e con un gemito strozzato lo sentì penetrare nel
fianco sinistro.
Haruka colse l’attimo per darsi alla fuga.
Juugo aprì stancamente gli occhi nella luce del sole morente.
Era solo; e il cielo ormai era sgombro dalle nubi.
Si sentiva debole, sfibrato... la sua testa faceva un male cane.
Portò una mano alla nuca e la ritrasse macchiata di sangue.
Troppo sangue.
Ma dov’era Sasuke?
Si sollevò sulle braccia tremanti,
scrollandosi dalla schiena un frammento di cemento. Gemette per il
dolore, quando si accorse di avere una gamba rotta.
Cosa era successo?
Itachi lo aveva sbattuto contro un muro, riservando lo stesso
trattamento anche a Suigetsu, e poi li aveva bloccati con catene
d’acciaio... dopo? Ah, non ricordava... ma certo... perché
aveva perso il controllo.
Si guardò, e vide i tagli profondi che costellavano il suo
corpo là dove le corde gli avevano inciso la pelle.
Dov’era Sasuke?
Dov’era... la sua unica garanzia?
Lo cercò con gli occhi.
Ma lì lui non c’era. E non c’era nemmeno nessun altro.
Era rimasto solo... lo avevano lasciato indietro.
Un capogiro lo fece ricadere viso a terra.
Sangue... aveva perso troppo sangue...
“Ma
sì...” si trovò a pensare stancamente. “In fondo va
bene così... In questo modo... non ucciderò più
nessuno”
Sentì un pigolio lieve, sulla sua testa, e dopo pochi istanti
un passero si posò davanti ai suoi occhi.
Juugo sorrise.
«Gli uccelli... sono tornati a volare...» mormorò
con voce fioca.
...Le palpebre si abbassarono per sempre sui suoi occhi.
Quasi un quarto del villaggio della Pioggia era uscito devastato da
quella giornata.
Ma ora, la pioggia non cadeva più...
Nel prossimo capitolo:
«Io... mi dispiace»
borbottò. «Immaginavo che fosse qua... per la faccenda
del suo amico. Ma... ehm... ecco... c’è una cosa che vorrei
chiederle...» deglutì.
«A me?» ribatté
il jonin, moderatamente sorpreso.
Ma mai si sarebbe aspettato la
domanda che seguì:
«Per favore... può
parlarmi di mio padre?»
* * *
* ȣ * * *
*
Spazio autore
Ci siamo! Lo scontro è ufficialmente terminato!
Stappate lo champagne e brindiamo, gente, perché per almeno un capitolo e mezzo regnerà la
CALMA!
(Sì, so che è strano leggerlo da me... anche io mi sento scombussolata da queste parole!
Ma credetemi, non ci sarà nemmeno una goccia di sangue!)
Dunque, che dire? Ho finito di vedere le ultime puntate di Heroes dieci minuti fa (le ho registrate),
mi sono disidratata a forza di piangere e ora sono qui perché ho bisogno di buttare giù qualcosa
(non di alcolico)
e non ho l'ispirazione per continuare la fan...
Ebbene sì, mi sono arenata!
Ma state tranquilli:
prevedendo tale pericolo, mi sono preparata un sacco di capitoli mentre
ero ispirata, e dunque non dovete temere rallentamenti!
Dalla prossima puntata si torna a Konoha!
E, se volete fare le cose
per bene, scaricatevi "Memories" e "Forgiven" dei Within Temptation, e
ascoltatele come sottofondo mentre leggete...!
A giudicare dall'anticipazione, direi che un pochino ne avrete bisogno! ^_*
Non so bene per quale motivo... ma le new entry tra i commentatori sono state tante questa volta! XD Grazie mille a tutti!
Kaho_chan: wow, il
tuo commento mi ha fatta un po' agitare! >///< Grazie, grazie
mille per tutto ciò che hai detto! Ho cercato davvero di
infilarmi nella testa di ognuno dei personaggi, anche di quelli che
odio di più (cioè... sono arrivata a capire Sasuke! E in certi momenti di follia persino Madara!).
Non posso che essere felicissima se il mio sforzo viene premiato con un
così entusiastico apprezzamento! Il rapporto tra Naruto e
Kyuubi, in particolare, verrà sviscerato ancora un bel po'...
perché è più complesso di quel che sembra (e
perché questi due sono i miei personaggi preferiti! XD).
1992: grazie
mille per aver trovato il tempo di lasciare due righe! Mi hanno fatto
davvero tanto tanto piacere! Sono felice che la storia ti piaccia
e ti emozioni, io mi ci metto davvero d'impegno! Non oso pensare a cosa
accadrebbe se dovessi collaborare con qualcuno per scrivere... ma un
giorno forse farò questo terribile esperimento e ve lo
sottoporrò! XD
harryherm: questo
era un commento che volevo proprio, lo confesso! Da quando ho visto il
tuo nome tra gli utenti che mi hanno inserito negli autori preferiti,
sono sempre stata in trepidante attesa! D'altronde... comprendo
benissimo la pigrizia. U_U Ebbene sì, sto per fare una
confessione molto personale... anche io ho tra i preferiti un paio di
fan che non ho mai commentato! ARGH! L'ho detto!! Me misera e meschina!
>_< Parlando della storia... non credere che io non perda il
filo! Anzi, spesso e volentieri mi devo rileggere decine e decine di
pagine alla ricerca di elementi che ho trascurato o lasciato indietro,
e ho post-it ovunque con appuntate le cose che intendo sviluppare
più avanti! XD Le coppie finali sono già stabilite, da
questo punto di vista posso darti soltanto tale garanzia, ma non mi
sbilancerò a lasciare indizi... Una delle cose più
interessanti, alla fine, è vedere come si evolvono i rapporti;
inserire i pairing finali già nella presentazione della fan per
me è quasi un delitto! Qualunque cosa succeda, però,
spero che abbia abbastanza senso da convincere tutti, anche i
detrattori di alcune coppie!
kospades: grazie
per avermi lasciato almeno due righe, e per i complimenti sulla storia
e sullo stile! Il tempo è una gran b...rutta cosa, non dirmi
niente... se una giornata avesse 45 ore sarei molto più felice!
XD
OneWingedAngel: guarda,
neanche io capisco con quale forza nascosta riesca ad analizzare
Sasuke! XD Quando parlo di lui inizio meccanicamente a scagliare
oggetti nella stanza, ma quando scrivo riesco inpiegabilmente a
comprenderlo, nei limiti del possibile! E' davvero un mistero! Mentre
Kyuubi... eheheh, Kyuubi riuscirò a descriverla sempre,
quell'adorabile morbida volpacchiotta! (non sto parlando di un peluche
della Trudi! ^^') Kakashi in realtà è stato
abbastanza inutile in questo combattimento, ma Haruka (la spia)
tornerà eccome. E' l'unico personaggio originale che ho
intenzione di inserire, e soltanto perché le altre donne di
Konoha non mi ispirano molto, ad eccezione di Kurenai che però
è già impegnata! XD
Aya
|
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Capitolo 19 *** Ritorno a Konoha ***
Naruto-19
Capitolo diciannovesimo
Ritorno a Konoha
«Risultato della missione: parzialmente compiuta» decretò
Tsunade da dietro la sua scrivania. «Avete riportato a Konoha
Sasuke Uchiha, ma di Itachi avete solo il cadavere. Che comunque non
è poco. Anzi, i miei complimenti»
Naruto non ribatté.
Non era in vena di sorrisi, e soprattutto non riteneva di dover
essere ringraziato per aver ucciso Itachi.
Sasuke sicuramente non pensava di doverlo ringraziare.
Sakura, Sai e Kakashi si limitarono a un cenno leggero del capo,
fermi accanto a Naruto.
«Vi siete guadagnati una settimana di riposo assoluto»
proseguì l’Hokage in tono leggermente sostenuto, offesa per
lo scarso entusiasmo tributato alle sue lodi. «Usatelo per
riprendervi dalle ferite» passò gli occhi in particolare
su Sai, che sfoggiava una vistosa ingessatura alla gamba destra e un
braccio steccato, più numerosi cerotti e bendaggi su tutto il
corpo. Tsunade ancora non si capacitava di come fosse sopravvissuto a
un volo come quello che aveva fatto.
I quattro jonin annuirono di nuovo, senza energia.
Sakura si tormentò il labbro inferiore, alla ricerca del
coraggio di fare la domanda che le premeva... e alla fine lo trovò.
«Mi scusi...» sussurrò fissando l’Hokage dritto
negli occhi. «Dove tengono Sasuke?»
Silenzio.
Naturalmente il ritorno dell’ultimo degli Uchiha non era stato
preso come una festa.
Sasuke
era rientrato al villaggio come un comune traditore, scortato dai
ninja che lo avevano catturato e sottoposto agli sguardi sorpresi e
accusatori di chiunque lo avesse incontrato sul suo cammino, e non
appena aveva messo piede oltre le mura era stato preso in consegna
dalla squadra Anbu e portato in una località assolutamente
segreta – con la scusa del ‘i
suoi compagni potrebbero volerlo salvare’,
scusa assolutamente stupida dal momento che i suoi compagni erano
probabilmente morti, e se così non fosse stato, non sembravano
interessati a riaverlo indietro. O almeno, non avevano fatto molto
per recuperarlo quando Sakura gli aveva salvato la vita.
Tsunade la fissò per quasi mezzo minuto prima di rispondere, e
quando aprì la bocca i suoi occhi scivolarono per un
microsecondo su Naruto, che a testa bassa si era irrigidito
impercettibilmente.
«Non posso dirvelo, lo sapete» rispose, rivolgendosi a
tutti. «Per ora questi non sono affari che vi riguardino»
«Sono sempre affari che ci riguardano, se si tratta di Sasuke!»
sbottò Naruto.
«Tu sei stato dalla squadra medica?» replicò lei
secca. «Prima di preoccuparti degli altri, pensa a te stesso:
se non sbaglio il sigillo è scomparso, ma Kyuubi è
ancora lì dentro. Anche se ti abbiamo accordato la nostra
fiducia e abbiamo deciso di credere che riesci a tenerla a bada, non
puoi sottrarti ai nostri controlli»
Il biondo strinse i pugni, frustrato.
Erano tornati solo il giorno prima, e già erano iniziati i
casini che non sopportava!
Burocrazia! Che cosa disgustosa!
E, oltretutto, quella notte lui e Sakura avevano dormito alle
estremità più lontane del letto, per le poche ore che
erano riusciti a chiudere occhio.
«Bene. Avete altre domande?» chiese Tsunade sbuffando, e
pregando perché se ne andassero e la lasciassero tirare il
fiato. Aveva il consiglio sul collo, pressioni da tutte le parti, e
quei quattro stavano pure a cavillare. Perché non si fidavano
di lei e basta?
«Vorrei chiedere una cosa» disse Kakashi, sorprendendo
tutti. «La donna che è fuggita con noi dal villaggio
della Pioggia, Haruka Muto... dov’è?»
L’Hokage grugnì.
Ecco la seconda domanda scomoda.
«E’ sotto verifica» rispose di malavoglia. «E’
una procedura standard quando un ninja abbandona all’improvviso la
sua posizione di infiltrato e torna al paese d’origine»
Kakashi si limitò ad annuire, contrariamente a quanto aveva
fatto Naruto, e Tsunade decise di troncare sul nascere altre
eventuali richieste.
«Ora andate» disse sbrigativa. «Ho molto da fare»
Quando loro furono fuori, lei sbuffò e appoggiò il
mento a una mano.
Haruka Muto, Sasuke Uchiha... due belle gatte da pelare. Se non
altro, Itachi era morto; il che significava almeno un problema
risolto.
Ricordava ancora quel giorno, risalente a undici anni prima...
...L’intero quartiere disseminato di cadaveri...
...le pozze di sangue...
...tutti quegli occhi spenti...
Non si era fidata di Itachi, quando aveva proposto il suo patto a
Jiraya.
Non si era fidata di lui allora e non lo avrebbe fatto nemmeno
adesso, se fosse stato ancora vivo.
I suoi occhi nocciola, solitamente sornioni e distanti, si fecero duri.
Lei ricordava ancora.
E non avrebbe mai perdonato Itachi Uchiha, qualunque motivazione le
avessero fornito.
Ibiki Morino era stanco.
Aveva passato in piedi tutta la notte, e solo per interrogare quella
donna. Aveva capito che non nascondeva nulla più o meno dalla
prima parola, ma aveva dovuto seguire la procedura e andare fino in
fondo al copione.
Solo alle prime luci dell’alba, quando i suoi occhi stanchi avevano
visto il cielo tingersi di grigio tra le fessure delle persiane, era
riuscito a liberarsi e a lasciarla andare.
«Sei pulita» le aveva detto stancamente, sbadigliando.
«E, a proposito... i miei complimenti: in questi diciassette
anni hai fatto un lavoro impeccabile»
Haruka Muto aveva sorriso, forse un po’ amaramente, e leggermente
pallida si era allontanata.
Ora Ibiki attraversava il villaggio nell’aria frizzante, stretto
nelle spalle larghe e desideroso solo di un buon letto. Purtroppo per
lui ricoprire una posizione di rilievo comportava anche oneri a non
finire, e infatti il suo compito in quella giornata troppo lunga non
era ancora terminato.
Impiegò pochi minuti per raggiungere la grande porta a sud del
villaggio, intirizzito e stanco. Le guardie che vigilavano gli fecero
un cenno sbadigliando, vicine al cambio di turno, e lui ricambiò
a malapena. Si appoggiò al muro, in un angolo in cui la
leggera brezza non poteva raggiungerlo, e attese.
Non dovette restare fermo a lungo: nel giro di pochi istanti il
suo orecchio bene allenato captò il leggero rumore di passi
che si avvicinano. Prima che le guardie si rendessero conto che stava
arrivando qualcuno, lui intravide delle ombre nella foschia. Quando
si fecero più vicine, le riconobbe per i quattro del team
Asuma.
«Allora?» chiese subito.
«Niente» rispose il capogruppo, gettando a terra un
mozzicone umido e ormai spento. «Abbiamo trovato delle tracce
recenti, ma sembrano girare tutt’attorno al villaggio. L’ipotesi
più probabile è che ci abbia depistati... e quindi
potrebbe essere ovunque»
«Va bene così» Ibiki sospirò.
«Cioè, non va bene per niente... ma siete troppo stanchi
per continuare. Tornate a casa, io chiederò a qualcun altro di
proseguire le ricerche»
Asuma annuì, grato.
Il giorno prima uno stormo di uccelli si era sollevato all’improvviso
dalla foresta. Insospettiti, loro avevano chiesto a Neji di dare
un’occhiata con il byakugan... e avevano scoperto un intruso. Con il mantello dell'Akatsuki. Asuma
aveva quindi raccolto la sua squadra ed era partito per catturarlo,
ma invano: a quanto pare il loro uomo si era accorto
dell’inseguimento ed era riuscito a farla franca. Lo avevano
cercato per tutto il giorno e tutta la notte, senza successo, ed ora
erano esausti: Choji dormiva praticamente in piedi, il mento
appoggiato al petto, Ino continuava a sbattere le palpebre ed era
instabile sulle gambe, e le occhiaie di Shikamaru erano più
profonde che mai, coronate dal suo sguardo omicida.
«Anche tu hai bisogno di riposo» continuò Asuma
dopo un attimo, scrutando attentamente Ibiki. «Hai fatto le ore
piccole?»
«Non sono ancora andato a dormire» bofonchiò
l’altro. «Ho passato tutta la notte a interrogare la figlia
dei Muto, te la ricordi?»
Asuma inarcò le sopracciglia. «E’ tornata?»
«Sì, la sua copertura è saltata... Ah, ma voi non
lo sapete: il team Kakashi è rientrato mentre eravate via. Lei
era con loro»
«Che cosa?» fecero contemporaneamente Ino e il suo
capogruppo.
«E stanno bene?» domandò lui ansiosamente.
«A parte qualche ammaccatura sono tutti a posto, anche il team
Kurenai» sorrise appena, sornione. «Quello messo peggio è
Sai, ma non ha nulla di grave»
«E la missione?» chiese Ino, con voce a malapena
tremante.
«Completata a metà: Itachi Uchiha è morto, ma
Sasuke è stato catturato»
«Itachi
Uchiha è morto?»
ripeté, scioccato, Asuma. «E come diavolo sono riusciti
a farlo fuori?»
Ino non si curò di questa parte del discorso. Con una mano sul
cuore, trasse un profondo sospiro di sollievo. Il senso di colpa si
insinuò leggero fino al suo stomaco, però lei decise di
ignorarlo... certo, che Sasuke fosse vivo e a Konoha significava che
Sakura si sarebbe trovata in difficoltà... ma lei non poteva
fare a meno di sentirsi infinitamente sollevata.
«Ho visto il corpo» Ibiki si strinse nelle spalle. «A
occhio e croce, se dovessi azzardare un’ipotesi, direi che è
stato Sasuke con il raikiri, anche se questo significherebbe che è
diventato mostruosamente forte»
«Quindi ha portato a termine la sua vendetta?»
«Così sembra. Ma, da quello che ho saputo, non sembra
affatto più felice, ora...»
Asuma fece un sorriso amaro.
Gli Uchiha erano sempre stati un clan problematico, anche nel momento
del loro massimo splendore.
«Beh... dopo una buona dormita le cose sembreranno migliori»
commentò gettando un’occhiata a Choji, che russava piano.
«Se non ti spiace, noi andiamo»
«Prego. Non sapete quanto vorrei imitarvi immediatamente...»
Asuma gli batté una pacca sulla spalla, comprensivo, e poi
congedò in fretta il suo gruppo. A quel punto si allontanò
veloce, e il suo pensiero corse alla casa in cui lo aspettavano sua
moglie e suo figlio...
Kamaro si maledisse mille e mille volte per quell’imprudenza, e
anche in futuro avrebbe avuto di che pentirsene.
Immobile, fermo in quel vicolo scuro che i raggi del sole nascente
non illuminavano, si chiese come aveva potuto essere tanto idiota.
Si
era rifugiato lì durante la notte, dopo aver sparso tracce
confuse tutt’attorno alle mura, e aveva pensato che nascondersi in
casa del cacciatore sarebbe stata la mossa migliore. Peccato che,
come l’ultimo dei cretini, si fosse addormentato.
Ancora non riusciva a capire come potesse essere successo.
E ora si svegliava e trovava quella donna, lì, in piedi a
fissarlo.
Non male per un membro del prestigioso gruppo Akatsuki.
Ora cosa doveva fare? Ucciderla prima che si mettesse a gridare?
Stava ponderando la cosa, senza che né lui, né lei si
muovessero, quando sentì un rotolio poco più su. Alzò
lo sguardo, giusto in tempo per vedere una tegola scivolare oltre la
grondaia... dritta su di lui.
La donna inarcò le sopracciglia scure vedendolo colpito in
piena fronte, con una precisione micidiale. Sbatté le palpebre
sugli occhi verdi, incerta, quando Kamaro si accasciò contro il
muro privo di sensi. Vide una goccia di sangue sporcargli il mento,
unica cosa distinguibile al di sotto del cappuccio.
Che ne doveva fare di lui?
La casa doveva essere quella. Secondo le informazioni che aveva
raccolto, lì avevano abitato i Muto fino a diciassette anni
prima.
Kakashi era fermo davanti a una villetta color terra con un
giardinetto incolto sul davanti. Era da poco sorto il sole, e facendo qualche domanda alle persone
giuste aveva saputo che Haruka era stata trovata pulita, e che le era
stato dato il permesso di tornare nella casa dei suoi genitori.
Non sapeva esattamente perché era lì.
In testa gli frullavano pensieri indistinti, tra cui ringraziamenti,
curiosità, una vaga ammirazione e... immagini dai libri della
pomiciata scritti da Jiraya.
Bizzarro.
E inquietante.
Il jonin scrollò la testa, prima di avvicinarsi al cancelletto
e cercare il campanello da suonare. Gli ideogrammi che componevano il
nome Muto erano sbiaditi e quasi illeggibili, ma dato che erano gli
unici presenti, Kakashi andò a colpo sicuro. Sentì uno
scampanellio lontano, e solo in quel momento gli venne in mente che
probabilmente lei era stanca, e forse appena addormentata...
Però, con sua sorpresa, la porta si aprì quasi subito.
«Oh, sei tu» disse Haruka dalla soglia, con addosso una
vecchia camicia da notte che le arrivava a metà coscia e un
asciugamano drappeggiato sulle spalle.
«Scusa se ti disturbo, volevo solo sapere come vanno le
cose...» ribatté lui dal cancelletto.
«Una meraviglia» rispose lei sarcastica, raggiungendolo.
«Se escludiamo che mi hanno interrogata tutta la notte e che a
quanto pare hanno staccato l’acqua calda»
Ora che era a un passo da lui, Kakashi notò che i capelli,
raccolti sulla nuca con un mollettone, erano bagnati. Anche da quella
distanza sentiva il profumo del suo shampoo.
«Vuoi entrare?» gli chiese lei, aprendo il cancelletto
con un cigolio prolungato.
“Perché
no?” si disse Kakashi, accettando.
La prima stanza che incontrò
fu il salotto, dove i mobili erano ancora coperti dalle lenzuola e la
polvere danzava nell’aria. La luce fendeva l’oscurità,
penetrando dalle persiane chiuse, e ovunque aleggiava un leggerissimo
profumo di lavanda, misto all’aroma dello shampoo.
«Scusa il disordine, sono
appena tornata» disse Haruka senza un filo di imbarazzo,
facendosi largo tra il divano e il tavolino. Afferrò un lembo
del lenzuolo che copriva il primo e lo sollevò bruscamente,
spargendo una nube di polvere tutt’attorno. Kakashi, il cui viso
era coperto dalla maschera, non ne risentì, ma lei scoppiò
in un accesso di tosse.
«Accidenti...»
borbottò con voce roca, agitando una mano nell’aria. «Devo
essere deficiente»
Lui sbatté le palpebre.
Onestamente, non sapeva che
pensare di quella donna.
«Il problema...»
continuò Haruka, lasciandosi cadere sul divano di stoffa
rossa. Accavallò le lunghe gambe, con noncuranza. «...è
che delle faccende di casa non capisco niente. Che idiozia... so
uccidere un uomo in duecento modi diversi, e non so spazzare un
pavimento»
«Si può sempre
imparare» commentò Kakashi.
«Sì, se ti
insegnano» ribatté lei freddamente. «E alla mia
età nessuno ti insegna più nulla»
«Non sei così
vecchia»
«Ho trent’anni, sai?»
Haruka gli rivolse un breve ghigno.
«Non
li dimostri» ribatté Kakashi, rendendosi conto con
perplessità che stava ricalcando uno dei passaggi fondamentali
de Le
tattiche della Pomiciata.
Lei inarcò un
sopracciglio, squadrandolo per un istante.
«Ci stai per caso
provando?» chiese subito dopo.
«No, mi spiace» si
scusò lui. «Mi è uscita senza pensarci»
«Peccato» commentò
lei. «Ci sarei stata»
Silenzio.
«Davvero?»
Haruka guardò Kakashi
sorridendo sorniona. «Hai una vaga idea di chi tu sia? Il tuo
nome è famoso in tutte le grandi Terre, il celeberrimo Kakashi
dello sharingan viene indicato come “da evitare ad ogni costo” in
ognuno dei manuali segreti che girano nei villaggi ninja. Sei una
rockstar, praticamente»
«E per questo ci staresti?»
Haruka rise. «No, non
credo. Non solo per questo. Ma così, a prima vista, direi che
la tua fama è meritata. Ti ho visto combattere e ti ho sentito
parlare. Sei uno a posto»
«Oh» Kakashi si trovò
senza parole. «Ehm... devo ringraziare?» chiese.
«Se ti va» replicò
lei con noncuranza. «Ah, che scema... vuoi qualcosa? Un tè?»
«No, niente... immagino che
sarai stanca» rifiutò lui.
«Meno male. Non ho la
minima idea di cosa ci sia e dove sia in questa casa»
«Quando ve ne siete
andati?»
«Quando avevo tredici anni.
I miei sconsiderati genitori sono stati gli sciocchi che hanno
accettato di infiltrarsi a tempo indeterminato nella Pioggia,
trascinando con sé le loro due figlie. So che il terzo Hokage,
all’epoca appena rientrato in carica, non approvava un granché
questo genere di progetto... Ma Danzo aveva premuto per attivarlo
comunque, e quello era un periodo confuso... insomma, alla fine siamo
rimasti coinvolti noi» Haruka tacque per un attimo, persa nei
suoi pensieri. Quando riprese, la sua voce era più fredda e il
tono più duro. «Ci vollero anni, ma riuscimmo a
inserirci tra i ninja della Pioggia. Più o meno dieci mesi
dopo il nostro ingresso, entrambi i miei genitori rimasero uccisi in
missione. E io, a neanche diciotto anni, dovetti a prendermi cura
della sorellina di sei»
«E tua sorella ora dov’è?»
chiese Kakashi con tatto.
«Hai presente la ragazza
che guidava la squadra di ninja che ha tentato di bloccarci la fuga?»
ribatté Haruka. «E’ lei»
Kakashi inarcò le
sopracciglia, sorpreso.
«Ah, ma non spaventarti:
anche lei è un’infiltrata» continuò la rossa
dopo un attimo, come nulla fosse.
Questa volta il jonin della
Foglia strabuzzò gli occhi.
«Ma quanti anni aveva
quando vi siete trasferiti?» chiese sconcertato.
«Uno» rispose Haruka
tranquilla. «E’ stata cresciuta a pane e tradimento, insomma.
Quando sono rimasta indietro, mentre scappavamo, io e lei abbiamo
inscenato un addio pieno di rancore e odio... Per fortuna Natsumi è
ancora molto più debole di me, così ha potuto
impegnarsi sul serio, e non credo che alla Pioggia nutriranno qualche
sospetto sulla sua fedeltà. Soprattutto dopo che le ho fatto
fuori la milza, mi sa» sorrise, mesta e vagamente triste. «E’
una ragazza in gamba, anche se ha solo diciotto anni»
«Aspetta... stai dicendo
che adesso è laggiù da sola?»
«Sì.
Ma se la caverà benissimo. Presumo che adotterà la
linea del ‘oh
quanto odio la mia sorellona traditrice!’»
Per un attimo la smorfia impassibile che caratterizzava il suo viso
si sciolse. «Anche se... confesso che sentirò molto la
sua mancanza»
«Mi dispiace»
Che idiota.
Era davvero l’unica cosa che
gli veniva da dire in un momento del genere?
Haruka
riprese al volo la solita espressione, e gli lanciò
un’occhiata divertita. «Sai che tu sei praticamente il suo
idolo?» se ne uscì. «E’ rimasta folgorata da te
e dalla tua storia, a partire da tuo padre, passando per l’allievo
del celebre Yondaime, e fino allo sharingan trapiantato nel tuo
occhio. Natsumi dice che sei... aspetta, com’era? Assolutamente
favoloso»
Kakashi rimase in silenzio.
«Non dici nulla?» lo
stuzzicò Haruka.
«Cosa dovrei dire?»
replicò lui.
Lei scoppiò a ridere.
«Ahh, che uomo freddo!» commentò scuotendo la
testa, e una ciocca rossa si libero dalla molletta e le ricadde sul
viso. «Accidenti... devo asciugarli in fretta» mormorò
arrotolandola attorno a un dito. «Il clima qui è molto
meno umido, se non mi sbrigo a metterli in piega questi diventano
ingestibili»
«Allora sarà meglio
che vada» disse Kakashi.
«Sì, credo di sì»
ribatté Haruka alzandosi dal divano. «In effetti ora che
ci penso ho sonno»
«Ora che ci pensi?»
ripeté lui, spiazzato.
«Uff, non dovresti prendere
sul serio le mie parole. Ho fatto la notte in bianco, io»
Lo accompagnò alla porta e
oltre il giardinetto selvaggio, fino al cancello.
«Vieni pure quando vuoi»
lo salutò una volta lì, appoggiata con la spalla alle
sbarre di ferro arrugginito. «Se sono in casa e se me ne ricordo,
sarò lieta di offrirti un tè»
«Va bene» sorrise lui
sotto la maschera.
Haruka strizzò l’occhio
e gli diede le spalle, tornando verso casa.
Lui rimase fermo davanti al
cancello per un attimo.
Che donna... assolutamente
incomprensibile.
Un attimo prima sembrava seria e
responsabile, e l’attimo dopo era una ragazzina inesperta.
E poi... perché era andato
a trovarla?
Ci
stai per caso provando?,
gli aveva chiesto.
Mentre si allontanava, ignorando
gli sguardi scioccati dei vicini che avevano visto l’intero
commiato – e soprattuto la generosa porzione di coscia che Haruka
aveva lasciata scoperta – Kakashi si sorprese a pensare che,
dopotutto, se così fosse stato non gli sarebbe dispiaciuto.
Da quanto tempo non usciva con
una donna?
Decisamente troppo.
Forse
doveva rispolverare Le
tattiche della Pomiciata...
Il tramonto.
Un’intera giornata era passata,
senza che nulla interrompesse l’inquieta immobilità
dell’aria.
Da qualche parte il Consiglio
degli Anziani riunito decideva il destino di Sasuke; altrove Haruka
forse rimpiangeva una vita che per lei era finita per sempre; in
un’altra zona del villaggio, Sasuke giaceva apatico in una stanza
buia.
Non era stato un bel giorno.
E lui ne aveva passato la gran
parte lì, fermo davanti a quella lapide nera che ormai
conosceva a memoria.
Che uomo era uno che prima andava
a casa di una donna e imbastiva un mezzo flirt, e poi andava sulla
tomba del suo migliore amico a deprimersi?
“Un
uomo che continua a sbagliare. Ancora e ancora...”
«Maestro Kakashi...?»
lo chiamò una voce.
Prima di voltarsi, chiuse gli
occhi e sospirò.
“Perdonami,
Obito” si accomiatò. “Non ho potuto seppellire subito il
tuo corpo...”
«Sì, Naruto?»
chiese pacato, guardando il nuovo venuto.
Naruto era fermo a qualche passo
di distanza, ad occhi bassi, e sembrava in profondo imbarazzo.
«Io... mi dispiace»
borbottò. «Immaginavo che fosse qua... per la faccenda
del suo amico. Ma... ehm... ecco... c’è una cosa che vorrei
chiederle...» deglutì.
«A me?» ribatté
il jonin, moderatamente sorpreso.
Ma mai si sarebbe aspettato la
domanda che seguì:
«Per favore... può
parlarmi di mio padre?»
Sbarrò gli occhi,
sbalordito.
«Come?» fu l’unica
cosa che riuscì a dire.
«Il quarto Hokage... mio
padre...» spiegò Naruto, quasi a fatica. «E’
stato il suo maestro, non è così? Potrebbe...
raccontarmi qualcosa di lui?»
L’espressione di sorpresa di
Kakashi lasciò lentamente spazio alla rassegnazione.
“Prima
o poi questo momento avrebbe dovuto arrivare...” si disse.
«Chi te ne ha parlato?»
domandò piano.
«Madara Uchiha»
«Ah... già. C’era
anche questa possibilità, sì...» mormorò
Kakashi. «Il maestro Minato era... molto simile a te»
sorrise, sotto la maschera. «Gli assomigli sempre più,
ad ogni anno che passa. E’ stato lui a insegnarmi l’importanza
dei compagni, insieme a Obito, ed era tutto ciò che avrei
voluto diventare. Era intelligente, e forte, straordinariamente
forte. Riusciva a occuparsi di tutto e di tutti, era sempre presente
dove doveva essere, sapeva risolvere tutti i problemi. Non aveva la
tua arroganza e la tua impulsività, ma aveva il tuo stesso
senso dell’onore e del dovere. Era... E’ il miglior ninja che io
abbia mai conosciuto»
Naruto, i cui occhi ora erano
alti e fissi nell’unico visibile di Kakashi, brillavano nella luce
del tramonto, ansiosi di altre notizie.
«E... mia madre?»
domandò, con voce quasi tremante.
«So poco di lei»
rispose Kakashi, scuotendo la testa. «Era una ninja di un altro
villaggio, aveva i capelli rossi e il tuo carattere. Ma non conosco
nessun altro particolare su di lei, non saprei dirti nemmeno se sia
morta o viva»
Naruto si incupì. «Oh...»
sussurrò abbattuto.
«Uzumaki Kushina. Questo
era il suo nome» rifletté il maestro.
«Perché non ho il
cognome di mio padre?» domandò d’impulso Naruto.
«Perché mi è stato dato quello di mia madre?»
Kakashi lo fissò, senza
parlare.
Con una sorta di triste
rassegnazione nello sguardo, vide la sua espressione passare dalla
perplessità alla concentrazione del ragionamento, per
approdare poi a una conclusione niente affatto piacevole.
«Se avessi avuto il cognome
di mio padre...» disse, accigliandosi. «...sarei stato
trattato diversamente. Se al villaggio avessero saputo di chi ero
figlio, non mi avrebbero tenuto a distanza! Mi avrebbero considerato
un eroe, non un mostro!» strinse i pugni, improvvisamente
furioso. «Perché non è andata così?! Chi
ha deciso che avrei dovuto avere il cognome di mia madre?!»
Kakashi chiuse gli occhi.
«Naruto... gli altri lo
sapevano. E... anche noi. Io, Tsunade, Jiraya, tutti i ninja che c'erano quando la volpe è stata sigillata»
Fu come quando gli avevano detto
che Yondaime era suo padre.
Ebbe un attimo di freddo vuoto
nella testa, e la rabbia che aveva provato fino a un attimo prima
evaporò in un istante.
«...Cosa?» domandò,
con un filo di voce.
«Gli abitanti del
villaggio, quelli con una certa età... sanno di chi sei
figlio» spiegò Kakashi, piano. «Lo hanno sempre
saputo»
Le migliaia di occhiate
disgustate, sprezzanti, timorose... i sussurri, i bisbigli alle sue
spalle... tutto, tutto gli tornò alla mente in un singolo
istante di terribile lucidità.
«Ma... ma allora...
perché...?» balbettò, confuso. «Perché
mi hanno riservato quel trattamento se ero il figlio dell’eroe che
li aveva salvati tutti? E perché nessuno mi ha detto prima chi era mio padre?»
«Perché l’uomo...
è una creatura sciocca» mormorò Kakashi,
sinceramente dispiaciuto. «Yondaime aveva espresso il desiderio
che tu fossi considerato un eroe... voleva davvero che tu crescessi
amato... Ma... evidentemente ha sopravvalutato gli abitanti della
Foglia. Avevano paura, Naruto. La volpe a nove code è sempre
stata il terrore del villaggio, il demone che nessuno riusciva a
sconfiggere... per loro era impossibile che un bambino riuscisse a
tenerla a bada. Erano sicuri che un giorno avrebbe preso il
sopravvento, qualcuno temeva che lo avesse già fatto senza che
noi ce ne rendessimo conto...»
«M-Ma...» balbettò
Naruto, con voce tremante. «Come... come potevano pensarlo? Ero
solo un bambino! Reagivo al loro disprezzo! Se mi comportavo male,
era solo perché... volevo che mi guardassero!» la voce
gli si spezzò in gola.
«Lo
so» disse piano
Kakashi. «Lo so, davvero. Anche se te lo avessimo detto,
però... non sarebbe cambiato niente. E so che non servirà
a nulla... ma mi dispiace»
Naruto fece un cenno brusco con
la mano, pieno di rabbia e frustrazione.
«Non mi interessa se le
dispiace!» gridò con voce roca. «Cambia forse
qualcosa?!»
«No. Non cambia niente...»
«E allora non perda tempo
con parole vuote!»
Si passò una mano sul
viso, costringendosi a respirare più lentamente.
Faceva male.
Faceva male sapere che anche la
parentela con suo padre non poteva salvarlo.
Faceva doppiamente male... perché
ci aveva sperato con tutto sé stesso.
Aveva sognato un futuro
diverso... in cui gli sguardi su di lui fossero ammirati. Invidiosi.
Fiduciosi.
Ma un futuro simile non esisteva.
Non esisteva.
Anche se suo padre aveva voluto
che fosse considerato un eroe, la gente era abbastanza stupida da non
prendere nemmeno in considerazione l’idea; anche se a proporla era
stato il quarto Hokage che tutti stimavano e amavano, suo figlio non
era degno di essere tale.
Suo figlio era un mostro.
E anche aver saputo prima da chi discendeva, non avrebbe cambiato nulla.
«...Voglio altre informazioni su
di lui. Su mio padre» disse bruscamente, per occupare la testa
con altri pensieri. «Non voglio le notizie che si trovano sui
libri di storia... voglio sapere chi era davvero»
«Ma certo» acconsentì
Kakashi, delicatamente. «Ti offro un ramen e ne parliamo, ci
stai?»
Lui, lentamente annuì.
Il suo maestro sorrise sotto la
maschera, sollevato nel vedere che sembrava essersi calmato.
«Ci vorrà del
tempo...» mormorò, raggiungendolo. «Ma
riconosceranno il tuo valore. Guarda quante persone hai già
conquistato, senza sapere di chi eri figlio. Guadagnerai la fiducia
di tutti per come sei, non per il tuo sangue»
Naruto fece un mezzo sorriso
amaro.
«Sì... forse ha
ragione» commentò piano.
«Ah, ora che ci penso... Se
vuoi sapere altro su Yondaime, passa anche da Jiraya: è stato
il suo maestro, può raccontarti com’era alla tua età»
propose Kakashi.
«Lo farò»
assicurò lui.
E poi insieme si avviarono verso
il villaggio.
«A proposito... la volpe?
Come va?» chiese Kakashi mentre si incamminavano, con un cenno
al suo stomaco.
Naruto portò una mano
all’addome, stringendo la stoffa della giacca.
«Per ora tutto bene»
rispose. «So che è lì, la sento... ma è
totalmente sotto il mio controllo»
«Bene» annuì il maestro. «Molto bene...
Vedi? Sei già più forte di tuo padre... lui era
riuscito solo a sigillarla, non a superarla. Non ci vorrà
molto perché anche gli altri lo comprendano»
«Già...» il biondo stirò un sorriso, che
ebbe però breve durata.
Quando Kakashi allontanò gli occhi dai suoi, la sua mente
prese da sola una via inaspettata.
Senza volerlo, si soffermò sui suoi ricordi di bambino, quando
chi gli stava attorno lo disprezzava e lo temeva... quando era solo.
Disperatamente solo.
Il suo sguardo si incupì. I suoi occhi si fecero leggermente
più scuri, quasi tendenti al viola.
Se mi comportavo male, era solo perché... volevo che mi
guardassero!
“Che
razza di persone, vero?” mormorò
una voce roca e suadente, nel fondo della sua coscienza.
“E tu... vuoi davvero rischiare la tua vita per loro?”
“Stai
zitta” ordinò turbato. “Se vuoi che le cose restino così,
tra noi, stai
zitta”
Sentì una risata bassa, un
gorgoglio di piacere nel profondo dello stomaco.
Spinse la volpe nelle profondità
della sua anima, là dove l’oscurità era più
fitta. E chiuse la porta che di solito teneva aperta, la porta che
permetteva a Kyuubi di gettare un occhio sul mondo.
Il mormorio delle fusa si spense
nelle sue orecchie...
...Ma il calore bruciante di
quelle nove code avvolte attorno al suo cuore, era ancora lì.
Nel prossimo capitolo:
Shizune corrugò la fronte. «Ma infiltrarsi nel
villaggio della Pioggia in questo momento è quasi un
suicidio... la settimana scorsa gli abbiamo distrutto un quarto
dell’abitato, sono in allarme, hanno triplicato i controlli...»
«E infatti non è un caso che io abbia chiamato
Kakashi» ribatté l’Hokage. «Evidentemente
ritengo che sia in grado di portare a termine questo compito»
* * *
* ȣ * * *
*
Spazio autore
E con questo capitolo andiamo in pari con la pubblicazione su manga.it!
Gioite!
Cioè... gioite per due secondi.
Perché
subito dopo vi dico che da questo lunedì mi inizia un altro
corso, e dal momento che non avrò internet a casa
mi sarà molto difficile connettermi e aggiornare.
Volendo essere ottimisti, mi resteranno due volte alla settimana per farlo.
Guardate, dispiace più a me che a voi, ma temo di non riuscire a fare altrimenti.
In compenso, durante le vacanze di Natale avrete un nuovo capitolo ogni due giorni, come li avete ora
(perché suppongo che scriverò come una dannata, sentendo la vostra mancanza)
Come sempre, il titolo del nuovo capitolo vi aspetta sulla mia pagina personale! ^^
PS: ma cosa c'è di tanto interessante nel capitolo 12...? Perché le letture solo lì hanno un'impennata? O_O
1992: non
so ancora come e quando collaborerò con qualcuno, ma ho in mente
un paio di nomi! XD Ora bisogna solo aspettare l'ispirazione... Il
capitolo, come avrai notato, non è poi di assoluta e pura
semplicità, dato che non ho resistito alla tentazione di fare la
cattivella con l'accenno finale a Kyuubi, ma già dal prossimo
(dalla seconda metà del prossimo, per essere precisi)
tornerà un po' di azione. Il vero problema è che con
questa fan devo raggiungere una certa situazione finale, chiara solo a
me, che prevede passaggi obbligati... ^^' Ad ogni modo da ora in poi il
filo conduttore sotterraneo sarà Sasuke! Il resto sono
avvenimenti più o meno scollegati... (ma, ribadisco: mi servono! E all'ultimo capitolo saprete perché)
kage_naru89: ti ho mai detto
che il tuo nick suona molto bene, in termini di ritmo e
musicalità? Il mio è un commento assolutamente idiota, ma
ho sentito la necessità di farlo! XD Tranquilla, con i
complimenti non cadi mai nella banalità! (o meglio... vado in
brodo di giuggiole anche se mi dici per la trecento milionesiam volta
la stessa cosa! ^///^') Per quanto riguarda il triangolo
Sasu/Saku/Naru, tutto ciò che dici è assolutamente vero.
Io adoro Naruto, e ritengo che lui, che è rimasto a Konoha
nonostante la sua vita difficile, sia mille volte meglio di Sasuke.
D'altro canto... Sakura non ha mai smesso di pensare a Sasuke, anche
dopo il tradimento, e anche ad anni di distanza. E nello stesso tempo
si è innamorata di Naruto... Come dire... le cose sono molto
complesse (sì, amo farmi del male creando trame tanto contorte!
XD). So già come andrà a finire, ma non voglio dirti
nulla né lasciar trapelare qualcosa dai miei commenti. Prendili
così come vengono, senza immaginare che io voglia dare indizi o
altro.
ShAiW: uhm... sì, credo
che ci siano altre lotte del genere. Non tanto lunghe e incasinate,
perché comunque questo era lo Scontro con la S maiuscola, la
battaglia in cui Itachi Uchiha muore e Naruto si riprende Sasuke,
però ci saranno ancora parecchie scene d'azione. Anche
perché... insomma, stiamo parlando di ninja! XD Da che mondo e
mondo quelli vivono combattendo! (non a caso la scelta "azione" nel
genere era pressoché obbligata... almeno dal mio punto di vista.
Non si scrive una longfic su Naruto senza infilarci un po' di sangue!
XD)
Talpina Pensierosa: è
fantastico leggere i vostri pareri su come dovrebbe concludersi la fic,
le coppie che volete e che sperate si creino...! XD In realtà
con te questo discorso è un po' stupido, dato che sai già
come andrà a finire (che nessuno glielo chieda! E se ti fanno la
domanda, non azzardarti a rispondere!), però, parlando in
termini generali, se vedo diverse opzioni mi sento realizzata: vuol
dire che per ora il finale è imprevedibile!
Kyuubi: l'ispirazione è
già tornata, ma solo per un salutino veloce... E poi è
ripartita! XD Comunque, come hai visto, gli aggiornamenti non subiranno
un rallentamento per colpa della mia lentezza, ma solo per problemi
tecnici con internet (sigh...). Naruto è ovviamente stato un
grande, perché, lo confesso, quando scrivo questa storia non
posso fare a meno di averlo sempre in cima ai miei pensieri! E' sempre
lui il vero eroe! (anche perché il maledetto Kishi non ce lo fa
vedere da un sacco di tempo!)
Urdi: sì, Naruto
è assolutamente il meglio sulla piazza! E d'altro canto... il
manga si chiama "Naruto", mica "Sasuke"! XD (a meno che Kishi alla fine
non ci sveli qualcosa sul significato profondo di questa parola, che
magari nel villaggio della Foglia vuol dire... ok, sto deviando dal
discorso principale) La sua frase sulla vendetta, comunque, erano
secoli che volevo scriverla! XD E sinceramente sto pregando
perché un giorno dica davvero qualcosa del genere nel manga! La
fine di Heroes ovviamente non è una vera fine, dato che si
sapeva per certo che ci sarebbe stato un seguito. Forse è stata
un tantino sbrigativa nel momento in cui Sylar viene accerchiato, e
forse avrei voluto un filino più di introspezione per Nathan...
ma in generale, mi ha molto soddisfatta. L'unica cosa che mi rende
triste è che Claire e Peter siano parenti, maledizione! XD Dopo
la scomparsa di Zack, io già mi facevo un sacco di film...
Olè! Un'altra amante dei Within Temptation! Evviva, evviva! Mi
auguro che tu abbia letto il capitolo con le dovute canzoni! XD
Julia83: premesso che mi sento
davvero ma davvero lusingata dal tuo commento, preciso, puntuale e
profondo, non ho la benché minima intenzione di lasciarti
qualche indizio sulla conclusione del triangolo! XD Sì, sono
perfidissima, e lungo la storia avrai occasione di dubitare più
volte della piega che prenderanno gli eventi (o almeno lo spero...)! Il
rapporto Sasuke/Naruto è qualcosa di mostruosamente complesso
(Kishi, Kishi... mi sa che avere un gemello ti ha fatto ingarbugliare
le cose! Sasuke è molto più del fratello di Naruto, anche
se non saprei dire se in direzione yaoi o no...); personalmente ritengo
che Naruto sia mille volte più forte di Sasuke (basti pensare
alla sua frase "che Hokage sarebbe uno che non riesce neanche a salvare
un amico?", che dimostra la sua determinazione, e il suo desiderio di
salvare TUTTO, sogno e amici, laddove Sasuke non ha trovato la forza di
conservare entrambi e ha scelto di abbandonare uno dei due), d'altro
canto lo adora e non potrebbe fare a meno di lui (per motivi che mi
sfuggono... -.-), e nello stesso tempo Sakura interviene a complicare
ancora di più le cose, con la sua indecisione, la sua
incapacità di capire cosa vuole davvero (e parlo della fanfic ma
anche del manga), la sua fondamentale bontà, che le impedisce di
"tradire" la memoria di Sasuke e allo stesso tempo di lasciar perdere
Naruto, per il quale prova, e questo è sicuro, un grande affetto
(di che tipo, poi... è ancora tutto da vedere. Ah, parlo del
manga, qui). In ogni caso, dal momento che sei fan sia della Sasu/Saku
che della Naru/Saku, l'unica mia preoccupazione è che non
resterai delusa dal finale! Certo, c'è anche da ricordare che ho
ancora tutto il tempo per uccidere uno qualsiasi dei
personaggi... uhuhuh... Bacioni! ^^ (sorriso maligno, ovviamente)
harryherm: il lato positivo del
soffrire come una vittima sacrificale di Hidan è che lui
è bello! XD Almeno questo! Il lato negativo, ovviamente,
è che si soffre. E purtroppo la sofferenza potrebbe aumentare,
visto che gli aggiornamenti rallenteranno bruscamente... Mi spiace
davvero tanto, lo ripeto, ma non riesco a fare altrimenti. Dall'anno
prossimo (intendo anno scolastico) le cose, comunque, dovrebbero
migliorare. Passando alla storia, la battaglia è durata 7 o 8
capitoli (urca! °_°), e ora ci sarà un po' di calma per
davvero (fidati, fidati! Almeno questo capitolo era tranquillo, a parte
l'accenno finale a Kyuubi!). Il vero problema di Naruto, invece,
è che lui adora sia Sakura che Sasuke. Non ha alcuna intenzione
di lasciar andare Sakura solo per "pietà fraterna", ma d'altro
canto se Sasuke la volesse per sé, come reagirebbe? E' un bel
dilemma, poveretto. Ed è per questo che non riesce a prendere
decisioni secche, come invece vedrai fare a Kiba nel prossimo capitolo!
(lui sì che è un vero uomo! XD) Comunque non preoccuparti
se finisci sempre a parlare di Sasuke, Naruto e Sakura: gran parte
della fanfic si basa proprio sul loro rapporto! Anzi... si può
dire che tutta questa parte del recupero di Sasuke sia quasi una sorta
di preliminare, e che le cose prendano davvero il via da adesso! O
meglio... prenderanno il via tra qualche capitolo, come vedrai! ^^ A
presto, e non perdere il sonno solo per i miei trip malvagi! XD
Kaho_chan: i commenti non sono
MAI superflui, e di sicuro NON rompono le scatole! Per carità,
ci metto un'ora a rispondere (giuro! XD), e questo spazio sta
diventando infinitamente lungo, ma è solo per voi che io vado
avanti a scrivere! Quindi non dire mai più che è inutile!
(o mi deprimerò e non produrrrò più... T_T)
Comunque no, non ci credo quando dici che non ci sono errori nella
storia! XD In realtà io ne vedo mille in ogni capitolo, ma penso
anche che sia una deformazione professionale... so come dovrebbe essere
la scena, ma solo raramente riesco a metterla giù davvero come
voglio. Per questo non sarò mai completamente soddisfatta di
ciò che scrivo, e per questo il mio lavoro è
continuamente in revisione! Il che, naturalmente, non toglie che io
sappia di avere i miei meriti. D'altronde, quando tante persone mi
dicono "brava", rifiutare di ascoltarle è stupido e arrogante.
Lo stile è in continuo miglioramento (o così spero), le
introspezioni dovrebbero in teoria farsi sempre più aderenti ai
personaggi, dal momento che mi impratichisco utilizzandoli e,
inevitabilmente, finisco per farli un po' "miei", e di Sasuke non mi
fido per niente neanche io! XD Infatti vedrai che andrà
completamente nel pallone! Ancora peggio di quando si impunta che deve
sconfiggere Naruto (e se lo prende dritto dritto in quel posto nel
confronto Raikiri-Rasengan). Noooo, dici che Haruka ricorda Yoruichi?
*_* Allora inconsciamente ho modellato il personaggio su di lei? Ahah,
se l'ho fatto, non me ne sono accorta per niente! XD (comunque...
Evvai! Io AMO Yoruichi, soprattuto in versione felina! XD)
Ok, le
cose si fanno preoccupanti... O_O Non credo vada molto bene che le mie
risposte ai commenti siano così lunghe, ma che ci volete fare?
Più che altro... se il numero di commenti aumenterà,
sarà la mia e la vostra fine! XD (nonostante ciò, lo
ammetto, io sarò anche felicissima!)
Aya
|
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Capitolo 20 *** Strascichi ***
Naruto-20
Capitolo ventesimo
Strascichi
«Com’è possibile che dopo una settimana sia ancora
impossibile vederlo?!»
Naruto sbatté con forza le mani sulla scrivania ingombra di
Tsunade.
L’Hokage, con una guancia appoggiata alla mano e due occhiaie
lunghe fino al mento, gli restituì uno sguardo seccato.
«Pensi che ce lo giochiamo a carte?» sbottò. «Sono
giorni che litigo con quelli del consiglio, e vederti qui a fare
queste scene non mi rende certo le cose più facili!»
Naruto si passò una mano tra i capelli, prendendo a camminare
avanti e indietro lungo l’ufficio.
Sicuramente avevano piazzato Sasuke in uno scantinato buio e umido,
in attesa di giudizio... e lui lo conosceva, sapeva che l’oscurità
non gli faceva bene.
«Riesci ad avere un briciolo di fiducia in me?» chiese
Tsunade stancamente. «Sai che sto facendo tutto il possibile
per affrettare le cose...»
«Però...» Naruto si fermò, e si appoggiò
alla scrivania. Crollò la testa. «Maledizione!»
L’Hokage sospirò.
«Cambiando argomento... ho saputo che la squadra medica non
riesce a spiegarsi come tu possa controllare Kyuubi» disse
piano.
«E
chi se ne frega!» scattò lui. «A quello ci penso
io! E’ ovvio che quattro dottori idioti non riescano a capire cosa
c’è che non va: tutto va!»
«Tra
i ‘quattro medici idioti’ ci sono anche Sakura e Shizune, brutto
cretino» gli fece notare lei. «E comunque... non è
una cosa normale. Il sigillo che ti aveva impresso il quarto Hokage
serviva a controllare il potere della volpe; il suo chakra, ma anche
la sua capacità corrosiva. Ora che è scomparso, tu non
solo dovresti essere completamente sotto il suo controllo, ma
dovresti essere letteralmente distrutto»
Naruto rimase in silenzio.
Nel fondo della sua coscienza, sentì mormorare la voce della
volpe.
Ah... chissà come avrebbero reagito al villaggio se avessero
saputo che lui aveva stretto un patto con Kyuubi... se avessero
saputo ciò che le aveva permesso di avere...
«Finché sto bene non ci sono problemi, no?» disse
brusco dopo un istante. «Finché la controllo e sto bene,
è tutto a posto»
Tsunade sbuffò. «Sei un ragazzino cocciuto!» lo
accusò, additandolo. «L’ultima cosa che abbiamo
bisogno in questo momento è ulteriori problemi, immagino che
tu ne sia consapevole. Perché ti ostini a complicare le cose?»
«Non sto complicando niente!» insorse lui, indignato.
Prima che l’Hokage potesse ribattere, qualcuno bussò con
insistenza alla porta.
«Chi è?» chiese Tsunade irritata.
«Sono Shizune!» rispose la voce da fuori. «E’
urgente, un messaggio dalla Pioggia!»
L’Hokage drizzò le orecchie.
Dopo la ‘questione Itachi’, in quel villaggio era rimasta solo
Natsumi Muto, la sorella di Haruka... e lei era molto in ansia per
quella ragazzina, improvvisamente sola in un paese nemico.
«Entra» disse rapida, gettando un’occhiataccia a
Naruto. «E tu vai. La prossima volta continueremo il nostro
discorso»
«Ma Sasuke?» insisté lui, piccato.
«Di quello lascia che mi occupi io!»
Naruto strinse i denti, frustrato, e le voltò le spalle di
scatto. Mentre usciva, urtò malamente Shizune; non si fermò
nemmeno per chiederle scusa.
«Ahi...» fece lei portando una mano al braccio, mentre
lui usciva sbattendosi la porta alle spalle. «Accidenti... deve
essere proprio nervoso»
Tsunade sospirò.
Oh, eccome se era nervoso... aveva scoperto che Yondaime era suo
padre, aveva ucciso l’unico motivo che teneva in vita Sasuke,
vedeva Sakura allontanarsi ogni giorno di più, e probabilmente
lui stesso non stava bene come diceva.
Se lei fosse stata al suo posto, sarebbe già impazzita.
«Dammi il messaggio» disse tendendo una mano.
Prese il foglio di Shizune e fece scorrere lo sguardo sul codice che
ormai conosceva a memoria, ma che adesso era riportato da una mano
diversa.
E, alla fine, si lasciò sfuggire una fine imprecazione.
«Merda! Shizune, vai a chiamarmi Kakashi»
Il team Gai era il più unito della Foglia, in quel periodo.
Non c’era giorno che non si vedessero in giro assieme i tre jonin
che lo componevano, e spesso anche il loro capogruppo li
accompagnava, coinvolgendo Rock Lee in allenamenti sempre diversi e
sempre più assurdi.
Facevano una bella impressione, suscitavano sorrisi fiduciosi da ogni
parte.
Neji Hyuuga era una garanzia solo per il nome che portava: serio,
posato, e straordinariamente forte, era una persona su cui si poteva
contare. Rock Lee emanava entusiasmo da ogni poro, sbandierava il suo
amore per il villaggio ogni due secondi e spesso aveva momenti di
gentilezza inaspettata, che lasciavano piacevolmente stupite le
vecchiette che aiutava ad attraversare la strada. Tenten, l’unica
ragazza del gruppo, era l’elemento che equilibrava gli altri due,
il ponte tra l’euforia e la freddezza. Compensava la sostanziale
non eccezionalità delle sue tecniche con un buon cervello e un
sangue freddo invidiabile, e trovava sempre un compromesso quando il
gruppo si divideva per qualche motivo.
I più maliziosi, al villaggio, insinuavano che avesse una
cotta per il facoltoso Neji. E che Rock Lee, come nel più
classico dei triangoli, l’avesse per lei.
Poi c’era il maestro Gai, il dodicenne mai cresciuto che li guidava
con ‘il furore della giovinezza e la fiamma inestinguibile
dell’ardimento!’, l’eterno rivale del pacato Kakashi che
spendeva la sua vita nel tentativo di superarlo.
Ultimamente, da quando si erano sparse voci che affiancavano Kakashi
a Haruka Muto, l’eroina dell’ultimo combattimento, colei che
aveva rischiato la propria vita per salvare quella dei compagni della
Foglia, il suo obiettivo non era più soltanto quello di
superarlo nel combattimento: ora aveva deciso che doveva trovarsi una
donna.
«Se facesse qualcosa per quei capelli, magari qualche povera
disperata ci sarebbe anche...» mormorò Tenten irritata,
mentre trascorreva la sua seconda ora ferma sul muretto del parco. Le
braccia conserte e le gambe accavallate, muoveva ritmicamente il
piede e fissava malevola il suo maestro, impegnato in una discussione
con una giovane ragazza spaventata.
«Lui conquisterà la donna della sua vita con il fuoco
della giovinezza che arde nel suo cuore!» esclamò Rock
Lee, infervorato.
«E tu farai la sua fine...» mormorò Neji,
scuotendo la testa.
Tenten sbuffò. «Ma insomma, non c’è nessuna
missione da fare per noi?!» si chiese a voce alta, esasperata.
«Certo che c’è» rispose una voce divertita alle
sue spalle. «Ci sono sempre missioni da fare, ma non quando si
ha un maestro come il vostro»
Lei si voltò, seccata, e vide Kiba, Shino e Hinata che
sopraggiungevano.
«Cosa vuoi insinuare?» insorse Rock Lee. «Il
maestro Gai è il miglior ninja della Foglia dopo l’Hokage!»
«Mh. Si vede» commentò Kiba accennando alla scena
che si svolgeva poco più avanti. Il rumore sonoro di uno
schiaffo risuonò per tutto il parco. «E mentre voi
guardate le nuvole in cielo, i nostri portafogli si riempiono...»
ghignò, battendo una pacca sulla tasca rigonfia.
«K-Kiba...» mormorò Hinata, imbarazzata per lui.
«Noi aspettiamo missioni più importanti!» disse
Rock Lee, convinto.
«Aha» ribatté Kiba, sarcastico.
«Hn?» fece Neji, fulminandolo con lo sguardo. L’Inuzuka
arretrò di un passo. «Insomma, cosa volete?»
chiese irritato. I suoi occhi scivolarono su Hinata, e le rivolse un
cenno rispettoso; lei ricambiò timidamente.
«Noi... s-stavamo facendo una passeggiata» mormorò
la Hyuuga. «Siamo finiti qua per caso»
«Ehi, che magnifica idea!» esclamò Kiba
all’improvviso. «Shino, che ne dici di restare con Neji e
Rock Lee?»
«Ehi, e io chi sono?» protestò Tenten, mentre
Shino inarcava un sopracciglio perplesso.
«Ma sì, ma sì!» continuò l’Inuzuka,
gongolante. «Ti lasciamo qui e io e Hinata continuiamo la
passeggiata, eh? Guarda, è pieno di farfalle e deliziosi
insetti tutti per te! Allora a dopo, ci vediamo!»
Prima che qualcuno potesse anche solo aprire la bocca per protestare,
lui prese Hinata per le spalle e la trascinò via, insieme a un
Akamaru scodinzolante.
Shino rimase raggelato.
Tenten lo guardò di sottecchi.
«Guarda, forse ti è andata meglio così»
disse, cercando di consolarlo. «Piuttosto che reggere la
candela a quei due...»
«Come come?» se ne uscì Rock Lee. «Kiba e
Hinata? E da quando? Lei non era innamorata di Naruto?»
«Lei se ne sarà fatta una ragione, se non vuole soffrire
troppo» commentò Tenten stringendosi nelle spalle.
«Ormai Naruto sta con Sakura, lo sanno tutti»
Neji fece scivolare gli occhi su Rock Lee.
Nessuna reazione da parte sua.
Ma allora la sua cotta per Sakura era passata davvero?
«Bah...» fece Shino, offeso, e si sistemò gli
occhiali sul naso. «A questo punto me ne tornerò a
casa...»
Nessuno tentò di fermarlo. Povero ragazzo.
Mentre lui si allontanava, il maestro Gai tornò dal suo
gruppo, con una guancia rossa e dolorante.
«Accidenti... devo affinare la mia tecnica» borbottò
contrariato.
«Maestro, consiglio un parrucchiere» suggerì
Tenten.
«Cosa? E perché?» chiese lui senza capire.
Neji sospirò.
Talvolta si sentiva un pesce fuor d’acqua, in quel gruppo...
...Ma, d’altronde, non era a suo agio nemmeno tra gli Hyuuga.
Anche se ora i suoi rapporti con Hiashi erano migliorati, l’atmosfera
che regnava nella residenza principale era rimasta la stessa. Fredda.
Diffidente.
In fondo lui era solo un membro della casata cadetta... come osava
essere tanto in confidenza con il capo di quella principale? Come
osava allenarsi con lui? Come osava essere più forte di loro?
Si chiese cosa avrebbero detto se avessero conosciuto i piani di
Hiashi... e, mentre i suoi pensieri tornavano su quell’argomento, i
suoi occhi caddero nel punto in cui era stata Hinata fino a pochi
attimi prima.
«Neji... tu cosa penseresti di un capoclan che scegliesse
per succedergli non il ninja migliore, ma quello che più gli
fa comodo?»
«Come avete detto, padron Hiashi?»
«Rispondimi»
«Beh... lo riterrei uno sciocco»
«Mi fa piacere sentirlo; significa che la pensi come me»
«...Non capisco il motivo della domanda, padron Hiashi»
«Non è importante che tu capisca ora. Limitati a
rispondere. Dimmi ancora una cosa: che cosa ne pensi delle tue
cugine?»
«Cosa penso di Hinata e Hanabi?»
«Sì. Quale delle due riterresti migliore per
succedermi?»
«Beh... Hinata è l’erede... la
primogenita. Ma Hanabi è una ninja più forte.
Tuttavia... ritengo che per governare un clan non sia necessaria
tanto la forza, quanto la comprensione, la capacità di
valutazione e la capacità di scendere a compromessi.
Personalmente, se fossi in voi e dovessi scegliere, credo che alla
fine opterei per Hinata»
«Mh... Però Hinata avrebbe bisogno di qualcuno
accanto. Una persona che fosse più severa di lei, che la
guidasse e l’aiutasse nel momento in cui si trovasse in difficoltà»
«Indubbiamente le sarebbe d’aiuto»
«Sono lieto di sentirtelo dire. Perché ho pensato a
te per questo ruolo»
«Come? Perdonatemi padron Hiashi, ma non credo di capire...»
«Sto dicendo, Neji, che ho intenzione di farti sposare
Hinata»
«Ehi, sei tra noi?»
Due dita schioccarono davanti al suo naso, riportandolo bruscamente
alla realtà. Tenten, a pochi centimetri dal suo viso, gli
gettò un’occhiataccia e sbuffò.
«Guarda che stiamo andando» gli fece notare, accennando a
Gai e Rock Lee, già oltre. Per qualche incomprensibile
ragione, avanzavano su una mano sola.
«...Arrivo» mormorò, ormai rassegnato.
Si alzò dal muretto e li seguì in silenzio.
Mentre camminava, posò gli occhi sulla schiena di Tenten.
Se lei avesse saputo dei piani di Hiashi... come l’avrebbe presa?
«N-Non è stato affatto carino lasciare Shino da solo!»
protestò Hinata, quando ormai lei e Kiba erano ad almeno tre
strade di distanza.
«Eh? E perché?» ribatté lui allegro. «Era
pieno di insetti lì. E poi c’era il gruppo del maestro Gai,
non era mica solo!» Akamaru abbaiò, girandogli intorno,
e corse avanti ad annusare un angolo. «Oh, io ti devo un
takoyaki, vero?» ricordò il suo padrone all’improvviso.
Hinata arrossì bruscamente.
«M-Ma non devi, non è il caso...!» balbettò
impacciata.
Perché era finita da sola con Kiba?
Odiava quel genere di
situazioni... si sentiva sempre fuori luogo, a disagio...
«Oh
beh, già che ci siamo offro comunque!» insisté
lui, adocchiando – casualmente
– il banchetto dei takoyaki poco più in là. «Vieni!»
La afferrò per la mano, provocando il suo ennesimo
arrossimento furioso, e corse fino alla bancarella. Una volta
arrivati, Hinata liberò la mano in fretta.
“Tsk”
pensò lui rendendosene conto.
«Tre porzioni di takoyaki,
grazie» ordinò, facendo finta di niente.
Hinata rimase ad aspettare
accanto a lui, torcendosi nervosamente le mani, e si rese conto che
tutta la situazione era... sbagliata. Che l’atmosfera era
sbagliata. Che la sua stessa presenza lì, con lui, era
sbagliata.
Kiba prese il cibo che il
venditore gli porgeva e gliene tese una parte.
«Tieni. Mangiali, finché
sono caldi» le consigliò con un sorriso. «Akamaru,
vieni qui! Ne ho presi anche per te!»
Il cane si avvicinò
festante, agitando la coda per aria, e Hinata si trovò con un
cartoccio di polpette di polipo bollenti in mano e una gran
confusione in testa.
«Guarda, là ci sono
delle panchine» disse Kiba additando dall’altra parte della
strada. «Andiamo a sederci»
«M-Ma...» tentò
di protestare Hinata, e ancora una volta restò inascoltata,
mentre Kiba partiva da solo, con il preciso scopo di demolire ogni
suo tentativo di rifiuto. In un attimo fu dall’altra parte della
strada, pronto ad occupare la panchina, e si girò a guardarla.
«Vieni!» la incitò,
con il suo miglior sorriso.
Lei arrossì e sospirò,
cedendo.
Lo raggiunse, mentre Akamaru si
infilava sotto la panchina e divorava i takoyaki che gli lasciava
cadere il suo padrone, e si sedette il più lontano possibile.
«Non li hai ancora
toccati!» si indignò Kiba, scivolandole immediatamente
accanto. «Guarda che si raffreddano!»
Inaspettatamente, si tese su di
lei e rubò una polpetta dal suo cartoccio. Hinata si irrigidì
quando la testa di lui fu a pochi centimetri dal suo viso, e
trattenne il fiato finché non si fu allontanato di nuovo.
«Mh. Sono ancora tiepidi»
commentò Kiba sacrificando il bottino della sua azione
temeraria, che ovviamente non aveva nulla di casuale, ancora una
volta.
Hinata non riuscì ad
aprire la bocca per ribattere. Lui lottò con l’istinto di
lanciare via i suoi takoyaki e urlarle in faccia che quello era un
maledetto appuntamento, e che lui forse non riusciva più a
fare il bravo ragazzo. Akamaru leccò coscienziosamente le
ultime briciole da terra.
«Senti...» iniziò
l’Inuzuka, determinato a imbastire un argomento che fino a quel
momento si era guardato bene dall’iniziare. E sul più bello,
mentre Hinata gli lanciava uno sguardo spaventato e si faceva un po’
indietro, lui si distrasse.
«Ma
quello non è il maestro Kakashi?» chiese basito,
vedendolo avanzare lungo la strada accompagnato. «Che ci fa con
una donna?»
Hinata si sentì avvolgere
da una sconfinata ondata di sollievo.
Il suo cuore agitato rallentò,
ringraziando silenziosamente la causa dell’interruzione di Kiba, e
le mani che stringevano angosciate i takoyaki si rilassarono
notevolmente.
Per quanto non amasse ammetterlo,
sapeva di cosa lui voleva parlarle. Lo aveva intuito, da qualche
tempo... e aveva paura.
Non voleva ferire Kiba. Ma non
voleva neanche ferire sé stessa.
Era stupido, stupido e
masochista... ma lei ancora non aveva occhi che per Naruto. Lui e
solo lui.
E,
se Kiba avesse parlato, lei temeva che, questa volta, il coraggio per
dire no
lo avrebbe trovato eccome.
«Aspetta, io quella la
conosco» continuò lui, senza accorgersi del suo evidente
sollievo. «Fa parte della squadra medica, è una certa
Rin... una in gamba»
«D-Davvero?» chiese Hinata,
fingendosi interessata al discorso. «B-Beh, ma... è
normale. Il maestro Kakashi ha una certa età... E’ ora che
si sistemi...»
«Guarda che avrà si e no
trent’anni» borbottò Kiba. «Ehi, guarda! Lei sta
ridendo! E quella è la risata delle ragazze che ci stanno!
Pazzesco!»
«N-Non sta bene spiarli
così...» mormorò Hinata, vergognosa. Akamaru tese
il muso verso il suo cartoccio di takoyaki. Ma a metà strada
drizzò le orecchie, e voltò il muso annusando l’aria.
Abbaiò.
«Uh? Che c’è?»
fece Kiba, seguendo la direzione dei suoi occhi.
Lungo la strada un’altra donna
sopraggiungeva di corsa, trafelata.
«No, non ci credo...»
borbottò Kiba accigliandosi. «Ma perché anche
l’assistente del quinto Hokage gli corre incontro? Quale trucco
usa?»
Hinata decise di cogliere la
palla al balzo. Di scatto, gli piazzò i Takoyaki in mano e
sfoderò uno sguardo determinato come poche volte le si era
visto.
«Non ti preoccupare Kiba,
i-il mondo è pieno di ragazze! Anche tu troverai quella
giusta!» esclamò convinta, fissandolo dritto negli
occhi. «O-Ora devo andare, ci vediamo domattina!»
Sorrise veloce, alzandosi in
fretta e furia, e prima che Kiba si riprendesse dallo shock e
richiudesse la bocca, lei si era già allontanata.
L’Inuzuka guardò
tristemente il cartoccio ormai freddo, e crollò il capo.
«Tieni, Akamaru...»
mormorò tristemente, lasciandogli le polpette.
“E
questo? L’avrà fatto apposta o no?” si chiese, per la
prima volta dubbioso.
Hinata, che fuggiva veloce,
strinse le mani al petto.
“Mi
dispiace, Kiba... mi dispiace tanto” disse a sé stessa. “Ma
è meglio per tutti e due se non inizi mai quel
discorso”
Indietro, mentre né lui né
lei guardavano, Kakashi e Shizune avevano lasciato Rin per dirigersi
veloci verso il palazzo dell’Hokage...
«E’ un maledetto casino» se ne uscì Tsunade
quando entrambi furono nel suo studio. «Riguarda Haruka Muto»
Kakashi si accigliò.
«Prima di tradire la Pioggia, aveva nascosto in casa alcuni
importanti documenti che avrebbe dovuto inviarci a breve, documenti
che era riuscita a prelevare a rischio della vita quando vi siete
incontrati per la prima volta» continuò l’Hokage,
rapida. «Il problema è che ora là sono
sospettosi, e hanno deciso di rivoltare la casa come un calzino alla
ricerca di qualunque informazione compromettente. Noi abbiamo bisogno
di quei fogli prima che loro se li riprendano»
«La sorella di Haruka non può fare qualcosa?»
domandò Kakashi.
«E’ un miracolo se Natsumi non è sospettata di
tradimento insieme a Haruka» sbottò Tsunade. «E in
ogni caso una settimana fa hanno dovuto asportarle la milza, ed è
ancora confinata in ospedale»
«Quindi devo andare a prendere quei fogli?» chiese lui.
«Esatto. Sei stato in quel villaggio la settimana scorsa, se
c’è qualcuno che sa come muoversi in questo momento sei tu»
«Ma avranno aumentato la sorveglianza...»
«E tu sarai solo, senza l’impiccio di tre ragazzini ansiosi.
Siete pari»
«Perchè non mandare la figlia dei Muto?» propose
Shizune, intervenendo. «E’ rischioso, me ne rendo conto, ma
lei potrebbe muoversi ancora meglio di Kakashi...»
«Tu credi davvero che io sia libera di disporre di quella
ragazza?» Tsunade sbuffò. «E’ il consiglio che
decide come e quando lei si deve muovere. Nonostante le garanzie di
Ibiki, loro non sono affatto sicuri della sua buona fede, e la
tengono praticamente agli arresti domiciliari. Non accetterebbero mai
di rimandarla indietro, neanche per cinque minuti; figuriamoci per
una missione così importante»
Shizune corrugò la fronte. «Ma infiltrarsi nel villaggio
della Pioggia in questo momento è quasi un suicidio... la
settimana scorsa gli abbiamo distrutto un quarto dell’abitato, sono
in allarme, hanno triplicato i controlli...»
«E infatti non è un caso che io abbia chiamato Kakashi»
ribatté l’Hokage. «Evidentemente ritengo che sia in
grado di portare a termine questo compito»
Lui, che fino a quel momento era rimasto in silenzio, prese la
parola.
«Lo farò» si limitò a dire, impassibile.
Shizune serrò le labbra.
«Bene. Allora ti do i dettagli della missione»
Per i dieci minuti successivi, mentre Tsunade spiegava a Kakashi dove
e cosa doveva cercare, lei rimase rigida e immobile, in piedi accanto
a lui. Alla fine furono entrambi congedati, ed uscirono dall’ufficio
insieme.
«E’ una follia» sbottò Shizune non appena furono
fuori. «Non riuscirai mai ad entrare nel villaggio!»
«Non pensi di sottovalutarmi un po’?» ribatté
lui, vagamente deluso.
Lei, contro ogni sua aspettativa, arrossì.
«Senti... Stai attento» mormorò veloce. E poi,
evitando il suo sguardo, si allontanò rapida lungo il
corridoio.
Kakashi rimase impalato davanti alla porta.
Ehi, ehi... cos’era quella novità?
Perché da una settimana a quella parte tutte le donne in età
da marito avevano iniziato a guardarlo con occhi adoranti? Che
diavolo stava succedendo?
La guardia che presidiava l’ufficio dell’Hokage lo squadrò,
appoggiata al muro.
«Complimenti per la conquista» ghignò, con un
cenno.
Kakashi sbatté le palpebre, perplesso.
Non andava affatto bene.
Così non andava, no.
Per niente.
Fermo sulla sommità di una rampa di scale stretta e buia,
Naruto teneva una mano sulla maniglia della porta e lasciava che la
luce illuminasse almeno i primi gradini.
Come era arrivato fin lì?
E perché sapeva che quello era il luogo in cui tenevano
rinchiuso Sasuke?
Si guardò alle spalle; era in una zona del villaggio che non
conosceva bene, davanti a una specie di capanno per gli attrezzi
circondato da un giardino selvaggio. Non riusciva nemmeno a vedere la
strada, da lì. Il silenzio che lo circondava era totale,
interrotto solo dal canto dei grilli e delle cicale, e il suo respiro
risuonava in maniera sinistra.
Perché non ricordava come era arrivato lì?
Quale mano aveva abbassato la maniglia che stringeva?
Deglutì, nervoso. Dal fondo delle scale non proveniva un
suono, ma soltanto un sibilo di aria fredda e odorosa di muschio. Il
cuore gli rimbombava nelle orecchie.
“Cosa
stai aspettando?”
gli chiese la voce suadente della volpe, sussurrando al suo orecchio.
“Non
volevi vederlo?”
“Tu...
c’entri qualcosa?” chiese lui, la gola riarsa.
Una risata gorgogliò a
livello del suo stomaco.
“Limitati
a ringraziarmi, ragazzino. Non fare domande, se non vuoi risposte
spiacevoli”
Naruto deglutì a vuoto.
“Cosa
hai fatto?” insisté, aumentando la stretta sulla maniglia.
“Ti
ho dato una mano... Una grossa mano. E’ bastato fare le domande
giuste alle persone giuste”
Davanti
ai suoi occhi sfilarono per un istante immagini che non ricordava di
aver mai visto: un volto spaventato. Una mano, la sua
mano,
premuta contro il muro accanto a quello stesso volto. Una minaccia.
Il proprio stesso ghigno riflesso negli occhi del ninja che annuiva
frenetico. Un ghigno malevolo. E
occhi azzurri. I
suoi.
«Cosa
vuol dire?» chiese a voce alta, con il cuore accelerato. «Cosa
sta succedendo? Che
diavolo stai combinando?»
Kyuubi ringhiò piano.
“Ti
facilito le cose”
rispose minacciosa. “E
faresti bene a dire grazie e basta. Non volevi vedere l’Uchiha? Non
lo volevi disperatamente?”
Naruto ripensò agli ultimi
sette giorni.
Erano
successe così tante cose... aveva saputo di suo padre, e
Sasuke era tornato... poi aveva detto a Sakura di chi era figlio. Lei
aveva spalancato incredula quei suoi occhi verdi, sbalordita, e lui
si era offeso per la sua meraviglia. Poi c’erano state le scuse. I
sorrisi. Le congratulazioni. Per un giorno avevano dimenticato tutto
ciò che non fosse ‘loro’...
Ed erano tornati a scaldare quel letto che sembrava tanto freddo.
Non era durata molto.
La mattina dopo Sakura si era
risvegliata cupa e taciturna, con la testa tra le nuvole... e lui
sospettava che fosse per Sasuke.
Perché
lei, in qualche modo... si sentiva in
colpa.
Ma non avrebbe saputo dire da
dove gli venisse questa consapevolezza, e ogni volta che ci pensava
udiva un rumore di fondo che disturbava le sue supposizioni, come un
brontolio basso che assomigliava tanto alle fusa di un gatto...
Spalancò gli occhi.
Sentì una risata bassa nel
profondo.
«Tu...» mormorò,
con voce a malapena tremante. «Che cosa mi stai facendo?»
“Ringrazia
e scendi questi maledetti gradini...”
rispose la volpe. “Non
sei qui solo per lei, per dirle che lui sta bene. Sei qui perché
anche tu vuoi vederlo. Perché non ti va giù di aver
distrutto il suo sogno, e perché ricordi il suo sguardo
apatico e vorresti dargli un pugno. Quindi smetti di esitare con un
piede su e uno giù, e vai”
Naruto esitò.
Da quando Kyuubi lo conosceva
meglio di lui stesso?
Deglutì, a vuoto, e poi
lasciò la maniglia.
Decise che ci avrebbe pensato
dopo.
Ora sarebbe sceso per quelle
scale.
Nel prossimo capitolo:
Ansante, Sasuke gettò un’occhiata malevola a Naruto.
«Vattene» gli intimò, distogliendo gli occhi.
«Non voglio stare nella stessa stanza in cui sei tu»
Il pugno si abbatté sulla parete accanto alla sua testa, a
meno di dieci centimetri di distanza.
Naruto, cui occhi ora erano screziati di cremisi, ringhiò
a voce bassa.
«E invece dovrai sopportare la mia presenza ancora un po’»
minacciò, mentre frammenti di intonaco si staccavano dal
cemento crepato e cadevano a terra frusciando. «Perché
tornerò qui ogni giorno, finché non avranno deciso di
liberarti... e ti impedirò di lasciarti morire. A costo di
romperti ogni singolo osso»
* * *
* ȣ * * *
*
Spazio autore
Ahh, la mia piccola Kyuubi inizia a folleggiare...! XD
E finalmente introduco anche l'argomento Hinata... poveretta, circondata da ogni lato, mira ancora al vecchio obiettivo!
Come avete visto, ho ricominciato a puntare il dito sugli altri ninja di Konoha, che avranno ognuno la loro parte;
per vedere all'opera anche il Team Kurenai, però, dovrete aspettare ancora un po'!
(Ehh, Shikamaru...)
Aggiornamento non rapido come al solito, ma non avendo più internet a casa le cose andranno così da ora in poi.
Dovrete aspettare le vacanze per vedere di nuovo i vecchi ritmi!
Voi non smettete di commentare, comunque, perché troverò sempre il tempo e il modo di rispondervi!
E, a proposito... giusto per tenervi informati... domani ho il primo esame all'università!
Surprise Surprise!
A causa del ritardo, oggi doppio aggiornamento!
Siete gentilmente pregati di lasciare DUE commenti, uno per ogni capitolo
(eh sì!),
in modo tale che io non mi deprima e possa darvi il prossimo sabato!
Ah, le risposte ai commenti sono di là! ^^
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Capitolo 21 *** Rabbia, ansia, rimorso, delusione ***
Naruto-21
Capitolo ventunesimo
Rabbia, ansia, rimorso, delusione
Il buio era assolutamente impenetrabile, esattamente come si era
aspettato.
Naruto cercò a tentoni un interruttore, accanto alle scale che
aveva appena disceso, e quando lo trovò lo premette. Con una
scintilla e uno schiocco ovattato una lampadina dalla luce giallastra
si accese nel centro del soffitto, diffondendo un alone malato per la
stanza.
Era un locale quadrato, squallido, completamente in cemento. Su una
parete c’erano le tracce di una vecchia finestrella ora murata, ma
l’aria puzzava di stantio e il freddo pungente penetrava nelle
ossa, nonostante ormai si fosse alla metà di giugno.
In un angolo era sistemato un materasso. Lì accanto un vassoio
di cibo, intatto.
Con la schiena appoggiata al muro e il mento contro il petto, Sasuke
era immobile.
Naruto vide che gli avevano dato degli abiti nuovi, bianchi... così
inadatti a lui. Così simili al kimono di Orochimaru.
Sasuke stava bene con il nero, e una spruzzata di bianco e rosso.
Come la maglia che indossava a dodici anni, quella con il simbolo
della sua casata sulla schiena.
E invece ora vestiva di bianco... e viveva nelle tenebre.
Era tutto troppo simile a quando Sasuke era allievo di Orochimaru...
...e a Naruto non piaceva per niente.
«Guarda come ti sei ridotto...» mormorò,
accigliato.
Sasuke non si mosse.
Lui posò gli occhi sul cibo intatto. Poi vide un polso che
spuntava dalla manica della maglia, e constatò che era
dimagrito.
«Hai intenzione di lasciarti morire?» chiese aspro.
Ancora nessuna risposta.
In un impeto di rabbia Naruto fu su di lui, inginocchiato sul
materasso troppo duro, e lo costrinse ad alzare la testa e guardarlo.
La sua mano si serrò sul bavero della sua maglia.
«Ti ho fatto una domanda!» gridò, a due passi dal
suo viso.
Gli occhi neri di Sasuke, vacui, si posarono su di lui con il massimo
disinteresse.
«...Che vuoi?» chiese, con la voce roca di chi è
abituato a non parlare da molto tempo.
«Voglio sapere cosa stai combinando!»
Un ghigno vuoto si disegnò sulle labbra del moro.
«Niente.
Pensi
che qui dentro ci sia qualcosa da fare? O che ci sia ancora qualcosa
che io voglia
fare?»
rispose in un sibilo.
Le pupille di Naruto si assottigliarono, assumendo le sembianze di
quelle di un felino.
«Stronzate»
ringhiò furente, e la volpe fu ben lieta di unirsi a lui. «Non
sei mai stato il tipo che si arrende così facilmente! Hai
inseguito Itachi per anni e anni, anche se sembrava più forte
di te! Tu non getti mai la spugna!»
«E’
questo il punto» ribatté l’Uchiha, e i suoi occhi si
tinsero di un barlume di vita. «Lui era
più
forte di me. E sei stato tu
a ucciderlo. Non
io»
«Quindi è questo il tuo problema?» sbottò
il biondo. «E allora, se questo è il problema, dimmi
cosa avresti fatto se lo avessi ucciso tu!»
Silenzio.
Sasuke si accigliò impercettibilmente.
«Non lo sai, vero?» continuò Naruto, implacabile.
«E allora te lo dico io: saresti finito esattamente così,
come sei ora. Tu non ti sei mai posto il problema del dopo, hai
sempre parlato di uccidere Itachi, ma mai di cosa sarebbe successo
una volta che lui fosse morto! Non ti è mai interessato!»
la stretta sugli abiti dell’Uchiha aumentò. «Non ti è
mai fregato niente di te stesso, hai solo e soltanto voluto vendicare
il tuo maledetto clan! Ma non hai mai pensato a cosa ne sarebbe stato
di te, dopo!»
Sasuke distolse lo sguardo, suo malgrado turbato.
Era vero.
Non
aveva mai riflettuto su un ipotetico ‘dopo
Itachi’...
Ricordò
cosa aveva pensato quando le dita del fratello si erano serrate
attorno alla sua gola: forse
lo aveva sempre saputo... ci aveva sperato...
Che avesse previsto di non uscire vivo dallo scontro?
Che, dentro di sé, fosse stato sicuro che lui e Itachi si
sarebbero annientati a vicenda?
«Avrei potuto non ucciderlo» mormorò Naruto dopo
una pausa, lasciandolo andare all’improvviso.
Gli occhi di Sasuke saettarono nei suoi, e li trovarono di nuovo
normali.
«...Avrei
potuto limitarmi a salvarti» continuò lui, ricordando il
momento in cui aveva affrontato per l’ultima volta Itachi. «Ma
se lo avessi fatto... saresti stato tu a ucciderlo. E io non potevo
permettere che ti rovinassi con le tue stesse mani... non potevo
permettere che ti restasse quell’omicidio sulla coscienza per
sempre»
«E quindi... te ne sei sobbarcato il peso?»
domandò l’Uchiha, con un mezzo ghigno sarcastico. «Non
farmi ridere»
ringhiò subito dopo, e con un gesto stanco della mano spinse
Naruto indietro. «Lui doveva essere la mia vittima. Doveva
morire per mano mia! Era il mio avversario, il mio unico
avversario! Avevo risparmiato tutti i ninja che avevo incontrato,
perché le mie mani dovevano colpire solo lui! E
tu me l’hai portato via!»
Ansante, Sasuke gettò un’occhiata malevola a Naruto.
«Vattene» gli intimò, distogliendo gli occhi. «Non
voglio stare nella stessa stanza in cui sei tu»
Il pugno si abbatté sulla parete accanto alla sua testa, a
meno di dieci centimetri di distanza.
Naruto, cui occhi ora erano screziati di cremisi, ringhiò a
voce bassa.
«E invece dovrai sopportare la mia presenza ancora un po’»
minacciò, mentre frammenti di intonaco si staccavano dal
cemento crepato e cadevano a terra frusciando. «Perché
tornerò qui ogni giorno, finché non avranno deciso di
liberarti... e ti impedirò di lasciarti morire. A costo di
romperti ogni singolo osso»
Sasuke gli lanciò un’occhiata vuota.
«Ho già sentito queste parole» mormorò
freddo.
E poi smise di guardarlo del tutto.
Lasciò ricadere il mento sul petto, una mano appoggiata al
ginocchio, la schiena contro il muro... e i capelli andarono a
coprirgli il volto.
Naruto strinse i denti.
“Maledizione!”
imprecò dentro di sé, alzandosi in piedi di scatto.
Furioso, con sé stesso e
con Sasuke, raggiunse le scale e le risalì a passo pesante.
“Non
mi arrenderò” si ripromise. “Non lo farò mai.
Perché questo è ciò in cui credo!”
La volpe, nel suo abisso di
oscurità, sorrise sorniona.
“Rabbia...
che sentimento delizioso”
Il frammento di luce da cui
osservava il mondo si faceva più grande di giorno in giorno...
I raggi del sole attraversavano
la stanza tenui, stemperati dalle tendine chiare, e andavano a
illuminare le lenzuola bianche del letto.
Un leggero fruscio di carta
riempiva l’aria, e la polvere danzava lenta nella luce.
«Ottimo» disse
Shizune con un sorriso. «Se escludiamo la gamba rotta, sei
praticamente guarito»
Sai ricambiò il sorriso
con uno dei suoi, freddi e impassibili.
«Bene» commentò.
«Allora potete dimettermi?»
«Direi di sì»
commentò lei, rimettendo al suo posto la cartella che aveva
sfogliato. «Ma dovrai tornare qui per un
controllo al braccio. E, naturalmente, anche per quella gamba»
«Va bene» annuì
lui.
Shizune spostò gli occhi
sul blocco da disegno che giaceva sul comodino.
«Finalmente avrai qualcosa
di diverso da disegnare» disse.
Prima che lui potesse ribattere,
si sentirono dei colpi leggeri alla porta.
«E’ permesso?»
chiese Sakura, entrando. «Ah, c’è una visita?»
«No, entra pura» la
rassicurò Shizune. «Sono solo venuta a comunicargli che
lo dimettiamo»
«Così presto?»
si sorprese lei, facendosi avanti. Tra le mani stringeva un blocco da
disegno nuovo, e un giglio bianco.
«Siamo rimasti stupiti
anche noi» l’assistente di Tsunade si strinse nelle spalle.
«Kiba ha detto che quando è caduto era in fin di vita,
per cui... evidentemente il merito è tutto tuo»
Sakura arrossì
leggermente.
E dire che quando si era occupata
di Sai aveva la testa da tutt’altra parte...
«...Ti
ho portato questo» disse rivolgendosi a lui, e glissando sul
complimento di Shizune. Gli tese l’album. «Ho pensato che
poteva esserti utile, anche se ormai ti hanno dimesso... Ah, e poi ho
anche questo» tolse la carta argentata che avvolgeva lo stelo
del giglio e lo mise nel vaso vuoto sul comodino. «Che, a voler
vedere, è assolutamente
inutile,
adesso. Credevo che avrebbe potuto essere una buona variazione di
soggetto...»
Shizune sorrise, guardandola.
Al suo occhio di medico non sfuggì il leggero pallore del
viso, ma Sakura sembrava più in forma di quanto lei e Tsunade
si aspettassero.
«Ora scusatemi, ho altri pazienti che mi aspettano» disse
per congedarsi. «Sakura, tu puoi restare quanto vuoi, anche se
non è orario di visita» le strizzò l’occhio.
«Grazie» replicò lei con un sorriso.
Shizune salutò anche Sai, e poi li lasciò soli.
Calò un lungo istante di silenzio.
«Quindi... non sapete ancora dove tengono Sasuke?» chiese
lui dopo un po’.
Sakura si incupì, e scosse la testa.
«Naruto è stato dalla maestra Tsunade anche ieri, ma lei
non gli ha detto niente» mormorò. «E poi è
rimasto via tutto il pomeriggio, credo a sbattere testate da qualche
parte»
«Sì, sarebbe tipico di lui» replicò Sai.
Sakura si morse il labbro inferiore, incerta.
«Io... credo che lui non stia bene» si lasciò
sfuggire alla fine. «Che... ci sia qualcosa che non va»
«Cosa intendi?»
«...Mentre tu eri svenuto, la settimana scorsa, sai che sono
successe un po’ di cose. Sai che è ‘morto’, no? Beh...
quando è successo, Madara Uchiha ha... sciolto il sigillo
della volpe a nove code. Ma ora lei è ancora dentro di lui.
Senza nessun tipo di barriera... e io... sì, sono un po’
preoccupata...»
Sai, accigliandosi appena, la guardò.
«Sei preoccupata perché hai paura che il chakra della
volpe lo danneggi, o perché hai paura che lui possa cambiare?»
chiese poi, con il tatto inesistente che era la sua principale
caratteristica.
Lei arrossì bruscamente.
«La volpe è un demone» disse secca, stringendo i
pugni. «E’ malvagia. Non potrà mai influenzarlo
positivamente...!»
Ricordava l’inizio della loro missione nel Paese della Pioggia,
quando lei era stata l’unica a pensare che Naruto non facesse bene
ad accettare con tanta facilità Kyuubi. Ora era successo
esattamente ciò che temeva: sebbene lui le avesse assicurato
mille volte che la volpe era pressoché inoffensiva, che era
abbastanza forte per tenerla a bada, che non c’era nulla di cui
preoccuparsi... lei non poteva fare a meno di sentirsi in ansia.
Prima il demone era imprigionato nel corpo di Naruto.
Ora lo condivideva con lui.
C’era una sottile differenza in quel ragionamento... e non in bene.
Sai rifletté per qualche attimo, prima di parlare.
«Io non
credo che ci sia da preoccuparsi» se ne uscì alla fine.
«Naruto è in gamba, sa quello che fa. Se dice di
poter controllare la volpe, io gli credo. E poi... è o non
è
il figlio del grande Yondaime?»
«Shh!» lo zittì Sakura al volo. «Non dirlo a
voce tanto alta, se passasse qualcuno fuori dalla porta? Sai che lui
non vuole che la notizia circoli»
«Ah, è vero. Chissà perché, poi...»
Lei sapeva perché.
Perché Naruto voleva guadagnarsi il rispetto altrui con le sue
sole forze, con le sue azioni. Non con un cognome famoso.
Anche se... al tempo stesso sapeva che era stato allettato dall’idea.
Che aveva fantasticato su una vita diversa, una vita più
facile...
Sospirò, cupa.
Le cose non stavano andando affatto bene, in quel periodo. Tra Naruto
e Sasuke, lei si scopriva sempre più spesso a svegliarsi in un
bagno di sudore e con dei gran mal di testa.
E la persona che avrebbe potuto capirla e consigliarla, la persona
che, per assurdo, lei avrebbe voluto sentire a quel proposito... era
in missione. Già, Kakashi era tornato nel Paese della Pioggia,
dato che Haruka aveva dimenticato indietro un pezzo.
E lei non aveva il coraggio di mostrare una simile debolezza a
Tsunade... la fortissima, rigidissima e perfetta Tsunade idealizzata
che in quel momento era l’unica immagine di lei che avesse in mente...
“Dobbiamo
imparare a cavarcela da soli” si disse, dandosi una scrollata.
“Ormai siamo adulti, non possiamo sempre contare sul maestro
Kakashi per ogni minimo problema” sorrise di sé, scuotendo
la testa. “Tra tutte le persone che potrebbero essere la mia
guida... sono andata a beccare lui. Qualcuno potrebbe prenderla in
modo strano...”
Ma, per quel che la riguardava,
il pericolo ‘cotta per il maestro’ era assolutamente lontano.
Aveva già troppi problemi
con i compagni di squadra...
Bloccò il pensiero a metà,
interdetta.
No. No, lei non aveva problemi
con i compagni di squadra.
Lei amava Naruto.
Lei amava Naruto.
«Sakura?» Sai la
richiamò alla realtà, facendola sussultare. «C’è
qualcosa che non va? Sei in silenzio da dieci minuti»
«Ah...
niente»
rispose lei in fretta. «Stavo pensando che la mia settimana di
pausa è finita, e devo andare a vedere se hanno qualche
missione per me» stiracchiò un sorriso. «Ora ti
lascio riposare, va bene? Ci vediamo fuori di qui»
Da qualche giorno Jiraya era
pensieroso.
Seduto al bancone del suo bar
preferito, con una bottiglia di sakè davanti e il braccio
legato al collo, centellinava il liquore nel bicchierino senza berlo.
Neanche una settimana prima, di
ritorno dalla missione alla Pioggia, Naruto si era presentato alla
sua porta chiedendogli di Minato.
Al di là della sorpresa
per la richiesta e del leggero dolore che lo aveva colpito nel
ricordare il suo vecchio allievo, era rimasto stupito e preoccupato
dal racconto di Naruto.
Quindi i suoi assurdi sospetti si
erano rivelati sorprendentemente esatti, alla fine.
Madara Uchiha... era un nome che
lui aveva sentito qualche volta sulle labbra di Orochimaru, quando
erano ancora compagni. Per questo aveva pensato a lui nella faccenda
di Kyuubi. Per questo nella sua mente aveva iniziato a baluginare
l’idea che qualcuno avesse completato la Tecnica Proibita...
Scosse la testa, buttando giù
il sakè in un sol colpo.
Il mondo stava impazzendo.
Le confortanti regole che lo
avevano governato fino a quel giorno stavano crollando una a una...
anche la morte non era più una costante. E, dopo aver sentito
di Kabuto Yakushi e della fine che aveva fatto, si disse che in fondo
avrebbe dovuto aspettarselo.
Era successo all’incirca un
anno e mezzo prima, e a dire il vero erano solo voci.
Sembrava che Kabuto, trapiantati
i resti di Orochimaru nel suo corpo, avesse finito per impazzire. Due
coscienze si contendevano la sua mente e la sua carne, e lui non
aveva retto.
Qualcuno diceva che fosse esploso
come un macabro palloncino, qualcun altro che fosse sparito nelle
profondità di una foresta urlando, altri ancora che si fosse
ucciso.
In ogni caso, l’Orochimaru che
era cresciuto con lui aveva smesso di esistere già da molto
tempo...
“Naruto...”
si trovò a pensare, cupo. “Non lasciare che Sasuke si
allontani. Te ne pentiresti per tutta la tua vita...”
E lui lo sapeva bene.
Miracolosamente, era riuscito a
entrare nel villaggio della Pioggia.
Nascosto sotto le mentite spoglie
di un mercante, Kakashi camminava curvo lungo un vicolo buio.
Accennava anche a una camminata un po’ zoppa, per completare
l’illusione.
Come avevano previsto alla
Foglia, i controlli al confine si erano triplicati. Anche il
passaggio che aveva usato per entrare con la sua squadra ora era
stato riparato e posto sotto sorveglianza, e lui aveva dovuto
infilarsi nelle acque putride di un torrente fangoso e procedere in
apnea per non sapeva neanche quanto. Quando ne era uscito, aveva
provato un moto di insopprimibile irritazione per i ninja della
Pioggia che avevano deciso di perlustrare la casa di Haruka,
costringendolo a quella maledetta trasferta.
Ma ora le cose andavano molto
meglio.
Ora era asciutto – e anche le
strade lo erano, da quando la pioggia aveva smesso di cadere – ed
era dentro. Anzi, era a pochi passi dalla casa di Haruka.
Si fermò all’angolo
della strada e sbirciò verso l’alto da sotto il cappello a
tesa larga – inutile, ora che il clima era cambiato. Davanti ai
suoi occhi stava un condominio alto e grigio, dalle finestre tutte
uguali. Sapeva che l’appartamento di Haruka era al primo piano, il
che voleva dire che in caso di fuga precipitosa non avrebbe avuto
grossi problemi, e sapeva che poteva entrarci attraverso la terza
finestra da sinistra, quella nascosta in una rientranza della parete.
Si liberò dei suoi abiti
da mercante, ora che non servivano più, e agile raggiunse un
punto da cui la finestra fosse visibile.
Guardò in strada. Passava
qualche persona, ma tutti erano distratti e fissavano i propri piedi.
Gli ci volle meno di un istante
per balzare fino all’obiettivo e aggrapparsi al davanzale, e ancora
meno per incidere il vetro della finestra, farlo saltare via e aprire
dall’interno. In pochi secondi era dentro, silenzioso e invisibile.
Se aveva pensato che il bagno
fosse buio, quando mise piede nel salotto capì che l’oscurità
era una condizione generale di quella casa. Le finestre erano poche e
strette, e se la luce che entrava ora era così poca, quando
ancora nel villaggio pioveva sempre doveva essere al limite della
sopportazione visiva. Attese per qualche minuto che il suo occhio si
abituasse alla penombra, e lentamente cominciò a distinguere i
mobili e l’arredamento.
Era una casa completamente
diversa da quella che i Muto avevano lasciato alla Foglia: la
villetta color terra nel Paese del Fuoco, nonostante i lenzuoli e
l’aria di abbandono, conservava un che di caldo e accogliente;
questo appartamento era totalmente asettico, privo dell’atmosfera
di una casa vera e propria. In varie tonalità di blu, grigio e
bianco, dava l’impressione di una stanza d’albergo di seconda
categoria.
Vivere in un luogo simile non
doveva essere un toccasana, per la salute mentale e fisica... come
aveva fatto Haruka a resistere, sapendo che a qualche chilometro di
distanza c’era una casa mille volte migliore che l’attendeva? E
come avevano fatto i Muto ad accettare quello scambio assolutamente
ineguale?
“...Noi
ninja siamo creature incomprensibili” rifletté cupo.
Secondo quanto gli aveva spiegato
Tsunade, i documenti che Haruka aveva sottratto alla Pioggia si
trovavano nella stanza da letto, in un comparto segreto del muro
dietro alla libreria. La sua camera era la seconda a destra lungo il
corridoio, e fu facile trovarla. Entrando la scoprì ancora più
buia del salotto, ma riuscì ad orientarsi abbastanza bene.
Le informazioni che Natsumi aveva
mandato erano molto precise: dietro il secondo scaffale dal basso,
sul lato destro, c’era una sezione di muro inesistente, nascosta
dietro due pesanti volumi dell’Enciclopedia Generale delle più
Comuni Malattie dei Bambini, un’edizione vecchia e chiaramente
risalente ai genitori di Haruka.
Lui individuò il punto e
scostò i libri. Ed ecco, subito dietro, una nicchia scura che
conteneva dei fogli accuratamente ripiegati. Tese una mano per
prenderli...
...e uno shuriken si conficcò
nel punto esatto in cui sarebbe stata la sua gola se lui non si fosse
spostato all’ultimo momento.
«Preso» disse una
voce.
Lui si girò. E, con un
ghigno per nulla rassicurante stampato in faccia, vide Natsumi Muto
sulla soglia della stanza. Alle sue spalle c’erano tre ninja a volto
coperto.
«Il topolino è
caduto in trappola...» mormorò lei, rigirando tra le
dita un altro shuriken.
Kakashi si mosse verso la
finestra, veloce, ma lei scagliò la stelletta e questa volta
lo colpì, alla spalla. Immediatamente gli altri ninja furono
su di lui, e nell’ambiente stretto e scuro lo sopraffecero con
relativa facilità. La libreria, urtata con violenza, cadde e
rovesciò sul pavimento e sul letto tutto il suo contenuto.
Kakashi, ansante, si trovò
a terra con i polsi bloccati dietro la schiena.
Natsumi lo raggiunse, e gli si
accucciò davanti, il mento appoggiato alla mano.
«Dunque dunque...»
mormorò inclinando la testa di lato. Nei suoi occhi la
freddezza era la più totale. «Credevo che tu fossi una
leggenda... ma a quanto pare sei già finito. Che delusione»
guardò i compagni mascherati. «Andiamo. Il capovillaggio
sarà immensamente felice di fare quattro chiacchiere con lui»
Nel prossimo capitolo:
«Quando aveva intenzione
di dircelo?!» esplose Naruto, mentre la guardia tentava, dalla
porta, di spiegare che il pugno che aveva ricevuto non gli aveva
permesso di fermarlo.
«Che diavolo ti salta in
mente?» sbottò Tsunade, scoccandogli un’occhiata
irosa. «Fare irruzione nel mio ufficio, in questo modo...!»
«Quando ci avrebbe detto
che il maestro Kakashi non dà sue notizie?» insisté
lui, sbattendo le mani sulla scrivania. «O ce lo avrebbe tenuto
nascosto?!»
«Non urlare, brutto
cretino!» replicò lei, mentre Haruka richiudeva
saggiamente la porta. «Vuoi mandare all’aria tutti i miei
piani?»
* * *
* ȣ * * *
*
Spazio autore
Ahh... vi ho mai detto quanto io ami i tradimenti?
^__^
Talpina Pensierosa: beh,
non è necessario portare il segreto nella tomba! XD Mi auguro
che morirai ben dopo che l'avrò svelato io stessa!
1992: e secondo te esiste anche
solo una minima possibilità che io ti dica se Sakura e Naruto si
lasceranno? Ovviamente no che non esiste! Passerò metà
delle mie future giornate a instillare in tutti voi lettori il dubbio,
non mi sognerei mai di tirarmi la zappa sui piedi ora! XD Eh,
anche io non vedo l'ora di leggere l'ultimo capitolo della fan! So come
sarà, ma non ho la minima idea di QUANDO sarà! So cosa
devo ancora sistemare prima della fine, ma non so quanti capitoli
impiegherò! XD In ogni caso non ne mancano poi moltissimi (mi
riferisco al punto in cui sono io... capitolo 32), don't worry!
harryherm: wah, davvero ti
è venuto il magone leggendo la parte tra Naruto e Kakashi? Non
sai quanto mi fai felice, dicendomelo! Kyuubi continuerà a
gironzolare per le pagine ancora per un bel po', invece... eheheh...
come già ai potuto intuire da questo capitolo, dopotutto! Ahh,
accidenti a voi lettori! NON MI SCOCCIATE MAI, mettetevelo in testa! Io
amo i commenti, vivo per i commenti! XD Qualunque frase, anche la
più strampalata, sarà sempre fonte di gioia per me!
kage_naru89: a dire il vero non
si è parlato molto di Naruto e Sakura, in questo capitolo... ^^'
E' che al momento ho altre faccende più pressanti, come puoi
notare anche senza che te lo dica io! Lo confesso: prima di trattare
nel dettaglio loro due, ho un po' di cose da sistemare... in modo che
poi la situazione sia più tranquilla. Ma loro sono sempre
lì, eh, e non credo ci sia la possibilità di scordarli! XD
Urdi: ho riso come una cretina
leggendo il tuo commento! XD Concordo pienamente sullo starci con
Kakashi (chi non lo farebbe, dopotutto?), ma purtroppo devo già
deludere le tue speranze: a causa del rating, non ci saranno scene
bollenti tra Kakashi e Haruka! (e non ho intenzione di cambiare il
rating! XD) Di side story non se ne parla, per motivi che capirai solo
in seguito, al momento accontentati di vederli giocherellare tra
seduzione e ironia (o almeno ci provo! XD)! Per quanto Naruto soffra,
avrà un momento in cui le cose andranno meglio, dici... ehm...
^^' come dire... al momento le cose stanno decisamente volgendo al
peggio, ma non ho ancora messo la parola fine... tutto è
possibile! (e quando dico tutto, intendo proprio TUTTO!) Ahahah, ma
povero Sasuke! XD In realtà da quando in questa storia ha
riconosciuto la sua assoluta pateticità, mi sta simpatico!
°_° Sì, la cosa lascia sconvolta anche me... ma è
così! Il che, ovviamente, non significa che mi piaccia nel manga
originale. Anzi, lì lo odio ancora con tutto il mio cuoricino.
Hai visto giusto con Haruka e Natsumi, ho scelto questi due nomi
perché sapevo cosa vogliono dire! ^^ Nello specifico, Haruka
significa "profumo di primavera", e Natsumi "bella estate" (o almeno...
questo è ciò a cui mi hanno portato le mie scarse
conoscenze di giapponese e la mia amica mezza giapponese il cui nome
è Mika - sembra uno scioglilingua, lo so... Se poi mi ha
raccontato balle, prenditela con lei! XD)
kaho_chan: eh,
anche io sarei curiosa di sapere qualcosa di più su Minato! XD
Maledetto Kishi, perché non ti dai da fare? L'accenno SasuIno sarà
davvero minimerrimo (neologismo, per l'occasione!), non ho alcuna
intenzione di complicare le cose più di quanto siano già complesse! E
poi... io Ino non la digerisco molto... ^^'
OneWingedAngel: ahahah,
iniziano le risposte? See, magari! XD La vedo ancora lunga, per quello!
Haruka e Kakashi li vedremo per un bel po', almeno in termini di
presenza, non ti preoccupare... Per quanto riguarda il titolo... eheh,
quello si capirà più avanti. I capitoli che hai letto finora sono stati
una sorta di introduzione obbligata a ciò che succederà a partire dal
trentatreesimo capitolo (sì, so che sarà molto in là... -.-), e
purtroppo per ora non posso dirti di più. Ciò che ti garantisco è che
esiste un capitolo centrale della fic, che si chiamerà "Sinners" e
spiegherà tutto sulla scelta del titolo! ^^ Per ora pazienta, figliolo,
pazienta...
Aya
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Capitolo 22 *** L'anima occulta dell'Akatsuki ***
Naruto-22
Capitolo ventiduesimo
L’anima occulta dell’Akatsuki
La prima volta che aveva aperto
gli occhi sul soffitto bianco di quella stanza era scattato a sedere,
guardingo. Si era accorto che non indossava più il mantello
dell’Akatsuki, e che anche il cappuccio che usava per
nascondere il viso era scomparso. E poi si era accorto del dolore
intenso tra gli occhi, là dove le sopracciglia si allineavano.
Un attimo dopo era entrata quella
donna.
E lui aveva tentato di ucciderla.
Che vergogna. Era crollato non
appena aveva messo un piede giù dal letto.
Ora, una settimana dopo quegli
avvenimenti, era di nuovo nello stesso letto e guardava le tende rosa
tirate sulla finestra.
Da giorni provava una rabbia
fremente, la frustrante consapevolezza che il fastidioso pulsare
dietro ai suoi occhi gli impediva di andarsene.
E
poi, l’umiliazione di essere proprio con quella
donna.
Colei che, vedendolo cadere a
terra, aveva appena inarcato le sopracciglia e lo aveva oltrepassato,
scavalcandolo come un insetto morto, per andare a posare sul comodino
una bacinella di acqua.
«Baka» gli aveva
detto, aiutandolo ad alzarsi.
Nella bruciante umiliazione, lui
si era dovuto far rimettere a letto.
Si passò una mano sulla
fronte, dove il cerotto formava un rigonfiamento morbido. Il dolore
al di sotto si intensificò con il contatto.
Quanto ancora sarebbe rimasto
prigioniero lì?
Qualcuno bussò alla porta
e, senza attendere risposta, entrò. Non ebbe bisogno di
guardare per sapere che era lei.
«Hai fame?» gli
domandò senza convenevoli.
«Sì» rispose
lui altrettanto secco.
«Tieni» lei gli mise
sulle ginocchia un vassoio con del riso e del pesce.
Lui iniziò a mangiare in
silenzio, sotto il suo sguardo vigile.
Poi, quando ebbe finito, mentre
lei prendeva i piatti vuoti per portarli fuori, chiese, aspro:
«Perché non mi hai
denunciato?»
«Come, prego?»
ribatté la donna, sollevando su di lui gli occhi verdi.
«Immagino che tu sappia
cosa significa il mio mantello»
«Oh, quello. Akatsuki. Ma
non era affatto scontato che lo sapessi»
«Sì invece. Tu sei
un ninja»
La donna lo guardò
sorpresa per un attimo, e poi sorrise. «Ero ninja» lo
corresse. «Ma qualche mese fa ho interrotto l’attività.
Definiamolo un incidente di percorso»
«Non mi interessa. Perché
non mi hai venduto ai tuoi compagni?»
La donna rimase in silenzio per
un attimo.
Posò il vassoio sul
comodino, e si sedette sulla sedia lì accanto, accavallando
le gambe.
«Quando ho smesso di andare
in missione, sono stata assegnata al lavoro d’ufficio. Sai chi è
il mio capo?»
disse, diretta.
«Perché diavolo
dovrei saperlo?»
Lei sorrise. «Evidentemente
non hanno ritenuto opportuno avvisarti... Madara era un uomo che
impiegava molto a fidarsi delle persone»
«Chi è Madara?»
«Il capo che non hai mai
saputo di avere. Comunque... tornando all’uomo per cui lavoro: lui
era il sovvenzionatore non ufficiale dell’Akatsuki, il principale
promotore dell’intero gruppo. Hai mai sentito nominare Danzo?»
«No»
«Lo immaginavo. Beh, da
oggi dovrai farti entrare bene in testa questo nome... perché
lavorerai per lui»
«...Portatelo via»
La voce roca e irritata del
capovillaggio della Pioggia risuonò dura nell’ufficio. Due
ninja della squadra speciale obbedirono all’istante, e sollevarono
Kakashi per le braccia.
Lui, con il capo reclinato in
avanti, respirava piano e cercava di ignorare il dolore continuo.
Quante ore erano passate?
Quanto
a lungo lo avevano torturato?
Non lo sapeva. Aveva la gola
riarsa, ma non avrebbe potuto dire da quanto tempo. Aveva fame, ma
non sapeva quando aveva iniziato a provarne. E comunque quella poteva
essere determinata anche dall’anemia. Quanto sangue aveva perso?
Instabile sulle gambe, sentì
che veniva trasportato lungo quello che immaginava essere un
corridoio. Sentiva fitte lancinanti là dove la sua carne era
stata incisa, e l’unica cosa che si scoprì in grado di
pensare fu che per fortuna non gli avevano spezzato nessun osso.
Forse il capovillaggio non era forte di stomaco come voleva far
credere.
Fu un viaggio breve e avvolto nella nebbia, e terminò in una stanza buia, contro un muro
gelido.
Mentre la sua testa andava a
posarsi sulla spalla, e un gemito sfuggiva alle sue labbra, sentì
una porta chiudersi bruscamente. Tirò un sospiro di sollievo.
Avrebbe dovuto insospettirsi
quando le cose stavano andando bene... avrebbe dovuto rendersi conto
che era stato un po’ troppo fortunato.
E avrebbe dovuto immaginare che
avessero installato un sistema di allarme nell’appartamento di
Haruka.
Si spostò appena, e una
fitta di dolore gli strappò un altro lamento. Cercò con
le dita la ferita pulsante, sul fianco sinistro, e sentì il
sangue tiepido e appiccicoso imbrattargli i polpastrelli. Era più
profonda del previsto... avevano deciso di sbarazzarsi di lui?
Respirò piano, cercando di
ignorare che ogni movimento della cassa toracica era un’agonia, e
si raddrizzò per quanto gli era possibile.
Erano stati fregati tutti.
Dal primo all’ultimo, da lui, a
Tsunade, a Haruka stessa.
Natsumi era davvero cresciuta a
pane e tradimento... ma non dalla parte che credevano loro.
Aveva assistito a tutto
l’interrogatorio, dall'inizio alla fine. Ferma, la schiena
appoggiata al muro dietro il capovillaggio, lo aveva fissato negli
occhi per tutto il tempo. Non aveva abbassato lo sguardo nemmeno per
un secondo.
Probabilmente in quel momento era
da qualche parte a festeggiare con i suoi compagni...
...Oppure era lì.
«Mh. Riesci a muoverti»
disse la sua, voce, sorprendentemente vicina.
Quando era entrata? Kakashi non
aveva sentito la porta aprirsi... si era forse addormentato?
Sentì delle dita affondare
nei suoi capelli, e fu costretto ad alzare il viso. Incontrò
il ghigno soddisfatto della minore delle sorelle Muto, e più
oltre vide due guardie che osservavano la scena, annoiate, dalla
soglia.
«Volevo
vedere com’era ridotto il celebre Kakashi dello sharingan»
commentò Natsumi divertita. «Il mio eroe di bambina, il
ninja straordinario che vedeva il futuro... Hn. Sei stato una
delusione. Ma forse è perché ormai stai invecchiando.
Perché ormai sei finito» lo lasciò andare
bruscamente, e lui riuscì miracolosamente a tenere la testa
dritta. «E Haruka avrebbe tradito il villaggio per
te?»
una smorfia di sprezzante disgusto si disegnò sul suo viso.
«Tua sorella... ha molto
più coraggio di quanto tu ne avrai mai...» ribatté
lui con voce roca.
Gli arrivò uno schiaffo,
veloce e rabbioso.
«Ehi, non farlo fuori...»
disse una delle guardie, laconica.
«No... non subito»
ribatté lei, con voce vibrante. «Dobbiamo ancora
interrogarlo un po’» Con un gesto brusco gettò ai suoi
piedi un sacchetto scuro. «Tieni, mangia. E’ cibo. E non è
avvelenato... preferisco di gran lunga tirarti fuori le cose a forza,
piuttosto che stordirti per farti parlare» ghignò,
minacciosa.
«Gli ordini non erano di
tenerlo lontano da ogni tipo di nutrimento...?» domandò
l’altra guardia, accigliandosi.
«Perché lasciarlo
morire così facilmente?» replicò Natsumi,
sbuffando. «Lasciamo che si riprenda un po’... e poi
ricominciamo da capo»
La guardia non parve convinta.
Senza una parola si avvicinò a Kakashi, prese il sacchetto e
ne controllò il contenuto. Alla fine lo gettò di nuovo
a terra, con una specie di grugnito.
«Che c’è? Non ti
fidi?» chiese Natsumi, gelida.
«La traditrice è pur
sempre tua sorella»
Lei lo sbatté contro il
muro violentemente, una mano stretta al suo collo.
«Quella
non è più mia sorella!»
disse tra i denti, rabbiosa.
«Giù le mani!»
intervenne l’altra guardia, allontanandola a forza. «Abbiamo
capito... E tu chiuditi quella stupida bocca: sai che non sopporta di
sentir parlare di quella donna»
L’uomo si massaggiò il
collo dolorante, gettando un’occhiataccia a Natsumi.
«Tsk» disse con voce
roca. «Basta così, la visita è conclusa»
Haruka bussò piano alla
porta dello studio dell’Hokage. Dall’interno le venne il permesso
di entrare.
«Mi avete fatta chiamare?»
domandò, chiudendosi la porta alle spalle.
«Sì» rispose
Tsunade, in tono insolitamente grave. «Kakashi non ha mandato
sue notizie, come eravamo d’accordo. Il che mi porta a pensare che
lo abbiano catturato»
Silenzio. Shizune, alle spalle
dell’Hokage, fissava ansiosamente i documenti sulla scrivania, senza
vederli davvero.
«E... non potrebbe
essere...» tentò Haruka, piano.
«Morto?» completò
Tsunade per lei. «Personalmente ne dubito. Alla Pioggia
conviene mille volte di più prenderlo vivo e fargli sputare
tutto quello che possono. Ma...» si accigliò. «Lui
non parlerà. Non tradirebbe mai la Foglia. E se loro lo
capissero troppo in fretta... non c’è bisogno che continui,
vero?»
«No» ammise Haruka.
«Tua sorella come è
messa laggiù? Intendo... è a livelli tali per cui
potrebbe esserci utile?»
«No. Non è molto più
di una ninja comune... o almeno, la era una settimana fa. Ora
potrebbe anche essere scesa in graduatoria, con una sorella
traditrice...»
«Accidenti» Tsunade
si morse il labbro inferiore, e abbassò gli occhi sul peluche
di un orso che sembrava ghignare dalla sua scrivania.
Lo aveva vinto neanche due ore
prima, e solo perché era la milionesima persona che ordinava
sakè dall’apertura del locale in cui era stata.
Se lo sentiva che era un brutto
segno...
«Come avete intenzione di
muovervi?» domandò Haruka, piano.
L’Hokage esitò. Poi alzò
gli occhi nocciola su di lei.
«Non possiamo permetterci
di perdere Kakashi» disse, scandendo lentamente le parole. «Ma
non possiamo nemmeno mettere a repentaglio la vita di altri ninja...
il Paese della Pioggia è troppo sorvegliato, e nessuno dei
nostri sarebbe in grado di muoversi agevolmente al suo interno... Per
questo voglio che sia tu a recuperarlo»
Shizune alzò la testa di
scatto, e Haruka inarcò le sopracciglia.
«Il consiglio non sa della
mia decisione» proseguì Tsunade. « E se siamo
fortunate non lo saprà mai. La mia è una scelta
completamente autonoma, me ne assumo ogni responsabilità...
Voglio fidarmi di te e delle tue capacità»
Haruka rimase in silenzio,
sostenendo il suo sguardo.
Alla fine piegò la testa
in un inchino.
«Lo farò»
La scena sarebbe stata solenne e
terribilmente seria, se in quel momento la porta non fosse stata
spalancata con violenza da un ciclone dai capelli biondi.
«Quando aveva intenzione di
dircelo?!» esplose Naruto, mentre la guardia tentava, dalla
porta, di spiegare che il pugno che aveva ricevuto non gli aveva
permesso di fermarlo.
«Che diavolo ti salta in
mente?» sbottò Tsunade, scoccandogli un’occhiata
irosa. «Fare irruzione nel mio ufficio, in questo modo...!»
«Quando ci avrebbe detto
che il maestro Kakashi non dà sue notizie?» insisté
lui, sbattendo le mani sulla scrivania. «O ce lo avrebbe tenuto
nascosto?!»
«Non urlare, brutto
cretino!» replicò lei, mentre Haruka richiudeva
saggiamente la porta. «Vuoi mandare all’aria tutti i miei
piani?»
«Lei non ce lo avrebbe
detto! Avrebbe mandato questa donna» additò Haruka. «a
riprenderlo, senza nemmeno farcelo sapere! E se qualcosa dovesse
andare storto?!»
«Adesso chiudi la bocca e
lascia parlare me!» esplose l’Hokage. «Sai non può
ancora muoversi, e tu e Sakura avete la testa altrove! Mandarvi in
missione, e soprattutto in una missione di questo livello, sarebbe un
suicidio!»
«E’ il nostro maestro! E
siamo perfettamente in grado di riportarlo indietro!»
«Ah,
ma davvero?» fece Tsunade, minacciosa. «E allora dimmi,
come hai fatto a sentire il nostro discorso da fuori? Le pareti di
questa stanza sono insonorizzate, e solo un udito molto, troppo
sviluppato avrebbe captato qualcosa! Tu
non controlli la volpe!
Tu e lei state diventando una cosa sola! E io non ho la benché
minima intenzione di mandarti in missione in queste condizioni!»
Naruto sentì il forte
impulso di rovesciare la scrivania.
E invece una voce suadente dentro
di lui lo convinse ad optare per un’altra strategia.
Rigido, staccò le mani dal
piano di legno lucido e raddrizzò la schiena. Livido, puntò
gli occhi azzurri in quelli nocciola dell’Hokage.
«Lei si sbaglia»
disse, con voce insospettabilmente calma. «Ho sentito il vostro
discorso perché, mentre aspettavo per chiederle di nuovo di
Sasuke, avevo tutte le intenzioni di origliare, e come ninja sono in
grado di farlo. E mi dispiace sentire che pensa che io stia
diventando un tutt’uno con la volpe... anzi, ne sono offeso. Lei
non ha fiducia nelle mie capacità! Ma in questo momento sono
anche disposto a fare finta di niente... purché lei mi
permetta di andare in missione con questa donna» accennò
a Haruka.
Tsunade rimase interdetta
dall’improvviso cambio di tono.
Un Naruto normale avrebbe gridato
e strepitato. Un Naruto con volpe avrebbe ribaltato la scrivania. Ma
quale Naruto avrebbe parlato in tono tanto pacato eppure deciso?
Esitante, chiese aiuto a Shizune
con gli occhi. Lei si avvicinò.
«Signorina Tsunade... forse
dovrebbe lasciarlo andare» suggerì al suo orecchio.
«Così lui potrà controllare Haruka Muto, e
Sakura, insieme a loro, potrà controllare lui. Alla fine avrà
raccolto dati importanti su entrambi, non crede?»
L’Hokage tentennò.
Quale Naruto avrebbe parlato
in tono tanto pacato eppure deciso?
Quella le sembrava l’unica
domanda importante.
Ma... dal momento che aveva
escluso il Naruto influenzato dalla volpe...
...forse non era un vero
problema.
Forse si era davvero sbagliata.
Forse poteva fidarsi.
E forse non aveva il tempo di
dubitare.
«E va bene» se ne
uscì, brusca e insoddisfatta. «Hai il permesso di
andare. Ma deve venire anche Sakura, e non accetto alternative»
«Va bene» annuì
Naruto, ancora rigido. «Avrebbe voluto seguirci in ogni caso»
«Ora andate» ordinò
Tsunade, smettendo di guardarli. «Muovetevi»
Shikamaru era steso sul prato,
con un filo d’erba stretto tra le labbra.
Lui non si annoiava mai. Eppure,
quel giorno, era insoddisfatto.
Sputò l’erba e si alzò
a sedere, seccato.
Cosa c’era che non andava? Qual
era il problema?
Un sospiro di piacere, un ricordo
gli sfiorò l’orecchio.
“Ehi,
ehi... non scherziamo” si disse con un brivido.
Da quando sentiva
la mancanza di quella
là?
Scosse la testa, per liberarla
dalla disgustosa sensazione di tradire sé stesso, e si alzò
in piedi. Evidentemente non aveva messo in bocca semplice erba.
Forse se fosse andato alla
ricerca di Ino e Choji sarebbe riuscito a distrarsi e tornare
normale. Valeva la pena tentare...
Ma, mentre lui si avviava verso
il villaggio, allontanandosi dal bosco di proprietà della sua
famiglia, qualcosa attirò la sua attenzione.
Un fruscio lontano. Un segnale
d’allarme.
I Nara avevano uno strano legame
con quella foresta... un legame intenso e misterioso. Di solito non
ignoravano gli avvertimenti che provenivano da lì.
Shikamaru si guardò alle
spalle.
Si accigliò.
E decise che Ino e Choji
sarebbero rimasti soli ancora per un po’.
Tornò sui suoi passi, e si
addentrò tra gli alberi alti e sottili. Tutto era silenzioso;
un po’ troppo silenzioso. Tra le fronde, occhieggiavano i cervi...
perché restavano nascosti?
Poi, gli giunse il suono di voci
ovattate.
Si fece più cauto, mentre
si avvicinava, e tese l’orecchio.
«...il nuovo leader»
disse un uomo.
«Quale onore» disse
un altro, dalla voce più roca.
«E quale onere»
replicò il primo severamente.
Shikamaru si fece più
vicino, e riuscì a sbirciare tra le fronde di un cespuglio.
Con sua enorme sorpresa, ciò che vide lo lasciò
impietrito: da un lato, Danzo. Dall’altro, un uomo con addosso il
mantello dell’Akatsuki. Tra loro, una donna... se non si sbagliava
era la segretaria di Danzo.
«Avrai un compito molto
difficile, in qualità di nuovo leader» continuò
quest’ultimo, stringendo il suo bastone nero tra le dita. «Dovrai
raccogliere l’eredità di Madara Uchiha e riprendere da dove
lui si era interrotto»
«Devo catturare di nuovo i
demoni?» chiese l’uomo ammantato, in tono seccato.
«No, quello era un
capriccio di Madara... limitati ad attaccare la Foglia, e a devastare
il villaggio al mio comando, non mi interessa come. Quello che
accadrà dopo sarà affar mio. E tu riceverai un’adeguata
ricompensa, oltre alla fama»
Shikamaru fu sicuro che
l’interlocutore di Danzo sorridesse.
«E’ un ottimo accordo»
commentò. «Dammi solo il tempo di trovare dei validi
membri»
«Bene» concluse Danzo
ruvido. «D’ora in poi i nostri contatti saranno attraverso
Reira» la segretaria dagli occhi verdi annuì. «Non
ci incontreremo mai più... fino al completamento del nostro
progetto»
L’uomo dell’Akatsuki chinò
la testa, ironico.
Sotto il piede di Shikamaru un
rametto si spezzò. Classico.
Meno di un attimo dopo, uno
shuriken volò fino al punto in cui si trovava, lo oltrepassò,
e si conficcò nel tronco di una betulla alle sue spalle. Lui
trattenne il fiato.
«...Sarà stato un
animale» commentò Reira, abbassando il braccio che aveva
lanciato l’arma.
«Separiamoci» ordinò
Danzo. «Questa foresta è proprietà del clan Nara,
l’ho scelta perché nessuno ci entra mai... ma potremmo anche
essere sfortunati e incappare in qualcuno della famiglia»
L’altro uomo e la segretaria
annuirono. Poi presero una direzione, e Danzo l’altra.
Shikamaru si acquattò tra
i cespugli mentre passavano a un soffio dal suo nascondiglio.
Vide la segretaria gettare
un’occhiata al cespuglio che lo riparava, ma quando proseguì
oltre senza dar segno di essersi accorta della sua presenza, lui tirò
un sospiro di sollievo.
“Accidenti...”
pensò subito dopo. “Devo avvisare l’Hokage”
Nel prossimo capitolo:
«Lascia perdere»
suggerì una delle guardie, laconica. «Tanto ormai è
chiaro che non aprirà bocca. Te lo dico io, questa volta lo
fanno fuori»
Un pensiero si fece strada
nella mente di Haruka, lento e pesante.
Sua sorella... era dalla parte
della Pioggia.
Per davvero.
E a confermare il suo tremendo
sospetto, vennero le stesse parole di lei:
«Già, mi sa di
sì. Allora forse posso chiedere di essere io a finirlo»
* * *
* ȣ * * *
*
Spazio autore
E' ormai evidente: io amo complicarmi la vita.
Ed è per questo che sono anche riuscita a trovare un collegamento tra la Radice e l'Akatsuki!
D'altronde... perché no, mi chiedo?
In fondo l'Akatsuki
è guidata da un ex membro della Foglia, è plausibile che
Danzo abbia armi anche all'esterno del villaggio,
e sia lui che Madara sono due psicopatici guerrafondai.
Se fossero andati a scuola insieme sarebbero stati compagni di banco, insomma.
Quindi, per un attimo lasciamo da parte Sasuke (evvai!) e occupiamoci di faccende politiche...
(per poco, eh. Nel prossimo capitolo sistemiamo la faccenda della Pioggia, e poi torniamo a Konoha)
Ehi, ma perché tanti di voi hanno capito che avrei aggiornato sabato prossimo?
Almeno fino alla prossima settimana, nel weekend sono a casa e ho a disposizione la connessione normale!
L'esame è andato.
Punto.
Non ho la minima idea di come verrà valutato, ma sinceramente non voglio neanche pensarci!
E ora via con il prossimo, 11 dicembre...
Talpina Pensierosa: tu
hai sempre problemi con le coppie un po' particolari, eh? XD Ma guarda
che in giappone il matrimonio tra cugini non è incesto, e Hinata
e Neji fanno parte di un clan nobiliare, che generalmente con queste
cose ci va (è il caso di dirlo) a nozze! Mentre Kyuubi... Beh, vorrei che
rappresentasse la mia parte sadica, ma in realtà non credo di
avere abbastanza palle! Se riuscissi ad essere bastarda come lei sarei
ben felice, credimi... solo che mi manca la superiorità sul
genere umano e la coscienza inesistente. Ma sto già
provvedendo...
Killkenny: niente
Apocalissi all'orizzonte, almeno per ora. Ma ho già in programma
qualcosina, naturalmente... E Kyuubi sa psicanalizzare Naruto da quando
ha capito che è facilmente manovrabile (per colpa di Sakura,
naturalmente; di solito è molto
superiore!). Gai che ci prova con una donna è stata una scena
che ho scritto allibita... Davvero, non mi aspettavo che un giorno
sarei riuscita a tirare fuori qualcosa di tanto assurdo! U_U
harryherm: fai benissimo a
preoccuparti! XD Insomma, dal mio punto di vista il titolo e cosa
significherà è scontato, devo solo portarvici nel modo
più bastardo...! Ehi, perché tutti mi paragonano a
Kyuubi? Per carità, la cosa mi lusinga profondamente... ma io in
realtà sono buona! Vorrei
essere cattiva, ma non ci riesco mai fino in fondo! Kakashi sarà
il personaggio contro cui mi accanirò fino al prossimo capitolo
(eh sì, tocca a tutti!), ma tanto lui è un Vero Uomo! No
problem, no problem! Grazie mille per i complimenti su Haruka, mi sono
impegnata molto per crearla (e, ahimé, è fondamentale ai
fini dello svolgimento delle cose future...) e sono felice se la
apprezzi! ^^ Non deprimerti in attesa dei prossimi capitoli, tanto
aggiorno comunque con una certa regolarità... Ovviamente, in
questo periodo avrò qualche problema dal punto di vista della
scrittura, a causa di questi stupidi esami che assorbono tutte le mie
energie creative, ma almeno fino a Natale ho le spalle coperte!
OneWingedAngel: ed è
questo il momento in cui gongolo! Il paragone tra Anakin e Naruto mi
manda in brodo di giuggiole, davvero! Io ho semplicemente adorato la
trasformazione di quel personaggio, e se mi dici che il mio Naruto te
la ricorda... sì, rischio di montarmi un po' troppo la testa! XD
Confesso che mi piacerebbe da matti un Naruto cattivo... ma per quello
ho già in mente qualcosa d'altro. Qui, almeno per ora, voglio
più che altro tenere la problematicità. solo alla fine mi
lascerò andare sulla conclusione! Lieta che ti siano piaciute
anche le parti tranquille, come te anche io preferisco le scene
d'azione, e quindi mi ci metto d'impegno per non rendere noioso il
resto. Tra Kiba e gli Hyuuga e Gai, spero di esserci riuscita! Anche
perché, come ho già ripetuto molte volte, io devo
arrivare a una certa situazione finale... e alcuni passaggi sono
obbligati! Eheh, chissà a che gioco gioca la sorella di Haruka?
Lo scoprirai soltanto nel prossimo capitolo! Ma attento... tutto
può succedere!
Rina: oh... ehm... non devo
fare male a Kakashi? Ehm... se sei già qui hai letto il
capitolo, vero? ^^' Su, su! Lui è forte, se la caverà!
Che dire? A te ho già risposto in un'altra sede! XD Comunque
grazie ancora per l'entusiasmo, è la cosa che più amo! E
con Gai... uhm... sai, non sono molto sicura che il problema sia solo
il parrucchiere... sai, anche quella tutina... e le sopracciglia... e
il modo di fare... ecco, se mi capisci... ci vorrebbe più una
Fata Madrina in stile Shrek! XD
kage_naru89: uhm... forse un
pochettino ci hai azzeccato, con un'opzione. Ma lo saprai solo nel
prossimo capitolo! XD Kyuubi invece diventerà sempre più
"birichina", per usare le tue parole, perché sì.
Perché la amo. Perché è LEI!! >_< (delirio
kyuubesco) Grazie per gli auguri riguardo all'esame, non so se mi siano
serviti ma spero tanto di sì! XD
kaho_chan: vuoi risposte?
AHAHAHAHAH!! Che simpatica! Vuole risposte! Ahah! Ehh, questi desideri
insoddisfabili... XD I commenti sull'IC mi fanno veramente piacere,
grazie mille! La mia vera sfida sarà però al capitolo 32
e 33, quando gli eventi prenderanno una piega un po' più
netta... Lì sì che avrò bisogno di un parere
sincero! Sai è il mio jolly. XD Quando una cosa NON va detta,
lui la dice! E così almeno dà una mossa alle cose! XD
Ehh, Jiraya... poveretto, di recente ho finito per dargli un ruolo
più importante, nei capitoli che verranno! ^^ Spero che gradirai!
Aya
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Capitolo 23 *** Sorelle ***
Naruto-23
Capitolo ventitreesimo
Sorelle
Per loro era stato più difficile entrare. Anche se contavano
sull’esperienza e l’abilita di Haruka, Naruto e Sakura scoprirono
che i ninja della Pioggia avevano fatto i loro stessi calcoli,
bloccando ognuno degli ingressi che lei conosceva.
Per fortuna c’erano anche vie di cui loro non erano al corrente, e
fu proprio da una di esse che passarono per introdursi nel villaggio.
Riemersero dallo stesso ruscello fangoso che Kakashi aveva
attraversato due giorni prima, sputacchiando melma e guardandosi
disgustati, ma Haruka non lasciò loro il tempo di ripulirsi.
Rapida ed efficiente li condusse lungo le strade del villaggio, ormai
tristemente familiari, fino al palazzo del capovillaggio.
Si appostarono in un vicolo che dava sulla piazza principale, fuori
dalla portata dell’occhio delle guardie all’ingresso, e Haruka
spiegò loro il suo piano: lei si sarebbe travestita da membro
della squadra speciale, dal momento che a loro non facevano mai
domande, e si sarebbe introdotta nel palazzo alla ricerca di
informazioni. Sakura e Naruto l’avrebbero aspettata lì.
«Non se ne parla» si oppose subito Naruto. «Noi
entriamo con te»
«Non ho travestimenti per tutti» replicò lei
stringata.
«E allora saremo i tuoi prigionieri» propose Sakura. «I
ninja che hanno tentato di liberare Kakashi, e che tu hai catturato
al confine. Non puoi lasciarci ad aspettare»
Haruka sbuffò, esasperata.
Purtroppo, la cocciutaggine di quei ragazzini le ricordava troppo
quella di sua sorella, perché riuscisse a resistere.
«E va bene. Ma vedete di non intralciarmi» si arrese.
«Sapevo che Danzo stava macchinando qualcosa!» sbottò
Tsunade, facendo schioccare la lingua per il disappunto. «La
stava tirando troppo lunga con Sasuke, avrei dovuto immaginare che
voleva distogliere la nostra attenzione da qualcosa di più
importante!»
Shikamaru, in piedi davanti alla sua scrivania, le aveva appena
riferito quanto aveva sentito nel bosco del suo clan.
«So bene come ha intenzione di occuparsi del villaggio una
volta che sarà devastato...» continuò l’Hokage,
frustrata. «Vuole sedersi su questa maledetta poltrona!»
«Però sappiamo dov’è il membro dell’Akatsuki
da cui dovrebbe partire tutto...» mormorò Shikamaru. «Se
riuscissimo a provare che è in contatto con Danzo, riusciremmo
a liberarci di lui e dei resti dell’Akatsuki in un colpo solo»
«Anche questo è vero...» rifletté Tsunade.
«Ma dovremmo muoverci con infinita cautela...»
«Non abbiamo infiltrati nella Radice?» chiese lui. «Oltre
a Sai, intendo»
Lei scambiò uno sguardo con Shizune.
«A
voler essere sinceri... una persona ci sarebbe» ammise alla
fine, accigliandosi. «Ma è la segretaria che tu hai
visto con loro. E lei... avrebbe dovuto avvisarci prima...»
«Quindi non è sicura?»
«Non lo sappiamo. Qualcuno dovrebbe controllarla...»
Entrambe le donne puntarono gli occhi su Shikamaru.
«Eh? Cosa... No, non starete mica pensando...» si difese
lui, arretrando di un passo.
Tsunade sorrise.
«Ti ho appena affidato questa missione: scopri da che parte sta
Reira Mizuno»
Lui deglutì, e crollò il capo in un profondo sospiro.
“Sono
un maledetto idiota”
«Il capovillaggio è
impegnato in questo momento... lasciali in consegna a noi»
Le guardie che dissero queste
parole, laconiche, degnarono Haruka a malapena di uno sguardo. Lei
fece una smorfia, dietro la maschera. Aveva sperato di trovare
direttamente il grande capo, così da farlo parlare in fretta,
ma non le era andata bene.
Sakura e Naruto, legati e
leggermente ammaccati, mostrarono la debole intenzione di liberarsi.
Una delle guardie assestò al biondo un calcio.
«Portiamoli alle celle, giù
da basso» propose l’altra. «Così, per fargli
rinfrescare le idee. Forse stando nei pressi del compagno che
volevano salvare, diventeranno un po’ più morbidi»
“Bingo”
pensò Haruka. Ora sapeva dove doveva andare.
«Ci penso io» si
affrettò a proporre. «In ogni caso non ho nulla da fare»
«Come preferisci»
Nessuno diceva di no a un membro
della squadra speciale.
E così si trovò a
trascinare Naruto e Sakura giù per la rampa di scale che quasi
due settimane prima aveva salito con Kakashi e Shino, strattonandoli
un po’ più del dovuto per consolidare la sua immagine di
freddo membro del’élite della pioggia. Non era difficile, in
fondo: era stata tale per quasi dieci anni della sua vita, come
testimoniava il tatuaggio sulla sua spalla, un disegno simile a una
saetta che era stato inciso sulla pelle sua e di tutti i suoi vecchi
compagni.
Percorse il lungo corridoio che
portava alle sale degli interrogatori, le oltrepassò e
raggiunse un altra stanza lunga e stretta, su cui si aprivano
numerose porte di ferro. Dietro ad alcune si sentivano sussurri,
lamenti. Dietro ad altre soltanto un terrificante silenzio.
Sakura rabbrividì mentre
avanzava, legata a Naruto.
Sasuke...
non era in un posto del genere, vero?
A Konoha non esistevano
luoghi simili... vero?
Haruka fece schioccare la lingua.
«Maledizione...»
mormorò piano. «Dovremo guardare dietro ognuna delle
porte»
E in quel momento un rumore di
passi secchi risuonò nell’aria.
La rossa si irrigidì, e
trasse un po’ più vicini i suoi prigionieri. Voltandosi
verso l’ingresso del corridoio, vide comparire da una svolta
Natsumi.
Tirò un sospiro di
sollievo, rilassandosi impercettibilmente... e allora vide le due
guardie dietro di lei.
“L’hanno
scoperta?” fu il suo primo, ansioso pensiero.
Ma poi non scorse catene ai suoi
polsi e, incontrando il suo sguardo, non lesse paura o
preoccupazione. Soltanto una fredda determinazione, che per qualche
ragione... la inquietò.
«Accidenti a quell’uomo...»
borbottava facendosi avanti.
Haruka la vide coprire con la
mano un piccolo livido rossastro sul collo, con evidente disgusto.
Poi la guardò.
«Ah, eccoti» disse a
voce più alta. «Il capovillaggio ora è libero,
puoi riportarli su»
Haruka rifletté in fretta.
Punto primo: perché
Natsumi sembrava ricoprire una carica tanto alta, tutt’a un tratto?
Punto secondo: se avesse
attaccato le guardie alle sue spalle, sarebbe riuscita a ucciderle
prima che reagissero?
«Oh, ma come sono
piccoli...» commentò sua sorella, dando un’occhiata a
Naruto e Sakura. «Li mandano nei villaggi nemici già
così giovani? Quanti anni hai, eh?» chiese, sollevando
il mento di Naruto.
Haruka inarcò le
sopracciglia sotto la maschera.
Da quando Natsumi sfoggiava tutta
quell’arroganza?
Sentiva che c’era qualcosa di
storto... qualcosa che le sfuggiva. Ma cosa?
I suoi occhi scivolarono sulla
spalla di lei, lasciata nuda dalla maglia. Scoprì una
fasciatura bianca. E in un attimo ricordò il giorno in cui lei
era stata marchiata come membro della squadra speciale.
Cosa diavolo era successo in
quel poco tempo?
«Non rispondi?»
insisté Natsumi, lasciando andare il mento di un Naruto
oltremodo irritato. «Non è una buona abitudine... ma
l’interrogatorio ti farà cambiare idea. E’ un peccato che
debbano ferire questo bel faccino» sorrise, fredda.
Le guardie alle sue spalle si
scambiarono un’occhiata che la diceva lunga, e Haruka inorridì
sotto la maschera.
Cosa diavolo era successo?!
«Puoi andare» la
congedò Natsumi, con un’insopportabile aria di superiorità.
«Io mi occupo di Kakashi Hatake...» sorrise. «E’
divertente, sai?»
Le guardie sospirarono, cupe, con
la faccia di chi sa che sta per passare un quarto d’ora molto
spiacevole. Haruka ormai non capiva più niente. I tre della
Pioggia la oltrepassarono, diretti all’ultima cella, e lei
istintivamente si voltò a guardarli... Natsumi, che di solito
camminava a passi piccoli e leggeri, ora sfoggiava una camminata
militare che non le si addiceva per niente.
Ma dov’era l’ingranaggio che
non funzionava?
Dov’era la molla rotta?
Qual
era il pezzo che le mancava per capire?
Si aprì la porta
dell’ultima cella, con un cigolio prolungato.
Naruto, accanto a Haruka, fece
sentire la sua presenza.
«Sappiamo dov’è,
agiamo!» sibilò impaziente.
Ah, certo... aveva ragione.
Però... c’era una cosa
che voleva controllare...
«Non azzardatevi a muovervi
senza un mio preciso ordine» sussurrò, liberando in
fretta lui e Sakura. «Zitti»
In punta di piedi si avvicinò
all’ultima cella, seguita a breve distanza dagli altri due, e si
acquattò contro il muro. Le guardie erano dentro, ai lati
dell’ingresso, e avevano lasciato la porta aperta perché
entrasse un filo di luce.
«...e quindi questa è
l’ultima occasione che hai di parlare con le buone» stava
dicendo Natsumi, accucciata davanti a Kakashi.
Lui, accasciato contro la parete,
non mosse nemmeno il capo. Aveva ferite su tutto il corpo, respirava
pesantemente e tremava per il freddo intenso.
E la nota di gelida indifferenza
nella voce di sua sorella fece corre un brivido lungo la schiena di
Haruka.
Natsumi sbuffò.
«Eddai, in fondo cerco solo
di farti un favore» brontolò, colpendo la guancia di
Kakashi con uno schiaffo leggero. «Preferisci che il
capovillaggio si diverta ancora un po’ a scoprire di che colore sei
sotto la pelle?»
Lui non parlò neppure ora.
«Lascia perdere»
suggerì una delle guardie, laconica. «Tanto ormai è
chiaro che non aprirà bocca. Te lo dico io, questa volta lo
fanno fuori»
Un pensiero si fece strada nella
mente di Haruka, lento e pesante.
Sua sorella... era dalla parte
della Pioggia.
Per
davvero.
E a confermare il suo tremendo
sospetto, vennero le stesse parole di lei:
«Già, mi sa di sì.
Allora forse posso chiedere di essere io a finirlo»
Non riuscì ad ascoltare
altro.
Senza nemmeno fare il cenno
concordato con Sakura e Naruto, scattò in avanti.
Si avventò sul primo ninja
con la rapidità di un felino, conficcando il kunai nella sua
gola, e quando si voltò per colpire il secondo scoprì
che Natsumi l’aveva anticipata, sbattendolo contro il muro e
affondando la stessa arma nel suo stomaco, una mano premuta sulla
bocca a soffocare il suo gemito di dolore. Per un attimo Haruka
esitò, il kunai sporco di sangue ancora alzato, poi lo abbassò
su di lei.
Natsumi parò all’ultimo
istante, e una goccia di sangue andò a macchiarle il viso.
«Non male come
accoglienza...» mormorò con un mezzo sorriso.
«Che diavolo stai facendo?»
sibilò Haruka, senza muoversi.
Sua sorella la spinse indietro,
liberando il braccio con cui aveva parato.
«Cerco di sopravvivere»
disse in tono amaro, passando una mano sulla goccia che la macchiava
e trasformandola in una striscia cremisi. «Me la cavo come
posso»
Dalla porta, Naruto e Sakura
osservavano confusi lo scambio di battute, senza azzardarsi a
oltrepassare le due ragazze e raggiungere il maestro Kakashi. Dal
canto suo, lui aveva alzato l’occhio opaco, altrettanto interdetto.
«Tradendo tutto ciò
per cui mamma e papà sono morti?!» esclamò
Haruka.
«Tu non hai nemmeno idea di
cosa io abbia passato per continuare a seguire le loro maledette
orme!» replicò Natsumi sullo stesso tono. «Non ho
tradito nessuno, sto semplicemente agendo come loro si aspettano da
me! Perché ci hai messo così tanto a intervenire,
quando ti ho fatto capire dov’era la cella di Kakashi?»
«Perché ero
sconvolta da quello che usciva dalla tua bocca!»
«Andiamo,
erano tutte palle! E’ da quando ho due anni che sono in grado di
fregare chiunque con le mie bugie!»
«E secondo te come
faccio ad esserne sicura?»
«Non esserlo»
mormorò, inaspettata, la voce di Kakashi. L’unico occhio
visibile si puntò, accusatorio, su Natsumi. «E’ stata
lei a mandare il messaggio con le indicazioni sul nascondiglio dei
documenti... e a trovarsi lì l’attimo dopo. E’ stata tutta
una trappola»
Il labbro inferiore di Natsumi
tremò.
«Quella
volta non ero lì per catturarti» scattò. «Ci
sono due tipi di allarme in quell’appartamento, uno che scatta per
la squadra speciale e uno che scatta per me, e quando Haruka era qui
anche per lei. Io ho semplicemente cercato di arrivare prima dei
ninja della Pioggia, ma per sfortuna sono arrivata esattamente
insieme a loro. Ho dovuto
unirmi al gruppo! Avevo ancora una ferita aperta nel fianco, e ho
dovuto fingere di essere in perfetta salute, lì perché
convocata come loro!»
«E quali prove ci sono?»
insisté Kakashi, con voce roca.
«Eccole le tue maledette
prove» sibilò lei, raggiungendolo in una falcata.
Naruto intervenne, fulmineo, e si
frappose tra lei e lui.
Natsumi gli mostrò una
chiave di metallo arrugginito, impaziente.
«Voglio solo liberarlo»
sibilò.
Naruto si spostò,
guardingo.
Lei si chinò e seguì
il contorno dei polsi di Kakashi fino agli anelli di ferro che li
bloccavano al muro. Mentre la chiave scattava nella serratura, le sue
mani tremavano.
Liberò la destra, e poi la
sinistra. Il jonin di Konoha si massaggiò le braccia
doloranti, ancora non del tutto convinto, e lei, evitando il suo
sguardo, frugò nel marsupio che teneva legato in vita ed
estrasse un plico di fogli strettamente ripiegato.
«Sono i documenti di quella
volta» spiegò mettendoglieli in mano. «Quelli che
hanno preso la squadra speciale erano copie create ad arte. Questi
sono gli originali, ed erano in uno scomparto dietro la nicchia che
tu hai visto. Chiedi a Haruka se non mi credi»
Kakashi alzò
lo sguardo sulla sorella maggiore.
Lei, che nel frattempo si era
liberata della maschera della squadra speciale, annuì
lentamente.
«Perché sei così
importante ora?» chiese a bruciapelo. «Se non hai tradito
tutti gli ideali con cui sei stata cresciuta... come hai fatto a
guadagnare la loro fiducia?»
Natsumi evitò di
incrociare il suo sguardo.
«Non ti piacerebbe saperlo»
mormorò asciutta, e la sua mano corse istintiva a coprire il
piccolo livido rosso che spiccava sul suo collo.
Haruka ricordò
all’improvviso alcune voci che circolavano sul conto del
capovillaggio... voci che di certo non gli rendevano unore... e un
fremito di rabbia e indignazione la scosse.
«Cosa diavolo hai fatto?!»
scattò furente, afferrando la sorella per il braccio e
allontanando la mano dal collo.
«Tutti devono fare
sacrifici!» sibilò Natsumi, a un passo dal suo viso.
«Mamma è papà sono morti, tu hai dovuto occuparti
di me per tutta la vita... e questo è il prezzo che devo
pagare io!» liberò la mano con uno strattone. «Non
pensarci, ok? Questo non ti riguarda!»
«Certo che mi riguarda! Sei
mia sorella!»
«Questo non vuol dire
niente...» disse Natsumi, amara. «Ufficialmente ti ho
disconosciuta, e ufficialmente tu disconoscerai me. Da oggi in poi
non dovrai più cercarmi o chiedere mie notizie. Per te sarà
come se fossi morta»
Haruka si morse il labbro
inferiore.
Fingere che l’ultimo membro
della sua famiglia non esistesse più? Smettere di preoccuparsi
per lei?
Era come chiederle di veder morire di nuovo i suoi
genitori... era troppo.
«Vieni con noi» disse
all’improvviso. «Torna a Konoha, ci rifaremo una vita
là...»
Prima ancora che lei avesse finito di parlare,
però, Natsumi scosse la testa.
«Sono l’ultimo aggancio
rimasto in questo Paese» spiegò. «Ricopro una
posizione importante, ho accesso a informazioni preziose... sarò
molto più utile alla Foglia restando qui»
«Ma la tua vita sarà
un inferno! Io lo so, l’ho provato!»
«E io no?» Natsumi
fece un sorriso stanco. «Credimi, mi è bastata una
settimana per capire... ma ho scelto così. Me lo farò
andare bene. Ora smettiamo di perdere tempo: il capovillaggio non ci
metterà molto a chiedersi che fine avete fatto»
«No, non ci sto»
protestò Haruka. «Non posso lasciarti qui e...»
Ma Natsumi aveva smesso di
ascoltarla.
Volgendole le spalle, si era
avvicinata a Kakashi e aveva tirato fuori dal marsupio una pillola
avvolta in un pezzetto di stoffa.
«Tieni, è un tonico
da guerra» spiegò tendendoglielo. La sua mano tremava
ancora. «Ti rimetterà in sesto. E... tutto quello che ti
ho detto... non era vero» arrossì. «Non sei stato
una delusione»
Kakashi prese ciò che lei
offriva, e lo ingoiò in un sol colpo.
«...Grazie» mormorò
alla fine.
«Mi dispiace anche per...
lo schiaffo... e tutto il resto...» continuò Natsumi,
evidentemente a disagio. «Però dovevo convincerli... lo
capisci, vero?» domandò ansiosa.
Lui rimase in silenzio per un
attimo.
Poi, di fronte alle sue mani
tremanti e ai suoi occhi blu supplici, annuì.
Secondo quanto aveva detto
Haruka, lui era l’eroe di Natsumi... forse non riusciva neanche a
immaginare come lei si era sentita fino a pochi minuti prima,
comportandosi come aveva fatto.
«Stai tremando» disse
Sakura, notando le sue mani inquiete. Assottigliò gli occhi
verdi. «C’è qualcosa che non va...?» domandò
sospettosa.
Natsumi fece una smorfia.
«Non è niente di
preoccupante» borbottò amara. «E’ solo per una
cosa che dovrò fare... ma non vi riguarda, state tranquilli.
Ora dovete andare, e in fretta pure. Io non posso accompagnarvi...»
«Aspetta... hai davvero
intenzione di restare qui?» intervenne Naruto, accigliato.
Natsumi gli lanciò un’occhiata perplessa. Che voleva questo?
«Non sei la sorella di Haruka? Non staresti mille volte meglio
a Konoha? Perché non vuoi tornare?» domandò lui a
raffica.
«L’ho già
spiegato» sbuffò lei.
La ruga sulla fronte del biondo
si ispessì.
«Ma la tua spiegazione non
aveva senso. Saresti utile alla Foglia in altri mille modi, tornando
con noi! Qua... beh, mi è parso di capire che non hai davanti
un bel futuro»
Natsumi
aprì la bocca per ribattere, ma in quel momento un leggero
bip-bip
proveniente dal suo fianco la distrasse. Prese una specie di piccolo
cerca-persone e scorse con gli occhi il messaggio appena arrivato.
«Merda» le sfuggì,
mentre si accigliava a sua volta. «Non c’è più
tempo, il capovillaggio vuole vedere Kakashi e voi due» rialzò
lo sguardo, e nonostante la penombra fu chiara la nota di
definitività che traspariva dagli occhi. «Da qua in poi
dovrete cavarvela da soli»
Senza il minimo preavviso, prese
il kunai sporco di sangue che aveva riappeso alla cintura e lo
conficcò nel proprio stesso addome, a pochi centimetri dalla
ferita di una settimana prima che si stava lentamente rimarginando.
Lo fece in fretta, per non bloccarsi all’ultimo istante, perché
il tremito non le impedisse di mirare con cura... e perché
nessuno la fermasse.
«Natsumi!» gridò
Haruka, spalancando gli occhi, ma lei la spinse indietro con una mano
macchiata di rosso.
«Muoviti!» disse tra
i denti, le labbra già tinte di sangue. «Vi lascio due
minuti di numero, e poi chiedo aiuto! Anche se voleste portarmi
indietro con la forza, non sopravvivrei al viaggio di ritorno...!»
un colpo di tosse le impedì di continuare.
«Posso fare qualcosa io...»
intervenne Sakura, facendo un passo avanti, ma l’occhiata che
Natsumi le lanciò bastò a farla desistere.
«Muovetevi» disse,
con voce roca. «Avete un minuto e mezzo!»
Haruka esitò.
Alla fine imprecò tra i
denti, e strinse la sorella in abbraccio impulsivo.
«Non
morire» le sussurrò all’orecchio. «E se le cose
si fanno troppo difficili torna indietro! Per
favore!»
Natsumi si sforzò di
sorridere. «Vai» mormorò, allontanandola da sé.
Sulla divisa di Haruka era rimasta una larga chiazza rossa.
Sakura, Naruto e Kakashi, che si
era notevolmente ripreso, erano già sulla soglia. Il biondo
fissò la minore delle due sorelle scuotendo la testa... e il
paragone, per contrasto, con i fratelli Uchiha gli sorse spontaneo.
Haruka guardò un’ultima
volta Natsumi. Poi si voltò di scatto, per evitare ogni
ripensamento, e insieme agli altri corse via lungo il corridoio.
Lei, la traditrice, la sorella
ritrovata, l’infiltrata e la bugiarda, si lasciò cadere
contro la parete di cemento che aveva accolto la schiena di Kakashi
fino a poco prima.
Ansante, chiuse gli occhi.
La ferita al fianco pulsava e
bruciava come il fuoco. Senza sapere perché, portò la
mano alla spalla fasciata; sotto le bende c’era il tatuaggio della
squadra speciale, fresco del giorno prima.
Le sarebbe piaciuto poterne
essere orgogliosa... le sarebbe piaciuto vivere in un villaggio senza
doversi nascondere... le sarebbe piaciuto conoscere il suo idolo di
sempre in altre condizioni.
Al pensiero di Kakashi, un
sorriso amaro le piegò le labbra.
In quel momento odiò
conoscere tanto bene sua sorella... perché aveva capito che
tra quei due c’era qualcosa di più di un generico rispetto.
Aveva visto l’occhio di Kakashi posarsi su di lei. E ne era stata
gelosa.
«Che egoista...»
mormorò da sola.
Haruka aveva vissuto per lei, da
dodici anni a quella parte. Per lei e solo per lei.
“Merita
un po’ di felicità” si trovò a pensare.
Guardò l’orologio al
polso, sporco di sangue. Il minuto che aveva promesso era passato da
un pezzo.
Con la mano che lentamente
perdeva sensibilità, prese il cerca-persone e premette un
tastino rosso sul lato. Ci fu un altro pigolio basso, e una luce
prese a brillare a intermittenza.
Lei inspirò a fondo,
gemendo per il dolore.
Sarebbero arrivati nel giro di
mezzo minuto.
Era abbastanza stordita?
Sì.
Sapeva che la ferita al fianco
non sarebbe bastata come scusa per non essersi lanciata
all’inseguimento dei prigionieri, per non averci nemmeno provato.
Ci voleva qualcosa d’altro.
E il miglior anestetico era lo
stordimento.
Rialzò il kunai, con la
mano ancora tremante, e si morse il labbro inferiore. Iniziava a non
vedere bene i contorni, ma le sembrava che fosse a perpendicolo sul
quadricipite.
“Avanti...”
si disse amara. “Non avrai mica paura adesso?”
Chiuse gli occhi.
Calò la mano.
Alle labbra strette tra i denti
non sfuggì nessun lamento; ma una goccia di sangue colò
lenta verso il mento...
Nel prossimo capitolo:
«Vedi... le donne sono
animali complessi» borbottò il sannin, versandosi un
goccio di sakè dalla bottiglia che il jonin gli aveva portato
in regalo. «Spesso incomprensibili» buttò giù
il sorso. «Io ho passato la mia intera vita a studiarle, e
ancora non capisco i complicati meccanismi che regolano i loro
rapporti sociali. Per esempio, perché un giorno si strappano i
capelli e quello dopo si fanno i complimenti per la manicure? E quale
scopo avrebbe l’emarginazione sociale? A una basta cambiare gruppo,
no? No. Perché per loro un gruppo è una specie di
marchio indelebile... E, naturalmente, ci sono anche i rapporti con
gli uomini. I ‘te lo lascio – me lo lasci – è mio di
diritto – lo amo più di te’ che per me non hanno alcun
senso: sono di tutte, se volete! E’ all’interno di questa branca
della sociologia femminile che si inserisce la teoria dell’harem»
* * *
* ȣ * * *
*
Spazio autore
Ed è con questo capitolo che si concludono le vicende riguardanti il villaggio della Pioggia e le sorelle Muto!
Di Natsumi non saprete più nulla per moooolto, molto tempo (se l'è cavata? No? Chi lo sa!),
e Haruka... diciamo che andrà a caccia, per un po'.
Dal prossimo aggiornamento si torna alle calme atmosfere di Konoha...
...scusate, devo essermi confusa.
Dicevo, si torna alle molto poco calme atmosfere di Konoha,
dove Kakashi, le bizzarre teorie di Jiraya e la famiglia Hyuuga la faranno da padroni!
E dove finalmente l'affare Sasuke inizierà a muoversi...
Ora, minuscolo messaggio pubblicitario! XD
Per quanti di voi non lo sapessero, da domenica scorsa su questo sito esistono non più una, ma due mie fanficitions;
l'altra è una specie di breve esperimento, che vi consiglio di leggere se volete deprimervi,
o se vi sentite troppo allegri e avete bisogno di tornare alla normalità,
o se pensate che i Within Temptation siano qualcosa di splendido!
(PENSATELO!)
Inutile a dirsi, troverete maggiori dettagli e il link nella mia pagina personale.
^^
sammy1987: grazie
mille per aver lasciato un commento, è sempre bello trovarsi
davanti persone nuove! Eheh, chissà con chi finirà
Sakura...? Io lo so, c'è solo questa certezza! Per il resto...
tutto più accadere... XD
harryherm: Haruka ringrazia, e
si complimenta per i tuoi ottimi gusti... spero che sia sarcastica,
altrimenti me la ritroverei più arrogante del previsto! XD
Comunque io non sono sadica, uffa... Li maltratto un po', ma
non faccio mai del male vero e proprio a nessuno! (nell'altra fic
sì che li torturo... qua mi limito a giocherellarci) Kakashi
è forte e giovane, quante storie... se non sopravvive lui a cose
come questa, tutti i ninja possono appendere gli shuriken al chiodo!
Naruto è tanto caruccio, vero? >_< Mi piace da mattiiii!
Giusto ieri, scrivendo il trentaquattresimo capitolo sul treno (invece
di studiare come avrei dovuto...), me lo sono ritrovato davvero
puccioso! Ebbene sì, me ne sono (ri)innamorata...! *ç*
Per quanto riguarda l'Akatsuki, il nuovo capo (nonché unico
membro) è una vecchia conoscenza pur non essendo un personaggio
di Kishi... Su, su... chi stava girando attorno a Konoha mentre Naruto
faceva fuori Madara e Itachi...?
kaho_chan: erano questi i guai
che avevi previsto? Ma no, dai, che sono stata brava... non ci sono
andata tanto pesante, e non l'ho tirata per le lunghe. Diciamo che mi
serviva che Natsumi conoscesse l'intero gruppo... uhuhuh... (Sasuke
ovviamente non conta, possiamo anche dimenticarlo).
1992: strano modo di dimostrare
la tua ammirazione per Kakashi! XD Allora posso torturarlo ancora un
po'? XDD Naruto è volutamente ingarbugliato... è confuso,
non si capisce bene chi e come ha il controllo, quanto la volpe
influisca su di lui e quanto lui la gestisca... nemmeno lui riesce a
capirsi, in questo momento, e non vedo perché i lettori invece
dovrebbero riuscire a comprenderlo! XD (persino io ho qualche problema
con lui!) Wow, sono contenta che ti piaccia Haruka! XD Ha riscosso un
buon successo... ora inizio quasi a pensare che la mia vita sia in
pericolo per ciò che succederà più avanti...
Grazie mille per gli auguri, non so ancora come sia andato l'esame, ma
quando mi arriverà il voto lo comunicherò a tutti! (nel
bene e nel male...) Un bacione! ^.^
Jana: evviva, grazie mille per
i complimenti! Ma esattamente... quali sono le tue coppie preferite?
Per ora sto viaggiando molto su triangoli e supposizioni, tu in
particolare a chi ti riferisci? ^_^
killkenny: tienila bene
d'occhio, la segretaria di Danzo... perché scoprirai qualcosa di
molto interessante su di lei... oserei dire di sconvolgente! XD (e te
lo dico perché vieni da manga.it) Il superstite dell'Akatsuki
è una nuova conoscenza (e con nuova intendo: risalente a questa
fan), ma se ricordi chi si aggirava attorno a Konoha insieme a Tobi
qualche tempo fa ci arrivi... ^^ Ehi, Itachi fantasma è un'idea
che mi piacerebbe mettere in pratica! XD Giusto per rivederlo, anche
solo un istante... sigh. Sono stata un'idiota ad ucciderlo! >_<
OneWingedAngel: Kakashi non
è asino, povero piccolo... è caduto in trappola. E, per
colmo di sfortuna, si è trovato ad essere gestito da un'autrice
bastarda come me... Comunque ora starà bene, direi! ^^ anzi, dal
prossimo capitolo il suo "nemico" saranno le donne! Meglio di
così...! XD La mia Kyuubi è femmina! Non so cosa ne pensi
Kishi, ma per me è una gentil donzella... XD E' molto più
romantico, visto che sta dentro Naruto! Più che altro...
così ho due punti di vista totalmente diversi: bene/male,
maschio/femmina, amore/odio, eccetera eccetera... E poi, anche se ormai
più o meno ho imparato a entrare anche nella testa dei maschi,
con le femmine mi trovo indubitabilmente meglio! Soprattutto se sono
infide e malvagie... XD
ShAiW: beh, hai visto che
Natsumi non è affatto male! XD Anzi, è più dalla
tua parte che contro, direi! Fan delle NejiTen, eh... uhm...
chissà, chissà... XD La speranza è l'ultima a
morire!
Aya
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Capitolo 24 *** La teoria dell'harem ***
Naruto-24
Capitolo ventiquattresimo
La teoria dell’harem
«Hinata, vieni. Dobbiamo
parlare»
Hiashi Hyuuga placcò la
sua primogenita mentre cercava di attraversare il corridoio senza
fare il minimo rumore. Lei, vedendosi scoperta, trasalì.
«M-Mi dispiace, padre...»
disse in fretta. «Ma il mio gruppo ha una missione e sono già
in ritardo»
Prima che Hiashi si riprendesse
dallo shock emotivo di vedersi contraddetto, Hinata sgusciò
via rapida.
Mentre correva leggera sul
parquet della residenza principale del clan, il suo cuore batteva
veloce nel petto.
Perché ultimamente sapeva
con terribile chiarezza di cosa la gente voleva parlarle?
E perché era sempre lo
stesso argomento?
Un’altra settimana era
trascorsa da che Haruka, Naruto e Sakura avevano portato in salvo
Kakashi.
Si era ormai alla fine di giugno, e il jonin dai capelli d'argento si era ripreso in fretta, dopo
essere tornato alla Foglia. Le cure di Shizune e un paio di giorni in
ospedale lo avevano rimesso completamente a nuovo. I medici che lo
avevano visitato si erano complimentati con lui per il tonico da
guerra che aveva ingerito, sostenendo che fosse uno dei migliori che
avessero mai visto.
E lui, si era trovato
all’improvviso al centro di mille attenzioni femminili.
Shizune.
Rin.
Ayane del ramen Ichiraku – con
cui aveva parlato sì e no tre volte in vita sua.
Anko
– Anko!
E Haruka, naturalmente.
L’unica
che non fosse venuta a trovarlo con un gigantesco mazzo di fiori in
mano e un sorriso standard stampato sulle labbra – oltre a Haruka,
che non si sarebbe mai sognata di presentarsi così – era
Kurenai... La quale però non aveva perso occasione per fargli
notare che era sommerso dalle rose – rose!
– e che non avrebbe dovuto comprare frutta per i prossimi dieci
anni.
Era
abbastanza irritante... soprattutto quando si presentava con Asuma e
Tobi, il loro terribile figlio in piena ‘età
dei perché’.
Ma finalmente anche quella
tortura era finita, e Kakashi aveva potuto tornare nel suo
confortevole appartamento. Sommerso dalla polvere.
Mentre faceva le pulizie, si
chiese come l’avrebbero presa le sue ammiratrici dell’ultim’ora
vedendolo in quelle condizioni... e si trovò a rispondersi che
probabilmente lo avrebbero trovato ‘tenero’.
Rabbrividì.
Doveva vedere Jiraya, e chiedere
consiglio... ormai i libri della Pomiciata non bastavano più.
La situazione per quanto
riguardava Sasuke era rimasta invariata.
Naruto andava di nascosto a
trovarlo tutti i giorni e, se per entrare nella sua prigione doveva
ricorrere a Kyuubi, non aveva il minimo scrupolo a farlo.
D’altronde doveva fare qualcosa
per quel suo sciocco fratello. Non poteva permettere che si lasciasse
morire così...
...Anche perché, di
riflesso, se Sasuke stava male, Sakura stava male. E se Sakura stava
male, lui stava male. Se poi sia Sakura che Sasuke stavano male, lui
andava in crisi.
Senza contare che ultimamente
c’era una cosa che preoccupava profondamente Naruto, riguardo a
Sasuke: il sigillo maledetto impresso da Orochimaru sul suo corpo.
Sembrava che ultimamente desse
problemi all’Uchiha – e anche alle guardie che lo sorvegliavano:
si attivava senza preavviso, era instabile, doloroso... era come se
Sasuke ne avesse perso il controllo. Probabilmente ciò era
dovuto alla sua crescente debolezza, a sua volta provocata dal suo
fermo rifiuto di ingoiare qualsiasi tipo di alimento... Ma era
comunque un’altra fonte di preoccupazione.
Di ritorno da una missione in
solitaria, dopo aver consegnato il bottino all’Ufficio per lo
smistamento delle missioni, Naruto decise di fermarsi nel parco della
zona sud del villaggio, seduto su una panchina.
Poco più di due settimane
prima, in quello stesso luogo, Gaara si era presentato convinto di
essere stato invitato a una festa.
Una festa... sicuramente il
pensiero di farla ora era ridicolo. Anzi, no: esilarante.
Naruto rise, di una risata amara
e dura, e una bambina che stava giocando con la palla lo guardò
spaventata. Lui si passò una mano tra i capelli, senza
accorgersi che quella scappava via veloce.
“Mi
sembra di notare che le cose non stiano andando tanto bene...”
Eccola. Ogni volta che qualcosa non era come a lui sarebbe piaciuto,
Kyuubi era lì, a farglielo gentilmente notare.
“Non
è il momento” replicò irritato.
“Lo
è mai?”
domandò la volpe, divertita. “Tu
non vuoi mai sentire la verità, ragazzino. Non ti piace
accorgerti che tutto ciò che fai viene ricambiato a pesci in
faccia. Non ti piace che io ti faccia notare come tutte le persone
che ti circondano si servono di te... Non c’è Sasuke, allora
va bene Naruto; la ragazzina e il tuo maestro la pensano così,
lo sai. Non c’è il quarto Hokage, allora va bene Naruto; la
vecchia e il tizio con i capelli bianchi la pensano così, sai
anche questo. Ma sei sempre la seconda scelta. Ironicamente, chi ti
voleva davvero perché sei tu era quel bastardo di Madara. Sei
ricercato solo quando vogliono ucciderti”
«Stai zitta!» gridò
Naruto, a voce alta.
Kyuubi si ritrasse nelle
profondità della sua coscienza, mormorando piano, e molte
teste si voltarono nella sua direzione. Occhi inquieti. Madri
preoccupate.
“Cosa
mi sta succedendo?” si chiese Naruto, alzandosi dalla panchina e
passandosi una mano sul viso.
Ascoltare le parole della volpe
era stata una tortura più piacevole di quanto avrebbe mai
immaginato... perché? Perché si faceva del male?
Si allontanò dal
parchetto, confuso. Mille idee si agitavano nella sua testa, pensieri
l’uno meno piacevole dell’altro.
Lui aveva salvato innumerevoli
volte Sakura e Sasuke. E anche il maestro Kakashi, la settimana
prima. Perché erano suoi compagni. Perché avrebbero
fatto lo stesso per lui!
Ah, davvero? Sasuke avrebbe
fatto lo stesso per te? E quante volte te lo ha dimostrato?
Quello non contava! Sasuke era
ossessionato da Itachi, ma se così non fosse stato...
Ti ha affondato una mano nel
cuore. Ti ha ucciso!
Non lo ha fatto apposta!
Non è un genere di
errore che si sistema con un ‘non lo ha fatto apposta’...
Basta! Ma che diavolo sei, tu?!
La voce nella sua mente tacque, e
tutto fu silenzio.
Naruto si fermò, in mezzo
alla strada.
Ottimo. Stava impazzendo.
Non bastava la volpe, no, ci
voleva anche la schizofrenia.
All’improvviso sentiva una gran
voglia di buttarsi su una bottiglia di sakè, come il maestro
Jiraya.
Ma sentì che qualcuno lo
osservava.
Alzò lo sguardo, alla
ricerca degli occhi puntati sui suoi, e, oltre un muro, vide spuntare
la testa di Hinata. Quando lei si accorse di essere stata scoperta,
si ritrasse frettolosamente.
“Ah!
Mi ha visto!” pensò arrossendo, e si appiattì contro
la parete.
«Hinata? Che ci fai qui?»
le chiese Naruto, spuntando alla sua sinistra.
Lei trasalì, e per poco
non svenne – per quella che sarebbe stata l’ennesima volta.
«I-I-Io...» balbettò,
senza sapere come continuare.
Io sono scappata dalla mia
casa e da mio padre inventandomi una missione che non esiste, perché
sono tanto stupida da non riuscire a smettere di pensare a te, e ho
il terrore di sentire qualcuno farmi proposte sentimentali.
No. Non era un’opzione di
risposta.
«I-Io... ero in giro...»
sintetizzò dopo un lungo istante, con un sorriso tiratissimo.
«Ah. Il tuo gruppo non ha
missioni?» domandò Naruto, perplesso.
«E’ il nostro giorno di
riposo...» mormorò lei, vagamente delusa.
Non la considerava se non era
insieme a Kiba e Shino?
«E perché sei in
giro da sola?»
«Ehm...»
“Che
domanda del cavolo!” si riproverò lui, vedendola in
difficoltà. “Tatto zero!”
«Senti, ti va un ramen?»
le propose, senza quasi rendersene conto.
«C-Cosa?» balbettò
lei spalancando gli occhi candidi. «I-Io e t-te?»
«Ehm... non vedo altra
gente attorno a noi»
E questa volta sì che
Hinata svenne.
«Ah,
è elementare» commentò Jiraya con l’aria di chi
la sa lunga. «La
teoria dell’harem»
Kakashi gli lanciò uno
sguardo smarrito.
«Cioè?»
chiese, senza aver capito nulla.
«Vedi...
le donne sono animali complessi» borbottò il sannin,
versandosi un goccio di sakè dalla bottiglia che il jonin gli
aveva portato in regalo. «Spesso incomprensibili» buttò
giù il sorso. «Io ho passato la mia intera vita a
studiarle, e ancora non capisco i complicati meccanismi che regolano
i loro rapporti sociali. Per esempio, perché un giorno si
strappano i capelli e quello dopo si fanno i complimenti per la
manicure? E quale scopo avrebbe l’emarginazione sociale? A una
basta cambiare gruppo, no? No. Perché per loro un gruppo è
una specie di marchio indelebile... E, naturalmente, ci sono anche i
rapporti con gli uomini. I ‘te lo lascio – me lo lasci – è
mio di diritto – lo amo più di te’ che per me non hanno
alcun senso: sono di tutte, se volete! E’ all’interno di questa
branca della sociologia femminile che si inserisce la teoria
dell’harem»
Kakashi corrugò la fronte,
impegnandosi a non perdere nemmeno una parola.
«Vedi, l’uomo
tendenzialmente è davvero di tutte» spiegò
Jiraya, disegnando sul tavolo, con poche gocce di sakè, uno
schema elementare. Al momento vedeva un puntino centrale e tanti
altri intorno. «Ma loro restano alla stessa distanza, così...
se non che l’uomo ha bisogno di contatto fisico. E allora se ne
sceglie una» tracciò una freccia, che congiungeva il
puntino centrale a uno di quelli che lo circondavano. «Ma è
in questo momento che scatta il meccanismo dell’harem! Tutte,
all’improvviso, partono alla carica per conquistare l’uomo!»
colto da una sorta di raptus creativo, Jiraya delineò
un’infinità di frecce, tutte che miravano dritte verso il
punto al centro. «Ed è il caos più completo!»
con una mano, cancellò tutto il disegno; sollevò gli
occhi, leggermente appannati, su Kakashi. «Hai capito?»
«Ehm... dove sta l’harem
in tutto questo?»
«Qui!» esasperato, il
sannin batté una manata sul suo disegno rovinato. «Finché
ogni donna è equidistante dall’uomo, va tutto bene, nessuna
chiede di più! Ma quando lui inizia ad avere una favorita,
l’harem insorge! Una donna che infrange la regola dell’harem non
verrà mai perdonata dalle altre!»
«Aspetti... ma chi ha fatto
il primo passo, nel mio caso?»
«La figlia dei Muto,
ovvio»
«Oh. Ma c’è qualcosa d’altro che non
quadra: io non ho mai avuto un harem»
«No,
tu non te ne sei mai accorto, che è diverso» Jiraya
agitò un dito sotto il naso di Kakashi. «Sei un ninja in
gamba, e con quella maschera hai fatto centro: il mistero è la
chiave del fascino. Ma sei sempre così impegnato con le
missioni, o tieni il naso sui miei libri – che, per carità,
sono la lettura migliore che potrei mai consigliarti... Non hai
passato molto tempo a guardarti intorno, eh? E gli appuntamenti ti
sono piovuti dal cielo. Ti sei mai chiesto perché non hai
ancora sposato nessuna, oltre all’ovvio motivo che per metà
del tuo tempo non ci sei con la testa e/o con il corpo? Te lo dico
io» si sporse sul tavolo, in tono cospiratorio. «Perché
il resto dell’harem ha fatto
fuori
le traditrici!»
Kakashi rabbrividì
involontariamente.
«Non starà
esagerando...?» chiese alla fine, con un sospiro scettico. «In
fondo le donne sono esseri umani come tutti... non riesco a credere
che siano i mostri che lei mi descrive»
Jiraya ghignò, tornando a
sedersi normalmente.
«Sei
ancora giovane Kakashi... te ne accorgerai, con il tempo... te
ne accorgerai...»
A dire il vero... a Kakashi non
ci volle poi molto per accorgersene.
Bastarono più o meno due
settimane, e la lotta attorno a lui divampò feroce.
Il pettegolezzo è la macchina più veloce e più
diabolica che mente umana abbia mai concepito.
Viaggia all’incirca alla velocità della luce, vola da un
capo all’altro del mondo, supera ostacoli e barriere, si libra nel
vento e raggiunge anche le località più remote e
impenetrabili... è la vera arma definitiva.
E
fu per questo che, nel giro di neanche mezzora, tutti quelli che
dovevano sapere seppero:
Hinata e Naruto erano a pranzo insieme.
La notizia poteva rivelarsi sconvolgente per due motivi diversi: o
Naruto stava cornificando Sakura, il che avrebbe significato gettare
al vento dieci anni di sproloqui riguardanti il suo amore per lei, o
Hinata aveva finalmente trovato il fegato per dichiararsi, e in quel
caso la reazione di Hiashi Hyuuga avrebbe fatto tremare Konoha.
In ogni caso, non era uno spettacolo che ci si poteva permettere di
perdere.
I
protagonisti dello show
non se ne rendevano conto... ma se avessero prestato un briciolo di
attenzione a ciò che accadeva attorno a loro, avrebbero
scoperto un affollato movimento dietro gli angoli e sui tetti.
Da Tenten, che aveva costretto due recalcitranti Neji e Rock Lee a
seguirla, alle ragazze più grandi che non perdevano mai
l’occasione di spettegolare, passando per i ragazzini che avevano
eletto Naruto a loro mito e cercavano di carpirgli qualche segreto,
guidati da Konohamaru; tutti aspettavano soltanto che succedesse
qualcosa degno di nota.
Neji, la pecora nera, si rifiutava di guardare.
Meno avesse avuto a che fare con Hinata, meno Hiashi avrebbe iniziato
a combinargli matrimoni.
Eppure nulla succedeva.
Sì, Hinata aveva fatto cadere le bacchette almeno cinque
volte, rovesciato una ciotola di ramen, rischiato di cadere dallo
sgabello e si era impigliata nella tendina con l’insegna della
bancarella, ma oltre al tremito persistente non faceva nulla. Nemmeno
parlava.
Naruto, accanto a lei, le lanciava occhiate perplesse.
Aveva
la strana sensazione che lei fosse... a
disagio.
Da quando metteva a disagio le persone? Lui?
“Tu
non c’entri niente, vero?” si trovò a chiedere a Kyuubi,
in automatico.
L’unica risposta che ottenne fu
una risata gorgogliante. Chissà perché, ebbe la netta
sensazione che la volpe scuotesse la testa.
Il che non risolveva i suoi
problemi.
Aveva invitato a pranzo Hinata
perché l’aveva vista in difficoltà; ma se così
facendo la metteva in crisi, allora c’era una falla nel suo piano.
“Io
non capisco questa ragazza!” arrivò a gridare dentro di sé.
“Tutte le altre sono mille volte più comprensibili! Sakura,
Ino, Tenten... persino Temari!”
Hinata, lì accanto, si
arrovellava da quasi mezzora nella disperata ricerca di un argomento
di conversazione intelligente. Purtroppo per lei, scoprì di
avere la mente completamente vuota, cava, deserta, riecheggiante. Non
riusciva a trovare nemmeno un barlume di arguzia residua, uno
qualsiasi dei mille argomenti che le avevano fatto studiare a lezione
di etichetta, una barzelletta del cavolo che aveva sentito da Kiba.
Niente di niente.
Era vicina alle lacrime. E il suo
ramen era praticamente freddo.
“Penserà
che sono una sciocca” si disse, disperata. “Me ne sto qui da
mezzora, senza aprire bocca, e ho stroncato tutti i suoi tentativi di
conversazione rispondendo a monosillabi! Accidenti, ma in tutto
questo tempo non ho imparato niente? Non ho acquisito un po’ di
sicurezza anche come persona, oltre che come ninja?”
«N-Naruto...» mormorò
con un filo di voce, e lui, com’era ovvio, non la sentì.
Hinata avvampò,
rifugiandosi nella sua ciotola di ramen.
Terribile.
Era stato solo un tentativo sparuto, ma aveva rischiato di farla
svenire di nuovo.
Con suo profondo orrore, sentì
le bacchette di Naruto tintinnare sul fondo della ciotola.
«Beh... io sono pieno»
disse lui, esitante e al tempo stesso desideroso di concludere in
fretta quella parentesi imbarazzante. «Tu... ehm... vuoi che
resto con te finché non hai finito?»
“Complimenti
Naruto, questo sì che è tatto!” si maledisse subito
dopo aver parlato. Con la coda dell’occhio individuò il
proprietario del banco, che cercava di indicargli che si era appena
suicidato socialmente.
«N-No!» scattò
Hinata, rischiando di rovesciare ancora la ciotola. «N-Non devi
restare per forza! Se... Se hai altro da fare... p-puoi andare»
Involontariamente, i suoi occhi
lo supplicarono di rimanere.
Lui sembrò captare
qualcosa... ma non era mai stato bravo in quel genere di faccende.
Se lei diceva che poteva andare,
allora doveva essere così. Se lo avesse voluto lì lo
avrebbe fermato, no?
«Sicura?» chiese, per
esserne certo.
Hinata esitò, e poi annuì.
“Stupida
che non sono altro!”
«Allora... beh, ci
vediamo!» salutò lui, sfoggiando un sorriso poco
convinto.
Lei replicò con una
smorfia più triste che felice, e rimase a guardarlo mentre
pagava per entrambi e poi se ne andava.
Quando svoltò dietro
l’angolo, a lei venne in mente che non avrebbe dovuto lasciarlo
pagare.
“Sono
davvero una maledetta stupida...”
Kiba, abbarbicato sul tetto di un palazzo che dava sul ramen
Ichiraku, fremeva di rabbia.
“Quell’idiota!”
rabbioso, colpì le tegole con un pugno. Akamaru, accanto a
lui, uggiolò. “Come può non accorgersi di niente?! E’
chiaro anche a un cieco che lei vede solo lui! E lui perde tempo
dietro a Sakura, che lo sanno tutti che pensa ancora a Sasuke! Dio,
che voglia di prenderlo per il collo e attaccarlo a un muro!”
Pensava, pensava... ma in realtà
non voleva davvero che Naruto sapesse dei sentimenti di Hinata. Non
era masochista fino a quel punto.
E tuttavia soffriva nel vederla
star male, come era ovvio. Provava un vero dolore fisico, una fitta
allo stomaco che gli faceva desiderare di spaccare tutto.
Avrebbe voluto essere lui a
renderla felice.
Avrebbe voluto prendere il posto
di Naruto nel suo cuore.
Forse doveva prenderla a
quattr’occhi e parlarle...
Piangere era facile, in fin dei
conti.
Bastava rannicchiarsi in un
angolo, chiudere gli occhi, e sfogarsi.
Lasciar uscire tutta la rabbia,
l’amarezza, la solitudine... stringere le braccia al petto e
soffocare i singhiozzi nel cuscino.
Dopo passava tutto, o quasi.
Ma quel giorno non era destino
che la lasciassero piangere in pace: un pugno leggero picchiò
piano alla sua porta.
«Madamigella Hinata, padron
Hiashi desidera parlarvi»
Una voce cortese. Cortese e
fredda. Indifferente.
Hinata si sollevò dal
cuscino e asciugò in fretta le lacrime che le rigavano il
viso.
«A-Arrivo!» balbettò,
frugando nel comodino alla ricerca di un collirio. «Un attimo!»
Fu in piedi in un istante, sul
pavimento di legno chiaro, e attraversò la grande stanza fino
allo specchio che copriva buona parte di una parete.
Ahh, quant’era sciupata. Bianca
come i mobili della sua stanza, pallida come la luce che attraversava
la carta di riso.
Applicò il collirio in
fretta, operazione abituale, e si massaggiò le palpebre per
qualche secondo. Quando riaprì gli occhi, era come se non
avesse mai pianto. Quel preparato era davvero miracoloso.
Con una stretta allo stomaco,
ragionò solo in quel momento sulla convocazione da parte di
suo padre; quando lo aveva evitato, quella mattina, si era creduta in
gamba e fortunata. Ora la sua vanità si scontrava con la dura
realtà, quella realtà cruda che prevedeva che lui fosse
il capo, e che chiunque abitava nella sua casa fosse tenuto ad
obbedirgli.
Ma in quel momento non l’aveva
neanche, la forza per opporsi.
Raggiunse la porta della stanza e
aprì, trovandosi davanti una cameriera come tutte le altre.
Quella chinò il capo rispettosamente, e la accompagnò
lungo gli infiniti corridoi che separavano le stanze della famiglia
da quelle pubbliche.
Con lo spirito di un condannato a
morte, lei la seguì a bocca chiusa.
Non sapeva nemmeno come fosse
arrivata da suo padre, alla fine. A un certo punto, semplicemente, si
trovò in una stanza con lui, inginocchiata davanti alla sua
rigida persona.
«Oggi il tuo gruppo non
aveva nessuna missione» esordì Hiashi, secco.
«Perdonatemi, padre...»
mormorò lei, gli occhi bassi. «Mi ero sbagliata»
Lui assottigliò gli occhi
candidi. «Eppure hai trascorso tutta la mattinata e parte del
pomeriggio fuori. Mi sono giunte strane voci circa il tuo
pranzo...»
Hinata si irrigidì.
«Naruto Uzumaki non è
una buona compagnia» decretò il capoclan degli Hyuuga,
in tono definitivo. «Non si sa chi siano i suoi genitori, è
uno scapestrato, ed è... pericoloso. Non è persona che
tu possa frequentare serenamente»
Lei rimase assolutamente
immobile, senza quasi respirare.
«Non dovrai più
avere contatti con lui, o con chi ha a che fare con lui. Mi riferisco
ai membri del suo gruppo e ai suoi amici, naturalmente. Tu sei una
Hyuuga, e gli Hyuuga occupano un livello superiore all’interno del
villaggio... mi auguro che questo ti sia chiaro»
«Sì, padre»
rispose lei meccanicamente, stringendo i pugni. «Ma...»
«Inoltre» la
interruppe lui. «Ormai hai raggiunto l’età giusta per
iniziare a pensare al matrimonio»
Hinata alzò la testa di
scatto, gli occhi spalancati.
«Sei la primogenita, colei
che erediterà tutto» proseguì Hiashi,
impassibile. «Dovrai avere al tuo fianco una persona
meritevole, che possa affiancarti e guidarti nella gestione del
clan...»
«Io non voglio sposarmi!»
sfuggì a Hinata, con voce angosciata.
«Come?» ribatté
suo padre, accigliandosi.
Lei si affrettò a
riabbassare lo sguardo. «I-Io penso...» mormorò,
tremando. «Penso di essere troppo giovane... ci sono a-ancora
tante cose che non so... devo... devo migliorare...»
«Avrai tempo di migliorare
in seguito» la interruppe lui, di nuovo. «Ora è
prioritario che venga scelto l’uomo che starà al tuo
fianco»
«Ma padre...!»
«Non ne farò
mistero: ho pensato a tuo cugino Neji, sebbene faccia parte della
casata cadetta... ritengo che possieda tutte le qualità per
guidare il clan con consapevolezza, e...»
...A quanto pare lui non aveva la
benché minima intenzione di ascoltare ciò che lei aveva
da dire.
Hinata riabbassò il capo,
sentendo le lacrime che premevano ancora per uscire dai suoi occhi.
Quando avrebbe trovato il
coraggio di gridare ciò che pensava?
A suo padre, a Naruto, a Kiba...
quando sarebbe stata abbastanza forte da parlare?
Chiuse gli occhi, serrando le
palpebre sul pianto imminente, e affondò le unghie nel palmo
della mano.
“Sono
debole” pensò, in un istante di lucida chiarezza.
«Perdonatemi, mi sento poco
bene...» disse in fretta, con voce tremante, e, portando una
mano alla bocca, si alzò in piedi.
«Che succede? Dove vai?»
le chiese Hiashi accigliandosi.
«Perdonatemi...»
ripeté lei, ignorando le sue domande, e aprì la porta
scorrevole della stanza.
Corse via, lungo il corridoio,
con l’angosciante sensazione di trovarsi all’interno di un
labirinto senza uscita...
...Perché all’improvviso
tutti si interessavano a lei?
Tutti... tranne l’unica persona
che a lei interessasse davvero...
Non poteva saperlo, ma in quel
momento Kiba si aggirava attorno alla residenza principale con aria
nervosa, ponendosi come l’ennesimo elemento che la accerchiava,
togliendole l’aria e ogni possibile via di fuga.
Jiraya
non lo avrebbe mai ammesso, ma la teoria
dell’harem,
in quel particolare caso, poteva benissimo essere applicata anche
agli uomini.
«...difficilmente
gestibile. Le sue condizioni di salute peggiorano, non mangia,
risente della lunga reclusione, e il sigillo reagisce in maniera
imprevedibile. Forse dovremmo spostarlo»
Il ninja terminò il suo
resoconto in maniera insolita, ovvero con un suggerimento.
Gli anziani del consiglio gli
scoccarono un’occhiataccia per la sua audacia.
Non sapevano che il poveretto, da
giorni ormai, sopportava le minacce di Kyuubi senza aprire bocca. Non
sapevano che il suo pallore non era dovuto ai turni di guardia, ma al
terrore di un paio di occhi tendenti al viola...
«Smidollato...»
mormorò qualcuno, scuotendo la testa.
Tsunade, a capo tavola,
assottigliò gli occhi castani posandoli su Danzo.
«Spostarlo? E dove?»
chiese uno degli anziani, laconico. «Il luogo in cui è
rinchiuso ora è l’unico che non sia noto a nessuno, noi
esclusi»
“Come
no” pensò il ninja amaramente, reprimendo un brivido.
«Ma forse...» iniziò
Danzo, alzandosi in piedi. «...se lo collocassimo in una
prigione regolare, sottoposto a sorveglianza strettissima e con una
piccola finestra per risollevargli l’umore... potremmo anche
evitare che si lasci morire senza parlare. E’ pur sempre un membro
della nobile casata degli Uchiha, un elemento importante per il
villaggio»
«E’ un traditore!»
commentò aspro uno dei consiglieri.
«E’ un ragazzo»
ribatté Danzo. «E i ragazzi commettono errori»
«E se invece lo
processassimo?» buttò lì Tsunade.
Sulla tavolata scese il silenzio.
«Come?» fece Danzo,
rivolgendole una lunga occhiata indagatrice.
L’Hokage sorrise, appoggiando
il mento sulle mani.
«E’ questo l’obiettivo
finale, no? Processarlo come traditore. Decidere se vogliamo
reintegrarlo tra i ninja di Konoha, riconoscendo la sua giovane età
e il desiderio di vendicare il suo clan... oppure se vogliamo
liberarcene per sempre. Sono più di due settimane che
tergiversiamo, non credo che ormai sia rimasto molto altro da dire;
per quel che mi riguarda, dovremmo passare direttamente al processo»
fece una piccola pausa. «Anche perché ci sono altre
faccende che richiedono la nostra attenzione, non possiamo consumare
tutte le nostre energie su un singolo caso»
Danzo si risedette, senza
scomporsi. Se colse la lieve minaccia e l’accusa, fece finta di
niente.
Al contrario, lungo il tavolo si
diffuse un mormorio concitato.
«...Un processo
pubblico...?»
«...Ma lo merita?...»
«...E’ un Uchiha...
sangue malato...»
«...E’ un ragazzo, in
fondo...»
«...Era una questione
d’onore...»
Tsunade lasciò che gli
anziani borbottassero per qualche minuto, esprimendo liberamente il
loro parere, e poi alzò una mano a zittirli.
«Verrà giudicato
come un traditore comune» annunciò. «Il processo
sarà accessibile soltanto ai membri del consiglio e ai chunin
e jonin della Foglia. Verranno ascoltate le sue parole, eventuali
testimonianze... verranno vagliati pro e contro, come in ogni
processo. Mi rendo conto di come Sasuke Uchiha non sia un criminale
comune: è forte, pericoloso e, a mio giudizio, mentalmente
instabile. Ma ciò non toglie che sia stato allevato come un
ninja di Konoha fino ai sette anni, per di più in una delle
casate migliori. Nelle radici della sua educazione, probabilmente,
sopravvive ancora qualcosa della persona che era prima... e noi
dobbiamo verificare se sia così oppure no. Se così
fosse, e noi tergiversassimo ancora, e il ragazzo morisse nella sua
cella, avremmo perso un elemento potenzialmente valido per la Foglia.
Se così non fosse, non sarebbe mai troppo tardi per prendere
le dovute misure di sicurezza»
Un altro mormorio si diffuse
lungo il tavolo. Molte teste annuirono. Danzo rimase impassibile.
Tsunade concesse agli anziani
qualche altro minuto, e poi si schiarì la voce.
«Ho bisogno di un vostro
parere immediato» disse in tono autoritario. «La mia
proposta è che il processo si tenga a una settimana da oggi.
Chi è favorevole?»
Giochi di sguardi.
Impercettibili movimenti di capo.
E poi, le prime mani che si
alzano. E le altre. Tante altre.
La maggioranza.
L’Hokage sorrise, trattenendosi
a stento dal gettare un’occhiata trionfante a Danzo.
«Bene. Tra sette giorni
avrà luogo il processo per tradimento a Sasuke Uchiha»
annunciò definitivamente.
“E
per allora Naruto sarà in missione...” aggiunse tra sé
e sé. “Non possiamo permetterci alzate di testa in un
momento tanto delicato”
Danzo, fermo al suo posto, era
tra i pochi che non avevano sollevato la mano.
E tuttavia il processo era una
proposta che approvava pienamente: quale migliore occasione per
attaccare Konoha del momento in cui i ninja più abili erano
assiepati in un unico luogo e lasciavano incustoditi i confini?
Se fosse stata sua abitudine
farlo, avrebbe sorriso...
Nel prossimo capitolo:
«Sei un idiota!»
sbottò, tossendo. «Pensi che il mio obiettivo sia quello
di irritarti? Pensi che io sia così cretina?»
«E allora cosa vuoi?»
ringhiò l’uomo, stringendo i denti.
Reira lo raggiunse, e lo
costrinse a guardarla.
«Ora
ascoltami bene» disse veloce, a voce bassa. «Danzo è
pazzo. Vuole distruggere Konoha e riedificarla a modo suo. Ma non ci
riuscirà, non con la sua mentalità, e io non voglio che
ciò accada»
* * *
* ȣ * * *
*
Spazio autore
Ho appena riletto il capitolo, e devo dire che mi piace più del previsto! XD
E' piuttosto scorrevole, e anche se non succede nulla di eclatante, non mi sembra troppo noioso!
(siete liberi di pensarla in modo diverso, ovviamente)
Sfortunatamente per me e per voi, il prossimo capitolo sarà
pressoché inutile, ma complicherà un po' le cose a
livello sentimentale...
beh, per oggi è tutto!
...Ah, no!
Risultato del primo esame universitario: 30
Evvai!!
Talpina Pensierosa: sei perdonata per non aver avvisato! XD Ma non farlo più!
Mala_Mela: ti ho
già insultata a sufficienza in diretta, mi pare! XD Comunque...
c'è una cosa che non ti ho detto riguardo alla recensione... Non
è poi così priva di dubbi la fine che fanno
*ehm-ehm* e *ehm-ehm*... a buon intenditor... (sì, lo so che
anche un buon intenditor non capirebbe una cippa di questa frase, ma
sono volutamente bastarda ed enigmatica! Sei autorizzata a farmela
pagare, ma lasciati scappare qualche altro semi-spoiler, e giuro che
trovo il modo di rubarti la borsa di p-chan e l'akabag... lasciandoti tutti i libri di scuola che contiene!) (minaccia terribile minaccia)
harryherm: ehm... (guarda altrove) (sono certa che capirai che non posso dilungarmi oltre, o mi lascio scappare spoiler involontari! XD)
1992: non ho mai detto che
avrei ucciso Haruka! ^^ Ma il tuo paragone tra me e Kyuubi mi lusinga
profondamente! Per quanto riguarda Natsumi e Haruka, onestamente
nemmeno io saprei dire quale delle due preferisco... per me sono
più o meno allo stesso livello! XD E Kakashi, come avrai visto
da questo capitolo, non è che all'inizio dei veri problemi...!
Altro che torture: le donne di Konoha sono molto peggio! XD
lale16: credimi, ho conosciuto
"di peggio"! XD Persone che iniziavano a leggere attorno al capitolo
30, o addirittura quando la storia era finita sul 36... 23 capitoli non
sono proprio nulla, anche perché siamo a malapena a pagina 170!
(dico "a malapena", perché di solito mi aggiro sulle 300...)
Comunque... benvenuta! ^.^ Lieta di fare la tua conoscenza, ancora di
più se sei una fan dei Within Temptation! *_*
OneWingedAngel: ehi, non
c'è da scusarsi per le recensioni brevi. Non tutti i capitoli
sono ricchi di avvenimenti, e le recensioni vanno di pari passo! Ebbene
sì, Natsumi alla fine non ha tradito il villaggio, anzi! Molto,
molto più avanti, tornerà a catturare la mia (e la
vostra) attenzione indossando vesti del tutto nuove... ma per parlare
di questo c'è tempo. Anzi, per ora dimentica queste mie parole,
vivrai più sereno! XD
Aya
|
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Capitolo 25 *** Caldo ***
Naruto-25
Capitolo venticinquesimo
Caldo
“Certo
che sono un bel soggetto...”
Sakura sospirò, il mento
appoggiato alla mano e lo sguardo perso oltre i vetri della finestra.
“Quando
il maestro Kakashi era via, io ero convinta che lui fosse l’unica
persona in grado di ascoltarmi e capire i miei problemi... e ora che
è tornato lo tengo a distanza come un appestato”
Sapeva perché lo faceva:
aveva una paura dannata.
Paura che lui le leggesse negli
occhi i suoi dubbi, paura che capisse cosa la tormentava... e, più
di tutto, temeva di leggere la delusione nel suo sguardo.
Si allontanò dal davanzale
di malavoglia, muovendosi nella stanza che ultimamente si era fatta
insopportabilmente stretta: lì tutto le ricordava Naruto,
dalla scatola di ramen take-away nella spazzatura ai libri
scarabocchiati sulla mensola, all’odore persistente del suo
bagnoschiuma.
Tutto le ricordava lui, e
tutto... la faceva sentire in colpa.
C’era una goccia sul tavolo. La
pulì meccanicamente.
“Devo
trovarmi qualcosa da fare” realizzò all’improvviso. “O
finirò per impazzire. Forse posso invitare Ino a prendere un
gelato...”
Qualunque cosa, pur di uscire di
lì.
Dieci minuti dopo aveva messo in
atto il suo progetto, e insieme a Ino attraversava il villaggio
diretta verso la gelateria migliore.
«Quest’anno il caldo è
insopportabile!» si lamentava la Yamanaka, sventolandosi con
ostentazione al suo fianco. «E non siamo ancora a luglio!»
«Ci saremo fra una
settimana, però» le fece notare Sakura, con un sospiro.
Ino sopportava malissimo il
caldo, ogni volta che arrivava l’estate diventava una vera piaga.
Ma era pur sempre meglio della solitudine e dei cattivi pensieri.
«Per fortuna non ci sono
missioni, in questo periodo» continuò la bionda. «Se
dovessi anche scapicollarmi da qualche parte, trascinandomi appresso
quei lazzaroni di Shikamaru e Choji, credo che darei fuori! Che poi
Shikamaru è anche sparito, ultimamente! Ma quanto manca a
questa maledetta gelateria?»
«Siamo arrivate»
Sakura accennò all’elegante negozio ce si apriva sulla
piazza principale, davanti al palazzo dell’Hokage. La fila si
prolungava ben oltre l’ingresso del negozio, snodandosi per un
tratto lungo la strada.
Ino gemette – e Sakura,
interiormente, con lei.
«Un gelato meno buono ma
più rapido?» propose la Yamanaka, con un’occhiata
ansiosa alla compagna.
«Ci sto» si affrettò
ad assicurare lei, e presero una delle strade che partivano dalla
piazza e si inoltravano nel villaggio.
Nel giro di due minuti trovarono
un’altra gelateria, quasi deserta, e con profondo sollievo di
entrambe – sebbene per diversi motivi – entrarono e comprarono un
cono a testa.
Quando uscirono di nuovo, Ino era
di umore decisamente migliore, e Sakura tirò un sospiro di
sollievo. Forse quella giornata iniziava ad andare per il verso
giusto...
«Ehi, ti hanno tolto il
gesso!» esclamò la bionda all’improvviso.
Sakura seguì la direzione
del suo sguardo, e si trovò davanti a un Sai senza più
braccio al collo.
«Non era ingessato»
precisò lui, avvicinandole con un sorriso freddo. «Era
solo steccato. Sakura, Ino, buongiorno»
«Arrivi dall’ospedale?»
chiese l’Haruno, ricordando che la strada che avevano preso portava
lì.
«Sì. Già che
c’erano mi hanno fatto un check-up completo... e ho la vaga
impressione che le infermiere abbiano toccato anche dove non
dovevano»
Ino e Sakura per poco non si
strozzarono con il gelato. Accidenti alla faccia tosta di Sai! Come
faceva a dire certe cose restando impassibile?
«Spero per te che almeno
fossero carine» commentò la bionda, con un ghigno.
«Insomma» lui fece
una smorfia, schietto. «Diciamo che preferisco le bionde»
«Oh, davvero?»
cinguettò Ino, improvvisamente sorridente e rilassata. Sakura
le lanciò un’occhiata scioccata.
«Quel gelato sembra buono»
proseguì Sai, indicando il suo cono.
«Vuoi assaggiare?»
propose lei accattivante.
Sakura spalancò la bocca.
«Ho... ehm... una cosa da fare» buttò lì in
fretta, sentendosi inspiegabilmente e infinitamente a disagio.
«Scusatemi, devo scappare!»
Con tutta la rapidità con
cui si potevano muovere le sue gambe schizzò via, lasciandoli
soli.
“Roba
da matti!” pensò, irritata e sconvolta al tempo stesso.
“Flirtare così spudoratamente in mezzo alla strada! Con il
caldo che fa!”
Sì, probabilmente era
colpa della temperatura se la gente entrava letteralmente in calore.
Scosse la testa, mentre il gelato
le colava sulla mano, inosservato.
“E
da quando Ino ha smesso di pensare a Sasuke?” si chiese senza quasi
accorgersene.
Ma quello era un pensiero da non
fare... perché non riusciva a capire come la facesse
sentire...
«Perché tieni quel
cappuccio fin sugli occhi? Non hai caldo?»
Reira, appoggiata allo stipite
della porta, fissava l’ultimo superstite dell’Akatsuki con le
braccia incrociate sul petto.
Lui, in piedi accanto al letto,
mosse appena la testa.
«Che domanda idiota»
ribatté aspro, finendo di allacciare il mantello
«Gli altri membri non lo
portavano mai» si giustificò lei.
«E infatti sono morti»
«Non credo che l’assenza
del cappuccio sia la causa fondamentale...»
«Taci! La tua voce è
irritante»
«Baka»
L’uomo si voltò di
scatto, e le fu davanti in meno di un secondo. La sua mano si abbatté
sullo stipite contro il quale lei era appoggiata, e il legno
scricchiolò debolmente.
«Smettila di chiamarmi
così» sibilò.
Reira non si mosse di un
millimetro, né abbassò lo sguardo.
«Sei lo schiavo di Danzo,
ora» disse piano. «Io la sua segretaria. Fino a prova
contraria, sono un livello più su»
«Se non chiudi la bocca sei
morta, e basta» ringhiò lui, minaccioso. «E io non
sono lo schiavo di nessuno»
«Lo credi davvero?»
un minuscolo sorriso le stirò le labbra. «Tu... sei
ingenuo»
La mano che si serrò al
suo collo fu rapida e forte. Le dita affondarono nella trachea,
serrandola con uno scatto, e il dolore fu repentino e intenso.
Reira gemette debolmente,
stringendo la mano attorno al polso che le mozzava il fiato.
«Ti avevo avvisato»
sussurrò lui.
Lei gli fece arrivare un calcio
tra le gambe.
Con un grido strozzato l’uomo
la lasciò andare, arretrando di un passo e piegato in due dal
dolore.
«Brutta...!» iniziò
lui, ma lei lo interruppe.
«Sei un idiota!»
sbottò, tossendo. «Pensi che il mio obiettivo sia quello
di irritarti? Pensi che io sia così cretina?»
«E allora cosa vuoi?»
ringhiò quello, stringendo i denti.
Reira lo raggiunse, e lo
costrinse a guardarla.
«Ora ascoltami bene»
disse veloce, a voce bassa. «Danzo è pazzo. Vuole
distruggere Konoha e riedificarla a modo suo. Ma non ci riuscirà,
non con la sua mentalità, e io non voglio che ciò
accada»
Da sotto il cappuccio, l’uomo
ghignò.
«Guarda guarda... una
traditrice» mormorò.
«A questa traditrice devi
la vita, quindi tieni chiusa la bocca e ascolta» Reira serrò
le dita sulle sue spalle. «Io avrei dovuto avvisare l’Hokage
della tua presenza dal momento in cui ti ho trovato. Ma non l’ho
fatto. Non so perché, non ne ho la minima idea, eppure non
l’ho fatto. E, dal momento che non ti ho consegnato alla Foglia,
non ho intenzione di lasciarti morire nella folle impresa di
attaccare il villaggio»
Lui corrugò le
sopracciglia.
«Perché?» la
interruppe, aspro.
Lei non rispose.
Se lo era chiesta e se lo
chiedeva da giorni, senza trovare una risposta.
Fece un mezzo sorriso, in parte
sardonico e in parte rassegnato.
«Chimica, forse»
mormorò. «Ora ascoltami... Danzo verrà catturato
molto prima di dare il segnale per l’attacco al villaggio. Lo
fermeranno. E tu, per allora, dovrai essere molto lontano da qui; non
dovrai nemmeno ricordarti della sua esistenza»
«Stronzate» sbottò
lui, scrollandosi di dosso le sue mani. «E sarai tu a tradire
Danzo, eh? A farlo prendere?»
«Sì» rispose
Reira, senza un’esitazione. «E’ sempre stato questo il mio
compito. E ho raccolto abbastanza prove perché passi il resto
della sua vita in carcere»
L’uomo rimase in silenzio,
studiandola da sotto il cappuccio.
Tutta quella situazione... cosa
significava per lui?
Come cambiava i suoi piani?
«Che diavolo significa
‘chimica’?» se ne uscì alla fine, irritato. «Cosa
vuol dire che il motivo per cui mi dici queste cose è la
chimica?»
Reira sospirò
profondamente.
«Voi uomini siete degli
idioti, dal primo all’ultimo» disse a mezze labbra. «Capite
le cose a metà e non volete crederci, così aspettate
che siamo noi a spiegare tutto...»
«Stai cercando di
irritarmi?» chiese lui tra i denti.
Lei gli si avvicinò.
«Te l’ho già
detto: no» ripeté, sollevando lo sguardo fino agli occhi
sotto il cappuccio.
Con un unico movimento veloce,
afferrò la stoffa che gli copriva il capo e la tirò
giù, rivelando corti capelli castani e occhi di un azzurro
chiarissimo, slavato. Era un bell’uomo, Kamaro dell’Akatsuki;
aveva un viso dai tratti morbidi e regolari, labbra sottili e
mascella larga quanto bastava.
Reira passò la mano sulla
sua nuca e lo attrasse verso il basso, chiudendogli la bocca con la
propria.
«Gli uomini sono veramente
degli idioti...» mormorò sulle sue labbra.
Lui, dopo il primo attimo di
stupore, si lasciò andare a un sorriso freddo.
«Oh» commentò.
«Chimica»
Le afferrò i fianchi con
le mani e se la avvicinò con un gesto brusco.
«Va bene» sussurrò
al suo orecchio, con gelido piacere. «Fammi divertire un po’
prima di partire»
Shikamaru spense la
ricetrasmittente, con uno sbuffo annoiato.
Aveva nascosto delle cimici nella
stanza dell’uomo dell’Akatsuki, qualche tempo prima, e ogni volta
che Reira era entrata lui si era messo in ascolto.
Da un lato era contento di poter
riferire a Tsunade che il suo uomo... pardon, donna era a posto, per
quanto i suoi gusti in fatto di uomini fossero discutibili;
dall’altro quella Reira gli aveva ricordato un’altra femmina
diabolica, e la cosa lo aveva reso inquieto.
Brutti ricordi?
No,
sfortunatamente no.
Purtroppo il problema era proprio
che non sembravano più tanto brutti...
Neji Hyuuga era di cattivo umore.
Suo zio Hiashi aveva tentato di
bloccarlo quella mattina con discorsi strani e inquietanti...
Sembrava nervoso. Forse aveva sentito del famoso ramen che Naruto e
Hinata avevano condiviso, e che poi si era rivelato una bolla di
sapone, dal momento che non c’erano stati altri incontri. Ma il
problema era che lui ci stava andando di mezzo. Il che non era
affatto confortante.
Non aveva la benché minima
intenzione di sposare Hinata.
Era onorato di essere stato
scelto, non nascondeva il suo desiderio di guidare il clan, se non
altro come rivincita della casata cadetta e di suo padre sulla casta
principale, ma, sebbene avesse smesso di nutrire un odio inconsulto
verso sua cugina, non poteva neppure dire di volerle tanto bene da
sposarla. Era una ragazza carina, timida e innocua. Ora non le
avrebbe più fatto del male, ma c’erano lati della sua
personalità che non era disposto a tollerare; la sua
arrendevolezza, per esempio.
Lui era un tipo più...
uhm... da donna combattiva. Voleva una ragazza che sapesse cosa
faceva e come farlo. Voleva una ragazza che avesse polso e
determinazione, che non si lasciasse smontare in fretta e che potesse
stare al suo fianco senza appoggiarsi completamente a lui.
Forse voleva troppo.
Uno shuriken fischiò
accanto al suo orecchio, sparendo alle sue spalle.
«Sei distratto!»
sbottò Tenten, scoccandogli un’occhiataccia. «Avrei
potuto ucciderti due volte, e non te ne saresti nemmeno accorto»
«Neji, che ti succede?»
chiese al volo il maestro Gai, corrugando le spesse sopracciglia.
«Ah... scusatemi»
rispose lui, rimproverandosi mentalmente.
Era in missione, non poteva
perdersi dietro a pensieri futili... rischiava di lasciarci la pelle.
Rock Lee gli lanciò
un’occhiata di leggera supponenza.
«Eh... So che i miei
progressi sono strabilianti, e al confronto i tuoi non reggono... ma
anche tu non te la cavi male...! Non abbatterti!» commentò,
strizzandogli l’occhio.
“Non
vale neanche la pena rispondergli...” pensò lo Hyuuga
piatto.
Camminarono per altri venti
minuti, senza che altre cose degne di nota accadessero, finché
il maestro Gai non li fermò e si acquattò dietro a un
cespuglio. Fece un cenno a Neji, e lui attivò il byakugan.
«Sono tre, duecento metri
ad est» mormorò, perlustrando la zona. «Stanno
mangiando, probabilmente sono distratti»
«Allora basterà un
attacco sulla media e lunga distanza» commentò il
maestro. «Tenten»
«Sono pronta» lei si
fece avanti. «Mi avvicino»
«Neji, tu coprila. Io e
Rock Lee andiamo dall’altra parte»
«Agli ordini!» scattò
il ragazzo dalle sopracciglia cespugliose, sull’attenti.
Neji gli scoccò
un’occhiata di striscio; tra lui e Tenten non era passato nemmeno
un cenno, o qualunque cosa che facesse trapelare un minimo di ansia.
“Che
sciocchezza” si disse lo Hyuuga. “Questi due sono soltanto
compagni di squadra. Devo smetterla di dar credito ai pettegolezzi”
Lui e Tenten si allontanarono
dritti verso est, mentre gli altri due membri del gruppo facevano un
giro più largo per sorprendere i nemici dall’altro lato.
Secondo le loro fonti, si
trattava di spie del Fulmine in procinto di raggiungere la Foglia. Ma
erano state individuate non appena avevano oltrepassato il confine,
il che li portava a pensare che non fossero poi quel granché;
non a caso la missione era soltanto un livello B.
Tuttavia il loro gruppo non dava
mai nulla per scontato. Ogni avversario poteva essere un ottimo
allenamento, e anche la mente andava esercitata con il corpo; le
strategie erano importanti.
Tenten si fermò acquattata
su un albero, a una distanza tale per cui le fosse possibile
intravedere il bivacco attorno al quale erano seduti i ninja del
Fulmine. Neji rimase di poco più indietro, pronto a
intervenire.
Lei prese dalla cintura due
rotoli, e ne mise un terzo in bocca. Appena prima di muoversi,
calcolò attentamente le distanze... E poi partì.
I ninja della Roccia ebbero
appena il tempo di accorgersi della palla chiodata che mirava su di
loro, che quella si abbatté dritta sul fuoco. Sconcertati,
rimasero a guardarla un attimo di troppo, e quella esplose spargendo
tutt’attorno frammenti appuntiti di metallo. Uno degli avversari
cadde sulla schiena, con il collo squarciato da un pezzo di ferro, ma
gli altri due si ripararono appena in tempo.
«Da che parte?!»
gridò uno, guardandosi attorno freneticamente.
Una pioggia di kunai cadde su di
loro, conficcandosi nella pelle con una facilità disumana. I
due ninja gridarono, e cercarono di ripararsi alla bell’e meglio.
Alla fine dell’attacco erano ancora in piedi, ma in condizioni
piuttosto precarie.
Tenten, impassibile, aprì
l’ultimo rotolo. Questa volta si trattava di shuriken, che andarono
ad attaccare gli avversari come i kunai di poco prima. I due ninja li
schivarono, e uno riuscì a capire da dove provenivano le armi.
«Là!» gridò,
scagliando il suo kunai.
Neji intervenne, deviandolo con
il proprio, e Tenten, senza nemmeno accennare a spostarsi, sfilò
dalla cintura un quarto rotolo. Lo aprì, con mani abili, ed
evocò tre kunai con un ciondolo appeso al manico. Li strinse
tra le dita, senza togliere gli occhi di dosso ai suoi avversari, e
li scagliò.
Il primo si conficcò nella
gamba di uno dei ninja, che si lasciò sfuggire un grido di
dolore. Abbassò lo sguardo sulla ferita, e spalancò gli
occhi un attimo prima che l’esplosione gli dilaniasse metà
gamba. Con un urlo, cadde a terra.
Il secondo colpì il suo
compagno tra collo e spalla. Della sua testa rimase soltanto un
frammento di mandibola ancora collegato al collo.
Tenten si accigliò. Ce ne
era ancora uno vivo?
Frugò nel marsupio alla
ricerca dell’ultimo rotolo. Lo trovò, lo aprì, e
richiamò una sfera simile a quella che aveva lanciato
all’inizio, ma avvolta da cartabombe. Portò due dita sotto
il mento, convogliando rapidamente il chakra, e poi la scagliò.
Il ninja a terra alzò le
pupille dilatate per il panico quando sentì il sibilo acuto
che fendeva l’aria.
Vide il proiettile avvicinarsi, e
la gamba rimastagli scivolò sulla polvere nel vano tentativo
di farlo strisciare via. Fu colpito in pieno allo stomaco.
Ci fu un’esplosione, e di nuovo
frammenti taglienti che volavano ovunque.
Uno si diresse verso Neji,
sbalzato troppo lontano. Tenten scagliò uno shuriken
all’ultimo istante, deviandolo.
Lui la guardò accigliato.
«Lo avrei scansato da solo»
le fece notare.
«Non ne dubito»
replicò lei, saltando giù dall’albero con
un’indifferenza invidiabile e un mezzo sorriso. «Ma sarebbe
stata una pecca nel mio lavoro»
Neji la fissò, interdetto.
Quella ragazza... aveva appena
massacrato da sola tre uomini, e non era minimamente turbata.
Scese dal suo ramo, imitandola, e
qualche passo dietro di lei raggiunse l’accampamento su cui
giacevano i resti dei tre ninja della Roccia.
«Accidenti... non ci sei
andata leggera, eh Tenten?» commentò il maestro Gai, già
sul posto con Rock Lee. «Non ci hai lasciato neanche il tempo
di arrivare in posizione»
«Siete voi ad essere lenti»
replicò lei incrociando le braccia sul petto. «E gli
ordini erano di eliminarli, non di catturarli»
«Sì, e guarda caso
questa missione era firmata da Danzo...» bofonchiò Rock
Lee, cupo.
«Lascia perdere la
politica, è meglio se non ci impicciamo» borbottò
Tenten. «Non al nostro livello, comunque. Dovresti essere un
membro del Consiglio per avere un minimo di voce in capitolo»
Però. Era anche
pragmatica, rifletté Neji.
La studiò, inclinando la
testa di lato.
Lui era un tipo più...
uhm... da donna combattiva. Voleva una ragazza che sapesse cosa
faceva e come farlo. Voleva una ragazza che avesse polso e
determinazione, che non si lasciasse smontare in fretta e che potesse
stare al suo fianco senza appoggiarsi completamente a lui.
Forse voleva troppo.
O forse no.
Per caso... Tenten ce l’aveva
ancora una cotta per lui?
Strano.
Molto strano.
Qualche giorno prima, più o meno quando aveva invitato Hinata
a pranzo, Naruto si era sentito... bene. La volpe se ne era rimasta
buona buona nel profondo della sua coscienza, come assopita.
E ora era tornata a mormorare, all’improvviso.
Forse dipendeva dal fatto che era stato ancora da Sasuke?
Con lo spazzolino da denti in bocca, Naruto fissò accigliato
il proprio riflesso.
Le cose non andavano affatto bene, nello scantinato in cui lo
tenevano: il segno maledetto diventava ogni giorno più forte e
incontrollabile, si rifiutava ancora di mangiare ed era sempre più
apatico.
Le aveva tentate tutte per farlo riprendere, le buone, le cattive, i
ragionamenti, gli insulti... ma Sasuke non aveva reagito a nulla.
Nemmeno il suo clan era più un argomento che funzionava. E
quando aveva iniziato a restare impassibile al nome di Itachi, Naruto
aveva capito che le cose andavano davvero male.
“Devo
tirarlo fuori da lì” si disse per l’ennesima volta. “Quel
posto è come un veleno...!”
Lui sapeva cosa volesse dire
essere immersi nell’oscurità.
Lo aveva provato, con Kyuubi... e
anche da bambino.
La porta del bagno si aprì
senza preavviso.
«Ah, ci sei tu... scusa»
borbottò Sakura sbadigliando.
«Ho quashi finito!»
ribatté lui, con la bocca piena di dentifricio. Sputò
nel lavandino.
Sakura si appoggiò al
vetro della doccia, assonnata. Guardò la schiena nuda di
Naruto, china davanti a lei, e il ricordo della notte appena
trascorsa le portò una fastidiosa stretta allo stomaco.
Il suo respiro pesante... la sua
pelle coperta di sudore... le lenzuola che frusciavano, sotto di
loro... la sua voce... che sussurrava il suo nome...
E lei?
Lei che nome
sussurrava?
Nessuno.
Che
cosa... patetica.
«Hai... hai saputo qualcosa
di Sasuke?» si chiese, odiandosi per averlo fatto.
Naruto si irrigidì
impercettibilmente.
Non glielo aveva detto.
Non le aveva detto che lui lo
vedeva tutti i giorni...
E come avrebbe potuto? Con quale
coraggio le avrebbe detto che permetteva a Kyuubi di minacciare a
morte la guardia di Sasuke per vederlo? E... con quale coraggio le
avrebbe dato l’opportunità di desiderare di vederlo?
«No... niente»
mormorò, evitando il suo sguardo riflesso dallo specchio.
«Oh...» fece Sakura,
abbassando gli occhi. «Sono preoccupata... mi chiedo come stia,
dopo quello che è successo»
«Ce lo diranno presto»
svicolò lui, asciugandosi il viso con l’asciugamano. «Ecco,
ora ti lascio il bagno. E sbrigati, che Tsunade ci vuole nel suo
studio tra mezzora»
«No, l’appuntamento è
tra un’ora» sbadigliò Sakura, staccandosi dalla
doccia. «L’ho anticipato per te, così magari ti
saresti svegliato in tempo...»
Naruto le lanciò
un’occhiata indignata,
Lei ricambiò con un
sorriso serafico, e gli sbatté la porta in faccia.
Mezzora dopo lui non aveva ancora
digerito lo sgarbo.
Nello studio dell’Hokage, con
le braccia incrociate sul petto, Naruto borbottava frasi
incomprensibili tra sé e sé, muovendo la testa da una
parte e dall’altra. Tsunade lo fissava da almeno cinque minuti, la
fronte corrugata e la bocca aperta nel tentativo di capire cosa
diavolo avesse. La sua espressione era discretamente stupida.
A salvare la situazione
intervenne Sakura, che si schiarì rumorosamente la voce.
«A-hem... scusate?»
disse. «Possiamo sapere perché siamo qui?»
«Eh? Oh, sì»
si riscosse Tsunade, tossicchiando. «Ho un missione per voi»
Iniziò a frugare tra i
fogli che ingombravano la sua scrivania, facendone cadere una pila
intera e scoprendo nel frattempo che fine aveva fatto la penna che
cercava da due settimane. Alla fine ripescò un documento
spiegazzato e lo lisciò sul piano di lavoro.
«Dunque...» mormorò,
scorrendo con gli occhi la calligrafia minuta che lo copriva. «Paese
del Tè. Dovete scortare l’ultimo scemo che ha combinato un
matrimonio con il paese del Fuoco, tale Ijuin... Ovviamente ci sono
mille persone che lo vorrebbero morto, e lui viaggia con un seguito
di settantasette cortigiani. A voi» tese il foglio a Sakura.
«S-Settantasette?»
balbettò lei spalancando gli occhi, mentre lo prendeva. «Noi
due da soli?»
Anche Naruto, che bene o male
aveva ascoltato gli ordini, fu costretto a prestare attenzione.
«Oh, ma voi siete i
migliori ninja di Konoha» li adulò Tsunade, con un
sorriso falso come Giuda. «Avanti, non avete molto tempo. Anzi,
partite subito, che dovete raggiungere la capitale del paese del
Fuoco: nessuno si muoverà di là fino al vostro arrivo,
e voi non volete mica farli aspettare, giusto?»
«N-No, ma...» tentò
Sakura. «Almeno un’altra persona...»
«Devi avere più
fiducia in te, Sakura» l’Hokage sfoggiò il suo miglior
sorriso convinto, quello che riservava alle partite di poker più
accanite. «Io ho fiducia in voi»
Ecco le parole magiche.
«Non si preoccupi»
intervenne Naruto, con insospettata sicurezza. «Lo consideri
già fatto»
«Tu non ti rendi conto...!»
sibilò Sakura, piazzandogli davanti al naso la missione. «Sono
settantasette persone, settantotto con lui! Come diavolo facciamo a
controllarli tutti?»
«Sakura, mi stupisci»
ghignò Naruto, trasudando arroganza da ogni poro. «Hai
davanti a te il genio indiscusso della tecnica della moltiplicazione,
e fai di queste domande?»
Sulla fronte della ragazza si
gonfiò una vena.
«Bene, direi che non ci
sono problemi!» intervenne Tsunade, un attimo prima che
scoppiasse la replica di Sakura. «Forza, cosa ci fate ancora
qui? Andate!»
I due jonin esitarono per un
attimo.
Quell’entusiasmo per una
missione tanto banale era strano... era come se... Tsunade volesse
liberarsi di loro.
“Ma
no, che sciocchezza” pensarono all’unisono.
Si inchinarono, salutando con il
dovuto rispetto, e alla fine lasciarono l’ufficio. Come la porta si
fu richiusa alle loro spalle, iniziarono i battibecchi.
Il sorriso si spense sul viso di
Tsunade, lasciando il posto a un cupo turbamento. Mentre la voce dei
due era ancora udibile attraverso la porta, lei aprì un
cassetto e tirò fuori un foglio in perfette condizioni,
studiandolo per un lungo istante. Si accigliò, e prese il
timbro rosso sulla scrivania.
“Si
parte...” pensò con un sospiro, e marchiò il
documento con il sigillo dell’Hokage.
Di lì a tre giorni, i
nobili, i membri del consiglio e i chunin e jonin della Foglia erano
chiamati ad assistere al processo per tradimento di Sasuke Uchiha.
Nel prossimo capitolo:
“Non
ancora...”
Una goccia di sudore colò
lenta lungo la fronte ampia di Shikamaru.
“Non
ancora...”
Deglutì a vuoto, e
anche l’ultimo ninja nemico ebbe oltrepassato il primo alleato.
“Non
ancora...!”
Serrò il pugno in uno
scatto convulso.
La retroguardia degli
avversari si guardò indietro per un istante, e poi,
rassicurata, tornò a volgersi avanti.
«Ora!»
* * *
* ȣ * * *
*
Spazio autore
Capitolo noioso per la sottoscritta, dal momento che lascia un po' in disparte Naruto! XD
Ma qualcosa succede, per gli altri! E soprattutto, si gettano le basi per ciò che accadrà nei prossimi capitoli...
...Preparatevi...
...Perché saranno l'apoteosi della noia...
Ma...
Quando meno ve lo aspettate, succederà qualcosa di molto importante!
Tenete gli occhi aperti!
XD
(Mi spiace, ma le faccende burocratiche sono faccende burocratiche.
Devo sistemarle prima o poi, in ogni caso ci toccano...)
Tra parentesi... ho notato un po' di lieve
panico
da parte dei fan del NaruxSaku, nei commenti!
Insomma ragazzi, io non vi
ho detto nulla sulle mie coppie preferite esattamente perché voi
non dovete immaginare come finirà!
Deve essere una sorpresa totale!
(sono una donna che ama il rischio, a quanto pare)
Quando pubblicherò
l'ultimo capitolo di questa storia, nella mia pagina personale ci
sarà un elenco dei pairing che amo!
^_^
Intanto... posso chiedervi un favore?
Ormai ho capito che milioni di voi sono per le NaruSaku, ma le altre coppie come le vedete?
Il mio è una specie di sondaggio stupido... quali altri pairing vi ispirano?
E quali, a questo punto della storia, ritenete almeno vagamente attendibili come risultato finale?
(nota: probabilmente tra dieci capitoli avrò cambiato tutte le vostre convinzioni,
ma intanto lasciate che ve lo chieda! XD)
OneWingedAngel: l'idea
di un Kakashi popolare tra il gentil sesso mi è venuta un giorno
per caso, mentre guardando distrattamente una puntata di Naruto l'ho
visto salvare una giovin fanciulla dalle grinfie di alcuni banditi (non
ricordo nemmeno quando sia successo precisamente!)... E poi c'è
l'extra della maschera, che mostra come Ayane (e Ichiraku) siano
rimasti totalmente ammaliati dal suo viso! Senza contare che, quando
una persona inizia a notare i pregi di un'altra, automaticamente le
persone che la circondano li scoprono, come l'acqua calda. E'
scientificamente provato! E' da qui che nasce l'idea dell'harem di
kakashi! XD Mentre Hinata è un personaggio che mi sta molto a
cuore... voglio occuparmi per bene anche di lei! Il segno maledetto di
Sasuke sarà qualcosa che avrà una certa importanza
andando avanti nella storia, quindi per ora non voglio svelarti nulla!
Solo che... personalmente dubito che Danzo possa avere influenza anche
su quello! ò_O (per quanto sia davvero la fonte del male in generale! XD)
kage_naru89: Naruto che si
accorge di Hinata? Ora che ha per la testa Sakura e Sasuke (e poi anche
qualche altra gana)? Ma se non la vede nemmeno quando va tutto bene, mi
dici come fa a notarla ora? XD Forse se lei si facesse avanti, potrebbe
vederla. Ma anche in quel caso in testa non avrebbe spazio per altri
che per Sakura e Sasuke! Insomma, al momento è un po' difficile,
diciamocelo! E poi qua i triangoli si intersecano da matti! XD Anche
Ino e Sai ci mancavano! Per Sasuke non è questione di capire
l'errore... è questione di farsi venir voglia di andare avanti.
Il problema sta tutto lì: al momento non gliene frega niente di
avere ragione o torto, ha semplicemente perso ogni voglia di vivere.
Ehh, Jiraya è sempre Jiraya! XD E poi... ho dovuto ricominciare
a infilarcelo... tra un po' scoprirai perché... uhuhuh...
lale16: Jiraya è un bel
personaggio da muovere; può essere serio o comico, forte o
stupido, è discretamente maneggevole e sa cosa vuole! E' un vero
piacere usarlo in questa storia! XD
killkenny: wow, un 10! *_*
Quale onore, mister! E io che lo ritenevo un capitolo noioso! XD
(ciò dimostra che la mia capacità di autovalutazione
ancora una volta fa davvero schifo!) La turba di femmine indemoniate,
comunque, non si vedrà almeno per una decina di capitoli. Prima
delvo sistemare altre cose, e poi mi occupo di Kakashi!
harryherm: beh, io non ti dico
niente... ma qualunque sia il risultato finale del triangolo, sappi che
cercherò in tutti i modi di renderlo il più plausibile e
"accettabile" possibile. Indipendentemente dai pairing che verranno
fuori, voglio che ci sia una patina di realismo in tutto quanto. Non
forzerò nulla, lascerò che le cose vadano come devono
andare... e alla fine saranno gli stessi personaggi a decidere che
piega prenderanno gli eventi! (in ogni caso, io so già come
concludere la cosa! XD E alla fine scoprirai anche perché!)
Eh, pensa un po' alla povera Tsunade alla prospettiva di trovarsi
Naruto al processo... significa rissa assicurata, e a quel punto chi lo
assolve più Sasuke? XD Eh no, il biondino deve andarsene! E
poi... anche lui è meglio se sta da solo... soprattutto per un
certo incontro che è in procinto di fare... D'altronde... Naruto
è o non è il ninja più imprevedibile della Foglia?
Da lui possiamo aspettarci di tutto...! Mi dispiace, ma per quanto gli
spoiler siano bene accetti, vanno contro la mia etica personale! XD Se
proprio sono costretta a dirti qualcosa, cerco di farlo nella maniera
più ambigua e sviante possibile! Se vuoi un'informazione prima
che le cose accadano, leggi la storia... e poi ribalta completamente i
concetti! Così avrai delle anticipazioni sul futuro! XD
(tradotto in parole povere: sono una gran bastarda, indirizzo il
lettore da una parte e poi lo faccio voltare bruscamente! XD)
kaho_chan: come ho già
avuto occasione di dire altre volte, qualunque sia il risultato finale
dei pairing, cercherò in tutti i modi di renderli plausibili e
non forzati! Ho un progetto in testa, un progetto che necessita di
determinate soluzioni, e non lo modificherò. Però mi
impegnerò con tutta me stessa perché riuslti in un certo
senso quasi "naturale", perché nessuno o quasi abbia di che
lamentarsi! Wow, grazie per i commenti sulla teoria dell'harem! XD mi
è uscita all'improvviso un giorno che dovevo spiegare a un
ragazzo perché gli succedeva quel che succede qua a Kakashi! XD
Sarei una sociologa di discreta abilità, credo! XD
1992: pochi movimenti tra
Naruto e Sakura anche qui... finché sono solo loro due, non
può succedere nulla, ti pare? Ma prima o poi entrerà in
gioco il Terzo Uomo, e allora le cose prenderanno una piega netta! XD
Solo che il Terzo Uomo deve svegliarsi, prima! XD
Talpina Pensierosa: oooh, che
anima pia! *_* Il custode di Sasuke ti ringrazia infinitamente per aver
pensato a lui! XD (anche io ci ho pensato tanto, povero cucciolo!)
Uhm... fammici pensare... c'è una coppia che mi piacerebbe
vedere tra le drabble? Ohh, sì! ç_ç oh no, adesso
mi commuovo... una ObitoxRin! Credi di riuscirci? So che non sappiamo
molto di nessuno dei due... ma se ci riuscissi sarebbe davvero
bellissimo! Vista da lei o vista da lui, come preferisci!
kyuubi: "però non mi
fare una
SasuSaku o giuro che non ci sarà sigillo che impedirà
alle mie 9 code di devastare ogni cosa fino a che non ti avrò
trovato" <-- *_* è una promessa? Ti prego, mantienila! Se
liberi le code, metto giù subito una SasuSaku!! >_< Ahh,
Kyuubi che devasta è qualcosa di meravigliosooooo!! XD Mi
dispiace per i tuoi problemi con la connessione, ma va bene anche
così! *_* Ogni tuo commento è un balsamo per i miei
occhi! (sì, devo decisamente smetterla di identificarti con la
kyuubi "originale"... -.-) Grazie ancora per i complimenti, in effetti
buona parte della fan si basa sulla suspance... già dal primo
capitolo, direi. Mi ci metto molto d'impegno per crearla, spero che si
veda! XD
Aya
|
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Capitolo 26 *** Anbu e Radice ***
Naruto-26
Capitolo ventiseiesimo
Anbu e Radice
L’unica struttura di Konoha che
fosse in grado di contenere tutti i nobili e i ninja di rango
superiore al genin era lo stadio in cui si disputavano l’esame di
selezione dei chunin e gli eventuali tornei. Per questo solitamente
era utilizzata come tribunale nel caso in cui l’accusa richiedesse
un auditorio allargato.
E il processo per tradimento a
Sasuke Uchiha richiedeva esattamente quel genere di auditorio.
I mormorii sulle gradinate erano
un ronzio confuso, che si mescolava a quello delle cicale sugli
alberi. Il caldo faceva tremolare l’aria al di sopra delle teste, e
qualche ventaglio si muoveva pigramente.
Era arrivato luglio. Il sole
svettava alto in un cielo di un blu accecante, e non un filo d’aria
mitigava l’afa che opprimeva il villaggio.
Nonostante ciò nessuno era
assente.
Non uno dei posti a disposizione
era vuoto, e tutti puntavano gli occhi sul centro dell’arena, in
fremente attesa.
Là, al centro dello
spiazzo, c’era una pensilina bianca che nelle intenzioni degli
organizzatori avrebbe dovuto riparare l’imputato dalla clemenza del
sole, e che in realtà faceva poco o niente.
Ma sotto di essa non c’era
nessuno.
E anche la pedana dell’Hokage
era vuota.
Il processo avrebbe dovuto
iniziare già da mezzora... eppure nulla ancora era accaduto.
Nella tribuna di destra, Ino si
muoveva nervosamente sul suo sedile.
«Mi fai venire caldo»
borbottò Choji guardandola, e sgranocchiando pigramente un
sacchetto di patatine.
«No,
tu
fai venire caldo» ribatté lei irritata. «Fagocitare
quelle schifezze mentre ci sono quaranta gradi all’ombra...
disgustoso!»
«Se mi rendono felice, che
problema c’è?»
Ino sbuffò. «Dove
diavolo è finito Shikamaru?» ringhiò, forse per
la trecentesima volta. Il posto accanto al suo era occupato dalla sua
borsa, ma del legittimo proprietario non c’era alcuna traccia.
Asuma, seduto nella tribuna
centrale insieme a Kurenai e a suo figlio, che evidentemente riteneva
di fondamentale importanza scoprire cosa ci fosse sotto tutti i
sedili della platea, la vide agitarsi e sospirò. Per fortuna
non era lì accanto, altrimenti non sarebbe riuscito a tacere.
Lui sapeva dov’era Shikamaru,
Il che non implicava affatto che
non fosse preoccupato, anzi; probabilmente la sua ansia era anche
maggiore di quella di Ino.
«Tobi, no! Lascia stare
quel piede!»
Kurenai si riprese il figlio,
tutto intento a studiare l’elegante scarpina di una cugina di
Hinata Hyuuga, e lui espresse il suo disappunto lanciando uno strillo
molto più che acuto.
Quel lato degli spalti era
riservato alla nobiltà. Dal momento che negli ultimi giorni
Hiashi Hyuuga aveva sviluppato un insano attaccamento alla sua
primogenita, aveva insistito affinché Hinata sedesse con la
famiglia. E dal momento che Kiba si era altrettanto insanamente
impuntato, sostenendo che il gruppo doveva restare unito, anche lui e
Shino avevano ottenuto il permesso straordinario di sedere lì
– permesso accordato da una Tsunade parecchio distratta, peraltro.
Kurenai, preoccupata per Hinata e per il suo gruppo, aveva chiesto di
unirsi alla compagnia, e aveva ricevuto come risposta un inaspettato
sì. Anzi, un incredibile sì, dal momento che includeva
anche il resto della sua famiglia.
A quel punto aveva iniziato a
pensare che l’Hokage avesse qualche serio problema.
Aveva provato a parlarne a suo
marito, ma lui non era parso minimamente interessato, trincerato
com’era dietro al suo giornale, e praticamente non l’aveva
ascoltata.
Asuma, quella sera, aveva
ringraziato Dio per l’esistenza di cose ingombranti come i
giornali, perfette per nascondere un’intera faccia.
Ma in quel pomeriggio afoso non
aveva nulla che potesse aiutarlo a difendersi dagli occhi di Kurenai,
e stava facendo sforzi immani per mantenersi impassibile e, nel
contempo, tendere le orecchie.
«Per favore, puoi tenerlo
tu?» sbuffò lei a un tratto, piazzandogli sulle
ginocchia il piccolo Tobi.
Il bambino si aggrappò
alla sua sigaretta, ed entrambi i genitori raggelarono.
«Lasciala subito!»
esclamò Kurenai allontanandogli la mano. Lui scoppiò a
piangere. I nobili che li circondavano scoccarono loro occhiate
fulminanti.
Asuma sospirò
profondamente, e per caso incrociò lo sguardo freddo di Danzo,
in prima fila.
“Shikamaru...
vedi di non combinare casini. Perché ho la terribile
impressione che qui avrò molto da fare, senza dovermi occupare
anche di te...”
Le strade del villaggio erano
deserte, come se tutti gli abitanti di Konoha fossero scomparsi in un
unico istante. Le cicale regnavano incontrastate sul silenzio, dagli
alberi, e il sole colpiva inclemente ovunque riuscisse a far arrivare
i suoi raggi.
Nell’afa immobile un insetto
ronzava lento, appesantito, e andò a posarsi sul corrimano di
un balcone. Rimase immobile per un lungo istante, prima di riprendere
il suo volo annoiato e allontanarsi.
Nell’ombra, nel minuscolo
anfratto che si celava dietro a un tubo accanto al balcone, c’era
una figura nera.
Non si muoveva.
Non respirava neppure, o almeno
questa era l’impressione.
E i vaghi contorni della sua
sagoma sembravano disegnare una maschera là dove avrebbe
dovuto trovarsi la faccia.
Duecento metri più avanti,
lungo la strada, in un altro cono d’ombra si celava una seconda
sagoma, altrettanto immobile.
Oltre, una terza. E poi una
quarta, e una quinta.
Non erano disposte lungo la via
principale di Konoha, ma in una secondaria. Era un accesso poco
frequentato, distante dall’arena che catalizzava tutte le
attenzioni, e in una zona del villaggio che era assolutamente
indifferente alle autorità, non particolarmente caotica, ma
nemmeno troppo tranquilla.
Era una strada come tante, una
qualunque... ma era quella giusta.
Lo sapevano.
Shikamaru aveva la posizione
migliore, in fondo alla via. Dal suo angolo avrebbe potuto tenere
sotto controllo l’intera zona, e dare il segnale per la partenza
agli altri. Controllò con un velo di nervosismo l’auricolare
che sfuggiva alla pelle sudata.
Non erano ammessi errori.
Un suo sbaglio, e tutta
l’operazione sarebbe andata a puttane, letteralmente.
Aveva calcolato ogni dettaglio
nei minimi particolari, per giorni; aveva previsto come si sarebbero
mossi gli avversari, aveva ipotizzato una contromossa, aveva vagliato
tutte le possibilità e preparato piani di emergenza a non
finire. Si era spaccato la testa, da quanto aveva pensato.
Maledetta Hokage. Sadica.
«Ho assoluta fiducia in
te, Shikamaru. Porta a termine questa missione»
“‘Fanculo!”
pensò frustrato.
Lui
odiava
avere
quel genere di incarichi... significavano un sacco di lavoro!
L’auricolare nel suo orecchio
crepitò, e lui trattenne il respiro.
«Squadra A in posizione»
gli giunse in un sussurro metallico.
Ci fu un altro crepitio.
«Squadra B in posizione»
una voce diversa.
«Bene» sussurrò
piano, senza staccare gli occhi dalla strada. «Restate in
attesa di ordini»
Dall’altra parte della
ricetrasmittente, tutto tacque.
L’aria calda si era fatta
solida per la tensione, nella sua testa.
Ahh, odiava quegli
incarichi...!
All’improvviso qualcosa catturò
la sua attenzione.
Immediatamente vigile,
assottigliò gli occhi in direzione dell’ingresso della
strada, a diversi metri di distanza. Dapprima non vide nulla. Poi, un
movimento quasi impercettibile.
Portò una mano
all’orecchio.
«Sono qui» sibilò,
tendendo i muscoli.
Un’ombra fugace, a capo
coperto, uno scatto silenzioso. Un’altra. Due, no, tre... quattro,
cinque, otto... sicuramente di più. Oltrepassarono la prima
figura nascosta nell’ombra, e anche quella successiva.
Non facevano alcun rumore, e
conoscevano alla perfezione la conformazione del territorio. Erano in
gamba, mostruosamente in gamba.
Ma anche i ninja di Konoha lo
erano. Anzi, erano migliori.
“Non
ancora...”
Una goccia di sudore colò
lenta lungo la fronte ampia di Shikamaru.
“Non
ancora...”
Deglutì a vuoto, e anche
l’ultimo ninja nemico ebbe oltrepassato il primo alleato.
“Non
ancora...!”
Serrò il pugno in uno
scatto convulso.
La retroguardia degli avversari
si guardò indietro per un istante, e poi, rassicurata, tornò
a volgersi avanti.
«Ora!»
Come un sol uomo, la squadra Anbu
agì in meno di un istante.
Dai tetti, dai vicoli, dai
balconi, i ninja spuntarono veloci e assolutamente silenziosi, armi
alla mano. Sulle loro spalle nude spiccava il tatuaggio della squadra
speciale.
Gli avversari impiegarono un
tempo sorprendentemente breve per reagire, e riuscirono a resistere
al primo assalto: uno di loro estrasse una carta bomba e la fece
esplodere nel mucchio, sollevando una nube di fumo. Nessuno parlò,
per non svelare la propria posizione. Gli shuriken fischiarono
nell’aria, accanto ai corpi che frusciavano, ma nessun gemito
tagliò il silenzio.
Shikamaru, dalla sua posizione
privilegiata, schioccò la lingua per il disappunto. Quella era
una delle peggiori situazioni che aveva ipotizzato, insieme a un suo
errore nella tempistica dell’ordine.
«Uno A!» chiamò
nell’auricolare.
Ci fu un attimo in cui nulla
cambiò. Poi, all’improvviso, un piccolo ciclone d’aria
spazzò il fumo e rese visibile la strada. Il ninja che aveva
evocato la tecnica schivò due shuriken, ma il terzo si
conficcò nella sua scapola; non emise un solo gemito, dietro
la maschera.
Ora che erano completamente
visibili e abbastanza vicini, Shikamaru riconobbe al volo i ninja che
li stavano attaccando, dalle maschere che anche loro portavano: erano
tutti alle dipendenze di Danzo; erano gli uomini della Radice.
Di nuovo, mentre sulla strada il
combattimento proseguiva, lui portò una mano all’orecchio.
«Li vede?» chiese
teso.
«Sì» rispose
una voce di donna. «E’ abbastanza»
Esattamente in quel momento la
squadra Anbu riuscì ad aver ragione degli attaccanti.
Shikamaru si accigliò,
guardandoli.
Saranno stati una decina, feriti
e morto compresi. Ma la radice prevedeva molte, molte più
persone... dov’erano?
«Ne mancan...» iniziò
a dire all’auricolare, e non riuscì a terminare la frase.
Un kunai si conficcò nel
braccio che teneva sollevato.
«Merda!» imprecò
spostandosi bruscamente, e per farlo rimase allo scoperto.
Nel punto in cui era stato fino a
un attimo prima c’era un ninja che indossava la maschera della
Radice. Shikamaru alzò lo sguardo sui tetti che circondavano
la strada, e scoprì che ogni singola tegola era occupata da
nemici.
“Accidentaccio...
Io
odio
questi maledetti incarichi!”
pensò spalancando gli occhi scuri.
Sai era seduto tre file dietro
Danzo, con un sorriso impassibile stampato in faccia.
Immerso
nei mormorii concitati dei nobili che lo circondavano, non si univa a
nessuno dei commenti indignati che venivano pronunciati nei riguardi
dell’organizzazione, assolutamente
inadeguata, pessima anzi!
Lui
sapeva che l’organizzazione dell’evento
era
perfetta. Sapeva che tutto stava andando come doveva andare.
E sapeva che il vero centro
dell’azione non era lì, ma altrove... in una stradina
evacuata silenziosamente qualche ora prima.
Teneva gli occhi puntati su
Danzo, immobile nella fila riservata agli esponenti più
importanti della Radice, e vedeva la sua testa scura stare eretta,
appena girata verso la sua segretaria che gli sussurrava qualcosa.
Era al corrente di tutto, Sai.
Sapeva anche più di
Shikamaru.
E conosceva il suo posto.
Se c’era una cosa che lo
preoccupava, a dire il vero, era la missione di Naruto.
Sapeva che sia lui che Sakura
erano molto nervosi per la questione di Sasuke, e non poteva fare a
meno di chiedersi se la loro ansia non avrebbe messo in pericolo i
loro protetti o loro stessi.
Avrebbe voluto andare con loro, a
dire il vero.
Ma la sua gamba non glielo
permetteva. Anche se l’Hokage aveva chiesto alla sua assistente di
fare tutto il possibile perché guarisse prima del giorno del
processo, non erano riuscite a sistemarla del tutto. E quindi ora
doveva stare seduto e attendere con la massima attenzione gli ordini
che gli sarebbero stati impartiti, per muoversi con un largo margine
di anticipo.
Non poteva sbagliare.
Nessuno di loro poteva sbagliare
in quel momento...
L’organizzazione doveva essere
perfetta.
Con nonchalance, portò una
mano all’orecchio e sistemò l’auricolare discreto che vi
era sistemato.
«Fa davvero caldo, non è
così?» disse educatamente alla grassa e sudata donna che
gli stava di fianco.
Quella lo guardò come si
guarda qualcosa di molto sgradevole attaccato a una scarpa.
Lui, fresco e sereno, le sorrise.
Lontano da lì, una mano si
posò leggera su un orecchio.
Fa
davvero caldo, non è così?,
era una frase in codice, che stava per ‘nulla di nuovo
all’orizzonte’.
Un alito di vento a malapena
percepibile soffiò sul tetto del caseggiato, sollevando un
lungo ciuffo di capelli biondi.
Tsunade corrugò la fronte.
“Non
sarai così tranquillo ancora per molto, Danzo...” pensò,
mentre i suoi occhi saettavano sulla strada poco distante, seguendo
attenti la scena che vi si svolgeva.
Vide Shikamaru lasciare
improvvisamente la sua posizione, con un kunai conficcato nel
braccio, e vide i ninja della Radice comparire sui tetti lì
attorno, in un perfetto accerchiamento.
Evidentemente si aspettavano una
mossa da parte loro. Quasi certamente Danzo sospettava che ci fosse
una spia tra i suoi.
Quello che non sapeva era che
loro non erano soli.
Sfiorò con le dita
l’auricolare all’orecchio sinistro, attivando una linea
riservata, e lanciò soltanto un ordine breve e secco: «Ora»
Shikamaru si gettò a terra
per evitare una pioggia di shuriken, e si sbucciò
dolorosamente un gomito.
Cercò di ragionare
velocemente, e di trovare il modo di vincere mentre erano in
quindici, circondati da almeno venticinque nemici, stretti in una
strada polverosa e con altri dieci avversari pronti a creare
scompiglio al centro.
Che cavolo.
Non trovava vie d’uscita.
«Se qualcuno ha
intenzione di intervenire, questo potrebbe essere il momento buono
per farlo!» esclamò a voce alta, con il preciso intento
di farsi sentire da chi ascoltava ogni cosa.
E non aveva nemmeno finito di
parlare, che il ninja che si trovava davanti fu colpito alla nuca da
un oggetto grande, pesante e... familiare.
Seduto sul didietro, Shikamaru
sgranò gli occhi.
Quello
era... un
maledetto ventaglio.
E
quindi, quella era... la maledetta lei.
«Hn... una scena già
vista, mi pare» commentò una voce nota.
Appoggiata al ventaglio con aria
arrogante, Temari puntò gli occhi grigio-verdi su Shikamaru,
con una strafottenza che rasentava la tracotanza più completa.
Lui, a bocca aperta, si lasciò
andare a un sospiro profondissimo, e chiuse gli occhi.
Tutt’attorno poteva sentire che
i rumori della battaglia erano cambiati: ora non erano più i
ninja della Foglia a soccombere, ma la Radice...
Risollevando le palpebre, vide
una quantità non meglio precisata di ninja della Sabbia
spuntare da ogni angolo, e avventarsi sui nemici degli Anbu con
precisione letale. Tra di loro c’erano anche Kankuro e le sue tre
marionette.
Guardò Temari, che stava
riprendendo in mano il ventaglio per unirsi alla battaglia.
«Sei ancora lì per
terra?» gli disse lei facendo schioccare la lingua con
disappunto. «Ah, ma in fondo mi aspetto davvero qualcosa da
te?»
Lui le rivolse un mezzo sorriso,
rialzandosi in piedi. Estrasse il kunai dal braccio, con una leggera
smorfia, e distrattamente lo scagliò per terra.
«Sta’ zitta»
bofonchiò. «Sto arrivando»
Lei sogghignò.
«Vedi di non stancarti
troppo...» sussurrò un attimo dopo, minacciosa e
maliziosa allo stesso tempo.
Con sua stessa sorpresa,
Shikamaru scoprì che, dopotutto, non avrebbe fatto una smorfia
contrariata. E, soprattutto, che aveva una gran voglia di risponderle
«va bene».
Alla fine si guardò
attentamente dal farlo, e ingoiò fino all’ultima sillaba.
Accanto a Tsunade ora c’era
un’altra persona. Ma mentre il quinto Hokage della Foglia sorrideva
compiaciuta di fronte alla schiacciante vittoria del suo piano
perfetto, il sesto Kazekage della Sabbia sfoggiava la sua perenne
espressione impassibile.
«Non pensavo che avrebbe
allontanato Naruto» disse a un tratto.
«Oh, ho dovuto»
replicò Tsunade, con una smorfia. «Ultimamente è
un po’... instabile. Avrebbe creato problemi al processo»
borbottò, mantenendosi sul vago ed evitando ogni accenno alla
volpe e ai sospetti che aveva su di lei. Alleati sì, ma non
era il caso di rivelare proprio tutto al Vento...
