La morte delle Ombre

di FreDrachen
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** prologo ***
Capitolo 2: *** 1-Vita da Guardia ***
Capitolo 3: *** 2-L'allievo ***
Capitolo 4: *** 3-Addestramento ***
Capitolo 5: *** 4-il primo omicidio non si scorda mai ***
Capitolo 6: *** 5-confessioni ***
Capitolo 7: *** 6-la via dell'amore ***
Capitolo 8: *** 7-la vita è proprio come te l'aspetti? ***
Capitolo 9: *** 8-il meglio di sé ***
Capitolo 10: *** 9-l'allieva del traditore ***
Capitolo 11: *** 10-chi sono? ***
Capitolo 12: *** 11-atroce verità ***
Capitolo 13: *** 12-l'ultimo tassello ***
Capitolo 14: *** 13-la fuga della traditrice ***
Capitolo 15: *** 14-lettere e missive ***
Capitolo 16: *** 15-la via che conduce al buio ***
Capitolo 17: *** 16-viaggio di ritorno ***
Capitolo 18: *** 17-follia ***
Capitolo 19: *** epilogo ***



Capitolo 1
*** prologo ***


Prologo

«Ho paura».
Re Rewar si voltò verso la nutrice, seduta sulla sponda del letto con in braccio sua figlia.
Le si avvicinò, e le appoggiò dolcemente una mano sulla spalla,con fare rassicuratorio.
«Andrà tutto bene. Ora siamo in territorio amico, al sicuro».
La donna annuì poco convinta. E non poteva biasimarla. Neppure lui credeva a quelle parole. Sapeva che la Gilda li avrebbe scovati ovunque.
Re Rewar era il regnante della Terra della Notte appena spodestato.
Sua moglie era morta di parto,dopo aver dato alla luce sua figlia.
Un mese dopo Dohor attaccò la sua terra.
Riuscì a mettersi in salvo insieme alla nutrice e alla bambina di pochi mesi.
L'esercito  della Terra del Mare aveva trovato loro una sistemazione a Salazar. L'Anziano l'accolse con tutti gli onori, e offrì loro una casetta modesta ai piedi della torre.
È vero, erano lontani dal fronte, ma non così tanto da vivere in pace. Si sentivano il fiato della Gilda sul collo.
Uno scricchiolio li riportò alla realtà.
«Nasconditi con la bambina nell'altra stanza»sussurrò Rewar alla donna, che agì prontamente, e si chiuse silenziosamente la porta alle spalle.
Rewar sguainò la spada e si appiattì contro il muro.
Sentì voci confuse da fuori la porta.
Poi una spallata. E poi un'altra. E un'altra ancora. Finché la porta non venne scardinata del tutto. Cadde a terra con un pesante tonfo.
Erano in tre, incappucciati.
Due di loro gli si avventarono contro. Rewar cercò di difendersi, inutilmente.
Un urlo riecheggiò nella casa. La nutrice spalancò di colpo la porta, e si accasciò a terra in un lago di sangue.
Quell'attimo di distrazione gli fu fatale.
Un Assassino lo colpì all'altezza dello stomaco.
Dalla stanza accanto uscì Sherva con in braccio la bambina, per nulla intimorita da quell'Assassino dallo sguardo viscido.
«Abbiamo portato a termine il nostro compito. Possiamo andare».
«Fenula!». Fu l'ultima parola che pronunciò il re prima di cadere a terra. Morto.


Angolo autrice:Salve a tutti, questo capitolo non si collega molto alla storia, si collegherà ai capitoli 10 e 11. Nel prossimo lo farà. Spero siate in tanti a recensire.
In ultimo vorrei ringraziare RayaFee che mi ha ispirata per questa storia.
Alla prossima;)
Drachen

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Capitolo 2
*** 1-Vita da Guardia ***


1-Vita da Guardia

La campana risuonò lugubre tra le pareti della Casa.
La ragazza si stiracchiò nel letto,sinuosa come un gatto. Si alzò ,e iniziò a contemplarsi allo specchio come faceva ogni mattina.  Riflesso, un viso da ragazzina che avrebbe potuto avere massimo quattordici anni con una spruzzata di efelidi sulle goti,e occhi azzurro ghiaccio penetranti come quelli di un rapace. Spazzolò alla ben meglio i suoi ricci ramati e ribelli che formavano un cespuglio inestricabile sulla testa.
Indossò la sua divisa da Assassina:corpetto,casacca,pantaloni in pelle infilati in comodi anfibi ,tutto rigorosamente nero. La sola nota di colore erano i bottoni azzurri del corpetto.
Lei era Fenula, la Guardia degli Incantesimi. L'unica ad aver avuto accesso così giovane a una carica elevata come quella. Questo perché aveva una magia quasi al pari dei grandi maghi.
Prima di tutto andò alle Terme, a lavarsi. Si trovavano di fianco alle palestre ed erano alimentate da una sorgiva sotterranea di acqua riscaldata dal soffio incandescente del Thal, il vulcano più grande della Terra del Fuoco.
Guardò la piscina brulicante di corpi, e sentì un moto di repulsione. Non si era ancora abituata a lavarsi in pubblico, anche se lei aveva passato tutta la sua vita in quel luogo.
Della sua breve vita fuori dalla Casa sapeva ben poco. La Suprema Guardia si era lasciato scappare che era stata trovata da Sherva. Quando lei chiese spiegazioni alla Guardia, lui rispose certo ma con fare evasivo. Sua madre era morta di parto e questo faceva di lei una Bambina della Morte. E suo padre? L'aveva abbandonata. Queste erano le uniche rivelazioni.
Si spogliò in fretta, e altrettanto in fretta uscì.
Non era neppure rintoccata la campana della colazione, quando Fenula raggiunse il refettorio.
La maggior parte delle Guardie erano già lì.
Prese posto accanto a Rekla, che le riservò un breve sorriso. Fenula vedeva quella donna con ammirazione. Una guerriera forte e spietata come desiderava diventare lei in futuro. Nonostante il carattere cupo e taciturno della Guardia dei Veleni, aveva stretto con lei un forte legame.
Lavoravano spesso in coppia, come evocare sigilli che impedissero al veleno di colare dalla lama.
Finì in fretta la colazione. Aveva molto lavoro da fare.
Andò nel Tempio , e si inginocchiò innanzi all'altare sotto la statua di Thenaar.
«Potente Thenaar, dio del fulmine e della lama, signore  del sangue, illumina il mio cammino affinché giunga a compimento dell''omicidio e possa offrirti sangue di Perdente»recitò.
Non ne aveva bisogno. Questa era la preghiera recitata dagli Assassini prima di un omicidio. Eppure recitandola si riempiva di forza e vigore.
Subito dopo si diresse nella Sala delle Piscine stracolme di sangue. Là, dietro il piede dell'enorme statua del dio, c'era la porta d'accesso alle stanze delle Guardie.
Scese  velocemente la rampa di scale, e si fermò davanti alla biblioteca. Ad attenderla trovò Yeshol.
«Vieni,ti aspettavo».La condusse nel suo studio segreto.
Si sedettero intorno a un pesante tavolo d'ebano. Yeshol aprì un libro vecchio e consunto dalla copertina sguarcita.
La Possessione dei Corpi e l'Immortalità era il libro. Magia Proibita allo stato puro.
«Oggi proveremo una formula complessa, ma che per te sarà abbastanza facile da evocare». Da quando aveva scoperto il suo talento magico,ogni mattina Fenula si impratichiva con la Suprema Guardia in Magia Proibita per lo più, ma anche in incantesimi base.
Aprì il pesante libro più o meno a metà. Sulla pagina era sottolineata la formula da recitare. Fenula si sedette a terra,le mani appoggiate sulla palla di cristallo indispensabile per l'incantesimo.
Poi iniziò a mormorare la lenta litania lugubre,che poco a poco aumentava di volume.
La sua fronte si fece madida di sudore, ma non demorse.
«Ethgrì Aster. Ethgrì Aster. Ethgrì Aster. Ethgrì Aster*».
Nella sfera,poco a poco apparve una figura dai contorni sfumati,ma ben riconoscibili.
C'era riuscita. Dopo mesi e mesi di lavoro,ce l'aveva fatta. Aveva evocato lo spirito del Tiranno. Yeshol era a un passo dalla commozione.
«Hai svolto bene il tuo compito»disse a una Fenula visibilmente eccitata.
«Per l'ascesa di Thenaar»rispose,incrociando i pugni al petto,nel tipico saluto degli Assassini.
 
Dopo pranzo aveva ora libera.
Non era il tipo di andarsene in giro per la Casa,così passava il suo tempo nella sua stanza a tenersi in esercizio sui più svariati incantesimi.
Lo scadere dell'ora fusegnalato dalla clessidra.
Con sollievo si recò nel suo posto preferito della Casa,la palestra. Perchè solo lì manteneva la mente concentrata e priva di pensieri.
Si recò nella sala dove si allenavano quelli della sua età. Riconobbe da lontano Filla e Kerav che si allenavano in un corpo a corpo,Leuca e Turno in disparte a esercitarsi con l'arco,e per finire l'odioso Jalo a pavoneggiarsi.
«Arriverà uno nuovo».Rauf,un tipetto minuto e sottile ma scattante come una molla,entrò in quel momento,con un sorriso sulle labbra.
«Davvero?E chi è?»domandò Filla incuriosito.
«Si chiama Demar,e ha la nostra età».
Tutti si proruppero in un imprecazione. Fino a quattordici anni si veniva considerati bambini della Morte,quindi prescelti.
Poveretto,pensòFenula tra sè e sè. Sarebbe stato bollato a vita come l'ultimo scelto.
Quando alla fine i suoi compagni uscirono per le lezioni con le varie guardie a cui erano stati affidati,Fenula entrò in una stanza appartata. Sapeva che Sherva la stava aspettando per la loro lezione privata. Fenula ammirava la flessibilità dell'uomo,le sarebbe piaciuto raggiungere livelli così. Si sfogavano in corpo a corpo,da cui Fenula usciva con nuove mosse.
«Stasera ci sarà l 'iniziazione del nuovo arrivato. Conviene andarci a preparare. Yeshol vuole averci per primi nella Sala».
Fenula annuì,asciugandosi le gocce di sudore che le scendevano giù per le goti.
Prima di andare nella sua stanza a cambiarsi fece un salto alle Terme. Che sollievo. Non c'era nessuno.
Fu una delle prime ad arrivare. C'erano già Yeshol e Rekla. Passando i minuti la Sala iniziò a riempirsi di Assassini.
Solo quando furono al completo iniziarono a salmoglare la preghiera rituale.
In quel momento entrò Demar.
Fenula trattenne il respiro. Era in assoluto la cosa più bella che avesse mai visto. Capelli corti neri incorniciavano un viso pallido bucato da due occhi neri come pozzi in cui Fenula fu risucchiata.
Avvanzava con passo lento ma deciso.
Il salmoliare si interruppe e prese la parola Yeshol.
«Potente Thenaar,un nuovo fratello è ora qui,innanzi a te,e chiede di essere ammesso nel novero dei tuoi. Per te abbandonerà le schiere dei Perdenti,rinnegherà la propria vita di peccato,e seguirà la via dei Vittoriosi. È purificato e ti offre la sua sofferenza e il suo sangue».
Yeshol tirò fuori l'ampolla contenente il sangue di Demar,e lo versò nella piscina.
La preghiera riprese.
«Sangue al sangue,carne ala carne,accetta l'offerta e prendi con te la progenie della morte».
L'assemblea tacque di nuovo e la voce di Yeshol si levò pura e forte.
«Che il tuo sangue,potente Thenaar,purifichi e marchi il nostro nuovo fratello,e imprima su di lui il tuo simbolo oscuro».
Prese un largo piatto di bronzo, lo intinse nella piscina e gettò il sangue raccolto sul capo del ragazzo.
Era dei loro.
A cerimonia finita ogniuno raggiunse la propria stanza.
Fenula si buttò sul letto sfatto,incapace di dormire. Ma che le stava succedendo?
Non sapeva che quel ragazzo le avrebbe cambiato la vita.
 
* Traduzione: Invoco Aster


Angolo autrice:che bello, l'editor funziona di nuovo e sono riuscita a pubblicare questo nuovo capitolo:) Abbiamo conosciuto almeno in parte la nostra Fenula ed assistiamo anche all'iniziazione di Demar. Come si intrecceranno i loro destini?
Ringrazio RayaFee per aver recensito il capitolo precedente, e ringrazio i lettori troppo timidoni per lasciare una recensione:)
Al prossimo capitolo:)

P.S:Da qua in poi saranno presenti incantesimi(la nostra protagonista è appunto la Guardia degli incantesimi). Non sono di mia invenzione ma tratti dai celebri libri del Ciclo dell'Eredità.

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Capitolo 3
*** 2-L'allievo ***


2-L'allievo

Erano passati solo due giorni dall'iniziazione di Demar quando accadde.
Si stava allenando nella sua danza letale con il pugnale, come ogni giorno, in palestra, quando voci confuse attirarono la sua attenzione.
I suoi compagni si erano radunati intorno a Jalo, che teneva per il bavero un ragazzino.
Fenula lo riconobbe subito. Era Demar.
«Cosa ci fai qui femminuccia? Perché non sei rimasto rintanato nel tuo paesino sperduto nel nulla?»lo derise.
«Non saranno i tuoi discorsi a fermarmi»ribatté Demar. La sua voce era animata da una forte determinazione.
Jalo gli assestò un gancio destro potentissimo.
«Come hai osato provocarmi»sibilò minaccioso.
Fino a quel momento Fenula era stata in disparte, ma ora doveva fare qualcosa.
Il Vittorioso stava per colpirlo nuovamente, quando Fenula gli bloccò il braccio. Jalo provò a divincolarsi, ma la presa della Guardia era ferrea.
«Togliti dai piedi Fenula!»gridò, incurante delle conseguenze.
Fenula non si lasciò intimorire.«Lascialo in pace»ordinò, indicando Demar con il viso tumefatto e il labbro inferiore spaccato.
«Sei una Guardia da poco e hai la mia età. Non mi fai paura»replicò Jalo con orgoglio.
Fenula atteggiò le labbra in un sorriso, e mormorò:«Flauga*».
Jalo cominciò a fluttuare. Iniziò a dimenarsi in aria, sotto le risate degli altri Assassini.
«Maledetta strega! Tirami giù!»sbraitò rosso in viso.
Fenula continuò a sorridere.
«Perché mai? Mi sto così…divertendo»disse soppesando bene le parole.
Notando il viso di Jalo livido, sbuffò annoiata.«E va bene ti tirerò giù. Non ci si può divertire con te».
Con uno schiocco di dita annullò l'incantesimo.
Jalo finì a terra, a faccia in giù.
Si alzò dolorante.«Me la pagherai»sibilò. E si allontanò verso l'uscita della palestra.
«Quando vuoi»gli urlò dietro lei, con evidente scherno.
I suoi compagni iniziarono a complimentarsi.
«Sei stata grande!».Turno.
«Complimenti! Un tocco di classe». Kerav.
Fenula si avvicinò a Demar, intento a pulirsi dal sangue che usciva copiosamente dal labbro.
Gli allontanò gentilmente la mano, appoggiò la sua e iniziò a mormorare la formula di guarigione.«Waìse heill**».
«Grazie»mormorò impacciato il ragazzo a operazione finita.
Leuca si proruppe in un fischio.«La recluta ha fatto colpo»disse trascinando teatralmente le parole.
Fenula gli lanciò un'occhiata agghiacciante.
«Morditi la lingua Leuca prima di parlare».
Leuca alzò le mani in segno di resa.«Va bene, va bene. Non ti scaldare».
Fenula gli lanciò un'ultima occhiata intimidatoria, poi riportò l'attenzione sul ragazzo.
«Chi è il tuo maestro?»
Demar la guardò spaesato.«Quale Maestro?».
«Ogni allievo è seguito da una o più Guardie»gli spiegò pazientemente.
«Io non ho nessuno».
«Quindi sei stato lasciato due giorni allo sbando?»esclamò sorpresa.
Demar si limitò ad annuire.
Doveva far qualcosa. E subito.
«Resta qui. Torno subito».
Si recò subito allo studio dela Suprema Guardia.
L'uomo la ricevette subito.
«Fenula. Vieni,accomodati»disse indicando la sedia davanti al suo pesante scanno.
«Sono qui per il nuovo allievo»disse senza troppi preamboli.
«Un ragazzo molto promettente,senza...»
«...senza guida»terminò, per lui.
«Non abbiamo abbastanza Guardie per tutte le nostre reclute».
«Con tutto rispetto,Mio Signore,io non ho alcun allievo».
«Sei troppo giovane»sentenziò Yeshol.«Sei diventata Guardia per le tue doti,perchè la setta ha bisogno della tua magia».
«Voi e Rekla mi avete insegnato tutto quello che so. Io mi sento sicura nell'affrontare questo compito.Sento che è per volere di Thenaar che devo addestrare quel ragazzo».
Aveva una tale determinazione,che Yeshol acconsentì. Sapeva che ce l'avrebbe fatta.
«Da domani comincerai il suo addestramento»dichiarò.
«Grazie per la fiducia che mi date Vostra Eccellenza»mormorò emozionata Fenula.
Trovò Demar dove l'aveva lasciato,in compagnia di Sherva.Gli aveva raccontato l'accaduto,e si era offerto di tenerlo d'occhio.
 «Da domani si inizia. Al tempio dopo colazione».
 