«Quando tornerà sarà
molto contrariato» commentò Gaara.
«Dovrà farsene una
ragione» lei incrociò le braccia sul petto. «E poi
lo distrarrò dicendogli che può vederlo. Basterà,
ne sono certa»
«E’ così sicura
che non verrà giudicato colpevole?»
Tsunade ghignò.
«Oh, sì. Penso
proprio che dopo quello che accadrà tra poco all’arena del
Giudizio, quasi tutti i membri del consiglio si affretteranno a
votare con me»
Gaara le gettò un’occhiata
veloce.
Aveva
ricevuto una richiesta di intervento dalla Foglia un paio di giorni
prima. Un falco aveva portato al suo studio un messaggio firmato
direttamente da Tsunade, in cui gli si chiedeva di approntare una
squadra di ninja e di trovarsi a Konoha due giorni dopo, per ‘una
questione di ordine interno che avrebbe potuto avere strascichi
importanti anche per quanto riguardava i rapporti tra i loro
villaggi’.
E poi c’era stato quell’accenno
al processo di Sasuke.
Più che per la richiesta
in sé, Gaara era lì per Naruto.
Probabilmente non si sarebbe
scomodato da Suna in persona solo per una missione di supporto; ma se
si trattava di Naruto davanti al processo di Sasuke... le cose
cambiavano.
E poi aveva scoperto che Tsunade
Naruto lo aveva allontanato.
E aveva capito che sapeva
benissimo cosa faceva mentre gli scriveva il messaggio.
Quella donna era diabolica. Ed
era anche un politico nato.
Ora cosa si sarebbe
inventata?
Già era riuscita ad avere al suo fianco il
Kazekage, cosa che le avrebbe dato molto più credito agli
occhi del Consiglio, il prossimo passo quale sarebbe stato? Fare
fuori il capo della fazione opposta?
Mentre la studiava, eretta
sul tetto con il mento sollevato e gli occhi brillanti di orgoglio,
si chiese se ne sarebbe davvero stata in grado...
...Non sapeva che la risposta
alla sua domanda era già in atto.
Il mormorio si era trasformato in
un vero e proprio boato.
Quasi un’ora di ritardo non era
assolutamente tollerabile, secondo i nobili di Konoha, e qualcuno già
aveva iniziato ad alzarsi e andarsene.
L’espressione impassibile di
Sai non cambiò di una virgola, mentre portava educatamente una
mano all’orecchio e ascoltava. Pochi secondi, e cercò con lo
sguardo Asuma; gli rivolse un cenno quasi impercettibile, che lui
ricambiò allo stesso modo, poi entrambi si alzarono in piedi.
I nobili seduti al loro fianco li
guardarono irritati: se loro attendevano ancora, come osavano quei
villici plebei abbandonare il loro posto a sedere?
Asuma si chinò verso
Kurenai, sussurrandole qualcosa all’orecchio, e lei inarcò
le sopracciglia e gli lanciò un’occhiata confusa.
«Vai» mormorò
lui; lei questa volta obbedì, stringendo Tobi tra le braccia,
e si allontanò alla massima velocità consentitale per
non destare sospetti.
Senza che fossero notati, altri
uomini e donne, sparsi lungo tutta la tribuna nobiliare, si alzarono
silenziosamente in piedi. Efficienti e precisi, sciamarono lungo le
scale e fino alla prima fila, fermandosi davanti a Danzo e al suo
gruppo.
Lui alzò lo sguardo,
corrugando appena la fronte.
«Cosa succede?»
domandò, mentre l’attenzione dell’intera platea veniva
improvvisamente dirottata dal centro dell’arena deserta alla
tribuna nobiliare.
Asuma, tra i ninja che si erano
mossi, si fece avanti.
«A nome del quinto Hokage,
la dichiaro in arresto con l’accusa di alto tradimento»
Nel prossimo capitolo:
«Silenzio!» ordinò
il portavoce che aveva parlato prima, e lo stadio intero ammutolì.
Tsunade si rialzò dalla
sedia, e fece un passo avanti.
«Mi scuso per il
terribile ritardo!» iniziò, con un sorriso che andava da
un orecchio all’altro e sprizzava tutto fuorché cordoglio.
«Questioni di ordine interno mi hanno tenuta lontana, ma vi
assicuro che ora la situazione è tornata alla normalità
più perfetta. So che c’è stato qualche inconveniente
anche qui, ma non dovete temere: tutto ciò che è
accaduto, è accaduto su mio preciso ordine. Al termine del
processo, che al momento è la mia preoccupazione più
pressante, convocherò il Consiglio e indirremo una riunione
per analizzare la situazione. Adesso, procediamo; il motivo per cui
siamo riuniti qui è per processare Sasuke Uchiha come
traditore della Foglia. Fatelo entrare!»
* * *
* ȣ * * *
*
Spazio autore
Eh, lo so.
Parlare di Sasuke è sempre una rottura... anche quando lo si fa indirettamente. U_U
(e Naruto non è comparso mai! T_T)
Ma guardate il lato positivo: erano un po' di capitoli che non leggevate scene d'azione!
E poi... C'è Gaara!
Direi che questo compensa ampiamente tutto il resto!
(Anche se Tsunade lo ha fregato in maniera magistrale XD)
Ho notato che l'accenno InoSai non è dispiaciuto! Insomma, cari lettori, mi sorprendete sempre! XD
Nota: la faccenda del processo pubblico a Sasuke va asteriscata a tonyesp, utente di manga.it.
Per quanto io ritenessi un processo del genere più o meno scontato
(almeno nell'ottica di Tsunade, e poi capirete cosa intendo),
sembra invece che il mio stupido inconscio abbia preso l'idea da lui e dalla sua fanfic...
Nel dubbio, mi dichiaro colpevole!
Attenzione: l'anticipazione del prossimo capitolo può essere fuorviante!
Talpina Pensierosa: ti
piace l'inizio della NejiTen, eh? Uhm... vediamo un po'... riparliamone
al capitolo 36, intese? (ma tanto tu sai già come vanno tutte le
cose! XD)
Sammy1987: wow, una fan
delle SasuSaku! Merce rara tra i commentatori di questa fic! XD Il che
non fa altro che complicarmi le cose... qualunque sia il risultato
finale del triangolo, ci sarà sempre qualcuno pronto a
linciarmi! XD (tra parentesi... è OVVIO che quei due si
incontrino! Solo, ti farò aspettare un po' per questo!)
Julia83: lo confesso: la
rapidità è il mio vanto! XD C'è stata una volta in
cui ho messo gli ultimi capitoli di una fan uno al giorno,
perché poi avrei avuto dei problemi ad aggiornare con
regolarità! E' che quando ho l'ispirazione scrivo in blocco! E
quindi ho molti capitoli già pronti per essere pubblicati. I
tuoi pairing... sai che hai un certo intuito? Ma non ho la minima
intenzione di dirti PER COSA! XD Limitati a sapere che qualcosa era
giusto e qualcosa no!
Killkenny: ullallà,
Danzo addirittura a morte? (sì, concordo in pieno! XD) E...
sì, mi sa che è meglio se tu non ti esprimi riguardo alle
coppie!XD
GloGlo the best: wow, i
capitoli dal 17 al 25 tutti insieme? Che coraggio, sono una sessantina
di pagine! XD Per quello che vale, grazie per l'apprezzamento! Sei la
prima persona che conosco a non sopportare Hinata, lo sai? XD Purtroppo
per te, a me lei piace parecchio! Il che vuol dire che la si
vedrà con una certa regolarità, anche a causa della sua
cotta storica per Naruto... il quale, c'è da dirlo, prima
della fine passerà attraverso una serie di ribaltamenti di
situazione pressoché infinita. Il mio consiglio è di non
dare nulla per scontato finché non metterò la parola FINE
a questa storia! Anche nell'ultimo capitolo potrebbe accadere qualcosa
di totalmente imprevisto! (a proposito... la tua "analisi della
situazione" mi ha fatta sbellicare dalle risate! XDD "quello sfigato di
Sasuke"!!) La questione "Naruto può, Sakura no" in
realtà è molto semplice: dal punto di vista di Naruto,
Hinata è una compagna che vede di tanto in tanto... PUNTO. Non
la vede assolutamente sotto un'ottica "pericolosa", e il fatto che
Kyuubi abbia smesso di borbottare in sua presenza lo ha impensierito
dal punto di vista della volpe, non della Hyuuga! Detto in parole
povere: lui a Hinata non pensa minimamente! E' su Sakura che continua a
rimuginare, e così facendo vede una miriade di pericoli che
minacciano la loro relazione (in effetti, Sasuke potrebbe essere un
Pericolo con la P maiuscola). Per questo si fa trip su di lei e non su
di lui e hinata; perché da quel punto di vista non vede
assolutamente nulla. Se riuscirai a recensire spesso mi renderai
davvero felice! ^^ Ma non preoccuparti, se avrai altri impegni io
aspetterò con pazienza!
_Kirjava_: ed eccola! Mannaggia
a te, non spoilerarti le cose e segui il ritmo di manga.it! Lo dico a
tuo vantaggio, perché poi ti troverai a dover aspettare di
più per "quell'altra cosa"! (se non capisci, chiedi in
fermoposta XD) Le faccende burocratiche sono una gran rottura di
p...adiglioni. -.- Sapevo che Sasuke sarebbe stato solo una fonte di
grane! E che cavolo! Itachi, non potevi semplificare la vita a tutti e
far fuori anche lui?!
lale16: ti informo
ufficialmente che hai guadagnato un gradino nella mia stima! E' raro
trovare qualcuno che dica davvero cosa pensa dei capitoli, e tu sei tra
quelli! Presumo di doverti ringraziare! Mi impegnerò per
migliorare (anche se al momento la vedo grigia... stupido Sasuke,
perché devo perdere tempo dietro a lui?!)! ShikaTema e NejiTen,
eh? Uhm... buono a sapersi! XD La NejiTen ha un sacco di successo, pare!
1992: "rovinarli"?
XD se ipoteticamente le cose finissero con una SasuSaku e una NaruHina
sarebbe rovinare i personaggi? XD Conosco qualcuno che potrebbe
scuoiarti viva per questo parere! (non io, tranquilla: sono di vedute
aperte, al proposito... e poi mentre scrivo questa fan mi accorgo che
le mie idee stanno lentamente mutando... ò_O) E, tra parentesi,
scrivo anche di coppie che non mi piacciono alla follia (come la
ShikaIno, per esempio. O, più genericamente, la
Ino-resto-del-mondo). Comunque ti consiglio di non rinunciare a nulla,
ora come ora. Anzi, segnati il capitolo 36... penso che ti
piacerà! ;-) (E per Kakashi... non chiedermi niente, ti prego...
T_T)
kaho_chan: penso che sia
normale cercare di "sponsorizzare" le proprie coppie preferite, non
scusarti! XD E' logico e naturale desiderare che le cose vadano in un
certo modo... io non prego forse tutte le sere perché Kishi
faccia morire Sasuke in maniera dolorosa e umiliante? XD Se vuoi
leggere altre NaruSaku, se non erro qualcuno me ne aveva consigliata
una... se vuoi more infos, basta chiedere, e andrò a scavare
nella cronologia del mio msn per trovare la fic incriminata! Ad ogni
modo, quando metterò l'elenco dei miei pairing preferiti,
troverai delle sorprese... per il semplice motivo che mentre scrivo
questa fic sto cambiando un sacco di idee! XD E mi sa che per allora mi
andranno bene anche coppie che al momento non considero neppure! Dico
solo che ultimamente sto rimuginando sulle NaruSasu... O_O E io non
sono MAI stata per lo yaoi, MAI! Tornando a temi "normali" (XD)...
SHIKAINO? Ok, qui potrei davvero ucciderti! Di sicuro questo è
un accoppiamento che non apprezzerò mai e poi mai, nemmeno sotto
tortura! E' più forte di me, io lei non la reggo proprio! (il
che non significa che gli eventi nella storia non possano prendere la
via del triangolo InoShikaTema, con esiti anche imprevisti... Non a
caso in "Redenzione" c'è proprio una ShikaIno - sebbene io abbia
ancora tutte le possibilità di uccidere lei! *_*) Sulle
PainKonan non ho opinioni... ne so troppo poco per farmene! E poi Pain
mi sta antipatico. -.- Cioè, stiamo perdendo pagine preziose di
presenza di Naruto (e Itachi *ç* Ma quanto è figo nel
capitolo 380?) per vedere lui che fa del male al mio adorabile Jiraya!
No no, non esiste! Che poi è opinione comune (cioè MIA)
che la profezia del rospo non si riferisca neanche a lui! U_U Grazie
per i complimenti sul capitolo, è difficile descrivere la
normale vita a Konoha... Ne sapevo qualcosa finché Naruto &
Co erano dodicenni, ma poi, quando sono cresciuti, l'ambiente è
stato più che altro quello dei campi di battaglia. E' facile
parlare di grandi sentimenti e azioni eclatanti, il difficile è
descrivere le piccole cose di tutti i giorni... Lo shock di Naruto di
fronte alla scoperta che Yondaime è suo padre, lo shock di
Sasuke per la morte di Itachi, Kiba che vede Hinata rischiare la vita
per Naruto, sono cose che bene o male si possono gestire con una certa
agilità. Ciò che davvero è difficile, e intendo
difficile nel senso di "mantenere i personaggi IC", è la vita a
Konoha, i piccoli turbamenti, le liti per il bagno, gli accenni di
flirt... Stare "tra le righe", senza stravolgere le personalità
con cui si ha a che fare, è di una difficoltà davvero
abissale! Tranquillizzati per il "fattore threesome": resterà
tale per un beeeeeeel po'! Insomma, la vera storia si regge sul
triangolo! Finché Sakura e Sasuke non si incontreranno, si
può ben dire che siamo ancora in pieno prologo! (un prologo
più lungo della "vera fic", mi sa! XD) La NejiTen, o meglio: il
suo accenno, ha riscosso un successo inaspettato! D'altronde ho
scoperto che tantissime persone si interessano a Mr Neji, è un
uomo amato! Mentre Reira e Kamaro... hanno un loro perché.
Giuro. Al momento è assolutamente incomprensibile, e
sembrerà che siano lì per niente... ma Kamaro non avrebbe
avuto ragione di esistere senza un mio preciso e malefico piano. Che vi
sarà chiaro solo verso gli ultimi capitoli! XD E le coppie
attive sono, in effetti, divertenti da muovere! Per dire... quando
Hinata e Naruto si incontrano, non succede niente di niente! Ci fosse
un quadrilatero attivo, beh, mi sparerei per la complessità
della cosa ma mi divertirei anche! E invece no, nulla si muove da quel
lato! per fortuna ci pensano Shikamaru e Temari a tener viva
"l'azione"! XD
Oh signore, ma quanto è lunga questa risposta? O_O
OneWingedAngel: eh sì. Prima o poi doveva arrivare questo momento... il temutissimo istante della Domanda: da dove arriva il tuo nick?
La verità è, nella sua assurdità, un tantino
originale: suonava bene. All'epoca non ricordo nemmeno perché lo
scelsi... era il lontano 2005, non so più neppure che fumetti
leggevo allora! Poi, con il tempo, si può dire che aya sia
diventata "me". Nel senso: mi chiedi da dove arriva "aya". Bene, ti
rispondo "da me". Come il nome con cui mi conoscono fuori dal web
è Susanna, qua dentro sono aya, punto. Potrei trovare nick
diversi e che riflettano qualcosa di particolare, preferenze,
sentimenti, o quello che diavolo mi pare... ma la verità
è che io sono soltanto aya. Un altro nick non avrebbe senso,
questo ormai è un secondo nome! Poi, con il tempo, mi sono
identificata di volta in volta in personaggi diversi... ho fatto un
test una volta che mi qualificava come "Aya" di Gals!, amo alla follia
Ayame Soma di fruits Basket, Aya Mikage di Ayashi no Ceres non mi
dispiaceva poi tanto, e così via... ma alla fine la
verità è una sola: aya sono io. Io e nessun altro.
ShAiW: ahi. ^^' E' meglio se
non cambi gusti leggendo la mia fic, sono conosciuta per rigirare le
carte in tavola ad ogni momento, e potresti doverlo fare una volta ogni
dieci capitoli! XD Facciamo così: tieni buono il triangolo
SasuSakuNaru, ok? Almeno per quanto riguarda loro... Gli altri
gestiscili come più preferisci!
harryherm: commento dell'ultimo
minuto, mannaggia! Comunque... è vero che tendo a fare sorprese
bastarde, ma sulla NejiTen io ce li terrei gli occhi... non sarebbe una
cattiva idea. Ooh, sarebbe stato sicuramente interessante avere Sakura
e Naruto al processo... se io e Tsunade fossimo due pazze masochiste in
cerca di guai. Parecchi guai. E poi se Naruto avesse sentito Sasuke
aprire la bocca come farà... beh, diciamocelo: ci avrebbe
pensato lui a scuoiarlo vivo. E non sono nemmeno tanto sicura che
avrebbe trattenuto la volpe... Dunque, personalmente sono DAVVERO
felice che lui sia via! E Sakura... beh, lo ammetto: lei ho bisogno che sia via! XD
Aya
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Capitolo 27 *** Silenzio; l'era del quinto Hokage ha inizio ***
Naruto-27
Capitolo ventisettesimo
Silenzio; l’era del quinto Hokage ha inizio
Il silenzio ha un’infinità
di aggettivi: può essere profondo, come quello tra due persone
che non hanno più nulla da dirsi; può essere complice,
come quello tra due persone che non hanno bisogno delle parole per
comunicare; può essere teso, come quello che nasce quando si è
detto troppo; può essere imbarazzato, come quando ci sono
tante cose che si vorrebbero dire e non si trova il coraggio di
farlo.
E poi, esiste un silenzio freddo,
glaciale; un silenzio che assomiglia a quello della morte.
Ed è il silenzio di chi ha
commesso molti errori.
Di chi ha sbagliato... e non sa
rimediare.
E
non può
rimediare.
Quello era il genere di silenzio
che aleggiava nella stanzetta buia in cui Sasuke Uchiha attendeva di
essere convocato.
Con lui c’erano una guardia
palesemente a disagio... e Kakashi Hatake.
Un rombo attutito attraversava la
porta di metallo, giungendo fino a loro; la folla si stava agitando,
ed era comprensibile.
Come tanti anni prima, durante il
torneo di selezione dei chunin, tutti erano lì per Sasuke
Uchiha, e tutti lamentavano il suo ritardo. Con la differenza che
allora volevano ammirarne l’abilità ed elogiarlo... e oggi
probabilmente lo volevano morto.
La folla è volubile. Ma
non dimentica mai un torto. E i ninja di Konoha erano molto attaccati
al loro villaggio...
Kakashi gettò un’occhiata
di striscio a Sasuke, seduto su una sedia con i gomiti appoggiati
alle ginocchia e i capelli a coprire il viso. I suoi polsi erano
legati assieme.
Era dimagrito. E si era fatto più
pallido. Ma era sempre il Sasuke che era stato suo allievo... il
ragazzino ambizioso cui aveva insegnato il raikiri... l’adolescente
in cui aveva rivisto sé stesso.
E tuttavia era più alto.
Più adulto.
E tuttavia i suoi occhi... erano
spenti.
La luce della vendetta non è
una bella luce. E’ un brillio malsano, ossessionato, maledetto. Ma
qualunque luce, per quanto oscura e venefica, sarebbe stata meglio
del vuoto assoluto che c’era adesso nel suo sguardo.
Diciotto anni... e nessuno scopo.
Nessuna vita.
In parte era anche colpa sua...
del maestro che non era stato in grado di fermarlo. Che, forse, non
aveva visto... o aveva finto di non vedere.
Era così geniale,
Sasuke...
Naruto era il figlio del quarto
Hokage, ma non mostrava traccia del minimo talento. Lui invece era un
Uchiha, fino all’ultima goccia di sangue.
Kakashi aveva conosciuto Itachi,
anni prima.
E anche se in Sasuke aveva colto
qualche segnale allarmante, particolari che lo riconducevano a lui...
aveva chiuso gli occhi.
Avere per le mani una simile
materia, potergli insegnare ciò che sapeva, poterlo veder
crescere, riconoscersi in lui e in un certo senso ‘ricrescere’
insieme... era stato troppo allettante.
Una debolezza.
Una stupida, terribile
debolezza... che forse era stata parte della causa del disastro.
Chiuse gli occhi, interrompendo
il flusso spontaneo dei suoi pensieri.
Non gli faceva bene ricordare
cose tristi quando si trovava al buio... poi il pensiero di Obito
tornava ad ossessionarlo.
Obito... il cui corpo non aveva
ancora una tomba.
I ninja medici della Foglia
volevano studiarlo più a lungo, a quanto pareva, per tutta la
questione di Madara e della Tecnica Proibita.
E Tsunade aveva dato loro il
permesso.
Ecco, sentiva lo stomaco
contrarsi.
Non
doveva pensarci, accidenti, non
doveva pensarci!
Il brusio all’esterno si
acquietò di colpo.
Kakashi riaprì gli occhi,
lieto per la distrazione, e tese l’orecchio. La guarda che era con
lui gli gettò un’occhiata, incerta, e lui la mandò a
vedere cosa fosse successo.
La porta si aprì e si
richiuse, lasciandolo solo con Sasuke.
Silenzio.
Ancora e ancora silenzio...
Il silenzio gelido della morte.
«A nome del quinto Hokage,
la dichiaro in arresto con l’accusa di alto tradimento»
Sulla platea calò un
silenzio di tomba, che durò a malapena un istante. L’attimo
dopo l’intero gruppo di Danzo scattò in piedi, indignato, e
un mormorio si diffuse rapidissimo lungo tutte le tribune, passando
di bocca in bocca e informando tutti i ninja della novità.
Danzo, il fulcro di tanta
attenzione, si alzò in piedi lentamente e guardò Asuma.
«Alto tradimento?»
chiese, impassibile. «Sulla base di quali prove?»
«Una grossa sezione della
Radice è appena stata fermata mentre tentava di attaccare il
villaggio» rispose Asuma senza scomporsi. Un altro mormorio
serpeggiò veloce.
«Non ne sapevo nulla»
ribatté Danzo.
Asuma restò in silenzio.
Ahi, se si metteva a negare lui non sapeva come ribattere; non è
ch avesse poi tante informazioni. Lanciò un’occhiata a Sai,
che si fece avanti chiedendo cortesemente ‘permesso’.
«In questo momento la
squadra Anbu sta prendendo i custodia i membri della Radice»
informò, con un sorriso gentile. «Non ci vorrà
molto perché parlino»
Danzo spostò lo sguardo su
di lui, pensieroso.
«Sapevo che non avrei
dovuto fidarmi di te» mormorò. «Ma che un ninja
sostenga di lavorare per mio conto, non significa necessariamente che
sia vero»
«Certo che non vi fidate di
me, infatti non mi avevate detto nulla di questa missione...»
Sai, inspiegabilmente, rise piano. «Ma ci sono altre prove.
Prove certe»
Danzo sembrò irrigidirsi
appena.
«Prove?» chiese,
mantenendo un tono di voce controllato.
Reira, la segretaria ancora
seduta al suo fianco, si schiarì leggermente la voce.
«Documenti» spiegò,
alzando gli occhi verdi a incontrare quelli del suo capo. «Ordini,
firmati e controfirmati, pagamenti, messaggi, contatti, ogni cosa.
Dai legami con l’Akatsuki all’attacco di oggi. E’ tutto
nell’ufficio dell’Hokage»
Per
la prima volta la maschera di freddezza di Danzo vacillò, e la
sua fronte si corrugò formando rughe profonde. Ora capiva
perché Kamaro non aveva risposto al segnale che gli era stato
mandato: qualcuno
doveva aver fatto in modo che si tenesse alla larga.
Non aprì bocca, per non
compromettersi con le parole, ma i suoi occhi comunicarono
esattamente tutto quello che c’era da sapere su ciò che
pensava di lei.
«E, per la cronaca,»
continuò Reira, gli sguardi di tutti puntati addosso. «non
vi ho traditi. Semplicemente, non sono mai stata dalla vostra parte»
Ci fu un attimo di immobilità
generale, un secondo in cui tutti trattennero il respiro.
In quel preciso istante si stava
facendo la storia. Uno dei grandi poli di Konoha crollava, e con lui
una parte sostanziosa del tessuto sociale ai piani alti...
Quando
Asuma fece cenno ai ninja al suo fianco di muoversi, e loro
prelevarono Danzo, ebbe ufficialmente inizio quella che in seguito
sarebbe stata conosciuta come l’era
del quinto Hokage.
«Insomma, hai fatto poco o niente» se ne uscì
Temari alla fine del combattimento, squadrando con arroganza
Shikamaru. «Quanti ne hai presi? Tre? Quattro?»
«Sette» rettificò lui, sbuffando. «E con un
braccio malandato. Ma non ho nessuna voglia di stare qui a contare i
prigionieri...»
I ninja della Radice erano stati radunati in un gruppo compatto dalla
squadra Anbu, mentre i ninja della Sabbia attendevano pazientemente
gli ordini dal loro Kazekage. Non c’erano stati molti feriti nella
lotta, e nessuno di loro era grave; un ottimo risultato.
Gaara, accanto a Tsunade, osservava la scena con malcelato
disinteresse, facendo scorrere gli occhi sulla Radice ormai recisa;
l’Hokage, invece, ascoltava attentamente le parole che provenivano
dal suo auricolare.
A un tratto annuì, e sorrise.
«Bene» disse a Gaara. «Anche all’arena hanno
sistemato tutto. Danzo è stato preso in custodia dai nostri
uomini, e non appena sarò sicura della fedeltà del
corpo di polizia, lo affiderò a loro. Per il momento considero
questa faccenda conclusa... possiamo passare al processo»
«Immagino che sia richiesta la mia presenza» mormorò
Gaara, piatto.
«Beh, proprio richiesta no...» gongolò Tsunade.
«Ma già che sei qui, non vedo perché non
partecipare!»
Lui sbuffò piano.
Si preannunciava una giornata niente affatto rilassante. Tanto più
che era sì abituato al caldo... ma non al clima umido del
Paese del Fuoco.
E nonostante ciò, non sudava.
Lui
non sudava mai.
Settantotto piaghe; ecco cosa erano in realtà, secondo Naruto.
Settantotto maledetti lombrichi che strisciavano a una velocità
esasperante e si lamentavano con una vocetta stridula che lo spingeva
alla strage di massa.
Perché, perché doveva avere a che fare con i nobili, in
quella missione?
«Una pausa! Abbiamo bisogno di una pausa!» gridò
dal centro del corteo il venerabile Ijuin, la larva più
disgustosa e patetica di tutte. «La portantina non procede più
spedita»
“E
certo, con il grasso sedere che ti ritrovi!” pensò Naruto
irritato.
Ci
stavano mettendo più del previsto. Molto più del
previsto. Troppo
più del previsto.
Se si fosse trattato di una
squadra ninja, avrebbero percorso la distanza che separava il paese
del Fuoco e quello del Tè in un paio di giorni al massimo,
prendendosela comoda; ma con quel corteo il viaggio si preannunciava
infinitamente più lungo...
“E
cosa succederà a Sasuke nel frattempo?”
«Fermiamoci!» ordinò
Sakura in coda, alzando un braccio verso l’inizio della fila.
La copia di Naruto che guidava il
gruppo si arrestò, sbuffando sonoramente.
«Ma ci vogliamo arrivare o
no, al Paese del Tè?» chiese contrariata.
«Eh, essere tanto
scorbutico non ti migliora la vita!» commentò una delle
guardie ai primi posti, sollevando in suo onore una fiaschetta
d’alcool. «Rilassati, ragazzo, prenditela comoda!»
«Prendila comoda un corno»
bofonchiò lui di rimando, passandosi una manica sulla fronte
sudata.
Faceva troppo caldo... si
annoiava... avrebbe voluto essere a Konoha...
...Ed era nervoso.
Stranamente e inspiegabilmente
nervoso, incapace di stare fermo troppo a lungo, frenetico, ansioso e
irritabile.
E poi c’era quella maledetta
vocina che ancora non era riuscito a identificare.
Guardala. Non ti sembra un po’
distratta? Starà pensando a Sasuke?
Fuori dai piedi, e che cavolo!
Non è il momento!
Perché poi iniziava sempre
con lo stesso argomento?
Sakura, Sakura e ancora Sakura.
Certo, le cose non stavano
andando particolarmente bene, ultimamente... ma girare il coltello
nella piaga era pur sempre una gran bastardata.
Scosse la testa, per schiarirsi
le idee, e quando riaprì gli occhi la vide avvicinarsi, come
richiamata dai suoi pensieri.
«Di questo passo arriveremo
a destinazione dopodomani» sbuffò, raggiungendolo. Con
le mani piantate sui fianchi, lanciò un’occhiata esasperata
alla comitiva che si riposava. «Non riesco assolutamente a
capire come mai siano così pigri...»
«E io non riesco
assolutamente a capire come fai a trovare sempre la copia originale»
ribatté lui, piatto. «Tra tutti questi me stesso, becchi
sempre il vero io»
Sakura inarcò le
sopracciglia chiare.
«Non lo so» rispose
schietta. «Mi viene naturale, penso»
«Ehi, signorina!» la
chiamò una voce dal fondo. «Lei, con quel curioso colore
di capelli... venga un attimo qui, per piacere. La mia amica sta
male»
«Hn... cortigiane»
Con una smorfia, la kunoichi si
scusò con Naruto e si allontanò svogliatamente.
Lui rimase a guardarla.
Le veniva naturale...? Quindi...
si poteva dire che avevano un legame molto forte...?
Pura coincidenza. Non le viene
naturale per niente.
Rieccola. Subdola e infida, la
voce tornava a rodere la sua coscienza malridotta.
E tra quanti Sasuke
riconoscerebbe l’originale? Mille? Duemila? E perché non le
hai ancora detto che tu sai dove lo tengono?
Strinse i pugni, turbato, e
distolse lo sguardo in fretta.
Prima... doveva sistemare una
faccenda privata con Sasuke. Solo dopo avrebbe detto a Sakura che
c’era il modo di incontrarlo...
...Aveva bisogno di un po’ di
tempo, tutto qui.
Soltanto un po’ di tempo.
E nel profondo della sua
coscienza, nove code si muovevano lente nel buio, avvolgendosi sempre
più strette al suo cuore inquieto...
Il boato era tornato intenso come
nell’attimo precedente la cattura di Danzo; da ogni tribuna
dell’arena, su ogni lato, la gente parlottava e gesticolava, si
muoveva, cercava parenti e amici, discuteva e si preoccupava. Almeno
una decina di nobili, con relativo seguito, dopo l’allontanamento
di Danzo si erano alzati e se ne erano andati in tutta fretta.
Sai era rimasto a controllare la
situazione. Che, tradotto, voleva dire che si era appoggiato al
muretto e si era immerso nei suoi pensieri, lasciando che le cose
prendessero la piega che pareva loro.
«Scusi...» tentò
una nobildonna, facendo un cenno con una mano pesantemente
inanellata. «Giovanotto, saprebbe dirmi cosa succede ora? Il
processo all’Uchiha si farà?»
«Hn?» fece Sai,
distratto. «Oh, il processo. Non saprei»
«Come sarebbe a dire che
non lo sa?» si indignò quella, ma la sua replica fu
soffocata da una voce acuta.
«Sai!» gridò
Ino, raggiungendolo quasi di corsa. «Cosa è successo?
Abbiamo visto del trambusto, dicono che Danzo è stato portato
via...»
«Ciao» la salutò
lui rilassato, rivolgendo un cenno anche a Choji, che la seguiva
pigramente sgranocchiando patatine. «Asuma ha catturato Danzo,
va tutto bene»
«Va tutto bene un corno!»
sbottò la bionda. «Catturato Danzo? Che diavolo vuol
dire? Cosa sta succedendo? Dov’è l’Hokage, e Sasuke?
Quando cavolo inizia il processo?»
«Troppe domande,
fiorellino» sorrise Sai.
Choji si strozzò con le
patatine, e Ino spalancò la bocca a corto di parole.
«F-Fiorellino?» tossì
l’Akimichi, a metà tra lo sconvolto e l’esilarato.
Ma Ino non sembrava dello stesso
parere, dal momento che arrossì violentemente.
«B-Beh...» balbettò,
spostando una ciocca di capelli dietro l’orecchio. «S-Se tu
dici che va tutto bene...»
Choji le gettò un’occhiata
piatta.
“Dove
ho già visto una scena simile?” si chiese.
E poi ricordò Sakura, da
piccola, nelle rare occasioni in cui trovava il coraggio di rivolgere
la parola a Sasuke.
“Ah,
ecco”
Scosse la testa, rassegnato, e
prese l’ennesimo pacchetto di patatine.
Ino si avvicinò con
noncuranza a Sai, e si appoggiò alla balaustra scordandosi
completamente il motivo per cui era lì.
«Fa caldo, eh?» se ne
uscì, con un sorriso smagliante. «Ci starebbe proprio
bene un gelato!»
«Dopo il processo te ne
offro uno, se ti va» propose lui.
«Oh, ma certo!»
cinguettò lei.
Choji sentì l’insolito
impulso a vomitare.
A salvarlo intervenne, per sua
fortuna, una voce alta e stentorea che si diffuse nell’aria,
mettendo a tacere ogni altro mormorio.
«Attenzione prego!»
gridò un ninja, comparendo sulla pedana dell’Hokage in
atteggiamento impettito. «Il quinto Hokage!»
Tutti si alzarono in piedi,
mentre Tsunade faceva il suo ingresso scortata solennemente da due
membri della squadra Anbu, e un ‘ohh’ sorpreso si diffuse per lo
stadio quando Gaara la seguì, a pochi passi di distanza.
L’Hokage andò a sedersi
sulla poltrona a lei riservata, facendo frusciare le lunghe vesti
bianche delle occasioni ufficiali, e il Kazekage prese posto al suo
fianco, su un altro seggio. Kankuro si posizionò alle sue
spalle.
Improvvisamente il mormorio
riprese, ronzando più forte nella tribuna centrale.
«Avrebbe dovuto parlare
prima con noi...»
«Esigo spiegazioni...!»
«Che comportamento
indecente!»
«Perché c’è
anche il Kazekage?»
Sai gettò un’occhiata
annoiata ai nobili alle sue spalle, e sbuffò.
«Scusate?» chiese,
tagliente ma cortesissimo. «Non riesco a sentire»
Non meno di duecento paia di
occhi lo fulminarono seduta stante, e lui, incurante, ringraziò
e tornò a guardare la pedana dell’Hokage.
“La
sua intelligenza sociale è ancora ai minimi storici”
commentò mentalmente Ino.
«Silenzio!» ordinò
il portavoce che aveva parlato prima, e lo stadio intero ammutolì.
Tsunade si rialzò dalla
sedia, e fece un passo avanti.
«Mi scuso per il terribile
ritardo!» iniziò, con un sorriso che andava da un
orecchio all’altro e sprizzava tutto fuorché cordoglio.
«Questioni di ordine interno mi hanno tenuta lontana, ma vi
assicuro che ora la situazione è tornata alla normalità
più perfetta. So che c’è stato qualche inconveniente
anche qui, ma non dovete temere: tutto ciò che è
accaduto, è accaduto su mio preciso ordine. Al termine del
processo, che al momento è la mia preoccupazione più
pressante, convocherò il Consiglio e indirremo una riunione
per analizzare la situazione. Adesso, procediamo; il motivo per cui
siamo riuniti è per processare Sasuke Uchiha come traditore
della Foglia. Fatelo entrare!»
Tsunade tornò a sedersi, e
il mormorio riprese, basso e sibilante.
L’Hokage aveva detto tante
belle parole, ma di fatto non aveva spiegato niente; e la gente era
insoddisfatta. D’altro canto, se il processo aveva inizio loro si
trovavano con qualcosa d’altro cui pensare.
Mentre un ninja scompariva veloce
alle spalle di Tsunade, per andare a sollecitare l’ingresso di
Sasuke nell’arena, Ino fece vagare distrattamente lo sguardo sulla
tribuna d’onore.
Forse conosceva di vista gli Anbu
dietro all’Hokage, e poi notò che Gaara era diventato, se
possibile, ancora più affascinante. Il suo cupo fratello,
invece, non la attirava molto da quel punto di vista... ma dov’era
Temari? Quei tre si muovevano sempre insieme.
La cercò con gli occhi, e
finì per individuarla in un angolo, appoggiata alla parete con
le braccia incrociate sul petto.
E quando vide chi le stava
accanto, sgranò leggermente gli occhi.
“Shikamaru?”
Lui sbuffava, apparentemente
irritato. Ma Ino lo conosceva; Sapeva che non si dava la pena di
reagire, quando qualcosa non lo interessava... e invece lì lo
faceva eccome. Ribatteva, si accigliava, guardava altrove. E Temari
continuava a sorridere.
Giravano strane voci, nel
villaggio, ultimamente...
Dopo la morte dei pettegolezzi su
Tenten e Rock Lee, che pure continuavano a insospettire qualcuno, la
nuova coppia più chiacchierata era diventata la fantomatica
Shikamaru-Temari.
Qualcuno diceva di averli visti
passare da un quartiere a luci rosse, qualcun altro sogghignava
parlando di tutto il tempo che trascorrevano assieme, e altri davano
per certo che uscissero insieme.
Ma Ino non ci aveva mai creduto.
“Io
mi fido di Shikamaru. Non andrebbe mai a impegolarsi con una donna
problematica come quella. E poi è vecchia”
Però... davanti al sorriso
di Temari... qualcosa di fastidioso andava a solleticarle lo stomaco.
Vide la kunoichi della Sabbia
sporgersi e sussurrare qualcosa all’orecchio di Shikamaru. Lui non
ribatté. Ma nemmeno sbuffò, o si accigliò, o
fece qualunque gesto di fastidio.
E a Ino fece male.
Il rumore delle nocche sulla
porta di metallo fu come una cannonata nel silenzio profondo.
Kakashi alzò la testa di
scatto, e fece cenno alla guardia che era con lui di andare ad
aprire.
Diversi minuti prima lo aveva
mandato a controllare la situazione, quando era improvvisamente
calato il silenzio, e aveva scoperto che il piano di Tsunade stava
andando come doveva. Con qualche rapido calcolo, era giunto alla
conclusione che a breve lui e Sasuke sarebbero stati chiamati.
«E’ ora?» chiese la
guardia, aprendo.
Il ninja oltre la soglia annuì.
«Vi accompagno»
Kakashi inspirò a fondo.
Si partiva.
Raggiunse Sasuke e gli disse di
alzarsi. Lui, docile, obbedì senza aprire bocca. I suoi polsi
erano legati abbastanza stretti da impedirgli qualunque posizione
delle mani, ma la precauzione era assolutamente inutile: l’Uchiha
non dimostrava la benché minima intenzione di ribellarsi.
Anzi... Kakashi aveva
l’impressione che non gli sarebbe dispiaciuto poi tanto essere
condannato, e scontare il resto della sua vita in carcere.
Il resto della sua vita... quel
poco che gli sarebbe rimasto, dal momento che ancora si rifiutava di
mangiare. Forse confidava addirittura nella pena di morte.
«Andiamo, Sasuke»
disse piano, sospingendolo avanti.
Lui obbedì senza un cenno.
Da quando lo aveva rivisto, non
aveva ancora sentito una parola dalla sua bocca.
Sempre il solito, maledetto
silenzio...
Lo avrebbe rotto per difendersi?
Kakashi ne dubitava.
Era per questo che lui era lì.
Per essere quella difesa che
Sasuke rifiutava... per salvarlo, anche se lui non lo desiderava.
“Ho
fatto tanti errori, e alla maggior parte di essi non posso rimediare.
Ma non getterò la spugna ora che sei tornato indietro. Lo devo
a te, a Sakura e a Naruto... e anche a me stesso. E a Obito. Un ninja
che abbandona i suoi compagni è feccia della peggior
specie!”
Nel prossimo capitolo:
«E’ espressa richiesta
del quinto Hokage che questo processo si concluda oggi»
annunciò. «Per questo vi chiedo, signori, di votare ora.
Quanti di voi sono per l’assoluzione, si alzino in piedi. Quanti di
voi sono per la condanna, restino seduti. Se desiderate astenervi,
lasciate l’arena»
* * *
* ȣ * * *
*
Spazio autore
Questo capitolo è dedicato a tutti gli/le amanti di Kakashi!
(io l'ho trovato molto "apprezzabile" qui! XD)
Sapete che ultimemente mi ronzano in testa cose improbabili come
le KakaxSaku (!)
e le SasuNaru (?!)
Io, che non ho mai amato particolarmente lo yaoi... sbilanciarmi in un accoppiamento simile...!
Già la maestro/allieva è plausibile da me, ma non con Sakura!
Bah... soprassediamo... chissà, forse un giorno sorprenderò anche me stessa...
Ok, i motivi mi sfuggono completamente... ma sembra che lo scorso capitolo abbia riscosso un certo successo! XD
Sarà merito di Shikamaru? Del combattimento?
Della noia? (vi stavate annoiando prima di leggere?)
Non ne ho idea!
In ogni caso, anche se l'impressione della scorsa anticipazione era che sarebbe iniziato il processo...
...beh, non è così!
L'ho detto io che era fuorviante...
Ma voi no, stoici, sostenevate che fosse limpida!
E vi ho fregati!
[Nota: l'anticipazione di questa volta, però, è corretta!
E, se fossi in voi, andrei a guardarmi il titolo del prossimo capitolo nella mia pagina personale...]
La parte che state per leggere è stata completamente modificata all'ultimo istante!
Perché?
Ma perché l'esame che dovevo avere martedì, e che mi stava succhiando il sangue dalle vene, è saltato!
E dunque ho un intero weekend di libertà da godermi in santa pace!
Lato negativo: ho studiato per una settimana inutilmente.
Lato positivo: ho un weekend libero imprevisto e...
...mentre cercavo i filmati che ha fatto vedere a lezione, mi sono trovata a scaricare Real Player.
Sapete cosa vuol dire?
Che ora psso ascoltare tutte le canzoni dei Within Temptation che media player non mi apriva!!
Dio, questa è la felicità!
(Avrò beccato almeno 10 nuove meravigliose ossessioni!)
NOTIZIA NUMERO 2
E' risorta la connessione casalinga!!
Gioite, poiché il paradiso è qui!
A causa dell'imperdonabile ritardo causato dal mio presunto esame, ci sarà un momento durante le vacanze di Natale
in cui, impegni permettendo, metterò quattro capitoli in quattro giorni.
Devo rimettermi in pari con la tabella di marcia, gente!
(sì, ho anche una tabella di marcia!)
Sperando che per voi non sia un problema troppo grave, vi lascio alle risposte alle recensioni!
Talpina Pensierosa: sigh,
problemi universitari mi tengono lontana da ogni possibile svago! A
questo punto prevedo che leggerò tutto quello che devo leggere
durante le vacanze... T_T <-- Non è affatto vero! Essendo
saltato l'esame, leggerò non appena sarò a casa,
stravaccata sul divano! ^_^
Killkenny: ehi, con tutti
questi 10 finirò per montarmi la testa! XD (sì, lo so, mi
aspetto la stangata da un momento all'altro...) Di Danzo personalmente
tenderò a disinteressarmi, per il semplice motivo che altre
faccende più pressanti cattureranno la mia attenzione!
Lascerò la sua sorte alle vostre menti immaginifiche,
limitandomi a darvi le coordinate essenziali! (e Tsunade... beh,
è semplicemente diabolica!)
OneWingedAngel: c'è una
cosa su cui mi interrogo con una certa perplessità:
perché tutti i ragazzi che mi commentano le fic tendono ad
assomigliarsi? XD Sarà che il mio stile attira un certo tipo di
persone, ma generalmente siete a) intelligenti (già per il
semplice fatto che leggete... ok, me la potevo risparmiare); b)
adoratori di Shikamaru; c) amanti dell'azione ma soprattutto
dell'intrigo; d) avete un lato leggermente perverso (cioè, non
è colpa di Tsunade se è così prosperosa! Magari
è anche complessata a tal proposito! E voi, senza un briciolo di
tatto, non fate che ricordarle le sue misure! Ahh, i maschi...). Certo,
ognuno di voi poi è diverso e particolare, ma chissà
perché finisco, a grandi linee, per sapere in anticipo cosa
catturerà la vostra attenzione...! XD Ad ogni modo, il paragone
del capitolo con la spy story mi manda in brodo di giuggiole! XD Amo
quel genere, e in effetti cerco inconsciamente di infilarlo in
ciò che scrivo! Senza contare che questa parte, essendo
praticamente dedicata a Sasuke, mi risulta particolarmente pesante da
gestire... Spero di riuscire a renderla gradevole (o almeno
sopportabile) anche a voi!
harryherm: abbiamo fatto un bel
casino, eh? XD La risposta all'altra recensione è nel capitolo
precedente, l'ho modificato all'ultimo istante ma a quanto pare ci
siamo incastrate comunque! XD Danzo e la Radice erano due cose di cui
dovevo liberarmi per ragioni di praticità: ci saranno già
abbastanza problemi interni ed esterni a Konoha, senza che la politica
di quel deficiente di un vecchio babbuino mi scombini ulteriormente le
cose. Anche Kishi scioglierà il nodo prima o poi, solo che se
continua a divagare con scontri secondari come quello tra Pain e Jiraya
(oh, per me è secondario... per quanto io adori Jiraya, ritengo
che Pain sia un inutile cretino -.-) e divagazioni sul passato di
Suigetsu e Kisame, saranno i miei nipoti a leggerlo... La
partecipazione di Gaara sarà estremamente limitata e marginale!
XD Diciamocelo: mi serve per Temari (e lei mi serve per Ino, che mi
serve per Sakura... ehh, sono tutti legati!), e poco altro. Però
è un gran figo, quindi va tutto bene! :-3 Eheh... C'è
bisogno che Sakura sia via, sì. Diciamo che ti do un altro
indizio: c'è bisogno che Sakura non incroci Sasuke... almeno
secondo Naruto... (basta così! Non strapparmi altro!)
lale16: Gaara è un
magnifico jolly! XD Tutti lo amano, tutti! E Naruto, quando
scoprirà l'accaduto... beh, vedrai cosa farà. Il punto
è... per allora, quali saranno le sue priorità? (ghigno
malvagio)
1992: bah, personalmente non mi
sento mai in colpa, a meno che non si tratti di uccidere un
personaggio... (ehm...) Tsunade ultimamente mi piace parecchio.
Sarà colpa di Kishi che le punta i riflettori contro, con la
storia di Jiraya e Pain? Non so, ma intanto spadroneggia un po'! XD E
poi è bella da gestire, con quel suo lato un po' infantile ma
non troppo. ^^ Sei curiosa di sapere come finisce? Tesoro, armati di
santa pazienza... (un mio amico ti ammazzerebbe per i tuoi pairing e i
tuoi odi! XD Ma non ti preoccupare, non gli dirò della tua
esistenza, sei salva!)
nixy: una sasu naru? Beh, forse
potrei anche infilarcela, in un certo qual modo... ma personalmente la
vedo improbabile! ^^' Cioè... mi incasinerebbe ancora di
più, e dovrei suicidarmi per la disperazione! Il che porterebbe
voi lettori a non conoscere il finale, e la cosa non sarebbe positiva
per nessuno!
kyuubi: questo posso dirtelo:
Pain è davvero morto. E' inutile, per come si stanno mettendo le
cose nel manga mi rendo conto che lo odio più di Sasuke! E, dal
momento che non è indispensabile, me ne sono liberata il prima
possibile (me ne sono liberata ancora prima che iniziasse la fic, a ben
vedere! XD) Il processo a Sasuke sarà nel prossimo capitolo, e
personalmente lo ritengo abbastanza noiosetto... ma io non faccio
testo, dal momento che nulla che riguardi Sasuke mi piace! XD Spero che
la tua connessione risorga presto!
kaho_chan: vedo che per il
NaruSasu abbiamo la stessa opinione! XD Alletta e non dovrebbe! Per
quanto riguarda Ino e Sai... sappi che la fine della fan è
ancora lontana. Mille e mille cose possono accadere nel frattempo! ^_*
(e poi... da questo capitolo mi pare che ci sia un accenno su quelli
che sono i veri sentimenti di Ino e su quello che sarà il
prossimo triangolo da me considerato... ^.^) Sulle beghe politiche non
dovresti farti troppi trip: in realtà sono marginali, le sistemo
con una certa rapidità perché non funzionali alla
narrazione... ciò che davvero deve preoccuparti è
l'evoluzione dei rapporti tra i personaggi (kyuubi inclusa). Ci
sarà solo una questione diplomatica di una certa importanza... e
sarà quella che nascerà nel capitolo 32. Fino ad allora,
diciamo che voglio semplicemente semplificarmi la scena! E se Kishi
uccide Itachi per mano del Microbo, giuro che gli mando una lettera
minatoria. Idem se replica con Jiraya. Insomma... Itachi è
troppo figo per morie così! Io già soffro per averlo
ucciso nella fan... ma almeno gli ho dato la dignità di
schiattare per mano di Naruto! XD
ShAiW: ok, tranquilla, non sei
la prima che ama questa fanfic! Eppure ogni volta che qualcuno la
apprezza quanto te mi sento una donna realizzata, credimi! Grazie
mille, di cuore!
GloGlo the best: il figlio di
Asuma e Kurenai, Tobi, è lì in parte per esigenze di
copione (io amo quel bambino! XD) e in parte perché in effetti
non sapevano dove lasciarlo! Ma va bene così, in fondo ci vuole
un po' di vita nella noiosa tribuna nobiliare! Ino e Sai non sta
scritto da nessuna parte che si sposeranno! Prima dovranno incasinarmi
le cose un bel po'! XD Tsunade è un personaggio che mi sta a
cuore, a causa di Kishi e della faccenda di Jiraya, e in effetti io me
la vedo "scema" solo fino a un certo punto. Ogni volta che penso a lei,
mi ricordo la scena in cui si incazza per la prima volta, davanti a
Orochimaru, e frantuma una parete... Credo che la mia ammirazione per
lei sia nata lì! La cattura di Danzo sarà davvero
così facile, anche perché, onestamente, lei ha fatto un
buon lavoro. Gli ha tolto il suo esercito, lo ha incastrato con le
prove, lo ha preso davanti a tutti, così che un'eventuale
ribellione sarebbe un'ammissione di colpevolezza, e con Gaara al suo
fianco acquista prestigio anche agli occhi del Consiglio! Insomma,
Tsunade rulez! XD E il processo a Sasuke è stato organizzato in
modo che le cose vadano come vuole lei... Ha scelto una modalità
di giudizio che le garantisce una vittoria quasi certa, diciamocelo! XD
(la tua descrizione psicologica di Sasuke mi ha ucciso dalle risate,
giuro! XD) ...O_O... Ho appena avuto un flash malato: Hinata cattiva.
No, dico davvero, e se avesse sempre fregato tutti? Ok, non avrebbe
senso né scopo, ma sarebbe interessante da scrivere! (potrei
quasi farci un pensierino, in un momento di noia! XD) Comunque...
personalmente non credo che sia falsa, o "troppo buona". Credo soltanto
che sia fondamentalmente debole... ed è per questo che mi piace
analizzare come cambia grazie a Naruto (tutto ruota sempre attorno a
lui! XD) Alla prossima recensione, un bacio!
Aya
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Capitolo 28 *** Condanna ***
Naruto-28
Capitolo ventottesimo
Condanna
Haruka non era ancora stata
reintegrata ufficialmente nel corpo dei ninja della Foglia.
Dopo essere tornata dalla
missione di recupero di Kakashi, sembrava che qualche voce si fosse
diffusa, e che il Consiglio si fosse un tantino inalberato,
irritandosi con Tsunade per la sua leggerezza. Fortunatamente
l’Hokage aveva già altri pensieri per la testa, e non se
l’era presa a male. Anzi, aveva optato per una linea d’azione
trasversale: aveva dirottato l’attenzione del Consiglio su ciò
che a lei premeva di più, ovvero la questione Uchiha.
E così Haruka era stata
messa da parte, lasciata in sospeso.
A lei non dispiaceva.
In quei giorni si era riposata,
aveva dato una ripulita alla casa, aveva fatto spesa e vissuto una
vita noiosamente normale. Ogni tanto aveva visto Kakashi, e riso di
tutte le donne che all’improvviso gli ronzavano intorno, e poi si
era fatta un giro per il villaggio che ricordava a malapena.
Ora, impossibilitata a sedere tra
i ninja veri e propri, era appollaiata su un alto tetto e osservava
il processo a distanza. Il brusio era così intenso da
raggiungerla anche lì, ma personalmente dubitava che avrebbe
sentito la voce dell’Hokage.
Vide l’ingresso di Kakashi, che
accompagnava Sasuke, e cercò di studiare a distanza l’allievo
per cui il jonin era stato tanto preoccupato ultimamente.
Quando lo avevano catturato non
gli aveva prestato molta attenzione, ma in effetti era un bel
ragazzo. Forse un po’ troppo smunto e cupo, ma con qualche chilo di
più sicuramente prestante.
Lo aveva visto combattere, e
sapeva che era forte, ma tutto il resto era un’incognita... non
sapeva in che rapporti fosse con Kakashi, Naruto e Sakura, né
perché avesse tradito o cosa lo avesse reso tanto apatico.
A lei interessava conoscere
Kakashi più a fondo, non lo negava.
E dunque, conoscere l’allievo
che più gli era caro era un importante passo avanti.
Avrebbe seguito il processo con
attenzione...
Il sole era ancora più
rovente, dopo che erano stati rinchiusi al buio tanto a lungo.
Nonostante il parasole al centro
dell’arena, Kakashi aveva già iniziato a sudare, e Sasuke
non riusciva a tenere gli occhi aperti . La pelle bianca dell’Uchiha
sembrava quasi trasparente nella luce accecante, e i capelli neri
divoravano ogni raggio di sole.
Erano al centro di tutte le
attenzioni, avevano migliaia di occhi puntati addosso.
Kakashi era teso.
Nonostante sapesse perfettamente
che Tsunade aveva tutte le intenzioni di assolvere Sasuke, non era
del tutto certo che l’assemblea sarebbe stata d’accordo.
Tutti temevano l’ultimo degli
Uchiha.
La notizia – errata, tra
l’altro – che lui avesse ucciso Itachi aveva messo sul chi vive
gli abitanti del villaggio, che ora avevano paura fosse troppo forte,
incontrollabile.
Probabilmente si sarebbero
sentiti molto più sicuri se il clan Uchiha si fosse
definitivamente estinto.
«Il processo ha inizio!»
annunciò stentoreo il portavoce. «Ora vi leggerò
le accuse: tradimento, tentato omicidio, divulgazione di informazioni
riservate, creazione e direzione di un gruppo terroristico, utilizzo
indiscriminato di tecniche dichiarate proibite dal consiglio. Ognuno
di questi punti è stato attentamente analizzato, e sono state
raccolte prove e testimonianze che ne accertano l’autenticità.
E’ altresì vero che l’imputato si è mosso in questa
direzione non con il preciso intento di danneggiare la Foglia, ma
perseguendo un obiettivo personale, fatto di cui è stato
tenuto conto. Verranno ora riassunti brevemente gli anni che
l’imputato ha passato lontano dal villaggio, per fornirvi un quadro
più chiaro della situazione...»
Shikamaru staccò il
cervello. Si preannunciava una spiegazione lunga e barbosa, e lui non
aveva alcuna intenzione di far stancare i suoi neuroni seguendola.
Temari, al suo fianco, si
studiava le unghie annoiata.
«E se ce ne andassimo?»
chiese all’improvviso. «Sono tutti qui, nessuno farebbe caso
a noi»
«Mi piacerebbe»
rispose lui, laconico. «Ma voglio vedere come va a finire. Per
quanto Sasuke Uchiha non sia esattamente il mio migliore amico, mi
sono sbattuto troppo per non vedere come si concluderanno le cose»
Temari sbuffò.
«Puah... politica»
bofonchiò a mezze labbra.
Mentre la voce monotona del ninja
si diffondeva nell’aria, mescolandosi al ronzio dei calabroni e
conciliando il sonno, Shikamaru si perse a studiare il movimento
delle nuvole.
Quel giorno aveva lavorato
decisamente troppo... e il braccio ferito gli faceva male.
Temari, crocerossina
improvvisata, si era offerta di medicarlo; lui sospettava che lo
avesse fatto spinta dal suo istinto sadico, perché gli aveva
fatto più male di quando era stato colpito.
E subito dopo gli aveva proposto
di andarsene da qualche parte, da soli. Sì, con Tsunade che
non gli staccava gli occhi di dosso? Era assolutamente fuori
discussione; non aveva la benché minima voglia di rispondere
alle noiose e impiccione domande di chicchessia, Hokage incluso.
Abbassò svogliatamente lo
sguardo, con uno sbadiglio, e l’occhio gli cadde dall’altra parte
dello stadio, sull’arena nobiliare. Seduti in una prima fila
deserta, vide Ino, Choji e Sai. Alzò la mano in un cenno di
saluto, e loro risposero impercettibilmente.
Ahh, gli sarebbe tanto piaciuto
essere lì, in quel momento. Stravaccato su una sedia morbida,
a dormire pacifico e beato... un sogno.
«Io vado a sedermi...»
tentò, con nonchalance.
La mano di Temari si serrò
sulla sua collottola con rapidità fulminea.
«Non credo proprio»
lo bloccò. «Io e te abbiamo qualcosa da fare dopo»
Lui mugugnò qualcosa di
indefinito. «Ti hanno mai detto che sei una ninfomane
assatanata?» bofonchiò.
«No, in effetti mi manca.
Aspetta che me la segno»
«Ah-ah, esilarante»
«Devo pur compensare la tua
pigrizia cronica, non ti pare? Se non ci fossi io, saresti ancora un
casto verginello»
«E avrei un sacco di
capelli in più. Ma, grazie allo stress che mi causi, rischio
di diventare calvo prima dei trent’anni»
Temari sbuffò. «Allora,
la cosa è una sola: qualunque uomo sarebbe più che
contento di avere a che fare con una donna come me. Quindi,
probabilmente, per tutto questo tempo mi hai tenuto nascosto di
essere gay»
«Non sono gay!» disse
Shikamaru, esasperato. «Sei tu che sei dannatamente esigente!»
«Ah, come se ti
dispiacesse, in fondo»
Shikamaru si coprì gli
occhi con una mano.
“Non
verrò mai a capo di niente, con lei” pensò. “Finirò
sempre, invariabilmente, per soccombere. Accidenti!”
Ancora una volta il suo cervello
geniale aveva ragione.
Ma lo avrebbe scoperto soltanto
più avanti.
Ci volle quasi un’ora perché
il ‘riassunto’ degli anni che Sasuke aveva passato lontano da
Konoha si concludesse. Al termine di questo lasso di tempo il sole
aveva mutato la sua posizione, e un sacco di persone con lui, cadendo
pressoché addormentate.
L’uomo si schiarì la
voce, leggermente roca, e riavvolse il rotolo che aveva letto fino a
quel momento.
«L’accusa!»
annunciò, e i semi-addormentati si ripresero leggermente.
Un anziano del Consiglio si fece
avanti, impettito, e si posizionò accanto al portavoce sulla
pedana dell’Hokage.
«L’accusa richiede il
massimo della pena: morte» annunciò secco. «I
motivi sono evidenti: il tradimento di Sasuke Uchiha è
imperdonabile, data la sua gravità»
Immediatamente un mormorio si
diffuse lungo la platea.
«Silenzio!» gridò
il portavoce. «La difesa!»
Con un nuovo ‘ohh’ sorpreso
da parte della folla, Tsunade si alzò in piedi.
Era raro che l’Hokage prendesse
una parte; solitamente si manteneva imparziale, limitandosi a
esprimere pareri caghi... ma quella non era destinata ad essere
l’unica cosa strana di quel processo.
«La difesa chiede
l’assoluzione da tutti i capi d’accusa» annunciò,
faticando a trattenere un ghigno di trionfo. Andiamo, chi si sarebbe
mai messo contro l’Hokage?
Questa volta il brusio si alzò
di volume, sbalordito.
«L’imputato»
proseguì Tsunade, alzando la voce. «ha agito sotto il
condizionamento del fratello, Itachi Uchiha. Tutti conoscete la
storia del clan Uchiha, e sapete che Sasuke Uchiha si è
auto-eletto vendicatore della sua gente. L’intento è nobile
e discutibile al tempo stesso, ma non è ciò che conta:
all’epoca dei fatti l’imputato aveva sette anni, ed era
assolutamente influenzabile; il fratello ha inculcato nella sua mente
l’idea fissa della vendetta, vendetta da conseguire ad ogni
costo... anche infrangendo le regole del villaggio della Foglia.
Affermo dunque che non era pienamente in sé, quando ha tradito
Konoha e commesso tutte le azioni di cui è imputato»
L’anziano dell’accusa si
accigliò.
«E cosa avrebbe dovuto
renderlo sano all’improvviso?» domandò. «Cosa ci
assicura che non tradirà di nuovo?»
Questa volta l’Hokage sorrise.
«Itachi Uchiha è morto. Non ci sono più ragioni
per tradire» ribatté, trasudando sicurezza da ogni poro.
«Ma potrebbe esserci un
nuovo Itachi Uchiha» ribatté l’anziano. «Un
nuovo motivo d’odio per lui, e potrebbe tornare ad essere una
minaccia»
«Potrebbe succedere a uno
qualunque dei ninja qui presenti, non è una motivazione
valida»
«Ma uno qualunque dei ninja
qui presenti non lo ha già fatto una volta!»
«Non siamo qua per
giudicare il suo futuro, ma il suo passato!»
«Eppure voi basate la sua
difesa sulla certezza che in futuro non commetterà atti
simili!»
«No, la baso sulla certezza che in passato è
stato condizionato, e che nel presente ha perso ogni motivo per
mantenere tale condizionamento!»
Ormai i toni si erano alzati, e
gli occhi inquieti della folla si spostavano dall’uno all’altro
dei contendenti, seguendo ansiosamente il dibattito.
«Ne avete la certezza
scientifica? Come potete mettere a rischio il villaggio avvalendovi
soltanto di una vostra sensazione personale?» esclamò
l’anziano.
«Sono anni che il villaggio
va avanti perché io mi fido del mio giudizio!» replicò
l’Hokage. «Soltanto un’ora fa ho sventato l’ennesimo
attacco alla Foglia, e innumerevoli volte ho dovuto prendere
decisioni difficili! Eppure ho sempre agito bene! Sono Hokage perché
evidentemente il mio giudizio è adatto a questo
ruolo!»
«Nessuno può governare soltanto con il
cuore!»
«Senti un po’, con chi
diavolo credi di parlare, eh?»
Il portavoce si schiarì
educatamente la voce.
Tsunade, che si accorse solo in
quel momento di avere un piede sulla balaustra e la manica destra
tirata su fino alla spalla, tossicchiò e si ricompose.
«Personalmente ritengo di
potermi fidare di Sasuke Uchiha, ora che Itachi Uchiha non
rappresenta più una minaccia» affermò secca. «Ho
fatto i miei calcoli e i miei ragionamenti, e sono giunta alla
conclusione che sarà molto più utile al villaggio da
vivo che non da morto» tornò a sedersi, facendo
schioccare la lingua, e il portavoce guardò l’anziano in
attesa di una replica che non venne.
«Allora... qualcuno
dell’assemblea vuole parlare contro l’imputato?» chiese,
rivolto a tutti.
Il silenzio che seguì fu
assoluto. Non una mano si alzò, non una persona fece un
movimento che potesse essere male interpretato. Anche dalla tribuna
nobiliare non provenne un solo suono, sebbene Hiashi Hyuuga avesse
corrugato la fronte, incerto.
Hinata gli lanciò
un’occhiata ansiosa: per Naruto era fondamentale che Sasuke fosse
assolto, e lei pregò che suo padre tenesse la bocca chiusa.
Sapeva che permettere a un Uchiha
di rifondare il clan era rischioso, che avrebbe potuto intaccare il
prestigio degli Hyuuga... ma in quel momento, sinceramente, le
importava poco. In quel momento pensava solo e soltanto a Naruto.
«Allora... qualcuno vuole
parlare a favore?» tentò di nuovo il portavoce.
Questa volta fu Kakashi a farsi
avanti.
«Per un certo tempo sono
stato maestro di Sasuke» iniziò, con voce calma e forte.
«Ritengo di conoscerlo abbastanza da poter garantire che non
tradirà ancora la Foglia»
«E’ un’affermazione
molto pesante...» commentò il portavoce. «Vuole
farsi suo garante?»
Kakashi alzò lo sguardo
fino all’Hokage.
«Sì»
Un mormorio si diffuse tra la
folla.
Haruka, da lontano, sorrise. Se
lo era aspettato.
Sasuke, dalla sedia su cui era
sistemato, i gomiti ancora una volta appoggiati alle ginocchia e i
capelli sugli occhi, alzò appena la testa.
«Da quando Itachi Uchiha è
morto, Sasuke ha perso l’unica cosa che potesse distrarlo dal
comportarsi come è stato educato a fare» continuò
Kakashi. «Non dimentichiamo che proviene dal clan Uchiha, il
clan che si è sempre occupato di far rispettare la giustizia a
Konoha. Fino ai sette anni è stato cresciuto secondo i
principi di fedeltà più assoluta, e soltanto un evento
come lo sterminio di tutta la sua gente è riuscito a deviarlo
da questo modo di pensare. Ora che la sua vendetta è stata
compiuta, non c’è più nulla che...»
«...Compiuta?»
Kakashi si interruppe,
interdetto.
Un mormorio quasi impercettibile
si diffuse per lo stadio, e molte mani andarono a indicare Sasuke
sotto il parasole.
L’Uchiha aveva alzato la testa.
Non solo... aveva anche parlato,
con una voce roca e quasi irriconoscibile.
«L’imputato potrà
parlare soltanto...» iniziò il portavoce, ma non riuscì
a finire.
«Compiuta?»
ripeté Sasuke a voce più forte, interrompendolo.
Sulla platea piombò il
silenzio più completo.
Kakashi guardò Sasuke,
accigliato, e constatò che nei suoi occhi non c’era ancora
nessuna luce.
Pessimo, pessimo segno...
«La
mia vendetta non
è stata compiuta!» sibilò l’Uchiha, nel
silenzio irreale che era piombato all’improvviso. «La mia
vendetta mi è stata tolta!»
Tsunade corrugò la fronte.
Questo non andava affatto bene...
«L’unica ragione per cui
vivessi... mi è stata strappata di mano in meno di un
istante!»
Gaara si fece più avanti
sulla sedia.
«E da questa Foglia che voi
volete che protegga di nuovo!»
Sulla fronte di Sai si disegnò
una ruga impercettibile.
«...Io
odio questo maledetto villaggio e tutto ciò che rappresenta!»
La voce di Sasuke si spense nel
silenzio pesante, rotto soltanto dal suo respiro affannoso.
Kakashi si guardò attorno,
e vide sui volti dei ninja e dei nobili che assistevano una
preoccupazione niente affatto celata.
Le cose si stavano mettendo
indubbiamente male.
Maledizione,
sarebbe stato molto meglio se Sasuke avesse tenuto quella sua
maledetta boccaccia chiusa!
«Non voglio essere
assolto!» continuò l’Uchiha, ormai lanciato in un
impeto di autolesionismo distruttivo. «Voglio essere
condannato! Stare in questo villaggio, essere ninja, non ha più
alcun senso! Riprendetemi, e sarò soltanto un peso!»
Che ve ne fareste di un ninja
che non è neanche stato in grado di portare a termine l’unica
cosa che contasse davvero?
Tsunade strinse i denti.
Lei aveva bisogno di Sasuke.
Aveva bisogno di una vittoria
schiacciante in quel processo, aveva bisogno di riaffermare la sua
autorità e di non perdere un elemento importante come lui.
Sapeva che Sasuke era in crisi, che aveva perso la voglia di
vivere... ma contava di risollevarlo, in qualche modo.
Anche arrivando a usare Sakura, e
facendo soffrire Naruto.
A discapito di quanti credevano
che Sasuke fosse il più forte tra i due, sotto ogni aspetto,
lei sapeva bene che in realtà Naruto era quello che riusciva a
sopportare i colpi più pesanti. Entrambi avevano avuto
un’infanzia difficile, avevano vissuto situazioni simili ed erano
cresciuti all’incirca nello stesso modo.
Eppure, Naruto era riuscito a
costruirsi una vita normale.
Sasuke no.
Sasuke si era lasciato sopraffare
da un destino che non aveva scelto e che odiava, aveva gettato la
spugna e si era lasciato trascinare dagli eventi.
Naruto aveva deviato il suo
presunto destino, lo aveva plasmato e deformato, si era conquistato
la vita che voleva... ed era diventato forte.
Davvero forte.
Tsunade non dubitava che sarebbe
stato disposto anche al sacrificio più grande, per Sasuke.
E... per quanto a lei
dispiacesse... per quanto le facesse fisicamente male l’idea di
farlo soffrire...
...sapeva che avrebbe retto.
Perché lui era Naruto.
Quindi, ora, avrebbe tirato fuori
la sua ultima carta, quella che sperava di non dover mai usare.
Aveva dovuto impedire a Naruto di
partecipare a quel processo... perché, anche se aveva sperato
con tutte le sue forze che non accadesse, sapeva che si sarebbe
potuti arrivare a quel punto.
«Stai scappando?»
chiese, e la sua voce suonò gelida anche nella calura estiva.
«Perché lui ti ha superato... tu ti ritiri? Fuggi? Hai
paura di scoprire che hai perso?»
Normalmente Sasuke non avrebbe
ribattuto.
Ormai parole del genere non
avevano più effetto sul suo orgoglio frantumato.
Ma...
dopo l’exploit
di poco prima, dopo l’invettiva contro la Foglia... qualcosa si era
mosso in lui.
Qualcosa di fragile e facilmente
influenzabile.
Qualcosa che ancora reagiva.
«Non sto scappando!»
gridò, tra i denti, prima di riuscire a fermarsi.
Tsunade sorrise.
«Bene» ribatté.
«Perché lui è ancora lì, che ti aspetta.
Non è affatto convinto che sia finita, e anche tu lo sai»
Sasuke strinse i pugni.
Naruto, Naruto, Naruto.
Sempre
Naruto!
Perché era sempre lui la causa dei suoi
problemi?
Perché era sempre lui a fargli cambiare punto di
vista?
Perché
era sempre lui a salvarlo?
«Non mi convincerete!»
ansimò, aspro. «Non mi convincerete...!»
«La difesa di un bambino»
ribatté Tsunade, in tono di sufficienza. «Un bambino che
faremo diventare grande in fretta» spostò gli occhi
nocciola sulla platea. «Avete sentito tutti? Lui afferma di non
voler tornare ad essere ninja. Ma io vi garantisco,e sono pronta a
scommetterci, che invece saremo in grado di trasformarlo in uno degli
elementi migliori della Foglia! Pensateci: la situazione politica,
ora come ora, è molto incerta. Ci sono elevatissime
possibilità che nel giro di dieci, quindici anni la pace sia
solo un ricordo. Abbiamo bisogno di elementi forti. Abbiamo bisogno
di Sasuke Uchiha»
L’assemblea riprese a
mormorare.
C’era incertezza, tanta.
E poi... fiducia.
L’Hokage era un politico nato.
Sapeva guidare la folla, aveva carisma, e conosceva i suoi obiettivi
e i suoi limiti.
L’assemblea nobiliare non era
dello stesso parere, naturalmente. Non si mantiene una certa
posizione tanto a lungo senza evitare come la peste ogni tipo di
rischio.
E Sasuke Uchiha era un rischio.
Enorme, per di più.
Il portavoce si guardò
attorno, incerto. Gettò un’occhiata al vecchio del
consiglio, irrigidito da diversi minuti, senza parole, e una a
Tsunade, che annuì. Allora richiamò l’attenzione del
pubblico.
«E’ espressa richiesta
del quinto Hokage che questo processo si concluda oggi»
annunciò. «Per questo vi chiedo, signori, di votare ora.
Quanti di voi sono per l’assoluzione, si alzino in piedi. Quanti di
voi sono per la condanna, restino seduti. Se desiderate astenervi,
lasciate l’arena»
Il trambusto fu pressoché
immediato.
Il flusso di persone che sciamava
fuori dallo stadio era consistente, forse troppo, e Tsunade si
inquietò per un attimo.
Poi, vide la tribuna nobiliare:
ad eccezione di Ino, Choji e Sai in prima fila, e Kiba e Shino più
indietro, tutti gli altri erano seduti.
Alla fine, vide le altre due.
Tutti in piedi.
Ed erano molto più
numerosi dei nobili.
Tsunade sorrise.
Di sicuro non si poteva dire che
non avesse carisma.
E la cattura di Danzo aveva
contribuito enormemente a togliere sicurezza alla fazione opposta.
Nella tribuna centrale, Hinata si
torceva le mani.
Era rimasta seduta, come tutto il
suo clan... e aveva visto i suoi compagni di squadra scattare in
piedi senza di lei.
Avrebbe disperatamente voluto
unirsi a loro.
Lei voleva che Sasuke fosse
assolto... ma così... qualcuno avrebbe potuto pensare che
invece...
Le tremarono le labbra.
“Devo
alzarmi!” pensò. “Devo farlo, se voglio che cambi
qualcosa!”
Anche le sue gambe tremarono.
Prese un respiro profondo.
Alzarsi... significava sfidare
dichiaratamente e deliberatamente il volere del clan e di suo padre.
Alzarsi... significava
ribellarsi.
Si alzò.
Hiashi sollevò di scatto
lo sguardo, corrucciato, e un mormorio si diffuse tra le fila degli
Hyuuga.
«Che stai facendo?»
chiese il capoclan, freddo.
«Padre... mi dispiace»
mormorò lei, evitando il suo sguardo. «Ma io la penso
così»
Sentiva il suo cuore martellare
nel petto, doloroso e veloce.
Non aveva mai fatto nulla di
tanto audace... contraddire suo padre in pubblico... avrebbe avuto
sicuramente conseguenze.
Ma andava bene così.
Andava bene così.
Kiba, al suo fianco, nascose un
sorriso orgoglioso.
Esitò per almeno venti
secondi... e poi fece scivolare la mano fino a quella di lei, e la
strinse forte.
Hinata lo guardò,
arrossendo all’improvviso, e lui avvicinò le labbra al suo
orecchio.
«Bravissima»
Lei, per una volta, lo lasciò
fare.
Il portavoce prese un respiro
profondo.
«L’imputato Sasuke Uchiha
è assolto da ogni accusa!»
Dallo stadio si sollevò un
boato, come da tradizione; anche quando la folla fino a un attimo
prima pensa a tutt’altro, nel momento del trionfo della democrazia
sente l’insaziabile bisogno di esultare.
Tsunade sorrise. Kakashi tirò
un sospiro di sollievo. Gaara annuì, pensando a Naruto. Temari
lanciò un’occhiata impaziente a Shikamaru. Ino saltò
al collo di Sai.
Sasuke crollò la testa,
affondando le mani ancora legate assieme nei capelli neri.
«Merda!» sibilò.
Non doveva andare così,
maledizione!
Non doveva andare così!
Sotto il kimono, nei pressi del
collo, il segno maledetto di Orochimaru pulsava intensamente.
La sua condanna.
Una vita da vivere.
Nel prossimo capitolo:
«Ah... Hai incontrato Shikamaru in giro?»
«Era sul palco dell’Hokage, insieme a Temari. Ma poi l’ho
perso di vista»
Asuma fece due calcoli.
Insieme a Temari.
Non lo avrebbe rivisto per un po’.
Con un sospiro vago, si grattò distrattamente il mento.
Chissà se il suo pigro
allievo si era mai reso conto di essere coinvolto in un triangolo
potenzialmente mortale?
* * *
* ȣ * * *
*
Spazio autore
Lo confesso: questo capitolo è stato molto difficile da scrivere.
Non solo perché, onestamente, salvare Sasuke era quasi un'impresa impossibile,
ma anche perché l'unica cosa che so dei processi è che sono
noiosi.
E non potevo fare un intero capitolo preciso ma noioso.
Diciamocelo: per quanto io ami essere accurata e puntuale, qui lasciatemi fare uno strappo e semplificare le cose.
Personalmente provo molta pena per quel pover'uomo del portavoce... non una volta hanno fatto quello che diceva lui!
Parlavano come e quando volevano, litigavano, lo ignoravano...
Mi auguro che almeno lo abbiano pagato bene.
Perdonate l'aggiornamento rapido, ma avendo la connessione casalinga non ho resistito...
Ho iniziato a portarmi un po' avanti sulla tabella di marcia, diciamo.
(incoraggiat anche da tutte le recensioni che siete riusciti a lasciarmi in un solo giorno! *_*)
Martedì metterò il prossimo... se fossi in voi ci starei attenta! :-3
Ed è con la fine di questo capitolo che
la vera storia
ha ufficialmente inizio!
Sasuke è tornato, e ora...
ora Sinners prenderà forma.
Nicole_chan: argh!
Un'aspettativa! Mammina mia, come faccio ora?? E se ti deluderò?
PANICO! @_@ Allora... mettiamola così: io mi impegnerò il
più possibile per continuare a scrivere come ho fatto finora,
ok? ^^ Grazie mille per aver lasciato un commento!
arwen5786: ecco, io mi rendo
conto delle cose sempre con un ritardo disgustoso... ma finalmente ho
capito chi sei. Sei l'autrice che ha scritto "Cosa vuol dire...
normale?" E a questo punto mi viene spontaneo chiederti: che diavolo ci
fai qui? O_O Cioè... co-come è possibile che io ti senta
farmi tutti questi complimenti? Dici che sei "annichilita dalla mia
bravura e maestria" (parole tue), ma io non sono nulla di tutto
ciò! Davvero, non... non so come reagire a un complimento
simile! >///< Santi numi, finirò per montarmi la testa, di
questo passo... -///- Comunque... per mia natura non riesco a non
rispondere punto per punto ai commenti che mi vengono lasciati, ed
è così con grande e profondo imbarazzo che
cercherò di barcamenarmi tra le lodi e i complimenti... Naruto
lo amo veramente tanto. E' inutile, è più forte di me...
ormai mi infilo nella sua testa e dimentico me stessa pur di tirarlo
fuori veritiero. Lui è il fulcro dell'azione, il mio mito ed
eroe... se non venisse fuori come dico io, non riuscirei a dormirci la
notte! Sakura e Sasuke sono personaggi che non amo particolarmente per
l'unica ragione che fanno soffrire Naruto, in un modo o nell'altro
(sì, l'ho detto!)... però lui li ama. E li ama
così tanto che non posso non impegnarmi con loro quanto mi
impegno con lui. Non posso. Shikamaru e Temari non riesco a non vederli
insieme. Dai, anche nel manga non fanno che girare accoppiati! XD Mi
dispiace (moooolto vagamente) per Ino, ma le cose stanno così!
(attenzione: le mie convinzioni riguardano lo stato attuale del manga,
NON la mia fanfic. Qui tutto può succedere!) Per quanto riguarda
Neji avrai una "bella" sorpresa, alla fine... eheh, vedrai! Mentre
Hinata, come penso sia evidente, mi sta molto a cuore. E visto che mi
sta molto a cuore, avrà ancora da soffrire molto! XD Kiba
invece, almeno da questo capitolo sembra avanzare verso un'ipotetica
felicità... ma chissà cosa ho in serbo per lui?
Kakashi... eh, Kakashi... nei prossimi capitoli sarà un po' un
padre, per Sasuke! Sigh, a me sembra così tenero!
ç_ç Ohh, povero Sai... devo dire che lo tratto proprio
male: prima Ino, poi quello che gli accadrà tra due capitoli...
Sono abbastanza perfida, lo ammetto. La mia non è inventiva,
è sadismo puro! Sai che non so ancora qual è la canzone
che preferisco dei Within Temptation? Sono in crisi, me ne piacciono
troppe! XD Al momento in pole position ci sono Angels, Memories,
Forgiven, Bittersweet, What have you done, Our farewell, Pale... e
sopretutto Overcome! Questa notte sono andata avanti ad ascoltarla fino
a quando non sono andata a dormire, alle 3.40... Ultimamente sono molto
per quelle un po' più tristi, il che non toglie che Stand my
ground sia spettacolare, così come The howling o The truth
beneath the rose, un po' più ritmate! Ehh, i WT sono i WT! Amo
quasi tutto ciò che hanno composto!
Mala_Mela: lascia perdere i
tentativi in modalità no-spoiler... tanto non ci riesci! XD
Quindi, infilaci pure gli spoiler ma almeno metticeli infinitamente
enigmatici! XD Ahahah, l'abbinamento maestro-allieva per Tenten... XD
Beh, non andrebbe tanto bene nemmeno ad Asuma, diciamocelo! (Ino-out
rulez!) E Kakashi... senti, per me è l'unica ragione per cui un
essere vivente dotato di cervello possa palesemente ignorare Naruto in
favore dello psico-sociopatico emoboy! Quali altre motivazioni ci
sarebbero? Schizofrenia acuta? Se vogliamo salvare Kakashi, dobbiamo
accettare che un po' assomiglia a Sasuke... Sigh.
nixy: ok, lo confesso: la
narusasu esiste già sul mio pc. Ma dal momento che non ne sono
molto soddisfatta, e dal momento che è un regalo di compleanno,
almeno fino al 18-20 di dicembre voi non la vedrete! XD Prima
verrà rimaneggiata, modificata, riscritta, regalata... e poi
presentata al gentil pubblico. Wa, chissà che diavolo mi
è uscito...
1992: oh, sì...
lusingami ancora! Crudelmente crudele non mi basta! XD Comunque ora sai
che Sasuke, purtroppo, non ci libera della sua ingombrante presenza
ancora per un po'! (eh, se no che scrivo una threesome a fare?) Mi
spiace che in questo capitolo Naruto non sia comparso, ma
tornerà trionfalmente martedì... pronto per soffrire a
causa mia! E Kakashi è il mio magico jolly... dove lui
c'è, il sole splende! (nella mia anima grigia, non
necessariamente nella fanfic...) XD
lale16: per compensarti di
quattro giorni di attesa, hai visto quanto ho aggiornato in fretta? ^^
Qualcuno sostiene che ci sia da ringraziare Dio perché mi ha
resuscitato l'adsl... io sostengo che ci sia da ringraziare il firewall
che ha smesso di funzionare, ovunque esso sia! XD Scoprirai una delle
tante cose che affliggeranno Naruto soltanto nel prossimo capitolo...
Occhio! Quando meno te lo aspetterai, zac! Io sarò lì a
colpire!
harryherm: non so ancora come
io abbia fatto, ma sono riuscita a visualizzarti mentre scrivevi il
commento! XD Davvero, è venuto fuori molto espressivo! (magari
sono solo io che mi illudo, da pazza psicopatica quale sono) Ora sai
come è andato a finire il processo, comunque, e sai che questo
scombinerà molte cose nei piani di kyuubi... perché
scombinerà parecchio Naruto. Ma come, e in che misura? Lo
scoprirai soltanto tra un po'! XD Ehi, non crederai davvero che io
chiarisca la situazione tra Naruto e Sakura prima dell'ultimo capitolo?
XDD Ah, che simpatica! Ehm... quanti capitoli avrà la storia...?
Dunque... c'è una domanda di riserva? -.-'' (ancora un po',
diciamo così. Supererò sicuramente la quarantina!)
kage_naru89: hai letto ora?
Beh, il titolo non mentiva! Per Sasuke l'assoluzione è
praticamente una condanna! (il solito emo...) La suspance per ora
sembra finita, ma non abbasserei la guardia se fossi in te...
già dal prossimo capitolo torno all'attacco!
Talpina pensierosa: così se l'è cavata Sasuke! XD Ma non ho resistito all'idea di farlo perdere, comunque, in qualche modo! XD
OneWingedAngel: non è
che voi lettori maschi tendete ad assomigliarvi... sono io che attiro
solo un certo tipo di persone! XD Beh, finché mi fa piacere, che
vengano! Ho cercato di creare un certo equilibrio nella storia... non
voglio essere melensa, ma non voglio nemmeno perdere il lato romantico
della cosa (uno dei pochi privilegi dell'essere donna è che lo
si può sempre usare!); e allo stesso tempo voglio l'azione ma
non solo violenza. E intrighi, ma anche linearità... insomma,
voglio la vita vera! XD Ma perché tutti danno per scontato che
Ino e Sai siano una coppia nel senso canonico del termine? Ehh,
vedrai... Sai è un gran bastardo, in fondo. E Ino... una
poveraccia. Ma è colpa mia, sono un po' cattiva con lei! ^^'
Jana: evvai, dopo Kyuubi ho
anche tra i lettori una Shikamaru al femminile! XD E, attenzione
attenzione, si è mossa per me! Quale onore! *_* Tornando alla
normalità... innanzitutto grazie mille per i complimenti, mi
rendono sempre tanto felice! ^^ Al di là delle mie preferenze in
termini di pairing, confesso che il triangolo SasuSakuNaru è
quello che più stimola la mia immaginazione, nel vasto panorama
dei manga... forse è per questo che mi ci dedico con particolare
cura. Sakura è il perno di tutto, lei è il dubbio e il
desiderio, il rimpianto e la tenzione al futuro... lei è il
centro del trio (anche se Sasuke al momento sembra sbattersene
altamente). Per questo, sebbene di norma non impazzisca per lei, ci
tengo a far sì che non appaia troppo "stronza" o smaccatamente
buona. E' una ragazza complessa, intelligente ma contorta. Il semplice
fatto che abbia due personalità la rende molto ostica da
gestire! Povera Ino! XD Potrei anche decidere di volerle un po'
più bene, se tutti inizieranno ad odiarla! (no, non credo... al
massimo potrei volerle un po' più bene solo perché la
tratterò così male che mi farà pena! XD) Non
temere per i pairing che mi girano in testa, quelli sono sicuramente
extra-fic. La verità è che tutto quanto, qua dentro,
è già stato deciso... e non si cambia. Ogni idea
estemporanea è un buon bacino per ALTRE cose, non per questa! ^^
Se ogni tanto riuscirai a sconfiggere la pigrizia dilagante,
sarò felice di leggere un tuo commento! XD
Aya
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Capitolo 29 *** Vecchi legami ***
Naruto-29
Capitolo ventinovesimo
Vecchi legami
«Ahh, lo sapevo che saremmo
arrivati tardi!»
Il pugno di Rock Lee si abbatté
frustrato sul terreno, sollevando una nuvoletta di polvere.
Il team Gai, ancora sudato dopo
la corsa, era fermo davanti agli ingressi dello stadio della Foglia,
a fare da spartiacque per la folla che usciva mormorando.
Il giorno prima avevano ricevuto
una missione urgente da portare a termine, documenti fondamentali che
un villaggio di un paese tra il Fuoco e la Roccia doveva avere... e
così, anche correndo con tutte le loro forze, avevano finito
per perdersi il processo.
Loro, gli unici in tutto il
villaggio!
«Come saranno andate le
cose?» si chiese Tenten a voce alta.
Erano di fronte a uno degli ingressi laterali, ma a soli pochi passi
da quello centrale riservato ai nobili. Neji si guardò
brevemente attorno, e vide il suo clan uscire in quel momento.
«Torno subito» disse ai compagni, allontanandosi.
Con discrezione avvicinò un membro della casata cadetta, e gli
chiese che ne era di Sasuke.
«Assolto» rispose quello a mezze labbra. «Danzo è
stato catturato poco prima che iniziasse il processo, e la maggior
parte di quelli che volevano l’Uchiha morto non ha avuto il
coraggio di alzarsi e e contrastare l’Hokage, dopo che lui è
stato preso. Ah, e madamigella Hinata ha pubblicamente contraddetto
padron Hiashi, votando per l’assoluzione...!»
Neji corrugò la fronte, e cercò con gli occhi candidi
il capoclan.
Eccolo alla testa del gruppo; camminava rigido e a passo svelto, e
sul suo viso era possibile leggere una preoccupazione profonda.
Ma certo... ecco perché aveva iniziato a fare strani discorsi
sul matrimonio.
Non era Naruto a preoccuparlo davvero... a renderlo ansioso era
l’idea che Hinata iniziasse ad opporglisi.
Lui voleva una figlia forte, sì; ma una figlia che avesse le
sue stesse idee e lo seguisse. Non una ragazzina piena di ideali e
ancora incantata, che all’improvviso iniziasse a lottare per i
sogni in cui scioccamente credeva. Aveva bisogno di un’erede più
realistica. Voleva riportarla con i piedi per terra.
Ma dov’era Hinata?
Neji la cercò con gli occhi, e la vide
lontana dagli Hyuuga, insieme a Kiba e Shino in un angolo. Incrociò
il suo sguardo, e lei gli fece un timido saluto, arrossendo.
Sicuramente sapeva a cosa sarebbe andata incontro ribellandosi al
volere di Hiashi.
Eppure... aveva avuto il coraggio di farlo.
Neji le sorrise, e dentro di sé dovette complimentarsi con
lei.
Dopotutto, non era tanto male.
Un breve cenno a Kiba e Shino, e poi lo Hyuuga decise di tornare
dalla sua squadra, a riferire l’accaduto. Purtroppo per le sue
notizie fresche, scoprì che era già stato anticipato da
Ino, Sai e Choji.
«...andato via con Kakashi» stava spiegando Ino in quel
momento. «Non sappiamo dove lo abbia portato, quindi pensavamo
di cercarlo e chiedergli di poterlo vedere»
«Non ci darà il permesso» masticò Choji,
realistico. «Per un po’ di tempo Sasuke non vorrà
vedere nessuno»
«Neanche noi?» sbuffò Ino, offesa.
«Hm? E perché? Chi credi di essere?»
Gli arrivò un pugno in pieno stomaco. Senza fiato, prese a
tossire disperatamente.
«Tsk» fece la sua aguzzina, squadrandolo dall’alto in
basso. «Non hai ancora imparato a trattare con le donne...»
«Dov’è Shikamaru?» chiese Tenten innocentemente,
non vedendolo in giro.
Ino ebbe un flash del compagno di squadra che si dileguava con
Temari.
«Ah... Si sarà addormentato da qualche parte!»
esclamò con una risata forzata. «Sappiamo tutti com’è
fatto! Ora che ne direste di un gelato? Si muore dal caldo, vero?»
«Naruto e Sakura dove sono? Con Kakashi?» domandò
Rock Lee, ignorandola.
«A dire il vero sono in missione» gli rispose Sai. «Da
un paio di giorni»
«Che cosa?» allibì l’altro. «E si sono
persi il processo?»
Ino si accigliò, incrociando le braccia sul petto, e si fece
seria tutt’a un tratto.
«Non credo proprio che sia stata una loro scelta»
Il rumore dei loro passi riecheggiava lungo il corridoio buio,
rimbalzando di parete in parete. Il suono secco di un bastone che
batteva il pavimento si alternava a quello dei tacchi delle scarpe.
Mentre veniva scortato verso le celle di massima sicurezza della
Foglia, Danzo non aprì bocca.
Asuma sbuffò piano.
Che inutile sfoggio di dignità.
Sarebbe stato condannato, avevano troppe prove a suo carico...
avrebbe fatto meglio a patteggiare, e in fretta.
Ma se Danzo non parlava, passava il suo tempo a pensare.
Ora capiva il perché del processo pubblico.
Perché Tsunade amava guidare le folle.
Se il giudizio fosse stato privato, se ogni cosa fosse stata nelle
mani del Consiglio, l’Hokage non avrebbe avuto la certezza della
vittoria... ma così... così non solo aveva fatto centro
per quanto riguardava l’ultimo degli Uchiha, ma era anche riuscita
a realizzare un arresto in grande stile e ad affermare innegabilmente
la sua autorità.
Asuma lo condusse fino in fondo al corridoio, nella cella più
buia e distante.
«Chiudetelo dentro» ordinò ai ninja che erano con
lui, e mentre quelli obbedivano si accese una sigaretta. «Bene.
Voi due, restate qua. Noi andiamo a vedere com’è la
situazione allo stadio»
Danzo entrò nello stanzino buio e umido, e rimase in piedi al
centro del pavimento.
Per quanto gli costasse ammetterlo, da un punto di vista prettamente
strategico Tsunade aveva operato in maniera ineccepibile.
Era passata più di un’ora dal blitz all’arena, ma lungo la
strada avevano dovuto smistare i fedelissimi di Danzo arrestati con
lui, e avevano perso almeno dieci minuti a postazione per un
resoconto dell’accaduto. Fare la guardia in quel genere di luoghi
doveva essere infinitamente noioso.
Mentre tornava indietro accompagnato da un altro ninja, Asuma si
accese una sigaretta.
Doveva cercare Kurenai e Tobi, prima di tutto; li aveva lasciati alla
tribuna nobiliare, chissà se erano rimasti lì, e chissà
se il processo era finito o meno.
Si affrettò lungo la strada del ritorno a passo spedito,
attraversando il villaggio con il compagno alle calcagna. Nel giro di
dieci minuti arrivò allo stadio, in tempo per vedere la gente
che sciamava dalle uscite principali, e schioccò la lingua con
disappunto.
«Chissà com’è andata...» borbottò
gettando a terra il mozzicone della sua seconda sigaretta.
«Assolto» disse una voce alle sue spalle, accompagnata da
un gorgheggio leggero. «E da ogni accusa, per di più,
senza pene di sorta»
Asuma si voltò, e un sorriso sghembo gli stirò le
labbra al vedere Kurenai e Tobi che lo aspettavano in una zona libera
dalla folla.
«C’è stato qualche problema?» chiese
raggiungendoli, e prendendo in braccio il figlio che reclamava
attenzione.
«Nessuno, a parte i nobili che si sono dati alla fuga»
rispose lei stringendosi nelle spalle. «Le cose sono successe
talmente in fretta che pochi hanno avuto il tempo di pensare al da
farsi»
«Anche noi siamo stati avvisati all’ultimo momento»
sbuffò Asuma, ricordando come solo il giorno prima Tsunade
avesse avuto la bella pensata di organizzare il blitz a Danzo. «Ah...
Hai incontrato Shikamaru in giro?»
«Era sul palco dell’Hokage, insieme a Temari. Ma poi l’ho
perso di vista»
Asuma fece due calcoli.
Insieme a Temari.
Non lo avrebbe rivisto per un po’.
Con un sospiro vago, si grattò distrattamente il mento.
Chissà se il suo pigro allievo si era mai reso conto di essere
coinvolto in un triangolo potenzialmente mortale?
A dire il vero Shikamaru era fuggito.
Vergognosamente, pateticamente, e velocemente.
Non appena era stata pronunciata la sentenza finale, lui era
sgusciato via lungo il tunnel, tallonato da Temari, e poi con
nonchalance le aveva detto di aver dimenticato una cosa a casa, e di
andare avanti da sola che l’avrebbe raggiunta subito. Lei lo aveva
squadrato sospettosa, ma poi lo aveva lasciato andare.
E ora lui sperava di guadagnare almeno tre ore e mezza di sonno
pesante, dal momento che quella mattina si era svegliato all’alba
per preparare l’operazione.
Si sarebbe trovato un bel prato, magari nascosto dai cespugli, si
sarebbe piazzato sull’erba, pancia all’aria, e avrebbe guardato
le nuvole finché non si fosse addormentato... un piano
perfetto.
Se non fosse stato per la ferita al braccio.
Faceva un male cane, porca miseria; e la fasciatura di Temari era più
uno strumento di tortura che altro... già che era sulla
strada, gli conveniva passare un attimo da casa e sistemare le cose.
Deviò la sua corsa, infilandosi in una stradina ombrosa, e
attraversò il vicolo a passo sostenuto. Sbucò in una
via più ampia, in cui i primi gruppetti di reduci dal processo
parlottavano mentre si avviavano verso casa, e, incassando la testa
tra le spalle, li superò tutti fino a raggiungere la residenza
dei Nara.
Pregando perché entrambi i suoi genitori fossero ancora fuori
– soprattutto sua madre – sgusciò fino all’ingresso,
attraversando il giardino in stile tipicamente giapponese, ed entrò
con passo felpato.
Tese le orecchie; nessun rumore.
Tirò un sospiro di sollievo, rilassandosi impercettibilmente,
e si massaggiò il braccio dolorante, mentre cercava di
sciogliere il nodo. Levatosi le scarpe, attraversò il
corridoio camminando sul tatami fino a raggiungere la sua stanza, sul
fondo; lì dentro, ai piedi del letto alto, c’era il kit
medico che avrebbe sempre dovuto portare con sé, e che
puntualmente lasciava a casa per pigrizia.
Dieci minuti dopo, mentre era seduto sulle coperte a torso nudo, il
suo braccio ringraziava.
Certo, il disinfettante bruciava sulla ferita aperta, e la maglia era
da lavare e rammendare, ma la benda pulita faceva tutta un’altra
impressione, e dava un sollievo completamente nuovo. Buffo, non si
era mai accorto che il disinfettante profumasse di fiori... dove se
lo era procurato? Ah sì, era un regalo di Ino.
«Molto poco virile»
Un brivido gli corse lungo la schiena.
No.
No, no e no!
Non era possibile!
Non. Era. Assolutamente. Possibile!
Sentì il leggero rumore di un naso che esamina l’aria.
Il fruscio di un vestito. Un passo alle sue spalle.
Il Terrore più puro che prendeva possesso del suo corpo.
«E così... hai tentato di scappare, eh?» chiese
una voce vellutata e minacciosa. Il letto si inclinò
leggermente quando un ginocchio pesò a un’estremità,
e Shikamaru sentì una mano che scivolava leggera dalla sua
schiena all’addome glabro. «Era da tanto che non ci provavi»
sogghignò Temari, al suo orecchio.
«Ehm... sarei tornato» borbottò lui, con una
curiosa e stranamente gradevole sensazione lungo il corpo, come un
formicolio lieve. «Ero qua per... ehm... la fasciatura»
«Quindi quella che ti ho fatto io non andava bene?»
«No, certo che no. Era perfetta. Perfetta. Ma... ehm... era il
momento di cambiarla, e...»
«Sta’ zitto» lo interruppe bruscamente lei, e le sue
unghie premettero minacciose sulla pelle liscia del petto. «Non
mi interessano davvero le tue scuse»
«No, immagino di no» borbottò lui. «Ma...
non hai intenzione di saltarmi addosso qui, vero?»
«E perché no?»
«Perché i miei genitori potrebbero tornare da un momento
all’altro, ecco perché»
Temari rise brevemente, staccandosi dalla sua schiena. Shikamaru
scoprì che la cosa gli dispiaceva.
Ma fu una delusione di breve durata; l’attimo dopo si trovò
steso sulle coperte, con una mano di Temari premuta inclemente sul
suo petto.
«Scherzi?» mormorò lei, chinandosi a cavalcioni su
di lui. «Il rischio lo rende soltanto più eccitante»
«...Oh» fu tutto ciò che lui riuscì a dire,
sorridendo in automatico. «Faticoso... ma eccitante. Credo di
sì»
Temari sogghignò, piegandosi a sfiorargli il collo con le
labbra. Mentre la sua mano scivolava lenta verso il basso, Shikamaru
cercò di calcolare in quanto tempo i suoi sarebbero tornati.
Due secondi dopo, il suo cervello smise di funzionare.
Affondò le dita nei capelli di Temari, crespi ma stranamente
morbidi, e inspirò il leggero profumo di shampoo e di sale che
emanavano. Lei si sollevò dal suo collo, e cercò la sua
bocca con la prepotenza che le era solita.
All’improvviso si bloccò.
«Oh accidenti» borbottò, accigliata.
«Che c’è?» chiese lui contrariato.
«Non ho preservativi»
Squisitamente romantico.
Shikamaru sbuffò, trattenendo un sorrisino per l’assurdità
della situazione, e poi fece un cenno verso il comodino accanto al
letto.
«Primo cassetto, sul fondo, dietro ai kunai»
Temari inarcò le sopracciglia.
«Ma dai, li hai comprati?» chiese sbalordita. «Ma
non ero io a violentarti? Cos’è, hai un’altra?»
«E secondo te sarei in grado di reggerla? Certo che non ho
un’altra... è che passavo per caso, e avevo qualche soldo in
tasca...»
Lei ghignò.
«Aha» fece, sporgendosi per raggiungere il cassetto. «Non
tirarla per le lunghe, e confessa: non ti dispiace affatto essere
violentato da me... anzi, ci speri»
«Tecnicamente sono pur sempre un uomo» borbottò
lui, mentre lei frugava tra i kunai, e giusto per tenersi occupato
diede una lunga e minuziosa occhiata al suo fondoschiena «Se tu
non fossi così maledettamente sadica, potrebbe anche essere
molto piacevole»
«Ah, mi vuoi più mielata?» domandò Temari,
trovando finalmente quello che cercava e richiudendo il cassetto.
Sventolò la confezione intatta davanti al naso di Shikamaru.
«Credo che la scena sarebbe disgustosa»
Lui provò a visualizzarla.
«Mah, chissà... si potrebbe sempre provare, una volta»
tentò speranzoso.
«Ohh, ma chiudi un po’ quella bocca» lo seccò
lei.
Quella donna non aveva elasticità, ecco qual era il suo
problema.
Kakashi lanciò la milionesima occhiata preoccupata a Sasuke,
mentre attendeva che il lentissimo burocrate davanti a loro
comunicasse la nuova residenza dell’Uchiha – e possibilmente
anche chi era incaricato di sorvegliarlo, per il suo stesso bene.
Lui, d’altro canto, stava in piedi con le braccia lungo i fianchi e
l’espressione truce, ma non sembrava per niente uno che ha appena
vinto una causa. Semmai, il contrario.
«Ah, ecco...» mormorò il burocrate, dopo aver
sfogliato la seicentesima pagina. «Tutte le proprietà
del clan Uchiha sono state confiscate dall’Hokage nel momento in
cui l’imputato... ah, volevo dire il legittimo erede ha lasciato il
villaggio... ma le disposizioni sono di restituirle nel caso in cui
Sasuke Uchiha si ripresenti e abbia il consenso dell’Hokage»
alzò gli occhi acquosi da rospo su Sasuke. «Ha questo
consenso?»
«Non ne sapevo nulla» intervenne Kakashi tempestivamente.
«Ah... allora non posso consegnarle gli atti di proprietà»
fece notare il burocrate.
Kakashi si accigliò. Tenere Sasuke ancora lì non
avrebbe fatto bene a nessuno, meno che mai a lui. Andare alla ricerca
di Tsunade in quel momento era un suicidio. E se quel maledetto
burocrate apriva ancora una volta la bocca, gli strappava quei suoi
maledetti occhi tremolanti.
«Lasci stare» si affrettò a dire, con un cenno.
«Torneremo per quelle proprietà un altro giorno. Ora lo
porto a casa mia»
«Ah... ma ha il consenso dell’Hokage?»
«Serve anche per questo?»
«Certo. Si tratta pur sempre di un pericoloso...»
«In
questo momento» lo interruppe Kakashi. «la persona
pericolosa sono io.
Soprattutto per lei.
L’Hokage non ci ha dato assolutamente nessun documento, eravamo qui
per sapere se c’è già un alloggio destinato a Sasuke,
ma se non c’è me ne occupo io, va bene?»
Il burocrate sbatté lentamente le palpebre.
«Ah... se se ne assume la responsabilità...»
sussurrò laconico.
«Sì, sì... mi assumo tutto quello che devo»
sbuffò lui. «Ora posso andare?»
«Ovviamente»
Trattenendo un altro sospiro esasperato, Kakashi sospinse in avanti
Sasuke, che obbedì senza protestare, e uscì dal piccolo
ufficio soffocante in cui aveva dovuto sprecare un quarto d’ora
della sua vita.
«Almeno per i primi tempi starai da me» disse a Sasuke
una volta che furono fuori. «Purtroppo dovrai dormire sul
divano, ma si tratta di una sistemazione temporanea...» la sua
voce scemò, e si spense. L’altro non lo stava ascoltando.
Sospirò cupo, e scosse il capo.
«Andiamo» si limitò a dire, e lo condusse via.
Da una strada laterale, Haruka osservò la scena inclinando la
testa da un lato.
«Uhm...» mormorò piano. «E adesso come
faccio a vederlo da solo?»
Arrivo...
Che parola sublime!
Finalmente
erano arrivati!
Dio,
non riusciva a crederci. Aveva la folle tentazione di infilarsi nel
primo tempio che trovava e accendere tutto l’incenso che poteva...
ma sarebbe stato uno spreco di tempo.
E Naruto non voleva perdere nemmeno mezzo secondo.
«Sì, va bene, siete tutti a posto?» chiese
sbrigativo, davanti al portone dell’immensa villa del venerabile
Ijuin.
«Noi...» iniziò lui, pomposo, ma Naruto lo zittì.
«Bene!» esclamò sovrastando la sua voce. «Allora
io e Sakura ce ne andiamo. A mai più rivederci!»
«Naruto!» sibilò lei scioccata.
«Tu vuoi rivederli?» sibilò lui di rimando.
«Se non ci pagano, Tsunade se la prenderà con te!»
«Se osa aprire la bocca, non mi interessa chi è: gliele
do. Lo sapeva che non era una missione adatta a noi, lo sapeva!
Quindi che non si lamenti!»
«Lasciami dieci minuti per parlare con loro, va bene?»
«Così tanto?»
«Tu inizia ad andare, se ci tieni. Sono in grado di tornare da
sola»
Naruto esitò, bofonchiando tra sé.
Non voleva piantare lì Sakura... ma al villaggio lo aspettava
Sasuke...
Ahh, che dilemma!
«Proseguo solo un po’» se ne uscì alla fine. «Se
al confine non mi hai ancora raggiunto, mi fermo e ti aspetto. Ma tu
fai veloce, eh»
Sakura sbuffò. «Sì, sì... come vuoi.
Vattene» lo liquidò.
Lui, leggermente offeso, si voltò e prese ad allontanarsi.
Quasi quasi non gli dispiaceva più lasciarla lì.
Ignorò i saluti allegri delle cortigiane che agitavano i
ventagli nella sua direzione, arrossendo leggermente. Le sue
maledette copie ogni tanto si erano lasciate... ehm... trascinare, e
lui aveva dovuto eliminarle prima che Sakura le vedesse. Purtroppo le
malefiche seduttrici ricordavano tutto, invece, e smaniavano dalla
voglia di renderlo noto anche a lui. Con le orecchie in fiamme, si
portò velocemente fuori vista, diretto verso la campagna.
In quel Paese, se possibile, faceva ancora più caldo che nel
Paese del Fuoco.
Il terreno friabile era coperto di erba secca e giallastra, e l’aria
tremolava lenta nel silenzio opprimente.
Forse fu per quel motivo che pensò a un miraggio, all’inizio.
Quando lo vide lì, fermo in mezzo alla strada, e ricordò
che era morto... pensò a un inganno del caldo, un’illusione
della sua mente.
Ma poi Kabuto Yakushi gli sorrise... con il ghigno serpentino di
Orochimaru.
«Naruto... E’ passato molto, molto tempo dal nostro ultimo
incontro...»
Al villaggio, Sakura avvertì un brivido lungo la schiena.
E non era dovuto all’occhiata lasciva lanciatale dal venerabile
Ijuin.
«Qualcosa non va?» le chiese lui, vedendola
improvvisamente turbata.
«No... nulla» mormorò lei in risposta, corrugando
la fronte. «Ad ogni modo... ancora una volta, ci scusiamo per
il passo svelto che abbiamo tenuto, e personalmente mi scuso per i
modi bruschi del mio compagno»
«Oh no, è stato così disponibile...!»
cinguettò una cortigiana.
«Taci» la zittì il nobile, laconico, mentre Sakura
digrignava i denti. «Non vi preoccupate, pagheremo tutto ciò
che vi dobbiamo» proseguì lui poi, tornando a rivolgerle
un sorriso mellifluo. «Possiamo permettercelo»
“Giuro
che se usa ancora una volta il plurale
maiestatis
non rispondo di me”, si trovò a pensare Sakura.
«Oh, grazie infinite!»
fu invece ciò che disse. «Ricordatevi di rivolgervi
ancora a noi, se mai aveste bisogno di una scorta»
«Senz’altro»
ridacchiò il nobile, con un’occhiata significativa.
Sakura si affrettò ad
andarsene.
Era inutile, i ceti alti erano
qualcosa che sfuggiva totalmente alla sua comprensione.
Ripensò al brivido provato
poco prima, e il suo primo pensiero, colpevolmente, andò a
Sasuke.
Era lontano, prigioniero in un
posto sconosciuto, e accusato dei crimini più terribili. Ahh,
quanto avrebbe voluto vederlo, e parlargli... non le avevano concesso
neanche quello.
D’altro canto... se era
rinchiuso, era difficile che corresse pericoli.
Chi invece poteva incappare in
una trappola, in quel momento... era Naruto.
Sakura alzò lo sguardo
verso il confine lontano.
«Naruto... stai bene,
vero?» chiese a tutti e nessuno.
Non ottenne alcuna risposta.
Nel prossimo capitolo:
«Io gli ho donato il potere» ribatté
Orochimaru, senza smettere di ghignare. «Gli ho dato
esattamente ciò che cercava... E’ stato lui a non rispettare
i patti, a sottrarsi al pagamento»
«Tu lo hai avvelenato!» esplose Naruto,
all’improvviso. «Gli hai dato una prigione, nient’altro!
Quel segno maledetto lo sta corrodendo, lo divora dall’interno come
una larva! E osi anche dichiararti suo benefattore?!»
«Tu hai forse fatto
qualcosa di più, per lui?»
* * * * ȣ * * *
*
Spazio
autore
Tadaaaan!
E' tornato in scena Naruto, e lo ha fatto con il botto! XD
Per l'occasione ho persino resuscitato Orochimaru, avete visto? E dire che tutti lo davamo per morto!
Questo capitolo è conclusivo di una parte sostanziosa della
fanfic, quella che prevede una sorta di "assestamento" della situazione,
e da questo momento inizierò sul serio a ingarbugliare le cose, ma gli elementi sono comparsi tutti!
Se pensavate che la situazione fosse già complessa così,
preparatevi a vedere attorcigliamenti nuovi e su ogni lato!
(sì, lo confesso: da ora in poi la mia bastardaggine raggiungerà nuove inaudite vette)
Eheh... in tutto questo marasma di faccende "serie", vorrei farvi
notare, sono comunque riuscita a inserire un siparietto dedicato a
Shika e Tema...
Hope you enjoyed it!
Attenzione attenzione... qui succede qualcosa di molto strano.
Sto iniziando a rivalutare Sasuke!
O_O
Sì, la cosa preoccupa anche me, tranquilli, ma non influirà sugli sviluppi della storia...
...almeno qui stiamo sicuri!
Noticina: ho
leggermente modificato la mia pagina personale, se ci fate un salto
troverete anche un *fantastico* riassunto della storia fin qui!
Insomma... E' evidente che in questo periodo mi sto annoiando un sacco...
(mentre scrivo queste parole, l'orologio del mio pc segna le 2.14 di martedì 11/12/2007... vi prego, comprendetemi...)
XD
kage_naru89: normalmente,
dopo la tua "intuizione", ti avrei detto "mah, chi lo sa... forse hai
ragione, forse no...". Ma sei fortunata! Perché oggi
riecheggiano nelle mie orecchie le parole di una mia cara amica, parole
coronate di molteplici insulti, che mi facevano delicatamente notare
come, almeno quando uno ci azzecca, sarebbe educato dirglielo. XD E
quindi sì, hai notato bene! Qui si parla di Sinners, non Sinner!
^_* Solo... non hai azzeccato il "motivo" del peccato... eheheh... (tra
parentesi, non sei la prima che si trova a pensare a questa fanfic
sotto la doccia... il che mi porta a chiedermi: ma sempre in bagno devo
attirare l'attenzione mentale dei lettori?!)
Kyuubi: qui c'è Naruto,
ma non è ancora tornato! Lo farà nel capitolo 31, abbi un
po' di pazienza! Nel frattempo... "goditi" Orochimaru che lo maltratta!
XD
Killkenny: ma Shikamaru
è un uomo forte! XD Lui sa resistere ad ogni tipo di assalto, ha
gli attributi al posto giusto! (anche se sarebbe molto contento se
quelle due se la sbrigassero da sole... XD) Per quanto riguarda Sasuke,
ne ha ancora di strada da fare per imparare a guardare avanti...
dopotutto, non ne ha mai fatto mistero: il suo sogno è nel
passato...
lale16: beh, sono contenta di
sapere che conservo ancora una certa imprevedibilità! XD Ebbene
sì, Sasuke si è salvato... ma lui non ne è affatto
felice, come vedi. Da questo capitolo in poi mi concentro un tantino
sul rapporto che lo lega a Kakashi, e lo presento un po' più
fragile e meno bastardo del solito... o almeno ci provo! XD NAZIONALE?
O_O E nazionale di cosa, tesoro? Conosco un'eroina sportiva??
sammy1987: e credi che io non
lo sappia? XD Ohh, conosco esattamente i desideri dei lettori... ma non
puoi negarmi il sottile piacere di tenervi un po' sulle spine! Naruto
tornerà soltanto con il capitolo 31, abbi un po' di pazienza!
Per ora goditi Orochok che lo tormenta! XD
1992: se vuoi vedere Kakashi in
azione, sarai lieta di sapere che bazzicherà i capitoli a venire
con una certa frequenza! E mostrerà il suo lato più
paterno, che personalmente amo da impazzire! (giusto oggi mi sono
rivista la puntata in cui Sasuke e Naruto si affrontano sul tetto
dell'ospedale, e lui che rassicura Sakura... *ç* Sì, beh,
mi ha messo in testa più una KakaSaku che non un loro rapporto
paterno, ma va beh... XD) Eh, Sasuke circola ancora per forza.
Fortunatamente per lui, è fondamentale che sopravviva se chi gli
sta attorno vuole continuare ad essere felice... e se io non voglio
impegolarmi con situazioni tanto complicate da spingermi al suicidio!
XD Tsunade nutre per Naruto grandissimo affetto... ma anche una
profonda stima. E' convinta che sotto la scorza del bambinone ci sia
una persona assennata (ricordi la scena dell'ospedale, quando sasuke si
risveglia e Sakura lo abbraccia?), e soprattutto è convinta che
sia davvero ma davvero forte, dentro e fuori. Peccato che lui le stia
tenendo nascoste un bel po' di cose, e quindi il suo giudizio sia
inevitabilmente... uhm... frammentario. Ma di questo discuteremo
più avanti! Eheh, parlando del triangolo KibaHinaNaru tocchi un
territorio pericoloso... Io voglio molto bene al personaggio di Kiba,
ma ho la straordinaria tendenza a far soffrire chi più amo... e
quindi se fossi in te lo terrei d'occhio. Anche perché ora come
ora Naruto non sospetta minimamente dei sentimenti di Hinata per lui,
ma se un giorno dovesse scoprirli? Anche l'altro terzetto, quello
InoShikaTema, vede una situazione simile... ma in questo caso non
c'è un personaggio che amo particolarmente, bensì uno che
odio! XD Ino! Chissà come andranno le cose? E... quelli che ho
citato saranno mai veri triangoli? (non chiederti cosa intendo,
è volutamente enigmatico. Senza contare che è l'una di
notte, sono un tantino stordita! XD) Naruto e Sakura torneranno mai a
Konoha? Certo che sì, nel capitolo 31! (anche loro sono stufi di
stare in giro) Facendo un rapido calcolo... direi sabato, se riesco ad
aggiornare come vorrei.
nicole_chan: ma certo che i
veri problemi iniziano ora! XD Altrimenti perché sul mio
computer sarebbero pronti i capitoli fino al 38? Il fatto che Sasuke
sia stato scagionato, comunque, non deve essere interpretato come un
buon segno... Anzi, forse le cose sarebbero state molto più
semplici se così non fosse stato! O forse no? ò_O
Ollallà. Ora mi vengono i dubbi! XD
Julia83: Sasuke è emo
fin nel midollo, e questo spiega ogni cosa, dall'autolesionismo, alle
manie di persecuzione, alla tendenza a vedere tutto, invariabilmente,
nero... Certo, una buona parola ce l'ha messa Itachi, ma anche da
piccolo era ben complessato! XD Ciò che mi chiedo è...
perché a tutti fa pena, nel processo? A me personalmente fa
girare i cosiddetti, altro che pena! Misteri dell'Uchihanesimo... In
effetti, ora che mi ci fai pensare, lo scorso capitolo è stato
abbastanza eroico per molti personaggi, da Hinata a Kakashi a Tsunade!
Wow, bravi ragazzi!
ShAiW: pinpon, comunicazione di servizio! Nel capitolo 27, alla fine, Naruto non
sta parlando con Kyuubi... ma con l'altra vocina bastarda che si
diverte a torturarlo. La differenza nello script è minima, lo
so, ma indicativamente riassumibile come: "bla"=Kyuubi, bla=vocina.
Ti spiegherò bene cos'è soltanto tra un po'...! ^_* Il
mio preciso scopo nella scelta dei titoli è cercare di sviare il
lettore il più possibile, comunque in modo da incuriosirlo! XD
Direi che con l'ultimo ci sono riuscita, eh? Mentre le motivazioni per
cui ho assolto Sasuke le ho ponderate e riponderate mille volte nella
mia testa, infilandomi nella mente di Tsunade per capire come
ragionava... spero davvero di essere stata convincente!
nixy: non ci sarà nulla
di sasunaru in questa fanfic, se non un sano (sano? SANO? Qualcosa che
riguarda Sasuke, può essere sano?) rapporto fraterno di
odio/amicizia. Ciò a cui mi riferivo nello scorso capitolo era
una one-shot unica, staccata da questa storia!
Talpina pensierosa: ti hanno mai detto che fai davvero grandi cose per l'autostima? XD
harryherm: il processo
più avvincente della battaglia? Wow, questo sì che
è un complimentone! Sasuke, come ho avuto occasione di ribadire
più volte, è un personaggio complesso ma fondamentale.
Naruto lo ama (non per forza in senso yaoi), e dunque metto tutta me
stessa nel processo di creazione della sua personalità. E' un
ragazzo turbato, confuso, convinto di non avere mai la
possibilità di scegliere, e sempre trascinato dai suoi
sentimenti impetuosi... un po' riesco a capirlo, sebbene senta il forte
impulso a prenderlo a schiaffi, e forse è per questo che riesco
a delinearlo in maniera convincente. In fondo non è tanto male
muoverlo. Piuttosto che gettare Naruto nella disperazione più
cupa, preferisco usare lui direttamente! Il piccolo peso che senti sul
petto è voluto, credimi. Quando Naruto e Sakura torneranno dalla
loro missione (capitolo 31) capirai che anche lui sente la stessa
cosa... ma moltiplicata per decine di volte. Amo lasciare indizi e
presagi sparsi lungo i capitoli... XD Ahi ahi, abbiamo una non-amante
delle Shika-Tema? Immagino che tu abbia sofferto un sacco in questo
capitolo, allora! XD [Sono riuscita "a visualizzarti" perché
è stato come se per un attimo ti avessi vista davanti al tuo
computer, a scrivere la recensione... Per carità, non avevi una
faccia definita né sembianze nette, ma l'impressione era quella
di vederti davvero! XD Lo so, sono pazza!]
arwen5786: io non ho la minima
idea di come sia possibile... ma pare che Sasuke sia il mio cavallo di
battaglia, in termini di IC! XD E dire che io soffro
quando devo immedesimarmi in lui... Sarà perché è
tanto tormentato? Perché sono disturbata io? Chi lo sa! Comunque
sembra che esca molto bene! XD Spero di giocarmelo nello stesso modo
anche in futuro, soprattutto ora che mi si prospettano tempi duri in
questo senso... Sigh, povero Kakashi. Non sa cosa lo
aspetta portandoselo a casa. La mia ShikaTema pende molto di
più dalla parte di Temari che non da quella di Shikamaru, come
vedi! Ma in questo capitolo lui ha fatto almeno mezzo passetto in
avanti, no? E' pur sempre un inizio! XD Per tutti i riferimenti a "Cosa
vuol dire... normale?", vedi tra le recensioni della suddetta storia!
Mala_Mela: sigh, mi scuso
tanto... davvero, l'ultima cosa che voglio è "obbligarti" a
lasciarmi recensioni...! Solo che mi piace da matti vedere il tuo nome
nell'elenco! E poi... per me è motivo di vanto averti tra i
lettori! Comunque... quanto tempo era che non sentivo il termine
"tapina"? XD Forse dall'ultimo numero di topolino che ho letto, anni
fa...! Devo complimentarmi con te, tesoruccio, perché sei
riuscita davvero a non fare spoiler! So quanto odi Sasuke (anche se la
mia adesione al CXIMDSU ora è in bilico... non so più
cosa provo davvero per l'emoboy, ormai!)(e... sì, non avevo il
coraggio di dirtelo via msn! XD), e quanto ami Temari con Shikamaru.
D'altro canto tu sai anche che ogni cosa è prevista, e quindi
nulla di ciò che dirai influenzerà le mie decisioni...
(ma se tu fossi davvero, davvero insistente... uhm... no. Nemmeno in
questo caso. XD) Naruto è stato vergognosamente abbandonato
a sé stesso da Kakashi. Gli ha insegnato a camminare sugli
alberi e poi lo ha mollato lì per andare a Raikirizzare Sasuke!
Non si fa, no no! Meno male che ci ha pensato Jiraya... Sì, poi
ha provato a rifarsi con il rasenshuriken, ma guarda caso salta
fuori che è una tecnica da perfezionare da soli...! BAH! Forse
le KakaSasu che girano non sono poi tanto irreali...!
Wa, questa
volta è stata dura! @_@ Però ho raggiunto un nuovo record
nel numero di recensioni (XD) e di questo non posso che esservi
infinitamente grata! Grazie a tutti!
Aya
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Capitolo 30 *** Il ritorno del Serpente ***
Naruto-30
Capitolo trentesimo
Il ritorno del Serpente
«Ehi, che strano vederti in giro»
Jiraya ghignò, alticcio, sollevando il bicchierino di sakè
in direzione di Tsunade.
L’Hokage, ancora sulla soglia del locale, corrugò la fronte
indispettita.
«Il sole non è ancora tramontato e sei già
ubriaco?» chiese secca, raggiungendolo e accomodandosi accanto
a lui. «Non ti vergogni?»
Il sannin si strinse nelle spalle, indifferente.
«Ormai sono vecchio» borbottò. «A nessuno
importa più davvero cosa faccio o non faccio»
«Tsk. Che sciocchezza...» commentò Tsunade,
prendendogli il bicchierino e svuotandolo al suo posto.
«E tu? Perché sei qui, Tsunade, se è tanto
deplorevole?»
Lei sbuffò. «Il processo a Sasuke Uchiha è
finito» mormorò, versandosi dell’altro sakè. «E
Danzo è stato catturato. Avevo bisogno di schiarirmi le idee,
prima di convocare il consiglio e sovvertire totalmente le regole di
Konoha...»
«Ah, grane politiche» sorrise il sannin, facendosi dare
un nuovo bicchierino. «Dovresti iniziare a guardarti attorno in
cerca di un successore, e a delegare qualche compito... Così
avresti più tempo libero e io potrei chiederti di uscire!»
Tsunade gli rivolse un sorriso sghembo. «Sei più ubriaco
di quanto pensassi» commentò.
«Devo prenderlo come un rifiuto?»
«Assolutamente»
Mentre la luce aranciata del tramonto tagliava l’aria polverosa del
locale, sia lei che Jiraya svuotarono in silenzio la bottiglia. Erano
gli unici clienti, e l’afa era tanta.
L’Hokage sospirò, abbassando il capo.
«Se le cose fossero andate diversamente...» iniziò,
con voce esitante, nascondendo gli occhi dietro i capelli. «Se
anche Orochimaru avesse avuto un processo del genere... se fosse
stato assolto... se fosse tornato... credi che avrebbe potuto sedersi
qui, accanto a noi?»
Jiraya scrutò il fondo del suo bicchierino, con lo sguardo
perso.
«...Non gli piaceva l’alcool» disse atono. «Perché
annebbiava i sensi. Non credo che si sarebbe seduto in un posto del
genere»
Tsunade sorrise amara.
«Già... Me ne ero quasi dimenticata»
Ma in fondo non importava più... perché Orochimaru era
morto, e non sarebbe tornato da loro.
Mai più.
«Naruto... E’ passato molto, molto tempo dal nostro ultimo
incontro...»
Quella voce fredda, e leggermente sibilante... Il timbro vellutato e
roco al tempo stesso, oggi macchiato da una lieve traccia della
tonalità di Kabuto.
Naruto lo avrebbe riconosciuto ad occhi chiusi, anche senza vedere
quelle iridi dalla pupilla verticale.
Le iridi di un serpente.
(così simili a quelle di Kyuubi...)
«...Dicevano che eri morto» deglutì, tendendo i
sensi per essere pronto ad agire.
«Io non posso morire» replicò lui quasi
dolcemente, come se fosse stato davanti a un bambino. «Lo sai,
Naruto»
«Bene...» mormorò lui, sforzandosi di sfoggiare un
ghigno soddisfatto. «...Così posso ucciderti con le mie
mani»
A sorpresa, Orochimaru scoppiò a ridere.
«Uccidermi,
Naruto? E da quando questo è diventato il tuo obiettivo? Da
quando uccidi così in fretta? Una volta non volevi soltanto
catturarmi? O forse... ora che Sasuke è tornato nelle tue mani
puoi sfogarti, e vendicarti di me?»
Naruto si irrigidì, e strinse i pugni in fretta.
«Voglio ancora catturarti» si corresse. «Con la
semplice morte non pagheresti abbastanza per quello che hai fatto a
Sasuke!»
...A terra, nella sua cella buia e angusta, Sasuke si contorceva.
La destra era affondata sul collo, le unghie graffiavano il segno
maledetto lasciando scie di sangue rossastro...
...La sua voce... ascoltarla era un’agonia, per Naruto.
Ma non poteva fare niente.
Non poteva intervenire.
Il segno maledetto era qualcosa contro cui era assolutamente
impotente...
«Io gli ho donato il potere» ribatté Orochimaru,
senza smettere di ghignare. «Gli ho dato esattamente ciò
che cercava... E’ stato lui a non rispettare i patti, a sottrarsi
al pagamento»
«Tu lo hai avvelenato!» esplose Naruto, all’improvviso.
«Gli hai dato una prigione, nient’altro! Quel segno maledetto
lo sta corrodendo, lo divora dall’interno come una larva! E osi
anche dichiararti suo benefattore?!»
«Tu hai forse fatto qualcosa di più, per lui?»
Naruto serrò i denti tanto da farsi male.
«Io l’ho salvato!» gridò. «L’ho
riportato indietro, e tutto tornerà com’era una volta!»
Il sorriso di Orochimaru si allargò, pieno di sardonica
compassione.
«...Ma davvero?» sussurrò, gelido.
Naruto perse la testa. Senza riflettere, si trovò con il
rasengan in una mano e i piedi già staccati da terra, diretto
verso il corpo corrotto di Kabuto con la testa piena di un singolo,
agghiacciante urlo.
Non voleva sentire quella voce.
Non voleva sentire quelle parole...
...così vere...
Le cose non saranno mai più come prima.
Guardati.
Tu e Sakura.
Itachi morto.
Credi davvero che potrete tornare ad avere dodici anni...?
Orochimaru scansò il colpo all’ultimo istante, afferrando il
polso di Naruto con dita straordinariamente forti.
«Ah...» rise piano. «Mi sembra che qualcuno qui
abbia qualche piccolo problema...»
Gli occhi che si piantarono, rabbiosi, nei suoi... erano scarlatti.
Solcati da una pupilla stretta e verticale. Sotto la mano che
stringeva il braccio di Naruto, sentì un calore nuovo e
doloroso.
«Lasciami...» ringhiò quest’ultimo, tra i denti
innaturalmente acuminati.
«Voglio il tuo corpo» ribatté lui, senza esitare.
Per la sorpresa, gli occhi di Naruto tornarono bruscamente celesti.
«Che cosa?» alitò, allibito.
«Sasuke
è irraggiungibile e senza un briciolo di scintilla vitale»
spiegò lui. «Itachi è morto... e a ucciderlo sei
stato tu.
Sembra che lo sharingan non sia tanto essenziale, dopotutto...
forse... il sangue di quel famoso Namikaze Minato è meglio...»
...Quel famoso Namikaze Minato... che era stato preferito a lui
come Hokage...
Naruto sentì un brivido gelido correre lungo la sua schiena,
la bocca improvvisamente secca.
Orochimaru spalancò le fauci, rivelando canini ancora più
acuti di quelli di Kyuubi, denti intrisi di un veleno denso... lui
cercò di divincolarsi dalla sua stretta... ma il panico gli
bloccava le gambe.
“Muoviti!”
gridò dentro di sé. “Stupido corpo, muoviti!”
“Non
ti preoccupare...”
La familiare risata bassa della
volpe, da qualche parte.
E poi... il dolore alla base del
collo.
Naruto gridò, e fu come se
dai denti di Orochimaru una vampata di fuoco si riversasse nella sua
carne, fino alla spalla, fino al mento. Affondò le dita nel
suo braccio, cercò di allontanarlo... e alla fine lo sentì
cedere, e arretrare barcollando.
Gemette, la vista offuscata dalle
lacrime, e cadde in ginocchio senza fiato.
«Che cos’è
questo...?» sentì dire a Orochimaru, con una strana voce
impastata. «Cosa vuol dire?»
Una risata sgorgò
spontanea dalla sua gola, senza che lui l’avesse richiamata. La sua
testa si alzò da sola, senza il suo ordine... e la sua voce...
non fu la sua.
«Un
solo corpo per due demoni è un po’ troppo...»
sussurrò Kyuubi.
Il volto di Kabuto, dal naso in
giù, era completamente sfigurato. Come corroso da un acido...
la pelle a brandelli, i muscoli in vista, e, in alcuni punti, tratti
di osso vivo.
Naruto sentì il dolore che
lentamente scemava, ritirandosi lungo la spalla, e abbassò lo
sguardo sul punto che la sua mano stringeva spasmodicamente. Scostò
le dita... appena in tempo per vedere i leggeri segni del morso che
scomparivano, perfettamente guariti.
«Capisco...» ribatté
Orochimaru, faticando a muovere i resti della sua bocca. «Ma
Naruto... è il più forte dei due... non è così?»
Kyuubi mosse la testa in un gesto
di stizza.
«Lui ti sta contenendo...
limita la tua forza...»
«Non
è vero!»
«Ma
io... posso
liberarti»
Orochimaru si esibì nella macabra imitazione di un sorriso.
«Conosco la formula per farlo. E prima che il contenitore
muoia, sarà mio»
Naruto sentì l’esitazione
della volpe agitarsi dentro di lui.
Kyuubi aveva già elogiato
i pregi del suo corpo.
Aveva detto che era potente, che
era resistente... che era perfetto.
D’altronde... l’idea di
essere libera non poteva non tentarla...
Lui la bloccava.
Sì, ci riusciva.
E lei... lei era una creatura
libera come l’aria.
Ringhiò piano, in tono
sommesso.
Orochimaru sollevò la
testa di scatto, in ascolto, e poi tornò a guardarlo.
«Sembra che qualcuno ci
interromperà» disse. «Ricorda la mia offerta,
Kyuubi...»
E, unite due dita sotto il mento,
scomparve in uno sbuffo di fumo.
Naruto rimase solo, a terra.
Il suo respiro era tornato
normale, ma il cuore non voleva saperne di rallentare. E, da qualche
parte dietro il suo ombelico, nove code si agitavano inquiete.
Si accorse di tremare. Si
costrinse a inspirare a fondo e riacquistare la calma. Si rialzò.
Appena in tempo per sentire la
voce di Sakura dietro di lui.
«Naruto!» gridò
la kunoichi, raggiungendolo. «Perché sei ancora qui? E’
successo qualcosa?» chiese preoccupata. La sua fronte era
imperlata di sudore, come se avesse corso.
Naruto esitò per un lungo
istante.
Sapeva di essere pallido; e
scosso. Eppure... avrebbe mentito. Spudoratamente.
«Ti ho aspettata»
ribatté, forzando un ghigno. «Insomma, sarai anche una
ninja, ma di questi tempi non si sa mai chi c’è in giro... e
poi abbiamo il coprifronte in testa, è come sbandierare ai
nemici da che parte stiamo! E meglio restare uniti»
Sakura corrugò la fronte,
studiando i suoi occhi.
«Naruto... sei pallido»
mormorò; gli sfiorò una guancia. «E sei freddo.
Gelido. Non è normale con il caldo che fa, cosa è
successo?»
Lui rise, senza risultare molto
convincente.
«Non è successo
niente!» ribatté in fretta, scostandole la mano. «Ti
sbagli. Al massimo potrei essere vicino all’esaurimento nervoso per
colpa di questa stupida missione... ma va tutto bene. Davvero»
Si fece quasi del male, per
quell’ultima bugia.
Si costrinse a guardarla, a
sorridere con convinzione.
Affondò Kyuubi nei recessi
della sua coscienza.
Sakura aprì la bocca per
dire qualcosa, ma la richiuse dopo un istante.
“Ah,
che idiota...” realizzò abbassando gli occhi. “Riguarderà
Sasuke... è ovvio che non voglia parlarne con me”
Spesso la soluzione ai problemi è
quella più semplice che ci si para innanzi.
Spesso.
Non sempre.
«Va bene... scusa»
disse piano, e Naruto le scompigliò i capelli bruscamente.
«E di cosa?» esclamò.
«Chiunque impazzirebbe dopo tutto il tempo che abbiamo passato
con quei settantotto palloni gonfiati!»
Sakura gli rivolse un tenue
sorriso.
«Torniamo a Konoha in
fretta»
In fondo, anche lei aveva una
gran voglia di vedere Sasuke...
Naruto annuì,
incamminandosi.
Le sue gambe non tremavano più.
Il caldo tornava lentamente a
farsi sentire.
E la viscida sensazione della
presenza di Orochimaru, lentamente svaniva... portando con sé
tutte le ansie e i brividi.
“Kyuubi
è stata affidata a me. Come non l’avrei mai consegnata a
Madara, non permetterò a nessuno di portarla via...”
Non fa una piega. In fondo è
l’unico regalo di tuo padre, no? Potresti quasi definirla... una
parte di te.
La prima notte che Sasuke passò sul divano di Kakashi fu un
susseguirsi di ore buie e insonni.
Steso sui cuscini a fissare il soffitto, l’ultimo degli Uchiha si
scoprì ad avere la testa vuota.
“Io...
che cosa ho fatto in tutti questi anni?”
Come una proiezione a sé
stante, che non lo riguardava, rivide l’attimo in cui Naruto
uccideva Itachi. Risentì le sue parole. Rivide gli occhi del
suo unico fratello, marchiati dallo sharingan.
E poi... il passato. Il suo sogno
infranto.
«Perdonami Sasuke, ti
insegnerò la prossima volta»
«Bugiardo...» mormorò
inconsapevolmente.
Il
segno maledetto sul suo collo lanciò una fitta di dolore
acuto, costringendolo a tendere la schiena per un lungo istante.
Mille aghi incandescenti gli trapassarono i muscoli e la testa, certo
non era come il dolore provato con lo sharingan ipnotico, ma era
infinitamente più lungo, e ripetuto... ripetuto... ripetuto...
doveva fermarlo, e per ciò lo sopportava... sopportava...
sopportava...
Quando scemò, non avrebbe
saputo dire quanto fosse durato.
Coperto di sudore, ansante, si
trovò con il viso affondato nello schienale del divano e i
muscoli tremanti per il dolore.
«Hn... Merda!»
biascicò, stringendo il pugno.
Quel segno maledetto, quella
larva che lo corrodeva dall’interno, l’aveva accettato solo per
sconfiggere Itachi.
E alla fine, invece, non era
servito nemmeno a quello!
Aveva
buttato via il suo orgoglio, i suoi amici, la sua vecchia vita, e
persino quel suo inutile e troppo debole corpo! Per
niente!
Sentiva il segno scottare, sotto
le sue dita gelide e sudate, e sentiva l’aria calda della notte,
immobile, e i grilli che cantavano fuori dalla finestra, incuranti.
Perché lo avevano
riportato indietro?
Perché non lo avevano lasciato morire
accanto a Itachi?
Che se ne faceva Konoha di uno
come lui?
“Che
me ne faccio io di uno come me...?”
Chiuse gli occhi e premette la
fronte contro la fodera del divano, rannicchiato in un angolo.
Sulla porta, immobile, Kakashi
era fermo.
E lo guardava.
“Sasuke...”
«Direi che finalmente puoi considerarti davvero guarito!»
Shizune sorrise, mentre staccava le dita dalla gamba bianca di Sai.
«L’osso si è riparato perfettamente»
«Ne sono lieto» ribatté lui, con un sorriso da
diabete. «E devo tutto alle sue ottime cure»
Suo malgrado, l’assistente dell’Hokage si scoprì ad
arrossire leggermente.
“M-Ma
che...?” balbettò dentro di sé, e poi si schiarì
rumorosamente la voce.
«Sì, ecco... va...
va bene» disse rapida. «Ho già firmato la
cartella, puoi raccogliere le tue cose e andartene anche subito»
«Grazie»
Shizune gli voltò le
spalle in fretta: quel ragazzino aveva un maledetto viso d’angelo...
e sapeva fare i complimenti come nessun altro. Mentre usciva e si
richiudeva la porta alle spalle, sospirò.
“Se
anche Kakashi mi dicesse qualcosa del genere con una simile
espressione...”
All’interno della stanza delle
visite, Sai si rivestiva con cura.
Il nero gli donava, a suo modesto avviso. Certo, lo rendeva un po’ pallido... ma a quanto pareva il
pallore stimolava il prossimo a trattarlo con gentilezza. Forse
perché lo credevano sempre malato.
Davanti allo specchio appeso alla
parete si sistemò i capelli perfettamente lisci, con dita
esperte, e poi gli cadde l’occhio sul riflesso del blocco da
disegno che Sakura gli aveva portato qualche giorno prima, appoggiato
in un angolo insieme alla borsa. Ormai era quasi pieno.
E lei non si era più
vista, da quando era venuta a comunicargli che sarebbe andata in
missione con Naruto.
“Mi
chiedo se sia andato tutto bene...” si disse, abbassando appena le
palpebre.
Già, né Naruto né
Sakura sapevano del processo a Sasuke... probabilmente Tsunade li
aveva allontanati apposta, conoscendo il primo dei due. Il processo
era qualcosa di estremamente delicato... l’Hokage aveva vinto solo
grazie al suo carisma, e se Naruto avesse alzato la testa in un
momento cruciale avrebbe potuto mandare all’aria tutto. Così
come aveva rischiato di fare già Sasuke.
E tuttavia... anche se capiva la
sua decisione, non gli sembrava giusto.
Naruto avrebbe voluto esserci,
avrebbe voluto partecipare a un evento tanto importante.
Avrebbe voluto fare qualcosa
anche lui, per Sasuke.
E invece non gli era stata data
la possibilità di fare nulla.
Al suo ritorno, sarebbe stato parecchio incazzato...
Sai raccolse le sue cose, sistemando la borsa a tracolla e
infilandosi l’album sotto il braccio. Uscì dalla saletta con
passo silenzioso, perfetto ora che la sua gamba era completamente
guarita, e si trovò nel corridoio deserto.
Mentre lo attraversava per raggiungere l’uscita dell’ospedale
della Foglia, passò davanti a una finestra aperta, e una
zaffata di aria calda gli mosse i capelli sulla fronte.
Non si disturbò a guardare fuori.
Se lo avesse fatto, su un tetto distante avrebbe visto una figura
accovacciata, con una bottiglia di acqua tra le mani e due lunghi
involti sulla schiena.
Suigetsu buttò giù l’ultima goccia, e poi ghignò,
accartocciando la bottiglia tra le dita.
«Felice guarigione» sussurrò, e i suoi occhi non
si staccarono per un istante dalle pareti lisce dell’ospedale.
Su di lui, il sole di mezzogiorno batteva impietoso.
Di lì a dieci ore, Sakura Haruno e Naruto Uzumaki sarebbero
rientrati dal paese del Tè.
Nel prossimo capitolo:
Dalla finestra in pezzi la
tenue luce della luna illuminava l’interno della stanza, la
sagoma longilinea ferma davanti al letto... e la spessa lama
conficcata nel materasso, là dove due secondi prima c’era
stato il cuore di Sai.
«...Tu eri insieme a
Sasuke...» mormorò il moro, cauto.
Suigetsu ghignò,
estraendo dalle lenzuola la spada appartenuta a Zabuza.
«Mi devi ancora
qualcosa» ribatté, tendendola verso di lui. «Sono
qui per averlo»
* * * * ȣ * * *
*
Spazio
autore
Capitoletto corto, ma molto "denso" di avvenimenti e anticipazioni, no?
Insomma, ormai avete capito che questa è la fanfic della rivincita di Naruto su Sasuke,
era pressoché scontato che Orochimaru non sarebbe riuscito a marchiarlo come invece ha fatto con l'Uchiha.
E questo perché Naruto (con Kyuubi) è un gran figo! *ç*
Nel prossimo capitolo, finalmente, la nostra coppia d'oro torna a Konoha!
Ma per allora... che ne sarà stato di Sai?
E soprattutto... come reagirà Naruto alla notizia dell'assoluzione di Sasuke?
(Nota: stupida connessione altalenante, questo capitolo doveva essere pubblicato ieri! Il prossimo, quindi, a domani!)
Voglio spendere due parole extra-storia, ora.
Prima di tutto,
mi paro le spalle sugli avvenimenti futuri dicendovi che ogni cosa è già stata preparata.
Anche le parti che non ho ancora scritto sono già chiaramente progettate nei tratti salienti,
e qualunque accusa mi verrà rivolta - dal plagio alla poca originalità - beh, mi spiace per chi la farà.
Quando ho progettato la trama, di fanfic su Naruto ne avevo lette si e no due, nemmeno long-fic,
e quindi, per quanto alcuni avvenimenti possano essere banali o bistrattati, sono tutti farina del mio sacco.
Secondariamente,
voglio ringraziare dal profondo del cuore non solo le persone che hanno inserito questa storia tra i preferiti
(anche se non commentano... accidenti a loro),
ma anche e soprattutto chi ha reputato la mia abilità degna di conquistare un posto tra gli autori favoriti.
Ho visto che generalmente siete molto selettivi da questo punto di vista,
e, davvero, essere stata "scelta" mi riempie di orgoglio.
Grazie a tutti!
Post Scriptum: sono una deficiente... ci credete che fino a ieri non avevo mai visto lo shippuuden (anime)?
E guardandolo... ho scoperto cose che mi hanno spinta a sbattere la testa contro il muro, maledizione!
Va beh, non cambierò nulla della storia, ma intanto sono una vera deficiente!!
>_<
Mini angolo della pubblicità:
pubblicata la prima drabble della mia vita, dedicata a Gaara.
Se lasciate un commentino mi fate felice!
(voce di una morta di recensioni)
arwen5786: ehh,
Ino, Ino... dando un'occhiata veloce a uno dei capitoli futuri, mi sono
resa conto che anche per lei, come per Sasuke, le cose funzionano in
maniera strana: sebbene io la odi, finisco per descriverla con
più sentimento di quello che uso, per esempio, per Sakura. E'
strano, ma è così. E forse è per questo che mano a
mano che mi avvicino alla fine, inizio ad apprezzare personaggi che
prima non sopportavo... Mi ci calo troppo dentro, insomma. Hai visto
che ho "resuscitato" Orochimaru? XD Sigh, Jiraya e Tsunade mi
intristiscono da matti quando parlano del passato... mi vien quasi
voglia di picchiare Kishi-sensei!
Mala_Mela: uhm... non so se la
mia infatuazione per Sasuke sia momentanea o meno (devo smetterla di
guardare fanart in cui non sembra un emoboy psicopatico...), ma per ora
è funzionale alla storia! XD (e tu sai perché) Quindi va
bene così... può anche darsi che sia perché
ultimamente kishi si disinteressa di Naruto, eh. Potrei rinsavire da un
momento all'altro! ...No, dico... Ma secondo te, se io avessi per le
mani le copie di Naruto, sprecherei il mio tempo a scriverne?! Me lo
legherei al letto e me lo... CENSURA. RICORDATI CHE SEI MINORENNE,
CLAUDIA! In sostanza, ciò che voglio dire è che NON ho
copie di Naruto da regalarti per Natale! Accontentati della tua RoyEd
per il compleanno!
lale16: pallanuoto?! Wow, la nazionale è anche forte in
quel campo! O_O Un giorno voglio un tuo autografo via mail! XD Ebbene
sì, ho resuscitato Orochibuto! (e NON è una coppia yaoi)
Per il ritorno di Naruto non preoccuparti, nel prossimo capitolo avrai
tutte le risposte che cerchi! ^_* E dovrai attendere solo fino a Sabato!
harryherm: tu sei una ragazza
molto intuitiva, lo sai...? Non ti dirò cosa di preciso hai
azzeccato, ma una cosa c'è! XD L'unico "appunto" che ho da farti
è... NON PARLARE DELLA MORTE DI ITACHIIII! Finché nessuno
la ipotizzerà, potrò illudermi che sia lontana! T_T
Itachi... sigh, perché è così impossibile che sia
Sasuke a lasciarci le penne?! Come ho già detto a MalaMela, te
la scordi la copia di Naruto! Se anche l'avessi, sarebbe tutta miaaaa!
*ç*
Talpina pensierosa: visto lo scontro? E visto il mio commento alla ObiRin? T_T Li rivoglio vivi...!
Killkenny; finché
restano vivi, tutti i personaggi possono essere riutilizzati! E, mi
pare, fino a prova contraria Orochimaru non è morto... per ora. Chissà cosa accadrà in futuro? (wow, un altro 10! Davvero, mi commuovo ogni volta di più!)
nixy: non so di preciso quanto
sarà ancora lunga la storia... per ora sto scrivendo il capitolo
39, sono piuttosto sicura di arrivare oltre il 45, non so se fino al
50... Di solito mi aggiro sulle 300 pagine, per ora sono a 270, ma mi
sa che questa volta vado oltre... è che c'è una cosa
che vorrei posticipare il più possibile! ^^' Purtroppo è
uno snodo fondamentale per la trama, e ormai... ormai mi tocca. Sigh.
So già che la mia vita avrà fine il giorno in cui
posterò quel capitolo...
Kyuubi: hai fatto esattamente la domanda che dovevi fare sulla "sofferenza" di Naruto... Poi chi le trattiene le nove code?
Sì, ormai posso confessarlo: prima della fine Kyuubi avrà
la sua scena madre! La amo troppo per negargliela! (e sarà anche
un omaggio a te! XD)
1992: te lo dico io
perché non ti immaginavi Orochimaru in questa fanfic:
perché fino al capitolo 10 mi ero dimenticata di lui! XD Sapevo
che doveva esserci, ma non lo calcolavo XD Temari è abbastanza
aggressiva, hai ragione... ma un giorno ti spiegherò
perché! ^_* E comunque... esiste un capitolo, con un titolo
assolutamente anonimo, che vedrà "la rivincita di Shikamaru"! XD
Sasuke non mi piace (aspetta, è un termine troppo forte...
anziché "piacere", diciamo "sopportare") perché è
"un ragazzo incompreso"; è che per sbaglio sono entrata nella
sua mente nel momento in cui ha lasciato Konoha... e ci ho trovato
tutta la sua esitazione, e il dolore, e la consapevolezza di quello che
stava facendo... per un attimo mi è parso di capirlo. Ti
trovarlo molto coraggioso: in fondo ha lasciato una vita più o
meno felice per una che sapeva sarebbe stata molto meno appagante...
Per quanto io non condivida il motivo della sua decisione, la scelta in
sé è molto coraggiosa. Ancora grazie mille per tutti i
complimenti e per il commento, che leggo ogni volta con piacere! A
presto, spero! (ma, se hai tanto da studiare, non perdere tempo qui con
me! XD O qualcuno mi accuserà di abbassare la tua media!)
Aya
|
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Capitolo 31 *** Draghi su Konoha ***
Naruto-31
So che fioccheranno
drabbles e commenti su ciò che è accaduto nel manga,
ma io voglio lasciare
il mio omaggio a lui, quella
persona speciale,
qui, per tutti voi.
La mia prima reazione è
stato un rifiuto. Netto.
Non volevo assolutamente pensarci.
E invece... continuavo a tormentarmi, a rileggere nella mia mente le scene
e le parole...
Forse mi prenderete per
pazza o melodrammatica, ma questo è ciò che ho provato
davanti al capitolo 382 di Naruto,
insieme alla chiara
sensazione di non poter più scrivere, alla sensazione di...
...di essere stata
tradita, quasi.
Poi... è
subentrata l’ammirazione.
Per Kishimoto, che è
stato in grado di creare un personaggio come lui,
e per lui stesso, per i suoi sentimenti e il suo modo di essere.
Ma non è
bastato.
Non è bastato,
perché faceva ancora male.
E allora... nonostante
il primo rifiuto, mi sono buttata nella scrittura, in questo mio
mondo sempre meno plausibile
(Kishimoto, purtroppo
per noi, è un genio imprevedibile)
ma che non fa così
male.
Certo, gli ultimi
sviluppi cambiano leggermente i miei piani, ma non la trama in sé.
Con la sicurezza di
essere meno traumatica del manga,
interrompo qui questo mio
sproloquio, di cui sentivo davvero la necessità,
e vi lascio ora alla
lettura...
Susanna, venerdì 14 dicembre 2007, Bologna
Capitolo trentunesimo
Draghi su Konoha
Vetro nero che va in frantumi.
Cristalli, a milioni, che restano sospesi per un istante... e poi
cadono, con un tintinnio acuto, si spargono sul pavimento e
riflettono mille volte l’oscurità.
Lui, e l’altro; faccia a faccia.
Non c’è luce.
Non questa volta.
«Sei un vero Uchiha»
La sua voce, così bassa e calma.
I suoi occhi, così letali.
«Non scappare! Se sono
un vero Uchiha, non scappare!»
Il suo sorriso... così sprezzante.
«Ti insegnerò la prossima volta»
«Non fare promesse che
non puoi mantenere!»
«Ora... è il dolore»
Un grido lacerò l’oscurità, e Sasuke scattò a
sedere, una mano serrata sul collo e la gola bruciante.
«Ahh...» gemette, ripiegandosi su sé stesso, e
avvertì l’intenso pulsare del segno maledetto sotto le
dita. Subito dopo... unghie.
«No... Maledizione...» imprecò, cercando
disperatamente di controllarsi.
Ma il sua marchio diventava più forte ad ogni giorno che
passava... o forse era lui a indebolirsi sempre più. Lo
sentiva, dentro di sé... come una larva, un insetto che lo
corrodeva dall’interno.
E sapeva che avrebbe vinto.
Lui non poteva sconfiggerlo.
Non gli interessava più.
«Sasuke»
Una voce, vicina.
Voltò appena la testa, con gli occhi marchiati dallo sharingan
velati e offuscati, e intravide un’ombra al suo fianco, nel buio,
chinata alla sua altezza.
«Bevi questo»
Gli fu teso un bicchiere. La sua mano, tremando, lo prese
autonomamente. Bevve.
Un toccasana...
Fresco, pungente, e... efficace.
Gli aghi di fuoco che pungevano ogni centimetro del suo corpo si
ritirarono, fino a scomparire lentamente, e anche la sua pelle tornò
del solito pallore uniforme. Un sospiro tremulo gli sfuggì
dalla gola, mentre le gocce di sudore scivolavano lungo la sua
schiena.
«Va meglio?»
Si sforzò di annuire.
«...Ora cerca di riposare»
Una mano si posò sulla sua spalla, e lo costrinse
delicatamente a stendersi di nuovo.
Sasuke richiuse gli occhi...
...Incubi...
Inconsciamente, pregò di non farne più. Mai più.
Kakashi si riprese il bicchiere, e si allontanò silenzioso...
“Naruto...
sbrigati a tornare”
La finestra andò in
frantumi.
I frammenti del vetro rimasero
sospesi nel buio per un istante, prima di precipitare al suolo
tintinnando... ma fu sufficiente.
Sai aprì gli occhi, e la
sua mano corse istintivamente verso il kunai sotto il cuscino. Nella
rapida confusione che seguì, intravide soltanto un’ombra
troppo grande per essere fermata, e rotolò giù dal
letto con un colpo di reni.
«Ecco, sì, così
è divertente!» rise una voce aspra, su di lui.
Rotolò di lato,
rialzandosi in piedi, e tese il kunai davanti a sé.
Dalla finestra in pezzi la tenue
luce della luna illuminava l’interno della stanza, la sagoma
longilinea ferma davanti al letto... e la spessa lama conficcata nel
materasso, là dove due secondi prima c’era stato il cuore di
Sai.
«...Tu eri insieme a
Sasuke...» mormorò il moro, cauto.
Suigetsu ghignò, estraendo
dalle lenzuola la spada appartenuta a Zabuza.
«Mi devi ancora qualcosa»
ribatté, tendendola verso di lui. «Sono qui per averlo»
Sai rifletté rapidamente,
mentre il suo volto restava impassibile.
Aveva bisogno di rotoli. E armi.
Non poteva cavarsela solo con un kunai, tanto più che
indossava giusto i boxer, e quindi era molto più esposto agli
attacchi.
Sarebbe riuscito a raggiungere il
suo zaino?
«Aha, non ci pensare»
lo anticipò Suigetsu, spostando leggermente la lama. «Non
farmi perdere tempo»
«Cosa vuoi?» chiese
allora lui, per guadagnare qualche secondo.
«Il tuo dolore»
Sai si accigliò
impercettibilmente.
«Voglio vedere quei tuoi
occhi freddi pieni di paura... voglio sentirti supplicare, e
gemere... Non sopporto la tua maledetta espressione indifferente!»
Sai scattò,
all’improvviso, mentre Suigetsu parlava ancora. Schivò la
spada, in un balzo fu allo zaino, lo afferrò, lo sollevò...
e se lo vide lacerato dalla lama affilata di Zabuza.
«Ti avevo detto di non
pensarci!» esclamò Suigetsu, abbassandola verso il suo
stomaco.
Lui schivò all’ultimo
istante, appiattendosi contro il muro, e si abbassò quel tanto
che bastava per afferrare il primo rotolo che gli capitò
sottomano. Si gettò a terra, ruzzolando dall’altra parte
della stanza, e la spada si abbatté sul pavimento a mezzo
centimetro dal suo piede.
Cosa aveva preso? Sentì
sotto le dita un sigillo, cercò di ricordare a cosa
corrispondeva... e imprecò.
Era troppo grande per essere
evocato lì dentro!
Adocchiò la finestra, e
Suigetsu se ne accorse, sbarrandogli la strada.
«Non. Farmi. Perdere.
Tempo!» sibilò.
Sai fece perno con la mano e
cercò di falciarlo, ma quello saltò ed evitò il
colpo. Ancora a mezz’aria, calò la spada su di lui, e un
lungo taglio si aprì lungo la scapola, mentre schivava per un
pelo. Cercò di rotolare oltre Suigetsu, ma all’ultimo
istante vide la sua seconda spada abbattersi poco avanti, e dovette
deviare bruscamente.
Ansando, raggiunse una parete e
vi premette la schiena, lasciandovi una striscia di sangue scuro.
«Usare la Samehada come una
mazza...» commentò Suigetsu, contemplando la spada di
Kisame accigliato. «Mi costringi a cose orribili»
“Devo
uscire di qui, o non combinerò niente” si disse Sai.
In un istante si cacciò il
rotolo in bocca e creò due copie.
«Non puoi confondermi in un
luogo così stretto!» esclamò Suigetsu, sollevando
la spada, e in quel mentre i due Sai gli furono addosso, in un
attacco assolutamente kamikaze, e lo spinsero a terra. Bastò
meno di un secondo perché la spada di Zabuza trapassasse l’una
e l’altra, ma quando Suigetsu alzò lo sguardo, l’originale
stava già saltando dal cornicione, fino al tetto poco
distante.
«Ah, che bastardo...»
ghignò, rialzandosi e raggiungendo la finestra.
Lo vide stagliarsi contro il
cielo nero, innaturalmente pallido nella luce lunare, e lo vide
sciogliere il sigillo attorno al rotolo.
«E va bene...»
sussurrò, salendo sul davanzale e tendendo la spada davanti a
sé. «Allora giochiamo»
La carta frusciò, nel
silenzio ormai non più interrotto dai grilli, e il chakra
brillò tenue attorno alla mano di Sai. Un’ombra nera, più
scura della notte, uscì dal foglio con una rapidità
disarmante, per stagliarsi sopra il capo di chi l’aveva evocata.
Un drago, lungo e sinuoso, si
snodò al di sopra del tetto, perfetto in ogni più
piccolo dettaglio; dalle squame, alle zanne, alla coda, e fino agli
occhi di un verde intenso e brillante, emanava potere.
«Ma è solo
inchiostro!» esclamò Suigetsu, per nulla intimorito.
Spiccò un balzo, e il
drago si mosse contemporaneamente, con un ruggito che attraversò
il villaggio da cima a fondo.
La spada di Zabuza incontrò
le zanne nere, e nello scontro ci fu un clangore cupo e prolungato.
La zampa dell’animale ghermì l’aria a pochi centimetri
dalla gamba dell’avversario, che si diede la spinta con le braccia
e tornò al muro dell’appartamento di Sai, aderendovi con il
chakra. Una volta lì sfoderò la Samehada, ghignando. La
sollevò, e la agitò in aria, convinto che così
facendo il drago si sarebbe dissolto in un istante... e invece non
accadde nulla.
Suigetsu si accigliò, e
cercò Sai con gli occhi.
Lo vide, fermo sul suo tetto, e
vide le sue dita sporche di sangue e premute sul rotolo, non per
caso. Evidentemente la creatura che aveva evocato non era soltanto
inchiostro e chakra... c’era qualcosa di più.
Sbuffò, e vide le fauci
della bestia snudarsi di nuovo. Saltò, schivandole, ma un
piede non si allontanò in tempo, e si liquefece al contatto
con le zanne acuminate. Mentre era sospeso in aria, vide le luci nel
villaggio che si accendevano, e le porte che si aprivano sulle
strade.
Merda. Il ruggito di prima doveva
aver svegliato tutti.
Kakashi si accigliò, con
ancora il bicchiere di Sasuke in mano.
Nel cielo, a una certa distanza,
si stagliava la sagoma nera di una creatura di inchiostro tra le più
potenti di Sai, che lui conosceva solo per sentito dire.
“Cosa
succede?” si chiese preoccupato, e poi lanciò un’occhiata
a Sasuke, ancora rannicchiato sul divano.
Il tranquillante che gli aveva
dato era abbastanza potente da tenerlo addormentato... ma per quanto?
Avrebbe potuto allontanarsi?
O sarebbe stato rischioso?
Esitò.
Aveva sentito parlare di Sai
anche prima che conoscesse Naruto... Era forte. Poteva cavarsela.
“O
almeno lo spero...” pensò cupo, senza allontanarsi dalla
finestra.
La tecnica lo colse impreparato,
mentre cercava inutilmente di affettare almeno uno degli artigli del
drago – che era sorprendentemente veloce, per la sua mole. Suigetsu
sentì un risucchio alle sue spalle, e vide il proiettile
d’acqua. Un istante dopo stava rigenerando la testa.
“Non
funziona” realizzò Sai, corrucciato. “Avrei dovuto
immaginarlo...”
Ma non era in grado di utilizzare
un altra tecnica mentre manteneva attiva anche quella che rafforzava
il drago. Con l’acqua era tutto più semplice, le cose gli
venivano naturali... non era così con gli altri elementi.
“In
questo modo non lo sconfiggerò mai” pensò in uno
sprazzo di lucidità, mentre il drago evitava l’ennesimo
fendente con una capriola aerea. La lama lo colpì di striscio,
e spesse gocce di inchiostro schizzarono fino a Sai, macchiandogli il
viso.
Inchiostro misto al suo sangue.
Quasi vivo, e sicuramente letale in quella forma.
Inchiostro... acqua... e
sangue...
Ah...
C’era una cosa che poteva
fare... forse...
...Qualcosa di mai tentato
prima... di probabilmente pericoloso...
...Qualcosa che era la sua unica
speranza di sistemare per sempre Suigetsu.
Non gli passò nemmeno per
l’anticamera del cervello di aspettare rinforzi. I membri della
Radice imparavano fin da piccoli a cavarsela da soli, e anche se
ormai la Radice era estinta, e anche se ormai aveva qualcuno su cui
contare, le vecchie abitudini sono dure a morire.
Era un buon rischio.
Aveva il cinquanta per cento di
probabilità di riuscita.
Più o meno.
Suigetsu si scagliò verso
il drago, mirando al lungo ventre, e quello si scostò con una
brusca virata; all’improvviso, davanti ai suoi occhi, c’era Sai.
Completamente scoperto.
Ghignò, e si diede la
spinta contro il muro dell’appartamento, la spada tesa avanti a sé.
«Fammi vedere
quell’espressione!» gridò in aria.
Sai si accigliò,
calcolando i tempi, e si spostò all’ultimo istante, perché
la lama evitasse il cuore. La sentì penetrare sotto lo sterno,
mozzandogli il fiato, e un gemito gli sfuggì dalle labbra,
mentre una smorfia di dolore si dipingeva sul suo viso.
«Ahh... così»
sussurrò Suigetsu, andando più a fondo.
Sai tossì, e il suo sangue
andò a macchiare la guancia dell’altro. Un rantolo corse
nella sua gola.
La sua mano si serrò su
quella di Suigetsu, stretta attorno all’elsa della spada.
«Hn? Che cosa vuoi?»
chiese lui, sarcastico. «Mi stai chiedendo di estrarla?»
Sai inspirò a fatica, e
sollevò lo sguardo. Le sue labbra sporche di sangue si tesero
nella pallida imitazione di un sorriso freddo.
«Sangue... inchiostro...»
mormorò, e il drago ruggì, tonante, scivolando rapido
sulla sua testa. Esplose, quasi come un fuoco d’artificio, e la
materia di cui era fatto si sparse tutt’attorno, schizzando muri e
tetti, impregnando abiti e capelli. «...Acqua»
Le dita di Sai affondarono nel
polso di Suigetsu, improvvisamente liquido.
Lui
si accigliò, senza capire, e abbassò lo sguardo sul suo
corpo. Le gocce scure che lo ricoprivano, e che scivolavano lente
verso il tetto su cui era ritto... si
stavano portando via parti di lui.
«Che cosa succede?»
chiese, leggermente inquieto. «Che cosa stai facendo?»
Sai non rispose, e Suigetsu sentì
un brivido correre lungo la spina dorsale. Per un attimo si sentì
minacciato.
Con un gesto secco estrasse la
spada, e un fiotto di sangue caldo macchiò le tegole, insieme
al rantolo di Sai. Ma la distanza non parve avere effetti.
«Che
stai facendo...?» chiese di nuovo, cercando di ripulirsi e
ottenendo solo di velocizzare le cose. «Cosa succede? Cosa
succede?!»
gridò, ormai realmente spaventato.
«Inchiostro...
sangue... e acqua...» ripeté Sai, con un filo di voce.
«E’ così che creo...»
sorrise, a malapena. «E tu... sei la mia acqua»
Suigetsu sbarrò gli occhi,
incapace di capire.
«Cosa?
Che hai detto?» esclamò, mentre già i suoi
lineamenti perdevano forma, mentre le spade di cui andava tanto fiero
cadevano rumorosamente sul tetto e poi giù, nella strada nera.
«Non è vero! Non è vero! Io
non posso morire!»
«Infatti... l’arte è
eterna» sussurrò Sai.
Tese una mano tremante, e la vide
sfocata davanti agli occhi. Raccolse il chakra, con le ultime
energie, e vide Suigetsu agitarsi ancora una volta... prima di
perdere consistenza.
Attirò a sé la
massa informe e scura che galleggiava nell’aria. Con l’altra
mano, tentoni, cercò il rotolo con cui aveva evocato il drago,
e se lo tirò vicino.
Posò la mano sulla carta,
chiuse gli occhi.
Nessuno aveva mai fatto ciò
che lui stava cercando di portare a termine.
Ma d’altronde, nessuno si era
mai trovato davanti Suigetsu.
Sentì l’inchiostro
fluire verso la carta, con il suo sangue e con l’acqua... e lo
sentì incredibilmente vivo e vitale.
Riaprì gli occhi, ansante;
il foglio era completamente, uniformemente, nero; ma di un nero
ambiguo, incerto e indefinito... quasi vivo.
«Ah...» sussurrò,
chinando il capo. «Che schifo di disegno»
Tossì di nuovo, e questa
volta non riuscì a riempire i polmoni d’ossigeno.
Mentre cadeva, riverso in avanti,
sul foglio totalmente coperto di inchiostro, due pensieri balenarono
nella sua mente.
“Fratello...
Naruto...”
«Che diavolo succede qui?»
esclamò Naruto quando, ansante, raggiunse Konoha con Sakura.
Contrariamente ad ogni loro
aspettativa, il villaggio non era addormentato, ma in pieno fermento.
Le luci erano accese, le porte
aperte, e per la strada c’era un viavai ininterrotto di persone in
pigiama. Un paio di ninja tentavano di ristabilire la calma, ma
nessuno sembrava ascoltarli.
«Cosa è successo?»
chiese Naruto, fermandone uno. Per sua fortuna, lui e quel chuunin si
conoscevano di vista, e riuscì ad avere qualche informazione
in più:
«C’è stato un
combattimento, presumibilmente... e sembra che Sai sia rimasto
gravemente ferito» gli fu detto, in un sussurro.
«Sai?» ripeté
Sakura ansiosamente. «E come sta?»
«Lo hanno portato
all’ospedale della Foglia, ma ho sentito che era in pessime
condizioni»
«Si sa chi è stato?»
chiese Naruto, preoccupato e furioso. Chi aveva osato entrare nel
villaggio e attaccare un ninja della Foglia, un suo compagno?
«E’ questo il problema:
quando lo hanno trovato, era completamente solo. C’erano segni di
lotta, ma non una goccia di sangue non suo, o una traccia
dell’avversario. C’era soltanto un rotolo completamente nero, ma
pensiamo fosse suo»
Sia Sakura che Naruto si
accigliarono. Cos’era successo?
Si scambiarono un’occhiata, ed
entrambi annuirono.
Lasciando il chuunin con un
saluto frettoloso, entrambi ripresero a correre, diretti questa volta
verso l’ospedale della Foglia. Nonostante fossero esausti e tutto
ciò che desiderassero fosse una doccia, costrinsero le loro
gambe stanche a portarli un po’ più in là, fino a
quello che ormai consideravano a buon diritto un membro della loro
squadra. Raggiunsero la meta in pochi minuti, ed oltrepassarono le
porte scorrevoli dell’ospedale senza rallentare.
«Posso aiutarvi?»
chiese l’infermiera dall’altra parte del banco all’ingresso,
con un sorriso standard.
«Questa notte un ninja è
stato ferito» disse Naruto in fretta. «Si chiama Sai.
Siamo qui per lui»
«Oh...» fece
l’infermiera, assumendo improvvisamente un’espressione turbata.
«Quel ragazzo... l’ho visto entrare. Ad ogni modo, in questo
momento lo stanno operando. E’ nelle mani di Shizune, e l’Hokage
ha detto che l’avrebbe raggiunta appena possibile»
«Io posso dare una mano»
si offrì Sakura prontamente.
«No, sei stanca» negò
Naruto.
«Sto bene! Posso ancora
fare qualcosa!» insisté lei.
«Ma è tutto il
giorno che corriamo, e anche la scorsa notte avremo dormito sì
e no due ore!»
Sakura lo fulminò con lo
sguardo. «Almeno per lui posso fare qualcosa?» chiese,
con voce tagliente e nello stesso tempo tremante.
Il riferimento era ovvio.
Sasuke.
Sakura doveva sentirsi... così
impotente. E lui non le aveva nemmeno detto che sapeva dove lo
tenevano...
Strinse i pugni, roso dal senso
di colpa, e scacciò dalla mente l’immagine di Kyuubi e di
tutte le altre cose che non le aveva permesso di sapere... Orochimaru
incluso.
«Va bene» disse alla
fine, in tono amaro. «Vai»
Lei annuì, e chiese
all’infermiera dove doveva presentarsi. Mentre quella rispondeva,
Naruto si passò una mano tra i capelli sudati.
Dannazione! Ci mancava solo
Sai...
Sakura si allontanò su per
le scale, nell’ospedale che conosceva bene, e lui si lasciò
cadere su uno dei divanetti nell’atrio, a quell’ora deserto.
Appoggiò i gomiti alle ginocchia, e si prese la testa tra le
mani.
Le cose si stavano facendo troppo
complicate... Sasuke, Sakura, Kyuubi, Orochimaru, e ora anche Sai!
Che altro sarebbe venuto dopo?
Non avrebbe saputo dire per
quanto tempo fosse rimasto fermo ad aspettare, nel silenzio
opprimente della stanza bene illuminata, ma a un tratto sentì
le porte dell’ingresso frusciare, e la voce dell’infermiera
dietro il banco che esclamava: «Quinto Hokage!»
Alzò la testa di scatto, e
vide Tsunade avanzare insieme a Jiraya.
«Allora?» chiese lei
in fretta, procedendo verso le scale.
«Se la stanno cavando»
rispose pronta l’infermiera. «Dieci minuti fa ho saputo che
non è più in pericolo di vita, e...»
«Sakura è con lui»
si intromise Naruto, dalla sua postazione.
Tsunade smise di camminare,
abbastanza bruscamente perché Jiraya rischiasse di inciamparle
addosso.
«E tu che ci fai qui?»
chiese stupita.
«Siamo appena tornati...»
sospirò lui. «Abbiamo visto la confusione, abbiamo
chiesto in giro... e abbiamo saputo»
L’Hokage sospirò
profondamente, massaggiandosi una spalla. «Se c’è
Sakura, allora lascio tutto a lei e a Shizune» bofonchiò
a voce bassa. «Sono due giorni che non faccio altro che indire
riunioni speciali, non ne posso davvero più...»
Naruto esitò, aprendo e
chiudendo i pugni più volte.
La domanda che premeva nella sua
gola era, come al solito, una...
«Ehm...» iniziò,
esitante, con un tono così diverso dall’ultima volta. «E...
Sasuke? Si sa nulla di nuovo?»
Tsunade smise di massaggiare.
Scambiò una rapida occhiata con Jiraya, che annuì
impercettibilmente. Allora sospirò a fondo.
«Mentre eravate via...»
disse cauta. «Si è tenuto il processo»
Vide Naruto irrigidirsi e
sgranare gli occhi, e allora si affrettò a continuare:
«E’ stato assolto da ogni
accusa. Ora è ospite di Kakashi, finché non avrà
di nuovo in mano le proprietà del suo clan»
«Mentre
eravamo via?»
ripeté Naruto allibito. «Perché... come avete
potuto tenerci lontano da un evento così importante?»
“L’ho
fatto proprio perché è un evento così
importante, razza di cretino!” sfrecciò nella mente di lei,
già provata da ore di interminabili discussioni politiche.
«Non è stato
intenzionale» mentì spudoratamente. «La missione
che vi ho affidato è piombata all’improvviso, e le cose si
sono mosse molto in fretta...»
Naruto distolse lo sguardo,
irritato.
Si vergogna di te. E come
biasimarla? Immagina solo i casini che avresti potuto combinare in un
processo del genere...
Silenzio!
Serrò i pugni,
inspiegabilmente pieno di energie, ora.
Oh, quanto avrebbe voluto fare
una sfuriata...!
Ma... poi si accorse che c’era
un dettaglio molto più importante cui fare attenzione: Sasuke
era stato assolto. Era ospite di Kakashi.
Era... fuori.
Il gelo scese su di lui.
Ora, quello che lui ancora
considerava un fratello era libero. Non più immerso nelle
tenebre cupe della sua prigione, non più segregato al buio, ma
nella luce; e con Kakashi al suo fianco.
Il che era un bene.
Ora, avrebbe potuto parlare. Dire
a tutti di come Naruto riusciva incredibilmente ad andarlo a trovare
nella sua cella... di come erano strani i suoi occhi rossi...
...Ora, avrebbe potuto dire tutto
questo a Sakura. E lei avrebbe potuto rivederlo.
Il che era indubitabilmente un
male.
Oh... Situazione rischiosa.
Un panico assolutamente
irrazionale gli chiuse la gola, e quasi mozzò il fiato nei
suoi polmoni.
Non devono incontrarsi.
Che pensiero stupido ed egoista!
Ma non devono incontrarsi!
No... No, forse è meglio
se non lo fanno.
NON DEVONO!
Già. Non devono.
«...Ho un favore da
chiedervi» mormorò, e la sua voce bassa risuonò
sinistra per l’atrio deserto. Quasi non la riconobbe. «Sakura
non ne deve sapere nulla. Almeno per un po’»
Jiraya e
Tsunade si accigliarono, perplessi.
«Cosa? E perché?»
chiese l’Hokage.
«Per... favore» disse
Naruto tra i denti. «Lasciatemi qualche tempo... voglio
parlargli... senza che lei lo sappia»
Silenzio.
Tsunade aveva una vaga idea di
quello che passava nella scompigliata testa bionda che gli stava
davanti. Ne aveva una vaga idea, perché conosceva come andava
il mondo, e bene o male conosceva anche la situazione dei tre membri
del gruppo sette originario. Ricordava ancora l’abbraccio di Sakura
a Sasuke, la prima volta che l’aveva vista; e anche il defilarsi
silenzioso di Naruto. Ora loro due vivevano insieme, Sasuke aveva
tradito la Foglia, e infine era ritornato... Era normale che Naruto
fosse turbato.
Sospirò.
«Sarà difficile»
commentò.
«Affidatele la cura di Sai»
propose lui. «Datele il compito di stargli accanto giorno e
notte, e fate attenzione a che nessuno si lasci scappare una
parola...»
«Ma anche Sai lo sa»
«Possiamo chiedergli di non
parlare, no?»
«Mh... Sì, suppongo
di sì» Tsunade fece una smorfia poco convinta. «Però...
prima o poi dovrà essere messa al corrente, ne sei
consapevole?»
«Certo che lo so!»
Ma speri che accada molto,
molto in là, vero?
«Non voglio che non lo
sappia mai... voglio solo un po’ di tempo» mormorò a
disagio.
L’Hokage sbuffò piano. «
E va bene» cedette. «Ci proveremo, se non altro. Tu vedi
di non tirarla per le lunghe»
Naruto si sforzò di
mostrare un sorriso teso.
A dire il vero, nemmeno lui aveva
la benché minima idea di cosa avrebbe o non avrebbe fatto con
Sasuke...
Nel prossimo capitolo:
Naruto inspirò a fondo.
Espirò.
Inspirò di nuovo.
“Va
tutto bene” si disse. “Non è successo niente. Se Sasuke
avesse detto qualcosa a qualcuno, avrei già gli Anbu alle
calcagna. Va tutto bene. Devo solo bussare... e entrare. E poi
prenderlo a pugni, se è ancora il depresso cronico che era in
quel buco di cella. Posso farcela. Non è nulla di
traumatico...”
Hai intenzione di espirare, prima
o poi?
Ah, già.
* * * * ȣ * * *
*
Spazio
autore
E
con questo mi sono liberata anche dell'ultimo membro del Serpente, quel
Suigetsu la cui esistenza è profondamente irritante!
(diciamocelo, di Hebi si salva solo Juugo)
Il lato negativo è che per farlo ho dovuto maltrattare un po' (di nuovo) Sai,
ma quello positivo è che si è fatto tutta la scena pressoché ignudo... eheheh...
Finalmente Naruto è tornato a Konoha, e con lui Sakura, e
finalmente sapete qual è la sua reazione alla "notizia Sasuke"...
...La domanda che, oggi, si pone è: quanto a lungo riuscirà a tirare il segreto?
(per tutti quelli che lo avevano chiesto: ora sapete perché
avevo bisogno che Sakura fosse via, e che quindi non incontrasse
Sasuke...)
Nel prossimo capitolo, Naruto e Sasuke, Sakura, team Asuma e clan Hyuuga!
A lunedì, miei amati lettori!
Colgo l'occasione per chiedervi: i tre capitoli che metterò in sequenza, uno al giorno,
li volete tra il 20 e il 24, tra il 26 e il 30 o nella prima settimana di gennaio?
Nota-spoiler del manga:
la breve introduzione a questo capitolo
è ovviamente dedicata
a Jiraya.
Uno dei più grandi personaggi che Kishimoto abbia mai creato.
Scusate la melodrammaticità intrinseca del pezzo,
ma così è nato e così rimane.
nixy: certo
che c'è qualcuno che si fida di Naruto, c'è un'intera
schiera di persone simili! E anche lui si fida di tanta gente, è
solo che ci sono cose che non si ammettono nemmeno con sé
stessi, e a quel punto è impossibile parlarne con altri! Il
capitolo che segnerà inesorabilmente la mia fine è ancora
lontano, per tua fortuna. Ma quando lo posterò ti renderai
immediatamente conto che è lui... oh, se lo saprai...
sammy1987: per vedere l'incontro tra Naruto, Sakura e Sasuke dovrai aspettare ancora un po', come già sai! XD
harryherm: non è colpa
mia per il ritardo negli aggiornamenti... è la stupida rete
casalinga che va e viene senza preavviso! Comunque da oggi sono tornata
al mio paese, e qui resterò fino alla prima settimana di
gennaio... di problemi non ce ne saranno per un po'! Di Jiraya non
voglio parlare... la ferita è ancora aperta... T__T (sto
seriamente pensando di scrivere una lettera di insulti a Kishimoto), e
per quanto riguarda la coppia Naruto-Sakura, tutto è ancora
possibile! Come ho già anticipato, prima della fine ci
sarà un capovolgimento dopo l'altro, in una catena
ininterrotta... fino all'ultimo atto. L'ultima frase dello scorso
capitolo non c'entrava nulla con Suigetsu! XD Era solo per dare il
contentino a voi lettori e assicurarvi che Naruto sarebbe finalmente
tornato!
Talpina pensierosa: detto, fatto! ^_* Ormai sono più efficiente di un qualunque ninja! XD
1992: la scena malinconica
riguardante i tre sannin mi è venuta in mente ripensando al
momento in cui Jiraya cerca di fermare Orochimaru e non ci riesce... ho
pensato che in quel momento deve essersi sentito come Naruto quando ha
combattuto con Sasuke, e ho provato tanta pena per lui! Quando piango
io, piangono anche i miei personaggi... (ora, poi, con quello che
succede nel manga, verranno versati interi fiumi di lacrime!) Mah, a
dire il vero Sakura non capisce un tubo di quello che è successo
davvero a Naruto! XD Vede che è scosso, ma da un punto di vista
medico... infatti fraintende totalmente le motivazioni psicologiche (un
tantinello influenzata da quelli che sono i suoi
desideri...)! Una malattia quella che mi porta a scrivere "capitoli
stupendi"? Boh, sinceramente ho scritto di meglio... o almeno
così mi pare... ^^' Ma se a voi piacciono, ben venga! Non
sarò certo io a lamentarmi! Anche se dovesse significare un
maggior coinvolgimento di Sasuke! (devil)
lale16: Kyuubi è uno dei
personaggi che voglio rendere più complessi, all'interno della
storia. Kishi ci ha lasciato solo vaghi accenni su di lei... quando ha
detto a Sasuke "non uccidere Naruto, te ne pentirai", cosa voleva dire
davvero, per esempio? Insomma, finora ci è stata presentata solo
come un agglomerato di chakra straordinariamente malvagio... ma io non
riesco a vederla così. Per me è e deve essere qualcosa di
più, indipendentemente da ciò che pensa Kishi.
kage_naru89: certo, nelle fiabe
c'è sempre il protagonista e l'antagonista... ma l'antagonista
non è un viscido traditore che si piange addosso e dà
fuori, iniziando a pensare di uccidere tutti i suoi vecchi amici! Per
quanto il colpo di scena, ai suoi tempi, sia stato davvero fenomenale,
non puoi negare che, con tutta la problematicità del caso e i
suoi pregi (che ho elencato nel capitolo scorso, o in quello prima),
Sasuke sia una bella testa di c***o! Capisco che la storia non avrebbe
lo stesso fascino senza di lui e senza il desiderio di salvarlo di
Naruto, ma permettimi almeno di odiarlo quanto merita! XD Personalmente
credo anche io che alla fine "si redimerà", ma senza dimenticare
che, confrontato con Naruto, perde su tutta la linea in termini di
coraggio, forza di volontà e talento (l'ultima è una
piccola aggiunta personale! XD). Nonché figosità... ma
questo è soggettivo! *ç* E non tiriamo in ballo traumi
infantili, perché anche naruto ha avuto i suoi bei problemi!
Eppure non è cresciuto come uno psicopatico schizoide! Anzi, a
voler ben vedere, Sasuke partiva con un netto vantaggio... aveva a
disposizione un intero villaggio pronto a fare il comprensivo e ad
elogiarlo a ogni piè sospinto, laddove Naruto aveva occhiate
ostili e mormorii alle spalle... Va beh, ma questo argomento mi
entusiasma un po' troppo, meglio lasciar perdere per ora! XD "Il mio
cuore crede che Naruto alla fine riuscirà a
contenere la volpe.. e che lei nn si lascierà influenzare dal
serpentello orociock ... altrimenti.. nn saprò che fare..-!!!!":
oh, tesoro, ma tu non devi preoccuparti di nulla! E' esattamente per
questo genere di grane che ci sono io! XD Ahh, lo shippuuden... voglio
da morire la puntata in cui Naruto libera quattro codeeeee! >_<
La voglio, la voglio, la voglio! Devo vederla!
Killkenny: ebbene è
successo: mi sono montata la testa! XD Colpa dei tuoi votoni
stratosferici, eh sì! D'altronde... capisco che vedere Orociok
che subisce sia una bella soddisfazione XD Anche a me è piaciuto
parecchio scriverne! E Sai se l'è cavata bene anche senza aiuti
altrui, non ti pare? Certo, ora è in coma, con un buco nel petto
e mezzo dissanguato... ma sono solo dettagli nella lunga e luminosa
carriera del ninja! XD
arwen5786: me lo spieghi
per cosa stanno i numeri alla fine del nick? XD Forse se avrò un
motivo logico per la loro esistenza, riuscirò a ricordarli
più facilmente! Ohohoh, sono intrinsecamente bastarda, e quindi
non ho alcuna intenzione di dirti se la ShikaIno avrà un futuro
o romperà le uova nel paniere a Temari... C'è qualcuno
che lo sa (rileggiti qualche vecchia recensione di Mala_Mela, potresti
trovarci qualche perfido ed enigmatico suggerimento...), ma non certo
perché l'ho svelato io! Lo sa... perché sì. Alla
fine di questa storia comprenderai il motivo... (oggi mi sento
criptica! XD) Per tirarmi su dopo aver letto le ultime scan, ho ripreso
in mano il volumetto 33 del manga... ed ho conseguentemente deciso che
IO ODIO SASUKE UCHIHA! Insomma, solo a vedere quanto fa soffrire Naruto
e Sakura mi ribolle il sangue nelle vene! Capisco che quel cretino di
Naruto straveda per lui, e quindi lo tollero per amor suo... ma se
così non fosse, lo appiccicherei alla prima croce che trovo e
gli darei fuoco! (questa si chiama "conversione del dolore in rabbia
furiosa") Con l'anime ho un solo, grande problema: mi annoia -.-
Cioè... se quel maledetto b******o di Kishimoto non lasciasse
volontariamente delle cose in sospeso per poi svilupparle in quella
sede (come tutta la storia del rasengan superiore, per esempio), non lo
considerei nemmeno lontanamente (ad eccezione delle scene d'azione, che
con l'animazione acquistano duecentomila punti). Diciamocelo, tante
volte allunga i combattimenti senza alcuna ragione logica, in certe
puntate è disegnato da schifo, e alcune voci non riesco ad
accettarle... (quella di Naruto sì, eccome... *ç* E anche
quella di Kakashi! *ç*) Per non parlare poi della versione
italiana, il cui adattamento testi è semplicemente terrificante
e dove non posso assolutamente tollerare la pacotto e (mi dispiace
dirlo) la voce di Shikamaru! Laddove i fratelli Uchiha e Naruto me li
ascolterei anche venti ore al giorno... *ç* se non sparassero le
cazzate che gli fanno sparare [chiedo scusa per lo sfogo, con il
doppiaggio sono molto più che puntigliosa] Ok, con questo passo
e chiudo, "alla prossima puntata"! XD
nicole-chan: dai, facciamo che
questo te lo anticipo: la prossima volta che Orociok tornerà a
imperversare in questa fic, saremo vicini alla fine...! E Sai... beh,
ormai hai letto come è andato il suo combattimento, no? XD
OneWingedAngel: bentornato!
Lieta di rivederti in questi foschi lidi! XD Ebbene sì, Orociok
ha fatto la sua comparsa e hai avuto il tuo capitolo movimentato!
Purtroppo per te, dopo Suigetsu non ci saranno scontri epici (fuori
dalle lenzuola, intendo... poi ricordiamoci sempre che c'è
Shikamaru!)... fino all'ultimo che ho previsto, e che - ovviamente -
coinvolgerà Kyuubi in grande stile (ma non ti saprei dire se
anche Sasuke scenderà in campo, devo ancora deciderlo! XD)!
(dopo aver letto le scan, poi, ho deciso di apportarvi una piccola
modifica...) Diciamo che prima di quello devo far succedere un paio di
cose a livello psico-emotivo... Insomma, devo spiegare il titolo della
fic! XD Mi spiace soltanto di essermi sbarazzata di Suigetsu
così presto, visto che sembri amarlo tanto! D'altronde sarebbe
stato soltanto una brutta grana da gestire, e ne ho già
abbastanza...!
Aya
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Capitolo 32 *** Contrasti ***
Naruto-32
Capitolo trentaduesimo
Contrasti
Il villaggio della Nuvola era coperto da nubi alte e chiare, che si
muovevano lente verso est.
Ogni cosa era come doveva essere, lungo le strade e per le piazze. Il
pomeriggio lasciava lentamente il posto alla sera, e una leggera
brezza spirava tra le case.
L’abitato non era molto esteso, ma piuttosto compatto. C’era una
via principale lunga e tortuosa, e tante vie secondarie che si
diramavano come una ragnatela. La piazza centrale, leggermente
rialzata, ospitava un ampio e alto edificio di un giallo intenso.
Davanti all’ingresso, annoiati, stavano quattro ninja con il
coprifronte della Nuvola; contavano i minuti alla fine del turno. A
un tratto dall’interno giunsero altri quattro ninja. E i loro erano
coprifronte della Roccia.
«Quando finite?» chiese uno dei nuovi arrivati.
«Dieci minuti» grugnì uno degli altri, sbuffando.
«Una birra?»
«Perché no?»
«E quelli dell’Acqua? Che fanno, si uniscono a noi?»
«Che ne so? Non si muovono mai, quelli... sempre lì, ad
aspettare davanti alla porta. Certe volte ho il sospetto che non
siano neanche umani!»
L’ultima affermazione fece serpeggiare un ghigno tra i ninja.
«Lasciamoli qui» se ne uscì poi uno della Nuvola.
«Che importa?»
«Ahh, come sei meschino!» esclamò un suo compagno,
in tono melodrammatico. «Non sei preoccupato per le sorti
dell’incontro? Potrebbe anche nascerne una nuova guerra mondiale!»
«Ma sta’ zitto» bofonchiò il primo, rifilandogli
un pugno amichevole. «Se sei così in ansia ti lasciamo
qui senza troppi problemi»
«Col cavolo!»
Risero, incuranti e di umore leggero.
Ma sopra le loro teste, due piani più in alto, i toni erano
profondamente diversi.
L’aria nella sala del Consiglio era greve.
I Kage seduti al tavolo erano tre, i funzionari almeno nove,
provenienti da paesi diversi. Ognuno aveva davanti un plico di carta
più volte sfogliato e commentato, e una caraffa d’acqua con
bicchiere.
Il Raikage gettò un’occhiata fuori dalla finestra, dove il
cielo grigio imbruniva. Trattenne un borbottio.
«Bene... il giorno sta per terminare» disse in tono
stanco. «Siamo finalmente giunti a un accordo?»
Il Mizukage e lo Tsuchikage mormorarono qualcosa ai loro funzionari,
esitanti. Sfogliarono di nuovo la documentazione, si schiarirono la
voce, nascosero uno sbadiglio dietro la mano... e alla fine si
guardarono, stringendosi nelle spalle.
«Sì, direi di sì» rispose lo Tsuchikage,
raddrizzando la schiena. «A una condizione»
Il Raikage e il Mizukage trattennero un gemito.
«Come sapete, la mia posizione è quella più a
rischio nell’ipotesi di una guerra. Dei presenti, il mio è
l’unico Paese raggiungibile via terra dal Fuoco... e quindi
pretendo alcuni diritti in più»
«Di questo potremo discutere più avanti...»
cincischiò il padrone di casa. «In fondo per ora si
tratta soltanto di ammonire il Fuoco e il Vento, non stiamo ancora
parlando di un vero e proprio conflitto...»
«Non ne dubito» interruppe l’altro. «Solo, vorrei
fosse messo agli atti che alla prima ipotesi di guerra ci sarà
un’altra riunione, e discuteremo delle clausole riservate al mio
Paese»
Il Raikage e il Mizukage si guardarono.
Erano lì già da due giorni. Erano stanchi. Poteva anche
essere che la guerra non si sarebbe mai raggiunta...
«E sia» annunciò il primo, stentoreo. «Sia
messo agli atti: oggi nasce l’Alleanza a scopo difensivo tra
Nuvola, Nebbia e Roccia; nell’ipotesi in cui tale Alleanza si
vedesse a fronteggiare un rischio effettivo, un’ulteriore riunione
stabilirà i privilegi particolari di cui la Terra godrà,
in quanto Paese più esposto. L’Alleanza nasce a causa dei
timori sollevati di recente dalle trattative politico-militari
intrattenute tra il Vento e il Fuoco, trattative che hanno sconfinato
pochi giorni fa in un intervento di ordine sociale ad opera del Vento
sul territorio del Fuoco. Noi siamo molto in ansia circa i reali
rapporti che intercorrono tra questi due Paesi; è per questo
che chiediamo conto a entrambi degli scambi che avvengono in termini
di merci, informazioni, e quant’altro possa portare a un
danneggiamento dell’equilibrio mondiale faticosamente conseguito in
questi anni...»
Mentre la voce del Raikage risuonava nella stanza, il leggero fruscio
di una penna sulla carta era l’unico altro rumore udibile...
I caldi raggi del sole mattutino erano schermati dalle tende bianche
alle finestre. L’aria nella stanza era fresca, nonostante i trenta
gradi e più dell’esterno, acuiti dall’afa, e il ronzio
basso di un condizionatore la attraversava vibrando.
C’era
silenzio. Un silenzio leggero e vuoto, rotto soltanto dal bip-bip
dell’apparecchio collegato al cuore di Sai. Lui, nel letto,
dormiva; da ore.
Sakura era seduta sull’unica sedia della stanza, vicino al muro.
Con la nuca appoggiata alla parete, fissava il soffitto.
Da quanto tempo era lì?
Dopo aver contribuito a ricucire la ferita di Sai con Shizune, le
avevano concesso di riposarsi su una branda, nonostante lei avesse
insistito per tornare a casa. Anche Naruto, che l’aveva aspettata
fino alla fine, l’aveva convinta a restare. Poi, quando aveva
aperto gli occhi, le avevano detto che si sarebbe occupata a tempo
pieno di Sai, e che non avrebbe potuto allontanarsi dalla stanza se
non quando qualcuno fosse venuto a visitarlo.
“Maledetti
schiavisti...” pensò, corrugando le sopracciglia chiare.
“Cos’hanno in mente?”
Era appena tornata da una
missione, e loro non le concedevano nemmeno un giorno di riposo;
avrebbe voluto sapere di Sasuke, e loro a malapena le rivolgevano la
parola; le sarebbe almeno piaciuto restare con Naruto, ma le
impedivano persino quello...
Nascose gli occhi dietro un
braccio, inquieta.
Si sentiva in trappola.
Come il suono della campana a
fine lezione, il bussare sommesso intervenne a salvarla nel momento
in cui pensava di essere finita. Scattò in piedi come una
molla e andò ad aprire, speranzosa: quella poteva essere la
prima visita, il che significava del tempo da passare come voleva...
Non restò delusa: sulla
soglia trovò Ino, Shikamaru e Choji, e la prima della fila
teneva in mano un mazzo di fiori grosso quasi quanto lei.
«Sakura!» esclamò
Ino, da dietro un giglio di proporzioni epiche.
«Siete
venuti a trovare Sai?» chiese lei veloce, gettando una rapida
occhiata verso il tanto ambito corridoio. «Che cosa carina!»
cinguettò, trascinandoli dentro. «Non vi preoccupate,
state pure qui tutto il tempo che volete, io intanto vado un attimo
a...»
Un colpo di tosse leggero la
interruppe. Voltandosi verso la soglia, Sakura vide una delle giovani
infermiere dell’ospedale che la guardava sorridente.
«Chiedo scusa...»
disse, con un cenno del capo. «Dal momento che ha qualche
attimo libero, avremmo bisogno di un suo parere riguardo a un paio di
ammalati»
«Che cosa? Ma io...»
tentò di protestare lei, e non riuscì a proseguire.
«Come?» fece
l’infermiera, senza smettere di sfoggiare il suo sorriso
abbagliante e disarmante.
Sakura gemette interiormente. Era
un ninja medico. Non poteva sottrarsi ai suoi compiti per capriccio.
Si passò una mano tra i capelli, rassegnata, e raggiunse la
soglia.
«Torno tra poco...»
disse sconsolata ai tre rimasti nella stanza, e cupa si richiuse la
porta alle spalle, sperando di avere almeno il tempo di andare in
bagno.
Ino guardò il punto in cui
era scomparsa sbattendo le palpebre.
«Perché è
qui?» chiese a voce alta. «Pensavo che, appena tornata
dalla missione, sarebbe andata da Sasuke...»
«Sasuke non era in pericolo
di vita» spiegò Choji pragmaticamente, succhiando un
lecca-lecca con impegno.
«Pensavo che una notizia
del genere ti avrebbe fatto piacere» commentò invece
Shikamaru, inarcando un sopracciglio.
Ino arrossì bruscamente, e
si affrettò a dargli le spalle fingendo di cercare un posto in
cui lasciare i fiori. «S-Sakura non è Sakura, se non si
preoccupa per Sasuke!» balbettò in fretta, posando il
mazzo sul comodino.
Shikamaru, per nulla convinto, si
grattò la nuca.
Donne: creature decisamente
troppo complesse. Che Ino avesse definitivamente sostituito Sai a
Sasuke? Strano, però: ora che l’Uchiha era tornato e Sakura
era impegnata con Naruto, sarebbe stata la sua occasione...
No. No, non doveva pensarci
troppo, o si sarebbe fritto il cervello.
Le donne erano semplicemente di
un altro pianeta, quella era indubbiamente la soluzione migliore e
più semplice.
Ne aveva avuto un esempio neanche
due giorni prima, quando aveva saputo che Temari era tornata a Suna
senza neanche passare a salutarlo; e dire che l’ultima volta che si
erano visti lei aveva dovuto scavalcare la finestra per evitare la
signora Nara, di ritorno dal processo di Sasuke...
Naruto inspirò a fondo.
Espirò.
Inspirò di nuovo.
“Va
tutto bene” si disse. “Non è successo niente. Se Sasuke
avesse detto qualcosa a qualcuno, avrei già gli Anbu alle
calcagna. Va tutto bene. Devo solo bussare... e entrare. E poi
prenderlo a pugni, se è ancora il depresso cronico che era in
quel buco di cella. Posso farcela. Non è nulla di
traumatico...”
Hai intenzione di espirare,
prima o poi?
Ah, già.
Espirò, rendendosi conto
solo in quel momento del leggero giramento di testa che lo aveva
colto, e spolverò nervosamente i vestiti, fermo sul
pianerottolo dell’appartamento di Kakashi.
Quella notte non aveva dormito
granché: l’ansia per Sasuke e per Sakura non gli aveva
permesso di riposarsi come avrebbe dovuto e voluto, con il risultato
che quella mattina si era svegliato nervoso e irritabile. La
stanchezza non era un problema, a quella sopperiva Kyuubi, ma l’umore
era completamente nelle sue mani.
L’ora di pranzo si
avvicina...
Lo so! E che cavolo, mi sarà
concessa almeno un po’ di esitazione?
Settantadue minuti di
esitazione?
Sta’ zitta! Sei soltanto frutto
della mia coscienza!
Naruto tossicchiò. Sbuffò.
E, prima che il suo sistema nervoso tentasse di fermarlo, bussò.
Qualche istante di silenzio...
poi passi.
«Chi è?»
«Sono... ehm... Naruto»
Il rumore di una chiave che gira
nella serratura, una lama di luce che taglia la calda penombra del
pianerottolo, e poi la rassicurante visione di Kakashi, senza
coprifronte calato sullo sharingan, ma con la sempiterna maschera
nera a coprirgli il volto. Come diavolo faceva a non avere caldo?
«Immaginavo che saresti
venuto» disse semplicemente, facendosi da parte per lasciar
entrare Naruto. «Ho sentito di quello che è successo
questa notte... So che Sakura si è occupata di Sai, come sta
ora?»
«Bene...» rispose
Naruto, guardandosi ansiosamente attorno. «Ehm... Sasuke
dov’è?»
Kakashi fece un cenno con il
capo, dicendogli di seguirlo. Lo condusse lungo il corridoio fino al
salotto, arredato con mobili dai colori chiari e inondato di luce, e
lì si fermò.
Naruto spinse lo sguardo
all’interno della stanza, nell’ansiosa ricerca di un corpo a lui
familiare, e alla fine lo trovò, seduto in un angolo in ombra,
la schiena appoggiata alla parete e i gomiti alle ginocchia. Teneva
la testa china, ed era sempre vestito di bianco.
Guardò Kakashi,
leggermente irritato.
«Perché ha ancora
quei vestiti?» chiese.
«L’abbigliamento non è
la prima delle mie preoccupazioni» ribatté lui, senza
scomporsi.
Naruto tornò a guardare
Sasuke, cupo. «Ha... ha detto qualcosa?» domandò
ancora, tradendo soltanto una lievissima incertezza nella voce.
«Borbottii sconnessi nel
sonno... credo abbia molti incubi» spiegò Kakashi senza
notare nulla. «Ma quando è sveglio non apre bocca, se
non per lamentarsi. Il segno maledetto sembra quasi divorarlo
dall’interno...»
Naruto corrugò la fronte.
I polsi di Sasuke sembravano più
sottili dell’ultima volta, e i capelli avevano perso completamente
la loro lucentezza. Era pallido, più del solito, pallido come
un malato... e sul collo, appena nascosto dai capelli ora più
lunghi, il segno era circondato da un alone rossastro, come
un’infezione.
Andando avanti così non
durerà a lungo.
Naruto strinse i pugni, e prese
un respiro profondo.
«Maestro Kakashi... puoi
lasciarci soli per qualche tempo?» chiese piano.
Kakashi lo guardò,
accigliandosi, e sentì una vaga inquietudine a livello dello
stomaco. «Cos’hai intenzione di fare?»
«Cerco di svegliarlo. Non
preoccuparti se sentirai un certo trambusto»
La fronte del jonin dai capelli
d’argento si spianò in un cenno rassegnato. Naruto amava i
metodi pratici, più che le parole.
«Ricordati che è
debilitato» si limitò a dire, ancora con una leggera
ansia, poi, posata una mano sulla sua spalla, lo lasciò solo e
uscì.
Naruto esitò ancora per un
lungo istante, sulla soglia, e infine si decise ad attraversare la
stanza fino alla parete contro cui stava Sasuke. Gli si fermò
davanti, in piedi. Lo guardò dall’alto in basso, ma non
sentì nessun senso di superiorità, nessuna
soddisfazione, nessuna gioia nel farlo.
Forse era più forte
dell’Uchiha, forse lo aveva superato... ma non c’era gusto così.
Faceva schifo, così.
«Che stai facendo, eh?»
chiese piano.
La testa di Sasuke si mosse
impercettibilmente, ma non accennò a volersi rialzare.
«Ora sei fuori, eppure ti
comporti ancora come il solito imbecille»
Nessuna reazione.
«Dannazione, ti hanno dato
un’altra opportunità!» esclamò Naruto, perdendo
la calma. «C’è gente che ucciderebbe per averla, e tu
la getti al vento così?»
«Naruto...» una voce
roca, aspra. «...Vattene»
«No»
Nascosto dietro ai capelli,
Sasuke fece un sorriso amaro, e le labbra screpolate si tesero
dolorosamente.
«Sei sempre il solito
coglione...» disse, sprezzante. E il suo non era il tono che
usavano da ragazzini, quello che mandava in bestia il Naruto
dodicenne, ma un tono più adulto e... doloroso.
Non era soltanto un insulto; lui
ci credeva davvero.
Arrogante, eh?
Senza quasi rendersene conto,
Naruto lo afferrò bruscamente per il bavero e lo sollevò,
come se non avesse peso, sbattendolo contro la parete.
«Apri bene le orecchie»
sibilò, a pochi centimetri dal suo viso ancora più
pallido e scavato dell’ultima volta. «Non ti ho salvato la
vita per vedertela sprecare così! Sei di nuovo a Konoha, gli
abitanti di questo villaggio hanno deciso di darti la loro fiducia
un’altra volta, e io mi rifiuto di credere che non ricordi più
nulla di quello che eri un tempo!» la stretta sulla stoffa dei
suoi abiti aumentò, facendosi dolorosa contro il petto
dell’Uchiha.
Lui si lasciò sfuggire una
smorfia, e affondò le unghie nel polso di Naruto. Si sforzò
di puntare gli occhi neri e spenti in quelli azzurri e accesi di lui,
e strinse i denti.
«Io
non volevo essere salvato!»
ringhiò aggressivo. «Non volevo tornare in questo
villaggio, non volevo essere assolto, e non volevo vedere di nuovo la
tua stupida faccia!»
Naruto lo scagliò verso il
divano, mandandolo a urtare pesantemente un bracciolo.
«Non puoi decidere da solo
queste cose!» ruggì. «Ci sono persone che si
aspettano qualcosa da te! Che fanno qualcosa per te! Che non vogliono
perderti! Ma tu, nel tuo egoismo del cazzo, te ne freghi! Vuoi fare
l’ultimo dell’Uchiha, vuoi essere l’eroe romantico triste e
solitario, vuoi morire tragicamente ed essere ricordato! L’unico
vero coglione sei tu, non io!»
Nello sguardo di Sasuke, per un
attimo, brillò una breve scintilla.
«Che ne sai tu?»
sibilò tra i denti, alzandosi a fatica e premendo una mano sul
fianco dolorante. «Sai cosa vuol dire perdere l’unica
maledetta cosa che ti fa andare avanti?»
Parole già sentite,
diverse ma familiari... un dialogo noto e fastidioso.
«Tu
non hai perso niente!» in una falcata, Naruto fu davanti a lui.
«Itachi è morto, esattamente come volevi! Ora puoi
iniziare con la nuova fase, puoi fare esattamente ciò che
avresti fatto se lo avessi ucciso tu! Ma la verità è
che non ci hai mai pensato davvero! Degli eroi nessuno sa niente dopo
la grande
missione,
non è così?»
«Smettila!»
Sasuke afferrò Naruto per la maglia, all’improvviso. La sua
stretta era debole, e il suo sguardo ancora spento, ma qualcosa si
agitava nel fondo delle pupille scure. «Io non sono un eroe! Io
volevo vendetta, non giustizia! Volevo solo farlo a pezzi con le mie
mani!»
«Per cosa, eh?»
Naruto strinse le dita attorno a quelle dell’Uchiha, che lo
tenevano ancora. Aumentò la sua presa, quasi a dargli la forza
che mancava, e non staccò gli occhi dai suoi nemmeno per un
istante. «Perché volevi farlo a pezzi?»
«Lui
ha ucciso i nostri genitori! Ha distrutto il clan! E
mi ha lasciato senza nessuno al mondo!»
«Ti sembra di essere solo,
ora?!» esplose Naruto, affondando le unghie nella sua mano. «Il
fatto che io, Sakura, il maestro Kakashi e Sai, e anche Hinata, Kiba,
Shino, Kurenai... il fatto che tutti noi abbiamo rischiato la vita
per portarti indietro non significa forse qualcosa?!»
Sasuke liberò di scatto la
mano, distogliendo lo sguardo.
“Non
è questo che voglio...” riuscì soltanto a pensare,
senza dirlo. “Non siete voi che voglio...! Io... rivoglio
il mio sogno...”
Una fitta di dolore gli
attraversò la spalla, nel momento più propizio. Con un
gemito strozzato portò una mano al segno maledetto, che
bruciava sulla sua pelle, e si piegò verso il divano.
«Sasuke? Sasuke, cosa
succede?» scattò Naruto, improvvisamente ansioso. Gli
allontanò la mano, e vide il sigillo di Orochimaru, di un nero
più intenso del solito, e la zona arrossata che lo circondava,
più ampia di prima. Lo sfiorò, e lo sentì
bruciare sotto le dita. «...Maestro Kakashi!» chiamò,
mentre la pelle bianca dell’Uchiha si faceva rapidamente scura, a
macchia d’olio.
Kakashi fu lì in meno di
un istante, e schioccando la lingua prese dalla tasca una confezione
di pillole. Ne prelevò una, aprì a forza la bocca di
Sasuke, e lo costrinse a ingoiarla.
«E’ un tranquillante»
spiegò allo sguardo interrogativo di Naruto. «E’ stato
creato apposta per lui, prima che se ne andasse dal villaggio.
Controlla per un certo tempo il segno maledetto»
Ansante,
Sasuke si accasciò sul suo braccio, tornando del solito
pallore uniforme. I suoi occhi cercarono per un ultimo istante
Naruto... poi le palpebre si abbassarono.
«Dormirà per un po’»
mormorò Kakashi, mentre insieme a Naruto lo adagiava sul
divano. «Ormai gliene devo dare due al giorno, e di questo
passo finiranno presto... Forse Sakura potrebbe cercare di...»
«No» lo interruppe
Naruto, turbato. «Lei... non sa ancora del processo. E non
dovrà saperlo, per un po’»
Kakashi si accigliò
impercettibilmente. «Posso chiedere perché?»
domandò cauto.
«Prima vorrei... provare a
svegliarlo» borbottò Naruto, nascondendo il senso di
colpa con l’imbarazzo. «Vorrei che lo vedesse in maniera
diversa... ecco...»
Scuse.
Patetiche, sbrigative, e deboli
scuse. Era palese.
Ma Kakashi capiva anche come si
sentiva Naruto, almeno a grandi linee.
Ah... certe volte gli ricordava
così tanto Obito, con il suo imbarazzo e le scuse confuse, per
proteggersi, per nascondere le debolezze...
«Va bene» disse
annuendo.
“Spero
soltanto che riuscirai a cavartela quando lei lo scoprirà”
aggiunse mentalmente.
Hanabi Hyuuga nutriva una grande
ammirazione per suo cugino Neji.
Lui incarnava l’ideale del
nobile per eccellenza: era intelligente, forte, rispettoso
dell’etichetta e cortese. Conosceva il suo posto, ma sapeva anche
fin dove poteva spingersi e su quali tasti fare leva per migliorare
la sua posizione.
Hanabi era ancora molto giovane,
ma già aveva capito a grandi linee come funziona il mondo.
E aveva deciso che un giorno lo
avrebbe sposato.
Non perché ne fosse
innamorata, o perché lui era come il candido eroe sul nobile
destriero, ma per il semplice motivo che era ragionevole supporre che
un giorno suo padre le avrebbe lasciato in mano la gestione del clan.
E quale miglior consorte del cugino tanto dotato e apprezzato da
tutti?
Nessuno si sarebbe opposto a un
simile matrimonio, nessuno di assennato e importante, se non altro.
Hanabi aveva già fatto i
suoi calcoli, e negli ultimi anni aveva investito un po’ di tempo
prezioso cercando di stabilire un qualche dialogo con Neji. Si era
rivelata un’impresa più ardua del previsto: certo, lui era
sempre gentile e disposto ad ascoltare, ma anche straordinariamente
impegnato. Erano più i giorni in cui era via, in missione o ad
allenarsi, di quelli che passava a casa.
Ma quel giorno era disponibile.
Lo trovò, assolutamente
per caso, mentre passeggiava in giardino con suo padre. Sembravano
immersi in una profonda discussione, e nessuno dei due l’aveva
vista.
Silenziosa come un gatto, Hanabi
scivolò dietro ai cespugli fino a raggiungerli, e si mise in
ascolto curiosa – magari avrebbe tratto lo spunto per una qualche
conversazione...
«...vantaggi per te e per
tutto il clan» stava dicendo in quel momento Hiashi.
«Non lo metto in dubbio»
ribatté Neji, corrucciato. «Ma non credo sia giusto
imporre un matrimonio con la forza, per quanto sarebbe indubbiamente
utile»
Un matrimonio? Hanabi si
illuminò, vedendo tutti i suoi piani che prendevano
improvvisamente consistenza.
«Stai cercando di dirmi che
il matrimonio d’amore è una soluzione possibile, ai livelli
in cui ci muoviamo?» ribatté Hiashi, sarcastico. «Tra
la nobiltà il matrimonio è soltanto un contratto; e
bisogna fare le mosse giuste per stringere quello migliore»
«Perdonatemi se vi
contraddico... ma stiamo pur sempre parlando di vostra figlia...»
Hanabi dovette trattenere un urlo
di giubilo, nascosta dietro il cespuglio.
«Che è ciò
che io posso offrire, in questo contratto» proseguì
Hiashi senza lasciarsi impressionare. «Può darsi che non
sia un ninja eccezionale quanto te, Neji, ma ha ereditato la bellezza
di sua madre e non si ribellerà ai tuoi desideri...»
Hiashi si fermò, e guardò il nipote. «Inoltre,
per me sarebbe molto rassicurante saperti al suo fianco... E’ una
merce di scambio, certo, ma entro certi limiti: Hinata è pur
sempre mia figlia...»
Alt.
Cosa aveva detto?
«Io... sono molto onorato
dalla vostra proposta, davvero» Neji sospirò
profondamente. «Ma non ho alcuna intenzione di obbligare
madamigella Hinata o chicchessia a un passo come il matrimonio. Se
sarà lei ad accettare per prima... allora e solo allora, sarò
disposto a prendere seriamente in considerazione l’idea. Fino a
quel momento non voglio neppure pensarci»
“Hinata
non smetterà mai di pensare a Naruto, se va bene. E anche
quando dovesse succedere... c’è Kiba che attende la sua
occasione con impazienza” aggiunse mentalmente.
Hiashi aggrottò la fronte,
meditando.
«Dunque si tratta solo di
convincere Hinata?» domandò.
«No»
lo corresse Neji. «Si tratta di attendere che lei prenda una
decisione, non di convincerla»
Il capoclan degli Hyuuga dovette
trattenere il sorriso che gli sorgeva spontaneo, davanti
all’ingenuità del suo giovane nipote.
«Ma certo» disse
conciliante. «Sono lieto che abbiamo trovato un accordo»
Neji annuì, sfoderando lo
stesso falso sorriso che gli veniva rivolto in quel momento, e poi
mormorò qualcosa a proposito di un allenamento speciale
proposto dal maestro Gai. Hiashi lo congedò, e rimase a
guardarlo finché non fu scomparso all’interno. Solo allora
il ghigno che aveva trattenuto spuntò sulle sue labbra.
Ma un fruscio distolse la sua
attenzione.
Si voltò, attivando il
byakugan, e... vide Hanabi, ritta dietro un cespuglio, che gli
puntava addosso due occhi candidi e accusatori.
«Hanabi?» fece,
sorpreso. «Non ti abbiamo sentita...»
«Io lo sposerei senza
crearti problemi» disse lei bruscamente, arrossendo.
«Come?»
«Neji.
Lo sposerei al volo, padre. Se tu decidessi di lasciare il clan a me,
invece che a Hinata, io seguirei il tuo volere! Esaudirei ogni tuo
desiderio!»
La bocca di Hiashi assunse una
piega dura.
«Cosa stai dicendo,
Hanabi?» chiese secco.
«Ho... Ho sentito quello di
cui stavate discutendo» si scusò lei. «Padre... tu hai sempre detto che io sono migliore di mia sorella! Io
pensavo... pensavo che...»
«Tu pensi un po’ troppo»
la interruppe lui. «E a cose che non capisci»
Hanabi arrossì
bruscamente, umiliata.
«V...Vuoi lasciare il
clan nelle mani di Hinata, quindi?» chiese con un filo di voce.
«Queste non sono cose che
ti riguardano» sbottò Hiashi. «Se hai tempo da
perdere, torna ad allenarti»
La minore delle sorelle Hyuuga
strinse i pugni.
«Padre, perché mi hai
illusa, se non avevi intenzione di rendermi il tuo successore?»
chiese, quasi urlando. «Io... io... ti avrei reso orgoglioso di
me! Avrei portato avanti la nostra tradizione, mi sarei affidata alla tua guida...!»
«E’ esattamente questo il
motivo per cui non ti ho scelta, Hanabi» la interruppe lui.
«Non ho bisogno di un burattino che si limiti ad eseguire gli
ordini, ma di qualcuno che sia in grado di agire autonomamente»
«E
Hinata
sarebbe
questa persona?» allibì Hanabi. «Hinata,
che non sa nemmeno parlarti tenendo alto lo sguardo?»
«Tu sei un’ottima ninja,
Hanabi. Ma Hinata ha qualità che non hai, e che fanno di lei
una guida migliore»
Il rossore sulle guance della
ragazzina si trasformò rapidamente in bianco livore. Strinse
pugni e denti, irrigidendosi.
Una guida migliore?
Quell’Hinata che fino agli otto
anni si perdeva ancora nella residenza principale?
Era un affronto.
«Va bene padre...»
mormorò, gelida, e gli rivolse un inchino frettoloso. «Ti
auguro una buona giornata»
Senza aggiungere altro, gli voltò
le spalle e si allontanò. Mentre camminava, un pensiero fisso
danzava davanti ai suoi occhi velati dalle lacrime.
“Non
vuoi un burattino che esegua gli ordini, eh?” pensò,
avanzando con passo militare. “Vuoi una persona che sia in grado
di prendere decisioni autonome, che pensi con la sua testa... va
bene. Ti darò questa persona, padre. Renderò Hinata ciò
che tu vuoi che sia... e scoprirai che era molto meglio prima”
Nel prossimo capitolo:
«Ah...» sussurrò lui, e cercò i suoi
occhi con lo sguardo. «Siete tornati...» realizzò
all’improvviso. «Dov’è Naruto?»
Sakura si incupì. «Vorrei saperlo anche io. Sono tre
giorni che non si vede... mi hanno mollata qui, dicendomi che non
dovevo perderti d’occhio... mi hanno praticamente rinchiusa in
questa stupida stanza, e lui non si è nemmeno degnato di
venire a trovarmi»
«Sasuke...»
Sakura si irrigidì. «Cosa?»
«Forse è con Sasuke...»
* * * * ȣ * * *
*
Spazio
autore
Allora, la parte dedicata a Naruto e Sasuke ha riscosso molto successo tra le mie due lettrici anticipate
(che un po' mi fanno da beta)...
ma non è la cosa davvero importante.
Insomma, le liti furibonde civili discussioni tra quei due sono all'ordine del giorno.
Ciò che conta, e questo è solo un consiglio su "cosa tenere d'occhio", è la noiosissima parte politica...
Ne sentirete riparlare davvero tanto, credetemi!
Nel prossimo capitolo, come avrete intuito dall'anticipazione, Sakura scopre di Sasuke!
Come reagirà?
(ecco, il 33 è quel capitolo, per chi mi capisce...)
Vi saluto, e vado a ordinarmi la bara!
Chiedo scusa per le risposte brevi, ma sono assolutamente di fretta e il tempo stringe!
Dalla prossima volta torna l'angolino chilometrico, per cui...
...non smettete di scrivermi papiri! XD
Sono
molto,
MOLTO
incazzata.
Questo capitolo lo avevo messo lunedì sera, ne sono sicura!
Perché è sparito?!
Sapete cosa significa?
Che la mia tabella di marcia va letteralmente a puttane (e scusate la volgarità),
e che diventa inutile che io mi faccia in quattro per restare nei tempi!
STUPIDO SITO!!!
Talpina pensierosa: Naruto non ha ancora nemmeno iniziato ad essere preoccupante... aspetta il capitolo 34, per stare davvero in ansia!
arwen5786: ora ho memorizzato i
numeri, non dovrei più avere problemi! XD Beh, per una volta non
ho voluto che Naruto fosse sempre perfetto e corretto. Anche lui ha le
sue debolezze, ed è giusto che ogni tanto escano fuori (non
posso sempre prendermela con Sasuke! XD) E poi... diciamocelo: lui ha
davvero paura che Sakura perda la testa a vedere Sasuke (e non ha
neanche torto). Ad ogni modo, a me piace da impazzire quando fa il
fiero sui tetti dei palazzi e sconfigge i cattivi... ma lo adoro alla
follia quando sbaglia, e cerca di cavarsela senza riuscirci. Non
è terribilmente
tenero? Ecco, non guardando l'anime ti anticipo subito che in questa
fic non vedrai nemmeno il più pallido accenno a Matsuri!
Confesso anzi che tollero la sua esistenza soltanto nella ff di dionea,
"Quello che vorrei", e giusto perché comunque lì sono
tutti un po' "fuori dalle righe"! Per il resto, ho il preconcetto
burino del "l'opera è quella del mangaka, il cartone animato
è qualcosa di diverso!", che mi porta a perdermi molte cose, ma
allo stesso tempo a infilarmi nel mondo del manga con tutta me stessa!
^_^
harryherm: maledettamente intuitiva! "Ormai mi sono accorta che più tu ami un
personaggio più lo fai soffrire, che maledetta che sei :)"
<-- non ho mai trovato sintesi più perfetta della mia
personalità di autrice! XD Sasuke inizia a fare pena anche a me,
ma come hai potuto leggere nell'anticipazione, il momento dell'incontro
è vicino! (o forse no, e ho inserito di nuovo un preview
sviante?) Comunque hai ragione: Sinners inizia soltanto adesso... Per
quanto riguarda gli aggiornamenti, non temere: quelli ravvicinati non
influiranno assolutamente sul ritmo degli altri, perché la
tabella di marcia che seguo, e che mi costringe a metterli in fila,
prevede aggiornamenti ogni due giorni!
Mala_Mela: è ormai
palese: sei malata. Tu che parli di Sasuke senza citare nemmeno una
delle migliaia di morti cruente che ti passano nella testa è
qualcosa di molto, molto insolito e preoccupante! Devo chiamare
Gregorio Casa? XD Sai è Sai. Il mio giocattolino. Il pupazzetto
da maltrattare. Quello da far girare come una trottola per strappare un
sorriso a voi lettrici, insomma. Meno male che a lui non dispiace mica!
XD
lale16: ultimamente Kishi
è un po' distratto, sì sì... Io aspetto solo che
Naruto torni alla ribalta, per ora si è fatto un inutile giro di
valzer con Tobi e basta! é_è Grazie per i complimenti,
cercherò di sfornare sempre idee che piacciano a voi lettori! XD
killkenny: ed ecco che torno
con i piedi per terra! XD Beh, in fondo me lo aspettavo! Non ho sempre
assi nella manica come il ritorno di Orociok!
kage_naru89: se VUOI sapere
cosa succede nel capitolo 382, continua a leggere; ALTRIMENTI chiudi
subito gli occhi! Allora, ci sei? Spoiler! Jiraya muore! T___T
Sì, tutti noi siamo in lutto per questo...
nicole_chan: amo le ripetizioni quando sono in termini di complimenti! XD
sammy1987: non so bene
com'è, ma quando un personaggio muore diventa all'improvviso uno
dei migliori mai creati! XD C'è stata la stessa scena ai tempi
di Asuma, anche se in misura molto più ridotta! (nota: anche io
sono tra coloro che stanno piangendo e proclamando l'assoluta
perfezione di Jiraya! XD) L'incontro tra Sakura e Sasuke sarà
presto, non temere! Mi spiace solo che probabilmente salterò un
aggiornamento, proprio ora che ho messo quest'anticipazione così
bastardella... credimi, non è colpa mia! Non avevo previsto che
sarebbe caduto proprio qui!
sofipuf92: il dolore unisce, lo so... T__T Siamo tutti in lutto!
nixy: no no, nella testa di
naruto, alla fine dello scorso capitolo, a parlare era "la sua
coscienza" (chiamiamola così in mancanza di termini migliori),
la vocina bastarda che gli fa notare tutto ciò che lui cerca di
nascondere a sé stesso... A parlare è Kyuubi quando ci
sono le virgolette! (es: "bla bla")
Ehh, so che è un po' complicato, ma ha un suo perché! Kyu
resterà un po' in sordina da qui in poi... e anche per questo,
ho già pronta una ragione! XD Mamma mia, quanto sono efficiente!
Aya
|
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Capitolo 33 *** Tempo scaduto ***
Naruto-33
Capitolo trentatreesimo
Tempo scaduto
Terzo giorno di sonno per Sai.
Ormai la metà di luglio si
avvicinava, e il caldo si faceva sempre più asfissiante.
Terzo giorno di prigionia per
Sakura.
La nevrastenia era
pericolosamente vicina.
«Buongiorno, sono qui per
cambiare la flebo...»
Il semplice ingresso di
un’infermiera significava scatti inconsulti, a quel punto. Sakura si
avventava su ogni poveretta che mettesse piede nella stanza,
chiedendo insistentemente di poter uscire, di avere almeno dieci
minuti di aria e di vita, ma quelle, terrorizzate, balbettavano
qualcosa di sconnesso e se ne andavano in tutta fretta.
“E’
una cospirazione” realizzò lei la sera del terzo giorno,
mentre con la fronte premuta contro il vetro freddo della finestra
fissava l’esterno come un drogato fissa la dose che non prende da
giorni. “Per qualche assurda ragione vogliono tenermi chiusa qua
dentro...”
Il suo respiro formava un cerchio
bianco sulla superficie liscia e trasparente, e la vita che scorreva
là fuori sembrava infinitamente distante.
Se solo Sai si fosse svegliato,
maledizione! Almeno quello! E invece no: coma indotto. La sua ferita
sarebbe guarita meglio in quelle condizioni... al diavolo tutti i
medici!
«Senti un po’, a che
punto sei?» chiese Tsunade senza girarci attorno, appoggiata
con i fianchi alla scrivania dell’Hokage.
Naruto guardò altrove,
improvvisamente interessatissimo a una mosca che volava alta
nell’ufficio.
A che punto era con Sasuke?
Ovviamente a zero.
Sì, lui reagiva alle
provocazioni, ma in ogni caso non aveva le forze per farlo come si
deve. Ancora si rifiutava di mangiare, e se ribatteva a ciò
che gli veniva detto era per puro spirito di ribellione, non per una
vera volontà di ripresa. Senza contare che il segno maledetto
diventava più forte di giorno in giorno.
«...A buon punto»
borbottò Naruto, vago.
«Mh...» fece Tsunade,
assottigliando gli occhi castani. «Era tanto che non vedevo una
bugia così spudorata e così pessima»
«Non sto mentendo!»
si indignò Naruto, e mentre inveiva sentì la risata
sarcastica della volpe riecheggiare nelle orecchie.
«Mi hai preso per una
cretina?» sbuffò l’Hokage, ora quasi minacciosa.
«Credi che non sappia cosa ti frulla in testa? Ho capito perché
non vuoi che quei due si incontrino; ma non puoi tenerli separati per
sempre. E’ vero, un Sasuke così debilitato può
facilmente risvegliare l’istinto materno di Sakura, ma allo stesso
tempo se non ti fidi di lei non andrete molto lontano. E ormai sono
tre giorni che la teniamo confinata nella stanza di Sai: di questo
passo impazzirà, o uscirà dalla finestra mettendo le
ali»
Naruto arrossì, fissandosi
le mani saldamente intrecciate.
Sapeva che ognuna delle parole di
Tsunade era giusta, lo sapeva bene.
E sapeva che il quadro di lui che
ne usciva non era molto lusinghiero.
Ma, anni prima, di fronte a un
abbraccio che non aveva voluto interrompere, si era sentito così
impotente... ed era terrorizzato all’idea di rivivere la stessa
esperienza.
«...Mi serve ancora un po’»
bofonchiò.
«Un po’ quanto?» lo
incalzò lei.
«Ehm... un po’... di
tempo»
L’Hokage sbuffò.
«Un giorno» disse
secca. «Ti concedo ventiquattr’ore, non di più. Poi
lascerò libera Sakura»
La manicure è una faccenda
seria.
Bisogna controllare la lunghezza
delle unghie, regolarla, rifinire la curvatura, eliminare le
pellicine, e poi passare lo smalto – in due strati – aspettare
che asciughi, esaminarlo e pregare che non presenti imperfezioni.
Quando magari il risultato finale assomiglia in tutto e per tutto a
unghie normali, solo un po’ più lucide del solito.
Haruka aveva un sacco di tempo da
dedicare alla manicure.
Ma quel giorno, miracolosamente,
aveva altro da fare.
Eppure passò anche mezzora
in più a lucidare e limare le unghie, per l’unica e semplice
ragione... che il suo ‘altro da fare’ era un appuntamento. Dopo
almeno cinque giorni di silenzio completo della controparte
interessata.
Insomma...
non è che Kakashi sapesse
che
dovevano vedersi... è che lei aveva deciso di andarlo a
trovare. Sasuke o non Sasuke.
Dedicò l’intera mattina
a manicure e capelli, e poi scavò nell’armadio dei suoi
genitori alla ricerca di qualcosa di riutilizzabile. Alla fine ciò
che riuscì a reperire l’avrebbe resa immensamente
affascinante... vent’anni prima. Guardò con occhio critico
gli abiti stinti e fuori moda, e alla fine lanciò tutto di
nuovo nell’armadio.
Al diavolo.
La cara vecchia divisa da ninja
sarebbe andata benissimo... anche con lo smalto.
Si vestì in cinque minuti
e passò i successivi venti ad aggiustare i capelli, che quel
giorno avevano lottato e vinto per l’indipendenza. Alla fine si
arrese, lasciando che andassero dove volevano, e uscì di casa
a passo spedito.
Non
era una donna che si faceva molti problemi con gli uomini: era
cresciuta ricordando sempre che ognuna delle persone che incontrava
avrebbe potuto esserle utile se sapeva quale tasto premere, e per
questo aveva imparato molto della psicologia umana. Con l’animale
uomo di sesso maschile,
poi, le cose erano ancora più semplici.
E Kakashi non faceva eccezione,
anche se per una volta non le interessava in quanto potenziale
detentore di documenti top-secret.
Raggiunse il suo appartamento in
pochi minuti, si infilò nell’ingresso lasciato aperto per il
caldo e salì le scale con la miglior camminata ninja. Arrivata
al suo piano, si fermò davanti alla porta nel punto esatto in
cui Naruto aveva atteso per più di un’ora qualche giorno
prima, e bussò senza esitazioni.
Non dovette attendere molto per
sentire la serratura scattare, e attraverso uno spiraglio vide
Kakashi.
«Ciao» lo salutò
sorridendo.
Lui inarcò le
sopracciglia, spiazzato, e aprì del tutto. «Haruka? Che
ci fai qui?» le chiese.
«Sono passata a trovarti.
Sai, non sei più uscito di casa dal processo a Sasuke. Mi
chiedevo se eri ancora vivo»
«Sì, ma... ecco... a
dire il vero in questo momento...»
Qualcosa, da qualche parte
nell’appartamento, andò in frantumi. Una voce si sollevò
e gridò parole indistinte. Haruka inclinò la testa di
lato, con aria interrogativa, e Kakashi sospirò profondamente.
«C’è anche Naruto»
borbottò. «Sta ehm... cercando di ‘svegliare’
Sasuke. O così sostiene lui»
«Mh. Sembra divertente»
commentò lei. «Posso entrare o è pericoloso?»
«Sei fuori allenamento?»
«Sono in perfetta forma»
«Allora prego»
Kakashi si fece da parte, e la
lasciò passare.
Haruka entrò e si guardò
attorno senza il minimo pudore.
«Wow. Non avrei mai detto
che fosse così... uhm in stile ‘casa dolce casa’»
disse con un sorrisino. «Sembra quasi che una donna ci abbia
messo lo zampino» lo guardò di sottecchi.
«Allora ho un lato molto
femminile» replicò lui.
Haruka rise, e scosse la testa.
«Va bene. Mi offri qualcosa?»
«Solo un attimo... prima
vado a controllare che quei due non si siano buttati dalla finestra
nell’entusiasmo della terapia. Intanto vieni, purtroppo il salotto
è occupato, ma c’è la cucina»
Kakashi la portò
nell’ultima stanza in fondo, quella più calda e luminosa, e
la lasciò seduta su una sedia mentre tornava da Naruto e
Sasuke.
Come previsto, il salotto era in
condizioni pietose: i cuscini erano sparsi ovunque – e uno
diffondeva piuma d’oca per l’aria – il suo unico vaso di un
certo valore era in pezzi, le tende lacerate, una sedia mancava di
una gamba, e pagine di libro strappate svolazzavano ovunque.
Dulcis in fundo, Sasuke era
piegato sullo schienale del divano, ansante, e Naruto lo teneva per
una spalla, affondando le unghie nella scapola in maniera dolorosa,
almeno a prima vista.
Unghie... un po’ troppo lunghe,
in effetti.
Kakashi si accigliò, ma
quando cercò di guardare meglio tutto era normale.
«Naruto... Non ti sembra di
esagerare un po’?» chiese piano. «Cosa ti prende oggi?»
Naruto, con il fiato leggermente
corto, lasciò andare Sasuke e fece un brusco passo indietro.
Mentre l’Uchiha si lasciava andare contro il divano, pulendo il
labbro macchiato di sangue con il dorso della mano, lui si passò
le dita tra i capelli.
«Tsunade mi ha dato
l’ultimatum» disse tra i denti. «Ho meno di venti ore,
al momento»
«...Capisco» si
limitò a commentare Kakashi. «Ma non credo che ucciderlo
sia la soluzione»
Il pugno di Naruto si abbatté
sulla parete. «Lo so!»
Sasuke alzò appena lo
sguardo, corrugando la fronte.
Venti ore? Ultimatum? Cosa
sarebbe successo allo scadere del tempo? Cosa poteva rendere Naruto
tanto inquieto da mostrargli di nuovo quegli occhi scarlatti, prima
che Kakashi arrivasse?
Non riuscì a trovare la
risposta, perché in quel momento il segno maledetto si rifece
vivo, con una fitta più lancinante che mai. Il dolore fu tale
che non riuscì nemmeno a provare a controllarlo, e vide le sue
mani scurirsi senza poter far niente per impedirlo. Sentì un
conato di vomito, e non riuscì a fermarlo, rovinando per
sempre il divano di Kakashi. Avvertì un familiare dolore tra
le scapole, e poi il sapore del sangue in bocca.
Gemette, e due mani forti si
serrarono sulle sue braccia, bloccandole, mentre altre mani lo
costringevano a ingoiare qualcosa di piccolo e viscido. Tossì,
rischiando di strozzarsi, e solo dopo secondi che parvero ore sentì
il dolore affievolirsi, e ritirarsi.
Ansante, si trovò steso
sul divano con i capelli appiccicati alla fronte sudata. I suoi occhi
vagarono senza posarsi su nulla... vide Naruto, vide Kakashi, ma non
gli importò riconoscerli. Sollevò una mano tremante e
la portò al segno maledetto... sotto le sue dita, sentì
il tiepido calore del sangue, trasudato attraverso la pelle come da
una piaga purulenta e malsana.
Naruto lo guardava, corrucciato,
e Kakashi accanto a lui non mostrava un’espressione migliore.
«E’ la crisi più
veloce e intensa che gli abbia mai visto» commentò
quest’ultimo, cupo.
«Dannazione...»
imprecò l’altro, lottando contro l’impulso di prendere a
calci la prima cosa che gli fosse capitata sottomano.
Ormai non era più soltanto
questione di svegliare Sasuke. Ormai era questione di salvargli la
vita... e lui non avrebbe potuto fare niente.
Ma Sakura sì.
Sakura sì...
«...Credo che ormai si possa considerare fuori pericolo»
disse Sakura, passandosi una mano sulla fronte. «Possiamo
smettere di tenerlo in coma»
L’infermiera che era con lei nella stanza di Sai esitò.
Sapeva che doveva impedire alla kunoichi di uscire dall’ospedale e
avere contatti con chicchessia, ma non sapeva se ‘chicchessia’
comprendesse anche il paziente. Se avesse permesso che si svegliasse,
sarebbe stato un errore?
«Cosa c’è?» chiese Sakura, irritata. «Devo
fare da sola?»
«No. No, mi scusi...» mormorò l’infermiera,
mortificata, affrettandosi a raggiungere la flebo.
Gli ordini dei medici non si discutevano; qualunque cosa fosse
successa, sperava solo che non riversassero la responsabilità
su di lei.
Come le era stato detto, chiuse la flebo e attese qualche secondo,
prima di sfilare delicatamente l’ago dal braccio del paziente.
Controllò i monitor che riportavano le sue condizioni fisiche,
e li trovò normali.
«Dovrebbe svegliarsi in qualche minuto» comunicò
piano.
«Va bene» annuì Sakura. «Puoi andare»
L’infermiera si defilò silenziosa, lasciandola sola, e lei
rimase ai piedi del letto di Sai, a fissarlo con le braccia conserte.
Aveva
atteso per giorni il momento in cui fosse stato possibile
svegliarlo... perché avrebbe significato libertà.
Nessun malato sveglio, per quanto messo male, aveva bisogno di una
guardia ventiquattrore al giorno.
Voleva vedere Naruto.
E voleva vedere Sasuke.
E voleva uscire di lì, maledizione!
Le lancette dell’orologio sul muro si muovevano con esasperante
lentezza. Quanto tempo ci sarebbe voluto perché il farmaco
smettesse di fare effetto?
Le scivolò lo sguardo su una mano di Sai, e per un attimo le
sembrò che si muovesse. Scattò avanti, ma non successe
altro; allora, delusa, tornò alla fine del letto. Tornò
a fissare il suo viso pallido... e lo trovò ad occhi aperti.
«Sai!» esclamò, tornando al suo fianco. «Come
ti senti? Fa male?» chiese rapida, mentre le sue dita si
muovevano veloci a controllare i sensori sul suo corpo e gli occhi ai
monitor.
Lui gemette, e lei gli tolse la maschera ad ossigeno.
«Fa male...» mormorò, cercando di portare una mano
al petto.
«Avevi un buco sotto lo sterno» spiegò lei,
fermandolo. «Ti abbiamo ricucito come potevamo, ma per qualche
tempo non sarà piacevole»
«Ah...» sussurrò lui, e cercò i suoi occhi
con lo sguardo. «Siete tornati...» realizzò
all’improvviso. «Dov’è Naruto?»
Sakura si incupì. «Vorrei saperlo anche io. Sono tre
giorni che non si vede... mi hanno mollata qui, dicendomi che non
dovevo perderti d’occhio... mi hanno praticamente rinchiusa in
questa stupida stanza, e lui non si è nemmeno degnato di
venire a trovarmi»
«Sasuke...»
Sakura si irrigidì. «Cosa?»
«Forse è con Sasuke...»
All’improvviso l’aria condizionata nella stanza sembrò
decisamente troppo alta.
«Con... Sasuke?» ripeté Sakura, immobile. «Cosa
vuol dire? Dov’è Sasuke?»
Sai chiuse gli occhi, cercando di mettere ordine nei suoi pensieri
confusi. «C’è stato il processo... lo hanno assolto...
ora è con Kakashi»
Le labbra di Sakura si dischiusero lentamente.
Sasuke... era libero?
Perché avevano fatto il processo mentre lei e Naruto erano
via? Perché, quando erano tornati, nessuno aveva detto
niente...?
E perché... perché Naruto non era venuto a trovarla
nemmeno una volta, in quei tre giorni...?
Sentì qualcosa di pesante e gelido scendere fino al suo
stomaco, come un blocco di ghiaccio.
Se Sasuke era libero... e Naruto non era lì con lei... c’era
un unico posto in cui poteva essere.
Ma...
non le aveva detto niente.
Non
una parola, non un accenno... Quando lo aveva saputo? Da chi? E
perché nessuno
le aveva parlato? Perché... all’improvviso se ne rendeva
conto... perché avevano cercato di tenerglielo
nascosto?
«Sakura...?» chiamò Sai, senza capire il suo
improvviso mutismo.
Lei richiuse la bocca, pallida, e ricambiò il suo sguardo
senza vederlo. Si voltò, come un automa, e raggiunse la
finestra; posò le mani sul davanzale; fissò il giardino
all’esterno; premette la fronte sul vetro freddo.
E lì rimase, immobile.
Di nuovo fermo davanti a una porta chiusa. Succedeva un po’ troppo
spesso, di recente...
Naruto si mosse nervoso sui piedi.
Una porta bianca, questa volta. Un corridoio silenzioso. Aria
condizionata.
Eppure il sudore colava lungo la sua schiena in quantità
industriali.
“Mi
ucciderà” pensò, atterrito. “Non c’è
alcuna possibilità che me la cavi... Mi ucciderà. E poi
mi lascerà. No, forse devo invertire l’ordine”
Si guardò attorno, alla
ricerca di un appiglio qualunque, ma il corridoio dell’ospedale era
completamente deserto.
Inspirò a fondo.
Tsunade glielo avrebbe detto
comunque, il giorno dopo. E ogni secondo che sprecava
nell’indecisione era un secondo che avrebbe potuto aiutare Sasuke.
“Non
fare l’imbecille, non ora!” si disse stringendo i pugni. “Hai
fatto la cazzata di non dirglielo prima, adesso non complicare le
cose! Non lasciare che sia Tsunade a parlarle!”
Ahh, in quel momento sì
che avrebbe voluto essere spronato dalla voce irritante che
dispensava un sacco di consigli non richiesti.
Intendi me?
Oh. Eccola.
Ma non mi sembra di dover fare
qualcosa.
E allora vai al diavolo!
Perché poi il prodotto
della sua coscienza doveva avere una voce femminile?
Sospirò profondamente.
Basta esitazioni.
Doveva prendersi le sue
responsabilità.
Bussò, piano, e attese
trattenendo il fiato.
Nessuna risposta dall’interno.
Accigliato, tentò di
nuovo, un po’ più forte. Ancora niente.
Ora l’ansia iniziava a farsi
sentire.
Si guardò attorno
nervosamente, ma il corridoio era sempre deserto. Allora decise di
prendere il coraggio a due mani e aprire leggermente.
«...Sakura?» chiamò
con un filo di voce.
La vide quasi subito, davanti
alla finestra; volgeva le spalle alla porta. Nel suo letto, Sai
dormiva, senza più maschera d’ossigeno.
«Ho bussato...» tentò
di dire Naruto impacciato, richiudendo con cura. «...ma non ha
risposto nessuno»
Sakura non aprì bocca.
Lui si torse le mani, a disagio.
C’era una strana atmosfera... e non gli piaceva per niente. Era
come se un vago senso di pericolo aleggiasse sulla stanza.
«Sakura» iniziò,
inspirando a fondo. «C’è... una cosa che devo dirti.
Per favore, ascoltami»
Ancora nessuna reazione.
«Va bene anche se non mi
guardi... lo so, non mi sono mai fatto vedere... ma c’è un
motivo» deglutì, improvvisamente a corto di parole.
«Ero... ecco, ero...» si interruppe di nuovo, e dovette
respirare un paio di volte. Diavolo. Era più difficile del
previsto. «Ero... con Sasuke»
Silenzio.
«Mentre
eravamo in missione... c’è stato il processo. Lo hanno
assolto. E ora sta con il maestro Kakashi» le sue parole si
facevano più veloci di secondo in secondo. «Io ho
stupidamente cercato di ‘svegliarlo’ da solo, mi dispiace...
Avrei voluto che tu lo vedessi in un altro modo, ma... me ne
vergogno, ma non sono riuscito a combinare niente. Scusa. Mi
dispiace. Ho... Ho chiesto a Tsunade che ti fosse tenuto nascosto,
perché... volevo che lo vedessi in un altro... in un altro
modo» sulla menzogna, la menzogna ripetuta, si impappinò
leggermente. «Loro non hanno nessuna responsabilità, è
tutta colpa mia. Perdonami. Scusami... Lui... è come un
fratello per me... avrei voluto aiutarlo... e so che anche tu lo
vuoi, non sto cercando di giustificarmi! E’ che... non ho
pensato... sono stato un idiota. Ti prego, perdonami... Ora però...
ho bisogno del tuo aiuto... lui
ha bisogno del tuo aiuto» dovette fare una pausa, a causa della
bocca secca. «Il segno maledetto... lo sta uccidendo»
Per la prima volta, la testa di
Sakura si mosse impercettibilmente.
«Tu devi aiutarlo, Sakura.
Sei l’unica che può fare qualcosa, che può visitarlo,
studiare una cura... Solo tu e la vecchia Tsunade potete farcela»
Di nuovo silenzio.
Naruto esitò, nervoso.
«...Sakura?» la
chiamò piano. «Di’ qualcosa...»
Lei allontanò le mani dal
davanzale, pur continuando a dargli le spalle.
«...Se non ci fosse stato
il sigillo maledetto, quando avresti pensato di dirmelo?»
chiese, piano, e la sua voce suonò gelida nella stanza già
fresca.
Naruto sentì un brivido
correre lungo la schiena.
«Presto» si sentì
rispondere, in tono patetico.
Sakura chinò la testa.
«Ah...» disse
soltanto. «Allora è un bene che Sai si sia svegliato e
mi abbia già spiegato molte cose»
Naruto corrugò la fronte,
spostando lo sguardo sul letto.
Oho. A quanto pare sei
comunque in ritardo.
«...Te lo avrei detto,
davvero» si giustificò. «Già domani, al
massimo... devi credermi»
Sakura si voltò, e nei
suoi occhi verdi non c’era comprensione, né perdono.
C’era accusa. E... un velo di
disprezzo.
Attraversò la stanza,
senza correre ma senza andare nemmeno lentamente, e si fermò
solo quando fu al suo fianco.
Non lo guardò; si limitò
a parlare, con voce appena incrinata.
«...Hai così tanta
paura di lui?» chiese. «E... ti fidi così poco di
me?»
Non attese la sua risposta, ma
andò avanti fino alla porta.
Naruto la sentì aprirla, e
poi richiuderla.
Rimase
solo, con il monotono bip-bip
del
cuore di Sai nelle orecchie.
E un rombo lontano.
Come... il rumore di qualcosa che
si sgretola, e va in frantumi... per sempre.
Alla fine, l’ultima cosa che
sentì fu la stupida e irritante voce nella sua testa.
Ma ti ha lasciato o no?
E poi soltanto nebbia.
Nel prossimo capitolo:
«...Non lo so»
confessò, tirando fuori le mani di tasca. Le tese verso di
lui, e Sai vide i graffi sui palmi, alcuni profondi; era come se
Naruto avesse voluto raschiare qualcosa dalla pelle «Non
guariscono» mormorò, con un filo di voce. «Di
solito guarivano subito... ma queste non se ne vanno» deglutì.
«E... ho l’impressione che sia perché io
non voglio che guariscano. Ma perché non dovrei?»
* * * * ȣ * * *
*
Spazio
autore
Posate i forconi e inspirate a fondo!
Ricordate che amo far soffrire la gente ma solo fino a un certo punto, e soprattutto ricordate che cosa vi ho detto:
prima della fine ci saranno un po' di capovolgimenti di situazione!
(insomma, bene o male questa è una threesome, è ovvio che non sia tutto così semplice)
L'anticipazione del prossimo capitolo non vi spaventi:
Naruto non si è dato all'autolesionismo, è... qualcosa di molto più grave, a dire il vero.
Uhm.
Ma forse questo non vi fa stare tranquilli...
(l'altra volta ho scritto che mi spiaceva "lasciarvi a piedi" sul capitolo 32...
Beh. Rileggendo il 33 mi rendo conto che vi è andata bene che fossi un capitolo indietro! XD)
Allora, l'irritazione per i problemi con il server mi è passata...
Ieri ero un tantino fuori di me, ma poi ho ragionato a mente fredda e mi sono messa il cuore in pace.
Mi spiace soltanto che resteremo indietro di un capitolo sulla tabella di marcia, a questo punto...
...ma, per vostra fortuna, questo intoppo mi porta a mettere un altro capitolo già domani!
(nota: sto per finire i capitoli a disposizione, e le mie giornate si preannunciano subissate di impegni... VOGLIO MORIRE! @_@)
Ho letto tra i commenti che questo Sasuke patetico inizia involontariamente ad attirare le vostre simpatie...
Beh, mi spiace! XD
In ogni caso, in questi giorni pubblicherò una cosuccia...
...un regaluccio di compleanno fatto a una cara amica...
Diciamo che potrebbe essere definita
"la svolta narusasu che non vedrete mai"!
Ma perché sia comprensibile dovrete aspettare un altro paio di capitoli della fic! ^_*
L'avviso che non avreste mai voluto leggere:
questo non era l'unico capitolo per cui mi vorrete morta.
OneWingedAngel: "segno
maledettopatia"! XD Questa me la segno, giuro! E se riesco la faccio
usare a qualcuno nella fic! XD Ehh, Sasuke è Sasuke. Fa girare
le scatole, ma mi serve patetico per ora.... nel prossimo capitolo
intuirai il perché. Gli Hyuuga invece sono qualcosa a cui tengo
molto. E' inutile, sono così bastardi già di per loro che
non devo nemmeno forzarli! XD (e... sì, lo so che né
Hiashi né Neji sono poi così stronzi... ma insomma, un
cattivo mi ci vuole di tanto in tanto!)
arwen5786: ARGH! Aspettative!
ç_ç Mi mettono una gran paura, le aspettative... sigh.
Cercherò di fare del mio meglio! >_< Comunque grazie per i
complimenti, sono sempre davvero benaccetti (e, di fatto, sono tutto
ciò che mi spinge ad andare avanti! T_T) Per quanto riguarda la
threesome che hai scritto, appena ho un briciolo di tempo vado a darci
un'occhiata! ^.^
killkenny: uhm... credo che se
Sakura avesse fatto una sfuriata per Naruto sarebbe stato meno brutto.
Invece così, con quel suo silenzio e quello sguardo, gli ha
davvero dato il colpo di grazia... e chissà che Kyuubi non sia
contenta della situazione...
harryherm: che ti succede,
tesoro? Mi fai preoccupare, se sei tutta mogia e inizi a trovare
sopportabile lo yaoi... Insomma, capisco che iniziare a guardare con
occhi nuovi Sasuke possa portare a un po' di emoite, ma non devi
abbatterti così! é_è Posso fare qualcosa per
tirarti su il morale?
Talpina Pensierosa: grazie, me è commossa per il sostegno! T_T
lale16: festa di compleanno??
Wow, auguri! Quand'era di preciso? E quanti anni hai fatto? ^.^ Guarda,
per la faccenda del server mi sono un po' ripresa... certo che potevano
anche avvisare prima che avrebbero fatto dei lavori! (o lo hanno fatto
e io me lo sono perso? ò_O)
1992: il tuo commento mi ha
fatta piegare in due dal ridere! XD A partire dalla mia
superiorità nei confronti di Kyuubi per quanto riguarda la
rabbia (oh sì, anche lei davanti alla mia ira diventerebbe un
gattino tremante! *_*), alle tue "ipotesi per il finale"! XD Sasuke che
muore per mano di Sasuke è stato esilarante, per non parlare di
Kakashi che alla fine se la spassa allegramente! XD Ehh, l'ho capito
eccome che non vuoi provare pietà per Sasuke. Neanche io vorrei,
credimi, ma quando uno raggiunge simili livelli di pateticità, o
lo odi o ti fa pena! Non c'è scampo! Wow, davvero sono
imprevedibile? °_° A me le cose che scrivo sembrano sempre
tanto logiche da sembrare banali... ^^' Ma evidentemente faccio proprio
schifo nell'autovalutazione!
Aya
|
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Capitolo 34 *** Randagio ***
Naruto-34
Capitolo trentaquattresimo
Randagio
«...E questo che diavolo significa?»
Ad occhi sbarrati, Tsunade fissò il foglio che aveva davanti
come avrebbe fissato un biglietto vincente della lotteria.
Alzò lo sguardo sul messaggero della Nuvola che fregava
nervosamente i piedi sul tappeto, infinitamente concentrato su un
angolo della scrivania, e poi tornò a fissare il pezzo di
carta sigillata, firmata e controfirmata che si trovava davanti.
«...Alleanza
a scopo difensivo... Nuvola, Nebbia e Roccia...» rilesse a
mezze labbra, incredula. «...Nasce a causa dei timori
sollevati di recente dalle trattative politico-militari intrattenute
tra il Vento e il Fuoco... Noi siamo molto in
ansia?
...circa i reali
rapporti che intercorrono tra questi due Paesi...! E’ per questo
che chiediamo conto a entrambi degli scam...!» si interruppe, e
sbatté il foglio sulla scrivania. «E’ assurdo!»
sbottò, furiosa. «L’alleanza tra Fuoco e Vento non
mira a danneggiare niente e nessuno! Sono completamente pazzi!»
Il ninja della Nuvola fece istintivamente un passo indietro, e lei lo
fulminò con lo sguardo.
«Il tuo stupido Raikage ha piantato un casino che non immagina
nemmeno!» esclamò, passandosi una mano sugli occhi.
«Okay. Va bene, calma... le cose si possono ancora sistemare»
Si alzò bruscamente, e attraversò la stanza fino a
raggiungere il messaggero della Nuvola.
«Tu resterai qui per qualche giorno» gli intimò.
«Adesso cercheremo di sistemare la faccenda, e finché
non avremo pronta una risposta non ti muoverai dal villaggio. E’
chiaro?»
«Ma io...» tentò di protestare l’uomo, e si
trovò il peggior sguardo di Tsunade negli occhi. «Sissignora»
si corresse all’istante, scattando sull’attenti.
«Hn. Sembri più intelligente del tuo Kage»
bofonchiò lei.
Non sapeva identificare esattamente il miscuglio di emozioni che si
susseguivano, una dietro l’altra...
Rabbia...
delusione... rimorso... ansia... offesa... umiliazione... tutte
invariabilmente collegate da quella che ne era il sottofondo: dolore.
Mentre attraversava il villaggio quasi di corsa, Sakura si accorse a
malapena che la visione di ciò che la circondava era distorta
dalle lacrime.
Era furiosa.
E triste.
E non voleva vedere Naruto... e voleva disperatamente vedere Sasuke.
Si trovò sotto l’appartamento di Kakashi, ansante, e alzò
lo sguardo alla ricerca della sua finestra. Ah, che idiota: non
ricordava più nemmeno il piano, nella confusione che aveva in
testa. Dovette cercarlo tra i campanelli, scoprendolo al terzo.
Entrò, ripercorrendo lo stesso tragitto che Naruto aveva fatto
solo poche ore prima, e salì le scale di corsa, facendo i
gradini due a due.
Sasuke... Sasuke era lì, a portata di mano.
E lo era stato così a lungo... senza che lei lo sapesse...
Raggiunse la porta, e bussò con troppa forza. Prima che le
fosse aperto, si ricordò di asciugare le guance rigate di
lacrime.
La serratura scattò.
Lei alzò lo sguardo... e incontrò quello di Kakashi.
Non era sorpreso.
«...Entra» si limitò a dirle, facendosi da parte.
Lei, all’improvviso, esitò.
Aveva corso fin lì, si era precipitata su per le scale, aveva
quasi sfondato la porta... e ora tentennava.
All’improvviso, ebbe paura.
Perché, poi?
Per le condizioni in cui lo avrebbe trovato?
No.
Per quello che si sarebbero o non si sarebbero detti?
No.
Per la reazione di lui?
No.
O meglio... non solo.
Il suo era un timore indefinito e irrazionale, una paura che le
stringeva lo stomaco in una morsa d’acciaio, un orrore che non
aveva nome.
E forse proprio per questo era ancora peggio.
«Sakura?» la chiamò Kakashi, vedendola ferma sulla
soglia.
Lei deglutì, e strinse i pugni sudati.
Andando contro tutto ciò che il suo istinto codardo le
gridava, fece un passo avanti... e fu dentro.
La porta si richiuse silenziosamente alle sue spalle.
Dal fondo del corridoio, Haruka si affacciò con un bicchiere
di tè freddo in mano, e le rivolse un cenno che lei vide
appena. In quel momento, tutti i suoi sensi erano tesi in un’unica
direzione.
«Lui... dov’è?» chiese con voce tremante.
«Vieni con me. E’ in salotto» rispose Kakashi,
guidandola lungo il corridoio.
Sakura lo seguì in automatico, senza nemmeno rendersene conto.
Mano a mano che la porta si avvicinava, i suoi occhi si sgranavano un
po’ di più... alla fine, tra lei e la stanza ci fu solo
Kakashi.
«Ora dorme, ho dovuto dargli un tranquillante» spiegò
il jonin, piano, ma lei non lo ascoltava.
Sollevò una mano, e lo scostò leggermente, facendosi
avanti. I suoi occhi vagarono per la camera devastata, e infine si
fermarono sul divano.
...Lo vide.
Finalmente,
dopo giorni e giorni... lo
vide.
Steso sui cuscini sopravvissuti alla devastazione, addormentato.
Le lacrime che le invasero gli occhi si trasformarono in un
fastidioso ostacolo, e le cancellò quasi rabbiosamente,
ingoiando quelle che ancora dovevano venire. Si fece avanti, tremando
appena, e raggiunse Sasuke.
Si inginocchiò davanti al divano, restando a guardarlo, senza
osare sfiorarlo...
Gli aveva salvato la vita, l’ultima volta che si erano incontrati.
Ora lui dormiva, pallido e debilitato... Mostrava evidenti segni di
denutrizione, insonnia, e malattia. Scorgendo la chiazza rossa
attorno al segno maledetto, poté intuire quale ne fosse la
causa.
«Sasuke...» sussurrò con un filo di voce.
Kakashi se ne era andato già da qualche minuto, lasciandola
sola con lui. Sakura non se ne era nemmeno accorta... ma, a dire il
vero, non sarebbe stata conscia della sua presenza nemmeno se le
fosse stato accanto.
Dopo lunghi e interminabili secondi di sola contemplazione, mentre i
pensieri si susseguivano confusi nella sua testa e il suo cuore
aumentava il caos pompando troppo sangue troppo velocemente, trovò
il coraggio di sollevare una mano e sfiorargli a malapena la fronte.
Era calda, sotto le sue dita.
Ma era lì.
Chiuse gli occhi, lasciò che le lacrime rigassero di nuovo le
guance, e sostituì la propria fronte alla mano.
Era lì...
All’improvviso Naruto si ritrovò nel suo appartamento.
Non ricordava di esserci tornato, non ricordava nemmeno di essere
uscito dall’ospedale... Ma tutt’a un tratto era lì. E
sentiva un cerchio terribile alla testa.
“Che
ore sono?” si chiese confusamente, cercando un orologio.
Sapeva di essere stato da Sakura
nel primo pomeriggio, ma adesso era già il tramonto. Si passò
un braccio sulla fronte, e barcollò fino al frigorifero alla
ricerca di qualcosa di fresco. Non trovò nulla. Sbatté
la portiera così forte che tornò indietro, colpendolo
allo stomaco, e allora si lasciò sfuggire un’imprecazione
secca.
Solo in quel momento lo sguardo
gli cadde sulle proprie mani...
...e le scoprì sporche di
sangue rappreso.
Il concludersi della riunione non
aveva affatto significato un miglioramento della situazione. Tsunade
uscì dalla sala del Consiglio con un diavolo per capello,
inveendo mentalmente contro Raikage, Mizukage e Tsuchikage, e il
desiderio più forte che prese forma nella sua testa fu quello
di bere qualcosa con Jiraya, qualunque cosa... pur di dimenticare per
qualche ora quell’immenso casino.
Ma non aveva tempo.
Prima doveva occuparsi dei suoi
doveri di Hokage... e doveva comunicare con il Kazekage.
Tornò nel suo studio,
ordinando alle guardie di non lasciar passare nessuno se non era
questione di vita o di morte, dopodiché si sedette alla
scrivania e prese un foglio pulito e la penna.
Si dedicò alla stesura del
messaggio per almeno mezzora, rileggendolo più volte e
riflettendo su ogni frase, ponderando tutte le parole dalla prima
all’ultima sillaba. Alla fine guardò il risultato con occhio
critico, e decise che poteva andare bene.
Le mancava soltanto un
messaggero. Qualcuno di intelligente e diplomatico, qualcuno che
sapesse come trattare la Sabbia, qualcuno di cui potersi fidare e di
cui poter fare a meno per qualche tempo...
...E l’intuizione venne
spontanea.
Chiamò una delle guardie,
che entrò sull’attenti, e sorrise, con una smorfia più
simile a un ghigno.
«Fai chiamare Shikamaru
Nara»
Dieci minuti dopo il poveretto in
questione bussava alla sua porta, con un pessimo, pessimo
presentimento in fondo al cuore...
...E
quando sentì che non solo si sarebbe dovuto imbarcare in un
viaggio di tre giorni, ma avrebbe anche dovuto dirigersi verso il
paese di Temari, decise che da quel momento non avrebbe più
dato retta ai presentimenti: per quanto potessero essere negativi,
non arrivavano mai, mai,
alle vette di sfiga che la sua vita era in grado di raggiungere.
Sai era ancora in ospedale.
Ultimamente ci viveva, praticamente – con gran gioia delle
infermiere.
Ormai poteva chiamare ‘sua’
la stanza che gli avevano assegnato per l’ennesima volta, e si era
riservato di riempirla di fiori regalati da varie donne.
Seduto elegantemente sotto le
coperte – sì, lui anche con un buco sotto lo sterno ci
riusciva – stava facendo una copia dal vero di un gran mazzo di
fiordalisi azzurri, quando qualcuno bussò alla porta.
«Avanti» disse, senza
staccare gli occhi.
«E’ permesso?»
chiese Ino, entrando allegra dietro a una foresta di rose bianche.
«Allora, come ti senti dopo il risveglio?» continuò,
depositando del tutto casualmente il suo mazzo davanti ai fiordalisi
che lui stava ritraendo.
Sai depositò la penna e si
accigliò impercettibilmente. «Puoi spostare i fiori?»
chiese senza girarci attorno, e Ino obbedì sbuffando.
«Come stai?» ripeté
poi, sedendosi sulla sedia accanto al letto.
«Bene» rispose lui,
riprendendo a disegnare. «Per quanto possa stare bene una
persona nelle mie condizioni... soprattutto dopo che l’Hokage mi ha
interrogato per un’ora sull’orribile ‘disegno dell’uomo
d’acqua’»
«Immagino» commentò
lei, comprensiva, per poi dirottare al volo la conversazione su
argomenti molto più interessanti. «Alla fine non abbiamo
mai preso quel gelato che ci eravamo ripromessi... Quando esci di qui
me lo devi offrire, eh. E non farti ridurre di nuovo in fin di vita
solo per risparmiare»
Sai si concesse un mezzo sorriso,
senza distrarsi.
«Tu perché sei qui?»
chiese all’improvviso.
«Che cosa?» fece lei
senza capire.
«Perché sei qui?»
«Beh... per te. Che
domande. Per quali altre ragioni dovrei essere qui?»
Sai corrugò la fronte,
studiando un bocciolo per qualche secondo.
«Forse per evitare
Shikamaru» disse poi, mentre la matita riprendeva a scorrere
sul foglio.
Nella stanza calò il
silenzio.
Ino fissò Sai, sbattendo
le palpebre, e alla fine arrossì leggermente. Incrociò
le braccia sul petto.
«E quindi?» chiese in
tono sostenuto. «Se anche fosse?»
«Niente» lui si
strinse nelle spalle. «Non mi dà fastidio. Era solo per
mettere in chiaro le cose»
«Sei un tipo veramente
incomprensibile» borbottò lei, a disagio. «Insomma,
perché me lo hai chiesto se non ti interessa davvero?»
«Perché mi
interessa»
«Cos...? Ma hai appena
detto che...»
«Che non mi dà
fastidio. Non che non mi interessa»
Ino spalancò la bocca.
«Okay. Non ti seguo più»
Sai sorrise lievemente.
«Per favore, mi prendi una
bottiglia d’acqua al distributore?» chiese, lasciando perdere
la matita e prendendo il marsupio sul comodino.
«Lascia stare... offro io»
bofonchiò lei alzandosi dalla sedia. «Naturale o
gasata?»
«Come vuoi tu»
Ino scosse la testa, esasperata,
e uscì senza dire più nulla. Per quanto potesse essere
affascinante, Sai era senza dubbio la persona più strana e
incomprensibile che conoscesse.
Lui riprese a disegnare, in
silenzio; finché la porta non si aprì di nuovo, senza
che qualcuno bussasse.
Alzò gli occhi.
Vide Naruto.
Non sorrideva.
Si guardarono per almeno un
minuto, in silenzio. Poi lui si avvicinò, e rimase in piedi
davanti al letto, le mani affondate nelle tasche.
«Glielo hai detto»
mormorò piano, con voce innaturalmente calma.
«Che cosa?» chiese
Sai, senza capire.
«Hai detto a Sakura di
Sasuke»
Silenzio.
«Non dovevo?»
«No»
«Oh. Mi dispiace, non ne
sapevo nulla»
«Già... immagino che
sia così...» borbottò Naruto, mentre i suoi occhi
vagavano inquieti posandosi su ogni oggetto nella stanza. «Però
glielo hai detto»
Sai inclinò la testa di
lato, senza ribattere.
C’era qualcosa di strano, in
Naruto. Qualcosa di vagamente inquietante.
«Va tutto bene?»
chiese piano.
Lui finalmente alzò gli
occhi fino a incontrare i suoi. Erano azzurri, ma di un azzurro cupo
e tendente al blu, ed erano turbati. Insieme alla barba sfatta, lo
rendevano... diverso.
«...Non
lo so» confessò, tirando fuori le mani di tasca. Le tese
verso di lui, e Sai vide i graffi sui palmi, alcuni profondi; era
come se Naruto avesse voluto raschiare
qualcosa dalla pelle «Non guariscono» mormorò, con
un filo di voce. «Di solito guarivano subito... ma queste non
se ne vanno» deglutì. «E... ho l’impressione che
sia perché io
non
voglio che guariscano. Ma perché non dovrei?»
«Non lo so» disse Sai
piano, tornando a guardare nei suoi occhi.
Naruto annuì, in un gesto
meccanico, e di nuovo ficcò le mani in tasca.
Chi è che non vuole che
guariscano?
Io.
Ah. Beh, se lo dici tu...
Chi altri dovrebbe essere? La
volpe?
Perché no?
Perché non avrebbe senso!
E che sia tu ha molto più
senso, invece?
«Naruto?» chiamò
Sai, distraendolo.
«Cosa?» fece lui,
alzando la testa.
«...Tutto questo... è
perché è tornato Sasuke?»
Naruto rifletté su quelle
parole, accigliato. Aprì la bocca per rispondere, ma esitò;
alla fine, parlò senza quasi rendersene conto.
«No. No... non solo»
sussurrò, sovrappensiero. «Credo... di dover parlare con
Tsunade»
«Ehi, c’era solo natur...
oh» esclamò Ino, rientrando senza bussare. Si fermò,
a un passo dalla soglia, con una bottiglia d’acqua in mano.
«Scusate»
«No, adesso me ne vado»
borbottò Naruto, raggiungendola in due rapide falcate. «Resta
pure»
«A...Aspetta» lo
fermò lei, prima che uscisse. «So che Sasuke ora sta da
Kakashi, per questo non... non ho avuto il coraggio di andare a...
sì, beh, comunque... come sta?» chiese, palesemente a
disagio.
Naruto le lanciò
un’occhiata fosca. «Starà bene» si limitò
a dire, e poi se ne andò, richiudendosi la porta alle spalle.
Ino sbatté le palpebre; da
Naruto si sarebbe aspettata una risposta più imbarazzata, un
po’ burlona... non tutto quel cupo grigiore.
Tra le sopracciglia di Sai, sulla
fronte chiara, si disegnò una ruga verticale; era un evento
quanto mai raro...
Perché era andato da Sai?
Perché non da Kakashi? O
da Shikamaru? O da chiunque altro?
Perché aveva scelto di
dirlo a Sai, anche se sapeva che non gli sarebbe stato di alcun
aiuto?
Se lo chiedeva, Naruto, mentre
camminava lento per le strade del villaggio.
Le mani gli facevano male,
affondate nelle tasche.
Aveva paura, Naruto.
Paura di chiedere le risposte che
cercava all’unica creatura che gliele avrebbe sicuramente date.
Paura di sentire la voce di
Kyuubi che confermava i suoi sospetti.
Perché era stato da
Sai?
Perché era come non essere
stati da nessuno.
Perché lui non avrebbe
fatto storie. Non lo avrebbe assillato, non si sarebbe preoccupato
eccessivamente, e avrebbe lasciato tutto nelle sue mani.
Perché Sai si fidava di
lui.
Ma faceva bene?
Forse Naruto voleva soltanto
alleggerirsi la coscienza. Parlarne con qualcuno, in modo da poter
dire “ehi, io vi ho informati”. Che poi non aveva detto niente in
realtà... non aveva detto del sangue che si era trovato sulle
mani, né della mezzora che aveva passato al lavandino, a
raschiare le macchie che non se ne andavano dai suoi occhi...
Perché?
Di cosa aveva paura?
Di te stesso, genio. Cioè,
l’ho capito anche io...
Mh. Che conquista. Tu sei me.
Si fermò in mezzo alla
strada, all’improvviso, e alzando lo sguardo si accorse di non
sapere dove fosse. Girò la testa tutt’attorno, smarrito.
Era in periferia, a giudicare dal
paesaggio. Le ultime case erano ben più indietro del tratto in
cui si era fermato, e la strada puntava verso la foresta.
C’era un prato, davanti ai suoi
occhi.
Sarebbe stato un bel posto per
vivere.
Tutt’a un tratto, senza che le
avesse richiamate, una serie di immagini si imposero alla sua mente.
Una casa, dipinta di bianco. Un
giardino, e un gatto. Bambini. Una moglie. Una vita felice.
Però... la moglie non
aveva un volto.
I bambini sì. Erano
biondi, ed erano bellissimi.
Ma la moglie... era solo un vago
fantasma.
Naruto si passò una mano
sul viso, sentendo il mento ruvido e le occhiaie profonde.
“Che
cosa mi sta succedendo?” si chiese angosciato. “Chi o cosa sto
diventando?”
Il silenzio che lo circondava non
fornì alcuna risposta.
Poi,
fievole, nell’aria si sollevò un miagolio leggero.
Naruto
girò lo sguardo tutt’attorno, perplesso. Lo aveva sentito
davvero? O era uno strascico del suo sogno ad occhi aperti?
A
malapena udibile, il suono si ripeté, vago e quasi tremolante.
C’era
davvero.
Naruto
tese attentamente le orecchie, cercando di capire da dove veniva. Si
girò, seguì il contorno del prato che lo circondava...
e lo vide, fermo, seduto nell’erba.
Un
gatto.
Non
cucciolo, non adulto.
Fermo.
Aveva il
pelo di uno strano color crema, tendente al biondo miele, e gli occhi
azzurri. Si limitava a starsene seduto, e lo guardava miagolando di
tanto in tanto. Il suo pelo non era lucido e folto, ma rado e
irregolare. Era magro, e la sua coda spelacchiata ondeggiava
pigramente nell’aria.
Lo
fissava.
Guardingo,
sospettoso, lo teneva d’occhio.
Forse
aveva fame.
Naruto
si accucciò, guardandolo negli occhi. Avevano un colore simile
a quello dei suoi.
«Ehi...»
mormorò, stiracchiando un sorriso. «Ciao»
Il gatto
non mosse un muscolo.
Naruto
si fece un po’ più avanti, e quello scattò in piedi.
Fu uno
strano attimo.
Una
specie di illuminazione improvvisa.
E quel
gatto... divenne un ragazzino sempre solo. Trascurato, affamato,
logorato dalla solitudine.
Un
ragazzino spaventato ma aggressivo.
Un
ragazzino che avrebbe potuto diventare un mostro.
Naruto
guardò la mano che stava tendendo verso l’animale, ancora
graffiata e dolorante.
Lui...
era stato in quelle stesse condizioni, un tempo.
Solo.
Selvatico.
Randagio.
Ma poi
qualcuno gli aveva teso una mano, con la forza. Sgridandolo,
preoccupandosi per lui anche quando lui non voleva, si era avvicinato
sempre più, giorno dopo giorno.
Il
maestro Iruka.
L’uomo
che tuttora considerava suo padre, indipendentemente da Namikaze
Minato.
Dopo,
c’erano stati il maestro Kakashi, Sakura, anche Sasuke... e tutto
un intero mondo.
Naruto...
sapeva cosa significava essere soli.
E ora,
con il suo comportamento, rischiava di perdere le persone che gli
erano care e anche la testa.
Rischiava
di tornare a quel tempo.
Cosa
diavolo stava combinando?
Cosa
significavano quella mano che non guariva, la occhiaie, la barba
sfatta... anche la paura di Sasuke?
Aveva
fatto l’eroe con Tsunade, si era vantato di poter controllare la
volpe, e ora si scopriva atemerla.
Si
accigliò, sentendo la rabbia che lentamente montava.
Sasuke
era tornato. Sakura se ne sarebbe occupata, lo avrebbe salvato. E lui
l’avrebbe tenuta stretta, lo avrebbe fatto ad ogni costo. E avrebbe
tenuto anche Kyuubi.
Un
giorno sarebbe stato Hokage, e che diavolo! Non c’era nulla che non
potesse fare!
Non c’era nulla che potesse abbatterlo!
Fissò
il gatto, che ricambiò lo sguardo come a sfidarlo.
Ghignò,
e si acquattò a terra.
«Tu
hai bisogno di qualcuno» disse risoluto, e quello arretrò
di un passo, agitando la coda per aria, fremente.
Naruto
sorrise. E partì all’inseguimento.
Senza
che se ne accorgesse, i graffi sulle sue mani guarirono a vista
d’occhio... e una voce, nel fondo della sua coscienza, rise piano.
“L’hai
fatto una volta, lo rifarai ancora... Non si scappa, ragazzino...”
Nel
prossimo capitolo:
Beh, già che
c’era... magari poteva fare il grande passo.
In fondo non c’era
niente da studiare, no? Si trattava soltanto di farsi avanti,
parlare, esporre le proprie ragioni... non era una cosa che
necessitasse di preparazione, insomma!
Lui aveva affrontato
Itachi Uchiha! Madara Uchiha! Aveva battuto sharingan, byakugan e
anche, in parte, rin’negan! Non si sarebbe fatto spaventare da una
cosa simile!
La vide oltre la porta a
vetri.
L’attimo dopo era
accuratamente nascosto tra le fronde dell’albero più vicino,
con il cuore a mille.
“Ok...
non mi ha beccato, vero?” si chiese trattenendo il fiato. “No,
non può averlo fatto, stava guardando altrove...”
* * * * ȣ * * *
*
Spazio
autore
Beh, arrivati a questo punto della storia un po' di angst mi sembra d'obbligo, no?
E' il momento in cui Naruto si mette nei casini, in cui Sakura scopre di Sasuke, in cui Kyuubi inizia a fare il suo gioco...
Tuttavia, da qui in poi le cose si faranno più leggere.
Non a caso, le piccole parti riguardanti Tsunade in questo capitolo
sono nate all'unico scopo di prepararvi per il viaggio di Shikamaru
verso la Sabbia...
Uhuhuh...
Lì sì che ci sarà da divertirsi! XD
Comunque, tenete gli occhi sul gatto, perché
a) lo adoro;
b) avrà una certa rilevanza...
Prossimo capitolo, postato alle 0.00 (più o meno) del 25 dicembre!
Il mio regalo di Natale a tutti voi...
...ma sarà bello o brutto?
Oggi ho letto il capitolo 383 di Naruto...
...no comment.
T__T
sammy1987: e sì,
avrei dovuto aspettarmi almeno un commento di questo tipo! XD Doveva
pur esserci qualcuno che fosse contento per la lite tra Naruto e
Sakura! Chissà se le cose prenderanno una piega definita, ora...
arwen5786: sì, lascio
tante cose in sospeso... ma non aggiorno una volta alla settimana,
maledetta! I miei capitoli sono molto, molto più ravvicinati dei
tuoi! Comunque... in effetti la reazione di Sakura era quanto di peggio
potesse capitare a Naruto. Avrebbe potuto urlare e fare una sfuriata,
ma d'altro canto lei non è solo arrabbiata... è anche
profondamente delusa. E poi non è più l'oca dodicenne che
saltava su per ogni minima cosa, ho voluto sottolineare il suo lato
maturo qui. I cenni ShikaTema che aspetti hanno inizio in questo
capitolo... e poi... uhuhuh, ce ne sarà uno intero dedicato a
loro due! E' stato parecchio divertente scriverlo! XD Non sprecare
tempo e materia grigia a farti viaggi con la mia fic, non credo ne
valga la pena! XD Almeno... di solito mi dicono che sono assolutamente
imprevedibile, e quindi ti consiglio di gettare la spugna già da
subito!
Talpina Pensierosa: eeeh, tu sai benissimo perché Naruto è ancora vivo, non fare l'ingenua! XD
harryherm: allora, iniziamo con
il tranquillizzarti. La fic NON finirà in un mare di sangue,
sebbene prima dell'ultimo capitolo ne scorrerà un po'. L'angst
degli ultimi tempi si stempererà abbastanza con il proseguire
della fic, Naruto sta già iniziando a tornare quello di sempre,
e Sasuke - attenzione attenzione - si riprenderà lentamente...
quindi le prospettive (almeno per un po') sembrano rosee. (Tra
parentesi... nel dizionario esiste una definizione di angst??) Per
quanto riguarda i tuoi problemi personali, tesoro (se ti fa piacere
continuo a chiamarti così! ^_^), lasciatelo dire da una che ha
passato un periodo davvero brutto: le cose non sono mai terribili come
sembrano. Credimi, in questo momento, come dici tu, ti sembra che la
felicità si stia sgretolando sotto i tuoi occhi e che la tua
vita debba distruggersi... ma non è così. C'è
sempre un angolo che non stai guardando, un frammento di panorama
illuminato dal sole... e tu, semplicemente, non te ne accorgi.
Perché, in fondo, è più facile restare nel proprio
guscio e chinare il capo, e perché alzare la testa richiede
davvero tanta tanta energia. Ma non devi abbatterti, va bene anche
così. Non devi per forza essere sempre forte e reagire, ci sono
momenti in cui vuoi stare come stai, e basta... solo, non devi mai, mai
dimenticarti di quel raggio di sole. Non devi mai dimenticarti che
qualcosa c'è sempre, anche se tu non la vedi. Ci proverai,
almeno?
nixy: evvai, un commento come
quelli che volevo sentire! XD L'indignazione mi piace, mi piace un
sacco! Ormai ti sarà chiaro che il motivo per cui Naruto
è un po'... come dire... confuso, è misterioso ma non
troppo. Insomma, Kyuubi gli sta facendo qualcosa, ma cosa? E
perché? Qual è il suo obiettivo? Lo scoprirai solo tra un
po', purtroppo! XD Nel frattempo, preparati per il capitolo di
Natale... credo ti piacerà ^_*
OneWingedAngel: il punto
è che Naruto non "fa lo stronzo come Sasuke"; anzi, mentre
Sasuke se ne sbatteva di Sakura, Naruto ha fatto quel che ha fatto
proprio perché se ne preoccupa, anche un po' troppo. E la
reazione "alla Tsunade" ci sarebbe stata se Naruto avesse fatto una
cazzata meno importante... ma dal momento che è in ballo una
questione di fiducia, mi sembra anche normale che lei la prenda un po'
sul serio, nel senso che sfogarsi a pestarlo non le basterebbe. Uhm,
spero di essere stata chiara...! ò_O'
lale16: ma dai, il 21 è
anche il compleanno di una mia amica! XD Che coincidenza, io pure ero
alla sua festa! Su, su... Naruto soffrirà un pochettino, non poi
tantissimo... Ok, soffrirà parecchio, ma alla fine avrà
la sua bella ricompensa, dai! XD Mettiamola così!
ç_ç sono un po' commossa per il commento su Saseuke IC,
mi fa davvero piacere! Dato che non mi diverte particolarmente muoverlo
(cioè... mi diverte fargli del male, ma non immedesimarmi in lui
XD), ho sempre paura che non vada tanto bene! Ma tu mi conforti! ^^
Aya
|
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Capitolo 35 *** Dimmelo ancora ***
Naruto-35
Capitolo
trentacinquesimo
Dimmelo ancora
«Ok, dimmi chi ti ha
ridotto così che gli stringo la mano per l'abilità» commentò
Iruka al ramen Ichiraku, fissando Naruto perplesso: su tutta la
faccia e le braccia, il biondo sembrava coperto di graffi e... morsi?
«Ah, non ce l’ha una
mano» rispose allegramente Naruto, divorando la sua ciotola di
ramen doppio con insolita energia.
«Eh?» fece Iruka
senza capire.
«Non ce l’ha una mano. Ma
ha una zampa, se per te fa lo stesso»
«Eh?»
«Uh, forse non te l’ho
detto, maestro... Ho preso un gatto»
«Tu hai preso cosa? Ma sei
pazzo? Non sai prenderti cura neanche di te stesso, figuriamoci di un
altro animale!»
«Mah, forse è
davvero un po’ azzardato... soprattutto visto che mi sta
distruggendo la casa. Ma in fondo stiamo bene insieme. E’ una lotta
per la sopravvivenza, ma funziona»
Iruka sbatté le palpebre,
allibito. Si guardò attorno, a disagio, e alla fine,
arrossendo leggermente, si sporse verso il suo ex allievo.
«Ehm...
tu non stai facendo le prove
generali,
vero...?» gli sussurrò in tono cospiratorio.
«Le cosa?» replicò
Naruto a bocca piena.
«Ehm... ehm... insomma...
Sakura non è incinta, vero?» spiegò Iruka,
sudando freddo.
Dio, Naruto che alla sua età
si prendeva cura di un figlio... tremava per il povero eventuale
bambino.
«Non che io sappia»
rispose però il biondo, rilassato. «Anche perché
sono tre giorni che è tornata dai suoi»
Iruka impietrì.
«Che cosa? E perché?»
chiese preoccupato.
«Beh... diciamo che ho
fatto una cazzata» borbottò lui, affondando il viso nel
ramen. «E me la sta facendo scontare. Ma ho intenzione di far
tornare tutto alla normalità, non preoccuparti maestro»
«Ah... d-davvero?»
Iruka, incredulo, sbatté di nuovo le palpebre.
Da quando Naruto faceva casini e
li sapeva anche risolvere?
Tossicchiò, assottigliando
gli occhi, e si avvicinò per sussurrargli qualcosa d’altro.
«...Non le avrai mica messo
le corna?» chiese in un sibilo.
«Potrebbe anche essere»
ammise lui, ricordando le ore di oblio seguite al loro litigio. Iruka
inorridì. «Ma non mi sembra, quindi non ci do peso»
«Eh? Che cosa? Che diavolo
vuol dire?» sbottò il chunin, nel pallone più
completo.
«Ahah, non preoccuparti
maestro Iruka!» esclamò lui allegramente, svuotando la
ciotola e sbattendola quasi sul bancone. «Ora devo andare, ho
una missioncina in solitaria che durerà sì e no qualche
ora... offro io, mettete tutto sul mio conto»
«Il tuo conto sta
raggiungendo le stelle, Naruto, quando hai intenzione di saldarlo?»
intervenne Ayane con uno sbuffo, appoggiata al ripiano di legno.
«Ah. Dici?» commentò
lui corrucciato, frugando nel marsupio. Dopo ardua e perigliosa
ricerca, estrasse l’immortale e ormai malridotto portamonete a
forma di rospo, vicino a esplodere per quanto era pieno, e lo aprì.
Ne studiò il contenuto, sfilò un paio di banconote, e
le gettò sul banco. «Bastano?» chiese, sforzandosi
di rimettere tutto a posto.
«Oh. Wow, non mi aspettavo
che pagassi davvero!» commentò Ayane sorpresa. «E
soprattutto non mi aspettavo che il tuo portafoglio fosse così
ricco!»
«Eh? Ah sì... un
po’. Ora devo proprio andare, ci vediamo!» salutò lui
veloce, e schizzò via di corsa.
Iruka lo fissò a bocca
aperta, e poi guardò Ayane.
«Ma io... con chi ho
pranzato?» chiese, allibito.
Suna.
Sabbia, sabbia, e ancora sabbia
ovunque posasse lo sguardo.
Shikamaru si passò la mano
sulla fronte madida di sudore, guardandosi attorno corrucciato. Che
posto del cavolo da visitare a luglio!
Il ninja vestito di bianco che lo
aveva accolto al suo arrivo si era assentato per chiedere se poteva
farlo passare, e nel frattempo lui cuoceva sotto il sole rovente e
masticava quella maledetta e onnipresente sabbia.
“Ormai
è ufficiale: io odio
l’Hokage” pensò cupo.
Per sua fortuna la guardia non
impiegò molto a tornare, e con un sorriso assolutamente
inappropriato lo invitò a rinfrescarsi all’interno.
«Oh, grazie» sussurrò
lui tra i denti, seguendolo nell’ufficio.
Naturalmente ‘climatizzazione’
non sembrava essere nel vocabolario della Sabbia. Lo stanzino era
ancora più caldo e soffocante del deserto, e la penombra non
faceva che peggiorare le cose. Il lato positivo era che l’acqua
almeno era fresca. Shikamaru la buttò giù in un unico
sorso, mentre la sua gola intonava un canto di gioia e migliaia di
angioletti dotati di cornamuse si univano al coro, comparsi chissà
da dove, e a quel punto le cose gli apparvero sotto una prospettiva
migliore.
«Allora, come mai in
viaggio con questo caldo?» chiese la guardia, riempiendogli di
nuovo il bicchiere»
«Un messaggio»
borbottò lui stringato.
«Ahh, capisco» il
ninja annuì. «Dev’essere qualcosa di importante se non
hanno usato un falco»
«Mah, chissà...»
E in effetti Shikamaru non sapeva
cosa ci fosse scritto nel pacchetto che trasportava, ma non gli
interessava neppure. Sicuramente significava guai; e lui già
se ne sarebbe trovati davanti un bel po’, in quel luogo.
Finì il secondo bicchiere
e si congedò, avviandosi lungo lo stretto passaggio tra le
mura a gradoni. Ogni tot metri una guardia lo studiava, e
riconoscendo il coprifronte legato al braccio faceva un cenno di
rispettoso saluto. Era discretamente gratificante. E la strada era in
ombra, grazie al cielo.
Shikamaru raggiunse il centro
abitato, e immediatamente l’alto palazzo del Kazekage gli si
stagliò davanti in tutta la sua imponenza. Fece una smorfia.
Chissà che fatica le scale.
Proseguì svogliatamente, a
passo lento e annoiato, sperando forse di fermarsi per inerzia prima
della meta, così da avere una scusa perfetta per non mettere
piede nella tana del lupo... ma la sua meta si avvicinò
improvvisamente e in maniera subdola, e gli comparve di fronte
decisamente troppo presto.
Il portone principale, alto e
squadrato. Le guardie che studiavano il suo arrivo, perplesse. La
loro richiesta di identificazione.
«Sono qui per vedere il
Kazekage, ho un messaggio dell’Hokage»
L’attesa, l’accertamento. Il
maledetto sole. E poi eccole, le fatidiche scale. Forse erano più
di quelle che aveva immaginato...
Furono una sfida. Un’odiosa,
orribile sfida... dalla quale comunque uscì vincitore. Ma
perché i Kage avevano la fastidiosa mania di tenere gli uffici
all’ultimo piano? Cosa ci guadagnavano?
Davanti alla porta dello studio
c’era un’altra guardia, che vedendolo arrivare annuì e
bussò. Dall’interno provenne una voce indistinta, cui fu
data una rapida risposta.
«Prego» disse poi il
ninja, rivolto a Shikamaru, e aprì.
Lo studio del Kazekage era un
inno alla semplice ricercatezza; non c’era una briciola più
del necessario, i colori si armonizzavano perfettamente con il
paesaggio – ma anche con i capelli del Kazekage – e la scrivania,
visione quasi sconvolgente per un ninja della Foglia, era
assolutamente sgombra e lucida.
Gaara, seduto oltre il piano
chiaro, alzò gli occhi dallo spesso plico che stava leggendo.
«Accomodati» disse,
dedicando subito ogni attenzione a Shikamaru. «Sono stato
avvisato del tuo arrivo dall’Hokage»
Lui obbedì, e prese posto
sulla sedia davanti alla scrivania, depositando il pacchetto di
Tsunade accanto a un portapenne d’argilla. Gaara se lo tirò
vicino e lo aprì, infrangendo il sigillo della Foglia.
All’interno dell’involucro, c’era solo un foglio accuratamente
ripiegato, un messaggio non troppo breve e dall’aria ufficiale.
Al termine della lettura, sulla
fronte del Kazekage si disegnò una ruga quasi impercettibile.
«...Questo potrebbe essere
un problema» mormorò corrucciato.
Shikamaru si guardò bene
dal fare un qualsivoglia commento; prima usciva di lì, più
sarebbe stato felice. Il problema era che la sua anima pigra,
spalleggiata dalla sua anima lussuriosa, gli stava facendo
gentilmente notare che una notte di ospitalità sarebbe stata
molto gradita.
«Va bene» disse Gaara
all’improvviso, posando sulla scrivania il messaggio. «Devo
chiederti di restare a Suna per qualche giorno...» Shikamaru
gemette interiormente, e la sua anima lussuriosa si esibì in
un gesto di gioia discretamente osceno, meritando per questo un
severo ammonimento. «...devo convocare una riunione, e temo che
le cose andranno per le lunghe. Nel frattempo ti sarà data una
stanza in questo palazzo, sei pregato di restare nei dintorni»
«Mi ci chiuderò
dentro» assicurò Shikamaru.
“Da
solo?” chiese una vocina ridacchiante nella sua testa. La scacciò
con un metaforico cenno irritato.
Grazie al cielo almeno il
Kazekage conservava un briciolo di serietà... non si era
lasciato scappare nessun commento fuori posto.
«Ah, nel caso volessi fare
un giro per il villaggio, ti affiderò Temari come guida»
se ne uscì Gaara in quel preciso istante, mentre Shikamaru si
alzava in piedi.
E il jonin della foglia cancellò
all’istante ogni buona opinione avesse mai avuto di lui.
Sakura corrugò la fronte,
concentrata.
I fogli tra le sue mani erano
stropicciati per il troppo uso, e le cifre riportate sulla carta
bianca ondeggiavano davanti agli occhi che le avevano studiate per
troppo tempo.
La kunoichi si passò una
mano sulla fronte, frustrata.
Così non andava affatto
bene. I risultati delle analisi di Sasuke non erano per niente
incoraggianti.
Mentre li rileggeva per la
trecentesima volta, alla ricerca di un errore qualunque, qualcuno
bussò alla porta dello studio medico che aveva occupato come
quartier generale, facendole alzare lo sguardo irritata.
«Sì?» chiese
secca.
«Chiedo scusa... posso
entrare?» ribatté Kakashi, facendosi avanti.
«Oh, maestro Kakashi...»
sospirò Sakura stancamente. «Scusa... entra pure»
«Come sta andando?»
si informò lui, raggiungendola e sbirciando i fogli da sopra
la sua spalla.
«Male» mormorò
lei, tendendoglieli. «E’ un virus. Potenziato con qualche
tecnica magica... Eliminarlo non sarà uno scherzo»
Kakashi esaminò i
risultati delle analisi per qualche secondo, e alla fine annuì
piano. «C’era da aspettarselo... Orochimaru era un esperto in
questo genere di esperimenti. Il segno maledetto è soltanto
l’ultima delle sue diavolerie»
«E Sasuke come sta?»
chiese Sakura. «Ha mangiato?»
«Non volontariamente»
rispose lui. «E’ ancora nutrito a forza per flebo, il suo
corpo rigetta qualunque tipo di cibo... e le crisi ormai avvengono a
intervalli regolari, ogni sei ore circa. Le infermiere lo sedano, ma
non possono fare altro, anche ora che è in ospedale»
«Se lo sta mangiando,
maestro Kakashi...» Sakura nascose gli occhi dietro la mano.
«Quel virus lo sta divorando pezzo a pezzo... e non so se
riusciremo a fermarlo»
«Certo che ci riusciremo»
la contraddisse lui, posandole una mano sulla spalla. «Siamo
qui per questo»
Lei si sforzò di
sorridere, con scarsi risultati, e poi inspirò a fondo per
calmarsi.
«E tu come stai?» le
domandò Kakashi. «Mi sembri stanca...»
«Ma no, va tutto bene»
mormorò Sakura. «E’ un po’ di tensione... lo
stress... L’importante ora è occuparsi di Sasuke. Lo abbiamo
fatto trasferire qui apposta»
Kakashi annuì, ma non
smise di fissarla. Esitò per un lungo istante... poi se ne
uscì con la domanda che gli premeva davvero.
«Ho sentito che sei tornata
dai tuoi genitori... tu e Naruto avete litigato a causa di Sasuke?»
«Tu saresti rimasto?»
ribatté Sakura con un cenno stanco. «Mi ha mentito.
Nonostante sapesse perfettamente quanto volevo vederlo, me lo ha
tenuto nascosto... e quel che è peggio, ha anche costretto voi
altri a unirsi a lui in questo stupido gioco»
«Non era un gioco»
«Lo so. Era un modo di
dire»
Calò il silenzio.
«E’ solo che...»
riprese lei dopo un attimo, a disagio. «E’ che... lui non si
fida di me, capisce? Ha paura di Sasuke, e pensa che tenendoci
lontani andrà tutto bene... Ma le cose non funzionano così.
Più ciò a cui tieni è lontano, più ti
ossessiona. Se mi avesse detto subito che era libero, non sarebbe
cambiato nulla tra di noi. Ma così...»
“Ne
sei davvero sicura?” chiese Kakashi mentalmente, senza osare dirlo
ad alta voce.
«Comunque non abbiamo
rotto» si giustificò Sakura, arrossendo appena. «Me
ne sono andata, ma non abbiamo deciso niente da quel lato... immagino
che significhi che non abbiamo rotto»
«Hai ragione» annuì
lui, conciliante.
Lei gli sorrise. «Scusa per
la lagna. Mi sono lasciata prendere un po’ la mano...»
«Va bene così. Stai
già facendo tanto, Sakura»
Lei arrossì di piacere.
Poche volte il maestro Kakashi le aveva fatto dei complimenti... e
ogni volta si erano rivelati graditissimi.
Lui se ne andò,
lasciandola sola, e nell’atrio dell’ospedale si imbatté in
Rin, che aveva appena portato ai medici un ninja ferito in missione.
Lei lo fermò, con un ampio sorriso, e lui rimase a scambiare
qualche parola gentile. Ma la sua immagine di creatura femminile
dolce e cortese era destinata ad infrangersi di lì a poco...
«Ahia!
No! No, ti ho detto di no! Non
lì, maledizione! Ti
ho detto di...!»
I libri precipitarono al suolo
con tonfi inquietanti, uno dietro l’altro, e il gatto schizzò
sotto il divano veloce come la luce, la coda ingrossata come un
piumino e il pelo ritto sulla schiena.
«Sei un cretino!»
urlò Naruto, con le mani nei capelli. «Te l’avevo
detto di non salire sulla mensola!»
Da sotto il divano, si sentì
un soffio minaccioso.
«E non protestare, sai?
Razza di stupida bestia...» ringhiò il padrone di casa,
chinandosi per raccogliere le vittime dell’ultima devastazione.
Sulla sua mano brillava un nuovo graffio.
«Allora, io e te dobbiamo
stabilire delle regole» declamò secco, mentre continuava
a lavorare. «Prima di tutto, non si sale sui mobili. Puoi usare
il divano e anche il letto, il tavolo se non ti vedo... ma non le
mensole. E nemmeno il piano da cucina, è chiaro?»
Il gatto, acquattato nel suo
nascondiglio, lo fissò dalla penombra facendo ondeggiare piano
la coda.
«Poi: si mangia quando lo
decido io, non tu!» proseguì Naruto, rialzandosi e
iniziando a risistemare i libri sulla mensola. «E tu mangi la
tua pappa e lasci stare la mia, chiaro? Il ramen non si tocca!»
Sul
tavolo e sparsi un po’ in tutta la stanza facevano bella mostra di
sé una discreta quantità di cartoni vuoti di ramen
take-away.
«E soprattutto devi smetterla di mangiarmi le mutande! Su
questo non transigo! Oltretutto non so se lo fai apposta o se è
solo il tuo istinto bastardo, ma riesci sempre a bucare
esattament...» la voce gli morì in gola.
Calò il silenzio.
I
suoi occhi rimasero fissi sulla copertina de “Il
chakra come fonte di vita”...
il libro che Sakura leggeva prima di addormentarsi accanto a lui.
Quando lo aveva finito? Non se ne era nemmeno accorto.
Abbassò le palpebre.
Aveva fatto l’ottimista con
Iruka, gli aveva assicurato che avrebbe sistemato tutto, si era
mostrato più coraggioso di quanto non si sentisse davvero.
In realtà... aveva ancora
paura. Di sapere cosa aveva fatto, e di vedere Sakura.
...Perché lei era la sua
forza. Se si allontanava, lui perdeva ogni entusiasmo.
E poi aveva paura di Sasuke. Di
lui accanto a lei.
“Sono
un idiota...” si disse, abbattuto.
...Sentì un fruscio
morbido attorno alle caviglie. Abbassò lo sguardo, e vide il
gatto che si strusciava contro le sue gambe.
Sorpreso, inarcò le
sopracciglia e incontrò i suoi occhi azzurri; quello lo
guardava con supponenza, come se gli avesse fatto un grosso favore,
quasi si aspettasse un ringraziamento.
«Ehi, non fare il ruffiano
quando mi vedi debole» lo accusò, offeso.
Il gatto assottigliò gli
occhi, sornione, e fregò la testa contro i suoi pantaloni.
Naruto sospirò, e si accucciò tenendo ancora in mano il
libro di Sakura.
«Non sarà così
che mi conquisterai» borbottò, allungando un dito verso
il suo naso.
Fino
a quel momento la belva non si era mai lasciata accarezzare; dopo la
sua adozione forzata, aveva evitato ogni contatto non strettamente
necessario con Naruto – ovvero tutti
i contatti con Naruto – ma ora sembrava più propensa al
dialogo.
Il gatto rimase fermo, a due
centimetri dal dito. Naruto diminuì la distanza, e lui non si
mosse. Alla fine, gli sfiorò il naso tiepido e umido, senza
che lui si scostasse. Anzi, annusò il dito con educata
curiosità, e poi strusciò la testa contro la sua mano.
Naruto sentì qualcosa di
tiepido sciogliersi nel suo petto, e un sorriso gli spuntò
sulle labbra.
«...Uhm... forse sì,
mi conquisterai» sussurrò, roco, e strinse
inconsapevolmente il libro di Sakura.
Mezzora
dopo, senza sapere perché, si trovò davanti
all’ospedale, coperto di sudore freddo. Il sole tramontava ad
ovest, lento e rossastro. Sotto il suo braccio pesava “Il
chakra come fonte di vita”.
Perché diavolo se lo era portato dietro?
E soprattutto, perché
diavolo era lì?
Non era pronto. Era assolutamente
sicuro di non sentirsi pronto.
...Eppure era lì.
“E’
colpa di quel maledetto felino” decise arbitrariamente. “Mi
influenza in qualche modo... è una bestia strana”
Deglutì nervosamente,
mentre l’ennesima persona gli passava davanti lanciandogli occhiate
stranite, e inspirò a fondo.
Beh, già che c’era...
magari poteva fare il grande passo.
In fondo non c’era niente
da studiare, no? Si trattava soltanto di farsi avanti, parlare,
esporre le proprie ragioni... non era una cosa che necessitasse di
preparazione, insomma!
Lui aveva affrontato Itachi
Uchiha! Madara Uchiha! Aveva battuto sharingan, byakugan e anche, in
parte, rin’negan! Non si sarebbe lasciato spaventare da una cosa
simile!
La vide oltre la porta a
vetri.
L’attimo dopo era
accuratamente nascosto tra le fronde dell’albero più vicino,
con il cuore a mille.
“Ok...
non mi ha beccato, vero?” si chiese trattenendo il fiato. “No,
non può averlo fatto, stava guardando altrove...”
Dalla
sua postazione privilegiata, la vide uscire dall’ospedale con
espressione cupa. La vide massaggiarsi una spalla indolenzita, e
provò il fortissimo desiderio di sostituire la sua mano a
quella di lei, nonostante non avesse mai ottenuto grandi risultati
con i massaggi.
La
verità, mentre spiava dalla chioma dell’albero, lo colpì
con tutta la durezza del caso: gli mancava.
Gli
mancava da morire.
«Sakura...»
sussurrò con voce roca, vedendola allontanarsi a passo stanco.
Chissà
quanto stava lavorando, per stare accanto a Sasuke... Se la conosceva
solo un po’, sapeva che probabilmente non dormiva la notte pur di
salvarlo; che stava facendo tutto quanto era in suo potere e anche di
più; che quello era il momento in cui più di tutto
aveva bisogno di un sostegno.
E lui... si nascondeva sugli
alberi perché aveva paura dei suoi occhi, di leggervi che lei
lo odiava.
Ma in quel momento non
sembrava importante.
Che lei lo odiasse o meno,
non sembrava davvero essenziale.
Ora l’essenziale era che
lei aveva bisogno di qualcuno... e che lui era lì.
Saltò giù dal
ramo che lo ospitava, silenzioso più di un gatto, e di corsa
la raggiunse prima che svoltasse in una via laterale.
«Sakura!» la
chiamò, afferrandola per il polso.
Lei si voltò,
sorpresa, e spalancò gli occhi verdi quando lo riconobbe. Il
suo cuore mancò un battito.
«N-Naruto?»
balbettò spiazzata. «Che cosa... come mai sei qui?»
Lui deglutì, senza
lasciarla andare. «Hai... Hai dimenticato questo»
bofonchiò stupidamente, tendendole “Il
chakra come fonte di vita”
e distogliendo lo sguardo.
“Questo
e altri ottocento libri” aggiunse mentalmente, maledicendosi.
«...Ah...»
fu tutto ciò che disse lei, abbassando gli occhi sul volume
dalla copertina rigida. «Non... non era necessario portarmelo
fin qua...» mormorò delusa.
Cosa
si era aspettata? Che lui fosse lì per rappacificarsi?
Dopo
ciò che gli aveva detto l’ultima volta, dopo il tono che
aveva usato con lui?
Lo
aveva ferito, e lo aveva fatto consapevolmente... Era arrabbiata, sì,
ma ora che era passato qualche tempo tutti gli errori di Naruto le
sembravano in qualche modo giustificabili... ragionevoli... In fondo
non voleva perderla. La amava. Era... scusabile.
Non
come lei. Non come lei e la sua ira... il suo disprezzo, anche.
Un
errore, un errore enorme e incancellabile.
Forse
non meritava nemmeno il suo perdono.
E
la verità... la verità era una sola: lei si era
arrabbiata con lui, aveva reagito impulsivamente e lo aveva
allontanato... ma non voleva perderlo. No, mai.
Allungò
la mano per prendere il libro, ma Naruto non lo lasciò andare.
Sakura gli lanciò un’occhiata interrogativa, e vide nei suoi
occhi un profondo turbamento.
«Non
sono qui per questo» le confessò lui, con un filo di
voce. «Sakura... mi manchi. Torna a casa, per favore»
Glielo
aveva detto.
Così,
con poche parole raffazzonate in fretta e furia, a malapena udibili,
tanto ingenue e stupide... aveva sprecato la sua unica opportunità?
Si sarebbe sentito rispondere con un no secco?
«So...
che devi stare vicino a Sasuke» si affrettò ad
aggiungere, con la bocca asciutta. «E anche io voglio che tu
gli stia vicina... perché sei l’unica che può
salvarlo. Ma... per favore... dimentica quello che ho fatto. Ho
sbagliato, avevo paura, e...»
“...ne ho ancora...”
«...ho
commesso un errore. Per favore, facciamo finta che non sia
successo... io... ho bisogno di te» la voce gli si incrinò.
«Ho anche preso un gatto»
Tacque,
e per qualche istante ci fu silenzio.
Sakura
non allontanò gli occhi dai suoi per un solo istante. Alla
fine, la prima cosa che riuscì a dire, incerta, fu:
«Un...
gatto?»
«L’ho
trovato» si giustificò Naruto, arrossendo senza motivo.
«Non è che volessi sostituirti, sia chiaro... è
che era lì, tutto solo... Ha gli occhi azzurri, lo sai?»
«Ah...
bene» mormorò lei, deglutendo a vuoto. «Allora...
io...»
«Dimmi
di sì» la interruppe lui. «Dimmi solo di sì»
Sakura
ricordò il dialogo avuto con Kakashi poche ore prima. Aveva
insistito tanto sul fatto che lei e Naruto non avessero rotto...
perché in fondo non ne era sicura. Non sapeva esattamente come
fossero rimasti... e aveva paura di averlo perso per sempre, di
averlo ferito più di quanto le fosse permesso.
Invece,
ora, lui si presentava così, all’improvviso... e le chiedeva
di perdonarlo e di tornare. Era disposto a saperla accanto a Sasuke,
era disposto a correre il rischio... pur di riaverla al suo fianco.
...Lei
meritava una simile dedizione?
A
dodici anni Naruto diceva di amarla.
A
sedici anni lo ripeteva, più raramente ma con più
forza.
A
diciassette si era dichiarato, con tutta la serietà del mondo.
E
ora... era disposto a soffrire, a rischiare, pur di riaverla con sé.
Sakura
si sentì arrossire, e contemporaneamente sentì gli
occhi riempirsi di lacrime.
Sasuke...
cosa aveva fatto in tutto quel tempo?
A
dodici anni l’aveva abbandonata, con un misero grazie
che
poteva avere significato come poteva non averne.
A
sedici aveva tentato di ucciderla.
A
diciassette ci era quasi riuscito.
E
ora... voleva soltanto morire.
Lei
non era mai stata una parte importante della sua vita. Lei si era
sempre e soltanto illusa, era corsa dietro a un sogno stupido per
anni e anni e anni...
...quando
tutto ciò che poteva desiderare era sempre stato lì, a
un soffio.
Quando
la persona che davvero la considerava il centro del mondo non l’aveva
mai lasciata.
Chinò
il capo, permise alle lacrime di scivolare lungo le guance e poi a
terra. Lasciò andare “Il
chakra come fonte di vita”,
e nascose il viso dietro le mani.
«...Sì...»
sfuggì alle sue labbra, un singhiozzo spezzato in un filo di
voce.
Naruto
sforzò ogni suo senso pur di udirlo, e quando ne fu certo si
illuminò.
«Davvero?»
chiese, trattenendo il fiato.
«Sì»
annuì lei, asciugandosi gli occhi.
«Davvero
davvero?»
«Sì!»
sbottò, con un’occhiataccia. «Quante volte ancora hai
intenzione di farmelo ripetere?»
Lui
sorrise, le si avvicinò, e posò la fronte contro la
sua. «Ancora mille volte...» sussurrò roco.
«Finché non avrai più voce, finché io non
sentirò più niente... non mi stancherò mai di chiedertelo»
Sakura
sorrise. «Sì»
«Mi
ami?»
«Sì»
«Io
ti amo»
«Sì...
lo so da tanto tempo»
Nel
prossimo capitolo:
«E
se fosse?» chiese, fissandola negli occhi.
Il
sorriso di lei si allargò, mentre si faceva avanti lungo il
tavolo. «Allora saresti uno stupido»
Risposta
insidiosa. Poteva voler dire almeno tre cose:
1)
sei uno stupido perché non c’è niente di cui essere
gelosi, lui è solo un idiota che passa per caso;
2)
sei uno stupido perché non hai il diritto di essere geloso,
dal momento che conti meno di zero;
3)
sei uno stupido perché sei caduto nel mio perfetto piano per
farti ingelosire, come l’ultimo dei cretini.
* * * * ȣ * * *
*
Spazio
autore
Confessatelo:
non vi sareste mai aspettati che "la crisi" tra Naruto e Sakura si sistemasse tanto in fretta!
E' solo che ho provato a infilarmi nella testa di entrambi, e mi sono
resa conto che, nonostante il rancore, tutti e due sostanzialmente
vogliono stare insieme.
E, dopo una lite con chi si ama, il più delle volte si finisce a pensare che forse siamo stati noi a fare un errore,
si finisce per credere che la colpa sia nostra, e non dell'altro.
Per queste e per altre ragioni che non sto a spiegarvi, mi è
sembrato che entrambi sentissero una certa urgenza nel far tornare le
cose come prima.
Questo, naturalmente, non significa che la lite sia stata leggera, né che non avrà ripercussioni future...
Il gatto ha avuto un successo strabiliante, eh? XD Vero che è pucciosissimo? Anche quando devasta la casa di Naruto!
In diciannove anni di onorata carriera nel mondo dei vivi, mai mi era capitato di essere malata a Natale...
...fino ad oggi.
T__T
Questa notte, per la prima volta in vita mia, ho sperimentato il delirio:
mentre decidevo se soffiarmi prima il naso o tossire (alle 3 del mattino sono scelte difficili),
mi sono vista due schiere di ninja che cercavano di convincermi a fare l'una o l'altra cosa.
Da lì alle 8 di mattina, poi, è stata una battaglia
campale tra loro, me, e strani pistoleri che sembravano usciti da
Trigun...
Insomma, l'influenza è davvero una brutta bestia, più di quanto possiate immaginare!
Angolino del mentitore:
per sbaglio (cioè del tutto intenzionalmente) ho messo nel nick di msn della morte di Jiraya...
E un amico mi ha insultata, dicendomi che non si fanno questi spoiler,
che non è giusto, che sono un'idiota, bla bla bla...
Indovinate come me la sono cavata?
Dicendogli: "ma no, non hai capito! Era una fanfic scritta troppo bene!"
...Siano ringraziate le fanfic. U_U
In ogni caso,
BUON NATALE A TUTTI!!
Se siete amanti delle NaruSaku, questo capitolo è stato un bel regalo.
In caso contrario, aspettate il prossimo, che sarà dedicato a Shikamaru e Temari!
Lì sicuramente ci sarà da divertirsi!
nixy: il
micio è bellino, vero? Io lo adoro, è così
puccioso! >_< Shika si divertirà da matti a Suna, non
prendiamoci in giro... XD E Naruto e Kyuubi se la spasseranno alla
grande! (insomma...)
kaho_chan: se fossi una persona
sana di mente (e soprattutto non febbricitante) ti direi di non
preoccuparti se non riesci a commentare, che non è un problema,
che non sei obbligata... MA malamela ama i tuoi commenti, e dunque io
mi faccio bella davanti a lei sventolandole in faccia il tuo nome tra
le recensioni! XD Quindi... commenta, donna, commenta! (parte razionale
di me: ignora... -.-) Ma dai! Possibile che tutti vogliate il gatto??
Come devo dirvelo: sia lui che le copie di Naruto, se fossero nelle mie
mani, lì resterebbero fino alla mia morte! Mai, mai ve li
cederei! Per vedere il magico trio (e non sto parlando di Harry Potter,
ma del team 7) di nuovo riunito, dovrai aspettare il capitolo 37...
Peccato che quei tre insieme siano un mezzo incubo da muovere! @_@
Comunque, lo yaoi sta lentamente creando una breccia nelle mie
difese... non credo diventerà mai una mia passione, ma con
naruto e sasuke sembra quasi plausibile... per cui, tra un paio di
capitoli posterò una specie di extra staccato dalla storia, un
siparietto shonen ai dedicato a tutti coloro che vorrebbero una svolta
narusasu e che invece non la vedranno mai nella serie regolare...
comunque avviserò quando sarà giunto il momento! XD A
proposito, grazie mille per i complimenti riguardo Tsunade, ormai
è diventata un personaggio cui tengo molto! (soprattutto dopo la
storia di Jiraya... T_T)
killkenny: ehi, ehi, piano con le "intuizioni"! XD
harryherm: lo confesso.
Purtroppo io amo i lieto fine (Redenzione è un caso a parte...),
e amo Naruto... Per questo per lui le cose finiranno bene. Solo,
bisogna vedere "quanto" bene. La faccenda delle ferite di Naruto era
volutamente ambigua, ci sono cose che spiegherò solo più
avanti (se mi ricordo! XD), e comunque non sono entrata nella sua testa
apposta perché voi lettori non capiste tutto... L'incontro tra
Sakura e Sasuke volevo davvero posticiparlo il più possibile,
sapendo cosa vorrà dire... ma purtroppo mi è toccato.
Accidenti a me e alla mia testaccia quando ho deciso la trama! Parlando
di cose extra fic, guarda... io non sono una bella persona o qualcosa
di particolare. E' solo che ho passato un momento (che io definisco "il
mio periodo blu", citando Lilo & Stitch! XD) abbastanza brutto
nella mia vita, ed essere riuscita a uscirne mi ha fatto venire una
gran voglia di spronare gli altri, di dire alle persone che si
può essere felici, che non è tutto solo nero, che
c'è sempre una speranza. Sai, finché te lo dice uno che
non ha mai avuto un problema nella vita, ci credi poco... ma quando a
dirtelo è qualcuno che più o meno ci è passato, ha
tutto un altro significato. Io ci credo. Guarda, il gatto te lo
invierei come pet therapy...
ma non ce l'ho! XD Anche se darei il mio dito mignolo per trovarlo, un
piccolo diavolo così! I gatti dispettosi ma ruffiani sono la
cosa che amo di più! XD
sammy1987: in realtà
l'incontro con Sasuke finisce lì, perché lui è
steso dai tranquillanti! XD Quello che succede dopo è che lo
trascinano di peso all'ospedale, e per quando apre gli occhi Sakura
è calata in modalità medico... quindi niente avvenimenti
eclatanti! (non ora, almeno) Per rivedere Sasuke, purtroppo, dovrai
attendere fino al capitolo 37! ^_*
arwen5786: beh, se "questi"
capitoli ti rendono felice, cosa farai quando le cose andranno bene? XD
Mi piace parecchio l'analisi che hai fatto dell'incontro
Sakura-Sasuke... era esattamente quello che volevo trasmettere! *_* Nel
prossimo capitolo, con Shika a Suna, ci sarà davvero da
divertirsi... non per le povere amanti della coppia ShikaIno, ma va
beh... non posso mica far felici tutti contemporaneamente, no? XD
OneWingedAngel: le ferite di
Naruto guariscono in fretta, si sa. Il punto è... quanto resta
ferito Naruto psicologicamente? Questo è il vero obiettivo di
Kyuubi, questo è ciò a cui punta... indebolire il nostro
eroe fisicamente non è facile. Ma quando si riesce a far breccia
nella sua testa... cosa succede?
Mala_Mela: beh, è facile
provare simpatia per due sfig... *cough cough!* sfortunati personaggi
come Sakura e Sasuke in Redenzione... molto più difficile
è trovarli simpatici qui, soprattutto quando si ama Naruto! (e
soprattutto quando si sanno cose che non si dovrebbero sapere...) ARGH!
Devo rileggermi tutto FMA per farti il maledetto regalo di compleanno!
E oltretutto il numero 15 è momentaneamente di stanza a Genova,
accidenti alla mia memoria... T_T Sai cosa farò? Andrò a
leggermi le fic di chi so io, e poi... uhuhuh... poi sarà il
momento di darsi da fare! *_* (sperando che mi sia passata l'influenza)
lale16: per ora Jiraya nella
fic si sta godendo la sua vita di ero-scrittore! XD Tornerà in
auge tra un po', giusto per permettermi di fargli una certa
bastardata... ma fintanto che può, lasciamolo essere felice! T__T
Talpina pensierosa: ed ecco qua il nuovo capitolo, più o meno puntuale! XD Spero sia stato di tuo gradimento!
Io non pensavo che sarebbe mai arrivato il giorno in cui avrei scritto
una cosa simile... ma quel giorno è qui: troppi commentiiii! @_@
(ATTENZIONE: non ascoltatemi, è la mia parte malata che
straparla! I commenti vanno sempre benissimo, più sono e meglio
è!)
Aya
|
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Capitolo 36 *** Tre opzioni ***
Naruto-36
Capitolo
trentaseiesimo
Tre opzioni
«...E quindi quella
mattina non riuscivamo nemmeno ad alzarci dal letto! Un altro ramen,
grazie!»
Naruto tese la ciotola vuota
verso il padrone del chiosco, con ancora la bocca piena. Sai, seduto
su uno sgabello al suo fianco, mangiava con calma la sua porzione.
«Insomma...»
riprese il biondo, tirando vicino il nuovo piatto. «...sei
volte, capisci? Ci siamo svegliati alle tre di notte e siamo andati
avanti fino all’alba! E’ tornata già da due settimane, ma
è ancora come il primo giorno!»
«Naruto...» lo
interruppe lui, serafico. «Capisco che le tue avventure
sessuali siano qualcosa di cui andare orgogliosi, ma sto mangiando»
«Uh? Anche io sto
mangiando»
Sai sospirò piano.
«Cercherò di essere chiaro...» sorrise. «Un
altro particolare riguardante le tue notti di fuoco e vomito tutto
nel tuo ramen»
«Oh» fece
Naruto, sbattendo le palpebre. «Non ti facevo così casto
e puro, Sai. Insomma... mi pareva di aver capito che stai uscendo più
o meno con i tre quarti delle ragazze del villaggio, e
contemporaneamente. Pensavo che fossi uno che se ne intende di queste
cose»
Il che in effetti si
avvicinava di molto alla realtà.
Solo che non erano i tre
quarti delle ragazze a uscire con lui; erano solo la metà.
Con le altre era già
finita. Un paio di appuntamenti, qualche complimento studiato, e poi
l’immancabile errore, la frecciatina da non lasciarsi scappare... e
lo schiaffo. Seguono schemi ripetitivi, le donne.
«Può anche
essere» ammise Sai, senza dilungarsi in particolari. «Ma
ciò non toglie che sentirti parlare di tutto il tempo che
passi a rotolarti tra le lenzuola possa avere influssi negativi sulla
mia digestione»
Naruto sbuffò.
«Ehi, non è
colpa mia» si lamentò. «E’ Shikamaru che non
torna più dalla Sabbia... ormai è via da due settimane.
Certo, immagino che anche lui si stia discretamente divertendo,
laggiù... ma mi manca un confidente»
Sai sospirò.
Amici, fratelli, compagni di
gruppo... erano tutti ruoli che comportavano un mucchio di
difficoltà, purtroppo.
Accidenti a Sasuke il giorno
in cui aveva tradito, perché ora era lui ad accollarsi
l’etichetta di fratello. Che, a voler ben vedere, non gli andava
tanto male; solo, non era il massimo quando si trovava davanti a un
ramen e l’argomento di conversazione era il sesso.
«Sai!» trillò
una voce alle sue spalle, e due braccia si strinsero al suo collo in
una stretta che profumava di fiori. «Che coincidenza!»
«Ino» disse lui,
allontanando per precauzione la ciotola di ramen con ancora il brodo,
che non beveva mai.
«Ah Naruto, ci sei
anche tu? Come sta Sasuke?» chiese Ino al biondo, piuttosto in
fretta.
«Un po’ meglio. Sta
ricominciando a mangiare! Secondo me è merito di Sakura, ma
lei dice che fa tutto lui...» Rispose a bocca piena. «Non
sei ancora passata a trovarlo, cosa aspetti? E’ pallido, flaccido e
stupido, ma riconoscibile»
«Eh sì, hai
ragione!»
Per qualche strano motivo,
il sorriso della kunoichi sembrò parecchio... tirato.
«Appena trovo un
pomeriggio libero, vengo all’ospedale» garantì rapida,
e poi dirottò tutte le sue attenzioni su Sai. «Ce lo
prendiamo un gelato? E’ già agosto, e tu me ne hai offerti
solo due da quando sei tornato tra i sani!» esclamò
allegra.
«Sì. Staccati,
fa caldo» ribatté lui in automatico.
Ino obbedì,
sprizzando gioia da ogni poro, e Sai si alzò e lasciò
sul banco i soldi per il pranzo.
«Ci vediamo più
tardi, Naruto» sorrise salutando il compagno. «E trova un
altro argomento di conversazione, per allora»
Naruto sbuffò,
affondando il viso nel ramen, e mentre Sai e Ino si allontanavano,
lei praticamente avvinghiata al braccio di lui, non poté fare
a meno di chiedersi perché la loro felicità gli
sembrasse così strana... artificiale. Forzata, quasi.
“Beh,
io e Sakura siamo un’eccezione... non posso pretendere che tutti
siano perfetti come noi!” si disse, scrollando le spalle.
E
poi iniziò a fare l’elenco mentale delle cose che avrebbe
detto a Shikamaru una volta che fosse tornato...
Già.
Shikamaru. Che se la spassava alla Sabbia.
Mica
tanto.
In
quell’afoso pomeriggio di inizio agosto era steso sul letto, di
pessimo umore.
Due
settimane di nulla assoluto...
Il
suo sogno, in teoria.
Il
suo incubo, in pratica.
Da
che aveva messo piede in quel maledetto villaggio, lei
non
lo aveva degnato di uno sguardo.
Prima
di partire era stato vagamente inquieto: se Temari era tanto spavalda
alla Foglia, giocando in casa si sarebbe probabilmente trasformata in
una belva assatanata, no?
...E
invece niente.
L’aveva
incrociata nei corridoi qualche volta.
Minuscoli
cenni.
Vaghi
sorrisi.
Nulla
di più.
Non
una parola, non un tentativo di approccio, non una volta che avesse
bussato alla sua porta. Che lui ci fosse o non ci fosse, a lei non
sembrava importare proprio niente.
E
poi c’era l’altro.
Quel
tracotante chuunin dall’aria stupida che le ronzava intorno.
Alto,
biondo, belloccio e arrogante.
Erano
insieme un po’ troppo spesso... Lui lo sapeva. Li aveva visti dalla
finestra, e li aveva incrociati nelle rare volte in cui era
sgattaiolato da solo fuori dal palazzo, prima che Gaara gli affidasse
la sua guida personale.
Ma
ora, quasi quasi, a Shikamaru la guida non sarebbe dispiaciuta.
Peccato
che il Kazekage fosse decisamente troppo impegnato per perdere tempo
dietro a lui: dopo il messaggio dalla Foglia non aveva fatto altro
che indire una riunione dopo l’altra. I falchi e i ninja avevano
iniziato a fare avanti e indietro periodicamente, per il palazzo
c’era tensione, e lungo i corridoi la gente bisbigliava.
Ma
perché lui era rimasto lì?
«Quando
avremo preso una decisione, ti consegnerò un messaggio per
l’Hokage. Nel frattempo desidero che tu non ti muova da Suna»
Parole
di Gaara in persona.
Ecco
perché era rimasto. Perché era un maledetto messaggero.
Corrugò
la fronte, irritato.
Incredibilmente,
per la prima volta nella sua vita aveva quasi
voglia di muoversi e fare un giro... magari solo nei corridoi. Così,
per sgranchirsi le gambe.
E
per vederla.
Ma
anche no!
Chiuse
gli occhi, sbuffando.
«Stupido
caldo...» bofonchiò a mezze labbra.
Si
addormentò, senza nemmeno accorgersene.
Quando
riaprì gli occhi, ore e ore dopo, scoprì di avere un
braccio completamente addormentato, quello rimasto sotto la sua
testa, e poi scoprì che era il tramonto.
La
luce scarlatta del cielo infuocato illuminava la stanza come un
grande incendio, disegnando ombre nette color del sangue, e l’afa
sembrava essere lentamente scemata.
Shikamaru
si alzò a sedere, massaggiando il braccio dolorante, e si rese
conto di avere un mal di testa pulsate, a livello della nuca. Grugnì
piano.
Aveva
anche fame.
«E
che cavolo...» disse tra i denti, costringendosi ad alzarsi.
«Perché devo restare in questo posto?»
Uscì
dalla stanza che gli avevano assegnato, di pessimo umore, e
attraversò i corridoi leggermente più freschi. Non
incrociò un cane, non un segretario o anche l’ultimo dei
fattorini... tutti sembravano avere di meglio da fare. Mentre lui,
l’unico pirla, camminava nella solitudine diretto verso il primo
venditore di cibo che avesse incrociato.
Uscì
dal palazzo, accolto dall’afa del tramonto, e dovette schermare gli
occhi dalla luce trasversale del sole, un semicerchio incandescente
sopra le mura.
A
un centinaio di metri dall’ingresso del palazzo, lungo una via
trasversale, c’era un ristorante economico in cui facevano bene da
mangiare; ci era già stato un paio di volte, in quei giorni, e
ne era rimasto soddisfatto. Tanto valeva tornarci.
Entrò,
e scoprì con sollievo che l’ambiente era fresco e avvolto
nella penombra. I tavoli, per metà occupati, erano disposti
regolarmente attraverso la stanza, e un mormorio diffuso riempiva
l’aria.
Shikamaru
andò a sedersi a un tavolo d’angolo, nel cantuccio più
buio del locale; incarognito, affondò le mani nelle tasche e
allungò i piedi, appoggiandosi al muro alle sue spalle.
Solitudine.
La
si avverte di più quando si è circondati da altre
persone... e si è esclusi dalla loro vita.
Mentre
attendeva che un cameriere si avvicinasse per prendere la sua
ordinazione, afferrò svogliatamente il menu e gli diede
un’occhiata veloce.
«Scusi...
ha già scelto?» chiese una voce oltre la carta.
«Hn?»
fece lui, abbassandola e trovandosi davanti una cameriera dalla lunga
coda bionda e gli occhi chiari. «Ah, sì... non mi serve
il menù, lo leggevo per passare il tempo» borbottò,
e ordinò il solito.
La
ragazza segnò tutto, gli rivolse un sorriso e se ne andò.
Shikamaru
la osservò allontanarsi tra i tavoli, ancheggiando per evitare
borse e sedie. La sua coda sbatteva piano sulla schiena, con un
movimento lento e regolare.
Gli
ricordava Ino. E il ragazzo seduto dall’altra parte della sala, con
davanti tre piatti diversi, assomigliava un po’ a Choji. Poi c’era
il biondino, di lato, che da quell’angolazione aveva i capelli di
Naruto. Era seduto davanti a una copia sputata di Tenten...
Shikamaru
scosse la testa, turbato.
Che
razza di immagine.
Era
davvero troppo tempo che non li vedeva, se iniziava a fare di quei
pensieri...
Sbuffò,
e chiuse gli occhi.
Che
mal di testa.
«Scusi...
ha dimenticato di ordinare le bevande. E... mi chiedevo... posso
sapere il suo nome?»
Riaprì
gli occhi.
No,
non era la cameriera.
Era
Temari.
«Oh.
Qual buon vento» commentò Shikamaru a mezze labbra,
senza muoversi. Come aveva saputo che era lì?
«Carina
la cameriera, eh» ribatté lei sedendosi sulla sedia
davanti alla sua.
«Mh.
Sì. Né bella né brutta, sembra piuttosto
docile... da sposare, insomma»
«Sai
che noia» Temari alzò un braccio, con nonchalance, e
richiamò un cameriere. Gli chiese di portarle ciò che
aveva ordinato Shikamaru. «Cioè, una di quelle ti vien
voglia di tradirla dopo due giorni» continuò,
appoggiando il mento alla mano e rivolgendogli un sorriso vago.
Shikamaru
sbuffò. «Senti, ho mal di testa... Se hai deciso di
smettere di ignorarmi solo per rompere le palle, risparmiatelo»
disse secco.
E
poi se lo lasciò sfuggire.
Davvero,
non ne aveva alcuna intenzione...
...Ma
se lo lasciò sfuggire.
«Torna
dal biondino»
Si
maledisse alla seconda sillaba, pur senza riuscire a fermarsi.
Temari
rimase interdetta per un istante, e poi inarcò le
sopracciglia. Sorrise, divertita.
«Ma
dai. Sei geloso?» chiese sottovoce, ridendo piano.
Doveva
essere colpa del mal di testa, concluse Shikamaru. Perché
quella sera proprio non riusciva a tenere la bocca chiusa.
«E
se fosse?» chiese, fissandola negli occhi.
Il
sorriso di lei si allargò, mentre si faceva avanti lungo il
tavolo. «Allora saresti uno stupido»
Risposta
insidiosa. Poteva voler dire almeno tre cose:
1)
sei uno stupido
perché non c’è niente di cui essere gelosi, lui è
solo un idiota che passa per caso;
2)
sei uno stupido
perché
non hai il diritto di essere geloso, dal momento che conti meno di
zero;
3)
sei uno stupido
perché sei caduto nel mio perfetto piano per farti ingelosire,
come l’ultimo dei cretini.
Qual
era l’opzione giusta?
Ed era tra quelle tre?
Nell’indecisione,
rimase a guardarla senza ribattere.
Temari,
lentamente, si fece indietro; non staccò gli occhi dai suoi
nemmeno per un secondo. Alla fine si appoggiò allo schienale
della sedia e gli lanciò uno sguardo di malcelata superiorità.
«Allora,
com’è Suna?» chiese in tono colloquiale.
«Sabbiosa»
grugnì lui in risposta, irritato.
Cosa
gliene fregava del panorama? Niente.
Quale
delle tre maledette opzioni era giusta?
«Ma
come, in quindici giorni non hai visitato nulla?» insisté
lei, restando volutamente sull’argomento.
«La
mia guida era impegnata»
«Ah
già... Gaara mi aveva accennato qualcosa» fece un cenno
annoiato con la mano. «Ma non sei un bambino, giusto? Potevi
anche andare da solo, non ti perdi mica...»
«Pigrizia»
«Giusto.
Dimenticavo»
Che
maledetta stronza.
Come
poteva dimenticarselo, viste tutte le volte che aveva dovuto
trascinarlo per fare qualunque cosa?
Lo
stava deliberatamente provocando.
E
lui era irritato.
Aveva
mal di testa.
Caldo.
E
fame.
Oh.
Se
non altro il cibo stava arrivando... forse avrebbe migliorato le
cose.
No.
Decisamente.
Mezzora
di conversazione all’insegna delle frecciatine e delle
contro-frecciatine, bacchette strette tra le dita come la carotide di
un nemico particolarmente odiato, il mal di testa che aumentava e le
forze con lui, e con il cibo ingerito.
Risultato:
alla fine del pasto il sole era tramontato, e Shikamaru aveva una
gran voglia di sbattere Temari contro il muro e torturarla a morte.
Si
alzò dalla sedia, nervoso.
«Vado
a pagare e me ne torno nella mia stanza» la informò
secco. «Dormire mi sembra più gratificante che stare qua
con te»
«Ti
accompagno?» propose lei, con un piccolo ghigno.
«Non
ci tengo particolarmente» ribatté lui tra i denti. «E
probabilmente non sai nemmeno dov’è la mia stanza»
«Terzo
piano, corridoio C, quarta porta sulla sinistra, di fianco al vaso di
fiori fucsia»
Shikamaru
la guardò.
Lei
sorrise.
Una
vena si gonfiò sulla fronte di lui.
Quindi
lo sapeva.
E
nonostante ciò non si era presentata neanche una volta.
Che.
Nervoso. Maledetto!
Che
poi... che cosa gliene fregava a lui?
Niente.
Era
meglio se lei non gli saltava addosso.
E
la sua anima lussuriosa avrebbe fatto bene a chiudere la stupida
bocca che si ritrovava.
«Tsk»
commentò secco, allontanandosi in direzione della cassa.
Temari
si alzò a sua volta e lo seguì, con nonchalance.
«Lui
paga anche per me» disse sorridendo al cassiere.
Shikamaru
la fulminò con lo sguardo, e, vicino a una crisi di nervi,
tirò fuori il doppio delle banconote dal portafoglio.
Detto
schiettamente: perché doveva sborsare se lei non gliela dava
neppure?
“E
questo che razza di pensiero è?” si chiese allibito.
Portò
una mano alla tempia; l’emicrania si era spostata dalla nuca alla
fronte, subito dietro gli occhi. Sembrava anche peggiorata.
«Mal
di testa?» gli chiese Temari mentre uscivano dal locale.
«Che
tu
mi procuri» replicò lui.
«Meglio
questo dell’indifferenza, ti pare?»
Ma
quale indifferenza?
Erano
anni che lei non gli era indifferente.
Anni
che quando metteva piede alla Foglia lui se ne accorgeva.
Anche
prima che lo trascinasse in uno squallido motel, anche prima di
accorgersi che a lui non dispiaceva... semplicemente, sapeva quando
c’era. Senza necessariamente esserne irritato, dispiaciuto o
felice... lui lo sapeva. E tanto bastava.
Lei
non gli era indifferente.
Sbuffò,
a metà tra l’irritazione e l’umiliazione.
Chi
era il chuunin che le ronzava attorno?
E
quale delle tre opzioni era giusta?
Raggiunse
il palazzo del Kazekage, senza accorgersene, e si rese conto che lei
era ancora al suo fianco, in silenzio.
«Hai
intenzione di accompagnarmi fino alla porta?» chiese ironico.
«Non
ho niente da fare» rispose lei.
Ma
certo.
Non
c’erano altri motivi.
Salirono
le scale con insospettata premura, Shikamaru un gradino più
avanti di Temari, e raggiunsero il terzo piano in meno di due minuti.
Corridoio C. Vaso di fiori fucsia.
«Sono
arrivato» disse lui frugando in tasca alla ricerca delle
chiavi.
Le
luci erano accese, fredde nel silenzio del piano deserto. Erano gli
unici in giro a quell’ora.
Shikamaru
trovò le chiavi, aprì la porta.
Si
fermò.
Guardò
Temari.
Lei
gli sorrise.
«Allora
buona notte» disse serafica.
«Perché?»
chiese lui, prima ancora che fosse arrivata all’ultima sillaba.
«Qui e a Konoha le cose sono completamente diverse, perché?»
«...Allora
sei proprio geloso» mormorò lei, appoggiandosi al muro
con una spalla.
«Non
è questo il punto. E’ che sono qui da quindici giorni e ti
vedo solo ora... e alla Foglia mi salti addosso appena metti piede
oltre le mura»
«Ti
spiace che non lo faccia?»
«Secondo
te?»
«Sì.
Ti spiace. Ma non possiamo farci niente, lo sai?»
«E
perché?»
«Perché
questo è il mio villaggio. Se mi danno della ‘facile’ alla
Foglia non mi interessa, ma qua ho una reputazione da difendere»
«Una
cosa?
E da quando ti importa?» allibì Shikamaru.
Temari
si strinse nelle spalle. «Sono la sorella del Kazekage, modello
di perfezione di ogni ninja... Devo mantenere un certo standard. E
poi sono una donna fredda, scostante, irraggiungibile, e bla, bla,
bla... sai come sono le voci»
«E
perché con me sei diversa?»
«Hn...
chi lo sa» Temari sorrise, staccandosi dal muro. «Beh, io
vado. Buona notte»
Si
voltò, dandogli le spalle, e il rumore dei suoi passi
riecheggiò sinistramente per il corridoio.
Shikamaru
la guardò.
Le
braccia lungo i fianchi, rigide.
Le
gambe che si muovevano sicure, con un ritmo preciso.
Il
collo... così maledettamente invitante sotto la luce
artificiale.
La
fermò prima di rendersene conto, afferrandola per un braccio,
e la tirò bruscamente indietro.
«Ehi...!»
protestò lei, e lui la spinse contro il muro, quasi
violentemente, bloccandole le braccia sopra la testa.
«Non
me ne frega assolutamente niente della tua reputazione» sibilò
a due centimetri dalle sue labbra. «Tu stanotte resti qui»
Temari
rimase a bocca aperta, sbalordita.
Ad
occhi sgranati, incapace di allontanare lo sguardo, si trovò a
fissare due pozzi neri che per una volta non erano affatto vacui, o
annoiati, o distratti. Che la inchiodavano.
Shikamaru
premette il corpo contro il suo, le dita strette attorno ai suoi
polsi, e le sfiorò il collo con il naso. Il suo respiro sulla
pelle era caldo, diverso eppure familiare.
Dove
nascondeva tutta quella forza? La sua presa era dolorosa...
«Shi...»
tentò di dire, e lui le chiuse la bocca prima che potesse
finire.
Le
sue mani scivolarono lungo le braccia, fino ai fianchi, e si
insinuarono sotto la maglietta. Rapide. Decise. Come mai prima di
quel momento.
Per
un attimo le mancò il fiato.
Il
bacio di Shikamaru era qualcosa di totalmente diverso e inaspettato,
nuovo, eccitante e... oh diavolo. Era per caso stordimento, quello?
Riprese
fiato per miracolo, mentre lui si spostava dalla bocca al collo e poi
giù fino al seno, che, chissà quando, era già
stato liberato dalla sua prigione di stoffa, e con orrore si rese
conto che le sue stupide mani, invece di respingerlo, stavano posate
inermi sulle sue spalle, ben liete di non dover costringere nessuno.
“Che...?”
riuscì a malapena a chiedersi, confusa, e poi un gemito le
sfuggì alle labbra.
E
smise di pensare.
Shikamaru,
al contrario, pensò ancora per qualche minuto.
Quindici
giorni.
Quindici
giorni di maledetto biondino che lo avevano reso nervoso.
E
adesso, andando contro tutti i suoi principi e la sua indole, l’aveva
davvero sbattuta contro un muro... non certo per farle del male.
Sentì
le sue braccia attorno al collo, il suo respiro spezzato
nell’orecchio, e le sollevò la gamba fino al fianco.
Non
era come a Konoha. Per niente.
Era...
era il piacere,
per una volta. Quello vero.
Sentirla
tra le sue braccia e sapere che non era lei a comandare. Sentirla
respirare sulla sua spalla e sapere che non era lei a decidere il
ritmo. Sentire la sua pelle sotto le labbra, e sapere che non era
calda per la doccia, ma perché erano le sue mani a renderla
tale.
A
toglierle la consapevolezza di ciò che accadeva.
A
toglierle il controllo.
A
toglierle la ragione.
Una
volta lei gli aveva detto che se fosse stata più dolce, la
scena sarebbe stata disgustosa.
Quanto
si sbagliava.
La
sentì stringersi a lui, sentì i suoi baci sul collo, le
mani che si aggrappavano alla stoffa della maglietta, il suo cuore
battere sotto la pelle, veloce, così veloce...
E
sapeva che era merito suo.
Suo
e soltanto suo...
...Era
inebriante.
Portò
una mano alla sua nuca, avvicinò le labbra al suo orecchio, e
sussurrò il suo nome. La sentì fremere, e sentì
che non ricambiava.
Niente
più ‘Shikamaru’ detti con un sogghigno, sapendo di gestire
il gioco e di essere il capo... ora parlare avrebbe significato
cedere. Avrebbe significato... che il capo era lui.
Shikamaru
era pigro.
Molto
pigro.
Ma
quella sfida... la voleva vincere. La doveva vincere.
Sorrise,
e la sua mano scivolò giù, lungo il fianco e poi
all’ombelico, e sempre più giù.
Ed
eccolo, in un sussurro appena udibile e spezzato.
Il
suo nome.
All’improvviso
quale delle tre opzioni fosse esatta non sembrava più tanto
importante...
L’ultima
missione era stata più dura del previsto. Mentre il gruppo era
fermo nella foresta di Konoha, Tenten sembrava preoccupata.
Neji
la studiò senza farsi notare, intanto che il maestro Gai e
Rock Lee blateravano qualcosa su un nuovo strabiliante allenamento
che avevano in mente di fare. Erano rimasti a qualche passo di
distanza, soli, e tra i due regnava il silenzio.
«Sei
ferita» lo ruppe lui, notando il taglio sulla sua spalla.
«Cosa?»
fece lei, accorgendosene solo in quel momento. «Ah, è un
graffio...» lo liquidò.
«Aspetta»
insisté, frugando nel marsupio alla ricerca del kit medico.
«Che
stai facendo?»
«Disinfetto»
«Non
ce n’è bisogno...»
A
disagio, Tenten cercò di scostarsi; ma Neji la bloccò,
andando avanti a fare quello che voleva.
«Lo
faccio con piacere» le disse, calcolando al millimetro il tono
di ogni sillaba.
Tenten
gli lanciò un’occhiata stralunata.
Poi
guardò avanti, in direzione del maestro Gai e di Rock Lee, e
per un attimo apparve... nervosa.
Scostò
il braccio che Neji stava medicando, e fece un passo indietro.
«Neji...
che stai combinando?» gli chiese piano.
Lui
esitò per un istante, ma alla fine decise di non girarci
attorno.
«Mi
chiedevo se sei libera domani sera» disse senza incertezze.
Tenten
lo fissò.
Sospirò.
«Neji,
Neji... sai quanto a lungo ho aspettato di sentirti chiedere una cosa
del genere?» domandò, scuotendo la testa.
Lui
si accigliò. «C’è qualche problema?»
«Sì...
Neji... sei in ritardo. Troppo in ritardo»
Silenzio.
«Ah.
E... posso chiedere per quale motivo?»
Non
c’era particolare sofferenza nella sua voce... solo una certa
delusione e un lieve disappunto.
«Quali
motivi, vorrai dire» replicò Tenten. «Il primo
sono io. Io che mi sono stufata di aspettare, e che ho deciso di
smetterla di farmi del male con te... E il secondo...» chinò
il capo, grattandosi la nuca con aria mesta. «...Beh, il
secondo dipende solo in parte da me. Ed è un problema che non
posso eliminare»
Neji
corrugò la fronte, senza capire.
Il
primo motivo gli stava bene, aveva un senso... ma il secondo?
«Mi
dispiace» continuò lei, sbuffando piano. «Non
esiste nessuna possibilità, davvero»
«...Ah.
Ne sei assolutamente certa?» insisté lui.
«Sì»
lei, stranamente, gli sorrise. E, per un attimo, a lui sembrò
più bella del solito.
Forse
perché le cose appaiono in tutto il loro splendore solo nel
momento in cui le perdiamo.
«Beh,
andiamo. Gli altri si sono mossi» disse Tenten dopo qualche
attimo di silenzio, accennando al maestro Gai e a Rock Lee, che erano
partiti saltellando su un piede solo.
«...Sì»
mormorò Neji piano.
Per
carità, non è che la sua fosse proprio una delusione
amorosa... e comunque lui non era un ragazzino che scoppiava in
lacrime al primo due di picche... ma... era comunque un rifiuto.
Anche
se poco, faceva pur sempre male.
Arrivati
al villaggio, venne il momento di dividersi.
Neji,
impegnato nelle sue elucubrazioni mentali e abbastanza inquieto circa
i piani matrimoniali di suo zio, si accorse con qualche secondo di
ritardo che il gruppo si stava sciogliendo... e dello strano discorso
del maestro Gai.
«...più
in missione con noi» stava dicendo il jonin in quel momento,
quasi incredulo di fronte alle sue stesse parole.
Tenten,
al suo fianco, guardava ovunque tranne che nella loro direzione.
«Che
cosa? Ma perché?» chiese Rock Lee accigliato,
fissandola. «Abbiamo fatto qualcosa di sbagliato?»
«No...
è... insomma, è una cosa un po’ complicata...»
mugugnò lei, sbuffando.
«Nulla
è mai così complicato!» esplose il maestro,
piombando alle sue ginocchia e afferrandole le mani, con le lacrime
agli occhi. «Ripensaci Tenten, non puoi lasciare il gruppo!»
Neji
si irrigidì all’improvviso.
Che
cosa?
Allora...
era quello il secondo problema?
Tenten
se ne andava?
Ma
dove? Perché?
Lo
Hyuuga gettò un’occhiata a Rock Lee: sembrava sconvolto
quanto e più di lui.
«Sentite,
ho fatto i miei calcoli, ok?» sbottò lei, liberando le
mani dalla stretta del maestro, e arrossì leggermente.
«Smetterò di andare regolarmente in missione, punto. Non
ho intenzione di discuterne con voi, l’ho già fatto
abbastanza con chi di dovere!»
Chi
di dovere?
Doveva riferirsi a Tsunade, solo lei aveva l’autorità
per decidere una cosa simile...
...E
quindi... se anche il suo idolo di sempre non le aveva fatto cambiare
idea, doveva essere per un motivo molto più che valido.
Ma
quale?
Impotenti,
sia Neji che Rock Lee la videro allontanarsi a passo spedito, mentre
il maestro Gai borbottava qualcosa circa l’Hokage e nuovi, strani
tentativi di persuasione, e alla fine lo Hyuuga cercò lo
sguardo del compagno.
Lo
vide fissare avanti a sé, turbato, e non sembrò nemmeno
accorgersi dei suoi tentativi di contatto.
Solo
in quel momento si rese conto che aveva ancora in mano la pezza
imbevuta di disinfettante con cui aveva tentato di essere gentile...
Nel
prossimo capitolo:
«...E’...
un problema... abbastanza improvviso» mormorò, esitante.
«Senti, non credi che anche io vorrei continuare a vivere come
vivo ora? Amo essere ninja, il mio idolo è la principessa
Tsunade, mi sono sempre trovata a mio agio in quell’ambiente...
Ma... succedono cose, nella vita, che uno non si aspetta. Imprevisti.
E tutto cambia. Io... non ho smesso di essere ninja. Semplicemente,
d’ora in poi mi muoverò soltanto sporadicamente»
«Questa
non è una spiegazione» protestò Neji. «Che
genere di imprevisti? Cosa è successo esattamente?»
«Non
c’è bisogno che tu lo sappia» lo liquidò lei,
sbrigativa. «Queste non sono faccende che ti riguardano»
* * * * ȣ * * *
*
Spazio
autore
Sì, ok, calmi.
Lo so, sono passate all'improvviso due settimane e io non vi ho nemmeno
fatto vedere il primo incontro fra i nostri tre protagonisti...
...ma c'è un motivo, ed è anche molto semplice:
tutto vi verrà raccontato a tempo debito.
Prima di occuparmi del nostro adorabile (?) triangolo, però, ho bisogno di dare una sistemata alle vicende di contorno,
nello specifico al team Gai e a Shikamaru e Temari.
(a proposito, questo è chiaramente il capitolo della rivincita di Shika! XD)
Credetemi, le cose mi si complicheranno abbastanza anche senza avere loro tra i piedi!
T___T
Voglio ringraziarvi profondamente per tutti i commenti che mi avete lasciato allo scorso capitolo!
Temevo di aver affrettato troppo le cose, di aver sbagliato da qualche
parte, di aver fatto non so nemmeno io quale sciocchezza...
...e invece sembra che abbiate apprezzato!
(con le dovute eccezioni, ovvero fan del SasuSaku! XD)
E così abbiamo raggiunto il nuovo record!
YEEEE!
Dopo il prossimo capitolo vorrei postare la sottospecie di "spin-off in un universo parallelo",
cioè quella one-shot SasuNaru di cui vi ho parlato tante volte...
Se me lo dimentico, mi date una strigliata?
^^'
Inoltre, tra l'1 e il 6 ci sarà un'altra carrellata di capitoli
in fila (ancora 3), sempre per la storia della tabella di marcia...
...Certo che se non scrivo qualcosa, di qui a due settimane ci areniamo.
Uhm...
Mi darò da fare!
Una volta per tutte: quel gatto è miooooooooo!!
(e ha già un nome, per cui rassegnatevi! XD)
*__*
Ok, non avevo intenzione di chiederlo, ma...
...almeno le personcine che mi hanno inserito tra gli autori preferiti e ancora non mi hanno lasciato due righe,
me lo lasceranno prima o poi un commentino?
T____T
sammy1987: Ahh, volevo
proprio iniziare con il tuo commento! XD Davvero, quando l'ho letto mi
sono sbellicata dalle risate, sapevo che doveva essercene almeno uno
così, e mi spiace soltanto che l'unica a ridere sia io!
Comunque... mai dire mai... E direi che la situazione tra Shikamaru e
Temari si è evoluta eccome! XD
Talpina Pensierosa: sono la
maga delle sorprese, dovresti saperlo! XD E il gatto è
adorabile, lo so... giuro che se ne trovo uno così me lo porto a
casa, a costo di rapirlo e coprirmi di graffi! XD
Nicole_chan: purtroppo Sasuke è in via di ripresa...
Sakura, ahinoi, ci si sta davvero impegnando anima e corpo (quando non
si rotola tra le lenzuola con Naruto), e sfortunatamente ci sa pure
fare... sigh. Tra un po' ce lo troveremo di nuovo tra i piedi... Il
gatto ringrazia per l'elezione a idolo! O meglio... ti getta
un'occhiata di superiorità perché è convinto che
tu gli abbia soltanto dato ciò che è suo di diritto...
ò_O Strana bestia.
kimi: 1) anche io amavo alla
follia Itachi... T_T Mi sono già fustigata mille volte per
averlo ucciso, tranquilla... 2) c'è un sacco di tempo per sapere
con chi finirà davvero Sakura... 3) ShikaIno o ShikaTema? E se
qui ci fosse uno InoShikaTema, in fondo? Chi la vincerebbe? 4) Neji
dovrei studiarmelo più a fondo, lo so... è che ho sempre
in testa lo scontro nell'esame per chuunin, quello in cui viene fatto a
pezzi da Naruto, e in quelle pagine non posso che trovarlo un
tantinello insopportabile (sì, questi si chiamano pregiudizi),
così lo sfaso un po'... 5) Kakashi è Kakashi, c'è
poco da dire! XD Lo vorrei anche io, se esistesse! Anzi, chi non lo
vorrebbe? Se poi uscisse con me sarebbe perfetto: tutti e due
arriveremmo all'appuntamento con un'ora minimo di ritardo, e nessuno
dei due dovrebbe aspettare! XD ___ Et voilà, risposto punto per
punto! Spero di essere stata abbastanza ambigua da ammorbidire anche i
punti che ti sono meno graditi! XD (tranne per quanto riguarda
Itachi... ma, ahimé, contro la morte non posso ancora nulla! Qui
non ho le sfere del drago, e le vecchie Chiyo non si trovano dietro
l'angolo!)
OneWingedAngel: cough cough
cough... ehm... sì... diciamo che... COUGH COUGH COUGH! Mamma
mia, ma che tosse!! ^^'' (NON farmi dire nulla, ti prego...)
queen of night: non oso
immaginare quanto tempo devi aver passato davanti allo schermo per far
fuori 35 capitoli in una volta sola...! Hai la mia stima solo per
questo! XD E poi... *_* Sei la prma persona che mi dice "ho iniziato a
commentare grazie a te", e non hai idea di quanto ciò mi renda
felice!! Temevo che il mio appella cadesse dimenticato, nel nulla... e
invece no! Quando ho letto quello che hai iniziato a fare, mi sono
sentita utile al mondo! XD (esagerata... -.-'') Comunque, grazie mille
innanzitutto per la recensione, e poi anche per i complimenti, che ogni
volta mi fanno sentire Alice nel paese delle meraviglie (non la parte
angosciante, ma quella... ehm... "meravigliosa")! E' la prima volta che
qualcuno mi dice che "trascino gli animi", e in effetti, ora che ci
penso, qualcuno mi ha detto di iniziare a provare simpatia per l'uno o
per l'altro personaggio da quando ha iniziato a leggere... Sarà
che io mi ci metto con tutto l'impegno di cui sono in grado,
sarà che mi infilo nella testa anche di chi odio di più
(un nome a caso: Sasuke), sarà che... non so cosa, ma, davvero,
grazie! Sono arrossita a leggere le tue parole! Per ora non prevedo di
smettere di scrivere, perché sono pressoché drogata dal
pc e dai file di word (di open office, nel mio caso), solo devo trovare
del tempo tra le mille cose che ho in agenda! Mi sa che a breve
dovrò tagliare le ore di sonno...! XD
harryherm: tu stai iniziando a
diventare un po' troppo intuitiva... non va mica bene, lo sai? XD
Comunque, l'incontro tra A,B e C (e sai di chi parlo) verrà
raccontato in flashback tra un paio di capitoli... e questo
perché entro breve avrai momenti ben più elettrici con
cui affinare le unghie. Credimi, non rimpiangerai la bassa tensione in
quel momento, perché ne avrai un bel po' (davvero un bel po')
più avanti! Sakura non ho intenzione di sminuirla. Più
che altro... ho intenzione di renderla umana. Molto umana. Con molte debolezze
umane. (ohohoh, come sono cattiva...) In realtà, fino all'ultima
riga, mi vedrai sempre, sempre, sempre giustificare ognuno dei
personaggi... forse gli unici che ho ammazzato senza tanti rimpianti
sono Madara e Suigetsu! XD Anche Orociok e Itachi hanno una loro
motivazione, dal mio punto di vista persino comprensibile... Basta,
cambio il titolo della fic; da oggi sarà: "Il Gatto Che Tutti
Volevano"! XD. ...Guarda, ora ti faccio ridere: ieri pomeriggio,
finalmente guarita dalla febbre, mi sono unita ai parenti tutti nel
tradizionale S. Stefano di giochi da tavola. Quando per sbaglio mi sono
lasciata scappare che qualcuno mi considera una "persona meravigliosa"
o - attenzione attenzione - addirittura "dolce", sai qual
è stata la loro reazione? Si sono strozzati dal ridere. Il loro
gentil parere sulla mia persona è che sono egoista, meschina,
attaccabrghe, avida, vendicativa, pigra, musona... uhm... anche
bugiarda? Non ricordo. Comunque, non che io ci dia molto peso, per
carità, perché so benissimo che in buona parte mi
prendono in giro, però ora capisci da dove arriva la mia scarsa
autostima? XD Avrei dovuto ascoltare di più il prof di italiano,
che diceva che ero matura e sensibile! XDD (come no!)
killkenny: bah, più
Sasuke soffre, più io sono contenta. Mi spiace solo che Naruto
ci stia un po' male, ma va beh... capita! XD E di Kakashi saprai
qualcosa soltanto tra qualche capitolo! Perché nel frattempo...
è successa una certa cosa...
lale16: certo, a Natale siamo
tutti più buoni... vallo a dire a Kishimoto... T___T Oh
no, anche tu influenzata? A me ora è passata (misteriosamente e
all'improvviso! O_O), e tu? Sei ancora bloccata a letto?
arwen5786: ah, quanto mi
dispiace! XD Il gatto è solo mio, non si discute! Sta girellando
nella mia testa, in questo momento, e si diverte a fare confusione tra
i post-it appiccicati alle pareti! Ahh, dunque tifi per Naruto e Sakura
ora? Bene. Molto bene. Vado a ordinarmi la bara. XD Scherzi a parte, in
effetti se Sakura non facesse un ragionamento del genere non sarebbe la
ragazza intelligente che è. A livello puramente logico, Naruto
è sempre stato lì, l'ha sempre amata, le è sempre
stato accanto, è sempre, sempre, sempre stato pronto per lei.
Mentre Sasuke... Sasuke cosa ha fatto? Niente. E' innegabile che sia
sempre stato più legato a Naruto che a lei. Certo, poi non
esiste solo il livello logico e puramente razionale... Non sono sicura
di quale indirizzo io abbia messo per questo sito... XD Controllo e ti
so dire se è arrivata la mail! Non dovesse esserci, ti mando io
una mail con il mio indirizzo msn! ^^
1992: sono davvero scoppiata a
ridere quando ho letto il tuo messaggio! XD Fantastico! L'unico appunto
che devo farti è... perché la vasectomia devo farmela
io?! Insomma, proponi le idee e assumitene la responsabilità
fino in fondo! Falla tu! Il gatto, purtroppo per te, ha già un
nome. Cioè, lo scoprirai tra qualche capitolo... uhuhuh... e in
ogni caso, sarebbe difficile chiamarlo Giugy e non incorrere nelle sue
ire, dal momento che è un maschio! XD
kage_naru89: Naruto è
molto più che innamorato: in questo momento Sakura è
tutto o quasi... diciamo un buon 90% della totalità. In
più c'è tutta la questione di Kyuubi e Orociok, e lui
è insicuro, incerto, in fondo anche un po' debole... Ha bisogno
di lei, ne ha un bisogno disperato. Cucciolo... avesse bisogno di me,
altro che sei volte, dalle tre di notte all'alba! XD (oh mammina mia,
ma che volgarità!)
kyuubi: beh, ad essere un
demone di chakra con nove code che causano frane e terremoti, suppongo
che la temperatura corporea sia un tantino elevata! ...Uhm... Oh
accidenti. Ti ho di nuovo sovrapposto all'altra Kyuubi! XD Quanto tempo
che non accadeva! Comunque... mal comune mezzo gaudio, non eri l'unico:
anche io e un altro po' di gente eravamo malati, vedi che è
stata una piaga diffusa? Ahh, che bello, che bello! Se leggendo una
scena ti parte la colonna sonora, allora ho raggiunto l'obiettivo che
mi ero prefissata! E Shikamaru... beh, alla luce di quest'ultimo
capitolo, non mi sembra che gli sia andata tanto male! XD Divertiti in
vacanza, ovunque tu stia andando! Fallo anche per me, che non
muoverò un piede da casa e probabilmente dovrò pure
studiare un sacco! T__T
Mala_Mela: sììì!
Finalmente qualcuno che dice chiaramente ciò che io non posso
dire, in quanto autrice e teoricamente creatura neutrale! Naruto rulez!
Sasuke al rogo! E il tuo regalo di Natale arriverà,
arriverà... le cose che ci sono care trovano sempre il modo di
tornare da noi! (Luna Lovegood) E tu NON sei onnisciente. Sai quello
che sai perché io sono quella che sono. Punto. XD
kaho_chan: oh, mi dispiace! Mi
dispiace tantissimo per averti obbligato alla lettura di questo
capitolo! (sempre che tu non lo abbia saltato tutto! XD)
Cercherò di distrarti parlando un po' del gatto, che ha
già un nome - anche se non sembra gradirlo molto... XD In
effetti hai ragione, involontariamente devo aver attinto al mitico Puss
in Boots di Shrek per delinearlo! E' che... beh, in realtà ho
preso spunto da un altro personaggio per il suo carattere, e
sarà ovvio quando gli verrà dato il nome... uhuhuh... ma
lo scoprirai solo tra un po'. Tra poco, a voler essere precisi. Per
quanto riguarda le tue "previsioni" sui momenti Narusaku, purtroppo
sono drammaticamente esatte: con tutte queste threesome, troverò
sempre meno tempo per delineare il loro rapporto... quindi fai bene a
goderti i momenti di pace quando ci sono! Wow, davvero riesco sempre a
tenere i personaggi IC? Anche quando Shikamaru si spupazza allegramente
Temari? XD
Hila92: ok. Chiedo perdono,
perché ho molto peccato... U_U Prima di tutto, non dire mai a
nessuno, nemmeno a me, che questa storia è meglio di Naruto!
Rischierei la pellaccia, e non sono sicura di volerlo! ^^' Poi...
ahahah, non mi sogno nemmeno lontanamente di essere un genio o
addirittura perfetta! I tuoi complimenti mi rendono davvero felice, ma
per fortuna mi tengo ancora con i piedi per terra, altrimenti vagherei
già nella mesosfera, come un palloncino alla deriva...! E poi...
davvero, qui è il momento di chiedere perdono: ascoltami bene.
Tu non devi mai e poi mai cambiare idea su qualcosa dopo aver letto
questa fic! Lo dico per te, devi credermi...! La mia più grande
caratteristica è la bastardaggine, oggi scrivo una cosa e domani
potrei scrivere l'opposto! Prendi sempre con le pinze le mie parole,
per carità! >_< Comunque, dopo i dovuti avvertimenti...
Piacere di conoscerti! ^^ Non credevo che all'alba del capitolo 36 ci
fosse ancora gente con il coraggio di leggere la fic a partire
dall'inizio, e soprattutto di arrivare alla fine con un tale
entusiasmo! Mi rendi davvero felice! Spero che continuerai a seguire
anche i prossimi capitoli, e se ogni tanto ti verrà voglia di
commentare, io sono sempre qui a rispondere! ^^ [E sì, hai
capito bene! Al momento sono di stanza a Bologna per
l'università!]
Aya
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Capitolo 37 *** Ostacoli e prigioni ***
Naruto-37
Capitolo
trentasettesimo
Ostacoli e prigioni
E
no.
No,
non aveva senso.
Non
senza una motivazione chiara e valida.
Neji
ci aveva meditato sopra tutta la notte, ed era giunto alla
conclusione che l’abbandono di Tenten non poteva essere accettato
così, con una scrollata di spalle. Il suo sogno era sempre
stato quello di emulare Tsunade, il quinto Hokage; non era neppure
concepibile che all’improvviso smettesse di uscire in missione.
Per
questo quella mattina bussò alla porta di casa sua.
La
madre di Tenten per poco non ebbe un mancamento a vederselo sulla
soglia, in tutto il suo nobile – e soprattutto ricco
– splendore, e mentre lo faceva entrare non smise un istante di
tormentare una ciocca di capelli tra le dita. Capelli neri come
quelli di sua figlia, non poté fare a meno di notare Neji. E
lisci. E brillanti.
E’
buffo come cose cui non abbiamo mai fatto caso all’improvviso
diventino immensamente evidenti, quando la prospettiva cambia.
«Tenten!»
chiamò la madre, con voce visibilmente nervosa. «Ci sono
visite!»
«Mamma...»
sbuffò lei da un’altra stanza, in tono esasperato. «Se
mi hai chiamato perché c’è di nuov...» le
parole le morirono in gola, quando mise piede nel corridoio.
Si
fermò sulla soglia della stanza, una mano sullo stipite, e
fissò Neji.
«Oh»
mormorò piano. «Sei tu»
Sua
madre passò lo sguardo dall’uno all’altra, in ansiosa
attesa.
«Mamma»
disse Tenten, sbuffando leggermente. «Puoi preparare del tè
e portarcelo in camera? Neji, vieni»
Mentre
la prima scompariva in cucina, nonostante il palese desiderio di
restare ad origliare – la passione per il pettegolezzo era un
difetto di famiglia – il secondo raggiunse Tenten nella sua stanza.
Non
ci era mai entrato prima, e la trovò... molto più
femminile di quanto si aspettasse. Tendine rosa, colori chiari,
ordinata, pulita... kunai sulla scrivania e orsetti di peluche sul
comodino. Un contrasto bizzarro.
«Ehi,
non ti guardare troppo attorno» lo rimproverò lei,
arrossendo. «Sei qui per parlare con me, non con i
soprammobili»
«Ah,
sì... scusa» borbottò lui, raggiungendola attorno
a un tavolino basso. Si inginocchiò davanti a lei, rigido, e
la fissò. «Sai perché sono qui» disse, e
non era una domanda.
«Immagino
che tu voglia una spiegazione per quello che è successo
ieri...» sbuffò Tenten. «Senti, mettiamo in chiaro
le cose: io ti ho fatto accomodare per gentilezza, e perché
mia madre è quasi svenuta quando ha saputo che sarei stata in
gruppo con te, figurarsi se ti avrebbe lasciato andar via senza una
degna ospitalità... ma, francamente, ritengo che tu sia
l’ultima persona cui devo spiegare qualcosa»
Neji
si accigliò immediatamente.
«L’ultima
persona?» ripeté, discretamente offeso.
Tenten
appoggiò il gomito al tavolino e il mento alla mano, con
l’aria di chi si trova a spiegare una cosa ovvia e molto noiosa a
un bambino particolarmente irritante.
«Ho
passato anni a morirti dietro, diciamocelo» esordì senza
girarci intorno. «Tu mi hai mai considerata una sola volta? E
non dirmi che non lo sapevi, non sottovalutarmi così. Allora,
finalmente ho deciso di mettere la testa a posto e iniziare a vivere
la mia vita senza di te... e tu all’improvviso mi chiedi di uscire,
vuoi conoscere i miei problemi, fai il comprensivo... E’ perlomeno
logico che io mi senta un tantino irritata dalla tua persona, se
permetti»
«Io
sono qua come compagno di squadra» puntualizzò lui. «I
secondi fini sono unicamente nella tua testa, il che dimostra che
bene o male ci pensi ancora, comunque» Tenten arrossì di
nuovo, seccata. «Ma non è questo il punto. Il punto è
che anche se ti conoscessi soltanto da una settimana, mi verrebbe
spontaneo chiedermi ‘perché ha lasciato il gruppo così
all’improvviso’? Non hai dato nessun tipo di segnali prima, non
hai lasciato intendere nulla, non una parola, un cenno... La tua
decisione ci è piombata tra capo e collo, spero tu te ne renda
conto»
Tenten
distolse lo sguardo, a disagio.
«...E’...
un problema... abbastanza improvviso» mormorò, esitante.
«Senti, non credi che anche io vorrei continuare a vivere come
vivo ora? Amo essere ninja, il mio idolo è la principessa
Tsunade, mi sono sempre trovata a mio agio in quell’ambiente...
Ma... succedono cose, nella vita, che uno non si aspetta. Imprevisti.
E tutto cambia. Io... non ho smesso di essere ninja. Semplicemente,
d’ora in poi mi muoverò solo sporadicamente»
«Questa
non è una spiegazione» protestò Neji. «Che
genere di imprevisti? Cosa è successo esattamente?»
«Non
c’è bisogno che tu lo sappia» lo liquidò lei,
sbrigativa. «Queste non sono faccende che ti riguardano»
Quanto
tempo era passato dall’ultima volta che Neji si era arrabbiato?
E
quanto tempo era passato dall’ultima volta che qualcuno aveva osato
contraddirlo così apertamente?
Probabilmente
anni.
E
ora una ragazzina qualunque ci stava riuscendo, di nuovo.
Ahh...
che fine aveva fatto l’autocontrollo della nobile casata Hyuga?
«Non
sono faccende che mi riguardano?» esclamò, a voce alta.
E
sul più bello un bussare sommesso lo interruppe.
«Chiedo
scusa... ho portato il tè» disse la madre di Tenten,
entrando con un mezzo sorriso. «C’è anche qualche
dolcetto, se avete fame. E... ehm... N-Neji... non esitare a chiedere
altro»
“Ci
mancava solo il balbettio sul nome...!” si trovò a pensare
Tenten, esasperata.
«E...
figliola...» aggiunse sua madre, avvicinandosi con tono
cospiratorio. «Ho sentito per caso quello che dicevate...»
il suo mormorio era quanto di più udibile ci fosse. «...Sei
sicura che quelle
faccende...
non potrebbero riguardarlo?» domandò con un’occhiata
desiderosa.
«Sì
mamma, ne sono più che sicura» rispose Tenten tra i
denti, vicina a una crisi di nervi. «Ora potresti gentilmente
lasciarci in pace?»
«Oh.
Oh, certo» sua madre si esibì nella scarsissima
imitazione di una risata rilassata, si schiarì la voce e si
rassettò i vestiti. «Bene. Vi lascio... vi lascio
mangiare. Chiamatemi se avete bisogno. Anche tu, Neji»
Per
fortuna si era trattenuta dal dire ‘Neji caro’.
Uscì
dalla stanza, lasciandoli di nuovo soli, e Neji aprì subito la
bocca per continuare il discorso su cui era stato interrotto; ma
Tenten lo zittì alzando una mano. Lui si accigliò,
mentre lei si alzava in piedi. La vide raggiungere la porta e
spalancarla all’improvviso, e vide, oltre la soglia, sua madre. In
perfetto nonché compromettente atteggiamento da spia
consumata.
«Mamma»
sibilò, assottigliando gli occhi scuri.
Quella
arrossì e fece un passo indietro.
«Beh,
stavo andando...» bofonchiò, e finalmente si allontanò
davvero, controllata dalla figlia fino all’ultimo passo.
Solo
allora Tenten richiuse la porta e tornò a sedersi, sbuffando.
«Scusala»
disse secca. «E’ fatta così...» all’improvviso
la sua espressione si addolcì, ma non si diede la pena di
spiegare a Neji perché. E prima che lui potesse anche solo
farsi venire in mente di chiederglielo, tornò alla solita
faccia. «Beh, comunque... bevi il tè e poi alza le
tende. Senza offesa, eh»
«Quindi
posso stare qui finché la tazza non è vuota?»
chiese lui, subdolo.
«Tra
dieci minuti te la rovescio in testa, se non te ne sei andato»
rettificò lei.
«Perché
devi per forza essere così?»
«Così
come?»
«Perché
devi fare la sostenuta, la misteriosa? Che ci guadagni? E’ solo una
vendetta?»
Tenten
si passò una mano sul viso. «Per favore...» disse
tra i denti, sospirando profondamente. «Puoi farmi una
gentilezza? Se proprio senti l’irresistibile impulso di sapere,
riesci almeno ad aspettare un po’?»
Neji
corrugò la fronte perplesso. «Perché?»
Lei
lo fulminò con lo sguardo. «Sai che sei seccante?»
«E’
una domanda legittima!» protestò lui.
«Perché
sì» rispose lei fredda. «Anche questa è una
risposta legittima»
«Inizio
a trovarti insopportabile»
Tenten
crollò la testa sul tavolo.
«Ti
prego...» sibilò. «Finisci quel maledetto tè»
«Non
mi hai ancora risposto»
Lei
rialzò il capo. «Ti fidi di me?» chiese a
bruciapelo.
«Non
ne sono sicuro» ribatté lui. «Dopo che ci hai
piantati, all’improvviso...»
«Dopo
tutti gli anni che abbiamo passato nello stesso gruppo, dopo tutto
quello che abbiamo visto e vissuto, pensi di non poterti fidare di
me?» allibì Tenten.
«...No.
Mi fido» fu costretto ad ammettere Neji.
«E
allora aspetta»
«Il
23 luglio era il compleanno di Sasuke!» esclamò Ino,
piombando disperata nell’appartamento di Naruto.
Sakura,
che gli aveva aperto quando l’aveva sentita sfondare la porta a
pugni, inarcò un sopracciglio.
«Lo
so» sospirò, facendosi da parte per lasciarla entrare.
«Ma non mi sembrava il caso di fargli una festa, e soprattutto
non mi sembrava il caso di pubblicizzarlo troppo...»
«Ahh,
che persona orribile sono!» gemette Ino facendosi avanti, e si
lasciò cadere sul divano con aria melodrammatica. «Come
ho potuto scordarlo?»
Sakura
aprì il frigo e tirò fuori una bottiglia di tè
freddo, gettandole un’occhiata.
«Eri
con Sai, vero?» chiese, in tono discorsivo.
L’altra
non ebbe bisogno di rispondere. Bastò il suo rossore a
confermare.
«Ultimamente...
state molto insieme» continuò Sakura, riempiendo un
bicchiere di tè e portandoglielo. «Soprattutto in questi
quindici giorni»
Ino
affondò il naso nella sua bevanda, nascondendosi dagli occhi
troppo acuti dell’amica.
«Ha
qualcosa a che fare con la missione di Shikamaru?»
La
bionda si strozzò.
Prima
che il bicchiere crollasse al suolo e si frantumasse sul tappeto,
Sakura glielo tolse dalle mani e le tese un fazzoletto di carta.
«C-che
cavolo dici?» sbottò Ino, con il volto arrossato e gli
occhi velati. «Io amo solo Sasuke, lo sai! Ora che tu stai
insieme a Naruto, poi...! Cough! Cough!»
Sakura
abbassò le palpebre, e si appoggiò al tavolo con i
fianchi.
«Ino...
Quanto ancora hai intenzione di portare avanti questa storia?»
chiese, piano.
L’altra
evitò di incrociare i suoi occhi. Lentamente smise di tossire
e riprese a respirare normalmente. Il suo bicchiere mezzo vuoto,
ancora tra le mani di Sakura, rifletteva la luce che entrava dalla
finestra, frammentandola in raggi colorati che andavano a colpirla
baluginando.
«Credi
che io sia una stupida, eh Ino?» insisté, senza alzare
la voce.
«Hn...
tu?» sorrise lei, amara. «Tu che sei sempre stata così
intelligente...? Tu, che ho scelto come fonte per superare l’esame
da chuunin, quella volta che poi non l’abbiamo passato?»
«Allora
mi stai solo prendendo in giro?»
Ino
scosse la testa, ad occhi bassi.
Sakura
la guardò.
«...Lo
stai facendo per me, vero?» mormorò. «Continui a
ricordarmi che ora lui può essere tuo, perché io ho
Naruto... Continui a dirmi di non distrarmi, di pensare a chi amo...
perché non vuoi vedermi ingarbugliare le cose, vero? In
realtà... tu non pensi più a Sasuke già da
molto, molto tempo...»
Ino
rise piano, amaramente.
«Non
è del tutto vero...» ribatté, alzando finalmente
gli occhi. «Sasuke è stato il mio primo amore. Non
riuscirà mai ad essermi indifferente, avrà sempre un
posto nel mio cuore... ma... se ne è andato, Sakura. E’
stato via così a lungo... e in fondo... anche quando era a
Konoha... chi di noi gli era più vicina? Io o tu? E’ una
risposta semplice. Con te, in fondo... ho sempre perso. Sempre»
«Ino...»
«Ahh,
risparmiamoci la scena strappalacrime!»
Ino si alzò in piedi di scatto, passandosi una mano sugli
occhi e sbuffando sonoramente. «Almeno questa volta non devo
lottare contro di te!»
“Ma
questa volta, forse, è una battaglia persa in partenza...”
si trovò a pensare Sakura, con un moto di sincero dispiacere
per l’amica. Un’amica con cui, da piccola, aveva condiviso tutto.
Che l’aveva salvata dalla solitudine, che le aveva dato il coraggio
che a lei mancava... che le era stata accanto, finché Sasuke
non le aveva divise.
Perché
erano sempre gli uomini a far soffrire Ino?
«Lui...»
disse, d’impulso. «Se... Se non si accorge di te, è un
idiota»
Ino
la fissò, vagamente sorpresa, e poi sorrise.
«Lo
so» si limitò a dire, strizzandole l’occhio. «Ora...
Ora vado, però. Ero venuta solo per la faccenda del
compleanno... non avevo previsto di trattenermi» rise
nervosamente, scostando una ciocca ribelle dietro l’orecchio.
«Ci... Ci vediamo, Sakura. E non deviare dalla retta via!»
Sull’ultima
frase sembrò riguadagnare parte del suo vecchio cipiglio, ma
il suo sorriso si spense troppo in fretta.
Le
voltò le spalle, quasi a proteggersi, e raggiunse la porta da
sola. Non attese che Sakura la facesse uscire, ci pensò da sé.
La
padrona di casa la lasciò andare, comprendendo il suo
turbamento e il suo imbarazzo... Probabilmente anche Ino si rendeva
conto della difficoltà del suo ultimo amore... probabilmente
anche lei vedeva scarsissime speranze. D’altro canto... non poteva
continuare ad illudersi di amare Sasuke.
Sakura
sospirò.
Con
l’età, anche i problemi si facevano sempre più
grandi. E la sofferenza li seguiva di pari passo.
Si
avvicinò al lavandino e rovesciò il tè rimasto
nel bicchiere di Ino, guardando come ipnotizzata le gocce ambrate che
brillavano nell’aria, e poi sul metallo lucido. Alla fine sospirò,
e l’occhio le cadde sui fogli spiegazzati accanto a una pentola da
lavare.
Tese
la mano automaticamente, e quelli crepitarono tra le sue dita.
Li
guardò.
Righe
lette mille e mille volte, righe che sapeva a memoria, parole e
lettere consumate dal suo sguardo indagatore, mentre cercava una
soluzione che sembrava impossibile... E un nome, in alto.
Sasuke
Uchiha.
Le
sue maledette analisi... che lasciavano ben poche speranze di
eliminare il virus del sigillo maledetto.
Sakura
si passò una mano tra i capelli, sopra la fronte sudata.
Lei
sapeva che
poteva salvarlo.
Lo
sapeva.
Altrimenti
tutto ciò che avevano fatto in quegli anni non avrebbe avuto
alcun senso!
Strinse
i denti.
L’indomani
doveva incontrarsi con Tsunade, avrebbero studiato la situazione
insieme e cercato una nuova soluzione... ma sinceramente nutriva ben
poche speranze in qualche mutamento.
“Sasuke...
Perché, perché quella volta non siamo riusciti a
impedirgli di marchiarti per sempre?”
Forse
studiare Orochimaru, o quel che ne restava, avrebbe potuto
aiutarli... ma Orochimaru era morto.
Non
c’era più nulla cui aggrapparsi, se non l’ostinata
speranza...
Dal
suo angolo in ombra, nascosto sotto il divano, il gatto assottigliò
gli occhi azzurri.
Silenzioso,
uscì allo scoperto e si stiracchiò. Sakura lo vide, e
gli sorrise.
Quella
bestiola era strana; con Naruto era schiva e imbronciata, per poi
mostrare sprazzi di affetto improvvisi di tanto in tanto, mentre con
lei... si poteva dire che l’adorasse. Non perdeva occasione per
strusciarsi contro le sue gambe, si acciambellava sul suo cuscino la
notte – solo dopo che Naruto si era addormentato – e la svegliava
al mattino facendo le fusa accanto alle sue orecchie. Ecco, se aveva
un difetto era forse l’eccessiva insistenza... ma gliela perdonava
facilmente.
Come
si poteva non perdonare tutto a due occhi come quelli?
«No,
no e poi no! Non esiste, mi rifiuto categoricamente!» gridò
Naruto, sbattendo le mani sulla scrivania dell’Hokage.
Tsunade
lo fissò inarcando un sopracciglio.
«...Non
avevo dubbi» bofonchiò atona. «Il che tuttavia non
implica che il Consiglio tenga automaticamente conto del tuo parere»
«L’alleanza
con il Vento non ha nessuno scopo ‘pericoloso’!» insisté
lui, furibondo. «Gaara non è un pazzo guerrafondaio come
gli altri Kage!»
«Me
inclusa o esclusa?»
«Non
sto scherzando!»
«Ah
sì? Strano. Sai, penso che tu possa parlare di queste cose
solo scherzando, in realtà... Guardiamoci in faccia: a livello
amministrativo non sei nessuno, Naruto. E’ molto meglio se chiudi
la bocca e tieni per te i pareri più estremi»
Naruto
avvampò di indignazione. «Adesso non posso più
nemmeno parlare?» esclamò.
«Certo
che puoi. Ma non in presenza di politici, grazie. Mi semplificheresti
molto le cose... Sai, potrebbero usare le tue idee e il fatto che sei
notoriamente un mio protetto per affibbiarle a me. Non sarebbe molto
utile, diplomaticamente parlando...»
Naruto
la fulminò con lo sguardo.
«Mi
sembra che la stai prendendo un po’ sottogamba, nonna Tsunade...»
bofonchiò.
L’Hokage
sospirò, passandosi una mano sul viso.
«Hai
una vaga idea di tutte le cose di cui mi devo occupare?» chiese
stancamente. «C’è questa faccenda, Sasuke, i corpi di
Obito e Itachi Uchiha, Haruka Muto, Danzo... ed è tutto sulle
mie spalle. Se dovessi sputare sangue su ogni singolo problema,
morirei in breve tempo, credimi»
Naruto
sbuffò.
Beh,
anche lui aveva le sue belle grane! Ma non prendeva niente alla
leggera!
«Questo
è il lavoro dell’Hokage!» sbottò secco. «Visto
che mi hai rubato il posto, almeno occupalo bene»
«Come
come?» ribatté Tsunade, una vena pulsante sulla fronte.
«Rubato il posto? Ma se avevi dodici anni quando me lo hanno
affidato! Eri un ranocchietto spocchioso e insolente... e non sei
cambiato poi molto! Se reggo su questa poltrona da sei anni è
perché evidentemente non c’è ancora nessuno in grado
di soffiarmela! Te compreso, signorino!»
«Se
tu fossi così stronza anche con il Consiglio, non ci
vorrebbero mesi per decidere anche le cose più semplici!»
bofonchiò lui tra i denti.
«Ho
sentito uno ‘stronza’ uscire dalle tue labbra?» indagò
lei assottigliando gli occhi.
«Ho
detto ‘solida’» ritrattò lui in fretta.
«Come
no. Alza i tacchi, moccioso. E in fretta»
Naruto
non se lo fece ripetere due volte.
Comunque,
restava della sua idea.
Mentre
scendeva le scale del palazzo degli Hokage, con le mani affondate in
tasca, lasciandosi alle spalle i volti dei protettori del villaggio,
sbuffò.
La
politica era una cosa stupida.
Stupida
e complicata.
E
inutile.
Non
potevano semplicemente essere tutti dalla stessa parte? I nemici non
erano i ‘cattivi’ come l’Akatsuki?
Non
ci capiva niente di quelle cose, accidentaccio! Il che... poteva
essere un problema, se un giorno avesse voluto essere il sesto
faccione scavato nella pietra.
Mugugnò
tra sé, di cattivo umore, senza guardare dove camminava.
E
fu per questo che andò a sbattere dritto contro qualcuno,
nella piazza del villaggio.
«Ehi,
attento a dove metti i piedi!» lo apostrofò una voce
seccata.
«Questo
dovrei dirlo io!» ribatté in automatico, e alzando gli
occhi si trovò davanti Kiba e Akamaru. Alle loro spalle, Shino
mosse appena il capo, e Hinata chinò bruscamente il suo,
arrossendo sotto la frangia.
«Ehi,
quanto tempo!» esclamò allora Naruto, piacevolmente
sorpreso. «Era un bel po’ che non ci incontravamo in giro! Ho
sentito che siete subissati di missioni!»
A
quelle parole Hinata sembrò farsi piccola piccola, mentre Kiba
fulminava il biondo con lo sguardo.
«Sì,
infatti siamo impegnati fino al collo» disse brusco, e
automaticamente mise un braccio sulle spalle di Hinata, che andò
nel panico più completo. «Quindi ce ne andiamo, se non
ti spiace»
Naruto
sbatté le palpebre perplesso.
Che
strano... gli sembrava di avvertire una certa... ostilità.
Come mai?
Eppure
Kiba era sempre stato un suo grande amico, sin dai tempi
dell’Accademia. Senza contare che ultimamente, più o meno da
quando si era messo con Sakura, aveva sempre avuto la sua più
completa approvazione... E ora cosa succedeva all’improvviso?
«Ah...
beh, se avete da fare...» mormorò, mettendo avanti le
mani come a scusarsi. «Non voglio certo disturbarvi»
«Tu
non disturbi mai, Naruto...» farfugliò Hinata, in un
sussurro a malapena udibile. La stretta di Kiba sulla sua spalla si
rinforzò impercettibilmente.
«Ahah,
no, non importa! Davvero!» insisté Naruto con una risata
tirata. «Anche io... ehm... sì, devo fare una cosa... un
ramen! Devo mangiare un ramen con... qualcuno! Anzi, sarà
proprio il caso che vada...!»
Hinata
rialzò la testa in fretta, ricordando con una stretta allo
stomaco lo spiacevole episodio del ramen che lei e Naruto avevano
diviso. Era stata un’esperienza triste e umiliante... ma era anche
stato molto più delle solite parole vaghe che scambiava con
lui. Era stato importante,
a suo modo.
Con
chi avrebbe mangiato ramen, quel giorno, Naruto?
Sicuramente
con qualcuno che sarebbe stato molto più di compagnia...
«Sì,
bravo, vai» approvò Kiba sbrigativo, sotto lo sguardo
smarrito di un Naruto confuso.
Shino,
che non aveva aperto bocca una sola volta, si limitò ad
osservare la scena e a fare i suoi calcoli. La situazione era palese,
i legami evidenti. Ma, per quanto si sforzasse di essere positivo,
lui non riusciva proprio a vedere un finale felice per Hinata... non
se le cose restavano in quel modo.
Naruto
li salutò, incerto, e si allontanò grattandosi
perplesso la nuca.
Il
team Kurenai rimase fermo dove si trovava, apparentemente dimentico
di tutti i mille impegni che avrebbero dovuto tenerlo lontano... poi,
quando la zazzera bionda del jonin fu scomparsa oltre una curva,
Hinata si liberò con gentilezza ma fermezza del braccio di
Kiba.
«Non...
non avresti dovuto» mormorò avvampando, umiliata.
“E
io non avrei dovuto lasciartelo fare” aggiunse mentalmente.
Ma
dopo il processo, e dopo quella stretta di mano e quel sussurro, Kiba
aveva iniziato a prendersi molte più libertà... e lei
non era in grado di fermarlo.
«Non
te la sarai mica presa?» scherzò lui con un’occhiata
rapida a Shino, sperando che captasse il suo ordine telepatico a
levare le tende.
Ma
l’Aburame, dato che aveva analizzato la situazione, sapeva anche
che lasciare soli Hinata e Kiba in un momento come quello non sarebbe
stato affatto saggio. E non sarebbe nemmeno stato bello, da parte
sua... perché Hinata sarebbe crollata.
Sì,
in quel periodo erano subissati di missioni.
Perché
lei si era ribellata, al processo di Sasuke. Perché era andata
contro la volontà del suo clan, con l’unico scopo di
avvicinarsi un poco a Naruto.
Shino
non osava nemmeno immaginare cosa dovesse aver passato la primogenita
della casata Hyuga di ritorno dal processo... cosa dovesse aver
subito, in una casa del genere.
E
poi c’era stata la storia di Naruto stesso.
Le
voci secondo cui lui e Sakura avevano rotto si erano diffuse per il
villaggio a macchia d’olio, accompagnate di pari passo dai mormorii
su un presunto tradimento dell’Haruno con Sasuke.
Hinata
avrebbe voluto cogliere l’occasione per avvicinarsi al suo idolo...
dire qualche parola di conforto, consolarlo, forse... offrirsi come
spalla su cui piangere – il suo coraggio non la portava più
in là.
E
invece Hiashi Hyuga aveva fatto in modo che non potesse avvicinarlo.
L’aveva
tenuta impegnata con le missioni, segregata in casa, le aveva
impedito di comunicare con chiunque ad eccezione del suo clan e del
suo gruppo.
Aveva
fiutato il pericolo, Hiashi.
E
poi, Sakura e Naruto erano tornati a popolare il paradiso degli
innamorati perfetti, l’eden idilliaco in cui le sofferenze altrui
sono come vaghi baluginii, irrilevanti, ininfluenti...
Per
Hinata doveva essere stato un duro colpo.
Shino
ricordava che i primi giorni, al mattino, la incontravano sempre con
gli occhi rossi e gonfi, come era successo l’anno prima quando
Naruto e Sakura si erano messi insieme.
Lasciarla
sola con Kiba, adesso, lasciarla in balia della sua irruenza e delle
sue insistenze, sarebbe equivalso a condannarla.
Forse,
da quel punto di vista, poteva dire di essere più al sicuro
nella casa paterna.
«Dobbiamo
tornare» disse atono, sistemandosi gli occhialetti scuri sul
naso. «E’ tardi, e il padre di Hinata starà attendendo
il suo ritorno»
Lei
gli lanciò un’occhiata tristemente grata, mentre Kiba non
guardava.
L’Inuzuka
sbuffò, contrariato. Ma anche lui temeva Hiashi Hyuga, e non
aveva abbastanza coraggio per sfidarlo.
«Va
bene...» borbottò cupo. «Andiamo»
Non
ci volle molto per raggiungere la residenza principale del clan; la
villa, immensa e circondata da un giardino rigoglioso, era così
imponente da essere chiaramente riconoscibile anche da una certa
distanza. Ai cancelli due guardie della casata cadetta chinarono il
capo quando videro sopraggiungere Hinata, Shino e Kiba, e mormorarono
un saluto rispettoso.
«B-Buon
pomeriggio...» balbettò lei in risposta, mite, mentre i
suoi accompagnatori si fermavano prima di mettere un piede dentro.
«Allora
ci vediamo domani» la salutò Kiba con un cenno.
«Sì,
immagino di sì...» sospirò lei.
«Riposa,
questa notte» le consigliò Shino. «E, se riesci,
cerca di farti una bella dormita»
«Ci
proverò» sorrise lei tenuemente, mentre Kiba
assottigliava gli occhi in direzione di Shino. Ehi, che cos’era
tutta quella premura improvvisa? E il sorriso di lei?
«A
domani» li salutò Hinata, per poi voltare loro le spalle
e scomparire oltre il nero cancello degli Hyuga. Inghiottita da molto
più di un giardino, o dal silenzio, o dalla penombra...
inghiottita dalla sua prigione.
Il
carcere in cui suo padre non faceva che ossessionarla con l’idea di
sposare Neji.
Il
luogo in cui nessuno si curava davvero di lei e di come sentiva.
L’incubo
dal quale non riusciva a svegliarsi.
Nella
sua stanza, soffocava i singhiozzi con il viso affondato nel cuscino.
Poi,
all’improvviso, sentì una mano posarsi sul suo capo.
Per
un istante pensò che fosse sua madre. Ogni tanto le capitava
di immaginarla... di sentirla accanto a sé. Ma erano sempre le
solite illusioni.
Alzò
la testa, incerta, e scoprì che davvero una mano le
accarezzava i capelli... ma apparteneva alla persona da cui meno si
sarebbe aspettata quel gesto.
«Sorellona,
non devi piangere così tanto» le sussurrò Hanabi,
accucciandosi accanto al suo letto.
«Hanabi!
Che ci fai qui?» chiese lei spaventata, asciugando le lacrime
in fretta e affogando nell’imbarazzo. «Non dovresti... le tue
stanze... nostro padre...»
«Va tutto bene» le
assicurò lei, con un sorriso. «Nessuno mi ha vista,
siamo al sicuro»
«Ma...
P-Perché sei qui?» balbettò Hinata confusa,
tornando a respirare con una certa regolarità.
«Avresti
voluto restare ancora sola?»
«...Io...»
«Non
girarci attorno, sono tua sorella. A me puoi dirlo»
«...No»
ammise Hinata arrossendo.
«Bene.
Io sono qui esattamente per questo» Hanabi estrasse di tasca un
fazzoletto e lo tese alla sorella con gentilezza. «Tieni,
asciugati il viso. Le lacrime ti rendono meno bella, non lo sapevi?
Poi come farai ad attirare l’attenzione di Naruto Uzumaki?»
Hinata
arrossì furiosamente. «C-Cos...? Che stai dic...?
Come...?»
«Sorellona,
lo sanno tutti tranne lui» sospirò Hanabi. «Non è
questa grande novità»
Hinata
raggelò.
«Tutti...»
sussurrò. «Quindi... anche Sakura?»
«Credo
di sì»
Hinata
si sentì realmente male. Posò la fronte sul cuscino
fresco, gli occhi serrati, e si morse il labbro inferiore.
Ah,
che sciocca!
Come
aveva potuto sorridere a Sakura, tutte le volte che si erano
incrociate?
Sicuramente lei l’aveva presa per un’ipocrita...
una sciocca, falsa ipocrita.
Stava
male. Ora sì che stava davvero male.
«Rilassati,
sorellona» intervenne Hanabi, accarezzandole di nuovo i
capelli. «Nessuno pensa male di te. E un giorno tutto sarà
come deve essere»
Hinata
risollevò le palpebre, sconsolatamente incredula.
Personalmente
dubitava che un giorno Naruto avrebbe lasciato Sakura, che dichiarava
di amare da anni e anni, per accorgersi di lei... la ragazza della
quale ricordava a malapena il nome, forse.
Però...
le parole di Hanabi le facevano bene.
Le
permettevano di sognare, solo un po’... di dimenticare suo padre,
Neji, Kiba, ogni cosa... e di ricordare lui e solo lui.
Non
si soffermò a chiedersi perché
sua
sorella, di solito schiva, intollerante e sempre dalla parte di
Hiashi, questa volta avesse deciso di schierarsi con lei... riteneva
che non ce ne fosse bisogno.
In
fondo era pur sempre la sua amata sorellina.
Non
poteva avere cattive intenzioni.
Nel
prossimo capitolo:
«Vedi...
molti studi sostengono che gli animali possano rivelarsi una cura nei
casi psicologici» spiegò lei. «E io pensavo che,
magari, potremmo provare a portare il gatto da Sasuke... e vedere se
succede qualcosa»
«La
bestia assassina che fa fuori i tuoi libri, intendi? Il piccolo
diavolo che lascia peli ovunque, mangia come un maiale, graffia ogni
cosa su cui riesce a mettere le zampe e la notte miagola come un
ossesso, senza scordare tutti gli angoli che ha deciso di marcare?»
«Non
è così terribile»
«No?
Tu ricordi in quanti pezzetti abbiamo trovato la tua preziosa copia
di “Crescere con il chakra”?»
* * * * ȣ * * *
*
Spazio
autore
Capitolo dedicato ai personaggi di contorno, come avrete notato.
Probabilmente il pezzo che mi è più caro questa volta è quello di Ino...
Cioè, io non la sopporto. Ma all'improvviso se ne è uscita con questa scena, e un pochettino mi ha fatto pena...
Va beh che neanche Hinata ha tanto da stare allegra...
Uff.
Dai, c'è sempre il momento di crisi prima della felicità, se no la felicità non si gode appieno!
(Perle di Saggezza)
(Sì, l'ho trovata nei Baci perugina)
Ho notato che il nostro Shika ha riscosso un certo successo nello scorso capitolo... XD
Sapevo che avreste apprezzato! ^_*
Nel prossimo capitolo, finalmente, il magico trio di nuovo riunito!
E poi... per tutti gli appassionati... Kakashi e il suo angolino nostalgia!
Ah, dopo aver aggiornato qui vado a postare la one-shot NaruSasu che vi avevo promesso.
Se vi interessa, sapete dove trovarla.
Hila92: ahah!
XD "sarà che il mio subconscio è fermamente convinto che
debba essere io a mettermi con Shikamaru"! XD Il tuo subconscio ha
molto buongusto, lasciatelo dire! Beh, sono contenta che l'odio per
Sasuke si diffonda anche autonomamente. Diciamocelo, se lo merita
tutto... e poi, automaticamente, se le quotazioni di Sasuke calano,
quelle di Naruto si alzano! Purtroppo quel brutto rospo di Kishimoto ha
annunciato che l'anno prossimo parlerà di Sakura, Sasuke e
Kakashi, e che Narutino dovrà attendere... il che significa che
alla fine, se faranno un altro sondaggio di gradimento, ci sarà
ancora il malefico scoiattolo in testa. -.-* Tornando a cose che sono
un po' più alla nostra portata, grazie per i complimenti sulla
lunghezza, non avevo mai notato che, in effetti, riesco a scrivere un
sacco di cose diverse! XD E' che nella mia testa la storia va avanti
per punti fissi, e tutto il resto ci gira attorno... meno male che ci
siete voi lettori a farmi notare certe cose, almeno posso montarmi la
testa ancora un po'! XD (e, credimi, nemmeno Sai scorderà
facilmente Naruto e i suoi discorsi davanti al ramen... XD)
Julia83: mi rifiuto di rispondere questa recensione... Davvero, sollevo bandiera bianca.
kimi: eh, Tenten può
tutto ciò che vuole, perché è una donna! E in
quanto donna, gli uomini sono tutti burattini nelle sue mani...
Muahahahah! *__* Ok, scusa lo sprazzo di follia, mi è scappato.
Il rapporto tra Neji e lei, comunque, è la mia spina nel fianco.
Ho davvero un sacco di problemi a gestire quest'uomo, principalmente
perché ha un ruolo attivo più che altro nell'anime, che
io non ho (ancora) avuto tempo e voglia di vedere tutto... Quindi...
Beh. Prendetevelo così com'è! U_U
harryherm: Naruto non è Superman: Superman confrontato a lui non è nessuno!
*__* Insomma, il piccolo e dolce Narutino è un tipo molto
impulsivo, energico, coccoloso... Se tanto mi da tanto, Sakura deve
darsi molto da fare! U_U Ora, non voglio dirti nulla sulla fine della
fanfic, ma posso dirti che esistono sul mio pc i primi capitoli del
prequel... ovvero di "come Naruto e Sakura sono arrivati alla
situazione attuale". Sarà una cosina breve, nell'arco di tempo
di una settimana, ma appena la finisco la metto, per dilettare voi fan
della NaruSaku! XD (attenzione: è nata quando ho saputo di
Jiraya... O_O) Shikamaru... eh. Shikamaru è Shikamaru.
*ç* Aspettavo di scrivere quel capitolo dall'inizio della fic!
XD Non vedevo l'ora di piazzarvelo sotto il naso, per far tacere tutte
le voci che davano Shikamaru per gay! XD E Neji e Tenten (immagino sia
questa l'altra coppia cui accennavi XD)... beh, se leggi le altre
recensioni saprai che sono la mia spina nel fianco. -.- Ma va bene
così, tanto avevo già progettato tutto. Sinceramente non
mi ritengo fortunata ad essere viva; per il semplice motivo che essere
viva implica sentire dolore. E io so come andrà a finire tutto.
E so che mi farete un gran male... -.-'' Certo è che sono una
gran stronza... ma va beh, capita! ^^ Buone Feste! (ah, ovviamente
parlavo di te con i miei parenti! XD Ma non eri sola, tranquilla, e
comunque il mio saggio cervellino mi fa tenere più in conto il
tuo lusinghiero parere che non quello deprimente della famiglia! XD)
kaho_chan: povera, mi spiace
tanto per tutta la sofferenza che devo averti causato! XD Ma rilassati:
per un bel po' non sentirai più parlare di questi due che fanno
la coppietta (più o meno) felice. Ora c'è da concentrarsi
sul magico trio. U_U Oh, bene bene bene... il rifiuto di Tenten era
inaspettato, eh? Mi fa piacere! Adoro mandare in confusione i
lettori... *_* è il mio sport preferito! E Ino...
ç_ç immagino che questa volta non ti abbia divertita
molto, eh... Poveretta. Fa pena persino a me!
vegani: wow, un viso nuovo! ^^
("viso" si fa per dire...) Grazie mille per aver lasciato un commento!
Dunque, mi chiedi della trama eh... a dire il vero ora nel fumetto sono
ancora qualche anno indietro. Sasuke sta ancora cercando Itachi per i
fatti suoi e Naruto e Sakura stanno cercando lui. Dal lato romantico,
però, Kishi non ha fatto succedere proprio nulla, quindi si
può dire che io mi sono inventata tutto! XD Certo, ho cercato di
leggere tra le righe e immaginare come potessero evolversi i diversi
rapporti, ma di ufficiale non c'è ancora niente! Spero di essere
stata abbastanza chiara, senza rivelarti troppo! XD
arwen5786: incredibile.
Ultimamente ricevo un sacco di dichiarazioni d'amore... mamma mia,
tremo al pensiero di quello che mi succederà al penultimo
capitolo... Comunque, godiamoci la gioia finché possiamo! XD Il
tuo commento era esattamente ciò che volevo da un'amante dello
ShikaTema come te! Sentire che sono riuscita a far apprezzare questi
due anche a chi li odia è piacevole, ma farli amare ancora di
più a chi già li ama è profondamente appagante! XD
Quella scena contro il muro era nella mia testa dall'alba dei tempi,
aspettare fino al capitolo 36 per scriverla è stato un vero
tormento... meno male che alla fine sembra sia venuta bene! ^^ Per
quanto riguarda Sai, povero ragazzo, quando lui ferisce lo fa senza
saperlo. Quindi, qualunque cosa succeda o non succeda, la colpa non
sarà mai tutta sua... E Naruto è ovviamente
invidioso di Sasuke. Ne parla come ne parla perché ormai
è tornato e si sente in diritto di tornare ai vecchi rapporti
con lui, ma non è un caso che abbia paura a lasciarlo solo con
Sakura... Come lui è attratto dall'Uchiha (ehm... so che sembra
yaoi, ma il senso non è quello), pensa che tutti debbano per
forza trovarlo magnetico. In realtà non ha capito che gli unici
cretini a vivere in funzione di Sasukkia sono loro, i pirla del gruppo
7 originario. -.- E che cavolo, la mail non è ancora arrivata!
Qui c'è qualcosa di molto strano, maledetto sito... che si fa?
é_è
queen of night: io invece le
taglierei volentieri le mie ore di sonno per scrivere (come in effetti
sto facendo XD). Una volta dormire era piacevole, facevo sogni
interessanti e al mattino me li ricordavo pure... ora lo considero
soltanto una perdita di tempo. U_U Credo che il mio cervellino
esaurisca la creatività da sveglio, quando scrivo, e quindi mi
dia gli scarti la notte... Ah, ecco un'altra fan ShikaIno! Non ho
capito bene come sia possibile, ma tra i commentatori ci sono fan per
tutti i gusti! E dire che le coppie le ho messe in chiaro già
dai primissimi capitoli, almeno quelle che io considero fondamentali!
XD Wow, lo considero un complimento, seguire anche quando i pairings
non sono quelli più amati! Il pezzo di Naruto e Sai l'ho scritto
anche io per divertirmi, lo confesso. Volevo far sentire un po' di
atmosfera "da ramen", un po' di sano cameratismo maschile, anche se
Sasuke e Shikamaru non erano disponibili! Peccato che Sai non sia
esattamente il miglior interlocutore per un certo genere di discorsi...
sammy1987: la speranza è
l'ultima a morire, con il magico trio! U_U E Shikamaru... beh, lui
starebbe indubbiamente molto bene con ME (*ç*), ma se proprio
devo scegliere una kunoichi da appaiargli... è inutile: io Ino
non la reggo, la mia scelta è ovvia! U_U (e poi, quando Naruto
torna a Konoha e trova quei due in giro insieme, non so perché
ma la reazione di lui mi ha ricordato tantissimo quella di Asuma quando
Kakashi lo ha beccato in giro con Kurenai... e sappiamo tutti come sono
finiti quei due! XD)
lale16: "ammiccando
con fare da idiota e da semi-nifomane" <-- XD Solo per questa frase
ho deciso che ti adoro! Comunque, giusto per la cronaca, Naruto era
molto "sveglio" anche prima. Solo che io non ve lo dicevo! ^_*
Shikamaru invece non avrà occasione di vantarsi della sua
conquista... e tra qualche capitolo capirai perché... Mentre
Neji e Tenten... Scusa, non sei felice che lei gli abbia dato il due di
picche? Così lui è libero per te, no? ^_^ E tranquilla,
la recensione si capiva bene! Sono un mago delle cose ingarbugliate! ^_*
1992: perché
ho la vaga impressione che i tuoi messaggi degenerino sempre un po' di
più...? XD Comunque, se devo scegliere tra parto e vasectomia,
preferisco il parto. U_U Almeno non è definitivo. Credo di aver
capito cosa volevi dire riguardo a Shikamaru e Temari! XD Insomma, ogni
tanto anche lui deve tirar fuori il suo cromosoma Y, no? E Naruto e
Sakura, dopotutto, non sono davvero conigli. Insomma, lei è un
medico, sa come impedire certe cosucce... Di Tenten non vi dirò
nulla ancora per un bel po'. Al momento ho cose più pressanti di
cui occuparmi, quindi salutala con questo capitolo e dimenticala
finché non saremo arrivati quasi alla fine... (Post Scriptum:
sì, è un gran peccato che Sasuke stia meglio... XD)
lucy6: tu guarda, un'altra
coraggiosa che all'alba del capitolo 36 decide di leggere la fanfic!
Benvenuta in questa valle di lacrime e follia, non spaventarti se mi
vedi totalmente priva di cervello, è normale così! XD
Mi fa piacere che tu sia un'altra affezionata alla NaruSaku,
anche se non posso garantire che siano insieme anche alla fine! XD
OneWingedAngel: XD Ti lascio
passare l'affermazione su Shika e Tema solo perché lei alla fine
è stata ben felice di come sono andate le cose! Ah, potrei
scrivere romanzi erotico/sentimentali? Come Jiraya? Questo mi onora,
ma, a dire il vero, non ho abbastanza fegato per spingermi oltre la
scena di Shikamaru e Temari, almeno non per ora! Oh, suppongo che
esistano anche maschi che si schifano di certi discorsi a pranzo... Ne
conosco qualcuno che è convinto che siano solo faccende
personali, e quel qualcuno non è gay. Mettiti l'anima in pace,
Sai grazie a dio non punta Sakura, e Ino è tesa per i motivi che
hai letto in questo capitolo... Direi che complicarmi ulteriormente la
vita sarebbe folle, da parte mia!
Aya
|
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Capitolo 38 *** L'altro Naruto ***
Naruto-38
Capitolo
trentottesimo
L'altro Naruto
Obito.
Lo ricordava come se lo avesse
visto soltanto il giorno prima.
I suoi capelli neri, sparati e
così scuri; la voce squillante e viva, sempre pronta a
inventare una scusa dopo l’altra; il suo collirio, dalla natura
ignota e dagli effetti ancora più misteriosi; i suoi occhi,
pezzi di carbone dietro la maschera... spesso velati di lacrime. Il
suo tremito, durante le missioni. Il suo sharingan.
La sua morte.
Kakashi
portò una mano al coprifronte, abbassato a coprire l’occhio
che non era suo.
Fermo
davanti alla lapide degli eroi, era solo sotto il sole cocente.
Obito.
Che
ancora non aveva una tomba.
Il
suo più caro amico... la persona che più ammirava, dopo
il quarto Hokage. Il suo eroe, con lui.
Che
ancora non aveva pace.
Cosa
speravano di trovare, gli scienziati della Foglia?
Cosa
speravano di capire di Madara Uchiha, l’uomo che aveva raggiunto
quanto di più vicino ci fosse all’immortalità, che
aveva ingannato tutti, che aveva domato Kyuubi, che aveva tirato i
fili di Konoha per decine di anni, fin dalla sua fondazione?
Pensavano
che una persona simile avrebbe lasciato tracce?
No.
No,
non ne aveva lasciate, Kakashi ne era sicuro.
E
allora perché non lo lasciavano riposare?
Perché
non lasciavano che la memoria di Obito si posasse sui sui resti,
sotto la terra del villaggio che amava e che aveva voluto difendere?
Era
arrabbiato, Kakashi.
Dopo
tanto tempo, era arrabbiato di fronte alla lapide degli eroi, luogo
che di solito lo vedeva malinconico, nostalgico... non iroso.
Lì
si era arrabbiato poche volte, in quegli anni.
Quando
la vita era ingiusta, quando si sentiva colpevole, quando succedeva
qualcosa che lo irritava.
E
ora... era di nuovo arrabbiato.
Ma,
a dire il vero, non lo era per colpa degli scienziati della Foglia.
Lo
era... a causa sua. Di sé stesso.
«Kakashi...
So che è passato tanto tempo, che siamo stati lontani a
lungo... So che ognuno di noi ha vissuto la sua vita... ma... ho
paura che ciò che provavo per te vent’anni fa non sia mai
morto del tutto...»
Rin.
Che
se ne usciva all’improvviso con quelle parole.
Rin.
Che
Obito amava con tutto sé stesso.
Kakashi
si sentiva ancora in colpa per non averlo salvato, per l’occhio che
lui gli aveva donato, per la tomba che gli era negata... come poteva
darle una risposta?
Anche
se l’avesse amata, cosa peraltro di cui dubitava, con che coraggio
avrebbe vissuto la vita che avrebbe potuto essere di Obito?
Con
che coraggio sarebbe riuscito là dove lui non aveva nemmeno
potuto provare?
Eppure...
se le avesse detto che voleva stare con lei... che ricambiava i suoi
sentimenti... se fosse riuscito ad essere abbastanza convincente...
avrebbe potuto tornare a quel tempo.
Ricordare
Obito, giorno dopo giorno dopo giorno...
Una
tortura.
Una
tortura piacevole... troppo piacevole.
Chiuse
gli occhi, turbato.
“Rin,
Rin... Così... mi metti in difficoltà molto più
di quanto immagini...”
L’ultimo
piano dell’Ospedale della Foglia era sempre riservato ai ninja che
meritavano un certo riguardo.
Era
il più irraggiungibile, il più silenzioso, quello con
meno stanze e con più infermiere.
Era
il reparto d’élite, il piccolo paradiso pacifico in cui gli
eroi del villaggio curavano le loro ferite e si riprendevano, pronti
a rimettere in gioco la loro vita una volta guariti.
Davanti
all’ultima porta, la più distante dalle scale, quella
nell’angolo più silenzioso, due chuunin annoiati giocavano a
morra cinese.
Una
targhetta sul legno dipinto di bianco recitava: Uchiha Sasuke.
Non
erano lì perché temevano che potesse scappare. Erano lì
perché Tsunade temeva che potesse farsi del male. Peccato che
il loro personale parere fosse che quel ragazzo smunto non avrebbe
avuto nemmeno la forza per alzarsi dal letto, meno che mai per
ferirsi in qualche modo.
E
poi con lui c’era sempre, invariabilmente, qualcuno.
Poteva
essere la giovane dottoressa dai capelli rosa – sulla quale
commentavano spesso e volentieri – o il biondino esagitato; poteva
essere l’Hokage stesso, o un’infermiera fidata. Ma c’era sempre
almeno una persona.
In
quel momento, addirittura, nella stanza stavano sia Sakura Haruno che
Naruto Uzumaki.
«So
che il cibo dell’ospedale fa schifo, ma devi mangiarlo comunque»
stava dicendo quest’ultimo, con le braccia fermamente incrociate
sul petto e l’espressione seccata. «Non c’è alcun
gusto a proclamarsi superiori a te se tu sei ridotto a uno straccio»
Sasuke,
dal suo letto, non alzò nemmeno lo sguardo. Pallido, magro,
rimase immobile a fissare il piatto scarno posato sul vassoio, sopra
le ginocchia. Dal suo braccio un piccolo tubicino correva fino a una
flebo trasparente, che si svuotava goccia a goccia. Un blando
tranquillante per il sigillo, misto a un integratore vitaminico.
«Sasuke...
dai, fai uno sforzo» disse Sakura piano, ignorando Naruto e
tendendo un cucchiaio di riso verso la sua bocca. «Come ieri»
«Non
ho fame» mormorò lui roco, distogliendo il viso.
«Andatevene»
«Ah,
prova a costringermi se ci riesci!» ribatté Naruto
tracotante. «Dai, alzati e costringimi»
«Tu
sì che conosci i metodi giusti» sbuffò Sakura
gettandogli un’occhiataccia. «Non fare caso a lui, Sasuke.
Devi mangiare un po’, se vuoi resistere al sigillo di Orochimaru...
devi riacquistare un po’ di forze»
«A
che scopo?» chiese l’Uchiha, cupo.
«Per
alzarti da quel letto e lasciare che io ti prenda a pugni»
rispose Naruto.
«No!»
lo corresse Sakura fulminandolo con lo sguardo. «Perché
solo quando sarai un po’ più in te potrai decidere
lucidamente cosa fare... ora non sei in grado di giudicare, lasci che
gli eventi ti scivolino addosso senza fare nulla... ma se tu avessi
le forze per rifletterci... solo un po’... forse troveresti
qualcosa di diverso. Qualcosa per cui vale ancora la pena vivere»
Sasuke
rimase in silenzio, immobile.
Anche
Naruto non aprì bocca, per una volta, leggermente turbato
dalla voce carezzevole di Sakura.
Eppure
la situazione era tranquilla.
Due
settimane prima, quando per la prima volta erano stati tutti e tre
nella stessa stanza, nessuno avrebbe mai nemmeno lontanamente pensato
che il clima avrebbe potuto essere sopportabile. All’epoca, Sakura
non sapeva nemmeno quando respirare, nel timore di dire o fare
qualcosa di sbagliato, Sasuke se ne stava rinchiuso nel suo cupo e
sprezzante mutismo, e Naruto tratteneva il fiato nell’ansia
costante che Sasuke nominasse i loro precedenti incontri: Sakura lo
amava, certo, ma gli avrebbe perdonato tutte le botte che aveva dato
all’Uchiha per ‘svegliarlo’? E soprattutto... cosa sarebbe
successo se avesse saputo della volpe?
Le
prime erano state visite al cardiopalma, insomma... almeno per chi
aveva qualcosa da perdere. Poi, lentamente, Sasuke aveva iniziato a
riprendersi, Sakura aveva iniziato a ricordare che era prima di tutto
un medico, e Naruto aveva capito che l’Uchiha non sembrava
minimamente intenzionato a parlare più dello stretto
necessario, che generalmente si riduceva a scarni monosillabi.
In
qualche modo, anche se mantenevano una certa patina di artificiosità,
i loro rapporti avevano finito per stabilizzarsi su un cauto
cameratismo con un’unica preferenza evidente per il vertice debole
del triangolo, e così proseguivano tuttora.
Lentamente,
Sasuke voltò la testa.
Lasciò
che Sakura lo imboccasse, con una certa reticenza. Deglutì, a
fatica. Sentì il suo stomaco ribellarsi, poco abituato a
lavorare, ma lei gli disse di respirare piano e allora lo sentì
calmarsi.
Sakura
sorrise.
«Vedi?
Non è stato tanto difficile»
Non
riuscì a fargli mangiare tutto ciò che c’era nel
piatto, sebbene fosse già una quantità scarsa, ma dopo
quasi un quarto d’ora giudicò che potesse bastare.
«Per
adesso va bene così» disse allontanando il vassoio. «Io
e Naruto ce ne andiamo... Mando un’infermiera a cambiarti la flebo,
va bene? Tornerò più tardi, per vedere se ti va di
mangiare qualcos’altro»
Sasuke
non ribatté, richiuso nel silenzio che solo raramente rompeva,
e rimase a fissare le proprie mani posate sulle lenzuola, bianche
quasi quanto il tessuto fresco. Il segno maledetto pulsava
debolmente, a malapena percettibile, sul suo collo.
Di
giorno in giorno lo sentiva più potente... ma riusciva anche a
controllarlo un poco di più. Le cure di Sakura stavano davvero
facendo effetto.
Lei
e Naruto uscirono dalla stanza, richiudendo piano la porta, e
salutarono con un cenno i chuunin di guardia.
«Che
hai? Ti vedo pensierosa» le chiese lui mentre attraversavano il
corridoio diretti verso le scale. «Andiamo a farci un ramen?»
«Mh...
va bene» rispose lei distratta. «...Sai, stavo
pensando...»
«Riguardo
a Sasuke o al nostro pranzo?»
«A
Sasuke, scemo. Mi chiedevo se non dovremmo provare una cosa che mi è
venuta in mente... una terapia un po’... anti-convenzionale,
diciamo»
«Ovvero?»
«Il
gatto»
«Eh?
E quello che c’entra adesso?»
«Il
gatto è
la
terapia. Pet
therapy»
Mentre
scendevano i gradini lisci, e il rumore dei loro passi risuonava
insieme alla loro voce, Naruto corrugò la fronte.
«Non
ti seguo» ammise perplesso.
«Vedi...
diversi studi sostengono che gli animali possano rivelarsi una cura
nei casi psicologici» spiegò lei. «E io pensavo
che, magari, potremmo provare a portare il gatto da Sasuke... e
vedere se succede qualcosa»
«La
bestia assassina che fa fuori i tuoi libri, intendi? Il piccolo
diavolo che lascia peli ovunque, mangia come un maiale, graffia ogni
cosa su cui riesce a mettere le zampe e la notte miagola come un
ossesso, senza scordare tutti gli angoli che ha deciso di marcare?»
«Non
è così terribile»
«No?
Tu ricordi in quanti pezzetti abbiamo trovato la tua preziosa copia
di “Crescere
con il chakra”?»
Sakura
arrossì impercettibilmente. Aveva amato quel libro, una prima
edizione originale che non si stancava mai di rileggere... e il
giorno in cui il gatto di casa ci aveva giocato fino a distruggerlo
aveva anche pianto.
«Con
me è molto dolce» si giustificò, sorvolando sullo
scempio. «E affettuoso. Magari sei tu che lo spingi ad essere
così agitato... forse con Sasuke sarà diverso»
«E
l’igiene dove la metti?» insisté Naruto, più
che mai convinto che il gatto al massimo avrebbe dato il colpo di
grazia all’Uchiha. «Pensi davvero di riuscire a catturarlo e
lavarlo da cima a fondo?»
Sul
pianerottolo tra due rampe, Sakura si fermò e piazzò le
mani sui fianchi.
«Naruto
Uzumaki!» sbottò secca. «Disfattista che non sei
altro! La mia idea è buona, e verrà applicata! E tu,
ricordo, ti vanti di essere il miglior ninja di questo villaggio dopo
l’Hokage! Come potrebbe un misero gatto metterti in difficoltà?»
Naruto
arrossì, arretrando di un passo.
«Beh...
ma... i-io lo dicevo solo per Sasuke» borbottò. «Non
voglio trovarmelo a striscioline, dopo il suo incontro con il
diavolo»
«Non
lo troverai a striscioline, fidati» sorrise lei, sicura di sé.
«Ho tanti difetti, ma come medico sono brava. So che non andrà
come temi»
Naruto
ci mise quasi due ore a catturare il gatto.
Mentre
‘la stupida bestia malefica’ saltava dal soffitto al divano,
passando per le mensole e i mobili, e lui inciampava sui resti della
stanza distrutta, si ingarbugliava nelle tende cadute e sbatteva
contro tutti gli angoli, ansante maledisse Sakura e le sue idee
geniali.
«La
prossima volta dico a lei di prenderlo!» ringhiò
rialzandosi da terra.
Il
gatto, nascosto dietro una gamba del divano, lo fissava diffidente
scuotendo la coda.
«Tu»
sibilò Naruto, assottigliando gli occhi. «Vieni
immediatamente qui!»
Quello
schizzò verso il tavolo, ci saltò sopra, scivolò,
ricadde giù e si trascinò appresso il vaso di cristallo
sulla sua tovaglietta, con un papavero dentro. Naruto nascose gli
occhi dietro una mano, mentre quello si fracassava rumorosamente.
Iniziava
a pensare che, dopotutto, quel gatto non fosse Satana.
Era
direttamente l’Apocalisse.
«Senti,
vediamo di parlarne» tentò, accucciandosi a una certa
distanza.
Il
micio, con il pelo ritto sulla schiena e gli occhi spalancati, lo
fissava dal suo angolo, i muscoli tesi e pronti allo scatto.
«Abbiamo
bisogno di te» esordì Naruto, cercando di essere
convincente. «Per quanto io non condivida l’idea, Sakura
pensa che potresti esserci d’aiuto...»
Di’,
ma lo stai facendo davvero?
Si
interruppe, contrariato.
Sì,
lo sto facendo. Problemi?
No
no... cioè, finché non lo sa nessuno...
Non
è nulla di cui vergognarsi!
Stai
parlando con un gatto, te ne sei accorto?
Solo
per salvare Sasuke!
Ma
se non ci credi nemmeno tu... Non funzionerà, non può
funzionare.
E
tu che cavolo ne sai? Sei solo la stupida voce della mia coscienza!
Mah,
se ne sei convinto...
Sai
che sei una bella rogna? Quasi quasi preferisco Kyuubi. Almeno lei
dice chiaro e tondo da che parte sta.
Come
richiamata dalle sue parole, la volpe fece udire una risata bassa e
gorgogliante, da qualche parte nel profondo.
Già,
Kyuubi sapeva bene da che parte stare. Purtroppo.
«Tornando
a noi...» riprese Naruto, tornando a parlare con il gatto. «Non
te lo chiedo per me, ma per Sakura. A te piace Sakura, no?»
La
coda color miele della bestiola frustò l’aria. Era un sì?
Un’indecisione? Difficile a dirsi.
«Daaaai...»
piagnucolò Naruto. «Ti prego! Solo per questa volta! Poi
non ti chiederò più niente! E’... per i miei amici.
Per favore»
Immobilità
da entrambe le parti.
La
pet therapy
assume come principio base che tra uomini e animali ci sia una sorta
di empatia, una comprensione che va al di là del semplice
linguaggio orale e raggiunge i sentimenti più profondi.
Naruto
non credeva nella pet
therapy.
Ma neppure ne conosceva gli assunti fondamentali.
Quando
il gatto, ancora diffidente, gli si avvicinò, se li avesse
conosciuti forse si sarebbe ricreduto sulla sua efficacia...
Tsunade
lasciò cadere la penna che stringeva tra le mani, e crollò
il capo all’indietro.
Aveva
un mal di testa allucinante.
Il
plico che giaceva sulla scrivania di mogano lucido, aperto a pagina
trecentoventinove, era una relazione dettagliata sui rapporti che
intercorrevano tra le Grandi Terre e, oltre ad essere di una noiosità
abissale, aveva ancora duecentodue pagine che dovevano essere lette.
L’Hokage
si passò una mano sulla fronte, cercando di sciogliere i
muscoli tesi. Quella maledetta grana avrebbe mai avuto fine?
Shikamaru era alla Sabbia da diciotto giorni, il ninja del Fulmine
che tenevano praticamente in ostaggio li trattava come fossero stati
un albergo, e Danzo stava radunando una schiera di avvocati da far
impallidire il diavolo. C’era mezzo che riuscisse anche a
corrompere qualcuno del Consiglio.
Si
era tanto impegnata per guadagnare il potere che le mancava, con il
processo a Sasuke... Pensava che sarebbe riuscita a stare tranquilla
per un po’, che sarebbe riuscita ad occuparsi dell’Uchiha e del
villaggio in santa pace.
E
invece niente.
La
sua si era rivelata soltanto una pia illusione.
Con
un gesto irritato richiuse il fascicolo sulla scrivania, e si prese
la testa tra le mani.
Aveva
bisogno di una pausa.
Ma
a forza di pause non sarebbe mai arrivata a capo di nulla.
Ahh,
dov’era Jiraya quando serviva? Voleva qualcuno che prendesse le
decisioni per lei, che le dicesse qual era la cosa giusta da fare...
Detestava trovarsi in quelle condizioni, ma ogni tanto succedeva, e
lei non poteva evitarlo.
Poi,
all’improvviso, la luce.
Bussarono
alla sua porta.
Il
Consiglio finalmente era pronto a riunirsi per la decisione finale.
«Io
sono ancora molto diffidente» borbottò Naruto
l’indomani, fermo a braccia conserte nella stanza di Sasuke. «Solo
perché profuma di mughetto non vuol dire che sia meno letale»
Sakura,
che teneva tra le braccia il gatto, gli gettò un’occhiataccia,
sillabandogli di collaborare. La bestiola stretta a lei aveva l’aria
tranquilla... ma le orecchie appiattite sulla testa e la coda che
frustava l’aria non indicavano nulla di buono. Probabilmente la sua
opinione su Sakura era mutata, dopo l’energico bagno che gli aveva
riservato il giorno prima. Se non altro ora sembrava davvero un bel
micio.
«Sasuke...
questo è...» iniziò la ragazza, e dovette
fermarsi subito. «E’...» ritentò, spaesata.
Gettò un’occhiata a Naruto. «Come si chiama?»
gli chiese. «Ce l’ha un nome?»
«Certo
che sì. Satana»
rispose il biondo prontamente.
«No,
te lo scordi. I nomi hanno una grande influenza su chi li porta, non
lo sai? Se vuoi un gatto decente, trovagliene un altro»
Sasuke,
dal suo letto, mosse impercettibilmente gli occhi neri fino a
incontrare quelli azzurri del gatto, e si accigliò
impercettibilmente. Mentre Naruto bofonchiava qualcosa su scoiattoli
e ciliegi, lui riconobbe la stessa tonalità delle iridi
dell’ex compagno.
«Va
bene, ho capito!» sbuffò Sakura esasperata. «Al
nome ci pensiamo dopo! Sasuke, vorrei che tu socializzassi con questo
gatto»
L’Uchiha
la guardò come l’ultima delle cretine.
«No»
disse poi, secco. «Mi rifiuto»
«Beh,
è pur sempre una reazione» commentò Sakura
stringendosi nelle spalle, e ignorando le ultime parole di Sasuke si
avvicinò al suo letto e posò il micio sulle lenzuola.
«Ho
detto di no!» insisté lui, spostandosi sul materasso con
le poche energie che aveva. Perché doveva prestarsi a una
simile idiozia?
«Paura,
eh?» ghignò Naruto. «Ha delle belle unghie, vero?»
Il
gatto annusò la nuova, inquietante realtà che lo
circondava. Lanciò un’occhiata sospettosa a Sasuke,
esaminando attentamente le lenzuola, e poi, senza alcuna ragione
apparente, soffiò nella sua direzione.
L’Uchiha
strinse i denti, irritato.
«Ehm...
forse dovremmo rivedere il programma» corse ai ripari Sakura,
riprendendosi il micio. «Siamo stati un po’ precipitosi, mi
sa...»
«Sempre
detto» bofonchiò Naruto a mezze labbra.
«Portatelo
via» ringhiò Sasuke con un’occhiata infastidita alla
bestia.
«Ehi,
non usare quel tono con il mio gatto!» insorse Naruto,
improvvisamente bellicoso.
Sakura
lo guardò. Guardò Sasuke. Guardò il micio tra le
sue braccia.
«Naruto»
disse, sorpresa.
«Che
c’è?» fece lui, irritato per essere stato interrotto
nel bel mezzo della sua sviolinata.
«No,
non tu. Lui» spiegò lei, additando il gatto. «Si
chiamerà Naruto»
«Cosa?»
allibì ‘l’originale’, spalancando la bocca. «E
perché dovrei fare una cosa idiota come dargli il mio nome?!
Stiamo scherzando? Il mio
nome al gatto?!»
«Pensaci!»
insisté Sakura, gli occhi brillanti. «E’ schivo, se ne
sta sulle sue, ti si avvicina soltanto raramente... con me invece è
affettuoso fino alla nausea, dolce, pieno di premure... e sembra
odiare dal profondo del cuore Sasuke!»
L’Uchiha
corrugò la fronte, interdetto.
«Guardalo,
è uguale a te anche nel colore del pelo e degli occhi!»
«Io
non odio Sasuke!» precisò Naruto, arrossendo
d’indignazione. «Cioè, non mi sarei sbattuto tanto a
salvarlo se lo odiassi, giusto? E non sono schivo, anzi sono
decisamente socievole!»
«Ora,
forse. Ma quando avevi dieci anni eri esattamente come questo gatto»
E’
meraviglioso come le persone che amiamo mostrino ogni giorno la
sconfinata ammirazione che nutrono per noi, con paragoni lusinghieri
e delicati.
Naruto
si sentì profondamente offeso dalla similitudine, e non fece
nulla per nasconderlo. Sfortunatamente, Sakura aveva già
smesso di considerare le sue obiezioni o anche, più
semplicemente, il suo parere, per dedicarsi tutta gongolante a
istruire ‘l’altro Naruto’ sul suo nuovo nome. Il gatto, per
tutta risposta, assottigliò gli occhi celesti in
un’espressione molto minacciosa.
Il
Naruto originale sbuffò.
«Che
poi Naruto non
è ‘sto gran nome in termini di significato!» bofonchiò
indignato. «E i miei capelli hanno una sfumatura molto più
bella del pelo arruffato di quella bestia»
Il
messaggero non sospettava nulla.
E
come avrebbe potuto, dopotutto?
Il
suo nome era Ichiro Kuzo, trentadue anni. Carriera mediocre, non una
nota sul suo curriculum, di merito o demerito, carattere posato e
gentile. Non gli interessavano i pettegolezzi, non li ascoltava mai.
Grave
errore.
Quella
mattina, mentre attraversava il corridoio C del terzo piano, Ichiro
Kuzo non sapeva a cosa andava incontro. Non lo immaginava neppure
lontanamente.
Lui
si limitava ad eseguire gli ordini. Portava a termine la missione,
come gli avevano insegnato. Non faceva domande. Tirava dritto.
Gli
avevano detto ‘chiama
Shikamaru Nara, terzo piano, corridoio C, la porta accanto ai fiori
fucsia’,
e lui aveva annuito ed era partito.
Dal
suo punto di vista il mestiere di ninja era semplice, elementare
quasi.
Raggiunse
il suo obiettivo, accanto ai fiori di un rosa intenso, e, senza
presagire nulla, bussò delicatamente.
Silenzio
dall’altra parte.
Si
schiarì la voce, ritentò. In fondo era ancora presto,
l’ospite poteva essere addormentato...
Questa
volta gli parve di sentire un trapestio oltre la porta, e si azzardò
a usare le corde vocali.
«...Shikamaru
Nara?» chiese piano.
La
chiave scattò nella serratura, e finalmente gli fu aperto.
«Shh...»
bofonchiò l’assonnato ragazzo che si trovò davanti,
con addosso soltanto i boxer e un paio di pesanti occhiaie. I suoi
capelli assomigliavano curiosamente a un ananas. «Non fare
casino... grazie a dio non si è ancora svegliata»
Ichiro
Kuzo sbatté le palpebre interdetto.
Ma
come, il prezioso messaggero della Foglia portava in camera le donne
raccattate per il villaggio?
Questa
era indubbiamente una nota a suo sfavore, e cambiava notevolmente
l’opinione che aveva di lui.
Si
schiarì la voce, abbastanza rumorosamente.
«Zitto!»
sibilò Shikamaru fulminandolo con lo sguardo.
«Il
Kazekage richiede la vostra presenza» ribatté lui senza
curarsi di abbassare il tono.
Perché
il ninja di Konoha non voleva che la donna nel suo letto si
svegliasse? Voleva forse andarsene lasciandole del denaro sul
comodino? Era tanto squallido?
Esattamente
come aveva desiderato, sentì un fruscio provenire dalle
lenzuola.
«Porca
miseria...» bofonchiò Shikamaru passandosi una mano sul
viso.
Ichiro
Kuzo non amava i pettegolezzi. Ma aveva una grande integrità
morale e un profondo desiderio di redimere il mondo e trasformarlo in
un paradiso di persone oneste e rispettose – insieme a una buona
dose di pregiudizi. Se decise di spingere lo sguardo oltre la spalla
di Shikamaru e fino al letto, fu solo perché era convinto che
ci avrebbe trovato una povera ragazza troppo truccata dal passato
infelice... e invece ciò che vide era di natura totalmente
differente: vide nientemeno che la sorella del Kazekage in persona,
che lo fissava con occhi appannati e vagamente stizziti.
Vide
Temari.
Uno
dei suoi modelli di rigore e rettitudine, uno dei pochi schemi di
perfezione che avesse mai percorso i corridoi del palazzo... ottima
ninja, comportamento irreprensibile, ascendenza strabiliante,
conoscenze giuste e modi severi ma educati.
Lì.
Tra
le lenzuola in disordine del messaggero della Foglia, che
presumibilmente aveva conosciuto nemmeno quindici giorni prima.
«Sono
morto» sospirò Shikamaru, appoggiando la fronte alla
porta socchiusa, e Temari, dal letto, si accorse all’improvviso
dell’intera situazione. Lanciando un gridolino strozzato e
un’imprecazione di rara finezza linguistica, si ingarbugliò
nelle coperte e cadde dal letto con un tonfo sordo.
Ichiro
Kuzo rimase senza parole e senza fiato, a bocca aperta.
Shikamaru
inspirò a fondo.
«Grazie
per il messaggio» disse cupo, e senza aspettare una risposta
richiuse la porta.
Dall’interno
della stanza, alle costernate orecchie del ninja di Suna giunsero
imprecazioni di cui non sospettava nemmeno l’esistenza...
Nel prossimo capitolo:
Era
come un villaggio fantasma in miniatura.
L’aria
calda tremolava sotto il sole, rendendo i contorni offuscati e
distorti. I rumori di Konoha erano lontani, soffocati... era come
essere in un’altra dimensione.
«Non
sarà un po’ troppo caldo?» chiese Sakura preoccupata,
mentre con Kakashi e Sasuke era ferma nella strada principale del
quartiere Uchiha.
«Forse...
quindi vediamo di sbrigarci» ribatté il jonin
guardandosi attorno distrattamente.
* * *
* ȣ *
* * *
Spazio
autore
Ed ecco svelato il nome del gatto!
Andiamo, ha i colori di Naruto ed è adorabile come lui!
E' nato per avere quel nome!
(e quel carattere... e, sostanzialmente, è nato per il ruolo simbolico che avrà in futuro! U_U)
Poi, l'angolino nostalgico di Kakashi mi è uscito senza che
fosse previsto, dal momento che questo doveva essere un capitolo
divertente,
però mi piace e mi tornerà utile in futuro, quindi va bene così.
Infine, il baldo Ichiro Kuzo e il patatrac di Temari.
Che la relazione tra lei e Shikamaru subisca dei danni dopo lo sfortunato incidente?
(ovviamente, questa è stata l'unica comparsata di Ichiro Kuzo.
Dimenticatevi di lui)
A proposito... ma lo sapete che One Piece è proprio bellino?
(sì, lo leggo da 7 anni e me ne sono accorta solo ora. Capita)
[Il 2, 3 e 4 gennaio vedrete i famosi tre aggiornamenti in fila! Non lasciatemi senza commenti, please! T_T]
[E occhio alle risposte alle vostre recensioni di oggi... troppa bontà dilagante mi porta a sbottonarmi leggermente...]
Ah, quasi dimenticavo...!
!!BUON ANNO!!
Un felice 2008 a tutti voi,
che siete stati così pazienti da seguirmi fin qui
e che spero mi seguirete fino alla fine!
lucy6: sì,
questo posso dirtelo: Naruto si merita di essere felice. E visto che
con il Natale e il nuovo anno siamo tutti più buoni, ti dico
anche che sì, sarà felice. Perché io lo amo,
è innegabile, e amandolo non posso non volerlo felice almeno
alla fine, considerato tutto quello che gli sto facendo (e gli
farò) passare! Per quanto riguarda il segreto di Tenten,
pazienta figliola, pazienta... quanod nella fanfic saremo arrivati a
settembre, diventerà di dominio pubblico! ^^
killkenny: ma no, perché
uccidere Hiashi? Prima della fine avrà il suo - piccolo, quasi
invisibile, minuscolo, irrilevante e ritardatario nonché inutile
- momento di redenzione!
Julia83: a dire il vero non
è affatto fastidioso che i lettori provino a indovinare il
finale, anzi mi è molto utile per capire qual è
l'impressione che riesco a dare! L'unico problema è che non
posso, davvero, tutta me stessa si ribella all'idea di lasciarmi
scappare degli spoiler! Il mio piccolo, forse stupido parere è
che sia bello leggere (fanfic ma anche manga o libri) e scoprire le
cose nel modo migliore, cioè come l'autore decide di
presentarcele. Sapere i fatti ma solo come uno sterile elenco toglie
tutto il piacere! Potrei anche dirti: Sasuke perderà la testa
per Sakura, si suiciderà quando scoprirà che sta con
Naruto, e lui in una notte di ubriachezza finirà a letto con
Hinata, la quale resterà incinta e lo costringerà a
sposarlo. Sakura, disperata, si darà alla macchia e
incontrerà il buon vecchio Kamaro, ultimo membro della defunta
Akatsuki, con il quale darà vita alla Momotsuki, in onore del
colore dei suoi capelli (Aka = rosso, Momo = rosa), e deciderà
di radere al suolo Konoha perché una donna tradita e disperata
è quanto di più pericoloso e folle ci sia in giro...
(ATTENZIONE: tutto ciò, ovviamente, non succederà!)
Potrei dirti la trama della fanfic in questo modo, ma non sarebbe bella
come leggerla, ti pare? Per questo non potevo rispondere alla tua
scorsa recensione, perché inevitabilmente mi sarei lasciata
scappare particolari compromettenti! Parlando dello scorso capitolo, mi
occuperò personalmente di far arrivare alla madre di Tenten il
suo oscar, e ti dico soltanto che tendenzialmente odio Ino, ma
ultimamente mi fa parecchia pena... Poi, nel momento in cui il
triangolo InoShikaTema entrerà nel vivo, vedremo chi la
spunterà! Ora che hai visto il team sette riunito, pensi davvero
che le cose resteranno così semplici e felici? Ti anticipo
già da ora che nel prossimo capitolo ci sarà una svolta
importante... forse passerà un po' in sordina, ma, credimi,
sarà fondamentale. Un bacione, e tanti auguri per il nuovo anno!
^^
harryherm: dovete smetterla di
leggere le recensioni altrui e affidarvi alle loro teorie! XD Insomma,
scervellatevi un po' da soli sui misteri della fanfic! XD A proposito
di Ino... chi lo sa... ultimamente mi sta più simpatica del
previsto! ^_*
kimi: tu non lo sai, ma il tuo
commento è stato illuminante per quanto riguarda i capitoli 43 e
44, che ho scritto giusto ieri. U_U Non ho intenzione di dirti
né come, né riguardo a chi o cosa, ma sappi che mi hai
ricordato una cosa che rischiavo di dimenticare perché la davo
per scontata... Naruto, invece, purtroppo per te non si sta accorgendo
di un tubo su Hinata. E' troppo preso dai suoi problemi personali per
pensare a qualcosa d'altro, e, anche se mi fa male dirlo (perché
so cosa sta passando Hinata e mi è molto cara), al momento se ne
frega abbastanza di lei. Se Kiba non fosse tanto insistente, accidenti
a lui, sarebbe un bel sostegno. Personalmente ritengo che se in questa
situazione le si avvicinasse solo come amico, avrebbe molte
possibilità in più... Comunque, se speri nella SasuSaku,
devi considerare anche Sakura e Sasuke, appunto. Indipendentemente da
ciò che farà o non farà Naruto, come si
comporteranno loro due...?
lale16: povero Kiba, in
realtà lui è abbastanza incazzato con Naruto per come fa
stare Hinata, non può farci niente se ha perso la testa
così, è più forte di lui. E io lo vedo molto
istintivo, per cui... mi sembra che il suo comportamento sia, da certi
punti di vista, anche comprensibile. (attenzione: tendo a vedere come
"comprensibile" ogni comportamento, quando scrivo. Mi spiace dirlo, ma
anche la strage di massa di Itachi, che pure non sappiamo ancora
perché abbia ufficialmente avuto origine, per me deve avere una
ragione logica e "giusta"! XD Da un lato è un gran pregio,
perché riesco a infilarmi davvero nella testa dei personaggi e a
capire - più o meno - le loro motivazioni, ma dall'altra mi
impedisce di giudicare in maniera oggettiva, maledizione! Devo ancora
crescere...) La madre di Tenten ha avuto un successo inaspettato,
magari più avanti la farò ricomparire, chissà! XD
Purtroppo per un po' (un bel po') non sentiremo più parlare di
quella vicenda, ma quando ci tornerò sopra... chissà,
potrei farci un pensierino...! (Hai visto quando metterò i
capitoli di fila?)
arwen5786: in realtà i
miei "misteri" sono, il più delle volte, grandissime cazzate! XD
Cose che, quando vengono allo scoperto, ti fanno provare il forte
desiderio di mandarmi al diavolo perché l'ho tirata tanto lunga!
Ma va bene così, in fondo è divertente! XD E no, cara
mia! Adesso che hai accennato alle "ipotesi strane" su Tenten e Neji,
le voglio conoscere! Quindi ti impongo senza alcuna vergogna di
scrivermele, anche solo per farmi fare quattro risate! XD Grazie per i
complimenti su di lui, comunque, confesso che è piuttosto
improvvisato, e se mi dici che più o meno regge mi fai felice!
(viva le tre C, che gli hanno dato vita!) Ino fa pena anche a me, di
recente, e non so davvero come mai... O_O Inizio a pensare di star
degenerando, ma tant'è... così van le cose! Mentre Hanabi
che è stata definita la reincarnazione di Satana mi ha fatto
morire dal ridere! Per un attimo ti ho sovrapposta a Naruto quando ha a
che fare con il gatto, in questo capitolo! XD Il trio riunito, al
momento, è quello che hai letto. Dal prossimo capitolo,
però, le cose cambieranno! Ero troppo stufa dell'ameba Sasuke,
dai... dovevo fare qualcosa per movimentare la scena. La comparsa di
Kakashi è stata meno allegra del previsto, ma si rifarà
ampiamente tra qualche capitolo, quando inizierà il vero assalto
delle donne di Konoha... uhuhuh... il mio piano per lui è
davvero diabolico...! Parlando extra-storia, sappi che se ti ho
lasciato i commenti alle one-shot è perché mi sentivo di
farlo, tutto qui. Essendo io una povera pezzente che vive di commenti,
so cosa vuol dire scrivere e conoscere le opinioni di chi legge,
soprattutto quando conosciamo questa persona e, magari, la stimiamo. La
questione della mail la risolviamo davvero quando ti lascio il commento
alla fanfic, perché qua mi sa che è il sito ad essere
pazzo, visto che l'ultima volta ho spedito il commento a dionea via
mail (era lungo un'intera pagina di word, non potevo metterlo tra le
recensioni! >_<) ed è arrivato benissimo... Mah!
queen of night: ehh, dal mio
punto di vista tutti si meritano un finale felice. Ormai mi sento un
po' la mamma di questi miei personaggi, che sono sì quelli di
Kishimoto, ma sono anche un po' miei, e se fosse per me moltiplicherei
un po' di gente per dare il lieto fine a tutti. Purtroppo, essendomi io
impegolata con le threesome, alla fine dovrò far piangere
qualcuno, è inevitabile. Allo stesso tempo, qualcun altro
sorriderà, e ci sarà anche chi non vedrà cambiare
nulla. Mi piacciono le tue ipotesi su Tenten, per una volta c'è
qualcuno che non dà per scontato che sia incinta! E in effetti,
hai perfettamente ragione: chi sarebbe il padre in quel caso? Lo
Spirito Santo? XD
1992: come hai visto, il gatto
ci ha provato a fare a fette Sasuke, ci ha provato con tutto sé
stesso. Purtroppo gli è andata male, Sakura è intervenuta
troppo presto... U_U No, Ino e Sasuke insieme no! Non puoi chiedermi un
simile sacrificio, mi taglierei le vene mentre scrivo!! Già da
soli sono difficilmente tollerabili, in coppia sarebbero un cocktail
letale...! La mamma di Tenten, vista da fuori, è molto
divertente. Vista da dentro, è un incubo. Dal momento che mia
madre è esattamente l'opposto, cioè non potrebbe
fregarsene di meno di quello che faccio o non faccio, penso che se mi
trovassi al posto di Tenten lo troverei quasi divertente... ma capisco
che lei sia vicina all'esaurimento, invece! XD Il ritorno di Kakashi
è stato un po' triste, nevvero? Ma quando le "vere donne"
entreranno in scena, ogni cosa cambierà, oh yeah! E Hinata...
eh, Hinata dovrà soffrire ancora molto... ma voglio che diventi
forte, sì sì, perché se lo merita! U_U
____________Extra-storia: non ti prendo affatto per pazza, credimi. So
che scrivendo finisco involontariamente per lasciar trasparire molto
della mia personalità, e so che tutti voi lettori mi conoscete
molto, molto più di quanto io potrò mai conoscervi. E'
così, non c'è modo né motivo di cambiare le cose,
e d'altro canto a me non dispiace nemmeno che qualcuno veda come sono
davvero, al di là di tutte le recite che si fanno continuamente
nella "vita vera", quella al di fuori del pc e del web. Il bello delle
fanfic è trovarne una scritta bene, che ci piaccia, e poter
anche parlare con la persona che l'ha scritta, per capire che tipo
è, per vedere che, dopotutto, è una persona normale con i
suoi pregi e i suoi difetti, le sue forze e le sue debolezze. Ora tu mi
vedi da questa parte della barricata, ma anche io sono una
commentatrice, e anche io leggo fanfic che mi lasciano con il fiato
sospeso e mi fanno contattare l'autore con un po' di batticuore. Ci
sono autori/autrici che ammiro davvero tanto, e ringrazio il cielo che
scrivano fanfic, perché così sono molto più
contattabili degli autori di libri, che invece sono là, sul loro
piedistallo irraggiungibile, e qualche volta si rifiutano di scendere
al livello dei comuni mortali... In definitiva, mi fa piacere che tu mi
consideri un'amica, perché ci sono buonissime probabilità
che tu mi conosca più di molti cosiddetti amici di tutti i
giorni! Visto che so che quando scrivo ci metto molto di me, sappi che
nessuno di loro - o quasi - ha il mio permesso di leggere... quindi
ritieniti fortunata! Conosci lati di me che loro non vedranno mai!
(ricordo ancora i terribili momenti in cui il prof di italiano voleva
che leggessi il mio tema alla classe... T_T ok che era fatto bene, ok
che mi dava voti altissimi e quindi c'era solo di che vantarsi,
però ho lasciato metà della classe basita... diciamo che
mi credevano molto più bastarda e decisamente meno profonda! XD)
^_^ Alla fine, si dice che il web non presenta i veri sé stessi,
ma delle facciate, e che non ci si può conoscere davvero se non
di persona... ma per quel che mi riguarda, è esattamente il
contrario. Qui me ne sbatto molto dell'opinione altrui, e faccio e dico
tutto quello che voglio. Nella realtà, per quanto sia patetico,
le cose sono ben diverse...
Aya
|
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Capitolo 39 *** Tracce di un sogno ***
Naruto-39
Capitolo
trentanovesimo
Tracce di un sogno
Era stato un piano malvagio, lo
riconosceva.
Un piano degno del peggior
mafioso, degno di un criminale, di un falso, di un bugiardo, di un
millantatore...
...Ma era stato efficace.
Qualche parola ben mirata, vecchi
archivi rispolverati, minacce latenti, sussurri nei posti giusti... e
all’improvviso la schiera di avvocati di Danzo era evaporata come
neve al sole, adducendo mille scuse diverse e asserendo con
convinzione che era meglio patteggiare in fretta.
Tsunade era molto orgogliosa del
suo operato.
L’Hokage un po’ meno.
Ma,
visto che erano due aspetti della stessa persona, avevano trovato un
compromesso nella comoda opzione del ‘non
pensarci, che è meglio’.
Poi, c’era stato il piano
eroico-suicida.
In qualche modo era riuscita a
convincere il Consiglio che l’alleanza con la Sabbia era
fondamentale, o comunque troppo redditizia per essere sciolta in quel
momento, e loro avevano deciso che non avrebbero ceduto alle minacce
della nuova Alleanza tra le altre Grandi Terre.
Il messaggero del Fulmine era
stato rispedito a casa e Shikamaru richiamato all’ordine, e il
Fuoco si sentiva molto in forma e battagliero. In fondo era
notoriamente il Pese che vantava il villaggio ninja più forte,
nessuno si sarebbe messo contro di loro a cuor leggero.
Canticchiando sommessamente tra
sé, Tsunade firmò con uno svolazzo il foglio che le
stava davanti; lo fissò, e decise di aggiungere un cuoricino
alla fine. Ci stava bene.
Poi si diede dell’idiota, e
chiamò il segretario perché le dessero una nuova copia
del documento.
Il poveretto, con un sospiro
profondo, andò alla sua scrivania, aprì un cassetto e
tirò fuori il foglio che aveva preparato in precedenza, da
persona prudente qual era, tendendoglielo con rassegnazione.
Che ne era stato della perfetta
manovratrice che aveva catturato Danzo e assolto Sasuke Uchiha in un
colpo solo?
«Per l’amor del cielo...»
la implorò. «Ora che siete un po’ più libera,
potreste...»
«Sì sì»
lo interruppe lei con un cenno vago. «Mi occuperò dei
documenti... magari domani. Ora dammi la penna, che firmo di nuovo e
poi vado a bere qualcosa! Ma dove diavolo l’ho messa?»
«Quinto Hokage...»
gemette il segretario, mentre gli occhiali scivolavano lungo il suo
naso sconsolato.
«Che diamine! Brio,
ragazzo! Sei ancora giovane!» esclamò lei battendogli
un’energica pacca sulla spalla – che quasi gli fece sputare i
polmoni. «Cos’è ‘sto umore cupo? Oh, la penna!»
Riprendendo a canticchiare,
Tsunade ripeté la firma – senza cuoricino – e tese il
foglio al segretario.
«Ecco a te» disse con
un sorriso. «Porta questo a quel grasso rospo di un burocrate
al pianterreno... e manda un messaggero a Kakashi Hatake. Digli che
c’è bisogno che Sasuke si alzi dal suo bel letto e venga
qui»
Kakashi aveva l’abitudine di
bere un bicchiere di latte gelato, nelle mattine estive.
Fermo davanti alla finestra
aperta, con il bicchiere imperlato in mano, fissava il sole che
sorgeva con le ciglia abbassate a difendere le pupille sensibili.
Nonostante fosse ancora presto, l’aria era già tiepida, e
ventilata da una brezza calda.
Le cose a lui non andavano bene
quanto a Tsunade.
Qualche tempo prima c’era stata
la confessione di Rin, più recentemente Anko si era presentata
a casa sua con un gigantesco cesto di frutta – adducendo
l’improbabile scusa che pensava Sasuke fosse ancora lì – e
giusto il giorno prima Haruka, con il sorrisino enigmatico che non
scompariva mai dalle sue labbra, le aveva comunicato che aveva
ricevuto la riabilitazione ufficiale e che sarebbe tornata in
missione, magari con lui.
Svuotò il bicchiere e
sospirò profondamente.
Se avesse dovuto guardare solo a
sé stesso, sarebbe stato tutto molto più semplice.
Delle donne che gli ronzavano
attorno, ce n’era una che era sicuro avesse la sua preferenza.
Tuttavia... non poteva guardare
solo a sé stesso. C’erano tante cose da considerare, fattori
importanti di cui tenere conto... era un ninja. Era stato un compagno
di Obito. Doveva ricordarsi che qualcuno aveva aspettative più
alte e qualcuno più basse per il suo futuro... insomma, era
tutto molto più complicato di quanto avesse previsto.
Diede le spalle alla finestra e
si avvicinò al lavello, posando il bicchiere sul metallo
lucido. Mentre il vetro tintinnava piano, un fruscio lo spinse a
voltarsi di nuovo verso il panorama di Konoha che si snodava davanti
al suo appartamento. Che ora era offuscato da un chunin sorridente.
«Buongiorno» lo
salutò con un cenno timido, abbarbicato al davanzale. «Chiedo
scusa per l’intrusione, ma c’è un messaggio per voi da
parte dell’Hokage»
Un quarto d’ora dopo Kakashi
era all’Ospedale della Foglia, all’ultimo piano, nella stanza di
Sasuke. Con lui, mattiniera come sempre, anche Sakura.
«...Pensi di riuscire ad
alzarti?» chiese il jonin fissando quello che un tempo aveva
chiamato allievo.
Sasuke si accigliò, senza
dar segno di volersi muovere. «Non vado» disse infatti,
dopo qualche istante. «Non ce n’è bisogno»
«Non sei tu a decidere»
gli fece notare Kakashi, pacato. «Se l’Hokage ti ha
convocato, tu devi presentarti. E basta. Così si comporta un
ninja di Konoha»
«Io non sono...»
«Sasuke!» lo
interruppe Sakura, turbata. «Tu sei un ninja della Foglia!»
Lui schioccò la lingua,
irritato.
Ninja della Foglia?
No, decisamente non si sentiva
tale.
Era tanto se si sentiva vivo,
figurarsi se poteva arrivare al punto di...
«In ogni caso»
Kakashi interruppe le sue riflessioni. «sei tenuto ad obbedire
agli ordini dell’Hokage, volente o nolente. Sei stato assolto, sì,
ma le guardie fuori dalla tua porta sono un chiaro segno di quella
che è la tua vera situazione. Ne sei consapevole, vero?»
all’improvviso il suo tono si ammorbidì, pacato. «Sasuke...
non sarà nulla di troppo spiacevole, credo. Anche Tsunade sa
che non è bene stancarti troppo»
«Giusto» aggiunse
Sakura, annuendo con forza. « E noi... io e il maestro
Kakashi... saremo con te tutto il tempo» lanciò
un’occhiata esitante al jonin, temendo di aver osato troppo, ma lui
annuì rassicurante. Lei sorrise.
Naruto, a giudicare dall’ora,
stava ancora dormendo. Il giorno prima gli avevano affidato una
missione che si era conclusa molto tardi, e lei non aveva intenzione
di svegliarlo troppo presto... Non lo avrebbe avvisato della chiamata
di Tsunade. Non subito, almeno.
Sasuke strinse i pugni sulle
lenzuola, frustrato.
Assoluzione?
Ma quale assoluzione!
La
verità era che la sua prigionia continuava, con catene
diverse, invisibili, ma altrettanto strette...
Non era libero.
Non lo sarebbe stato mai.
Rilassò i muscoli,
chinando la testa.
«Va bene» mormorò
atono.
Sakura sospirò di
sollievo, avvicinandosi al letto premurosa.
«Ti aiuto ad alzarti»
disse solerte, e fece scivolare un braccio attorno alla schiena
troppo magra di Sasuke.
Non lo toccava così dal
giorno in cui Itachi era morto.
E, inaspettatamente, un fremito
le corse lungo la schiena.
Nonostante fosse impregnata
dell’odore intenso dei medicinali, la pelle di Sasuke, così
bianca e trasparente, conservava ancora pallide tracce del suo
profumo... del profumo degli Uchiha.
Sakura distolse lo sguardo,
trattenendo il respiro, mentre lui, docile, faceva appello alle sue
scarse forze e cercava di alzarsi in piedi.
Kakashi piantò gli occhi
sulla nuca chiara di lei, e vide la sua mano posarsi sul braccio di
Sasuke con un leggero tremito...
Non disse nulla.
Ma, nascosta dalla maschera e dal
coprifronte, la sua espressione afflitta era quanto di più
rassegnato ci fosse.
Non dovettero arrampicarsi su per
le scale fino all’ufficio dell’Hokage, perché Tsunade
risparmiò loro la fatica facendosi trovare accanto al
burocrate al pianterreno.
«Ah,
finalmente» commentò quando li vide arrivare, al passo
lento di Sasuke. «Vediamo di non perdere tempo, la faccenda è
irritante ma banale... In sostanza, Sasuke, anche se al processo non
si era parlato di pene, sottobanco il Consiglio vuole un minimo
risarcimento – per il disturbo,
suppongo. Ho provato a farli desistere, ma quando si parla di soldi
quelli diventano morti di fame, e così abbiamo deciso che
‘donerai’ al villaggio due o tre degli edifici che appartenevano
al tuo clan, e che ora sono soltanto tuoi. Lascerò che sia tu
a decidere quali, non ho tempo né voglia di farlo, per questo
la tua mattinata sarà un sicuramente esaltante viaggetto nelle
tue nuove proprietà, alla ricerca delle vittime sacrificali»
Senza lasciare a nessuno il tempo
di ribattere, Tsunade prese dalla scrivania dell’annoiato burocrate
il foglio che aveva firmato neanche un’ora prima, e lo fece
svolazzare in aria.
«Qui c’è il tuo
atto di proprietà» sorrise tendendolo a Sasuke.
Immobilità.
«Non lo voglio» disse
poi lui, piatto. Era la sua frase topica, ultimamente.
«Lo terrò in
custodia io» intervenne Kakashi, adocchiando il lampo di
insofferenza negli occhi dell’Hokage, e glielo sfilò di mano
prima che potesse ribattere.
«Hn...
come preferite» bofonchiò Tsunade irritata. Dio, quel
piccolo bastardo – come tutti gli Uchiha, del resto – era davvero
mille volte più debole e noioso di Naruto. Il suo secondo
pensiero andò a Sakura, che lo sosteneva con cura – troppa
cura – e si trattenne a malapena dal sospirare; perché
quella ragazza era così ossessionata da Sasuke? Perché
non accettava Naruto e basta?
...Se non fosse stato che avevano
bisogno di Sasuke, li avrebbe tenuti lontani mille miglia.
Per il suo bene, e anche per
quello di Naruto.
Lasciò il gruppetto di
umore decisamente peggiore, evitando accuratamente lo sguardo di
Kakashi che gli chiedeva di Obito, e si defilò in fretta ai
piani superiori, sperando di ritagliare una mezzoretta per dormire
con la testa sulla scrivania.
I tre rimasti con il burocrate
non aprirono bocca per alcuni, lunghi secondi.
«Sasuke... te la senti
di...?» iniziò Sakura esitante, ma Kakashi le tolse la
parola.
«Tsunade sa quali sono le
sue condizioni fisiche e cosa può o non può fare»
disse pacato. «Credo che la visita al quartiere Uchiha sia
obbligatoria»
La kunoichi gettò
un’occhiata preoccupata al suo paziente.
Quello non mostrò la
benché minima traccia di emozione sul viso, né si degnò
di reagire in qualche modo.
«Lo prendo per un sì»
commentò allora il jonin.
Il sole era alto nel cielo, e
l’aria insopportabilmente calda.
Naruto aprì gli occhi
nella penombra del suo appartamento, e la prima cosa di cui si rese
conto fu che aveva un mal di testa lancinante.
Il giorno prima aveva dovuto
combattere con due jonin del Mare, e ricordava di essersi preso
qualche botta... che fosse per quello?
Sbadigliò, rizzandosi a
sedere con sguardo appannato. Tese la mano alla ricerca della
rassicurante presenza di Sakura, ma scoprì che le lenzuola non
conservavano traccia del suo calore. Mugugnò, deluso.
Quella
mattina aveva una gran voglia di abbracciarla, chissà poi
perché. Era assolutamente convinto che il profumo del suo
shampoo avrebbe fatto scomparire al volo il mal di testa, e che le
sue carezze... beh, non avrebbero fatto sparire niente, dal momento
che non c’era altro, ma qualcosa
avrebbero fatto, sicuramente.
Grattandosi distrattamente la
nuca, gettò indietro il lenzuolo troppo caldo e fece scivolare
i piedi giù dal letto. Abbassò lo sguardo alla ricerca
delle ciabatte, quando qualcosa attirò la sua attenzione.
Erba.
Macchie verdi, sui suoi talloni e
sotto la pianta, tracce inconfondibili del passaggio su qualche
prato.
Si accigliò.
«Ma che...» mormorò
a bassa voce, confuso. Era sicuro di aver fatto una doccia la sera
prima, era sicuro di essere andato a letto completamente pulito. Lo
sapeva, perché quando si era accoccolato vicino a Sakura lei
gli aveva detto che aveva un buon profumo.
Appoggiò la caviglia sul
ginocchio e studiò le macchie. Erano inconfondibili.
Eppure... lui era sicuro di aver
dormito.
Un’immagine incerta si fece
strada davanti ai suoi occhi.
Un prato, dalle parti del bosco,
il posto in cui aveva trovato l’altro Naruto. Il posto in cui...
aveva sognato un futuro felice.
Perché gli tornava in
mente proprio in quel momento?
E perché nella sua
testa... era notte?
Riusciva a vederlo. Il cielo
nero, punteggiato di stelle pallide... e la luna, che illuminava ogni
singolo filo d’erba nella calura.
Ma lui non era stato lì a
quell’ora. Lui aveva trovato quel posto verso il tramonto...
Mentre un’ansia indefinita
sussurrava lieve su per il suo stomaco, sentì Kyuubi fare le
fusa nel profondo della sua coscienza... e, chissà perché,
gli sembrarono un gesto molto minaccioso.
Chiediglielo.
No.
Sai
che è l’unica a poterti rispondere.
No, non voglio farlo!
Non
vuoi chiedere o non vuoi conoscere la risposta?
Naruto non ribatté.
Era fin troppo scontato.
Si alzò bruscamente dal
letto, ansioso di lavarsi di nuovo, e nella foga non si accorse
dell’altro Naruto, rannicchiato sulla soglia. Non si accorse dei
suoi muscoli guizzanti sotto la pelle, o della coda che si agitava
inquieta. Non si accorse neppure dei suoi occhi spalancati, e solcati
da una pupilla incredibilmente stretta.
Chissà cosa vedeva...
Era come un villaggio fantasma in
miniatura.
L’aria calda tremolava sotto il
sole, rendendo i contorni offuscati e distorti. I rumori di Konoha
erano lontani, soffocati... era come essere in un’altra dimensione.
«Non sarà un po’
troppo caldo?» chiese Sakura preoccupata, mentre con Kakashi e
Sasuke era ferma nella strada principale del quartiere Uchiha.
«Forse... quindi vediamo di
sbrigarci» ribatté il jonin guardandosi attorno
distrattamente.
Nessuno aveva messo più
piede in quel luogo da quando Sasuke se ne era andato. Senza che
venisse detto apertamente, per quelle vie e lungo quei vicoli
aleggiava una sorta di maledizione... il sussurro silenzioso delle
anime che non trovavano pace.
Ora che Itachi era morto,
sarebbero scomparse?
Presero ad avanzare in
un’atmosfera surreale, seguendo il passo lento di Sasuke.
L’Uchiha scoprì che il
suo cuore era ancora in grado di accelerare i propri battiti.
Era convinto che ormai più
nulla avrebbe avuto effetto sul suo spirito morto e sul suo corpo
stanco, ma a quanto pare... si sbagliava.
Forse era colpa dei medicinali,
forse della sua debolezza, ma ad ogni passo che faceva i ricordi
tornavano prepotenti, sfondando le barriere della sua memoria e
presentandosi vivi e vitali davanti ai suoi occhi.
Come era accaduto anni prima,
quando, bambino, era tornato sul luogo della strage, gli sembrò
che tutto fosse... come doveva essere. Bancarelle ben fornite,
sorrisi gentili da ogni parte, richiami, voci, e, ovunque,
l’atmosfera della sua infanzia.
Poco importava che i vestiti che
indossavano le persone fossero fuori moda, o che la tecnologia
tutt’attorno lasciasse a desiderare... era comunque un’illusione
perfetta.
E anche Sasuke, l’alto Sasuke,
vedeva le cose con gli occhi di un bambino che deve guardare tutto
dal basso.
Corrugò la fronte, colto
da una nausea improvvisa.
Perché Itachi aveva
distrutto tutto quanto?
No... perché Madara glielo
aveva ordinato?
Perché quel pazzo... aveva
rovinato ogni cosa?
Proseguendo lungo la strada, in
silenzio, Sasuke vide il passato... e anche quello che avrebbe potuto
essere.
Vide strade rimesse a nuovo,
ragazzini di tempi più recenti che si rincorrevano da una
parte all’altra, genitori preoccupati che confabulavano sulla
situazione politica... e poi... vide suo padre e sua madre. E un
bambino, tra di loro. Vide Itachi, un Itachi adulto, come lo aveva
visto prima che morisse, con la divisa degli Anbu; li osservava
sorridendo, appoggiato a una parete. Vide una donna al suo fianco,
che posava la testa sulla sua spalla.
E alla fine... vide sé
stesso, tra i due piccoli gruppi.
Un sé stesso appagato e
felice, un sé stesso che si guardava attorno ed era
soddisfatto della sua vita, di ciò che era riuscito a
realizzare.
Vide... un sorriso, sul viso
florido e sereno.
E vide una donna, alle sue
spalle.
Probabilmente era solo
un’influenza momentanea... una sciocca abitudine, il suo profumo
che aveva finito per diventare normale e a impregnare l’aria che lo
circondava...
...Ma la riconobbe: Sakura.
Accanto a lui, con un braccio a
cingergli la vita, e il suo sorriso tenue. Lo guardava, si tese a
sfiorargli appena le labbra...
L’illusione si dissolse
bruscamente, e Sasuke ebbe un capogiro.
«Stai bene?» si
affrettò a chiedere Sakura, sentendolo pesare di più
sul suo braccio.
Lui chiuse gli occhi, recuperando
l’equilibrio, e bofonchiò una risposta rassicurante.
«Vuoi riposare un po’?»
domandò Kakashi.
«No...» rispose,
scuotendo la testa.
Alzò lo sguardo.
Riconobbe la casa in cui era
cresciuto.
E capì il perché
del suo sogno ad occhi aperti.
Era stato incredibilmente
sfortunato, nella sua vita...
...Aveva guardato la felicità,
l’aveva sfiorata, amata, desiderata... e poi gli era stata
bruscamente strappata di mano.
Tante e tante volte.
Era normale che, alla fine, fosse
crollato.
Era ovvio, naturale.
Eppure... qualcosa, nella sua
ostinata natura di essere umano, non smetteva di lottare.
Qualcosa, nel profondo, non
smetteva di agitarsi e fremere e ribollire, alla disperata ricerca di
aria e di... un motivo. Un motivo per non interrompere gli sforzi.
Era convinto di essere morto
dentro.
E poi, eccolo a resuscitare un
intero clan, solo per crogiolarsi nel ricordo... e per tormentarsi
all’idea di quello che avrebbe potuto essere.
Qualcosa sopravviveva in lui.
Qualcosa... voleva ottenere
l’impossibile.
Voleva, per l’ennesima volta,
accarezzare un sogno... la felicità.
Strinse i pugni, serrò i
denti.
Era frustrante, maledettamente
frustrante non avere forze!
Se avesse potuto... se solo fosse
riuscito a...
...a cosa?
Cosa voleva fare, cosa voleva
ottenere?
Parlare di felicità era
troppo semplice, troppo vago.
Cosa voleva davvero l’erede
degli Uchiha?
Cosa cercava con tutte le sue
forze, da sempre...?
...Un sogno.
Il
suo sogno.
Un sogno che viveva nel
passato... ma che, forse, poteva...
Il cuore di Sasuke accelerò
all’improvviso davanti a un pensiero tanto audace.
Aveva sempre pensato alla
felicità come a una cosa persa per sempre. Non si era mai
illuso che la morte di Itachi avrebbe reso la sua vita migliore, non
era sciocco fino a questo punto.
Ma ora, all’improvviso...
...non era più sicuro di
nulla.
«Sei davvero certo di stare
bene?» chiese Sakura nervosamente. «Sediamoci un attimo,
sei più bianco del solito»
Non le permise di condurlo fino a
un muretto.
Rimase fermo dove si trovava, a
testa china, e cercò di gestire le nuove emozioni che gli
inondavano la mente.
Com’era possibile?
Perché quattro case e due
strade erano riuscite a confonderlo in quel modo?
«Sasuke... forse dovremmo
tornare in ospedale» suggerì Kakashi pacato.
«...Sì» si
trovò a rispondere lui, con voce meno roca del solito. «Sì,
torniamo...»
Inaspettatamente, sollevò
il capo.
Sakura avvertì
istantaneamente una fitta di colpa... ma non poté fare a meno
di emozionarsi di fronte al suo sguardo.
Era tanto, tanto tempo... che non
vedeva quella scintilla di vita in fondo alle sue pupille. Da quando
il gruppo sette svolgeva le prime missioni.
«L’Hokage capirà...»
mormorò Kakashi vago, studiando il volto di Sasuke con
attenzione.
C’era qualcosa, in fondo a
quegli occhi... qualcosa che gli piaceva. Qualcosa che cercava da
tanto.
«No» disse l’Uchiha
a sorpresa, con un tono che non aveva nulla a che vedere con l’apatia
di prima, e l’intera mappa del quartiere si dispiegò nella
sua memoria. «Ditele che dono al consiglio gli edifici nella
parte sud, quelli vicino alle mura. Le prime tre case della strada
sono abbastanza grandi da soddisfarli, credo»
Kakashi annuì, nascondendo
un sorriso trionfante sotto la maschera. Sakura non trovò
nulla con cui celare le proprie emozioni, ma si affrettò a
cancellare le lacrime che premevano agli angoli degli occhi.
«Sasuke...» sussurrò,
reprimendo un singhiozzo.
Lui abbassò lo sguardo
sulla sua testa, posata contro il suo braccio.
Quei capelli rosa che non aveva
mai compreso, all’improvviso, divennero gli stessi che comparivano
nella sua illusione.
Non disse nulla.
Ma le sue palpebre si abbassarono
impercettibilmente... quasi... nostalgiche...
Naruto fissò il proprio
riflesso, stagliato nello specchio appannato.
Quello gli restituì
un’occhiata torva.
C’era... qualcosa di diverso.
Qualcosa che non gli piaceva, nella sua immagine.
Si avvicinò alla fredda
superficie riflettente e assottigliò gli occhi.
Per un attimo gli parve di
scorgere una nota violacea nell’iride... ma scomparve non appena
cercò di guardare meglio.
«Che cavolo...»
bofonchiò, voltandosi bruscamente.
Sentiva il cuore, nel suo petto,
battere un po’ più forte.
Era un’ansia indefinita, un
timore che non aveva nome... come... come se...
...Come
se il suo corpo si stesse preparando a
cambiare.
Ad
adattarsi a qualcosa...
che aveva bisogno di più energia.
Molta più energia.
Premette una mano sul petto nudo
e ancora umido, illudendosi che quel semplice gesto bastasse a
calmare la sua tachicardia, ma ciò che occupava la sua mente
non era il cuore...
...Era l’addome.
Quell’ombelico spoglio e senza
sigillo...
Li aveva portati sempre, nei suoi
ricordi erano lì, ogni volta.
Quei segni rossi sulla sua pelle,
in fondo, facevano parte di lui.
E ora...
...ora non c’erano più...
...ora...
...anche
lui era cambiato.
Nel prossimo capitolo:
Quella
mattina pensava che non sarebbe successo nulla di eclatante. Pensava
che avrebbe portato a termine la missione del giorno, che sarebbe
andato a trovare Sasuke, che avrebbe fatto un salto alla lapide degli
eroi... Sì, forse sarebbe incappato in una delle donne che lo
assediavano ultimamente, ma con un po’ di fortuna se ne sarebbe
liberato in fretta.
Soltanto
illusioni.
* * *
* ȣ *
* * *
Spazio
autore
Nuvole all'orizzonte per Naruto...
Kyuubi e Sakura hanno scelto lo stesso momento per iniziare a creargli problemi, anche se lui non lo sa ancora.
A cosa porterà tutto questo?
Beh, non lo saprete a breve.
Per il semplice motivo che prima succederanno un altro po' di cose... di una discreta importanza.
Nel frattempo rimboccatevi le maniche,
perché nel prossimo capitolo Kakashi scende in campo!
E con lui anche Kiba!
Ragazzi, nuovo record di recensioni!!
Un milione di grazie a tutti, sono commossa!
Piango! T__T
killkenny: non so cosa
faranno a Suna, ma io sicuramente rimpiango Shukaku... Cioè,
scherzi? Un altro demone con cui incasinare la storia, sarebbe davvero
il massimo...!
sammy1987: questo capitolo ti
ha dato un po' di speranza per Sakura e Sasuke? ^_* E hai visto che
sembra aver iniziato il lento risveglio? Ora le cose si faranno
complicate, sì sì! (povera me... T__T Come me la
sbroglierò? So la fine, ma non quello che c'è in mezzo!
XD)
Talpina pensierosa: ma porca
miseria, solo io me li becco gli alberghi senza computer! Va beh, meno
male che di solito non sto via troppo a lungo... Come avrai visto, in
questi giorni metterò tre capitoli di fila. Mi spiace che tu sia
via, è che poi non so davvero quanto tempo avrò a
disposizione per aggiornare... (non a caso, in questi giorni ho
bellamente ignorato che dovevo studiare per scrivere a più non
posso!)
1992: ecco, sì, come
dire... al momento il pericolo più grave per la storia tra
Naruto e Sakura mi sembra Sasuke, e non Hinata... ^^' Ma chissà,
tutto può cambiare. Potrebbe anche succedere che Sakura resista
alla tentazione e sia invece Naruto a cedere! Chi lo sa! Il gatto
Naruto sta seriamente valutando la proposta di ingaggio per l'uccisione
di Sasuke e Ino... richiede pagamento anticipato, otto chili di
acciughe di prima qualità e venti barattoli di ramen istantaneo.
Devo mettervi in contatto? Shikamaru si troverà con qualcosa di
molto peggio di qualche livido, e lo scoprirai o nel prossimo capitolo,
o in quello dopo. Diciamo che le persone si accorgono di quello che
hanno soltanto una volta che lo hanno perso... Ohohoh, Kakashi...! Il
prossimo capitolo è per buona parte suo, vedrai quanto mi sono
sbizzarrita! XD Non esageriamo con le parole rivolte a me! Idolo no,
grazie! Non reggerei alla pressione delle aspettative...! XD Diciamo
che ogni tanto mi scappano le parole più o meno giuste, e che
è culo e non merito! XD
Mala_Mela: il mio Dio non ha
concepito l'impegno, quando ha creato il mondo, lo so. Ma ogni tanto i
profeti mettono alla prova il loro Dio, perché due non fa tre e
San Tommaso non ci crede se non mette il naso... Tesorino mio,
scendendo per un attimo dal settimo cielo, mi dici cosa non ti è
chiaro dell'affermazione NIENTE SPOILER? ^_^ (sorriso seraficamente
terrorizzante) Te la lascio passare perché era il tuo compleanno
(lo sapevi, vero? Hai agito come hai agito perché sapevi di
godere dell'immunità diplomatica... maledetta), ma la prossima
volta non sarò tanto indulgente... e tu potresti trovarti ad
attendere MOLTO a lungo una CERTA cosa... Ma come diavolo si fa a
sghignazzare su Kakashi che ricorda Obito?! Io piango non appena apro
il volume 27 e leggo di lui, e tu ridi?! Ahh, non c'è più
religione!!
arwen5786: riportare agli antichi splendori Sasuke? Scusa, quali
splendori? XD Ahh, e dire che l'altra notte ho sognato che era ospite a
casa mia, che mi preoccupavo per lui (?!) e che... era alto un metro e
mezzo. Al risveglio ho realizzato che a 12 anni è davvero alto
un metro e mezzo, e mi sono un po' depressa... XD Meno male che con
lui, sempre a casa mia, c'era anche Naruto! *_* (non chiederti cosa
c'era nella mia cena prima di andare a dormire, grazie). Kakashi
è sempre così... Kakashi! *_* Anche quando è
assediato da una torma di femmine sbavanti (come accadrà nel
prossimo capitolo XD). Gli Hyuuga torneranno, anche se non con molto
onore (eh, capita), e già dal prossimo capitolo vedrai un'Hinata
un pochettino maltrattata... è che mi viene così
facile...! ^^' Shikamaru e Temari sono in Crisi Grossa, ho intenzione
di incasinare eccome le cose, perché più amo un
personaggio, e più gli rendo la vita difficile... E loro li amo
entrambi, sai! XD Mentre, per quanto riguarda Tenten... Uhm... naa, a
pensarci bene non ho voglia di sbottonarmi su di lei! XD Mi ha fatto
piacere leggere cosa ne pensavi, ma qualunque cosa io dicessi sarebbe
spoiler, per cui mi cucirò ben bene la boccuccia! XD Quando ho
aggiornato qui mi faccio un giro su msn, vedo se ci sei!
harryherm: sì, appunto: Sakura fino ad ora
si è comportata bene... Già in questo capitolo ha
iniziato a sgarrare! XD Per quel che mi riguarda, Sasuke da qui in poi
non è affatto tenero,
anzi... E' un piccolo bastardo macchinoso, ecco cos'è. Ma,
siccome lo odio, dovrà ancora soffrire molto... *_* Oh
accidenti, come hai fatto a scoprire la mia Imperius? Pensavo di
avertela lanciata di nascosto, dietro la schiena! Uhm... ora
dovrò ucciderti. Avada Kedavra!
kage_naru89: Sasuke non
sarà un personaggio utile, una volta in sesto; sarà un
personaggio che vorrò prendere a badilate in testa,
perché mi incasinerà tuuuuuutto!! Maledizione a lui!
Poteva schiattare in silenzio, buttando una buona parola per Naruto e
Sakura così non mi andavano in paranoia?! Comunque Shikamaru e
Temari sono la coppia più passionale della storia, decisamente,
è solo che Shika era troppo pigro per dimostrarlo... e il nome
al gatto... beh, era dovuto. ^_* E' nato come versione felina di
Naruto, in fondo! XD La questione dell'aggiornamento è molto
semplice in realtà: oggi sono stata al cinema, e tornata
indietro mi ha colto un mal di testa del cavolo che mi ha messa a letto
per un po' di ore... così sono riuscita a risvegliarmi soltanto
adesso (c'è già mia madre che mi tira padelle
perché ho invertito i ritmi sonno-veglia...), e la prima cosa
che ho fatto è stata correre qua! Se riesco a postare entro
mezzanotte, mi faccio una statua! (così risulterà
aggiornato il 2 gennaio! Ahh, sono diabolica...)
Jenna Uchiha: innanzitutto,
benvenuta! ^^ E grazie mille per aver lasciato un commento, mi hai
fatta davvero felice! Considerando poi tutti i complimenti... beh, la
mia felicità triplica! XD Quindi sei una fan della SasuSaku e
NaruHina? Bene... credo che questo capitolo ti sia piaciuto, allora! Al
di là del mio odio per Sasuke, capisco che per certi versi possa
anche essere apprezzato... è solo che io parteggio
dichiaratamente per Naruto, e quando qualcuno lo fa soffrire, anche
involontariamente, conquista immediatamente il mio odio. Sasuke
è sicuramente la persona che più fa soffrire naruto, e
quindi vorrei prenderlo a calci nel... beh, hai capito. U_U Gaara
tornerà presto in scena, in chiave pseudo-comica ma anche
piuttosto inquietante... aspetta soltanto qualche capitolo. Sulla
NejiTen non ho alcuna intenzione di lasciarmi scappare nulla! ^.^ Chi
vivrà vedrà!
lucy6: no, in questa storia non
ci saranno coppie yaoi, per una mia scelta precisa... Innanzitutto lo
yaoi mi fa storcere un po' il naso (gli unici che potrei quasi vedere
insieme sono giusto Sasuke e Naruto... ma solo perché girano
voci che dicono che nei progetti di Kishimoto era prevista una cosa
simile! °_°), e poi... beh, io adoro il rapporto tra Sasuke e
Naruto così com'è quando hanno dodici anni: la storia del
fratello, la rivalità... Mi piace farli battibeccare e
farli riunire, ma senza sconfinare nello yaoi, diciamo. Per sapere cosa
succederà tra Kakashi e Rin, ci sarà da attendere pochi
capitoli... davvero pochi...
Reina: guarda, se appena appena
trovo un po' di spazio per infilarci una scenetta con il "problema
dell'omonimia a casa Uzumaki", giuro che la scrivo! XD Ci avevo
già pensato, credimi, ed è anche uno dei motivi per cui
ho scelto quel nome... quattro sane risate! XD E Sasuke meriterebbe
qualcosa di molto doloroso, sì... ma penso di avergli già
fatto abbastanza male uccidendo Itachi davanti ai suoi occhietti
impotenti... *_* L'unica nota stonata nel mio piano malvagio è
che ora si sta riprendendo... T_T Comunque... grazie mille per il
commento! ^^
lale16: Satana era la mia
seconda opzione per il gatto, lo confesso. U_U Ma alla fine ho optato
per il più puccioso Naruto...! XD Personalmente vedrei molto
bene Jiraya e Tsunade insieme... solo che devono darsi una svegliata
(soprattutto lei). Il problema è che ormai hanno una certa
età, e non si lasciano andare a colpi di testa come i nostri
ingestibili diciottenni... chissà... Tanti auguri di buon anno
anche a te!! ^^
queen of night: "il poverino"?
Ma stiamo parlando dello stesso Sasuke? Il lucido bastardo che ha
cercato di uccidere Naruto, che si è spontaneamente consegnato a
Orochimaru, che se ne va in giro tutto tronfio con la sua spadina del
cavolo? °_°* Comunque... sì, ha un secondo obiettivo
nella vita. Solo che lo shock per la prematura fine del primo gli ha
fatto scordare il secondo... Una cosa del tipo: non sono riuscito a
vendicarmi, non riuscirò nemmeno a rifondare il clan! E
però... sembra che da questo capitolo gli sia venuta una mezza
idea in proposito...
Rory_chan: tranquilla, non ti
ucciderò certo per essere una fan del SasuSaku! XD In fondo
questa è una threesome, e io non ho mai detto quali sono le mie
coppie preferite... uhuhuh... e poi: lettore che commenta non si uccide
mai! U_U A proposito, grazie mille per aver commentato, è sempre
un grandissimo piacere!
kimi: Rin non è morta,
per carità! Se Kishi mi avesse ucciso anche lei, non mi sarei
mai più ripresa dallo shock! XD E le tue ipotesi su Sakura e
Sasuke... beh, da questo capitolo potrebbero non essere tanto campate
per aria... Il punto, eventualmente, sarebbe: dove lo mettiamo Naruto?
Hila92: wow, sono felice di
aver tirato fuori un capitolo che ti è piaciuto tanto! XD Il
gatto ha strani e misteriosi poteri, è una bestiola bizzarra...
uhuhuh... Grazie infinite per i complimenti su Kakashi, essendo un
personaggio un po' più in là con l'età, e avendo
sempre la faccia nascosta, all'inizio trovavo abbastanza difficile
muoverlo... per fortuna sembra che l'allenamento abbia dato i suoi
frutti! Di Shikamaru, ti conviene farti una ragione in fretta...
perché tra un po' se ne parlerà intensamente!
Julia83: l'irritante e patetico
Sasuke sembra verrà sostituito da un redivivo e ancora
più irritante erede degli Uchiha! XD Cosa succederà ora?
Ohoh, lo so che il finto spoiler non era male... è un'idea
esageratamente catastrofica, ma a scriverla mi ci divertirei un sacco,
anche se sarebbe drammatica! XD
Aya
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Capitolo 40 *** Relazioni ingarbugliate ***
Naruto-40
Capitolo quarantesimo
Relazioni ingarbugliate
«...Insomma
non è andata tanto bene alla Sabbia» commentò
Choji, divorando con entusiasmo il terzo pacchetto di patatine del
pomeriggio.
«‘Non
tanto bene’ è un gentile eufemismo, Choji» sbuffò
Shikamaru, stravaccato su una panchina nel parco. «Dopo tutto
il discorso che mi ha fatto sulle apparenze e sull’integrità,
sono riuscito a farla beccare nel mio letto, senza vestiti, e dal
ninja più moralista del suo maledetto villaggio, a sentire
lei»
«Non
c’è che dire, tu fai le cose in grande»
Il
problema, in sé, non era l’entità del danno.
Perché,
anche se Temari gli aveva urlato – e tirato – di tutto, e gli
aveva intimato di sparire dalla sua vista se non voleva trovarsi
senza... beh, senza quello,
fino a poco tempo prima lui l’avrebbe presa con filosofia e se ne
sarebbe fatto una ragione.
Il
problema era che a Suna le cose erano cambiate.
Il
problema era che a Suna... si era reso conto che lei non si limitava
a infliggergli una ‘piacevole tortura’.
A Suna,
per la prima volta, Shikamaru aveva reagito all’indifferenza.
Temari
era bella, secondo lui, molto bella. Non si preoccupava troppo di
come appariva, e nonostante questo era sempre bellissima. Nonché
terribile.
Ma
Shikamaru era una persona pragmatica, sapeva che per uno come lui ci
voleva una donna di polso... sapeva che una persona come, per
esempio, Hinata, non sarebbe riuscita a scuotere nulla nella sua
coscienza o nel suo corpo. Anche Ino, che pure sapeva essere
irritante e insistente, non aveva lo stesso effetto di Temari.
A lei
bastava ordinare... e lui doveva eseguire, punto. Non c’era
possibilità di scelta.
Gli
uomini del clan Nara erano sempre stati un po’ masochisti.
Eppure,
mentre era nel villaggio della Sabbia, per la prima volta lui
aveva guidato il gioco, era stato lui a ordinare e comandare,
e lei a cedere docile tra le sue braccia, la prima notte e le
poche successive.
E in
quel momento... Shikamaru aveva scoperto che era esattamente ciò
che voleva.
Una
donna che fuori dal letto fosse inflessibile, e tra le lenzuola
soltanto sua.
Una
donna come Temari.
No,
non come lei...
Voleva
lei,
e basta.
Naturalmente,
nel momento in cui se ne era reso conto era successo il patatrac, e
lui era tornato a Konoha senza riuscire a chiarire la situazione. Non
aveva potuto parlarle, o vederla... non aveva potuto fare niente.
E lei
gli aveva detto chiaro e tondo di girare al largo.
«Bah,
in qualche modo la sistemerai» commentò Choji di fronte
al suo prolungato silenzio, masticando pigramente. «Tu sistemi
sempre tutto. Sei intelligente e fortunato»
«La
sistemerò? Fortunato?» ripeté Shikamaru
guardandolo stralunato. «Choji, è il momento che tu
analizzi ciò che hai appena detto e ti renda conto delle
cazzate che hai messo in fila»
«Perché?
Io ci credo» ribatté l’Akimichi ingenuamente.
«Hn.
Meno male» bofonchiò il Nara, cupamente sarcastico.
Temari
era bella.
Ma la
era ancora di più, ora che era anche irraggiungibile.
Shikamaru
non era l’unico a cavillare per faccende di donne, comunque.
All’altro
capo del villaggio stava per consumarsi una delle tragedie più
cruente che Konoha avesse mai conosciuto... e nessuno, nessuno
l’aveva previsto. Ad eccezione di un
uomo.
Kakashi
richiuse il portone con un gesto automatico, muovendo la mano alla
ricerca de Le Tattiche
della Pomiciata
ormai consunto che stava rileggendo per la trecentesima volta. Dopo i
recenti sviluppi del suo ‘lato sociale’, aveva sentito il bisogno
di un ripasso intensivo delle norme più elementari del
rapporto uomo-donna, giusto per rinfrescarsi la memoria – essere un
ottimo ninja gli aveva tolto la pratica in quel campo.
Ciò
che non aveva immaginato, sfortunatamente per lui, era che non
avrebbe fatto in tempo ad arrivare al capitolo dedicato alle
Emergenze...
e che ciò gli sarebbe costato molto, molto caro...
Quella mattina pensava che non sarebbe successo nulla di eclatante.
Pensava che avrebbe portato a termine la missione del giorno, che
sarebbe andato a trovare Sasuke, che avrebbe fatto un salto alla
lapide degli eroi... Sì, forse sarebbe incappato in una delle
donne che lo assediavano ultimamente, ma con un po’ di fortuna se
ne sarebbe liberato in fretta.
Soltanto illusioni.
Non riuscì a fare nemmeno un passo... che si trovò
davanti Shizune.
«Ancora a leggere quella roba?» gli chiese lei con una
smorfia rassegnata. «Pensavo che ormai la conoscessi a memoria»
«...Sono troppe le cose che dovrei conoscere a memoria»
ribatté lui sospirando interiormente. «Ogni tanto devo
fare spazio per le novità, e poi mi tocca ripassare»
Aveva cercato di evitarla, nei giorni in cui era andato a trovare
Sasuke. Sapeva che Shizune si aggirava per l’ospedale sperando di
incrociarlo, e facendo sfoggio delle più raffinate tecniche
ninja l’aveva evitata... Ma avrebbe dovuto immaginare che non ci
sarebbe riuscito per sempre.
«Missione stamattina?» si informò lei,
affiancandolo nella sua camminata sciolta.
«Sì»
«In solitaria?»
«Sì»
«In bocca al lupo» Shizune sorrise, e lui si sentì
vagamente minacciato. «Sicuro di non volere un ninja medico al
tuo fianco? E’ sempre utile» propose all’improvviso.
«...Sakura è impegnata con Sasuke» svicolò
lui.
«Oh, lo so bene. Ma veramente... ecco, io pensavo a.... me»
arrossì leggermente, mentre Kakashi affondava il naso nel suo
libro.
«Non mi sognerei mai di allontanarti dall’ospedale...»
tentò, mantenendo un tono sciolto.
«Questa mattina sono libera» ribatté lei pronta.
«E non mi pesa, davvero. Anzi, verrei volentieri»
Shizune era una cara ragazza. Ma, ecco, non era esattamente ciò
che lui voleva... era un po’ troppo rigida su certe cose, un po’
troppo ‘mamma’, e poi era davvero eccessivamente impegnata, per i
suoi gusti. Con l’ospedale, con l’Hokage, con quel suo buffo
maiale... lui aveva bisogno di qualcosa di diverso.
«Non credo ci sia tutta questa necessità...»
iniziò a dire cauto, cercando di usare tutto il tatto a sua
disposizione, ma in quel momento il suo unico occhio scivolò
più avanti, e intravide le prime nubi della futura tempesta:
Ayane avanzava nella loro direzione.
«Kakashi!» esclamò incrociandoli, mentre loro si
fermavano. «Che sorpresa vederti in giro!»
Shizune si accigliò, indispettita. Da quando una mezza
cameriera dava del tu a uno dei jonin migliori di Konoha? E come
osava ignorarla completamente?
«Mi sono trovata per caso con qualche biglietto omaggio per il
ramen...» continuò la donna, sfilando di tasca un
mazzetto di almeno venti ticket. «...e ho pensato a te»
concluse, mentre le sue guance si imporporavano leggermente.
«Ehm... davvero gentile...» mormorò lui, tendendo
automaticamente la mano a prenderli.
«Splendido!» intervenne Shizune, anticipandolo e
afferrandoli bruscamente. «Potremmo andarci insieme, no?»
esclamò con voce squillante, rivolgendo un ampio sorriso a
Kakashi.
Ayane spalancò la bocca, indignata.
«Non erano per lei» disse stizzita, e arrossendo per la
propria audacia. Conosceva Shizune di fama, sapeva che era un membro
di spicco del villaggio... ma, in quel momento, il rispetto che si
sentiva di tributarle si fermava al ‘lei’. «Erano per
Kakashi» insisté.
«Infatti
ho detto che li useremo insieme»
sibilò la kunoichi, una vena pulsante sulla fronte.
«Io dovrei andare...» tentò il jonin, subodorando
il pericolo.
«E io con lui» aggiunse Shizune in fretta, timorosa di
perdere l’appiglio.
«Oh, davvero?» cinguettò Ayane, ma la sua voce era
tirata e vagamente aggressiva. «Una missione?Ah, sembra
difficile credere che anche una persona come te abbia bisogno di
supporto...» disse a Kakashi. «O forse sei tu il
supporto?»
«No, veramente...»
«Ah,
ma certo che no» un sorriso vagamente perfido si dipinse sul
suo volto. «E’ ovvio
che lei
sia solo di supporto»
«Non è ovvio per niente» protestò Shizune
tra i denti.
«Ah, giusto tu, Kakashi!» esclamò una voce
all’improvviso, e Anko li raggiunse a passo veloce. «Ti
cercano all’ufficio per lo smistamento delle missioni»
avvisò, scoccando una veloce occhiata alle altre due donne.
Sorrise, con aria di vaga superiorità. «Ti accompagno?»
propose solerte.
«Non credo che ci sia biso...» mormorò il
poveruomo, ma la sua voce fu soffocata da quelle di Shizune e Ayane,
che si sollevarono contemporaneamente:
«Sto già provvedendo io!»
«Non ha bisogno di una balia!»
Le due donne ammutolirono, e si scoccarono un’occhiata truce. Anko
incrociò le braccia sul petto, senza smettere di sorridere.
«Mentre decidete io lo accompagno, se non vi spiace»
ghignò.
«Non hai mai niente da fare tu?» sibilò Shizune.
«In questo momento lui è la mia missione»
«Ah,
ninja!»
sputò quasi Ayane, contrariata.
«Cosa credi che sia Kakashi? Un giocatore di bocce?» le
fece notare Anko irritata.
«Non ce l’ho con lui, ma con voi!»
«Sentitela... come si permette... una semplice cameriera...!»
«Che io sia una cameriera non vuol dire che valga meno di voi!»
«Ma di certo vuol dire che...!»
Kakashi smise di ascoltare.
Con infinita cautela, arretrò, un passo dopo l’altro,
lentamente... ma, ancora una volta, una voce lo fece sussultare.
«Che cosa succede?»
Trattenne un gemito. Ci mancava solo Rin.
Il ricordo dell’ultima volta che le aveva parlato, e della sua
confessione, tornò rapido alla sua memoria.
«Uhm... sembrano molto alterate, vero?» chiese lei, con
un sospiro di vaga superiorità.
«Ehm...»
commentò Kakashi, scavando nella memoria alla disperata
ricerca del contenuto del capitolo Emergenze,
che non era ancora riuscito a ripassare.
Era
piuttosto sicuro che prevedesse la sezione ‘Cosa
fare quando sono troppe e troppo agguerrite’,
accanto a ‘Come
dirle di no – pazzi!’.
Incrociò lo sguardo di Rin, e lei arrossì appena.
«Senti... so che forse non è il momento adatto...»
gli disse, scostando nervosamente una ciocca di capelli dietro
l’orecchio. «Ma mi chiedevo... se hai pensato... a quello
che... sì, insomma, a quello che ti ho detto l’ultima volta»
Lui lottò contro l’impulso di affondare il viso nelle mani e
gemere.
Cercò di elaborare una risposta di senso compiuto, ma si trovò
davanti a decine di opzioni diverse... tutte accomunate da
un’insolita tendenza alla brutalità.
Alla fine, tuttavia, fu sollevato dall’onere. Perché le tre
donne che si era lasciato alle spalle si erano improvvisamente rese
conto che il loro territorio era seriamente minacciato.
«Oh, Rin!» esclamò Shizune tra i denti,
raggiungendoli con le altre. «Ma cosa ci fai qui? Non ti avevo
dato quel plico di ottocento pagine da esaminare per domani?»
«Mi sono presa mezzora di pausa...»
«E credi di riuscire a finire il compito che ti ho affidato,
così?»
«Non tutti sono lenti come te, evidentemente...» frecciò
Anko.
«Detto da una che non ha mai niente da fare...!»
«Ah, da che pulpito!» esclamò Ayane. «Il bue
che dà del cornuto all’asino!»
«Tu
che vuoi?» scattarono entrambe, mentre Kakashi pregava, pregava
sul serio che qualcosa
intervenisse, anche un fulmine, e lo salvasse dagli impicci.
Anche Rin finì per essere coinvolta nella discussione, e di lì
a trenta secondi Kakashi si trovò completamente accerchiato,
impossibilitato a fuggire ma anche a fermarle. Le pagine del suo
libro scorsero davanti ai suoi occhi, senza portare consiglio, e
l’ansia si impadronì velocemente del suo intero corpo.
Aveva affrontato di tutto, nella sua vita.
Ninja
leggendari, missioni impossibili, tempeste, mostri... ma
quell’assalto andava oltre le sue possibilità. Oltre la sua
comprensione.
E, all’improvviso, qualcuno ascoltò le sue preghiere.
Un kunai si piantò a un passo da Anko, che con Shizune e Rin
se ne accorse al volo, e prima che chiunque potesse fare qualcosa un
fumogeno esplose, riempiendo l’aria di vapore azzurrino.
La gola di tutti fu aggredita all’istante, e prese a pizzicare
dolorosamente; gli occhi si riempirono di lacrime, il naso fu un
solletico unico.
Mentre chi era rimasto coinvolto boccheggiava, senza fiato, Kakashi,
riparato dalla maschera, approfittò della confusione per farsi
largo nel capannello e guadagnare la libertà.
Corse via, fuori dalla nube di fumo, e quando poté di nuovo
respirare la prima cosa che vide fu ciò che avrebbe potuto
segnare per sempre la sua fine, e che invece rappresentò la
salvezza: Haruka Muto, ferma in mezzo alla strada, con un sorrisino
compiaciuto stampato in faccia.
«...Ora so chi devo ringraziare» mormorò lui
raggiungendola.
«Non ti disturbare» ribatté lei, tendendogli un
rotolo con nonchalance. «E’ solo che sei il mio nuovo
compagno per la missione di stamattina... Ho pensato che salvarti
sarebbe andato a mio vantaggio»
Lui prese l’ordine e gli diede un’occhiata veloce; Haruka non
mentiva, erano assegnati allo stesso compito.
Gettò uno sguardo indietro, dove la nube di fumogeno si
dissolveva lentamente, e iniziò a sentire le voci delle altre
che si sollevavano e decidevano di organizzarsi. Tornò a
fissare Haruka.
«E se partissimo subito?» propose.
Lei sorrise. «Come vuoi» approvò sorniona.
Insieme spiccarono un balzo, lasciando il campo di battaglia, e
mentre saltavano di tetto in tetto, veloci e precisi, nella mente di
Haruka si fece largo un placido senso di soddisfazione.
Perché infilarsi nella cagnara e perdere tempo a litigare
quando poteva molto più semplicemente attirare l’attenzione
da sola?
“Che
fine hanno fatto i miei buoni propositi?”
Una panchina, il sole alto nel
cielo.
“...Io...
non mi ero ripromessa di essere forte?”
Lo sbadiglio di un cane, una
mosca che ronza pigramente.
“Perché...
perché alla fine fallisco sempre...?”
«Oplà!»
Un attimo prima che cadesse a
terra, Kiba leccò il gelato semi-sciolto dal cono di Hinata, e
le lanciò un’occhiata di rimprovero.
«Ehi, non lo stai nemmeno
toccando» borbottò. «Potrei offendermi, visto che
te l’ho offerto io»
E lei lo aveva rifiutato. Non
aveva fame. Anzi, aveva lo stomaco chiuso.
Ma, come sempre, alla fine si era
trovata a fare ciò che non voleva, e aveva accettato di
mangiare quel maledetto cono con lui.
Era davvero una persona debole.
Un caso senza speranza.
Sapeva, sapeva benissimo che il
suo comportamento non faceva che alimentare le speranze di Kiba, ma
non riusciva a opporsi; aveva sempre paura di dire la cosa sbagliata,
di ferirlo, di compromettere irrimediabilmente il loro rapporto...
Un anno prima, quando Sakura e
Naruto avevano iniziato a uscire insieme, ricordava che tra loro e
Lee era sceso il gelo per un certo tempo.
Lei non voleva perdere Kiba.
Era una persona divertente. Era
coraggioso. Era sempre attivo.
Era... un po’ come Naruto.
Ma non era lui.
Era soltanto un amico.
Perché crescendo quel
compagno tanto prezioso aveva iniziato a pensare che l’amicizia non
gli bastasse? Perché le cose avevano preso quell’orribile
piega?
«Hinata?» la richiamò
all’ordine lui, vedendola in silenzio. «Ti sta colando sulle
mani»
«Ah...» fece lei
riscuotendosi bruscamente. «N-Non me ne ero accorta! Scusa...!»
Una goccia di gelato alla
vaniglia cadde sull’asfalto sotto i loro piedi. Akamaru,
acciambellato sotto la panchina, si tese pigramente e la leccò.
Kiba sbuffò. «Hai la
testa tra le nuvole, ultimamente» la accusò.
«Soprattutto quando stai con me»
Hinata arrossì
in fretta. Da quando era così schietto? Di solito si limitava
a girare intorno all’argomento ‘loro’, senza trattarlo
direttamente.
«E’... E’ che...
problemi a casa... problemi, sì...» balbettò
evasiva.
Lui sbuffò, senza crederle
nemmeno per un istante. Tese la mano e le prese il cono, e con un
borbottio indistinto lo fece arrivare fino ad Akamaru.
«...Non ti fa molto bene...
ma per una volta ci sta» mormorò al cane, che
sgranocchiava felice la cialda. A quel punto si cacciò in
bocca i resti del suo ed estrasse di tasca un fazzoletto, prendendo
le mani di Hinata sporche di gelato.
«Sei dimagrita, eh»
disse piano, mentre la ripuliva con gesti gentili ma ruvidi. «Si
sentono le ossa»
«E’ ovvio che si sentano,
sono le dita» protestò lei arrossendo di nuovo.
Kiba sorrise, e le sfiorò
delicatamente il palmo. Lei rabbrividì.
«...Kiba?» chiamò
con un filo di voce.
«Shh...» sussurrò
lui, portandosi la mano di lei al viso. Senza alzare lo sguardo posò
le labbra sulle sue nocche, così evidenti sotto la pelle, e
poi, lentamente, lungo le dita, fino alle unghie corte. «Sai di
vaniglia...» commentò con un mezzo sorriso.
«Kiba, smettila»
ribatté lei nervosamente, tirandosi il braccio contro il
petto, rossa ed agitata.
«Scusa» sospirò
lui, ma non si fece indietro.
Con il braccio posato sullo
schienale della panchina, dietro la sua schiena, e il corpo di tre
quarti verso di lei, si avvicinò un po’ di più.
«Presto... ci sarà
qualcosa che devo dirti» mormorò, costringendola a
guardarlo negli occhi. «Mi ascolterai, eh Hinata?»
Lei, nonostante i trenta e passa
gradi dell’aria che li circondava, si sentì gelare.
“No,
no, non ti ascolterò!” gridò dentro di sé.
«Io...» fu tutto ciò
che riuscì a mormorare.
Perché in quel momento
furono interrotti.
«Tu guarda! E’ mica un
appuntamento?» chiese una voce squillante.
E, questa volta, Hinata si sentì
morire.
Naruto era lì.
Incrociò i suoi occhi
azzurri, così limpidi e sorpresi... e con una stretta al cuore
scoprì che la sorpresa per lui era piacevole.
«Questo caldo dà
alla testa un po’ a tutti, eh?» commentò con il ghigno
che era solo suo, a metà tra l’ingenuo e il malizioso. «Ma
voi avete fatto le cose per bene, almeno. E bravo Kiba!» batté
una pacca sulla spalla dell’Inuzuka che, rigido stava ancora
cercando di elaborare la situazione. Sotto la panchina, Akamaru
ringhiò piano. «Non ti offendi se qualche volta offro un
ramen a Hinata, vero?» continuò Naruto allegramente. «E’
che l’ultima volta non mi pare sia andata molto bene, e vorrei
rimediare con un secondo tentativo... ma io sono fedelissimo a
Sakura, non hai nulla da temere!»
Mentre Kiba si chiedeva se il
deficiente c’era o ci faceva, Hinata strinse i pugni per fermare il
tremito che li scuoteva.
No...
...No,
se Naruto fraintendeva... se pensava che lei e Kiba... che loro...
no... no, non doveva succedere... lui stava con Sakura, era vero, e
lei, sciocca e timorosa com’era, non aveva la minima possibilità
di... però... però non
voleva...!
Scattò in piedi senza
accorgersene.
«Non è un
appuntamento!» ansimò, a voce abbastanza alta da far
girare tutte le persone che camminavano per la strada. Il sangue
affluì al suo viso così in fretta che ebbe un capogiro.
Sia Naruto che Kiba la fissarono
con tanto d’occhi.
Poi, molto lentamente, Naruto
sollevò la mano dalla spalla di Kiba, all’improvviso
esitante.
«Io... ehm... chiedo
scusa...» mormorò imbarazzato, grattandosi la nuca.
«Credo di aver fatto una gaffe tremenda... Avevo pensato
che...» rise forzatamente, a disagio. «...Ma mi sa che mi
sbagliavo. Mi dispiace, mi dispiace davvero!» si affrettò
a garantire.
Hinata, incapace di guardarlo
negli occhi, tenne i pugni serrati tanto forte da sentire le unghie
premere sulla pelle dei palmi, le braccia tanto rigide da tremare;
trattenne il fiato, sentendo l’impulso a piangere che si faceva
strada rapidamente su per la sua gola. Aprì bocca per dire
qualcosa, ma si rese conto che non sapeva nemmeno cosa ne sarebbe
uscito, e allora, semplicemente, desisté.
Voltò le spalle sia a
Naruto che a Kiba e se ne andò a passo insolitamente veloce, i
lunghi capelli neri che sbattevano sulle spalle più esili.
Naruto gettò un’occhiata
incerta a Kiba, che lo incenerì con lo sguardo.
«Grazie» sibilò
cupo, alzandosi in piedi a sua volta. Con Akamaru che ringhiava
dietro le sue caviglie, si allontanò lungo una strada diversa
da quella presa da Hinata, e lasciò Naruto solo accanto alla
panchina deserta.
Lui sbatté le palpebre e
poi sbuffò, passandosi una mano tra i capelli.
Dell’espressione allegra e ingenua di prima era rimasta soltanto
una smorfia amara.
No, neanche così
funzionava.
Anche provando ad essere il
solito cretino, non riusciva a dimenticare totalmente tutte le cose
strane che gli accadevano ultimamente... e per questo finiva per
combinare pasticci come quello.
Aveva visto Hinata e Kiba seduti
vicini, aveva pensato che avrebbero potuto essere un ottimo appiglio
per distrarsi... e aveva parlato a sproposito.
L’espressione ferita e umiliata
di Hinata bruciava ancora davanti ai suoi occhi.
Si passò una mano sul
viso.
Così non andava affatto
bene...
I fogli ingialliti crepitavano
tra le mani bianche, in un bizzarro e insolito contrasto.
L’inchiostro, sbiadito in più punti, sembrava
marrone-rossiccio nel sole del tramonto.
Gli occhi di Sasuke, di nuovo
neri e brillanti, scorrevano attenti lungo le righe dall’aria
formale, senza perdere una parola di quello che leggevano. Sul
comodino al suo fianco, insieme a una bottiglia d’acqua e un
bicchiere, c’era uno spesso plico altrettanto malridotto.
All’improvviso qualcuno bussò
alla porta della sua stanza.
«Avanti...» borbottò
lui senza alzare lo sguardo.
«E’ permesso?»
chiese Sakura facendosi avanti con un sorriso. «Ma stai ancora
leggendo quei documenti?» indagò poi, accigliandosi, e
lo raggiunse accanto al letto. «E’ tutto il giorno che vai
avanti, ti stancherai troppo, Sasuke»
«Ho quasi finito»
ribatté lui, allontanando lo sguardo solo per un istante. «E
a pranzo ho mangiato, quindi sono pieno di energie»
«Come un gattino
debilitato» sbuffò lei, sfilandogli dalle mani i fogli.
«Adesso piantala; è il tuo medico che te lo ordina»
Sasuke sbuffò,
contrariato. «Devo leggere quella roba» insisté.
Sakura abbassò lo sguardo
sui documenti che gli aveva preso, e socchiuse gli occhi. Quello era
tutto il materiale riservato riguardante la casata Uchiha, dalla
prima all’ultima sillaba: famiglie, proprietà, avvenimenti
importanti, privilegi, note di merito... probabilmente l’ultima
pagina si concludeva con il nome di Itachi.
«Non è esattamente
la lettura che consiglierei prima di andare a dormire...»
borbottò. «E comunque... cosa hai intenzione di fare una
volta che sarai arrivato alla fine?»
A quella domanda Sasuke sembrò
ripiegarsi su sé stesso, guardingo. Distolse lo sguardo e
strinse le dita attorno al lenzuolo, fissando ostinatamente una
macchia sul muro.
«...Non vuoi dirmelo?»
sussurrò Sakura, vagamente delusa.
Lui le gettò un’occhiata
di striscio.
L’illusione che gli si era
parata davanti agli occhi nel quartiere Uchiha tornò
prepotente alla sua memoria, e la sua fronte si corrugò
appena.
Non è che non volesse
dirglielo.
E’ che... si trattava di
un’idea ancora acerba, incerta... e non era nemmeno sicuro di come
l’avrebbe messa in atto.
Sakura chinò il capo,
sospirando silenziosamente.
Sasuke poteva anche aver
recuperato una scintilla di vita... ma sarebbe mai arrivato il giorno
in cui si sarebbe fidato, fidato davvero dei suoi compagni?
«Non importa» disse
piano, posando i fogli sul comodino, insieme agli altri. «Forse
un giorno me ne parlerai. Per adesso ti ordino categoricamente di
riposare, e di non riempirti la testa di cose complicate. Sono stata
chiara?»
Sasuke mugugnò
contrariato, ma non si oppose. Sbuffò, e si appoggiò al
cuscino con aria rassegnata.
Per qualche istante regnò
il silenzio nella stanza, mentre Sakura esaminava la flebo e la
cartella clinica senza parlare. Poi, a sorpresa, fu l’Uchiha a
prendere la parola.
«Dov’è Naruto?»
chiese cercando di mantenere un tono più neutro possibile.
«Non lo vedo da un po’»
«E’ parecchio impegnato»
rispose Sakura, sorridendo di fronte al suo insolito interesse. «Lo
spediscono in missione quasi ogni giorno, è un miracolo se lo
vedo anche io che...»
Si bloccò.
“...anche
io che vivo con lui”, sarebbe stata la frase completa.
Ma si rifiutava di uscire dalla
sua bocca.
«...che... che sono una sua
compagna» fu tutto ciò che riuscì a mettere
insieme, parlando in fretta e distogliendo lo sguardo. «E’
diventato forte, ormai, non gli serve più un gruppo per
completare le missioni, anche quelle di livello più alto»
Sasuke si accigliò
impercettibilmente.