* traduzione:vola
**traduzione:guarisci


Angolo autrice:Ciao a tutti. In questo capitolo è presente una nota di comicità(credo). Fenula è diventata la nuova Guardia di Demar, cosa accadrà? Quante ne combinerà Demar prima di far perdere la pazienza a una come Fenula?;)
Ringrazio RayaFee e Euclione per aver recensito il capitolo precedente, e i lettori anonimi.
Alla prossima,
Drachen

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Capitolo 4
*** 3-Addestramento ***


m-m-m-m-m-mad-mad-mad
m-m-m-m-m-mad-mad-mad
m-m-m-m-m-mad-mad-mad
m-m-m-m-m-mad-mad-mad

I, I can’t get this memories out of my mind,
it’s some kind of madness, it started to evolve

I, I tried so hard to let you go
But some kind of Madness is swallowing me whole.
(Madness, Muse)

3- Addestramento

Un suono lugubre di campana.
Demar si svegliò di soprassalto.
Ci mise un po' a focalizzare il luogo dove si trovava. Nel buio riconobbe poco a poco le pareti spoglie della sua stanza. Era lì da tre giorni e ancora non si era abituato.
Indossò la divisa velocemente. Quello era un grande giorno. Finalmente iniziava il suo addestramento da Vittorioso.
Quando fu sull'uscio della sua stanza, si sentì sguardi  indagatori e di scherno puntati addosso, fastidiosi come punte di spillo. Tirò fuori la piantina della Casa che gli avevano dato il primo giorno. Individuò velocemente le terme. Non appena mise piede nella stanza fu investito da una nuvola di vapore intensa.
Anche là fu come si aspettava. Altri sguardi giudicanti, che lui odiava. Ma avrebbe fatto vedere loro quanto valeva, prima o poi.
Il suo bagno fu brevissimo. Quando allacciò l'ultimo bottone, la campana della colazione suonò la prima volta. Seguì la fiumana di gente fino al refettorio.
Anche lì non fu meglio. Gli altri Assassini non facevano altro che insultarlo e schermirlo.
«Niente femminucce!»
«Non voglio seduto accanto un Perdente come te!»
Alla fine si sedette nell'ultimo posto che trovò libero, e lasciò vagare il suo sguardo sulla sala fino a notare la sua nuova Maestra- Fenula l'aveva chiamata quel ragazzo presuntuoso- seduta assieme alle altre Guardie in un tavolo appartato.
Un silenzio tombale scese nella sala.
Si levarono chiare le parole di Yeshol.
«Preghiamo Thenaar perché ci doni una lunga giornata di lavoro, al termine della quale potremo godere del dono delle tenebre, propizie all'omicidio e così care ai Suoi Figli».
L'uditorio rispose a una sola voce.
«Sangue al sangue, carne alla carne, sia gloria al nome di Thenaar».
Yeshol parve soddisfatto.
«Mangiate, mangiate pure e rinfocillatevi».
Tutti aggredirono ciò che avevano di fronte, un tozzo di pane nero e una ciotola di latte. Demar seguì a ruota i suoi compagni, finendo in pochi minuti.
Terminata la colazione andò nel tempio.
Fenula apparve dall'ombra all'improvviso, silenziosa come una gatta.
Squadrò il ragazzo da capo a piedi. C'era abbastanza materia per farne un valente Vittorioso, ma c'era molto da lavorare.
«Vieni»ordinò.
Doveva mantenersi fredda e distaccata. Era una delle prime regole insegnatole da Rekla per essere una brava Guardia.
Si sedettero a uno dei banchi, e Fenula cominciò a erudirlo come avevano fatto anni prima Yeshol e Rekla.
Molte cose Demar le sapeva già, perché Ghaan, la Guardia degli Iniziati, gliene aveva parlato durante i lunghi giorni di purificazione in cella. Parlò di Thenaar, dei Vittoriosi e Perdenti, infine dei Bambini della Morte.
«Quindi, uccidendo mia sorella, sono stato scelto dal dio?»la interruppe Demar.
Fenula annuì.
«E tu come sei entrata nella Gilda?». Demar sembrava veramente curioso nel sapere qualcosa di più sulla ragazza.
Fenula fu quasi tentata a confidarsi con lui, ma le parole di Rekla la bloccarono.
"Devi mantenere un distacco dagli altri Vittoriosi. Devi vederli come semplici sottoposti, e non al tuo stesso livello".
Alzò l'indice della mano sinistra.
«Dobbiamo mettere per inciso una cosa. Ti ricordo che sei un allievo e ti è proibito trattarmi con così tanta famigliarità. Ti devi rivolgere a me con rispetto e usare l'appellativo Mia Guardia per chiedere la parola, intesi?»
Demar fu sul punto di dire qualcosa, ma tacque. Nutriva un profondo rispetto per quella ragazza che aveva preso le sue difese, e non voleva irritarla.
Per questo abbassò il capo.«Si, Mia Guardia».
Fenula parve soddisfatta.«Molto bene. Possiamo continuare la lezione».
 
A pranzo Fenula rimuginò su quello che era accaduto a lezione.
Forse aveva un tantino esagerato con Demar, ma non poteva fare altrimenti.
Era la prima regola. Mai, mai mostrare il fianco a un sottoposto.
Dopo pranzo , fuori dal refettorio avvicinò il ragazzo.
«Ti aspetto in palestra tra un'ora»disse, e si allontanò con passo marziale.
Demar rimase chiuso nella sua stanza a studiare la mappa della Casa. Lo scadere del tempo fu segnato dalla piccola clessidra sulla cassapanca.
Raggiunse in fretta la palestra. Quando mise piede nella sala fu assalito dall'odore penetrante di sudore. Trovò Fenula che l'aspettava in un angolo.
«Seguimi».
Raggiunsero la sala dove si allenavano i loro coetanei. Demar riconobbe subito Jalo che, non appena lo notò, assunse un cipiglio di forte scherno.
Fenula, però, passò oltre e lo condusse in una stanza appartata.
«Per i primi tempi ti allenerai con me e con la Guardia della Palestra. Oggi ci sarà solamente Sherva per capire le tue potenzialità e i tuoi punti deboli. Da domani lavoreremo su quelli»disse con tono piatto e asciutto.
Quando Sherva fece il suo ingresso, salutò Fenula con un cenno della testa.
«Te lo affido. Riferiscimi».
Sherva le sorrise.«è in buone mani».
Fenula girò i tacchi e se ne andò.
L'uomo lo fissò a lungo. Demar si sentì un po' a disagio. Sembrava che volesse scavargli nell'anima.
«Il corpo di un assassino dice molto su di lui. Ti sono del tutto ignoti il pugnale, la spada, lo scontro a mani nude. Te la cavi discretamente però con l'arco».
Era vero. Da quando era piccolo si cimentava nella costruzione di archi e frecce rudimentali. Poi quando era più grande si era impratichito nella caccia di piccoli animaletti, in compagnia dei suoi amici.
Si riscosse dai quei pensieri.
«In ogni caso, bisogna saggiare le tue potenzialità in prima persona».
Come aveva azzeccato Sherva, Demar si dimostrò scarso in tutti i tipi di armi, fatta eccezione dell''arco.
Nello scontro a mani nude fu peggio.
Demar non conosceva nessuna tecnica, quindi non fece altro che guardare in modo interrogativo la Guardia, che gli sorrise con compassione.
«è normale all'inizio. Poco a poco imparerai tutte le tecniche che devi sapere. Puoi andare. L'addestramento vero e proprio lo inizierai domani con Fenula».
 
Per tutto il tempo, Fenula rimase a fissare il vuoto, il libro aperto su formule offensive.
Non riusciva a concentrarsi.
Le parole sembravano danzare fino a coagulare e formare il volto di Demar.
Ma che le stava succedendo? Non le era mai capitato.
Era forse l'amicizia?
Ma Rekla era stata chiara in proposito.
"L'amicizia non è altro che un'illusione, il cameratismo l'unico valore".
Allora cos'era?
Stava impazzendo. Ecco la verità.
 
Rivide Fenula a cena.
Incrociò i suoi occhi un istante appena. Fu lei a distoglierli per prima.
L'aspettò fuori dal refettorio.
Non appena la scorse le andò incontro. Incrociò i pugni al petto, come aveva visto fare dagli altri Assassini, in segno di saluto.
«Buonanotte, Mia Guardia».
Scomparve nel buio del corridoio, senza lasciar a Fenula il tempo di rispondere.



Angolo autrice:eccomi con un nuovo capitolo con colonna sonora:) Fenula si ritroverà ad avere...un po' di dubbi sulle convinzioni del culto. Questo sentimento evolverà e diventerà qualcosa di più, o appassirà per tornare nell'oblio da cui proviene?
Ringrazio RayaFee sempre pronta ad aggiornare, e anche ai lettori anonimi.

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Capitolo 5
*** 4-il primo omicidio non si scorda mai ***


4-Il primo omicidio non si scorda mai

Sì sarà pure misteriosa e tenebrosa,
quando vuole fa paura,
Ma ti abbraccia e ti difende se l'ascolti...
Se ti nascondi e cerchi dentro lei la forza per andare avanti
e non tradirla con il sole e i raggi.
Mi copre dagli insulti e dalle malelingue, che cercan solo di ferirmi e screditarmi,
mi lascia fare anche se sbaglio a farmi male, senza insultarmi..
(La notte,Modà)
L'addestramento venne portato avanti a ritmi sfrenati.
La mattina veniva a conoscenza dei segreti della setta, mentre il pomeriggio era pieno di esercizi estenuanti.
Fenula e Sherva lo spingevano al limite nei più svariati esercizi come la tonificazione e l'allungamento dei muscoli, o esercitazioni d'equilibrio. Poi l'allenamento con le armi. Demar apprese svariate tecniche, tra cui i punti vulnerabili di un essere umano.
Quando ne usciva la sera, ogni fibra dei suoi muscoli urlava vendetta. E dopo cena crollava esausto sul letto.
Mese dopo mese, notava con sorpresa il cambiamento del suo corpo.
Il ragazzino sparuto ma comunque ben piazzato, aveva lasciato spazio a uno forte e tenace. Poteva sentire chiaramente i suoi muscoli allenati allentarsi senza alcuno sforzo. Inoltre i suoi movimenti erano diventati più agili e silenziosi.
Aveva recuperato senza difficoltà il distacco con gli altri coetanei. Ora riusciva a tener loro testa senza alcun problema.
Era riuscito a farla pagare anche a Jalo, sfidandolo in un corpo a corpo durato solo pochi minuti, e concluso con la sua vittoria. Fenula aveva assistito allo scontro senza dir niente. Ma in cuor suo sapeva che era fiera di lui.
 
Un anno dopo fu convocato da Yeshol.
Quando entrò nello studio incrociò i pugni al petto in segno di saluto.
«Vostra Eccellenza».
Yeshol lasciò perdere i fogli che stava consultando.
«Ah, Demar. Vieni. Accomodati».
Il ragazzo prese posto sulla sedia davanti alla scrivania.
«Immagino tu sappia perché sei qui».
«Per avvalervi delle mie capacità di assassino»disse, con tono emozionato.
Yeshol sorrise compiaciuto.
«Infatti. Fenula mi ha riferito dei tuoi passi avanti. Sei pronto per il tuo primo incarico».
Fece una pausa teatrale, poi proseguì.«Vorrei affidarti un incarico piuttosto delicato e pericoloso».
Demar iniziò a perdere un po' di spavalderia iniziale.
«Dovrai uccidere il generale Darim inviso a Dohor a lungo suo collaboratore, e ora alleato dell''esercito delle terre libere. Il suo accampamento si trova nei pressi di Majd poco lontano dal confine con la Terra del Fuoco».
Demar annuì con decisione. Doveva farcela. Stava per congedarsi, quando Yeshol lo bloccò.
«Non sarai solo. Fenula ti affiancherà nella missione, per saggiare definitivamente le tue capacità».
Demar ebbe un tuffo al cuore, ma il suo viso rimase una maschera impassibile.
«Sarà come volete. Col vostro permesso».
Non appena uscì dalla stanza, sospirò.
La missione doveva filare assolutamente liscia, così Fenula sarebbe stata fiera di lui e di quello che era diventato.
 
La mattina dopo trovò Fenula già pronta nel tempio. Aveva il cappuccio calato sul viso, facendola sembrare un'ombra tra le ombre.
«Prima di andare, c'è da compiere il rito».
Gli insegnò la preghiera.
Non appena ebbero finito, Demar si diresse velocemente verso il pesante portone d'ebano. Lo spinse con tutte le sue forze. L'odore di bagnato lo investì in pieno. Nuvole compatte nascondevano la poca luce lunare, trasformando il paesaggio in una landa tenebrosa.
Sentì i passi leggeri di Fenula dietro di lui.
«Andiamo. Majd dista a tre giorni di cammino da qui».
Per tutto il viaggio Fenula mantenne un atteggiamento freddo e distaccato, ma Demar non se ne curò. La sua mente era già calato nella missione.
Qualcosa cambiò l'ultimo giorno di viaggio.
Fenula guardò attentamente Demar. Cercava, con scarsi successi di mascherare la tensione.
Per la prima volta da quando gli era stato affidato, gli sorrise.
«è stato duro anche per me il primo omicidio. L'agitazione, la tensione mi annebbiavano la mente. Devi imparare a svuotarla e pensare unicamente alla missione, nient'altro».
Demar rimase sorpreso da questa improvvisa apertura di Fenula.
Annuì con convinzione.«Seguirò il tuo suggerimento. Sono sicuro di potercela fare, dopo aver avuto una maestra come te».
Fenula gli sorrise con dolcezza, ma durò un istante appena.
Si richiuse nuovamente nel suo distacco.
"Un giorno le toglierò quel velo per sempre"pensò con convinzione.
La mattina dopo arrivarono a Majd.
Seduti a un tavolo della locanda più famosa del paese "La tana dell'Orco", discussero della loro vittima e la tattica da adottare. Il suo accampamento era appena fuori dalla città, e contava non più di venti tende. Intorno a difesa un muro di assi di legno. La sua tenda di trovava proprio al centro dell''accampamento.
Il piano era semplice. Sarebbero entrati di soppiatto. Fenula avrebbe lanciato l'incantesimo del Lungo Sonno ai soldati, mentre Demar si sarebbe occupato dell''omicidio.
«Sei libero fino all'ora di cena. Stanotte, al sorgere della luna, colpiremo».
Demar si rinchiuse nella stanza che aveva affittato.
Si sedette a gambe incrociate sul pavimento.
"Svuota la mente".
Apparve l'immagine di sua sorella, con il viso sconvolto.
La cancellò.
"Svuota la mente".
Vide se stesso bambino accucciato dietro il cespuglio, armato di freccia. Davanti, una lepre ignara di quello che gli stava per capitare. Non gli sarebbe sfuggita. Sentiva l'adrenalina pompargli nelle vene, l'ebbrezza che la vista del sangue gli provocava. Scoccò la freccia. Colpì mortalmente l'animale che emise uno squittio che sapeva già di morte. Gli si avvicinò piano, e assistette agli ultimi respiri della bestiolina. Non provò rimorso per quello che aveva fatto. Era cattivo e maledetto.
Cancellò anche quest'episodio, e tanti altri.
Quando aprì la porta a Fenula si sentiva calmo e rilassato.«Sono pronto».
 
Si mossero nell'ombra, là dove la luce lunare non riusciva a colpire.
L'accampamento apparve loro davanti. Albergava un silenzio irreale.
«Aspetta qui»
Fenula entrò nell'accampamento addormentato. Tutto secondo i piani.
Bisbigliò:«Slytha*»ad ogni tenda che incontrava. Tutte, tranne a quella del generale.
Demar attese con il cuore in gola la compagna. Quando la vide comparire da dietro una tenda, si lasciò scappare un sospiro di sollievo.
Le si avvicinò silenziosamente.«Dormono tutti?»
Fenula annuì.«Si. Avanti, forza. La tua vittima attende».
Lo condusse alla tenda del generale, esattamente al centro del campo.
«Farai tutto tu. Ti aspetto qui fuori».
Demar deglutì. Era giunto il momento. Finalmente.
 