Sapeva che Naruto era forte, lo
aveva visto con i suoi stessi occhi... non era necessario che glielo
rinfacciassero con tanto entusiasmo.
Naruto
aveva ucciso Itachi.
Era
riuscito dove l’idiota che si era bruciato per la vendetta aveva
fallito. Dove lui
aveva fallito.
Mai come in quel momento la
sconfitta gli sembrò più bruciante...
Senza una ragione, senza un
motivo logico, senza un perché... all’improvviso la sua
inferiorità gli sembrò insopportabile.
Lui, l’ultimo erede della
nobile casata degli Uchiha, era un gattino debilitato... e quel
randagio, quel ragazzino fanfarone che non riusciva a farne una
giusta, all’improvviso era il grande eroe.
Non era giusto.
Per
nascita, per volontà, per sacrificio... lui
avrebbe dovuto essere il più forte.
Veniva da un clan celebre. Si era
dannato l’anima per ottenere ciò che voleva. Aveva lasciato
tutte le cose che lo rendevano sereno, consapevole di quello che
faceva, per non arrendersi e portare a termine la sua missione.
Mentre Naruto... non era nessuno.
Non
aveva parenti. Blaterava di voler essere Hokage, ma passava un sacco
di tempo a fare l’idiota in giro per il villaggio. Non aveva dovuto
abbandonare nulla, nulla.
Era rimasto nel confortevole nido di Konoha coccolato e vezzeggiato
da tutti, e chissà con quale botta di fortuna, senza una vera
ragione, era diventato abbastanza forte da riuscire dove lui aveva
fallito.
Che fosse merito della volpe?
Che
fosse Kyuubi, dentro di lui, a dargli tutta quella forza?
No... no, ricordava che alla
morte di Itachi gli occhi di Naruto erano stati azzurri. Ricordava di
aver percepito nettamente che la volpe era sotto il suo controllo...
«A cosa pensi?»
domandò Sakura improvvisamente, distogliendolo dai suoi
pensieri.
Ansiosa, studiò il suo
viso alla ricerca di un appiglio per interpretare le sue emozioni, e
riuscì a scorgere soltanto una grande amarezza nel suo
sguardo.
Che idiota! Come aveva potuto
fare quella tirata su Naruto proprio davanti a lui?
«In realtà... Naruto
è più che altro il solito scemo» si affrettò
a correggersi. «Si dà arie da grand’eroe, ma quando
torna a casa devo rimetterlo insieme con lo scotch, non fa che
mangiare ramen e dormire, e si vanta di cose altamente improbabili...
Ha davvero poco di cui gloriarsi»
L’espressione di Sasuke si
ammorbidì appena, e i suoi occhi cercarono quelli di lei.
Naruto poteva anche essere un
idiota.
Ma lui aveva visto la sua forza.
Probabilmente anche Sakura se ne
rendeva conto... eppure aveva cercato di rigirare le cose in modo da
sminuirlo.
Perché?
La cosa, da un lato, lo irritava:
non c’era bisogno di fingere che Naruto fosse debole solo per
dargli un contentino, sapeva anche da solo di essere un rottame. Ma,
dall’altro lato... gli faceva inaspettatamente piacere.
Sakura era sempre stata solita
denigrare Naruto quando poteva esaltare Sasuke, ma soltanto finché
era una ragazzina sciocca. Da che lui era stato riportato a Konoha,
non una volta l’aveva sentita dire stupidaggini a sproposito, o
criticare gli altri solo per il gusto di aprire bocca.
Ora, per lui, era tornata un
istante la dodicenne con la testa vuota...
...Il pensiero gli strappò
un sorrisino.
Sakura si illuminò.
Forse
insultare Naruto era la strada giusta per riavere il vecchio Sasuke?,
pensò in un attimo di insanità
mentale.
Poi,
di colpo, realizzò che forse la chiave non era insultare
Naruto.
In fondo anche ai tempi del
gruppo sette quelli più legati erano loro due, mentre lei...
lei era una femmina. Lei tante volte non aveva capito i loro
comportamenti. Lei tante e tante volte li aveva criticati per le
sciocchezze che facevano, mentre loro si lanciavano sguardi
complici...
La chiave non era insultare
Naruto.
La
chiave era Naruto.
Per qualche ragione... si sentì
invidiosa del loro rapporto.
Nel
prossimo capitolo:
Quello
non era proprio previsto.
Anzi,
a voler essere precisi, c’era una probabilità su miliardi e
miliardi che accadesse.
Era
pressoché impossibile.
Eppure,
chiuso tra due fuochi roventi, sentendo tutti gli occhi puntati su di
lui, Naruto si rese conto che stava accadendo davvero...
* * * * ȣ * * *
*
Spazio
autore
Oh, quanto detesto i capitoli che devono venire... voi non ne avete idea.
Sigh, Sasuke che inizia a muoversi con la sua tipica arroganza mi fa girare i cosiddetti come trottole...
Comunque, la storia va così, anche se non mi piace. -.-
I fan dell'emo psicolabile saranno soddisfatti, mi auguro.
In tutto questo grigiume marca Uchiha, spero che abbiate gradito la parte dedicata a Kakashi!
Era tanto che non si vedeva Haruka, vero?
Mentre Hinata... ehh, di male in peggio per lei.
Il pezzo che la vede protagonista è frutto della mia recente passione per la KibaHina!
(colpa di dionea! E se chi dico io lo scoprisse... beh, ha già minacciato di uccidermi, in effetti -.-'')
Nel prossimo, Naruto rulez (nel senso di: è il protagonista indiscusso)!
(godetevi quel capitolo... perché sarà l'ultimo di "pace".
Anche per me)
Angolino del sognatore
Io devo smetterla di aggiornare prima di andare a dormire... perché poi mi escono cose come questa:
stanotte il mio ospite era Sai, con il quale - attenzione attenzione - avevo intrecciato una...
...ehm... "relazione molto poco platonica", diciamo così.
Fin qui tutto bene, cioè, bene per niente, ma regolare.
Finché non è comparso un inquietante ibrido con il corpo di Sasuke e l'essenza di Itachi.
E si è scoperto che lui e Sai erano al servizio di Voldemort.
Ora. Freud cosa ne avrebbe ricavato?
...In fondo non credo di volerlo davvero sapere...
°_°
Jenna Uchiha: ok, credo
che i prossimi capitoli ti piaceranno parecchio! XD Anche se mi risulta
parecchio difficile vedere Sasuke come un cucciolo smarrito... ma va
beh, io con la testa sono già "oltre", lo ammetto! Come hai
potuto leggere in questo capitolo, Naruto è a mille miglia dal
rendersi conto che Hinata non fa che aspettare un suo cenno... e,
d'altronde, ha tanti altri problemi in questo momento! Più che
altro è Kiba l'idiota, perché se si comportasse solo da
amico, senza mettere pressione a Hinata, probabilmente otterrebbe
molto, molto di più!
kage_naru89: ehm... sì... ecco... a te non piaceranno
decisamente, i prossimi capitoli! ^^' Ma tutto può succedere e
ogni cosa può cambiare, quindi non è detta l'ultima
parola finché non avrò scritto FINE! Naruto e Sakura
insieme sono adorabili, è vero, ma anche la SasuSaku ha il suo
fascino, e Hinata è cresciuta tanto, e dovrà crescere
ancora. Nonostante tutto, nella mia testa ogni coppia ha un suo
perché... spero solo che alla fine riuscirò a rendervelo
chiaro! ^^
Talpina Pensierosa: ehhhh, come
no! XD Lì sulla neve a divertirti, e mi dici che non vedi l'ora
di perdere tempo davanti al pc?! PAZZA! Divertiti anche per me, nei
pochi giorni che ti restano!
1992: ormai ogni volta che
leggo un tuo commento mi faccio, invariabilmente, dieci minuti di
risate incredule. Davvero, ma come diavolo le tiri fuori tutte quelle
cose?! XD Tu e Kakashi sulla tomba di Sasuke e Ino (tu e Kakashi
sposati!), Shikamaru tra lividi e sangue, una Kyuubi segreta dentro di
te, GIOTTO! Cioè, no, ripeto: GIOTTO! XDDD Ti chiedi come si fa
a innamorarsi di Sasuke? Beh, Sakura è la persona giusta cui
chiederlo, visto che è sempre morta dietro a lui finché
Narutino bello non si è fatto figo! Le KakaSaku sono anche un
mio recente pallino, lo confesso! XD Anche io mi sono chiesta come
passavano il tempo maestro e allieva, soli, mentre Naruto e Sasuke
erano via... In effetti è un interrogativo più che
legittimo... *_* A me non la danno mica a bere! Lei si allenava, lui
andava in missione... come no! Uahahah! "Ricordiamo i bei vecchi tempi
del team 7!", piuttosto. "Beviamoci su!", "Oh, sono un po' brillo"... e
il resto è storia. U_U Uhm... immagino che questo capitolo ti
abbia fatto un po' storcere il naso, con Sasuke più emo che mai
e Sakura che fa strani pensieri... lo vuoi un consiglio spassionato?
Comprati un antistress per leggere i prossimi.
Julia83: non dirlooooo... T__T
Itachi... Non passa giorno in cui non mi penta di averlo ucciso!
ç_ç L'aspetto estetico della storia ne ha decisamente
risentito parecchio! Insomma, diciamocelo: non c'è alcuna
possibilità che Sasuke intraprenda la strada del fratello,
quelle vette di figosità sono per lui assolutamente
irraggiungibili! Che si limiti a vagare per il suo quartiere fantasma e
a vagheggiare di Sakura, è tutto ciò che può
permettersi! U_U Piaciuto Kiba...? ^_*
Rory_chan: non hai mai trovato
errori di battitura perché sei distratta! XD Io ogni tanto li
pesco nei vecchi capitoli, c'era un "caghi" al posto di "vaghi", nel
processo a Sasuke, che era davvero esilarante... anche perché la
situazione era davvero seria! XD Comunque è vero, cerco di
starci molto attenta. Quando li trovo nelle fanfic che leggo mi danno
abbastanza fastidio, per cui cerco di limitarli al massimo! Ohohoh,
abbiamo un'incerta, eh... adesso verrà fuori il vero triangolo,
preparati a oscillare da una parte e dall'altra insieme all'umore di
Sakura! Sasuke è IC, dici? Sinceramente non mi pongo il
problema... diciamo che cerco di pensare a lui il meno possibile,
così mi evito travasi di bile! XD (e, nonostante ciò,
sembra che sia uno dei personaggi meglio riusciti! °_°)
kimi: mi dispiaceeeeeee! In
questi tre giorni gli aggiornamenti sono in tarda ora, va così!
ç_ç E' che sono gli ultimi giorni che passo a casa,
c'è la neve e quindi non posso nemmeno andare in giro, e cerco
di non far capire a maman che sto troppo al pc! (senza contare che devo
pure studiare... urg...) Ullallà, mi dai già per buona la
SasuSaku e NaruHina? Guarda che tutto deve ancora succedere, e faccio
in tempo a uccidere un sacco di gente! XD
arwen5786: mi fai sciogliere,
dico davvero! Sapere che cambi opinione a seconda di quello che scrivo
mi fa sentire davvero onnipotente! Muahahah!!! Ehm... scusa. U_U''
Dicevo... prevedi bene: cambierai idea un bel po' di volte, su Sasuke,
Sakura e Naruto... la cambierai con Sakura, e la cambierai anche con
me, perché ho intenzione di oscillare parecchio su questi tre!
Naruto... uff... Naruto, Naruto... ecco, ora sono triste pensando a
lui! ç_ç (attenzione: NON è come sembra) Tsunade
è il mio giocattolino! XD La adoro, gestirla è un
sollievo per il cuore e per la mente, soprattutto quando parte con i
cuoricini del buonumore! E Kakashi... poverino, è un caso
disperato. Morire se riesce a liberarsi delle sue inseguitrici, eh! XD
A-ehm... ShikaIno... firulì, firulà... chissà
cosa mai accadrà...? PS: mapporc... su msn io viaggio la sera,
invece! Va beh, quando torno a Bologna dovrei orientarmi sul
pomeriggio, visto che non ho la connessione a ore... poi chissà,
magari domani mi viene il pallino e mi connetto con te! XD
sammy1987: il buon vecchio
quartiere Uchiha è un jolly quando si vuole commuovere la gente!
(anche se, personalmente, avrei trovato davvero difficile commuovermi
per Sasuke! XD) Mi fa piacere che tu abbia apprezzato la scena, ho
cercato di farla molto sfumata, vaga... cioè, Itachi che
sorride... ma dai, Sasuke! Che robe immagini? XD Sakura e lui insieme,
credimi, li rivedrai un po' di volte con gli occhi dell'Uchiha: ci
penserà su un bel po'...
lale16: sì, in effetti
tormentare Naruto è il nuovo sport nazionale... e sono piuttosto
bravina a farlo! XD Comunque, mi fa piacere che tu abbia apprezzato la
parte ambientata nel quartiere Uchiha, so che l'avevo scritta con
"Memories" sotto (tanto per stare in tema! XD) e la volevo un po'
struggente... Ma Sakura è Sakura, si sa. Quando c'è
Sasuke nei paraggi, è discretamente irritante! XD
killkenny: la vera domanda
riguardo a Gaara è: come Kankuro sa della relazione tra
Shikamaru e Temari, lo saprà anche lui...? Chissà,
magari, in fondo, è anche d'accordo. Per la serie: "anche se non
mi va tanto a genio, se piace a lei..." Kakashi, purtroppo, si rende
conto delle grane altrui con mesi di anticipo, e delle proprie quando
ormai è troppo tardi! U_U E Sasuke... uff. Maledetta palla al
piede che non è altro!
Reina: ullallà, questa
è una sfida! XD La raccolgo, e spero di riuscire a tener testa
alle tue aspettative! (sigh... aspettative... ç_ç) Essere
riuscita a emozionarti almeno un po' è già un buon
passo, no? (dimmi di sì, ti prego... T_T)
harryherm: come dire... non
credo che questo capitolo abbia addolcito la pillola, eh? XD Non ho la
minima intenzione di dirti se questa storia sarà, alla fine,
NaruSaku o SasuSaku, ma posso dirti che oscillerà un bel po' tra
le due coppie! Su, dai, take it easy! Anche Naruto, è risorto
una volta e potrà farlo di nuovo! XD (non si sa mai...)
Purtroppo mi duole dirti che avrai molti altri spaventi. Il mio
divertimento più grande sta nel torturare gli amati lettori, per
cui... compra anche tu un antistress! XD (e non temere: le mangio le
verdure, le mangio...) PS: no, il cuoricino non era per Jiraya: ci
stava bene, e basta! XD
Hila92: sì, devi
preoccuparti! Iniziare ad apprezzare Sasuke non è mai un buon
segno, anche io ci sono passata e ti dico che fa male, anzi
malissimo... Sakura vuole bene a Naruto, non lo ferirebbe mai
intenzionalmente... solo che la povera ragazza non sa che io tramo alle
sue spalle, e la muovo come un bel burattino rosa confetto. Dove la
condurrò? E dove porterò Naruto? Che la sua strada sia
destinata a intrecciarsi con quella di Hinata? Al momento lui non
sembra molto propenso, veramente... diciamo che per ora è
più fissato su Kyuubi! Non Ino, eh? XD Farò prendere un
infarto a un bel po' di gente...
ShAiW: bentornata!! Giusto
l'altro giorno mi stavo chiedendo che fine avessi fatto...! ;_; Che
piacere risentirti! >_< Comunque il piccolo zombi pallido
(Sasuke) sembra davvero essersi svegliato, per la gioia delle fan
SasuSaku, ma il povero Naruto dovrà soffrire per questo...! Alla
fine chi la spunterà? Su Obito io piango ancora adesso... non
posso farci niente, è più forte di me...! E' comparso per
poche pagine, ma mi è rimasto nel cuore! E le parole di Kakashi:
"Rin, Obito ti amava... ti amava con tutto sé stesso..." T___T
Me le ricorderò per sempre! (ok, fine dell'angolino nostalgia!
XD)
Aya
|
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Capitolo 41 *** Il segreto tra due fuochi ***
Naruto-41
Capitolo
quarantunesimo
Il segreto tra due fuochi
Quello
non era proprio previsto.
Anzi,
a voler essere precisi, c’era una probabilità su miliardi e
miliardi che accadesse.
Era
pressoché impossibile.
Eppure,
chiuso tra due fuochi roventi, sentendo tutti gli occhi puntati su di
lui, Naruto si rese conto che stava accadendo davvero...
...Anche impegnandosi come un
matto, non avrebbe potuto impedire l’arrivo di quel momento.
La causa scatenante, in fondo,
aveva avuto origine anni e anni prima, quando era decisamente fuori
dalla sua portata. Ma... volendo restare in tempi più brevi,
si poteva risalire alla nottata appena trascorsa.
Ancora una volta, Naruto si
svegliò da solo nel letto.
Sapeva che quella notte era
tornato tardi – si buttava in tutte le missioni per distrarsi e
tenersi impegnato – sapeva che Sakura si era svegliata quando lui
l’aveva raggiunta, e sapeva che un uomo ha il diritto di avere una
ricompensa quando compie il suo dovere. E quella ricompensa gli era
stata data con estrema cura e solerzia, arrivando quasi a fargli
dimenticare i problemi che lo preoccupavano, dal primo all’ultimo.
Sakura sapeva sempre come prenderlo.
Poi c’era stato il triste
risveglio solitario, a mattina inoltrata.
E, di nuovo, tracce di terriccio
su piedi e mani.
Naruto studiò
meticolosamente ogni singola macchia, alla ricerca di sangue o di
qualunque altra cosa potesse renderlo davvero ansioso, ma non ne
trovò. Allora corse in bagno e si fece una doccia, raschiando
a fondo la pelle, e i brividi che lo scossero sotto l’acqua non
avevano niente a che vedere con la sua temperatura.
Si asciugò in fretta,
controllando di nuovo di essere perfettamente pulito, ma questa volta
schivò il proprio riflesso nello specchio, colto da una vaga
nausea. Aveva la pessima sensazione che non avrebbe visto il solito
Naruto, sulla superficie liscia e un po’ appannata.
Iniziava ad essere spaventato.
Eppure sapeva che gli sarebbe
bastata una semplice domanda nel posto giusto... sapeva che avrebbe
avuto tutte le risposte... il problema era che non voleva quelle
brutte.
“Va
tutto bene” continuava a ripetersi, mentre con lo stomaco
gorgogliante attraversava il villaggio diretto al chiosco Ichiraku.
“C’è Sakura con me. Sasuke è tornato. Il maestro
Kakashi è qui. Tutti sono sereni, per una volta possiamo
avvicinarci alla felicità... Va tutto bene. Per forza. Deve
andare tutto bene”
«Naruto!»
Era così
immerso nei suoi pensieri che per poco non si perse il richiamo. Poi,
per fortuna, il suo udito fino di ninja captò la voce
familiare anche al di sopra dei mormorii della sua testa, e lo spinse
a fermarsi. In tempo per vedere Iruka che lo raggiungeva di corsa.
«Naruto!» ripeté,
con il fiato leggermente corto. «Hai il passo troppo lungo...
dove stai andando?»
«A dire il vero volevo
riempirmi lo stomaco» rispose lui, e la sua pancia gorgogliò
sonoramente, giusto in tempo per sottolineare la fame.
«Oh, ottimo! Allora andiamo
insieme, anche io devo pranzare!» sorrise Iruka.
Naruto ricambiò, con
soltanto una minima esitazione. Poi decise di accantonare le
preoccupazioni e godersi il tempo con il suo vecchio maestro.
Presero tutti e due una porzione
gigante, nonostante il caldo, e mentre la facevano fuori ognuno a
modo suo, parlarono di missioni, dell’Accademia, dell’imminente
esame per chuunin – in forse, ora che le recenti tensioni
internazionali avevano raffreddato i rapporti tra le coalizioni –
e, naturalmente, di Sasuke e Sakura.
«Si rimetterà per
forza» bofonchiò Naruto a bocca piena. «E’
troppo in gamba per lasciarsi andare così. E poi Sakura mi ha
detto che l’altro giorno lo hanno portato nel suo vecchio quartiere
e che gli è cambiato sguardo... E’ vero, io l’ho visto. I
suoi occhi assomigliano un po’ a quelli che aveva prima di seguire
Orochimaru, ai tempi del gruppo sette... Sono ancora un po’ spenti,
ma è sulla strada giusta»
«Mi fa piacere»
sorrise Iruka.
A dire il vero non era molto
tranquillo riguardo alla guarigione di Sasuke... non perché
credesse che non poteva farcela, ma proprio perché temeva che
ci riuscisse: non era sicuro di ciò che sarebbe accaduto nel
momento in cui Sakura si fosse trovata davanti il vecchio Sasuke.
«E il gatto? Ti dà
ancora problemi?» si informò, per dirottare la
conversazione su argomenti più leggeri.
«Come sempre, è un
cataclisma...» sbuffò Naruto. Poi, all’improvviso, si
accigliò. «...Che strano. Stamattina non l’ho visto,
ora che ci penso. E non l’ho nemmeno sentito miagolare, quando di
solito attacca il concerto verso le dieci...»
«Può darsi che
avesse la ciotola piena e si fosse addormentato sotto il divano»
ipotizzò Iruka. «Non mi dicevi che era il suo posto
preferito?»
«Mh... Sì...»
Eppure... di solito, la mattina,
almeno per un attimo riusciva a intravedere l’altro Naruto – come
aveva preso a definirlo dentro di sé. Era una specie di rito,
un rapido scambio di sguardi tra il letto e il bagno, e poi il gatto
se ne tornava alla sua vita con la coda ben dritta in aria.
Ma quella mattina non lo aveva
visto da nessuna parte...
«Hai paura che sia
scappato?» chiese Iruka davanti al suo prolungato silenzio. «Ma
va’, non ci pensare nemmeno: lì da te ha cibo a volontà
e la possibilità di fare quello che vuole, nemmeno se fosse
l’animale più stupido del mondo vorrebbe andarsene!»
«Per avere la libertà...»
mormorò Naruto.
«Come?»
«...Niente»
La
libertà...
Ciò che Orochimaru aveva
offerto a Kyuubi, e che l’aveva tanto allettata, nonostante sapesse
che ottenerla avrebbe significato perdere il corpo che le piaceva
tanto.
Non avrebbe dovuto comprendere
quel sentimento, non avrebbe dovuto trovarlo... giusto.
E invece era così.
Una parte di lui, e neanche tanto
piccola, riteneva che Kyuubi avesse il diritto di essere libera e
indipendente. Che avesse il diritto di tornare alla sua vera forma.
Che avesse il diritto di essere semplicemente... sé stessa.
Una fitta d’ansia gli serrò
lo stomaco.
Quel
genere di pensieri era sbagliato,
doveva smettere di rimuginarci sopra.
«Bah, sarà sotto il
divano come al solito!» se ne uscì con un ghigno
forzato, riprendendo l’argomento gatto. «In fondo è
pigro da morire, la mattina, proprio come me»
«Hn... si può dire
che vi siete proprio trovati» sorrise Iruka.
Però,
anche se Naruto scherzava, e divorava il suo ramen, e parlava
gesticolando come sempre, in lui c’era qualcosa di diverso...
qualcosa di... storto.
Qualcosa che agli occhi di un
padre non sfugge.
Il sorriso scemò sulle
labbra di Iruka fino a scomparire. Rimase a guardare il suo sciocco
figlioccio che mangiava a quattro palmenti, domandandosi se avrebbe
potuto chiedergli schiettamente cosa lo turbava... poi commise
l’errore di incrociare il suo sguardo. E le sue intenzioni
divennero chiare.
Per certe – molte – cose
Naruto aveva un istinto molto vicino a quello animale. Nello
specifico, quando la gente si preoccupava per lui e stava per dire o
chiedere qualcosa che lo avrebbe messo in difficoltà, lui ci
arrivava un secondo prima e bloccava le cose sul nascere. Quel giorno
non fece eccezione.
«Ah!» esclamò
sbattendo la ciotola di ramen ormai vuota sul bancone. «Bene!
Ho finito! Grazie mille per il pranzo maestro Iruka, la prossima
volta offro io! Ora mi scuso ma devo scappare, mi pare di avere una
missione che aspetta... Ma ci vediamo presto, eh! Ci conto!»
Con un sorriso tanto smagliante
quanto finto, in un attimo fu in piedi e in quello successivo già
lontano. Iruka, che aveva miseramente provato a fermarlo, rimase
impalato con una mano sollevata e l’espressione ebete di chi non
capisce bene la piega presa dagli eventi. Sbatté le palpebre
un paio di volte, e infine sospirò sconsolato, appoggiando il
gomito al banco.
«Se ne è andato
piuttosto in fretta, vero?» commentò Ayane seguendo la
direzione del suo sguardo.
«Già...»
borbottò lui in risposta.
Troppo in fretta.
Naruto trottò attraverso
il villaggio a passo spedito, stampandosi in faccia la sua miglior
espressione da ninja che ha un entusiasmante lavoro da compiere, e si
appuntò mentalmente di fare molta attenzione la prossima volta
che fosse incappato nel maestro Iruka.
C’erano altri da cui doveva
‘guardarsi’? Sì, Sai... e poi basta. Forse. Nessun altro,
per ora, sembrava aver notato nulla di strano... Oh, l’Hokage. Ma
Tsunade era già abbastanza impegnata senza stare a
preoccuparsi anche di Naruto.
E poi lui non aveva problemi.
Poteva gestire Kyuubi, ci
riusciva benissimo.
Senza quasi accorgersene,
raggiunse l’ufficio per lo smistamento delle missioni, che in
effetti era stato il suo obiettivo. I suoi programmi prevedevano un
qualche compito pressoché impossibile da svolgersi nel
pomeriggio, tanto per sgranchirsi le gambe, e una seratina rilassante
insieme a Sakura... con l’occasionale capatina da Sasuke tra le due
cose. Giusto perché quei due non restassero soli troppo a
lungo, ecco.
Ma il suo piano era destinato a
infrangersi contro la barriera di un inaspettato Sai.
«Oh. Naruto, quanto tempo»
disse il Jonin, placcandolo all’ingresso.
«S-S-S-Sai!»
trasalì lui, e una grande scritta lampeggiante si disegnò
nella sua testa: pericolo
n° 2!
«Missione?» chiese il
moro educatamente, con il solito, falsissimo sorriso.
«Ehm... sì... questa
era l’intenzione...» rispose Naruto arretrando
involontariamente di un passo.
Gli occhi di Sai scivolarono alle
sue mani, e lui se ne accorse.
«Oh, ehm... sono guariti. I
graffi, intendo. Adesso ce ne è ancora qualcuno, ma sono
dell’altro Nar... volevo dire, della bestia assassina che mi sono
preso in casa. Del gatto, cioè» spiegò
impacciato.
«Mi fa piacere»
commentò Sai pacato. «E... hai scoperto anche perché
non guarivano?»
«Ehm... no... no, veramente
no» Naruto arretrò ancora. «Senti... guarda... mi
sono ricordato di una cosa... la vecchia Tsunade mi aveva fatto
chiamare, sì, aveva detto che c’era una cosa che voleva...
ecco, sì, insomma devo andare... non ti spiace, vero? Magari
ci becchiamo in giro, o ci danno una missione di gruppo! In qualche
modo ci vediamo, eh! A presto!»
E, senza lasciare il tempo a Sai
di ribattere, schizzò via come già aveva fatto con
Iruka.
Sai rimase fermo dove si trovava,
pensieroso.
Ultimamente il comportamento di
Naruto si era fatto molto strano... più schivo, quasi
guardingo. Era come se nascondesse qualcosa... ma cosa? Forse aveva
scoperto perché i graffi di quella volta non erano guariti. E
forse non era stata una bella novità. Però non poteva
esserne certo.
In ogni caso, Naruto aveva detto
di essere lì per una missione e poi se ne era andato
bofonchiando qualcosa sull’Hokage che doveva parlargli... e quello
era quanto mai sospetto.
Mentre ancora rimuginava e
cercava i collegamenti tra gli avvenimenti più recenti, una
voce squillante lo raggiunse alle spalle, insieme a un abbraccio che
sapeva di fiori.
«Buongiorno!»
cinguettò Ino saltandogli al collo. «Scusa, scusa,
scusa! Aspetti da tanto? Sì, lo so che sono in ritardo, ma non
riuscivo a decidere quale ferma-capelli mettere!»
«Ino, staccati... fa caldo»
Perché era sempre quella
la prima cosa che doveva dirle?
Non vedeva l’ora che arrivasse
l’inverno.
Sempre che per allora uscissero
ancora insieme.
Questa
volta Naruto non perse tempo a fingere di essere un ninja sereno e
felice, e decise di troncare i problemi passando per i tetti. Che poi
non sapeva nemmeno dove
andare,
visto che senza missioni e senza fratelli da salvare le sue giornate
erano un po’ vuote.
Mentre
balzava da un cornicione all’altro, libero di avere l’espressione
inquieta che meglio lo rappresentava, iniziò a pensare che,
forse,
quella giornata non sarebbe stata esattamente il massimo.
Non sapeva che le cose erano
destinate a peggiorare ancora.
Proseguiva senza guardare dove
metteva i piedi, seguendo il ritmo del suo cuore agitato, e lungo
tutto il tragitto continuò insistentemente a rodersi
nell’incertezza: arrivati a quel punto, avrebbe dovuto chiedere a
Kyuubi la verità o avrebbe potuto fare finta di niente ancora
per un po’?
All’improvviso sentì che
c’era qualcosa di strano. Corrugò la fronte, accigliato, e
rallentò l’andatura per capire cosa fosse. Abbassò lo
sguardo sulla strada al di sotto... e la scoprì deserta.
Si arrestò bruscamente su
una grondaia.
«Ma che...» mormorò
confuso, senza capire.
Ecco cosa lo disturbava: il
silenzio. Dove erano finiti tutti gli abitanti di Konoha? Fece
correre lo sguardo lungo la via, da cima a fondo, si insinuò
in un paio di vicoli e dentro le finestre, ma non trovò la
minima traccia di esseri viventi. Quando il panico iniziò a
tendere i suoi tentacoli verso di lui, ecco che se ne accorse: non
era Konoha ad essere sparita; era lui ad essere finito nella zona
sbagliata.
Tirò un profondo sospiro
di sollievo, e lo spettro della solitudine tornò nei recessi
della sua coscienza, mormorando cupo. Naruto si diede dell’imbecille,
e per punizione si diede un pugno da solo.
Coda
di paglia, eh? Hai sempre paura di aver fatto qualcosa di
sbagliato...
Ignorò la vocina che gli
rintronava in testa, e invece cercò di capire dove era finito.
In lontananza gli sembrava di udire il fievole ronzio della città,
alle sue spalle, e facendo quattro calcoli approssimativi... se la
parete degli Hokage era là... e le mura erano di là...
allora... era in una zona che non conosceva affatto, nemmeno di nome.
«Accidenti» borbottò
a mezza voce. «Avrei dovuto studiare di più
all’Accademia... Non mi resta che tornare indietro»
Sbuffò, e si voltò.
Per scoprire che era circondato.
Due uomini a volto scoperto
stavano sul suo stesso tetto, e altri tre erano disposti
tutt’attorno, in modo da non lasciargli via di fuga. Tutti
indossavano una divisa scura che Naruto non conosceva, e lo fissavano
con sguardo severo.
«Naruto Uzumaki?»
chiese quello che gli stava davanti, un uomo di mezza età
dalla mascella squadrata.
«...Dipende...»
rispose Naruto guardingo, tendendo i muscoli.
Intrusi a Konoha? Ma a volto
scoperto?
Ce n’era uno alle sue spalle
che non gli piaceva per niente: un colosso dagli occhi neri che gli
trasmetteva un vago senso di inquietudine... il suo sguardo
assomigliava troppo a quello di Itachi Uchiha.
«Calmati» proseguì
l’uomo, addolcendo leggermente i toni. «Il mio nome è
Reiki. Non siamo nemici, facciamo parte del corpo di polizia della
Foglia; non hai mai avuto a che fare con noi»
Solo allora Naruto si accorse che
sulla divisa di ognuno era ricamato lo stesso simbolo che campeggiava
sul suo coprifronte, e si diede dell’idiota.
«Ah... Ahah, ma certo!»
esclamò, scoppiando in una risata liberatoria. «Me... me
ne ero accorto... ovviamente... E quindi... che... che cosa volete da
me?» chiese poi, tornando inquieto.
L’uomo che aveva detto di
chiamarsi Reiki spostò il peso da un piede all’altro,
mantenendo la solita espressione neutra.
«...E’ per... qualcosa
che è successo questa notte» rispose pacato dopo un
istante.
Naruto raggelò.
«Que...questa notte?»
ripeté, con un sorriso forzato.
«Sì» confermò
il poliziotto. «C’è stato qualche disordine in
periferia, forse una lite tra ubriachi...»
«E io come potrei saperne
qualcosa?» sfuggì a Naruto, forse un po’ troppo in
fretta. «Sono rientrato tardi da una missione, ed ero molto
stanco... sono andato subito a dormire»
Reiki rimase in silenzio, e lo
fissò.
In un secondo Naruto fu
assolutamente certo che sulla sua fronte si stavano formando una
miriade di goccioline di sudore.
Non doveva deglutire. Non.
Doveva. Deglutire!
Era una cosa che facevano sempre
i colpevoli, e lui di certo non lo era. Qualunque cosa fosse
successa.
«A dire il vero...»
riprese l’uomo della polizia, e in quel momento Naruto fece un
passo falso.
Quando aveva dato un’occhiata
alla strada in basso, non si era reso conto dello stato degli edifici
tutt’attorno; ora, senza riflettere, si trovò a portare
tutto il peso sul piede che stava sulla grondaia. E la grondaia
cedette.
Con uno stridio da spaccare i
timpani il metallo si piegò verso il centro della strada, e
Naruto, colto alla sprovvista, cacciò un grido e si aggrappò
al tubo. Non riuscì a fermare la caduta, ma se non altro
all’ultimo secondo si ricordo di essere un ninja, e attutì
l’impatto liberando chakra dai piedi.
«Tutto bene?» si
affrettò a chiedergli uno degli uomini della polizia, mentre
tutti lo raggiungevano a terra.
«S-Sì»
balbettò lui, tenendo ancora in mano il tubo divelto della
grondaia. «C-Chiedo scusa, ha ceduto all’improvviso...»
“E
perché dovresti scusarti con noi?” pensarono tutti
all’unisono.
Reiki si schiarì la voce.
«Dicevo...»
ricominciò. «A dire il vero, abbiamo dei testimoni che
sostengono di averti visto andar via in fretta dal luogo della rissa»
Calò il silenzio.
Naruto fissò il
poliziotto, senza sapere come ribattere.
La sua bocca non voleva saperne
di aprirsi, il suo cervello era entrato in sciopero e anche
l’irritante vocina interiore che di solito esprimeva il suo parere
questa volta taceva.
Deglutì una, due volte.
Poi, finalmente, le sue corde vocali ripresero a funzionare.
«Ma... è successo
qualcosa in particolare...?» chiese incerto. «Insomma,
per una banale rissa... presentarsi qui in cinque...»
Gli uomini si scambiarono una
rapida occhiata.
«In effetti, nella rissa è
morto un uomo» ammise Reiki.
«Ehi, non starete mica
pensando che io...!» scattò Naruto sulla difensiva. «No,
non esiste! Io sono tornato dalla missione e sono andato a dormire!
Non ho niente a che fare con questa faccenda, i vostri testimoni
erano ubriachi!»
«Non siamo qua per accusare
nessuno...»
«Ah
no? Allora stavate per
caso
passeggiando in
cinque?»
Di nuovo, piombò il
silenzio. Gli sguardi dei poliziotti si fecero tesi, l’aria sembrò
diventare più calda.
Finché una voce non spezzò
l’incantesimo.
«Ma voi... sapete con chi
state parlando?»
Immediatamente tutte le teste si
voltarono in un’unica direzione, e, nello sbigottimento generale,
gli occhi si puntarono su Sasuke Uchiha.
Pallido, magro, sembrava reggersi
in piedi per miracolo... ma era lì, solo, ritto in mezzo alla
strada. Con ancora indosso pantaloni e maglietta dell’ospedale.
«Che... che diavolo ci fai
fuori dal letto?!» fu la prima reazione di Naruto, dopo almeno
dieci secondi di allibito silenzio.
«Sembra che tu non te ne
sia accorto, ma questo è il quartiere Uchiha...»
borbottò lui vago, e subito spostò l’attenzione sui
poliziotti che circondavano il biondo. Abbassò appena le
palpebre.
Naruto trattenne il fiato.
Sasuke aveva sentito tutto il
discorso? Le loro accuse? La sua esitazione?
Lui sapeva dei suoi
occhi rossi. Sapeva delle sue unghie. Della sua voce.
Lui sapeva di Kyuubi.
E... se avesse fatto due più
due...?
Era assurdo.
Non poteva accadere davvero...
C’era... c’era sì e no una probabilità su miliardi
e miliardi che succedesse!
E invece... era così.
Da un lato Sasuke, dall’altra
la legge, e in mezzo... il suo segreto. Pericolosamente in bilico.
I cinque uomini della polizia si
scambiarono sguardi incerti, esitando. Poi Reiki, quello che sembrava
in un certo senso il comandante, si schiarì la voce.
«...Non avevamo intenzione
di penetrare nel territorio degli Uchiha» disse, mantenendosi
rispettoso ma senza mostrarsi troppo propenso a chinare la testa.
«Non mi interessa» lo
interruppe Sasuke. «Vi ho fatto un’altra domanda»
Se Reiki fu irritato dal suo
tono, lo mascherò molto bene.
«Sappiamo chi abbiamo
cercato» ribatté. «Naruto Uzumaki, diciotto anni
tra due mesi e qualche giorno, jonin della Foglia, allievo di Kakashi
Hatake, contenitore della volpe a nove code...»
Sasuke, inaspettatamente, si
esibì nella discreta imitazione del ghigno dei suoi dodici
anni.
«E se lo sapete... perché
si è venuta a creare questa situazione?» chiese,
sovrapponendosi di nuovo alla voce del poliziotto. «In cinque,
circondato, interrogato... Anche se la vostra voce è pacata,
avete tutte le intenzioni di fargli pressione, non è così?
Volete che si agiti, che commetta un passo falso, che confessi
qualcosa, qualunque cosa...» smise di sorridere. «Siete
degli sciocchi. Il vostro testimone era chiaramente ubriaco. Naruto
potrà anche essere un’idiota, ma non ce lo vedo a iniziare
una rissa dopo una missione, e a darsela a gambe quando ci scappa il
morto. Se avete così tante informazioni su di lui, queste sono
cose che anche voi dovreste sapere»
Gli uomini si scambiarono
occhiate incerte. Reiki continuò a fissare Sasuke, senza
abbassare lo sguardo, e alla fine inspirò a fondo.
Fregati. Con quattro parole
buttate lì da un moribondo, erano stati fregati.
Ma, forse, c’era ancora
qualcosa che potevano ribattere, almeno per non perdere la faccia.
«Sasuke Uchiha, esatto...?»
chiese, anche se era una domanda inutile. «Sei stato lontano da
questo villaggio a lungo, ci sono molte cose che non conosci, e di
cui non sei stato messo al corrente... Forse non sai che il sigillo
che tiene imprigionata la volpe a nove code si è spezzato, e
che Naruto Uzumaki sostiene di poter controllare il demone da solo...
ma se così non fosse? Se in realtà Kyuubi potesse...
prendere il sopravvento?»
Naruto sentì un brivido
gelido correre giù per la schiena.
No. No, non gli piaceva
quell’argomento di conversazione...
Vide Sasuke, e incrociò il
suo sguardo.
Per un attimo restarono entrambi
immobili, occhi negli occhi, poi l’Uchiha distolse i suoi.
«Se Kyuubi prendesse il
sopravvento, Konoha verrebbe rasa al suolo» disse, senza
particolari inflessioni nel tono. «Dubito che un demone del suo
calibro sia soddisfatto dopo una rissa finita male...»
Uno dei poliziotti sussurrò
qualcosa a un collega. Reiki se ne accorse con la coda dell’occhio,
e trattenne un moto di irritazione.
Ecco, quando il dubbio iniziava a
serpeggiare tra le fila dei suoi, voleva dire che era davvero finita.
E addio anche alla faccia.
Sbuffò piano.
«Hai un buon avvocato
difensore, Naruto Uzumaki» disse a Naruto, con labbra che
sorridevano e occhi freddi. «Ma ti terremo d’occhio. Ragazzi,
andiamocene»
Mentre Naruto rabbrividiva, lui
rivolse un cenno a Sasuke, e poi, insieme alla sua squadra, in un
balzo tornò sui tetti e scomparve.
Sasuke lo seguì con lo
sguardo.
Il corpo di polizia... un tempo a
indossare quelle divise erano gli Uchiha...
«...Perché sei qui?»
chiese Naruto a quel punto, sentendo il sudore gelido che colava
lungo la schiena. «Questo quartiere non è a due passi
dall’ospedale... e mi rifiuto di credere che ti avrebbero lasciato
uscire da solo per venire fin qui... per cui... devi aver
oltrepassato le guardie senza che ti scoprissero. Quali sono le tue
intenzioni?»
Sasuke abbassò gli occhi
fino a lui, con poco più di un vago interesse nelle iridi
nere.
«A dire il vero, volevo
analizzare la situazione del quartiere di persona» spiegò
neutro. «La documentazione sul suo stato risale a dieci anni
fa. E hai ragione, non mi avrebbero mai permesso di fare tutta questa
strada; è per questo che sono uscito di nascosto. Tu invece
cosa ci fai sul mio terreno?»
Naruto
si sentì pungere sul vivo da quel mio.
Lui
non ce l’aveva ancora un terreno suo.
«Non guardavo dove mettevo
i piedi» bofonchiò. «Ero sovrappensiero»
«Il solito idiota»
«Ehi!»
«Dove stavi andando?»
«Non sono affari tuoi!»
«Direi che ti ho appena
tirato fuori da una situazione scomoda, quindi come minimo mi devi un
favore»
«Io ti ho salvato la vita!»
«Togliendomi l’unica
ragione che avessi di viverla. Non credo che ripescare questa
faccenda vada a tuo vantaggio»
Naruto strinse i denti, irritato
oltre ogni dire.
«Ti
preferivo moribondo e zitto!»
ringhiò, e non si rese conto che lungo tutto lo scambio di
battute si era sentito e comportato come quando aveva dodici anni.
«Naruto» ripeté
Sasuke, e questa volta inchiodò gli occhi nei suoi. «Dove
stavi andando?»
L’atmosfera ovattata
dell’infanzia si dissolse bruscamente, lasciando l’afa amara dei
loro diciotto anni.
Naruto lesse lo sguardo di Sasuke
soltanto per pochi istanti, e poi distolse il viso e serrò i
pugni.
«Non
sono affari tuoi»
sibilò di nuovo tra i denti, con il cuore a mille.
No.
Nessuno doveva sapere di Kyuubi.
Nessuno.
Kyuubi riguardava solo Naruto.
Solo lui.
Lui e la volpe, la volpe e lui.
Nessun altro.
Si voltò di scatto,
facendo per andarsene, ma la voce dell’Uchiha ancora una volta lo
fermò.
«Non dimenticarti che è
un demone» disse, piano. «Non è umana. Non è
buona. Non è la tua migliore amica. E’ un concentrato di
chakra corrosivo, un amalgama di male allo stato puro...» fece
una pausa. «Ma questo lo sai già, immagino»
Naruto, che in quel momento gli
dava le spalle, si morse il labbro inferiore.
Non
è la tua migliore amica.
...In
fondo è l’unico regalo di tuo padre, no? Potresti quasi
definirla... una parte di te...
Entrambe le affermazioni erano
vere.
Lo sapeva, lo sentiva dentro si
sé.
Kyuubi era con lui da sempre, era
stata la sua unica compagna per molto, molto tempo.
Ma, allo stesso tempo, era un
agglomerato di veleno che vorticava all’interno del suo corpo, e
che poteva liberarsi in ogni momento, per una sua distrazione.
Sapeva cosa voleva dire essere
una forza portante.
Lui lo sapeva, lui lo era!
Sasuke no! Sasuke... si
permetteva di fare certe affermazioni, senza capire... senza
conoscere...
...Lui
non sapeva della lotta quotidiana con Kyuubi. Non sapeva del
tormento, del pensiero fisso: “se
lei non fosse stata dentro di me, io sarei stato diverso? Fino a che
punto Naruto è Naruto, e dove Naruto è Kyuubi?”
Eppure... anche se non capiva
niente, si permetteva di parlare! Si permetteva di sputare
sentenze...!
Naruto stirò le labbra in
un ghigno per nascondere la smorfia di rabbia.
«Parole arroganti...»
mormorò, senza guardarlo. «...per uno che si è
fatto marchiare come una mucca e ha al suo interno un demone simile
al mio. Risparmiamele, Sasuke. Tu, almeno, hai avuto scelta»
Senza attendere la sua risposta,
in un balzo fu su un tetto, sicuro che l’Uchiha non avrebbe potuto
seguirlo. Non si voltò indietro nemmeno per un istante, e
invece scomparve rapido dalla sua vista, fuggendo i suoi occhi troppo
acuti e le domande troppo difficili.
Sasuke rimase in strada, da solo,
accanto ai resti della grondaia divelta.
Con il volto pallido rivolto
verso l’alto, verso il punto in cui Naruto era scappato, lasciò
che i raggi bollenti del sole gli bruciassero la pelle. Alla fine
chinò il capo.
Ricordava gli occhi azzurri di
Naruto, quando aveva ucciso Itachi.
Ma allo stesso tempo ricordava i
suoi occhi rossi mentre era ospite da Kakashi.
Quale dei due era il vero
Naruto?
Quello che lottava contro Kyuubi per il proprio corpo, o
quello che diventava lentamente parte della volpe...?
Qualche anno prima, non avrebbe
avuto dubbi nel rispondere.
Ma ora, all’improvviso, le sue
certezze vacillavano...
...E se Naruto non era più
una certezza...
...allora... allora a lui non
restava più nulla...
«...Sei un idiota!»
sbottò Sakura, affondando l’ago nella sua pelle con insolito
accanimento. «Fuggire dall’ospedale, andartene a zonzo per il
villaggio con questo caldo, e farti riportare indietro svenuto! Solo
tu potevi collezionare una serie così in un unico giorno!»
Collegò il tubo della
flebo, aprì la valvola che ne regolava il flusso, e poi posò
bruscamente una mano sulla fronte di Sasuke.
«Eccolo» rognò
irritata. «Insolazione. Complimenti»
L’Uchiha aprì a malapena
gli occhi, lanciandole uno sguardo vago.
Era troppo stanco per
ribattere... qualunque cosa avesse detto, a lui sarebbe andata bene.
Quel giorno era tornato, da solo,
al quartiere in cui era stata sterminata la sua famiglia. Aveva
assistito, senza nessuno accanto, alla solita allucinazione della sua
infanzia... quella spensierata, ma anche quella segnata da Itachi. E
poi era incappato in Naruto e nella polizia che lo circondava, e la
tensione si era fatta tanta da portarlo a un cedimento fisico.
Non era strano che fosse svenuto
lungo la strada del ritorno.
«Hai in mente di rifare una
cosa simile?» chiese Sakura fissandolo severa. «Se è
così, mi assicurerò personalmente che tu venga
obbligato a restare in ospedale. Sono stata chiara?»
Lui richiuse gli occhi.
Sakura sapeva dei problemi di
Naruto?
Di Kyuubi, della polizia...
sapeva quelle cose? Lui gliele aveva dette?
Quando avevano dodici
anni Naruto blaterava ai quattro venti di amarla, ma ora che erano
cresciuti com’era la situazione?
Quando erano tutti e tre
insieme, lì all’ospedale, sembrava che fossero rimasti
amici, compagni di gruppo, nulla di più. Poi, ogni tanto,
Naruto si irrigidiva. Quando magari Sakura mostrava un gesto di
particolare gentilezza, o rivolgeva un sorriso un po’ più
lungo al suo paziente preferito.
Mentre scivolava lentamente
in un mondo popolato di sogni confusi, Sasuke sentì una
leggera fitta di rimpianto.
“Mi
sono perso tante cose, in questi anni...”
Nel
prossimo capitolo:
Sakura
lo guardò, così sereno e ingenuo.
Il
contorno del suo viso era liscio e regolare; niente di straordinario,
nulla a che vedere con i tratti perfetti di Namikaze Minato, ma
sicuramente riconducibile a lui. Le ciglia abbassate erano corte e
scure, le labbra ancora socchiuse contro la sua pelle. Sentiva il suo
respiro caldo stuzzicarle il braccio, e per un attimo desiderò
davvero che non avesse preso le pillole per dormire.
Si
rannicchiò un po’ più vicina a lui, smettendo di
accarezzare il gatto per circondargli il viso con entrambe le mani.
«Io
ti amo, lo sai?» sussurrò alle sue palpebre abbassate.
«Ti amo. Ti amo. Ti amo...»
Chiuse
gli occhi, premette la fronte contro la sua, e desiderò di
restare così per sempre.
Lei
e lui.
Nessun
problema.
Per
una volta, nessun villaggio da proteggere.
Per
una volta, nessun Sasuke da salvare.
A
tutto il resto... avrebbe pensato dopo.
* * * * ȣ * * *
*
Spazio
autore
La polizia.
Ebbene sì, ho tirato fuori anche loro.
E... avranno una certa importanza in futuro! ^^
Insomma, Naruto è stato protagonista del capitolo, ma non ne è uscito affatto bene!
Sì, sono piuttosto bastardella... e nel prossimo capitolo...
...l'anticipazione dice una cosa, e ne succederà un'altra!
Un'altra MOLTO diversa... °_°
Ci vediamo il 6, giorno del mio compleanno!
(non è vero XD)
E comprate tutti il settimo ed ultimo libro di Harry Potter!
Talpina Pensierosa: su, c'è un lato positivo in ogni cosa... tornerai ad aggiornare le tue fanfic! XD
lale16: povera Hinata! Per ora
non riesce ad alzare la testa, è vero, ma bisogna cercare di
comprenderla! In fondo è guidata dalle diaboliche dita della
diabolica sottoscritta! XD E colui-che-non-deve-essere-nominato (ma
stiamo parlando di Voldemort? XD) sta rialzando davvero tanto la testa,
almeno da questo capitolo! Certo, il suo ruolo è un po' troppo
da figo... ma capita, in fondo! Insomma, era prevedibile! XD (e Sakura
in fronte ha scritto soltanto "confetto", nient'altro!) Kakashi
è un super ninja, ma le donne... uhuhuh, le donne sono le
donne... sappiamo tutti che l'evoluzione premierà NOI! XD
ShAiW: al cuor non si comanda,
Hinata non può costringersi ad amare Kiba e dimenticare Naruto,
e io non ho intenzione di farle del male fino a questo punto! (gliene
farò di più XD) Immagino che ora ti sarà chiaro
cosa Sasuke sa e non sa... in ogni caso, tra qualche capitolo lo saprai
con certezza! Sì, comunque... si sta mettendo male per la
SakuNaru! U_U
1992: ...Credo che questo sia
il messaggio più assurdo che mi hai spedito finora! XD Ma quanto
tempo ci hai messo per scriverlo? Suppongo che questo capitolo non ti
abbia resa particolarmente felice, considerata l'eccessiva presenza di
Mr emoboy, ma bisogna farci l'abitudine... (è un consiglio da
amica XD) Hai visto che è ricomparso Sai? Anche se per poco, e
anche se con Ino... ma non si può avere tutto dalla vita. Una
fusione tra Voldemort e Orochimaru... uhm... mi avevano mandato una
fanart, una volta, in cui c'era Harry Potter alla ricerca di Voldemort,
che lo confondeva con Orociok... XD era bellissima, c'era pure Kabuto
che aveva la scheda su Harry! Hai intenzione di scrivere una fic
comica? Occhio che sono le più difficili, ma se mai lo farai
mandami il link in qualche modo, o avvisami! XD
Jenna Uchiha: Shikamaru
avrà altre occasioni per farsi valere, basta avere un po' di
pazienza...! Per gli sviluppi più interessanti di Kakashi, ci
sarà da attendere un po', ovviamente, ma in compenso Sasuke si
riprenderà in fretta (anche se è abbastanza cretino da
prendersi un'insolazione). E Naruto... avrà abbastanza casini
per i prossimi tre mesi! XD Gaara non si vedrà per qualche
tempo, ma quando tornerà lo farà in grande stile! XD
Sammy1987: Naruto ha tante cose
in testa, e già quando era libero et felice non si accorgeva di
Hinata, figuriamoci quando ha la testa così piena di pensieri! E
Sakura... ehh, Sakura... nel prossimo capitolo succederà qualcosa da quel lato... Sakura e Sasuke, Sakura e Sasuke... la mia spina nel fianco!
arwen5786: ok, cercherò
di convincere Kakashi a scegliere te! XD Non so quanto mi
ascolterà, ma se gli passo la tua foto di msn credo che potresti
avere buone chances! Sasuke sta tornando alle brutte vecchie abitudini,
la bastardaggine d'altronde è nel suo DNA, e Sakura è
abbastanza pera da cascarci... forse... Shika potrebbe anche subire
certi attacchi, ma potrebbe anche difendersi alla grande! E' pur sempre
il genio (ananas) della Foglia! XD Kiba mi piace parecchio, ma Hinata
deciderà mai di cedere alle sue avances? (cribbio, se la scena
del gelato l'avesse fatta a me lo avrei sbattuto sulla panchina e... il
resto è storia) Per Neji e Tenten dovrai attendere un bel po',
mi sa. Quando voi lettori avrete scordato loro due... (se mai
accadrà) torneranno all'improvviso sulla scena!
killkenny: sai che non mi
ricordavo più che Sasuke non sa di yondi e Naruto? XD Meno male
che me lo hai ricordato, se mi tornerà utile ce lo
infilerò da qualche parte!
kage_naru89: ok, lo dico: a me
Kiba e Hinata insieme piacciono da matti (colpa di dionea)! Sapendolo,
spero che il dubbio si sia insinuato in te... So che Sasuke può
provocare spiacevoli momenti di gradimento, ma, credimi è una
fase passeggera. Guarirai in fretta! Kakashi, secondo Jiraya, è
un uomo molto fortunato. Secondo me, un povero cristo. Ma ognuno ha le
sue opinioni! XD
Hila92: che bello leggere che
qualcuno trova Haruka così simpatica! Essendo un personaggio che
ho creato io, mi fa molto piacere! (anche se ultimamente, non so
perché, non mi sta molto simpatica...!) E alle spalle di voi
lettori tramo da sempre di tutto, non è questa grande
novità...! XD Sasuke e Hinata a cuccia? Ai suoi ordini
signora... come no! XD (mi ucciderai nel prossimo capitolo, oh se mi
ucciderai!) Fai bene a scrivermi commenti lunghi, mi piacciono tanto!
Anche se poi al momento di rispondere vorrei suicidarmi... XD
harryherm: uhm... se non erro,
nel periodo in cui ho scritto questo capitolo ero abbastanza presa
dalla SasuNaru... si sente, eh! XD Comunque Sasuke si sta davvero
riprendendo, purtroppo per noi tutti... e... ora che me lo hai detto,
sono tentata di metterli davvero insieme e fargli sfornare tanti
piccoli Uchiha dai capelli rosa confetto! XD Mi fa piacere leggere che
la parte dedicata a Kakashi ti sia piaciuta, mi sono divertita a
scriverla! XD
kimi: Ino vaga senza meta
appresso a Sai, e Tenten non si vedrà per un bel po', mettiti il
cuore in pace! Wow, le caratteristiche delle ragazze che ronzano
attorno a Kakashi mi piacciono, non ci avevo mai pensato! XD
Reina: gli accenni alla mamma
di Tenten e a Hanabi sono da prendersi come una richiesta? XD
Vedrò cosa posso fare, vedrò... e dai, Kakashi se avesse
un po' di cervello mi ringrazierebbe e agirebbe come un Vero Uomo! XD
Naruto e Kyuubi... sì, ho intenzione di portare avanti questo
piiiiiccolo particolare per un po'...
Julia83: nel mio sogno non
avevo proprio niente per cui lamentarmi di Sai... XD Kiba e Hinata, ho
già detto, mi piacciono molto insieme. Tutto dipende da lei...
Uhm... non ricordo, tu eri per la SasuSaku o NaruSaku?
Aya
|
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Capitolo 42 *** La prima mossa ***
Naruto-42
Capitolo
quarantaduesimo
La prima mossa
Il giorno in cui il segreto di
Naruto era stato a un passo dall’essere scoperto, lui aveva deciso
di prendersi le ferie. Non era nelle condizioni di portare a termine
una missione, e non voleva incrociare nessuno per la strada, così
era tornato a casa in fretta e si era infilato di nuovo sotto le
lenzuola.
La nota positiva era che,
rientrando, aveva finalmente visto il gatto sul tavolo della cucina.
Aveva incrociato i suoi occhi azzurri, lo aveva visto sbadigliare,
gli aveva riempito la ciotola, grattato le orecchie, e poi se ne era
tornato a dormire. Aveva mal di testa.
Prima di cadere in un sudato
dormiveglia, gli era sembrato di sentire un peso caldo accanto allo
stomaco, e il rumore leggero di fusa...
Kakashi doveva prendere in mano
la situazione.
Le cose non potevano andare
avanti così, o non sarebbe arrivato vivo a settembre. E visto
che era già il dieci agosto, non era una prospettiva
allettante.
D’altro canto...
Anche fare una mossa decisa
poteva rivelarsi rischioso.
Soprattutto se considerava che
Anko era un tipino facile all’ira, e che Rin e Shizune sapevano
esattamente dove colpire per uccidere con un colpo solo.
Poi, naturalmente, c’era la
questione di Obito, Obito che amava Rin e che non aveva una tomba.
Se Tsunade gli avesse detto che,
finalmente, avevano finito di studiare il suo corpo e poteva riposare
in pace, forse le cose sarebbero state più semplici. Forse
sarebbe riuscito a metterci una pietra sopra.
O forse no.
Forse non ce l’avrebbe messa
mai.
Ma era sicuro che sarebbe stato
un buon incentivo.
Dopo la fuga dall’ultimo
attacco, salvato dal provvidenziale intervento di Haruka, Kakashi
aveva constatato che le visite delle sue pretendenti si erano
moltiplicate a vista d’occhio. Un giorno, mentre Haruka beveva un
bicchiere di tè freddo nella sua cucina, gli aveva confessato
ridendo che Ayane e Anko l’avevano avvicinata per parlarle della
sua ‘slealtà’, e che sfortunatamente lei non sembrava
averle soddisfatte con le sue risposte. Forse Haruka l’aveva
trovato divertente, ma lui sicuramente no.
“Passi
per Ayane, ma Anko è una kunoichi”
le aveva ricordato. “Ed
è anche piuttosto umorale: non provocarla”
Haruka si era limitata a
sorridergli, e poi aveva svuotato il bicchiere.
Certe volte Kakashi aveva
l’impressione che si prendesse gioco di lui.
Quel giorno, di ritorno da una
missione in coppia con Asuma, era più pensieroso del solito.
Lungo il viaggio non aveva nemmeno tirato fuori l’ultimo libro
della serie della Pomiciata, e il suo compagno lo fissava preoccupato
già da una buona mezzora.
«Kakashi... qualcosa non
va?» chiese, quando non riuscì più a trattenersi.
«Uh?» fece lui,
cascando dal pero.
«Sei silenzioso. E non hai
ancora tirato fuori il tuo libro»
«Ah...» Kakashi
sospirò. «In effetti c’è qualcosa che mi dà
da pensare... Asuma... Per te e Kurenai, com’è andata?»
«Ahh, ma certo. Problemi di
donne» Asuma annuì comprensivo. «Avevo sentito
qualcosa di simile, voci di corridoio...» si grattò la
nuca. «Com’è andata per noi, eh? Ormai è
passato qualche anno, chissà se mi ricordo... se non sbaglio,
le ho chiesto di uscire un paio di volte. La prima mi ha mandato al
diavolo, la seconda è arrossita e ha accettato. Poi, quando
abbiamo saputo di Tobi, le ho chiesto di sposarmi. Tutto molto
semplice, direi»
Kakashi sospirò di nuovo,
sotto la maschera.
Per tutti le cose erano semplici,
tranne che per lui. Forse doveva tornare da Jiraya e farsi dare un
consiglio pratico e immediato.
E così fece.
Peccato che l’unico
suggerimento che gliene venne fu un sorriso da uomo vissuto, una
pacca sulla spalla e un commosso: «Ragazzo mio, tu non sai
quale immensa fortuna ti sia capitata... invece di pensare a come
liberarti di loro, inizia a pensare a come uscire con tutte senza che
lo sappiano»
In effetti, però, era una
verità che poteva tornare utile, a modo suo...
Ultimamente Hinata era stanca.
Il suo gruppo completava una
missione dietro l’altra, Kiba le stava ancora appiccicato, Naruto
era tutto preso dai suoi problemi, e Hiashi cercava di placcarla
dietro ogni angolo per mostrarle gli indubbi vantaggi di un
matrimonio con Neji.
L’unica luce di speranza nella
nebbia densa in cui vagava sembrava essere Hanabi, che giorno dopo
giorno le ricordava di non arrendersi e le stava accanto,
consolandola e dandole coraggio.
Hinata non sapeva a cosa fosse
dovuto il suo improvviso cambiamento, ma non poteva che ringraziare
con tutta sé stessa la causa misteriosa che lo aveva
provocato.
Un’altra fonte di ansia,
ultimamente, sembrava essere diventato Neji.
Non era per qualcosa che aveva
fatto o detto, e probabilmente la colpa era tutta dei piani
matrimoniali di Hiashi, ma ogni volta che Hinata lo incrociava per i
corridoi il suo cuore accelerava il ritmo, e iniziavano a sudarle le
mani.
Il solo pensiero di diventare sua
moglie, di doverlo, un giorno, affiancare alla guida del casato, di
servirgli da bere, di chiamarlo marito, per non parlare della
clausola figli... tutte quelle cose le mettevano addosso un vero e
proprio terrore di lui, una paura irrazionale e immotivata che però
non riusciva a contrastare.
Neji se ne era accorto.
Aveva visto il lampo di panico
nei suoi occhi quando si incontravano, aveva visto le sue mani
torcersi nervose, e il sudore imperlare la sua fronte. Sapeva a cosa
era dovuto il suo timore, e sinceramente se ne dispiaceva... ma non
poteva far nulla per lei.
Purtroppo, era già
abbastanza impegnato a cavarsi dagli impicci lui, dal momento che si
era lasciato scappare quella promessa affrettata con Hiashi... Ora
che Tenten gli aveva detto chiaro e tondo che non aveva speranze,
urgeva trovare in fretta un’altra ragazza che fosse una spiaggia
sicura. In quel modo, anche se Hinata alla fine avesse ceduto alle
pressioni paterne, lui avrebbe potuto svicolare adducendo la scusa
che nel frattempo era approdato a più fruttuosi lidi, perché
non poteva essere sicuro di Hinata, perché al mondo bisogna
prendere quello che viene, perché lui avrebbe raggiunto la
posizione che voleva da solo, e qualche altra scusa simile.
Era diventato un ragazzo
previdente, Neji.
Ma Hinata non sapeva nulla dei
suoi piani, e neppure li immaginava. Poteva solo vivere nel costante
terrore del giorno in cui Hiashi le avrebbe ordinato di sposarlo, e
pregare con tutta sé stessa che quel momento non arrivasse
mai.
In fondo lui era suo padre. Anche
se pensava di agire per il suo bene, non sarebbe mai arrivato a
costringerla a un passo simile... vero?
In quell’afoso pomeriggio di
agosto, mentre cercava invano di mitigare la calura nel giardino più
periferico della residenza Hyuuga, Hinata aveva abbassato tutte le
difese. Con addosso un semplice kimono bianco, seduta a piedi nudi
contro il tronco di un ciliegio, teneva gli occhi chiusi e la testa
reclinata all’indietro, sventolandosi piano con un ventaglio.
Finché qualcosa di umido e
caldo non le sfregò improvvisamente la faccia, facendole
prendere un infarto.
Riaprì gli occhi di
scatto, spaventata, ma tutto ciò che vide fu il grosso muso
peloso di Akamaru, a un centimetro dal suo. Scodinzolava.
«Che... che cosa?»
balbettò Hinata, confusa.
«Shh!» fece Akamaru,
e lei sbatté le palpebre.
«...Eh?» chiese, con
un filo di voce. «Hai... hai parlato?»
«Oh, lui parla sempre»
ridacchiò la stessa voce che le aveva intimato il silenzio, e
da dietro la criniera del cane spuntò la testa di Kiba, con un
ghignetto furbo stampato sulle labbra. «Ma non tutti capiscono
quello che dice»
«K-Kiba!» esclamò
Hinata, arrossendo vistosamente. «C-Come sei entrato?»
«Passando dal muro»
rispose lui additando la parete a una certa distanza. «Ho
sentito il tuo odore, e ho pensato di fare un salto a trovarti!»
«N-Non dovevi... Se i
domestici ti scoprissero...»
Per un attimo ebbe un flash di
suo padre che la scopriva nel giardino più intimo della casa
con Kiba. Vide lui morto e lei sposata con Neji, e non fu affatto
piacevole.
«Devi andartene»
disse in fretta, in ginocchio. «Se mio padre dovesse vederti
sarebbe una catastrofe!»
«Perché?»
chiese lui sornione. «Abbiamo intenzione di fare qualcosa di
male?»
Hinata avvampò. «Per
favore!» supplicò. «Così mi metti in
difficoltà!»
«E tu?» sussurrò
lui di rimando, avvicinandosi al suo viso spaventato. «Tu non
mi metti in difficoltà, ogni giorno, ogni ora?»
«C...Come?» balbettò
lei, con voce a malapena udibile.
Non erano state quelle le
intenzioni di Kiba.
Davvero, lui aveva soltanto
sentito il profumo di Hinata, e aveva pensato di andarla a trovare...
per vederla, per scambiare due parole.
Poi, con addosso quel kimono
semplice come lei, gli era sembrata troppo bella.
Era rimasto a guardarla per
almeno dieci minuti, combattuto, incerto se continuare con il piano
originario o, finalmente, confessarle i suoi sentimenti. Il momento
sembrava perfetto, l’atmosfera adatta... forse sarebbe riuscito a
stupirla, a commuoverla, a strapparle qualcosa di più di un
vago interesse...
...Alla fine si era mosso.
E ora, a così breve
distanza dal suo viso, sapeva che gli sarebbe bastato tendersi
leggermente per spingerla schiena a terra e bloccarla sotto il suo
corpo. Sapeva che gli sarebbe bastato chiudere gli occhi e baciarla,
e che lei non avrebbe potuto fare nulla per opporsi... perché
lui la conosceva bene. Sapeva che per la sorpresa non avrebbe
reagito.
...Ma non era una bestia.
Non aveva alcuna intenzione di
obbligarla ad alcunché, soprattutto ora che la vedeva tanto
spaventata.
Lui non voleva soltanto averla.
Lui voleva che lei lo amasse. Che
dimenticasse Naruto e fosse felice con lui. Che fosse felice e basta.
In quel momento, voleva soltanto
vedere un sorriso sul suo volto, e non il panico che invece vi
leggeva.
Sospirò e si fece
indietro.
«Niente» borbottò
vago, grattandosi la nuca. «Dimentica quello che ho detto»
Akamaru, di fianco a lui, gli
gettò un’occhiata di rimprovero per la sua arrendevolezza.
Hinata sbatté le palpebre,
stupita. Che Kiba si fosse allontanato la rendeva felice, sì,
ma era qualcosa di molto strano. Di inaspettato. Che stava
succedendo?
«...K-Kiba?» lo
chiamò incerta, senza sapere cosa fare.
Lui le rivolse un sorriso mesto,
e senza preavviso le scompigliò i capelli sulla fronte.
«Non è ancora il
momento» mormorò, avendo cura di non farsi sentire da
lei. «Prima... dimenticalo»
Gli strumenti impazziti
pigolavano frenetici nell’aria raffreddata dai condizionatori.
Il letto cigolava sotto la
pressione di tante e tante mani, e la stanza era satura delle grida
strazianti del suo unico occupante.
«Dov’è quella
fiala?!» urlò Sakura, cercando di tenere giù
Sasuke insieme ad altri tre infermieri e ai due chuunin di guardia.
«Perché non è ancora arrivata?!»
Il marchio sulla spalla di Sasuke
stillava di nuovo gocce di sangue, che andavano a imbrattare lenzuola
e federe; la sua pelle, nera e tesa sulle ossa, sembrava cartapesta
sotto le dita di chi lo teneva fermo; l’unica ala sotto la sua
schiena, poi, non faceva che creare problemi. Ma la cosa peggiore
erano gli occhi: gocce di sangue immerse nell’oscurità più
completa, occhi persi in incubi che solo loro potevano vedere;
distanti, spaventati, sofferenti.
Il sigillo si era attivato
all’improvviso, mentre Sakura cambiava la flebo.
Sasuke aveva qualche linea di
febbre, l’insolazione che si era preso conservava ancora qualche
strascico... forse era colpa del fisico debilitato, o forse era colpa
dei ricordi risvegliati dal quartiere degli Uchiha; in ogni caso la
situazione non cambiava.
Era scattata l’emergenza, erano
accorsi tutti quelli che erano nei paraggi, e ora cercavano
disperatamente di impedire a Sasuke di fare del male a loro e a sé
stesso.
Finalmente, dopo secondi che
parvero ore, la porta della stanza si spalancò per lasciar
entrare Shizune con una fiala di liquido rosa, vagamente simile a
sangue disciolto in acqua.
«Scusa, non la trovavo»
disse infilando l’ago nella chiusura di gomma. «Sono quasi
finite, lo sai?» chiese, mentre Sakura teneva fermo il braccio
di Sasuke. Per fortuna almeno vene e arterie erano in rilievo.
«Come sarebbe a dire
finite?» sibilò la kunoichi, allibita. «E’
tutto ciò che lo tiene a bada, non possiamo farne a meno!»
«Ne sono consapevole!»
ribatté tra i denti, spingendo lo stantuffo della siringa.
Sasuke urlò più forte; probabilmente il liquido
bruciava più del sigillo, in vena. «Ma ci vuole almeno
un mese per prepararne dell’altra, e quella in laboratorio sarà
pronta solo tra dieci giorni! Le nostre scorte si sono esaurite molto
prima del previsto!»
«Dannazione!» imprecò
Sakura. «Ogni volta che il sigillo si attiva, le sue cellule
vengono sottoposte a un nuovo sforzo! Se non riusciremo a impedire le
crisi, nel giro di due settimane sarà morto!»
L’ultimo grido di Sasuke si
trasformò in un gemito, e lentamente la sua pelle prese a
schiarirsi, sotto gli sguardi attoniti di chi lo vedeva per la prima
volta. Pochi istanti, e l’erede degli Uchiha giaceva sulle lenzuola
macchiate di sangue, di nuovo pallido e ansante.
Aprì gli occhi neri e
opachi e cercò quelli di Sakura. Lei gli strinse la mano, e
con l’altra scostò i capelli dalla sua fronte.
«Va tutto bene. E’
passato» gli assicurò. Ma sapeva che lui poteva
percepire il tremito delle sue dita, così come doveva aver
sentito i loro discorsi poco prima.
La kunoichi alzò lo
sguardo sugli infermieri e i chuunin, che, ancora accanto al letto,
sembravano più smarriti che mai.
«Grazie per l’aiuto, ora
potete andare» li congedò.
Borbottando e lanciandosi
occhiate inquiete, quelli obbedirono, lasciando nella stanza soltanto
Sakura e Shizune.
Gli strumenti per il monitoraggio
di Sasuke, i cui cavetti giacevano staccati o strappati, segnavano un
unico e lungo bip cupo.
«...Quante ne sono
rimaste?» chiese Sakura, quando le palpebre si furono
riabbassate sugli occhi esausti dell’Uchiha.
«Sei o sette» rispose
Shizune, piano. «Una decina a voler essere ottimisti»
Sakura strinse i denti.
«...Cercherò di
sintetizzare qualcosa di simile a quel tranquillante...»
mormorò rapida. «Qualcosa di meno efficace, ma che
possiamo usare in dosi massicce finché l’altro non è
pronto»
Tese una mano verso il carrello
che gli infermieri avevano portato nella stanza all’inizio
dell’emergenza, e prese un tampone di cotone. Con gesti delicati lo
passò alla base del collo di Sasuke, sul sigillo macchiato di
sangue.
«...Nel frattempo studierò
anche questo. Se siamo fortunati, il veleno non si è evoluto»
«Hai bisogno di qualcosa in
particolare?» chiese Shizune.
«Un laboratorio di quelli
al pianterreno»
«Te lo farò avere entro domani.
Ora torna a casa, ne hai bisogno. Farò chiamare qualcuno
perché sistemino la stanza, intanto che lui dorme. A giudicare
dalla crisi, direi che non aprirà gli occhi almeno per
quindici ore»
«Grazie...» sospirò
Sakura.
Abbassando lo sguardo, si accorse
di avere ancora la mano stretta a quella di Sasuke.
Anche nel sonno, le dita di lui
erano attorno alle sue...
Quando tornò a casa, trovò
Naruto che prendeva due pillole bianche con un bicchiere d’acqua.
«Stai male?» gli
chiese subito, preoccupata.
«Mm... mi sento la febbre»
bofonchiò lui. «E non riesco a dormire senza fare
incubi, quindi ho deciso di prendere queste»
«Fa’ vedere»
Sakura prese la confezione blu,
riconoscendola al volo per quella che aveva acquistato quando si era
trasferita lì.
«Queste sono piuttosto
pesanti, lo sai?» chiese accigliata. «Erano proprio tanto
brutti quegli incubi?»
Naruto rabbrividì. «Sì»
«Uhm... in effetti sei
pallido»
Tese la mano e gliela posò
sulla fronte sudata. Scottava, come quella di Sasuke. Erano pure
empatici, adesso? In ogni caso, era meglio non preoccuparlo con i
problemi medici dell’Uchiha.
«Dai, mettiti a letto.
Resto con te finché non ti addormenti, va bene?» propose
accarezzandogli una guancia.
Naruto sorrise. «Se avessi
saputo che volevi restare a letto con me, col cavolo che prendevo
questa roba» commentò. Lei gli diede uno scappellotto
leggero.
Lo aiutò a spogliarsi e
infilarsi sotto il lenzuolo, e si coricò al suo fianco.
Neanche il tempo di sistemarsi come si deve, che l’altro Naruto
decise che si sentiva solo e si mise in mezzo, acciambellandosi nella
conca formata dalle loro ginocchia.
Sakura rise piano, e lo accarezzò
lentamente. Naruto gli lanciò un’occhiata invidiosa.
«Solo perché lui ha
la coda» bofonchiò offeso.
«Tu ne hai nove, in teoria»
ribatté lei.
«Aha, divertente»
commentò piatto.
«In realtà lo
accarezzo perché ha il pelo morbido. Ma mi fermo a questo, con
lui» gli lanciò un’occhiata maliziosa. «Sicuro
che lo invidi ancora?»
«...Davvero, prendere
quelle pillole è stata una grande cavolata»
Sakura rise, e Naruto le prese la
mano con cui non accarezzava il gatto, portandosela alle labbra.
«Lo sai che sei la cosa più
importante del mondo, per me?» sussurrò contro la sua
pelle.
«...Sì»
rispose lei, e sentì una vena d’ansia rigare la sua voce.
«Mh... meno male...»
mormorò Naruto, chiudendo gli occhi, e depositò un
leggero bacio sul suo palmo, poi sul polso, e lungo l’avambraccio.
Arrivato all’incavo del gomito, si fermò. «...Proprio
una gran cavolata...» disse con un filo di voce.
L’attimo dopo era caduto
addormentato... con la curiosa sensazione che tra loro ci fosse un
bambino biondo e bellissimo, e non il gatto acciambellato.
Sakura lo guardò, così
sereno e ingenuo.
Il contorno del suo viso era
liscio e regolare; niente di straordinario, nulla a che vedere con i
tratti perfetti di Namikaze Minato, ma sicuramente riconducibile a
lui. Le ciglia abbassate erano corte e scure, le labbra ancora
socchiuse contro la sua pelle. Sentiva il suo respiro caldo
stuzzicarle il braccio, e per un attimo desiderò davvero che
non avesse preso le pillole per dormire.
Si rannicchiò un po’ più
vicina a lui, smettendo di accarezzare il gatto per circondargli il
viso con entrambe le mani.
«Io ti amo, lo sai?»
sussurrò alle sue palpebre abbassate. «Ti amo. Ti amo.
Ti amo...»
Chiuse gli occhi, premette la
fronte contro la sua, e desiderò di restare così per
sempre.
Lei e lui.
Nessun problema.
Per una volta, nessun villaggio
da proteggere.
Per una volta, nessun Sasuke da
salvare.
A tutto il resto... avrebbe
pensato dopo.
«...E’ stata una serata
divertente» disse Kakashi affabile, con un sorriso nascosto
dalla maschera.
Ayane, davanti a casa, gli
rivolse uno sguardo estasiato.
«Sì, è vero»
ammise, arrossendo leggermente. «Mi sono divertita molto»
si torse le mani. «Penso che dovremmo... rifarlo» azzardò
audace.
«Lo penso anche io»
ribatté lui a sorpresa.
Lei sbatté le palpebre,
incredula. Poi si guardò attorno, nella strada buia e deserta.
Alla fine puntò gli occhi sulla sua maschera.
«Quella... è proprio
necessaria?» chiese vaga.
«Indispensabile»
assicurò Kakashi.
«Oh» fece lei,
delusa. «Quindi... ehm...»
«Quindi ci salutiamo qui.
Buona notte Ayane»
«Buona notte...»
Rimase a guardare finché
non fu entrata in casa, e a quel punto girò sui tacchi e
scomparve nell’ombra.
E tre.
Con Ayane, quella sera aveva
portato a cena fuori la terza donna.
Buffo come tutte, anche Anko e
Shizune, gli avessero chiesto della maschera. A quel punto iniziava
ad essere felice di averla sempre addosso, lo difendeva da assalti
inopportuni.
Bene, per quel giorno poteva
dirsi soddisfatto; aveva messo in pratica il consiglio di Jiraya, e
in più stava macchinando la combinazione che lo avrebbe
liberato da ogni problema... e la cosa migliore era che gli sarebbe
costata solo un po’ di denaro.
Terribilmente soddisfatto di sé
stesso, prese una scorciatoia per tornare a casa.
L’unico neo nella sua perfetta
serata era un nome di tre lettere: Rin.
Ma per lei doveva trovare
qualcosa di diverso... perché, in fondo, lei era più
importante.
L’indomani Sakura lasciò
Naruto che ancora dormiva per tornare in ospedale da Sasuke.
Quando arrivò
all’Accettazione la informarono subito che le avevano assegnato il
terzo laboratorio, quello accanto alla serra, e lei assicurò
che ci avrebbe dato un’occhiata subito dopo essere stata dal suo
paziente. A quel punto si cambiò in fretta e salì di
corsa le scale, raggiungendo l’ultimo piano in pochi minuti.
Attraversò tutto il corridoio, salutò le guardie
annoiate davanti alla porta e bussò piano prima di entrare.
Dall’interno non provenne nessuna risposta.
Aprì silenziosamente e si
fece avanti in punta di piedi, gettando un’occhiata a Sasuke che
dormiva sotto il suo lenzuolo, pallido quanto il giorno prima.
Richiuse la porta alle spalle e si avvicinò al letto senza
fare rumore. Sfilò la cartella clinica, le diede un’occhiata,
e poi controllò che la flebo non fosse vuota. Era tutto in
regola. Sentì la fronte di Sasuke; anche quella era fresca.
Sorrise. Dopotutto, le cose
sembravano mettersi bene.
Mentre la mano di Sakura era
ancora posata al di sopra dei suoi occhi, Sasuke sollevò le
palpebre.
«Buongiorno» gli
disse lei. «Hai sete?»
Lui annuì
impercettibilmente, e lei riempì d’acqua il bicchiere sul
comodino. Lo aiutò a tirarsi su, e controllò che non
perdesse la presa o si strozzasse. Sasuke le lasciò fare ogni
cosa, docile, e poi tornò a sdraiarsi, richiudendo per un
attimo gli occhi.
«...Quanto ho dormito?»
chiese con voce arrochita.
«Quasi diciassette ore»
rispose lei con una veloce occhiata all’orologio. «Ma è
normale, è stata una crisi intensa»
Sasuke nascose il viso dietro a
un braccio, e strinse il pugno.
«Dannazione!»
imprecò.
«Non è necessario
prendersela...» ribatté lei. «Sei ancora debole, è
stato un attacco improvviso...»
«Tu non capisci!»
sbottò lui, scattando a sedere e lanciandole uno sguardo
rovente. «Due giorni fa stavo bene! Sono riuscito a superare le
guardie alla porta e ad arrivare fino al mio quartiere! Ero convinto
che le cose potessero soltanto migliorare, invece guardami adesso!
Sono tornato a una settimana fa, e solo per una stupida crisi del
cazzo che non sono riuscito a fermare!»
«...E chi devi biasimare
per questo, eh?» chiese lei, piano ma in tono severo. «Chi
aveva deciso di lasciarsi morire? Chi ha indebolito il suo corpo,
consapevolmente e volontariamente?»
Lui la fulminò con lo
sguardo. «Avevo perso ogni motivo per vivere! Pensavo non mi
servisse più a niente!» ringhiò. «Ma tu non
puoi capirlo! Il tuo sogno non è andato in pezzi! Anzi, forse
tu non lo hai nemmeno un sogno!»
«Certo che ho un sogno, per
quanto banale» lo interruppe lei, infastidita e ferita. «Sogno
di essere felice, come tutti. E, come tutti, anche io ho momenti in
cui credo che la felicità sia impossibile. Ma non per questo
mi lascio morire...!»
«Quello non è un
sogno!» replicò Sasuke, indispettito. «Quello è
un banale desiderio di tutti gli esseri umani! Io... Io avevo un
obiettivo...! Maledizione!» affondò le dita nei capelli.
«Dovevo uccidere mio fratello! Dovevo solo ucciderlo...! Non mi
illudevo che saremmo tornati al passato... non ero così idiota
da pensare che sarebbe stato come avere di nuovo sette anni...!
Però... volevo solo ucciderlo! Era l’unico motivo per cui
andavo avanti! La cosa per cui ho sacrificato tutto!»
Sakura trattenne il fiato, in
silenzio.
Così, in un attimo,
inaspettata... giungeva la confessione?
Era finalmente arrivato il
momento in cui Sasuke si sarebbe aperto con lei?
«E
mi è stata strappata di mano!» continuò lui,
sempre più amareggiato. «In meno di un secondo, senza
che io potessi fare niente... ho visto il mio unico obiettivo
raggiunto da un altro, con una facilità per me impensabile.
Hai idea di cosa io abbia provato?» aspro, alzò lo
sguardo fino a trovare i suoi occhi. «Riesci a immaginare come
mi sono sentito? No, non puoi! Perché a te non è
successo! Itachi... Itachi doveva morire per mano mia!» gridò,
le vene del collo gonfie e pulsanti. «Lui era mio fratello! Mio
fratello!
Naruto non doveva... come ha potuto... era una faccenda che
riguardava solo noi due!» ansimò, i pugni serrati tanto
stretti da sbiancare le nocche. «Era mio fratello!» serrò
le palpebre. «Tutto ciò che mi era rimasto! Era... mio
fratello...!» la sua voce si trasformò in un gemito
roco. «...Il mio sogno... tutto ciò che era rimasto del
mio sogno...!»
Sakura non riuscì ad
aprire la bocca.
Per tutto quel tempo... aveva
sempre pensato che Sasuke odiasse Itachi, che lo volesse vedere morto
con ogni fibra di sé stesso... e ora... all’improvviso
scopriva che non era così. Che Itachi era qualcosa di diverso
per Sasuke, che era in qualche modo... necessario.
Forse il problema non era che
Naruto avesse ucciso Itachi.
Forse il problema era che Itachi
fosse morto, e basta.
Un bussare sommesso fece
trasalire entrambi.
«Tutto bene...?»
chiese una delle guardie all’esterno.
«S-Sì!» si
affrettò a garantire Sakura. «E’... è tutto a
posto» tornò a posare gli occhi su Sasuke, di nuovo a
testa china.
«...Io volevo solo tornare
a quel tempo» sussurrò l’Uchiha, con voce quasi
irriconoscibile. «Volevo solo tornare indietro... almeno con
lui. Volevo raggiungere il mio sogno morto e sepolto... e non ce l’ho
fatta»
Sakura sentì gli occhi
pizzicare. Era assolutamente certa di essere la prima persona cui
Sasuke confessasse quelle cose... ma non se ne sentiva orgogliosa. In
quel momento, l’unica cosa cui riusciva a pensare era che
dall’inizio, da prima che finissero nel gruppo sette, forse da
prima che si rivolgessero la parola da bambini... Sasuke aveva sempre
inseguito un sogno morto, sapendo che non lo avrebbe raggiunto.
E la cosa... le metteva addosso
una tristezza infinita.
«Sasuke...» mormorò,
e istintivamente si chinò verso di lui, fece scivolare le
braccia attorno al suo collo e lo abbracciò, affondando il
viso nell’incavo della spalla, dove il segno maledetto bruciava
ancora.
Lui ebbe l’impulso di
allontanarla, come sarebbe stato nella sua natura, ma poi... per
qualche strana ragione... l’allucinazione avuta nel suo quartiere
gli tornò alla mente.
Un sé stesso più
sereno, felice... con lei al suo fianco.
Il suo primo impulso fu soffocato
bruscamente, di colpo.
Lentamente, molto lentamente, le
sue mani riluttanti cercarono la sua schiena. Il cotone del camice
era caldo contro la pelle, tiepido del suo tepore, intriso del suo
profumo... le dita si strinsero alla stoffa, per la prima volta dopo
non sapeva nemmeno più quanti anni, e scoprì che era
una bella sensazione. La tirò sul letto, seduta accanto alle
sue gambe.
Sakura trattenne il fiato, e il
suo cuore prese a battere tanto forte da farle male.
Lui... stava davvero ricambiando
l’abbraccio? Stava davvero succedendo?
L’aveva sognato per
anni... ci aveva fantasticato, lo aveva visto nella sua mente,
immaginato, atteso, sospirato...
...Ma lei amava Naruto.
Ora lei amava Naruto.
Soltanto la sera prima non aveva
fatto che ripeterglielo, nel sonno, anche se lui non poteva
sentirla...
Lei amava Naruto.
Prima che Sasuke si accorgesse di
quanto batteva forte il suo cuore, decise di staccarsi. Era meglio
per tutti, per lei soprattutto... ma lui non la lasciò
allontanare.
Sentì il suo abbraccio
sciogliersi e i suoi muscoli tendersi per farsi indietro, ma non
tolse le mani dalla sua schiena. Le permise di mettere dieci
centimetri tra loro due, la distanza minima per guardarla negli
occhi, e poi la bloccò.
Lei avvertì una stretta
allo stomaco.
Panico?
O
cosa?
«Sasuke...» sussurrò,
incapace di staccare gli occhi dai suoi, per una volta così
neri, così intensi, così dolorosi.
Tutto ciò che era, tutto
ciò che voleva essere, gridò, dentro di lei.
Le urlò di allontanarsi,
di mettere fine a quella stupidaggine, di fare la persona razionale e
non rovinare tutto.
Ma, quando Sasuke prese
lentamente ad avvicinarsi, non un solo muscolo ascoltò
quell’ordine. Non una sola fibra del suo corpo si mosse per
obbedire...
...e rimase immobile, rigida, tra
le sue braccia...
...finché le loro labbra
non furono a meno di un soffio di distanza.
«...Io sto con Naruto»
Un sussurro.
Fievolissimo, a malapena udibile.
Le era sfuggito, ultima difesa
involontaria della sua parte logica e razionale.
Ma era bastato a fermare Sasuke.
A un soffio dal bacio che lei
sognava da sempre.
«Noi... viviamo insieme»
proseguì, tremando, facendosi male. «Scusa»
Sasuke esitò per un
istante, senza muoversi, ma alla fine si fece indietro e distolse lo
sguardo.
«...Capisco» fu il
suo sterile commento.
Le sue mani si allontanarono
dalla schiena di Sakura, lasciandole la sensazione di un gelo
impossibile da sciogliere, e ricaddero inerti accanto ai fianchi,
richiuse a pugno. Lei aprì la bocca per dire qualcosa d’altro,
forse per scusarsi, o chissà... ma poi la richiuse, e restò
in silenzio.
Con il cuore che le faceva male,
si alzò dal letto e si sistemò il camice stropicciato.
Aveva il viso in fiamme, le mani
tremanti, e i suoi polmoni si rifiutavano di funzionare a dovere.
«...Manderò
un’infermiera più tardi, per la flebo» mormorò
nervosamente. «Ci... ci vediamo»
Sasuke non rispose.
Rimase immobile, a testa china,
finché lei non fu uscita dalla stanza.
Solo allora, le sue mani si
serrarono sulle lenzuola, livide, e i suoi denti si strinsero per la
frustrazione e l’umiliazione.
Ancora una volta, aveva sbagliato
tutto.
Ancora una volta, Naruto era
arrivato prima.
Nel
prossimo capitolo:
«Tu!»
esclamò, quando Shikamaru fu abbastanza vicino da
riconoscerlo, anche attraverso il velo del sonno.
«Uh?»
ribatté il ‘tu’ in questione, a metà del terzo
sbadiglio. «Ah. Kankuro»
«Ho
sprecato un’ora della mia vita ad aspettarti! Sei un bradipo!»
«Non
è esatto... A dire il vero sono sceso dal letto sette minuti
fa, quindi a prepararmi sono piuttosto veloce...» Shikamaru si
grattò distrattamente il mento. E finalmente il neurone
dell’intelligenza, a otto minuti e dodici secondi dal risveglio, si
attivò. «Ehi!» esclamò, improvvisamente
attento. «E’ successo qualcosa a Temari?»
* * *
* ȣ * * *
*
Spazio
autore
Ahi ahi ahi...
I guai hanno inizio sul serio...!
(e, a giudicare dall'anticipazione, non solo per Naruto, ma anche per Shikamaru! XD)
Ma quanto era puccioso Kiba in questo capitolo?
Dai, non gli sareste saltate tutte addosso, voi femminucce?!
(Io sì)
(XD)
E anche Jiraya... ç_ç
Oh, Jiraya...
Tra parentesi... questo era un altro dei capitoli per cui mi vorrete morta.
Di nuovo, NON l'ultimo!
Ahh, mi sa che questa volta non ci saranno tanti commenti...!
Tutti a leggere Harry Potter, eh?
Vi va bene che io l'ho finito quest'estate in inglese, se no mi arenavo con voi! XD
Angolino dell'incerta
Fino a prova contraria questa è la mia fanfic, right?
Quindi posso scriverci quello che voglio, right?
E allora...
...Perché Dio (o chi per lui) ha donato dita per digitare a gente che ha evidentemente sconnesso il cervello?
Possibile che ci sia qualcuno che, anche solo per provocare, scrive
recensioni come quella che ha scatenato il putiferio
Shika-Ino/Shika-Tema?
Personalmente tollero poco lo Shika-Ino, ma non vedo perché certa gente debba far passare il noioso tempo della sua vita
a rompere le scatole (per non dire di peggio) al resto del mondo!
Scusate se non capite il riferimento, non ho intenzione di fare pubblicità (positiva e negativa) a nessuno,
il mio era solo un piccolo sfogo davanti all'assurdità di certe persone...
No, davvero, ma hanno guano di pipistrello al posto di materia grigia?!
Il dubbio mi dilania:
provare compassione o ribrezzo?
(sì, lo so che le mie considerazioni arrivano sempre tardi... ma che ci posso fare? Sono a scoppio ritardato!)
(e grazie ad arwen per avermi fornito questo interessante spunto di riflessione)
(ah... naturalmente, grazie anche all'illuminante recensione, frutto di quelle nobilissime creature che stanno appese a testa in giù nelle caverne)
Oggi mi sento in vena di chiacchierare (nota: sono le 2 di notte...)
E quindi...
GRAZIE
a tutte le 60 persone che hanno inserito questa fanfic tra i preferiti!
Ogni capitolo supera le 200 letture, per arrivare a 300 e passa di
tanto in tanto, e magari per voi non è nulla, ma per me è
moltissimo!
Davvero, ringrazio infinitamente tutti voi!
lale16: wow, recensione
piena di ardimento! XD Tra i tuoi capelli e "Noi-sappiamo-chi", non si
capisce chi attiri di più il tuo odio...! Naruto non sta
impazzendo. Diciamo che... ehm... è una fase transitoria...
che... ehm... tutti gli adolescenti attraversano... ehm... oh, insomma!
Io sono psicopatica, io lo sto gestendo, ergo anche lui è un
tantino psicopatico! Mai come la tua parrucchiera, comunque. U_U
(biondo-Ino... povera te. ç_ç)
1992: se Kyuubi si fosse
impossessata di me, starei già saltellando da qualche parte nel
mondo a seminare morte e distruzione, credimi. E prima di ogni altra
cosa avrei già ridotto all'estinzione tutti gli esorcisti
esistenti! ^_^ (sorriso angelico) La polizia di Konoha è giusto
che ti stia sulle balle, visto quale ruolo avrà in futuro, e
inoltre... uhuhuh... curioso che tu mi abbia chiesto se esiste una
donnina destinata a Iruka... perché c'è. E, a onor del
vero, ho già sparso indizi lungo la fanfic... Uhuhuhuh... Ah,
sì. Puoi iniziare a costruire una bambolina woodoo con le
sembianze di Sasuke, ormai mi sembra evidente. U_U (naturalmente mi
rifiuto di ribattere alle altre assurdissime cose che hai scritto!
XDDD)(però continua a scriverle, sono divertenti! XD)
sammy1987: Sasuke sta purtroppo
tornando vispo... anche se la batosta di questo capitolo dovrebbe (dio
voglia) averlo demoralizzato un tantino... Solo che le cose per Naruto
d'ora in poi andranno sempre peggio (ovviamente). Per fortuna (o
sfortuna?) i prossimi capitoli metteranno l'accento su Shikamaru e
Temari, e loro tre verranno analizzati soltanto a sprazzi... eheheh...
quando voglio fare l'autrice bastarda ci riesco benone!
kage_naru89: il tuo amico
farebbe bene a non tirarsela, visto che un sacco di gente sa come va a
finire Harry da luglio! (me inclusa) U_U Comunque è uscito alla
mezzanotte del 5 gennaio, c'erano tutte le librerie aperte per
l'occasione! (la mia città ha fatto un quiz, e chi lo vinceva
aveva una copia gratis... mia sorella mi ci ha trascinata per vincere
per lei, ma alla fine ha conquistato il primo posto da sola, con una
domanda che le è arrivata di straculo! XDDD) Parlando di Naruto,
dal mio punto di vista Sasuke è un rompiscatole. Cioè,
oggettivamente è stato ammirevole, ha davvero salvato Naruto,
ma... non sopporto che lui faccia bella figura, argh!
>_< E in "quel" momento, sì, in effetti erano pensieri un
po' miei... ma diciamo che Kyuubi ci ha messo una zampa! XD
Jenna Uchiha: Gaara farà
la sua apparizione nel prossimo capitolo! E Sasuke, dopotutto, non
è stato tanto figo qui, eh...? Uhuhuhuh... Ma... Sakura, fino a
che punto sarà turbata dall'emo-mano-lesta? Per ora Hinata ha
avuto un incontro con kiba, direi, e Neji ha fatto solo una
comparsata... ma il suo rapporto con Tenten si svilupperà
completamente soltanto verso le fine! U_U Sai e Ino hanno uno strano
rapporto... lui assomiglia esteticamente un po' a Sasuke, quindi la
attira, d'altro canto lei è innamorata di Shikamaru... mah,
chissà come si evolveranno le cose tra quei due?
kimi: gli Uchiha sono dei
grandi quando NON si chiamano "Scoiattolo" di nome... Che dici, puoi
sperare in una SasuSaku dopo i recenti sviluppi? XD In ogni caso, per
un po' non lo saprai! (me perfidissima) Ah, Satana non era andato
lontano... ma solo tra un po' di tempo spiegherò bene la cosa!
^_*
Julia83: ora Sasuke sa della
relazione tra Naruto e Sakura... ma avrà davvero lasciato
perdere? Siamo sicuri che sia così semplice...? In ogni caso, il
"pericolo yaoi" è lontano da questa fic, credimi. Preferisco di
gran lunga privilegiare il rapporto di
rivalità/complicità tra i due "fratelli", che non
addentrarmi in meandri sconosciuti... °_° A dire il vero da
piccolo Sasuke parlava anche con Ino... ma stai tranquilla: LORO non me
li vedrai mai mettere insieme, a meno che io non abbia deciso che la
mia vita è giunta al capolinea e che tagliarsi le vene è
una buona soluzione. U_U Sai perché Kishimoto non fa proseguire
a me il manga? Perché a) non so disegnare bene quanto lui, e b)
ci sono mille cose che non so, e che vagolano nella sua bizzarra
testolina...! XD Certo, se volesse comunque darmi una percentuale su
ciò che guadagna... così, per sport... io mica mi
offenderei! XD
Reina: Hanabi è stata a
malapena citata in questo capitolo... uhm... e non mi sembra che sia
prevista a breve termine, ma potrei infilarcela! XD Tanto non mi viene
a cambiare troppe cose! E Gaara arriverà, arriverà...
già dal prossimo capitolo!
arwen5786: ma no, dai... il
gatto mica odia Naruto! XD In realtà gli vuole molto bene, solo
che ha un modo tutto suo di dimostrarlo! E' timido, povera stellina! E
la polizia... mi serve. Mi serve molto,
credimi! Sakura e Sasuke sono stati di tuo gusto in questo capitolo...?
^_* (un po' sì e un po' no, eh?) Ah, ma nella foto sembri tutto
fuorché un fantasma, credimi! Certo che... ehm... sì,
credo che tua madre non capirebbe l'accenno a Kakashi...! XD
Hila92: cioè... tu stai
ipotizzando Sakura e Sasuke felici e spensierati... e Naruto solo?! O_O
M-M-Ma... Che crudeltà! Poverino, se proprio deve stare solo,
almeno lasciagli il gatto!! Comunque... tornando ai fatti, ora SAI cosa
succede di così opposto alla preview nel capitolo... e sai che
qualcuno è da biasimare, qualcuno da elogiare... uhuhuh...
killkenny: ma no, dai,
rilassati. In fondo prima o poi mi sarebbe venuto in mente, tranquillo!
XD Non hai complicato proprio nulla, anche perché l'ascendenza
di Naruto non cambia proprio niente! E... wow, un 10! *_* Quanto tempo
che non succedeva! (di' un po', tu segretamente ami Sasuke, eh...)
Aya
|
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Capitolo 43 *** Solo sesso ***
Naruto-43
Capitolo
quarantatreesimo
Solo sesso
«Sakura, c’è
qualcosa che non va? E’ da ieri che mi sembri... nervosa»
«E’ una tua impressione»
Il piatto venne sbattuto sul
tavolo con molta più forza del dovuto. Naruto avrebbe giurato
di aver sentito il rumore di una crepa che si forma, ma si guardò
bene dal dirlo.
La febbre era passata dopo una
notte di buon sonno, come sempre. Al suo risveglio si era scoperto
pulito – cioè senza ‘strane’ macchie – riposato e
insieme all’altro Naruto... quale modo migliore per iniziare la
giornata?
L’unico neo era la solita assenza di Sakura, ma quando
fosse tornata dall’ospedale ci avrebbe pensato lui a rimediare...
anche per bilanciare la notte sprecata a dormire.
Lei però non era tornata
prima della tarda serata, e si era mostrata da subito fredda e
distante. Era agitata, come se un pensiero fisso continuasse a
ronzarle in testa e a tenerla staccata dal resto del mondo, e, dopo
essersi fatta una doccia, si era rannicchiata nell’angolo più
distante del letto e gli aveva fatto chiaramente capire che voleva
dormire.
Naruto si era chiesto se fosse
successo qualcosa con Sasuke.
Era stato il primo pensiero che
gli era venuto in mente... ma non aveva avuto il coraggio di aprire
la bocca.
Il giorno dopo la situazione non
era migliorata. E ora, davanti alla colazione, a Naruto sembrava di
essere tornato al giorno in cui Sakura aveva saputo che avevano una
traccia di Itachi.
Quanto tempo era passato? Due
mesi? Sembrava molto di più.
«Anche oggi torno in
ospedale» se ne uscì lei a un tratto, gli occhi fissi
sul suo piatto e nessuna espressione particolare sul volto. «Starò
via tutto il giorno, non aspettarmi per cena»
Naruto strinse le dita sulle
bacchette.
«E... posso chiedere
perché?» chiese, più tagliente di quanto fosse
sua intenzione.
Sakura alzò lo sguardo,
stupita e vagamente offesa dal suo tono.
«I sedativi per il Sigillo
di Orochimaru stanno finendo» spiegò secca. «Devo
cercare di sintetizzarne un altro tipo finché non saranno
pronti i soliti. Vuoi seguirmi per accertartene?»
«No...» borbottò
lui, incassando la testa tra le spalle. «Scusa. Io pensavo...
che fosse successo qualcosa, ieri all’ospedale. E’ da quando sei
tornata che hai i nervi a fior di pelle»
«Non è successo
niente» disse lei in fretta, troppo in fretta. «E’ solo
che... ha avuto una delle solite crisi. E i calmanti stanno finendo.
Sono... Sono solo un po’ nervosa»
«Due minuti fa hai detto
che era una mia impressione»
Sakura lo fulminò con lo
sguardo, e si alzò in piedi di scatto.
«Non ho più fame»
disse brusca, prendendo il suo piatto e svuotandolo nella pattumiera.
Lo depositò nel lavandino con poca grazia, e attraversò
la stanza per prendere la sua borsa.
Naruto non aprì bocca
mentre lei apriva la porta e usciva, e si limitò a sussultare
leggermente quando lei se la sbatté alle spalle.
A quel punto sospirò, e
gli cadde lo sguardo sull’altro Naruto, che lo fissava dal
davanzale scondinzolando.
«Fino a ieri andava tutto
così bene...» borbottò. «Tu sai mica cosa
le è successo?»
Il gatto assottigliò gli
occhi, sbadigliò, e si acciambellò su sé stesso,
preparandosi a un tonificante riposino in posizione precaria.
Naruto sbuffò e lasciò
cadere le bacchette nella ciotola di riso.
«Neanche io ho più
fame...» bofonchiò.
All’improvviso, gli scienziati
smisero di studiare il corpo di Obito.
Fu la stessa Tsunade a comunicare
la notizia a Kakashi, verso la metà di agosto, e a chiedergli
se c’era un luogo particolare in cui voleva seppellirlo.
«Vicino alla lapide degli
eroi» rispose lui, senza esitare. Ormai la visita a quel pezzo
di marmo nero era un rito, e parlare con Obito altrove non avrebbe
avuto senso.
Tsunade gli rivolse un sorriso
mesto. «Sarà fatto. E... mi dispiace che tu abbia dovuto
aspettare tutto questo tempo»
Kakashi non ribatté.
Si occupò personalmente
del piccolo funerale, e decise che soltanto Rin aveva il diritto di
guardare con lui, in silenzio, la terra che cadeva sulla bara. Alla
fine, quando furono rimasti soli, senza gli addetti alla sepoltura,
lui non la sentì singhiozzare nemmeno una volta.
Ricordò la loro ultima
missione, e quel piagnone di Obito con il suo sharingan nuovo.
Ricordò il masso che lo aveva schiacciato, e ricordò di
come aveva tirato indietro Rin all’ultimo istante. Ricordò
le parole che avevano accompagnato il migliore e più prezioso
regalo che avesse mai ricevuto...
«Io
sto morendo. Ma diventerò il tuo occhio e continuerò a
vedere l’avvenire...»
Avrebbe mai immaginato di vedere
il proprio funerale?
Kakashi aveva una grande
responsabilità.
La responsabilità di
mostrare a Obito un futuro migliore, in cui lui e Rin fossero felici.
Ovunque fosse la sua anima, e se
esisteva, Obito continuava a vivere attraverso l’occhio che gli
aveva donato. Non poteva deluderlo.
«Rin»
Lentamente, slacciò il
coprifronte e sollevò la palpebra che nascondeva lo sharingan.
La guardò, e non era solo
lui a guardarla.
Rin sollevò gli occhi fino
ai suoi, occhi asciutti e tristi.
«Mi dispiace. Io non ti
amo»
Lei sorrise appena.
«Lo sapevo» mormorò.
«Lo sapevo... eppure ci ho provato lo stesso. Forse... è
stata anche colpa di Obito. La comparsa del suo corpo mi ha fatta
tornare indietro nel tempo, mi ha fatto sperare... illudere...
Scusami, Kakashi. Ti ho messo in difficoltà»
«Trovati un uomo in gamba,
uno che sia migliore di me» replicò Kakashi, quasi
dolcemente. «Obito non perdonerebbe nessuno dei due se non ci
riuscissi»
E, solo in quel momento, una
lacrima rigò il viso di Rin, deviata dal suo sorriso appena
accennato.
«Obito... il solito
piagnucolone»
Dallo sharingan di Kakashi,
un’altra, singola lacrima cadde sulla terra smossa della tomba.
L’arrivo del Kazekage fu del
tutto inaspettato.
Gaara si presentò
all’improvviso alle porte di Konoha, accompagnato soltanto da
Kankuro e da un piccolo gruppo di ninja fidati.
Tsunade fece fuoco e fiamme
quando sentì che lui era davanti alle mura, in attesa del
permesso di entrare, e decise di accoglierlo di persona e strigliarlo
come si deve.
Il ragazzino sapeva quanto fosse
rischioso viaggiare in quel periodo, ora che si apprestavano a
dichiarare guerra alla Coalizione delle terre del nord-est? Perché
si era spinto a tanto? Cosa c’era di tanto urgente da richiedere la
sua presenza?
«Veramente, pensavo di
discutere della strategia da adottare a questo punto» se ne
uscì Gaara con tutta calma, una volta che fu seduto nello
studio dell’Hokage con una tazza di tè davanti.
Sulla fronte di Tsunade si gonfiò
una vena.
«Era tanto difficile
mandare almeno un avviso?» chiese tra i denti.
«Il nostro falco si sarà
perso...» rispose Gaara vago, e mentendo spudoratamente. «Ah,
Kankuro, tu puoi andare a farti un giro»
Mentre Tsunade si passava una
mano sul viso, incapace di comprendere gli sbalzi dell’eclettico
Kazekage, il fratello maggiore di quest’ultimo si congedò
con un rapido inchino, scambiò un’occhiata con lui e poi
uscì dall’ufficio, come gli era stato detto.
Una volta fuori non perse tempo a
guardarsi attorno: aveva una missione da compiere.
Scese le scale che portavano allo
studio dell’Hokage con passo rapido e silenzioso, e arrivò
nella piazza principale in pochi istanti. Si guardò attorno,
cercando di ricordare la mappa di Konoha che un giorno gli avevano
mostrato, e alla fine imboccò una strada che secondo la sua
memoria lo avrebbe portato all’ufficio per lo smistamento delle
missioni.
Gli andò bene, e raggiunse
la meta desiderata. Sfortunatamente per lui, chi cercava non sembrava
essere lì. Quello poteva essere un problema.
Poi, il colpo di fortuna: lungo
la strada vide avvicinarsi Naruto.
«Naruto!» lo chiamò,
inaspettatamente allegro. «Proprio tu!»
Lui si fermò, perplesso, e
poi lo raggiunse. «Kankuro? Che ci fai qui? Vuol dire che c’è
anche Gaara?»
«Sì, è con
l’Hokage in questo momento» confermò l’altro. «Ma
ora lascia perdere i pezzi grossi. Dov’è il tizio con un
ananas in testa?»
«Shikamaru?»
«Sì, Shika-coso...»
«A quest’ora se la starà
dormendo della grossa, credo. E’ l’alba, per lui»
Kankuro sbuffò
vistosamente. «Non potevo aspettarmi altro...» bofonchiò
irritato.
«Ma prima o poi si
sveglierà» lo rassicurò Naruto. «E allora
verrà qui. Se non hai altro da fare, puoi aspettarlo...»
«Per forza» si
lamentò il ninja di Suna, cupo. «Grazie per
l’informazione» poi, bruscamente, la sua espressione si
trasformò in un sorriso gongolante. «A proposito,
ricordi che l’ultima volta ero un po’ giù?»
«Sì...»
rispose il biondo vago. A dire il vero aveva ricevuto tutti i
dettagli da Gaara, e ricordare proprio in quel momento la strana
sensazione avuta allora alla parola ‘tradimento’ fu piuttosto
spiacevole.
«E’ tutto risolto!»
esclamò Kankuro, senza accorgersi del suo cambiamento d’umore.
«Davvero?» domandò
Naruto inarcando le sopracciglia.
Allora era tornato con quella
ragazza? Le cose si erano sistemate?
Non sapeva perché,
dato che lui e Kankuro non erano minimamente collegati, ma la cosa
gli dava uno strano sollievo...
«Sì!» confermò
il jonin, orgoglioso. Era evidente che non vedeva l’ora di
raccontarlo a qualcuno. «La ragazza con cui sto adesso è
mille volte meglio dell’altra»
Alt.
Cosa aveva detto?
«La ragazza con cui stai
adesso?» ripeté Naruto, mentre il suo stomaco si serrava
in una morsa dolorosa. «E quella di prima che fine ha fatto?»
«Non ho il minimo interesse
a saperlo» rispose Kankuro lanciandogli un’occhiataccia. «Può
anche restare con quello sgorbio, se le piace tanto... a me non fa né
caldo, né freddo»
Naruto deglutì a vuoto,
sbattendo le palpebre.
Oho.
Tutta quella storia non lo
tranquillizzava affatto.
All’improvviso gli sembrò
molto stupido che Kankuro non avesse provato a riallacciare i
rapporti con l’altra... come poteva averla dimenticata tanto in
fretta?
Non
tutti sono maniacalmente attaccati a un’unica sottana, come te.
...Se sei tornata dopo tanto
tempo solo per questa cazzata, potevi anche startene zitta, voce.
«Ehm... B-Bene»
balbettò Naruto, accorgendosi all’improvviso che Kankuro
aspettava ancora una risposta. «Sono... Sono felice per te. Ora
scusa, c’è una missione che mi aspetta... ti spiace se vado?
Ah, e di’ a Gaara che magari passo a salutarlo prima che riparta,
se torno in tempo dalla missione...»
«Sarà fatto»
garantì Kankuro. «Buon lavoro»
«Grazie...» mormorò
Naruto cupo. Non sapeva come sarebbe andato il lavoro, ma di sicuro
il suo umore non era uscito risollevato dalla chiacchierata.
Il povero Kankuro dovette
attendere almeno un’ora prima che l’obiettivo della sua missione
segreta comparisse, sbadigliando, all’orizzonte. A quel punto aveva
già progettato un milione di diverse morti cruente, e aveva
iniziato i preparativi per quella che avrebbe fatto più male.
«Tu!» esclamò,
quando Shikamaru fu abbastanza vicino da riconoscerlo, anche
attraverso il velo del sonno.
«Uh?» ribatté
il ‘tu’ in questione, a metà del terzo sbadiglio. «Ah.
Kankuro»
«Ho sprecato un’ora della
mia vita ad aspettarti! Sei un bradipo!»
«Non è esatto... A
dire il vero sono sceso dal letto sette minuti fa, quindi a
prepararmi sono piuttosto veloce...» Shikamaru si grattò
distrattamente il mento. E finalmente il neurone dell’intelligenza,
a otto minuti e dodici secondi dal risveglio, si attivò.
«Ehi!» esclamò, improvvisamente attento. «E’
successo qualcosa a Temari?»
Kankuro sogghignò,
perfido. «Ah, finalmente ci arrivi» commentò. «Un
po’ lento, per essere il genio che tutti dicono»
«Le è successo
qualcosa?» ripeté Shikmaru, sudando freddo.
L’ultima volta che l’aveva
vista, quasi due settimane prima, lei stava bene. Sì, gli
stava anche tirando dietro di tutto e di più, ma stava bene.
Stava bene.
«Sta male» Kankuro
distrusse le sue convinzioni, e si fece serio. «Molto male. Non
può muoversi da Suna»
Nello stomaco di Shikamaru piombò
un macigno.
«E’ stata ferita?»
chiese, intorpidito dalla doccia fredda. «E’ grave?»
«Non è stata ferita»
ribatté Kankuro, incrociando le braccia sul petto. «Ma è
grave»
«Allora è malata»
«Sì, direi di sì»
Silenzio.
Shikamaru fece lavorare il
cervello freneticamente. Malata. Una malattia. Era curabile? Sì,
doveva esserlo, ma solo se... Quanto era grave? Troppo? No, o Kankuro
non sarebbe stato lì, non sarebbe stato così
tranquillo...
«Mi stai prendendo per il
culo?» tentò.
«A dire il vero sto
rischiando la mia vita per dirtelo, visto che lei avrebbe preferito
morire piuttosto che fartelo sapere»
«Che cosa? E perché?»
Kankuro dovette lottare a lungo
con sé stesso per reprimere il sogghigno sprezzante che voleva
stirargli le labbra. «Oh, se non lo sai tu...» bofonchiò
alla fine, guardando altrove.
Shikamaru sentì il forte
impulso a cacciargli due dita negli occhi. Quel maledetto bastardo
godeva tanto a tenerlo sulle spine? Sapeva di non essergli molto
simpatico, ma non era il momento né il luogo adatto per fare
lo stronzo.
«...Almeno dimmi se
guarirà» disse tra i denti, mentre il suo cuore
minacciava di sfondargli la cassa toracica.
Per la seconda volta, Kankuro
tornò serio. E lo fissò, come non lo aveva mai fissato
prima.
«No» rispose, senza
girarci attorno. «Non guarirà. E’ una malattia che si
porterà dietro per tutta la vita, in ogni singolo istante
della giornata... Non sarà più come prima. Non la
lascerà mai»
Fu un pugno nello stomaco.
Temari. Malata. Grave. Per
sempre.
La sua Temari... sempre forte,
sempre sprezzante, sempre... sempre lei.
La sua Temari. Mai più
come prima.
Shikamaru aveva sempre sognato
una vita tranquilla.
Una moglie né bella né
brutta, due bambini, una casa con giardino...
...Ma poi aveva incontrato lei.
Bella, ribelle, indipendente,
decisamente fuori dal suo schema perfetto.
E lo aveva catturato.
E se ne era lasciato catturare.
Non aveva nemmeno provato a
resistere, ora che si ricordava.
La prima volta che avevano fatto
sesso era successo durante l’organizzazione di un esame per
diventare chuunin. Lei era ospite al villaggio, lui si era sentito in
dovere di accompagnarla alla sua stanza – anche se la sua pigrizia
si era opposta con tutta sé stessa – e una volta lì
una cosa aveva tirato l’altra... avevano bevuto un bicchiere di
troppo insieme agli altri organizzatori per festeggiare la fine dei
preparativi, tutti e due erano rilassati e bendisposti, avevano
battibeccato per un po’, e poi... si erano ritrovati a rotolarsi
tra le lenzuola, a respirare insieme, a gemere e sospirare nel buio,
percorrendo ogni singolo centimetro dei loro corpi e scoprendo
insieme quanto possono essere seccanti certi noiosi dettagli tecnici.
Era stata la prima volta per
tutti e due.
In effetti, lui aveva immaginato
che Temari non fosse esattamente il tipo da aspettarsi una prima
volta condita di rose e musica in sottofondo, ma non avrebbe mai
pensato che si sarebbe accontentata di uno come lui.
E
invece era successo, ed era diventa la sua
Temari.
Forse non avevano mai fatto
semplice sesso.
Forse avevano fatto l’amore,
già quella prima volta.
Forse lui... per lui... non era
mai stato solo sesso.
Perché gli veniva in mente
una cosa simile, in quel momento?
Perché proprio ora il suo
stupido cervello gli suggeriva che, forse, lui amava Temari?
Aveva
sempre pensato di volerle bene, sì, dopo Suna di desiderarla,
anche... ma... amarla?
L’amore è un sentimento
impegnativo.
Soprattutto quando non viene
ricambiato.
E lui non era affatto certo di
essere ricambiato, anzi avrebbe azzardato che Temari ora lo odiava,
considerati i recenti sviluppi della loro relazione...
Quindi...
non poteva essere tanto idiota da amarla, ora.
Era stupido. Era illogico. Era
folle.
E poi cosa voleva dire amare?
La
stretta che sentiva allo stomaco al pensiero di non rivederla più,
al pensiero che la sua
Temari sarebbe scomparsa per sempre, era abbastanza intensa da essere
amore?
Come faceva ad esserne sicuro?
Non poteva.
Non lo sapeva.
Non sapeva niente di quelle cose.
E nella sua testa le immagini di
Temari occupavano tutto lo spazio disponibile, impedendogli di
ragionare lucidamente.
Ora cosa doveva fare?
Lei stava male. Non sarebbe più
guarita.
E lui, lui ora lo sapeva.
Cosa
doveva fare?
Kankuro studiò il suo
viso, pallido e tirato. Si chiese che genere di pensieri vagassero
dietro quegli occhi cupi, quali calcoli quel maledetto genio stesse
facendo... Sperava di averlo spaventato abbastanza da correre a Suna.
Era arrivato fino a Konoha solo per quello, dopotutto, e al suo
ritorno sarebbe morto per mano di sua sorella, ma lo aveva fatto a
fin di bene.
La malattia di Temari non era
‘giusta’. Era un orribile tiro mancino, la sfortuna più
terribile che le potesse capitare... e lui non voleva che la
affrontasse da sola.
Perché Temari non se lo
meritava.
Perché tante volte si era
preoccupata per lui, anche se lui era più grande, e perché
era la sua unica, adorata sorellina. Prima che Gaara conoscesse
Naruto, Temari era stata tutta la sua famiglia.
Decise di mettere un po’ di
pressione addosso a Shikamaru, per affrettare i tempi, e a bruciapelo
gli chiese: «Cosa hai intenzione di fare?»
Lui alzò lo sguardo, senza
capire la domanda.
Cosa aveva intenzione di fare?
Gli sarebbe piaciuto saperlo.
Ma la verità era che aveva
la testa vuota, che tutto ciò cui riusciva a pensare era lei e
solo lei...
...Lei.
Sì. Lei.
Già... Lei.
E all’improvviso capì.
«Devo andare a Suna»
disse bruscamente. «Non importa se mi ucciderà, non
importa se non mi vuole... devo vederla»
Kankuro trattenne un sorriso.
«Vai da solo o aspetti
anche me e Gaara?» si limitò a chiedere.
«Non ho tempo per aspettare
voi due. Vado solo»
Shikamaru tornò a casa
correndo come se dalla sua corsa fosse dipesa la sua vita. Quando sua
madre se lo vide piombare davanti a meno di mezzora dalla partenza,
ebbe per mezzo secondo l’idea di fargli una sfuriata colossale,
inveendo contro la sua maledetta pigrizia e imbastendo un bel
discorso sull’onore e il dovere... ma lui la precedette.
«Starò via per
almeno una settimana» le disse senza guardarla, sfrecciando
nella sua stanza. «Devo andare a Suna, e devo andarci subito»
«Cosa cosa?» chiese
lei, seguendolo perplessa. «E’ la nuova missione?»
«No. Mi prendo una
settimana di vacanza» rispose lui, riempiendo uno zaino con le
prime cose che gli capitavano sotto mano.
«Tu cosa?!» sbottò
sua madre, riconsiderando l’idea della strigliata, ma quando
incrociò i suoi occhi, mentre lui apriva il cassetto del
comodino e prendeva i kunai, le parole le morirono in gola.
«Shikamaru, che diavolo è successo?» chiese.
«Non lo so» rispose
lui tra i denti. «Te lo dico tra una settimana, se sono ancora
vivo»
Chiuse lo zaino, se lo issò
in spalla e attraversò in fretta la porta, costringendo sua
madre a farsi di lato per non essere investita.
«Se sei ancora vivo?»
ripeté lei, seguendolo contro il corridoio. «Cosa stai
andando a fare?»
«Ti spiego tutto quando
torno!» sbuffò lui esasperato, arrivando all’ingresso.
«Allora mettiamola così:
azzardati a morire per strada che ti resuscito e ti ammazzo io, ok?»
«Cercherò di restare
vivo, mamma»
Si infilò in fretta i
sandali, strinse meglio l’elastico della coda, e aprì la
porta dell’ingresso.
Si trovò davanti Ino.
«Wow, coordinazione
perfetta» commentò la kunoichi, abbassando la mano con
cui stava per bussare. «E hai lo zaino in spalla. Incredibile,
pensavo che avrei dovuto buttarti giù dal letto... comunque,
sei in rit...»
«Ino, non verrò in
missione» la interruppe lui, oltrepassandola. «Dillo tu
al maestro Asuma, mi prendo una settimana di vacanza. Quando torno
farò tutte le missioni che vuole, se insiste, ok?»
«Eh? Che? Dove stai
andando?» allibì Ino, affrettandosi a seguirlo.
«A Suna»
Ino per poco non trasalì.
Suna significava Temari.
«Ti prendi una settimana di
vacanza per stare con quella?» chiese, trattenendo a stento la
rabbia e affiancandolo.
Shikamaru gemette interiormente.
Perché si era imbattuto proprio in lei?
«Sta male. Devo scoprire
cos’ha» disse sintetico.
«Non sei la sua famiglia»
ringhiò Ino, mentre la gelosia insinuava i suoi tentacoli da
ogni parte. «Avrà già chi si preoccupa per lei!»
«Io
mi preoccupo per lei»
«Ma è stupido! Cosa
credi di poter fare, anche se vai là? Non sei un genio della
medicina, qualunque cosa abbia tu non migliorerai la sua situazione!
Ed è anche... assurdo! Tutti sanno che... che... di quello che
fate...» Ino strinse i denti, costringendosi a dirlo. «...Ma
per lei non significa niente, te ne rendi conto? Per lei tu non
significhi niente, e ora ti stai scapicollando fino al suo villaggio
senza motivo! Ti daranno dell’idiota, Shikamaru, e avranno anche
ragione!»
«Ino, chiudi la bocca!»
Shikamaru si fermò
bruscamente, girandosi a guardarla. Ino, rossa in viso, non abbassò
gli occhi azzurri.
«Non mi importa se per lei
conto meno di zero, non potrebbe fregarmene di meno» sibilò
rapido. «Sono io che ho bisogno di andare là e vederla.
Sono io. E a spiegartelo perdo solo tempo»
Di nuovo, le voltò le
spalle e riprese a camminare.
Ino rimase ferma dove si trovava,
e strinse i pugni. Lacrime bollenti le riempirono gli occhi, rendendo
la strada incerta e tremolante, ma l’umiliazione e il dolore erano
troppo intensi per permettere a Shikamaru di andarsene e avere
l’ultima parola.
«Lei
non ti ama!» gridò, incurante delle teste che si
voltarono a guardarla. «Sei un idiota, perché lei non
ti ama!»
Lui non rallentò, né
si girò a guardarla.
Ino represse un singhiozzo, e si
passò la manica sugli occhi, le guance già rigate di
lacrime.
“Lei
non ti ama... come ti amo io”
Nel
prossimo capitolo:
«Che
stai facendo?» le chiese Shikamaru, richiudendo la porta e –
madornale errore – dimenticando di controllare che la cameriera se
ne fosse andata davvero.
«Mi
sembra evidente» rispose lei aspra, cacciando un mucchio di
vestiti nella valigia.
«Vuoi
andartene? E dove?»
«Dove?
Oh, non importa!» prese l’unico peluche nella stanza,
appoggiato al cuscino, e lo ficcò malamente tra una maglietta
e un reggiseno. «Ma suppongo che dovrò scappare, una
volta che avrò ucciso il Kazekage e il suo nobile fratello»
* * *
* ȣ * * *
*
Spazio
autore
Non so che cosa pensare di questo capitolo.
Non so nemmeno perché, a dire il vero, ma mi sembra che abbia qualcosa di strano...
Bah. Me lo sarò immaginato.
ò_O
Comunque, mi dispiace informarvi che da qui e fino al capitolo 46 il centro dell'azione saranno Shikamaru e Temari
(chiedo umilmente perdono a tutti coloro che non amano questa coppia... u_u' Scusa, Kaho!)
e sapremo qualcosa sugli altri personaggi soltanto saltuariamente.
Ma con il capitolo 47 si torna sui vecchi binari, e finalmente anche il magico trio avrà il suo momento di gloria!
Ah, vorrei farvi notare che ci siamo liberati di Rin, per quanto riguarda le donne che ronzano attorno a Kakashi,
e che quindi restano "soltanto" Anko, Ayane, Shizune e Haruka...
Come se le gestirà il nostro prode eroe?
E... quanto state godendo, voi che non sopportate Ino? XD
Comunicazione di servizio: con lo scorso capitolo abbiamo oltrepassato pagina 300!
Stappiamo lo champagne!
Allora, signore e signori, avete voltato anche l'ultima pagina di Harry Potter?
Angolino tristezza
Di nuovo a Bologna.
La connessione non funziona.
Ho dimenticato le chiavi di casa nell'altra casa.
Dovrei studiare, ma... ma.
[Chiedo scusa per il ritardo, la connessione mi ha tradito... domani il prossimo capitolo!]
Hila92: credo che il tuo
paragonare questa fanfic a Harry Potter, anche solo per una piccola
parte, mi abbia definitivamente dato il colpo di grazia! Potresti
essere l'involontaria causa della mia prematura dipartita, sappilo...
Comunque devo ammettere che l'incipit del tuo commento era fantastico!
XD Tutto quell'entusiasmo, quel pathos, quel "Sì BRUTTO
IMBECILLE!!! SIIIIIIIIII *_*" mi hanno fatto sghignazzare per dieci
minuti buoni! Mi sembra di capire che Sasuke NON sia il tuo personaggio
preferito... XD D'altro canto, anche quando li ami, come capita con
Kiba, non sono del tutto fuori pericolo: sinceramente dubito che
stringerlo, stringerlo, stringerlo, stringerlo e stringerlo porti il
bel Kiba a sopravvivere a lungo! XD Mi consola che un pochettino sembri
capire Hinata... a quanto pare sono poche le persone che lo fanno!
ç_ç Povera piccina, e dire che è tutta colpa
mia...! A-hem... beh... diciamo che la parte logica e razionale di
Sakura le ha parato il culo nello scorso capitolo, ma siamo proprio
sicuri che lei abbia messo una pietra sopra Sasuke? Certo, lui ha un
pessimo tempismo, però... quanto è "solida", lei? Non
dimentichiamoci che devono ancora stare a stretto contatto per un po',
e si sa... tutto può accadere... tutto e niente... Oh. Puntavi
su Rin? ^^' Come dire... mi sa che dopo questo capitolo dovrai tirarci
una riga sopra! XD
OneWingedAngel: bentornato! ^.^
Ma come, impegnato anche sotto le vacanze? Non si fa, non si fa! In
periodo di siesta, si fa la siesta! Lo dice anche il medico
(cioè IO)! XD Che Sasuke sia invidioso di Naruto in
realtà non è affatto strano, per il semplice motivo che
il rapporto tra rivali comprende anche l'invidia, quando l'altro fa un
passo avanti. All'epoca del confronto Rasengan/Chidori, quello
interrotto da Kakashi, Sasuke già è stato invidioso di
Naruto, tanto per dirne una! E questa volta, dal momento che l'Uchiha
è un rottame ambulante, il confronto è sul piano
amoroso... Ora come ora è difficile dire come si evolveranno i
rapporti tra i due. Credo che l'ago della bilancia sia Sakura, e
ciò che deciderà del suo futuro... poi saranno loro a
regolarsi come meglio credono (anche a scazzottate, se necessario!)
Ohh, se ti piacciono Shikamaru e Temari preparati a farne indigestione
nei prossimi tre capitoli! XD Per quanto riguarda gli Hyuuga,
torneranno saltuariamente a popolare la scena, sia Hinata che Neji, e
di conseguenza anche Kiba... Tenten, invece, resterà invisibile
ancora per un po'! Su di lei il mistero si infittisce, uhuhuh...
Chissà cos'ha in testa...
veleno94: la tua recensione mi
ha insegnato una cosa importante: quando dovrò scegliere un nome
per i miei figli, ci starò molto, molto attenta! A vedere il tuo
nick mi sono presa davvero malissimo, ho immaginato chissà quale
commento acido, terribile, stroncante! Ho lasciato la lettura del
commento per ultima, pronta a sbattere la testa sulla tastiera, e
invece... *_* Davvero, l'unica "pecca" della recensione al
quarantaduesimo capitolo è che mi sono persa le quarantuno che
avrebbero potuto esserci prima! XD Il tuo commento è stato
lungo, dettagliato, esauriente, gratificante... Hai centrato in pieno
il problema del rapporto NaruSakuSasu, e sei subito entrata nelle mie
grazie quando hai detto di amare Kyuubi! Anche i tuoi "gusti facili"
sono un bel sollievo per me, che con l'avviso "pairing variabili" mi
sono messa sul ciglio di un burrone, pronta ad essere spinta giù
dai lettori più intransigenti! La teoria dell'harem è
rimasta impressa un po' a tutti, non ho capito perché! XD Ma mi
fa piacere, visto che l'ho coniata io, e per questo me ne
vanterò tutta la vita! Ohoh, vuoi sapere che ne è stato
di Natsumi Muto? Mi spiace per te, ma il suo personaggio resterà
avvolto nel mistero ancora mooooolto a lungo! Direi che, nonostante il
trauma iniziale, il tuo commento mi ha fatto davvero molto piacere! ^_^
E' la prima volta che qualcuno mi dice che "si nota la passione che ho
per la scrittura", ed è bastata questa semplice frase a mandarmi
in brodo di giuggiole - cioè, la ero già per l'intera
recensione, ma questa ha dato l'ultima spinta per lo scioglimento
totale! Grazie, grazie mille per aver letto la storia e per aver
commentato, conoscere il tuo parere mi ha davvero tirata su di morale,
e, purtroppo per il mondo, ha incrementato la mia autostima! XD
kimi: "Fosse stato per
me...altro che bacio!" Ecco, carissima, segnati questa frase...
uhuhuh... Comunque, io non ce l'ho con le ShikaIno. Cioè, le
tollero difficilmente, per il semplice motivo che il mio egoistico
cervello dà per scontata la ShikaTema, ma il riferimento
dell'altra volta era a un piccolo casino scoppiato tra le recensioni di
una fic ShikaIno... pare che una ragazza sia sclerata e abbia iniziato
a insultare l'autrice (peraltro bravissima) e il pairing, e io mi
chiedevo perché a persone evidentemente cerebrolese come quella
fosse stata data la capacità di ticchettare su una tastiera...
Il mio semplice pensiero è: non piace il pairing? Non si legge!
Così tutti ci evitiamo scene incresciose e noiosi travasi di
bile... Gli Uchiha che si chiamano Donnola sono molto fighi, concordo
assolutamente... sono gli Scoiattolini che mi creano qualche problema!
XD
harryherm: wow, preveggente!
°_° (sul "riproporsi" della vicenda...) Comunque... hai
ragione, non mi aspettavo una cosa così saggia da una fan del
narusaku come te! XD La tua analisi della situazione che si è
venuta a creare tra Naruto, Sasuke e Sakura mi è piaciuta molto,
spiega bene le motivazioni e le azioni di tutti, così come io le
ho in testa, e sono contenta che tu abbia rivalutato un po' Kiba, ci
tengo molto a lui! E' vero, in effetti i gruppi di Kishimoto finiscono
per assomigliarsi di generazione in generazione... I tre ninja supremi,
il team di Kakashi, Il team sette odierno... l'unica differenza
è che, almeno per quanto ne sappiamo, Tsunade non moriva dietro
a Orociok! XD Sarà che l'autore è affezionato alla
tipologia di personaggi, soprattuto al "tipo Sasuke" e al "tipo Naruto"!
killkenny: ahahahah! Come
dire... noto una leggera ostilità verso il nostro piccolo
Uchiha, eh? XD E sei in attesa di crisi? Ma che cattivo! (perché
sai che ci saranno? Non fare l'ingenuo, su! XD) Comunque il *BLARG*
d'esordio è stato spettacolare! XD
arwen5786: rispondiamo con
ordine! 1): io il gatto lo adoravo anche prima, ma se tu hai iniziato
ad apprezzarlo adesso, beh... meglio tardi che mai! XD 2): ma certo che
anche tu hai una speranza con Kakashi! Soprattutto dopo che gli ho
mostrato la tua foto... Uhuhuh... Ha apprezzato molto, sai? 3): povera
Hinata! XD Lo scorso capitolo ha messo Kiba su un piedistallo, ma per
contro ha fatto precipitare Hinata nell'oscuro baratro dell'odio dei
lettori! XD Ehh, si rifarà, si rifarà! (Hinata, intendo)
4): il "problema Sakura" è in realtà di facile soluzione:
a interrompere quello che avrebbe potuto essere il momento catartico
della fic è stata la sua parte razionale, che sa perfettamente
che un tradimento con Sasuke distruggerebbe Naruto. La vera incognita
è cosa farà la sua parte irrazionale... perché
tutti ne hanno una, e soprattutto le donne. In sostanza, quanto a lungo
reggerà? O interverrà qualcosa che la spingerà da
una parte o dall'altra? Per quanto riguarda Temari... dai, mi aspetto
l'intuizione geniale da te! XD (non ci vuole neanche un cervellone, a
dire il vero!) Che io sia una persona divertente, intelligente, di
spiccata eleganza nonché modestia,
è indubbio! Bisogna solo scoprirlo! (e cercare di convincere mia
madre che non sono l'anticristo, né la reincarnazione di Satana,
magari...) Scherzi a parte, è sicuramente una bellissima cosa
che riusciamo a chattare senza lanciarci virus da un pc all'altro, che
abbiamo gusti simili e che io ti instilli un po' di sadismo (anzi no,
il sadismo no! Già sprizza da ogni lettera della tua fanfic, se
poi ci metto mano io è la fine...! ç_ç), non
è mica scontato, quando si usa msn! Ho amici con cui sto
benissimo al di là del pc, ma che su msn diventano
improvvisamente silenziosi e cupi...! Quindi... ci è andata
bene! XD
Talpina Pensierosa: tu devi
smetterla di adularmi, disgraziata! Se un giorno troverò per
terra un quaderno della morte e mi metterò in testa di diventare
il nuovo Dio di un mondo perfetto ed epurato dal male, sarà solo
colpa tua e dei tuoi complimenti! (citazione da Death Note XD)
Jana: wow, quando vinci la
pigrizia ti dai da fare un bel po'! °_° (e comunque... le
versioni di latino si copiano, non te l'ha insegnato nessuno?) Wow,
direi che tifi nettamente per Haruka, tra le donzelle dell'harem di
Kakashi! XD Chissà se hai ragione oppure no? Chissà cosa
frulla nella mia buffa testolina...? Hinata è una povera ragazza
innamorata! (detto in tono melodrammatico) Capisco che avere accanto
uno come Kiba e non svenirgli ai piedi sia assurdo, ma gli occhi di lei
puntano in una sola direzione! Prova per un attimo a dimenticare Kiba e
a pensarla soltanto come "colei che guarda Naruto da lontano, sapendo
che lui ricorda a malapena che esiste"... non ti fa una gran pena?
ç_ç Certo, il piano malvagio per accoppiare Tenten a
Neji, liberandoci di entrambe le giovani rampolle Hyuuga, è
accattivante (non è vero! XD), ma, ahimè, lo vedo un
tantino infattibile! XD Cioè, insomma... tu per Sakura vorresti
un harem? XD Già che ci siamo, dopo Naruto e Sasuke, diamole
anche Kakashi! E pure Sai, dai! MA INSOMMAAAA! Manteniamo un minimo di
contegno, questa è una fic perbene! (e soprattutto, è a
rating giallo!) XD Ah, ovviamente continuerò ad aggiornare
presto! Alla tabella di marcia non si scappa, no no! U_U
lale16: il buon Kakashi ha
adottato metodi più tradizionali per uscire con tutte le
ragazze: prendere il biglietto, prego. Nello specifico, una dopo
l'altra! XD Il suo scopo? Se non è chiaro già ora, lo
sarà tra pochi capitoli! Ahahahah! XD Il modo in cui hai
elegantemente ignorato che Sasuke ci ha provato con Sakura e ci
è quasi riuscito è stato fenomenale! Penso che
riceverò un altro po' di recensioni di questo tipo... uhuhuh...
Jenna Uchiha: peccato che Kiba
non si è dichiarato? Io direi: meno male! sai che casino me ne
sarebbe uscito? Hinata in crisi, lui in crisi, Hiashi che allunga i
tentacoli... no, grazie! XD Non ora che c'è il casino di Sasuke
e Sakura in ballo, almeno! Tra l'altro, "queste occasioni" non accadono
una sola volta, no no... Come dire... ho la vaga impressione che tu
parteggi per la curva nord, quella SasuSaku... non so, potrei anche
sbagliarmi... Sai, gli striscioni che inneggiano alla coppia e le
trombette che intonano il canto "Sasuke e Sakura per sempre con noi" mi
indirizzano da quella parte, ma non si è mai abbastanza certi...
XD
Reina: "territorio già
colonizzato"! XD Ottima definizione di Sakura, decisamente! Wow, sei la
prima a scagliar pietre su Kiba dopo lo scorso capitolo! Mi piacciono
le voci fuori dal coro! XD Anche se... povero pulcino, lui ci sta
provando a far ri-orientare l'antenna di Hinata... è che
è un lavoro difficile! Per quanto riguarda Kakashi, chi ti dice
che non sia suo preciso obiettivo farsi scoprire...? Insomma, si sta
muovendo in maniera un po' avventata, no...?
Julia83: fiuu, ho passato la
prova del fuoco allora? Avevo qualche timore su quel capitolo,
perché è una parte importante della storia e c'era il
concreto rischio di finire OOC, ma fino ad ora le recensioni sono state
positive, e quindi tiro un sospiro di sollievo! E' vero, Sakura non
è esattamente il mio personaggio femminile preferito (credo che,
assurdamente, sia Tsunade! XD Che, in effetti, è abbastanza
simile a Sakura... però NON è come lei! >_<), ma mi
rendo perfettamente conto di averla messa in una situazione difficile.
Non a caso ho intenzione di trattarla con la dovuta attenzione,
cercando di scavare nella sua coscienza e di tirar fuori tutti i suoi
dubbi e le incertezze. Così come, d'altronde, farò per
Sasuke. Nemmeno lui se la passa tanto bene, vede una luce di speranza e
scopre che Naruto ci è arrivato prima, sta cercando di
riprendersi, e scopre che c'è sempre qualcosa che tenta di
abbatterlo... deve essere frustrante alla lunga (per quanto sia
gratificante dal mio punto di vista... *_*) Oh povero Hiashi, per
una volta che non c'entra niente...! XD Lui di Kiba non si impiccia
proprio, quello è un aspetto che riguarda solo ed esclusivamente
Hinata! Mentre Neji fa tanto il calcolatore, ma sotto sotto...
chissà se è davvero tanto freddo! Come hai visto
Shikamaru è tornato in scena, ma per lui le cose non sembrano
andare tanto bene! E nel prossimo capitolo... peggioreranno! u_u Bacio!
^^ (sì, dopo la preview cupa cupa, saluto con aria frivola e
leggera! XD)
sammy1987: Kakashi è un
Vero Duro! Se non riesce a uscire da questa situazione lui, allora
l'intero genere maschile è perduto! U_U Sasuke ti ha fatto
tenerezza? °_° Stiamo parlando dello stesso Sasuke?? Non ti
starai confondendo con il piccolo Samurai della canzoncina...? XD Va
beh, io sono un po' di parte e dico: Sasuke al rogo!! Muahahahah!!
Però... beh, pena ci sta... ma tenerezza? Non era tanto "tenero"
mentre si strusciava addosso a Sakura! u_u (sì, sto biecamente
cercando di demolire la sua immagine! XD)
Rhymes: innanzitutto, ben
arrivato in quest'angolino! Leggere tutti i 42 capitoli di questa fic
in un giorno solo è davvero un'impresa titanica, perché
sono ben 308 pagine di word scritte a Times New Roman 12! A te un
riconoscimento speciale per il coraggio e l'abilità! XD In
effetti hai ragione, gliene faccio passare di tutti i colori...
è che ho un piano preciso in testa, e devo raggiungere un certo
obiettivo (anzi, una serie di obiettivi) entro la fine... senza contare
che, se ci fossero davvero periodi "di bonaccia", probabilmente li
sintetizzerei con un "due settimane dopo..." XD Ammettilo, dai: che
piacere ci sarebbe a leggere solo di missioni che vanno bene, amicizie
che durano, tranquillità familiare... al terzo capitolo uno si
addormenta sulla tastiera! XD Il ritmo degli aggiornamenti è fin
troppo rapido, tranquillo! Ogni due giorni io sono qui!
Mala_Mela: ahh, i cari, vecchi
compiti... quando arriverai all'università li rimpiangerai:
quelli li puoi copiare, gli esami non te li prepara nessuno...
Comunque, nella mia ingenuità avevo scordato quanto possono
essere... uhm... come dire... indefinibilmente drammatici i tuoi
commenti (anzi, indefinibili e basta XD). Cioè, sei arrivata al
punto di dire che provi pena per Sasuke! PER SASUKE! Lo stesso
esseruncolo che insultiamo allegramente via msn! Madonna, devo rivedere
il mio stile con lui, a questo punto... rischio di traviare troppe
menti! Comunque quarantadue capitoli non sono un granché,
considerato che ne ho pronti 49 e che sono più o meno a pagina
360... e, in effetti, io prendo lo scrivere fanfic come un tirocinio
per il mio futuro mestiere di scrittrice! (zitti tutti, io ci credo!
>_<) E quella scena
è in arrivo, è già sul mio pc... se un fulmine non
me lo manda a catafascio, la leggerai presto! (se me la sono tirata
addosso, mi tiro un pugno da sola, giuro) Tra parentesi... sempre
più avanti, sempre se nulla scombina i miei piani... potresti
trovarti un minuscolo siparietto interpretabile come NejiHina...
dedicato a tutti coloro che, come te, "leggono tra le righe"! XD
Rory_chan: povera Sakura,
l'unica donna insultata perché NON ha tradito! (sì, ho
letto che è la sua unica scusante, ma il motivo dell'insulto non
cambia! XD) Ehh, ma i fan della SasuSaku sono terribili, oh sì!
XD In ogni caso, posso vantarmi di aver convinto con il NaruSaku, se
sento che c'è gente che tifa spassionatamente SasuSaku, ma che
ha apprezzato NaruSaku in questa fic! (so che con tutti questi pairing
la frase è incomprensibile! XD) Comunque avrai modo di vedere
con i tuoi occhi come si evolveranno le cose... Per qualche capitolo
sapremo poco del magico trio, ma entro il 49 ci sarà una svolta
molto importante! ^_^
tonyesp: oh maledizione! >_<
Aya
|
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Capitolo 44 *** L'unico uomo ***
Naruto-44
Capitolo
quarantaquattresimo
L’unico uomo
Shikamaru arrivò a Suna in
meno di tre giorni, rischiando per questo un infarto. Quando
raggiunse le alte mura rossicce che circondavano il villaggio, i
ninja di guardia insisterono per farlo sedere all’ombra e dargli un
integratore vitaminico, convinti che altrimenti avrebbero avuto il
suo cadavere sulla coscienza; lui provò a rifiutare, ma la
corsa attraverso il deserto lo aveva sfiancato al punto che non
riuscì ad opporsi. Fu quindi costretto a perdere mezzora per
riprendersi, circondato dai ninja che tiravano un sospiro di
sollievo, e poi qualcuno ebbe la bella idea di chiedergli cosa ci
facesse nel Paese del Vento.
«Se cerchi l’Hokage, non
è ancora tornato dal tuo villaggio» gli fecero notare.
«Lo so» rispose lui,
svuotando in fretta la seconda brocca d’acqua e rialzandosi in
piedi. «Sono qui per un’altra faccenda. Grazie per
l’ospitalità, ma adesso devo proprio andare»
Le guardie lo lasciarono partire,
senza fare commenti, ma quando fu fuori portata d’orecchio, tutte e
due ghignarono.
Shikamaru Nara era diventato
famoso a Suna. E se non era lì per un messaggio o una missione
urgente... allora era lì per una persona.
«Dici che torna vivo?»
chiese uno dei due ninja.
«Io punto sul no»
rispose l’altro.
«Vada per il sì, per
me»
Si strinsero la mano, senza
rancore.
Per quel che li riguardava,
c’erano esattamente le stesse possibilità che il ragazzo
vivesse o morisse.
L’ignaro, però, non
poteva saperlo; e neppure gli interessava. Corse attraverso Suna,
ignorando la sua anima pigra che si lamentava per l’eccessiva
attività fisica, fino a raggiungere il palazzo del Kazekage.
Un mese prima avrebbe dato un braccio per non raggiungerlo mai, e ora
invece avrebbe voluto abitarci di fianco.
Arrivato all’ingresso, si fermò
e riprese fiato, asciugandosi il sudore dalla fronte.
«Cerco... Temari»
ansimò, maledicendosi perché non sapeva già dove
trovarla.
Vide un brillio furbo negli occhi
delle guardie, e capì che svelare la sua meta così in
fretta lo avrebbe portato un passo più vicino alla morte, dato
che Temari aborriva lo spargersi della notizia dei loro ‘rapporti
stretti’ – e glielo aveva fatto capire chiaramente quando aveva
scagliato il comodino oltre il letto, diretto alla sua testa.
Ma morire gli sarebbe anche
andato bene, se prima l’avesse vista.
Al momento sembrava un pensiero
dotato di una sua logica.
«In teoria non dovremmo
dirtelo...» sussurrò una guardia in tono cospiratorio,
facendosi più vicina. «Ma è a casa sua, da quella
parte» indicò una via traversa. «Prosegui per
trecento metri, poi, sulla destra, vedrai una grande casa rossa. Non
puoi sbagliarti, sopra la porta è scolpito il simbolo della
Sabbia»
Ah già.
Ovviamente, se stava male, non
poteva essere al palazzo del Kazekage.
«Grazie» bofonchiò,
sentendosi discretamente stupido, e si avviò lungo la strada
che gli avevano indicato.
Sì, ecco, ora c’era un
problema.
Nei due giorni e mezzo che aveva
impiegato per arrivare fin lì si era immaginato mille volte e
in mille modi diversi il suo incontro con Temari. Ma avveniva sempre,
invariabilmente, nel palazzo del Kazekage.
Insomma, non era preparato alla
sua casa.
In più ci si mettevano
anche le parole di Ino, che all’improvviso gli rintronavano in
testa, e il suo coraggio veniva meno.
«Sei
un idiota, perché lei non ti ama!»
Forse era vero.
Forse era davvero un idiota, e
lei non lo amava.
Ma in fondo non importava.
«Sono
io che ho bisogno di andare là e vederla»
Era lui che voleva vedere Temari.
Nel palazzo del Kazekage o a casa
sua, alla fine era irrilevante. Lui voleva vederla.
Aumentò il passo,
scrutando attentamente ognuna delle case sulla destra.
Cento metri.
Accidenti,
erano tutte
rosse.
Duecento metri.
Ma quella del Kazekage doveva
essere più grande delle altre, la sua famiglia aveva sfornato
ben due capi villaggio, i soldi avrebbero dovuto uscirgli dal... da
tutte le parti.
Trecento metri.
Perché, perché si
perdeva in pensieri cretini?
Quattrocento metri.
Ehi.
Era mica quella indietro?
Shikamaru fece dietrofront in
fretta, e si accorse che in effetti aveva oltrepassato l’immensa
casa rossa con la clessidra scolpita al di sopra della porta. Si
diede dell’idiota, e si fermò davanti all’ingresso.
Inspirò a fondo.
«Razza
di imbecille che non sei altro! Dovevi proprio aprirla quella porta,
eh?! Non potevi svegliarmi e avvisarmi, no! Dovevi fare il figo con
la donna nel letto! Sei un demente! Un minorato mentale! E ancora più
stupida sono io che ti ho dato retta! Non farti vedere mai più
davanti ai miei occhi, o la prossima volta ti tiro dietro il
ventaglio! E non sto scherzando!»
No. L’ultimo ricordo che aveva
di Temari non lo incoraggiava.
Poteva sperare che fosse tanto
malata da non riuscire a sollevare pesi?
Deglutì a vuoto.
“Avanti
Shikamaru” si disse. “Cerca di ricordare come fa tuo padre a
cavarsi dagli impicci con mamma...”
Scappando.
Beh... sarebbe stata una buona
opzione...
...Ma lui non poteva scappare,
quella volta. Non voleva farlo.
E allora non gli restava che
andare avanti a testa alta, e sperare in un’illuminazione geniale
al momento opportuno. Desiderò intensamente che i suoi
duecento punti di Q.I. sprizzassero scintille come un fuoco
d’artificio.
Sulla porta della casa rossa
c’era un grande batacchio pesante, scolpito ancora una volta a
forma di clessidra, e lui lo usò per bussare. Il suo colpo
rimbombò all’interno, tanto forte da essere udito anche
fuori, e si spense in un’eco profonda.
La serratura scattò.
La porta si aprì
silenziosa, senza cigolare.
Sulla soglia comparve una
graziosa domestica, che gli rivolse un sorriso cortese e chiese:
«Sì?»
All’improvviso, Shikamaru si
sentì la bocca completamente secca.
«Ehm... Temari»
riuscì ad articolare alla fine, e quando vide negli occhi
della cameriera lo stesso brillio di comprensione degli altri ninja,
desiderò sprofondare fino all’inferno, in quel preciso
istante e per sempre.
«Oh, entri, entri pure»
cinguettò la ragazza, facendosi da parte. «La signorina
Temari è in casa, gliela chiamo subito»
«Ehm... no, aspetta»
la fermò lui. «Forse è meglio se mi accompagni da
lei... non andare sola»
“Non
ti voglio sulla coscienza”
La domestica arrossì di
piacere alla proposta, ansiosa di tendere l’orecchio e poter
distribuire notizie fresche a chiunque fosse disposto ad ascoltarla,
e fece strada a Shikamaru tutta contenta.
«In questo momento dovrebbe
essere nella sua stanza» spiegò salendo le scale in
marmo lucente. «Ultimamente ci passa un sacco di tempo, la vedo
uscire così di rado...»
“Quindi
la notizia della malattia non è di pubblico dominio?” si
chiese lui seguendola. Ad ogni gradino il suo cuore accelerava un po’
di più, minacciando davvero di fermarsi per sempre, e le sue
orecchie smisero di ascoltare le chiacchiere vuote della domestica
quando raggiunsero il primo piano e iniziarono a percorrere il
corridoio.
Alla fine, com’era ovvio, si
fermarono davanti a una porta assolutamente anonima, uguale a tutte
le altre.
E fu lì che Shikamaru
iniziò a pensare di aver fatto un grosso errore.
La domestica alzò il pugno
per bussare, ma lui la fermò.
«Ehm...» si schiarì
la voce. «Per caso... Temari tiene quel suo grosso ventaglio in
camera?»
«Ma certo»
«Oh. Allora, quando avrai
bussato, fatti indietro»
La ragazza gli lanciò
un’occhiata perplessa, ma il desiderio di scoprire come si
sarebbero evolute le cose era più forte di ogni altra cosa, e
così bussò delicatamente.
«Signorina Temari? C’è
un ospite per lei»
Dall’interno provenne il suono
ovattato di una sedia che si sposta, e poi passi quasi
impercettibili.
Shikamaru vide la maniglia della
porta abbassarsi con un misto di orrore e trepidazione, e fece
spostare la cameriera un poco più indietro.
Infine, la porta si aprì.
E se la trovò davanti.
Gli occhi di Temari erano
esattamente uguali a quelli che ricordava, grigio-verdi e dalle
ciglia lunghe, e i capelli erano raccolti come al solito, biondi e
crespi.
Strano.
Non sembrava particolarmente
pallida, o sbattuta, o dimagrita.
Anzi, a voler essere pignoli gli
sembrava in salute più che ottima, come se fosse appena
tornata da un centro di bellezza.
Ebbe meno di un secondo per
ammirarla.
Poi la porta gli fu sbattuta in
faccia.
Shikamaru sospirò.
«Sign...!» tentò
la domestica, delusa dalla prematura fine del suo aneddoto per la
comunità, ma lui tese una mano e le fece segno di stare zitta.
«Ora puoi andare, ci penso
io» borbottò.
La luce negli occhi della ragazza
si riaccese, insieme a una vena di nuova ammirazione. «Ehm...
buona fortuna!» sussurrò emozionata, e lui rispose che
gliene sarebbe servita parecchia.
Bussò piano, quasi
stancamente.
«Temari? Sto per entrare»
avvisò, e, cauto, aprì uno spiraglio.
Attese la bomba a mano, ma quella
non venne. Allora, leggermente riconfortato, ebbe il coraggio di
aprire del tutto ed entrare.
La stanza era grande ma semplice,
essenziale; c’era un letto dalle coperte color ocra, un armadio,
una scrivania. Sul piano di legno antico c’era un foglio mezzo
scritto, e la sedia era spostata, con il risultato che andava a
piegare un angolo dello spesso tappeto che copriva il pavimento.
Tutto lo stile, in generale, era riconducibile a quello dello studio
del Kazekage.
Temari in quel momento stava
transitando dall’armadio al letto con aria corrucciata, e sulle
coperte c’era una valigia aperta.
«Che stai facendo?»
le chiese Shikamaru, richiudendo la porta e – madornale errore –
dimenticando di controllare che la cameriera se ne fosse andata
davvero.
«Mi sembra evidente»
rispose lei aspra, cacciando un mucchio di vestiti nella valigia.
«Vuoi andartene? E dove?»
«Dove? Oh, non importa!»
prese l’unico peluche nella stanza, appoggiato al cuscino, e lo
ficcò malamente tra una maglietta e un reggiseno. «Ma
suppongo che dovrò scappare, una volta che avrò ucciso
il Kazekage e il suo nobile fratello»
Shikamaru faticò, faticò
davvero a trattenere il sorriso. Ad ogni istante che passava gli
sembrava decisamente meno malata che mai, e la cosa... era
esilarante, a ben vedere.
Anche se sapeva che lei stava
probabilmente fingendo.
«Solo perché Kankuro
me lo ha detto?» ribatté, infilando le mani in tasca.
«Gli
avevo espressamente
vietato di farlo. Gli avevo detto che non volevo, gli avevo detto che
se ti fossi presentato davanti ai miei occhi avrei ucciso te e lui...
ma quello fa sempre di testa sua. Anche quando avevo quattro anni e
mi piaceva quel bambino, lui si è messo in mezzo e ha rovinato
tutto!» prese una manciata di kunai e li gettò sopra i
vestiti e il tigrotto di pezza. «Ah già, dovrò
far fuori anche te» ricordò all’improvviso.
Shikamaru sbuffò, di umore
molto più leggero. Era sopravvissuto al primo incontro, e lei
parlava di ucciderlo ma non degnava di un’occhiata i kunai nella
valigia... le previsioni sembravano abbastanza rosee.
«Sei sempre la solita
super-donna, eh?» commentò, studiando con interesse i
suoi tentativi di richiudere la valigia che esplodeva. «Vuoi
fare tutto da sola, superare tutto da sola... Ma non sei sola»
Si avvicinò, la scostò
gentilmente, e si piegò sulla valigia. «Io... capisco
che sia difficile» disse, sforzandosi di far combaciare i bordi
e le cerniere. «Cambierà tutto, Kankuro me lo ha
detto... ma non devi dimenticarti di me. Io ci sarò sempre,
e...» piccola pausa per uno sforzo maggiore, il primo
centimetro di cerniera. «...anche se questa malattia dovesse
sfigurarti, o... avere danni permanenti... io sarò sempre al
tuo... fianco! Oh! Fatto!»
Shikamaru si raddrizzò, e
contemplò soddisfatto la sua opera: le cerniere della valigia
sembravano sul punto di cedere e la stoffa era bitorzoluta e tesa, ma
era indubbiamente chiusa.
A quel punto si voltò
verso Temari.
«Mi permetterai di restarti
vicino?» le chiese, serio, e non gli sarebbe importato, anche
se lei non lo avesse amato. Voleva solo starle accanto.
Lei lo fissò ad occhi
spalancati.
Aprì la bocca per dire
qualcosa, poi la richiuse. Incrociò le braccia sul petto,
gesticolò a vuoto, tornò a incrociarle. Lo oltrepassò,
arrivò alla scrivania, prese il foglio che stava scrivendo, lo
rimise giù, e raggiunse l’armadio.
Mentre Shikamaru si chiedeva se
la sua malattia non compromettesse l’uso della ragione, lei si
voltò bruscamente e lo fissò, con sguardo indagatore.
«Esattamente... che cosa ti
ha detto Kankuro?» chiese in tono casuale.
«Ehm... che eri malata...»
rispose lui, improvvisamente insicuro. «...Che non saresti
guarita, che la tua malattia si sarebbe trascinata per tutta la
vita... che non saresti mai più stata la stessa...»
Temari sbatté le palpebre,
e poi chinò la testa, una mano a coprire gli occhi.
«Quella testa di...»
mormorò, e l’ultima parola andò persa nel borbottio.
Lentamente, risollevò il capo e inspirò a fondo.
«Shikamaru. Io non sono
malata. Sono incinta»
E in quel momento le cerniere
della valigia cedettero, e i kunai volarono da tutte le parti,
insieme ai vestiti e al malcapitato tigrotto di peluche.
Da tre giorni non lo vedeva.
Da quell’infausto abbraccio che
stava per trasformarsi in bacio, Sakura si era tenuta lontana dalla
stanza di Sasuke. Aveva passato tutto il suo tempo nel laboratorio al
pianterreno, aveva sintetizzato un nuovo, blando calmante, e ne aveva
prodotto in quantità industriali. Aveva studiato le analisi
dell’Uchiha, ne aveva fatte altre, aveva provato a fare
ragionamenti strani per arrivare a una nuova soluzione, e aveva anche
passato tante ore a fissare il cielo fuori dalla finestra, con la
testa completamente vuota.
Ma questo né Sasuke né
Naruto potevano saperlo.
Il biondo non poteva sapere
nemmeno dell’abbraccio.
Eppure, nella stanza dell’Uchiha
all’ultimo piano dell’ospedale, l’atmosfera era molto più
che gelida.
«Mi sembra che tu stia
meglio» commentò Naruto, a qualche passo dal letto.
«Sì» rispose
Sasuke, senza staccare gli occhi dal libro che stava posato sulle sue
ginocchia, e che trattava di economia.
«Le cure di Sakura hanno
effetto, eh»
A quelle parole l’Uchiha si
irrigidì impercettibilmente, e lui lo notò.
«Mh...» mormorò
vago, stringendosi nelle spalle.
Naruto rimase in silenzio per
qualche istante, ad occhi bassi.
Da quando Sasuke era tornato a
Konoha, ormai quasi due mesi prima, in sua presenza non aveva mai
fatto o detto nulla che lasciasse intendere che stava con Sakura. Non
un gesto d’affetto, non un cenno di troppo, sempre la distanza
giusta e il tono giusto.
Nemmeno lui sapeva perché
l’aveva fatto.
Forse perché
inconsciamente sapeva che Sakura si sarebbe trovata a disagio, o
forse... perché aveva paura di scoprire la reazione di Sasuke.
Ma quel giorno aveva bisogno di
conoscerla.
Sentiva che era la chiave di
tutto.
«Sai... io e Sakura stiamo
insieme» disse, studiando l’Uchiha di sottecchi. «Lei
vive con me»
Sasuke smise di far scorrere gli
occhi sulla pagina.
Sapeva benissimo che Naruto e
Sakura stavano insieme, era stata lei stessa a dirglielo. Ma
probabilmente Naruto non ne era al corrente, e quindi si aspettava
una reazione.
«...Ah sì?»
disse, cercando di mantenersi più neutro possibile, e riprese
a leggere.
«Sì» replicò
Naruto, con forza. «Io la amo. E anche lei mi ama»
«Ah... bene» un
commento vago, disinteressato.
«Anche tu dovresti
innamorarti di qualcuno, velocizzerebbe la tua guarigione»
Sasuke fece un sorriso
sprezzante, e alzò gli occhi neri a incontrare i suoi azzurri.
«Stai suggerendo una delle infermiere?» chiese
sarcastico. «Non ce n’è una che meriti anche solo di
essere guardata...»
«E tra i dottori?»
insisté Naruto, cercando il minimo segno di colpevolezza come
un drogato è alla ricerca del tormento dell’ago che penetra
nella carne.
Sasuke lo fissò, in
silenzio. «Dove vuoi arrivare?» chiese dopo alcuni lunghi
secondi. «Gli unici dottori che si occupano di me sono Sakura,
la donna dai capelli scuri e l’Hokage»
Altro silenzio, altra pausa.
«...Vuoi sapere se mi sto
innamorando di lei, Naruto?»
Un muscolo guizzò sul
collo del biondo, che pure rimase impassibile.
«Ti stai innamorando di
lei?» chiese, freddo. Non c’era bisogno di fare il nome di
Sakura per sapere di chi parlavano.
Sasuke sostenne il suo sguardo,
senza rispondere. Poi, abbassò di nuovo gli occhi sul suo
libro. «Non dire stronzate» mormorò. «Io non
ho bisogno di innamorarmi di nessuno. Ora ho altre preoccupazioni più
pressanti»
Naruto abbassò le
palpebre, incerto.
Doveva credergli? Il suo tono era
stato perfetto, indifferente e un po’ seccato... ma le sue
esitazioni? Da dove uscivano quelle? Erano normali?
«...Va bene» disse
piano.
Per quel giorno gli avrebbe
creduto. Perché lui era Sasuke, e avrebbe creduto a qualunque
cosa fosse uscita dalla sua bocca.
E anche... perché aveva
detto esattamente le parole che voleva sentire.
«Ora devo andare, c’è
una missione che mi aspetta» proseguì, di umore più
leggero. «Tu continua a migliorare, la settimana prossima
voglio sfidarti»
Gli sorrise, e con un cenno se ne
andò, accantonando lo strano comportamento di Sakura e tutti i
suoi timori.
Non sentì il gorgoglio
basso nel suo stomaco, come le fusa di un grosso, grosso felino...
Sasuke, dal letto, aspettò
che la porta si richiudesse e smise di muovere gli occhi sulla pagina
della quale non capiva nulla.
Si passò una mano tra i
capelli, stringendo i denti.
«Ti
stai innamorando di lei?»
Lui l’aveva abbracciata, sì.
Aveva provato a baciarla.
Ma era stato respinto.
Non aveva tempo per l’amore.
Ora la sua unica preoccupazione doveva essere la salute, e il marchio
maledetto che lo corrodeva... perché lui aveva un obiettivo.
Di nuovo, dopo tanto buio, aveva
un obiettivo... ed era la cosa più importante di tutte.
Eppure,
l’immagine di quell’illusione
non se ne andava...
Il tigrotto di peluche era più
morbido del previsto.
Nell’esplosione della valigia
era volato fino al soffitto e gli era caduto in testa, e ora stava in
bilico sul ciuffo ad ananas, con la coda che cadeva penzoloni sul suo
naso.
Shikamaru non si diede la pena di
spostarlo.
Immobile, rigido come un pezzo di
legno, fissava Temari; e il mondo gli cadeva addosso.
Un bambino.
Che cresceva dentro di lei.
Oh, sicuramente Temari non
sarebbe più stata la stessa. Sicuramente sarebbe cambiata ogni
cosa. Sicuramente se lo sarebbe portato dietro tutta la vita...
Kankuro, in fondo, non aveva mentito.
«...Di chi è?»
chiese piano.
Un lampo di irritazione passò
nello sguardo di lei. «E’ mio, solo mio. Non ti preoccupare,
non ho la minima intenzione di obbligarti a prendertene cura, anzi
non ne voglio sapere niente. Passare il resto della mia vita con te?
Non riesco a immaginare futuro peggiore!» sbottò
sprezzante, parlando un po’ troppo in fretta.
«Stai dicendo... che è
nostro figlio?» domandò Shikamaru con un filo di voce, e
se il mondo tornò a reggersi da solo, questa volta fu il
terreno a scomparire da sotto i suoi piedi. «No» disse,
come un automa. «No, non è possibile... abbiamo sempre
usato tutte le precauzioni, non può...»
Lei sollevò un indice,
interrompendolo.
«Mi spiace deluderti»
sibilò. «Ma c’è stata una volta in cui non
abbiamo pensato alle conseguenze. Un’unica, stupida volta... in cui
tu hai voluto fare il grand’uomo e ti sei lasciato travolgere dalla
passione contro il muro del palazzo del Kazekage»
I ricordi di quella notte
tornarono a Shikamaru confusi, avvolti in una nebbia di piacere che
distorceva tutto.
Possibile?
Era stato davvero
tanto idiota?
«Ma... ne sei assolutamente
certa?» chiese smarrito. «Non... non c’è stato
nessun altro... nessuno che...?»
«Solo tu» rispose
lei, e il suo tono era... ferito. «L’unico maledetto uomo
della mia vita...» mormorò. «...E a quanto pare ho
scelto anche male»
Distolse lo sguardo, e con la
scusa di recuperare un reggiseno volato sull’armadio gli diede le
spalle.
Sentiva un nodo in gola, gli
occhi le bruciavano.
Aveva sempre avuto un ciclo
perfetto, regolare come un orologio, e aveva sempre capito quando era
malata e quando c’era qualcosa che non andava nel suo corpo.
Tre giorni dopo aver cacciato
Shikamaru dalla sua stanza tra urla e insulti, c’era stato il
ritardo.
E ora, a due settimane dalla
famosa notte, era assolutamente certa di essere incinta.
Non aveva bisogno dei risultati
delle analisi, lei lo sapeva. Lo sentiva. Se chiudeva gli occhi
poteva vedere un puntino minuscolo che palpitava dentro di lei,
sempre più grande ora dopo ora, e poteva immaginare come
sarebbe stato nove mesi dopo, con tutte le sue ditina, e gli occhi
grandi, e la bocca socchiusa...
...Lei lo vedeva.
E lo amava.
Lo aveva amato dal primo istante
in cui ne aveva avuto il sospetto.
Nemmeno per un istante aveva
pensato di liberarsene, anche se avesse significato crescerlo da
sola.
Aveva avuto paura di dirlo a
Shikamaru.
Era successo tutto così
all’improvviso, dopo la lite a Suna... con che faccia poteva
ripresentarsi davanti a lui e dirgli “prenditi le tue
responsabilità di padre”?
Non ci sarebbe mai riuscita.
Il pigro, l’adolescente,
immaturo Shikamaru Nara... Che prendeva in mano la situazione e
cresceva all’improvviso, per essere padre.
Non sarebbe mai successo.
Mai, nemmeno nei suoi sogni più
fantasiosi.
Aveva confessato a Gaara e
Kankuro di essere incinta, perché loro erano la sua famiglia e
dovevano sapere, ma nessun altro ne era a conoscenza.
E Shikamaru non avrebbe mai, mai
dovuto scoprirlo...
...Così lei si sarebbe
evitata la scena penosa che invece stava vivendo.
Lo
aveva chiesto, ai suoi fratelli. Quando il più piccolo se ne
era uscito con la proposta improvvisa di fare una riunione a
quattr’occhi con Tsunade, lei li aveva avvertiti: “provate
soltanto ad avvicinarvi a lui per dirglielo, e io giuro che vi
uccido, incinta o meno”
Ma naturalmente non l’avevano
ascoltata.
Probabilmente
nutrivano un po’ troppa fiducia in Shikamaru... molta più di
quanta ne meritava, se il suo primo commento era stato ‘di
chi è?’
E dire che gli aveva detto tante
volte che lui era l’unico, che era speciale... pensava che lo
sapesse, che lo avesse capito...
...La notte in cui l’aveva
spinta contro il muro, la notte che li aveva portati a quel punto,
era stata felice.
Per una volta, per la prima
volta, aveva pensato che finalmente era riuscita a risvegliare il suo
interesse, che non era solo lei a voler stare con lui, che per lui...
contasse qualcosa.
Ma non aveva capito niente.
Di Shikamaru Nara, lei non aveva
capito niente.
Asciugò in fretta le
lacrime, lottando perché i singhiozzi non la tradissero, e
continuò a raccogliere i vestiti sparsi per la stanza dandogli
le spalle. Arrivata alla scrivania, vide che un kunai si era
conficcato nella lettera che stava scrivendo prima che lui arrivasse.
Una lettera per lui.
Una lettera che non aveva
intenzione di mandare, ma che l’aveva fatta stare un po’
meglio... finché non si era presentato alla sua porta, in
carne ed ossa.
«Io...» mormorò
Shikamaru a quel punto, con una voce strana che non gli apparteneva.
«...Ho bisogno di tempo per pensare»
Lei, che aveva trattenuto il
fiato quando lui aveva iniziato, chiuse gli occhi.
Tempo...
...Significava che non sarebbe
più tornato.
«Vattene» disse,
posando le mani sulla scrivania. «Vai al tuo villaggio»
«Quando avrò
riflettuto su tutto quanto, tornerò» ribatté lui,
avvicinandosi alle sue spalle. «Te lo prometto»
Lei sorrise amara, senza dire
nulla, perché se avesse parlato la voce incrinata avrebbe
svelato che piangeva.
Shikamaru tese una mano verso la
sua schiena, esitante... poi la ritrasse, e se la passò sul
viso tirato.
«Ciao...» la salutò,
e uscì dalla stanza.
Temari rimase sola, lei e il suo
bambino, lei e la creatura che avrebbe cresciuto senza l’aiuto di
nessuno. Sarebbe stata forte, per il bene di lei o di lui, avrebbe
lottato e sarebbe andata avanti.
Ma ora... almeno per un attimo...
ora che quella piccola luce era soltanto un puntino lontano... voleva
essere debole.
Voleva piangere.
Voleva Shikamaru e voleva
un’altra realtà.
Non voleva essere sola.
Shikamaru scese le scale di marmo
con la testa che girava.
Non sapeva che diavolo pensare,
non riusciva a fare due più due, figurarsi a riflettere su una
cosa simile.
Temari era incinta. Di suo
figlio.
Da qualche parte, nel suo corpo,
una nuova vita stava crescendo silenziosamente... e lui ne era il
responsabile. Lui, per una notte di piacere, aveva creato un nuovo,
minuscolo essere vivente... che un giorno lo avrebbe chiamato papà.
Forse.
Forse?
Cos’era quell’esitazione?
Si
fermò, al penultimo gradino.
Lui era il padre di quel bambino.
Aveva delle responsabilità. Non poteva permettersi i ‘forse’.
Non esistevano, per lui.
D’altro canto...
...Un
bambino...
Un bambino era una grande,
grandissima responsabilità. Un po’ troppo grande per un
ragazzo pigro e mai cresciuto.
Se non fosse stato in grado di
essere un buon padre?
Il pensiero lo colpì come un pugno in
pieno stomaco, togliendogli il respiro.
C’erano troppe cose che non
sapeva... era stupido, infinitamente stupido. Con che coraggio
avrebbe potuto dire a un bambino cosa era giusto e cosa era
sbagliato? Come gli avrebbe insegnato a vivere, se non lo aveva
capito neanche lui?
Si passò una mano sul
viso, e la sua testa prese a pulsare dolorosamente.
Doveva tornare a casa.
Parlarne con suo padre, con il
maestro Asuma, con Choji, persino con Naruto... Ascoltare i pareri
degli altri lo avrebbe aiutato a capire cosa fare.
Fece gli ultimi due gradini, e fu
nell’atrio. Dal momento che la domestica non si vedeva da nessuna
parte, decise che avrebbe aperto la porta da solo, pur di non perdere
altro tempo, e posò la mano sulla maniglia lucente.
«...Te ne vai?» gli
chiese una voce fredda all’improvviso.
Un brivido corse lungo la sua
schiena. Non si voltò, ma chinò il capo.
«Ho bisogno di riflettere»
mormorò. «E per farlo devo parlare con qualcuno»
Silenzio alle sue spalle.
Shikamaru ricordava com’era
fatto l’ingresso, e a giudicare dall’eco della voce, poteva
immaginare cosa ci fosse dietro la sua schiena: c’erano le scale
che si snodavano verso l’alto, preziose e imponenti, e, al di
sotto, una zona d’ombra. Lì, molto probabilmente, stava
Gaara, sesto Kazekage del villaggio della Sabbia.
La sua mente si rifiutava di
immaginare la sua espressione: il tono della voce era sufficiente, e la
memoria lo riportava all'esame di selezione dei chunin di sei anni
prima, a una scena da incubo nell'ospedale della Foglia...
Quando era arrivato?
«...Non metterci troppo»
una minaccia, nient’altro che una minaccia, e neanche velata. «E...
attento a cosa decidi»
Un fruscio.
Shikamaru fu sicuro che, se si
fosse voltato, non avrebbe più trovato Gaara alle sue spalle.
Ma non rimase ad accertarsene.
Nel prossimo capitolo:
«Però io... non so cosa devo fare. Da un lato vorrei
occuparmi di ogni cosa, dirle che penserò a tutto e che andrà
bene, e dall’altro la sola idea mi terrorizza. Ho parlato con il
maestro Asuma, con Choji, con Naruto... ognuno di loro mi ha detto
una cosa diversa, e tutti sembravano convinti che alla fine dovrei
farmi carico del bambino. Ma io non so se sarò un buon padre,
non so come andranno le cose, non so nemmeno se Temari mi vorrà
più... e in questo momento la mia testa rischia di scoppiare,
e non dormo non so da quante ore, e tu sei la mia ultima spiaggia,
papà. Dimmi cosa devo fare»
* * *
* ȣ *
* * *
Spazio
autore
Altro capitolo che mi suona "strano", e non so davvero perché!
Inizio ad essere preoccupata... spero che sia solo colpa del fatto che sono un po' stanca, in questo momento.
Comunque, la malattia di Temari non era proprio una malattia.
Complimenti a tutti voi che lo avete indovinato (anche se non era così difficile)!
La domanda che voglio farvi, però, è...
ma siamo proprio sicuri che sia incinta?
Cioè, lei ne sembra convinta, ma non abbiamo esami, test, nulla di nulla...
...ci sarà da fidarsi del suo istinto?
E finalmente Sasuke ha sentito anche dalle labbra di Naruto della sua storia con Sakura,
e nonostante tenti di convincersi che non ha tempo per l'amore, quell'immagine non se ne va...
Forse avrete pensato che l'inserto su loro due fosse soltanto
un'interruzione bastarda per creare suspance dopo la rivelazione della
gravidanza,
ma in realtà sappiate che è tutta la faccenda di Temari e Shikamaru ad essere l'inserto.
Al centro dell'azione, nella mia testa, c'è sempre il magico trio...
...e, in questo momento, avevo bisogno che passasse un po' di tempo! XD
Non a caso, Sasuke tornerà a farsi vivo anche nel prossimo capitolo!
Attenzione attenzione, è stata inaugurata una nuova sezione nella mia pagina personale!
Ovvero...
Coming soon
Uhuhuh...
harryherm: a te l'onore
(?) della prima risposta! Che dire? Il "sentore" era fondato, Temari
è incinta (ne è convinta, se non altro)! Mi fa piacere
che ti sia riuscita sopportabile in questa fic, a quanto pare è
un "problema" comune... anche Sasuke, che pure sta sulle balle persino
a me, risulta quasi simpatico! XD Ino, ahimè, avrà anche
lei il suo momento di gloria (tutti ce l'hanno in questa fic, o
quasi...), e l'emoboy, purtroppo, NON schiatterà per i
sedativi... Cioè, se deve schiattare lasciagli almeno una morte
più degna! XD (o più infima, chissà...) Mi chiedi
a che punto siamo di Sinners, eh? Uhm... a buon punto, direi. Tra
qualche capitolo ci sarà l'avvenimento principale di tutta la
storia (quello che le dà il titolo), e poi le sue conseguenze, e
la fine. Il problema sono le vicende di contorno, che devono
raggiungere la loro naturale conclusione (e mi riferisco in particolar
modo a ciò che riguarda Tenten, Neji, Hinata, Kiba, Ino, Sai e
Kakashi)... e che probabilmente finiranno per dilatarmi qualche
capitolo... ç_ç Facendo una previsione ottimistica,
dovrei aggirarmi attorno ai 60 capitoli. Probabilmente andrò
oltre... T__T In ogni caso... staremo insieme a lungo... uhuhuh...
killkenny: queste frecciatine, eh... "e chissà quante altre"... vedi lontano, eh? ^_*
1992: un'altra che ha previsto
la dolce attesa di Temari, eh? XD Sarà merito della gioia
provata nel vedere l'umiliazione di Sasuke e Ino? Chi può dirlo?
Oh no, la tua demenzialità mi mancherà terribilmente!
(sto, ovviamente, esagerando...) Come camperò fino al prossimo
capitolo?? (camperò benissimo, credimi! Un po' depressa, ma
indubbiamente viva! XD)
arwen5786: ebbene, signorina,
alla fine la nostra Temari è in (presunta) dolce attesa! Ci
avevi preso, visto? Ma non potevo aspettarmi altro, dai! Solo Shikamaru
non ci è arrivato! XD Ino, povera crista, al momento non
può intralciare un bel niente. Tornerà a farsi viva tra
qualche capitolo, ma chissà in che toni... Eh, nessuno
più di me si deprime per gli effetti devastanti di Sasuke...
povero Narutino mio bello, perché ti tratto così male??
Meno male che avrai la tua rivincita! *_* Posso con assoluta certezza
garantirti che Rin si è levata completamente dalle scatole! U_U
Dal momento che ne resterà solo una, ho dovuto iniziare a
sfoltire il gruppo... (sì, lo so che alla fine Kakashi
sarà tuo, lo so... anche lui è piuttosto incline a questa
piega degli eventi, sai?) Ohoh, visto che particina ha avuto il bel
Gaara? Un po' di vecchio e sano terrore in corpo al nostro Shika...
uhuhuh... come ai tempi dell'esame per chuunin! (prima della fine
della fic, la sua immagine di Duro e Freddo verrà biecamente
demolita dalla sottoscritta! XD)
Veleno94: come ho già
detto più o meno a tutti, io AMO le recensioni-fiume! XD Anche
perché se voi lettori commentate tanto, io rispondo tanto, e
posso sbizzarrirmi con i miei pseudo-spoiler ingannatori! (imparerai a
conoscerli... uhuhuh...) Il personaggio di Itachi mi è troppo
caro per lasciarlo sadico bastardo e basta. Cioè, è una
persona intelligente, no? Malvagio, ma intelligente. E mi rifiuto di
credere che la sua personalità sia così "piatta" da poter
essere definita con un'unica parola! U_U Visto che questa è una
long-fic, ho avuto la possibilità di analizzarlo un po'
più a fondo, e me ne sono ampiamente approfittata! XD
(tranquilla, non ti chiamerò mai pazza finché mi dirai
che i miei personaggi ti sembrano "umani"! Anzi, potrei inchinarmi e
adorarti... XD) Ahh, la parte di Obito... per scriverla ho usato una
canzone su cui normalmente sputerei, da quanto è melensa, e mi
sono anche riletta la parte del passato di Kakashi... ç_ç
Però ci tenevo, perché io Obito lo amo! (confesso che, se
un giorno avrò tempo e voglia, è nei miei piani scrivere
qualcosa su di lui...) Sai che giusto ieri stavo rimuginando su
Shikamaru? E mi sono detta: ma quale Ino, quale Temari... nella sua
testa c'è sempre stata un'unica persona! Però... non ti
dirò chi, perché avrei una mezza idea di cavarne una
one-shot...! XD Non sia mai ch'io rovini la sorpresa! Purtroppo anche
questa volta il magico trio è comparso poco, e, fino al capitolo
47, le cose andranno avanti così... D'altro canto, ho bisogno di
sbrogliare un po' di matasse prima dell'avvenimento clou della storia! U_U
Hila92: e chi ti dice che
Sakura non stia "tornando in sé" ora? Chi ti dice che la Sakura
che sta con Naruto sia la vera Sakura? (attenzione: tutto ciò
che dico in questa sede serve a sviarti e mandarti in confusione,
quindi credici solo a metà! XD) Ino è riuscita a
impietosire, quindi? Mi spiace, non era mia intenzione...! (anche se,
alla fine, anche io mi sono sentita un pochettino triste per lei...)
Purtroppo ancora per un po' sarà abbastanza patetica da
suscitare le tue simpatie, temo... Ahh, finito Harry? Per quel
che mi riguarda la fine è stata un po' deludente... non
l'epilogo, ma la fine-fine. Cioè, mi è sembrata un po'
frettolosa. Me lo rileggerò, comunque, anche perché
quando l'ho terminato io era in inglese e avevo la vista offuscata
dalle lacrime, chissà che non mi sia sfuggito qualcosa! XD
Reina: povero, povero Kiba...
Visto e considerato che gliene farò passare ancora molte, non
posso fare a meno di provare molta compassione per lui! Spero che ora
dell'ultimo capitolo la tua opinione nei suoi confronti sarà un
pochettino cambiata! E Kakashi... uhuhuh, chi ti dice che lui non
voglia precisamente "rovinarsi la piazza"...?
sammy1987: Temari ti sembra
ancora tanto forte e superdonna, dopo questo capitolo?
ç_ç Ora come ora, nessuno dei miei personaggi è
messo molto bene...! XD Forse giusto Haruka! Insomma, tu hai già
tutto un piano in testa! Sakura molla Naruto, che si mette con Hinata,
che libera Neji di un peso! Non fa una grinza! XD Peccato che Naruto
non sarebbe tanto d'accordo, ora come ora... Un'altra che ha finito
Harry! Ultimamente mi sento molto scienziata pazza... sto studiando le
diverse reazioni alla fine della saga, come una scema di studiosa...! XD
Julia83: non ci credo! Sono
riuscita a far provare pena per Ino anche a te! Ma basta! Perchè
mi tiro la zappa sui piedi in questo modo?? Di questo passo, anche
Shika finirà per averne compassione! XD Povero Kankuro, e dire
che ha un ruolo infinitamente marginale nella fic! Viene definito
addirittura detestabile! Guarda, se Sakura andasse fuori di testa il
gatto si difenderebbe benissimo! XD Di sicuro è quello
più attrezzato, in casa, niente e nessuno potrebbe fargli del
male! E cosa vuoi che faccia a Ino, che è l'ultimo dei suoi
problemi?? XD
Talpina pensierosa: ormai di tue "drabble che mi piacciono tanto" ce ne sono un'infinità! XD
kage_naru89: wow, il tuo
ragionamento ricalca in pieno quello di Shika! °_° Mi fai
paura... Comunque, in questo capitolo Temari ti è sembrata
ancora tanto altezzosa e sadica? Personalmente la trovo una
donna arrogante, sì, ma non riesco a dimenticare che quando
Sakura ha salvato Kankuro dall'avvelenamento lei si è accasciata
contro il muro per il sollievo... quindi ha anche un lato più
fragile, che salta fuori quando si parla delle persone che per lei sono
importanti! Sakura, Sasuke e Naruto hanno un rapporto complicato.
Sakura è tra i due e continua ad ondeggiare, e sia per Naruto
che per Sasuke il gruppo 7 è tutta la famiglia rimasta... se
l'equilibrio del trio dovesse spezzarsi, sarebbe indubbiamente una
tragedia. Sasuke è il bel tenebroso solitario, certo, ma lo era
finché aveva Itachi da uccidere. Ora Itachi è morto,
ciò che gli occupava completamente la testa è scomparso,
ed è libero di ripensare la sua vita e rendersi conto che manca
di tante cose... ma cosa deciderà di procurarsi, prima di tutto?
Ah! Mi fa piacere sapere che anche Redenzione ti piace, ci ho messo un
sacco di impegno a scriverla! (e tuttora sto rivedendo gli ultimi
passaggi...) Il mio obiettivo era precisamente far piangere qualcuno,
se mi dici che tu lo hai fatto non ti ritengo cretina, ma soltanto
infinitamente gratificante! XD
Rhymes: rispondo sempre, per
questo non devi preoccuparti! XD Ma, OVVIAMENTE, non rispondo a domande
come "che hai in mente per Ino?" XD Su su, non mi vorrai mica far
svelare i dettagli??
Mala_Mela: sei consapevole del
fatto che "la tua scena preferita" è un composto di quattro
righe messe per sfizio, senza alcuna utilità logica o che? XD
Sarà un minuscolo siparietto che vedrai alla fine di un certo
capitolo, niente di più! Accidentaccio, ho ancora il tempo
contatooooo! Voglio una stramaledettissima connessione domestica!
>_< (MA CHE DIAVOLO C'ENTRA "POTERE AI PICCOLI"?? XDD)
Aya
|
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Capitolo 45 *** Il cavallo e la regina ***
Naruto-45
Capitolo quarantacinquesimo
Il cavallo e la regina
Quando Sakura tornò a farsi viva nella stanza di Sasuke, lui
stava mangiucchiando svogliatamente una ciotola di riso e verdure bollite.
La porta si aprì senza che nessuno bussasse, e lei fece il suo
ingresso guardandosi bene dall'alzare gli occhi dal plico di fogli stropicciati che
teneva in mano. Lui rimase con il boccone a mezz’aria e la bocca
aperta, a fissarla, e il suo stomaco si chiuse di scatto.
Un orgoglio ferito è un orgoglio ferito, dopotutto.
«...Sembra che le cose vadano meglio...» mormorò
lei ai piedi del letto, sfogliando distrattamente le pagine. «...per
quanto riguarda la tua salute. Ma il sigillo è ancora lì,
e il veleno è ancora in circolo...»
Sasuke mise giù le bacchette, e fissò con ostentazione
il vassoio sulle sue ginocchia. Sakura fece il giro del letto, fino a
raggiungere il comodino, e sfilò di tasca un contenitore pieno
di pillole di un colore indefinito per posarvelo sopra. A quel punto,
evitando accuratamente di incrociare lo sguardo di Sasuke, gli sentì
rapidamente il polso.
Era leggermente accelerato.
Per precauzione, spostò la mano alla fronte. No, non era
caldo.
Allora la tachicardia?
Doveva essere colpa del sigillo. Il sigillo, certo.
Dovevano trovare in fretta una cura. Se solo avessero avuto a
disposizione Orochimaru, o il suo corpo...
...Era dannatamente brava a pensare a tutto, fuorché a ciò
cui doveva davvero pensare.
Sasuke rimase rigido e immobile nel letto, senza aprire bocca.
Si comportavano come due estranei, come se non fossero mai stati
compagni di squadra, come se lei non gli avesse mai detto ‘ti
amo’ e come se lui non avesse cercato di baciarla, fallendo
miseramente.
Come se fossero sempre stati soltanto un medico e il suo paziente.
Dopo tutti i controlli di routine, Sakura si fermò tra il
letto e la porta, gli occhi puntati fuori dalla finestra. Si morse il
labbro inferiore, apparentemente distratta.
«Sasuke... Sei più stato nel tuo quartiere?» gli
chiese vaga.
«No» rispose lui secco. «Non sono più uscito
dall’ospedale»
«Ah. Dovresti farlo, invece, ti
farebbe bene» mormorò lei. «Magari fatti
accompagnare da qualcuno»
«Potrei chiedere a Naruto» disse lui, e sapeva che
l’avrebbe vista irrigidirsi.
Finalmente incontrò i suoi occhi, spaventati e arrabbiati.
«...E’ stato qui?» domandò, ansiosa.
«Sì» rispose lui. «Ha paura di me»
«Che sciocchezza» Sakura si voltò bruscamente,
raggiungendo la porta a grandi falcate per nascondere il rossore
colpevole. «Non è vero. Non ha niente da temere»
Afferrò saldamente la maniglia, aprì la porta, e se ne
andò così com’era arrivata, dopo neanche dieci
minuti.
Sasuke fissò il suo pranzo, disgustato.
«Non ha niente da temere»
«Maledizione...!»
Perché era stata così brutale?
E perché a lui
aveva fatto tanto male?
Non aveva tempo per l’amore, aveva un
nuovo obiettivo e una nuova ragione cui dedicare tutto sé
stesso... e allora perché se pensava a lei non riusciva più
a concentrarsi su altro?
Strinse i pugni, e si piegò in avanti.
Se non fosse stato così debole, se non fosse stato marchiato,
se Naruto non avesse ucciso Itachi, le cose avrebbero potuto essere
molto diverse...
E invece...
...Invece...
«...Sono stati i cinque minuti peggiori della mia vita, anche
più brutti di quando ho chiesto la mano di Kurenai»
Asuma inspirò dalla sua sigaretta, studiando la scacchiera
davanti alle sue gambe incrociate.
«Per questo, Shikamaru...» proseguì, facendo la
sua mossa. «...la prossima volta che decidi di prenderti una
settimana di vacanza alla Sabbia, fammi il favore di non farti
beccare da Ino. Scacco»
Shikamaru non tese un muscolo, dall’altra parte del tavolo di
gioco. Lo sguardo fisso sulle sue pedine e le spalle curve, fissava
la partita con occhi segnati. Quella notte, dopo essere tornato da
Suna, nonostante la stanchezza non era riuscito a prendere sonno.
Asuma lo sbirciò di nascosto.
«Tocca a te» gli fece notare.
«...Sono indeciso» mormorò lui. «Potrei fare
due mosse: con una sacrificherei la regina e metterei al sicuro il
re... con l’altra sacrificherei il cavallo e salverei la regina, ma
poi non saprei davvero cosa fare con il re...»
«Hn?» fece Asuma, perplesso. «Mi sembra una scelta
ovvia»
«Già, sembra una scelta ovvia...» ripeté
Shikamaru, piano.
Cadde il silenzio, mentre il più anziano dei due fissava
l’altro, confuso.
«Shikamaru... è successo qualcosa alla Sabbia?»
chiese cauto.
Shikamaru sbuffò, e appoggiò i gomiti alle ginocchia,
chinando la testa.
«Temari è incinta»
«...Oh» Asuma diede un altro tiro. «...E tu stai
così perché è di un altro o perché...?»
lasciò in sospeso la domanda.
«Mi sa che è mio»
«Oh»
La cenere cadde silenziosa dalla sigaretta, precipitando sul legno
del portico. Asuma la disperse con un breve movimento, sbattendo
lentamente le palpebre.
Aveva sempre pensato che Shikamaru fosse un genio. Pigro, svogliato,
brontolone, però intelligente.
Ma di tutte le cazzate e gli errori che avrebbe potuto fare, mai si
sarebbe immaginato che sarebbe incappato nel più stupido e
irrimediabile di tutti.
Pensava che un giorno si sarebbe trovato a dover scegliere tra Temari
e Ino, e pensava che sarebbe stato il problema più grande
della sua vita.
Evidentemente era stato troppo ottimista.
«...E quindi?» chiese piano. «Ora cosa succede? Lei
vuole tenerlo?»
«Sì»
«E vuole qualcosa da te?»
«No. Ha detto che è soltanto figlio suo, e che sono
troppo immaturo per occuparmene»
«E tu?»
«Io... non lo so. Si tratta di un bambino, di qualcosa di
vivo... di fragile. Ho già fatto un errore quando l’ho
involontariamente creato, se continuassi a sbagliare anche con lui?
Sono troppo giovane, e ha ragione Temari, sono anche immaturo... che
razza di padre sarei?»
Asuma inspirò in silenzio dalla sua sigaretta. «Quanti
anni hai, Shikamaru?»
Shikamaru alzò la testa. «Devo farne diciotto a
settembre»
«Hn» Asuma fece un mezzo sorriso. «Avere un figlio
a diciotto anni o a trentacinque è esattamente la stessa cosa.
Non si impara mai a vivere, si va avanti per tentativi e ci si rialza
dopo ogni sconfitta: nessun padre è mai pronto per suo figlio,
è scientificamente provato. Se il tuo unico problema è
che ti senti inadeguato, sappi che sei nella stessa barca di tutti i
genitori del mondo. Sei intelligente, sei un ragazzo in gamba; da
quel punto di vista te la caverai, tranquillo. Se mai potresti avere
problemi dal lato economico... ma anche in quel caso, la tua famiglia
è abbastanza ricca per provvedere a tutto, almeno i primi
anni» fece una pausa, durante la quale fissò la
sigaretta accesa con aria assorta. «Solo... che devi averne
voglia, se capisci cosa intendo. Non devi partire dicendo ‘non ce
la farò’, devi scordarti lo Shikamaru pigro che sei stato
fino ad ora, devi tirar fuori le palle e sforzarti di diventare
adulto in fretta» spostò gli occhi sull’allievo, che
lo fissava in silenzio. «Pensi di esserne in grado?»
Shikamaru non rispose.
Riabbassò lo sguardo sulla scacchiera e guardò le sue
pedine, soffermandosi sulla regina e il cavallo.
Quale dei due avrebbe sacrificato?
Si passò una mano sul viso, e tolse il re dalla sua posizione.
«Mi arrendo» mormorò, alzandosi in piedi. Ficcò
le mani in tasca, incassando la testa tra le spalle, e rivolse
un’ultima occhiata ad Asuma. «Devo ancora pensarci»
Mentre lui si allontanava silenzioso, il maestro si lasciò
andare a un profondo sospiro.
Quello sì che era un casino.
Shikamaru vagò senza meta lungo le strade del villaggio,
chissà per quanto tempo. Alla fine, senza accorgersene, si
trovò davanti alla casa di Choji, nel quartiere del clan
Akimichi. Sospirò. Prima o poi ci sarebbe venuto comunque,
tanto valeva entrare subito.
Quando Choji se lo vide spuntare in casa con due occhiaie fino alle
ginocchia e l’aria tanto cupa, capì al volo che la
discussione avrebbe necessitato di sostegno, e andò a
procurarsi non meno di cinque pacchetti di patatine e due bottiglie
d’acqua. Solo allora si sedette davanti al compagno, sul tappeto
della sua stanza, e, aperto il primo dei rifornimenti, gli disse: «Va
bene. Inizia»
Shikamaru gli raccontò tutto in poche parole, senza girarci
attorno e senza modificare nulla; da Kankuro, alla scoperta della
gravidanza, alla sua reazione, a Gaara, ai timori che provava, a ciò
che pensava il maestro Asuma... Choji ascoltò tutto
pazientemente, ruminando le sue patatine con aria attenta, e non lo
interruppe nemmeno una volta. Alla fine del discorso, gli offrì
un pacchetto.
«Scusa, ma ho lo stomaco chiuso» rifiutò lui.
«Uhm» fu il suo commento, mentre beveva un sorso d’acqua.
Si passò la mano sulla bocca. «Beh. Forse, dopotutto,
non sei tanto fortunato» ammise, ricordando la loro
conversazione della settimana prima.
«Questo sì che è ciò che ho bisogno di
sentire» bofonchiò Shikamaru irritato.
«Allora dimmi cosa vuoi che ascoltare» Ribatté
Choji tranquillo. «Lo sai che tra noi due sei tu quello
intelligente, è stupido che ti aspetti una perla di saggezza
da me. Al massimo io posso dirti che andrà tutto bene, e
offrirti una patatina. Posso lasciarti parlare e ripetere sempre le
stesse cose finché non assumeranno un qualche senso nella tua
complicatissima testa. Posso dirti che mi fido di te, e che è
una stronzata che tu ti senta inadeguato a fare il padre. E, poi,
posso ricordarti che Ino non la prenderà affatto bene... ma,
se ti aspetti la soluzione ai tuoi problemi, non so se sei venuto nel
posto giusto»
Shikamaru si prese la testa tra le mani. «Anche Ino...»
ricordò con un gemito.
«Sì, anche lei» confermò Choji. «Questo
bambino cambierà molte cose, lo sai. Qualunque decisione tu
prenda»
«Non hai qualche stupido consiglio da darmi?» chiese il
moro. «Anche la cosa più scontata, la più
idiota... Una sola parola, Choji... perché io non so più
dove sbattere la testa»
L’Akimichi aprì il quarto pacchetto di patatine, e
sgranocchiò per due minuti buoni. Bevve di nuovo. Guardò
l’amico di sempre, il primo che lo avesse accettato davvero per
quello che era, il primo che lo avesse realmente apprezzato.
Lui stimava profondamente Shikamaru, come ninja e come persona.
Ma di lui stimava l’intelligenza, il senso di responsabilità,
la sensibilità... vederlo così smarrito era una novità.
E vedere che si rivolgeva a lui per trovare un sostegno, era...
gratificante.
Avrebbe davvero voluto avere la soluzione ai suoi problemi, tutti.
Avrebbe voluto posargli una mano sulla spalla e garantire che avrebbe
sistemato ogni cosa, avrebbe voluto dirgli di lasciar fare a lui e
non preoccuparsi di niente.
Ma, tra loro due, non era lui ad essere quello con le risposte.
Lui era quello con i fatti e le domande, era quello un po’ tonto
che sapeva ascoltare ma non parlava mai. Era quello che poteva dare
una spalla su cui piangere, ma non poteva far tornare il sorriso.
Chiuse gli occhi, riflettendo a fondo.
«La settimana scorsa ti ho detto che eri intelligente e
fortunato» disse alla fine, parlando lentamente e con
attenzione. «Forse tu penserai che sia una cazzata, ma io ci
credo ancora. E oggi aggiungo anche... che mi fido di te. Mi fido di
te come di nessun altro, più di me stesso. Adesso ti sembrerà
di non sapere cosa fare, che le cose non si sistemeranno mai, ma io
so che ne uscirai a testa alta. Che prenderai la decisione giusta,
come sempre... e io sarò alle tue spalle, e sarò ancora
qui a offrirti le mie stupide patatine se avrai bisogno di parlare.
Non posso fare altro Shikamaru, non posso dirti altro. Perché
tutto ciò che so è che mi fido di te e del tuo
giudizio. E anche tu dovresti fidartene»
Shikamaru rimase in silenzio.
Abbassò lo sguardo, senza parlare, e fissò il tappeto
su cui era seduto per quasi tre minuti.
Alla fine sospirò a fondo, e tese una mano.
«...Dammi un po’ una patatina, va’...»
Trovò Naruto esattamente dove si era aspettato che fosse,
considerato l’orario: al ramen Ichiraku.
«Yo» commentò, sedendosi sullo sgabello accanto al
suo.
«Hn? Oh, ciao. Sei tu» replicò il biondo a bocca
piena, senza il solito entusiasmo. «Credevo che ti fossi preso
una settimana di vacanza alla Sabbia»
«Sono già tornato»
«Mh... Non è andata tanto bene, eh?»
«No, decisamente»
Shikamaru appoggiò i gomiti al bancone e prese a giocherellare
con il contenitore della salsa di soia, pensieroso. Naruto lo lasciò
fare, mangiando come suo solito, e l’aria profumata di cibo aleggiò
attorno a entrambi, tranquilla e familiare.
«Diventerò padre»
Naruto si strozzò con il brodo del ramen.
«Cough
cough... Eh?!»
tossì tra le lacrime.
«Temari è incinta. E’ mio. Vuole tenerlo»
sintetizzò Shikamaru in tono neutro. «E io non so cosa
fare»
Non sapeva bene cosa si aspettasse da Naruto.
Dopotutto aveva a che fare con il ninja più imprevedibile del
villaggio della Foglia, era lecito attendersi un’infinità di
reazioni diverse... ma in quasi tutte era previsto un minimo di
esitazione.
Ebbene, anche se pensava di essere preparato, riuscì a
stupirsi.
Naruto non tentennò nemmeno per un istante, e lo afferrò
per il bavero della maglietta con uno scatto brusco. Per la sorpresa
Shikamaru lasciò cadere la boccetta della salsa di soia, che
si rovesciò sul banco.
«Non sai cosa fare?!» ripeté, furioso. «Oh,
sì che lo sai, invece! Nessun bambino dovrebbe restare senza
padre, nessuno! Che cazzo hai in quella testa, eh?»
Shikamaru si liberò della sua stretta e gli gettò
un’occhiata irritata. «Non è così semplice»
ringhiò. «Non ho neanche vent’anni, e lei non ne vuole
sapere niente di me. Tu parli perché la vedi solo dalla parte
del bambino, ma le cose non sono così facili!»
«Facili?»
sibilò Naruto, e nei suoi occhi brillò per un attimo un
alone rossastro. «Pensi che per me le cose siano facili? Non
sono un genio come te, ma non sono nemmeno un idiota: posso
immaginare che ci saranno dei problemi, posso immaginare che ci siano
tante cose che non si incastreranno... ma posso fare una cosa che tu,
evidentemente, non ti preoccupi abbastanza di fare: posso vedere quel
bambino, e posso dirti esattamente cosa proverà e cosa
penserà, una volta che sarà cresciuto e avrà
iniziato a chiedersi perché non ha un papà. Posso dirti
parola per parola tutti i tormenti che patirà quando verrà
assalito dai dubbi la notte, posso dirti quante volte esattamente si
incolperà, credendo di aver sbagliato qualcosa e di aver fatto
arrabbiare il padre che non ha, e posso dirti quanto odierà il
mondo e tutte le persone che avranno due genitori da chiamare. Posso
dirti che non sarà importante se suo padre è un eroe,
se ha salvato centinaia di persone e neanche se lo ha amato... perché
la cosa importante sarà che non
c’è.
Alla fine dei conti, la cosa importante sarà la sua assenza. E
se per disgrazia un giorno quel bambino dovesse sapere il tuo nome,
nulla di ciò che farai basterà a ripagare gli anni di
sofferenza che avrà passato, nulla! Ti odierà, e non ti
riconoscerà mai come suo padre, e a te farà più
male di ogni altra cosa»
Shikamaru deglutì, investito dall’improvviso fiume di
parole.
In effetti, ora che se ne rendeva conto, da quando aveva saputo che
Temari era incinta aveva pensato poco al bambino vero e proprio.
Aveva pensato a sé stesso come padre, come marito, come uomo
adulto... aveva visto tutti i problemi pratici e le difficoltà
con Temari, ma non si era mai fermato a pensare davvero alla piccola
creatura cui aveva dato vita.
Sapeva
che c’era, era perfettamente consapevole della sua esistenza, quasi
fosse stato lui a portarla in grembo... ma non l’aveva mai vista.
Non aveva immaginato i suoi occhi, i suoi capelli, le sue mani, la
sua voce... nulla di tutto ciò.
Il bambino, fin dall’inizio, era stato semplicemente ‘il
bambino’. Il piccolo, incredibile problema che era piombato
all’improvviso nella sua vita.
...Fino a quel momento nessuno gli aveva presentato le cose da quella
prospettiva.
Ma Naruto, forse proprio perché era stato dalla parte di chi è
costretto a crescere senza genitori, si era immedesimato subito nel
centro del problema, quel centro che tutti consideravano pochissimo.
«Pensa bene a quello che fai» continuò Naruto dopo
una pausa, minaccioso quanto Gaara a Suna. «Se lasci quel
bambino senza un padre, per me hai finito di esistere»
Ehi, ehi... da quando in qua Naruto era tanto aggressivo?
Shikamaru
si accigliò, ricomponendosi. La salsa di soia colava lenta dal
bancone a terra, e Ayane e Ichiraku fingevano di non sentire e non
capire nulla.
«Rilassati» borbottò il Nara. «Ho capito.
E... cercherò di fare il possibile. Ma non farò
automaticamente il bene di quel bambino decidendo di prendermene
cura. Ci sono altre cose che devo considerare...»
Naruto distolse lo sguardo, nervoso.
Accidenti, si era lasciato andare un po’ troppo... ma anche
Shikamaru, doveva proprio essere tanto coglione da non pensare a
certe conseguenze quando era con Temari?
«Scusa» borbottò vago. «Mi hai preso in un
momento un po’ così, non volevo essere aggressivo. Cancella
l’ultima frase»
Shikamaru
sospirò. «Siamo in due ad essere ‘in un momento così’»
mormorò. «Comunque mi sei stato molto utile, Naruto. Non
avevo mai pensato seriamente al bambino, prima d’ora, intendo
davvero
seriamente... grazie»
Naruto fece una smorfia amara. «Cerca di far funzionare le
cose» disse con voce roca. «Alla fine il punto è
sempre lo stesso: cerca di far funzionare le cose»
«Ci proverò»
Shikamaru si alzò dallo sgabello, gli rivolse un mezzo sorriso
e un cenno, e poi si allontanò da solo.
La prossima tappa sarebbe stata l’ultima e più importante...
suo padre.
Ma, mentre camminava verso casa, una parte del discorso di Naruto
prese a ronzargli fastidiosamente in testa...
«...non sarà importante se suo padre è un
eroe, se ha salvato centinaia di persone, e neanche se lo ha
amato...»
Strane parole... quasi come se... riferite a qualcuno in particolare.
Una volta che avesse sistemato la questione di Temari e del bambino,
in un modo o nell’altro, sarebbe tornato sul discorso con Naruto.
«Papà, ho fatto una cazzata»
Shikaku Nara era preparato a quel momento.
Sapeva che prima o poi suo figlio si sarebbe presentato con una frase
del genere, e aveva pregato perché ‘la cazzata’ fosse aver
provato a fumare, aver falsificato una pagella, o al massimo aver
messo le corna a una ragazza.
Ci aveva davvero sperato con tutto sé stesso, dicendosi che in
fondo Shikamaru era intelligente, e non sarebbe andato oltre quel
genere di sciocchezza... ma non era preparato alla realtà che
si trovò davanti all’improvviso. Davvero, a quella non era
preparato...
«Temari è incinta di mio figlio» furono le brutali
parole del più giovane dei Nara.
Shikaku, che in quel momento era seduto sul divano chiaro a lucidare
kunai, smise di fare ciò che stava facendo per alzare gli
occhi e fissarlo, impassibile.
Con invidiabile flemma, mise giù strumenti e attrezzi e
intrecciò le dita sulle ginocchia.
Inspirò a fondo.
«E così è incinta...» mormorò,
guardando il figlio di sottecchi. «Shikamaru, maledizione...
pensavo di averti insegnato certe cose a dodici anni»
«Lo so» replicò lui contrito, dalla soglia del
salotto. «Lo so bene... è stato un incidente. E lei
vuole tenere il bambino. Dice che non vuole che abbia a che fare con
me, perché non sono abbastanza maturo per prendermene cura, e
dice che non ha bisogno del mio aiuto. Però...» strinse
i pugni, e tutte le voci delle persone con cui aveva parlato quel
giorno risuonarono nella sua testa contemporaneamente, assordandolo.
«Però io... non so cosa devo fare. Da un lato vorrei
occuparmi di ogni cosa, dirle che penserò a tutto e che andrà
bene, e dall’altro la sola idea mi terrorizza. Ho parlato con il
maestro Asuma, con Choji, con Naruto... ognuno di loro mi ha detto
una cosa diversa, e tutti sembravano convinti che alla fine dovrei
farmi carico del bambino. Ma io non so se sarò un buon padre,
non so come andranno le cose, non so nemmeno se Temari mi vorrà
più... e in questo momento la mia testa rischia di scoppiare,
e non dormo non so da quante ore, e tu sei la mia ultima spiaggia,
papà. Dimmi cosa devo fare»
Shikaku si grattò il mento, vago.
«A dire il vero» iniziò, sbuffando. «in
questo momento vorrei prenderti a pugni per essere stato tanto idiota
da combinare questo casino. Ma non credo che servirebbe a molto, se
non a sfogarmi, quindi chiederò a Inoichi di allenarci un po’
insieme, più tardi, e ora mi limiterò a dirti quello
che penso. Tua madre è una donna indisponente, autoritaria,
qualche volta aggressiva e molto severa. Per te avrei sperato in
qualcosa di più semplice e gestibile, magari una brava ragazza
gentile e servizievole, o, al massimo, una come Ino, un po’ frivola
e arrogante ma tutto sommato piuttosto carina. E invece sei andato a
impegolarti con la copia bionda e più giovane di tua madre,
per di più in una situazione simile... Le cose sono molto
semplici: se è incazzata con te, non cederà mai;
continuerà a pensare a tutti i motivi per cui l’hai fatta
arrabbiare e li ingigantirà, finché la tua semplice
presenza sarà motivo di irritazione. Ci sono forti probabilità
che allevi vostro figlio insegnandogli a tirare kunai a una tua foto,
e sicuramente ti impedirà di avere un ruolo nella sua vita»
Shikamaru deglutì, sbiancando. Alla faccia dello scenario
apocalittico.
«Però...» riprese Shikaku, dopo una breve pausa.
«...forse non è troppo tardi per riparare al danno. Ma
prima devi decidere cosa vuoi fare, e intendo cosa vuoi fare davvero
con quel bambino. Non sarò io a spingerti in una direzione o
nell’altra, non ne ho alcun diritto e ritengo che se tu non fossi
in grado di scegliere non saresti assolutamente in grado di crescere
un figlio, per cui questo passo dovrai farlo da solo, e subito. Te lo
chiedo qui, a bruciapelo. Ripensa a quello che ti hanno detto gli
altri, se ti va, e poi ragiona da solo. Ma dammi una risposta adesso,
perché se aspetterai ancora sarà troppo tardi»
«Come? Così, su due piedi?» allibì
Shikamaru.
«Sì, su due piedi. L’unica cosa che posso dirti per
aiutarti, è che economicamente non avrai problemi: noi e la
famiglia di Temari, insieme, siamo perfettamente in grado di
occuparci di un bambino»
Il cervello di Shikamaru si esibì in un discreto spettacolo di
fuochi d’artificio, quando cercò di costringerlo a
ragionare.
Era impossibile.
Non sarebbe mai riuscito a prendere una decisione in venti secondi,
gli sarebbe esplosa la testa.
Però... però poteva essere la sua unica occasione...
suo padre gli aveva detto senza mezzi termini che, stando così
le cose, Temari lo avrebbe odiato.
E lui la amava, ormai era palese.
Se c’era anche una sola possibilità di evitare
quell’orribile futuro, doveva almeno provarci...
Cercò di ricordare per filo e per segno il discorso di Naruto,
tutto ciò che aveva detto sul bambino. Chiuse gli occhi, cercò
di vederlo così come aveva fatto lui, ma c’era solo un muro
nero dietro le sue palpebre.
“No”
si disse, stringendo i denti. “Mio figlio è da qualche parte
in questa oscurità... e io voglio trovarlo. So che è
possibile”
...E all’improvviso, con la
sola forza di volontà, il bambino comparve dal nulla.
Maschio? Femmina? Non avrebbe
saputo dirlo. Ma aveva capelli e occhi scuri, e lo sguardo di Temari.
Era lì, e gli sorrideva con il suo ghigno furbo, un po’
minaccioso e un po’ ironico. Non doveva avere più di quattro
o cinque anni, ma sembrava già così grande... così
in gamba... così intelligente...
Voleva conoscerlo.
Voleva
parlargli, e voleva vederlo crescere. Voleva vederlo muovere i primi
passi, cadere e rialzarsi, voleva sentire la sua voce e il suo
calore. Voleva che lo chiamasse papà.
Lo voleva disperatamente.
«...Voglio essere il padre
di quel bambino» sussurrò, riaprendo gli occhi.
Avvertiva un inspiegabile nodo in gola, che non se ne andava. «Non
voglio essere escluso dalla sua vita, voglio prendermene cura e
aiutarlo a rialzarsi quando cadrà. Non... non posso farne a
meno»
Shikaku sorrise.
«Va bene» commentò.
«Il bambino è a posto. Ora... la madre. Tu ami Temari?»
Shikamaru non dovette pensarci
neanche un istante.
Se sulla scacchiera lui era il
cavallo e il bambino che doveva ancora nascere era il re, la regina
era indubbiamente lei. La sua Temari.
«Sì» rispose,
senza un’esitazione.
La sua sicurezza lasciò un
po’ spiazzato Shikaku, ma solo per un istante. Poi, lo fece
sorridere di nuovo.
«E allora perché la
lasci ancora a tormentarsi da sola, razza di stupido figlio?»
Shikamaru strinse i pugni.
Già, era proprio uno
stupido figlio.
Era rimasto a scervellarsi tutto
quel tempo per cose che in fondo già sapeva... era stato in
dubbio, si era chiesto quale pedina avrebbe dovuto sacrificare per il
bene del re, e alla fine... alla fine il bene del re sarebbe stato
avere sia regina che cavallo, perché era tutto ciò di
cui aveva bisogno.
Era tutto ciò per cui la
regina e il cavallo erano venuti al mondo.
E adesso il cavallo avrebbe
infranto qualche regola e si sarebbe mosso un po’ più
velocemente, perché aveva perso tempo ad esitare.
«Papà, vado a Suna»
annunciò. «Non so se o quando tornerò, dopotutto
Temari potrebbe anche uccidermi, ma voglio provarci. Ehm... per
favore... lo dici tu alla mamma?»
Negli occhi di Shikaku passò
un lampo d’inquietudine.
«...Se proprio devo...»
mormorò depresso.
«Grazie, papà. Non
solo per la mamma, ma per tutto quanto»
Shikaku fece un cenno vago. «Vai,
muoviti... ti aspettano tre giorni di viaggio»
«Non ti preoccupare per
questo, li diminuirò drasticamente; so già come fare»
Shikamaru sorrise con aria furba, e poi si voltò in fretta e
scomparve lungo il corridoio.
Shikaku sospirò
profondamente, fissando i kunai sul tavolino con aria abbattuta.
Quando si era svegliato, quella
mattina, non avrebbe mai pensato di ricevere una notizia tanto
pesante. E invece la sua giornata aveva preso quella piega bizzarra,
senza che lui potesse impedirlo, e adesso si trovava con una gatta da pelare di proporzioni cosmiche.
Ahh, avrebbe anche dovuto
dire a sua moglie che il loro grazioso bambino era stato tanto
deficiente da mettere incinta la sua ragazza... forse Shikamaru non
era l’unico a rischiare la vita.
Si grattò la nuca
stancamente.
“Ma
porca miseria...” rifletté. “E’ nato stanco per tutto,
ogni singola cosa sulla faccia della terra... e non per quello.
Quando
aveva dodici anni avrei anche dovuto dirgli che il sesso è
estremamente
faticoso”
Mentre tendeva una mano per
riprendere a lucidare i kunai, in mancanza di altra attività
manuale a portata di mano, un rumore di passi affrettati raggiunse le
sue orecchie, e Shikamaru spuntò di nuovo sulla soglia, con il
respiro corto.
«Nel caso non tornassi
vivo...» disse, ghignando appena. «...ho avuto un buon
esempio, come padre. Ciao, eh»
Correva attraverso il villaggio,
sperando che chi cercava fosse ancora dove lo aveva lasciato, e le
voci di tutte le persone con cui aveva parlato gli risuonavano nella
testa, chiare e nitide.
Il maestro Asuma gli aveva
mostrato che non esistevano problemi al di fuori di lui.
Choji gli aveva ricordato chi era
e che doveva avere fiducia in sé stesso.
Naruto gli aveva permesso di
vedere il suo bambino con i propri occhi.
E suo padre gli aveva dato la
spinta finale, guidandolo quando lui non sapeva da che parte andare.
Sì. Se Temari non lo
avesse ucciso, avrebbe voluto essere per suo figlio ciò che
Shikaku Nara era per lui.
Nel prossimo capitolo:
Temari era di nuovo nella sua stanza, e fissava la busta bianca
sulla sua scrivania con espressione neutra. Sul retro, c’era
soltanto il suo nome.
Sbuffò, irritata.
Da dove veniva tutta quell’esitazione? Sapeva cosa ci sarebbe
stato scritto, lo sapeva benissimo. Era inutile che facesse
l’ansiosa.
Eppure non si muoveva da dieci minuti abbondanti.
Ricordò il momento in cui la cameriera si era presentata
alla sua porta, con il messaggio in mano e gli occhi pieni di
trepidazione, e ricordò la rigidità con cui aveva preso
ciò che lei le tendeva.
Esami.
Il risultato finale dei test sulla sua gravidanza.
* * *
* ȣ *
* * *
Spazio
autore
Allora, prima di parlarvi di questo capitolo voglio fare un breve inciso sul precedente.
Ci sono stati pareri discordanti sulla ICità (passatemi il termine, vi prego! ^^') di Shikamaru.
Mi è stato detto che sarebbe stato più nel suo carattere decidere di prendersi immediatamente cura del bambino,
e allo stesso tempo mi è stato detto che la sua reazione è negli schemi.
Ora, sono qui per fare una cosa che non avrei mai pensato di fare:
giustificare le azioni di un personaggio.
Shikamaru è un genio, uno stratega, un Q.I. di 200. E' nato per decidere in fretta.
Ma, ragazzi miei, non ha ancora diciotto anni, e all'improvviso gli dicono che diventerà padre.
Penso che soltanto
un'imbecille, o qualcuno di tanto sicuro di sé da rasentare
l'idiozia, avrebbe detto su due piedi "alleviamo il bambino insieme".
Anche considerando che Temari non era nella migliore disposizione d'animo per una simile uscita.
E' per questo che lui, appunto in virtù della sua intelligenza, ha preferito prendersi un po' di tempo.
Qui non si tratta di decidere la strategia di un attacco, che può salvare la vita, certo,
ma che è qualcosa di temporalmente circoscritto e, il più delle volte, arraffazzonato all'ultimo momento.
Qui si parla di un'intera esistenza.
In via teorica i figli sopravvivono ai genitori, mettere al mondo un bambino vuol dire cambiare vita per sempre.
Per quanto Shikamaru sia svelto a prendere decisioni, per quanto sia un tipo da "in qualche modo ce la caviamo",
ho ritenuto che fosse naturale e doveroso per lui avere dei dubbi.
Se così non fosse stato, lo avrei considerato un insulto alla sua intelligenza.
Infine, vorrei farvi notare
una frase che c'era già prima dei commenti che mi hanno spinto a
scrivere questa giustificazione, e che era prevista fin dall'inizio:
"Era rimasto a scervellarsi tutto
quel tempo per cose che in fondo già sapeva"
Nel profondo, quindi, Shikamaru aveva già preso la sua decisione.
Aveva soltanto bisogno che qualcuno glielo facesse notare; perché, oltre ad essere un genio - lo dico con tenerezza -
è anche il ninja più pigro di Konoha...
Capitolo denso di metafore, vero? XD
Comunque, Shikamaru ha fatto la Scelta, è coraggiosamente diretto a Suna, e forse potrebbe anche tornare vivo.
Forse.
I pareri dei quattro che consulta - e ve lo dico come curiosità - non erano ponderati, sono usciti spontanei...
...Con Choji soprattutto non sapevo bene che piega avrebbero preso gli eventi, ma devo dire che in generale non mi dispiace.
E non preoccupatevi se i personaggi vi sembrano un po' troppo tranquilli... è tutta apparenza! XD
Cioè, Asuma non dà mai in escandescenze, Choji è tranquillo per definizione (e, ingenuo, si fida davvero di Shika),
Naruto ha ben altro a cui pensare (e poi lui sì che se
l'è presa per questo bimbo), e Shikaku... povero, lui è
semplicemente sotto shock! XD
Deve dirlo alla moglie, ma vi rendete conto? E' sinonimo di suicidio!
E, in fondo, a parte Naruto tutti sono convinti che Shika se la caverà.
Forse.
XD
L'altro giorno stavo giocherellando con il correttore automatico... sapete che sono uscite cose assurde?!
(vien quasi voglia di scrivere una fanfic comica con i nomi del correttore...!)
Per questo ho deciso di inaugurare l'...
Angolino della correzione automatica
Nomi # 1
Kakashi Hatake: Fashion Shaker (è da questa correzione che ha avuto inizio tutto! XD)
Naruto: Nasuto, ma si sapeva
Sasuke: Rasure (questo sarebbe italiano?) o Nasute (quelli del correttore hanno capito del suo legame con Naruto??)
Itachi: Tachi (?)
l'Itachi: l'eustachio T___T
Sakura: Saura (sarà il femminile di sauro inteso come cavallo? Cioè è una CAVALLA?!)
dell'Haruno: dell'arrandello (...)
Neji Hyuuga: Nei Fruga
Hanabi Hyuuga: Sanabili Fruga
Hiashi: Chiassi; ma ovviamente anche FASHION (nome gettonatissimo) Fruga!
dell'Inuzuka: dell'imbudella (O_O)
Rock Lee: Rock Ree (perché, mi chiedo io?)
Shikamaru: Maraschino (ma da dove esce?)
Temari: Tempari (?)
Kankuro: Kurdistan (°__°)
Orochimaru: Agrochimica (?!)
Choji Akimichi: Choc Agrochimica (imparentato con Orociok?), o anche Choc Michigan (trendy, nè?)
Tenten: (le correzioni sono uno scioglilingua!) Entente, Tientene, Intente, Centeno, Utente (ditele tutte in fila, su)
Natsumi: Tatsumi (perché Tatsumi sì e Natsumi no?)
Haruka: Khartoum (perchè?!)
Gamabunta: Gambuta (per me è congolese, altro che italiano...)
E ce ne sono a iosa... ve li metterò poco a poco per alleggerire l'atmosfera cupa dei prossimi capitoli! U_U
(tanto voi non potete farci niente, gnè gnè, io li metto anche se non volete!)
...Lo spazio autore si sta dilatando in maniera inquietante...
sammy1987: anche
se io non ne ho parlato nel dettaglio, quando Temari ha iniziato a
pensare di essere incinta ha avuto la sua crisi. E' ragionevole:
è giovane, senza compagno - aveva appena mollato Shikamaru - ed
è la sorella di Gaara, decisamente non famoso per la sua
temperanza... chiunque nella sua situazione sarebbe andato in crisi.
Poi però, proprio perché è una donna molto forte,
ha preso in mano le cose e in quattro e quattr'otto ha deciso di tenere
il bambino a prescindere dal padre. Ciò non toglie, tuttavia,
che abbia ancora i suoi momenti di debolezza - il suo futuro non appare
roseo - e che, ricordiamolo, abbia una quantità di ormoni
impazziti che girano per il corpo! XD Il caro, vecchio problema del
triangolo NaruSakuSasu è irrisolvibile per via teorica! XD Solo
Kishi potrà definitivamente svelare l'arcano mistero - SE decide
di farlo, beninteso - io mi limito a scrivere ciò che secondo me
potrebbe accadere e in che modo! (mettendoci anche un po' delle mie
preferenze, ovviamente... :-3) Tutto ciò che posso fare è
cercare di mantenermi aderente ai personaggi iniziali e dare briglia
sciolta alla fantasia...
killkenny: ipocrita! XD Ma di che "speranze" parli, tu?? XDD
Reina: Kakashi NON
passerà all'altra sponda, stai pure tranquilla! XD
(scherziamo? Altri personaggi che gli ronzano attorno?!) Per quanto
riguarda Kankuro e Gaara, avrai una spiegazione del loro comportamento
nel prossimo capitolo... diciamo che... qualcuno ha fatto bene i suoi conti...
kimi: ma dunque! Le fan
ShikaTema mi dicono che il fandom è pieno di ShikaIno, le fan
ShikaIno mi dicono che è pieno di ShikaTema... decidetevi,
insomma! Non sapete accontentarvi di niente! (nota: io sono per la
ShikaTema, anche se mi autoescludo dalla competizione! XD) Il problema
dell'aggiornamento troppo rapido è presto risolto: il capitolo
43 l'ho messo l'8 gennaio, verso le 7 di sera, il 44 l'ho messo il 9
nel primo pomeriggio. Chiedo scusa, è che essendo tornata a
Bologna ho ricominciato ad avere i soliti problemi di connessione...
T__T Poi, segnati bene questa tua recensione, perché un giorno
resterai a bocca aperta... Bah! TECNICAMENTE Sasuke ha visto il
massacro dei suoi soltanto in maniera indiretta, con lo sharingan di
Itachi... e poi, pfui! Naruto ha visto "morire" Sasuke al tempo di
Haku, e lui era un po' l'unico membro della sua famiglia! (mi sto
palesemente arrampicando sui vetri...! XD) Ooooh, insomma! Sasuke
è un maledetto essere unicellulare privo di spina dorsale! Ha
passato la sua vita dietro ai rimpianti e ai rimorsi, è stato
lui per primo a non volere la felicità! Poteva averla, restando
a Konoha, poteva avere ogni cosa! E invece ha scelto consapevolmente di
martirizzarsi ed emoizzarsi, ed ora è giusto che ne paghi le
conseguenze! >_<
1992: ...sì. Dovevo
aspettarmi un ritorno alle care vecchie abitudini! XD La follia
dilagante si sparge, e si sparge, annacquando ogni angolo della
recensione...! Ma no, dai, Temari non userà il ventaglio. Non
sai che le donne incinte non devono fare sforzi? E poi perché
sollevare un simile peso quando si può facilmente uccidere
chiunque infilzandogli uno stuzzicadenti nell'occhio? Ahahah! XD
Interessanti le ipotesi sulle origini di Tenten, le terrò
presenti...! Ino... beh, Choji non ha molto da fare in questo periodo,
così osserva un po' la gente... E poi, diciamocelo: quando lei
ha urlato "non ti ama!" in mezzo alla strada, anche un cieco avrebbe
capito...! Ino non è un'amica tanto disinteressata da
prendersela così soltanto perché Shika ha scelto la
"donna sbagliata". Sakura NON sta preparando veleni per Sasuke,
nonostante quello che potresti pensare! XD E' solo che non ha i mezzi
materiali per curarlo, e quindi le ci vuole MOLTO tempo! Dunque,
ricapitoliamo... I nostri figli saranno belli e intelligenti come te e
avranno i miei difetti? Allora saranno bruttini, psico-labili,
arroganti, egoisti, sadici, cocciuti, dotati di eccessiva autostima e
pigri?! Accidenti, ma tu sei proprio ottimista, eh!!
OneWingedAngel: ah ah ah! Ino
con Choji! .... ... ... ...ehm. Dicevamo?? ^^'' Ah sì, ecco:
riguardo alla nostalgia, stai parlando con una che alla veneranda
età di 19 anni si guarda indietro e non trattiene una
lacrimuccia al pensiero dell'infanzia... quel fantastico periodo in cui
le giornate sono lunghe, non si cresce mai, ci si annoia, e si scoprono
tante cose nuove... ora mi chiedo che fine hanno fatto le ultime
settimane, che ne sarà del mio futuro, perché cavolo non
ho tempo libero... crescere è uno schifo, ecco la verità.
Vorrei vivere sull'isola che non c'è con una provvista di libri
inesauribile e il mio amato pc, e sarei felice per sempre!
ç_ç Ma il passato non ritorna per nessuno, e anche il
gruppo 7 come lo conoscevamo nei primi numeri del manga non ha
più possibilità di esistere... Soprattutto con ciò
che accadrà tra qualche capitolo... u_u E il suo nuovo obiettivo
lo conoscerai a breve! Ma se ci pensi sono certa che ci arrivi...! XD
PS: so cosa vuol dire calibrare ogni parola, non farmici pensare... ci
sono momenti di grazia in cui mi vengono capitoli di getto, senza
problemi, ma ci sono volte in cui mi soffermo su una parola per cinque
minuti filati! E poi, quando ricorreggo, ho sempre qualcosa da
modificare! @_@
lale16: spero almeno che la
partita sia stata vinta! XD So perfettamente chi è Edward Cullen
(*ç*), per Shikamaru ti rimando all'appunto nell'angolino
dell'autore, lo gnorri (sì, si scrive così! XD) è,
come dire, aggrappato alla sua unica speranza di salvezza (che potremmo
anche demolire, per sport...), e la speranza, ovvero confettino,
verrà maltrattata a sufficienza con il proseguire della fic!
Wow, sono stata molto "a elenco"! XD Perchè poi?
ò_ò Ah, il tigrotto... uhm... ci sto lavorando! XD Prima
lascialo trovare a me, poi ne riparliamo!
Jana: infatti NON lo è! XD
Rhymes: il ciclo femminile
è qualcosa di molto bastardo. U_U Non è normale, e di
solito vuol dire che qualcosa non va, ma può anche saltare per
un mese intero, certe volte, senza necessariamente significare
gravidanza. E poi esistono le cosiddette gravidanze isteriche, ovvero
quelle particolari condizioni per cui ci sono tutti i sintomi ma non il
bambino, e generalmente si verificano quando la "mamma" si convince con
assoluta certezza di essere incinta... vedi? Non è così
scontato che Temari sia in dolce attesa! Ehi ehi ehi! Piano con i
matrimoni per Hinata, poveretta! XD Ora come ora, sposarsi con Neji
sarebbe la morte per lei! E su Ino non dico nieeeeente! Uhuhuh... tanto
saprai tutto entro pochi capitoli! ^_*
tonyesp: vogliamo PIU'
NaruHina, come affermazione, non ha motivo di esistere. U_U E' palese
che NON c'è NaruHina in questa fic, fino a questo momento, e per
Shikamaru, oltre alla discussioncina che abbiamo fatto su msn, ti
rimando all'inizio dello spazio autore...
kaho_chan: *_* Da quanto non
vedo il tuo augusto nome tra le recensioni!! Evvai, ora potrò
tornare a vantarmi con Mala_Mela! XD Eh, mi spiace che questi capitoli
siano intrisi di ShikaTema, purtroppo le cose vanno così, non ci
si può fare nulla... ma Ino non resterà a bocca asciutaa,
voglio occuparmi anche di lei prima di destreggiarmi con il magico
trio! (e lì saran dolori... ç_ç) Grazie mille per
aver lasciato una traccia del tuo passaggio, spero di continuare a
scrivere con lo stesso impegno fino alla fine dei tempi! >_<
(oddio, e questa da dove mi è uscita?)
Veleno94: ma quanto sono felice
quando le persone apprezzano una frase specifica? *_* Per quelle
"importanti" di solito mi ci metto d'impegno, dico sul serio, e i
pensieri di Temari riguardo al bambino li ho scritti con una cura
particolare...! E sono contentissima del fatto che lei ti sia piaciuta,
perché, lo confesso, a me piace quando è un po' fragile e
con i nervi a fior di pelle! XD Adoro i personaggi tutti d'un pezzo che
mostrano i loro talloni di achille... (non ti preoccupare per Shika e
la one-shot, è una cosettina sul comico andante, molto semplice,
se la scrivo capirai cosa intendo quando parlo di "chi c'è nella
testa di Shikamaru Nara?" XD) "Cioè non è che tu abbia
molto da fare adesso." XDDDD Questa frase mi ha fatta sbellicare dalle
risate! Povero Sasuke, e dire che lui sta studiando tanto! XD Ma su una
cosa hai ragione: Naruto non si accontenterà a lungo. Peccato
che prima succeda "una certa cosa"...
bambi88: non so se leggerai mai
questa risposta, dal momento che dici di essere indietro con i
capitoli, ma voglio lasciartela lo stesso! ^^ Innanzitutto grazie per
aver lasciato una recensione! Arwen parla un sacco di te, e io sapevo
che eri tra coloro che avevano messo la fic tra i preferiti, ma non
avevo mai visto un tuo commento... ora che c'è mi ringalluzzisco
come uno stupido pavone vanesio! XD Ti ringrazio davvero tanto per i
complimenti, che quando vengono da qualcuno "di sicura reputazione"
(?)(XD) fanno piacere il doppio, e spero che continuerai a leggere e
che ogni tanto mi lascerai un commentino piccolo piccolo! Tra l'altro
so che tifi spassionatamente ShikaTema, quindi questi capitoli
dovrebbero essere di tuo gradimento...! XD
Talpina Pensierosa: ah ah ah!
XD E sì che sai la risposta, furbetta! (furbetta? O_O E questo
da dove esce? Dal correttore automatico?) Per quanto riguarda le
shonen-ai, sono state una mia tiepida passione per circa due settimane
(ma, in effetti, ricordo che te l'avevo chiesta... dovevo essere peggio
che ubriaca! XD), passione che è già terminata! XD Non
c'è bisogno di farti perdonare, ma vorrei lanciarti una
sottospecie di sfida... so che è difficile, e che si scende nel
campo del quasi impossibile, ma credi che chiederti una drabble dal
punto di vista di Itachi sia troppo? (la controparte sceglila tu) So
che sentirlo dire "ti amo" lascia un po' spiazzati (XD), ma mi
piacerebbe vedere come la svilupperesti...! Mi rendo conto che è
una richiesta difficile, se vuoi rifiutarla sentiti libera di farlo!
Julia83: certo che sono
geniale, se scrivo una fic in cui il perché del titolo arriva
dopo il quarantacinquesimo capitolo... T_T Però questa volta
è andata così, gli avvenimenti si sono dilatati al di
là delle mie possibilità di controllo! Secondo i calcoli
preventivi mi sarei dovuta fermare attorno al capitolo 25, pur facendo
succedere tutto quello che è successo... Ahh, che illusa ero!
T__T Oh, che bello quando mi fanno i complimenti per le scene! ^///^
Una volta scrivevo a spanne, e poi disegnavo le scene per averle
davanti agli occhi, ma ultimamente ho smesso di disegnare come prima...
ora mi impegno completamente nella resa attraverso le parole, e se i
risultati vengono apprezzati mi fa davvero piacere! (il tigrotto
sull'ananas è stato un mio sfizio! XD Mentre scrivevo la scena
mi sono trovata Temari che infilava 'sto peluche nella valigia, e poi
le cerniere hanno ceduto, e una cosa tira l'altra... XD Non l'avevo
previsto, lo giuro! Avrebbe dovuto essere un capitolo tragico,
dall'arrivo nella stanza di Temari, e invece il tigrotto ha
sdrammatizzato alla grande!) Ohoh, abbiamo un'altra detrattrice di Ino,
eh? XD Uhm... ho la vaga idea di sapere chi sono i tuoi sospettati per
il "peccato"...! D'altronde, sono fortissima a giocare a Cluedo! XD Se
non indovino io l'assassino, non li indovina nessuno! Muahaha!! (oddio,
e questa tracotanza da dove esce??)
arwen5786: il povero Shika era
assolutamente convinto di essere stato attento! ç_ç Ne
era certo al 100%! Per questo se ne è uscito con l'infelice
domanda! D'altro canto, l'amore è un sentimento così
illogico... se poi mescolato all'orgoglio e agli ormoni, chi può
dire a cosa darà origine...? Sasuke, Naruto e Sakura, dal
capitolo 47, torneranno a monopolizzare la scena. E... ci sarà
anche un certo evento... diciamo che mercoledì ci saranno fuochi
d'artificio! Se fossi in te a partire da oggi mi guarderei i titoli dei
prossimi capitoli... Ah ah ah, davvero vorresti quelli futuri? XD
Sì, in effetti sì... potresti volerli... ma poi ti
areneresti con me quando sono in periodo di esami, e chi ti
ripagherebbe di tutto il tempo perso? Su, pazienta... in fondo aggiorno
tanto presto! ^_^ Un bacione! PS: estasiata dalla recensione? XD
Guarda, ero partita scordandomi che quello sarebbe stato il capitolo di
Itachi, e poi... poi mi sono persa nel carcere con Sakura, dico
davvero! Mi hai coinvolta molto più del previsto, quindi non
ringraziare me, ma solo te stessa! ^_^
Jenna Uchiha: chi
lo sa... può darsi che Sasuke impari da solo che deve lottare
per Sakura...! Potrebbe essere più pieno di risorse (bastardo)
di quello che pensiamo... E il suo nuovo obiettivo è banale,
dai! XD Se ci pensi solo un attimo, lo capisci! Gaara è
lusingato dall'offerta come nuova fidanzata, ma si vede costretto a
rifiutare a causa del tuo insano amore per Sasuke... U_U Lui sta dalla
parte di Naruto, lo sanno tutti! Non li vede tanto bene gli Uchiha! XD
harryherm: bene.
Abbiamo appurato che il servizio "contatta" di efp NON FUNZIONA. -.- La
tua mail non mi è mai arrivata, la mia probabilmente non
è arrivata a te, e in sostanza non ho il commento che volevo...
ç_ç e che, essendo lungo una pagina e mezza, mi avrebbe
riempita di gioia! Allora, facciamo così: mandamelo via mail
"tradizionale" (l'indirizzo è ayachan152003@hotmail.com, da
usarsi solo in caso di assoluta emergenza perché lo guardo poco!
XD), al prossimo capitolo rispondo a quello e al nuovo, promesso!
>_< E, per il futuro, se hai bisogno ancora di contattarmi in
privato, sai dove farlo! ^^ (tra parentesi, è anche l'indirizzo
di msn, se vuoi!) E poi... come dire... TU CONOSCI DIONEA?! Cosa aspetti a legarla alla sedia e farla scrivere?! >_<
Aya
|
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Capitolo 46 *** Prendere l'iniziativa ***
Naruto-46
Capitolo quarantaseiesimo
Prendere l’iniziativa
«Naruto! Fermo lì!» esclamò Shikamaru,
bloccando Naruto un attimo prima che si allontanasse dal ramen
Ichiraku.
Ansante per la lunga corsa, si fermò davanti al biondino e
riprese fiato, piegato in due.
«As...Aspetta» disse sudato. «Ho bisogno di te»
Naruto inarcò le sopracciglia sorpreso. Solo un quarto d’ora
prima Shikamaru aveva rischiato di farsi prendere a pugni da lui, e
ora già si presentava con una richiesta d’aiuto?
«Mi presti uno dei tuoi rospi?» domandò il Nara a
sorpresa, con un mezzo sorriso. «Ho bisogno di arrivare a Suna
in fretta»
Naruto capì all’improvviso, e si illuminò.
«Il più veloce che ci sia» garantì con aria
sicura, e intrecciò le dita sotto il mento.
«No, aspetta, non...!» esclamò Shikamaru, ma
troppo tardi: in una nube di fumo, un grosso rospo dalle gambe lunghe
e snelle era comparso in mezzo alla strada, strappando grida
spaventate a chi ci stava camminando in mezzo. «...qui»
concluse il Nara, con un sospiro profondo.
«Beh? Che c’è?» chiese Naruto in tono sostenuto.
«Non ti va bene? Guarda che lui è Scheggia, il più
veloce dei rospi!»
«No, no... va benissimo» si rassegnò Shikamaru,
con un cenno vago. «E... grazie»
«Ma
ti pare?» ghignò il biondo. «Muoviti, che quando
torni ti offro da bere, papà!»
Il gran giorno era arrivato.
Kakashi lo capì immediatamente quando vide Anko, Ayane e
Shizune marciare in fronte unito verso di lui, braccandolo all’uscita
di casa.
Si fermò, senza nemmeno tentare la fuga, e attese ostentando
una tranquillità inesistente.
«Dobbiamo parlarti» annunciarono le tre donne,
piantandosi davanti a lui con aria minacciosamente decisa.
«...Immagino di sì» ribatté Kakashi,
ripetendosi mentalmente che avrebbe solo dovuto superare quel
momento, e poi tutto si sarebbe sistemato.
«Sappiamo cosa stai facendo» disse Anko, puntandolo con
un dito.
Oh sì, lo sapeva bene anche lui.
Stava uscendo con tutte e tre, nella speranza che loro lo scoprissero
e lo considerassero un poco di buono, decidendo così di
lasciarlo perdere.
«Sappiamo che hai portato fuori ognuna di noi» proseguì
la kunoichi, senza esitare.
Ok, ora sarebbe venuta la sfuriata, la rottura... dieci minuti e
sarebbe stato libero.
«...Ma ora ti devi decidere»
Eh?
«Sì, è il momento che tu scelga» rincarò
Ayane, arrossendo per la propria audacia.
Eh?
L’ira? L’indignazione? L’abbandono? Che fine avevano fatto?!
«Abbiamo deciso di essere comprensive» spiegò
Shizune, di fronte alla sua espressione sgomenta – o almeno di
fronte a quel poco che se ne vedeva. «Sappiamo che per te non
deve essere semplice scegliere... quindi abbiamo capito che avevi
bisogno di passare un po’ di tempo con ognuna di noi. Per questo
non ci siamo arrabbiate quando lo abbiamo scoperto, perché
dovevamo aspettarcelo da una persona intelligente come te. Ora però
riteniamo che sia passato abbastanza tempo, e ti chiediamo di
scegliere. Adesso»
Silenzio.
Sudore freddo lungo la schiena di Kakashi.
Non era così che aveva previsto quel momento, no...
Loro avrebbero dovuto arrabbiarsi. Chiunque si sarebbe arrabbiato se
lui avesse fatto il triplo gioco, chiunque! Perché loro invece
avevano deciso di fare le comprensive?!, si chiese con un pizzico di
isterismo.
E
adesso se le trovava davanti, con una luce negli occhi che lo
avvisava; che gli diceva che se non avesse preso la sua maledetta
decisione in quel preciso istante, allora sì che si sarebbero
arrabbiate. E non sarebbe stato per niente piacevole.
Deglutì a vuoto, con la testa completamente vuota.
Le
Tattiche della Pomiciata
dedicava un intero capitolo al doppio gioco, ma spiegava come
portarlo avanti, non come farsi beccare e attirarsi l’odio delle
vittime.
Accidenti a Jiraya.
«Ehm...» disse, vago, chiedendosi se c’era un modo per
fuggire. Guardò l’una e l’altra, e vide che sia Anko che
Shizune avevano l’equipaggiamento con sé. Aveva la
sensazione che avrebbe rischiato di trovarsi con un kunai al collo se
avesse fatto la mossa sbagliata...
Haruka sbuffò piano.
Accucciata sul tetto della casa davanti all’appartamento di
Kakashi, guardava in basso con espressione annoiata. C’era una
brezza leggera, lassù, e i capelli rossi ondeggiavano
pigramente sulle sue spalle.
Certo che quelle donne erano proprio diaboliche. Avevano messo
Kakashi con le spalle al muro, anche se era palese che lui non
avrebbe scelto nessuna delle tre, e forti del numero cercavano di
costringerlo a una decisione impossibile.
Nemmeno il copia-ninja della Foglia sarebbe riuscito a cavarsela
senza spargere sangue.
«Quando il problema è di natura femminile...»
mormorò, alzandosi in piedi con un sorriso. «...allora
la soluzione deve per forza essere dello stesso tipo»
Okay. Forza e coraggio. Doveva confessare che non voleva nessuna
delle tre, e svelare il suo piano.
Con un po’ di fortuna, se la sarebbe cavata solo con qualche osso
rotto.
«Sentite...» iniziò, cauto...
...Ma non riuscì mai a finire.
Vide Anko e Shizune scattare contemporaneamente, e i loro shuriken si
conficcarono nel fumogeno che veniva dall’alto, facendolo scoppiare
ben sopra le loro teste. Entrambe sorrisero, con aria di superiorità.
«Non due volte...» sussurrarono, afferrando un kunai
ciascuna... e sulle loro spalle cadde una pioggia di shuriken, che
schivarono in fretta. Ayane, con un gridolino stridulo, si gettò
a terra.
«Da che parte?» gridò Anko guardandosi attorno,
mentre Kakashi spalancava la bocca sotto la maschera, allibito.
Altri shuriken piovvero da tutte le direzioni, e le due kunoichi si
trovarono schiena contro schiena.
Haruka, dall’alto del suo tetto, sorrise e spiccò un balzo
leggero.
Atterrò accanto a Kakashi senza fare rumore, i capelli rossi
sparsi nell’aria, e si raddrizzò con espressione sorniona.
«Lo sapevo!» ringhiò Shizune, stringendo la mano
attorno al suo kunai.
«Brava» replicò Haruka gentilmente.
E una rete calò sulle due donne.
«Ehi! Cos’è?!»
«Ma che diavolo...?»
Entrambe iniziarono a imprecare, cercando di liberarsi dalle maglie
resistenti, e Haruka lanciò un’occhiata ad Ayane, che ancora
boccheggiava al suolo.
«Non ti avrei mai presa» commentò sorridendo.
«Però devi capire che per stare attorno a Kakashi ci
vogliono riflessi migliori dei tuoi. E ora scusate, ma siamo di nuovo
stati assegnati alla stessa missione»
Con un cenno allegro, prese Kakashi per una manica e si allontanò
con lui, ignorando totalmente le minacce e gli insulti che venivano
da sotto la rete.
L’oggetto della contesa, sgomento, si lasciò trascinare
senza aprire bocca.
«Se fossero state un po’ più sveglie, si sarebbero
fatte assegnare alle missioni con te un po’ prima» commentò
Haruka, sbuffando piano. «Quelle amano la competizione più
del motivo per cui litigano»
«...Hai davvero fatto piovere shuriken su di loro?»
riuscì finalmente a parlare Kakashi.
«Ovviamente no. Era un'illusione» rispose lei come se
fosse scontato. «Okay che sono venuta su tra i nemici, ma non
arrivo al punto di attaccare i compagni senza un motivo»
«Oh» fece lui, ancora scosso.
Poi gli tornò in mente una frase che aveva detto lei, e la
fissò inclinando il capo.
«...Tu sei tra coloro che ‘mi stanno attorno’?»
chiese cauto.
Haruka non rispose.
Semplicemente, lo guardò e sorrise.
«Tra qualche giorno ti chiederò di venire con me nel mio
laboratorio» disse Sakura, gli occhi puntati sugli ultimi esami
di Sasuke. «Ho bisogno di studiare il Sigillo direttamente
sulla tua pelle»
«E’ lontano?» fu lo sterile commento dell’Uchiha,
mentre mangiava distrattamente del pesce e leggeva un libro di
politica.
«E’ al pianterreno» rispose lei altrettanto
freddamente.
«Va bene» ribatté lui.
Silenzio.
Sakura passò gli occhi sulla stessa riga per la tredicesima
volta, senza capirci niente.
Era uno schifo.
Da quando aveva commesso l’errore di abbracciarlo, entrare in
quella stanza era diventato un incubo. E anche tornare a casa, da
quando sapeva che Naruto aveva subodorato qualcosa. Non ne avevano
parlato, ma l’atmosfera si era sensibilmente raffreddata... anche
il gatto sembrava essersi reso conto del cambiamento.
Doveva sistemare la questione.
Doveva essere soltanto un medico con Sasuke, almeno finché era
tanto debole da restare in ospedale.
E doveva affrontare l’argomento con Naruto e rassicurarlo, da
persona adulta e responsabile.
Invece tutto ciò che voleva fare era alzare gli occhi e
incontrare quelli di Sasuke.
Strinse le dita sulla cartella clinica, dandosi dell’idiota. Con
quel genere di pensieri non sarebbe andata da nessuna parte, doveva
cancellarli.
Però... solo una volta, come medico... insomma, doveva pur
imparare a sostenere il suo sguardo, o le cose non sarebbero mai
andate a posto.
Lentamente, quasi riluttante, alzò gli occhi dalla cartella
clinica.
E scoprì che anche lui la guardava.
Silenzio.
Rimasero a fissarsi, occhi verdi in occhi neri, senza dire una
parola, per un tempo indefinito.
Alla fine, fu lei ad aprire la bocca.
«Smettila» mormorò roca.
«Perché?» replicò lui, piano.
«Perché sì»
«Perché ti metto in difficoltà?»
«Io amo Naruto»
«Continui a ripeterlo»
Di nuovo silenzio.
«Sasuke... io ti amavo con tutta me stessa. Davvero. E tu mi
hai abbandonata. Chi si è preso cura di me senza smettere
neanche un istante, è stato Naruto...»
«Lo so»
«E
allora smettila!»
Sakura quasi gridò, frustrata.
Perché, perché all’improvviso la metteva in
difficoltà?! Perché le faceva una cosa simile?!
Sasuke, finalmente, abbassò lo sguardo.
«...Non posso» disse piano, quasi come se la cosa
irritasse prima di tutto lui. «Ci sto provando, ma non posso»
Sakura strinse i denti, e bruscamente rimise la cartella clinica al
suo posto in fondo al letto.
Senza salutare, senza nemmeno voltarsi indietro, attraversò la
stanza facendo svolazzare il camice bianco e uscì in fretta.
Sasuke strinse i pugni.
Non aveva più fame.
Shikamaru impiegò meno di un giorno per tornare di nuovo a
Suna.
Quando, davanti alle mura a gradoni, scese dal rospo che gli aveva
prestato Naruto, rischiò di perdere l’equilibrio e svuotare
lo stomaco sul terreno.
Aveva viaggiato tutto il pomeriggio precedente, la notte e la
mattinata, a una velocità spaventosa e in equilibrio precario,
e si era ripromesso di non accettare mai più un passaggio del
genere, anche a costo di strisciare.
Le guardie all’ingresso del villaggio, per puro caso, erano le
stesse dell’ultima volta, quelle che gli avevano offerto da bere e
avevano segretamente scommesso sulla sua vita.
Questa volta, però, non sembravano altrettanto amichevoli.
Quando videro Shikamaru scendere dal rospo, si irrigidirono e
assunsero un atteggiamento guardingo.
«Oh, sei tu» commentò freddamente una delle due.
Shikamaru gli lanciò uno sguardo perplesso, mentre il rospo
alle sue spalle scompariva in una nube di fumo, e solo in quel
momento il genio della Foglia collegò l’improvvisa ostilità
delle guardie alla cameriera che lavorava a casa di Gaara. Ora che ci
ripensava, quella ragazza aveva l’aspetto della pettegola dalla
punta dei capelli alle unghie dei piedi.
«Non so se hai il permesso di passare» disse l’altro
ninja, in tono annoiato.
Ma quei due uscivano dal fan club di Temari?
«Sì, ce l’ho» disse Shikamaru facendosi avanti.
«Il vostro Kazekage ha detto che avrei dovuto tornare in
fretta, ed è quello che sto facendo»
Le due guardie si scambiarono un’occhiata. «Mah, forse
dovremmo chiedere...»
Sulla fronte di Shikamaru si gonfiò una vena. Non aveva fatto
quel viaggio da incubo per perdere tempo all’ingresso!
«Detto schiettamente, devo andare a farmi prendere a pugni da
Temari» se ne uscì secco. «Penso che potrebbe
essere piacevole anche per voi, quindi lasciatemi passare e non
rallentatemi; mi prenderò io ogni responsabilità con
Gaara»
I due ninja tentennarono, incerti.
A dire il vero avevano ricevuto l’ordine di lasciar passare
‘l’ananas della Foglia’ – parole di Kankuro – non appena si
fosse presentato ai cancelli, ma non avevano tutta ‘sta voglia di
ricordarselo. Lui era il bastardo che aveva messo incinta la sorella
del Kazekage, dopotutto, colui che aveva rovinato la vita al loro
idolo e loro eroina.
Tuttavia... erano solo guardie, non avevano nulla a che fare con
Temari e la sua vita, e non potevano sapere cosa sarebbe stato meglio
per lei e quali erano i suoi desideri.
Sbuffarono e lanciarono occhiate di traverso a Shikamaru.
Ma si fecero da parte.
Temari era di nuovo nella sua stanza, e fissava la busta bianca sulla
scrivania con espressione neutra. Sul retro, c’era soltanto il suo
nome.
Sbuffò, irritata.
Da dove veniva tutta quell’esitazione? Sapeva cosa ci sarebbe stato
scritto, lo sapeva benissimo. Era inutile che facesse l’ansiosa.
Eppure non si muoveva da dieci minuti abbondanti.
Ricordò il momento in cui la cameriera si era presentata alla
sua porta, con il messaggio in mano e gli occhi pieni di
trepidazione, e ricordò la rigidità con cui aveva preso
ciò che lei le tendeva.
Esami.
Il risultato finale dei test sulla sua gravidanza.
...Ma in fondo, importavano davvero?
Ignorando per un istante che
lei era sicura di essere incinta, anche se i test fossero stati
negativi, ormai era tutto rovinato. Ormai sapeva come si sarebbe
comportato lui in quella situazione, ormai gli aveva detto tutte
quelle cose, e ormai... era tutto finito.
Anche se il bambino che cresceva dentro di lei fosse scomparso
all’improvviso, non avrebbe potuto presentarsi da Shikamaru e
dirgli ‘era tutto uno scherzo, facciamo finta di niente e torniamo
come prima’. Anche se lo amava. Anche se, nonostante avesse
proclamato di potersela cavare da sola, voleva averlo accanto. Anche
se lui le aveva chiesto ‘di chi è?’.