Darim era steso a letto, e leggeva pigramente un saggio di guerra. Colse un leggero fruscio. Alzò gli occhi. Non c'era nessuno.
"Sarà stato il vento"pensò, tornando alla lettura.
No, di nuovo. E stavolta più vicino.
Colse un'ombra alla sua destra.
Non ci pensò neppure. Sguainò la spada, e si mise in posizione di difesa. L'ombra era lì davanti a lui. Scorse un luccichio argentato. Fece appena in tempo a gettarsi a terra per evitare un piccolo coltello da lancio.
«Chi sei?»
L'ombra di tutta risposta scostò il mantello.
Il cuore prese a martellare nel petto. Un adepto della Gilda degli Assassini.
Con un urlo si accanì sull'assassino ma questi scartò agilmente di lato e provò un affondo. Sulla spalla di Darim si aprì un taglio superficiale.
Si ritrasse, e Demar ne approfittò. Un altro colpo andato a segno. Un altro taglio sul braccio che reggeva la spada. Darim disperato si portò dietro il tavolo d'ebano su cui erano adagiate le mappe delle terre del Mondo Emerso. Per fortuna suo padre era stato un valente mago, quindi aveva una conoscenza rudimentale della magia.
«Malthinae**»lattrò.
Ceppi invisibili incatenarono il ragazzo, visibilmente scioccato.
"Maledizione!"pensò con rabbia, cercando inutilmente di divincolarsi.
«Uomini!»tuonò Darim, correndo fuori dalla tenda.
Si bloccò. Davanti a lui c'era una ragazzina, con spietati occhi azzurro ghiaccio che sembravano volergli perforare l'anima. Aveva il mantello scostato, per cui poté vedere i suoi vestiti. Un altro Assassino.
"Non è altro che una stupida ragazzina. Posso farcela"pensò, in modo arrogante.
Ma, prima di ucciderla, voleva divertirsi un po'.
«Guarda, guarda. Cosa ci fa una bastardella come te qui?»le domandò, con tono canzonario.
Fenula lo inchiodò con un'occhiata agghiacciante.
«Che ne è stato del mio compagno?»
Darim rise sguaiatamente.
«Tranquilla per il tuo amichetto. è al momento…come dire…immobilizzato»disse con un ghigno.
Fenula agì d'istinto. Si gettò contro il generale mirando al cuore. Darim dovette capire le sue intenzioni, perché parò efficacemente il colpo. Il combattimento durò solo una manciata di minuti. Darim abbassò la guardia, pregustando già la vittoria, e Fenula ne approfittò colpendo con tutta la forza che aveva il collo dell'uomo, recidendo di netto la testa. Per un attimo il corpo senza testa rimase in piedi. Poi si accasciò a terra.
Fenula riprese fiato. Doveva recuperare Demar. L'Incantesimo che aveva evocato, stava per perdere intensità. Avevano perso troppo tempo.
Udì uno scricchiolio dietro di sé, seguito da un urlo.
«Fenula!»
Fu la voce di Demar che urlava disperata il suo nome a ricondurla alla realtà.
Un soldato emerse da dietro una tenda. Guardò con orrore il corpo sfigurato del suo superione.
Sguainò la spada. Il viso una maschera d'odio.
Caricò il colpo. Fenula si ritrasse, ma troppo lentamente. La colpì in pieno il fianco destro.
Cadde a terra, le mani sulla ferita, da cui usciva copiosamente sangue.
Ebbe un flash.
Vide la schiena di Anaïr davanti a lei trapassata da parte a parte.
Nella realtà, il soldato preparò il colpo.
"Morirò come lui"pensò con angoscia Fenula.
Chiuse gli occhi. Era finita.
Ma il colpo non arrivò. Sentì un lamento soffocato, e il rumore di un corpo che cadeva pesantemente a terra.
Aprì lentamente gli occhi. Demar era alle spalle del soldato, e brandiva il pugnale imbrattato di sangue.
«Stai bene?Sei ferita?»
C'era preoccupazione nella sua voce. Il cuore di Fenula si sciolse. Nessuno aveva dimostrato un simile affetto nei suoi confronti.
Dopo pochi secondi, Demar notò con orrore la ferita slabbrata della ragazza.
«Ti devo portare al sicuro».
Fenula non protestò quando il ragazzo la prese in braccio. Provava un sottile piacere a contatto con il petto caldo di lui.
Il sangue continuava a scendere copioso, ma Demar non demorse. Doveva raggiungere velocemente la locanda.
Pian piano i contorni cominciarono a fumare. Fenula vide appena il chiarore della locanda; percepì vagamente due voci confuse discutere, lo scricchiolio di assi di legno sotto gli stivali di lui. Poi un buio agognato l'avvolse.
 
Demar l'adagiò delicatamente sul letto.
Il volto della compagna era terreo, e il piccolo torace era attraversato da un respiro irregolare.
Per fortuna la spada non aveva intaccato nessun organo vitale, ma era uscito parecchio sangue  e c'era il rischio di un infezione.
Il locandiere entrò con ciò che gli aveva chiesto:le pezzuole immerse in una bacinella d'acqua, e tre radici di consolida maggiore e un piccolo aggeggio simile al mortaio.
Ringraziò mentalmente sua madre.
Pulì accuratamente la ferita dai grumi di sangue.
Poi con gesti precisi e determinati, preparò il macerato di consolida maggiore, che poi spalmò diligentemente sulla ferita.
A operazione finita si sedette sulla sponda del letto, e attese.
Poco a poco, la pelle riprese un po' più di colorito, l'emorragia si bloccò, e il respiro si fece più regolare.
Ce l'aveva fatta in quella corsa contro il tempo. L'aveva salvata.
 
*Traduzione:dormi
**Traduzione:Lega

Angolo autrice:Eccoci arrivati al quarto capitolo. Qui, inizierà ad esserci un'impercettibile volta tra il rapporto dei due ragazzi che si accentuerà nei prossimi capitoli. Notiamo l'entrata in scena di nuovi personaggi, e nuove verità sul passato oscuro di Demar.
Potrei dire che con questo è tutto, ringrazio RayaFee per le sue recensioni e per l'interesse nei confronti di questa storia:)
Alla prossima,
Drachen

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Capitolo 6
*** 5-confessioni ***


5-Confessioni

 I was searching
You were on a mission
Then our hearts combined like
A neutron star collision

I have nothing left to lose
You took your time to choose
Then we told each other
With no trace of fear that...
(Neutron Star Collision (Love Is Forever) station,Muse)
Fenula si svegliò col sole che le feriva gli occhi. Era prona nel letto della stanza che aveva affittato.
Provò a muoversi, ma il fianco destro le mandò una stiletta di dolore lacerante.
«Fenula! Tutto a posto Fenula?»
Demar entrò nel suo campo visivo, visibilmente preoccupato. Le toccò la fronte.
«Per fortuna la febbre è scesa…»
Le accarezzò dolcemente i capelli.
«Ora riposa»le sussurrò.
Fenula non se lo fece ripetere due volte.
Scivolò in un sonno senza sogni.
 
Quando riaprì gli occhi si sentiva un po' meglio, seppur fosse ancora debole.
La luce esterna virava al rosso geranio, segno che la notte era alle porte.
«Come stai?»
Demar era in piedi accanto al letto, che reggeva un vassoio con una ciotola di minestra fumante, una fetta di pane nero raffermo e una brocca d'acqua.
«Mi sento debole»mormorò, con un filo di voce.
«è normale. Hai avuto la febbre per un giorno intero. Tieni». Le porse il vassoio.«Mangia».
Fenula provò a tirarsi su, ma le braccia non la ressero. Demar posò il vassoio ai piedi del letto, e le fu subito accanto. Le sistemò il cuscino dietro la schiena e le porse il vassoio.
Mangiò velocemente e in silenzio.
«Devo controllarti la ferita»disse Demar, dopo che la ragazza si fu rifocillata.
«Fai pure».
Le mani di Demar alzarono sapienti le coltri e le vesti, e si posarono vicino al fianco destro.
Fenula chiuse gli occhi. Notò uno strano affetto nei gesti del ragazzo. Nessuno l'aveva mai toccata con tanto amore. E la cosa le piaceva.
Il flusso di pensieri fu interrotto dal dolore. Le pezzuole avevano aderito alla ferita.
Demar si fermò.
«Scusa, ma non c'è altro modo».
«Che ho?»chiese Fenula.
«Hai un taglio abbastanza profondo sul fianco destro. Per fortuna non ha intaccato organi vitali, ma hai perso parecchio sangue».
Fenula lo guardò dubbiosa.«Come hai fatto a salvarmi?»
«Mia madre era la curatrice del paese da cui provengo. Quando ero piccolo mi portava in giro per il bosco a raccogliere le piante utili per i suoi intrugli. Mi ha insegnato anche le cure basilari».
Fenula si aprì in un sorriso.
«Allora mi è capitato come allievo una Rekla al maschile»disse ridacchiando.
Demar rimase per un attimo sorpreso dall'improvviso buon umore della compagna. Ma subito dopo si lasciò contagiare dalla risata.
«Allora sono stata fortunata»disse, tornando seria.
Il ragazzo inclinò la testa di lato, senza capire.
«In che senso? Per poco non finivi ammazzata da quel verme»disse reprimendo un moto di rabbia. «Non mi riferivo a quello. Sono stata fortunata ad assistere uno come te».
Demar distolse lo sguardo.
«Come puoi essere fiera di me? Non ho passato la prova. Mi sono fatto raggirare come un novellino. Non merito la tua approvazione e la tua stima».
«Invece si». Di fronte allo sguardo perplesso dell''allievo aggiunse:«Non hai ucciso il generale. Ma almeno un Perdente l'hai eliminato. E inoltre…». Prese la mano di Demar tra le sue.«mi  hai salvato la vita. Nessuno della Casa l'avrebbe fatto».
Demar arrossì fino alla radice dei capelli.«Ho fatto ciò che sentivo giusto». Le sorrise timidamente.
Poi la sua concentrazione tornò alla ferita, spalmandole l'impiastro di alchemilla.
A operazione finita, Demar uscì dalla stanza a lavarsi le mani dalla mistura e bofonchiando un timido «Buonanotte» , lasciando Fenula in balia di mille dubbi.
I ricordi di ciò che era successo solo la notte prima tornarono a galla. Lo scontro con il generale Darim. Il soldato semplice che la colpisce al fianco. Il brillio del pugnale di Demar imbrattato del sangue del soldato. E infine la sensazione di benessere a contatto con il corpo di Demar.
Arrossì al sol pensiero. Nascose la testa sotto le coltri. Ma cosa andava a pensare? Lei, una Guardia, innamorata di un sottoposto?
Sapeva che stava andando contro le regole di Yeshol. Sapeva che quel sentimento avrebbe portato solo guai.
Ma non poteva cacciarlo, proprio ora che stava imparando a provarlo.
Le tornò in mente il sorriso dolce , ma al tempo stesso timido e impacciato di Demar.
Si, ora sapeva cosa doveva fare.
 
Demar tornò la mattina dopo.
Si sedette sulla sponda del letto.
«Va meglio?». La sua voce era ancorata.
Fenula annuì.«Penso di avere abbastanza energia per evocare una veloce formula di guarigione. Waìse heill*».
L'applicò fino a quando gocce di sudore non iniziarono a scendere giù per le goti.
Si abbandonò sul letto, e intercettò gli occhi neri di lui che l'imprigionarono nella loro morsa.
Si morse il labbro. Doveva rivelargli il motivo per cui non aveva risposto all'attacco del soldato semplice.
«Demar, c'è…c'è una cosa che dovresti sapere, riguardo all'altra notte».
Il ragazzo si fece attento.«Dimmi. Ti ascolto».
Non sapeva come iniziare.«Avrei potuto uccidere il soldato, malgrado la ferita»disse d'un fiato.«Ma ho commesso un errore, che un'altra Guardia, non avrebbe mai fatto».
Demar era stupito.«Cosa…»
Fenula non lo lasciò finire.«Mi sono lasciata prendere dai ricordi. Quei maledetti ricordi che ho cercato di rimuovere dalla mia mente».
Doveva confidarsi con qualcuno, altrimenti quel fardello l'avrebbe uccisa prima o poi.
 
Aveva dieci anni.  Era al suo primo omicidio. L'obiettivo era un alto ufficiale delle terre ancora libere dal controllo di Dohor. Anaïr,la guardia degli Incantesimi ,era accanto a lei per valutare le sue abilità.
Un colpo secco di ramoscello spezzato di un soldato semplice,risvegliò l'attenzione del generale che sguainò la spada e si accannì sulla povera Guardia con i riflessi lenti a causa dell'età avanzata.
L'uomo si accasciò a terra senza un lamento.
Qualcosa dentro Fenula si ruppe. Non voleva morire.
«Deyja!**»urlò.
Il generale e il soldato semplice lanciarono un urlo disumano mentre si contorcevano in preda a un lacerante dolore interno.
Fenula rimase inchiodata dov'era un istante appena. Alla fine si riscosse e corse più in fretta che poteva dall'accampamento.
Raggiunse la Casa due giorni prima della tabella di marcia.
Vicino all'uscio del tempio scorse Toph.
«Già di ritorno. Dov'è Anaïr?»
«Dove posso trovare Sua Eccellenza?»
 «Nel suo studio,come sempre. È successo qualcosa?»
Non gli rispose neppure. Corse per i vicoli della Casa con il cuore in gola.
Per fortuna ebbe la gentilezza di bussare.
«Avanti»gracchiò la voce  di Yeshol.
Rimase sorpreso un poco a vedere Fenula senza fiato dopo la corsa e dal viso sconvolto.
Sentiva un'istintiva simpatia per quella ragazza minuta.«Calmati,riprendi fiato,poi riferisci».
Il racconto di Fenula fu scanno ed essenziale. Yeshol rimase stupito quando lei arrivò all'episodio della formula.
«Incredibile»mormorò Yeshol.
La ragazza lo guardò dubbioso.
«La magia che hai evocato è una delle formule proibite più pericolose e devastanti». Si alzò e iniziò a camminare avanti e indietro per la stanza.«Sarebbe controproducente lasciare la tua magia incoltivata. Da domani verrai tutti i giorni da me, che ti insegnerò i rudimentali della magia».

Il resto lo raccontò velocemente.«Capisci, non sarei neanche stata una Guardia se non avessi lanciato quell'incantesimo. E per colpa della mia inesperienza avrei messo la tua vita in pericolo».
Demar era allibito. La Maestra fredda e distaccata aveva lasciato posto alla ragazzina che era veramente.
«Forse Yeshol non doveva darti sotto la mia custodia…»
Demar le mise il dito sopra le labbra.«Non dirlo neanche per scherzo. Sei stata una maestra formidabile».
La prese per le spalle, e prima che Fenula potesse dire qualcosa, appoggiò le labbra sulle sue.
Il tempo rallentò fin quasi a fermarsi.
Non ci fu spazio per pensare, ma solo per sentire: la morbidezza delle sue labbra, il ritmo appena affannato del suo respiro. E quel piacere nel profondo del cuore, facendo perdere consistenza ad ogni cosa.
«Ti amo»disse lui. E la baciò di nuovo. Fenula se lo godette fino in fondo, pregando che non finisse mai.
 
*traduzione:Guarisci
**traduzione:muori


Angolo autrice: Et voilà. è arrivato l'attesissimo bacio tra i nostri due protagonisti
*fuochi d'artificio*
*banda a festa*
Ok, ok! Non esageriamo con i festeggiamenti:)
Ringrazio chi segue questa storia:)
Al prossimo aggiornamento,
Drachen

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Capitolo 7
*** 6-la via dell'amore ***


6-La via dell'amore

Starlight
I will be chasing your starlight
Until the end of my life
I don't know if
it's worth it anymore

Hold you in my arms
I just wanted to
Hold you in my arms…
(Starlight, Muse)
«Raccontami qualcosa di te. Da dove vieni, ciò che ti piace cosa no. Voglio sapere tutto».
Fenula, seduta a gambe incrociate sul letto, sembrava una bambina alla scoperta del mondo.
Demar le sorrise.«D'accordo, d'accordo. Provengo da  Laia, un piccolo paese di pescatori della Terra del Mare a confine con il Bosco Marino. Mia madre faceva la curatrice, mio padre faceva il pescatore ed è morto quando ero molto piccolo in mare durante una tempesta, mentre la mia sorella maggiore Kala era una perdi giorno, sempre dietro a qualche ragazzo». Fece una smorfia di disprezzo. «Mi piace…mi piaceva…»continuò«…andare a caccia con l'arco. Ero piuttosto bravo. Ma non portavo mai le prede a casa. Le seppellivo con tutti gli onori, perché sapevo che mamma non avrebbe mai approvato un simile passatempo».
«E cos'hai fatto per entrare nella setta?»
Demar la guardò negli occhi.«Ho ucciso mia sorella»…
 
Era a caccia.
Era accucciato dietro un cespuglio, all'erta.
Eccola. Una quaglia del tutto ignara del suo destino.
Scoccò silenziosamente la freccia, che partì con un leggero sibilo.
L'animale non si accorse di niente. Morì all'istante.
Demar aveva appena preso il suo trofeo di caccia, quando sentì dei passi dietro di lui.
«Cosa stai facendo?».Sua sorella Kala, una ragazza pingue più grande di lui di quattro anni, lo stava guardando inorridita.
«Cosa stai facendo!Questo non è un passatempo da ragazzini! Si un mostro!»urlò disgustata.
Girò i tacchi, e iniziò a correre verso casa. Se l'avesse rivelato a loro madre sarebbe stato in guai seri.
Non ci pensò neppure.
Scoccò un'altra freccia.
Sentì un lamento soffocato, e il rumore della terra smossa da un corpo.
Nulla. Demar non provò nulla. Poi, piano piano, sentì crescere dentro di sé un'intima soddisfazione, come quando ci si libera di un pesante fardello. E gli piaceva.

 
«Non mi sono mai pentito di ciò che ho fatto. Lei non mi voleva bene, e io lo stesso. Da quando era morto papà pensava che la mia somiglianza con lui facesse soffrire la mamma. Mi è solo dispiaciuto non poterla salutare»concluse con voce rotta.
Fenula ascoltò tutto in silenzio. Lui aveva avuto una vita al di fuori della setta.
«Demar».
«Uhm».
«Mi insegneresti a vivere?»
Demar sembrò perplesso da quella domanda.«Che vuoi dire?»
«Intendo, insegnami a vivere come una persona normale».
Demar sorrise divertito.«Un desiderio un po' insolito».
Fenula mise su un finto broncio.«Non c'è niente da ridere. è una cosa seria».
«Hai ragione. Va bene. Vedrò cosa posso fare».
Fenula lo strinse forte.
Restarono abbracciati per una manciata di minuti. Il primo a staccarsi fu Demar.
«Forza bisogna mettersi in cammino. Torniamo a casa».
 