Ma erano soltanto sogni che facevano male.
“Stupida
che non sei altro, apri quella cosa e levati il pensiero” si ordinò
irritata.
Tese una mano, lottando contro i
muscoli che si rifiutavano di collaborare, e afferrò i
risultati degli esami con dita che tremavano leggermente.
L’espressione tirata e le
labbra livide, strappò la parte superiore della busta ed
estrasse l’unico foglio al suo interno.
Posò gli occhi sui numeri
e le lettere che per lei significavano poco... e poi arrivò al
risultato finale.
In quel momento la porta della
sua stanza si aprì all’improvviso, facendola trasalire.
Shikamaru, senza aprire bocca,
entrò e se la richiuse alle spalle, cancellando l’espressione
in parte desolata e in parte euforica della cameriera che era rimasta
fuori.
Temari spalancò la bocca,
senza parole.
Lui la guardò per un lungo
istante, in tutto il suo stupore, e decise di non lasciarle il tempo
di ucciderlo. I suoi occhi, come era accaduto la famosa notte in cui
era nato quel bambino, erano profondamente diversi dal solito; ma
oggi, erano ancora più intensi, più... belli.
Temari non li avrebbe mai
dimenticati.
«Ti avevo detto che sarei
tornato» esordì Shikamaru, con voce a malapena
arrochita. «E sono due notti che non dormo per arrivare qui il
prima possibile, quindi ascoltami senza dire nulla»
Lei, anche se avesse voluto, non
sarebbe riuscita a spiccicare parola, troppo sconvolta dalla sua
improvvisa e inaspettata comparsa.
«So che mi ritieni un pigro
idiota con l’età mentale di un ragazzino, e so che l’altro
giorno non ho detto le parole che avresti voluto sentire»
riprese lui, parlando in fretta ma senza staccare gli occhi dai suoi.
«Però ho riflettuto, come ti avevo promesso, e anche se
ho avuto bisogno di altre persone per capire cosa voglio davvero,
alla fine ci sono arrivato. Ora lo so. Io voglio essere il padre di
quel bambino. Anche se tu non mi ritieni abbastanza maturo, io voglio
farlo. Non so come si comporti un padre o cosa dovrò insegnare
a nostro figlio, ma... se penso che potrebbe crescere lontano da me,
e che non vedrò i suoi primi passi, o quando cadrà le
prime volte... beh, mi fa schifo. La sola idea mi fa schifo. Per
cui... ecco... io sono qui per dirtelo» iniziò a
impappinarsi. «E... c’è anche un’altra cosa... che
potrebbe farti incazzare, lo so, ma che voglio dirti» deglutì,
tentò di parlare di nuovo... e poi deglutì ancora.
Inspirò a fondo. «Io credo che dovremmo vivere insieme»
Le sopracciglia di Temari
raggiunsero nuovi, inesplorati picchi.
«Sì, so che l’altra
volta hai detto che un futuro con me è l’ipotesi peggiore,
ma... ma...» balbettò lui distogliendo lo sguardo, con
il viso arrossato e una strana irritazione nervosa nelle mani. «Sì,
beh, insomma... il bambino ha bisogno di due genitori, no?»
Temari sbatté le palpebre.
«...Non credo di aver
capito bene» mormorò alla fine, con voce a malapena
udibile. «Stai... Stai dicendo che... vuoi prenderti cura del
bambino... con me?»
Shikamaru tornò a
guardarla. «Sì» disse. «...Sempre se non
decidi di uccidermi prima, naturalmente» aggiunse dopo un
istante.
Temari riaprì la bocca per
dire qualcosa, ma le parole le morirono in gola.
Nella sua testa le frasi di
Shikamaru continuavano a rimbalzare da una parte all’altra, senza
essere davvero comprensibili, e il suo cervello si rifiutava di
capirne il significato.
Le caddero gli occhi sui
risultati dei test, ancora stretti nella sua mano, e il suo primo
istinto, per posticipare una reazione vera e propria, fu quello di
tendere il foglio a Shikamaru.
«...Sono i risultati degli
esami» disse atona.
Lui si accigliò
impercettibilmente, prendendoli, e una morsa gli serrò lo
stomaco.
Perché gli mostrava i
risultati?
Cosa voleva dire?
Forse Temari non era davvero...?
Per un terribile istante, il
bambino che era riuscito a vedere con tanta chiarezza si fece
evanescente, incerto...
...Poi, sotto le sigle e le
percentuali, ecco il risultato finale.
Incinta.
Shikamaru rialzò lo
sguardo, confuso, e solo in quel momento si accorse che, finalmente,
Temari aveva le guance rigate di lacrime.
«...Non pensavo davvero che
saresti tornato» sussurrò, tremando piano. «Pensavo
che... saresti scappato. Che non te ne fregasse niente. Che avessi...
paura»
Shikamaru fece un passo avanti, e
posò il foglio con i risultati sulla scrivania, prima di
raggiungerla.
«...Potevo lasciarti sola?»
le chiese gentilmente, con il suo solito mezzo sorriso.
Temari chinò la testa, con
un piccolo singhiozzo, e lui le posò una mano sul capo e se la
tirò contro il petto.
«A vederti così carina mi fai uno strano effetto, sai?»
le disse, leggermente ironico.
Lei strinse i pugni sulla sua maglietta. «Zitto, stupido
idiota!» bofonchiò tra le lacrime. «Io non sono
carina. Io sono patetica...! Piangere, come una stupida
ra-ragazzina...! E tu... invece... anche se ti ho detto quelle
cose... a-anche se ti ho mostrato il lato più odioso di me...
tu sei tornato» gemette, affondando il viso nel petto di lui
per nascondere l’imbarazzo e l’umiliazione. «Quella davvero
immatura sono io...»
«Mi auguro che a parlare siano solo gli ormoni» commentò
Shikamaru levando gli occhi al soffitto. «I tuoi lati peggiori
li conosco da sempre, non sono questa grande novità, e fino a
prova contraria tra noi due sei tu quella più vecchia...
Ahia!» il pizzicotto si abbatté impietoso, e Temari
sollevò su di lui uno sguardo truce. «Scusa. Farò
in modo di dimenticarlo» assicurò lui, dolorante. «Ora
puoi tornare patetica e carina? Così magari faccio anche
l’ultima figura di merda e non mi prendo il tuo peggior sguardo
sprezzante...»
«Eh?» fece Temari, senza capire.
Shikamaru inspirò a fondo, arrossendo di nuovo, e la sua anima
lussuriosa e quella pigra fecero un tifo sfegatato per la piccola e
quasi insignificante anima eroica, che si faceva timidamente avanti.
«C’è... un motivo per cui sono tornato, al di là
del bambino che ha bisogno due genitori...» si schiarì
la voce, costringendosi a fissarla. «Sì beh, so che
sembra stupido detto da me, e magari non mi crederai neanche, ma...
come dire... sì, insomma...» si grattò la nuca,
pericolosamente vicino a iperventilare e ostentando un’aria
annoiata perché era l’unica che gli riuscisse di fare. Prese
un respiro profondo, e sussurrò qualcosa così in fretta
che non si capì niente.
«...Eh?» ripeté Temari, perplessa.
Lui disse di nuovo la stessa cosa nello stesso modo, con gli stessi
risultati.
«Eh?!»
Terzo tentativo, solito schema.
«Inizio a pensare che tu sia schizofrenico» lo informò
lei, piatta.
«E
che cavolo, ti
amo,
ok?!» esplose lui. «Quante volte ancora me lo farai dire,
prima di capirlo?!»
Temari ammutolì.
Ci fu un istante di immobilità generale... e poi lei arrossì,
e i suoi occhi si riempirono di nuovo di lacrime.
«...Potevi dirlo anche un po’ più piano»
bofonchiò, passandosi una manica sugli occhi.
«Umph. Almeno non ti sei messa a ridere, è già un
risultato...» borbottò lui, cupo e vagamente
imbarazzato.
E lei, come da copione, in quel preciso istante si lasciò
scappare una risatina.
«Grazie» commentò Shikamaru, truce.
«No, è che...» mormorò Temari, scuotendo la
testa. «...è solo che...» posò una mano
sugli occhi, e il sorriso sulle sue labbra si trasformò in una
smorfia amara. «...ero convinta che non ti importasse nulla di
me. Credevo di essere l’unica a... a... Mi avevi addirittura
chiesto di chi è!» un singhiozzo interruppe la sua
frase. «Maledizione!» imprecò. «Ancora a
piangere!»
Shikamaru la fissò, e corrugò lentamente la fronte.
«E’
stata una domanda infelice, lo riconosco, ma ero assolutamente sicuro
che non potesse essere mio! Non hai visto con che faccia te l’ho
chiesto? E... Aspetta» si interruppe, incredulo. «Mi stai
dicendo... che tu
mi ami?»
Lei gli lanciò un’occhiata profondamente offesa, dietro le
lacrime. «Ma per che razza di donna mi hai presa?» chiese
indignata. «Ti sembro una che sceglie a caso con chi andare a
letto?»
Shikamaru portò una mano alla bocca, allibito.
«Io
credevo che tu fossi soltanto una ragazza con sani
istinti»
si giustificò.
«Mi sarei ripassata tutta Suna, se quello fosse stato il caso!»
inveì lei. «Ma il tuo Q.I. di duecento da dove cavolo
esce?!»
«Senti, aspetta, non te la prendere! Non me lo hai mai detto
una volta!»
«Non è che tu mostrassi grande
entusiasmo, sai?! E l’unica volta che mi sei saltato addosso di tua
spontanea volontà, subito dopo hai rovinato tutto!»
«Ma lo sai che sono pigro, non posso farci niente! E poi l’ho
realizzato solo di recente!»
«Che
cosa?!
Cioè, tu mi hai portata a letto per tutto questo tempo... e
non mi amavi nemmeno?!»
«Sono un maschio! Se una femmina mi salta addosso, ho reazioni
molto prevedibili!»
«Non sei un maschio, sei un animale!»
«Ma eri tu a costringermi!»
«Ora capisco da dove esce una domanda del cazzo come ‘di chi
è?’!»
«Ti ho già spiegato perché l’ho fatto! Ti
chiedo scusa! Cos’altro posso fare, eh?!»
«Forse rivedrò il programma riguardante questo bambino!»
Mentre le loro voci si alzavano e le recriminazioni si susseguivano
senza un preciso ordine logico, diffondendosi per tutta la casa senza
bisogno di amplificatore, fuori dalla porta della stanza di Temari,
Gaara si appoggiò al muro con un mezzo sorriso stampato sulle
labbra.
«Ah! N-Nobile Kazekage!» sussurrò spaventata la
cameriera, colta in piena operazione di spionaggio, e impallidì.
«Va tutto bene» la rassicurò lui, con un ghigno
poco promettente. «Sei autorizzata a diffondere per il
villaggio la notizia che mia sorella si sposa»
«D-Davvero?» allibì la ragazza, e poi corrugò
la fronte, perplessa. «Ma io non ho sentito parlare di
matrimonio...»
«Quei due hanno bisogno di qualcuno che gli ricordi i passi
essenziali» decretò il Kazekage con nobile flemma. «Su,
ora basta origliare, vai»
«S-Sì!»
La poveretta schizzò via, metà euforica e metà
terrorizzata, e Gaara inspirò a fondo, tutto soddisfatto.
Dopotutto, anche se era il più piccolo, sapeva occuparsi bene
della sua famiglia.
E se pure Shikamaru non gli andava tanto a genio... beh, se a Temari
andava bene, allora sarebbe andato bene anche a lui.
Ma
alle sue
condizioni.
Quando Shikamaru incrociò Kankuro, mentre usciva di casa per
tornare a Konoha e informare chi di dovere del suo futuro, i due si
guardarono per un lungo istante, impassibili.
«Gravemente malata, eh?» disse il ninja della foglia, tra
i denti.
«Se ti avessi detto che era incinta saresti corso al di là
del mare, non qui» replicò l’altro, rilassato.
«Ma che ne sai?»
«Oh,
sta’ un po’ zitto. E ringrazia che Gaara mi abbia impedito di
prenderti a pugni per quello che hai combinato, perché se lui
non avesse saputo prevedere le tue mosse, ora saresti un ammasso di
carne sanguinolenta all’ospedale, caro cognato»
«C-Cognato?! Ehi, non abbiamo ancora parlato di... di
m...m...m...»
Kankuro sfoderò un sorrisino deliziato, accompagnato da una
risata bassa e minacciosa. Con nonchalance, diede le spalle a
Shikamaru e gli rivolse un cenno di saluto.
«A presto, ananas...»
Nel prossimo capitolo:
Sakura arrivò in ospedale con gli occhi ancora arrossati e
una ruga tra le sopracciglia. L’infermiera all’Accettazione si
guardò bene dal chiederle come andavano le cose, e si limitò
a consegnarle i documenti che chiedeva e a lanciarle uno sguardo di
sottecchi.
«Ecco... mi scusi...» sussurrò timidamente. «Oggi
è il giorno in cui Sasuke Uchiha dovrebbe scendere nel suo
laboratorio»
* * *
* ȣ *
* * *
Spazio
autore
E anche Shikamaru e Temari sono sistemati (e lei è davvero incinta... ma per un attimo vi siete spaventati, confessatelo)!
Chi resta fuori, ora?
Ino, Sai, Kakashi, Neji, Tenten, Kiba, Hinata e, naturalmente, il magico trio...
Se fossi in voi farei attenzione all'insipida preview di questo capitolo...
...e, soprattutto, da oggi andrei a guardarmi i titoli dei prossimi...
Kakashi l'ha scampata per ora, eh? Ma sembra che i suoi
problemi non siano finiti... tuttavia, non ne sapremo di
più per minimo 5 capitoli!
(e ho usato il noi perché devo ancora scriverla quella parte! XD)
Ok, ora fate un respiro profondo e NON iniziate subito a insultarmi...
...c'è una novità!
Ricordate il prequel che avevo anticipato nella sezione "coming soon" della mia pagina personale, quello assolutamente NaruSaku?
Bene.
E' online.
Sì, lo so che ho in ballo Sinners e pure Redenzione, ma il primo
è a buon punto, il secondo è già finito, e il
prequel è quasi completo!
Aggiungiamo che scrivere ha la priorità nella mia vita, e vediamo che non è un problema!
Dedicato a tutti i convinti sostenitori del NaruSaku, per addolcire la pillola!
(Quale pillola?)
^_^
Angolino della correzione
automatica
Nomi # 2
Shizune: Schizzane
Iruka: Diruta (ho seri dubbi che questo sia italiano...)
Tobi: Tobia (sì, era ovvio, ma vi prego... vi prego, per un attimo immaginate Tobi che si chiama Tobia! XD)
Asuma: Esuma (-.-)
Kurenai: Arrenai (o anche Cirenaica, non so in base a quale misterioso principio...)
Pak: Yak (prevedibile - più o meno - ma paragonate Pak e uno Yak...)
Suigetsu: Gesuitismo, Getsemani (mistico!)
Karin: Parini (ma certo...)
Juugo: Brugo (ha un certo fascino, eh?)
Konan: Tonando
Nagato: Cagato (non credevo fosse italiano corrente! XD)
Mizuki: Suzuki (dopo Natsumi, altra evidente discriminazione)
Ibiki: Bikini (affido a voi la visualizzazione...!)
Kushina: Bruschina (ma che è?)
Kabuto Yakushi: Tabuto Sushi o Naruto Kakashi (ma perché?!)
Anko: Ano (prevedibile, direi...)
Konohamaru: Ultramarino
Ijuin: Inguine, EDUINO... (ò_O)
l'Aburame: l'Abburatta (ovvero?)
Ichiro Kuzo: Fachiro o (ed è 1000 volte più bello, nè?) INZOTICHIR Uzzo
Reiki: Reims (avrei dovuto chiamarlo così, forse)
Shikaku: Shika (ma che senso ha una correzione così??)
Inoichi: Inocchi... (T_T)
Saku: Lusaka (incomprensibile...)
harryherm: di nuovo a te l'onore della
prima risposta, visto che siamo indietro di un commento! Sai cosa
potrei fare riguardo alla "faccenda spoiler"? Potrei confessare che hai
ragione, ma se così fosse... da questo momento cambierei
completamente tattica, lo sai...? Dirti NaruSaku fan e definire
Sakura una cerebrolesa è sinonimo di grandissima coerenza! XD
D'altronde capisco che vederla così oscillante faccia arrabbiare
molte persone (io personalmente sghignazzo, ma sono l'autrice bastarda
e posso permetermelo...! XD)... ehh, chissà come andranno avanti
le cose da ora in poi? E' anche vero che, come hai detto, se Sakura
dovesse restare con Naruto solo per "senso del dovere", nessuno dei due
ne sarebbe davvero soddisfatto. Ma Sakura sembra amare Naruto... e
dunque ogni porta è aperta! Mi è piaciuta molto la tua
analisi dell'incontro Shika-Tema, è stata davvero fantastica!
>_< (anche perché era infarcita di qualche complimento, e
davanti a queste cose mi sciolgo... ^///^' E poi se è una
InoShika fan ad apprezzare, nonostante il pairing non gradito, ancora
meglio!) Passando a questo capitolo, eh sì: lo so, Shikaku
è un grand'uomo... già dalla sua prima apparizione nel
manga è stato il ninja della mia vita! Credo che tutti speriamo
che Shika cresca come lui, cicatrici a parte! *ç* Mentre Naruto...
è davvero vicino ad esplodere; se la situazione continua a
restare tanto incerta, credo che non andrà avanti a lungo... ma
perché parlo così? Sono io l'autrice, so già cosa
succede! XD ...Ohohoh... per quanto riguarda Dionea, ho intenzione di
approfondire l'argomento con te via msn (tradotto: faccio i compiti di
entrambe se riesci a farla scrivere! XD Dai, ero brava a scuola, potete
fidarvi!)
Talpina pensierosa: la triste
infanzia di Naruto è uno degli elementi che ce lo rendono
più caro, penso che sia risaputo. Il personaggio un po' scemo
che blatera di grandi sogni e ride spesso non avrebbe spessore se non
avesse raggiunto questa condizione partendo da una situazione
nettamente sfavorevole... sarebbe soltanto un idiota qualunque! Invece
lui, anziché diventare tristo e cupo come Mr Uchiha, riesce ad
essere il sole nonostante l'infanzia triste. Lui è forte. E' per
questo che lo ammiriamo! ^_^
Julia83: per Naruto Sakura,
Sasuke e Iruka sono una vera famiglia. Sono le persone a lui più
care, quelle di cui non potrebbe fare a meno, quelle che
sostanzialmente gli fanno pensare "non sono solo". E' naturale che sia
"morbosamente" legato a loro, è naturale che abbia inseguito
Sasuke con tutto l'accanimento che ha dimostrato, ed è naturale
che ora sia terrorizzato all'idea di perdere Sakura, anche
perché, visto che il terzo vertice del triangolo è
Sasuke, in qualunque caso dovrebbe dire addio a uno dei due, se davvero la sua relazione fosse in pericolo.
Già... come si fa a non adorarlo? Per quanto riguarda Shikamaru,
sembra che al momento sia ancora vivo, ma chissà quanto a lungo
reggerà nelle mani della famiglia Sabaku? XD Tra la "dolce"
Temari, "l'affettuoso" Gaara e il "giocherellone" Kankuro,
arriverà prima alla strage di massa in stile Itachi o al
suicidio? XD Bacio!
killkenny: ora che Shikamaru
è indubitabilmente vivo, ti dico perché "ipocrita":
"spero solo che Shikamaru ne
esca VIVO: mi spiacerebbe vedere il/la possibile erede dei due
restare orfano/a di un genitore". Hai detto queste esatte parole in una
scorsa recensione, e, visto e considerato che tu SAI cose che molti
mortali ignorano, e visto che io lo so... beh, lasciami dire "ipocrita"
con gentilezza! XD E, onestamente, l'identità del padre di
Naruto è l'ultimo problema che hanno sia lui che Shika...
capirai perché...
sammy1987: Naruto ha un
rapporto complicato con il papy... è il suo eroe, ma lo ha
abbandonato, ha salvato il villaggio, ma non è stato in grado di
salvare sé stesso, è il suo esempio, ma vuole essergli
superiore... un giorno tutte queste cose verranno fuori, com'è
giusto che sia, c'è solo da sperare che non succeda mentre lui
ha già altri problemi. Ma, conoscendo la mia bastardaggine...
uhuhuh... La situazione tra Sakura e Sasuke deve sbloccarsi a
breve, per il semplice motivo che se continua così vanno tutti
fuori di testa! Bisogna vedere COME si sbloccherà! U_U
arwen5786: ahh, mi sarebbe
piaciuto beccarti su msn! XD Avrei tanto voluto vedere come cercavi di
cavarmi le cose, uhuh... peccato che la mia connessione domestica sia
(definitivamente, temo) defunta! T_T C'è stato qualcuno che ha
cercato di farmi sputare spoiler aggirando la domanda, tentando di
trarmi in inganno e fingendo di chiedere per caso... ma io sono stoica!
XD Deve ancora nascere il genio che mi faccia cadere! (solo una persona
ci è riuscita, in effetti... ma mi pare di aver riparato in
qualche modo! XD) Allora, prima di tutto lasciami dire che ti ringrazio
profondamente per i commenti sui personaggi che hanno parlato nello
scorso capitolo. Dal momento che sono stati fondamentali per Shikamaru
e per questa parte della storia, e dal momento che tengo
particolarmente ai tuoi commenti, mi hanno davvero lusingata! >_<
Come hai detto tu, forse Naruto accetterebbe su due piedi un'eventuale
paternità (lui e un altro paio di idioti, a Konoha! XD), e
infatti nello scorso capitolo ho specificato che potrebbe farlo
soltanto un idiota o qualcuno di così sicuro di sé da
rasentare l'idiozia... ma, per fortuna, al momento non sembra essere il
suo caso! ^_^ (N.B: al momento...)(N.B.B:
mini spoiler? fasullo?) Uhm... se Sasuke si mostrasse volutamente
fragile con Sakura per cercare di conquistarla, potrei trovarmi un po'
in difficoltà! Cioè, forse sarebbe un po' OOC... se
succedesse per caso, ok, ma spontaneamente... D'altro canto...
chissà, magari la strada giusta non è far pena... magari le serve solo una spinta per cadere da una parte
o dall'altra del filo su cui è sospesa! (ma quanto sono figa
quando uso queste metafore profonde? XD) Come hai visto, per Shikamaru
e Temari le cose si sono effettivamente sistemate! ^_^ E' inutile, sono
un'amante degli happy ending... e poi ho un piano preciso in testa! U_U
Per ora tutto fila come deve filare...
Jenna Uchiha: per sapere
definitivamente qual è il più o meno ovvio obiettivo di
Sasuke ora che Itachi è morto, ti rimando al prossimo capitolo!
Lì avrai tutte le risposte! Temari alla fin fine si è
dimostrata davvero incinta (il suo istinto non sbaglia), ma purtroppo
per Shikamaru non so se le cose ora saranno semplici...! XD Gaara,
quando hai detto che avresti lasciato perdere Sasuke per lui, si
è mostrato discretamente contento (cioè ghignava come
Satana, stravaccato sul divano, e borbottava qualcosa che suonava tanto
come: "brutto bast... di un Uchiha, chi è il più figo,
eh? Uhuhuh... mhmhmh... MUAHAHAH!!"), tuttavia si vede costretto a
declinare nuovamente l'offerta, in quanto teme che la sua immagine di
nobile e glaciale kazekage potrebbe risentirne indelebilmente!
(sottobanco ti offre l'opportunità di candidarti come amante a
tempo perso... che fai, accetti?)
kairi84: quando ho visto il tuo
nome ho strabuzzato gli occhi! (e, per un breve istante, ho anche
tremato... XD Il pericolo spoiler è sempre dietro l'angolo!) Non
pensavo che avresti lasciato una traccia anche qui, mi hai fatto una
bellissima sorpresa! ^_^ So cosa pensi della scena di Naruto, me lo hai
comunicato in maniera molto esauriente via sms, ma leggerlo tra queste
pagine mi ha comunque fatta sentire tanto orgogliosa! >_< Grazie
mille!
1992: è stupefacente;
nei tuoi messaggi ogni tanto mi viene il dubbio che l'autrice sia tu, e
che io sia quella che recensisce... dico davvero, ci metti così
tanta convinzione nelle assurdità che dici, che finisco per
crederci anche io! XD E poi rinsavisco e mi dico: no aspetta, NON
andrà così...! (stai per caso cercando di lanciarmi
messaggi subliminali del tipo "fai andare la fic come voglio io"...?)
[A proposito... Tu fai il liceo artistico, casualmente?] Dunque,
immagino che Sakura e Sasuke in questo capitolo non ti abbiano resa
particolarmente gioiosa... ma se fossi in te lo prenderei come una
sorta di allenamento: nella vita bisogna imparare ad essere
pazienti...! U_U Il lato positivo è che è comparso
Kakashi, anche se come al solito non ci fa poi una bellissima figura!
XD Ma è comprensibile, poveretto, è in una situazione
davvero terrificante! (anche se Jiraya non sarebbe d'accordo con me...)
Per il prossimo capitolo procurati un antistress di quelli potenti, mi
raccomando... ^_* Un bacio, tesoro!
bambi88: un giorno mi
spiegherai come fai a leggere contemporaneamente i vecchi capitoli e
quelli più recenti, e a capirci comunque qualcosa! XD Sei
incredibile, bravissima! Prima di tutto grazie per aver lasciato una
recensione nonostante tutti gli impegni che hai, so cosa vuol dire
quanto la maledette università ti priva anche dell'aria per
respirare... (cioè, DOVREI saperlo, ma in qualche modo finisco
per sbattermene altamente e fare quello che più mi piace... XD
In via teorica, però, giuro che ti capisco!) E poi, beh, fai
pure con calma! ^_^ Io sono sempre qui, e, ci tengo a ricordare - anche
a chi stesse leggendo per caso queste righe - che i commenti li vedo
sempre tutti, anche quando risalgono a capitoli vecchi! ^_^
lale16: ohohoh... avrai modo di
scoprire quanto io ami Shikaku, se avrai la pazienza di restare con
me...! ^_^ La parte relativa a Naruto ha incontrato molti consensi!
D'altronde, si sa, io l'adoro... e, anche se lo tratto male, cerco
comunque di renderlo al meglio! Per quanto riguarda Ino e il momento
della scoperta, se non sbaglio è materia del capitolo 48...!
Lì vedrai come ho messo giù le cose! ^_^ Per Temari il
dubbio che volevo instillare in voi lettori era esattamente quello
della gravidanza isterica! Peccato che pochissimi ci siano "cascati"!
XD Comunque è davvero incinta, come hai potuto leggere, e quindi
il mini (o la mini) Nara ci sarà... Tutto sta a vedere se
sopravvivrà agli adorabili genitori! XD
kimi: per quanto sia
vendicativo, Sasuke è un idiota. -.- Cioè, è ovvio
e palese che l'obiettivo di Itachi è farsi inseguire e
rovinargli la vita (il motivo superficiale), il modo migliore per
mettergliela in quel posto sarebbe guardare avanti e vivere felice!
Certo... noi non sappiamo cosa ha letto Sasuke nel luogo di ritrovo
segreto degli Uchiha... forse quella lastra potrebbe svelare l'arcano!
U_U Riguardo a Sakura... ehm ehm... un giorno, quando questa fanfic
sarà conclusa, svelerò un grande segreto sul mio rapporto
con lei... Tu eri una sostenitrice dello ShikaIno, per caso? ^^'
Comunque Temari è davvero incinta, su questo non c piove! U_U
Tutto sta a vedere se il marmocchio vede la luce... Vorresti un bimbo
prima dei vent'anni? O_O Figliola, ragiona con moooolta calma! A
vent'anni è un po' prestino, non credi? Aspetta almeno i 23,
25... insomma, goditi qualche anno in più di felice e serena
irresponsabilità! (lasciatelo dire da una che è entrata
nell'anno dei 20, e si chiede "che fine ha fatto la mia vita?! Dove
sono scomparsi i miei meravigliosi 15 anni?!")
Veleno94: tutti i personaggi
tendono a scordare quanto ha sofferto Naruto... T_T Certo, all'epoca
erano bambini e forse non si rendevano conto, ma io ricordo
perfettamente che amo Naruto perché è COSI', ma è
stato anche COSA' (se mi capisci... ^^')! E ogni tanto lo ricordo anche
agli altri, che fa sempre bene... Insomma, lui vuole mostrarsi forte,
lui è il personaggio che non si arrende mai, ma l'amarezza
c'è sempre, dal mio punto di vista! La reazione di Ino
alla neonata ShikaTema ti sarà chiara nel capitolo 48, mentre
per il magico trio, aspettati una svolta nel prossimo! ^^ (<--
contrariamente a quello che sembra, non è un sorriso, ma un
ghigno malvagio...) Ehm... non farmi dire se ci saranno altri momenti
NaruSaku prima dei guai seri, ti prego...! ^^'' Stai sicura che la
prossima volta non rimarrai a bocca asciutta! ^_*
Reina: don't worry, per ora non
sono previsti gemelli nei miei piani malvagi! XD Di Hinata avrai uno
scorcio nel prossimo capitolo (mi pare... se non è lì, in
quello successivo), di Sasuke sicuramente nel 47, e di Tenten...
uhuhuh, chissà? A settembre nella fic, posso dirti solo questo!
^_^ (ora siamo attorno alla metà di agosto, anche un po'
più in là) Il colpo di scena della gravidanza isterica
non c'è stato, dopotutto! Ma credo che non avrebbe cambiato
molto le cose... almeno per un po'. Comunque Shika aveva deciso di
restare con Temari, si era reso conto di amarla, e non credo che a
sapere che il bimbo non c'è avrebbe tirato un sospiro di
sollievo, salutato, e mollato lì Tem! Magari dopo un po'... se
fosse successo qualcosa di DAVVERO pesante, tale da avvicinarlo
inesorabilmente a Ino... chissà! C'è anche da dire che
personalmente ritengo che se Ino si fosse fatta avanti prima di Tem, ci
sarebbero state buone possibilità che "vincesse"... Un pigro
come Shikamaru quando ha avuto la prima spinta corre dritto su un unico
binario! Ma Ino NON si è fatta avanti, e le cose sono andate
così! U_U Amen!
Mala_Mela: wow, una recensione
seria! O_O E soprattutto NIENTE SPOILER! Non ci credo! (ah, la frase
coperta dagli asterischi te la chiederò eccome, lo sai?) Choji
è... è... è adorabile! *_* Infatti non ho
resistito alla tentazione di farlo ricomparire, tra due capitoli! XD E
per chi SA... sarà un'apparizione molto importante... uhuhuh...
Ahh, evvai! Allora ti è piaciuto il discorso di Naruto?
>_< Me è molto felice! Ci tengo molto al parere del mio
Dio! XD Sasuke: definizione scientifica, "essere
MEDIAMENTE umano". AHAHAHAH!! XD Fantastico! Potrei quasi
infilarlo nella fic, se non fosse che i prossimi capitoli sono
discretamente cupi! XD Quasi quasi lo metto dove sappiamo tutte e
due... (non è niente di sconcio. =_= Ha a che fare con piume e
cenere...) No, dai, non voglio fare concorrenza a Debiti. Credo. Anzi
sì, ma non esattamente in quel modo... Sommando, diciamo... dai,
arrivaci! >_< Non posso essere più esplicita di
così! Sai, le tue frasi conclusive mi lasciano sempre più
sconcertata... mio Dio, ti stai forse beccando l'arteriosclerosi?
Rhymes: grazie! ^^ Io sono sempre qui!
Aya
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Capitolo 47 *** La caduta ***
Naruto-47
Capitolo quarantasettesimo
La caduta
Dio fa buone offerte.
Ma il Diavolo ne fa di migliori.
Di nuovo uno di fronte all’altra, dopo giorni di silenzio e
lontananza.
Neji la fissò, ferma nella radura in cui si erano allenati
tante volte, e vide che Tenten piangeva sommessamente.
«Che cosa c’è?» le chiese avvicinandosi,
ansioso.
Lei scosse la testa, ma non arretrò.
«Tenten, dimmelo» la esortò lui, afferrandola per
le spalle, con un impeto e un’angoscia del tutto anomale. «E’
quella cosa che ti impedisce di stare nel nostro gruppo, vero? Cos’è?
A me puoi dirlo!»
«No... No...» mormorò lei, scuotendo la testa. «A
te non interessa... non ti è mai importato nulla...»
«Sì invece!» urlò quasi.
Sì, sì gli era sempre importato di lei! Anche se aveva
un obiettivo da raggiungere, anche se voleva diventare forte e
riscattare la casata cadetta, aveva sempre avuto un pensiero per lei!
Non si era mai accorta di come lui la guardava? Non voleva un’altra,
non voleva ‘approdare a più fruttuosi lidi’, lui voleva
Tenten e basta! Era sempre stata l’unica ragazza, e poi l’unica
donna al suo fianco... sempre e solo lei.
Aumentò la stretta sulle sue spalle, e si chinò fino a
sfiorarle la fronte con le labbra.
«Tenten... dimmelo... ti prego...» mormorò, in
tono quasi supplice, contro la sua pelle tiepida.
Sentì le mani di lei posarsi sul suo petto, non per
respingerlo, ma soltanto per stargli più vicina. Poi la sentì
sussurrare qualcosa a mezze labbra, ma non capì.
Tenten alzò lo sguardo, gli occhi ancora lucidi ma senza
lacrime, e si sporse verso il suo volto, fino a far incontrare le
loro labbra.
Erano salate, più morbide, calde e umide di quanto avrebbe mai
pensato...
...E Neji si svegliò.
Riconobbe il soffitto chiaro della sua stanza, la luce dell’alba
che entrava attraverso le fessure delle imposte; sentì il
cotone delle lenzuola contro il corpo sudato, e il calore afoso
dell’aria intrappolata dalle finestre serrate.
Si rese immediatamente conto di aver sognato... eppure per un attimo
si sentì ancora nella radura del bosco. Era come se Tenten
fosse lì, davanti ai suoi occhi. Era come se piangesse, di
nuovo. Era come se lo baciasse, per la seconda volta...
Neji sentì le labbra bruciare, e vi passò bruscamente
il dorso della mano.
Maledizione! Odiava quel genere di sogni!
Stupida
attività onirica, gli metteva in bocca parole non sue, gli
faceva provare cose che era certo di non provare... Ogni volta che
gli capitava di fare un incubo
simile, ne subiva le conseguenze per tutto il giorno, e anche oltre.
Gettò indietro il lenzuolo e si alzò, assetato. Faceva
caldo, troppo caldo lì dentro!
E lui non aveva mai guardato Tenten in un modo particolare!
Non sapeva se i sogni fossero frutto dell’inconscio o cosa, ma era
certo che il suo primo pensiero fosse tutto per la casata e per suo
padre, da sempre e per sempre. Una donna non poteva distrarlo, una
donna era... una cosa inutile, ecco.
Bussarono sommessamente alla sua porta, e Neji trasalì.
«...Siete sveglio, nobile Neji?» chiese la voce di una
domestica, in poco più di un sussurro.
«Sì...» rispose lui roco, nervoso. «Sono
sveglio. Vengo subito»
Si sciacquò il viso con l’acqua fresca che gli era stata
portata prima dell’alba, e indossò i vestiti puliti che
trovò pronti, appoggiati su una bassa cassapanca in legno
chiaro.
Anche nella casata cadetta veniva trattato con ogni rispetto, perché
comunque figlio della personalità più importante della
cerchia inferiore del clan, ma da quando lo zio lo aveva preso sotto
la sua ala il suo tenore di vita era decisamente aumentato: godeva di
ogni privilegio e servizio, aveva il cibo migliore e il trattamento
più accurato, ma soprattutto aveva la possibilità di
allenarsi con padron Hiashi in persona, e apprendere tutti i segreti
delle arti marziali della casata.
Era indubbio che fosse lui il prescelto che avrebbe guidato gli
Hyuuga, al momento giusto.
Neji uscì dalla sua stanza legando la cintura in vita, e
attraversò i corridoi della residenza principale senza fare il
minimo rumore.
Ogni mattina all’alba doveva trovarsi nel giardino interno dell’ala
est, il luogo in cui lo zio gli faceva il grande onore di allenarlo,
e per raggiungerlo impiegava pochi minuti. Quel giorno non fece
eccezione. Il percorso era inciso a fuoco nella sua memoria, i suoi
piedi naturalmente abili, i muscoli pronti e reattivi nonostante il
brusco risveglio. Raggiunse la sua meta senza un secondo di anticipo
o uno di ritardo, e vide che, come sempre, Hiashi lo aspettava
godendosi i raggi del sole mattutino.
Poi, e questo non era ‘come sempre’, si accorse di Hinata, in
piedi al suo fianco.
Si fermò sul patio, interdetto, e forse inspirò più
bruscamente del solito, perché Hiashi si voltò a
guardarlo.
«Buongiorno, Neji» lo salutò, con un sorriso
appena più cordiale di quello freddo che rivolgeva a tutti gli
altri. Sembrava di buon umore.
«Buongiorno, padron Hiashi» rispose lui ricomponendosi in
fretta, e si inginocchiò per inchinarsi come conveniva.
«Hai riposato bene?» domandò il capoclan degli
Hyuuga, in tono pacato e vago, mentre Neji, a testa bassa, si
chiedeva cosa avesse in mente; Hinata non aveva mai assistito ai loro
allenamenti mattutini. «Benissimo» rispose, mentendo
spudoratamente. A dire il vero sentiva ancora le labbra che
formicolavano, ma sicuramente quella non era una confidenza che
avrebbe fatto a cuor leggero.
«Ottimo. Perché questa mattina ho preparato qualcosa di
speciale» sorrise Hiashi.
Neji rialzò cautamente il capo, e per un attimo incrociò
lo sguardo timoroso di Hinata. Sembrava ancora più pallida del
solito, e... ora che lo notava, indossava la divisa da allenamento.
«Vorrei che oggi tu e Hinata combatteste per me» disse
Hiashi, con un sorriso fin troppo compiaciuto. «Soltanto per
vedere i rispettivi progressi, nulla di accanito... in fondo fate pur
parte dello stesso clan, e spettacoli come quello che avete dato
qualche anno fa all’esame di selezione dei chunin sono ormai
dimenticati, non è vero?»
«...Ma certo» mormorò Neji dopo qualche istante di
silenzio, distogliendo lo sguardo da Hinata, che, se possibile, alla
menzione di quell’incontro si era fatta ancor più pallida.
«Bene. Hai bisogno di riscaldarti, Neji?» propose il
capoclan degli Hyuuga, soddisfatto.
«No, padron Hiashi, sono caldo. Ho provveduto a sciogliere i
muscoli mentre venivo qua»
«Anche Hinata è già pronta, non è così?»
chiese Hiashi alla figlia, che chinò il capo in segno
d’assenso, mordendosi nervosamente le labbra. «Allora... non
vi resta che iniziare!»
Neji, con una certa reticenza, scese nel prato dove già stava
Hinata; insieme fecero qualche passo verso il centro del giardino,
per avere più spazio a disposizione; una volta fermatisi,
Hinata deglutì a vuoto e assunse la posizione base delle arti
marziali degli Hyuuga. Neji le scoccò un’occhiata rapida, e
la imitò.
A quel punto aveva diverse possibilità: combattere al di sotto
delle proprie capacità e tirarla per le lunghe finché
Hiashi non si fosse stancato; combattere come l’ultimo degli idioti
e farsi sconfiggere in fretta; combattere al meglio delle sue forze e
concludere l’incontro il prima possibile, in modo che Hinata
potesse scampare a quella tortura in tempi brevi. Sfortunatamente, i
primi due metodi prevedevano che Hiashi comprendesse le sue
intenzioni e si alterasse, e l’ultimo avrebbe probabilmente portato
a conseguenze dolorose per Hinata, fisicamente e psicologicamente.
Che fare?
Neji sapeva di mettere in soggezione la cugina, soprattutto ora che
sul capo di entrambi pendeva la minaccia del matrimonio, e se pure
non poteva apertamente confortarla, poteva però cercare di non
esserle di ulteriore disturbo.
Alla fine optò per la ‘modalità insegnante’,
decidendo di combattere sì, ma soltanto per mostrare a Hinata
quali erano i giusti movimenti e il ritmo da tenere. In ogni caso,
non aveva la minima intenzione di farle del male. Non più.
Scattò prima ancora che lei se ne accorgesse, spostandosi alle
sue spalle, e il pugno gentile avrebbe colpito esattamente la sua
spina dorsale, se lui non lo avesse rallentato all’ultimo istante.
Hinata si rese conto che il combattimento era iniziato, e con un
attimo di ritardo scansò, colpendo debolmente il braccio di
Neji.
Nella frazione di secondo in cui i loro sguardi si incontrarono, lui
cercò di rassicurarla con un’occhiata... ma non fu certo che
lei avesse capito.
Hinata fece la sua mossa, e, chinandosi rapida, cercò di
oltrepassare la sua difesa e raggiungere il petto con lo juken. Ma i
suoi movimenti erano incerti, privi di convinzione, e il colpo fin
troppo prevedibile. Neji si mosse impercettibilmente, e con un gesto
quasi gentile indirizzò la sua mano nel punto preciso in cui
avrebbe dovuto colpire, serrandole il polso prima che raggiungesse la
meta.
Hinata gli gettò un’occhiata confusa, e fece un passo
indietro.
«Mi avevate quasi colpito, madamigella Hinata» disse lui,
rimettendosi in posizione. «Ma dovete mostrare un po’ più
di decisione se volete sconfiggere il vostro avversario»
Finalmente lei capì. Senza essere troppo sfrontato, Neji stava
semplicemente cercando di evitare che si facesse del male. Era ovvio
e scontato chi dei due fosse il più forte, ma lui non voleva
mettere in luce la sua debolezza, né regalarle una vittoria
stupida e palesemente orchestrata. Cercava di mostrare a Hiashi di
essere maturato e di essere una persona pacata e razionale, e
guidandola in quella specie di allenamento-farsa, evitava di
umiliarla pubblicamente.
Mentre si rimetteva in posizione, Hinata deglutì di nuovo.
Il tentativo del cugino era sicuramente apprezzabile, e non poteva
che essergliene grata, se lo confrontava col suo atteggiamento nel
loro ultimo scontro... purtroppo, temeva che su Hiashi avrebbe avuto
un effetto fin troppo positivo.
Senza che nessuno dei due avesse il coraggio di guardare il capoclan,
lui sorrise, seduto sul patio.
Neji si era fatto furbo, aveva trasformato la sfida in un
allenamento... ma dal suo punto di vista era soltanto un bene. Se,
con la scusa di correggere gli errori di Hinata, quei due si fossero
avvicinati un po’ di più, il giorno in cui sarebbe riuscito
a convincere sua figlia a sposare il cugino sarebbe stato decisamente
più prossimo.
Invisibile dietro una finestra, Hanabi strinse i pugni.
“Quella
stupida!” pensò, furente. “Così non fa che
alimentare le speranze di nostro padre! Cos’ha in testa?! Perché
deve sempre essere tanto arrendevole? Eppure ho cercato di renderla
più coraggiosa in tutti i modi!” La minore delle sorelle
Hyuuga si morse le labbra per la frustrazione. “E va bene... a mali
estremi, estremi rimedi...”
Shikamaru sgranocchiava patatine seduto sul tappeto di Choji, con
aria meditabonda. Il compagno, metodico e preciso, aprì il
sesto pacchetto e affondò la mano in un gesto consumato.
«Sì, insomma... ci sono ancora un sacco di cose da
definire» commentò Shikamaru, studiando una patatina
particolarmente contorta. «Dove vivremo, come ci
organizzeremo... non credo che potremo permetterci del personale di
servizio, quindi o molliamo il bambino ai nonni, o uno di noi diventa
baby sitter a tempo pieno... e l’altro comunque deve portare in
cassa abbastanza grana per vivere bene, no?»
«Ti ci vedo con il grembiulino a pulire la casa» rise
Choji sotto i baffi.
«Urgh... io decisamente no»
«Ci vedi lei?»
«Meno che mai»
«Ecco, vedi? Mi sembra una scelta scontata»
Shikamaru gemette, cupo. «E poi... c’è anche la
questione del m...m...m...»
«Matrimonio?» suggerì Choji.
«Ecco, quello. Gaara mi ha fatto capire chiaramente che se non
la sposo invidierò la sorte di un frullato, e, sai, non è
che quel maledetto demonio sia la persona più rassicurante del
mondo...»
«Quindi la sposi?»
Shikamaru si rigirò tra le dita la solita patatina, fissandola
a lungo.
Alla fine se la gettò in bocca e la fece a pezzi con i denti.
«Sì. Direi di sì» confermò. «Anche
se devo ancora dirglielo, e non so quanto gradirà... mi sembra
una cosa troppo convenzionale, per i suoi gusti... Ma in fondo se
dobbiamo stare insieme per quel bambino, è per sempre, no? E
poi... beh, a me non dispiace l’idea di stare con lei tanto a
lungo»
Choji sorrise sornione, allungandogli una bottiglia di aranciata, ma,
all’improvviso, si fece serio.
«...Hai già parlato con Ino?» gli chiese.
Shikamaru si incupì. «No. Da quando sono stato a Suna la
prima volta, non l’ho più vista... credo che mi stia
evitando»
«Ovvio. Se non sbaglio, sta passando un sacco di tempo con
Sai...»
«Sì, l’ho sentito dire. C’è qualche speranza
che abbia perso la testa per lui, visto che un po’ assomiglia a
Sasuke?»
«Sinceramente? No»
«Uff... lo sospettavo» Shikamaru si grattò la
nuca, avvilito. «Immagino di doverglielo dire di persona...»
borbottò.
«Sarebbe carino» confermò Choji.
« E va bene» si arrese il Nara. «Ma prima lasciami
raccogliere le energie; allungami quell’altro pacchetto, va’...»
Era una strana giornata.
Una di quelle giornate che ti fanno restare fermo in mezzo a una
stanza, che ti fanno guardare tutt’attorno, perplesso, che ti fanno
sentire... osservato.
Era
come se ci fosse qualcosa
che reclamava la sua attenzione.
Un presentimento.
Naruto, tenendo un cartone di latte in mano, fissava il davanzale
della finestra con le sopracciglia corrugate.
Era il gatto a dargli quella sensazione d’inquietudine? No, lui se
la ronfava sotto il divano, non lo guardava nemmeno. E allora
cosa...?
«Io esco» annunciò Sakura passando svelta
attraverso la stanza. «Sarò ancora in ospedale, non so
quando torno»
«Sakura...» la chiamò lui, mentre lei già
aveva una mano sulla maniglia. «Cos’è che fai di
preciso, in ospedale...?»
Una domanda vaga, quasi disinteressata. Non la guardò neppure,
mentre la faceva.
Sakura tentennò sulla soglia.
Cosa faceva in ospedale? Cercava di occupare il tempo e la mente, e
di tenersi più lontana possibile dall’ultimo piano. Cercava
di dimenticare che Sasuke la metteva in difficoltà, e cercava
di ricordare che la persona che amava era Naruto.
Ma, naturalmente, non poteva metterla in quei termini.
«Per la maggior parte del tempo sto in laboratorio»
rispose asciutta. «E’ il numero tre, al pianterreno, accanto
alle serre. Cerco di salvare la vita a Sasuke, vuoi sapere
esattamente come? Devo elencarti le sostanze che uso? I tempi di
ebollizione dei liquidi?»
Involontariamente il suo tono era stato più brusco del
previsto, le parole più sferzanti.
Voleva difendersi ed evitare di essere accusata, e aveva finito per
accusare lui.
«No, ho capito» ribatté Naruto irrigidendosi, e,
guardandola, le rivolse un’occhiata pungente. «Scusa se ho
chiesto e se mi interesso della tua vita, visto che tu non mi dici
mai niente»
Sakura strinse la mano attorno alla maniglia della porta.
«Non sono l’unica ad essere sempre fuori!» recriminò,
alzando la voce. «Anche tu sei sempre in missione, e quando
torno a casa ti trovo esausto o addormentato! Pretendi che io resti
qui ad aspettarti ogni singola ora del giorno? A dire il vero non mi
sembra che tu abbia un gran bisogno di me!»
Furiosa con Naruto e con sé stessa, per i propri tentennamenti
e per essersi lasciata andare a rimproveri inopportuni, aprì
bruscamente la porta e uscì, senza lasciargli il tempo di
ribattere. Mentre scendeva le scale, si accorse di avere gli occhi
lucidi, e ci passò sopra la manica con rabbia.
Dentro casa, Naruto aveva stretto il cartone del latte tanto da
deformarlo.
«E Sasuke, invece... ha bisogno di te?» mormorò,
rivolto a nessuno.
Gettò la confezione nel cestino dei rifiuti, e poi appoggiò
le mani al muro, chinando la testa.
«Maledizione!» imprecò serrando i pugni e le
palpebre. «Anche io ho bisogno di te!»
Da sotto il divano, l’altro Naruto lo fissava, gli occhi azzurri
come fuochi fatui nella penombra. La sua coda si agitava silenziosa,
spargendo qualche bioccolo di polvere...
...Davvero, chissà cosa vedeva...
Sakura arrivò in ospedale con gli occhi ancora arrossati e una
ruga tra le sopracciglia. L’infermiera all’Accettazione si guardò
bene dal chiederle come andavano le cose, e si limitò a
consegnarle i documenti che chiedeva e a lanciarle uno sguardo di
nascosto.
«Ecco... mi scusi...» sussurrò timidamente. «Oggi
è il giorno in cui Sasuke Uchiha dovrebbe scendere nel suo
laboratorio»
Sakura trattenne un moto di stizza.
Anche quello!
Non solo aveva litigato con Naruto, ma ora doveva
affrontare la causa del suo nervosismo, e pure da sola! Da un paio di
giorni i ninja a guardia di Sasuke erano stati sollevati
dall’incarico, perché Tsunade si era stufata di pagargli lo
stipendio per giocare a morra cinese, e nel laboratorio accanto alle
serre solo lei aveva il permesso di entrare.
Forse avrebbe dovuto chiedere a Shizune di darle una mano, così,
per sicurezza...
“No,
che assurdità” si rimproverò. “Non sono una stupida
ragazzina, non ho bisogno di nessuno per gestire questa cosa. Io so
cosa voglio”
«Fatelo scendere tra una
mezzora» disse asciutta all’infermiera, e poi si allontanò
verso il laboratorio a passo di carica.
Lo raggiunse, lo aprì con
le chiavi che aveva solo lei, ed entrando gettò il plico di
documenti che aveva ricevuto su un tavolo già ingombro di
carte e sostanze misteriose. Si tolse la borsa e indossò il
camice appeso dietro la porta, legando i capelli in una coda bassa.
Il laboratorio era un misto tra
quello di un chimico e quello di un ninja: accanto alle ampolle, alle
ciotoline e alle polveri di diversi colori, c’erano rotoli, spessi
volumi di arti magiche, sigilli e appunti scarabocchiati in fretta.
L’odore che permeava l’aria era pungente, ma anche vagamente
dolciastro e strinato di zolfo. C’erano due grandi tavoli ingombri
di oggetti, e un paio di sedie scomode che ospitavano volumi spessi
pieni di segnalibri. In fondo alla parete opposta alla porta c’era
un lettino medico, ma era occupato da un vaso che conteneva una
pianta dalle foglie carnose e di un rosso intenso.
Sakura scostò la tenda che
dava sul giardino dell’ospedale, un’ala ombrosa e poco
frequentata, che lasciava entrare soltanto una luce morbida e opaca;
guardò fuori per un lungo istante.
Ahh, maledizione... sarebbe
voluta tornare a casa per scusarsi con Naruto... era stata troppo
aggressiva, sulla difensiva... forse avrebbe dovuto dirgli chiaro e
tondo che aveva avuto dei dubbi, ma che non aveva intenzione di
cedere... certo, non gli avrebbe mai parlato del tentativo di bacio
di Sasuke, o ci sarebbe scappato il morto, ma almeno quello glielo
doveva.
Perché lei lo amava, e si
rendeva conto che non meritava di subire la sua frustrazione.
Naruto le era sempre stato
accanto, l’aveva sostenuta ed aiutata nei momenti di sconforto,
aveva sorvolato sui suoi difetti, smosso mari e monti per lei... e lo
avrebbe fatto mille volte ancora. La sua dedizione era assoluta,
incondizionata...
...Forse
un po’ pesante, da sopportare.
Lasciò ricadere la tenda e
diede le spalle alla finestra, turbata.
E quel pensiero da dove usciva?
Cosa voleva dire?
Sentì il suo cuore che
accelerava nel petto, e si impose di calmarsi.
“Basta
pensare a vanvera” ordinò a sé stessa. “Adesso devo
occuparmi del sigillo maledetto di Sasuke...”
Con la testa ancora confusa,
cercò gli appunti del giorno prima e li studiò,
rileggendoli più e più volte. Ma i suoi occhi si
rifiutavano di capire le frasi che lei stessa aveva scritto, gli
ideogrammi le sembravano segni senza senso... e poi, all’improvviso,
bussarono; e lei fece cadere i fogli.
«A-Avanti!» balbettò
chinandosi per raccoglierli, e la porta si aprì cautamente, a
meno di un passo da lei.
«...Che stai facendo?»
chiese la familiare voce di Sasuke, facendole correre un brivido
lungo la schiena.
«Mi sono caduti dei dati»
rispose nervosamente, finendo in fretta e rialzandosi bruscamente.
Si trovò a nemmeno mezzo
metro da lui, la distanza più breve che ci fosse stata tra
loro dal giorno di quel famoso abbraccio. Trattenne il fiato per un
istante, e poi si voltò e raggiunse un tavolo, posandovi i
documenti con un gesto secco.
«Libera una sedia e
accomodati» gli ordinò senza guardarlo.
Sasuke obbedì senza aprire
bocca, spostando i libri da una sedia al tavolo, e si sedette senza
far rumore. Sakura cercò mentalmente di costringere il suo
stupido cuore a tornare a ritmi normali, e frugò tra le carte
alla ricerca degli esami più recenti. Solo all’ultimo
istante ricordò che erano tra i fogli che le aveva dato
l’infermiera mezzora prima, e li afferrò irritata.
“Calma.
Calma, non succede niente... Calma”
Raggiunse la sedia su cui si era
accomodato Sasuke, e sfoglio in fretta il plico che aveva in mano.
«...Il veleno si è
leggermente evoluto» borbottò tra sé. «Bisognerà
apportare una leggera modifica al siero che abbiamo usato fino ad
ora, ma credo di sapere come fare... Però bisogna sapere se il
marchio è rimasto esattamente lo stesso oppure no, dato che
rappresenta la componente magica...»
Gettò una rapida occhiata
a Sasuke, e al collo scoperto. Il sigillo maledetto era ancora lì
in bella mostra, nero e lucente, pronto a stillare sangue da un
momento all’altro.
Sakura appoggiò i
documenti sul tavolo, deglutendo a vuoto.
E rieccola; di nuovo così
vicina a lui, alla sua pelle, al suo maledetto viso. E soprattutto...
di nuovo così nervosa.
Gli si avvicinò quasi
reticente, sospettosa, e si fermò a pochi centimetri dalle sue
ginocchia.
Sasuke sembrava concentrato su
un’ampolla piena di un liquido aranciato, incurante di tutto il
resto, ma era sempre stato bravo a fingere indifferenza.
«...Devo esaminare il
marchio» disse lei piano, e lui le gettò a malapena
un’occhiata, tendendo il collo.
Oh, diavolo.
Sembrava una preda che si
esponesse volontariamente al suo morso.
Senza riuscire a calmarsi, Sakura
si chinò su di lui e sfiorò il Sigillo con le dita.
Le parve di sentirlo fremere.
Ma era il marchio o era Sasuke?
Forse aveva le mani troppo fredde.
Doveva smetterla di distrarsi.
Corrugò la fronte e si
costrinse a concentrarsi e ad analizzare la situazione da un punto di
vista scientifico.
Lei era un medico.
Soltanto un medico.
Doveva esserlo.
Ecco, si rendeva conto che il
marchio era leggermente in rilievo, e più caldo della pelle
che lo circondava... anche un po’ ruvido.
Era confortante sapere che
riusciva ancora a notare tutti quei dettagli.
Molto meno confortante sarebbe
stato per lei vedere lo sguardo di Sasuke, fisso sul suo profilo. E
sicuramente destabilizzante sarebbe stato conoscere i pensieri che
gli passavano per la testa in quel momento.
Sasuke non era calmo come si
mostrava.
A dire il vero aveva atteso quel
giorno con nervosismo e ansia.
Aveva
abbracciato Sakura, aveva tentato di baciarla, era stato rifiutato e
aveva ammesso di non poter fare a meno di ‘metterla in difficoltà’.
Quella serie di eventi avrebbe mandato in confusione chiunque,
persino un algido Uchiha votato alla vendetta e geneticamente
predisposto all’eremitaggio in solitudine, ma ancora di più
aveva effetto alla prospettiva di un tête
à tête privato
in un solitario laboratorio dimenticato dagli dei.
Anche se le mani di Sasuke erano
posate sulle ginocchia, in atteggiamento apparentemente rilassato, i
palmi erano sudati. Anche se si era mostrato interessato alle
stranezze del laboratorio, non aveva occhi e orecchie che per ogni
movimento di Sakura.
Era un maledetto idiota!
Lei
stava con Naruto, lei amava Naruto!
Se non se la fosse levata dalla
testa in fretta, si sarebbe soltanto fatto del male.
Aveva un obiettivo, aveva un
proposito... non poteva concentrarsi su quello e basta?
Ora lo sapeva, si era
ricordato... dopo la morte di Itachi, doveva riportare il clan Uchiha
agli antichi fasti. Era il suo dovere, la nuova ragione per cui
viveva.
Sì,
e come si riporta in auge un clan senza eredi?,
gli sussurrava una voce nel buio, quando ci pensava la notte.
Al diavolo gli eredi! Ci avrebbe
pensato più tardi, quando fosse stato abbastanza in salute...
che cavolo, fino a quel momento non aveva mai avuto neanche il tempo
di baciare una ragazza, figurarsi di pensare agli eredi!
Eppure, quell’illusione... è
stato davvero un caso? Sei sicuro che ci fosse lei al tuo fianco
soltanto perché ti eri assuefatto alla sua presenza?
Sakura era sempre stata la
ragazza più vicina a lui.
Quando aveva lasciato Konoha, lei
era stata lì, lei aveva cercato di fermarlo. Quando erano in
missione, c’era lei da salvare. Quando Orochimaru lo aveva
marchiato, lei aveva vegliato tutta la notte.
Sempre,
sempre, sempre lei... la sua irritante e costante presenza... la sua
rassicurante
presenza.
In un mondo che non gli aveva
lasciato niente, i punti fissi erano qualcosa di estremamente
prezioso.
E Sakura era un punto fisso.
Ma anche Naruto.
Desiderare Sakura... voleva dire
perdere Naruto.
E poi lei non lo amava più,
era un tentativo inutile...
Davvero? Sei davvero sicuro
che sia così inutile...?
Sì che ne era sicuro.
Doveva esserne sicuro, o non l’avrebbe mai lasciata andare...
...Ma... se così non
fosse?
Se lei, in un angolino remoto
della sua coscienza, non ti avesse mai dimenticato...?
...
No.
No, non doveva iniziare a fare
pensieri del genere.
Era stupido, ed era deleterio.
Soprattutto ora che lei era tanto
vicina, ora che il suo profumo lo avvolgeva come un abbraccio, ora
che le sue dita scivolavano sulla sua pelle e lo facevano fremere
involontariamente.
No.
No.
Maledizione, no!
Se si fosse sbagliato, se avesse
fatto un passo falso, in un colpo solo avrebbe perso sia Naruto che
Sakura!
Non poteva rischiare così
tanto!
Non puoi rischiare? Ma chi
credi di essere, eh? L’ultimo dei deficienti? Sei un Uchiha! Sei
nobile, il tuo sangue parla di rischio fin dall’alba dei tempi! Hai
puntato tutto sulla morte di Itachi, e se questo non era un rischio
colossale, allora non so cosa lo è!
Rischia, avanti!
Rischia tutto, come hai sempre
fatto!
Questo
è il tuo modo di vivere.
Avrebbe voluto gridare. Gridare
alla stupida voce nella sua testa di stare zitta, di non confonderlo
più di così...
...Ma... sapeva che la voce nella
testa era la sua. Sapeva che a parlare era il sangue Uchiha che
scorreva nelle sue vene, lo stesso sangue che lo aveva portato sulle
tracce di Itachi e che lo aveva costretto a vivere, anche quando non
aveva niente e nessuno per cui farlo.
Era il vecchio Sasuke, il
dodicenne che sapeva cosa voleva. E che ora cercava di tornare in
superficie, di spingerlo verso un ponte che una volta attraversato
sarebbe crollato alle sue spalle...
...Ahh... voleva solo che
tacesse.
Che quella maledetta voce lo
lasciasse in pace, che Sakura non fosse di Naruto, che Itachi non
fosse morto... voleva solo tornare indietro.
Sempre,
alla fine, tutto si riduceva a tornare
indietro.
Viveva di rimpianti e rimorsi, Sasuke.
Non seppe mai esattamente cosa
gli avesse dato la spinta.
La
voce nella sua testa? Lui stesso? L’istinto dell’animale
uomo,
quello che pensava di aver perduto insieme a Itachi e alla vendetta?
Chissà.
Solo, all’improvviso, sollevò
una mano e sfiorò con le dita la pelle liscia della guancia di
Sakura.
La sentì irrigidirsi al
suo tocco, e vide i suoi occhi spostarsi fino ai suoi, spaventati
e... esitanti.
«Sasuke...» sussurrò
con un filo di voce, immobile.
Lui fece scorrere la mano lungo
il contorno del suo viso, lo zigomo, la linea della mandibola, il
mento... le labbra... La costrinse a guardarlo, alzò anche
l’altro braccio e le prese il volto tra le mani, delicatamente ma
senza possibilità di scampo.
«Sasuke...» ripeté
lei, con gli occhi di un animale in trappola. «Io amo Naruto...
Io sto con lui...»
«Lo so» le disse,
fissandola.
E
poi la attirò a sé, e premette le labbra contro le sue,
puntando tutto
su quel colossale azzardo.
Erano fredde, ed erano morbide.
Erano ciò che da giorni desiderava, e se ne rendeva conto solo
ora. Se ne allontanò per un istante, poi le cercò di
nuovo, e ancora. Sakura rimase inerte tra le sue mani, senza fare
nulla, senza opporsi. Dischiuse le labbra quando lui le lambì
con la lingua, e, quasi senza accorgersene, si trovò con i
palmi appoggiati allo schienale della sedia e il corpo verso di lui,
verso il suo magnete naturale, teso e vibrante.
Sasuke, che fino a quel momento
aveva trattenuto il respiro, non la sentì ribellarsi; allora
la voce nella sua testa tacque, e con lui ogni altro suono. Anche il
sussurro che voleva rammentargli cosa stava perdendo per sempre...
Allontanò le mani dal suo
viso, le portò ai fianchi e la trasse a sé, facendola
sedere sulle sue ginocchia. Sakura inarcò la schiena contro di
lui, respirando sulla sua bocca, e un ultimo, fievole «No...»
scivolò via, senza che nessuno lo udisse.
Sasuke scese con i baci al collo,
strappandole un brivido di piacere, e scostò il camice da
dottoressa facendolo frusciare sulla sua spalla calda. Glielo tolse,
lo lasciò cadere silenziosamente a terra, e percorse
lentamente il contorno delle sue braccia, godendosi ogni centimetro
di pelle morbida e fremente.
Non sapeva cosa fare, nessuno
glielo aveva insegnato o raccontato. Agiva per istinto, quell’istinto
che era stato certo di non avere più, lasciava che fosse il
suo corpo a muoversi e a prendere decisioni, perché ogni fibra
del suo cervello era impegnata a non perdere nemmeno un frammento del
milione di emozioni che lo invadeva.
Corse con le mani alla cerniera
della maglia, la abbassò senza fretta, e poi, come già
aveva fatto con il camice, la fece scivolare a terra.
«Sasuke... no...»
sussurrò Sakura, cercando blandamente di fermarlo. «Sei
ancora debole, non...»
«Shh...» soffiò
lui al suo orecchio, arrivando al seno e accarezzandolo attraverso la
stoffa del reggiseno. «So quello che posso»
E,
mentre la sua ultima frase riecheggiava, sovrapposta al “so
quello che voglio”
che lei aveva arrogantemente pensato poco prima, la sua capacità
di ragionare si esaurì bruscamente, lasciando il posto alla
sua capacità di sentire.
Avvolse le braccia attorno al
collo di Sasuke, cercò la sua bocca, e regolò il
respiro sul suo.
Il cuore, difeso soltanto da
carne palpitante, sembrò sintonizzarsi con quello di lui,
altrettanto forte e accelerato...
...E
fu così che cadde.
Fuori, nella zona più
ombreggiata del giardino dell’ospedale, una leggera brezza calda
fece stormire le fronde.
Davanti alla finestra del
laboratorio, attirato da un pessimo quanto fondato presentimento,
Naruto stava in piedi, immobile...
Nel prossimo capitolo...?
Francamene, mi sembra che una
qualsivoglia preview questa volta sia esageratamente spoilerosa, o
del tutto inutile. Per questo motivo, oggi non ci sarà. Take
it easy!
* * * * ȣ * * *
*
Spazio autore
Neji e Tenten erano carini insieme, vero? Peccato che la mia bastardaggine abbia reso il loro incontro puramente onirico...
Ma come si evolverà il rapporto tra i due cugini Hyuuga? E cosa ha in mente Hanabi?
Eh eh, il suo ritorno è unicamente dovuto alle vostre richieste, cari lettori!
Volevate rivederla, volevate la reincarnazione di Satana... e io ve l'ho data!
Anche Shikamaru e Choji sono stati simpatici, vero? E le patatine che si mangiavano?
Per non parlare dell'aranciata...
^_^
...Sì, sto cercando di evitare l'argomento principale! Muahahahahah!
Ma cosa volete che vi dica?
Insomma, non può andare bene ai fan del NaruSaku per ovvi motivi,
d'altro canto anche i fan del SasuSaku devono convenire con me che sono stata proprio bastarda con Naruto...
Uhm... da una parte e dall'altra pioveranno pugnali, direi.
Spendiamo qualche parola su Sasuke, dai:
basta bradipo-mode.
Mi sono stufata della piattola che si piange addosso, Sakura è
il suo nuovo obiettivo e lui l'ha puntata come un tempo aveva puntato
Itachi.
La ama? La vuole solo per gli eredi? Solo perché è un punto fisso?
Non lo sa lui, e nemmeno ne sono tanto sicura io.
L'unica cosa di cui sono certa è che non si è dovuto
impegnare tanto per avere ciò che voleva, e che Sakura non ha
fatto poi molto per resistergli.
Parte istintiva 1 - Parte razionale 0
Solo una domanda... ma voi vi aspettavate che "a muoversi" fosse lui? O Sakura?
E a tutti coloro che minacciavano Hinata perché "rischiava" di mettere in pericolo la NaruSaku...
...fossi in voi le farei le mie più sentite scuse! U_U
Per ovvi motivi di "clima", diciamo così, questa volta non avrete l'angolino della correzione automatica...
...e, tra parentesi, vi consiglio di procurarvi la canzone Iris dei Goo Goo Dolls per il prossimo capitolo...
(non per i testi, non mi ricordo neanche cosa dice - XD - solo per l'atmosfera!)
Oh, quasi scordavo.
Niente 48 finché non ho il numero di commenti che dico io! U_U
(e voi NON sapete qual è... uhuhuh... commentate, commentate...)
Veleno94: beh,
chissà che il matrimonio non si riveli una cosa positiva per
Shikamaru? (No, decisamente no! XD) Comunque Gaara sa quello che fa...
almeno per il bene di Temari! Nel prossimo capitolo, da quello che si
è potuto intuire leggendo questo, Ino verrà a sapere del
patatrac... e allo stesso tempo avremo modo di conoscere le prime
reazioni a ciò che ha combinato Sakura... Per curiosità,
la reazione di Naruto dell'ultima volta quale parte di Harry Potter 7
ti ha ricordato? L'ho letto quest'estate, non preoccuparti di farmi
spoiler! ^_*
Jenna Uchiha: direi che ora SAI
cosa ha combinato Sasuke! U_U Ne sei contenta? O scontenta? ^_* Con
"amante a tempo perso" Gaara intende... ehm... come spiegarlo a
parole...? Vediamo... una ragazza che... pur non essendo stabilmente
legata a lui, come dire... goda dei privilegi... ehm... "tecnici" di
una sua eventuale moglie o fidanzata... (ti prego, leggi tra le righe!
ç_ç)
kaho_chan: chiedo
umilmente perdono per averti costretta a leggere tutto lo ShikaTema che
vi ho fatto sorbire fin qui... non rovinarti i quadricipiti
sgambettando! XD E tra l'altro l'incrollabile (?) Sasuke ha fatto il
danno in questo capitolo! U_U Ahi ahi ahi, non sono bei momenti per
te...! (se ti può consolare, non lo sono neanche per me)
Comunque mi fa molto piacere che tu sia riuscita ad apprezzare almeno
oggettivamente Shikamaru e Temari! Volevo riuscire a renderli in
maniera naturale e credibile davvero con tutta me stessa, e che una
persona come te che "se ne intende" (non di ShikaTema, ma di personaggi
e fanfic! XD) dica che ci sono riuscita, è per me fonte di onore
e gloria! >_< Me è davvero tanto felice!
OneWingedAngel: oooh, sei la
prima persona a mettere in luce questo aspetto! Io non ne ho parlato
apertamente, ma penso che si capisca... Shika è stato grande, si
è preso le sue responsabilità e ha fatto la cosiddetta
"scelta giusta", ma così facendo ha anche sacrificato il cavallo
(e la regina con lui), per restare nella metafora scorsa. Si è
condannato, ha messo la parola fine alla sua adolescenza, ed è
diventato uomo come spunta un fungo! (XD) Sono contenta che Naruto ti
sia piaciuto, mi ci sono impegnata tanto! E la rubrica del correttore
automatico dovrebbe tornare dal prossimo capitolo, se non succede nulla
di strano nel frattempo e/o non cambio idea!
bambi88: >_< E no,
così mi emoziono troppo! >_< I complimenti, i
complimenti... devo imparare a rispondere, uno di questi giorni, o
morirò d'infarto entro i 30 anni! *_*
sammy1987: Sasuke ti è
piaciuto anche oggi? XD Sakura è ancora "poverina"? Eheh,
è stato un capitolo abbastanza intenso, non è vero? Per
Ino dovrai aspettare ancora fino a venerdì, ma poi saprai tutto,
o quasi! ^_* Porta pazienza, porta pazienza...
vegani: la discussione tra
Naruto e Sakura c'è stata, come hai visto... ma direi che non
è la cosa più importante che è successa in questo
capitolo! XD Il tuo tifo, ahimé, è andato sprecato...
Sakura ha ceduto. E ora che cosa succederà con Naruto? Come
reagirà?
kimi: la tua voglia di SasuSaku
è stata soddisfatta? Ti ritieni abbastanza felice o no? Dai,
almeno per ora accetta quello che viene...! ^_* Shikamaru avrà
molto di cui preoccuparsi nei prossimi tempi, moglie, figlio, lavoro,
complicazioni di vario tipo... senza contare la nuova famiglia
acquisita, i bizzarri Sabaku! XD Di Ino sapremo tutto lo scibile (o
quasi) nel prossimo capitolo, porta pazienza...! ^_*
Talpina Pensierosa: ho operato una conversione! XD Lo ShikaTema fan club ha dunque un nuovo membro??
arwen5786: *_* awaaaaa! Che bello, che bello! Allora la
ShikaTema ti è piaciuta? Ne sono davvero orgogliosa, se sono
riuscita a commuoverti un po' (anche aiutata dal raffreddore...! XD) mi
sciolgo! >_< Lo confesso, sui capitoli di questa parte della
storia sto trattenendo il fiato come non mai! Ogni volta è un
attimo di sospensione, un continuo chiedersi "saranno IC?",
"andrà bene così?", e fino ad oggi mi avete dato soltanto
soddisfazioni! Certo, è QUESTO il capitolo che più mi
rende nervosa... ma ora posso solo aspettare, da brava, e attendere.
U_U Può darsi che ciò mi porterà alla morte!
ç_ç Bene... hai visto? Questa volta è
successo qualcosa! Sasuke ha finalmente agito, e, così
com'è successo nella tua fanfic... beh. E' successo! XD Insomma,
hai già deciso che loro si mettono insieme, Naruto si fila
Hinata, e Kiba va a spasso? ç_ç Ma povero! E' l'unico che
sta male, insomma! Ah, visto che Neji ha fatto la sua apparizione? E in
che termini, per giunta... anche se era solo un sogno, c'è stata
la scena con Tenten! E poi, un pochettino, anche quella con Hinata...
dici che lo Hyuugacest è ancora così improbabile...?
lale16: beh, direi che da
questo momento in poi "come va a finire" tra Shika e Tema è
piuttosto prevedibile... esiste essere umano senziente che oserebbe
disobbedire a Gaara...? "Confido che nel
prossimo capitolo... si riapprofondirà il rapporto tra
naruto e sakura... " <-- dimmi, devo davvero commentare questa tua
affermazione, alla luce degli ultimi avvenimenti? ^^' Sasuke di certo
non è tornato debole, fragile e malaticcio, anzi devo dire che
mi sembra piuttosto in forma... chi invece potrebbe lasciar presto
questo mondo sono io, mi sa. Diciamo che questa potrebbe essere
l'ultima volta che rispondo a una recensione... U_U L'unica cosa che
chiedo è che non mi si mandi un virus! ç_ç
Più della vita, mi preme il pc!
Julia83: questo "SEMBRA non
fermarsi davanti al fatto che lei è impegnata" può essere
eliminato, ormai. Non si ferma proprio, e prosegue imperterrito come un
bulldozer! XD Diciamo che, razionalmente, distruggere la relazione tra
i tuoi due unici "punti fissi" non è il miglior modo per
mantenerli, ma Sasuke Uchiha non ha mai brillato per intelligenza, in
termini di "obiettivi da conseguire nella vita"! U_U E comunque per ora
NON SI SA come andranno avanti le cose, perché Naruto è
lì, davanti a quella finestra, ma io non vi ho ancora detto come
reagirà a ciò che - poveretto - ha appena visto! Per
favore, lasciatemi in vita abbastanza a lungo da proporvelo! ^^'
harryherm: no, non è
successo nulla lungo il tragitto stanza-laboratorio. D'altro canto...
quello che è successo non sarebbe avvenuto agevolmente contro un
muro, direi! XD I palazzi deserti sono prerogativa di Suna e Shikamaru!
Come dire... vuoi farmi a pezzi ora? Dai, io ho cercato di prepararti
psicologicamente ieri pomeriggio, se il colpo è stato troppo
forte devi imputarlo solamente alla tua debolezza! U_U E poi,
onestamente, ho cercato di preparare tutti i lettori a questo momento
fin dal primo capitolo! XD (fin dal titolo, addirittura!) In compenso,
oltre ai due bamboli, ci sono stati anche Neji, - indirettamente -
Tenten, Hinata e anche un po' di Shikamaru e Choji... Se per ora ti
dici quasi convertita allo ShikaTemismo, sappi che dal prossimo
capitolo tornerai alle precendenti convinzioni, mi sa... ma potrebbe
anche non essere così. Magari nel prossimo capitolo vorrai
soltanto farmi a brandelli! XD
Rhymes: messaggio ricevuto. Sto
cercando il becchino per Sasuke! U_U E, forse, anche per me... ^^'
Sicuramente Naruto NON è felice, mentre Sasuke E' felice, in
questo particolare momento. Il che ci porta a dire che tu NON sei
felice, e che io dovrei essere preoccupata! Ahahah! Ma perché
rido? ç_ç
Killkenny: l'opzione "fai
stuprare Sasuke da Sakura" mi sembra poco considerabile, per il
semplice motivo che Sasuke sarebbe consenziente, e che, in effetti, le
cose sono state più che altro... invertite! XD Alla fine
è stato - incredibilmente - lui a fare il primo passo! Non che
lei non lo abbia seguito al volo... Kakashi avrebbe preferito
affrontare l'Akatsuki, l'alleanza delle terre del nord-est, Madara
Uchiha e Kyuubi tutti insieme, invece delle femmine malefiche che lo
hanno accerchiato. In quel caso almeno avrebbe saputo come muoversi...
Sul "se lo meritava" non so se concordare, perché non sono
sicura che le arpie si sarebbero fatte convincere a parole a lasciarlo
perdere... forse ci volevano davvero le maniere forti! XD
Hila92: bentornata! XD Come
come? Sasuke piaciuto?? E oggi sei dello stesso parere? XD Dai, ho
cercato di indorare la pillola postando anche la NaruSaku... avrei
potuto essere bastarda e lasciarla per quando avrò finito
questa, invece l'ho messa ora... il che significa che dovrò
scrivere ancora di più e che riuscirò a studiare sempre
di meno! @_@ Maledizione, se solo non dovessi dormire...!! >_<
Bacio! ^^ (forse ti starai chiedendo: "come osa sorridere?!", e io ti
risponderò: perché POSSO! Muahahahah!)
Reina: ehh, KK sa un
sacco di cose che tu non sai! U_U Ha risorse inaspettate! (non per me,
ovviamente!) La perfidia applicata a Shikamaru mi sembra NULLA se
confrontata con quella applicata a Naruto... siamo ancora sadiche anime
gemelle oppure ho osato troppo? La proposta di matrimonio è
ancora valida? XD
Aya
|
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Capitolo 48 *** Blackout ***
Naruto-48
Capitolo quarantottesimo
Blackout
Naruto si allontanò come
un automa dalla finestra del laboratorio numoero tre, accanto alle
serre.
Voltò la schiena al vetro,
alla tenda, alle polverine colorate, a Sakura e Sasuke... ma la loro
immagine, su quella sedia, rimase impressa a fuoco davanti ai suoi
occhi.
Era pallido, e le labbra bianche
quasi scomparivano nell’incarnato. Le braccia cadevano lungo i
fianchi, morbide, ma ogni singolo muscolo sotto la pelle si tendeva e
si rilassava, senza soluzione di continuità.
Attraversò il giardino
dell’ospedale, e poi le strade del villaggio.
Non sapeva se stesse camminando o
se stesse correndo, non sapeva se qualcuno avesse provato a fermarlo
o a salutarlo... C’era soltanto, davanti ai suoi occhi, quella
scena che non avrebbe mai voluto vedere.
All’improvviso fu a casa, nel
suo appartamento, e si trovò con le chiavi in mano e la porta
aperta.
Si guardò attorno, senza
quasi riconoscere i mobili e tutte le cose con cui aveva riempito la
stanza nel corso della sua vita, e poi, lentamente, richiuse la
porta.
...Fu allora che tutta la rabbia
fino a quel momento sopita decise di esplodere.
Fu un grido, non soffocato, non
represso, lasciato a briglia sciolta, libero di rimbalzare da una
parete all’altra, vibrante e sofferente, l’urlo di un animale
ferito e rabbioso.
Si voltò di scatto, si
trovò davanti la mensola con i libri di Sakura, e con una
mano li scaraventò a terra. Il gatto, rannicchiato sotto al
divano, schizzò in un angolo con il pelo sollevato sulla
schiena e gli occhi sbarrati; Naruto non lo vide, non si fermò.
Raggiunse il tavolo, trovò la tazza che quella mattina aveva
lasciato da lavare e la scagliò contro il muro, dove si
frantumò in mille pezzi. Afferrò la sedia, la fece
volare oltre il divano, poi fu la volta della pianta in vaso sul
davanzale, della ciotola del gatto, della lampada, del mobiletto.
Ogni cosa a portata di mano servì a sfogare la sua rabbia e la
sua frustrazione, ma soprattutto il suo dolore.
Alla fine, senza fiato e senza
voce, il suo sguardo cadde sullo specchio che Sakura aveva voluto
appendere al muro, un piccolo specchio ovale dalla cornice rosa
finemente cesellata.
E lì vide gli occhi
scarlatti e i segni sulle guance.
Con un pugno, mandò in
frantumi il vetro, il suo riflesso e sé stesso.
Ansante, rimase a fissare la
ragnatela di crepe attorno alle sue nocche e le gocce di sangue che
scorrevano fin sul muro.
«No, no! Maledizione, no!»
imprecò a mezze labbra, chinando il capo.
Il dolore alla mano era sordo e
lontano, se confrontato con quello che sentiva al cuore.
Ritrasse il braccio, e lasciò
che dai tagli sulle dita il sangue stillasse sul pavimento. Rialzò
la testa, si guardò attorno smarrito e arretrò fino al
muro opposto. Una volta lì, si lasciò scivolare a terra
e lasciò che le ondate di dolore lo assalissero, implacabili,
come aghi sotto pelle, come artigli che incidevano la carne.
Appoggiò i gomiti alle
ginocchia, si prese la testa tra le mani senza pensare al sangue che
macchiava i capelli, e gemette piano.
«Sakura...» sussurrò,
sentendo gli occhi bruciare di pianto.
La tua Sakura se ne è
andata. Ora che si fa?
Finalmente, la prima lacrima
cadde sul pavimento, seguita dalle altre, e altre ancora... Il corpo
scosso da singhiozzi leggeri, Naruto rimase fermo nel mezzo della
devastazione, senza uno scopo, senza un pensiero coerente...
Nella sua testa, c’erano
soltanto loro due.
La donna che amava e suo
fratello.
Insieme.
Senza di lui.
L’altro Naruto si avvicinò
cautamente, facendo ondeggiare la coda. Non arrivò a toccarlo,
si fermò a qualche passo di distanza, scrutando gli occhi che
tornavano lentamente azzurri... ma si sedette, e lì rimase.
Sai, seduto sul divano della sua
casa, osservava Ino senza particolari espressioni sul viso.
Lei, intenta a sistemare una
composizione di fiori nel vaso sul tavolo, canticchiava
sommessamente.
«Allora? Che te ne pare?»
chiese soddisfatta quando ebbe finito, facendosi da parte.
«Mi pare che tutto sia
esattamente come prima» rispose lui, piatto.
«Uffa...» si lagnò
lei contrariata. «Non mi dai soddisfazioni»
«Neanche tu me ne dai
molte»
«Ti hanno già detto
che hai un tatto pressoché inesistente?»
Sai si alzò dal divano e
la avvicinò. Ino non si fece indietro, ma sollevò il
viso con una leggera inquietudine.
«Sto
iniziando a stufarmi» le disse, appoggiando una mano al tavolo
con noncuranza. «Mi va bene essere la tua distrazione, ma a un
bel punto vorrei anche che la cosa fosse piacevole dal mio
punto di vista»
Ino deglutì a vuoto.
«...Non capisco dove vuoi arrivare»
«Ti facevo più
intelligente» sussurrò lui, e si chinò sulle sue
labbra.
Fu un bacio lungo una frazione di
secondo, perché subito lei si fece indietro e portò una
mano alla bocca, rossa in viso.
«C-Che cavolo...»
bofonchiò irritata. «Avvisa prima di fare certe cose»
Lui la fissò per un
istante. «Sì, ti facevo davvero più intelligente»
decretò alla fine.
«E
questo cosa vorrebbe dire?» scattò lei. «Hai
appena cercato di baciarmi contro la mia volontà, e per questo
io
sarei la stupida?»
«Sei stupida perché
stai qui con me anche se non hai la minima intenzione di andare più
in là del mettermi fiori per casa» la corresse Sai. «Sei
stupida perché anche mentre sistemi i tuoi fiori pensi a
Shikamaru, lasciandomi sul divano a girarmi i pollici. E sei stupida
perché credi davvero che a me le cose stiano bene così»
Ino impallidì leggermente.
Era tanto palese?
«Non è vero»
masticò sulla difensiva. «Io... sto solo cercando di...
di...»
Sai fece un passo verso di lei,
accorciando di nuovo le distante. Ino, ormai contro la parete, non
riuscì ad arretrare di nuovo.
«Cosa vuoi fare?»
chiese guardinga.
«Diciamocelo:
sei carina, ma non credo che potrei innamorarmi di te» ribatté
lui in tono pratico. «A questo punto, se ti va bene passiamo il
tempo in
maniera costruttiva,
se no... lascia libera la piazza, se mi capisci»
Ino arrossì
d’indignazione.
«Cos...? Non ci credo, mi
stai davvero facendo un discorso del genere?!» sbottò
furiosa.
«Sì» replicò
lui, come la cosa più naturale del mondo. «D’altro
canto... non vedo perché prendersela tanto. Potresti anche
scoprire che ciò che ti propongo è più
divertente del previsto»
Ino tentennò, combattuta.
Da un lato avrebbe voluto tirare
una ginocchiata tra le gambe al borioso arrogante che le proponeva
una simile offerta, dall’altro... obiettivamente, Sai era molto
carino. E se non c’erano in ballo sentimenti...
...No. No, lei non era una
ragazza così immorale!
Però... Sai assomigliava
vagamente a Sasuke, il suo primo amore... e in certi momenti la sua
indifferenza somigliava tanto alla pigrizia di Shikamaru, il suo
amore attuale...
...Il rischio, a voler ben
vedere, non era che lei cadesse nell’immoralità: era il
pericolo di innamorarsi di lui.
Sai era... una specie di seconda
scelta.
«Allora?» le chiese,
facendosi più vicino.
Ino appoggiò la schiena
alla parete, e l’ultima immagine che aveva di Shikamaru tornò
alla sua memoria.
«Non mi importa se per
lei conto meno di zero, non potrebbe fregarmene di meno. Sono io che
ho bisogno di andare là e vederla. Sono io. E a spiegartelo
perdo solo tempo»
Shikamaru... aveva la testa così
piena di quella Temari... Era sempre così lontano da lei con
il pensiero, e anche quando la guardava non vedeva altro che la
sciocca e frivola compagna di squadra.
Mentre Sai era lì.
E, guardandola, vedeva una
ragazza come tante; ma, proprio perché come tante, al di sotto
di nessuna.
Era una differenza importante.
Cercò di convincersene con
tutta sé stessa, mentre Sai si chinava di nuovo sulla sua
bocca.
Cercò di pensare che anche
se Shikamaru avesse scelto Temari, lei avrebbe potuto tentare di far
cadere Sai, e non sarebbe rimasta sola.
Chiuse gli occhi, dischiuse le
labbra, assecondò il movimento del mento di lui, ripetendosi
mille volte che la sua era solo un’assicurazione per il futuro, che
Sai non era tanto male, che non c’era nulla di sbagliato in quello
che faceva... Rispose al bacio, sentì le mani di lui che le
accarezzavano il viso, lente ed esperte, le loro labbra che si
staccavano e tornavano a congiungersi, al ritmo che lui stabiliva.
Ma
lei, no. Lei riusciva solo a stare attaccata a quello stupido muro e
a pensare che era
giusto.
Che doveva
esserlo, che
era la sua
seconda scelta....
Poi,
all’improvviso, si rese conto che non
voleva contemplare l’ipotesi di una seconda scelta.
Che lei voleva Shikamaru e nessun
altro, e che Sai non poteva essere nemmeno uno svago temporaneo.
C’era solo il pigro genio della
Foglia, nella sua testa.
Respinse Sai, chinando il capo.
«Basta così»
sussurrò vergognosa, odiandosi e disprezzandosi. «Me ne
vado. Scusa se ti ho disturbato tanto a lungo»
Scostò il corpo del jonin
e si staccò dalla parete, passandosi una mano sulle labbra
umide. Non si voltò indietro mentre raggiungeva la porta di
casa e usciva, e non vide Sai e la lunga occhiata che le lanciò.
Semplicemente, lo lasciò
lì.
Uscì in strada, stordita e
amareggiata.
Perché
non gliene andava bene una? Perché Sasuke se ne era andato,
perché Shikamaru pensava a un’altra, e perché anche
la sua seconda scelta non era abbastanza?
Aveva passato ore e ore a curare
i capelli, a progettare diete, a cercare di diventare forte per avere
l’ammirazione di chi le piaceva... ma alla fine non serviva mai a
niente. Dicevano che era bella, ma non veniva mai scelta.
Cosa c’era che non andava in
lei?
Forse era il suo atteggiamento,
forse avrebbe dovuto essere più debole e remissiva... forse ai
ragazzi piacevano le ragazze che avevano bisogno di loro.
Ma Temari non era debole, né
voleva sembrarlo. Eppure Shikamaru era a Suna.
Ino si passò una mano
sugli occhi umidi, rallentando l’andatura.
Alla fine, anche quella Sakura
incapace e dalla fronte spaziosa aveva più di lei...
«Uff, finalmente ti ho
trovata»
Ino sussultò, alzando
bruscamente la testa, e quando si trovò davanti Shikamaru
arrossì violentemente.
Ebbe un flash delle sue
condizioni attuali: occhi rossi e gonfi, colorito disomogeneo,
capelli spettinati.
Inorridì.
«Oh, il redivivo»
scattò acida, voltandogli le spalle e cercando di cancellare i
residui delle lacrime dalla faccia. «Sei ancora un ninja di
Konoha, quindi?»
Shikamaru sospirò a fondo.
Se lo era aspettato, ma era
comunque difficile sopportarla quando faceva così. Avrebbe
tanto voluto girare sui tacchi e andarsene, però... in realtà
sentiva di doverle almeno una spiegazione a quattr’occhi.
«Devo dirti una cosa»
se ne uscì, ignorando i suoi commenti. «Ci prendiamo un
tè?»
Ino sentì un piccolo peso
nello stomaco.
Quel tono di voce... era troppo
serio, troppo poco da Shikamaru.
Non le piaceva.
Lentamente, abbassò le
braccia lungo i fianchi.
«...Offri tu» mormorò
scioccamente, mentre il cuore le rimbombava nelle orecchie.
Shikamaru fece un mezzo sorriso
triste. «Va bene»
Quanto tempo era passato?
Non lo sapeva.
Ancora seduto contro la parete,
sentiva la schiena dolorante e il sangue scorrere fragorosamente
nella sua testa. Il gatto miagolava piano già da un po’.
Naruto sollevò il capo,
con sguardo vacuo.
Sotto i suoi occhi passarono le
immagini della devastazione che aveva compiuto con le sue mani, ma
non riuscì a ricordare di averlo fatto. Si accorse di avere
fame. Eppure era anche nauseato.
Il miagolio dell’altro Naruto
si fece strada fino alle sue orecchie, e gli fece voltare la testa.
Vide il gatto color miele
accovacciato accanto alla ciotola rovesciata, e lo vide tormentarla
con la zampa, cercando di ribaltarla.
«...Hai fame?» chiese
con voce roca. Quello rispose miagolando, e gli lanciò un’occhiata
indecifrabile.
Naruto si guardò attorno
smarrito, e solo dopo un po’ ricordò che teneva il cibo per
gatti accanto al lavandino. Si tirò in piedi a fatica. Con
passo incerto, senza sapere davvero cosa facesse, raggiunse la
credenza e aprì l’anta. Prese la scatoletta, cercò
l’apriscatole, la aprì, e raggiunse il gatto.
Mentre quello miagolava un po’
più forte, raddrizzò la ciotola e la riempì.
L’altro Naruto si gettò
immediatamente sul cibo.
«Avevi fame, eh...»
mormorò l’originale, alzando gli occhi al sole che
tramontava fuori dalla finestra.
Quante ore erano passate? O era
un giorno intero? Di più? Pochi minuti?
Non riusciva a ricordare, non ci
riusciva.
L’altro Naruto, accanto ai suoi
piedi, fece un paio di fusa profonde, e lui tornò a guardarlo.
«Per te è facile...»
sussurrò. «Ti basta avere un angolino in cui
rannicchiarti e una ciotola di cibo... e va tutto bene»
Si rese conto che la fame era
scomparsa, ed era rimasta soltanto la nausea.
Non si era sentito tanto male
nemmeno quando Madara gli aveva rivelato che il quarto Hokage era suo
padre. Forse perché, allora, saperlo non cambiava niente;
nulla di ciò che avesse fatto o detto avrebbe modificato
quella situazione. Ma adesso... adesso c’erano tante cose che
poteva fare, tante cose che poteva dire... e ogni singolo pensiero
avrebbe cambiato tutto.
...Eppure, anche se lo sapeva,
anche se era perfettamente consapevole del potere che aveva, tutto
ciò cui riusciva a pensare, guardandosi attorno, era che...
doveva mettere a posto.
Altrimenti... che cosa avrebbe
detto Sakura al suo ritorno?
Ma Sakura tornerà?
Chiuse gli occhi, odiando la voce
che gli rintronava nelle orecchie.
E anche se tornasse, perché
lo farebbe? Probabilmente per dirti che è finita, e che ha
scelto Sasuke.
Zitta.
Sono cose che già sai,
non fingere che si tratti di novità...
«Sta’
zitta!»
ruggì Naruto, e il gatto smise di mangiare per sollevare il
pelo e soffiargli contro.
Ansante, si accorse che i canini
nella sua bocca erano più affilati del dovuto, e si coprì
il viso con le mani.
«Non lo so...»
gemette, sentendo le lacrime che gli bagnavano i palmi. «Non lo
so cosa dirà... Ma... lei tornerà. Deve tornare. Me lo
deve...»
...Va bene. Mettiamo che sia
così.
Tu, a quel punto, cosa
farai?
Allontanò le mani dalla
faccia.
Improvvisamente, aveva la testa
vuota.
Cosa farai?
«...Non... non lo so...»
alitò, smarrito. «Io non... non lo so»
Si guardò attorno di
nuovo, e la voce tacque.
In tutto quel disordine, l’unica
cosa che gli veniva in mente era, ancora, sistemare.
La migliore sala da tè di
Konoha, con stoffe color panna e legni pregiati, un conto sicuramente
stratosferico e musica classica in sottofondo.
Ino non era mai stata in quel
locale con un ragazzo, e la prima cosa che le venne in mente fu che
molto probabilmente gli altri li avrebbero scambiati per una coppia.
Nulla di più lontano dalla
realtà.
Inginocchiati davanti a un
tavolino basso finemente intarsiato, con due tazze del migliore tè
che fumavano davanti ai loro nasi e un piattino di dolcetti assortiti
nel mezzo, lei e Shikamaru stavano in silenzio, evitando di
guardarsi.
Ino poteva sentire ogni singolo
battito del suo cuore.
Bevve un sorso dalla tazza. Aveva
il pessimo presentimento che non sarebbe riuscita a finirla.
«...Allora?»
chiese bruscamente, per rompere il fastidioso attimo di impasse.
«Mi hai trascinata qui soltanto per farmi bere il tè?»
Shikamaru inspirò a fondo.
Maledizione, poteva lasciargli almeno un attimo per raccogliere le
idee?
«No» rispose cupo.
«Ovviamente no»
«E allora cosa c’è?
Non ho tempo da perdere a girarmi i pollici io, le vacanze improvvise
sono una tua prerogativa» frecciò lei, e le fece più
male che a lui.
Shikamaru non ribatté, e
tornò silenzioso. Ino temette di aver esagerato, e si diede
della stupida, arrossendo e chinando il capo.
«Ti piace Sai?» se ne
uscì lui all’improvviso, facendole spalancare gli occhi.
«Eh?»
«Mi pare che usciate
insieme, no?»
Sì. Cioè, più
o meno.
Aveva iniziato a vederlo sperando
di far ingelosire Shikamaru, ma era palese che non avesse
funzionato... quindi, in teoria, avrebbe dovuto smettere.
Cioè, avevano smesso già
dieci minuti prima.
«...Mah, insomma...»
bofonchiò confusa. «Più o meno...»
«Ah» si limitò
a commentare Shikamaru, giocherellando con un biscotto di riso.
Altro silenzio.
«Perché?»
chiese poi Ino, dubbiosa.
...L’improvviso interessamento
di Shikamaru era strano. Non le aveva mai chiesto di Sai prima di
quel momento... che, guarda caso, coincideva con il suo ritorno da
Suna...
Una minuscola, flebile speranza
si accese nel suo petto.
«Mah, per sapere...»
mormorò lui, inascoltato, cercando di trovare le parole che
davvero voleva dirle.
Forse... alla Sabbia le cose
erano andate male.
Forse era successo qualcosa con
Temari.
Forse... forse, e solo forse...
Shikamaru si era accorto... che non era lei la ragazza per lui.
Ino lo fissò, in attesa.
“Dai,
dillo” pensò, aggrappandosi alla sua piccola speranza.
“Dillo che avete litigato... dillo che non la vedrai più.
Dillo che mi ami”
«Sposo Temari» alla
fine Shikamaru riuscì a cavar fuori soltanto quello.
Blackout nella testa di Ino.
Sposo Temari.
No.
No,
semplicemente no.
Era stupido, e folle.
Shikamaru non aveva ancora
diciotto anni, lei era di un altro Paese, lui era un ninja del Fuoco,
non stava bene che sposasse una ninja del Vento, e poi lei non era
giusta per lui. Non era giusta.
Immobile, Ino fissò
Shikamaru, senza che lui abbassasse gli occhi.
Avrebbe voluto dirgli tutto ciò
che aveva pensato, spiegargli per filo e per segno perché ciò
che aveva detto era assurdo e sbagliato... ma la sua bocca non si
apriva. La sua stupida bocca non si apriva.
Lui abbassò lo sguardo, e
continuò, piano: «...E’ incinta. E abbiamo deciso che
vogliamo il bambino. Per questo dobbiamo vivere insieme. Poi... sì,
beh, credo di amarla. E per questo ci sposiamo»
Fu più doloroso di quanto
avrebbe potuto immaginare.
Come un pugno in pieno stomaco,
le tolse il respiro e le fece girare la testa.
Sì, beh, credo di
amarla.
Più di tutto, erano quelle
parole a farle male.
Si portò una mano alla
tempia, tremante, e cercò inutilmente di raccogliere le idee,
di formulare un solo pensiero coerente... dov’erano le lacrime?
Perché non era già scoppiata a piangere?
Scostò una ciocca di
capelli dietro l’orecchio, aprì la bocca e la richiuse. Le
tremavano le labbra, e non osava guardarlo.
Shikamaru le lanciò
un’occhiata di sottecchi.
Sperava con tutto sé
stesso che la prendesse bene, che non facesse scenate. E soprattutto
sperava di non averle fatto troppo male, anche se non era mai stato
pieno di tatto.
Ino posò le mani sul
tavolo, ai lati della tazza di tè ancora mezza piena e
tiepida. Inspirò a fondo, espirò. Doveva parlare,
doveva dire qualcosa, qualunque cosa. Non poteva starsene zitta e
immobile, era troppo patetico.
«...Dovevi
dirmi questo?» chiese, con voce tremante.
«...Sì»
rispose Shikamaru cauto, in attesa della reazione vera e propria.
«Tu...
mi hai portato in questo posto, mi hai offerto un tè... per
dirmi che ti sposi con lei?» insisté Ino, alzando
progressivamente la voce. «Per dirmi che la
ami?»
«Ho pensato che...»
«No, tu non hai pensato
affatto!» gridò Ino, e tutte le teste nel locale si
voltarono nella sua direzione. «Tu... non hai... pensato... a
niente!» continuò, rossa in viso. «Sei un
maledetto figlio di puttana! Potevi risparmiarti la scena, potevi
risparmiarti la buffonata! Credevi davvero che qui sarebbe stato
diverso? Ma dove ce l’hai il cervello, cazzo?!» si alzò
in piedi di scatto, con un fastidioso ronzio in testa. «Non è
possibile... non riesco a credere che tu sia stato così
maledettamente idiota!»
«Ino...» tentò
di fermarla lui, alzandosi a sua volta.
«Non parlarmi!» inveì
lei, e quando lui tese una mano la scansò bruscamente. «Non
toccarmi! Non presentarti più davanti ai miei occhi!»
Shikamaru rimase in piedi,
accanto al tavolino, e lei se ne andò in fretta, con la coda
bionda che le sbatteva tra le scapole. Nel locale, si sollevò
un mormorio leggero...
In qualche modo era riuscito a
rimettere tutto a posto, ad eccezione dello specchio in frantumi e del vaso che si era frantumato lanciandolo.
Aveva sistemato i libri e le
sedie, aveva buttato via i cocci della tazza, aveva anche ripulito il
muro e il pavimento macchiati del suo sangue, e poi si era fatto una
doccia.
Tornato nella stanza, quando
ormai il sole era calato, si guardò attorno e scoprì
che tutto sembrava in ordine, se si escludeva la parete troppo bianca
e troppo vuota. Il gatto dormiva sotto il divano, come suo solito, e
il suo respiro leggero era confortante.
Naruto si sedette sul divano, e
passò una mano tra i capelli umidi.
Perché Sakura non era
ancora tornata?
Ormai era tardi, era buio... era con...?
Al solo pensiero il suo stomaco
si contrasse.
Merda. Merda, merda e ancora
merda!
Perché era successo?
Perché lo aveva visto?
Sarebbe stato meglio non sapere
niente, non avere continuamente quell’incubo davanti agli occhi...
Sakura... la sua Sakura... che dava i suoi baci a un altro. Che si
lasciava toccare da un altro. Che sussurrava il nome di un altro.
E quell’altro... era la persona
che lui considerava un fratello. Colui che aveva salvato rischiando
la propria vita, colui che aveva riportato a Konoha con le sue
mani...
Bel lavoro, Naruto, complimenti.
Un vero genio.
Ma Sakura doveva tornare.
Non poteva semplicemente sparire
così... non poteva.
Sarebbe sicuramente tornata.
Bastava aspettare.
Ino sbatté la porta della
sua stanza e si buttò sul letto, affondando il viso nel
cuscino. Le lacrime che già le rigavano le guance, e che era
miracolosamente riuscita a nascondere a Shikamaru, si trasformarono
in singhiozzi rotti e soffocati.
Era finito tutto, tutto quanto...
Ora nessuna ingenua speranza, nessuna infantile convinzione l’avrebbe
persuasa che c’era una possibilità.
Shikamaru sposava Temari perché
l’amava e perché stava per avere un bambino da lei.
Fine della storia.
E che Ino stesse zitta e non
disturbasse. Non era compresa nella trama.
«Non
è giusto!» esclamò nel cuscino. «Non è
giusto, io gli sono rimasta vicino molto più a lungo! Non
è giusto!»
Choji, sdraiato sul suo letto a
leggere un fumetto, alzò gli occhi verso l’orologio sul
comodino.
Shikamaru se ne era andato da un
paio d’ore, il sole era calato e la sua riserva di cibo si era
assottigliata... facendo quattro calcoli, anche se non era un genio,
raggiunse la conclusione che il momento era arrivato.
Richiuse di scatto il fumetto e
si alzò a sedere.
«Bene» disse a voce
alta. «Mi procuro due pacchetti di patatine»
Qualcuno bussò alla porta
della stanza di Ino.
«Non ci sono. Sono morta!»
rispose lei dal cuscino, al buio.
«Sei loquace, per essere
morta» commentò la voce di sua madre, ovattata e a metà
tra l’ironico e l’incerto. «Allora lo mando via?»
Ino non alzò nemmeno la
testa, e sperò che il suo silenzio fosse abbastanza eloquente.
Per un brevissimo attimo aveva
creduto che Shikamaru fosse venuto a ritrattare tutto ciò che
le aveva detto nel pomeriggio, ma subito si era resa conto che era un
pensiero stupido, e che non poteva essere lui.
Udì un borbottio al di là
della porta, una voce più profonda di quella di sua madre, e
poi un pacifico: «Ci penso io»
Con profonda irritazione sentì
la porta aprirsi, e, attraverso la lama di luce che tagliò il
pavimento, vide Choji. Con due pacchetti di patatine e una bottiglia
di aranciata in mano.
«Ciao» la salutò,
sollevando in un cenno la bottiglia.
«Cosa ci fai tu qui?»
ringhiò lei, furiosa. Vedere il migliore amico di Shikamaru in
quel momento non era esattamente la sua massima aspirazione. Anche
perché probabilmente sapeva cosa era successo tra lei e
Shikamaru da prima ancora che accadesse.
«Io? Oh, niente di che...»
replicò l’Akimichi accendendo la luce con nonchalance, e
abbagliandola. «Avevo qualche provvista da condividere, e
passavo qua davanti...» richiuse la porta.
«Vattene» gli disse
Ino aggressiva. «Non ho voglia di vedere nessuno, meno che mai
te»
«Fingi che io non ci
sia» ribatté lui, accomodandosi sulla sedia davanti alla
scrivania come fosse stato a casa sua.
«Cos...? Che diavolo stai
facendo?» sbottò lei scattando a sedere. «Ti ho
detto di andartene!»
Choji aprì il primo
pacchetto di patatine, e lo tese verso di lei. «Vuoi?»
«No! Ma cos’avete tutti
quanti nella testa, segatura?!»
Choji si cacciò in bocca
la prima patatina, masticando con metodo.
«Ino...» se ne uscì
poi, con il sorriso pacioso di sempre. «Tu sei una brava
ragazza. Davvero»
Lei ammutolì.
«...E con questo...?»
chiese dopo qualche istante, la voce roca e le labbra tremanti. «Non
mi sembra che esserlo serva a qualcosa»
«Quando ero piccolo, mi
prendevano sempre in giro perché ero grasso e lento...»
ribatté lui, tranquillo. «E mio padre mi fece un certo
discorso, che, rimaneggiato e adattato alla situazione, suona più
o meno così: Ino, a Konoha non c’è ragazza più
forte e testarda di te. Anche se non te ne va bene una, non smetti
mai di guardare avanti e non pieghi mai la testa. Sicuramente
troverai qualcuno che saprà apprezzare le tue qualità,
e che sceglierà te»
Ino rimase rigida, i pugni
serrati sul copriletto e la vista offuscata. Sapeva di essere rossa,
spettinata, inguardabile. Ma in quel momento, assurdamente, non avrebbe potuto
importargliene di meno.
Fissò Choji, e le
tornarono in mente le volte che lo aveva preso in giro, in tutti
quegli anni... A rigor di logica lui, ora, avrebbe dovuto deriderla e
infierire. Se fosse stato una persona normale, lo avrebbe fatto.
E invece si era presentato alla
sua porta con due pacchetti di patatine e quelle parole...
stupidamente perfette.
Si passò un braccio sugli
occhi, asciugandoli dalle lacrime.
Imbecille idiota di uno
Shikamaru. Scegliendo Temari si condannava a una vita di
sottomissione...
...Ben gli stava.
Ino tirò su con il naso e
tese una mano verso Choji.
«Passami un pacchetto»
bofonchiò con un mezzo sorriso, che lui ricambiò.
Ci sarebbe voluto del tempo...
ma, alla fine, avrebbe dimenticato Shikamaru.
Perché lei era fatta così,
quando una cosa le andava male rialzava la testa e andava avanti.
Mentre apriva la confezione e
affondava la mano nel sacchetto, sentì che lentamente si stava
calmando. Si riempì la bocca con una manciata di patatine, e
poi rifletté per qualche istante.
«...Uhm... che sia l’unico,
però» commentò guardando le provviste. «Da
domani sono di nuovo a dieta»
Tanto
valeva cominciare subito a guardare
avanti,
no?
Sakura non tornò fino a
notte fonda, quando il rumore delle sue chiavi nella serratura fece
drizzare le orecchie all’altro Naruto.
Entrò nella casa buia
cercando di non fare rumore, in punta di piedi. Il gatto le si
avvicinò immediatamente, strusciandosi contro le sue gambe, e
mandò un miagolio fievole.
«Shh...» gli sussurrò
lei, chinandosi ad accarezzarlo.
E in quel momento la luce si
accese.
Sakura trasalì, voltandosi
di scatto, e si trovò davanti Naruto con ancora la mano
sull’interruttore.
«...Bentornata» le
disse con un sorriso di plastica, mentre il gatto trottava via,
facendo ondeggiare la coda.
«Ho... ho fatto tardi»
ribatté lei dandogli le spalle, con la scusa di togliersi la
borsa.
Il cuore le martellava nel petto,
e ogni colpo era un dolore, un dolore che faceva male ma che sapeva
di meritarsi.
Era stata con Sasuke solo la
mattina. Poi, lui era tornato nella sua stanza all’ultimo piano, e
lei era rimasta nel laboratorio con la testa tra le mani. Eppure,
nonostante le ore passate a pensare alla sua situazione, non era
riuscita a capire cosa dovesse fare.
Alla fine era tornata a casa, e
non sapeva nemmeno perché. Forse per non ‘destare sospetti’.
Lei amava Naruto. Ma lo aveva
tradito.
Amava
anche Sasuke. Ed era con
lui
che aveva tradito.
Questo era tutto ciò di
cui si sentiva più o meno sicura – se mai poteva essere
sicura di una cosa tanto contorta – così come era sicura che
Naruto non avrebbe sopportato ciò che lei aveva fatto, e che
lei non avrebbe sopportato di non farlo. Anzi... evitava di pensarci,
ma era consapevole che in fondo non se ne pentiva. Che probabilmente
lo avrebbe rifatto di nuovo, incapace di resistere.
Sasuke era... Sasuke. Il suo
primo amore, il suo sogno, la sua ossessione... Si erano allontanati
fisicamente, ma lei non aveva mai smesso di pensare a lui.
Naruto era stato lì quando
lei si era sentita più debole e vulnerabile, le era sempre
stato accanto e l’aveva sostenuta... amava anche lui, sì...
Ma
Sasuke... era
Sasuke.
...Non riusciva a immaginare
situazione più complicata.
«Hai
cenato? Hai fame?» le chiese Naruto, mentre lei schivava ancora
il suo sguardo, con l’assurda sensazione che lui, in qualche modo,
sapesse...
Ma non era possibile, erano solo paranoie.
«Ho mangiato qualcosa in
ospedale...» mormorò vaga.
Doveva dirglielo.
Doveva parlargli, doveva cavare
qualcosa da quella situazione, o il suo cuore si sarebbe spappolato
nella cassa toracica.
Sì, ma dirgli cosa?
Hai
presente il tuo rivale di sempre, la persona da cui hai cercato di
tenermi lontano? Sì, quella di cui io ti dicevo ‘non è
un pericolo’? Come dire... lo
è.
No, non era fattibile.
In qualunque modo avesse cercato
di rigirare la faccenda, il suo era da catalogarsi come un disgustoso
e imperdonabile tradimento. E dei peggiori, anche, perché lei
amava sia il tradito che l’amante, e perché i due erano come
fratelli.
Certo, questo implicava che pure
Sasuke avesse le sue responsabilità, ma lei... lei avrebbe
dovuto stare attenta. Naruto aveva cercato di difenderla, tutti
l’avevano messa in guardia... e lei non aveva ascoltato nessuno.
Ricordava le parole di Ino
risalenti a due mesi prima, quando ancora Itachi era vivo; ricordava
i suoi timori, le sue sottili insinuazioni... e, più tardi, la
sua messinscena sulla cotta per Sasuke.
Tutti, tutti avevano visto il
pericolo... tranne lei.
«Naruto non ha nulla da
temere»
Che parole vuote e arroganti,
alla luce degli ultimi avvenimenti... e lei, che ragazzina sciocca e
illusa.
«Ah...» mormorò
Naruto, alle sue spalle, mentre Sakura fingeva di cercare qualcosa
nella borsa. «Allora... com’è andata oggi? Perché
sei rientrata tanto tardi?»
Riuscì a non trasalire
soltanto grazie a uno sforzo sovrumano. Il suo cuore accelerò
ancora, minacciando seriamente di non tenere il ritmo, e lei fece
lavorare freneticamente il cervello.
Non poteva dirglielo.
Lo avrebbe ucciso.
Ma non poteva nemmeno tenerglielo
nascosto, perché poi sarebbe stato peggio.
Allora cosa?
Cosa, cosa, cosa?
«...Il Sigillo si è
evoluto» si sentì rispondere, con una voce che stentava a
riconoscere per sua, così... normale, incurante. «Dobbiamo
creare un altro siero per tenerlo a bada»
«Ah... e Sasuke come sta?»
Il suo nome nella bocca di Naruto
fece male. Per assurdo, le sembrò che fosse stato detto
calcando leggermente il tono.
«...Come al solito»
Non poteva dirglielo.
Ma non poteva nemmeno non
dirglielo.
Però, forse, poteva...
rimandare.
Soltanto un po’, giusto il
tempo di trovare il coraggio, preparare il terreno...
...E poi?
E poi... qualcosa sarebbe
successo.
Probabilmente un omicidio.
(di
chi, e per mano di chi?)
«Ah» commentò
Naruto, neutro.
«Scusa, ora... sono molto
stanca» buttò lì lei, forzando uno sbadiglio e
sgusciando in fretta al suo fianco, la testa china. «Mi faccio
una doccia e mi butto a dormire, ne riparliamo domani, ok?»
Naruto lasciò che lo
oltrepassasse, diretta verso il bagno.
Non
la fermò, non ci provò nemmeno, ma si chiese cosa
avrebbe risposto se lei si fosse interessata della sua
giornata.
Seguendo un presentimento mi
sono rovinato l’appetito, il sonno, e probabilmente la vita. Poi ho
devastato casa e l’ho rimessa in ordine, e ho passato non so quante
ore a chiedermi cosa fare con la donna che amo, che mi ha tradito con
mio fratello.
Chissà come avrebbe
reagito Sakura.
Era tornata da dieci minuti, ma
non aveva ancora incrociato il suo sguardo, se non nella frazione di
secondo in cui aveva acceso la luce. E, in tutto quel tempo, non
aveva mai pronunciato il nome di Sasuke.
Naruto avrebbe voluto
sentirglielo fare, per cercare morbosamente un’intonazione diversa,
una sillaba più carezzevole... voleva le prove, doveva
convincersi che non si era sognato lei e lui in quel laboratorio, che
non era tutto un orribile incubo... perché in quel momento gli
sembrava di muoversi in una realtà distorta, in un’aria
pesante e oleosa. E lui sperava che fosse un sogno. E nello stesso
tempo sapeva che quella speranza lo avrebbe distrutto, se si fosse
rivelata vana.
Ma Sakura non aveva detto niente,
non aveva accennato niente.
Si era comportata in maniera
strana, aveva evitato il suo sguardo, era schizzata in bagno... però
non aveva aperto bocca.
Non ha intenzione di dirtelo,
eh. Vuole fare il doppio gioco, a quanto pare.
No. Non è vero, non è
così!
La difese d’istinto,
spontaneamente. Come se avessero accusato lui stesso.
Oh, scusa, hai ragione: si è
momentaneamente ‘scordata’ di quello che ha fatto. Cosa strana,
la memoria a breve termine.
Smettila! Non me ne faccio niente
del tuo sarcasmo cinico! Sakura non vuole tenermelo nascosto... è
solo stanca, scombussolata... domani me ne parlerà, domani
discuteremo della cosa!
Discutere?
Discutere?
La voce nella sua testa scoppiò
a ridere, esilarata.
E cosa c’è da
discutere, me lo spieghi? Ti ha tradito con il tuo migliore amico,
con quello che tu ti vanti di considerare un fratello... dal mio
punto di vista, le cose sono perfettamente chiare, anche se sei
terrorizzato all’idea di rendertene conto!
No, non sono chiare per niente!
Può essere stato un errore, una debolezza... in questo momento
Sakura si starà tormentando nel rimorso, e avrà detto a
Sasuke che non può... che non deve... magari non sono neanche
arrivati fino in fondo, non sono mica rimasto a guardare...
Se si fossero fermati lei
sarebbe tornata subito, ti avrebbe gettato le braccia al collo e ti
avrebbe raccontato tutto, implorandoti di perdonarla. E questo genere
di errori e debolezze non si riparano con uno ‘scusa’. Mi pare di
avertelo ricordato anche riguardo al tuo caro fratellino... quando ti
ha ucciso, se non erro. Ha invertito l’ordine di una comune
relazione illecita, a ben pensarci; è quasi divertente, non
trovi?
Perché devi essere per
forza così? Tu sei me, sei dentro di me... per una volta, una
sola volta, puoi stare dalla mia parte, senza cercare di demolirmi?
Io sono ciò che tu non
vuoi essere. Io ti riporto con i piedi per terra, cancello le tue
futili illusioni e tolgo i paraventi che ti crei. Sono quello che
sono, non puoi cambiarmi. Dovresti ringraziarmi, invece.
Ti detesto.
Per quel che mi importa.
Allora, facciamo finta di niente e lasciamo riposare la ‘povera’
Sakura?
Domani sarà lei stessa a
parlarmene. E... anche se... anche se non dovesse farlo... sarà
perché ha deciso di chiarire prima con lui. Io mi fido di lei.
Ancora? Auguri, caro. Prevedo
un bel palco di corna in arrivo.
Nel prossimo capitolo:
C’erano sempre confessioni,
lacrime e perdono nelle sue fantasie. Perché lui aveva bisogno
di lei. Non concepiva neppure la possibilità di andare avanti
da solo...
Ma se Sakura non avesse
confessato? Se non lo avesse fatto, né al risveglio, né
a cena, né dopo?
Probabilmente
ci sarebbero state ancora lacrime... ma, questa volta, in questo
particolare caso... ci sarebbe stato lo stesso il perdono...?
* * * * ȣ * * *
*
Spazio
autore
Ed eccomi di nuovo qui, miracolosamente viva e incolume!
Penso proprio di dover ringraziare le distanze geografiche per questo, ma va bene così! XD
Allora, avete appena letto della reazione di Naruto, di quella di Sakura (se di reazione si può parlare),
di quella di Ino, e pure di Choji (non è semplicemente adorabile?).
Da qui e per i prossimi capitoli la vicenda verterà sul magico trio, con brevi excursus nelle vicende di contorno;
spero di riuscire a cavarmela, e soprattutto prego di riuscire a
scrivere e studiare, perché qua ultimamente la vedo dura...! T_T
Ma dovrei farcela, dai... al massimo rallento il ritmo a un capitolo
ogni tre giorni (di più non riuscirei a stare senza scrivere!
Grafomane che non sono altro!)
Angolino della correzione automatica
Termini specifici
L'Hokage: prima corretto con un semplice Hokage, poi diventato misteriosamente LINKAGE (L'ESOFAGEO come seconda opzione...)
All'Hokage: all'ipallage, all'almagesto
dall'Hokage: dall'Hidalgo
dell'Hokage: dell'autoflagello (°_°)
Raikage: per variare un po', Brokerage
Tsuchikage: succhiatore
Yondaime: Grondaie... (T__T) o anche Spondaico (?)
Daimyo: dadaismo
kunoichi: manichino, tachipnoici (?), onichia (??)
chuunin: uninervio (T__T)
jonin: leonino
Anbu: Istanbul
Akatsuki: Tatsunari (T___T ma si può? E' giapponese! Ed è mille volte più complesso!)
dell'Akatsuki: dell'arrandellato (c'entrerà qualcosa con gli Haruno, che avevano la stessa correzione?)
sull'Akatsuki: sull'insultai
nellAkatsuki: nell'agnellatura (perché ogni volta è diverso?!)
Rasenshuriken: extrasensoriale (Mi sembra ovvio. così come extrasensibile)
Raikiri: karakiri (magari! "E Sasuke usò il karakiri... fine degli Uchiha") ma che diavolo vuol dire RIEDIRAI?
Byakugan: trafugando
Samehada: meharista (oh, sì, è molto probabile che io
abbia sbagliato a scrivere, e che volessi scrivere meharista....)
wakizashi: Washington (dopo Michigan...)
Shuriken: esauriente (non c'entra un emerito c...!!)
Ichiraku: Chiragra
tatami: statami (???)
Baka: Bakù (molto più minaccioso, nè?)
Takoyaki: kayakista
Wow, miei venerati lettori!
Quando la volta scorsa ho detto che non avrei aggiornato senza "un adeguato numero di recensioni",
pensavo ragionevolmente di potermene aspettare una ventina... diciamocelo, volevo solo superare il record di 19!
E invece mi avete fatto la piacevolissima sorpresa di ben 26! >_<
Io vi amo!
(metaforicamente parlando, eh! XD)
(e vi amo anche se rispondere a tutti è stato sfiancante! XDD)
killkenny: Hanabi
che possiede Satana deve essere l'ultima frontiera del male più
oscuro! XD Ma hai perfettamente ragione, non dobbiamo insultare senza
motivo chi non lo merita... il diavolo potrebbe offendersi. U_U Ok, ora
che me lo hai presentato così, ho paura di conoscere Lord
Martiya! ç_ç Non è in stile Hanabi, vero?
Cioè, con il male più o scuro et similia non ha niente a
che fare, vero...? Ah, e naturalmente Kakashi sceglierebbe Kyuubi
piuttosto che le kunoichi. Magari, mentre la combatte usando soltanto
la possente forza delle sue mani (?), si lascia scappare un commento su
quanto è preferibile una bella lotta ad armi pari... e Kyuubi si
interessa, fermano la lotta, prendono un tè e ne discutono.
Insomma, l'argomento "uomini e donne" attira tutti, da che mondo
è mondo. U_U Demoni in forma di volpe compresi.
vegani: wow, un concentrato di
critiche! Ne hai proprio per tutti, eh! XD Naruto che è stato
troppo permissivo (e che doveva fare, legarla a una sedia e impedirle
di uscire di casa?), Sakura che deve soffrire... va beh che poteva
risparmiarsi le corna ed essere più corretta, ma metterla
giù proprio così drastica...! XD
Julia83: in effetti Sakura E'
l'unica ragazza nel campo di Sasuke: Ino è distratta, e le altre
hanno abbastanza cervello per non considerarlo minimamente... credo che
sia naturale che lui finisca per interessarsi a lei. Se sulla faccia
della terra restassero soltanto un uomo e una donna, istintivamente si
cercherebbero, è scritto nel nostro dna! E per lui esiste solo
lei. Al di là dell'amore più o meno spirituale, il suo
istinto di diciottenne e di uomo lo porta a sentirsi attratto da
Sakura. Che Naruto fosse fuori dalla finestra, beh, è stata una
mia bastardata. U_U Ma non è rimasto a guardare, almeno
questo... anche se ha visto abbastanza per starci male tutta la vita!
(qualunque sia la sua durata) ç_ç Come dicevi tu, lui ama
troppo Sakura per fare una sfuriata e perderla. Finché non
sarà lei a parlarne, lui potrà mantenere la situazione
così com'è... o almeno provarci. Ma Sakura quando
cederà? Lei vuole bene sia a Sasuke che a Naruto, non può
tenere troppo a lungo...
nixy: i dubbi
di Sakura? Ormai mi sa che sono fatti e certezze, sai? XD Comunque,
andiamo con ordine! Neji soffrirà abbastanza, ma è un
uomo forte e intelligente e in qualche modo se la caverà! Hanabi
è, come dice qualcuno, la vera origine di ogni male... ovvero
una piccola viziatella invidiosa e con un gigantesco complesso di
inferiorità nei confronti della sorella! Ora che Shika era nei
pasticci volevo che uscisse il suo rapporto con Choji... spero di
averli delineati bene! E chi farà il baby sitter, tra Shika e
Tema? Uhuhuh... io la mia - sorprendente - idea ce l'ho già...
ed è molto anacronistica! XD Gaara non è perfido. Gaara
è un fratello che si preoccupa per la sorella. U_U Lui SA che
bisogna togliere a Shikamaru ogni tentazione di fuga! XD Dai, ho
aggiornato presto, no?
kaho_chan: i tuoi
sgambettamenti stanno rapidamente diventando leggendari! XD E per me
sono fonte di infinito orgoglio, perché vuol dire che un po'
riesco ad emozionarti! ^_^ Comunque dai, è solo un caso che le
SasuSaku si accumulino tutte insieme... se tu butti lì una
NaruSaku io sono pure felice! XD (e contribuisco nel mio piccolo con
"Ali di cera") Il tuo sfogo contro Sakura e sasuke, comunque, è
stato semplicemente meraviglioso! Mai ho letto insulti più
genuini e sentiti, e pensare che nella mia testa appaio te e Cami, e
pensare che sulla cosa avete concetti così diversi... beh, mi fa
morir dal ridere! XD Ma credo che tirare in causa Hinata sia un po'
prematuro, non ti pare? ^^ Non si è nemmeno presentata in questo
capitolo, e posso anticiparti che fino al 50 non incontrerà
nemmeno Naruto! Ohh, mi fa piacere che apprezzi Hinata! Anche se la
descrivo come una sadica bastarda, in realtà le sono
discretamente affezionata, in questa fase della sua vita... mentre
Neji... guarda, ti dico soltanto che oggi Cami mi ha messo in testa un
mezzo progetto per uno Hyuugacest... XD Quindi ti dico che ora come ora
non si sa mai! Ah, in questo capitolo hai letto della rivelazione a Ino
e della sua reazione... poveretta, ho finito per provare pena anche per
lei. In fondo la sua cocciutaggine è anche la sua forza, e per
un certo verso è quasi ammirevole! U_U Non so se mi
sbilancerò mai verso lo ShikaIno (o lo Ino-qualunque altra
creatura), ma la disprezzo meno di prima! Prima di lasciarti,
permettimi di farti gli occhioni sbrilluccicanti: *_* Wow, grazie mille
per i complimenti! Anche se ciò che sta succedendo nella storia
non ti garba, leggere quello che mi scrivi mi fa pensare che comunque
qualcosa di buono ci sia! >_< Grazie, grazie davvero!
sonja: lo confesso, quando ho
lanciato la minaccia del "voglio un tot di recensioni" l'ho fatto
sperando di conoscere qualcuno dei miei lettori...! XD E' che vedo
così tante letture, e mi chiedo chi c'è dall'altra parte
dello schermo... comunque, capisco che non tutti abbiano sempre voglia
di commentare! U_U Può anche succedere di non sapere cosa dire,
è normale! Intanto ti ringrazio per avermi scritto, e ti
risparmio dal commentare i prossimi capitoli, se non vuoi... a patto
che all'ultimo una recensioncina me la lasci! XD Please!
Reina: come dire... sento odore
di SasuSaku fan nell'aria! XD Allora prendo la tua proposta di
matrimonio e la metto nella pila delle altre, ok? Devo ancora fare
l'inventario e prendere una decisione! XD A meno che io non abbracci
una religione poligama, ovviamente... Ebbene sì, Neji stava solo
sognando, il poverello! XD Chissà se prima della fine
avrà le sue soddisfazioni?
.. DuniettaS ..: grazie per
aver lasciato una traccia del tuo passaggio! XD Spero di non aver messo
troppa paura addosso ai lettori con la minaccia del numero di
recensioni... non volevo obbligarvi a commentare, anche se è
difficile crederlo! XD A dire il vero non so bene cosa volessi fare, ma
se sono riuscita a conoscere qualcuno in più di voi, sono
contenta! ^_^
arwen5786: "insomma, vedi di
pubblicare al più presto il nuovo
capitolo, tesoro mio, perchè non posso aspettare...io devo
sapere cosa succede tra sakura e sasuke!!!" <-- direi che questa
frase alla fine si è rivelata inutile, visto che il capitolo te
l'ho passato via msn il giorno stesso! XD (ehh, i privilegi di chi ha
il mio indirizzo... insieme ai mille spoiler devianti con cui torturo,
ovviamente!) Aaaaaallora, come già sai ero un tantino esitante
su questo capitolo... capiscimi, far muovere Sasuke per primo era
obbligatorio, o Sakura da sola non avrebbe mai tradito Naruto, ma allo
stesso tempo avevo bene in testa che era lei ad amare lui, da sempre...
e che lui avrebbe dovuto avere motivazioni piuttosto solide per fare
una cosa fuori dal personaggio come la prima mossa! Leggendo il tuo
commento ho tirato un sospiro di sollievo... anche se è
notevolmente di parte (forse anche se avessi scritto: "Sakura lo
guardò, lui guardò lei, si baciarono e fecero l'amore",
saresti stata ugualmente contenta, a livello puramente
teorico-ideologico! XD)(scherzo...! Cioè... spero che non sia
così! °_°), è pur sempre il commento di una
persona che "ne sa" (per parafrasare il mio prof di cinema), e quindi
mi manda in brodo di giuggiole! XD Purtroppo per me sono una che ha
bisogno di conferme! XDD Riguardo agli Hyuuga non voglio dirti niente,
perché ieri mi hai messo in testa una malefica idea che
probabilmente attuerò in una one-shot... sempre senza garantire
nulla, ovviamente! XD Di Shika e Ino hai saputo, ora non mi resta che
conoscere il tuo parere! Per quanto riguarda Naruto, invece... ma
povero, non pensi alla sua sofferenza? ç_ç Tu e tutte le
altre SasuSaku fan mi dite di accasarlo con Hinata in quattro e
quattr'otto, ma non pensate a quanto ci sta male lui? Cioè, ha
solo quel maledetto gatto che gli fa compagnia! E' una cosa
tristissima! (XD) Un bacione!
tonyesp: clima di festa, eh?
Champagne, bagordi... ma Naruto non è uomo da passarci sopra
così in fretta, come te! Lui ci sta male, poraccio... e,
soprattutto, se l'è vista che cornificava davanti ai suoi
occhi... penso che per chiunque sarebbe un duro colpo! U_U
harryherm: leggere la tua
recensione dopo quella di arwen mi fa scompisciare dalle risate! XD Da
una parte lei che saltella felice, dall'altra tu che mi minacci di
morte... ma il mondo è bello perché è vario,
nevvero? E dunque... credo che potresti volermi ancora più male
dopo questo capitolo, visto che Sakura ha risolto di fare la z*****a
(sfido chiunque a dire il contrario) e Naruto si trascina pateticamente
nell'agonia...! D'altronde, sono stata abbastanza stronza a infilare
anche la scena ShikaIno, sebbene l'intervento di Choji abbia
ristabilito un po' di calma! ^_^ So che è stato un capitolo duro
per te, ma fai un respiro profondo e pensa che la vita è bella,
in fondo! U_U (già che ci sei, ricorda a dionea di farsi viva,
magari! ç_ç) Se ti può consolare, anche solo un
pochettino, ho messo online il secondo capitolo della NaruSaku! ^^ E
sei ufficialmente autorizzata a infierire verbalmente su di me via msn!
kage_naru89: "nn appena ho
letto che sakura gli stava spiegando perfettamente dove si trovava il
laboratorio mi è balenato in testa il pensiero:" per me nel
laboratorio succede qualcosa e naruto li sgama in pieno..." <-- wow,
sei l'unica che ha colto il dettaglio (o almeno che me l'ha detto)! XD
E dire che l'ho scritto apposta, per mettere un po' di ansia addosso
alla gente... uhuhuh... Ah, dici di essere nella mia testa, eh... ma ci
sono tante cose che non ho detto, lo sai? Tanto per spararne una...
dimmi, che esito avrà la faccenda di Tenten? (non ti dirò
se ci hai azzeccato o no, ma se sarà così mi
inchinerò di fronte ai tuoi poteri superiori! XD) Ora come ora
Naruto non ce l'ha neanche per le palle il "bene" di Sasuke e Sakura,
se devo essere sincera. Forse, se lei gli avesse detto "guarda... sto
esitando... credo che mi piaccia Sasuke, forse faremmo meglio a
lasciarci..."; in quel caso, con un po' di (MOLTO) tempo, forse lui
avrebbe pensato a loro e si sarebbe fatto da parte... ma così...
così no. Così, porca miseria, lei è stata troppo
stronza perché lui pensi "poverina, forse ama Sasuke". Comunque,
al momento Sakura non ha ancora confessato niente... tutto sta a vedere
cosa succederà più avanti...!
Veleno94: ora che conosci i
pensieri di Naruto, come ti senti? ç_ç io personalmente,
mentre scrivevo, mi davo della stronza da sola... T_T E' stato
difficile proseguire senza picchiarmi! A parte la disperazione di
Naruto (e la breve e marginale comparsata di Kyuubi nel riflesso dello
specchio), mi fa davvero piacere vedere che Sasuke non è scaduto
nell'OOC! >_< Ne avevo davvero tanta paura, invece a quanto pare
mi è andata bene! Tranquillizzati per quanto riguarda lo
Hyuugacest, non sei l'unica a lanciarmi frecciatine in quel senso...
Pare che sia piuttosto gettonato, invece! XD Non ti dico cosa
succederà nella fic, ma posso anticiparti che ho in mente un
mezzo progetto per una one-shot... tutto in "forse", naturalmente! ^^'
ah, ora ricordo quella scena di Harry! Sai che me ne ero totalmente
scordata mentre scrivevo? XD beh, potrebbe essermi tornata in mente
inconsciamente, certo... ma non ci ho fatto caso, giuro! (e di solito
se mi ispiro a qualcosa o qualcuno lo ammetto senza problemi!) Prima di
salutarti... guarda che non rompi mica! >_< Come sai, io amo i
commenti lunghi! E se poi sono lunghi e dicono cose intelligenti, li
amo ancora di più! A presto! ^^
Hila92: Naruto deve aver fatto
davvero qualcosa di terribile nelle sue vite passate... per finire
sotto le mie perfide mani in questa! XD Coooomunque, la tua rabbia mi
ha fatto piacere! XD Sì, so che ora avresti voglia di prendermi
a sberle, ma sono contenta che QUELLA SCENA abbia suscitato emozioni
forti! Cioè, se non ci fosse riuscita avrei potuto benissimo
fare CANCELLA sulla mia cartella del pc, e buttare all'aria i miei
piani per il futuro... Per quanto riguarda Sasuke, tutti dobbiamo
ancora capire cosa prova davvero (lui incluso), ma posso assicurarti
che la sua non è affatto una vendetta nei confronti di Naruto, e
ti sarà chiaro nei prossimi capitoli! Sakura no, a quanto pare
non poteva accontentarsi... idiota che non è altro! Ora che sto
scrivendo anche la NaruSaku non riesco a fare a meno di pensare che sia
una vera demente! XD (personalmente, preferisco nettamente Naruto a
Sasuke, in certe... ehm... situazioni! U_U) I sogni di Neji non sono
desideri. Cioè, magari lo sono anche... ma più che altro
sono macchinazioni dell'autrice bastarda! Muahahahah!! (hai notato? In
QUESTO capitolo Sasuke non è mai nemmeno comparso!)
roby chan: ma no, dai... hanno
ancora un po' di tempo per trovarselo! ^_^ (sembra un sorriso normale,
ma è un ghigno satanico... diciamo soltanto che Kyuubi ancora
non ha fatto la sua mossa)
kimi: davvero non ti aspettavi
questa piega della storia?? Wow, credevo che ormai tutti ci fossero
arrivati! XD Beh, se non altro come fan del SasuSaku non è stato
un colpo tanto terribile per te... se invece vuoi sapere di Tenten,
dovrai avere ancora una certa pazienza... almeno fino a settembre...
sammy1987: qualcuno è
felice di come siano andate le cose, eh? (ghghgh...) Però mi fa
piacere leggere che comunque ti spiace per Naruto... io gli voglio
bene, sono contenta quando vi preoccupate per lui! U_U (e ve ne do
anche parecchi motivi, eh?) Sakura soffre all'idea di far soffrire
Naruto... Ma non è pentita. Questo no. Le cose, però,
cambieranno davvero per sempre...
Talpina Pensierosa: per una
volta non posso dirti "ma vuoi sapere cosa??"! XD Per una volta NON
sapevi come avrebbe reagito Naruto, e quindi si suppone che sia stata
davvero una sorpresa! ^.^ Dai, hai visto che alla fine ho aggiornato
senza ritardi? ^_*
Immy: wah! Mi tieni d'occhio? Me ha paura! °_° (scherzo! XD Sono una donna coraggiosa!! *_*)
0000: wow, tu sì che hai
le idee chiare! XD Non ho mai sentito nessuno più accanito
contro Sakura... Uhuhuh... chissà, potresti scoprire che con
l'avanzare della storia le cose andranno un po' come vuoi tu...
Diciamocelo: Sasuke è stato stronzo perché sapeva che
Sakura era di Naruto, ma se ha agito è perché lei gli ha
lasciato capire che c'erano spazi di manovra... e quindi, come te,
anche io penso che sia lei quella da biasimare. U_U
1992: ahh, quanto mi mancavi!
XD Tra pianoforti e kage bunshin ho ritrovato subito l'atmosfera che
cercavo! Per i riti vudù, mi sa che non puoi nulla... IO sono
quella del vudù, so evitarlo benissimo! Ma se Giotto dovesse
accanirsi contro di me... uhm... forse dovrei rivolgermi al mio Dio e
organizzare un incontro tra i due! ò_O Ti chiedevo se fai
l'artistico perché ho pensato che ne sapessi un po' troppo di
storia dell'arte, ma a quanto pare non è così! XD Sei
solo fissata! (frecciatina...) Cooomunque, lo confesso: è tutta
una cospirazione tra me e il venditore di antistress, e alla fine del
mese ci dividiamo l'incasso. U_U Io ti agito e lui ti rilassa, nulla di
più semplice. Sasuke è ovviamente pagato da me, a
proposito. Ehh, Tenten Tenten... quando dirò cos'ha tutti
spalancherete la bocca e direte: lo sapevo! Cioè, no! Cacchio,
lo sapevo ma è inaspettato! (o almeno lo spero! XD) Un bacio,
tesoro!
Rhymes: io amo Naruto. E' ovvio
che prima o poi Sasuke e Sakura "pagheranno" per quello che hanno
fatto. Solo che devo ancora decidere in che modo! XD Sai, una visitina
al terzo Hokage non mi spiacerebbe... ma magari da viva! XD
Jenna Uchiha: purtroppo Naruto
ha aperto gli occhi nella maniera più dolorosa possibile...
Sakura, inconsapevolmente, gli ha fatto più male del previsto.
C'è da dire che l'unica vera responsabile del patatrac sono io,
ma va beh... godo dell'immunità diplomatica perché se mi
uccidete non saprete come va a finire! XD A proposito di Hinata, sono
d'accordissimo con te: se vuole conquistare Naruto deve crescere, non
c'è altro modo. Forse... la malvagia Hanabi potrebbe darle una
mano in questo senso... Gaara si è molto spaventato per le tue
parole, quelle riferite alle ragazze che gli ronzano intorno... XD Dice
che forse nei prossimi mesi potrebbe essere molto impegnato dalle parti
del Polo Nord (ma non sono sicura che mi abbia detto la meta esatta...
fossi in te lo cercherei in Argentina), e che gli dispiace TANTISSIMO,
ma dovete chiudere ora che le cose non sono tanto avanzate! U_U
lale16: la tua
tranquillità è stata apprezzatissima! Soprattutto
perché hai dato tutta la colpa a Sakura! XD D'altronde,
giustifichi Sasuke dicendo che è in astinenza da 18 anni, ma lei
sono almeno 10 anni che sbava per lui! Nonostante il suo sia stato un
gesto basso, gretto, meschino nonché bastardissimo, non è
stato dettato soltanto dal trip del momento, ma a modo suo è
amore... Certo, che poi abbia taciuto a Naruto la cosa non è
affatto positivo! è_é
violetta30: grazie mille! ^^
OneWingedAngel: Sakura è
una donna in ogni senso, purtroppo: dubita, è incerta, oscilla,
e, soprattutto, ama. Posso capire che le "modalità" del suo
cedere a Sasuke siano particolarmente bastarde (era ancora con Naruto),
ma non la vedo tanto come la caduta di un mito, quanto piuttosto il
venir fuori della sua parte più fragile. Tutti commettono
errori, lei inclusa. Mentre Sasuke... bah, non si è mai fatto
troppi scrupoli per raggiungere i suoi obiettivi! -.- Le vicende
che coinvolgono gli Hyuuga sono molto contorte, dal momento che
contorti sono loro! XD Ma alla fine la matassa si sbriglierà,
stanne certo! So già come!
melly658: anche se mi hai commentato altrove (e provvederò a rispondere in quella sede), voglio ringraziarti qui! XD
Mala_Mela: mio amato dio, su...
non offenderti! ç_ç Io vivo per te, sono la tua fedele
profeta, lo sai! Ho mancato una volta, ma non accadrà
più! Quindi, torna a recensire! E soprattutto, lascia un
commento a Redenzione! ç_ç Ho bisogno dell'approvazione
del mio dio, che diamine!!
Aya
|
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Capitolo 49 *** Passo a tre ***
Naruto-49
Capitolo quarantanovesimo
Passo a tre
Kyuubi.
Kyuubi.
So che ci sei, ti sento.
Un ronzio basso, come un
gorgoglio sottile.
“E’
strano che tu decida di convocarmi...”
La voce roca della Volpe suonò
familiare alle orecchie di Naruto, e in un certo senso rassicurante.
Kyuubi, tu che ne pensi?
“Di
cosa?”
Di me e Sakura, di Sasuke e
Sakura... avanti, sai di cosa parlo.
Le prime luci dell’alba
attraversavano timidamente le persiane, cadendo ai piedi del letto.
Naruto stava a pancia in su, fissando il soffitto in ombra, e Sakura
respirava piano all’altra estremità del materasso,
addormentata.
“Francamente
non potrebbe importarmene di meno, dei tuoi problemi sentimentali”
borbottò Kyuubi con fredda indifferenza. “Purché
tu non prenda la stupida decisione di suicidarti, sei libero di agire
come meglio credi”
Ma ce l’avrai pure un’opinione,
no? Per ora io e la voce pensiamo due cose totalmente diverse... mi
servi, sei il nostro ago della bilancia.
“Io
sono soltanto un ospite temporaneo di questo corpo”
rettificò la Volpe. “e
il mio solo obiettivo è prenderne possesso, se ben ricordi.
Ogni volta che tu perdi fiducia in te stesso, ti indebolisci o sei
confuso, io faccio un passo verso il mio scopo... mi sembra ovvio che
vederti smarrito sia soltanto fonte di gioia per me”
Sciocchezze. Sono più
forte di te, lo sai... riesco a trattenerti anche senza sigillo; non
c’è nessuna possibilità che tu ottenga il mio corpo.
Nelle profondità
dell’addome di Naruto, gorgogliò una risata bassa e cupa.
“Continua
a crogiolarti nelle tue certezze... annaspa e cerca di sopravvivere,
ragazzino. Prima o poi avrai bisogno di me, e allora...”
La frase restò in sospeso,
indefinita e minacciosa.
Naruto corrugò la fronte e
deglutì a vuoto, colto da un vago senso di ansia. Le parole
che una volta gli aveva detto Sasuke rimbombarono nella sua testa, ma
solo ora gli sembrò che avessero davvero un senso...
«Non è la tua
migliore amica»
“Risparmiati
le uscite melodrammatiche. Sono io che ho in mano la situazione, io”
si difese.
L’unica replica che ottenne fu
una risata lontana, che gli strappò un brivido.
Naruto si voltò su un
fianco, inquieto, e rimase a guardare la schiena di Sakura e la sua
spalla che si sollevava al ritmo lento del respiro.
Al suo risveglio, cosa sarebbe
successo?
Gli avrebbe parlato? Non lo
avrebbe fatto?
E
se non lo avesse fatto, perché?
Aveva passato tutta la notte a
porsi quegli stessi, identici interrogativi, Naruto. Aveva passato
ore e ore immerso in immaginarie conversazioni con Sakura, dialoghi
che andavano da una confessione seguita dal perdono, a una
confessione estrapolata a forza, seguita dalle lacrime di lei e, di
nuovo, dal perdono, al silenzio per un giorno, seguito dalla
confessione, dalla garanzia di non ‘ricadere in tentazione’,
altre lacrime e l’immancabile perdono.
C’erano sempre confessioni,
lacrime e perdono nelle sue fantasie. Perché lui aveva bisogno
di lei. Non concepiva neppure la possibilità di andare avanti
da solo...
Ma
se Sakura non
avesse confessato? Se non lo avesse fatto, né al risveglio, né
a cena, né dopo?
Probabilmente
ci sarebbero state ancora lacrime... ma, questa volta, in questo
particolare caso... ci sarebbe stato il perdono...?
Naruto affondò la faccia
nel cuscino, imponendosi di calmarsi.
“Va
tutto bene...” si disse, cercando disperatamente di convincersi.
“Lei me lo dirà. Lo so, io mi fido. Io la amo. E anche lei
mi ama...”
Tanto quanto ama Sasuke?
Il cinico commento della voce gli
provocò un moto di stizza, che represse appena in tempo.
Ama Sasuke come un fratello. E
me... come me.
Come
un fratello, eh? Si vede che sei figlio unico, tu. Forse non te
l’hanno detto, ma i fratelli non
fanno
quel che hanno fatto loro due... Ricordi? Un laboratorio, una
sedia...
Non c’è bisogno di
descrivere la scena!
Forse sì, se tu ancora
ti illudi di essere il suo preferito.
Smettila, basta! Perché
devi per forza girare il coltello nella piaga?! Non ho più
intenzione di starti a sentire!
Come vuoi. Non posso importi
niente, in fondo. Solo... dovresti cercare di essere un po’ più
razionale... lo dico per te.
Ti farà meno male.
Meno male? Meno male cosa?
Naruto riaprì gli occhi
nella penombra, con una morsa allo stomaco. Ma la voce non rispose.
Era lì, solo in un letto
freddo, e né Kyuubi né la vocetta irritante che
dispensava consigli sembravano volerlo aiutare.
Aveva
bisogno soltanto di un po’ di fiducia, diamine! Voleva che qualcuno
gli dicesse ‘andrà
tutto bene, non ti preoccupare’...
Ma a chi avrebbe parlato di
Sakura e Sasuke? Con chi si sarebbe umiliato fino a quel punto,
ammettendo di essere stato tradito, di averlo scoperto e di aver
addirittura fatto finta di niente?
Era troppo patetico per essere
raccontato ad alta voce...
Riabbassò le palpebre,
rifugiandosi nella calda oscurità della sospensione... finché
Sakura dormiva, poteva ancora crogiolarsi nei suoi dialoghi
immaginari... finché dormiva, poteva ancora dirsi che avrebbe
confessato, che avrebbero pianto, e che l’avrebbe perdonata...
...Ciò
che non sapeva, e che nel suo delirio non aveva previsto, era che
Sakura non
dormiva.
Come Naruto, aveva trascorso
l’intera nottata senza chiudere occhio, fingendo di respirare piano
per non lasciar capire che era sveglia, e si era arrovellata sulla
sua situazione senza venire a capo di nulla.
Attendere e poi dirglielo, certo.
Ma attendere quanto, esattamente?
Ore?
Giorni? Settimane?
E lei, cosa aveva intenzione di
fare nel frattempo?
Di una sola cosa era sicura: non
poteva tenere il piede in due staffe. Non poteva fingere che non
fosse successo nulla con Naruto, magari passare la notte con lui, e
poi andare da Sasuke e ripetere l’iter del giorno prima.
Per quanto al solo pensiero di
quanto era accaduto si sentisse ancora sciogliere, sapeva
perfettamente che era sbagliato, che era peccato.
Ricordava le mani di Sasuke sul
suo corpo, il suo respiro contro le labbra, e la sua pelle chiara,
quella pelle che aveva baciato non sapeva nemmeno quante volte...
aveva dovuto insegnargli tutto, ogni più piccola carezza gli
era nuova e sconosciuta. Era stato come avere per le mani qualcosa di
fragile e duttile, un bambino che imparava a muovere i primi passi...
Gli aveva fatto scoprire il piacere.
E lei aveva scoperto il dolore.
Chiunque
avesse parlato di sottile
piacere del peccato,
non si era mai trovato nella sua situazione, evidentemente.
Perché lei, al pensiero
del male che stava facendo a Naruto, rischiava di dimenticare il
piacere di avere Sasuke. Fare l’amore con lui era stato l’avverarsi
di un sogno, non lo negava, però... c’era sempre il pensiero
di Naruto a tormentarla.
Dirglielo lo avrebbe ucciso.
Ma se l’avesse tirata troppo
per le lunghe, sarebbe stata lei a morirne.
E ora, come un’idiota, fingeva
di dormire per posticipare il momento della confessione.
Con un po’ di fortuna Naruto si
sarebbe finalmente addormentato, e lei sarebbe sgusciata via dal
letto e in ospedale, come faceva sempre. Lui non avrebbe avuto
ragione di insospettirsi, e lei avrebbe cercato una soluzione al suo
problema.
E avrebbe rivisto Sasuke.
Strinse i pugni, rannicchiandosi
più stretta.
Era sbagliato... faceva male...
ma non poteva impedirsi di desiderarlo. Voleva incontrare Sasuke,
voleva trovarsi davanti i suoi occhi neri, e voleva sentire il calore
delle sue mani.
Voleva di nuovo fare l’amore
con lui.
E quello sì che era un
peccato imperdonabile...
Naruto si addormentò.
La notte di veglia, l’agitazione,
il cuscino... tutti questi elementi combinati assieme lo portarono a
cedere al sonno, e a cadere in un dormiveglia inquieto. A un tratto
gli parve di sentire un movimento delle lenzuola, gli sembrò
che Sakura si stesse alzando... avrebbe voluto aprire gli occhi,
intercettarla, attendere la sua confessione... sbatté le
palpebre – a lui sembrò di sbatterle – e scattò a
sedere, con una mano tesa... ma lei non c’era più. Il
materasso era freddo, e il sole alto nel cielo.
Naruto si passò una mano
sul viso, stordito, e, puntuale come sempre, la voce tornò a
farsi viva.
Sembra proprio che sia
scappata... questo cosa vuol dire, eh mio bel cervo?
La ignorò.
Con la mente confusa e il cuore
che batteva all’impazzata, si alzò e rischiò di
inciampare nei suoi stessi piedi.
Ma certo. Sakura era andata a
chiarire con Sasuke. A dirgli che avevano commesso un errore, che
amava Naruto, che quello del giorno prima doveva restare un caso
isolato.
E poi sarebbe tornata da lui.
Ci credeva.
Doveva crederci.
In quegli stessi momenti,
nell’ospedale della Foglia, Sakura era ferma davanti alla porta
della stanza di Sasuke. Per sua fortuna il corridoio era deserto, o
non sarebbe stata in grado di spiegare perché tanta esitazione
nell’entrare. Da un lato voleva vedere Sasuke con tutta sé
stessa, ma dall’altro il pensiero del peccato e il conseguente
senso di colpa erano sempre in agguato... e, come aveva deciso di
fare anche con Naruto, nell’incertezza aspettava.
Ma se la confessione era qualcosa
che posticipava volentieri, la vista di Sasuke era l’opposto; il
suo corpo si tendeva spontaneamente verso la porta, la sua mano aveva
afferrato la maniglia chissà quante volte, e poi, sempre,
all’ultimo istante si era trattenuta.
Non poteva reggere a lungo.
Di fatti, quando sentì un
passo cadenzato farsi strada su per le scale, in fretta e furia aprì
e sgusciò nella stanza di Sasuke.
Quando la sentì entrare,
lui alzò gli occhi dal libro che stava leggendo e la fissò
corrucciato.
Lei si sentì arrossire, e
sistemò scioccamente i capelli. «Ho... aperto la porta
con un po’ di impeto» si giustificò, affrettandosi ad
abbassare lo sguardo sulle analisi che aveva per le mani.
Che idiota! Smaniava per vederlo,
e quando se lo trovava davanti non lo guardava neppure!
Si avvicinò al letto
accorgendosi che le tremavano le mani. Possibile che ancora la
turbasse così tanto?
«Allora... sembra che il
calmante funzioni, in dosi massicce» mormorò, ma erano
parole vuote. «Però stai sviluppando una certa
assuefazione, quindi...»
«Sakura»
«...Quindi... sì,
quindi...» ripeté scioccamente, ogni fibra del suo
essere concentrata sul fruscio delle lenzuola che venivano scostate,
sul rumore impercettibile dei passi che si avvicinavano...
Una mano pallida e magra le tolse
i fogli, e li gettò sul letto.
«Non saranno queste cose a
guarirmi» disse Sasuke, sorprendentemente vicino a lei. «Lo
sai anche tu che serve altro»
«Ci sto lavorando!»
esclamò alzando lo sguardo. «Io e la maestra Tsunade
stiamo davvero facendo tutto il possibile per...!»
«Lo so» la interruppe
lui, e bastò una sua occhiata per zittirla all’istante. «Lo
so bene... quello che voglio dire è che non mi interessa
conoscere gli inutili passaggi intermedi»
Sakura riabbassò gli
occhi, mortificata. «Mi spiace che siano inutili...»
sussurrò, sentendosi come una bambina piccola rimproverata
perché non riesce a fare una moltiplicazione.
Come mai Sasuke riusciva a farla
sentire così esposta? Così fragile, così
sciocca, così dodicenne, ancora? Eppure si era sforzata di
migliorare, di diventare più forte... Davanti a tutti gli
altri ne era perfettamente in grado.
Ma, con lui, tornava la ragazzina
insicura che Ino aveva trovato in lacrime e consolato.
Sentì una mano sfiorarle
delicatamente il mento, e alzò piano la testa.
Sasuke la guardò, e le sue
dita scivolarono lungo la guancia, accompagnate dal palmo. Da
qualunque angolazione la si guardasse, quella era una carezza. E lei
avvertì un fremito.
Sasuke avvicinò il viso al
suo, sfiorandole a malapena le labbra, senza soffermarsi. Sakura si
spinse verso di lui, cercandole, e lui gliele negò, per
posarle sul suo collo, per indugiarvi con la lingua, un solo, lungo
istante. Le sue mani le si posarono sulle spalle, il camice scivolò
come già il giorno prima, e lei si trovò ad aggrapparsi
alla sua schiena senza pensare che chiunque poteva entrare, che
potevano essere scoperti, che era imprudente...
Il senso di colpa le martellò
la coscienza, improvviso, doloroso.
«...No, aspetta...»
farfugliò, mentre già la sua razionalità si
perdeva sotto il tocco di Sasuke, che per quanto inesperto poteva
distruggerla in un secondo.
«Shh...» sussurrò
lui al suo orecchio, addentandole delicatamente il lobo.
E lei obbedì, e il senso
di colpa tacque.
Non avrebbe potuto essere
altrimenti.
Il campanello di Sai era facile
da individuare: era l’unico senza nome. Ino lo suonò con una
discreta arroganza, il pomeriggio successivo alla notizia del
matrimonio di Shikamaru, e prima che lui rispondesse controllò
che i capelli fossero in ordine e gli occhi non fossero più
gonfi.
«Sì?» chiese
la voce di Sai, atona e metallica.
«Sono Ino. Posso salire?»
disse lei, mettendo via lo specchietto.
Nessuna risposta, ma la porta
dell’androne si aprì con uno scatto elettrico.
«Lo prendo come un sì...»
mormorò Ino entrando.
Era stata in quell’appartamento
soltanto il giorno prima, ma la sua disposizione d’animo era tanto
diversa da farle apparire tutto sotto un’altra luce. Anche i fiori
che aveva sistemato lei stessa le sembravano in qualche modo più
belli.
«Per sapere se eri a casa
ho dovuto mobilitare mezza Konoha» scherzò quando Sai
l’ebbe fatta entrare. «Meno male che oggi è il giorno
libero del mio gruppo, e che tu non sei in missione»
Sai la fissò. «Che
ci fai qui?»
«Oh, curiosa domanda...»
sorrise Ino. «Diciamo che... ho leggermente riveduto i miei
piani»
«Ovvero?» suo
malgrado curioso, Sai inarcò un sopracciglio.
«Hai presente il discorso
di ieri, quello sul ‘passare il tempo in modo costruttivo’? Vedi,
dopotutto mi sono accorta che non era proprio una cattiva proposta...
e quindi eccomi»
Silenzio.
Sai non smise di fissarla.
«...Cos’è che ti
ha fatto cambiare idea così in fretta?» chiese poi, in
tono neutro.
Un muscolo guizzò sul viso
di Ino. Ahi, faceva ancora male a voce alta...
«Shikamaru
sposa Temari» spiegò guardandosi le unghie. «E non
ho la minima voglia di fare l’amante a tempo perso, ammesso e non
concesso che lui mi voglia. Qualcuno mi ha detto che devo guardare
avanti.
Per cui... sono approdata qui» tornò ad alzare gli occhi
azzurri su di lui, con nonchalance.
«Ti infastidisce la cosa?» domandò gentilmente.
«Non direi» replicò
Sai, impassibile, e registrò che Ino sapeva molto bene quale
tono usare quando voleva qualcosa. «Sempre che tu non abbia dei
blocchi psicologici chiamati Shikamaru Nara... in quel caso, allora,
potrei storcere il naso»
«Ah, quelli...» lei
fece una smorfia. «Passeranno in fretta»
“Spero”
aggiunse mentalmente. In fondo era abbastanza realistica da rendersi
conto che per un po’ Shikamaru sarebbe stato una ferita aperta. Sai
era la sua seconda scelta... ma la perdita della prima non avrebbe
smesso di far male.
Sai la studiò per qualche
istante, valutando pro e contro.
Ma sì, alla fine poteva
anche essere divertente provarci con lei. Era carina, era abbastanza
assurda da stimolare il suo cervello, e non lo irritava troppo.
«Allora lo facciamo?»
chiese con la massima calma, come se avesse offerto di prendere un
tè.
«Cosa, esattamente?»
indagò Ino.
«Sesso»
«Ah, ecco, mi pareva...»
sospirò. «Va bene»
Lui, senza perder tempo in
inutili convenevoli come offrire qualcosa, chiedere della vita altrui
e parlare del tempo, le si avvicinò, chinando leggermente la
testa fino a sfiorarle il naso con il suo.
«Ah...»
sussurrò lei, posandogli un dito sulle labbra e fermandolo a
un passo dalle proprie. «Ho detto che lo facciamo... ma alle
mie
condizioni»
Sai corrugò la fronte,
allontanandosi impercettibilmente.
«Non fraintendere, non ha
nulla a che vedere con Shikamaru» spiegò lei, facendo
correre indice e medio lungo il suo petto, a piccoli passetti.
«Questo è un mio piccolo capriccio. Un po’ per uno non
fa male a nessuno, giusto?» sorrise accattivante, dandogli un
colpetto sotto il mento.
Sai sbatté lentamente le
palpebre.
«In sostanza... mi vuoi
tenere sulla corda?» chiese.
«Sì, per un po’»
rispose lei scrollando le spalle.
Lui sorrise. «Sembra
interessante...» mormorò, facendosi di nuovo vicino.
«Scommettiamo che non resisti due giorni?» la sua mano le
sfiorò il fianco, lenta.
«Punto sul superamento dei
sette, e anche oltre» ribatté lei, spostandola con
fermezza nella sua.
«Affare fatto»
Tutti e due sembravano convinti
di avere la vittoria in tasca.
Anche Sasuke Uchiha, in quanto
essere umano, aveva una coscienza.
Mentre Sakura si infilava di
nuovo il camice e cercava di pettinare i capelli con le dita, lui era
già tornato a letto, da bravo paziente, e la osservava.
Non era uno stupido. Sapeva quel
che faceva.
Consapevolmente e volutamente,
aveva attirato a sé Sakura e aveva sperato che cedesse. E lo
aveva fatto avendo ben presente che lei era di Naruto, e che Naruto
la amava.
All’inizio era stato un
azzardo, non sapeva se i sentimenti di Sakura per lui si fossero
cancellati con il tempo; ma poi, quando l’aveva sentita sciogliersi
tra le sue braccia, si era reso conto che, sin dall’inizio, lei era
stata sospesa su un filo sottilissimo, pronta a cadere al minimo
soffio di vento, al più piccolo accenno da parte sua... e
aveva capito che, in definitiva, l’unica incognita non era lei:
erano lui e Naruto. E soprattutto quello che sarebbe accaduto da quel
momento.
Sasuke sapeva che Naruto era
importante.
Lo aveva riportato a Konoha,
senza smettere mai di cercarlo; lo aveva salvato, sempre, in un modo
o nell’altro, fin da quando erano bambini; e anche Sasuke aveva
salvato lui, si erano alternati, rincorsi, sorpassati a vicenda
un’infinità di volte; Naruto lo chiamava fratello.
E lui, lui gli aveva rubato
Sakura.
Dentro di sé era diviso:
da un lato il suo obiettivo brillava forte e chiaro, irraggiungibile
senza Sakura e indispensabile per vivere; dall’altro Naruto lo
fissava, con occhi accusatori, e gli rinfacciava tutto ciò che
aveva fatto per lui.
Aveva
pari a dire “non
è vero, tu non mi hai salvato. Tu hai ucciso Itachi, mi hai
strappato la mia vendetta e mi hai lasciato una vita che fa schifo!
Io ti detesto!”;
sapeva che mentiva anche a sé stesso.
Perché, in fondo, lui e
Naruto erano sempre stati simili... si erano sempre cercati, finché
lui non si era lasciato accecare dal miraggio offertogli da
Orochimaru. E non si inseguivano per uccidersi, come con Itachi. Il
loro non era un legame d’odio, era qualcosa di diverso... e di
importante.
Non lo avrebbe mai ammesso a voce
alta.
Sarebbe morto piuttosto che dirlo
a qualcuno, però... lo pensava. Con irritazione, con
insofferenza, con un disgustoso e patetico senso di inferiorità,
lui lo pensava.
E sapendo ciò che stava
facendo a Naruto, non poteva fare finta di essere a posto con sé
stesso.
C’era solo una cosa che avrebbe
potuto fare più male al biondo, in quel momento, ed era una
sua eventuale – e alquanto improbabile – nomina a sesto Hokage.
Sasuke si chiese se Naruto fosse
già stato informato di quello che era successo... cercò
di capirlo dai gesti di Sakura, da come si muoveva quando gli stava
intorno, da come cercava o evitava il suo sguardo, ma non ci riuscì.
Per qualche lungo secondo
combatté una lotta interiore: doveva saperlo, ma chiederlo a
lei sarebbe stato patetico; d’altro canto, se non era lei per prima
a parlare, lui non poteva sognarselo.
Sakura si avvicinò al
letto, rassettata in qualche modo.
«Devo andare» gli
disse, e nel suo tono era ben chiaro il rammarico. Esitò per
un istante, poi si piegò alla ricerca della sua bocca.
Lui la lasciò fare,
rispondendo al bacio con la pigrizia dell’amante soddisfatto, ma
alla fine, quando era ancora a un soffio dalle sue labbra, parlò.
«Naruto lo sa?»
Per la seconda volta, mentre
erano a quella distanza, spuntava il nome di Naruto. Era successo
quando Sasuke era stato respinto, e succedeva di nuovo ora.
Sakura si irrigidì, come
allora si era irrigidito lui. Rimase immobile per meno di un istante,
e poi si voltò e gli diede bruscamente le spalle.
«Lui... ecco, lui...
veramente io non...» balbettò, raccattando i suoi fogli
con l’unico desiderio di andarsene e nascondere il viso arrossato.
«Ci sto lavorando. Davvero, è solo questione di...
tempo» fece una risatina vuota, scostando i capelli dietro un
orecchio.
Sasuke abbassò lo sguardo.
Un po’ gli fece male.
Ma sarebbe stato da ingenui
aspettarsi che lei gettasse al vento tutto quello che era stato con
Naruto così, su due piedi.
«E... hai intenzione di
dirglielo?» indagò, mentre lei si affannava alla ricerca
del cartellino, caduto sotto il letto.
«Certo... con il tempo...»
mormorò vaga, raccogliendolo e appuntandolo sul camice.
«Quando glielo dirai, chi
sceglierai?» domandò Sasuke a bruciapelo.
«Devo... ora devo proprio
andare» balbettò lei, nel panico più completo.
«Tornerò... og... dom... beh, tornerò. Riposati»
Senza aspettare la sua risposta,
si defilò in tutta fretta. Di nuovo, le sembrava che il suo
cuore volesse scoppiare.
Lei avrebbe confessato, prima o
poi, perché doveva farlo.
Ma in quell’istante, avrebbe
anche dovuto fare una scelta.
Avrebbe dovuto perdere uno dei
due.
Lo sapeva. Lo sapeva benissimo.
Ed era per quel motivo che voleva
posticipare il più possibile il momento della verità...
«Bravissimo Akamaru! Ora
voglio una rotazione con i contro fiocchi, hai capito?»
La voce di Kiba risuonava per la
foresta, seguita dai latrati di un Akamaru entusiasta e pieno di
energia. I fruscii e gli scricchiolii dei rami erano innumerevoli, e
Shino osservava corrucciato l’andamento della passeggiata; se anche
c’erano stati insetti da quelle parti, di sicuro se l’erano già
data a gambe.
“Pazienza”
si disse con un sospiro. “Avrei dovuto immaginarlo... e comunque
l’ho fatto a fin di bene”
Accanto a lui, Hinata sfogliava
distrattamente una margherita.
Quando, il giorno prima, Kiba le
aveva proposto una passeggiata nel bosco, lei era andata nel panico.
Avevano appena concluso una missione, c’era ancora Kurenai con
loro, e non aveva trovato il coraggio di rifiutare. Poi, per fortuna,
Shino si era unito alla coppia con nonchalance, e Kiba non era
riuscito a trovare una scusa per escluderlo. Aveva borbottato un po’,
ma poi avevano deciso insieme il luogo dell’appuntamento.
Simili passeggiate non erano
insolite per il loro gruppo, ma ultimamente le cose erano un po’
cambiate, e i rapporti si erano fatti più tesi... le missioni
non ne risentivano, ma quando erano a riposo Hinata sembrava sempre
una lepre braccata dal lupo. Shino sentiva che era suo dovere
difenderla, in quanto membro neutrale del gruppo, e quando poteva si
metteva tra lei e Kiba. Ma l’Inuzuka, di tanto in tanto, riusciva
anche a ritagliarsi degli spazi di autonomia... era più
insidioso di quanto desse a vedere.
«Wow, è
incredibile!» gridò Kiba da lontano, all’improvviso.
«Shino, vieni un po’ a vedere! Un alveare!»
Dietro agli occhiali scuri, gli
occhi dell’Aburame ebbero un guizzo. Un alveare selvatico?
Completo? Magari antico?
...Doveva vederlo. Assolutamente.
«Andiamo?» propose
Hinata con un sorriso gentile, notando – incredibile a dirsi,
considerando occhiali e cappuccio – la sua emozione.
Shino si limitò ad
annuire, compassato, ma le mani affondate nelle tasche tremavano
impercettibilmente.
Insieme avanzarono lungo il
sentiero, finché Akamaru non li guidò scodinzolando
fuori dalla pista, attraverso il sottobosco. E all’improvviso,
appeso a un alto pino, Shino si trovò davanti il più
splendido e meglio conservato esemplare di alveare naturale che
avesse mai incontrato in vita sua.
Ovviamente non lo diede a vedere.
Con molta, molta calma, si
avvicinò all’albero e guardò in su. Le api ronzavano
attorno alla cera dorata, entrando e uscendo dalle tante cavità
esagonali, e non una goccia di miele cadeva a terra. Era una
struttura perfetta, affascinante, incantevole... una meraviglia per
lo spirito. Forse avrebbe potuto mandare uno dei suoi insetti a dare
un’occhiata, anche solo da lontano... magari, con un po’ di
fortuna, sarebbe riuscito a catturare un’operaia... Ah. Poteva
essere pericoloso, se lo sciame si imbizzarriva; avrebbe fatto meglio
ad avvisare Hinata e Kiba.
Si voltò, per consigliare
a entrambi di fare un passo indietro e tenersi pronti, ma scoprì
che erano scomparsi nel nulla. Attorno a lui, la foresta mormorava
come sempre, e le api ronzavano quiete.
Non una parola sfuggì alle
sue labbra.
Ma, se fosse stato un tipo più
loquace, avrebbe imprecato.
«...Non ci stiamo
allontanando troppo da Shino?» chiese Hinata nervosamente,
mentre Kiba la conduceva attraverso il sottobosco tenendola per mano.
«Ma è subito qui, te
lo giuro» le sorrise lui. «A cento metri»
Mentre Shino era perso
nell’estatica contemplazione del suo alveare, Kiba l’aveva presa
per un braccio e l’aveva trascinata via, blaterando qualcosa su un
campo di fiori. Hinata non era riuscita a opporsi che a balbettii
sconnessi, e lui non l’aveva ascoltata.
Alla fine, non sapeva perché,
ma Kiba non riusciva mai a dire di no.
«Ecco, ci siamo!»
esclamò l’Inuzuka a un tratto, e scostando le ultime fronde
mostrò una radura soleggiata circondata da cespugli di more in
frutto. Tra l’erba bassa e folta, si aprivano migliaia di fiori
delle più diverse qualità, e gli insetti ronzavano
dall’uno all’altro incessantemente.
Hinata rimase senza parole.
«E’-E’ bellissimo!»
balbettò poi facendosi avanti cautamente.
Arrossì al pensiero che,
inizialmente, aveva pensato che quello di Kiba fosse soltanto un
trucco.
«Visto? Che ti dicevo?»
gongolò lui tutto orgoglioso, riprendendola per mano. «Vieni
un po’ alla luce, sei troppo pallida» la incitò,
tirandola avanti al seguito di Akamaru.
Hinata si lasciò condurre
fino al centro della radura, dove i raggi del sole cadevano caldi e
intensi. Dovette schermare gli occhi per non restare abbagliata dopo
tutta la penombra della foresta, ma alla fine si abituò, e
riuscì a guardarsi attorno.
«Ci sono le more!»
esclamò notando i cespugli che circondavano la radura.
«Aspetta, te ne prendo un
po’» disse subito Kiba, allontanandosi spedito. Hinata lo
vide trafficare tra i rovi, lo sentì imprecare un paio di
volte quando si punse, e poi lo guardò tornare indietro, con
le mani piene di more color porpora. «Prego» le offrì
con un sorriso.
Hinata arrossì leggermente
e ne prese una. Era dolce e tiepida, ma con un retrogusto asprigno.
«Sono buone» disse,
lasciandosi andare a un sorriso vero, senza la riga d’ansia che
manteneva in presenza di Kiba.
Lui ricambiò, più
che mai soddisfatto.
«Sapevo che ti sarebbero
piaciute» commentò. «Io so quali sono le cose che
preferisci e quelle che non sopporti, ciò che ti spaventa e
ciò che ti fa felice... so tante cose di te»
Hinata si sentì arrossire,
senza sapere cosa rispondere.
Kiba rimase in attesa per qualche
istante, poi sospirò e le tese altre more. «Mangia»
le disse in un borbottio. «Prima che diventino troppo calde
nelle mie mani»
Voleva che lei dimenticasse
Naruto, si stava adoperando per accelerare il processo... ma la sua
impazienza lo portava a sentirsi sempre troppo lontano
dall’obiettivo. Ed era frustrante.
Sakura ritornò a casa che
il sole era già tramontato, non per caso. Sperò con
tutta sé stessa che Naruto fosse già andato a letto, ma
invece lo trovò sveglio e intento a litigare con il gatto.
«...Le mutande! Ti ho detto
più di mille volte che non devi mangiarle, maledizione!»
sbraitava, quando la porta si richiuse con un clack leggero. Si voltò
bruscamente, e la vide sull’ingresso.
Per un attimo ci fu un silenzio
pesante.
Poi lui mostrò un sorriso
tirato.
«Anche oggi hai fatto
tardi, eh?» chiese sforzandosi di suonare scanzonato.
Notò al volo che lei aveva
gli occhi rossi, e in quel momento fu sicuro che avesse chiarito con
Sasuke.
«Sì...»
mormorò Sakura, abbassando lo sguardo e liberandosi della
borsa. «E’ stata una giornata pesante»
«Vuoi mangiare qualcosa?
Bere?» chiese lui sollecito, in attesa della confessione che,
ne era certo, sarebbe venuta di lì a poco.
«No...» rifiutò
lei, schivando le sue occhiate. «Voglio solo farmi una doccia e
andare a dormire»
Come la sera prima, senza
aggiungere altro, gli passò accanto rapida e scomparve in
bagno, chiudendosi la porta alle spalle.
Naruto rimase interdetto.
Le cose non sarebbero dovuto
andare così.
Lei avrebbe dovuto togliersi il
peso del tradimento, confessarglielo... poi avrebbe pianto, e lui con
lei... alla fine l’avrebbe perdonata, perché l’amava e ne
aveva bisogno, e avrebbero fatto l’amore e si sarebbero
addormentati abbracciati.
Questo
doveva
essere l’iter. Non il freddo scambio di battute sperimentato il
giorno prima.
...Io
te l’avevo detto...,
sussurrò l’odiosa vocina al suo orecchio. Proprio
un bel cervo...
Naruto sentì lo stomaco
contrarsi dolorosamente.
No.
No, Sakura non gli avrebbe mai
fatto una cosa simile... non poteva, non... lei non... lei lo
amava... glielo aveva ripetuto tante volte...
Si passò una mano sul
viso, travolto dall’ansia.
Perché non parlava?
Perché
non confessava?
E continuava ad essere schiva, ad evitare il suo
sguardo... come se avesse qualcosa da nascondere.
«No» mormorò a
mezze labbra. «No, deve esserci una spiegazione...»
L’uomo sa sempre trovare una
giustificazione, quando la cerca. E anche Naruto ci riuscì.
“Ma
certo!” realizzò all’improvviso, come un fulmine a ciel
sereno. “Probabilmente si vergogna. E, dato che quello con Sasuke è
stato solo un momento di debolezza passeggera, non vuole che io mi
preoccupi per niente... deve essere così. Probabilmente pensa
che parlarmene le servirebbe solo a scaricarsi la coscienza, e non
vuole essere egoista... Sicuro. Ma certo. E io... io non voglio certo
metterla in difficoltà”
Oh dei, ma quanto sei
deficiente da uno a dieci? Tendi all’infinito?
Naruto ignorò il commento
sarcastico della voce e prese a camminare avanti e indietro per la
stanza, sotto lo sguardo vigile dell’altro Naruto.
Più
ci pensava, e più la sua ipotesi gli sembrava plausibile.
Sicuramente Sakura aveva fatto un ragionamento come quello... sapeva
che il tradimento gli avrebbe fatto male, e voleva risparmiargli una
sofferenza inutile. Si sarebbe tenuta tutto dentro, avrebbe
sopportato da sola il peso della colpa, e, se non fosse riuscita a
metabolizzarlo, un giorno sarebbe venuta da lui e glielo avrebbe –
finalmente – confessato...
così avrebbero pianto,
lui le avrebbe detto ‘lo sapevo, ma non te ne ho mai fatta una
colpa’, l’avrebbe perdonata
e tutto sarebbe stato come prima. Era abbastanza intelligente per
fare un ragionamento simile.
Di sicuro aveva già
chiarito tutto con Sasuke. Di sicuro.
Con un sorriso ebete stampato in
faccia, e ignorando i borbottii caustici della voce nelle sue
orecchie, si liberò dei vestiti e rimase con quello che
definiva ‘pigiama’ in mancanza di termini più brevi,
ovvero boxer e canottiera. Si lasciò cadere sul letto, con il
cuore leggero, e rimase a guardare il soffitto ascoltando l’acqua
della doccia che scorreva.
Sorrideva; e non sapeva che
Sakura, sotto il getto caldo, piangeva.
Si tratteneva a stento dal
canticchiare; e non sapeva che lei soffocava i singhiozzi nella mano.
Era felice; e non sapeva che lei,
invece, era disperata.
Dopo minuti che a Naruto
sembrarono lunghi un’eternità, finalmente Sakura uscì
dal bagno, emanando un tenue profumo di bagnoschiuma.
Naruto scattò a sedere, e
poi in piedi, e la avvolse in un abbraccio stretto.
«Mmh... sai di buono»
le sussurrò, ma la sentì irrigidirsi. Non se ne diede
pena. Un’impressione, forse. «Voglio fare l’amore con te.
Adesso» disse invece, a bassa voce.
«...Sono stanca, Naruto»
rispose lei nervosamente, sciogliendosi dall’abbraccio. «Un’altra
volta, eh? E poi ho mal di testa»
Naruto rimase interdetto per la
seconda volta, quella sera.
Mentre Sakura raggiungeva la sua
metà di letto e, di nuovo, si rannicchiava nell’angolo più
lontano, un terribile sospetto si fece strada in lui...
...Forse,
lei non
aveva chiarito le cose con Sasuke.
Forse, come il giorno prima, era
stata in ospedale da lui e...
No.
No, era impossibile.
Sakura non gli avrebbe mai e poi
mai fatto una cosa del genere.
Non gli avrebbe fatto male
fino a quel punto!
“Si
vergogna” ripeté, automaticamente. “Io so cosa è
successo, quindi vorrei cancellare le tracce di Sasuke su di lei, ma
Sakura non sa che lo so. Probabilmente si sente sporca, per questo
non vuole che la tocchi. Sì. Probabilmente è così.
Probabilmente chiarire le cose l’ha stressata molto, è per
questo che ha mal di testa... Già. E’ così”
...Mi
chiedo se, a questo punto, la mia presenza serva davvero a qualcosa,
borbottò piano la voce.
Naruto la ignorò, andando
a spegnere la luce.
E Sakura, nascondendo le lacrime
sotto le palpebre serrate, si rese conto che per la prima volta dopo
un anno e passa di relazione, aveva tirato in ballo la scusa del mal
di testa.
Ma non poteva, non poteva
assolutamente passare da Sasuke a Naruto come niente fosse. Andava
contro gli ultimi brandelli di principi che le erano rimasti.
Doveva scegliere uno solo con cui
fare l’amore intanto che prendeva tempo.
E lei aveva deciso.
Nel prossimo capitolo:
«Hinata, tu hai un
sogno?» le chiese a bruciapelo.
Hinata sbatté le
palpebre per qualche istante, spiazzata. Da qualche parte una cicala
iniziò a cantare nella calura di fine agosto, resa afosa dalle
nubi che si abbassavano su Konoha.
Il
mio sogno è essere guardata da te. Essere amata da te,
sfrecciò nella mente della Hyuuga, e bastò quel
pensiero rapido a farla avvampare.
* * * * ȣ * * *
*
Spazio
autore
Lo scorso capitolo ha fatto sollevare un'ondata di odio diretta contro Sakura.
Miei adoratissimi lettori, ma quanto siete severi?
Diamine, so anche io che da un punto di vista morale lei sta sbagliando, e sta facendo la cosa peggiore...
...Ma cercate per un attimo di calarvi nei suoi panni.
Lei ama sia Sasuke che Naruto.
Con il primo non è riuscita a resistere nonostante i buoni
propositi, al secondo non vuole e non può fare del male...
L'ideale sarebbe stato non tradire, ma ormai la frittata è fatta.
(e, lo so, è tutta colpa mia)
Sakura è umana, contraddittoria, incerta... non poteva tornare a
casa e dire a Naruto: "guarda, alla fine ho ceduto a Sasuke".
Avrebbe significato distruggere per sempre il gruppo sette, che con il
ritorno di Sasuke sembra avere una piccola, fievole speranza...
(almeno agli occhi di lei; ricordate che è convinta che Naruto non sappia nulla)
Per questo, sia che ce l'abbiate con me, sia che ce l'abbiate con lei,
cercate di capire che Sakura non può semplicemente fare "la cosa giusta".
Perché spesso è la cosa più difficile di tutte.
Altra osservazione sullo scorso capitolo...
Naruto non poteva fare irruzione e distruggere tutto, lasciando libera Kyuubi.
Naruto non ha una famiglia, non ha appigli, non ha nulla all'infuori del gruppo sette.
Perdere la testa e seguire l'istinto avrebbe significato gettare
all'aria ogni cosa, perché se, per assurdo, nell'impeto della
furia avesse ucciso Sasuke,
o Sakura, o comunque ci avesse anche solo provato, avrebbe messo la parola fine al loro legame.
E' un legame sottile e fragile, quello che unisce loro tre.
E Naruto lo sa, e sa che ne ha bisogno.
Per questo non può fare a meno di confidare in Sakura e credere in lei, facendo finta di non aver visto nulla.
Non è questione di "spina dorsale", anche perché dal mio
punto di vista è molto peggio perdere lentamente la fiducia in
Sakura
che mettere la parola fine da subito, e quindi dimostra più masochistica tenacia fingendo che vada tutto bene.
Ma Naruto non vuole perdere Sasuke e Sakura, per quanto stia male.
Sa che sarebbe mille volte peggio.
(naturalmente è sempre aperto l'interrogativo: "quanto reggerà?")
Il titolo di questo capitolo si riallaccia evidentemente al titolo del primo (combinazione pensata già allora),
ed è quello che io definisco "il capitolo in cui Sakura tocca il fondo".
In sostanza, da qui non può che migliorare... no?
(No, purtroppo per voi! XD)
Comunque, avete avuto Ino e Sai, Kiba e Hinata (davvero, questi due mi stanno scappando di mano...),
e una panoramica della confusa situazione interiore di Sasuke, che di
fatto, come Naruto, delega la responsabilità di scegliere a
Sakura,
adoperandosi nel contempo per essere il miglior partito.
(Ahh, 'sti uomini...)
Il povero Naruto diventa più scemo ad ogni riga che passa, o
meglio: si rifiuta sempre più di vedere la realtà,
ma Kyuubi cosa avrà in mente? Perché continuava a ridacchiare come un'ossessa...?
Capitolo 385 di Naruto.
(ATTENZIONE! SPOILER!)
Cose che ho azzeccato:
Madara e Itachi hanno confabulato insieme per sterminare gli Uchiha.
Madara poteva controllare Kyuubi (anche se già Jiraya aveva ventilato l'ipotesi...)
Cose che NON ho azzeccato:
il vero utilizzo dello sharingan ipnotico (perché non mi sono
azzardata a proporre nulla, e perché tuttora mi rifiuto di
credere che l'emoboy sia potenzialmente in grado
di asservire la mia adorata Kyuubi! -.-*)
la bastardaggine intrinseca di Itachi... (ma sto ancora pregando
perché abbia fregato tutti, Madara compreso, e in realtà
sia il vero genio del male nel manga
e abbia un obiettivo tutto suo)
il fatto che Sasuke avesse previsto che Itachi non avesse agito da solo (maledizione, non lo facevo così sveglio)
Nel complesso, mi stupisco di me stessa! U_U
Una volta per tutte, gente:
di Tenten non saprete nulla finché non saremo a settembre nella fanfic!
Piantatela di chiedermelo, tanto non vi dico niente! XD
Ancora tantissime recensioni, grazie a tuttiiiii! ç_ç
Mi commuovete!
Ino_Chan: ma salve!
Benvenuta in questo folle e malefico angolino, prima di tutto, e poi...
grazie mille per aver lasciato un commento! XD Quasi sempre le persone
iniziano a leggere quello che scrivo per caso, e poi ci si
appassionano... il che significa che nonostante le mie doti
pubblicitarie siano pressoché inesistenti, poi riesco a
sviluppare la trama come si deve! XD Dai, almeno questo... mi conforta
un po'! Se continuerai a leggere ne sarò felicissima, e se ogni
tanto vorrai lasciarmi una recensione la sarò ancora di
più! ^_^
Rhymes: per le cosiddette
"ragioni di Naruto" ti rimando a quello che ho scritto qui sopra, nello
Spazio Autore! Invece per quanto riguarda il futuro e ciò che
toccherà a Sakura e Sasuke... beh, forse è meglio se non
mi lascio scappare troppo! In fondo siamo vicini alla fine, basta un
po' di pazienza...! ^_*
Reina: Choji è...
è... beh, non trovo parole per definirlo! >_< E' l'amico
che vorrei, giuro! Se esistesse me lo legherei al collo e non lo
mollerei mai più! Per quanto riguarda gli altri personaggi, di
Kakashi saprai a breve, di Kiba e Hinata hai letto oggi e leggerai fra
due giorni qualcosa, di Tenten NON saprai nulla ancora per un po' (XD
Lo so, sono perfidissima... vi ho messo la pulce nell'orecchio e non ve
la levo più!). Ino nella mia testa ha una precisa destinazione,
anche se ancora non so bene come farcela arrivare... diciamo che
c'è stata una frase nel manga che mi ha portata a pensare una
certa cosa... vedremo un po'! XD
roby chan: uhuhuh... accennando
ai "nove mesi" per quanto riguarda Sakura e Sasuke stai per caso
insinuando qualcosa...? ^_^ (sorriso malvagio, di nuovo)
Hila92: "ma Sakura non lo
farà... quella piccola cretina" <-- XD Non so perché,
ma questa frase mi ha fatto ridere! E' l'insulto più...
affettuoso? masticato? pieno di allitterazioni? (ecco, non riesco
nemmeno a definirlo!) che io abbia mai letto! Comunque, anche se mi
spiace di averti fatto stare male con Naruto, sono anche contenta per
essere riuscita a coinvolgerti! Le sue reazioni dopo la scoperta del
tradimento sono state abbastanza difficili da scrivere, ci tenevo
molto... Sakura invece, nella mia testa ha una caratteristica
fondamentale che spiegherò soltanto alla fine della fic... e che
motiverà molte delle mie scelte per il suo comportamento. U_U
Ora voglio farti una domanda: credi davvero che esista un modo "con
tatto" per dire alla ragazza che sai che ti ama: "guarda, ho messo
incinta quella che ho scoperto di amare, quindi me la sposo"?
Francamente io penso di no. Conoscendo Shikamaru, ha pensato a duecento
modi diversi per spiegare a Ino la cosa, ma poi si è reso conto
che il risultato non sarebbe mai cambiato... Insomma, c'è da
compatirlo e basta. Perché è finito nelle mani di
un'autrice bastarda.
Mala_Mela: sai che qualcuno ha
iniziato a subodorare la tua onniscienza? XD Sono venuti a dirmi, tra
le righe: "uhm... secondo me Mala_Mela sa più di quanto
pensiamo..." XDD Oh beh, un giorno raggiungeranno anche i tuoi livelli,
purtroppo per te... ma resterai sempre il mio Dio, non temere! U_U Che
Sakura e Sasuke ti schifino non mi fa né caldo né freddo,
per il semplice motivo che tu SAI... uhuhuh...
tonyesp: ...non riesco a dire
altro che: leggere i tuoi commenti mi fa ridere e piangere insieme. No,
dico davvero... e immagino tu sappia perché... (se non capisci
il "piangere", ne parliamo via msn! XD)
harryherm: suvvia, l'odio e
l'amore in questa fic oscillano come una banderuola al vento! Prima
della fine potresti cambiare idea cento volte, su Sakura, su Naruto, su
Sasuke e su tutti i personaggi di contorno! Confesso che nello scorso
capitolo avevo la precisa intenzione di elevare naruto a martire
tragico della situazione e precipitare Sasuke e Sakura a viscidi
bastardi indegni di esistere, ma non è detto che la situazione
non si ribalti con l'andar del tempo... Il tuo tentativo di distrarmi
con Anna non è riuscito, ti avverto! XD Purtroppo anche io ho
qualche asso nella manica con lei, e così come lei mi tiene in
scacco con "Quello che vorrei...", posso cercare di ribaltare la
situazione grazie agli avatar traumatizzanti e a qualche velata
minaccia... Avere sul pc fanart di ogni pairing aiuta da matti!
sonja: tranquillizzati riguardo
a Naruto: ricorda sempre che è il mio personaggio preferito! ^^
(e ti dirai: ma se è il tuo preferito, perché lo fai
soffrire così?? E ti risponderò: ehm... ^^'')
nixy: per la reazione di
Naruto, rimando anche te all'inizio dello spazio autore! C'è da
dire che la situazione è ancora in sospeso, e non si sa davvero
cosa stia macchinando Kyuubi... può darsi che le tue speranze di
devastazione di concretizzeranno...!
MarianTheRogue: *_* tu mi rendi
felice! Sono molto contenta quando trovo recensioni di persone che
hanno messo la fic nei preferiti e commentano subito, ma quando trovo
nick che vedevo da tanto tempo senza conoscerli, sono ancora più
felice! Grazie mille per tutto, per avermi lasciato un tuo pensiero,
per quello che hai detto, per gli auguri che mi hai fatto... sono cose
davvero molto importanti per me! Al di là di quanto tutti amiamo
i personaggi di Naruto e i caratteri che Kishimoto ha donato loro,
sapere che anche lo stile e le idee sono apprezzate mi rende
immensamente felice! Può darsi che un giorno avrò il
coraggio di scrivere qualcosa con personaggi tutti miei e postarlo qui,
chissà...! XD Tutto sta nel trovare il tempo! (maledetta
università...) Grazie ancora, davvero!
kimi: rilassati, siamo
già a fine agosto nella fic... per sapere di Tenten non dovrai
attendere a lungo, anche perché la storia di sicuro non arriva a
ottobre, ma finisce prima...! Per le SasuSaku fan questo sarà un
periodo d'oro, credo. Non so esattamente come e quanto durerà,
ma dovrebbe essere piacevole... mi spiace solo che le cose tra Ino e
Shikamaru non siano andate come volevi, ma purtroppo non posso farci
nulla: nella mia testa lui e Temari sono fatti per stare insieme! XD
Mentre Ino... per lei ho in mente qualcosina, eh sì...
arwen5786: "credo che si
risolleverà presto, basta tenere lontano
l'essere viscido, ovvero sai...giusto per preservarla eh" <--
riferito ad Ino. Pfff... Uahahahah!! XD Come no, tenere lontano Sai! a
dire il vero è stata lei a cercarlo, per la serie "chiodo
scaccia (o schiaccia? Mai capito...) chiodo"... Però c'è
da dire che Sai qui non è il maledetto bastardo che è
nella tua fic... ricordi? Io sto ancora aspettando che tagli il
lenzuolo di Kiba, me lo vedo lì con il seghetto e un
passamontagna in testa... Su Sasuke e Sakura sei liberissima di
pensarla come più preferisci! Io spingo da una parte e
dall'altra, rigiro le cose e cambio le carte in tavola, mi diverto e
sghignazzo leggendo le vostre idee e le vostre presunte convinzioni...
sinceramente non posso fare a meno di prendere le difese di Naruto in
una situazione come quella che si è venuta a creare, ma solo
perché mi fa una tenerezza infinita e perché è il
mio personaggio preferito. Ino l'ho umanizzata più di quanto
fosse mia intenzione, visto che il mio unico obiettivo era
distruggerla, farla a pezzi, umiliarla, frullarla, sciogliera in acido
solforico e gettarla nella fossa delle Marianne, ma... uff, come ho
già detto, scrivendo questa fic ho cambiato un po' di idee... Di
Tenten non dico ancora nullaaaaaaa! (pernacchia) Invece di Kiba hai
saputo qualcosa oggi e saprai qualcos'altro fra due giorni... Eheheh...
quest'uomo impulsivo che mi sfugge dalle mani...
vegani: calma, calma... in
fondo gli aggiornamenti non sono affatto rallentati! Non ho tardato per
niente! E non è detto che non succeda QUALCOSA al magico trio,
di qui a poco... In fondo stiamo sempre parlando di Konoha, di ninja,
di ME. La bastardaggine è di casa, nulla resta tranquillo troppo
a lungo!
sammy1987: questi sono i
capitoli della crisi nera di Naruto. Cioè, ce ne sono stati a
bizzeffe prima d'ora, ma qui do il meglio di me... PER ADESSO (uhuhuh).
Che Hinata tenti o non tenti di fare un passo avanti, puoi vederlo dal
prossimo capitolo... marginalmente, in un episodio isolato, ma lo
vedrai. Sakura e Sasuke per ora sono inguaiati e basta, nemmeno loro
sanno bene da che parte girarsi, e tutto ciò che fanno
sostanzialmente è "i conigli in calore". Diciamocelo, al momento
solo Naruto potrebbe sbloccare la situazione... ma lui non vuole, ha
troppa paura. Ino ha iniziato a guardare avanti, prendendo la "seconda
scelta". Per quanto tendenzialmente non la ami molto come personaggio,
devo ammettere che si è rivelata più forte di tutti, fino
ad ora. Mentre gli altri si disperano, girano in tondo, fingono di non
capire, lei ha compiuto il gesto più umano e normale: dopo la
sconfitta, ha rialzato la testa e ha accettato dei compromessi.
Purtroppo il mondo non è bianco o nero, e per reggere il grigio
bisogna essere forti. Lei lo è. D'altronde... Sai è
Sai... Con tutto il suo fascino, e la sua maledetta esperienza, e il
suo "oh quanto sono freddo e figo"! XD
Julia83: ok, lo dico: faccio di
tutto per far amare Naruto! XD Ma l'odio verso Sasuke è soltanto
una conseguenza, in realtà vorrei soltanto che risultasse
patetico... uhuhuh... Oh! Finalmente qualcuno si è ricordato
che, ora come ora, Sasuke sta tirando le cuoia! Per quanto possa fare
il figo, il sigillo di Orochimaru è ancora lì a rompere
le scatole, bisogna ricordarsene! Ovviamente prima o poi Sakura
dovrà fare una scelta (sempre se qualcun altro non la fa per
lei...), ma come e quando? Ah, mi sembra evidente che i due fedifraghi
hanno concluso. U_U Due volte. U_U Ma, ovviamente, non ti dirò
come proseguiranno le cose... posso essere "banale", e far sì
che lei resti incinta, oppure posso sistemarmela in altri centomila
modi... chi lo sa? Potrei anche far morire Naruto, suicidare Sakura per
il senso di colpa, e schiattare Sasuke perché nessuno più
lo cura! *_* (prendi tre, paghi uno!) Shika e Tema adesso sono
sistemati, Ino pure... ma non escludo di mostrarli ancora e incasinare
un po' le cose...
Killkenny: LERD personalmente
lo trovo molto più intriso di una certa aura di nobile carisma,
una E è molto più flessuosa della volgare O, e l'accento
inglese rende tutto decisamente più... ok, errore di battitura!
XD Ho già corretto, tranquillo!
kage_naru89: guarda, in termini
di sofferenza qui ce la stiamo cavando a meraviglia. Anzi, la vicenda
è all'acqua di rose, direi. U_U (ok, lo ammetto, sono reduce da
Redenzione...) Il rompicapo che ho creato NON ha soluzione. Non esiste
un modo perché tutti ne escano incolumi, anzi tutti soffriranno
e pagheranno per gli errori commessi... ma, come diceva qualcuno, non
si può apprezzare davvero la gioia senza aver conosciuto prima
il dolore. E, ricordati, io amo gli happy ending...
lale16: *_* Genio! No, dico
davvero... "la calma prima della tempesta". E' la definizione migliore
di questi ultimi capitoli! Ino e Shika sono stati una nota dolente per
molti, ma c'è da concedere a Shika che non esiste un modo
gentile per dire quello che lui ha dovuto dire... poveretto, l'ho messo
in una situazione del cavolo e ce l'ho lasciato bellamente. Il
mastellino di Nutella solletica il mio stomaco (e la mia
salivazione...) Quasi quasi aggiorno e poi vado alla ricerca di
provviste! XD
Jenna Uchiha: lo scorso
capitolo ha sciolto e incasinato un bel po' di cose, me ne rendo
conto... Naruto ama Sakura, ma non può lasciarla andare
perché resterebbe senza più nulla; Shika ha allontanato
Ino, ma c'è da dire che a parer mio lui e Temari si amano
davvero, solo che hanno avuto bisogno di un bambino tra i piedi per
capirlo; Hanabi è molto più intenzionata ad aiutare
sé stessa che Hinata, e lo vedrai nel prossimo capitolo... che
altro? Ah sì. Gaara, come Kakashi, non si è spaventato
per la tua minaccia di sterminare chi gli ronza attorno, ma più
che altro per il tuo... ehm... spirito combattivo! ^^' Gli uomini sono
tutti dei fessacchiotti... XD (psst: secondo me se lo blocchi in un
angolo e lo costingi con la forza, è tuo!)(o ti uccide, certo.
C'è sempre anche questa possibilità)
Hipatya: meglio tardi che mai,
dico io! XD Hai scoperto la storia solo una settimana fa, ma almeno non
te ne sei pentita! La tua recensione non era affatto
sconclusionata, anzi era completa, precisa, esaltante
nonché lusinghiera! I complimenti sul Canon, sulla trama,
sull'abilità di far piacere (per quanto possibile) anche pairing
che non piacciono mi ha mandata in brodo di giuggiole! XD E' vero,
Sasuke lo tollero poco e un po' si vede, ma ho cercato di essere
imparziale... (fosse per me, all'epoca dello scontro con Itachi avrebbe
dovuto essere vergognosamente sconfitto, additato e sbeffeggiato da
tutti. U_U Purtroppo era un po' improbabile...! XD) Credo che tutti in
fondo siano un po' egoisti, perché è umano e naturale
pensare prima di tutto alla propria felicità: sacrificarsi per
gli altri è un gesto nobile e bello, ma anche, obiettivamente,
piuttosto stupido. Sì, sono una fervida sostenitrice del "chi fa
da sé fa per tre" (anche perché tante volte non si ha la
certezza di far del bene nemmeno a noi stessi, figuriamoci se si
può avere la presunzione di farlo agli altri...). Sakura e
Sasuke sono semplicemente umani, così come Naruto che, per
quanto soffra e stia male e abbia tutte le mie simpatie... è
debole. Irrimediabilmente debole. Bene! Con questo concludo e ti
saluto! ^_^ I capitoli saranno online ogni due giorni (salvo problemi
improvvisi), e la scuola... bah, in qualche modo me la caverò
suppongo! XD Se sono sopravvissuta alla maturità posso reggere
anche un'eruzione vulcanica!
.. DuniettaS ..: Sakura non
è piaciuta per niente quasi a tutti, è un pensiero
comune! XD E, velatamente (ma neanche tanto), il mio obiettivo era far
pendere le preferenze dalla parte di Naruto... non potevo non farlo,
considerato quanto lo adoro! >_< Sasuke resterà in bilico
ancora un po', non si esporrà... d'altro canto anche lui
è abbastanza combattuto (l'emosità non si scaccia tanto
facilmente!). Ma prima o poi dovrà chiarirsi le idee, giusto? ^_*
Talpina Pensierosa: beh, almeno questo, visto che la fine la sai già...!
Veleno94: ora che me ne rendo
conto... io tendo a complicarmi le cose in maniera non indifferente,
vero? ç_ç Comunque, il tuo "cambio di bandiera" da un
capitolo all'altro mi rende davvero felicissima! XD E' ciò che
sogno di fare con i lettori, cioè confondere le loro idee e
spiazzarli, facendoli ricredere su molte cose! Sakura e Sasuke avevano
il loro fascino nel capitolo 47, ma Naruto che si dispera nel 48 fa una
gran tenerezza... e ora, lui fa il vigliacco (oggettivamente, è
così), Sakura mente e si dispera, Sasuke è indeciso... se
non avessi già in testa un piano preciso, non saprei proprio
come uscirmene, lo ammetto! XD Riguardo a Ino non ti dico niente,
allora! ^.^ Sappi che ho i miei bei piani anche per lei! Uhuhuh...
Aya
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Capitolo 50 *** Ramen naruto ***
Naruto-50
Capitolo cinquantesimo
Ramen naruto
Akamaru era un cane ninja con
abilità appena inferiori ai cani di Kakashi – gusto perché
sprovvisto del dono della parola, come Pak. Aveva un fiuto perfetto,
istinto, obbedienza, abilità, ed era la creatura più
fedele che mente umana o divina potesse concepire. Sarebbe morto per
il suo padrone, e lo avrebbe fatto senza esitare nemmeno un istante.
Ma non per dovere, non per addestramento. Per affetto.
Kiba e Akamaru erano legati come
fratelli da quando, ancora cucciolo, il cane era stato donato al
ragazzino. Erano cresciuti insieme, erano diventati forti allo stesso
ritmo, e si erano leccati le ferite a vicenda. Si capivano come se le
loro menti fossero state legate da un filo invisibile.
Ogni tanto, scherzando, i
genitori di Kiba insinuavano che il cane sognasse ciò che
sognava il suo padrone.
Per fortuna di entrambi, non era
affatto così.
Se non lo erano i suoi pensieri,
almeno il mondo onirico di Kiba era protetto da qualsiasi tipo di
intrusione; e quando dormivano insieme, Akamaru acciambellato sul
tappeto della stanza, ognuno dei due seguiva un filo tutto personale
nelle sue avventure notturne.
L’alba era un momento di
sospensione, in casa Inuzuka.
L’attimo in cui i cani aprivano
gli occhi e si stiravano sbadigliando, sapendo che avrebbero dovuto
svegliare i padroni di lì a poco; e l’attimo in cui gli
uomini raggiungevano un dormiveglia leggero, consci che da un momento
all’altro avrebbero sentito una lingua umida sul viso e un uggiolio
sommesso. Era l’attimo compreso tra l’immobilità della
notte e la vita frenetica del giorno.
Ma Kiba, in quell’alba grigia,
non ne voleva sapere di svegliarsi.
Era immerso in un sogno troppo
bello per essere abbandonato senza rimpianti, e anche se sentiva un
formicolio diffuso lungo tutto il corpo, e il ticchettio
impercettibile delle unghie di Akamaru che si sgranchiva le zampe, si
rifiutava di ascoltare i segnali dell’imminente risveglio.
Il suo cane era più
responsabile di lui. Scrollando la schiena per completare la
procedura di ogni mattina, scodinzolò piano e guardò il
viso addormentato del padrone. Inclinò il muso da un lato,
perplesso; di solito a quel punto Kiba mugugnava, si rannicchiava per
un istante e poi sbadigliava, svegliandosi rumorosamente. Ma oggi non
muoveva un muscolo.
Akamaru si avvicinò al
letto uggiolando leggermente. Nulla. Sfiorò con il muso il
naso del padrone. Un movimento impercettibile, ma niente di più.
Uggiolò un po’ più forte, e ottenne che Kiba si
rannicchiasse su sé stesso, ma non che aprisse gli occhi.
A quel punto iniziò a
preoccuparsi, e decise di ricorrere alle maniere forti.
Senza farsi scrupoli, si leccò
i baffi; e poi passò la lingua umida sulla faccia del padrone,
dal mento alla fronte.
«Ma che cav...! Akamaru!»
gridò Kiba, scattando a sedere. «Che schifo! Hai un
alito pestilenziale!»
Il cane si sedette, pienamente
soddisfatto, e scodinzolò tranquillo.
«Porca miseria...»
bofonchiò l’Inuzuka, passandosi una manica sul viso. «Mi
sarei svegliato anche da solo, tra un po’. Accidenti a te!»
Akamaru inclinò il testone
peloso, senza capire il rimprovero che gli veniva rivolto, e Kiba
sbuffò e gettò indietro le lenzuola.
«Va bene, va bene...»
masticò tra i denti. «Scusa, hai ragione. Lo so... è
ora di alzarsi»
Si tirò in piedi e
accarezzò il cane tra le orecchie, grattandosi la pancia
sbadigliando.
Gli strascichi del sogno che lo
aveva piacevolmente intrattenuto tornarono in forma di visioni
sfilacciate, richiamati con una certa fatica. La sua espressione si
addolcì nettamente, per sconfinare poi in una certa aria
ebete.
Sì. Gli sarebbe piaciuto
continuare a tenere gli occhi chiusi ancora un po’... una decina di
anni, magari.
«Ahh, Hinata, Hinata...»
sospirò, guardando le nubi che si addensavano fuori dalla
finestra. «Che devo fare con te?»
Si avvicinò al vetro e
scostò la tendina con una mano, per poi aprire. L’aria
frizzante del mattino invase la stanza, riempiendola anche del
profumo della foresta poco distante e delle colazioni che venivano
preparate altrove.
Ma il naso allenato di Kiba, più
efficiente di quello di un cane, riuscì a captare un altro
aroma sottile, impercettibile per la maggior parte degli uomini. Un
odore che lo rabbuiò.
«Oggi pioverà...»
Naruto si svegliò che il
sole era sorto da qualche ora, ma la luce che entrava nella stanza
era grigia, schermata dalle nubi alte nel cielo. Inutile dire che
Sakura non era al suo fianco.
L’altro Naruto piombò
sul letto all’improvviso, atterrando precisamente sul suo stomaco,
e per un attimo lo lasciò senza fiato, con il diaframma
compresso e inutilizzabile.
«Argh... Stupido gatto...!»
ansimò, piegandosi su un fianco e costringendolo a spostarsi.
Il micio miagolò a lungo,
contrariato, e non gli lasciò nemmeno il tempo di riprendersi,
perché strusciò la testa contro il suo naso e glielo
riempì di peli.
«Cosa diavolo vuoi?»
starnutì Naruto, alzandosi in fretta e furia per sfuggire
all’attacco. «Ma non ti hanno dato da mangiare?»
Cercando la ciotola del gatto,
scoprì che era vuota e sorprendentemente linda, come se una
linguetta ruvida l’avesse passata e ripassata più volte. La
tenne in mano, cupo, e le sue spalle si piegarono leggermente.
Sakura era uscita senza nemmeno
riempirla.
Mentre raggiungeva la credenza
con passo stanco, si passò una mano sul viso.
A che ora si era addormentato?
Poco prima dell’alba, più o meno. E aveva avuto una quantità
esagerata di incubi.
I suoi sogni non erano affatto
stati come quelli di Kiba.
Riempì la ciotola
dell’altro Naruto e gliela mise a terra; il gatto ci si fiondò
al volo, scodinzolando, e lui si rese conto di essere altrettanto
affamato.
Ma, ancora una volta, aveva anche
la nausea.
“Forse
dovrei riempirmi lo stomaco” rifletté distrattamente, senza
rendersi conto di ciò che pensava.
A dire il vero voleva solo uscire
di lì.
Perché Sakura non aveva
confessato e perché nell’aria c’era ancora il suo profumo.
E lui non sapeva come muoversi.
Se ne andò
dall’appartamento senza quasi accorgersene. Lasciò il gatto
che ancora mangiava e il letto sfatto, e, vestitosi in qualche modo,
si trovò in strada, diretto verso il ramen Ichiraku.
Dopo il primo incoraggiante
risultato, Hiashi Hyuuga aveva deciso di proseguire con gli
allenamenti mattutini per Hinata e Neji. La sua speranza era che,
stando a stretto contatto, i due avrebbero scoperto le mille cose che
avevano in comune – dopotutto avevano un po’ degli stessi geni,
dovevano per forza scoprire affinità, no? – e, con una
leggera spinta da parte sua, avrebbero compreso che il miglior modo
per onorare la loro casata era seguire la volontà del saggio
capoclan.
E poco importava che Hinata
affrontasse le sedute mattutine di umore sempre peggiore, e che Neji
fosse sempre più rigido: prima o poi si sarebbero piegati, non
c’erano altre possibilità.
Così la pensava anche
Hinata, seduta nel giardino interno dove Kiba l’aveva trovata una
volta.
Di nuovo con la schiena
appoggiata al tronco dell’unico ciliegio presente, di nuovo con
indosso un kimono bianco, sentiva tutti i muscoli dolere. Gli
allenamenti, per quanto condotti con il massimo della gentilezza, la
sfibravano; dormiva poco la notte, e le levatacce non aiutavano,
senza contare che il continuo stato d’ansia in cui passava le sue
giornate le stava provocando un mal di stomaco persistente.
Avrebbe ceduto, se non lo avesse
fatto prima Neji; ma in ogni caso Hiashi l’avrebbe avuta vinta,
perché lei non era in grado di contrastarlo.
Ora come ora, la sua vita le
sembrava uno stretto e angosciante vicolo cieco. Ed erano giorni e
giorni che non vedeva Naruto, il che non poteva che deprimerla
profondamente.
Sospirò, sentendosi fiacca
e demotivata. A quel punto anche una visita di Kiba si sarebbe
dimostrata piacevole... l’Inuzuka, se non altro, con qualche
battuta o sorpresa le avrebbe risollevato un po’ il morale.
L’ultima volta, portandola in quella radura nel bosco, ci era
riuscito... anche se a un certo punto aveva minacciato di deviare su
argomenti ‘difficili’.
Mentre rimuginava sulla sua
triste sorte e sull’ingiustizia della vita, sicura di non essere
disturbata, Hinata non si accorse dei passi leggeri che si
avvicinavano sull’erba ben curata.
Soltanto quando fu ormai davanti
a lei, i suoi sensi captarono la presenza di Hanabi.
«Alzati» le ordinò
la secondogenita di Hiashi, in tono che non ammetteva repliche.
«Vieni con me»
«Dove?» chiese Hinata
sorpresa, obbedendo suo malgrado.
«Sta’ zitta e seguimi»
senza dare altre spiegazioni, Hanabi la afferrò per una mano e
la trascinò attraverso il giardino e fino in casa, a passo di
marcia.
Qualche giorno prima, quando
aveva visto la sorella allenarsi con Neji, aveva deciso che sarebbe
intervenuta in maniera molto più decisa; e ora le sue ‘fonti’
- ovvero i ragazzini che aveva obbligato a lavorare come spie per lei
– le avevano riferito che si presentava l’occasione perfetta per
agire.
“Lo
faccio per il tuo bene...” pensò, ignorando le domande
smarrite di Hinata. “...e soprattutto per il mio”
Un quarto d’ora dopo le due
sorelle Hyuuga erano per le strade del villaggio, vestite di tutto
punto, e Hinata sfoggiava con un certo imbarazzo un’acconciatura
semplice ma perfetta, che le donava. Il collo, inusualmente scoperto,
continuava a farla rabbrividire per il freddo.
«Dove stiamo andando?»
chiese per la milionesima volta, mentre Hanabi la tirava con
insistenza, guardando dritto avanti a sé.
Come sempre, la sorella non
rispose, persa in chissà quali pensieri.
Ultimamente si era comportata in
maniera strana con lei... ma di solito era gentile e comprensiva, non
così brusca. Era successo qualcosa che l’aveva turbata?
Forse lei aveva commesso uno sbaglio? L’aveva fatta arrabbiare?
All’improvviso Hanabi si
bloccò, rischiando di farla inciampare, e, tutta
scombussolata, Hinata si rese conto che erano nei pressi del ramen
Ichiraku.
«Bene. Vai» le ordinò
la sorella minore.
«V-Vai?» balbettò
lei confusa.
Hanabi le indicò l’unico
cliente del chiosco, seduto al bancone. Anche se la tendina del
locale rendeva impossibile riconoscerne il viso, quella tuta
arancione spiccava come un papavero in un campo di grano. Hinata
arrossì bruscamente.
«Cosa... Cosa dovrei fare?»
chiese nel panico, lisciandosi inutilmente le pieghe del kimono.
Perché, perché la sorella le aveva fatto mettere quella
roba? Era troppo elegante, troppo strana... aveva ricamati sopra
pesci rossi che saltavano tra i fiori di loto, per la miseria!
«Devi andare là e
sederti!» spiegò Hanabi, esasperata.
“Anche
l’ultima delle deficienti lo capirebbe al volo!” si sfogò
mentalmente.
Ma
Hinata impallidì, e scosse freneticamente la testa. «No...
non posso...» sussurrò in fretta. «Hai detto che
tutti lo sanno... che Naruto mi... mi...» deglutì a
vuoto, soprassedendo sul termine ‘piace’, e proseguì
parlando rapida. «Se adesso mi sedessi accanto a lui,
spontaneamente, cosa penserebbero? Io non voglio rubarlo
a Sakura!»
Hanabi le scoccò
un’occhiata scettica. «Ah no?» chiese piatta.
Hinata arrossì, colpevole.
Sì. Sì, voleva
rubarglielo... lo voleva con tutta sé stessa.
Ma allo stesso tempo non voleva,
perché sapeva che lui con lei era felice, e che, in ogni caso,
non la considerava minimamente.
«Nessuno penserà
male di te» sbuffò sua sorella, con impazienza. «Vuoi
solo mangiare una ciotola di ramen, non c’è niente di
sbagliato in questo. Quindi muovi quelle gambe e vai a sederti di
fianco a lui!»
Hinata cercò di protestare
ancora, ci provò davvero.
Ma da che mondo è mondo,
tra le due sorelle era sempre stata la minore a vincere i conflitti;
era sempre stata la più cocciuta, testarda e convincente. E
Hinata cedette.
Si trovò a raggiungere il
chiosco incespicando, tanto rossa da temere di essere ridicola, e si
accorse che le tremavano le mani. Ora che sapeva che il villaggio era
a conoscenza del suo segreto più intimo, le sembrava che ogni
occhio fosse puntato su di lei.
Scostò incerta la tendina,
e si girò un’ultima volta verso Hanabi, che le fece un cenno
stizzito. Di fronte alla sua espressione dura, deglutì e si
fece avanti, racimolando tutto il suo coraggio per sedersi accanto a
Naruto.
Ecco, adesso era sullo sgabello,
con la schiena rigidamente eretta. Attese che lui la riconoscesse,
ma... non provenne nessun cenno da quella parte.
Mortificata, Hinata gli gettò
un’occhiata veloce... e lo vide rimescolare il ramen nella ciotola
con sguardo cupo. Da che aveva memoria, non ricordava di aver mai
visto i suoi occhi tanto scuri.
«N-Naruto, va tutto bene?»
si trovò a chiedere contro ogni logica e razionalità,
stupendo anche sé stessa.
Lui finalmente alzò lo
sguardo e la fissò per un attimo, confuso. Poi un lampo di
riconoscimento passò nei suoi occhi, seguito dalla sorpresa
più pura.
«Hinata?» disse
sbalordito. «Non ti avevo quasi riconosciuta... Stai bene
così!» le sorrise.
Eppure c’era qualcosa di
sbagliato nella sua espressione, qualcosa di tirato... Hinata riuscì
a ricambiare soltanto a metà.
«G-Grazie» balbettò
arrossendo, e chinando il capo.
Ecco, dopo il complimento
dubitava che sarebbe riuscita a ragionare ancora, se mai ne era stata
in grado con Naruto nei paraggi. Già aveva perso il coraggio
per continuare a indagare i motivi del suo malumore.
«Signorina, vuoi ordinare
qualcosa?» le chiese Ichiraku in quel momento, appoggiandosi al
bancone con un gomito, galante.
«Ah...» mormorò
Hinata, e si ricordò all’improvviso che non aveva denaro con
sé.
«Offro io» intervenne
Naruto. «Prendi pure quello che vuoi, devo pur sdebitarmi per
l’ultima volta!»
Nonostante lo stomaco chiuso,
Hinata mormorò in fretta la prima cosa che le venne in mente,
e Ichiraku annuì e andò a prepararla.
Cadde il silenzio.
«...E’ strano vederti
qui» lo ruppe Naruto dopo un po’, senza smettere di far
girare il suo brodo con le bacchette. «Stavi andando da qualche
parte?»
«No... non esattamente...»
farfugliò lei, cercando una scusa. «Avevo... fame»
Patetica. Accidenti.
«Questa è una cosa
che posso capire» ghignò però Naruto, per un
attimo con il sorriso di sempre. «Sei venuta nel posto giusto,
il ramen è la cosa più buona del mondo, e quello che
prepara Ichiraku è senza dubbio il migliore!» esclamò
convinto.
«Se lo dici tu...»
sorrise Hinata timidamente.
Sentì che piano piano
iniziava a rilassarsi. Quando Naruto era quello di sempre si sentiva
emozionata, tratteneva il fiato... ma stava anche bene. Se lui invece
era cupo, tormentato, taciturno, allora anche lei era più a
disagio del solito.
Per un fugace istante si chiese
se, per caso, non fosse successo qualcosa con Sakura...
Naruto si cacciò in bocca
una generosa quantità di ramen, di umore leggermente migliore.
Parlare di cose irrilevanti insieme a Hinata, che non aveva nulla a
che fare con i suoi problemi, gli faceva quasi credere che tutto
andasse bene, come al solito. Quand’era uscito di casa non avrebbe
mai sperato che la situazione migliorasse fino a quel punto.
«Allora, come vanno le
cose?» chiese a bocca piena. «Siete ancora pieni di
missioni?»
«No...» rispose lei.
“...Solo
perché mio padre ha deciso di puntare sugli allenamenti con
Neji” aggiunse mentalmente.
«Strano» borbottò
lui. «Mi sembrava che la vecchia Tsunade usasse il tuo Byakugan
da tutte le parti, no? Ho sentito che hai aiutato a prendere tre spie
della Roccia la settimana scorsa»
Hinata arrossì di piacere.
Perché Naruto sapeva
quelle cose di lei? Era convinta che conoscesse a malapena il suo
nome, e invece non era così. Certo, probabilmente erano
informazioni che aveva captato soltanto per caso, però... era
bello scoprire che, un pochettino, pensava a lei.
«B-Beh...» balbettò.
«Mio padre vuole che riposi...»
In effetti era vero. Così
come era stato Hiashi a chiedere a Kurenai di intraprendere una
missione dietro l’altra, ora le aveva detto di interromperle
bruscamente.
Naruto mordicchiò la
bacchetta con aria pensosa.
Con Hinata ogni argomento
diventava ‘comune’. Parlare di missioni assassine era come
parlare di tranquilli picnic nella foresta... faceva vedere le cose
sotto un’altra prospettiva.
E lui in quel momento aveva
decisamente bisogno di un’altra prospettiva.
«Hinata, tu hai un sogno?»
le chiese a bruciapelo.
Hinata sbatté le palpebre
per qualche istante, spiazzata. Da qualche parte una cicala iniziò
a cantare nella calura di fine agosto, resa afosa dalle nubi che si
abbassavano su Konoha.
Il
mio sogno è essere guardata da te. Essere amata da te,
sfrecciò nella mente della Hyuuga, e bastò quel
pensiero rapido a farla avvampare.
«V-Voglio diventare più
forte» farfugliò rapida. «Voglio essere degna
della mia casata. Voglio che mio padre sia orgoglioso di me e che i
parenti non si vergognino della mia debolezza...»
Naruto sorrise, amaro.
«E’ un bel sogno»
commentò a bassa voce. «Un po’ assomiglia al mio...
Essere Hokage... Essere più forte... rendere orgoglioso il
maestro Iruka e tutti gli altri...»
«Ecco qua, signorina. Ramen
naruto, come hai chiesto» intervenne Ichiraku in quel momento,
piazzando davanti a Hinata una ciotola fumante.
Naruto inarcò le
sopracciglia, mentre lei lo fissava a bocca aperta senza rendersi
conto dell’arrivo del pranzo.
I loro sogni si assomigliavano?
Avevano qualcosa di così personale in comune?
«Hai preso davvero quello?»
chiese Naruto additando il suo ramen.
Lei lo guardò, e si rese
conto della scelta. Arrossì bruscamente.
«Oh... ehm... sì»
biascicò nel panico. «M-Mi piace»
Rendendosi conto di quanto
suonassero ambigue le sue parole, il suo rossore aumentò.
«C-Cioè, il ramen!
Mi piace il ramen!» esclamò, vicina a una crisi
isterica.
«E’ vero, è
buonissimo!» ghignò Naruto senza accorgersi del suo
turbamento, con un certo orgoglio. «E poi...» il sorriso
scemò impercettibilmente. «E’ da questo che deriva il
mio nome»
Hinata sbatté le palpebre,
lanciandogli un’occhiata interrogativa.
Di Naruto sapeva che era orfano,
che nessuno conosceva l’identità dei suoi genitori... anche
suo padre, il nobile e potente Hiashi, le aveva ripetuto di recente
che non si sapeva da dove arrivasse il biondino.
Ma allora come faceva a sapere da
cosa aveva origine il suo nome?
Naruto abbassò gli occhi
sul suo ramen, prossimo alla fine. Per un attimo si perse nei suoi
pensieri, lontano con la testa, poi riprese a parlare.
«Sai... Il maestro
porcello... cioè, volevo dire il maestro Jiraya, ha scritto
soltanto un libro serio – senza le sue porcate, insomma... non so
se hai presente» Hinata arrossì leggermente. «E’
la storia di un ninja che non si arrende mai, una specie di mezza
autobiografia... e il protagonista... si chiama Naruto, nome preso
per caso mentre il vecchio mangiava un ramen. Una volta, circa due
mesi fa, gli ho chiesto di raccontarmi dei miei genitori, e sai lui
cosa mi ha detto?» alzò lo sguardo, e le fece un sorriso
mesto. «Che mio padre ha scelto per me il nome di quel ragazzo,
sperando che crescessi come lui»
«...Tuo... tuo padre...?»
sussurrò Hinata, rigida.
Allora Naruto sapeva chi era?
Però...
se lo sapeva... perché non lo aveva detto a tutti? Era un
segreto? Ma... ma ora... lo stava dicendo a lei... una cosa così
personale... così importante... a
lei...
«Beh, mio padre è
stato suo allievo...» disse Naruto, grattandosi la nuca.
Hinata corrugò la fronte.
Lo aveva già sentito, da qualche parte... Allievo del ninja
supremo Jiraya, allievo del ninja supremo Jiraya, allievo del... si
bloccò.
Incredula, spalancò
lentamente la bocca...
«Sembra difficile da
credere, eh?» chiese Naruto, con un ghigno come di scuse miste
a orgoglio. «Il quarto Hokage era mio padre»
Istintivamente, Hinata si coprì
la bocca con le mani.
«Non
è il caso di essere così
sorpresa» borbottò Naruto, offeso. «Non faccio
tanto schifo»
Lei arrossì. «N-Non
è per quello!» si affrettò a garantire. «E’
che... è... è... inaspettato, ecco. Yondaime è
l’eroe di Konoha... il grande Hokage... nessuno sapeva che avesse
un figlio... e quel figlio sei tu...! E’ incredibile...!»
«Sì, ma non dirlo
troppo in giro» sussurrò Naruto, guardandosi attorno.
«Non voglio che cambino opinione su di me solo per questo, devo
guadagnarmi da solo il loro rispetto»
Non aggiunse che gli altri adulti
lo sapevano... non voleva essere il patetico ragazzino trattato male
anche se era figlio di un eroe.
Ma, se fosse stato in grado di
leggere negli occhi di Hinata, avrebbe capito che per lei non sarebbe
mai stato patetico. Mai.
«Tu hai già il
rispetto di tante persone!» affermò la Hyuuga con foga.
«Il maestro Kakashi, Sakura, Kiba, Shino, e tutti gli altri...»
arrossì. «A-Anche il mio... Sono sicura che guadagnerai
presto la stima di tutti quelli che ancora non ti conoscono!»
Naruto
la fissò, per un attimo sorpreso. Sentire Hinata parlare con
tanta verve
era un avvenimento più unico che raro... e si accorse che
riusciva ad essere anche convincente.
Suo malgrado sorrise, leggermente imbarazzato.
«Beh... grazie»
replicò. «A dire il vero non so nemmeno come mi sia
uscita questa confessione... non era prevista!»
Lei gli rivolse un sorriso
timido. «E’-E’ solo quello che penso...» mormorò,
affondando il viso nella ciotola ormai tiepida.
L’espressione serena sulla
faccia di Naruto scemò all’improvviso, di fronte a un
ricordo inaspettato.
«Anche Sakura mi ha fatto
un discorso simile...» mormorò a mezze labbra.
Sentendo pronunciare quel nome,
Hinata sentì il suo stomaco contrarsi.
No, no... non ora. Non ora che
stava così bene, che erano così... in sintonia. Non
poteva spuntare lei, ora!
«S-Senti...» buttò
lì in fretta, pur di non ascoltare altro silenzio. «Quando
mi sono seduta, mi sei sembrato preoccupato... posso... p-posso fare
qualcosa per.. per...»
Naruto scosse la testa, di nuovo
cupo come in quel primo momento.
«Lascia perdere, non
riusciresti a cambiare nulla» disse asciutto, improvvisamente
sulla difensiva.
Hinata si sentì ferita dal
suo atteggiamento. Aveva soltanto cercato di essergli d’aiuto...
aveva creduto che la sua confessione li avesse avvicinati un po’...
invece lui la allontanava, ancora. Aveva esagerato, aveva osato
troppo... era la solita immatura....
«Ahh, scusa!» sbuffò
lui, scompigliandosi i capelli con una mano. «Sto appesantendo
l’atmosfera, come un’idiota! Mi dispiace tanto, credimi... e dire
che si stava tanto bene prima! Senti, facciamo così: per
evitare di lasciarci con un ricordo spiacevole, me ne vado ora che
possiamo ancora salvare la situazione, va bene?»
Hinata ebbe un tuffo al cuore.
Non solo il suo umore era
precipitato bruscamente, ma ora voleva anche andarsene...
...D’altronde, lei non poteva
impedirglielo.
«V-Va bene...»
mormorò, chinando il capo.
«Scusami ancora, davvero»
insisté lui, scendendo dallo sgabello. «A questo punto,
dovrò offrirti un terzo ramen per farmi perdonare di questo!»
tentò di scherzare.
Ma non poteva sapere che di lì
a poco qualunque sua promessa avrebbe rischiato di perdere ogni
validità...
Hinata annuì, senza alzare
lo sguardo. Lo sentì scambiare due parole con Ichiraku, vide i
soldi che dalle sue mani passavano al bancone, e poi sentì il
suo ultimo saluto e i passi che si allontanavano.
Fissò tristemente il suo
ramen, intatto, e poi quello di Naruto, avanzato.
Se lui lasciava una ciotola a
metà, allora le cose andavano veramente male... e a lei... non
era concesso di aiutarlo.
Dalle nubi che si erano addensate
sul villaggio, cadde la prima goccia di quello che si sarebbe
trasformato in un violento temporale.
Hanabi, appostata all’angolo
della via che portava alla residenza degli Hyuuga, con un moto di
stizza vide Naruto andarsene dal chiosco.
“Non
ci credo!” pensò esasperata. “E’ riuscita a farselo
scappare! Ma allora a che cavolo è servito vestirla bene e
mandarla fin lì? Non riesce a combinare niente da sola! Ahh,
accidenti anche a Naruto! Non potrebbe essere un po’ più
reattivo?”
Mentre imprecava tra sé e
sé, incurante delle gocce spesse che iniziavano a macchiare
l’asfalto, le cadde l’occhio sul grosso cane chiaro che
attraversava la strada diretto al chiosco di Ichiraku. Accanto a lui
camminava un ragazzo dai capelli castani che, unico in tutto il
circondario, stringeva un ombrello nella mano.
Hanabi li riconobbe per Kiba e
Akamaru, e all’improvviso ricordò una scena, risalente ormai
a diversi mesi prima, davanti alla residenza degli Hyuuga... pochi
minuti, brevissimi istanti in cui Kiba aveva detto a Hinata una
scemenza qualunque... ma in un modo... che l’aveva irritata, e
l’aveva portata a chiedersi: ‘ma come fa a piacergli mia
sorella?’
Lo vide scostare la tenda di
Ichiraku, e intuì che aveva rivolto la parola a Hinata.
Lentamente, un sorriso si fece
strada sulle sue labbra... forse non tutto era perduto.
Forse
qualcuno di reattivo
c’era.
La trovò che piangeva in
silenzio, esattamente come si era aspettato.
Era rimasto a spiarla – non si
vergognava di usare quel termine, perché era ciò che
aveva fatto – da quando Hanabi l’aveva trascinata fino alla
strada e poi spinta verso il chiosco, ed era rimasto a osservare lei
e Naruto che parlottavano, lottando con la tentazione di origliare la
loro conversazione. Non era riuscito a vederli in faccia, ma non li
aveva mai visti avvicinarsi, se non altro.
E ora Naruto se ne era andato,
lasciandola di nuovo sola. Sempre sola.
Kiba sapeva che l’avrebbe
trovata in lacrime, e invidiò Akamaru che poteva leccarle il
dorso della mano e consolarla uggiolando.
«...Sono patetica,
vero...?» chiese Hinata, passandosi una manica sugli occhi.
“Patetica?”
ripeté lui, soffermandosi con lo sguardo al collo scoperto,
come ipnotizzato. “Io direi... da mangiare. Ma quell’idiota,
naturalmente – e per fortuna – non se n’è accorto”
«Non sei patetica» si
limitò a dirle a voce. «Vieni, ti riporto a casa»
Hinata lasciò che lui le
prendesse la mano e la facesse scendere dallo sgabello, mentre
Ichiraku fingeva educatamente di non sentire nulla, e in realtà
ascoltava ogni più piccolo sussurro – che poi avrebbe
riferito alla figlia, perché si sa, il pettegolezzo è
lo sport nazionale di qualunque società civilizzata.
Kiba scostò la tendina del
chiosco e alzò uno sguardo verso le nubi, che ormai lasciavano
cadere gocce pesanti e ravvicinate. Aprì l’ombrello, e si
assicurò che Hinata fosse protetta. Solo allora si lasciò
sfuggire un’occhiata verso l’angolo in cui sapeva esserci
Hanabi... e lo trovò deserto.
Accigliandosi impercettibilmente,
si chiese cosa avesse in mente la minore delle Hyuuga... ma non
riuscì a trovare una risposta.
«Non è necessario
che mi accompagni fino a casa» se ne uscì Hinata
all’improvviso, asciugandosi di nuovo gli occhi e cercando di
liberare la mano che lui teneva stretta.
«E invece sì»
insisté Kiba, senza lasciarla andare. «Permettimi di
farlo»
Lei arrossì, tenendo lo
sguardo basso. «Kiba...» sussurrò, con voce
incrinata, e di nuovo le lacrime ripresero a scorrere sulle sue
guance.
Sapeva che era sbagliato, sapeva
che mostrarsi debole davanti al compagno di squadra era un errore...
sapeva di essere cattiva a lasciarsi andare con lui, visto che poi,
quando avesse chiesto un po’ di più, lo avrebbe respinto...
ma in quel momento aveva bisogno di una spalla su cui piangere, e lui
si offriva spontaneamente... In quel momento, aveva bisogno di
Kiba...
Lui la guardò, mentre la
pioggia ticchettava sull’ombrello; ma ad attirare la sua attenzione
erano le guance rigate e le lacrime salate che indugiavano sul mento,
prima di precipitare al suolo.
“Come
avevo previsto... piove”
Corrugò la fronte, cupo.
Dopo aver accompagnato a casa
Hinata, avrebbe fatto un salto altrove...
Nell’ufficio per lo smistamento
delle missioni si annoiavano.
Fuori diluviava, i tuoni
rombavano cupi sulle loro teste, ed era altamente improbabile che
qualche gruppo si avventurasse in missione con quel tempo da lupi.
Tanto valeva che li lasciassero
tornare a casa, no?
Mentre il responsabile di turno
stava in equilibrio su due gambe della sedia, tenendo la matita tra
naso e labbra, accadde una cosa inaspettata.
All’improvviso un passo
cadenzato si fece largo nel mormorio forte della pioggia, e una voce
squillante e fin troppo nota fece trasalire i ninja presenti – e
fece cadere la matita del responsabile.
«Salve!» esclamò
Naruto, con un sorriso un po’ forzato. «Missione, grazie»
«...Ma tu non hai una vita
da vivere?» bofonchiò il ninja, raccogliendo la matita
con aria seccata. «In questi giorni pensavamo di esserci
liberati di te, invece sei tornato alla carica... Non vuoi prenderti
due settimane di ferie?»
«Poche ciance e fuori il
rotolo del livello A!» gli intimò il jonin sbuffando.
«Non è così faticoso assegnarmi una missione, su»
Il responsabile borbottò
qualche insulto a mezze labbra, e prese l’elenco delle missioni più
difficili, aprendolo svogliatamente. La maggior parte delle caselle
era contrassegnata con una X, ma c’erano anche spazi ancora da
coprire... e poi, c’era una missione con una S rossa cerchiata in
un angolo.
Il responsabile ghignò.
Naruto Uzumaki, scassaballe per
vocazione, voleva lavorare? Bene. Avrebbe avuto da lavorare.
«Paese del Fulmine,
spionaggio» sintetizzò con un sorrisino malvagio. «Devi
recuperare i documenti del trattato d’Alleanza tra le terre del
nord-est»
«Va bene» annuì
Naruto, senza scomporsi. «Ci vediamo fra meno di una settimana»
«Come no» si lasciò
sfuggire il ninja, levando gli occhi al soffitto.
Naruto, che era già
partito verso l’uscita, si fermò il tempo necessario a
lanciargli un’occhiata e un ghigno... poi se ne andò.
Il responsabile deglutì,
sotto gli sguardi incerti dei suoi colleghi.
«Non tornerà così
presto» disse aspro. «E’ impossibile, il paese del
Fulmine è troppo distante...»
Non aveva ancora finito di
parlare, che davanti all’ingresso dell’ufficio ci fu un grande
sbuffo di fumo, e Scheggia, il più veloce dei rospi, si
materializzò sotto il diluvio.
Per la seconda volta, la matita
del responsabile cadde a terra.
Parlare con Hinata aveva permesso
a Naruto di dimenticare i suoi problemi per un quarto d’ora... ma
poi quelli erano tornati tutti insieme, e tutti in una volta. Il solo
ricordo di Sakura era bastato a gettarlo nella depressione più
completa, e ripensare al letto vuoto, ai suoi ritorni ad ora tarda,
ai suoi occhi sfuggenti... faceva male.
Preferiva buttarsi anima e corpo
in una missione impossibile, e starle lontano finché tornare
non fosse diventato una necessità fisica, finché
rivederla non fosse diventata un’ossessione. Nel frattempo si
sarebbe presa cura lei del gatto.
Lui doveva lavorare.
Ne aveva bisogno.
Terzo giorno, terza volta.
Ormai succedeva quotidianamente.
Sakura rimise il camice, pettinò
i capelli con le dita, si rese conto che aveva allacciato i bottoni
sbagliati, e li sistemò.
Sasuke, già nel letto come
niente fosse, lasciò andare la testa sul cuscino e chiuse gli
occhi.
«Stai bene?» gli
chiese lei preoccupata, in modalità medico. «Forse sei
troppo stanco...» posò due dita sul suo collo, gli
ascoltò il battito, e poi passò al sigillo, tiepido al
tatto.
«Sto bene» ribatté
lui, afferrandola per il polso e allontanandolo. «Lasciami
pochi minuti... i nuovi tranquillanti mi buttano un po’ a terra»
Sakura si fece indietro,
abbattuta.
Lei faceva l’amore con Sasuke,
non gli diceva mai di no – e non ne provava neppure il desiderio –
ma ciò che avrebbe davvero voluto era guarirlo... guarirlo e
farlo tornare il Sasuke di sempre, l’Uchiha forte e determinato che
non si arrendeva davanti a nulla.
Avrebbe voluto ridonargli le
forze, e invece poteva solo dargli il piacere.
«Mi dispiace...»
disse piano, scioccamente.
Sasuke non ribatté.
Per essere franchi, a irritarlo
non era soltanto la sua salute... ma anche il discorso rimasto in
sospeso del giorno prima, quello dedicato a Naruto.
In quel momento, improvvisamente,
qualcuno bussò con forza alla porta.
«S-Sì?»
balbettò Sakura, lisciando nervosamente i capelli; ma quando
vide chi si fece avanti, lasciò perdere per la sorpresa. Anche
Sasuke, che pure era abbastanza indifferente al resto del mondo,
corrugò leggermente la fronte.
Kiba, dalla soglia della stanza,
fissò la kunoichi e riservò soltanto una breve occhiata
all’Uchiha nel letto.
«Ciao... Scusa... potresti
venire un attimo con me?» le chiese accennando al corridoio.
«Devo parlarti»
Nel prossimo capitolo:
La porta della stanza di
Sasuke venne richiusa con una certa delicatezza mista ad impazienza.
Kiba staccò la mano dalla maniglia e guardò Sakura, che
era uscita nel corridoio dopo che lui l’aveva chiamata.
«E’... E’ un
problema medico?» chiese la ragazza nervosamente, senza
smettere di lisciarsi i capelli con le dita.
«No, non c’entra
niente con la salute» negò Kiba, già a disagio di
per sé, senza Akamaru che era rimasto all’ingresso. «...Si
tratta di Naruto»
* * * * ȣ * * *
*
Spazio
autore
Ohh, era da tanto che non chiudevo con un finale simil-bastardo!
Mi sento... come dire... realizzata, ora. XD
Devil-Hanabi si fa più cattiva ad ogni capitolo che passa, io
stessa certe volte mi chiedo quale sarà la sua prossima mossa...
Hinata invece sembra non capire un tubo come suo solito, ma per
fortuna c'è Kiba a salvarla sempre all'ultimo momento.
Se non altro, voi che la odiate, potete tirare un sospiro di sollievo:
nella testa di Naruto c'è un solo pensiero, ora. E non è
per lei.
Prossimo capitolo, piccolo discorsetto Sakura-Kiba, e poi... altro finale bastardo.
Volete un indizio?
(anche se non lo volete, io ve lo do! XD)
"Ma non poteva sapere che di lì
a poco qualunque sua promessa avrebbe rischiato di perdere ogni
validità..."
Angolino della correzione automatica
(ultimo)
Varie
Jacuzzi: Beccuzzi (non ho idea del perché!)
sigh: spighe
ahia: asia (prevedibile...)
eheheh: gehenna (°_°)
nonchalance: algonchiane (viene da un pianeta alieno?)
cagnetto: c'è cagnetta, cagnette, e cagnotto... e pure ragnetto! Ma NON cagnetto!
jolly: Hollywood (???)
Mistaken: smistamento... O_O
dentini: lentini (?)
nient'affatto: contraffattore (mi sa che lo fanno per sport, a questo punto...)
dell'élite: incrudelite T_T
bla: ibla (ma siamo sicuri che esista una parola simile?)
tovaglietta: vettovaglie (tentativo malriuscito di anagramma?)
cuoricino: libricino (ma perchè?)
empatici: epatici (cambierà solo una M, ma se penso a un Sasuke e un Naruto EPATICI...)
maniacalmente: musicalmente, ovvio
figo: frigo (ma certo. Errore mio. -.-)
ditina: fitina (eh?)
easy: ecstasy, ureasi...
Umph: Thimphu (?!),
Ulimpo (?), Phylum (?), Dumping (?) ...perché dovrei voler
correggere con questi termini? ò_ò
Capitolo 50, gente!!
Non ci credo, e pensare che ero convinta mi sarei fermata attorno al 25!
Questa storia ha preso una piega del tutto imprevista, al di là
di ogni più roseo pronostico... in termini di lunghezza ma anche
di apprezzamento!
Mi sembra ieri che dicevo a Mala_Mela: "ma no, Sinners dura poco..."
Meno male che aggiorno in frettissima! XD (meno male per lei, ma non per me, ogni tanto...)
Grazie a tutti voi che mi avete seguito fino a qui!
Tenete duro, ormai manca poco!
(pag. 379! O_O)
Tra parentesi... oh, ma Shino e il suo alveare vi sono rimasti nel cuore, eh! XD
arwen5786: tutti hanno
bisogno di avvocati difensori. U_U Personalmente, da un punto di vista
logico e razionale, io comprendo perfettamente Sakura (perché un
po' sono "nella sua testa"). D'altro canto se dovessi esprimere un
parere "emotivamente parlando" saprei benissimo cosa dire (ma NON lo
dirò, perché sono bastarda e non voglio lasciar trapelare
nulla! XD Già in troppi stanno attentando ai miei pairing
segreti!) HO LETTO COSA FA QUEL BASTARDO DI SAI (sai a cosa mi
riferisco! -.-*)... Il mio commento arriverà presumibilmente
giovedì o venerdì, perché prima devo costringermi
a studiare per questo cacchio di ennesimo esame di italiano!
Però... uhh, quanto mi prudevano le mani...!! (e sì,
credimi, Madara ti piace perché sei pazza. U_U A proposito,
conosci una certa FOTO che gira online...? Ora, so che non ami lo yaoi,
e nemmeno io amo lo yaoi, però... guarda, ho iniziato a sbavare
su Sasuke, dopo questa: http://i123.photobucket.com/albums/o306/EvFan4life/SasuNaru/Sasunaru_Showtime_by_Marie8.jpg Se già non l'hai vista, credo che avrai un collasso. U_U)
Urdi: oh, quanto tempo! *_*
Giusto qualche giorno fa, girellando per il web, mi era capitato di
incappare in tue recensioni ad altre storie, e mi ero chiesta che fine
avessi fatto! E' davvero un piacere risentirti! Eh, lo so che gli
aggiornamenti sono troppo rapidi... ma il progetto che naviga nella mia
testolina richiede celerità. E pure il mio Dio Mala_Mela la
richiede! XD (vado veloce su sua espressa richiesta, anche se non se lo
ricorda!) Una cosa che mi ha fatto particolarmente piacere nella tua
recensione è l'accenno al mio tentativo di "umanizzare" i
personaggi... è vero, io ci metto sudore e sangue per renderli
"veri", e anche se so che talvolta non è sempre la mossa
"perfetta" (perché comunque nascono come personaggi di manga,
conserveranno sempre una certa patina di artificiosità,
debitrice della funzione di intrattenimento del medium)(O_O Ok. Questa
da dove esce??), me li fa sentire un po' più vicini e per questo
mi ci affeziono di più. E' inevitabile, ahimè. Sakura
è la mia patata bollente, per ora. Ma nel prossimo capitolo,
come dici tu, la figura di Naruto si "riscatterà" nel suo cuore,
almeno un po'... e, visto che quando succedono i casini da me,
succedono tutti insieme, ti lascio immaginare cosa tirerò in
ballo per allora... *_* (tra parentesi, anche io sono d'accordo con te:
si amano un po' tutti e tre! Anzi, a voler essere pignoli, un po' di
più Naruto e Sasuke... XD Nel manga, dico. Qua, non lo so
più ora! XD) "Oddea, non nascondo che mi piacerebbe vedere
Naruto dirle "Guarda
che t'ho visto, razza di t****!" <-- ...mi riservo di non commentare
questa affermazione (ghigno ambiguo) "Uh, poi ci sono Ino e Sai: che
belli insieme, mi piacciono
proprio, anche se infondo spero sempre (sono l'unica al mondo credo)
che lei si metta con Choji! Ahah!!!" No, non sei l'unica! Ho già
ricevuto due o tre richieste di questo tipo! XD L'ultimo appello a
Hinata (perché si svegli con Kiba) è purtroppo caduto nel
vuoto, almeno in quest'ultimo capitolo... ma non è detto che sia
Kiba a costringerla a svegliarsi prima o poi! U_U
Talpina Pensierosa: sei riuscita a entrare nella testa di Itachi! sei potenzialmente demoniaca! XD TI ADORO!
Rhymes: perdere il controllo
sarà anche bello (sebbene mi senta di contraddirti... l'ultima
volta che ho lanciato una sedia per l'aula non mi sono sentita meglio,
poi ò_O), ma non risolverebbe la situazione di Naruto! Lui vuole
sia Sakura che Sasuke, e vorrebbe non aver mai visto quello che ha
visto... Purtroppo, obiettivamente, non c'è nulla che possa fare
perché le cose tornino come prima. E scatenarsi, anzi, potrebbe
peggiorarle.
0000: ullallà, come la
facciamo tragica! XD In fondo non è detto che sia proprio Naruto
a dover far qualcosa perché Sakura si senta una m... ehm, cacca.
*_* Ricorda sempre che dietro la tastiera ci sono pure io, regina della
malvagità...
.. DuniettaS ..: un po' di
critica per Sakura è d'obbligo. Non perché non sappia
scegliere, ma perché non vuole perdere Naruto, a costo di fargli
del male. Tra lei, lui e Sasuke, sono tutti un po' egoisti... Se
potessero inscenare una threesome e far finta di niente, credo che la
imbastirebbero di corsa! D'altro canto è normale: non siamo
tutti forti e spavaldi, e soprattutto due come Sasuke e Naruto non
possono permettersi di rovinare dei rapporti a cuor leggero... non
è che ne abbiano molti! ^^' Ahah, immagino che Hinata non sia
stata di tuo gradimento in questo capitolo! Ma ricorda, Hanabi è
sempre in agguato...
kimi: niente confessione di
Hinata, anzi! Non è migliorato un tubo di niente, e Naruto che
parte e va in missione sarà pure la scintilla per la serie di
avvenimenti dei prossimi capitoli... serie di TERRIBILI avvenimenti dei
prossimi capitoli... *_* Ah, interessante domanda quella sul/la
figlio/a di Temari! Di fatto, farò di tutto per tenervi nascosto
il suo sesso...! *_* (poi capirai perché!) Ahah, non sei la
prima a proporre che Sakura molli entrambi e stia da sola! (anche se
qualcuno ha proposto che, mentre lei sta sola, Sasuke e Naruto si
mettano insieme... de gustibus...) Chissà, per assurdo potrebbe
anche finire così, no? Oppure potrebbero morire tutti,
naturalmente. U_U
Jenna Uchiha: ecco, come
dire... scegliere è una cosa. Dirlo allo "scartato" un'altra!
^^' Guarda, è pura fortuna se per ora i nostri pairing
coincidono, c'è gente che mi dice "te lo lascio passare, ma
guarda che Ino e Shikamaru sono chiaramente pazzi d'amore l'uno per
l'altra!" (mio commento: -.-) E quindi, la plausibilità dei
comportamenti è condivisa solo fino a un certo punto...! XD
Guarda, secondo me se blocchi Gaara in un angolo hai vinto. U_U
Può essere spaventato quando vuole, ma un uomo è un uomo.
E si sa che a spingerlo NON è il cervello. Persino Gaara. U_U XD
Julia83: beh, Sakura sa che sta
facendo la stronza (nel senso che non lo sta dicendo a Naruto), non
credo abbia tutta 'sta gran voglia di distruggere la sua immagine
davanti a Tsunade confessandoglielo e chiedendole consiglio... e poi
lei cosa potrebbe dirle? E' una scelta che deve fare Sakura e nessun
altro, punto. (Tra l'altro, in questo momento Tsunade è
impegnata in beghe politiche non indifferenti!) La strada che dovrebbe
eventualmente portare Hinata a dichiararsi al momento è sbarrata
da macigni grosse come case! ^^' Ino invece se la sa cavare, anche se
non sembra è una ragazza in gamba (oddio, lo sto davvero
dicendo?)... e Kyuubi... uhuhuh... aspetta il capitolo 52... Bacio! ^.^
lale16: non ti chiamo affatto
bigotta, anzi. Io forse, diciamo "nella realtà", avrei accettato
che cedesse a Sasuke e poi lasciasse Naruto, per coerenza. Così,
ora che continua a tenere il piede in due staffe, non me la sento di
scagionarla del tutto. Ma resta sempre "una mia creatura" (almeno in
parte), e quindi trovo il modo di giustificarla perché "so" che
ciò che la ferma è il non voler far del male a Naruto e,
soprattutto, la sua debolezza. Oh, quando sono deboli io chiudo sempre
un occhio! XD
Roby_chan: al momento siamo a
fine agosto nella fic! I prossimi capitoli saranno un po' concentrati,
è vero, ma non manca molto a settembre e, finalmente, alla
rivelazione...
Kaho_chan: "E se dalle
anticipazioni vedo che arriva Hinata, mi vengono i
brividi lungo la schiena perchè sono certa che TU farai in
modo che tiri fuori la parte più forte di sè quando
è
con Naruto!" <-- come dire... NO! XD Hinata non ha tirato fuori
proprio niente, se mai è Kiba che ha sfoderato le p...istole! XD
Ogni volta che parli di Naruto e hinata tendi a scordarti di lui...
pensi per caso che si farà gentilmente da parte, dicendo: "ah,
l'autrice ha detto così..."? Ovviamente no! Qualunque cosa io
decida, LUI ha i suoi piani, e non li mollerà a costo della
vita! Lo scontro Sasuke-Naruto in campo amoroso è su due piani
nettamente diversi: quando Sakura sta con Naruto, è lui che
guida le cose. E' lui quello impulsivo, quello che prende l'iniziativa,
quello pieno di energie e, volendo, un po' ruvido. Sasuke è...
stordimento. Confusione. Un ottimo allievo. Lei gli insegna a muoversi,
ma lui impara in fretta. E dato che lei non capisce più nulla
quando c'è lui in giro, parte veramente per la tangente... Sono
due stili diversi (almeno nella mia testa perversa! XD), l'uno guida,
l'altro si fa accompagnare. A questo punto Sakura ha semplicemente
scelto di amare anziché essere amata. Sasuke poi, come sempre,
è emo. E un emo non può non farsi trip, e agire per
farsi del male! A parte gli scherzi, il suo rapporto con Naruto, al di
là della gratitudine, è ancora imperniato sulla
rivalità... Forse al momento ciò che prova per Sakura
è solo attrazione, ma in un angolino remoto della sua coscienza
c'è sempre una vocina che gli dice: "lei era sua. Ora può
essere tua. Sasuke 1, Naruto 0". XD Lo confesso: ho espressamente
cercato di demolire Ino! U_U So che a te piace come personaggio, so che
sei una InoShika fan, ma non sono riuscita a trattenermi dal far
vincere spudoratamente Temari! XD Poi, lo ammetto, in corso d'opera mi
sono sentita un po' meschina, e così le ho messo accanto Choji
da una parte e Sai dall'altra, e le ho dato una capacità di
ripresa non indifferente... Sbrogliandomela a livello di coscienza con
uno splendido: "oh beh, tanto è forte! U_U" XD Kiba si è
attivato, visto? E ora che Hanabi ha iniziato a pensare di mettergli
gli occhi addosso... uhuhuh, penso a tutte le persone che mi dicevano
"speriamo che Hinata si faccia convincere da Hanabi a dichiararsi a
Naruto!" XD
sammy1987: il paragone tra i
personaggi di Twilight e quelli di Kishi l'ho già sentito!
D'altronde è un triangolo molto sfruttato, il bel tenebroso, il
simpatico, e l'eterna indecisa... Tuttavia, mi viene da urlare se penso
che in Twilight io parteggio per Edward, e che invece Sasuke non lo
sopporto! XD Sarà che lui non ha i capelli rossi? (XD) O che non
è morto, scintillante, e ossessivamente innamorato? Chi lo sa!
In ogni caso, va così! Ino dovrebbe parlare a Shika per chiarire
cosa? Lui sa come c'è rimasta lei, lei sa qual è la
situazione di lui... non c'è nulla da chiarire, c'è da
lasciar sbollire. Punto. Il tempo cura le ferite e quelle cose
lì... e poi, beh, anche Sai cura le ferite! XD (a modo suo...)
Reina: uhuh, e che ne dici di
Kiba oggi? Si sta dando da fare, eh... con Hanabi a tramare alle
spalle, poi... "Con Sakura non riesco ad arrabbiarmi. Non si può
proibirle
di amare più persone, anche se la scelta è d'obbligo"
<-- situazione centrata in pieno! Il problema non è la
confusione, il problema è la coerenza! Scegli uno? Allora tira
dritto per quella strada, e non guardarti indietro! Oh beh, io parlo e
parlo, ma alla fine forse farei come lei... XD Ah, una che la pensa
come me in merito a Tenten! XD Non ho mai capito precisamente quale
fosse il suo scopo o funzione... gli altri personaggi femminili in un
modo o nell'altro sono tutti legati al trio, ma lei no! XD
Killkenny: sei leggermente
allergico al NaruSaku... E ME LO DICI AL CAPITOLO 50?! XD La voce
nella testa di Naruto verrà chiarita presto, molto presto...
Posso dirti di tirare una riga sull'opzione "dal futuro", perché
è troppo assurda persino per me, ma ti consiglio di tenere gli
occhi aperti... soprattutto sul capitolo 52...
tonyesp: Kiba non si castra;
Kiba si coccola. E, se persisti nei tuoi stolidi tentativi di demolire
la sua immagine, mi vedo costretta a cambiare i miei piani per la fic e
farlo muovere più in fretta e più decisamente... vedi
tu... Naruto non è schizofrenico. Cioè, rientra ancora
nei limiti dei "soggetti convinti di essere posseduti dal demone di una
volpe a nove code", cioè è nella norma. U_U E, ma porca
miseria, voi maschi se qualcuno non spacca tutto non siete mai felici!!
[Ah. Ovviamente, come già sai, Sakura usa la pillola. E NON l'ha
dimenticata prima di vedere Sasuke, quindi lascia perdere i marmocchi
che spuntano ovunque... dopo un po' sarei ripetitiva!]
trinity87: ^///^ grazie mille
per i complimenti! Non so fino a che punto io li meriti, ma mi fanno
davvero un immenso piacere! L'unica cosa che ho fatto per scrivere
questa storia è stato pensare a fondo a come potevano andare (e
a come volevo che andassero XD) le cose, e poi mettermi al pc con
pazienza e sviluppare la trama! (mi sono anche fatta una testa tanto
quando le cose non mi tornavano, certo... ma in fondo scrivere è
la cosa che mi diverte di più! ^^) Se continuerai a leggere, e
se mi vorrai lasciare un commentino di tanto in tanto, io sono sempre
qui!