Per tutto il tragitto si tennero per mano. Fenula non aveva il coraggio di staccarsi da lui, perché temeva che fosse nient'altro che un sogno. Un bel sogno. Voleva sentire il calore di lui accanto.
Quando raggiunsero la Casa, si bloccò di scatto. Là dentro sarebbe stato diverso. Non avrebbero potuto percorrere i corridoi stretti l'uno all'altra. E questo le faceva male.
Demar le scostò dal viso un ricciolo ribelle.«Cosa c'è?».
Fenula si morse il labbro.«Quando metteremo piede nella Casa tutto tornerà come prima. Io sarò di nuovo la Guardia degli Incantesimi e tu un assassino semplice».
Gli afferrò le mani con foga fissandolo con disperazione.«Io non voglio che accada. Non ora che ho scoperto questo sentimento».
Demar la strinse a sé.«Non accadrà mai. Non mi perderai. Troveremo un modo».
Già, ma quale?
 
Quando raggiunsero il portone, Fenula era ritornata in sé. Assunse la faccia più indifferente che sapesse fare.
«Ben arrivati»li beffeggiò Jalo.
Demar gli scoccò un'occhiata assassina, mentre Fenula tirò dritto.
Raggiunsero in pochi minuti la Sala delle Piscine. Ma non avevano nessun sangue da versare. Dopo l'attacco, non avevano avuto nessuna possibilità di compiere il rito sui cadaveri delle loro vittime. Poco male. Le piscine erano stracolme, per cui nessuno ci avrebbe fatto caso.
Fenula lo accompagnò il ragazzo al suo alloggio, naturalmente senza destar sospetti.
«Ci si vede»la salutò Demar.
Non poteva lasciarla andare così. La prese per un braccio, e la trascinò dentro la sua stanza. Chiuse la porta. E la baciò. Fu diverso dalla prima volta. Fenula si godette ogni secondo, con la mente finalmente libera e pacificata. Si abbandonò a quella sensazione tenera e avvolgente, desiderando che non finisse mai.
«Devo andare»disse lei di malavoglia.
Le lasciò la mano.«Va bene. A domani».
Fenula gli sorrise. Sapeva che ci sarebbe stato.
 
La vita tornò quasi alla normalità. Riprese gli studi di magia con Yeshol, l'allenamento fisico con Sherva. La novità era Demar.
In presenza degli altri Assassini lo ignorava o lo trattava come se non fosse successo nulla tra loro.
Ma quando erano soli si lasciavano andare ai loro sentimenti.
L'angoscia tornava al pensiero di Sarnek, e del suo tragico amore con la sacerdotessa, accaduta l'anno prima.
"Il mio caso è diverso"si ripeteva inutilmente, per scacciare la verità.
Era vero. Non aveva ancora l'età giusta per dimostrare la sua sterilità. E poi il sesso era ammesso nella Casa solo e unicamente per generare nuova progenie che portasse avanti il culto. Quella disgrazia era accaduta perché lei non poteva più avere figli.
Forse doveva troncare la relazione appena nata. Ma il suo cuore protestava. L'amore per Demar era diventato una droga.


Angolo autrice:Ciao a tutti :) Diciamo che questo capitolo è in parte...non so ...insolito, come insolita è la richiesta di Fenula a Demar:)
Ringrazio tutti i lettori che seguono la storia, in particolar modo RayaFee e Khalla98 che la recensiscono:)
Non so quando arriverà il prossimo, quando il ritmo dell'università mi darà un po' di tregua, anche momentanea;)
Alla prossima,
Drachen.

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Capitolo 8
*** 7-la vita è proprio come te l'aspetti? ***


7-La vita è proprio come te l'aspetti?

Resuscitare i morti è facile.
L'amore, invece, è terribilmente complicato.

Anita Blake, cacciatrice di vampiri
(Citazione tratta dal libro Micah, Laurell K. Hamilton)
 
Si incontravano di notte, nella stanza di Demar.
Fenula, essendo Guardia, aveva molta più libertà di spostamento.
E in quei momenti si lasciavano completamente andare.
Dopo l'amore Demar la erudiva, mantenendo la promessa che le aveva fatto. Ora c'era l'inversione dei ruoli. Ora era lui il Maestro.
Ogni sera se ne uscivano con gli argomenti più disparati.
Una sera era toccato all'amore.
«L'amore, sai cos'è. Non è vero?»
«Certo»ribatté Fenula piccata.
"Ah,meno male"pensò Demar. Pochi secondi dopo si dovette ricredere.
«Il sesso. È lo strumento per portare avanti la generazione di Vittoriosi».
Demar scoppiò a ridere.«Non è solo questo».
«Allora cos'è?»
«La forza più forte di tutte che non teme niente,che accumuna tutti gli esseri viventi. Il solo sentimento che non si può sconfiggere».
«Yeshol dice che è la fede»osservò Fenula dubbiosa.
«Bé sai, in quanto capo di una setta religiosa deve pensarla così. Altrimenti il culto crollerebbe». «E tu quale pensi che sia il più forte?»le chiese, prendendole la mano.
Lei appoggiò la testa sul suo petto.«Se l'amore è forte come il sentimento che provo nei tuoi confronti, sicuramente l'amore».
 
Demar era proprio intenzionato fino in fondo a mantenere la parola data. Una sera se ne uscì con un'idea, che rimase sensata per circa mezzo secondo.
«Vedrai, ti piacerà».
Fenula aveva annuito, poco convinta.
L'attesa non fu lunga. Ad entrambi fu affidata una missione nella stessa città, Narbet la capitale della Terra della Notte.
Sistemati in due comode stanze di una piccola locanda di periferia, dopo aver portato a compimento in modo diligente le missioni, Demar si presentò nella sua stanza con degli abiti semplici da popolani, in modo da passare inosservati.
Quando Demar ripose i loro mantelli piegati nel piccolo armadio addossato alla parete, Fenula strabuzzò gli occhi stupita.
«Cosa? Giriamo senza mantelli? E se ci scoprissero?»
«Non riusciranno. Scusa, come pensi che faranno a collegare due come noi a degli adepti della Gilda?»
«Non mi riferisco alla gente comune. Pensavo alle nostre spie».
Demar ridacchiò.«Qui? In questo posto dimenticato da Thenaar? Non manderanno nessuno. Ci siamo noi qui a controllare, mentre portiamo avanti la missione. Non Credi?»
Quando aveva a che fare con Demar, Fenula non riusciva a ragionare. Si fidava ciecamente di lui.
Fu per questo che annuì, e cercò di assumere un cipiglio sicuro.
Narbet, pur essendo una capitale, non poteva essere paragonata a Salazar sempre caotica e attiva. Le strade principali erano occupate dalle bancarelle dalle merci più disparate. Una che vendeva stoffe dai colori sgargianti, una che vendeva spezie dal loro profumo esotico. Tutto per Fenula era nuovo. Aveva gli occhi che brillavano. Un musicista di strada la incantò con la sua voce melodiosa e tonante.
Ovunque passassero però, notava che la gente al solo nominare la parola Gilda sbiancava di paura.
Demar si fermò a prenderle qualche dolce tipico di quella terra, Fenula non poté fare a meno di sentire un gruppo di donne di mezza età parlottare a pochi passi da lei.
«Si dice che abbiano riti di sangue».
«La povera Gadara ha perso la vita per mano di quelle…bestie». Una donna tirò su col naso.
«Se non fosse per mio marito che è legato a questa terra, me ne andrei subito. Non riesco più a vivere al pensiero che il loro tempio si trova a pochi passi da qui».
Una donna arrivò trafelata.«Avete sentito? I conti Jabal e Farim sono morti questa notte».
«Oddio, la Gilda. è stata la Gilda!»
Demar arrivò in quel momento.«Ecco qua. Ti ho preso un po' di biscotti e…»
«Andiamo via».
Demar rimase sorpreso da questo attacco della ragazza, ma annuì.
«è quasi ora di pranzo. Ho notato una locanda carina. Possiamo fermarci lì. Dopo ti farò visitare il quartiere nobile».Verso metà pomeriggio, dopo aver pranzato in una deliziosa locanda, Demar la portò a visitare il quartiere della nobiltà, dove risiedevano anche i tempi degli dei minori.
Una voce all'altezza del tempio di Raxa, dio protettore dei commerci e dei ladri, la trattenne. Notò una trentina di persone radunate intorno a un vecchio.
«è la verità, vi dico!Nerla prende ordini daDohor! E non è tutto. è in combutta con gli adepti della Gilda degli Assassini. Se non faremo qualcosa, finiremo in mano a quei folli!»
Fenula non poteva credere alle sue orecchie. Uno dei loro segreti rischiava di essere svelato. La loro alleanza con Dohor. L'istinto le diceva di correre da quell'uomo e piantargli il pugnale nel cuore. Ma quando notò che la gente non credeva molto alle sue parole, si rilassò leggermente.
Ma ciò che le faceva più male, era che loro assassini venivano considerati nient'altro che bestie senza cuore, che spargevano sangue ovunque andassero.
Bé, in verità non avevano poi così torto dato che erano i responsabili di morti clamorose, come quello del Consigliere Faranta della Terra della Notte per mano di Rekla. Ma non per questo non erano capaci di amare.
Demar notò il suo turbamento.«Vieni. Andiamo via».La prese dolcemente per le spalle, e la guidò alla locanda, dove avevano lasciato i loro abiti.
«Siamo dei mostri?»domandò all'improvviso Fenula.
«No. Ma cosa vai a pensare?»
«Ovunque guardi, noto la paura affiorare nei volti delle persone al solo sentirci nominare».
«Non devi ascoltare ciò che dicono. Loro non sanno qual è il nostro fine ultimo. Non riescono a immaginare che noi potremo rendere il mondo un posto migliore. Basta alle guerre, il Mondo Emerso sarà guidato da Yeshol e da noi Vittoriosi. Questo mi hai insegnato».
La fissò intensamente negli occhi.«Perché tu ci crediancora in questo fine, non è vero?»
«Si, ci credo. Ma non è questo il punto. Vorrei che non ci odiassero in automatico, tutto qui».
«Sai che non è possibile eliminare ciò che è radicato nell'uomo fin dagli inizi dei tempi. Non puoi scacciare l'odio». Poi aggiunse:«E poi scusa non odieresti qualcuno che ti reputa un selvaggio incivilizzato sempre a far guerre e a massacrarsi l'uno con l'altro? Noi li consideriamo esseri indegni di vivere, mentre loro ci reputano come scarnatori spietati. è così che è sempre stato, ed è così che continuerà ad essere».
Fenula non trovò nessuna risposta per replicare.
A quel punto, Demar le prese la mano e iniziò a seguire l'intrico dei vasi sanguigni in rialzo.«Loro non riusciranno mai a comprenderci. Come non riusciranno a capire l'amore che provo per te».
Fenula lo baciò, senza troppi preamboli. Per questo era innamorata di lui. Per lei Demar era un faro che non si spegneva mai. Ovunque si perdesse dai dubbi alle indecisioni, sapeva che all'orizzonte ci sarebbe stato sempre lui.
 
Quando tornarono alla Casa (con qualche ora tra uno e l'altro per non destare sospetti), Fenula andò dritta da Yeshol per metterlo a conoscenza su Dunat, il sacerdote del tempio di Raxa.
Yeshol si massaggiò pensosamente il mento.«Ciò che dici potrebbe rivelarsi pericoloso per noi e il Nostro alleato. Manderò qualcuno a spiarlo per mantenermi aggiornato sul fatto. Se diventerà un ostacolo lo elimineremo».
Dopo il fallimentare giro per Narbet, decisero di continuare a frequentarsi nella Casa, anche se questo poteva essere rischioso.

Angolo autrice:eccomi qua:) Questo capitolo è un po' di transizione. Nel prossimo, dato che non accade nulla di particolare tra i due, passerò a quasi...promettete di non fucilarmi se ve lo dico?A...ehm...sei anni dopo.
Ringrazio voi lettori, e in particolare RayaFee e Khalla98:)
Alla prossima:)
Drachen
 

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Capitolo 9
*** 8-il meglio di sé ***


8-Il meglio di sé

Breathe in deep, and cleanse away our sins
And we'll pray that there's no God
To punish us and make a fuss…
(Fury, Muse)
Non uno, non due, ma ben sei anni dopo(e che salto temporale)  :)
 
Negli ultimi tempi Yeshol le aveva affidato il compito di scovare l'ultimo tassello del Ritorno di Aster.
Per cui ogni sera, mentre Demar leggeva libri come La Gerarchia o L'elenco dei Martiri, in cui spiccava il celebre Rodhan, l'emissario di Aster nel Mondo Sommerso, ucciso da Sennar il marito della Meretrice, Fenula libri di Magia Proibita, come Il Libro dei Saggi Oscuri, o La Perversione delle Anime.
Il ragazzo, di tanto in tanto, si fermava a contemplarla.
Una volta fu beccato da Fenula, che alzò gli occhi dal libro.
«Che hai?»chiese confusa.
«Sei…sei bellissima».
Fenula non seppe che replicare pur avendo miriadi di pensieri per la testa.
Arrossì, e tornò alla lettura.
A circa metà libro trovò un sigillo interessante.
«Demar. Guarda». Indicò un simbolo a metà pagina. Erano due pentacoli sovrapposti uno rosso e uno nero, al centro due serpenti attorcigliati degli stessi colori.
"Il sigillo risveglia la parte più oscura e selvaggia della sua vittima, rafforzandosi lentamente, fino ad avere il controllo totale portando la vittima alla completa follia"lesse.
«La morte che non riserverei neanche al peggiore dei miei nemici»dichiarò Demar, facendo una smorfia di disgusto.
Già, ma questo poteva tornare utile a Yeshol, in qualche modo.
Si presentò nello studio segreto della Suprema Guardia con il libro sottobraccio.
Lo trovò, seduto davanti alla pesante scrivania d'ebano, chino su un grosso volume di Magia Proibita. Non appena sentì la porta scricchiolare alzò gli occhi.
«Fenula. Hai trovato qualcosa di utile per la ricerca?»
«Ho trovato questo»disse aprendo il libro, e mostrandogli il simbolo.
Le labbra di Yeshol si incresparono in uno strano sorriso di trionfo.
«Perfetto. Assolutamente perfetto. Fenula hai trovato ciò che mi serviva per arruolare la Ladra tra le nostre file».
Fenula ne aveva sentito parlare. Yeshol si riferiva a Dubhe, allieva di Sarnek che, dopo la morte di quest'ultimo, non aveva fatto altro che spostarsi di continuo per nascondersi da loro. Era considerata la ladra più abile del Mondo Emerso, rapida e silenziosa come un'ombra. Anche lei, se fosse stata nei panni di Yeshol, avrebbe fatto di tutto per averla nelle sue file.
«Non capisco cosa possa centrare la ragazza con il sigillo. E comunque non sarà facile da trovare. I nostri hanno perso le sue tracce a Lamar»obbiettò Fenula, per nulla convinta dall'entusiasmo di Yeshol.
«Non capisci? Noi le inoculeremo il sigillo. Rekla preparerà una mistura in grado di tenere a bada la creatura che risveglieremo, fino all'avvento di Thenaar. Poi la uccideremo».
Prese fiato.«A te Fenula il compito di scovarla e rivelarci la sua posizione. Non deludermi».
 
Decise di stabilirsi a Makrat. Sapeva dai suoi compagni che dopo la morte di Sarnek non aveva messo più piede in quella terra. Era ovvio che prima o poi ci sarebbe tornata.
Dopo mesi e mesi di appostamento la sua attesa fu risparmiata. In mano stringeva una pergamena su cui Rauf, l'ultimo ad averla avvistata a Lamar(Terra del Mare), aveva schizzato un ritratto approssimativo della ragazza. Stava percorrendo la via principale della città, quando scorse una figura dal passo silenzioso e rapido. L'istinto le suggerì di seguirla nella locanda in cui era entrata. Si sedette a pochi passi dal suo tavolo. Quando la ragazza si voltò verso la cameriera poté guardarla in viso. Era come se l'aspettava. Una ragazzina più piccola di lei, ma dal viso segnato dal dolore che poco si addiceva alla sua tenera età.
Si morse il labbro sotto il cappuccio. Aveva studiato affondo il sigillo. Sapeva che atroce morte l'attendeva. Certo, il suo appoggio li avrebbe avvicinati alla vittoria. Ma lei, Fenula, avrebbe avuto il coraggio al momento più opportuno a condannarla a morte?
La seguì, senza farsi notare. Vide che la ragazza aveva il suo rifugio in una piccola grotta. Ora aveva l'informazione che voleva.
Ma ancora non era del tutto sicura. Alla fine decise. Se avessero vinto lei e Demar avrebbero avuto un futuro da vivere insieme. Fu per questo che bussò alla porta di Yeshol.
«Allora?»domandò con voce eccitata la Suprema Guardia.
Fenula esitò, ma solo un istante appena.«Si trova a Makrat».
«Bene. Molto, molto bene».
Iniziò a camminare avanti e indietro per lo studio.
«Ora descrivimi la natura del sigillo».
Fenula prese fiato.«Come si manifesta è facile da immaginare. Quando la natura del sigillo emerge induce la vittima a uccidere e massacrare senza distinzione. Nei primi tempi, con la mistura che ho chiesto a Rekla di preparare, sarà facile tenerla a bada. Ma, mano a mano che passa il tempo, il sigillo si rafforza sempre di più finché non si assiste alla completa fusione tra la Bestia e la vittima».
«Il modo più semplice per inocularla?»
«Con un ago su cui imprimerò il sigillo. Ma perché questo si attivi bisogna creare un contro sigillo che possa infrangerlo».
«Spiegati meglio».
Prima che proferisse parola le venne un lampo di genio. Di certo Yeshol avrebbe approvato.
«Se noi imprimessimo il sigillo sui documenti che affermano la nostra alleanza con Dohor, Dubhe sarebbe costretta a ucciderlo per salvarsi la vita. Prenderemmo due piccioni per una fava. Elimineremo Dohor e Dubhe in una sola volta. Naturalmente faremo in modo che accada al momento giusto. Ma perché questo accada bisogna attivare il sigillo. Io imprimerò il marchio sui documenti e Dubhe dovrà avere un "contatto", diciamo così, con loro».
Yeshol batté il palmo della mano sul tavolo.«Mi hai convinto Fenula. Agiremo come proponi».
Dopo che la giovane Guadia si ritirò nel laboratorio insieme a Rekla,Yeshol convocò Rauf.
Negli ultimi anni aveva messo su un po' di muscoli, facendolo sembrare meno innocuo di qualche anno prima.
«Ordinate, e agirò, Sua Eccellenza»salutò la Suprema Guardia, con tono deferente.
«Dopo pranzo ti sarà consegnato un ago. Maneggialo con cautela, e non toccarne in alcun modo la punta. Dovrai colpire Dubhe, l'allieva del traditore. Si trova poco distante da Makrat, vicino la Fonte Oscura. Va. Trovala. E colpisci».
Rauf incrociò i pugni al petto.«Sarà fatto».
Qualche ora dopo trovò Fenula e Rekla che l'attendevano.
Rekla, senza una parola, gli porse l'ago.
Rauf lo maneggiò con timore prima di infilarlo nella sacchetta che portava.
Mentre Rekla girò i tacchi e se ne andò, Fenula rimase.
«Sai cosa devi fare».
Il tempo aveva reso ancora più bella Fenula. La ragazzina minuta che non si lasciava mettere i piedi in testa, aveva lasciato posto a una donna dall'aspetto paragonabile a una dea.
Perché così Rauf l'aveva sempre vista, una dea dalla bellezza idilliaca. Forse ne era innamorato, ma non l'avrebbe rivelato neanche sotto tortura. Per fortuna il distacco di lei, fece si che non provò mai a sedurla.
Si limitò a farle il saluto degli assassini.«Si, Mia Guardia».
Fenula di risposta si limitò a un cenno del capo.
Rauf imboccò il corridoio, quando la voce di Fenula lo bloccò.
«Rauf».
Il ragazzo si girò, sorpreso. Non aveva MAI nominato il suo nome.
«Buona fortuna».
Qualcosa nel cuore di Rauf si sciolse. Nella sua voce, di solito fredda, aveva notato una sorta di preoccupazione.
Le sorrise.«Non credo che tornerò vivo da questa missione. Ma grazie».
Fenula guardò il suo amico, perché non poteva negare di considerarlo tale, sparire nell'ombra e non comparire più.

Angolo autrice:ecco un nuovo capitolo appena sfornato:)
Ringrazio RayaFee e Khalla98 che recensiscono la storia.
E ringrazio anche chi solo la segue, pregando che prima o poi lascino una recensioncina piccola, piccola:)
Alla prossima,
Drachen:)

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Capitolo 10
*** 9-l'allieva del traditore ***


9-L'allieva del traditore

«La nuova è arrivata. è nella Cella di Purificazione». La voce di Jalo echeggiò nella palestra.
«è messa peggio di Demar»aggiunse sghignazzando.
Demar ingoiò amaro. Sentì Fenula al suo fianco trattenere il fiato.
Con gli anni le prese in giro non erano scemate. Bé, almeno ora i suoi compagni avevano un altro obiettivo su cui concentrarsi.
«Potremo farle incontrare Demar. Chissà, così faranno una bella coppia di Perdenti».
Come non detto.
A perdere la pazienza non fu Demar, ma Fenula.
Come osava quell'insulso verme, a parlare così del Suo ragazzo.
«Adesso basta Jalo. Mi hai proprio seccato. Maela*!»
Jalo cercò di ribattere con una frecciatina poco lusinghiera, ma dalla sua bocca non uscì neanche un suono. Provò di nuovo, con lo stesso risultato. Fissò con occhi di fiamma quella vipera che gliel'aveva fatta un'altra volta, come qualche anno prima. Ah, ma l'avrebbe pagata, e anche cara.
Quella notte, quando Fenula varcò silenziosamente la porta e la richiuse dietro di sé, Demarla bloccò al muro, e la baciò con passione.
«Perché hai fatto ciò che hai fatto in palestra Amore?»
Era una delle ultime novità il nomignolo Amore con cui la chiamava ogni volta che erano soli.
«Volevo che la smettesse di dire quella cattiverie su di te. Non le meriti».
Anche lei rispose con foga al bacio.
«So che l'hai fatto per me. Però non credi che sia il momento che impari a cavarmela da solo?»
«No»rispose Fenula, come in estasi.
«Come no? Non sono mica tuo figlio».
Lei lo prese per il bavero e lo trascinò verso il letto.
«Non vorrai mica…». Oh, oh. Aveva perso la testa.
Lei lo fece stendere sul letto. Appoggiò la testa sul petto caldo di lui.«No, non sono impazzita fino a quel punto»disse, come intuendo i pensieri di Demar. Avvicinò il suo viso a quello del ragazzo.«Tu sei mio, e io non voglio che uno come Jalo ti parli a quel modo».
Lui la prese per le spalle e la ribaciò.
«Ma devi affrontare la realtà. Se in un caso o nell'altro tu non ci fossi, che farei?»
«Questo non accadrà mai. Ti amo».
L'abbracciò.
Demar le accarezzò la schiena.«Anch'io».
Dopo un bel po' di coccole, Fenula si sdraiò accanto a lui. Lo fissò di sottecchi.«Che ne pensi della ragazza nuova?»
Demar fece un sorriso malizioso.«Dicono che sia tanto carina»disse allungando le parole. Per provocarla aggiunse:«E poi, ti ho mai detto che avevo un debole per le brune?»
Fenula gli lanciò un'occhiata agghiacciante.
«Questo finché non ho incontrato una ramata super gelosa»disse baciandola.
Fenula mise su il broncio.«Gelosa? Io? Di quella lì? Ma l'hai mai vista? »
Demar scoppiò a ridere, imitato subito dopo dalla ragazza.
 
Quando notò Dubhe, qualche giorno dopo alla sua iniziazione non poté non pensare a quello che aveva fatto a Rauf. Più la guardava, più capiva che era stato un errore portarla lì con l'inganno.
Si sarebbe rivoltata contro di loro, ne era assolutamente certa.
Ne aveva parlato la sera prima con Rekla.
La Guardia aveva scosso la testa, visibilmente divertita. Solo in sua presenza si lasciava andare.
«Non credo. Solo io conosco la cura che la separa dalla follia. Sa che morte l'aspetta se non ubbidirà. Per cui, non preoccuparti Fenula. Abbiamo tutto sotto controllo»aveva detto.
Fenula aveva annuito poco convinta.
Un urlo disumano interruppe i suoi pensieri. Era Dubhe con i piedi immersi nella piscina, completamente dominata dalla Bestia.
Fenula provò una paura indescrivibile.
Cosa aveva fatto? Come aveva potuto portare lì nella Casa un mostro così assetato di sangue?
Per un attimo fu tentata a rompere il sigillo, ma si bloccò quando Yeshol si chinò per farle bere la pozione di Rekla. Forse la sua ex Maestra aveva ragione. Non c'era da preoccuparsi.
Ma il suo istinto non sbagliava mai. Sarebbe accaduto qualcosa, ne era certa.
Lasciò la Sala delle Piscine in fretta. Era così terribilmente assalita dai dubbi, che non si accorse di aver urtato qualcuno. Era Rekla.
«Fenula, che hai?». Avrà sicuramente notato la sua espressione.
«è per il discorso di ieri sera. Non sono sicura su Dubhe. Non mi convince per niente».
«Ti preoccupi per me?»
Fenula annuì.«Voi siete stata la mia Maestra per tanti anni, la mia guida. è normale che provi…nonso…una sorta di amicizia che ci lega, vero?»
Il viso di Rekla era una maschera impassibile.
"Ora penserà che sia impazzita"pensò con orrore Fenula.
Ma contro ogni aspettativa, Rekla le sorrise, un sorriso schietto e sincero.
«E sia. Consideriamo il nostro rapporto una sorta di…come l'hai chiamata? Ah si, amicizia. Ma che rimanga tra noi».
Fenula sorrise.«Va bene».
Lei era l'unica, a parte Yeshol, a conoscere il passato oscuro di Rekla. Quando aveva sentito la sua storia, aveva ascoltato senza fiatare. E questo gliel'aveva resa più simpatica.Rekla da canto suo, rivedeva in Fenula se stessa come era stata tanti anni prima.
Quando la vide scomparire nel corridoio, Rekla sospirò.
Dalle loro spie aveva scoperto il passato di Fenula. Più di una volta era stata tentata a rivelarle chi fosse in realtà. Ma se avrebbe scoperto la verità, li avrebbe odiati?
Non l'avrebbe neppure ammesso sotto tortura che teneva a quella ragazza.
Per cui lasciò perdere, e si diresse all'infermeria, dove era stata condotta una Dubhe esamine.
Quando la ragazza aprì gli occhi, Rekla notò la strana luce che l'attraversava.
"E se lei fosse la nostra rovina?"erano state le parole di Fenula. E se avesse avuto ragione? Se lei fosse stata veramente la causa della loro rovina?
Scacciò via questi pensieri.
«Ben svegliata».
 
* Traduzione:silenzio, taci.
 
Angolo autrice:eccomi con il capitolo 9:)
Nel prossimo ci sarà una ripresa del prologo. Perchè? Per svelare il passato di Fenula quasi completamente, per cui ci sarà questa piccola parentesi nel corso originale della storia:)
Ringrazio come sempre RayaFee e Khalla98 per le loro recensioni, e i lettori anonimi che seguono(e che spero continueranno a seguire) questa storia:)
Auf Wiedersehen:),
Drachen

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Capitolo 11
*** 10-chi sono? ***


10-Chi sono?

Sei davvero chi cerchi di essere?
(Foever, Maggie Stiefvater)
La vita nella Casa continuava tranquilla.
Quella settimana però, Rekla aveva avuto problemi con Dubhe che si era dimostrata ribelle sotto tutti i punti di vista. Fu Fenula a consigliarle di non darle la pozione per almeno un giorno.
«Dovrà imparare prima a poi chi comanda qui, non trovi?»
Quando l'aveva sentita urlare di dolore, il suo cuore non si era mosso di pietà. Era giusto che accadesse. Era giusto che soffrisse. Si sentiva meschina, ma non poteva farci niente.
Quel pomeriggio andò ad allenarsi con Sherva.
Però non riusciva a sgombrare la mente. Le era tornato un pensiero che si era posta qualche anno prima. Chi fossero i suoi genitori.
Fu per questo che Sherva la disarmò subito.
«Fenula che hai? Non sei concentrata».
Fenula rimase titubante. Ma alla fine si arrese. Al diavolo. Era Sherva. La conosceva da quando era bambina.«Ricordate qualche anno fa? Vi avevo chiesto chi fossero i miei genitori. Ora voglio sapere».
Sherva rimase spiazzato.«Per oggi abbiamo finito»disse cambiando argomento.
«Sherva!»
L'uomo si girò.
«Perché non vuoi dirmi la verità? Perché?»
« A volte è meglio non saperla».
Se ne andò, lasciando Fenula confusa.
Sherva incrociò Rekla nel corridoio su cui davano le camere della Guardie.
Non aveva voglia di discutere con lei, ma la donna era abbastanza sveglia da capire che c'era qualcosa che non andava.
«è successo qualcosa, non è vero Sherva?»
I suoi occhi ricordavano molto quelli di Fenula, freddi e glaciali. Se ne sentì perforato.
«Oggi Fenula ha fatto di nuovo domande sui suoi genitori. So che la Suprema Guardia ci ha proibito di farne parola, ma non so quanto tempo riuscirò ancora a trattenermi. Vedi che brama di sapere la verità su si sé e il suo passato»
«Ne parlerò con Sua Eccellenza. Cercherò di fargli cambiare idea».
 
«è giusto che sappia la verità». Rekla era irremovibile.
Yeshol scosse la testa.«Non voglio rischiare di perdere un elemento importante come Fenula solo per un uomo morto quasi vent'anni fa».
«Ricordate qualche anno fa? Ha fatto domande a Sherva e a Voi. Ora è da poco che ha incominciato. E poi sono sicura che non ci si rivolterà contro. Ci considera la sua famiglia ormai».
«E sia. Ma sarete voi a farlo».
Trovò Fenula in biblioteca che consultava un tomo sostanzioso di Magia Proibita. Il Libro Nero. «Fenula».
La ragazza alzò la testa.«Rekla, cosa…»
«Sono qui per dirti la verità sul tuo passato» disse senza troppi preamboli.
Fenula non credette alle proprie orecchie. Davvero i suoi dubbi sulla sua identità sarebbero stati dissipati.
«è giusto che tu sappia».
Rekla prese un grosso respiro.
«Eri la figlia dell'ex re della Terra della Notte, Rewar».
Bianco. Fenula rimase inchiodata al suo posto, senza provare nulla.
«Quasi ventidue anni fa Rewar scoprì la nostra alleanza con Dohor, che attaccò immediatamente il palazzo. Venne salvato all'ultimo minuto dall'esercito delle Terre Libere, e condotto al sicuro a Salazar. Ma non è bastato. L'abbiamo stanato, e ucciso. A guidare l'operazione fu Sherva che ti condusse qui alla Casa, in quanto Bambina della Morte. All'epoca non avevi che pochi mesi. Tua madre era morta di parto, tuo padre…non so se ti volesse bene, o ti considerasse responsabile della morte della moglie».
Le si avvicinò. Nei suoi occhi Fenula scorse una nota di comprensione.«Ti abbiamo cresciuta come una madre fa con il figlio. Ora siamo noi la tua famiglia». Si morse il labbro.«Personalmente ho scoperto la verità poco tempo fa. Non ho mai avuto il coraggio di rivelartelo, e ti chiedo perdono per questo. Avevo paura che tu ci odiassi per questo».
La reazione di Fenula la colse alla sprovvista.
La ragazza le buttò le braccia al collo, piangendo ininterrottamente.
Rekla rimase spiazzata. Non sapeva come comportarsi in casi come quello. Non aveva mai dovuto consolare nessuno nei suoi anni di solitudine.
Per cui lasciò solamente che Fenula si sfogasse.
Quando la ragazza si staccò aveva gli occhi rossi, ma stava decisamente recuperando il controllo di sé. Nei suoi occhi Rekla vi lesse tutto lo smarrimento di quel mondo.
Le mise una mano sulla spalla.
«Capisco che sia dura per te fare i conti con questa nuova realtà, ma devi continuare a perseguire i tuoi obiettivi. So che ce la farai, perché hai una tempra forte».
Si allontanò di qualche passo.
«Fatti coraggio». E sparì nel buio.
Fenula non ci pensò due volte. Andò a cercare Demar. Lo trovò nella sua stanza che stava leggendo.
Alzò gli occhi non appena sentì la porta chiudersi.
«Fenula, cos'è successo?»domandò preoccupato. Non aveva una buona cera.
Fenula gli raccontò tutto d'un fiato.
Quando finì, fu come se si fosse liberata di un peso.
Demar notò subito l'umore della ragazza.«Sapevo che avevi qualcosa di principesco»disse per tirarle su di morale.
Fenula si asciugò una lacrima che si stava facendo strada giù per la guancia.
«Sono contenta di averlo scoperto, ma ora le mie convinzioni sono vacillate. Mio padre mi voleva bene, o mi considerava maledetta?»
Si rannicchiò a terra.«Non so cosa fare, né cosa pensare».
Demar provò un'infinita tenerezza. Si accovacciò alla sua altezza, e l'abbracciò forte.
«Qualsiasi cosa accada in qualsiasi insicurezza finirai, ricorda che io ci sarò sempre».
Fenula sorrise.«Lo so». Rimasero abbracciati per un tempo che sembrava un'infinità.
La ragazza si staccò per prima.
Demar la guardò perplesso.
«E ora che farai?»
Fenula lo guardò, perplessa.«Che intendi dire?»
«Abbandonerai la Gilda? Insomma sono gli artefici della morte di tuo padre».
«Non lo so. E ora scusami devo fare…una cosa».
Demar la bloccò prima che varcasse l'uscio.«Qualsiasi sia la tua scelta io ci sarò sempre. Ricorda, tu sei chi scegli e cerchi di essere».
Fenula gli sorrise. «Che poetico».
Lui, di tutta risposta le fece l'occhiolino.«Quando vuoi».
Ma prima di decidere se rimanere o meno, aveva bisogno di risposte. E sapeva da chi averle.