Veleno94: (finalmente sono
arrivata alla fine! @_@) Finalmente qualcuno che mi cita la scena del
letto/doccia! Grazie, grazie, grazie! Era emblematica, dai! Lui che si
convince che vada tutto bene, lei che non vede via d'uscita... era la
sintesi dell'intera situazione! (ma da dove mi escono 'ste tirate?
°_°) Noooooo! Come Sarebbe Sai odioso? XD Povero, e dire che
è solo la seconda scelta, raccattato giusto perché la
prima è indisponibile...! Hinata e Kiba sono sempre più
carini ad ogni capitolo, vero...? Uhuhuh... e Naruto non capisce una
bega... chissà, chissà...
Kyuubi: (pensavo di aver finito
con la scorsa risposta, ma mi sbagliavo! XD) Guarda, stavo per mettere
un appello alla fine della fic: Kyuubi cercasi! Tipo gli avvisi per gli
animali smarriti! XD Ma per fortuna ti sei fatto vivo prima che
lanciassi la campagna per la tua cattura! XD Mi spiace molto che tu
abbia dei problemi (di ogni tipo), stai tranquillo se non riesci a
commentare ogni volta! Ricordati solo di farmi un fischio ogni tanto,
così so che ci sei e posso continuare a venerarti e a
sovrapporre la tua immagine alla Kyuubi dotata di code! XD
Aya
|
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Capitolo 51 *** Invidia ***
Naruto-51
Capitolo cinquantunesimo
Invidia
Con l’approssimarsi
dell’autunno, l’aria statica e afosa di agosto stava lentamente
lasciando il posto alle prime brezze fresche; sugli alberi le foglie
perdevano colore e vigore, il cielo non era più di un blu
intenso, e le nuvole si addensavano sempre più spesso su
Konoha.
Con settembre, poi, si avvicinava
anche il trentatreesimo compleanno di Kakashi.
Una vita dal doppio volto la sua:
per un verso, shinobi di indubbia abilità, genio e talento,
“copia-ninja”, assassino e sensei; per l’altro, caso senza
speranza.
Ebbene sì, il leggendario
Kakashi dello sharingan in ambito sentimentale faceva schifo. Non
c’erano altri termini che lo descrivessero con la stessa sintesi ed
efficacia.
Durante la sua adolescenza, la
ragazza che lo amava era stata amata dal suo migliore amico, che
morendo gli aveva lasciato il suo occhio e lo avrebbe fatto sentire
in colpa per sempre; crescendo si era trovato a uscire di tanto in
tanto con qualche esponente del gentil sesso, ma nessuna aveva
trovato piacevole la sua reticenza a togliere la maschera; ora che
era adulto, che aveva fatto più missioni di quante potesse
ricordare, che quasi quasi poteva iniziare a pensare di rallentare il
ritmo e farsi una famiglia... ecco, ora si trovava circondato dalle
donne.
Qualcuno sostiene che esista un
periodo del genere nella vita di ognuno. Prima o poi, ci si guarderà
attorno e si scoprirà di essere circondati da donne o uomini
che non riescono a fare a meno di trovarci incredibilmente attraenti.
I più fortunati vivono
questo periodo a quindici anni, quando scegliere non influenza
un’intera esistenza; i meno fortunati, vengono intrappolati in età
da marito.
Kakashi se l’era vista brutta:
essere accerchiato a trent’anni suonati significava che la sua
scelta molto probabilmente gli avrebbe condizionato la vita, e lui
non era certo di potersi permettere una decisione sbagliata.
Ma in qualche modo, grazie anche
a piccoli aiuti esterni, era miracolosamente riuscito a uscirne
indenne.
Rigirandosi tra le mani la busta
strappata che era arrivata con la posta di quella mattina, ripensò
all’incontro di due giorni prima con Shizune.
«...Siamo state
totalmente umiliate, ridicolizzate e prese in giro... e tu non hai
mosso un’unghia. Tu te ne sei andato, con lei, fregandotene di noi
che eravamo rimaste intrappolate sotto la rete. A questo punto...
continuare a starti dietro diventa soltanto patetico...»
C’era stata qualche pausa, tra
una frase e l’altra, tra le parole dette con voce incrinata e gli
sguardi feriti. Ma tutto sommato Shizune aveva lasciato la scena a
testa alta, mantenendo la sua dignità.
Chi invece non si era fatta
scrupoli dal punto di vista dell’orgoglio era Ayane. Kakashi
avvicinò alla maschera la busta della sua lettera, e sentì
che profumava di gelsomino.
Un passo del suo messaggio
recitava più o meno così:
“...Non
so cosa sia accaduto esattamente l’altro giorno, ma so che quella
donna non è giusta per te. Quella donna vuole controllarti,
pensa che tu non sia in grado di difenderti e scegliere da solo... ma
io lo so. Io ti conosco, ti ho osservato tante volte da lontano... ho
intravisto sotto la tua maschera. E so che devi ancora fare la tua
scelta. Per questo ti prego, ti supplico di rifletterci bene...
vedrai che la persona giusta sono io. Che voglio e posso starti
accanto, occuparmi delle piccole cose per cui tu non hai tempo, che
ti amo, e che ti amerò sempre. Ricordalo, mentre
sceglierai...”
Kakashi sospirò
profondamente.
Ahi, se si tirava in ballo
l’amore le cose diventavano difficili... Forse avrebbe dovuto fare
un salto al ramen Ichiraku e chiudere una volta per tutte; se non
altro lei non gli avrebbe piantato una bacchetta per mangiare nel
collo.
O sì?
Mentre rifletteva sull’ipotesi
con un pizzico di preoccupazione, il campanello di casa trillò
all’improvviso.
Kakashi tornò alla realtà;
lasciò andare la busta, si alzò dal tavolo della cucina
e, attraversato il corridoio, raggiunse il citofono.
«Sì?»
«Sono Anko. Fammi salire»
Un brivido gli corse lungo la
schiena.
Oh no.
La
più temibile di tutte; quella più aggressiva,
megalomane, esaltata, e... armata. Non aveva nemmeno chiesto “posso”,
si era subito appropriata del “fammi”.
Kakashi esitò almeno
cinque secondi prima di premere il tasto per l’apertura del
portone, ma poi fu costretto a farlo, pensando che un’eventuale
riparazione gli sarebbe costata una discreta sommetta. Aprì, e
mentre aspettava che lei raggiungesse il suo piano, cercò di
trovare la condizione mentale migliore per affrontare la tempesta in
arrivo. Su, non era la fine del mondo... doveva soltanto considerarla
una normale missione di livello S.
Anko arrivò prima del
previsto, bussando forte alla porta, e Kakashi le aprì
cautamente.
«Ciao...» mormorò
sotto la maschera, pronto a scappare se si fosse rivelato necessario.
Anko, sul pianerottolo, gli gettò
un’occhiata fredda, con le mani sui fianchi e i kunai bene in
vista.
«E’ finita» se ne
uscì secca, gelida, irremovibile.
Kakashi sbatté l’unica
palpebra visibile, e corrugò la fronte.
«Come prego?»
domandò, perplesso.
«Tra di noi, è
finita» ripeté Anko. «Vuoi uno schemino?»
«Ehm... no... credo...
Comunque... o-okay» si affrettò a garantire lui,
chiedendosi quando mai era iniziato qualcosa.
«Bene» lei annuì
brevemente. «Allora non starmi tra i piedi per almeno un anno,
perché al momento sono abbastanza irritata»
Senza aggiungere altro, non un
saluto, non un commento, non un augurio, la kunoichi gli voltò
le spalle e prese a scendere i gradini con passo di carica, come se
ognuno dei centimetri del marmo sotto i suoi piedi le avesse fatto un
torto personale.
Kakashi rimase basito a fissare
il vuoto, la porta ancora aperta.
...Era sopravvissuto? Non c’erano
state sfuriate? Niente ferite da arma da taglio? Lividi? Ossa rotte?
Niente di niente?
Con una lentezza estrema,
richiuse e rimase a fissare il legno degli infissi davanti a sé.
O
era stato molto, molto, molto
fortunato... o il suo era soltanto un sogno, e in quel momento
giaceva in coma all’ospedale. Per sicurezza, si diede un
pizzicotto.
Faceva male.
La porta della stanza di Sasuke
venne richiusa con una certa delicatezza mista ad impazienza. Kiba
staccò la mano dalla maniglia e guardò Sakura, che era
uscita nel corridoio dopo che lui l’aveva chiamata.
«E’... E’ un problema
medico?» chiese la ragazza nervosamente, senza smettere di
lisciarsi i capelli con le dita.
«No, non c’entra niente
con la salute» negò Kiba, già a disagio di per
sé, senza Akamaru che era rimasto all’ingresso. «...Si
tratta di Naruto»
Il cuore fece un piccolo balzo
nel petto di Sakura. «Gli è successo qualcosa?» fu
il suo primo pensiero.
«Mi lasci parlare?»
rognò lui irritato, e lei arrossì e si fece piccola.
«Scusa...» mormorò,
con il battito accelerato.
A dire il vero, il pensiero che
fosse successo qualcosa a Naruto l’aveva fatta sentire in colpa
perché lo tradiva, sollevata per lo stesso motivo, e di nuovo
in colpa per aver pensato di essere sollevata. Ora che aveva la
certezza che stava bene, non sapeva esattamente cosa provare.
Ma se non era successo nulla a
Naruto, allora perché Kiba era lì?
L’Inuzuka si cacciò le
mani in tasca, fissandola torvo.
«Accorcia il guinzaglio»
furono le sue profonde e raffinate parole.
Naturalmente Sakura non ci capì
un tubo. «...Eh?» chiese infatti, spaesata.
«Tieni d’occhio Naruto»
spiegò Kiba, sempre più irritato. «Oggi ha
offerto un ramen a Hinata, lo sapevi? E non è la prima volta,
è successo anche verso la fine di giugno... te l’aveva
detto?»
Sakura sbatté le palpebre,
spaesata. La sua mente si rifiutò di comprendere le parole che
ascoltava.
«...Cosa... cosa stai
cercando di dirmi?» balbettò.
Kiba fece un gesto stizzito. «Sto
cercando di dirti che se quel deficiente del tuo ragazzo ronza ancora
attorno a Hinata, un pugno non glielo leva nessuno!»
Questa volta il messaggio
raggiunse l’obiettivo, e per Sakura fu un piccolo colpo.
Naruto e Hinata.
Lei aveva da sempre una cotta per
lui. Lui era abbastanza ingenuo da non essersene accorto... ma anche
altrettanto da trovare la sua innocenza attraente, forse. Lui le
aveva offerto un pranzo. Due volte. E lei aveva quella maledetta
cotta.
E Sakura non avrebbe dovuto
sentirsi... così.
Cercando di farlo apparire un
movimento naturale, strinse le braccia al petto, contro il cuore che
batteva veloce.
Allora
Naruto... la tradiva? O era in procinto di farlo?
Forse era quello
il motivo della sua recente irritabilità, forse era solo
perché... perché anche
lui...
Si passò una mano sugli
occhi, turbata.
(dall’improvviso
senso di sollievo?)
No.
No, un eventuale tradimento di
Naruto non poteva diventare una scusa... non era minimamente
collegato a quello che lei stava facendo con Sasuke.
E poi... era così
improbabile...
«Non dovresti
preoccuparti...» mormorò con le labbra tremanti. «Naruto
avrà soltanto voluto essere gentile... lui non sa nulla di
quello che prova Hinata, non lo ha mai capito... né prova...
prova qualcosa, per lei...»
«Me lo auguro»
replicò Kiba, aspro. «Anche per te. Ma il problema è
che ogni volta che lui le parla la trovo in lacrime... e sono davvero
stufo di vederla così. Ho bisogno che lei lo dimentichi; e che
Naruto le offra un ramen ogni volta che la incrocia per strada non
aiuta di certo»
Sakura annuì vaga,
soltanto per non ascoltare quelle parole così... irritanti,
soltanto per liberarsi di Kiba in fretta e ragionare davvero su
quanto aveva ascoltato.
«Mi inventerò
qualcosa...» borbottò piano.
L’Inuzuka annuì secco.
«Ci conto» disse asciutto. «Scusa ancora per averti
disturbata... torna pure al tuo lavoro»
Sakura non sentì nemmeno
il saluto smozzicato che le rivolse, impegnata com’era a
rielaborare nella sua mente la conversazione appena avvenuta.
Hinata amava Naruto.
Ma Naruto amava lei, Sakura.
Eppure Naruto offriva un ramen a
Hinata.
E Hinata piangeva.
In tutto questo, Sakura tradiva
Naruto.
...Ciò
nonostante, Sakura era gelosa
di Hinata.
Perché lei aveva pranzato
con lui, perché lui non glielo aveva detto, e perché
Hinata lo amava incondizionatamente, con tutta sé stessa, da
molto prima di Sakura.
Perché, dal confronto,
Sakura usciva sconfitta.
Eppure, ancora, tradiva Naruto...
con il pensiero era già a Sasuke nella stanza. Tradiva ed era
gelosa e invidiosa al tempo stesso.
Si passò di nuovo una mano
sul viso, sentendolo umido di sudore.
«...Ma che diavolo sto
facendo...?» sussurrò a sé stessa.
Penetrare le difese del Paese del
Fulmine era stato molto più semplice del previsto.
Naruto aveva raggiunto il confine
in un giorno, a cavallo di Scheggia, e poi se ne era liberato e aveva
proseguito a piedi per due. Finalmente era arrivato a Kumo, il
villaggio ninja della Nuvola, e in quel momento sbirciava il palazzo
del Raikage appostato su un tetto.
“...Uhm...
dove sarà l’archivio?” si chiese perplesso.
Forse avrebbe preferito spendere
mezzora in più per avere le informazioni di base, prima di
partire...
Fortuna volle che in quel momento
una finestra nel palazzo del Raikage venisse aperta da un ninja,
esattamente davanti a lui.
«I documenti devono
prendere aria!» gridò l’uomo a qualcuno alle sue
spalle.
Naruto ghignò. Bingo.
Silenzioso come una mosca
strisciò verso il bordo del tetto; per l’occasione la tuta
arancione che indossava sempre era stata coperta da un mantello
mimetico, e il cielo coperto di nuvole intermittenti contribuiva a
rendere incerti i colori. Naruto guardò giù, verso la
piazza antistante il palazzo; le persone che la attraversavano erano
poche e distratte, la distanza che lo separava dalla finestra
comodamente superabile... si accucciò lentamente, e poi spiccò
un balzo.
Il mantello sulle sue spalle
frusciò al vento prima che si aggrappasse al tetto del palazzo
del Raikage, e Naruto si affrettò a farlo aderire al corpo. A
quel punto si chinò dalla grondaia e cercò di
individuare la posizione della sua finestra. Quinta a partire da
destra. Ottimo.
Dieci minuti dopo sgattaiolava
lungo i corridoi del penultimo piano, cercando di orientarsi a
memoria. La strada a un tratto svoltava bruscamente, e gli sembrò
di sentire dei passi che si avvicinavano.
Alzare lo sguardo, vedere la
bocchetta dell’aria condizionata e saltare furono azioni più
o meno contemporanee. Tolse la mascherina con un gesto brusco e si
infilò nel passaggio, rimettendola subito a posto. Nel canale
di metallo, trattenne il fiato.
«Non ti è sembrato
di sentire un rumore?» chiese una voce sotto di lui.
«Di che parli?»
ribatté un’altra.
«Mah, non so... qualcosa di
tintinnante»
«Ci sarà un topo nei
condotti dell’aria condizionata»
«...Dici?»
«Ma sì, ovvio... chi
vuoi che riesca a entrare qua dentro? Il palazzo è sorvegliato
quanto e più del confine»
Naruto dovette trattenersi dallo
scoppiare a ridere.
Per quel che ricordava, al
confine c’erano due guardie annoiate che giocavano a scacchi, e il
palazzo era una casa delle bambole, quanto a misure di sicurezza.
Attese che i passi e le voci dei
due sotto di lui si allontanassero, e poi cercò di
raccapezzarsi nel tunnel in cui si trovava, steso sui gomiti. Forse
avrebbe potuto seguire il serpente di metallo e raggiungere
l’archivio, ma non doveva commettere errori. Fece qualche rapido
calcolo, si accorse che i conti non tornavano, gettò al vento
i ragionamenti e si diede da fare con l’istinto.
Curiosamente, ebbe la sensazione
di essere guidato da un tenue odore di carta... ma doveva essere
un’impressione; nessun essere umano avrebbe potuto sentirlo.
Strisciando senza far rumore –
per quanto possibile – andò avanti qualche minuto, guardando
attraverso le mascherine che incontrava per capire a che punto fosse.
A un tratto vide che il tunnel si interrompeva bruscamente su
un’ultima bocchetta, e corrugò la fronte.
Porca miseria. Si era perso.
«...Questo scatolone?
“Dalla P alla S”, dove lo metto?» chiese una voce sotto di
lui.
«Mh... Dietro lo scaffale
dei top secret» rispose un’altra.
«Che palle! Con lo schifo
che ci pagano potrebbero anche farci sgobbare meno»
Naruto tese l’orecchio e annusò
l’aria. Odore di carta...
Con più cautela di prima,
si trascinò fino alla mascherina in fondo al tunnel, e sbirciò
di sotto; ai suoi occhi si presentò lo scorcio di una stanza
luminosa ma disordinata, con fogli sparsi sul pavimento e scatoloni
da tutte le parti.
«Inventario!» sputò
quasi un uomo, chuunin a giudicare dalla divisa, mentre passava con
uno scatolone per le mani. «Con tutto quello che succede nel
mondo, noi dobbiamo fare l’inventario dell’archivio!»
Naruto sorrise. Allora non si era
affatto perso.
«Sì, e pensa anche
che io devo sopportare i tuoi sproloqui...» bofonchiò
l’altro ninja, passando sotto di lui con un elenco spiegazzato.
«Ehi, ci facciamo una
pausa?»
«Te lo scordi, prima
finiamo e prima andiamo a casa...»
«Ma io sono distrutto! Tu
non porti mai in giro gli scatoloni, scansafatiche!»
Il
chuunin con l’elenco sbuffò sonoramente. «Ti dico di
sì solo per farti stare zitto!»
ringhiò alla fine, sbattendo i suoi fogli sul tavolo. «Forza,
muoviamoci. Un quarto d’ora, non di più»
«Evvai!» esultò
il ninja che si lamentava.
Naruto, incredulo davanti a un
simile colpo di fortuna, trattenne il fiato finché non sentì
una porta aprirsi e richiudersi. La serratura scattò nella
porta, e le voci dei chuunin si allontanarono rapide.
“Uno,
due, tre, cinque, dieci!” contò – barando – il jonin
della Foglia, giusto perché gli avevano insegnato ad aspettare
dieci secondi prima di agire, e nel frattempo spinse la mascherina
verso il basso, facendo saltare i bulloni.
Balzò sul pavimento,
coperto da un sottile strato di polvere e impronte, e tese le
orecchie per sicurezza. Nessun movimento.
Di bene in meglio, quel lavoro
sembrava più semplice del previsto.
Raggiunse
il tavolo in fretta e prese l’elenco lasciato dal chuunin di prima,
sperando di trovarci un’indicazione... Scorse l’elenco fino a
incontrare la sezione Trattati,
ed esultò interiormente. Poi si depresse, perché era
segnata tra quelle in corso di inventario.
Lentamente, Naruto alzò lo
sguardo e scorse gli scatoloni che si accumulavano tutt’attorno
alla stanza... Un sospiro profondo gli sorse spontaneo.
Come diavolo avrebbe trovato quel
che cercava?
All’improvviso si accorse di
una cosa: ogni scatolone era segnato.
“Ma
certo!” pensò ritrovando la sicurezza. “Avrei dovuto
aspettarmelo”
Mise giù i fogli
dell’elenco e intrecciò le dita sotto il mento,
moltiplicandosi – in quel modo avrebbe ridotto notevolmente i tempi
– e le sue copie si misero al lavoro immediatamente, efficienti e
silenziose, nonostante i battibecchi che scoppiavano qua e là.
Non ci volle molto per trovare lo
scatolone giusto, e Naruto sciolse la tecnica per avere almeno lo
spazio di respirare. Aprì un contenitore semi-nascosto in un
angolo, e si trovò davanti a una quantità infinita di
fogli coperti da una calligrafia sottile e complicata. Strizzò
gli occhi per leggere i titoli, ma si preannunciava un’ardua
impresa... sfilò dal mucchio un plico dei documenti più
recenti e li sfogliò rapido. Niente. Ne estrasse un altro e
ripeté lo stesso iter. Altro buco nell’acqua. Finalmente, al
quarto tentativo, gli capitò per le mani il trattato di
Alleanza tra i Paesi del nord-est, e un sorriso a metà con il
ghigno gli stirò le labbra. Aveva fatto prima del previsto.
Tutto
soddisfatto piegò il blocco di carta e lo infilò
faticosamente all’interno della felpa, sperando che stesse fermo.
Tirò su la cerniera fino al mento, giusto per essere sicuro, e
mentre lo faceva gli cadde lo sguardo su uno scatolone ai suoi piedi;
uno scatolone che diceva: ninja
pericolosi.
Fu questione di istanti prima che
la vanità andasse a solleticargli lo stomaco.
Ninja pericolosi... c’era anche
lui nell’elenco?
Gettò un’occhiata alla
porta dell’archivio, oltre la quale c’era il corridoio
silenzioso. Quando tempo poteva essergli rimasto? Pochi minuti,
forse...
Si morse il labbro inferiore...
...E poi mandò al diavolo
la prudenza.
Accucciatosi frettolosamente,
aprì lo scatolone e cercò tra i documenti la sezione
riservata a Konoha. La trovò, con gli occhi che brillavano, ed
ebbe per le mani uno spesso plico di documenti.
C’erano molte informazioni lì
dentro, più di quelle che si sarebbe aspettato: quelli del
Fulmine avevano dati accurati su Yamato, Kakashi, Asuma... una certa
parte dei jonin, e persino l’Hokage. Non c’erano molte
informazioni sugli Anbu, ma c’era qualche nome sparso e...
incredibile, persino dati su Orochimaru e Itachi! Ma perché
cavolo li tenevano in quella sezione?
Per un attimo nei suoi ricordi
aleggiò il viso di Orochimaru, e con lui le sue parole... e la
sua promessa alla volpe.
Sentì un brivido correre
lungo la schiena.
Stupidaggini. Finché
avesse controllato Kyuubi, nessuno avrebbe potuto liberarla...
Riprese a sfogliare l’elenco,
sperando di non trovare altre cose irritanti, e finalmente si imbatté
nella sezione più recente, quella dei “giovani talenti”.
Il primo viso che incontrò, con una punta di invidia, fu
quello di Neji Hyuuga, coronato di indicazioni sulle sue tecniche e
punti deboli. Gli diede un’occhiata, perché non si poteva
mai sapere, e poi passò oltre.
C’era Sasuke.
Il suo stomaco si contrasse
spiacevolmente, mentre alla fotografia senza espressione si
sostituiva l’immagine dell’Uchiha insieme a Sakura... I suoi
occhi chiusi, le labbra contro quelle di lei, le sue mani che...
Scosse la testa, stringendo i
denti.
No.
Sakura aveva chiarito con
Sasuke... aveva ceduto soltanto una volta, una stupida volta...
Ma non te l’ha ancora
confessato.
Smettila di ripeterlo!
Sembra che tu tenda a
scordarlo...
SMETTILA!
All’improvviso si accorse di
aver stretto il foglio tanto intensamente da stropicciarlo. Lo
lisciò, stizzito e nervoso, e passò oltre.
Nulla. I documenti finivano lì.
Cosa?
Cioè... lui non era
compreso nell’elenco dei giovani talenti?!
Sentì il sangue salire al
viso per la rabbia e l’indignazione, e sbatté il plico sul
pavimento, accanto ai suoi piedi, per rimettersi a frugare nello
scatolone.
Doveva esserci qualcosa su di
lui, da qualche parte! Era un ninja assolutamente pericoloso, che
cavolo! Non era da meno di nessuno!
C’era una sezione per ognuna
delle grandi Terre, ma non le degnò di uno sguardo. Poi, trovò
quella denominata “speciali”. Prese il plico sottile più
per disperazione che per altro, e lo sfogliò febbrile.
A un tratto si rese conto che
qualcosa non andava.
Quei fogli... erano davvero
pochi.
E le foto...
Assottigliò gli occhi.
Gaara. E un disegno stilizzato,
accanto a lui... Shukaku.
Voltò pagina, e vide la
foto di un uomo e un altro animale accanto a lui... un gatto con due
code.
Altri dati, tre code. E poi
quattro, cinque, sei... fino ad arrivare...
...a lui.
L’ultimo foglio.
Una sua foto di qualche anno
prima, e il disegno di Kyuubi accanto.
Il suo cuore batté
pesantemente nel petto.
Orochimaru, Itachi... traditori,
criminali, pazzi... erano ancora tra i ninja di Konoha.
Ma lui no.
Lui era tra i mostri.
Strinse la presa sul foglio,
scorrendo i dati che lo riguardavano senza quasi vederli.
Figlio di Namikaze Minato,
Yondaime Hokage, e Uzumaki Kushina.
Lo sapevano persino loro...
Jinchuuriki della nove code.
Fuoco.
Di nuovo quel termine odioso...
Allievo di Kakashi Hatake,
copia-ninja di Konoha, e successivamente di Jiraya il sannin.
Non mostra particolari
abilità, se non quando libera il potere di Kyuubi. Nota: sa
realizzare un Rasengan, ma non sempre riesce a sfruttarlo a suo
vantaggio.
A una prima occhiata, appare
ingenuo e sprovveduto.
Giudizio sospeso.
Cos... cosa?
Non
mostra particolari abilità,
ingenuo
e sprovveduto...
...Come... come osavano?!
Lui
aveva sviluppato il rasenshuriken, quando non si sapeva nemmeno che
fosse possibile!
Lui aveva sconfitto il leggendario rin’negan! Aveva combattuto
Madara Uchiha, l’Akatsuki, Shukaku... Aveva fatto mille cose che
quegli uomini non potevano nemmeno immaginare!
E si permettevano di
sottovalutarlo?!
Lui era l’unico che fosse
riuscito a salvare Kyuubi!
Tutti gli altri Jinchuuriki erano
morti, e Gaara aveva dovuto essere resuscitato...! Solo lui se l’era
cavata!
E loro osavano sottovalutarlo!
Questa volta appallottolò
il foglio senza riuscire a fermarsi in tempo.
Agli occhi del mondo era soltanto
un mostro racchiuso in un ragazzino ingenuo e sprovveduto, allora?
Era solo quello?
Forse... forse anche Sakura...
...No, lei non lo considerava
così, no...
...Ma Sasuke?
Se il pensiero di Sasuke fosse
stato... e se lei gli avesse creduto... se l’avesse convinta...
Si prese la testa tra le mani,
serrando strettamente le palpebre.
No!
Non poteva crederci!
Sakura lo
amava! Lo stimava! Glielo aveva fatto capire tante volte, glielo
aveva detto...!
All’improvviso sentì il
rumore di una serratura che scatta, e sollevò bruscamente la
testa.
In quell’esatto istante, i
chuunin addetti all’inventario aprirono la porta dell’archivio.
E lo videro lì, accucciato
davanti ad alcuni dei loro file più segreti.
Nel prossimo capitolo:
Non riuscì a finire il
pensiero, che dovette abbassarsi bruscamente per schivare un calcio
alto. Con un ringhio falciò la gamba a terra dell’avversario,
e lo fece piombare al suolo.
Ora, uccidilo.
No! No, perché dovrei?
Un sorriso, un ghigno nel
buio, dove i rumori della battaglia non arrivavano. Zanne che si
incastravano con altre zanne, avide e spietate.
Perché lo vuoi.
* * * * ȣ * * *
*
Spazio
autore
Azione, azione, azione!!!
Sììì, quanto mi mancava! >_<
Nel prossimo capitolo (che, per la cronaca, è l'ultimo che io
abbia pronto... ma rimedierò in questi due giorni di
libertà dallo studio)
ci sarà, dopo tanto tempo, un combattimento! *_*
E, come potete intuire dall'anticipazione, anche Kyuubi...
...uhuhuh...
AVVISO IMPORTANTISSIMO!
Come forse saprete, con i commenti allo scorso capitolo questa fanfiction ha raggiunto quota
500 recensioni!
Ebbene, in tale specialissima e irripetibile occasione,
ho deciso che concederò al fortunato autore del cinquecentesimo commento un grande onore! (mah, insomma...)
Può decidere di sfruttarlo o no, comunque l'offerta è la seguente:
una e una sola domanda sulla storia (trama o altro),
e la garanzia di una risposta sincera al 100%!
Spoiler inclusi.
Il fortunato vincitore è...
URDI
Congratulazioni! ^^
ATTENZIONE!
Mi dicono che non ho risposto ad alcune recensioni nei capitoli scorsi...
...visto che non so se è perché non mi sono arrivate o perché sono scema,
metto le mani avanti e mi scuso profondamente.
Potreste gentilmente controllare se sono davvero comparse tra i commenti?
(ho di nuovo la connessione limitata... ç_ç e il tempo è agli sgoccioli)
Risposte brevi questa volta, purtroppo.
Tempus Fugit (?)
Ma da lunedì mi arriva internet più o meno domestico, e allora sarà una pacchia!!
Sperate, lettori di buona fede, sperate!
roby chan: per ora è una tua impressione! XD Io direi soltanto che KIBA avanza!
Talpina Pensierosa: sei consapevole del fatto che questo ti rende particolarmente inquietante...? °_°
kimi: oh, lo so che sei curiosa
di sapere se sarà bimba o bimbo... ma io non te lo dico lo
stesso! XD Poi capirai le mie ragioni...! E comunque Kiba non
può mollare di punto in bianco Hinata! U_U Così come lei
non riesce a staccarsi da Naruto, lui non può staccarsi da lei.
C'est l'amour...! (e l'autrice bastarda di turno)
Killkenny: cosa penso
dell'OrochimaruTsunade? Che non ha motivo di esistere. -.- A Tsunade
non piacciono i viscidi serpentelli emaciati, lei vuole quelli dallo
sguardo limpido che blaterano grandi ideali ai quattro venti... o
almeno, questo è il mio parere. Poi se qualcuno riesce a
scriverne una che abbia senso, ben venga.
Jenna Uchiha: "e qualunque cosa
tu metta,se la credi vera,allora andrà bene" <-- ...E Naruto
si alzò in volo come una farfalla, volteggiando al di sopra del
villaggio. Ecco Sasuke, là in basso, che giocava a "un due tre
stella" insieme al fantasma del Terzo Hokage. E ecco anche Choji, che
faceva le flessioni su una mano sola. E Gai, che meditava all'ombra di
un ciliegio. Poi, Naruto vide i confini del villaggio e la cascata
circolare che lo separava dal resto degli universi conosciuti, e,
segretamente, sorrise. Aveva creato un mondo pressoché perfetto.
<-- ANCHE UNA COSA SIMILE? XD Tornando sulla terra e mettendo
giù le ali di farfalla... Hinata ha come caratteristica
fondamentale l'insicurezza davanti a Naruto. A meno di spiegazioni che
abbiano una forte valenza, mi rifiuto di cambiarla solo perché
"è cresciuta"! U_U (e se tu sei un po' come lei, per me vai
benone! XD Ne ho piene le scatole di "superdonne", mi sa...) Oh, luogo
e ora con Gaara? Vediamo... Trentuno febbraio, ore 15.63, in fondo
all'arcobaleno (non ti preoccupare, ho già fatto spostare la
pentola d'oro... così non si distrae)
arwen5786: ok, lo confesso.
Sasuke che "ama" mi fa torcere le budella. -.- Quindi, almeno per due
capitoli, me lo evito...! XD L'impressione che hai avuto delle
"sveltine" è in parte azzeccata, dunque. Anche se... Sakura ama.
Solo che si preoccupa anche per la sua salute (e lui, orgoglioso
bastardo, vuol fare il super uomo). Hinata e Naruto ne passeranno
ancora un bel po' prima di raggiungere la felicità (insieme o
separati) Più li amo e più li torturo, e loro li apprezzo
davvero tanto...! *_* E non fare caso a quello che dice Mala_Mela! XD A
dire il vero non gliene frega poi molto di quello che sarà il
finale dei pairing! XD Lei vuole un'altra cosa... uhuhuh...
Julia83: e ora che ne pensi di
Sakura? XD Guarda... non ti dico nulla sul momento dello scontro (o
cosa?) Naruto-Sakura... ma voglio farti presente che ora come ora il
capitolo 53 si intitola Sinners...
Ino_Chan: Kiba è un VERO UOMO! XD Dai, ci tiene davvero tanto a Hinata... ç_ç E' commovente!
.. DuniettaS ..: un vero
conflitto di coscienza, eh? XD Chissà cosa frulla davvero in
testa a Sasuke... Incapacità di amare o mero opportunismo? Kiba
e Hinata insieme sono pucciosissimi, non lo nego, ma chissà se
Hanabi non ci metterà lo zampino malamente...? I piani diabolici
sono anche molto rischiosi...
Urdi: ma ciao mia adorata
vincitrice! ^.^ Ehi, ehi, ehi! Non perdere le speranze sul KibaHina,
chissà mai che le cose non si evolvano in maniera insperata? La
frase della scorsa risposta mi chiedo ancora da dove sia uscita... -.-
Credo che sia colpa degli esami che sto preparando, tu impara ad
ignorarmi quando parto per la tangente! XD Ma che giro hai fatto per
analizzare la situazione del magico trio! XD Confesso che a metà
strada mi sono quasi persa! Comunque, l'ipotesi della "tragica morte di
Naruto" che dovrebbe far sentire in colpa Sakura, non è tanto
lontana dalla mia mentalità... chissà se la
metterò in pratica o resterà soltanto un sogno? XD Ah, se
devi studiare studia pure! So cosa vuol dire, ahimé... -.-*
Un'ultima cosa prima di lasciarit: alla domanda del premio, se vuoi
sfruttarla, darò solo una risposta secca. (Sì, no, non
esattamente) Vedi di formularla bene...
tonyesp: come se le tue minacce
mi facessero paura! U_U Hai già previsto di uccidermi il
ventitrè di aprile, perché dovrei preoccuparmene?
Rhymes: piuttosto drastico, eh?
XD Sai, probabilmente il finale non ti farà fare i salti di
gioia... uhuhuh... (sì, sono perfida. Godo a farvi soffrire!
U_U) Ma qualcosa di buono lo avrà! ^_*
sammy1987: ora sai cosa Kiba ha
detto a Sakura! E Sasuke... si sveglierà a breve. Forse.
Ricordati sempre che è praticamente destinato a morire, ora come
ora... tendete tutti a scordarlo... uhuhuh...
lale16: tua sorella è
giovane, diabolica, e dotata di byakugan? Allora è Hanabi! U_U
Kiba, e te lo dico senza girarci attorno, non potrebbe essere meno
acuto di così! XD Quando va da Sakura è tutto concentrato
su un altro argomento, non sta mica lì a chiedersi cosa fanno i
due vispi giovani insieme! XD
trinity87: non dirlo a me...
sono riuscita a scrivere di Naruto così giù soltanto
perché so che dal prossimo capitolo la musica cambia! *_* Oh,
sì... Kyuubi rulez!
Veleno94: ma povera Hinata! XD
Passi per gli insulti, però... metterla nelle mani di Hanabi
è un po' troppo crudele! XD Comunque, ora sai cosa ha detto Kiba
a Sakura, e sai anche che Sakura ha avuto una certa reazione... il
punto è che nel prossimo capitolo ci sarà una svolta non
indifferente! U_U E allora cosa succederà?
kage_naru89: non l'ho vista la
tua recensioneeee!! ç_ç Scherzi? Rispondo sempre, io
venero i miei lettori! a costo di non dormire e di slogarmi dall'indice
al mignolo, rispondo sempre! >_< Comunque... Kiba non ha capito
un tubo della crisi Sakura-Naruto. -.- E' troppo concentrato sulla SUA
(e, diciamocelo, è troppo concentrato su Hinata) Hanabi
sarà stronza, ma, credimi, in futuro la ringrazieremo tutti! U_U
Ehm... non penso che ti inserirò per pestarla, sai? ^^'
Però, posso dirti di ricordare che credo nella legge del
contrappasso...
Reina: Kiba in una stazione
meteo! XD Glielo suggerirò, magari come hobby! Non so quante
volte farò comparire ancora Tenten... non molte, comunque. In
fondo siamo vicini alla fine, e penso che le scene dedicate a lei da
ora in poi saranno abbastanza consistenti da essere poche. U_U Ma si
svelerà il suo famoso segreto, e, forse, le sue quotazioni
saliranno un po'! XD
Maobh: non ci credo! Una nuova
lettrice all'alba del capitolo 51! *_* Ormai la mia sorpresa non ha
più limiti! Sono davvero felice dei complimenti che mi hai
fatto, mi hanno resa infinitamente felice! ^^ Personalmente credo che
riuscirai a metterti in pari, perché siamo vicini alla fine ma
non troppo, e comunque, leggo i commenti anche a distanza di mesi! XD
Quindi se vorrai lasciarlo comunque mi farai felice! Ah, grazie per i
complimenti su Shikamaru e Temari, mi piacciono particolarmente e credo
che si veda...! XD Per Neji e Tenten, invece, sappi che anche i lettori
in pari non sanno ancora cosa io abbia macchinato precisamente! XD E mi
sa che tu ti unirai a loro prima della fine della storia! ^^ Spero di
risentirti presto!
Aya
|
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Capitolo 52 *** In caso di incontro, si consiglia la fuga ***
Naruto-52
Capitolo cinquantaduesimo
In caso di incontro, si consiglia la fuga
«...Qualche problema?»
chiese Sasuke a Sakura quando la vide entrare di nuovo nella stanza.
Lei, di ritorno dal breve
colloquio con Kiba, evitò di incrociare il suo sguardo. «No...
una specie di... consulto» buttò lì nervosa.
Tradiva Naruto. Amava Sasuke.
Eppure, egoisticamente, era gelosa di Hinata.
E la cosa non poteva che mandarla
nella confusione più totale.
“Cosa
vuol dire?” si chiese senza notare gli occhi indagatori di Sasuke,
e intanto scorse la cartella clinica senza vederla davvero. “Non
dovrei provare queste cose... non con quello che sto facendo, non con
tutto il male che gli sto infliggendo... Non ne ho alcun diritto”
Eppure sentiva distintamente
l’invidia e la gelosia che le rodevano lentamente il petto, come
tarli invisibili ma devastanti.
Forse era perché non aveva
ancora fatto la sua scelta.
Forse era perché, nella
sua mente, rinviava il confronto con Naruto il più possibile.
Non voleva vederlo soffrire, si
diceva... ma in realtà aveva soltanto paura della scelta che
avrebbe fatto in quel momento.
Avendo già deciso di fare
l’amore solo con Sasuke, era consapevole di come stessero realmente
le cose... Ma lasciare Naruto avrebbe significato lasciare lo scoglio
che l’aveva sostenuta per tutti quegli anni... abbandonare il porto
più sicuro che avesse mai avuto, e gettarsi in mare aperto
senza nemmeno il conforto di un faro. Non se la sarebbe cavata, non
ci sarebbe riuscita.
Lei aveva bisogno di Naruto.
«Davvero va tutto bene?»
insisté Sasuke all’improvviso, cercando di intercettare il
suo sguardo.
Sakura,
sentendosi inspiegabilmente colpevole di qualcosa,
rimise a posto la sua cartella in tutta fretta.
«Sì. Certo che sì»
garantì, lisciando per l’ennesima volta i capelli. «Ora
devo andare, ma tornerò presto...»
«Glielo hai detto?»
la interruppe Sasuke a un tratto. «Hai detto a Naruto di noi
due?»
Silenzio nella stanza.
«...No»
«...Non hai intenzione di
farlo...?»
«Sì! Certo che sì!»
scattò Sakura, sulla difensiva. «Ma non è così
semplice!» aggiunse angosciata. «Lo ucciderà, lo
sai! Lui mi ama, e considera te un fratello! Siamo la sua famiglia,
non esiste un modo indolore per farglielo sapere!»
“Un
modo indolore per lui, ma anche per me...” aggiunse mentalmente,
colpevole.
Sasuke strinse il pugno attorno
al lenzuolo.
Lo sapeva perfettamente, non era
un idiota.
Ma non era nemmeno disposto ad
accettare che lei, fuori da quell’ospedale, fosse di Naruto. Che
lui probabilmente la toccasse, che forse la baciasse, che magari
facesse l’amore con lei...
Non voleva.
«Sei sicura che il problema
sia questo?» chiese, nascondendo il turbamento dietro un velo
di freddo cinismo. «Sei sicura che in realtà io non sia
soltanto una specie di ruota di scorta?»
Sakura impallidì
bruscamente, e questa volta fu lei a cercare i suoi occhi.
«Faccio l’amore solo con
te» sussurrò impercettibilmente. «Non gli permetto
neanche di baciarmi... Non ti basta come garanzia?»
Il peso sul cuore di Sasuke si
alleggerì notevolmente. Non era tutto, ma era già
molto... Era lui il favorito, il prescelto. Bisognava solo trovare il
modo di tagliare il cordone ombelicale che legava Sakura a Naruto.
«...Come fai a restare
indifferente?» chiese lei, con un mezzo gemito. «Lui ti
considera un fratello, so che per te è importante... L’idea
di farglielo scoprire non ti fa male?»
Per un attimo Sasuke cercò
di immaginare lo sguardo di Naruto quando fosse venuto a conoscenza
della notizia.
Non ci riuscì.
Al di là di un paio di
occhi scarlatti e accusatori, tutto il resto era confuso, indistinto.
In termini di legami duraturi,
lui aveva esperienza solo di quello con Itachi; conosceva soltanto
l’odio e la vendetta, non l’amore. Per questo non poteva capire
Naruto, né immaginare cosa avrebbe provato... per questo
preferiva non pensarci.
“So
che è sbagliato... so che gliel’ho rubata” rifletteva. “Ma
io ho bisogno di Sakura. Non riesco a immaginare di aver bisogno di
qualcosa d’altro... Mentre lui... è forte. Ha superato tante
cose, non ultimo il mio tradimento... supererà anche questo.
Deve farlo”
«...Prima o poi lo verrà
a sapere» mormorò Sasuke, piano. «Lo scoprirà,
per forza... non appena uscirò dall’ospedale, sarà
chiaro a tutti»
Non appena uscirò
dall’ospedale.
Lo stomaco di Sakura si contrasse
per l’ansia.
Uscire dall’ospedale...
un’ipotesi spaventosa e, nello stesso tempo, improbabile. Allo
stato attuale delle cose, il sigillo di Orochimaru avrebbe continuato
a degenerare irreversibilmente, e un giorno lo avrebbe ucciso o lo
avrebbe controllato del tutto.
Non avevano ancora trovato
nessuna cura.
«...Dammi tempo»
sussurrò, ripetendo parole che sentiva vuote. «Lo farò,
dico davvero... ma dammi tempo»
Sasuke alzò su di lei uno
sguardo indecifrabile, che Sakura non riuscì a sostenere a
lungo.
Abbassò gli occhi, lisciò
i capelli per l’ennesima volta, e poi uscì dalla stanza,
apprestandosi a tornare a casa sotto la pioggia.
Lungo la strada, riparata
soltanto da un braccio sopra la testa, continuò ad alternare
stati di profonda convinzione e coraggio a momenti di sconforto,
attimi di ottimismo esaltato a vortici di disperazione pessimistica,
fino a giungere al compromesso del proseguimento della finzione,
almeno per quella sera... Era stanca, aveva bisogno di dormire... e
le sarebbe davvero piaciuto ricevere un po’ di coccole, da Naruto
come da Sasuke – ma, ovviamente, in modi diversi.
...Al suo ritorno avrebbe
scoperto che Naruto era partito per il Paese del Fulmine.
Ciò che non avrebbe ancora
saputo, era che rischiava di non poter confessare mai più...
Il vetro dell’archivio si
frantumò in un’esplosione multicolore, con un tintinnio
profondo.
Naruto, a mezz’aria e con le
braccia incrociate a difendere il viso, atterrò sull’asfalto
della piazza principale con l’agilità di un felino.
Sfortunatamente per lui, a venti metri di distanza le guardie del
palazzo del Raikage lo videro piombare dall’alto, e, mirabile ed
insolito esempio di efficienza, alzarono gli occhi e collegarono
vetro rotto e ninja volante.
«Tu! Fermo!»
gridarono, senza brillare per originalità; ma Naruto non
rimase a commentare la loro fantasia, e invece prese a correre verso
la strada più stretta che usciva dalla piazza.
Sentì i passi degli
inseguitori alle sue spalle, mentre ansante cercava un appiglio sui
muri che lo circondavano, scuri e scrostati. La luce che cadeva
grigia dal cielo gli permetteva a malapena di vedere dove metteva i
piedi, e sperava ardentemente che lo nascondesse agli occhi dei ninja
del Fulmine.
Intravide un cornicione
sbreccato, più o meno a metà della strada, e spiccò
un balzo per afferrarlo. Come le sue dita si furono chiuse sul
cemento, l’angolo si frantumò e lui strisciò di nuovo
a terra, graffiandosi la mano e metà faccia.
«Merda!» imprecò,
rialzandosi e rimettendosi a correre.
«Sei in trappola!»
gridò qualcuno alle sue spalle, e Naruto capì cosa
intendesse quando vide quattro ninja comparire all’altra estremità
del vicolo.
Ebbe a malapena il tempo di
raccogliere il chakra sulla pianta dei piedi, e poi si avventurò
lungo le pareti dall’intonaco rovinato. Sentì brandelli di
muro staccarsi, facendogli perdere la presa, e solo all’ultimo
istante riuscì ad aggrapparsi ai resti di una finestra,
evitando di cadere di sotto. Si issò stringendo i denti, e con
una gomitata frantumò il vetro polveroso ed entrò
nell’edificio.
«E’ dentro!»
urlarono dalla strada.
Naruto, ansante, attese un paio
di secondi perché i suoi occhi si abituassero all’oscurità.
Imprecò mentalmente,
mentre cercava di ripulire il viso dal sangue e dai resti
dell’intonaco di quando era scivolato lungo la parete, e fece un
rapido punto della situazione: nel giro di pochi attimi avrebbe avuto
alle calcagna metà dei ninja del Fulmine, perché quasi
sicuramente sapevano cosa aveva portato via dall’archivio. Era solo
in terra nemica, in trappola, e anche piuttosto incazzato per altri
motivi.
Non sembrava il migliore dei
panorami.
Poi
l’elenco dei “giovani
talenti”
gli tornò alla mente, insieme alla punta d’invidia e
irritazione provate al vedersene escluso.
Lo sottovalutavano, eh?
Va bene.
Avrebbe dimostrato a tutti di che
pasta era fatto.
Non era tipo da accorte strategie
o mosse di sviamento, Naruto. Era un combattente impulsivo,
iperattivo, agitato e spaccone, e come tale si sarebbe comportato
anche questa volta, e avrebbe vinto e sarebbe tornato a Konoha da
eroe. Avrebbero dovuto rivedere il loro stupido archivio, quelli del
Fulmine.
Ora che i suoi occhi riuscivano a
intravedere almeno le forme, Naruto si fece avanti in una stanza in
disuso e cosparsa di frammenti di mobilio. Inciampò nei resti
di una sedia e rischiò di tirarsi dietro una tenda stracciata,
ma alla fine raggiunse l’unica porta e la aprì. Si trovò
su un ballatoio ancora più scuro, e tentoni trovò delle
scale che salivano. Le percorse, pronto a balzare avanti nel caso in
cui un gradino avesse ceduto, finché non arrivò a
quello che aveva l’aria di essere l’ultimo piano. Una finestra
polverosa in fondo al corridoio lasciava entrare un filo di luce
grigiastra, e a un metro di distanza un’altra parete gli disse che
si trovava davanti a uno stretto vicolo. Raggiunse la finestra,
rinunciò ad aprirla per sfondarla con il gomito, e poi si issò
sul davanzale. Sotto di lui, a metri e metri di distanza, un
passaggio sudicio e claustrofobico mandava l’eco delle voci dei
suoi inseguitori.
«E ora si balla...»
mormorò Naruto, saltando contro l’altro edificio e
aderendovi con il chakra. Questa volta i mattoni ressero alla
tecnica, tanto da permettergli di salire fino a vedere il cielo, in
cima al palazzo.
Ma non appena ebbe messo piede
sul tetto, si accorse che lo avevano già circondato. A
giudicare dalla loro maschera, dovevano essere jonin della squadra
speciale.
Naruto tese i muscoli, contandoli
mentalmente. Otto, e tutti dei migliori.
Inspirò a fondo,
preparandosi ad agire... e poi vide il loro capo dare il segnale.
Tre dei ninja si mossero
contemporaneamente, avventandosi su di lui con kunai e wakizashi alla
mano. Saltò, schivandoli, ma vide un quarto che lo attendeva
al varco con una tecnica di Fuoco. Non potendo usare il Resengan per
respingerla, dal momento che Fuoco batte Vento, Naruto fu costretto a
proteggersi soltanto con le braccia, e sentì le fiamme roventi
mordergli la carne quasi come il chakra di Kyuubi. Strinse i denti,
ricadendo a terra, ma si rialzò che già le ustioni
stavano guarendo sulla sua pelle.
«E’ il Jinchuuriki!»
gridò il capo della squadra speciale, avventandosi su di lui
con una katana sguainata. «Si cura in meno di un secondo, non
fermatevi!»
Naruto schivò il primo
fendente, ma sentì il secondo colpirlo di striscio a un
fianco. Alle sue spalle lo raggiunse un altro avversario, e per
schivare entrambi spiccò un balzo all’indietro, piombando
dietro la sua schiena. Prima che l’altro se ne accorgesse, conficcò
il suo kunai a pochi centimetri dalla spina dorsale, raggiungendo il
fegato. Sentì il gemito strozzato dell’avversario, e con una
smorfia di disgusto misto a pietà lo spinse addosso al suo
capitano.
Si voltò di scatto quando
sentì il sibilo di una lama, e schivò per un pelo la
wakizashi di un altro. Ansante, rotolò al suolo, raggiunse un
terzo ninja e dovette evitare la sua tecnica elettrica.
“Sono
ovunque!” si trovò a pensare irritato, e nello stesso tempo
un sospetto sottile e fondato gli comunicò che, probabilmente,
Neji o Sasuke se ne sarebbero liberati già da un po’.
Ringhiò piano, frustrato,
e balzò di nuovo in piedi. Vide quattro ninja davanti a sé,
sapeva che alle sue spalle dovevano esserci gli altri tre, ma non
diede a nessuno il tempo di intervenire.
Prima che potessero raggiungerlo,
intrecciò le dita sotto il mento e creò un numero di
copie tale da coprire l’intera superficie del tetto.
«Quello vero è al
centro!» gridò uno dei ninja del Fulmine, eliminando una
copia e affannandosi alla ricerca dell’originale.
Naruto, confondendosi tra le
zazzere bionde e scompigliate che lo circondavano, si rese pienamente
conto delle condizioni in cui versava: la sua pelle era rossa e
lucida, in via di guarigione ma chiaramente danneggiata; aveva gli
abiti bruciacchiati e sgualciti, macchie di sangue sul viso, e... i
canini insolitamente acuminati...
A quel punto avrebbe dovuto
scappare. Approfittare del tafferuglio per aprirsi un varco e correre
al confine il più velocemente possibile.
Ma...
Era tanto che non combatteva.
Tanto che non usava i kage
bunshin.
Tanto
che non si sentiva... così.
Oh,
davvero tanto...,
mormorò la voce, nella sua testa.
Un ninja comparve al suo fianco,
sollevando un kunai, e lui d’istinto lo colpì alla gola,
lasciandolo senza fiato. Un calcio sulle rotule, e cadde in ginocchio
con un grido strozzato. Mentre era a terra, un altro calciò
alla testa... e il suo collo fece un rumore sinistro.
Qualcosa si agghiacciò
dentro Naruto.
Stordito, guardò il corpo
del ninja e la sua strana posizione. Sentiva il cuore battere forte
nel petto, ma... non riusciva a ricordare la sequenza precisa degli
avvenimenti.
Avrebbe potuto limitarsi a fargli
perdere i sensi.
Aveva voluto limitarsi a quello,
lo sapeva, lo ricordava... e invece...
Sentì un gorgoglio nello
stomaco, non più tanto lontano ora, e avvertì un
brivido lungo la schiena.
Quella sensazione... quei
movimenti non previsti, non meditati... era tutto come...
Non riuscì a finire il
pensiero, che dovette abbassarsi bruscamente per schivare un calcio
alto. Con un ringhio falciò la gamba a terra dell’avversario,
e lo fece piombare al suolo.
Ora, uccidilo.
No! No, perché dovrei?
Un sorriso, un ghigno nel buio,
dove i rumori della battaglia non arrivavano. Zanne che si
incastravano con altre zanne, avide e spietate.
Perché lo vuoi.
Naruto non si rese nemmeno conto
del Rasengan che aveva preso forma nella sua mano, e solo quando
sentì la resistenza opposta dalla carne tornò in sé,
appena in tempo per sentire l’ultimo grido di agonia del ninja che
aveva atterrato.
«Cosa... Cosa...? Io...»
alitò, confuso, lasciando disperdere la tecnica.
Era certo che a parlare fosse
stata la solita voce. Non Kyuubi, no. Riconosceva la tonalità.
Ma aveva avuto la netta
impressione che fosse la volpe a ridere, dentro di lui. A incitarlo.
Seduto a cavalcioni sul cadavere
del ninja del Fulmine, ebbe ribrezzo di ciò che aveva appena
fatto.
“Devo
andarmene” pensò in maniera sconnessa. “Devo tornare a
Konoha... è stupido rischiare, è stupido fare l’eroe
così... non c’è nemmeno qualcuno che possa vedermi.
Devo tornare subito a casa, da Sakura, dal maestro Iruka, dalla
vecchia Tsunade... Devo tornare!”
Si alzò in piedi come un
automa, ma si rese conto che i suoi muscoli non rispondevano
completamente agli ordini che impartiva.
Sentì
un dolore improvviso allo stomaco, si piegò su sé
stesso, e si rese a malapena conto che altre copie stavano accusando
gli stessi sintomi. Mentre le unghie delle sue mani crescevano con il
caratteristico formicolio, vide un sottile strato di chakra scarlatto
sprigionarsi dall’addome, sfuggendo alla prigione delle braccia, lo
vide scivolare lungo le gambe con tentacoli baluginanti, morbidi,
vivi.
«No...» ansimò,
mentre la sua vista si offuscava.
Io sono più forte! Tu non
puoi... non puoi...!
Tu
vuoi ucciderli. Vuoi ucciderli tutti, lo sai,
gli suggerì la voce, nella sua testa.
NO!
“Sì
che lo vuoi. Lo sento. E io me ne intendo di queste cose...”
insinuò Kyuubi, facendo le fusa e avvolgendo lentamente le sue
code...
No, non è vero! Io voglio
tornare a casa!
Vuoi ucciderli!
No!
voglio andarmene! Voglio... voglio scappare! Devo tornare a casa,
devo tornare da Sakura... e
farla a pezzi, lei che ti ha tradito, lei che ti ha lasciato, lei che
non ti ama e non ti ha mai amato... No!
Sakura mi ama! Lei... lei mi... mi... Lei
ha scelto Sasuke. Lei non vuole te. Lei non vuole noi. Lei
non vuole... me. No! Cosa succede? Questi pensieri non sono miei, non
sono io!
«Smettila!» gridò
inconsapevolmente, prendendosi la testa tra le mani.
La sua voce, e l’altra voce, e
le fusa di Kyuubi... tutto, tutto si mescolava nella sua mente, tutto
si confondeva, si faceva indefinito...
Voglio ucciderli.
No, non vuoi!
Chi parlava, e chi rispondeva?
Chi aveva il controllo, chi decideva cosa fare?
Una fitta lancinante lo fece
cadere in ginocchio, e boccheggiò, fronte a terra.
“Perché
devi farti del male?”
sussurrò Kyuubi al suo orecchio, dolce. “Lo
sai. Potrebbe essere tutto molto più semplice... loro non ti
stimano. Non ti amano. Sakura ti ha tradito, gli altri ninja ti
ritengono un ragazzino ingenuo e sprovveduto... dimostragli che sei
forte. Che puoi fare a meno di loro. Lascia che ci pensi io”
«Tu... sei... un mostro...»
ansimò Naruto, e sentì la pelle sul dorso delle mani
sfrigolare, corrosa dal chakra scarlatto. Per il dolore, fisico e
mentale, sentì le lacrime affiorare agli occhi.
Cosa vuoi? Cosa vuoi, davvero?
La sua coscienza si perdeva, e
cadeva, cadeva sempre più giù...
“Io...
voglio tornare a casa”
Kakashi inspirò a fondo.
Si era aspettato le lacrime, ma
non in tale quantità.
Ayane doveva aver dato fondo a
tutte le sue riserve, mentre si aggrappava alla sua divisa e
singhiozzava che lo amava.
Un po’ gli era dispiaciuto,
respingerla.
Ma, francamente, aveva saputo da
subito che non avrebbe scelto lei.
Non era ninja, era ingenua, era
una ragazza come tante. Meritava qualcuno di normale, che la facesse
sentire felice.
Uff.
La metteva sempre così,
loro ‘meritavano qualcosa di meglio’... ma la verità era
che, semplicemente, era lui a volere qualcosa di diverso.
Più o meno, sapeva anche
cosa.
Solo che il problema, al momento,
non era quello.
Il problema era mille volte più
grave, era tanto grosso da far impallidire e scomparire tutto il
resto.
Mentre raggiungeva lo studio
dell’Hokage a passo svelto, la fronte di Kakashi era corrugata.
Sotto il coprifronte di tre quarti, si agitavano pensieri e
preoccupazioni, ipotesi e timori...
Cosa era successo?
La previsione peggiore si
affacciò alla sua mente, sovrapposta all’ultima immagine di
Obito sotto il masso che lo aveva ucciso.
“No”
si disse turbato, scuotendo la testa. “No, è inutile essere
pessimisti”
Arrivò al palazzo
dell’Hokage senza quasi accorgersene, ma prima di salire le scale
si fermò per un istante, e lanciò una lunga occhiata ai
cinque volti di pietra che vegliavano sul villaggio.
Il suo occhio si soffermò
su uno in particolare, incupendosi.
Abbassare lo sguardo fu quasi uno
sforzo, e impedire alle visioni più catastrofiche di assalirlo
una vera impresa. Fece i gradini due a due, per arrivare più
in fretta, e finalmente raggiunse l’ultimo piano. I chuunin di
guardia davanti allo studio dell’Hokage gli fecero un cenno, e uno
di loro bussò.
«E’ arrivato Kakashi
Hatake» disse attraverso la porta.
Quando al jonin fu permesso di
entrare, sentì immediatamente che l’aria all’interno
dell’ufficio era molto più che pesante. Tsunade era seduta
dietro la scrivania, le mani intrecciate davanti al mento e una ruga
a solcarle la fronte; Jiraya, alle sue spalle, teneva le braccia
incrociate sul petto e guardava fuori dalla finestra, nascondendo i
suoi pensieri a tutti; Sakura, per ultima, era seduta rigidamente su
una sedia e non smetteva un solo istante di mordersi nervosamente il
labbro.
«Ho ricevuto il messaggio»
disse Kakashi, facendosi avanti cautamente. «Da quanto non
abbiamo notizie?»
«Ha saltato tre
comunicazioni» rispose Tsunade, e la ruga sulla sua fronte si
approfondì. «Abbiamo avuto l’ultimo quattro giorni fa,
quando ha detto di essere arrivato al villaggio e che avrebbe
agito... e poi soltanto il silenzio»
«Nient’altro? Nemmeno
voci, mormorii... le nostre spie al Fulmine non hanno sentito nulla?»
insisté Kakashi, mentre il battito del suo cuore accelerava.
Tsunade abbassò lo sguardo
sul foglio che stava tra i suoi gomiti, sulla scrivania. Era coperto
da una fitta scrittura in codice, incomprensibile ai più.
«...Tieni» disse,
allungandolo al jonin. «Guarda tu stesso»
Mentre Kakashi prendeva il
messaggio e lo leggeva, Sakura strinse le dita sul bordo della sedia.
Il senso di colpa la lacerava
centomila volte più di prima, più intensamente, e più
a fondo.
Il
suo cuore batteva forsennatamente nel petto, aveva voglia di piangere
e gridare, voleva che qualcuno la rimproverasse e la facesse sentire
in colpa, perché lei aveva tradito Naruto, perché amava
Sasuke ed era sbagliato.
Ma
nessuno sapeva niente, e lei era sola con i suoi fantasmi. Sola, la
notte, quando dormiva in un letto vuoto, confortata soltanto dalle
fusa profonde del gatto. Sola, quando si chiedeva: Naruto,
dove sei?
Il giorno in cui lui era partito
per la missione, lei aveva trovato soltanto un bigliettino sul tavolo
con quattro parole e la richiesta di comprare le scatolette per il
gatto.
Ne era stata sollevata, perché
avrebbe rimandato ulteriormente la sua decisione... Ma non era durata
a lungo.
Il giorno prima, dopo che lei era
stata da Sasuke, dopo che aveva fatto tacere il senso di colpa a
forza di baci e carezze, dopo che aveva cercato, inutilmente, di
elaborare una nuova cura, era arrivato il messaggero di Tsunade.
E il suo paradiso di sospensione
si era infranto bruscamente.
Naruto non dava sue notizie da
tre giorni.
Nessuno aveva idea di cosa gli
fosse successo.
E lei, all’improvviso, si era
sentita stupida e meschina per averlo tradito. All’improvviso aveva
desiderato soltanto che tornasse, e avrebbe voluto gettargli le
braccia al collo e supplicarlo di perdonarla...
Kakashi arrivò in fondo al
foglio, e scambiò un’occhiata con Tsunade. Sakura alzò
lo sguardo, in ansiosa attesa... era arrivata nell’ufficio
dell’Hokage da pochi istanti, e ancora non sapeva cosa ci fosse
scritto nel messaggio.
«...Quanto sono fondate
queste notizie?» chiese Kakashi, a voce bassa.
Tsunade chiuse gli occhi. «Molto,
temo. Anzi, sono quasi certa che siano completamente esatte»
«Cioè?»
domandò Sakura, incapace di trattenersi oltre.
L’Hokage prese un respiro
profondo e appoggiò la schiena alla sedia, con un’occhiata
fosca.
«Non
è un caso che qua ci siate solo voi» mormorò. «Se
Naruto fosse stato un ninja normale, avrei già convocato una
squadra qualunque e l’avrei mandata alla sua ricerca. Ma dentro
Naruto c’è la volpe a nove code, e non è una cosa che
mi piace sbandierare ai quattro venti, soprattutto in questo
momento... Perché non è solo scomparso. Al villaggio
del Fulmine, prima che di lui si perdesse ogni notizia, sembra che si
sia scatenato. Ha sterminato la migliore squadra del Paese, e il loro
capitano, ritrovato agonizzante, vaneggiava qualcosa su un
mostro rosso che bruciava come il fuoco,
e centinaia di copie che si contorcevano al suolo...»
Involontariamente, Sakura
rabbrividì.
«Kyuubi...» sussurrò
Kakashi, esprimendo il pensiero di tutti.
«Ma Naruto può
controllarla» obiettò Sakura, con voce tremante. «Lo
può fare, no? Anche senza il sigillo di suo padre...»
«Lui ne era convinto»
confermò Jiraya, voltandosi a guardarla e mostrando finalmente
l’espressione preoccupata sul suo viso. «Ma non so fino a che
punto sia possibile, concretamente. Minato aveva creato il sigillo
perché contenesse la parte cosiddetta ‘buona’ della Volpe,
e già così lei riusciva a liberarsi e a sfuggire al
nostro controllo, di tanto in tanto. Ma ora anche la parte ‘cattiva’
di Kyuubi è nel corpo di Naruto, e il sigillo è stato
eliminato da Madara Uchiha. Per quanto Naruto possa essere forte, per
quanto abbia creato il Rasenshuriken e abbia appreso la tecnica di
dislocazione istantanea, globalmente non è ancora al livello
di Minato. E se lui era riuscito a stento a creare un sigillo per
metà del potenziale della Volpe, è molto difficile che
Naruto riesca a controllarla tutta intera, da solo...»
«Quindi state dicendo...
state dicendo che...» balbettò Sakura.
«...Che forse Kyuubi si è
liberata» confermò Tsunade cupa.
«...E Naruto...?»
alitò lei, sbiancando.
Nessuno riuscì a
risponderle.
...Ma di lì a poco sarebbe
comparsa una nuova scheda nell’archivio del Fulmine, riguardante
Naruto Uzumaki...
Per
lui sarebbe stata creata una sezione speciale, singola, alla voce ‘da
evitare assolutamente’.
Il
suo file avrebbe parlato di invincibilità, di numero
spropositato di copie, e del demone dentro il suo corpo, dal chakra
mortale. E, in fondo, avrebbe riportato la dicitura: in
caso di incontro, si consiglia la fuga.
Più o meno come era stato
scritto un tempo per Namikaze Minato.
Esattamente come Naruto aveva
desiderato.
Nel prossimo capitolo:
Haruka rise piano. «Certo,
è facile fare il gradasso dietro quella maschera...»
insinuò canzonatoria. «Non vediamo né sappiamo
nulla delle tue vere reazioni, nemmeno un guizzo involontario dei
muscoli... sei un vero mistero, Kakashi dello sharingan»
C’era qualcosa, nel tono di
Haruka, una sorta di nota carezzevole e vibrante, una sfida nascosta
dietro l’adulazione, che riuscì a penetrare la barriera di
indifferenza di Kakashi.
* * * * ȣ * * *
*
Spazio
autore
Ed ecco che inizio a fare la stronza patentata.
Allora, Sasuke ho deciso che non lo sopporto più.
E' assolutamente ingestibile, intrattabile, inutile.
Certe volte ho il fortissimo desiderio di rendere Sakura una
psicopatica innamorata di una bambola, così da non doverlo far
parlare...
...uffa. Vorrei firmare una petizione per renderlo più malleabile o, all'occorrenza, morto!
In compenso, sono tornate le care, vecchie scene d'azione... e sangue, e Kyuubi che ridacchia.
Non male, come mix.
Poi, naturalmente, c'è Sakura che si sente in colpa...
...immagino che questo renderà felice qualcuno di voi...
Ah, vi consiglio di andare a leggere il titolo del prossimo capitolo!
^_^ (sorriso falsissimo)
Ora passiamo alle cose serie.
Sono ufficialmente
DEMENTE.
O, in alternativa, psicopatica.
SEI.
Lo ripeto, perché fa sempre bene... SEI.
Non so ancora come, e davvero la cosa mi lascia spiazzata, ma sono riuscita a dimenticare completamente sei recensioni!
E non perché erano le ultime, o le prime, o perché erano piccole e nascoste, ma solo perché...
...boh! Sinceramente non capisco neanche io come sia potuto accadere!
Anche perché, rileggendole, sono sicura di averle viste.
Quindi, chiedo scusa dal profondo del cuore alle persone che non si sono viste citate nei ringraziamenti del capitolo 50.
E vi chiedo scusa per aver insinuato che la vostra recensione non fosse arrivata, nel 51.
Non dovete assolutamente pensare che io ce l'abbia con voi, che sia pigra (cioè, la sono, ma non per questo), o altro.
Se avessi dovuto dirvi cose "poco piacevoli" lo avrei fatto senza problemi, non è questo il punto.
E' che proprio, e davvero non capisco come mai, mi sono sfuggite!
Credetemi, ci sono rimasta male quanto voi.
Qualcuno ha insinuato che io sottovaluti i miei lettori.
Questo è assolutamente falso.
Mi sembrava di avervelo detto a sufficienza: io vi venero, se potessi
mi inchinerei a ringraziarvi perché leggete e recensite.
Personalmente ritengo che le persone che dicono di scrivere solo per
sé stesse e poi pubblicano su efp siano un tantino ipocrite,
magari anche solo inconsciamente.
Se una persona scrive e mette a disposizione di tutti le sue opere,
è perché evidentemente vuole sapere cosa ne pensa qualcun
altro.
Chiamatemi insicura, vanagloriosa, infantile...
...ma se io scrivo è perché voi leggiate.
Di storie "solo per me" ce ne sono poche, e sono chiuse ermeticamente nel mio pc, nascoste a tutti.
Le altre, sono in parte per divertire me (perché in fondo amo scrivere),
e soprattutto per voi.
Ad essere sincera, quando mi sono piovute accuse di noncuranza mi sono sentita un po' offesa.
Pensavo... speravo che ormai vi fosse chiaro che tengo tantissimo a voi.
Andiamo, pensate che eviterei di rispondere a Mala_Mela per capriccio?!
Devo supplicarla per avere un suo commento, e spesso non ottengo neanche i risultati sperati!
Se lei lascia due righe, io accendo un cero!
E anche quando rispondo a cose che solo lei può sapere su msn, comunque la cito tra i saluti!
Perché avrei dovuto avere qualcosa contro harryherm (mi sono
pure presa il cazziatone via msn...), kage_naru89, Hila92, Hipatya o
Ino_Chan?
Alcune sono lettrici di vecchia data, cui ho sempre risposto, altre
sono nuove, e quindi ho ancora più ragione di ringraziarle!
Ma soprattutto... Che cavolo, anche se mi scrivete solo "brava!!!" io rispondo "grazie!!!"
Lo faccio sempre!
In sostanza, ho deciso di iniziare seriamente a preoccuparmi per la mia sanità mentale
(spero davvero che fosse soltanto colpa dell'esame che avrei avuto di
lì a poco... e che ho preparato tutto sul treno il giorno prima,
alla fine)
e, nonostante lo sfogo di poche righe fa,
vi chiedo scusa.
Sul serio, non so come sia potuto succedere.
Quindi, se vi siete offese perché non siete state ringraziate,
provvederò ora, sommando le recensioni se avete avuto la
gentilezza di continuare a lasciarle.
In caso contrario, spero che non siate troppo arrabbiate con me, e che ricominciate a scriverle.
Tra parentesi, posso farvi una richiesta?
Me lo dite quando compite gli anni?
Nel mio pazzo masochismo, ho una mezza idea di farvi un regalo, se la data cade quando Sinners è ancora in corso...
harryherm: mi hai fatto un
c*** così su msn, minacciata di non commentare più,
torturata psicologicamente per mezzora... ma ho deciso di lasciarti la
prima risposta, dato che so che ci tieni. Spero che le scuse e le
spiegazioni qui sopra siano abbastanza per discolparmi, perché
altrimenti non so più che fare. Parlando della recensione al
capitolo 49, posso dirti che non è che Sasuke "metta la donna
prima dell'amico", perché anche io sono fermamente convinta che
siano più legati i due maschietti tra loro, che con Sakura
(nonostante io non sia un'amante dello yaoi)... il punto è che
Sakura ora fa parte del grande progetto "un nuovo obiettivo per una
vita non più da ameba!" (sì, l'ho coniato io il nome, non
lui), e tutti sappiamo quanto Sasuke sia suscettibile agli obiettivi da
conquistare per vivere... Già una volta ha lasciato Naruto per
inseguire Itachi. Ora cosa arriverà a fare per rifondare il suo
clan? Ad ogni modo, ora che Naruto è scomparso e che Sakura si
sente in colpa, potrebbe cambiare qualcosa nei rapporti che legano i
tre dell'Ave Maria (quanti modi diversi troverò per definirli,
prima della fine della fic?)...
Mala_Mela: dopo l'esauriente e - mi duole dirlo - esilarante stream of consciousness(io
ho studiato, e voglio che si veda! U_U) della tua mail, mi inchino
e prostro ai tuoi piedi, chiedendoti umilmente di perdonarmi!
Rileggendo il tuo messaggio mi domando come sia possibile che io lo
abbia dimenticato, visto e considerato che contiene frasi in grassetto
e corsivo, asterischi, risate sataniche (per modo di dire, dato che non
crediamo in Satana), esclamazioni prive di senso... Per fortuna che, in
quanto tua profeta, so tradurre i tuoi messaggi. E, a proposito,
ricorda che sono la tua unica, indispensabile profeta... non
disconoscermi! O la tua verrà considerata una religione morta!
ç_ç Dicevamo... Io adoro Sai e basta, per essere pignoli.
E tu lo sai bene, visto e considerato quello che succederà...
quanto "comparirà", diciamo... (tra parentesi, tu non lo sai
ancora - so che sembra un controsenso, mio Dio - ma ho avuto un'idea
malsana per quel che lo riguarda...) Kyuubi-l'animaletto-adorabile
è tornata in pompa magna, direi, con squilli di tromba e morti
al seguito! certo, non si può ancora sapere fino a che punto
influirà sugli avvenimenti futuri, ma confido che tu, in quanto
Dio, possa immaginarlo. U_U Kiba e Hinata per un po' si prenderanno una
pausa, ma quando torneranno in scena avranno al seguito anche
devil-Hanabi... potrebbero succedere cose inaspettate! (ma non per te,
naturalmente, mio Dio!) Chiedendoti ancora scusa, mi inchino umilmente.
[e la prossima volta che ti allei con Silvia, giuro che uccido qualcuno
dei mocciosi]
Hila92: mi scuso ancora
profondamente per aver "perso" la tua recensione; purtroppo, per motivi
a me ignoti, era nel blocco di quelle che sono scivolate lontano dai
miei due neuroni... cercherò di rimediare rispondendo qui.
Sapere cosa prova davvero Sasuke è un dilemma anche per me. Lui
ha bisogno di Sakura per rifondare il clan, lui è geloso
(perché è un uomo, ed è pure un segno di fuoco...
per quanto io agli oroscopi creda relativamente), lui è
possessivo. Ma è anche in grado di amare? Posso dirti che nel
prossimo capitolo ho tentato di dare una risposta a questa domanda...
ma che in effetti sto odiando questo periodo di transizione, per quanto
lo riguarda. E' mille volte più complesso di quanto avessi
previsto. -.- Sakura, come hai letto, ha scelto. Solo che non riesce a
confessarlo. Non riesce a staccarsi dal passato e a lasciar andare
Naruto, perché sa che non potranno essere "amici come prima",
che cambierà tutto irreparabilmente. E una cosa del genere
farebbe paura anche a persone ben più forti di lei. Come hai
visto, Hinata non si è rivelata "un problema", anche
perché Naruto si è già impegolato in qualcosa di
molto più grosso. E per quanto riguarda Ino... sì, devi
preoccuparti di pensarla come lei! XD No, scherzi a parte... se tu
davvero avessi agito nello stesso modo, mi troverei a dire: hai un
sacco di palle (metaforicamente parlando). Io forse sarei rimasta a
piangermi addosso, arroccata sulle mie posizioni e sul mio dolore, e
avrei riversato ogni colpa e responsabilità sull'imbecille che
non ha capito che sono io quella giusta per lui. ^^' Kiba, eh, Kiba...
Ma quanto lo adoro Kiba? ç_ç (non farmi dire di
più, su! U_U) Kyuubi ha fatto la sua mossa. Punto. Con tutto
ciò che comporta... Quanto resti in Germania? ç_ç
Non tanto, vero??
Ino_Chan: sigh... tu sei sempre
così gentile nei commenti, e io ho osato perdermi la tua
recensione... ç_ç Spero tanto di farmi perdonare con
l'avanzare della fic! Ma, per carità... non convertirti a
nessuna coppia, più o meno il 90% di quelle attuali verrà
sovvertito alla fine! ^^'
kage_naru89: mi scuso
ancora dal profondo del cuore, vorrei tanto farvi sentire importanti
per altre cose, non per una dimenticanza idiota come la mia...
ç_ç Comunque in questo capitolo tutte le certezze che
Sakura aveva fino ad ora sono andate a farsi... un giro! XD Ora che
Naruto è scomparso, si sente solo terribilmente in colpa! (e le
sta bene, oserei dire) Ma nel prossimo capitolo ci sono forti
probabilità che riesca a farvi cambiare di nuovo idea, o
venerati lettori! XD E allora sì che il nostro "scambio di
opinioni" si farà infuocato!
Hipatya: scusa, scusa
davvero! Quando ho visto che ho perso una
recensione così lunga e ben scritta, mi sono sentita male!
ç_ç Però la tua gentilezza mi ha commossa! Grazie!
E' vero, siete in poche a "salvare" ancora Sakura, ma
ormai dovresti sapere che tendo a far succedere cose impreviste che
cambiano completamente il punto di vista... Può darsi che prima
della fine salverai o condannerai tutti, chi lo sa? Può darsi
che alla fine, per assurdo, si salvi solo Sasuke! XD (oh Dio, spero di
no!) Non ti dico se ci sarà un duello all'ultimo sangue tra
Naruto e Sasuke, ma se vuoi leggerne uno, dai un'occhiata a Redenzione,
senza obbligo, eh! (momento pubblicità finito!) Hinata non so
bene quando la farò ricomparire, per qualche capitolo sono
già abbastanza impegolata senza tirare in ballo anche lei (pure
Kiba)! Ino invece tornerà sulla scena a breve, insieme -
indirettamente - a Sai (tra l'altro... stupratore? °_°
Ossignore, si vede che non leggo molte fanfic, eh? XD)! I fili che si
ingarbugliano ormai hanno formato una bella matassa, soprattutto adesso
che Sakura si sente in colpa ed è più indecisa di prima.
Meno male che so come dovranno andare alla fine, altrimenti arrivata a
questo punto potrei anche decidere di piantarmi un coltello da burro su
per il naso e farla finita... -.- (oddio, ma da dove mi escono 'ste
frasi?) Ad ogni modo... la cazzata Uzumaki-mode è in arrivo.
Attenta al prossimo capitolo, perché - spero - farà il
botto!
Urdi: benvenuta in questo
angolino, mia carissima vincitrice! ^_^ Quando ho deciso che la
cinquecentesima recensione avrebbe vinto un premio, speravo tanto che
fosse qualcuno che leggeva dai primi tempi, con il quale avevo un
minimo di confidenza! Per fortuna mi è andata bene! Anche se...
a te non è andata tanto bene con la domanda! XD Perché se
la prevedibile risposta è SI',
devo anche dirti che lo scoprirai a brevissimo! XD Giudicando
dall'anticipazione, direi praticamente... nel prossimo capitolo! XD
Diciamo che sei riuscita ad evitarti spoiler troppo pesanti! (se mi
avessi chiesto con chi finisce Sakura, avrei dovuto risponderti in via
privata! XD) Comunque vedrai come me la gioco con Kakashi, e
chissà se la cosa ti soddisferà a meno? (ormai non so
più nulla, giuro! Ad ogni capitolo che pubblico devo trattenere
il fiato!)(a proposito... Scegliere Shizune solo per la frase finale
sarebbe stato tristissimo... Anche se lui fosse rimasto colpito da
quella, ci sarebbero stati altri mille motivi per cui rifiutarla, che
ho già ampiamente spiegato) Naruto si è incazzato eccome!
Kyuubi ha dato un cospicuo contributo, ma anche lui ci ha messo del
suo! *_* Peccato solo che si sia sfogato con dei poveracci che non
c'entravano niente! XD Mi chiedi quando Sasuke farà qualcosa...
ma in che senso, esattamente? Con Sakura o con Naruto?
roby_chan: uhuhuh... Kakashi
non ha dimenticato proprio nessuno... leggi l'anteprima del prossimo
capitolo, e dimmi un po' cosa si può dedurre... (o almeno
immaginare) Hanabi, effettivamente, sta pensando alla SUA vita
sentimentale. Perché se Hinata si mette (indifferentemente) con
Naruto o Kiba, lei può avere Neji (poveraccia, dà per
scontato che lui accetti...), diventare capoclan, ed essere felice e
contenta per il resto dei suoi giorni. Elementare, Watson. Peccato che
non abbia fatto i conti con la sottoscritta autrice bastarda, che
complicherà le cose in maniera inaudita! U_U
Julia83: ma povero Kiba!
E' un ometto frustrato, lui! Ama Hinata, e vede che soffre, e vede che
non riesce a fare niente per esserle d'aiuto, perché lei pensa
soltanto a Naruto... E' geloso e frustrato, ed è un impulsivo! A
me fa un sacco di tenerezza! *_* Naruto... Naruto si è infuriato
eccome, direi. E ne ha ben donde, a parer mio! U_U [per il premio, non
disperare... potresti aver modo di acciuffarne un altro...]
arwen5786: tu sei di parte! XD
Ormai sei stra-sicurissima che Sakura ami Sasuke, ma ricordati che per
lei anche Naruto è importante! Pure se non avesse intenzioni
"pericolose" con Naruto, sarebbe sempre la prima ragazza ad avvicinarsi
davvero a lui... anche solo come eventuale amica, non può non
scatenare la gelosia di Sakura. La furia omicida di Naruto (Kyuubi) si
è scatenata. E non sai quanto ci ho goduto! *_* Per ora non ha
ammazzato Sasuke (impossibilità geografica?), ma chi può
dire cosa riserva il futuro? Ora come ora non si sa dove sia Naruto,
non si sa cosa stia tramando... e Kyuubi, fino a che punto avrà
la possibilità di influenzarlo? Kakashi è molto indignato
(leggi: impassibile) perché hai ventilato l'ipotesi di spostare
le tue attenzioni su Gaara! Io ti dico: non si può, è
troppo giovincello! U_U Cioè, come dire... lascialo a me! *_*
Tieniti l'emo-boy e giocaci (termine soggetto a diverse
interpretazioni) quanto ti pare e piace! XD Per quanto riguarda Anko,
ti ricordo che all'esame di chuunin si è presentata sfondando
una finestra e stendendo uno striscione... dopodiché ha messo le
manine addosso pure a Naruto. Quella donna E' pazza. U_U Tra
parentesi... il fatto che Mala_Mela sia fan della NaruSasu demolisce
tutte le tue precedenti certezze, vero? XD
sammy1987: Kiba avrebbe potuto
essere mille volte più stronzo. Avrebbe potuto sputar fango su
Naruto, peggiorare ciò che ha fatto... invece si è
limitato a dare una mezza sgridata a Sakura. Perché, poverino,
è innamorato perso. ç_ç Forse ora come ora
è il più innamorato di tutti, lì dentro! Direi che
dopo questo capitolo il mondo smetterà di considerare Naruto una
mezza sega! *_* Ne ha fatti fuori un po', eh... uhuhuh... Muahahahah!!!
(okay, scusa, mi ricompongo)
tonyesp: capitoli "morti"
esisteranno sempre. Si cerca di renderli vagamente interessanti, almeno
nel finale, ma poi... beh, ci sono sempre i lettori ossessionati dal
NaruHina che non considerano degno di essere letto un capitolo che ne
è privo! U_U Senza contare che ritengo di essermi ampiamente
rifatta con tutto il patatrac successo in questo!
kimi: ma Kiba non è che
sia proprio assillante... insomma, nella sua goffaggine è anche
tenero, concediglielo. Va beh, va beh... XD Io sono di parte! Comunque
considera che Hinata finora non ha avuto le palle per dirgli NO chiaro
e tondo, che Naruto sembra sempre più irraggiungibile, e che
Kiba vuole solo che lei sia felice. E' un po' egoista, vero, ma io non
riesco a non giustificarlo! Guarda che Naruto non ha affatto toccato
Gaara! XD Lui lo adora! La sua è soltanto indignazione
perché tra i ninja di Konoha ci sono elementi come Orochimaru, e
lui invece ne é escluso. Ah, ovviamente... hai visto che la
voglia di libertà di Kyuubi è esplosa in pieno durante
questo capitolo! U_U
1992: abbiamo un problema.
Perché tu avrai anche partorito una settimana fa... ma io non ti
conoscevo ancora nove mesi fa. COME LA SPIEGHIAMO, EH?! Comunque...
oggi ho avuto la malsana idea di pensare a una cosa eretica come
"Sakura-Orochimaru". °_° Ovviamente con lei NON consenziente
(dai, mica è scema). Sigh, si vede che sono partita...
Comunque... le tue minacce non mi tangono. Puoi conoscere chi ti pare e
piace, ma non sai che io sono un'aliena dai poteri misteriosi! U_U La
mafia in realtà è sotto di me! Ora, il tempo stringe, le
recensioni sono tante, io inizio a pensare che diventare emo potrebbe
non essere tanto male, indi per cui ritengo sia il caso di chiudere
qui! XD Un bacione, fedifraga che non sei altro!!
Talpina Pensierosa: eeeeesatto!
Arriva Kyuubi! *_* Guarda, per l'associazione eccetera eccetera sarei
anche d'accordo... Ma ho visto in giro certe storie da far rizzare i
capelli sulla testa! XD Nel frattempo, se hai tempo e lacrime a
disposizione, t consiglio "Legacy of the 4th", è tra i miei
preferiti. Sempre se non l'hai già letta, eh! ^_^
Jenna Uchiha: povero Kiba,
tutti a dargli contro! XD E, come hai visto, a Naruto le cose non sono
andate affatto lisce... Sakura ha deciso, in effetti, però dirlo
all'escluso non è mica facile! ç_ç Ah,
l'arcobaleno è quello vicino a casa tua, sì. Forza e
coraggio, io sono con te! *_*
killkenny: dai, dai... in realtà ho ridotto al minimo il sangue! XD E' tutto... uhm... DA INTUIRE, diciamo!
Rhymes: visto?? Naruto ha
finalmente perso la testa, come chiedevi! XD E nel prossimo capitolo...
uhuhuh, succederà altro, diciamocelo! *_*
kaho_chan: ok, non so
perché, non lo so davvero... ma tutto ciò che voglio
dirti questa volta è: prossimo capitolo. E Ali di cera. *_* I
tuoi deliri sono pazzeschi, e chissà perché mi emozionano
da matti! Tra l'altro, qualche volta ci azzecchi senza saperlo...
Comunque in questo capitolo sakura è tornata un po' alla vecchia
modalità, no? almeno un pochino-ino-ino... E lascia stare
Hanabi, per carità, che poi mi si monta la testa e uccide sia
Hiashi che Hinata, così diventa per forza il capo! -.-''
vegani: la battaglia c'è
stata, come hai visto! Era tanto che non tornava un po' di azione, mi
sono sentita felice io prima di tutti! XD
Reina: proverò ad essere
convincente, lo giuro. Anche se più che altro sarò
divertente, mi sa! XD Non vedo l'ora di scrivere quella scena...
sarà carina, credo. La rissa c'è stata, ma niente tavoli
volanti! Dovrai accontentarti delle sedie post tradimento, mi sa! XD
Però potrei pensarci in un futuro prossimo... uhm...
Maobh: *_* Maestra! Laureata
qua a Bologna, in comunicazioni...! UAAAAH! Ora mi sento molto
più spronata a studiare!! *_* Passando a cose meno serie, Hinata
per ora gli attributi non li ha affatto tirati fuori! Hiashi sta
provando a fare le sue mosse, ma per ora gli va male... XD E non sanno
che Hanabi sta tramando alle spalle di tutti! Tsunade è il mio
personaggio preferito, anche se l'ho realizzato solo di recente! XD
Cioè, quella che ammiro di più... poi, per preferirne
uno... eheh, si saprà alla fine chi davvero preferisco! ^_^
Leggi con comodo, ancora per un po' avrò di che proseguire! E
grazie ancora per aver commentato!
.. DuniettaS ..: mi ha fatto
male quella scena... ç_ç Cioè, era necessaria,
inevitabile, e doveva portare alla creazione della nuova sezione a lui
dedicata... ma mi ha fatto male. Povero Naruto. ç_ç
Perché, perché lo tratto così male? Comunque sono
contenta di sapere che ti è piaciuta, mi sono tanto impegnata
per scriverla bene! ç_ç
Oddio, ho davvero finito! @_@
Nel prossimo weekend dovrei finalmente procurarmi internet VERO, incrociamo tutti le dita!
(naturalmente, se ho scordato ancora qualcuno, ditemelo! Provvederò a fustigarmi! ç_ç)
Aya
|
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Capitolo 53 *** Sinners ***
Naruto-53
Capitolo cinquantatreesimo
Sinners
Kakashi rientrò nel suo
appartamento senza quasi accorgersi della strada che aveva percorso.
Ogni fibra del suo cervello era impegnata a elaborare, ipotizzare,
temere e tentare di rassicurarsi, in un continuo circolo vizioso che
aveva finito per causargli un’emicrania non indifferente.
Aprì la porta di casa, la
richiuse meccanicamente, e senza riflettere entrò nel salotto
che qualche mese prima aveva ospitato Sasuke. Tutto era in ordine,
tutto era lindo e perfetto; dai cuscini nuovi alle tende ai libri,
ogni cosa era impeccabile... eppure, davanti ai suoi occhi, c’era
ancora il disastro della “terapia” tentata da Naruto; c’erano
ancora le piume nell’aria, i brandelli di stoffa, le sedie
rovesciate. E c’era ancora lui, il devastatore, arrabbiato e
scalmanato, lui che si faceva in quattro per salvare Sasuke, lui...
con le unghie più affilate del solito.
Kakashi si incupì.
Perché non ci aveva fatto
caso allora?
Perché aveva liquidato la
questione come una stupida impressione? Perché aveva fatto
finta di niente?
“Perché
credevo che fosse invincibile” si trovò a pensare, con una
fitta di rimorso. “Perché lo vedevo così forte... e
pensavo che fosse come suo padre. Imbattibile”
Ora, gli sembrava soltanto di
essersi illuso.
Aveva cercato Minato Namikaze in
Naruto, aveva cercato il vecchio, ammirato e inappuntabile maestro...
dimenticando che la persona che si trovava davanti era solo un
ragazzo. Che, per quanto forte, era anche immensamente debole. Che
era fragile.
E che lui avrebbe dovuto sempre
averlo presente.
Adesso, Naruto era scomparso nel
nulla. Probabilmente sopraffatto da Kyuubi, se ne era andato senza
lasciare alcuna traccia. Dove era fuggito? Qual era il suo obiettivo?
Quanto del vero lui
sopravviveva?
E quella parte... la sua parte
umana... quanto stava soffrendo?
“Siamo
stati tutti idioti. Idioti e ciechi. Abbiamo preferito fingere che
andasse tutto bene, abbiamo chiuso gli occhi perché era più
facile credere che ormai Naruto fosse grande... lo abbiamo lascito
andare. Lo abbiamo abbandonato”
Lentamente, slacciò il
coprifronte e lo abbassò fino a tenerlo in mano, all’altezza
del petto. Lo guardò.
Il simbolo della Foglia in cui
credeva Naruto. Il simbolo per cui avrebbe dato la vita, il
riconoscimento tanto atteso, l’espressione tangibile del suo
credo...
Chissà se Kyuubi se ne
sarebbe liberata.
Forse lo avrebbe tenuto, per
ingannarli tutti e ottenere l’ingresso al villaggio. Forse avrebbe
deciso di raderlo al suolo, per averla tenuta imprigionata tanto a
lungo. O forse, se ne sarebbe andata lontano.
E loro non avrebbero mai più
rivisto Naruto.
In ogni caso, a perdere erano
sempre le stesse persone.
Proprio quando rischiava di
precipitare nei pensieri più cupi e pessimisti, il campanello
della porta trillò all’improvviso.
Kakashi alzò lo sguardo,
ritornando alla realtà, e per un attimo restò sorpreso
nel constatare che il salotto era in ordine, e che di Naruto e Sasuke
non c’era traccia. Riacquistando in fretta la lucidità,
raggiunse l’ingresso e chiese al citofono chi fosse.
«Haruka» gli rispose
la voce dall’altra parte.
Esitò.
Haruka.
Farla entrare o non farla
entrare? E, se sì, perché? Per quale ragione?
Non lo sapeva nemmeno lui.
Ma l’idea di non restare solo
in quella casa, preda dei ricordi e dei sensi di colpa, era molto
allettante. E fu così che le aprì.
L’arrivo di Haruka fu
un’insolita ventata di normalità.
L’ultima volta che l’aveva
vista erano stati in missione insieme, in un tempo che ora sembrava
remoto e distante, e che invece risaliva soltanto a pochi giorni
prima. Ma allora tutto andava ancora bene. Allora Naruto era lì
con loro, e sorrideva e si arrabbiava ed era sempre il solito...
...O no?
Cos’era... quella vaga
sensazione...? Come se... avesse scordato qualcosa... come se... il
sorriso di Naruto... avesse avuto un certo non so che...
«Tutto bene?» chiese
Haruka agitando una mano davanti ai suoi occhi persi, sotto le
sopracciglia corrugate.
«Scusa» borbottò
lui, passandosi una mano sul viso. «Non è un bellissimo
momento»
«E si può sapere
perché o è un segreto di stato?» domandò
lei con il suo solito mezzo sorriso, ironico e freddo al tempo
stesso.
Il silenzio di Kakashi fu
eloquente.
«Va bene, va bene...»
celiò lei senza prendersela, avviandosi lungo il corridoio con
passo morbido. Avvolta nella solita divisa da ninja, sembrava
trovarsi molto più a suo agio che in qualsiasi altro vestito.
«Lo vuoi del tè?» offrì ironica.
«Aspetta, faccio io»
sospirò lui, seguendola rassegnato.
Quando Haruka prendeva in mano la
situazione, tentare di resisterle era una battaglia persa.
E, forse, non voleva nemmeno
resisterle. Non ora che lei gli offriva l’opportunità di
respirare, anche se poco.
Mentre il tè verde
scorreva dalla brocca al bicchiere, insieme al ghiaccio, le nubi si
addensavano lente nel pomeriggio spazzato dalla brezza. Haruka era
seduta a tavola, con il mento sorretto dalle dita intrecciate;
guardava Kakashi e cercava di indovinare il motivo della sua
preoccupazione, da quel poco che si vedeva del suo viso.
«Si tratta di uno dei tuoi
allievi, vero?» chiese a un tratto, dopo il primo sorso.
Kakashi le lanciò
un’occhiata indecifrabile. «E da cosa lo dedurresti?»
chiese, senza particolari intonazioni.
«Prima di tutto dal fatto
che solitamente ti incupisci solo per uno di loro o per il tuo
vecchio compagno di squadra... e poi dall’ovvia annotazione che non
hai più donne per cui lambiccarti» un sorriso sornione
si fece largo sul suo viso. «Infine, il mio istinto di spia e
donna mi dice che a preoccuparti non è Obito Uchiha, ma
qualcosa di più presente e pressante... ed è così
che giungo ai tuoi allievi»
«...Analisi accurata, non
c’è che dire» mormorò Kakashi, neutro.
Haruka rise piano. «Certo,
è facile fare il gradasso dietro quella maschera...»
insinuò canzonatoria. «Non vediamo né sappiamo
nulla delle tue vere reazioni, nemmeno un guizzo involontario dei
muscoli... sei un vero mistero, Kakashi dello sharingan»
C’era qualcosa, nel tono di
Haruka, una sorta di nota carezzevole e vibrante, una sfida nascosta
dietro l’adulazione, che riuscì a penetrare la barriera di
indifferenza di Kakashi.
Il jonin abbassò lo
sguardo, centellinando il tè nel suo bicchiere, senza
decidersi ad abbassare la maschera e berlo. Fino ad allora, se
proprio ci era stato costretto, aveva sempre fatto in modo di essere
solo o incredibilmente rapido... Ma oggi non ne aveva voglia. Non
voleva essere veloce, non voleva essere solo. Non voleva essere
soltanto una maschera.
Ma avrebbe mai trovato il
coraggio di mostrare il suo viso?
Quanti anni erano passati
dall’ultima volta? Riusciva a ricordarlo?
Sentì la vibrazione della
sedia che strisciava sul pavimento, più che il suo rumore.
Percepì i passi leggeri di
Haruka sulle piastrelle, più che il fruscio dei suoi vestiti.
Inspirò il suo profumo,
invece di vederla avvicinarsi.
Il bicchiere di tè gli fu
tolto di mano, per essere posato gentilmente sul tavolo. Una massa
indistinta di capelli rossi divenne l’aureola irreale di un viso
bianco e regolare, dagli occhi blu come il mare più profondo.
Kakashi non si mosse, mentre
Haruka arrivava quasi a sfiorarlo. Respirò piano, mentre le
mani di lei si posavano sul suo petto, liscio e forte sotto i
vestiti, e salivano lente, accarezzando, esplorando, fino al collo e
al mento. Le dita percorsero il contorno della mandibola, la linea
intravista delle labbra, quella del naso. Poi, si soffermarono sul
bordo della maschera.
Haruka
guardò Kakashi. Una richiesta silenziosa ma anche un
avvertimento: sai
cosa succederà quando l’abbasserò.
Nessuno dei due si mosse per un
tempo indefinito. Immobili, a pochi centimetri l’uno dall’altro,
consapevoli come non mai della reciproca presenza, restarono a
sfidarsi, a vedere chi per primo avrebbe ceduto.
Ma non ci fu bisogno di cenni.
Semplicemente, a un certo punto,
Haruka prese il lembo della maschera tra le dita e l’abbassò
piano, quasi con cautela.
Kakashi la lasciò fare;
lasciò che svelasse il naso dalla linea diritta, gli zigomi,
le guance bianche, e, più in basso, le labbra ben disegnate,
carnose quanto bastava. L’ultimo ostacolo, il mento liscio, fu
superato senza aumentare la velocità o lasciarsi prendere
dall’impazienza, e infine il misterioso volto di Kakashi Hatake,
tanto a lungo celato, venne alla luce.
Haruka allontanò le mani
dalla stoffa per sfiorare la guancia in una carezza leggera, appena
accennata; polpastrelli sulla pelle, nulla di più.
«Hai il segno
dell’abbronzatura» sussurrò con un piccolo sorriso.
«Probabile» commentò
Kakashi senza scomporsi.
Le dita di lei si mossero lente,
percorsero i contorni del suo viso, il dorso del naso, il tratto di
pelle che lo separava dalla bocca, e le sue labbra, soffermandosi un
secondo di più.
«Sei bello» fu il
lieve commento di Haruka, sintetico ma esauriente. «Più
di quanto avessi previsto»
E, in effetti, ora era
comprensibile come Ayane fosse rimasta folgorata da Kakashi, tanto
tempo prima: nonostante i tratti del ninja dai capelli d’argento
non fossero nulla di speciale presi singolarmente, erano accostati
con un gusto e un’accuratezza tutti particolari, che gli davano
un’aria diversa e affascinante.
Kakashi sollevò la mano e
la chiuse attorno al polso di Haruka, abbassandolo ed allontanando le
sue dita. Lei non distolse lo sguardo, né diede segni di
indecisione. Con una calma e una pazienza infinite, derivate da lunga
esperienza e abilità naturale, si fece più vicina, fino
a premere il seno contro il suo petto. Si sporse, dovette salire
sulle punte dei piedi per acquistare qualche centimetro, e poi, con
la mano ancora libera, si spinse ad affondare le dita nei capelli
sulla sua nuca.
Il viso a pochi centimetri l’uno
dall’altro, il respiro che si mescolava e vibrava sulla pelle di
entrambi, le labbra leggermente schiuse, in attesa, per un lungo,
lunghissimo istante.
E, finalmente, il bacio.
Fu ancora Haruka a muoversi, a
posare le labbra su quelle di Kakashi, ma come l’ebbe fatto lui
passò una mano attorno alla sua vita e la strinse a sé,
cedendo ad ogni istinto animale, umano o maschile che fosse nel suo
corpo. Le lasciò il polso che teneva imprigionato per
catturare la massa dei capelli, morbidi e dal profumo inebriante, e,
stretti in un abbraccio che sapeva di impazienza, insieme finirono
per urtare il tavolo, e Haruka fece cadere il suo bicchiere,
spargendo tè tutt’attorno.
Ma non ci badarono.
Non ci fu nulla cui prestarono
attenzione di lì in poi, per essere sinceri.
Nella testa di Sakura regnava la
confusione più completa, mista al turbamento e all’angoscia.
Naruto
era scomparso, e lei lo tradiva, e poteva essergli accaduta qualunque
cosa, e Kyuubi poteva aver preso il sopravvento, e lei lo tradiva, lo
tradiva, lo
tradiva.
E non glielo aveva mai
confessato.
Non seppe mai come riuscì
a raggiungere l’ospedale dal palazzo dell’Hokage, ma era certa
che in quel momento ci fosse una sola persona che voleva vedere, e di
cui aveva bisogno: Sasuke.
Arrivò alla sua stanza
quasi barcollando, lacerata ad ogni passo da un senso di colpa sempre
più incalzante e da un bisogno incontrollabile, il desiderio
inarrestabile della dipendenza.
Entrò nella stanza e vide
Sasuke che come suo solito leggeva un libro, ma non dovette dire
nemmeno una parola: lui alzò lo sguardo, la vide, e
immediatamente si accigliò e spinse indietro le lenzuola,
alzandosi.
«Cosa è successo?»
chiese in fretta, avvicinandola.
«Naruto... è
scomparso» alitò lei, senza quasi capire cosa dicesse.
«Forse Kyuubi si è liberata... e non sappiamo dove
sia...» sentì una lacrima correre lungo il viso,
incontrollata. «Non lo sappiamo...» ripeté, con un
filo di voce. «E io non gliel’ho detto, non gliel’ho
detto!»
Negli occhi di Sasuke passò
un lampo di inquietudine.
Naruto scomparso?
Kyuubi libera? Non ne aveva il
controllo totale? Non riusciva a tenerla a bada?
«Quando avete avuto le
ultime notizie?» chiese, a metà tra il nervosismo e la
rabbia.
Nervosismo, perché non
sapeva cosa gli fosse accaduto. Rabbia, perché Naruto avrebbe
dovuto controllare Kyuubi. Perché Sasuke non avrebbe accettato
che lui, che lo aveva battuto, fosse più debole della Volpe.
No.
«Era in missione... nel
paese del Fulmine» balbettò Sakura confusamente. «Tre
giorni fa. Poi abbiamo saputo... dicono che Kyuubi si è
liberata... Sasuke! Non sappiamo dove sia! E non gli ho detto di noi
due!» gemette, e d’istinto si aggrappò alla maglietta
dell’Uchiha e affondò il viso nel suo petto.
Sasuke lottò solo per un
istante contro l’istinto di irrigidirsi e spingerla via, a disagio,
ancora inesperto di rapporti umani... ma bastò meno di un
secondo perché le sue braccia l’avvolgessero e la
stringessero, nel flebile tentativo di confortarla e in quello più
intenso di mostrarsi forte e sicuro, per calmare lei e sé
stesso.
«Non è detto che le
cose stiano per forza così» disse tra i denti,
sentendola tremare. «Forse abbiamo ricevuto messaggi sbagliati.
Forse qualcuno ha intercettato i suoi... non c’è la certezza
assoluta che Kyuubi si sia liberata»
«Ma
se così fosse?» esclamò Sakura, alzando lo
sguardo fino a lui, con il volto arrossato e le guance bagnate. «Io
non gli ho mai detto di noi due! E lui... lui sospettava qualcosa, lo
so. Per forza, devo aver commesso qualche errore, deve... deve aver
sospettato... e io non gliel’ho mai detto! Non ho mai confessato!
Maledizione, perché, perché gli ho fatto questo?!»
singhiozzò, affondando le unghie nella stoffa della maglia di
Sasuke. «E perché continuo a farlo?» continuò,
disperata, stordita, incapace di fermarsi. «La verità è
che non voglio confessare, non voglio dirgli nulla! Farebbe male a
lui, e ancora di più a me! Naruto mi fa sentire amata,
indispensabile... necessaria! Io ti amo, Sasuke, ti amo da anni e
anni e non ho mai smesso... ma tu? Tu mi ami? Non lo so, e neppure ho
il coraggio di chiedertelo! Eppure... continuo... a trascinarmi così!
Continuo a cercarti, continuo a dire di no a lui... e ora forse l’ho
perso per sempre! Dal primo momento che ti ho rivisto, sapevo che
avrei finito per scegliere te, lo sapevo! Ma non... non sarebbe
dovuto succedere così! Ho commesso un errore imperdonabile, il
peccato
peggiore, e non potrò mai più tornare indietro!»
Sasuke
rimase ad ascoltare il fiume di parole che usciva dalla bocca di
Sakura, senza trovare spiragli per inserirsi e interromperla. Alla
domanda ‘tu
mi ami?’
sentì una leggera contrazione allo stomaco, ma tutto ciò
che fece fu irrigidire la mascella e corrugare di più la
fronte.
Alla fine, tappò a forza
la bocca di Sakura, premendo le dita contro le sue labbra, e la fece
tacere.
Ci fu un attimo di pesante
silenzio, da entrambe le parti.
Ognuno dei due sentiva il proprio
cuore battere più veloce, anche se a ritmi diversi, e ognuno
dei due aveva troppi pensieri che vorticavano in testa e premevano
per uscire.
«...Io ho bisogno di te»
mormorò Sasuke alla fine, chinando la testa turbato. «Non
so se sia amore o cosa, ma... ho bisogno di te. Voglio ricostruire il
mio clan, voglio che torni ad avere l’importanza di tanti anni
fa... e voglio che ci sia tu al mio fianco. Perché ho sempre
in testa quest’idea ossessionante, ho sempre davanti agli occhi
l’immagine di me e te, insieme, felici... e non riesco a vedere
nessun’altra al tuo posto. Non ci riesco» lentamente,
allontanò le dita dalle labbra di Sakura, senza che lei lo
interrompesse. «Lo so che stiamo facendo del male a Naruto. Lo
so. Ma... se ti lasciassi andare... se ti dicessi di tornare da
lui... farei del male a me. E non voglio. Non voglio lasciarti a
Naruto, tu sei... sei troppo importante. Se davvero c’è
stato un peccato, è stato commesso da entrambi, non da uno
solo di noi»
Le lacrime si erano
cristallizzate negli occhi spalancati di Sakura.
Le
parole che da sempre sognava, erano lì, sulla bocca della
persona che da sempre desiderava. Non erano un ‘ti
amo’,
non erano una promessa di eterna abnegazione... ma erano ugualmente
terribili e serie. Ugualmente efficaci, su di lei.
Si sentì sciogliere,
letteralmente, e dovette aggrapparsi a Sasuke con più forza
per non barcollare, stordita.
Troppe emozioni in un giorno
solo, troppi errori, troppe rivelazioni, troppo poche correzioni...
...e non sapeva che il peggio
doveva ancora arrivare.
«...Sai quanto a lungo ho
aspettato che mi dicessi queste parole?» chiese con un filo di
voce, tremando. «Anni, e anni, e anni...»
«Lo so» mormorò
lui, tornando a stringerla e affondando il viso nei suoi capelli.
«Scusa... Scusa, Sakura»
«Ma
ora... io cosa devo fare?» gemette lei, senza forze. «Dovrei
dirlo a Naruto... Io vorrei... vorrei farglielo sapere. E’ giusto,
no? Avrei dovuto farlo molto prima... eppure lui... lui non c’è»
singhiozzò. «Non
c’è»
«Non è detto che non
ci siano speranze» la rassicurò Sasuke, per convincere
anche sé stesso. «Forse ha usato solo il chakra di
Kyuubi, non si è lasciato sopraffare. Forse sta tornando
indietro, e vuole soltanto fare il gradasso... Può darsi che
si sia perso, ne sarebbe capace. Tornerà. Deve tornare»
Sasuke non poteva saperlo... ma
quelle erano le stesse parole pronunciate da Naruto e riferite a
Sakura.
Rimasero abbracciati, soltanto
abbracciati, per chissà quanto. Niente baci, niente carezze
provocanti, niente amore in fretta e furia, di nascosto, con l’ansia
di essere scoperti... soltanto loro, a lungo, in silenzio. Solo le
mani di Sasuke che, lievi, le sfioravano i capelli, in un gesto
inusuale e impacciato, ma di una tenerezza assoluta.
Alla fine, quando la luce
filtrata dalle nuvole fu quasi scomparsa, Sakura si staccò da
Sasuke, passandosi le mani sul viso.
«Adesso devi riposare...»
mormorò. «E’ quasi l’ora dei calmanti, e anche io...
devo tornare a casa»
«Non è vero»
la corresse lui. «Puoi restare qui»
Lei gli sorrise, mesta. «Voglio
andare a casa. Per favore» sussurrò.
E Sasuke, all’improvviso, capì.
«...Se per caso dovesse tornare...?» mormorò,
lasciando in sospeso la domanda.
Sakura annuì. «Voglio
esserci. Voglio parlargli una volta per tutte. So che forse non sarà
il momento, so che forse sbaglierò... ma se me lo tengo dentro
ancora rischio di scoppiare. Non mi interessa quello che diranno
tutti, non mi interessa il giudizio degli altri... ho bisogno,
volgarmente, di scaricarmi la coscienza. Di dare un senso a quello
che sono stata negli ultimi giorni»
Sasuke,
dopo un istante, annuì. «Va bene. Allora vai» si
limitò a dire, piano, facendo tacere la vocina ansiosa che lo
metteva in guardia – da
cosa?
Sakura sorrise, con gli occhi
rossi e gonfi, e poi si avvicinò di nuovo e appoggiò la
testa sotto il suo mento, nell’incavo rassicurante tra collo e
clavicola.
«Tornerò da te»
sussurrò.
«Lo so» rispose lui,
le labbra contro i suoi capelli.
E lei lo lasciò, solo
nella sua stanza, ignaro, e ignara, ignari entrambi di ciò che
sarebbe accaduto di lì a poco... della fragilità
estrema delle loro promesse.
Sakura rientrò
nell’appartamento di Naruto.
Il gatto, acciambellato sul
divano, quando la sentì entrare drizzò le orecchie e
lanciò un miagolio affamato.
«Eccomi, arrivo...»
mormorò lei, mettendo giù la borsa. Stare sola in
quella casa la spingeva sempre a parlare sottovoce. Come aveva fatto
Naruto a vivere lì per tanti anni, senza nessuno?
Aprì una nuova scatoletta
al gatto e riempì la ciotola, posandola a terra. Accucciata,
poi, lo accarezzò distrattamente mentre mangiava.
Il suo pelo le ricordava tanto
Naruto... così come i suoi occhi, e il suo modo prepotente di
riempirla di attenzioni. Avevano davvero fatto la scelta più
azzeccata con il nome, anche pensandoci una vita non avrebbero potuto
trovare nulla di meglio.
Si rialzò, sbadigliando, e
fece girare lo sguardo al piccolo appartamento che aveva quasi
iniziato a considerare suo.
Dopo la confessione avrebbe
dovuto andarsene, realizzò, e portare via tutte le sue cose.
Cosa avrebbe fatto a quel punto?
Sarebbe tornata dai suoi genitori o avrebbe vissuto con Sasuke? Non
lo sapeva... e pensarci era troppo faticoso. Anche perché
prima di tutto avrebbe dovuto parlare con Naruto.
E lui non c’era.
Fu un rumore inesistente a
svegliarla nel cuore della notte, all’improvviso.
Sakura aprì gli occhi nel
buio, il cuore che batteva forte nel petto, e trattenne il fiato.
C’era
qualcosa
in casa.
Qualcosa che le dava una
sensazione strana... inquietante.
Si alzò a sedere, senza
far rumore, e tese l’orecchio. Nulla.
Non un suono fuori posto, non un
fruscio... solo... il silenzio.
Troppo silenzio.
Dov’era l’altro Naruto?
Tese una mano sul cuscino, sentì
l’affossamento tiepido lasciato dal gatto, ma non lui. Allora
schioccò la lingua piano, chiamandolo senza accendere la luce.
Nessuna risposta, nessun passo felpato che si avvicinava.
«...Naruto?» chiamò
con un filo di voce, mentre i suoi occhi si abituavano alla luce
della luna che entrava dalla finestra.
«Sakura...» sussurrò
una voce, nel silenzio.
Un brivido le corse lungo la
schiena.
«Naruto?» ripeté
più forte, con il cuore in gola, e gettò indietro le
coperte, si alzò in piedi.
Un’ombra guizzò davanti
a lei, fermandosi a pochi centimetri di distanza, e spalancando gli
occhi Sakura riconobbe Naruto.
«Cosa ti è
successo?» alitò, quando vide i capelli scompigliati, i
vestiti strappati, le macchie sugli abiti e sul viso.
«Io... non... non...»
balbettò lui confuso. «Non lo so, non ricordo...»
portò una mano al coprifronte, spaesato, e Sakura sentì
un brivido correre lungo la schiena.
«E’ stata... Kyuubi...?»
mormorò lei.
«...Credo di sì»
gemette lui. «Sakura... aiutami... non so più cosa mi
sta succedendo... la sento nella mia testa. Mi parla, mi suggerisce
cose orribili... e io... non capisco più quando sono io e
quando no. Non capisco più cosa sto facendo!» ansimò,
afferrandosi ciocche di capelli con le dita.
Sakura riuscì soltanto a
tendere le braccia e a stringerlo forte, come un bambino, una mano
sul capo e il braccio attorno alla sua schiena larga.
«Va tutto bene»
sussurrò, per tranquillizzarlo e non perché ci credesse
davvero.
Come era accaduto qualche ora
prima con Sasuke, anche adesso rimase stretta a lui, senza parlare,
senza dire o fare nulla. Gli accarezzò la testa, la schiena,
il collo. Sentì la stoffa rovinata sotto le dita, quasi...
corrosa, o bruciata, e un brivido la scosse di nuovo.
Dopo lunghi minuti di silenzio,
lo allontanò dolcemente.
«Eravamo tutti così
in ansia...» sussurrò, prendendogli il viso tra le mani.
«Non abbiamo avuto tue notizie per tre giorni, sapevamo
soltanto che avevi usato il chakra di Kyuubi, al Fulmine... ma tu
stai bene?»
«Sì» rispose
Naruto, piano. «Questi sono solo graffi, guariscono subito...»
Le vere ferite si erano già
curate. Le ustioni, laceranti, brucianti, roventi, gli effetti del
chakra di Kyuubi, avevano impiegato quasi un intero giorno per
sparire, poi però lo avevano fatto, lasciando soltanto pelle
integra e uniforme.
Ma ciò che davvero faceva
male, non era all’esterno.
Era dentro di lui.
Era
la voce della Volpe, mescolata a quella interiore che sentiva sempre,
erano le sue parole, i suoi accenni a Sakura, a Sasuke, a quanto
sarebbe stato legittimo
farli a pezzi... per dimostrare che non era un idiota... che era
forte... per dimostrarlo a tutti, e ovunque.
Voleva farla tacere.
Voleva cancellare i suoni nella
sua testa, ma non ci riusciva...
«Sei stato da Tsunade?»
gli chiese Sakura. «Vuoi che andiamo insieme?»
Lui non la ascoltava nemmeno.
Chiediglielo. Chiedile cosa ha
fatto mentre tu eri via... come ha passato il tempo.
Strinse i denti, chiuse gli
occhi.
“Ha
lasciato Sasuke prima ancora che me ne andassi!” cercò di
convincersi. “Sakura mi ama! Ama solo me!”
“Se
ne sei tanto sicuro, domandaglielo con la tua bocca”
propose Kyuubi, con voce di una dolcezza e una tentazione disarmanti.
«Naruto?» lo chiamò
Sakura, preoccupata, e gli posò una mano sul viso,
costringendolo a sollevare gli occhi su di lei. «Va... Va tutto
bene?»
...Era strano.
La sensazione che l’aveva
svegliata continuava a permanere, anche se Naruto era lì, con
la sua presenza rassicurante. Era come se... nell’aria ci fosse
qualcosa.
Le venne in mente un dettaglio
stupido.
«Dov’è l’altro
Naruto?» sfuggì alle sue labbra.
«Non lo so» rispose
il Naruto originale, senza capire. «Quando sono entrato non
l’ho visto»
«Quando mi sono svegliata
non c’era»
«Sarà sotto il
divano»
«...Mh... Forse...»
mormorò lei.
Ma, per qualche strana ragione,
restava inquieta.
Si costrinse a pensare ad altro,
scuotendo la testa.
«Dobbiamo andare da
Tsunade» disse, cercando di prendere in mano la situazione.
«Devi spiegarle cosa è successo, rassicurarla... era
davvero preoccupata, e anche il maestro Jiraya, il maestro
Kakashi...»
«E Sasuke?» si scoprì
a dire Naruto, senza che fosse sua intenzione.
Scese un silenzio pesante.
«...Anche... anche lui,
certo...» sussurrò Sakura, e il suo cuore minacciò
di sfondare la cassa toracica.
Nella penombra, alla luce incerta
della luna, scorse l’espressione di Naruto... ed ebbe un fremito.
Quando l’aveva visto comparire
all’improvviso, ferito, confuso, smarrito... aveva deciso che per
quella sera non gli avrebbe detto di Sasuke. Lo aveva visto troppo
provato, e non aveva voluto infierire...
...Ma ora...
...Tutt’a un tratto...
...Nei
suoi occhi lesse che lui sapeva
già.
La voce le morì in gola.
Incapace di staccare gli occhi
dai suoi, rimase rigida, a un passo dal letto e a pochi centimetri da
lui.
Come lo sapeva?
Perché?
Aveva commesso un errore? Si era
tradita? Da quando Naruto sospettava?
«Sakura...» mormorò
lui, con voce roca. «Tu mi ami, vero?»
Silenzio.
Sì che lo amava.
Ma, fu costretta ad ammettere,
non come prima.
Non più.
Da quando era tornato Sasuke,
qualcosa era scattato dentro di lei, una molla che credeva di aver
sepolto per sempre... Fino a qualche mese prima aveva davvero creduto
di provare per Naruto il vero amore, quello profondo, importante,
unico... ma... aveva scordato la dodicenne che sospirava per Sasuke.
Aveva scordato l’ossessione, il pensiero fisso, sempre diretto a
lui, sempre e solo per lui.
Poi, improvvisamente, l’aveva
riscoperto.
Fuochi
d’artificio. Ecco
di cosa si trattava.
Mentre ciò che provava per
Naruto era... come una coperta. Calda, rassicurante, avvolgente... ma
soltanto una coperta. Niente batticuore, niente fremito al solo
pensiero; un’infinita quantità di affetto... ma non palpiti
veri e propri.
«Mi ami?» insisté
Naruto, e la patina di certezza della domanda precedente si dissolse.
«Io...» mormorò
Sakura, senza sapere da dove iniziare.
Quello non era il momento.
Ne era certa.
Non
poteva essere l’attimo giusto, non poteva... ma lui... lui sapeva.
Lui la guardava, e le diceva che mentire sarebbe stato soltanto
peggio. Lui la guardava, e lei capiva che ogni secondo di esitazione
era una pugnalata nel suo petto.
Naruto la fissò,
inchiodandola con lo sguardo.
Una parte di lui avrebbe voluto
gridare, urlare che non importava anche se lo aveva tradito, che era
disposto a perdonarla se lei avesse continuato ad amarlo... ma
l’altra... l’altra gli diceva che lei non lo amava più.
Che lei era di Sasuke, completamente di Sasuke.
Lasciala perdere.
“O
uccidila”
Nella confusione che regnava tra
i suoi pensieri, Naruto perse di vista la differenza tra sé e
la voce.
Come era accaduto nel Paese del
Fulmine, le due coscienze si trovarono a coesistere, amalgamandosi in
maniera irregolare. Opinioni, decisioni, incitamenti si mescolarono,
sovrapponendosi, contraddicendosi, sussurrando e strepitando,
mandando al diavolo ogni sua capacità logica o razionale.
Al villaggio della Nuvola ciò
si era tradotto in tre giorni di confusione completa, di zigzag
irregolare tra il Fulmine e il Fuoco, diretto verso casa e nella
direzione opposta allo stesso tempo. Si era tradotto nella perdita
dei documenti che era andato a recuperare, caduti chissà dove,
e nel silenzio completo e nella vita randagia.
Ora, si trasformò in
qualcosa di peggio.
Le sue mani si serrarono attorno
alle spalle di Sakura, e la spinse sul letto, sordo alla sua voce,
sordo alle sue parole.
«Naruto!» gridò
lei, cercando di liberarsi del suo peso, ma scoprì che la
stretta era al di là delle sue possibilità.
Naruto le chiuse la bocca con la
sua, e lei lo morse, spinta dalla paura e dall’orrore. Lui si fece
indietro, ma solo per un breve istante.
«Tu mi ami» ringhiò,
con voce roca e gorgogliante. «Tu mi ami! Dimmelo!»
«Basta Naruto, smettila!»
replicò lei, affondando le unghie nelle sue braccia. «Per
favore... per favore!»
Non la ascoltò.
La sua vista era annebbiata, i
suoi sensi confusi.
Voleva
che Sakura lo amasse, e
voleva che fosse solo sua,
voleva che dimenticasse Sasuke,
e voleva farle del male, per punirla.
“...Ma
cosa sto facendo?” si chiese in un angolo della sua mente.
Se lo domandò, eppure le
sue mani si muovevano sul corpo di lei bruscamente, graffiandola,
stringendola con troppa forza. I suoi denti affondavano nella spalla,
neanche tanto leggeri, e le sue orecchie non sentivano le suppliche,
le lacrime, i calci deboli e disperati.
Poi, una parola, un appello
disperato, lo colpì in profondità, oltre il velo della
confusione.
«Sasuke!»
Naruto si fermò
bruscamente, sollevandosi sulle braccia.
La nebbia nella sua testa era
scomparsa tutto a un tratto, lasciando un vuoto e un silenzio
assoluti. Il viso di Sakura, rigato di lacrime, si impresse a fuoco
sulla sua retina.
«Smettila...»
singhiozzò lei, coprendosi il viso con le braccia. «Per
favore... ti prego...»
I muscoli di Naruto presero a
tremare.
«S-Scusa...»
balbettò, rendendosi conto dell’enormità di ciò
che aveva quasi fatto. «Non... non è... Io non...»
tentò di dire, senza riuscire a formulare un solo pensiero
coerente.
«Io
amo Sasuke» sussurrò Sakura, nascosta dietro le mani.
«Non ho mai smesso di amarlo, anche se non lo sapevo... Ti ho
tradito, Naruto. Scusa, scusa, scusa... scusa»
La confessione improvvisa lo
stordì.
Lui lo sapeva, l’aveva saputo
dal primo istante... ma sentirlo dalle sue labbra fu più
terribile di ogni incubo.
Smise di tremare.
Per un attimo, solo per un
attimo, si chiese perché fosse lei a chiedere scusa, con
quello che lui stava per farle.
Poi, la rabbia e il dolore
presero il sopravvento.
Strinse i pugni, sentì le
unghie che si conficcavano nei palmi, e provò soltanto il
desiderio di distruggere qualcosa.
Perché aveva scelto
Sasuke?
Perché non lo aveva mai
dimenticato.
«...Lo sapevo» disse
roco. «Lo sapevo che non hai mai smesso di amarlo...»
Sakura non negò, non
smentì. Nascosta dietro le mani, singhiozzò piano e
attese che il suo cuore rallentasse il ritmo. I punti in cui Naruto
l’aveva morsa o stretta con troppa forza pulsavano debolmente,
lontani.
Lui rotolò di lato, e
scese dal letto.
In piedi, si passò le mani
tra i capelli, senza sapere cosa fare, cosa dire. La sua mente era in
subbuglio, il cuore batteva impazzito nel petto, e le sue mani si
aprivano e si chiudevano in continuazione, così come i muscoli
guizzavano sotto la pelle.
La sentì calmarsi, dopo
chissà quanto, e la sentì scostare le lenzuola e
alzarsi. La sentì piangere ancora, sommessamente, e sentì
il fruscio degli abiti e il rumore della lampo che veniva richiusa.
«...Credo che sia meglio
che me ne vada» sussurrò con voce incrinata. «Naruto...
mi dispiace. Davvero»
Lui non si mosse.
Immobile, faccia alla parete,
rimase rigido come la pietra.
Sakura chinò la testa, e
desisté. Senza aggiungere altro, se ne andò.
Naruto rimase nella stessa
identica posizione per pochi minuti... poi sferrò un pugno al
muro, aprendo una ragnatela di crepe nell’intonaco.
“Sapevo
che non hai mai smesso di amarlo... Ma volevo comunque illudermi di
poter avere sia te che Sasuke. Sakura... io ti ho dato tutto ciò
che sono... Avevo sperato con tutto me stesso che fosse abbastanza...
Per te sono più di un
amico, non un fratello, diverso da un amante... io sono... io.
Ma la persona che
tu ami...
...quella, no.
Non
sono io”
Tremando,
ritrasse la mano.
Dentro
di sé, sentiva un tintinnio leggero, come il rumore di
qualcosa che scorre via, inafferrabile, scintillante... strappandogli
luce e calore.
“Tutto ciò che
credevo sicuro, si è sgretolato tra le mie mani...
Pensavo di essere stato
odiato perché sconosciuto...
...e invece l’unico a
non sapere chi fossi ero io.
Credevo di avere Sakura
al mio fianco, di poter contare su di lei...
...ma non c’è
mai stata davvero.
Ero sicuro che con Sasuke
di nuovo a Konoha le cose sarebbero tornate come prima che tradisse.
Mi illudevo e basta.
Ma allora...
...se tutto ciò
che davo per certo si è sgretolato...
...Chi sono io?
Naruto
o Kyuubi?”
E fu in quel momento, quando la
disperazione lo assalì, inesorabile, incontrastabile, che
Kyuubi, sentendosi tirata in causa, sferrò l’attacco finale.
Immobili
nell’angolo più scuro della stanza, gli occhi azzurri del
gatto brillavano nel buio...
Nel
prossimo capitolo:
«Sakura...?»
chiamò Ino, agitata suo malgrado. «Cos’hai trovato?»
Ma
lei non la ascoltava.
Piano,
spaventata, desiderando con tutta sé stessa di sbagliarsi,
alzò lo sguardo fino alla finestra...
...aperta.
Dava
ad est, verso un cielo color grigio piombo.
E
fu allora che vide l’esplosione.
Nella
zona dell’ospedale.
* * * * ȣ * * *
*
Spazio
autore
Purtroppo, ho un discorso serio da farvi.
Sono in pieno blocco dello scrittore.
E quando sono in blocco dello scrittore, sono in crisi.
Il che mi riporta al blocco, alimentando un circolo vizioso infinito.
Ho scritto tutto il capitolo 54 tra ieri sera e questa mattina perché non avevo nulla da mettervi nella preview,
e ho la terribile impressione che non sia venuto come volevo.
Ora, capite bene quanto sia importante questa parte.
E' per questo che devo rallentare un pochettino il ritmo, e aggiornare ogni tre giorni anziché due.
Mi dispiace, non era davvero previsto...
(tra l'altro, nel prossimo capitolo ci scappano le due bastardate più grandi fino ad ora)
Prossimo titolo: egoista.
Tanto per tenervi al corrente...
E' online l'ultimo capitolo di Redenzione.
kimi: come
posso odiare Sasuke? Boh, ormai non lo so più... (il che la dice
lunga sulla mia crisi) Tutta colpa di una certa foto, di un certo Kishi
che mi fa deviare da un fratello all'altro, e di un certo capitolo
54... uff. Voglio di nuovo i miei punti saldi! ç_ç Voglio
odiare Sasuke e vedere Naruto con una certa persona, e poi voglio pure
scrivere cinque ore al giorno! Odio l'apatia! Comunque... Naruto si
è decisamente fatto rispettare, in questo capitolo. U_U Non so
se odierete me, lui, Sakura o Sasuke per questo, ma le cose vanno
così. Punto. Per quanto riguarda il tuo compleanno, fino a ieri
non sapevo se Sinners sarebbe stato ancora in corso all'inizio di
marzo, ma ora, con il rallentamento, potrebbe esserlo... quindi te lo
dico da subito: per quel giorno chiedimi quello che vuoi,
cercherò di esaudire il tuo desiderio! (con "quello che vuoi"
intendo una domanda sulla fic, o anche particolari richieste in termini
di pairing; sono masochista, ma anche disposta a scrivere qualcosa -
sperando che per allora l'emergenza blocco sia rientrata. Ovviamente,
se e solo se vuoi! E solo cose ottenibili via web! XD)
Rhymes: uhm... ho la vaga impressione che i prossimi capitoli ti piaceranno parecchio...
Ino_Chan: mi sa che devo
procurarmi il testo di quella canzone, allora, perché al momento
non ce l'ho in mente! XD Cioè, l'ho sentita, mi piace pure, ma
ora non mi ricordo le parole! Grazie per avermi fatto passare la
svista, di nuovo!
roby chan: i Namikaze sono
fighi, forti e pericolosi. *_* (mio parere personale, ovviamente) E una
mia amica aveva già ipotizzato un eventuale KonoHana, ma per
quel che mi riguarda voglio troppo bene al povero Konohamaru per
metterlo nelle mani di quella piccola arpia! XD
lale16: il tuo compleanno
purtroppo è già passato, altrimenti avrei fatto anche a
te la proposta che ho fatto a kimi! Mi spiace che il tuo pc sia KO,
spero che le cose si sistemino in fretta! In tanto continua pure a
fregare la sorella, è sempre buona norma! U_U Direi che le
"gonfie vele" dello scorso capitolo sono state ammainate di brutto qui,
eh...
Jenna Uchiha: alti e bassi
sì, con Sasuke. Leggiti la risposta che ho dato a Kimi per
sapere in quale cavolo di pasticcio mi sono infilata con lui... Sai lo
odi, dunque? Oh beh, io non ti dico nulla... continua a guardare
l'anime, però, continua...
kaho_chan: mi dicevi che in
questo capitolo prevedevi che Naruto avrebbe trattato male Sakura...
beh, direi che lo ha fatto eccome. Ma, in un certo senso, nel prossimo
la tratterà peggio... indirettamente, diciamo. Kyuubi è
Kyuubi, non c'è neanche da aprire bocca su di lei. Mi ci
sbizzarrirò al massimo, e darò sfogo al mio lato
più sadico e bastardo ... a costo di farmi odiare da tutti
voi - se già non volete impiccarmi per la triste fine delle
vostre aspirazioni di NaruSaku. Sai quando dicevi "la threesome qui la
concludiamo solo con la morte di qualcuno"? Ecco. Aspetta il prossimo
capitolo e poi ne riparliamo...
.. DuniettaS ...: Kyuubi
farà la falcata nel prossimo capitolo... tutto sta a vedere se
Naruto cede o resiste. Tra l'altro Hinata non si è vista neanche
di striscio, hai notato? Naruto è tornato da solo, non si sa
come... (ma lo spiegherò poi, tranquilla) Grazie mille per i
complimenti sul finale dello scorso capitolo, ogni tanto tiro fuori di
queste cosucce un po' strane! XD
Hipatya: ehm... le tue speranze
sono... sono molto... ehm... problematiche, per me. -.-'' Capirai
questa mia affermazione con il proseguire della fic, per ora
accontentati di queste parole! Kakashi fa un certo effetto non solo a
te, mi sa, anche se per quel che mi riguarda non è lo sharingan
la molla del gradimento ma, probabilmente, la maschera. Di Ino e Sai,
saprai cosa ne è stato nel prossimo capitolo, non temere, mentre
Sakura, Naruto e Sasuke... uff, li aspettano giorni durissimi... (e
aspettano pure me) Spero vivamente di aver finito Sinners ora di
luglio! XD Ma potrei avere in ballo qualcosa d'altro, se fossi in te mi
ricorderei delle promesse di questa pazza e masochista autrice...
(leggi la risposta a kimi per maggiori dettagli)
kage_naru89: qualcuno
odia proprio tanto Sakura, eh? Oh beh, sappi che nei prossimi capitoli
potresti gongolare un pochettino! U_U E Naruto, mi sa, non
smetterò mai di trattarlo male... anche se lo adoro, sigh. Per
quanto riguarda il tuo compleanno, leggi quello che ho scritto a kimi!
Non è detto che a maggio io non sia ancora nei paraggi, in
qualche modo...
arwen5786: la sottoscritta ha
precise idee su quello che sarà di Naruto e Sakura nel manga, e
basa tali supposizioni su ciò che è accaduto fino al
capitolo 385... ma, allo stesso tempo, la sottoscritta ha anche certi
desideri, che non necessariamente corrispondono alle sue previsioni. La
sottoscritta è molto tormentata, e che cavolo. Comunque, almeno
qua me la sono gestita in qualche modo, con il magico trio... per ora.
Poi, il prossimo capitolo potrebbe mettere in discussione ogni cosa.
Perfino il "trio" stesso. Hai presente il tuo "sogno proibito"...?
Ecco... se fossi in te non smetterei di sognare. Dico sul serio. (e quand'è il tuo compleanno, miss? ^^)
sonja: i tuoi desideri
potrebbero essere soddisfatti. U_U Sono una donna dai mille colpi di
scena, io! Per il compleanno l'11 febbraio, leggi la risposta che ho
dato a kimi e segui le istruzioni! XD Io sono qui, se vuoi!
Hila92: 2 maggio, segnato! Non
è detto che per allora io non sia ancora in circolazione...
Comunque, le tue speranze si sono miseramente schiantate al suolo con
questo capitolo. Addio Narusaku, e chissaà cosa sono in grado di
infilare nel prossimo... D'altronde, c'è sempre un desiderio di
tanti lettori che potrebbe trovare realizzazione... (tra i "tanti",
includo anche me stessa. Sebbene di recente mi senta molto... uhm...
oscillante)
0000: wow. Idee chiare direi.
Mi sa che mi conviene prendere il primo volo per l'Alaska (o per
un'altra destinazione a caso, che è meglio che non ti dico
così non mi uccidi per quello che è successo in questo
capitolo!)
gohan4ever: wow, tutta d'un
fiato?? Incredibile, avrai avuto due occhi come due bocce da pesci
rossi, alla fine! XD comunque mi fa piacere che ti piaccia la storia, e
il tuo odio per Sasuke è largamente condiviso! XD Benvenuta
anche qui!
Talpina Pensierosa: ti ordino
categoricamente di leggere quella fanfic, non si discute! *_*
(cioè, ovviamente scherzo... però te la consiglio davvero
tantissimissimissimo! Fino all'ultimo capitolo!)
Mala_Mela: (mi rifiuto di
mettere tutto il nick assurdo con cui ti sei firmata!) Naruto è
figo a prescindere dalla sua odiosa madre (non tu, ma proprio Kushina,
e lo sai... è uscita al momento sbagliatissimo!), anche se
personalmente lo preferisco quando è controllato da Kyuubi. U_U
(ovviamente parlo in un momento di follia. Io amo Naruto a prescindere,
punto) Se vuoi Sakura e Sasuke morti, aspetta di leggere il prossimo
capitolo (puf...! Come se potessero esserci sorprese per te! -.-), se
vuoi tentare di lanciare kunai e ucciderli da sola, fai pure Kuro.
Occhio a non beccarti i piedi, però.
Julia83: cosa farai quando
sarà finita la fanfic? Oh, lo scoprirai presto, non temere...
avrai subito di che consolarti. Comunque, la tua cronica indecisione
è soltanto fonte di godimento, per me (sono sadica e bastarda,
lo so) L'ipotesi threesome è difficilmente attuabile, visto che
sakura ha una netta predilezione per uno dei due (e visto che in questo
capitolo ha rotto con l'altro), e soprattutto... considerato quello che
succederà nel prossimo. Ora, prima che tu e tutti gli altri mi
linciate per tutte le velatissime allusioni che sto lanciando, mi
eclisserò in uno sbuffo di fumo... adios!
Killkenny: ...e mi sa che vedi male, allora... stranamente male, oserei dire...
tonyesp: tu e il NaruHina mi
state facendo 'na capa tanta! @_@ Basta! Sai quali sono i miei piani,
smettila! Consolati con Naruto, in questo capitolo e nel prossimo. Un
po' di sangue fa sempre bene allo spirito. U_U
harryherm: sei stata esaudita:
in questo capitolo le indecisioni sono andate al diavolo, ed è
stato detto tutto ciò che doveva essere detto. In compenso,
Naruto è tornato sia integro che pieno di istinti omimcidi,
quindi dovresti essere abbastanza felice! Uhuhuh... la rivalità
con Minato... next chapter, my dear.
sammy1987: non perdere le
speranze per il 4 maggio! Solo, ho notato che un sacco di gente compie
gli anni all'inizio di quel mese, diavolo! Leggi ciò che ho
detto a kimi e capirai perché la cosa mi preoccupa...
Coooomunque, sorprendendo tutti Naruto è tornato a Konoha da
solo, e la situazione sembra essere irrimediabilmente precipitata...
tuttavia se pensavi che i colpi di scena fossero finiti qui, dovrai
ricrederti: nel prossimo, ne avrai già un altro! U_U
maninja87: ah, esami... che
orribile, orribile parola... anche se devo ammettere che quando sono
sotto con lo studio mi sento più ispirata! XD Comunque, grazie
per aver lasciato un commento, anche se dopo 52 capitoli! Meglio tardi
che mai, verrebbe da dire! (in realtà ti ringrazio
profondamente!) Sono contenta che la storia, lo stile, le descrizioni e
i pensieri ti piacciano! mi sento molto lontana dalla perfezione
(sapessi tutte le cose che ho in testa e non riesco a rendere come
vorrei...), ma mi impegno ogni volta per dare il meglio di me! Spero di
riuscire ad essere sempre la stessa, e di non deludervi mai! Al di
là di quello che succederà nella trama, voglio almeno che
il mio modo di scrivere sia sempre soddisfacente! Se avrai tempo di
lasciare una piccola recensione, più in là,
leggerò e risponderò volentieri! ^^
vegani: uhuhuh... e chi ha mai
detto che Sakura sarebbe corsa dietro a Naruto? A dire il vero è
andata dritta dritta da Sasuke... sorry, non credo che le cose siano
andate come speravi! XD Ma nel prossimo capitolo potrei ribaltare
tutto...
_Eleuthera_: *_* mi stanno
sbrilluccicando gli occhi! Dico davvero, il tuo commento mi ha fatta
sciogliere! Mantenere IC i personaggi è la cosa in assoluto
più difficile di tutte (anche perché Kishi mi cambia le
carte in tavola ogni settimana... -.-*), e tu mi dici che ci riesco!
Wow! Non è la prima volta che lo sento, ma leggerlo ora, che mi
sto spingendo in territori cosiddetti "inesplorati", mi leva un bel po'
d'ansia! L'aggiornamento rallenterà leggermente proprio ora,
purtroppo, ma comunque resterà su binari di tre giorni in tre
giorni! Almeno finché non avrò un weekend di ispirazione
pura e butterò giù quattro capitoli in una volta! XD
Grazie ancora per aver lasciato una traccia, se vorrai scrivermi di
nuovo sarò qui, felicissima di risponderti! ^.^
Reina: certo che mi ricordo che
Naruto risente del troppo chakra. Così come mi ricordo che non
ho detto esattamente per quanto resta sotto l'influsso completo di
Kyuubi... uhuhuh... e comunque è già tornato, vivo e
vegeto! U_U Solo che... non si sa bene cosa combino nel prossimo
capitolo... dici che rischia di lasciarci le penne prima di Sasuke. Oh,
ma davvero...? (e Hanabi, per ora, lasciamola fuori! XD Satana non
riuscirei proprio a gestirlo in questo momento!)
trinity87: vuoi sapere chi
è l'altra voce dentro Naruto? Bene. Ufficialmente è
quella parte che c'è in tutti gli uomini e che cerchiamo di
nascondere... quel lato che ci dice come stanno le cose, e che non
ascoltiamo quando vogliamo illuderci. Ufficialmente. Poi,
ufficiosamente... Per ora Kyuubi non ha fatto grandi danni, direi. Ma
nel prossimo capitolo, ci sarà un patatrac grosso così!
Maobh: wow, un apprezzamento
per Sai! A me piace tantissimo muoverlo, non so perché! XD
Quando me lo trovo per le mani, sono feliiiiice! XD Continua la
lettura, prima o poi riusciremo a trovarci sullo stesso capitolo! XD
Aya
|
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Capitolo 54 *** Egoista ***
Naruto-54
Capitolo cinquantaquattresimo
Egoista
Nella foresta attorno a Konoha il silenzio era un avvenimento
insolito.
Fruscii, squittii, crepitii, lo stesso rumore impercettibile della
terra e degli insetti permeavano l’aria in ogni istante, sin
dall’alba dei tempi.
Ma, quella notte, la foresta tratteneva il respiro.
Quella
notte, sapeva che il predatore più pericoloso era
tornato.
Strisciante, impercettibile e letale, di nuovo posava il piede sul
terriccio umido, diffondeva il suo non-odore, l’alito
impercettibile e inesistente che per assurdo ne faceva percepire la
presenza...
...E, mentre la luna calava lenta dietro la parete degli Hokage,
gettando un’ombra scura sul villaggio, lui sorrideva.
In attesa.
“Ho
provato ad avvisarti”
Sta’ zitta!
Naruto, seduto sul letto con la
testa tra le mani, ansimava.
Era confuso, stordito, furioso e
disperato. E poi, voleva uccidere. Ma sapeva che era la Volpe a
suggerirglielo, che non era davvero ciò che desiderava...
che... che non avrebbe mai potuto... a lui non piaceva uccidere, già
dal suo incontro con Haku...
“Non
è una colpa”
sussurrò Kyuubi, al suo orecchio. “E’
legittimo, lo sai. Sakura ti ha tradito. Sasuke ti ha tradito.
Sapevano tutti e due quello che facevano, eppure lo hanno fatto. Hai
il pieno diritto di ucciderli. Anzi, ne hai quasi il dovere... per
salvare il tuo onore, almeno. O tutti continueranno a considerarti un
ragazzino ingenuo e sprovveduto... ora, anche idiota”
«Stai
zitta!» gridò Naruto, scattando in piedi. «Io non
voglio ucciderli! Io non... io... io...! Io...! Maledizione!»
Nel suo angolo, il gatto stava
ancora immobile, i muscoli tesi.
«Non voglio ucciderli!»
urlò ancora Naruto, percorrendo la stanza a grandi passi e
tormentandosi i capelli. «Ma non so cosa fare! Non lo so!»
“Sei
troppo teso... hai bisogno di scaricare la tensione, o impazzirai.
Avanti, lo senti, te ne rendi conto anche tu...”
dolce, Kyuubi fece le fusa nel suo stomaco. “Lascia
fare a me. Già una volta sono intervenuta quando eri
stressato... e allora ha funzionato...”
Lungo la schiena di Naruto corse
un brivido.
Già una volta...?
Come d’incanto, le macchie di
fango e d’erba che si era ritrovato addosso giorni prima gli
tornarono alla mente, quasi... inviate, quasi un messaggio preciso.
E, a seguire, il sangue rappreso
sulle sue mani.
“Sì,
ero io”
sorrise Kyuubi nel profondo. “Sempre
io. Avevi bisogno di... movimento, diciamo. Ma non crucciarti troppo:
non hai ucciso nessuno... era soltanto un gatto”
Il cuore di Naruto minacciò
di sfondare la cassa toracica.
«Tu... fino a dove...?»
alitò a voce alta, gli occhi sbarrati nel buio.
“Fino
a dove mi sono spinta?”
completò la Volpe per lui. “Oh,
molto, molto in là... senza rendertene conto, ragazzino, hai
ascoltato le mie parole più di quanto tu creda...”
Mi
hai dato retta più di quanto tu possa immaginare.
Naruto spalancò la bocca.
La Voce.
Kyuubi.
Era... Allora era sempre stata
lei? La stessa creatura? La stessa fonte?
No... no, non poteva essere...
erano due tonalità differenti!
Ah
sì?
“Ne
sei sicuro?”
«E’
inutile che le mescoli ora! Non è vero! Quella Voce era me!
Era soltanto me!»
gridò Naruto, furioso ma anche... spaventato.
Oh,
certo che sono te...
rise la Voce, canzonatoria, e nelle note finali gorgogliarono, basse,
le fusa di un grosso felino.
“Ormai
si può dire quasi così”
aggiunse la Volpe, nello stesso tono. “Hai
seguito i miei consigli così tante volte, che hai quasi
iniziato a pensare con me... La verità è che non ti
dispiace, ragazzino...”
«No! Non è vero!»
“...che
in fondo condividi molti dei miei punti di vista...”
«NO!»
“...che
solo io posso comprenderti davvero... e solo tu sai davvero chi sono”
Naruto ansimò, e questa
volta non riuscì a ribattere.
“Le
persone che ti circondano parlano, parlano... Credono di sapere tutto
di te, di me, del nostro legame... ma la verità è che
non sanno nulla, e non potranno mai capire. Io e te siamo speciali,
Naruto. Siamo uniti, siamo forti. Insieme, siamo più forti di
chiunque di loro. Dalla Foglia abbiamo avuto solo disprezzo e odio...
perché perdere ancora tempo a difendere questi ingrati?”
«Io... I-io sono un ninja
di Konoha...» balbettò Naruto, sentendo le lacrime che
premevano per uscire. «Io amo il mio villaggio...»
“Ma
lui non ama te. Smettila di illuderti”
Naruto scosse la testa,
barcollando, e dovette appoggiare una mano al muro.
Il terzo Hokage, e poi il quinto,
balzarono alla sua mente e ne furono subito cancellati. Il vecchio
Sarutobi, nonna Tsunade... esempi luminosi, persone importanti, che
avevano sempre nutrito fiducia in lui... che proteggevano tutti
quanti... che erano il suo modello...
...E all’improvviso, il volto
di Namikaze Minato.
Di suo padre.
Così
nobile, e fiero, e bello... e freddo.
Scolpito nella pietra. Lontano.
Irraggiungibile.
“Ti
piace illuderti che sia morto per proteggerti”
disse Kyuubi, seguendo il filo dei suoi pensieri. “Ma
è falso. Io c’ero, io ricordo. Quell’uomo non è
morto per te solo, ma è morto per tutti quanti... non ti ha
mai considerato speciale, nemmeno in quel momento. Come Hokage, ha
sempre finito per mettere al primo posto gli altri. Lui, che avrebbe
dovuto amarti più di chiunque... Se tuo padre non è
stato in grado di prestarti l’attenzione che meritavi, perché
qualcuno di meno legato a te dovrebbe disturbarsi a farlo? Perché
dovresti avere ancora fiducia negli uomini?”
«Smettila...» gemette
Naruto, premendo la fronte contro la parete. «Mio padre è
un eroe... l’Hokage... anche io voglio...»
“Tu
vuoi essere riconosciuto. Non è necessario diventare Hokage
per questo”
Naruto soffocò un
singhiozzo, ansante.
«Smettila, smettila...»
sussurrò, sordo alle sue stesse parole, con un unico rombo
uniforme nelle orecchie. «Io voglio proteggere tutti...»
“Tutti
chi?”
sibilò Kyuubi rabbiosa. “Il
tuo maestro e gli amici, che non hanno saputo vedere che stavi male?
O addirittura la donna che ami e il rifiuto umano che consideri un
fratello, che ti hanno piantato un pugnale nel petto? Vuoi
proteggerli, eh Naruto? Vuoi davvero
proteggerli?”
No
che non vuoi.
«Smettila di confondermi!»
ruggì Naruto, esasperato. «Tu vuoi farmi impazzire per
avere il mio corpo!»
“Ora
come ora, io potrei liberarmi di te e andarmene seduta stante”
gli fece notare la Volpe, gelida. “Non
è indispensabile la tua collaborazione, sei tanto
destabilizzato che potrei liberarmi da sola e lasciarti a morire sul
pavimento. Ma voglio farti aprire gli occhi, ragazzino”
il suo tono si ammorbidì notevolmente. “In
fondo... sono l’unica che ti comprenda davvero. Non scordarlo”
Naruto sentì il suo cuore
rallentare, come se qualcuno lo avesse accarezzato gentilmente.
Tremando, fece un passo indietro.
La Volpe era malvagia.
Era
l’unico ‘regalo’ di Yondaime.
Non era la sua migliore amica.
Era
l’unica che lo comprendesse.
Lui non era solo.
Lo
era sempre stato.
Guidati dolcemente, i suoi
pensieri presero una piega dolorosa.
Tutti coloro che più aveva
amato, in un modo o nell’altro, lo avevano tradito... Suo padre,
Sakura, Sasuke... alla fine nessuno aveva mai fatto qualcosa per lui,
per lui soltanto.
A Yondaime, lui aveva dato
ammirazione e stima...
...Ma non era mai stato davvero
importante ai suoi occhi.
A Sasuke, aveva dato cinque anni
della sua vita e dei suoi pensieri.
...Ma non aveva mai ricevuto
altro che indifferenza, e poi odio.
A Sakura... aveva dato la sua
anima.
E lei l’aveva fatta a pezzi.
Il mondo era egoista.
Il mondo non meritava altro che
egoismo, in cambio.
“Insistere
ad amarli non è grandezza di spirito”
disse Kyuubi, tentatrice. “E’
soltanto paura di recidere ciò che vi lega”
Naruto respirò piano.
Aveva le mani gelide.
Ma dentro, all’altezza dello
stomaco... sentiva un piacevole tepore.
“Perché
soffrire tanto? Perché tormentarsi, perché decidere
cosa fare?”
chiese la Volpe. “Lascia
che me ne occupi io...”
Naruto sentì i suoi
tentacoli avanzare, formicolando, lungo le vene.
Erano caldi.
Erano... delicati.
“...Lasciati
avvolgere dalle mie tenebre... Sono più piacevoli di quanto tu
creda...”
Kyuubi non gli aveva mai detto di
volergli bene. Anzi, Naruto sapeva che lo odiava.
Ma, proprio per questo, non
temeva ipocrisie da lei.
Lo sapeva. Lo sentiva.
Anche ora che si mostrava dalla
sua parte, la Volpe stava solo cercando di ottenere qualcosa...
«Il mondo è
egoista...» sussurrò, ad occhi asciutti, ma con le
guance ancora rigate di lacrime.
...però... se pure era
così...
...anche lui aveva un desiderio.
Un desiderio di puro egoismo.
Tremando sollevò una mano,
lentamente, e la portò alla fronte.
Sotto le dita, sentì
l’incisione della Foglia nel metallo del coprifronte.
La Foglia, simbolo di Konoha.
Simbolo di tutto ciò in cui credeva.
La coprì, stringendo la
placca fredda tra le dita, e serrò i denti.
“Ciò
che hai davvero imparato da loro è soltanto egoismo. Adesso
basta”
sussurrò Kyuubi.
Con un gesto secco, Naruto sfilò
il coprifronte dalla testa, e... si sentì...
...perso.
Ma durò solo un istante.
L’attimo successivo, un ghigno
balenò nel buio della sua coscienza... e poi il rosso rovente
delle fiamme; catene brucianti si serrarono attorno ai suoi polsi,
alle caviglie, al collo, e lo trascinarono giù, giù,
giù... nella tenebra più fitta. Nella tiepida e morbida
tenebra... in cui ogni pensiero si perdeva.
Il corpo di Naruto si fece più
caldo.
Le sue labbra si stirarono in un
sorriso.
La sua mano strinse il
coprifronte tra le dita.
I
capelli biondi, non più trattenuti, caddero su occhi rossi...
rossi come il sangue.
«Ora, lascia che ci pensi
io...» sussurrò Kyuubi attraverso la sua voce, vibrando
d’eccitazione. E scoppiò in una risata fragorosa, piena di
soddisfazione. «Ti concedo un favore, Naruto... Uno soltanto.
Ma lo faccio giusto perché coincide con i miei scopi»
Con un gesto distratto,
incurante, gettò il coprifronte sulle lenzuola sfatte.
Fu allora che sentì un
fruscio. Come una coda che spazza l’aria.
Abbassò gli occhi
bruscamente, e nel buio intravide la sagoma del gatto.
Ghignò.
«Cosa abbiamo qui...?»
chiese, falsamente dolce, e lo raggiunse. Si accucciò davanti
all’animale, sotto il suo sguardo cauto. Il sorriso si ampliò.
«...Sei per caso parente di quello che ho ammazzato l’altra
volta...?»
Ultimamente Ino soffriva
d’insonnia.
Da un paio di notti, per la
precisione.
Da quando rientrava verso le
quattro del mattino, sgattaiolando dalla finestra, dopo essere stata
da Sai.
Sdraiata nel buio della sua
stanza, a fissare un soffitto invisibile, sorrideva ebete alle
immagini che scorrevano nella sua memoria.
Dopotutto non aveva vinto né
perso. Aveva ceduto esattamente allo scoccare dei sette giorni, così
che né lei né Sai avevano potuto accampare diritti su
qualsivoglia premio. Non lo aveva fatto apposta, ma lui forse si era
particolarmente impegnato per non farle superare il limite
concordato.
...E come avrebbe potuto
resistergli, quella sera? Scema lei, che, arrogante, aveva pensato di
essere al sicuro, a un passo dalla vittoria...
Era andata a casa sua. Primo
errore.
Aveva riso della cena che le
aveva preparato, convinta che non avrebbe avuto alcun effetto.
Secondo errore.
Gli aveva permesso di baciarla.
Terzo errore.
Non aveva ricordato che metà
dei piatti nel suo stomaco erano notoriamente afrodisiaci. Errore
fatale.
Poi... l’esperienza di Sai, i
sussurri ben mirati, le mani delicate ma onnipresenti, e la sua
bocca, il suo respiro... avevano fatto il resto. Aveva completamente
perso la testa... tanto da ricordare la sua preziosa prima volta
soltanto a sprazzi.
Dopo, naturalmente, c’erano
state le repliche.
Che
lei
aveva cercato. Non che Sai si fosse mostrato restio, d’altro canto.
Ino rise piano, da sola,
sentendosi discretamente stupida.
Eccola, ci era cascata...
esattamente come aveva temuto, stava iniziando a innamorarsi di Sai;
pensava a lui troppo spesso, ci perdeva ore e ore di sonno... Rotolò
su un fianco, rannicchiandosi nella sua bolla di felicità.
Forse sarebbe riuscita ad
ottenere il suo amore. Con un po’ di impegno, con un po’ di
spinte giuste... sarebbe riuscita ad accantonare per sempre
Shikamaru. In quel momento, si sentiva molto fiduciosa.
Finché non sentì le
nocche che bussavano al vetro della finestra.
Si tirò a sedere, e il suo
cuore mancò un battito.
Sai?
Per una volta, era disposto a
fare una mossa azzardata come...?
Poi udì il singhiozzo
sommesso, e la voce di Sakura che mormorava il suo nome.
Tornò bruscamente con i
piedi per terra, scivolando giù dal letto e correndo alla
finestra. Aprì, trattenendo il fiato, e la vide, in lacrime,
nella luce incerta di un lampione.
«Sakura!» sussurrò,
tendendole le braccia per scavalcare il davanzale. «Cosa è
successo? Vieni dentro!»
«S-Scusa...» balbettò
lei, cercando di soffocare i singhiozzi. «Non... Non sapevo
dove altro andare... ti ho svegliata... scusa...»
«Non stavo dormendo»
la rassicurò Ino, tenendole le mani. «Sakura... santo
cielo, cosa ti è successo?»
«Sono un’idiota...»
gemette lei, chinando il capo e stringendo i denti. «L’ho
tradito, Ino. Sono stata con Sasuke, non una volta, ma molte di
più... e poi... poi lui era scomparso... non avevamo sue
notizie da giorni... ma questa notte è tornato, e... e... ed
era... strano» singhiozzò. «...Non volevo
dirglielo ora, sapevo che non era il momento... ma l’ho fatto! Ho
dovuto farlo! E adesso è finita, è finita per sempre!»
Ino la abbracciò stretta,
sentendola piangere sulla sua spalla.
Sapeva che Sakura non era lì
in cerca di perdono o condanna, sapeva che voleva solo sfogarsi...
ma, mentre le novità prendevano posto confusamente nella sua
testa, si trattenne a stento dal prenderla a sberle.
L’aveva avvisata. Le aveva
detto di stare lontana da Sasuke, aveva cercato di farglielo capire
in ogni modo...
...Ma Sakura ci era cascata
comunque.
Eppure... voleva prenderla a
schiaffi, e, nello stesso tempo, voleva anche dirle che andava tutto
bene. Che le cose si sarebbero sistemate in qualche modo, che non era
colpa sua, che in un certo senso era inevitabile... e che anche lei,
Ino, aveva qualche responsabilità.
“Sapevo
che prima o poi ci sarebbe stata una crisi” si disse,
accarezzandole i capelli e sentendo che la sua piccola bolla di
felicità era irrimediabilmente scomparsa. “Avrei dovuto
starle più vicina... Non mi sono neanche accorta che aveva
ceduto, che stupida! Ma dove ho la testa? Cosa diavolo ho fatto in
tutto questo tempo? Shikamaru può andare al diavolo, e Sai con
lui, se per stare dietro a loro mi dimentico di Sakura”
«Ehi, adesso va tutto
bene...» le sussurrò rassicurante. «Non siete più
ragazzini, e anche Naruto... se ne farà una ragione, vedrai»
la allontanò di pochi centimetri, prendendole il viso tra le
mani. «Sakura, tu non potevi fare altro. Lo sai. Sai che non
hai mai, mai smesso di pensare a Sasuke... Naruto ti vuole bene,
molto più di un ragazzo normale. Non può non capirlo»
Ma Sakura scosse la testa, senza
smettere di piangere, e di nuovo si nascose sulla sua spalla.
Ino non sapeva... non aveva visto
i suoi occhi... e Naruto... doveva anche vedersela con Kyuubi... era
fragile, ora, troppo fragile...
“...e
il loro capitano, ritrovato agonizzante, vaneggiava qualcosa su un
mostro rosso che bruciava come il fuoco, e centinaia di copie che si
contorcevano al suolo...”
Spalancò gli occhi,
ricordando le parole di Tsunade.
Naruto
era fragile... e
doveva vedersela con Kyuubi.
Ce l’avrebbe fatta?
Si staccò bruscamente da
Ino, impallidendo.
«Dobbiamo tornare
indietro!» ansimò, gli occhi improvvisamente asciutti.
«Subito!»
«Cosa? Perché?»
chiese lei confusa.
«Muoviti!»
L’alba.
Grigia, metallica, colorava
l’oriente delle tonalità del metallo. Fredda.
Kyuubi era ferma su un tetto,
dritta nella penombra ancora pesante. L’aria era immobile attorno
al corpo di Naruto, ma più calda di quella circostante. I suoi
occhi, scarlatti, erano fissi su una finestra.
Sorrise, snudando canini più
affilati del normale.
«Un unico favore...»
sussurrò.
Sakura spalancò la porta
dell’appartamento con il fiatone, dopo aver corso a perdifiato
dalla casa di Ino fino a lì. La bionda, alle sue spalle,
l’aveva seguita senza capire cosa l’agitasse tanto.
«Naruto!»
chiamò, accendendo la luce e guardandosi attorno
freneticamente. «Naruto!» ripeté, spalancando la
porta del bagno. «Naruto!»
gridò, nell’appartamento deserto.
Ino rimase impalata a fissarla,
confusa.
«Sarà uscito...»
tentò di dire, ma l’altra scosse la testa freneticamente.
«Il gatto!» esclamò
all’improvviso. «Dov’è?»
Si chinò sotto il letto,
sotto il divano, dietro la libreria; lo cercò in ogni mobile o
credenza, dietro le tende e nel bagno, e alla fine addirittura tra le
lenzuola.
Fu allora che trovò il
coprifronte.
Quando le sue dita sfiorarono il
metallo freddo della placchetta, ebbe un brivido, e si irrigidì.
Lo prese, lentamente, e lo guardò
scioccata.
Sapeva quanto Naruto tenesse a
quel coprifronte.
Sapeva che conosceva esattamente
ogni graffio, ogni irregolarità... che lo lucidava ogni sera,
che lo venerava, quasi.
Che rappresentava il suo credo.
Le cadde l’occhio su una piega
delle lenzuola.
Macchie di sangue, poche gocce...
...E dov’era il gatto...?
«Sakura...?» chiamò
Ino, agitata suo malgrado. «Cos’hai trovato?»
Ma lei non la ascoltava.
Piano, spaventata, desiderando
con tutta sé stessa di sbagliarsi, alzò lo sguardo fino
alla finestra...
...aperta.
Dava ad est, verso un cielo color
grigio piombo.
E fu allora che vide
l’esplosione.
Nella zona dell’ospedale.
Sasuke dormiva di un sonno
inquieto, verso l’alba. A quell’ora, generalmente, i suoi sogni
diventavano confusi, spaventosi... e di solito lo facevano svegliare
in un bagno di sudore.
Ma quella volta non aprì
gli occhi da solo.
A svegliarlo fu lo scroscio della
finestra che andava in frantumi.
Prima ancora che i vetri
toccassero terra, lui era fuori dal letto, in piedi, in posizione di
difesa. I tubicini della flebo staccati a forza guizzarono impazziti,
per poi fermarsi ondeggiando a qualche centimetro del pavimento.
Sasuke corrugò la fronte,
guardando chi aveva appena fatto irruzione nella sua stanza... la
felpa arancione, i capelli dorati, gli occhi... non azzurri.
«...Kyuubi»
La Volpe ghignò, con la
bocca di Naruto. «Ci si rivede... non che sia un vero e proprio
piacere, si intende»
«Allora Naruto ha ceduto?»
chiese lui, piano.
«Non esattamente»
ridacchiò Kyuubi. «Ha soltanto aperto gli occhi»
L’Uchiha non ribatté, ma
si accigliò un po’ di più.
«E ora tu sei qui per...?»
domandò cauto.
La Volpe gli sorrise. Gelida.
«Secondo te cosa può
avergli aperto gli occhi?» gorgogliò.
La risposta balzò alla
mente di Sasuke, immediata.
E così aveva saputo.
«Dov’è Sakura?»
chiese tagliente.
«Non saprei, tu che ne
dici?»
Sasuke inspirò a fondo,
sentendo il cuore accelerare leggermente nel petto.
Non era detto che fosse morta.
Non era detto.
...Doveva cercare di scoprirlo.
«Vuoi uccidermi?»
chiese neutro. «E questo quali vantaggi ti porterebbe?»
«Giovane Uchiha, sei così
ingenuo...» rise Kyuubi. «C’è sempre qualcosa
che non sai, sempre... Anni fa, volevi uccidere Naruto, senza sapere
che ti saresti soltanto condannato. Oggi, credi che io non abbia
nessun motivo per volere estinta la tua casata maledetta. Tu conosci
il segreto dello sharingan ipnotico, non è così?»
Sasuke rimase immobile.
«E conosci la storia di
Madara Uchiha?» continuò la Volpe, implacabile. «Lo
sharingan ipnotico lo rese cieco, come renderà cieco anche te
e come avrebbe reso cieco tuo fratello Itachi, se fosse ancora vivo.
E’ una maledizione, un’arma a doppio taglio... ma Madara trovò
il modo di aggirare gli effetti negativi. Sai come...?»
Un brivido corse lungo la schiena
di Sasuke, involontario.
«...Strappò gli
occhi di suo fratello, marchiati con lo stesso sharingan. E scoprì
che in quel modo poteva avere sia la vista che il potere» il
sorriso di Kyuubi si ampliò. «Ora capisci perché
uccidendo Naruto avresti distrutto prima di tutto te stesso? Capisci
cosa sarebbe accaduto se avessi acquisito lo sharingan ipnotico, come
desiderava tuo fratello...?»
Per un lungo istante, nella
stanza regnò il silenzio più completo, insieme
all’immobilità.
Sasuke non tese un solo muscolo,
quasi non respirò.
Itachi gli avrebbe strappato gli
occhi per il potere?
Forse.
Ma Itachi era morto.
E lui aveva ottenuto lo sharingan
ipnotico senza uccidere Naruto.
«Ora la situazione è
completamente diversa» disse, gelido.
«Ah,
quindi ora saresti disposto ad uccidere il tuo caro amico,
il fratello
che ti ha salvato, riportandoti indietro...?» chiese Kyuubi
ironica, una mano sul petto. «Quanta gratitudine, tipica della
tua gente»
«Non voglio uccidere
Naruto» rettificò Sasuke. «Ma... se sarò
costretto a difendermi, non esiterò a usare tutto ciò
che ho a disposizione»
La Volpe scoppiò a ridere.
«Non che tu abbia molto,
sai?» gli fece notare. «Sei un relitto umano, ti reggi a
malapena in piedi... mentre io... sono forte» un lampo di
trionfo le attraversò lo sguardo. «Io e Naruto, insieme,
siamo invincibili»
«Non ho molto, forse»
ribatté Sasuke senza scomporsi, chiudendo gli occhi per un
attimo. «Ma ho lo sharingan ipnotico» risollevò le
palpebre, e le iridi scarlatte erano marchiate dai segni neri della
tecnica più potente degli Uchiha. Ora era calmo. Ora sapeva
che lei stava bene... «Io ho l’unica cosa di cui tu abbia
paura»
“Ed
è anche il motivo per cui vuoi uccidermi... e per cui hai
lasciato in vita Sakura. Lei non ti interessa”
Kyuubi non smise di sorridere.
«E’ esattamente per
questo che, oggi, il tuo clan si estinguerà» sussurrò.
Si mosse prima ancora di aver
richiuso la bocca, e Sasuke cercò di schivare... ma scoprì
che i suoi riflessi erano troppo lenti. Sentì la mano di
Naruto serrarsi sulla sua gola, si sentì spingere indietro,
fino alla parete, e gli mancò il fiato nell’urto.
«Ora che ci penso...»
sussurrò la Volpe, studiando la sua espressione, i suoi
rantoli alla ricerca d’aria. «E’ meglio farti fuori o
soltanto strapparti gli occhi, e lasciarti vivere nella sofferenza?
Uhm... no, potresti sempre avere dei figli, e lo sharingan si
tramanderebbe... Niente da fare, devo ucciderti» rifletté,
in tono discorsivo. E sorrise. «Non hai idea di quanto sarà
piacevole...»
Sasuke trovò le forze per
alzare un braccio, e conficcò le unghie nel polso di Naruto. A
fatica, riaprì gli occhi, e strinse i denti.
«Non lo sai usare»
gli disse dolcemente Kyuubi. «Il tuo sharingan è troppo
immaturo, non avrà il benché minimo effetto su di me»
Ma l’ultimo degli Uchiha era
famoso per la sua testardaggine.
Ci provò.
Aveva utilizzato lo sharingan
ipnotico una sola volta, contro Itachi, con risultati incerti... e
ora si trovò ad aggrapparsi all’ultima speranza, consapevole
della sorte che lo attendeva in caso di fallimento.
Lo attivò, utilizzando
ogni briciola di energia, tutta la sua volontà e le sue forze.
Immediatamente sentì il sigillo maledetto che bruciava, sul
suo collo, che si faceva rovente... ma non poteva fermarsi.
La sua pelle si fece scura, sentì
le scapole bruciare, le unghie allungarsi, penetrare nel braccio di
Naruto...
...Ma gli occhi rossi della Volpe
non scomparivano.
L’illusione non prendeva il
via.
A un tratto, avvertì una
fitta lancinante dietro la fronte, che gli strappò un gemito.
Gli si annebbiò la vista,
sentì lo sharingan che scompariva... ma il segno maledetto
continuava a corroderlo, senza fermarsi.
Kyuubi rise, della sua debolezza,
della sua incapacità, del suo patetico tentativo.
«Naruto
è sempre stato più forte di te» sibilò.
«Il suo potenziale era maggiore già dieci anni fa... e
lui ha saputo svilupparlo; tu no. Fai
pena»
Sasuke sentì quelle parole
penetrare nelle sue orecchie, e insediarsi nella sua mente come un
tarlo fastidioso.
Facevano male.
Perché, nelle condizioni
in cui si trovava, suonavano terribilmente vere.
“...E
allora perché nessun Uchiha è mai diventato Hokage, il
ninja più forte?... Avete passato la vostra esistenza a
ritenervi superiori, non ve ne è mai fregato niente degli
altri se non nel momento in cui volevate la loro adulazione! Ma non
siete forti! Così non si diventa forti!... Perché vuoi
a tutti i costi essere un Uchiha? Perché non puoi essere
semplicemente Sasuke?!...”
Le parole che Naruto aveva detto
quando ancora Madara era vivo tornarono a riecheggiare nella sua
testa, sovrapponendosi a quelle della Volpe.
Aveva
sempre fatto un vanto del suo cognome, la nobile, grande casata
Uchiha... ma loro, gli eroi... si erano rivelati disgustosi.
Uccidevano gli amici.
Strappavano gli occhi ai
fratelli.
E alla fine venivano sempre,
invariabilmente, sconfitti, incapaci di sviluppare a fondo il potere
per cui si erano condannati.
“Perché
non puoi essere semplicemente Sasuke?!”
Già... perché non
poteva semplicemente essere... Sasuke?
Attraverso il velo del dolore,
vide Kyuubi sorridere con le labbra di Naruto, per l’ultima volta.
«Addio...» la sentì
sussurrare, con la sua voce.
Avvertì una stretta allo
stomaco.
Poi, sentì la pelle d’oca
quando il chakra prese a vorticare, spropositatamente denso, e
sollevò una ventata calda tutt’attorno. Vide il rasengan
nella mano di Naruto, vide i bagliori del chakra di vento che lo
permeava... e capì che quella era la fine.
Di quel momento gli rimase un
unica immagine, impressa a fuoco dietro le palpebre.
Gli occhi scarlatti di Naruto...
...e
il ricordo della donna di cui forse era innamorato, che sussurrava
contro il suo collo “tornerò
da te”.
“Mi
dispiace, Sakura... probabilmente non mi troverai...”
Chiuse gli occhi.
Non sentì l’esplosione,
né vide le tenebre calare su di lui...
Nel prossimo capitolo:
Tsunade scorse Shizune che
correva verso le scale, e la chiamò sovrastando il brusio.
«Signorina Tsunade, per
fortuna siete qui!» rispose quella, con il sollievo stampato su
ogni centimetro di pelle del viso. «Seguitemi, per favore! C’è
bisogno di voi!»
«Quanti feriti?»
chiese l’Hokage seguendola al volo, Jiraya alle calcagna.
«Pochi, molti meno del
previsto. L’ultimo piano era pressoché deserto, ma...»
Shizune deglutì. «L’esplosione è avvenuta nella
stanza di Sasuke Uchiha... e non sappiamo in che condizioni sia lui»
* * * * ȣ * * *
*
Spazio
autore
Allora, la crisi è passata.
Ma, visto che anche saltando i pasti non riesco a scrivere più di un capitolo ogni due giorni,
per qualche tempo resteremo sugli aggiornamenti ogni tre, almeno
finché non avrò messo in cantiere una piccola scorta.
Mi dispiace, ma davvero, per andare più veloce dovrei privarmi del sonno, e a quel punto non garantirei il risultato...
Già sto vivendo solo di colazione e cena a tè verde (perché si fa da solo),
il che è indubbiamente positivo per la mia linea, ma un po' meno per la mia taglia di reggiseno,
se poi consideriamo che, ogni tanto, dovrei pure studiare,
abbiamo come risultato che spero di finire la fic prima del capitolo 60
(come no...), così da non morire d'inedia e sforzi! XD
Ma sono una donna forte!!
(e arriverò all'estate in formissima)
Parlando del capitolo, è del tutto inaspettato.
Davvero, mentre scrivevo io stessa mi sono detta: "che cavolo sta succedendo?!"
Il che significa... che dovrò fare i salti mortali per "riabilitare" Naruto, con il proseguire della storia!
Sigh, ma perché mi complico le cose?
(però Kyuubi è... *ç*
Soprattutto mentre fa a pezzi Sasuke...)
(le fan dell'emo-boy sono autorizzate a imprecare, ma NON alle percosse fisiche! U_U)
Anche se è già presente l'avviso "spoiler", voglio precisare che, se non seguite le scan,
qui avete letto una delle ultime novità.
Non voglio dirvi qual è, se ci arrivate da soli bene, altrimenti amici come prima! XD
Next: "Predatore"
(prima o poi riuscirò ad aggiornare la pagina personale, lo giuro)
akane_val: oh
mamma mia, quando ho visto la tua recensione non sapevo se piangere o
esultare per la lunghezza! XD Poi però l'ho letta e ho optato
per le lacrime di gioia (io e i compromessi andiamo a nozze). Grazie
mille per tutto quello che hai detto, ogni singola parola mi ha fatta
sentire una principessa! Hai presente quando da bambina ti dicono: come
sei brava! Ecco, così! XD E dire che vado per i venti! Ma te lo
giuro, mi sono sentita davvero tanto bene! ^_^ L'unica cosa che forse
stona è il tuo odio per la ShikaTema... ma ormai ho capito che
devo imparare a convivere con le InoShika fan, ci sto facendo il callo!
XD E poi non tutti sono perfetti... (scherzo! XD Ognuno può
pensare quello che vuole, io per prima ho scritto una mezza ShikaIno...
- anche se mi chiedo ancora con quale coraggio... sorvoliamo) Mi
chiedi come faccio a scrivere tanto e tanto in fretta? Dovresti vedere
le mie studiate all'ultimo secondo, fatte leggendo a malapena i libri,
di sera... oppure le mie sedute infinite davanti al pc, fino alle 3 di
notte, colta dal raptus creativo che altrimenti mi impedirebbe di
dormire! Si chiama malattia, nient'altro! XD E gli errori di battitura
li noto per forza, visto che considerato che in un modo o nell'altro
ogni capitolo me lo rileggo tre volte! Anche io ho i miei blocchi (rari
e brevissimi), ma generalmente se sto senza scrivere per tre giorni
inizio a deperire, quindi DEVO attaccarmi al pc! XD Qualcuno sostiene
che non sono aliena... io sostengo di essere il male incarnato (la
verità, probabilmente, è che soffro di schizofrenia! XD)
E, naturalmente, le anticipazioni sono un basso trucco, lo so...! XD Ti
ringrazio ancora tantissimo, e spero che continuerai a seguire la
storia! Kishi mi sta scombinando un po' di cose, ma in un modo o
nell'altro cerco di aggiustare tutto...! A presto spero! ^_^
_Eleuthera_: lo
confesso, Haruka è nata per sbaglio. Il motivo ti sarà
chiaro alla fine di Sinners, per ora non scervellarti sulla sua
esistenza, ma sappi che me la sono trovata tra capo e collo a causa
delle pallosissime lezioni di italiano di maggio, quelle di ripasso
prima della maturità... o forse ero GIA' in maturità, non
ricordo nemmeno! XD So che è spuntata all'improvviso, e mi sono
resa conto che non potevo più toglierla! Così mi sono
dovuta adattare e ho cercato di integrarla alla narrazione. E dire che
ultimamente ODIO i pg creati da zero! XD Non so, è che tendono a
monopolizzare la scena perché l'autore riesce - ovviamente - a
gestirli meglio. Ma, visto che Haruka resta un mistero anche per la
sottoscritta, forse sono riuscita ad evitare questo problema... La
scena in cui viene tolta la maschera a Kakashi è qualcosa su cui
sbavo ancora oggi. Volevo scriverla con tutta me stessa, giuro che lo
avrei anche fatto finire con Anko la psicopatica se fosse stato
necessario! XD Insomma, Kishi non ci dà la soddisfazione? Bene,
ci penso io! U_U Nello scorso capitolo prevedevi che Naruto sarebbe
andato in crisi. Bene. Ci hai azzaeccato in pieno. Così come
avevi azzeccato che Sasuke se la sarebbe vista brutta... oserei dire,
però, che quello di questo capitolo è un bel colpo di
scena. Insomma, nemmeno io mi aspettavo che Kyuubi facesse tutti 'sti
casini! XD Addirittura il rasenshuriken! Mamma mia... e vogliamo
parlare del micio? ç_ç Comunque, l'ispirazione è
tornata! Con lei ci sono anche le lezioni, però, quindi devo
fare qualche salto mortale... ma ce la farò, a costo di non
mangiare! *_* (al momento sono a diciassette ore di digiuno... =_= Sto
solo aspettando di svenire davanti al bus)
Reina: ah, che simpatica...
dà per scontato che ci sarà il matrimonio tra Shika e
Tema... ^_^ (sorriso satanico) Nel caso dovesse esserci, terrò
in considerazione il suggerimento dell'addio al celibato! Sigh, non sai
che voglia che ho di scrivere scenette comiche ultimamente... ma 'sti
qua sono tutti cupi e in crisi, maledizione! -.- (oh, il blocco se ne
è già andato! XD Non sono umana!)
tonyesp: ma che giochini vuoi
che si inventi il povero Kakashi con lo sharingan? Le conta le costole?
Guarda che i vestiti se li sono tolti tutti. Tutti-tutti! XD E lui si
ricorda quello che deve, tranquillo... è un ometto responsabile!
U_U Divertente che tu dia per scontata la SasuSaku, ora. Personalmente
la vedo difficile, sai com'è... lui potrebbe essere... ehm...
"impossibilitato"... e vogliamo parlare della NaruHina? Un bel
triangolo "lui, lei, Kyuubi"? Oh, il gatto ç_ç
Perché lo hai nominato? Ora piango per mezza giornata!
MarianTheRogue: no, ovviamente
NON sono un essere umano. Sono una pazza aliena che ha nell'ordine
delle priorità "scrivere-respirare-mangiare", che pretendi?
Comunque, grazie per avermi ricordato che infilo un colpo di scena
dietro l'altro! XD Nella mia testa tutti i passaggi sono scontati
(sì, lo so che è assurdo), quindi ogni tanto mi chiedo se
ci sia ancora un po' di vitalità all'alba del capitolo 54...
poi, mi escono scene come quella di questa volta, con Sasuke e Naruto.
E allora mi do un pugno in testa e mi dico "cogliona". -.- L'allarme
blocco è già rientrato, nessun problema! ora devo solo
conciliare scrittura e vita, e siamo a posto! ^_^
kage_naru89: dunque dunque
dunque. Ebbene sì, sembra proprio che Naruto abbia fatto
qualcosa di irreparabile. Ma, visto che a smenarci è Sasuke, non
credo che cadremo in lutto, giusto? XD (anche se il gatto...
ç_ç) Kyuubi si darà alla pazza gioia, c'è
solo da vedere QUANTO riuscirà a devastare il mondo! Kakashi
invece al momento si sta sì divertendo... ma in altri modi
più tradizionali, diciamocelo! XD Sotto la maschera avrà
anche lui una faccia, insomma! Nella puntata speciale che hai citato
non ricordo esattamente cosa dica, ma sono dell'opinione che stesse
prendendo per il culo tutti! E poi Ayane e suo padre (ARGH) quando lo
vedono senza perdono subito la testa... quindi... immagina tutte le
ipotesi che sono fiorite nel mio cervellino! XD Da Orlando Bloom a Brad
Pitt passando per Johnny Depp e Hayden Christensen, però
giapponesi! XD
trinity87: c'è un motivo
per il "celere ritorno" di Naruto. Così come c'è un
motivo per tutto ciò che accade in questo capitolo... ma lo
scoprirai soltanto tra un po'... Ora che hai letto delle prime "dolci
azioni" di Kyuubi, immagino che l'impressione che il chiarimento non
fosse positivo si sia rafforzata... Mi spiace, ma qualunque cosa faccia
Kyuubi resta il mio idolo! *ç*
Maobh: "ma Sasuke uscirà
sì o no da quell'ospedale?" <-- ...devo davvero rispondere?
Parlando di cose meno spoilerose, sono contenta di essere riuscita a
rendere bene la "kyubizzazione" di Naruto! era un passaggio
fondamentale, ho sudato sangue nel meditarlo, una cosa assurda... @_@
Soprattutto visto che è il mio pg preferito! E ora, con quello
che ha (ho) combinato, ti lascio solo immaginare i casini in cui sono
andata a impelagarmi...
Talpina Pensierosa: ehi, guarda
che tu sei la mia certezza numero uno! Dai tempi di manga.it, sei tu la
persona che attendo sempre tra i commenti ai capitoli, spesso sei la
prima recensione, e poi possiamo parlare su msn, non c'è
problema! Scrivi solo quello che ti senti, non devi dilungarti per
forza! ^_^
roby_chan: il pezzo
Kakashi/Haruka è il mio sogno proibito. Sostituisci la
sottoscritta a Haruka e hai un quadro abbastanza verosimile del mio
immaginario a luci rosse! XD (poi, beh, c'è anche la versione
con Naruto. E, nei momenti di follia emosa, pure con Sasuke... anche se
è terribile che io lo dica) Hanabi non è male, no. E'
peggio! XD Poverina, lei come Ino finirò per maltrattarla
parecchio...
harryherm: uhm... la scena
finale di Sasuke dovrebbe esserti piaciuta. Peccato che implichi che
Sakura sicuramente non si getterà in lacrime tra le braccia di
Naruto, visto e considerato che è stato lui sotto l'influsso di
Kyuubi a fare il danno... Ahh, è evidente che amo complicarmi la
vita! Dai, su! Non prendertela! In fondo il mondo è un bel
posto, se lo guardi per obliquo! E poi... il peggio deve ancora
arrivare... Com'è il tuo rapporto con Jiraya?
vegani: tecnicamente dovrei
essere odiata, non piacerti! XD Do suggerimenti e poi stravolgo tutto,
faccio un passo in una direzione e poi torno indietro e imbocco quella
opposta... per me è molto divertente, ma a questo punto credo
che per voi sia abbastanza frustrante! XD Oh beh, ormai ci avrete fatto
l'abitudine... (me perfida)
Julia83: non è che i
capitoli siano faticosi da scrivere... più che altro sono io ad
essere perfezionista! XD Quando scopro dettagli che non funzionano mi
mangio le mani! E poi mi rimetto a sistemare tutto... @_@ Ma è
la cosa che mi diverte di più in assoluto, per cui andrò
avanti così! *_* Lo spavento delle scorse anticipazioni si
è concretizzato, eh? Sappi che il prossimo capitolo, così
come questo, mi è uscito molto diverso da ciò che avevo
pensato! Davvero, inizio ad aver paura di non riuscire a gestire tutto!
XD Oh beh, un modo si trova! (optimistic mode - on)
Hipatya: come dire... ci hai
azzeccato! XD Guarda, non farò mai una cosa come modificare la
trama a seconda delle preferenze dei lettori, anche se tutti se ne
uscissero all'improvviso dicendomi che Ino e Shika sono fatti l'uno per
l'altra, farei orecchie da mercante! XD Anche perché non posso
assolutamente sgarrare dal mio famoso (?) Piano! U_U Direi che al
momento la situazione è piuttosto critica... il "Naruto coperta"
si è totalmente volatilizzato, i fuochi d'artificio sono
diventati inquietantemente reali, e le lacrime si sprecano... davvero,
se non fossi l'autrice non vedrei vie d'uscita! XD Per il tuo
compleanno, sarai tu scegliere cosa vorrai! ^_^ Io sono
disponibile a tutte le richieste (soddisfabili via web)(e SENZA webcam,
prima che qualcuno travisi...)
Ino_Chan: è stata una
breve attesa, diciamocelo! XD Sono tornata subito, e con un capitolo
con i controfiocchi! Più o meno... diciamo che se amavi Sasuke
non sarai propriamente felice di ciò che hai letto! XD Ma ormai
dovresti conoscere la mia malvagità intrinseca, no? ^_*
Jana: figliola, io so che sei
minorenne. E dunque, niente filmino di Kakashi e Haruka che fanno le
cosacce! U_U (quello resta nella mia testa sottochiave, tsk!) Ahh,
povera piccola ingenua. Naruto fare il c**o a Sasuke? Perché
andarci così leggero...? E il gatto... hai visto che qualche
rapporto con la Volpe l'ha avuto... ma sicuramente come nessuno
desiderava (io per prima) ç_ç Il 53° livello del
marchio di Sasuke è qualcosa che non vorrei mai vedere! XD Se al
secondo mi diventa così brutto... brr, non oso immaginare il
seguito! Cioè, l'unica cosa buona che ha è quel bel
faccino pallido! XD Il blocco dello scrittore è già
passato, come ben sai, la tua analisi psicologica era pressoché
perfetta! (soprattutto la parte di notte) Un'unica cosa: IO NON VOGLIO
ARRIVARE AL CAPITOLO 357 DI SINNERS!! Per l'amor del cielo!
arwen5786: ohh, ma
perché uccidere sakura quando si possono mettere le mani su
Sasuke? *_* Ti ricordi con chi stai parlando, eh? E poi... che motivi
avrebbe avuto Kyuubi per far del male a lei, l'essere utile solo come
cornificatrice? (Kyuubi vision) Oh, non vedi vie d'uscita? Ottimo. Meno
male che io conosco già le scorciatoie, altrimenti mi metterei
le mani nei capelli e piangerei! XD E dire che all'inizio non sapevo
come sbrogliarmela... per fortuna ora so cosa accadrà passo dopo
passo (se escludiamo gli exploit improvvisi come l'attacco a Sasuke e
il micio... per quelli devo ancora trovare una soluzione...)! Ma ti
sembra il caso di inserire TenTen adesso? Dai, sono già
abbastanza incasinata così! A meno che, per assurdo, lei non
abbia a che fare in qualche modo con Kyuubi... Sai che roba se lei
fosse la protagonista femminile segreta di tutta la fic? XD (ipotesi
molto più che irreale. Fantascientifica, direi) L'arcano
resterà tale ancora per un pochino, Cami... ma abbi pazienza.
Spero che riuscirò a stupirti! ^_^ (anche se ne dubito! XD)
Pink Angel: purtroppo so con
certezza che non cambierò mai la trama perché qualcuno mi
chiede di farlo! XD Il punto è che ho già un programma
molto ben definito, e purtroppo non posso assolutamente cambiarlo... ma
è anche una questione di principio! U_U Poi, dai... in qualche
modo me la sbroglio sempre! ^_* Comunque, benvenuta in questo angolo!
Mi ha fatto molto piacere leggere la tua recensione, ormai ho a che
fare con ShikaIno e SasuSaku fan quotidianamente, ho imparato ad essere
tollerante! XD Grazie infinite per i complimenti, sono sempre la mia
fonte di gioia (e il mio carburante), e quando li leggo... sigh, mi
viene tristezza a pensare che ogni tanto devo farvi restare male, voi
lettori! ç_ç Mi dispiace di averti conosciuta in un
momento così "scomodo"! (consiglio: lascia perdere le versioni
di greco! Perché occupare preziosi Mb di memoria cerebrale con
quella robaccia? XD)
0000: uhuh, ti aspettavo al
varco... Sapevo che ci sarebbe stato qualcuno che avrebbe commentato
così, e potevo anche ragionevolmente scommettere su di te! XD
Confesso che se Naruto avesse sbattuto in faccia a Sakura che
è una st****a e che lui c'era, sarebbe stato molto
scenografico, molto "ad effetto". Ma, mentre scrivevo, mi sono resa
conto che era inutile. Perché avrebbe dovuto dirglielo? Per
farla sentire più in colpa? Ma a lui non interessa, lui sta
già male così. Perché avrebbe dovuto perdere la
testa, davanti a lei? Per rabbia? Sì, possibile. Ma Naruto non
ha smesso di amarla solo perché lei non lo ama più. Lui
non vuole (non vorrebbe) farle del male, e finché riesce ad
evitarlo, è disposto a qualunque cosa. Quindi, mi spiace che la
scena ti abbia deluso... ma ormai è stata scritta così, e
tale resterà. Forse la scena con Sasuke di oggi potrebbe averti
reso di umore leggermente migliore, o almeno me lo auguro! ^_^
Killkenny: sì, bravo,
sogna le scene SasuSaku... con Minato come contorno! XD Se non altro
Naruto è scoppiato sul serio. E non sai quanto la cosa mi ha
fatto piacere... *_*
maninja87: ecco a te i
fazzoletti. Su, su... prima o poi passa... forse. Io di certo non mi
scoraggio, affronto a testa alta tutte le avversità e fischietto
verso lidi felici! (si vede che la fame mi sta dando alla testa?) E
anche tu dovresti fare lo stesso! Sasuke era pure carino, ma Kyuubi
è Kyuubi! U_U Uhuh, ci risentiamo al prossimo capitolo...
sonja: Sakura al rogo, eh?
Direi che ci è molto vicina, con quello che le ho combinato in
questo capitolo! Potrebbe quasi mettercisi da sola sulla pira! XD E
Naruto... è giusto che sivendichi, di tanto in tanto. Doveroso,
come direbbe Kyuubi... *_*
rina: si che so di chi parli
quando ti riferisci a Kakashi e Haruka... ma shht! Gli altri non devono
sapere! XD L'altro messaggio è arrivato, e dovrei anche aver
già risposto! ^^ Se non è arrivato dimmelo,
provvederò a suicidarmi e rimandarlo! XD (non chiederti come io
riesca a fare le due cose in quest'ordine...)
DuniettaS: ohh, tutti avevano
pensato che Naruto sarebbe riuscito ad andare avanti anche senza
Sakura. Da Sasuke a Tsunade, tutti avevano confidato sulla sua forza.
Ma si sbagliavano. Si erano dimenticati del Naruto che ha paura di
restare solo. E ora... ne subiranno le conseguenze. *_* (sì, la
cosa mi rende particolarmente felice! Lo confesso, dall'inizio alla
fine questa è la fanfic di Naruto! Tutti gli altri sono solo di
contorno!)
kimi: uhm... meno male che mi
hai ricordato Gaara! Allora lo infilo in uno dei prossimi capitoli in
qualche modo! E' giusto che anche lui si faccia vivo ogni tanto! U_U
Per quanto riguada Naruto... è successo. Kyuubi se l'è
preso. E poi, dritta filata, è corsa verso Sasuke, l'ultimo
degli Uchiha... Mi sono abbastanza sbizzarrita con la cattiveria in
questo capitolo, ma credo di essere stata davvero perfida nel prossimo,
anche se la maggior parte di voi non se ne accorgerà! Ora che il
blocco è passato, spero di riuscire a mettere in cantiere
qualcosa con un po' di rapidità! ^^ A presto!
gohan4ever: succedono anche
queste cose nelle fanfic! U_U Consolati con l'altra, dai! XD Domenica
aggiorno tutte e due, ma ti consiglio di lasciare l'altra per ultima,
così smetti di leggere e ti senti un po' più felice! (o
forse... no...? - devil)
Aya
|
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Capitolo 55 *** Predatore ***
Naruto-55
Capitolo cinquantacinquesimo
Predatore
Brandelli di intonaco, polvere,
frammenti di muro e mobilio, ora giacevano inerti sul pavimento,
immersi nella luce metallica dell’alba; ma non era difficile
immaginarli mentre volavano in aria, lanciati dalla potenza
dell’esplosione, e poi ricadevano a terra come micidiali proiettili
di cemento.
Metà dell’ultimo piano
era andata distrutta.
I primi medici e infermieri
accorsi sul luogo dell’esplosione si trovarono davanti a uno
scenario apocalittico, in cui il fumo ancora non si era abbassato, in
cui i frammenti mormoravano, franando dai resti delle pareti... e in
cui i gemiti dei feriti provenivano, flebili, dalle macerie.
I più impressionabili
sbiancarono, ci fu anche chi dovette svuotare lo stomaco in un
angolo, ma chi mantenne l’autocontrollo prese in mano la
situazione.
«C’erano pazienti nella
601, 602 e 603!» gridò un infermiere, dando le direttive
a quelli che stavano in piedi. «E quello della 609! Muoversi!»
Nessuno ebbe bisogno di
ripetizioni, e uomini e donne si attivarono in fretta, cercando la
fonte dei gemiti e studiando come spostare i macigni.
Forse erano passati due, tre
minuti dall’esplosione.
Più o meno la metà
del tempo necessario a percorrere la distanza che separava l’ospedale
dall’appartamento di Naruto.
Eppure, Sakura riuscì a
comparire in quel momento sull’ultimo gradino delle scale, senza
fiato e senza pensieri coerenti in testa.
Già dalla strada aveva
visto le condizioni dell’ultimo piano, già da lì
aveva intuito che la stanza di Sasuke non esisteva più... ma
non si era accasciata, non aveva perso le forze, non era scoppiata a
piangere; non ci aveva creduto, e basta. Aveva voluto accertarsene
con i suoi occhi.
Era corsa su per le scale,
gradino dopo gradino, senza ascoltare nessuna delle persone che aveva
incrociato, senza pensare a Ino, rimasta indietro già lungo la
strada, senza chiedersi o sperare in nulla.
Poi, era arrivata lì.
Dietro le macerie aveva visto il
sole sorgere, un disco piatto color del sangue... e si era pienamente
resa conto della devastazione.
«...Sasuke» sussurrò
fermandosi, gli occhi sbarrati.
Il fondo del corridoio... non
c’era più. Era l’angolo più danneggiato, anzi.
Bastò un istante perché
una carrellata di immagini attraversasse la sua mente, facendole un
male quasi fisico.
Sasuke.
I suoi occhi. La sua voce. Le sue mani. Il suo respiro. Il suo “ho
bisogno di te”,
risalente solo al giorno prima... e lei, lei che ignara gli diceva
“tornerò”...
Un brivido corse dal collo alla
schiena, raggelandola.
«Sasuke!» gridò
all’improvviso, scattando in avanti, verso i resti del pavimento.
Sentì delle braccia serrarsi attorno a lei, fermandola, e una
voce che le urlava che proseguire era pericoloso, ma non la ascoltò.
Se ne liberò con uno strattone, strinse i denti e andò
avanti, la vista appannata dalle lacrime.
Lo
ha ucciso, le
sussurrò la sua parte razionale. Non
puoi più fare nulla.
Sakura si rifiutò di
ascoltarla.
Anche
se la parete era scomparsa, anche se il pavimento era in frantumi,
anche se riusciva a vedere il piano di sotto, anche se Sasuke era già
debilitato, lei non voleva dimenticare che c’era pur sempre una
minima probabilità che fosse sopravvissuto. Non poteva
dimenticarlo.
Usò il chakra per non
scivolare nei punti sdrucciolevoli, scostò con le mani i
frammenti che la ostacolavano, e gridò il nome di Sasuke,
pericolosamente in bilico sui resti del corridoio. Ansante, scivolò,
si aggrappò a una sporgenza, non si rese conto di avere mani e
ginocchia graffiate... le girava la testa... sentiva la nausea salire
su per lo stomaco...
«...Ho trovato quello della
601!» gridò una voce, e le sembrò così
distante da essere in un altro universo. «E’ ferito, ma
respira...!»
«Sasuke!» urlò
Sakura, sovrastando ogni altro suono. «Sasuke!»
...Ma a lei, nessuno rispondeva.
Un piccolo singhiozzo sfuggì
alle labbra secche, morse a sangue. Strinse i denti, e si passò
rabbiosamente una mano sugli occhi.
«Sasuke!» ripeté,
tanto forte da sentire la gola bruciare.
Non si sarebbe arresa. Mai.
Finché non lo avesse visto
con i suoi occhi.
Scivolò di nuovo, e questa
volta anche le dita sfregarono contro la pietra senza trovare un
appiglio.
Cadde al piano di sotto, in una
stanza non utilizzata e invasa dai detriti, e nell’urto sentì
una fitta dolorosa al ginocchio. Gemette, anche se era il dolore più
leggero, e si rialzò.
«Sasuke!» gridò;
«Sasuke!»
Ancora e ancora e ancora.
Come se fosse stata l’unica
cosa che era in grado di dire.
«Sakura!» la chiamò
una voce dall’alto, quella di Ino che finalmente l’aveva
raggiunta. «Vieni via! E’ pericoloso, il pavimento non
reggerà a tutto quel peso!» Sporgendosi dai resti del
corridoio del piano superiore, la bionda cercò invano di
attirare la sua attenzione.
Ma Sakura non ascoltava nulla.
Non poteva distrarsi. Doveva
sentire la voce di Sasuke, quando le avesse risposto...
Scheggiandosi le unghie spostò
a fatica un macigno pesante, ansimando.
E lì sotto vide la sua
mano, bianca. Troppo bianca.
E il sangue, che gocciolava lento
da una ferita sul palmo.
Scintille di fuoco nella nebbia
sottile. Frammenti brillanti di luce e calore, impalpabili, lenti,
danzavano nell’aria muovendosi sinuosi. Semplice polvere. Che,
tagliata dalla luce intensa dell’alba, diventava fiamma.
La foresta taceva, mentre il sole
si faceva strada tra foglie e radici, guadagnando centimetro dopo
centimetro, spruzzando un alito di vita nell’ombra del sottobosco.
Il predatore era ancora lì,
da qualche parte.
Ma ora un’altra minaccia
incombeva nell’aria, una minaccia meno subdola ma più
pressante... crepitante, quasi.
Kyuubi non aveva bisogno di
seguire un sentiero per trovare la via. Si affidava all’istinto,
alla memoria, e poi... si inebriava della libertà. Tolta la
felpa, tolti i sandali, tolto il coprifronte, poteva dilatare le
narici e muoversi agile come un felino, credersi ancora un corpo di
fuoco e chakra... intoccabile, potente, letale.
L’unica padrona di sé
stessa.
Mentre balzava da un ramo
all’altro, sicura e perfetta, un ghigno stirava le labbra del corpo
di cui si era impadronita, un corpo piccolo e fragile, ma così
pieno di energia da farla fremere. Il ciondolo del primo Hokage
ballonzolava sul suo petto, inutile, solo un leggero fastidio
lontano... Naruto aveva accettato consapevolmente Kyuubi. Tre
centimetri di chakra cristallizzato non potevano nulla contro il
binomio volontà-potere. I capelli biondi di Naruto erano
spinti indietro dalla velocità a cui si muoveva, ancora
impolverati dopo l’episodio dell’ospedale, la pianta dei piedi
era piena di schegge, ma non se ne curava, e i sensi impazzivano per
l’insieme di odori, suoni, colori e gusti che captavano,
contemporanei, mescolati, confusi, nuovi e insieme meravigliosamente
antichi.
Da qualche parte, nel fondo della
sua coscienza, sapeva che un ragazzino stava rannicchiato, volgendo
le spalle al mondo. Sapeva che catene di tenebra rovente lo
avvolgevano, che si lasciava cullare dal buio, che ne assorbiva il
tepore ad occhi chiusi, e che si tappava le orecchie per non
sentire...
...Ahh, cosa si perdeva.
Kyuubi scoppiò in una
risata euforica, aggrappandosi a un ramo e balzando a terra, ferina.
Non era poi tanto male, quel
corpo. In fondo era solo una sistemazione temporanea, un giocattolo
da usare intanto che era nuovo... poteva sfruttarlo finché non
se ne fosse stufata, adesso che ne aveva il pieno controllo. Naruto
non era un problema. Era fragile, era solo. E lui odiava essere
solo... lo faceva sentire debole. Sarebbero bastate poche parole ogni
tanto, una leggera stretta alle catene... e non si sarebbe liberato
mai più.
Forse avrebbe dovuto
ringraziarlo, pensò con un sorriso intriso di sarcasmo. Le
aveva permesso di eliminare l’ultima minaccia alla sua libertà,
l’odioso sharingan degli Uchiha, e le aveva donato un corpo in
grado di difenderla da chiunque, anche se per poco... Poi, ricordò
che per diciotto anni l’aveva tenuta imprigionata, impedendole di
vivere. E allora si disse che erano pari.
Kyuubi correva, di cespuglio in
albero, di ramo in radice, e si rese conto che il suo corpo aveva
fame. Dopo tanto tempo, avrebbe cacciato... ma, per la prima volta,
lo avrebbe fatto per sopravvivere e non per divertimento.
Sembrava interessante.
Finché
non si imbatté nell’altro
predatore.
Lo
percepì,
prima ancora di vederlo o avvertirne l’odore.
Nell’esaltazione del primo
momento non si era resa conto dell’innaturale silenzio del bosco,
della scomparsa degli animali, dell’immobilità generale...
ma ora, all’improvviso, notò ogni cosa.
E
poi, ebbe la sensazione che lì attorno ci fosse... un
altro, come lei.
Si fermò bruscamente nel
mezzo del nulla, e tese ognuno dei suoi sensi.
Gli alberi che la circondavano
non scricchiolavano neppure. Gli odori del bosco si erano fatti
neutri, cauti... quasi volessero scomparire. I colori si
confondevano, nel vago tentativo di mimetizzarsi, e l’aria...
sapeva di paura.
Qualcosa strisciava, lì
attorno.
E fu soltanto il sesto senso a
capire di cosa si trattasse.
Kyuubi distese le labbra in un
ghigno freddo.
«Esci fuori»
Dopo l’esplosione all’ospedale
era scoppiato il putiferio. Tsunade si era vista piombare in casa
ninja, medici, membri del consiglio... tutti convinti che, solo
perché era Hokage, non avesse diritto a un minimo di privacy.
Aveva dovuto sbatterli fuori
mentre era ancora in pigiama.
Poi si era rivestita, aveva
imprecato contro il deficiente che aveva dato inizio al casino, e
alla fine si era decisa a chiedere se sapevano chi fosse il
responsabile. Nessuno aveva saputo risponderle.
Finché non aveva
intravisto l’espressione di Jiraya, dietro le facce ansiose degli
altri.
E
un brivido l’aveva scossa; un nome le aveva attraversato la mente:
Naruto.
Senza più ascoltare le
voci concitate che la circondavano, aveva raggiunto Jiraya, aveva
scambiato uno sguardo con lui, e, senza dire nulla, insieme si erano
avviati a passo spedito verso l’ospedale, in un’aura di gravità
irreale e del tutto insolita. Irradiavano autorità, al punto
da farsi largo con una sola occhiata.
Raggiunsero il luogo
dell’incidente mentre il sole superava le prime case, diffondendo
la luce del giorno nel villaggio. La folla accalcatasi attorno
all’ospedale si fece da parte non appena li intravide, e loro
avanzarono fino all’ingresso e dentro l’edificio, dove un
brulichio ininterrotto di infermieri e medici rendeva l’aria
pressoché irrespirabile.
Tsunade scorse Shizune che
correva verso le scale, e la chiamò sovrastando il brusio.
«Signorina Tsunade, per
fortuna siete qui!» rispose quella, con il sollievo stampato su
ogni centimetro di pelle del viso. «Seguitemi, per favore! C’è
bisogno di voi!»
«Quanti feriti?»
chiese l’Hokage seguendola al volo, Jiraya alle calcagna.
«Pochi, molti meno del
previsto. L’ultimo piano era pressoché deserto, ma...»
Shizune deglutì. «L’esplosione è avvenuta nella
stanza di Sasuke Uchiha... e non sappiamo in che condizioni sia lui»
Jiraya e Tsunade si scambiarono
un’occhiata.
Il nome che rimbombava nelle loro
teste si fece assordante.
Salirono tutte le rampe di scale
con passo affrettato, fino all’ultima, il piano il cui accesso era
già riservato, e che era classificato come ‘pericolante’.
L’infermiere che lo sorvegliava li fece passare al volo,
riconoscendoli, e quando l’Hokage vide la devastazione che aveva
colpito l’intero corridoio per un attimo spalancò gli occhi.
Ricordava quando avevano
costruito quell’ospedale, tanti e tanti anni prima... ricordava
come splendeva, nuovo e lucente; ricordava quanto ne era stata
orgogliosa, perché lì avrebbe lavorato e passato buona
parte della sua vita... poi... erano successe molte cose, i muri si
erano ingrigiti, l’intonaco era stato rinnovato più volte,
lei se ne era andata ed era tornata...
...Ma fino a quel giorno
l’ospedale era sempre rimasto in piedi, integro.
Fino a quel giorno.
Sentì un moto di rabbia e
dolore profondi nei confronti del sospetto che si concretizzava
sempre più, nella sua mente... verso quel nome inciso in
lettere di fuoco, e soprattutto verso ciò che stava alle sue
spalle... e fu allora che sentì la voce di Ino sollevarsi
sopra tutte le altre.
«Sakura, smettila!»
La cercò con lo sguardo,
con un orribile presentimento... non la vide, ma capì dove si
trovava.
«Merda» imprecò
tra i denti, correndo avanti.
Raggiunse il limite del
corridoio, il tratto più pericolante, e si sporse verso il
basso. Eccola lì, ecco la chioma bionda, e poi... ecco anche
Sakura, chinata con lei su...
Tsunade saltò giù,
scivolando su un frammento di muro instabile, ma non perse
l’equilibrio. Jiraya le fu subito dietro, ma rimase a qualche passo
di distanza, e lei poté raggiungere Ino da sola. Per fortuna
la vide farsi prontamente da parte, o avrebbe dovuto allontanarla. Si
inginocchiò, e serrò la mano attorno al polso di
Sakura, alzandolo a forza e togliendolo dal petto di Sasuke.
«Cosa stavi facendo?»
le gridò, nell’attimo in cui lei barcollò, rischiando
di cadere sull’Uchiha.
«Lui... è vivo...»
ansimò la kunoichi, tentando di riprendere da dove si era
interrotta. «Io... posso salvarlo... devo... devo salvarlo...»
gemette, mentre Tsunade aumentava la stretta sul suo polso.
«Ino» disse secca.
«Portala via subito»
«No!» urlò
Sakura, spingendola indietro. «No! Sasuke è vivo! Si può
salvare! Non voglio andarmene!»
Tsunade fece schioccare la
lingua, mentre Ino, pallida, le lanciava un’occhiata spaventata.
«Jiraya» chiamò
allora, e il sannin non se lo fece ripetere.
Nonostante le proteste di Sakura,
la sollevò di peso e la tirò indietro, ignorando le sue
lacrime e le sue suppliche.
«In quelle condizioni sei
solo un disturbo» disse, tagliente, l’Hokage. «Gli
stavi dando la tua vita, e non saresti riuscita comunque a salvarlo»
mentre parlava, le sue mani correvano sul corpo di Sasuke, dal petto,
al collo, al capo, alle braccia. Lo esaminava, rapida, attenta,
concentrata. Studiava ogni centimetro di carne, cercava le ferite più
profonde e le lesioni...
...e intanto l’immagine del suo
corpo pressoché perfetto continuava a balzarle davanti agli
occhi, nel contrasto con ciò che ne restava.
Ferite ovunque, tagli più
o meno netti, coprivano quasi interamente la superficie della sua
pelle. All’altezza dello stomaco le lesioni erano molto più
profonde, la carne viva palpitava a vista, il sangue scorreva, caldo,
e si portava via ogni sua energia.
Riconosceva ciò che si
trovava davanti.
Gli effetti di un rasenshuriken
incompleto, a metà con il rasengan.
“Ci
ha provato sul serio...” si trovò a pensare. “Voleva
davvero ucciderlo”
Non perse tempo ad arrabbiarsi, o
a fare altre congetture. Il battito di Sasuke era impercettibile, il
respiro forse inesistente, ma non era ancora morto, Sakura aveva
ragione.
Tsunade posò una mano
sulla ferita aperta dell’addome, e fece scorrere il chakra fin
nelle viscere, alla ricerca delle lesioni più gravi.
Non sapeva quanto ci sarebbe
voluto, e non aveva nemmeno la certezza di riuscirci.
Ma doveva provare a salvarlo.
O chi lo aveva ridotto così
non si sarebbe mai e poi mai perdonato...
«Ino, dammi una mano»
disse, la fronte imperlata di sudore. «Occupati dei tagli
profondi, cerca di arginare l’emorragia»
La kunoichi annuì, bianca
come un lenzuolo, e si mise al lavoro. Sakura, ancora tenuta ferma da
Jiraya, singhiozzava a testa china, senza più cercare di
divincolarsi.
Ino
si era sentita chiamare, quando aveva trovato Sasuke. Aveva visto
Sakura spostare le macerie che lo coprivano, liberarlo dal peso dei
detriti, e poi si era calata giù con lei, per darle una mano.
Quando aveva visto il corpo martoriato dell’Uchiha aveva sentito i
brividi correre lungo la schiena, ma non aveva avuto il tempo di
sentirsi male... perché aveva visto il chakra con cui Sakura
cercava di curarlo... e aveva capito che non
era semplice chakra: lei gli stava dando la sua stessa vita, come la
vecchia Chiyo aveva fatto con Gaara un anno prima. A quel punto era
arrivata Tsunade, e grazie al cielo aveva preso in mano la
situazione.
Ma
ora... anche se c’era l’Hokage, e anche se era il miglior ninja
medico della storia di Konoha, lei guardava il corpo sotto le sue
dita e si chiedeva se davvero fosse possibile salvarlo... ma anche
cosa
l’avesse ridotto in quel modo.
«Jiraya» disse
Tsunade all’improvviso, a denti stretti. «Manda i tuoi rospi
a chiamare la squadra Anbu. E poi voglio qui anche il team Gai, Asuma
e Kurenai. E Kakashi e Sai»
Jiraya esitò per un
istante, chiedendosi quanto fosse opportuno lasciar andare Sakura. Ma
poi la sentì rilassarsi tra le sue braccia, come a garantirgli
che non avrebbe fatto nulla di stupido, e allora sciolse la stretta.
La kunoichi rimase ferma, davanti a lui, a capo chino.
Lentamente, vedendo il chakra
chiaro della sua maestra che sondava e ricopriva la ferita di Sasuke,
aveva riacquistato un minimo di cognizione... ma a quel punto si era
anche resa conto di qualcosa di terribile.
Se prima aveva perso la testa di
fronte alle condizioni di Sasuke, ora, finalmente, si chiedeva cosa
lo avesse colpito.
E, purtroppo, trovava la
risposta.
Le capacità di guarigione
di Orochimaru e Kabuto si dimostrarono ancora una volta sorprendenti.
Quando Kyuubi rivide il serpente,
comparso quasi dal nulla, stentò a credere che neanche due
mesi prima la sua mandibola fosse stata corrosa dal suo chakra.
Il viso di Kabuto Yakushi era
liscio, regolare, forse solo un po’ più spigoloso. E poi,
c’erano quelle pupille strette e verticali.
Ghignò, fissando gli occhi
nei suoi. Occhi vagamente simili, non solo nell’espressione.
«Kyuubi» disse, con
voce a metà tra il carezzevole e l’eccitato.
«Perché sei qui?»
chiese la Volpe, studiandolo senza sorridere, ma con un vago brillio
ironico nello sguardo.
«Ho sentito certe voci...
riguardanti il Paese del Fulmine... E ho pensato che, forse, il
momento era giunto...»
«Ah, la tua proposta...»
vaga, Kyuubi assottigliò gli occhi, come per ricordare
qualcosa di poco importante.
Orochimaru non ribatté,
senza smettere di guardarla, le pupille ora dilatate sotto le
palpebre sollevate in maniera innaturale.
La Volpe snudò le zanne in
un sorriso compiaciuto.
«Non ne ho più
bisogno»
Di nuovo, sulla foresta piombò
un silenzio artificiale e pesante. Non un alito di vento mosse le
foglie, non uno scricchiolio disturbò l’aria immobile.
«...Capisco» mormorò
poi Orochimaru, ghignando a metà. «Sei talmente
arrogante da pensare di poter controllare Naruto Uzumaki finché
ti sarà utile...»
«Non
è arroganza» lo corresse la Volpe. «E’
sicurezza. Il ragazzo è fragile, molto più di quanto
tutti pensassero. E’ bastato che perdesse una o due certezze, ed è
crollato» si portò una mano al petto, in atteggiamento
quasi possessivo. «Ora è rinchiuso nelle tenebre, dietro
le sbarre che un tempo erano mie. Non vuole vedere né sentire
nulla, si è messo in isolamento da solo... lui vuole
che sia io ad avere questo corpo. Lui vuole scomparire»
«Forse... ma per quanto?»
insinuò Orochimaru. «Kyuubi, credi davvero di conoscere
gli uomini? Pensi che non cambino idea ogni due giorni, che non siano
gli essere più volubili sulla faccia della terra? Un giorno
incontrerai i suoi compagni, perché quelli di Konoha sono
fatti così, e forse, in quel momento, il ragazzo deciderà
di aprire le orecchie. Cosa farai allora? Pensi di essere abbastanza
forte da controllarlo, da tenerlo segregato?»
Silenzio. La Volpe aveva smesso
di sorridere.
«Non li incontrerò»
disse tagliente. «Ho sensi molto più sviluppati dei
loro, posso evitarli anche per sempre»
«Ma ne hai la certezza
assoluta?» sibilò Orochimaru, gli occhi brillanti.
«Perché correre un rischio inutile? Liberati di quel
corpo, torna quella di un tempo. Forse perderai qualcosa, ma alla
fine il guadagno sarà molto maggiore...»
Kyuubi rimase zitta per lunghi
minuti, immersa nelle sue riflessioni.
Il
corpo di Naruto era un rischio, lo sapeva. Avrebbe dovuto prestare
attenzione costante alla vecchia coscienza, controllare le sue
catene, e mai, mai abbassare la guardia... ma... aveva un potenziale
così grande... così allettante...
Lei era il demone più
potente.
Era ribellione.
Era
fuoco.
Lei rischiava.
Lentamente, un ghigno si aprì
sul suo viso.
«Niente da fare»
sussurrò. «Sto bene così come sono»
Orochimaru non sembrò
scomporsi un granché.
Il rifiuto di Kyuubi disturbava i
suoi piani, ma non più di tanto... e lui aveva ancora bisogno
del corpo di Naruto Uzumaki...
Sorrise, solo vagamente inquieto.
«Allora vediamo di fare in
fretta» disse, ed era una chiara minaccia. «Perché
credo che dal villaggio vedranno il combattimento»
«Tranquillo, basterà
meno di un minuto» assicurò la Volpe.
Sasuke non riprendeva colore.
Per quanto Ino curasse e
chiudesse ferite, il suo sangue sembrava trovare sempre il modo di
scorrere via, imbrattando il pavimento e macchiando le ginocchia
delle kunoichi accanto all’Uchiha.
Il
viso di Tsunade era coperto di sudore, più cupo di quanto
fosse lecito. Sakura aveva provato a chiederle di dare una mano,
l’aveva quasi supplicata... ma lei aveva visto le sua braccia
tremanti, aveva capito che, per quanto fosse la miglior allieva di
sempre, non era in grado di essere razionale con quel
paziente... e poi, un sospetto si era fatto strada nella sua mente.
«Sakura» chiamò
all’improvviso, prima che fossero raggiunti dagli altri. «Sono
quasi certa che Kyuubi abbia temporaneamente il controllo di Naruto»
disse schietta, senza girarci attorno. Non concepiva nemmeno che
Naruto, lucidamente, avesse tentato di uccidere Sasuke. «Hai
un’idea del perché?»
Silenzio. Ino sbirciò di
sottecchi maestra e allieva, e vide la tensione palpabile che
attraversava l’aria. Anche Jiraya sembrava partecipare, scuro in
volto.
«...Sì»
sussurrò poi Sakura, con voce a malapena udibile.
Tsunade schioccò la
lingua.
«Maledizione!»
imprecò, e il sospetto divenne certezza.
Oh,
sapeva di essere ipocrita ad arrabbiarsi ora... sapeva che lei per
prima si era detta “ho
bisogno di Sasuke Uchiha, anche a costo di mettergli accanto Sakura.
Naruto è forte, Naruto lo sopporterà”...
ma ora riusciva solo a pensare che il suo Naruto, il ragazzino
irritante che le ricordava tanto Nawaki e Dan, era fragile. Che era
fragile e che Sakura aveva ceduto nel momento più sbagliato.
Che, anche se sapeva che prima o poi sarebbe successo, anche se aveva
letto negli occhi della sua allieva che Sasuke era sempre alle sue
spalle, ora desiderava che tutto fosse come sei mesi prima: che gli
Uchiha fossero un problema distante, e che Naruto e Sakura fossero
insieme.
Che Naruto fosse felice.
Sentì la rabbia salire.
Contro Sakura, contro Sasuke,
contro Kyuubi e anche contro Naruto, che si era arreso... ma, più
di tutto, contro sé stessa.
Per aver creduto di poter essere
soltanto un Hokage, quando si trattava di lui.
Stupida vecchia orgogliosa.
Mentre ancora cercava di
stabilizzare il flusso del chakra, slegandolo dalle sue turbinose
emozioni, giunsero i primi rinforzi: gli Anbu.
«La nove code è
fuggita» disse lei, tagliente e sintetica, circondata dai suoi
migliori ninja. «Se siamo fortunati è ancora nei
dintorni, cercatela e riprendetela» deglutì, scoprendo
che quelle che doveva ancora dire erano le parole più
difficili. «...Se dovesse... ribellarsi... siete autorizzati a
usare le maniere forti»
Che stronzata.
Certo che si sarebbe ribellata.
E qualcuno sarebbe morto.
Gli Anbu annuirono, e sparirono
in uno sbuffo di fumo.
Tsunade gettò un’occhiata
al viso di Sasuke. La ferita che lo attraversava dalla tempia destra
al mento era scomparsa, curata da Ino. Aveva anche fatto in modo che
non restasse la cicatrice... era più brava del previsto.
Ma non erano quei tagli che
davvero lo tenevano appeso a un filo. Il problema era l’addome...
la carne martoriata e devastata... con il preciso intento di
uccidere.
Sperava soltanto che Naruto ne
fosse completamente all’oscuro... perché ad ogni secondo che
passava, il filo si assottigliava... e per Naruto, Sasuke era
importante...
“Anche
se si è preso Sakura... non smetterà mai di essere suo
fratello”
Dopo gli Anbu arrivò il
team Gai, ora tutto maschile. Tsunade inspirò a fondo,
maledicendo l’intera situazione, e fu costretta in quattro parole a
svelare il più grande segreto del villaggio.
«In Naruto Uzumaki è
sigillata la volpe a nove code. Ora si è ribellata. Forse è
ancora nella foresta, trovatela e riportatela indietro»
Se Gai si limitò a
rabbuiarsi e sudare un po’ più del normale, sia per Rock Lee
che per l’impassibile Neji fu un discreto shock.
Il
demone più pericoloso di sempre, il flagello del villaggio...
era sigillato dentro Naruto? Oh, beh... ora molti tasselli prendevano
il loro posto... il chakra terrificante che aveva mostrato all’esame
per chuunin, gli strani exploit
estemporanei... ma... Kyuubi era malvagia. Era potente. E Naruto...
l’aveva tenuta dentro di sé per tutto quel tempo... senza
mai smettere di sorridere e blaterare del suo sogno...
...Se la volpe si era
ribellata... che ne era di Naruto?
«Muoviamoci» Gai li
riportò bruscamente alla realtà, in tono insolitamente
grave. «Dobbiamo fermarla prima che lasci il Paese»
Un attimo prima che i tre
scomparissero come gli Anbu, dai resti del corridoio al piano di
sopra arrivarono il team Kurenai, Kakashi, Sai e Asuma, Choji e
Shikamaru.
Tsunade imprecò tra i
denti, sempre più furiosa.
Così
tante persone stavano per venire a sapere ciò che Naruto si
era sforzato di nascondere... e tutto perché loro avevano dato
per scontato che fosse forte.
Tutto perché loro avevano sbagliato.
Ripeté le stesse parole
che aveva detto agli altri, senza guardarli, e aggiunse che Ino
sarebbe dovuta rimanere con lei.
Mentre i ragazzi ignari di tutto
metabolizzavano le novità su Kyuubi, Sakura gettò
un’occhiata angosciata al corpo di Sasuke. Lì non avrebbe
potuto fare niente, Tsunade le avrebbe impedito qualunque mossa. Ma
forse... se fosse andata con Kakashi e Sai...
«Maestra...» tentò
di dire, e l’Hokage la interruppe.
«No. Tu non ti muovi da
qui» ordinò asciutta.
Sakura sentì le lacrime
riempirle gli occhi, di rabbia e frustrazione.
Avrebbe voluto salvare Sasuke.
Avrebbe voluto cercare Kyuubi e riportare indietro Naruto. Avrebbe
voluto urlare che era tutta colpa sua, per scaricarsi la coscienza...
ma alla fine, era sempre inutile.
Non poteva fare nulla.
Kakashi la guardò. Guardò
il corpo di Sasuke, con una stretta allo stomaco, e riconobbe gli
effetti del rasenshuriken. Fare due più due fu automatico.
E,
all’improvviso, capì cosa avesse di strano il sorriso di
Naruto negli ultimi tempi: era falso.
Lui sapeva, già da
tempo... e lo aveva tenuto nascosto.
Lo avevano lasciato solo, di
fronte al suo incubo più grande.
«Lo riporteremo indietro»
disse sotto la maschera, e anche senza vedere il suo viso tutti
seppero che non erano solo spacconate. Che stava mettendo in gioco la
sua stessa vita, per il figlio del suo maestro... per non perdere di
nuovo qualcuno di importante, come Obito.
Pensò a Haruka, che quando
era stata svegliata dall’esplosione all’ospedale lo aveva
guardato assonnata, i capelli rossi arruffati sulle spalle nude.
Pensò a quello che erano diventati, a quello che avrebbero
potuto essere... e le chiese scusa, mentalmente.
Perché per Naruto avrebbe
rischiato tutto.
Tutto quanto.
Nel prossimo capitolo:
Se la velocità di
Naruto era elevata, l’agilità di Orochimaru era quasi
demoniaca.
Al primo colpo della Volpe, il
serpente schivò con una contorsione impossibile e tentò
di afferrare la sua gamba. Kyuubi liberò il chakra, sentendo
la pelle sfrigolare, ma ottenne di far balzare indietro il suo
avversario.
Orochimaru ghignò.
«Non dovresti
maltrattare i giocattoli nuovi, o si rovineranno subito...»
sibilò.
* * * * ȣ * * *
*
Spazio
autore
Anticipazione assolutamente inutile, lo riconosco...
Ma qualunque altra cosa avessi scritto, sarebbe stata esageratamente spoilerosa, e dunque niente da fare!
In questo capitolo un sacco di gente ha saputo di Kyuubi, ma ho lasciato fuori i pensieri di qualcuno consapevolmente,
per svilupparli appieno nel prossimo capitolo. Tranquilli,
tranquilli... secondo voi mi "dimentico" di gente come Hinata e
Shikamaru?
E, a proposito, è tornato Orociok!
(giuro che immaginarlo con la faccia di Kabuto è traumatico...)
Ohh, sapete cosa potrebbe spingere la mia ispirazione verso nuove vette?
Canzoni.
Quindi, se avete qualcosa da consigliarmi, dite pure...
...e intanto procuratevi "I walk alone" di Tarja (ex cantante dei Nightwish), per il prossimo capitolo...
(ancora una volta, non per le parole ma per la musica)
[psst: ricordatemi quando compite gli anni almeno una decina di giorni prima della data! E fatemi le vostre richieste! ^^]
Festaggiate signori, poiché abbiamo superato pagina 400! °_°
Rory_chan: welcome back!
E sei tornata proprio in un periodo un po' movimentato, diciamo! ^^ Ma
sono felice di rivederti tra le recensioni, in un modo o nell'altro mi
ricordo i nomi di tutte le persoe che hanno commentato almeno una
volta! (rubando preziosi Mb di memoria allo studio...) Ehh, nemmeno in
questo capitolo ho detto se Sasuke se la cava o no... ma, sinceramente,
se fossi una lettrice mi interesserei molto più di Naruto!
(attenzione: sono evidentemente di parte) Non preoccuparti
assolutamente per la recensione "incasinata": da una che riesce a
complicarsi la vita anche quando non ha niente da fare (che sarei io)
aspettati capacità riordinative (?) superiori! XD
kage_naru89: un tantino
pessimista, eh? "La vita di Naruto è rovinata". Su, su...
ricorda sempre che ci sono un mucchio di cose che non dico se non alla
fine... e che io amo alla follia Naruto... E' indubbiamente vero che ho
creato un casino immenso, ma so anche come "sbrogliarlo" (in positivo o
in negativo, questo non si sa...)! Abbi fede, figliola! XD
lale16: ovviamente in questo
capitolo non ti dico se gli Uchiha si sono estinti o no! Me
perfidissima, ho intenzione di godermi questi ultimi capitoli senza
lasciarmi sfuggire nulla... anche se ormai è scontato che, in un
modo o nell'altro, ci stiamo avvicinando alla fine... Kyuubi è
il mio tenero cucciolo pucci-love. Anche se farà bastardate
grosse così, non smetterò mai di ritenere che è
adorabile! Anche se un giorno Kishi mi smentirà sulla sua
natura, come ha già fatto con Itachi, io resterò sempre
della mia idea! Kyuubi for president!!
maninja87: esami... che brutta
parola. Devo prepararne quattro tra febbraio e marzo, e al momento
navigo in alto mare, vivendo sostanzialmente di pc... devo trovare il
modo di non dormire. U_U in bocca al lupo, eh! Comunque, parlando di
cose più allegre (?), Sasuke è ancora sospeso al filo del
mio desiderio, in balia di capricci più o meno nascosti... La
fic è vicina alla fine per forza, ma anche se venissero a
mancare gli interpreti principali, tirerei avanti fino a scrivere un
finale per i comprimari! Io ci tengo a loro! XD E ci tenevo anche al
micio... ç_ç Perché scrivo certe cose?
sonja: mah, diciamo che al
momento Kyuubi è impegnata con un altro genere di
problemucci...! XD Quel che ha fatto ha fatto, e ora se ne strasbatte
allegramente! ^^ (sorriso angelico)
Killkenny: okay, ho provato a
riempire gli asterischi del "certo urlo" nella scorsa recensione, ma
con tutte le combinazioni della mia testolina bacata l'unica cosa che
è venuta fuori è stata "suicidio!", e non sono del tutto
certa che ci azzecchi... E la dolce (?) Kyuubi ha incontrato qualcuno
che forse è anche peggio di Hanabi... (so che sembra un'eresia a
dirsi)
vegani: Hinata calmava Naruto,
più che la volpe. E se lui si tranquillizza, riesce a tenere
sotto controllo anche lei... ma una volta che Kyuubi ha acquisito
il pieno controllo di Naruto, beh, credo che a parole nessuno
riuscirebbe a fermarla...
DuniettaS: giuro, la coppia
KakashiIruka mi mette i brividi addosso! XD Li abbiamo visti interagire
nel manga giusto due volte, e in ognuna di quelle vignette Iruka era
assolutamente patetico e Kakashi totalmente bastardo (o gelido),
quindi... Brr, a sostituire la faccia del chunin a quella di
Haruka! XD Oh, io essere assolutamente felice di ricevere complimenti
ripetitivi! XD Se fossero critiche, già sbatterei la testa sul
monitor chiedendomi perché sono tanto idiota, ma fino a quando
sono messaggi come i tuoi sono soltanto contenta! ^^ Quindi non
preoccuparti di nulla, e lasciami gongolare in pace! Ah, inizia a
piacerti (più o meno) Sasuke...? °_° Oh, povera te... ma
tranquilla, non è grave. Prima o poi si guarisce. U_U Mentre
dall'amore per Naruto-Kyuubi sarebbe bene non guarire mai e poi mai...
*ç*
Reina: ho risolto il problema
delle gag in modo stupidissimo! XD Me le sono annotate a parte, e anzi
mi sono proprio scritta le scene...! Ultimamente ho la testa zeppa di
vere e proprie cavolate! (e, sempre ultimamente, mi sono data un po'
alle one-shot! XD) Ma grazie per l'offerta d'aiuto, dovessi incagliarmi
di nuovo so dovre trovarti! ^^
Kaho_chan: oh, ti adoro! *_*
Solo tu hai colto il nesso micio-Naruto! L'unico scopo per l'esistenza
di quel felino era questo! Ti adoro! >_< (e ti adoro ancora di
più se ripenso alla Narusaku che ho letto ieri sera... eheh)
Kyuubi si sta dando allegramente da fare, noti? ^^ E sasuke... uhuhuh,
non si sa ancora che ne sarà di Sasuke... potrei essere
più cattiva del previsto...
gohan4ever: ok, se hai
già letto l'altra saprai che questo non è un bel periodo
per te! XD Da nessuna parte c'è consolazione! Ma su, su... le
cose stanno per cambiare...
sammy1987: tsk! Come puoi
preoccuparti per l'emoboy quando Narutino mio bello se la vede con
Orociok?? Dai, chi se ne frega dell'emo-ameba? Al rogo!! *_* Ok, ok...
mi do una calmata! XD Come avrai già letto, di Sas'ke non si sa
ancora nulla con certezza. Fosse per me sarebbe stato tagliuzzato in
piccoli pezzettini morbidosi e sanguinolenti, ma si sa... sono
l'autrice, non dio. U_U Naruto, al contrario, è in pieno
fermento, anche se guidato dal nostro volpacchiotto del cuore! Ohh,
avrò modo di riabilitarlo, credimi... ho ancora qualche asso
nella manica...
kimi: qualcuno dice che la
morte è parte della vita, no? U_U Bene, fai tua questa
filosofia! XD Di Sakura si parlerà ancora, mi sa...
perché i casini sono il mio pane quotidiano! E se non sto
incasinando le cose adesso... Hai pianto leggendo questo capitolo?
ò_O Uhm... non mi sembra particolarmente lacrimoso...
cioè, il prossimo e quelli a venire sono peggio, secondo me!
ç_ç (per la serie: l'ottimismo è il profumo della
vita!)
akane_val: tu sei sconvolta? E
io che dovrei dire?! Non ti piacciono né Shika, né
Temari... °_° Giuro, sei la prima persona che sento parlare
così! Questa cosa potrebbe destabilizzarmi in maniera
permanente!! A questo punto non mi pento affatto di aver scritto questi
capitoli, anzi ne sono contenta: occhio per occhio, shock per shock!
Ora, cercando di tornare in un contesto pseudo normale e pure vagamente
cool (?), ti ringrazio tantissimo per i complimenti! ^^ So che le cose
sembrano davvero ma davvero incasinate ora, ma sapere che comunque la
storia resta leggibile è fonte di grande conforto per me! Sono
contenta di vedere che sono riuscita a spiegare la faccenda della voce,
ero un pochino in ansia riguardo a quello... e posso tirare un sospiro
di sollievo leggendo che i tre giorni non sono poi un grande
problema... Perché ho realizzato che ci metto quel tempo per
scrivere il nuovo capitolo! ^^' Un bacio anche a te, a presto!
Hipatya: ehh, nemmeno oggi la
tua curiosità su Sasuke è stata soddisfatta, temo! E la
riabilitazione di Naruto sembra sempre più distante...! Ahh,
spero davvero di essere riuscita a mettervi un po' di ansia addosso!
Riguardo alla "faccenda Uchiha"... (ATTENZIONE, SPOILER!) E'
raccappricciante sì. ç_ç Ma non la faccenda degli
occhi, bensì la faccia da maniaco psicopatico di Itachi!
>_< Io lo volevo freddo e figo, maledizione!! Se vuoi le scan,
posso suggerirti un paio di siti da cui scaricarle, in inglese o anche
italiano! ^^ La qualità tante volte non è eccelsa, ma
basta e avanza per comprendere, in attesa dell'edizione italiana!
Rhymes: ma no, dai! XD Non devi
pensare così tanto a questa storiella senza pretese! Ci sono
già io che me la sogno la notte, tu conserva la sanità
mentale, per carità! Quello che volevo ottenere (anzi, quello
che voleva ottenere il mio lato bastardo) per quanto riguarda Naruto
era esattamente ciò che tu hai notato: fino a questo momento
è come se tutti si fossero "accontentati" di Naruto, in mancanza
di meglio. Ma ora, è giunto il momento che si rendano conto che
il MEGLIO è lui! *_* Muahahahah! Ok, magari senza risata
satanica e non proprio così... comunque è quello che mi
piacerebbe, diciamocelo! ^^ E Sasuke... ehh, Sasuke...
roby chan: io sono stata
traviata dal ghigno di Kyuubi, lo ammetto. U_U Quale essere sano di
mente snuderebbe le zanne in quel modo perverso? E' per questa sua
caratteristica che la vedo "double-faced", o gelida e stronza, o
psicopatica. Un po' come Itachi, ecco! XD (ah, ho segnalato la presenza
di spoiler nello scorso capitolo, dopo che me lo hai fatto notare... a
dire il vero speravo bastasse l'avviso a inizio fic, ma comunque l'ho
segnalato per maggior chiarezza. Mi spiace soltanto che qualcuno,
incuriosito, sia andato a cercarsi gli spoiler... ç_ç)
Urdi: una domanda soddisfacente
sarebbe stata molto, molto difficile da gestire... Soddisfacente
sarebbe stata una richiesta astutamente sottile, di quelle che devo
scervellarmi venti minuti per rispondere senza rivelare troppo...
quindi diciamo che la tua mi ha risparmiato qualche difficoltà!
XD Mi spiace solo che la risposta sia arrivata da sola poco dopo!
é_è Sigh, non parlarmi di Naruto... a pensarci bene, la
sua è una vicenda tristissima! Tutti prima o poi lo lasciano per
"qualcosa di meglio", i maledetti! Ma ora, è giunto il momento
di vendicarsi... Ohh, il tè verde si può bere in tutti i
modi. Solo che ho pensato... siamo tra agosto e settembre, fa un caldo
della madonna. Se hanno un po' di cervello, se lo prendono freddo! E,
detto tra noi, si scaldano in ben altri modi... (Psst: il tuo commento
mi è arrivato due secondi dopo che avevo aggiornato! -.- Quindi
mi scuso profondamente per aver risposto soltanto qui!)
Julia83: se esiste un paradiso
dei mici, credo che il gatto NON sia lì, diciamo così! XD
Quel piccolo demonio... ç_ç Naruto si sta incasinando la
vita giorno dopo giorno, povera stellina, e chissà se
durerà ancora a lungo oppure no? Ino, come hai visto, non ha
avuto questo grande ruolo! XD Era tra i piedi, diciamo, e doveva pur
fare qualcosa! A presto, e grazie per i commenti sempre puntuali ed
entusiasti! >_< Bacio!
Ino_Chan: ehh, avrei dovuto
immaginare che saresti stata pro Ino! XD E dire che io non la sopporto
un granché, lo confesso! Però ultimamente ci sta facendo
delle figure da gran donna, chissà perché...? Mistero...
U_U Oh, di Haruka e Kakashi tutto ciò che puoi sperare di sapere
è quello che ti ho detto in due righe alla fine di questo
capitolo! XD Mi spiace, ma va così! XD
arwen5786: ohohoh, com'è
stato leggere dell'emoboy con un buco nello stomaco? ^^ (sorriso
celestiale, seguito da schivata prodigiosa - perché SO che mi
hai lanciato una padella, che credi?) Sarà vivo? No? Lo
sarà? Boh! Io non te lo dico! Anche perché al momento
sono molto, molto più preoccupata per Naruto, io! U_U Ehh, che
ci vogliamo fare? Tra Sasuke e Naruto il vincitore è decisamente
scontato! *_* Ora, le tue minacce mi inquietano profondamente, non lo
nascondo... ma, stoica, non cambierò la trama per paura! E se...
se... se dovesse succedere qualcosa di poco piacevole dove so io...
beh. Diciamo che Milano potrebbe saltare in aria (sì, E' una
minaccia). ARGH, non mi parlare di Itachi... T__T Sto cercando di
rimuovere dalla mia mente il capitolo 386 e tenere il ricordo della sua
fredda figosità... ç_ç Ma è dura, Cami...
è durissima...
Maobh: io apprezzo Ino? Mah,
forse... inconsciamente... un filino... Brr, solo a dirlo mi sento
male! >_< (e anche io leggo qualcosa in cui è accoppiata
con Kiba... Povero, povero ragazzo...) Parliamo di Kyuubi che è
meglio, va'! XD Grazie, grazie, grazie per i complimenti su come la
rendo! So che il mio stile è abbastanza "cinematografico", per
immagini, e le sensazioni che voglio dare sono tante e spesso difficili
da rendere... Kyuubi deve essere spaventosa, perché è
così. Se ci riesco, sono davvero una donnina felice!
ç_ç
1992: uhm... mi sa che ormai
puoi solo ucciderla, Haruka... ^^' Non credo sia possibile toccare
Kakashi più di quanto non abbia già fatto... Sulla
Kyuubi-Sasuke non voglio esprimermi. Dico sul serio. -.- Povera, povera
Kyuubi... E non parliamo del parto, va', che ho deciso che nostro
figlio resterà UNICO! U_U (certo che... i tuoi messaggi si fanno
sempre più bizzarri! Ma come cavolo ci riesci??)
Lily_90: wow, tu! *_* La mia
guru indiscussa delle ShikaTema! (oddio... non che ne abbia lette
molte, lo confesso! XD) E' un onore vederti tra queste pagine, anche se
mi chiedo ancora come tu sia riuscita a capire qualcosa della
trama dal capitolo 54! XD O ti sei letta il riassunto sulla mia pagina
personale, o non so! XD Comunque grazie davvero per avermi lasciato un
commento! Mi ha fatto tantissimo piacere, tanto più che era
anche pieno di complimenti! ^///^ Se, quando avrai tempo, ti
verrà voglia di leggere le 400 pagine precedenti (lo so, non
invoglio! XD), io ne sarò felicissima! ^^ Ovviamente... prima
preoccupati di scrivere, eheh... (chiamasi minaccia)
trinity87: ohh, io amo le
mission impossible! E la riabilitazione di Naruto è già
nella mia testa, non temere... eheheh... ci sono cose che voi ancora
non sapete... Comunque, lieta di aver visto Sasuke praticamente a
pezzettini? XD
tonyesp: curioso che tu abbia
citato Orociok e Jiraya e il sigillo, proprio ora... per una volta sono
cose che NON dovresti sapere, e le hai azzeccate... Peccato che
dimentichi una cosa... L'ultima volta che Kyuubi è stata
sigillata Yondaime ci ha lasciato le penne... Su tutto il resto mi
rifiuto di commentare. -.-
Talpina pensierosa: finalmente
sono a casa, e posso usare internet più di tre ore al giorno!!
>_< (o almeno posso usarlo dopo le 7! ç_ç) Quindi,
mi sto leggendo la tua long! XD Dammi tempo di arrivare alla fine, e ti
lascio una recensione! ^^
harryherm: e sentiamo, da dove
ti esce la certezza che Naruto finirà con Hinata? Anzi, da dove
ti esce la certezza che 'sti due arriveranno vivi alla fine? U_U
Insomma, i colpi di scena "stile Susi" sono sempre, sempre, sempre in
agguato... E, personalmente, considerei più scioccante la morte
di Sasuke, piuttosto che la sua sopravvivenza! Sai i casini?? Tra
l'altro... sbaglio o questa recensione sembrava quasi una di quelle
recensioni serie dei primi tempi, in cui non mi riempivi di insulti e
basta? XD E' stato strano e piacevole leggerla! E mentre la guardavo,
pensavo a te mi dicevo: naaaaah, qualcuno si è appropriato del
suo nickname... XD
Aya
|
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Capitolo 56 *** La barriera ***
Naruto-56
Capitolo cinquantaseiesimo
La barriera
Tu-tum.
Tu-tum.
Tu-tum.
La Volpe a nove code.
Namikaze Minato l’aveva
sconfitta quasi diciotto anni prima, in cambio della sua vita.
Chi si era mai chiesto che fine
avesse fatto?
Chi non aveva dato per scontato
che fosse semplicemente scomparsa, evaporata come neve al sole?
Nessuno, tra i suoi conoscenti.
Nessuno parlava mai di Kyuubi,
era tabù.
Ora, Hinata ne conosceva la
ragione.
«Hinata!»
Una mano sventolò davanti
alla sua faccia, facendola trasalire. Kiba sbuffò e abbassò
il braccio, fissandola turbato. «Ci serve il byakugan» le
ricordò.
«S-Sì, scusate»
balbettò lei arrossendo.
L’Inuzuka distolse gli occhi,
irritato.
Che in Naruto fosse sigillata la
Volpe a nove code o un lecca-lecca alla fragola, per lui non cambiava
nulla. Certo, quando glielo avevano detto era rimasto di sasso per un
attimo... ma poi aveva ricordato che Naruto era sempre Naruto,
qualunque cosa si nascondesse dentro di lui. Lo conosceva da anni, e,
per quanto la cotta di Hinata per lui lo irritasse, gli piaceva. Era
il suo “compagno di cazzate in libertà”, quando non c’era
la bella Hyuuga in palio.
Ora,
però, non poteva fare a meno di notare che lei invece era
rimasta molto colpita dalla rivelazione. Non spaventata, questo no,
ma lo shock era destinato a trasformarsi... Presumibilmente, di lì
a mezzora avrebbe iniziato a pensare cose come “povero
Naruto, avrà tanto bisogno di qualcuno che gli stia vicino!”.
Il che, ovviamente, lo mandava in
bestia.
La foresta che li circondava era
stranamente silenziosa. Akamaru annusava il sentiero, inquieto, e
sembrava non trovare traccie né odori... sembrava quasi non
raccapezzarsi più nel suo ambiente naturale.
«E’ inutile che vi
ricordi quanto dobbiamo stare attenti» disse Kurenai a bassa
voce. «Tutte le storie che avete sentito sulla nove code sono
vere, anche le più spaventose. Non fatevi sorprendere, anche
se a una prima occhiata vi sembrerà Naruto»
Lei ricordava l’attacco di
Kyuubi, diciotto anni prima. All’epoca era più giovane di
loro, e ai suoi occhi di ragazzina il demone era apparso come un
incubo spaventoso, materializzatosi dal male più puro.
Ricordava il suo chakra, e le sue code che frustavano l’aria. Li
ricordava fin troppo bene.
Hinata deglutì, mentre il
mondo le appariva distorto dal byakugan. Già sapeva che non
sarebbe riuscita ad affrontarlo, ne era certa.
Lui
era... Naruto...
«Se non riuscissimo a
catturarlo?» chiese Shino all’improvviso, impenetrabile. Se
la faccenda di Kyuubi lo aveva turbato, non lo dimostrava affatto.
Ma
la domanda che non aveva fatto a voce alta era: “se
dovessimo eliminarlo?”
Per qualche istante nessuno
rispose. Poi Kurenai si accigliò.
«Dobbiamo
catturarlo» disse dura. «Non abbiamo scelta»
Ma
la sua vera risposta era: “in
quel caso saremmo morti prima di accorgercene”
Shikamaru invidiò il
maestro Asuma e la sua sigaretta.
Nicotina.
Tranquillante naturale.
Se ne sarebbe iniettato in vena
due litri, se avesse potuto.
Non è che fosse proprio
spaventato... era solo che all’improvviso le cose si erano
ribaltate.
Tutt’a un tratto il nemico era
diventato Naruto, l’unico dopo Choji su cui fosse assolutamente
certo di poter contare, e di colpo si trovava in missione con
l’ordine di riportarlo indietro a qualunque costo, il che
significava vivo o morto.
Ma se si fosse trattato solo di
Naruto non sarebbe stato poi così terribile, almeno in termini
di probabilità.
L’incubo era che il vero
obiettivo fosse il demone più potente della storia di
Konoha... e che da diciotto anni fosse rinchiuso all’interno di un
amico. Che da diciotto anni quell’amico si sobbarcasse il compito
di contenerlo.
Lui, solo un ragazzo, prima
ancora un bambino.
Che razza di persone potevano
fare una cosa del genere?
Il quarto Hokage... come...?
Interruppe il filo dei suoi
pensieri, mentre seguiva il maestro Asuma lungo i sentieri
inquietantemente silenziosi della foresta.
Il quarto Hokage.
Che strano.
Perché si soffermava su
quel particolare, adesso? Yondaime era un eroe... aveva perso la vita
per salvare il villaggio... centinaia di persone...
“...non
sarà importante se suo padre è un eroe, se ha salvato
centinaia di persone e neanche se lo ha amato...”
Le parole di Naruto
riecheggiarono da un orecchio all’altro, sovrapponendosi ai suoi
pensieri.
Per un istante, un’ipotesi
orribile prese forma nella sua testa.
E se il quarto Hokage fosse
stato...?
No.
No, si rifiutava di crederlo.
...Anche se c’era una certa
somiglianza... anche se era tecnicamente possibile... anche se...
No.
No, maledizione, no!
Che un padre dovesse lasciare al
figlio soltanto un demone era troppo triste.
Ora che anche lui stava per
diventare padre, sapeva come ci si sentiva, cosa si desiderava per il
proprio bambino, cosa si voleva per il suo futuro... e la sola
ipotesi che le cose fossero andate in quella maniera lo disgustava.
E lo rendeva triste.
«Shikamaru, tutto bene?»
gli chiese Choji lanciandogli un’occhiata preoccupata.
«...Sì» si
costrinse a rispondere lui, accantonando i suoi sospetti. Non voleva
crederci, punto.
«Non preoccuparti, lo
troveremo» gli assicurò l’amico con un sorriso
incoraggiante. «Naruto non è uno sciocco, non si farà
mettere i piedi in testa così»
Shikamaru ripensò
all’ultimo piano dell’ospedale, distrutto per metà.
Ripensò al corpo di Sasuke, coperto di sangue. Si incupì.
«Stai pensando a quello che
ha fatto?» indovinò Choji, e per assurdo fece un mezzo
sorriso, solo vagamente amaro. «E’ per questo che ti parlo
così» commentò pacato. «Perché se
davvero Naruto fosse... scomparso, la volpe avrebbe fatto ben di
peggio. Ricordi cosa dicono di lei nei libri? Credi che di Sasuke
sarebbe rimasto un solo pezzo riconoscibile se si fosse scatenata?»
Shikamaru inarcò le
sopracciglia, suo malgrado stupito. A quello non aveva pensato.
«Dobbiamo avere fiducia in
lui» continuò Choji, guardando dritto avanti a sé.
«Beh, magari non quanta ne ho in te...» si corresse dopo
un attimo. «Ma abbastanza per non andare nel panico»
Shikamaru sbatté le
palpebre, e il maestro Asuma si concesse un attimo di moderata
sorpresa mista a soddisfazione. Poi, il Nara sospirò e sorrise
sghembo.
«Meno male che ci sei tu a
ricordarmi queste cose» commentò.
Gli Anbu non si facevano battere
da nessuno quando si trattava di muoversi in fretta e senza farsi
notare.
Erano una squadra compatta e
perfettamente organizzata, potevano davvero scovare il proverbiale
ago nel pagliaio, e ci sarebbero riusciti in meno di dici minuti.
Nascondendo emozioni e volti
dietro la maschera, attraversavano la foresta a una velocità
spaventosa, senza turbarne la quiete irreale. C’erano ma non
c’erano.
Erano a caccia.
Finché non si imbatterono
nella barriera.
Se la velocità di Naruto
era elevata, l’agilità di Orochimaru era quasi demoniaca.
Al primo colpo della Volpe, il
serpente schivò con una contorsione impossibile e tentò
di afferrare la sua gamba. Kyuubi liberò il chakra, sentendo
la pelle sfrigolare, e ottenne di far balzare indietro il suo
avversario.
Orochimaru ghignò.
«Non dovresti maltrattare i
giocattoli nuovi, o si rovineranno subito...» sibilò.
«Potrei dirti lo stesso»
ribatté la Volpe, e con uno scatto fu alle sue spalle, una
mano già attorno al suo collo. Ma strinse aria, e anzi dovette
abbassarsi di colpo per evitare la sua tecnica, dietro la schiena.
Mentre ancora minuscole goccioline d’acqua restavano sospese come
nebbia, una coda di chakra rovente fece accartocciare le foglie
umide, abbattendosi contro il petto di Orochimaru e scaraventandolo
contro il tronco di un albero.
Uno stormo di uccelli si alzò
in volo, lanciando bassi richiami d’allarme.
Il serpente sorrise, un filo di
sangue che colava dalle labbra.
Già, si trovò a
pensare. Non stava affrontando l’inesperto ragazzino che tante
volte gli aveva rotto le uova nel paniere... aveva davanti Kyuubi e
duecento anni di pratica. Più che con la testa, la volpe si
muoveva con l’istinto.
Non fece in tempo a concludere la
riflessione, che il corpo di Naruto fu a un passo da lui, le zanne
innaturalmente acuminate snudate in un ghigno di trionfo.
«Ho vinto» sibilò.
E affondò la mano nel suo
petto, senza nemmeno ricoprirla di chakra.
Avevano trovato ancora vivi tutti
i pazienti delle stanze all’ultimo piano, e li avevano trasferiti
insieme a quelli del corridoio inferiore in altre ali dell’ospedale.
La frenesia, il mormorio
brulicante e l’ansia erano scomparsi, lasciando il posto a un
desolato e cupo silenzio. Il sole si alzava sopra le case di Konoha,
e illuminava macerie grigie di polvere. All’ultimo piano non c’era
più nessuno, al di fuori del ninja incaricato di sorvegliare
gli accessi.
Nella stanza d’angolo invasa
dalle macerie subito sotto, un’ampia pozza di sangue segnava il
punto in cui Tsunade aveva trovato Sakura e Ino.
Ma di loro non c’era traccia.
Il corpo di Sasuke giaceva su un
letto dalle lenzuola macchiate di sangue.
L’unica zona di pelle che non
fosse imbrattata della stessa sostanza era il volto, bianco e
immobile nella luce di quell’alba infinita. Nessun segno, nessuna
ferita, nessuna cicatrice.
Solo lui, avvolto nel nobile
splendore degli Uchiha.
Seduta accanto al letto,
all’altezza del cuscino, Sakura affondava il viso tra le braccia,
incrociate sul materasso macchiato. Le sue spalle erano scosse da
singhiozzi leggeri.
Tsunade le si avvicinò,
fissando l’Uchiha con espressione cupa.
«Non piangere» disse
piano. «E’ vivo»
«Lo so» sussurrò
Sakura, senza alzare la testa. «Lo so... lo so... lo so...»
E anche Tsunade lo sapeva.
Non era solo per lui che lei
piangeva.
Non
era per il sollievo, anche se era un vero miracolo che fosse
sopravvissuto – con il contributo delle capacità di
guarigione di Orochimaru – e non era perché il sigillo
maledetto continuava a stillare sangue, rovente come mai prima
d’ora... era perché era
successo,
e basta. Perché Naruto aveva davvero ceduto alla Volpe. Perché
era quasi riuscito a uccidere Sasuke.
Perché Sakura sapeva di
chi era la colpa.
«Sakura...» mormorò
ancora Tsunade, chiudendo gli occhi. «Ti chiedo scusa. Lo
sapevo. L’ho sempre saputo, probabilmente. E... ho lasciato che
accadesse. Perché avevo bisogno di Sasuke»
Sakura non ebbe nessuna reazione,
anzi sembrò non sentirla nemmeno.
«Io
l’ho lasciato solo» si limitò a dire, con voce a
malapena udibile. «Questa notte, l’ho lasciato solo... e lui
ha il terrore di restare solo. Lo sapevo, ma comunque me ne sono
andata... perché volevo vedere Ino, volevo sfogarmi... e l’ho
lasciato solo. Con lei»
Lentamente, alzò la testa e asciugò le lacrime. «Non
chiedetemi scusa, non ce n’è motivo. La colpa resta sempre
mia. Non ho saputo stargli vicino...»
Guardò Sasuke, che
respirava piano, e sollevò una mano a sfiorargli la fronte,
scostando una ciocca di capelli neri.
«Maestra...» spostò
gli occhi su Tsunade, e la sannin vi scorse una scintilla di
determinazione che aveva visto nel suo sguardo solo quando le aveva
chiesto di diventare sua allieva. «Permettetemi di andare a
cercare Naruto. Per favore»
Non era vendetta.
Lei non lo odiava.
...O
almeno... non lui.
Sakura voleva riavere indietro
Naruto, voleva strapparlo alla Volpe e rimediare ai suoi errori,
standogli finalmente vicino. Non come prima, non avrebbe più
potuto essere come prima, ma sapeva che amare Sasuke non significava
automaticamente dover abbandonare Naruto.
E voleva dimostrarlo a tutti
quanti.
A costo di ottenere il pubblico
disprezzo, a costo di essere tacciata di ipocrisia, Sakura voleva una
sola cosa, come l’aveva sempre voluta: il gruppo sette. Forse non
come prima, forse mai più come prima... ma le cose cambiano.
Non devono necessariamente sgretolarsi, possono... assumere un’altra
forma. Glielo avevano dovuto spiegare un anno prima, e lei lo aveva
capito.
E lei voleva vedere il nuovo
gruppo sette.
Lo voleva disperatamente.
Tsunade la guardò,
combattuta.
Se da un lato Sakura sembrava
aver riacquistato una certa lucidità, dall’altro era
altamente probabile che lasciarla andare avrebbe avuto come unica
conseguenza il suo prematuro decesso. Le condizioni di Sasuke, le
bende macchiate che gli avvolgevano l’addome, erano la
dimostrazione tangibile di quanto Kyuubi avesse il controllo di
Naruto.