Angolo autrice:ciao a tutti. Avete visto, non ho messo molto a scrivere questo capitolo. Finalmente Fenula ha scoperto il suo passato, a a che prezzo?
Ringrazio RayaFee e Khalla98 e tutti voi lettori che leggete(a cui raccomando di lasciare, se volete una recensione):)
Alla prossima,
Drachen:)

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Capitolo 12
*** 11-atroce verità ***


11-Atroce verità

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Arrivò a Makrat in meno di tre giorni dormendo poche ore la notte, e marciando per il resto del tempo.
Si fermò davanti a una casa in rovina.
Sapeva chi abitava in quella casa. Toph era stato chiaro nel darle informazioni nei minimi particolari. Erano nascosti là i documenti su cui aveva impresso il contro sigillo di Dubhe.
Giocò facilmente le guardie usando i suoi trucchi magici.
Dentro era a dir poco trasandato. I cimeli erano ricoperti da uno spesso strato di polvere, le tappezzerie erano sgualcite e ai lampadari erano appesi fili di ragnatele.
Raggiunse il piano superiore su cui si aprivano quattro porte.
Messe fuori gioco le guardie, le guadò una a una. In quale stanza si trovava Thevorn?
Aprì una porta a caso. La fortuna fu dalla sua.
Thevorn dormiva un sonno leggero e inquieto. E non poteva dargli torto.
Dagli annali aveva scoperto la sua amicizia con suo padre, che era rimasta segreta fino a quel momento. Lui era riuscito a smentire tutto. Per questo era rimasto vivo. Fino a quel punto.
Gli premette la mano sulla bocca e sguainò il pugnale.
Lo stridio svegliò il vecchio, che provò a cacciare un urlo. Ne uscì solo un lamento soffocato.
«Buonasera Thevorn»sussurrò calma Fenula.
L'uomo provò a dimenarsi nel tentativo di liberarsi, senza successo.
«Stia calmo. Sono qui per farle della domande».
Gli tolse la mano dalla bocca per permettergli di parlare.
«Non dirò niente a un'assassina come te»sibilò.
Stava per chiamare le guardie, la voce lapidaria di Fenula lo bloccò.
«Non riuscirete a chiamarle. Il mio pugnale sarà più veloce. Si ricordi. La vostra vita dipende dal vostro buon senso».
In cuor suo sapeva che la ragazza non scherzava.«Che cosa vuoi?»
«Voi eravate amico di mio padre, Re Rewar»
A sentire quel nome la mente sprofondò nei ricordi.
Si, rammentava Rewar salito sul trono a neanche sedici anni. Era stato suo precettore, prima di spostarsi alla corte di Dohor e aiutarlo nella sua ascesa. Era venuto a conoscenza della sua morte, quasi venti anni fa. Fu per quello che si rinchiuse nella sua vita privata.
Sapeva che Rewar aveva avuto una figlia.
In segreto l'aveva andato a trovare in memoria del loro rapporto a Salazar, poco prima dell'attacco dove aveva contrato la morte.
«Cosa volete sapere?»
Vide sul viso della ragazza un dubbio. Non sapeva come formulare la domanda. Ma in questo caso ce n'era una che contava.
«Volevate chiedermi se vostro padre vi amava, non è così?»
Colse un lampo di stupore. Aveva visto giusto.
«Non vi voleva bene. Vi considerava responsabile della morte della moglie, una donna che aveva amato più della sua stessa vita. Vi temeva per le voci che circolavano sui bambini che nascevano facendo morire la propria madre. Vi teneva con voi in quanto unica erede al trono»dichiarò malignamente.
Fenula rimase inchiodata al suo posto. Non poteva essere possibile.
«Secondo il mio parere accolse la morte come una liberazione, per liberarsi di te».
«Non è vero!»esplose.«Nessun padre può odiare un figlio, quando non aveva nessuna colpa!»
«Invece si. Voi non dovevate nascere. Ora voi fate parte di quel branco di bestie, proprio quello che temeva vostro padre»
«Sta zitto»mormorò con ira trattenuta.
«Se non avesse fatto troppo scalpore vi avrebbe ucciso subito».
«Ora basta!»
Brandì il pugnale e lo colpì alla gola. Thevorn non emise un lamento. Le lenzuola si tinsero di sangue.
Non poteva credere a quelle parole spietate. La verità era un'altra, ne era sicura.
Ebbe un'idea. Perché non ci aveva pensato prima? Si sarebbe risparmiata fatica e ira inutile.
Si chiuse nella stanza che aveva affittato.
Si sedette a gambe incrociate a terra, e mormorò la formula.
Il passato si aprì come un corridoio su cui davano un'infinità di porte. L'istinto la portò verso una di legno finemente intagliato.
E seppe infine la verità.
 
Un vaso fracassato a terra.
ReRewar era in piedi in mezzo alla stanza, rosso d'ira.
«Mio signore, calmatevi».
A parlare era stata una donna anziana con i capelli bianchi stretti in un morbido chignon.
Rewar la guardò infuriato.
«Calmarmi?! Come posso calmarmi con mia moglie morta per dare alla luce quel piccolo demonio!»
«Quel piccolo demonio come lo chiamate voi era ciò a cui più teneva vostra moglie. Il suo tesoro più prezioso».
Il pianto di un bambino interruppe il discorso.«Devo andare. Ha fame».
L'uomo si sedette sulla sponda del letto, piangendo come un bambino la sua perdita.
L'odio per sua figlia non sminuì, anzi sublimò radicandosi nel suo cuore. Fosse stato per lui sarebbe morta all'istante, ma in fondo aveva ragione la sua nutrice. Era l'unica eredità della moglie rimasta su quella terra.
Quando gli assassini inruppero nella sua dimor a Salazar, i suoi dubbi furono dissipati. Erano venuti per la bambina, in quando Bambina della Morte.
Sapeva che l'avrebbe cacciato in quel guaio. Imprecò e si maledisse di non averla uccisa quando poteva.
Quando la vide scomparire, con la vista già annebbiata dalla morte, vide l'unica cosa rimasta della moglie sparire per sempre.

 
Fenula urlò di dolore. Era vero, tutto tremendamente vero. Thevorn aveva ragione. Pianse senza ritegno.
 
Quando tornò alla Casa si sentiva svuotata. Sarebbe tornata quella di un tempo dopo le terribili rivelazioni sul suo passato?
Incontrò Rekla nel tempio, che pregava.
Trovò la forza di sorridere. Almeno quello non era cambiato.
La donna la notò solo in quel momento. Scrutò il viso di Fenula. Sembrava distrutta.
«Hai trovato ciò che cercavi?». Lei era l'unica ad essere al corrente della visita a Thevorn.
«Ho scoperto la verità. Mio padre mi odiava e se non fosse stato per la mia nutrice sarei morta».
Rekla le sorrise.«Non devi darci spiegazioni. Non importa chi tu sia stata, conta solo ciò che sei ora. Sei una di noi. E noi siamo fieri di avere una maga come te come compagna».
Fenula rispose timidamente al sorriso. Si sentiva più leggera.
Ma c'era una persona a cui voleva raccontare tutto.
Attraversò miriadi di cunicoli, che sapevano di umido e sangue. Mai prima d'ora le sembrava veramente odore di casa.
Si diresse all'alloggio di Demar.
Aprì piano la porta. Lo trovò seduto sul letto intento a lucidare il pugnale, la fronte corrucciata per la concentrazione.
Si sentì solo un lieve cigolio quando la porta si chiuse.
Demar alzò gli occhi dal suo lavoro.
La guardò, come se l'avesse vista per la prima volta.
La andò incontro, ma non osò toccarla.
«Non sei un sogno, vero?»
Fenula scosse la testa divertita.
«No Demar. Ho deciso di restare perché questa è la mia casa. E poi non potevo abbandonarti».
Solo allora Demar la strinse a sé con forza. Sapeva che sarebbe tornata, ma più di una volta la sua convinzione era vacillata. Si vergognava per questo.
Si ritrovò a piangere come un bambino, stringendo disperatamente Fenula a sé.
Non l'aveva persa. E questo era ciò che contava veramente.
«Non mi perderai mai»sussurrò Fenula, come intuendo i suoi pensieri.
Demar affondò il viso nei suoi capelli. Sapevano di sudore e sangue, ma in quel momento gli parve l'odore più buono del mondo.
La baciò con trasporto, in cui lasciò una muta promessa. Non l'avrebbe più persa.




Angolo autrice:eccomi con l'undicesimo capitolo:)
Povera Fenula, la sto tartassando.
A proposito di Fenula il capitolo inizia con una sua rappresentanza(spero di trovarne una anche di Demar)
Ringrazio RayaFee, Khalla98, e Nikij per le loro recensioni, chi ha messo la storia tra le seguite e ricordate e a voi lettori anonimi:)
Nel prossimo capitolo si ritornerà sul filo originale, e Fenula ne combinerà una delle sue:)
Alla prossima,
Drachen

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Capitolo 13
*** 12-l'ultimo tassello ***


12-L'ultimo tassello

Passarono settimane, e mesi.
L'episodio di Makrat si dissolse nella sua mente, e la vita ritornò come prima.
Passava ore e ore china sui libri di Magia Proibita nella speranza di trovare l'ultimo tassello del loro lavoro. La Suprema Guardia le aveva dato anche delle pergamene su cui aveva annotato vari appunti scarabocchiati.
C'era qualcosa che le sfuggiva. Ma cosa?
Riprese la lettura del Libro Nero che aveva lasciato a metà.

Vi sono diversi gradi di intolleranza tra materia e spirito. Uno spirito femminile non sopravvive nel corpo di un uomo, ma lo spirito di un bambino può in certa misura sopravvivere nel corpo di un vecchio.  […]

Lo spirito l'aveva già richiamato quasi sei anni prima.

Le razze, per contro, non si tollerano tra loro, e lo spirito di uno gnomo mai potrà sopravvivere neppure un istante in quello di un uomo o di una ninfa. Gli spiriti dei mezzelfi, invece, poiché partecipano sia nell'essenza degli elfi che degli uomini, possono per breve tempo trovare ricetto anche di corpi umani.  […]

Il cuore di Fenula cominciò a correre a mille all'ora.
Lo spirito… Il ricettacolo…
Ce l'aveva fatta!
Con il libro sottobraccio si presentò nello studio di Yeshol.
«L'ho trovato!»
La Suprema Guardia sorrise trionfalmente.
«Cosa avevamo sbagliato?»
«Per ritornare, Aster ha bisogno di un ricettacolo in cui incarnarsi. Essendo un mezzosangue non possiamo usare uno gnomo, o una ninfa». S'illuminò.«Circolano voci che Nihal e Sennar hanno avuto un figlio. Anche lui è figlio di un mezzelfo e un uomo. è il corpo perfetto».
«Sarà anche così, ma sai benissimo anche tu che si sono ritirati nelle Terre Ignote».
Fenula scosse la testa, eccitata.
«Ho fonti che testimoniano che il ragazzo è passato da Seferdi qualche anno fa. è vero ne hanno poi perso le tracce, ma ora abbiamo l'assoluta certezza che si trova qui, nel Mondo Emerso».
«Molto bene. A te la scelta degli assassini da mettere sulle sue tracce»
«Non vi deluderò».
Convocò Demar e Kadar.
«Ho una missione delicata da affidarvi. Verrete affiancati a Sherva. Dovete trovare il figlio di Nihal e Sennar. Non occorre ucciderlo. Limitatevi a spiare la sua vita».
Entrambi annuirono assolti. Demar già proiettato nella missione.
Quando Kadar si fu allontanato, Fenula si guardò attorno. Non c'era nessuno.
Così si avvicinò a Demar, e gli scoccò un piccolo bacio.
«Contento per la missione?»
Demar sorrise.«Soddisfatto. Però…»Rispose al bacio.«Mi mancheranno i tuoi bacetti. Hai qualche incantesimo per colmare questa carenza?»
«No, però ho un incantesimo per tenerci in contatto ogni giorno».
Demar sospirò.«Temo che dovrò accontentarmi».
Fenula gli sorrise divertita.«Bravo».
 
Le giornate erano noiose e monotone, che si coloravano a sera all'arrivo dei messaggi magici di Demar.
Si  avvicinò la Notte della Mancanza.
A compiere il rito questa volta toccò a Toph.
«Nervoso?»gli aveva sussurrato prima dell''inizio del rito.
Toph l'aveva guardata solo per un attimo. Da quando Fenula era gentile con qualcuno? Mai. Però questo interessamento gli faceva piacere.
Scosse la testa.«Sono onorato di questo compito».
«Così potrai dimostrare le tue capacità?»
Lui le fece l'occhiolino.«Esatto».
Prese posto accanto alle altre Guardie. Rekla però non c'era. Si guardò attorno, nella speranza di scorgerla.
To', eccola là. Era seduta nella prima fila accanto a Dubhe. Più guardava quella ragazza, meno le piaceva. Non poteva farci niente. Non si fidava. Quando il sacrificio fu compiuto si lasciò trasportare dall'euforia generale, ma non abbastanza da non scorgere Dubhe lasciare la Sala. Non era uno di loro, e non lo sarebbe mai stata. Tenerla lì era un madornale errore.
Spesso tirava fuori l'argomento a Demar nelle sue lettere. Il ragazzo cercava in tutti i modi di convincerla che quello che ipotizzava non si sarebbe mai realizzato.
La ricerca iniziò a dare i suoi primi frutti nell'arco di due settimane.
 
Piccolo passo avanti. Abbiamo interrogato il proprietario di una locanda di Seferdi. Dopo una lunga agonia ha svuotato il sacco. Il mezzosangue si trova a Salazar. Ci stiamo mettendo in cammino in questo momento. Riferisci pure l'esito a Sua Eccellenza.
Demar.
P.S: Spero di riabbracciarti presto Amore. Aspetto pazientemente una tua risposta.

Fenula aveva letto e riletto l'ultima lettera inviatole da Demar risalente a qualche giorno prima. Quando sarebbe tornato? La mancanza di lui stava degenerando in un malessere fisico. Si era fatta dare da Rekla l'infuso di angelica per poter dormire la notte.
Era davvero diventata così dipendente dall'amore, che non poteva vivere la sua vita tranquillamente?
Solo allora si decise a rispondergli.
Torna presto.
Fenula.


Angolo autrice:Ehilà:)
Ecco un nuovo capitolo. Povero Tarik, Fenula non potrebbe starsene buona buona invece che combinarne di tutti i colori?
Ringrazio RayaFee sempre in pole position a recensire:). Un ringraziamento anche a Khalla98, Nikij e a tutti voi lettori che l'avete inserita tra le seguite, ricordate o che semplicemente amano questa storia senza darlo a vedere.
Nel prossimo capitolo tratteremo...bè, vi lascio nella suspense:)
Alla prossima,
Drachen

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Capitolo 14
*** 13-la fuga della traditrice ***


Prima di iniziare questo capitolo, devo precisare che è presente un personaggio della ff "Alla fine non hai scelta". Ho avuto l'autorizzazione dell'autrice che gentilmente me l'ha "affidata".

13-La fuga della traditrice

E alla fine accadde ciò che temeva. Dubhe fuggì dalla Casa.
Furono sguinzagliati una decina di Assassini, tra loro Jalo e Turno.
Le ore passarono lentamente.
Fenula per rilassarsi un po' decise di allenarsi un po' con il pugnale in palestra. Fu lì che la scorse. Cormia. Lì per lì non l'aveva mai considerata particolarmente. Era una semplice assassina, ma qualcosa nel suo sguardo che scorse non appena lei si voltò non gliela lasciò indifferente.
«Mia Guardia»la salutò la ragazza con tono deferente.
«Non ce né bisogno di tanta deferenza Cormia».
Cormia rimase per un attimo sorpresa, ma si riprese subito.«Come desiderate… cioè come vuoi».
Fece per tornare al suo esercizio, ma continuava a sentire gli occhi di Fenula puntati addosso.
Si girò. Eh si, la Guardia continuava a osservarla in modo penetrante.
«Non hai niente da dirmi?»
«N-no»balbettò Cormia colta alla sprovvista.
Fenula inclinò la testa di lato.
«Ne sei sicura?»
Vide la ragazza tentennare.
«Sei non vuoi dirmelo, non sei tenuta. Ma io non sono venuta qui per parlarti come superiore. Sono qui come…amica».
«Io…io pensavo foste qui per allenarvi».
Fenula le sorrise con dolcezza. Nessuno nella Casa, a parte Demar, aveva visto quel sorriso.
«Inizialmente si, poi però ti ho vista con quel viso sconvolto». Ma quando non ottenne alcuna risposta, sospirò.«Ti lascio al tuo allenamento Cormia».
Girò i tacchi, ma quando fu sulla soglia della porta, Cormia la chiamò.
«In verità c'è una cosa».
Fenula si fece attenta.
«Ho una domanda da porvi. Avete notizie di Turno?»
Fenula la guardò sempre più incuriosita.
«Non è ancora tornato, mi spiace». Perché tutto questo interessamento per Turno?
«Pensate che l'abbia ucciso la Bestia?»domandò Cormia con voce angosciata.
«Turno sa badare a se stesso». Si bloccò. Solo allora capì.«Sei innamorata di lui?»
Cormia sgranò gli occhi, colta sul fatto.«Non è come pensate…io». Non ce la fece più.«Non riferirlo a Sua Eccellenza, mi dissanguerà nella Piscina. Io non voglio morire!»
«Non glielo dirò. Il tuo segreto è al sicuro con me. E per darti la prova della mia parola, ti rivelerò il mio segreto».
Cormia la guardò incuriosita.«Che genere di segreto?»
«Molto simile al tuo».
«Siete innamorata di un Assassino? Di chi si tratta?»
Fenula sorrise. Finalmente Cormia si era liberata della deferenza di qualche minuto prima.
«Demar».
Cormia la fissò a bocca aperta. L'Assassino più schermito della Casa, il ragazzo di una Guardia importante come lei?
«Sul serio?»
Fenula annuì sorridendo.«So delle voci che circolano sul suo conto, ma non è affatto così. è uno degli Assassini migliori che abbia mai conosciuto. E poi è dolce, è…»si bloccò e fissò Cormia.«Tu sai cosa posso pensare di lui. Anche te sei innamorata».
«E non devo esserlo. è proibito. Dovrei stare con lui solo per generare nuovi assassini, non posso provare sentimenti per lui».
Fenula si morse il labbro.«Anch'io ho tentennato all'inizio, però poi ho ceduto. Una volta Demar mi ha detto che l'amore è la forza più forte di tutte che non teme niente,che accumuna tutti gli esseri viventi. Il solo sentimento che non si può sconfiggere. E io lo credo fortemente. E tu?»
Cormia annuì.
«Non preoccuparti. Turno è uno dei migliori. Tornerà presto. Se avrò qualche notizia sarai la prima a saperlo».
«Grazie…Fenula»rispose commossa Cormia, che si asciugò una lacrima solitaria.
 