Se al suo risveglio l’Uchiha si
fosse ritrovato vivo ma solo, unico superstite per la seconda volta,
allora lei si sarebbe trovata di fronte all’ennesimo problema, per
non parlare dell’aumento del dolore... e dei ricordi...
...Però... Tsunade
conosceva i sentimenti di chi vuole qualcosa con tutto sé
stesso.
Di chi non può stare
fermo, di chi deve agire.
Di chi ama.
Li conosceva e li scopriva sul
viso di Sakura, così intensi da farla sentire una povera
vecchia ormai inutile.
Avrebbe quasi ceduto... se
Jiraya, appoggiato al muro della stanza con le braccia incrociate,
non si fosse fatto avanti in quel momento.
«Tsunade» la chiamò,
facendola voltare. La sua espressione era insolitamente grave, molto
più del solito. «Ci sono»
Lei sentì il cuore fare un
balzo nel petto. Una goccia di sudore le solcò la tempia,
scivolando fino al collo. Deglutì. Poi annuì piano,
sotto lo sguardo confuso di Sakura.
Jiraya sorrise.
«Non preoccupatevi più
di nulla»
Il ghigno sul volto di Naruto era
sporco di sangue, che colava lento dalle labbra.
La destra pendeva a lato del
corpo, rilassata, gocciolando a terra piano.
Poi, c’era lo squarcio nel suo
petto, grossomodo nel punto in cui Sasuke aveva colpito tanto tempo
prima. E lì la chiazza rossa era molto più ampia.
Kyuubi tossì, senza
smettere di sorridere. Gli occhi rossi si armonizzavano con il colore
del sangue, in un macabro accostamento.
Orochimaru, illeso, stava davanti
a lei, a qualche passo di distanza.
«Non sottovalutarmi»
disse, soddisfatto. «Non sei l’unica a sapersi difendere»
La Volpe inspirò a fondo,
sentendo il dolore lancinante che le attraversava le vene,
irradiandosi come veleno. Il polmone perforato guariva a vista
d’occhio, rigenerandosi con un filo di fumo, ma lei non avrebbe
atteso che fosse guarito.
Quando aveva sentito la mano
affondare nel petto di Orochimaru, non si era accorta che era una
copia, e non aveva visto l’originale alle sue spalle. Probabilmente
era stata colpita a destra per non danneggiare eccessivamente il
prezioso corpo di Naruto Uzumaki.
Ghignò.
«Ti brucia, eh»
sibilò, quasi dolcemente. «Sconfitto dallo sharingan,
hai cercato di ottenerlo. Superato da Namikaze Minato, ora vuoi il
corpo di suo figlio. C’è sempre qualcuno migliore di te, non
è così? C’è sempre qualcuno che è un
passo avanti...»
Orochimaru si irrigidì.
«E’ solo questione di
tempo» ribatté tagliente, con un sorriso fin troppo
ampio, forzato. «Sono immortale, posso provare mille volte... e
alla fine sarò il migliore, alla fine conoscerò ogni
tecnica»
«E
verrai sconfitto lo stesso» Kyuubi gli gettò un’occhiata
di sarcastico compatimento. «La storia è piena di esseri
umani boriosi in cerca della perfezione... e nessuno ha ottenuto ciò
che voleva. Ho giusto in mente un bell’esempio...» ghignò,
ripensando a Madara. «Lo shinobi più forte del mondo,
dicevano. Sconfitto una volta dal compagno che riteneva inferiore, e
un altra dal ragazzino che considerava solo un ostacolo, il piccolo
contenitore del suo animale da compagnia... E’ l’arroganza che fa
commettere i peggiori passi falsi. Che, alla fine, vi fa sempre,
sempre, sempre perdere»
Involontariamente, davanti agli
occhi di Orochimaru scorsero le immagini di un’intera vita.
La sconfitta con Itachi,
l’annuncio del quarto Hokage, il suo scontro con il maestro
Sarutobi e quello con Jiraya, e anche il suo tentativo di avere
Sasuke...
...Arrancava, questa era la
verità.
Sconfitto da ogni parte,
inseguiva l’immortalità per dimostrare che era il migliore,
che nessuno sarebbe riuscito a superarlo.
E invece, anno dopo anno, gli
avversari si moltiplicavano, ed erano sempre più forti...
Mentre lui agonizzava, passando di corpo in corpo, e ogni volta si
sottoponeva a riabilitazioni da incubo, ragazzini idioti crescevano
nella bambagia e diventavano mostruosamente forti.
Itachi Uchiha.
Minato Namikaze.
E ora Sasuke Uchiha e Naruto
Uzumaki.
La nuova generazione superava la
precedente, e i vecchi restavano indietro, per quanto con un corpo
giovane, per quanto... immortali...
Orochimaru strinse i denti.
E allora?
Dov’era il problema?
Bastava procurarsi ogni volta uno
dei ragazzini idioti. Bastava cambiare, sempre cambiare. Essere
immortali non significava restare uguali a sé stessi, anzi...
significava migliorare.
Fino a raggiungere la perfezione.
«Mi costringi a danneggiare
un po’ quel corpo» sibilò, ignorando volutamente le
parole di Kyuubi. «Ma uscirai di lì, in un modo o
nell’altro»
La Volpe alzò lo sguardo
al cielo che si faceva azzurro, oltre la chioma degli alberi.
Assottigliò gli occhi, annusò l’aria. Captò un
odore familiare.
Ah... poteva essere un
problema.
Riabbassò il capo, e
questa volta non sorrideva.
«Il nostro tempo è
scaduto» disse asciutta. «Un solo colpo»
Orochimaru
non riuscì quasi a finire di ascoltarla, che una ventata
d’aria rovente lo investì, strinando i capelli del corpo di
Kabuto. Sotto i suoi occhi, bolle di chakra scarlatto presero vita,
trasudando dalla pelle, corrodendola a sangue, sfrigolando come
fuoco. In meno di un attimo avevano ricoperto Naruto, e altrettanto
in fretta avevano preso sembianze familiari...
...Brillanti occhi scarlatti,
solcati da una pupilla tanto stretta da essere una sola linea
verticale, artigli in grado di affondare nel terreno duro senza il
minimo sforzo, un corpo di chakra, danneggiato e protetto allo stesso
tempo... poi, calde e ribollenti... e alte, alte fin sopra gli alberi
strinati, accartocciati, feriti a morte...
...di nuovo, dopo diciotto anni,
nove code si sollevarono su Konoha.
Prima di pensare a non
danneggiare il corpo di Naruto, Orochimaru si rese conto che avrebbe
dovuto preoccuparsi di quello di Kabuto.
Le code furono visibili fino alle
mura del villaggio.
I ninja di guardia strabuzzarono
gli occhi, e brividi e incubi che credevano sopiti si svegliarono
bruscamente, facendoli fremere nei loro abiti.
Un
attimo prima che, presi dal panico, suonassero l’allarme, videro
l’Hokage arrivare a passo pesante, con l’espressione più
dura che mai; era sola, ed era in abiti comuni, ma lo stesso capirono
che era lei
che dovevano temere, e non la nove code lontana.
«Via di lì!»
esclamò, e lo shinobi che stava per dare l’allarme si fece
indietro bruscamente. «Non una parola, sono stata chiara?»
sibilò, raggiungendolo. «E’ tutto sotto controllo, non
c’è nessuna emergenza in atto. Hai capito?»
Una
minaccia in piena regola, ecco cos’era. Ma si trattava pur sempre
dell’Hokage... bisognava obbedire... ordini, fiducia, rispetto... e
anche... terrore.
Lo shinobi scambiò
un’occhiata spaventata con il compagno di guardia, impietrito.
Poi, il cuore a mille, annuì
veloce.
Tsunade distolse lo sguardo da
lui e lo puntò sulla foresta, e sul chakra lontano. Le chiome
degli alberi ondeggiavano, visibili anche a quella distanza, ma a
circa seicento metri dall’epicentro tutto si faceva improvvisamente
tranquillo... come se una grande cupola fosse stata tesa sulla zona.
«...Questo è un
pessimo segno» mormorò Kakashi, fermo sulla cima di un
pino, l’unico occhio fisso sulle code che si agitavano in aria.
Nonostante il suo albero fosse immobile, a pochi metri di distanza le
foglie si agitavano, scosse da un vento impetuoso.
Il jonin balzò a terra,
dove Sai lo aspettava paziente.
«Nove» comunicò
al jonin, che tuttavia non sembrò scomporsi più di
tanto.
Senza commentare, gettò
uno sguardo verso il sottobosco; neanche dieci passi più in
là, i cespugli frusciavano, i rami gemevano, e le foglie
crepitavano sferzate da un vento caldo.
Poi, c’era il rombo lontano,
ovattato.
Distante ma ugualmente terribile.
Sai tese una mano verso la zona
sconvolta, e le sue dita incontrarono una superficie invisibile e
tiepida, di uno spessore e una consistenza invidiabili.
«...Bisognerebbe sapere di
chi è opera...» mormorò.
Kakashi, alle sue spalle, non
poté fare altro che annuire.
Avevano provato a oltrepassarla
in mille modi, con mille tecniche diverse, ma non aveva ceduto. Non
una crepa, non una fenditura, non un punto debole.
Era una barriera semplicemente
perfetta.
Impotenti, i due erano rimasti a
guardare il muro invisibile che sbarrava loro la strada, e la
devastazione che si compiva più in là, nel folto.
E Kakashi si era sentito in
colpa.
Perché avrebbe voluto fare
di più... e invece non poteva proseguire.
Sai era rimasto impenetrabile,
come sempre. Ma un occhio allenato avrebbe visto la ruga pressoché
invisibile che gli solcava la fronte...
...e forse avrebbe intuito della
memoria incerta, che iniziava a ricordare la sensazione di perdere un
fratello...
Il boato dell’esplosione,
benché attutito dalla barriera, fece sollevare in volo interi
stormi di uccelli. Ci furono una luce accecante e un calore intenso,
che trapelò oltre la cupola invisibile sotto forma di brezza
tiepida.
Quando il team Kurenai e il team
Asuma, che si erano incontrati sul cammino, riuscirono a riaprire gli
occhi, videro che una parte della foresta, semplicemente, non
esisteva più. O meglio, era stata piegata e spezzata tanto da
essere rasa al suolo.
Hinata sbiancò, le mani
sulla bocca.
Come poteva essere sopravvissuto
qualcosa a un’esplosione del genere?
Non sapeva che, contro ogni
aspettativa, all’interno della barriera tutti gli esseri umani
erano rimasti pressoché illesi.
Il fumo si sollevava dalla pelle
di Naruto in spire sottili, mentre le cellule si rigeneravano per
l’ennesima volta, andando a ricoprire la carne viva e il sangue che
trasudava dai tessuti.
Il chakra di Kyuubi era
scomparso, di nuovo sigillato all’interno del suo corpo, e la Volpe
era costretta ad ansimare pesantemente. Il che non le impediva di
sorridere.
Di Orochimaru non si vedeva
alcuna traccia, nella conca devastata.
Braccia e gambe erano gli ultimi
a guarire, di solito. La riparazione iniziava dal petto, poi passava
alle estremità, e al momento era più o meno al livello
delle spalle. Le mani erano scosse da un lieve tremito, provate dagli
sforzi insopportabili.
Ma Kyuubi non sapeva cosa volesse
dire prendersi cura di un corpo.
E quando suoi artigli penetrarono
nel terreno, affondando fino al gomito, si limitò a liquidare
il dolore con una stretta di denti simile a un ghigno.
Sentì sotto le dita la
pelle dura e fredda di Orochimaru, sentì le unghie affondare
nella carne e artigliarla, mentre lo tirava su di peso e fuori dal
suo nascondiglio.
Il serpente cercò di
morderlo, puntando al collo, ma lui lo fermò piantandogli una
mano sul viso, le dita premute su fronte e mandibola.
Si concesse qualche istante di
piacere, nella contemplazione degli occhi irosi e iniettati di sangue
di Orochimaru, e senza smettere di guardarlo bloccò il suo
tentativo di liberarsi, afferrandogli una mano e stringendo fino a
sentire le ossa che si spezzavano.
«Sei finito»
sussurrò, e con un calciò gli tolse il fiato,
affondando nella carne morbida dello stomaco.
Orochimaru cadde indietro,
sollevando una nuvoletta di polvere, e sputò sangue in un
rantolo.
Kyuubi non gli lasciò il
tempo di rigenerarsi, e posò un piede sul suo orecchio
premendo in una vaga minaccia. Sorrise, certa della vittoria, e
aumentò la pressione.
Ma ancora una volta il serpente
non aveva esaurito le sue carte. Il braccio a contatto con il
terreno, nascosto dal corpo, si era già insinuato nel
terriccio per ricomparire alle spalle di Naruto, e afferrare la
caviglia che lo sosteneva, facendogli perdere l’equilibrio. Kyuubi
barcollò e si piegò in avanti, rischiando di cadergli
addosso; ma non si oppose alla gravità; anzi ricoprì il
braccio di chakra e tentò di affondarlo nel corpo di
Orochimaru, mentre lui tendeva una mano diretta al suo stomaco.
Si sarebbero trapassati a
vicenda. Si sarebbero colpiti e rigenerati per l’ennesima volta,
come un normale essere umano non avrebbe mai potuto sperare di
fare...
...Se
qualcosa non si fosse frapposto all’ultimo istante tra loro.
Furono scagliati indietro, colti
alla sprovvista, ed entrambi dovettero frenarsi graffiando le mani
sul terreno. Alzarono lo sguardo, indispettiti, e spalancarono gli
occhi.
Jiraya occupava l’esatto punto
in cui si erano trovati loro un attimo prima.
«Smettetela di giocare con
corpi che non vi appartengono» ringhiò, e il suo sguardo
si puntò su Kyuubi, duro come granito.
Sakura era ancora seduta sulla
sedia accanto al letto di Sasuke, ma ogni suo pensiero era molto più
distante, perso nella foresta... insieme a Naruto.
E le parole pronunciate da Jiraya
pochi minuti prima tornarono nei suoi ricordi, riecheggiando.
«Non preoccupatevi più
di nulla»
Tsunade guardò Jiraya,
incapace di nascondere un’ansia leggera. «Lo hai trovato?»
chiese nervosa.
Il sannin non smise di
sorridere, ma per un attimo sembrò anche... amareggiato.
«C’è Orochimaru
con lui»
Silenzio.
Scioccato silenzio, per la
precisione.
«E’... vivo?»
alitò Tsunade, incredula.
«Così sembra...
se dovessi fare un’ipotesi, direi che ormai Kabuto Yakushi non
esiste più» ribatté Jiraya, piano.
«E cosa vuole da
Naruto?» chiese Sakura ad occhi spalancati.
I due sannin si scambiarono
uno sguardo.
«Tirando ad
indovinare...» mormorò lui, cupo. «...Il suo
corpo»
«No!» gridò
la kunoichi, allarmata, e scattò in piedi.
Le tornarono in mente le
vicende di sei anni prima, quando l’obiettivo di Orochimaru era
Sasuke... ricordò il segno maledetto che lo corrodeva e lo
avrebbe ucciso, e ricordò l’espressione dell’Uchiha quando
lo avevano rivisto, dopo più di due anni dal suo tradimento.
Pensare che Naruto potesse
vivere le stesse esperienze... pensare di riviverle, lei... le mise
addosso un terrore assolutamente irrazionale.
«Stai tranquilla,
Sakura» le sorrise Jiraya, rassicurante. «Non lo avrà.
Ci penso io»
Lei gli lanciò uno
sguardo smarrito. «V-Vengo con...!» balbettò poi,
facendosi avanti.
«Non puoi» la
interruppe lui. «Quando li ho trovati e ho visto Orochimaru ho
eretto una barriera attorno a loro, e nessuno riuscirà ad
attraversarla in qualunque senso, credimi»
«Ma allora voi...»
«Io sono già
dentro»
Tsunade, al corrente di ogni
cosa, teneva lo sguardo basso.
«Io solo so come
riattivare il sigillo del quarto Hokage...» spiegò
Jiraya, pacato. «Riporterò indietro il vecchio Naruto»
«Riattivare il
sigillo...? Ma...» Sakura esitò. «Yondaime... non
era morto, creandolo...?»
Nel silenzio che seguì
alla sua domanda, cercò lo sguardo dei due sannin, senza
trovarlo.
Poi, Jiraya alzò la
testa bruscamente.
«Oh, accidenti. La Volpe
sta esagerando...» mormorò preoccupato. «Di questo
passo tutti e due...»
«Jiraya» lo chiamò
Tsunade, di sottecchi. Si guardarono, per un secondo. «Orochimaru...
potrebbe salvare Sasuke» ricordò. «Cerca di
riportarlo indietro» deglutì. «E... anche tu.
Torna»
Nonostante l’accenno a
Sasuke le avesse fatto contrarre lo stomaco, Sakura non si fece
distrarre. «Ma... il sigillo... Yondaime...» ripeté
ansiosamente.
Jiraya si limitò a
sorriderle.
«Devo andare»
disse, e si dissolse in uno sbuffo di fumo silenzioso.
Sakura fissò Tsunade,
incapace di capire come potesse lasciarlo andare così, ma la
sannin evitò il suo sguardo.
«Vado a organizzare un
paio di cose» mormorò ostentando freddezza. «Tu
resta qui con Sasuke, e non ti muovere per nessuna ragione»
Lei aveva obbedito, come una
brava kunoichi.
Aveva ancora le mani sporche di
sangue, le braccia tremanti, i capelli sconvolti... ed era rimasta
lì.
Ma mai come in quel momento
avrebbe desiderato essere altrove... là dove si decideva
tutto.
Per Naruto, per Sasuke, e anche
per la sua maestra.
Nel prossimo capitolo:
«E’ così
dunque...» sussurrò, passandosi una mano sul labbro
sporco di sangue. «E’ per questo che sei tanto fiducioso...»
Il sannin le lanciò uno
sguardo cauto. Cosa aveva scoperto in quei dieci secondi?
«Naruto dovrebbe
rivoluzionare il mondo dei ninja, eh?» spiegò la volpe,
concedendosi una risata asciutta. «Sicuro che si tratti proprio
lui?»
* * * * ȣ * * *
*
Spazio
autore
Questi ultimi capitoli li ho scritti in pieno blocco, vi rendete conto?
Ora, rileggendoli, mi viene da dirmi: caspita, fossi sempre in blocco!
Va beh... sarà che le scene d'azione mi entusiasmano...
Comunque!
Sasuke è vivo.
Sì, lo so, qualcuno di voi sarà felice, qualcun altro scuoterà la testa dandomi della pusillanime...
...ma i miei piani erano questi sin dall'inizio.
Per cui, prendete le cose così come vengono e fate le vostre ipotesi.
Chi ci lascerà le penne prima della fine?
(della fine sorprendentemente vicina, oserei aggiungere... diciamo che il capitolo 60 potrebbe essere un buon riferimento)
*___*
31 recensioni.
31!
Sto piangendo e ridendo allo stesso tempo,
perché sono incredibilmente felice (e quindi piango di commozione)
e perché ci metterò tre ore a rispondere a tutti (e quindi rido istericamente)!
E' un nuovo, elettrizzante record, signore e signori!
Non posso che ringraziarvi dal profondo del cuore!
Questione canzoni:
grazie a tutti per i suggerimenti che mi avete mandato!
Non ho messo nessuna indicazione sul genere che ascolto di solito
perché mi piace pensare di essere aperta ad ogni novità,
e questo è anche un modo per allargare il mio panorama musicale!
Poi, in questi giorni mi è capitato sotto mano un famoso videogioco con una chitarra... (niente pubblicità)
*_* Io amo "Infected" dei Bad Religion! *_*
E mi è anche capitata sotto mano "Alive" dei P.O.D., che tra parentesi vi consiglio per il prossimo capitolo!
Insomma, gente: l'ispirazione naviga a gonfie vele!
Sono indignata!
Finalmente ricordo perché avevo smesso di guardare Naruto.
Una puntata splendida, toccante, stavo per piangere per Sasuke, sbavavo sul doppiaggio perfetto di Itachi...
...E loro mi hanno tagliato completamente le scene degli Uchiha morti!
Senza le quali si perde un bel pezzo di effetto!
Ora, non dico di far vedere il sangue che schizza, ma potrei giurare
che c'erano scene visibili anche per gli idioti (a parere del MOIGE)
ragazzini italiani!
Ahh, sono inviperita!
E' in questi momenti che vorrei diventare in fretta doppiatrice, e
scalare la gerarchia dell'ambiente per avere in mano gli anime!
>__<
Kaho_chan: credo
che il mio stile si possa agevolmente definire cinematografico. Procedo
per immagini, per colpi di scena, inquadrature... forse non è un
caso che io sia finita a fare DAMS indirizzo cinema, dopotutto (io ero
convinta che lo fosse! XD). Ma non ci ho mai pensato troppo a lungo...
più che altro, scrivo cercando di ottenere qualcosa che io sarei
felice di leggere. E penso che facciano tutti così, bene o male.
Certo, ogni tanto scivolo nel teatrale... ma, e che diamine, Kishi non
lo fa ogni due pagine? Vogliamo parlare (SPOILER) dell'esplosione di
Deidara? Del combattimento sulla testa delle statue in stile Signore
degli Anelli? E poi stiamo sempre parlando di ninja che camminano
sull'acqua... senza un briciolo di teatralità sarebbero
ragazzini normali (belli da morire, ma pur sempre normali! XD). "La Volpe si fa i suoi giretti" <-- quando ho letto questa frase sono scoppiata a ridere! Mirabile esempio di sintesi: si fa i suoi giretti.
Ovvero devasta mezzo ospedale, inizia un combattimento che rade al
suolo parte della foresta (teatralità, teatralità...), e
minaccia di tornare ad essere il più potente e incontrollato
demone di sempre. I suoi giretti.
XD Sasuke alla fine l'ha sfangata, come si è visto. Lo so, lo
so... anche io storco il naso. U_U Ma se lui è a posto, tutti
gli altri possono occuparsi a tempo pieno di Naruto, che quindi
catalizza tutte le attenzioni! *_* Uhuhuh...
Oh, Tsunade. ç_ç E Jiraya. Sigh. Mi torna in mente il discorso di ieri sera con Cami...
_Eleuthera_: 18 marzo, eh? Io
segno. E poi saprai, saprai... Dunque. Iniziamo con il dire che nella
mia assoluta demenza mi sono accorta solo ieri di quanto tu sia brava a
scrivere oltre che a commentare. U_U Lo so, che io faccia sempre
così non è una giustificazione, ma permettimi di
chiederti umilmente perdono e di sperare di essermi leggermente
riabilitata con la recensione che ti ho lasciato! Poi, parlando di
questi capitoletti "Sinnersiani" di poca importanza (lascia perdere...
oggi sono strana, non far caso al mio stupido tono), mi ha fatto un
grandissimo piacere sapere che le scene hanno avuto l'effetto sperato!
Come ho già detto, li ho scritti mentre ero in crisi... e sul
momento mi facevano davvero schifo! XD Ma per mia fortuna ho imparato a
cestinare l'autovalutazione, e ora mi affido soltanto all'esperienza e
alla clemenza dei lettori. Sakura l'ho mossa con una certa
irritazione... sapevo che doveva essere preoccupata per Sasuke, che era
normale, che era d'obbligo... ma continuavo a dirmi: "cacchio,
preoccupati per Naruto invece! Sasuke rischia di schiattare ogni due
capitoli, ma lui è nelle mani della Volpe!" Sono disgustosamente di parte... E infatti mi chiedo ancora perché
l'emoboy sia sopravvissuto. ò_ò Eh, lo so che il micio
è stato un brutto colpo... ç_ç Non sai quanto
dispiace a me. Non a caso non ho avuto il coraggio di descrivere la
scena! Mi spiaaaaace...! >_<
ShAiW: bentornata!! E auguroni
per il compleanno! Ahh, mi sarebbe piaciuto farti un regalo,
maledizione! >_< Una di quelle sciocchezze che ho promesso, una
flashfic, o magari una risposta sincera - per una volta - a una domanda
sulla storia... Se li accetti ancora, pure con un briciolo di ritardo,
sono disposta a farli. Altrimenti, non dovessimo sentirci, ti dedico il
prossimo capitolo, che sarà proprio sabato! ^^ Che dire? Shika e
Tema sono i miei beniamini, lui soprattutto, e mi ci sono messa davvero
d'impegno per renderli bene! Il conflitto tra NaruSakunesimo e
SasuSakunesimo è una piaga comune, a quanto sembra... non sei
l'unica e non sarai l'ultima a soffrirne! Ma soprattutto, confesso che
sono stata io a fare in modo che venisse a crearsi. Era il mio preciso
obiettivo! XD E, se mi ricordo, alla fine spiego anche il perché
(al di là della mia presunta obiettività di autrice, che
non vorrebbe indirizzare i lettori ma lasciare che siano loro a farsi
un'idea). Kakashi, Kakashi... che ne sarà di lui? Fino a quale
punto sarò stronza con l'orbo (XD) più amato di Kishi?
Fin troppo, credimi... fin troppo. A presto, allora! ^^ E di nuovo
auguri (anche se in anticipo forse portano sfortuna... °_°)
Lily_90: ma quale ultima degli
ultimi? XD C'è sempre qualcuno che arriva due secondi prima
dell'aggiornamento, non farti illusioni! E' mille volte più
difficile essere l'ultima che non la prima! XD Comunque, ancora una
volta mi trovo a ringraziarti per la recensione, con gli occhioni
sbrilluccicanti! I commenti fanno sempre, sempre piacere... ma quando
vengono da una persona che si ammira hanno tutto un altro valore!
>_< Non ho mai capito bene perché, ma quando c'è
Tsunade in un capitolo quasi tutti la citano nella recensione! XD Si
vede che l'adoro proprio, anche se è un amore recente, e mi
impegno parecchio per renderla bene! Sasuke è campato,
ahimé. Ma se non altro ho fatto felice un po' di gente, forse
anche te! ^^ A presto, allora! (magari... per commentare Beautiful
Bore... *_*)(cogli la velata spintarella ad un aggiornamento rapido...
XD)
Reina: fosse per me Ino avrebbe
bisogno di un manuale di istruzioni anche solo per respirare. Ma,
sebbene Kishi non ci abbia mai detto molto di lei (tranne in quei
quattro capitoli mosci in cui combatte con Sakura, di cui avrei
volentieri fatto a meno per avere un po' più di Naruto), penso
sia ragionevole supporre che lei è un po' il ninja medico del
suo team. Adesso non saprei dirti precisamente dove, ma mi pare di
ricordare che ogni tanto è lì a curare qualcuno, almeno
un po'. E poi... se non sapesse almeno un briciolo di teoria medica
sarebbe assolutamente inutile! XD Parlando di altri esseri inutili,
ebbene sì: Sasuke è vivo. Purtroppo. Davvero, se non
avessi già previsto tutta la trama sarei stata molto, molto
tentata di ucciderlo... ma poi mi sarei trovata con qualche
problemuccio per quanto riguarda Sakura e Naruto, quindi mi sa che
è meglio evitare... XD Magari, un giorno, in una flashfic...
potrei togliermi lo sfizio... Un'ultima cosa: occhioni teneri di Orociok...? °_° Confessa: tu sei intima amica di Hanabi, vero?
tonyesp: non è che io ti
abbia preso per idiota. E' che... uhm... ogni tanto mi capita di
prendere le persone per sceme. Ma è normale e fisiologico. Non
ti dico che casini ne uscivano quando lo facevo con i prof...
(sì, ne ero capace) Le idee simili sono un bel problema. Penso
che esistano già, e che ci siano almeno otto milioni di fanfic
più o meno come la mia, ma quando due autori si conoscono le
somiglianze balzano all'occhio. E a questo punto, "vince" chi pubblica
prima! XD Per quanto riguarda la sopravvivenza di Naruto, ti rendo noto
che in effetti ho già scritto qualcosa in cui ci lascia le
penne. Per mano di Sasuke, pure. Quindi non darei per scontato che lo
salvo, solo perché lo adoro... anzi. Oh, potresti essere come
Kakashi solo se ti accecassi un occhio e andassi in giro con la
maschera. Il 60% del suo fascino viene dall'imperscrutabilità! E
tu, mio caro, sei un libro aperto da quel punto di vista! XD Niente
cicatrici, niente misteri... tsk tsk, non ci siamo mica!
rina: uhm... sai che non sono
tanto sicura di infilarci la rivelazione del quarto Hokage? XD Ora come
ora, non saprei dove inserirla! Però almeno Kyuubi dovevo
metterla... anche se all'inizio non era prevista! Meno male che i miei
piani d'azione sono molto elastici! XD Sasuke e Sakura possono
schiattare? Oh beh, è esattamente il mio pensiero, al momento!
Maobh: la "carcassa umana"
dovrebbe fare un po' meno pena ora che è viva... Ma Orociok e
Kabuto faranno sempre, sempre, sempre schifo! XD Il viscido leccapiedi
unito al viscido serpentone... il disgusto avanza!
trinity87: ohh, Sasuke ha
sofferto tanto? Che dici mai? Sasuke avrà ancora molto di che
soffrire... da qui all'eternità, più o meno... *_* Per
quanto a sette anni fosse praticamente adorabile, è, mi duole
dirlo, cresciuto malissimo. E ne pagherà le conseguenze. Brr, la
sola idea di Orociok all'interno di Naruto mi mette i brividi...
piuttosto la morte, decisamente!
Talpina Pensierosa: per la recensione ho già provveduto, e il capitolo è qui adesso! ^^
arwen5786: ma come? Non ti fidi
più della mia mente malvagia? E' la cosa più affidabile
sulla faccia della terra! Certo, è imprevedibile, di umore
variabile, soggetta a idee improvvise e incontrollate... ma nella sua
mutevolezza hai la certezza che non ti dà certezze! (giuro che
se hai capito questa frase ti regalo un ovetto kinder) XD A parte
tutto... Sasuke è vivo. Gioisci, poiché, dopo tanto
penare, l'ho salvato... Certo... c'è sempre il problema Naruto
all'orizzonte, e c'è sempre la possibilità che lui e
Sakura decidano allegramente (?) di andare ad affrontarlo, ridotti come
sono... ma per ora c'è. E i riflettori si spostano su Jiraya...
Dimmi un po', quante A ha nel nome? E Kakashi, quante ne ha? (nota: il
numero non c'entra niente in realtà... è solo la presenza
che conta) Io e i miei trabocchetti... che poi, non so come mai,
finisco per starci più male io di voi. ç_ç (vedi
micio) Oh, io tengo d'occhio gli aggiornamenti di "Cosa vuol dire...
Normale?" in vista della recensione numero 500... Deve. Essere. Mia! E
finalmente le mie domande su Choji avranno una risposta! *_* (il mio è un chiodo fisso!)
sammy1987: chi odiare di
più tra Kyuubi e Orociok? Risposta molto semplice: il biscione.
Dai, lui non ha nemmeno il corpo (*ç*) di Naruto! E' brutto,
è a pezzi, ed è vecchio.
E aveva pure un interesse morboso per Sasuke... Dai, fa schifo! XD
Anche se... a ripensarci meglio... il corpo di Sasuke in sé,
senza la sua anima bastarda... *ç* Però ora anche lui
è praticamente a pezzi. -.- Se sopravvive, gli resteranno le
cicatrici temo.
harryherm: sigh. Mi sono
giocata la statua salvando Sasuke... ç_ç Ma l'atmosfera
è sempre più cupa, e questo non è male! Anzi, come
direbbe Clà, è cosa buona e giusta!
E i sensi di colpa rodono e rodono Sakura... come la prenderebbe se,
per ipotesi, Mr Jiraya dovesse...? Con che occhi potrebbe guardare
ancora Tsunade? (ohh, non farmici pensare che gongolo... Soffri Sakura,
soffri) Su, su, non dare per scontata la NaruHina. Clà blatera a
vuoto, non dovresti ascoltarla. Ogni tanto quando siamo in multichat
con te e Anna organizziamo dei mega scherzoni alle vostre spalle! (se
glielo chiederai negherà con tutta se stessa! Lei è Dio,
ufficialmente neutrale... ma io posso fregiarmi del titolo di "male
supremo"!) Al momento, non è certo nemmeno chi vive e chi muore.
C'è Kakashi in sospeso, e ora Jiraya, Naruto che è sempre
lì, sul filo... le ipotesi possono essere mille mila! In
sostanza, mi sa che devo prepararmi agli insulti! XD
Julia83: a proposito di
Tsunade... tu hai mica sentito di una certa intervista a Kishi...?
(lascio in sospeso la domanda perché potrebbe essere uno spoiler
che non vuoi) Comunque, Sasuke è vivo e lontano dalla battaglia
- per ora - e Naruto, anzi Kyuubi, si trova davanti Jiraya... hai
ragione, dopo Redenzione da me puoi aspettarti di tutto... anche che io
segua le orme di quel bastardo di Kishi... E dopo quest'ipotesi
inquietante, saluto con un sorriso infido! ^_^ Bacio!
Kyuubi: tuuuuu! *_* Oh, che
piacere rivedere questo nome tra le recensioni! Avessi le tue code
scodinzolerei! (ecco, mi ci metto pure io a identificarti con Kyuubi!)
Grazie per il commento! Spero che questo capitolo e i seguenti siano
abbastanza per soddisfare la tua smania di distruz... ehm, di leggere
della distruzione che fa Kyuubi. Ehm. L'altra Kyuubi, non tu. Ok, sto
andando in confusione! XD Ma hai capito, no? XD A presto, spero! E per
il compleanno... uhm, è un po' in là... ma vediamo di
riuscire a fare qualcosa, se possiamo. Ho visto le immagini, e la mia
opinione è... che Sakura potrebbe anche levarsi da lì e
lasciarmi guardare in santa pace Naruto. U_U Scherzi a parte, sono
molto belle! ^_^ Ah, per quanto riguarda le canzoni, degli Evanescence
ho tutta la discografia! Solo che quando avevo quindici anni me li sono
ascoltati un po' troppo, diciamo... e ora ho qulche problema a
risentirli! XD Ma mi sto già procurando qualcosa di quel genere!
Rhymes: tranquillo, nessuno mi
ha insultata! XD Erano solo discussioni stupide tra persone ancora
più stupide! (io e qualcun altro XD) Comunque sono davvero
contenta che la storia ti appassioni così tanto! Davvero,
potresti essere tu il fan numero uno, nonostante quello che dice
qualcuno! Sasuke è purtroppo vivo, ma le cose stanno andando in
direzioni a noi piuttosto gradite, mi sembra... bene o male, tutti si
stanno rendendo conto che avevano sottovalutato Naruto, e Kyuubi sta
provvedendo a cambiare questa idea... chissà fin dove si
spingerà... perché uccidere qualcuno va bene... ma se
questa morte dovesse mandare in crisi Naruto, allora non ci saremmo
più!
0000: le canzoni sono sempre
utili, diciamocelo. Sia per questa fic, che per tutto il resto, vita
compresa! XD Più che le parole, comunque, io presto attenzione
alla musica, e alle atmosfere. Mi serve il sottofondo per dare il
ritmo, in un certo senso. Ma se puoi consigliare qualcosa - qualunque
cosa - io sono qui, in trepidante attesa!
Rory_chan: le tue preghiere
sono state esaudite! Sasuke è vivo! Stappa pure lo champagne! XD
Grazie davvero per i complimenti allo scorso capitolo, mi sono sciolta!
Avendolo scritto in un periodo un po' difficile per la mia vena
artistica, ero molto dubbiosa sul risultato... ma per fortuna sembra
buono! Mi ha fatto piacerissimo il commento sull'IC dei personaggi
(anche Ino, sì XD), e sull'atmosfera, e spero di riuscire a
mantenere entrambe le cose fino alla fine! Ehh, ma che domande sono?
CERTO che ho sentito Amaranth dei Nightwish! Me li sono passati tutti,
i Nightwish! Ma grazie lo stesso per il suggerimento, gentilissima! ^^
Ino_Chan: io spero che Kishi
NON prenda idee da me... è già abbastanza stronzo
così. -.- Mi segno il tuo compleanno, e poi vediamo se per
allora ci siamo ancora! XD
sonja: ebbene, sarai la prima a
usufruire del "bonus compleanno"! Dimmi, carissima, cosa preferisci?
Una domanda sulla trama - con garanzia di risposta sicura, anche se
spoilerosissima - o una flashfic - soggetti a tua discrezione?
Sfortunatamente sono le uniche due opzioni, perché via web non
si può fare di più e con il disegno sono TROPPO
arrugginita! XD Avanti, a te la scelta!
Hila92: beh, non è che
Sasuke e Sakura abbiano "tramato" alle spalle di Naruto... è che
è successo, si sono trovati a rotolarsi tra le lenzuola (o
meglio, su una sedia), e non hanno avuto il coraggio di dirglielo
subito... lei, ma anche lui. In fondo se è riuscito ad arrivare
fino al suo quartiere una volta, nulla gli vietava di alzarsi, andare
da Naruto e dirgli: "Sakura è mia!". Ma non farti ingannare:
anche se razionalmente, come autrice, li giustifico... umanamente li
indico e sghignazzo, sperando che muoiano tra atroci tormenti, o meglio
che vivano tormentati e poi muoiano dolorosamente, dopo moooooolti
anni. Non ti preoccupare per l'incasinamento della situazione... ho un
piano. Ehm. Più o meno. XD
Hipatya: prima che mi
dimentichi: per le scans italiane conosco solo www.gameternity.com (o
.net? Boh, se non ti si apre provali un po' tutti! XD) e
www.akatsukifan.org (e per trovare quest'ultimo mi sono riletta una
delirante conversazione a 4 che mi ha distrutta psicologicamente). Se
invece le vuoi in inglese (io le preferisco, perché l'italiano
maccaronico con cui si rischia di trovarle mi distrugge...), le prendo
da www.narutofan.com. E, ovviamente, c'è l'arcinoto
www.mangashare.com, che però te le fa leggere solo online,
forse... Ah, e anche www.gotnaruto.com. A questo punto, hai solo
l'imbarazzo della scelta! ^^ Ora ti ringrazio per l'utilissimo elenco
di canzoni, che mi servirà parecchio, me lo sento, e poi...
faccio una confessione scioccante: ebbene sì, anche Sasuke
può essere affascinante. Esteticamente parlando, è molto
appetibile. Peccato che per tutto il resto vorrei farlo a pezzi... =_=
E finalmente arriviamo alla risposta al commento! Grazie mille per i
complimenti, la mia massima aspirazione in campo fanficciano (?)
è tormentare i lettori e tenerli nell'angoscia... per poi dargli
le soddisfazioni che meritano all'ultimo capitolo! *_* E, tra
parentesi, ha visto? Sasuke è vivo!
Killkenny: aaah, ecco il
misterioso significato degli asterischi! Grazie per la spiegazione! XD
E, a proposito, dicevi che lo scontro Kyuubi-Orociok sarebbe stato un
problema... ma vogliamo parlare dello scontro Kyuubi-Orociok-Jiraya?
Qui si che son cavoli... (perché devono sempre essere 3, mi
chiedo io?)
kimi: Gaara al momento prende
il sole sul tetto del palazzo del Kazekage. O almeno, mi piace pensare
che lo faccia... possibilmente in costume. O anche senza. *ç*
Certo che ce l'hai un bel po' con Naruto! XD Povero, e dire che per una
volta è lui la vittima! E la Volpe gli ha fatto un'offerta
allettante... Insomma, sei compassionevole con Sakura e Sasuke ma non
con lui?? Come puoi??
lale16: c'è sempre
qualcuno che si ricorda della dispersa Tenten! XD Ebbene,
fugherò i tuoi dubbi: siamo entrati in settembre! Il che
significa... che prestissimo ci sarà la rivelazione...! Per
quanto riguarda lo scorso capitolo, grazie mille per tutti i
complimenti! >_< Anche in questo Tsunade ha una certa parte,
spero che sia piacevole quanto la scorsa! E tranquilla, puoi riprendere
a dormire sonni sereni (beh, più o meno...): Sasuke è
vivo! U_U
DuniettaS: ed ecco la seconda
che si ricorda di Tenten! XD Dai, che siamo entrati in settembre! Tra
pochissimo scoprirai il suo misterioso segreto...! Per quanto riguarda
Naruto e Orociok, invece, li vedrai combattere ancora un po', credo.
Poi ora che è spuntato Jiraya... la tua ipotesi del "mi
sacrifico per Naruto e lui si ripiglia" potrebbe avere un nuovo
candidato nel ruolo di protagonista... E Tsunade... e Sakura... oh beh.
Tutti faranno la loro mossa prima della fine. E la fine, ormai è
vicina...
Urdi: ehi, smettila di
pensarci! La tua domanda non mi ha delusa affatto! Anche io
probabilmente, se fossi nella tua situazione, chiederei un dettaglio
marginale! Il bello di una storia è la sorpresa, è
scoprire le cose passo dopo passo! ^_^ Mi ha fatto piacere che a
vincere fosse una lettrice di vecchia data, ma mi ha fatto piacere
sapere anche che è una lettrice che non vuole tutto e subito, ma
che ci arriva piano piano! E' la mia "tipologia" preferita! ^.^
Sfortunatamente, ora passiamo alle note dolenti: Sasuke è vivo.
Lo so, è terribile anche per me. U_U E Jiraya lo vedo pure
male... povera Tsu, cosa succederà adesso? Oh, per quanto
riguarda Sakura... prima della fine si attiverà anche lei,
vedrai...
roby chan: guarda, hai
azzeccato in pieno i tre nomi a rischio. Ma, ora che si sa che Sasuke
è vivo, il mio velato consiglio è di sostituirlo con
Jiraya... così, per mantenere il numero...
Jenna Uchiha: infine la terza
che si chiede che fine ha fatto Tenten! Ancora un po' di pazienza, per
favore, lo saprete tra pochissimo! ^^ Allora, adesso che Sasuke
è vivo tiri un sospiro di sollievo? Per quanto riguarda le
canzoni, i Linkin Park sono già una certezza nella mia playlist,
e degli altri gruppi o cantanti che hai nominato mi cercherò
qualcosa sul tubo! XD Grazie per i consigli, e anzi, se hai qualche
titolo in particolare da darmi, ne sarei davvero felice! ^^
Aya
|
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Capitolo 57 *** La Volpe ***
Naruto-57
Dedicato a ShAiW.
Colonna sonora (opzionale): "Alive", by P.O.D.
Capitolo cinquantasettesimo
La Volpe
Non un filo di vento oltrepassava
la barriera. L’aria era immobile, ancora vagamente tiepida, e
nessun suono turbava il silenzio.
Jiraya, Orochimaru e Kyuubi erano
rigidi come pietra; si studiavano.
Il sannin sentiva il cuore
battere pesantemente nel petto.
Da un lato, l’allievo che
considerava quasi un nipote. Dall’altro, l’amico che non era
riuscito a salvare. In mezzo, lui.
Che voleva avere indietro
entrambi.
Un sogno sciocco... una speranza
ingenua, nulla di più...
...Ma doveva crederci, per non
arrendersi.
A rompere il silenzio per prima
fu Kyuubi, snudando le zanne in un ghigno.
«...Non credi di essere un
po’ troppo vecchio?» chiese tagliente.
Aveva sentito il suo odore, prima
dell’esplosione che aveva sconvolto la foresta. Si era già
accorta della sua presenza, ma era stata colta di sorpresa dal suo
intervento.
Jiraya non si diede la pena di
rispondere, e non abbassò la guardia.
Sarebbe stato attaccato da
entrambe le parti, lo sapeva. Non poteva evitarlo.
«Quanto tempo...»
sibilò invece Orochimaru, e il sannin spostò a malapena
gli occhi. «Ti reggi ancora in piedi?»
“Calma...”
si disse, muovendo a malapena il piede nella polvere. “Sono
soltanto provocazioni”
«Non parli?»
intervenne Kyuubi. «Ci interrompi, te ne esci con una
spacconata, e poi non ti degni di rispondere alle domande?»
Il cuore di Jiraya accelerò.
«...Imperdonabile»
disse Orochimaru, con un sorriso sghembo.
E i due si mossero
contemporaneamente, seguendo uno schema istintivo e improvvisato che
funzionò inaspettatamente bene.
Per parare il pugno di Naruto,
Jiraya lasciò scoperto il fianco, e fu scaraventato a terra da
un calcio di Orochimaru. Strusciò sui resti spezzati dei rami
che Kyuubi aveva abbattuto, ma si rialzò ancora prima di
fermarsi; chinò la testa in fretta, e la coda di chakra passò
sibilando poco sopra il bianco ciuffo disordinato, mancandolo per un
soffio. Posò una mano a terra, fece perno e colpì con
un calcio indietro, sentendo la resistenza del petto di Naruto.
Rialzò la mano, intrecciò le dita e soffiò una
palla di fuoco contro Orochimaru, un attimo prima che fosse
abbastanza vicino da colpirlo.
Solo allora riprese fiato, e
cercò con lo sguardo Kyuubi.
Ma non era alle sue spalle. Non
più.
E capì con un attimo di
ritardo che era sotto di lui; si sentì afferrare per una
caviglia e tirare verso il basso, cercando di fermare la discesa
aggrappandosi al terreno, ma avvertì uno scricchiolio intenso
dove le mani di Naruto lo stringevano... e poi un bruciore
dilaniante, che gli strappò un grido.
Stringendo
i denti, intrecciò di nuovo le dita e il terreno divenne una
palude, facendolo sprofondare d’improvviso. Sentì la stretta
sulla caviglia allentarsi fino a scomparire, ma il bruciore rimase, e
con lui il dolore. Jiraya arrancò fino alle rive solide,
sottraendosi alla presa del fango, e si issò sul terreno con
un grugnito. Gettò un’occhiata alla caviglia, scuotendola
per liberarla dalla melma... e vide che la pelle era corrosa.
“Quel
maledetto chakra!” pensò con una smorfia, rialzandosi
malgrado il dolore.
«Fa male, sì...?»
sibilò la voce di Orochimaru, sorprendentemente vicina.
Jiraya sentì la lama della
katana penetrare nel fianco, ed ebbe a malapena il tempo di rendersi
conto che era meno doloroso del chakra di Kyuubi, che il suo corpo
agì automaticamente: strinse una mano attorno alla spada, fece
una rapida torsione, e la strappò dalle mani del suo
proprietario. Estraendola con un piccolo grugnito, gli scoccò
un’occhiata acuta.
«Stretta fiacca...»
constatò, mentre Orochimaru digrignava i denti in una smorfia
d’insofferenza.
Le sue mani tremavano
impercettibilmente.
«Anche quel corpo è
arrivato al limite?» chiese Jiraya, pulendosi un filo di sangue
dalla bocca.
Si guardò attorno rapido.
Nessuna traccia di Kyuubi.
«Nessuno di noi può
andarsene!» gridò, con voce arrochita. «C’è
una barriera attorno alla zona!»
Gli rispose solo il silenzio.
«Sempre
a commettere gli stessi errori, eh Jiraya...» sussurrò
Orochimaru, acido. «Sempre a fidarti stupidamente di chi ti sta
attorno... Come un tempo ti sei fidato di me, ora credi che il figlio
di Yondaime esista ancora, da qualche parte, in quel corpo... Che non
si sia fatto da parte, volontariamente...»
«Io non lo credo»
replicò Jiraya, i sensi all’erta.
Un’impercettibile vibrazione
sotto i suoi piedi.
Spiccò un balzo, imitato
da Orochimaru, e il terreno andò in frantumi, distrutto dal
basso, ridotto a zolle e sassi; rami e resti di tronchi schizzarono
verso l’alto, sospesi in un istante infinito...
E Kyuubi era tra i due, in un
secondo, e il corpo di Naruto era coperto da un sottile strato di
chakra scarlatto. Ghignò, una smorfia che di umano aveva poco,
e due code guizzarono verso entrambi, colpendoli violentemente.
Sia Jiraya che Orochimaru furono
scaraventati a terra, ricadendo insieme ai frammenti di terreno e
vegetazione.
Ma il primo a sollevarsi in
ginocchio fu il sannin dai capelli chiari, tossendo sangue.
E nonostante ciò, alzò
lo sguardo verso Kyuubi e Orochimaru, ancora bocconi.
«Io
non lo credo...» sussurrò, ansante. «Io lo
so»
Non si era accorta del suo
risveglio.
Assorta, Sakura si era persa in
un mondo di pensieri e presentimenti del colore della notte più
fonda... e non aveva visto gli occhi di Sasuke, aperti.
E fissi nei suoi.
La
guardava, leggendo le ombre che oscuravano il verde delle sue iridi,
e confusamente si chiedeva: “perché
sono qui? Cosa è successo?”
Ma non trovava una risposta.
La guardava, e basta, e scopriva
che non riusciva a distogliere lo sguardo. Che le piaceva osservarla,
mentre lei non lo sapeva... il suo profilo, familiare e diverso, non
era cambiato molto da quando erano bambini. La fronte spaziosa, il
naso lievemente all’insù, e quegli occhi dal colore
sorprendente, ora velati di ombre cupe... poi, il contorno della
mandibola, che lui sapeva essere morbido, e lieve, sotto il suo
tocco... il mento, arrotondato e perfetto, e infine le labbra...
...Probabilmente il suo era un
giudizio parziale. Molto parziale. Anche perché ignorava le
macchie di sangue che la sporcavano... ma quelle labbra erano la cosa
più desiderabile che avesse mai visto. Pallide, sì,
eppure sempre le stesse. Era convinto che se le avesse baciate
sarebbero state morbide come la prima volta, calde, accoglienti...
dolci.
Le iridi scarlatte di Kyuubi.
Il suo ghigno. Il rasenshuriken incompleto.
Involontariamente, Sasuke
sussultò. I ricordi lo colpirono violentemente,
all’improvviso, e il suo cuore mancò un battito.
Finalmente Sakura si accorse che
era sveglio, e abbassò gli occhi spalancati su di lui.
«Sasuke!» esclamò,
scattando in piedi.
Lui gemette, sentendo un’ondata
di dolore attraversargli l’addome e risalire fino al petto. La mano
di Sakura corse alle bende che lo fasciavano, avvolta da un sottile
strato di chakra, e la fitta si attenuò, lasciandolo
respirare.
«Come ti senti?»
chiese lei ansiosa.
«N-Naruto...»
balbettò lui, mentre le immagini dell’accaduto gli
sfrecciavano davanti in brevi flash intensi. «La volpe...»
«Lo sappiamo» mormorò
Sakura, mordendosi il labbro. «Jiraya si sta... occupando di
lui...»
«Lo ha fermato?»
chiese Sasuke, cercando il suo sguardo.
«Non... non lo so...
ancora»
Un’altra fitta sottile fece
irrigidire l’Uchiha.
Sakura
lo guardò, fece correre gli occhi sulle ferite di cui era
coperto, sui tagli, le bende, i lividi... e pensò a Naruto, al
suo sguardo quando gli aveva confessato di lei e Sasuke; pensò
allo scontro con Madara, e ai suoi occhi scarlatti... e poi... alle
condizioni in cui si riduceva quando il chakra della volpe lo
ricopriva, alla sua pelle, al sangue...
A un tratto, si trovò con
gli occhi pieni di lacrime.
«...E’ tutta colpa
mia...» sussurrò con un minuscolo singhiozzo, stringendo
il pugno sul petto di Sasuke.
«No» la corresse lui,
cercando il suo sguardo. «Ne abbiamo già parlato, siamo
stati in due a...»
Ma lei continuava a scuotere la
testa senza ascoltarlo.
«E’ colpa mia!»
insisté. «Se io glielo avessi detto subito... se lo
avessi fatto prima che lui andasse nel paese del Fulmine... ora non
saresti in questo stato!»
«Ti sbagli, Sakura. Non mi
ha attaccato a causa tua»
Lei alzò gli occhi, pronta
a ribattere che non doveva trovare scuse, ma qualcosa nel suo sguardo
le disse che Sasuke non stava cercando di farla sentire meno in
colpa.
«La volpe voleva eliminare
per sempre lo sharingan» spiegò lui, parlando piano.
«Perché è l’unica cosa di cui abbia paura. E
io... sono l’ultimo degli Uchiha»
Sakura ammutolì.
Allora... Kyuubi... aveva agito
completamente da sola... Allora... Naruto non aveva nemmeno una
minima parte di responsabilità...
Arrossì, vergognandosi del
pensiero colpevole che aveva fatto capolino all’improvviso. Per un
breve, brevissimo istante, si era chiesta se Naruto non avesse
lasciato libera la volpe per vendicarsi di Sasuke...
“Idiota
che non sono altro” si disse, stringendo i denti. “Naruto non è
quel tipo di persona. Per quanto noi gli abbiamo fatto male, lui
non... lui mai... Non noi...”
Silenzio, nella stanzetta bianca.
E poi Sakura si guardò
attorno.
“...Ma
cosa ci faccio qui...?” chiese a sé stessa, con le orecchie
piene del battito del suo cuore. “Perché sono accanto al
letto di Sasuke, che sta bene, che si riprenderà...? Perché
non sono a cercare Naruto?”
«Sasuke...» sussurrò,
senza guardarlo.
Ma lui aveva già capito.
«Vai» la interruppe,
pacato.
Lei incontrò i suoi occhi,
con una stretta allo stomaco.
«...Anche
io se potessi... verrei con te» con una smorfia, Sasuke portò
una mano sul bendaggio macchiato dell’addome. «Ma sono
conciato peggio del previsto. Riesco a malapena a parlare. Quindi,
Sakura... dovrai andare tu da Naruto. E dovrete tornare insieme»
la fissò, gli occhi febbricitanti neri come petrolio. «Mi
hai capito, Sakura? Tutti
e due»
Lei gli rivolse un mezzo sorriso,
dietro le lacrime.
«Detto da te, è
quasi ironico» commentò. «Pensi che io abbia
dimenticato tutte le volte in cui hai detto di non volerci più
vedere?»
«Non scherzare»
«No... hai ragione»
Sakura si passò una mano
sul viso, e inspirò a fondo. Quando risollevò le
palpebre, negli occhi verdi non c’erano più ombre.
Posò una mano sulla
guancia di Sasuke, e si chinò a baciare le sue labbra, secche
e bianche quanto quelle di lei.
Poteva anche essere il loro
ultimo bacio.
Di sicuro, fu quello più
intenso, anche se morbido.
Dieci secondi che erano quasi una
vita intera.
Poi, lei si allontanò, e i
suoi capelli smisero di solleticare il viso dell’Uchiha.
Sasuke tese una mano e afferrò
la sua.
«Torna» le ripeté,
e nei suoi occhi c’era, per la prima volta dopo tanto tempo,
angoscia.
Sakura sorrise soltanto...
...e sciolse la stretta.
Jiraya si rialzò
passandosi una mano sul mento sporco di sangue.
Doveva fare attenzione a non
sprecare troppo chakra. E poi... doveva cercare di prendere sia
Kyuubi che Orochimaru.
Ma come faceva a tenerli fermi
abbastanza a lungo da ferire uno e sigillare l’altra?
Ansante, ripassò per un
attimo le posizioni del sigillo.
Ricordava ancora quando Minato
gliene aveva parlato la prima volta, con quello sguardo serio e cupo.
Ricordava che l’aveva guardato allibito, dicendogli che era pazzo,
che era una tecnica troppo... troppo... troppo, e basta.
...E ora... stava per ripetere
ciò che lui aveva fatto...
Un sorriso sghembo gli stirò
le labbra, mentre Orochimaru si rialzava a fatica.
Adesso capiva molte cose...
“Minato...
Riporterò indietro tuo figlio. Ad
ogni costo”
Intrecciò le dita sotto il
mento, e Kyuubi gli lanciò un’occhiata infastidita.
«Pensi che basti catturarmi
per far tornare il ragazzo?» chiese aspra.
«Non ho mai detto di
volerti catturare» replicò Jiraya. E cinque copie
presero forma attorno a lui, creando un muro compatto.
La Volpe corrugò la
fronte, con un velo d’ansia.
C’era qualcosa in quell’uomo...
che le diceva di stare all’erta. Era pur sempre il maestro dello
shinobi che l’aveva sigillata, forse...?
Strinse i pugni istintivamente,
per trattenere un brivido.
Che fosse in grado di usare il
sigillo?
Orochimaru si tastò il
torace trattenendo una smorfia. Due costole incrinate, stomaco
danneggiato, tre dita fratturate. Con un solo colpo, aveva ricevuto
tanti danni... e sentiva che guarivano troppo lentamente.
Fissò la mano di Kabuto,
scossa da un lieve tremito.
Quel corpo non avrebbe retto
ancora a lungo.
Mentre il sudore gli solcava la
fronte, strinse gli occhi verso Kyuubi e Jiraya, che parlavano
ignorandolo.
Aveva bisogno del figlio di
Namikaze Minato.
Lo
voleva
con tutto sé stesso.
Ma... forse... l’idea di
ritirarsi momentaneamente non era tanto deprecabile...
Peccato che ci fosse Jiraya.
Lui e la sua barriera, lui e il
suo sicuro tentativo di portare a Konoha anche il vecchio compagno di
squadra... lui, l’irritante lui, come al solito.
Doveva liberarsene.
Si mossero tutti nello stesso
istante, come in un tacito accordo.
Tre delle copie di Jiraya
balzarono avanti, oltrepassando Kyuubi, e si diressero verso
Orochimaru. Le altre due, insieme all’originale, puntarono Naruto,
che aveva spiccato un salto.
«Si vede che vuoi morire»
ringhiò la volpe, e nella sua mano prese forma il rasengan,
attraversato da scariche di chakra elementale allo stato grezzo.
«Non lo farai»
ribatté Jiraya, senza fermarsi, e lui e le copie la
circondarono a mezz’aria.
Kyuubi ruggì, e il
rasengan si abbatté su una copia facendola scomparire in uno
sbuffo di fumo. Negli occhi di Jiraya brillò una scintilla, e
ignorando il chakra scarlatto che copriva Naruto, strinse la mano
sulla maglia, fissandolo negli occhi.
«Lo sapevo» sibilò,
e con un unico colpo lo scagliò a terra violentemente.
Più in là,
Orochimaru teneva testa alle altre copie, ma era a corto di fiato.
«Sciocco idiota!»
esclamò, cercando di trapassare il Jiraya che voleva fermargli
il braccio. «Naruto Uzumaki è spacciato! Non puoi fare
più nulla per lui!»
«Non hai mai capito niente,
Orochimaru!» ringhiò una delle copie, riuscendo
finalmente a colpirlo alla schiena, e facendolo barcollare in avanti.
«Mai, mai niente!»
La katana nella mani di Kabuto
fendette l’aria all’improvviso, e una copia scomparve in uno
sbuffo di fumo. Di scatto il serpente si voltò e ne afferrò
un’altra per il braccio, ribaltandola in avanti, facendola
strisciare sul terreno. D’un balzo, le fu sopra; e le trapassò
lo stomaco.
«Sei tu che non hai mai
capito» sibilò caustico. «E per questo hai sempre
perso»
Il Jiraya sotto di lui tossì
sangue, ma sorrise.
«Naruto
ha un destino» sussurrò. «Lui rivoluzionerà
il mondo dei ninja. E io sono l’unico che può influenzare il
modo in cui lo farà... Non tu. Ancora una volta, non
tu.
Chi ha perso, allora?»
Le dita di Orochimaru si
strinsero sull’impugnatura della katana, mentre la copia scompariva
in uno sbuffo di fumo.
E fu allora che una mano gli
trapassò il petto, mancando di pochi centimetri il cuore.
Alle sue spalle, il terzo clone
di Jiraya non sorrideva.
Stringeva i denti, e, per
l’ennesima volta, odiava la propria debolezza... che gli permetteva
soltanto di catturarlo. Non di salvarlo.
Neanche un grammo di ossigeno nei
polmoni, svuotatisi bruscamente.
L’urto con il terreno era stato
più violento del previsto, e per un attimo Kyuubi provò
un moto d’odio verso il fragile corpo che si trovava ad occupare.
Poi, il suo udito fino captò
parole sussurrate a qualche metro da lì.
Riaprì gli occhi, riempì
i polmoni, e ruotando sul fianco evitò che Jiraya la
intrappolasse schiena a terra. Tossendo, si rialzò in piedi.
Ghignò.
«E’ così
dunque...» sussurrò, passandosi una mano sul labbro
sporco di sangue. «E’ per questo che sei tanto fiducioso...»
Il sannin le lanciò uno
sguardo cauto. Cosa aveva scoperto in quei dieci secondi?
«Naruto dovrebbe
rivoluzionare il mondo dei ninja, eh?» spiegò la volpe,
concedendosi una risata asciutta. «Sicuro che si tratti proprio
lui?»
Jiraya non esitò. «Sì»
«Fossi
in te, ci penserei meglio» allargando il sorriso, Kyuubi portò
una mano al petto. «Mi ha lasciato questo corpo di sua
spontanea volontà» sibilò. «Lui non vuole
più avere niente a che fare con il mondo che dovrebbe
rivoluzionare»
«...Abbiamo commesso tutti
degli errori» ribatté Jiraya, freddo. «Ce ne siamo
resi conto. Abbiamo dato per scontato che Naruto avrebbe potuto
sopportare tutto, abbiamo dato per scontato che sapesse che gli
eravamo vicini... certe cose però vanno ricordate, di tanto in
tanto. E certe altre non vanno mai dimenticate. Gli errori si
pagano... ma bisogna provare a rimediare, se si vede anche solo uno
spiraglio. E io lo vedo»
«Lo vedi?» Kyuubi
ghignò, senza essere affatto divertita.
Allargò le braccia,
abbassando la guardia, e per un attimo ogni cosa restò
immobile.
Poi, le fiamme avvolsero il corpo
di Naruto.
«E
se accadesse questo?» gridò la volpe, al di sopra del
crepitio del fuoco, mentre Jiraya spalancava gli occhi. «Se il
tuo prezioso Naruto smettesse di esistere?»
In un attimo il sannin intrecciò
le dita davanti al petto, e la tecnica acquatica colpì Kyuubi
con insolita violenza. Sibilando, le fiamme si estinsero così
come erano nate, e una nebbiolina sottile circondò l’origine
del piccolo incendio.
Si udì una risata bassa,
gorgogliante.
Quando il vapore si fu diradato,
Naruto tornò visibile... lui, e le ustioni che gli
costellavano il corpo, la maglia a brandelli, i capelli bagnati e
sfilacciati... la pelle, che andava a ricoprire le bolle rossastre a
vista d’occhio.
«Stupido vecchio»
sorrise, gelido e folle. «Il destino non esiste. Ora ci sono
solo io»
Il pugno colpì Jiraya di
sorpresa, mozzandogli il respiro e incrinandogli almeno due costole.
La copia che era ancora con lui intervenne con un attimo di ritardo,
ma riuscì ad allontanare Kyuubi con un calcio al volto,
mandandola a strisciare per terra. Il sannin ansimò, bocconi.
Così non andava affatto
bene.
Di quel passo sarebbe stato
costretto ad usare altre tecniche... altro chakra... e a quel
punto... sarebbe riuscito ad attivare il sigillo?
Sputò un grumo di sangue,
e strinse i denti.
Aveva bisogno di un aiuto
extra...
«Conosco questo tipo di
barriera»
Sakura aveva incrociato Sai e
Kakashi lungo il cammino, fermi davanti alla cupola trasparente
eretta da Kakashi. Dopo averla studiata per alcuni lunghi minuti,
nonostante l’evidente nervosismo che rischiava di distrarla la
kunoichi sembrava essere giunta a una conclusione.
Indicò a terra.
«Scaviamo. Dovrebbe
arrivare al massimo a un paio di metri in profondità»
spiegò, intrecciando le dita davanti al petto. «E poi
passiamo dall’altra parte»
Sai gettò un’occhiata a
Kakashi, mentre la tecnica di Sakura apriva i primi tratti di
passaggio.
«Perché noi non ci
abbiamo pensato?» chiese.
Orochimaru cadde in ginocchio,
senza fiato. Entrambi i polmoni erano danneggiati, lo sterno a pezzi,
esofago e parte dello stomaco erano lesionati gravemente, e il sangue
sgorgava incontrollato sui resti della foresta, impregnando il
terriccio e imbrattando le mani bianche di Kabuto.
La copia che lo aveva trafitto
rimase a guardarlo boccheggiare, dall’alto, con una smorfia di
dolore stampata in faccia.
Una ferita del genere avrebbe
ucciso chiunque.
Ma non lui.
E tuttavia... sperava che gli
avrebbe almeno impedito di muoversi.
Si concesse di cercare con lo
sguardo l’originale da cui aveva preso vita e suo ‘fratello’,
ancora alle prese con la volpe. Vide Jiraya a terra, in ginocchio, e
la copia che scambiava rapidi colpi con la volpe.
Poi, sentì un sibilo
simile a un rantolo... e abbassò lo sguardo in ritardo.
«Naruto!» gridò
Jiraya. «So che mi senti!»
Era un tentativo disperato,
stupido e folle. Si sarebbe sentito un idiota, se non fosse stato in
una situazione tanto drammatica.
Kyuubi non lo degnò della
minima attenzione, mentre schivava i colpi della copia.
«So che ci sei!»
insisté il sannin, una mano premuta sull’addome dolorante.
«E’ inutile fingere di non sentire, io lo so! Non hai usato
il rasenshuriken contro di me! Avresti potuto, ma non lo hai fatto!»
Il chakra attorno alla Volpe
sfrigolò, corrodendo la carne.
«E Sasuke... è
vivo!» continuò Jiraya, alzandosi in piedi. «Avresti
potuto non lasciarne nemmeno un frammento, lo sappiamo tutti e due.
Con un rasenshuriken completo, lo avresti ucciso senza ombra di
dubbio! E invece hai fatto in modo che sopravvivesse!»
Ogni parola era una fitta di
dolore. Ogni respiro una lama nel petto.
All’improvviso sentì una
copia dissolversi, e distrattamente vide Orochimaru far leva sulla
spada per rialzarsi, con uno squarcio nel petto, coperto di sangue...
Incrociò il suo sguardo, vi lesse l’odio che ormai conosceva
a memoria, e lo vide voltargli le spalle, con l’intenzione di
allontanarsi.
«Orochimaru sta scappando!»
gridò, la voce roca. «E’ l’unica opportunità
che abbiamo per salvare Sasuke! Studiandolo, forse troveremmo una
cura, un antidoto, qualcosa per il sigillo maledetto! Lo hai salvato,
Naruto! Non puoi lasciarlo morire così ora!»
Vide la volpe fare un gesto di
stizza, e una coda guizzò improvvisa nell’aria, abbattendosi
sul viso della copia che stava affrontando. Si dissolse in una nube
di fumo.
«Di Sasuke non ci importa
niente» sibilò, con un ghigno. «Può morire,
insieme alla puttana che è con lui» in un attimo, fu a
un passo da Jiraya. «E tu con loro»
La mano artigliata si serrò
attorno al collo del sannin, in una stretta ferrea. Lo sollevò
da terra, strappandogli un rantolo, e il suo sorriso si allargò.
“E’
il momento...” pensò lui confusamente. “Ora potrei...”
Tento di intrecciare le dita
nelle posizioni necessarie per il sigillo, ma non riuscì a
ricordarle.
Annaspò, alla ricerca
d’aria.
“Allora...
finisce tutto così...?” si chiese, mentre lampi di luce
comparivano davanti ai suoi occhi, prima del volto distorto di quel
Naruto cui teneva tanto...
«No»
La stretta sul suo collo si
allentò all’improvviso, e Jiraya cadde sulle ginocchia, le
gambe cedettero. Tossì, sentendo le costole gemere per il
dolore, e poi alzò lo sguardo.
Gli occhi di Naruto erano ancora
scarlatti, il braccio teso, e il viso era una smorfia di rabbia,
contratto, quasi incredulo...
...Ma da qualche parte, nel buio,
un ragazzino aveva alzato la testa.
Nel prossimo capitolo:
Incontrò gli occhi
scarlatti di Kyuubi, spalancati e furibondi, e non provò
pietà.
Lei, o Naruto.
E lui sapeva chi voleva.
Staccò le mani, e sulle
dita della destra brillò un alone di chakra azzurrino.
Un attimo prima di muoversi,
Jiraya strinse i denti.
“Almeno
un bacio...!” si trovò a pensare.
E premette i polpastrelli
attorno all’ombelico di Naruto.
* * * * ȣ * * *
*
Spazio
autore
Voi non potete nemmeno immaginare quanto sonno io abbia in questo momento.
Così imparo a fare i venerdì "allegri", sigh...
Comunque, il titolo di questo capitolo assume un senso solo se collegato a quello del prossimo.
Che, per la cronaca, sarà quello conclusivo
di questa battaglia
(vi siete spaventati sul "conclusivo" e basta, eh? XD)
Ahh, Jiraya, Jiraya... ti danno tutti per morto, eh?
Per il prossimo capitolo, consiglio caldissimamente di procurarsi "Breathe into me" dei Red...
Che dire d'altro?
Ah, sì.
Sono online l'ultimo capitolo di "Ali di cera" (il cosiddetto prequel di Sinners)
e in più, per tutti voi che amate la coppia, una one-shot
ShikaTema che era tra i miei progetti da molto tempo - dedicata a ShAiW, anche quella;
non contenta di essermi impegolata con tutto questo, vi dico pure
che lunedì metterò i ringraziamenti a Redenzione (con un sorpresa...)
e anche un'altra one-shot per il compleanno di
sonja. Sul gruppo sette, direi.
(nota: io devo dare quattro esami entro il 18 marzo... -.-)
Enjoy!
ShAiW: d'obbligo la prima risposta per te! XD Innanzitutto, auguri!!
Spero che questa giornata sia stata divertente! ^^ Il regalo è
stato improvvisato ma è arrivato... nel caso in cui la ShikaTema
ti faccia storcere il naso, posso provvedere a unirti alla dedica per
la one-shot di lunedì, che dovrebbe essere un po' più
"neutrale"! XD Ora, andando su argomenti più contingenti (?):
Sai e Madara?? Ragazza mia, hai gusti strani... se ci sono due
imprevedibili psicopatici, sono quelli! XD Ma tranquilla, ne guarirai.
(spero)(per te e per tutti noi! XD) L'azione la farà da padrona
ancora per il prossimo capitolo, e poi... ci sarà l'inevitabile
finale, da sempre previsto e non modificato di una virgola - che
prevederà ovviamente un sacco di chiarimenti tra i superstiti.
Sperando che nonostante tutto sia gradevole, io incrocio le dita,
accendo un chilo d'incenso e ti saluto! Ancora tantissimi auguri! ^^
sonja: uhm... dicono che fare
gli auguri prima porti sfortuna, quindi mi riservo di farteli
lunedì, con la one-shot! XD E goditi il prossimo capitolo,
perché sarà l'ultimo "movimentato"!
Kaho_chan: ed è con
orgoglio che mi permetto di chiamarti Leti! (e con timidezza che ti
chiedo: posso? ^^') Guarda, vorrei dirti riga per riga come ho reagito
alla tua recensione, ma se lo facessi sarei troppo spoilerosa...
quindi, mi limiterò alle cose neutre: mi spiace, ma siamo
davvero vicini alla fine della fic! Pochi capitoli e i nodi saranno
tutti al pettine! Rimorsi, recriminazioni, scuse, pentimenti, gioie e
dolori... tutto quanto. Forse mi usciranno capitoli un po' più
lunghi del solito, ma credo di riuscire a far stare tutto in... uhm...3
o 4 capitoli. La questione del sigillo di Kyuubi verrà risolta
nel prossimo capitolo. Che, non essendo ancora completato, mi porta a
dirti: non so se le conseguenze saranno visibili subito... ma comunque
lo saranno la volta prossima, al massimo. (non chiederti cosa intendo
con "conseguenze! XD) E soprattutto... come direbbe Naruto a Neji: "non dare ogni cosa per scontata!"
trinity87: quando Sakura
è tornata all'appartamento di Naruto, dopo il ritorno in grande
stile dell'adorabile Kyuubi, il gatto non c'era. E c'era del sangue sul
letto. Ora, fai due più due... E, sempre in tema di morti, il
fatto che io ami Naruto significa soltanto che, in caso, gli creerei
una morte in grande stile. Idem per Jiraya. Intendiamoci: dovessi
uccidere Sasuke, lo farei inciampare su un sasso, cadere di faccia,
rompersi il naso e soffocare nel suo stesso sangue. -.- Ma non loro...
non loro.
lale16: io sono fedele al manga
solo per le cose che mi garbano. Non a caso Asuma sta ancora camminando
su questa terra, se hai notato! XD Grazie per i commenti sullo scontro
e soprattutto sull'entrata in scena di Jiraya, che ho calcolato al
millimetro perché venisse come volevo io! La mancata estinzione
degli Uchiha fa parte di un piano, come tutto del resto... ognuna delle
cose che vedi accadere in queste righe, dalla più stupida alla
più importante, avrà delle conseguenze. E tra poco
capirai anche perché... abbi fede, abbi fede. Alla fine do
soddisfazioni, dicono! XD
tonyesp: ora come ora, sei
l'unico sostenitore sfegatato del NaruHina, qua dentro! Poi ci sono un
po' di neutrali, e l'ala estremista che vorrebbe Naruto morto piuttosto
che con Hinata! Ahh, ma cosa devo fare con te? Per il resto del
commento, per ovvi motivi non posso risponderti qui... ma ricordami che
devo dirti una cosa su msn, quando ci becchiamo!
Lily_90: oh, è vero! XD
Visto che la "questione Shika" si è conclusa da qualche
capitolo, ho finito per scordarla... ma disseminati lungo la storia
credo che troverai pezzi molto
interessanti... qualcuno parla bene del capitolo 36, tanto per dire, ma
a me piacciono anche gli scorci precedenti! XD Ah, è sottinteso:
fai con calma, senza preoccuparti. In questi capitoli troverai qualcosa
di poco comprensibile, forse... ma neanche tanto. Credo.
ò_ò Coooomunque, grazie infinite per il commento e per i
complimenti! >_< (non finirò mai di dirlo!) E, già
che ci siamo... come sta la Bellissima Seccatura di cui sappiamo? ^.^
Rory_chan: direi che la Sakura
di questo capitolo dovrebbe averti soddisfatta... trabocca di spirito
da team sette! XD Il punto è: perché l'ho fatta muovere?
Non avrò mica intenzione di...? E Jiraya...? Per la questione
"Naruto a destra e Sasuke a sinistra" non potrei essere più
d'accordo! *_* E so bene quali desideri avrei da far diventare
realtà... *ç* (ma, come ricordi tu, non si dice! XD) Ah,
sai che non sei l'unica ad essere particolarmente affezionata a Sai? Io
alzo timidamente la manina e confesso di essere dalla tua parte! XD Di
solito gli imperscrutabili non mi piacciono, ma lui... beh, è
imperscrutabile e idiota allo stesso tempo, e ha un lato vagamente
fragile che vorrei tanto sviscerare... ma tanto, eh! *_* Quindi, per
ragioni a me ignote, non mi dispiace! XD A presto! Bacio! ^.^
Jenna Uchiha: "a new beginning always starts at the end",
dicono i Within Temptation! Quindi non impensierirti per la fine della
fic! Mi metterò a tirar fuori dal cappello qualcos'altro! (la
sezione "coming soon" della mia pagina personale trabocca di progetti a
breve e lungo termine!) Non credo che avresti voluto che il triangolo
continuasse a rompere le palle ancora per molto! XD Il doppiaggio di
Naruto non sarebbe male se i dialoghi non fossero in mano e dei
minorati mentali. -.- E se alle loro spalle non ci fosse il MOIGE,
cacchio. Per fortuna il divino Simone d'Andrea - Itachi (ma
quant'è bello quel doppiatore? Perché, perché
è sposato?!), e l'altrettanto bravo (nonché quasi
uguale!) Alessandro Rigotti - Sasuke danno un po' di gioia al mio
cuoricino malato! E anche Naruto non mi dispiace, nonostante tutto.
Sarà che non sopporto che i giapponesi mettano le donne a
doppiare i maschi! XD Ah, grazie mille per le canzoni! mi sono
innamorata follemente di "Breathe into me", e credo proprio che
andrò a cercare qualcos'altro dei Red, che per motivi a me
ignoti non conoscevo...! *_* Sia benedetto il tubo! XD
roby chan: io non sono affatto
infame come Kishi. Solo che seguo ancora la legge del taglione,
versione riveduta e corretta: lui mi fa piangere? Io faccio piangere
voi. Mal comune mezzo gaudio...
sammy1987: non hai nemmeno
fatto in tempo a dire "Sakura non proverà a salvare Naruto", che
lei ha preso ed è andata! XD Chissà se sarà un
bene o un male? Il mini Sasuke è semplicemente adorabile!
Perché Itachi che fa il freddo bastardo con la voce di d'Andrea
è figo... ma se non fosse così lo odierei per aver
trasformato un esserino così puccioso (termine da fanghèrl! XD) in un emo demente! Lo ha rovinato per sempreeeeee! T___T Sigh sigh sigh...
DuniettaS: ma quali
imbarazzanti figure? Stai parlando con una che si fregia del suo
*fantastico* italiano in lungo e in largo e certe volte ci infila degli
strafalcioni di grammatica nelle recensioni...! XD Che NON si possono
correggere! XDD Per quel che riguarda Jiraya ho intenzione di restar
muta come una tomba. Ciò che deve accadere accadrà nel
prossimo capitolo... intanto prepara l'antistress. O no? (sorriso
malefico)
Julia83: evidentemente ero in
un periodo molto drammatico mentre scrivevo questi capitoli! XD
Rileggendoli devo ammettere che mi soddisfano, nel loro piccolo, e ne
sono davvero felice! Così come sono felice di essere riuscita a
rendere in maniera efficace l'esitazione e il conflitto di Sakura, cosa
su cui mi sono scervellata a lungo, giuro! Di Jiraya saprai a breve...
e dell'intervista, sigh, era quella che intendevo io! ç_ç
Cattivo Kishi, cattivo... capisco il ricambio generazionale e i
clichè da: l'allievo-deve-diventare-indipendente, però...
Bwaaaaa! >__< Oh, giusto... io ti ho già detto che sei un
genio, vero...? (sorrisino misterioso molto, molto inquietante)
rina: piano con le scene
teatrali! XD Le amo anche io, ma cerco di contenerle un po'... non
posso piazzarci rivelazioni sconvolgenti ogni tre righe, se no quanto
sarei megalomane! ^_* Ogni cosa a suo tempo... ogni cosa a suo tempo...
PS: su manga.it sto aggiornando un po' a rilento, ma lo sto facendo!
^^' E' che la connessione mi fa davvero roteare quello che non dovrei
avere... -.- E gli aggiornamenti lì mi portano via un po' di
tempo!
Talpina Pensierosa: beh,
sì, è un po' il mio viziaccio... tengo i capitoli
scottanti per ultimi! Ma è giusto così, no? XD In questo
modo hanno il doppio dell'effetto! *_* E poi adoro i finali in grande
stile! XDD
Rhymes: il nuovo ritmo degli
aggiornamenti non è dovuto a una mia scelta... è dovuto
al fatto che non ho pronti i capitoli! XD E che non riesco
oggettivamente a sfornarne più di uno ogni tre giorni! Fosse per
me ve li butterei lì quotidianamente, ma proprio non ci riesco!
In più dovrei anche studiare per gli esami, quindi mi capisci
che sono un po' in difficoltà...! ^^' Parlando della recensione,
devo ricordarti che c'è un piiiiiccolo elemento di cui non hai
tenuto conto! Nonostante molte persone si ostinino ad affermare il
contrario, la verità è che il legame più forte
è quello che intercorre tra Sasuke e Naruto, non tra uno
qualsiasi di loro e Sakura... per quanto possa non essere piacevole
sentirlo, io sono fermamente convinta che sia così. E poi... ma
chi ti dice che arriveranno a rivedersi tutti VIVI? (ghigno malefico)
Insomma, la giustizia è un'utopia. Non esiste. L'unica cosa di
cui puoi essere certo è che ogni cosa si svolgerà secondo
il mio arbitrario desiderio, dimenticando assolutamente tutte le vostre
lamentele! XD Questo non per essere cattiva, credimi, ma solo
perché devo seguire il mio piano. E perché, anche se
sembra difficile da credere, le cose si stanno svolgendo nel modo per
me più facile da sbrogliare... questo per quanto riguarda il
magico trio, ma anche per i comprimari...
Hipatya: "Lo sapevo che non potevi seccarlo perchè in verità tu ami maltrattarlo *_*! Era
troppo facile liberarlo dai tormenti con una morte per spappolamento da Kyuubi,
ehehehe!"
<-- Hai centrato in pieno il mio malvagio pensiero riguardo a
Sasuke! XD Grazie ancora una volta per i commenti e i complimenti, mi
fanno felice! (e, soprattutto, mi spingono a scrivere ancora! XD) Sono
contenta che tu abbia trovato le scans, anche se certe cose che
succedono non sono proprio piacevoli... T_T
Killkenny: "perché mi è venuto in mente un fungo atomico?" Perché sei un ragazzo intelligente. U_U
gohan4ever: inizio a
preoccuparmi... sempre più persone mi dicono che stranamente si
stanno affezioanndo a Sasuke... spero che sia solo un'epidemia
passeggera, altrimenti stiamo freschi! °_° E' su Naruto che
bisogna tenere gli occhi, su Naruto! E soprattutto su Kyuubi...
arwen5786: guarda, forse per
ora di "scene d'azione" scritte da te ho letto solo la memorabile volta
in cui Sasuke prende per il collo Sakura... e devo dire che per quel
che mi riguarda, anche nella sua brevità, era meravigliosa! (la
scena di Temari mi rifiuto di ricordarla) L'unico motivo per cui mi
"vengono bene" è che ci lavoro su con il triplo dell'impegno che
metto di solito nello scrivere! Ci tengo particolarmente, perché
sono tutte da visualizzare, è inutile. E sono movimenti rapidi,
istanti, immagini... con lo stile che mi ritrovo se non faccio bene
questi sono fritta! XD Uhm, conoscendoti un po' mi verrebbe da dire che
in questo capitolo hai apprezzato la SasuSaku... anche se fa prevedere
cose orribili! XD Ma ci stiamo avvicinando alla fine, è
inevitabile che ormai escano allo scoperto tutte le cose che finora
sono rimaste nascoste. Per Sasuke e Sakura avrei voluto farti ascoltare
la canzone "Breathe into me" dei Red... non so come mai, ma su di loro
mi piace da matti! Se riesci a sentirla, dimmi se sono una cretina o se
non è vero! XD Ora, il momento commozione. ç_ç
Ciò che hai detto nella parte finale del commento mi ha fatto
venire i lucciconi, dico sul serio. Forse è in parte colpa della
canzone, ma mi sono commossa. E' vero, la storia sta per finire,
perché tutto ha una fine, ma di sicuro io non smetterò di
scrivere. Long fic e one-shot, qualunque cosa... sai che sono una
grafomane incallita! XD E più ho impegni, più ho voglia
di scrivere! Quindi grazie, grazie davvero dal profondo del cuore...
Ino_Chan: scrivere è un
mestieraccio, alla fine della fiera. E' difficile far ridere, è
difficile far piangere, è difficile mettere giù i
dialoghi ma anche le descrizioni... e poi, poi ci sono le scene
d'azione. Un vero e proprio incubo. Con lo stile
semi-cinematografico/fumettistico che ho io, devo sudare sette camicie
perché vengano come voglio... e tante volte riscrivo interi
paragrafi, insoddisfatta. Personalmente ho trovato un sacco di
ispirazione leggendo Stephen King, che riesce a descrivere
perfettamente la scena senza dilungarsi in dettagli inutili ma senza
minimizzare. Ogni cosa ha un suo spazio, e le scene d'azione
soprattutto. Sono difficili, ma spesso necessarie... sicuramente, io
come lettrice le adoro quando sono fatte bene!
Hila92: ma voler bene a
qualcuno significa anche sacrificare sé stessi? Sakura avrebbe
dovuto soffocare ciò che da sempre prova per Sasuke,
perché vuole bene a Naruto? Stare con lui forzatamente,
sentendolo come un peso e un obbligo... perché gli vuole bene?
Lei ama Naruto, a modo suo. Ma non ha potuto negare sé stessa...
e poi ha commesso degli errori, perché non è perfetta,
perché è umana. Ha cercato di rimediare, ci ha provato
davvero... ma io ci ho messo lo zampino e ho complicato tutto. Non
accusarla, perché lei ha provato a fare di tutto per salvare
capra e cavoli. Ci ha provato davvero. Mi spiace di averti messo in
agitazione lungo tutto il capitolo, e temo che anche oggi le cose non
siano andate meglio! ^^' Ma SO come scasinare ogni cosa, non temere! E'
tutto nella mia testolina, e tra poco sarà anche sul mio piccolo
pc... morti compresi. "Ali di cera", purtroppo, è il prequel di
Sinners. Ma, se fai come faccio io, puoi dimenticartelo e illuderti che
tutto vada bene fino alla fine dei tempi! XD
kimi: oh accidenti. Mi sa che
questi capitoli non siano esattamente il massimo per il tuo umore...!
^^' Sono desolata, dico davvero! Ma ti ringrazio profondamente per i
commenti! Le cose si stanno sciogliendo, i nodi verranno al pettine, e
la fine è vicina... avrai poco di che dubitare, credimi. Saprai
ognuna delle cose che hai citato. Per quanto riguarda i crack pairing,
non dirmi nulla... Sto tirando fuori cose strane dal cappello...
KakaSaku (ultimamente va di moda! XD), NejiHina, ShikaIno (so che per
qualcuno non sono crack, ma per me sì! XD)... per non parlare
dei malsani progetti che ho su Kankuro! E sulle AU, dove veramente
sfioro i limiti dell'impossibile addentrandomi nel campo delle
terrificanti SASUHINA... °_° (credo e spero che cambierò
idea presto!) Wow, grazie mille per l'elenco di canzoni! XD Ultimamente
sono più in vena di "musica che spacca" (non è il termine
che volevo usare, ma prendilo così come viene! XD), ma le
terrò in considerazione! ^^
0000: dico che devo trovarle sul tubo! XD
Reina: ma dunque, quanto si
è allungata la tua lista degli ipotetici decessi?? E' una
carneficina, una strage! XD Così sembro davvero TROPPO cattiva,
dai! Ridimensiona, ridimensiona... Ah, grazie per i suggerimenti
musicali! Non appena avrò una connessione degna di essere
definita tale, cercherò di procurarmi tutto!
_Eleuthera_: sono... sconvolta.
°_° E'-E' la prima volta che qualcuno mi chiede di scrivere uno
spin-off su qualcosa di mio! @///@ Argh, iperventilo! Oddio, se-se
vuoi, se... se ti va... io sono d'accordissimo, anzi!! >///<
(Hinata-mode on) Ahf, anf... ok, riacquisto la calma... (se mai l'ho
avuta) Wa, grazie! Ogni singola parola nella scorsa recensione mi ha
fatto sbrilluccicare gli occhioni! (modalità fanghèrl
attivata! XD) Davvero, soprattutto dopo che ho letto cosa scrivi e come
lo scrivi! *_* Mi sento davvero onorata per ogni frase e ogni
complimento, sullo stile, sui personaggi, sulla passione... non so se
sia un bene o un male (per il mio rendimento scolastico è
sicuramente un male, però sorvoliamo...! XD), ma scrivere
è effettivamente la cosa che più mi piace. E so che non
è così scontato che le cose che più amiamo siano
anche tra quelle che ci vengono meglio, quindi... sono davvero felice.
Grazie. Spero soltanto di non crollare sul finale...! XD
kage_naru89: se all'ultimo
capitolo verserai anche una sola lacrimuccia, io sarò contenta e
mi riterrò soddisfatta! ^_^ Grazie per i complimenti, grazie per
la tua fiducia, grazie per tutto quanto. Mi onori e mi rendi felice, ma
non dare per scontato che io sforni sempre belle cose... Sono umana,
commetto errori! Ed è giusto che qualcuno me lo faccia notare,
ogni tanto, anche se questo generalmente mi porta a due giorni di
depressione assoluta! XD Di sicuro, continuerò a scrivere.
Perché altrimenti non avrei modo di contenere nella mia
testolina limitata i milioni id idee che si formano ogni giorno!
Aya
|
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Capitolo 58 *** Il ragazzo ***
Naruto-58
Capitolo cinquantottesimo
Il ragazzo
Una calda oscurità. E
catene roventi.
Un ragazzino. E le mani sulle
orecchie.
Un viso. E occhi nascosti dietro
le palpebre.
Non voglio vedere.
Non voglio sentire.
Perché fa male...
«...E’ l’unica
opportunità che abbiamo per salvare Sasuke! ...Non puoi
lasciarlo morire così ora!...»
Parole che oltrepassano la
barriera dietro la quale si è rifugiato.
Parole che arrivano dritte alla
meta, che colpiscono.
Ci vuole qualche secondo perché
il ragazzino allontani le mani dalle orecchie... ma poi lo fa.
E alza la testa.
Apre gli occhi.
E’ buio, attorno a lui, buio e
caldo.
Troppo caldo.
Qualcosa
lo soffoca, lo stringe... e brucia,
accidenti se brucia.
La
mani corrono alla ricerca del qualcosa,
incerte ma impazienti.
Vuole eliminarlo, è...
fastidioso... e fa male...
“Se
me ne libero, starò peggio” si dice all’improvviso,
esitando.
Poi, un altro pensiero,
totalmente diverso. “Ma no, perché? Chi lo dice? Fanno male
ora, dopo sarà quel che sarà...”
Riprende la sua ricerca. Trova
anelli neri sul suo corpo, roventi, e scopre che per spostarli deve
usare tutte le sue energie... Ma quando si staccano, quando lasciano
la carne del suo piccolo corpo nudo, scompaiono con un tintinnio... e
lui respira meglio.
Ecco, ne manca solo uno... lo
avverte... lo cerca, lo cerca, lo cerca... ed è lì,
all’improvviso. Sull’addome, attorno all’ombelico. Uno strano
anello, spigoloso e più bruciante degli altri... Cerca di
toglierlo, ma non si muove. Anzi, fa più male.
Eppure è quello che pesa
più di tutti.
Si ustiona le dita toccandolo, e
le succhia contrariato.
«Ahia...» mormora, e
la sua voce riecheggia.
Alza la testa bionda, cerca di
penetrare l’oscurità, ma non ci riesce. Tutto ciò che
vede è il suo corpo, debole e inerme. Soltanto lui.
Si alza in piedi, gira lo sguardo
tutt’attorno.
Sa che quel luogo non ha pareti.
Un gemito.
Si gira di scatto, ma alle sue
spalle non c’è nessuno.
Un rantolo.
Si volta ancora, e di nuovo è
solo.
Sente qualcosa nel petto,
appoggia una mano alla pelle tiepida e avverte un rumore, ritmico,
caldo, pesante.
Cos’è?
Di cosa si tratta?
All’improvviso, uno squarcio
nell’oscurità.
Un viso... noto? Sconosciuto?
Capelli bianchi, scompigliati, e
sangue sulle labbra...
Lo conosce?
Dovrebbe ricordare
chi è?
Non lo sa.
Ma... guardandolo mentre annaspa,
alla ricerca d’aria, sente la tristezza insinuarsi nel suo petto,
anche se non sa darle un nome.
“...E’
l’unica opportunità che abbiamo per salvare Sasuke! ...Non
puoi lasciarlo morire così ora!...”
Ecco, succede di nuovo.
La
cosa nel suo petto si muove, pesante, e un tum
cupo gli riempie le orecchie ogni volta che la sente sussultare.
C’è qualcosa che
dovrebbe sapere.
Che dovrebbe ricordare.
Non sa cos’è.
Ma sa che se l’uomo dai capelli
bianchi non riprenderà a respirare, lui non lo scoprirà
mai.
E non vuole restare all’oscuro.
«No» dice, a voce
alta.
La sillaba non riecheggia, questa
volta.
L’uomo bianco scompare, il buio
torna ad avvolgerlo... ma non è più tanto caldo e
confortevole. Ora è... umido. Viscido.
Ora gli dà fastidio.
«Voglio andare via!»
grida, e soltanto l’eco gli risponde.
«Lo vuoi davvero?»
chiede una voce diversa, all’improvviso.
Il ragazzino si volta di scatto,
ed ecco che un ragazzo più grande lo guarda, immobile.
E’ nudo come lui, e i suoi
capelli sono dello stesso biondo e scompigliati allo stesso modo. Il
ragazzino non lo sa, ma anche gli occhi sono uguali ai suoi.
«Vuoi davvero andartene?»
ripete, neutro.
«Sì!» risponde
il ragazzino, ansioso.
«Anche se farà male?
Anche se piangerai?»
Esita, il piccolo.
«Farà... male?»
chiede incerto.
«Molto di più.
Molto, molto di più»
Il ragazzino deglutisce a vuoto,
e stringe i pugni.
«Però... non lo so,
giusto? E qui invece fa male, e lo so» mormora. «Io...
voglio andarmene» ripete, guardando negli occhi il ragazzo più
grande.
Lui lo osserva senza dire nulla.
Alla fine sospira, e chiude gli
occhi.
«E’ giusto così»
mormora. «Avrei dovuto rendermene conto subito...»
Il piccolo lo guarda, senza
capire.
«Proteggerti non vuol dire
rinchiuderti» continua l’altro. «Il mondo non smette di
fare male solo perché non si vede. Il mondo... ti trova
sempre»
Il ragazzo si accuccia, così
da essere alto quanto il ragazzino, e gli tende le braccia.
«Vieni qui» lo
chiama.
L’altro esita, per un lungo
istante.
«Ci penso io a proteggerti»
lo incoraggia lui.
E allora si avvicina, fino a
toccarlo.
Avvolge le piccole braccia
attorno al suo collo, lo stringe, e chiude gli occhi...
Il ragazzo lo sente tremare.
«Ho paura. Farà
male» lo sente dire.
«Sì» risponde.
«Ma ci sarai tu?»
«Sì...»
«E mi proteggerai?»
«...Diciamo che ci faremo
forza a vicenda»
«Io non sono forte»
«Lo sarò io per
tutti e due»
«Va bene...»
E all’improvviso, il ragazzino
è sparito.
Assorbito, assimilato, respirato
assieme all’aria che non c’è... torna da dove è
nato.
E all’improvviso, le calde
tenebre che lo avvolgevano si trasformano in un inferno di fuoco.
Fiamme, crepitii, un rombo lontano riempie il buio, e la luce di
colpo è accecante.
«Naruto»
sibila una voce, gorgogliando piano.
Naruto, che ora non è più
nudo, che ora porta il coprifronte e non ha paura, alza lo sguardo.
«Kyuubi»
L’enorme volpe che incombe su
di lui è fuoco puro. Ne sente l’incredibile calore anche a
metri di distanza.
«Mi hai lasciato il tuo
corpo, ricordalo!» dice, ed è una minaccia.
«Te l’ho prestato»
la corregge lui.
«Non sono il ricettacolo
per le tue sofferenze!» sibila lei. «Non puoi usarmi
quando hai troppa paura per affrontare il mondo, e poi ricacciarmi in
un angolo!»
«Lo so» mormora, e
non c’è arroganza nella sua voce. Solo una triste
rassegnazione. «Ma ora devi smetterla. Devi restituirmi ciò
che ti ho concesso»
«No!»
ruggisce la volpe, furente. «Ora è il mio corpo, il
mio!»
«Kyuubi... tu non hai un
corpo. Non lo hai mai avuto. Tu sei una creatura di fuoco e chakra,
tu in un corpo ci stai stretta... Potrai anche trovarlo piacevole,
divertente se vuoi... ma non ne sarai mai davvero soddisfatta. Prima
di rovinarlo per sempre, restituiscimelo»
Kyuubi ghigna.
«E se non volessi? Cosa
faresti? Cosa credi di poter fare?»
Naruto sospira, chiude gli occhi.
«Non vedo altre
possibilità...» risolleva le palpebre.
Occhi azzurri, intensi e limpidi.
L’unica nota fredda
nell’inferno di fiamme che lo accoglie.
L’unico colore... che sembra
vero.
E mentre le sue mani si uniscono
davanti al petto, pronte all’unico tipo di lotta che conosca, a
Kyuubi ricorda tanto un’altra persona... l’unica che sia riuscita
a sottometterla, senza trucchi e senza inganni... l’unica, che si
sia rivelata davvero più forte di lei.
Jiraya aveva qualche vaga
conoscenza medica, che Tsunade aveva insistito per trasmettergli anni
prima. All’epoca lui l’aveva considerata un’inutile
sciocchezza: perché perdere tempo con le tecniche quando
potevano, per esempio, indagare i meravigliosi limiti del suo
prosperoso petto?
Per quella battuta si era preso
un pugno che gli aveva lasciato il torcicollo una settimana.
Ma ora, mentre il suo chakra
fluiva verso le costole e gli permetteva di respirare di nuovo, si
trovò a ringraziarla, la vecchia megera che gli aveva precluso
il suo davanzale. Si trovò a ringraziarla e a sentirne la
mancanza, per un attimo...
Sorrise mesto.
Gli sarebbe piaciuto baciarla,
almeno una volta.
Solo per poter dire “io l’ho
fatto”.
E invece... sarebbe morto lì.
Per un ragazzino insopportabile
che aveva finito con l’adorare.
Inspirò a fondo, sentendo
una leggera fitta a livello della seconda costola. Beh, non poteva
pretendere la perfezione.
Solo allora alzò lo
sguardo su Naruto.
Le mani attorno alla testa, gli
occhi sbarrati, ringhiava. E il chakra di Kyuubi ondeggiava instabile
attorno al suo corpo, creando code e sciogliendole a una velocità
impressionante.
Ma la sua carne non sfrigolava,
non si corrodeva. Un sottile strato di chakra comune la difendeva da
quello corrosivo della Volpe, e lo combatteva, lo arginava.
Jiraya radunò le idee.
Orochimaru era sparito alla vista
da un paio di minuti. Doveva essere ai limiti della cupola, ormai, in
attesa della sua scomparsa. Sì, Naruto poteva farcela, poteva
fermarlo... se si fosse mosso subito.
Il sannin deglutì, e
intrecciò le dita davanti al petto.
Non si mosse.
...Accidenti, pensò con un
sorriso sghembo. Non pensava fosse tanto difficile.
Ma avrebbe avuto soltanto quella
possibilità.
Non doveva sprecarla.
Come Minato, sarebbe andato
avanti fino in fondo.
Fino in fondo.
Creò una copia, e insieme
a lei scattò verso Naruto.
Prima che potessero raggiungerlo,
lo videro girare la testa di scatto e riconoscerli, e una coda si
abbatté violentemente tra loro, mancandoli per un soffio. La
copia lo aggirò, prendendolo alle spalle; destreggiandosi tra
i lembi di chakra che mutavano sotto i suoi occhi, arrivò fino
alla schiena. Fece scivolare le braccia sotto quelle di Naruto,
ignorando il sinistro sfrigolio che provenne dalla pelle quando entrò
in contatto con il chakra, e lo bloccò, da dietro.
Jiraya non perse tempo, non si
concesse esitazioni – non più.
Le dita si intrecciarono e si
sciolsero più volte davanti a lui.
Incontrò gli occhi
scarlatti di Kyuubi, spalancati e furibondi, e non provò
pietà.
Lei, o Naruto.
E lui sapeva chi voleva.
Staccò le mani, e sulle
dita della destra brillò un alone di chakra azzurrino.
Un attimo prima di muoversi,
Jiraya strinse i denti.
“Almeno
un bacio...!” si trovò a pensare.
E premette i polpastrelli attorno
all’ombelico di Naruto.
L’urlo fu agghiacciante.
Il grido di una bestia ferita a
morte, l’ultimo tentativo di ribellarsi e sopravvivere, la rabbia,
la paura, l’ostinazione.
Kyuubi cercò di
divincolarsi dalla stretta della copia, affondò le unghie
nelle braccia che la bloccavano, cercò di cadere sulla schiena
e sulla pancia, ma non riuscì a far nulla.
E Jiraya, con il suo mezzo
sorriso, sentiva il chakra che lo abbandonava velocemente,
risucchiato dalla tecnica...
...Anche se la Volpe era già
all’interno del corpo, a quanto pareva, avrebbe dovuto dare tutta
la sua vita per ricreare il sigillo.
Gli mancò il fiato. Sentì
le gambe cedere, ma i segni scarlatti sull’addome di Naruto non
erano ancora comparsi...
...E poi... dov’era il chakra
di Kyuubi?
Perché aveva smesso di
divincolarsi?
A un tratto, una mano si serrò
attorno al suo polso, senza violenza.
«Basta così...»
mormorò una voce, e alzando lo sguardo appannato Jiraya rivide
l’azzurro degli occhi di Naruto, finalmente. Sorrise, vago, vicino
a perdere conoscenza. Sentì che la mano attorno al suo polso
voleva allontanarlo, ma si oppose.
Doveva restare lì.
Doveva completare la tecnica.
Anche se avrebbe voluto baciare
Tsunade...
Ma alla fine sentì le dita
che perdevano il contatto con la pelle... e anche lui perse contatto
con la realtà.
“Solo
un bacio...”
L’aria tremò, distorta.
La barriera divenne visibile per
un istante, distorcendo il panorama e le nuvole che attraversavano il
cielo. Vibrò, quasi... e poi si infranse. O meglio, si
dissolse senza lasciare traccia. Come la macchia sul muro di una
casa, lavata dalla pioggia.
Tutti
se ne accorsero immediatamente e, non appena riuscirono,
oltrepassarono il limite per correre al centro della devastazione, là
dove si era deciso? Si decideva? Beh, là dove era tutto.
Asuma, Choji, Shikamaru, Kurenai,
Kiba, Shino e Hinata si mossero insieme, cauti e nervosi. Gli Anbu, a
una certa distanza, avanzarono rapidi. Gai e Lee, affidandosi al
byakugan di Neji, li imitarono inconsapevolmente.
Kakashi, Sai e Sakura, nel bel
mezzo dei loro scavi, sentirono un brivido lungo la schiena.
Se la barriera si era sciolta...
voleva dire che Jiraya non poteva più mantenerla... e
allora...
Lasciarono perdere il tunnel, e
oltrepassarono il limite come tutti gli altri. Ansanti, corsero
avanti senza preoccuparsi della cautela, veloci come gli Anbu solo
perché spaventati all’idea di quello che poteva essere
successo.
La devastazione era pressoché
totale. Loro forse non lo notarono, ma Shino vide i rami spezzati, i
tronchi distrutti che giacevano in pezzi tra le foglie... vide i
segni del calore, i fili d’erba accartocciati, e il legno annerito
in alcuni punti. Vide tutto. E poté intuire quale inferno si
fosse scatenato all’interno della barriera.
E rabbrividì, all’idea
che un compagno che conosceva da tutta la vita fosse così
spaventosamente forte.
Nonostante ciò, l’unico
pensiero che riuscì a formulare fu: “per fortuna è
dalla nostra parte”.
Sakura cercò di spingere
lo sguardo avanti, alla ricerca di figure umane. Scandagliò
tutta la zona, in tutte le direzioni, fino a dove arrivavano i suoi
occhi... ma non incontrò nulla al di fuori dei resti della
foresta.
«Non dovrebbero vedersi, da
qui?» chiese ansiosa.
«Potrebbero essere nascosti
da qualcosa...» ipotizzò Kakashi, aggrappandosi con lei
a ogni barlume di speranza. Sai rimase in silenzio, ma la ruga sulla
sua fronte non scomparve.
Videro gli Anbu a una certa
distanza, che avanzavano veloci, e poi anche il team Asuma e il team
Kurenai, che li raggiunsero in un clima di aspettativa carico
d’angoscia.
«Non vedo più
traccia del chakra di Kyuubi» mormorò Hinata
nervosamente. «Non c’è»
Gli altri si scambiarono sguardi
inquieti.
«Andiamo avanti»
ordinò Kakashi, e senza aspettare l’assenso degli altri
proseguì.
Vide Gai un attimo prima di
incrociare di nuovo gli Anbu, e il cenno che gli stava rivolgendo si
interruppe a metà.
...Tra i membri della squadra
speciale, c’era Naruto.
E il corpo di Jiraya nelle sue
braccia.
Tsunade
era nella sala del Consiglio, circondata dalla meglio
gioventù del
villaggio – età media: sessantadue anni.
Era l’Hokage, era di fronte a
una possibile crisi, sapeva che dopo la caduta di Danzo tutti si
aspettavano che lei fosse abbastanza forte da affrontare qualunque
cosa... ma non poteva impedirsi di essere altrove con la mente.
«Dobbiamo inviare una
richiesta d’aiuto alla Sabbia» propose uno dei consiglieri.
«Sarebbe la guerra»
sbottò un altro. «L’alleanza del nord-est aspetta solo
una mossa del genere per dichiarare aperto il conflitto. Dopo
l’ultima missione al Fulmine, ogni pretesto è buono»
«E dire che nemmeno l’hanno
riconosciuta, l’intrusione...» bofonchiò un terzo.
«Non potevano ammettere
pubblicamente che il loro sistema di difesa fa acqua da tutte le
parti»
«E dire che se la Volpe si
liberasse sarebbero guai per tutti, non solo per noi. Tra l’altro...
i problemi vengono sempre da quel ragazzo» fece notare un
altro, distaccato. «Anche l’alleanza con la Sabbia, in fondo,
è nata a causa sua...»
Bruscamente Tsunade tornò
a prestare attenzione a ciò che accadeva attorno al tavolo di
mogano lucido.
«Io ho sempre avuto una mia
idea in proposito...» mormorò un vecchio, guardandosi le
unghie, e i mormorii si diffusero a macchia d’olio.
L’Hokage strinse i pugni.
«L’alleanza
con la Sabbia» iniziò tagliente, zittendo ogni voce. «è
merito
di Naruto Uzumaki, non a
causa sua.
La missione al Fulmine era una normale missione, e come tale poteva
fallire. Da diciotto anni a questa parte quel ragazzo sta
sacrificando sé stesso perché voi
possiate dormire sonni tranquilli. Un’altra parola contro di lui, e
sciolgo il Consiglio su due piedi»
Ci fu un istante di imbarazzato
silenzio, seguito da occhiatine ansiose.
«Andiamo...» tentò
poi uno dei consiglieri, con un mezzo sorriso che voleva essere
conciliante. «Sciogliere il Consiglio... Chi, poi...»
«Saprei già con chi
sostituirvi» minacciò Tsunade, fredda. «Non
provocatemi»
Altro silenzio. Più
spaventato che imbarazzato, ora. Qualcuno si schiarì la voce.
«La squadra Anbu è
già sul posto, pronta a far fronte all’emergenza»
riprese lei in tono formale. «Con loro ci sono anche altri
team, ho pensato che un supporto fosse cosa buona. Gli ordini sono di
recuperare Naruto Uzumaki e... Orochimaru. Sembra sia con lui»
Di nuovo, i mormorii
serpeggiarono lungo il tavolo, turbati.
«Personalmente»
Tsunade alzò la voce. «ritengo che riusciranno a portare
a termine la missione, portarla a termine completamente, intendo.
Dopotutto, con loro c’è anche Jiraya»
Al nome del sannin, fu come se il
livello d’ansia generale fosse calato di una tacca.
L’Hokage
si trattenne a stento dal sorridere amaramente, e abbassò lo
sguardo per evitare che gli altri vi leggessero la sua
preoccupazione.
«Riattivare
il sigillo...? Ma... Yondaime... non era morto, creandolo...?»,
aveva chiesto Sakura.
Sì che era morto.
Namikaze Minato, il ninja più
forte della Foglia, non era stato in grado di sopravvivere a quella
tecnica...
...E Jiraya... a più di
cinquant’anni... probabilmente non sarebbe riuscito là dove
lui aveva fallito.
Mentre lo pensava, con un senso
di strozzamento all’altezza dello stomaco, la parte meno razionale
di lei le sussurrò di continuare a sperare.
Di credere nei miracoli.
Di credere in Naruto.
Ma, in quello stesso istante, uno
degli elastici che le stringevano i capelli si spezzò con un
rumore impercettibile, e cadde a terra, ora con due estremità
inconciliabili; che non si sarebbero unite mai più.
I capelli frusciarono morbidi sul
collo e la guancia, e un brivido corse lungo la sua schiena.
I Consiglieri parlottavano tra
loro, distratti.
Lei, strinse i pugni e sentì
gli occhi vicini a velarsi di lacrime.
La sua parte irrazionale
continuava a scommettere che Jiraya sarebbe tornato.
“Stupida,
stupida, stupida!” si disse, mordendosi il labbro. “Sai che perdi
sempre!”
Era una scena surreale.
Naruto, con gli abiti strappati,
i capelli anneriti, ustioni sulla pelle che guarivano a vista
d’occhio, esalando un sottile filo di fumo.
E Jiraya, esanime, tra le sue
braccia.
Gli Anbu erano fermi, guardinghi.
«Posa a terra il corpo»
ordinò il loro capo, la voce leggermente distorta dalla
maschera.
Ma Naruto non guardava loro. E
non smise di camminare.
Mentre gli shinobi si
allarmavano, e qualcuno portava le mani alle armi, lui non smise di
fissare un punto oltre le loro spalle.
Finché la voce di Kakashi
non si levò alta nell’aria.
«Naruto!»
«Maestro...» mormorò
Naruto, quando Kakashi ebbe oltrepassato il cerchio degli Anbu.
«Indietro!» gridò
il capo della squadra speciale.
«E’ tutto a posto»
lo liquidò Kakashi, proseguendo fino a raggiungerlo. «I
suoi occhi...»
Alle sue spalle, anche Sakura e
Sai si fecero avanti, mentre tutti gli altri aspettavano fuori
dall’accerchiamento. Hinata portò le mani alla bocca, alla
vista delle condizioni di Naruto.
«Quello è...»
alitò Sakura, sbarrando gli occhi di fronte al corpo tra le
braccia del jonin biondo.
Era la prima volta che lo vedeva
dopo... la confessione. Dopo quel congedo tra le lacrime, con il
cuore a mille, con le spalle tremanti... I lividi sembrarono bruciare
sulla sua pelle, ma li ignorò.
«Devo fare una cosa»
disse lui, con una smorfia di rabbia, mista a rimorso. «Voi
potete prendervene cura...?»
«Dove vuoi andare?»
chiese Kakashi in fretta.
«A prendere Orochimaru»
Lungo la schiena di Sakura corse
un brivido.
Orochimaru.
Sempre lui.
Le persone che lei amava,
correvano sempre verso quell’... essere.
Avrebbe voluto gridare a Naruto
di non farlo, che era troppo pericoloso, che avrebbero trovato un
altro modo per salvare Sasuke... sempre che quella fosse la ragione.
...Ma
una voce nella sua testa le suggerì che non l’avrebbe
ascoltata. E, infida, le chiese con che coraggio avanzasse ancora
richieste, a
lui.
Kakashi
prese Jiraya direttamente dalle braccia di Naruto, lieto che la
maschera nascondesse le sue espressioni. Per assurdo, era meno
pesante del previsto...
A
quel punto guardò l’allievo che temeva di aver perso,
scrutandone il volto alla ricerca di... segni...
Finché non capì che
ciò che voleva vedere era al di sotto degli occhi, al di sotto
del ciondolo del primo Hokage, il cui cordoncino era consumato dal
fuoco... si trovava all’altezza dello stomaco, attorno
all’ombelico.
Il sigillo, di un rosso intenso,
era tornato a marchiare la pelle di Naruto.
«Torno presto» disse
lui con voce roca, come di chi ha parlato troppo. «Non ci vorrà
molto»
«No» intervenne il
capo degli Anbu, sfilando la katana dal fodero. «Abbiamo
l’ordine di riportarti indietro, volente o nolente»
Naruto mosse appena gli occhi
nella sua direzione, e poi li posò su Jiraya, tra le braccia
di Kakashi.
Orochimaru era stato ciò
che Sasuke era per lui.
Ciò che il sannin voleva
gli sembrava ovvio.
Voleva salvarlo.
Anche se forse non ne era in
grado, anche se era solo il desiderio di uno stupido vecchio, anche
se l’ex-compagno era ormai perduto... Jiraya non poteva smettere di
tentare.
Naruto era il suo allievo.
Doveva rispettare il maestro.
E poi doveva superarlo, e
riuscire là dove lui aveva fallito.
...Voleva regalargli ciò
che aveva sempre desiderato. Anche se il passato non sarebbe tornato
mai più.
«Verrò a Konoha da
solo, quando avrò finito» disse, voltando le spalle a
Kakashi.
Gli Anbu fecero un passo verso di
lui, contemporaneamente, e tutti snudarono le loro armi.
Naruto si fermò.
«V...Vengo con te!»
balbettò Sakura facendosi avanti, ansiosa di proteggerlo e di
averlo sotto gli occhi... perché l’idea che si allontanasse
di nuovo... che potesse non tornare... era insopportabile.
«No, Sakura-chan»
ribatté lui, dandole la schiena.
Lei
sussultò, sentendo il proprio nome tra le sue labbra, con il
“chan” che avevano abolito tanto tempo prima.
Eppure... un angolo di lei si
sentì sollevato.
Perché, nonostante Naruto
avesse smesso di chiamarla come prima, come quando era il suo
ragazzo, la sua voce non era diversa. Non c’erano note anomale, non
c’erano vibrazioni strane, era tutto... come prima.
Come prima che Sasuke tradisse,
per l’esattezza.
«E’
una cosa che devo fare da solo» continuò il biondo,
usando una tipica frase da uomo che generalmente può essere
tradotta come: “sono troppo educato per dirti che mi saresti
d’intralcio”.
Lei deglutì, inquieta.
«Tu devi stare qui»
mormorò lui. «Lo sai perché»
Sakura chinò il capo,
mortificata.
Sì, lo sapeva.
Ma, per l’ennesima volta,
sentiva dentro di sé il forte impulso ad agire in maniera
egoistica.
Nel suo mondo solo due persone
avevano tanto valore da condizionare la sua intera esistenza.
Solo Naruto e Sasuke potevano
davvero decidere della sua vita.
E lei non avrebbe sopportato di
perdere nessuno di loro.
«Però...»
tentò di protestare, ma rialzando gli occhi vide i muscoli
sulla schiena di Naruto guizzare impercettibilmente, mentre alzava le
braccia e univa le mani.
«Ora, vi chiedo di
perdonarmi» disse a voce alta. «Al mio ritorno prenderò
ogni responsabilità»
Prima che gli Anbu potessero fare
un solo movimento, i kage bunshin riempirono ogni centimetro di
terreno, comparendo dal nulla. Tutti, dalla squadra speciale agli
shinobi mandati in loro soccorso, si trovarono imbottigliati in una
folla impossibile da attraversare, tanto fitta da comprimerli e quasi
impedire il respiro.
«Fermatelo!» gridò
il capo degli Anbu, ma né lui né i suoi subordinati
riuscirono a muovere un passo, e soprattutto persero di vista
l’originale. Dopo pochi minuti di colluttazioni frenetiche, di
colpo, le copie si dissolsero in uno sbuffo di fumo.
E di Naruto non rimase traccia.
Shikamaru sbuffò,
rassegnato. «Tipico» bofonchiò, e scambiò
con Choji uno sguardo nervoso.
Ma a quel punto, la loro
attenzione si spostò su Kakashi e sul corpo di Jiraya, tra le
sue braccia.
Ogni rantolo era una lama di
dolore nel mezzo del suo petto. Ad ogni respiro seguiva un colpo di
tosse, e il sapore metallico del sangue in bocca.
Il piede di Orochimaru si
incastrò nei resti di un tronco spezzato, facendogli perdere
l’equilibrio, e l’intero corpo di Kabuto franò
rovinosamente sull’ammasso di foglie accartocciate e rami caduti.
Imprecò, rialzandosi su muscoli tremanti.
Era davvero al limite.
Ora come ora, non sapeva nemmeno
se avrebbe recuperato le forze sufficienti a cercare un altro corpo,
uno qualunque, e trasferirvisi...
Sorrise, un sorriso sghembo e
folle bagnato di sangue.
Sì che ce l’avrebbe
fatta.
Lui non poteva fallire, lui era
destinato ad essere immortale!
Era destinato!
Con un brillio di trionfo,
incontrò i primi cespugli sani, là dove la barriera di
Jiraya si era interrotta prima di dissolversi.
Jiraya... lo sciocco, ingenuo
Jiraya, anche dopo tutti quegli anni.
Morto, alla fine.
Kyuubi era un osso troppo duro, e
lui era vecchio e debole... non avrebbe mai potuto farcela.
Non aveva mai potuto
farcela, in nessuna cosa.
Strinse le dita frementi sulle
spine dei rovi, e si trascinò avanti.
Non sapeva nemmeno quanto sangue
avesse perso, non si preoccupò di abbassare gli occhi e
accertarsene. Che importava? Si sarebbe rigenerato, lentamente. E
avrebbe trovato un nuovo corpo. Nulla di più semplice. Nulla
di più ovvio.
Un altro colpo di tosse gli
squassò il petto, insieme a una fitta acuta di dolore. Strinse
i denti, sentendo il sangue che colava lungo il mento, e proseguì
comunque.
Era destino.
Era destino che riuscisse nella
sua impresa, perché era il migliore, e solo i migliori...
«Orochimaru»
Si fermò, immobile. La
destra, appoggiata al tronco di una betulla, lasciò tracce
scarlatte sul tronco chiaro. E lui sorrise, con i denti macchiati
dello stesso colore.
«Oh... che sorpresa»
sibilò, voltando lentamente la testa.
Naruto, fermo là dove
ancora la foresta era devastata, lo fissava. Nei suoi occhi, insieme
all’azzurro più intenso, c’erano rabbia e disprezzo e
odio... e amarezza. Tanta, tanta amarezza.
Orochimaru abbassò lo
sguardo fino all’addome, al sigillo ripristinato, e una smorfia gli
deformò per un istante il viso.
Addio corpo di Naruto Uzumaki.
«Vuoi catturarmi?»
chiese di scatto, girando su se stesso per fronteggiarlo e
barcollando leggermente. «Vuoi riportarmi a Konoha? Per onorare
la memoria di quell’idiota di Jiraya?»
Naruto digrignò i denti, e
un lampo d’irritazione balenò nella sua espressione.
«Fai ancora lo spaccone?»
ringhiò. «Ti reggi a malapena in piedi, hai perso su
tutti i fronti, e osi ancora aprire la bocca?»
Orochimaru ghignò. «Non
ho perso. Questo è solo un contrattempo. E, d’altro canto,
nemmeno tu sei uscito da questa faccenda senza ammaccature...»
«Sta’ zitto» alitò
Naruto, chinando la testa. «Jiraya ha sempre voluto salvarti.
Sempre. Ma io non sono buono come lui... io non voglio che
torni a camminare per Konoha» alzò impercettibilmente il
capo. «Io voglio solo il tuo maledetto corpo, per curare
Sasuke. Moribondo andrai bene comunque»
«Ah, Sasuke!» esclamò
Orochimaru sprezzante. «Vuoi farmi credere che ti preoccupi
ancora per lui? Che lo vuoi vivo?»
Naruto ricordò, per un
breve istante.
Flash confusi di ciò che
era accaduto mentre era sotto il controllo della Volpe gli balenarono
nella memoria...
L’ospedale. Il combattimento
con Sasuke. L’intenzione di creare un rasenshuriken completo... e
poi lui, la sua mano di ragazzino, che fermava la straordinaria
potenza di Kyuubi. Il suo ‘no’ silenzioso, nel buio, perché
sapeva che con quella tecnica uccideva, perché aveva giurato
che non l’avrebbe mai usata su Sasuke, perché Sasuke non
doveva morire... per Sakura. Ma anche per Naruto.
«...Loro sono tutto ciò
che ho» disse, piano, stringendo i pugni. «Nonostante
tutto, sono ancora l’unica cosa importante... e anche... anche se
pensavo che non sarei riuscito a guardarli... che non volevo
vedere... non era vero. Perché al di là di tutto, al di
là del rancore, al di là del dolore, al di là
dell’umiliazione... loro sono Sasuke e Sakura. Sono tutto ciò che
ho. Tutto ciò che voglio, come sempre...»
«Patetico» fu il
freddo commento di Orochimaru. «E debole. Mi aspettavo di più,
da te. Ma sei ancora un ragazzino idiota attaccato ai suoi talloni
d’Achille. Ti piace sentirti umano, vero?»
Naruto alzò lo sguardo.
«Sì»
Non c’erano incertezze nella sua voce, né
nei suoi occhi, dell’azzurro più puro da molto tempo a quella parte.
«E
se per esserlo devo ridurti a pezzi, non esiterò a farlo»
sibilò, minaccioso.
«Per Sasuke?»
chiese Orochimaru sardonico.
«Per Sasuke»
rispose lui, serio come non mai.
Orochimaru sorrise, di nuovo. E
un sibilo uscì dalla sua gola, tagliente. «Allora
accomodati»
Fu uno scambio breve come un
battito di ciglia.
Naruto scomparve, e riapparve
alle sue spalle con un rasengan alla mano. Orochimaru lo avvertì,
si abbassò cercando di schivare, ma si rese conto che il suo
corpo non rispondeva a dovere. Vide la mano di Naruto sfiorarlo, e
con lei il vorticante chakra che stringeva, e poi... la vide cambiare
traiettoria, e abbassarsi per seguirlo. Fino a raggiungere la ferita infertagli dalla
copia di Jiraya, non ancora rimarginata.
Il suo grido si levò alto
sopra la foresta, facendo alzare in volo uno stormo di uccelli.
Lo
squarcio nel suo petto si
allargò tanto da essere inguaribile, con qualunque arte medica
o tecnica speciale. Orochimaru si trovò steso a terra ansante,
con un solo polmone malfunzionante, all’affannosa ricerca
d’aria
ma senza successo. Roteò gli occhi iniettati di sangue fino a
incontrare quelli di Naruto, e distese le labbra snudando i denti.
«Ti è piaciuto
essere la causa della sua morte?» alitò, un sussurro malevolo.
E in quel preciso istante gli
Anbu comparvero attorno a loro in una nube di fumo, e non persero tempo con la
cautela; le loro armi si sollevarono nell’istante in cui furono
abbastanza vicine per farlo, e si fermarono solo a pochi centimetri
dal petto nudo di Naruto, tra gli ordini gridati del loro capo.
Lui non li degnò di uno
sguardo, e anzi non smise di fissare Orochimaru che rantolava a
terra.
Dalla sua bocca uscirono solo poche parole sprezzanti.
«Idiota:
l’eremita porcello non è morto»
Quasi un chilometro più in
là, Sakura faceva scorrere le mani sul petto denudato di
Jiraya, con la fronte imperlata di sudore.
«Come va?» le chiese
Kakashi, scoccandole un’occhiata preoccupata.
«E’ arrivato al limite»
rispose lei. «E’ vivo per un pelo... Ancora un attimo, e il
suo chakra si sarebbe estinto completamente»
Sotto il suo tocco, la pelle del
sannin prendeva colore con lentezza esasperante.
Kakashi
annuì. «Ma
ce la farà, vero?» domandò ancora, incapace di
credere che il sigillo fosse tornato al suo posto e Jiraya fosse vivo.
C'era qualcosa che gli sfuggiva... qualcosa che non riusciva ad
afferrare con esattezza.
Sakura levò gli occhi su
di lui, e gli rivolse un sorriso mesto. «Naruto me lo ha
affidato perché lo salvassi. Lui sa cosa posso fare... e io
non voglio deluderlo»
“Non
più” aggiunse tra sé. “Mai, mai più”
* * * * ȣ * * *
*
Spazio
autore
Niente panico!
L'anticipazione è assente solo perché non ho ancora scritto il prossimo capitolo!
Dio, non ho la minima idea di come farò a farlo in tre giorni, e a studiare...
...Ho la terribile impressione che dovremo giungere al compromesso di dare risposte striminzite ai vostri commenti.
O che darò l'esame tra un mese al prossimo appello.
(su, su... lo sapete qual è l'ordine delle mie priorità)
Comunque, aspettatevi gli ultimi capitoli parecchio lunghi.
Devono succedere un po' di cose a molte persone diverse, e spezzare gli avvenimenti mi disturba parecchio...
...quindi avrete a che fare con mezzi papiri.
Mi spiace, ma le cose vanno così.
Abbiate la consolazione di sapere che non sarà per molto...
(anzi, sarà davvero per pochissimo! Il tempo di spiegare le faccende in sospeso...)
Voglio ringraziare tutte le persone che hanno commentato le one-shot e/o le hanno inserite nei preferiti!
Dato che sono più avvezza a cose infinite e logorroiche come Sinners,
mai mi sarei aspettata una simile accoglienza!
Grazie infinite a tutti voi!
Prossimo obiettivo: scrivere in aereo *_* (cosa ne uscirà stavolta?)
Ah! Ricordatevi di ricordarmi il vostro compleanno con almeno dieci giorni d'anticipo! >_<
NaruGaa: non
sai quanto vorrei le emoticons di msn qui, e ora, per poterti mostrare
la mia faccia sconvolta quando hai detto di aver parlato ai tuoi
compagni di questa fanfic! Oddio, lo hai fatto davvero? Waaaa!! @_@ Ho
un mancamento! L'unica volta che ho trovato qualcosa di così
bello da parlarne con i miei compagni ricordo che ero sulle nuvole, o
anche più su... tipo verso Saturno. Quindi sentirti dire una
cosa del genere mi onora tantissimo! Grazie per aver lasciato un
commento nonostante gli impegni, mi ha fatto immensamente piacere! E
grazie per i complimenti, anzi, per tutto quanto! Non sai che piacevole
sorpresa è stata! >_<
maninja87: sono contenta che gli esami siano andati bene! E'
bello poter gioire almeno degli altri, visto che i miei saranno un
disastro e prosciugheranno ogni mia energia! La fic purtroppo è
vicina alla fine, perché tutto
ha una fine (e anche Kishimoto ha detto che non ci sarà una
terza serie di Naruto), ma non disperare. Non ho mai detto che
scomparirò dalla scena... ed esistono sempre gli extra. Tra
l'altro, non ho ancora concluso l'ultimo capitolo... e non ci sono
ancora cadaveri. Io direi di stare all'erta...
Kaho_chan: maledizione! Se
"Kyuubi-chan" non fosse così lungo sarebbe sicuramente stata la
mia opzione! >_< Uffa... dovrò accontentarmi di Susi...
Parlando di cose indubbiamente più interessanti, confesso che
questi capitoli con Jiraya sono stati scritti sulla scia del famoso
capitolo 387 di Kishimoto... l'ho fatto apposta, è stata la mia
rivincita (?) sul malvagio papino dei nostri eroi. E alla fine l'ho
salvato. Perché lui è Jiraya, che cavolo! non me ne frega
niente dei cliché
"l'eroe-deve-diventare-indipendente-perdendo-il-maestro", io lo voglio
vivo! Per quanto riguarda Sasuke e il suo momento da eroe innamorato
(più o meno), mi sento di dire una sola, esemplificativa parola:
morfina. In conclusione...
eheheh... Leti, Leti, Leti... come puoi anche solo lontanamente pensare
che io non conosca i divini Nickelback? E' da tipo due mesi che cerco
invano di procurarmi "Rockstar", per non parlare di quanto ho pianto
mettendo sul cosiddetto "cd maturità" le loro canzoni... Io e le
mie amiche in macchina, la notte prima degli esami, a cantare a
squarciagola "How you remind me", e a piangere... io che non vedevo la
strada... ehm... sorvoliamo...
Jenna Uchiha: le mie canzoni
preferite variano con la forma delle nuvole, più o meno! XD In
questo momento nella mia playlist ci sono "Alive" dei P.O.D., i
Nightwish, i Within Temptation, Tarja, alcune degli Evanescence, Sonata
Arctica, Rammstein (con molta cautela...), Korn - "Word up", le sigle
di Naruto, quelle di Bleach, e mille altre canzoni sparse che se
dovessi elencarti dovrei piantare una tenda e mettermi comoda. Ah,
aggiungiamo "Infected" dei Bad Religion, che è particolarmente
bella (guitar hero insegna), e poi... uhuhuh, prevedo che il mio mp3
vedrà un massiccio ingresso dei Red, tra un po'...
Maobh: lasciamo perdere le
scan... dire che sono morta è risorta sarebbe riduttivo. Dovrei
parlare dello shock, della rabbia, e del sollievo, e dello shock per il
sollievo, e di mille altre sensazioni da psicopatica... -.- Quindi
verterò su un più tranquillo capitolo di Sinners, e ti
ringrazierò per i complimenti! XD
Reina: ovvio che per la
barriera mi sono rifatta al combattimento con il terzo Hokage. Solo che
la mia era a cupola, perché preferisco le forme arrotondate! XD
E, vorrei far notare, alla fine il bagno di sangue non c'è
stato... se non per Orochimaru.
kage_naru89: "ti diverti a
vederci soffrire?!?! (naturalmente sto scherzando...)" <-- in
realtà mi diverto proprio. °_° E tanto, pure. XD Dai,
tira un sospiro di sollievo... i colpi di scena sono (quasi) finiti!
sammy1987: per Orociok niente
Redenzione, mi spiace. Si è spinto troppo in là, ha
oltrepassato i confini della sanità mentale. Certo, questo
è un po' influenzato dal corpo che ha avuto la sfortuna di
trovarsi... (Kabuto non è il migliore amico che tutti vorremmo,
diciamocelo) Per quanto riguarda Sasuke e Sakura, non mi esprimo.
Capirai tutto a tempo debito... [La KakaSaku deve essere metabolizzata
ancora un po' dalla sottoscritta! XD]
Julia83: ok, da oggi
risponderò ai tuoi commenti nella maniera più enigmatica
possibile... perché qui sei un po' troppo intuitiva! XD Sasuke,
per dirne una, ha nove vite... ma prima o poi finiranno, no? E
l'amore... eh, l'amore, che parolona... Un eventuale seguito? Oh, vedi
la pistola alla mia tempia? Vedi la mia mano che preme il grilletto?
Ecco.
Lily_90: CHE COSA?! Ispirazione
in pausa?! AAAAAAAAAAARGH! No! Non puoi dirmi questo, non puoi! IO
SOFFRO! C'è qualcosa, una cosa qualsiasi, che io possa fare per
dare una spinta alla tua ispirazione? Canzoni? Immagini shikatema?
QUALUNQUE COSA!!
Rory_chan: e se ti dicessi che
nella mia testa vagola un nebuloso progetto di OroSaku? °_°
(sì, questa cosa sconvolge anche me) Il SasuSaku ha un suo
perché... forse. O no. Non saprei. Lo saprai solo alla fine! E
Sai... uff, dopo l'ultimo capitolo di arwen ho iniziato a odiarlo. -.-
Hipatya: Sasuke era proprio
impossibilitato a muoversi, sai. Avrebbe voluto andare con Sakura,
avrebbe voluto eccome. Il problema è che non riusciva neanche ad
alzarsi! E' quesi morto, e i ninja non sono angeli in grado di compiere
miracoli... era conciato malissimo, insomma. (Questa fic potrebbe
chiamarsi anche
"la-storia-in-cui-Sasuke-vegetò-a-letto-per-la-maggior-parte-dei-capitoli")
E Naruto se l'è sistemata con Jiraya la faccenda di Kyuubi. Al
diavolo Sakura, che diamine! Grazie ancora per i complimenti sulle
scene d'azione! ^^
Rhymes: sarà, ma dal mio
punto di vista Naruto e Sasuke non si sono mai odiati. O meglio, Sasuke
ha sempre speso tutto il suo odio per Itachi, e Naruto... non lo ha
mai, mai odiato. Non lo ha fatto quando ha tradito, non lo ha fatto
quando ha cercato di ucciderlo... rubare Sakura è quasi una
sciocchezza, a confronto con quello che è successo prima tra
questi due. Da un lato la donna amata, dall'altro il fratello amato.
Naruto NON PUO' fare a meno di loro, o di uno dei due. Lui ha assoluto
bisogno di entrambi. A costo di scendere a compromessi. Sapeva cosa
sarebbe successo se avesse lasciato a Kyuubi campo libero... ma sapeva
anche cosa poteva permettere e cosa no. Per questo Sasuke è
ancora vivo, e Jiraya con lui. Il che non significa che Naruto sia un
buon samaritano in grado di passare sopra a tutto come se niente fosse.
GloGlo the best: esattamente:
Sasuke, quello che ha fatto mille cose sbagliate, resta in vita per
pentirsene e starci male. Direi che non fa una piega! L'egoismo dei
personaggi di Kishimoto è assolutamente umano. Anzi, Naruto
è fin troppo altruista con Sasuke... fossi in lui l'avrei
mollato per strada tanto tempo fa. E, sinceramente, amo i persoaggi
egoisti. Di solito quando lo sono palesemente sono anche meno ipocriti.
Per ora solo Orociok si avvia alla tomba, gli atri stan tutti
più o meno bene... beh... per ora... E su Kyuubi... non ho
ancora detto tutto. No no. Tranquilla, il tuo monologo non ha sottratto
niente al tempo dello studio! Mille altre cose lo fanno, tipo fissare
la parete con sguardo vacuo per venti minuti, o stare a guardare il
tè che si raffredda, o ancora mancare l'autobus e dover
aspettare quello successivo... i commenti sono solo un piacere! Un
piacere immenso, per la precisione. E i complimenti alzano la mia
autostima e mi spingono a trovare le forze per studiare! XD
arwen5786: Sakura, Jiraya,
Sasuke, Naruto... tutti quelli che dovevano sopravvivere al momento
sono ancora corpi caldi. Tra due capitoli, chi lo sa... io dico
soltanto che sono più cattiva di quanto tu possa immaginare... e
non riuscirai mai a capire cosa ho in testa. Ho dovuto farmi lo
schemino io ieri sera, cosa vuoi vederci in questo mare di post-it
mentali? XD Dai, tranquillizzati per Tenten! E' lì, pronta a
rispuntare quando meno ve lo aspettate! E a questo proposito...
uhuhuh... scoprirai una cosa... (ah, domanda idiota ma che mi è
venuta in mente e devo fare: quanta fatica ti è costata far
scrivere a Hinata quel biglietto? XD)
Prima di lasciarvi, mi scuso profondamente per le risposte striminzite,
e soprattutto imploro perdono per questi sterili saluti finali. Di
solito riesco sempre a dire qualcosa di intellig... ehm, di senso
comp... ehm... qualcosa. Ma, davvero, non posso sprecare nemmeno un secondo, e quindi mi vedo costretta agli odiosi saluti-lampo, per: trinity87, lale16
(quell'immagine me l'ha passata via web un'amica quello stesso giorno,
e ha tentato di mandarmela anche un'altra, sempre in quel giorno! XD E'
una maledizione!), tonyesp (io te l'ho sempre detto che non sei un angelo bianco, tesoro...), ShAiW, kimi (anche io sto rinsavendo sulle SasuHina...), 1992 (credimi,
rispondere ai tuoi messaggi porta via davvero un'infinità di
tempo! Ma non smettere di mandarli, che leggerli aiuta a tenere
allenata la mente! XD Ah. MIO FIGLIO NON SI CHIAMERA' MAI MODESTINO!), _Eleuthera_ (beh,
non è morto nessuno per ora! E per lo spin off... come dire...
posso chiederti il contatto messenger - se l'hai - per parlarne un
attimo in privato? Il mio è "ayachan152003@hotmail.com"), Hila92, sonja, gohan4ever, Killkenny (loro
non hanno pensato a scavare perché ci sono volte, nella vita di
un uomo, in cui la soluzione più ovvia sfugge. Ed è
allora che subentrano le donne), Ino_Chan, DuniettaS, Talpina Pensierosa, roby chan.
Aya
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Capitolo 59 *** Attesa ***
Naruto-59
Capitolo cinquantanovesimo
Attesa
Era una stanza buia, piccola e
spoglia. Il fascio di luce fioca che attraversava l’aria proveniva
dall’unica finestrella che dava a nord – volutamente, per
togliergli più sole possibile? – rettangolare, minuscola,
sbarrata.
C’era solo una brandina,
coperte sottili, e qualcosa che assomigliava orribilmente a un vaso
da notte, in un angolo.
Ma almeno non puzzava.
Non eccessivamente.
A
Naruto ricordava i corridoi del suo inconscio, quelli in cui era
rinchiusa Kyuubi. Se abbassava le palpebre, poteva quasi sentire il
plic
sommesso
delle gocce d’acqua.
Ancora a torso nudo, aveva
appoggiato la schiena alla parete fredda e restava a guardare la
finestra in alto, con occhi vacui.
Sul suo petto il ciondolo del
primo Hokage mandava qualche bagliore, colpito dai raggi grigi del
sole, e più in basso, il sigillo si stagliava netto attorno al
suo ombelico.
Il
sigillo... quel maledetto
sigillo.
Oh,
ricordava bene il momento in cui era stato riattivato... stava
lottando con Kyuubi, in quell’attimo. Erano pari. Poi, le fiamme
tutt’attorno erano bruscamente calate d’intensità,
lasciando spazio alle tenebre di sempre. Kyuubi aveva lanciato un
ruggito, distraendosi. Come un animale ferito, si era voltata
ringhiando, e lui aveva agito, senza sbagliare il momento – non lo
aveva mai
sbagliato, con lei.
Ma non era un idiota, Naruto.
Sapeva cosa significasse
riattivare il sigillo.
Morire, semplicemente.
Perché era una tecnica al
si là di ogni classificazione, era una tecnica come quella con
cui la vecchia Chiyo aveva portato indietro Gaara... era un suicidio,
nient’altro.
E quando, di ritorno dall’inferno
di fuoco, di fronte ai suoi occhi ancora violacei era comparso
Jiraya, aveva capito cosa stava succedendo.
Aveva capito che il suo maestro
stava morendo.
Come il terzo Hokage, prima di
lui, e come suo padre, ancora più indietro nel tempo...
...Sarebbe stato quasi buffo, se
non fosse già stato drammatico.
Lui, lo stupido Naruto, l’unico
allievo dell’Accademia che non avesse superato l’esame per tre
volte di fila, il pigro, svogliato, goffo studente che non capiva mai
niente, improvvisamente aveva compreso ogni cosa, del Sigillo del
Diavolo.
Il sacrificio c’era già
stato, anni prima. Il Dio della morte aveva avuto la sua anima, non
ne aveva bisogno un’altra. Ma la tecnica veniva attivata da un
corpo vivo. Da chakra vero. Tanto chakra.
E il vecchio Jiraya aveva già
combattuto a lungo...
“Basta
così!” gli aveva detto, cercando di allontanarlo.
Non aveva pensato alla necessità
del sigillo, alla pericolosità di Kyuubi... aveva pensato solo
a salvarlo.
Era riuscito a staccare la sua
mano appena in tempo, e aveva sorretto il suo corpo mentre la copia
che lo tratteneva si dissolveva in un filo di fumo. Lo aveva sentito
respirare. Aveva sentito il cuore battere debolmente, sotto la pelle,
e si era detto che c’era bisogno di cure mediche..
Poi, la fitta all’addome.
Aveva dovuto posare a terra il
corpo di Jiraya, e, bocconi, aveva rantolato per un istante.
Nella sua testa si erano agitate
immagini confuse, ricordi suoi e di Kyuubi, frammentati, mescolati...
a fatica, aveva guardato la pancia che si sollevava e abbassava
affannosamente, contraendosi per il dolore, e aveva visto segni
indistinti, di un rosso sbiadito. La tecnica era iniziata, ma non era
stata portata a termine, e Kyuubi, com’era nella sua natura,
cercava di ribellarsi.
Naruto aveva stretto i denti.
Non è la tua migliore
amica.
E’ l’unico regalo di tuo
padre.
E’ una parte di te.
Le frasi che aveva sentito sulla
Volpe in quei mesi si sprecavano, si contraddicevano... ma lui e solo
lui sapeva cosa significasse davvero essere una forza portante.
Solo lui conosceva Kyuubi, e solo
lui sapeva fino a che punto fosse pericolosa.
Ma soprattutto, solo lui sapeva
fermarla.
«Non così in fretta»
aveva ringhiato, stordito.
Poi, senza riflettere, si era
lasciato cadere sulla schiena e aveva premuto le sue stesse dita
attorno all’ombelico.
“Cosa
stai facendo?” aveva
riecheggiato la voce di Kyuubi. “Smettila!”
Ma lui non l’aveva neppure
sentita, perché il sigillo gli stava risucchiando le energie a
una velocità spaventosa.
“Smettila!”
aveva insistito la Volpe, con una nota di panico nel tono. “Ti
ammazzerai, e io con te!”
Naruto aveva sorriso, rivolto al
cielo, nelle orecchie il rumore troppo forte del sangue che scorreva.
«Allora dammi una mano a
sopravvivere»
A pensarci bene, era ironico.
Kyuubi lo aveva davvero aiutato.
Probabilmente aveva fatto un
calcolo rapido degli anni che gli restavano da vivere, forse si era
spaventata, oppure aveva deciso semplicemente di aspettare un altro
po’, invece di rischiare.
Ma lo aveva aiutato. Ed ora, se
Naruto era vivo, lo doveva a lei.
La sentiva, da qualche parte nel
profondo.
Sapeva che era rannicchiata
nell’oscurità, dietro sbarre spesse e fredde, dietro un
sigillo che ora brillava di colori nuovi e intensi.
Sapeva che diffondeva nell’aria
un gorgoglio basso, caldo e minaccioso, e sapeva che le sue code
erano avvolte attorno al corpo, ma... solo per quel momento.
Kyuubi aspettava.
Nei pressi dell’Accademia c’era
un bar frequentato più che altro dai ragazzini e dai
professori.
Era un locale niente affatto
speciale, con un’insegna un po’ sbiadita, dai vetri leggermente
impolverati. La maggior parte degli introiti veniva dagli alcolici e
dai dolci a poco prezzo, e di sicuro non veniva consumata per
migliorare l’estetica dell’ambiente.
C’erano dei tavolini sparsi qua
e là, ma erano per la maggior parte deserti. Una luce morbida
e aranciata si posava sulle pareti e sulle sedie, e il barista stava
al bancone e giocava a briscola contro sé stesso, tenendo una
sigaretta storta tra le labbra.
Tutto era stranamente silenzioso,
in quel tardo pomeriggio, e il bar era più vuoto del solito.
Ma c’era la saletta riservata.
In
fondo a destra, a pochi passi dai bagni, una porta con il cartello
Privato
restava a malapena socchiusa, lasciando trapelare qualche tintinnio
vago. Di tanto in tanto, il barista gettava una delle sue occhiate in
quella direzione, e poi tornava alle carte.
All’interno della stanzetta,
molto più piccola del resto del locale, c’era un innaturale
sovraffollamento, e un ancor più innaturale silenzio.
Seduti sulla panca e sulle sedie
che correvano attorno all’unico tavolo – ottenuto unendone due –
otto giovani shinobi erano immersi ognuno nelle proprie riflessioni;
e se Choji masticava le sue patatine al solito ritmo, e Shikamaru
fissava il soffitto con le sopracciglia corrugate, Kiba invece
buttava giù qualcosa che assomigliava terribilmente a un
bicchiere di qualche alcolico; Hinata al suo fianco occupava un
angolo della propria sedia fissando la sua aranciata senza vederla;
Shino, imperscrutabile come sempre, forse aveva smesso di respirare;
lo sguardo di Neji era più grigio del solito, circondato dai
capelli neri, e Rock Lee fissava con turbato desiderio il bicchiere
tra le mani di Kiba. Infine, seduto in un angolo, Sai studiava con
aria assente la sigaretta vicina all’estinzione che stringeva tra
indice e medio, e Akamaru storceva il naso da sotto il tavolo a causa
dell’odore acre del fumo.
Nessuno parlava.
Tutto ciò che si sentiva
nell’aria era il rumore dei denti di Choji e il tintinnio del
ghiaccio di Kiba.
All’improvviso l’Inuzkuka
sbatté il bicchiere ormai vuoto sul tavolo, facendo sobbalzare
tutti.
«Cazzo» se ne uscì,
digrignando i denti. «L’hanno messo dentro»
«...Che pretendevi?»
mormorò Neji ricomponendosi, a bassa voce. «Ha distrutto
mezzo ospedale, raso al suolo quasi un ettaro di foresta, e sconfitto
due sannin. Ed è noto cosa ne pensa delle regole e
dell’autorità. Come minimo il Consiglio se la starà
facendo addosso»
«Sì, ma l’hanno
preso gli Anbu!» insisté Kiba, passandosi una mano tra i
capelli. «Quelli non ci vanno leggeri!»
Nonostante la sua simpatia per
Naruto fosse drasticamente diminuita negli ultimi tempi, Kiba era un
tipico esemplare di essere umano che nelle difficoltà si
nobilita. E, davanti alla prospettiva delle mille diverse torture con
cui gli Anbu – si diceva – trattavano i loro prigionieri, non
poteva fare a meno di sentirsi in pena per Naruto, e ricordarlo solo
come l’amico delle ‘cazzate in libertà’. Un flash del
cranio di Ibiki Morino continuava ad apparire e scomparire davanti ai
suoi occhi, strappandogli un brivido.
«Non devono ottenere
nessuna informazione da lui» mormorò Shikamaru, senza
muoversi dalla panca e senza smettere di guardare il soffitto.
«Vogliono solo essere sicuri che non perda di nuovo il
controllo»
«Ma ormai ha il sigillo!»
si fece sentire la voce di Hinata, mentre la sua padrona sprofondava
la testa tra le spalle e si nascondeva dietro la frangia scura.
«Ormai Kyuubi non può più...»
«In teoria, sì»
la interruppe Sai, espirando lentamente un sottile filo di fumo. «Il
sigillo non è onnipotente, e questa volta non è nemmeno
stato creato nella maniera canonica... Nessuno sa come agirà»
Calò un silenzio carico di
angoscia.
Tutti ricordavano le macerie
dell’ospedale, e il corpo di Sasuke.
Tutti ricordavano e tutti
tremavano all’idea di rivivere una cosa simile.
«Naruto... come può...»
sussurrò Hinata, con voce incrinata. «Perché ha
dovuto sopportare tutto questo da solo?»
Kiba le scoccò un’occhiata
stizzita.
«Perché non è
un fallito» mormorò Neji, con un sorriso amaro. «Non
piange sul destino immutabile, ma va avanti... va sempre avanti»
Si lasciò sfuggire un mezzo sospiro. «Ora capisco perché
durante l’esame di chuunin mi ha detto quelle cose»
Mentre di nuovo calava il
silenzio, la ruga sulla fronte di Shikamaru si approfondì, e
l’intero viso si irrigidì lentamente.
Più ci pensava, e più
l’ipotesi che Naruto fosse figlio del quarto Hokage gli sembrava
assurda.
Logicamente era impossibile.
Se Naruto fosse stato il figlio
di Yondaime avrebbe avuto un trattamento nettamente diverso al
villaggio. Glielo avrebbero detto, lo avrebbero detto a tutti. Il
figlio di un eroe è eroe di diritto, o qualcosa di simile.
E
invece Naruto... era sempre stato additato, o guardato con disprezzo.
Fin da piccolo, Shikamaru aveva captato tra i discorsi dei grandi una
nota fredda quando parlavano del piccolo, solitario Uzumaki. Ma, ora
che ci ripensava... era una nota fredda e spaventata...
Forse avevano paura di lui per
via di Kyuubi?
Forse il demone aveva superato
l’eroe, nelle loro menti?
Poteva essere, sì.
Poteva essere, ma faceva schifo.
«Lo lasceranno andare»
disse all’improvviso Choji, con tono tranquillo.
Sette paia di occhi si puntarono
su di lui, con espressioni che andavano dall’incredulo, allo
stizzito, al perplesso.
«Ha salvato il grande
Jiraya» spiegò l’Akimichi, con un sorriso. «E
anche Sasuke. E poi ha preso Orochimaru il traditore. Nonostante i
danni, alla fine si è rivelato utile. Senza contare che...
l’Hokage lo adora, no?»
«Salvato Sasuke?»
ripeté Kiba sprezzante.
«La volpe avrebbe potuto
ucciderlo ad occhi chiusi» spiegò lui. «Se è
vivo è perché Naruto è intervenuto in qualche
modo, ne sono sicuro. E infatti alla fine ha trattenuto Kyuubi da
solo»
«Sì, ma non basta»
bofonchiò Shikamaru. «Il Consiglio avrà paura,
adesso. Nell’ipotesi peggiore...» lasciò scemare la
voce, abbassando lo sguardo.
«Nell’ipotesi peggiore?»
chiese Lee, trattenendo il fiato.
«Lo rinchiuderanno»
rispose Shino, cupo. «Per sempre»
Hinata sussultò sulla
sedia, e strinse il bicchiere tra le dita fino a sbiancarsi le
nocche; il cuore minacciò di fracassarle la cassa toracica nel
suo battito convulso.
E Kiba, naturalmente, se ne
accorse. E la sua pena per Naruto scemò di qualche tacca.
Fu in quel momento che sentirono
bussare alla porta della saletta, e tutti girarono la testa come un
sol uomo.
«Posso?» chiese la
voce di Asuma, bassa e familiare, mentre la sua figura compariva
sulla soglia.
«Allora? Che succede?»
chiese Rock Lee ansiosamente, con le folte sopracciglia corrugate fin
quasi a incontrarsi. «Hanno deciso qualcosa?»
«Sono ancora in riunione»
rispose il jonin, facendosi avanti. Alle sue spalle, Ino spinse la
testa oltre il suo braccio e cercò Sai con gli occhi. Quando
vide la sigaretta tra le sue dita fece una smorfia e scoccò
un’occhiataccia al maestro Asuma. «Tralascerò i
particolari, perché ci sono frasi che potrebbero disturbare la
vostra sensibilità – credetemi, è possibile»
continuò lui ignorandola. «Ma diciamo che Naruto lo vedo
bene»
«Cioè?» indagò
Kiba.
«Cioè l’Hokage si
sta battendo in sua difesa»
«S-Solo l’Hokage?»
balbettò Hinata sbiancando.
Ma Asuma sorrise, a metà
tra il rassicurante e il sardonico. «Non diresti ‘solo’ se
l’avessi vista in Consiglio... quella donna è spaventosa»
commentò.
E mentre lui parlava, Ino sgusciò
silenziosa fino a Sai, sedendosi al suo fianco. Senza una parola,
prese il mozzicone di sigaretta del jonin e lo affondò nel
posacenere con insolita veemenza, spegnendolo.
Shikamaru le scoccò
un’occhiata rapida. Sembrava in forma. Gli fece piacere.
«Quando pensa che
arriveranno a una conclusione?» chiese Neji ad Asuma.
«Domanda divertente»
rispose lui sfoderando il pacchetto delle sigarette e prendendone una
tra le labbra. «Non prima di domani, a voler essere proprio
ottimisti» bofonchiò accendendosela. «Ma prevedo
altri giorni di discussioni»
Nella sala il malumore si
intensificò, insieme all’ansia.
L’Hokage poteva anche essere
una donna spaventosa, ma avrebbe retto tutte quelle ore contro
l’intero Consiglio?
Senza farsi accorgere, Ino lanciò
uno sguardo verso Shikamaru. A parte la preoccupazione per Naruto,
sembrava che stesse bene. Le fece piacere e la intristì allo
stesso tempo.
D’istinto, si fece leggermente
più vicina a Sai e cercò la sua mano. Quando la trovò,
posata sulla panca, fece scivolare le dita tra le sue e la strinse,
piano, gentilmente, alla ricerca di calore.
Lui mosse appena gli occhi nella
sua direzione. Poi alzò il mento verso la porta.
«Asuma» chiamò,
omettendo il ‘maestro’ che tutti gli avevano sempre riservato, e
guadagnandosi per questo occhiate astiose da Shikamaru e Choji e
sbalordite dagli altri.
Ma il jonin non sembrò
nemmeno notare la mancanza di rispetto, e in effetti non la vide
proprio: gli altri ragazzi non potevano saperlo, ma nominalmente lui
e Sai erano allo stesso livello, da quando lo shinobi della Radice si
era unito alle fila dell’Hokage.
«Hn?» fece vago,
inspirando dalla sua sigaretta.
«Me ne offri un’altra?»
chiese il moro, accennando alla cicca tra le sue labbra.
«...Ci stai prendendo
gusto, eh?» mormorò il jonin, sfilando il pacchetto
dalla tasca.
«Ecco, lo sapevo!»
insorse Ino. «Non ti azzardare a farlo, maestro Asuma! Il fumo
uccide! C’è anche scritto sui pacchetti, che cavolo! Non
puoi ammazzarti da solo, almeno?! Perché devi offrirle in
giro?»
Asuma si affrettò a
rimettere le sigarette in tasca, mentre la bionda continuava con la
predica, infervorandosi parola dopo parola.
Avrebbe voluto dirle che era
stato Sai il primo a chiederla, e che lui non c’entrava niente, ma
ritenne più opportuno chiudere la bocca e aspettare che Ino
sbollisse. Guardando gli altri, che fingevano elegantemente di non
esistere per non darle modo di coinvolgerli, capì di aver
fatto la scelta giusta.
Trattenendo un sospiro, decise
quindi di abbandonarsi a piacevoli fantasie domestiche, e si perse
pensando a Kurenai che lo aspettava a casa insieme al piccolo Tobi...
quella sera, probabilmente, avrebbero lasciato il figlio ai nonni.
Insomma, bisognava pur festeggiare la sopravvivenza, no?
Anzi... se solo non si fosse
lasciato convincere da Kakashi a parlare con i ragazzi al posto suo,
in quel momento sarebbe già stato nel suo beneamato nido.
Ma che diavolo aveva il
copia-ninja da fare di così urgente?
Kakashi rientrò nel suo
appartamento mentre il sole morente lo tingeva di un arancio
accecante, colorando pareti e mobili dai toni ben più anonimi.
Nell’ingresso, dopo aver chiuso
la porta alle sue spalle, rimase fermo per un istante.
Era ancora vivo, dopotutto.
Quand’era uscito di casa,
quella mattina, non ci avrebbe scommesso. E invece non solo era
salvo, ma era anche sano, e addirittura aveva tre allievi. Ex
allievi, ormai.
Inspirò a fondo, chiudendo
gli occhi.
Dopo Sasuke e il suo tradimento,
pensava che il peggio fosse passato. Non avrebbe mai immaginato di
dover inseguire Kyuubi nel corpo di Naruto, con tanto di Orochimaru
annesso... e invece era accaduto.
E, per quanto alla fine le cose
si fossero risolte nel – quasi – migliore dei modi, riusciva a
capire perfettamente che essere tornato a casa con tutti gli arti
attaccati al posto giusto era davvero un miracolo.
Sentendo la stanchezza della
tensione piombare sulle sue spalle, appoggiò la schiena alla
porta.
Aveva sbagliato qualcosa? Aveva
fallito come maestro? O si trattava solo di sfortuna, di
inevitabilità? Quanta parte aveva nell’attuale complicato
carattere dei suoi allievi più problematici?
«Bentornato» disse
una voce in quel momento.
Kakashi riaprì gli occhi
e, in fondo al corridoio, vide... un incendio.
No, non è esatto.
Capelli rossi, mossi, ribelli,
circondati dalla luce abbagliante del sole. E, nel mezzo, occhi di un
blu scuro come il mare che divoravano ogni luminosità,
inghiottendola.
Haruka sorrideva, con quel suo
ghigno sottile che era a metà tra un benvenuto e una presa in
giro, e per un attimo a Kakashi sembrò quasi di essere di
nuovo davanti a Kyuubi, davanti alle sue code infuocate e roventi...
gli sembrò di rivederne il fascino pericoloso, ma senza il
terrore che di solito lo accompagnava.
«...Sei rimasta qui tutto
il giorno?» le chiese, senza muoversi, tacendole che era
tornato il prima possibile nella speranza di trovarla ancora lì.
«No, ho fatto un giretto
nella foresta, prima che tornassi» ribatté lei in tono
casuale.
Kakashi le gettò uno
sguardo interrogativo.
«L’Hokage ha radunato
qualcuno di fidato e ci ha mandati a dissimulare le tracce»
spiegò lei. «Non ho capito bene cosa sia successo,
considerato il disastro, ma gli ordini erano di far pensare a un
combattimento tra ninja. Ho sentito volare il nome di Orochimaru il
traditore, è possibile?»
Kakashi sospirò, staccando
la schiena dalla porta. «Sì, più o meno...»
borbottò.
Haruka non sapeva che Kyuubi era
sigillata all’interno di Naruto, e lui non se la sentiva di
diffondere ulteriormente il segreto del suo allievo. Già
troppe persone ne erano venute a conoscenza, quel giorno.
«Tutto bene?» si
informò lei, studiandolo mentre lui si avvicinava. «Non
sembri ferito»
«Non ho nemmeno preso parte
al combattimento» ribatté lui, mentre la raggiungeva.
Haruka si fece da parte e lo
seguì in cucina, fermandosi sulla soglia. Lo vide aprire il
frigo e prendere una lattina di birra, e poi lo vide abbassarsi la
maschera e bere senza preoccuparsi di darle le spalle. Ormai cosa
c’era più da nascondere, in effetti? Quella notte lei aveva
studiato a lungo e approfonditamente ogni centimetro del suo viso,
tanto da poter pensare – non senza un certo autocompiacimento –
di conoscerlo meglio del suo proprietario. Sicuramente di apprezzarlo
di più.
«Allora la mia presenza non
è necessaria?» chiese, appoggiandosi con la spalla allo
stipite, e sfoderando un sorriso ironico. «Niente crocerossina
improvvisata?»
Kakashi allontanò la
lattina dalle labbra e le gettò un’occhiata obliqua.
«Crocerossina?» ripeté, neutro.
«Beh, certo, pensavi fossi
qui per altri motivi?» domandò Haruka sbattendo le
palpebre con un’occhiata fintamente sorpresa.
Lui sospirò, posò
la birra sul tavolo, e senza dire nulla le si avvicinò,
lasciando solo pochi centimetri tra i loro corpi.
Era più alto di lei, tanto
che Haruka dovette sollevare leggermente il mento per continuare a
guardarlo; ma la cosa non sembrava dispiacerle: a dispetto delle
apparenze, amava sentirsi protetta.
Kakashi si chinò appena
verso di lei, fermandosi a un soffio dal suo viso.
«Per avere una
crocerossina, avrei scelto Rin» mormorò.
Negli occhi di Haruka brillò
un lampo di divertimento. Senza prendersela, sollevò un
braccio e fece correre la mano dietro alla sua nuca, alla ricerca del
nodo del coprifronte. Lo trovò, lo sciolse, e glielo sfilò,
gettandolo sul tavolo con noncuranza.
«Vorresti farmi
ingelosire?» chiese, spingendosi con le labbra fino al suo
orecchio, sfiorandolo con il respiro.
«Ci riuscirei?»
ribatté lui, premendo il corpo contro il suo, scoprendo che
quella sensazione gli era mancata.
Haruka sorrise, e fece scivolare
le mani sulla sua schiena, sentendo le sue labbra posarsi sul collo.
«E cosa te ne verrebbe?»
sussurrò, stringendo le dita sulla divisa da jonin.
Kakashi non rispose più.
Risalendo lento lungo la linea
del collo, fino all’orecchio, e poi alla tempia, gli sembrò
che il suo proposito di sacrificio per Naruto fosse qualcosa di
parecchio stupido. Mentre sfiorava con i suoi baci la pelle di
Haruka, e mentre le sue mani le accarezzavano lente i fianchi, si
rese conto che morire senza poterla rivedere gli sarebbe spiaciuto
molto più del previsto.
Chiuse gli occhi, appoggiando la
fronte alla sua.
Lei lo lasciò fare, e gli
sfiorò gentilmente una guancia.
«Sei stanco?»
sussurrò.
Kakashi non rispose, combattuto
tra la spossatezza e l’istinto, e allora fu Haruka a interpretare i
suoi desideri. Prendendolo per le spalle, lo allontanò con
delicatezza.
«A nanna, eroe» disse
sorridendo.
Nel prossimo capitolo:
A torso nudo, coperto di sudore,
si mosse agile sui piedi, da un fianco all’altro. Saltellò,
a pugni colpì l’aria un paio di volte, e poi sferrò
un calcio nel nulla, facendo frusciare le foglie dei cespugli poco
distanti. La foresta osservava il suo allentamento in silenzio.
Bene. Era caldo.
Senza
perdere il ritmo, si avvicinò al tronco contro cui si esercitava
di solito e provò un paio di colpi veloci. Il legno
risuonò di thud sordi là dove la corteccia era più
rovinata, ma non si incrinò. Era antico, era resistente. Fino a
quel giorno Rock Lee non era mai riuscito a scalfirlo.
Mentre lui respirava a tempo e
ponderava ogni pugno e ogni calcio, con occhi attenti e infuocati, a
qualche passo di distanza Tenten era seduta su un masso con il mento
appoggiato alle mani.
* * * * ȣ * * *
*
Spazio
autore
Questo avrebbe dovuto essere il penultimo capitolo.
Poi, però, ho scoperto che mi era venuto lungo sedici pagine, e mi sono detta che era veramente troppo...
...anche perché nei miei programmi doveva essere lungo 8-10 pagine, e l'ultimo 12-15.
Ora, capite bene anche voi che quello che doveva essere il sessantesimo ed ultimo capitolo,
sarebbe venuto spropositatamente lungo.
Quindi, nonostante i miei programmi, mi vedo costretta a smembrare le parti.
Il che comporta che esisteranno altri capitoli come questo in cui succede poco o niente...
...Ma, dato che da qui ha inizio di fatto la conclusione,
sappiate che spesso le scene che leggerete saranno il congedo vero e proprio dei personaggi.
Nello specifico, oggi dite addio a Haruka, Hiashi, Ino, Sai, Shino,
Asuma e Choji, perché credo che non ne parlerò più.
(E non pensiate che le 'faccende in sospeso' siano una mia dimenticanza...)
Visto che in questi tre giorni mi sono scritta ben sedici pagine, ho ritenuto opportuno mettere di nuovo la preview...
Per la vostra gioia, nel prossimo capitolo ci sarà l'ultima comparsa di Tenten!
E finalmente conoscerete il suo misterioso segreto!
(aggiornamento domenica o lunedì, non so con esattezza...)
Rhymes: eh
sì, qui ci vuole lunga et esauriente spiegazione... Prima di
tutto, Naruto non poteva piantare un casino con Sakura nel mezzo dello
scorso capitolo, con gli Anbu attaccati al fondoschiena e Orochimaru
che rischiava di scappare. Secondariamente, una delle caratteristiche
principali di Naruto, che pure io non condivido, è l'ossessione
per Sasuke. Detto francamente, se fossi stata in lui già alla
fine della prima serie lo avrei mandato al diavolo e dimenticato - o,
se proprio incappava sui miei passi, preso a calci nel... Ma Naruto non
è così. Non so che diavolo avesse in mente Kishi quando
lo ha creato, ma lo stereotipo del "ragazzo che non molla mai, mai,
mai, ma proprio mai" è incarnato nel biondino. E' lui, punto. E'
stupidamente convinto che Sasuke se ne sia andato perché
traviato da Itachi e Orociok, e non - come invece è -
perché idiota e deficiente, e non si arrenderà
finché non lo avrà riportato indietro, perché
è convinto - davvero convinto - che il Sasuke con cui litigava a
dodici anni sia da qualche parte sotto il viscido bastardo serpentoso
che è ora (e sto parlando del manga). A questo punto, mi sembra
improbabile che Kishimoto prima o poi spezzi il legame tra i due, anche
perché so che dopo la seconda non ha intenzione di scrivere
altre serie, ed è ragionevole supporre che farà finire
tutto - o quasi - bene. Passando a Sinners, invece, è ovvio
che io non abbia chiuso la faccenda con le tre parole dello scorso
capitolo. Quello è stato il primo impatto, nient'altro, e prima
della fine ce ne sarà un secondo, e solo allora vedrai come ho
intenzione di giocarmela. Ciò detto, capisco che il primo
istinto di chiunque sarebbe di dirmi "cretina, come può Naruto
starsene così tranquillo davanti a Sakura?". La mia risposta
è altrettanto secca: sono passate solo poche ore, ma nel
frattempo è successo di tutto. Leggendo uno non se ne rende
conto, ma quando ti trovi a dover sconfiggere un demone, salvare il tuo
maestro, recuperare il suo amico e - nel frattempo - sopravvivere, una cosuccia come
un tradimento non dico passi in secondo piano, ma viene abbastanza
ridimensionata. Non scompare, no, perché non è una cosa
che possa scomparire, ma può attendere. E Naruto ha solo
18 anni, forse, ma nel mondo in cui vive ha imparato a crescere in
fretta. Per quanto sembri strano anche a me che l'ho scritto, Naruto
è maturato, e maturità significa non lasciarsi andare a
schizzi improvvisi solo perché si è arrabbiati. Per
quello c'è Kyuubi. E lui sa - lo ha visto - quanto sarebbe
problematico lasciarsi andare con lei. A tutto questo unisci la sua
assurda convinzione che quando gli altri sbagliano sono sempre in
qualche modo scusabili, e otterrai il motivo per cui Naruto non ha
fatto a pezzi Sakura (cosa che mi sembra, tra l'altro, molto
improbabile in ogni caso... a meno di un coinvolgimento massiccio di
Kyuubi) A questo punto spero di aver spiegato sufficientemente le mie
ragioni fino a qui. Per tutto il resto, ti lascio leggere i prossimi
capitoli... e se ti chiedi come mai questa lunga sviolinata, sappi che
è solo perché voglio che il mio "fan n°1"
(chissà? forse da questo momento non più... :'() capisca
le mie motivazioni dalla prima all'ultima. Nonostante tutto, questa non
è una fic scritta per sfogare le mie aspirazioni alla Mary Sue,
come ha detto qualcuno. Anzi, ho persino la presunzione di voler
sembrare realistica... nei limiti del realismo del manga, ovviamente.
Julia83: guarda, sono veramente felice di essere alla fine...
perché qui tu mi stai indovinando un po' troppe cose! XD Hai
detto bene, il rapporto tra i membri del team sette non può
tornare idilliaco, come se nulla fosse accaduto, e d'altro canto non
c'è tempo perché Naruto trovi un nuovo amore, a meno che
io non abbia un colpo di testa e salti all'improvviso di due anni in
avanti! (cosa che non farò, ti dico subito) Mi chiedi della
coppia Naruto-Sakura, eh... Guarda, non starò a dirti se mi
piace o no. Dico solo che scrivendo questa fanfic tante volte mi sono
trovata in bilico sull'indice di gradimento... ma fin dal primo
capitolo le cose dovevano andare così come sono andate (e
andranno), punto. Capirai il perché, fidati... Ti dico soltanto
che non c'erano altre possibilità, e che non ho mai pensato di
modificare la trama. Con tutto ciò, mi rendi davvero felice
dicendo che sono riuscita a rendere bene la coppia! Grazie, non ci
contavo, quasi! XD Bacio!
Jenna Uchiha: titoli di
canzoni, eh... Vediamo un po': Amaranth e Eva dei Nightwish, poi
Angels, Memories, Somewhere, The Howling e Stand My Ground dei Within
Temptation, I Walk Alone di Tarja, The Red di Chevelle, Goodbye e My
World degli SR-71, Sparks di Tori Amos, Hana Kagari di Yumi
Shizukusa... ma anche Red Fraction di Mell, ed Everytime We Touch di
Cascada (attenzione, ce ne sono milleuno versioni!) Questi sono solo
quelli che mi vengono in mente a memoria, magari prossimamente scavo
ancora un po' nelle canzoni del pc!
Hipatya: wow, mi lusinghi
profondamente! I complimenti su Naruto sono tutto ciò che ho
sempre bramato in effetti, e leggere un commento tanto entusiasta mi
riempie di orgoglio! Grazie infinite, dico sul serio! >_<
arwen5786: le domande non ti
rendono affatto patetica. Se mai, rendono me particolarmente sadica! Ma
chi ha mai detto che sia un male? (ghgh) Chissà? Può
darsi che alla fine di tutto sarai più serena e rilassata del
previsto. Oppure no. Ma va beh, chissà cosa succederà
prima della fine? Ho visto l'immagine, l'ho salvata, diffusa,
largamente commentata... ma purtroppo per te la scena tra Jiraya e
Tsunade l'ho già scritta, e non ho intenzione di cambiarla!
Riguardo ai tuoi presentimenti... Sì, probabilmente
accadrà qualcosa di triste, perché non può essere
tutto rose e fiori, ma lo scoprirai tra poco... abbi solo un po' di
pazienza... Ah, visto? Per un po' staremo ancora insieme su Sinners, mi
sa... le cose mi si sono allungate! -.-
sammy1987: mi spiace, questo
capitolo è stato anche più corto del solito! Ma sedici
pagine erano davvero troppe! Comunque, dato che Jiraya è vivo e
che dovrà ancora comparire prima della fine, ti dico di sperare
ragionevolmente in una sua scena con Tsunade... mentre Orociok è
pure eliminabile, ora. U_U Non è che mi interessi molto della
sua sorte, anche se dovrò dire che fine ha fatto! XD
maninja87: sigh, perché
tutti mi chiedete quali coppie preferisco? :'( Per favore, lasciamo
questo argomento alla fine, così non togliamo sorprese (per
quanto possano ancora esserci...)! Comunque, sappi che, al di là
delle coppie che amo, io voglio provare a scrivere di tutto. In
Redenzione c'è anche una InoShika, che di solito non tollero
minimamente, e mi dicono pure che sia venuta realistica... Per cui non
basarti su ciò che leggi per stabilire i miei gusti! In ogni
caso mi impegno per rendere tutto plausibile! (e Sasuke sì, lo
odio. Questo te lo posso dire. Lo odio ancora di più dopo la
puntata di oggi... Anche se a sette anni era proprio carino,
maledizione! ç_ç) Oh, non prendere il comportamento di
Naruto nello scorso capitolo per Bontà d'Animo... prendilo
più come un atteggiamento più maturo del solito,
perché lui è buono sì, ma non scemo. E lasciar
passare a Sakura il tradimento sarebbe da imbecilli. Non che, a mio
avviso, un tantino OOC. Ciò detto, se ha perso la "Sakura" che
amava, resta però da vedere come si comporterà con la
"Sakura-chan" che è rimasta...
Maobh: anche se dovessero fare
un processo a Naruto, non sarebbe sicuramente pubblico, come quello per
Sasuke. Ricorda che Tsunade vuole tenere nascosto questo suo piccolo
"problemino", e cercherà di sbrogliarsela da sola con il
consiglio... Per il resto, grazie mille per i complimenti e gli auguri!
Gli esami li vedo grigissimi, ma in qualche modo me la caverò...
Spero! XD
izayoi007: benvenuta su queste
pagine! Bramavi di farti traviare dai miei suggerimenti fuorvianti e
dai miei accenni malvagi, vero? Allora, premetto che avevo già
visto il tuo nome tra i preferiti, e che vederlo anche nelle recensioni
mi rende davvero felice! Ma più di tutto mi fa gioire sapere che
ti piace ciò che scrivo, e mi lusinga profondamente! 52 capitoli
sono una bella botta, mi congratulo e mi levo tanto di cappello! Sapere
che sei riuscita ad arrivare fino in fondo nonostante la lunghezza mi
fa sentire molto felice, e mi fa sperare che, dopotutto, io non sia una
completa incapace! (sì, ormai suona come falsa modestia, ma che
ci posso fare? E' una frase che mi parte in automatico!) Poi, sapendo
che i pairing attuali non sono i tuoi preferiti ma che comunque segui
la storia... eheh, mi sciolgo! XD E' la cosa che fa più piacere,
dopo i commenti lunghi ed esaurienti come il tuo! Quindi, ancora
grazie, e spero di risentirti prima della fine! ^_^ PS: non so quanto
tu lo voglia, ma se ti va sono disponibile per un regalo di compleanno
il primo marzo! Chiedi pure!
Rory_chan: OROINO? Ma
cos'è, l'ultimo incubo partorito da Moccia? °_° Per
carità, già la OroSaku è inquietante, ma una
OroIno potrebbe bloccarmi la crescita! T_T Jiraya e Tsunade avranno il
loro giusto siparietto, tranquilla, ma il finale "happily ever after"
sarà un po' mutilato, come vedrai... non è finito tutto
bene per tutti...
Kaho_chan: soffice
è la parola perfetta per descrivere il mio Naruto! Tralasciando
il fisico scultoreo (*ç*) e l'aria malandata (*ç*), per
me Naruto è sempre un peluche. Lo strapazzerei di coccole dal
mattino alla sera! (e la descrizione dei suoi capelli nella tua
NaruSaku è stata qualcosa di divino, che ho apprezzato davvero
tantissimo!) I tuoi commenti sul ritmo, poi, sono stati meravigliosi!
Mi hanno fatto brillare gli occhi come non mai! (e il fan club lo
fondiamo eccome, ma con uno slogan diverso! XD In fondo anche Kyuubi
deve essere molto morbidosa e strapazzabile... *_*) Oh, saluta Haruka
in questo capitolo... perché di lei, né della sorella
saprai più nulla...! ^_^ (sorriso malvagissimo e inquietante,
che non dovrebbe farti presagire nulla di buono...)
Di nuovo, e me ne dispiaccio davvero, saluti striminziti ( :'( ) a: Ino_Chan, sonja, Killkenny (probabile... ma non è mai stato un mostro d'arguzia, Orociok...), tonyesp (certo, nella tragedia del ritrovamento di Jiraya, Hinata salta addosso a Naruto... Molto realistico. -.-), Hila92 (montagna? ** Wow, spero ti sia divertita!), roby chan (Orcomario è quello che preferisco! XD), kimi (il tuo commento sulla maturità di Naruto è stato il più gradito!), trinity87
(il tuo commento sulla maturità era azzeccatissimo, non
ché graditissimo! Era esattamente quello che volevo dirti!), DuniettaS (la faccenda di Tenten al prossimo capitolo! E per Kiba e Hinata... attendi, attendi...), gohan4ever, Talpina Pensierosa, kage_naru89
(l'ipotesi NaruSasu è un po' estrema, in questa fic... XD Dopo
tutta la menata con Sakura al vertice del triangolo, uno dei due se lo
prende il confettino!), lale16 (grazie mille per i complimenti! E il tuo contatto mi fa molto piacere, infatti l'ho accettato! XD).
Aya
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Capitolo 60 *** Primi passi ***
Naruto-60
Capitolo sessantesimo
Primi passi
Plic.
Plic.
Plic...
Naruto aprì gli occhi
nella penombra.
Steso sulla brandina, girò
istintivamente il viso verso la parete che dava a nord, quella con la
finestrella, e vide il cielo chiaro oltre le sbarre.
Richiuse gli occhi.
Di nuovo giorno.
Da quanto tempo era lì
dentro?
Aveva provato a contare le volte
in cui passava dal buio più fitto alla penombra, ma aveva
subito perso il conto. Gli avevano dato una maglietta, gli avevano
portato del cibo ogni tanto, ma né lui, né i suoi
carcerieri avevano mai cercato di iniziare un discorso.
E, d’altro canto, cosa
avrebbero potuto dirsi?
Le
guardie erano Anbu, e lui era la Volpe – solo
il demone
– che dovevano catturare. L’élite degli shinobi della
Foglia eseguiva gli ordini alla perfezione. L’élite non
sbagliava. L’élite non simpatizzava con i mostri.
Naruto lo sentiva.
Quegli
uomini avevano paura
di lui. Tutto qui.
Non lo consideravano un compagno.
E lui?
Avrebbe voluto uscire da quella
prigione?
Sì,
cazzo!
Lui
voleva rivedere il sole, voleva guardare il cielo, voleva uscire da
quelle quattro pareti maledette! Lui avrebbe
voluto vivere in un mondo in cui c’è sempre il sole!
Si alzò a sedere,
flettendo gli addominali nel silenzio, e si passò le mani sul
viso scompigliando i capelli. Sarebbe impazzito in quella prigione.
Sarebbe diventato come Kyuubi. Ogni volta che chiudeva gli occhi
l’odioso gocciolio dell’acqua gli riempiva le orecchie, fino a
farsi assordante, e se sognava, sognava di essere rinchiuso dietro
sbarre nere, e dietro un sigillo scarlatto.
Voleva. Uscire. Di. Lì!
«Cazzo...» mormorò
tra i denti, chinando la testa tra le ginocchia raccolte.
Non avrebbe dovuto combinare quel
casino, aveva fatto danni senza risolvere niente.
Si pentiva di aver lasciato
libera Kyuubi, si pentiva di averle permesso di distruggere mezzo
ospedale.
Avrebbe dovuto trovare un altro
modo per sfogarsi, maledizione! Un modo meno rovinoso!
E invece cosa aveva ottenuto?
Sasuke
mezzo morto, Sakura che ovviamente
gli faceva da infermiera – nessuno glielo aveva detto, ma era
sicuro che fosse così – e lui sbattuto in cella, con un
orrendo vaso da notte che lo disgustava solo a guardarlo.
Affondò le mani nei
capelli, frustrato.
Aveva ufficialmente trovato la
cazzata numero uno nella lunga lista delle cazzate della sua vita.
Ora cosa sarebbe successo?
Lo avrebbero lasciato andare,
prima o poi?
O forse...
Rabbrividì.
L’ipotesi di restare
imprigionato per sempre gli fece contrarre lo stomaco in maniera
sgradevole, procurandogli una nausea intensa.
«No» si disse a voce
alta, con gli occhi chiusi. «No, non succederà... Non
sono pericoloso, maledizione! Ho di nuovo il sigillo!»
Ma le sue erano speranze, più
che certezze. Solo speranze.
Tuttavia la cosa peggiore non era
l’ansia, o la solitudine; non era nemmeno il buio.
La
cosa peggiore era il silenzio.
Perché nel silenzio le sue
orecchie si riempivano delle voci più sibilanti e malevole.
Perché
nel silenzio, Sakura continuava a ripetergli “Io
amo Sasuke”.
Tapparsi le orecchie era inutile,
non erano parole che venivano dall’esterno. E anche le ferite che
lasciavano, erano ferite che non poteva curare con il chakra di
Kyuubi.
Certe volte pensava di essere un
idiota.
Perché l’aveva lasciata
in vita, dandole la possibilità di tormentarlo.
Ma quando si rendeva conto di ciò
che gli passava per la testa, si infuriava e si costringeva a
cambiare pensiero.
Non
l’avrebbe mai uccisa, mai.
Mai Sakura-chan.
Né Sasuke.
Forse.
Rendendosi conto dell’ultima
parola nella sua mente, rabbrividì.
Quel posto aveva un effetto
peggiore del previsto.
All’improvviso sentì
delle voci fuori dalla porta, e sollevò di scatto la testa. Il
suo stomaco gorgogliava sotto la nausea, forse era ora di mangiare?
Buttò giù i piedi
dalla brandina e ascoltò il rumore della serratura che
scattava. Quando la porta si aprì, e la luce invase per un
attimo la stanzetta, il suo stomaco smise di borbottare per contrarsi
fastidiosamente.
Sulla soglia, avvolta dalla luce
fredda delle lampadine, c’era Tsunade.
L’Hokage in persona.
Buon segno o pessimo segno?, si
chiese, mentre il cuore iniziava a martellare nel petto.
Dalla sua espressione non
riusciva a capire. Perché faceva l’impassibile? Voleva fare
l’acida? Oppure... non portava buone notizie?
Naruto deglutì.
«Allora?» chiese,
incapace di sopportare il silenzio più a lungo.
E, finalmente, la vide sorridere.
«Secondo te?» chiese
sorniona, incrociando le braccia sul petto abbondante. «Pensavi
sul serio che mi sarei fatta mettere i piedi in testa da quei quattro
vecchi balordi?»
Il viso di Naruto si illuminò,
arrivando quasi a rischiarare la stanza, e il suo cuore accelerò,
ma con un ritmo completamente diverso. D’un balzo fu in piedi,
lanciato verso l’impulso – suicida – di saltarle al collo,
senonché vide il sorriso sulle sue labbra scemare fino a
scomparire.
Si bloccò, a un passo da
lei.
«Non ho finito» gli
fece notare Tsunade, rendendosi conto con una certa stizza che Naruto
la superava di una spanna abbondante.
Lui corrugò la fronte,
senza capire, e il suo cuore ridimensionò notevolmente
l’andatura. All’improvviso gli occhi di Tsunade si erano fatti
freddi.
«Ti avevo avvertito»
mormorò l’Hokage, fissandolo severa. «Ti avevo
espressamente chiesto di parlarmene, se avessi sentito la Volpe
diventare più potente. Anzi, te l’avevo praticamente
ordinato... Ma tu no, tu eri sicuro di controllarla, tu eri forte, tu
eri il grande Naruto Uzumaki... E hai visto in che casini ci hai
trascinato? Hai idea di quanto costerà sistemare l’ospedale,
di quanto ci vorrà per guarire Sasuke, e della fatica che sto
facendo per insabbiare l’intera faccenda sia a Konoha che negli
altri Paesi?»
Naruto abbassò lo sguardo,
sentendo una fitta di rimorso trapassarlo da cima a fondo.
«Immagino che tu ci abbia
già pensato» borbottò Tsunade. «Qua dentro
non avevi molto altro da fare... Ma mi sembrava opportuno
ricordartelo»
«Sì» mormorò
Naruto contrito, stringendo i pugni. «Sì, io... chiedo
scusa»
Tsunade lo guardò per un
lungo istante.
L’immagine
del ragazzino dodicenne che sbraitava per diventare Hokage si fece
indistinta, nella sua mente... ora aveva davanti un quasi uomo che –
udite udite – era in grado di chiedere scusa. Di chiedere
sinceramente
scusa.
E non è cosa da tutti,
perché i più non riescono nemmeno a capire i propri
errori.
L’Hokage sospirò, e
l’espressione severa sul suo volto si sciolse in un sorriso mesto.
Naruto non era l’unico
responsabile, dopo tutto. Anche lei aveva sbagliato, e forse era più
colpevole di lui, perché lo aveva fatto consapevolmente.
«Allora» disse,
riacquistando un minimo di brio. «Vuoi uscire di qui?»
Naruto rialzò bruscamente
la testa, con gli occhi brillanti d’entusiasmo.
«Sì!» esclamò.
E Tsunade sorrise, perché
forse l’immagine del ragazzino dodicenne nella sua testa non era
poi tanto scomparsa...
«Che stai aspettando?»
chiese, facendosi da parte.
Naruto guardò il corridoio
grigio che si stendeva davanti ai suoi occhi, illuminato dalla luce
fredda delle lampadine, senza finestre. Deglutì, sentendo il
cuore battere forte nel petto, ed evitò accuratamente di
posare lo sguardo sugli Anbu fermi accanto alle altre porte, tutti a
volto coperto.
Beh, non dava molto l’idea di
libertà, a voler essere onesti.
Però uscire da quella
stanzetta asfissiante era già qualcosa.
E non c’erano orridi vasi da
notte, lì.
Fece un passo, oltrepassò
la soglia. Poi un altro, e un altro ancora. E l’aria era ancora
viziata, ma non quanto quella nella cella, e i suoi sandali
riecheggiavano, ma non erano assordanti...
«Naruto»
L’euforia si interruppe
bruscamente al sentire la nota bassa nella voce di Tsunade. Naruto si
fermò, inquieto, e si voltò a guardarla.
Lei, appoggiata alla parete del
corridoio, sorrideva ancora. Ma il suo era un sorriso molto più
dolce del solito, senza la minima traccia di arroganza.
«Grazie per averlo
riportato indietro» disse piano.
E Naruto capì, e sorrise.
«Scherziamo? Quello non
muore neanche se lo ammazzi» ghignò. «Non si
perderebbe mai l’occasione di vedere le mille ragazze che ancora
non ha incontrato»
Tsunade sbuffò
impercettibilmente, mentre lui tornava a darle la schiena e correva
via – ignaro, l’ingenuo, di quello che lo aspettava
all’esterno... – e gettò un’occhiata all’Anbu
dall’altra parte del corridoio.
«Uhm... tu sei in vacanza»
commentò in tono leggero. «Due settimane di permesso»
Quello rimase spiazzato per un
istante, e poi, profondendosi in inchini e ringraziamenti, se ne andò
a passo veloce, incredulo e sbalordito.
L’Hokage sorrise per l’ennesima
volta, ripensando alla zazzera bionda che si era allontanata
correndo; e un pensiero le sorse spontaneo, tra tanti e tanti
ricordi.
“Ho
fatto bene a scommettere su di te...”
I pasti in casa Hyuuga potevano
tranquillamente definirsi deprimenti.
Inginocchiati in una stanza
troppo grande e troppo vuota, davanti a vassoi troppo lucidi e piatti
troppo perfetti, Hiashi e le sue due figlie mangiavano in silenzio,
gli occhi puntati a terra. I servitori ogni tanto entravano,
portavano qualcosa di nuovo, e poi scomparivano senza dire una
parola, come fantasmi.
Anche quel poco di appetito che
aveva Hinata se ne andava terribilmente in fretta, a quella tavola.
Ultimamente, poi, si era aggiunto
un commensale.
Che casualmente era stato seduto
accanto alla primogenita, già alla destra di Hiashi.
E quel commensale non solo
cancellava ogni minimo istinto famelico in Hinata, ma addirittura le
provocava un vago senso di nausea.
Eppure Neji non faceva nulla di
sbagliato. Si limitava a stare seduto in silenzio, e a mangiare ciò
che gli veniva messo nel piatto.
Purtroppo, ciò che
influiva su Hinata era la sua semplice presenza... e i motivi per cui
era lì.
Quel giorno la scena non era
diversa dal solito.
Seduti nella disposizione di
sempre, gli Hyuuga mangiavano e tacevano. Fuori dalla stanza qualche
sparuto uccellino cantava. Le bacchette tintinnavano sommessamente
nelle ciotole. Hinata si costringeva a buttar giù qualcosa per
non vedere lo sguardo severo del padre, e intanto pensava a Naruto
ancora rinchiuso. Hanabi, inosservata, nascondeva un sorrisino
compiaciuto dietro la tazza di tè.
A un tratto si udì un
bussare sommesso.
«Sì?» fece
Hiashi, alzando gli occhi dal suo vassoio, e quando la porta
scorrevole si aprì frusciando, una cameriera inginocchiata
piegò la fronte a terra.
«Chiedo perdono, porto
notizie urgenti dal Consiglio» mormorò.
Tutti i presenti drizzarono le
orecchie.
«Avvicinati» disse
Hiashi, e la ragazza si rialzò, lo raggiunse, e si inginocchiò
di nuovo. Con un certo timore intriso di rispetto, portò le
labbra accanto al suo orecchio e sussurrò qualcosa.
Il capoclan degli Hyuuga si
accigliò, finché lei non ebbe finito. «...Puoi
andare» borbottò a quel punto. «Se dovessero
chiedere il mio parere, mi schiero con l’Hokage e la Foglia,
riferisci questo»
«Sì, signore»
la cameriera chinò di nuovo il capo, si rialzò, e uscì
silenziosa come era arrivata.
Hinata lanciò un’occhiata
ansiosa al padre, ma lui la ignorò e riprese a mangiare.
Lei avvertì una stretta al
cuore. Il Consiglio stava decidendo di Naruto, lo sapevano tutti.
Anche suo padre avrebbe dovuto essere nella commissione, ma in quel
momento stava sfruttando le sue ore di riposo.
E se gli anziani... Se erano
giunti a una conclusione, allora...
«Padre...» si azzardò
a domandare, stupendo anche sé stessa per la propria audacia.
«Posso... posso chiedere cosa...»
Hiashi alzò gli occhi su
di lei, freddo.
«Prego?» fu tutto ciò
che disse.
Hinata avvampò, e tornò
a chinare il capo sul suo vassoio, con gli occhi brucianti.
«N-Niente...» sussurrò, stringendo le mani attorno
alla ciotola del riso.
Hanabi, di fronte a lei, le gettò
un’occhiata di sottecchi e si trattenne dallo sbuffare irritata.
Neji, al suo fianco, sospirò impercettibilmente.
Hinata sentiva il cuore battere
nel petto, molto più pesantemente del solito. Voleva sapere di
Naruto, lo voleva con tutta sé stessa. E anche se le notizie
provenienti dal Consiglio non fossero state buone, lei comunque
voleva conoscerle.
“Stupida
Hinata!” si disse, ferita. “E’ così che vuoi diventare
forte? Che vuoi imitare Naruto?”
Si morse il labbro, tremando.
Solo pochi giorni prima Naruto
aveva affrontato e sconfitto Kyuubi praticamente da solo. Ricordava
ancora il suo corpo coperto di ustioni, e i suoi occhi posati sul
sannin che stringeva tra le braccia. Ricordava quanto le fosse
apparso... forte. Non bello, non eroico. Forte, semplicemente. Di
quella forza che non ha bisogno di essere ostentata.
E lei invece?
Da mesi, lei arrancava e
brancolava, lasciandosi sospingere dalla corrente. Suo padre voleva
che sposasse Neji, e lei non trovava il coraggio di opporglisi
chiaramente. Kiba cercava di avvicinarla per avere qualcosa di più,
e lei non era in grado di respingerlo. Hanabi tentava di renderla più
forte, di darle una mano a crescere, ma lei aveva troppa paura per
seguire i suoi consigli fino in fondo.
Lei
non stava facendo niente.
Diceva di voler essere come
Naruto, ma da troppo tempo si limitava a guardarlo e ammirarlo da
lontano, senza più cercare di raggiungerlo.
Così non sarebbe mai
andata avanti.
«Padre» si scoprì
a ripetere, e, anche se la voce tremava, il tono era più forte
del solito. Dovette costringersi ad alzare gli occhi, ma nello
stupore generale sostenne lo sguardo accigliato di Hiashi. «Che
notizie vengono dal Consiglio?»
Beh, ancora non riusciva a
chiedere direttamente di Naruto.
Mentre Hanabi sbatteva le
palpebre a bocca aperta e Neji tratteneva un sorriso sorpreso, la
ruga sulla fronte del capoclan si fece più scura.
«...Noto con un certo
piacere che inizi ad interessarti alle questioni degli Hyuuga»
commentò, tornando a mangiare e mostrandosi volutamente
distaccato.
Hinata non se la sentì di
correggerlo, ma Hanabi per un istante ebbe l’impulso di farlo, e
svelare che a interessare Hinata erano le questioni di un certo
biondino, e non del clan. Tuttavia tacque, studiando gli eventi.
Hiashi masticò un boccone
a lungo, prima di riprendere a parlare. «Naruto Uzumaki è
stato liberato» disse poi, neutro. «Il Consiglio lo ha
giudicato non pericoloso... Anche se personalmente nutro molti dubbi
in proposito, e immagino che molti colleghi la pensino come me. Quasi
sicuramente l’Hokage si è fatta garante per lui»
Hinata si illuminò, e un
sorriso spontaneo le salì alle labbra. Lo spettro della
prigione per Naruto si allontanò rapido dai suoi pensieri, e
fu come se qualcuno all’improvviso avesse aperto una finestra e
fatto entrare la primavera.
«Ma padre» intervenne
Hanabi, corrucciata. «Dici di non credere che Naruto Uzumaki
sia pericoloso, però ti ho sentito riferire alla cameriera che
ti schieri con l’Hokage»
Hiashi le lanciò uno
sguardo di sottecchi.
«La decisione è già
stata presa» commentò. «Mostrarsi contrario a
questo punto sarebbe soltanto controproducente. Questa è la
politica, Hanabi»
La ragazzina sbatté le
palpebre, interdetta.
A livello logico capiva la
posizione del padre. Ma non riusciva a impedirsi di provare
irritazione: gli Hyuuga erano il clan più importante di
Konoha, eppure la loro parola contava così poco?
“Quando
ci sarò io alla guida della casata principale, le cose
cambieranno” si ripromise.
«In ogni caso, non capisco
perché l’Hokage rischi tanto per quel ragazzo»
proseguì Hiashi, gettando un’occhiata rapida a Hinata. «E’
sempre stato una fonte di guai, e in ultima analisi si è
rivelato realmente pericoloso per l’intero villaggio. La cosa più
intelligente da fare sarebbe rinchiuderlo in un posto sicuro e
gettare la chiave. Nessuno andrebbe a cercarlo: non ha parenti, e
l’amicizia è un sentimento labile, di fronte alla
necessità...»
Mano a mano che lui parlava, il
sorriso sulle labbra di Hinata si spense, portandosi via anche il
sangue che le coloriva il volto. La sua mano si serrò a pugno,
d’istinto.
«L’Hokage dovrebbe
pensare prima di tutto all’interesse del villaggio» continuò
Hiashi, mentre sia Hanabi che Neji lanciavano occhiatine nervose da
lui alla sua primogenita. «Lasciare in libertà quel
ragazzo è un rischio troppo grande. E correrlo solo per uno
sciocco sentimento d’affetto è più di quanto sia...»
«Padre» a sorpresa,
Hinata lo interruppe.
Ci fu un istante di silenzio
completo – e attonito – nella stanza.
Hanabi trattenne il fiato, e vide
la sorella a capo chino, con i pugni chiusi e le nocche bianche. Nel
parlare, la sua voce non aveva tremato; ma le sue spalle non
riuscivano a stare ferme.
«...Tu
sai di chi è figlio Naruto, non è così?»
chiese, e la nota tagliente nel suo tono stupì tutti quanti.
La sua domanda non ebbe risposta, ma d’altronde non ne attendeva
neppure. Hinata deglutì, e sollevò appena il capo,
senza osare alzare gli occhi. «Immagino... che tu conosca tutta
la storia» continuò, e la sua voce non riuscì a
mantenersi salda come prima. «Diciotto anni fa eri già
un membro importante del clan, sicuramente lo sapevi... Allora...
come puoi parlare così? Sai che suo padre era un eroe, che è
morto per Konoha. E sai anche che Naruto non è un mostro...
non è... soltanto il ricettacolo delle vostre paure»
strinse i denti, sentendo le lacrime che premevano per scorrere lungo
le guance. «Naruto è un eroe, esattamente come suo
padre!» esclamò, sentendo il volto arrossato, lo sguardo
di Hiashi su di sé, ma incapace di fermarsi. «L’unico
pericolo che Konoha corre, è di perderlo perché nessuno
si interessa a lui! E se solo voi membri del Consiglio vi rendeste
conto che è una risorsa preziosa, e non un mostro,
avreste molti meno problemi, e... e... lui sarebbe più
felice!»
Le lacrime debordarono, e
finalmente rotolarono lungo il viso scarlatto, bollenti, salate,
amare.
Hinata non lasciò a Hiashi
il tempo di ribattere, e in fretta si alzò in piedi.
Passandosi una manica sugli occhi, lasciò la stanza senza
salutare nessuno, e uscendo dimenticò di richiudere la porta.
Tra gli Hyuuga rimasti piombò
il silenzio.
Ma se Neji era perfettamente in
grado di nascondere il leggero sorriso che avrebbe voluto stirargli
le labbra, Hanabi faticava a trattenere l’esultanza: con
quell’uscita non solo sua sorella si era dimostrata in grado di
reagire al padre, ma doveva essersi alienata per sempre ogni suo
favore.
Hiashi, accigliato, rimase a
fissare la porta per cui Hinata era uscita.
Non si aspettava una simile
reazione; il suo intento era quello di mostrare quanto Naruto Uzumaki
fosse pericoloso e poco attraente, ma mai si sarebbe aspettato che
sua figlia sapesse il genere di cose che solo un uomo nella sua
posizione era in grado di conoscere.
D’altro canto... la capacità
di leggere il mondo e le persone è una dote fondamentale per
un capoclan...
Se Hanabi avesse potuto vedere
nella mente del padre, la sua euforia si sarebbe spenta come un
fiammifero nell’acqua.
In
quei giorni Rock Lee era pieno di fervore – di fuoco
della giovinezza,
avrebbe detto Gai.
Dopo aver visto la straordinaria
potenza di Naruto, o meglio, dopo averla immaginata, considerando che
era più forte della spaventosa Kyuubi, aveva deciso che si
sarebbe allenato come un matto fino a raggiungere il suo livello.
La
rivalità con Neji? Pfui,
e chi se ne ricordava più? A occhio e croce il nuovo obiettivo
per tutti, da quel giorno, sarebbe stato Naruto.
A torso nudo, coperto di sudore,
si mosse agile sui piedi, da un fianco all’altro. Saltellò,
a pugni colpì l’aria un paio di volte, e poi sferrò
un calcio nel nulla, facendo frusciare le foglie dei cespugli poco
distanti. La foresta osservava il suo allentamento in silenzio.
Bene. Era caldo.
Senza
perdere il ritmo, si avvicinò al tronco contro cui si
esercitava di solito e provò un paio di colpi veloci. Il legno
risuonò di thud
sordi là dove la corteccia era più rovinata, ma non si
incrinò. Era antico, era resistente. Fino a quel giorno Rock
Lee non era mai riuscito a scalfirlo.
Mentre lui respirava a tempo e
ponderava ogni pugno e ogni calcio, con occhi attenti e infuocati, a
qualche passo di distanza Tenten era seduta su un masso con il mento
appoggiato alle mani.
Lo guardava, in paziente attesa,
come faceva sempre da anni... e mentre vedeva i suoi colpi andare a
segno e le gocce di sudore correre lungo la schiena muscolosa, le
tornò alla mente un Lee diverso, molto diverso.
Si trattava dello scorso Natale,
forse...
«Ehi, ehi! Chi è
il cretino che gli ha messo in mano il sakè?» gridò
Shikamaru quando la prima sedia volò per la stanza.
«A chi?» chiese
Kiba, alticcio e incredibilmente allegro. La sedia si fracassò
a meno di venti centimetri dalla sua testa, e lui scattò in
piedi ringhiando. «Chi è stato?» sbraitò,
tutt’a un tratto aggressivo.
«Il deficiente numero
due» grugnì Shikamaru disinteressandosi di lui.
Tornò a guardare Rock
Lee, che dopo aver lanciato la prima sedia aveva iniziato a schivare
con un sorriso sghembo i tentativi di Neji di fermarlo.
«Lasciati prendere,
decerebrato!» ringhiò lo Hyuuga, cercando di catturarlo
per la trentesima volta.
«No no» ridacchiò
lui, esibendosi in un pallido tentativo di diniego con l’indice, e
ottenendo un segno che forse voleva simboleggiare un serpente
ubriaco.
«Potrei...»
propose Sakura, avvicinandosi a Shikamaru, ma lui la fermò con
un cenno.
«Per carità, non
muoverti» bofonchiò.
Da quando lei e Naruto avevano
iniziato a uscire insieme, Rock Lee si rabbuiava solo a vederli.
Metterglieli davanti in quel momento sarebbe stato decisamente
controproducente. Per non dire potenzialmente fatale.
Tenten, accanto a Neji, sbuffò
contrariata.
«Lee! Quanto hai
bevuto?» gli chiese tagliente, le mani piantate sui fianchi.
L’interrogato la guardò
storto. «Ehi! Non sono ubriaco!» protestò, e
mentre lo diceva schivò il colpo di Neji con una fluidità
a dir poco inumana.
Shikamaru si passò una
mano sugli occhi, vicino alla disperazione. Tutti avevano tirato
fuori dei soldi per affittare il locale in cui festeggiare Natale, ma
se qualcuno non fermava quel pazzo avrebbero dovuto aprire un mutuo
per risarcire i danni.
«Via tutti! Ci penso
io!» gridò a quel punto una voce pericolosamente
strascicata.
Shikamaru non fece in tempo a
farsi prendere dal panico, che vide Naruto farsi largo a gomitate,
con l’aria dell’eroe chiaramente brillo.
«No!» gridò
il Nara, ma troppo tardi.
Rock Lee lo aveva visto.
Mezzora dopo nella sala non
c’era un mobile sano e tre vetri erano in frantumi, il che
significava che l’aria gelida di dicembre sibilava tra i tavolini
rovesciati. Sulla parete con il murale, poi, si apriva una crepa
spessa due centimetri, come una ragnatela, e le luci penzolavano
fiaccamente dal soffitto.
Shikamaru era seduto sui resti
di una panca, depresso. Sospirò profondamente, mentre Ino gli
si avvicinava con aria sconvolta.
«Ma te la immagini mia
madre quando le chiedo un prestito?» chiese alla ragazza, cupo.
«Shikamaru... non so se
hai ben chiara la situazione» ribatté lei. «E’
un miracolo che siamo ancora vivi!»
Lui mugugnò, ma non
sembrò affatto sollevato.
“Finché
avrò vita, lo terrò lontano da ogni tipo di alcolico”
si ripromise.
Fuori, intanto, Tenten e Neji
erano riusciti a trascinare Lee in un angolo appartato, e lasciavano
che svuotasse lo stomaco e smaltisse la sbornia.
«Bravo! Genio!»
bofonchiò lei, irritata. «Sai quanto dovremo sborsare
adesso?»
«Mi... mi dispiace»
ribatté lui, passandosi una mano sulla bocca.
«Vado a cercare
dell’acqua» sospirò Neji. «Torno subito»
Tenten rimase sola con Rock
Lee, e gli lanciò un’occhiata di compatimento.
«Ti ci sei buttato
volontariamente sul sakè, eh?» chiese con uno sbuffo
rassegnato.
Lui non rispose, né la
guardò.
«Lee, devi lasciarla
perdere. Sta con Naruto da mesi, ormai, è inutile che tu
continui a starci male»
«Non è per
quello!» scattò lui, punto sul vivo. «Non è
per Sakura!»
«Ah no?» chiese
lei, adocchiando le lacrime che spuntavano dai suoi occhi.
Lee si strofinò una
manica sul viso.
Tenten sospirò, e gli
batté una pacca leggera sulla spalla.
«Prima o poi passa»
commentò, con un pizzico di tristezza. «Passa sempre...»
...E non parlava solo di lui.
Tenten sbuffò
impercettibilmente, inclinando la testa da un lato.
«Lee» chiamò.
«Sì?» fece lui
senza ascoltarla davvero, tutto concentrato su una mossa
particolarmente complessa.
«Sono al secondo mese»
«Ah sì? Bene! E di
cosa?» caricò un pugno, con il fuoco negli occhi.
«Di tuo figlio»
Il
colpo sul tronco non fu seguito dal solito thud
ovattato.
Questa
volta ci fu un crack
secco, e il legno si spaccò esattamente a metà, con
precisione millimetrica. Nella fenditura tra le due parti, costellato
di schegge, c’era il pugno di Rock Lee.
Silenzio.
«Ti sei fatto male?»
chiese Tenten neutra.
Lui voltò lentamente la
testa, gli occhi sbarrati.
«Tu...» alitò,
senza parole.
«Rilassati» borbottò
lei evitando il suo sguardo, ostentando sicurezza... ma sentiva il
cuore battere in fretta nel petto. «Ho già deciso di
tenerlo, e non ti darò problemi... puoi continuare a fare la
tua vita, allenarti, andare in missione... non ho intenzione di farlo
diventare un peso per te»
Forse una settimana dopo
Natale, Tenten e Lee si erano trovati di nuovo da soli.
Chissà come, lei aveva
finito per diventare qualcosa come il suo guru sentimentale, e si
stava adoperando per permettergli di dimenticare finalmente Sakura.
Quel giorno, lui le comunicò
euforico che era riuscito a fare un discorso sensato con Naruto senza
essere assalito dalla depressione o dalla voglia di farlo a pezzi.
«Ottimo, stai facendo
progressi» sorrise lei, seduta su un muretto con una lattina di
aranciata in mano. Erano poco fuori da Konoha, su un sentiero in cui
potevano parlare senza timore di essere interrotti, e il loro respiro
si condensava in nuvolette bianche.
«Il fuoco della
giovinezza sta maturando con ardore in me!» ribatté Lee,
facendole roteare gli occhi verso il cielo.
«Sì, sì...
va bene» bofonchiò Tenten con un cenno distratto. «E
Sakura? L’hai vista?»
«Sì. E l’ho
salutata con un sorriso, da persona perfettamente normale»
«Bravo. Sei vicino alla
guarigione, diciamo così»
«Ehm, già,
già...»
Tenten lo vide scavare nel
terreno della strada con la punta del piede, le sopracciglia
corrugate e la fronte imperlata di sudore.
«Lee, qualcosa non va?»
chiese preoccupata.
Lui alzò lo sguardo di
scatto, rigido come un manico di scopa. «Sì, beh, ho una
domanda... una richiesta, anzi»
Lei sbatté le palpebre,
perplessa. «Una richiesta?»
Lui annuì.
«Usciresti-con-me?»
sputò poi tutto d’un fiato, avvampando fino alla radice dei
capelli.
La lattina tra le dita di
Tenten cadde a terra con un tonfo ovattato, spargendo l’aranciata
rimasta, mentre lei spalancava la bocca.
«Eh?» si lasciò
sfuggire, ma Rock Lee non abbassò gli occhi neanche per un
istante.
«Un appuntamento»
le disse, infervorato come nel suo ultimo allenamento. «Io e
te. Sì, insomma, ovviamente solo se vuoi»
Lei ci pensò.
Il buffo Rock Lee dagli occhi
a palla e i capelli assurdi.
Il
testardo Rock Lee dalla mise
improponibile.
Il determinato Rock Lee che
prendeva ogni sfida come un’offesa personale.
Insieme a lei, la banale
Tenten.
Innamorata di Neji, per di
più.
«Lee, senti, io...»
iniziò, incerta, arrossendo.
«Alt» la fermò
lui, alzando una mano. «Se stai per dirmi che ti piace Neji,
non sprecare fiato»
Tenten si accigliò.
«Te l’ho chiesto
sapendolo» spiegò Lee, con tutta la concentrazione del
mondo. «E’ solo che non ho potuto fare a meno di provare,
perché... perché in questo tempo che siamo stati
insieme... insomma, tu hai iniziato a piacermi... e io... sì,
beh, ho pensato che magari potresti uscire con me, almeno una
volta... In gioventù si fanno questi tentativi, giusto?»
Lei lo fissò a bocca
aperta.
‘In
gioventù si fanno questi tentativi, giusto?’
Oddio. Era una frase così
fuori dal mondo da essere ridicola, a ben vedere.
Portò una mano alla
fronte, e si lasciò sfuggire una mezza risata.
Poi, incomprensibilmente,
gettò un’occhiata obliqua a Lee.
Voleva provarci.
Aspettare Neji si era fatto
troppo doloroso.
«Solo una prova»
gli concesse con un sorriso sghembo.
Altro che prova.
Avevano iniziato a uscire insieme
regolarmente, all’insaputa di tutti... e, sorprendendo anche sé
stessa, Tenten aveva scoperto che Lee non era irritante quanto
credeva.
Più che altro era pieno di
entusiasmo. Metteva tutto sé stesso anche nella cosa più
stupida, e se da un lato qualche volta le faceva desiderare di
sprofondare nel terreno, dall’altro le provocava un’indiscriminata
ammirazione, che stupiva anche lei.
Aveva sempre pensato di amare i
tipi come Neji, freddi, bellissimi e superiori.
Ma aveva scoperto che il caldo e
‘normale’ Rock Lee, in definitiva, non le dispiaceva affatto.
E
se poi guardava al lato pragmatico della relazione... sì, beh,
lo preferiva decisamente rovente.
Avevano iniziato a frequentare
gli alberghi a ore, causa parenti un po’ troppo impiccioni, e una
volta Neji li aveva quasi scoperti, attorno a giugno, quando lei si
era lasciata scappare di aver visto Temari e Shikamaru nel quartiere
a luci rosse. Ma la maggior parte del tempo la passavano nella
foresta, magari mentre lui si allenava e blaterava frasi insensate
sulla gioventù, e a lei bastava guardarlo in silenzio e
rimproverarlo se si faceva male.
Qualche volta si sentiva un po’
sua madre.
Ma in fondo lui le piaceva non
come un figlio.
Le piaceva come Rock Lee. Come il
buffo, determinato Rock Lee, che era innamorato di lei.
E poi, ad agosto, si era resa
conto di essere incinta.
Non ricordava nemmeno come fosse
accaduto, le sembrava di essere sempre stata attenta... ma era
successo. E non poteva essere che di Lee.
Aveva impiegato quasi un mese per
decidere se dirglielo, perché aveva avuto paura.
Poi c’era stata la faccenda di
Neji, e per un breve istante si era sentita dubbiosa... ma alla fine
aveva risolto che il padre del bambino aveva almeno il diritto di
saperlo, anche se probabilmente non era abbastanza maturo per
scegliere di prendersene cura.
Ed era arrivata a quel giorno.
Ed era arrivata alla confessione,
e agli occhi sbarrati di Lee, e al tronco spezzato in due.
Deglutì a vuoto, suo
malgrado nervosa.
Cosa le avrebbe detto ora?
Il suo ardore adolescenziale, il
suo spropositato coraggio, sarebbero venuti meno?
Strinse i pugni, imponendosi la
calma.
Anche se lui non avesse voluto
prendersi responsabilità, lei sapeva come andare avanti... sua
madre le aveva dato ogni disponibilità, si era anche preparata
psicologicamente...
«Ma
è...» balbettò Lee, estraendo il pugno dal tronco
distrutto. «E’ fantastico!»
Tenten alzò bruscamente lo
sguardo, corrucciata.
«Cosa?» chiese secca.
«E’ fantastico!»
ripeté lui radioso, con un sorriso che andava da un orecchio
all’altro. In un balzo la raggiunse, e si inginocchiò
davanti a lei. «Sei già al secondo mese?» chiese
entusiasta, prendendole le mani. «Allora è per questo
che hai smesso di uscire in missione! Si sa se è maschio o
femmina? Ah, ma che idiota! Dobbiamo sposarci!»
Tenten impallidì, e poi
arrossì bruscamente.
«Aspetta un attimo!»
lo interruppe, allontanando le mani dalle sue. «Così? Su
due piedi? Mi dici già ‘alleviamolo insieme’?»
Rock Lee sbatté le
palpebre. «E’ mio figlio, no?» chiese come se fosse
ovvio.
«Sì!» sbottò
lei. «Ma... ma non puoi... così... su due piedi...»
«Tenten, forse non te ne
sei accorta, ma io ti amo» le fece notare lui.
«Me lo avrai ripetuto
almeno ottocento volte, in questi mesi» ringhiò lei.
«Bene. Io ti amo. Io voglio
sposarti. Io voglio crescere con te il bambino»
Tenten immerse le mani nei
capelli, frustrata.
«Ma ti rendi conto di cosa
stai dicendo?! Qui si parla di un bambino! Si parla di ‘per
sempre’!» gridò, quasi.
Lee la fissò, senza
scomporsi. «Lo so» commentò come se fosse stata la
cosa più normale del mondo. «Ah, però...»
mormorò, con un brillio preoccupato nello sguardo. «Forse...
forse tu...» all’improvviso esitò – scena insolita.
«Tenten, tu... sei ancora innamorata di Neji?» si trovò
a chiederle, turbato.
Lei lo guardò.
Con i suoi occhi a palla, che
demolivano l’estetica.
Con il suo entusiasmo infantile,
quasi irritante.
Con la sua ansia, all’idea che
lei amasse un altro.
Ripensò
a tutto il tempo che avevano passato insieme, ai pomeriggi, agli
allenamenti, ai tè, alle lenzuola sempre diverse... e si
accorse che ogni ricordo era felice. Davvero
felice.
Amava ancora Neji?
No, probabilmente no... da tanto
tempo, ormai.
L’indifferenza può
essere affascinante... ma se resta tale, presto inizia soltanto a far
male.
Mentre
l’amore... l’amore donato incondizionatamente, ingenuamente,
entusiasticamente... quel tipo di amore si
diffonde.
Contagia, come un virus, e passa da una persona all’altra in
maniera impercettibile. Ma ha effetti profondi e indelebili.
«Stupido» mormorò
Tenten, sentendo gli occhi bruciare. «Che domande idiote fai?»
«Ehm... come devo
considerare questa risposta?» chiese Lee, perplesso.
Lei riprese le sue mani, chinando
il capo.
«Io voglio te» disse
con un groppo in gola.
Lee tornò ad illuminarsi,
tutto sorridente.
«Allora ci sposiamo?»
chiese, pieno di entusiasmo.
Tenten annuì, asciugando
in fretta le lacrime.
«Magnifico!» esclamò
Lui, saltando in piedi. «E poi, quando nascerà il
bambino, gli insegnerò a crescere seguendo l’ardore della
fiamma della giovinezza!»
Come far sfumare il romanticismo
in due secondi o poco più.
Tenten sospirò
profondamente, appoggiando il mento a una mano, e un cauto pessimismo
prese il posto dell’ingenua emozione.
Chissà perché,
aveva l’impressione di sapere chi avrebbe portato i pantaloni in
casa...
* * * * ȣ * * *
*
Spazio
autore
Chiedo scusa ad Arwen per aver inculcato nella sua povera e ingenua testolina
l'immagine di un Lee sexy!
XD
Purtroppo, la svolta LeeTen era nei miei programmi ancor prima del primo capitolo,
quindi non potevo assolutamente evitarla, e nemmeno volevo, ad essere sinceri.
Insomma, siamo subissati di NejiTen!
E Lee?!
Non ha diritto a un po' di felicità anche lui?
Detto questo, noto con un leggero sgomento che il mio stile sta virando su toni da invasata che mi lasciano perplessa...
Abbiate pietà, per favore, e cercate di tollerare le sviolinate teatrali sul finale... Sigh.
Penso che soltanto un'imbecille, o
qualcuno di tanto sicuro di sé da rasentare l'idiozia, avrebbe detto su due
piedi "alleviamo il bambino insieme".
Queste parole, pronunciate nello spazio autore del capitolo quarantacinque,
erano ovviamente riferite a Lee XD
Ora vi chiedo profondamente perdono, mi inchino e arrivo con la fronte al terreno,
perché non riesco a rispondere ai vostri meravigliosi commenti!
La cosa fa più male a me che a voi, ma avrei dovuto scegliere tra: aggiornare oggi così, o domani con le risposte.
Spero di non aver sbagliando con la prima opzione!
In compenso, ho una buona e una cattiva notizia.
La buona è che il prossimo capitolo vedrà anche le risposte che avrebbero dovuto essere in questo.
La cattiva è che non so di preciso quando lo posterò. Sicuramente tra giovedì e sabato inclusi.
Chiedo ancora scusa a tutti, davvero.
(E finalmente la prossima volta ci sarà l'agognato confronto Naruto-Sakura...)
|
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Capitolo 61 *** Tutto cambia ***
Naruto-61
Canzone di sottofondo (caldamente cosigliata): Lost, dei "Red"
Capitolo sessantunesimo
Tutto cambia
Non riusciva ancora a credere di
aver osato alzare la voce di fronte a suo padre.
Con il viso in fiamme e le mani
sulla bocca, Hinata percorreva i corridoi della casa convinta che
qualcuno avrebbe sentito il battito del suo cuore; perché era
impossibile che non lo sentissero: di lì a poco le avrebbe
sfondato la cassa toracica.
“Cosa
ho fatto... cosa ho fatto...” continuava a ripetersi, le lacrime
congelate nei suoi occhi per lo shock.
L’ultima volta che si era
ribellata al padre, al processo di Sasuke, la sua disobbedienza aveva
finito per gravare anche sui suoi compagni di squadra, costretti come
lei a missioni estenuanti dal mattino alla sera.
Ora Hiashi sarebbe riuscito a
mettere le mani su Naruto?
La sola idea la faceva star male.
Più ci pensava, e più
si pentiva di essere stata tanto brusca. Avrebbe dovuto usare
diplomazia, tatto... non sputare sentenze a raffica.
Eppure...
...Eppure non riusciva a non
pensare di aver fatto bene, in fondo.
Nonostante avesse sbagliato il
tono, era orgogliosa di aver preso le parti di Naruto.
Lui l’aveva difesa tante volte,
prima di quel giorno... le faceva piacere poter difendere lui, ogni
tanto.
Hinata tornò bruscamente
alla realtà, e si rese conto di aver sconfinato nei corridoi
della casata cadetta.
Smarrita, si guardò
attorno senza riuscire a capire esattamente dove si trovasse. Tutto
era silenzioso, leggermente meno elegante che nell’altra ala della
casa... e la colse un certo nervosismo.
“Devo
tornare indietro” pensò voltandosi, incerta. “Ma da che
parte?”
Fu allora che qualcuno venne in
suo soccorso.
«Madamigella Hinata»
la chiamò la familiare voce di Neji, comparendo lungo il
corridoio da cui lei era venuta. «Che ci fate qui?»
«Ah, io... mi-mi sono
persa, credo» balbettò lei arrossendo.
Neji sorrise di fronte alla sua
agitazione.
«Vi riaccompagno nell’ala
della casata principale» si offrì, raggiungendola.
«Grazie...» mormorò
lei, chinando il capo.
Mentre si incamminava insieme a
lui lungo il corridoio, tornando indietro, Hinata si torse
nervosamente le mani.
Neji veniva dal pranzo con
Hiashi; dentro di sé avrebbe voluto chiedergli come il padre
aveva preso la sua alzata di testa... ma non aveva il coraggio di
conoscere la risposta.
«Prima...» iniziò
lui all’improvviso, facendola quasi trasalire. «Quando avete
parlato con vostro padre...» lei alzò appena gli occhi,
scrutando il suo volto serio, fisso avanti a sé. «Per
quello che avete detto, vorrei complimentarmi con voi»
Hinata arrossì
furiosamente.
«I-Io veramente...»
sussurrò nervosa. «Non avrei dovuto usare quel tono...
mi sono lasciata trasportare, e...» si morse il labbro. «Mio
padre come l’ha presa?» trovò il coraggio di chiedere
alla fine.
Un angolo della bocca di Neji si
piegò in un sorriso, mentre le lanciava un’occhiata un po’
amara.
«Meglio del previsto»
commentò, stupendola. «Alla fine del pranzo, dopo aver
congedato Hanabi, ha confessato di essere piacevolmente stupito dal
vostro cambiamento. Dice che ora è più convinto di
prima a lasciarvi la guida del clan»
Se da un lato Hinata tirò
un sospiro di sollievo, dall’altro sentì un peso scendere
sullo stomaco. Deglutì, abbassando gli occhi imbarazzata.
«Con... Con te,
immagino...» trovò il coraggio di sussurrare.
«Sì, temo di sì»
commentò lui sospirando impercettibilmente.
«Mi dispiace» disse
lei contrita. «So che questa cosa ti sta causando dei
problemi... ma credimi, io non ho la minima parte in...»
«Non dovete scusarvi con
me» la interruppe Neji. «So fin troppo bene come vanno le
cose all’interno del clan. Non ho mai pensato di imputarvi nessuna
colpa»
Hinata sollevò lo sguardo
stupita e sorpresa. L’ultima volta, per la morte di suo padre –
in cui lei non aveva sicuramente parte – l’aveva pubblicamente
umiliata e quasi uccisa. Anche se sapeva che da allora il cugino era
cambiato, sentire quelle parole nella sua bocca le lasciò una
strana sensazione.
“Tutti
stanno andando avanti, imparano dai propri errori...” si trovò
a pensare. “Chissà se anch’io...”
«Ecco, da questo punto
siete di nuovo nella vostra ala» Neji interruppe bruscamente il
corso dei suoi pensieri, e Hinata si rese conto che erano tornati in
territori familiari.
«Ah, g...grazie!» si
affrettò a balbettare, sfoderando un sorriso incerto. «Non
capisco ancora come sia potuta finire laggiù...»
Neji rispose al suo sorriso,
pacato. Poi, prima di lasciarla andare, parlò ancora.
«Hinata»
la chiamò, omettendo il ‘madamigella’
che le aveva sempre riservato. «Se doveste davvero assumere la
guida del casato... penso che sareste un ottimo capoclan»
Lei avvampò. «I-I-Io
veramente... n-non sa-saprei...!» balbettò nel panico,
sentendo il sangue salirle alla testa.
«Fidatevi del mio parere»
sorrise lui, troncando i suoi affannosi mormorii.
“E
ricordate che sarei un ottimo braccio destro” aggiunse mentalmente.
Hinata sbatté le palpebre
confusa. Poi Neji le voltò le spalle, e se ne andò
lasciandola sola.
Lei portò le mani al
petto, più turbata del previsto.
Nonostante tutto, aveva sempre
nutrito una grande ammirazione per suo cugino. Lui era forte, era
nobile, era intelligente. Era un vero genio, il talento che lei
avrebbe dovuto essere in quanto erede.
E quel genio, quell’obiettivo
irraggiungibile... diceva di aver fiducia nella debole e incerta
Hinata.
Si sbagliava?
No, lui non sbagliava mai.
Allora... forse era lei ad essere
in errore.
Forse era solo lei a credere
stupidamente di non essere mai cresciuta...
In fondo, ciò che era
successo a pranzo non poteva dirsi un cambiamento? Non aveva forse
fatto qualcosa di inaspettato, che fino a un mese prima non avrebbe
nemmeno osato pensare?
La sola idea le fece balzare il
cuore nel petto.
Forse... aveva fatto un passo
verso Naruto, finalmente...?
Mentre i suoi pensieri
turbinavano, emozionati e confusi, non si accorse dei passi rapidi
che correvano verso di lei.
«Eccoti!» esclamò
la voce acuta di Hanabi, facendola sussultare.
«Hanabi!» disse
voltandosi, arrossendo senza ragione, come se la sorella avesse
potuto leggere i suoi ‘audaci pensieri’.
La minore delle Hyuuga le
sorrise, con gli occhi insolitamente brillanti. «Ho qualcosa
per te!» annunciò afferrandola per la manica. «Dai,
vieni, è importante!»
«Cosa? Ma... aspetta,
Hanabi! Che succede?» tentò di protestare Hinata, mentre
veniva trascinata suo malgrado. «Dove mi stai portando?»
«Lo vedrai! E’ una
sorpresa!» ribatté lei con un ghignetto felice. «Mi
ringrazierai, dopo!»
Senza lasciarle il tempo di
ribellarsi, Hanabi attraversò con Hinata quasi metà
della residenza degli Hyuuga, fino a fermarsi davanti a un giardino
interno che aveva qualcosa di familiare.
«Eccoci!» sibilò
emozionata, e la spinse fuori con impazienza. «Dai, sorellina!»
la incitò, e richiuse la porta scorrevole sulla sua
espressione costernata.
Sola nel corridoio, il sorriso
ingenuo sul suo volto si trasformò in qualcosa di un po’ più
adulto e denso di sottintesi.
“Bisogna
battere il ferro finché è caldo” si disse
compiaciuta.
E il momento di ribellione di
Hinata poteva diventare una condizione permanente, con le giuste
spinte...
Agosto lasciava ancora i suoi
strascichi nel primo settembre, e l’aria tiepida sapeva di sole.
A Naruto sembrò il profumo
migliore della sua vita, dopo tanto chiuso e umido.
Appena
fuori dalla porta delle prigioni degli Anbu, schermò gli occhi
con una mano e si riempì i polmoni dei mille odori del
villaggio, cercando inconsciamente quello del ramen Ichiraku.
Respirando gli sembrava di assaporare finalmente la parola Libertà,
che tante volte aveva dato per scontata... e, nel profondo, sentì
una punta di compassione per Kyuubi che era tornata dietro il
sigillo.
Ma il sole era caldo, e la brezza
era fresca, e lui aveva fame ed era libero.
Sorrise
inconsapevolmente, per un attimo dimentico della situazione non
proprio rosea in cui si trovava, e si chiese se Ichiraku gli avrebbe
offerto una ciotola in più per festeggiare la sua liberazione.
Mosse lo sguardo tutt’attorno, cercando di ambientarsi e capire da
che parte andare... finché i suoi occhi non si posarono su di
lei.
E il sole, la brezza, la fame e
la libertà avvizzirono improvvisamente.
Il sorriso si congelò
sulle sue labbra, i muscoli della faccia si irrigidirono quasi
convulsamente.
Sakura fece un passo verso
Naruto, lenta, senza osare guardarlo.
«Scusa... Ho seguito la
maestra...» mormorò tesa, cercandolo con la coda
dell’occhio.
Lui non ribatté.
Lei deglutì. «Io...
Ecco, io... volevo sapere...» balbettò confusamente.
«Come... come stai?» se ne uscì alla fine, alzando
su di lui un viso ansioso.
Naruto
non abbassò gli occhi. Per qualche assurda ragione, tutto ciò
che la sua mente riusciva a elaborare era: non
distogliere lo sguardo.
Sakura avvertì una stretta
al cuore di fronte al suo silenzio e al blu freddo e ferito che lui
le riservava, e sentì il rimorso roderla dentro.
«Per favore... di’
qualcosa» lo supplicò, torcendosi le mani.
«...E cosa vuoi che dica?»
se ne uscì lui dopo lunghi secondi di lotta per far funzionare
il cervello. La sua voce era aspra, roca. Ma non rabbiosa.
«Naruto, mi dispiace... io
non volevo... davvero, credimi... non so nemmeno cosa...»
«Sakura-chan» la
interruppe, perché sentirla balbettare scuse faceva male quasi
quanto l’immagine ossessionante di lei e Sasuke insieme. «E’
inutile che spieghi. Non c’è nulla da dire, punto. Tu hai
sempre amato lui, e io sono stato un cretino e un illuso...»
«Io ti ho amato!»
esclamò lei, impallidendo. «Non ti ho mai preso in giro,
ci ho sempre creduto!»
«Finché
lui
non è tornato»
Cadde un silenzio teso e
soffocante.
Sakura sentì le lacrime
raccogliersi negli occhi, mentre l’orribile sensazione di perdere
qualcosa si insinuava dentro di lei: Naruto scorreva via,
semplicemente. Acqua e aria che le sue dita non riuscivano a
trattenere.
«Senti... lasciamo perdere»
mormorò lui dopo un po’, abbassando finalmente gli occhi.
Si voltò, dandole le
spalle, e fece per allontanarsi; per scappare, sostanzialmente. Da
lei, che gli faceva così male.
«Aspetta!» gridò
Sakura spalancando gli occhi, consapevole che quella era la sua unica
possibilità.
Lui si fermò, più
per riflesso che altro.
«Finisce... finisce tutto
così?» balbettò Sakura. «Ora... cosa
succederà?»
Silenzio.
«Naruto... Naruto...»
voce supplice, lacrime che ormai cadono lungo il viso. «Per
favore... mi dispiace... Non voglio che le cose vadano in questo
modo... Hai intenzione di non parlarmi più?»
Lui era indispensabile quanto
Sasuke. Lei aveva bisogno di entrambi. Non poteva vivere senza il suo
sole.
Naruto abbassò le
palpebre, fissando un sassolino ai suoi piedi.
Aveva intenzione di non parlarle
più?
Di cancellarla dalla sua vita?
Un sorriso amaro gli stirò
le labbra.
Non vederli insieme, non avere
mai più davanti agli occhi la loro immagine felice...
Andarsene, magari. Trovare una missione a lungo termine, e lasciare
Konoha per un po’.
Sembrava bello.
Però.
Però era un’idea
stupida. Perché sia Sakura che Sasuke erano dietro le sue
palpebre ogni volta che chiudeva gli occhi. Perché erano la
cosa più importante della sua vita, e non sarebbero mai, mai,
mai scomparsi.
Anche se gli avevano fatto del
male. Molto male.
Naruto non si illudeva... aveva
sempre inseguito i suoi sogni, per quanto agli altri sembrassero
irrealizzabili, ma solo perché era davvero convinto che li
avrebbe raggiunti.
Questa volta non c’era niente
alla fine della strada.
Sakura non sarebbe tornata con
lui.
Non lo avrebbe più amato.
E lei e Sasuke sarebbero rimasti
insieme.
Avrebbe fatto male.
...Però...
...Non poteva nemmeno scappare,
non più.
Non era il tipo. Non era disposto
a mollare ogni cosa, lasciare gli amici, le persone che credevano in
lui, chi gli stava attorno... non era come Sasuke; aveva bisogno di
tutto quanto. E avrebbe lottato per averlo.
Aveva provato a nascondersi, a
tappare le orecchie... ma alla fine se ne era pentito.
E dentro di sé si era
ripromesso che sarebbe stata l’ultima volta.
Ora voleva solo che tutto
tornasse indietro, indietro, indietro... tanto indietro da sbiadire,
e assumere i contorni incerti di un team sette immerso nelle prime
missioni.
Sarebbe più riuscito a
guardare ai suoi compagni come allora?
Avrebbe parlato ancora a Sakura?
«Sakura-chan...»
mormorò piano, senza illudere lei né sé stesso.
«Ci vorrà del tempo... tanto tempo»
E senza aggiungere altro, se ne
andò. Semplicemente.
Ma non era una fuga, la sua.
Era il primo passo verso una
lenta e dolorosa riabilitazione...
Sakura singhiozzò, le mani
sugli occhi, e si rese conto che solo un minuscolo frammento della
sua anima era sollevato... mentre tutto il resto sapeva perfettamente
che tutto era accaduto nel modo peggiore.
E che era colpa sua.
Sentì una mano posarsi
sulla spalla, e capì che era Tsunade, uscita ora dalle
prigioni per lasciare ai due il tempo di discutere. Cercò di
asciugare gli occhi, di sollevare la testa... ma le lacrime non
smettevano di scendere.
La maestra la lasciò
piangere, e guardò la schiena arancione che si allontanava a
una certa distanza.
Anche se si illudevano, tutti
loro non erano ancora cresciuti.
Ci stavano lavorando, stavano
salendo il pendio... ma erano ancora ragazzini.
Avrebbero sofferto a lungo, prima
di raggiungere la cima...
Kiba accarezzava distrattamente
Akamaru, rigirando nella mano sudata un pezzetto di carta ormai
umidiccia.
Deglutì, o almeno ci
provò, ma si accorse di aver la bocca completamente secca.
“Avanti...
non fare l’imbecille” si disse a denti stretti, accartocciando il
foglietto d’istinto.
Era nervoso.
No. Non nervoso.
Era vicino a un attacco cardiaco,
ecco. Questo ci si avvicinava di più.
Inspirò a fondo una, due,
tre volte.
E, per calmarsi, cercò di
ricordare il motivo per cui era lì.
«Scusa, posso parlarti
un attimo?»
Allibito, Kiba guardò
la ragazzina che gli si era parata davanti all’improvviso, mentre
passeggiava con Akamaru nella foresta al termine del pranzo. Le
rivolse un mezzo ghigno, perplesso.
«Non dovresti andartene
in giro da sola, piccola Hyuuga» l’apostrofò.
Hanabi arrossì
leggermente e assottigliò gli occhi candidi.
«In caso di attacco, io
avrei più probabilità di sopravvivenza di te»
ribatté tagliente.
«Mi piacerebbe provare»
ghignò Kiba con tutta la strafottenza di cui era capace.
Sapeva che Hanabi non era la
migliore amica di Hinata, e il fatto che, pur essendo sua sorella,
non la aiutasse a tener testa al padre, ma anzi si schierasse dalla
sua parte, lo irritava parecchio.
«Oh, sta’ un po’
zitto» scattò la ragazzina brusca. «Non ho tempo
da perdere litigando: per quanto la cosa mi secchi, voglio aiutarti»
Kiba
inarcò le sopracciglia, trasudando sarcasmo. «E come
potresti aiutarmi, tu?»
chiese divertito.
Hanabi stirò le labbra
in un ghigno poco promettente...
Un rumore improvviso distrasse
l’Inuzuka dai suoi pensieri, e fece alzare la testa ad Akamaru.
«Dai, sorellina!»
trillò una voce, e Kiba, voltandosi, vide Hanabi che spingeva
Hinata in giardino e poi richiudeva la porta scorrevole sulle sue
richieste di spiegazioni.
Il cuore gli si fermò nel
petto.
“Di
già?” si trovò a chiedersi, deglutendo ancora e
dimenticandosi di non aver saliva.
“Per
quanto la cosa mi secchi, voglio aiutarti”,
aveva detto Hanabi. E poi, alla sua domanda di spiegazioni, gli aveva
indicato per filo e per segno ogni passaggio del diabolico piano che
aveva architettato per fargli coronare il suo sogno d’amore.
Ecco, a quel punto era stato a un
passo dal farla a pezzi.
Primo, perché tramava
all’insaputa di Hinata; e secondo, perché lo aveva
smascherato con una facilità inaudita.
Poi, però, il piccolo
demonio gli aveva illustrato le condizioni psicologiche di Hinata, la
mezza lite con il padre, il suo turbamento per la questione di
Naruto, la sua insicurezza, persino l’ansia derivante dalla
proposta di matrimonio con Neji, e si era profusa in un sentito
discorso in cui – sinteticamente – si diceva più che
convinta della necessità che accanto a sua sorella ci fosse
una persona come Kiba.
L’ego dell’Inuzuka era stato
piacevolmente solleticato da quelle parole: in fondo anche lui era
convintissimo della loro fondatezza.
E così, nonostante la
diffidenza di fondo che nutriva nei confronti di Hanabi, aveva
accettato di seguirla fino alla residenza principale degli Hyuuga, e
una volta lì di incontrare Hinata e mettere in tavola le sue
carte, una volta per tutte. Forse solo in quel modo sarebbe
finalmente riuscito a farle dimenticare Naruto.
L’unica condizione che aveva
posto, era che l’incontro si svolgesse nel giardino interno in cui
già una volta l’aveva trovata e le aveva parlato... perché
gli piaceva pensare che quello fosse il loro posto.
Per
questo ora si trovava sotto il ciliegio di allora, per questo
guardava alla porta con il cuore in gola, e per questo stritolava in
mano il bigliettino di ‘frasi ad effetto’ che Hanabi gli aveva
fatto scivolare tra le dita, dopo aver deciso che in certe cose le
sembrava un po’ tardo.
«Hanabi!» esclamò
Hinata alla porta del corridoio, confusa. «Hanabi, aprì!»
«Hinata» la chiamò
Kiba, e vide le sue spalle sussultare.
Lentamente, la kunoichi si voltò,
gettando su di lui uno sguardo spaventato.
Kiba cercò di
rassicurarla, con il suo sorriso più indulgente, e Akamaru
scodinzolò sornione.
«...Cosa ci fai qui?»
sussurrò lei senza muoversi dal patio.
«Ti aspettavo»
rispose lui.
“Presto...
ci sarà qualcosa che devo dirti... Mi ascolterai, eh Hinata?”
Sembravano parole di una vita
precedente, così lontane, così impossibili...
...E invece il momento di farsi
ascoltare all’improvviso era arrivato.
Hinata premette la schiena contro
la parete alle sue spalle, con il cuore in gola.
Anche lei aveva ricordato quelle
parole di Kiba, anche lei aveva intuito che quel giardino non era un
luogo casuale, ma soprattutto aveva percepito che l’atmosfera non
era la solita... e ne aveva paura.
«Hinata, non ti mangio»
le sorrise lui, mesto. «Vieni avanti»
Lei si mosse solo perché
non riuscì a trovare motivi plausibili con cui spiegare un
rifiuto. Tremando leggermente, si spinse fino al bordo del patio.
Kiba sospirò e la
raggiunse, prendendole le mani. Senza dire nulla la fece scendere
sull’erba, e la tenne vicina.
«Hinata... c’è una
cosa che... volevo dirti. Da tanto tempo» mormorò, le
labbra a pochi centimetri dalla sua fronte china. Il suo respiro
faceva ondeggiare qualche capello della frangia.
Lei deglutì e arrossì,
a disagio.
Le mani che lui ancora teneva
strette le formicolavano, sudate. Sentiva le dita di Kiba sfiorarle
il palmo con movimenti impercettibili, delicati, e suo malgrado
scoprì che erano carezze piacevoli.
«Kiba, per favore...»
sussurrò trattenendo il fiato. «Non... se mio padre...»
«Lasciami parlare» la
interruppe lui, aumentando la pressione sulla sua pelle. «E...
guardami, Hinata»
Hinata chinò ancora di più
il capo, con il cuore impazzito.
«No, no, Kiba...»
ripeté, scuotendo la testa e stringendosi nelle spalle.
Lui lasciò le sue mani per
sollevarle il mento, e trovare finalmente i suoi occhi spaventati,
chiarissimi e trasparenti. Rendendosi conto dei pochi centimetri che
lo separavano dal suo viso, per un attimo rimase senza parole, a
mente completamente vuota.
Poi sbatté le palpebre,
costringendosi a parlare di nuovo.
«I-Io... sono qui per...
perché ho qualcosa che... vorrei farti sapere»
Dannazione, balbettava quasi
quanto lei.
«Insomma, sto cercando di
dire che... che...»
Si accigliò,
impappinandosi, e la mano che teneva sotto il suo mento si spostò,
scorrendo lungo il collo e fin sotto l’orecchio.
«Hinata,
io...» mormorò roco, ipnotizzato dalle sue labbra
leggermente dischiuse e umide, dagli occhi spalancati, dal tremito
che la scuoteva e la rendeva così... fragile, e desiderabile.
Quando si mosse, lo fece senza
pensarci. Come d’incanto, si chinò su di lei e la baciò,
coprendo le sue labbra con le sue.
Hinata trasalì, colta alla
sprovvista, e d’istinto lo spinse indietro, distogliendo il viso
arrossato.
«No!» gridò,
portando una mano alla bocca.
Kiba sbatté le
palpebre, spiazzato, e la consapevolezza di averla appena baciata –
baciata! – distrusse anche gli ultimi barlumi di lucidità
che ancora sopravvivevano nella sua mente.
«Kiba, no...»
ripeté Hinata, con gli occhi lucidi e le spalle tremanti.
Lui tornò bruscamente
alla realtà. Impallidì, e poi arrossì
d’indignazione.
«Sì, invece»
se ne uscì, in tono più duro di quanto fosse sua
intenzione. «Io sono innamorato di te, Hinata, e lo sai. Da
tanto tempo»
Lei scosse la testa,
desiderando di tapparsi le orecchie e non sentire più una
parola.
«Potrei farti felice!»
insisté lui alzando la voce. «Qualunque cosa! Chiedimi
quello che vuoi, e io lo farò!»
«Allora smettila!»
ribatté lei, soffocando un singhiozzo in gola. «Smettila...
non renderlo ancora più penoso...»
«Perché non
vuoi nemmeno considerare l’idea?» si infuriò lui,
raggiungendola di nuovo e afferrandola per le spalle. «Tu vuoi
farti del male stando dietro a Naruto! Ma lui ha la testa piena solo
di Sakura, lo sai! Invece qui ci sono io! Ci sono sempre stato!»
«Lo so!» gemette
Hinata, sentendo la stretta dolorosa. «Kiba, tu sei un amico...
non posso... anche se volessi, non riuscirei a vederti in altro
modo!»
«Perché?!»
«Perché io amo
Naruto!»
Un grido inaspettato. Per
lui, e anche per lei, che lo diceva a voce alta per la prima volta.
Lo shock fu tale da
paralizzare entrambi, a pochi centimetri di distanza, con il respiro
mozzo e il cuore in subbuglio.
«Io... io sono...
innamorata di lui» ripeté lei, e nonostante sapesse che
ogni parola era una ferita per Kiba, scoprì che quella frase
suonava incredibilmente dolce nella sua gola.
Lui, lentamente, le lasciò
andare le spalle.
«La tua... è
un’ossessione» disse roco. «E ti fa solo male»
«Lo so...»
mormorò Hinata, sentendo le lacrime debordare dagli occhi e
scorrere lungo le guance. Alzò lo sguardo, ed era triste,
eppure non vinto. «Lo so, Kiba. Ma non posso farne a meno»
Lui dovette lottare con sé
stesso per non abbracciarla seduta stante, e implorarla di essere
felice con lui.
Al di là del dolore,
dell’umiliazione, della delusione... al di là di tutto,
l’idea che lei dovesse soffrire era quella che gli faceva più
male.
«Hinata... per
favore...» tentò un’ultima volta, rivolgendole il suo
sguardo più supplicante. «Non puoi nemmeno prendere in
considerazione l’idea...?»
Lei, per la prima volta,
esitò.
Kiba le voleva bene, glielo
aveva dimostrato più volte e in più modi. Forse sarebbe
davvero stato disposto a qualunque cosa pur di renderla felice.
Ma non era questo che lei
voleva.
Hinata non voleva
accontentarsi, come aveva sempre fatto nella sua vita.
Suo padre preferiva Hanabi.
Andava bene.
Naruto preferiva Sakura.
Andava bene.
Kiba preferiva lei, ma lei
non preferiva lui. Andava bene.
No, invece!
Non
andava bene per niente!
Hinata non voleva più
restare passiva, lasciare che il tempo le scorresse addosso senza
segnarla. Hinata voleva imitare Naruto, e scalfire il tempo che passava. Voleva
la forza e il coraggio necessari per cambiare le cose. Voleva essere
diversa. Lottare.
Tutti le avevano sempre
fatto capire che non era portata per il combattimento, che era una
persona troppo arrendevole; gentile, la chiamavano. Ma solo
per educazione.
In realtà anche lei
si trovava disgustosa quando non muoveva un dito, e non riusciva a
sopportarsi se lasciava che tutti facessero i loro comodi senza
considerarla.
Aveva provato orgoglio e
stima per sé stessa soltanto durante il torneo per chunin,
quando aveva affrontato Neji senza arrendersi, e poco prima, quando
aveva trovato il coraggio di opporsi apertamente a suo padre. Ma per
il resto... la sua vita era costellata di delusioni.
Eppure ora Neji le aveva
detto che era cambiata.
Lui, che Hinata stimava
tanto, aveva detto di aver fiducia in lei.
...Forse era arrivato il
momento di dire basta alle delusioni.
Anche a costo di far male a
qualcuno.
Lentamente, abbassò
le spalle e sollevò il mento, senza distogliere lo sguardo.
«Mi dispiace, Kiba»
disse, con voce solo lievemente incerta. E poi, un sorriso vagamente
amaro le sfuggi alle labbra. «Io dico le cose come stanno e
non torno indietro. Questo è il mio credo ninja»
Le parole di Naruto, di
nuovo nella sua bocca dopo il torneo per chunin, fecero male a Kiba.
Sentirgliele pronunciare a
testa alta, sapendo che lei ne conosceva le conseguenze e che lo
stesso le usava, fu un duro colpo.
Strinse i denti, frustrato,
e sentì il muso di Akamaru urtare il suo pugno uggiolando.
«Va bene allora»
disse di scatto, sentendo la rabbia e l’umiliazione mescolarsi
nello stomaco. «Continua a seguirlo» non voleva essere
tagliente, ma le parole non uscivano in altro modo. «Spero che
tu lo raggiunga, e riesca a fargli capire tutto quanto»
Si voltò bruscamente,
odiandosi per il tono involontariamente acido della sua voce, e
guardò il muro che lo separava dal resto del villaggio con la
voglia intensa di scavalcarlo e correre, correre fino a sfinirsi,
fino ad arrivare in un posto in cui avrebbe potuto gridare la sua
frustrazione senza che nessuno lo trovasse.
Ma non poteva andarsene dopo
essere stato così freddo.
«Hinata...»
ripeté deglutendo, senza guardarla, e la sua voce ora era
roca, e quasi morbida. «...Spero davvero che tu lo raggiunga»
sussurrò.
Poi, il suo orgoglio non
resse più.
D’un balzo raggiunse il
muro, lo scavalcò, e si allontanò seguito da Akamaru.
Hinata, sola nel giardino,
sentì la tristezza scendere lentamente su di lei; ma, per una
volta, senza lacrime; era una desolazione più profonda, che non
sarebbe scomparsa con un semplice pianto... era dolore, semplicemente.
Ora le cose sarebbero
cambiate tra lei e Kiba, era inevitabile. Forse per un bel po’ di tempo
l’aria sarebbe stata irrespirabile...
...Ma non avrebbe potuto
comportarsi diversamente.
Non avrebbe voluto
comportarsi diversamente.
E intanto, nel corridoio della
residenza principale, Hanabi sbatteva testate contro il muro
desiderando che la testa fosse quella della sorella.
Inutile dire che aveva origliato ogni singolo istante della conversazione nel giardino.
A una certa distanza da lì,
davanti alle porte a vetri dell’ospedale della Foglia, una
leggera brezza scompigliava i capelli biondi su una testa fin troppo nota...
...Entrare o no?
* * * * ȣ * * *
*
Spazio
autore
Il maledetto esame è andato!
Dopo otto ore (sì, avete letto bene) di accampamento in un corridoio trafficato,
nella torre più alta dell'edificio più squallido
dell'intera bologna, senza ascensore (c'era, ma faceva solo i piani
pari, e io ero al terzo),
con il bagno due piani più sotto e pure dotato di ingresso a tessera magnetica - che a me non funzionava mai,
finalmente ho portato a casa il mio degnissimo 29 e mi sono detta:
ora si scrive!
Ahh, non sapete che liberazione sia stata uscire da quell'ufficio...
(a proposito: ringrazio ufficialmente harryherm per avermi tenuto compagnia via cell durante l'attesa!)
Ora, parlando del capitolo, vi dico che non avete ancora visto niente.
Pensavate davvero che il match Naruto-Sakura sarebbe stato il più duro?
Tsk. Non vi ho ancora proposto quello Naruto-Sasuke.
Due parole su Kiba e Hinata:
ho fatto una fatica del diavolo a farla rifiutare!
Porca miseria, mi rendo conto che non poteva essere altrimenti, sia per i miei piani, sia per il personaggio,
ma dentro di me tutto si ribellava all'idea di non vederli insieme!
Ultimamente il KibaHina furoreggia nella mia testaccia... ò_ò
Meno male che ho altri progetti in altre fanfic per loro!
A proposito.
La mia pagina personale è stata aggiornata, finalmente!
Tutte le sezioni.
(compresa quella riguardante la lunghezza della fic...)
Prima di passare alle mie ritardatarie risposte ai commenti, un'ultima precisazione:
le coppie che usciranno da questa fanfic sono quelle che io ritengo se non probabili, almeno plausibili.
Con un'unica eccezione.
Rock Lee e Tenten.
Loro sono assolutamente inverosimili, me ne rendo conto, ma...
Oh, e che diamine!
Neji mi sta antipatico!
Ecco, l'ho detto!
Ultimamente lo sto rivalutando un po' (causa arwen), ma tra lui e Lee io preferisco il sopracciglione!
Viva la spontaneità!
>_<
Pubblicità-sfida!
(sarà lecito? Non sarà lecito?)
La qui presente aya si è iscritta a un contest dedicato al team Yamato!
Tutti coloro che vogliono cimentarsi con questo gruppo di solito lasciato in disparte
sono invitati a prendere parte alla sfida!
Mi piacerebbe scoprire tra i miei adorati lettori qualche talento che finora non si è mostrato!
=^^=
A domenica!
(sempre che riesca a scrivere in tempo il capitolo... prevedo la notte in bianco)
lale16: per l'amor del cielo, non osare immaginarmi con un Vaio rosa! A titolo informativo, il mio è un serissimo Compaq nero che
ho teneramente battezzato Killer, indi per cui, se proprio devi
visualizzarmi sadica e ghignante, fallo in una cornice più
consona! XD Tenten e Lee sono la mia piccola fantasia proibita (nel
senso di assurda), ho cercato di renderli teneri ma anche divertenti,
come in effetti sono, e allo stesso tempo di far vedere come, in
sostanza, anche loro abbiano un sacco di palle. Siamo abituati a
leggere di Naruto, Sasuke, Kakashi... tutti che prendono decisioni
difficili, che sono coraggiosi... ma la verità è che
probabilmente nell'universo di Naruto il più forte a livello
psicologico è Rock Lee, "il genio dell'impegno". E metterlo con
Tenten è stato il mio piccolo tributo a lui! Grazie per i
complimenti riguardanti Tsunade, ho tutte le intenzioni di farla
apparire ancora una volta prima della fine... e spero in una veste
"piacevole" (uhuhuh...)
Kaho_chan: ecco l'altra scema
(detto affettuosamente) che con Cami ha creduto che fosse Neji ad
accaparrarsi Tenten, tutto nudo e sudato! XD Insomma, non avete ancora
imparato a diffidare delle apparenze, quando si tratta di me? Leggete
tra le righe, e non aspettatevi mai nulla di scontato... anche quando
tutto sembrerà avviato in una precisa direzione, ci sarà
qualcosa che voi non avrete previsto! (altrimenti non mi divertirei
abbastanza... uhuhuh) Tra l'altro, mentre scrivo queste righe (in
treno, ovviamente), non ho un tuo commento sul capitolo di Lee e
Tenten... il che mi fa ipotizzare ben due cose: a) sei stata falciata
dallo shock; b) sei maledettamente pigra! XD (nota: la seconda opzione
esce dalle righe di autocompiacimento nel commento che mi hai lasciato,
in cui tutta contenta mi facevi notare di aver commentato il giorno
stesso dell'aggiornamento! XD) Ora ho letto la nuova recensione! XD E
mi è piaciuto molto il commento sul rapporto Naruto-Tsunade, ci
tenevo parecchio! Poi ci sono i tuoi timori per la NaruHina e la gioia
per la LeeTen... beh, non poteva essere tutto rose e fiori! XD Non ho
ancora trovato nessuno che approvi in toto le coppie! Ehh, Sakura,
Sakura... lei non è concreta come Tenten. Lei è una
sognatrice, punto... non si può pretendere altro! (Ovviamente
gli esami sono passati! Che credevi? Tsk, sono la donna che ha avuto il
coraggio di partire con il NaruSaku e concludere con il SasuSaku
deludendo mille lettori! Yeah! Ho coraggio io!)
maninja87: brava ragazza, hai
anticipato l'incontro Naruto-Sasuke, laddove tutti si concentravano
solo su Sakura! Solo, per favore, non parlarmi dell'anime... -.- I
testi che ci mettono sono insentibili nel 90% dei casi. Simone d'Andrea
salva un po' le cose doppiando Itachi magistralmente, ma l'adattamento
testi perde un sacco di effetto... Sigh... un giorno le cose
cambieranno, maledizione! Di Hiashi non saprai più nulla!
(ghignetto malvagio) Il suo piano non è cambiato, vuole Hinata e
Neji a capo del clan, e lotterà per averli... a questo punto sta
a loro svicolare dalla trappola. Sasuke senza un braccio o un occhio
è assolutamente inaccettabile. E' uno stronzo bastardo indegno
di esistere, ma il suo unico lato positivo è la figosità
esteriore, e quindi almeno quella la mantenga! (anzi, la incrementi
eliminando la schifida ala-mano) Kishi deve stare attento a quello che
fa... Per quanto riguarda il mio metodo di scrittura, è molto
semplice. Di solito ho in testa uno schema vago con gli avvenimenti
salienti (nel caso di Sinners erano: Sakura e Naruto - Itachi morto -
Sasuke indietro - Naruto cornuto - rottura. Elementare, no?), che
coprono la parte centrale e lasciano leggermente in sospeso la fine.
Poi, in corso di scrittura, inserisco i dettagli e le scene più
disparate, organizzando parte per parte e sfruttando anche le
ispirazioni momentanee. Non sai quanti quaderni di scuola e
università ho riempito di mini-scene da inserire, quanti post-it
ho in giro, fogli, appunti sul pc... Esiste un file di 7 pagine in cui
ho segnato le cose che volevo scrivere mano a mano che mi venivano in
mente, e poi ho trovato per tutte un angolino - e trovato collegamenti
e rimandi... un lavoraccio! Scene particolari che mi vengono in mente
estemporaneamente le scrivo del tutto, come quelle che leggerai con
Jiraya (sono piuttosto allegre, e all'epoca stavo scrivendo cose molto
deprimenti... quindi ho voluto segnarle per non perderle) Poi, beh, la
cosa fondamentale è conservare un minimo di libertà
d'azione. Scrivo per divertirmi, per improvvisare, per immaginare...
gli schemi troppo rigidi mi stanno stretti, e lavorare senza schemi a
un progetto come Sinners, che DEVE seguire una certa linea, è
improponibile. Ho cercato di adottare una via di mezzo, e per ora
lavoro bene così. Nonostante la lunghezza della risposta, spero
di essere stata sufficientemente esauriente! ^_^
Killkenny: bravo ragazzo, non
mi deludi mai... se c'è un collegamento nascosto, tu lo trovi.
In questo caso, i miei complimenti sono dovuti al tuo accenno a Gaara,
cui nessuno aveva pensato... Parlando di Naruto, in effetti ogni tanto
mi sembra che la sua infanzia sia stata un po' trascurata da Kishimoto.