Quando arrivò la notizia, era nello studio di Yeshol ad aggiornarlo delle ultime notizie. Il figlio di Nihal e Sennar, Tarik si trovava a Salazar. Era sposato e aveva anche un figlio.
«Turno ha fallito. Il suo cadavere giace scempiato nella Grande Terra». A Fenula le si raggelò il cuore.
«è stata lei».
«Le ferite non lasciano dubbi».
La penna in mano a Yeshol si spezzò.
«Devono morire entrambi».
Convocò Rekla, Kerav e Filla.
«Trovate Dubhe e riportatela qui alla Casa. Il Postulante uccidetelo».
Fenula notò nel viso di Rekla un'intima esultanza. E non poteva biasimarla. Le era stata affidata, e l'aveva sottovalutata. Era normale che volesse cancellare quell'umiliazione.
«In bocca al lupo»la salutò all'entrata del tempio. Kerav e Filla dovevano ancora arrivare.
«Grazie. Se solo ti avessi dato ascolto, non saremmo in pericolo».
«Non potrà più nuocere se intervieni tu»replicò Fenula con un sorriso.
Rekla rispose al sorriso.«Ovvio che si».
Guardò la sua ex Maestra scomparire all'orizzonte. Incrociò le dita. Era certa che ce l'avrebbe fatta.
Solo allora, decise di raggiungere Cormia.
Doveva sapere la verità, seppur atroce.
Dopo quell'ora dove avevano instaurato una sorta di amicizia, le aveva legate in un modo o nell'altro.
Quando le diede la notizia, Cormia pianse senza ritegno, e Fenula le stette accanto.
Non poteva lenire il dolore che la dilaniava, però voleva confortarla in un modo o nell'altro.
Quella sera tornarono Sherva, Kadar e Demar.
Fenula sentì una fitta al cuore. Le era terribilmente mancato.
Seguì per filo e per segno il rapporto di Sherva.
«Come abbiamo scritto nei nostri rapporti vive a Salazar con sua moglie Talya e suo figlio San».
In testa a Fenula suonò il campanellino d'allarme. La stessa cosa accadde a Yeshol.
«Quanti anni?»
«Cosa…».Sherva non capiva.
«Il figlio di Tarik quanti anni ha»
«Dodici».
Era un autentico segno del destino. Aveva la stessa età del Tiranno alla sua morte.
«è perfetto. è assolutamente perfetto»mormorò tra sé e sé la Suprema Guardia, tutta eccitata.
«Scegliti un Assassino. Dovete portare qui subito San, intesi?»
Sherva s'inchinò.
«Si, mia Guardia».
Entrambe le Guardie, uscirono dallo studio lasciando un Yeshol soddisfatto.
«Ti consiglio Leuca. Ci sa fare con questo genere di cose»propose Fenula.
«E perché non Jalo, anche lui è abbastanza rapido e silenzioso»replicò Sherva, cercando scherzosamente di far innervosire Fenula. Sapeva che non potevano sopportarsi.
Fenula strabuzzò gli occhi.«Stai scherzando? Quello ti sommerge con le sue chiacchiere di gloria. Non reggeresti».
Sherva scoppiò a ridere.«Stavo scherzando. D'accordo, mi fido del tuo parere. Porterò Leuca».
Era pomeriggio inoltrato quando ebbe questa conversazione con Sherva.
Aspettò con impazienza per tutta la giornata l'arrivo della notte.
Giunta l'ora sgattaiolò fino alla stanza di Demar.
Il ragazzo stava dormendo profondamente, quel sonno che colpisce dopo ogni missione. Fenula si sedette sulla sponda del letto, e lo contemplò.
Infine gli stampò un bacio sulle labbra. A quel contatto Demar si svegliò.
«'notte Amore». E risprofondò nel sonno.
«Buonanotte».

Angolo autrice:questo capitolo l'ho pubblicato a tempo record:)
Ringrazio tutti coloro che seguono la storia, in particolar modo RayaFee che dev'essere entusiasta della presenza di Cormia:)
Alla prossima,
Drachen

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Capitolo 15
*** 14-lettere e missive ***


14-Lettere e missive

Siamo a Marva. La traditrice vi ha alloggiato quasi tre giorni prima. Informa Sua Eccellenza della nostra necessità di un drago.

Questa era stata la prima lettera di Rekla a meno di cinque giorni dopo la partenza.
Fenula da canto suo aiutava la Guardia nella sua ricerca. Essendo una maga molto dotata riusciva a percepire l'aurea del sigillo a chilometri di distanza.
Era stata lei a condurla a Malva.
Ma il più delle volte la rintracciava con un incantesimo faticoso ma divertente.
«Draumr kòpa**»e sulla superficie di un liquido veniva riflessa la persona che ti interessava.
Infatti fu lei a rintracciare Dubhe nelle Terre Ignote.

Kerav è morto. Siamo solo io e Filla a condurre la missione. Sto perdendo la speranza di poterla condurre al termine.

Fenula non sapeva che dire. Dubhe si stava dimostrando più imprendibile di quello che sembrava. Finché non arrivò la svolta.

Abbiamo catturato Dubhe e ucciso il Postulante. Siamo sulla via del ritorno.

Fenula sospirò soddisfatta.
La missione stava andando a buon fine. Meno male.
Nell'attesa del ritorno di Rekla dalle Terre Ignote, le fu affidata una missione. Fu condotta di fronte la re in persona.
Fenula non l'aveva mai visto personalmente. Era un loro alleato, e questo bastava.
S'inchinò.
«Bene, bene»affermò soddisfatto Dohor.«Finalmente voi Assassini avete capito chi comanda».
"Sei solo un illuso"pensò irritata. Le davano fastidio i suoi modi da comandante supremo. Tanto, compiuta la loro opera era stata incaricata proprio lei di ucciderlo.
«Ho una missione da affidarvi»continuò il re.
"Lo credo. Altrimenti mi avrebbe fatto venire fin qui per prostrarmi ai suoi piedi". Fenula era sempre più irritata.
«Ordinate, e io ubbidirò». Yeshol era stato chiaro a riguardo.
«Il generale Kalhu inizia a sospettare la nostra alleanza. Comincia ad essermi d'intralcio». La fissò intensamente.
"Se pensi di farmi paura ti sbagli di grosso"pensò Fenula.
«Sarà fatto».
Si ritirò, inchinandosi un'ultima volta.
La voce del re la bloccò sulla soglia.«Inoltre voglio che mi portiate una prova del vostro successo». Fenula si morse il labbro livida. Sapeva perfettamente della buona riuscita della missione. L'aveva detto con tono canzonario. Non li prendeva sul serio.
"Sarò io a ridere l'ultima volta, quando ti sgozzerò nella Piscina, maledetto".
Uscì dalla sala del trono infuriata con Dohor. Era assolta nei suoi pensieri, quando urtò accidentalmente qualcuno. Era una ragazza abbigliata con un vestito di complessa fattura di un verde acqua tenue trattenuto in vita da una cintura dorata.
«Scusa»mormorò d'istinto. Quella non si girò neppure. Sembrava avere fretta.
Ricci ramati le scendevano morbidi giù per la schiena. Fenula si toccò istintivamente i suoi corti fino alle spalle.
"Non significa niente Fenula. Al mondo ci saranno centinaia di ragazze con i capelli come  tuoi".
Scrollò le spalle,e si allontanò.
 
Kalhu era uno dei generali più importanti della Terra del Sole fino al suo tradimento. Era entrato di sua spontanea volontà nelle schiere dell''esercito nemico. E si era dato parecchio da fare.
Alloggiava in un accampamento poco distante da Seferdi nella Terra dei Giorni.
Non provò quasi gusto a ucciderlo. Lo pugnalò nel sonno, e lui mancò se ne accorse. E come prova per quel viscido di Dohor optò per l'anello con inciso lo stemma del casato a cui apparteneva.
Quando tornò alla Casa, trovò ad attenderla una tremenda notizia.

La traditrice ci è sfuggita, ma siamo già sulle sue tracce.

"Maledizione. Questa non ci voleva"pensò con rabbia.
Poi nulla.
Era preoccupata. Di solito riceveva missive di Rekla ogni giorno.
Demar cercava di rincuorarla.
«Sono dietro a Dubhe. Non avranno molti momenti per riposare, figurati a scrivere messaggi».
«è già passata una settimana Demar. Non so più che pensare. Ho un brutto presentimento».
Demar la guardò intensamente.«Mi fido troppo del tuo istinto che fino ad ora è stato impeccabile, per ribattere».
«Spero con tutto il cuore di avere torto, stavolta».
Demar le scompigliò affettuosamente i capelli.
«Stai tranquilla. Rekla è una delle Assassine più spietate e cocciute che conosca. Farà di tutto per ottenere ciò che vuole».
«Anche a costo di morire?»
«Temo di si».
Fenula gemette. Era vero ciò che diceva Demar.
«Dem, senti. Mi devi tirare su di morale, non giù».
Demar la baciò.«Questo può bastare?».
«Ni»disse ridendo sotto i baffi.
«Come ni? è stato uno dei baci più amorevoli che abbia mai dato Amore, e tu mi dici ni?»
Fenula lo prese per il bavero e gli stampò un bacio passionevole sulle labbra.
«Questo è un bacio come si deve, vero?»
Demar alzò le mani in segno di resa.
«Hai vinto, hai vinto. Mi arrendo».
Fenula tornò al suo giaciglio felice. Demar era riuscito veramente a tirarle su di morale. Perché preoccuparsi? Rekla era la migliore, non poteva fallire.
 
Dubhe posseduta dalla Bestia. Rekla priva della pozione, brandiva davanti a sé il pugnale che scintillava alla luce del sole. Lo scontro tra le due si fa via via sempre più violento, finché Dubhe non inchioda l'avversaria a terra e stringe la presa sul collo. Rekla cerca di divincolarsi, inutilmente. Per un attimo alberga un silenzio tombale rotto da ossa in frantumi. Fenula spettatrice dell''accaduto prova a urlare, ma dalla sua bocca non esce niente. Si sentì poi risucchiata verso il basso.
 
Si svegliò con la fronte trapelata di sudore. Aveva sognato la Bestia e Rekla.
"è solo un sogno. Rekla è sulla via del ritorno con Filla"si consolò inutilmente.
La mattina dopo aveva due occhiaie che urlavano "non ho dormito". Dopo che si era svegliata dall'incubo non aveva avuto il coraggio di riaddormentarsi. Aveva passato il resto della notte a fissare il soffitto, e a maledirsi. Perché, perché aveva detto a Yeshol di quel dannato sigillo? La loro vita era in pericolo, per colpa sua.
Quando uscì in corridoio trovò Sherva, con un ampio taglio alla testa, e ferite superficiali sulle braccia.
«Sherva!». Notò che la Guardia si reggeva a malapena in piedi.
Lo fece appoggiare alle sue spalle, ma, malgrado fosse più minuta e bassa dell'uomo, riuscì a condurlo nel suo alloggio.
«Aspetta qui. torno subito».
Si sentiva tornato bambino, quando la madre si prendeva cura di lui.
Con Fenula arrivò la Suprema Guardia, dal volto indecifrabile.
Sentì voci confuse, forse stavano discutendo della sua inettitudine. Si era lasciato raggirare come un pivellino, ecco la verità.
Infine sentì un piacevole torpore, e una formula elfica.«Waiseheill*».
Aprì gli occhi. Nel suo campo visivo entrò Fenula. Aveva la faccia terrea e un'espressione preoccupata.
«Come va?»
Sherva si toccò istintivamente la testa. Un dolore atroce gli fece ritrarre immediatamente la mano.
«Non toccarti la ferita. La mia magia l'ha solo in parte rimarginata. Ora devo spalmarti questo cataplasma».
L'odore di achillea si diffuse nella stanza. Il tocco di Fenula era lieve e gentile, quasi temesse di fargli male.
Quando si sentì meglio fu sommerso dalle domande della Suprema Guardia, a cui rispondeva con fatica.
«E Leuca?»
«è morto»dichiarò Sherva lapidario.
Fenula sentì una fitta al cuore.
Tutti i suoi coetanei, uno per volta, stavano morendo.
Turno. Kerav. Leuca. Filla…
"No, Filla no. Lui è con Rekla, al sicuro"pensò.
Davvero era al sicuro quando aveva a che fare con la Bestia?
Il sogno di qualche notte prima invase prepotente la mente.
Il giorno dopo provò a localizzare Rekla.
Recitò l'incantesimo,  ma la superficie dell''acqua della bacinella rimase intatta.
Provò decine e decine di volte. Tutto inutile.
Iniziò a sudare freddo. Solo allora capì e urlò tutta la sua disperazione.
 
 
*guarisci
**rifletti l'immagine

Angolo autrice:non abituatevi troppo a questa velocità nel pubblicare capitoli;)
Diciamo che Fenula può avercela con me quanto vuole. Insomma ha scoperto che la sua Maestra è morta, e credo che chiunque crollerebbe.
Il prossimo capitolo è quello che eviterei con tutto il cuore;( ma devo farlo.
Ringrazio RayaFee che continua a seguire e a recensire la storia. Non sono da dimenticare anche voi lettori che in qualche modo siete attratti da questa storia:)
Alla prossima,
Drachen:)

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Capitolo 16
*** 15-la via che conduce al buio ***


15-La via che conduce al buio

Era stata una dei primi a sapere della morte di Rekla.
Imprecò, maledisse quella dannata traditrice che aveva osato tanto.
Poi era passata a piangere sommessamente,interrotta da lievi singhiozzi.
E quando le lacrime erano finite a un furore omicida.
Fu lei a consigliare a Yeshol un massacro totale dei Postulanti in onore della sua ex Maestra. Lei era sempre lì, in prima fila a uccidere, massacrare. Perché così il dolore scemava.
Quando la strage si concluse, venne convocata da Yeshol con Demar, Tess e Jalo.
S'inchinarono davanti alla Suprema Guardia.
«Ho un incarico da affidarvi».
I quattro alzarono il viso.
«Andrete nel Mondo Sommerso, e mi riporterete San»
«è lì che si trova, a Zalenia?»domandò Demar.
Yeshol annuì.«è insieme a Ido. Lo gnomo è tutto vostro. ma portate qui il ragazzino».
I quattro annuirono, e uscirono dalla stanza con passi felpati.
 
Ci misero una settimana a raggiungere Zalenia. Usarono l'antico portale che aveva con
dotto Rodhan  nel Mondo Sommerso.
Dopo circa tre settimane, decisero di fermarsi in una locanda. Si erano camuffati quasi subito. Era stata la nuova Guardia dei Veleni a dare loro i filtri per modificare il loro aspetto. Usarli le dava una strana sensazione, quasi di repulsione. Il ricordo della morte di Rekla bruciava ancora.
Quando entrarono nella locanda, trovarono l'oste al bancone intento a lucidare le coppe per il vino.
«Desiderate?»chiese alzando il viso dal suo lavoro.
Fenula si tolse il cappuccio del mantello, e l'oste rimase a bocca aperta.
Quella creatura dai capelli candidi non poteva essere una creatura di quella terra.
«Desiderate?»ripeté boccheggiando come in assenza d'aria.
Fenula gli rivolse un sorriso disarmante, che l'oste quasi svenì.«Quattro stanza singole per la notte».
«Mi…mi spiace. Ne ho solo due singole libere, e una matrimoniale».
«Vada per loro»dichiarò Fenula, rovesciando sul bancone le monete per pagare.
«Prego, da questa parte». Li condusse alle camere, e si ritirò con un timido:«Per…per qualunque cosa, sono al vostro servizio».
Demar lo guardò con gelosia. Come osava quel Perdente, mangiare con gli occhi la sua fidanzata? L'aveva adocchiato più volte che osservava con interesse le curve di Fenula.
Dopo che si sistemarono, Jalo e Tess nelle singole, e Fenula e Demar nella matrimoniale, si ritrovarono in quest'ultima per condurre l'incantesimo di localizzazione. Era uno dei suoi preferiti. Tirò fuori i dischetti di metallo, conduttori di magia.
Dopo che Fenula recitò la formula di attivazione i quattro Assassini cantilenarono in nome di San, finchè i dischetti non presero a roteare impazziti, fino a disegnare una freccia che indicava l'ovest.
La parte più difficile era decifrare quanto mancava tra loro e l'obiettivo.
«Meno di un giorno di viaggio»dichiarò infine.
«Non potresti dislocarci subito là, maghetta da quattro soldi?»la beffeggiò Jalo.
Tendenzialmente era Fenula a perdere la pazienza. Stava per rispondere alla frecciatina, quando Demar la superò.
«Come l'hai chiamata?»sibilò infuriato.
«E a te che importa?». Poi scoppiò a ridere.«Ah, ora che la tua maestrina è in difficoltà tiri fuori un coraggio da coniglio»replicò sprezzante.
«Ripetilo ancora una volta e ti ammazzo, chiaro?»
«Adesso basta!»tuonò Tess (l'unico della compagnia ancora sano di mente).
«Domani colpiremo, per cui…»guardò intensamente Jalo«andremo a dormire, per essere freschi e riposati. Sono stato abbastanza chiaro?»
Fenula non lo riprese per questa autorità da parte di Tess, anzi lo ringraziò mentalmente. L'aveva tolta da una situazione scomoda.
Quando i due se ne furono andati, Fenula abbracciò strettamente Demar.
«è stato molto carino quello che hai fatto prima».
«Non potevo tollerare che lui ti schermisse così. Tu sei la Mia ragazza»dise, ricalcando le ultime parole. E la baciò con trasporto.
«Posso chiederti una cosa?»domandò Fenula quando si fu staccata da Demar.
«Qualunque cosa»rispose prontamente il ragazzo.
«Non so se torneremo da questa missione…».
«Non dirlo neppure per scherzo»la interruppe Demar.
«Ho un cattivo presentimento. Mi devi giurare una cosa».
«Dimmi».
«Se io morissi, porta avanti la missione. La setta dipende dalla nostra vittoria».
«Tu non morirai!»
«Me lo giuri?»
«Si».
Demar sembrava imbarazzato.
«Senti…ho una cosa per te».
Fenula si fece attenta.«Di che si tratta?»
Demar le porse un anello di fattura semplice. Si trattava di due draghi attorcigliati tra loro.
«Simboleggia la nostra unione che durerà per sempre».
«Grazie». Fenula era commossa.«Significa molto per me».
 
Entrare nel palazzo di Ondine fu piuttosto facile. Un incantesimo lanciato qua e là, e raggirarono tutte le guardie. Fenula colpì con un fendente quella posta di guardia davanti alla camera di San.
Aprirono silenziosamente la porta. Il ragazzino era lì che dormiva.
Tess e Jalo lo inchiodarono al letto. San aprì gli occhi e soffocò un urlo. Non poteva dimenticare gli Assassini che uccidevano i suoi genitori.
Era stato facile, pensò Jalo tra sé e sé. Finché non sentì il corpo di San scaldarsi sotto la sua presa. Poi fu solo un inferno di fuoco. Fenula e Demar si ritrassero dalla fiamme appena in tempo. Solo allora qualcuno si materializzò sulla soglia della porta. Ido. Lo gnomo preparò l'affondo direttamente all'altezza del cuore di Demar. Non ci pensò neppure. Intercettò il colpo, che la trapassò da parte a parte. La lama però riuscì a colpire superficialmente il braccio di Demar.
Prima che la vista le si annebbiasse intercettò il viso sconvolto di Demar. Non sentì cosa urlò, ma con le ultime forze che le rimanevano mormorò:«Ti amerò per sempre».
E fu inghiottita dal buio.


Angolo autrice:siamo arrivati a quel momento che tanto non volevamo che accadesse. Dire addio a un personaggio;(
Ringrazio RayaFee, dibeh che recensiscono, ma anche voi lettori che semplicemente leggete:)
Sono così tanto in lutto che non saprei che altro aggiungere.
Per cui alla prossima,
Drachen
 

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Capitolo 17
*** 16-viaggio di ritorno ***


16-Viaggio di ritorno

Our love would be forever
And if we die
We die together
And lie, I said never
'Cause our love would be forever
(Neutron star collision, Muse)
"Ti amerò per sempre".
Queste erano state le ultime parole di Fenula, prima di morire per mano di quel dannato gnomo.
Lo osservò con sguardo assolutamente neutro.
Tanto ormai non aveva più uno scopo. Che l'ammazzasse pure. Avrebbe accolto con gioia la morte. Così si sarebbe potuto ricongiungere a lei.
«Come siete arrivati qua sotto?». La voce di Ido era gelida.
Demar non rispose. Che macerasse pure nei dubbi.
«Ti ammazzo se non me lo dici!»
Oh, che paura.
«è come se fossi già morto».
"Su vigliacco ammazzami!"pensò con rabbia Demar.
Ido però non sguainò la spada. Lo maledisse per questo.
«Ne verranno altri?»domandò stancamente lo gnomo.
Non aveva ancora capito? Non avrebbe rivelato niente. Disperato si, ma non traditore.
Ido lo guardò disgustato.«C'era un mondo intero per te, là fuori, e tu l'hai rifiutato per rinchiuderti sottoterra come un verme. Ti faceva paura decidere con la tua testa?»
Demar lo guardò con odio. Come poteva lui che aveva condotto una guerra dopo l'altra? Come poteva giudicare le sue azioni? No, lui non capiva. Non poteva comprendere il vuoto incolmabile del suo cuore.
Quando lo gnomo si decise a lasciarlo in pace, ma soprattutto in solitudine, una lacrima solitaria si fece strada giù per la gote.
Strinse le mani a pugno fino a farle sbiancare.
Doveva scappare e catturare San. Perché questo era l'ultimo desiderio di Fenula, e lui non avrebbe tradito la parola data.
La fortuna fu dalla sua.
Quella notte fu svegliato dal tonfo di un corpo che crollava a terra.
Si mise subito all'erta. Yeshol aveva mandato qualcun altro?
Una testina fece capolino dalle sbarre. Falso allarme. Era San.
«Alzati»ordinò con tono autoritario San.
Demar lo guardò di traverso. Quel marmocchio non poteva neanche osare di dargli degli ordini.
«Non prendo ordini da chi è destinato ad essere un contenitore»disse con tono beffardo.
San non si scompose per la frecciatina.
"Addio divertimento"pensò Demar.
«Come ti chiami?»
Ecco, dagli ordini alle domande. Quel moccioso stava davvero diventando irritante.
«Un Perdente non ha diritto di sapere il nome di un Vittorioso».
San gli mostrò le chiavi.
«Dimmelo e ti libero».
Ah, anche ricattatore. Se non fosse che Yeshol lo voleva vivo l'avrebbe ucciso con profondo piacere.
«La libertà non m'interessa»
"Io voglio morire"pensò.
«Voglio che tu mi porti alla Gilda».
Cosa? Aveva sentito bene?
San sorrise di fronte al suo smarrimento.
«Come ti chiami?»ripeté.
Poteva dirglielo, tanto che differenza avrebbe fatto?
«Demar».
Il ragazzino, lo fece uscire dalla cella maleodorante, e iniziò a curargli il braccio.«Portami da dove sei venuto Demar».
 
Per tutta la durata del viaggio si scambiarono solo poche parole. Per i primi tempi San curò Demar con la magia.
Il ragazzino sembrava in un mondo tutto suo e Demar se ne rincuorò. Non aveva voglia di parlare con nessuno.
Ogni sera lo vedeva tirar fuori un libro nero consunto.
Lo riconobbe subito.
«Il Libro dei Saggi Oscuri» aveva mormorato.
«Lo conosci?»La voce di San era venata di curiosità.
«L'originale scritto da Aster si trova nella biblioteca della Casa».
Ma non era per quello che l'aveva riconosciuto. Rivedeva Fenula china su quel libro con la fronte corrucciata per la concentrazione, e questo gli provocò una fitta al cuore.
«Siamo vicini»disse una sera dopo tre giorni di viaggio.
«Quanto manca?»domandò San annoiato.
«Stasera saremo davanti al tempio».
Giunti in prossimità della Casa, notò la delusione del ragazzino. Bé, che si aspettava? Un castello di marmo bianco?
Mise le mani sul freddo metallo nero della porta e premette.
Sentì San trattenere il respiro. Sapeva cosa gli passava per la testa.
Per questo i suoi compagni erano preparati.
Sentì la formula mormorata a mezza voce dalla Suprema Guardia, e Kadar insieme a Mahish  bloccarono a terra il ragazzino furente.
«Ottimo lavoro». Yeshol sembrava più che soddisfatto.
«per Thenaar questo e altro».
Ma la mente pensava a tutt'altro.
"Fenula, questo è per te. Solo per te. Il tuo ideale si avvererà, e io sarò lì ad assistervi per tutti e due".


Angolo autrice:non abituatevi a questo ritmo di pubblicazione:) è che non so quando pubblicherò il prossimo;)
Demar è riuscito nel loro intento:)ha condotto finalmente San alla Casa. Sappiamo tutti come andrà a finire(purtroppo):(
Nel prossimo avremo un monologo interamente dedicato ai pensieri di Demar:)
Ringrazio RayaFee, dibeh, Khalla98 e tutti voi che seguite la storia:)
Un bacio e alla prossima,
Drachen

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Capitolo 18
*** 17-follia ***


17-Follia

I thought saw you late last night
but it was just a flash of light
an angel passing,
but I remember yesterday
life before you went away
and we were laughing.
We had hope, and now it's broken.
And I could see it clearly once
when you were here
and now some how all that's left are
Pieces of a dream…
(Piece of a dream, Anastacia)
La Casa era in fermento.
Gli Assassini che l'avevano schermito fino a qualche settimana prima, ora lo guardavano con ammirazione.
Perché lui, Demar, aveva condotto San nelle loro mani.
Una settimana. Il rito avrebbe avuto luogo, e Aster sarebbe risorto con Rubina. Il regno di Thenaar si sarebbe espanso sul Mondo Emerso come inchiostro su carta e sarebbe stata la fine per i Perdenti.
Ma Demar non riusciva a partecipare all'euforia generale.
La sua mente era ancora al corpo di Fenula trapassato da parte a parte dalla spada di Ido.
Risentiva ancora le sue ultime parole appena sussurrate. Poi i suoi occhi si erano spenti ed era caduta in un lago di sangue.
Avrebbe voluto urlare, ma non aveva più voce.
Non voleva guardare, ma voleva imprimersi nella mente il suo viso. Dimenticarlo l'avrebbe fatto piombare nella follia.
«mi spiace»gli aveva detto Cormia avvicinandolo qualche giorno prima.
Demar l'aveva guardata stupito.
«Sapevo ciò che c'era tra te e Fenula. è stata lei a rivelarmelo. Ora siamo due reduci. Entrambi abbiamo perso la persona amata»disse sorridendo amaramente.
«Ma poi ci si riprende?»
Non aveva ottenuto risposta. Cormia si era allontanata con sguardo indecifrabile.
A volte gli sembrava quasi di scorgerla correre nei corridoi della Casa col suo passo felpato e ieratico, o in palestra a esercitarsi nella sua danza mortale con il pugnale.
Stava impazzendo, ecco la verità.
Ricordava vagamente i pianti della madre alla morte di suo padre. Era dunque questo il dolore che aveva dilaniata da quel giorno?
Credere che tutti gli avvenimenti di una settimana prima non fossero mai esistiti non era altro che un'illusione.
La morte di Fenula aveva lacerato il suo cuore lasciando una ferita profonda che mai si sarebbe risanata.
Il vero Demar era morto quel giorno a Zalenia.
Si muoveva come un automa, e come tale si comportava. Faceva il minimo indispensabile per vivere. Più di una volta, nella penombra della sua stanza, aveva pensato di togliersi la vita, per potersi ricongiungere con lei. Ma a pochi millimetri dal petto tentennava, e il pugnale gli cadeva di mano. Si maledisse per questa sua debolezza.
E maledisse anche quel dannato gnomo che gli aveva sottratto il suo bene più prezioso, la donna che amava.
Fu per questo che agì senza pensare.
Non era un mago, e il processo l'avrebbe benissimo ucciso.
Ma la morte non gli importava. Che venisse pure. Ma solo dopo aver compiuto il rito.
L'idea gli era balenata in mente in un momento di vera e propria follia.
Insomma, lanciare una maledizione a qualcuno non era roba alla portata di tutti.
Ma per vendicare Fenula era pronto a questo sacrificio.
Mormorò la lugubre litania venata dall'accento sibilante delle formule proibite. Sentì la sua essenza vitale scivolare via goccia a goccia, ma non demorse.
"Morirai, morirai maledetto Ido. Morirai come Fenula. Perirai per mano di una spada"pensava caricando sempre di più la formula di odio puro.
Compiuto il rito crollò sul letto sfinito ma vivo.
Sorrise stancamente soddisfatto del suo lavoro.
La morte l'abbracciò pochi giorni dopo.


Angolo autrice:ecco il penultimo capitolo. Demar ha perso completamente la testa(e non possiamo dargli torto):(
Ringrazio RayaFee, dibeh, Khalla 98 e voi tutti che seguite la storia:)
Penso che per l'ultimo capitolo dovreste aspettare la prossima settimana perchè devo ancora stenderlo su word e questo fine settimana parto senza computer. Eh, mi spiace, vi lascierò con la suspense:)
Un bacio e alla prossima,
Drachen

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Capitolo 19
*** epilogo ***


Epilogo

Nessuno può separare ciò che l'amore ha unito.
(Rebel, Alexandra Adornetto)
La Bestia incombeva.
La traditrice aveva deciso di morire nel peggiore dei modi, per distruggerli.
L'urlo disumano della creatura, si sovrapponeva alle urla di disperazione, coraggio e dolore degli Assassini.
Demar sguainò il pugnale.
Sapeva che sarebbe morto, ma non gli importava.
Quando vide Kadar, con la testa recisa dalla Bestia, si riscosse e agì.
Si accanì violentemente contro la creatura, disegnando un profondo filo rosso sul braccio. La Bestia lanciò un urlo agghiacciante.
Demar incoraggiato dalla distrazione della nemica preparò un nuovo attacco.
Gli fu fatale.
La Bestia lo colpì violentemente, facendolo crollare a terra con rivoli di sangue che scendevano giù per le guance.
Venne inchiodato al suolo per il collo.
Sentì la presa della Bestia farsi sempre più forte.
L'aria gli mancò, i contorni sfumarono.
Sorrise, un sorriso liberatorio prima di sprofondare nell'oscurità.
 
Bianco.
Era così il regno di Thenaar?
Nel bianco abbagliante andò a disegnarsi il profilo di un prato rigoglioso con un incantevole boschetto poco distante.
Non c'era ombra di esseri umani, solo l'allegro cinguettio di un usignolo.
L'erba era smossa da una lieve brezza primaverile, che gli portò un odore famigliare.
Corse verso il boschetto.
La trovò là, seduta ai piedi di un grosso salice piangente con la schiena poggiata al tronco coriaceo.
Gli sorrise. Quanto aveva desiderato rivederlo.
Gli andò incontro. Nei suoi occhi non scorse l'ombra che li velava anche in sua presenza. Sembrava posseduta da una pace senza fine.
«Ti aspettavo».
Lui si lasciò andare, e la baciò.
Ora neppure l'eternità li avrebbe divisi.
***
Grida di gioia si levarono da tutto il Mondo Emerso. Dohor era morto e la Gilda distrutta. L'avvenimento tanto atteso fu festeggiato in ogni angolo del continente, in particolar modo a Narbet a pochi passi dalla Casa.
Tra le risate e i canti, una figura se ne stava in disparte, il viso coperto dal mantello. Non aveva nulla da festeggiare. Quel giorno aveva perso tutto, dalla sua famiglia alla sorella che mai aveva conosciuto.
Guardando la gente intorno a lei, pensò a un'unica cosa…Vendetta.
 
TO BE CONTINUED…
 
Ringraziamenti:
Il primo grazie va a mia sorella,musa ispiratrice di ogni cosa che faccio.
Un caloroso ringraziamento a tutti voi che avete seguito questa storia:)
Tutto è iniziato leggendo una fantastica ff"Alla fine non hai scelta" di RayaFee che si basa sull'amore di due Assassini. Poi, rileggendo il terzo volume delle Guerre ho notato questa Fenula di cui sappiamo pochissimo. E allora perché non darle una vita e un passato? E da qui è nato tutto, miscelando azione, atroci dolori, un pizzico di romanticismo e comicità ed è venuta fuori la storia che avete amato(credo);)
Ma come avete notato sopra non è finita…
Vi do conferma che ci sarà il continuo della storia, dove i protagonisti non saranno più Fenula e Demar ma…
Sorpresa:)!!!
Per cui ora vi saluto calorosamente, e vi aspetto per l'inaugurazione della nuova storia ricca di nuove emozioni e suspense:)che spero di pubblicare presto, manca poco;)

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