Mi spiego: un bambino non sopravvive da neonato da solo. Qualcuno si
è per forza preso cura di lui nei primi anni della sua vita, non
può aver vissuto sempre solo. Allo stesso modo, mi chiedo
perché non abbia mai rotto le palle a qualcuno per sapere chi
erano i suoi genitori, e perché nessuno dei suoi compagni abbia
mai rotto le palle per saperlo a sua volta. Mi sembra un tantino
strano, se non altro. Ora, può darsi che Kishi prima o poi ce lo
dica, e che lo abbia tenuto nascosto apposta... ma intanto io medito e
medito...
Hipatya: oh povero Sai! XD
Perché non lo tolleri? A me sta simpatico, lo trovo divertente!
(ma non troppo... in fondo c'è una ragione se l'ho messo con
l'odiosa Ino! XD) I tuoi complimenti per come ho reso Tenten mi fanno
tantissimo piacere! Di solito non l'ho mai considerata molto, ma anche
io penso che sarebbe l'unica a poter stare davvero con Rock Lee... e
poi in un paio di immagini del manga l'ho vista mentre lo guardava
allenarsi... e non ho resistito alla tentazione di metterli insieme! XD
(tutto questo prima di scoprire nell'anime certi sguardi tra lei e
Neji... ma sono giustificabilissima: nel manga Tenten la si vede poco o
niente!) "Naruto ti amo, ti ho sempre amato, con Sasuke stavo solo
fingendo (e fingendo bene)!" <-- queste "parole di Sakura" sono
state esilaranti! XD Credo che me le scriverò da qualche parte,
perché sono meravigliose! Comunque no, il confettino non ha
ritrattato. Almeno alla fine ha mostrato un pizzico di coerenza, anche
se ne è uscita in lacrime... diamole il suo merito. Ora resta da
vedere il confronto Naruto-Sasuke... (e, sul finale, aspettati qualche
rivelazione leggerina... non troppo pesante, insomma. Credo che gli
shock siano finiti dopo la LeeTen, almeno fino al capitolo "+1" cui
accenno nella mia pagina personale...)
Julia83: ormai posso anche
risparmiarmi di dirti che per i miei gusti sei un po' troppo intuitiva,
vero? XD Dai, spostiamoci in un campo "neutro" e parliamo di Naruto e
Kiba. Anche nella mia testa sono molto simili, in effetti. Forse
è anche per questo che ho sofferto tanto a far scaricare Kiba,
perché essendo simile a Naruto tutto sommato mi piace... Di
sicuro amo muoverlo, è davvero entusiasmante! Che tutti i
compagni di Naruto si siano riuniti per parlare di lui non deve
sorprendere: nei diversi numeri del manga il nostro biondino non ha
fatto altro che intrecciare legami e creare nuove relazioni, e se vuol
diventare Hokage deve conquistare la fiducia di tutti! Poi... beh,
Naruto negli scorsi capitoli era "una notizia". E si sa che le notizie
producono voci e commenti. Penso che sia una reazione naturale,
dopotutto. Per quanto riguarda Tenten e Rock Lee, in effetti mi rendo
perfettamente conto di aver avuto un certo coraggio! XD D'altronde,
direi che dopo il crack tra Naruto e Sakura tutto è diventato
più o meno lecito! Questa fic è partita come una
NaruSaku, e alla fine i due si sono mollati: se fossi un lettore, dopo
questa mi aspetterei di scoprire pure che il Terzo non è mai
davvero morto, perché in realtà è un alieno
immortale del pianeta Zorb! Il tuo commento alla frase
sull'indifferenza e l'amore mi ha tolto un peso dal cuore. Quelle tre
righe sono state un'aggiunta dell'ultimo momento, e temevi si
rivelassero soltanto un'inutile sviolinata... ma di recente mi sto
convertendo ai "sentimenti assoluti", e anche se la cosa mi inquieta,
non credo che la fermerò. Un po' di emozione non mi dispiace, in
questo mondo nichilista e minimalista (cattivi influssi dell'esame di
letteratura contemporanea...) Hinata sta facendo su coraggio a palate,
in questi ultimi capitoli. Personalmente la vedo come una valanga, che
parte da un sassolino e diventa un mare di neve... Naruto le ha dato la
spinta, Neji con lui, e lei ha iniziato la sua rapida discesa. Con
questo, non ho alcuna intenzione di dimenticare qual è il suo
carattere di base - anche perché il suo lato fragile è
quello che preferisco, proprio in contrasto con quello forte. Per cui
sarà sempre la solita Hinata, ma con la spinta in più che
ha sempre desiderato. Ohh, hai letto dell'incontro Naruto-Sakura! A
dire la verità non lo trovo commovente, anzi; scrivendolo ci
ghignavo sopra, vedendo quanto lui era freddo... Ma penso proprio che
il punto in cui più mi sbizzarrirò sarà l'incontro
Naruto-Sasuke. Lì sì che voleranno parole e astio!
(vorrei la faccina sadica di msn...)
DuniettaS: mi spiace, ma Lee e
Tenten questa volta staranno insieme, ho deciso! XD E il mio è
l'unico parere che conta! *_* (poi, dai... vuoi mettere il colpo di
scena?!) Il confronto NejiTen non ci sarà, a meno che non mi
venga un certo ghiribizzo... se ti va di ricordarmelo ogni tanto, le
probabilità di vederlo potrebbero aumentare! XD Anche se...
personalmente trovo molto più interessante un confronto
NejiLee... *_* Oh, di Hinata non mi preoccuparei molto, fossi in te.
Sta acquistando coraggio, ma è ben lontana dalle scampagnate
alla ricerca della consolazione di Naruto! (anche perché, ora
come ora, non sa che lui è libero!) Mi hanno resa davvero felice
le tue parole su Haruka, in compenso! Di solito io sono la prima a
storcere il naso davanti ai personaggi originali, e quindi ritengo sia
preciso dovere di ogni autore caratterizzarli ancora meglio degli altri
che già conosciamo, ma sapere che sono riuscita a crearla
"perfetta per Kakashi" è una gran fonte di consolazione! E'
stato faticoso farli muovere, tutti e due erano lì ad aspettare
che l'altro facesse il primo passo! XD E poi, per una volta volevo
cimentarmi con un personaggio adulto, che fosse una vera ninja con le
contropalle - non i nostri ragazzini pieni di buoni sentimenti - ma che
non avesse perso la sua umanità. Fiuu, è stato faticoso,
ma se ci sono riuscita sono una donna orgogliosa di sé! Ehh,
Naruto... Non accetta mica proprio tutto, sai? E' buono, è
bisognoso d'affetto, è puccioso... ma anche lui soffre. Anche
lui sta male. Per fortuna sembra sapere che il tempo può lenire
le ferite, con un po' d'aiuto... (l'ho già detto, ma lo
ripeterò: bene o male, in questi capitoli è maturato!)
Uhm... prima della fine non prevedo altri shock! Vai tranquilla! ^^
Rhymes: uhm... se ti chiedo di
dirmi il tuo nome mi mandi al diavolo? Visto che finiamo sempre per
parlare di cose personali, ogni tanto mi piacerebbe poter usare il nome
vero! (sei libero di rifiutare, se non vuoi) Non preoccuparti se in
qualche recensione metti "troppo entusiasmo". In realtà mi fa
piacere leggere che ti appassiona tanto, e anche se qualche volta mi
salta la mosca al naso su alcune frasi, di solito prima di rispondere
ritrovo la ragione e la metto sul piano del dialogo! XD In compenso con
questo capitolo hai scoperto quasi tutti i vari intrecci sentimentali
che usciranno da questa storia... ma c'è ancora qualcosa che non
ho detto! (C'è SEMPRE qualcosa che non ho detto! XD). Ora,
parliamo della lunga recensione che mi hai lasciato. Prima di tutto,
questo non è affatto l'ultimo capitolo! Se dai un'occhiata alla
mia pagina personale, saprai quanto durerà ancora la storia (con
una probabilità del 90%... può sempre succedere
qualcosa!) Secondariamente, leggendo il tuo messaggio mi è
sembrato di risentire i miei pensieri alla fine di Harry Potter! XD
Ora, non so se siamo tutti e due pazzi o cosa, comunque voglio
confortarti: io sono sopravvissuta a Harry Potter, tu sopravvivrai a
Sinners, tranquillo. Questa storia è stata importante per me,
come tutto ciò che ho scritto, e ha iniziato a farmi sperare di
poter, un giorno, scrivere sul serio, sulla carta stampata. Può
darsi che io sia solo una stupida e una visionaria, ma ora come ora mi
piace crogiolarmi nel pensiero di avere almeno un briciolo di talento,
e l'entusiasmo che proviene dalle tue parole mi fa sperare in bene.
Ciò detto, so perfettamente di avere ancora un sacco di difetti,
ma allo stesso tempo so che migliorerò, perché non
smetterò mai di scrivere (è come la nicotina: causa
dipendenza. E uccide. XD). Non credo di essere abbastanza matura per
mettere giù un libro intero (o forse sì, ma avrei bisogno
di un sacco di betaggio! XD), ma che tu abbia paragonato Sinners a un
vero libro mi riempie di orgoglio. E per questo ti ringrazio (ecco, qui
ci starebbe bene il tuo nome! XD). Scrivere è fisiologico per
me, ma ricevere commenti positivi non è affatto scontato.
sammy1987: arrivati a questo
punto della storia, ogni supplica è vana! I miei piani sono
già scritti (metaforicamente parlando), e nulla di quanto mi
direte li cambierà! Ora bisogna solo vedere se riesco a rendere
tutto plausibile, così come mi sono adoperata perché la
LeeTen funzionasse! (e, a proposito, sono contenta di averla resa
credibile! Mi fa davvero piacere sentirlo!) Per il confronto
Neji-Lee/Ten, devo purtroppo darti una brutta notizia: al momento
è ancora in forse. Devo ricordarmi di inserirlo, suppongo... XD
Naruto in cella è un'immagine che mi mette addosso un sacco di
tristezza, e mi fa dire che il Consiglio è una manica di teste
di... fagiano, che non capiscono che sbagliano tutto. Il mio pensiero
riguardo a tutta la faccenda è sintetizzabile con le parole di
Hinata nello scorso capitolo, la sua invettiva contro Hiashi. Solo che
io sarei stata un po' meno educata! XD Nel prossimo capitolo, dopo il
match con Sakura leggerai di quello con Sasuke! Spero che
riuscirò a "contenere i toni"! XD
arwen5786: rumore di passi.
Spostamento d'aria. La camera inquadra i piedi che si muovono agili,
sale con un carrello alle gambe toniche, e ancora più su, al
torace nudo e lucente. I pugni colpiscono l'aria, il sudore brilla nel
sole... Ed ecco il primo piano sulle sopracciglia di Rock Lee e i suoi
occhi a palla! XD E' così che mi sono immaginata il tuo shock!
Tante belle aspettative, emozione, trepidazione... e poi LUI. Ahahah!
E' stato esilarante leggere la tua reazione via sms! E dire che volevo
scioccare solo limitatamente! Spero che il trauma non sia indelebile!
XD Dunque dunque... in questo capitolo hai saputo della fine della
NaruSaku (che apre ovviamente la strada alla SasuSaku), del naufragio
della KibaHina mai iniziata (ehi! Non ho intenzione di uccidere Hinata!
Io la adoro!), e... e basta, credo. Nel prossimo capitolo sulle coppie
non saprai altro, ma quello successivo, che sarà pure l'ultimo,
toglierà anche i residui di dubbi che potevano esserti rimasti!
Ora dimmi: vuoi Neji o Gaara? Insomma, devi deciderti... NON puoi
averli tutti e due! Anzi, facciamo che ti prendi direttamente Neji, e A
ME lasci Gaara! (anche se Hinata dovesse finirci insieme, non credo
disdegneresti una relazioncina carnale extraconiugale... così
finalmente la scena del torso nudo e sudato diventerebbe
realtà!) Beh, sono contenta che alla fine la LeeTen si sia
rivelata sopportabile, e mi rendo conto che inserire Shikamaru nel
flashback è stata una mossa geniale, se è riuscita a
distrarti! XD (bello avere di queste idee...) Oh, Naruto... ma Naruto
è figo da morire, si sa. Sasuke è troppo palliduccio, non
è mica sano! U_U Mentre Naruto... abbronzato... a torso nudo...
con lo sguardo un po' fosco e i capelli spettinati... *ç* Ahh
(tu, anna e silvia dovete smetterla di traviarmi! ç_ç)
Dunque, per le scene che hai chiesto... ti dico che alcune ci saranno,
altre no. Ma ho cercato di inserire tutto ciò che POTEVO
inserire, credimi, e spero che alla fine nessuno resterà deluso!
Anche se non sembra (cioè... anche se non sembrerà. Anche
se tento di nasconderlo. Anche se cozza con la mia vena malvagia), ti
voglio bene anche io! ^^
0000: e infatti Naruto non ha
perdonato Sasuke e Sakura. Anche se dice "era inevitabile", si rende
conto che loro hanno scelto il modo peggiore per farlo accadere, e
dunque il tradimento non verrà dimenticato tanto facilmente.
harryherm: uff... msn è
una gran bella cosa, ma provoca un generale inaridimento dei commenti.
-.- Sarà anche che il NaruSaku è scoppiato, sarà
che la tensione è calata, ma ormai di Sinners noi si parla solo
su msn o via telefono! -.-
sonja: direi che manca
pochissimo, alla fine! Nella mia pagina personale puoi leggere
esattamente quanto! ^^ Per quanto riguarda Naruto... beh, anche se
Sakura sta con Sasuke, non è detto che Naruto debba trovare per
forza qualcuno con cui fare coppia...
roby chan: beh, ormai hai visto
dove sono Hiashi e Hanabi! Anche se non garantisco che il piccolo
diavolo non si sfiguri a furia di sbattere testate contro il muro! XD
tonyesp: oh oh oh... Ho come la
vaga impressione che in questo capitolo ci siano cose che ti sono
piaciute, e cose che hai apprezzato un po' meno... E mi riferisco a un
certo bacio... Riguardo a Sasuke e Sakura... no, ma dico, quanto ancora
hai intenzione di fare il finto tonto? Guarda che ormai tutti hanno
capito che sai molto più di quanto dovresti sapere! XD
kimi: oh signore, Sai non ti va
bene, Lee non ti va bene, Haruka non ti va bene... XD Adesso nemmeno
Sasuke ti andrà bene! L'unica mia consolazione è vedere
che segui comunque la storia, nonostante tutto! XD Il bimbo di Shika...
eheheh... chissà cosa sarà, quell'adorabile creaturina!
Maschio? Femmina? Gemelli? (no, gemelli no) Sai? NON credo che lo
dirò... (ghigno malvagio) Per Jiraya e Tsunade, invece, ti
basterà pazientare un poco... Amo troppo quei due per farli
scomparire così! (e... hai visto? Sono riuscita a postare prima
di sabato! Mi spiace solo che segnerò la parola fine prima del
tuo ritorno! ç_ç)
Talpina Pensierosa: uff, finalmente sono riuscita ad aggiornare e commentare! @_@ Ma della internet key ancora non si sa niente... ç_ç
gohan4ever: vedi, il problema
è che sono sia logorroica che grafomane, quindi sia che scriva,
sia che parli, non mi fermo più! XD E' così che escono 16
pagine di fila e storie di 63 capitoli! Ma, se non altro, alla fine il
tanto atteso confronto Naruto-Sakura è arrivato!
1992: Sakura e Kiba? Uhm...
ipotesi interessante, sai? XD No, dico davvero °_° Potrebbe
quasi uscirci una one-shot... perché ormai è palese che
lei starà con Sasuke, a meno di un infarto improvviso dell'emo
kid! (La Zetsu-Sakura invece non esisterà MAI, finché
avrò vita per impedirlo! Zetsu è solo di Ino. U_U Tra
vegetali e fioristi ci si trova che è una meraviglia...) Ora
mettiamo in chiaro le cose: non ho intenzione di inserirti nella fic,
non ho intenzione di chiamare Giugy uno dei figli dei personaggi, ma
soprattutto, e intendo SOPRATTUTTO, mio figlio/a non si chiamerà
mai Modestino né Modestina, né Itctusmucios! Sono stata
chiara? Altrimenti giuro che ti frego le cucuzze e scappo in messico
con il mio amante... del quale tu ovviamente non sai nulla. Ehm. In
compenso hai centrato un buon punto con la sorella di Haruka... peccato
che di lei non saprai nulla di nulla! (uhuhuh...) Il mio stupido esame
è andato bene per fortuna! ^^ E il tempo... brr, si gela!
ç_ç Però c'è il sole. Almeno questo...
Reina: XD "La piccola fioraia,
il grande capo Hyuuga e il pittore maledetto"! Mai visto sintesi
migliore! XD Le comiche perle di saggezza invece mi sfuggono...
cioè, sul comico ci arrivo, ma accostare me e perle di saggezza
mi riesce un po' ostico! Wow, non avevi previsto che Lee fosse l'eroico
padre del figlio di Tenten? XD Sembrava impossibile, vero? Ma la
verità è che per tutto il tempo Lee e Tenten hanno fatto
una vita parallela della quale io, semplicemente, non ho parlato. Ma
c'è stata, e ha avuto le sue concretissime conseguenze! Oh,
è vero. Con oggi ho sistemato anche Mr Kiba... che ne
sarà ora di Hinata? Si preannuncia un triangolo NejiHinaNaru,
forse...? (Ah, riguardo alla one-shot "Happiness"... ti svelo un
segreto: nemmeno io ce lo vedo Naruto Hokage! XD Sarebbe una
soddisfazione immensa, ma di certo non ha la stoffa del politico...)
Ino_Chan: ehh, se Neji si fosse
svegliato un po' di tempo prima, avrebbe avuto il suo happy ending! Ma
così si è giocato la carta migliore! U_U Chissà
ora cosa farà?
Lily_90: guarda, sapendo che
sei una ShikaTema fan, direi che se mai troverai il tempo di leggere
gli scorsi capitoli avrai qualche soddisfazione... Ciò detto,
grazie mille per i commenti, mi fanno davvero tanto piacere! >_<
E non sai quanto mi abbia reso felice vedere che avevi aggiornato,
lunedì! Anche se ero in piena preparazione di esame, mi sono
messa a leggere il capitolo la sera, perché non potevo farne a
meno! XD Ora l'esame è andato, credo che nel weekend
riuscirò finalmente a commentare tutto quanto! ^^ Ma davvero, se
l'ispirazione resta nella tua casa io sono una donnina felice! XD
Jenna Uchiha: eheh,
consigliandomi gli Evanescence arrivi tardi! Ho tutto il loro cd,
l'ultimo e il precedente! Comunque sono contenta di esserti stata utile
con le canzoni! Fino a qualche anno fa non ne sapevo manco una, ero
ignorantissima in questo anno... poi mi sono evoluta! XD Ho visto che
la LeeTen ti lascia perplessa; sì, so che non è una
coppia convenzionale, però da un lato voglio che Lee per una
volta sia felice (è una fanfiction! Quindi si può! *_*),
e dall'altro la considero quasi una sfida! Di solito sono sempre i
belloni a vincere, e le altre coppie sono quasi considerate scadenti...
lui ribalterà questo concetto! *_* (Psst: Gaara mi sta
minacciando di morte... dice che se ti ricordo che il vostro
appuntamento è il 31 febbraio sotto la parete degli Hokage, non
arriverò alla fine di Sinners! ...Ops)
_Eleuthera_: non sai quanto ho
gongolato quando mi hai detto che certe volte questa fic è
più psicologica che di azione! Vedi, a me piacciono da matti i
combattimenti e i momenti in cui Naruto batte il cattivo (per dirla in
termini elementari), ma allo stesso tempo adoro vedere come si evolve
psicologicamente e come cambia idea. Per me è assolutamente
fondamentale spiegare il perché di ciò che fa e
ciò che dice, perché spesso è a quel livello che
ottiene le vittorie più grandi. Naruto sembra solo uno scemotto
sognatore, ma in realtà a livello mentale è molto
interessante, credo... Blatera, blatera, blaterà, però ci
crede sul serio. E a modo suo è intelligente, anche se
impulsivo. Senza contare che in questa fanfic l'ho preso in
un'età e un momento parecchio probalematici, e ho dovuto
mostrare cosa gli passava per la testa, o le sue sarebbero sembrate
azioni campate per aria. Sono una gran sostenitrice della psicologia,
diciamocelo! Solo che tante volte ho paura di non riuscire a rendere
perfettamente un'idea. Descrivere i combattimenti è difficile,
ma ancora di più lo è descrivere le sottili sfumature di
un pensiero o un sentimento. Per questo spesso e volentieri attingo a
piene mani dal serbatoio delle metafore, e, spero, con risultati
soddisfacenti! Per quanto riguarda Jiraya, aspettati una sua
ricomparsa! Mica posso lasciare che le cose tra lui e Tsunade restino
in sospeso, giusto...? Non dopo quello che ha combinato Kishimoto!
Invece, per quanto riguarda Ino e Sai... beh... attenta: non tutto
è casuale...
izayoi007: tu devi essere una persona molto
intelligente! Chiunque dica che Naruto è il suo personaggio
preferito deve avere una capacità intellettuale invidiabile!
(Oh, che caso...! E' anche il mio personaggio preferito! XD) Di sicuro
non ti ucciderò se sarai logorroica anche in futuro, anzi! Leggo
sempre con tantissimo piacere le recensioni lunghe, sono una cosa
fantastica! XD Per la fic del tuo compleanno, mi ci metterò
d'impegno! Certo, creare un Sasuke che sia solo "amico" mi sarà
difficile... ma in fondo un'autrice che voglia definirsi "brava" deve
anche riuscire a fare qualcosa del genere! (Ok, non chiederti da dove
sia uscita questa, perché non ne ho la minima idea) E poi te lo
devo, se non altro come consolazione per come sono andate le cose in
Sinners! XD Riguardo a Redenzione, in effetti è un lavorettino
grondante angst... Se fossi una lettrice, mi metterei a leggerlo solo
in un pomeriggio particolarmente cupo e triste, altrimenti eviterei di
rovinarmi la giornata in quel modo! XD Ciò detto, a favore di
quella storia posso dirti che qualcuno la considera il mio miglior
lavoro... boh. Non saprei che consigliarti! XD Se sei depressa, puoi
provare a darci un'occhiata! (ma tieniti lontana da qualunque oggetto
possa farti del male, o sentirai l'improvviso istinto di diventare emo!
XD)
Hila92: non credo che dirti
che la prossima volta ci sarà Sasuke migliorerà il tuo
umore oggi! XD Ma, insomma, un'autrice deve far qualcosa per tenere
alta l'attenzione! XD Oh povero Lee, lui è stato fantastico in
questo capitolo! *_* Avrei quasi voglia di regalare a questi due una
one-shot, ma mi sa che non troverò il tempo di farlo! XD (e che
per qualcuno potrebbe essere fonte di incubi notturni...) In compenso
ora sai che Kiba è stato scaricato. Il che non significa
automaticamente che Hinata troverà il coraggio di gettarsi tra
le braccia di Naruto, ma rende entrambi liberi e potenzialmente
accoppiabili. E Neji?, ti chiederai. Eheheh... Neji, Neji, Neji... ho i
miei tristi piani su di lui...
rina: beh, grazie mille per
tutti i complimenti! ^^ Sono contenta che la ribellione di Hinata abbia
scatenato i tuoi entusiasmi, ma, per carità, contieniti! XD
Risparmia lo spumante per altre cose importanti! XD E, ora che mi ci
fai pensare, non ho mai pensato a un'eventuale reazione di Gai alla
gravidanza di Tenten! Penso che avrebbe un attimo di shock, come ogni
adulto, ma alla fine, sapendo che Lee ha deciso di crescerlo con
Tenten, scatterebbe la scenetta da "ardore della giovinezza",
comprensiva di tramonto infuocato e onde che si infrangono sugli
scogli... Eh sì, potrei quasi inventarmela...! XD Ah,
com'è andato l'incontro Naruto-Sakura? lei c'è rimasta
abbastanza male o avrei dovuto mettere in tasca a Naruto dei fiammiferi?
NaruGaa: e chi ha parlato di
riposarsi? alla fine di questa fico ho già mille altri progetti
da portare avanti! Da quando ho scoperto il meraviglioso mondo delle
AU, ho deciso che amplierò i miei spazi anche lì! XD Per
quanto riguarda la tua fic, finora sono riuscita solo a dargli
un'occhiata rapidissima, causa stupida connessione impossibile... -.-
Spero tanto di trovare il tempo di lasciarti un commento, magari
domenica! ^^ Per adesso ti saluto, e ti raccomando di non esagerare con
la scuola! E' il peggior veleno! XD
trinity87: oh, so benissimo
cosa vuol dire non avere internet a casa... T_T Ancora mi chiedo come
io sia riuscita ad aggiornare più o meno regolarmente fino ad
ora! Oh, che bello sentire di qualcuno che è stufo delle
NejiTen! Mi levi un peso dal cuore! XD Insomma, anche Lee ogni tanto si
merita un briciolo di felicità! Io tifo per lui! XD
Maobh: certo... tecnicamente
ora è via libera per Hinata... ma lei sfrutterà
l'occasione o si tirerà indietro all'ultimo? Avere una
possibilità e sfruttarla sono due cose diverse! Ohh, è
fantastico sentire che ti sei un po' commossa sul finale della LeeTen!
Mi rendi felice, Lee è un po' il mio beniamino! *_* E su Hinata
e Neji non darei per scontate troppe cose... uhuhuh...
kage_naru89: ma non era
l'ultimo capitolo, questo! XD Vi sembra che in una sola volta riesca a
concludere tutto quanto? No! e infatti ci saranno altri due capitoli +
1, prima della fine... Staremo insieme ancora per un po'! (a occhio e
croce, ancora fino a... sabato? Credo di sì, se non mi
rallentano le cose all'improvviso!) Leggere della tua sorpresa su Lee e
Tenten mi ha fatto sentire orgogliosa della mia opera di depistaggio!
XD In tanti avevano già ipotizzato come sarebbero andate le
cose, ma sapere di essere riuscita ad ingannare almeno qualcuno mi ha
dato un sacco di entusiasmo! XD Senza cattiveria, eh! Diciamo che ogni
tanto mi piace scioccare i lettori! (solo ogni tanto?)
GloGlo the best: ahi! XD Mi sa
che devo già deludere le tue aspettative... la creatura che
nascerà da Tenten sarà la copia sputata di Lee,
esteticamente! Per fortuna, così non sarà in termini di
carattere... dai, che problema c'è? Se ha trovato da sposarsi il
padre, troverà anche il/la figlio/a! La NejiHanabi ha sfiorato
la mia testolina... ma avrà piantato radici? Per NaruHina o
NejiHina, voglio invece lasciarti ancora in sospeso! Insomma,
concedimelo...! Manca poco alla fine, davvero poco... e molto
verrà svelato a breve...
Aya
|
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Capitolo 62 *** Il Nulla ***
Naruto-62
Canzone di sottofondo (caldamente cosigliata): Pictures of you, dei "The last goodnight"
Capitolo sessantaduesimo
Il Nulla
I
pazienti ricoverati all’ultimo piano erano stati trasferiti al
penultimo, nella zona che non era stata danneggiata dal rasenshuriken
di Naruto qualche giorno prima.
Nonostante
i lavori di messa a nuovo fossero già in corso, per il momento
i medici non avevano trovato altre soluzioni; e così anche i
nobili eroi di Konoha avevano finito per condividere l’aria con i
comuni mortali, attirando occhiatine ammirate o curiose da ogni
parte.
Nella
stanza più isolata dalle altre, l’unica singola del piano,
Sasuke Uchiha dormiva sotto un lenzuolo troppo bianco, baciato dalla
luce del sole ancora intenso, nonostante il mese. Come sempre,
diversi tubicini trasparenti scomparivano sotto le coperte,
allacciandosi alle sue vene e cercando blandamente di tenerlo in
forze. L’infermiera se ne era andata da una decina di minuti, dopo
avergli cambiato la flebo. Ora, con lui, c’era solo un ragazzo
biondo dai capelli scompigliati e l’aria un po’ sbattuta.
Naruto
era fermo a un passo dal letto, le mani affondate in tasca e lo
sguardo scuro; i suoi occhi non tendevano al viola, ma viravano verso
un blu inchiostro che poco aveva di rassicurante.
L’immagine
del viso addormentato di Sasuke continuava a sovrapporsi a quella di
lui e Sakura, nel laboratorio numero tre... ed era ogni volta un
dolore.
“Stupido
che non sono altro” si disse Naruto, atono. “Così mi
faccio solo del male”
Eppure
non smetteva. Era quasi una sequenza ipnotica, impossibile da
allontanare... In fondo non aveva più rivisto Sasuke, da
allora; era stata Kyuubi ad attaccarlo, e anche se lui l’aveva
trattenuta dall’ucciderlo, non lo aveva davvero guardato.
Ora
scopriva che farlo faceva male.
E
che non riusciva a interrompere quella lenta tortura.
Strinse
i denti, chiuse gli occhi. Ma era tutto inutile, le immagini non se
ne andavano, incise a fuoco dietro le sue palpebre.
Finché
una parola non le scacciò improvvisamente.
«...Puzzi»
Silenzio.
Il
primo istinto di Naruto fu di inveire e rovesciare il letto. Ma si
sgonfiò praticamente subito, sostituito da uno sbuffo amaro.
«Che
ci vuoi fare? Io non ho avuto belle infermiere che mi facevano le
spugnature» rispose alla voce di Sasuke, riaprendo gli occhi e
scoprendolo sveglio.
L’Uchiha,
da sopra le occhiaie marcate, lo scrutò a lungo.
«Beh...
non sei messo molto peggio di me» commentò alla fine.
Naruto
ghignò, sarcastico ma non troppo.
«Vogliamo
parlare delle ferite che non si vedono?» chiese insinuante, in
un certo modo tagliente.
Il
sorriso scomparve in fretta come era arrivato, lasciando il posto a
una smorfia severa che stonava con il colore intenso degli occhi e
dei capelli. Sasuke non ribatté, e allora fu Naruto a
riprendere la parola, in tono piatto.
«Me
l’hai rubata» disse soltanto.
Nessuno
dei due distolse lo sguardo.
«Lo
so» rispose l’Uchiha dopo almeno dieci secondi, ed era lo
stesso ‘lo
so’
che aveva detto a Sakura il giorno in cui erano caduti, insieme.
«Tutto
qui?» chiese Naruto, e la sua voce ebbe una leggera incertezza.
«Cosa
vuoi sentirti dire, Naruto?» ribatté Sasuke, senza
cedere.
«‘Fanculo!»
inveì il biondo, con un gesto brusco, e finalmente l’apatia
lasciò il posto alla rabbia. «Sei uno stronzo! Un
maledetto bastardo! Lei era mia! Eravamo felici! Sakura
mi amava!»
gridò, sbattendo un pugno contro la parete per non fracassarlo
sul volto dell’Uchiha.
Sasuke
lo lasciò sfogarsi, tirandosi faticosamente a sedere, e le
bende sul suo petto spuntarono dalla chiusura della maglia.
«Con
che diritto pensi di potermi parlare così?» chiese tra i
denti, quando l’altro fece una pausa per respirare. Naruto lo
fulminò con gli occhi. «Tu hai ucciso mio fratello»
gli ricordò Sasuke aspro. «Hai distrutto il mio unico
sogno»
«La
tua era una maledetta ossessione! Io ti ho salvato!»
«No!»
suo malgrado, Sasuke strinse i pugni, sentendo le vene del collo
pulsare. «Era il mio obiettivo, nient’altro. Il mio unico
obiettivo... e tu me l’hai strappato, senza averne alcun diritto,
soltanto perché pensavi che fosse la
cosa giusta.
E invece non sapevi niente!»
«Stronzate!
Le tue sono scuse! Vuoi dirmi che lo hai fatto per vendetta? E’
questo che stai insinuando? Che la stai...
usando?»
«No!»
gli occhi di Sasuke mandarono lampi.
«E
allora cosa, eh?» in una falcata, Naruto fu accanto al letto, e
sovrastò minaccioso l’Uchiha. «Sapevi che stavamo
insieme, te l’avevo detto. E lo hai fatto lo stesso! Io ho ucciso
Itachi per il tuo bene! Potrai anche pensare che abbia sbagliato, ma
le mie intenzioni erano buone, maledizione! Tu puoi dire la stessa
cosa?!»
Sulla
fronte di Sasuke si disegnò una ruga verticale, mentre la
frustrazione saliva d’intensità e il segno maledetto sul
collo pulsava debolmente.
Lui
voleva Sakura.
Aveva
bisogno di Sakura.
E
lei lo amava... lei lo amava, al di là di tutto.
Nonostante
il suo tradimento, nonostante gli errori, gli insulti,
l’atteggiamento... lei lo amava.
E
lui aveva bisogno di quell’amore.
«Io
la amo» disse roco, distogliendo lo sguardo. «O almeno...
credo» aggiunse dopo un istante, per amor di coerenza.
Naruto
sentì una stretta allo stomaco, che per un attimo congelò
il rancore.
Che
Sakura amasse Sasuke era risaputo; se l’era sentito ripetere un
milione di volte.
Ma
che la parola ‘amore’ uscisse dalla bocca di Sasuke era qualcosa
di molto strano... straordinario anzi; e se era riferita a Sakura...
faceva davvero male.
«Vaffanculo»
bofonchiò Naruto, passandosi una mano sugli occhi. «Dovrebbe
bastarmi questo? Eh? Io ti ho portato indietro perché volevo
essere felice. Volevo mio fratello e la ragazza che amavo... E invece
non ho avuto niente. E ho perso quel poco che avevo»
«Hn...
fratello...» suo malgrado, Sasuke si lasciò sfuggire un
sorriso amaro. «Un fratello non ruba la ragazza all’altro,
immagino...»
«Un
fratello si preoccupa dell’altro. Pensa a lui prima di fare
stronzate» sibilò Naruto. «Come ho fatto io per
tutto questo tempo, maledizione! Hai idea di cosa ho sacrificato per
te? Ho perso anni della mia vita a cercarti, per riportarti indietro
e riabilitarti! Anni! E tu cosa mi dai in cambio? Questo!»
«Stai
dicendo che ora mi odi?» chiese Sasuke a bruciapelo, fissandolo
di nuovo con occhi come carbone.
Naruto
serrò i pugni, frustrato.
Odiare
Sasuke?
Non sapeva nemmeno se ne sarebbe stato in grado,
onestamente.
Ma
era arrabbiato, questo sì.
Era
furibondo e avrebbe voluto pestarlo per almeno due giorni, se non
altro per sfogarsi.
«Allora
perché hai riportato indietro Orochimaru?» riprese
Sasuke davanti al suo silenzio.
Naruto
gli scoccò un’occhiata rovente.
«L’ho
sentito da Sakura» spiegò lui. «Lo hai catturato e
riportato al villaggio...»
«L’ho
fatto per l’eremita porcello» scattò , sulla
difensiva. «Lui voleva che Orochimaru fosse fermato, e io l’ho
fatto»
«...Ah»
un attimo di silenzio. «E per nessun altro motivo?»
Naruto
non rispose, incapace di mentire o di trovare scuse.
Oh,
quanto odiava essergli inferiore a parole...!
Sasuke
distolse lo sguardo lentamente, per posarlo sulla finestra e le
tendine semi-trasparenti. Alla luce del sole la sua pelle sembrò
ancora più chiara, e le occhiaie più profonde.
«Naruto...
non ho potuto farne a meno» disse alla fine.
Non
suonava come una spiegazione, non era una scusa... era soltanto una
constatazione.
«Voglio
riportare il mio clan agli antichi fasti. E lei... con lei sento di
poterlo fare. Sakura mi ama, e io la amo... ho bisogno di credere che
funzionerà. Ho bisogno che funzioni... altrimenti non mi
resterà davvero altro»
Di
fronte al suo tono volutamente dimesso, ma sotto sotto ribollente,
Naruto sentì la rabbia scemare e scorrere via, lasciandogli
addosso solo un orribile senso di pesantezza e la netta sensazione di
essere completamente impotente.
Sakura
amava Sasuke da sempre; Sasuke aveva bisogno di Sakura, e aveva
scoperto di amarla a sua volta.
Cosa
c’entrava Naruto in tutto questo?
Niente.
Non
aveva mai contato davvero niente.
Si
sentì... un idiota.
E
solo.
Molto
solo.
Gli
occhi bruciavano, le mani tremavano... desiderò che Sasuke non
si voltasse, che non lo guardasse... perché il suo attimo di
debolezza era qualcosa di cui vergognarsi.
Mai
come in quel momento desiderò che le cose fossero andate
diversamente.
«...Non
è certo che io sopravviva» mormorò Sasuke
all’improvviso, sempre evitando di guardarlo. «Anche se
abbiamo il corpo di Orochimaru, non è detto che Sakura e
l’Hokage trovino una cura... e anche se la trovassero... potrebbe
essere troppo tardi» chinò il capo, e il collo magro si
tese tra i capelli corvini, in un bizzarro quanto intenso contrasto.
«Ma ora ho di nuovo uno scopo, e farò ti tutto per
raggiungerlo. Sopravvivrò, e riporterò gli Uchiha alla
gloria di un tempo» riprese, in tono più secco.
«Inoltre...» aprì e chiuse la bocca, deglutendo un
paio di volte. «Sakura... io la renderò felice»
Dalla
posizione in cui si trovava, Naruto vide le orecchie di Sasuke
arrossarsi.
Il
senso di desolante impotenza che già lo tormentava si acuì,
facendolo sentire ancora peggio.
Ma
bene.
Ora
davvero era finita.
Sasuke
non avrebbe lasciato andare Sakura, mai più.
Lui
non l’avrebbe riavuta.
Mai,
mai più.
Gli
mancò il fiato.
Doveva
uscire di lì, aveva bisogno d’aria... fece un passo
indietro, stordito, e poi un altro.
Girò
sui tacchi, raggiunse la porta quasi barcollando, l’aprì e
fu fuori, nel corridoio. Non si guardò alle spalle, non cercò
un’ultima volta gli occhi di Sasuke... ne aveva abbastanza. Davvero
abbastanza. L’idea di lasciar perdere tutto e trovare una missione
a lunga scadenza all’improvviso non gli sembrava più tanto
vigliacca...
All’interno
della stanza, Sasuke sentì la porta richiudersi e le gettò
un’occhiata di striscio, con espressione turbata.
Ora
che le carte erano tutte in tavola, ora che la situazione aveva preso
una piega ben definita, aveva un unico rimorso: aver tradito la
fiducia di Naruto.
Avrebbe
potuto avere Sakura in un altro modo, in qualunque altro modo... ma
aveva finito per averla nell’unico che avrebbe – e aveva
– fatto del male a tutti.
Per
la prima volta, anche se non lo avrebbe mai ammesso, si scoprì
a desiderare qualcosa che aveva sempre considerato privo di valore:
perdono.
Naruto
si passò una mano sul viso sudato, stringendo i denti.
Si
sentiva uno schifo.
E
dire che era stato lui a cercare Sasuke, a volergli parlare... era
stato lui a trovarsi nella sua stanza, e a iniziare il discorso
riguardante Sakura.
Doveva
smettere di farsi del male.
Scompigliò
i capelli rabbiosamente, mentre scendeva le scale a passo veloce.
Via,
via di lì.
L’odore
del disinfettante gli dava fastidio, ogni sedia gli ricordava il
giorno in cui tutto era crollato, e persino il colore delle pareti
gli faceva girare la testa.
E,
dietro all’ombelico, nove code si agitavano quiete, frusciando un
debole: “te
l’avevo detto...”
Raggiungere
l’atrio fu un sollievo, e uscire all’aria aperta una liberazione.
L’odore del villaggio gli invase le narici, portandosi via parte
dell’ansia e della nausea, e gli permise di inspirare a fondo e
provare, almeno un po’, a calmarsi. Cercò la luce del sole
con gli occhi, lasciò che i suoi raggi lo scaldassero,
sciogliendo il gelo che gli irrigidiva i muscoli... finché non
si accorse che, oltre al freddo, se ne erano andate anche le
emozioni.
Tutte,
purtroppo.
Lentamente
riabbassò lo sguardo.
“...E
ora...?” si chiese, atono.
Il
vuoto era desolante. Terribile.
Non
più Sakura, non più Sasuke, non più amore, non
più casa.
Nulla.
Sarebbe
stato meglio incazzarsi, ribaltare qualche sedia, piangere, farsi del
male... tutto sarebbe stato meglio di quello.
Ma
qualcuno venne in suo soccorso.
«Naruto!»
lo chiamarono all’improvviso.
Lui
alzò la testa, si guardò attorno, e vide Shikamaru che
usciva dall’ospedale con le mani in tasca.
«Yo»
lo salutò il Nara, facendogli un cenno e un sorriso. «Ti
hanno rilasciato?» chiese sollevato.
«...Sì,
Tsunade ci ha messo una buona parola» si sforzò di
ghignare lui, per sembrare normale, per sembrare... perfetto. Ma
Shikamaru si accigliò impercettibilmente, subodorando la
finzione; eppure non disse nulla.
«Sei
passato da Sasuke?» domandò ostentando noncuranza.
«Sì,
ma ora sto tornando a casa... ho assoluto bisogno di una doccia»
«Un
po’, in effetti. Ti accompagno; vuoi?»
Lo
stomaco di Naruto si contrasse leggermente.
In
realtà voleva stare da solo.
Riflettere,
crogiolarsi nel dolore, infilarsi sotto le lenzuola e fingere di non
esistere... questo genere di cose.
Però,
allo stesso tempo, l’idea di percorrere accanto a Shikamaru il
tratto di strada che lo separava da casa era allettante. Si trattava
solo di pochi minuti, una distrazione limitata e, tutto sommato,
piacevole.
Un
piccolo riempitivo per il Nulla.
E
poi Shikamaru non era un seccatore. Anzi, sapeva essere un ottimo
compagno, discreto al punto giusto.
«Ma
sì» rispose, con un mezzo sorriso e un’alzata di
spalle. «Se non hai niente di meglio da fare...»
«Libero
come l’aria» assicurò Shikamaru. «Ho dovuto
portare all’ospedale la cartella clinica di Temari, per quando si
trasferirà qui... che poi non capisco perché io debba
fare il fattorino... comunque, ho il resto della giornata
assolutamente libero»
«Il
tuo gruppo è in pausa?» si informò Naruto, mentre
si avviavano lungo la strada gomito a gomito.
«Più
che altro io sono in pausa. Il maestro Asuma e mia madre si
sono coalizzati e dicono che da qui a nove mesi dovrò
occuparmi solo e soltanto del bambino. Con quali soldi?, mi verrebbe
da chiedere.. ma evidentemente loro non badano a queste futili
sciocchezzuole»
Nonostante
tutto, Naruto sorrise del tono annoiato del Nara.
Era
bello vedere che al di là del suo mondo ora vuoto la vita
proseguiva.
Era
bello sentir parlare delle cose di tutti i giorni, di una nuova
creatura che nasceva, di un bambino che sarebbe stato felice... provò
una fitta di tenerezza per la piccola vita all’interno di Temari, e
solo per un frammento di secondo si chiese come sarebbe stato avere
un figlio con Sakura, vivere per sempre con lei, avere la vita che
ora, lo sapeva, sarebbe stata di Sasuke...
...Ma
anche quella riflessione scomparve subito, inghiottita dal Nulla, e
il sorriso lasciò spazio a un’espressione neutra.
Shikamaru
gli gettò un’occhiata di striscio.
Tutto
ciò che sapeva era che Kyuubi, sigillata dentro Naruto, aveva
trovato il modo di liberarsi e aveva devastato mezzo ospedale, per
poi essere sigillata di nuovo grazie a Naruto e Jiraya. Ma non sapeva
perché o come il demone fosse riuscito ad aprirsi un varco,
non sapeva perché si fosse diretto prima di tutto verso
Sasuke, e non riusciva nemmeno a immaginare, ora, come fosse ‘vivere
la vita di Naruto’.
Soprattutto,
non riusciva a capire dove fosse Sakura, invece di stargli accanto.
«...C’è
una cosa che mi sono chiesto, ultimamente» se ne uscì,
fissando la strada ai suoi piedi. «La Volpe... perché ha
puntato subito su Sasuke?»
Naruto
mosse appena gli occhi, quasi distratto.
«Lo
sharingan» rivelò, parlando piano. «La tecnica
degli Uchiha, se sviluppata, può controllare Kyuubi... e lei
voleva eliminare l’ultimo pericolo per la sua libertà»
«E
chi vorrebbe controllarla?» chiese Shikamaru accigliandosi. «E’
troppo pericolosa, sigillarla è l’unica sicurezza...»
«Oh,
come no» commentò Naruto amaro. «Sicurezza,
eh? Chiedilo agli infermieri dell’ospedale»
Shikamaru
impiegò qualche secondo prima di parlare ancora. Poi, quando
lo fece, cercò lo sguardo di Naruto. «...Perché
non a Sasuke?»
«Come?»
fece lui, con un lampo d’inquietudine negli occhi, un sentimento
indefinito e vago.
«Perché
hai detto ‘chiedilo agli infermieri’? Non sarebbe stato più
logico dire ‘chiedilo a Sasuke’?»
«Beh...
Ho detto la prima cosa che...»
La
voce di Naruto scemò, fino a spegnersi.
Di
nuovo, inghiottita dal Nulla.
Shikamaru
assottigliò gli occhi.
«Naruto...
dov’è Sakura ora?» chiese cauto.
L’altro
si irrigidì visibilmente, smettendo di camminare. Lo sguardo
fisso a terra, rimase in silenzio per alcuni lunghi secondi. E poi,
all’improvviso, senza che l’avesse richiamato, un sorriso amaro
si fece strada sulle sue labbra.
«Sei
un po’ troppo intelligente, come sempre...» commentò
con un’occhiata sghemba. «Pensavo che tu fossi discreto, ma
dimenticavo che i geni tendono a capire tutto troppo in fretta... Ti
stai chiedendo se ho cercato di far fuori Sasuke, con Kyuubi? Per
Sakura?»
Shikamaru
non rispose, e Naruto alzò lo sguardo al cielo, sorridendo a
metà tra l’amarezza e la desolazione.
«Sono
lo scemo più grande sulla faccia di questa terra»
commentò. «Chiunque lo avrebbe fatto. Chiunque si
sarebbe sfogato, avrebbe troncato ogni legame, li avrebbe odiati...
Ma io... Io, stupido, e scemo, e idiota come sono... io non ci
riesco» la sua voce si spezzò, e dovette chinare il capo
per nascondere le lacrime a Shikamaru. «Non ce la faccio, è
più forte di me... sono loro la mia famiglia, sono loro il mio
mondo. Dovrei pensare ‘ecco, Sasuke è tornato e me l’ha
portata via!’, e invece riesco solo a pensare ‘finalmente è
tornato. E’ di nuovo qui’... Patetico!» strofinò
gli occhi rabbiosamente, con il dorso della mano. «Dovrei
rimpiangere di aver ucciso Itachi e averlo riportato a Konoha, ma
invece sono grato perché è successo! Ed è... è
incomprensibile! Mi hanno detto che Yondaime era mio padre, e io ho
provato rabbia! Mi hanno detto che si è sacrificato per
salvare il villaggio, e io l’ho odiato perché mi ha
abbandonato! Sasuke se ne è andato, ha tradito tutto e tutti,
e non sono mai riuscito a provare rancore per lui! E’ tornato, mi
ha rubato Sakura, e ancora non riesco a odiarlo! Perché,
maledizione, perché?!»
L’ultimo
grido rauco di Naruto fu seguito da un silenzio pieno del suo respiro
pesante.
Shikamaru,
fermo davanti al suo capo chino, si scoprì suo malgrado meno
sorpreso del previsto.
Allora
il quarto Hokage era davvero padre di Naruto. La storia era realtà.
Il dolore era vero.
E
Sakura... Si era davvero lasciata prendere da Sasuke, e lo aveva
abbandonato.
Ma,
nonostante tutto, Naruto non li odiava.
Ne
soffriva, ne soffriva fisicamente... ma non riusciva ad odiarli.
“...Quei
due sono molto più fortunati di quanto credano...” si trovò
a pensare Shikamaru, con un peso scuro sullo stomaco.
Provava
pena per Naruto.
E
ammirazione.
Era
sempre stato abbandonato, fino ad ora... ma sempre aveva avuto la
forza per non abbandonare.
E’
facile crogiolarsi nel dolore e dimenticare tutto, è facile
allontanare la sofferenza e chiudere gli occhi... Ma è per
restare che serve forza. E’ per restare e andare avanti, per
stringere i denti che serve coraggio.
E
Naruto aveva entrambi, la forza e il coraggio.
Davanti
a lui, Shikamaru si sentì poco meno di un bambino.
Pensava
di aver dimostrato maturità decidendo di prendersi cura di
Temari e di loro figlio, pensava di essere grande e forte... ma, di
fronte a Naruto, non era quasi nulla.
Sorrise,
e posò una mano sulla spalla del compagno.
«Va
bene anche se non li odi» disse, piano. «Anche se adesso
fa male, lentamente passerà... diventerà parte di te, e
ti renderà una persona diversa. Non puoi farci niente, Naruto.
Vai avanti, senza pensare cose stupide come ‘dovrei’ o ‘non
dovrei’... e anche quando cambierai, ricordati di chi eri
all’inizio. Non dimenticarlo mai»
La
voce pacata di Shikamaru sembrò penetrare in Naruto attraverso
la pelle.
Lenta,
sottile, come un balsamo leggero che leniva le ferite e riempiva
lentamente il Nulla.
Le
lacrime smisero di scendere, il suo respiro si fece regolare, piano
piano.
Si
asciugò gli occhi, inspirò a fondo, e poi rialzò
lo sguardo.
«Sì»
disse, e i suoi occhi erano azzurri e intensi, chiari come il cielo.
«Sì. Va bene»
Shikamaru
sorrise, battendogli una pacca sulla spalla. «Adesso andiamo,
la tua doccia non può attendere oltre»
Quando
lasciò Naruto davanti al suo appartamento, Shikamaru provò
lo strano desiderio di accendersi una sigaretta. Avrebbe voluto
tenere una cicca tra le labbra, accenderla, inspirare nicotina a
vagonate, e poi soffiare il fumo nell’aria con lo stesso aspetto
del maestro Asuma.
Avrebbe
voluto essere adulto, e aver superato la parte più difficile.
Ma
poi gli venne in mente che c’era qualcosa che amava, della sua
condizione di adolescente immaturo. E l’immagine di una Temari
imbronciata all’idea del pancione gli sfiorò la mente,
insieme al vago aroma salato della sabbia.
Sarebbe
andato a prenderla di lì a un mese, perché volevano che
viaggiasse quando ancora poteva muoversi agevolmente, e l’avrebbe
portata a casa sua.
Certo,
l’idea di presentarla a sua madre non lo entusiasmava affatto,
soprattutto dopo i lividi che si era ritrovato quando le avevano
detto che sarebbe diventata nonna – non era riuscito a schivare
tutte le padelle – però la prospettiva di rivederla era
inaspettatamente piacevole.
Sarebbe
diventato il padre migliore dell’intero villaggio.
Avrebbe
amato suo figlio, lo avrebbe cresciuto, e mai una volta lo avrebbe
abbandonato, a costo di mettere a ferro e fuoco qualcosa – o
qualcuno.
Altro
che voglia di sigaretta.
Lui
aveva voglia di Temari.
Aveva
voglia di una famiglia.
A
Suna il sole splendeva ancora con l’intensità dell’estate,
rendendo roventi pietre e sabbia.
I
contorni del palazzo del Kazekage tremolavano nell’afa pomeridiana,
di un rosso sporco e avvolgente; ma all’interno l’aria
condizionata rendeva il clima perfettamente sopportabile, fresco e
profumato di mirra.
Nel
suo ufficio, Gaara scrutava accigliato un foglio sulla scrivania,
finché qualcuno non bussò alla porta.
«Sì?»
fece, rialzando il capo.
«Nobile
Kazekage, chiedo scusa...» il segretario chinò la testa,
facendosi avanti con un pizzico di imbarazzo. «Mi avete chiesto
di mandare a chiamare vostra sorella, ma... ecco... sembra che
nessuno sappia che fine ha fatto»
Gaara
si accigliò.
«Che
cosa?» chiese tagliente.
«Non
è nel palazzo, e nemmeno a casa vostra... abbiamo interrogato
i domestici e persino vostro fratello, ma nessuno sembra sapere dove
sia»
«E’
scomparsa?» il Kazekage scattò in piedi, con una stretta
allo stomaco.
«Non
allarmatevi, Kankuro è già...»
«Tornerò
quando l’avrò trovata» lo interruppe Gaara,
attraversando la stanza a grandi passi.
«Nobile
Kazekage, il vostro lavoro...»
«Il
mio lavoro può attendere!»
«Oh,
che scansafatiche»
La
voce flautata e bassa che aveva pronunciato l’ultima frase fece
irrigidire sia Gaara che il segretario.
Con
nonchalance e una posa che sarebbe stata provocante su qualunque
ragazza, ma non su di lei, Temari fece la sua comparsa; appoggiata
allo stipite della porta, irradiava arroganza da ogni poro della
pelle.
«Dove
sei stata?» chiese Gaara, rilassandosi lentamente.
«A
fare esercizio» rispose lei con un ghigno strano. «Ah,
tu... vai a fermare Kankuro, mi sembrava che stesse urlando il mio
nome sul tetto del negozio di liquori» aggiunse rivolta al
segretario.
Quello,
incerto, chiese silenziosamente aiuto al Kazekage, e lui gli fece un
cenno per congedarlo.
«Esercizio?»
ripeté a quel punto, assottigliando gli occhi.
«Oh,
sì. Con i bambini» spiegò Temari, lanciando
un’occhiata lungo il corridoio. «Beh, veramente è un
po’ grandicello, come esemplare... ma insomma, anche mio figlio
sarà molto maturo, immagino»
Dal
corridoio, con aria imbarazzata e totalmente a disagio, fece capolino
una ragazza di neanche quindici anni, dai capelli rossi più
scuri di quelli di Gaara e gli occhi castani. Gettò
un’occhiata a Temari, e poi una al Kazekage.
«Ehm...
mi dispiace...» borbottò arrossendo. «Non volevo
disturbare... ma la signorina Temari ha tanto insistito...»
«Sai
che sui mocciosi ne sa più di me?» intervenne Temari,
con un cenno compiaciuto. «Mi ha spiegato un sacco di cose! Ha
una nidiata di fratelli, sa esattamente come vanno presi... pensavo
quasi di portarmela a Konoha»
Gaara
vide la ragazzina sbiancare sotto le lentiggini appena accennate.
«Temari,
non dire sciocchezze» intervenne allora. «Lasciala
andare, le stai portando via tempo»
«Ma
no, perché?» protestò la bionda, accigliandosi.
«Dai, sarebbe perfetta come collaboratrice! Oltre che esperta,
è anche intelligente: cos’è che sei? Terza? Seconda
classificata all’Accademia?»
«V-Veramente,
io...» balbettò la ragazza.
«Motivo
in più per lasciarla qui» troncò Gaara. «E
ora torna a casa, non devi stancarti con questo caldo»
Temari
sbuffò irritata. «E va bene!» ringhiò
nervosamente. «Loria, vai pure dove ti pare e piace. Tanto qui
non siamo in regime di democrazia, è una dittatura...»
La
ragazzina tirò un sospiro di sollievo interiore.
Con
un inchino frettoloso, si scusò e letteralmente scappò
via, ansiosa di respirare di nuovo l’aria soffocante ma libera
dell’esterno.
Gaara
la guardò allontanarsi, leggermente accigliato.
Loria...
non gli era nuovo quel nome... dove lo aveva...?
All’improvviso
ricordò.
Loria
An, piccolo genio uscito dall’Accademia con due anni d’anticipo
sui suoi compagni. Da quattro anni collaborava con il reparto
logistico della Sabbia, nonostante fosse soltanto una bambina. Aveva
un’infarinatura di tecniche ninja, ma più che altro un
cervello straordinario... e Temari la voleva come collaboratrice
domestica.
Il
Kazekage scosse la testa, mentre sua sorella si allontanava
borbottando, e si augurò che fosse colpa degli ormoni.
Subdoli, gli ormoni di una gravidanza.
A
quel punto rientrò nell’ufficio, e tornò a sedersi
dietro la sua scrivania. Prese in mano il foglio che stava leggendo
prima di essere interrotto, e gli diede un’ultima occhiata.
Veniva
dalla Foglia, era firmato ‘Tsunade,
quinto Hokage’. E
parlava di Naruto.
Penso
che questo sia un ottimo momento per una visita diplomatica.
Abbiamo
avuto problemi con N., credo che la tua presenza gli farebbe molto
bene.
Lui
ne ha bisogno, e io te lo chiedo come favore personale, non come Hokage.
Gaara
lasciò ricadere il foglio, e appoggiò la schiena alla
sedia.
Una
trasferta a Konoha in quel momento poteva essere rischiosa, anche
Tsunade doveva rendersene conto. Roccia, Fulmine e Acqua si sarebbero
appigliati subito a una cosa come quella, forse sarebbero riusciti a
cavarne un motivo sufficiente per la guerra...
...D’altro
canto... proprio perché il rischio era alto, capiva che a
Konoha doveva essere successo qualcosa di importante.
E
se si trattava di Naruto e lui poteva aiutare... allora doveva
esserci.
Guardò
la piccola pila di dispacci che attendeva ordinatamente in un angolo
della scrivania.
Lavorando
tutta la notte avrebbe dovuto finirla in tempo per partire
l’indomani...
Tese
una mano e si mise all’opera.
* * * * ȣ * * *
*
Spazio
autore
E' stato un capitolo complesso, diamine.
Da Shikamaru in poi sono andata liscia come l'olio, ma la parte di Sasuke è stata un parto...
Scritta la notte, ovviamente.
Chi salutiamo questa volta?
Shikamaru, Temari e Gaara.
Mi spiace per tutti coloro che aspettavano altri momenti ShikaTema, ma su di loro il sipario cala così.
E su Gaara... sì e no, diciamo. Insomma, prima o poi arriverà a Konoha, immagino...
Prossimo ed ultimo capitolo: mercoledì
(e finalmente... Jiraya e Tsunade!
...nonché un ritorno inatteso...
degna sorpresa dell'ultimo capitolo! ^_*)
Correzione
La volta scorsa ho parlato di un concorso,
ma era sul team YONDAIME, non YAMATO.
Abbiate pietà, come dice Harryherm sono vecchia e affetta da demenza senile
(sigh... e dire che non ho neanche vent'anni),
quindi passatemela per buona!
roby chan: e chi ha mai
detto che Hanabi deve sedurre Konohamaru, povero figliolo? XD Il
confronto Sasu-Saku non credo lo metterò in termini proprio
canonici... Le loro riflessioni su tutta la faccenda bene o male ci
sono state lungo l'arco degli avvenimenti, ora resta da vedere se
l'emokid guarirà davvero o no. Comunque, grazie per i
complimenti sul confronto Naru-Saku! ^^
julia83: io ho passato diverse
fasi nella mia vita; dalla timida che si adegua a tutto quello che
dicono gli altri, alla ribelle in controtendenza per puro spirito di
ribellione, alla leader improvvisata che non chiude mai bocca. Ora come
ora sono nella parentesi comico-demenziale che mi porta a parlare
sempre a sproposito, cercando ogni due minuti di far cambiare
l'opinione che gli altri hanno di me... e forse è per questo
che, pur essendo un carattere abbastanza forte, riesco a capire e
giustificare Hinata. Nonostante tutto so come ci si sente a non aver
coraggio, e l'irritazione di chi ci sta intorno non aiuta affatto, anzi
uccide persino gli ultimi brandelli di fiducia che magari avevamo
nascosti nel cuore. E' per questo che davanti alle persone che dicono
di non sopportare Hinata perché troppo arrendevole storco il
naso. Anzi, io penso che lei sia un personaggio davvero bello,
perché pur essendo debole, si sforza con tutta sé stessa
di cambiare. Non tutti nasciamo con la forza di mostrare agli altri
come siamo veramente, e spesso tante persone non si piacciono, e si
nascondono anche per questo. Ma Hinata, pur con i suoi balbettii e la
sua timidezza, ha momenti in cui riesce a mostrare come è fatta
davvero, come è fatta dentro (mi basta ricordare lo scontro con
Neji). E cerca di migliorare ogni giorno. E' per questo che mi piace
tanto, e che la trovo più forte di - per esempio - Ino, che
cerca costantemente di imporre la sua volontà e di mostrare la
migliore immagine di sé senza davvero far capire chi è
dentro, o Sakura, che addirittura si nasconde dietro una finta
personalità docile e gentile. Ciò detto, ho voluto negli
scorsi capitoli regalarle la marcia in più che ha sempre
cercato, e donarle il coraggio che le mancava. Non so se la cosa sia
risultata forzata o meno, tu dici che sono riuscita a darle spessore e
a rendere il cambiamento in qualche modo naturale, e le tue parole mi
lusingano. Ma ti dico da subito che non ho alcuna intenzione di far
scomparire l'Hinata balbettante che non riesce a mettere in fila due
parole davanti a Naruto. Anzi, voglio 'salvarla', e tenerla sempre in
primo piano... perché solo così i suoi sprazzi di
coraggio avranno ancor più valore. E poi... eheh, ho un debole
per tutte le creaturine debolucce del mondo! Sono la paladina dei
deboli, tifo sempre per la squadra che perde (inter, guarda caso... che
dall'88, anno in cui sono nata io, non ha più vinto per
vent'anni! XD), e mi sciolgo davanti alle persone dolci e gentili!
Kiba, non a caso, era il perdente del triangolo KibaHinaNaru, e di
fatti mi sono messa a sperare quasi che vincesse! Ma avevo un mio
piano, e l'ho portato a compimento, più o meno... Per lui ci
saranno altre storie e altri momenti! Ehi, io non amo affatto Sasuke!
Finché era piccolo e complessato - cioè debole -
sì, mi piaceva, ma da quando si è fatto borioso e
arrogante ho iniziato a odiarlo! Più lui vinceva su Naruto, e
più io lo detestavo... e andrà avanti così per
sempre! XD
Reina: uhm... ma siamo proprio
sicuri al 100% che Hiashi e Hizashi siano gemelli monozigoti? Potrebbe
anche essere che si limitino ad essere molto, molto somiglianti. In
fondo non mi pare che Kishi abbia mai detto che sono nati dallo stesso
uovo! E sappiamo che esistono anche casi di fratelli di età
diverse che sono gocce d'acqua! Chissà... Wow, grazie per il
commento sulle "comiche perle di saggezza"! E dire che quando le scrivo
ogni tanto scuoto la testa e mi chiedo se sono andata troppo sul
filosofico... (ciò non vale, ovviamente, per Hanabi che sbatte
craniate al muro! XD) Su Naruto Hokage invece ho riflettuto, e mi sono
detta che forse non sarebbe tanto male. Certo, se il mondo rimanesse
come è ora nel manga, sarebbe un disastro. Però Naruto ha
la capacità di cambiare le persone, come ha fatto con Gaara, e
credo che quando Kishi (SPOILER) parla della profezia che lo riguarda,
intenda dire che con questa sua capacità sarà in grado di
"rivoluzionare il mondo dei ninja", nel senso che cambierà
totalmente i rapporti tra le persone. Se ci è riuscito con Gaara
l'insonne psicopatico, con Neji il duro e puro e con Sai il pittore
folle, direi che ha buone probabilità di successo su larga
scala! Senza contare che ogni tanto ha intuizioni geniali che mi
stupiscono... Come quando gli hanno detto "vento perde contro fuoco
perché alimenta le fiamme!", e lui se ne è uscito dicendo
che era l'unico in grado di alimentare la fiamma di Sasuke!
Talpina Pensierosa: detto
fatto, ho visto Smeeney Todd! Tanto di cappello a Johnny, voce
meravigliosa e interpretazione superba, ma c'era un po' troppo sangue
per i miei gusti... Era un tantino splatter, insomma. E, per quanto io
sappia che è lo stile di Tim Burton, ho storto un po' il naso...
(senza contare che era un film PERICOLOSO: ho finito per immedesimarmi
con l'assassino... °_°)
kimi: ahh, Dublino! *_* Ci sono
stata quando avevo 15 anni, è bellissima! Maledettamente verde,
almeno in periferia! XD E lo UCD (University College of Dublin, ho
ancora la felpa...) era circondato da un giardino immenso! Ma anche il
centro era bello, con la statua della pescivendola (morire se ho mai
imparato come si chiamava) e quella di Joyce! Peccato che non ho potuto
nemmeno mettere il naso in uno dei pub di Temple Bar, perché
troppo piccina! ç_ç Ohoh, si parla di immagini? E allora
eccoti al volo la mia mail (anche messenger, all'occorrenza):
ayachan152003@hotmail.com Invia, invia! *_* Tanto ormai accetto
qualsiasi tipo di pairing! Mi mandano perfino degli Uchihacest
parecchio discutibili, ma sono una donnina stoica! XD
Hila92: XD Ma dai, povera
Hinata! Lasciatela un po' in pace, che tanto non è il tipo da
gettarsi a peso morto su Naruto, anche perché non sa ancora che
è libero! Non hai bisogno di farti venire il sangue amaro con
lei, se mai dovresti prendertela con me, che sono così sadica e
perfida da far scoppiare la NaruSaku! Ma... erano davvero tanto bellini
insieme? Lo chiedo perché io sapevo già che non avrebbero
retto, e temevo che risultassero poco credibili... Per quanto riguarda
Neji, ammesso che resti libero, dovrai spartirtelo con arwen5786, mi
sa! In teoria lei si è prenotata prma, però è una
SasuSaku fan, quindi una mezza soddisfazione l'ha già avuta...
Vi concedo di lottare su un vero ring per il bel Hyuga! XD
DuniettaS: Kiba ha dato tanto a
Hinata, è vero, e infatti ho sofferto parecchio per farli
restare separati... ma l'amore è qualcosa che non si può
controllare. Naruto è un idolo, un emblema, è il simbolo
del coraggio e ciò che Hinata vorrebbe raggiungere. Oltre ad
essere maledettamente sexy (ok, questo è un parere personale
dell'autrice...), è anche, in un certo senso, una condizione. Se
mai Hinata riuscirà a raggiungerlo, potrà dire di essere
riuscita a fare ciò che voleva più di tutto nella sua
vita. E' praticamente il suo sogno, l'equivalente del diventare Hokage
per Naruto. Per questo, anche con tutto lo sforzo d'immaginazione del
mondo, sebbene la mia anima KibaHina abbia sofferto della loro
separazione, non riuscivo a vedere Hinata che all'improvviso mollava il
suo sogno per avere soddisfazione immediata con Kiba. Ciò detto,
sono contenta che almeno tu abbia apprezzato Naruto! Per quanto sia
attaccato a Sakura e Sasuke, un minimo di sana incazzatura non poteva
non mettercela. Insomma, oggettivamente sono stati un par da stronzi mia da poc
(per dirla nel mio dialetto)! Ora, bisogna solo vedere quanto ci
metteranno ad appianare le cose, e se ci riusciranno mai del tutto...
Ino_Chan: e c'è stato
anche il match Naruto-Sasuke. Niente botte, niente morti, ma tanta
tanta amarezza... Io mi chiedo: perché, se amo tanto sia Naruto
che Kiba, li tratto così male? ç_ç Sono una
scemaaaa!
kage_naru89: dunque, dopo il
volumetto 35 la situazione sentimentale non fa praticamente passi
avanti. -.- Kishi passa il suo tempo tra battaglie e allenamenti, e in
effetti al momento sembra che Sakura si stia innamorando di Naruto.
Però ti ricordo sempre che Sasuke non è nei paraggi...
Nel senso: se tornasse, siamo sicuri che lei non ci ricadrebbe? E poi
io continuo a chiedermi perché Kishi avrebbe creato Hinata se
non aveva intenzione di darle un ruolo almeno vagamente utile. Naruto
non è bello, né intelligente, né fascinoso (non a
12 anni, almeno), eppure c'è questa tipa strana che gli muore
dietro... Se voleva creare la debole erede del clan Hyuuga che si
ispirava a lui per diventare forte, poteva anche evitare che avesse
pure una cotta. Sempre che tutti noi lettori non abbiamo frainteso e
lei in realtà lo ha sempre e soltanto ammirato, senza sconfinare
nell'amore...
sonja: single o appaiato,
l'unica cosa che importa è che Naruto sia felice, dal mio punto
di vista! E mi adopererà con tutta me stessa perché alla
fine lo sia!
0000: ohibò, non ti ho
più detto che ne penso delle canzoni? Ma mi sono piaciute,
ovviamente! Sono più o meno una spugna da questo punto di vista,
assorbo e assimilo, e qualunque canzone (o quasi) dopo il terzo ascolto
mi diventa gradita... Senza contare che ho bisogno di ritmi sempre
nuovi per scrivere le diverse scene! Quando poi mi arriverà la
maledetta internet key, magari riuscirò anche a scaricare i
pezzi che voglio, invece id limitarmi ad ascoltarli su youtube...
ç_ç Per quanto riguarda lo scontro Naruto-Sakura, beh,
direi che siamo a posto così. Lasciamo che non si odino, per
l'amor del cielo... Hanno ancora una vita di convivenza forzata
davanti, perché sono ninja di Konoha!
Killkenny: se con
"illegalità del NejiHina" intendi che sono figli di genitori
gemelli omozigoti, ti rimando alla risposta che ho già dato a
Reina. In caso contrario, se è solo perché sono cugini,
ribatto che non è illegale il matrimonio!
lilithkyubi: ahi! XD Tasto dolente, citare Matsuri...! La trovo
tollerabile soltanto in una fanfic, ma per il resto sarei soddisfatta
se non fosse mai comparsa nell'universo di Naruto! (anche perché
ho la tendenza a non considerare personaggi e avvenimenti che non ci
sono nel manga!) Ciò detto, benvenuta in questo angolino da
pazzi! Mi fa piacere sapere che leggi la fanfic, anche se ormai la
NaruSaku è scoppiata e tutto lascerebbe intendere che si delinei
il pericolo Hinata all'orizzonte... Indipendentemente da come andranno
le cose, grazie per essere arrivata fino a qui!
gohan4ever: su, su. Passa,
prima o poi. Ci stai male un po', e poi te ne fai una ragione...
Insomma, se se la fa Naruto, non vedo perché non dovresti
fartela anche tu! Sopravvivrai al crack della Narusaku! E lasciamo
stare Hinata, povera piccola! Per ora non sa nemmeno che questi due si
sono mollati! XD
maninja87: alla fine del manga
mi ricrederò su Sasuke solo se morirà per salvare Naruto.
A quel punto potrei anche piangere un po' per lui, e lamentarmi della
sorte avversa... ma fino ad allora, lo odierò con tutta me
stessa! >_< (anche perché ultimamente ruba un sacco di
pagine che invece potrebbero essere dedicate a Naruto! ma insomma, il
manga si chiama "Uchihas"? - come mi diceva qualcuno) Parlando dello
scorso scontro Naruto-Sakura, a dire il vero sto iniziando a
convincermi che la ICità sia un'illusione. In realtà
nessuno a parte l'autore può dirci davvero come reagirebbe un
personaggio in una determinata situazione, e ciò che una brava
scrittrice di fanfic può fare è soltanto presentare una
serie di azioni in modo che risultino tanto plausibili da sembrare
vere. Tutto qui. Confesso che il più delle volte sono sicura
soltanto delle mosse che combinano i personaggi che ho creato di sana
pianta... e probabilmente è per questo che ho un gran bisogno di
sentire i vostri pareri: per capire se sono riuscita nel mio intento o
no! Grazie ancora per tutti i commenti che mi lasci, e non bruciarti i
neuroni sui libri di scuola! U_U Nuociono gravemente alla salute, ma
mica ce lo scrivono sopra, i fetenti!
arwen5786: "non c'è
storia... sasuke è (purtroppo?..) sasuke, e sakura avrà
bisogno certo del sole... ma ancor più dell'aria per respirare"
<-- questo è esattamente il pensiero che ho cercato di
trasmettere! Per quanto Naruto sia meraviglioso e perfetto, Sasuke
è purtroppo
Sasuke. E Sakura non smetterà mai di amarlo, almeno nella mia
modesta opinione. Vuoi sapere che pensa Neji di Hinata? Te lo dico
chiaramente: "una gran brava ragazza. Ma tutto lì" Insomma, non
c'è passione, almeno non qui. Quando si guardano non scoccano
scintille, quando si sorridono non parte la colonna sonora degli
uccellini della Bella Addormentata nel bosco, e se sono costretti a
combattere la tensione sessuale è totalmente assente! Per
questo, se mai dovessero finire insieme, sarebbe per volere di Hiashi.
E, certo, l'amore può nascere con il tempo... ma per il momento
non c'è assolutamente. Allora, Shika ha fatto la sua apparizione
qui, idem Temari e Gaara (anche se non tutti insieme)... per Jiraya e
Tsunade invece dovrai attendere ancora tre giorni, visto che
sicuramente li inserisco nel prossimo e ultimo capitolo! Uhuhuh, la
loro scena l'ho pronta da due settimane, credo... Per le cose che ho
sul pc, devo prima informarmi sulla legalità di certi... ehm...
dettagli. Immagino che tu capisca! XD Senza contare che avrei una mezza
malvagia idea di conservarli per i compleanni che mi stanno capitando a
grappoli ultimamente...! XD (non a caso, so che probabilmente ti
darò una brutta notizia così, ma... prevedo che la
NejiHina arriverà il cinque luglio...) Un bacione! Ci troviamo
su msn! ^^
sammy1987: lasciamo il suo
tempo a Hinata, su! Ora come ora non sa nemmeno che Naruto e Sakura si
sono lasciati! XD Diamole modo di raccogliere le idee e il coraggio, e
soprattutto di dribblare il malefico padre e la diabolica sorella! Il
confronto Naruto-Sakura è stato piuttosto pacato, tutto
sommato... e infatti la rabbia e la frustrazione hanno fatto capolino
davanti a Sasuke! Per fortuna Naruto non gli ha messo le mani addosso,
se no era la volta buona che lo ammazzava sul serio! Per l'incontro tra
Hinata e Naruto... non è mica detto che ci sia per forza, sai?
Ma lo scoprai fra tre giorni, con il prossimo ed ultimo capitolo...!
1992: alt, ferma tutto! Se
vogliamo restare in buoni rapporti, smetti immediatamente di chiamarmi
Susanna tutta panna! Non lo sopporto, e se insisterai mi vedrò
costretta a chiedere il divorzio! Secondariamente, ma che emozione ed
emozione?? Chattare con me significa chattare con una volgare
bimbaminkia (vedere Nonciclopedia per ulteriori dettagli), al massimo
puoi avere PAURA! Dai, Sas'ke purtroppo se l'è cavata anche
questa volta, ma in compenso ti posso assicurare che la NejiKiba non
ersisterà MAI (mi adopererò perché ciò non
accada)! Così come la KibaSaku, a parer mio... mentre ci
sarà qualche moccioso misteriosamente battezzato Yumi...! ^_*
lale16: leggere il tuo commento
è stato un'iniezione di orgoglio! Mi hai fatto sentire che stavo
facendo un buon lavoro con Naruto, e per me è stato davvero
importante! ^^ Oho... fossi in te non getterei al vento le impressioni
su Hinata...
Urdi: vero che era tenero
Naruto nello scorso capitolo? Sigh, mi sono sentita un po' perfida a
trattarlo tanto male... Per quanto riguarda il mio voto, il professore
voleva darmi trenta in effetti! XD Mi ha quasi chiesto scusa per il 29,
ma avevo uno scritto che faceva media ed era 26! Anche dandomi 30 e
lode, non arrivava più su! XD Però grazie per
l'interessamento!
Hipatya: guarda, so
perfettamente di aver forzato un po' gli Hyuuga. Né Hiashi
né Hanabi sono davvero tanto stronzi, ma mi servivano dei
cattivi! XD E poi ho sempre nutrito un insano risentimento per quella
famiglia, Neji compreso... solo Hinata si salva! Sai invece non mi
dispiace. Secondo me non tradirà più, perché non
ne ha motivo... e che sia fratello di QUELLO LA' mi sembra un po'
improbabile, perché sapevo che Kishi non aveva intenzione di
parlare di Hebi, e lo farà giusto perché costretto...
Comunque, grazie per i complimenti sulle reazioni di Naruto! So che
essendo allo sprint finale è qui che mi gioco tutto, e pur
avendo in testa un'idea precisa, certe volte mi trovo a non riuscire a
far collimare le cose... per cui è importante per me sapere come
mi sto muovendo! Anche se... le SasuSaku fan tendono ad essere
imparziali! XD (anche le NaruSaku fan, se è per questo! XD)
Rhymes: ahi. Rosario.
Accidenti... tra tutti i nomi proprio questo... Oh, non pensare male!
In realtà è un nome cui sono particolarmente legata, ma
è un ricordo triste, per cui ogni volta che lo userò,
sarà solo quando sentirò di non poterne fare a meno. Se
vuoi il mio contatto, è ayachan152003@hotmail.com. Ho orari di
connessione un po' sballati, ma non farci caso... ^^' Comunque per
Harry Potter io sono a posto! U_U Ormai ho assimilato e me ne sono
fatta una ragione! Il viaggio verso Suna sarebbe una bella idea, sai?
Peccato che mi sballerebbe qualche piano, quindi al massimo potrei
riutilizzarlo come ipotesi prima della fine...! Come
probabilità, credo che Sasuke che chiede PERDONO rasenti lo
zero. Diciamo che lo vuole, ma non arriverà mai a chiederlo...
è pur sempre l'emo-scemo Uchiha! E invece Naruto ha bisogno in
qualche modo di assicurarsi che sia davvero finita, di vedere anche
Sasuke per sbattere il muso contro la realtà nuda e cruda. Se
non vuole scappare, deve fare anche questo. Scemo lui e crudele io. -.-
rina: discreto livello di
sadismo qui, eh? Tra Sakura, Kiba e Hanabi, non si salva nessuno! XD
Meno male che sono l'autrice e voglio bene a tutti a prescindere!
izayoi007: Naruto non ha
perdonato. Naruto spera soltanto che con il tempo il dolore si
atrofizzi e impari ad accettare come sono andate le cose. In fondo
è convinto che Sakura abbia sempre amato Sasuke, e stupidamente
crede quasi di essersi messo "tra di loro" per un breve periodo... ma
che loro lo abbiano tradito resta. E fa male. Ed è impossibile
da scordare. Ho visto il commento a Happiness, e sono felice di darti
il mio contatto! (tanto nessuno si avventura a leggere tra tutte le
risposte ai commenti...! XD) ayachan152003@hotmail.com
Kaho_chan: ohoh, tranquilla,
tranquilla... i pairing di cui scrivo sono molteplici! Dopo aver tirato
fuori una ShikaIno in Redenzione, direi che potrei persino avventurarmi
in una ZETSUINO! E quella certa persona che ha scritto quella certa
recensione sa bene fin dove può spingersi e dove deve
fermarsi... ne abbiamo parlato a lungo! Sì, dai, lo confesso...
la NaruSaku mi piace. sebbene non sia il mio pairing preferito,
è un bel pairing. Soprattutto quando ne scrivono bene (e parlo
di persone come te e harryherm)! Anche la KibaHina mi piace, e infatti
ho sofferto ad allontanare i due piccioncini, e mi piacerebbe davvero
che Hinata potesse lasciarsi amare da qualcuno... ma se vuole seguire
Naruto fino in fondo, sarà lei ad amare per prima. E a lasciarsi
amare (tratto da Moulin Rouge) Oh, sul finale potrebbe succedere di
tutto. L'ultimo capitolo prevede resurrezioni, bambini imprevisti,
misteriosi personaggi alla porta... di tutto e di più, insomma!
Quando vuoi ispirarmi, oh se sono qui! *ç* Ti scrivo tutto
quello che vuoi, giuro! XD (e sto meditando seriamente sulla
raccolta... eheh) Un bacione!
tonyesp: penso che il talento
di uno scrittore si veda dalla capacità di trattare qualunque
argomento, ton caro. Quindi questa volta devo deluderti... se io
riuscissi a scrivere KibaHina sarei soltanto più brava di prima!
(e ci riuscirò, vedrai... anzi, ci sto già riuscendo) Per
tutto il resto, beh... ne abbiamo discusso via messenger, giusto? ^_*
Aya
|
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Capitolo 63 *** Tra le pagine ***
Naruto-63
Capitolo
sessantatreesimo
Tra le pagine
Rientrare
nel suo appartamento lasciò una strana sensazione in Naruto.
La
porta era rimasta aperta, e all’interno tutto era come doveva
essere, in ordine e leggermente impolverato. C’erano il tavolo, e
il divano, e i mobili... e i libri di Sakura... una sua maglietta...
le ciabatte accanto all’ingresso.
Ogni
occhiata una ferita.
Però
non era venuta a riprendere le sue cose. Non lo aveva mollato di
punto in bianco, cancellando la sua presenza da ogni angolo della
casa.
Naruto
fece un passo avanti, richiudendosi la porta alle spalle.
C’era
silenzio, tanto, troppo silenzio.
Lentamente
raggiunse il tavolo, e passò una mano sul ripiano opaco. La
polvere rimase sui suoi polpastrelli, soffice e impalpabile, e una
striscia più scura si disegnò sul legno.
Lasciò
ricadere il braccio lungo il fianco.
Quel
posto gli sembrava troppo grande, ora. Spoglio, vuoto... abbandonato.
Ma
forse era solo lui a sentirsi così.
Un
ricordo gli sfiorò la mente, improvviso e doloroso.
Le
lacrime di Sakura, bloccata sotto di lui, i suoi singhiozzi e la sua
confessione, e la luce fredda della luna; il nome di Sasuke nella sua
bocca.
Chissà
se anche il letto era rimasto intatto, disordinato come allora.
Naruto
lo cercò, con gli occhi e con il corpo.
Ma
quando lo vide, e vide le lenzuola sfatte, non provò nulla.
Solo
desolazione.
Il
balsamo che erano state le parole di Shikamaru non arrivava a
riempire fin lì.
Raggiunse
il materasso con passo stanco, e rimase a fissarlo per un tempo
interminabile, immobile.
Lì
aveva dormito con lei.
Lì
avevano fatto l’amore.
Lì
si erano detti “ti amo”.
Ma
ora era tutto finito.
A
un tratto intravide un luccichio tra le lenzuola, e si piegò
per intrufolare la mano sotto una piega della stoffa. Sentì le
dita raggiungere qualcosa di freddo e liscio, metallico forse... e
quando le tirò indietro, si scoprì a stringere il
coprifronte. Il suo
coprifronte. Lo stesso che Kyuubi aveva abbandonato con noncuranza.
Lo
guardò, lo mosse appena nel palmo, e quello mandò
riflessi opachi. Impolverato, come tutto del resto.
Con
una mano, Naruto lo ripulì.
Quello
era il simbolo della Foglia.
Ciò
in cui credeva.
Ciò
che lui era.
Kyuubi
sapeva che lasciarlo indietro avrebbe avuto un significato preciso, e
lo aveva fatto consapevolmente e subdolamente. Il coprifronte sarebbe
stato un aiuto prezioso, per il debole Naruto che le aveva lasciato
il suo corpo.
Ma
il debole e sciocco Naruto era tornato anche da solo, e ora era lì,
con il simbolo freddo del suo credo posato sul palmo.
Non
gli serviva una placchetta di metallo per essere ninja. La Foglia era
scolpita nel suo cuore così come il sigillo era scolpito
attorno al suo ombelico.
Con
cura e attenzione, avvolse i lembi di stoffa del coprifronte e lo
posò sul comodino, accanto al libro che Sakura stava leggendo
prima che le cose precipitassero. Stranamente, non era uno dei soliti
pesanti volumi sul chakra o la medicina; per una volta, era un libro
di favole. Favole di personaggi cattivi che ottenevano la redenzione.
Leggendo il titolo, Naruto si chiese a chi pensava Sakura mentre le
pagine scorrevano sotto i suoi occhi...
A
distrarlo fu un colore, all’improvviso.
Con
la coda dell’occhio, in tutto il candore delle lenzuola, gli sembrò
di distinguere una macchia rossa.
Corrugando
la fronte si sporse per guardare meglio... e sul materasso, sparse
irregolarmente, trovò poche gocce di sangue ormai rappreso e
tendente al marrone.
Sangue.
Perché
c’era del sangue?
Il
suo cuore fece un balzo nel petto, e immagini confuse sfrecciarono
nella sua memoria, rapide e distorte dai pensieri opprimenti di
Kyuubi.
Vide
la propria mano sfilare il coprifronte e gettarlo sul letto nella
notte in cui si era arreso; poi vide l’angolo in ombra, e lì...
il gatto. L’altro Naruto.
Dov’era
adesso?
Ricordò di
essersi accucciato davanti a lui, di aver sorriso.
Chi
gli aveva portato da mangiare in quei giorni?
Si allontanò
bruscamente dal letto e corse a cercare le ciotole del gatto. Ancora
sporche, erano al loro posto accanto alla parete, ed era chiaro che
nessuno le lavava da giorni.
Mentre i suoi occhi
si spalancavano lentamente, ricordò di aver teso un braccio e
di aver afferrato l’altro Naruto per la collottola, nonostante le
sue proteste. Ricordò il dolore leggero dei graffi sul polso,
il miagolio minaccioso dell’animale, e poi il tonfo sordo che aveva
fatto rimbalzando sul letto.
«Mi
spiace per te, ti hanno dato un nome che fa schifo»
aveva detto Kyuubi, bloccandolo contro il materasso, le dita strette
sulle costole e affondate nel pelo dorato.
Un ultimo miagolio
sordo, di chi non si arrende. I suoi occhi, due fari nel buio.
E poi...
Naruto piegò
il collo, si passò una mano sul viso sudato.
E
poi...
...Le gocce di
sangue.
Sentì il
cuore rallentare nel suo petto, mentre i ricordi si affievolivano e
scomparivano nella nebbia. Con il dorso della mano asciugò il
sudore tra bocca e naso, turbato.
Finché non
sentì il passo felpato, impercettibile.
Sollevò la
testa di scatto, i sensi attenti, e i suoi occhi si posarono sul
panorama che si vedeva fuori dalla finestra, che qualcuno aveva
lasciato aperta.
Vide il davanzale,
la strada al di sotto, il tetto della casa accanto...
...E
lì, seduto con la coda ondeggiante, un
gatto.
Non cucciolo, non
adulto.
Fermo.
Aveva
il pelo di uno strano color crema, tendente al biondo miele, e gli
occhi azzurri. Si limitava a starsene seduto, e lo guardava senza
miagolare. Il suo pelo era lucido e folto, splendente sotto il sole.
Era magro, ma della magrezza di un animale che si è mosso troppo
pur mangiando, e la sua coda ondeggiava pigramente nell’aria.
Lo
fissava.
Guardingo,
sospettoso, lo teneva sotto controllo.
Forse
aveva fame.
Naruto
rimase immobile, guardandolo negli occhi. Avevano un colore simile al suo.
Poi,
un sorriso si fece largo fino alle sue labbra, mentre raggiungeva la
finestra e posava i gomiti sul davanzale.
«Hai fame?» chiese a voce alta, come se il gatto avesse davvero
potuto capirlo.
Quello sembrò
annuire, in un movimento casuale del muso più chiaro, e le sue
orecchie si alzarono e abbassarono diffidenti.
Naruto scoppiò
a ridere, chinando il capo, ma anche la risata scemò e
scomparve, lasciando il posto a un sorriso amaro.
«...Mi stai
dicendo che devo riguadagnarmela, la tua fiducia?» chiese in un
sussurro roco, più a sé stesso che a lui.
Ricordò le
dita strette attorno alle costole del gatto, ricordò il cuore
che batteva forte sotto il suo pelo, e poi... ricordò il
dolore delle unghie che penetravano nella pelle del braccio.
Le
sue
unghie, quelle della mano ancora libera.
Ricordò la
sensazione, più che l’azione, il momento in cui aveva
fermato Kyuubi, a costo di farsi del male.
“Lui
non c’entra”
Le gocce di sangue
che dal braccio cadevano sul lenzuolo, il ghigno irritato della
volpe.
E la stretta che si
scioglieva dal gatto, i passi che arretravano nervosamente.
“E
va bene. Ma doniamogli almeno la libertà, non ti pare?”
La finestra che
veniva aperta.
«Ah, ecco...»
si trovò a mormorare, mentre ciocche disordinate di capelli
gli sfioravano la fronte madida di sudore. «Non ricordavo
questo dettaglio»
Probabilmente il
gatto era passato dal cornicione, e poi aveva raggiunto gli altri
tetti.
Naruto rialzò
il capo e tornò a cercare gli occhi dell’altro Naruto, che
non aveva mosso un muscolo.
«Vediamo chi
ha più pazienza» lo provocò, con aria di sfida
mista a pacatezza. «Io lascio la ciotola sul davanzale. Quando
decidi di tornare, fammi un fischio»
E con un sorriso
blando si fece indietro e voltò le spalle alla finestra, alla
ricerca di una scatoletta ancora da aprire.
Dieci minuti e una
doccia dopo, mentre rimetteva ordine stancamente e guardava afflitto
la polvere che si era accumulata negli angoli, gettò
un’occhiata verso la finestra. La ciotola era ancora lì,
intatta.
Sospirò
depresso, raccogliendo i vestiti di Sakura e piegandoli quasi con
devozione. Li lasciò sul divano, in ordine, per quando fosse
venuta a prenderli.
Aprì i
cassetti, divise le sue cose da quelle di lei, cercando di non
pensarci, cercando di non ricordare ogni singolo istante vissuto lì
dentro, l’espressione di Sakura mentre sistemava tutto, i suoi
rimproveri quando lui lasciava in giro i vestiti, le piccole liti
sull’ordine... e a un tratto la sua mano urtò qualcosa di
solido, tra gli abiti.
Naruto socchiuse le
labbra, comprendendo immediatamente di cosa si trattava.
Chiuse le dita
attorno all’involto freddo e lo estrasse dal cassetto.
Stoffa blu, attorno
a un coprifronte, di nuovo. Liberò la
placchetta di metallo e la guardò luccicare per qualche
attimo, dopo anni di buio. Il simbolo inciso della foglia era
sfregiato orizzontalmente, più o meno a metà altezza. Ricordava quel segno.
Perché lo
aveva fatto lui.
Tanto tempo prima,
in uno scontro che ancora ricordava perfettamente, con un rasengan
tendente al viola e sotto una cascata scrosciante.
Quello era il
coprifronte del Sasuke dodicenne che aveva tradito Konoha.
Naruto lo aveva
conservato per tutti quegli anni, ansioso di restituirlo al legittimo
proprietario, ma quando era arrivato il momento e Sasuke era tornato
al villaggio erano successe tante cose che aveva finito per
dimenticarsene.
Lo soppesò
nella mano, guardandolo atono.
Quel coprifronte era
il simbolo del tradimento. Dell’abbandono.
Ma allo stesso
tempo, era il simbolo del rapporto che li univa... erano stati amici,
fratelli, forse... ma prima di tutto rivali.
Strinse le dita
attorno al metallo freddo, e rialzò il capo.
Raggiunse il
comodino accanto al letto, si fermò davanti al proprio
coprifronte, posato accanto al libro di favole, ed esitò per
un istante. Poi, con la stessa delicatezza con cui aveva ripiegato i
vestiti di Sakura, lo lasciò sul piano di legno, accanto agli
altri due oggetti.
Uno per ogni membro
del Team sette.
Uno per ognuno di
loro.
Di nuovo uniti.
Almeno lì.
Chissà quanto
tempo ci sarebbe voluto prima che potessero esserlo davvero, prima
che il dolore scemasse... prima che la sola idea di Sakura e Sasuke insieme
non togliesse il fiato a Naruto.
Chissà se.
...Ma era inutile
pensarci ora.
Le cose erano andate
nel peggiore dei modi, e basta.
Non si tornava
indietro.
Voltò le
spalle al comodino e tornò verso i cassetti, cupo.
Era triste essere
soli... ormai aveva fatto l’abitudine alla presenza costante di
Sakura – ma sì, anche a quella del gatto – e perderla
all’improvviso era stato più brutto del previsto.
Mentre si crogiolava
in un vortice di autocommiserazione paurosamente profondo, quasi non
si accorse dei colpi alla porta. Gli arrivò soltanto una vaga
eco, e ci mise non meno di tre secondi per realizzare che qualcuno
stava bussando.
Il suo stomaco si
contrasse sgradevolmente.
Sakura? Di già?
Raggiunse l’ingresso
con i piedi di piombo, il cuore in gola.
Allora voleva
concludere tutto tanto in fretta? Voleva cancellare anche le ultime
tracce della sua presenza, da subito?
Naruto posò
la mano sulla maniglia, deglutì un’ultima volta, e la
abbassò.
«Oh. Ma allora
ci sei?» chiese Iruka sulla soglia, con il pugno ancora
sollevato e pronto per bussare di nuovo.
Lo stomaco di Naruto
si sciolse in fretta, e le sue sopracciglia si inarcarono per la
sorpresa.
«Maestro
Iruka!» esclamò, illuminandosi.
«Ho saputo che
ti hanno rilasciato, pericoloso criminale» sorrise il
chuunin, ghignando sulle ultime due parole. «Così ho
pensato di fare un salto a trovarti...»
«Hai fatto
benissimo!» ribatté Naruto, facendosi da parte per
lasciarlo entrare. «Mi spiace solo che la casa sia ancora in
disordine... sono appena rientrato, stavo sistemando... Vuoi un tè?
O andiamo a prenderci un ramen?»
«Preferirei
restare in casa, se non ti spiace»
«Oh. Ehm.
Allora dammi dieci minuti per trovare il tè, perché non
ho idea di dove sia!»
Iruka entrò
sorridendo, e guardò Naruto che apriva tutti gli armadietti e
spostava le cose bofonchiando.
Quasi diciotto anni,
e nonostante tutto gli ricordava ancora il ragazzino goffo che lo
supplicava di provare il coprifronte da Ichiraku.
Eppure...
Il sorriso scemò
fino a scomparire.
Solo pochi giorni
prima quel ragazzino aveva rischiato di devastare il villaggio, di
fuggire e quindi appiopparsi un’accusa di tradimento, e di uccidere
il suo migliore amico, quasi un fratello.
Iruka aveva fatto
qualche ricerca, poche domande alle persone giuste... ed era giunto
alla conclusione che, insieme all’indebolimento del sigillo, c’era
stato qualcos’altro che lo aveva spinto a cedere. Qualcun
altro, anzi. Vedendo i vestiti di Sakura piegati sul divano ne ebbe
la conferma.
«Trovato!»
esultò Naruto in quel momento, sventolando tutto esultante una
confezione di tè verde dall’aria vissuta. «Non ho
dolcetti, ma c’è della carne per gatti. Va bene lo stesso?»
«Ehm... No»
rifiutò Iruka, vagamente disgustato.
Naruto ghignò.
«Scherzavo, eh»
Il tempo di far
bollire l’acqua e depositare il tè, e i due si trovarono
seduti attorno al tavolo, con un pacco di biscotti rimediato per
miracolo tra loro.
«Gli Anbu ti
hanno trattato bene?» chiese Iruka sgranocchiando un dolcetto.
Naruto fece una
smorfia. «Domanda del cavolo» bofonchiò. «Odio
stare rinchiuso, anche se fosse stato una reggia l’avrei detestato
quel posto»
«Scusa, hai
ragione... Quello che intendevo dire era... sì, beh... ti
hanno fatto del...»
«Del male?»
Naruto sbuffò amaramente. «Con il rischio che decidessi
di mettere il pelo e farli fuori tutti? Avevano paura, maestro Iruka.
Non mi hanno sfiorato neanche con un dito»
Iruka abbassò
lo sguardo, stringendo le dita attorno alla sua tazza di tè.
«Naruto...»
mormorò dopo un po’, tornando a fissarlo. «Da
quanto... da quanto tempo c’era qualcosa che non andava?»
Naruto si incupì,
e distolse gli occhi. Si strinse nelle spalle. «Forse da
sempre» bofonchiò, vagamente melodrammatico. «No,
beh... da quando Sasuke è tornato. Sakura non... non lo ha mai
dimenticato, credo. E io probabilmente me ne ero reso conto... Poi il
sigillo era stato sciolto, e Kyuubi... beh, Kyuubi ha fatto quel che
ha fatto, e che era nella sua natura»
“La
giustifichi un po’ troppo, Naruto...” si trovò a pensare
Iruka; ma lo tenne per sé, preferendo sorvolare.
«Perché
non hai detto nulla a nessuno?» chiese invece. «Perché
non ne hai parlato neanche a me?»
Naruto
ricordò le emozioni di quei momenti, il terrore irrazionale
che Sasuke gli portasse via Sakura, la confusione, i sentimenti
incerti; e poi il tradimento, e l’impressione di essere più
che patetico; si era sentito così da schifo, all’epoca...
aveva temuto che anche gli altri lo avrebbero trovato debole, e
basta.
«Io...
non... non so, ecco...» mormorò nervosamente, stringendo
la sua tazza di tè. «Credo... credo che... mi
vergognassi» aggiunse alla fine, a voce bassissima, e arrossì
bruscamente.
Iruka
si lasciò sfuggire un sorriso.
Rieccolo,
il ragazzino goffo.
«Scemo»
gli disse affettuosamente. «Davvero credi che chi ti sta
attorno avrebbe avuto da ridire qualcosa? Hai così poca
fiducia in noi?»
Naruto
non rispose, sentendo gli occhi pizzicare.
Certo,
con il senno di poi chiedere aiuto a qualcuno sembrava la soluzione
più immediata, la migliore. Ma all’epoca non aveva nemmeno
voluto considerarla.
«...Penso
che tutti, bene o male, ci fossimo accorti che qualcosa non andava»
proseguì il chuunin dopo qualche istante di silenzio. «Ma
tu sorridevi, e completavi una missione dopo l’altra... e pensavamo
che fossi tanto forte e imbattibile...» sospirò, cupo.
«Abbiamo sbagliato anche noi, Naruto. Non pensare che sia solo
‘colpa’ tua, se poi di colpa si può parlare...» alzò
gli occhi, e gettò uno sguardo alla testa china di Naruto.
«Hai capito?»
Il
biondo annuì impercettibilmente, passandosi di nascosto una
mano sugli occhi.
«Sì...»
mormorò tirando su con il naso, e quando sollevò il
capo insieme al solito ghigno c’erano i resti delle lacrime.
Mezzora
dopo il maestro se n'era andato, tra le proteste di Naruto, dicendo
che aveva da correggere cinquantadue compiti in classe per l’indomani
e che Konohamaru voleva disperatamente chiedergli consiglio per
l’esame di chunin che si sarebbe tenuto di lì a due anni,
minimo.
Naruto
aveva dovuto lasciarlo andare, e si era trovato di nuovo solo.
Il
pomeriggio si tingeva lentamente di arancio, fuori dalla finestra, e
la ciotola del gatto era ancora intatta sul davanzale. C’era
silenzio, nell’appartamento.
Naruto
si passò una mano tra i capelli, guardando tutti i lavori che
ancora doveva fare, e preferì distrarsi pensando ancora un po’
al maestro Iruka.
Sorrise,
arrossendo come un bambino, e la sensazione di calore che provava
ogni volta che lo vedeva si irradiò dal ricordo, facendolo
sentire particolarmente bene.
Quando
pensava a Yondaime sentiva orgoglio, rancore, invidia, ammirazione...
Fuoco e ghiaccio, nostalgia e sollievo.
Quando
pensava al chunin che si era preso cura di lui, invece, provava
soltanto un’uniforme sensazione di tepore.
Era
piacevole.
Papà.
Che
parola imbarazzante.
Arrossendo
da solo, incassò la testa tra le spalle e raggiunse in fretta
la libreria. Forse sistemando i complicati e noiosissimi libri di
Sakura sarebbe tornato del ben più rassicurante umore cupo che
aveva prima, rifletté.
Eliminò
un intero ripiano intriso di parole come ‘chakra’, ‘curare’,
e ‘manuale’, e poi passò al successivo, sentendo la
depressione che tornava lentamente ad allungare i suoi tentacoli.
Finché,
per assurdo, non incappò in un suo
libro.
O
almeno, sperava che fosse tale... Perché se Sakura fosse stata
un’appassionata della serie della Pomiciata,
avrebbe iniziato a pensare di essersi sbagliato su molte
cose.
Lo
estrasse dallo scaffale e lo sfogliò, perplesso. Ah, ecco,
sulla prima pagina c’era una dedica del maestro Jiraya...
‘A
Naruto, augurandogli di imparare a fondo da letture pregevoli come
questa’
Fece
una smorfia scettica.
«Letture
pregevoli...» commentò ridacchiando, e lo gettò
sul divano con noncuranza. Tornò allo scaffale, e di nuovo
incappò in un volume strano.
La
copertina era rovinata, datata forse, tanto che non si leggeva
nemmeno il titolo. Naruto prese in mano il libro e cercò di
capire cosa si trovasse davanti, perplesso. Non ricordava di averlo
mai visto, forse era di Sakura...? All’interno, una dedica sbiadita
e illeggibile. Voltò un’altra pagina, e finalmente lesse il
nome dell’autore.
Jiraya.
Corrugò
la fronte, perplesso. Che diavolo era quella cosa?
Senza
molte speranze, diede un’occhiata alla prima pagina. Niente donne
prosperose, niente occhiate intrise di lussuria, niente cocktail ad
alta gradazione... solo... un ninja.
Chiamato
Naruto.
Naruto
sbatté le palpebre, sorpreso.
«Ma
che...?» si trovò a dire a voce alta, sentendo
inspiegabilmente il cuore che accelerava.
Involontariamente,
i suoi occhi continuarono a seguire l’andamento dell’inchiostro,
una riga dopo l’altra, una pagina dopo l’altra... C’era
curiosità, c’era emozione, e c’era... diavolo.
Solo a pensarlo era assurdo, ma... c’era la voglia di sapere come
andava avanti.
Non
si accorse nemmeno di essersi seduto sul divano, i gomiti appoggiati
alle ginocchia, lo sguardo fisso sulle pagine ingiallite.
Quel
libro era completamente diverso da tutto ciò che aveva letto
fino a quel momento di Jiraya, e in qualche modo... senza riuscire a
spiegarselo... si sentiva legato al protagonista.
Finché non ricordò le parole di Jiraya, ormai lontane nel
tempo. Il suo sorriso sghembo, mentre gli raccontava la genesi del suo
nome.
E allora per
la prima volta nella sua vita si immerse completamente nella lettura,
nel mondo narrato dalla mano dell’autore, nelle vittorie e nelle
sconfitte dei personaggi.
Era
talmente concentrato che non vide la sagoma comparsa sul davanzale;
non vide la coda color crema che ondeggiava cauta, il muso chiaro che
si avvicinava alla ciotola con circospezione... Non incontrò
gli occhi azzurri dell’altro Naruto che lo controllava, e non lo
vide sedersi, avvolgere la coda attorno alle zampe, e iniziare a
mangiare.
Jiraya
fissava il soffitto contrariato.
Aveva
sempre pensato che Shizune dovesse nascondere qualche segreto, perché
nessuna persona normale avrebbe seguito Tsunade senza restarne un
minimo influenzata – negativamente, purtroppo. Sfortunatamente il
seno non era qualcosa che si trasmetteva. E
infatti quel giorno aveva scoperto tutta la natura diabolica della
malefica assistente dell’Hokage.
«Sono
un convalescente, maledizione...» bofonchiò, con il
lenzuolo tirato fin sotto il naso. «Non posso scendere dal
letto, non posso lanciare occhiate alle infermiere, non posso nemmeno
andare in bagno senza che uno stupido e orripilante uomo mi ci
accompagni... Perché non mi è concessa neanche una
rivista porno? Perché ha dovuto sequestrarmela?»
Si
annoiava da morire.
Le
forze gli stavano lentamente tornando, dopo qualche giorno di riposo
assoluto, ma il suo chakra avrebbe impiegato più tempo a
rigenerarsi, perché era arrivato a un soffio dal consumarlo
completamente. Se Sakura non fosse intervenuta sul posto, non sarebbe
arrivato vivo all’ospedale.
E
poi... Poi, Tsunade si era occupata di lui.
Un
incubo.
Anestesia?
Pfui!
Un incosciente del suo stampo non la meritava. Delicatezza? Per lui,
che con gioia buttava al vento la sua vita? Neanche per sogno. Lo
avrebbe curato solo per fargli un dispetto, visto che era
dichiaratamente un aspirante suicida.
A
nulla era servito ricordarle che era l’unico modo per portare
indietro Naruto, a nulla era servito farle presente che lei era stata
d’accordo... Tsunade doveva pur scaricare la tensione di averlo
quasi visto morire.
E
aveva scelto di usarlo come punching ball.
Jiraya
sbuffò sotto il lenzuolo.
Che.
Noia.
Tutto
ciò che sapeva del mondo esterno era che Naruto era stato
liberato e che il Consiglio intero tremava al solo nominare Tsunade.
E, personalmente, si riteneva offeso dall’assenza del biondo al suo
capezzale.
Insomma,
per colpa di chi era in quelle condizioni?
Mentre
si dilettava con pensieri allegri e piacevoli come questi, sentì
qualcuno bussare delicatamente.
«Sì?»
grugnì, sperando che non fosse Tsunade.
La
porta si aprì e una delle visioni più dolci della sua
vita si stagliò sulla soglia, in un alone dorato che sapeva di
rosa.
Un’infermiera.
Carina,
pure.
«E’
l’ora della medicazione?» chiese Jiraya speranzoso.
Quella
gli sorrise – miele che colava sul suo cuore ferito – e poi,
orrore, scosse la testa.
«No,
ma c’è una visita per voi» annunciò, facendosi
da parte.
E
alla sua leggiadra figurina si sostituì quella decisamente
meno eccitante di un Naruto in tuta arancione e scatoletta di ramen
istantaneo alla mano.
«‘Giorno!»
lo salutò con un ghigno, entrando nella stanza.
Jiraya
cercò di intravedere l’infermiera alle sue spalle, ma lei
richiuse la porta e scomparve, portandosi via anche il raggio di sole
nella sua giornata.
«Ehilà?»
fece Naruto, offeso per la scarsa attenzione tributatagli. «Eremita
porcello, guardi che sono qui per lei» disse, posando il ramen sul comodino come generoso regalo per il convalescente.
Finalmente
il sannin si degnò di guardarlo, e mise su un broncio degno di
Ino. «Alla buonora» commentò sostenuto. «Potevi
quasi aspettare che mi dimettessero»
«Ho
avuto da fare!» si schermì Naruto, sedendosi sulla sedia
accanto al letto a gambe larghe. «Dovevo sistemare tutta la
casa, e dividere le mie cose da quelle di Sakura»
Sentendolo
pronunciare il nome della kunoichi, Jiraya assottigliò gli
occhi per un istante.
«...Tutto
bene?» chiese dopo un attimo, in tono più serio.
Naruto
si strinse nelle spalle, schivando il suo sguardo.
«Eremita
porcello, io non mi abbatto mai» se ne uscì alla fine,
forzando leggermente il tono.
Frugò
per un attimo nel marsupio, e poi gettò sulle lenzuola di
Jiraya una copia malridotta dell’unica sua opera che non fosse un
distillato di erotismo e sensualità, la storia parzialmente
autobiografica del ninja da cui prendeva il nome. «Sono come
questo personaggio, direi» ghignò.
Jiraya,
dopo l’iniziale sorpresa, si lasciò andare a un sorriso e un
sospiro. «Sì, sei come lui»
E
mentalmente, perché non c’era bisogno di dirlo a voce alta,
aggiunse: “Minato e Kushina sarebbero fieri di te...”
«Ah,
tra parentesi...» ricordò Naruto all’improvviso, dopo
qualche istante di compiacimento; si rimise a cercare nel marsupio, e
di colpo tirò fuori una copia del Paradiso
della Pomiciata che
Jiraya riconobbe per quella che gli aveva regalato al suo
quindicesimo compleanno, autografata, con sovraccoperta rigida e
tanto di dedica. «Ho iniziato a leggere anche questo» se
ne uscì il biondo, perplesso lui per primo. «Sa, credo
di averlo rivalutato»
Negli
occhi di Jiraya passò un brillio di gioia. «Davvero?»
chiese entusiasta.
«Sì,
beh... ora posso capirlo molto di più» commentò
Naruto solennemente.
Il
sannin assottigliò gli occhi.
In
poche parole... ora che il baldo giovane si era allegramente rotolato tra le
lenzuola con Sakura poteva finalmente apprezzare un certo tipo
d’opera? Strano, di solito era il contrario.
«Sa,
qua, nella parte centrale...» spiegò Naruto, sfogliando
le pagine fino a una contrassegnata. «...Dove il protagonista
inizia a pensare che l’amica non è più tanto amica...
Sì, insomma, è roba profonda» fissò
intensamente Jiraya.
Lui
si schiarì la voce. «Oh, ehm, certo» commentò
cercando di apparire sicuro.
Per
quel che ricordava, nel rapporto tra quei due c’era una sola cosa
profonda. E non erano i dialoghi.
Ma
se Naruto leggeva la sua Grande Opera, pur fraintendendone i veri
scopi, beh... in ogni caso la leggeva. Era sempre un primo passo
verso un futuro glorioso e luminoso. Come il suo.
Jiraya
abbassò lo sguardo su di sé: era in un letto
d’ospedale, senza una donna al suo capezzale, e in procinto di
ricevere l’ennesima tortura dall’unico essere di sesso femminile
che davvero lo terrorizzasse – la visita delle sei si avvicinava
con preoccupante rapidità...
Okay,
okay. Forse quello non era un presente glorioso e luminoso.
Ma
il concetto era chiaro, no?
In
fondo Naruto era destinato a rivoluzionare il mondo dei ninja, doveva
pur farsi una cultura degna di rispetto.
«...Senta...»
riprese il biondo dopo un attimo, ostentando un’aria noncurante
assolutamente falsa. «Sa mica niente di Orochimaru...?»
Blando
tentativo di chiedere di Sasuke girandoci intorno.
Jiraya
chiuse gli occhi, sprofondando nel cuscino soffice.
«...Il
corpo di Kabuto sta per cedere» rispose piano. «Tsunade
dice che la coscienza di Orochimaru sta iniziando a mostrare le prime
anomalie... ogni tanto è Kabuto a delirare, ogni tanto i suoi
sono solo comportamenti istintivi e animaleschi... ma sono riusciti a
prelevare un campione dei tessuti, nonostante Kabuto non avesse il
marchio canonico... Sperano di riuscire a ricavarne un antidoto per
Sasuke»
«Ah»
si limitò a commentare Naruto, sentendosi leggermente in
colpa.
Dunque
Sasuke aveva la possibilità di salvarsi... e Orochimaru no. Il
team sette avrebbe potuto riunirsi, in futuro... e i sannin no. Mai
più.
Forse
avrebbe dovuto fare di più, forse aveva conciato troppo male
il corpo di Kabuto, forse, forse, forse...
«Ehi»
lo richiamò Jiraya, scoccandogli un’occhiata severa. «Niente
pensieri stupidi. Non è colpa tua»
Naruto
si lasciò andare a un sorriso mesto.
«Ultimamente
me lo dicono tutti...»
Un
piano sopra, nella singola occupata da Sasuke Uchiha, tutto taceva.
L’unico
paziente della stanza era seduto con i cuscini dietro la schiena e un
libro tra le mani, Riabilitazione.
Leggeva
senza muovere nulla oltre agli occhi, e mentre una parte del suo
cervello era concentrata sulle parole, un’altra controllava che il
segno maledetto sul suo collo pulsasse in sottofondo, abbastanza
piano da non costituire un problema. Poi, c’era il neurone
solitario che si chiedeva quando Sakura sarebbe entrata dalla porta.
Erano
almeno due ore che nessuno si presentava, e la flebo tirava le cuoia
gocciolando piano fin nelle sue vene.
Sasuke
iniziava ad annoiarsi.
Per
sport, decise di delegare tre o quattro neuroni all’ascolto di
quello che succedeva lungo il piano; in fondo aveva pur sempre un
udito straordinario, poteva captare qualche notizia dall’esterno e
passare un paio di minuti. Se
non che, la prima cosa che sentì fu un insolito trapestio,
come una corsa. E
quando la sua porta fu spalancata all’improvviso, fece un salto nel
letto, e il libro volò per terra, ancora aperto.
«Sasuke!»
gridò Sakura, insolitamente agitata, con gli occhi lucidi e le
guance arrossate. «Ce l’abbiamo fatta, l’abbiamo trovato!»
strillò, saltando sul suo letto incurante delle più
elementari norme di sicurezza. Prima che Sasuke potesse riprendersi,
si vide le sue braccia gettate al collo e la sentì che
scoppiava a piangere contro la sua spalla. «Abbiamo l’antidoto,
Sasuke, ce l’abbiamo!» singhiozzò tra le risate,
stritolandolo nella sua presa ferrea.
L’Uchiha
impiegò almeno due secondi per recepire la notizia.
E
poi, evento quanto mai raro, sentì il sangue affluire al viso
e il sollievo invaderlo.
Una
vita da progettare, da pianificare sul serio.
Un
clan da rifondare, il rispetto da riacquistare... e chissà,
forse... anche la polizia, lo storico lavoro degli Uchiha, magari.
Senza
pensarci due volte avvolse le braccia attorno alla schiena di Sakura
e ricambiò il suo abbraccio, affondando il naso nel suo collo,
e rimase ad ascoltare il battito del proprio cuore e di quello di
lei, irregolari, in contro-tempo, ma così forti...
«Ce
l’abbiamo fatta...!» sussurrò di nuovo Sakura,
allontanandosi appena e tirando su con il naso. «Ci vorrà
del tempo... e forse non riusciremo a eliminare del tutto il virus...
ma smetterà di essere un pericolo. Abbiamo trovato questo
enzima, che si combina con il sistema immunitario... era nel sangue
di Orochimaru... e poi c’è la formula di contenimento che ha
usato il maestro Kakashi...» rise, tra le lacrime. «Ce
l’abbiamo fatta, Sasuke! Sopravvivrai, sicuramente!»
Lui
l’ascoltò, con gli occhi brillanti, e poi, d’impulso, le
prese il viso tra le mani e le impresse un bacio di rara intensità,
considerato il soggetto. Sakura non perse tempo a sorprendersi, e
optò per un più conveniente avvinghiamento alle sue
spalle, comprensivo di risposta infuocata.
Ripresero
fiato solo al primo fischio, e staccandosi videro che sulla soglia
erano assiepati infermieri, medici e pazienti, con ghigni molto
allusivi e applausi appena accennati.
Tutti
e due avvamparono – e il contrasto tra il rosso delle guance e il
rosa dei capelli di Sakura fu un vero pugno nello stomaco - e Sasuke la
allontanò bruscamente, fulminando il pubblico con una delle
sue occhiate peggiori.
«Ehm,
lascia stare lo sharingan, per favore» borbottò Sakura,
leggermente delusa per l’allontanamento repentino.
Sasuke
decise di ritirarsi dignitosamente, e, voltate le spalle tutti,
incrociò le braccia sul petto con il folle desiderio di
lanciare il bastone della flebo verso la porta.
Sakura
sospirò, lasciandosi andare a un mezzo sorriso.
No,
Sasuke non era tipo da pubbliche effusioni, come Naruto.
Ma
lei lo amava, nonostante tutto.
E
lui amava lei.
E
sarebbero stati insieme.
Finalmente.
Neanche
mezzora dopo che Naruto se ne era andato, la tanto temuta visita
delle sei arrivò anche per Jiraya.
Tsunade
non bussò prima di entrare, si limitò a farsi avanti
con passo marziale e a sfogliare la sua cartella clinica con sguardo
severo. Jiraya deglutì, prevedendo la serie di innominabili
dolori che lei gli avrebbe inflitto, e cercò di rannicchiarsi
in un angolo del letto, con una smorfia.
«Poche
balle» lo apostrofò Tsunade, vedendolo arretrare. «Tanto
non scappi» gettò la cartella sul comodino e con un
unico gesto secco tirò indietro le lenzuola.
«Ma
tu ci godi così tanto a farmi del male?» piagnucolò
l’eroico sannin, guardandola male.
«Chiudi
la bocca» lo seccò lei, tirando fuori di tasca una
siringa nuova e una boccetta scura. Senza commenti, infilò
l’ago nella gomma dell’apertura e aspirò il liquido
trasparente che conteneva, fino all’ultima goccia. Mentre
spingeva lo stantuffo per far uscire eventuali bolle d’aria, Jiraya
inarcò un sopracciglio.
«Anestetico?»
chiese speranzoso.
«Sì»
ribatté lei, e, posata un attimo la siringa, sfilò da
un’altra tasca il laccio emostatico e lo strinse attorno al braccio
del sannin, con discreta forza.
«Ahi»
protestò lui, e lei incurante affondò l’ago nella
pelle. «Ahi!» ripeté Jiraya, stringendo i denti.
«E’ l’ultima trovata per farmi soffrire?» mugugnò,
dopo che il cotone fu posato nell’incavo del suo gomito e il laccio
tolto. «Preannunci il paradiso e poi infierisci?»
«Zitto»
ribatté Tsunade.
E
solo allora lui si rese conto che sembrava strana. Di cattivo umore,
avrebbe detto, se non avesse saputo che ‘cattivo umore’ nel suo
caso significava mobili scagliati per la stanza.
Corrugò
la fronte, mentre sentiva un leggero torpore irradiarsi dal braccio
al resto del corpo, e cercò di scrutare la sua espressione.
«E’
successo qualcosa?» chiese cauto.
Lei
si morse le labbra, ma non rispose. «Apri la camicia» gli
ordinò invece, le mani già avvolte da un sottile strato
di chakra, e poi, senza più parlare, posò i palmi sulla
pelle nuda del suo petto.
Normalmente
questo tipo di visita poteva essere una tortura. Il chakra che
lambiva i vasi del chakra bruciava, spingendosi fino alle zone più
remote, e in breve tempo l’intero corpo iniziava a scottare. Con
l’anestesia, tuttavia, Jiraya sentì soltanto un vago
formicolio diffuso, quasi piacevole.
Avrebbe
anche potuto addormentarsi sotto quelle carezze professionali, e la
prospettiva da cui scrutava la scollatura di Tsunade gli suggeriva
che avrebbe potuto anche avere un
altro tipo
di reazione, sotto quelle carezze provocanti.
Finché
lei non aprì bocca.
«Orochimaru
è in agonia»
Ogni
minima traccia di piacere scomparve dal corpo di Jiraya.
Silenzio.
«...Capisco»
mormorò il sannin dopo alcuni lunghi istanti, e un sorriso
amaro si fece strada sulle sue labbra. «Allora era per questo
l’anestesia...»
Tsunade
si accigliò, senza ribattere.
«E
tu? La tua anestesia è stato il sakè?» aggiunse
lui dopo un attimo, sollevando una mano a sfiorarle una ciocca dei
lunghi codini che cadevano sulla schiena.
«Non
mentre lavoro» replicò lei secca, scuotendo la testa per
allontanarlo. «Stai fermo, ho quasi finito»
Jiraya
lasciò ricadere il braccio, rassegnato.
Prima
della sua partenza per recuperare Naruto, lei era stata tanto
dolce... o almeno, la era sembrata. Ma ora che lui era tornato vivo,
evidentemente, non era più degno del suo affetto.
Dopotutto
gli era stato predetto: sei
destinato a fallire in ogni cosa che farai, eccetto una.
E
quell’una era Naruto.
Non
Tsunade.
«Finito»
disse lei all’improvviso, tirando i lembi della camicia sul suo
petto. «Ci vorrà ancora un po’ perché il chakra
si formi del tutto, ma ti stai riprendendo»
Però...
Jiraya
aveva sempre pensato che il ninja fosse ‘colui che resiste’.
Colui che non si arrende mai.
«Chiamerò
qualcuno a cambiarti la flebo, magari tornerò prima di stanotte»
continuò Tsunade, raccogliendo siringa, laccio e boccetta
abbandonati sul comodino.
Jiraya
aveva provato a salvare Orochimaru... e alla fine era riuscito
soltanto a vederlo tornare a Konoha per morire. Senza pentimento,
senza perdono, senza neanche essere più lui.
Il
tempo era trascorso e li aveva lasciati indietro.
Chi
resta è perduto.
Inspirò
a fondo prima di parlare, cercando di stemperare gli effetti
dell’anestesia leggera.
«Tsunade,
me lo darai mai un bacio prima che diventiamo troppo vecchi e
tremolanti per centrare la bocca?» chiese con un mezzo sorriso.
Le
guance dell’Hokage si tinsero di un rosa leggero, mentre cercava di
mostrarsi irritata.
«E
chi ti dice che io voglia?» frecciò altera.
Lui
le lanciò un ghigno eloquente, al quale Tsunade non poté,
oggettivamente, ribattere.
«Non
scherzare, Jiraya» ribatté allora, scoccandogli
un’occhiataccia. «Siamo già troppo vecchi per queste
sciocchezze»
«Tu
non sembri affatto vecchia. E io sono un tipo molto giovanile»
la contraddisse lui.
«Ma
quanti anni abbiamo ormai, eh?» sbuffò lei.
«Cinquantasei. A quest’età uno non ha nemmeno più
voglia di sprecare energie nel sesso»
«Parla
per te» sorrise Jiraya.
Tsunade
sentì una vena gonfiarsi sulla fronte, ma non riuscì a
impedirsi di arrossire.
«Delirium
tremens»
sentenziò secca.
E,
prima che potesse voltargli le spalle e allontanarsi dal letto,
Jiraya sconfisse l’anestesia, si alzò a sedere, la afferrò
per la nuca e la attirò a sé, strappandole il bacio che
lei gli aveva sempre rifiutato.
Non
fu un ardente intreccio di lingue, con gli ormoni che infiammano il
corpo e i capelli che vengono strappati a ciocche... fu un bacio dato
perché era il momento, e basta. Labbra contro labbra, un
briciolo di passione in più nel primo attimo di sgomento... e
poi il distacco, senza pretese.
Jiraya
sorrise.
«Non
mi sento affatto vecchio, ora» sussurrò.
Quando
l’infermiera che passava nel corridoio sentì il fracasso
proveniente dalla 404, pensò che fosse esplosa una bombola
dell’ossigeno.
Poi,
vide l’Hokage uscire dalla stanza con l’espressione più
furibonda e il colorito più intenso di sempre. Si appiattì
contro il muro per evitarla, trattenendo il fiato, e non si mosse
finché l’eco dei suoi passi sulle scale non fu scomparsa.
Solo allora, tremando impercettibilmente, si azzardò a
sbirciare all’interno della stanza... e lanciò un gridolino
strozzato vedendo il grande Jiraya accasciato in un angolo, in
posizione scomposta, privo di sensi.
Al
piano terra, Rin spuntava alcune caselle da un elenco, con
espressione assorta.
«Bene...
direi che ci siamo» commentò scrutando il risultato con
aria critica, e finalmente alzò gli occhi su Reira, ex
segretaria di Danzo, che la guardava con l’espressione serena di
chi ha tutto sotto controllo. «Allora... sei proprio sicura di
volerlo tenere?» chiese incerta.
«Sì»
rispose l’altra, tranquilla.
«E
il padre...?»
«E’
lui»
Silenzio.
«Ah» commentò Rin, schiarendosi la voce.
Restare
incinta di un pluriricercato probabilmente pazzo, e dopo un’unica
volta. Lei l’avrebbe considerata sfiga, ma Reira sembrava
tranquilla come un’asceta che ha raggiunto l’illuminazione.
«E
per il cognome... darai il tuo al bambino?» chiese a titolo
informativo.
Reira
sorrise, posando una mano sul ventre ancora inesistente.
«No»
mormorò, con un sorriso vago. «Una volta cresciuto mi
odierà, ma... ho intenzione di chiamarlo come chiamavo il
padre»
Rin
inarcò un sopracciglio. «Ovvero?»
«Baka»
Naruto
rientrò nel suo appartamento mentre il tramonto infiammava
l’orizzonte, tingendolo di rosso e arancione. Nonostante
i colori brillanti, lui si sentiva malinconico.
Un
altro giorno moriva, e forse domani Orochimaru non sarebbe più
esistito, e forse domani chissà quanti non ci sarebbero più
stati... era triste pensarci.
Nell’ingresso,
slacciò il marsupio e lo gettò sul divano, raggiungendo
la finestra. La
ciotola sul davanzale era vuota, come accadeva sempre negli ultimi
tempi, ma l’altro Naruto non aveva ancora messo zampa in casa.
Pazienza.
Ci sarebbe voluto un altro po’... e poi sarebbe tornato. Lo sapeva,
lo sentiva... quel gatto stava troppo bene lì per
abbandonarlo. La sua era soltanto una fase di ribellione adolescenziale.
Naruto
sbadigliò, appoggiandosi al davanzale e lasciando vagare gli
occhi sul panorama di Konoha che si avviava verso la notte.
Il
suo villaggio.
La
sua vita.
Lo
avrebbe protetto e lo avrebbe amato finché avesse avuto fiato,
a costo di sacrificarsi come suo padre... perché era fatto
così.
Quello
era il suo modo di essere ninja.
Sorrise,
e una leggera brezza gli scompigliò i capelli arrossati dal
sole.
Le
cose non andavano tanto male, in fondo. Se escludeva la sottile
malinconia che lo circondava da quando Sakura se n’era andata, si
sentiva sereno.
Un
po’ abulico, ma sereno.
Forse
domani avrebbe chiesto di andare in missione. Magari a Suna... vedere
Gaara gli avrebbe fatto bene.
Mentre
ci pensava, e iniziava seriamente a considerare l’idea di un
viaggetto attraverso il deserto, un pugno batté contro la
porta leggermente.
Naruto
si gettò un’occhiata alle spalle.
Buffo...
aveva uno strano... come definirlo... presentimento?
Represse
un brivido al ricordo del suo ultimo presentimento,
quello che lo aveva portato alla finestra del laboratorio numero tre,
e scrutò la porta con diffidenza.
Ma
poi sbuffò e scosse la testa.
Presentimento.
Ma va’. Che sciocchezza.
Raggiunse
l’ingresso e fece scattare la serratura, aprendo. Ciò
che si trovò davanti lo lasciò totalmente spiazzato.
«...Hi-Hinata?» chiese sbattendo le palpebre. «E... un gigantesco
cesto di frutta, mi pare»
Hinata,
semi-nascosta da una montagna di fiocchi e un ciuffo d’ananas,
arrossì bruscamente.
«I-I-Io...
e-e-ecco...» balbettò, vicina a una crisi isterica.
«Ho-ho portato un... ehm... u-un presente...!»
«Un
cosa?» ribatté Naruto perplesso.
«U-U-U-n
regalo!» ansimò lei, prossima allo svenimento.
Oddio,
oddio, oddio... non ce l’avrebbe fatta. Era impossibile. Non aveva
abbastanza fegato!
Le avevano detto che Naruto era stato
rilasciato – Neji l’aveva scoperto per vie traverse e l’aveva
informata in segreto – e le avevano detto anche che lui e Sakura
non stavano più insieme... al che Hanabi l’aveva bloccata in
un angolo e quasi l’aveva minacciata di spezzarle le gambe se non
fosse andata a suonare alla sua porta, ‘dopo
il casino che hai combinato con Kiba!’.
Oddio,
non che l’idea non fosse estremamente invitante... ma... ma, ecco,
si trattava della sua casa! Lei e lui, da soli, nella
sua casa!
Era...
era troppo! Avere coraggio sì, ma a piccole dosi, grazie.
«Ehm...
quel cesto non è un po’ pesante?» chiese Naruto dopo
venti secondi di penoso silenzio da entrambe le parti.
Hinata
riusciva a metterlo a disagio, certe volte. Aveva sempre la buffa
sensazione che dovesse dirgli qualcosa, ma alla fine non lo faceva
mai.
«P-P-Pesante?
N-No, no...!» ansimò lei sotto i dieci chili di vegetali
che la stavano soffocando.
«Dammi,
lo tengo io» si offrì Naruto, prendendo il cesto dalle
sue braccia.
Hinata
balbettò qualcosa di sconnesso, ma alla fine lasciò che
lui la liberasse della zavorra, e scoprì che le mani potevano
essere un’appendice molto ingombrante, quando non sapeva dove
metterle.
«Wow,
quanta roba!» aggiunse il biondo scrutando sotto i fiocchi e la
plastica. Lanciò un’occhiata a Hinata da sopra il ciuffo
dell’ananas, e per un attimo mise sulla bilancia l’educazione e
una serata a struggersi nella malinconia delle anime solitarie.
Nonostante tutto, si rese conto che il suo carattere poteva
crogiolarsi nella malinconia solo per un tempo limitato... e che un
po’ di compagnia non faceva poi male.
«Ti
va di entrare?» offrì quindi.
Hinatà
sentì chiaramente il suono di un’esplosione nella testa,
causata probabilmente dallo schizzo violento di sangue che le aveva
invaso il cervello e fatto sfrecciare il cuore su per la gola, e
barcollò. Gon un gemito lieve, scivolò su sé
stessa e si accasciò sul pavimento, metà
nell’appartamento e metà sul pianerottolo.
Naruto
gelò.
«Oddio!»
esclamò poi, lasciando quasi cadere il cesto e chinandosi
precipitosamente. «Hinata? Hinata! Cavolo, Hinata!» la
chiamò, nel panico.
Doveva
portarla dentro? Farla stendere sul divano? Perché poi era
svenuta, diamine? Uh, portarla dentro... e quando Hiashi lo avesse
saputo, subire la sua ira divina? La fragile e preziosa Hinata Hyuuga
in casa di un poco di buono come lui, priva di sensi? Scandalo! Ma
non poteva neppure lasciarla così, sul pavimento!
Sentì
dei passi che scendevano lungo le scale, dal piano di sopra, e un
brivido gli corse lungo la schiena. Già immaginava i
pettegolezzi... Hinata Hyuuga svenuta davanti alla sua porta... e lui
si era lasciato con Sakura da poco... e lei si abbassava proprio
tanto... e lui, e lei, e loro...
«Hinata,
che cavolo combini?» sibilò tra i denti, facendo
scivolare le braccia sotto il suo collo e le ginocchia.
Con
un movimento fluido si tirò in piedi, tenendola stretta, e poi
cercò di equilibrarla su una mano sola per arretrare ed
entrare nell’appartamento.
Un
attimo prima che i piedi della vicina del piano di sopra comparissero
sulla rampa, lui riuscì nell’impresa.
E
la porta, un po’ bruscamente, un po’ maldestra, come era lui, si
richiuse.
* * * * ȣ * * *
*
Spazio
autore
E' questa la fine?
Chiudo tutto qui, senza svelare cosa è successo alla sorella di
Haruka, il sesso dei vari nascituri, che ne sarà di tutti loro?
Concludo davvero ogni cosa su una porta che si richiude, un po' brusca, un po' maldestra, lasciando intendere che, forse, tra Naruto e Hinata nascerà qualcosa?
E Kiba? Neji? Hanabi? Gaara? Tsunade e Jiraya come proseguiranno? E
perché mi sono disturbata a dare un nome a un personaggio come
la Loria della volta scorsa?
O a parlare di nuovo di Reira, l'ex segretaria di Danzo? E la guerra? Ci sarà? Non ci sarà?
...
Miei adorati lettori,
se avete letto la mia pagina personale saprete che la lunghezza di questa fiction è prevista per 63 capitoli +1.
Il +1 si riferisce all'extra/epilogo che posterò sabato, e in cui tutte le vostre domande troveranno finalmente risposta!
Ambientato all'incirca sette anni dopo questo momento, vedrà il
ritorno in grande stile dei personaggi che avete imparato ad amare
(tralasciando i pairing più o meno graditi),
e vedrà anche qualche sorpresa...
(Psst: visto? Il gatto era vivo!)
Parlando di pairing, sappiate che la mia pagina personale sarà modificata con le mie preferenze a breve.
Ma, di fatto, sono quelle che avete visto uscire da questa storia... eccetto una.
Perché quella sarà una sorpresa!
^_^
Unica precisazione che mi sento di fare:
so che sembra assurdo, so che dopo 63 capitoli mi prenderete per scema...
ma per quanto il NaruSaku non mi dispiaccia,
io odio Sakura quasi quanto odio Sasuke.
Lo so, ci ho pure scritto una fic P.O.V., mi avete detto che la muovo bene...
ma personalmente la trovo un personaggio odioso.
Prima di tutto perché fa soffrire Naruto, ed era scontato.
E poi perché la maggior parte delle persone sostiene di averla apprezzata a partire dallo Shippuuden,
e personalmente trovo che il suo cambiamento repentino sia stato eccessivamente forzato.
In soldoni, secondo me Kishimoto l'ha modificata perché così com'era non piaceva.
E dunque per me resta la piagnucolante ragazzina con rari sprazzi di
figosità che piange dietro a Sasuke per una stupida ossessione
infantile.
(uhh... non pensavo mi sarebbe uscita così dura, questa parentesi)
Ciò detto, continuerò a scrivere di lei al meglio delle
mie capacità, cercando di assimilare il carattere che mostra
nello shippuden e di renderlo il più verosimile possibile.
Così come sono riuscita a scrivere una InoShika, riuscirò a cavarmi da un sacco di impacci.
Spero.
Sempre che io sia davvero brava, e non solo casualmente capitata nella fic giusta.
(zitta Silvia, so cosa vuoi dirmi)
Per quanto riguarda Sasuke...
Fargli chiedere perdono mi sembrava eccessivo.
E' pur sempre il piccolo bastardo che ha mollato tutti per il suo
egoistico sogno, sarebbe strano che all'improvviso sviluppasse una
coscienza.
Però sinceramente non mi è dispiaciuto nello scorso capitolo.
Anche se non ha trovato il coraggio per ammettere apertamente ed esplicitamente i propri errori,
dentro di sé sa di aver sbagliato e ha i suoi rimorsi.
Segnatevi questa frase, perché non so se la ripeterò più, ma...
Io lo salvo.
Signore e signori che non avete mai commentato,
questa è la vostra ultima occasione per scrivermi e avere una risposta!
Daaai, cinque minutini! *_*
0000: credo
che alla fine Naruto perdonerà Sakura, mi sa. Perché a)
era nei miei piani, e b) non riesco a immaginarlo rancoroso e
ossessionato dal passato, come Sasuke. Checché ne diciate, il
sogno di Naruto era diventare Hokage, quindi ha ancora qualcosa che lo
spinge avanti, dopo Sakura. E poi, finalmente, si trova ad essere
circondato da persone che tengono davvero a lui e vogliono
dimostrarglielo. Questo è importante. Naruto ama la vita, non
credo sceglierebbe di morire solo perché ha avuto un dispiacere,
per quanto grande. Lo ha insegnato a tutti, nel corso del manga: mai
arrendersi. E lui non si arrende. Grazie per le canzoni, quella di
Cascada la conosco e mi piace pure, l'altra cercherò di sentirla
in qualche modo!
roby chan: brava, brava... sono
contenta che tu abbia notato Loria, uhuh... E il/la figlio/a di Shika e
Temari, credo sarà molto contento dei suoi genitori! ^^
Nonostante le padelle volanti, io li vedo in gamba come educatori! E
poi... eheh, hanno ottimi geni!
tonyesp: dai, confessa: sei
deluso, sì? Niente melensaggini NaruHina, niente romantiche
scenette d'amore che sboccia all'improvviso... solo lei che crolla come
un sacco di patate sulla porta! Quando mi ci metto so essere malvagia!
Ma sabato mi rifarò, tranquillo... anche per quanto riguarda
Shikamaru.
arwen5786: colei che per prima
ha letto questo capitolo, e che mi ha regalato una specie di commento
in diretta da leccarsi i baffi! Quanto punti esclamativi mi hai messo
sul micio? XD So che hai apprezzato la scena SasuSaku (e come poteva
essere altrimenti? Finalmente ne hai la certezza!), e ora sai anche
(più o meno) su che strada si dirigeranno Hinata e Naruto...
Gaara non è più comparso (sì, l'altra volta volevo
solo depistarvi), ma lo rivedrai sabato con calma, e Kankuro,
garantisco, è sceso dal tetto del negozio di liquori (o almeno
lo spero) In conclusione, grazie per tutto quello che hai fatto per me
in questi mesi che ci conosciamo. Sei stata una presenza preziosa,
più di quanto tu creda, e mi ha fatto davvero piacere conoscerti
meglio (a proposito... a fine maggio si vocifera ci sia un'altra
fumettopoli... che ne dici?)
maninja87: eheh, la cura
è stata trovata. L'antidoto per Sasuke è pronto, e Sakura
può giocare allo scienziato pazzo su di lui (e poi può
giocarci la notte, ma per parlare di queste cosucce dovrei cambiare il
rating) Ti ringrazio per i complimenti sul confronto NaruSasu della
volta scorsa, mi ha fatto davvero piacere leggere l'entusiasmo che
trapelava dal tuo commento! E sapere che hai provato a metterti nei
panni di tutte e tre, che è il lavoraccio che ogni volta cerco
di fare anche io, mi ha resa orgogliosa, per qualche strana ragione! XD
Grazie ancora!
Julia83: eh, ora sai che sia
Ino che Sakura nella mia ottica sono personaggi odiosi, quindi,
escludendo Tenten che non si capisce bene se sia carne o pesce, e
Temari, che pur essendo ammirevole talvolta tende a esagerare, resta
fuori Hinata! Non poteva che essere lei la mia preferita tra le
ragazze! (in realtà il primo posto è occupato da Tsunade,
ma dovendo scegliere tra le giovincelle...) Ti ringrazio per i
complimenti ul confronto Naru-Sasu, mi sono un po' emozionata sul
particolare dell'IC di Sasuke! Spero di essere riuscita a tenere tutto
in equilibrio con quest'ultimo capitolo! ^^
gohan4ever: beh, dopo 63 capitoli +1, è anche giusto che prima o poi arrivi la fine! (pensa alle mie povere mani! XD)
Talpina Pensierosa: sei riuscita ad essere la prima, allora? XD
Hipatya: sì, se non mi
occupo di ogni singolo dettaglio dell'intera vicenda non sono
soddisfatta. Ho voluto prendere in mano una storia complessa come
Naruto? E allora ho deciso di parlare di tutti, a prescindere dal mio
indice di gradimento. Sasuke è sempre stato un po' un problema,
da muovere... più che ragionare sulla probabilità delle
sue azioni, ho cercato di ragionare sulla plausibilità. Non
posso sapere come quell'emokid complesso si comporterebbe in una
situazione estrema come quella in cui l'h infilato, per cui mi sono
limitata a dargli comportamenti perlomeno plausibili. Se poi sono
riuscita a creare l'illusione, mi fa tanto piacere! ^^
Maobh: non è stato un
capitolo lunghissimo, ma abbastanza succoso (chiedo venia, per me
Jiraya e Tsunade da soli varrebbero il prezzo del biglietto!) La volta
scorsa ho penato con Sasuke, questa volta ho ridotto al minimo la sua
partecipazione, ma spero di averlo congedato con un minimo di
dignità! Gaara non è ricomparso (al momento dovrebbe
essere nei pressi di Konoha, ma non è ancora arrivato), in
compenso c'è stata una breve carrellata dei personaggi terziari,
ovvero Iruka, l'accenno a Konohamaru, Rin... L'esame, invece, l'ho dato
in via Zamboni, al dipartimento di italianistica (SEMBRA tecnologico,
ma in realtà è solo un'illusione). Il DAMS, come sede,
è in via Barberia, ma le aule sono in via Mascarella (per la
serie: comodità saltami addosso! Tutto vicino, tutto
raggiungibile! -.-) Penso che a Bologna il problema sia generale...
scarsa illuminazione, i portici non aiutano... XD
Jana: Matsuri non
comparirà in questa storia, perché non esiste nel manga.
Ho deciso che qui ci saranno solo personaggi che hanno avuto a che fare
con i nostri prodi in formato cartaceo, e lo stesso discorso vale per
gli avvenimenti. Senza contare che... Matsuri non mi sta un
granché simpatica. -.- La tollero solo nelle mani di dionea! (il
che è un problema, perché in futuro avrei una mezza idea
di scrivere su di lei! XD) Grazie per tutti i compilmenti, comunque,
anche se ci sentiamo via msn fa piacere leggere per esteso cosa pensi,
ogni tanto! E i tuoi gridolini sono molto espressivi! XD
lale16: sì, direi che
"cosa vuoi che sia" ci stava perfettamente sullo scorso capitolo!
Ottima scelta! E, come hai letto, questo era l'ultimo capitolo... extra
escluso. Quindi staremo insieme ancora fino a sabato, e avrai occasione
di sfogare le tue frustrazioni su Sasuke con tutta calma!
sammy1987: e sì, c'erano
un po' troppe domande in sospeso... e infatti non ho risposto a tutte!
XD Tranquilla, tranquilla... Tutto rientra nei miei programmi! Nel
prossimo capitolo avrai le tue soddisfazioni! (mi spiace solo... beh,
non è che proprio mi dispiaccia... comunque, intendevo che mi
spiace non sia un capitolo poi così lungo! XD)
Rhymes: mi spiace per i tuoi
propositi di vendetta, ma Sasuke vivrà! E' molto più
appagante vederlo vivere una vita poco soddisfacente, che ucciderlo
subito, no? E Naruto, credimi, sarà più felice di lui. Mi
impegnerò personalmente perché sia così! *_* La
questione odio/amore riguardo a Naruto è complessa. come dici
tu, io ricordo sempre che molti dei rapporti "morbosi" che ha con le
persone sono dovuti alla sua infanzia, che è un elemento da cui
non possiamo prescindere. Tenuto conto di questo, c'è anche da
dire che l'amore è duro da debellare. Quando una persona ama
come Naruto (e parlo sia di sasuke che di Sakura), è difficile
che l'amore si traformi in odio. Perché lui è
disinteressato, altruista, quasi stupido. Prometteva a sakura di
riportare indietro Sasuke, anche se gli faceva male, e alla fine non
è riuscito a mettere il broncio e offendersi. Sinceramente, lo
amo anche per questo! XD
DuniettaS: la fuga non è
nel carattere di Naruto, è vero, ma la tentazione c'è per
forza... almeno un briciolino! Poi, beh, forse non farà nemmeno
in tempo a partire, perché Gaara è in dirittura d'arrivo!
L'idea di farlo scappare per mettere un po' d'angoscia addosso agli
altri però mi è venuta, lo confesso. Può darsi che
la riutilizzerò! XD Il "grande ritorno" era il micio! XD Gli ho
dato più importanza di quanto fosse lecito, ma io ci tenevo
tanto! XD Chiunque avrebbe mandato al diavolo Sakura e Sasuke, ma non
Naruto. Come è riuscito a tenere duro dopo il tradimento di
Sasuke (dettaglio che tuttora mi tiene sveglia la notte), resiste anche
con il tradimento di Sakura. Che uomo! *_* (ora, sei libera di dare
della cogliona anche a me... ma purtroppo pure io sono come lui
ç_ç)
trinity87: va bene, mi vergogno
se lo dici tu! XD Da oggi lo scriverò nella mia fedina penale:
ha la colpa di rendere apprezzabile il SasuSaku! XD Il tuo sfogo
riguardo alla felice coppietta, comunque, è condiviso anche da
me... In effetti per 63 capitoli non ho fatto che tormentare Naruto,
nonostante sia il mio personaggio preferito. Ho deciso quindi che nel
prossimo se la stragodrà! >_<
sonja: beh, spero di non aver deluso le tue aspettative con questo ultimo capitolo!
Killkenny: ohoh, su questo sono
preparata! In giappone il matrimonio tra cugini è legale! Da
questo punto di vista, se Hinata e Neji non sono fratellastri (e dunque
se Hiashi e Hizashi hanno dna diverso), lo Hyuugacest non è
illegale! (senza contare che non so bene coem o perché, ma anche
dei miei parenti si sono sposati ed erano cugini di primo grado...
°_°)
1992: su, su... ancora per una
volta potrai insultarmi e farti rispondere a tono! XD Non
demoralizzarti, tutte le cose prima o poi arrivano alla fine! E'
naturale! Tra parentesi... ti ho mai detto che qualche volta sei pazza
come la mia ex compagna di banco? Forse è per questo che mi fai
tenerezza! XD Lei era molto tenera! (incredibile ma vero) Oh... mi sono
quasi commossa sui "grazie"! ç_ç Non mi aspettavo tanto
affetto e tanto calore, sei stata davvero uno zuccherino! (oddio...
sono davvero parole che escono dalla mia tastiera?) ...Potrei avere una
sorpresa in serbo per te...
Ino_Chan: e invece sì che finirete di farmi i complimenti: con la fine della fic, anche i commenti termineranno! XD
kage_naru89: orsù, poche
lacrime! Fino a sabato potrai ancora leggere, non crucciarti! E
lì avrai tutte le risposte che cerchi...! Direi che con le
coppie ho dato almeno la certezza, no? Potranno anche essere pairing
non apprezzati, ma se non altro, a differenza di Kishi, ci sono! XD
Jenna Uchiha: mi spiace, ma
Gaara non lo ha visto Naruto! Non con noi a guardare, per lo meno! XD
La volta scorsa, accennando al bel rosso, ho cercato di depistare
tutti! Chiedo scusa, la mia indole malvagia mi spingeva a farlo... XD
Dai, c'è ancora un ultimo capitolo!
rina: ma no, povero Sasuke. Il
suo "io la amo, o almeno credo" è sincero. Lo avrei trovato
troppo arrogante se avesse detto di amarla tutto convinto,
perché in fondo non è che sappia esattamente cos'è
l'amore... non ha avuto molto tempo per pensarci e impratichirsi! Oh,
tranquilla che non riceverei oscar per questa fanfic, e mi va bene
anche così. Non tocchiamo il tasto classifiche oggi, che
è molto dolente... Kankuro è sceso da quel tetto,
tranquilla, e il capitolo speciale... eheh, sì è proprio
lui! (se mi ricordo esattamente cosa avevi chiesto! XD)
kimi: Sasuke appariva come uno
stronzo? di grazia, è forse qualcos'altro? Scherzi a parte...
non volevo scadesse nel melenso, e pù che tenerlo sulle sue, ho
cercato d mostrare come ostentasse freddezza e nascondesse il dolore.
E' pur sempre un Uchiha, non chiede scusa tanto facilmente, anche
quando ha sbagliato. Ciò detto... che peccato per la compagnia
dublinese! Cerca di goderti comunque la vacanza, nonostante le brutte
facce!
Kyuubi: odi la SasuSaku? Oh
beh, io la trovo molto conveniente per liberarmi dell'Uchiha e di
confettino in una volta sola...! XD Comunque, grazie per continuare
comunque a seguire, e grazie per le parole che hai speso su Naruto.
Nonostante io lo abbia trattato molto male, mi fa piacere sapere che
sono riuscita a farlo apprezzare ancora di più!
Urdi: non ti uccido per
l'ipotesi "matrimonio NaruGaa", tranquilla! Anzi, essendo che sono due
personaggi da me molto amati, ed essendo che ultimamente lo yaoi mi
attira in maniera malsana... beh. Mica sarebbero male! XD Dopo la
parentesi demenziale, passo a ringraziarti per i complimenti! Devo
inchinarmi e profondermi in ringraziamenti, perché oltre ai
complimenti su Naruto, mi hai fatto anche quelli sul rapporto che lega
il team sette, ora diventato così sottile e incerto... e per me
è stato importante! Grazie mille, dunque, e a risentirci al
prossimo ed ultimo capitolo, mia fortunata vincitrice della
cinquecentesima recensione! ^^
Nunichan: più che
pentito, Sasuke si sente un po' una cacca! XD Ma non lo ammetterebbe
mai, non è nella sua natura! (ahimè) Beh, sono contenta
di leggere che ti è piaciuta la Narusaku, e allo stesso tempo
hai salvato sul pc "Ali di cera"! Ottimo esempio di vedute ampie! Grzie
per avermi seguito fin qui, e non esserti scoraggiata di fronte a
questo papiro di fanfiction!
Aya
|
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Capitolo 64 *** Sette anni dopo ***
Naruto-64
Capitolo
finale
Sette anni dopo
Non sapeva nemmeno
cosa fosse, quel liquido trasparente e dall’odore forte.
Sakè?
Vodka?
Provò ad annusarlo, ma sentì soltanto gli occhi
bruciare, e lo allontanò con un leggero capogiro.
«Un’aranciata»
bofonchiò Shikamaru Nara rivolto al cameriere oltre il
bancone, che puliva bicchieri con aria annoiata. Quello
sbuffò,
mise giù l’asciugamano e si piegò alla
ricerca di una
bottiglia che di solito non tirava mai fuori.
L’unico
cliente
del bar gli voltò le spalle, appoggiandosi con i gomiti al
ripiano nero lucido, e irritato passò un dito nel colletto
della maglia scura, decisamente troppo stretto.
Odiava
vestirsi elegante; era una cosa scomodissima, gli attirava occhiate
che poco gradiva – e soprattutto che Temari
poco gradiva – e lo soffocava. E tenere il maledetto codino
basso
gli solleticava il collo.
Incrociò
le
gambe davanti a sé, fissando cupo il movimento concitato
oltre
i vetri del bar.
Gente
ben vestita
che mormorava, che si radunava in capannelli, che parlava con una
mano davanti alla bocca. Pettegoli abbigliati a festa. E lui,
accidenti, si era conciato come loro per niente.
Il
matrimonio alla
fine non c’era stato.
La
sposa abbandonata
sull’altare, in lacrime, il padre indignato che minacciava di
mettere una taglia sul fuggitivo, gli ospiti che segretamente
gongolavano per la possibilità di spettegolare, e
chissà
quanti ryo al vento, per il pranzo e tutto il resto.
Tutta
un’immane
perdita di tempo.
«Quell’idiota
di Naruto...» borbottò Shikamaru, quando il barman
gli
tese discretamente la sua aranciata. «Scommetto che
s’è
svegliato tardi»
Ne
sorseggiò
un po’, guardando distrattamente gli invitati che ancora
borbottavano. Vide la sposa, avvolta nel suo velo bianco, che veniva
accompagnata via dal padre, e vide la gente che la seguiva come la
scia di bava dietro un lumacone. Che immagine edificante.
Basta,
si era
stufato.
Svuotò
in un
sol colpo quel che restava dell’aranciata e posò
il
bicchiere sul banco.
«Paga
la
sposa» disse al cameriere, annoiato, e affondò le
mani
nei pantaloni scuri e che – neanche a dirlo –
cadevano
perfettamente fino alle scarpe lucide.
Con
passo
strascicato arrancò fino all’uscita, e storse il
naso di
fronte alla selva dei profumi per signora che si mescolavano
nell’aria. Ma non si sarebbe lasciato abbattere, non lui, non
l’uomo che aveva avuto il coraggio di sposare Sabaku no
Temari e
che dopo sette anni di convivenza ancora resisteva.
Si
fece coraggio e
decise che avrebbe attraversato la folla fino a guadagnare la strada
di casa, ma la sua ferrea determinazione fu subito messa alla prova
da un capannello di vecchie ingioiellate che lo intravidero in
lontananza. Shikamaru notò la gioia sui loro volti, lo
spasimante desiderio di parlargli, carpirgli dettagli sulla sua vita
domestica, e poi sparlare di Temari per il puro gusto di dar aria ai
denti; e si sentì minacciato.
Per
fortuna, in
quello stesso momento arrivò anche la sua ancora di salvezza.
«Shikamaru!»
strillò una voce dall’alto.
Il
Nara alzò
gli occhi, e un’ombra oscurò il sole sulla sua
testa.
Agile
come un gatto,
una sagoma indistinta atterrò tra lui e le vecchie, che si
ritrassero spaventate, e una zazzera bionda più scompigliata
che mai si voltò da una parte e dall’altra, sopra
due occhi
inquieti e delusi.
«Sono
in
ritardo?» chiese ansiosamente Naruto Uzumaki, alzando lo
sguardo.
«Di
un’ora» confermò Shikamaru, lieto di
essersi liberato
‘dell’assalto over
50’.
«Ahh,
maledizione!» imprecò Naruto, le mani nei capelli.
«Lo
sapevo che avrei dovuto puntare tre
sveglie!»
«Per
curiosità, quante ne hai puntate invece?» si
informò
Shikamaru, con un sorriso annoiato.
«Due»
«E
sei
arrivato lo stesso a quest’ora?»
«Dovevo
prepararmi!» Naruto arrossì, stirando con gesti
nervosi
i vestiti eleganti che non era abituato a portare – e che
erano
usciti malconci dalla corsa sui tetti.
«Va
beh,
comunque non ti sei perso niente. Il matrimonio è
saltato»
«Cosa?»
«Lo
sposo non
si è presentato, sembra che sia scomparso nel nulla. E il
cugino di papà fino a dieci minuti fa proponeva di mettergli
una taglia sulla testa. Ti interessa fare qualche soldo?»
«Ma
che me ne frega dei soldi?» sbottò Naruto,
scompigliando
ancora di più i capelli sulla testa. «Io avevo
bisogno
di vedere come
funzionava,
maledizione!»
Shikamaru
sospirò,
guardando le nuvole che navigavano lente nel cielo.
Problemi,
problemi,
problemi. Ai suoi tempi i matrimoni erano più semplici.
«Dai,
hai
ancora una settimana per farti prendere dal panico»
commentò
tornando con i piedi per terra, e batté una pacca sulla
spalla
di Naruto.
«Ho
solo
una settimana» rettificò lui, impallidendo.
«E non
mi ricordo se devo stare a destra o a sinistra sotto
l’ombrello»
«Pensa
positivo: non curarti dei dettagli, della cerimonia,
dell’etichetta;
ricordati della prima notte di nozze»
«No,
perché
lo hai detto?!» scattò Naruto disperato.
«Ora il
tempo sembrerà andare troppo veloce per il matrimonio e
troppo
lento per la notte di nozze!»
«Il
che ci
porta a dire che mediamente sarà normale»
«Niente
affatto! Argh, ti odio!»
Shikamaru
sbuffò,
vedendolo esibirsi in coreografie della disperazione di rara
creatività, e si trovò a grattarsi una guancia.
Naruto,
il solito
casinista.
«Fidati,
una
settimana è sempre una settimana» tentò
di
rassicurarlo. «Sette giorni, centosessantotto ore, e
diecimilaottanta minuti. Indipendentemente da come tu la
percepisci»
Gran
cazzata.
La
quarta sveglia
suonò, con il suo bip-bip irritante, e finalmente Naruto
aprì
gli occhi nell’alba.
I
segni scuri sotto
le palpebre sembravano scavare un solco nelle guance, e il cervello
si rifiutava di collaborare. Sbadigliò, fissando il soffitto
che si tingeva di rosa, e si chiese stordito che giorno fosse.
«Che
palle...»
bofonchiò spegnendo la sveglia, e raggomitolandosi su un
fianco.
Cercò
di
ricordare cosa avesse sognato quella notte, e quando ci
riuscì
un sorriso gli stirò le labbra.
«Mmh...
Hinata» mugolò nel cuscino, felice.
E,
senza che lo
volesse, i suoi pensieri scivolarono al passato.
Dopo
la prima coraggiosa visita, Hinata non aveva più osato
incrociare lo sguardo di Naruto per almeno sei mesi. Oltremodo
imbarazzata dallo svenimento sulla porta della sua casa, aveva
iniziato a evitarlo come la peste, convinta di essere assolutamente
patetica e senza speranza.
Inutile
dire che lui non ci aveva neanche fatto caso. Anzi, in quel periodo
aveva fatto in modo di essere molto impegnato: tra missioni, visite a
Suna e pranzi con Iruka, non aveva quasi il tempo di pensare a Sakura
e Sasuke. E ciò lo sollevava profondamente.
Poi,
c’era stato il matrimonio.
E
lui aveva ricevuto l’invito, con una stretta allo stomaco.
Non
sarebbe mai riuscito a capire dove avesse trovato il coraggio di
presentarsi alla cerimonia, nel suo abito migliore e con il cuore in
gola. Ma avrebbe ricordato per sempre gli occhi di Sakura mentre
guardava Sasuke, e i loro abiti, e i loro gesti, e l’aura di
felicità che irradiava da loro come la maledetta luce di una
candela.
Era
rimasto ai margini della festa per tutto il tempo, senza farsi
vedere. Era rimasto in un angolo e li aveva guardati, tormentandosi,
cercando di non pensare che avrebbe potuto esserci lui al posto
dell’Uchiha. Erano passati solo sei mesi dalla sua rottura
con
Sakura, e il tradimento faceva ancora male.
Ma
allo stesso tempo, nonostante il disagio e nonostante il dolore, una
parte di lui si sentiva sollevata.
“Lei
è felice”
Anche
se avevano sofferto tutti e due, almeno lei riusciva ad essere
felice.
E
Sasuke... Beh, aveva ricominciato a inseguire il suo sogno.
Soltanto
verso la fine dei festeggiamenti Naruto aveva trovato il coraggio di
avvicinare gli sposi. Sotto lo sguardo sorpreso e felice di Sakura e
quello indecifrabile di Sasuke, si era scusato per non aver pensato a
nessun regalo, e poi, ad occhi bassi, aveva fatto le sue
congratulazioni.
«Grazie»
avevano risposto loro, ed era tutto ciò che serviva.
Naruto
si era allontanato dal matrimonio con un senso di soffocamento,
quasi. La festa si svolgeva in un palazzo signorile nel centro di
Konoha, circondato da un giardino tanto ampio che era difficile
distinguerne i confini, e lui aveva raggiunto il laghetto delle carpe
e aveva tirato il fiato, nel buio della sera appena calata.
“Perché
sono venuto qui?” si era chiesto, cupo.
E
in quel momento aveva sentito un’esclamazione soffocata, e
aveva
visto Hinata a qualche metro di distanza.
Sorpresa,
disagio, domande.
Lui
fuggiva dagli sposi e dalla loro opprimente felicità, lei
fuggiva dalla nobiltà del villaggio e da suo padre.
Cosa
ci fai qui? Ah, capisco. Scusa se ho disturbato. Ma no, scusa tu.
Silenzio. Di nuovo disagio.
Erano
sei mesi che neppure si incontravano, e a Naruto era tornato in mente
l’episodio dello svenimento. Aveva commesso
l’errore di
ricordarglielo, e Hinata aveva rischiato di ripetere
l’esperienza
per l’imbarazzo. Lui aveva riso. Davanti a quello stagno
illuminato
dalle lanterne di carta.
Poi,
più o meno una settimana dopo, se l’era ritrovata
alla
porta, con un altro cesto di frutta, con un’altra crisi di
iperventilazione, e il viso tanto caldo da cuocerci un uovo. Non gli
aveva lasciato il tempo di invitarla dentro, ed era corsa via in
fretta e furia.
La
scena si era ripetuta parecchie volte, in seguito.
Per
settimane, e mesi, e anni.
Senza
che succedesse altro.
Naruto
aveva iniziato a sentirsi piuttosto angosciato dalle visite-lampo di
Hinata, raramente prolungate da qualche parola di circostanza. Poi,
con inumano ritardo, aveva iniziato a sospettare che il rossore e il
balbettio spuntassero solo con lui. Se ne era accertato, si era
interrogato al riguardo, e aveva raggiunto la conclusione che era
troppo esagitato, e la metteva a disagio.
(Idiota)
Aveva
quindi cercato di moderarsi ed essere gentile, e aveva soltanto
peggiorato le cose. Ma, nel frattempo, si era anche reso conto che le
visite di Hinata erano piacevoli. Che aveva iniziato ad aspettarle, a
sperarci.
E
a un certo punto, dopo che i suoi amici avevano cominciato ad
ingrandire le rispettive famiglie, si era chiesto: ‘cosa ho
fatto
io in questi sette anni?’.
Sette
anni. Solo a nominarli sembravano troppi.
Aveva
ripensato a Shikamaru, a Sasuke e Sakura, a Rock Lee... i loro figli
crescevano e loro maturavano.
Ma
lui?
Cosa
era cambiato in lui da quando Sakura l’aveva lasciato?
Aveva
cercato di capirlo da solo, ci si era scervellato per giorni... e gli
era sembrato di essere rimasto lo stesso idiota di sempre, di non
aver fatto nessun passo avanti. Ora la vista degli Uchiha
(sì,
gli
Uchiha) non gli faceva più male come prima, ma ancora
c’era
qualcosa che mancava.
Come
un vuoto nella serie dei kunai appesi in vita. E lui non osava
muoversi senza quel kunai, perché un giorno avrebbe potuto
doversi difendere, e se non lo avesse avuto...
Finché
non c’era stata quella missione, ormai sei mesi prima.
In
solitaria, livello A, paese dell’Acqua. Anche senza una
dichiarazione di guerra ufficiale, tutti sentivano odor di conflitto
nell’aria, e la situazione ai confini era tesa.
Naruto
era rientrato dopo più di una settimana, esausto, nervoso.
Si
era fatto una doccia e aveva sentito suonare il campanello.
Pensava
che si sarebbe irritato, vedendola.
Pensava
che avrebbe accettato il suo regalo, come sempre, e poi
l’avrebbe
allontanata con parole magari un po’ brusche.
Invece,
aprendo la porta, aveva visto i suoi occhi bianchi, esitanti, che si
alzavano così di rado e così poco, le sue guance
tinte
di rosa; aveva sentito la sua voce sottile, il balbettio ormai
familiare, e il nervosismo era sfumato, sostituito da un insolito
senso di sollievo.
«Vieni
dentro, non riesco mai a finire da solo tutto il cesto» le
aveva offerto spontaneamente, prima che potesse andarsene.
Hinata
era arrossita violentemente, aveva cercato di rifiutare, si era
ricordata il triste svenimento di sette anni prima, e aveva fatto di
tutto per svicolare. Ma Naruto l’aveva praticamente
trascinata
dentro, e l’aveva costretta a farsi offrire un tè.
Quel
giorno aveva sentito che voleva un po’ di compagnia. Che i
suoi
amici rientravano a casa e trovavano qualcuno ad attenderli, e che
anche a lui sarebbe piaciuto non essere solo, la sera.
Però...
Hinata?
La
timida Hinata, la fragile Hinata, quella stessa Hinata che non
riusciva a mettere in fila tre parole quando c’era lui nei
dintorni? Lei come avrebbe potuto essergli di compagnia?
Naruto
era convinto di spaventarla a morte. Ne era davvero certo.
Così
come era certo che la cosa gli dispiacesse, e molto.
Mentre
le preparava il tè, parlando a raffica per non permetterle
di
dire ‘forse è meglio che me ne vada’, si
era chiesto
perché gli dispiacesse, e perché le sue visite
gli
risultassero tanto gradevoli.
Si
era trovato involontariamente a confrontare Hinata e Sakura,
ripetendosi che non c’era paragone, che erano su due pianeti
diversi, l’una l’opposto dell’altra, e
che lui aveva amato
Sakura, e dunque Hinata non poteva piacergli, perché era
timida, ed era insicura, ed era fragile, e gentile... ma aveva
continuato a rimuginarci, contro ogni logica.
E
poi, anche mentre bevevano il tè e la sua voce riempiva
l’aria, si era accorto di essere nervoso. Si era accorto che
l’idea
che Hinata se ne potesse andare da un momento all’altro lo
metteva
di cattivo umore.
“Non
mi piace, non può piacermi” si era ripetuto, quasi
con
dispiacere, ma non era riuscito a staccare gli occhi dai suoi, schivi
e inquieti.
E
poi, al momento di lavare le tazze, lei si era alzata per portare la
sua al lavandino.
«Faccio
io!» l’aveva fermata lui, raggiungendola. E Hinata,
vedendoselo tanto vicino all’improvviso, aveva sentito le
gambe
cedere.
Naruto
l’aveva afferrata per le spalle, impedendole di cadere, e
l’aveva
portata fino al divano con aria preoccupata.
«Hai
ancora quei problemi di pressione?» le aveva chiesto turbato.
(Sì,
pressione)
Hinata
aveva balbettato qualcosa di incoerente, nascondendo gli occhi dietro
al braccio, e poi si era scusata mille volte, più che mai
imbarazzata. Era umiliante che ogni volta che metteva piede in casa
sua svenisse. Umiliante e orribile.
Naruto
era sempre stato un tipo impulsivo. Sentirla mormorare le sue scuse
con gli occhi lucidi e il viso arrossato gli fece provare uno slancio
d’affetto improvviso, al di là delle somiglianze e
delle
differenze tra lei e Sakura.
Eppure,
per una volta, insieme all’impulsività
sentì anche
una strana cautela; il desiderio forte di non spaventarla, di non
farle del male con la sua irruenza.
E,
per ultima, la voglia irrazionale di stupirla e baciarla. E di
chiederle di restare lì ed essere ciò che avrebbe
trovato al suo ritorno, la sera. Anche se lei e Sakura erano diverse,
anche se lei aveva paura di lui.
Lentamente,
aveva appoggiato una mano allo schienale del divano, protendendosi
verso Hinata, oscurando la luce che veniva dall’alto.
L’aveva
vista irrigidirsi, arrossire, spalancare gli occhi, ma non si era
fermato. Non finché non aveva raggiunto la sua bocca.
Un
bacio leggero, gentile, per non spaventarla. Una carezza sulla pelle
delle labbra.
E
poi lei, tremando, gli aveva chiesto se era già stesa, e lui
era scoppiato a ridere, anche se non ne aveva avuto
l’intenzione.
Forse per il sollievo di vederla, tutto sommato, meno sconvolta del
previsto.
A
quel punto, Hinata aveva iniziato a parlare. Con le mani sugli occhi,
le guance arrossate, la voce spezzata, gli aveva detto che lo amava
da anni, e che aveva sempre cercato di stargli vicino, anche se lui
non l’aveva mai guardata. Gli aveva detto che lo ammirava,
che era
il suo modello, che aveva sempre sperato di attirare la sua
attenzione, e che si impegnava con tutta sé stessa per
riuscirci.
Naruto
aveva ascoltato tutto a bocca aperta, incredulo.
Altro
che spavento, altro che fastidio. Se Hinata arrossiva in sua
presenza, era perché lo amava; se balbettava e teneva lo
sguardo basso, era perché lo amava.
Era
rimasto confuso dalla sua confessione. Confuso e sollevato.
Perché
lei lo amava. Da sempre. E nulla le aveva fatto cambiare idea, anche
se erano successe tante cose nel frattempo. Perché lei lo
amava dello stesso amore con cui Sakura amava Sasuke. E Naruto,
provandolo per la prima volta sulla sua pelle, si era sentito
invadere da un calore piacevole quanto insolito.
«Perché
non me l’hai mai detto prima?» le aveva chiesto.
Hinata
aveva balbettato frasi sconnesse, nel panico, spingendolo a desistere
immediatamente. Le aveva sorriso, aveva cercato la sua mano e
l’aveva
stretta. Poi, con espressione vagamente imbarazzata, le aveva chiesto
di uscire con lui.
Come
un ragazzino.
Gli
era sempre
piaciuto sognare Hinata.
Quando
lei gli
faceva visita nel suo mondo onirico, tutto diventava in qualche modo
più bello, anche le cose brutte. Bastava la sua presenza per
farlo sentire tranquillo, bastava il contatto con la sua pelle
perché
ogni angoscia svanisse.
Lei
gli faceva
quell’effetto sia nel sogno che nella realtà: in
qualche
modo riusciva sempre a dirgli che lo amava e che andava tutto bene,
anche senza parlare. E lui ci credeva, ci credeva davvero.
Quella
notte, prima
che l’odiosa sveglia suonasse sul sorgere del sole, Naruto
aveva
sognato di essere con Hinata in una bella casa, vicino alla foresta.
C’era un portico, e c’era un gatto, e
c’erano una marea di
bambini urlanti che correvano tutt’attorno. Lui, tra di loro,
li
guardava orgoglioso e soddisfatto; perché erano i suoi
figli.
La sua famiglia. Il posto in cui tornare. Poi, era arrivata anche
Hinata. E tutto aveva iniziato a luccicare, letteralmente.
Fino
al suono della
sveglia.
Naruto
sbuffò,
affondando il viso nel cuscino. Perché l’aveva
puntata
all’alba? Quale folle e incomprensibile ragione era riuscita
a...
Sbarrò
gli
occhi all’improvviso, sentendo lo stomaco che si contraeva.
«Oh
cazzo!»
se ne uscì, balzando in piedi all’istante.
Afferrò il
calendario appeso al muro, lo strappò dal suo chiodo, e gli
si
mozzò il respiro in gola. Le X sui giorni che avanzavano
erano
arrivate alla data cerchiata in rosso. Quella con la dicitura
matrimonio.
Iniziò
a
iperventilare.
No.
Non era
possibile. Non poteva essere già lì! Fino alla
sera
prima mancavano ancora quattro giorni! E poi aveva fatto solo quella
missione, e c’era stato l’addio al celibato, e quel
problema
con... okay, okay. Forse i giorni erano davvero passati. Ma a lui
sembrava di essere ancora alla settimana precedente!
Con
rabbia ricordò
le parole di Shikamaru, risalenti a sette giorni prima.
«Fidati,
una settima è sempre una settimana. Indipendentemente da
come
tu la percepisci»
Gran
cazzata!
I
giorni si erano contratti in ore, le ore in minuti, e i minuti si
erano estinti prima di arrivare ad essere secondi. La settimana,
porca
miseria,
era letteralmente volata via.
«Non
sono
pronto» realizzò Naruto, sconvolto. «Non
ricordo
nemmeno dove ho messo il kimono. E da che parte devo stare sotto
l’ombrello? Dio, dio, dio! Perché mi sono
imbarcato in
questa cosa?» gemette disperato.
Aveva
bisogno di
aiuto.
Per
questo, all’alba
del giorno del suo matrimonio, decise di andare a bussare alla porta
di Shikamaru.
Quando
Neji Hyuuga
indossava il kimono delle grandi occasioni, l’intera fauna
femminile di Konoha non riusciva a staccargli gli occhi di dosso.
Sguardi
ammirati e
commenti a mezze labbra erano la regola, e il giovane rampollo della
casata cadetta aveva imparato ben presto a non farci caso, e a
fingere di essere molto impegnato a fissare il vuoto. Non gli
dispiaceva che lo ammirassero – era umano dopotutto
– ma certe
volte restava profondamente turbato dalle parole che gli capitava di
sentire; c’erano ragazzine dalla fantasia molto sviluppata,
nel
villaggio.
In
quel momento Neji
era solo. Suo zio gli aveva dato il permesso di separarsi
momentaneamente dal clan per cercare i suoi amici tra la folla degli
invitati, e lui non si era lasciato sfuggire l’occasione.
Tanto più
che tirava una brutta aria nella casata principale, per il
comprensibile malumore di Hiashi – costretto ad accettare un
matrimonio che disapprovava totalmente – e quello
inspiegabile di
Hanabi, che ormai ventenne aveva mostrato diverse volte di puntare
alla guida del clan, e nell’allontanamento della sorella
avrebbe
dovuto vedere un motivo di gioia, e non di rabbia.
Aggirandosi
per i
sentieri del giardino che ospitava gli invitati, Neji scoprì
che c’era molta più gente del previsto, e si
chiese se
sarebbe davvero riuscito a incontrare chi cercava. Poi, sul
ponticello in legno che si arcuava al di sopra del ruscello,
incappò
in Rock Lee e Tenten.
«Ah,
eccovi!»
sorrise avvicinandoli.
«C’è
troppo affollamento» sbuffò Tenten con
un’occhiataccia
ai gruppetti che si muovevano vociando.
«Dobbiamo
stare attenti a non perderci Mei!» esclamò Lee con
convinzione, e nella foga sollevò per un braccio la bambina
sui tre anni che stava aggrappata alla sua mano. «Ah, scusa
tesoro!» si affrettò ad aggiungere, rimettendola
giù
sotto l’occhiataccia di Tenten.
«Immagino
che
ci sia un posto per i bambini più grandi»
commentò
Neji, con un’occhiata condiscendente alla piccola dagli occhi
e
capelli scuri, fino ad ora simile più a sua madre che a suo
padre – per fortuna.
«L’ultima
volta che li ho visti, si stavano arrampicando sul fico
dall’altra
parte del giardino. Spero solo che non caschino di testa»
sbuffò Tenten contrariata.
Neji
si concesse un
sorriso.
Ricordava
limpidamente il giorno in cui gli avevano detto che sarebbe diventato
‘zio’; era stata Tenten la prima a parlargliene,
con gli occhi
bassi e la voce composta. Gli aveva detto che era incinta, che
avrebbe sposato Rock Lee, e che sarebbe stata felice. Lui le aveva
augurato ogni bene. Cos’altro avrebbe potuto fare?
Poi
aveva parlato
anche con Lee, e, unico istante di debolezza che si era concesso,
aveva espresso il desiderio che i futuri figli assomigliassero alla
mamma.
Ma
la delusione non
era durata a lungo; presto Hiashi aveva ricominciato a cercare di
accoppiarlo con Hinata, e ogni sua energia era stata impiegata nel
tentativo di aggirare l’ostacolo.
Era
forte, Neji
Hyuuga, dentro e fuori.
«Avete
incontrato gli altri?» chiese guardandosi attorno.
«Nella
confusione riesco a malapena a capire dove mi trovo»
«Abbiamo
incrociato Ino e Sai, poco fa. Credo che siano tornati insieme per la
sesta volta, o qualcosa di simile – ho perso il conto. E
c’erano
anche Shino e Kiba, al bar» rispose Tenten. «Penso
che
Kiba fosse in procinto di far scoppiare una faida con il clan
Nekozuka, ma spero che Shino lo abbia fermato. Poi mi pareva di aver
intravisto gli Uchiha, ma non ne sono sicura»
«Vi
spiace se
mi unisco a voi?» chiese Neji. Piuttosto che tornare con il
suo
clan sarebbe stato disposto a farsi scuoiare vivo, ma per fortuna era
riuscito a trovare un modo più piacevole di passare la
giornata.
«Così
ci aiuti a tenere d’occhio Mei!» approvò
Lee
entusiasta. «E poi devo raccontarti di quella missione nel
paese delle Nebbie!»
Tenten
fece roteare
gli occhi, e Neji trattenne un sorriso.
Insomma,
non era
cambiato poi molto.
«Non
ci metterò più di un’ora»,
le aveva detto.
«Vado
e torno, sarà soltanto l’ennesima
cazzata»,
assicurava.
«Tu
vai avanti a dormire, ti sveglierai che sarò già
a
casa»
Mentre
avanzava
lungo il corridoio a passo di carica, Temari digrignò i
denti,
ricordando le parole pronunciate da Shikamaru all’alba. Nella
luce
aranciata del primo sole lo aveva visto uscire al seguito di un
pallidissimo Naruto Uzumaki, e poi, sbadigliando, era tornata sotto
le coperte.
Ma
al suo risveglio
lui non c’era. E nemmeno otto ore dopo.
“Lo
ammazzo!” si ripeté per la trecentesima volta,
mentre le
persone si scostavano bruscamente al suo passaggio. “Quando
lo
prendo lo faccio a pezzi, giuro!”
Shikamaru
Nara
avrebbe fatto bene a scappare dalla finestra, in quel momento. Ma non
poteva sapere, l’ignaro, che la sua adorabile moglie stava
per
rendersi coscientemente vedova.
Temari
arrivò
in fondo al corridoio, svoltò a sinistra facendo frusciare
il
kimono elegante, e assottigliò gli occhi intravedendo sagome
note in lontananza. Aumentò il passo, strinse i pugni, e
quando fece il suo trionfante ingresso nel salone principale, non ci
fu sguardo che non si posò automaticamente su di lei.
«Shikamaru
Nara!» tuonò, e il diretto interessato
sentì un
brivido correre lungo la schiena. D’istinto
incassò la testa
tra le spalle, come una tartaruga nel guscio, e chiuse gli occhi.
«Che ore sono?» ringhiò Temari
raggiungendolo, e
parandoglisi davanti in atteggiamento bellicoso.
«Ho
avuto dei
contrattempi...» borbottò lui vago, guardando
altrove.
«Contrattempi?»
sibilò lei. «Contrattempi?»
ripeté, nel caso non fosse abbastanza chiaro. «Io
definisco contrattempo
il nostro matrimonio, pigro, menefreghista, irritante uomo! Ti
costava tanto mandare un messaggio? Due righe? Anche un piccione
viaggiatore! Ho aspettato come una deficiente per sei ore, sei! Te ne
rendi conto?»
Naruto,
che fino a
quel momento si era fatto piccolo in un angolo, eclissato dal
temperamento focoso della ‘padrona del castello
Nara’, si schiarì
la voce cercando di attirare l’attenzione e salvare
l’amico.
«Veramente
sono stato io a...» iniziò timidamente, ma prima
che
potesse continuare uno sguardo lo trapassò da parte a parte,
congelandogli le parole in gola.
«E
tu!»
ringhiò Temari, additandolo minacciosamente.
«Gaara ti
cerca da un’ora! Sei lo sposo, non hai il diritto di
scomparire
chissà dove con mio marito!»
«E’
solo
che...»
«Che
niente!
Tutti si sposano prima o poi, non sarai il primo a farsi prendere dal
panico, né l’ultimo!Tira fuori il fegato e fammi
il favore
di arrangiarti da solo! Non è possibile che a venticinque
anni
uno debba ancora avere la balia! Che uomo sei?»
Naruto
pigolò
qualcosa di incomprensibile, sopraffatto, finché una voce
calma e bassa non intervenne a ristabilire l’ordine.
«Temari,
basta
così»
La
kunoichi si
irrigidì e sbuffò. Di cattivo umore, si costrinse
a
voltarsi e gettò un’occhiataccia a Gaara, che
avanzava
insieme a Kankuro. Tutti e due indossavano i loro abiti migliori
–
il Kazekage aveva addirittura la divisa d’ordinanza
– e mentre
incedevano sembravano irradiare un’aura di
autorità e
carisma – che, ad essere onesti, era più
concentrata sul
rosso dei due. Inutile dirlo, a parlare era stato Gaara.
«Mh,
elegante»
commentò Kankuro con un’occhiatina supponente alla
divisa
ninja di Shikamaru. «Immagino che i jonin di Konoha
guadagnino
una miseria»
Shikamaru
guardò
altrove, ormai rassegnato. Era abituato alle osservazioni pungenti di
Kankuro, ma di solito Temari lo difendeva. Quel giorno, tuttavia,
qualcosa gli diceva che avrebbe dovuto cavarsela da solo.
Non
aveva ancora
finito di pensarlo, che sentì una mano serrarsi ferrea
attorno
al braccio e dovette trattenere un gemito.
«Oh,
lui sta
per andare a infilarsi nel vestito più stretto che gli
trovo»
promise Temari scoccandogli un’occhiata di fuoco.
«Stiamo
tutti soffrendo per l’eleganza, e Shikamaru si
unirà presto
a noi»
Il
diretto
interessato chiuse gli occhi, sospirando a fondo.
E
dire che aveva
voluto solo essere gentile con Naruto. Sigh.
Mentre
lui veniva
trascinato via impietosamente e ingloriosamente, il Naruto in
questione si sentì in colpa.
Aveva
supplicato
Shikamaru di aiutarlo a calmarsi, pensando che le sue sagge parole
gli avrebbero abbassato l’adrenalina, ma aveva scoperto che
con il
passare del tempo l’ansia poteva soltanto crescere e crescere
e
crescere. Mancava poco più di un’ora al
matrimonio, e lui
già faticava a respirare; non osava immaginare cosa sarebbe
successo al momento della cerimonia.
«Sei
nervoso?»
gli chiese Gaara dopo averlo studiato per qualche minuto.
«Io?
Ahah! Ma
no!» si schermì lui in automatico, con un cenno
molto
poco naturale. «Cioè, sì. Da
morire» crollò
dopo un istante, impallidendo bruscamente.
«Non
sai
quanto vorrei una macchina fotografica» ghignò
Kankuro.
«Naruto Uzumaki nel suo momento di debolezza più
profonda! Potrei ricattarti a vita»
«Ne
riparliamo
quando finalmente trovi una disposta a sposarti, okay?»
ringhiò
Naruto acido.
«Pensavo
che
saresti stato emozionato, non terrorizzato»
commentò
Gaara ignorando il battibecco.
«Diciamo
che
se la cerimonia fosse meno complicata io sarei molto più
felice! Da che cavolo di parte devo stare sotto
quell’ombrello?»
gemette lui, vicino all’esaurimento nervoso.
«Beh,
se tu
sei in queste condizioni non oso immaginare la sposa... dicono sia la
timidezza incarnata» se ne uscì Kankuro
stringendosi
nelle spalle.
Naruto
raggelò.
Hinata.
Oh
cavolo, Hinata!
Se
lui andava nel
panico, chi l’avrebbe guidata durante la cerimonia?
Sì, lei
aveva molta più esperienza con i rituali, e
l’etichetta, e
compagnia bella, ma aveva ancora il vizio di perdere la bussola
stando nei suoi paraggi!
Doveva
riacquistare
un minimo di controllo, accidenti. Doveva farlo per Hinata.
Si
batté
pacche leggere sulle guance, inspirando ed espirando come prima di
una missione.
«Okay.
Okay,
ce la posso fare» si disse a voce alta, sotto lo sguardo
perplesso di Kankuro e quello educatamente indecifrabile di Gaara.
«Sono Naruto Uzumaki, futuro sesto Hokage. Posso fare
tutto»
«Diventa
ogni
giorno meno realista, vero?» commentò il maggiore
dei
fratelli di Suna, con un cenno vago.
«Perché
ti ho invitato?» mugugnò Naruto offeso.
«Esiste
persona che tu non abbia invitato?» replicò
l’altro,
sarcastico. «Tre quarti degli invitati che ho visto tra il
giardino e il palazzo sono amici tuoi, e il restante quarto
è
la nobiltà di Konoha. C’è
l’intero villaggio al tuo
matrimonio, non so se te ne sei accorto. E ben due Kage»
«Oddio.
E se
sbaglio davanti a tutta questa gente?» inorridì lo
sposo.
«Una
volta non
sbraitavi di voler dimostrare quanto valevi?»
«Sì,
ma
qui si parla di etichetta! E cerimonie! E rituali! E’ peggio
di un
esame ninja!»
«Lasciatelo
dire, tu hai un problema di personalità multipla»
Kankuro
scosse la
testa, mentre Naruto ricominciava ad inoltrarsi nel ciclo vizioso
depressione/entusiasmo che il matrimonio gli procurava. Gaara,
apparentemente distratto, non sembrava un granché
preoccupato.
«Dov’è
il quinto Hokage?» chiese, cambiando completamente argomento.
«La
vecchia
Tsunade?» fece Naruto riprendendosi bruscamente. Si
guardò
attorno, corrucciato, e cercò di fare mente locale.
«Avrebbe
dovuto essere qui un’ora fa, ma ora mi viene in mente che non
l’ho
ancora vista» borbottò perplesso. «E
manca
soltanto... oddio, manca solo un’ora!»
esclamò con
voce strozzata. «E devo ancora fare quella cosa! Gaara,
Kankuro, scusate tanto! Devo scappare via, ma vi ringrazio per essere
venuti! E lasciate il vostro regalo sul tavolo
nell’angolo!»
Prima
che uno solo
dei due fratelli potesse aprire la bocca, era già schizzato
via, incurante del kimono di seta da migliaia di ryo che sbatteva
attorno alle sue gambe rischiando di rovinarsi.
La
stoffa si piegava
sul pavimento in volute bianche, disegnando complicati intrecci sul
tatami pregiato. La cintura dai lembi della veste si snodava fino ai
piedi del futon, tracciando una strada sottile e sinuosa che
attraversava la stanza con movimento lento. Il copricapo
dell’Hokage
era posato sul mobile nero, davanti allo specchio, ancora sul suo
cuscino ricamato.
L’unico
rumore che
si udiva nella stanza inondata dal sole era un fruscio sottile e, in
qualche modo, caldo.
Un
piede si mosse
piano, strusciando sulle coperte del futon.
«Che
ore
sono?» chiese una voce roca, leggermente affannata.
«Che
ti
importa?» ribatté un altra, quasi soffocata.
«M’importa
eccome, vecchio balordo... Oh diavolo!»
Il
fruscio sottile
si trasformò in un rumore sordo e brusco quando Tsunade,
quinto Hokage della Foglia, scattò a sedere. Dal futon
provenne un grugnito contrariato, seguito da uno sbuffo.
«Dovevamo
essere al matrimonio un’ora fa!»
inorridì Tsunade,
lottando perché i capelli liberi dai codini si spostassero
dagli occhi.
«Almeno
per
un’altra ora non avranno davvero bisogno di te»
bofonchiò
l’altra voce, incarognita, e un braccio si protese lungo il
fianco
nudo dell’Hokage arrivando a circondarle la vita.
«Torna giù.
Solo mezzora, dai»
«No,
non
esiste!» imprecò Tsunade, cercando di opporsi, ma
la
stretta ferma che la cingeva riuscì a sopraffarla, e a
trascinarla di nuovo con la schiena sul futon.
Jiraya
si spostò
su di lei, intrappolandola con il suo corpo, e lasciò che i
capelli scivolassero a solleticarle il collo. Sorrise sornione,
piegandosi sulla sua bocca, e lei cercò di scostarlo
irritata.
«Siamo
in
ritardo!» sibilò cercando di spingerlo via.
«Solo
mezzora»
ripeté lui sfregando il naso dietro il suo orecchio.
«Tanto
sei l’Hokage, nessuno può dirti niente»
«E’
il matrimonio di Naruto! Vuoi arrivare tardi alla cerimonia? Che poi
devo officiare anche
io?»
Jiraya
sorrise
contro il suo collo. «Non se la
prenderà» commentò
leggero. «Ho il vago sospetto che a quest’ora sia
nel panico,
per un motivo o per l’altro; un ritardo non può
che renderlo
felice»
«Sei
mai
cresciuto, tu?» ringhiò Tsunade.
«Perché
avrei dovuto?» replicò lui, accarezzandola
lentamente e
compiacendosi dei suoi apparenti vent’anni. «Senza
contare
che, se solo lo volessi, tu potresti farmi volare fuori dalla
finestra con una sola mano... ma non l’hai ancora
fatto»
Tsunade
arrossì
indispettita.
Okay,
era debole
davanti ad alcool, gioco d’azzardo e sesso. Ma era pur sempre
l’Hokage! – anche se il motivo poteva sfuggire. Un
minimo di
rispetto doveva pretenderlo!
Con
una spinta
brusca fece cadere di lato Jiraya, che si lasciò andare
sbuffando. «Ho capito!» si lamentò
immusonito.
«Finalmente!»
sospirò lei rialzandosi a sedere – e il suo lato
più
infantile si scoprì deluso perché lui aveva
ceduto
tanto in fretta. Dandogli le spalle si protese alla ricerca dei
vestiti, e li raccolse rapidamente.
Jiraya
rimase steso
sulla schiena, a guardarla che cercava di rendersi presentabile.
Sorrise quando la vide cercare il lato giusto della veste di Hokage,
e provò un moto di tenerezza quando si incastrò
infilandola.
«Aspetta,
ti
aiuto» le disse avvicinandosi. Con mani gentili ma precise
scostò un lembo di stoffa e ne tirò un altro, e
in un
paio di secondi la liberò, facendo spuntare la testa
spettinata dalla seta.
Tsunade,
rossa in
viso, si limitò a fare un cenno di ringraziamento. E lui
rispose con una mano sotto la veste, al seno generoso. Lei gli
stritolò il polso, lui sentì le ossa
scricchiolare, e
allora fece bruscamente marcia indietro.
«Ahia...»
sussurrò facendosi da parte, mentre lei si alzava in piedi e
legava la cintura in vita. «Non sei per niente
romantica»
le rinfacciò offeso.
«La
tua
concezione di romanticismo prevede una mano sotto il
vestito?»
ribatté lei lapidaria.
«Anche.
Comunque non intendevo questo» senza alcun imbarazzo Jiraya
si
sedette a gambe incrociate e appoggiò i gomiti alle
ginocchia.
«Direi che per essere la prima volta ha avuto una conclusione
piuttosto fredda» commentò.
Tsunade
gli scoccò
un’occhiataccia attraverso lo specchio, raccogliendo i
capelli nei
soliti codini.
«Cosa
ti
aspettavi?» ribatté secca. «Siamo
adulti, non
ragazzini tutti rose e candele»
«Appunto
per
questo» sorrise lui. «Arrivati alla nostra
età,
visto che non abbiamo tutto il tempo che hanno i ragazzini, mi
aspettavo che dopo il sesso avrei avuto il tempo di farti la mia
proposta»
Tsunade
si irrigidì
involontariamente sul secondo codino. «Proposta?»
ripeté
meccanicamente.
Il
sorriso di Jiraya
si allargò. «Di matrimonio»
La
vide arrossire
nel riflesso, e si sentì orgoglioso del proprio operato.
Poche
persone al
mondo riuscivano a imbarazzare il quinto Hokage della Foglia, e a lui
piaceva pensare di essere il migliore tra quei pochi. Ne andava
davvero fiero.
«Certe
volte
mi chiedo se tu sia pazzo o solo vecchio»
bofonchiò
Tsunade evitando di incrociare il suo sguardo.
«Perché?
Non ti piacerebbe poter ripetere ogni notte quello che abbiamo fatto
fino a dieci minuti fa?»
«Nessuno
ha
mai detto che il matrimonio sia necessario al sesso»
«Ma
se
vivessimo insieme saremmo più a portata di mano»
«Nessuno
ha
mai detto che il matrimonio sia necessario alla convivenza»
con
un gesto stizzito Tsunade lasciò andare le ciocche bionde e
prese il copricapo dell’Hokage dal cuscino. «Ti sei
lasciato
influenzare troppo dalle nozze di Naruto, Jiraya» lo
rimproverò
severa, dandogli la schiena. «Noi abbiamo passato da tempo la
soglia oltre la quale si smette di fare progetti»
Con
una nota amara
nella voce, fece per coprire i capelli biondi con il simbolo del
fuoco.
Ma
prima di
riuscirci sentì le braccia di Jiraya che scivolavano ad
abbracciarla, e avvertì il tepore del suo petto contro la
schiena.
«Tsunade»
sussurrò lui al suo orecchio, sentendola fremere
impercettibilmente. Non sorrideva più, non scherzava
più.
«Diventa mia moglie»
Per
un breve,
brevissimo istante, a Tsunade sembrò di tornare davvero
ventenne, non solo nel fisico. Per una frazione di secondo, una
risposta assolutamente folle le attraversò la mente, forse
portata dal sangue che le aveva scaldato le guance.
Ma
durò il
tempo di un battito di ciglia.
Poi,
Jiraya cedette
e le sue mani salirono dalla vita al seno.
Gli
esiti della
reazione dell’Hokage furono disastrosi per
l’arredamento della
stanza.
Naruto
si guardò
attorno ansiosamente, alla ricerca di qualcosa che conosceva fin
troppo bene.
Nella
folla che si
era radunata davanti all’ingresso principale riusciva a
distinguere
sì e no due o tre persone. Vide Iruka e gli altri sensei
dell’Accademia, e Sai e Ino con loro. Vide gli Hyuuga, nella
zona
della nobiltà, e incrociò per una frazione di
secondo
lo sguardo di Hiashi. Si concesse di perdere qualche istante
sostenendolo, e poi riprese la sua ricerca. C’erano Ichiraku
e sua
figlia, in un angolo, e più in là vide la
famiglia di
Asuma, Ibiki Morino, Anko Mitarashi e Gai, circondato da ragazzini
tanto pieni di energie da mandarlo in visibilio.
Tutti
sembravano
sereni, divertiti. Solo lui doveva essere tanto angosciato?
Beh,
supponeva che
fosse normale, dal momento che era lo sposo. Ma aveva la ferma
convinzione che quando avesse trovato chi cercava le cose sarebbero
andate decisamente meglio.
Si
inoltrò
lungo i sentieri del giardino, iniziando a pensare di moltiplicarsi
per sveltire le operazioni, e finalmente, in un piccolo spiazzo in
cui la luce del sole arrivava a macchie, raggiunse la sua meta.
Sorrise
involontariamente, vedendo il quadretto che gli si offriva alla
vista, e il sorriso si allargò al pensiero che presto anche
lui sarebbe stato protagonista di qualcosa di simile.
«Ve
la siete
svignata dalla calca, vero?» chiese avvicinandosi con un
sorriso.
Sasuke
e Sakura
alzarono gli occhi dal bambino sui due anni che disegnava nel
terriccio davanti alla loro panchina, e lei ricambiò il
sorriso.
«Ecco
lo
sposo» commentò facendo per alzarsi.
«Stai
comoda»
la fermò lui. «Dove vuoi andare con quella
pancia?»
Sakura
arrossì
leggermente, posando una mano sul ventre arrotondato. «Ehi,
è
già il terzo; ormai sono esperta» si
giustificò.
«Non
ne
dubito, ma sta’ giù» ghignò
Naruto. Poi spostò
gli occhi su Sasuke, e il suo sorriso si fece meno caldo e un
po’
più tipicamente ‘mascolino’. Fece un
cenno con il mento;
l’Uchiha ricambiò.
«Nervoso?»
gli chiese.
«Mh.
Neanche
tanto» mentì lui, ancora incapace di mostrarsi
debole di
fronte al rivale di sempre. «Sono qui perché
c’era una
cosa che volevo fare prima della cerimonia» spiegò
infilando una mano sotto il kimono. Frugò per qualche
istante,
senza che né Sasuke né Sakura capissero cosa
cercava, e
alla fine tirò fuori un involto blu.
Si
fece serio,
tendendolo a Sasuke.
«Questo
è
tuo» disse senza distogliere lo sguardo.
«L’ho tenuto
per tutto questo tempo, sperando di potertelo restituire quando le
cose tra noi fossero tornate quelle di un tempo. E credo che questo
sia il momento giusto»
Sasuke
lo prese,
perplesso, e scostò i lembi di stoffa che lo avvolgevano;
sotto gli strati di tessuto, scoprì una placchetta metallica
con il simbolo sfregiato della Foglia.
Il
suo vecchio
coprifronte.
Alzò
la testa
di scatto, accigliato, e vide Naruto che gli rivolgeva un sorriso dei
suoi.
«So
che te ne
hanno dato uno nuovo, ma questo era quello che avevi quando sei stato
promosso all’Accademia, con me e Sakura. Ho pensato che fosse
importante» si giustificò, con un velo
d’imbarazzo. «E
te l’ho dato adesso, perché sto per sposarmi.
Perché
finalmente ho trovato anche io qualcuno con cui passare il resto
della mia vita, qualcuno con cui costruire una famiglia e
invecchiare. Perché finalmente posso guardarvi e pensare
soltanto ‘ah, tra qualche anno anche io e Hinata avremo dei
bambini, e qualcuno ci vedrà e dirà
‘che bel
quadretto!’, e io ne sarò orgoglioso’.
Perché credo
di aver finalmente capito cosa vuol dire amare ed essere amati al di
là di tutto, non per abitudine, non perché
è
l’unica scelta, ma perché lo si vuole. E...
sì, mi
rendo conto che sembra un discorso campato per aria, ma volevo
farvelo lo stesso» con un risolino imbarazzato, si
grattò
la nuca, a disagio.
Sakura
sbatté
le palpebre sugli occhi lucidi, sorridendo.
«Non
è
un discorso campato per aria» assicurò con voce
roca.
Sasuke
rimase in
silenzio, fissando il coprifronte nella sua mano.
Quella
Foglia
sfregiata gli avrebbe ricordato molte cose.
I
suoi dodici anni.
Il tradimento. Il marchio di Orochimaru, ora un segno sbiadito che
pulsava raramente sul suo collo. Suo fratello Itachi. E anche
l’altro
fratello, Naruto. Gli avrebbe ricordato che aveva lottato per
superarli, che alla fine non ci era riuscito, e che aveva tradito di
nuovo per avere Sakura.
Gli
avrebbe
ricordato i suoi sbagli e le sue sconfitte.
Ma
gli avrebbe anche
ricordato chi era adesso, cosa aveva ottenuto nonostante tutto.
Gli
avrebbe
ricordato la sua intera vita, e soprattutto Naruto. Il rivale,
l’amico, il fratello. Tutto questo e molto di più.
Molto,
molto più di quanto avesse osato sperare quando a sette anni
era rimasto solo.
Strinse
le dita sul
metallo del coprifronte, e si lasciò sfuggire un sorriso
appena accennato. Senza commentare, ripiegò la stoffa blu e
infilò tutto in tasca, ostentando noncuranza.
Ma
né Naruto
né Sakura avevano bisogno di leggere la sua espressione per
sapere cosa provasse davvero; ormai non era più necessario.
«Sembra
che io
sia arrivato al momento giusto» disse una voce alle spalle
del
biondo, all’improvviso.
Naruto
si voltò,
spalancando gli occhi, e davanti al suo sguardo sorpreso comparve
Kakashi, con addosso ancora la divisa da ninja.
«Ho
fatto
appena in tempo» commentò il jonin in tono pacato.
«Maestro
Kakashi!» esclamò Sakura, facendo di nuovo per
alzarsi.
Questa volta a fermarla intervenne la mano di Sasuke, che la tenne
giù senza sforzo.
«Comoda»
le disse infatti il copia-ninja, avvicinandosi. «Prima che
partissi, il mese scorso, mi avevano detto che ti saresti sposato
oggi, ma non sapevo se sarei riuscito a tornare prima della
cerimonia» aggiunse rivolto a Naruto.
«Sono
contento
che ce l’abbia fatta!» sorrise lui, entusiasta.
«Vedrai,
Hinata sarà bellissima!»
«Ehi,
tu non
dovresti vedere la sposa prima del momento!»
protestò
Sakura.
«Infatti
non
l’ho vista. Ma so che sarà bellissima»
Mentre
Sakura levava
gli occhi al cielo e suo figlio continuava a disegnare forme astratte
nel terriccio, Kakashi rimase in silenzio. Poi, la sua voce si
sollevò di nuovo al di sopra del cicaleccio che veniva dal
sentiero.
«Onestamente
ero un po’ preoccupato» commentò piano.
Naruto
gli scoccò
un’occhiata perplessa, e anche Sasuke alzò lo
sguardo.
«Sapevo
che tu Hinata vi vedevate già da qualche tempo, ma quando ho
saputo del matrimonio mi sono chiesto se fosse la cosa giusta. Se,
per caso, non fosse soltanto un ripiego»
L’ultima
parola
pesò sul quartetto come un macigno. L’allusione ai
fatti di
sette anni prima aleggiò nell’aria, impalpabile
eppure
chiarissima; e Naruto si infuriò.
«Cioè
io avrei sposato Hinata solo perché non sono riuscito ad
avere
Sakura?» scattò tagliente, gelando
l’aria.
«Non
puoi
biasimarmi per averlo sospettato...» iniziò
Kakashi, ma
fu interrotto.
«Sì
invece!» esclamò Naruto. «Come hai
potuto anche
solo pensare una cosa tanto disgustosa? Io amo Hinata! La sposo
perché la amo, perché ho scelto lei! Non mi
sognerei
mai di sfruttarla,
solo per la mia frustrazione! Se avessi cercato un ripiego,
me lo sarei trovato anni fa!»
«Calmati,
Naruto, non volevo offendere nessuno» lo fermò
Kakashi,
sollevando una mano. «Mi è bastata
un’occhiata per
capire che non avevo ragione di preoccuparmi. Sprizzi gioia da ogni
poro, anche davanti a Sakura. Se tu sposassi Hinata solo per ripicca,
non riusciresti ad essere tanto solare»
Naruto
rilassò
i pugni, ancora turbato.
Se
il maestro
Kakashi – che pure lo conosceva bene – aveva
pensato una cosa
simile, allora chissà cosa sussurrava il resto del villaggio
alle spalle di Hinata.
Non
aveva mai
pensato a quel lato della faccenda.
Naruto
la amava, e
la amava così tanto da essere cieco a tutto il resto; ma
forse
l’opinione più comune era che si servisse di
Hinata per
vendicarsi di Sakura e Sasuke. Che si approfittasse della sua
ingenuità.
«Io
voglio
dimostrare a tutti che non è vero» disse tra
denti, con
gli occhi bassi. «Voglio dimostrare all’intero
villaggio che
io e Hinata saremo felici insieme, a prescindere dagli altri!»
Kakashi
annuì.
«Non mi aspettavo nulla di meno» ammise.
E
anche Sakura,
sulla panchina, si trovò con la coscienza più
leggera.
Sentire
Naruto
pronunciare quelle parole con una simile foga le aveva tolto un peso
leggero dal cuore. In fondo anche lei si era chiesta fino a che punto
l’amore tra Hinata e Naruto riguardasse entrambe le parti, e
una
simile conferma la sollevava profondamente. E la faceva sentire meno
in colpa.
Ma
dopo quel
discorso l’aria si era fatta improvvisamente pesante,
così
decise di cambiare argomento per risollevare l’atmosfera.
«E
Haruka?»
chiese a Kakashi, con un sorriso. «E’ ancora in
missione nel
paese delle Risaie?»
Negli
occhi del
copia-ninja passò un’ombra cupa, così
veloce che
quasi non lasciò traccia.
«Sì»
confermò tuttavia, con voce neutra. «Si sta
infiltrando
con successo, è sotto copertura»
«Immagino
che
non vederla sia terribile» commentò Sakura,
dispiaciuta.
«Sì...»
mormorò Kakashi, abbassando lo sguardo.
«Sì»
Prima
che lei
potesse imbarazzarsi per l’infelice argomento scelto, una
voce
risuonò dal sentiero chiamando a gran voce Naruto.
«Naruto!
Eccoti!» ansimò Kiba, raggiungendoli con il fiato
corto
e Akamaru al seguito. «E’ sorto improvvisamente un
problema!
Gigantesco, direi»
Naruto
si irrigidì,
tendendosi istintivamente. «Hinata?» chiese ansioso.
«Sì,
lo
so che porta sfortuna, ma non me ne potrebbe fregare di meno!»
La
voce di Naruto
risuonava per i corridoi, lasciando allibiti domestici e ospiti.
«P-Però...»
balbettò la giovane Hyuuga che presidiava la porta dietro
cui
Hinata si preparava per la cerimonia. «Io non so se padron
Hiashi...»
«‘Padron
Hiashi’ può andare a far...!»
iniziò Naruto, e
Kiba gli tappò la bocca prima che completasse la frase.
«Lasciaci
entrare, per questa volta dimentica i regolamenti, okay?»
intervenne rapido. «Per favore»
La
ragazza esitò,
incerta. Poi chinò il capo e si fece da parte, e Naruto
avanzò
bruscamente.
Spalancò
la
porta con la solita irruenza, incurante del legno pregiato e
– di
nuovo – del kimono che indossava, e come l’ultimo
degli eroi
gridò il nome della sua bella mentre ancora aveva un piede
nel
corridoio.
Hinata
sollevò
la testa di scatto, voltandosi verso di lui, e Naruto per un attimo
si lasciò tentare dal pensiero di ogni sposo alla vista
della
sposa, ovvero: prenderla e portarla nella prima stanza libera, e al
contempo scappare a gambe levate, con la terribile sensazione di
essere indegno di tanto splendore.
Pensiero
stupido e
decisamente fuori luogo, considerate le condizioni di Hinata: sotto
il kimono bianco, perfetto, costosissimo, e l’acconciatura
elaborata, il trucco non aveva retto alle lacrime e le macchiava le
guance arrossate. Quando vide Naruto impallidì bruscamente e
poi di nuovo si infiammò, scoppiando in singhiozzi.
Kiba
le lanciò
un’occhiata sospirante, dalla soglia, e fece un cenno alle
domestiche nella stanza perché uscissero con lui. Poi, prima
di chiudere la porta, gettò un ultimo sguardo alla schiena
di
Naruto, inginocchiato davanti a lei.
“Ora
che finalmente ti ha raggiunto, non lasciarla andare mai
più”
gli augurò.
Ma
forse era una minaccia.
All’interno,
Naruto cercava di calmare Hinata abbastanza da farla parlare.
«Cos’è
successo? Hinata, cosa c’è che non va?»
le chiedeva
piano, accarezzandole la schiena preoccupato.
Ma
lei scuoteva la
testa, e riusciva soltanto a piangere.
«Kiba
ha detto
che è venuta Hanabi... cosa ti ha detto?»
Hinata
si passò
una mano sugli occhi, sbavando ancora di più il trucco, e si
costrinse a inspirare a fondo per calmare i singhiozzi.
«Nostro
padre
ha organizzato il suo matrimonio» gemette, ad occhi bassi.
«Vuole che sposi il figlio di un membro di spicco del clan,
ma
le ha detto chiaramente che non potrà prenderne la guida. E
lei... lei è venuta da me, e...» chiuse gli occhi,
piegando la schiena. «Io pensavo che fossimo riuscite a
costruire qualcosa insieme! Pensavo che mi volesse bene, e io gliene
volevo! In tutti questi anni mi ha sempre spronata ad essere
più
forte, mi ha spinta a farmi coraggio, ad avvicinarmi a te! Mi aveva
fatto le congratulazioni per il matrimonio!»
singhiozzò.
«Ma la verità è che voleva solo
liberarsi di me
per sposare Neji e prendere il posto di nostro padre! Ha detto che
non ha mai avuto fiducia nelle mie capacità, che... che non
sono in grado di fare niente da sola! Ha detto che non mi ami, che mi
sposi solo per compassione, e che lei mi odia, perché non
è
giusto che le cose non vadano come voleva, perché ci aveva
lavorato tanto...»
La
voce di Hinata
scemò fino a confondersi di nuovo con il pianto, e Naruto le
strinse una mano.
«E’
per
questo che ora stai così male?» le chiese turbato,
e lei
annuì.
Naruto
scattò
in piedi. «Sto per renderti figlia unica»
annunciò.
«No!»
esclamò Hinata, fermandolo. «No, per favore, non
andartene. L-Lo so che porta sfortuna, che non dovresti vedere la
sposa prima della cerimonia, e lo so che il trucco sta colando,
però
non andartene!»
Lui
si fermò,
e la guardò di nuovo.
«Hinata»
disse, prendendole il viso tra le mani. «Tua sorella ha detto
quelle cose solo per invidia» le assicurò,
tornando a
inginocchiarsi. «Tu sei diventata una persona bellissima in
tutti questi anni, sei diventata forte, sei diventata la mia Hinata.
Io non mi sognerei mai di sposarti solo per compassione, io ti sposo
perché ti amo. Mi ero innamorato di Sakura, è
vero, ma
forse era successo perché era l’unica ragazza che
mi desse
un minimo di corda. Con te è stato diverso. Con te ci
è
voluto del tempo, ci è voluta pazienza. Io ti ho scelta,
sapendo cosa avrei potuto avere con Sakura o con altre, e ora voglio
solo te. Mi hai capito, Hinata? Io
voglio solo te.
Non devi mai, mai permettere a nessuno di dire che non ti amo»
Hinata
arrossì,
chinando il capo, e strinse le dita sulla stoffa del kimono di
Naruto. «P-Però...» mormorò
con voce
incrinata. «Io voglio bene a Hanabi. Io pensavo che anche...
che anche lei...»
«Probabilmente
quella ragazza è un clone di tuo padre, attributi
esclusi»
sbuffò Naruto. «E ora ho ancora più
voglia di
portarti fuori da quella casa di matti» sorrise, cercando i
suoi occhi. «Hinata, questo è il nostro
matrimonio.
Nessuno può rovinarlo, okay? Oggi devi essere felice.
E’
solo una cerimonia, passerà più in fretta di
quanto tu
non creda; e poi, questa sera, ti porterò nella nostra casa,
quella che ho fatto costruire vicino alla foresta. E lì ci
saranno l’altro Naruto e tutti i Narutini figli, e noi daremo
una
mano a colonizzare le stanze, a partire da questa notte. E saremo
felici. Soprattutto felici» con il pollice,
cancellò le
lacrime dalla sua guancia. «Ora me lo fai un
sorriso?»
Hinata
obbedì,
e si strinse al suo collo. «Scusami»
sussurrò
afflitta. «Non volevo causare problemi»
«Nessun
problema» le assicurò lui. «Se non per
Hanabi
quando le metterò le mani addosso, ovvio. E comunque, ho
più
problemi ad abbracciarti adesso senza spogliarti, che non a
consolarti quando piangi»
Hinata
arrossì,
facendosi indietro. «Credo che siamo in ritardo...»
disse
ansiosamente.
«Naa,
la
vecchia Tsunade è ancora chissà dove. E visto che
manca
anche l’eremita porcello, ho una mezza idea di sapere
perché
non la vedo»
«Oh.
Pensi
che...?»
«Non
saprei,
ma spero per loro che il nostro matrimonio sia fonte di
ispirazione!»
Naruto
si rialzò
in piedi, accarezzando ancora una volta la guancia umida di Hinata.
«Ora
vado»
disse con un sorriso gentile. «E’ il nostro
matrimonio,
dobbiamo fingere di non esserci visti finché non ci troviamo
davanti all’Hokage. E poi finalmente mi sono ricordato che
sotto l'ombrello devo stare a destra»
Hinata
ricambiò
il sorriso, e l’angoscia che l’aveva invasa dopo la
visita di
Hanabi si diluì nel calore che Naruto le donava con un
semplice tocco. Lo guardò allontanarsi, desiderando che la
cerimonia fosse già superata, che fossero già
marito e
moglie, che fossero già loro due, e basta. Poi lui
aprì
la porta, e mentre le domestiche che dovevano aiutarla a prepararsi
rientravano, nel corridoio lei intravide una folla ansiosa. Riconobbe
Kiba, gli Uchiha, i Nara, Sai e Ino. Intravide i Lee e qualche
maestro, tra cui Kakashi e Asuma e Kurenai, e persino i bambini
più
grandi che sbirciavano curiosi dalla porta: il maggiore, Tobi, ma
anche Chiharu, Kotaro e Hitoshi, i primi dei figli dei suoi compagni
d’accademia, quegli ‘incidenti’ che poi
si erano rivelati un
regalo della fortuna.
Le
sembrò che
arrivasse anche Tsunade, però non poté
accertarsene.
Perché Naruto aveva richiuso.
E
si sarebbero
rivisti soltanto un attimo prima di diventare marito e moglie.
Il
Villaggio della Foglia.
Pochi sanno dove
si trovi
esattamente all’interno del vasto paese del Fuoco, e ancora
meno
sanno come arrivarci.
Quei rari
personaggi che per un
motivo o per l’altro lo hanno visitato, sono legati al
giuramento
di non rivelarne mai l’ubicazione; ma se dovessero parlare
racconterebbero di un sentiero quasi invisibile nel bosco,
disseminato di trappole, che si fa strada vera e propria nei pressi
dell’abitato. Racconterebbero di mura in legno alte e
guardate a
vista, di due porte principali immense, di un’alta parete di
granito con cinque volti scolpiti, di case dagli stili più
disparati. Racconterebbero di terme, negozi, chioschi di ramen,
parchi per bambini, racconterebbero delle persone e della vita che si
respira nelle strade, vita apparentemente uguale a quella degli altri
mille villaggi comuni.
Poi,
racconterebbero dell’Accademia
ninja. E dell’Hokage, il ninja più forte, capo e
protettore
del villaggio. E di tutti i genin, chunin e jonin che bazzicano
quotidianamente da una casa all’altra, da un ufficio
all’altro,
come se niente fosse, mostrando i loro coprifronte con disinvoltura.
Perché
il Villaggio della
Foglia, Konoha, è un villaggio ninja.
Un
villaggio misterioso, protetto e protettore, un villaggio in cui
è
difficile entrare e ancora più difficile uscire.
Un
villaggio in cui i ragazzini crescono e diventano uomini, per
difendere e proteggere ciò che amano. Sbagliando, tornando
indietro, peccando forse.
Ma
nonostante gli errori, è un villaggio in cui, davvero, i
sogni
si possono realizzare.
Fine
*
* *
*
ȣ *
*
* *
Spazio
autore
Oggi ho realizzato il sogno della mia vita:
scrivere un capitolo (meglio ancora, l'ultimo!) stravaccata in
giardino, con il sole a picco.
Prima della meravigliosa "era del portatile", tutto ciò era
soltanto un'illusione...
Comunque, non credo sia questo che vi interessa!
Ebbene, signore e signori, questa è ufficialmente la fine di
Sinners!
Avete capito bene.
Tutto ebbe inizio con il profilarsi di Itachi all'orizzonte, e tutto ha
avuto fine con la consegna del coprifronte sfregiato,
a sancire la fine delle ostilità "sakuriane" tra Sasuke e
Naruto
(e senza neanche un morto, nonostante tutte le vostre previsioni!)
Ho cercato di creare un ipotetico prosieguo del manga, aggiungendo qua
e là qualche tocco personale
(l'improbabilissima LeeTen, per esempio, o i mai morti Asuma e Jiraya),
e ho provato in tutti i modi a restare aderente a ciò che
sappiamo dei personaggi di Kishimoto-sensei, o comunque a rendere
plausibili le loro scelte.
(per gli avvenimenti e per dettagli quali Itachi Uchiha, beh, non sono
ancora Dio! Concedetemi qualche svista!)
Ciò che ho letto nei commenti mi ha fatto ben sperare, e
alla
fine sono riuscita a tirar fuori ciò che avete letto.
Spero di essere riuscita a rendere sopportabile la NaruHina anche per i
NaruSaku fan,
e spero di aver reso chiari i motivi che hanno portato Naruto a sposare
Hinata.
So che è stato un grande azzardo iniziare con una NaruSaku e
finire con una NaruHina,
ma chi mi conosce sa che da me è lecito aspettarsi di tutto,
anche questo.
(ricordatevelo per i miei lavori futuri, se doveste mai leggerli!)
Spero di non avervi deluso con il finale!
Dal momento che non ho
pronto nulla per il compleanno di Kimi (ç_ç),
spero di riparare
dedicandole questo ultimo capitolo!
Ciò detto, vi ringrazio profondamente per avermi seguito in
questa lunga, lunga avventura.
506 pagine, penso e spero più di 900 commenti, oltre il
centinaio di preferenze, non so quante letture, 37 recensioni per il
capitolo finale,
e tutte le cose gentili, divertenti, esaltanti che mi avete detto in
questo tempo.
Ogni più piccolo dettaglio è inciso nella mia
memoria, e mi fa davvero dire con tutto il cuore:
grazie.
Nota sul matrimonio: so soltanto a sprazzi come si svolge un matrimonio
in giappone,
e il dettaglio dell'ombrello è uno dei pochi che mi vengono
in mente insieme a quello della candela.
Tutto il resto è buio! Perciò passatemi eventuali
inesattezze, o consideratele come particolarità di Konoha!
Ora, anche se sono stanca (scampagnata della domenica... @_@),
vi lascio all'ultima serie di risposte ai vostri commenti.
E... psst: quando
avete letto la vostra parte, date un'occhiata in fondo alla pagina!
Talpina Pensierosa: la
prima della fila per gli ultimi ringraziamenti! Grazie Maria,
perché metà dei capitoli ha la tua come prima
recensione.
Ci sei sempre stata, puntualissima e gentilissima, e sono felice di
averti conosciuta anche via msn! Tu sei tra coloro che possono
chiedermi ciò che vogliono in ogni momento, non solo per il
compleanno! (e... sì. "Baka" è proprio quello Stupido!)
arwen5786: eh,
Cami, fino al
penultimo capitolo ti ho tenuta sulla corda con il NaruHina! In tutto
questo tempo sono riuscita a non farmi scappare assolutamente nulla
della mia sfacciata preferenza per questa coppia, e sinceramente ne
vado fiera! Nemmeno via msn sei riuscita a carpirmi il segreto
finché non ho voluto rivelartelo (e allora perché
continui a scrivere una NaruSaku dietro l'altra, ti chiederai?
Dettagli...), e anzi mi ricordo ancora di tutte le immagini SasuSaku
che mi mandavi per "cercare di influenzarmi" (tue testuali parole)! Il
micio alla fine è sopravvissuto e si è pure
moltiplicato,
ma d'altro canto io amo troppo i gatti per far loro del male, anche
solo in una fanfiction! Jiraya e Tsunade, invece, sono sempre i soliti.
C'è stato il bacio la volta scorsa, oggi qualcosa di
più,
ma il matrimonio? Jiraya sarà destinato a "riuscire solo
nell'allevare il rivoluzionario che cambierà il mondo", come
gli
hanno predetto? O riuscirà anche nella conquista di Tsunade?
Ohohoh, il "pairing segreto" è ancora segreto! Ti dico solo
che
è il più improbabile dell'intero mondo di Naruto,
dopo la
LeeTen (in realtà per me non è poi
così
improbabile, ma va beh...), e che... beh, personalmente lo adoro! Ma
tanto, eh! (sebbene non mi vedrai scrivere molte cose su quei due... e
poi capirai anche perché!) Mi spiace solo che alla fine non
sono
riuscita a infilare Neji nudo e bagnato, per i tuoi occhi... ma potrei
sempre riciclare l'idea per la famosa NejiHina che devo regalarti! Ora
non mi vedrai dilungarmi in stucchevoli romanticherie sull'importanza
che ha avuto conoscerti, perché prima di lasciarci andare ai
ricordi, voglio che tu corra in fondo alla pagina...!
roby chan: il
padre del famoso
(?) "Baka" è il Kamaro che ha avuto qualche importanza nei
capitoli successivi al ritorno di Sasuke, il "nuovo" membro
dell'Akatsuki che Danzo voleva utilizzare per ricorstruire
l'organizzazione. Reira lo aveva aiutato a fuggire, ma prima di farlo
ci aveva passato la notte insieme. E queste sono le conseguenze. I tuoi
sospetti sulla "nuova classe in Accademia" troveranno risposta in fondo
a questa pagina... Per ora, mi limito a ringraziarti per aver
commentato e anche per aver sopportato i miei scleri in questo angolo!
Grazie mille!
rina: oh
Fra (posso chiamarti
così?), ecco qui un'altra che è rimasta scioccata
dall'improvvisa comparsa di Baka! Eheh, sapevo che sarebbe stato un
colpo per "chi sa"! Sasuke è vivo e con Sakura, Naruto
è
con Hinata, Shikamaru con Temari, e Lee con Tenten. Ma non dirmi che
non lo sapevi, su! E finalmente anche gli altri potranno sapere...
sebbene io sia stata abbastanza malvagia da fare una certa cosa... (oh,
lo scoprirai) Spero che questo ultimo capitolo sia stato di tuo
gradimento, è stato quasi un parto, e non sono nemmeno
sicura
che sia venuto come volevo, ma il finale in sé non mi
dispiace!
A risentirci su msn!
maninja87: see,
"come si sono
risolte le situazioni" dopo sette anni... Come no. In realtà
ci
sono cose ancora del tutto irrisolte, anche se ho cercato di
cammuffarle come "dettagli lasciati volutamente in sospeso", e capirai
il perché leggendo in fondo a questa pagina! Non so se
apprezzerò mai Sasuke, ma posso sempre provare a scriverne
cercando di mettere da parte la parzialità... confesso che
quando viene "sconfitto", c'è una parte di me che soffre
leggermente. Ma quella che gode in maniera malsana è molto
più grande e forte, quindi per ora prevale nettamente!
(diciamo
che quando fa il figo contro Itachi è abbastanza piacevole
da
guardare... ma l'apprezzamento si ferma lì!) Ad ogni modo,
voglio ringraziarti per tutti i commenti che mi hai lasciato, e per i
complimenti e le cose gentili che mi hai detto ogni volta! Le tue
recensioni erano un piacere da leggere, sempre lunghe e ben scritte! E'
stato un piacere rispondere a fine capitolo!
sammy1987: Hinata
è
stata molto più di un incentivo, per Naruto! e' stata
ciò
che gli ha permesso di dimenticare definitivamente Sakura e andare
avanti, imparando a guardare oltre. Dal mio punto di vista è
stata fondamentale per il riavvicinamento tra Sasuke e Naruto, che ora
sono ciò che avrebbero potuto essere se si fossero
conosciuti
senza la faccenda di Itachi e Sakura di mezzo; se fossero cresciuti
soltanto come amici e rivali, senza tradimenti, senza abbandoni... Sono
i degni adulti che vengono dai dodicenni che si sono incontrati
all'Accademia, e il loro è il rapporto che spero conquistino
alla fine del manga! (Kishimoto-sensei, per favore...) In tutto questo,
c'è anche la SasuSaku, che so che ti piace! E i loro
marmocchi,
anche se ne hai visto direttamente uno solo, e indirettamente due... ma
chissà che non ne vedrai qualche altro... scendi in fondo
alla
pagina, scendi... Intanto, grazie per i tuoi commenti, sempre piacevoli
e ben scritti! Mi hanno fatto molto piacere!
Julia83: eh
sì, nelle
risposte ai commenti certe volte mi sono lasciata scappare qualche
dettaglio sui pairing! Se non altro sono contenta di essere riuscita a
trattare tutti (più o meno) con imparzialità,
nella
storia. Ci ho provato, almeno. E ci proverò ancora, tanto
che ho
una mezza intenzione di sfornare prima o poi una ShikaIno, pairing che
assolutamente non tollero, ma che potrebbe rivelarsi un'interessante
sfida! Hai ragione per quanto riguarda "Ali di cera", parte degli
insulti che Sakura si rivolgeva erano miei, lo confesso! E' che
"entrando nella sua testa" non potevo fare a meno di pensarli! E
così hanno finito per scivolare anche nello scritto...
Cercherò di non farlo più in futuro, promesso!
Speri in
un sequel? Davvero? Io non dico niente, ma prova a guardare in fondo a
questa pagina... Per ora, grazie di tutto! Le cose che hai detto e i
tuoi commenti sono stati molto importanti per me!
gohan4ever: mi
spiace per te,
ma questa storia si conclude sul NaruHina! Beh, hai la consolazione di
sapere che sono un'autrice imprevedibile, può darsi che un
giorno inizierò una fanfic con il NaruHina e la
concluderò sul NaruSaku! In fondo, lo confesso, ultimamente
mi
piacciono entrambi i pairing! Se hai cinque minuti, dai un'occhiata in
fondo alla pagina! E grazie per aver letto anche questa storia,
nonostante alla fine di "Ali di cera" avessi avvisato che avrebbe
potuto non piacere ai NaruSaku fan...
Maobh: Jiraya
era convinto di
lasciarci le penne, con Naruto. Dopo essere sopravvissuto contro Pain
(almeno qui) e persino contro Kyuubi e Orochimaru, pensava di aver
esaurito le riserve di fortuna, e invece l'ha sfangata ancora una
volta! Meno male che ha preso un po' di iniziativa, diamine! Peccato
solo che ci abbia messo sette anni per chiedere a Tsunade di sposarlo,
e peccato anche che io non vi abbia rivelato se lei ha accettato o
meno! (me perfida) Nel manga, onestamente, non so nemmeno se l'autore
darà una soluzione a tutti i triangoli che ha creato. Mi
sembra
strano che abbia creato Hinata innamorata di Naruto se poi non ha
intenzione di farci nulla con lei (e, razionalmente, di "segni" da
parte di Kiba o, per assurdo, Neji, non se ne vedono), certo
è
che se Sasuke fa il latitante, tutto sembra indicare una futura
NaruSaku... Io qui ho cercato di rendere plausibile la NaruHina, nulla
di più. Se vuoi sapere nel dettaglio perché, dai
un'occhiata in fondo alla pagina! Il nome Reira ha un suono piuttosto
duro (con la pronuncia italiana che marca le R), e nella mia testa si
accompagna a una personalità forte. Probabilmente ho
inconsciamente attinto al panorama di Nana, ma so che non ho pensato
molto a lungo al nome di questo personaggio! Dopotutto è
praticamente terziario, gliel'ho dato perché chiamarla
"quella
donna" mi faceva schifo... (oh, non sono mai stata in zona fiera, ma se
mi dici così mi faccio calare subito l'entusiasmo!) In
conclusione, grazie per i commenti che mi hai lasciato ogni volta, e
per le "istruzioni d'uso" riguardo a Bologna! E' bello poter parlare
con qualcuno che, una volta tanto, sa a cosa mi riferisco quando dico
"Sala Borsa"!
Killkenny: il
serpentone
malefico per fortuna ha finito di rompere le balle. Cioè,
beh,
era un antagonista "prét à porter" dalle indubbie
qualità (sapeva tutto di tutti, aveva il dono
dell'ubiquità e non moriva mai, il che lo rendeva
estremamente
riutilizzabile), ma dopo un po' ha iniziato a stufare! Nel manga
continua "a vivere" dentro Sasuke, io qui ho deciso di liberarmene del
tutto! Ciò detto, grazie per aver espresso sempre il tuo
parere,
sinceramente e senza girarci attorno. Mi ha fatto piacere conoscerti, e
sono stata contenta di essere riuscita a tenerti con me fino a questo
punto!
Urdi: in
realtà
questi ultimi capitoli sono stati scritti in maniera drammatica,
cercando disperatamente di non tralasciare nulla e disperandomi per la
mancanza di ispirazione! Ma se sono venuti bene, tanto meglio! Di
sicuro hai ragione su Tsunade e Jiraya (entrambi affascinanti, entrambi
innamorati, entrambi idioti perché non riescono mai a
lasciarsi
andare del tutto) e soprattutto su Sasuke. Doveva
vivere. E se ti chiedi il perché di quel corsivo, sappi che
troverai la tua risposta in fondo a questa pagina! Ed è la
stessa risposta che posso darti anche in merito
all'organicità
della storia, e alla capacità di tenere insieme i fili (tra
l'altro, esiste un file lunghissimo di appunti sul mio pc, con le cose
che sarebbero dovute succedere e quelle di cui mi dovevo assolutamente
ricordare...! Memoria sì, ma non solo!) Riguardo alla
grammatica, voglio ringraziare i mille e passa libri che mi sono
mangiata (metaforicamente) nel corso degli anni, e mandare al diavolo
il mio simpatico correttore automatico (quello dell'ormai glorioso
"Fashion Shaker"), secondo cui "eco" è maschile... No
comment.
Per tutto il resto, ti ringrazio di aver seguito questa storia
così a lungo! Sei stata la vincitrice della famosa
cinquecentesima recensione, e commentatrice preziosa! Mi ha fatto
piacere conoscerti, e anche poterti dare il "premio più
ambito"!
(cioè, l'unico premio!)
Rhymes: a
dire il vero
nel paese delle Piogge Sakura ci ha provato, a dare la sua vita a
Naruto. Peccato che prima di iniziare sia stata messa K.O. dall'amico
Madara (ah, che uomo quello!), e che sia sfortunatamente sopravvissuta
fino ad oggi. Personalmente trovo stupido che ogni volta cerchi di
sacrificarsi per salvare qualcuno (ricordo nel manga quando si
è
buttata a peso morto contro Kyuubi... quante sberle le avrei dato!),
anche se dà a vedere che vuole salvare senza schiattare
(insomma, si sa che è troppo debole per uscirne viva! Fa
tanto
la fiera, ma anche quell'asparago di Kabuto potrebbe eliminarla).
L'unico suo merito, però, è l'amore.
Sì, amava
Naruto, certo. Ma prima ancora amava Sasuke, è innegabile, e
che
abbia continuato ad amarlo fino ad oggi è - olre che segno
di
squilibrio mentale - molto... ehm, intenso, immagino si possa dire.
Uff, è difficile giustificare un personaggio che in fondo si
odia! Comunque, grazie per aver messo tutto il tuo entusiasmo nelle
recensioni e nel leggere questa storia! Sapere che sono riuscita a
coinvolgere qualcuno fino a questo punto è fonte di
grandissimo
orgoglio per me, e mi rende davvero felice! Ora, non chiederti
perché questa risposta sia tanto breve... corri invece in
fondo
alla pagina, e capirai perché non ho potuto dirti altro!
Ziba: la
zeta nell'elenco dei
preferiti! Il tuo nick mi ha sempre ricordato qualcosa di esotico (che
l'impressione venga dal classico "zi badrone" del genio della
lampada?), e ne ero vagamente incuriosita! Per questo leggere un tuo
commento mi ha fatto molto piacere, è stata una bellissima
sorpresa! Naruto, lo si è capito, è il
personaggio che
amo di più nel mondo di Naruto. Ho sempre avuto un debole
per i
protagonisti un po' scemi ma "con le palle", e il biondino è
solo l'ultimo dei miei grandi amori in questo senso! Visto che hai
già commesso l'errore (sì, l'errore!) di leggere
"Il
peggior ninja del villaggio della Foglia", dovresti sapere fino a che
punto arriva la mia venerazione per lui! Ora, so che con te
sarà
un po' inutile dirlo (se hai letto dei tre nomi in fondo a questo
capitolo saprai perché), ma scendi in fondo alla pagina e
scoprirai qualcosa... intanto, grazie per aver seguito questa storia e
per aver trovato la forza di commentare, alla fine! Mi ha fatto davvero
tanto piacere!
Jenna
Uchiha: il gatto
con il pelo nero? Ma quando mai? Lo avevano chiamato "Naruto" proprio
perché come colori e atteggiamenti assomigliava
all'originale,
se fosse stato nero l'avrebbero probabilmente chiamato Sasuke (e io non
lo avrei tenuto in vita)! Ma è una svista comprensibile, su.
L'importante è che sia vivo! (amo troppo i gatti per
ucciderlo)
Naruto, nel manga, si sta avviando sulla strada del grande Jiraya.
Dalla scena alle terme in cui Yamato gli prospetta un futuro di
sofferenze se cercherà di spiare Sakura, mi è
venuto il
sospetto che prima o poi avrebbe imboccato la via dell'ero-sannin... ed
è così che è nata la scena del
"paradiso della
pomiciata"! Guarda, per quanto riguarda Naruto e Hinata, era
irrealistico che si baciassero già quel giorno. Naruto era
ancora in trip per Sakura, lei era ancora tanto agitata da svenirgli
sulla porta, e l'amore non spunta all'improvviso, come una margherita!
Certo, poi 'sti due ci hanno messo una barbarità di tempo,
è vero, ma alla fine sono arrivati comunque alla meta!
Ciò detto, ti ringrazio per i commenti che mi hai sempre
lasciato, anche se il tuo amore per Sasuke non incontrerà
mai la
mia simpatia! E' bello confrontarsi, lo ammetto, e alla fine in fondo
la SasuSaku c'è, e prevede che entrambi siano vivi! Ora, ti
consiglio di scendere in fondo a questa pagina e leggere le due righe
di chiusura...
trinty87: mi
davi della crudele
perché avevo lasciato credere a tutti che il micio fosse
morto,
ma non avevi ancora letto questo capitolo grondante NaruHina! Dai, loro
sono il lato puccioso (passami il termine da fangirl) della coppia con
Naruto! Quando c'è Sakura nei paraggi sono giocosi, un po'
maneschi, allegri. Quando c'è Hinata, diventano dolci. E poi
io
sono la paladina dei deboli, Hinata è la mia missione
spirituale! Ti ringrazio per aver commentato fin qui, anche se la
NaruSaku a un certo punto è scoppiata, e se non stai
masticando
troppa bile, dai un'occhiata in fondo alla pagina!
_Eleuthera_: ho
deciso che in
qualche modo riuscirò a parlare con te dello spin-off, devo
solo
scoprire come farlo senza svelare a tutti qualcosa che potrebbe
turbarli profondamente... indi per cui, aspettati una mia mail dopo il
18 marzo (prima devo finire un certo esame... uffa) A questo punto, i
miei occhi brillano di gioia e orgoglio leggendo i tuoi commenti!
Conoscendo vagamente ciò che scrivi, e trovandomi di fronte
a
simili complimenti, il mio stupido ego si riempie di elio e vola su nel
cielo blu (pesca la tua carta Sakura)(ignorami quando faccio
così). Ti ringrazio per ciò che hai detto di
Naruto, gli
ultimi capitoli sono stati pesanti per lui, e ho cercato con tutta me
stessa di far capire ai lettori come si sentisse e perché
non
potesse odiare Sakura e Sasuke, dal momento che l'odio sarebbe la
reazione più spontanea. L'idea dell'epilogo viene da una necessità
e anche dal desiderio di dare un'idea di ciò che
è stato
dei personaggi che sono arrivati all'ultimo capitolo, con i loro
problemi e le loro conquiste. Soffro della classica sindrome
dell'abbandono del personaggio, che mi impedisce di lasciar vivere ai
personaggi la loro vita senza infilarmi nel loro futuro a rompere le
scatole in qualche modo, quindi non potevo fare a meno di scrivere
questa conclusione (e, tanto per cambiare, di infilarci la
ciclicità che mi piace tanto e includere alla fine lo stesso
pezzo che ho scritto all'inizio, con una leggera modifica). Ora, dopo
essermi dilungata in questo excursus pseudo-melodrammatico, ti invito a
leggere in fondo alla pagina per capire il termine
"necessità"
che ti ho scritto in corsivo poco più su!
Mala_Mela: oh
sì
che mi hai stupita, Clà! La tua recensione mi ha colta
davvero
in contropiede, è stata un fulmine a ciel sereno! Baka
è,
oltre che Stupido, anche parecchio sfortunato, direi. Con la madre e
l'autrice che si ritrova, non poteva sperare in un nome meno virile e
pomposo, povera stella. Ma lo amiamo così com'è!
Jiraya e
Tsunade, invece, sono i miei beniamini ultimamente, e tu lo sai. Per
questo ho deciso che il nostro ero-sannin avrebbe centrato il bersaglio
nell'epilogo, riuscendo almeno ad arrivare fino in fondo! Glielo
dovevo, dopo quello che gli ha fatto il maledetto Kishimoto! E, in
effetti, ultimamente mi piace molto anche il rapporto tra lui, lei e
Orochimaru... devo scriverci qualcosa, un giorno. Detto ciò,
c'è davvero altro che devo aggiungere, tesoro mio, mio ex
Dio?
Ma sì, dai: fatti quattro risate leggendo in fondo alla
pagina!
Devilmaycry: ciò
che mi
hai scritto non era affatto scontato, sai? E sinceramente si contano
sulle dita di una mano le volte in cui qualcuno ha commentato i tempi
con cui si svolgeva l'azione! E' una cosa cui ho cercato di fare
particolare attenzione, ma evidentemente sono anche riuscita a
dissimulare tutti i calcoli e iragionamenti che ho fatto in proposito!
E' bello tuttavia vedere che ci sono persone che notano comunque questo
genere di dettagli, mi fa sentire in gamba! (come se il mio smisurato
ego avesse bisogno di stimoli...) Comunque, ti ringrazio tanto per i
commenti sullo stile in generale, e l'accenno a "potresti scrivere
qualcosa che potrebbe piacere a molti, e non parlo di FF" mi ha fatta
praticamente sciogliere! Grazie davvero! Se vorrai continuare a leggere
qualcosa di mio anche dopo Sinners, mi farà piacere
(pubblicità progresso)!
Hipatya: "Come
si suol dire, le
storie hanno un lieto fine quando si sa dove fermarsi" Ecco,
sì.
Io NON so mai dove fermarmi, sappilo! (per maggiori chiarimenti in
merito, scivola in fondo alla pagina e leggi le due righe rosse che ho
lasciato!) Comunque, alla fine hai avuto la NaruHina e la SasuSaku, e
c'è pure stato l'exploit procreativo degli Uchiha! Senza
contare
che la guerra è ancora un mormorio lontano, e per ora tutti
sembrano stare in pace e armonia (?)... Spero che questo epilogo ti sia
piaciuto, anche il gatto ha avuto figli, diamine! Ci mancava solo che
facessi cadere una cascata di rose e poi avremmo raggiunto l'apice
dello smielato! Mi è piaciuta molto l'immagine della
telecamera
che si sposta sui diversi personaggi, e mi ha fatto davvero tanto
piacere sentire che sono riuscita a dedicare a tutti il giusto spazio!
E' quando sento queste cose che mi sento orgogliosa di ciò
che
ho scritto! Per questo, voglio ringraziarti! Per tutti i commenti che
mi hai lasciato in questo tempo, per ciò che hai detto, per
aver
letto, semplicemente. Grazie.
harryherm: oh,
sai che oggi mi
sono trovata a fantasticare di un'assurda quanto impossibile NaruTema,
silvia cara? Il sole deve avermi dato alla testa; comunque, quando ho
letto la tua ipotesi NaruTen, non l'ho trovata tanto sconvolgente, dopo
le mie strambe fantasie. E invece ho ridacchiato come una scema
leggendo dei tuoi tormenti nel sapere che Sasuke e Sakura saranno
felici e contenti, e Naruto sarà con Hinata. Ti dico che la
prima parte di questo capitolo l'ho scritta pensando a te, ci ho
infilato Shikamaru sperando di distrarti e convincerti a leggere fino
in fondo! Non so se ci sono riuscita, ma la buona volontà da
parte mia c'è stata! E poi c'erano ancora Tsunade e Jiraya,
e il
gatto e i suoi figli, e anche altri figli, che presto conoscerai...
questo è un epilogo, l'unico capitolo spudoratamente
NaruHinesco
che ti ho fatto sopportare! Ora prendi un respiro profondo e sappi che
non ce ne saranno più, che va tutto bene. Che prima o poi
anche
l'AU vedrà la luce! Dai, ora vedo di trovarti su messenger e
farmi cazziare mezzora per la quantità esagerata di NaruHina
che
hai dovuto sopportare! Ma prima di chiudere la pagina, leggi le righe
in fondo, anche se non ti stupiranno!
DuniettaS: hai
perfettamente
ragione. Se avessi concluso la vicenda di Jiraya e Tsunade con
quell'unico bacio, sarebbe stato molto poetico. Ma, lo confesso, sono
una fan sfegatata degli happy ending, e nello scorso capitolo mi sono
trovata a rileggere della morte dell'ero-sannin... e la cosa mi ha
buttata giù da matti! Per questo è nata la scena
di
questo capitolo, e la proposta di Jiraya. Jiraya che certo è
un
girovago e uno spirito libero, ma che a una certa età sente
anche il desiderio di avere ciò che gli è sempre
stato
negato, finalmente. Jiraya, a cui io darei volentieri tutto
ciò
che vuole! (ok, questa potevo risparmiarmela) Per Naruto, lo confesso.
Il mio piano era esattamente quello di fargliene passare di tutti i
colori con Sakura fino a raggiungere la felicità con Hinata.
Se
vuoi sapere perché, dai un'occhiata alle righe in fondo a
questa
pagina! Credimi, saranno illuminanti. Ciò detto, spero di
non
averti dato il colpo di grazia con il Naruhina! Davvero, mi spiace se
è così. Sapevo che iniziare con la NaruSaku e
finire
così sarebbe stato traumatico per certi lettori, ma tutto
era
già programmato...! A questo punto, voglio lo stesso
ringraziarti per aver retto fino a qui, ed essere anche riuscita a
lasciarmi una recensione la volta scorsa! Mi ha fatto piacere vedere
che hai trovato il coraggio di andare oltre la NaruHina, almeno per
cinque minuti!
kage_naru89: (non
so se sei
già andata a cercarti il padre di Baka, ma se non lo hai
fatto
ti risparmio un po' di fatica: era l'ultimo entrato nell'Akatsuki, il
sopravvissuto che avrebbe dovuto guidare il nuovo gruppo sotto la guida
di Danzo. Reira lo aveva fatto scappare, ma prima ha combinato il
pasticcio Baka!) sapevo che il finale NaruHina sarebbe stato
traumatico, ma sin dal primo capitolo era previsto. Se ti stai
chiedendo "ma allora ci hai preso per il culo?", rispondo:
più o
meno. Cioè, tra Sakura e Hinata io preferisco nettamente
Hinata,
tuttavia, scrivendo Sinners, mi sono ricreduta sul pairing NaruSaku.
Quei due insieme hanno qualcosa di bello, di allegro. Mentre il
NaruHina è l'apoteosi della dolcezza, il NaruSaku
è, come
dire, naturale. Si potrebbe vedere girando per la strada ogni giorno.
Quindi, mentre scrivevo, non ho pensato "ahah, prima o poi vi
fregherò tutti!"; anzi, qualche volta mi sono trovata a
pensare
"uff, ma questi come li separo? Stanno un po' troppo bene insieme...",
e alla fine sono stata davvero dispiaciuta dall'evolversi della
situazione. Ma i miei piani non potevano cambiare, e scoprirai il
perché leggendo ciò che ho scritto in fondo a
questa
pagina. Parlando del tuo commento
sull'atmosfera, sappi
che mi ha fatto molto piacere leggerlo! Ho sempre cercato di bilanciare
descrizioni, dialoghi e stati d'animo, e non sempre è
facile.
Spero di migliorare ogni volta, e forse un giorno leggerò
una
pagina e mi dirò: "ah, ci siamo!" O almeno, lo spero. A
questo
punto, ti ringrazio per aver letto fino a qui, anche se alla fine ho
deluso le tue speranze! Spero che l'ultimo capitolo non ti abbia
procurato un travaso di bile, e ti saluto con affetto, sperando di
addolcire la pillola! (tra parentesi... ai suoi tempi l'avevo detto che
ci sarebbe stato bisogno di "Ali di cera", per indorare ciò
che
sarebbe successo di lì a poco in Sinners...)
lale16: se
tu sei amareggiata
dalla fine di Sinners, pensa a in che condizioni mi trovo io, che avevo
iniziato ad apprezzare il NaruSaku pur sapendo che lo avrei distrutto!
Comunque, sono anche contenta di essere arrivata alla fine di questo
progetto. Ogni volta che scrivo l'ultima parola mi sento come se avessi
perso un pezzetto di me, ma allo stesso tempo mi sembra di aver fatto
un passo avanti. E' una strana sensazione, ma non credo di poterla
definire negativa. E poi, lo confesso, amo gli happy ending.
Però so che è difficile che tutto sia rose e
fiori, e che
ci sarà sempre qualcuno che sta male per come sono andate le
cose... Ah, sul commento riguardo alle "seghe mentali" di Naruto sono
scoppiata a ridere! In effetti, è l'unico termine con cui
definire i suoi più o meno strambi ragionamenti!
Ciò
detto, ti ringrazio per avermi seguito fin qui, e spero di trovarti un
giorno su messenger!
kaho_chan: dire
che ho avuto un
mancamento davanti alla tua recensione è poco. Infinitamente
poco. Ho deciso che risponderò senza pensare a quello che
dico,
perché se dovessi soffermarmi su tutto mi sparerei solo a
pensarci! (però fa la sua ottima figura!) Allora, io giuro
che
non scorderò mai e poi mai le tue parole sullo ShikaTema. Le
farò incidere in un blocco di amianto e te le
spedirò a
casa, e non importa se è cancerogeno. Davvero, sono
straordinarie dette da te! Poi, Sasuke. Oh, sono riuscita a fartelo
odiare? E quando tu odi qualcuno ci scrivi cose come "Chains"? Bene,
direi che da domani inizierò a farti odiare tante cose e
tante
persone, perché evidentemente ti fa molto, molto bene! Il
gatto
e Tsunade erano evidentemente i miei assi nella manica,
perché
ho esaurito le mie riserve di angst con Redenzione, e avevo bisogno di
tirare il fiato! (non a caso, sono stati citati anche in questo
epilogo!) Ciò che hai scritto di Naruto mi ha resa davvero
felice. Ho cercato in ogni modo di analizzarlo bene, di non lasciare
nulla irrisolto, di renderlo comprensibile e soprattutto simpatico ai
lettori (lo ammetto, mia debolezza), e mi auguro che qualcuno sia
riuscito ad apprezzarlo un po' di più dopo aver letto questa
storia! (se non altro perché gliene ho fatte passare
così
tante...) A questo punto, ti ringrazio tanto per aver commentato fino a
qui! Soprattutto dopo il crack della NaruSaku! Ci rivediamo su
messenger, intanto dai un'occhiata in fondo alla pagina!
Reina: su,
su. Un nome non dice
nulla! E poi Reira non è mica l'unica a trovarsi incinta
senza
un papy! E' solo l'ultima! Spero per te che tu non abbia altri nick
simili a Temari e Tenten... Comunque, sono contenta che tu abbia
apprezzato il pezzo NaruHina! Anche se, considerando che conosci
Killkenny, avrei dovuto aspettarmelo! Grazie per aver lasciato ogni
volta recensioni puntuali e serie, erano un validissimo modo per capire
se scrivevo cazzate o no! E ora, anche se penso che lo saprai
già, dai un'occhiata in fondo alla pagina...
Ino:Chan: sigh,
anche a
me spiace che tu non abbia commentato prima, ora! Penso che mi
sarebbero piaciute le tue recensioni! Spero soltanto di essere riuscita
a tenermi sul solito livello anche con quest'ultimo capitolo! E ora, se
vuoi tirarti un po' su di morale, guarda le ultime righe in fondo alla
pagina!
lilithkyubi: tadan!
Gaara
è ricomparso nella storia, dopotutto! Mica poteva mancare al
matrimonio di Naruto, giusto? Grazie per i tuoi commenti, mi hanno
fatto molto piacere! Sono contenta che tu sia riuscita a barcamenarti
con il computer abbastanza per riuscire a commentare!
tonyesp: ti
prego, ti prego, ti
prego... permettimi di stringare al minimo la tua risposta! Lo so che
ti ho obbligato a scrivere la recensione anche se me l'avevi
già
fatta per messenger, e che quindi sono una schiavista imperdonabile se
non rispondo, ma il tempo stringe e devo ancora fare un sacco di cose!
Quindi, diciamo che finalmente il tuo amato NaruHina è
tornato a
calcare le scene! Ho cercato di non piombare nello smielato, ma spero
di aver soddisfatto le tue esigenze di romanticismo... stessa cosa per
Jiraya e Tsunade! Ci ritroviamo su messenger!
kairi84: io
ti odio. Sigh, una
recensione in più cui rispondere in blocco! (ovviamente mi
fa
piacere averla ricevuta, non ascoltare ciò che dico. Dopo
tre
ore e mezza di risposte ai commenti tendo a sclerare un tantino) Uhm,
direi che abbiamo parlato più o meno di tutto via
messenger...
l'unica cosa che mi sento di dire è che, in effetti,
l'impressione di aver fatto una follia persiste tuttora! Ma in cosa mi
sono imbarcata? (e tu sai a cosa mi riferisco) Comunque, oggi ti ho
anche mandato un altro sms in cui ti comunicavo di aver finito Sinners,
quindi direi che sei stata presente sia all'inizio che alla fine! Sei
davvero la lettrice più longeva, in termini di conoscenza
tra
noi due! (dai, fatti due risare guardando in fondo alla pagina, e
scopri come l'ho detto agli altri...)
1992: sai
che non mi ricordo
più a cosa alludevo parlando di regalo la volta scorsa?
Comunque, per ora i mini Uchiha hanno tutti capelli neri e occhi neri,
garantisco. In futuro chi può dirlo? Prima o poi
spunterà
un pargolo di rosa capelluto (?), quel gene c'è, e non si
può schivare! Ciò detto, ti proibisco di stampare
la
fanfic! Sono 506 pagine, è più di un intero
blocco di
stampante! Un suicidio economico! Però le tue parole mi
hanno
commossa. Ricordo il periodo in cui ti sentivi giù, e mi fa
piacere vedere che sia passato e che tu ne sia uscita tanto bene. Mi ha
fatto piacere conoscerti, per quanto tu sia assolutamente fuori di
testa (in senso buono, in senso buono!), e spero di parlarti ancora!
Quando? Puoi scoprirlo leggendo in fondo alla pagina!
Nunichan: se
fossi
caduta sul sessantatreesimo capitolo, facendo scoccare improvvisamente
la scintilla tra Naruto e Hinata, penso che mi sarei picchiata da sola!
Per dedicarmi a un po' di NaruHina ho escogitato il metodo
dell'epilogo, e spero di non essere precipitata nel mieloso! Sono
contenta che ti sia piaciuta la soluzione, e mi ha fatto molto piacere
leggere il tuo commento! Grazie!
gracy110: che
tu abbia trovato
il coraggio di leggere la fanfic quando già era oltre il
capitolo 50 mi lusinga profondamente! Grazie mille per i complimenti
che mi hai fatto, sono stati apprezzatissimi, e anche se so che il
riassunto sulla mia pagina personale era parecchio confusionario, spero
ti sia stato utile!
NemoTheNameless: tre
giorni?
Wow, rapidissimo! Erano quasi cinquecento pagine! Piango per i tuoi
poveri occhi... comunque grazie mille per aver letto e lasciato un
commento! Nel corso della fic ho cercato di alternare momenti allegri e
momenti seri, e mi ha fatto piacere vedere che hai apprezzato equamente
entrambi! Al di là dell'angst, delle scene drammatiche e
delle
tragedie, io mi sono impegnata molto anche nelle parti che si possono
considerare divertenti! E sono felice se si nota! Ancora grazie per
avermi dedicato un po' del tuo tempo!
izayoi007: guarda,
sono
riuscita più a scrivere il tuo regalo di compleanno che
l'ultimo
capitolo di Sinners! Ormai il Narusaku ha iniziato a piacermi davvero
un po' troppo...! Devo fare qualcosa per arginare questa mania!
Comunque sono contenta che ti sia piaciuto il regalo, era un'idea che
mi ballava in testa già da qualche giorno! Grazie per aver
commentato fino a oggi, e non scusarti! Anzi, posso solo essere felice
quando mi lasci una recensione, non ti rimprovererò mai
nulla!
kimi: mi
spiace tantissimo, non
sono riuscita a prepararti il regalo in tempo! Però mi sono
ricordata che ti sarebbe piaciuto vedere un po' di NaruHina e il nuovo
clan Uchiha, così ho pensato di dedicarti l'ultimo capitolo
di
Sinners, sperando di farti cosa gradita! L'unico rammarico è
che
non saprai ancora il sesso del figlio di Shika e Tema... ma potresti
avere delle sorprese, se pensi che non lo svelerò mai...
leggi
qua sotto, leggi... E, intanto, ti ringrazio profondamente per i
commenti che mi hai lasciato nel corso della storia e tutte le cose
gentili che mi hai detto! Mi hanno fatto davvero tanto piacere!
endlesstars: ohh,
mi sono esaltata! La tua recensione assomigliava tantissimo a un
commento post-contest, e per qualche strana ragione mi sono sentita
importante! Allora, andiamo con ordine. Che Rock Lee fosse un po' OOC
lo sapevo. D'altronde è stata la forzatura di cui non potevo
assolutamente fare a meno, perché per una volta volevo che
la
spuntasse su Neji! La "Mary Sue" della situazione non mi è
sfuggita, tranquilla; so di averla fatta un po' sopra le righe,
perchè di tanto in tanto stava antipatica pure a me,
però
ragionandoci mi sono detta: beh, ha dovuto cavarsela in un modo o
nell'altro per anni, rischiando la vita ogni due passi. Almeno di
facciata sembra una Mary Sue. A questo punto, avrei potuto sviluppare
il suo lato più fragile (perché tutti ne hanno
uno, a
meno che non siano MS puri), e non l'ho fatto per una ragione precisa.
Ho i miei piani, nei suoi riguardi. Ciò detto, ti ringrazio
davvero tantissimo per i complimenti su come sono riuscita a giostrare
le cose e a integrare gli svarioni dell'ultimo minuto di Kishimoto!
Ogni tanto avrei voluto farlo a pezzi, giuro, ma in un modo o
nell'altro credo di essere riuscita a barcamenarmi con la trama di
Naruto! Grazie ancora per avermi lasciato il tuo parere, è
stato
forse il più apprezzato, tra quelli di sintesi,
perché ha
- finalmente - tirato fuori anche i problemi di questa fic!
Ci ho messo tre ore e
mezza, ma sono riuscita a rispondere a tutti!
Ora sono qui per dirvi
che finalmente la mia pagina personale è aggiornata con i
pairings!
E, a proposito: molti
di voi ci speravano, qualcuno lo sospettava, altri lo sapevano con
certezza...
...ma esiste un sequel
di Sinners. O meglio, Sinners è il prequel di qualcos'altro.
Per maggiori dettagli,
visitate la mia pagina personale!
(sì, lo so,
dirvelo all'ultima riga dell'epilogo è parecchio bastardo! )
Aya
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